Sono tornata cari
lettori!! Dopo molta assenza ecco a voi il secondo capitolo di Shooting Star, che spero serva a farmi perdonare per
l'immenso ritardo.
Comunque prima di
iniziare devo dare la risposta alle recensioni che ho ricevuto!
La prima che ringrazio
è Kumiko, che oltre ad avermi fatto i complimenti e
ad aver recensito, mi sopporta durante la lezione di balli latino americani
(lettori, non pensate male! Anch'io devo sopportare a lei!!)! Grazie Ele ti voglio tanto tanto bene,
anche se talvolta non lo dimostro a dovere... ma l'importante e che tu sappia
quanto sono affezionata a te.
Ora alle altre
recensioni!
Killuy_93 - Naruto ha il cognome di Kushina,
perché in Giappone si prende il cognome materno. O almeno è quello che ho
sempre saputo! Penso che quello paterno si prenda solo in condizioni
eccezionali, come nel caso dell'appartenenza ad un clan (come nella famiglia di
Sasuke, l'Uchiha era Fugaku mentre Mikoto non lo era e
per i figli hanno adottato il cognome paterno...). Comunque grazie per la
recensione! :-) ti aspetto anche in questo secondo capitolo!
Kaho-chan - bravissima! Hai indovinato da cosa è
stata tratta questa fic! È proprio presa dalla ending di Naruto, che adoro tra
l'altro! :-) spero di leggere anche te in questo capitolo e grazie.
Ora passiamo ad altri
ringraziamenti molto importanti.
Ringrazio Rei Murai
che non solo mi ha tradotto una frase dall'italiano al giapponese che servirà
per il prossimo capitolo (quasi finito per vostra gioia), ma mi ha fatto anche
passare dei momenti bellissimi durante le nostre 'chiacchierate' su msn e via sms! Grazie Rei ed anche se ti conosco da
pochissimo non smetterò mai di dirlo: ti adoro! Poi, sei la mia Kaito Kuroba, la mia Kaito Kid, la mia Sasori no Danna e la mia Kiba…
come potrei non adorarti, eh?
Ringrazio Reki-chan che mi ha dato un'idea per questo capitolo.
Grazie Uchiha e grazie anche per la SasuDei che hai scritto!! Ne avevo bisogno!!
E l'ultimo grazie, non
meno importante, va a NinfaDellaTerra e a Mizu Himesui che mi hanno aiutato
tantissimo con la loro simpatia ed allegria, leggendo in anteprima tutte le mie
fic! Grazie ragazze!
Bene, ed ora vi auguro
una buona lettura!
---
2.
Poggiò la
schiena contro il tronco dell'albero, premendo il più possibile il suo corpo
atletico per mimetizzarsi tra la flora.
Aveva corso
parecchio, ma il suo petto florido si alzava ad abbassava in modo regolare, non
era per niente affaticata.
Si portò una
mano al collo per premere un pulsante del trasmettitore.
" Sono
in posizione, voi avete piazzato le cariche?", domandò a voce bassa
continuando a scrutare la natura circostante con seri occhi verdi.
" Le
cariche del lato ovest sono state piazzate.", una voce giovane e pacata
maschile.
"
Ottimo lavoro Shinji.", concesse lei.
" Anche
il lato est è stato messo sotto tiro!", la seconda voce, sempre maschile,
era più divertita, in netto contrasto con la prima.
" Io le
copro le spalle, sensei.", l'ultima voce era
femminile, sembrava più preoccupata delle altre. " Sensei...
stia attenta.", soggiunse infatti.
" Akane-chan, sei sempre la solita! Smettila di preoccuparti
inutilmente! Kushina-sensei è un genio e per lei
questa missione non è altro che una passeggiata.", era la voce più allegra
ad aver parlato, scatenando in questo modo una lite, ormai di routine per il
gruppo.
" Aniki no baka! Io mi preoccupo
della sensei quanto mi pare perché le voglio
bene!"
" Baka a chi? Poi anch'io voglio bene a Kushina-sensei!"
La donna
sorrise lievemente all'affetto ed alla fiducia che riponevano in lei i suoi
sottoposti, era una sensazione inebriante che la faceva sempre commuovere... e
dire che fino a qualche anno prima nessuno si sarebbe comportato in quel modo.
Anzi no, una
persona c'era... ed era stata la prima...
" Akane, Taro...", la lite si bloccò alla sua voce che
aveva assunto un tono tra il divertito ed il nostalgico per via dei pensieri
che la stavano travolgendo. " Io starò attenta, ve lo prometto. Ma voi
dovete fare altrettanto. Mi riferisco anche a te Shinj."
"
D'accordo sensei...", dissero i tre in coro
nelle sue orecchie.
"
Ricordate che anche se siete dei ninja siete prima di tutto fratelli,
proteggetevi a vicenda anche voi.", non ottenne risposta, ma comprese che
le sue parole avevano ottenuto l'effetto desiderato. " Quando calerà la
notte attaccheremo e butteremo giù questo avamposto, se tutto va bene troveremo
il ponte distrutto e domani saremo a Konoha con
l'altra squadra a goderci un meritato riposo."
I ragazzini
assentirono al trasmettitore, ma ormai lei era in un altro mondo.
Konoha.
Erano otto
anni che non ci andava.
Otto anni
dalla sua prima ed unica visita a Konoha.
Otto anni da
quando era diventata Chunin.
Otto anni da
quando si era trasformata quasi radicalmente da maschiaccio a bella donna,
stimata non solo per il suo aspetto ma anche per le sue doti ninja.
Ed erano
passati sempre otto anni da quando aveva conosciuto Minato Namikaze.
Il 'suo'
Minato.
