the flatmate

di Evan Wolf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** can I move in? ***
Capitolo 2: *** Got a home! ***
Capitolo 3: *** Thirst for Knowledge ***
Capitolo 4: *** Mr Lewis ***
Capitolo 5: *** Flatmates life ***
Capitolo 6: *** Find your way ***
Capitolo 7: *** Gig ***
Capitolo 8: *** Halloween ***
Capitolo 9: *** Realize ***
Capitolo 10: *** Deutschlehrer ***
Capitolo 11: *** Viewpoints ***
Capitolo 12: *** In Mick's Mind ***
Capitolo 13: *** Dedication ***
Capitolo 14: *** Clash ***
Capitolo 15: *** What's the matter? ***
Capitolo 16: *** Match ***
Capitolo 17: *** Other signs ***
Capitolo 18: *** Evie's Advices ***
Capitolo 19: *** Chinese Whispers ***
Capitolo 20: *** Oh Tannebaum! ***
Capitolo 21: *** when the going gets tough... ***
Capitolo 22: *** ...the tough get going ***
Capitolo 23: *** Ohne Musik wäre das Leben ein Irrtum. ***
Capitolo 24: *** Planning ***
Capitolo 25: *** 3...2...1... Ciak ***
Capitolo 26: *** Merry Birthday! ***
Capitolo 27: *** A matter of time ***
Capitolo 28: *** Trust ***
Capitolo 29: *** Come back ***
Capitolo 30: *** Regret ***
Capitolo 31: *** Reveal ***
Capitolo 32: *** Keys ***
Capitolo 33: *** Poor you! ***
Capitolo 34: *** Importance ***



Capitolo 1
*** can I move in? ***


Robert è giovane, alto, bello e… in cerca di un coinquilino…
Si è trasferito da qualche tempo in una città più grande, in cerca di una svolta per la sua carriera da musicista, ma il tempo non è clemente con lui, come con nessuno, e il mutuo per il nuovo appartamento incombe ogni mese, così ha pensato bene di subaffittare una stanza del suo appartamento, una soluzione molto comune tra i giovani inglesi.
 
-         Pronto?
-         Rooobert!! Sono Andrea! Ti ricordi di me?
-         Ahm… sì, certo… s-stavo proprio pensando di richiamarti… ahm...
-         Ah si? Ma hai capito chi sono? Non ci vediamo da anni!
-         …dovrei ricordarmi?
-         Be’ non so, dimmi tu, sono la tua ex vicina di casa!
-         Ahh…Aaaaah! Andrea! Ma sei tu? La piccolina?
-         Sì, sono io e non sono piccola! – risponde la ragazza seccata – ho sentito… cioè mi hanno detto che cerchi un coinquilino…
-         Ah si, te lo ha detto tuo fratello?
-         Eh sì, ti…
-         Conosci qualcuno?
-         Sai, mi hanno ammessa al college!
-         Vai già al college?? Wow…
-         Sì, proprio per questo sono in cerca di… una sistemazione…
-         Oh, tu? Mhm... – Robert è dubbioso, non vorrebbe “bambini” tra i piedi – ma sei sicura? Cioè e se poi non ti trovi bene? Io sono un uomo, e … e c’è sempre casino a casa mia!
-         Dimentichi che ho un fratello più grande di te! Eddai… se non ci troviamo bene me ne vado, appena trovi qualcuno meglio sloggio…promesso! Non sono più una bambina che gioca con le bambole eh? La capisco la “tua vita da uomo” non mi scandalizzerò per questo! Sono grande ora.
-         Oh sei grande… certo u.u…ma non hai nemmeno visto la casa, potrebbe non piacerti… vieni a dare un occhiata prima di decidere…
-         Ok, grazieeeee!!!
-         Ma sarà un colloquio non ti prometto niente! Non faccio favoritismi sai? U.u
-         Ok, grazieee! Va bene oggi alle 4?
-         Alle 4?
-         4 e mezzo??
-         No, cioè…sai dov’è? Sono in un'altra città! O sei già sul treno?
-         Macchina Rob! Ho una macchina!
-         Ohh guidi già?
-         Te l’ho detto che sono grande! Ho 18 anni ormai!
-         Giusto…
-         Comunque sono già in città… all’ uni, per sistemare le cose, documenti.. roba simile… e so dove abiti!
-         È una minaccia? Ah ah ah
-         Ma no scemo! È una garanzia! Ed è un miracolo, dato il mio grande senso di DISorientamento!
-         Ah beh, se è così a più tardi!
-         Ok grazieeee!!
-         E basta grazie…
-         Ok g..ok e basta! A dopo!
 
 
Andrea era la piccola bambina che abitava nella casa di fronte quella dei genitori di Robert, conosceva Robert da praticamente tutta la vita, poi lui, sei anni prima, era andato via di casa, aveva voglia di indipendenza ed il sogno della musica, e a casa, dall’alto dell’esempio di un fratello avvocato, il suo sentimento ribelle e la sua aspirazione alla vita artistica non erano capiti.
Da piccolo aveva passato ore ed ore a suonare la chitarra nel giardinetto laterale della sua vecchia casa, e là attorno faceva raccogliere tutte le ragazzine del quartiere, che come tante paperette “quackavano” solo per farsi vedere dal bel biondo, che comunque non disdegnava quelle attenzioni.
Probabilmente anche Andrea avrebbe fatto lo stesso, fosse stata un po’ più grande, invece se ne stava a guardare dondolando sulla sua altalena, oppure giocava la sua preziosa carta, quella della “piccola amichetta”, andando a giocare a casa sua, dove era ben voluta dalla mamma di Robert, a cui sarebbe piaciuto avere anche una figlia femmina; Così Andrea, tra una merenda e l’altra, non perdeva occasione di corrergli incontro e saltare in braccio al suo gigante buono, che dall’alto del suo metro e ottanta le rivolgeva sempre un sorriso affettuoso che era solo per lei, la “piccolina” di casa.
A 12 anni poi aveva cominciato a prenderla in giro, e lei si arrabbiava terribilmente, fin quando un giorno se ne era andato, in cerca della strada per il suo futuro, e non aveva più avuto modo di vederlo, di certo non perdeva più tempo a giocare con una bambina, come era lei.
 
 
 
Sono quasi le quattro, una macchina grigio metallizzato percorre tranquilla una deserta strada di un quartiere residenziale di Birmingham a pochi isolati dal centro, ma nonostante ciò una zona molto tranquilla e silenziosa, forse perché è luglio e molti sono già in vacanza. Una fila di case ordinate si estende a sinistra della strada, sulla destra, a intervalli regolari, ci sono alberi che proiettano una fresca ombra sulla strada e alle loro spalle tipiche villette basse. Andrea è ferma ad un semaforo e nota sulla destra l’entrata di un parco, e l’altezza omogenea di quasi tutti gli edifici sulla sinistra, massimo 3 piani, ‘bel posto ’ pensa ripartendo e concentrandosi sui numeri civici appesi accanto ai portoni, ‘ancora 3 e… ci siamo!’.
Andrea parcheggia in uno dei posti a spina tracciati in un cortiletto sul fianco destro del palazzo, scende dall’auto stirandosi i vestiti con le mani e sistemandosi i capelli nel riflesso del finestrino dell’auto parcheggiata accanto.
‘ok ora bisogna solo capire dove bussare, ci sarà il suo nome nel citofono?’ il tempo di elaborare questo pensiero è sufficiente a raggiungere il portone sulla facciata principale che dà sulla strada.
‘White-Price, no… no qui non c’è, eppure dovrebbe essere qui… mi sarò persa come mio solito!’ Andrea torna nel parcheggio, si guarda attorno e, aguzzando la vista, nota un’entrata su una parete a rampicanti, sbircia dentro con la testa e vede un prato verde tipico inglese, un gazebo con poltroncine in vimini sotto e, cosa più importante, una seconda entrata: ‘ecco!’.
L’edificio condivideva con il palazzo principale tutta la parete posteriore, ed era più basso, un piano e mezzo, forse un soppalco o una mansarda, ma aveva tante finestre in legno. In tre saltelli è davanti alla porta.
‘Fantastico! Non c’è nome… va beh… io busso lo stesso, a qualcuno devo pure chiedere!’.
Driiiiin.
Sei leggeri passi e un giro di serratura più tardi la porta marrone scuro si apre lasciando arrivare al naso di Andrea una folata di odore di dopobarba che le pizzica, sbatte un paio di volte le palpebre prima di accorgersi di avere davanti due clavicole, alza lo sguardo e risponde al sorriso del biondo con un altro sorriso che le riduce gli occhi a due lunette. Lo riconosce subito, Robert al contrario è perplesso.
-         Cavol-ehm, volevo dire CIAO!
-         Ciao piccola, cerchi qualcuno?
Risponde appoggiandosi allo stipite della porta incrociando le braccia e rivolgendole uno sguardo sempre più consapevole ed incredulo allo stesso tempo, al viso bruno che si trova di fronte.
-         Sì, te! Anzi… credevo-di-aver-sbagliato-casa-sono-andata-avanti-e-non-c’era-il-tuo-nome-al-citofono, sono-tornata-indietro-ho-posteggiato-lì-vedi? Qui-non-c’era-nome-ho-bussato-lo-stesso-dovevo-chiederea-qualcuno-e-per-fortuna era giusto!
Dice tutto questo in 15 secondi, non c’è più dubbio!
-         Andrea!! Quasi non ti riconoscevo… però come sei cresciuta bene!!
-         Oh grazie! Tu credi? Io mi vedo sempre uguale!
-         Ma no, sei cambiata un sacco, sei più alta…più…- annuisce lievemente- però hai la stessa parlantina veloce di sempre… solo tu ci riesci!
-         Ah ah ah lo prendo come un complimento… Rooobert! Non posso crederci!
Andrea abbraccia Robert contenta, stritolandolo tra le sue braccia e sollevandolo da terra, benché lui fosse almeno 10 cm più alto di lei.
-         Ehy. Sì, però un tempo ero io a prenderti in braccio, ma che cavolo mangi?
-         Eh eh questa forza è talento naturale! – dice alzando le sopracciglia.
Robert guarda sconcertato le braccia dall’apparenza magre della ragazza, grattandosi la testa con una mano, e indicando di entrare con l’altra. Richiude la porta roteando su se stesso, raggiunge Andrea e sempre con un segno della mano le indica di accomodarsi sul divano. Andrea nota una lattina aperta e una rivista buttata sul tavolino di fronte a loro, ormai seduti; probabilmente Robert era disteso lì, prima di andare ad aprire.
Andrea inizia a rendersi conto che dentro casa, la calura non è tanto opprimente come insolitamente lo era fuori, la luce del primo pomeriggio era smorzata, si stava bene, il divano era comodo, di quei vecchi divani, che forse proprio perché vecchi sono di una comodità e confortevolezza insostituibile; si rilassa sospirando “che stanchezza”.
-         problemi con i documenti dell’uni?
-         No ma, non trovavo gli uffici… mi perdo in casa mia io!
-         Ahh… questione di familiarizzare col luogo insomma… allora…
-         Allora, si, è il momento dell’intervista: sono pronta! Spero non sarai troppo pignolo!
dice scherzosamente accomodandosi sul divano accavallando una gamba.
-         Sarò un tremendo pignolo, niente raccomandati qui!
-         Io ci speravo! – sorridono entrambi sommessamente – posso dire a mio favore che so essere silenziosa e quasi invisibile quando la situazione lo richiede! Negli ambienti condivisi sono ordinata, sono rispettosa e tollerante delle abitudini altrui e mi faccio la mia vita, sono bacchettona solo con me stessa insomma e questo non avrà minimamente che fare con la tua “vita da uomo” di cui mi accennavi a telefono!
-         E il vizio di interrompere ad esempio?
-         A quello si può rimediare da adesso! – abbassa lo sguardo in imbarazzo dietro al ciuffo di capelli neri che ora le era scivolato sugli occhi.
-         Bene, allora andiamo d’accordo… mi puoi dire come mai non sei in giro con qualche amichetta in cerca di una casa alla moda dove fare la studentessa modello e parlare di smalto la sera? Non ti annoieresti qui a… non so commentare una partita?
-         Oh…- tono deluso - è questo che fai qui? che vita triste… e io che pensavo che fossi un genio incompreso della musica! Mi muore un mito! Sigh! Ahahahah
-         Ohh che umorismo ragazzina, non me lo sarei aspettato ripensando a come eri da bambina!
-         Vedi? Con le mie risposte sempre pronte non ci si annoia! Nemmeno davanti una partita! E comunque… in 6 anni avrò combinato qualcosa nella mia vita no? Cioè.. parlo di sviluppo intellettivo.
-         Ah certo!
-         Dillo che mi aspettavi con un vestitino rosa e una bambola colorata in mano!
-         Ammetto che è così che ti ricordavo, eri una bimba simpatica.
-         Si, poi ad una certa età devo essermi guastata ah ah ah.
-         Ma no, cioè non saprei in effetti, anche se a quanto pare mi sono perso un po’ di cose, almeno sei sveglia!
-         È un bel complimento grazie!
-         Prego – pausa di silenzio, quasi a riprendere fiato – con te si dialoga a velocità surreale, potrei soffrire di mal di testa! Non è una bella cosa per un musicista!
-         È la mia tecnica per confonderti e farmi firmare il contratto! –fa un occhiolino .
-         Ahhh, sei astuta e infida pure! Cos’è? Fai psicologia?
-         Ah ah no, ho delle doti, altro talento naturale!
-         Capisco, qualche altro talento nascosto?
-         Ehh mica posso svelare i miei trucchi tutti in una volta! Lo saprai quando e se si presenterà l’occasione – Andrea si turba un momento, avvertendo un non so che di doppiosensato in quella conversazione e aggiunge, come distratta dal suo stesso pensiero – cioè.. del resto non mi piace darmi delle arie. – ora non è poi così sicura di aver migliorato la situazione.
‘Robert trova tutto ciò molto buffo’ pensa vedendolo sorridere fra sé e sé, c’è da dire che nonostante la lingua lunga e le battute pungenti a volte Andrea è capace di grande ingenuità!
-         allora? – il viso è quello di un’Andrea di 6 anni che aspetta che qualcuno le dica che vuole giocare con lei,  o che ha delle belle codine.
-         Allora la vuoi vedere la stanza? Certo… è già venuta gente a vedere, sai… potrebbero confermare.
-         Però non respingi proprio del tutto l’idea di prendermi in considerazione vero? – “dai dai gioca gioca!”
-         No, direi… di no…- lampo di gioia negli occhi di Andrea di 6 anni, forse c’è una bambola nuova! – questo è ovviamente il soggiorno.
-         Con il divano più comodo del mondo, e una tv che trasmette tante partite noiose – fa il segno di scrivere degli appunti.
-         Sei tanto seria quando dici certe cose che non si capisce dove finisci di scherzare e dove sei realmente seria, una simpaticona troppo seria, ti ho capita sai? – Robert pensa divertito che quella ragazza era diventata uno strano soggetto infondo, alla parola “capita” Andrea riprende immediatamente a parlare:
-         È una delle mie capacità preferite! – Robert fa lo sguardo di chi la sa lunga, “forse ci fai più di esserci” - Quella deve essere la cucina, un tavolo, un frigo, toh che intuito! –continua a prendere appunti immaginari, mentre Robert assottiglia lo sguardo prima di rilassarlo,
-         Questo è il mio tostapane preferito e la mia teiera migliore, meritano una menzione speciale nei tuoi appunti.
Andrea sogghigna udendo Robert stare al gioco, Andrea-bambina si accontenta con poco, Robert esce lasciandosi seguire.
 
La cucina era separata dal salotto da un arco e una mezza parete, alle sue spalle si trova la “leggendaria” sala delle creazioni, aveva detto il padrone di casa con un certo orgoglio, che ospitava tutti i suoi strumenti e attrezzatura varia.
-         Lì dietro c’è il bagno, e ora saliamo, prima tu – Robert aspetta di fianco alla scala, frontale alla porta di ingresso.
 
Al piano superiore, un corridoio a L portava alla stanza in questione, un altro bagno e la camera di Robert, il piano era più piccolo di quello inferiore, e dalle finestre si vedeva il tetto spiovente che si prolungava in una piccola tettoia.
-         questa casa è stupenda! – esclama entrando in quella che lei sperava diventasse presto la sua nuova stanza: era bianca e giallina, come tutto il piano, con due finestre luminose, pavimento rigorosamente parquet della stessa tonalità delle finestre, sapeva di caldo, quasi di baita di montagna, perfetta per l’inverno e la neve – e il riscaldamento?
-         Ovviamente c’è – risponde Robert dopo un attimo di esitazione, col caldo non gli passava nemmeno per la testa l’idea del riscaldamento, procede nel corridoio.
-         Wow c’è la vasca qui!
-         Sì, è molto comoda… per fare il bagno!
-         Ci scommetto! E vedo un'altra cosa molto comoda! Hai un letto a 2 piazze proprio dall’apparenza supercomodissima! – Andrea vuole la bambola.
-         Ti assicuro che lo è! Vuoi provare?
-         Ma no, il letto è sacro non si profana!  - proclama in tono solenne, Robert la guarda interdetto:
-         Cos’è una cosa religiosa?
-         Ma no… vuol dire che… è il tuo regno insomma, personale, non ci posso stare io o chiunque così tanto per, è spazio privato! È… tuo!
-         Ah si? Veramente questo letto è molto apprezzato e condiviso! Ah ah ah.
-         Non ne dubito…
-         Ma poi da piccola non ti facevi tutti questi problemi a saltarmi sul letto!
-         Ero piccola appunto! E non avevo ancora concepito questa mia teoria. – sorride.
-         Ohh fai filosofia allora!
-         Ma che! Ah ah ah no per favore, è che arriva un’età in cui inizi a farti domande e farti delle idee di come va il mondo e cose così… - Andrea matricola pseudo-intellettuale.
-         Ahhh… come siamo saggi, pensare che l’ultima volta che ti ho vista, il pensiero più elaborato che pronunciavi era il testo di una canzone dello zecchino d’oro, un bel progresso, devo ancora abituarmi a questa nuova versione di te!
-         Ahaah oddio, che ricordi imbarazzanti hai di me? Devo lavorare sodo per riscattare la mia immagine!
-         Sarà un lavoro molto duro!
-         Non mi fa paura!
-         Piuttosto – Robert riprende la strada per le scale, poi si riaccomoda – non mi hai risposto alla domanda di prima, come mai non sei in cerca con qualche amica, quelle… come si chiamavano? Le senti più? Alice e Gre..no Margareth?
-         Le tue gemelline del cuore, sono a Londra!
-         Ahhaah chi ti ha detto che sono le mie preferite? Avevano strane idee sul mio interesse per loro ricordo, chissà come si devono essere vantate inutilmente, comunque… loro sono a Londra, perché tu sei qui?
-         Perché ci sei tu! Che domande! Mi hanno presa qui e i prezzi sono più bassi, è più vicina a casa e… cose così, altre mie amiche, visto che lo vuoi sapere, sono qui, ma hanno preso il campus, o hanno vecchie zie, cugine, fidanzati, forse hanno preso tante scuse per non venire a vivere con me, incuto timore con la mia forza sovrumana e il mio approccio psicologico!
-         Miss ironia, mi riesce ancora difficile prenderti sul serio quando parli, comunque non penso che tu sia poi tanto pericolosa, insomma, ti hanno fatto pacco!
-         Potrebbe anche essere vista così in effetti, sì; poi c’è mamma che è tanto contenta di sapermi con gente conosciuta, ah ah ma...
-         Ahhh sarei il tuo babysitter insomma!
-         Ma! –continua come se non fosse stata interrotta – mia madre non spicca per la capacità di riconoscere la gente affidabile!
-         Ehy! – robert la guarda come a dire “ragazzina impertinente” poi sorride –in effetti non posso darti torto – ride e poi finge un tono serio – il tuo approccio psicologico ha di sicuro intimidito le tue amichette!
-         Sì, è l’ipotesi più accreditata!
-         Non che ancora tu sia ufficialmente membro del clan, ma, in ogni caso, ciò che succede a casa mia rimane a casa mia, non so se mi spiego!
-         Forte e chiaro capo! È mia madre che mi sente controllata, non sarò un’infiltrata e come ti ho già detto sarò molto discreta e silenziosa, sono un po’ una gatta! – robert alza un sopracciglio, silenzio – nel senso…mi muovo nell’ombra… e non faccio notare la mia presenza – Robert si gratta la barba, silenzio – pur non essendo una spia però! Ok, mi sto incartando!
Robert scoppia a ridere:
-         Secondo me ti fai troppi viaggi mentali mentre parli! Anche questo è un tuo talento naturale?
-         Mhm.. be.. direi di si… lo ammetto.
-         Cos’altro dovrei sapere di te, in conclusione? Convinci la giuria a votarti!
-         Ti ho detto che non mi vanto no? Però posso dirti che il mio pezzo forte è saper muovere le orecchie!
Robert scoppia di nuovo a ridere, poi si ricompone più in fretta che può accennando uno sguardo finto severo:
-         Tu! Ragazzina! Non farlo mai più!
-         Cosa? – Andrea bimba svampita.
-         Questo!
E con “questo” intendeva “farmi morire dal ridere perché non si riesce a capire su che piano sta il discorso che stai facendo!” ma ciò rimase inespresso, e forse era stato comunque recepito, come sembrava dire lo sguardo complice di Andrea, ma dopo tutto, Robert, non aveva ancora ben capito se fosse davvero svampita a volte, oppure se scherzasse a sua volta essendo in realtà pienamente cosciente di ciò che dicendo, lasciava intendere.

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Capitolo 2
*** Got a home! ***


L’indomani Robert è seduto all’ombra del suo gazebo in compagnia di alcuni amici: John, David e Mick.
La calura è stata sostituita da una brezza fresca, più tipicamente inglese e ciò permette ai ragazzi di godersi la mattinata; hanno appena finito una lunga disquisizione su quale sia la miglior marca di chitarra di sempre, John tira il suo pacco di sigarette a David che ha finito le sue, Robert guarda il suo orologio da polso, poi preme con due dita alla base del naso tra le sopracciglia, socchiudendo gli occhi.
 
-         Che ti piglia Rob? Hai mal di testa? – David si accende la sigaretta e tira l’accendino a Robert che gli fa segno con la mano.
-         No, niente, devo dare una risposta entro pranzo e non so come declinare!
I ragazzi si guardano complici:
-         Chi farai piangere questa volta? Louise?
-         Ma no, che c’entra non…
-         È Lane allora! Lo sapevo che ti aveva puntato!
-         Lane ha il suo appuntamento fisso – risatina – non c’è alcun problema! Riguarda la stanza.
-         Ah già, non avevi detto che doveva venire quel tuo amico li, Anthony?
-         Era ANDREA, scemo –David non perde occasione di correggere il fratello Mick.
-         E che ne so. È uguale…comunque, quello lì! –Mick si accomoda meglio, e inizia anche lui a fumare.
-         Ah ah ah, il mio amico ANDREA – pronuncia il nome per come si scrive – è una femmina!
-         Che cooosa? – John – una donna permanente a casa tua?
-         Non mi pare poi male come cosa… ad esempio le donne camminano nude per casa!
-         David, ma che ti inventi? Lo fanno solo se sono sole a casa, anche se non capisco allora perché lo facciano, boh!
-         Com’è, carina?
-         Mick, è una ragazzina! Ah ah aspetta… forse potrebbe andare bene per te allora!
-         Non trattarmi come un lattante solo perché sono più giovane di te!
-         Che ne so, tu hai degli strani usi!
-         Strani usi? Io? Solo perché sono un po’ più selettivo di voi? – Mick si guarda intorno, le facce degli amici non sono convinte, si accascia sulla poltrona aspirando la sigaretta – giusto un po’!
-         Se loro sono d’accordo a sparire l’indomani cosa vuoi? È un ottimo criterio!
-         Il migliore!
David e Robert battono un cinque, Mick sbuffa, David guarda il fratello con sguardo compassionevole:
-         È pur sempre il mio fratellino, che posso fare, lo accetto così, comunque com’è questa tipa?
-         Ti ho detto che è una ragazzina! Ed è … boh, bruna. –un urletto di “uuuhh” si alza dal pubblico- ma che cavolo! È Andrea! – Robert passa una mano davanti la faccia come a dire “siete matti?!”
-         Sì, questo lo abbiamo capito, ma non ci siamo cresciuti noi con questa Andrea! – John scandisce il nome rifacendo il gesto di Robert per sbeffeggiarlo – non l’abbiamo mai vista, e non sappiamo com’è. Comunque cosa ti turba?
-         Scherzi?!? – David – io t’ho capito Rob! – sguardo da vecchio saggio – hai paura che sia una seccatura, che insomma… ti sentiresti controllato, in dovere di trattenerti… due palle insomma!
-         Oppure puoi iniziare tu alla vita questa giovincella! Sei un grande maestro tu! – risa di compiacimento in sottofondo.
-         Grazie John, ma David ha ragione, e poi… io non potrei MAI! Cioè l’ho vista giocare con le bambole nel mio cortile!
-         Eh… chissà che giochi farebbe ora nel tuo cortile! –sghignazzi da stadio.
-         David! Sei un pervertito ti ho detto che è una bambina!
-         Quanti anni ha ‘sta bambina? 3?? – David guarda Robert come se fosse lui il matto, lui ci pensa:
-         18.
-         Ehy io ne ho 20!
-         Zitto pivellino, portandoti avanti come esempio non mi appoggi! – Mick alza “delicatamente” il medio al fratello, David gli scansa la mano con una botta facendo schioccare la lingua “nt” e continua indisturbato – e tu quando sei andato via di casa?
-         17 e mezzo, ma io che centro… io sono io, non sono lei, lei è più casa e chiesa, sì è proprio così, secondo me gioca ancora con le bambole! David, smettila di fare pensieracci!
-         Chi ti dice che io stessi pensando?
-         La tua faccia da pesce!
-         Oh…. Però, vuoi lasciare una povera amica d’infanzia senza tetto?
-         Ahahah ma cos’è ti sei preso la causa a cuore? Non sai nemmeno com’è!
-         Ahhh il problema è che è bruttina, poverina…
-         Ma no, non è brutta, che c’entra, io non lo so com’è! Comunque…
 
La discussione va avanti con Robert che racconta come si era svolto l’incontro il giorno prima, si diverte pure a ripensare al modo quasi isterico di parlare di lei, alle battute pronte, ai momenti di silenzio in cui lei si incespicava da sola nei suoi discorsi.
 
-         Quindi ti ha detto che se ci sono problemi o qualche altra cosa, se ne andrà? – chiarisce John.
-         E che è una gatta?
-         David! Comunque si, a tutti e 2, vedo che quando volete sapere essere attenti, bravi.
-         Potresti fare un periodo di prova, e vedi come va! – propone Mick.
-         Secondo me, caro Mick, lei scapperà da sola, e tu, non dovresti stare troppo a pensarci Rob! – John il saggio ha parlato – la piccola perderà il suo mondo dorato! Ahah e fuggirà a gambe levate dalla casa di un maniaco come te!
-         Senti da che pulpito! – David e Robert scoppiano a ridere di gusto.
-         Solo perché ora sei fidanzato da un po’ con Kate, non avrai dimenticato il tuo passato! – lo interroga David.
-         Dovevi venirci tu a vivere con me!
-         Due galli in un pollaio? Non si può, poi sai che tutte le ragazze si fermerebbero davanti la mia porta, e tu ci rimarresti male! E Kate mi romperebbe le scatole.
-         Sarebbe un duro colpo! – i due amiconi se la intendono.
-         Bene, ora vai a rassettare va! Fai la brava padrona di casa!
-         Col grembiule sto uno schianto!
-         Che immagine triste ca***, noi andiamo a casa!
-         Ci si vede Mick! David… fagli vivere un po’ il mondo, al fratellino!
-         Con calma! Sta imparando dal migliore!
-         Se vuoi ti teniamo un corso!
-         Che simpaticoni!
-         In caso ti facciamo pure una compagnetta di corso!
Mick dà una gomitata al fratello, si volta:
-         hai ragione John, quella poveretta scapperà, soprattutto dopo aver conosciuto David!
Detto questo mette in spalla il suo marsupio, si dirige nel parcheggio seguito dal fratello che all’ultimo lo supera e si siede sul al lato guidatore.
-         Fregato!
-         Non credo proprio, ho io le chiavi – faccia impassibile.
-         Ca****
-         Ti frego anche in questo caso! – Mick riceve un colpo in testa, ma almeno guida lui!
 
 
 







Un grande viale fiancheggiato da due distese verdi affollate di ragazzi, al di la dei prati si ergono maestosi gli edifici dell’università: c’è chi è sotto un albero con i primi libri in mano, chi fa la fila agli sportelli delle segreterie, chi si rilassa, chi rivede amici dopo lungo tempo, chi entra per la prima volta pieno di entusiasmo, belle speranze e buoni propositi.
Superando un piccolo ponticello e girando a destra si arriva alla facoltà di filologia e storia, un gruppo di ragazzi e ragazze stanno seduti sulla scalinata davanti il portone, entrando, subito a sinistra la caffetteria, sulla destra il corridoio che porta alle prime aule e agli uffici, di fronte le scale egli ascensori, accanto ad essi, sulla sinistra, la silenziosissima biblioteca dove Andrea ha appena ricevuto la sua tessera d’iscrizione. Finito il giro di ricognizione tra alti scaffali straripanti di vecchi libri si siede in un angolo appartato dove uno scaffale di libri filosofici fa da separé.
Poggia con un tonfo sordo i documenti ricevuti o portati con se quel giorno, accanto posiziona la sua grande borsa monospalla, si siede e inizia a rivedere tutto, immersa in una calma ovattata rasserenante.
Andrea apre la sua agenda alla pagina di una grande lista con già delle crocette segnate, i suoi promemoria. Dopo aver indagato una carpetta blu in plastica trasparente, vengono segnati con una crocetta i seguenti punti:
 
o       iscrizione
o       segreteria
o       tessera biblioteca
o       carta mensa
o       carta metro
o       registrazione al database dell’uni
 
 
‘Bene ora passiamo al piano di studi!’, Andrea prende un blocco di 5 fogli, sul primo c’è la descrizione del corso di laurea e la struttura per aree tematiche, il secondo foglio indica in alto le materie obbligatorie del primo anno ed in fondo quelle opzionali; gli altri fogli sono uguali, ma per gli anni successivi. Andrea dà un occhiata generale, si fa un’idea, inizia a segnare con un evidenziatore giallo le materie base, con uno verde quelle che probabilmente saranno la sua scelta, sembra abbastanza soddisfatta, richiude il blocco allegandolo ad altri fogli tra cui un modulo da compilare con il piano di studi definitivo per il primo anno ed un elenco con i nomi dei professori dei rispettivi corsi con varie informazioni su libri, orari, termini di iscrizioni e recapiti. Ferma tutto con una graffetta viola e posa i documenti in una seconda carpetta, in cartone rigido verde, poi infila entrambe le carpette nella borsa, con la sua agenda e la fidata penna irlandese che sua zia le aveva portato da un viaggio, si guarda intorno, ora la stanza è piena di gente che come lei cerca di raccapezzarsi in mezzo ai fogli, ma il silenzio era tanto che non se ne era accorta; decide che è il momento di inaugurare la tessera per la caffetteria.


 
Sta per finire un toast quando una voce da sopra la sua testa le chiede se il posto al suo tavolo è libero, Andrea annuisce alzando lo sguardo, trovandosi davanti un ragazzo con i capelli castani, un paio di occhi chiari che la guardano interrogativi, accenna un sorriso imbarazzato e finisce si masticare, butta giù. Lui si siede contento appoggiando subito il vassoio con un bicchiere di caffè sopra, poi appoggia il mento sul palmo di una mano, mentre inizia a sorseggiare.
 
-         scommetto che sei nuova!
-         È così palese?
-         Conosco tutti qui, sono Brendan! – porge la mano sorridendo.
-         Ciao, io sono Andrea. – lei ricambia la stretta, sorride a labbra chiuse.
-         È un nome straniero? Cioè perché lo pronunci così… all’italiana direi.
-         Oh bravo! Sono italo inglese, mia madre mi ha sempre chiamata così.
-         Oh wow, io sono tristemente inglese e basta.
-         Non direi che è una brutta cosa – Andrea nota il suo toast che giaceva dimenticato sul piatto – quindi io sono nuova e tu sei un veterano?
-         Sono al dottorato.
-         Cavolo! Ahm, cioè, in senso buono, che bello hai già finito!
-         Ah ah non mi sembra lo spirito giusto per una che ha appena cominciato.
-         Sì, cioè, no! Non è il mio spirito, voglio dire, sono contenta… di dove sono, ecco! Però… l’invidia per uno che è già 10 passi avanti a te… ci sta, sai, è motivante, spinge a lavorare di più!
-         Oh, sì, brava in questo senso è molto bello come ragionamento.
-         Ecco!  - Andrea che cade sempre in piedi modalità on.
-         Forse quel toast lo dovresti mangiare, non volevo interromperti, è che c’è tanta folla, e non ci sono tavoli liberi.
Andrea si guarda intorno, lei che forse aveva pensato che quel tipo aveva scelto il suo tavolo per chissà quale motivo, ride di se stessa per essere stata tanto vanitosa, la realtà era che non c’era un buco libero. Mentre nella sua mente si formulava tutto ciò, esternamente aveva ripreso il toast, aveva sorriso un “hai ragione!” e mangiava il resto del toast che si sbriciolava ad ogni morso.

Ad un tratto squilla il suo telefono, esce dai suoi pensieri quasi di soprassalto, sbatte gli occhi, lo afferra, sullo schermo lampeggia la scritta “Robert”.
-         Scusa un attimo! – risponde affogandosi e riprendendosi con due colpi di tosse – Rob…- tosse - Robert, scusa, stavo mangiando e mi è andato di traverso.
-         Addirittura! Ho una voce così spaventosa?
-         Ma no! La tua voce è una meraviglia, sono io l’imbranata, novità? Hai riunito il consiglio? –Robert si sorprende, come fa a sapere che ne ha parlato con gli amici? E sa anche i termini in cui ne hanno parlato? – la giuria è arrivata al verdetto?
Giuria, ma certo, era la battuta del giorno prima, ‘ e io sono un cretino’ pensa Robert:
-         beh direi che se sei ancora convinta, e tutto quello che mi hai detto è vero, sei parte del clan!
-         Ohh grazie!!!- Andrea scalpita, Brendan è li di fronte a lei che nasconde il suo essere in ascolto nel bicchiere del caffè – grazie grazie bobi *_*, vedrai andrà tutto bene, appena torno… - Andrea si blocca, non sa se si vergogna di più per quello che ha detto, o per averlo detto in pubblico, il ragazzo di fronte sogghigna sempre nascosto dal suo bicchiere; al telefono anche Robert sogghigna:
-         Appena torni cosa?! – pensa che le è successo di nuovo, dire ingenuamente frasi facilmente fraintendibili.
-         Beh… torno…e sistemo – livelli di imbarazzo alle stelle, Andrea potrebbe giurare di aver visto quel Brendan affogarsi col suo stesso caffè.
-         Eh eh quanta fretta! – Robert rincara la dose di imbarazzo.
-         Dai!! Lo sai che intendo!
-         Certo! Ah ah ah.
La chiamata è chiusa, Andrea rimette a posto il telefono congratulandosi con se stessa della figuraccia che aveva fatto; decide di scacciare l’imbarazzo con quello che sapeva fare meglio, parlare a macchinetta!
-         Scusa, era Robert, un mio amico, lui… ho trovato una casa! Un pensiero in meno!
-         Ohh, vivrai con questo Robert…
-         Da.. da Robert non con Robert, cioè pure ma…
-         Ah ah fa differenza?
-         Sì, certo, Rob è il mio affittuario.
-         Ahhh… - l’infinito caffè è ufficialmente finito – bene, è stato un piacere, ci vediamo in giro!
-         S-sì! Buona giornata! Vado anche io, ho un po’ di fretta!
-         Eh sì!
Andrea si alza in fretta, riprende tutto quello che aveva con se, aspetta che la figura del ragazzo esca dalla porta della caffetteria, conta fino a 10 così tanto per essere sicura, poi inizia a correre fuori, verso il parcheggio; una sagoma di spalle si fa sempre più vicina… e familiare.
‘forse è meglio che rallenti, non vorrei fargli pensare che lo seguo, forse è meglio cambiare del tutto strada, forse potrei far finta di non guardare, e quindi non vederlo, forse…’
-         Ehy, proprio tanta fretta!
-         Ehy, ah ah –risata di circostanza – anche tu posteggiato qui?
-         Io sì, tu piuttosto…
-         Là, di lato…
-         Ti dico un segreto! Questo è un parcheggio riservato ai prof!
-         Co-come? – Andrea sprofonda, arrossisce mentre si ferma del tutto – cavolo!
-         Ah ah ah dai non preoccuparti, per questa volta niente reclami!
-         Re-reclami??- Andrea scolaretta teme di prendere una nota.
-         Sì, i prof. si lamentano sempre quando non trovano il loro posto – il ragazzo si era avvicinato, appoggiando una mano sulla spalla di lei – tranquilla, per questa volta te la sei scampata, da domani vai a destra sull’altro lato dell’edificio ok?
-         Vengo a piedi mi sa proprio!
-         Ah ah ah dai ora scappa!
-         Sissignore! E grazie dell’avviso!
-         Quando vuoi…
il ragazzo riabbassa la mano che era rimasta sulla spalla di Andrea che sta lentamente riprendendo un colorito normale, mentre si fionda nella sua macchina, gira nel parcheggio, gli rivolge un saluto, e sparisce oltre la siepe.
-         Sono sempre la solita! Se non ne combino una non sono io! Bella figura del cavolo! Quando si deciderà la grazia femminile a impossessarsi di me?? – goffa goffa Andrea!
 


 
 
 
 
 
 
-         Scuuuusa, scusa ti ho svegliato?? Non volevo! Ti prego scusa, non so ancora i tuoi orari, vedrai che non lo faccio più… anzi ora me lo scrivo, faccio un calendario!
Robert è ancora davanti la porta che si stropiccia un occhio e stenta a capire cosa avviene attorno a lui, stava riposando sul suo caro divano quando il campanello lo ha interrotto, si gira, guarda l’orologio appeso alla parete della scala, sono le 16:00.
-         Le 4!!! – Robert spalanca gli occhi.
-         Sì, lo so. – Andrea piagnucola – ma siccome ieri sono venuta alle 4, mi sembrava andasse bene, che fosse un buon orario, facciamo che me ne torno in macchina e… e torno dopo, tra… un’ora! Due, due ore!
-         Ah ah ah ma dove vai? Fermati! Entra… e stai calma – sbadiglia – non capisco niente, se mi parli a velocità supersonica pure quando sono appena sveglio!
-         Ok! – Andrea si zittisce all’istante, come un soldato a rapporto. Si muove silenziosa fino al divano, dove si siede composta, Robert si stiracchia ciabattando in cucina, torna indietro lentamente, si siede stirandosi la faccia.
-         Tra un ora – schiarisce la voce – ho le prove col gruppo, quindi inaspettatamente è un bene che tu mi abbia svegliato!
-         Ohhh, grazie al cielo! – Andrea si rincuora – così mi sento utile, e non un totale disastro, come oggi! Ho posteggiato nei posti riservati ai prof. !
-         Ah ah ah ma scusa non hai letto il cartello?
-         Sì, uff in genere lo faccio, e non ridere! – Andrea incrocia le braccia accennando un broncio, che dopo 3 secondi sfocia in una risata – sono un caso perso! Che brutta figura! Pure davanti a un tipo che ho conosciuto oggi! Che vergogna!
-         Insomma, mattinata intensa!
-         Non mi faccio mancare niente!
-         Concludi in bellezza, sali di sopra e sistemati!
-         Ohhh – Andrea ricorda improvvisamente il vero motivo per cui si trova li – non ti ho ancora ringraziato abbastanza! Graziee! – va per buttarglisi addosso.
-         Ma che devi ringraziare, su, niente smancerie adesso, fila! Che io devo prepararmi in fretta! – Robert si ferma un attimo, la guarda – tu per oggi torni a casa?
-         In realtà sto in un B&B ho lì le mie vali…
-         In un B&B?!
-         …ge, ehm sì.
-         Ma sei scema davvero! Perché non me l’hai detto?
-         Ma dai, non volevo disturbare, e comunque tranquillo, sono amici dei miei, comunque se ti va bene domani porto tutto, poi torno a casa per il week end e ad inizio settimana mi stabilisco!
-         Bene… mi pare che ti sia ben organizzata, il che è buono considerando che non posso più perdere tempo! Si fa come dici tu.
-         Perfetto, lieta di averti tolto l’impiccio dell’organizzazione! Per che ora domani?
-         Boh, 11.30?
-         Perfetto! Breve ma intenso, scappo. Ciao! – si allontana verso il parcheggio.
-         Ciao! E attenta a dove parcheggi!
-         Non infierire!
Robert chiude la porta ‘ mi tocca fare una copia delle chiavi al ritorno dalle prove! Shit’.
 
 
 
 
 
 



 
-         Ma quindi non possiamo più venire a tutti gli orari?
-         Né suonare nella tua saletta?
-         O fare le gare di rutti?
Mick, David e John incalzano Robert di domande da quando hanno finito le prove, sprofondati nei divanetti in tessuto marrone polveroso all’angolo della sala,  fumando.
-         Calma, calma ragazzi! Non cambierà niente, è e rimane casa mia! Quindi non cercate scuse per non portare più da bere! Spilorci!
-         Ah ah ah ok ok, se lo dici tu – john si solleva atleticamente, alza una mano in segno di saluto, spegne la cicca in un bicchiere poggiato sul tavolino accanto al divanetto, gli altri rifanno lo stesso saluto.
-         Magari poi sei tu a non volerci tra i piedi impegnato con la nuova ospite!
-         Ti ho già detto che è impossibile David! Non insistere! Come te lo devo spiegare? Non mi attizza, niente di niente! È tipo mia sorella piccola!
-         Comincio a pensare che sia una cozza questa tipa!
-         Ah ah ah cos’è ti è passata la voglia di vederla?
-         Potevi dirlo subito!
-         Io non ho detto niente, solo che è piccola! Ora non rompere che devo fare il doppione delle chiavi! Tu pensa a procurarti un nuovo jack! Questo stride da fare schifo!
-         Lo so, Christine ci è passata sopra coi tacchi!
-         Dì a Christine di passare sopra di me se vuole!
-         Non ti bastano già tutte quelle che hai?
-         Che permaloso, ok saluta Christine e dille di camminare scalza!
-         Non ti saluto nessuno, che poi si fanno strane idee se pensano che parlo di loro con qualcuno, come se fossero importanti!
Con tale affermazione che distrugge anni e anni di lotte femministe, la porta della sala prove, viene chiusa.


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Capitolo 3
*** Thirst for Knowledge ***


 
È lunedì mattina e Andrea, dopo aver portato la maggiorparte delle sue cose prima del weekend, arriva con un ultimo carico di valige da sistemare ed invoca l’aiuto di Robert che, suo malgrado, non rifiuta.
-         E dai! Tu sei un uomo forte e vigoroso!
-         Sì, ma tu cosa hai messo qui dentro? Guarda che i mattoni non ti servono mica!
-         sono vocabolari, dai ancora 3 scalini, giuro che non ne ho più!
-         E menomale! A che ti servono poi?
-         io studio lingue straniere!
-         ahhh – Robert approfitta del piccolo dialogo per riposarsi, si siede sul letto già ricoperto da borse e pupazzetti di Andrea – e quali lingue studi?
-         Italiano ovviamente e…
-         Eh ma così non vale, bari!
-         Non sono mica scema! Quando posso mi do una mano!
-         Certo, perché non darsi una mano ogni tanto? Ah ah.
-         Che ridi? Guarda che non sono scansafatiche! Mi do da fare! Infatti poi ho scelto il tedesco come seconda lingua!
-         Ah ti dai da fare col tedesco!
-         Esatto!
-         Beh sono gusti…che caso. – Robert scuote la testa con un sorriso divertito sulle labbra, distratto dai suoi pensieri.
-         Quale caso? – gli passa una mano davanti agli occhi – di che caso stai parlando?
-         Io? No niente!
-         Mm.. ok… - se c’è una cosa che Andrea odia, sono i “no niente”, data la sua curiosità fulminante, si stropiccia un po’ le mani, poi riprende a sistemare, non badando a Robert che  ogni tanto sorride o trattiene qualche sghignazzo, a suo parere vaneggia ‘ chissà che pensa! Boh’.
Andrea si destreggia tra quei borsoni, e Robert è ancora lì che, forse, ascolta lei che fa la telecronaca di ogni oggetto che ripone su qualche scaffale, raccontando di chi le abbia regalato quel pupazzo, o di come abbia trovato quel bracciale.
-         Insomma sei piena di cimeli! Dovrò regalarti qualcosa per aggiungere una storia!
-         Oh sarebbe un pezzo speciale della collezione.
-         Oh sono lusingato! – Robert si alza avviandosi alla porta – scusa se ho invaso il tuo regno!
Andrea si guarda attorno, poi la sua attenzione è attirata dalle pieghe della coperta proprio lì dove era seduto Robert, ricollega il discorso che aveva fatto la prima volta che era entrata in quella casa, sulla sacralità del letto.
-         ah figurati! Tu puoi! Sei come mio fratello! L’importante è che non ti ritrovo a curiosare tra le mie cose, come fa il mio vero fratello!
-         hai qualcosa da nascondere tu? – sguardo ammiccante.
-         Non te lo dico! – Andrea dodicenne si atteggia a gran donna, Robert la trova tanto buffa. – Comunque aspettami! Scendiamo in cucina! – dicendo questo lo supera e lo precede sulle scale.
-         Perché?
-         Perché mentre tu mi salivi zaini e zainetti io ho portato qui – si avvicina al freezer e lo apre furtivamente, estraendone: - il gelato!! Per festeggiare!
-         Hai portato il gelato per festeggiare? – voce monocorde.
-         Sì! – voce da “è la cosa più naturale del mondo”.
-         Ah ah ah wow non festeggio con un gelato da molto molto tempo! Tu mi fai sentire vecchio!
-         Ah ah sì come no! Non è colpa mia se ti privi di una delizia perché ti sembra roba da ragazzini!
Si siedono entrambi attorno al tavolo e dopo una bella coppa di gelato sono contenti e soddisfatti. Andrea conclude con un verso degno di nota! Robert affonda il cucchiaio nella vaschetta, pensa che appena racconterà agli amici di aver festeggiato con il gelato, questi scoppieranno in mille risate.
 
 
 
 
 
 
 
                  C’è una strana calma in biblioteca, una calma che isola e contrasta con il brusio confusionario che pervade come corrente elettrica l’aria dei giorni precedenti l’inizio delle lezioni.
Andrea siede lì per la seconda volta, e già è persa a immaginarcisi per tutto l’inverno, magari con una bella cioccolata calda e una sciarpona che le dia tante arie da intellettuale. Certo è che dovrà evitare in futuro, di perdersi totalmente nei suoi pensieri come adesso.
Il rumore della sua stessa penna che cade la ridesta, si imbarazza pensando a quali assurde espressioni potrebbe aver assunto involontariamente in quegli attimi, e pensa che quella sciarpa le sarebbe stata utile proprio ora.
Si guarda attorno, la poca gente sparsa a leggere o sottolineare grandi libri, probabilmente, non aveva prestato tanta attenzione alle sue smorfie soprappensiero, cerca di riprendere il filo, sotto il suo naso scorge dei fogli “ah si il piano di studi” poggia la mano in cerca di… quella penna che era rotolata sotto la sedia del tipo bruno curvo su un manuale, seduto dietro di lei.
Sbuffa un “oh no” attirando l’attenzione dei tre seduti al suo stesso tavolo, cerca di alzarsi in assoluto silenzio, ci riesce!
Si porta alle spalle del ragazzo e si china per raccogliere la penna – Andrea/Eva Kant in azione forse fin troppo silenziosa, perché, il ragazzo, inconsapevole di lei accovacciata dietro di sé, tira indietro la sedia intenzionato ad alzarsi, facendole urtare la testa contro la gamba della sedia.
-         Ahi!! – Andrea si porta entrambe le mani alla testa.
-         Oddio, scusa scusa – sussurra impaurito il ragazzo che non capisce bene nemmeno cosa abbia fatto alla ragazza rannicchiata dietro la sua sedia con le mani ai capelli.
-         È tutto ok – assicura Andrea, al quale il giovane ha gia afferrato il polso per aiutarla a rialzarsi – volevo solo riprendere la penna – che mostra alzando la mano che la impugna.
-         Scusami ancora.
-         Già passato.
-         Importante che stai bene, se vuoi ti accompagno fuori, vuoi del ghiaccio?
-         No no è ok, tranquillo.
I due ragazzi si risiedono dandosi le spalle.
 
30 minuti dopo Andrea è ancora li che compila moduli, è però certa di aver fatto tutto con la massima cura e precisione, come è tipico di lei, quando vuole essere organizzata per qualcosa. Dopo averci lavorato su per un paio di giorni, la sua tabella d’orario pare essere impeccabile, ogni ora, ogni corso, ogni materia, ogni pausa erano state studiate, soppesate, registrate, è pure stata tanto fortunata da evitare i corsi di prima mattina, “certo il mercoledì sarà distruttivo, ma il fine settimana è una pacchia!”.
Si alza, il ragazzo alle sue spalle è sempre li, alza un attimo lo sguardo, le sorride, Andrea è sicura di leggere le ennesime scuse in quello sguardo timido, lei prova a fare la rassicurante, esce dalla biblioteca e corre a consegnare i moduli che ha appena compilato, spera non ci sia troppa fila, odia le file.
 
Si guarda intorno, quelle facce le avrebbe viste spesso negli anni a venire, probabilmente qualcuna era già un compagno di corso. Qualcuno era decisamente simpatico, altre facce ispiravano meno fiducia, quelli con la puzza sotto il naso, ovviamente, non possono mancare, “forse non è poi tanto diverso dal liceo”: la reginetta, la cheerleader, lo sfigato, la secchiona, il gruppo nerd, gli intellettuali fighi, le oche, il gruppo alternativo, il figlio di papà, sono tutti anche qui.
Ogni persona e futuro possibile collega è analizzato al suo sapiente scanner, ma adesso è il suo turno, sorride alla segretaria, consegna quanto ha da consegnare e si iscrive a una riunione preliminare per matricole.
-         una specie di giorno di orientamento. – chiarisce la segretaria.
 
 
 
 
 
 



 
Maglietta a mezza manica, pantaloni da tuta, scarpe da tennis, Robert è di ritorno dal suo giro mattutino in cerca di sigarette e del suo settimanale di musica preferito. Arrivato a casa trova i suoi amici seduti sul divanetto di vimini e l’amaca montati nel cortile, all’ombra del gazebo.
-         Avevamo appuntamento per vederci?
-         No, cos’è non si può più venirti a trovare? Eravamo di passaggio e…
La testa di Mick sbuca dall’amaca:
-         In realtà David era curioso di vedere la tua amica, e a questo punto lo sono anche io!
-         Voi due vi siete fissati! Vi ho già detto che non è tipo per noi.
-         Veramente avevi detto di sì per me!
-         Ah… è vero, ma solo perché siete quasi coetanei.
-         Ok, la cedo al mio fratellino allora!
-         Ma chi la vuole? Siamo qui solo per la tua incontenibile “sete di conoscenza”, sai Rob? Ora la chiama così.
-         Perché è quel che è!
-         Senti filosofo… - lo interrompe Robert mentre Mick ride – hai notizie dell’esibizione?
-         Esatto! Venerdì! E ci pagano pure bene.
-         E…
-         E bere incluso ovviamente!
-         Wow, e ti sei procurato il jack?
-         Ahm… - David si gratta istintivamente il naso.
-         E te ne stai qui a ciondolare? Poi ci mettiamo un cartello con su scritto “ se l’amplificazione è una merda è colpa di Christine”?
-         Calma calma… c’è tempo… tipo… oggi pomeriggio!
Mick riemerge dal suo lettino dondolante:
-         ma oggi pomeriggio dovevamo andare a prendere i miei libri!
-         Su su secchioncello – David stesso ride a sentirsi dire questa parola – ci andiamo dopo!
-         Certo! Le mie cose sempre dopo!
-         C’è il lavoro di mezzo! Verstehst?
-         Ehy si parla potabile a casa mia!
-         Vuol dire “capisci”, va be… tanto vinci sempre tu!
-         Ovvio sono il maggiore io!
-         Sapete? – Robert cerca di prendere un discorso, ma non ci riesce.
-         E quindi? Non vuol dire niente che sei il maggiore!
-         La mia amica… - Robert sa come attirare l’attenzione, infatti i fratelli litigiosi si interrompono e lo fissano – vorrebbe che voi ve ne andaste e vi preparaste per le prove di domani.
-         Ci pigli per il culo?
-         Lo rendete così facile!
-         Io non mi schiodo – David punta un tallone per terra e incrociando le braccia si appiattisce sulla poltrona.
-         E io chiamo la polizia per violazione di proprietà privata.
-         E io gli racconto dove tieni conservata l’erba.
-         Fate schifo!
-         Come te <3 .
Il rumore di una macchina che parcheggia nel cortile accanto distrae i ragazzi. Una portiera viene aperta, poi richiusa, si sente un’antifurto, poi il tintinnare di chiavi, Andrea sbuca dal passaggio nel muro rampicante con in mano la sua borsa e i documenti dell’università, vede subito Robert e i due amici che guardano nella sua direzione. Si guarda alle spalle, non vede nessuno, dubbiosa si rivolta:
-         aspettavate qualcuno?
-         No! – si affretta a dire Robert, mentre il Sì di David lo contraddice.
-         Ahh.. beh se siete così d’accordo come dubitare? – Andrea si avvicina liberandosi la mano destra, che porge al ragazzo in magliettina nera di fronte a se – sono Andrea!
-         Ciao Andrea, io sono David, un amico di Robert, il suo migliore amico oserei dire, quello sull’ amaca è mio fratello.
-         Ciao “quello sull’amaca”.
Mick scende dall’amaca e le si avvicina porgendo la sua mano:
-         Mi chiamo Mick. – Andrea ricambia la stretta con un sorriso.
-         Ok, non vi voglio disturbare, vado dentro.
Accenna un altro saluto e si affretta a fare ritirata verso la porta incoraggiata da un “ok Andi” detto da Robert, che di nuovo è contraddetto dal “ma no resta” di David; Andrea sorride tra sé, un attimo di silenzio la inquieta mentre sale il gradino e attraversa la soglia d’ingresso, si chiude la porta alle spalle.
-         Contenti? – Robert guarda gli amici con le braccia incrociate al petto.
-         Ma di dov’è? – è la risposta di Mick.
-         Dove? È inglese. Ah… aspetta, sua mamma è italiana. Sì!
-         Uhh quindi è un misto, come noi!
-         Mezza italiana quindi? Avrei detto più orientale… ha gli occhi … - indica la forma con le dita.
-         Mhm.. beh sì può sembrare, io ci sono abituato.
-         Però è di poche parole.
-         Oh no! Ti assicuro che non lo è! Anzi è una macchinetta – dice Robert scuotendo energicamente le braccia.
-         Ma se ha detto due parole ed è scappata…
-         Non le è piaciuta la tua brutta faccia allora!
-         Pfff l’hai messa tu in soggezione Rob!
-         Io? E come? Col pensiero? Non ho detto niente.
-         Comunque – Mick attira l’attenzione, anche se tutto quello che di lui è visibile è una gamba penzolante all’esterno dell’amaca dove era tornato – a me ha sorriso, David, quindi ha ragione Robert.
Come se niente fosse, e niente avesse sentito, David continua il suo commento:
-         beh si, un po’ piatta ma carina!
-         Complimenti per il colpo d’occhio.
-         Sono allenato!
-         Ecco, hai detto la parola giusta, allenato, vatti ad allenare va, che abbiamo un’esibizione in cui TU non puoi farci sfigurare!
-         Non ci inviti dentro? Devo fare pipì.
-         Entra allora.
-         Sei troppo sobrio Rob, rilassati, non devi fare la guardia del corpo a nessuno, non è da te! – dice Mick alzandosi dall’amaca, superando tutti e entrando in casa.
-         Sei più infido di tuo fratello tu! – Mick ride e si accomoda al divano accendendo la tv – no prego, fa come se fossi a casa tua!
-         Come sempre Rob, ah portami qualcosa da bere a che ci sei.
Robert lo ignora, si affaccia sulla tromba delle scale e grida il nome di Andrea.
-         Che c’è? – risponde lei dal piano superiore.
-         Vieni giù!
-         Ok aspetta… - la porta della sua stanza si apre, pochi passi, poi le scale, Andrea sbuca in soggiorno, David esce dal bagno, Mick sempre sul divano, messo abbastanza comodo – che c’è?
-         Ecco fai amicizia con i Tylers, non sono responsabile di ciò che diranno e faranno.
Andrea guarda Robert in modo stranito, poi arrossisce lentamente mentre avanza in salotto sedendosi sul primo posto libero che le capita a tiro.
Ora i fratelli sono seduti sul divano simmetrici, stessi jeans un po’ consumati ma di colore diverso, magliette semplici a maniche corte, Andrea deduce che il fratello maggiore sia più alto, ha i capelli più lunghi e scuri,  e gli occhi più chiari del fratello minore, anche il taglio degli occhi era diverso, ma si poteva capire che i due fossero parenti, avevano una somiglianza di base che li accomunava.
Mick sorride quasi a rassicurarla, un sorriso perfetto e un nasino a punta che gli conferiscono un’aria simpatica.
-         Quindi sei tu la nostra nuova coinquilina – David si appoggia allo schienale del divano, e anche al bracciolo, poggiando il mento su un palmo.
-         Vostra? Anche voi abitate qui?
-         Non ufficialmente, ma…
-         Ma scroccano spesso e volentieri – Robert sorride ad Andrea, le si siede accanto sul divano alla parete di fondo della stanza, che fa angolo con quello su cui siedono David e Mick.
-         Ah, capisco, allora siete di casa.
-         Ci vedrai molto spesso bazzicare da queste parti.
-         Quindi cerca di farteli stare simpatici, lo so che è dura – scherza Robert, Andrea annuisce fin troppo seriamente:
-         Ci proverò – legge un certo disappunto negli sguardi dei due ragazzi, poi scoppia a ridere per chiarire che stava scherzando. – scusate, mi ripetete come vi chiamate? Ho una pessima memoria, e visto che siete qui…
-         David – alza la mano.
-         Mick.
-         Mhm.. non Maik?
-         Andrea, non “endria” giusto?
-         È vero, scusa, mhm… - Andrea si stringe nelle spalle affondando nel divano, i due la osservano con espressione indecifrabile, lei è troppo curiosa – perché?
-         Ah ah ah come perché? È un nome tedesco.
Andrea fa inconsapevolmente gli occhi dolci:
–        ohh lo sospettavo, non ditemi che siete tedeschi!
–        Lo siamo entrambi per metà – David riconquista la scena – da parte di madre.
Andrea guarda ancora una volta David, poi Mick, poi si allarga un sorrisone sulle labbra:
-         quindi parlate tedesco?
-         Eh sì, ma perché? – era la prima volta che David si sentisse lodato per questa sua caratteristica.
-         Io adoro!! Adoro la vostra lingua! Rob perché non mi hai detto di avere amici che parlano tedesco? Eh Rob?
-         E che ne sapevo io che ti eccitassi tanto!
Andrea si imbarazza per essere sembrata tanto esaltata, si ricompone.
-         hai capito Mick? Adora la nostra lingua – il tono allusivo era volutamente poco celato – e cosa studi tu signorinella?
-         Mediazione linguistica.
-         Oh abbiamo un’esperta qui!
-         No cioè… lo studio da… devo cominciare ancora a essere sincera! Non sono esperta.
Robert sorride a David, ancora una volta Andrea sembra non capire.
-         se ti serve un aiuto posso insegnarti io!
-         Oh davvero?
-         Sono bravo io, con la mia lingua.
-         Aaahhmm.. – Andrea esce dal mondo fatato – ma certo – si guarda intorno circospetta – non mi riferivo a questo.
-         Ah no? Che peccato! – David allunga le gambe sul tavolino di fronte a lui.
-         Rob, Mick non ti aveva chiesto da bere?
-         Scomodatevi il culo e andateci da soli in cucina.
-         Che modi! – David si alza – sono questi i modi di trattare un ospite secondo te ? – Andrea per tutta risposta ride, lui scatta in cucina, e torna di corsa trovando Andrea in procinto di alzarsi.
-         Dove vai? Hai tutti questi impegni improrogabili in camera tua?
-         Ahm.. ma no, non volevo semplicemente disturbare.
-         Comunque io ti posso davvero aiutare – questa volta è Mick a parlare – studio anche io all’uni lì lo sai?
-         Oh davvero? E cosa?
-         Psicologia.
-         Seee, fa finta, in realtà non ne vuole sapere niente.
-         Non è vero Dav, è che io ci provo, ma mi distraggo facilmente ecco.
-         Magari non è il tuo campo, l’ho studiata al liceo sai? Però poi non me la sono sentita di proseguire.
David guarda Robert con aria da “ma da dove salta fuori questo discorso impegnato?”, Robert racchiude il “te l’ho detto, è Andrea!” in una scrollata di testa con il palmo della mano rivolto in alto.
-         Ah si? E quale sarebbe quindi la mia strada?
-         Ah, non saprei, dipende quello che ti piace, che passioni hai, ti piace la musica, non so, mai pensato al conservatorio? O anche altro, io non lo so, non ti conosco.
-         Non ci ho mai pensato,
-         Dovresti.
-         Che romantici – David parla con tono sarcastico.
-         Ma stiamo parlando di scuola…
-         Hai ragione dovevo dire che palle.
-         Dato che tuo fratello si annoia, io vi lascio ai vostri discorsi divertenti e vado a sistemare le mie carte di sopra! Ne parliamo un’altra volta, e se mi volessi aiutare davvero, te ne sarei grata! Non conosco nessuno qui, e i madrelingua tedeschi diciamo che non crescono sugli alberi! Visto che siete di casa qui, ci vedremo presto, ciao Tylers!
Andrea si incammina verso la sua stanza.
-         Perché non vai a continuare il tuo discorso sulla scuola di sopra?
-         Vuoi che ci prenda davvero per maniaci David?
-         Ma non l’ha pensato!
-         Taci, sono io lo psicologo!
 

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Capitolo 4
*** Mr Lewis ***


Una folla si agita davanti l’ingresso di ogni facoltà. Oggi è il giorno dell’orientamento. Nelle varie aule sono già stati presentati i vari corsi di laurea con i vari servizi, ora i ragazzi riuniti in piccoli gruppi verranno portati in biblioteca, alla mensa, al centro sportivo del campus, nelle aule informatiche sotto la guida di un tutor.
Alle bacheche dell’atrio sono stati appesi dei fogli contenenti le liste dei componenti di ogni gruppo e il relativo tutor.
‘gruppo 6 con B. Lewis’, Andrea ha appena trovato il nome in questa lista, si guarda attorno, accanto a lei un  gruppo di altri 4 ragazzi e 3 ragazze in attesa.
-         anche voi siete del gruppo 6? – chiede rivolgendosi a nessuno in particolare, pian piano tutti confermano.
-         Ok, allora aspetto qui con voi, Mr… Lewis, qualcuno di voi sa chi è?
-         Io non lo conosco, ma ho sentito che i tutor arriveranno a momenti – risponde una ragazzina piccola di statura, lunghi capelli biondi lisci, lentiggini sul naso e un paio di occhiali viola metallizzato su due occhi azzurri – io sono Nancy Witman, studio lettere.
-         Davvero? – una seconda ragazza con i capelli mossi e castani ed un viso molto pallido le si avvicina – anche io, sono Sarah Wollace.
-         Noi invece siamo Josh e Kevin Hudson, siamo gemelli, studiamo mediazione linguistica.
-         Oh pure io! – squittisce Andrea – che lingue studiate?
-         Io francese e spagnolo, Josh francese e tedesco.
-         Oh anch’io tedesco, e… mi sembra di avervi già visto da qualche parte!
-         Hai visto me – Kevin sorride e si porta una mano alla testa – biblioteca, ti ho fatto sbattere la testa contro la sedia…
-         Ohh… ecco perché mi eri familiare! Ah ah. Voi invece che studiate?
Una ragazza con un carrè biondo e una lunga gonna scura si presenta come Natalie Cole, studentessa di scienze storiche; Matt Jackob, alto e moro, fisico da giocatore da basket studia invece design; infine Timothy Abbott, un tipo molto particolare, studia storia dell’arte.
I ragazzi stanno ultimando le presentazioni quando una figura alle loro spalle richiama la loro attenzione
-         Gruppo 6?
-         Sì siamo noi! – si affretta a confermare Sarah, con tanto di sorriso.
Tutti si girano verso il ragazzo alto con gli occhi verdi che, con in mano una cartellina inizia a fare l’appello:
- Abbott… Cole… Hudson… siete tutti e due?, Loney… - nessuno risponde – non c’è? – i ragazzi si guardano tra di loro – ultima chiamata per Martha Loney… ok andiamo avanti, Wollace… Witman… e Wolf oh, bene, possiamo partire. Io sono Brendan Lewis, qualcuno di voi già mi conosce – i ragazzi si guardano vicendevolmente, per indagare e capire a chi si riferisse, soprattutto le ragazze sono interessate a scoprirlo – oggi sarò la vostra guida, qualsiasi domanda abbiate, un dubbio, potete chiedere a me, e io cercherò di rispondervi nel modo più esauriente possibile, come sapete vi porto in giro per farvi ambientare un po’, cominceremo dalla biblioteca, un ottimo luogo dove studiare!
 
Mentre Mr Lewis parlava, il gruppo lo seguiva silenzioso ed in ascolto, forse le ragazze erano più ammaliate dalla bella voce e dal bell’aspetto del giovane cicerone, che dalle informazioni che lui effettivamente dava, Andrea si mantiene sul fondo della fila.
Il giro dura più di un’ ora e mezza, i ragazzi si salutano, augurandosi di rivedersi in giro, poi si separano ognuno diretto nella propria direzione, chi verso la macchina, chi la metro, chi la caffetteria, come Andrea e Sarah, entrambe convinte che dopo tanti giri, bisogna mettere qualcosa nella pancia.
 
-         hai visto che figo il tutor? Io li ho guardati tutti, siamo state le più fortunate!
-         Eh, che fortuna! – risponde Andrea, con l’entusiasmo di un albero.
-         Non dirmi che non ti piace! Quei bei capelli al vento, gli occhioni chiari…
-         Sì e la bella voce – cerca di sembrare più partecipe stavolta.
-         Da svenire! Chissà chi di noi già lo conosceva.
-         Presente.
-         Tu???
-         Sì, a meno che non ci sia stato un altro che già conosceva e di me non si ricordi, che sarebbe la cosa migliore.
-         Ma perché dove l’hai incontrato, ah ah in bagno?
-         Ah ah no! Qui, si è seduto al mio tavolo, poi al parcheggio ho fatto una gaffe,  quindi è meglio che non si ricordi, ma ci spero poco ormai.
-         Ahah comunque se non ti interessa puoi presentarlo a me!
-         Ma non siamo amici!
-         Peccato!
 
Finito il breve spuntino Andrea si dirige in segreteria, dopo aver salutato la nuova conosciuta, ritira l’orario e l’elenco di libri secondo il piano di studi consegnato qualche giorno prima. Esce dall’ufficio, mentre si dirige velocemente alla macchina, questa volta parcheggiata sul lato giusto dell’edificio, pensa che non ha nemmeno iniziato le lezioni e già ha un paio di aneddoti da raccontare, il parcheggio, la sedia in testa in biblioteca, niente meno che il gemello di un suo futuro collega.
 
-         scappi sempre in questo modo nei parcheggi?
Andrea, i cui pensieri vengono interrotti, riconosce all’istante quella voce, ascoltata per tutta la mattina, si volta già imbarazzata con un plastico sorriso fissato per forza:
-         Mr Lewis, veramente solo quando faccio qualche brutta figura davanti alla gente.
-         Non è successo niente oggi.
-         Finora!
-         Comunque… puoi chiamarmi col mio nome, siamo in ambito informale ora. - indica con un dito il posto dove prima era appuntato il suo cartellino di riconoscimento per l’occasione.
-         Ah, ok… Brendan. Non sapevo lavorassi per l’università.
-         Si, cioè ti avevo detto che faccio il dottorato.
-         Ah… già! – Andrea smemorata, al contrario lui “si ricorda tutto” pensa.
-         Spero che oggi mi abbia ascoltato con più attenzione della prima volta allora.
-         Sì sì, ora non posso più perdermi!
-         Bene, sono contento, scappavi da qualche parte in particolare?
-         Non stavo scappando! Ho il passo veloce.
-         Ah è per quello…
-         Si, comunque stavo andando alla mia macchina, parcheggiata bene questa volta!
-         E chi dobbiamo ringraziare per questo?
-         Ah ah già, vedi che ascolto?
-         Oh, è vero!
Cala un attimo di silenzio mentre i due avanzano nel parcheggio, Andrea guarda il cielo sgombro da nuvole, poi gli alberi che delimitano l’area, la ghiaia sul vialetto, la sua macchina,  dritto di fronte a lei, sul fondo.
-         ma tu non parcheggi sul lato dei prof?
-         Sì, ma non sto andando via.
-         E allora che ci fai qui nel parcheggio?
 
Brendan si avvicina, e così vicino la differenza di altezza tra i due si palesa, Andrea arriva col naso al nodo della cravatta, è costretta ad alzare il viso per guardarlo in faccia, lui nel frattempo si è chinato leggermente per abbassarsi, ha steso un braccio, Andrea segue il movimento con gli occhi, poi cerca di mettere a fuoco dove lei pensa che il suo dito indichi.
-         la vedi quella laggiù? – sta indicando una donna in tailleur, alta nella media, con lunghi capelli ossigenati, giovane, o almeno apparentemente tale.
-         Si, più o meno, chi è la tua ragazza?
-         Per carità! È la mia prof. Cioè faccio dottorato presso il suo dipartimento. Miss Parker.
-         Parker… - ripete Andrea mentre cerca di ricordare qualcosa.
-         La conosci?
-         No, cioè, non ancora, ma mi sa che avrò un corso con lei questo semestre, “mediazione culturale”, può essere?
-         Sì, è lei. Fantastico. – la voce con cui pronuncia non si accorda alla parola “fantastico”.
-         Mi pare di capire che non ti trovi molto bene.
-         È una pazza!
-         Belle notizie!
-         Ti spiego… è … non le piace essere contraddetta, ha una grande autostima, si da tante arie, ti fa sentire inetto, e non ammette rifiuti.
Andrea sta rielaborando quelle parole, più le assimila più rabbrividisce, annuisce, ha inquadrato il tipo, ad un tratto però il suo ragionamento si blocca:
-         Hai detto che non ammette rifiuti??
Lo guarda inarcando un sopracciglio, lui si passa una mano sulla nuca quasi in imbrarazzo.
-         E già…
-         Cioè lei… tu…
-         No!
-         Quindi ce l’ha con te perché hai rifiutato?
-         Sì.
-         Hai rifiutato cosa?
Brendan la guarda strabuzzando gli occhi, gli sembrava fosse chiaro.
-         ahhh, hai rifiutato!
-         È quello che ho detto, comunque allo scadere del contratto cambio prof, ho già ricevuto una proposta Mr Stevenson, lui è uno a posto.
-         Bene, così risolvi i problemi, quindi ti sta aspettando.
-         Sì, in genere va così, le consegno il lavoro, lei lo guarda, trova almeno 200 punti che non le stanno bene, ovviamente inesistenti, li rivede insieme a me per almeno 3 ore perché io mi ribello, così lei è più contenta e mi fa procedere.
-         Brutta storia, però non sembra tanto male dai…
-         Stai scherzando? È insopportabile, si ok è una bella donna, ma non ci si resiste più di mezz’ora in sua compagnia, ok sei giovane e bionda e hai la corte, molti si venderebbero per passare l’esame! Ma è arrogante, quindi per me non c’è storia, non ha fascino.
-         Oh, bello che qualcuno la pensi così!
Brendan sorride, si abbassa alla stessa altezza di Andrea e la fissa negli occhi:
-         non ho bisogno di usare mezzucci io, nel mio lavoro, capito?
-         Tutta farina del tuo sacco!
-         E non dovere niente a nessuno!
-         E se fosse stata giovane, bionda, e non arrogante ne presuntuosa?
-         Allora sarei già preside!
-         Ah ah ah bene, scusa e i buoni propositi di onesto lavoratore? – Andrea mette le mani ai fianchi.
-         Beh, nessuno è perfetto no? – sorride con uno sguardo furbo.
-         Hey Brendan – Andrea si sporge oltre la spalla di lui per vedere – la tua prof si avvicina…
-         Hai paura per caso? Ah ah sta andando nel suo ufficio, i prof entrano spesso dal retro quando devono andare direttamente in ufficio.
-         Ahhh temevo stesse venendo qui a strapparmi i capelli e …
-         Sarebbe un peccato!
Andrea sorvola sul possibile significato di quel “peccato” riferito, forse, ai suoi capelli, continuando la frase interrotta:
-         appuntarsi il mio nome per non farmi passare l’esame!
-         Non ti preoccupare, non è gelosa di me!
-         Ah no? Speriamo… cioè… non che ce ne sia motivo, infondo… - per un attimo Andrea ha la sensazione di essere l’unica a sostenere questa tesi – però che ne sai, le donne si fanno tanti film in testa, si intestardiscono con quello che non possono avere! Sono esseri capricciosi!
-         Ti includi nella specie?
-         Io faccio eccezione! Almeno spero! Non voglio sembrare presuntuosa!
-         Non corri il rischio… ora devo andare… dopo tutto quello che hai detto, meglio non rischiare che ti prenda in antipatia davvero! Ah ah sto scherzando, ma non posso ritardare, ci vediamo in giro signorina Wolf!
         
Brendan si raddrizza, sistemandosi la giacca, accenna un saluto con la mano, e procede spedito verso la porta d’ingresso sul retro.

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Capitolo 5
*** Flatmates life ***


Sono passate 8 settimane dall’arrivo di Andrea.
Il tempo estivo era mutato in una rosso-gialla atmosfera autunnale, per le strade compaiono i primi ombrelli; stivali e cappottino erano la divisa ufficiale della popolazione dell’Inghilterra di fine Settembre.
Quando la giornata non era piovosa, ad Andrea non dispiaceva quest’atmosfera, usciva volentieri a passeggiare lungo il vialetto di fronte casa, fino al parco, dove però sempre meno bambini uscivano a giocare, era un posto tranquillo, e si trovava molto bene, riusciva anche a studiarci qualche volta, spesso poi Robert approfittava di queste passeggiatine per affidarle delle commissioni, quindi avevano la propria utilità pratica in casa, ma gli impegni di studio riducevano sempre più le occasioni di uscita, per non parlare del tempo, che sarebbe peggiorato da li a poco.
 
Dopo il primo periodo in cui Andrea cercava di capire il suo posto in casa, e soprattutto se ne avesse uno, la routine sembra essere ingranata molto bene, contro ogni aspettativa iniziale del diffidente Robert, che aveva tentennato nell’eventualità di accoglierla in casa come coinquilina; Robert ha presto ammesso tra sé che non era stata poi una decisione malvagia, Andrea si era rivelata la ragazza tranquilla e riservata che gli aveva detto di essere, e soprattutto all’inizio si defilava ogni qual volta avesse ospiti, per non essere d’impiccio, Andrea e a volte lo pensa ancora, che lui potesse scocciarsi della sua presenza, che preferisse parlare da solo con i suoi amici, dei fatti loro, sebbene gli amici più stretti, assidui frequentatori della casa, fossero sempre molto allegri quando la incrociavano, così pian piano aveva cominciato qualche volta a rimanere e chiacchierare qualche minuto in più, essendo sempre pronta a dileguarsi ogni volta che il suo istinto le suggeriva che fosse la cosa migliore da fare.
Dopo il primo mese però, sarà anche grazie al fatto che si senta sempre più a suo agio, in un ambiente che inizia a sentire come familiare, Andrea pare abituarsi all’idea che quella gente in fondo sia anche amica sua, persone davanti alle quali non essere in imbarazzo, con cui avere in un certo senso il “diritto” di parlare e passare il tempo. Certo il capo tribù era sempre Robert.
 
In quei due mesi Andrea aveva conosciuto il Robert di adesso, non più un ragazzino belloccio che passa il pomeriggio a suonare la chitarra e a giocare e prendere in giro una bambina di 7 anni, bensì un tipo più da “sesso, fumo e Rock”.
Nonostante fosse la prima volta che si trovasse così a stretto contatto con questo tipo di realtà, così lontano da lei, dal modo in cui era cresciuta, Andrea, contrariamente alle aspettative di tutti, persino di se stessa, aveva preso atto di quella situazione, mantenendo le sue distanze, come due mondi che viaggiano insieme, pur senza incontrarsi mai, ma senza nemmeno scontrarsi, si era come adattata, abituata, e in fondo continuava a vedere in Robert una presenza rassicurante.
Certamente ancora questi comportamenti gli provocano a tratti un po’ di stupore, lei li etichettava come i comportamenti stravaganti dell’ “allegra combriccola” , come li aveva definiti lei stessa.
Da parte sua Robert era già abbastanza sorpreso di non aver creato delle turbe psichiche a una “bimba” cresciuta a cartoni animati e nascondino e che si trovava ora catapultata nella sua “vita da maschio” aspirante rockstar. La osservava più spesso di quanto Andrea stessa immaginasse, nel suo ruolo da spettatrice a tratti divertita, scandalizzata, preoccupata, talvolta persino materna e quasi matura, forse troppo, moralmente posata, a volte Robert giurerebbe di leggerle in viso l’espressione che avrebbe un nonno benevolo nei confronti di un nipotino discolo e ribelle, questo lo divertiva, perché era come se in quel momento in questa realtà immaginata lui fosse davvero un ragazzino più piccolo della “piccola” Andrea.
 
 
Oggi il cielo è cupo, e l’aria quasi invernale riesce facilmente a convincere Andrea ad abbandonare l’idea di un giretto nel parco e restare invece a casa, al calduccio.
Scende le scale, entra in cucina e trova Robert ai fornelli:
-         che fai? Cucini?
-         Vedi piccolina… stai per assistere e prendere parte, se lo vorrai, a una lunga tradizione, il the delle 5 e mezzo!
-         Davvero? Mi vuoi dire che lo prendi ogni giorno?
-         Certo! È una tradizione, non sarei io se no.
-         Wow, non ti facevo così inglese infondo!
-         Ti sbagliavi, tu ne vuoi? – a un cenno d’assenso afferra due tazze, versa il the, poi si siede – dichiaro ufficialmente aperta la stagione del tea time!
-         Evviva! – Andrea afferra un biscotto, ‘ a vederlo così calmo e Lord inglese, non si direbbe che è lo stesso che è tornato a casa ubriaco per 3 giorni di  fila’ pensa sorseggiando.
-         Come va il mal di testa?- chiede Andrea.
-         È passato grazie, e la tua relazione?
-         Non è passata purtroppo, devo ancora scrivere almeno 3 pagine, che schifo.
-         Dai… tu sei sempre stata brava, mi ricordo di te a casa mia a studiare con i tuoi quadernetti colorati sai? In cucina, mentre tua madre e mia madre chiacchieravano, e tu quel quadernetto te lo portavi sempre appresso! Mi hai fatto sembrare più scansafatiche di quanto io in realtà non fossi!
-         Ahhh è per questo che hai iniziato a trattarmi male allora!
-         Dovevo vendicarmi in qualche modo! Ah ah, ma no, eri tu che eri diventata antipatica!
-         Iiiiioo?!?!?
-         Una piccola stronzetta oserei dire! Ora ti sei calmata a quanto pare.
-         Addirittura, e cos’ho fatto mai per essere una stronzetta?
-         Mha, non saprei, cose di voi femmine, vi sentite cresciute, quando ancora giocate con cicciobello, non vi si può più dire niente che vi offendete, o vi scandalizzate!
-         Ah ah ah è normale! Tu sei cresciuto pure! E sei stato tu che agli ultimi anni del liceo non mi hai considerata più degna della tua presenza, eri grande e io non capivo!
-         Ahhh si può anche essere.
-         È così! – Andrea finisce il suo tè – complimenti è buono, allora qualcosa ai fornelli la sai fare!
-         Ai fornelli mi viene scomodo! - Andrea gli tira uno strofinaccio in faccia sospirando un “e ti pareva”- comunque oggi pizza qui, viene…
-         L’allegra combriccola?
-         Si, vuoi mangiare anche tu con noi?
-         Una pizza non si rifiuta mai!
-         Ci divertiamo tanto a vedere come ti strafoghi!
-         Uffaaaa. Ho solo bisogno di tanta energia per studiare, è necessario che io lo faccia!
-         Una specie di fame chimica – osserva Robert.
-         In termini tuoi sì, vado a studiare ora, che la mia relazione non si scrive da sola, a che ora arrivano?
-         Per le 8:30 circa, con le pizze!
-         Yahoo, allora faccio una full immersion di due ore e vengo solo quando sento l’odore!
-         Vai vai, ti rompe se suono?
-         Fai pure!
 
 
 
 
 
 
 


TOC TOC
 
-         Avanti!
La porta della stanza di Andrea si apre di botto:
-         cosa tra la scampanellata di John e la voce concitata di David che canta ti è sfuggito?
-         Ho quasi finito, ultimo rigo… tre parole… stop! Oh era David? Che bella voce!
-         Potrei offendermi!
-         Lo sai che sei il mio preferito Rob!
-         Che sia ben chiaro!
Si sentono passi pesanti sulla scala:
-         Se Andrea non va alla festa, la festa va da Andrea!
-         Ah ah ah molto gentile David, mhm.. che buon odore! – Andrea saltella alla porta mettendosi accando a David, gli da un bacio sulla guancia per salutarlo – vedi l’avevo detto che sarei scesa dopo aver sentito l’odore.
-         Di che parli?
-         Della pizza! David è già ubriaco? – chiede al resto dei presenti, afferrando le pizze e riscendendo le scale, anzi, tentandoci, le pizze sono troppo pesanti e ingombranti, non vede i gradini – non è stata un’ottima idea!
-         Direi che non hai molte grandi idee tu!
-         Uhhh quel simpaticone di Mick! Come va caro?
-         Uno schifo.
-         Sempre positivo… un aiuto?
-         Eh… se non ci fossi io!
Mick afferra le pizze, Andrea lo ringrazia per aver evitato all’ultimo che si bruciasse le mani.
Alle loro spalle David sussurra a Robert “quei due si amano, te lo dico io” accompagnando l’affermazione profetica con un colpo di gomito, “si cupido, ora mangia che smaltisci la sbronza” è la risposta di Robert.
 
-         Allora piccola scriba, che stavi facendo li sopra tutta sola?
-         John! – Andrea saluta anche lui – stavo finendo il mio compito, questo vuol dire… mezzo esame è già andato!
-         Eh mica stiamo qui a pettinare le bambole noi in questa casa!
-         No tu te le scopi anche spettinate! – risata goliardica di sottofondo.
-         Ehy ci sono bambini! – dice il padrone di casa, con aria fintamente preoccupata.
-         Grazie eh? – dice Andrea sentendosi tirata in causa.
-         Ma no Andrea, noi parlavamo di Mick! – Andrea ridacchia, Mick impegnato col suo pezzo di pizza non cede alla provocazione.
-         Mi sembri più “solare” del solito, cos’è hai sognato Freud stanotte? – chiede Andrea.
Sin dall’inizio aveva notato il volto scuro di Mick, volto che era sempre più presente, a dir la verità sta iniziando a credere che sia questa la sua vera espressione, e che il ragazzo sorridente che aveva conosciuto due mesi prima se ne fosse andato via insieme all’estate.
 
-         No, sono semplicemente inc***
-         Perché? - Solo quando Mick solleva la mano Andrea nota il gesso che poco prima non aveva visto a causa degli scatoli della pizza – ohhh, hai un dito steccato!
-         Ma va! Che intuito, l’avreste detto ragazzi?
-         Dai, sul serio mi dispiace, come te lo sei fatto?
-         Giocando a Rugby, faccio parte di una squadra!
-         Ahh… che cavolo, deve essere stato doloroso.
-         Più che altro, non posso suonare!
-         Ohhh è vero!
-         Per non so quanto, due, tre mesi, e non posso fare niente, è la destra, non posso nemmeno scrivere!
-         Non ti impietosire Andrea, anche con tutte e due le mani sane non scriverebbe un bel niente comunque. – interviene David.
-         Non sei un grande fan di tuo fratello come studente mi pare di capire eh?
-         È un co*** - farfuglia Mick con un pezzo di pizza in bocca.
-         È il loro modo di volersi bene – rassicura John, Robert stappa una bottiglia da cui tracanna direttamente – a proposito di suonare Rob, noi abbiamo quella serata fra tre giorni!
-         È vero! Hai telefonato a Jake?
-         Sì, sarebbe disponibile, ma abbiamo bisogno di provare, ogni giorno, per lui, per far funzionare tutto.
-         È ovvio, potete venire qui!
-         Grazie Rob!
-         Eh… se non ci fossi io… Andrea ci sarà un gran casino! Ti avviso
-         Ok al limite vado in biblioteca! Mick, se tu hai bisogno di scrivere, ti posso aiutare io, basta che vieni qui.
-         Ma, vediamo, tanto ha ragione David, tra un po’ lascio perdere tutto!
-         Mick, la nostra mascotte qui è una secchioncella, le fai prendere un colpo dicendo queste cose! – Robert le passa una mano sui capelli a mo di cagnolino.
-         Mi dispiace turbarti piccola secchioncella! – ride Mick.
Andrea evita di arrabbiarsi solo perché per la prima volta in tutta la sera vede un mezzo sorrisetto e un briciolo di divertimento nei suoi occhi. Che poi il divertimento stia nel prenderla in giro, sono minuzie a cui preferisce non badare.
 
Tre pizze, versione gigante è chiaro, e 8 birre dopo l’aria è decisamente allegra, Robert e David ricordano aneddoti delle ultime serate, John e pure Mick ridono ai vari ricordi, Andrea osserva quella banda di scalmanati, e pensa che presto ne avrebbe conosciuto un altro, quel tale Jake che aveva sentito nominare poco prima.
 
Le ore scivolano verso la mezzanotte, e dato il proposito mattutino di far prove, i ragazzi, seppure artificialmente, euforici, decidono di congedarsi con un avvertimento per Andrea: vedrai dei veri artisti all’opera!

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Capitolo 6
*** Find your way ***


 -         E così la settimana della musica si è trasferita a casa mia!

Andrea è seduta in un angolo della caffetteria con due sue colleghe di corso, e il fidanzato di una di queste, è in pausa, ancora per poco però, infatti tra 20 minuti inizierà l’ultima lezione della giornata, il mercoledì è la più pesante.
 
-         quindi oggi tornerai a casa, e avrai della musica spaccatimpani alle orecchie per tutta giornata e fino a venerdì? – chiede Mary, una ragazza di media corporatura con i capelli neri corvini e un viso porcellanato, il suo ragazzo, Toby, non è d’accordo con la sua definizione di “musica spaccatimpani”:
-         non dirmi che sono quelli che si esibiscono al Drunks! Io li ho sentiti, sono bravissimi!
-         Hanno un cantante biondo e capellone?
-         Sì.
-         Allora sì, sono loro.
-         Cioè tu vivi con loro?
-         Con uno, è un mio vecchio amico.
-         Wow – Toby si rilascia cadere sulla spalliera della sedia.
-         Scusa, ma questi tuoi amici Rockers non ce li presenti? – questa volta a parlare è Evie, studia arte e spettacolo, e ha conosciuto Andrea nei primissimi giorni di università. Evie è un po’ pazzerella, un taglio sbarazzino e una vena rock inconfondibile, proprio per questo era tanto eccitata al momento.
-         Ah ah chissà, prima o poi se mi venite a trovare!
-         Consideralo già fatto! Comunque è il momento di andare! Gli ultimi 50 minuti e siamo liberi, coraggio!
I  quattro si avviano per le rispettive classi.
 
 
I  50 minuti trascorrono relativamente in fretta, ora Andrea passeggia lenta verso la macchina, l’aria frizzante le accarezza il naso ‘eccì’.
Si chiude dentro l’auto, va per mettere in moto quando il suo cellulare suona, il numero che compare sul display non è salvato, con il dubbio nella mente risponde:
 
-         Si?
-         Sei già tornata a casa? – risponde una voce profonda dall’altra parte del telefono.
-         Scusa, ma chi sei?
-         Ah sì, sono Mick.
-         Oh, ciao, comunque no sono all’uni.
-         Perfetto, non ti muovere… dove sei?
-         Nel parcheggio ?!
Andrea non ha ben interpretato il tono di Mick, sembra arrabbiato, magari è preoccupato, o semplicemente sarà il solito scorbutico scontroso, e considerando che ha riattaccato, forse è così.
Accende l’autoradio, un anello che indossa le scivola dal dito precipitando sul tappetino del sedile passeggero, si china a prenderlo, dopo aver cercato un po’ alla rinfusa nella fioca luce lo trova, riemerge soddisfatta, poi si rilassa ondeggiando il capo a ritmo di musica socchiudendo gli occhi.

