Una questione di praticità

di NCSP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** 2. Scommesse ***
Capitolo 3: *** 3. Dov'è papà? ***
Capitolo 4: *** 4. Presentazioni ***
Capitolo 5: *** 5. Lo zio Thor ***
Capitolo 6: *** 6. Sorprese e date dimenticate ***
Capitolo 7: *** 7. Nuove relazioni ***



Capitolo 1
*** capitolo 1. ***


«Tony?»
«Sì?» non alza gli occhi dal giornale.
«Volevo chiederti una cosa...» indugia differentemente dal suo solito e questo fa preoccupare Stark.
«Cosa?»
«Insomma, é da un po' che sto qui, solo per praticità, sia chiaro» si affretta ad aggiungere cercando di darsi un tono «Ma a casa, ad Asgard, c'é chi mi reclama.»
«Se si tratta di tuo fratello/non fratello/quel che è ne abbiamo già discusso: sono una persona possessiva e...» ripiega il giornale e gli dedica la sua completa attenzione ma viene subito interrotto.
«Non si tratta di Thor, non in quel senso. Il fatto è che non mi fido di lui.»
«Perché?» chiede sollevato per non essere ricaduto nella Questione Spinosa che lo ha fatto andare a letto da solo per due settimane.
«Ehm... Tu gli affideresti mai dei bambini?»
«Al biondo col martello, il quoziente intellettivo di un bradipo rincoglionito e la grazia di un bufalo? Non penso proprio, piuttosto a Jack lo Squartatore. Senza offesa, ma almeno quell'uomo un po'di cervello ce l'aveva.»
«Appunto, è proprio per questo che te ne sto parlando.»
«Dove vuoi andare a parare?» assottiglia lo sguardo cercando di capire qualcosa dalla sua espressione visto che si mostra così parco di spiegazioni.
«Preferisco mostrartelo.» e sparisce nella consueta luce verdina che per settimane ha preannunciato il suo arrivo e l'inizio di molte ore di piacere, anche se con il tempo quella luce si è fatta vedere sempre meno, non perché il dio si fosse stufato di lui, ma perché aveva deciso di piantare le tende in casa sua, o meglio nel suo letto. Non che la cosa a Stark dispiacesse.
Sospira, ormai abituato a venire tenuto all'oscuro di tutto e riprende la lettura del suo giornale.
Un nuovo bagliore verde, questa volta più intenso, lo distoglie nuovamente dalla lettura; e riuscito a leggere sì e no cinque righe.
«Beh? Sei andato a prendere il latte ad Asgard perché quello di qui ti faceva schifo?» la voce gli muore in gola non appena alza gli occhi sul compagno: accanto a lui c'è quello che sembra un cucciolo di husky, appesa al suo collo una bambina dai lunghi capelli neri che potrebbe avere quattro o cinque anni e a completare il quadretto un serpente simile a un boa avvolto attorno alle sue spalle come uno scialle.
Sgrana gli occhi, conscio di avere le pupille grandi quanto palle da tennis e la mascella quasi all'altezza delle ginocchia.
«Tony, ti presento Fenrir,» accarezza la testa del cucciolo chinandosi e questo scodinzola felice «Hela,-»accenna alla bambina «e Jormungandr. Fate ciao bambini.»
«C-ciao.» tenta la piccola, nascondendosi poi timida contro la spalla di Loki, seguita da un leggero uggiolio e da un sibilo a dir poco inquietante.
Tony li sta ancora guardando con gli occhi a palla simili a quelli di un cartone animato, incapace di proferire parola.
«Tony, i miei figli, bambini, Tony.» finisce le presentazioni facendo uscire con il piede il cagnolino che si era rifugiato dietro la sua gamba.
«I tuoi cosa?!»
«Sono i miei figli, ecco di cosa ti stavo parlando prima.»
Si limita a fissarlo con un'espressione ebete.
«Beh? Dov'è finito l'uomo che si considerava un genio?»
«È scappato dopo aver saputo che uno: hai dei figli, e due: un paio di questi sono animali.»
«Pensavo avresti capito…» mormora deluso stringendo a sè la bambina e il serpente, mentre il cucciolo gli sale su un piede.
«No, non fare così.» gli si avvicina velocemente, cercando di ignorare il fatto che ha in braccio una piccola anaconda «Non sto dicendo che sembrate un circo o qualcosa di simile, sono solo sorpreso e un po'spiazzato, concedimelo.» appoggiando la mano sul braccio privo di serpente lo conduce verso il divano.
«Quindi non pensi che siamo la famiglia più squilibrata dell'universo?»
«Questo sì, ma lo pensavo già prima di te, tesoro.»
Il cucciolo prova a saltare sul divano ma viene fermato dalla voce imperiosa del padre.
«Fenrir, no. Sul divano no.»
Lo fissa con i grandi occhioni verdi delusi e si acciambella sul tappeto.
Se Tony credeva che Loki sapesse fare bene gli occhi da cucciolo ora deve ricredersi: nessuno può battere l'espressione di quel cagnolino dal manto argenteo.
«Ma povero...»
«Non voglio dargli cattive abitudini e poi rovinerebbe il divano graffiandolo.»
«Questo divano ne ha viste di peggio.» fa un sorrisetto allusivo suscitando uno sbuffo e il sollevarsi di un paio delle otto iridi smeraldine che ora sono fisse su di lui.
Loki mette giù la bambina e il serpente, che raggiungono il fratello e ben presto si mettono ad azzuffarsi, finendo tra i piedi dei due adulti, o meglio dell'adulto e del ragazzino troppo cresciuto.
Si guardano per un attimo in silenzio, poi Loki decide che forse può dimostrarsi così magnanimo da fornirgli una spiegazione.
«Ho dovuto portarli qui. Ultimamente passo molto del mio tempo in questo posto e non posso abbandonarli a casa da soli; Thor si é offerto di fare da balia, ma anche se le sue intenzioni sono più che nobili è inaffidabile, rischierebbe di far loro del male anche solo abbracciandoli e non lo posso