Ora che
aveva vent'anni era ben consapevole che quello aveva da subito sentito per
Minato Namikaze di Konoha
non era solo amicizia, ma era amore.
Il classico
colpo di fulmine. Un qualcosa di mistico che lega due individui con un filo
rosso.
Insieme
avevano passato un intera settimana (la più bella della sua vita) conoscersi
meglio e ad allenarsi in vista dell'esame finale.
Ed in quella
misera settimana, era diventata quasi indispensabile la presenza del biondo
nella sua vita ed aveva sofferto tantissimo quando erano finiti gli esami.
Da subito
Minato le era mancato e tuttora le mancava da morire, tra l'altro oltre a non
vederlo da otto anni e non si erano mai sentiti... neanche con una piccola
lettera.
Guardò il
cielo, sul quale era spuntata la prima stella della sera. Una quella fortunata
quasi quanto quelle cadenti.
' Chissà se
Minato la sta guardando.', si chiese e proprio in quel momento, oltre
l'avamposto ed il ponte, in un grande prato, un giovane uomo guardava la stessa
stella, pensando a lei.
Il suo animo
era oscurato dalla perdita di un suo allievo ed aveva paura.
Aveva paura
di non rivedere più la sua Kushina, la ragazza che
con il suo sorriso, otto anni prima gli aveva ghermito il cuore.
Il suo
allievo era morto senza che lui potesse salvarlo e, se era accaduto qualcosa
anche a Kushina, lui non sarebbe mai riuscito a
salvarla. Non aveva sue notizie da anni e sperava, con la fine della guerra, di
rivederla: infondo i due paesi erano alleati.
Guardò la
stella con gli occhi liquidi pieni di lacrime trattenute a stento, sperando che
Kushina fosse viva e che stesse guardando quella
stessa stella.
Era sicuro
che se anche lei avesse posato i sui occhi color speranza su quell'astro
l'avrebbe rivista presto... o almeno quello era il suo desiderio ricorrente.
L'esplosione
era stata molto potente e da subito i ninja di Uzu
avevano iniziato a battersi senza pause.
Il loro
compito, oltre quello di distruggere l'avamposto nemico, era quello di permettere
alla squadra di Konoha di distruggere ponte senza
interventi ostili. E grazie a loro sarebbe stato un gioco da ragazzi
distruggerlo e bloccare i rifornimenti avversari.
Speravano
solo che al ponte tutto procedesse secondo i piani ed appena finita la lotta,
più lunga del previsto, squadra di Kushina aveva
lasciato ciò che rimaneva dell'avamposto per verificare le condizioni del
ponte.
"
Abbiamo fatto proprio un ottimo lavoro, eh?", esclamò tutto felice Taro
mentre saltava da un ramo all'altro. Poi, poco dopo avvertirono una forte
esplosione provenire davanti a loro, stava a significare solo una cosa: il
ponte era crollato.
Questo li
rilassò e rallegrò parecchio, e Kushina non potè far a meno di sorridere, non solo avevano concluso la
missione assegnata, ma i suoi allievi stavano tutti bene e molto probabilmente
la guerra sarebbe finita in poco tempo.
"
Complimenti ragazzi. Vi siete comportati molto bene.", si complimentò
finalmente.
"
Grazie sensei.", ringraziò il più calmo mentre i
suoi fratelli ridevano divertiti.
Rallentarono
il passo nei pressi del ponte ed appena uscirono dal piccolo bosco videro per
prima cosa il ponte distrutto e poi la squadra di Konoha.
Kushina li guardò da lontano sorridendo erano in tre e...
Il suo cuore
mancò un battito.
Non poteva
essere, Minato era li!
Il suo
Minato, non poteva sbagliarsi!
Anche se non
lo vedeva da anni aveva sempre gli stessi capelli biondi e gli occhi azzurri.
Poi il suo
cuore le diceva che era lui.
Aumentò il
passo lasciando indietro i suoi allievi, stupiti.
"
Minato!", gridò senza resistere mentre ormai correva. Il ragazzo si girò
di scatto.
Era una voce
a lui conosciuta, anche se un po' diversa, e quando vide Kushina
saltare il ponte la riconobbe.
Sorrise
radioso ed emozionato ed aprì le braccia prendendola al volo ed abbracciandola.
" Kushina...", sussurrò affondando il viso tra i suoi
morbidi capelli rossi.
" Non
ci credo... sei proprio tu... Minato... mi sei mancato tantissimo...",
singhiozzava piangendo di felicità stringendosi al biondo.
" Non
piangere Kushina... anche tu mi sei mancata
tantissimo...", rispose mentre anche dai suoi occhi uscivano calde
lacrime.
Era vera. Kushina era lì con lui, tra le sue braccia.
Non era un
sogno era la realtà.
" Anche
tu smetti di piangere allora!", ribatté lei con un sorriso guardandolo
dritto negli occhi per imprimersi ogni sua espressione.
"
Sì...", si asciugò le lacrime ed asciugò anche quelle della giovane donna.
Erano ormai
persi nel loro mondo.
Non c'era
più nessuna guerra.
Non c'erano
i loro allievi che li guardavano stupiti.
Non c'era
più niente, c'erano solo loro due ed un bacio donato a fior di labbra.
" Dopo
di questo non ti lascerò più...", sussurrò sulle labbra di Kushina il biondo.
" E chi
ti vuole lasciare?"
Ed ecco che
le loro labbra si incontrano di nuovo in un contatto più caldo e profondo.
Mi dispiace
interromperlo qui, ma per evitare un brutto finale nel terzo, che ci sarà
ovviamente nel manga, ho voluto interrompere qui. Odio i finali tristi!!
Quindi, grazie per
aver letto!
Alla prossima!!