Un lieve ticchettio sul parabrezza: piove! Una pioggerellina leggera che in breve tempo riempie l’aria del tipico odore di terra bagnata. Il sole è ormai basso e tiepido, riesce quasi a guardalo, questa sera il tramonto ha dei riflessi fuxia, Andrea si rilassa a guardare le sfumature di colore, poi un’ombra, via via più grande man mano che si avvicina, la distoglie dalla sua contemplazione.
“eccolo finalmente” pensa, aspetta che entri in macchina, lui lo fa rapidamente, in silenzio assoluto.
-         Buonasera! Come mai questa chiamata improvvisa? Sei rimasto a piedi? Torni a casa con me? Chi ti ha dato il mio numero? È stato Robert scommetto.
Mentre Andrea porta avanti il suo interrogatorio senza risultati, Mick strizza i suoi capelli, inumiditi dalla pioggia, poi, sempre in silenzio, rivolge il suo sguardo su di lei, sbattendo le palpebre un paio di volte, solo ora Andrea nota come i suoi occhi siano verdi; a bassa voce lui risponde un semplice sì, Andrea non capisce poi bene a cosa effettivamente quel sì abbia risposto, ma data la sua faccia funeralesca decide che sia meglio mettere a freno la sua loquacità.

Ora che lo osserva meglio, oltre al verde nei suoi occhi risalta uno spettacolare arrossamento attorno alle iridi, inoltre l’aria nell’abitacolo della macchina aveva assunto un odore che Andrea aveva imparato bene a riconoscere grazie all’allegra combriccola.
-         ma quanto hai fumato? Conosco quest’odore, in camera di Rob c’è spesso.
-         Non lo avevi mai sentito prima?
-         No.
Mick ride guardando Andrea come si guarderebbe uno strano buffo fenomeno, poi aggiunge:
-         vuoi restare nel parcheggio o magari andiamo a casa? David è da voi, quindi poi torno a casa con lui, io non posso guidare! – alza la mano, Andrea rivede la steccatura, sembra comprensiva, rimette in moto e si immette sulla strada – grazie.
-         Prego – attende qualche istante, poi rompe il silenzio – che poi, come le segui le lezioni in questo stato, non capisci niente.
-         Signorina, io non sono in nessuno stato ok? Capisco benissimo.
-         Be non si direbbe.
-         Che vuoi dire?
-         Hai lo sguardo spento, sei stonato.
-         Come la fai lunga, e comunque non è un problema tuo.
La guarda intimandole mentalmente di stare zitta, o almeno è quello che lei percepisce, e in ogni caso decide di assecondare questa sua sensazione, si limita a pensare che sia proprio antipatico.
 
Parcheggia al suo solito posto, aspetta che anche Mick scenda dalla macchina per inserire l’antifurto, piove ancora, e i capelli le si gonfiano per le goccioline che le rimangono tra i capelli, poi scappa sotto la tettoia, frugando nella borsa, gira la chiave nella toppa, entra, Mick asciuga stancamente i piedi sullo zerbino, Andrea si è infilata in un batter di ciglia le ciabatte, sente un immenso sollievo nell’essere a casa dopo una lunga stressante giornata.
 
-         ehy ragazzina! – una voce allegra accompagnata da una faccia sorridente la accolgono, lei si rallegra in un attimo.
-         Ciao David, come vanno le prove?
-         Una meraviglia, vuoi sentire?
-         Magari dopo, per ora ho la testa fumante per tutte le blatere che ho dovuto ascoltare!
-         Oh mi hai portato il parassita! Sei stata buona.
David avanza fino ad Andrea con un sorriso, le passa velocemente una mano sotto il mento, poi passa oltre, verso il fratello, gli da una pacca sulla spalla, gli rivolge uno sguardo comprensivo, si rivolta, sempre in tono giocoso aggiunge:
-         non è stato bisbetico spero.
-         Ah.. ehm.. noo… - Andrea suona poco convinta, e non sa perché stia mentendo, forse è la sua abitudine a non voler dispiacere nessuno, tutto le va bene.
 
Dei passi provenienti dalla sala prove si avvicinano, Robert e John fanno un cenno ad Andrea per salutarla, un terzo tipo, con del lunghi capelli mossi e neri è alle loro spalle, viene avanti, batte un pugno sulla spalla di Mick, poi inarca un sopracciglio stendendo una mano verso Andrea:
-         io sono Jake.
-         Io Andrea, vivo qui – sorriso limpido.
-         Sì, Robert me l’ha detto – gli lancia un’occhiata – mi ha anche detto che se ti tocco me la fa pagare.
-         Perché mi devi toccare?
Andrea con un tono candido cade dalle nuvole, David cerca di trattenersi dal ridere, Mick appoggiato alla porta, armeggia con del tabacco e storce la bocca.
-         Lascialo perdere Andi, è scemo! - Robert poggia le mani sulle spalle di Andrea guidandola, anzi spingendola in cucina – vuoi the cara?
-         Uhhh sì grazie, ci vuole proprio! – batte le mani contenta.
-         Che bizzarra bestiolina – sussurra Jake, con lo sguardo di chi la sa lunga. Andrea non lo sente, ma David sì, gli si avvicina:
-         Ti ci abitui.
 
Jake era un amico di David, avevano insieme frequentato 3 anni di liceo, infatti al terzo anni Jake per problemi disciplinari aveva dovuto cambiare classe, dopo aver in precedenza perso un anno, ed era capitato al suo stesso banco. Aveva un apparenza fredda, cinica, diversa da David, che sotto sotto era un simpaticone travestito da ribelle, e ad Andrea incuteva un po’ di soggezione.
 
-         Proverete ancora oggi?
Andrea parla indistintamente con ognuno dei presenti, tutti attorniati al tavolo a sorseggiare il mitico the di Robert.
-         Sì sì, prima e dopo cena, domani e dopo domani. Ci devi sopportare!
-         Che problema c’è? – risponde Andrea tranquilla sorridendo a John – dopo tutto vi dovete esibire, avete poco tempo, è normale.
-         Sì, ma più che altro è per loro, io le suono da quando sono nato queste canzoni, diglielo Andrea!
-         Ah ah ah se sono quelle che suonavi a casa, posso confermare!
-         Robert ma se stecchi sempre!
-         È stata una volta Dav! E adesso il mio magico the mi guarirà!
-         E tu – Andrea si rivolge a Mick, che aspira dalla sigaretta con lo sguardo basso, accanto alla finestra – verrai pure se non devi fare le prove?
-         Cos’è ti sto sul ca***?
-         Non ho detto questo… era così… tanto per chiedere.
-         E l’ho notato che non sai stare mai zitta!
-         Mick, schweig! (taci) – lo richiama David – scusalo, sai, lui è un raro esemplare di uomo col mestruo! Ogni tanto gli prende così… non ci badare eh?
Andrea, che si era ammutolita serrando le labbra e appiattendosi il più possibile contro la sedia, sembra rammorbidirsi, ma appena terminato il suo the, augurando una buona prosecuzione a tutti, con la scusa della stanchezza si defila in camera sua.
 


Andrea è, per certi versi, ancora una ragazzina, molto limpida, fondamentalmente buona e molto sensibile. Avendo poca autostima è sempre portata a vedere delle colpe in lei e la ragione negli altri, quindi sarà sicuramente in camera a chiedersi dove avesse sbagliato, per i rimproveri ricevuti, perché sicuramente avrà vissuto come tali le frasi e l’atteggiamento generale di Mick.
 
Appena uscita dalla cucina, tre sguardi inquisitori si posano su Mick, che sta palesemente mandando tutti a quel paese con la sua indifferenza.
-         sarà meglio che ti vada subito a scusare con quella povera ragazzina!
-         “quella povera ragazzina” – scimmiotta Mick – che colpa ne ho io se continua a parlare, se le viene da piangere scappa da mamma!
-         Quanti anni ha?
Jake pare non badare al tono della discussione, chiedendo ciò come se stessero parlando tutti in armonia. Gli risponde Robert:
-         18, fatti da poco, ma è…
-         ho capito, a momenti ne ha 10.
-         Ecco tu pensala così – sorride Robert.
-         È una tipetta simpatica!
David se l’era presa a cuore da subito, almeno subito dopo aver appurato che non sarebbe diventata una sua “amica di letto”, con grande sollievo di Robert, che l’aveva presa sotto la sua ala protettrice.
-         prima o poi crescerà anche lei no?
-         No Jake, lei no.
-         Uff sei una lagna, ehy sfattone, passa un po’.
Mick si alza, gli passa il fumo, poi esce dalla cucina, sale le scale.
-         blee.. questa è robaccia!
-         Secondo voi dovremmo riprendere a suonare? – Chiede David pensieroso.
-         Si, fidati di tuo fratello.
In fila, seguendo john tutti ritornano in sala prove.
 
 


Andrea è sul suo letto che riordina degli appunti, controlla l’orario, sono le 18:30.
È stanca, ancora è presto per cenare, si stende sul letto sostenendosi sugli avambracci, guarda fuori dalla finestra, è quasi buio, ad un tratto sente bussare, risponde “avanti” e quando con la coda dell’occhio vede chi è stato a bussare, riabbassa subito lo sguardo:
-         sei venuto a sgridarmi un altro po’?
Mick irrigidisce la mano intorno alla maniglia, sospira, entra e chiude la porta dietro di sé, Andrea si mette seduta con le gambe incrociate, sposta i libri da un lato:
-         siediti.
Mick, come un automa, si siede fissando il vuoto, d'altronde ovunque avesse guardato con quello sguardo dilatato, la sua espressione sarebbe risultata comunque vacua. 
-         devo chiederti scusa…
-         non devi fare niente, non sei costretto a farti stare simpatica me.
-         Ma non mi stai antipatica…
-         Ah no?
-         Non sempre…
-         Ahh…
-         Ho un po’ di problemi per ora per la testa, e me la prendo subito, con chiunque, oggi ero già arrabbiato e me la sono presa con te, mi dispiace.
-         Oh, va beh dai, fa niente, capita! A me capita ogni mese! – cerca di sembrare cordiale, Mick espira sorridendo:
-         Ok, ora abbiamo chiarito che non sono uno stupido stronzo apatico.
-         Non sempre… - sorriso muto – vuoi parlarne?
Mick la guarda stranito.
-         non sono poi così sciocchina e sprovveduta come tutti pensano.
-         Ah no? – Mick inarca un sopracciglio.
-         Cioè… sì, il più delle volte, ma per ascoltare gli sfoghi della gente sono brava.
-         E perché dovrei dire i fatti miei, a una ragazzina che non conosco da più di due mesi?
-         Perché… sono esterna, non emotivamente coinvolta, disinteressatamente oggettiva, e poi è liberatorio sfogarsi, hai un po’ di tempo da perdere, e magari se ti aiuto non ti sto più sul cavolo. Prova!
-         Ah ah ah te lo giuro, non mi stai "sul cavolo", è la mia testa che sta perdendo colpi.
-         Sei innamorato di qualcuna che non ti fila? Questo fa perdere la testa a molti…
-         No, no, io non ci credo.
-         A cosa?
-         All’amore!
-         Che tristezza…e quindi? Niente relazioni serie, l’avevo capito, non pensavo però che non ci credeste del tutto.
-         Perché parli al plurale? Io parlo per me.
-         Oh, e sentiamo… quale sarebbe la tua teoria? Le donne sono stronze? Alieni? Mhm… giocattoli?
-         No, semplicemente dopo un po’ ti stanchi, non c’è la volontà.
-         Ti hanno fatto le corna!
-         Non sto con nessuna in particolare, non è tecnicamente possibile!
-         Eh uffa… dimmelo tu allora, che altri problemi di cuore puoi avere?
-         Ma chi ha detto che c’entra il cuore? Ragazzina romantica! Non c’entra niente, è solo un periodo così, di insoddisfazione generale! Non mi piace cosa sto facendo, non saprei cos’altro fare, non posso più nemmeno suonare, ho casini a casa, notte e giorno, gente che si rinfaccia, si accusa, si rinnega, hai capito no?
-         Oh… si ho capito. Ma non hai detto che non credi all’amore?
-         Infatti…
-         E allora perché soffri per la fine di una cosa che non esiste? È scontato che va così… se non esiste!
Mick la guarda un attimo aggrottando la fronte, apre la bocca ma non trova nessuna parola da dire.
-         quindi?
-         Ci sto pensando – si gratta sul pizzetto, ci riflette su un altro paio di minuti, poi sbuffando si rivolge di nuovo ad Andrea – uff non lo so! È vero dovrei fregarmene!
-         No, non ho detto questo, non sarebbe normale fregarsene, io penso che dovresti accettare che nell’amore ci credi ed è per questo che ti dispiace, ed è normale dispiacersi insomma.
-         Si ma, tanto che cambia se ci credo o no? È sempre uno schifo!
-         Beh sì, questo sì, quando finisce… e quando ti tocca da vicino. Ma non sei solo, c’è tuo fratello, e poi si supera…
-         Belle frasette…
-         Questa rabbia non ti porterà da nessuna parte comunque, ti stai distruggendo.
-         E tu sei apocalittica, guarda che fumo da molto prima della mia disfatta psicologica!
-         Evidentemente non hai nient’altro di meglio da fare, eppure sembri uno che ha tanti passatempi! – Mick ride malizioso – tipo la musica!
-         Sì, la musica! – Mick non è poi tanto sicuro che lei non lo stia prendendo in giro.
-         Ti senti più calmo ora che hai riscoperto che “udite udite” vuoi bene a qualcuno? E addirittura ti dispiace per la fine di un amore.
-         Calmo? Mhm… non ho più l’istinto a risponderti male, può contare?
-         Conta conta… e ora… hai detto che non sei contento di quello che hai, allora perché lo fai?
-         Non saprei, tutti fanno qualcosa, io faccio questo… e tu hai sbagliato strada almeno quanto me!
-         Come? Ah ah… dici?
-         Non so se tu sia portata per le lingue, ma in psicologia saresti meno fuori posto di me!
-         Ah ah ho strappato un complimento al grinch! Devo essere brava davvero! – Andrea sente una vera, breve risata – comunque, devi solo trovare qualcosa che ti piaccia di più.
-         Ma, sarà che sono proprio stufo, e basta.
-         Allora smetti, e lavora.
-         Chi sei mia madre?
-         No, intendo, forse ti piacerebbe di più, ti farebbe più felice, ho capito vuoi stare a casa servito e riverito!
-         Ah ah ah no, me ne voglio andare di casa! Penso che starei bene a fare il barbone e suonare la chitarra agli angoli delle strade, libero e felice!
-         Ah be, ognuno ha le sue aspirazioni!
-         Da piccolo volevo fare l’astronauta!
-         Ti aiuto a esplorare la guida alle facoltà se mi aiuti, e mi garantisci il massimo di voti, in tedesco!
-         Ah ah ti sei fissata! Guarda che non ho bisogno di aiuto io!
-         Disse l’uomo che mandava a quel paese le fanciulle perché gli girano costantemente, perché è insoddisfatto dalla vita e troppo preso dalle canne!
-         Oggi ho solo un po’ esagerato.
-         L’ammissione è il primo passo per la guarigione!
-         Mi sento sul lettino di uno strizzacervelli!
Mick si sdraia ai piedi del letto dove stava seduto portando le mani dietro la testa.
-         ti ci vedi così, ma al mio posto? - chiede lei.
-         No… - breve pausa di riflessione – devo cambiare corso di studi! – Andrea sogghigna – attenta, potrei odiarti!
-         Perché? – andrea bimba improvvisamente triste.
-         Perché non mi piace che tu abbia ragione!
-         Ahhhh allora… spero ti ci abituerai! Ah ah
-         Che modesta cavoli! Non ti facevo un tipo presuntuoso!
-         Ma non sono presuntuosa! È solo che… cercando di aiutare la gente e dare consigli, ho sviluppato un senso critico molto preciso! Non posso dare giudizi errati e consigliare male la gente, quindi spesso i miei giudizi sono giusti!
-         Perché lo fai? Ascoltare le lagne di gente di cui non ti frega un cavolo…
-         Guarda che è la stessa cosa che ti stai proponendo di fare tu da quando ti sei iscritto in psicologia!
-         Si ma io non ho ancora praticato! Sono un cattivo ragazzo! Non li colgo i consigli della gente, domani sarò di nuovo arrabbiato, insoddisfatto, e non starò attento ai saggi consigli della prima ragazzina aspirante psicologa che passa!
-         Allora passerò per seconda!
-         Questa è pessima!!!!
-         Però ridi!
-         Per pietà ah ah ah
-         Meglio di niente! Credevi di offendermi? – Andrea fa una faccia indifferente – non mi lascio certo scalfire da queste offesucce!
-         Eccola che torna la superiore! Lo fai perché vuoi avere ragione, ecco. L’ho capito!
-         Ah ah no, lo faccio perché mi piace aiutare la gente, ti ho già detto, mi fa sentire utile, è l’unico modo in cui sento di saper fare qualche cosa, visto che tutti mi considerano una piccola scema da non considerare nemmeno perché vive nel mondo delle favole. Almeno faccio qualcosa di buono in vita mia!
-         Non deve essere una bella cosa in effetti… così ti prendono in giro?
-         Cos’è ti sorprende? Tu sei tra questi…
-         Io non ti ho presa in giro!
-         Ma l’hai pensato che sono una piccola scema che non capisce la vita!
-         Ahm.. beh… ma il pensiero è libero! Ah ah
-         Comunque non ci faccio neanche più caso!
-         Magari potresti passare al mondo dei grandi!
Si sbaglia o ha appena visto un occhiolino?
-         ehm.. io sto bene qui per ora! Non devo dimostrare niente a nessuno, e sono soddisfatta così! Senza per forza perdermi in altre realtà con l’aiuto di qualche foglietta!
-         Credi di essere sottile con queste frecciatine?
-         Molto!
-         Ok miss “ il mio mondo fatato è perfetto” sai che ti dico, che non sei molto diversa da me! Entrambi ci estraniamo in un'altra realtà, solo che tu ci riesci senza aiutini esterni! Però io a momenti sono lucido, tu ci vivi nell’altra realtà!
-         Ma non è la stessa cosa! Ah ah stai affermando che fumare è meglio di essere una ragazzina tranquilla?
-         Dico che pure tu “evadi” come me, quindi non vedo perché io dovrei smettere e tu no, non tu vuoi prendere le tue responsabilità da donna adulta!
-         Ah si? E quali sarebbero?
-         Beh, darla ad esempio! Che domande!
-         Ah ah ah ma smettila!! Che idiota, bel concetto riduttivo e assolutamente troglodita delle donne che hai!
-         Non dico che è l’unica cosa che dovete fare, però insomma non dispiace!
-         Il mondo è pieno di donne che si sono assunte “le proprie responsabilità” da un pezzo,  non crollerà mica per me! Ma che discorsi… come ci siamo finiti?
-         Tu mi dovevi convincere a smettere di fumare!
-         Ma questa è una buona cosa!
-         Potrei dire lo stesso per la mia tesi!
-         Ok forse è meglio smetterla qui!
-         Forse… è ora di cena!
-         È gia passata un’ora? – Andrea salta in piedi sul letto – un ora e mezza! Che fame!
-         Non dirlo a me! – Mick si alza e si avvia alla porta – non scendi?
-         Sì, sì vai, vi raggiungo…
-         Ok.

Mick fa una smorfia di dubbio, oltrepassa la soglia e scende per le scale, udendo i suoi passi allontanarsi Andrea si sdraia un attimo sul letto, inspira a fondo nelle lenzuola, di alza anche lei, e scende  al piano di sotto.

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Capitolo 7
*** Gig ***


Dopo tre giorni di incessanti prove, Robert e i suoi amici si sentono pronti a far fuoco e fiamme domani sera, sotto la direzione straordinaria di Mick, assoli, pause, brani, saluti, tutto è stato dettagliatamente analizzato e stabilito. Tutto è pronto per l’evento.
-         si prospetta una serata soddisfacente, il direttore del locale ci assicura il pienone.
-         Non Preoccuparti John, al massimo mi apposto all’ingresso costringendo i passanti a entrare!
-         Piccola impertinente! Stai attenta o ti faccio buttare fuori!
-         Ma perché? Vieni a vederci anche tu?
-         Certo Rob! Credevi che dopo tre giorni di concertini a casa, non sarei venuta a vedervi nel giorno del vostro trionfo? – dice Andrea mentre si incammina per le scale.
-         Ma dove dovevano andare David e Mick stesera?
Chiede Jake mentre armeggia con l’attrezzatura, dopo aver indossato la sua preziosa giacca di pelle; guarda interrogativo John che però non l’ha sentito, perché sta anche lui mettendo a posto le sue cose. Quindi sposta lo sguardo su Robert, che è mezzo disteso sul divano:
-         Ma non ho capito bene, avevano una cena, un impegno in famiglia.
-         Vanno meglio le cose in quella casa?
-         Traballano.
 
Andrea è seduta sull’ultimo gradino della scala, in penombra, cerca un po’ di sollievo al suo mal di testa, ma solo appena la casa si sarà svuotata potrà godere di qualche istante di puro silenzio per rilassarsi.
Sente il mormorio dei ragazzi spegnersi, il rumore della porta d’ingresso che si apre, accompagnato da un urlato “ciao Andrea!”, lei risponde subito, provando una fitta alla tempia per aver parlato in tono così alto, inizia a scendere le scale, ma la porta d’ingresso si è già richiusa, allora si infila in cucina in cerca delle pastiglie per il mal di testa.
-         ti abbiamo stressata troppo in questi 3 giorni? – dice Robert che armeggiava con una bevanda calda.
-         Vedo che si è riunito il circolo degli anziani, io con le pillole, tu col beverone, ah ah ah, comunque tranquillo, il mal di testa non dipende dalla musica, non del tutto almeno. Ti dirò, è stata un’esperienza divertente, vedere come lavora la vostra squadra.
-         Il bello deve ancora venire! – aggiunge Robert, eccitandosi già all’idea – la musica, il pubblico… sento di essere nato per tutto questo!
-         È bello che tu abbia quello per cui senti di essere nato! Almeno uno che sa ciò che vuole, e ci è vicino, ed è contento!
-         Cos’è sei in paranoia per un esame?
-         No… ho parlato con Mick in questi giorni…
inizia a spiegare Andrea, interrotta dalla voce allusiva di Robert, che le punta un indice addosso assottigliando gli occhi:
-         ah sì, l’ho notato! – annuisce.
-         Cosa?
-         Che avete parlato tanto… - incrocia le braccia appoggiandole sul tavolo e sporgendosi in avanti verso di lei – …in camera tua.
-         Si… - Andrea butta giù la pillola – e mi ha detto che non se la sta passando proprio bene.
-         Ah è di questo che parlate ogni giorno?
-         Per prima cosa, non è ogni giorno, ma è stato due volte contate, secondo: che ti credevi?
-         No niente… - Robert abbandona il tono insinuante assumendo un’espressione innocente.
-         Ah mi sembrava… - Andrea riflette un attimo – l’avrà detto anche a voi…
-         Che la vita è dura, che non gli va di fare niente perché tutto è uno schifo?
-         Più o meno…
-         Si, ce l’ha detto, se avesse potuto suonare domani si sarebbe tirato un po’ su. Però devo dire che è stato meglio ieri e oggi – Robert guarda Andrea che gli sta di fronte con il mento appoggiato al palmo della mano sinistra – infatti mi chiedevo come mai… e mi chiedevo se ci potesse entrare qualcosa la tua camera.
Robert vede di aver messo in imbarazzo Andrea con quell’affermazione, scoppia a ridere realizzando di star parlando di Andrea, come ha fatto anche solo a sfiorarlo un’idea del genere?
-         ah- ah ! – finta risata ironica – ti diverti eh? A farmi imbarazzare! Mascalzone! La mia camera non c’entra niente, solo una chiacchierata, forse si è sfogato e ha smesso di prendersela con me…
-         è la prima volta che vedo Mick sfogarsi con una chiacchierata. Ah ah ah.
-         Che vuoi che ti dica? Magari… ha avuto modo di sfogarsi in altre camere, e noi non lo sappiamo!
Robert sembra riflettere seriamente sulla cosa, aggrotta la fronte e fissa un punto davanti a se, fa sempre così  quando si concentra, sta cercando di ricordare qualcosa che possa in qualche modo confermargli questa teorie. Non trova niente, alza le spalle.
-         domani è sabato finalmente! – Andrea sospira contenta – mi alzerò a mezzogiorno!!! Yeahhh!
-         Piuttosto domani… - Robert è in piedi e passeggia su una traiettoria circolare con le braccia incrociate – vieni da sola?
-         No.
-         No? – Robert si sorprende per la risposta, ci pensa su – con qualche amica?
-         Esattamente una coppia di amici, e un’altra ragazza che vuole conoscere i rocker!
-         Vuole conoscere i Rocker? – ripete lui divertito.
-         Sì, è patita di questo vostro genere, e ha detto che non si può perdere il concerto.
-         Ah sì? E … quanti anni avrebbe questa tua amica?
-         Ventuno, perch…Robert!
-         È come te la tua amica?
-         No è bionda…
Robert esita a procedere perché al solito suo, Andrea non pare aver afferrato il concetto, Andrea sembra avere un’illuminazione:
-         ahhhh, forse vuoi sapere se lei, come dice Mick, si sia “presa le sue responsabilità”!!
-         Ma di che cavolo avete parlato tu e quel pazzo? – Robert ferma la sua rotazione senza meta.
-         Niente, lascia perdere – ridacchia Andrea – comunque non credo che sia “come me” contento?
Robert incrocia lo sguardo di Andrea, almeno per una volta è convinto che stiano parlando della stessa cosa.
-         non che si sia qualcosa di male comunque eh?
-         A essere come me? Ah ah sono il caso umano della casa per caso?
-         No. – pronuncia Robert in un tono indefinito.
-         Comunque, dopo questo scambio intellettuale, mi ritiro commossa. Buona notte!
Facendo una pernacchia si alza e procede verso la sua stanza, seguita da Robert che arrivato alla soglia riconferma la buona notte, e procede in camera sua.
 
 
 
 
 
Alle 12:30 suona la sveglia di Robert, diffondendo una musica rockeggiante nel silenzio di quella mattinata inoltrata. Robert è già sveglio, ma non la stacca subito, dopo spiegherà ad Andrea che quella musica gli da la carica, ed era quello che gli serviva per cominciare la giornata. Quando si decide ad alzarsi, scende giù per le scale con andamento saltellante, e trova Andrea gia sveglia, ma tutt’altro che attiva, raggomitolata sul divano a guardare la tv.
-         Buongiorno! – esclama lei vedendolo arrivare con i capelli scombinati e le pieghe del cuscino ancora sul viso.
-         Grazie… - risponde lui noncurante grattandosi una guancia.
-         Si risponde “anche a te” non “grazie” – inveisce Andrea alle spalle di un Robert che si dirige direttamente in cucina, e si ferma prima ancora di mettervi piede.
-         Ohhh e questa cos’è? – Robert si rigira a guardare Andrea, che in questo momento è la stessa di 10 anni fa, quando tutta contenta lo guardava perché voleva essere presa in braccio.
-         La colazione del Rocker!
-         Ah ah l’hai fatta tu? Grazie!!
-         Sei il festeggiato oggi!
-         Wow, se lo dicessi a David morirebbe di invidia!
-         Cosa? Che hai trovato la colazione?
-         Esatto!
-         Ahahah ma dai, è una cosa da niente!
-         Io credo proprio che glielo dirò!
Afferma Robert mentre si è già seduto al tavolo e inizia a mangiare la sua colazione, anche Andrea appare in cucina, si siede sulla prima sedia che vede, suggerisce a Robert di mettere un divano anche li dentro, “lo spazio c’è e servirebbe tantissimo” sono le parole che usa per cercare di convincerlo. Passano il resto del tempo a parlare del concerto, del look da concerto, Andrea vuole infatti dei consigli su come vestirsi, per “mimetizzarsi” in quell’ambiente musicale che, Robert lo sa bene, non è proprio il suo. Il ragazzo è invece preoccupato dall’effettivo divertimento che potrebbe essere per Andrea il suo concerto:
-         ma no che non mi annoio! Hai dimenticato che ho passato interi pomeriggi ad ascoltarti suonare da piccola?
-         Ah, cioè ieri!
-         Scemo!
Finita la colazione, Robert annuncia che per evitare di sfigurare davanti la chioma leonina di Andrea, anche lui ricorrerà urgentemente a uno shampo.
 
 
 
Ora sono le 4 del pomeriggio e Robert, afferrata la sua chitarra, sta strimpellando esercizi per sciogliere le dita, Andrea gli si siede accanto.
-         tu suoni al vostri concerti?
-         Non sempre, oggi in scaletta ci sono delle canzoni in cui suono anche io… ma scusa in 3 giorni di prove non mi hai visto?
-         Effettivamente no, ho solo sentito, non sono entrava a guardarvi provare.
-         Ah… è vero.
-         Con gli altri quando ti incontri?
-         Dovrebbero essere qui tutti a momenti.
-         Che bello! Passate insieme il pomeriggio pre-concerto!
-         Si, c’è sempre qualcosa da sistemare all’ultimo minuto, una volta Jake è venuto con una corda rotta! E David senza una bacchetta della batteria!
-         Wow… quindi tieni una scorta di ogni accessorio musicale nella tua scatola magica?
-         Diciamo che molto spesso dimenticano le cose qui, e io le metto di lato.
-         Saggia decisione!
-         Sono un uomo saggio io! Ne dubitavi?
Come Robert aveva annunciato, nel giro di pochi minuti il soggiorno si ritrova popolato da 4 ragazzi che concitatamente parlano della serata.
-         è proprio vero che quando aspetti qualcosa con ansia, il tempo non passa mai!
Dice David agitandosi, indossava la maglia del suo gruppo preferito, e aveva dei capelli particolarmente lisci, evidentemente era la giornata shampoo per tutti.
John invece era apparentemente rilassato sul divano, fumava una sigaretta e discuteva con Jake del nuovo modello di chitarra uscito appena la scorsa settimana.
Andrea sta ad osservarli, armeggiando col suo telefono in quanto si stava accordando sul quando – dove – come incontrarsi la sera con i suoi amici. Un sms la informa che avrebbe mangiato una pizza in un posto per poi spostarsi al locale del concerto. Posa il telefono e sorride all’irrequieto David:
-         Calmo! O stasera crollerai, stai sprecando tutte le energie!
-         Non posso! Non vedo l’ora!
-         Guarda che devi farmi fare bella figura! Perché io poi mi vanterò di essere amica vostra!
-         Chi ti dice che vogliamo essere amici tuoi? – risponde Mick che sopraggiunge da fuori, evidentemente era uscito a prendere una cosa in macchina.
-         Mhmmmm – mormora Andrea infastidita – non stavo parlando di te! Tu non suoni oggi! Quindi non ho niente di cui vantarmi! Ed effettivamente non ci sarebbe niente di cui vantarsi pure se tu avessi suonato!
Cala il silenzio attorno ad Andrea che si sente osservata, persino il calmo e pacifico John era sorpreso e la stava guardando, David dal canto suo sghignazzava:
-         non si provocano le giovani studentesse di lingue Mick! Loro sanno usarla la lingua quando serve!
Mick era rimasto con la bocca spalancata per 3 secondi, e Andrea sente la bassa risata di Jake alle sue spalle. Si volta a guardarlo e continua a chiedersi se sia davvero così oscuro come sembra, sicuramente era il più ombroso di tutti, o magari era solo troppo poco tempo che lo conosceva e non doveva sbilanciarsi nei giudizi, non tutti sono aperti spontanei e diretti come ad esempio lo era David, “anche Mick alla fine è particolare” pensa volgendosi a guardare lui, e trovandolo serio a fissare la sua steccatura, Andrea si morde il labbro pentita di non aver frenato la sua linguaccia, gli ha praticamente sbattuto in faccia il fatto che non potrà suonare, cosa che gli sarebbe tanto piaciuto poter fare, si sente in colpa e gli si avvicina, gli poggia la mano sulla fasciatura, lui alza lo sguardo:
-         scusa, non volevo infierire, veramente mi  dispiace.
-         Non fa niente.
-         Ora mi odi di nuovo vero? Tanto lavoro sprecato!
-         Forse! – risponde Mick sforzandosi di dar meno peso all’amarezza che lo aveva pervaso in un istante – sei una pasticciona!
-         Sai che novità!
 
 
Quando i ragazzi lasciano la casa, Andrea fila dritta davanti l’armadio, e dopo una mezz’ora di oculati ragionamenti, opta per una gonna in denim scuro, leggins, stivali in pelle ma a suola bassa, la sua mitica maglietta rossa dell’hard rock cafè “l’unica cosa che ho, con Rock scritto su” era stata la motivazione che l’aveva convinta a sceglierla.
-         e ora diamoci dentro col trucco!
afferma sfidando la sua immagine riflessa nello specchio. Visto che l’occasione era particolare, decide di abbandonare il suo stile acqua e sapone, dopo tutto doveva mimetizzarsi, quindi terra, fard, eyeliner, mascara e rossetto non potevano mancare.
 
 
 
 
-         Sono così contenta di vedervi! È la prima uscita ufficiale di noi come gruppo!
Andrea si avvicina al gruppo di amici già in attesa davanti l’ingresso del locale, che accolgono in suo arrivo con un sorriso e caldi abbracci.
-         Andreaaa ma fatti vedere! Ma dimmi, vuoi rubarmi la scena?
-         Ahahah Evie non potrei mai!
-         Quindi sai che esiste il make up!
-         Ahahah ma dai! Solo perché all’uni non mi trucco non vuol dire che non lo faccio mai!
Andrea era effettivamente una che non si lasciava intimorire da un’uscita in pubblico in totale stato di “abbandono” in senso buono, spesso teneva i capelli raccolti in improvvisate code arruffate, senza velo di trucco, senza accessori o gioielli se non i suoi strani orecchini, due per ogni orecchio, i suoi preferiti  erano i piercing, o piccoli bottoni di forme bizzarre, un cult della sua collezione era ad esempio una cerniera argentata, per la particolare serata si era ispirata al tema musica, così aveva indossato un paio di chitarrine elettriche, e una chiave di violino, complessivamente un look adolescenziale che la faceva apparire di un’età inferiore a quella che effettivamente aveva.
Imbarazzata dai complimenti che stava ricevendo da Mary sui suoi capelli lunghi e ricci e “extra volume” come li aveva appena definiti, Andrea cerca di sviare l’attenzione su qualcos’altro, non amava molto essere al centro della scena.
-         io comunque avrei fame! Se ci incamminassimo?
A Toby, che di capelli e trucchi importava poco e niente, quella parve la più valida idea che avesse fin’ora sentito, annuisce e si mette in marcia trascinando Mary per la mano a passo sostenuto.
 
Trascorrono un paio d’ore tranquillamente chiacchierando del più e del meno, della giornata, dello studio, delle aspettative sul concerto, di un tipo che se ne stava seduto al bancone bevendo e guardando la partita con molto trasporto.
 
 
 
 
-         Non sapevo che si dovesse fare la fila! – Mary abbracciata a Toby sbatte un piede a terra sbuffando come una bambina capricciosa.
-         Tesoro, non è che posso farci qualcosa, aspettiamo.
-         Ma sicuro che è qui?
-         Il Drunks è questo!
Se ne stavano in un angolo vicino alla lunga fila che c’era davanti la porta del locale, Andrea cercava di spiare oltre la porta, magari se Robert o David l’avessero  vista, avrebbero fatto qualcosa per farli entrare prima. A un certo punto Evie bisbiglia con voce eccitata:
-         ehy Andrea non girarti! C’è un tipo, un BEL tipo, che ti fissa!
-         Co-cosa? – Andrea smette immediatamente di ondeggiare su un fianco e un altro per sporgersi a guardare al di là dell’ingresso.
-         No, non ti girare!
-         Ma scusa, voglio vedere…
-         Te lo descrivo io! È… figo!
-         Ah be ora si che ho capito!
-         Con i capelli lunghi, chiari, occhi chiari, vestito rock.
-         Ti rendi conto che metà delle persone che ci circondano corrispondono a questa descrizione? Che poi che ha da guardare?!
-         Ah ah be, la tua minigonna ad esempio!
-         Ma ma come? Mi guarda lì? Scusa dovrei stare qui ferma mentre un tizio maniaco mi guarda? Dimmi dov’è così faccio finta di girarmi casualmente e butto un’occhio!
-         Mhm è proprio dietro di noi, appoggiato a una macchina nera che fuma, e ha una mano steccata…
-         Ha una cosa??? – esclama Andrea mentre si gira, facendo saltare all’aria ogni tentativo di camuffamento, mette subito a fuoco il ragazzo in questione che in meno di 2 secondi ha già strabuzzato gli occhi, indietreggiato con la testa e ripreso la solita espressione seria e strafottente, si ricorda di avere una sigaretta in mano e la porta alle labbra.
-         Figo  eh?
-         Ma che figo, quello lo conosco, è un cretino psicopatico!
-         Ah  - Mary e Evie si voltano a guardare il tipo, Toby da una pacca al braccio di Mary che si rivolta subito.
-         È uno del gruppo, non può suonare oggi perché ha quella stecca.
-         Comunque… io non sbaglio mai! Lui ti stava guardando! E non pare tanto male!
-         Questa volta hai avuto un abbaglio! Lui nemmeno mi considera un essere umano!
-         Eh ma stasera ti sei acconciata! Riconosco un tipo che punta una tipa!
Mary ride, Andrea si imbarazza e decide di fare le presentazioni, visto che Evie ci tiene tanto. Si volta e indica a Mick di avvicinarsi, lui segue il suggerimento subito, ma sempre con aria indifferente.
-         allora sei venuta davvero Andrea!
-         Pensavi vi stessi prendendo in giro? Perché stai fuori e non ci stai facendo entrare da star?
-         Non ti aveva riconosciuta – Evie ridacchia, Mick la guarda sospettoso
-         Come mai non mi presenti i tuoi amici? Sono Mick, scusate la mia mano in disuso.
Tutti di presentano.
-         Andrea ci diceva che sei un musicista.
-         Ci provo! – dice Mick in tono così amichevole che quasi stenta a riconoscerlo, poi si ricorda il primo giorno in cui l’ha visto, quanto aveva sorriso anche a lei – non pensavo che parlassi di me, ragazzina! Giochi a fare l’adulta oggi?
Ecco ora lo riconosce, il solito scimmiottamento, è sempre Mick!
-         io non parlo di te con nessuno, in realtà pare che un tipo alle mie spalle, stesse insistentemente guardando il mio posteriore, che cosa assurda eh? – tono sarcastico – così mi sono girata e ti ho visto per caso, evidentemente Evie si sbagliava!
Mick balbetta un “ah” sentendosi preso in flagrante, sotto lo sguardo indagatore di Evie che per niente al mondo ammetterebbe di essersi sbagliata.
Per sviare il discorso si propone da guida, così supera il gruppetto con il suo portamento da “ehy io sono figo” con tanto di capelli svolazzanti, e 30 secondi dopo sono tutti dentro la sala del locale.
Evie gioisce un po’ in se per quell’istante di notorietà con tanto di sorpasso della fila, e fa cadere lo sguardo indagatore mal viso di Mick, anche Toby e Mary erano contenti della “VIPpata”.
 
Andrea era curiosa di vedere il locale dentro, e forse un po’ ci pensava a quello che Evie sosteneva fermamente, però alla fine si convinse che doveva davvero essersi sbagliata.
Di fronte all’ingresso si trova il bancone del bar, sulla sinistra dei tavolini, lo spazio tra bancone e ingresso è un quadrato libero, a destra c’è la vera e propria sala, con tavolini da 6-8 posti tutti in legno disposti al centro con delle panche in comune, e tavolini più piccoli su 3 lati del perimetro della sala, il gruppo avrebbe preso posto sul 4° lato, libero da tavoli accanto al bancone, su una piattaforma rialzata.
 
Si guarda intorno e punta un tavolo da cui sicuramente avrebbe avuto una buona visuale, chiede a Mick se anche in 4 poteva permettersi di sedere in uno di quei tavoli più grandi, e Mick le assicura di poter fare la raccomandata giusto per oggi, poi spiega che lui si metterà al bancone perché aspetta degli amici ed è più facile farsi servire da bere nella confusione, quindi si allontana rivolgendo a tutti il suo sorriso da star hollywoodiana.
Andrea è curiosa di sapere dove va, ha un atteggiamento spaccone più del solito, e questo almeno dimostra che ha recuperato un po’ di spirito dopo i giorni di abbattimento totale passati a commiserarsi e a consolarsi con il fumo, “magari è sotto effetto di qualche strana cosa e io non lo so!” pensa persino. Pensa tutto questo mentre, essendosi già accomodati, i ragazzi ordinano da bere, e lei, ovviamente, non può far altro che votare per la solita mezza minerale, spiegando a Toby che Sì beve solo acqua e NO non beve nient’altro, nemmeno l’acqua frizzante e la Coca cola.
 
Evie osserva due tipi che sono emersi dal piano inferiore attraverso un corridoio dietro il bancone, i due alti, filiformi e capelloni si avvicinano alla sala, guardandosi intorno e discutendo con cenni del capo, il liscio tra i due indica verso di lei, il riccio guarda e sembra convinto, li vede avvicinarsi e fare segno di stare in silenzio, Evie partecipa divertita al gioco e non dice niente, arrivati alle spalle di Andrea, ed essendo molto alti, possono permettersi di piegarsi in avanti spuntando letteralmente davanti il viso della ragazza che sussulta e sorride subito dopo aver inquadrato le due facce capovolte accanto a lei.
-         Salve! – sorride, ricevendo una bacio sulla guancia destra da David e una scompigliata di capelli da parte di Rob che aveva incrociato le braccia appoggiandole allo schienale della panca su cui sedeva Andrea con accanto Mary.
-         Guarda guarda… dove l’hai lasciata la piccola Andrea?
-         È sempre qui, sotto i 3 chili di stucco!
Andrea ride insieme a lui e Robert.
-         questi sono Robert, un mio carissimo amico di infanzia, e David, il suo amico, nonché mio preferito membro della band!
-         Ma come?! – si lamenta Robert fingendosi offeso e poi sorridendo e salutando gli amici di Andra seduti al tavolo con lei.
-         Spero che lo spettacolo vi piaccia, tu devi essere l’amante dei gruppi rock, Andrea mi ha detto che lo ascolti.
-         Siiii – commenta euforicamente Evie sorpresa che Andrea avesse parlato di lei ai suoi amici “super” e contenta che gli stesse rivolgendo la parola, gli porge una mano ricevendo due poderose strette.
-         Sarà più bello delle prove- assicura David ad Andrea.
Poi i “maschi” iniziano a parlare un po’ tra di loro, intrattenendosi sulla musica, sui pezzi, Toby confessa di averli già sentiti prima e di essere stato molto contento nel sapere che avrebbero suonato di nuovo. poi Dav e Rob si allontanano dal tavolo, e da lì a 20 minuti danno inizio allo  spettacolo.
 
Andrea si rende subito conto di essere l’unica, o forse una delle poche, fuori posto in quel contesto, appena tutti più o meno intonatamente iniziano a canticchiare le canzoni proposte dalla band, lei non conosce nessun testo, ma si diverte ondeggiando il capo a ritmo di musica e ostentando un’espressione convinta che avrebbe a sua volta convinto chiunque! Toby tortura Mary con le sue spiegazioni tecniche degli assoli di chitarra che a volte mima anche, Evie si diverte da pazzi e non mancava di ricordarlo ogni 5 minuti, ha già fatto amicizia con 2 del tavolo accanto, e discute con loro su quante volte ha desiderato fondare una rock girlband.
 
L’inizio della pausa è marcato da un invito piuttosto accorato del pubblico a proseguire subito.
Robert incrocia lo sguardo di Andrea che in un certo qual modo pare trasmettergli il messaggio “mi diverto tranquillo!”, lui brinda al tavolo alzando la sua bottiglia, e silenziosi e sorridenti Evie, Mary e Toby sollevano i propri bicchieri, Andrea ride brindando con la sua acqua!
David era sceso al bancone, e si era sistemato accanto a Mick con il quale discuteva su chissà che cosa, probabilmente sul concerto. Poi si allontana dopo avergli dato un buffetto sul viso, a vederlo così sembrava anche lui piccolo, era il piccolo del gruppo infondo. La pausa finisce.
 
A sorpresa Mick si avvicina e prende posto al suo tavolo.
-         ehy Nick! Cos’è i tuoi amici avevano sonno e se ne sono andati?
-         no, semplicemente una prova in itinere per cui devono studiare proprio domani!
-         ahhhh – Evie pare convinta dalla spiegazione.
-         Comunque mi chiamo Mick!
-         Ohhh.. scusa…comunque… quello che suona, con i capelli come i tuoi, è tuo parente?
-         Sì, è mio fratello, si vede eh?
-         Oh sì, e poi io ho l’occhio lungo, non sbaglio mai, capito Andrea? Ricordatelo.
Andrea cade dalle nuvole e rimane con un espressione indifferente:
-         certo certo, piuttosto sono bravi eh? Peccato per te Mick, la prossima volta ci delizi tu!
-         Purtroppo devi aspettare!
-         Aspettare è il mio forte!

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Capitolo 8
*** Halloween ***


Il cielo è grigio da una settimana, il freddo è ormai padrone dell’aria e nuvole costanti lasciano cadere ogni notte abbondanti piogge. Per qualche strano motivo quella mattina, il 30 ottobre, il cielo è più limpido del solito, Andrea armata di stivali, piumino e impermeabile era andata a lezione, anche oggi e per evitare la pioggia rimarrà a studiare in biblioteca ed anche oggi Evie e Mary si sono unite a lei, anche oggi ha incontrato per caso quel ragazzo che le aveva fatto sbattere la testa contro il piede della sedia, Kevin o come si chiama, e il suo gemello Josh.
 
Sono le 21:00, Andrea è seduta alla sua scrivania con davanti un blocco per gli appunti, ma non vi presta molta attenzione, batte in continuazione la penna sul foglio fissando fuori dalla finestra davanti a lei. Mentre è immersa in questa contemplazione, è distratta dal suono di passi sulla pavimentazione bagnata del cortile davanti l’ingresso, la sua finestra si affaccia proprio li, come può ben prevedere nel giro di pochi secondi sente suonare il campanello, ma non si muove, esce totalmente dal suo stato di torpore quando, con più insistenza, il campanello torna a farsi sentire, butta la penna sul piano della scrivania, si alza trascinando indietro la sedia molto rumorosamente, schizza giù per le scale appiattendosi sulla porta per guardare dallo spioncino, apre la porta:
 
-         Ehy ragazzi! Che ci fate qui a quest’ora? Con questo tempo… entrate forza!
-         Andrea! Ciao piccola, sono un pezzo di ghiaccio!
 
Andrea fa passare gli ospiti e poi si richiude la porta alle spalle, cercando di non far disperdere il tepore della stanza e volendo al più presto lasciare fuori la bufera che imperversa, ma non riesce ad impedire ad una folata di vento di scombinarle comicamente i capelli.
I più assidui frequentatori della casa, i fratelli Tyler, sono gocciolanti all’ingresso, totalmente infreddoliti si sfregano le mani dopo essersi tolti gli impermeabili che Andrea raccoglie prontamente e appende accanto alla porta, Mick, che non lo aveva ancora fatto, la saluta con una pacca sulla spalla, poi insieme al fratello in silenzio di siede sul divano dove la tv era accesa, senza che qualcuno la stesse guardando. David inizia a maneggiare il telecomando, ed Andrea guarda entrambi interrogativamente, nessuno dei due ha risposto alle sue domande.
 
-         Robert?
-         Non lo so, magari è in bagno, per questo non è venuto lui ad aprire.
-         Allora lo aspettiamo…. Ah per risponderti alla domanda di prima – Andrea è contenta che sia stata presa in considerazione – siamo qui per la serata horror!
-         Ma Halloween è domani…
-         Sì, ma siamo ad una festa in maschera quindi abbiamo anticipato ad oggi! È una tradizione che comincia ad Halloween, una volta a settimana da oggi sarà la serata horror!
Spiega David con molto entusiasmo.
-         Ahhh bellooo! – Andrea sorride – e per quante settimane.
-         Fino a Natale, Ti piace l’horror? – Mick la guarda stranito – non l’avrei mai detto Miss margheritina.
Si riferisce chiaramente alla fantasia del pigiama che Andrea indossa, la ragazza stringe la vestaglia e tira su il mento:
-         Tante cose non ti aspetteresti da me! Comunque adoro gli horror! Io e mia cugina abbiamo avuto anche le nostre tradizioni di pomeriggi horror da quando avevamo 8 e 12 anni!
-         Peccato che le fanciulle, per quanto coraggiose, non siano invitate!
-         Oh… - Andrea assume un’espressione più mansueta – è vero, non sono per forza invitata in tutte le cose che fate.
-         Ma scherziamo? Certo che puoi restare! – dice David con un sorrisone mentre spintona il fratello, lui sì che sa come riportare il buon umore – anzi siediti accanto a me, così se avrai paura potrai aggrapparti a un vero uomo!
Scandisce le ultime parole battendosi il petto rigonfio d’aria.
-         Ohh grazie dell’offerta, ma non avrò paura vedrai! Mhm… ho delle patatine, se le mangiassimo durante il film?
-         Ok, diciamo che è il tuo prezzo del biglietto!
-         Non sono per te! Solo per tuo fratello e me. E Robert ovviamente! - dice Andrea mentre vede il biondo uscire dal buio della scala.
-         Che permalosa! – commenta Mick.
 
Arrivato nel soggiorno Robert sorride a tutti salutando i suoi amici con un “ci siamo!”, poi inizia a mettere a punto il lettore dvd, e afferra il telecomando, Andrea entra in cucina intenzionata a versare le patatine in una grande ciotola, mentre lo fa dice ad alta voce:
-         Già che ci sei Mick, sali in camera mia e prendi il pile che trovi ai piedi del letto ok? Per favore!
Mick si trascina davanti la porta della cucina, la guarda scocciato, ma inizia ugualmente a salire le scale, in un attimo torna giù con il pile sulle spalle.
-         Sai che Mick avrà gli incubi stanotte? – scherza David rivolgendosi ad Andrea che ha già preso posto sul divano.
-         Ma che c**te dici, sarà successo una volta quando avevo 5 anni!
-         Perché quanti anni hai adesso? – punzecchia Andrea che si ritrova con la coperta sbattuta in faccia.
Punta i piedi a terra, si stringe nel pile e afferra un pugno di patatine iniziando a mangiare stizzita, mentre Mick la guarda con superiorità prendendo posto anche lui sul divano, a debita distanza da lei. Robert lo guarda contrariato, poi spegne le luci e mette play:
-         e adesso silenzio in sala!
-         Ehy voglio anche io le patatine!
-         Mick chiudi il becco o no?
-         Scheisse!
-         Ecco appunto.
 
Andrea è contenta di poter partecipare a quella che David aveva detto essere una loro tradizione, forse era davvero riuscita ad integrarsi in quello strano contesto, “strano ma simpatico… e pure un po’ sballato” pensa ricordando le scene a cui aveva assistito la settimana prima, nel post-concerto. 4 musicisti con seguito, che fanno baldoria, e non solo, al di là della soglia della porta della sua camera, non era proprio lo spettacolo che una come lei era abituata a vedere, sorride pensando che magari la prossima volta farà bene a dormire da Evie, anche se forse lei avrebbe preferito seguirla a casa sua…immersa in questi pensieri Andrea perde l’inizio del film, si guarda attorno e nota che  nessuno sembra essersene accorto, si concentra sul film.
-         ah ma io l’ho già visto! – bisbiglia – questo è il film della vecchia che ti perseguita quando sei al buio e ti è caduto l’ultimo dente da latte! Darkness Falls?
-         Non voglio sapere il finale!
-         Non me lo ricordo Mick.
-         Ok…
Perfetto, questo le dava la possibilità di distrarsi, non aveva mentito sul genere, davvero le piaceva, ma può sempre capitare una scena che ti fa sobbalzare sul divano, e se lo avesse fatto è sicura ce Mick non avrebbe perso l’occasione di prenderla in giro, almeno conoscendo la storia non avrebbe avuto molti colpi di scena.
A circa un’ ora dall’inizio del film, un lampo che illumina la stanza a mezzogiorno fa saltare la corrente.
-         Noooooo!!! – esclama Robert che si era appassionato alla visione.
-         E che c***! – David si ributta indietro contro lo schienale.
-         Fantastico! Proprio quello che ci vuole quando c’è un temporale stai guardando un film!
-         Hai paura ragazzina?
-         No Mick, sono sul divano di casa mia con la bella compagnia di 3… due omaccioni e mezzo! Che vuoi che mi spaventi?
-         Magari un serial killer potrebbe entrare proprio adesso ed ucciderci tutti!
-         Potrebbe cominciare da te? Così la smetti di dire cretinate! Oh!
-         Ahahaha Mick e smettila di dare sui nervi ad Andrea - dice David mentre cerca di far luce con il proprio cellulare, Robert si era alzato, sta frugando da qualche parte nel bagno alle spalle del soggiorno, ne esce poco dopo con una potentissima torcia che dissolve l’oscurità della stanza.
-         Bravo Robeeert! – esclama a gran voce Andrea battendo le mani – questa si che è una lampada d’emergenza, sembra quella del film!
-         Solo che a differenza del film, io ne ho una in ogni piano, non 40 in un borsone da palestra.
-         Tu non hai una vecchia pazza che tenta di ucciderti quando stai al buio!
-         Uff non sono nemmeno le 11! Ora che si fa? Si raccontano storie di fantasmi?
-         Ma direi che negli anni le abbiamo esaurite tutte – osserva Robert.
-         Mentre voi decidete io finisco le patatine! – commenta Andrea, il cui piano è mandato in aria da Mick, che con un gesto veloce ruba le rimanenze della ciotola, lei lo guarda seria – adesso potrei odiarti lo sai?
-         Fono l’oFpite! – si giustifica lui con ancora la bocca piena e sostenendo il suo sguardo di sfida.
-         Uno scemo! Ecco cosa sei!
-         Non puoi dirmi scemo ragazzina!
-         E tu smettila di chiamarmi ragazzina!
-         Hai ragione! Sei un maschiaccio tu…
Andrea ascolta alzando lo sguardo e scuotendo la testa.
-         In effetti, ti manca proprio tanto per diventare una donna come si deve!
-         Non mi frega NIENTE di quello che pensi tu chiaro??? Puoi anche finirla di dare i tuoi giudizi su tutto! Buona notte!
-          
Andrea si alza di colpo sparendo dopo pochi grandi passi nel buio delle scale, David che ancora fissa il posto improvvisamente vuoto se ne esce con “sarà la settimana sbagliata!”, Robert punta il fascio di luce direttamente sugli occhi di Mick:
-         Ti rendi conto di quello che hai fatto? Non puoi dire ad una ragazzina che non è abbastanza donna! Hanno la mente fragile quelle! Si complessano e ci credono!
-         Be prima o poi deve affrontare la realtà! E poi tu che ne sai? Da quando sei l’amico delle donne? Ne hai trattate molte di più, molto peggio di così! E spegni quel faro!
-         Avevo una compagna di scuola al liceo che era innamorata di me, ma era tutto tranne il mio tipo, credimi, a confronto Andrea è Miss Universo, comunque… voleva che l’accompagnassi al ballo del terzo anno, ma io declinai, purtroppo non avevo ancora capito come funzionasse perfettamente la galanteria, le dissi che era brutta, e non me lo perdonò! Il giorno stesso del ballo passò molto del suo tempo lanciandomi occhiate assassine, e pure l’anno seguente, pare che poi trovò un fidanzato, e al ballo del 4° passandomi davanti con l’aria di una che deve dimostrare qualcosa, mi fa “tu mi hai fatto passare l’adolescenza a piangere perché mi hai rifiutata, menomale non sono tutti  come te!” e se ne andò stretta stretta a quel mal capitato. Allora non pensavo, ma poi ho capito che è così, un giudizio per loro vale molto più che una condanna all’ergastolo, è una legge da cui non si scampa!
Dopo che David aveva a sua volta ammesso che anche a lui era successa una cosa del genere una volta, Mick alza un indice in aria:
-         Non ho intenzione di chiedere scusa a nessuno! Non è colpa mia se ragiona così! E poi qui non c’è nessuno innamorato di me quindi questa cosa non le deve bruciare più di tanto! – poi come se nulla fosse – domani ti passiamo a prendere noi? Io ho una mezza festa all’uni, ci vado a fare un salto e poi vengo alla festa con voi.
-         Si ok, e… David trova qualcuno che ci accompagni a casa e che quindi non beva.
-         E se ce ne andassimo a piedi o in tram e tornassimo in taxi?
-         Se ne può parlare! Ci sentiamo domani stesso.
-         Ok, e salutaci Andrea domani, è scappata poverina.
-         Salutala a lui, io posso farne a meno.
-         Ok, comunque Mick vacci piano con lei, non ti ha fatto niente, anzi a quanto mi risulta ti ha pure voluto aiutare.
-         Ahhh quindi non tiene nemmeno chiuso il becco! Pettegola!
Mick si allontana blaterando sotto la pioggia, David alza le spalle e fa un ultimo cenno di saluto a Robert prima di raggiungere il fratello che ha appena avuto la poco brillante idea di prendere una sigaretta, che si è bagnata e quindi non riesce ad accendere.
 
Quando Robert si rigira dando le spalle alla porta si rende conto che la luce è tornata, spegne quindi la torcia e la ripone al suo solito posto, così la prossima volta che ne avrà bisogno, saprà dove cercarla, anche lui decide di prendere l’ultima sigaretta prima di dormire.
Quando si avvia verso la sua stanza e passa davanti la porta di quella di Andrea, non vede filtrare alcuna luce, ne riesce a sentire movimenti, decide che l’avrebbe vista l’indomani.
E così è.
 
La pioggia ha lasciato spazio ad un brillante arcobaleno questa mattina e un forte odore di terra bagnata impregna la fredda aria del 31 ottobre.
“Happy Halloween!” è la frase con cui Robert accoglie Andrea in cucina, lei lo guarda con lo sguardo ancora addormentato trascinandosi al tavolo.
-         anche a te! – dice stropicciandosi un occhio e sedendosi pesantemente al tavolo.
-         Non hai dormito?
-         Sì sì… - risponde con poca convinzione iniziando a fiutare l’odorino che aleggia in cucina.
-         È stato il film? Hai avuto gli incubi? – scherza Robert alzandosi e avviandosi ai fornelli.
-         Ohh.. no, pff l’avevo gia visto.
-         Allora è per Mick?
-         Ti dispiace? – Andrea chiude gli occhi come colpita da un improvviso mal di testa – non ho intenzione di parlare di lui, anzi meno se ne parla meglio è… anzi se non lo vedo proprio è pure meglio!
-         Beh è un po’ difficile, è spesso qui…
Andrea sbatte un paio di volte le palpebre, prendendo un’espressione seria e risoluta:
-         lo ignorerò!
-         Dovresti davvero ignorare ciò che ha detto se ti ha offesa, non voleva farlo…
-         Ohh sì che voleva! È perfido e ce l’ha con me, ma io non credo di avergli fatto qualcosa, ha deciso che non possiamo essere amici, e ok, è libero di pensare ciò che vuole… non mi resta altro da fare che ignorarlo – aggiunge in tono più mesto.
-         E non pensare che sia vero ciò che lui può dire di te…
Robert poggia sotto il mento di Andrea una tazza fumante, poi le si siede di fronte iniziando a sorseggiare la sua.
-         Cioccolata!
Andrea assaggia, e sta subito meglio, si sente istantaneamente rilassata, si alza girando attorno al tavolo e va ad avvolgere le braccia attorno al collo di Robert.
-         grazie Bobi!
-         Ahahahah non mi chiamano così da 10 anni almeno!
-         Ehy… chi ti ci ha chiamato?
-         Tu ovviamente!
-         Ah ecco, mi sembrava – risponde lei, mentre torna al posto e continua a sorseggiare contenta – come mai hai fatto la cioccolata a colazione?
-         Per farti venire l’allegria!
-         Ohh solo per me quindi? Tu sì che sei un buon amico.
-         Comunque la volevo anche io… Siamo tutti amici qui!
-         Ma insomma… ma è ok, sarò superiore!
-         Senza dubbio… sai quando andavo a scuola…
-         Ho sentito questa storia ieri! – si affretta a dire Andrea alzando il palmo della mano sinistra, Robert si interrompe sorpreso – ok… ammettiamo pure che io me la sia un po’ presa, e ammettiamo pure che quello abbia ragione, ma non ha il diritto di spiattellarmelo in  faccia!
-         Ma non ha ragione!
Andrea guarda nel vuoto con un’espressione convinta del contrario, continuando a bere la cioccolata in silenzio.
-         vuoi vedere il mio vestito da Halloween? L’ho portato con me in valigia, l’ho appeso, è proprio bello! – dice per interrompere quel discorso.
-         Si dai fammi vedere!
I due si incamminano verso l’armadio di Andrea.
-         wow, è così che vuoi uscire??
-         perché non ti piace? – chiede Andrea preoccupata.
-         altroché, è molto sexy!
-         ahahah beh non c’è questo rischio!
-         guarda che spacco!
-         si ma ho i collant sotto, ok importante che ti piace!
-         ehhh la piccola Andrea che  è cresciuta!!
-         finalmente qualcuno che ne prende atto!
-         Hai una festa all’università stasera?
-         Si, non vedo l’ora, adoro le feste in maschera!
-         Spero che ti diverta! Io ora vado a ultimare le cose per stasera…
-         Anche tu vai a una festa?
-         Si, ma io e il gruppo suoniamo pure un pezzo, quindi devo andare a vedere che attrezzature hanno, e cosa manca,  ed in caso portarlo!
-         Buon giretto!
-         Grazie!
 
 
 
 
 
 
La giornata è passata in fretta, ed Andrea è contenta di poter finalmente prepararsi, è intenta a fissarsi davanti lo specchio, ed è attanagliata da mille dubbi: “e se il vestito è troppo? E se i tacchi sono troppo alti? E come mi trucco? Nero e viola come il vestito, ovvio!”
 
 
-         Dopo aver messo il rossetto rosso sangue, chili di mascara e aver allungato inverosimilmente gli occhi con il kajal ed ombretti a sfumature degne di un make up artist sono stata molto soddisfatta del mio lavoro, sono pure riuscita a uniformare il colorito con il fondotinta e la cipria! Guarda sembro persino pallida e vampiresca, per quanto la mia carnagione abbia permesso.
Andrea descrive i suoi sforzi da truccatrice ad una fatina bionda in lurex rosso impersonata da Evie, le due ragazze sono all’ingresso del padiglione in attesa dei Maby, come hanno rinominato la coppia Mary – Toby.
Il vestito di Andrea sembra molto “gotico”, un bustino stringato nero con intarsi violacei metallizzati, dal quale parte una lunga gonna in vellutino leggero con un ricamo traforato lungo tutto il profondo spacco sulla gamba destra velata da un collant sottilissimo ma nero, in più il tacco 12 degli stivaletti ai quali ha personalmente cambiato i lacci con dei nastrini altrettanto viola, la fanno sfiorare il metro e ottanta questa sera. I capelli raccolti in una doppia coda alta sembrano essere molto più lunghi del normale, e due ciocche arricciate morbidamente le ricadono su entrambe le parti ad incorniciarle il viso. Evie  è invece in versione “trilly” demoniaca, un sapiente uso della matita e dei capelli che sembrano fluttuarsi in aria le conferiscono un’aria da spiritello dei boschi.
 
-         il tuo vestito è uno schianto Andi! E il trucco? Non ti si riconosce nemmeno!
-         Addirittura! Perché non entriamo piuttosto? Fa freddo… e c’è già molta gente dentro, alcuni gia ballano… Toby e Mary ci riconosceranno, nonostante tu  dica che io non sembri io!
-         Ahahah sì dai hai ragione, poi sei alta come un lampione oggi! Ti notano per forza, sfido chiunque a non notarti!
-         Ma smettila… menomale che ci sei tu che tiri su la mia autostima!
-         Perché c’è qualcuno che abbia disprezzato questo fiore di gioventù?
-         Ahahah guarda che hai solo 3 anni in più di me, sei un fiore di gioventù anche tu!
-         Sì indubbiamente, ho fatto un’altra domanda…
-         Entriamo eh?
 
 Come osservato da Andrea, la festa è già in pieno svolgimento, gente che balla, altre comitive attorniate ad un tavolino, altri al bar, altri bevono, le due ragazze decidono di accomodarsi in un divanetto e ambientarsi con calma, osservando e commentando i vestiti degli altri partecipanti, la curiosità di Evie però non la fa demordere troppo presto:
-         quindi?...
-         cosa?
-         Quel tuo amico Rick, ha per caso fatto altre scenate da teenager scontroso?
-         Ah … - l’espressione di Andrea si incupisce di colpo – non è un mio amico, si chiama Mick, e non deve essere nominato ok?
-         Ma come?? È tanto carino e poi gli piaci!
-         Certo… e tu alla ragazza che ti piace vai a dire che non ha le carte giuste per essere una vera donna…logico!
-         Ha detto questo?!
-         Per la precisione ha detto che mi mancano troppe cose per essere una vera donna!
-         Che stronzo! Non c’è niente che non vada in te! Lo dice solo perché si sente minacciato!
-         Ti sembro una minacciosa io?
-         Io avrei timore di una vampira alta un metro e ottanta!
-         Ok, oggi sono così, ma non è che vado in giro conciata così ogni giorno! Lui mi vede come sono quotidianamente, una ragazzina buona da sbeffeggiare!
-         Gli faremo cambiare idea! – afferma Evie assottigliando gli occhi.
-         E perché? Tanto comunque non mi importa niente…
 
Andrea si alza e si dirige al bancone bar, seguita dallo spiritello rosso che continua imperterrito:
-         ok, non si sente minacciato da te, allora ti vuole impressionare, così tu te lo figuri come un tipo autoritario, uno che ha potere, e da brava ragazzina sottomessa gli sbavi dietro! Ti vede piccola, e vuole fare il gradasso con te, perché te ne innamori!
-         È solo un inutile narcisista, ok sì, forse è uno di quelli che ti vuole colpire a tutti i costi, ma solo perché ti deve fare credere che lui sia superiore, non gliene frega un bel niente di te poi in fin dei conti, quasi rido! “perché me ne innamori” ah ah.
-         Invece è così, ridi pure quanto vuoi! Tanto l’ho visto come ti guardava la settimana scorsa, e poi quello che mi hai raccontato, quando siete soli non si comporta così, è il tipico bullo con un animo da scoprire!
-         E tu vedi troppi telefilm!
-         Allora ragazze cosa vi do da bere? – il barman interrompe un attimo la discussione che aveva ascoltato divertito.
-         Acqua per favore. – risponde Andrea stancamente, vede lo sguardo contrariato di lui – devo guidare!
In realtà Andrea è astemia, ma ormai ha imparato che per evitare vani tentativi di conversione all’alcol, quella era l’unica scusa che reggesse.
-         io una birra grazie!
La richiesta di Evie era stata più soddisfacente.
 
Mentre la bionda sorseggia, nota una figura che si è appena seduta a tre passi da loro, sullo sgabello dietro Andrea, e appena vede una mano steccata appoggiarsi al bancone non ha dubbi, Andrea nota le strane espressioni sul volto dell’amica ma ancora prima di girarsi per capire da cosa fossero prodotte, si pietrifica non appena la voce della figura dietro di lei pronuncia la sua ordinazione “una weiß!”.
Ricevuta la sua bevanda il ragazzo si accomoda meglio sullo sgabellino girevole, senza riconoscere la mora che accanto a lui gli da le spalle, ma dedicando un’accurata occhiata al suo spacco, con tanto di occhiatina di intesa scambiata col barista mentre sorseggia la sua bottiglia.
Quasi si affoga quando vede sporgersi una testa bionda sul bancone, che gli sorride allegramente.
Andrea fucila l’amica con lo sguardo, doveva rimanere impassibile e allontanarsi di spalle insieme a lei, ma a quanto pare non era la stessa idea che aveva avuto la fatina rossa, che ora salutava cordialmente il suo acerrimo nemico, per di più costringendola a voltarsi, con uno sguardo tanto glaciale da personificare alla perfezione l’essere senz’anima da cui era travestita.
Dopo aver salutato Evie, Mick si sente a disagio per aver, per la seconda volta, notato Andrea senza riconoscerla, ma non può darsi sotto, quindi assume la sua solita espressione sbruffona che faceva risultare il suo sguardo smeraldo luccicante fin troppo ammaliante per un morto, o uno zombi, o qualsiasi altra creatura della notte abbia deciso di imitare stanotte.
-         Ciao Andrea, non si salutano gli amici?
-         Oh certo, ma io non ne vedo qui, Evie tu vedi amici miei?
-         Su Andrea, non fare la vampira ora, Vick che sorpresa non sapevo studiassi qui!
-         Mi chiamo Mick, e comunque sì, dai che c’è ragazzina sei ancora arrabbiata per ieri?
Andrea si morde la lingua per non urlargli contro, fosse davvero stata una vampira, lo avrebbe azzannato all’istante.
-         NON sono una ragazzina! E tu che ci fai qui? Non dovresti essere a sballarti insieme a quell’altro uomo oscuro, il tuo simpatico fratello e il mio adorabile coinquilino?
Mick ignora ogni domanda e contrattacca:
-         sai potevi anche sembrare una bella ragazza per quanto mi stranisca ammetterlo, ma poi apri bocca e rovini tutto!
-         Ehy ehy vacci piano! - Andrea guarda stupita il barman che stava prendendo le sue difese – è una bellissima ragazza di sicuro!
Andrea abbassa lo sguardo imbarazzata, Evie gli lancia invece un occhiolino come a dire “ ben fatto”.
 Mick non si lascia abbattere e continua a guardare sprezzante, fino a quando qualcosa lo turba: una versione molto elegante di se, più alto e con i capelli più corti si è avvicinato a loro e ha sorriso ad Andrea, che ha ricambiato illuminandosi in volto e riprendendo quel suo sguardo timido e quel suo tipico aspetto docile.
Nella mente della ragazza per un attimo balena un’assurda idea, ma quando se ne rende conto la sta già mettendo in pratica:
-         Brendan!sei qui! pensavamo non ti avremmo più visto! Come mai così tardi? C’era traffico?
Si getta letteralmente tra le sue braccia, lasciando Evie con la bocca spalancata per un istante, poi si ricompone subito, sa chi è, il tutor del primo giorno, sa che Andrea ci ha fatto amicizia e capisce cosa l’amica stia facendo, sorride tra se e se.
 
Mick è incredulo mentre guarda i due sciogliersi dal loro abbraccio, non nota però che nel fare ciò, Andrea mima con le labbra le parole “per favore” prima di rigirarsi nell’abbraccio del ragazzo che non si mostra minimamente dispiaciuto dalla situazione, dando credibilità alla scena.
-         ti presento Mick, un amico del mio coinquilino.
-         Quel Robert eh?
-         Esatto, è il fratello del batterista della sua band!
-         Anche io faccio parte della band, ma non posso suonare per ora a causa di questa…
Mick mostra la sua mano, Andrea è colpita dal fatto che Brendan ricordi il nome di Robert, aveva ricevuto la sua prima telefonata davanti a lui, quando Robert le aveva confermato che la stanza poteva affittarla lei, poi lo aveva incontrato per caso alla fine di una lezione e gli aveva detto che stava andando a casa dove la aspettava l’allegra combriccola che in quel momento stava provando a casa sua.
Il volto di Mick aveva un non so che di sconfitto stampato su, forse nervosismo.
-         sono anche un amico di Andrea – aggiunge mentre gli stringe la mano – tu sei?
Mick si era alzato e nonostante fosse più basso del suo interlocutore, il suo fisico da rugbista gli conferiva un aria minacciosa, molto di più rispetto al fisico snello e all’aria pacifica di Brendan.
-         sono anch’io un amico di Andrea – in quel momento Brendan ride tra se e se, lasciando intendere volutamente qualcosa – mi chiamo Brendan e Andrea mi ha parlato di te.
-         È un dottorando!
aggiunge Andrea con una punta di ammirazione nella voce, che Mick scambia per orgoglio, come se quel ragazzo fosse il simbolo di quanto in alto era riuscita ad arrivare, un duro colpo per il suo orgoglio, lui era pur sempre uno studente piuttosto svogliato, il suo sguardo non è più così sprezzante.
-         oh… a me invece non ha mai parlato di te. – adesso guarda lei, in un modo che dentro la fa sentire in colpa.
-         Andrea è timida! – risponde lui tanto prontamente da risultare convincente.
-         Già – sorride lui, riguardandola in quel suo abito lungo che, deve ammettere a se stesso, la rendeva molto interessante.
-         Comunque Andrea mi deve un ballo, ci vediamo tra un po’.
-         In realtà sto andando ad un’altra festa…
-         Oh, ok!
Brendan trascina via Andrea senza rivolgere tanta importanza al nuovo conosciuto, lontani da orecchie indiscrete però invita Andrea a chiarirgli le idee
-         grazie mille per essere stato al gioco, sei uno splendido attore!
-         Ahaha prego, ho capito che dovevo fare qualcosa dalla faccia disperata che avevi quando mi hai detto per favore!
Mentre Andrea è intenta a spiegare tutta la situazione, quello che Mick vede dal suo posto, è una coppia che ha tanto da dirsi, che sorride in continuazione e balla a stretto contatto. Prende un sorso dalla bottiglia. Evie gli si avvicina:
-         sarebbero una bella coppia eh?
-         Sarebbero?
-         Si frequentano, ancora niente di ufficiale ecco…
-         Beh contenta lei…
-         Certo si potrebbe intervenire prima che sia troppo tardi.
-         Cos’ha che non va lui? Piace a te?
-         Oh no, e lui è fin troppo perfetto…però peccato io tifavo per te!
Mick si affoga sul serio.
-         co-cosa? Che ti ha raccontato? Che la voglio per caso? Che ci ho provato con lei?
-         Oh no, non ce n’è bisogno, è la seconda volta che ti becco a sbavarle dietro letteralmente, inutile che neghi, non fai altro che sbirciare il suo spacco tuttora!
-         Ha una calza bucata! – è la prima, stupida scusa che gli viene in mente, e lo dice mentre si costringe a distogliere lo sguardo.
-         Lei pensa che tu la odi comunque, non riesce a capire che tu voglia in realtà bucarle le calze!
-         Io cosa?? Ah ah questa poi?!
Mick ride di questa apparente “assurdità” ma ha un insolito colorito acceso.
-         sei Dott. Jekill e Mr hyde eh?
-         Cos’è siete tutte psicologhe nella vostra cerchia?
-         Il costume… sei vestito da jekill e hyde!
-         Ah… si, comunque io ora vado alla mia festa, il mio gruppo si esibisce, vuoi venire?
-         Oh sono arrivati i miei amici – alza un braccio per salutarli – io resto qui con questo bel barman, tu vai a fare strage di cuori, si capisce che non ti manca l’occasione, peccato però che quando poi uno è distratto, tutto il resto perda il suo fascino!
-         Certe cose non perdono mai il loro fascino!
Ridono entrambi, poi Mick si allontana, fino ad uscire dal locale, e nel freddo dell’aria notturna è improvvisamente preso da un grande senso di serietà.

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Capitolo 9
*** Realize ***


La festa all’università si protrasse ancora per alcune ore, poi gli invitati si riversarono nelle loro macchine, e ognuno diretto nella propria direzione, tutti lasciarono la scuola.
Era stata una serata molto piacevole, Andrea era sfinita dal ballo e provava qualcosa di nuovo dentro, una leggera euforia che l’accompagnò lungo tutto il tragitto.
Tornata a casa i suoi lieti pensieri furono turbati per un attimo dal dubbio di aver dimenticato qualcosa… oh sì! Evie l’aveva pregata di avvisarla una volta arrivata al sicuro, Andrea non aveva bevuto, ma quello che preoccupava la bionda amica era che la città fosse piena di gente che aveva bevuto parecchio, travestita da improbabili esseri della notte, che avrebbero potuto intralciarla sulla via di casa.
Inviato il messaggio, Andrea si dedica ad una lunga operazione di rimozione del trucco, azione importante per il tempo che concede al fluire dei suoi pensieri, alla fine di una serata in cui erano avvenute cose degne di nota.
 
Innanzitutto Mick: Evie le aveva assicurato che lui l’avesse puntata (di nuovo) quando non si era ancora accorto che fosse effettivamente lei; rimanevano comunque i suoi comportamenti scontrosi e l’ostentata superiorità; questi due elementi inconciliabili non riuscivano a convincere lo spirito semplice e piuttosto ingenuo di Andrea, la quale non credeva possibile di potersi ritrovare coinvolta in una tale situazione, essere cioè “l’oggetto del desiderio” (e al solo pensiero ride) di un così bel ragazzo, come lei pensava di lui nonostante tutto, che tutte poteva avere; era molto più plausibile che la considerasse come suo fratello la considerasse da sempre: una piccola ragazzina con cui prendersi il lusso di scherzare, da prendere in giro e a cui fare i dispetti.
 
Archiviato il caso “Mick” sotto la voce “fratello maggiore con turbe mentali dovute a problemi familiari”, torna a farsi vivo il pensiero più bello della serata: Brendan Lewis. Che dire di lui?
Andrea aveva cominciato ad adorarlo nel momento in cui aveva osato tagliar corto davanti a Mick portandola a ballare, dopo aver risposto un semplice “oh, ok!”. Che gesto eroico le era sembrato! Mick poteva fare il superiore con lei, ma in mezzo agli altri era uno dei tanti, scompariva anzi soccombeva, “ah,ok!”, Brendan lo aveva detto come se nulla gli importasse, era l’affermazione della sua normalità, a qualcuno non importava di lui, non era tenuto a prenderlo in considerazione, poteva liberamente andare avanti e lasciarlo lì; questo aveva creato, agli occhi di Andrea, un’aura di magnificenza attorno a Brendan,  colui che aveva zittito ed ignorato il prepotente Mick non poteva che sembrarle un tipo giusto, uno che sia qualcuno, che sicuro di sé non si fa sopraffare da nessun altro, e si prende la libertà di agire.
Quanto le era sembrato bello ballare insieme a lui, poi parlare con lui al tavolo con i suoi amici, quanto affascinanti erano i suoi gesti, le sue parole, le sue espressioni, quelle di un uomo che sa come si fa, e lo fa perché gli viene naturale, senza sforzi o costrizioni, è insito in lui, e questo lo  rende speciale.
Il settore “ecco come è fatto un principe azzurro” sembra quindi il più adatto per archiviare il fascicolo “Mr Lewis”.
 
Portate a termine queste categorizzazioni, e ripensando a quello che Brendan aveva fatto, detto, mimato e possibilmente pensato, Andrea prende sonno in fretta, in modo tanto profondo da non udire proprio niente del ritorno del suo amico/coinquilino Robert con tutta la banda di allegre anime ribelli e, come spesso dopo le sere di festa con fiumi d’alcol, della loro compagnia.
 
 
 
Si rende conto del possibile spettacolo che si è fortunatamente persa solo l’indomani, quando, scendendo in salotto, trova un ammasso di stracci neri ammucchiati sul divano, bottiglie sul tavolo, aria stagnante nel bagno e posacenere traboccanti.
Apre la finestra alle spalle del divano per far circolare un po’ d’aria e sussulta quando, sotto di lei, quello che pensava essere un cumulo di coperte e costumi di Halloween prende vita.
 
-         Ehy bambolina! C’è una luce accecante qui!
Dice la voce roca di Jake il cui viso è adesso chiaramente riconoscibile, Andrea indietreggia mortificata per averlo quasi pestato, mentre lui si stiracchia e si passa una mano sul viso.
-         Scusa, non ti ho visto, volevo fare un po’ arieggiare…
Guardando il cupo cielo di quel primo di Novembre ad Andrea non sembra ci sia poi quella grande luce di cui Jake si lamenta, come imparerà a capire più tardi, è solo lo strano effetto di qualche strana sostanza che il ragazzo non faceva poi tanto caso a nascondere.
-         Non ti preoccupare, fai bene, se adesso ti allontani un po’ ti evito altre improvvise visioni dolcezza!
Andrea arrossisce scappando in cucina, dove si distrae continuando la sua azione di aprire le finestre per far circolare l’aria; quando il moro si sposta in cucina Andrea risponde alle sue domande circa la festa, se si fosse divertita, se avesse incontrato bella gente.
Era strano e rassicurante allo stesso tempo scoprire che quel Jake era nient’altro che un comune ragazzo del gruppo; al risveglio senza il suo chiodo, la sua aria da rockstar consumata e misteriosa era meno evidente, e poi la conversazione più comune del mondo aveva fatto si che l’opinione di Andrea si ridefinisse.
 
-         Sono qui anche tutti gli altri?
-         Probabile, Robert in camera sua, David in sala prove, ah no… Mick è in sala prove, David è con Robert.
-         Come? Con Robert?
-         Si, in genere David andava in quella che ora è la tua stanza, ma ora l’unico letto era quello di Robert, che è a due piazze, David non sa dormire per terra, è delicato!
Jake sorride della sua stessa affermazione, Andrea è sorpresa dal fatto che Jake sappia sorridere, che David sia “un tipo delicato” e che in questo momento dorma in camera di Robert, se li era figurata entrambi impegnati da ben altre compagnie, a quanto pare, se mai altra compagnia ci fosse stata, era già rincasata.
 
-         Vuoi fare colazione? Caffe? Tè? Latte? Entrambi? Hai fame?
-         Sto morendo di fame! Sei gentile, grazie, non è che avresti pure un cornetto?
-         Torta al cacao ti va bene? Sai io mangio solo quella!
-         Ah è vero… tu sei quella con i gusti strani, ma sì va benissimo!
Andrea è contenta di poter essere utile, e mentre gli offre la colazione si stupisce che Jake la consideri quella strana tra i due, che ancora una volta sorrida, ringrazi, mangi; si rende conto di come se lo fosse figurato alieno fino a quel momento.
 
Dei rumori interrompono la discussione mattutina che ora verteva sui dolcetti di Halloween, due biondi, versione liscia e riccia, fanno il loro ingresso reclamando la loro parte della torta, che Andrea è contenta di provvedere.
 
-         Come mai così generosa Andrea? In genere te la conservi come un tesoro questa torta! – scherza Robert.
-         Perché ci sono io vero? – risponde David sorridendo.
-         Veramente l’ha aperta per me, non vorrei dire… - Jake conclude.
Anche Mick si unisce, barcollando, al gruppo.
-         Sei ancora immedesimato nel tuo personaggio?
-         Ho dormito per terra ed ho la schiena a pezzi! – è la lagnosa risposta del ragazzo frastornato dalle luci.
Ora che Andrea mette meglio a fuoco tutti, nota una cosa che la fa scoppiare in allegre risate:
-         Mi sento nella gabbia dei panda di uno zoo!
I ragazzi la guardano interrogativi, Robert si guarda nel riflesso del coltello che ha in mano, e scoppia a ridere anche lui:
-         A quanto pare la missione che avevo affidato ad acqua e sapone è miseramente fallita!
-         Non preoccuparti! Ci penso io!
 
Andrea si scaraventa sulle scale, discendendone dopo pochi secondi con in mano una bottiglietta di liquido verde e blu, un’altra bottiglietta bianca e dei dischetti di cotone.
-         Cosa vorresti fare con quei cosi? – chiede Robert allarmato dall’idea che dei prodotti femminili toccassero il suo volto.
-         Struccarvi?! – risponde Andrea in tono retorico.
-         Ah… ok comincia da me, che non ci sono riuscito bene.
-         Io non ci ho nemmeno provato! – sorride David.
 
Andrea fa tornare al naturale le facce dei due amici, il terzo in ordine è Jake, al turno di Mick, che nonostante tutto Andrea era disposta ad aiutare, si rende conto che lui non ne aveva affatto bisogno.
-         Com’è che tu sei tutto bello pulito? Ti strucchi con le cose di mamma a casa?
-         Certo non potevo dormire con quel cerone in faccia!
-         Come sei “delicato” – risponde Andrea, per usare il termine che Jake aveva riferito a David.
-         Ho avuto la possibilità di farmelo togliere prima di… dormire! – risponde lui con la sua solita aria strafottente.
-         Ohh è questo che hai fatto? E io chissà che pensavo… - scherza Jake.
-         Ho fatto pure struccare lei, sbagliando, non era poi questo gran bello spettacolo.
-         Tu e i tuoi criteri critici – risponde Robert unendosi alle risate di tutti.
Con quella frase aveva raggiunto il risultato di generare in Andrea un senso di nausea, pensava che fosse una cosa per niente gentile da dire ad una persona che ha pure passato del tempo con te, ma nessuno degli uomini presenti sembra aver avuto lo stesso pensiero.
 