permettere.»
Deglutisce a fatica «Quindi...?»
«Quindi ti sto chiedendo di ospitarli qui.»
Il fatto che quel "chiedendo" sia in realtà un "sia ben chiaro che nonostante tutto sono io quello che decide" è del tutto tralasciabile.
«Aspetta un attimo. Mi stai chiedendo di tenere in casa mia tre piccoli tornadi» indica la massa informe di braccia, zampe e spire che si dibatte sul suo tappeto «così, giusto per hobby e perché c'é spazio?»
«No, te lo sto chiedendo perché non posso dividermi tra tutti voi, e mi spiace ma loro sono la mia priorità.»
L'idea di essere stato scavalcato da quei tre mostriciattoli lo infastidisce e lo fa sentire tradito, ma poi porta lo sguardo su di loro, vedendo che hanno finalmente smesso di azzuffarsi; sono lo spettacolo più tenero del mondo, accoccolati uno addosso all'altro stremati per la lotta.
«Quindi vuoi trasferirti qui con tutta la truppa?» non riesce a distogliere lo sguardo da quell'ammasso di squame, pelo e pelle nivea che sono i tre cuccioli.
«Mi sembra l'idea migliore. Se non vogliamo smettere ciò che facciamo di solito, e dal canto mio non ne ho voglia, ho bisogno di saperli da qualche parte non molto lontana e al sicuro. Non hai idea dei sensi di colpa quando vengo qui e li lascio chiusi in una stanza.» i suoi occhi si scuriscono al pensiero.
«Non puoi cercarti una tata?»
«Chi mai farebbe da tata a Hela, Fenrir e Jormungandr, portatori del Ragnarok?» mormora intristendosi.
«Questa me la spieghi.» lo abbraccia e lo tira a sè visto che tanto i 'bambini' si sono addormentati.
«Le leggende del mio popolo raccontano che loro porteranno il Ragnarok, il tramonto degli dei. Secondo le Norne Fenrir ucciderà Odino mentre Jormungandr farà lo stesso con Thor e Hela porterá pestilenze e malattie in tutti i mondi perché è destinata a diventare la Regina degli Inferi.»
«Ma sono solo leggende.» mormora tra i suoi capelli corvini.
«È uno dei vari scenari possibili del Destino, l'ho visto e sto cercando in tutti i modi di evitarlo, ma gli Asi non vogliono correre questo rischio. Se li trovassero li ucciderebbero.» esce dall'abbraccio di Tony per sedersi accanto ai piccoli e accarezzarli.
Il genio che in questo momento non riesce a dare un ordine ai propri pensieri lo segue «Thor cosa ne pensa?»
«È d'accordo con me e vuole proteggerli, non gli importa di cosa dicono le Norne.»
Tony stende cautamente una mano verso il cucciolo fino a posarla sulla sua testa e a fargli un grattino dietro l'orecchio «Loro dovrebbero sterminare gli dei?» domanda assorto, assorbito dalla contemplazione dei tre piccoli addormentati che sembrano l'incarnazione della tenerezza.
«Ora sono piccoli, ma cresceranno. Gli Asi hanno paura di affrontarli quando sarà il momento, quindi vogliono stroncarli ora che non sanno difendersi.»
«Quindi vuoi tenerli qui in modo che siano nascosti... Ma sono dei quelli che li stanno cercando, non poliziotti inglesi, possono vederli ovunque, credo.»
«In teoria sì, ma l'energia del reattore Arc, come ho potuto sperimentare, devia i nostri poteri. In sostanza casa tua è un punto cieco per qualunque essere divino li stia cercando.»
«Come l'hai scoperto?» chiede mentre un sospetto inizia a farsi strada dentro di lui.
«Non l'ho scoperto, sto sperando di aver ragione.» sospira tornando a posare lo sguardo sui propri figli.
Il sospetto sparisce proprio come era arrivato: non lo ha usato solo per trovare un riparo ai suoi figli, ciò che c'è tra loro non dipende da quello.
«Spiegami solo una cosa: hai intenzione di venire a vivere qui in pianta stabile con i tuoi figli?»
«Ho bisogno di un posto dove possa essere sicuro che i miei figli non vengano uccisi, Tony, se poi questo coincide con lo stare con te tanto meglio.» lo guarda da sotto le ciglia, gli occhi quasi disperati.
«Stai davvero aspettando una risposta senza fare a modo tuo a priori?»
Annuisce.
Sospira «Probabilmente me ne pentirò molto presto, ma potete restare.»
Rialza gli occhi e sorride, un sorriso felice da mozzare il fiato, per poi spingerlo contro il divano e baciarlo con forza «Grazie.» mormora quando hanno entrambi ormai il fiato corto.