Come erano apparsi per la colazione, se ne vanno adesso a casa nello stesso ordine, prima Jake e poi David e Mick. Robert ha intenzione di sistemare le varie stanze:
-         È un duro lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo!
-         Non è bello però che tutto il carico resti a te ora…
-         Vuoi aiutarmi?
-         A pulire le vostre schifezze dopo un festino? No, grazie. Al massimo posso restarmene qui a guardarti sgobbare per farti compagnia.
-         Uffa! – Robert inizia a buttare le bottiglie e svuotare i posacenere in un sacco nero preso apposta.
-         Così… hai un ragazzo e non me lo dici?
Andrea non guarda Robert che adesso la sta fissando ridendo sotto i baffi.
-         lo conosco? Guarda che sono geloso.
Scherza lui riprendendo a lavorare, a quel punto Andrea è libera di alzare lo sguardo, ma resta sempre in un silenzio imbarazzato.
-         non devi mica vergognarti sai? Ormai persino io ho accettato l’idea che tu sia cresciuta, anche se ancora il ricordo predominante di te è di quando eri una bimba che giocava nel mio giardino mentre mia madre ti portava i miei giocattoli che io ero ormai troppo figo per usare!
Andrea sorride al ricordo di tante giornate passate in modo simile a quella descritta da Robert:
-         non riesci a staccarti dal ricordo di me in quel modo eh?
-         Eri una bimbetta simpatica!
Questa frase era quella che più spesso Robert le aveva ripetuto da quando abitava in quell’appartamento, e per Andrea era il chiaro segno del suo affetto.
-         Comunque non ho nessun fidanzato. Ahahah magari!
-         Come no? E il tipo di cui ha parlato Mick?
-         Cosa ti ha raccontato esattamente?
-         Che un giovane cavaliere ti ha portato a ballare e tu eri tanto contenta e te lo sei abbracciata.
-         Ahhh… mi sorprende che Mick abbia usato parole tanto gentili.
-         In effetti ho un po’ riadattato le sue parole per evitare di offendere il tuo ragazzo.
-         Che non esiste! – insiste Andrea – potrei casualmente aver fatto credere a Mick una cosa del genere, così tanto per vendicarmi delle sue prese in giro.
-         Oh tesoro, ma non devi prendertela per quello che gli senti dire, te l’ho già detto. Ok, ammetto che in effetti ci va giù pesante certe volte – guarda Andrea con aria comprensiva – quindi nessun cavaliere?
-         Non ancora… - Andrea si incammina, ma appena un passo prima della porta della cucina torna indietro – quindi mi potresti dire esattamente cosa avrebbe detto, quello?
-         Dunque – Robert cerca di ricordare – è arrivato tutto pensieroso, e allora mentre bevevamo una birra gli chiedo se ti avesse vista alla festa dell’uni, infatti mi avevi detto che dovevi andarci.
-         Sì, ieri mattina mi ricordo.
-         E lui ha fatto una faccia ancora più seria, poi una risata che mi ha lasciato poco convinto, e allora ho insistito perché mi spiegasse, e allora mi fa “chi non l’ha vista Andrea? Con quel vestito, fa la stupida solo a casa, poi esce vestita a quel modo. – Robert vede la faccia offesa di Andrea - Intendiamoci a me piaceva un sacco il tuo vestito, credo che Mick abbia un po’ esagerato come al solito, solo perché non si aspettava di vederti con un accompagnatore…
-         Non si deve permettere di fare certe insinuazioni! Ora non si è più liberi di mettere un costume! Non oso immaginare come ha continuato, in pratica mi ha scambiato per la donnaccia che non si aspettava di trovare in me! Con uno che possibilmente nella sua testa malata mi faccio da chissà quando!
-         Più o meno…
Andrea incrocia le braccia al petto, stringe la mascella, poi guarda Robert spalancando gli occhi:
-         Cioè ma è scemo??
-         Ma non importa cosa pensa lui…
-         Ma io non sono quello che lui ha pensato!
-         E quindi? Non devi rendere conto a lui, io ti credo, e comunque non starei tanto li a giudicare! Comunque poi ha detto che ti sei avvinghiata a questo tipo alto e montato, un po’ fighetto, troppo per bene. E io gli ho detto che mi pareva improbabile che te la facessi con qualcuno in generale.
-         Ho semplicemente abbracciato un mio amico! “avvinghiata”! Poi non vedo il perché di questo modo di parlarne con disprezzo, come se fosse un affronto personale, l’ho fatto solo per togliermelo dai piedi!
-         In effetti non ho capito perché se la sia presa tanto.
-         Ma no, figurati, non se la sarà presa, ma siccome è qualcosa che riguarda me, e gli sto proprio sul cavolo, doveva trovarci qualcosa da ridire pure su una persona per bene e normalissima come Brendan. Scommetto che non ti abbia raccontato che mi aveva offesa per l’ennesima volta! Dicendomi che sono guardabile solo da camuffata e truccata, e che addirittura se parlo, persino con chili di stucco in faccia “rovino tutto”.
Robert scuote la testa all’udire queste stupide affermazioni che sicuramente Mick aveva fatto senza nemmeno pensarci su, vede Andrea agitarsi e battere ripetutamente un piede sul pavimento, la invita a lasciar correre e a calmarsi.
-         Comincio a pensare che Mick abbia una strana concezione del concetto “parlare con qualcuno”, se ne esce sempre con certe sparate. Per fortuna Brendan mi ha retto il gioco senza chiedere, e poi gli ho spiegato tutto, una volta che Mick era andato via. Fossero tutti così…
-         Ma questo Brendan quindi non ti piace nemmeno?
-         Ma che importa? E poi ha la tua età, ed è un dottorando.
-         Si questo l’ha detto anche Mick, come se avere la mia età fosse un’offesa adesso!
-         Ah ah ah oh Robert, non intendevo questo dai, dico solo che è troppo “cresciuto” per una come me, ha già la sua carriera accademica, avrà la sua grande vita da maschio come la intendi tu! Probabilmente anche lui mi considera una bambina, come te e tutti i tuoi amici.
-         Bambina senti, se tu non fossi stata Andrea, la mia amichetta d’infanzia, la mocciosetta che mi rubava le macchinine, che veniva a origliare i miei concertini in giardino e tutto il resto, ma fossi una qualsiasi altra ragazza del mondo, anche diciottenne, non mi sarei fatto tanti problemi, maggiorenne e consenziente, è  quello che importa! - Andrea ride alla schiettezza dell’amico – i miei amici sono stati avvisati che se mai provassero a toccarti con un dito subirebbero la castrazione, è per questo che nessuno ti considera.
-         Siiiiii ceeeerto!! Ah ah vorresti farmi credere che sono tutti lì a trattenersi di fronte alla mia sfolgorante presenza? Ma per favore!
-         Non ho mica detto che ti vogliono sposare, hai capito no?
-         Ahm.. sì…capisco.
Dice questo con un’espressione impassibile, mentre assimila quest’altra informazione. Robert la osserva per qualche secondo, poi aggiunge:
-         potresti per piacere rimanere la nostra cara bambina agli occhi di quelli che frequentano questa casa? Intendo, sei libera di fare ciò che vuoi, con chi vuoi ecc. ma ecco non farlo presente troppo esplicitamente a David o Jake quando deciderai di passare alla “base 3”.
Andrea scoppia a ridere, non può credere a quello che sente, persino quando Robert si affretta ad assicurare “sono serio” con l’espressione di chi aspettasse davvero una risposta.
-         E a John posso dirlo? – risponde sempre ridendo lei, per la quale la situazione è inverosimile.
-         Oh sì, John ha la ragazza, è uno serio, penso che si sposerà prima o poi, non vedi che non è stato qui stanotte?
-         Però, è vero non l’avevo notato.
-         È un tipo raccomandabile, dovresti cercarne uno così.
-         Con i baffoni? – scherza ancora Andrea, e Robert sorride.
-         Pure, perché no! – infondo Robert era sicuro che Andrea avesse capito, e poi non aveva dubbi che lei potesse cercare solo uno piuttosto serio.
 
Queste importanti rivelazioni avevano occupato la mente di Andrea tutto il giorno, e anche il giorno seguente, aveva capito molte cose, aveva capitò meglio Jake e John, aveva scoperto cosa pensavano gli amici di Robert, aveva notato uno strano comportamento di Mick, non riusciva a spiegarsi come mai era proprio contro di lei, tanto da parlare male pure di Brendan.
 
A proposito di Brendan, queste riflessioni lo avevano per quel paio di giorni accantonato.
Quest’ultimo tornerà all’attenzione di Andrea Qualche giorno dopo, di mercoledì, “la giornata più pesante” come Andrea ripete sempre, una giornata in cui passa in biblioteca il paio di ore buca che ha tra le lezioni mattutine e quelle pomeridiane.
Durante quella pausa il ragazzo si fa raccontare se la loro messa in scena avesse ottenuto i risultati sperati, effettivamente Andrea ammette che ogni volta che aveva visto Mick da quel giorno, lui se ne fosse stato un po’ più tranquillo, forse persino un po’ in disparte, come se pensasse di non potersi più permettersi certi atteggiamenti con lei.
Brendan si dichiara contento di averla aiutata, Andrea aggiunge che se avesse avuto modo, lo avrebbe ringraziato subito dopo, magari il giorno seguente, ma non sapeva come contattarlo.
Adesso Andrea ha un numero a cui poter rivolgere i suoi ringraziamenti la prossima volta.

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Capitolo 10
*** Deutschlehrer ***


-          Allora? Non ho tutto il giorno!
-          Allora cosa? Non ricordo! Non ricordo più niente è inutile… sono un caso perso!
 
Andrea sbuffa e getta sul tavolo la penna che tiene in mano, portando la schiena indietro fino a toccare lo schienale della sedia su cui sta seduta da circa 40 minuti.
È in una sala studio alle prese con un test di grammatica tedesca, e non riesce a sopportare il fatto di non aver ancora memorizzato bene la declinazione degli articoli determinativi, indeterminativi e possessivi, e sì perché in tedesco non ci sono gli aggettivi bensì gli articoli possessivi!
Mick guarda Andrea con aria superiore come al solito, seduto accanto a lei con un gomito puntato sul tavolo e una guancia premuta contro il pugno. Alle porte di una prova scritta di grammatica Andrea gli aveva chiesto aiuto, dopo tutto era stato lui stesso ad offrirsi volontario il primo giorno in cui lo aveva conosciuto a casa, quando se ne stava penzoloni sull’amaca, nemmeno 3 mesi prima, e poi dopo Halloween Mick era tornato altre volte a trovare Robert col fratello, e lui e Andrea avevano ripreso a parlare normalmente, accantonando apparentemente l’accaduto durante la festa.
 
-          Coraggio, i primi due esercizi li hai fatti, sono le stesse cose!
-          Ma quello era più facile, questo è con tutti gli argomenti messi assieme!
-          Ma è uguale!
-          Non è vero, “e” o  “en”? Ah già, quello è dativo!- dice Andrea interrompendo Mick che era sul punto di correggerla.
-          Ecco… l’hai capito… eppure ti avevo immaginata come una secchiona dedita allo studio compulsivo!
-          E ti sei proprio sbagliato – risponde Andrea seccata – non sarebbe la prima volta!
 
Mick la guarda alzando un sopracciglio:
-          Vuoi andare avanti? Tra un’ora ho gli allenamenti! E abbassa la voce che ai ragazzi del tavolo in  fondo alla stanza non importa che io “mi sbagli”.
Andrea si morde un labbro gettando uno sguardo alle sue spalle proprio sui 5 ragazzi seduti al tavolo indicato da Mick.
-          Scusa, quindi… questo è “das Fenster”, sai che somiglia all’italiano? Si dice “finestra”, meglio per me così lo memorizzo prima.
-          Brava fa come vuoi, importante che tu finisca entro questa notte!
-          Uff, sì sì vedrai che ora l’ho capito. Non ci saranno errori, ecco… - aggiunge dopo 5 minuti passati a completare l’esercizio -  guarda leggi, correggi…
 
Mick prende il foglio dalla mano di Andrea e lascia scorrere il suo sguardo su quelle che gli sembrano le frasi più idiote di sempre. Lei lo guarda speranzosa e con ammirazione, se avesse un quarto delle competenze che ha Mick in quella lingua, si sentirebbe oltremodo soddisfatta e realizzata, ma non è il suo caso. Il ragazzo è arrivato sul fondo della pagina, e non ha espresso alcun commento se non un “è ok” alla fine.
Andrea riprende il foglio e lo osserva orgogliosa
-          sì! Finalmente l’ho capito!
-          Lo sapevi già da prima, solo che ti sei fatta prendere dalla confusione.
-          Grazie! Grazie dell’aiuto! – gli dice guardandolo contenta, Mick sorride come avrebbe fatto con una sua eventuale sorella minore – sei un bravo insegnante!
-          Modestamente… - commenta lui – allora hai finito posso andare?
-          Aspetta! – dice frettolosamente Andrea fissando il secondo foglio davanti a lei sul tavolo – c’è la seconda pagina! Per favore… dopo tutto sei venuto qui per aiutarmi no? Non ti puoi tirare indietro!
-          Io non mi tiro mai indietro! – dice alzando l’indice all’altezza del naso di Andrea che sorride a vedere come quell’indice della mano destra fosse accompagnato dall’anulare ancora avvolto nella fasciatura.
-          Come sta il dito?
-          Per fortuna meglio, tra meno di un mese posso tornare alla normalità, per fortuna non è fratturato, ma ho dovuto aspettare un po’ prima di poterlo capire ora è sgonfio e non mi fa quasi più male.
-          Aspetta vai agli allenamenti con la mano in queste condizioni? Ma non puoi giocare!
-          Posso fare la corsa sul campo, gli esercizi senza l’uso della mano, e incontrare i miei compagni di squadra, ma poi non è importante, finisci quella pagina di esercizi prima di subito! Poi potrai parlare di altro!
-          Ok capo!
 
Andrea si mette diligentemente al lavoro, invocando l’aiuto del suo improvvisato professore un paio di volte, forse 3, ma tutto sommato se la cava bene anche da sola questa volta.
 
Finita l’esercitazione Andrea accompagna Mick fuori dalla facoltà continuando a ringraziarlo.
-          Adesso puoi anche smetterla di ringraziare, non ho fatto niente, e poi, devo andare.
-          Cos’è non vuoi farti vedere in giro con me per caso?
-          Non ne ricaverei certo alcun vantaggio – risponde Mick, vedendo l’occhiata che Andrea ha appena lanciato al cielo – ma forse sei tu quella che dovrebbe preoccuparsi di farsi vedere in giro con me! Per esempio da un lampione lì in fondo.
-          Un lampione? – chiede Andrea mentre cerca di individuare il punto in cui è rivolto lo sguardo di Mick – oh c’è Brendan – Mick fa una smorfia – ah era lui il lampione?
-          Lo ricorda vagamente.
Andrea ride sommessamente, a quanto pare l’antipatia di Mick verso Brendan non era andata via, Andrea alza le spalle sistemandosi meglio la borsa a tracolla che porta tutti i suoi libri.
-          ok ti lascio ai tuoi impegni sportivi!
-          Oh cos’è adesso ti è venuta la fretta di mandarmi via eh? – nota Mick.
-          Ma non eri tu quello che non vedeva l’ora di andare via? – controbatte prontamente lei – lo sappiamo che se potessi mi eviteresti.
-          Ma se ti ho appena aiutata a studiare! – dice Mick accusando Andrea di ingratitudine col suo sguardo.
-          Oh è vero… - Andrea non sa cosa rispondere.
-          Oh ma il lampione ha compagnia!
-          Chi? – Andrea rivolge subito lo sguardo verso la nuova arrivata, mentre Mick la osserva – ah no, è la sua prof di riferimento. Cioè è dottorando no?
-          Si l’avrai detto una ventina di volte – dice Mick incamminandosi e lasciando Andrea a fissargli le spalle.
-          Ehy stavo parlando… -  dice mentre cerca di recuperare terreno con passi affrettati, ma non ottiene risposta – potresti almeno salutare!
Mick si porta la mano sinistra, quella sana, accanto alla testa. Andrea lo prende come un saluto, si ferma. Mick procede spedito dritto di fronte a sé, fino a passare anche davanti Brendan, il quale, come se se sapesse cosa aspettarsi si volta alla sua destra incrociando la figura di Andrea; lei scuote leggermente la testa, poi incrocia lo sguardo del ragazzo e sorridendogli lo saluta a distanza, ricevendo lo stesso saluto.
Il trillo del cellulare la distrae, e mentre è intenta a leggere il nuovo SMS ricevuto si volta tornando indietro verso la facoltà.
 
-          Ehy Andrea!
Andrea alza lo sguardo battendo  le palpebre, trovandosi davanti il suo collega Josh, o forse suo fratello Kevin, non riesce mai a distinguerli.
-          Ehy ciao! – dice lei rimanendo in campo neutro, cercando di nascondere l’imbarazzo con un sorriso.
-          Sei pronta per l’esame di domani?
“Bingo!” pensa la ragazza, non c’è stato bisogno di far presente il suo dubbio:
-          Oh  Josh, non mi sento mai pronta per gli esami, però ho ripassato un po’ con un mio amico, lui è mezzo tedesco e quindi mi ha corretto gli esercizi! Diciamo che ce la posso fare!
-          Fantastico, hai un amico tedescofono quindi! Senti… non è che faresti controllare anche a me gli esercizi? – dice Josh con un sorriso timido – così per sicurezza.
-          Oh ma certo! Andiamo dentro!
 
Detto questo i due ragazzi si incamminano e riprendono il posto che poco prima era stato occupato dalla stessa Andrea e da Mick. Questa volta è lei a fare le veci del professore, spiegando e chiarendo al collega di studi i dubbi che fino a poco prima avevano attanagliato anche lei. 
"bello fare la saputella con uno che ne sa quanto te, dopo che tu hai avuto bisogno delle spiegazioni di Mick per poter riuscire a iniziare gli esercizi, e completarli pure" pensa Andrea sbeffeggiando se stessa.
 
-          Non so come ringraziarti!
-          Ma non devi ringraziare, anzi avevi già fatto tutto, e pure bene.
-          Insomma… c’erano certi strafalcioni! Stupidi casi!
-          Sono errori di distrazione il più delle volte! – cerca di essere incoraggiante lei – vedrai che domani andrà bene!
-          Ma il tuo amico, non può venire a fare il compito al posto mio?
-          Sarebbe bello, ma purtroppo non vi somigliate per niente, dubito che possano scambiarlo per te!
-          Maledizione! – esclama e poi sorride – oh, prima che tu vada, se domani ci va bene, festeggeremo!
-          Mi sembra ovvio! – risponde sorridendo Andrea, rendendosi conto 3 secondi dopo, dal sorrisino dell’interlocutore, che forse quello sia un invito ad uscire insieme – chi viene? – aggiunge cercando di mantenere la stessa espressione
-          Beh… vedremo… chi si vorrà unire! – dice esitando.
-          Ok! Allora a domani! – sorride Andrea, ancora una volta, prima di voltarsi e andare via a passo sostenuto, verso la macchina nel parcheggio.
 
 


ps: Deutschlehrer vuol dire: insegnante di tedesco.
Un ringraziamento a tutti quelli che hanno letto fin qui! Se non ve ne siete già pentite/i e intendete continuare a leggere, il prossimo capitolo sarà pubblicato dopo il mio ritorno da Bucarest (gita *_*)

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Capitolo 11
*** Viewpoints ***


Candidi e soffici fiocchi di neve scendono giù dal cielo in questo giorno di fine novembre; il leggero velo di neve ha ricoperto l’intera città rendendola bianca, freddissima e piena di atmosfera.
Andrea si ritrova a passeggiare solitaria tra le panchine del parco deserto quasi di fronte casa sua, è pomeriggio, subito dopo pranzo non ha saputo resistere alla tentazione di uscire durante la nevicata che dalle prime ore della giornata procede leggera.
Aveva preparato una lunga cioccolata bollente, l’aveva messa nel termos e adesso, seduta sotto un albero sorseggia riscaldandosi e osserva nella più totale quiete la danza gioiosa di quei cristalli di ghiaccio. In quella distesa omogenea e bianca, Andrea con i suoi stivali e il suo cappotto verde scuro era l’unica macchia colorata, come se fosse l’unico alberello che non era stato totalmente coperto dalla neve; pure i giochini del parco erano inagibili.
Finita la sua merenda all’aria aperta imbraccia il termos e con gli auricolari alle orecchie si decide a rimettersi in marcia verso casa, ma il tratto e breve, quindi Andrea procede a passo decisamente lento, per non interrompere presto quel suo essere immersa nella natura immobile e fredda invernale. Incurante del ghiaccio che adesso le si era depositato tra i capelli.
Andrea è immersa in una sorta di contemplazione, con un mese di anticipo pensava già al Natale, adorava quel periodo, strade adornate con allegre lucine, negozi addobbati a festa, bambini felici che scrivono letterine a babbo Natale, anche lei lo faceva una volta, e anche se adesso era troppo grande per farlo, alcune volte si ritrovava a osservare il cielo fuori dalla finestra, poi chiudeva gli occhi affidando la sua speranza alla “magia del Natale”; tutti più buoni, tutti più felici, tutti più ben disposti, un senso di comunione e di gioia condivisa, chissà se lo spirito del Natale avrebbe agito quest’anno pure sugli animi più inquieti, a tal proposito ne ha proprio in mente qualcuno, uno che appena lei apre la porta di ingresso, si ritrova davanti.
 
-         Ehy regina delle nevi, che ci fai fuori con questo freddo? Cerchi di farti venire una paralisi facciale?
-         Miiiiiiiiick! Come stai?? – Andrea chiude immediatamente l’uscio, e poggiando al volo il termos nelle mani di Jake che, accanto a Mick, si trova di fronte a lei, si precipita ad abbracciare il biondo – saranno almeno 20 giorni che non ti vedo! Sempre il solito lagnone!
-         Sembreresti addirittura contenta di rivedermi.
Commenta Mick che si ritrova la ragazza attaccata al petto e stranito per quell’eccesso di affetto le batte delle pacche sulla schiena.
-         Ma certo che lo sono! – Andrea scioglie l’abbraccio, - e poi è Natale!
-         Mancano ancora 4 settimane!
-         Sì, sì – Andrea si toglie velocemente il cappotto inzuppato dalla neve sciolta, e scuote i capelli, bagnati anche quelli, poi si rivolta verso Jake – un abbraccio anche a te Mist!
Mick scoppia a ridere.
-         È così che mi chiama adesso – spiega Jake mentre ricambia l’abbraccio – dice che gli sembro un tipo oscuro, misterioso, e siccome “uomo-ombra” esiste già come identità…
-         L’ho chiamato Mist, come mistery, e come nebbia, la nebbia non fa vedere bene, nasconde, rende tutto poco chiaro e limpido – afferma Andrea avvalorando la sua teoria.
-         Non vorrei dirvelo, ma in tedesco Mist è una parola volgare…mi fa strano sentirla pronunciare da te Andrea, tu che sei tutta educata e non dici parolacce...
-         E che vuol dire?? – chiede preoccupata Andrea sgranando gli occhi.
-         Vuol dire “che cazzo!” Tipo “che palle!” E anche letame!
-         Scuuuusa Jake io non lo sapevo!!! Te lo giuro!!
-         Ma come, tu non studi tedesco?  - la punzecchia Mick.
-         Sì, ma… sono agli inizi… non so le parolacce!
-         Ma sono la prima cosa che si impara in una lingua straniera!
-         Beh sì per chi le dice, io non le dico quindi non ho modo di conoscerle… - Andrea guarda Jake piuttosto imbarazzata, poi abbassa lo sguardo lasciandosi cadere sul divano – mi dispiace, troverò un’altra parola perfetta.
-         Ahaha tranquilla Andrea, non potrei credere mai che tu mi abbia voluto insultare apposta  a mia insaputa… piuttosto David lo sapeva e non ci ha mai detto niente! Deve morire per questo!
-         È vero lui non ha detto niente! – strilla Andrea puntando un indice verso l’alto – lui se l’è risa alle nostre spalle!
-         Povera bambina offesa – la prende in giro Mick – l’avrei fatto anche io,  ah ah ah.
-         NO! – dice Andrea in tono risoluto.
-         No? – lui la guarda interrogativo mentre la vede assumere quell’espressione da “ti sto analizzando” con un sopracciglio alzato.
-         Tu non l’hai fatto, l’hai detto subito! Sei un tenerello tu!
-         Un cosa?!? Ahah che cos’è, si mangia? Io tenerello! Questa è forte, Jake non lo trovi esilarante?
-         Beh finto duro… - cerca di continuare Andrea.
-         Non c’è niente di fintamente duro in me! – controbatte con sguardo altrettanto indagatore lui.
-         Va beh come vuoi… sta di fatto che l’hai detto subito, quindi anche se non vuoi accettarlo, sei un bravo ragazzo, o “uomo”, so che ti piace chiamarti così ah ah.
-         Oh che gentile, grazie, sarà l’aria del Natale che dici?
Mick lo dice in tono ironico, ma Andrea la prende come la giustificazione più plausibile e gli sorride sincera.
Alla minaccia di morte che Jake pronuncia verso David, la ragazza si rende conto che da quando ha messo piede in casa, ne lui, ne il suo amico con la cascata di riccioli biondi si sono fatti vedere, è Jake che spiega il motivo di quella assenza:
-         Sono con John a organizzare per stasera…
-         Ah già il concerto!
-         Esatto ma niente canzoni di Natale ah ah ah.
-         Oh che peccato! – Andrea gli rivolge una pernacchia – ma quindi… che ci fate voi due da soli a casa mia?
-         Riflettici – la sfida Mick assottigliando gli occhi.
Il suo povero tentativo di sbeffeggiarla per la sua poca acutezza però fallisce miseramente, Andrea dopo qualche secondo di silenzio dà, infatti, la sua giusta sentenza:
-         Suoni anche tu oggi e quindi state provando i pezzi con due chitarre?
Mick resta zitto, deluso per aver perso un’occasione in più per ridicolizzarla, e si lascia cadere anche lui stancamente sul divano, Jim invece si dimostra entusiasta per l’intuizione.
-         ohhh a proposito Mick – chiede ad un tratto Andrea quasi sussultando – come va la tua mano?
Gli afferra istintivamente proprio la mano destra con cui lui stava tentando di accendersi una sigaretta, ma lui non risponde, distratto nel guardare Jake mettersi la giacca e avvicinarsi verso Andrea e salutarla affermando “vado a riposarmi prima della serata”.
-         aspetta un attimo e io che faccio?
-         Aspetti tuo fratello, abbiamo già provato tutta la giornata, non devi sforzare ulteriormente quel dito.
Andrea riflette che forse quella mattina erano tutti nella sala prove e lei tra lo studio in camera sua, e il pranzo molto presto per poter uscire sotto la neve, non si era accorta che erano tutti lì. Mentre lei pensa questo, Mick accanto a lei sul divano sbuffa perché anche lui sarebbe voluto tornare a casa a riposarsi.
-         Coraggio, Andrea non ti mangia mica, vai a riposarti in camera sua, tanto lei non dorme, parla a telefono! Vero Andi?
Jake le manda un occhiolino e si richiude la porta alle spalle andando via, lei resta in silenzio, ma arrossisce subito, Mick la guarda con la coda dell’occhio mentre finisce la sua sigaretta. Vedendola ancora imbarazzata, e non capendo il perché:
-         guarda che non dobbiamo dormire insieme nel tuo letto! Perché fai quella faccia?
-         Figurati, ah ah non ci stavo pensando… - Andrea cerca di recuperare la situazione – per me se sei stanco puoi pure andarti coricare anzi, saliamo su, e nel frattempo mi racconti l’avventura della tua mano, visto che non mi hai ancora risposto.
Mick si alza e segue Andrea sulle scale:
-         Oh già, la mano sta bene, ormai faccio un po’ di esercizi per riprendere la piena funzionalità del dito, anche se per ora è un po’ indolenzito perché abbiamo suonato tanto stamattina… è normale…ci siamo org…
-         Ma dove vai? Quello è il bagno.
Andrea guarda Mick che l’aveva appena superata mentre parlava, e che si era piazzato davanti la porta del bagno, e stava per aprirla, Mick fa ricadere immediatamente la mano che era destinata alla maniglia e torna indietro.
-         Vi siete organizzati? – lo invita a continuare Andrea mentre si siede alla sua scrivania, Mick si è accomodato ai piedi del letto.
-         Si, non suonerò tutte le canzoni, così evito di sforzare troppo il dito, potrebbe fare più male. Ci vado piano e salvo la mia mano, e il mio futuro da chitarrista!
-         Pensavo volessi fare lo psicologo…
-         Naahh…ho capito che non fa per me! Devo cercare un’altra strada che mi piaccia di più e mi si addica, ho riflettuto su questo in questi giorni di assenza, devo dire che mi è servita la nostra vecchia chiacchierata qui…
-         Ah ah ah quindi hai capito che non vuoi diventare come me!
-         Più o meno! Vieni a vederci stasera?
Nel pronunciare quella domanda aveva per la prima volta assunto un’espressione davvero felice, soddisfatta ed eccitata, Andrea pensa che per un musicista, il poter tornare a suonare dopo tanto tempo, ed esibirsi addirittura, deve essere una grande soddisfazione, intuisce benissimo lo stato d’animo di Mick dall’espressione del suo volto, e dalla luce che brilla in quegli occhi verdissimi, come in un flashback, le torna in mente la visione di quello sguardo verde, con tutt’altra espressione, quella sera nel parcheggio dell’università quando gli aveva dato un passaggio a casa.
-         Allora vieni? – Mick è impaziente e non capisce cos’abbia Andrea da fissarlo e non dire niente.
-         Ahm.., non so, cioè mi piacerebbe molto…
Mick sembra immediatamente e stranamente deluso.
-         Perché?
-         Ahm… non ho idea di dove sono questa sera… comunque la mia presenza non ti cambia niente – aggiunge con un sorriso incoraggiante – è il tuo grande ritorno sulla scena!
-         Appunto...
Mick si imbroncia per un istante, e in quell’istante trasmette ad Andrea un grande senso di tenerezza, ma non ha il tempo di pensare che il non andare a vederlo potesse davvero dispiacergli, perché subito dopo riprende la sua espressione canaglia:
-         Come farò a vantarmi con te e non vieni ad assistere al mio trionfo?
-         Tranquillo ti vanterai parecchio comunque! E io che pensavo mi volessi lì in veste di amica ufficiale! Che illusa…
-         Noi due non saremo mai amici ufficiali, sappilo.
-         Io continuo a non capire il perché comunque.
-         Diciamo che così sono più libero di prenderti in giro.
-         Che soddisfazione, eh?! Sa tanto di represso, qualcosa non va e te la prendi con me perché non hai nient’altro di meglio da fare…
-         Non iniziare con i tuoi tentativi di conversione alla tua normalità! Oggi voglio essere positivo, suonerò, è quasi Natale, e non ti avrò tra i piedi questa sera…no dai scherzo!
-         Bel modo di ringraziare chi ti offre il suo letto! – Andrea incrocia le braccia indispettita.
-         Che offerta di letto poco appassionata… - dice in tono lamentoso.
Si era ormai sdraiato e guardava il tetto, e non si accorge che Andrea gli ha appena tirato un pupazzetto, se non quando questo gli arriva direttamente sul naso, allora ride ad alta voce.
-         Ti ho gia detto grazie per la chiacchierata che mi è stata utile nello scoprire me stesso, questa cosa non appaga il tuo spirito da strizza-cervelli, crocerossina salvatrice di anime perdute?
-         Ahhh era un grazie… mi  potrei sentire soddisfatta allora…ok continua pure a riposarti sul mio comodo giaciglio!
Mick dà due spinte con la schiena, molleggiando sul materasso, mentre Andrea lo guarda stranita.
-         Sì potrebbe essere comodo. – Mick ghigna in modo malizioso.
-         Ti ho già tirato un pupazzo, la prossima cosa che afferrerò dalla mia scrivania sarà il libro che sto studiando, e non farà bene al tuo naso. Se vuoi dormire dormi!
-         Ok, pace. Lo prendo come segno di accettazione della nostra amicizia clandestina!
-         Tu hai qualche problema “signor Tyler” mai che ti comporti in modo logico…
-         E tu hai sempre qualcosa da ridire sul mio conto, cosa devo o non devo studiare, come devo o non devo trattare la gente, la tua vita è sempre così schematica? “questo sì, questo no non si fa è male”, ti perdi tutto un mondo, il “tra” delle cose, tra ciò che giudichi giusto e ciò che rifuggi, ci sono tante sfumature! È negli interstizi che sta l’esperienza della vita, l’emozione, l’irrazionalità, il brivido… - Mick si era fatto trasportare dal suo discorso.
-         Senti… piccolo Kant…
-         Questo non è il pensiero di Kant!
-         Lo so, ma è il primo nome di filosofo tedesco che mi è venuto in mente ok? Non ti applicare ai dettagli, a me piacciono le regole ok? Sono molto razionale e ho un grande senso critico! Mi piace pensare di fare la cosa giusta, e non sono a mio agio negli “interstizi” come dici tu, vivo benissimo sulle strade tracciate.
-         Potresti perderti tutti i percorsi alternativi, che sono i più belli, pensaci…
-         Il tuo pensiero, comunque, non è legge!
-         Pensa ad una strada normalissima, asfaltata e scorrevole sì, ma in mezzo a una città monotona, poi pensa invece ad un sentierino laterale, più scomodo, ma molto più avventuroso, più emozionante, in mezzo all’ignoto, paesaggi più belli, più vivi, emozioni più forti…
-         Ti ho già detto di essere contraria alle droghe? – gli risponde con un sorrisetto ironico.
-         E io ti ho già detto che sei un’insopportabile perfettina? Sembri una damina del passato, devi scioglierti…
-         Ohhh… e tu che saresti? Un poeta maledetto? Un romantico? Tutto paesaggi tumultuosi, sturm und drang? – fa finta di rifletterci su – o forse un poeta decadente, un esteta, dedito ai piaceri dissoluti della vita fuori dalle regole, particolarmente affascinato da ciò che ti consuma, con tracce di sadismo qui e là?
-         Devi ammettere che è la parte della letteratura più coinvolgente! È una prospettiva più fascinosa, di quella di una signorina Rottenmeier tutte regole e zero istinto.
-         Noto con piacere che abbiamo istituito un canone di conversazione tutto nostro…
-         Cioè? – Chiede Mick seccato che le sue profonde riflessioni altamente culturali non fossero state ascoltate con abbastanza ammirazione.
-         All’inizio mi prendi in giro, poi il recupero, mi chiedi scusa o mi ringrazi, come nel caso di oggi, poi facciamo discorsoni seri di psicologia o letteratura, con cui alla fine arrivi a parlare del  tuo libertinaggio  e della mia “assenza di istinto”, che poi non capisco perché te ne preoccupi tanto! È un problema mio… o meglio per me non è affatto un problema, sei tu che la fai sembrare una malattia.
Andrea si alza e si avvicina alla porta prima di richiudersi la porta della stanza alle spalle si volta a guardare Mick che sul suo letto la osserva con aria attonita, e gli dice:
-         Dormi! Se stasera sei stanco non reggi e ti perdi l’esplorazione di sentieri laterali! Mi dispiacerebbe che domani non avessi niente di cui poterti vantare!
Mick si ritrova a fissare la porta chiusa di quella stanza, è rimasto muto, rivolge di nuovo lo sguardo al soffitto e si porta le mani dietro la testa, sussurra tra se e se “non c’è bisogno di arrabbiarsi tanto”, dopo tutto lui scherzava…
 

(Spero di aver recuperato i giorni di silenzio)

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Capitolo 12
*** In Mick's Mind ***


Mick sta ancora cercando di spiegarsi come mai effettivamente si finisca sempre a parlare di quello, quando il telefono di Andrea abbandonato sulla scrivania inizia a vibrare producendo un forte rumore sulla base di legno dove era poggiato, Mick gira la testa in direzione di quella vibrazione e dopo pochi secondi Andrea stessa apre la porta ed entra velocemente, afferrando il telefono e rispondendo con la voce ancora alterata:
-         Si chi è? – immediatamente dopo addolcisce la voce, un cambiamento così drastico che Mick si gira a guardarla – oh sei tu, scusami…
-         (si “sono io”, che voce, che è successo?)
-         niente di che…uno scambio di opinioni – Andrea lancia un’occhiataccia a Mick che distoglie lo sguardo immediatamente tornando a fissare il soffitto.
-         si certo che voglio uscire!
Mick serra le labbra, qualche minuto prima non aveva risposto con questa prontezza al suo invito al concerto.
-         le 9 va benissimo, dov…ah il concerto – la voce di Andrea si incupisce di nuovo – sì sì sono loro i miei amici, più un clandestino!
Mick deve ammettere di sentirsi un po’ in imbarazzo, fortunatamente Andrea intenta a continuare la sua telefonata esce di nuovo dalla camera, allontanandosi.
 
 
 
Mick rimasto solo guarda per alcuni istanti la porta, poi volge gli occhi alla finestra, non nevica più, ma tutto intorno è bianchissimo, poi aggrotta le sopracciglia e prende a fissare un punto indefinito della parete che ha di fronte, il muro è quasi interamente coperto da un alta scaffalatura con libri, cd, fotografie e oggettini vari, ma Mick non li osserva veramente assorto nei suoi pensieri.
Era stato lontano per così tanto tempo (o almeno così quei 20 giorni gli erano sembrati) che aveva dimenticato che forse Andrea era impegnata, non che la cosa lo riguardasse, era questo che si ripeteva ogni volta che ci aveva pensato da quella festa di Halloween, ma nonostante tutto non riusciva ancora a abbandonare del tutto una sensazione di insofferenza per quella possibilità.
Andrea stessa aveva notato che le cose da quel giorno si erano molto ridimensionate, niente grandi prese in giro, né prese di mira, avevano pure fatto un paio di lezione di tedesco insieme.

Poi c’erano stati quei 20 giorni di isolamento.
Questa era stata la prima nuova lunga conversazione tra i due e, come aveva sottolineato Andrea, era su per giù una copia della precedente, come se tutto quello che era successo nell’arco di tempo tra una discussione e l’altra fosse sparito, accantonato, e si fosse tornati alla “normalità” cioè.. a comportarsi come era stato prima di quella festa e del successivo cambiamento.
 
In quei 20 giorni Mick aveva preso seriamente le parole di Andrea, e dopo averci riflettuto su, aveva capito che doveva riprendere in mano la sua vita, che stava andando effettivamente un po’ alla deriva. Dentro la sua testa aveva ringraziato Andrea molto più profondamente di quanto non avesse fatto a gesti o a parole, aveva pure ammesso a se stesso di essersi in un certo modo affezionato alla loro amicizia clandestina, come l’aveva dichiarata lui.
Nonostante l’inconciliabile visione della vita, frutto di due filosofie opposte, Mick apprezzava in fondo il suo spirito essenzialmente buono, quando non era impegnato a prenderla in giro per la sua ritrosia di fonte a certi argomenti, trovava il suo comportamento addirittura tenero, e poi in prima persona aveva potuto sperimentare che, nei momenti seri, poteva trovare in lei un sostegno, o un consiglio, da questo punto di vista era infatti tutt’altro che immatura.
Segretamente aveva quindi una grande stima di lei, ma non si era mai preoccupato di dirglielo direttamente, perché era fatto così, pensava che continuare a comportarsi come aveva sempre fatto fosse la cosa migliore, dopo tutto era una dinamica simpatica, questo continuo scontrarsi lo divertiva parecchio, e poi lei non lo avrebbe mai odiato davvero per il suo continuo stuzzicare, lo sentiva, gli sarebbe bastato  chiederle una volta un consiglio su qualcosa, per riportare tutto alla normalità, sicuramente lei avrebbe fatto e detto di tutto per poterlo aiutare.
Ammirava questo aspetto del suo carattere, lui era sempre stato un tipo rancoroso, uno di quelli che si arrabbiano e si offendono facilmente, e che nonostante tutto non hanno imparato a trattare in modo migliore gli altri. Una tipica sindrome da bullo.
Mick non riusciva ancora a vedere al di là di tutti questi bei sentimenti, questa stima, quest’affezione, questo apprezzamento, questa tenerezza, li provava perchè era così e basta, non si era preoccupato di indagare oltre dentro di se, ma quella telefonata gli aveva fatto scattare un meccanismo nella testa, e adesso, nella quiete della stanza di Andrea, sentiva crescere dentro un grande senso di ingiustizia.
In un meccanismo di autodifesa della sua stessa mente però, il senso di ingiustizia viene esteso pure a Robert, vecchio affezionatissimo amico di Andrea, quel Robert che da quando era arrivata in quella casa non aveva fatto altro che dimostrarle il suo affetto, al contrario di lui.
Anche Robert, che in questo suo ragionamento non è altro che un comodo dito dietro cui nascondersi con tutte le proprie personali paure e insicurezze, sta sicuramente provando lo stesso senso di ingiustizia, dopo tutto Andrea era laloro amica, era sempre stata buona con loro, e li aveva sempre divertiti e inteneriti con quei suoi modi semplici e ingenui da bambina che lui tanto aveva ridicolizzato.
Il pensiero di Andrea sentimentalmente impegnata con qualcuno corrompeva questa immagine di lei, e ancor più grave è il pensiero che si insinua nella mente di Mick, la possibilità che questa sua ingenua disponibilità e affettività incondizionata verso loro tutti potesse scomparire, adesso che si trovava impegnata in un altro tipo di relazione. Sì, sicuramente Robert aveva pensato lo stesso perché le voleva bene.
 
Appurato che pure Robert come lui temesse il cambiamento del rapporto con Andrea, il ragionamento si sposta su “come reagire a questa cosa”.
Ma questa volta, pure analizzando la possibile e legittima reazione di Robert, Mick non riesce a giustificare se stesso. Secondo la riflessione di Mick c’erano fondamentalmente 2 reazioni possibili che Robert avrebbe potuto avere:
La prima era positiva: Robert avrebbe accettato la cosa, e lasciato che Andrea crescesse e si facesse la sua strada, lui le sarebbe comunque rimasto amico.
Ma questa prospettiva non si adattava bene allo stato d’animo di Mick, e anche se Robert fosse stato ben disposto, lui non sentiva di poterlo essere altrettanto.
 
La seconda reazione era negativa: Robert aveva visto crescere Andrea, per lui era come una sorellina minore, e lo aveva dimostrato “difendendola” dall’attenzione iniziale di suo fratello David, presentandola sempre come la piccola di casa, che non doveva essere nemmeno pensata in modo sconveniente. Da che mondo è mondo, i fratelli maggiori sono sempre gelosi delle sorelline, quindi l’intrusione di questo nuovo ragazzo all’interno di quella dinamica familiare, avrebbe sconvolto sicuramente tutti gli equilibri, e scatenato la gelosia (giustificata)del fratello maggiore.
Ma lui non era un amico di infanzia, non l’aveva vista crescere, non era un suo vicino, non la conosceva da una vita, ma solo da 4 mesi, e per quanto fosse facile volerle bene e affezionarsi a lei e ai suoi buffi e dolci modi, non era per lei un fratello maggiore, anche se a detta di Andrea, molte volte riusciva a essere irritante come il suo vero fratello.
 
No, la reazione di Robert, positiva o negativa che sia, non può bastare a motivare anche se stesso.
Non riesce a comprendere bene questo suo coinvolgimento e la sensazione di impotenza, c’è qualcosa che non riesce ad accettare di quella inaspettata e improvvisa faccenda, ma non si riesce a spiegare cosa, perché cercando una motivazione, non ne trova nemmeno una che sia disposto ad ammettere.
A lui non poteva importare di Andrea fino a “quel” punto, non poteva essere geloso, non poteva averne il diritto, non poteva sentirsi coinvolto, ma allora quel senso di fastidio, a cosa era dovuto? Non riusciva a dirselo, forse perché non era disposto ad ammettere di sentirsene profondamente legato.
Agitato dallo stesso fluire dei suoi pensieri, il sonno era ormai una realtà lontana, e Mick si ritrova a mangiucchiarsi le unghie di una mano mentre una gamba è scossa da un incessante e ritmico tremore.
Abbandona quella questione irrisolta, solo perché improvvisamente gli è ritornata in mente tutta la scena a cui aveva assistito a quel ballo, e soprattutto quel tipo alto, e dall’aria snob, dall’inizio non gli era stato troppo simpatico, troppo perfettino. Mick sbuffa, aveva appena detto ad Andrea di essere troppo per fettina,  ma non aveva specificato che il suo era un perfettino simpatico, mentre quello, il vampiro della festa, con la sua laurea e la sua aria da saputello, era un perfettino insopportabile.
Non ha modo di pensare oltre perché la testa di Andrea che sbuca dalla porta lo fa trasalire:
-         bello addormentato nel bosco… è arrivato il principe a portarti a casa… sono le 6, hai dormito due ore!
-         Come?! Non è possibile! Non ho chiuso occhio! Non può essere così tardi!!
Preso di sorpresa si gira di scatto per prendere il cellulare in cui controllare l’orario, ma nel farlo sbatte bruscamente sul comodino, perché distratto e nervoso per i pensieri che lo avevano accompagnato, non aveva mirato bene e dosato la forza con cui aveva scaraventato la mano sul piano di legno. Avesse saputo parlare tutte le lingue del mondo, le avrebbe sicuramente usate tutte insieme per imprecare in quel preciso momento, il dolore gli fa girare la testa.
Andrea non si rende conto di cosa sia accaduto finchè non vede Mick contorcersi afferrandosi la mano che fino a poco tempo fa era stata infortunata. Si precipita accanto a lui inginocchiandosi di fianco al letto lasciando le mani a mezz’aria, vorrebbe afferrare la mano di Mick e controllare che sia tutto a posto, ma il ragazzo si è raggomitolato in se stesso stringendo gli occhi per sopportare il dolore.
-         oddio scusa scusa… volevo… oddio ti sei fatto male… oddio è la tua mano…
Andrea ha un’improvvisa illuminazione, si getta contro la finestra, la apre velocemente, afferra quanta più neve riesce a raccogliere con le mani dal davanzale e la appallottola rendendola un blocco di ghiaccio più compatto, a discapito della sensibilità delle sua mani, che si atrofizzano in un attimo, ma lei non si perde d’animo, e guardandosi attorno velocemente vede una sua canottiera buttata sulla spalliera della sedia, la prende, la avvolge attorno alla palla di ghiaccio che le ha arrossato terribilmente il palmo della mano e si inginocchia di nuovo accanto a Mick.
Questa volta riesce a prendergli la mano, e nel tentativo di alleviare il suo dolore gli posiziona la palla di stoffa e neve dentro la mano, per poi richiudere le dita e trattenere quella mano dolorante tra le sue, compiendo una sorta di massaggio nel punto in cui è più probabile che si sia fatto male, il dito rotto il mese prima.
-         come va? Funziona il ghiaccio? – gli chiede preoccupata.
Mick aveva accettato la cura in silenzio, solo la guardava mentre lei continuava a chiedergli scusa e si preoccupava di curargli la mano.
-         perché chiedi scusa? Non è colpa tua
-         ma se non entravo non ti svegliavo di colpo e non sbattevi per controllare l’orologio…
-         ma no, ero sveglio, non ho chiuso occhio ti ho detto, non è colpa tua tranquilla. – cerca di accennare un sorriso, e nonostante il dolore ci riesce abbastanza bene.
-         Oh, però mi dispiace che ti sia fatto male, aiuta il ghiaccio?
-         Non sento più niente, direi che è un bene…
Andrea lascia la mano di Mick e lo invita a provare a muovere il dito, dopo un paio di tentativi, Mick la rassicura dicendole che riesce a chiudere la mano benissimo e che non ha più nemmeno tanto dolore, e che da li all’ora del concerto sicuramente sarebbe andata ancora meglio. Dice tutto questo mentre inconsciamente le riprende la mano con canotta ghiacciata annessa.
-         ora sto bene grazie mamma! – scherza lui, Andrea ride di se, deve essere sembrata davvero tanto premurosa – mi sa che non ti perderai poi un grande spettacolo.
-         Ma dai! Parla Mick? L’uomo con l’autostima alle stelle?
-         Mi sono fatto male – piagnucola lui.
-         Ma ormai che vengo, voglio un gran bello spettacolo!
-         Ah, quindi vieni? Mi era sembrato non ti interessasse più di tanto.
-         Ma che dici? Certo che mi interessano i vostri concerti, sono o non sono la mascotte del gruppo?
-         Beh poco fa non hai fatto tutti questi salti mortali per assicurare la tua presenza. – Mick la guarda con un’espressione seria e accusatoria – forse il “tuo amico” ci tiene più di te.
-         Se non ti conoscessi abbastanza da sapere che di me non ti importa più che di un paio di scarpe… penserei che ci sei rimasto male…
Andrea è sorpresa di quello sguardo duro, e Mick è sorpreso di sentire che Andrea pensi che di lei gli importi così poco, lascia cadere la maglietta ormai totalmente bagnata che tiene in mano e stringe meglio la mano di Andrea, anche se in quella presa ghiacciata, la sensibilità è minima, è comunque una stretta di mano.
-         a me frega tanto di te! Sono offesissimo!
-         Davvero? – chiede in un soffio Andrea, imbarazzata da quello sguardo che Mick le dirige dritto agli occhi, e dal calore che sta tornando in quella stretta di mano.
-         Sì…ti ho già detto che mi serve qualcuno con cui vantarmi!
Andrea si rialza immediatamente da terra, dove ancora era inginocchiata, e scioglie velocemente la presa dalla mano di Mick, si prende seriamente per stupida.
-         ah beh allora…se la tua grande motivazione è questa…gioisci che avrai con chi vantarti! La magia del natale è stata buona con te!
-         Certo come no, magia del cavolo… - sussurra Mick in modo impercettibile mentre Andrea si è ormai allontanata ed è davanti la scrivania.
-         Come?
-         Niente, lascia stare è il sonno.
-         Spero che non ti addormenterai sul palco, se no poi non ho per chi tifare stasera…
-         Sarai tanto impegnata a sbavare sul vampiro, che ti preoccupi?
-         Che cosa?!
-         Era lui che ti ha telefonato e ti ha chiesto di andare al concerto di sicuro, verrai perché lui vuole venire, e quindi sarai impegnata a stare con lui, tanto che ci siamo o non ci siamo per te è lo stesso.
-         Non dire stupidaggini!
-         Da quanto tempo state insieme? Mi sono perso tante cose in 20 giorni… - Mick si è appoggiato con la schiena sul cuscino.
-         Non sto con nessuno, ma sei sicuro di aver sbattuto la mano? Sembra che la botta tu l’abbia presa in testa!
-         Brendan, il vampiro, è un mio amico! Non penso che mi abbia mai visto con occhi diversi!
-         Allora non è stato lui ad invitarti ad uscire? – chiede Mick perplesso. Forse si era fatto davvero troppi film mentali, e se al  telefono fosse stata la fatina rossa? Ma allora tutti i suoi farneticanti ragionamenti, erano infondati.
-         No, non è stato lui, probabilmente ci sarà visto che siete l’attrazione del momento in questa città, ma io sarò con i miei amici.
-         Allora era la tua amica biondina! – dice con uno sguardo ammiccante, vedendo Andrea rispondere con tranquillità:
-         Un’amica biondina di nome Josh?
-         Chi? - Mick sente la sua mascella indurirsi.
-         Il mio collega, quello con cui ho preparato l’esame…
-         Ah già, ma non l’hai preparato con me l’esame?
-         Sì! Pure, anzi ti ringrazio l’esame è andato benissimo!
-         Non si può lasciare questo posto 3 settimane che ci ritrovi mille novità…
Andrea ridacchia, arrossisce, e non sa perché ma quello le suona alle orecchie come un commento insolito, forse interessato, ma dato l’umore ballerino di Mick che prima le sorrideva e ora le lancia coltelli con lo sguardo, non osa chiedere ulteriori spiegazioni, lo vede alzarsi e sono entrambi in piedi al centro della stanza.
-         Scommetto che anche questo Josh sia un tipo bacchettone e saputello come il vampiro e te!
Dice Mick, lasciando la stanza.

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Capitolo 13
*** Dedication ***


Quando Andrea arriva al locale dell’esibizione del gruppo, con Josh, Evie, Mary e Toby al seguito, il concerto era già iniziato, tutti i membri della band erano impegnati nell’esecuzione di “Dazed and Confused”, Toby la riconosce subito e non manca di informare tutti gli altri.
L’affiatato gruppetto prende posto nel primo tavolo libero che gli viene indicato dal cameriere.
Mary è divertita e ammirata dal fatto che attorno al palco si era raccolto un piccolo pubblico in piedi che cantava e partecipa come ad un vero concerto.
-         beh si, suonano da un po’ di tempo, probabilmente hanno un vero e proprio fan club che li segue, so che in primavera dovrebbero andare anche in altre città qui nei dintorni. – informa Andrea.
-         No ti prego Andrea, non dirlo davanti a Toby, ora sono sicura che mi ci trascinerà! – scherza Mary, scambiando un’occhiata divertita con il suo ragazzo.
-         Se mi ami, devi accettarmi con la mia musica, come io ti porto a fare shopping!
-         Ma io lo faccio infatti!
 
Andrea riesce per un attimo ad incrociare lo sguardo allegro e di saluto di David, impegnato attivamente alla sua batteria, Evie si diverte a guardare come si agitano e svolazzano i suoi lunghi capelli, deve aspettare un paio di minuti prima che possa incrociare lo sguardo di Robert:
-         questi cantanti che stanno sempre con gli occhi chiusi! – si lamenta ironicamente Andrea – per non parlare del chitarrista oscuro…
-         è quello con i capelli neri vero? – afferma prontamente Mary – sì, ha un aspetto inquietante!
-         Ah ah ah lo so, gliel’ho detto anch’io!
-         Come gliel’hai detto?! Ah ah tu sei pazza…
-         Ma siamo amici ormai, e poi, sai, visto alla luce del giorno, con la faccia tranquilla appena sveglio, è tutta un’altra cosa.
-         E tu quando l’hai visto appena sveglio? Eh? – chiede Josh appoggiando la faccia sul pugno con il braccio appoggiato al tavolo.
-         Quando l’ho visto svegliarsi sul divano di casa mia qualche settimana fa… - si giustifica lei distrattamente – comunque Mary, è un tipo simpatico, qualche volta ride pure, ah ah ah.
Andrea aggiunge che ha cominciato a pensare che in fin dei conti Jake ci marci un po’ su questo suo aspetto misterioso.

Toby invita Josh a seguirlo un attimo fuori, non gli sembra vero di poter avere una compagnia maschile, negli ultimi mesi era infatti sempre stato l’unico rappresentante della categoria nel gruppo, ora invece si dirige a fumare una sigaretta, aveva già ascoltato 4 canzoni ed era abbastanza soddisfatto da poter affrontare una pausa.
Andrea segue i due ragazzi con lo sguardo fino a quando non li vede attraversare la porta, poi rivolge di nuovo lo sguardo agli amici sul palco.

Mary, lontana dalle orecchie indiscrete di Toby, afferma la sua ammirazione per il bassista, John, Andrea le dice che le sue impressioni sono corrette:
-         Robert mi ha detto che è uno a posto, anzi uno dei “più a posto” che abbia conosciuto, non partecipa nemmeno i festini perché, mi spiace per te, è fidanzato! Come lo sei tu. – scherza Andrea guardando Mary e dandole un colpo di gomito sul braccio.
-         Ah ah ma io ho solo detto un parere, non voglio nient’altro, comunque tu stai frequentando Josh per adesso!
-         Ahm… io frequentare Josh? Forse è quello che crede lui!
-         Povero ragazzo cos’ha che non va?
-         Be non lo so, non mi intriga come…
-         Come il mezzo prof. Eh? Stai pensando a lui?
-         Chi? Brendan? Lui è un modello troppo alto da raggiungere. Stavo per dire “come dovrebbe” semplicemente.
-         A proposito, ma non ti piaceva il tipo con il dito rotto?
Evie ride:
-         guarda che è quel ragazzo che suona la seconda chitarra lì…
-         oh… non l’ho riconosciuto, l’ho visto solo una volta…
-         due, era con me al bancone del bar alla festa di Halloween quando tu sei arrivata.
-         Ah già, ma si, non l’ho riconosciuto e basta. Comunque che mi dici di lui Andrea?
-         Che vuoi che ti dica? Anche se Evie è convintissima che ci sposeremo io non penso che mi abbia mai considerata seriamente.
-         Io non ho parlato di matrimonio mia cara, ma di una grande attrazione… - chiarisce Evie.
-         Comunque… -la interrompe Andrea – ogni volta che parliamo per più di 5 minuti finiamo col litigare perché lui deve convincermi che la vita fuori dalle regole è bella.
-         Ecco vedi? Ti vuole convertire al piacere! Ho ragione io!
-         Si ma non mi convince minimamente in questo modo! E poi, adesso è offeso con me, perché non gli ho detto subito che venivo qui per vedere il suo grande ritorno sul palco, ma gli avevo detto che ci andavo perché voi volevate venire qui.
-         Combacia tutto! – continua a insistere Evie, Mary sembra darle ragione, ma non ha il tempo di affermarlo a voce perché le tre ragazze sono distratte in un attimo dall’udire un urletto da stadio del fedele pubblico, inneggiante il nome di Mick.
-         Che vuole fare quel pazzo? – chiede Andrea guardandolo aggiustare il microfono piazzato davanti a se, che se ne sta seduto con in mano la chitarra.
La voce bassa del ragazzo avverte il pubblico che adesso ci sarebbe stata una canzone in versione acustica.
-         la mia ultima per questa sera, perché ho avuto un problema alla mano, e non posso andare oltre un certo limite… - spiega al pubblico, i più ben informati però lo sapevano già – la dedico a tutte le persone che pensano di sapere sempre quale sia la cosa giusta da fare, quando in fondo siamo tutti ugualmente persi con gli stessi problemi. Ma nonostante tutto…
Senza nemmeno finire la frase di questa intro d’effetto che aveva scatenato i più ferrati in musica nel pubblico raccolto davanti il palco, le note di una canzone nota pure ad Andrea e chi come lei era meno ferrata in materia, iniziano a risuonare.
 

“So, so you think you can tell
(Allora, pensi di saper distinguere)
Heaven from Hell, 
(il paradiso dall'inferno? )
blue skies from pain. 
(I cieli azzurri dal dolore? )
Can you tell a green field
(Sai distinguere un campo verde)
from a cold steel rail?
(da una fredda rotaia d'acciaio?)
A smile from a veil? 
(Un sorriso da un pretesto? )
Do you think you can tell? “.
(Pensi di saperli distinguere? )
 
 

Andrea non aveva mai ascoltato questa canzone con la stessa attenzione che le sta prestando adesso, e una canzone non le era mai sembrata tanto calzante come in quel momento, dopo la discussione avvenuta nel pomeriggio.
Ma cos’era effettivamente quella canzone, in quel momento? Una dichiarazione o un atto di accusa? E in fin dei conti, entrambe le alternative le sembravano piuttosto assurde.
Evie e Mary guardano l’espressione di Andrea, e intuiscono che dietro quello sguardo incredulo ma concentrato, sta avendo sicuramente luogo un ragionamento, un accavallamento di pensieri; decidono di indagare cercando un indizio delle loro supposizioni negli occhi dell’altro interlocutore di quell’invisibile scambio di messaggi attraverso la canzone.
 
 

“How I wish, how I wish you were here. (Come vorrei, come vorrei che fossi qui”)
We're just two lost souls (Siamo solo due anime sperdute )
swimming in a fish bowl, (Che nuotano in una boccia di pesci)
year after year, (Anno dopo anno )
running over the same old ground. (Corriamo sullo stesso vecchio terreno)


What have we found? (E cosa abbiamo trovato?)
The same old fears, (Le solite vecchie paure)
wish you were here.”(Vorrei che fossi qui. )

    
 
Mick aveva alzato lo sguardo e lo aveva puntato dritto su Andrea, che aveva lo stesso sguardo stupito, incredulo e concentrato. Non c’era più dubbio che ogni riferimento a fatti e persone presenti, NON fosse puramente casuale.
Ma quello scambio di sguardi, che conteneva molto di più di quanto ogni presente potesse effettivamente capire, fu interrotto bruscamente, dalla fine della canzone, dagli applausi della sala, e dal ritorno al tavolo dei ragazzi.
 
-         Nooo, mi sono perso una fantastica canzoneeee! Perché non mi chiamavi Mary??
-         Non sapevo che ti piacesse così tanto…
-         Ok… non sapevo che anche lui cantasse…
-         Non lo sapevo neanche io… è la prima volta che sento la sua voce, cioè… cantare. – risponde Andrea.
-         È bravo – commenta Toby – la sente questa canzone!
Il parere di Toby sembra alle ragazze presenti un’uscita molto infelice da dire in quel momento.
-         Toby che ne sai tu, non hai nemmeno sentito la canzone.
-         Ho sentito l’ultimo pezzo Mary…
-         Siamo tutti bravi a fare la voce malinconica… - continua lei, intenzionata a sminuire l’intensità che Mick possa aver messo nella canzone.
-         Sarà… o magari sta cercando di conquistare qualcuna… - Evie, Mary e Andrea restano impassibili il più possibile a questa nuova constatazione, ma Toby continua – lì davanti c’è qualche ragazza che sicuramente “vorrebbe essere lì” come chiede lui nella canzone…
-         Ah davvero? E tu che ne sai? Venendo hai fatto lo scan a tutte le allegre fanciulle che stanno li davanti?
-         Ah ah Mary su, non fare la gelosa, era un’occhiata generale…
-         Guarda che ti ci mando io direttamente “lì”.
-         Oh sei gelosa!
 
Questo breve e simpatico bisticcio era bastato, fortunatamente, a distrarre l’attenzione di Toby dal dare i suoi commenti azzeccatissimi, ma fuori luogo in quel momento.
Un’altra canzone era già stata eseguita, e ne seguivano altre, Mick non era più sul palco, come egli  stesso aveva detto, non avrebbe più suonato, ma non si sapeva che fine avesse fatto, Andrea non riusciva a vederlo da nessuna parte, decide saggiamente di non cercare oltre.
Il resto del concerto è ascoltato con apparente serenità.
 
Alla fine Robert si avvicina ad Andrea, saluta il resto del gruppo, chiede se l’esibizione sia stata gradita, ricevendo un responso più che positivo.
 
-         Vi rubo un attimo l’amica… questioni domestiche!
-         Che c’è? – chiede Andrea, una volta messa un po’ in disparte con Robert.
-         Non torniamo a casa stasera…
-         Io e tu?
-         No, io e il gruppo, dubito che tu voglia avere l’onore di unirti ai nostri festeggiamenti… anche se fai finta di avere un ragazzo…
-         Finta di cosa?
-         Ne parliamo dopo eh? Adesso volevo solo dirti che noi andiamo a casa di Jake, quindi sei sola a casa, così non ti disturbiamo!
-         Ah, ok… grazie…
 
 
Tornati tutti a casa, nel silenzio della notte e della solitudine, Andrea si addormenta presto, contrariamente a quel che pensava, accolta nel suo comodo letto, il cui piumone aveva un odore diverso dal solito.

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Capitolo 14
*** Clash ***


I pensieri di Andrea si rincorrono caoticamente la mattina seguente, è tutto un caos di immagini, supposizioni e musica che si susseguono senza un’apparente logica, e non si riesce ad inquadrarle.
Ha avuto un sonno disturbato e non si sente al massimo delle sue forze, così decide di approfittare della calma e della solitudine di quella Domenica per concedersi un lungo, caldo bagno ristoratore.
Ora tra le quattro mura di quel bagno ovattato dal vapore, riesce per qualche attimo e interrompere quei pensieri, guardando fuori dal lucernario; vede il cielo velato da una leggera coltre di nubi, tanto leggera ma omogenea da far apparire il cielo bianco.
All’improvviso il telefono squilla, interrompendo la sua silenziosa contemplazione.
Andrea aveva sempre trovato strano quel telefono sopra la vasca, ma ora scopre quanto potesse essere utile.
 
-         Pronto?
-         Andrea buongiorno! – risponde una voce allegra dall’altra parte del telefono.
-         Ciao ahm… chi sei?
-         Ma come, non riconosci il tuo amicone preferito al telefono?
-         Oh, David sei tu, buongiorno!
-         Almeno ti ricordi chi è il tuo amico preferito, bene!
-         Ahahah comunque Robert non c’è ancora…
-         Lo so che non c’è, è qui con me! Che fai?
-         Mhm… sono in bagno in realtà. Salutami Robert.
-         Ti sente, siamo in viva voce! Quindi un gruppo di 4 uomini ti sta rompendo le scatole in un momento un po’ privato!
Andrea sente anche un “Ciao Andrea” da quella che sicuramente è la voce di Robert, e un “da quando dici SCATOLE?” da quella che sembrerebbe la voce di Jake; lei risponde ridacchiando:
-         Oh, no no, sono nella vasca!
-         Ohooooh! – risponde David, a cui Jake fa subito coro.
-         Avanti non fate gli scemi, tu e Jake – alza il tono della voce – ti ho sentito sai Jake?? – lo sente ridere in lontananza e Robert dargli del cretino.
-         Perché esattamente mi state chiamando? – chiede Andrea, riattirando l’attenzione.
-         Ah giusto, è domenica, siamo tutti devastati e non ci va di cucinare, andiamo a pranzo fuori, ti unisci a noi?
-         Se volete e vi fidate, potete essere i miei ospiti a pranzo.
-         Dici davvero? Sai cucinare? – la domanda è posta anche da Jake.
-         Be… mi sto specializzando in lasagne…
-         Cosa sono? – chiede il moro, mentre Robert ride in sottofondo.
-         Ahm… è un tipo di pasta, un piatto italiano.
-         Ah vero, tu sei quella mezza italiana.
-         Già. Comunque sempre che vi fidiate di me!
-         Io mangio qualsiasi cosa, tesoro, e in abbondanza!
-         È per questo che mi stai simpatico!
-         Pensavo per il mio indiscutibile charme!
-         Ah ah ah sì, certamente anche per quello, allora quanti siete?
-         Io e mio fratello, e il padrone di casa, ah e Jake!
-         John non c’è?
-         No… dalla ragazza!
-         Mi sembra giusto…
-         Vestiti ragazzina, stiamo arrivando!
-         Ok!
 
Andrea è costretta ad abbandonare il relax che si stava godendo e a vestirsi precipitosamente.
 
 
Quando Robert rigira la chiave nella toppa, Andrea ha appena finito di sistemare il bagno, lo stesso non si può dire della sua stanza, passandovi davanti Andrea chiude semplicemente la porta, e scende in soggiorno, trovando i suoi ospiti variamente spaparanzati su divano e poltrona.
-         Sei un leoncino stamattina!
-         Sì Jake, la mattina ti faccio concorrenza! – dice la ragazza, passandosi una mano tra i capelli - Buongiorno a tutti – alza un braccio in segno di saluto – Rob, ieri ho preso in prestito il tuo plaid.
-         Hai fatto bene.
-         Ora mi metto all’opera per voi.
-         Di già?
-         Ci vuole un po’ David…
-         Oh, va bene, sei tu la mangia-pasta, lo saprai tu…
-         Ah ah grazie della fiducia, tuo fratello dov’è? Non è venuto? – chiede Andrea dopo aver spostato lo sguardo in tutti gli angoli della stanza.
-         È salito in camera di Robert a controllare una cosa su internet, non l’hai visto?
-         No…ok vado in cucina!
 
Andrea si mette subito all’opera mentre inizia a riflettere sul fatto che avrebbe a breve visto Mick, e non aveva idea di come lui avrebbe reagito, come non sapeva come lei stessa avrebbe dovuto reagire. Di certo non avrebbe preso lei per prima il discorso, soprattutto davanti a tutti, ed è quasi sicura che anche da parte di lui non avrebbe dovuto temere questo. Avrebbe dovuto fare come se niente fosse successo… dopo tutto non era certa che quella canzone fosse per lei, magari si era fatta un altro dei suoi romanzeschi film.
 
-         Ciao Andrea, come stai stamattina?
Andrea rallenta i suoi movimenti senza smettere di fare quello che stava facendo, rivolge un veloce sguardo all’arco che divide la cucina dal soggiorno, e vi trova la figura di Mick, appoggiato alla parete, con le braccia incrociate sul petto, coperto da un maglioncino verde scuro.
-         Non si fuma in cucina Mick. – è l’unica frettolosa risposta che le viene in mente per evitare le possibili intenzioni di quella domanda.
Mick avanza verso Andrea che sta davanti i fornelli a mescolare il sugo, le passa dietro quasi sfiorandola, poi spegne la sigaretta sotto l’acqua del rubinetto, buttandola.
-         Sei troppo silenziosa per i tuoi canoni…
-         Non ho dormito molto oggi…
-         Ah!
Andrea pensa che dovrebbe chiarire il significato della sua frase facilmente fraintendibile, ma non lo fa, per non ammettere di aver pensato e ripensato a quella canzone e di aver tratto pure delle conclusioni alquanto assurde. Era meglio che Mick fraintendesse, e lui lo fa all’istante, a giudicare dal tono secco di quell’ “ah!” e dal modo in cui si allontana senza aggiungere altro, uscendo dalla cucina.
-         Hai bisogno di una mano? – chiede Robert affacciandosi subito dopo l’uscita di scena di Mick.
-         No grazie – gli risponde lei sorridendo.
-         È grande ormai!
aggiunge Mick abbastanza ad alta voce per essere sicuro di essere sentito da Andrea, che ha chiaramente inteso la sua battutaccia; lei si sorprende di come possa credere ad una cosa del genere,  come se non avesse parlato con lei abbastanza a lungo di come lei la pensasse. “Buon viso a cattivo gioco” pensa lei, sospirando.
 
Dopo aver preparato la teglia e averla messa al forno, Andrea indugia qualche altro minuto, apparecchia con calma, e si siede qualche istante al tavolo, pensando che quella sia davvero una situazione inverosimile; non potersi comportare spontaneamente con la sua ormai cara combriccola di amici, per chissà quali turbe mentali di Mick, che aveva deciso improvvisamente di darle un’importanza che lei stentava a riconoscersi, poi aveva sempre quel suo strano atteggiamento da offeso, come se quello che Andrea facesse, o potesse fare, fosse in qualche modo affar suo.
 
Alquanto combattuta decide di farsi comunque viva alla presenza degli altri, e così va a prendere posto in un angolo del divano, mestamente con lo sguardo basso, per evitare qualche indesiderato incrocio di sguardi. L’argomento della conversazione a cui Andrea dalla cucina non aveva prestato attenzione è, neanche a dirlo, il concerto della sera precedente, si parlava sempre del concerto il giorno successivo, ed erano sempre tutti entusiasti.
-         E poi… era il ritorno del mio fratellino! Sei stato bravo Mick! – dice David in tono compiaciuto – vero Andrea? Tu che ne pensi?
-         Eh? Come? Non stavo ascoltando scusate.
-         Dicevo… Mick ha suonato bene ieri eh? Dopo tutto quel tempo steccato!
-         Oh, sì, sì… - risponde annuendo con la testa e lasciando vagare il suo sguardo a casaccio ovunque – non pensavo che sapessi cantare Mick.
-         So fare molte cose io, comunque… ti è piaciuta la mia canzone? – chiede Mick scandendo l’ultima parte della frase.
-         Tua? Pensavo fosse dei Pink Floyd… - sdrammatizza lei, che non ha la minima intenzione di rispondere alle domande di Mick su quella precisa canzone.
-         Simpatica… volevo dire “la canzone che ho cantato io” – 3 secondi di silenzio – va beh, vorrà dire che ti è stata dal tutto indifferente… - Mick espira rumorosamente appoggiandosi allo schienale del divano dal quale si era sporto per guardare Andrea, che ovviamente non stava ricambiando il suo sguardo, al che Jim, seduto in mezzo a loro esprime la sua sorpresa:
-         Ti facevo più sensibile e romantica Andrea, tutte le ragazzine sono impazzite letteralmente per quella canzone.
Andrea rimane ancora senza parole, come mai Mick e ora anche Jim, insistevano nel voler sapere il suo parere su quella canzone? Davvero quella canzone doveva significare qualcosa e doveva essere riferita a lei? E soprattutto, anche Jim lo sapeva? E probabilmente anche tutti gli altri? Andrea si scopre impreparata ad affrontare tutte queste eventualità, visto il comportamento di Mick da quando lo conosce, non avrebbe mai pensato che sarebbe potuto succedere, sarebbe assurdo.
 
-         Ma sì, cioè è stata bella, molto intensa, e ti ho già detto che mi sono sorpresa a sentirti cantare, sei stato molto bravo.
Mick le rivolge uno sguardo sarcastico, e Andrea sa, che adesso sarebbe stato ancora più scontroso di prima, avendo delle buone ragioni  per essere offeso.
Il suono del timer proveniente dal forno interrompe queste problematiche riflessioni: tutti a tavola!
 
 
Si siedono tutti attorno al tavolo, impazienti di mettere qualcosa sotto i denti, e quel qualcosa che adesso si trovava sotto i loro occhi e nasi, aveva un odore davvero invitante.
-         Spero proprio che vi piaccia, e che sia venuto bene.
-         Lo mangeremo comunque – la tranquillizza Robert – se mangiamo i prodotti confezionati, questo non può essere peggio!
-         Oddio, spero proprio di no! – ridacchia Andrea pensando che in tal caso, sarebbe stata davvero negata.
-         Piuttosto, come mai sei qui da 4 mesi e non mi hai mai cucinato un piatto tanto elaborato?
-         Semplice Rob, perché l’ha fatto per me in realtà, sono stato io a telefonarle stamattina! – afferma David, sorridendo.
-         Veramente l’ho fatto per tutti! Così per avere delle cavie! – continua a sorridere Andrea, mentre termina di mettere nei piatti abbondanti porzioni.
-         Come hai detto che si chiama questa cosa? – chiede Jake.
-         Lasagne, possibile che non l’abbiate mai sentito? Comunque assaggiate su!
 
Jake è il primo a mettere una forchettata in bocca, mentre Andrea lo guarda quasi con il fiato sospeso.
-         mhmm, buona! – pronuncia con il suo profondo vocione.
Al che anche gli altri commensali si tranquillizzano e iniziano a mangiare, David si diverte a fare filare la mozzarella il più possibile, Andrea lo trova molto buffo e infantile in quel momento.
-         Robert, se ti piace la rifaccio quando vuoi tu!
-         Oh che bello, una donna che ti cucina le cose buone quando vuoi tu! – dice David in tono da finto invidioso – a me piace, vieni a farla a casa mia?
-         Ah ah addirittura, beh se piace pure a Mick vi invito ogni volta che la rifaccio!
Mick per tutta risposta deglutisce rumorosamente, poi fa segno di ok con la mano, continuando a mangiare.
-         Allora campione, come ieri hai fatto furore al concerto, oggi devi stenderli tutti alla partita, siamo vincitori noi Tyler!
-         David lo sai che, modestamente, sono il più forte della squadra.
-         Scusate, ma i giocatori di rugby non hanno una stazza molto più grossa della tua? – chiede Andrea.
-         Si, ma non vuol dire niente, noi siamo tutti ragazzi universitari, giochiamo contro una squadra di ragazzi universitari, mica con la serie A!
-         Oh, ok…io non ho mai visto una partita, è divertente o è solo un gruppo di scimmioni, con rispetto, che si saltano addosso per prendere una palla schiacciata?
 
Jake scoppia a ridere per quella semplicistica descrizione data da Andrea, Robert altrettanto.
-         È un grande sport! Anche se ci si può far male, c’è una grande disciplina dietro! E io sono ben piazzato ti assicuro…
-         Vedremo…
-         Vieni e vedrai! – Mick ha un tono sospeso, e un sopracciglio sollevato.
-         E con tutte le sigarette e l’altra robaccia che ti fumi, hai la resistenza necessaria? Non vorrei vederti arrancare sul campo…
-         Sono allenato, ho una grande resistenza!
-         Beato tu io sono un’inetta! – Andrea passa dal tono di sfida, quasi sul piede di guerra, al solito tono tranquillo e ingenuo – faccio tre passi e resto senza fiato!
-         Questo perché tu al contrario mio non ti alleni mai! – provoca Mick.
-         Oh ma in compenso sai fare delle ottime lavagne! – la incoraggia Robert.
-         Ah ah ah si chiamano laSagne Rob, le lavagne sono quelle della scuola! Ah ah ah.
-         Ops…
 
Grazie alla gaffe di Robert, scende di nuovo un tranquillo silenzio, in cui il gruppo finisce di consumare il pranzo, o meglio la prima parte, Andrea, su richiesta di tutti, distribuisce il bis. A tutti meno che uno…
-         Allora non ti è piaciuta… puoi dirmelo, con tutte le volte che mi offendi, non ti devi creare problemi proprio per questo Mick…
-         Ma a me piace, solo che devo andare ad affrontare una partita, e non vorrei avere i crampi al fegato per aver mangiato troppo!
-         È vero, hai ragione…
-         Per fortuna io non devo correre – afferma Robert sorridendo agli amici – così posso abbuffarmi di questa strana pasta quadrata! Questa non si butta nell’acqua bollente vero? Come si cucina? A secco?
-         Ah ah ah… proprio così…cioè a dire la verità io la bagno un po’ con acqua bollente in una padella…
-         Cucini la pasta nella padella? – chiede stranito Jake.
-         No! Ce la passo solo 4-5 secondi tanto per ammorbidirla…tu non provarci mai a fare la pasta in padella! A meno che non si tratti di un cibo precotto!!
-         Ok capo! - Quel “ok capo” suonava particolarmente buffo per Andrea, detto dal vocione tenebroso del moro – a proposito di bis, ieri al concerto c’è stata una ragazza che ha letteralmente urlato “guardami sono proprio qui!” mentre cantavi “wish you were here”, te ne sei accorto Mick? Ah ah ah.
-         Sì. Peccato che rispondano all’appello le persone sbagliate… - Andrea sente un colpo allo stomaco, ma non indaga con lo sguardo.
-         Beh, sì in effetti non era poi questo gran bello spettacolo – commenta Jake, che non aveva colto nessuna allusione particolare, Andrea si tranquillizza del fatto che lui non ne sapesse niente. – menomale che l’appello sia stato accolto anche da Lily poi eh?
-         Mhm… - Mick alza semplicemente le spalle mantenendo uno sguardo indifferente.
 
Andrea in piedi davanti il lavello ha ascoltato e se in un primo momento aveva avvertito un ennesimo colpo allo stomaco sentendo Mick lamentarsi del fatto che la persona giusta non aveva colto l’appello, adesso è attonita “da dove salta fuori questa Lily?!”.
Allora è davvero una stupida visionaria che pensa cose inesistenti… e mentre lei era stata impegnata a pensare che forse quel tipo strano che risponde al nome di Mick fosse davvero interessato a lei, lui se ne stava comodamente a divertirsi con questa certa Lily.
Dandosi dell’idiota chiude il rubinetto che era rimasto aperto e aveva già riempito la teglia da cui l’acqua aveva iniziato a strabordare.
 
 
-         Tu ti porti dietro il Bodyguard?
Andrea si gira e inconsciamente guarda Mick con uno sguardo offeso:
-         A chi ti riferisci? – chiede seccatamene.
-         Quel nuovo tipo impomatato…
-         Stai parlando di Josh?
-         Sì, quello…
-         Ah! Allora ho visto bene ieri! – commenta David ammiccando.
-         Che hai visto? – chiede curioso Mick.
-         Che c’era un tipo al tavolo con Andrea – si rivolge a lei – con voi, che ti teneva molto in considerazione!
-         Ah… - Andrea arrossisce lievemente – beh, ma è un amico…
-         Tsè certo, amico…
-         Non ti sta troppo simpatico questo ragazzo eh Mick? – chiede ironicamente David
-         Siamo tutti uomini qui, sappiamo tutti che vuole quello… - afferma Mick convinto.
-         E sentiamo, che vuole “quello”? – ribatte Andrea prontamente, ma non gli dà il tempo di rispondere – e comunque che te ne importa? Dov’è il problema?
-         Io non ho nessun problema… sei tu che sei incoerente!
-         Incoerente io? – Andrea si avvicina a Mick, che si è alzato per defilarsi nel soggiorno, e gli si piazza sotto il naso.
-         Aiuto, ragazzi qui volano pentole! – sussurra Jake a Robert e David, quest’ultimo particolarmente divertito dalla scena risponde:
-         È la prima volta che vedo Andrea così decisa a controbattere Mick, in genere si vergogna, sta in silenzio e scappa in camera…
-         Incoerente io?! Ma sentilo! Ma che ti passa in quella testa? Che avrei fatto di incoerente?
-         Dici di essere in un modo e poi non lo sei…
-         Oh oh! Addirittura… e come avrei detto di essere io? Poi ti lamenti di me e del fatto che ho sempre da ridire sul tuo comportamento… ma tu fai la stessa cosa! – gli punta un indice sul petto - Dimmi un po’ chi è l’incoerente? Eh? Chi è?
Ma senza aspettare risposta anche questa volta Andrea gira i tacchi ed esce furente dalla cucina, salendo a velocità le scale.
-         Ma dove vai? Fai domande e nemmeno lasci rispondere le persone! – dice Mick ad alta voce mentre, con uno scatto fulmineo, inizia a salire le scale a pochi passi di distanza da lei.
-         Ecco è proprio questo che dicevo… in modo molto più silenzioso… - commenta David.
-         Ma voi ci avete capito qualcosa? – chiede Robert che si stupisce a sua volta del tono di Andrea, davvero insolito, come aveva notato David.
-         Probabilmente si sarà stufata davvero dell’atteggiamento di Mick, certe volte tuo fratello è pesante… l’ha sempre trattata a modo suo quella poverina! – questo è il parere di Jake.
-         Lo so, lo so, ma io me la rido perché mio fratello è un imbecille patentato!
-         Beh che allegria! – sorride a sua volta Robert – come se gli avessi detto un complimento…
-         Andiamo Rob! Quei due bisticciano troppo, si punzecchiano troppo! Si prendono troppo sul serio e si danno troppa importanza vicendevolmente!
-         Aspetta mi vuoi dire che… - Jake pare avere un’illuminazione!
-         Ah ah ah andiamo non diciamo sciocchezze – Robert incrocia le braccia al petto e si appoggia allo schienale della sedia ridacchiando, ma Jake e David lo guardano come se fosse la cosa più ovvia – insomma…è Andrea! E quello è Mick!
-         Si e sono maschio e femmina – commenta Jake.
-         E tu che ti sei preso tanto pensiero per noi 2! – aggiunge David – quando mio fratello ha potuto agire indisturbato…
Un istante di silenzio
-         Di cosa stiamo parlando?! – chiede Robert in tono allarmato.
-         Ahahah niente di cui preoccuparsi ancora, secondo me… solo, si punzecchiano troppo, e sempre secondo me, gatta ci cova! Sentili come bisticciano, perché Andrea si vede con questo tipo…è evidente! Quando a mio fratello non frega niente di te, non ti caga e basta! Semplicemente.
Robert e Jake ascoltano le parole di David. La cosa non sembra poi tanto assurda.
-         Su paparino! Quantomeno Mick ha quasi la sua età!
-         Ma hai appena detto che è un imbecille…
-         Si questo è vero… ma in fondo è un bravo ragazzo.
 
 
Mentre i ragazzi “più grandi” sono rimasti giù in cucina ad ascoltare la versione di David, il litigio scoppiato minuti prima in loro presenza era continuato al piano superiore, le voci, anche se confuse e non distinguibili, si udivano ancora.


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Capitolo 15
*** What's the matter? ***


Andrea stava per chiudere la porta della stanza alle sue spalle, quanto Mick si è appoggiato prontamente con una spalla spingendo in senso contrario ad Andrea, inutile dire chi ha avuto la meglio, la porta si è aperta in un istante, dopo tutto Mick è un giocatore di Rugby.

-         Esci fuori dalla mia stanza Mick! Non ti ho invitato ad entrare!
-         Come la fai complicata!  Sono sempre entrato in camera tua. Non fare la stupida! – Mick si richiude la porta alle spalle, e si appoggia all’armadio.
-         E continui pure a offendere! Che ci sei salito a fare qui? Vatti a fumare quelle 3 4 canne che ti fanno passare il tempo in modo più piacevole!
-         Sono salito perché mi urli in faccia e non mi fai rispondere!
-         Benissimo! Allora rispondi avanti sono tutta orecchie… sentiamola la mia incoerenza! Mi fai ridere! Posso essere tutto, tranne che incoerente! L’ho capito sai, quello che intendevi – Andrea vede la faccia di Mick irrigidirsi in un’espressione che avrebbe osato definire “addolorata” - Beh sappi che non me ne frega niente di quello che pensi! Sai una cosa? Sei tu che non fai altro che giudicarmi! E non mi conosci nemmeno!
Andrea, mentre diceva tutte queste cose, si era rigirata, si era diretta verso il davanzale della finestra, di fronte la porta, Mick sta ancora appoggiato all’armadio sulla sua sinistra, la guarda, lei gli rivolge le spalle.
-         Insomma Andrea, stai parlando solo tu! Ti vuoi dare una calmata? – Andrea si è ormai zittita del tutto, riprende fiato sonoramente – che diamine sei impazzita?
Andrea si rigira si scatto trovandosi Mick di fronte, apre la bocca ma non esce nessun suono, perché Mick l’ha presa per le spalle e la tiene ferma, e lei non capisce cosa voglia fare.
-         Stai un po’ ferma! Ebbene sì, a quanto pare non ti conosco! Perché tu mi racconti un sacco di balle moraliste e poi non sei come hai detto di essere!
-         Io sono ESATTAMENTE come ho detto di essere! Anzi come tu hai detto: perfettina, noiosa ed estremamente moralista!
-         Sì certo, con me forse… - Mick la guarda con sguardo sprezzante e le lascia le spalle.
-         Si può sapere qual è il tuo problema? No, perché io non ci sto capendo niente! Che cavolo vuol dire “con me forse”?
-         Vuol dire che NON lo sei con altra gente!
-         Ma quale altra gente?
-         Per esempio il tuo bell’imbusto…
Andrea lo guarda accigliata:
-         E che avrei fatto io col bell’imbusto, di immorale?
-         E che ne so io, dimmelo tu, che “non hai dormito molto oggi”.
Andrea ricorda di avergli detto così prima di pranzo, e adesso è certa che lui abbia capito che non lei avesse dormito, perché era stata impegnata con qualcuno.
È davvero incredula e non sa se scoppiare improvvisamente a ridere, o indignarsi per il comportamento di lui, da fidanzato geloso. Decide di tirare la corda, forse era l’occasione che aspettava per capire il significato di quella canzone, l’unico modo per andare fino in fondo alla storia.
-         Sei un idiota Mick!
-         E tu sei una bugiarda!
-         Io non sono bugiarda! – assume un’insolita espressione spavalda - E comunque non ho nessun obbligo verso di te! Non devo rendere conto a te di quello che faccio o non faccio! O mi sbaglio?
-         No, ma… dico solo che per come ti sei sempre professata, sono rimasto “stranito” dal tuo comportamento, dopo tutto siamo amici e pensavo che ti confidassi con me, come io ti ho confidato le mie cose, quindi perché non essere sincera?
-         Oh… adesso quindi siamo amici tu ed io! Tanto amici che tu non vuoi nemmeno farlo sapere in giro, com’è che hai detto? Amici non ufficiali giusto? Giusto per avere qualcuno da prendere in giro, è questo che sono per te… quindi perché fai l’offeso adesso, se non ti parlo di come passo le mie notti?
Mick spalanca un attimo gli occhi e si ricompone, al suo orecchio quella era una confessione bella e buona e la cosa gli dava più fastidio di quanto lui stesso avesse immaginato finora.

-         Io… ma certo che siamo amici! Stavo scherzando non te la sarai presa ieri?
-         Be considerando che quando parli con me, mi prendi in giro per come sono fatta, permettimi di aver creduto che fosse veramente solo così!
-         Se non ti considerassi, ti avrei mai raccontato dei miei problemi di famiglia? Se non mi fidassi di te, avrei preso in considerazione le tue parole, quando abbiamo parlato del mio momentaneo tracollo? Mi sei stata accanto in un momento difficile e io ho ascoltato le tue parole e grazie a quelle ho ripensato a cosa voler fare di me, e ho fatto dei progetti, non è abbastanza questo per farti capire che tu sei importante per me?? – Dice Mick tutto d’un fiato, poi aggiunge - Come amica…
-         Be sì, sì sono belle, bellissime parole Mick.
Mick sussulta a vedere Andrea così fredda. Più il tono di Andrea si fa freddo e distaccato più Mick sente ribollire il sangue. Mick è come una pentola a pressione, da un momento all’altro inizierà a fischiare!
-         Sei incredibile Andrea, non sembri nemmeno tu!
-         E tu che ne sai di come sono io? Non ci hai capito niente di me!
-         Oh sai, lo credo anche io! Quel tipo ti ha cambiata in pochissimo tempo! È per questo che non mi piace, perché tutti qui possono preoccuparsi per te, ed io no?
-         Ah quindi sei preoccupato per me adesso…
-         Esatto!
-         Come tutti gli altri, tipo Robert…
-         S-sì…
-         E sei preoccupato per me perché sono cambiata…
-         Esatto, sei cambiata. Eri una ragazzina tanto dolce, e timida, e riservata, e…
-         E “perfettina e noiosa” la preda preferita per le tue prese in giro, con così poca conoscenza “del mondo”, non hai fatto altro che considerarmi una minorata mentale solo perché non sono “espansiva” come le belle ragazze che frequenti tu!
Adesso Andrea non riesce più a reggere la parte della fredda e distaccata che aveva voluto interpretare fino ad allora, ha perso di vista il suo obiettivo, anche perché adesso è convinta che davvero tutta la “gelosia” e la scontrosità di Mick, siano dovute al fatto che lui la considerasse una sua semplice amica, e lei aveva sperato che in fondo in fondo lui ci tenesse molto di più…
-         Ok, ho un po’ calcato la mano su questo argomento…ma era in senso buono, cioè era bello su di te…che tu fossi così…
-         Eppure ho creduto che volessi in un certo senso convincermi…
-         Convincerti a fare cosa? Ad andare col primo che incontravi?
-         La vuoi smettere?? Come te lo devo dire che non sono stata con nessuno??
-         Cosa? – Mick cade dalle nuvole…eppure l’aveva confessato – ma l’hai detto tu!
-         Ho detto che non ho dormito molto! Ma non ho detto che me la sono spassata! Anzi, ho dormito male!
-         Hai… hai dormito male? – Mick sbatte le palpebre e la guarda incerto, e la vede farsi sempre più triste, gli si stringe il cuore.
-         Sì! Sì, sì ho dormito male!!! Come te lo devo dire!? Male! Mi sono svegliata presto!
-         Ti sei…svegliata presto? – Mick si gratta la testa evidentemente imbarazzato, aveva creduto tutt’altro.
-         Sì! Che credevi che avessi fatto? Nessuno mi ha cambiata! Se la cosa tranquillizza il tuo animo da amico preoccupato, sappi che sono la stessa timida, riservata e bacchettona di ieri! Io non ti capisco Mick – Andrea inizia a piagnucolare – perché te la prendi sempre con me qualsiasi cosa io faccia?
Mick non sa davvero come reagire, le poggia una mano sulla spalla:
-         Dai Andrea, e che bisogno c’è di piangere?
-         C’è bisogno! Perché anche io mi sono confidata con te, e ti ho parlato, e tu alla prima occasione hai creduto chissà che cosa e mi hai buttato fango addosso! Come hai potuto pensare una cosa del genere di me? Dopo che sai come sono fatta, perché è a te che l’ho detto! Invece non hai perso tempo nel darmi della bugiarda e incoerente! Se davvero mi avessi capita profondamente, non avresti messo in dubbio il mio modo di essere!
-         Io… mi dispiace, ma, ma io avevo capito… cioè tu hai detto… e poi ti vedevo così fredda… ti sei davvero comportata diversamente…
-         Be mi stufava sentirmi ripetere quanto fossi infantile e poco donna quindi ti ho fatto credere quello che tu hai voluto credere, e te la sei comunque presa con me. Non va mai bene niente!
-         Ma tu non devi fare niente per farti apprezzare o meno da me, devi essere te stessa e basta.
-         Ma tu non la fai sembrare una bella cosa! Sto scoprendo adesso che il mio modo di essere è bello su di me, secondo te!
Mick si chiede come può davvero essere stato così determinante per Andrea, l’ha fatta sentire insicura tanto da farsi vedere sotto un’altra luce, quella che lui effettivamente le aveva sempre presentato come quella “giusta”.
-         E poi, scusami, ma che cavolo vuol dire quella pagliacciata di ieri sera?
-         Come? - Mick non capisce a cosa Andrea si riferisca.
-         Quella canzone! Mick, mi hai fissata tutto il tempo, e oggi sei venuto a chiedere pure se mi fosse piaciuta! Non posso essermi totalmente rincretinita! “pensi di saper distinguere il bene e il male bla bla…” è tutto quello di cui abbiamo parlato nel pomeriggio! Tu mi hai accusato di avere sempre qualcosa da ridire e di pensare di far sempre la cosa giusta!
-         Allora l’hai capito!
-         Non sono un’idiota!
-         Ma perché hai fatto tutta questa sceneggiata e non me l’hai detto subito?
-         Perché?? E tu perché non mi spieghi le cose una volta per tutte invece di far finta di essere un mio amico preoccupato per me come Robert? Robert ci è cresciuto con me! Mi conosce da quando avevo il pannolino! Tu no!
 
Mick deve ammettere che era lo stesso discorso che aveva fatto a se stesso quando si era scoperto geloso di Andrea, e cercava una giustificazione, che non era riuscito a trovare. Vede Andrea gesticolare esageratamente e le blocca le mani:
-         Io non lo so.
-         Che vuol dire "non lo so"?
-         Che… non riesco a spiegarmelo! Sono stato troppo impegnato a prendermela con te perché avevi buttato via il tuo modo di essere gentile e infantile, e non ci ho più  riflettuto!
-         Quindi è colpa mia???
-         No, non è una colpa… ma non lo so…
-         Ma qualcosa in testa dovevi averla quando ti sei messo a fare il cantante! Cos’è che vuoi? “Sono qui” avanti parla. – Andrea si libera le mani, ancora bloccate dalle forti braccia di Mick.
-         Mi sono sentito di farlo e l’ho fatto, non ho cercato motivi ideologici… probabilmente mi è sembrato il migliore modo per esprimerti che nonostante i nostri discorsi stereotipati, che vanno a finire sempre allo stesso punto, e nonostante tu sei così diversa da me e ti comporti sempre da maestrina convinta di sapere qual è la cosa migliore da fare, al contrario di me, io ti voglio bene lo stesso.
-         Mi vuoi bene lo stesso… tutto questo tuo assurdo prendertela con me, essere scontroso, e contro ogni cosa che mi riguarda, per dirmi che mi vuoi bene… bel modo…
-         Pensavo che avessi capito come sono fatto… anzi sono sicuro che sia così.
-         Be lo pensavo anche io, ma a quanto pare non ci conosciamo per niente…
-         È stato un malinteso, quindi seppelliamo l’ascia di guerra… eh? – chiede Mick preso da improvviso buonumore - ci conosciamo, ora più di prima, tutto chiarito.
Andrea guarda Mick spalancando la bocca, iniziando a credere che il suo "amico" soffra davvero di personalità multiple.
-         Ti è passata tutta la rabbia? Era questo? Pensavi che io non sarei stata più tua amica se avessi trovato un fidanzato?
Mick la guarda, abbassa lo sguardo e, per tentare di riconquistare in un qualche modo la sua fiducia, per una volta decide che le dirà almeno questa verità.
-         L’ho pensato sai? E mi è dispiaciuto. E il resto è storia.
-         Wow, se fai tutto questo solo per non perdere la mia amicizia, figurati cosa faresti se fossi innamorato! – esclama Andrea, mentre Mick trasale; è un po’ imbarazzato per questa uscita di Andrea, per fortuna lei non se ne accorge. La cosa che lo imbarazza di più è che in effetti tutto questo suo comportamento per salvare l’amicizia era esagerato persino ai suoi occhi, considerando i canoni di relazione con il prossimo che aveva sempre avuto: amico stretto, amico di squadra/scuola, storielle. Non ricorda di aver mai fatto tanto per tenere accanto a se un qualsiasi altro amico. In ultima analisi, è pure piuttosto sorpreso che Andrea l’abbia bevuta, presa dalla rabbia, come era, e dallo spirito indagatorio che stava facendo cadere tutti i veli, si era bloccata all’ultimo, aveva rinunciato appena prima della fine, e si era arresa alla prima verità che Mick le avesse fornito. Forse perché era il massimo della profondità di sentimento che Andrea si aspettasse da lui, o forse lo consideva talmente pazzo e strano che aveva considerato quella giustificazione accettabile; queste prospettive non gli facevano poi tanto piacere.
-         ehm, eh già… ah ah… - è l’unica risposta che gli viene in mente all’ultimo momento, ancora incredulo di averla scampata.
-         Chissà magari quello lo fai per Lily! - dice Andrea sbuffando.
-         Per chi? – Mick la fissa inebetito.
-         Ahm… l’ha nominata Jake… dovrebbe essere la fanciulla con cui te la sei spassata ieri tu!
-         Io? Oh pff, cosa c’entra lei adesso, hai chiesto cosa farei se fossi innamorato!
-         Ah… ho capito… è una groupie!
-         Mhm… - Mick alza le spalle.
-         Che tristezza povera ragazza.
 
Andrea si decide a smuoversi dallo spazio tra Mick e la finestra, si sente spossata dalla lunga discussione, ciondola verso il letto e si siede con un tonfo, e rimbalzando varie volte, Mick l’ha seguita con lo sguardo, un’ultima lampadina accesa in mente gli fa capire che Andrea non ha considerato l’eventualità che lui sia innamorato di lei, solo perché ha sentito dire a Jake il nome di quella ragazza; comprende pure chiaramente come nella mente di Andrea essere innamorato di qualcuno sia una condizione necessa per andarci a letto.
-         Non ci pensare… ah ah ah che problemi ti fai.
-         Io non vorrei mai essere trattata così…
-         Oh … beh tu non lo permetti di certo.
-         Si, questo è vero… e in tal caso, visto che sei un mio amico mi difenderesti giusto?
-         Di-direi di sì. – risponde Mick, che sente di star perdendo la pazienza nuovamente, non appena il pensiero di Andrea coinvolta in una qualche relazione con chicchessia gli passa per la mente. “cazzo” pensa tra se e se.
-         Beh, grazie, posso abbracciarti?
 
Mick la guarda sorpreso, adesso la riconosce, la piccola, tenera, infantile e ingenua Andrea, e sente un senso di tenerezza, insolito pure per lui, sospira piano:
-         Puoi fare quello che ti va piccoletta. – le dice avvicinandosi a lei, piazzandosi di fronte e tirandola su dal letto per le braccia.
Andrea stringe prontamente le braccia attorno al busto del ragazzo, in realtà non sa nemmeno perché lo stia facendo, sa solo che è stato un impulso che l’ha spinta a chiederlo e a farlo, sentiva di averne bisogno, e considerata la situazione, un rappacificamento dopo una grossa lite, lui non avrebbe potuto rifiutare, a maggior ragione dopo averle detto di volerle bene, tanto da aver agito come un forsennato al pensiero di non averla più come amica.
Mick altrettanto istintivamente le passa un braccio dietro la schiena e uno dietro la testa, lei gli arriva sotto il mento. Mick l’avrebbe stretta ancora di più a sé, se lei non avesse interrotto quella momentanea armonia:
-         Ma di cosa sei fatto?
-         Come?
Andrea inizia a pensare che tra i vari problemi di Mick c'è da annoverarsi anche un inizio di sordità.
-         Di cosa sei fatto, Cosa mangi? Acciaio?
-         Ah ah ah, sono un atleta io, che ti aspettavi?
-         Alla faccia!
Mick sorride, lascia cadere le braccia dall’abbraccio così come fa lei.

Quel breve abbraccio si è concluso velocemente, ma la sensazione di quei pochi secondi rimane inconsapevolmente nella memoria di entrambi.
 
 

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Capitolo 16
*** Match ***


-         Vieni con me alle prove? Sono un’ora prima della partita – riprende a parlare Mick – facciamo riscaldamento e ripassiamo gli schemi.
-         Oh e si può assistere? – chiede Andrea sistemandosi il bordo del maglione grigio chiaro che indossa.
-         Sì, si può fare, hai il mio permesso. – risponde lui sorridendo.
-         Uhh chi sei il capitano della squadra?
-         Quasi… ad ogni modo non è un problema.
-         Musicista, sportivo talentuoso e pure persona rispettata! Wow! – Andrea si lancia automaticamente in quest’encomio, che Mick accoglie con molta fierezza gonfiando il petto.
-         Allora direi che non posso rifiutare…
-         Perfetto allora andiamo!
-         Ora? Ma non sono pronta – gridacchia lei alzandosi iniziando velocemente a girare per la stanza.
-         Ma sì che lo sei! È una partita di rugby mica una sfilata!
-         Ma non sono nemmeno truccata!
-         Nemmeno io…
-         Mick… - Andrea lo guarda inclinando la testa da un lato con lo sguardo scocciato.
-         Andiamo Andrea, vai bene così – Mick le afferra una mano e la trascina fuori dalla stanza.
-         Aspetta, aspetta, mi devo almeno mettere le scarpe! – Andrea tira a sua volta Mick per la mano fino all’angolo dove sono i suoi stivali. – ok sono pronta, si fa per dire!
-         Non ti lamentare, va benissimo!
I due ragazzi scendono al pianterreno dove Robert, Jake e David fumano tranquillamente seduti comodi sul divano:
-         Oh siete tornati… e siete entrambi vivi! – commenta Robert vedendoli spuntare.
-         Credevi che ci saremmo scannati? – chiede Mick affrettandosi alla porta, trasciando ancora Andrea dietro di sé.
-         Più o meno! Sì. In effetti…
-         Una serie di fraintendimenti, niente di che… - risponde – ora scusate ma vado di fretta, ci sono le prove!
-         Io vado con lui, ci vediamo direttamente lì!
David guarda il fratello che non riesce a ricambiare lo sguardo, troppo impegnato com’era a tirare Andrea fuori dalla porta. “lei va con lui” ripete David monocorde una volta che i due sono già fuori. Robert sbuffa divertito.
 
 
 
 
 
Andrea passeggia avanti e indietro nel corridoio che dal campo fa accedere agli spogliatoi, a cui Mick le ha severamente vietato l’ingresso, “come se avessi intenzione di entrare lì in mezzo a una ventina di energumeni mezzi nudi” aveva risposto lei, generando una risata divertita in  Mick.
Andrea sta riflettendo che in fin dei conti, non ha ben capito come si siano sistemate le cose, e se addirittura fossero davvero risolte. Una volta che aveva detto a Mick che chiunque altra persona ci fosse nella sua vita, questo non l’avrebbe allontanata da lui come amica, la sua ostilità non avrebbe più avuto motivo di esistere. Nonostante questa logica considerazione, Andrea sentiva che avrebbe comunque fatto meglio a evitare di nominare Brendan o Josh davanti a Mick, ancora per un po’, dopo tutto era sempre così lunatico, anche se durante il tragitto in macchina era sembrato più allegro che mai… “l’adrenalina per la partita” pensa Andrea.
Mentre è immersa in queste considerazioni, uno ad uno le passano davanti molti ragazzi, altri giocatori che vanno a cambiarsi per l’allenamento, e nessuno si esime dal rivolgerle occhiate curiose, non era il posto in cui in genere giovani ragazze se ne stavano ad aspettare.
Andrea si è appena seduta su una panchina appoggiata al muro del corridoio, quando due massicci ragazzi le si siedono accanto, guardandola insistentemente.
 
-         E tu chi sei? Una nuova cheer-leader?
-         I vostri camerini sono nell’altro corridoio purtroppo…
Commentano a turno i due nuovi arrivati.
-         No, non sono una cheer-leader – chiarisce Andrea rivolta al primo interlocutore, un ragazzo abbastanza in carne con occhi nocciola e capelli chiari – sto aspettando un mio amico – continua rivolgendosi all’altro, più basso e più biondo del primo, dopo di che si gira a guardare la porta che dava su un corridoietto stretto e grigio in cui risuonavano gli schiamazzi dei ragazzi nella stanza in fondo a quel corridoio.
-         Il tuo amico è uno sciocco se ti fa aspettare così a lungo in un posto come questo! – continua il tipo basso, costringendo Andrea a voltarsi di nuovo:
-         Non è molto che aspetto – dice, fissando lo sguardo verso il basso.
-         Come ti chiami? Io sono Luke! – il primo ragazzo le porge una mano, che Andrea non vuole stringere, e non lo fa, cambiando discorso:
-         Qualcuno di voi, sarebbe così gentile da entrare nello spogliatoio e chiamarmi Mick Tyler per favore?
Nel pronunciare quel nome, lo aveva scandito bene, come a volergli conferire una qualche importanza, e forse la sua azione aveva avuto un certo effetto, i due ragazzi infatti si guardano negli occhi, e il secondo chiede conferma di aver capito bene:
-         Mick Tyler è il tuo amico?
-         Sì, proprio lui! – sorride Andrea contenta del fatto che quel ragazzo sembri intimorito da quella rivelazione.
-         Ok… - si alza in piedi – te lo chiamo sub…
-         Chi devi chiamare Simon? – la voce fredda di Mick, arriva all’orecchio di Andrea come una dolce melodia.
-         Te, la tua ahm… amica ti aspettava…
-         E voi le stavate facendo compagnia immagino.
-         Non si lasciano le belle signorine incustodite Tyler. – commenta Luke. Andrea si alza e si affianca a Mick che risponde a quel tipo con tutta l’ostilità di cui era capace:
-         Vatti a cambiare! O tarderemo per colpa tua!
-         Sono già riscaldato io…
Mick gli lancia un’occhiata eloquente prendendo Andrea sotto braccio e guidandola fuori da quel corridoio, poi si scusa per il fatto che ci siano tali imbecilli in giro.
 
Andrea è contenta di vedere che gli spalti siano al coperto, almeno non congelerà. Mick la lascia al posto dietro le reti di protezione, dicendole di star per cominciare gli allenamenti, lei lo guarda allontanarsi mentre indossa il casco, se non fosse per il numero della maglia non lo avrebbe più riconosciuto.
Andrea ammette a se stessa che Mick potrebbe anche essere stato il ragazzo più burbero e scostante della scuola, o del mondo intero… ma che fisico!
Non si era mai accorta della definizione dei suoi muscoli, se non un’oretta prima durante quell’abbraccio in camera sua, e ora che lo vede in calzoncini bianchi e rossi il fatto è fin troppo evidente, le protezioni rendevano le sue spalle ancora più larghe, e poi era scattante ed energico, a dispetto di quello che avrebbe potuto aspettarsi da un accanito fumatore come lui.
Andrea pensa che questo sia lo sport più adatto come antistress per un tipo istintivo e rancoroso come Mick; lo vede muoversi sul campo concentrato e partecipe all’azione, ma nota pure che ogni tanto apre e chiude ripetutamente la mano, si ricorda che probabilmente la mano infortunata gli fa ancora male, e si arrabbia mentalmente con lui per la sua incoscienza: “non dovrebbe giocare e sforzare così la mano a così poco tempo dal suo infortunio, ma che gli salta in mente? Razza di incosciente!”.
 
Dopo mezz’ora dall’inizio, l’allenamento è terminato e il campo viene lasciato libero per l’allenamento e il riscaldamento delle cheer-leader. Andrea nota che appena prima di rientrare negli  spogliatoi, Mick è intercettato da una di loro, una ragazza abbastanza longilinea e proporzionata, con una lunga coda alta castana-rossiccia.
La conversazione tra i due non dura però molto, perché il capitano della squadra la richiama al megafono: “Lily stiamo tutte aspettando te!”.
Andrea trattiene il fiato per qualche secondo, deglutendo, senza sapere il perché si sente avvolgere da un senso di sconforto.
 
 
 
-         Hey, tra 15 minuti iniziano, dov’è Mick?
David, che aveva parlato, Robert, con in mano due grossi coni di pop corn e Jake sono arrivati in questo momento, Andrea risponde che Mick sia rientrato negli spogliatoi da un po’.
-         Bene! – risponde David rubando un cono di pop corn dalle mani di Robert.
-         Ehy questi erano per Andrea…
-         Ce li dividiamo, vero Andrea?
-         Ma certo! – sorride lei – è quella la Lily che ha risposto alla “chiamata” di Mick al concerto, Jake?  - chiede con aria indifferente.
David guarda Robert alzando un sopracciglio, il moro interpellato allora assottiglia lo sguardo e riconosce la ragazza:
-         oh sì, e tu come lo sai?
-         L’ho sentita chiamare, e poco fa ha provato a parlare con Mick prima che si ritirasse nei camerini.
-         Oh…
-         Penso che lei sia innamorata di lui…
-         Cosa te lo fa pensare? – chiede David, masticando una grande manciata di pop corn.
-         Beh visti da qui sembrava la sua fidanzata.
-         Fidanzato Mick? Pff – Andrea guarda Jake stranita – Mick è misogino! Non te ne sei accorta?
-         Ahm… io pensavo che fosse una cosa nei miei confronti, che gli stessi particolarmente antipatica… ma che con le altre ragazze, quelle più… vicine al suo stile di vita, fosse più accomodante.
-         No, anzi, almeno con te parla, gli stai a genio o ti ignorerebbe, come prima che tu venissi ad abitare da Robert – sorride lui portandosi le mani dietro la testa, stiracchiandosi.
-         Che vuol  dire?
-         Vedi, quando si è diffusa la voce che tu dovessi trasferirti da me erano tutti…. Curiosi di conoscerti ecco. – interviene Robert, interrotto ancora da David:
-         Tranne lui, non gliene poteva fregare di meno… comunque non si parla degli assenti,  anzi, guardate stanno scendendo in campo! Lo vedete? Quello con la maglia numero 8!
-         Sì, sì lo vediamo – risponde Robert contento di cambiare argomento, Andrea assottiglia lo sguardo, adesso lo vede anche lei.
-         Ma tuo fratello va in palestra?
-         Si allena da un paio di mesi, pure a casa, è un fissato!
-         Ah… - commenta atona Andrea.
-         Ahhhh è un bel tipo eh? – David schiaccia un occhiolino facendo imbarazzare Andrea che si tuffa nel cono di pop-corn per non rispondere – queste ragazze, sono tutte uguali, basta che vedano un atleta in calzoncini e non capiscono più niente!
-         Ah ah ma dai! – Pronuncia Andrea mentre arrossisce bruscamente – non mi era mai accorta, tutto qui.
Il fischio d’inizio distrae l’attenzione di David dalle guance di Andrea.
 
Inutile dire che Andrea non capisca niente di quella partita, dall’inizio alla fine, sebbene Robert e David gridassero concitati ogni volta che l’azione si faceva interessante, lei si preoccupava per qualche mal capitato che veniva mezzo calpestato da quella folla di agguerriti ragazzi con il casco, divertendosi a fare il tifo. Solo quando vede Mick avvicinarsi con fare trionfante si rende effettivamente conto che la partita è terminata, e si sorprende poiché se l’era aspettata più lunga e noiosa.
 
-         Sei stato bravissimo! – dice con entusiasmo, anche gli altri ragazzi si congratulano.
-         Grazie! – risponde lui sorridendo.
-         Anche se non ho capito niente della partita…tranne che… avete vinto voi!
-         Oh altroché! Li abbiamo stracciati!
-         Tutto merito tuo immagino! – Andrea incrocia le braccia sorridendo.
-         Ovvio bambolina! Non c’è da chiederlo! – risponde con una faccia da schiaffi esemplare.
-         Oh… ma perché mi chiamate tutti così?
-         Tutti chi? – chiede Mick smettendo di sorridere.
-         Tu, tuo fratello, Jake, Robert, tutti voi!
-         Ah… beh, perché sei piccola e delicata!
-         Io sono un maschiaccio! – si difende Andrea, ma la sua affermazione suona poco credibile alle orecchie dei presenti.
-         Certo!! Come no! Ah ah, guardati intorno, questi sono maschiacci! Ciao Sam! Cory… Tom!
Mick saluta i tre amici, compagni di squadra, che gli stanno passando accanto da quel lato del campo con delle pacche sulle spalle:
-         Ciao Mick! Siamo stati grandi eh?
-         Puoi ben dirlo!
Un quarto ragazzo si avvicina e si unisce ai saluti, poi rivolge uno sguardo ad Andrea al di là della rete di protezione:
-         Ehy bambolina! Sei un amica di Mick?
Mick scoppia a ridere:
-         Oh non chiamarla così!
-         Perché, se no morde?
-         Ok, mi porto questo tizio in spogliatoio… voi aspettatemi ok?
Detto questo, Mick attraversa il campo portandosi dietro l’ultimo venuto.
Andrea si risiede, inizia a sentire freddo, il campo è all’aperto, la gente sta lentamente uscendo svuotando gli spalti, e dalle porte che sono state aperte passano ventate di aria gelida. Robert propone di aspettare in un luogo più riparato, così il gruppo di amici si reca nuovamente nel corridoio dove Mick aveva portato Andrea prima dell’allenamento. Dopo 10 minuti Mick esce dagli spogliatoi.
-         Ma hai i capelli bagnati! – tuona allarmata Andrea – vuoi proprio ammalarti!
-         Non ho phon qui! Ed ero sudato, non potevo rimanere in quel modo, almeno così non puzzo!
-         Oh grazie al cielo! Perché come puzzi tu, nessuno mai!
-         Ma grazie fratellino, sempre gentile!
-         Solo la verità! Allora pizza per festeggiare? Offre Jake!
-         Ehy e io che c’entro? È tuo fratello il vincitore, devi offrire tu!
-         Ok paga Robert! – continua David senza scomporsi.
-         Io metto la casa! – si giustifica il biondo – potremmo fare oggi la nostra serata horror!
-         Ci sto! – risponde affermativo Jake.
-         Ahm scusate un secondo… sapete è l’ultima partita della stagione, e con la squadra eravamo già rimasti d’accordo che avremmo festeggiato insieme…
-         Oh… certo hai ragione… possiamo fare anche a meno di te per la serata! – scherza Jake – giusto Rob?
-         Beh sì, mi dispiace che tu ti perda la serata horror.
-         Uff, sono combattuto! – Mick è davvero indeciso sul da farsi.
-         Ci sono pure le cheer leader a questa festa? – chiede Robert ammiccando.
-         Beh suppongo di si…
-         Allora, io sto congelando! Ci diamo una mossa? – interviene Andrea immediatamente, interrompendo il giubilo di quella sua compagnia di maschietti – vado in macchina, buona festa Mick! – lo guarda negli occhi – vorrà dire che finalmente starò più larga sul divano e non ti sentirò lamentarti o prendermi in giro se ho un sussulto.
-          
Strappando dalle mani di Robert le chiavi della sua macchina, si dirige di filata nel parcheggio, lasciando gli amici più grandi a guardarla dubbiosi, Mick sorride sprezzante, si sbaglia o quella è gelosia? La cosa non lo disturba affatto.
 

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Capitolo 17
*** Other signs ***


I ragazzi sono immersi nella visione del film quando, sul più bello, un battere alla porta fa restare tutti attoniti sul divano.
-         Certo che è inquietante quando ti bussano alla porta, e tu stai guardando un horror!
Commenta Jake il cui tono di voce rende quell’affermazione ancora più tetra. Intanto quel qualcuno torna a bussare.
L’eroe della situazione, nonché padrone di casa, si avvicina alla porta, guarda cautamente dallo spioncino. Apre la porta:
-         Mick, che bussi a quest’ora?
-         Scusa, non ho ancora una copia di chiavi tutta mia! Il campanello deve essere saltato!
-         Davvero? Domani controllo… che ci fai qui?
-         Ho portato la macchina per tornare a casa con David! – Mick entra guarda il fratello.
-         Ma non dovevamo restare qui? – chiede in risposta David.
-         Che significa “restare qui”? Io sono venuto per niente?
-         Ma Robert l’aveva detto!
-         A saperlo me ne tornavo dritto a casa! – Mick si toglie il giubbotto – che freddo! Non è ancora finito il film?
-         Non ancora, che ci fai tu qui piuttosto, non eri con le cheerleader?
-         Sì – risponde Mick tirando su col naso – credo di essermi raffreddato! La farò pagare ad Andrea per avermi portato sfiga!
-         Sei tu l’idiota che se ne va in giro con i capelli bagnati di notte!
-         Allora? – insiste Jake - niente avventure oggi? Cos’è eri stanco da ieri? Sei giovane ragazzo!
-         No, Jake, semplicemente Lily sta pressando! Non voglio vederla!
-         Non la pensavi così ieri!
-         Ieri ero ubriaco e depresso!
-         Depresso? Ma non eri contento di tornare a suonare?
-         Allora ero ubriaco e su di giri ok? Oggi ero in me!
-         E sì, ti si riconosce, arrabbiato per chissà quale motivo, scontroso e misogino, sei proprio tu!
-         Non sono misogino.
-         Oh Jake ne è convinto, l’ha pure detto ad Andrea oggi pomeriggio! – avvisa Robert.
-         Perché mai metti in giro queste voci?!
-         Allora sei gay!
-         Jake… - Mick cerca la calma che sembra sia andata a farsi benedire – quante volte dobbiamo ripetere questo discorso? Avevamo stabilito che la parola esatta fosse “selettivo”!
-         Si certo, selettivo!
-         Siete due co***. – risponde dopo aver sentito pure Robert fargli il verso.
-         Mio fratello in fondo è romantico, che male c’è a volere un po’ di coinvolgimento mentale, è nel tenero dei suoi anni!
-         Ahm… David, apprezzo le tue buone intenzioni, ma sembri piuttosto ironico anche tu! Quasi quasi sento la mancanza della ragazzina, l’unica che sembrerebbe comprendere questo mio punto di vista! Dov’è si è gia andata a coricare? Il film era troppo pauroso? – sorride pensando già di poterle ritorcere contro questo argomento.
-         È uscita!
Mick starnutisce e tira fuori dalla tasca un fazzoletto:
-         Uscita? Con questo tempaccio?
-         Pensi di essere l’unico a poter uscire? – gli chiede il fratello ammiccando in un modo che Mick non capisce.
-         È andata con quella sua amica biondina? – Mick si siede sul divano.
-         Lei ti incuriosisce mentalmente? – chiede beffardo Jake.
Mick per un attimo fraintende il soggetto di quella frase e sussulta impercettibilmente, ma prima che possa rispondere in qualsiasi modo, Robert lo interrompe:
-         Sì. A meno che non sia con quel ragazzo… - detto questo spegne la luce rimettendo in play il film interrotto, lasciando al buio la reazione di Mick.
 
Mick non riesce ad incrociare Andrea come sperato quella sera, poiché quando la ragazza rientra sono già andati tutti via da poco, sebbene non fosse tardissimo, alla fine David aveva deciso di tornare a casa con Mick, che era davvero di umore strano quella sera e continuava a starnutire.
Ovunque nell’aria c’era però una inconfondibile traccia della recente presenza:
 
-         Cosa avete fatto? La gara a chi fuma di più? Che puzza!
Una versione un po’ zombie di Robert che cerca di mattere in ordine la accoglie:
-         buona notte anche a te Andrea, divertita?
-         Serata tranquilla… - afferma buttandosi sulla prima sedia che le capita sotto tiro.
-         Nessuno entusiasta della serata oggi, sareste dovuti rimanere entrambi alla nostra serata horror!
-         Nessuno? Entrambi?!
-         Sì, Mick è tornato piuttosto presto, era scazzato.
-         Oh…pensavo avesse grandi progetti di divertimento oggi – dice Andrea con aria di superiorità.
-         Lo pensavamo tutti, ma ci sbagliavamo! A quanto pare appena ha potuto è scappato via, venendo qui, piuttosto, ti incolpa del suo raffreddore…
-         Ed io cosa c’entro? È lui che vuole fare il figo con 6 gradi di temperatura!
-         Già gliel’abbiamo detto!
-         Quindi non sono rimasti perché Mick stava male?
-         Non proprio male, ma abbastanza raffreddato quindi David l’ha riaccompagnato a casa, anche perché si è incazzato per essere venuto fino a qui inutilmente per tornare a casa con David, quando lui voleva rimanere, non ho idea di cosa sia successo, deve essere stata terribilmente noiosa quella serata.
-          
Andrea non commenta quest’ultima frase, solo, si interroga sul perché Mick abbia deciso di tornare così presto e assentarsi da quella festa a cui era andato, e in cui avrebbe dovuto avere molte possibilità di svago.
-         Tu tutto ok?
-         Sì, non mi lamento – risponde Andrea vaga – domani voglio fare l’albero!
-         Vuoi fare un albero di Natale?
-         Perché non ce l’hai?  Ma ma …
-         Beh, effettivamente non l’ho ancora comprato…
-         Che tristezza! Ma almeno uno piccolino!
-         Ah ah non so Andrea, se lo vuoi, puoi portarne uno comunque…
-         Mhm… forse non ci hai pensato perché per le feste torni a casa…
-         È questa casa mia…comunque… sì penso che i giorni di Natale sarò a casa nella nostra vecchia cittadina!
-         Ah ecco! – esclama Andrea allegra – quasi quasi ti stavo immaginando come un piccolo e solitario Grinch verde che se ne sta qui tutto solo per Natale.
-         Ah ah ah che fervida immaginazione!no, non sono così senza cuore!
-         Menomale, ora che ci penso credo di averci chiamato Mick così!
-         Magari l’ha pure preso per un complimento… è stato oggi durante il litigio?
-         No, no, tempo fa, ultimamente ho scoperto un piccolo pezzo della sua parte emotiva e non si è più meritato questo appellativo.
-         Ultimamente? Credevo che voi due parlaste spesso in camera tua…
-         Sì, di problemi, hai ragione, parlavo proprio di emotività come sentimento.
-         Sentimento? – Robert smette di ultimare la sistemazione del soggiorno e di fare avanti e indietro dalla cucina, ora è fermo che ripensa alle parole di David di quella mattina – che ti ha detto, esattamente? – chiede molto interessato.
-         Che mi vuole bene! – risponde Andrea soddisfatta.
-         Ohhh…
-         Ha persino detto… ok che rimanga tra noi, so che non vorrebbe che il suo lato umano venga scoperto, quindi come se non ti ho detto niente, ma mi ha persino detto che gli dispiacerebbe perdermi come amica! – Andrea si riscopre sorpresa da ciò che Mick aveva pensato.
-         Davvero? – chiede Robert retorico, iniziando a insospettirsi quanto David circa quella storia- se quel testa calda di un Tyler ti ha detto una cosa del genere…
-         Cosa?
-         Beh devi considerarti fortunata signorinella!
-         Perché non si può voler bene ad un’amica?
-         Certo che sì, ma Mick non te lo viene certo a dire! Oltretutto a lui non frega mai niente di nessuno, tranne che di noi ovviamente.
-         In effetti è sempre ostile quando si tratta di esprimere quello che ha dentro… o quello che gli passa per la testa, e lo so bene visto che per qualche strano motivo che sa solo lui se la prende sempre con me! Solo ora scopro che ha fatto l’offeso solo perché mi vuole bene!
Robert scoppia improvvisamente a ridere e Andrea lo fissa chiedendogli il motivo di tanta ilarità:
-         Beh principessa… Mick ti ha presa di mira da molto prima che potesse dolersi di essere abbandonato da te come amica… litigavate già prima della sua assenza di 20 giorni…
-         Oh, è vero… ai tempi vorrà dire che gli stavo proprio sul cavolo…
-         Adesso mi è sembrato ancora più acido, non so cosa tu gli abbia detto prima del concerto, ad esempio, ma era incazzatissimo, pure stamattina non mi è sembrato da meno.
-         Ma lui…
-         Ora scusa se non parlo più con te del nostro amico psicopatico, ma ho davvero bisogno di un letto, faresti bene a riposarti anche tu.
Andrea si fa abbracciare brevemente da Robert che poi si avvia per le scale.
-         Spegni tutto e vieni su!
-         Sì, arrivo!
 
Andrea entra in cucina e si versa un bicchiere d’acqua. Pensa che Robert abbia ragione, Mick ce l’ha sempre avuta con lei, dall’inizio, ma invece di pensare che questo invalida la sua giustificazione, e pensare che la sua attrazione sia più forte di quello che professa, si convince che lo faccia semplicemente per carattere… gli piaceva stuzzicarla e prenderla di mira perché lei non reagiva, poi quando alla fine lei lo aveva fatto, lui si era calmato. E se anche gli ultimi due giorni fossero stati ancora più pesanti, a quello Mick aveva dato una spiegazione chiamata “amicizia”.

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Capitolo 18
*** Evie's Advices ***


Sono le 10:30, Andrea si è svegliata da un po'.
È martedì, ma Andrea è rimasta a casa, questa mattina non ha proprio voglia di studiare…
Ha fatto un sogno stanotte, di quelli suoi, cioè “strano”, cerca di raccogliere più ricordi possibili e dargli una coerenza logica in attesa che arrivi Evie, alla quale ha mandato un messaggio.
 
Tre quarti d’ora dopo, ecco le due amiche sedute a gambe incrociate sul letto, pronte a dare una forma a tutto quello che avrebbe detto Andrea.
 
-     Allora, questo sogno? – Chiede Evie risoluta.
-     Allora sì, era come… come se fosse ambientato in momenti diversi, proprio a distanza di anni ok? – Risponde Andrea grattandosi la testa.
-     Ok, sbalzi temporali. Ci siamo. – afferma Evie, ascoltandola con attenzione.
-     Esatto, ma non c’è niente di fantascientifico eh? Anzi, era tutto così verosimile! Comunque, mi trovavo qui il mio primo giorno. E c’erano tutti gli amici, pure tu, anche se effettivamente vi ho conosciuti dopo, Robert, Jake, David e Mick che stava alle mie spalle, muto e in penombra. Tutti mi parlavano tranne lui, che aveva un visto così triste…
-     Era davvero triste in quel primo periodo no? Ti ha poi raccontato di sé, come mi hai detto.
-     Sì, cioè proprio il primo giorno era normalissimo, poi è diventato irascibile, e sì era triste, come nel sogno. Poi ci ritroviamo alla festa di Halloween, sto ballando con lui ed è sorridente, fin quando arriva Brendan, e allora Mick si dimostra geloso, inizia a dirmi che non avrei dovuto farlo, che noi stavamo bene senza di lui, e che io lo faccio solo per punirlo… non lo trovi assurdo?
-     Assurdo dici eh? – chiede Evie ironica - È questa la vostra situazione attuale? – continua decisa ad incarnare al meglio la parte della “consigliera” che la situazione richiede.
-     Mhm… assolutamente no… Cioè, Mick non è mica geloso di Brendan – Evie alza un sopracciglio dubbiosa a tal riguardo – per prima cosa, tra me e Brendan non c’è niente!
-         No, ma lui alla festa di Halloween ha creduto di sì!
-         Seconda cosa: anche tra me e Mick non c’è nulla che un qualsiasi Brendan possa rovinare! Mi sarò fatta condizionare dal fatto che Mick mi abbia detto di volermi bene, nel mio sogno è diventato amore, ah ah ah
-     Aspetta aspetta… ripeti un po’…che mi sono persa? Ha detto che ti vuole bene?
-     Sì, non c’è stata occasione di raccontartelo prima. La mattina dopo il concerto abbiamo avuto una lite furibonda…
Andrea racconta per filo e per segno la brutta litigata con Mick, mentre Evie continua ad annuire e sorridere.
-     Ma insomma che ridi?
-     Andi, tu sei senza speranza! Quel tipo è cotto di te, come ti ripeto dal primo giorno! E gli rode, da morire, che tu stia con un altro. Brendan o Josh che sia. Gli è salito il sangue al cervello pensando che tu fossi stata a letto con lui. Come fai ad essere così ingenua?
-     Ma che dici? Mick mi vuole bene come amica, perché l’ho aiutato in un brutto momento e l’ho supportato, e gli dispiaceva pensare se avessi trovato qualcuno che “impegnasse” il mio tempo, non ci sarei più stata per lui, sa bene di richiedere molta pazienza…
-     Sì certo… dopo tutto si sa che gli amici ti guardano le cosce no?
-     Come?
-     Fai meno la svampita! Sempre alla festa di Halloween! Il tuo “generoso” spacco lo intrigava non poco, l’ho dovuto riprendere mentre quasi sbavava… gli parlavo e non venivo certo guardata negli occhi in quel momento…
-     Ma cosa stai dicendo? – chiede Andrea, stringendo istintivamente le gambe.
-     Dico che il tuo uomo con la luna storta ti stava saltando addosso, lo avrebbe fatto! Come al primo concerto, quando, se ricordi bene, non aveva disdegnato la tua gonnellina. Lo farai morire quel giovanotto!
-     Ma per favore! – Andrea sbuffa – chissà cosa guardava!
-     Ma stava proprio guardando lì! E si è dovuto inventare che le tue calze fossero bucate per giustificare il suo sguardo fisso in quella dierezione! Hello!
-     Oh, ma, ma… - Andrea arrossisce – tu credi davvero che a Mick io piaccia in questo senso?
-     Oh eccome! Io non mi sbaglio su queste cose, e penso che il tuo sogno sia più veritiero di quanto tu stessa ammetta, ma inconsciamente sai che è così.
-     Oddio, ma non può essere!
-     Perché no?
-     Perché lui è… ed io sono… - Andrea fa dei gesti confusi.
-     Bellooo, cos’è!? La coniugazione del verbo essere? Andrea, capisco che questo tipo ti abbia ridotto in pappa il cervello… ti piace tanto da non poter pensare di piacergli a tua volta? Se piaci a Josh puoi piacere benissimo anche al cavaliere tormentato…
-     Ma sono due tipi diversi, Mick va subito al dunque! Io sono…
-     Oh tesoro, ma questo non farà che far impazzire i suoi ormoni ancora di più!
-     Addirittura!
-     Più non puoi avere una cosa, più la desideri, no? Lui freme! Alla festa gli ho detto che una volta trovato il vero oggetto del tuo interesse, non ti importa niente di tutto il resto! E lui deve sicuramente essere in questa situazione!
-     E tu come lo sai?
-     Il suo silenzio… un silenzio a volte dice molto più di mille parole!
-     Tu sei pazza! - Andrea è scioccata dal dialogo intercorso tra i due amici a sua insaputa – ma perché non me l’hai dette prime queste cose?
-     Pensavo che il bel bamboccione preso dalla preoccupazione di perderti seriamente si sarebbe dato una mossa, e ti avrebbe sbattuta improvvisamente contro qualche porta, ma è meno intraprendente di quello che pensassi ah ah ah.
-     Magari proprio perché non ha la minima intenzione di intraprendere un bel niente!
-     O magari ha capito che con te non andava bene comportarsi così e sta cercando di darsi un contegno… quante cose fa per te – sospira sorridendo.
-     Dai Evie, seriamente, secondo me parliamo del nulla.
Evie prende il mento dell’amica con due dita sollevandole il volto:
-     Andrea, io i consigli te li do, ma se tu hai il salame sugli occhi, non è colpa mia! Ci ho parlato io, e ho visto io i suoi sguardi… fai una cosa, provocalo! È l’unico modo per farti rendere conto. Provocalo e vedi come risponde, se ti ride in faccia e ti prende per pazza, mea culpa. Ma se ho ragione, ed è così, allora corri subito dopo ai ripari perché rischi grosso cara mia!
-     Ma non siamo ridicole! Io non so provocare nessuno, figuriamoci!
 
Il telefono di Andrea vibra, interrompendo per un attimo la chiacchierata rivelativa tra le due
ragazze. Evie vede il nome che compare sul display del telefono adagiato su letto tra di loro.
 
-     Eccolo che ritorna – esclama in modo retorico – di un po’ non stai seriamente pensando di stare con Josh, quando c’è Mick che ti aspetta vero?? Ok, Forse ti è pure piaciuto per un po’, ma è un pretesto, per far ingelosire Mick! Come Brendan!
-     Perché ogni cosa deve essere collegata a Mick?! Come ti ho già detto, comunque, non ho intenzione di mettermi con Josh! Anche se tutti credete sia così – risponde Andrea esasperata, ributtando il telefono sul copriletto da dove lo aveva preso.
-     Bene! – afferma Evie tranquillizzata – infatti io non vedo alcuna intensità emotiva tra di voi, tra te e Mick invece c’è. C’è elettricità in ogni scambio di sguardi e di opinioni, c’è chimica! Litigate come due amanti che non vogliono ammettere la verità! Anche lui devo dire che è una bella testa dura! Vi state costruendo degli specchietti per le allodole, lui con la sua “amicizia”, e  tu ci credi pure! Siete più di due semplici amici, tu e Robert siete amici, tu e tutti gli altri fighissimi amici rocker che hai, voi siete amici! Mentre Mick …con lui sarebbe una cosa intensa, forse ti scioglierebbe un po’!
-     Anche tu con questa storia che io debba sciogliermi!?
-     Chi te l’ha detto oltre me? Lui per caso? – Andrea si limita ad annuire pronunciando un secco “mhm” – ma allora! Vedi anche tu, che lui te l’ha detto!
-     Non mi ha detto un bel niente!
-     Ma come no? Vuoi che ti butti su un letto per essere più chiaro? Ti ha detto di scioglierti, perché avrebbe dovuto farlo? Perché ti possa lasciare andare con chiunque? O con lui? Tu dormi, è un dato di fatto! – Andrea apre la bocca ma non trova niente da rispondere, sorpresa da questa rivelazione – forse dovrei mettermi d’accordo con lui, e far in modo che sia lui a provocare te, per farti dare una mossa.
Andrea continua a non rispondere, sospira solamente, ed è molto confusa. Può davvero essere così?
-     Come fai ad essere così sicura? E se fosse solo uno strano tipo che si comporta così senza ragioni logiche?
-     Queste sono scuse per non affrontare il fatto che vi piacete! Di cosa hai paura? Solo perché non rispetta i canoni dell’uomo ideale, non vuol dire che non vada bene per te!
-     Ma… - Andrea si stringe le ginocchia al petto – uffa Evie, allora vuol dire che mi sono presa in giro tutto questo tempo? Cioè… che cavolo sto facendo?
 
E mentre Andrea inizia seriamente a considerare le parole di Evie, è come se la nebbia che fino a quel momento era nella sua mente, si stesse diradando, permettendole di vedere le cose da un nuovo punto di vista, e piuttosto chiaro.
Possibile che fosse sempre stata attratta inconsciamente a tal punto, e non accorgersi che tutte le prese in giro, i dispetti, volevano dire davvero qualcosa??
È più logico innamorarsi di qualcuno che ti lusinghi, che ti apprezzi, che ti sia da guida, perché è più maturo. Sì è più logico.
E così asservita alla logica, aveva preso questo ragionamento come il più valido, ignorando il fatto che l’amore non è mai logico, non profondamente.
Facendo ciò che riteneva logico, non aveva preso in considerazione la possibilità che Evie le stava mostrando. Adesso si sente sciocca, stupida e sconsiderata.
-     sono davvero idiota! Così imparo a fare la maestria del cavolo!
-     Perché dici questo?
-     Pretendo di aiutare gli altri e di capire ciò che è meglio per loro, e poi non sono in grado di badare a me stessa! Sono una fredda macchina del cavolo! - Andrea è delusa oltremisura dal suo stesso comportamento – hai ragione tu! Ho uno stupido prototipo perfetto stile cyborg in testa! E per di più sono resa cieca dall’insicurezza!
-     Su calmati, non è niente di speciale, ci passiamo tutti qualche volta, importante che tu adesso abbia capito!
-     Sono triste e stanca, più triste che altro… vedrai che resterò sola! Perché quello che mi vuole io non lo voglio, e quello che voglio non mi vorrà visto come mi sono dimostrata! Non l’ho proprio calcolato!
Era strano vederla triste, lei che era sempre sorridente e allegramente gioiosa come una bambina. 
-     ma no, vedrai che lui ti vorrà!
-     Ah sì? E come mai fino a qualche giorno fa è stato con una certa Lily? Una bellissima stangona che fa la cheerleader e che gli sculetta giornalmente sotto il naso!
-     Oh, te l’ha detto lui?
Beh, no. Anzi a dire la verità ho avuto come l'impressione che non avrebbe voluto farmelo sapere. L'ho sentita nominare nei discorsi di Jake, e Mick ha semplicemente alzato le spalle facendo cadere il discorso.
-     Capisco... beh sai com'è fatto, non vuol dire niente.
-     Come non vuol dire niente?! Lo giustifichi?
-     No, ma rifletti, lui non da a queste nottate brave, lo stesso valore che daresti tu! Rifletti: Lui sa che dal momento in cui ti fidanzi con qualcuno, e decidi di passare al "livello successivo" per lui sarà finita... ti avrà persa per sempre. Tu non puoi temere, per così dire, queste storielle, perchè non sono niente di impegnativo o vincolante per lui...
-     Ma che c'entra. Dà comunque fastidio saperlo!
-     Pensa tu che fastidio può avere lui, pensandoti seriamente interessata ad un altro...
-     Evie, devo confessarti, che si è incavolato parecchio, e non ha più capito niente, quando gli ho detto di non aver dormito. Ha frainteso, pensava che avessi... oddio, forse hai ragione! - Evie la guarda alzando un sopacciglio, contenta che finalmente anche Andrea la vedesse chiaramente come appariva a lei - sono così stupida, cosa volevo di più? Che mettesse le insegne? Stupida me! Sono idiota... Sì, davvero!
-     Ah ah ah brava Andrea, è questo lo spirito! - scherza Evie, Andrea la guarda.
-     Il mio sogno non è finito.
-     è vero, manca lo spirito del futuro - riflette dopo un istante Evie, che si mette più comoda nel letto, un po' contrariata dal fatto che la sua geniale intuizione fin dall'inizio, sia stata al centro dell'attenzione per non più di 16 secondi.
-     Spirito del futuro?
-     Sì, il tuo sogno mi ricorda “A Christmas Carol”, passato, presente, manca il futuro!
-     oh, hai ragione la logica del sogno è quella! Comunque alla fine lui vedeva me e Brendan passeggiare per strada, e mi guardava storto, mi diceva che non eravamo più amici, e che lui si sarebbe aspettato un comportamento diverso da parte mia, io mi offendevo e non ascoltavo più quello che lui aveva da dirmi, ma subito dopo, lo vedo felice, e io inizio a sentirmi un vuoto dentro... anche se non ero sola... un po' quello che provo adesso...
-     Forza Andi, dillo... - Evie prende una mano dell'amica - pure se pensi di andare incontro ad un no, non devi fingere altro per evitare quel no, e poi anche tu adesso credi che non ci sarà un no!
-     Credo solo che sono una scema che non ha capito niente fin'ora, anche se ho passato intere giornate a preoccuparmi e a pensare a Mick...
-     Finalmente ci sei arrivata!
-     Ho sempre pensato che quando avrei trovato il ragazzo della mia vita, avrei sentito uno sconvolgimento dentro di me...
-     Eh paroloni! Ancora è presto per parlare di uomini della vita!
-     Lo so, ad ogni modo è questo il punto: sento più sconvolgimento per Mick che per chiunque altro in questo momento, ma allora come ho fatto a non capirlo? Non so più che pensare, non ci ho capito mai niente dell'innamoramento.
-     Hai semplicemente continuato a zittire le vocine che ti spingevano verso Mick, dando ascolto alle altre!
-     Ah ah quali vocine? - sorride Andrea.
-     Sono sicura che nella tua testa una vocina ti dice "No Andrea, Mick è Diverso da Te, Prendi la via più Semplice, uno meno Complicato di questo Fighissimo ragazzo con le Turbe Mentali, pure se ti fa Sangue!".
-     Ah ah ah Evie ma che dici? non è proprio così, però ho afferrato il concetto!
-     Perchè, vuoi dirmi che non ti fa sangue?
-     Non nego, ne confermo...
-     Ma dai, ha quei muscoli scolpiti...
-     Di cui io mi sono accorta solo alla partita!
-     Tesoro, ma allora devi farti controllare quegli occhiali! Comunque... wow, ti sei innamorata di lui senza vedere i suoi muscoli. Ti piacciono i tipi strani!
-     Ahah ha dei begli occhi! E poi, non è sempre stato così, il primo mese che l'ho conosciuto era molto diverso, più amichevole davvero, e poi quando mi parla dei suoi problemi, è sempre così fragile...quando mi racconta di come lasci andare a rotoli la sua vita è così...ha bisogno di qualcuno che lo ascolti, e si fida di me...
-     Che emozione, è un'amore psicologico! – dice Evie portandosi le mani al petto - mhm... Grande intensità emotiva, prima ancora che fisica! È un vantaggio, ne ha avute a bizzeffe di storielle fisiche...
-     E se per lui fossi semplicemente il suo psicologo? La persona a cui raccontare le cose?
-     Questo dipende anche da te, fin ora non gli hai dato di modo di credere a nessun altro sviluppo, anche se lui l'intenzione ce l'ha - Evie ammicca maliziosa - non dimenticare che lui apprezza le tue gonnelline, io ne metterei una per richiamare l'attenzione!
-     Potrei addirittura dar retta a questi tuoi pazzi consigli, sono vulnerabile, il mio sistema di valori si è infranto in 1000 pezzi.
-     Le emozioni non si possono chiudere in degli schemi Andrea, pure se incontrassi qualcuno scientificamente perfetto, non vuol dire che sia quello perfetto per te, non ci si innamora della gente in base al canone di Policleto.
-     Ma io ne ero convinta!
-     Hai voluto convincertene per stare tranquilla.
-     E mi sono rovinata con le mie stesse mani, benissimo!
-     Tranquilla, recupererai, vi trovo una coppia così ben assortita.
-     Direi piuttosto che siamo opposti!
-     Complementari invece, sai... ragione-passione, luce-ombra, tu sei la stabilità che a lui manca, e lui è l'emozione e il mistero che la tua razionalità soffoca.
-     Oddio, quindi lo soffoco? - Dice Andrea spaventata.
-     No, intendevo, che lui ti farà scoprire queste altre sensazioni, certo, non gli starei troppo attaccata. È uno spirito libero mi pare di capire!
-     Quindi non devo dichiararmi subito?
-     Sei pazza? Cioè lui è tutto preso da questa tua inafferrabilità, e tu ti ci butti su un piatto d'argento? E no, dopo tutto sono sicura che gli piaccia la sfida di poterti conquistare.
-     Ma non mi pare che abbia cercato di conquistarmi dopo che ha pensato che io sia impegnata, anzi si è incavolato, e ha fatto lo scontroso più di prima...
-     Hai ragione, forse non è così sicuro di sè, però ha provato a tenerti vicina a lui dicendoti che ti vuole bene! Tu continua a farlo rosolare, fin'ora ti è riuscito bene...
-     Ma io non lo facevo mica apposta!
-     Ma non è farlo apposta...
-     Come no? Ora che so che voglio lui, e vorrei che anche lui mi dicesse che vuole me...
-     è tutto molto logico, ma poi?
-     Poi? - Andrea guarda l'amica, sorpresa dall'eventualità di questo poi.
-     Poi lui ti dirà che ti vuole, e secondo te guarderete cartoon network insieme?
-     Oooh, ora ho capito che intendi... poi si aspetta... come nei film insomma.
-     Ah ah ah certo Andrea, come nei film, esatto, oddio, se ti sentisse dire una cosa del genere, penso che dalla tenerezza potresti convincerlo a rimandare... di qualche ora.
-     Qualche ora? Vuol dire che dal momento in cui gli dirò la verità, avrò le ore contate?
-     Ma non deve mica ucciderti, Andi! E basta con queste metafore, appena quello scopre che anche tu lo vuoi, come minimo ti bacia, e poi cerca un letto!
-     Ma lui lo sa... come sono fatta... e come la penso...
-     Ma in quel momento potrebbe non ragionare, o provarci comunque, ci vuoi mettere l'orgoglio di un uomo conquistatore?!
-     ahm... quasi mi esalto, sembra fin troppo assurdo per trattarsi di me!
-     E perchè scusa? Sei umana anche tu no? Comunque, tu lo vuoi, lui ti vuole, e vi avrete! Tempo al tempo!
-     Si e come se non posso dire niente?
-     Be tu, non andare da lui solo per dirgli questo, il discorso uscirà fuori, lui prenderà atto che sei libera, e capirà che è il momento per farti avvicinare di più a lui per tenerti con sè! Piuttosto, devi fare in modo che quel Josh non ti ronzi più intorno!
-     continuo a ripeterti che io non lo considero!
-     Il mio lavoro qui è finito, la prossima volta che vedo il tuo amico, voglio vederlo sbavare, come fa in genere – aggiunge con un sorrisino a fior di labbra – perché non lo inviti a fare l’albero?
-     Oh che meraviglia l’albero! - sospira Andrea mentre si alza fiaccamente dal letto intenta ad accompagnare Evie alla porta.
Al piano di sotto incrociano Robert seduto sul divano intento a sgranocchiare patatine, Evie lo saluta molto sorridente e lui ricambia.
Richiuso l’uscio Andrea si avvicina a Robert e si lascia stancamente cadere al suo fianco, non ha un vero motivo per essere così stanca, ma il peso dei pensieri che le si stanno velocemente accalcando in mente, la spossa.
Robert si gira a guardarla:
-     Sembri sconvolta, è successo qualcosa?
-     Lo sono… - dice mestamente appoggiando la testa alla spalla dell’amico fissando lo sguardo nel vuoto.
-     Va tutto bene? – le chiede, sentendosi un fratello maggiore.
-     No… devo fare una cosa che non ho mai fatto e non so come fare…
-     Andrea…- Robert esita un po’ in imbarazzo, il fratello maggiore dentro di lui sembra prendere coraggio – non c’è niente che tu debba fare se non lo vuoi… non funziona così.
-     Ma Evie ha ragione, starò meglio dopo. Ma non so da dove cominciare – Robert storce la bocca – come si fa a dire ad uno che è interessato a te, di non insistere e lasciarti in pace, senza offenderlo?
-     Oh… è questo che devi fare… beh – si rabbuia un istante – semplicemente diglielo e basta.
-     Dirgli che mi piace un altro aiuta?
-     Andrea! – afferma ridendo, sorpreso e divertito dal rossore che sta colorando le guance della sua piccola amica - aaah beh direi che è una classica scusa.– Robert inizia a trovare quella conversazione abbastanza comica.
-     Chissà magari dopo pranzo mi viene in mente qualcosa!
-     Ma si mangiamoci su! – Ride il ragazzo.
-     Ma non ho nemmeno fame!
-     Oddio non hai fame? Ma allora stai male sul serio!
-     Queste le accetto – dice Andrea affondando la mano nel pacchetto di patatine che Robert aveva in mano.

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Capitolo 19
*** Chinese Whispers ***


prima di leggere,  
ancora grazie a chi è arrivano fin qui <3 
per chi non lo sapesse Chinese Whispers è il nome inglese del "telefono senza fili", il gioco in cui si dice una frase da orecchio in orecchio e l'ultimo della fila deve ripeterla, molto spesso in modo errato, perchè nel passaggio ci sono stati dei malintesi e degli errori) 


-          Robert, ci spieghi dove stiamo andando? – la voce di Mick, resa nasale dal raffreddore, arriva dal sedile posteriore della macchina di Robert.
-          Come ho già detto a David, stiamo andando a comprare un albero di Natale per Andrea! – chiarisce il biondo.
-          Un albero di Natale? Mick avvicina il viso ai sedili anteriori, comparendo tra i due:
-          E come mai non me l’hai detto David?
-          Perché è così importante? Volevo ti schiodassi da casa. Sei lì da 3 giorni, e sappiamo che non ti fa bene, diventi più pazzo del solito. Hai bisogno di una vita sociale.
-          E la mia vita sociale sarebbe andare in giro a comprare alberi di natale per Andrea? – chiede ironico Mick ricadendo indietro, rimbalzando sullo schienale del sedile – sono ancora raffreddato.
-          Così la prossima volta ci pensi due volte invece di uscire con i capelli bagnati… cos’è tu e Andrea avete litigato di nuovo? – dice con un sorrisetto, che al fratello minore da letteralmente sui nervi.
-          Non la sento ne la vedo da Domenica, Andrea, come potrei mai aver litigato con lei?!
-          Ok, calma calma, non è successo niente – risponde David guardandolo dallo specchietto retrovisore – sei un animale tu, stai tre giorni in “cattività” ed impazzisci…
-          Oh allora… la volete finire? Sì sono pazzo! Ok, avete ragione.
 
Robert e David scoppiano a ridere, si guardano complici, e poi Robert, convinto che all’amico importi qualcosa, decide di dover comunicare la sua importantissima novità:
-          A proposito di Andrea, c’è qualcuno che le va dietro! E lei non sa come liberarsene!
 
Mick, ormai mezzo sdraiato sulla sua postazione, continua a tenere gli occhi socchiusi, ma un sopracciglio alzato tradisce la sua finta indifferenza.
-          E tu come lo sai Robert? Non ti sarai messo a fare il fratello maggiore che legge i diari!
-          Ma no Dave, me lo ha detto lei!
-          Ohh  - sospira David – e tu l’hai aiutata dicendole “scappa e non rispondere alle telefonate", immagino – David  scoppia a ridere.
-          Ahaha beh ammetto che è la mia tecnica questa, ma nemmeno lei ci scherza, in quanto a tecniche di scaricamento, vuole usare la più vecchia di tutte.
-          Non sei tu, sono io? – propone Mick, casualmente riemerso dal fondo della macchina.
-          Peggio – sbuffa Robert divertito – “mi piace un altro!”.
David scoppia a ridere, seguito dai due amici, poi grattandosi la fronte con tue dita e portando i suoi lunghi capelli dietro l’orecchio, aggiunge:
-          ehy ma lo ha detto per scaricare l’altro, o perché è vero?
Mick placa la sua risata in un attimo, rivolgendo lo sguardo a Robert, da cui aspetta la risposta:
-          Credo sia vero… era piuttosto nervosa per la situazione quando la sua amica è andata via…
-          La sua amica Evie? – chiede Mick, mentre Robert posteggia nello spazio apposito giusto davanti il centro commerciale.
-          Sì, due giorni fa è venuta da noi, di mattina, a quanto pare Andrea doveva parlarle urgentemente, infatti poi, quando la ragazza è andata via, è venuto fuori questo.
-          Quella piccola Andrea, è corteggiata! – scherza David, che insieme ai due amici è già davanti il reparto super addobbato e pieno di abeti e decorazioni natalizie.
-          Da sfigati impomatati. – aggiunge acidamente Mick.
-          E tu che ne sai? – ribatte Robert, che punta un albero, convinto di aver trovato quello che si adatti perfettamente alle dimensioni del salone.
-          Lo avete visto anche voi, quello che le va dietro, era con lei e i suoi amici al concerto!
-          Oh già, c’è quel ragazzo – afferma Robert soprappensiero, meravigliandosi di se stesso per non averci pensato prima – allora è lui che deve scaricare…
-          Perché, tu chi pensavi? – chiede Mick, mentre David ha già capito che Robert stesse pensando proprio al fratello.
-          Mhm, beh no, nessuno, mi chiedevo chi fosse infatti – sorride leggermente, arricciando un angolo della bocca e iniziando a scegliere gli addobbi – ditemi un colore ragazzi.
-          Blu! – dicono in coro i fratelli Tyler.
-          E blu sia!
 
I ragazzi, comprato quello di cui hanno bisogno, tornano a casa e si mettono all’opera per allestire un meraviglioso albero, o almeno è come lo vedono loro, prima del ritorno di Andrea.
Mick appare pensieroso ai suoi amici, ed in effetti lo è, poiché sì, ha pensato che quel Josh possa essere il tipo che Andrea vuole scaricare, ma non ha idea di chi possa essere quello che invece le piaccia. Poi ha iniziato a massaggiare con qualcuno, ricevendo rimproveri da David, che lo accusa di non aiutare nella realizzazione dell’albero, rimproveri che passano inosservati, fin quando Mick, senza dire niente, esce dalla casa sbattendo la porta.
 
- Ma dove cazzo va? – si chiede David, che si affaccia di corsa – Miiiiiick! Ma che ti prende, dove vai??? Miick!!!
 Mick gli da semplicemente le spalle prima di prendere al volo il tram che sta passando.
 
 


 
Da un’altra parte, anche Andrea era stata immersa nei pensieri:
 
-         È la giornata più pesante di sempre!
-         No, quello è il mercoledì, me lo ripeti dall’inizio dell’anno, oggi è giovedì!
-         Ti dico che è oggi! Ho fatto un esame, scritto una tesina fino ad adesso, e ancora mi chiedo come mai non sono in biblioteca a finirla invece che stare qui come una che non ha niente di meglio da fare…
-         Mi stai facendo compagnia, e io sto evitando di farti venire l’esaurimento nervoso più totale… inoltre non abbiamo più parlato da…
-         Sì, ho messo in chiaro le cose con Josh ieri, te l’ho detto, anche se non credo mi abbia presa sul serio…
-         In che senso?
-         Nel senso che non ha creduto che mi piaccia un altro, non so ho come l’impressione che tornerà alla carica!
-         A tal riguardo… non l’hai ancora chiamato?
 
Andrea osserva il cielo fuori, pensando che oggi sia una bella giornata, il sole, ormai tramontato, è stato pallido, come nel più classico stile “soleggiato” inglese di Dicembre.
La stanza è quasi vuota, la caffetteria chiuderà tra un’ora.
Evie e Andrea se ne stanno sedute da 10 minuti al loro solito angolino, accanto alla vetrata da cui possono osservare la parte esterna, in questo momento deserta per il freddo e la neve; da quel posto Evie riesce a tenere sott’occhio tutta la sala, vede la cassa a metà della stanza e la porta d’ingresso in fondo sulla sinistra, vede il bancone bar e le macchinette per ricaricare le schede per poter mangiare lì e anche a mensa.
Gustandosi una cioccolata per riscaldarsi e riprendersi dalle fatiche dello studio che le assorbono completamente, le due amiche se ne stanno a chiacchierare sommessamente, hanno pensato di organizzare una serata al cinema, dovrebbe esserci un film carino da poter andare a vedere, giusto per distrarsi un po’ tra una tesina e un esame.
 Poi come ogni volta la questione si era spostata su un argomento che incuriosiva molto Evie e che Andrea non prendeva quasi mai di sua spontanea volontà. Mick.
 
-         Ora che ci penso, non lo vedo dalla partita… e ora che ci penso so pure il perché, è raffreddato, me l’ha detto Robert la Domenica notte.
-         Dovresti contattarlo, dopo tutto un tuo “amico” sta male…gli farebbe piacere, a questo non pensi mai!
-         Niente fa piacere a Mick quando è malato, è petulante…
-         Non avevamo stabilito che lui sia in  attesa di un tuo segno per saltare all’attacco?
-         Tu l’hai stabilito… ti ricordo che ha preferito andare a spassarsela con la biondina rinunciando a una serata horror con gli amici!
-         È andato a festeggiare la vittoria con la squadra! Anche loro sono amici, e le vittorie vanno festeggiate – lo difende la bionda battendo un’unghia laccata di viola sul tavolino – Andrea, perché sei così? – chiede retoricamente, esasperata.
-         Così come? – chiede Andrea con tono piatto.
-         Così!! Un giorno ne parliamo, facciamo quadrare tutti i pezzi del puzzle… e il giorno dopo hai dimenticato tutto, non ti sei convinta…
-         Beh, non l’ho dimenticato…
-         Su, chiamalo… - taglia corto Evie – sicuramente soffre perché non ti fai sentire e lui è malato!
-         Oh si, sicuramente sarà questa la sua più grande preoccupazione in questo momento, più che altro costretto a casa, sarà più nevrotico del solito, lui odia stare in casa.
-         Una scusa in più per invitarlo da te! Questo è il segno che dovete passare più tempo insieme!
-         No questo è il segno che ha problemi in famiglia Evie! Ma che collegamenti fai? Ah ah  ah
-         È il segno, che tu devi offrirgli asilo politico in campo neutrale, il salotto di casa tua, per poi passare alla zona affettiva, la tua stanza.
-         Ovvio! Come ho fatto a non pensarci prima! – risponde in modo ironico Andrea guardando l’amica di fronte a se alzando un sopracciglio.
-         Così gli fai sentire l’armonia di una casa, e lui si troverà bene, e desidererà restarci il più a lungo possibile, sarà il suo angolo di pace, un posto dove starà a mente serena lontano da tutto quello che lo infastidisce!
-         Vedo che hai organizzato tutto – sorride Andrea – dì un po’ perché invece di studiare Arte non ti metti a fare la consulente matrimoniale?
-         Dici che devo farci un pensierino? In realtà voglio fare la stilista! Studio Discipline artistiche, della moda e dello spettacolo!
-         Ah… io ti immaginavo persa in qualche pinacoteca!
Evie scuote la testa divertita socchiudendo gli occhi:
-         Ma come Andrea, non sai cosa fa la tua cara amica?
-         Scusa – accenna Andrea sorridendo.
-         Per farti perdonare chiamaLO!  - dice lei velocemente.
-         Di nuovo! – sbuffa la bruna convinta di essere riuscita a cambiare discorso – gli mando al massimo un Sms. Ma poi che dovrei dirgli? Non ha senso chiamarlo.
-         Cinema. Oggi. – dice in tono perentorio.
-         Ma sei impazzita? Al cinema io e lui – dice quasi tra sé e sé – ma scusa non eravamo noi due quelle che dovevano andare al cinema? E non avevi detto di lasciarlo sulle spine?
-         Sì, ma per farlo devi almeno vederlo, provocarlo e tirarti indietro! Non sparire dalla sua vita.
-         Gli mando questo maledetto Sms, accontentati! – dice rassegnata infilando una mano nella borsa e afferrando il cellulare – wow quanta gente mi ha cercato oggi… nessuno!
-         Non tergiversare…
Andrea inizia a digitare delle parole distrattamente, poi legge il testo del messaggio:
 
Ciao Mick, come stai? Robert mi aveva detto che ti sei preso un bel raffreddore, ma tra una cosa e l’altra mi è passato di mente, 6 guarito?”.
 
-         Sei seria? – un attimo di silenzio – ok sei seria, cancella subito quella roba! – Evie è sgomenta - ok… ok scrivi: “un tempo avevo un amico che… virgolette – mi voleva bene – virgolette”.
-         E che mi aveva detto di sentirsi trascurato – ricorda Andrea ad alta voce ridendo,
Evie alza un sopracciglio e continua a dettare: “quando lo vedi chiedigli come sta da parte mia, spero che il suo bel nasino si sia ripreso!
-         Bel nasino?! Non gli scriverò mai questa cosa! Ah ah ah
-         Ma me lo hai detto tu che ti piace il suo naso, certo, non è la prima cosa che salta all’occhio in quel pezzo di ragazzo, ma se tu hai queste strane fisse…
-         Sì, ma che c’entra? Lui non lo sa! E non lo deve sapere!
-         Scrivi! – sussurra l’altra in risposta, con un non so che di diabolico negli occhi, prima di afferrarle il telefono dalle mani e iniziare lei stessa a digitare.
-         Ok… è il primo messaggio che gli mando, e già ho fatto una brutta figura! – dice Andrea, afferrandosi la testa, con i gomiti sul tavolo.
-         Tecnicamente l’ho fatto io. Ma io, tu, poco importa! – afferma Evie, i suoi occhi lampeggiano insieme al display del cellulare – wow, ha fatto in fretta!

il mio “bel” nasino sta benissimo. Allora sei viva, dopo domenica pensavo fossi sparita, magari presa da qualche improrogabile impegno…

-         è incazzato! ah ah ah pensa ancora che tu lo ignori perché sei interessata a qualcuno!
-         Vedi? È paranoico! Non sto con nessuno…
-         Sì, ma vuol dire che gli brucia! Pensare che stai con qualcuno e lui è passato in secondo piano! Su rispondigli qualcosa, a tono…
        
sono effettivamente successe un po’ di cose, troppo studio, caro il mio rugbista con la sindrome di abbandono, è bello sapere che sei il solito bambino imbronciato”.
 
Le due amiche si guardano negli occhi, “risponde in fretta non avrà un cavolo da fare” borbotta Andrea.
 
quale onore avere un posto nella tua agenda che sarà così impegnata tra un esame e una fuga notturna
 
-         una fuga notturna? – chiede Evie.
-         Sicuramente si riferisce alla notte di Domenicaa, ti avevo detto no? Lui è tornato prima dall’uscita con gli amici e si è sorpreso di non avermi trovato a casa…
-         È tornato per te!!! Ohccazo, cioè, stai vedendo tu stessa come pensi ad ogni minimo particolare! E questo vuol dire che ha declinato l’invito della bella tipa… la cheerleader.
-         Lily… - riflette Andrea.
-         Chiunque sia, è già acqua passata! – Evie ride improvvisamente.
-         Cosa ridi?
-         Penso che gli sia caduto tutto, quando ha scoperto che non eri a casa, ma eri con “l’altro” fuori, tutti soli e romantici a passeggiare al chiaro di luna… è ancora arrabbiato a distanza di ncora arrabbiato a distanza di 4 giorni!
-         Te l’ho detto lui è sempre arrabbiato! Ma poi io sono uscita con tutti voi!
-         Sì, ma lui non lo sa! Invitalo a vedervi, praticamente non vede l’ora di far questo.
 
ma di quali fughe notturne stai parlando? Della mia uscita tra amici? Sei tu che hai disertato la serata horror, e lo sai che detesto le insinuazioni Mick! Non farmi arrabbiare!
 
-         perché ogni volta che parliamo finisce col dire qualcosa di stupido che mi fa incavolare?
-         Perché è un ragazzo! – risponde Evie con aria seria – il ragazzo che ti piace e che è geloso delle cose importanti che ti possono essere successe questa settimana senza che lui ne sia al corrente!
 
perché no? Tanto hai chi ti consola! Non insinuo, sei tu che hai detto che “sono successe tante cose!”

-         Non riesce proprio a digerirlo questo fatto degli avvenimenti che ti distraggono da lui…
-         Ma non posso mica essere la sua balia!
-         Magari la sua ragazza sì!
 
menomale che mi volevi bene… hai rifatto lo stesso brutto errore dell’ultima volta! Parlare a vanvera, solo questo sai fare tu!
 
-         Lo sai che non otterrai risposte in questo modo? Secondo me si richiude nel guscio da uomo tormentato e adolescente sofferente.
-         Faccia un po’ quello che crede!
-         Ti fa incavolare troppo però…
-         E ci credo! È irritante! E io odio essere giudicata! Ingiustamente! E poi da lui! Che non sa nemmeno essere tanto onesto da parlarmi in faccia chiaro!
 
Evie guarda Andrea sorridendo, lei ne è convinta, questi due sarebbero una coppia da scintille quotidiane.
 
-         Non sta rispondendo… - afferma Andrea dopo aver ripreso fiato.
-         Te l’avevo detto, sarà a casa o chissà dove a imprecare contro di sé.
-         Addirittura…
-         Sì perché non riesce a tenerti vicina più di 3 minuti quando parlate. Tu sbotti sempre, e lui pensa che ci sia ancora un insormontabile ostacolo tra di voi.
-         Io vorrei rispetto, non solo se sono single e disponibile, pure se fossi fidanzata o sposata! Da uno che si dichiara amico mio. Ok… so cosa stai per dire, lui non vuole essere mio amico, beh non lo fa proprio nel modo giusto.
-          
Andrea è stanca e si sente svuotata da quell’ennesimo scontro. Si lamenta del fatto che gli abbia fatto venire il mal di testa e il malumore il giorno dell’esame.
-         Andiamo a festeggiare lontane da gente indisponente!
-         Vai a festeggiare a casa con i tuoi amici Rocker e dì a Mick che non c’è più bisogno di far guerra ai fantasmi.
-         Mi stai dando buca? – Andrea insiste.
-         Sì!
 
Andrea apre la bocca, guarda il viso divertito di Evie, ma non dice niente.
 
-         Fai almeno un lungo bagno caldo e rilassante prima dello scontro frontale!
-         Scontro frontale dici? Hai ragione, se lo vedo lo metto sotto!
-         Ne sarebbe contento!
-         Con la macchina !!! Evie!!!!
La bionda sorride un’ultima volta e se ne va lasciando Andrea seduta al tavolo.

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Capitolo 20
*** Oh Tannebaum! ***


Andrea era rimasta altri 5 minuti con lo sguardo fisso nel vuoto e la mente altrove quando Evie era andata via, adesso cammina avvolta dalla solita nebbia, accompagnata da un freddo pungente, sotto leggeri fiocchi di neve serali; và verso la solita macchina grigia, al solito posto, quando sente dei passi affrettati alle sue spalle; Si guarda attorno circospetta, il parcheggio è deserto, ma le luci dell’edificio sul fondo sono accese, se avesse gridato qualcuno l’avrebbe sicuramente sentita, cerca di tranquillizzarsi in questo modo.
Fa abbastanza buio e la vista di Andrea ha sempre avuto qualche problema quando la luce è poca, così non riesce a scorgere i lineamenti di quella figura che le si avvicina sempre più alzando un braccio, come a salutarla.
“perfetto, ci mancava solo il maniaco socievole”, pensa Andrea, socchiudendo le palpebre per un secondo.
“Vengo in pace” si affretta a chiarire “lui” scambiando la sua paura per scocciatura, Andrea sussulta, conosce quella voce, fin troppo bene.
 
-         Che fai ora mi segui? Per vedere “se” e “con chi” esco?
-         Ho provato a chiamarti, ma hai il telefono spento… ti sei arrabbiata così tanto?
-         Oh… - Andrea controlla nella borsa, probabilmente il cellulare si era scaricato senza che lei se ne fosse accorta.
-         Visto la piega che stava prendendo la chiacchierata, ho deciso di cercarti. Sapevo di trovarti qui, così mi sono precipitato  – Mick si stringe nelle spalle.
-         Wow – sei venuto a chiedere scusa?
-         Una specie, non mi va di discutere per sms… poi non ci vediamo da un po’… - dice Mick cercando di sorridere, mentre quella sua stessa affermazione gli sembra improvvisamente assurda.
-         Allora sei venuto ad offendermi di presenza? Te la potevi risparmiare! – dice Andrea mentre si avvicina allo sportello del lato guidatore della sua macchina, non facendo caso a quella seconda frase di Mick.
-         Sono venuto a chiarire, possibilmente in macchina… - Andrea lo guarda interdetta – sai com’è ci sono -8° e sono ancora raffreddato …
 
Andrea sembra essere comprensiva e fa scattare l’antifurto della macchina, dove si accomoda in silenzio; quando anche Mick è a bordo mette in moto attivando l’aria calda.
 
-         Come sei venuto fin qui? – gli chiede sentendo ancora il suo fiatone – correndo?
-         Con il tram… come mai sei sola?
-         Con chi dovrei essere? Con la scorta?
-         Pensavo che qui all’uni passassi tutto il tempo insieme ai tuoi colleghi.
-         Detto da te suona come un insulto… - dice Andrea continuando a stare sulla difensiva.
È ancora terribilmente arrabbiata e ferita dalle precedenti insinuazioni di Mick; lui la guarda con aria piuttosto insofferente.
 
-         Comunque… se ti stai ancora riferendo a qualcuno in particolare, gli ho detto chiaramente che può lasciar perdere… sarai contento!
La sua voce lascia trapelare la rabbia, mentre Mick incassa il piacevole colpo, sorpreso ed incredulo:
-         Chiuso? – è l’unica parola che riesce a proferire.
-         Non ho chiuso niente, visto che non c’è mai stato niente! Possibile che tu non creda ad una parola di quello che io dica?? Senti, io ti porto a casa con me, poi te la vedi tu, mi è scocciato stare qui.
Mick annuisce in silenzio, non deve contraddirla, se lo impone mentalmente. Andrea fa una brusca manovra uscendo dal parcheggio, per immettersi sulla strada.
 
-         Quando è successo? – chiede curioso.
-         Ieri…
-         Ma fino a domenica… - Mick aggrotta la fronte, Andrea lo interrompe:
-         Sì, sono uscita domenica sera, con lui, suo fratello, Evie,  Mary, Toby… nonostante quello che tu hai insinuato, no, non è successo niente di tutto quello che la tua testa ti ha fatto sicuramente pensare. Perché secondo te sono una falsa moralista giusto? O un’arrivista che va dietro i bellocci facoltosi, o una ragazza mentalmente plagiata!
-         Andiamo Andrea, non sono questo mostro che mi vuoi fare apparire… ora me lo devi rinfacciare per sempre? Ho sbagliato quella domenica, e ci siamo chiariti, mi pare.
-         Pareva anche a me, prima che tu facessi altre stupide insinuazioni stasera, circa le mie fughe notturne e i miei esami in compagnia! Ti avevo raccontato di Josh, è semplicemente un mio collega con cui ho preparato l’esame di tedesco. Cioè con cui ho ripassato le cose che mi avevi spiegato tu! E francamente, non ha senso che io non debba avere amici, da quando ti conosco!
Mick è preso nel sacco e non riesce a controbattere, si morde la lingua, l’ha davvero insinuato, ma senza nemmeno farlo di proposito…
 
-         Sei stato assolutamente inopportuno! Io sono stata un po’ così, per adesso, stressata per gli esami, e se fossi un mio amico mi staresti vicino, invece tu, punti solo dita addosso quando non stai al centro dell’attenzione.
-         Le mie insinuazioni non erano poi così pesanti, adesso ridimensioniamo un po’ le cose, davvero, ok! Forse ho fatto vaghi riferimenti a qualcosa del genere, ma non ho leso la tua dignità o la tua reputazione.
-         Ma io mi sento aggredita comunque! Lo vuoi capire o no? Io ODIO le insinuazioni.
Andrea frena bruscamente, presa dalla disperazione, alle sue spalle una macchina dà un colpo di clacson prolungato, prima di superarla e imprecare; Mick strabuzza gli occhi.
 
-         Almeno accosta Andrea! Non ti faccio più guidare quando sono in macchina con te!
Andrea sterza bruscamente, e parcheggia alla meno peggio. Ha un groppo in gola e gli occhi persi nel vuoto, continua a parlare seguendo il filo dei suoi discorsi come se nessun clacson, brusca frenata o sterzata li avesse fermati.
-         Io faccio di tutto per avere un comportamento ineccepibile, sono corretta e coerente all’inverosimile ok? E tu mi fai pesare pure questo mio modo di essere, lo sai bene, quindi perché non ci perdi un momento prima di sparare? Abbiamo già litigato per queste stesse cose! “siamo amici, non succederà più” ma per favore! – Andrea dà un colpo allo sterzo, facendosi pure male alla mano.
 
A Mick dispiace vederla così scossa, è persino peggio dell’ultima volta, quando si era ritirata stizzita in camera sua. Ora era lì, con la voce spezzata dai singhiozzi a chiedere perché lui l’avesse messa in discussione, come se il suo parere fosse la cosa più importante di tutte.
Mick è sincero quando dice di non averlo fatto volontariamente, ma sa anche che questa risposta non basterebbe ad Andrea, doveva forse dirle che si era sentito rigirare lo stomaco quando tornando da quella festa non l’aveva trovata a casa perché era uscita e per di più in compagnia di quel tipo?
Questo non poteva dirglielo.

-         Andrea, mi dispiace davvero, non so perché ho detto quelle cose, in realtà non le penso.
-         Intanto le hai dette di nuovo – dice stridula.
-         Me ne rendo conto solo dopo, me ne vengo fuori con certe scemenze quando ho la luna storta… lo sai… e io ho sempre la luna storta… non c’è altro motivo, è stato un attimo, ho pensato che non ci sentivamo proprio da quella domenica, e mi è uscita quella frase infelice – cerca di spiegarsi senza guardarla mai negli occhi, si sente già piuttosto esposto – lo sai che lo faccio sempre, ma senza cattiveria, mi incavolo all’improvviso e  metto il broncio, me l’hai fatto notare tu.
-         Sempre il solito Mick! – commenta Andrea sospirando.
-         Sì, quindi calmati, dopo tutto è solo un’opinione di uno che in quel momento parlava per dar fiato alla bocca.
 
Ora che Mick sta provando a darle delle risposte coerenti, la rabbia di Andrea diminuisce fino a quasi scomparire, è sorpresa dallo strano atteggiamento remissivo del ragazzo, davvero ce la sta mettendo tutta, e Andrea lo sa bene, perché lei si ferma sempre ad osservare e riflettere su qualsiasi azione e reazione, e conosce Mick, e sa che per i suoi canoni questo è davvero molto. Dopo tutto non le sta dicendo di essere una bambina che se la prende, mandandola a quel paese stufo, perché tanto non deve spiegazioni a nessuno.
 
-         Andiamo Andrea… apprezza almeno questo, perché sai che non è da me: Me ne sto qui a chiederti scusa da tre ore, quando in genere me ne sbatterei altamente di tutto.
 
Andrea annuisce, è proprio quello che ha pensato, e la rabbia è sparita, lasciando posto alla tristezza, quel senso di delusione che ti fa sentire svuotata. Dopo tutto Andrea si continua a chiedere perché lui non le dica la verità una volta per tutte invece di starsene li impalato ad accampare scuse.
 
-         ok Mick ti credo sì. E lo apprezzo, grazie. – dice stancamente.
-         Oh ecco.
 
Mick sorride impercettibilmente con gli occhi, si sente immensamente sollevato, e allo stesso tempo turbato, perché davvero vedere che Andrea non stava più male lo aveva fatto sentire leggero.
Andrea nel frattempo che questi pensieri riempiono la mente di Mick, da sfogo alla sua naturale vena affettuosa, e slacciandosi la cintura lo abbraccia, sotto il suo sguardo interdetto.
 
-         quando si tiene a una persona, si tiene anche a quello che questa persona pensa di noi… per questo me la sono presa tanto, perché sei stato tu a dirlo, io ci tengo a quello che tu pensi di me. Anche se mi prendi in giro, mi tratti come una stupida di 2 anni, e abbiamo due stili di vita completamente differenti, ciò non toglie che quando parliamo, parliamo davvero, ci ascoltiamo, ci fidiamo, ci mettiamo in discussione, ci prendiamo sul serio. Sei d’accordo? – dice Andrea, con la testa piegata sulla spalla di Mick, con tono calmo e vagamente rassegnato. Mick è affascinato dal modo in cui Andrea era riuscita a risultare chiara, trasparente, sincera e sensibile… ed anche molto legata a lui.
-         Vedi? – dice incerto, poggiandole una mano sulla schiena – anche io ci tengo a te, o starei facendo il cretino, l’orgoglioso che non vuole scusarsi.
-         Quindi non farai più il cretino, orgoglioso, superiore con me?
-         Certo che lo farò! O non sarei più io, ma so pure essere serio e ragionevole quando il caso lo richiede. Ma come io accetto come sei tu, tu devi accettare come sono io… -Andrea sospira, come ad aver ritrovato uno spiraglio di aria fresca – c’è una cosa che non capisco, e cioè, come cavolo succede che ogni volta finisco a fare discorsi seri, saggi e profondi – aggiunge sorridendo, per sdrammatizzare.
-         Oh, ma tu sei profondo, dentro, solo che te lo dimentichi, o ti vergogni di mostrarlo.
-         Tu dici?
Mick sorride con un angolo della bocca, poggia la testa al poggiatesta del sedile dell’auto, guardando fuori dal finestrino per distrarre il suo pensiero da Andrea così vicina a lui e affettuosamente appoggiata. Andrea solleva il capo dal suo petto, e lo guarda, così apparentemente calmo e con i lineamenti marcati dalla luce della macchina.
-         fai di tutto per negare questa tua parte, e vivi facendo l’arrabbiato a cui la vita fa tutti i torti del mondo, ti atteggi a cinico.
Mick le rivolge lo sguardo, inclinando un po’ la testa, che sta sempre leggermente poggiata indietro.
-         Ho una doppia personalità dunque? – chiede, curioso.
-         Chi non cel’ha? Tu poi… il nostro Dott. Jeckill e Mr Hyde… anche il tuo inconscio lo sa, per questo hai scelto quel vestito ad Halloween. C’è una parte di te che tieni nascosta!
Mick sbuffa, camuffando il suo imbarazzo in una mezza risata, che riesce a contagiare anche Andrea, che pensa che forse si sia spinta un po’ oltre nelle sue diagnosi.
-         Seriamente, a volte sei davvero dissociato, sai forse sono contenta di questo, così avrai bisogno di me, che ti spieghi come sei fatto, perché solo io ti ho capito.
-         Oh tu mi hai capito? – sorride, anche se dentro sa bene che è davvero così, ma non pensava che lei ne fosse così pienamente cosciente.
-         Quando parliamo seriamente, come ora, vieni fuori.
-         Vuoi vedere che sei tu che plagi me?
-         Io ti ricordo solamente che non c’è bisogno di fare sempre lo scontroso. La vita è bella, e tu che problemi hai? Sei bello, la vita è più dolce con i belli, approfittane.
-         Come scusa? Ah ah qesta non l’ho capita.
-         Perché, non te ne sei accorto? Sei tu che ti crei problemi nel relazionarti con la gente, io non conosco nessuna persona che non si fermerebbe a chiacchierare con te, a parlarti, sei un tipo molto apprezzato.
 
Mick non sa se sia più comico il fatto che Andrea lo abbia scambiato per Brad Pitt, o il fatto che erano passati dalla psicanalisi freudiana all’adulazione.
-         Quindi io sarei bello?
-         Cos’è non ti sei mai accorto quante vittime del tuo charme ci sono in giro? Prima fra tutti la cheerleader!
 
Per allontanare dalla sua mente l’atletica “rivale”, Andrea decide che è il momento di rimettere in moto, così torna sulla carreggiata, procedendo con calma verso casa.
-         Sai, non ti accorgi della gente di cui non ti interessa… - sbuffa Mick in tono imprecisato.
Andrea spalanca gli occhi… è per caso la frase che Evie ha detto a Mick durante il ballo, come l’amica le aveva raccontato?
-         Oh, quindi di lei non ti importa? – Andrea si sente improvvisamente nei panni di Mick, quando le chiedeva di Josh.
-         Non iniziare eh? Con “sei un maschilista e usi le donne” è lei che lo lascia fare.
-         Quella poverina è innamorata di te è normale che ti lasci fare, pur di poterti avere.
-         Ma non mi ha proprio.
-         Ma lei può accettare la cosa per passare tempo con te. Le donne sono così. Si può decidere di continuare a essere migliore amica di un tipo che ti piace, solo per non perderlo ad esempio.
-         Tu lo faresti? – chiede lui d’istinto, sentendosi in qualche modo tirato in causa.
-         Io? Beh, io lo faccio sempre. Per me vengono sempre prima gli altri, e sono sempre lì ad aiutare e sostenere. Sì credo che lo farei…
-         Ma è triste, perché non provi a prendere in mano la situazione? – che sta facendo? Vuole davvero darle un’idea? Spingerla ad agire? E tutto questo è in qualche modo riferito a lui?
-         E perché? Se questa persona fosse interessata potrebbe dirlo o dimostrarlo, se mi fa essere nella sua vita solo come amica, io sarò quello per lui. Siamo arrivati.
-          
Mick lascia cadere il discorso, non è poi tanto sicuro di aver capito dove lui stesso voleva arrivare, ora sa qualcosa in più però, delle cose molto importanti da sapere.
Andrea parcheggia nel solito vialetto accanto casa, è buio pesto e non c’è anima viva in giro, tranne loro due. Improvvisamente, dopo tutte quelle chiacchiere, Andrea si sente avvolta dal silenzio.
 
I loro passi nel vialetto e poi il leggero strofinare sullo zerbino riecheggiano, la casa è buia.
 
-         Robert è fuori!
-         Strano, poco fa eravamo qui!
 
Mick si chiude la porta alle spalle dopo essere entrato. Il ragazzo aggrotta per un momento la fronte e osserva meglio Andrea: ora che è senza giubbotto e sotto una luce, gli appare molto più magra di come la ricordasse e più pallida.
Andrea si sente osservata e si imbarazza, si mette seduta e mentre osserva Mick a sua volta nota un ombra nel suo sguardo.
“e ti pareva se non era troppo bello per essere vero, Mick sereno e tranquillo… non poteva durare”.
 
-         Cosa c’è? Ti stai trasformando di nuovo? Cos’è tutta questa serietà?
Mick accenna un sorriso prima di parlare con voce bassa:
-         Niente… solo… mi sei sembrata diversa… – Mick si passa una mano sul mento, facendo scorrere ancora una volta lo sguardo su Andrea che si stringe nelle spalle – sei dimagrita per caso?
-         Oh beh, non saprei… forse…ma è tutto ok! Che saranno mai un paio di chiletti.
-         Un paio di chiletti?! In 4 giorni?
-         Mick, che c’è, mi preoccupi! È lo stress magari! O il fatto che sono vestita di nero!
-         Sei sciupatissima… è così che ti sei ridotta per gli esami? Ma hai mangiato?
-         Ma certo che ho mangiato! È lo stress, stai tranquillo, calma il tuo strano istinto da crocerossino!
-         Anche tu ti preoccupi per me quando mi vedi strano in viso…
-         Hai ragione, ma ti ho spiegato, non c’è motivo, sto bene, vieni e siediti, che ci fai lì in piedi a fare il lampione? Sono solo stanca…
-         Non pensare sempre a studiare, ti vengono le rughe – dice lui avvicinandosi e sedendole accanto, mentre lei sbadiglia silenziosamente – guardati devi riprenderti un po’.
-         Ma che gentile… ti sei dimenticato di essere quello che quando le cose non gli vanno bene diventa l’ombra di se stesso e affoga i dispiaceri in alcol e fumo? A proposito… - dice Andrea proprio mentre Mick sta per accendere.
-         È una sigaretta questa…
-         Ti fa comunque male, e tu sei uno sportivo.
-         Hai potuto notare come io sia comunque in forma no? – dice sollevando un sopracciglio, Andrea ricorda per un attimo che aveva proprio fatto quella considerazione.
-         Ne vuoi una anche tu? – continua Mick, poggiandole il filtro della sua sigaretta sul labbro inferiore, Andrea sbatte gli occhi e poi gli afferra il polso allontanando la mano dal suo viso:
-         No grazie!
Mick la guarda sarcastico
– dimenticavo che tu sei Miss Perfettina, che fa la cosa giusta e resiste alle tentazioni!
-         Mi sembrava strano che dopo più di un’ora a dialogare insieme, non si fosse ancora arrivati a questo punto! Bene ora la nostra canonica discussione è completa!
Mick sorride pensando allo schema che Andrea aveva elaborato; scuote la testa inspirando dalla sigaretta che aveva comunque acceso, rilasciando una nuvola informe di fumo bianco.
 
-         Devo far impiantare le ventole dell’aria in questo soggiorno! – dice tuffandosi letteralmente di lato, lasciando Mick da solo ai suoi piedi, e poggiando la testa sull’altro bracciolo del divano. Si mette comodamente su un fianco, piegando le gambe e lasciando un terzo di spazio libero per l’amico.
-         Ma no Andrea, anche se ti sei tolta le scarpe non c’è tutto questo cattivo odore!
 
Mick scoppia a ridere e nello stesso istante Andrea gli dà una piccola pedata sulla gamba, guardandolo storto.
 
-         Sei uno scemo lo sai?
-         Sono simpaticissimo invece! Non è per questo che non riesci a fare a meno di me?
-         Io non riesco cosa!? Ahah Sì, sei proprio spiritoso oggi Tyler!
-         Solo oggi?
-         Solo oggi! – cerca di dire in tono serio, ma subito si smentisce – sto scherzando eh? Non vorrei che ti offendessi… - dice quasi preoccupata.
-         Oh che gentile a preoccuparti del mio stato d’animo.
-         Io lo faccio sempre!
-         Insinui che io non lo faccia? Fino a poco fa mi sono preoccupato del tuo aspetto trasandato!
Dice mettendo una mano sul petto, come a dimostrare la purezza dei suoi intenti.
-         Oh è vero! Ora che ci penso… - sorride Andrea - Mick, ma ti sei offeso davvero? Dai non fare l’orgoglioso, che sono stanca, lo sai che ti voglio bene! Su torna qui! – dice in tono da mamma paziente, rimettendosi a sedere – nemmeno io ti ho più chiesto come và. Siamo pari!
Mick si volta a guardarla, dirigendosi verso l’albero che Andrea, nel buio della casa, non aveva ancora notato. La ragazza seguendolo con lo sguardo resta incantata quando Mick accende le lucine argentate che iniziano a scorrere ad intermittenza.
Mick torna indietro e si risiede silenzioso, sembra che qualcosa lo disturbi, ma Andrea non se ne accorge, intenta com’è a contemplare quello spettacolo blu/argento.
Ad un tratto è lui che inizia a parlare:
 
-         Siamo amici giusto?
-         Sì Mick – sbuffa Andrea, convincendosi che forse Evie ha ragione e che se la cosa non si risolve in fretta, diventerà assurda.
-         Allora, Robert ci ha detto che dovevi liberarti di uno che ti veniva dietro… immagino ti riferissi al tuo collega…
Andrea cade dalle nuvole:
-         oh, bello sapere che le cose che dico a Robert, le viene a sapere tutta la comunità! – afferma, distraendosi definitivamente dall’albero.
-         …ma chi è quello per cui l’hai lasciato?
Mick suona profondamente serio, e Andrea si sente riscaldare il viso, non riesce a rispondere alcunché per l’imbarazzo.
-         Sì tratta di Mr perfezione?
-         Ehm… Mr perfezione chi sarebbe? - Andrea si sente crollare il mondo addosso all’udire quella domanda, la risposta la sapeva, ma per nulla al mondo l’avrebbe detto ora, in questo momento, a Mick.
-         Il tizio della festa, quel Brendan. Non ti venivano gli occhietti a cuoricino al solo vederlo? – dice infastidito dalla sua stessa affermazione.
-         Nessun cuoricino! – risponde frettolosamente e in tono asciutto.
-         Devo dire che provo una certa soddisfazione… mi è stato antipatico dall’inizio.
-         Mick, mi pare che tu odi un po’ troppo i bravi ragazzi. – Dice con enfasi, sperando di riuscire a cambiare argomento.
-         Ma no non li odio, basta che mi stiano alla larga!
-         Wow Mick il ragazzo selvaggio e anticonvenzionale è tornato! Oh, quindi devo starti alla larga?
-         Che centri tu? Non parlavamo di quello? – risponde lui avvicinandosi al suo viso, come reazione a quello “starti alla larga”.
-         Sì, ma anche io sono una “brava ragazza”.
-         Beh non è la stessa cosa, le brave ragazze mi divertono con i loro atteggiamenti scandalizzati per nulla! “non devi fare questo, quello non si fa, è cattivo!”
-         Sai ci sono stati momenti in cui ho davvero creduto che tu mi odiassi… - confessa Andrea, indietreggiando sul divano, sentendosi a disagio per il fatto che il naso di Mick sia quasi a contatto col suo.
-         Odiare te? E perché mai?
-         Perché io ero sempre lì con intenzioni pacifiche, cercavo di fare nuovi amici, e ci riuscivo con tutti tranne che con te, non mi davi la possibilità, cioè non me lo facevi capire, perché poi in realtà nella tua strana mente eravamo amici di già!
-         Ah ah ah mi fai sembrare una specie di animale antisociale.
-         Beh è quello che sei! Un po’ burbero e presuntuoso, sempre scostante, che mi tratta come una minorata mentale incapace di intendere e di volere. Oh ma mi stai simpatico lo stesso! – risponde Andrea con un grande sorriso – sarà la mia passione per lo psicanalizzare la gente che ti rende un soggetto interessante!
-         Sono una cavia eh?
-         La mia preferita! - all’udire questa particolare affermazione gli occhi di Mick sono attraversati da una nuova luce, Andrea crede quasi di sentirla quell’elettricità di cui le aveva parlato Evie, - Comunque ora non lo penso più…
-         E cosa ti ha fatto cambiare idea?
-         Sto cercando di prenderti per quello che sei.
 
Andrea decide che sia il momento di alzarsi, non riesce a stare su quel divano accanto a Mick e alla sua nuova strana espressione. Avvicinandosi all’albero, si lascia cadere in ginocchio davanti ad esso.
Mick la guarda osservare quell’albero:
-         Poi ti lamenti che ti consideri una bambina di 4 anni, io esattamente a quell’età facevo quello che stai facendo tu adesso!
-         Ma hai appena vent’anni, non atteggiarti a uomo di mondo per favore! Non c’è niente di più bello, che starsene qui sotto queste lucine colorate, mette gioia! Prova!
-         Oh che tenera! – sogghigna Mick – no grazie preferisco stare qui sul divano!
-         Vieni qui!!! – dice Andrea risoluta, alzandosi e portandosi le mani ai fianchi – magari se lo provi la smetti di prendermi in giro!
-         Vieni a prendermi se ci tieni tanto! Io non mi sposto! – risponde Mick con tono di sfida.
-         Mai sfidare Andrea!! – intima lei, portando avanti a sé il suo indice puntato – l’hai voluto tu!
Andrea si fionda sul divano iniziando a strattonare Mick dal braccio, facendolo cadere dal divano.
-         Ehy ho detto prendermi, non “trascinarmi”! Non vale! Ahi! – dice Mick, preso di sorpresa dall’attacco frontale di Andrea – mi stai strappando un braccio! – continua, cercando di riprendere equilibrio al fine di camminare e non rischiare strappi alla spalla
-         Così impari! Vedi sono stata forte abbastanza da portarti qui davanti! – afferma orgogliosa Andrea, guardandolo con sguardo soddisfatto, mentre lui recupera la posizione verticale, imponendosi tra lei e l’albero.
-         Ti credi forte?? – domanda afferrando i polsi di Andrea e tirandola contro il suo corpo – se solo volessi non muoveresti più un dito! – continua, fingendosi minaccioso, mentre le piega le braccia dietro la schiena, costringendola ad avvicinarsi ulteriormente e premere una guancia contro il suo petto.
L’eco della voce di Andrea che lo indica come “sua cavia preferita” gli fa dimenticare in un istante la tenerezza, ispirandogli tutt’altre sensazioni; sensazioni che si intensificano alla vista di un particolare addobbo dell’albero.
 
-         Mick ok, ho capito, lasciami le braccia su…- supplica Andrea, immobilizzata nella presa dell’amico, e iniziando a sentire l’agitata frequenza del proprio cuore.
-         Se non potrò suonare anche solo per una settimana… – le dice lui ad un orecchio, allentando la presa sui polsi, ma poggiando adesso i palmi delle sue mani interamente sulla schiena di lei - sei nei guai Andrea!
-         Scusami Mick,– dice, portandosi una mano alla bocca, arrossendo e imbarazzandosi al pensiero di essere stata incosciente a tirarlo per il braccio - spero non ti sia fatto male sul serio! – afferma, ma quando prova ad allontanarsi da lui, sente ancora le sue mani a trattenerla – forse è meglio tornare tranquilli sui divano!
-         Eh no! – afferma, lui, con una strana luce negli occhi.
-         Andiamo, ci hai pure giocato a rugby, cosa che vuoi che ti abbia fatto? Tranquillo non sarà niente… - cerca di tranquillizzarlo.
-         Devi farti perdonare... - sussurra lui.
Solo quando Andrea vede dove sono puntati i due occhi verdi di Mick, capisce quello che gli stia passando per la mente.

Proprio lì, al centro dell'albero, appena sotto la stella, sta un rametto di vischio. Inusuale, a dir la verità, in genere questo si appende alle pareti, alle porte, sopra le finestre, ovunque ma non sull'albero.

-         Come mai c’è del vischio sull’albero? – chiede Andrea, cercando di risultare tranquilla.
-         Il vischio è una tradizione, anche se in genere va appeso da qualche parte, chiedilo a Robert e David perché l’hanno appeso lì!
-         Non ci avranno fatto molto caso… - considera Andrea, mentre si rende conto che non è ancora riuscita a “liberarsi” dalla presa del biondo.
-         Tu la conosci la tradizione, no? - La domanda retorica, che Andrea non si aspettava di sentir pronunciare, risponde un semplice Sì balbettato – sai che porta sfortuna non rispettarla?
Dicendo questo Mick porta una sua mano sotto il mento di Andrea, guardando dritto dentro i suoi occhi.
-         Mick, che cosa stai dicendo? – chiede, incerta, non spostandosi di un millimetro dal viso di lui, che continua ad avvicinarsi.
-         Se vuoi mi fermo – bisbiglia sulle sue labbra, provocandole un brivido lungo la schiena.
Rimane immobile un paio di secondi, l’unica cosa che sente è un silenzio interrotto dal loro respiro sincronizzato; non ricevendo alcuna risposta, azzera la distanza tra di loro.
 
La bacia possessivamente stringendole la vita, tanto che lei è costretta a reclinare la schiena per quelli che ad Andrea sembrano pochi secondi, troppo pochi. Adesso se lo ritrova davanti con un’espressione sorniona, il verde dei suoi occhi è cupo.
 
-         Credevo mi avresti dato uno schiaffo – le dice con un mezzo sorrido impertinente stampato in volto, lei rimane immobile e soprattutto in silenzio, nonostante le mille improvvise voci discordanti nella sua testa – ah, comunque, la tradizione dice che devi esserci sotto, al vischio!
Andrea sbatte le palpebre un paio di volte, rivolge uno sguardo al rametto che pende davanti la sua faccia appoggiato all’albero, guarda di nuovo Mick e il suo ghigno malizioso, rimane a bocca aperta…
Sentendo il rumore della serratura, a malincuore Mick molla la presa, allontanandosi di un paio di passi, passandosi nervosamente una mano tra i capelli.
Robert e David varcano la soglia di casa, con in mano un paio di pacchi regalo colorati.
 
-         Ciao Andrea, oh Mick, ci sei anche tu! Ma dove sei scappato poco fa?
-         Siete soli? – chiede David, lanciando un’occhiata a Robert.
-         Chi vuoi che ci sia? – commenta Andrea, ancora impalata - scusate, Robert salgo un attimo in camera mia! Non mi sento...molto bene!
-         Sembri un po' pallida - commenta Robert preoccupato.
-         Solo un po' stanca... l'esame è andato bene! - sorride debolmente, voltandosi e iniziando a salire le scale.

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Capitolo 21
*** when the going gets tough... ***


 
(nota: il titolo formerà una frase completa con il titolo del prossimo capitolo, ed è la traduzione inglese del modo di dire: quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.)


Andrea, Evie e Mary se ne stanno sedute ad uno degli innumerevoli bar del centro commerciale, ufficialmente per accompagnare Mary a comprare il regalo per Toby, ma con l’occasione le amiche ne approfittano per scambiarsi le ultime news nelle loro rispettive vite:
 
-         Non so proprio da dove iniziare a cercare il regalo! – sbuffa Mary – e lui non mi ha voluto dare nemmeno un suggerimento!
-         Da quanto tempo state insieme? – chiede Andrea mescolando il suo tè.
-         Da due anni – sospira l’altra, guardando romanticamente il suo muffin al cioccolato.
-         Ma che bello – commenta Andrea contenta – beh non lo so, sicuramente saprai se c’è qualcosa che gli piace più di tutto.
-         Gli ho regalato il biglietto per la partita della sua squadra del cuore per il compleanno… sono senza idee!
-         Buttarsi sull’abbigliamento?
-         Quello è stato il penultimo regalo.
-         Non preoccuparti, siamo in un centro commerciale, qualcosa la troviamo! – la tranquillizza Evie.
-         Ha ragione lei, non disperare, al massimo un bel cuscino a forma di cuore e un biglietto, basta il pensiero! – conclude Andrea, sorseggiando la calda bevanda che le scende piacevolmente giù per la gola – Tu Evie? Che notizie ci porti?
-         Oh Si! Ragazze tenetevi forte! In primavera andrò a fare uno stage! Parigi… settimana della moda!! Vi dice niente??
-         Davvero? – rispondono in coro le due ragazze.
-         Parigi! È meraviglioso! E cosa andrai a fare precisamente? – chiede sinceramente curiosa Mary.
-         Potrò assistere molto da vicino ad uno degli eventi più esaltanti per una aspirante stilista, ma che dico, pure per uno stilista in carriera! Oddio, non sto più nella pelle! E sapete una cosa? Ci guadagno pure crediti come attività formativa!
-         Quando si dice: unire l’utile e il dilettevole! – commenta Andrea – ma quindi ci abbandoni per una settimana??
-         In realtà starò via un mese, 3 settimane di stage presso, sarò l’ombra di una stilista che parteciperà alla settimana, e poi, ovviamente, la settimana della moda!
-         Ma dovrai presentare dei modelli tuoi?
-         No Mary, è ancora presto per quello, ma alla fine dovrò presentare un elaborato scritto sull’esperienza! Userò l’esperienza anche per elaborare la mia tesi!
-         Immagino avrai talmente tante cose da dire a riguardo, io non me ne preoccuperei! – aggiunge Andrea, sorridendo  - oh però mi mancherai!
Evie risponde al sorriso di Andrea alzando le spalle e sorridendo a sua volta:
-         Si ma poi torno! Tranquille! E tu invece cosa hai da raccontare? Novità del cavaliere ombroso e raffreddato? Sai – aggiunge poi rivolgendosi a Mary – ieri litigavano via sms, che carini!
Mary esclama un “oohh” molto significativo, mentre Andrea rimane interdetta e arrossisce lievemente
-         Andrea… - prosegue Evie dopo qualche secondo – il fatto che tu ti sia mangiata la lingua, e che mi pare tu sia pure arrossita, mi lascia perplessa… è successo qualcosa di nuovo?
Andrea esita ancora, al che Evie le piazza una mano sotto il mento costringendola a creare contatto visivo. Andre poggia la tazza che tiene in mano, prima di iniziare a parlare:
-         ecco… M-Mick è venuto a cercarmi nel parcheggio dell’Uni, perché “non gli andava di litigare per telefono” mi ha detto.
-         Oh ti è venuto a cercare fin lì, per parlare con te, ma che gesto! – commenta Mary, in versione “amante delle romanticherie”.
-         Abbiamo continuato a parlare in macchina, non ricordo più nemmeno cosa abbiamo detto, sta di fatto che dopo essermi sfogata, è tornato tutto a posto, come al solito.
-         Quindi una volta insieme, si è ristabilita l’armonia! – fa notare Evie volontariamente, mentre Andrea avrebbe preferito non focalizzare su quest’aspetto – e che avete fatto?
-         Niente sono tornata a casa, con lui, e ho trovato l’albero, sapete Robert mi ha vista giù questa settimana, e mi ha voluto comprare l’albero, perché gliene avevo chiesto uno, non è proprio un amico meraviglioso? – afferma sorridendo nuovamente.
-         Oh si, sì il biondo fratellone ti vuole molto bene, tutti provano qualcosa di forte per te in quella casa! – ridacchia Evie, e Andrea sa che si sta riferendo proprio a Mick, di nuovo. – Quindi? È finita lì? Pace fatta?
-         Veramente… - esita Andrea stringendo nervosamente la manica del suo maglioncino grigio chiaro – veramente no, non è finita li. Quando siamo arrivati, a casa non c’era nessuno, allora ci siamo messi sul divano. E, credetemi, avevo la sensazione che Mick si volesse avvicinare a me, anzi, più che averne la sensazione, mi sono ritrovata per ben due volte a indietreggiare sul per evitare che il suo naso mi si conficcasse in faccia – l’espressione sul volto di Evie e Mary lascia trasparire la loro esultanza – infatti poi mi sono alzata e sono andata davanti l’albero ah ah.
I volti delle due amiche assumono automaticamente un’espressione corrucciata.
-         Ma allora sei scema! – un’affermazione quella di Evie, che da voce al silenzio di Mary.
-         Ma! C’è un ma! – aggiunge subito Andrea, mettendo le mani avanti, per prevenire il sicuro linciaggio da parte della bionda, che si fa subito attenta, invitandola a proseguire con il suo sguardo sicuro – ma lui si è avvicinato all’albero, o meglio, l’ho trascinato io fin lì, perché siccome sapete tutte e due che non brillo per genialità, ho subito dimenticato il motivo per cui mi ero allontanata, non appena lui ha iniziato a dirmi che gli sembravo una bambina di 4 anni. Allora gli ho detto che doveva provare anche lui, che stare in contemplazione sotto l’albero trasmette molta calma ed è una bella sensazione, non guardatemi così! Avrebbe bisogno pure lui di un po’ di calma!
-         Secondo me si calma di più se te lo porti sotto il piumone! – risponde Evie – quindi? Te lo sei trascinato di forza, ti è caduto addosso? Oh finalmente un contatto ravvicinato!
-         No niente cadute! – si affretta a dire Andrea, deludendo di nuovo l’amica – solo che a quanto pare, l’ho trascinato per il braccio sbagliato cioè quello della mano steccata…
-         Hai fatto qualcosa al suo braccio? Al braccio del “musicista”? – si preoccupa Evie, sporgendosi in avanti sul tavolino – sei nei guai!
-         È esattamente quello che ha detto lui, prima di aggiungere che dovevo farmi perdonare!
-         Non è che c’è finito davvero sotto il tuo piumone? – commenta Mary ammiccando.
-         Ma no! Mi ha solo baciata! – sbotta Andrea, per poi rituffarsi nella sua tazza non più fumante e quasi vuota.
-         Baciata? – la gomitata di Mary arriva al braccio di Evie che decide di voler sapere ogni particolare di quella cosa:
-         Come? Era un bacio a stampo?
-         Se per “stampo” può valere il fatto che si è praticamente pressato su di me tanto da farmi fare il caschè!
-         Wooow, un bacio appassionato, be è proprio quello che ci si aspetterebbe da uno come Mick! – annuisce Evie.
-         Però mi ha presa in giro! Cioè… si è preso la scusa di un rametto di vischio appeso all’albero!
-         Il vischio appeso all’albero? – commenta Mary tra sé e sé.
-         Esatto, è la stessa cosa che mi sono chiesta io, e lui se ne esce con: la conosci la tradizione del vischio? Se non la rispetti porta sfortuna! E mi bacia!
-         Si ma tu non lo hai fermato, quindi togliti quel tono offeso, perché ti è piaciuto, cara!
Evie è sorpresa da questa presa di posizione della sempre quieta e misurata Mary, ma è d’accordo con lei:
-         Ehm.. ehm… - Andrea ripensa che appena prima del bacio, avrebbe avuto la possibilità di fermalo, se avesse voluto, ma omette questo particolare – è stato improvviso, sono rimasta immobile, cioè.. voi che avreste fatto?
-         Io avrei risposto con entusiasmo! Ovviamente non io in quanto me, ma se fossi stata te! – chiarisce Evie.
-         E alla fine ha ripreso quella sua espressione da sbruffone dicendomi “oh, la tradizione vale solo se sei sotto il vischio! – Andrea incrocia le braccia sul petto, assumendo l’aria di una bambina indispettita – cioè mi ha presa in giro!
-         Ci avevi sperato anche tu nel piumone ammettilo!
-         E basta con questo piumone! Evie! Sono arrabbiata! Che cosa voleva dimostrare? Mi ha baciata, e non ha nemmeno ammesso di averlo fatto perché lo voleva, facendolo passare come una rivincita, ecco, ora che ha dimostrato che può avere tutto quello che vuole, o che lui è riuscito a farmi capitolare, è soddisfatto? Non lo so!
-         Oh… quindi non sei arrabbiata perché ti ha baciata, ma perché non ti ha detto di essere interessato a te! Interessante…
-         Ma tu non gli hai chiesto spiegazioni dopo? – chiede Mary.
-         No, non ho potuto, sono tornati Robert e David, e sono scappata in camera! - Evie ride sommessamente, non vuole offendere l’amica, ma è tutto così comico raccontato da lei – e non sono più scesa, né lui è salito comunque… Evie appena nomini di nuovo il piumone, ti arriva il tè in faccia! – ammonisce Andrea prevedendo in qualche modo il pensiero dell’amica che rimane zitta sorridendo.
-         Ok, ok ora calmiamo un po’ gli animi, dopo tutto non sei arrabbiata con me, ma con il latin lover! Tesoro, tranquilla, quanto è vero che mi chiamo Evelyn Scarlett Hale, quel ragazzo avrà eccessi di salivazione e crampi non ti dico dove ogni singola volta che ti vedrà!
-         Che vuoi dire? – chiede Andrea sospirando.
-         Se ti voleva fare un dispetto, non ti avrebbe baciata come un ballerino di tango appassionato, se così è stato, è perché non ne poteva più, e si è dovuto sfogare, prendendo la prima occasione buona che gli si è presentata… non mi sorprenderei se lo rifacesse. Poi non vi siete nemmeno più parlati?
-         No, è stato ieri sera, e non l’ho ancora visto, non sono andata a casa, e non so nemmeno cosa farò non appena me lo ritrovo davanti… non so come comportarmi!
-         Indifferenza, indifferenza Andrea! – si affretta a dire Mary, il suo tono turbato però incuriosisce le due amiche che si guardano alle spalle.
-         Parli del diavolo! – dice Andrea sarcastica, voltandosi immediatamente – dimmi che fa, mi ha vista?
-         Adesso sì! – assicura Evie, Andrea la guarda di traverso mentre la bionda ondeggia la sua mano in segno di saluto.
-         Ti uccido – dice a denti stretti.
-         Tranquilla, non sta venendo qui – aggiunge Evie in tono deluso, a cui risponde un “ah no?” altrettanto deluso – no, fa lo stronzo eh?
-         Crampi e salivazione dicevi…mh?
-         Già, sarà così, pure adesso, ma non può avvicinarsi perché ci siamo noi.
-         O perché ci sono i suoi amici!
Mary e Evie vedono accendersi una scintilla negli occhi dell’amica, che con un’espressione insolitamente spavalda, alza un sopracciglio, voltandosi con molta calma, iniziando anche lei a salutare il gruppo di ragazzi; a quel punto anche Mick è “costretto” a ricambiare, e ad avvicinarsi, sotto preciso invito di Andrea. Evie la guarda sorpresa e divertita “cosa hai intenzione di fare?” le bisbiglia mentre il gruppo composto da Mick e altri 2 ragazzi avanzano verso di loro; “la stronza” risponde Andrea a denti stretti.
 
-         Salve ragazze, Andrea – Mick fa dei cenni col capo - oggi niente pomeriggi chiuse in biblioteca?
-         No oggi siamo in libera uscita, non ci presenti i tuoi amici?
-         Giusto, loro sono Mark e…
-         Tu sei quello che mi ha chiamato bambolina alla partita non è così? – interrompe Andrea generando una varietà di reazioni.
Il ragazzo in questione annuisce sorridendo, un sorriso impertinente, come quello tipico di Mick, “si vede che sono amici” pensa Andrea;
-         Mi chiamo Mark!
 Mick guarda l’amico e poi Andrea, si sta chiedendo se c’è un motivo particolare per cui Andrea ricordi quel ragazzo visto mezza volta, di sfuggita; “che memoria” commentano entrambi.
-         ogni tanto funziona… - è l’ambigua risposta di Andrea;
Evie la guarda sempre sorpresa da tanta intraprendenza, cercando di capire a quale gioco stia giocando: “frecciatina per farlo confondere”, in effetti Mick non riesce a capire sia proprio l’amico a stimolare la memoria di Andrea, o se quella fosse una frase buttata lì.
-         tu invece sei…mi sfugge il nome, ma eri anche tu alla partita!
-         Cory! – risponde il ragazzo sorridente, lui ha un’espressione tranquilla e sinceramente allegra, niente velata ironia nella voce, o apparenza sprezzante, nonostante la muscolatura sviluppata su un metro e novanta di ragazzo.
-         Oh già, Cory, io sono Andrea, - dice rivolgendosi ad entrambi i nuovi arrivati, - loro sono Evie e Mary.
-          E ufficialmente siamo qui per comprare regali al mio ragazzo, - si sente in dovere di far presente Mary - cioè io devo comprare un regalo per lui, e a che ci siamo, potete darmi qualche idea? Cosa vuole ricevere un ragazzo a Natale?
Lo sguardo che Mark rivolge a Mick è indicativo del livello di licenziosità del suo pensiero.
-         è sportivo il tuo ragazzo? – chiede Cory
-         non proprio…
-         Gli piace un gruppo in particolare? – chiede Mick, lanciando una fugace occhiata alla tazza di Andrea – che bevi?
-         Oh, un gruppo in particolare, ma certo! – Mary sembra illuminarsi a quella frase.
-         Tè – risponde Andrea – se ti aspettavi un super alcolico, ti deludo.
-         Tè è esattamente quello che mi aspettavo di trovare nel tuo bicchiere – risponde sorridendo, un sorriso sincero, che pare affermare “ti conosco”, ma senza pretese di superiorità.
Evie osserva queste espressioni, e si chiede dove siano finiti improvvisamente l’Andrea che lancia sfrecciatine, e il burbero Mick.
-         allora secondo voi, un cd dei Queen gli farà piacere?
-         Un CD dei Queen? Regalalo a me ti prego! – dice implorante Evie. Come abbiamo fatto a non pensarci? Toby è un patito di musica! Grazie Tony!
-         Ahm… mi chiamo Cory… - dice il ragazzo imbarazzato.
-         Tranquillo… li ha provati tutti prima di imparare il mio: Nick, Rick, Vick.
-         Già, non ho una grande memoria per i nomi! – sorride Evie.
-         Ci stanno aspettando, scusate se adesso andiamo!
-         Avete la riunione con la squadra al completo? – chiede Mary mentre si alza, decisa a recarsi il prima possibile al reparto musica.
-         No, veramente siamo qui con le cheerleader!
Più potente di un “apriti sesamo” ben piazzato all’interno di una favola, quella parola fa scattare un pericoloso meccanismo:
La faccia di Mick è cinerea, quella di Andrea è impassibile, se non fosse per un lampo nei suoi occhi che lo stesso Mick coglie.
-         quelle ragazze non hanno un nome? Io non sarei contenta se la gente parlasse di me indicandomi anonimamente come “l’universitaria” ad esempio – l’affermazione di Andrea ha un tono talmente autoritario che lo stesso Mark si sente in dovere di porre rimedio a quello che scopre essere un torto.
-         Ahm, sì, Claire, Lily e Vanessa. Non sono poi quel tipo di ragazzo che si crede in giro.
-         Oh beh sì, il fatto che tu sappia almeno il loro nome diminuisce il senso di viscido che provo in effetti!
Evie guarda Andrea, sorriderebbe per il fatto che stia sfogando la rabbia contro l’amico di Mick invece di tirare una sedia in fronte proprio al biondo “amico”, ma non sorride comunque, intenta ad analizzare la scena. Non è difficile immaginare che Andrea trovi quel Mark molto antipatico, è vero ha lo stesso comportamento di Mick nei suoi momenti peggiori, ma c’è una piccola differenza, Andrea non ne è innamorata per i suoi modi fragili in privato, quindi questo lascia le porte spalancate all’antipatia.
-         Mick la tua amichetta è infervorata!
-         Tranquillo, la  “sua amichetta” se ne sta andando, buon divertimento! Ah Mick, - Andrea si è alzata, prendendo la borsa con una mano, e poggiando l’altra al centro del petto del ragazzo – salutami la tua amica Lily – si volta a guardare Evie – che poi, non pensavo che adesso gli incontri li faceste al centro commerciale voi “uomini”, nessuno ha casa libera a quanto pare!
Udendo ciò Mick è ormai sicuro che Andrea pensi che lui si veda effettivamente con Lily, anche solo per andarci a letto e sa che questo porterà molte complicazioni alle sue intenzioni; d’altra parte non è ancora pronto a mandare tutti a quel paese in quel preciso istante e prendere Andrea con se decidendosi ad essere chiaro una volta per tutte.
Mentre Andrea rivolge un saluto un po’ più affettuoso a Cory, l’anima buona del gruppo, Evie passa davanti a Mick, o meglio, sotto il suo naso, scuotendo la testa e rivolgendogli un occhiata che sembrava urlargli “sei un idiota”.
Lo avrebbe pensato lui stesso qualche ora dopo.

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Capitolo 22
*** ...the tough get going ***


(il capitolo è un po' lungo, spero che nonostante ciò non lo troviate noioso :) ma rileggendolo mi è parso comunque scorrevole! Grazie ancora a chi è arrivato fin qui!)


 
Esattamente 3 ore dopo Mick si sta dando dell’idiota apertamente.
Ma andiamo con ordine.
Lasciati i 3 ragazzi in procinto di incontrare le cheerleader, Andrea evidentemente scossa è rimasta per lo più in silenzio mentre Mary effettuava l’acquisto del secolo, il perfetto regalo per il suo amato Toby. Poi Evie aveva chiesto di fare comunque un giro nell’intero centro commerciale, atto che occupò due ore piene, e che servì a far capire ad Andrea quale mostro dello shopping fosse la sua cara amica aspirante stilista.
Ora le 3 amiche sono in macchina.
-         Sono convinta che un regalo così azzeccato da me non se lo aspetta!
-         Allora lo sorprendi! – risponde Evie contenta, mentre lancia un’occhiata di sbieco alla mora accanto a lei – Andrea, ne vuoi parlare?
-         Non credo ci sia niente da dire, ora sì che è chiaro, tutti quelli che tu, e alla fine anch’io, abbiamo scambiato per “segni di un amore nascosto”, erano solo segni di uno che è troppo abituato ad avere tutto e subito, e ora che ha il giocattolo, lo butta di lato! Mi pare evidente!
-         Mhm … eppure, la cosa non mi convince per niente, cioè a lui piaci! Perché ti guardava anche quando non sapeva fossi tu.
-         Si ma guarda perché … boh, sarà un guardone! Vede una gonna e guarda… che quella gonna la porti io o una qualsiasi altra ragazza, penso che non faccia differenza!
-         E no, questo non spiega perché è geloso dei tuoi spasimanti…
-         E se ti dicessi “pazzia” ? Quella spiega tutto!
-         Ha sbagliato – si intromette Mary – io sto dalla parte di Andrea, non si fa così, pare proprio che quello che è successo non abbia alcun valore per lui. Se non fosse per il fatto che ha cambiato immediatamente espressione, è impallidito.
-         Oh, beh, forse perché sa che ha appena perso un’amica!
-         Non dire stupidaggini Andrea, non hai intenzione di parlargli più? Non siete ancora fidanzati…
-         Evie! Ma tu da che parte stai? Non eravamo fidanzati nemmeno quando lui impazziva a sentir nominare Josh o Brendan, perché lui può prendersela e io no?
-         Perché tu sei intelligente e sai cosa sta succedendo. Lui è…
-         Un idiota! – la interrompe Andrea.
-         Esatto, te lo concedo… allora quando ti passo a prendere per questa sera? – chiede Evie, dal momento che la macchina di Mary si è fermata davanti casa di Andrea.
-         Io non esco! Non ho voglia, metti che me lo trovo davanti?! No! Io sto a casa, non esco, non mi va!
-         Su la città è grande, e uscire ti farà distrarre!
-         No, tu vuoi solo convincermi a non odiarlo, ti ho capita Evie, mi dispiace, ma non mi schiodo da casa!
-         Sei testarda!
-         Quando mi impunto sì! Comunque, la prima parte del nostro pomeriggio, è stata molto piacevole, Mary fammi sapere se a Toby il regalo piace!
-         Oh ma glielo darò a Natale! O forse alla festa di sabato prossimo!
-         Quale festa – Andrea, ormai scesa dalla macchina, si ferma abbassandosi all’altezza del finestrino di Mary.
-         Ma come non lo sai? C’è la festa di Ateneo per Natale!
-         Festa di Ateneo? – Andrea cade dalle nuvole.
-         Sììì, ci sarà una festa, in tema natalizio, quest’anno mi pare sia… fiocchi di neve?
-         Cioè siamo tutti vestiti di bianco? – chiede Evie – non mi dona il bianco!!
-         Ahah Evie! Comunque non ne sono sicura, devo informarmi meglio! Magari mi confondo con l’anno scorso…
-         E dove sarebbe questa festa? – chiede Andrea, che si stringe nel suo piumino, irrigidendo gli arti.
-         Nel salone della facoltà di psicologia.
-         Ah! Perfetto! Non ci vengo!
-         Perché no? – chiede Mary delusa come una bambina a cui la mamma non vuole comprare un giocattolo.
-         Perché non voglio mettere piede a Psicologia!! – esclama Andrea battendo un piede a terra.
-         Mick studia psicologia – le confida Evie.
-         E che ci fa? Tu verrai! E ti divertirai! E e e… alla faccia sua! Insomma!
-         Metti che incontri qualche suo bel collega! – Evie alza un sopracciglio assumendo ancora una volta la sua solita espressione “maligna” di quando ha qualcosa in mente.
-         Vedremo! – risponde Andrea con ben poco entusiasmo – ciao ragazze, divertitevi stasera!
Detto questo si volta e avanza verso il varco nella parete rampicante, che ora altro non era che un muretto bianco.
 
 
Entrando a casa vi trova dentro tutto il gruppo.
-         ehy, c’è un gruppo rock a casa mia! – commenta Andrea accennando un sorriso – John, è una vita che non ti vedo!
-         Sono stato un po’ impegnato, ma ogni tanto bisogna pur vedere gli amici!
-         Già, è così che hai detto alla tua ragazza? O sei scappato di nascosto? – commenta ironico Jake.
-         Andiamo, non è che lei mi faccia storie, sono stato impegnato lo sapete!
-         Sarà – commenta David, fumando tranquillamente rilassato sul divano.
-         John io sono con te, dopo tutto se hai una ragazza devi pur farle capire che vale qualcosa dedicandole un po’ di tempo – dal modo in cui Andrea esprime quest’opinione, tutti sono portati a pensare che ci sia qualcosa di personale.
-         Piccola Andrea, hai un ragazzo misterioso che ti trascura? – chiede David con uno dei suoi brillanti sorrisi a 32 denti.
-         David, dopo aver incontrato un uomo dalla tua bellezza, credo non riuscirò mai ad accontentarmi di nessuno! – dice lei sorridendo, riuscendo a sviare le attenzioni.
-         Ohh signorina, questo è un problema! – risponde a tono lui, mentre Jake e Robert iniziano a ridere, e John si chiede cosa si sia perso.
-         Voi due scherzate vero? – chiede, giusto per esserne sicuro.
Andrea si volta verso di lui sorridendo:
-         se frequentassi un po’ più spesso questo posto forse sapresti che ormai David è il mio fratellone, come Robert, nonché mio batterista preferito!
-         Tranquillo John, per questa volta mi scanso l’accusa di pedofilia!
-         Comunque io sarei maggiorenne!
-         Andrea, non stare li a puntualizzare queste cose – risponde Robert – che fai? Ti prepari per uscire?
-         No veramente oggi non esco – l’espressione di Andrea si fa malinconica – non mi va, resto a casa.
-         A casa da sola di sabato sera? – chiede Jake, alle cui orecchie tutto suona come assurdo.
-         Esatto… ehy non vi preoccupate non mi mangiano!
-         Le tue amiche non escono? – chiede John.
-         Se vuoi puoi chiedere a Mick, dopo tutto avete amici della stessa età! – informa David, generando in Andrea un senso di nausea.
-         Non credo di voler avere niente a che fare con gli amici di Mick – risponde secca – è già tanto se sopporto lui.
David la guarda stupito, pensava che gli volesse bene, e poi lui era stato convinto da subito che tra i due stesse nascendo qualcosa, riflettendoci un attimo, in effetti pensa che anche quello potrebbe essere un ulteriore segno.
-         ti ha offesa di nuovo?
-         no tranquillo, non ha detto niente questa volta! - Risponde Andrea, mentre volta lo sguardo al rametto di vischio che allegro pende dall’albero – volete dirmi chi ha avuto la brillante idea di appendere il vischio all’albero?
-         Perché, non ti piace?
-         Sì, ma, insomma con quel ramo lì, saremo costretti a baciarci tutti in continuazione! – accampa come spiegazione.
-         Ahaha beh, tra maschi non vale, tu evita di passare li davanti troppo spesso! – risponde un sorridente Robert – comunque anche io ho detto a David che mi sembrava un luogo insolito.
-         Ma scusate, la leggenda non la conoscete?
Andrea rabbrividisce impercettibilmente a questa frase, sbatte le palpebre un paio di volte e fissa David:
-         Nella mitologia scandinava, il vischio è anche la pianta sacra di Frigg, dea dell’amore: dopo che suo figlio Balder venne ucciso da una freccia di vischio, Frigg cominciò a piangere sul suo corpo, e mentre le sue lacrime si trasformavano nelle perle bianche del vischio, Balder tornò in vità; per la felicità, Frigg cominciò a baciare chiunque passasse sotto l’albero sul quale cresce il vischio (di solito pioppi, olmi e tigli), facendo sì che non potesse capitare mai nulla di male a tutti coloro che si fossero dati un bacio sotto un ramoscello di vischio. Quindi il vischio sta sull’albero!
-         Wow sei un appassionato di mitologia? Guarda un po’ quel David – commenta Jake.
-         Oh! – è l’unica risposta di Andrea.
-         Beh, mi hanno sempre raccontato così, e una volta l’ho pure cercato perché volevo sapere l’origine della leggenda! Io mi informo ragazzi! Confessa Andrea volevi toglierlo per non essere costretta a baciare Jake!
-         Ahahaha non ho niente contro Jake, non mi fa più nemmeno paura!
Il moro chitarrista ride con la sua voce bassa, mentre David pronuncia un giocoso “sono geloso”, a cui Andrea risponde portando le dita unite a forma di cuore sul petto.
-         Comunque ragazzi, mi ritiro nelle mie stanze – risponde – voi uscite e diffondete nel mondo il suono del Rock!
-         Sì, ma prima andiamo al cinema! – Conferma Robert guardando l’orologio che ha al polso – e ancora prima dobbiamo passare dalla sala prove!
-         Non è questa la vostra sala prove? – chiede Andrea guardando i ragazzi e indicando in direzione della stanza che solitamente usano per suonare.
-         Stiamo incidendo per ora, ci serve l’attrezzatura giusta!
-         Ahh… che bello!! Canzoni vostre!! Le hai scritte tu Rob?
-         Sì, insieme a loro, ma la maggior parte io!
-         Ohh che bello, poi voglio sentire anche io!
-         Appena sarà pronto almeno il demo, comunque, Ciao Andrea, e non aprire agli sconosciuti – Robert infila il suo piumino nero, tirando su il cappuccio della sua felpa altrettanto nera, da cui escono i suoi ricci dorati.
I ragazzi escono velocemente lasciando ad Andrea la libertà di mettere su la sua musica preferita; non che le fosse vietato, ma c’era sempre troppa confusione e musica in quella casa per accendere lo stereo.
 
Avendo mangiato qualcosa fuori, per quanto poco, si sente dispensata pure dal prepararsi la cena; così si fionda sul divano lasciandosi avvolgere dalle note di alcune malinconiche canzoni che contraddistinguono la playlist.
Aiutati anche dalla musica, i suoi pensieri fluiscono veloci e turbinano nella sua mente, consolidando la sensazione di fastidio e rabbia nei confronti di Mick.
 
 
 
 
 
 
Eccolo quel Mick, che si allontana dal gruppo di Andrea, Evie e Mary, bianco come un lenzuolo, trafitto dallo sguardo di Andrea, di cui può sentire ancora il freddo tocco sul petto. Nella sua mente nessun turbinio di pensieri, niente. Mick è come bloccato:
-         Ehy Mick, ma che c’è hai visto un fantasma?
-         Come? oh, pensavo – in realtà a nulla, o forse sì – che sono un idiota.
-         Oh, e come mai questa improvvisa consapevolezza? – sghignazza Mark.
-         Ho appena buttato in aria mesi e mesi di … ho perso la mia migliore amica! – dice in tono amaro, ma con la stessa espressione vuota.
-         Hai una migliore amica? Non me ne avevi mai parlato…
-         Non ne parlo mai…
-         È la ragazza con il maglione grigio? – chiede Cory – peccato che piaccia a te, è simpatica… pensavo… - Mick guarda l’amico fulminandolo con lo sguardo – no, no tranquillo, non penso più niente. – Cory si ritira così abbassando lo sguardo e si guarda bene dal pronunciare qualsiasi altro apprezzamento nei confronti di quella ragazza.
-         Io invece pensavo te la facessi con Lily…
-         è lei che continua a venirmi dietro, è una bella ragazza per carità, ma è… non è la stessa cosa…
-         quindi nell’indecisione te la spassi con due fanciulle, bravo ragazzo è così che ti voglio!
-         Non vedo cosa ci sia da ridere Mark! Non me la sto proprio spassando con nessuno, se non te ne sei accorto, guardami! Ti sembro uno che se la stia spassando? – Mick avvicina il suo volto a quello del ragazzo, impugnando il suo maglione – ora quella non vorrà più nemmeno parlarmi dopo che ieri l’ho baciata e oggi ho fatto finta di niente!
-         Il fatto che ti abbia visto qui, e che tu stia andando dall’altra non ti aiuta amico, Tyler, abbassa le mani – afferma autoritario l’altro – fammi indovinare, non te l’ha nemmeno data, quindi perché stai qui a preoccuparti? Non può sentirsi tradita, non state insieme!
-         Già… ma io la conosco, lei si arrabbierà per questo!
-         Allora che ci fai qui? preparati un discorso d’effetto e vai a fare pace! Se è così importante… ci penserò io a consolare Lily – continua Mark con il suo tono arrogante, che adesso inizia a dare sui nervi pure a Mick – oppure cambi spacciatore, perché mi sa che l’ultima roba che ti sei fumato ti abbia dato al cervello.
Guardando quel ragazzo Mick si rivede in lui, forse Andrea pensa che siano uguali, forse Andrea è così che lo vede! Questa cosa lo demoralizza e nausea allo stesso tempo.
Nonostante tutto però molla la presa sul maglione dell’amico, che lo appiattisce sul petto con le mani, scuotendo la testa come se si trovasse di fronte ad un pazzo da assecondare.
-         sinceramente Mick, penso che sia meglio che tu vada adesso – interrompe Cory – almeno le potrai far notare che non sei stato a spassartela con nessuno, potrebbe aiutarti.
-         E dove vado? Potrebbe essere qui in giro a fare Shopping, e tornare a casa tra due anni, e in quel tempo potrei essermi fatto un harem ed essere tornato secondo lei! – dice con una certa urgenza nella voce – me ne starò qui a tenerla d’occhio.
-         Ok, io devo proprio scappare adesso – dice Mark, con altrettanta urgenza – sai ho i miei bisogni… Cory tu ti vuoi ritirare pure?
-         No no, io vengo con te!
 
Detto questo i due compari si allontanano, lasciando Mick da solo a guardarsi intorno, “cd dei Queen” pensa; almeno sa dove si trova adesso.
 
 
 
 
 
Andrea ha uno strano presentimento quando sente bussare alla porta, che la spinge a non andare ad aprire. Il toc toc incalza, e la ragazza quasi inizia ad aver paura. Adesso chiunque sia lì dietro la porta, pare si sia appoggiato al campanello dimenticandosene; Andrea decide di andare ad aprire solo per far cessare il frastuono che le sta procurando un considerevole mal di testa, unito al nervosismo della situazione.
Nessuna sorpresa, ma la tentazione di ribattere la porta in faccia a chi vi sta dietro è forte, e forse l’avrebbe fatto, se una mano non si fosse appoggiata al legno freddo e liscio dell’uscio.
-         Non c’è nessuno qui, puoi anche andartene.
-         Mi vuoi buttare fuori?
-         Sei già fuori!
-         Mi fai entrare?
-         NO!
-         Andrea ti devo parlare su…
-         “Andrea” non vuole ascoltare.
-         Per favore…
-         Che devi dirmi?  - Andrea si appoggia allo stipite della porta, restando ferma a braccia conserte davanti ad un Mick con, forse, lo sguardo lucido – allora sono tutta orecchie. Parla e vattene.
 
Perché nonostante la rabbia che la sta divorando dall’interno, senta la voglia di arrendersi, questo Andrea non riesce a spiegarselo, mentre se ne sta impalata e parla a chi ha di fronte con voce fredda e decisa.
-         Se vuoi sentire cosa ho da dirti, devi farmi entrare! Non posso parlarti mentre sto qui su queste scale!
-         Non sei nella condizione di dettare regole Mick! – gli dice, o meglio gli grida, per poi sospirare, voltarsi e avanzare verso l’albero alle sue spalle che la accoglie allegro e luccicoso, troppo allegro per il momento, Andrea devia sulla destra, dirigendosi sul divano dove si siede a gambe incrociate.
 
Mick capisce che Andrea ha davvero preso la situazione nel peggiore dei modi, e che oltretutto ha ragione. Le si avvicina, restando in silenzio, passandole accanto per prendere il posto sul divano accanto a lei, anche lui ha le braccia conserte, e fissa la tv spenta di fronte a lui.
-         Perché fai così? Ti ho offesa forse?
-         Non so Mick, vedi tu!
-         Non capisco cosa sia successo – mente, cercando di tirare acqua al proprio mulino – perché ti sei comportata così al centro commerciale?
-         Co-come?
 Andrea non si era certo immaginata scene melodrammatiche in cui il lui di turno chiede perdono pentendosi e dolendosi di ciò che ha commesso, ma l’atteggiamento di Mick non è nemmeno classificabile come “atteggiamento da scusa”, e questa volta ha torto marcio, e deve almeno ammetterlo.
-         Mick spero tu stia scherzando… ti do la possibilità di rimangiarti quello che hai detto e tentare di nuovo a chiedere scusa!
-         Scusa per essere andato al centro commerciale?
-         Scusa per… per!! – dice Andrea ad alta voce, bloccandosi, le mancano le parole, sa che deve chiedere scusa, come lo sa anche lui, ma in questo momento non riesce a completare la frase, così ripiega su – lo sai benissimo!!
La frase sembra fare effetto, perché gli occhi di Mick lampeggiano:
-         Non devi essere gelosa di Lily – dice con uno strano tono rassicurante.
Andrea sbatte un paio di volte le palpebre, cavolo quella situazione ha dell’assurdo, tutti e due sanno di cosa stanno parlando, ma lei non ha elementi per rivendicare niente, e lui ne approfitta non discolpandosi.
-         Puoi evitare di nominarmela per favore? Non voglio più sentire niente di te, di lei, di voi, solo che tu sei di casa qui e ti devo sopportare.
-         Ohh è questo che pensi? – Mick e il suo sguardo prepotente fanno salire il sangue al cervello di Andrea.
-         No! Cioè sì! Sei uno squilibrato Mick!
-         Ma non ho fatto niente…
-         Ti comporti in maniera illogica… tu non ci stai con la testa, quello che fai non ha senso! – Andrea si alza in piedi, lo guarda seduto su quel divano dove il giorno prima le si avvicinava alle labbra, evidentemente desideroso di un contatto, e lui non pare ricordare niente di tutto questo – che vuoi da me? Io lo so! Lo so che ieri mi hai baciata!
-         Beh, lo so anche io… - Mick è intimorito dallo sguardo perso di lei.
-         Ah, lo sai! Allora lo ammetti! – gli dice puntandogli un indice addosso, avvicinandosi di nuovo a lui.
-         Ammetto ti averti baciata!
-         E perché l’avresti fatto?!
-         Perché mi andava! – risponde lui, guardandola in volto.
-         E ti andava così, per sfizio?
Mick non risponde subito, prima si alza, le si mette di fronte, cercando di poggiarle le mani sulle spalle, ma lei ripete quella domanda:
-         no, non era per sfizio. – ammette infine.
Maledetta quella sua voce bassa e suadente, si ritrova a pensare Andrea.
-         e per cosa allora? – la sua voce non era la metà sensuale come quella di Mick, quasi spezzata dal groppo in gola che la tormentava. In compenso a Mick faceva fin troppa tenerezza vederla così affranta.
-         Perché lo volevo fare, come lo voglio fare, ogni volta che ti vedo!
 
Il tempo pare fermarsi per un istante, mentre i loro sguardi si incrociano, una goccia scivola via, assorbita dal dolcevita di Andrea, i suoi occhi sono fissi, le sue labbra serrate, Mick in attesa.
-         pure ora?
-         Soprattutto ora.
Mick percepisce che c’è qualcosa che non va, le ha appena confessato quello che si tiene dentro da troppo tempo, e lei, non sta reagendo, o meglio, non lo sta facendo come lui immaginava, come “Andrea” avrebbe reagito, o almeno una dolce, buona e romantica come lei…
-         hai detto quello che dovevi dire, ora puoi pure andartene.
 
Mick si sente crollare il mondo addosso, come era possibile che stesse succedendo?
-         Andrea che cazzo dici?
-         Dico che ti ho ascoltato, ho ascoltato abbastanza, tanto da bastarmi per tutta la vita!
-         Andrea ti ho appena detto che mi piaci!
-         Sì, devo dire che lo avevo capito… quello che non capisco è… perché diavolo mi vieni a dire che ti piaccio dopo aver scopato con la tua amica con i pon pon!! Ti sembro idiota? – Andrea si divincola dalla presa di Mick, mentre lui cerca di riafferrarle il braccio.
-         Oh, no, no Andrea, ti sbagli, non è successo niente…
-         Non è successo niente?! E io dovrei crederti??
-         Te lo posso giurare!
-         E come potrei fidarmi di te? Eh? Di uno che un giorno mi bacia e il giorno dopo esce con quella con cui è andato a letto per chissà quanto tempo, fidarmi di chi non ha avuto nemmeno il coraggio di dirmi di essere interessato a me, comportandosi da fidanzato geloso senza mai ammettere niente, fidarmi di te! – strilla Andrea, guardandolo negli occhi e gesticolando esageratamente.
-         Andrea, ho sbagliato, ma volevo vedere se pure tu eri interessata a me prima di farmi avanti!
-         Il fatto che perdonassi i tuoi comportamenti da ragazzo dissociato e ti perdonassi dopo tutte offese gratuite che mi hai fatto non era abbastanza?! Non toccarmi! – intima vedendo Mick provare a stringerla, ovviamente l’intimazione non è ascoltata – non fare il prepotente solo perché sei 10 cm più alto di me e 10 volte più forte!
-         Andrea, ora calmati, mi piaci, e non ho fatto niente con Lily, te l’ho detto, e io piaccio a te, lo so, o mi avresti preso a schiaffi ieri!
-         Vuoi essere preso a schiaffi per capire che devi lasciarmi stare?
 
Detto fatto, la mano di Andrea impatta contro la guancia di Mick, che molla la presa guardandola sbalordito.
 
-         io non ti credo Mick, non ti credo! E pure se non avessi effettivamente fatto niente, beh, solo perché mi hai trovata lì! Perché ti sei sentito scoperto! Se non ci fossimo incontrati ci saresti stato eccome! Forse saresti ancora con lei! Questo non puoi negarlo!
La consapevolezza di quest’ultima frase le brucia dentro, più di ogni altra cosa, e anche lui è rimasto senza parole; non è certo di poter negare questa volta.
-         Mi dici che ti piaccio, ok e allora? Eri pronto, e saresti pronto ad andare con chiunque! Volevi farmelo sapere? Bene, mi compiaccio! Io ti piaccio, tu mi piaci, ora lo so, non per questo entrerai nelle mie mutande stasera!
-         Non è quello che voglio! – controbatte Mick, - almeno non solo! E non ho fatto niente, è è questo l’importante no? Ok ero lì, non so nemmeno io perché! Non lo so, non sarei dovuto andare! A me non interessa! Non ci volevo andare! Io non lo sapevo! – Mick, esasperato dalla situazione, non vedendo uno spiraglio, perde lucidità.
-         Ma ti senti, Mick? Non sai mai niente tu! Perché fai le cose, e perché ti trovi in un posto! Ora addirittura non lo sapevi! E non ci volevi andare… perché non volevi andare se non lo sapevi? Ma non sai nemmeno inventare delle scuse decenti! Dimmelo: sono uno stupido ragazzo che ragiona con tutto meno che con la testa, e c’era da divertirsi, e io mi volevo divertire! Tanto poi quando voglio io, c’è quella deficiente di Andrea che mi perdona tutto quello che faccio o che le dico, perché non essendo la mia ragazza non può prendersela per niente, e forse mi piace.
-         Sono un idiota ok? Io, lo sono davvero! Mi sono meritato lo schiaffo come mi merito tutto questo, ora però puoi calmarti? E perdonarmi? E lasciarci tutto alle spalle? Ti ho trattato malissimo e mi hai sempre voluto bene, oggi non ho fatto niente e non puoi perdonarmi! Come se stessi sfogando la rabbia repressa, ora che sai che io ti voglio! Io voglio stare con te! – Mick la guarda negli occhi, il fiero, sprezzante Mick, sicuro di sè – ecco l’ho detto, voglio stare con te!
-         Io non mi fido di te! Se vuoi stare con me, non vuoi stare con altre, giusto? Però eri pronto ad andartela a spassare!
-         Andrea, posso dirti una cosa molto sinceramente? – chiede con tono risoluto, rivolgendo un’occhiata, scrutandola dalla testa ai piedi.
-         Accetti mai un no come risposta? Avresti dovuto andartene 2 ore fa! – controbatte Andrea, indispettita da quell’atteggiamento sbruffone, che non tardava mai ad arrivare nemmeno nelle situazioni più tragiche.
-         Se io questa sera me la fossi spassata, vorrebbe dire che tu saresti su quel letto – Mick indica il tetto, intendendo indicare il letto di Andrea al piano superiore – con qualche indumento in meno, e qualche dolore in più! – la guarda improvvisamente malizioso.
 
Andrea arrossisce violentemente:
-         alla faccia della sincerità! – è senza parole, deglutisce, almeno in questo Mick è riuscito: farla stare zitta, e anche se non si è calmata del tutto, ha accantonato per adesso qualsiasi altro discorso.
-         Te la sei cercata ragazzina… certe cose non te le ho mai dette e me le sono tenute per me, volevo essere più delicato con te, ma visto che il tuo problema era il mio “divertimento”, sappi che non mi sono proprio divertito! Non mi diverto più da quando una ragazzina ritrosa e pudica è entrata in questa casa facendo impazzire i miei ormoni! “Questa, è la cruda verità…” bisbiglia poi, inumidendosi le labbra e dandole un buffetto sulla punta del naso con l’indice della sua mano destra... – Abbiamo fatto pace tesorino?
-          Te-tesorino? – Ma come gli vengono certe sparate? E poi, due minuti fa litigavano furiosamente urlandosi contro, e adesso Andrea non sa più se è arrabbiata, o imbarazzata, o entrambe le cose, ora si è aggiunta la sensazione di essere di fronte ad un ragazzo molto agitato, dalle intenzioni molto chiare.
-         Beh, ormai lo sai, da oggi cambia la musica!
-         Cosa intendi?
-         Intendo che prima non dovevo farti capire niente… ora devo farti dire sì! – le dice ai limiti dell’impertinenza, poi però le sfiora una mano, e per un attimo lei intravede nei suoi occhi la luce dolce e malinconica che vi aveva visto molte volte durante i loro discorsi dal tono meno libertino, e più psicologico – mi perdoni Andrea? – le chiede, in tono mesto.
Andrea sente un colpo al cuore, non capisce ancora come faccia a passare così repentinamente dall’essere il quasi maniaco comunque spavaldo, all’essere il suo affezionato amico che ha bisogno di comprensione. Inoltre non capisce come faccia lei stessa a passare dall’odiarlo rabbiosamente al volerlo abbracciare.
-         Non lo so! – afferma lei, accorgendosi di non riuscire a mostrare fermezza nella voce, come avrebbe voluto,
-         Mhm… - mormora Mick, volgendo il suo sguardo allo stereo – vuoi una dedica in grande stile con una patetica canzone disperata in cui ti esprimo quanto ho fatto male?
Mick si sta chiaramente riferendo al genere di musica che continua a riempire la stanza.
-         Almeno Bruno Mars si prende le sue responsabilità!
-         Bruno chi? Andrea questa musica ti deprime, sei una ragazza così solare tu!
-         Mick! Vai fuori di qui! – il suo tono non è però arrabbiato, forse sconsolato, arreso – potrei scriverci il libro dell’assurdo, con le nostre conversazioni, ora si lamenta pure della musica che ascolto – dice rivolgendosi a se stessa – devo essere davvero poco minacciosa quando mi arrabbio, per aver già dimenticato quello che ho detto fin qui! sei uno sbruffone! Un pallone gonfiato! Non hai dato importanza a nulla di quello che io ti ho detto!!
-         Oh io ho dato molta importanza, a quello che mi hai detto, come vedi infatti ti ho fatto passare la rabbia! Ora scusami ma ho un impegno…
 
Andrea trasale, come svegliandosi improvvisamente da uno stato di intorpidimento dei sensi:
-         dove devi andare?!
-         Oh oh! Andrea non vuole più che me ne vada!
-         Io voglio che tu vada via! Ma… ma per andare a casa tua! – Andrea vede un sorriso dipingersi sul volto di Mick – Mick!!!
-         Devo andare… – Mick si interrompe, avanzando verso lo stereo, poi stacca l’mp3 dalla porta usb, interrompendo così la musica, e voltandosi con in mano quell’oggetto aggiunge – devo andare ad imparare una canzone!
Detto questo, Mick avanza nuovamente verso Andrea, le si ferma accanto sfiorando la sua guancia con la mano sinistra.
-         Buona notte Andrea – le sussurra all’orecchio, facendola rabbrividire.
 
La ragazza sospira, lasciando che lui la superi, arrivando alla porta.
-         comunque, non siamo ancora in pace!
-         Sì sì l’ho capito! – dice mettendosi l’mp3 in tasca.
-         Bene! – afferma, battendo un piede a terra – e non perdere il mio mp3!
-         Lo custodirò con cura!
 
Mick esce allontanandosi, mentre Andrea resta alla porta finchè non sente il rumore della macchina di lui che va via. Poi il silenzio.

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Capitolo 23
*** Ohne Musik wäre das Leben ein Irrtum. ***


Note: 
1) il titolo vuol dire: senza musica, la vita sarebbe un errore. cit di Nietzsche.
2) mi scuso per il ritardo, e rinnovo i miei ringraziamenti per chi mi ha seguita fino a qui =) (purtroppo in questo periodo sono un po' impegnata in un progetto che mi prende molto tempo!)
3) forse è una mia impressione, ma il mio tono nella narrazione è un po' cambiato. Questo è un capitolo riflessivo.
 
detto ciò non voglio annoiare nessuno, e spero che vi piaccia!
 
 
 
 
 
 
 
-         la musica è cambiata eh? La musica è cambiata davvero!
 
Andrea si è appena svegliata, e ancora una volta, come da tre giorni a questa parte, ha trovato un messaggio, sempre lo stesso:
From Mick: Buongiorno?
 
Chissà cosa avrebbe detto oggi:
 
From Andrea: è una domanda?
From Mick: sì!
 
e che vuol dire?
 
ti sto chiedendo se questo sarà un buon giorno
 
e chi lo sa, è appena cominciato! Comunque lo spero ho un esame!
 
un “ok Mick non ce la faccio più a non stare con te”, lo renderebbe un buon giorno, ad esempio
 
Mick, tu sei fuori.
 
eddai Andreaaa, quante volte vuoi che ti spieghi ancora, che non me ne frega niente di L… ah già non vuoi sentirla nominare, vedi? Lo so! E sinceramente… nemmeno io!
 
Mick, quasi quasi mi sorprende questa tua dedizione!
 
so quello che voglio!
 
Andrea sussulta, si pente per un istante di comportarsi da stronzetta da ben tre giorni, ma avere il coltello dalla parte del manico per una volta, è una cosa che la alletta, e non poco.
Certo non sa quanto potrà tirare la corda, prima che il vecchio scorbutico e rancoroso Mick faccia esplodere la sua ira funesta. Si sorprende anzi di come lui stia al gioco, mostrandosi, in fondo in fondo, divertito. 
 
Davvero Mick? E come mai sei così accondiscendente verso questo mio atteggiamento capriccioso, e non stai dando di matto, distruggendo tutto al tuo passaggio? O facendo l’offeso…
perché è questione di tempo! E verrai da me, implorante! E poi in questo momento non sono geloso…
quante novità, mi devo preoccupare?
 
no.
 
Mick… che hai fatto?
 
sai che ieri sono uscito con David?
 
Si? Non lo sapevo
 
sì, e ho trovato quel mingherlino del tuo ex spasimante…
 
quel mingherl… oh, Josh?
see.. proprio lui…
 
oddio Mick! Che hai fatto?!!
 
niente, tranquilla, l’ho solo guardato male, così la prossima volta che ci vede gira al largo
 
“ci”?!
 
Andrea, sto cominciando a pensare che forse ti piaccio di più quando sono acido e incazzato col mondo, fortuna che ci sto niente a perdere le staffe! Quindi non devi preoccuparti dolcezza, sono il solito prepotente, asociale che mi hai sempre considerato
 
ahaha non sto affermando niente
 
appunto… quanto mi irriti! Quando la finisci di fare la scema e me lo dici?
 
sinceramente? Mi diverto così
 
si diverte lei! Non è per niente divertente! Non atteggiarti a tipa da relazione aperta!
 
ahaha oddio, relazione aperta! Lungi da me!
 
allora sei pronta ad ufficializzare la cosa? ;D
 
e questo improvviso occhiolino? Pensavo fossi innervosito, al limite disperato!
 
forse devo farti tornare la memoria!
 
Mick, chissà perché ti sto immaginando con quel tuo sopracciglio alzato e la faccia da schiaffi
 
magari mi dessi un altro schiaffo! Vorrebbe dire che mi staresti almeno toccando…
 
“…”
 
ah… ho capito adesso! Come ho fatto a non pensarci prima!
 
cosa avresti capito?
 
ti spaventa l’idea di fare sesso, per questo non mi vuoi dire di sì! E Sì ho quella faccia da schiaffi adesso, tu sarai arrossita ahahah
 
ma ti sembrano queste cose di cui parlare per telefono?!?!
 
HAI RAGIONE, vuoi che venga da te?
 
stai fermo dove sei!! C’è Robert a casa!
 
ah è questo il problema? Ahahah, ok aspetteremo di essere soli!
 
Mick, ti stai facendo i conti senza l’oste!
 
faccio tutto quello che vuoi!
 
Allora… mettiamo le cose in chiaro, io e te non faremo niente! Lo capisci che non stiamo insieme?
 
no, non lo capisco, ci vogliamo! Ormai la rabbia per sabato ti è passata! E non è neppure vero che non ti fidi di me… ah, la prossima volta che vengo a casa tua, fatti trovare! Non è bello che mi eviti!
 
io studio all’università!  Non evito te! Tra due ore ho l’ultimo esame per questa sessione! Anzi, ora mi preparo! Ciao!”
 
in bocca al lupo piccola… so già che non risponderai!
 
“Cavolo!” – pensa Andrea, ancora a letto, ma ormai completamente sveglia…
Rilegge ancora una volta l’intera conversazione e si stupisce. Si stupisce per quanto sembri una persona diversa… per quel che la riguarda sa bene che se le era riuscito così bene mantenere quel distacco, era solo grazie al fatto di non averlo incontrato personalmente, faccia a faccia, dal momento in cui Mick, rubandole l’mp3, era uscito dalla porta di quella casa.
 Mentre cerca di vestirsi in fretta, prima di scendere a fare colazione, ripensa a quella sera, ripensa alla spontaneità con cui Mick le aveva parlato.
E ora seduta di fronte al suo tè, si interroga, sul perché del proprio comportamento…
Andrea si era sempre considerata una ragazzina strana, lei stessa.
Sentiva che qualcosa non era a posto, forse nelle innumerevoli volte in cui aveva immaginato quella situazione, aveva provato delle sensazioni, ed è quelle che aspetta.
O forse non è niente di tutto ciò, è solo che l’immagine di Mick con i suoi amici pronto ad incontrare quella “smorfiosa” – come la chiamava – per di più dopo averla baciata improvvisamente, la perseguitava. Sembrava sparire per poi ricomparire sul più bello, rovinando qualunque atmosfera. Un attimo prima vedeva i suoi occhi verdi, sentiva le sue braccia attorno al suo busto, percepiva una grande intensità, un attimo dopo tutto svaniva, lasciando spazio all’insicurezza, quella terribile insicurezza che la prendeva ogni volta, minando ogni buon proposito.
 
Come riuscisse a comunicare con lui in modo “leggero e scherzoso” è facile a spiegarsi: tecnologia!
Questa grande guastafeste… che automatizza i rapporti umani, annientando tutto quello che un breve contatto può far esplodere dentro due anime innamorate.
Uno schermo e una tastiera che neutralizzano quello che uno scambio di sguardi potrebbe far accadere, permettendo di lasciar spazio all’abitudine di considerarsi amici e comportarsi da tali, come avevano finto per molto tempo.
 
 
 
Se solo Andrea avesse visto Mick, avrebbe capito quanto può essere deviante comunicare attraverso i messaggi, senza sentire almeno la voce di chi ci parla, non potendo osservarne le movenze o le espressioni.
 
Lui sente la sua mancanza.
Almeno prima lei era sempre disponibile a stare in sua compagnia, gli parlava molto quando si vedevano, e sta riscoprendo ancor di più quanto quella vicinanza fosse benefica per lui. Ora non ha più nemmeno questo. E gli costa ostentare quel tono scherzoso, gli costa parecchio, ma è l’unico modo che vede per mantenere il contatto in attesa… di chissà cosa, e chissà quanto a lungo.
Non ha poi ben chiaro cosa sarebbe successo.
 
Chissà perché ogni volta che Mick ci pensa, si perde nei meandri contorti della sua mente, risvegliandosi infiniti attimi più tardi con la sua chitarra in mano, a strimpellare…
 
La musica! Quella sì che lo consolava, che gli trasmetteva emozioni autentiche, con lei non si può mentire. Un linguaggio universale che trasmette emozioni a chiunque, in diverse forme, è ovvio, ma nessuno ne è immune.
Al contrario della distanza dei computer, che maschera e nasconde, elude e copre, la musica ti mette a nudo, ti espone, porta fuori tutto ciò che di celato e nascosto ci sia dentro.
 
essa da un'anima all'universo, le ali al pensiero, uno slancio all'immaginazione, un fascino alla tristezza,un impulso alla gaiezza e la vita a tutte le cose, diceva Platone.
Emozioni che si lasciano descrivere a parole con tali difficoltà
sono  direttamente trasmesse nella musica, ed in questo sta il suo potere ed il suo significato
(tolstoj)
 
Musica… Mick, afferrato l’mp3 che giaceva sulla sua scrivania, se lo rigira tra le mani, tuffandosi sul letto.
-         forse è ora ci capirci qualcosa in più di te, Andrea.
Afferma, infilando gli auricolari nelle orecchie, e premendo il pulsante di accensione.
Il suo sopracciglio si alza immediatamente, mentre il suo dito continua a scorrere tra le canzoni.
-         Ok abbiamo capito che ti piace Michael Jackson, ora cambiamo cartella…
Accede al menù, e inizia a scorrere:
“evanescence” è la prima cartella, seguita da “guns ‘n roses”… Mick corruga la fronte, “James Blunt”: allegria portami via… commenta mentalmente, mentre inizia a chiedersi che miscela di musica lo aspetta…“musiche”, vediamo un po’…
dopo aver ascoltato qualche secondo di ogni traccia Mick stabilisce che ad Andrea piaccia la musica al pianoforte, soprattutto quella molto deprimente.
La sua impressione non migliora nemmeno dopo qualche altra traccia.
“My chemical romance?!” pensa – e questo chi diavolo è ? R.J.A. cosa?! Non potevano mancare i Nickelback… no aspetta ci stanno pure i Queen! E la classica cartella “Varie” che temo di aprire!
Il volto di Mick è un variare costante di espressioni… non riesce a scorgere una coerenza in quella raccolta musicale, una cosa l’ha capita però…
-         Cavolo Andrea non ti facevo così depressa! Quasi quasi superi i miei momenti peggiori! – esclama, parlando da solo, impalato al centro del suo letto.
 
Come era possibile che lei, una ragazza tanto solare, con il sorriso sempre stampato sulle labbra, così, allora forse solo apparentemente, spensierata, potesse ascoltare solamente musica così triste, malinconica, quasi arrabbiata a volte.
Gli pare di trovarsela davanti, piccola com’è, perché anche se avevano quasi la stessa età, fisicamente era molto esile, a confronto col suo fisico palestrato, irrobustito da anni di sport; se la vede davanti con il suo sorriso, la sua voglia di aiutare, la sua espressione genuina e ingenua, il suo sguardo profondo quando cerca di capirlo, di ascoltarlo.
E adesso la immagina quando è da sola, in quella sua camera riempita di foto di posti che vorrebbe visitare, “mete da sogno” è il titolo sul cartellone a cui le ha appese.
La vede quando è sola e nessuno la guarda, quando non deve più preoccuparsi di nessuno e può pensare solo a se stessa, e a quello che le sta succedendo, e nel frattempo ascolta proprio quella musica. E non sapendosi spiegare perché, pensa a tutte le volte che lui si era rivolto in maniera sgarbata e offensiva, fregandosene di quello che lei avrebbe potuto provare e pensare. E se lei ci fosse stata davvero male? “Diamine Mick!” pensa, rivolgendosi a se stesso, ora ha capito… ha capito che il solo motivo per cui Andrea non gli aveva ancora detto si, nonostante le piacesse, era la “paura”, paura di quello che uno sconsiderato come lui potrebbe farle; uno che non ci pensa due volte prima di dirti che “non sei abbastanza donna”, o che sei “noiosa”, e tutte le altre assurdità che le aveva detto. Paura di poter affidare nelle mani sbagliate quel suo animo sensibile, paura di essere ferita da una persona a cui hai dato tanto, ma che pare pensare a te solo  quando è troppo triste, mentre quando è contento, te lo ritrovi “al centro commerciale”, che quasi quasi ha pensato di andarsela a spassare un po’”
Mick prova un attimo di imbarazzo, quasi vergogna verso se stesso, ora pare capire la collera che aveva letto negli occhi di Andrea quel sabato sera a casa sua.
 
 Decide di spegnere l’mp3. quella musica, oltre a deprimerlo, pareva catapultarlo in una dimensione riflessiva che per di più gli rendeva palese quanto fosse stato idiota!
Guarda l’orologio, non è passata più di un’ora e mezza, Andrea sta per andare all’esame, pensa, e lui inizia a pensare di dover fare qualcosa, di doverle parlare di nuovo, e poi ha così tanta voglia di stringerla…
Si passa una mano tra i capelli, sospirando, e guardandosi attorno vede il pc acceso sulla sua scrivania.
“facebook sarà una distrazione” pensa avviandosi alla sedia di fronte al dispositivo.
Improvvisamente lo coglie l’insistente curiosità di sapere “chi diavolo sono i R.J.A.!”
Digita quelle lettere su google, sperando in un risultato, e quando vede le fotografie che vengono suggerite, scoppia a ridere. “questo tizio somiglia a me e a David!!”
Mentre ancora se la ride, seduto comodamente, si chiede da quanto tempo Andrea sia innamorata di lui!

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Capitolo 24
*** Planning ***


innanzi tutto mi scuso per la lunga assenza... non è da me lasciare le cose interrotte come ho fatto, ma molti impegni mi hanno impedito di continuare a scrivere... ma a breve, se la fortuna è dalla mia parte, dovrei essere molto più libera di quanto io non sia stata da quest'estate ad ora...

questo è un capitolo di passaggio. Penso sia chiaro che stiamo arrivando alla svolta.
Auguro buona lettura a quelli che hanno avuto tanta pazienza da continuare a leggere! Spero vi piaccia quanto il resto!





Evie avanza con la solita eleganza nel corridoio dove il tacco dei suoi stivaletti produce un ritmato sordo rumore ad ogni passo. 
Ha un’aria divertita negli occhi, e si guarda intorno con circospezione. In molti si girano a guardarla, mentre lei con sicurezza raggiunge la porta d’uscita della sua facoltà. Svolta subito a destra e poi ancora, fino a trovarsi in una specie di cortiletto interno al cui centro una fontana spenta si è riempita di neve. Individua un ragazzo che, appoggiato al muro in mattoni rossi, è intento a fare un tiro dalla sua sigaretta. Il ragazzo alza una mano in segno di saluto, poi le va incontro, avanzando con una mano nella tasca del giubbotto nero.
-    A cosa devo questo incontro furtivo, Mick? – Evie gli rivolge uno dei suoi soliti sorrisi.
-    Ciao Evie, siamo abbastanza loschi eh? – dice Mick in tono asciutto, accennando un sorriso.
-    Direi di sì. Sul retro di un edificio, come mai non in un bel posto caldo, magari a mangiare qualcosa!?
-    Vuoi mangiare qualcosa? – risponde lui tirando ancora una volta dalla sigaretta, prima di spegnerla, in attesa di buttarla nel primo cestino che gli capiti a tiro.
-    Ho appena finito un esame, e sono a corto di energie, mi servono zuccheri! Voglio una brioche. 
-    Ok! Che brioche sia! Andiamo al bar! Però non qui all’uni… 
-    Ah… ok allora prendiamo la macchina?
-    Vieni, prendiamo la mia! – le dice, invitandola ad uscire per prima dall’arco che funge da ingresso al cortile dove si trovano.
-    Ovvio, io sono a piedi! – dice lei, ammiccando.
Mick si guarda intorno, affrettando il passo verso il parcheggio, seguito da Evie.

Si dirigono al bar più vicino in zona, e si accomodano ad un tavolo appartato.
Prendono le ordinazioni, poi Evie lo fissa per un istante. Hanno conversato del più e del meno in macchina, fino a lì, adesso era il momento di scoprire il perché di quella improvvisa chiamata quella mattina.

-    allora? Cos’è questa cosa della massima urgenza di cui mi devi parlare? E soprattutto come hai avuto il mio numero? L’hai chiesto ad Andrea?

All’udire il nome di Andrea, Mick sbuffa divertito
-    Andrea… lei non deve sapere che siamo qui! Ho chiesto ad una tua simpatica collega, sai, so essere molto persuasivo con le giovani ragazze!
-    Non ne dubito!
-    Ma non proprio con tutte…
-    Mick, so che sei uno di poche parole, ma se non mi spieghi che c’è, non posso aiutarti! 
-    C’è che, non riesco a vedere Andrea da 3 giorni, lei dice che studia, e non mi evita, sta di fatto che non riesco a essere nello  stesso posto  dove è lei, perché non si fa mai trovare! Tu l’hai sentita? Ti ha detto niente? Io non so cosa devo fare!
-    Pensi che ti stia evitando? – Evie lo guarda dubbiosa, addentando la sua brioche – no! Non sarebbe da lei… o meglio sì, lo sarebbe, cosa è successo? - gli chiede aguzzando la vista.
-    Ahm, non te l’ha raccontato? – Mick sorseggia la birra che tiene tra le mani, guardando fuori dalla finestra, il buio è già fitto, anche se sono solamente le 5:30.
-    No, io sono rimasta a te che stai per andarti a fare una bella sveltina nel bagno del centro commerciale. E ora che ci penso, mi pare chiaro il perché Andrea non si faccia viva con te… - lo guarda con una certa aria di rimprovero.
-    Beh, quella sera sono  andato da lei, e le ho detto come stanno le cose… - Mick fissa Evie come se si aspettasse una reazione, che però non arriva – le ho detto che voglio stare con lei!
-    Ohhh, davvero? – gli occhi di Evie si stringono in allegre fessure, mentre un sorriso le riempie il volto – e poi?
-    E poi… lei mi ha gridato contro che non si fida di me, che non è vero, che le piaccio, ma non ha intenzione di stare con me – Mick sospira, prende un altro sorso.
-    Strano davvero eh? – dice in tono ironico – chissà come mai non si fida di uno scopaiolo come te!
-    Io non sono uno scopaiolo! – Mick la guarda stupito – perché avete tutti questa idea su di me?
Evie lo guarda, inarca un sopracciglio, si porta le mani sotto il mento:
-    che ne pensi del sesso dopo la prima uscita?
-    Se capita… - borbotta lui.
-    E che ne pensi di un rapporto uomo-donna basato solo sul soddisfacimento dei reciproci bisogni primari?
-    Ok. Sono uno scopaiolo! – Mick alza gli occhi al cielo – ciò non toglie che non lo sia sempre e comunque! 
-    Quindi baci Andrea, e nel frattempo ti vai a fare le serate divertenti con la biondina… beh, ammirevole! – Evie lo guarda con aria da “mi pare ovvio che lei non si faccia vedere”.
-    Ho già chiarito che non me ne frega niente di lei! Cioè di Lily. E non ho fatto niente! Ok non avrei dovuto essere lì, anche questo è già stato chiarito… il punto è, che le ho detto cosa voglio, e poi puff… è sparita… mi risponde ai messaggi fino a un certo punto… quando vado a casa sua, lei non c’è… - Mick prende un ultimo sorso, poi poggia la bottiglia sul tavolo, con più irruenza del previsto – e tu come fai a sapere che l’ho baciata?
-    Non sei l’unico che mi elegge a confessore… - sorride lei, lui inarca la bocca in una smorfia divertita – Mick, vuoi sapere il mio parere?
-    Sono qui per questo – dice, incrociando le braccia e distendendosi sullo schienale della sedia, distendendo le gambe.
-    Siete due idioti! No, dico davvero, affettuosamente, cioè… non c’è altra definizione. – Evie scuote la testa – dovreste vedervi, gridarvi in faccia e poi saltarvi addosso… ecco…
-    Beh, la tua prospettiva mi alletta molto! Il problema è che io ho provato a incontrarla, e lei rifugge ogni contatto! Mi pareva di essere stato chiaro!
-    Oh, è vero… beh allora seguila! Mettila con le spalle al muro! Dov’è ora?
-    Ha finito un esame 5 ore fa, credo… vorrei capire cosa posso fare in più, visto che quello che provo già gliel’ho detto, e non posso dimostrarle niente, se non si mette con me! Sai credo di aver capito che ha paura… teme che io la prenda in giro, e io temo di averla offesa gratuitamente più volte, e che lei ci sia stata male. Magari mi odia! Sotto sotto mi odia!
-    E questa saggezza da dove ti è venuta?
-    Ho ascoltato la musica che ascolta lei… deprimente…penso di non aver mai considerato la sua sensibilità…ero solo deciso a negare i miei impulsi…
-    Quindi… se ho capito bene, vorresti che io faccia da tramite…
-    Sempre se sei dalla mia parte!
-    Io sono dalla tua parte dal giorno in cui, fuori dal locale del vostro concerto, le guardavi il fondo schiena senza ritegno… aahahahah
Mick sgrana gli occhi, a quei tempi nemmeno lui era cosciente di averlo fatto.
-    cos’è ti piacciono i molestatori delle tue amiche?
-    Ahaha. Dai ora non esageriamo… diciamo che ho sempre pensato che stareste bene insieme!
-    Oh ecco, potresti convincere anche lei di questa cosa??
-    Ma lei lo sa già…secondo me, un gesto principesco la farebbe rinsavire!
-    Devo davvero andare li a cantare una canzone strappalacrime?? – Mick abbassa la testa reggendosi la fronte con la mano – guarda che mi tocca fare.
-    Canzone strappalacrime? Ma no, io pensavo più all’andarla a prendere e portarla via di forza in un posto dove puoi farti sentire, dove puoi accorciare le distanze tra di voi, e mostrare i vostri veri sentimenti! E magari i tuoi bicipiti!
-    Ah… - risolleva la testa, sorridendo – ecco questo è più interessante, e tu non pensi che io rischi una denuncia per questo vero?
-    Hai detto che non vi vedete no? Il contatto fisico, anche il solo scambio di sguardi diretto, è tutta un’altra cosa: è questo che vi manca! – Evie si passa una mano tra i capelli riflettendo – Sabato… c’è la festa!
-    Sabato?? E dovrei aspettare fino a Sabato?
-    Impaziente il cavaliere… mhm…
-    Domani è il mio compleanno…
-    Che cosa?? E lei lo sa?
-    Non credo… lo saprà domani… sai facebook…
-    Oddio! Vorresti passarlo con lei? Che cosa romantica – Evie ha di nuovo la sua faccia compiaciuta e sognante – sai, penso che se lo sapesse, morirebbe dalla voglia di passarla con te questa giornata!
-    E quindi dovrei dirglielo? E se … non facesse niente? È una gran testa dura! Si è fissata che deve ignorarmi, così per principio!
-    È vero, a volte lo è, ma è anche molto legata a te e, cavolo lei ti adora!
-    Mi adora eh? Si, proprio quello che sembra!
-    Non fare il sarcastico! È colpa tua se non ti è ancora saltata al collo! Lei lo farebbe anche subito! Se non fosse così insicura… tranquillizzala!
-    Beh io un’idea ce l’avrei… ma i miei metodi sono poco ortodossi…
-    Eppure sarebbe proprio quello di cui avrebbe bisogno… 
Mick e Evie si guardano complici, scoppiando a ridere.
-    Comunque Tyler, mi stai simpatico… quindi ti aiuterò… mhm… a quale base vuoi arrivare domani? – Evie poggia i gomiti sul tavolo e si sporge in avanti, avvicinandosi a Mick, che si passa le mani sul volto.
-    Che domande difficili che fai… ahm credo che la risposta giusta da dare sia: un bacio!
-    Non voglio sapere la risposta giusta, voglio sapere la tua!
-    Ah beh, basta che mi parli di nuovo! Sarebbe già qualcosa… - Mick abbassa la testa sugli avambracci che sono poggiati sul tavolo – mi manca! Mi manca la sua voce stridula e la sua faccia che diventa rossa per ogni frase sconveniente che sente! Vorrei poterla fare arrossire ancora, ma non mi parla!!
-    Povero ragazzo incompreso! Ma io ti ho capito, quindi stai tranquillo… anzi… se il tuo desiderio è farla arrossire… ho la soluzione.
-    Davvero? – Mick alza la testa e la guarda – in che consisterebbe?
-    Domani è il tuo compleanno no? Come lo festeggi di solito?
-    Esco con David e brindo alla mia salute… brindo molto! Ahahah.
-    Perfetto, come sospettavo… il che ci porta alla fase due…
-    Quale sarebbe la fase uno??
-    Brindare molto!
-    Ah quindi ubriacarmi fa parte della fase 1?
-    Ubriacarti è proprio la fase 1. La fase 2 è andare a casa di Robert dopo, e far sentire in colpa Andrea per non aver voluto festeggiare con voi! Lei si sentirà davvero in colpa! Poi tu essendo privo dei tuoi freni inibitori, le dirai tutto quello che pensi. 
-    Ahm… io non credo che perdere i freni inibitori, al mio stato di frustrazione, sia la cosa migliore… - obietta Mick, grattandosi dietro la testa.
-    Beh, però quello la farebbe arrossire di sicuro! – ridacchia Evie – no, scherzo, il mio piano era che tu le dicessi proprio quello che hai detto a me, che ti manca… e altre sdolcinatezze del genere.
-    Ahhh, beh, forse… potrei farlo…
-    Fai in modo di non essere proprio fuori di te, insomma, controllati, ma non glielo fare capire…
-    Ma se lo scopre non si arrabbia?
-    Io non le dirò niente! – Evie fa il gesto di chiudere le labbra come fossero una cerniera.
-    Fingermi ubriaco – mormora Mick fra sé e sé… 
-    Tecnicamente tu sarai molto brillo, quindi praticamente non fingerai…
-    Giusto… 
-    Sono convinta che se sfoderi i tuoi occhioni verdi da ragazzo innamorato e ferito e oltremodo eccitato, Andrea capitolerà…
-    I miei occhioni da cosa?!
-    Hai capito… ad Andrea piacciono i tuoi occhi, moltissimo, come ogni altra cosa del tuo corpo in effetti… eh sì, sarà più facile di quanto pensi…ma ora non montarti la testa eh? Lo scopo è farle capire che sei tu quello che non ci sta più di testa per ogni piccola cosa che la riguardi, e questo è più difficile, vista la sua autostima pari a zero!
-    Che cosa assurda – Mick scuote la testa – è proprio scema!
-    Oh un’ultima cosa… per rendere il piano perfetto… dovresti invitarla a uscire e dovresti fare in modo che lei rifiuti…
-    Perché? – Mick non capisce il contorto pensiero che sta attraversando la mente della bionda amica.
-    Perché? È semplicissimo, senso di colpa Mick! Tu le rinfaccerai di non aver voluto dare ascolto all’invocazione di un povero ragazzo innamorato che voleva passare il compleanno con lei, per essere stata troppo stupida e piena di sé, impuntata testardamente su posizioni sceme che si costringe a tenere chissà per quale cazzo di motivo, visto che ti…ti… seriamente, non so cosa ti farebbe!
-    Se continui a dirlo, potrei anche crederci…
-    Beh credici, io lo so! Anzi, sai che ti dico? Ricordatene! Pensa a questo mentre domani sera la guarderai negli occhi! Magari leggendolo nei tuoi occhi lo capirà anche lei!
-    Ok capo… cercherò di ricordarlo… c’è solo un problema… e se dicendole che faccio il compleanno, lei volesse uscire? Cioè se non rifiutasse?
-    Oh figlio mio! Ma non è possibile… non ci capisci proprio niente tu… allora… tu non devi dirle “vieni a passare con me il mio compleanno” Andrea è una ragazzina dal cuore grande, verrebbe! Dovrai dirle che vuoi vederla perché ti ignora e a te non sta bene… dille di un’uscita in generale, falle capire che ci tieni, ma allo stesso tempo, falle credere di poter continuare a fare la sostenuta…
-    E come cazzo si fa???
-    Ok, ho capito… domani  mattina la chiamo io, e le chiederò di uscire…così poi quando tu le farai la tua proposta, lei sarà già occupata con me, e vuole o non vuole dovrà rifiutare!
-    Evie! – dice guardandola allegro, prendendole il viso tra le mani – sei un genio! E non so come sdebitarmi!!
-    Beh… ci penserò ahahaah… ora… accompagnami a casa!
-    Ci mancherebbe! – dice, alzandosi, infilando di fretta il giubbotto… - dove la porti domani?
-    Vuoi seguirci? – sorride Evie, mentre si avvia alla porta del locale, scortata da Mick.
-    Ahm no, voglio evitarvi…
-    Ah! Astuto… beh, al centro… per negozi!
-    Ah, come ho fatto a non pensarci? 
-    È pur sempre natale! È tempo di regali!

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Capitolo 25
*** 3...2...1... Ciak ***


Ciao a tutti! Buon Anno e grazie ancora a chi è giunto fino a qui... ecco un lungo capitolo di scusa per la lunga assenza per quelli a cui importa qualcosa!! :)
nota: scelta simpatica del titolo perchè il copione c'è, ora Mick deve mettere in pratica!



 
All’ingresso del centro commerciale, una folla di bambini attende con impazienza il momento di sedersi sulle ginocchia del Babbo Natale di turno, per poter chiedere il regalo desiderato; in radiodiffusione risuona per tutte le sale Happy Christmas di John Lennon, che Evie canticchia mentre è intenta a frugare tra i molti vestiti scintillanti appesi di fronte a lei.
 
-Ma il tema quest’anno non era il bianco Natale? – Chiede Andrea, esausta dopo aver passato solo un paio d’ore facendo avanti e indietro tra masse di gente e vestiti. – questi vestiti sono colorati
-Mhm no, alla fine è “simboli del Natale”!
-Ah… - Andrea si guarda intorno, con le mani dietro la schiena ondeggia un paio di volte spostando il peso da un piede all’altro – cioè?
-Cioè rosso e verde!
-Eh… per la precisione da cosa vuoi vestirti?
-Sono indecisa…
-Già… - Andrea si stiracchia – io non ho proprio voglia…
-Andrea? La ragazza che mi riempie la testa di storie sulla magia del Natale dal primo Dicembre?
-Ahah già, è che… non sono sicura di voler venire al ballo!
 
Evie lascia stare i vestiti appesi e si volta a guardare l’amica che si è lasciata sfuggire l’unica frase che non doveva lasciarsi sfuggire:
-“Non vuoi venire al ballo”! Andrea, ai balli si va! Non c’è volontà che regga!
-Evie per te ogni occasione per sfoggiare vestiti originali è irrinunciabile! Io non ci trovo niente di imperdibile… e sinceramente non mi va di andare in giro vestita da renna!
-Ahah non era quello che avevo in mente per te…
-Sono la tua cavia!  - Andrea la guarda aguzzando lo sguardo.
-La mia modella! – la corregge Evie, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi – e più che come renna ti vedevo come elfetto, sì, verde è il colore che fa per te!
-Quindi dovrei andare in giro con una salopette in feltro verde bottiglia?
-Io pensavo di più a quello! Basta metterci un copri spalle bello pesante, o una mantellina e un paio di tacchi alti, e il gioco è fatto… ah e una cintura!
 
Andrea si volta per vedere cosa Evie stesse indicando, sopra uno scaffale un manichino indossa un vestito corto di vellutino verde con scollatura a cuore, e gonna più lunga sulla parte posteriore. Deve ammettere che non sembrava per niente uno di quei vestiti di cartone che aveva indossato per le recite natalizie della scuola elementare, le piace.
-E secondo te mi sta bene?
-E perché non dovrebbe? Sei secca come un bastone!
-Non è vero! – dice passandosi le mani dai fianchi alle cosce, sottolineando la sua silhouette orgogliosamente “mediterranea”.
-Già, quella è la tua fortuna, ma hai il viso scarno!
-È stato lo stress degli esami! Dopo i cenoni delle feste vedrai… sarò un pupazzo di neve, altro che elfo!
-Allora approvi la mia scelta! – sorride Evie facendole un occhiolino.  – starai benissimo!
-Si è un bell’abito… e si può rimettere… te la passo buona!
-Ahaha che gentile!
-Dai che allo stage in Francia li fai tutti fuori! E io… come faccio qui sola senza di te??
 
Andrea rivolge uno sguardo disperato all’amica, che abbandona definitivamente la ricerca di un abito già interrotta.
-Ora ci andiamo a prendere una cioccolata calda al bar, e tu mi spieghi che ti prende ok?
-Non mi prende niente – sussulta Andrea, mordendosi un labbro – non posso sentire la mancanza di una mia amica?
-Oh e stai già così perché ti manco? Visto che sono davanti a te, direi che non sia il caso! O magari non è per la MIA mancanza che stai così…
-Ah ah chi mi dovrebbe mancare?
Il sopracciglio inarcato di Evie convince Andrea a darle le spalle, per avviarsi verso il bar.
 
 
 
 
 
 
 
 
-Quindi ti ha cercata e tu lo eviti da tutto questo tempo?
-Beh, sono 3 4 giorni, non è “tutto questo tempo”
-Si ma, ora sono le vacanze! E lo rivedrai tra altre 2 settimane!
 
Vacanze? Due Settimane? Che razza di concetti nuovi e destabilizzanti stavano spuntando fuori all’improvviso? Andrea sente la furia del tempo che scorre inesorabile nella sua testa, accompagnata dalla voce di Matthew Bellamy che canta “Time si running out”.
Evie la guarda, con il suo sguardo perso nel vuoto, il cameriere che porta al tavolo le ordinazioni la distoglie dalla sua contemplazione.
 
-Non dirmi che non ci avevi pensato…. Quindi te la sei voluta tirare così, convinta che fosse sempre lì ad aspettare te, disponibile in qualunque momento! Certo che sei capricciosa!
-Io… non ho fatto i capricci! Sono solo insicura! Non sono certa che lui mi voglia davvero! Nessuno mi toglie dalla testa che siamo troppo diversi, che io… che io sono troppo diversa dalle persone con cui lui è abituato a stare… a relazionarsi. Non può funzionare!
-Ma cosa deve fare quel povero ragazzo più che baciarti e dirti di voler stare con te, per farti capire che vuole stare con te! Appunto!
-Non lo so! Magari lui non vuole stare con me e non lo sa!!
-Certo, lo sai tu invece! ANDREA!
-Uffa… - Andrea avvolge le mani attorno la tazza bollente della cioccolata fumante. – Oggi non si è nemmeno fatto vivo… mi ha scritto ogni giorno finora…
-Potevi farlo tu… - suggerisce Evie, assottigliando lo sguardo, con un leggero ghigno divertito.
-No! – risponde Andrea prontamente – io non so che dirgli!
-Che ti manca ad esempio e vuoi vederlo! A lui manchi, ne sono certa – “me l’ha detto lui” pensa sorridendo. – E anche a te manca vederlo arrivare con la sua aria imbronciata, seduto sul divano di casa tua, mentre litiga con suo fratello… ti mancano persino i suoi attacchi personali! Ci metto la mano sul fuoco!
-Beh non è che proprio non riesca a stare, senza essere offesa! – obietta Andrea.
-Però le vostre chiacchierate romantiche in camera tua quando lui si confida e tu fai la saggia amica, quelle ti mancano!
-Se solo non fosse così difficile per me! Io ci penso, lo ammetto, e mi manca si, poi quando mi decido a parlarci, o ad avvicinarmi, bum! Penso a … a lei, che gli ronza intorno, e lui che … io non posso dargli quello che lui è abituato ad avere!
-E perché? Tu sei un trans per caso, e io non lo so? – Dice Evie bloccando una delle mani che Andrea continua a dimenare per aria, dietro il filo dei suoi pensieri.
-Ma che c’entra!! – scoppia a ridere Andrea! – insomma! Io ho bisogno di tempo!! E lui è uno di quelli che invece non aspetta tempo!
-Ma non è detto che sia così sempre! – ribatte, citando quello che Mick stesso le aveva confermato il giorno prima.
-Certo… e io chi sono? La principessa? Ti sembra che siamo dentro un film? Dove succede l’impossibile?
-Certo che se tu non gli dai una mano, non succede proprio niente! Magari non vivrete per sempre felici e contenti… ma non puoi decidere di frequentare solo il tuo futuro marito! Lui ti vuole, tu lo vuoi, non c’è qualcun altro di mezzo. Questo conta! Se ti può rendere felice, perché no! Magari dopo un paio di mesi ti rendi conto che è un deficiente, o che non ti piace, magari non… - Evie sghignazza improvvisamente – no lascia perdere!
-Magari non cosa?! Evie, ormai me lo dici!
-No no…  è una stupidaggine!
-Avanti! Voglio sapere! Dopo tutto mi riguarda!
-Beh, che ne sai, magari non è nemmeno bravo e lo lasci proprio perché non ti piace andare a letto con lui!
-Evieeeeeee!!!!! Ma che flash ti fai?? E poi se mi piace lui mi piacerà anche quello!
-Beh, non è sempre così…
Andrea è turbata dalla rivelazione:
-E allora vedi che ho ragione io? Se non gli piacesse dopo aver ottenuto quello che vuole?! Meglio lasciar perdere! – Andrea incrocia le braccia sul petto mentre Evie scuote la testa rassegnata:
-Ti dovrebbe dare proprio una bella… “Lezione”… quel ragazzo! Così ti passano tutte queste crisi isteriche che hai! – la beffeggia Evie – ora andiamo a prendere il mio vestito, e poi passiamo alla ricerca dei regali!!
-Perché?! Ancora non abbiamo finito?? – chiede esasperata Andrea, mentre il suo telefono inizia a vibrare.
-Certo che no! I regali! Dobbiamo comprare i regali!
-Parli del diavolo! Guarda un po’ chi mi chiama!!!
-Vedi? Tu ti lamentavi che non si era fatto vivo! Che fai non rispondi? – Evie le si avvicina, fingendo sorpresa ed eccitazione – avanti invitalo a casa tua! – sghignazza mentre tenta di rubarle il telefono.
-Ma tu sei pazza! – dice, stringendo la presa - Ahm… Pronto!
 
 
-Hey! Non mi aspettavo rispondessi, stavo per mettere giù!
-Sinceramente non me lo aspettavo neanche io… ma Evie ha deciso che doveva rubarmi il telefono, e parlare con lei è pericoloso per ora, ha strane idee in testa!
-Ah davvero? Almeno qualcuno che vuole parlarmi anche solo a telefono c’è! – la rimprovera leggermente la profonda voce di Mick dall’altro capo del telefono. – immagino quindi, che se ti chiedessi di fare un giro con me, rifiuteresti… che impegni hai oggi?
-Ehm… sono al centro commerciale con Evie!
-E non puoi rimandare?
-Sono già qui!
-Capisco… sai continuo a pensare che tu mi eviti, nonostante quello che dici!
-Beh non è colpa mia se sono qui, Evie ha bisogno di compagnia per comprare i regali di Natale!
-È importante per me! Noi due dobbiamo parlare!
 
Andrea sospira, non sa davvero cosa dire, guarda Evie in cerca di un appoggio, ma lei si è allontanata e pare aver trovato il vestito perfetto; la vede attraverso la vetrata del bar “tra l’altro è uscita senza pagare!” pensa, ritornando poi alla sua conversazione.
-Mick, non è il momento, non sono a casa, e non sono sola…
-Beh dimmi tu quando sarà il momento allora! Questa situazione non può rimanere così per sempre!
-Quel momento non è semplicemente oggi. – dice lasciando il conto sul tavolo, “il resto, mancia”, dirigendosi in un angolo appartato vicino gli ascensori.
-Semplicemente… Andrea mi fai semplicemente incazzare! Io non ho capito cosa hai in quella testolina! Non lo capisco davvero! Perché non mi dici semplicemente che non mi vuoi e di farmene una ragione?! Ci provi gusto a tenermi sulle spine? Vuoi che ti corra dietro? Beh pensavo fosse quello che sto facendo, ma a quanto pare non è abbastanza! Beh! Buona giornata! Scusa se ti ho disturbata!
-Mick non arrabbiarti! E va bene… se vuoi parlare parliamo…
-Oh beh non farmi il favore eh? Se a te non frega un c***.
-Non è questo che intendo Mick… ma ti prego non ora, sono fuori, stasera, vieni e ne parliamo. Ok?
-Stasera… e perché non puoi ora?
-Sono già fuori Mick! Per favore…
-Stasera! Io ho impegni stasera!
-E allora domani…
-Ma io voglio vederti oggi!
 
-Andrea!! L’ho trovato! Visto che tu hai il vestito verde… io lo prenderò rosso! – Dice Evie a gran voce per essere udita da Andrea poco distante da lei.
 
-A quanto pare ognuno ha i suoi impegni oggi!
-Ciao Andrea, nonostante tutto mi piaci lo stesso!
 
-Allora Andi!! Ti piace o no? – Evie presenta il suo vestito con corpetto stretto e gonna morbida a ruota.
-Sì Evie, il rosso ti sta bene… possiamo andare adesso?
-Non prima di aver comprato i regali per Natale! Non vorrai tornartene a casa adesso che ti è venuto il muso lungo fino a terra!! Hai bisogno di distrarti!
 
 
Evie in giro nel reparto oggettistica per comprare pensierini un po’ per tutti trascinava dietro di sé un’ Andrea sempre più stanca e desiderosa di tornare a casa e sprofondare sotto le coperte. Lo shopping la sfianca, e l’ennesimo scontro con Mick aveva fatto la sua parte.
 
Solo dopo aver cenato insieme Andrea riesce a varcare la soglia della sua casa, trovandola al buio, vuota e silenziosa. Si chiede dove sia finito Robert. Non le sembra di ricordare che avesse particolare impegni; è anche vero che è stata fuori tutto il pomeriggio, e probabilmente Jake o David potevano essere passati da lì, e potrebbero essere usciti… ragiona così mentre sale verso la sua camera e deposita il suo piumino, la sciarpa e i guanti sullo schienale della sedia accanto alla scrivania.
Si accorge quasi per caso di un post-it fissato sull’orecchio del peluche a forma di coniglietto che sta ai piedi del suo letto. “Robert”, pensa con un sorriso, afferrando il bigliettino per leggerlo.
 
 
 
 
 Visto che "tutti e due abbiamo i nostri impegni OGGI" Ci vediamo a mezzanotte Cenerentola!
ps: mezzanotte non è "oggi".
ps2: vieni "semplicemente" nel tuo solito parcheggio!

Mick.
 
 
 

“Sei testardo! E credi di essere simpatico con le citazioni di quello che ho detto?! Perché tutta questa fretta poi?!” pensa mentre sente il panico stringerle la gola.
Decide di fare un lungo bagno caldo ristoratore/rilassante. Se lo concede sempre quando fortuitamente si ritrova sola in quella casa spesso affollata e molto rumorosa…
 
Immersa nell’acqua decide di ascoltare anche un po’ di musica, che fa riprodurre dal suo cellulare, visto che ancora non è riuscita a recuperare il suo Mp3… questo pensiero la ricollega a Mick. Robert, è sicuramente con lui ecco perché non è in casa. Non riesce a non pensare che avrebbe visto Mick, e che avrebbe dovuto rendere conto di un comportamento di cui nemmeno lei si spiegava le motivazioni… aveva solo voluto tenerlo lontano per paura di accettare qualcosa che avrebbe forse un giorno potuto farle male. Ma nel frattempo si era privata di una persona che ad ogni modo considera molto importante per lei. Ma avrebbe potuto confessargli queste cose?
“Andrea, bagno rilassante, non stressante… ora basta!” pensa, prima di inspirare a fondo e sprofondare dentro la vasca.
 
Sono le 10 quando finisce di asciugarsi i capelli. È indecisa sul da farsi. “vieni in macchina” cos’è un investigatore privato? O peggio ancora che razza di idee ha?! In macchina poi!”, pensa mentre continua a fare avanti e indietro in camera sua; poi se ne vergogna, magari lui vuole semplicemente stare un po’ in disparte, dato che il suo rientro dall’uscita di gruppo, coinciderebbe con il rientro di Robert a casa. O magari ancora vuole portarla da qualche parte…ma allora doveva vestirsi?
“col cavolo! Io metto la tuta e basta!” decide.
Cosa fare per ammazzare il tempo e non morire divorata dall’ansia? Guardare un po’ di tv? Scende in soggiorno e si accoccola sul divano coprendosi un una grande coperta che era ormai presenza stabile su uno dei due divani. Si ritrova a guardare vari programmi su strane malattie trasmessi da Real Time.
 
 
-Via il dente, via il dolore!  - Afferma prima di prendere la borsa e uscire di casa determinata.
Si guarda intorno, tutto sembra vuoto e deserto attorno a lei. Si dirige alla sua macchina rassegnata suo destino. Non deve attendere più di un paio di minuti prima di ritrovarsi in compagnia.
“tedesco puntuale!” pensa.
-Chi non muore si rivede! – la solita voce, quella voce, la SUA voce. Andrea serra le mani attorno al volante. Non lo guarda. Avverte la sua presenza, l’aria si è riempita del suo profumo. Lo sguardo fisso di fronte a se.
-Già… siamo ancora giovani!
-Grazie al cielo, mi hai dato solamente un bacetto finora. Prima di allora devo riuscire a strapparti qualcos’altro! – la sua voce, e il suo chiodo fisso, pensa Andrea.
-E io che pensavo che dopo aver ottenuto ciò che vuoi, mi abbandoneresti a me stessa, ma non avrei immaginato che volessi farmi scomparire dalla faccia della terra!
-Stai scherzando? Io! Io potrei morire… felice! Finalmente…
-Quanto sei idiota! Non si scherza su queste cose! – Si decide a voltarsi alla sua destra, e lo vede lì, il suo sorriso perfetto, il suo profilo perfetto, il sorriso e il profilo di un ragazzo che quasi mezzo anno prima sbucava da un’amaca piantata in giardino. Un sorriso e un profilo perfetti che non sembrano niente oggi, a confronto con i suoi occhi, puntati su di lei adesso.
-Se non ti manco da vivo, dovresti farti problemi da morto?
Andrea chiude la bocca di Mick con una mano, lui sorride, porta fuori la lingua e la passa sul suo palmo, scoppiando poi in una risatina.
-Che schifo, Mick! Ti senti un cane per caso? – dice ritirando di scatto la mano, e asciugandola sui pantaloni della sua tuta.
-Un cane lo tratteresti sicuramente meglio di me! – le dice lui, immergendo le mani nei capelli di lei.
-Mick, Mick – dice bloccandogli i polsi, ma non riuscendo a impedirgli di avvicinarsi a lei tanto da ritrovarsi fronte a fronte. Il suo viso va improvvisamente in fiamme – t-tu sei ubriaco Mick. Smettila.
-Perché se fossi sobrio farebbe differenza? Io non credo, ero sobrio tutte le volte che ti ho chiesto  di vederci.
-E scegli proprio oggi per ridurti così?
-Oggi era un grande giorno dovevo festeggiare! Se tu avessi accettato il mio invito a uscire, forse ora non sarei così, forse avrei potuto festeggiare in modo ancora migliore! – Mick si allontana di un paio di centimetri dal viso di Andrea, continuando a sondare il suo sguardo con le due iridi verdi; Andrea può notare nonostante la penombra della macchina un consueto  arrossamento - Ma no! Tu avevi grandi impegni improrogabili, tu dovevi fare shopping! Che poi nemmeno ti piace lo shopping! Ma perché non fare una cosa noiosa che nemmeno mi piace, se l’alternativa è uscire con Mick? Ti capisco sai? Ti capisco
-Mick! Non è proprio cos…
Andrea si ritrova un indice davanti il naso, storce un po’ gli occhi per guardare la punta di quel dito, contenta che ci sia qualcosa interposta alle loro bocche
-Lo so, lo so cosa pensi! Che io mi voglio divertire… che voglio solo scopare… si lo so, e… che sono un drogato forse, sì, perché per te farsi le canne vuol dire drogarsi, quindi, ai tuoi occhi io sarò un drogato…
-Mick, ma sei sicuro di stare bene? Puoi smettere di urlarmi in faccia? – Andrea non sa se prendere l’amico per un maniaco psicopatico della serie “scappa finchè puoi” o se considerarlo un povero ubriaco che non ha idea di quello che dica e parli in modo concitato per non si sa quale agitazione. Sta di fatto che le mani di Mick restano ben salde  e aggrovigliate ai suoi capelli, al lati del suo viso, così come il viso di Mick è ancora davanti al suo.
-Perché una bella ragazza, dolce, pulita come te dovrebbe stare con uno così? Eh? No, dico, guardami, hai ragione!  - le passa il dorso della mano su una guancia - Me ne sto qui come il maniaco di mezzanotte, fatto e ubriaco aa.. – deglutisce - … è vero, sì! Sì che mi voglio divertire, eccome se mi divertirei! Non posso nemmeno dire di non voler scopare, ad essere sinceri, anzi è  riduttivo, rispetto a quello che potrei fare ma, ma, non in modo sbagliato!
-Mo-modo s-sbagliato? – Andrea, con il solito colorito acceso che permane imperterrito, si chiede:
1)da quando Mick è diventato logorroico?
2)da quando Mick ha deciso che per conquistare una ragazza bisogna confermarle le sue più grandi paure e insicurezze?
-Già, non in modo sbagliato, Andrea… - improvvisamente persa l’eloquenza e sciolte le mani dai suoi capelli, si ritrova a guardarla con un’espressione da cucciolo bastonato – credimi Andrea, l’ultima cosa che farei sarebbe usarti, io ti rispetto Andrea!
-Mick puoi smettere di ripetere il mio nome? Eh? – gli dice cauta – puoi… stare un po’ calmo? Cosa stai cercando di dire? – Le aveva pensate tutte, ma non che Mick potesse entrare così tanto nel pallone; ora che ci pensa lei non ha aperto bocca da quando ha messo piede in macchina, se avesse saputo di non dover parlare, forse non avrebbe atteso così a lungo per incontrarlo – ti prego calmati, io non penso, tu sia drogato… - dice, in tono conciliante e forse incoraggiante… dopo tutto si era buttato proprio in basso nella sua descrizione, e lei gli voleva bene.
-Sto cercando di dirti, che il fatto che tu sia una ragazza, e che quindi mi ispiri tutto quello che una ragazza, una bella ragazza, possa ispirare ad un ragazzo… non vuol dire che io ti veda solo come un oggetto! Perché c’è altro, molto altro… mi manchi Andi, mi manca parlare con te, mi mancano i tuoi giudizi bacchettoni, mi manca venire a casa tua con mio fratello a trovare Robert e guardarti di nascosto, prenderti in giro solo per farti arrabbiare, oh tu non sai odiare nessuno, sei così tenera quando ti arrabbi, per non parlare di quando diventi rossa, come hai fatto ora, mi manca vederti arrossire, e sapere che non posso parlarti quando voglio, mi sta facendo diventare pazzo… lo sai che io mi fido di te, mi fido molto di te, e tu riesci a tirarmi fuori le cose meglio di chiunque altro, e sei l’unica che lo fa, e dimmi tu se questo non fa di te una grande persona… ed io ti voglio per questo, sei una persona Andrea, sei una persona che vale, non sei una paperetta graziosa con cui voglio passarmi qualche sfizio. Quindi se è questo il motivo per cui non mi hai voluto vedere, perché magari ti piaccio e hai queste stupide paure, stai combattendo il nulla, questa cosa non esiste… Torna a parlarmi… eri la mia migliore amica, io voglio solo aggiungere qualcosa... tipo il diritto di rompere il muso a chi ti mette gli occhi addosso… ok.. ok mi sa che ho esagerato! Dovevo essere brillo, non ubriaco! Ok la faccio finita con questo interminabile monologo! Non ho più niente da di… che ridi tu? E scuoti la testa… no… no cosa? NON MI CREDI?? Sì? Mi… mi credi? – tira a indovinare quello che passi per la mente di Andrea che muta continua a scuotere la testa o annuire – Mi credi?!? Oddio mio! Cosa c’è ti ho scioccata? Sì… sei senza voce? Così così… no…hai la voce…Andi, sono ubriaco, non farmi sforzare a ragionare… non ragiono!
-Non ragioni quindi non intendi tutto quello che hai detto?? – dice improvvisamente bianca, spalancando gli occhi.
-Direi più “intendo ogni singola parola che ho detto, e le ho sempre intese solo ce non l’ho mai detto perché solo in vino veritas”.
-Quindi pensi tutto questo?
-Ogni singola parola…
-E non potevi dirmelo prima?
-Eh ma… non volevi parlarmi! Ci ho provato! E te l’ho pure detto, ma non mi hai creduto.

Nel pensiero di Andrea si affaccia improvvisamente un nome, un viso, lei, la odia, Lily, Mick vede i suoi occhi assottigliarsi:
-Cosa stai pensando?
-Sto pensando che anche io voglio il diritto di rompere il muso a chi ti mette gli occhi addosso!
-Beh allora siamo d’accordo! – ridacchia Mick, per poi farsi serio – aspetta… dici sul serio?!
 
Andrea annuisce, ma Mick le ferma la testa con le mani:
-Mi sta venendo il mal di mare, Andrea, dici sul serio?
-Dico sul serio! – afferma, afferrandogli il colletto. Vede un sopracciglio di Mick alzarsi, e fa lo stesso; poi lo vede passarsi la lingua sul labbro inferiore, fa lo stesso.
-Permesso accordato? – le sussurra a fior di labbra; Andrea pensa che quegli occhi verdi siano la cosa più bella vista fino ad ora.
-Me lo dai o no questo bacio?!
 
Mick non se lo fa ripetere due volte, divertito dall’improvvisa decisione della ragazza, azzera la distanza tra loro, e deve ammettere di sentire un grande sollievo. Chissà se anche lei sarebbe stata divertita dalla sua improvvisa decisione: reclinare il sedile, tirandosela letteralmente addosso.
-Mick…
-Tranquilla piccola, - continua a baciarla come se niente fosse - per oggi… mi fermo alla prima base! Ma così è più comodo…
 
 
-ok ok basta così… anzi no, aspetta…aspetta, ancora uno… ok ho bisogno d’aria!
-Mick, ma che hai?
-Ti ricordi la prima base?
-Eh… - Andrea guarda Mick, che rimessosi a sedere stringe le labbra nel tentativo di mantenere la concentrazione.
-Io no!
-Che vuol dire?
-Vuol dire…che devi cercare una scusa per entrare a casa in tutta a quest’ora, in mia compagnia…perché non posso continuare senza passare alla base due!
-Oh…ohh!!
-Cos’è quello un sorrisino? Eh??
-Forse! – cinguetta Andrea – beh… parlando di cose serie… che invento adesso??
-A meno che tu non voglia dirglielo…
-No! No preferirei tenere la cosa tra noi…
-Ti vergogni di Robert?
-Sì… e e di tuo fratello, e Jake! Il gruppo! Non possiamo dirglielo dopo?
 
Mick alza le spalle, poi aggrotta la fronte:
-Aspetta vuol dire che non posso baciarti a casa se non di nascosto?! Non mi posso avvicinare a te?!
-Dai solo un po’ di giorni… vedrai sarà divertente! – cerca di sembrare convincente – Bitte!!
-Ahahaah. Oh beh se me lo chiedi così… forse sarà davvero divertente recitare un altro po’, sono diventato bravo!
-Vedi?
-E poi mi toccherà offenderti, tu correrai nella tua stanza e io verrò, e li ci sarà un vero letto!
-Mick!
-Dove potremo sederci e ridere dei nostri amici ignari!
-Ah ecco…
-Questa parte è meno divertente!
-Mick!!!
-Allora, genio della strategia – le dice mettendole i capelli dietro l’orecchio – qual è il nostro alibi?
-Mhm… io ero in macchina… a… a prendere questa… - dice afferrando la sciarpa che ha avvolta al collo, e togliendola – tu eri qui fuori e… ma sei sicuro che Robert sia tornato?
-Sicurissimo, li ho sentiti
-Li hai sentiti?! E io dov’ero?!
-Beh, sopra di me!
-Oh.. quindi sono tornati da poco… e loro non ci hanno visti?
-Più o meno… e no, eri piuttosto stretta a me! Vedi , ti salvo la vita!
-Ok… allora, tu eri qui fuori e tornando a casa ti ho visto… piuttosto tu con che scusa sei qui? sei uscito con loro vero?
-Beh si, la mia scusa era… vedere una ragazza…
-Ma quindi gliel’hai detto!!
-Una ragazza… non tu!
-Quale ragazza?!
-Era una scusa!! Per venire qui!! non mi avrebbero fatto andare via dalla mia festa altrimenti!
-Ahhhh… quale festa?
-Il mio compleanno! – sorride sornione, come un bambino di 2 anni.
-Il… tuo compleanno? – Andrei sbatte le palpebre un paio di volte – è il tuo compleanno?? Non ne sapevo niente! Ma Facebook…
-Non è visibile… anzi a dire la verità l’ho disattivato ieri!
-E perché?
-Perché volevo passare la giornata con te, ma non volevo ti sentissi obbligata…
-Ohh… è per questo che mi hai chiamato nel pomeriggio?
-Si… con scarsi risultati…
-Oh… ma non lo sapevo… volevi passare il tuo compleanno con me?! Oh Mick, scusa…
-Fa niente…
-Oddio… mi dispiace tanto… ti ho rovinato la giornata… - gli dice triste, pettinandogli i lunghi capelli con le dita – dovevi dirmelo.
-Non aveva senso, non mi parlavi, non volevo il contentino… preferisco le cose come sono andate… - le sorride.
-Quindi gli hai dovuto dire che sei andato in cerca di compagnia notturna per sbarazzarti di loro?
-Li conosci quanto me…
-Beh… ok… e quando li hai lasciati?
-A mezzanotte meno 15! Giusto il tempo della strada…
-Mhm… ok allora tu… tu hai avuto il tuo divertimento… e io ti ho incontrato qui fuori e… abbiamo parlato del tuo compleanno!
-Mi sembra perfetto! – dice, scendendo dalla macchina.
 
Andrea lo segue a qualche passo di distanza, guardando le sue ampie spalle, non è più tanto sicura che per lei sia così semplice mantenersi alla prima base!

 

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Capitolo 26
*** Merry Birthday! ***


Aperta la porta, trovano Robert, David e John sul divano:
 
-Andreaaa… che bello che sei tornata adesso! Così puoi brindare con noi! – esordisce allegro David. I capelli raccolti in una coda bassa, il maglione verde, quello di Mick, Andrea trova divertente che i due fratelli si scambino i vestiti.
-Veramente io ero già a casa… solo che sono dovuta andare in macchina a prendere la sciarpa! L’ho dimenticata lì… oh ciao John! Ci sei anche tu…
-Certo! È festa oggi! Ciao Andrea!
-Ciao John? No dico… non si saluta il padrone di casa? – osserva Robert…
-Noi non ti abbiamo vista uscire – riflette David, dobbiamo essere davvero messi male! Ahahah.
Tutti ridono, compreso Mick che si è andato a sedere accanto al fratello sul divano; Andrea dedica un affettuoso abbraccio al suo caro Robert.
-Ciao padrone di casa!
-Divertita con Evie? Trovato il vestito il cui acquisto era improrogabile? – le chiede lui, Mick le lancia uno sguardo ironico.
-Oh sì!! Lo vuoi vedere?! – si entusiasma Andrea… ok non le piaceva fare shopping, ma quando trovava un vestito che le piacesse, era sempre orgogliosa di mostrarlo.
-Eh… perché no! – la voce di Jake alle sue spalle la fa sussultare. – Ciao Andrea – le poggia una mano sulla testa, scompigliandole i capelli.
-Te lo metti e ci fai una sfilata privata? – suggerisce David, a cui Robert da’ un colpo di mano in testa – per Mick!! È il suo compleanno!! – si giustifica lui.
-P-per Mick? S-si mi ha detto che è il suo compleanno, quando l’ho visto arrivare… da solo… forse hai ragione David, avete bevuto troppo! Ecco forse per questo hai queste strambe idee delle sfilate!
-Mhm… – David alza le spalle.
-E va bene me lo metto, ma solo perché comunque lo indosserò sabato! Non sfilo! È giusto per vedere come mi sta! – dice, salendo le scale.
-Lo sapevo che eri anche tu una femmina vanitosa! Con affetto! – le dice mentre è già salita al piano seriore - Allora Mick, hai trovato compagnia? – chiede curioso il fratello.
-Non mi posso lamentare! – dice riservato
-Non ci dirai niente? – insiste Jake…
-Non ancora! – azzarda lui, con uno sguardo impenetrabile.
-Uuhhh… quanti misteri… e che vuol dire non ancora?! La rivedrai questa ragazza?!
-Ci sto lavorando!
-Ohhh non mi dire! Mio fratello si sistema? – ridacchia David.
-Questo fa di te un vecchio attempato! – lo prende in giro Jake.
-Ma tu sei più grande di me! – ribatte David
-Qualche mese… e io non ho un fratello che si sta dando una sistemata!
-Tranquillo David! Io ho una sorella che è la sistemazione fatta persona… ma ciò fa di me uno spirito libero, non un vecchio attempato!
David brinda alla salute di Robert.
-John almeno tu mi capisci vero? – chiede Mick.
-Certamente… anche se non pensavo avessi intenzioni, non mi pare che tu abbia frequentato qualcuno in questi ultimi tempi… non ce ne siamo accorti!
-Ok allora non sei misogino, né dell’altra sponda… - osserva Jake.
-Ma perché avevi ancora dubbi?! – ribatte Mick incredulo. – per la cronaca John non frequento nessuno, per questo non te ne sei accorto!
-Io sono in dubbio sulla tua capacità di non farle venire un esaurimento nervoso… sei un tipo difficile con cui trattare!
-Già poverina! – rispondono Robert e David.
-Ma che amici che ho… tutti ad appoggiarmi… tsè! – sbuffa Mick
- Come si chiama? – chiede John…
-non posso dirlo… non ancora. Insomma la smettete ? mi portate sfiga!
-Ahahah certo… quando sarà il momento ce lo dirai! E ce la presenterai non è così?
-Ma poi chi vi dice che voglia conoscervi?
-Ho capito! Hai paura che si innamori di uno di noi! Eh? Confessa! – commenta Robert, scoppiando a ridere.
-Robert… non è che siccome sei riccio e biondo tutte ti vogliono eh? Andrea!!! – David guarda il fratello assottigliando gli occhi – hai finito? Vieni giù che questi qui mi stanno facendo saltare i nervi! Così poi posso andarmene!
-Te ne puoi andare pure ora volendo.. – ride Jake.
-E perché dovrei? C’è una sfilata adesso giusto?
-Mick appena fai qualche commento sarcastico su Andrea o la offendi come tuo solito ti prendo a calci dove non batte il sole! Hai capito?
-Calma paparino… non offenderò la tua protetta. – Robert lo guarda un paio di secondi per poi decidere di credergli, o forse è solamente distratto dai passi che vengono giù per le scale, con andamento piuttosto veloce.
 
Un’allegra Andrea attera accanto all’albero con tanto di piroetta che fa roteare il vellutino verde della gonna
-Ciao creaturina dei boschi! – sorride Jake – ho indovinato?
-Sono un elfo aiutante di babbo natale! – conferma Andrea scoppiando a ridere – Evie ha insistito sul fatto che il verde sia il mio colore…
-Vedi Andi siamo fatti l’uno per l’altra! – Ride David indicando la sua maglietta – siamo uniti dal verde!
-Oh sì! Ok ora mi vado a cambiare.
-Ma come non ci fai una sfilata col tuo nuovo vestitino?
-Ahm… no Mick.
-E perché no? Dopo tutto dopodomani ti metterai a ballare ancheggiando con quel vestito, non fare la timida!
-Ahm… io non ancheggio! – afferma Andrea mentre il viso le si colora come al solito.
-E tu come lo sai? – chiede David al fratello mentre assume un’aria ammiccante.
-Oh ad halloween l’hanno vista tutti. Ancheggi eccome!
-Non pensavo sapessi ballare – le dice Robert – a 10 anni non lo facevi!
-Beh mia madre mi ha mandata tre anni, ho fatto danza hip hop.
-Oh davvero? Quindi sai fare questo? – chiede David spostando il collo a destra e sinistra tenendo ferme le spalle, facendo scoppiare Andrea a ridere.
-Ahah sì Dave, lo so fare… ma non mi vedrete ballare! Vestita così! Qui in questo salotto! Ciao! – dice fondandosi su per le scale.
-Potresti fare un regalo a mio fratello! È il suo compleanno dopo tutto! – grida David per essere udito.
-Mick Sali! – urla Andrea dalla tromba delle scale, facendo sobbalzare il ragazzo che guarda il fratello maggiore con sguardo stupito.
-Ahm… sei sicura di parlare con me?
-Già sei sicura di parlare con lui? –  ripete Robert – David scherzava per il balletto!
-Veramente ero serio! – afferma il batterista.
-Siete scemi?? Devo dare una cosa a Mick visto che è il suo compleanno! Non faccio nessun balletto come vi ho già detto! Forza pigrone vieni su… o non ti reggi più in piedi per il troppo alcohol??
-Io lo reggo bene l’alcohol, sono tedesco, ricordi? – dice mentre si alza dal divano.
 
Una volta lontani dai diretti interessati, Robert e David si scambiano uno sguardo curioso, che pare voler dire:”Sei ancora convinto che tra quei due non ci sia niente?”, “Beh… non lo so”.
 
-Non credevo sarebbe successo così in fretta! – esordisce Mick arrivando alla porta della camera di Andrea.
-Di cosa stai parlando?
-Io tu la tua stanza e il letto!
-Avevo quasi dimenticato che fossi ubriaco…
-Oh ma guarda mi sento benissimo!
-Ti devo dare un regalo! È il tuo compleanno no?
-Beh fondamentalmente me lo hai già fatto in macchina – sogghigna vedendola arrossire nuovamente – ma ogni cosa è ben accetta…
-Sei un cretino! – gli risponde, fondandogli addosso un pacchettino.
-Non è un po’ presto per gli anelli? – ride lui, sollevando quello scatolino quadrato dal pavimento, dove era precipitato dopo aver sbattuto sul suo petto – cos’è? E perché hai un regalo per me se non sapevi nemmeno che fosse il mio compleanno?
-Perché è Natale, e ho comprato una cosa a tutti voi, ma siccome c’è l’occasione, te lo do adesso…
-Quindi posso aprirlo? – Mick scuote il pacchetto accanto all’orecchio – non si sarà rotto cadendo?
-No, non è possibile… è di plastica!
-Un anello di plastica?
-Oh… Mick non è un anello ti ho detto!! Cosa stai ridendo?
-No, niente… allora vediamo cosa mi ha regalato la mia cara amica Andrea… - lo dice alzando un sopracciglio.
-Sì dai, è una cosa simbolica… non vale molto, è un pensierino per il mio amico dissociato.
-Oh beh… vediamo un po’… cos… oh ma è un plettro! – esclama poggiando il nuovo oggetto sul palmo della mano e aguzzando la vista.
-Esatto! Sei un chitarrista no?
-Beh si… uhh è disegnato, è la copertina del disco dei pink Floyd!
-Dietro c’è una frase –  
Mick rivolge i suoi occhi ad Andrea – prima che leggo, l’hai scelta tu?
-In realtà sì… - Andrea, che nel frattempo si era seduta ai piedi del suo letto, gli manda una pernacchia.
  • “do you think you can tell?” ahah cos’è ti volevi vendicare?
-Beh, dopo che mi hai dato della presuntuosa che crede di sapere sempre cosa fare, ho riflettuto che anche tu fai lo stesso... alla fine credi che il mio modo di vedere sia sbagliato solo perché il tuo è diametralmente opposto! E allora te lo dico io “pensi di sapere tutto tu?” il senso è quello…
-Quindi pensi che io sia presuntuoso! – afferma con un’aria fintamente offesa.
-L’ho pensato si… e lo penso ogni volta che hai questa faccia!
-Non è che penso sia sbagliato come la pensi tu… ma non lo condivido ovviamente ahahah
-Già e pensi che sia meglio il tuo modo di pensare no?
-Sicuramente ne trarrei più vantaggi se fossi dello stesso parere anche tu!
- Non accadrà mai credo…
-Ah si? – domanda Mick prendendole una mano e mettendola in piedi di fronte a se – bene… questo allora è mio!
-Quello sì! Non te lo toglie nessuno! Ora scendiamo o chissà che pensano!
-Ehy mi stai dando il mio regalo possiamo perdere tutto il tempo che vogliamo! – dice lui bloccandole il polso appena prima che Andrea riesca ad oltrepassare la soglia della sua stanza.
-Quanto ci vuole ad aprire un plettro impacchettato secondo te?
-Beh ma dovevi spiegarmi la storia della scritta! E poi sei ancora vestita da elfetto…
-Oh – Andrea si guarda e nota la sua tuta ancora buttata sul letto – è vero… quindi scendi tu, io mi cambio e vengo!
-No! Io sto qui…
-Mick!!
-Shhhh, o penseranno davvero qualcosa di strano! Ahahah
-Mick – bisbiglia – secondo me fai solo finta di essere ubriaco… in ogni caso scendi giù!
-Ok ok – dice alzando le mani in segno di resa, per poi baciarla improvvisamente – beh grazie per il regalo di Nataleanno!
 
Stringendo il plettro nel palmo della mano sorride voltandosi e uscendo dalla stanza.
 
 
 
 

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Capitolo 27
*** A matter of time ***


La musica è già alta quando Evie e Andrea varcano la soglia del salone ornato a festa. I cristalli di neve appesi al soffitto risplendono proiettando piccole scie color arcobaleno sui vestiti dei ragazzi e sul pavimento lucido; sono in molti quelli che ballano, altri sono appostati all’angolo bar.
 
- Quindi come siete rimasti?
- Non siamo rimasti in nessun modo… so solo che non verrà perché deve andare non so dove con David e Robert!
- Non verrà?! Non posso crederci!
- Non mi sorprenderei… non è tipo da ballo; però speravo di vederlo stasera… ieri era fuori città e domani torno a casa per le vacanze.
- Capisco… su Andrea non abbatterti, c’è una festa, divertiamoci! Non fare la fidanzatina!
 
Evie tira Andrea per un braccio e la spinge tra la folla danzante a ritmo di musica assordante, ballare era l’unica cosa da fare ad un ballo, dopo tutto, riuscire a distrarsi non era poi tanto difficile grazie alla presenza degli amici, anche Mary e Toby erano presenti… tutte le matricole erano sicuramente presenti.
 
- Non faccio la fidanzatina! – ride Andrea.
- Appunto… state insieme da quanto? 3 giorni?
- Più o meno… ahahah.
- Ehy ma quello non è il dottorando? – chiede Mary indicandolo.
- Oh sì, è Brendan! – Andrea alza la mano in segno di saluto, il ragazzo si accorge del gesto e ricambia.
- E quello? Sta venendo qui! Il tuo collega!
- Oddio chi? – Andrea non si volta nemmeno.
- Josh – informa Evie – è proprio dietro di te – bisbiglia, mentre Andrea rallenta i movimenti.
- Andrea… anche tu qui! Ciao Evie… come state ragazze?
- Bene grazie! – risponde la bionda – non si vede?
- Oh effettivamente avete dei bei vestiti ragazze, complimenti.
- Ahm… grazie – risponde Andrea, imbarazzata e immediatamente desiderosa di andare a prendere una boccata d’aria.
- Andrea ho… ho incontrato per caso un tuo amico tempo fa, e credo di non stargli molto simpatico.
- Oh davvero? Ahm… che mio amico?
- Credo che sia quello che ti ha aiutata per l’esame di tedesco, ha la faccia da tedesco.
- Oh, beh, stai parlando di Mick allora, cosa ti ha detto? – chiede Andrea curiosa, finalmente può sapere cosa Mick abbia effettivamente fatto.
- Diciamo che mi ha solo guardato male e per fortuna si è limitato a quello, non lo vorrei come nemico uno così.
- Ah davvero? – Andrea ridacchia imbarazzata.
- Diciamo che questo ragazzo sia un po’ “protettivo” nei suoi confronti – chiarisce Evie con un’occhiata allusiva che avrebbe dovuto far cessare sul nascere le intenzioni di Josh.
- Ah, ma quindi state… non sarà geloso di noi, no?
- Ma nooo! – afferma Andrea con eccessiva sicurezza – lo sa benissimo che siamo colleghi e studiamo le stesse cose… - senza un vero motivo lancia uno sguardo alla porta d’ingresso; il suo sguardo si posa su un ragazzo altissimo dall’aria simpatica, riconosce in lui l’amico di Mick, “Cory” dice sorridendo e tagliando corto con la discussione, mentre Josh rimane impacciato – io vado un attimo al bar eh? – con un sorrisino di congedo si allontana facendosi strada tra la folla, seguita da Evie.
- Cos’è? – bisbiglia la bionda raggiungendola e prendendola a braccetto.
- Cosa? – chiede Andrea.
- Che hai visto?
- Niente, non voglio ballare con Josh… per la sua incolumità più che altro, qui quasi tutti conoscono Mick!
- Mi pareva di aver visto in giro un po’ degli scimmioni della sua squadra in effetti… - dice, appoggiandosi al bancone e ordinando qualcosa da bere – oh aspetta “Cory” è uno di loro.
- Sì, e precisamente è l’unico che mi stia simpatico – dice sorseggiando la sua bibita rigorosamente analcolica; un “Signorina Wolf” pronunciato alle sue spalle le fa andare l’ultimo sorso di traverso portandola a tossire un paio di volte – ehy – spalanca gli occhi voltandosi – ah… Mr Lewis – pronuncia con falsa deferenza – che ci fai tu tra i comuni studenti?
- È una festa… a chi non piacciono le feste? Se poi si possono incontrare persone piacevoli come voi? Il tuo simpatico amico dal quale scappavi l’ultima volta ti ha lasciata in pace?
- Oh, direi… direi di sì.
- Ora stanno insieme! – spiffera Evie, con grande disappunto di Andrea.
- Ah si? – chiede sorpreso lui.
- Eh… - è l’unico commento di Andrea, che prende un altro sorso.
- Quindi era tutta gelosia! – Evie annuisce con un’espressione facciale in pieno accordo con quanto detto da Brendan - Non ti facevo tipo da ragazzo burbero!
- Nemmeno io! – ride Andrea, sempre imbarazzata – con la strega? Come va?
- Sto per dirle addio! Peccato sarebbe stato bello averti in classe.
- È nel mio prossimo semestre vero? Dannazione…
- Proprio così… tanti auguri!
- Grazie! – commenta sarcastica – la tutor del dottorato di Brendan è la mia prossima professoressa… e a quanto pare non è un tipo facile da trattare – spiega Andrea a Evie.
- Magari tu puoi mettere una buona parola – dice lei rivolta al ragazzo.
- No, forse è meglio che lei non scopra quanto Andrea mi stia simpatica, sarebbe deleterio!
- Capito… - risponde Evie terminando il suo drink – buona fortuna amica mia!
- Mi servirà a quanto pare… ora scusate… devo andare in bagno!
- È irrequieta stasera, scappa da un punto ad un altro! - sorride Evie, poi scuote la testa guardando verso l’alto – vengo con te! Ciao uomo degli alti ranghi!
- Ahah ciao ragazze!
Andrea saluta Brendan e si allontana insieme all’amica.
 
 
- E adesso perché sei scappata via di nuovo?
- Non sono scappata via, devo andare in bagno! Ho bevuto tanto!
- Era aranciata – la sbeffeggia Evie.
- E allora? Bere aranciata non ti può far scappare la pipì?
- Beh… hai ragione! Vai prima che te la fai addosso!
- Vado vado!
- Io mi sistemo il make up!
 
Evie si sporge in avanti per vedersi meglio allo specchio, appoggia la sua borsetta accanto al lavandino e ne estrae la cipria, con lo sguardo poi osserva il riflesso della porta del bagno che si  apre e che lascia spazio a 3 ragazze vestite allo stesso modo, di rosso, come lei, “che oltraggio!” pensa “taglio molto semplice e fin troppo corto” giudica.
 
- Allora vuol dire che non vi sentite più? – stava chiedendo la bruna.
- Per ora… non ci sentiamo “per ora”! – controbatte una ragazza dai lunghi capelli castano ramati – ma non vuol dire niente.
- In realtà vuol dire che ha trovato un’altra Lily.
Le tre ragazze le passano alle spalle e prendono posto accanto a lei pressappoco nella stessa posizione, ognuna controlla il proprio viso, Evie rimane apparentemente indifferente e continua a sistemarsi il trucco.
- Ma poi… l’avete vista? Oddio, sì, “graziosa”, ma è palesemente ancora una bambina, da quando in qua a Mick piace questo tipo di ragazza? – infierisce la bruna, mentre la terza ragazza si allontana anche lei per andare in bagno.
- Non me lo spiego… Mick è il fuoco, lei è acqua fredda… non permetterò che si metta in mezzo
- Non è ammissibile, non è per niente al tuo livello!
- Sappiamo com’è Mick… ogni tanto ha una sbandata e poi torna da me…
- Scusate! – la interrompe Evie posando il suo sguardo freddo sulle due ragazze che sussultano.
- Cazzo è l’amica di quella là…
- Sì sono l’amica di “quella” che adesso sta col ragazzo in questione, proprio così.
- “Sta insieme”, fammi il piacere! Come avrai sentito capita che Mick abbia altre avventure, ma poi torni da me, torna sempre da me! – Lily avanza ponendosi di fronte alla bionda ragazza che sostiene il suo sguardo con espressione di sfida.
- Non ne sarei tanto sicura questa volta… forse non hai mai capito davvero chi è l’avventura.
- La moscetta della tua amica è così impegnata a rifiutarlo che lui si stancherà presto!
- Te l’ha detto lui questo?
- No, ma si capisce che quei due non si sono mai sfiorati… io e Mick siamo invece legati da tre anni!
 
Evie sbatte le palpebre sorpresa, questa cosa gli suona nuova, ma non si lascia intimorire da questa rivelazione, ribattendo:
- Stai mentendo! Tu e lui non siete mai stati insieme come coppia.
- Forse non una coppia convenzionale – Lily esita qualche secondo fissando la porta bianca del bagno, intuendo che dietro di essa ci sia proprio Andrea – io per Mick sono la cosa più  simile ad una fidanzata che lui abbia mai avuto. Solo perché si è “distratto” un attimo, non vuol dire che sia finita. Ritirati finché sei in tempo – aggiunge poi a voce più alta, uscendo dal bagno seguita dalle sue amiche.
 
Evie scatta in avanti, provando ad aprire la porta che è però bloccata dall’interno:
- Andrea apri… - sente il rumore della sicura che viene tolta, vedendo poi gli occhi arrossati dell'amica prova a sdrammatizzare – povera illusa, è convinta male – dice con un mezzo sorriso che si spegne immediatamente  - avanti Andrea, non le darai retta spero! Sai benissimo cosa pensa Mick di lei, è stata una… “scopamica” chiamiamola così, ma lo sapevi già…
- Tre anni?! Tre anni… Mick ne 21 da poco, quindi è all’università da quanto? 2 anni? Si conoscono molto meglio di quanto Mick mi abbia mai raccontato a quanto pare!
Evie nota una leggera pelle d’ora sul braccio di Andrea, teme che scoppi a piangere da un momento all’altro. Le passa una mano sulle spalle in segno di conforto.
- Ma no Andi, insomma ok, si conoscono da un po’ ma che ci fa? Vuole te adesso, e ripeto che non sono mai stati una coppia!
- E noi cosa ne sappiamo? Magari lo sono stati, e si sono lasciati, ma hanno continuato a vedersi, perché se la intendono!! Continuano a vedersi quindi lui è rimasto legato a lei fino ad ora!!
- Fino a prima di conoscere te! Dovete parlarne, è questo che fanno le coppie, parlano. Vi conoscete ancora poco sotto questo punto di vista, non vi siete raccontati le vostre esperienze passate. Non è successo niente Andrea!
Andrea si chiede come faccia a essere sempre così positiva, tutto quello che lei non riesce mai a essere quando si  tratta di Mick.
- Una coppia eh? Che razza di coppia siamo? Non ci conosciamo, non abbiamo niente in comune, non abbiamo le stesse esperienze, siamo due persone così diverse, e lui che fa finta di essere quello che non è… per lui non è un problema scopare a destra e sinistra e avere una relazione aperta a quanto pare Evie!
- Andrea! – le poggia le mani sulle spalle per bloccare i suoi movimenti concitati – un tipo geloso come Mick NON sarà MAI un tipo da relazione aperta! Fidati… se mi dicessero che è un sadico o uno a cui piacciono i giochino strani ci crederei, ma non è uno da relazione aperta! Se con lei ne ha una è proprio perché non ci tiene, non gliene frega niente!
- Ma non può essere! In tre anni ti affezioni almeno un po’!
- Sai in questo tipo di rapporti, come in quello di migliori amici tra uomo e donna, può capitare che una delle due parti si innamori dell’altra, ma in questo caso quella che si è affezionata è lei…
- Tre anni – continua a sospirare Andrea.
- Ora basta! Chiama Mick, parlagli, diglielo, ma adesso esci da questo bagno! O passerai alla storia come la Mirtilla malcontenta di questa università! Esci da qui! Devo fare un bel discorsetto a quel Mick! E tu dovresti avere più rabbia dentro, ma grintosa! Dovresti difenderti, difendere quello che siete e non farti calpestare dalle convinzioni di una povera scaricata! Certo per fare questo devi prima crederci davvero in voi due… tu non lo consideri ancora non è così? Certo che è così – continua Evie non lasciando ad Andrea il tempo di intervenire – tu devi convincerti che adesso siete voi due, e nessun’altra… dovete solo conoscervi meglio, di più, e avvicinarvi! E quando sarà vedrai che la grinta ti verrà eccome! – Evie ridacchia improvvisamente.
- Ma che ridi? – ribatte Andrea scocciata – se non mi fido di lui e non mi sento sicura non posso fare proprio un bel niente!
- Beh peccato… prima scopri terreni inesplorati con lui, prima ti viene fuori l’istinto di proprietà! Non permetteresti a nessuna sciacquetta di avanzare pretese sul tuo uomo… una volta che inizierai a sentirlo come tuo uomo ovviamente! Il passaggio in terza base farà scattare la molla! E poi non è proprio questo che ti infastidisce? Che ci siano tre anni in più tra di loro? Beh recupera! – dice sollevando un sopracciglio in modo malizioso.
- Ma io voglio sicurezza prima di stare con lui e non stare con lui per acquisire sicurezza!
- E allora credi a lui e non a una che ti vede come una rivale da abbattere… ricordati che lui è geloso di te, non di lei!
- Me ne vado a casa, questa festa non è il posto per me oggi… - dice Andrea compiendo tre passi decisi finalmente fuori dal bagno. Evie la segue insistendo:
- Chiamalo! Non ti lascio finché non lo fai! Non ti senti nemmeno in diritto di chiamarlo per chiarire qualcosa tra voi, tu sei  senza speranza…
- Ma è notte, dovrei fare una scenata di gelosia inutile?
- Non è inutile, è il tuo ragazzo! Non puoi essere timida fino a questo punto! E comunque sono appena le 23.00 quindi afferra quel dannato cellulare!
- È fuori con i ragazzi quindi non possiamo parlare – dice fermandosi all’improvviso dopo aver attraversato in fretta il salone ed essersi ritrovata, ancora seguita da Evie, di fronte al divano posizionato nella pre-sala – a casa mia non possiamo parlare perché poi Robert e David se ne accorgono!
- Allora digli di venire qui! È una festa dell’università e nella sua facoltà!
- Comunque sapeva che io fossi qui, e non è venuto comunque…
- Se dovete tenere le cose segrete è normale che sia uscito con i suoi amici! Ma magari viene! Ecco… vedi? – sorride improvvisamente sentendo suonare il cellulare dell’amica – hai visto??? Lui ci tiene a vederti! E non gliela dai nemmeno, questo è amore! Ahahah.
- Pronto?! – dice Andrea scuotendo la testa e guardando Evie con gli occhi sgranati.
- Qualcosa non va? – chiede Mick, dall’altro capo del telefono, dopo un primo attimo di esitazione.
- Tutto! Tutto non va stasera! Tipo dove sei? Lo sai che domani torno a casa per le vacanze per 3 settimane vero?
Evie la guarda allibita:
- Ahm… io sono venuto alla festa… ma tu dove sei? Ti ho chiamata per questo, ma non ti trovo, e anche la tua amica Mary ti ha dato per dispersa!
- Sono fuori dalla stanza! Al divano all’ingresso! – dice chiudendo di scatto la chiamata.
- Qando parlavo di grinta, intendevo quella che tu devi rivolgere contro Lily, non contro Mick! Sfoghi su di lui la rabbia che ti ha causato lei? Non è colpa sua, ti prenderà per pazza!
- Mi ha mentito sul suo rapporto con Lily.
- Ha detto chiaramente cosa sia per lui, credigli! – dice, per poi voltarsi verso la porta che si apre, e rivolgere un sorriso smagliante a Mick – sei nei guai Tyler! Io torno a divertirmi! A domani Andrea! – conclude, facendole un occhiolino, per poi tornare a godersi la festa, e riferire a Mary un personale riassunto dell’accaduto.
 
 
- Perché sarei nei guai? – chiede Mick ad Andrea, avvicinandosi a lei e scrutando il vestito che già conosceva, con un sorriso compiaciuto – sei un elfetto incazzato Andrea?
- Già! – dice lei abbassando lo sguardo, poi rialzandolo quando lui le passa una mano sotto il mento sollevandole la testa.
- Ti sembrava che non sarei venuto a salutarti prima della tua partenza? Ti sbagliavi… come vedi sono qui…
- Non è per questo – risponde in tono asciutto.
- Mhm… allora mi dici cos’è? O devi stare lì a fare il piantone? – dice sedendosi e tirandosi la ragazza addosso, prendendola per un polso – sentiamo, cosa è successo? Cos’è hai paura che me ne sia stato con qualche ragazza mh? – dice con la sua aria da sbruffone, provando a darle un bacio, ma Andrea digrigna i denti, lui se ne accorge e corruga la fronte – Andrea ero con Robert e David!
- Già che in genere non sono proprio mai circondati di ragazze eh? Comunque non è importante quante ragazze tu abbia avuto intorno oggi… mi interessa sapere solo di una!
- Di una?! Ma davvero non so di che parli!
- Da quanto tempo conosci Lily???
- Lily? Hai parlato con Lily???
- Tecnicamente io non ho parlato affatto… ha detto tutto lei, e io ho casualmente ascoltato tutto…
- Casualmente eh? – dice guardandola con diffidenza divertita.
- Casualmente Mick! Ero in bagno e lei ha ben pensato di venire a parlare di me con le sue amiche! Non hanno riconosciuto Evie e quindi non si sono fatte problemi a parlare…
- Hanno parlato male di te??
- Saprai anche tu come la pensa… sono troppo bambina, immatura e poco eccitante per piacere ad uno come te… al punto che ti stancherai presto e tornerai da lei, come a quanto pare hai fatto sempre negli ultimi… tre anni!!!!
- È una presuntuosa arrogante! – Mick scuote la testa – ma comprendila, è solo gelosa perché vede di aver perso la sua influenza su di me. Non è facile da accettare!
- Anche tu sei un bel po’ presuntuoso sai?? – dice premendo le sue mani contro il petto del ragazzo per allontanarsi da lui, che tenta di abbracciarla e avvicinarla a se – bene per quello che tu mi hai sempre raccontato, lei non ha mai avuto influenza su di te! Mi avevi detto che fosse una con cui ogni tanto sei stato insieme per una notte, e invece vi “frequentate” da tre anni! Scusa quando avevi intenzione di dirmelo??
- Facevo sesso con lei e lo sai, quindi che importanza ha sapere quante volte l’ho fatto?
- Sono tre anni Mick! Non sono tre bottarelle e via! In tre anni il vostro rapporto non può essere stato solo uno sfogo fisico!
- Beh, per me sì! Te l’ho detto! Come si dice? “Amicizia con benefici”! Per me non è mai stato altro che questo, e lei dovrebbe saperlo, non siamo mai usciti insieme con altre intenzioni, qualunque cosa lei racconti in giro!
- Ma se hai appena parlato di una sua influenza su di te!
- Andrea… perché dobbiamo parlare di questa cosa? Ho detto così perché questa sua influenza è finita ancora prima che ti conoscessi… è vero tre anni non sono poco tempo, ma proprio per questo, non essendoci nient’altro alla base, il possibile legame che poteva esserci si è dissolto già da tempo! Almeno da parte mia! E già da molto… se volessi lei, perché starmene qui con te?
- Non lo so! Perché sei poligamo forse!
- Vuoi che te lo racconti? Non pensavo volessi sapere i particolari della mia vita sessuale pregressa, ma dopo tutto voi ragazze siete sempre strane a modo vostro… l’ho conosciuta a 17 anni sì, era una “nemica” della mia prima ragazza, cose da liceo, non si sopportavano a vicenda.
- Ah pure! – commenta acida Andrea, ma Mick la guarda con sguardo severo continuando il suo racconto, spostandola però da sopra le sue gambe, e lasciandola seduta al suo fianco.
- Un giorno la mia allora fidanzatina mi lascia, dicendomi che sono strano, che lei è maturata e che io sono rimasto il solito di sempre, litigavamo spesso, ci sono stato malissimo, ma non potevo farci niente, non sembrava voler più niente a che fare con me. Sono entrato in paranoia, era la mia prima cotta, ero partito ti testa e non mi sentivo all’altezza, mi sono sentito disprezzato dalla persona a cui tenevo di più… solo dopo ho scoperto che in realtà durante l’estate aveva conosciuto un ragazzo un po’ più grande e “facoltoso”, - Andrea guarda Mick e capisce come mai lui avesse sempre odiato Brendan - le erano venute le arie da grande donna di mondo, e io non potevo più capirla e soddisfare i suoi capricci, o forse era solo un’ adolescente in preda agli ormoni a quanto pare… allora però cominciai ad odiarla, mi iscrissi in palestra, iniziai a fare rugby, perché avevo “troppa rabbia da gestire, da sfogare e da incanalare”, dissero ai miei… il miglioramento del mio aspetto fisico peggiorò il mio carattere… non che fossi brutto, ma io ero innamorato di lei e lei mi aveva rifiutato, non mi sentivo all’altezza di niente, ero sempre stato riservato, un po’ come adesso, dopo la palestra ho iniziato a darmi delle arie, a ostentare una sicurezza che fondamentalmente non avevo, proprio per questo mi davo tante arie, - Andrea si chiede per un attimo se non sia tuttora così - allora pensai bene di farla ingelosire, visto che dopo mesi e mesi non mi era ancora passata, avevo 18 anni e vendicarmi con la sua peggior nemica mi sembrava la mossa più astuta del secolo, così tra tutte le ragazze che mi prestavano attenzione scelsi di avvicinarmi a lei, che comunque aveva già un po’ di interesse… in partenza avevo idee più romantiche dell’amore, ma ero stato ferito e avevo perso il rispetto per il genere femminile, misi subito in chiaro che non avrei voluto rapporti seri, la prospettiva della relazione senza impegno e molto divertente prese il sopravvento, ed eravamo due consenzienti in questa cosa. E funzionava eccome, nel senso che la mia ex si ingelosì da morire – aggiunge inclinando la testa di lato, vedendo che Andrea aveva avuto un’espressione simile al conato di vomito al sentire la parola “funzionava”.
- Perché si è ingelosita se stava con un altro? – chiede con un filo di voce, cercando di sembrare a suo agio, ma inutilmente.
- Perché quello delle vacanze era più grande e nel loro rapporto era lei quella che si sentiva inadeguata, con me era abituata a fare la principessa, dipendevo da lei in un certo senso, quindi questa cosa le mancava, poi dico, vorresti dire che non sono uno schianto di ragazzo? Doveva per forza mangiarsi le mani! – ridacchia Mick cercando di alleggerire la conversazione.
- Le arie che ti dai adesso sono con cognizione di causa però vero? – risponde lei assottigliando gli occhi.
- Forse no, visto che tu non la pensi allo stesso modo, questo ben di Dio non ti ispira proprio per niente!
- Non hai ancora finito la storia! – cambia discorso lei – quindi hai iniziato a vederti con Lily per ripicca ok, ma perché è continuata così a lungo se non era nient’altro??
- Ho iniziato per ripicca sì, almeno per i primi 5 6 mesi, lei sotto sotto lo sapeva pure, dopo di che mi sono accorto che nemmeno della mia ex mi fregava più di tanto, ma non volevo essere io a interrompere quella divertente dinamica. Dopo tutto ero anche io un adolescente in preda agli ormoni…
- Certe cose non cambiano a quanto vedo – commenta Andrea mettendosi a mani conserte.
- Ben presto però mi sono stufato. Quando ho capito che non ero più interessato alla mia ex, i miei “incontri” con Lily sono diminuiti molto… c’è stata l’estate di mezzo, e ho iniziato a suonare con mio fratello e Robert. E ho incontrato ragazze che non pretendevano nemmeno di essere mie amiche, ero arrivato a un livello di “libertà” che persino l’amicizia con benefici mi sembrava vincolante… dopo l’estate venni qui, all’università… e la “ritrovai”, non ci sentimmo per un po’, stava con un ragazzo, ero contento per lei, io avevo 19, andavo in giro a suonare con i nostri amici – Andrea lo guarda per un attimo quando sente quel “nostri” - ero diventato una rockstar, - sorride lui - questo aumentò il mio fascino agli occhi delle ragazze a quanto pare e forse quando lei si riavvicinò era molto più interessata dell’anno precedente, ma io non prestavo attenzione a queste cose, credevo di essere stato chiaro, essendo una mia amica però le dissi che il ragazzo che l’aveva lasciata era stato uno stronzo e che lei meritasse di meglio… lì fu la mia rovina, perché temo che si sia convinta del fatto che tra di noi ci fosse qualcosa di più… ma io più che simpatia nei suoi confronti non ho mai provato. Poi quando mio nonno si sentì male, andai con mia madre in Germania per un po’ di mesi, tanto l’università, come avrai notato, non è proprio cosa mia…
- Hai amanti pure oltremare allora!!! – dice Andrea spalancando gli occhi.
- Andrea per favore! Mio nonno era più di là che di qua, e mia madre piangeva ogni giorno, ti sembra che avessi lo spirito di andare a fare “aerobica”?? – Andrea stringe le labbra imbarazzata – le ragazze erano l’ultimo dei miei pensieri, non trovavo nemmeno più il sesso divertente, sentivo più la mancanza delle fumate in compagnia con il gruppo, e mi mancava la musica, questo si… delle ragazze potevo benissimo farne a meno.
- Ma tuo nonno? – chiede Andrea improvvisamente più triste.
- Si è ripreso – sorride lui – ma sono tornato cambiato da quel viaggio, sono rimasto apatico per un bel po’ ho ripreso a fare sport e a suonare ma ho iniziato a evitare di stare con lei perché ho capito che voleva di più, pure se non lo ammetteva, ma io non la ricambio, ho provato a farglielo capire, sono stato anche con altre ragazze nel frattempo e lei lo sa, ma non si arrende all’evidenza.
- Lei le considera tue distrazioni, e sa che tanto poi torni da lei, crede di essere il tuo punto fisso.
- Oh è questo che dice? Tu ti sentiresti il punto fisso di uno che si comporta così?
- Beh io non sono lei, io non avrei accettato nemmeno di essere il tuo parco giochi se è per questo…
- Parco giochi, bella questa… ora non per difendermi, ma avrai sentito Jake dirmi che sono misogino o dell’altra sponda…
- Beh l’hai ammesso tu stesso di essere misogino!
- Lo ero in quel periodo, poi mi è passato, devo dire grazie a mia madre, ho visto come è stata male per suo padre, è una persona sensibile… ho riacquisito un po’ di rispetto, e sono diventato appunto più “selettivo”, se non mi sono impegnato più con nessuno è solo perché non ho trovato nessuna con cui volessi farlo, ma non ho mai preso in giro nessuna, e Jake mi ha conosciuto solo in questa parte della mia vita! Credimi quando ti dico che tra me e lei non c’è niente se non questo tipo di rapporto di cui ti ho parlato adesso, è già da più di un anno che la cosa si è raffreddata a tal punto che le uniche volte in cui è successa qualcosa ero davvero troppo fatto o troppo ubriaco – Andrea alza un sopracciglio, ricorda Mick affermare che Lily si sia approfittato del fatto che lui fosse ubriaco – forse sperava di potersi riavvicinare dopo l’estate, come era stato negli anni precedenti, ma dopo l’estate sei arrivata tu – Mick prova a prenderle la mano, e lei non oppone resistenza, sebbene non ricambi la sua stretta – capisci bene perché a te ho detto solo che con lei ho avuto incontri sporadici e numericamente limitati.
- In realtà no, non lo capisco. Mi hai sempre reso chiaro il concetto che tu fossi già esperiente e aperto mentalmente, quindi perché nascondermi la tua amichetta abituale?
- Perché mi piaci Andrea… non ti ho parlato mai di nessuna in particolare… consideravo fin troppo improbabile che tu potessi avvicinarti ad uno come me, so che non ti fidi, figuriamoci se ti avessi raccontato come mi sono comportato per anni con una ragazza… sono certo che trovi meno degradanti le mie avventure di una notte rispetto ad un rapporto così materiale e così prolungato.
- Sono scelte – dice Andrea, cercando di risultare imparziale, mentre riflette su quelle parole.
- Sono le scelte di un tipo di persona che tu non vuoi accanto a te – aggiunge Mick in tono basso – ho ragione? – chiede Mick temendo l’esitazione della ragazza – vedi? Ho avuto ragione a non volerti dire niente.
- Il fatto che tu non dica qualcosa, non vuol dire che tu non lo sia…
- Ma io NON sono solo così, io non ho più voglia di essere così, lo sai, io ti ho voluto bene e ti ho rispettata sempre anche se a parole non è sembrato, ma ti ho spiegato il perché… perché ti volevo e tu non mi calcolavi e tutti quei ragazzi che ti girano attorno, io li avrei messi tutti sotto con la macchina, perché loro erano amici tuoi, perché loro potevano parlarti e potevano sperare che tu ti interessassi a loro, mentre io no! Andrea, una volta 3 anni, non è questione di tempo! Non mi sono mai interessato a lei, è questo che conta, nient’altro ti deve importare… i miei sono stati insieme 26 anni, e il tempo non è servito a niente…
- Ultimamente mi sembravi più sereno! Non ho più pensato che ci fossero problemi – dice Andrea scioccata dalla rivelazione, saltando sul divano e afferrando il suo viso.
- Beh effettivamente il problema si è risolto, tu ci credi nelle pause di riflessione all’interno dei matrimoni?
- Oh Mick, mi dispiace.
- Non dispiacerti per loro… hai davanti un ragazzo che si è distrutto con le sue stesse mani.
- Perché dici così?
- Perché so che non mi crederai mai, che non mi crederai mai capace di amare qualcuno soprattutto te, e quindi questa è l’ultima volta che ti vedo!
- Vuoi davvero stare con me e rinunciare a tutto ciò che la tua vita da bellissimo ragazzo musicista con tante fan aspiranti groupies ti offre?
- Ti sembro uno felice con quello che ha avuto nella sua vita? – dice fissandola negli occhi, lasciandola senza fiato come ogni volta che fissa intensamente quel verde, quegli occhi così profondi e specchio di un animo a momenti così triste.
- Mick… facciamo una cosa… dimentichiamo, quasi, tutto quello che è successo ok? – Mick la guarda incuriosito dalle sue parole, ma timoroso -  Ora io mi alzo e mi allontano – molto timoroso – poi ci incontriamo qui come se fosse tipo mezz’ora fa… e… io non ho incontrato nessuno in bagno, tu non ti sei intristito per la tua triste vicenda… e ci salutiamo come sarebbe dovuto accadere ad una festa il giorno prima della mia partenza ok?
- Sicura che una volta allontanata scapperai via?
- Parola di scout.
- Sei uno scout? – sorride.
- Lo sono stata!
- Ah ah fantastico, ok… allora mi fido… come se ti stessi appena incontrando hai detto!
- Sì, ricordandoti che siamo all’università però!
- Ah ok…
 
Andrea si alza e dopo due passi sente fischiare alle sue spalle, “Mick!” dice in tono di richiamo
- Scusa, più forte di me!
- Immagino… - dice voltandosi – Mick! – aggiunge con aria fintamente sorpresa – alla fiine sei arrivato!
- Potevo perdermi la creatura dei boschi?
- Tu non ti sei vestito però – Andrea mette il broncio.
- Come no… io sono l’albero del bosco della creatura dei boschi!
- MICK!!!
- Che ho detto? Non vedi i pantaloni marroni e la maglietta verde?!?!
Andrea piega la testa da un lato e lo guarda:
- Ah, è vero… per un attimo ho pens…
- Lo so io a che hai pensato! Furbacchiona! – dice avvicinandosi e stringendola a sé.
- Sei tu che parli in modo ambiguo!
- Mi diverte vederti arrossire!
- Non sono arrossita! – si difende lei – questa volta.
- Allora non hai pensato abbastanza a lungo all’albero! Ecco vedi sei arrossita.
- Scemo!
- È così che saluti il tuo ragazzo? Eh? Pensavo dovessimo trattenerci solo di fronte a Robert e David… ma io qui non li vedo – dice facendo scorrere la punta del suo naso sul collo di lei, inspirando profondamente – e in ogni caso non avrei paura a dirti che sei bellissima e nemmeno a saltarti addosso ad essere sinceri.
- Ahm non mi pare il caso proprio qui…
- Vuoi che ci appartiamo?
- Mick!
- Ti sentirò mai dire quanto sono irresistibile per te? O qualcosa di simile?
- Alimentare il tuo ego? Giammai!
- Il mio ego sta morendo di fame! – dice, mordendole un labbro e iniziando un bacio piuttosto appassionato – mi sei mancata sai? – dice, sentendola appoggiare alla sua spalla.
- Quindi non sono troppo morta?
- Chi ha detto un’assurdità del genere?
- La tua amica!
- Chi?! Non ho amiche io. E comunque questa persona non ci vede bene…
- Tu invece sì?
- Io credo che tu nasconda la tua vera natura!
- Che sarebbe?
- Sarebbe che se ti muovi a letto come ti muovi mentre balli…
- Ancora con questa storia? Ma perché come ballo? – dice Andrea poggiando le mani sul petto di Mick e guardandolo in faccia.
- Oh molto bene Andi, molto bene! – dice afferrandole la testa e baciandola ancora – anzi andiamo a ballare, così chiunque creda che tu sia una ragazzina smorta dovrà ricredersi!
- Ti riferisci sempre al fatto che secondo te ancheggio??
- Proprio questo, sì! – dice aprendo la porta e facendo un paio di passi nella sala dove ancora molti stavano ballando – su vediamo che sai fare.
- Ma ma… io non so…
- Avanti! – dice aderendo al suo corpo e lasciando scivolare una mano – e ora non dire MICK! Per favore… - Andrea resta zitta ma lo guarda al di sopra dei suoi occhiali – allora… pensi che ci vorrà ancora molto? – le dice a un orecchio iniziando a muoversi abbracciato a lei.
- Per cosa? - chiede Andrea incrociando da lontano lo sguardo di Evie sorridente e con il pollice in alto.
- Perché la creatura della foresta si fonda nella natura!
- Ooohh! – sfiata lei, impaziente – non hai detto che il tempo non è niente?
- L’ho detto io? Dannazione!
- Ahahah già! Con questa bella boccuccia!
- Oh un complimento! Mi sento onorato.
- Dai… allora… adoro la tua voce e il colore dei tuoi occhi… solo perché non ti dico quanto ti trovi bello, non vuol dire che io non lo pensi ogni singola volta che ti vedo… e che ti penso!
- Quindi mi pensi?
- Certo…
- E ti piacciono i miei occhi e la mia voce?
- È quello che ho detto… e il tuo naso, ma questo già lo sai, te l’ha detto Evie.
- Ahahah Evie? L’ha scritto lei quel messaggio?
- Ovvio! Oh te ne ricordi…
- I tuoi complimenti sono una cosa rara… me li ricordo per forza!
- Oh… evito solo di farti notare quanto sei bello per non farti montare la testa!
- Wow, fa comunque piacere adesso che lo so! Immagino che per il prossimo devo aspettare la nuova eclissi solare…
- Hai così tanto bisogno di complimenti?! Sei vanitoso…
- In mancanza di altri tipi di apprezzamento fisico…
- Eh… ti pareva! Senti… quando parlavi di ancheggiare… ti riferivi a questo? – chiede mettendosi a ballare spontaneamente al ritmo della nuova musica.
- Oh sì!
- Promettimi che sarai sempre sincero Mick!
- Cos’è mi confondi con i movimenti e poi mi estorci promesse? – la vede prendere un’espressione arrabbiata in un lampo – comunque sì certo che te lo prometto, io sono sempre sincero! E se questo può farti fidare di me allora sì…
- Affare fatto Tyler!

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Capitolo 28
*** Trust ***


‘Tre settimane sono poche’ aveva pensato Mick quella stessa notte guardando l’orologio che, appeso alla parete blu di fronte a lui, con ritmo cadenzato risuona nel silenzio attirando fastidiosamente la sua attenzione. Se lo sente ticchettare dentro la testa, quasi crede di impazzire e più prova a non pensarci più assordante gli sembra.
Un tocco sordo alla porta e questa si apre lasciando entrare David.
 
-  Sei tornato presto? – chiede avanzando nella stanza illuminata a giorno dalla lampadina.
Le pupille di Mick si stringono fino a diventare due fessure, grida piano uno “spegni!!” in stile vampiro accecato.
-   Non ti sei divertito alla festa? – continua l’altro, togliendosi la maglietta e buttando in un angolo le scarpe.
-   Sì, mi sono divertito – dice, tuffando la testa sotto il cuscino per ritrovare un po’ di buio – la sala si è svuotata presto, e ora sono in vacanza!
-   Non mi sembri entusiasta!
-   Di passare il Natale con due separati in casa? Oh hai ragione, dovrei gioire!
-   Capisco – dice David pensieroso, assumendo l’atteggiamento di un affettuoso fratello maggiore – se vuoi possiamo fare un salto dai nonni! Ti è sempre piaciuto il natale in Germania!
-   Certo, tipo a 10 anni… - Mick guarda il fratello sbattendo un paio di volte le palpebre, sempre a causa della luce, poi si volta verso la finestra alla sua destra – forse hai ragione, dovrei andarmene da questa casa – dice fissando il cielo stellato, questa notte non c’erano nuvole – mi viene l’ansia qui!
-   Che guardi?
-   Seconda stella a destra!
-   Cos... – dice chinandosi a guardare dalla finestra – ohh… mi prendi per il culo!
Mick scoppia a ridere mentre David indossa la tuta che usa generalmente come pigiama.
 
-   Sai forse a capodanno suoniamo!
-   Davvero? – dice Mick mettendosi improvvisamente a sedere sul letto, la luce non sembra più procurargli alcun fastidio – oh finalmente una bella notizia!!
-   Già! – annuisce David soddisfatto – sapevo che saresti stato contento!
-   Sono contento che c’è chi apprezza la buona musica e la voglia a capodanno!
-   Invece la musica com’era stasera? – chiede David, spegnendo la luce e mettendosi sotto le coperte del letto sul lato opposto della stanza rispetto a quello di Mick.
-   Oh beh, commerciale, e… molto “da ballo” ok… ho ballato… niente di speciale!
-   Hai ballato il lento Peter Pan?
-   Non c’erano lenti per fortuna!
-   Ancora peggio, hai ballato la musica house?
-   Ho ballato quello che passava il convento!
-   Ma non mi avevi detto di esserti divertito?
-   Sì… grazie alla compagnia – sussurra Mick, un “uhhh” gli arriva all’orecchio da parte del fratello attento e in vena di gossip.
-   E con chi avresti ballato? C’era la tua stalker?
-   Chi? – chiede Mick, sbattendo le palpebre un paio di volte, risvegliandosi dai propri pensieri, allarmato per quello che si è lasciato sfuggire.
-   Lily… la ragazza che ti segue come un cagnolino e a cui tu non rispondi più!
-   Per favore!!! Ne ha combinata un’altra delle sue! Sai che è convinta che noi stiamo insieme da tre anni?!
-   In modo molto figurato, ma sì…
-   Ma sì un corno! Non stiamo insieme io e lei! Mai successo…
-   Cos’è si è presentata davanti la tua nuova fiamma facendo una scenata di gelosia? Ahahah… - David nota l’espressione colpevole di  Mick - aspetta… è successo davvero? – dice guardandolo con occhi spalancati – piuttosto come si chiama questa nuova ragazza? Per questo avevi tutta questa fretta di andare via dalla nostra serata… eh eh eh… avrei dovuto pensarci! Ma sei tornato presto, niente after party con la new entry? Eh?
-   Oddio David, ma che ti sei fatto qualcosa che ti ha fatto diventare iperattivo? Calmati un attimo… - sbuffa rituffandosi indietro sul letto.
-   Ecco che torni ad essere elusivo… come si chiama?
-   Non te lo dico!
-   Eddai! Sono il tuo fratello preferito!!
-   Sei il mio unico fratello… non ho potuto scegliere!
-   Mick! Avanti sai che sono muto come un pesce! E poi conviene anche a te che io sappia chi sia!
-   E perché mai sentiamo??
-   Perché se mai la dovessi incontrare starei attento a smorzare il mio sex appeal così che lei non si innamori di me!
-   Oh gentile, beh non c’è problema, non preoccuparti, se gli piaccio io non puoi piacergli tu!
-   Hai mai notato che siamo molto ma molto simili fisicamente Mick? No, giusto per l’appunto!
Mick borbotta qualcosa esasperato, voltando le spalle al fratello e intimandogli una “buona notte!”
-   Mick Tyler tu non dormi finché non uscirà fuori questo nome!
-   Dormi!
-   Der Name!!
-   Schweig! (taci) E spegni quella sigaretta!
-   Sono intenzionato a fare salotto finché non parli! – dice incrociando le braccia sul petto.
-   Che rompimento che sei Dave! Tanto potrei anche dirti “Robert”, non sai come si chiama quindi che ne sai?
-   Oh caro, cos’è un modo velato per fare outing?
-   Ti assicuro che è una donna, era per dire!
-   Me lo farò dire da Lily!
-   Dave, stanne fuori ok??
-   Qual è il problema??
-   Il problema è che non devi farti gli affari miei!
-   Eh no, sono tuo fratello, devo sapere cosa ti succede, metti che ti viene un altro di quei periodi di crisi se dovesse andare male? Devo sapere se è una brava persona, se, a quanto vedo, ti piace così tanto che vuoi mantenere il segreto di stato sulla faccenda.
-   Apprezzo le tue ansie protettive, ma non devi preoccuparti, lei è una brava ragazza, sono io lo squinternato, l’unico problema è che non accetti di stare con uno come me!
-   Deve essere contenta… non te la fai nemmeno con tutte quelle che capitano, sei selettivo, come dico io… potrei dire che sei un tipo serio, per il genere…
-   Si, sto provando a farglielo capire, apro la finestra! – dice incedendo pesantemente verso la finestra, aprendola e tornandosene a letto.
-   Ahhhhh, fammi indovinare… se la tira perché pensa che tu te la fai con tutte e lei non vuole essere solo un tuo capriccio? Ora capisco perché ti intriga tanto, ti tiene in pugno, decide lei! Non fa la gatta. Brava ragazza chiunque tu sia, hai dato a Mick quello che vuole! Vedi se mi dicessi chi è potrei congratularmi con mia cognata!
-   Se mai diventerà tua cognata, potrei decidere di fartela conoscere un giorno chissà!
-   Wow… il piccolo si è quasi innamorato di una ritrosa.
Questa volta è David ad alzarsi, butta la sigaretta spenta dalla finestra e la chiude. Si avvicina al letto del fratello sedendosi all’altezza del suo fianco:
-   Tu devi averla!
-   Perché ti interessa tanto? – sbuffa Mick esasperato forse più dal fatto che non era riuscito a tenere il segreto più a lungo che dall’interessamento del fratello, dopo tutto non stava ancora insieme a lei, o  almeno non riusciva a capire come stessero effettivamente le cose, ogni volta sentiva come se Andrea mantenesse le distanze.
-   È la prima volta che ti interessa di qualcuno seriamente dopo Allison, è la prima volta che non odi una ragazza così per principio.
-   Mhm… - mugugna Mick, ripensando che Andrea avesse più volte creduto che lui la odiasse.
-   Ti toccherà fare il romantico se vuoi conquistare una ritrosa ed “entrare nelle sue grazie”, lo sai vero?
-   Non ho idea di cosa io debba fare, spero vivamente si convinca presto! Sai bene che non posso fingere in eterno un romanticismo che non mi appartiene… anzi sarebbe meglio che mi apprezzasse per come sono veramente fin da principio! Però ok, so di dover indorare un po’ la pillola… non posso andare lì e sbatterla ad un muro la prima volta.
-   Ahaha bravo, vedo che ci hai pensato anche tu… non sono ancora sicuro di aver capito in pieno se sei più innamorato o ingrifato!
-   Sono mentalmente e fisicamente coinvolto.
-   Bingo!
-   Ora puoi dormire, lasciami in pace alle mie paranoie mentali notturne!
David si alza e fa due passi verso il suo letto, ma mentre Mick sospira si volta ancora:
-   È maggiorenne vero Mick??
-   Ma certo!!
-   No siccome… hai detto “prima volta”, mi sono immaginato fosse una ragazzina…
-   Vedo che le paranoie mentali sono genetiche in questa famiglia…
-   Buona notte! – dice, decidendosi a rimettersi a letto, Mick si volta di nuovo dandogli ancora le spalle quando lo sente bisbigliare – una sexy verginella…
-   Dave! Vuoi chiudere il becco o no?? Sto cercando di dormire!!
-   Mick!!! – David balza dal letto per l’ennesima volta.
-   Ma che ca** ti ha morso la tarantola stanotte??? Ora mi stai davvero rompendo le palle David!!  - se lo ritrova addosso, le mani che gli premono le spalle sul materasso e gli occhi puntati.
-   Tu!! Vuoi farti Andrea!!
-   Io cosa?! – ribatte lui preso dall’ansia.
-   Confessa! È lei! E io l’ho sempre saputo!!
-   Vuoi abbassare quella voce del ca**?? Perché dovrebbe essere A-Andrea??
-   Stai sempre a litigare con lei! Per andare in camera sua! Poi sparite e poi uscite insieme con una faccia pacifica!! Però pensavo che ci prendeste tutti per il culo e ci aveste già dato dentro di santa ragione!
-   Ti stupirò! Siamo amici e ci teniamo! – farfuglia, imbarazzato, mentre la pressione gli sale alle stelle all’udire un “darci dentro di santa ragione”, cerca di non cadere in pensieri sconci mantenendo una parvenza di contegno.
-   Ceeerto… non te n’è mai fregato niente di nessuno se non di me!
-   Ecco, prima che cambi idea sta un po’ zitto!
-   Chi l’avrebbe detto che la santarellina amica di tutti fosse il tuo tipo ideale! – sorride David che pare trovare la cosa esilarante, mentre Mick si libera dalla presa mettendosi a sedere – magari la sua calma bilancia la tua rabbia, però Mick devi essere serio, non vorrei che dopo aver pugiato il biscotto vuoi cambiare tazza!!
-   Perché pensi pure tu che io faccia così schifo? Alle altre l’ho sempre detto chiaro in faccia, non mi farei problemi a dirlo ad una in più! Evidentemente non è quello che voglio fare!
-   Che tenero, ora che hai trovato una persona che ti stimola anche i neuroni oltre che i vasi sanguigni, il tuo amico dei piani bassi non vuole più fare il passepartout!!
-   La serata delle metafore?!
-   È una fortuna che la voglia di scioccare la piccolina di casa mi sia passata…scherzo Mick!! – dice appena il fratello gli afferra la maglietta irrigidendo la mascella – volevo la conferma che stavamo parlando proprio di lei! Eh eh eh ti sei fatto fregare! Stavi per darmi una testata?
-   Stupido idiota!
-   Avanti fratellino, non te la prendere, sul serio scherzavo, i miei apprezzamenti su Andrea non sono mai andati tanto oltre!
-   Già però il suo lato B lo hai apprezzato da subito!!
-   Ahahaah beh le cose belle si guardano!
-   Dave non fare lo stronzo!
-   Su non ti arrabbiare, sono contento per voi, voglio bene a tutti e due!
-   David! Due regole!! – dice, mostrando due dita davanti al naso del fratello – numero unooo: Robert non deve sapere niente di niente!!
-   Ok rispetterò i vostri tempi…
-   Perfetto!
-   E la numero due??
-   Non guardare mai più il culo alla mia ragazza!!
-   Ahahaah ok posso farcela! Buona notte!
-   Seh… buona notte… era una buona notte se dormivi dall’inizio!!
-   Su che l’andiamo a trovare! – dice dirigendosi finalmente e per l’ultima volta verso il letto.
-   Che vuoi dire?
-   Che troveremo il modo di farci invitare da Robert!
-   Dave, Andrea non deve sapere che tu sai!!
-   Ma io non glielo faccio capire, Robert è un mio amico o no? Non posso essere invitato nella sua città? Non sarebbe la prima volta!
-   Va via anche Robert?
-   Sì…
-   Per tre settimane…
-   Oh ora fai il depresso… lo sapevo!
-   Buona notte!
-   Fidati di me, non lo dico a nessuno… se non ti fidi di tuo fratello, come puoi pretendere che una signorinella come lei si fidi di un dissociato come te?
-   Beh lei è buona non c’è un vero motivo per cui ami particolarmente gli esseri umani!
-   Stando a quello che hai detto non mi pare che questo suo amore l’abbia condotta a concedersi a te…
-   Touchè.
 
 
 
 
 
 
È singolare la percezione del tempo, è scandito in modo oggettivo e regolare, ma soggettivamente acquista dei ritmi propri che dipendono da chi li sta vivendo:
‘Tre settimane si vacanza volano in un batter d’occhio, tre settimane di attesa sono troppe! E ne è passata poco più di una’, Mick ragiona in questo modo mentre fuma sul davanzale della finestra nella sua stanza seduto su un mega pallone un po’ rovinato e pieno di gomma piuma che gli fa da poltrona da quando aveva più o meno 7 anni; la sola idea di dover aspettare un’altra volta tanto lo opprime. Avesse dato retta a David a quest’ora se ne starebbe in qualche piazza piena di neve a bere vino caldo in un paesino della Germania dove i suoi nonni lo starebbero coccolando come se fosse ancora un bambino in fasce… e la prospettiva non gli sembra poi poco allettante, soprattutto adesso che ha scoperto che anche Andrea è oltre manica, una partenza improvvisa, un regalo di Natale di una sua vecchia zia o chissà chi.
 
Oggi deve ammettere di sentirsi un po’ più sollevato, il concerto di capodanno l’aspetta e lo terrà impegnato, in più ha scoperto che il “lui” con cui Andrea ha passato gli ultimi due giorni è un simpatico cuginetto di 5 anni; tutto sommato è tranquillo e ogni tanto, “quando il wi-fi permette” aveva più volte specificato Andrea, qualche messaggio lontano da occhi indiscreti mandato dal suo nuovo smartphone lo aiuta di certo. Ora che ci sta pensando, decide di comunicarle la sua gioia per l’evento della sera.
 
>Ti ricordi, vero? Che suoniamo stasera!”
 
>Per ricordarlo, qualcuno avrebbe dovuto già dirmelo… D:
Cmq è una bella notizia! Dove?
 
>ops... e Sì, fantastica notizia! Ti prende il wi-fi? Un posto dall’altra parte della città, vicino lo stadio, più o meno.
 
> oh bene, quindi hai trovato cosa fare l’ultima notte dell’anno! Suonare! E sarai pure felice almeno! Sì il wi-fi a casa funziona è per strada che qui non ne trovi da nessuna parte!!
 
> sei arrabbiata?
 
> ma no :D sono contenta per te! E perché mi prende il Wi-fi!
 
> tu invece?
 
> con mia cugina Alessia, a quanto pare fanno qualcosa in centro, concertino anche per me, non sarete voi, ma vi penserò!
 
> Gli italiani sono proprio come li descrivono? Non perdono tempo a provarci con le straniere?
 
> Non sembro abbastanza straniera forse, passo inosservata!
 
> Non posso dire che mi dispiaccia…
 
>tu piuttosto???? Primo dell’anno all’insegna di sesso, droga e rock ‘n Roll??
 
> Mitico vero??
 
> Mick!! :@
 
> Stai tranquilla! La mia chitarra, la bottiglia e qualche cosa avvolta in cartine bianche saranno le mie uniche compagne! Devo pur sopperire l’assenza di una presenza femminile accanto a me!
 
> mhm… non mi piace!
 
> Cosa? Che cerco sostituti alla tua presenza nell’alcohol?
 
> Non lo so… poi sei ubriaco, fumato, arrapato e ci saranno tante belle papabili groupies che vorranno allietare la tua nottata! Mi ricordo che hai i coretti da stadio tra le fan del gruppo L
> Lo sai che è proprio bello quando fai la gelosa?
So anche che se combinassi qualche cazzata potrei dimenticarmi il tuo nome e non ci tengo! Quando torni dovrai sopportare la mia presenza e magari prima o poi festeggiamo!
 
> tu mantieniti un minimo lucido Mick…
 
> Andi, avanti, fidati di me!
 
> Ma sì, non sto dicendo che devi necessariamente comportarti male VOLONTARIAMENTE! Ma di sicuro se c’è qualche bellissima stangona lì disponibile e tu sei strafatto e non capisci… sappi che io mi arrabbio lo stesso! Uomo avvisato!
 
> Se faccio il bravo, quando torni ho qualche premio? Ahahah.
 
> senti… non è che mi devi fare un favore… e poi non dovrebbe essere una rinuncia così grossa se ti interesso quanto dici!
 
> uffa… non c’è bisogno di alterarsi, stavo scherzando. E comunque si parlava di me, cercavo di ottenere qualcosa u.u non devi per forza rigirare le cose a tuo favore :p
 
> otterrai qualcosa, la mia fiducia!
 
> questo tuo mettermi in discussione potrebbe offendermi sai?
 
> E allora offenditi!!!
 
Mick sorride divertito immaginando Andrea con un piede puntato a terra e l’espressione di una bambina indispettita. Alza un sopracciglio quando, dopo un minuto di silenzio, riceve un altro messaggio:
 
> Mick davvero, per favore, non fare niente…
 
> ti ho già detto che puoi stare tranquilla… comunque fa piacere vedere che di me in fondo in fondo ti freghi davvero qualcosa, dato che davanti a me che ti comporti come se fossi trasparente…
 
> cos’è ti è tornata la fissa di volerti sentir dire complimenti??
 
> Ma no Andrea, cosa ti fa pensare che io possa voler sentire qualcosa di buono nei miei confronti da parte tua? (si sente l’ironia?)
 
Andrea sorride un po’ pensando ad un Mick desideroso di approvazione, forse il tenerlo sulle spine la diverte proprio perché non gli è possibile fare lo sbruffone come suo solito, non sapendo minimamente quanto lei se ne senta già profondamente legata
 
> fai il bravo, tanto poi torno e giuro che se fai qualcosa… ti castro!
 
>oh ooohhh!
 
> oh oooh cosa? Non sfidarmi sai?
 
> potrei farlo se questo ti portasse ad aver a che fare con i miei gioielli di famiglia, anche se per circostanze assai macabre…
 
> tu sei un pervertito, il caso è chiuso!

> un pervertito fedele! ;)
 
> torno a giocare con mio cugino! Divertiti stasera!
 
> Andrea, ti odio quando non devi darmi la minima soddisfazione!
 
> mi manchi un po’…
 
> ook, ora ti odio un po’ meno…
 
 
 
 
-   Tu sei innamorata persa!! – bisbiglia in modo concitato Alessia, vedendo la faccia della cugina…
-   ah ah… tu dici? mhm per fortuna lui non se ne è ancora accorto...
-   Beh deve essere un tipo piuttosto distratto allora…
-   Credo di essere io la causa, quando sono con lui vado sulla difensiva e non riesco a mostrargli pienamente quanto mi piaccia, il che è un bene, visto che lui è piuttosto sbruffone! Così non da tutto per scontato da subito, e impara che le cose se le deve guadagnare… non gli fa male per una volta avere una che non sbava ad ogni parola che dice, o che almeno non glielo dia a vedere ahaha, d’altra parte penso che quando tornerò a casa, dovrò cercare il modo di farglielo capire così che non pensi che davvero mi importi poco di lui, o in modo superficiale… dopo tutto lui sta dimostrando qualcosa…
-   È casanova in genere?
-   Molto… e io davvero sto iniziando a credergli, dopo tutto chi glielo fa fare? Se mi sta dietro così deve essere partito di testa per davvero… lui pensa che io non lo capisca, e devo essere sincera, me ne sto rendendo conto solo ultimamente e a poco a poco…
-   Capisco… come siete romantici!Me lo fai vedere o no questo Mick di cui mi parli da 4 giorni???
-   Ok… ecco, aspetta… ecco è lui.
 
Andrea passa alla cugina il suo cellulare dove ha selezionato una foto di Mick dal suo profilo facebook, che lo ritrae con lo sguardo basso, un’espressione sprezzante e seria seduto su quella che dovrebbe essere la gradinata fuori dalla facoltà, con le braccia attorno alle ginocchia.
 
- TU esci con QUESTO?
-   “Questo” in senso “questo bestione” o in senso “questo modello” ? e “tu” in senso buono o in senso “una poveraccia come te”?  - chiede Andrea allarmata guardando la foto e la cugina alternando occhiate preoccupate e speranzose.
-   Tu in senso “mia cara cugina dagli amici sorprendenti” e “questo” inteso come “montagna di uomo con faccia arrabbiata, ma che fa figo!”
-   Ahm… beh… sì così pare… siamo troppo diversi non è vero? – Andrea si lascia sfuggire una sbuffata malinconica.
-   Macché! Capisco che sei incerta, visto che pare uno con un grande seguito, ma se uno così ti dice che ti pensa e che ti aspetta e che non vuole perderti, non so, io mi ci tufferei tra le braccia! E non mi allargo perché è il tuo tipo…
-   Ahahah ahm beh…
-   Deve essere bravo eh? Eh?? – Alessia da un colpo di gomito ad Andrea insieme ad un’occhiata ammiccante.
-   Ah beh, non so… non lo so… - risponde Andrea imbarazzata.
-   Non lo sai?!? E te ne stai qui a giocare con Gabriele? Tu sei una pazza!
-   Ahaha lo dice anche Evie… una mia amica dell’università – continua vedendo lo sguardo interrogativo della ragazza.
-   Beh ha ragione!
-   Beh sì, forse, ma che ci posso fare? Ho scoperto da poco che sia interessato a me, prima mi trattava solo male…
-   Che carino, il bulletto dell’asilo che per dirti “ti amo” ti da un pugno sul braccio hahaha
-   Beh, immagino che sia andata così…
-   Quindi fa la rock star!
-   Oh sì e ci riesce!
-   Ahahah beh capisco che tu sia gelosa… ma quando torni da lui facci un pensierino!
-   Ahahahah oh beh io i pensierini li faccio, è di presenza che ho qualche problemino…
-   Non ci pensare troppo, sarete contenti entrambi. Oh, sono le 12:00, mi sono persa Dr House! Mannaggia! 
Esclama Alessia accendendo la tv e sbuffando, mentre Andrea sorride, prima di iniziare un lungo e profondo ragionamento.
 

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Capitolo 29
*** Come back ***


E dopo una lunga assenza finalmente riprendo in mano la penna! sperando che qualche santa anima che mi leggeva, non se ne sia pentita! :) (se ci sono errori perdono)





Il primo giorno dell’anno ha una peculiarità: si attende molto a lungo e va via in fretta come nessun altro, soprattutto perché dopo cenoni, veglioni e nottate, in genere si dorme tutto il giorno per poi risvegliarsi ancora un po’ rintronati nel pomeriggio avanzato.
Oltre che rintronato David si sveglia affamato a casa di Robert. Lo ritrova in soggiorno mezzo scivolato sul divano con la tv accesa su un canale di televendite a volume minimo.
-    Buongiorno! E Buon Anno! – esordisce vedendo poi il biondo amico sobbalzare facendo precipitare il telecomando sul tappeto ai suoi piedi.
-    Ciao Dave!  - sbadiglia Robert, guardando l’orologio al suo polso – è l’ora del tè! 
-    Del tè?!? Io mangerei volentieri una teglia sana di quelle lasagne preparate da Andrea un’eternità fa! – sorride David, entrando in cucina e iniziando a rovistare negli stipetti fino a fermarsi con espressione realizzata davanti alla confezione della torta al cioccolato preferita della ragazza.
-    Dov’eri finito tu? – chiede curioso il cantante a Mick che scende le scale rumorosamente e stiracchiandosi.
-    Non ricordi che ieri sera ero con voi?
-    Sì, ma credevo ti fossi imboscato da qualche parte con la brunetta…
-    Quale brunetta?! – chiede Mick con aria allarmata e incredula, bloccandosi di colpo.
-    Quella che ti si è strusciata addosso per due ore alla fine del concerto…
-    E-e io dov’ero??
-    Eri proprio dietro la brunetta caro, non ti ricordi?
-    Devo aver bevuto troppo – dice, preso da un improvviso sconforto guardando David.
-    Sei tu che non ricordi Rob! – interviene allora il fratello maggiore – in realtà è stato Mick a pagarci il taxi per tornare a casa… quindi mi pare ovvio che fosse con noi al ritorno.
-    Oh davvero hai pagato per noi? Grazie amico! – sorride il padrone di casa, alzandosi finalmente dal divano e procedendo verso Mick ancora al centro del soggiorno.
-    Pre-prego.  – risponde lui con lo sguardo un po’ perso mentre infila una mano nella tasca dei jeans che indossa dalla sera prima, trovandovi  dentro un pezzo di carta; poi porta l’altra mano alla tasca posteriore.
-    Dave hai per caso visto se oltre a pagare ho lasciato l’intero portafogli nelle mani del tassista? 
-    Forse ti è caduto nel letto! – risponde lui, dopo aver negato con la testa.
-    Te lo cerco io! Ho bisogno di cambiarmi vado in camera mia! – propone Robert balzando sulle scale che portano al piano superiore – voi cucinate qualcosa!
I fratelli Tyler lo guardano con un sopracciglio alzato, poi entrano in cucina in silenzio, ma senza la minima intenzione di mettersi ai fornelli. Mick poggia le mani sul tavolo e inizia a tamburellarne la superficie in legno.

-    Ho combinato qualcosa ieri al locale?
-    Mick tranquillo non è successo niente…
-    Ho fatto qualcosa?! – ripete a denti stretti.
-    Penso che quel succhiotto sia l’unica cosa che tu abbia ricevuto.
-    Quale?? – Mick prova a guardarsi la spalla, ma ovviamente non riesce a vedere niente, allora si passa una mano sul collo e prova a specchiarsi su un cucchiaio abbandonato sul tavolo – C**!
-    Ti ho detto che non è successo niente fratellino!
-    Questo ti pare niente??
-    Sì, mi pare esattamente niente! Era seduta sulle tue gambe e ha iniziato a baciarti il collo, ma le tue labbra erano inesorabilmente impegnate con la bottiglia di birra, e quando hai finito di bere ti sei alzato senza fare troppi complimenti e dicendo “io me ne devo andare”! E poi noi abbiamo approfittato del tuo taxi, ti assicuro che non hai fatto niente di male, pur essendo ubriaco fradicio, visto che non ricordi nemmeno la presenza di questa ragazza.

-    Mick! In camera mia il tuo portafogli non c’è! – grida Robert in lontananza.
-    Non ho dormito in camera tua! – risponde Mick riprendendo la posizione eretta e passandosi una mano tra i capelli.
-    E dove allora?? – continua l’altro
-    Da Andrea! 
-    Come da... ma sei pazzo?? Come ti viene in mente di entrare in camera sua? Ora le lavi tu le lenzuola! Sperando non si inca**!
-    Ormai l’ho fatto! Cerca lì! – risponde Mick severo, più verso se stesso, “ormai l’ho fatto” si ripete in mente – mi aveva pregato di non fare niente! Sono davvero così poco affidabile?? – continua bisbigliando.
-    Ma niente è ciò che hai fatto! Te ne sei andato!
-    Sei sicuro Dave? Magari eri ubriaco anche tu e mi hai perso di vista per un po’!
-    Sono sicuro, anzi direi che non vedessi l’ora di buttarti in quel letto, al punto di fregartene delle provocazioni di Jake che ti voleva trovare compagnia a tutti i costi.
-    Oh quello me lo ricordo! Vagamente ma me lo ricordo…
-    Comunque io quelle lenzuola le laverei davvero… guarda come sei ridotto!
Mick abbassa lo sguardo verso la maglietta che indossa
-    Faccio un po’ puzza di sudore eh? – prova a sorridere
-    Un po’ … 

-    Sotto il letto! Tieni! – Robert alle spalle di Mick gli consegna il tesoro ritrovato.
-    Grazie Rob!
-    Ma non avete cucinato! – osserva con divertito disappunto.
-    Io ho bisogno di farmi una doccia… - si giustifica Mick, mentre si defila dalla cucina.
-    Vai di sopra! E mi raccomando usa l’accappatoio della mia coinquilina a sua insaputa già che ci sei! – dice sarcastico.
-    Uso il suo lenzuolo! Tanto ormai devo lavarlo!
-    Spera che non lo venga mai a sapere piuttosto! Andrea ha delle teorie tutte sue sui letti!
-    Cioè? – chiede Mick incuriosito fermandosi e sporgendosi dalla scala per guardare Robert in faccia.
-    Quando è venuta a vedere casa, prima di trasferirsi, è entrata pure in camera mia, ma non ha voluto sedersi sul mio letto perché, a suo dire, è “il mio regno”, uno spazio personalissimo che non può essere violato! – dice con enfasi – e tu ti ci sei fiondato dentro in versione fogna!
-    Ahahahah magari aveva paura che tu la “violassi” Rob! – ride David – non mi pare abbia mai fatto tanti problemi a Mick, una volta gli ha volontariamente offerto il suo letto per farlo riposare prima della partita!
-    È vero! – Rob corruga la fronte – beh, allora ti ama! – sorride divertito, David scoppia a ridere e Mick assume la sua tipica aria da schiaffi, per nascondere il suo momento riflessivo.
-    Beh, come darle torto? Ha bei gusti la ragazza – afferma gonfiando il petto in modo vistoso.
-    Sì, certo! Considerando il modo pietoso in cui la tratti, non ne capisce proprio un bel niente… se fosse!
-    Non fare il fratello maggiore! Dopo tutto non lo sei!Mi vado a lavare! – detto questo Mick continua a salire le scale. Robert allora rivolge uno sguardo a David.
-    Ma si è offeso per caso?
-    Io non dico niente – David alza le sopracciglia.
-    Tu sei sempre convinto della tua teoria dei bisticci amorosi tra quei due?
-    IO… non dico niente! Cuciniamo!








-    Non vedo l’ora che questo coso vada via una volta per tutte! 
Mick è fermo davanti lo specchio del bagno intento a radersi.
-    Oppure puoi farti allungare la barba in modo da coprirlo! Comunque è quasi scomparso… 
-    Quasi non vuol dire del tutto! E più lo vedo più mi maledico per essere stato così deficiente!
-    Se continui a raderti lo stesso punto quella macchia sarà il tuo ultimo pensiero, e dovrai invece preoccuparti di un trapianto di guancia! Rilassati Mick… se vuoi glielo dico io che non hai fatto niente!
-    Tu non lo dovresti nemmeno sapere! – gli rivolge un occhiata gelida.
-    Allora glielo dici tu, se la cosa ti assilla così tanto, nemmeno avessi fatto un’orgia.
-    Sei pazzo?? Si fida già poco di me! E se l’avesse fatto lei? Se avesse avuto addosso un ragazzo mentre ballava? Uno che le avesse pure lasciato un segno sul collo??
-    Beh anche in quel caso non sarebbe niente, perché non avrebbe fatto niente!
-    Perché tu non hai visto Andrea ballare! – dice indicandolo con il rasoio, mentre David si appoggia allo stipite della porta del bagno incrociando le braccia.
-    Ah è così?
-    Non fare quel sorriso marpione tu!
-    Facciamo così, per alleviare il tuo senso di colpa, quando torna io ballerò con lei sotto i tuoi occhi e tu non dirai niente… così pareggi il conto, sei facilitato sono tuo fratello non puoi essere geloso, ma siccome tu sei uno squilibrato, non do niente per scontato…
-    No no no! Anzi sarebbe peggio! Perché se a me salisse il sangue al cervello con te, figurarsi lei se sapesse che una sanguisuga mi si è buttata al collo!
-    Ma lei non lo sa! Anzi torna, è contenta di vederti e le hai già detto di aver dormito nel suo letto, quindi sa che hai dormito! Da solo! Non fare la ragazzina complessata!
-    Spera che questo maledetto “livido” passi in massimo 2 giorni!
-    Quando torna lei?
-    Non lo so! Non l’ho sentita molto in questi giorni… non ha sempre internet a disposizione… credo torni tra 5 giorni!
-    Mhm ce la fai a “guarire”!
















Tanto è immobile nell’aria gelida di questo 10 gennaio, che pare sia stato lì fermo ad aspettare che ogni singolo minuto di quei  5 giorni passasse, senza curarsi del fatto che presto sarebbe morto assiderato. -6 gradi non sono proprio la temperatura adatta ad aspettare fuori, soprattutto quando dietro la porta c’è una stanza con +23 e tanti comodi posti sicuramente meno umidi di quella panca gelata da 7 cm di neve.  In realtà è uscito dalla palestra da meno di un quarto d’ora,  visto che d’altronde, di frequentare le lezioni di psicologia del lavoro non se ne parla proprio. È rimasto alla fermata del tram che lo porterà al centro. Poi ne prenderà un altro e questo lo porterà al campus. Al campus, al contrario di lui, lei sta sicuramente seguendo una delle lezioni appena ricominciate. È il primo giorno dopo la pausa natalizia e Andrea è andata direttamente all’università quella mattina, per questo Mick ha deciso di andare a sfogarsi in palestra, per ammazzare il tempo e scaricare la tensione, dopo tutto sarebbe stato un ritrovarsi dopo tanto tempo anche per lui, che sotto sotto, senza cuore non è.






-    Lo sapeeevoo lo sapevo che ti avrei trovato qui!! Lo sapevo!! Ciao Mick!! - Andrea saltella urlicchiando queste parole mentre incede verso la macchina posteggiata al solito posto – questa volta non mi hai fatto paura come l’ultima volta! Quando credevo fossi un pazzo maniaco, cioè, effettivamente sei un pazzo maniaco, ma ti avevo scambiato per un pazzo maniaco sconosciuto! Invece questa volta ti ho riconosciuto subito!! – detto questo a velocità supersonica, Andrea si piazza davanti al viso perplesso di Mick, che con la testa piegata sulla destra, stile cagnolino che non comprende la situazione, la guarda attonito, prima di scuotersi e riconnettersi alla realtà.
-    Parli male Andrea… ti è venuto un accento strano! 
-    Grazie mille, dimenticavo che oltre ad essere un pazzo maniaco sei un maleducato! – dice portando le mani ai fianchi e vedendo spuntare un ghigno malizioso sul suo visto – è questo il tuo primo pensiero nel rivedermi dopo3 settimane che non ci vediamo??
-    No, questo è il terzo, il primo pensiero è stato “finalmente sei tornata, straniera!” – dice, accorciando le distanze e prendendole il mento tra due dita.
-    Mhm, così va meglio… aspetta e il secondo qua…
Mick non le lascia terminare la domanda, tirandole indietro la testa afferrando i suoi capelli e coinvolgendola in un bacio che dica tutto di quanto gli fosse mancata e quanto l’avesse aspettata.  Senza nemmeno badare a essere troppo delicato la prende in braccio per poggiarla subito dopo sul cofano anteriore della macchina.
-    Mick sei impazzito? – Andrea lo guarda scioccata.
-    Volevo verificare che non avessi dimenticato la lingua in Italia!
-    Ah… il doppio senso è voluto vero?
-    Sei pure intelligente!  - sospira Mick al suo orecchio, prima di afferrarle di nuovo la testa e scendere sul collo e sfiorarle la pelle con i denti.
-    Senti, Emmett…
-    Chi diavolo è Emmett? – Mick si blocca immediatamente non allontanandosi di un millimetro dal collo di Andrea.
-    Emmett Cullen…  il fratello di Edward… il vampiro di Twi…
-    Ahhh… quello! Aspetta… l’hai detto perché ti ho quasi morso il collo? – Mick si raddrizza guardandola di traverso. Andrea arrossisce alzando le spalle e stringendo le labbra con lo sguardo basso. – e poi… non sono degno nemmeno della parte del protagonista?!
-    Oh ma Emmett è più macho! È sportivo e ha due spalle… insomma l’altro gli fa un baffo… pensavo ti rappresentasse di più!  - sorride Andrea.
-    Mhm…  ok allora posso riprendere da dove ho interrotto…
-    Ahm veramente… sto congelando… sai al paese dei miei zii c’erano 15 gradi… mi sento un po’ ibernata qui fuori! Non vorrai che mi prenda un malanno vero? – dice Andrea scendendo dalla macchina – e poi questo è un parcheggio pubblico, non vorrei dare spettacolo… è giorno!
-    Andrea hai rovinato un momento perfetto! – dice lui seccato, indietreggiando di un passo e voltandosi a darle le spalle. 
-    Mi sei mancato Mick… - risponde passandogli le braccia intorno alla vita e poggiando la sua testa tra le scapole di lui, Mick le stringe entrambe le mani in una sola delle sue.
-    Anche tu mi sei mancata.
Anche se non può vederlo in faccia, Andrea capisce dal tono della sua voce che non è davvero arrabbiato.
-    Dì la verità, non sei qui per vedere me, ma solo perché ti serve l’ennesimo passaggio, eh? – scherza lei, aprendo la macchina, mentre Mick si avvicina a lei, prendendole le chiavi e spostandola di peso, intimando con uno sguardo “guido io”.
-    Allora, dove si va? – le chiede appena Andrea seduta inserisce la cintura di sicurezza.
-    Non saprei… avevi qualche idea?
-    La mia idea l’hai miseramente rovinata un minuto fa!
-    Ah… ehm… potremmo andare a mangiare qualcosa ad esempio!
-    Ok… mangiamo! – dice mentre in retromarcia esce dal parcheggio.
Andrea approfitta della vicinanza del viso di lui per dargli un altro bacio.
-    Guarda che se mi distraggo andiamo a tamponare qualcuno! – sorride lui, fermando la macchina.
-    Scusa, non lo faccio più! – si imbarazza lei, prendendo un colorito acceso, lo osserva togliersi il giubbotto e accendere la stufa.
-    Non so guidare imbacuccato come un eschimese… - si giustifica lui.
-    Sei stato in palestra?
-    E tu come lo sai?
-    Hai le vene delle braccia gonfie!
Mick abbassa lo sguardo sui suoi avambracci scoperti, annuisce sorridendo.
-    Wow che osservatrice… allora fai solo finta di non accorgerti di altri gonfiori – afferma pungente, scoppiando a ridere pochi secondi dopo, vedendo il volto di Andrea diventare nuovamente rosso.
-    Vogliamo uscire da questo parcheggio? Ho fame! – commenta brusca, intenta a ignorare il commento, tuttavia Mick continua ad avere un sorriso divertito.
-    Bentornata Andi.

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Capitolo 30
*** Regret ***


-E quindi è qui che vivi tu! Wow, un bilocale tutto per te… libera e spensierata!
-Bello vero?
-Poi si vede che è casa tua, è così… originale, sa proprio di te Evie!
-Ti ringrazio, è quello che speravo!
Andrea gira su se stessa guardando l’ambiente attorno a lei, dai soprammobili alle tende colorate, dalle fantasie sulle pareti al divano di pelle blu sul quale decide di sedersi.
-È bello rivederti Andrea! Soprattutto perché ho delle cose da raccontarti!
-Uh ad esempio??
-Ad esempio che a Marzo vado a vedere la settimana della moda di Parigi!
-Ah ma allora è confermato?
-Sì! E poi resto in Francia tre mesi a fare uno stage! Proprio come speravo!
-Oddio… sono contentissima per te! Ma questo vuol dire che mi lasci qui da sola tra 3 mesi!!
-Oh non sarai sola, hai un ragazzo adesso, no? A proposito come sta il nostro chitarrista?
-Bene, direi bene…  - afferma con lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi sgranati.
-Uhhh… ci sono novità anche su questo fronte? – con la sua solita eleganza e dei movimenti  fulminei Evie si siede a sua volta sul divano, portandosi le ginocchia al petto e passando le braccia attorno alle gambe.
-No, non proprio… direi che stiamo ufficialmente insieme…  cioè è chiaro ad entrambi almeno, visto che nessun altro oltre te lo sa…
-Oh non vuole dirlo in giro? – chiede con sguardo attento.
-Veramente sono io…
-Mi sfugge qualcosa! – afferma Evie passando le dita tra i suoi corti capelli biondi – comunque all’uni lo sanno già un po’ tutti, vi hanno visti alla festa prima delle vacanze!
-Si ma, fuori va bene, anzi meglio! Così magari vecchie fiamme non tentano di tornare alla ribalta, ma… cioè, sai mi vergogno un po’ a pensare che suo fratello e Robert sappiano di noi, mi sentirei costantemente osservata visto che sono spesso e volentieri a casa nostra… non mi piace l’idea di sentire risolini o ricevere occhiate furtive per ogni cosa che dico o faccio.
-Perché secondo te i tuoi amici lo farebbero?
-Sì, secondo me sì! Lo fanno già adesso… credo che David sospetti qualcosa, visto che in passato abbiamo litigato e ci siamo fatti dispetti e poi miracolosamente facevamo pace e tutto andava bene.
-Eh sì, direi che era ovvio agli occhi di tutti tranne che ai vostri. Chi si assomiglia si piglia!
-D’altra parte io e Mick non siamo poi proprio uguali!
-Beh ci mancherebbe… ma va bene comunque! Ti dispiace se fumo?
-È casa tua – sorride Andrea, poi sospira tirando indietro la testa.
-Cosa c’è? – chiede Evie dopo aver aspirato – che avete fatto?
-Niente! – risponde prontamente l’amica – siamo andati al cinema…
-Oh, filmettino romantico?
-Ahaaha sì certo! Per farlo fuggire via all’istante. Era un horror!
-Ohhh quindi ti sei aggrappata a lui nel momento di massimo terrore?
-Sfortunatamente per lui non sono quel tipo di ragazza, se queste fossero state le sue intenzioni… io non ho paura di questo genere di film…
-Eh però… pure tu devi collaborare ogni tanto! – Evie si sbatte una mano in fronte.
-Lo so, e mi pento di non aver approfittato in maniera più proficua della penombra! Non posso farci niente, mi blocco! – si giustifica lei.
-Ci ha provato? – chiede assottigliando gli occhi, con un sorrisetto divertito stampato sulle labbra.
-Beh lui ci prova sempre… stava per spalmarmi sulla macchina appena mi ha vista, al ritorno dalle lezioni il primo giorno! Poi l’ho chiamato come uno di Twilight e approfittando della confusione e dell’allontanamento sono scesa… e mi sono fatta portare a pranzo.
-Come tenere un uomo in pugno. – Commenta Evie – puoi aprire la finestra un attimo? E al cinema che ha fatto allora?
Andrea si alza e apre, per poi tornare sul divano, accavallando le gambe e dondolando un piede.
-Al cinema mi ha tenuto la mano, ci siamo fatti due risate per una scena piuttosto assurda e…
-L’hai conquistato! – si inserisce lei.
-Sì, - Andrea sbuffa divertita – e poi ho notato quanto sono ampi i suoi pettorali, e non ho più pensato al film!
-Ah-aaaaaaah! Lo ammetti! Brava brava Andrea! E poi?
-E poi niente! Ho nascosto la mia agitazione nel buio della sala! Ma è così bello! – piagnucola Andrea.
-Sei un caso perso! – afferma convinta Evie, spegnendo la sua sigaretta – cioè allora non hai gli ormoni in pensione… funzionano pure a te! Perché quella faccia sofferente? Come se non dipendesse da te!
-Sììì funzionano eccome, forse meglio di prima, mi piace il suo odore, mi sento un cane a volte! Però al momento di restare soli me la faccio sotto! Mi innervosisce!
-Ahaha povero Mick!
-Povero Mick?? Povera me!!
-No, povero lui, che pensa di non avere effetto su di te! Almeno tu lo sai che lui è impaziente di arrivare in terza base, pensa lui che vede te indifferente nonostante si pompi in palestra dalla mattina alla sera, faccia il dolce e il simpatico, e il paziente soprattutto!
-Eh… - Andrea sembra rifletterci su – detta così sembra brutta come situazione…
-È quello che è!
-Aiuto! – Andrea si copre il volto con le mani mentre Evie assume uno dei suoi sguardi da “mi sto organizzando” – non mi piace l’idea che si senta ignorato, insomma gli sto appiccicata!
-Il che rende le cose più difficili per lui! Prova a dirglielo ogni tanto…
-Cosa? Che mi piace?
-Cosa ti piace di lui…
-È così necessario che io gli faccia dei complimenti? Pure lui l’ha detto quando eravamo al ballo prima delle vacanze!
-Vedi? Quel santo ragazzo vuole capire se ti piace davvero, potresti offenderlo sai? Non sentirsi desiderati fa male alle donne quanto agli uomini!
-“santo ragazzo” ora non esageriamo…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Robert… - chiama Andrea appena rientrata da lezione. L’amico di infanzia se ne sta seduto ad accordare una chitarra.
-“Robert”, ahahah penso di non averti mai sentita chiamarmi così prima di adesso!
-Oh, è vero “Bobi” hai ragione… sarà che siamo cresciuti!
-Oh… cos’è ti sono tornate le arie da “sono una signorinella cresciuta”?
-Tornate? – sorride Andrea mentre appende il suo cappotto all’appendiabiti che ha sostituito l’albero di Natale.
-Sì, quando ti sei trasferita qui le avevi, all’inizio… dovevi mostrarti cresciuta per convincermi a prenderti con me!
-Ahahah perché scusa non trovi nessuna differenza tra me adesso e me a 6 anni?
-Oh beh certo sei più alta, hai i fianchi e non mi fai più le trecce mentre suono!
-Ahahahah oddio è vero! Te lo ricordi! Questi capelli lunghi e voluminosi erano il mio passatempo preferito da piccola!
-Era piacevole quando me ne stavo sul divano e mi addormentavo… quando ero in giardino e tutti potevano vedermi un po’ meno!
-Ahahaha scusa… non mi rendevo conto!
-Perdonata! – risponde lui posando la chitarra sul sostegno apposito, posizionato accanto al divano – se volessi farmi una treccia o giocare a farmi lo shampoo in questo momento non sarebbe male…
-Ahahah non gioco più da un pezzo!
-Peccato era rilassante!
-Ma per te posso fare un’eccezione!
-Oh sì! – esclama, distendendosi sul divano – forza vieni qui! Abbiamo 10 minuti prima che arrivi David!
-Dovete uscire? – chiede Andrea, mentre prende posto su un lato del divano, cosicchè Robert possa poggiare la testa sulle sue gambe.
-Mh… - dice Robert ad occhi chiusi.
-Dove andate di bello?
-A concordare serate! Concerti!
-Oh wow… senti ma quella cosa dei tour qui intorno nelle città vicine in primavera…?
-Sembra sempre più plausibile.
-Sono contenta! – cala il silenzio per un paio di minuti – ti rilassa ancora?
-Quasi quasi resto qui invece di uscire con questo freddo!
-Mick non viene in giro con voi?
-No, lui se ne sta davanti al camino a mangiare patatine.
-I tyler hanno un camino? Wow! Ahaha a mangiare patatine… e poi va in palestra!
-Sì lo hanno…  e sì… un po’ un controsenso… ma è colpa tua! – sorride Robert.
-Colpa mia? – Andrea spera che il suo sussulto non sia stato troppo evidente.
-Ahaha si, l’anno scorso quando David passava a prendermi lui rimaneva qui a suonare nella sala prove, a guardare uno dei miei fantastici dvd, e d’estate a ciondolare dalla mia amaca, come ben sai non gli piace molto passare tempo a casa… e si annoia terribilmente alle contrattazioni… quindi questo era il suo paradiso isolato.
-E cosa c’entro io?
-Beh ora ci sei tu e lui non conoscendoti ha smesso di rimanere a gironzolare per casa quando io non sono presente e ci sei solo tu! I Tyler hanno una copia delle chiavi di casa mia!
-Ah… beh ma ora ci conosciamo, per me avere un coinquilino o due non fa differenza!
-Ahaha sì, se vuoi puoi dirglielo tu che può tornare. Se non ti da fastidio averlo per casa mentre tu te ne vai in giro senza trucco e parrucco.
-Cosa insinui? Che non mi si può guardare in faccia? – dice Andrea permalosa, tirando una ciocca di ricci all’amico, che scoppia a ridere.
-Ahahah stavo scherzando su! Più che altro lo sai, i ragazzi hanno la convinzione che le ragazze quando siano sole a casa camminino in biancheria intima! Sarebbe stato “sconveniente”.
-Ma mi hai mai visto girare mezza nuda per casa in questo mezzo anno che sto qui? Ahahaha che credenze balorde avete! Anzi queste non sono credenze, sono fantasie!
-Sì, sì, David è in ritardo…
-Pensavo ti stessi rilassando.
-Oh sì, anzi meglio così…
In realtà David era arrivato in quel momento, e li stava osservando dalla finestra posta alle spalle del divano, Robert nota la sua ombra allora reclina indietro la testa sporgendosi al di là di Andrea per controllare chi fosse.
-Parli del diavolo… eccolo lì! – stiracchiandosi si alza dal divano, procedendo verso la porta, la apre e afferra al volo la mano dell’amico per salutarlo.
 
-Buonasera… come state? Ti trovo rilassato Rob…
-Ahahahah beh si devo dire che Andrea ha le mani magiche!
-Rob!! – lo rimprovera Andrea, arrossendo a guardare David.
-Ah si? Perché non fai qualche magia a mio fratello, con quelle mani? Così tanto da sedarlo un pochino… visto che è sempre pronto a scatenare una rissa…
-Che ha fatto??? – chiede preoccupata Andrea.
-Gli allenamenti di rugby… - sbuffa David asciutto.
-Oddio, si è fatto male?
-Lui? Ahaha mi prendi in giro? Stava rompendo lo zigomo ad uno… lo vogliono buttare fuori dalla squadra.
-Che cosa?! – esclamano Andrea e Robert contemporaneamente .
-E ora dov’è? – continua lui.
-a tirare pugni su un sacco…
-Mick fa boxe?
-Fa un po’ tutto… vive in palestra ultimamente.
-Che vuole fare? L’incredibile Hulk? – dice critica Andrea - Sai per caso chi stava prendendo a botte?
-No, non ricordo il nome, allora Rob, sei pronto? Gli affari ci aspettano… per come sei rilassato di sicuro tu non tirerai pugni a nessuno.
-Io sono per la pace nel mondo! – sorride Robert – peace&love!
-Io vado a studiare! A stasera! Tornate qui, no?
-Certo! Voglio anche io un massaggio rilassante!
Detto questo David lascia la stanza seguito da Robert.
Andrea guarda il suo cellulare lasciato sul tavolino davanti al divano, sospira, lo afferra e mentre inizia a salire le scale per raggiungere la sua stanza digita.
 
“scopro adesso che ti chiami Tyson e non Tyler… quando finisci di strapazzare quel sacco fatti vivo!”
Deve attendere 20 minuti per leggere la risposta:
“la gazzetta dello sport è arrivata fino in casa tua! Tranquilla non ci sono morti!”
“ma ci sono feriti… e rischio espulsione!”
“dannazione David! Beh si, ho fatto un casino, sorpresa?”
“per niente…come stai?”
“adesso meglio, mi pento di quello che ho fatto, se è questo che vuoi sapere, ero nervoso”
“oh, ti dispiace? Bene! La prossima volta impara a fare la bestia solo quando ci sono io!”
“cos’è? Una proposta indecente? ;)”
“no Mick -.-‘ è solo che quando ti incavoli con me al massimo mi urli contro che non capisco niente, o che sono una bambina… ma non mi metti le mani addosso!”
“tesoro, le mani addosso te le metterei volentieri… in modo diverso :D”
“ah grazie per aver specificato -.-‘’’’’’, ma ti vedo divertito, forse lo sport ti fa davvero bene! O forse vuoi distrarmi da quello che hai fatto… chi lo sa!? Vado a studiare adesso!”
“pensavo volessi approfittare del fatto che la casa sia vuota per invitarmi!”
“non hai bisogno di inviti per venire in questa casa!”
“lo prendo come un sì”.
 
 
 
Dopo altri 40 minuti Mick è già seduto comodamente sul letto di Andrea, con le mani dietro la testa e le gambe incrociate; lei se ne sta seduta alla scrivania intenta a sottolineare una pagina del penultimo capitolo del manuale di letteratura, pagina che ha già riletto quattro volte, poiché interrotta continuamente dal suo compagno di stanza.
-Ti ho detto che devo studiare! – ripete per l’ennesima volta, non voltandosi nemmeno a guardare Mick in faccia.
-Ma puoi studiare dopo! O domani! Prenditi una pausa! 10 minuti!
-Se facessi una pausa, non ti piacerebbe il modo in cui la userei! Quindi ti conviene lasciarmi stare… anzi!!! – Andrea scatta in piedi e si volta verso il letto alle sue spalle, anzi anzi anzi… sì faccio pausa! Allora … spiegami un po’ cos’è successo!
-Scambio di opinioni – dice serio, abbassando le braccia e portandole incrociate al petto.
-Ah in palestra i pugni li chiamate “opinioni”?
Mick distoglie lo sguardo, girando la testa verso la finestra e alza le spalle.
- Non puoi fare a pugni come un adolescente… che cosa ti ha mai detto questo tipo? A proposito chi era?
-Non ho fatto a pugni! L’ho solo spinto a muro, e lui ha sbattuto la faccia, non è colpa mia!
-Non avevi detto di essere pentito di quello che avevi fatto?
-Sì, perché rischio la squadra! Per questo mi dispiace…
-Ma perché l’hai appeso a muro Mick? Cosa ti ha fatto? – chiede Andrea con voce accondiscendente. Le sembra di parlare ancora con quel ragazzino frustrato e arrabbiato col mondo che aveva conosciuto in quei mesi. Gli si avvicina e gli si siede accanto prendendogli una mano – chi era? Uno dei tuoi simpatici amici? Tipo Luke?
-L’hai capito pure tu che è uno stronzo eh?
-A parte Cory, non credo che si salvi qualcuno lì dentro… con te non sono oggettiva!
-Quel Cory… sarà la sua aria da bravo ragazzo… comunque bingo, è Luke, l’ho appeso al muro perché non mi piacevano i commenti che faceva su di te, su di me, su di noi…
-Commenti su di me?? Che cosa vuole?!
Mick fa salire lentamente la mano sinistra sulla schiena di Andrea, per poi spingere la ragazza avvicinandola al suo petto e passandole il braccio destro attorno alla vita. Andrea appoggia un orecchio sul petto del ragazzo ascoltandolo.
-Beh mi ha chiesto se mi divertissi ancora con te, ma l’ha detto in un brutto modo… insinuante! Non mi è piaciuto!
-E solo per questo ti sei messo a fare sollevamento pesi?
-Non solo… era irritante, è viscido quando parla di te! Te lo dico, ci stava facendo un pensierino! E sa che io sono molto suscettibile riguardo quest’argomento quindi… lo fa apposta!
-Ok, non voglio sapere cosa ti ha detto… quindi mi stavi solamente difendendo…
-Esatto – conferma Mick, portando la mano destra ad accarezzarle un fianco, Andrea scossa dal solletico si irrigidisce in un attimo – soffri il solletico?
-Da morire! – lei annuisce bloccandogli la mano e tornando a rilassarsi.
-Robert mi ha detto della tua strana teoria sui letti! Come mai non mi hai mai fatto problemi?
-Io non ho “strane teorie” sui letti! – risponde Andrea confusa.
-Sì, tipo che non ti sei voluta sedere sul suo letto per non infrangere chissà quale legge! Io mi siedo su questo letto dal primo giorno che sei venuta a vivere qui… eppure Rob è un tuo amico d’infanzia…
-Ahh…  questo… non lo so… è una cosa complessa, per me va bene che tu, lui, chiunque vi sediate sul mio letto, sono io che non voglio sedermi sul vostro!
-Ok la faccenda è più contorta del previsto – ride lui.
-Magari vi da fastidio, magari è uno spazio personale! E non voglio dare un’impressione sbagliata!
-Ahaha ma che film ti fai Andrea?? Comunque perché tu lo sappia, puoi venire a fare le feste sul mio letto! Avere anche solo l’impressione che tu voglia venire a letto con me non sarebbe male!
-Miiiiick!!
-Che c’è? Sono solo sincero! – dice afferrandole un polso appena prima che scappi via, e riportandola a sedere sul letto – lo so che hai i tuoi tempi, l’ho capito, non ti preoccupare, ma tu non vuoi nemmeno prendere confidenza! Guarda…un esperimento per il bene della scienza!
Detto questo si sfila la felpa bianca che indossa sotto gli occhi increduli di Andrea, e la lancia sul pavimento lasciando in bella mostra gli addominali e i pettorali ancora gonfi dal recente allenamento, lei lo guarda sconvolta, diventando rossa in viso.
-Non ti voglio violentare, voglio solo un bacio! – dice avvicinandosi alle sue labbra e sfiorandole.
-E c’era bisogno di spogliarsi? – cinguetta stridula, immobile nella sua posizione.
-Lo capisci che non riesci a essere spontanea solo perché sono senza maglietta?  - continua, prendendole una mano e guidandola sul suo torace, dentro la sua. - Pensi che un giorno ti sveglierai con lo slancio affettivo e riuscirai a essere disinvolta così… per ispirazione? A meno che non hai una doppia personalità di cui nessuno sia a conoscenza! Ahahaha – Mick la guarda grattarsi la testa imbarazzata con la mano che le è rimasta libera e addolcisce il più possibile la sua espressione  – a me piaci molto Andrea, e io voglio stare con te, e ti assicuro che una carezza sotto la maglietta, il riuscire a raggiungere più complicità con te, mi può solo far piacere! Pare che tu abbia paura a toccarmi! Stai tranquilla che solo il giorno in cui ti vedrò senza intimo per tua spontanea iniziativa capirò che hai finalmente trovato il momento adatto! Mi sono rassegnato! Non avere paura di illudermi, o di “darmi impressioni sbagliate”. Ma se non inizi da qualche parte, non ci arriverai mai!
 
Andrea lo guarda stupefatta, aveva davvero elaborato tutto quel ragionamento riguardo il suo comportmento? Era stato davvero così sensibile al suo modo di essere? La stava seriamente tranquillizzando nella prospettiva di un avvicinamento fisico tra i due? Le aveva forse appena detto che le lasciava tutto il tempo di cui aveva bisogno in cambio di normali, dovuti segni di interesse e desiderio? Pensa che Evie avesse ragione a dire che lui volesse un po’ di contatto in più, senza necessariamente implicare un rapporto completo.
Si sente in imbarazzo, forse un po’ in colpa, ora un po’ stupida e infantile, poi tranquilla, più sollevata… rilassa i muscoli tesi della sua schiena e si decide ad avvicinarsi, abbracciandolo e concedendogli quel bacio.
-Ho sempre visto del buono in te, ma non pensavo così tanto! – miagola affondando il naso nell’incavo del suo collo,- Hai ragione Mick… sei sorprendente…
-Non so che opinione contorta tu abbia dei maschi, possibilmente hai ragione tu, ma io sono io!
-Non mi sarei innamorata di te se tu non fossi tu! - Mick sente Andrea premersi contro di lui, le sue braccia stringerlo forte e dal contatto con lei può sentire il suo cuore accelerato – tanto perché tu lo sappia, sogno di mettere le mani sul tuo torace da quando ti ho rivisto dopo 20 giorni quando avevi la mano fasciata!
-Cavolo… aspettavi che diventassi vecchio per farlo?
-Non lo so che aspettavo!  - dice lei guardandolo e sorridendogli – oddio Mick! – esclama euforica iniziando a baciarlo – quanto mi piaci!! E questa barba ti rende… mhmm!!!
-Ahahaha “ti rende mhm!” è un gran complimento Andrea, anche tu sei molto “mhm”.
Andrea sorride finché non sente aprire la porta al piano inferiore, allora spalanca gli occhi e prende un’espressione preoccupata, si sporge in fretta al di là di Mick, quasi ruzzolando per terra dall’altra parte del letto, mentre afferra la felpa che il ragazzo aveva gettato per terra e bisbiglia “mettila, subito!” , poi si alza e torna alla sua scrivania, afferra la matita che un’eternità fa aveva abbandonato sulla scrivania, ne mordicchia l’estremità; poi si alza di botto precipitandosi alla porta, aprendola e scendendo giù.
 
-Ciao Bobiiiiii – esclama, buttando le braccia attorno al collo del coinquilino appena tornato. Il ragazzo, immobile guarda David con aria stupita, dandole pacche sulla schiena – allora, vi hanno confermato le serate? Voglio venire a qualche vostro concerto! Ciao David!
-Credo che avrai presto il piacere… uno sarà proprio tra tre giorni!
-Venerdì? Wow! Allora ci sarò!
-C’è mio fratello? – Chiede David guardandosi attorno circospetto.
-Sì, appena arrivato si è fiondato in bagno! Sta scendendo.
-Ah, quando dicevo che voglio il massaggio rilassante non stavo scherzando!
-Ahaha David! Avanti vieni qui, faccio una treccia anche a te!
I due ragazzi si avvicinano al divano e Andrea inizia a passare una mano tra i lunghi capelli di David.
-Con i capelli più lisci è molto più facile! – commenta lei.
-Divertiti! – raccomanda David rilassandosi.
-Hai già detto a Mick che può tornare alle sue vecchie abitudini? – chiede Robert, tornando dalla cucina con uno scatolo di biscotti in mano – volete?
-Quali vecchie abitudini? – chiedono i fratelli Tyler contemporaneamente, uno sul divano, l’altro appena comparso dalle scale.
-Ehy che sta succedendo? – continua Mick, infilando una mano nella scatola di biscotti.
-Mi rilasso! – lo informa David.
-Ah, no non ancora… è arrivato da un paio di minuti, e non ci stavo più pensando – improvvisa Andrea, Mick la guarda con un sopracciglio alzato – sì, Rob mi ha detto che prima del mio arrivo in questa casa avevi l’abitudine di stare qui anche quando lui non c’era, quando era fuori con David ad esempio, perché non ti piace stare a casa tua, come tutti sappiamo – David e il fratello annuiscono all’unisono – ma poi non l’hai più fatto perché ti sembrava una brutta cosa da fare in mia presenza, perché magari poteva darmi fastidio.
-Non ti conoscevo – commenta lui – magari volevi stare da sola, magari volevi girare per casa nu…
-Sì, Rob mi ha detto anche questo! – lo interrompe prontamente.
-Non che per me ci sarebbero stati problemi  - scherza lui, suscitando la risata di David, un’espressione  diffidente da parte di Robert e una indignata da parte di Andrea – però volevo essere educato e gentile.
-Ogni tanto ci riesci – dice la ragazza assottigliando gli occhi con espressione di sfida – comunque il punto è, ormai ci conosciamo, io vi voglio bene e per me avere un coinquilino o due, tre, se si tratta di voi, non fa differenza… ecco sarei più inquieta a sapermi sola a casa con Jake… ad esempio! Perché quell’uomo sembra proprio strano! Ma voi, siete quasi due Robert per me, più o meno! Il punto è, siccome ti voglio bene, e non voglio che la mania omicida si impossessi di te, quanto meno la depressione, e so quanto ti scocci stare a casa… puoi riprendere le tue vecchie abitudini e puoi tornare a stare qui quando vuoi, tanto a me non cambia niente…  io sto chiusa in camera a studiare! Al massimo mi dovrai sopportare nei miei momenti karaoke!
-Hai dei momenti karaoke? – Robert scoppia a ridere – non ti ho mai sentita cantare!
-Sì, perché lo faccio solo quando sono sola o sotto la doccia, preferibilmente con il phon acceso! – sorride lei.
-Oh ti ringrazio per la tua premura nei miei confronti Andrea! – dice Mick – noto con piacere che ormai è opinione diffusa che io sia un pazzo da assecondare, sì, penso proprio che verrò spesso, pur di non stare a casa.
-Meglio qui che a prendere esclusioni da squadre sportive! – commenta Robert – ma che hai combinato Mick?
Mick alza gli occhi al cielo, accantonando per un attimo la sottile soddisfazione provata nel ricevere il permesso a passare in quella casa ogni momento disponibile in solitudine con Andrea:
-Sono sicuro che hai avuto già ampie delucidazioni sulla mia instabilità mentale da parte di mio fratello… non ho fatto Niente… Luke è uno stronzo e se lo meritava, non dovrebbe stupirvi visto che mi credete uno psicopatico!
-Sì, ma tu dovresti far qualcosa per dimostrare che ci sbagliamo, non confermare la teoria! – risponde sorridendo Robert.
-La pazzia è l’altra faccia della genialità! – afferma convinto – ma… comunque… cos’è siamo al centro benessere? – chiede rivolgendosi al fratello sdraiato con espressione beata – David!!
-Shhhh… sono stato in giro a lavorare per noi! Mi merito un po’ di relax…
-Lavorato… pff.
-Ne avresti bisogno anche tu! Magari ti calmi! – suggerisce Robert.
-Confermo! Come dice Rob, Andrea ha le mani magiche!
-Ah è così? – chiede con espressione spavalda mentre la ragazza arrossisce per l’ennesima volta – quella Andrea con i doni che non ti aspetti… allora attendo impaziente il mio turno!
-Dipende… solo se ne avrò voglia!
-Tipico di voi donne… si fa tutto sempre e solo se voi ne avete voglia! – Robert e David ridono concordi con l’affermazione di Mick, il quale lancia un’occhiatina ad Andrea di cui nessuno si rende conto.
-Avanti Andrea te lo chiedo io per lui, fallo per me che sono il tuo batterista preferito… fallo perché io abbia un fratello meno esaurito.
-La volete finire di trattarmi così? Sapete che vi dico? Sono io a rifiutarmi, non voglio che tu tocchi i miei capelli!
-Gnègnègnè!! – risponde Andrea, facendogli il verso – permaloso! Vai a fare un po’ di flessioni va’!
-Ora che lo sto notando, sei un energumeno Mick! – dice Robert – non prendi steroidi o robaccia varia vero?
-Tutto naturale qui! – pronuncia, sollevandosi la maglietta e mostrando la sua perfetta tartaruga; Andrea a quella vista ha un leggero tremito, percepito da David che arriccia le labbra in un sorriso ammiccante notato dalla ragazza che teme di essersi svelata e che rivolge a Mick un’occhiata di odio.
 
 
 
 
 

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Capitolo 31
*** Reveal ***



-    Ho trovato una frase interessante su facebook , diceva: Non fidatevi del bacio al primo appuntamento, delle belle parole e dei messaggi chilometrici. Fidatevi di chi ha visto i mostri che avete dentro e ci ha fatto amicizia. Quindi devi fidarti di me eh?
-    E il fatto che non mi dedichi grandi parole d’amore o coccole deve andare in secondo piano…
-    Non ti facevo uno che tiene ai bigliettini dei baci perugina!
-    Che tiene a che cosa? – Mick la guarda non capendo a cosa Andrea si riferisca.
-    Sono dei cioccolatini con dentro delle frasette sdolcinate… e sono italiani hai ragione…
-    Ah… beh no non sono  così! Ma io pensavo che TU lo fossi quindi mi aspettavo dei comportamenti… 
-    Beh non sono così neanche io… ma con i tuoi mostri ci ho fatto amicizia eccome! 
-    Chissà quante altre sorprese mi riservi! – commenta Mick ammiccante mangiando un pezzo di cheese-cake durante una pausa delle lezioni di Andrea.
Ormai i due ragazzi si vedono spesso insieme, almeno all’università. In ambito domestico Andrea non si è ancora decisa ad affrontare la realtà con Robert e David, non sapendo che il fratello del ragazzo che siede di fronte a lei sa già tutto da un bel po’.
-    Avete le prove oggi pomeriggio?
-    Sìììì! Ho pure interrotto la palestra per questi due giorni!
-    Tanto non ti serve andarci ogni giorno… quando ti sogno non riesco più a capire se sei tu o Schwarzenegger!
-    Ahahah mi hai sognato? – chiede assottigliando gli occhi divertito.
-    Sì, o meglio, un te/Arnold.
-    E cosa facevo? – chiede curioso continuando a mangiare.
-    Ti vedevo negli spogliatoi di una palestra con una tipa… che non ero io! – dice innervosita.
-    Sei gelosa eh?? – continua a dire con tono divertito – e com’era? Bella?
-    Molto… - risponde indispettita.
-    E io com’ero? Vestito? Vuoi controllare se hai fatto un sogno verosimile?
-    Mick! Punto primo: sei un cretino! Punto due: sì, eri vestito! Punto tre: c’è qualche bella personal trainer che ti segue per caso?
-    Ahahaha, no Andrea, mi alleno da solo… sì, sicuramente quello non ero io ma era terminator! O la vista dei miei addominali l’altro giorno ti ha acceso la fantasia, mia cara!
-    Può essere – butta lì Andrea, con espressione di chi dà poca importanza alla cosa – ma non gonfiare il tuo ego per favore...
-    Con te non corro il rischio!
-    Mick tutta questa tua voglia di complimenti ti toglie fascino… a me piacevi più uomo vissuto che ha una vita grama e cerca consolazione nell’alcool…
-    Sei seria? – chiede posando il cucchiaino dopo aver mangiato l’ultimo boccone.
-    Ovviamente no! Ma sarebbe bello ogni tanto smettere di sentirti parlare di te!
-    Ma non stavo parlando di me! Sei tu che mi hai sognato!
-    Mhm… ok, hai ragione…
-    Allora verrai al nostro concerto?? Di un po’ poi non sarai gelosa di tutte le mie sfegatate fan??
-    Cercherò di sopravvivere! – sorride Andrea – piuttosto cerca di non farle avvicinare troppo queste sfegatate fan! Ah viene anche Evie, e Mary e Toby ovviamente, lui si che è appassionato della vostra musica.
-    Quindi noi non ci conosceremo?
-    Cosa? – chiede Andrea guardando Mick confusa.
-    Dico, visto che non ti sei decisa a dire a Rob come stanno le cose non posso abbracciarti, ne baciarti, ne avvicinarmi, giusto?
-    Ah… beh, sì dovresti fare quello che fai di solito ecco... – afferma in tono asciutto Andrea.
-    Tornarmene a casa con qualche ragazza appena conosciuta?
-    Opportuno Mick, davvero opportuno! Guarda che anche i baci sono tradimento! Quindi stai attento! – Andrea controlla l’orologio, mancano 13 minuti alla sua prossima lezione, forse è meglio incamminarsi verso l’aula giusta, pensa, notando il silenzio calato da pochi secondi  - cos’è? Tu pensi di poter baciare qualcuna ed essere esente da eventuali colpi di padella che potrebbero, in via ipotetica, arrivarti su quel bel naso che hai?
-    Io non bacio nessuna, poi se altre mi baciano non può essere colpa mia! – dice di scatto Mick serio, ma con un viso talmente innocente che Andrea rimane a fissarlo con un risolino divertito.
-    Ho capito, mi vuoi spingere a rivelare la situazione a Robert, è questo il tuo intento vero? – sorride rassegnata lei, fino a quando indispettita dal silenzio e dallo sguardo assorto e basso di Mick, assume un’espressione inquisitoria – hai per caso baciato qualcuna Mick?
-    No no! – si affretta a dire lui, tentando di ricacciare dentro il vecchio senso di colpa per non lasciarlo trapelare.
-    Qualche ragazza ha provato a baciarti? – Andrea riformula la domanda pensando al “non è colpa mia” appena sentito pronunciare, il dubbio si è ormai innestato in lei e ha preso il sopravvento su ogni buon proposito.
-    Mi ha fatto un succhiotto a quanto pare, ma io non la ricordo nemmeno – sussurra Mick, maledicendosi due secondi dopo, nel vedere lo sguardo di Andrea incandescente.
-    Ah non te la ricordi? Ma cosa… di che diavolo stiamo parlando qui?? E quando è successo? A capodanno! Ho ragione? Non ti avevo per caso scongiurato di non ubriacarti a tal punto da combinare qualcosa? – Andrea scatta in piedi battendo una mano sul tavolo, facendo tintinnare il cucchiaino sul piatto usato poco prima da Mick. Con espressione estremamente seria sbuffa  – me ne vado a casa!
-    Non vai a lezione? – chiede lui, rimanendo immobile, atteggiamento che irrita Andrea ancora di più.
-    No, la lezione oggi se ne può andare a farsi benedire! – afferrata la tracolla nera che porta sempre all’università, la ragazza si alza e si dirige a grandi passi verso la porta a vetri che separa la caffetteria dal resto dell’edificio. Mick stringe notevolmente la mascella, prima di alzarsi e tentare di raggiungerla. 
-    Andrea, andiamo, te lo volevo pure dire prima, perché non è proprio niente. – le dice mentre la segue scansando la gente che si affolla immotivatamente sulla scala davanti l’edificio.
-    NON è “proprio niente”! E comunque non l’hai detto! – gli dice voltandosi un attimo, per poi continuare la sua fuga.
-    L’ho fatto adesso.
-    Sì, certo, ti è scappato forse! – alza le mani in aria, senza voltarsi questa volta.
-    È stato David a consigliarmi di non dire niente…
-    Bei consigli! Tsè! Maschi! – i passi di Andrea si arrestano improvvisamente – che diamine ne sa tuo fratello??? Mick non vorrai dirmi che tuo fratello lo sa?? – chiede tornando indietro e fissandolo con aria esasperata.
-    Abbassa la voce – sussurra lui guardandosi attorno per poi posare il suo sguardo su di lei, mentre le blocca le braccia con le mani – beh te l’ho detto io non mi ricordo nemmeno, se non me lo avesse detto lui non lo saprei neppure io!
-    Ah ma allora sei idiota sul serio, non sto parlando di questo!! Sto parlando di noi! Tuo fratello sa di noi! Ma Guardalo… spiffera cose senza rendersene conto.
-    Cazzo! – esclama Mick portandosi le mani alla testa, lisciandosi i capelli indietro – sono un idiota!
-    Eh… allora siamo d’accordo! 
-    Andrea, lo vedi pure tu, non ti so mentire, se avessi fatto qualcosa te lo avrei già spifferato… - un cantilenante tono lamentoso si impossessa della voce di Mick.
-    Ma tu fino a prova contraria non ricordi niente! E non fare questa voce da bambino contrito, che mi da sui nervi!
-    David me lo avrebbe detto se fosse successo altro! – scandisce fissandola con due occhi sinceri - E non c’è stato, quello che c’è stato è una scemenza! Non vale la pena fare tutte queste storie!
-    Sì dai, parliamo di David, da quando sa tutto? Il pensiero che se la sia risa a mia insaputa ha aumentato la mia voglia di darti un pugno in faccia almeno del 70%!!
-    Sei più arrabbiata per questo che per quello che è accaduto, non è vero? – chiede appoggiandosi al muro con le braccia conserte sul petto.
-    Sono arrabbiata in generale! L’idea di una sanguisuga attaccata al tuo collo non mi entusiasma lo sai? E nemmeno quella che tuo fratello sappia cosa c’è tra di noi mentre io, convinta che sia ancora segreto, mi comporto di conseguenza, potevi dirmelo!
-    Non volevo ti arrabbiassi e ti imbarazzassi, per questo non te l’ho detto, è stato una sera, prima delle vacanze di Natale, non mi lasciava dormire perché voleva sapere il nome della ragazza, e comunque non gliel’ho proprio detto, diciamo che l’ha capito da solo, lo sapeva già! Voleva solo conferma! Non mi stupirei se anche Robert sapesse già tutto. 
-    Perché tutti devono sapere tutto per forza? Tu sei proprio sicuro di non aver detto niente?
-    Sicuro! Per mio fratello non è stato difficile notare che rifiuto le avances delle ragazze nei locali e che non ne faccio a nessuna, che non ho compagnia saltuaria da un po’ e nemmeno quella diciamo “a cadenza settimanale”.
-    Ho capito ho capito… non c’è bisogno che mi fai l’elenco di tutte le scopate a cui hai rinunciato. – dice voltandosi e riprendendo a camminare verso la macchina.
-    Allora! – Mick riprende a seguirla, con l’intenzione di non accettare un rifiuto a fare pace prima di tornare a casa - Te la prendi per quello che secondo te ho fatto però non apprezzi quello che non ho fatto!
-    Apprezzo – dice con voce sarcastica – scusa se sono ancora nervosa per quello che mi hai detto, ahm confessato… ahm ti è scappato dalla bocca o non l’avrei mai saputo.
-    Il succhiotto o il fratello?
-    Tutte e due le cose!
-    Avanti Andi, sei solo indispettita, ma non sei minimamente arrabbiata, non è così? Eh? – le dice avanzando più velocemente di lei e superandola, ponendosi difronte a lei e bloccandone l’avanzata verso la macchina.
-    Ora, bell’imbusto, togli questi pettorali da qui davanti perché io devo andare a casa!
-    Devi andare a lezione mia cara, la tua reputazione da secchioncella  si rovina se ti vedono marinare la scuola con un cattivo ragazzo come me!
-    Senti, non farmi la morale tu, e poi io non sto marinando con te, me ne sto andando  da sola!
-    Vedo me e te qui… - dice con un sorrisino ammiccante.
-    Si, solo perchè hai deciso di fare il muro separatore tra me e la mia macchina… Appena ti defili saremo solo io e la mia macchina… - Andrea prova a sporgersi al di la di Mick per avere accesso alla macchina ma lui la blocca con un braccio.
-    Non prima di averti sentito dire che tra noi è tutto ok e che stasera verrai al nostro concerto…
-    Ahhh certo tesoro, tutto ok, e non posso proprio mancare al tuo concerto stasera, metti che la sanguisuga è di nuovo lì, non mi voglio perdere lo spettacolo questa volta!
-    Andrea! Sii seria! – le dice, prendendole il mento tra due dita.
-    Mick… Mick Tyler che mi dice di fare la seria invece che invogliarmi a comportamenti libertini…
-    Su dammi quel pugno che volevi darmi poco fa, almeno ti sfoghi e torna tutto a posto, fidati funziona!
-    Tu sei l’esperto dei pugni in faccia eh?
-    Avanti, guancia destra o sinistra? – dice sporgendo il viso, fino a lasciare che il suo naso sfiori quello di lei. 
Andrea alza un sopracciglio e gli molla un ceffone deciso.
-    Destra, sono mancina, mi viene meglio. – vede gli occhi di Mick sgranarsi, il suo viso riempirsi di incredulità, mentre rimane zitto – mi hai fatto perdere una lezione di tedesco! Lo sai quanto adoro il tedesco! Questo dimostra che mi sono arrabbiata sul serio! Non succeda più che una qualunque ti si strusci addosso e/o osi avvicinarsi al tuo collo, intesi? – lo guarda ancora seria, e nel fondo dei suoi occhi Mick può leggere la sua insofferenza al pensiero di lui abbracciato ad un’altra - Adesso ho un impegno, adesso io entro nella mia macchina e tu ti togli da qui.
-    Sei una tipetta decisa quando vuoi… - dice lui, spostandosi di fianco permettendo ad Andrea di aprire finalmente lo sportello della macchina, una volta entrata lo richiude abbassandosi all’altezza del finestrino.
-    Ci  vediamo al concerto! Fidanzatino mio… – esclama lei alterata mettendo in moto, vedendo un sorrisetto dipingersi sulle labbra di Mick.







-    Rooooobert!!! – chiama varcando la porta di casa – Robert devo dirti una cosa…
-    Cosa c’è Andrea?  – dice il biondo dal piano superiore – sono appena uscito dalla doccia, aspetta un attimo!
-    Ok, però sbrigati – Andrea sussulta nel vedere Jake seduto in cucina – oh ciao Jake, anche tu qui, bene...
-    È successo qualcosa? – chiede il moro continuando a sgranocchiare cereali dalla scatola che Robert aveva sicuramente lasciato abbandonata sul tavolo dopo la colazione.
-    Diciamo che devo togliermi un peso… Robert…
-    Eccomi eccomi, quanta fretta, è successo qualcosa? – chiede scendendo di fretta le scale avvolto in un morbido accappatoio con i capelli ancora bagnati.
-    Wow, i tuoi capelli sembrano ancora più lunghi così – commenta Andrea.
-    Mi hai fatto venir giù per dirmi questo? – sorride l’amico – allora cosa c’è di così importante? Mi devo preoccupare?
-    Beh, vedi tu… sto con Mick! – afferma tutto d’un fiato cercando di mostrarsi il più indifferente possibile, sente Jake affogarsi e dare un colpo di tosse.
-    Dov’è Mick? – Robert ha la faccia confusa.
-    “sto” non nel senso che siamo qui in questo momento insieme, ma nel senso “stiamo insieme”, è il mio ragazzo, fidanzati, sto con Mick. – Scandisce la ragazza gesticolando. 
Robert spalanca la bocca divertito:
-    Allora è vero!! Che rivelazione… 
-    Lo sapevi? – chiede Andrea stringendo le labbra subito dopo.
-    Avevamo dei sospetti…
-    Avevate? 
-    Io e David, da certi atteggiamenti complici tra di voi… e poi abbiamo notato che Mick da un po’ non batte chiodo…
-    David lo sa già da un pezzo – dice sospirando e alzando lo sguardo al cielo.
-    Come? – Robert sembra essere meno divertito – lo avete detto a lui e non a me??
-    Io non ho detto niente, anzi sto mettendo in pari le cose, a quanto pare i fratellini si raccontano i segreti la sera prima di andare a dormire, e quindi lui lo sapeva, ma non sapevo nemmeno io che lui lo sapesse! Anzi la cosa mi fa alquanto irritare…
-    Per quale motivo? Alla fine non c’è niente di male… - afferma indulgente il cantante.
-    Rob non mi sembravi così accondiscendente quando Andrea doveva trasferirsi qui e si parlava di chi avrebbe potuto farsi la tua amichetta… - con questa affermazione Jake si inserisce nel discorso tra i due coinquilini, ricevendo occhiate da tutti e due.
-    Che cosa??? – Andrea guarda Robert con le mani ai fianchi, l’amico le risponde agitando la testa come a voler dire “lascia perdere” affermando:
-    Sì, ok, ma Mick è ok.
-    Hai capito Mick e l’amichetta del capo… - scherza ancora il chitarrista.
-    Jake… - intima Andrea – comunque… non che mi debba giustificare o che siano affari vostri, volevo solo dirvelo perché mi sembrava corretto, e forse adesso le cose potranno essere più normali. E poi mi sono incavolata perché David lo sapeva a mia insaputa!
-    Ma quindi vuoi un letto a due piazze adesso? – ride Robert – non voglio una coinquilina rumorosa!
-    Ti credi simpatico eh? È per quello che non volevo dire niente a nessuno, per evitare battutine… ora vai a vestirti o ti prende un malanno e stasera non puoi cantare!
-    Uh ora bisogna avvisare le groupies di Mick.
-    No no, lascia fare… voglio vedere come si comporta…
-    Ah siamo già al “ti metto alla prova”.
-    Non siamo “già”… siamo al “ti metto ANCORA alla prova”. Detto ciò non avrete ulteriori dettagli della mia vita privata… buone prove del concerto! Io non voglio assistere… sto uscendo di nuovo.
Ancora con indosso il giubotto e la borsa, Andrea torna alla porta uscendone pochi secondi dopo.

-    La “sorellina” è cresciuta e se la spassa in casa tua adesso, che brutta influenza che hai su di lei Rob – lo prende in giro l’amico.
-    Per me è ancora quella che giocava nel mio cortile, e conviene che lo sia anche per te! E conviene a Mick non fare lo stronzo.

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Capitolo 32
*** Keys ***


-    Ciao Mick!
-    Ciao Evie… - pronuncia in modo biascicato il ragazzo con un plettro tra le labbra, senza nemmeno voltarsi, intento a sistemare gli spinotti per la sua chitarra elettrica.
-    Ah però! Mi hai riconosciuta senza nemmeno guardarmi.
-    Le belle ragazze le riconosco sempre io! – sorride con il plettro tra i denti, poggiando la sua chitarra all’apposito piedistallo e voltandosi finalmente – tu si che sei una fan fedele.
-    Mi pare di ricordare che qualche tempo fa non riconoscevi di spalle la nostra amica in comune… comunque certo che sono venuta! Mica posso perdermi quella bella chioma riccia dorata che per di più canta la mia musica preferita…
-    Ti piace Rob? – sorride Mick alzando le sopracciglia.
-    È il fascino del musicista, che per di più canta la mia musica preferita!
-    Capisco – sospira Mick abbracciando la ragazza – è bello rivederti, sei sola?
-    Ah mi abbracci per poter sbirciare il pubblico alle mie spalle, ma non sono con chi vuoi tu. In teoria la sto aspettando… non è ancora arrivata?
-    Non è proprio venuta! – dice seccato, sciogliendo l’abbraccio e afferrando la bottiglia di birra aperta che giace sul pavimento accanto al suo piede.
-    Allora in questo momento se ne sta da sola sul letto a farsi mille paranoie, ascoltando quelle sue canzoni deprimenti, presumibilmente.
-    Probabile – dice Mick, accendendosi una sigaretta, appena prima di essere richiamato da una voce sconosciuta.
-    Mick? – pronuncia quella voce alle spalle di Evie,  – ciao, ti ricordi di me?
-    Ahm, veramente…
-    Avete fatto un concerto a capodanno… - sorride la ragazza con dei lunghissimi capelli nero corvino e la frangetta lucida e liscia.
-    Ah… - risponde Mick sentendosi seriamente in imbarazzo, scambia un’occhiata con Evie che poi guarda a sua volta la bruna.
-    Oh, sei la sua ragazza… – dice questa, con voce provocatoria e fintamente dispiaciuta.
-    Io non sono la sua ragazza, ma nel caso lo fossi stata, sareste nei guai! – dice Evie assottigliando gli occhi, pensa che la ragazza sia lì apposta, magari il suo intento era proprio quello di far scandalo.
-    La mia ragazza è a casa… tu come fai a sape…  - riesce a dire Mick prima di veder  comparire suo fratello alle sue spalle.
-    Tu sei quella di capodanno! – afferma David portandosi al fianco di Mick, il quale sgrana gli occhi.
-    Ah allora qualcuno si ricorda di me, avevo sentito di questo vostro concerto questa sera, e avevo pensato di farci un salto. L’ultima volta non abbiamo potuto approfondire la nostra amicizia. – dice con un sorriso lascivo, mentre Mick inizia a scuotere la testa.
-    Ma non sono libero ! – esclama il biondo chitarrista, come se fosse una cosa ovvia.
-    Un rocker come te che non è libero di fare quello che vuole? – lo punzecchia lei avvicinandosi. Mick le blocca i polsi abbassando le mani che lei stava per portare sul suo petto.
-    Io sono liberissimo di fare quello che voglio, è solo che non voglio, capito il concetto?
Evie scoppia in una risata soddisfatta che pare affermare “così ti voglio, Mick!” , David si avvicina alla ragazza con aria accondiscendente.
-    Ok – risponde la ragazza afferrando la sua borsetta  e ondeggiando sui tacchi alti – ma nel caso questa tua fidanzata invisibile se ne vada…
-    Beh io spero proprio di no! – contrattacca Mick – vediamo se ci si mettono pure le sconosciute adesso ad portarmi sfortuna, già che ne ho poca! – bisbiglia verso Evie, che continua a ridere, mentre la ragazza scompare tanto silenziosamente come quando era arrivata. – forse è un bene che Andrea non sia qui! – dice aspirando profondamente con gli occhi socchiusi.
-    Ah è così che la pensi? Dopo tutto il tempo che ci ho messo ad arrivare! – dice un’altra voce, questa volta conosciutissima. Mick tossisce facendo uscire dalla propria bocca nuvolette di fumo, batte le palpebre un paio di volte mentre si volta e guarda Andrea con un’espressione di supplica di chi spera che le sue parole non vengano fraintese.
-    Andrea, non intendevo quello che hai pensato tu… diglielo Evie! Da quando sei qui? – dice in modo frettoloso spostando gli occhi ripetutamente verso Evie ed Andrea in modo alternato.
-    Sei curioso di sapere se ho visto la gatta nera? 
-    Hai pure sentito quello che abbiamo detto prima? – chiede il ragazzo con un barlume di speranza negli occhi, la speranza che lei abbia sentito e apprezzato le sue parole, tanto da poter mettere una pietra sopra a quella stupida faccenda.
-    Ho sentito – conferma lei, non mostrando eccessivi sentimenti – e…
-    Andrea!!! Iniziavo a chiedermi perché non fossi qui!!! – la interrompe Robert con tono euforico, unendosi al confabulante gruppo – Non è che Mick magari le hai detto di non venire per non darti fastidio? Se è così ti sequestro la chitarra!
-    Ma perché deve essere tutto colpa mia? E come mai sei già ubriaco??? Devi cantare ancora metà del concerto e non sai nemmeno parlare – si innervosisce Mick, vedendo sfumare così l’opportunità di capire se la situazione tra lui e Andrea fosse sistemata.
-    Lo so! È per darmi la carica! Io lo reggo bene l’alcohol amico mio! – dice appoggiando una mano alla spalla di Mick e guardandolo con aria convincente – ricordati che tu avevi appena finito le elementari quando io iniziavo ad andare in giro!
-    Si ma fino a 5 anni fa non potevi bere neanche tu, quindi non fare l’uomo vissuto, qui l’illegale sono io! Ho fatto 21 anni lo scorso mese ma vado in giro nei locali a bere da un bel po’…  la barba fa dimenticare ai baristi di chiedere la mia età… - risponde lui fiero del suo aspetto maturo – comunque Rob…
-     salve bellezza, ti è piaciuto il primo tempo? – chiede Robert ad Evie, in un attimo ha dimenticato di parlare con il suo amico chitarrista. Mick e Andrea si guardano dubbiosi, “reggo l’alcohol” non sembra proprio l’affermazione corrispondente a quello che hanno appena visto.
-    Come sempre! – conferma Evie sorridente.
-    Io torno sul palco, ciurma, andiamo! C’è un concerto in atto qui… dopo il concerto però quello è il tavolo della birra – indica un tavolo sul fondo nell’angolo a sinistra dietro la porta d’ingresso, per poi allontanarsi verso il palco seguito da David. Mick temporeggia un paio di secondi, voltandosi  ad ogni passo per incrociare lo sguardo di Andrea, che alla fine gli sussurra “ti devo parlare”.




-    E tu da quando sei qui? – si volta la bionda, abbracciando l’amica, – woo, cosa c’è qui? Anfibi, leggins, una cintura di jeans… 
-    È una gonna! – la corregge con una linguaccia. 
-    Ah scusa, mi sono confusa, bella maglietta!
-    L’ho comprata durante le vacanze in Italia! 
-    E come mai questa matita nera e questo rossetto? Non ho avuto tempo di notare i dettagli, devi conquistare qualcuno?
-    Sinceramente? Lo vedi quello lì? È un deficiente, ma mi piace!
-    Questo è lo spirito, quindi pace fatta? Cos’è? Lo vuoi sedurre questa sera?
-    No, non proprio, insomma io mi sono sempre vestita così … Ti ricordi che il mio presunto ragazzo accetta coccole dalle sconosciute mentre la sottoscritta se ne sta a giocare con i bambini di 7 anni? Che poi, cosa ci è venuta a fare qui QUELLA, se lui le ha già detto che è impegnato???
-    Cosa ci fa? Cerca di portarsi a letto il tuo ragazzo. Ma devo dire che Tyler è stato bravo e poi è vero, non la conosceva…
-    Si è quello che ha detto pure a me… non la ricorda. Sì, per questa volta l’ho perdonato, è pure per questo che sono venuta.
-    Benissimo – afferma soddisfatta Evie – ora non ti resta che spassartela con mister Muscoli e Rugby, ti passerebbe ogni malumore, io continuo a dirtelo!
-    No! Vedi non mi ha nemmeno salutata! 
-    Hai fatto un ingresso in scena abbastanza improvviso e poi tu non vuoi che lui mostri il suo interesse in pubblico, non vuole farti arrabbiare una seconda volta, giusto? Ma poi non hai detto di averlo perdonato? Non hai niente di cui vendicarti con quel povero ragazzo…
-    Quel povero ragazzo ha detto le cose a suo fratello senza farmelo sapere, e io ho fatto finta di niente con David che sapeva tutto, cioè, è imbarazzante.  Comunque l’ho detto a Robert. – confida l’amica mostrando un po’ d’imbarazzo – anche se penso che lui stia facendo finta di non sapere niente… non è parso anche a te?
-    Effettivamente… gli hai anche detto di Mick e David?
-    Vagamente… dici che è lui che vuole vendicarsi? Ahahah non pensavo ci tenesse così tanto a sapere per primo della mia vita privata.
-    Sei come una sorellina per lui e David lo ha superato, sono sempre e comunque degli esseri orgogliosi.
-    Comunque – dice Andrea cambiando discorso – con Mick come ragazzo mi sentirò sempre come in una tana di serpenti! Tutte messe li a tentare di attentare ai suoi pettorali… ! Può anche non sembrare, ma io sono gelosa!
-    No, davvero? Non pare proprio – la prende in giro la bionda – se ne sono accorti pure i muri! Devi solo sentirti più sicura! 
-    Sì, una parola… - sospira volgendo il suo sguardo proprio verso di lui, e bastano pochi secondi per perdere il filo del discorso. Rimane ad osservarlo mentre lui porta avanti il pezzo, il modo in cui si muove mentre suona, le mani sulle corde della chitarra, i capelli che svolazzano, per poi passare ai particolari  a lei più cari, come ad esempio i lineamenti del suo viso, tutto ciò mentre dimentica di essere in un posto pubblico e di fronte a tutti gli altri suoi amici. La musica diventa solo un sottofondo del suo attento esame alla figura di Mick che nella sua maglietta verde e sotto i faretti dell’illuminazione sul palco - è proprio un gran bello spettacolo !
-    Il concerto o lui? – sogghigna Evie.






-    Ciao Andrea, ce ne hai messo di tempo ad arrivare! Cos’hai fatto? Sei uscita col tuo fidanzato segreto prima di passare a salutare i tuoi vecchi amici? – esordisce Jake appena sceso dal palco. Andrea lo guarda dubbiosa leggendo uno sguardo d’intesa nell’espressione del bruno musicista. 
-    Sono uscita, ma senza fidanzato, ho solo incontrato un amico in biblioteca e siamo rimasti li a studiare.
-    A “studiare”. – ripete Robert divertito. – è così che si dice adesso? E chi era questo tuo amico? Sarà mica quel professore che hai conosciuto all’inizio dell’anno? Ritorno di fiamma?
Andrea può notare dallo sguardo perso nel vuoto di Mick, quanto in realtà lui sia intento ad ascoltare la conversazione dando il meno  possibile nell’occhio.
-    No, non ero con Brendan, Rob, e poi non è un professore è un dottorando.  – le viene da sorridere quando scorge un sorrisino sdegnato sul volto di Mick, ricordando quanto lui odi la parola “dottorando”, o forse ha sempre e solo odiato Brendan. – ero con Josh, un mio collega.
Il sorriso sdegnato del ragazzo permane pure mentre si sistema su una sedia, al tavolo indicato da Robert mezzora prima. Tutti prendono posto.
-    Capito… non ho idea di chi sia – Jake sorride e ordina un giro di birra per tutti i presenti al tavolo.
-    Ahm, io non bevo – ricorda Andrea.
-    Non preoccuparti, qualcun altro la berrà, io ad esempio – si offre volontario David.
Andrea scopre di provare una piccolissima scintilla di rabbia pure verso David, dopo tutto lui sapeva e ha continuato a trattarla come se nulla sapesse, era stato altre volte seduto tranquillamente in gruppo a parlare con lei, mentre lei faceva in modo di non far trapelare niente della sua relazione col fratello. 
Le viene in mente quella volta in cui le chiese di poter far calmare il fratello con le sue “mani magiche”, sentendosi nuovamente in imbarazzo, guarda l’amico negli occhi:
-    No, tu no, la mia la beve Robert!
-    Pensavo di essere il tuo amico preferito qui dentro! – risponde il batterista divertito.
-    Decido io della mia birra, anzi se proprio devo essere corretta… Jake, la puoi bere tu, dopo tutto l’hai pagata!
-    Io che vengo preferito a David, deve esserci qualcosa in atto nel mondo, è un evento epico! – scherza lui mentre afferra il bicchiere posato davanti ad Andrea, portandolo vicino a se.

Chissà cosa passa per la testa di Mick in questo momento, cosa ne pensa del fatto che Andrea se la sia presa con David, il suo adorato David, non lascia supporre buoni risvolti nella faccenda, il “ti devo parlare” gli sembra sempre più una minaccia. Sarà il fumo, lo stress, la stanchezza, la birra, ma ad un certo punto decide di averne abbastanza. 
-    io becco un taxi per tornare a casa ok? – si rivolge al fratello, ricevendo un’occhiata confusa.
-    A casa? Vuoi tornare a casa? – ripete il batterista chiedendo conferma. 
-    Si, è stata una bella serata, vorrei ricordarla così prima che si guasti – gli confida in tedesco, per non essere capito dal gruppo Andrea inclusa, poichè dopo le prime lezioni non è ancora in grado di capire una conversazione tra madrelingua a velocità supersonica, in un locale affollato, ciononostante la ragazza gli rivolge uno sguardo curioso.
-    Ma si prendiamo un taxi e andiamo a casa!! – propone Robert ancora euforico e pieno di adrenalina.
-    Intendevo vado a casa mia Rob! – chiarisce Mick.
Evie fissa Andrea con l’intento di comunicarle il suo pensiero, ovvero “fa qualcosa e soprattutto smettila di atteggiarti e di portare avanti questa diatriba da liceale”, ma siccome il solo sguardo non pare ottenere risultati, le pesta un piede sotto il tavolo per ottenere il suo scopo.
-    Ohu! – bisbiglia Andrea, rivolgendo un muto “sei impazzita?” alla ragazza accanto a lei, nota l’imperativo nel suo sguardo, e come una bambina rimproverata dalla madre sbuffa ubbidendo
-    Perché te ne vuoi andare a casa? Non ti stai divertendo? – un secondo colpo al piede le fa capire che non ha usato il tono giusto, deglutisce stringendo i denti , socchiude gli occhi e quando li riapre il suo viso pare aver trovato la giusta espressione, i suoi occhi si sono addolciti, e il tono ironico non si sente più – no dai, sono seria, perché devi andare via? Siamo tutti insieme, ci vuoi abbandonare? Ti pare giusto? 
-    Ti puoi divertire pure senza di me. – risponde Mick, il quale non pare aver notato il cambiamento nell’atteggiamento della ragazza.
-    Sei stanco? – gli chiede con voce tanto ingenua che il ragazzo si sta davvero chiedendo se lei non abbia capito che lo stare lì lo stia mettendo a disagio, perché non sa con precisione a che punto è la discussione tra loro. La guarda aggrottando le sopracciglia.
-    È il tuo modo di chiedermi di restare qui?
-    Perché secondo te io ho modi diversi dalla normale umanità per dire quello che penso? Ti ho chiesto se sei stanco, per sapere se sei stanco… ahahah.
-    Distendermi su un letto a rilassarmi penso sia quello che in questo momento voglio fare più di ogni altra cosa.
-    Proprio più di ogni altra cosa? – scherza ancora Robert, intromettendosi in quello che era sembrato un minimo dialogo tra i due ragazzi.
-    Effettivamente se ci fosse qualcun altro oltre a me in quel letto potrebbe essere meglio.
David ed Evie sorridono contemporaneamente mentre Robert alza un sopracciglio uscendo dallo stato di euforia stupida in cui era caduto, dopo tutto lui non ci tiene davvero a sapere quello che Mick in questo momento voglia fare, adesso che sa chi è nei suoi pensieri; Andrea ricade nell’imbarazzo nel secondo in cui Jake le fa un occhiolino al termine della frase di Mick, non è poi tanto sicura che sia stata una grande idea confessare anche a lui la cosa quel pomeriggio, anzi comincia a pensare che tutta questa situazione sia tragicomica e assurda.

-    Sei il solito asociale – dice Andrea dopo qualche secondo – tutti i tuoi amici qui e tu che te ne vai. Grazie tante! 
-    Con piacere cara… 
-    E poi non puoi guidare! Hai bevuto!
-    Ti sembro ubriaco? Non se ne accorgerebbero nemmeno se ci fermassero… - ribatte lui, alzandosi e afferrando il suo giubbotto – allora, buona notte a tutti, ci vediamo domani!

Andrea fissa gli occhi su quelle spalle che ondeggiando si allontanano fino a sparire dietro la porta di ingresso del locale. Sbuffa guardando Evie e poggiando il viso contro il palmo della mano. 

Dopo circa mezzora di chiacchiere generali seguite a dieci minuti di silenzio imbarazzante Andrea decide di tornare a casa a sua volta, dopo tutto l’indomani deve studiare e vorrebbe riuscire ad aprire gli occhi prima di mezzogiorno. 





Arrivata a casa si dirige verso il suo bagno prima di ogni altra cosa dove, tra le altre cose, si toglie il trucco e raccoglie i capelli in una coda alta. Controlla il cellulare. Nessun messaggio, niente. “Poteva pure scriverla qualcosa! Gli ho detto di dovergli parlare”, borbotta tra se e se. Si toglie le scarpe e va per posarle nella scarpiera di fronte la porta della sua camera quando vede qualcosa, un riflesso nello specchio sopra la scarpiera. Rimane immobile due secondi, poi impugna più forte l’anfibio destro e girandosi lo lancia alla cieca sopra il letto con tutta la sua forza. La scarpa si scaglia contro qualcosa, qualcuno, qualcuno che geme per il dolore:

-    Che cazzo fai Andrea??? 
Quella voce. Andrea accende subito la luce
-    E tu cosa ci fai qui?? Vuoi farmi prendere un infarto?? – grida per scaricare la tensione, il cuore le batte ancora in gola.
-    Ma chi sei, Jackie Chan?!? – risponde il ragazzo, portandosi una mano alla bocca. Allontanandola vede del sangue sul suo palmo.
-    Oddio Mick!– esclama lei, improvvisamente preoccupata. Si precipita sul suo letto dove il ragazzo accasciato si copre le labbra – sei impazzito? Al buio di notte nella mia stanza?? Stavi per uccidermi!
-    Anche tu! – afferma Mick per poi gemere di nuovo. Andrea spalanca gli occhi 
-    Oddio scusami ti prego… mi sono spaventata, poteva essere chiunque…
-    Chi diamine vuoi che ci sia in camera tua?? – risponde alterato dal dolore lui, passandosi una mano sulla bocca per asciugare quel che cola.
-    E io che ne so! Un pazzo maniaco! Un ladro!! – risponde stizzita lei, come può davvero pensare di avere ragione?
-    Beh prendi del ghiaccio! – dice alzandosi e dirigendosi in bagno. Lì si sciacqua il volto e prende atto della situazione, mentre la ragazza è scesa quasi precipitandosi giù dalle scale a prendere del ghiaccio. 
-    Ti ho spaccato il labbro? Hai bisogno di punti?? – chiede Andrea disperata e con il fiatone, porgendo il ghiaccio a Mick che a distanza ravvicinata con lo specchio osserva l’interno della sua bocca alzandosi il labbro.
-    No, per fortuna è solo la gengiva che sanguina, non sei arrivata a sfigurarmi.
-    Ora smettila di parlare come se fosse colpa mia!
-    Chi mi ha tirato un carrarmato in bocca?
-    Io l’ho tirato allo sconosciuto che si è infilato in camera mia di notte mentre sono a casa da sola!!! – piagnucola lei, mentre lacrime le iniziano a rigare il volto. Mick si porta il sacchettino ghiacciato sotto il naso.
-    Ok, scusa, non c’è bisogno di piangere adesso eh? Andrea? Andiamo non è successo niente, sto bene su. – dice a disagio, non voleva farla piangere, il dolore l’ha portato a parlare in quel modo. Era stato anzi abbastanza bravo a non imprecare, secondo lui – avanti vieni qui, vieni qui… 
La ragazza corre al suo petto e si lascia stringere da un suo braccio. Lui può ancora sentire il suo cuore battere forte, per l’affanno delle scale, per la paura, per il senso di colpa, per il pianto. Le posa il mento sulla testa ed il palmo della mano libera sulla schiena.

-    Andrea adesso calmati ok? Nessun mostro vuole farti del male e io sto bene… possiamo tornare di là.
-    Mi dispiace Mick, se avessi saputo che eri qui… non mi sarei spaventata. – dice, tirandolo dietro di se per la mano libera.
-    Non saresti tornata a casa piuttosto. – risponde lui, prendendo posto dove poco prima aveva rischiato di rompersi un dente.
-    Ma capisci che di notte, al buio…
-    Si lo so, ma era l’unico modo per parlare con te! – riferisce, muovendo a fatica le labbra.
-    Che poi… come sei entr… ah già hai la chiave!
-    Forse avrei dovuto accendere la luce.
-    O mandarmi un sms!
-    Non saresti venuta a casa!! – ripete lui, che la guarda stranito mentre lei si siede sulle sue gambe.
-    Ma se sono stata io a dirti di volerti parlare! – osserva lei, portandogli le braccia attorno al collo.
-    Ah, giusto… - commenta Mick, poggiando il volto sulla spalla di Andrea e cingendole la vita con le sue braccia. Lei gli posa un bacio sulla tempia e poggia poi la sua guancia contro la fronte del ragazzo.
-    A quanto pare entrambi volevamo parlare, Comincio io: ti volevo dire che la storia con la tipa lì… non ce l’ho più con te ok? Anche se mi scoccerebbe se questa venisse a cercarti ancora!! Ma per il fatto di aver fatto la figura dell’idiota davanti a David… ancora non mi è passata del tutto!
-    L’ho capito quando non gli hai dato la tua birra… tu adori David. A volte mi chiedo se non ti piaccia più di me! – Andrea sbuffa divertita un “ tranquillo, mi piace la gente con qualche problema mentale come te!” ,  lui continua: - come mai hai fatto tardi al concerto? Non volevi venire?
-    Non volevo venire oggi pomeriggio… ma poi sono arrivata al “perdono”, ma te l’ho detto ho studiato in biblioteca con Josh quindi…
-    Che cosa? Allora è vero?
-    Che ho studiato con Josh? Si è vero, perché dovrei inventarmi una cosa del genere? – sorride Andrea a vedere la sua espressione improvvisamente sorpresa e irritata.
-    Per farmi arrabbiare, ad esempio.
-    Per chi mi hai preso? E non  puoi arrabbiarti se studio con un collega comunque…
-    Perché proprio lui? Lo sai che ha un debole per te!
-    Ed è uno dei pochi con cui parlo che fa tedesco con me – risponde seria a sua volta - e se ti ricordi… l’ultima lezione io l’ho persa  a causa di qualcuno qui presente… e come questo qualcuno sa, il tedesco non è proprio la lingua più facile a questo mondo e senza gli appunti e un po’ di spiegazioni non avrei potuto capire l’argomento che mi hai fatto saltare!! – dice alterata alzandosi e iniziando a girare per la stanza.
-    Beh io ti posso dare tutte le spiegazioni che vuoi! Ti sei dimenticata che il 50% del mio magnifico essere è tedesco? – dice come se fosse la cosa più ovvia al mondo -La prossima volta studi con me!
-    Certo e magari non parlo più con nessuno oltre a questo “magnifico essere” e mi iscrivo a una scuola privata, un collegio femminile, che ne dici?
-    Questo Josh mi sta sul c**! – afferma ostinato, con la fronte aggrottata e raddrizzando il capo, per guardare Andrea negli occhi.
-    Già come Brendan e tutti quelli che respirano e mi rivolgono la parola, comunque io non ho assolutamente nessun debole per lui! Di cosa ti preoccupi? Josh non mi ha fatto nessun succhiotto! – ha il tempo di rispondere, in modo piuttosto stizzito, posizionandosi di fronte a lui ancora seduto sul letto, e abbassandosi per guardarlo dritto in faccia, prima di sentire le sue mani sulle proprie guance.
-    Ci manca solo questo!! -  la bacia, per qualche secondo, per poi allontanarsi con una smorfia di dolore sul volto.
-    Ti fa male il labbro? – chiede Andrea sentendosi in colpa.
-    Non è tanto il labbro, è lo zigomo direi… è come se mi avessero tirato una scarpa in faccia!
-    Ah-ah… simpatico! Scherzi a parte… ti fa male? – chiede tastandogli la guancia con delicatezza, con la punta delle dita.
-    Domani ho la faccia di due colori, te lo dico io!
-    Mi dispiace Mick! Davvero!
-    Potresti fare una cosa per farti perdonare! Puoi continuare a baciarmi ad esempio! – suggerisce avvicinando le labbra alla bocca di lei, poi aggrotta la fronte improvvisamente e la guarda curioso – ma quindi? Potresti informarmi sulla nostra situazione attuale? Stiamo insieme? Non stiamo insieme? Il fatto di capodanno l’abbiamo superato… 
-    Certo che stiamo insieme! – esclama Andrea tornando alla posizione eretta  - cioè ammetto di averti messo alla prova effettivamente, ma oggi l’ho detto pure a Rob… Da oggi pomeriggio siamo ufficialmente una coppia nel circolo dei musicisti strampalati che ha sede a casa mia… - butta lì con aria distratta.
-    L’hai detto a Robert? ? ? – chiede Mick, non sapendo nemmeno lui se sia felice del fatto che finalmente la cosa è di dominio pubblico e che quindi non dovrà più comportarsi da ragazzo indifferente quale non è più da troppo tempo, perché dopo tutto Andrea aveva ragione, si sente uno stupido, tremendamente stupido, rivive in flashback l’intera serata, le battute di Rob, Jake, il suo insistere nel far dire ad Andrea qualcosa solo per potergli dare fastidio, forse Andrea non aveva poi fatto troppe scene per niente, all’improvviso sente di poterla capire. Travolto da questo turbine di congetture e ragionamenti si accorge in ritardo della ragazza che lo strattona per un braccio.
-    Mick!! Ti sei imbambolato?
-    Eh? – la guarda chiudendo le palpebre un paio di volte.
-    Mick ti senti bene?
-    Hai ragione Andrea, è davvero una cosa stupida quella che ho fatto, ci si sente davvero deficienti, non volevo, è… oddio è proprio imbarazzante! – le dice strattonandole le mani.
-    Mick non è me che devi convincere, sono contenta che te ne sia reso conto finalmente.
-    È sconcertante… - la guarda con sguardo colpevole .
-    Ok, ora calmino, non ti far prendere dalla confusione! Anche questo è superato! Vedi? Siamo lenti ma ci arriviamo alle cose!
-    È un messaggio subliminale questo? – chiede aguzzando lo sguardo.
-    NO! Anche se… - aggiunge con voce esitante - Io ci tengo a te! Sappilo.
-    Cosa ne pensi di un altro passo avanti per il bene della scienza? – chiede ironico sogghignando.
-    Mi avvalgo della facoltà di non rispondere! – bisbiglia Andrea e Mick può notare l’imbarazzo nella sua voce.
-    Non hai a cuore anche tu lo sviluppo del genere umano? Eh?  
-    Sinceramente? Non me ne frega una cippa del  genere umano – afferma, sentendo il disappunto nel suo espirare sconsolato – ma mi frega abbastanza di te! E se tu sei proprio convinto che quello che desideri è in questa stanza, e che lo desidererai anche domani e domani ancora, per un periodo abbastanza lungo, tanto da non rischiare che domani oltre a uno stivale in faccia ti arrivi un colpo di macete ai gioielli di famiglia… beh…
-    Sono convinto!! Dove devo firmare? – risponde entusiasta lui – ok ora basta scherzare. Dove eravamo rimasti? Ah si… 
la tira giù per un polso portandola seduta sulla sua gamba di nuovo, affonda il suo volto nei capelli di lei portando una gamba tra le sue e una mano sul suo ginocchio, mentre l’altra è posata sul suo ventre.
Due minuti dopo Mick porta le proprie mani sotto la sua maglietta facendole scivolare sulla sua schiena che si inarca per il solletico, ma nonostante ciò non si sposta. 
Mick ha lo sguardo curioso ed inquisitore adesso, non sentendola evitare il contatto, azzarda un po’ di più facendole scivolare una mano su una gamba. Lei resta li, e lui è divertito dalle espressioni conflittuali che la ragazza cerca di nascondere. Pur se non parla Mick può "sentire" ogni pensiero che le passi per la mente, vede come frena l’istinto a scappare via cercando di rilassarsi. “ Sono davvero importante per te!” afferma infine,  posandole una mano sulla guancia per farle girare la testa, baciandola sulle labbra un’altra volta prima di alzarsi.
Andrea lo guarda interrogativa, se ne sta in piedi vedendolo avanzare verso la porta.
-    Perché te ne vai? – dice quando la sua mano è ormai sulla porta.
-    Non me ne sto proprio andando piccola! – afferma divertito lui, voltandosi a guardarla. Gira la chiave nella serratura e sente un flebile sospiro alle sue spalle. Estrae la chiave e spegne la luce – così è meno imbarazzante per te…
Andrea lo vede avvicinarsi mentre si toglie la maglia che lascia cadere per terra e infila le mani in tasca, estraendone tutto ciò che c’è dentro posandolo sul comodino.
Infine si sfila le scarpe e sale sul letto con le ginocchia, suggerendo a lei di seguirlo.
-    Sei la mia lanciatrice di stivali preferita! – le dice ad un orecchio, sentendola sbuffare divertita.
-    Lo so! – ha il tempo di dire prima di ritrovarsi a fare i conti con due mani inquisitorie.
-    E sei mia! – e non lasciando più spazio alle parole la bacia con tanto trasporto come non gli era più stato possibile da troppo a lungo.



Non può ancora credere di poterla accarezzare liberamente, sentirla rabbrividire, fremere e sospirare, pelle contro pelle, non può ancora credere di essere riuscito a convincerla, di essere riuscito ad abbattere quelle barriere che, in onestà, un po’ lo preoccupavano. Quando aveva suggerito di fare un passo avanti non aveva poi davvero sperato di arrivare fino a lì, ma i vestiti se ne stanno sparsi a casaccio ai piedi del comodino quindi Mick si limita a andare avanti seguendo il principio del “chi tace acconsente”, è certo che questo sia davvero un inizio, può davvero dire di averla conquistata, può davvero considerarla sua, e sembra così giusto! 
-    Grazie.
-    Mi stai ringraziando?! ?!– dice incredula portandosi una mano al volto.
-    Si, ma per il fatto di esserti fidata di me.
-    Ahh… ok. Ehy che stai facendo? –  ferma il braccio che il ragazzo ha sporto fuori dal letto – non vorrai accendere la luce spero! – dice improvvisamente spaventata.
-    Vuoi avere figli? – gli chiede lui in risposta, sapendo di averla fatta imbarazzare tanto da essere arrossita.
-    Ah! Ahm, non nell’immediato. 
-    Lo immaginavo! – sorride lui, la vede girare il volto verso la finestra. 
Lui si stende meglio su di lei, si avvicina al suo orecchio consigliandole di rilassarsi un po’ di più mentre fa scorrere una delle sue mani sulla sua gamba. Lei non pare molto convinta che riuscirà effettivamente a rilassarsi, fino a quando non lo sente cercare finalmente contatto con lei. Vede i suoi occhi verdi scintillare nella penombra della stanza e i suoi capelli sanno semplicemente di lui, e le sue spalle sono lì, larghe e rassicuranti. Si è davvero decisa a fidarsi di lui, inspira profondamente  e si rilassa sotto il suo tocco paziente e premuroso…
Fin quando non sente il suo respiro cambiare ritmo, realizza che non può più tirarsi indietro e che le cose cambieranno, una volta per tutte... in quell’istante.
-    Rilassati An.. – pronuncia, e un indice gli preme sulle labbra impedendogli di continuare. La vede annuire leggermente e corrugare la fronte e mordersi un labbro. Sente di essere per la prima volta unita a lui. E questa volta non solo in senso figurato.
-    Se è proprio necessario – le sussurra con le labbra che fiorano la sua pelle - fermami ok?
-    Va tutto bene! – gli poggiando le proprie mani sulle sue spalle.
-    Uhh… lo sospettavo – sorride soddisfatto, iniziando lentamente a muoversi dentro di lei, baciandola e premendo il proprio corpo addosso al suo. La sente accarezzargli i capelli e, scendendo per il collo, scendere sulla schiena causandogli leggeri brividi lungo la spina dorsale, che lo spingono ad approfondire il loro contatto. – ohhh vieni qui! – sussurra ad occhi socchiusi, mentre lei invece li spalanca sorpresa dai baci sul petto.
Lo sente inspirare a fondo il suo profumo ed entrare ancora in lei, forse fin troppo velocemente, tanto da domandare d’un fiato di far più piano.
-    Ti voglio così tanto… - si giustifica lui… - e sei così… mhm...
-    Sì ma… - la sua frase viene interrotta da un sospiro. – ok ok! 
Per la prima volta da quando lo conosce lo vede davvero sincero, o meglio riesce a sentire quello che lui prova senza condizionamenti o preconcetti, senza dover necessariamente mettere in dubbio quello che lui in fin dei conti le ha sempre detto, e questo la fa stare bene, sa che questo momento è importante per entrambi.  Sente sempre più la necessità di respirare, poi si accorge che anche lui respira allo stesso modo. Da lì a breve i sospiri diventano ansimi. 
È sorpresa da questa nuova sensazione, pensa di non avere più il pieno controllo del proprio corpo, ondate di calore si alternano a brividi e poi si, deve rilassarsi, ma come fa con Mick così vicino? non è mai stata in grado di stargli accanto senza maglietta. Deve smetterla, quel ragazzo, quel bellissimo ragazzo, il SUO bellissimo ragazzo è così preso da lei, pure se continua a sporgere il braccio da quel letto, lo guarda.
-    Magari per te… è più facile rilassarti… se ascolti una di …quelle deprimenti canzoni  che… che ti piacciono tanto. – dice tra un movimento e l’altro. L’mp3 di Andrea, riapparso dopo la sua lunga assenza, riproduce una canzone a caso depositato sul cuscino accanto al volto della ragazza.
-    Sei pure romantico!  - dice mentre la sua voce si riduce in un sibilo stridulo.
“Oltre che romantica è pure una trovata geniale”, pensa Mick che la sente effettivamente rilassarsi sotto di lui, addirittura venirgli incontro, assecondare i suoi movimenti al punto che non passano molti secondi ed il suo raziocinio si spegne del tutto, e i suoi ansimi si fanno gemiti.

-    No! –  sbotta infastidita all’improvviso, si lamenta quasi arrabbiata con se stessa, non capisce, sente degli inconsulti spasmi, si sente sopraffare e sente il bisogno di fermarmi.
-    Oh sì! – ringhia la voce roca di Mick. Il ragazzo la fissa con un sopracciglio alzato che sottolinea la sua solita aria sfacciata.
-    Non… non posso più … - la frase le muore in gola, sostituita da un lamento prolungato. – si porta una mano alla bocca, perché non è poi tanto sicura che sia stato un lamento. Lui le rivolge un sorrisetto sornione mentre le fa un occhiolino.
-    Si che puoi! – si costringe a dire in un gemito, le afferra quella mano che le copre la bocca e spinge. Anche a lei un gemito risale per la gola riempiendo la stanza insieme a quelli suoi che già da un po’ si era lasciato andare. 
-    Ma fa mah… - chiude gli occhi e cerca di ispirare a fondo, non riuscendo a trattenersi ancora una volta. - Non … ommio…- fa ricadere la testa sul cuscino stringe ancora di più la mano di lui, fino a quando si ritrova travolta dal peso del ragazzo che le ricade sul petto. Resta immobile fino a quando non riesce più o meno a ricontrollare il suo respiro. Ascolta il cuore e la voce di lei attraverso il suo torace, lo vede alzarsi in cerca d’aria e si gode l’ultimo contatto prima di uscire da lei e spostarsi al suo fianco.
Le porta una mano sulla guancia e la bacia, cerca le sue labbra, ancora schiuse,  e approfondisce il bacio. Le afferra le guance premendole fino a farle sporgere le labbra afferrandole con i denti.
-    Sei meravigliosa! Non sai quanto l’ho desiderato… - le confessa, lasciando il suo viso e lasciando scivolare la sua mano leggera fino ad una delle sue gambe.
-    Credo… credo di averne una vaga idea…
-    La prossima volta cercherò di essere più chiaro… - ride lui vedendola stringere le gambe come reazione alla sua affermazione. Lei espira a fondo. – come stai? – si preoccupa.
-    Mi è passato un treno addosso… - sospira guardando il tetto, poi si sposta anche lei sul fianco, trovandosi faccia a faccia con lui. – un bellissimo treno, oh Mick . – si appiattisce contro di lui facendolo stendere sulla schiena, lui sorride passandole un braccio intorno alla schiena e accarezzandole i capelli.
-    Non è stato così terribile no?
-    È stato… come dire?... Oddio Mick c’eri tu, come vuoi che sia stato – affonda il suo volto nell’incavo della sua spalla.
-    Oh beh se tutto dipende dal fatto che c’ero io allora è stato proprio una schifezza! – ride lui.
-    Ma come… - Andrea alza la testa riemergendo dal suo nascondiglio – non eri un magnifico essere?
-    Dovevo vendermi bene per convincerti a stare con me!
-    Tu sei il mio magnifico essere! – lo bacia una volta prima di sparire di nuovo tra il suo collo e la spalla. – ah Mick… non vuoi andartene via vero?
-    Ti sembro uno che se ne vuole andare?? – scoppia a ridere a sentire il tono implorante della ragazza – mi dovrai buttare fuori di qui a calci!
-    Beh per oggi il tuo fondoschiena è salvo! Ah, grazie per la musica… è stato romantico…
-    L’ho notato. Mi sei venuta dietro “come un treno” dopo che ho acceso quest’aggeggio – dice afferrando l’mp3 e spegnendolo. Andrea decide di non badare troppo al commento.
-    Piuttosto chi cavolo erano quelli? Non l’ho mai sentita quella canzone!
-    Un gruppo che pensavo potesse piacerti, e ti ho caricato le canzoni così puoi ascoltarle…
-    Aaawww , quindi adesso non solo abbiamo una data per  festeggiare il nostro mesiversario, ma abbiamo pure la nostra canzone d’amore! 
-    Ahm… quella cosa??
-    Ma era una canzone bellissima!!
-    Per te…
-    Anche tu sei bellissimo per me!! Che vuol dire??
-    Oh davvero? Ok, canzone melensa accordata… ma non iniziare a chiamarmi pucci pucci ok?
-    Ahahaha, no tranquillo, ti va bene Thor dio del tuono?
-    Brava vedo che hai capito!
-    Sono una ragazza intelligente io , che ti pare!!??
-    Non avevo dubbi! Oh, da oggi non potrò più prenderti in giro per il fatto che te la tieni stretta!
-    Oh Mick!! Ok che la canzone era troppo poco rock per te, ma non c’è bisogno di distruggere ogni molecola di dolcezza che era rimasta nell’aria!
-    È per non crearti false illusioni tesoro mio, io reagisco così al troppo zucchero!
-    Le false illusioni se ne sarebbero andate comunque domani mattina quando mi avresti svegliata con una frase del tipo: “porta la colazione schiava!” o “ah ieri al buio sembravi più bella”…
-    Ahahahah sei proprio deficiente… cioè lo dico con affetto eh? – si sistema sul letto mettendosi seduto.
-    Perché? Tanto ormai l’atmosfera se ne è andata… tanto vale farsi quattro risate!
-    Oh tesoro lo sapevo che eri una persona speciale, mi dai corda invece di rinfacciarmi a vita che sono stato stronzo pure per la tua prima volta… - la guarda serio – non te la sei presa vero? Vedi? Rovino sempre tutto…
-    Stai zitto non hai rovinato niente, so come sei, e mi piaci così… sai anche essere romantico, sei stato molto carino con la musica eccetera… forse è anche meglio, almeno abbiamo rotto il ghiaccio e parliamo spensierati , sarebbe stato imbarazzante un terzo grado del tipo: ti è piaciuto? Com’è? Da uno a 10?
-    Perché non sei stata così acuta e brillante pure quando si trattava di capire che ti voglio davvero?? – chiede Mick allungando la mano sul comodino.
-    Perché… perché avevo bisogno di capirlo e convincermi che volevi davvero questo. Comunque.. che cerchi sul mio comodino? Pare la scatola delle meraviglie… hai sempre la mano lì! 
-    Ora non farmi essere volgare! – sorride alzando un sopracciglio.
-    Mick!! Aspetta non vorrai accendere la luce!!?
-    Un dejavu… ora prendo un preservativo e poi lo facciamo qui nel tuo letto?
-    Non puoi accenderla! Mick! – si sporge su di lui per afferrare il suo braccio, lui la solleva portando in alto il suo braccio.
-    Come se non vedessi tutto anche così! 
-    Oh MMMick! – si rannicchia afferrando la coperta – ora si che sei proprio tu!
-    Io sono sempre proprio io! Comunque non volevo accendere questa maledetta luce, volevo prendere le mie sigarette!
-    Cosa??? Ahah stai scherzando… non si fuma in camera mia…
-    Mhm… dovevi tornare bacchettona così in fretta?
-    Non osare chiamarmi bacchettona eh?? 
-    Oh hai ragione tesoro, sei diventata grande adesso!
-    Ecco! – dice incrociando le braccia sul petto stringendosi alla coperta, poi scoppia a ridere.
-    Ti spiego una cosa, ci sono tre cose che un ragazzo vuole dopo aver  fatto l’amore, noti quanto sono dolce eh? Comunque… tre cose…: 1 farlo di nuovo! 2: dormire! 3: fumare. Nel nostro caso, 1 non voglio esagerare perché non sono ancora del tutto convinto che potrai scendere le scale domani, e dal momento che non stiamo dormendo perché ci siamo messi a parlare invece che crollare addormentati subito dopo, beh non mi resta che fumare. Ps parlare subito dopo è un clichè femminile, quindi non lamentarti per me se faccio quello che il genere umano maschio fa dalla notte dei tempi! Visto che tu fai lo stesso!
-    Senti esemplare di genere umano maschio… non fare tanto il saputello! Non si fuma in camera mia!
-    Sì, e niente sesso prima del matrimonio. – ride lui afferrando il pacchetto che ha prima lasciato sul comodino.
-    Sono seria! Mick! E poi fai un così buon odore, perché lo dovresti contaminare?? – stringendosi a lui cerca di afferrare il pacchetto di sigarette senza buoni risultati.
-    Se continui a dimenarti avrai problemi più grossi della mia sigaretta… E va bene… dopo tutto oggi posso fare uno sforzo. Vedi che bravo? – sorride lui baciandola e spingendola tra le sue braccia – allora ci facciamo un sonnellino?
-    Mi sembra una bellissima idea. – commenta accoccolandosi su un fianco e sentendo subito il petto del ragazzo poggiarsi alla sua schiena.
-    Pensavo mi avresti mandato a casa per non farci scoprire da Robert. – le bisbiglia ad un orecchio.
-    Resti qui! Abbracciami… - prende la mano di lui e se la porta sull’addome, stringendosi nel suo abbraccio. Lo sente posarle un bacio dietro l’orecchio e sussurrarle “non vorrei essere da nessun’altra parte.
-    L’hai pure detto, che la cosa che desideravi di più era stare sdraiato a letto con qualcuno al tuo fianco.
-    Non “qualcuno”, ma tu! Sono fortunato oggi.
-    Il mio ragazzo romantico è tornato! – sorride baciandolo sempre stretta nel suo abbraccio. - Domani vai via dalla finestra, Robert non può assolutamente sapere che sei stato qui! – proferisce  stringendosi ancora di più a lui.
-    Ma devo dire a David che non torno a casa! O mi verranno a cercare! Magari chiama proprio Robert!
-    Non se anche David non è in casa! – afferma sentendo delle voci riempire il silenzio della casa al piano di sotto.
-    Oh sono tutti qui – bisbiglia – wow, ok…
-    Ora silenzio… si dorme.
-    Sissignora! 
-    Mick…
-    Ok Andi dormo dormo…
-    Mi hai chiamata tesoro 3 volte, tu sei dolce inside!
-    Sei tu che tiri fuori qualcosa di buono in me.
-    Anche questo è dolce.
-    Ci apriamo una pasticceria?
-    E questo è David!
-    Potresti evitare di nominare mio fratello mentre siamo senza vestiti nel tuo letto?
-    Ahahah e questo è Mick!
-    Domani ti do una copia della chiave di camera mia, così se volessi farti trovare al buio ti mostro come si accoglie la gente!
-    Definitivamente Mick!
-    Sai cosa direbbe Mick in questo momento?
-    Ahm…  “come dobbiamo dormire se continui a scassarmi le scatole parlando”?
-    Ahahaahah beh forse… però oggi direbbe: buona notte tesoro mio.
-    Buona notte amore.

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Capitolo 33
*** Poor you! ***


Nuovo capitolo... considerando che non so se ci sia ancora qualcuno degli iniziali a seguire la storia... in ogni caso ringrazio chi non ha ancora perso le speranze :D






Oggi il risveglio è particolarmente confortevole; il calore di un abbraccio, l’essere avvolti da un profumo familiare, Andrea allunga la mano verso il comodino e rivolge la sveglia verso i suoi occhi. 
Le 8.00. non ha dormito poi così tanto e la luce che filtra dalla finestra non è quella accecante delle mattine d’estate, di quelle che aveva vissuto in Italia molte volte, anzi una fitta nebbia rendeva il cielo particolarmente bianco e poco luminoso quella mattina. Non deve aver dormito più di 5 ore, tuttavia si era svegliata in modo spontaneo. La cosa positiva, pensa, è che tutti gli altri in casa dormano, e continueranno a farlo almeno fino a mezzogiorno. Si volta di scatto verso Mick intenzionata a svegliarlo, ma poi lo vede, gli occhi chiusi il respiro regolare, i capelli sparsi sul suo cuscino, ripete dentro la sua testa che è davvero bellissimo, allora decide di aspettare ancora un po’. 
Forse farebbe meglio a indossare qualcosa nel frattempo, nota infilando una mano sotto il cuscino, il pigiama lo tiene lì di solito e per fortuna pare non essere stato disturbato dal “trambusto” della sera prima. Riesce senza difficoltà a infilarsi la maglia, ma per i pantaloni la cosa si prospetta un po’ più articolata. Si ricorda improvvisamente il motivo per cui si è svegliata così presto… deve andare in bagno!
Cercando di fare il minor numero di movimenti possibile riesce ad alzarsi, ma non calcola che una delle sue gambe ha perso la sensibilità per essere stata così tanto tempo ferma immobile sotto il peso di una delle gambe di Mick. Al secondo passo il piede va in fallo, tanto che Andrea si ritrova in ginocchio dopo aver lanciato un rumoroso sospiro spaventato. Si volta a vedere la razione del ragazzo il quale dorme tranquillamente come un’istante prima. Recuperato l’equilibrio zoppica fino alla porta.

Quando ricompare sulla soglia si ritrova un occhio di Mick puntato addosso, sì uno solo, l’altro non ne vuole sapere di arrendersi all’evidenza di essersi svegliato.
-    Tutto ok? – bisbiglia con la voce roca di chi si è appena svegliato. Lei annuisce e lui continua a fissarla – problemi di qualche genere? – la vede negare con la testa – allora perché zoppichi?
-    Ho un piede addormentato perché hai dormito sulla mia gamba. – spiega lei.
-    Ahh, ok, allora tutto bene!
-    Sììììì, “grida” a bassa voce lei arrivata ormai davanti al letto, si tuffa di nuovo sotto il piumone – dovrei per forza stare male dici? 
-    No, non per forza, ma non si sa mai… - le posa un bacio sulla fronte e Andrea può vedere adesso l’altro lato del suo viso.
-    Oh tu piuttosto… come stai? – gli chiede passando un indice leggero sul suo zigomo per poi scendere all’angolo della bocca.
Mick arriccia un labbro e sente un leggero dolore.
-    Ho la faccia blu?
-    Violastra… - lo informa Andrea in tono di scusa.
-    Wow, devo essere uno spettacolo!
-    Oh ma certo – lo rassicura lei, afferrandogli il volto e baciandolo sul naso. Come vorrei che fossero tutti fuori da qualche parte oggi!! – sospira triste accarezzandolo sulla parte indolenzita.
-    Hai in mente qualcosa in particolare? – chiede lui sogghignando, provocandosi ancora quel lieve dolore.
-    No, ma sarebbe stato bello starsene qui a tempo indeterminato senza l’ansia che qualcuno entri, apra la porta, ci senta parlare o ti trovi in generale qui!
-    Sarebbe questa grande tragedia? – si informa lui, chiudendo gli occhi e stringendosi a lei.
-    Beh… per oggi sì! – si imbarazza lei.
-    Poveri noi! Ma tanto prima o poi lo scoprira… lo immagineranno quanto meno – si corregge lui sentendo la presa di Andrea farsi più forte attorno al suo braccio – insomma non possiamo fare per sempre la parte dei litiganti o di quelli che non si baciano mai!
-    Ma noi non ci baciamo mai in pubblico.
-    Già, indovina perché! – le rivolge uno sguardo accusatorio sollevando la testa.
-    Ahm… perché siamo sempre stati più o meno sul piede di guerra?
-    Ad esempio…
-    Quindi sei pure il tipo da grandi effusioni in pubblico… - continua con tono sorpreso.
-    Tu ti sei creata un’immagine di me che ha del terrificante! – Mick posa di nuovo il capo sul petto di lei. - Un uomo senza sentimenti, senza compassione, che pensa solo ad accoppiarsi e che tratta le donne come salviettine monouso!
-    Perché scusa fino a ieri come ti sei comportato? Ti considero pure abbastanza manesco a dirla tutta, e comunque in genere sono io la coccolona!
-    Tu coccolona?? Ma con chi? Coi tuoi pupazzi forse! – afferma Mick, poi si gira e si sporge dal letto allungando il braccio, ne afferra uno a forma di panda trovato sul pavimento accanto al letto – dì un po’ amico, con te è affettuosa? – lo osserva avvicinare il muso dell’animale al suo orecchio e scoppia sommessamente a ridere – ah sì? Non è giusto!
-    Che ha detto? – chiede sorridente guardando il pupazzo.
-    Che con lui ci dormi ogni notte! – risponde col broncio.
-    Ah… ahahah ehm, è così – ammette divertita – io e panda ci conosciamo da tanto tempo!
-    Fortuna che non vai a letto con tutti gli amici di vecchia data!
-    Eh sì, vedi? Però mi sono fatta convincere da uno sbruffone che mi ha dato della bacchettona, noiosa, infantile, poco donna…
-    Oddio, l’ho detta davvero quella cosa – si porta le mani sulla fronte e si tira indietro i capelli, poi abbraccia Andrea baciandole il collo – scusa, scusa, scusa. E io voglio puntualizzare che mi piace il tuo essere bacchettona!
-    Non te ne stavi andando?? 
-    Devo proprio? – si nasconde la testa sotto la coperta – ehy aspetta un attimo ma perché tu sei completamente vestita e io no??
-    Perché io sono uscita dalla stanza!
-    Non possiamo fare che esco dalla stanza e poi torno dentro ed è come se fossi appena arrivato?
-    Per funzionare dovresti entrare almeno dalla porta d’ingresso!
-    Cavolo… ok forse potrei andare a farmi una doccia… - dice mentre indossa la maglietta del giorno precedente, rendendosi conto delle condizioni in cui è ridotta - che fai oggi?
-    Ho ospiti a pranzo!
-    Chi viene? – la guarda aggrottando le sopracciglia curioso.
-    Tu! Ahahahah. Tutti gli altri sono già qui!
-    Ok, allora torno subito dopo… - si alza indossando i jeans, mentre Andrea gira il volto imbarazzata - mi stai buttando fuori dal tuo letto alle 8.30 del mattino di sabato!!  E non mi guardi nemmeno!  È il tuo modo per vendicarti di me, che ho rovinato il momento magico ieri?
-    Non ti sto buttando fuori! E non ti guardo perché sei svestito e tu ieri non hai rovinato niente! Non sono una principessa, non sei il principe Azzurro, non siamo a  “molto molto lontano”. È stata unico nel suo genere! Questo mi basta! Ehy dove ti stai portando il mio orsacchiotto??
-    A casa, se io non posso dormire con te allora non può nemmeno lui!
-    Ahaahhah quanto sei scemo! Ora chissà quando lo rivedrò… magari rispunta sul più bello come l’mp3.
-    Hai appena detto che è stato bello? – le rivolge un occhiolino ammiccante saltando sul letto ancora una volta, ritrovandosi naso contro naso.
-    Ho mai detto il contrario? – risponde semplicemente lei.
-    Non hai detto niente in realtà… - Mick spalanca gli occhi impaziente.
-    Non è vero… ho detto che c’eri tu e quindi questo dice tutto!
-    Ma mi hai appena detto che non sono il tuo principe azzurro…
-    Oh beh…  certo! Resti il mio magnifico essere!
-    Ahhh allora… Mi porto panda così possiamo ripensare assieme a quanto sei bella mentre dormi, e pure prima di addormentarti! –si china su di lei per posarle un bacio sulla fronte, lei gli avvolge le braccia attorno al collo.
-    Ohh… il Mick romantico è tornato!
-    A dopo! Sparisco fulmineamente – dice baciandola e alzandosi per  avvicinarsi alla finestra.
-    Sì, ma dove vai? – chiede lei preoccupata
-    Non hai detto che devo andare via dalla finestra per non incontrare Robert?
-    Sì, ma era per dire, non voglio ritrovarmi con una frittata al posto del ragazzo!
-    Non l’avrai – assicura lui.
-    Su Mick non scherzare, vieni qui – dice precipitandosi ad afferrarlo per un braccio, per il movimento brusco però è colpita da una fitta.
-    Tutto bene? – Mick aguzza lo sguardo mentre le sue braccia reggono Andrea.
-    Non quando corro a quanto pare… ma meglio di quanto mi fossi immaginata!
-    Fai sport? – si ferma a guardarla con le mani incrociate.
-    Ahm… non più da quando sono qui…
-    Prima?
-    Ho fatto anni di danza, vale come sport?
-    Ahhh eccooo  – la guarda con un sorrisino.
-    Ecco cosa? – chiede, sapendo che se ne pentirà.
-    Lo sai che mi piace come balli… è una delle cose che ho notato da subito…
-    Grazie, ma comunque sono sempre convinta di ballare in modo normale… - gli dice dandogli le spalle e tornando sul suo letto.
-    Anche per questo ti senti “meglio di quanto avessi immaginato” e ora che ci penso… ieri sei andata bene a tempo di musica…
-    Mick!! – arrossisce.
-    È la verità!
-    Non te ne stavi andando?!?!?!?
-    Ci vediamo tra poco – ride avvicinandosi alla porta – e se incontro qualcuno gli dico che sta sognando e che non sono mai stato qui!
-    Ecco!! E tratta bene il mio panda!
-    Ma certo!
Mick esce dalla stanza con circospezione, è talmente accorto che Andrea non gli sente scendere le scale, e spera di non sentire niente fin quando lo vedrà fuori da quella casa. Si affaccia alla finestra e vede la sua chioma biondo-scuro allontanarsi. Si volta e guarda la sua stanza avvolta in quella grigia aria invernale, ma non le sembra triste, spoglia, tantomeno fredda. Si siede sul letto incrociando le gambe, e sciogliendo l’incrocio subito dopo sospira un “ohu”. 
Decide di andare a riempire la vasca e concedersi un bagno rilassante.










-    Buongiorno allegra banda di scalmanati! Grazie per non aver fatto troppo casino al vostro rientro ieri sera! Ho un’ottima notizia per voi! Ho fame, ho voglia di cucinare, cucino per tutti, è sabato! Siete invitati a pranzo! – comunica alla sua tipica velocità supersonica ai tre spaventapasseri che se ne stanno mogi mogi appoggiati al tavolo della cucina. Gli occhi di David si riempiono di gioia, Robert avverte un leggero mal di testa e Jake la guarda chiedendosi dove la trovi tutta quell’energia e se sia necessario parlare così ad alta voce.
-    Volete anche la colazione? Tutti seduti, latte, tè, caffè? Cioccolata?
-    Posso anche ordinare un croissant?
Andrea apre uno stipetto in cucina e ne tira fuori uno confezionato:
-    Si David, puoi – glielo lancia in faccia.
-    Hai bevuto un’intera caraffa di caffè vero? Come fai a essere così? – chiede ancora confuso Jake.
-    Ho solo dormito bene e non bevuto tutta quella birra e superalcolici come sicuramente voi avrete fatto!
-    Devo ricordarmelo la prossima volta – commenta tra se e se Jake.
-    Allora, che volete per colazione?
-    Credo che dormiremo fino a quando non sarà pronto il pranzo! – suggerisce Robert.
-    Posso invitare Mick a pranzo? Non l’ho più visto da ieri e mi sembrava abbastanza scazzato. – chiede David con aria innocente.
-    No, non c’è bisogno! – afferma frettolosa lei. 
-    Avete litigato di nuovo? – chiede il batterista non osando immaginare l’umore apocalittico che potrebbe avere Mick in questo momento.
-    Abbiamo fatto pace veramente… - commenta lei mettendosi all’opera.
-    Beh allora perché non può venire?
-    Non ho detto che non può venire… ho detto che non c’è bisogno che lo inviti… l’ho invitato io…
-    Ahhhh  - sospira il ragazzo sollevato.
-    Secondo te non invito il mio ragazzo a pranzo quando tutti voi siete qui? – esordisce lei, facendo soffocare David col pezzo di cornetto che aveva appena messo in bocca. Jake e Robert lo guardano, il cantante poi lo interroga:
-    Cosa aspettavi a dirmelo? Potevi confermare invece di fare finta che fosse una tua intuizione.
-    Ahm – boccheggia David sorpreso – io … Mick mi ha fatto giurare di non dirlo a nessuno, non potevo.
-    Lodevole come sai mantenere le promesse – commenta Andrea –  potevi allora evitare di fare le battutine “doppiosensate” divertendoti alle mie spalle!
-    È per questo che ieri ti sei arrabbiata con me?
-    Precisamente!
-     Era solo divertente, ma non ho rivelato il vostro segreto, non è importante questo?
-    No, non più di avermi presa in giro… comunque tranquillo non cercherò di avvelenarti di nascosto, non ce l’ho più con te.
-    Oh menomale, sono ancora il tuo amico preferito?
-    In senso lato! Ma sei il mio David preferito – lo rassicura lei. 
-    Mhm…  devo recuperare… e scusami se te la sei presa… Comunque tecnicamente io non sapevo che stavate insieme… sapevo che Mick era interessato a te… quindi gli volevo dare una mano ad avvicinarsi a te…
-    Cosa? – chiede Andrea non capendo a cosa David si riferisca.
-    Io mio fratello lo conosco  e so che è totalmente fuori come un balcone, ma con te si è sempre comportato in modo ancora più strano, e il modo in cui litigate come cane e gatto da quando sei entrata in questa casa… era palese che mio fratello ti trovasse particolarmente interessante! E l’ho detto a Robert in tempi non sospetti, quello che non capivamo era se anche tu potevi volerlo… visto come è fatto…
-    Come è fatto? – ribatte Andrea mentre, senza guardarlo, mescola il ragù sul fornello.
-    È psicolabile, non credere che quegli sbalzi d’umore siano passeggeri… è sempre così… per conquistare le persone le denigra… il problema è che lui denigra tutti in generale quindi non ti accorgi bene se gli stai sul ca** davvero o se sta provando a fare amicizia con te… capisco che ti sarai sentita un po’ confusa all’inizio.
Andrea  sente per la prima volta di essere stata compresa, questo vale a David il rinnovo della stima nei suoi confronti.
-    Sì, conosci tuo fratello! – conferma lei – comunque visto che ora tutti sappiamo tutto di tutti possiamo continuare la nostra vita tranquillamente. 
-    Quindi L’hai sentito? Ieri è scappato senza un motivo, eravamo tranquilli ieri.
-    La situazione tra dico e non dico, lui sa ma non doveva sapere, ma sapeva e faceva finta di non sapere e io non sapendolo… tutto quest’ambaradan ci ha creato un po’ di incomprensioni… poi Robert e Jake hanno ben pensato di “scherzare” sul fatto che mi fossi intrattenuta in biblioteca con qualcuno…  - Robert sussurra un “ops” - ma poi ci abbiamo messo una pietra sopra e buonanotte… è passato!
-    Magnifico! Quindi tutti amici e mio fratello ha una ragazza! Ora ci abbandona come John!
-    Dubito… fare la rock star gli piace troppo e voi siete la sua famiglia!
-    E tu adesso sei una groupie? – chiede Jake ricevendo una velenosa occhiata da Andrea che intima:
-    Fuori da questa cucina, devo cucinare!!!
Nonostante la serissima intenzione di Andrea tutti scoppiano a ridere. Fortunatamente il campanello distoglie l’attenzione da quest’ultima domanda di Jake ed in generale da Andrea.
Robert fa gli onori di casa andando ad aprire, trovandosi di fronte un inconsapevole Mick che lo saluta con un “ciao”.
-    Qualcuno ti ha invitato? Noi non ti vogliamo qui! – scherza il padrone di casa, in tono serio. Mick lo guarda sorpreso.
-    Ohh Robert! – sbuffa Andrea esasperata dalla cucina.
-    Scherzavo, vieni dentro, scusa per ieri eh? Era uno scherzo anche quello – Mick lo guarda dubbioso – Andrea, lo “studiare” in compagnia… ahm sì – continua lui rispondendo all’interrogativo che legge negli occhi dell’amico – lo sappiamo… - conclude con un gesto che lascia intendere “la relazione tra te e Andrea”.
-    Lo so… - risponde tranquillamente lui. Robert gli afferra il volto da sotto il mento, avvicinando gli occhi alla sua guancia.
-    Non c’è bisogno di baciarmi per salutarmi Rob mi va bene un ciao! – si affretta a rispondere Mick.
-    Che hai fatto? Hai la faccia mezza viola!
-    Ahm…
-    Non sarai andato mezzo bevuto a rompere la faccia di quel povero ragazzino spero!! – chiede Robert preoccupato.
-    No, ieri sera ho fatto proprio quello che mi ero riproposto! Sono andato a letto! – Andrea origlia rimanendo in cucina, attraverso l’arco è facile sentire quello che Mick stia dicendo  – ma prima di ciò mi sono fatto i… - la teglia che Andrea ha in mano le scivola sul pavimento creando molto rumore – tutto bene ? – chiede Mick dando un’occhiata al di sopra delle spalle di Jake e David che comparsi sulla soglia del soggiorno coprono la visuale in cucina.
-    Sta cucinando – bisbiglia Robert informandolo e iniziando a incamminarsi verso il divano, invitando l’amico a continuare la storia con un’occhiata espressiva.
-    Mi sono fatto il corridoio al buio… - afferma velocemente per evitare che qualche altra paletta o pentola cadesse per terra – e non ho visto la porta mezza aperta della mia stanza…
-    Ahhh… cavolo deve aver fatto male!
-    Eh… abbastanza!
-    Andrea il tuo amico qui passeggia al buio e si butta addosso alle porte!
-    Deve averla scambiata per me, siamo piatte uguali !! – esclama lei, rimanendo in cucina. Tutti scoppiano a ridere.
-    La prossima volta accendi la luce! – gli consiglia il fratello, dandogli una pacca sulle spalle per salutarlo.
-    Eh già… - Mick sporge la testa in cucina premendo l’interruttore  - la prossima volta accendo la luce! – afferma a gran voce in tono divertito. Anche ad Andrea scappa una risata.
-    Che ci fai qui a quest’ora vestito e profumato? – gli chiede David guardando prima l’orologio e poi il fratello. Mick si volta di nuovo verso il salotto:
-    Ahm… è mezzogiorno… anche voi siete svegli.
-    Si ma noi siamo anche in coma cerebrale e con i vestiti di ieri addosso…
-    Forse perché sono l’unico che è andato via prima e che ha dormito? Poi Andrea ha ben pensato di svegliarmi alle 8:30 per “parlare” – continua con tono di finto rimprovero, improvvisando un’ipotetica discussione chiarificatrice. L’immagine di un Mick svegliato presto la mattina dalla ragazza per discutere di un qualche problema di coppia risveglia lo spirito comprensivo degli amici, che tutti assieme sospirano un “ohhh povero te” pieno di conforto per il mal capitato.
Andrea si decide ad uscire dalla cucina, e la sua espressione nemmeno minimamente turbata conferma a Mick di essere riuscito a rispondere in modo adeguato.

-    Oh è proprio viola! – osserva guardando la faccia del ragazzo – bene il nostro pranzo è in forno… mancano 20 minuti, ora voi apparecchiate mentre io vado a studiare! – gli passa accanto mentre Mick le afferra un polso.
-    Oh ma è sabato! Riposati… che vuoi fare in 20 minuti?
-    Quello che riesco a fare! – dice liberando il suo braccio e salendo le scale per la sua stanza.
-    Sbaglio o non ti ha salutato – chiede perplesso David.
-    È una secchiona… è arrabbiata con me perché le ho fatto saltare una lezione. – spiega Mick con calma, iniziando a pensare di essere nato per fare l’attore – tutto tranne interrompere una sessione di studio...
-    Povero fratellino… 
-    Che programmi ci sono per oggi? – lo interrompe lui.
-    Credo che tornerò a casa a dormire e poi questa sera si vedrà.. un giro si può sempre fare.

“Che schifo!!” si sente gridare all’improvviso dal piano superiore 
-    Qualcuno venga qui!! - la voce di Andrea si avvicina, risuonando nella tromba delle scale - c’è un ragno in camera mia!! Con tutte quelle zampe lunghe… Vi prego toglietelo!!
I ragazzi sul divano si guardano sorridendo, David fa cenno al fratello indicandogli le scale con la testa, Mick per tutta risposta sbuffa un “mi scoccia salire le scale”
-    Andrea è solo un ragno! Non ti mangia!
-    Beh se ti piace così tanto vienitelo a prendere e portatelo a casa! – risponde ad alta voce la ragazza, mentre anche Robert fa segno a Mick di salire di sopra.
-    Ma perché ci devo salire io? – borbotta lui.
-    Perché sei tu il ragazzo!
-    Perché voi che siete? Foche?
-    Mick passi 3 giorni a settimana in palestra e non vuoi salire 3 scalini! – aggiunge indispettita Andrea sempre dalla sua postazione alla fine delle scale, contemporaneamente a queste parole Robert e David guardano Mick con aria di compatimento per l’umorismo infelice mentre Jake si alza in piedi e poggia una mano sulla spalla di Mick.
-    Tranquillo ci vado io… visto che stando a quello che hai detto ognuno di noi qui è “il ragazzo” di Andrea, magari per ricompensa mi fa fare un giro… - sogghigna.
-    Ma quale giro?!?! – Mick scatta in piedi avviandosi di corsa alle scale. 
-    Ah ah ah bene, si è convinto. Bravo Jake…
-    Tipo geloso tuo fratello Dave – risponde lui divertito.
-    Pure tu gli dici di volerti fare “un giro” … - giustifica David.
-    Allora! – esclama Robert.



-    Allora, dov’è questo mostro? – pronuncia la voce profonda e scocciata di Mick.
-    Sulla scrivania!! – indica Andrea rimanendo sulla soglia della porta, Mick la scansa e avanza verso il punto indicato da lei – ma che fai? Lo prendi a mani nude?
-    È minuscolo – la sbeffeggia prendendo l’animale per le zampe e lo lascia penzolare davanti al naso della ragazza che si ritrae inorridita .
-    Allontanati!! Ma sei scemo??
-    Buh! – scherza lui facendo finta di lanciarglielo addosso.
Il risultato è una Andrea urlante che si ritrae indietreggiando nel corridoio fino ad arrivare a poggiare le spalle allo specchio.
-    Mick!!! Me lo sento addosso, ho prurito ovunque, buttalo via!!!
-    Non si uccidono gli animali! – afferma mentre si avvicina alla finestra aprendola.
-    Quel coso non deve stare in camera mia! – Andrea ricompare dalla porta.
-    Ma che ti ha fatto poi… è così tranquillo… - Mick ride vedendo lei iniziare a grattarsi la testa – ok il mostro brutto e cattivo se ne è andato!
-    Ancora!! Ti credi simpatico? Non sopporto i ragni… che posso farci?
-    Avrebbe potuto morderti trasformandoti in una super eroina, che ne sai?
-    Te lo do io un morso se non la finisci di prendermi in giro! – esclama dirigendosi al centro della stanza con un indice puntato sul ragazzo.
-    Come sei minacciosa! – la sbeffeggia lui ancora afferrandole i polsi e portandole le braccia dietro la schiena immobilizzandola mentre lei si dibatte inutilmente. – tirarmi uno stivale in faccia non ti è bastato? – bisbiglia e immerge il suo naso tra i suoi capelli stringendosela addosso – mh ti sei fatta lo shampoo.
-    Sì, ora non fare il coccolone! Lasciami devo studiare, mi hai fatto perdere un sacco di tempo! – si lamenta lei spinta dai passi di Mick.
-    Non mi hai nemmeno salutato, e nemmeno un grazie per averti salvato dal terribile mostro…
-    Oh Mick! – sfiata innervosita  spostando le mani del ragazzo dal suo corpo, prima di bloccarsi con un’espressione incuriosita, poi il suo viso si tinge di delusione pronunciando un muto  – nooooooo.
-    E ora dove vai – le chiede piuttosto seccato vedendola uscire dalla stanza.
Lei si volta guardandolo improvvisamente con una faccia da cucciolo bastonato portandosi una mano al basso ventre.
-    Che c’è?? – la guarda non capendo – ti fa male? È colpa mia?
-    No!  Peggio!! – dice scappando verso il bagno.  
Mick rimane a guardare l’uscio, vuoto, fino a quando la chioma nera di Andrea torna a far capolino mostrando un viso dall’espressione furiosa.
-    Si può sapere che succede? – dice guardandola con il suo sopracciglio alzato e le braccia incrociate sul petto – mi pare un po’ presto per avere le nausee!
-    Succede che voglio essere un uomo! Almeno per i prossimi 5 giorni!
-    Nooooo! – esce dalle labbra di Mick, adesso anche il suo viso rispecchia la delusione che vede su quello di Andrea – sei sicura che non sia stat… che palle!













-    Quando ti ho raccontato cosa sia successo, non l’ho fatto per invitarti a rifarmi il guardaroba!
Andrea procede con la busta per gli acquisti colma di nuovi pezzi di biancheria accuratamente e immancabilmente scelti da Evie che, a detta sua, sta facendo “un gran lavoro” per trovare gli articoli giusti. Cosa voglia dire poi “articolo giusto” Andrea non lo capisce, si limita a buttare un’occhiata confusa a quella busta di stoffa.
-    Sei pazza? Certo che ne hai bisogno! E siccome tu non ci pensi, ci penso io! Anzi siamo già in ritardo, ma purtroppo questa settimana ho avuto un sacco di impegni e non ho potuto liberarmi prima, sai, la partenza è tra 40 giorni! Senti, sono convinta che quel povero ragazzo ti salterebbe addosso pure se tu indossassi una tuta da minatore, ma ciò non vuol dire che una non debba curarsi!
-    La finiamo con questa storia del “povero ragazzo”? Che ha di povero? Insomma ha fatto tutte cose lui, ha deciso tutto lui, si è cercato una senza esperienza che non ci pensava proprio e che ne se stava tanto comoda nel suo mondo! Sa a cosa è andato incontro!
-    Ahahaah adesso non diciamo ca**te Andrea ahahaahah mi fai morire! Uno non decide di innamorarsi così… e poi ormai è fatta non puoi vergognarti per sempre! E con questi ci sopravvivi fino a quando non torno dalla Francia!
-    Con questi posso aprirmi un negozio! – insiste lei cercando di impedire alla bionda amica di depositare l’ennesimo pezzo insieme a tutti gli altri.
-    Tranquilla puoi continuare pure a indossare le tue cose, al tuo amichetto piacerà pensare di averti colta di sorpresa.
-    Beh grazie per il permesso…
-    Mi sorprende come non ti abbia portato in qualche casa abbandonata buttando via la chiave per due settimane…
-    Scusa?? – chiede Andrea incredula.
-     Sì, cioè con lui… il primo mese… - Evie rivolge ad Andrea un’occhiata da  “insomma hai capito” avviandosi alla cassa.
-    Beh, anche quando avremmo potuto giocare ad UNO.
-    Oh povero uomo!
-    Insomma! – controbatte – povera io!! Non solo ho una fame da leoni e il nervoso a fior di pelle, adesso devo tirare fuori pure la carta di credito… 
-    Ah… intendi questo, pensavo ti riferissi al fatto che avresti continuato a dirgli di no così senza una ragione!
-    Non sono pazza fino a questo punto… comunque è stato positivo, ho potuto studiare ininterrottamente per 5 giorni! E domani ho non uno ma ben due esami!!
-    Poverino ahaha gli sembrerà di averlo sognato quello che è successo, una vita fa!
-    Ok ho capito gira tutto intorno al “povero Mick” che non batte chiodo, poi chi se ne frega se la sua ragazza ha due esami alle porte e altri 3 nel corso della prossima settimana e deve studiare mentre le sue ovaie si divertono a far male! – rivolge un sorriso forzato al cassiere che osserva le due ragazze con una leggera piega sulla fronte , “non sa alzare il sopracciglio tanto bene come fa Mick” pensa Andrea, porgendo la carta – anche lei vuole dire qualcosa a favore del mio “povero ragazzo”?
-    Non saprei, ma non mi sembra abbia qualcosa di cui potersi lamentare il ragazzo… - commenta allora lui porgendo ad Andrea il sacchetto con tutti gli acquisti – buona giornata! 
-    Vedi? – commenta Andrea rivolta a Evie che la spinge per le spalle ad uscire dal negozio – a che ci siamo passiamo pure all’Ikea e compriamo un nuovo comodino, avrò bisogno 20 nuovi cassetti per sistemare questa roba.
-    Ora non fare l’esagerata! Dopo tutto lo faccio per te dovresti essermi grata! Vuoi una camomilla? – la beffeggia lei, poi la vede prendere il cellulare dalla tasca dei jeans.
-    Ciao “povero Mick”! – esordisce Andrea rispondendo alla chiamata.
‘ciao Andrea’ risuona dall’altro capo del telefono, la voce di Mick lascia trasparire il dubbio – tutto ok?
-    Si caro, una meraviglia! Un’ora di appassionante shopping con Evie!
‘e per quale motivo sarei povero?’ si sente chiedere da una voce adesso divertita.
-    Come perché? Ma è ovvio… perché hai una ragazza così insensibile che dopo il grande giorno se ne è stata 5 giorni chiusa a casa a studiare con tanto di sclero tipicamente femminile per  tuSaiCosa in vista degli esami di domani, mentre avrebbe dovuto starsene chiusa in una stanza sì, ma con te e possibilmente sopra un letto, volendo anche un divano. Ah e ovviamente avrebbe dovuto anche svaligiare victoria’s secret! Che ragazza degenere hai, “Poveromick” visto che tutti, compreso tuo fratello, il mio coinquilino e quella che si spaccia per una mia grande amica, ti chiamano così ho deciso di votarmi anche io al soprannome.
‘Ah… ora è tutto chiaro… per quanto l’idea della stanza e del divano mi attraggano, capisco gli impedimenti recenti! A proposito di Victoria’s Secret… che hai comprato con Evie?’
-    Mi hai telefonato per un motivo in particolare? – chiede evitando di rispondergli.
‘in realtà si, ahm… ti volevo chiedere se ti andrebbe di venire al cinema con me stasera. Non per forza all’ultima proiezione, lo so che domani hai un’esame… ‘
-    Due! – lo corregge lei.
‘due… ok uguale, daiiii non farti pregare! Ti serve, ti distrai, ti riposi, ti rilassi, tanto ormai quello che hai fatto hai fatto, e se hai il tempo di andare in giro a comprare, puoi pure vedere un film con me!’
-    Forse proprio perché ho perso tempo oggi pomeriggio non posso perderne altro questa sera… - Andrea inciampa spinta dal colpo alla spalla arrivatole da Evie . – oh ma questo non farebbe che consolidare la tua posizione da “PoverMick”! Quindi magari ci vengo! O senti non puoi venire a vederti un film da me mentre io leggo? Sto con te sul divano!
‘non c’è Robert stasera a casa?’ – si sente chiedere da un Mick quasi convinto.
-    Perché ti credi di essere solo al cinema? – Evie scuote la testa, dandosi un colpo di mano sulla fronte.
‘ahm, no, ma… che fa lui? Se ne sta in cucina mentre noi due occupiamo il soggiorno? E comunque meglio gli estranei del cinema che stare in tre sul divano!’ – spiega lui con tono convincente.
-    Allora manda David da me e vengo io da te! Ce l’hai un lettore dvd no? Oh ma forse i tuoi sono un problema.
‘Allora… penso di poterlo fare… mia madre non è un problema!’ assicura una voce rallegrata dall’altra parte.’
-    Ma guarda che io studio!!
‘Almeno siamo nella stessa stanza!’ , Mick si mostra comprensivo.
-    Oh… ok – Andrea è sorpresa  - allora… a più tardi? Ah ma dove abiti?
‘ti mando un sms con l’indirizzo!’ – detto ciò il ragazzo riaggancia.
-    Ti sei appena invitata a casa di Mick? – Evie la guarda sorridendo con la sua solita espressione furbetta.
-    Io porto i miei libri e lui guarda il film – cerca di convincerla l’amica – siamo rimasti così…
-    Quello nero! – pronuncia Evie, e pare sia un consiglio.
-    Nero cosa? – Andrea regge il suo sguardo e risponde con espressione trasparentemente ingenua.
-    Cerca nel sacchetto! – suggerisce la bionda. – sappi che per gli esami è un metodo infallibile! Fidati! Aiuta la concentrazione e depura da possibili inquinamenti psico-fisici.
-    Cosa? Indossare mutande nere?
-    No! L’aerobica!

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Capitolo 34
*** Importance ***



Non sa di preciso cosa l’abbia convinta ad andare fino infondo, forse poi non era davvero convinta, forse non poteva fare altrimenti, dopo tutto l’aveva proposto lei e al centro commerciale presa dal fare l’ironica non aveva riflettuto più di tanto all’effettiva proposta che aveva fatto.
Sta di fatto che si ritrova davanti una porta nella cui serratura sente girare una chiave.
L’uscio si apre rendendo visibile un salottino un po’ in disordine, con una felpa sul divano, riviste sparse sul tavolino di fronte a questo, insieme ad una ciotola di patatine e ovviamente Mick che la accoglie con un sorriso muto. Appena Andrea entra Mick chiude la porta alle sue spalle e le poggia le mani sulla nuca.
-    Ciao Andi, benvenuta  a casa mia! – le dice contento prima di baciarla – preoccupata? – Andrea lo guarda restando turbata, poi lui aggiunge - per domani?
-    Mhm . – mugugna lei alzando le spalle – mi sei mancato – lo abbraccia premendo il suo viso sul petto di lui, inizia a sospettare che la presenza del ragazzo la intenerisca abbastanza in fretta.
-    Eh, se ti sei ritirata in clausura… 
-    Lo so, ma era necessario o non avrei studiato…
-    Sono questa grande distrazione per te? – chiede ammiccante.
-    Domani c’è l’esame e questo è più che motivante! Quindi – alza il braccio con la busta nella quale ha infilato i libri – mi tocca ripassare!
-    Certo… - Mick le abbassa la cerniera del giubbotto che ancora la avvolge – vuoi toglierlo? Lo appendo.
-    Sì certo! – si fa sfilare la giacca dalle braccia e poi si guarda attorno. - Non dirmi che suoni anche il pianoforte! – esclama la ragazza vedendo il lucidissimo strumento nell’angolo in fondo alla stanza.
-    Mia madre lo suona, io e David avevamo iniziato, ma poi ci siamo dedicati ai nostri strumenti.
-    Wow,  hai un bel salotto sai? 
-    Anche quello è merito di mia madre. – le prende la mano e si incammina verso il divano.
-    Dove hai detto che è tua madre?
-     Non l’ho detto – Mick si ferma davanti al divano, lascia sedere Andrea e poi le si siede di fronte, sul tavolino davanti al divano stesso, afferrandole le mani. Andrea lo guarda come a spingerlo a parlare – io e David viviamo qui…
-    Pensavo viveste ancora in famiglia…
-    Quale famiglia? – chiede retoricamente con voce tristemente ironica. Andrea può leggere nei suoi occhi verdi quanto l’argomento ancora lo tocchi profondamente . Mick da un colpo di tosse e si sistema i capelli che gli erano scivolati davanti agli occhi – beh teoricamente è come se vivessimo ancora con nostra madre…  lei sta al piano di sopra… abbiamo diviso e ci siamo presi una parte della casa perché volevamo più indipendenza. Abbiamo creato un’entrata indipendente.
-    Ah… l’avete fatto voi?
-    Come pensi che me li sia procurati questi muscoli? Eh? – scherza lui allontanando dai suoi occhi quella patina di malinconia.
-    Sudando in palestra! – risponde lei – perché stai seduto sul tavolino?
-    Ti volevo guardare un po’ in faccia. Hai visto David a casa tua?
-    Sì, stavano per andare a fare conquiste! Lui e il mio caro Rob.
-    Ahh… bene buona fortuna a loro!
-    E tu con che scusa hai cacciato via David?
-    “Dave, non hai niente da fare oggi? Mi serve il soggiorno”
-    Davvero? – Andrea lo guarda sconvolta – potevi essere un po’ più discreto!
-    Andrea… tranquilla che i nostri amici hanno altro di cui parlare, non siamo noi il centro dei loro pensieri. E comunque non ho fatto il tuo nome!
-    Si ma sanno che stiamo insieme! – Andrea lo guarda aguzzando gli occhi – e se tu fossi qui con un’altra e David lo sapesse, me lo direbbe!
-    Ne sono convinto, mi ha guardato male infatti! – vede un angolo della bocca di Andrea arricciarsi compiaciuta – quindi gli ho detto di andare a distrarre Robert!
-    Ohhh! Mick ma allora lo sa!! 
-    Ma perché scusa, tu con che scusa sei uscita?
-    Io ho detto che stavo andando a casa di una collega per ripassare insieme. Robert mi ha pure chiesto se era Josh e se cercassi di farti incavolare di nuovo ahahah.
-    Simpatico. Comunque non ti preoccupare per David. E comunque sempre meglio di ritrovarselo qui!
-    Ma tanto devo studiare! – dice estraendo il manuale ed aprendo la pagina segnata da una linguetta verde acido.
-    Sì, Sì! Studia su, allora lo scelgo io il film tanto non lo seguirai…
-    Guarda quello che più ti aggrada caro! Tranne i film sugli alieni… quelli non mi piacciono!
-    Ma hai appena detto che non lo guarderai!
-    È uguale… niente alieni!
-    Uff ok… - Mick guarda l’orologio – ahm… non ci siamo messi d’accordo… ti va bene se mangiamo una pizza?
-    Ma si, va benissimo! – Andrea lo guarda sorridendo mentre prende posto sul divano.
-    Quindi? Ti sei divertita con Evie?
-    Insomma… sto passando fin troppo tempo in quel centro commerciale per i miei gusti… e poi lei tra 40 giorni se ne va!!! Resterò sola!!
-    Grazie per la considerazione!
-    Va beh, non siete la stessa cosa! Tu sei tu, ok, ma Evie è la mia amica, la mia confidente, la mia consigliera! Immagina di non avere David!
-    C’è sempre whatsapp… 
-    Questi cellulari moderni! Il contatto… il contatto è importante! Calore umano! Presenza fisica! – afferma con aria da nonna.
-    Contatto fisico e calore umano! È proprio quello che dico sempre anche io! – le dice posandole le labbra sul collo, mentre lei si porta le mani si porta le mani ai fianchi e lo guarda di traverso - Come la vuoi la pizza? – le sorride in risposta.







-    Questo film è noioso! Come fa a piacerti? È solo sparatorie e inseguimenti in auto! – sbuffa Andrea con una matita in bocca.
-    Shh… - Mick guarda lo schermo e non intende distrarsi.
-    Poi sono 20 mila persone contro il protagonista e muoiono tutti tranne lui!
-    Non volevi studiare? – le risponde senza distogliere lo sguardo.
-    Sì, hai ragione – abbassa la testa e torna a leggere per l’ennesima volta, ma la sua concentrazione è ormai al limite. Si stropiccia gli occhi togliendosi gli occhiali per qualche secondo. – non ce la farò mai!!! Mi confondo… due esami lo stesso giorno… sono idioti? Come fanno a mettere due esami lo stesso giorno? E ancora uno lunedì e mercoledì e venerdì!
-    Mi sembri un po’ stressata – osserva lui, non allontanando lo sguardo dallo schermo.
-    Un po’? Sono al limi…
-    Shhh! – la interrompe lui – non ho capito niente! Aspetta o perdo il punto della situazione…
-    Perdi il punto della situazione? – ripete Andrea allibita con l’indice di Mick premuto ancora sulle labbra – ok lascia stare…
 Mick si volta a guardarla dopo un paio di secondi e le passa il dorso della stessa mano sulla guancia. Le vede assumere un’espressione presuntuosa mentre rivolge il suo sguardo al libro ancora una volta.
-    Su, non fare l’offesa - sbuffa sorridendo e le abbassa gli occhiali sul naso vedendola sbattere le palpebre. – posa quei libri che hai già fatto abbastanza, mangia qualcosa piuttosto! Che ti serve energia per fare questi ESAMI – enfatizza la parola con un tono spaventato, imitando Andrea.
-    Sto mangiando…
-    Si … tre pezzi in due ore!
-    Sono già passate due ore?! Basta mi arrendo! Ho sonno e non capisco più niente! – si accascia sul divano lasciando cadere il libro sul pavimento.
-    Povera… sei esausta. Te l’ho detto che studiare troppo fa male. – le afferra una mano e la tira su, udendo in risposta un mormorio della ragazza – ho un’idea perché non ti appoggi a me? – propone stendendosi sul divano e facendo posizionare lei tra le sue gambe. Il viso della ragazza è ora appoggiato sul petto di lui.
-    Vuoi proprio vederlo tutto questo stupido film? – sospira lei mettendosi comoda.
-    Mi hai fatto perdere la fine! – esclama scioccato Mick vedendo i titoli di coda.
-    Ups… 
-    Andrea! – esclama scocciato.
-    Su è un dvd, puoi tornare indietro e vederlo… ma magari domani! O dopo che me sono andata!
-    A che ora hai quest’esame domani??- chiede, cercando di distrarsi. Le passa una mano sulla schiena.
-    È alle 4 del pomeriggio… - confida lei rilassandosi.
-    ALLE 4?!?!?!?!? E non potevi ripassare domani mattina?? – irrompe lui facendola sussultare, afferrandola per le spalle e sollevandola.
-    No… domani mattina ne ho un altro… sono due ricordi?! Quello per cui sto ripassando adesso è alle 4!
-    Ah – il tono di Mick torna sommesso – allora vuoi andare via presto oggi?
-    Non prima di aver passato un po’ di tempo davvero con te! – risponde lei prontamente, sorridendogli e tornando a poggiare la testa sul suo petto. – cosa hai fatto oggi?
-    Sono stato in palestra, sai ho fatto una lezione prova di Kick-boxing! – le racconta con entusiasmo.
-    Oddio Mick! Ma non è pericoloso? – solleva il viso per poterlo guardare negli occhi, nei quali vede una piccola scintilla di eccitazione.
-    Ma pericoloso per cosa? È stato bello! E dopo mi sono sentito così rilassato! È un buon metodo per sfogare! Non mi hai detto tu stessa che mi consideri uno abbastanza violento?
-    Sì, e pensavo che per calmarti dovresti fare qualcosa come yoga, non prendere qualcuno a calci e pugni! E poi fai già rugby!
-    Non ti vedo affatto entusiasta come lo sono io… 
-    E se dando pugni ti rompessi qualche dito?? Non potresti più suonare! – Andrea poggia la sua mano sulla guancia di lui. Gli posa un bacio sulle labbra che Mick si affretta a ricambiare fino a quando lei non allontana il suo viso prendendolo tra le mani.
-    Ah è così che fai, mi distrai per farmi fare quello che vuoi tu, nel caso specifico, lasciare perdere l’idea!
-    Io ci tengo alle tue mani! – si difende la ragazza, lo guarda sbattendo le ciglia - chi me le fa le coccole poi??
-    Ohhh vuole le coccole lei! Ora è tutto chiaro! Potevi dirlo prima! – dice avventurando improvvisamente le suddette mani e baciandole il collo. La sente protestare debolmente e gli scappa una risatina. – è bello vedere che non mi tiri più stivali in faccia…
-    Quello non era intenzionale e lo sai… - commenta a bassa voce.
-    Lo so – conferma lui, continuando indisturbato a stringere Andrea tra le sue braccia, poi lei guarda l’orologio.
-    Ma sono ancora le 10! Mi sento come se fosse mezzanotte! Anzi le tre!  Tanto so già che non dormirò!
-    Andrea , mi spieghi per quale motivo sei così ansiosa? – si sistema sul divano vedendola tornare seduta  - Tanto lo sai che torni a casa con il voto più alto di sempre! Scommetto che al liceo non hai marinato una lezione, che eri la prima ad alzare la mano durante le interrogazioni e quella da cui copiavano tutti!
-    Certo che ho marinato la scuola! – si difende lei abbassando lo sguardo.
-    Ah si? – le risponde canzonatorio lui – sollevandole il mento con due dita.
-    Una volta…
-    Non mi dire… cos’è? Non avevi studiato matematica?
-    No… c’era una manifestazione!
-    Ah ecco… piccoletta comunque vada ci sono io, festeggiamo o ti consolo. Domani sono al campus, al centro sportivo, ci alleniamo con la squadra.
-    Poi non ti hanno più buttato fuori allora…
-    No, la mia carriera è salva! Comunque… ti ho già detto che questa settimana mi sei mancata troppo? – sospira all’improvviso facendo scorrere le sue dita tra i ricci morbidi di Andrea – è bello averti qui, avrei passato ogni giorno chiuso con te nella tua stanza se me lo avessi permesso – sporge la sua testa cercando di baciarla.
-    Mick lo sai che domani ho gli esami! Anzi è meglio che vada – Andrea si allontana definitamente poggiando una mano sul petto di Mick,il quale la guarda con uno sguardo turbato, ma basso - Oh Mick non fare quella faccia, sembri arrabbiato.
-    Non mi va di gioire all’idea che te ne stia andando. Quando potremo vederci finalmente di nuovo e stare un po’ per conto nostro?
-    Oh non mi ascolti? ho un esame ogni 2 giorni!
-    Ti ascolto! E mi piace sempre di meno che da quando… “lo sai”… - sottolinea con un sopracciglio alzato ed espressione inequivocabile -  non ci siamo più visti e stai scappando un’altra settimana! 
-    Oh, ma non sto andando da nessuna parte! Su Mick non arrabbiarti… – afferma lei.
-    È qualcosa di più che un’incazzatura! – dice a denti stretti. – Andrea secondo te per quale motivo sono andato di nascosto a casa tua l’ultima volta? Perché volevo vederti e la situazione tra di noi non la reggevo più. Volevo vederti e stare con te, volevo che ci trovassimo, io e te, al di la di tutta la confusione e le situazioni che si erano create con gli altri. Volevo te e basta. Perché ho bisogno di questo. Ho bisogno che tu capisca che io mi sento bene quando sei con me, ed essere con me non vuol dire passare una serata in cui io guardo un film per i fatti miei e tu leggi un libro. Ma – la interrompe ancora prima che abbia il tempo  di iniziare a pronunciare qualsiasi cosa volesse dire – ma non vuol dire nemmeno che dobbiamo scopare! Tranquilla! – la vede lanciargli uno sguardo dubbioso e un’ombra di afflizione gli si stampa sul volto – Andrea, sinceramente, sei innamorata di me o no?
La ragazza rimane spiazzata e si trova costretta a boccheggiare un paio di volte, e nonostante questo non riesce a proferire suono.
-    Non pensavo fosse così difficile. Pensavo fossi una di quelle che si innamorano e perdono la testa e vedono tutta la vita rosa con gli occhi a forma di cuore. Invece sei… fredda e basta.
-    Fredda e basta? – ripete lei , non sapendo se essere più offesa per se stessa o dispiaciuta per lui.
-    Non dico che non hai sentimenti, dico che non li hai per me… o meglio non quelli che mi aspettavo io. Da quando sei arrivata non ti sei avvicinata di un millimetro spontaneamente, se non fosse stato per me, e alla prima occasione ti sei tolta dal mio abbraccio, senza contare che hai guardato l’orologio almeno trenta volte. Dopo una settimana che non ci vediamo e dopo l’ultima volta che ci siamo visti, sembra tu non veda l’ora di andartene… pensavo avessimo superato la fase “siamo amici”.
-    Mick non dire ca**te adesso! Io non vado a letto con i miei amici! Mi pare ovvio che non siamo amici!
-    Non è così OVVIO,  a vedere te che non mostri il minimo accenno di coinvolgimento! Beh allora dimmi come cazzo fai a stare con me una sera e poi sparire per una settimana, poi venire qui ed essere… l’Andrea di sempre! Di PRIMA di quella sera! Come se non fosse successo niente. Non un minimo di complicità in più. Non uno sguardo che mi faccia pensare che ti ricordi dopo tutto, quello che sia successo.  Ca**o Andrea, io ti vedo e lo stomaco mi si ritorce dentro, sento il tuo odore e ti rivedo mia, risento come se fossi ancora una cosa sola con me! E tu? Tu niente. Tu sei quella che se ne sta seduta a leggere dopo una settimana che non mi vede, ci mancavano solo Jake  e Robert a mangiare pop corn sul divano insieme a noi, l’atmosfera era quella. Come fai a non provare … niente!?
-    Oddio Mick!  I tuoi problemi mentali sono più seri di quello che pensassi! Ma se ti avevo appena detto di voler passare un po’ di tempo con te? Come puoi pensare una cosa del genere? Come puoi pensare che io non provi niente?? Lo sai che sono… particolarmente timida!
-    Timida?? Le timide fanno sorrisi arrossendo. Si toccano i capelli con nervosismo o si mordicchiano un labbro.
-    Beh, ma io lo sono comunque. Probabilmente sono solo scappata un’altra volta! Non lo so. Mick hai descritto un quadro tremendo! Io… io ho pensato a quello che è successo tra noi. Io sono stata al settimo cielo. Mi sono sentita amata, e non pensavo mi amassi davvero. 
-    Ah davvero? Perché fidati, non si vede!
-    Non sono abituata, non è una situazione che conosco.  Sai come sono, sai che mi vergogno della mia ombra… e non sono proprio portata per fare la seduttrice. Tutto posso fare tranne che entrare in una stanza e dirti: andiamo a letto! Io non ci sono proprio portata! Al solo pensiero mi imbarazzo!
-    Non dico questo, ma almeno vederti negli occhi il desiderio di stare con me in questa stanza. Sarebbe stato bello. Ma non è stato così. E dovrebbe essere naturale , sei la mia ragazza! Perfetto… te lo dico io che hai avuto i ripensamenti!
-    No, non intendevo questo! Sono io che non mi sento all’altezza.
-    Ma all’altezza di cosa? Di avere una relazione con ME?
-    Mick… non è colpa tua. Non pensavo di averti fatto così male comunque, non pensavo nemmeno fosse stato così importante per te… pensavo lo fosse solo per me, era la mia prima volta dopo tutto, mentre per te è una cosa… all’ordine del giorno. Ho pure pensato di non voler esagerare perché non lo so, avresti potuto trovarlo infantile o esagerato o che so io… e non mi sono accorta alla fine di aver trattenuto tutto senza aver lasciato fuori niente… – Andrea prova a incrociare lo sguardo con lui, si avvicina al suo viso – non ti stancherai presto di una complessata come me vero? Forse Lily aveva ragione.
-    Lily? Che c’entra lei adesso? Perché dai ascolto a tutti tranne che a me?  Complessata lo sei davvero! Perché non dovrebbe essere stato importante per me? Andrea con chi sei stata prima di me? Intendo in generale. Non ne abbiamo mai parlato perché non pensavo mi avrebbe fatto piacere sapere chi aveva avuto il privilegio che io non potevo avere. E non mi fa piacere. Soprattutto adesso che ho capito che qualcosa ti ha rovinato la testa!
-    Non fare lo psicologo Tyler – dice sommessamente, con un sorrisino accompagnato da uno sguardo vacuo e stanco.
-    È la cosa più assurda che abbia mai sentito! - espira calmando la sua istintiva furia interiore. – Mi piaci davvero tanto. Per me è speciale ogni cosa che condividiamo! Non importa quante volte sono stato a letto con qualcuna, non è una questione di numeri, ma che pensieri idioti hai?? Tu sei tu! E io voglio te e so che ti penso ogni secondo, e mi sono arrovellato il cervello per cercare di capire perché tu non dicessi niente! E mi devo sentir dire che non volevi essere pesante? Perché  per me è stata una cosa così, come un’altra? Qual è il tuo problema? Io ho conosciuto una ragazza forte,  - Le mani di Mick si stringono sulla nuca di lei, i suoi occhi la fissano profondi - che difendeva le sue idee ed era sicura del suo modo di essere per quanto all’opposto del mio, che mi ha saputo rimettere in piedi in un momento in cui facevo schifo pure a me stesso, che è sempre stata lì quando ne avevo bisogno e che ha saputo capirmi così profondamente come nessuno... ora ti sei fatta prendere dai complessi di inferiorità? Cos’è? Credi di avere… non so, il naso troppo grande? Le gambe storte? I capelli crespi?
-    Sei uno scemo  - commenta la ragazza con lo sguardo lucido prima di buttargli le braccia al collo e affondare il viso nell’incavo del suo collo - è bella l’immagine che hai di me. .
-    Beh non l’ho inventata io, questa persona sei tu! Ma pare tu lo abbia dimenticato. Spero che la ritrovi presto… era molto più assennata di te adesso… lei mi teneva testa e non pensava che ogni cosa che facessi io fosse giusta e più importante, cercando di adattarsi di conseguenza… cioè dici sul serio? Non volevi assillarmi? Quanto vorrei l’avessi fatto! – Mick inspira a fondo tra i capelli di lei, passandole le mani sulla schiena – quanto vorrei aver potuto vedere il tuo lato infantile, vedere il tuo lato vulnerabile buono. Vedere quanto a fondo sono arrivato a colpirti. 
-    Cos’è un doppio senso? – ridacchia non spostandosi dalla stretta di lui, mentre il ragazzo le ridacchia all’orecchio a sua volta - Lo farò ok? Sarò sempre me stessa. Hai ragione. Io lo so che hai ragione. Avrei dovuto farti capire di più e dovrei iniziare a fidarmi di te. Se voglio che con me ci resti! 
-    E non devi costantemente vivere con la paura che me ne va… - Mick non riesce a concludere la frase a causa del bacio che Andrea improvvisamente decide di dargli e che li impegna anche più di qualche secondo.
Quando i due si separano hanno entrambi il fiato corto e restano in silenzio a fissarsi per qualche altro istante, poi la fronte di Mick si aggrotta e di riflesso anche quella di Andrea.
-    Che c’è? – chiede lei in tono allarmato.
-    Sono quasi le 11. – commenta mesto.
-    Oh… cavolo… domani! – Andrea guarda il suo orologio confusa poi si porta le mani ai capelli sbuffando. Sente le dita di lui attorno al proprio mento e rialza lo sguardo. Gli occhi verdi di Mick la guardano malinconici.
-    Ascolta, non mi va che sei al volante da sola a quest’ora.
-    Mick non sono nemmeno le 11. Il sabato sera torno a casa molto più tardi!
-    Non mi va comunque. Posso accompagnarti io.
-    Dove vuoi accompagnarmi?
-    A casa! Fa niente se ci vedono arrivare insieme, almeno a questo devi iniziare ad abituarti.
-    Oh, ma io… 
-    Non ti lascio andare da sola! Piuttosto resti qui! Se proprio ancora non vuoi che ci vedano insieme.– la guarda severo.
-    Ma io non voglio andare via – sussurra portandosi le ginocchia al petto.
-    Cosa? – Mick la fissa perplesso non avendo capito per davvero cosa la ragazza avesse spifferato. Ma in risposta si ritrova due occhioni marroni intimiditi che lo fissano.
-    Andrea che hai detto? Non ho sentito niente se non un “mashshsh-ia!”
-    Ho detto che… - inspira profondamente – non voglio andare via. 
Mick la vede mordicchiarsi nervosamente un labbro e passarsi una mano tra i capelli, questo gli genera una risata incuriosita.
-    Ah no?
-    No… è uno di quei momenti.
-    Quali momenti? – lui la guarda interrogativo.
-    Quelli in cui non me ne voglio andare a casa! – ripete ovvia – cioè… in cui voglio restare con te.
-    Oh, dici sul serio? Ahm… beh allora resti! – afferma risoluto stringendo una delle sue mani e mettendosi in piedi.  - Su su andiamo a letto allora. – allegro inizia a guidarla attraverso il soggiorno verso la sua camera, mentre Andrea inciampa sui suoi piedi e ancora non capisce come si sia arrivati a questa conclusione così in fretta.
Entrato in camera accende la luce e avanzando verso il suo letto si toglie la maglietta e lascia cadere i pantaloni sul pavimento , sfilandoseli insieme alle scarpe. Andrea resta sulla soglia e Mick se ne accorge dopo essersi seduto sul proprio letto.

-    Dormo sempre così… il piumone è caldo… - commenta dopo qualche secondo di imbarazzato silenzio. Vede Andrea accogliere la notizia, ma restare immobile. - Vuoi usare una mia maglietta come pigiama? – le propone, vedendola annuire in risposta. – apri l’armadio e prendi quella che ti piace di più… il primo cassetto è mio.
Dopo una rapida occhiata Andrea opta per quella che sembra essere la più sformata e grande. 
-    Dov’è il bagno? – dice tenendo stretta la maglietta e toccandosi ancora i capelli.
-    La porta che vedi fare angolo con questa. – risponde Mick ricadendo sul materasso con le braccia piegate dietro la testa. – qualcosa non va? – chiede dopo qualche altro momento di silenzio in cui Andrea è rimasta impalata alla porta. La ragazza, come a svegliarsi di soprassalto distoglie lo sguardo dal corpo del ragazzo e scompare poco dopo.
Mick è ancora nella stessa posizione quando Andrea torna con quello che sembra essere un vestito premaman. Mick solleva il capo e la guarda.
-    Hai proprio delle belle gambe.
-    Grazie. Anche tu e anche… tutto il resto.
-    Grazie  – le porge una mano che Andrea, dopo essersi avvicinata , afferra. Si ritrova seduta in braccio a lui con la sua mano su una delle gambe che ora sono accavallate nel tentativo di coprirsi con quella maglietta che sembra essere improvvisamente accorciata.
-    Ok arrivo subito!
-    Dove vai??
-    A lavarmi i denti!
-    Ah , giusto! – lo guarda allontanarsi e sparire dietro la porta. Sospira e si sistema in fretta sotto le coperte.



-    signorina avrai il privilegio di dormire nel mio letto. Nessuno mai oltre me ha toccato quel letto! Te lo dico visto che hai quella strana teoria sui letti – annuncia Mick ricomparendo sulla soglia. Fa qualche passo e salta con le ginocchia sul materasso.
-    Sì certo, e io dovrei crederci.
-    Ricominci ? devi avere fiducia!
-    Si ok, ma tu sei stato già con millemila!
-    Saranno una dozzina…
-    Sì, ok , non è questo il punto e non voglio sapere! – dice asciutta lei portando le mani a coprire le orecchie.
-    Si, ma non è mai venuta nessuna qui, ti ricordo che divido la stanza con David e fino all’anno scorso qui ci vivevano entrambi i miei genitori. Il tuo letto in casa di Rob ne ha viste un po’.
-    Mick! Che schifo non voglio sapere. Oddio!! – Andrea nasconde la testa sotto il piumone, per poi uscire di nuovo allo scoperto rivelando un’espressione allarmata – hai detto che dividi la stanza con David???
-    Ahm… si… quello è il suo letto! – dice indicandolo con un cenno del capo.
-    Ma allora come faccio a restare qui?? Mick!!
-    Oh… gli mando un messaggio… anche se penso che rimanga da te a prescindere. Lo facciamo quasi ogni volta!
-    Perfetto, pure il messaggio! Come se la cosa non fosse già abbastanza losca.
-    Non è losco che io passi la serata con la mia ragazza! Rilassati! – spegne la luce e si distende anche lui – possiamo almeno dormire nello stesso letto o vuoi che vada in quello di mio fratello?
-    No no, puoi restare.
-    “posso restare” grazie a Dio. – commenta passandole un braccio attorno alla vita e aderendo alla schiena della ragazza. Si sporge poi tanto da arrivare a baciare il suo zigomo – buonanotte! 
-    Buonanotte anche a te!  - risponde lei accarezzandogli l’avambraccio che ha come una cinta sull’addome. Trova la situazione abbastanza comica, Mick non aveva forse sentito l’inclinazione nella sua voce nel dire “voglio restare con te”, come aveva detto quella mattina in camera sua. Aggiunge casualmente  – comunque l’esame è alle 11.
-    Oh bene quindi non dobbiamo fare una mattinata domani. – commenta sollevato il ragazzo stringendosi ancora di più alla ragazza. Dopo qualche secondo solleva il capo per poter osservare il suo profilo – perché me lo hai detto?
-    Mick… - si volta indietro a guardare i suoi occhi verdi immersi nel buio della stanza – sono innamorata di te. Lo devi sapere.
-    Si lo so! – si abbassa sulle sue labbra sfiorandole. – non vedo l’ora che tu finisca questi maledetti esami!
-    Anche io… - ripoggia il viso sul cuscino incredula. Sente di nuovo i pettorali di lui poggiarsi alla sua schiena e sente un brivido che la fa inarcare – Mick!  - sussurra mentre si volta nell’abbraccio di lui ritrovandoselo addosso, naso contro naso, gli sorride e lo vede esultare.
-    Allora non mi sono sognato il tuo tono ammiccante – riferisce appena terminato un lungo bacio.
-    È raro, ma esiste! – ribatte lei, ammirando i lineamenti squadrati e regolari del suo volto, e passando le sue dita tra i lunghi capelli del biondo, mentre lui scende con i baci sulla sua spalla e inizia a muovere le sue mani su di lei. È incredulo di sentire la sensazione di quella stoffa sotto le dita.
-    Possiamo accendere la luce?
-    No! – risoluta Andrea ferma la sua mano.
-    Ti prego ti prego!
-    No , Mick! O così o niente!
-    Oh non usare queste minacce con me! – scoppia a ridere lui. - Allora ridammi la mia maglietta! – minaccia divertito a sua volta, sentendola sbuffare divertita, alzando le braccia in segno di resa.

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