 

                                                                       ***

 


«Scendi da quel divano!»
«Lascialo stare, gli ho detto io di venire qui.» Tony scoppia a ridere mentre Fenrir gli salta addosso e gli lecca la faccia.
Alza gli occhi al cielo «Perché gli hai detto di salire?»

«Lotta!» esclama iniziando a fare il solletico al cucciolo che uggiola felice dimenandosi e scodinzolando freneticamente.
«Allora scendete entrambi dal divano!»
«Stai scherzando»
«No. Niente lotte sul divano, vale per entrambi.»
Fenrir appiattisce le orecchie per il rimpovero e Tony lo accarezza.
«Casa mia, regole mie.»

«Figli miei, regole mie.»
«Casa mia, regole mie.» ribadisce.
«Scendi dal divano.»
«È il mio divano!»
«Ti faccio scendere io...» sibila minaccioso ricordando molto Jormungandr che se ne sta appeso su una pianta portata apposta per lui. Si avvicina con passo felino e balza anche lui sul divano, iniziando a lottare contro Tony per farlo cadere, ma ben presto entrambi perdono qualunque voglia di suonarsele, distratti l'uno dallo strusciare del corpo dell'altro sul proprio.
Si fermano appena in tempo, ricordandosi a stento della presenza dei cuccioli e si fissano negli occhi, in una tacita promessa che sottintende "dopo".
«Niente più lotte sul divano.» si alza dalla vita di Stark, su cui era salito a cavalcioni creando non pochi problemi a entrambi.
«Se l'effetto è questo non potrei giurarci...»
«Inventerò qualcosa per convincerti.»
«Devo preoccuparmi?»
«Forse che sì, forse che no.» si china per guardare Fenrir negli occhi «Non sul divano, va bene? Puoi suonargliele dove vuoi ma non sul divano.» spiega con tono autoritario ma al tempo stesso dolce.

                                                                       ***

 

 


«Mi è ancora difficile credere di averti detto di sì.» sono le prime parole che riesce a pronunciare, stremato proprio come l'altro che adesso ha la testa appoggiata al suo petto e gli occhi chiusi.
«Mmh...»
«Davvero, non so cosa mi abbia fatto accettare, ma forse ho degli indizi.» fa scorrere la mano sulla sua schiena nuda.
«Quindi è tutta una questione di sesso e di non smettere?»
«Non sarai tu quello che cerca un lato sentimentale della cosa, vero?»
Resta in silenzio.
«Oh no, aspetta, lo stavi cercando, vero?» domanda allarmato, rendendosi conto dell'immane cazzata che ha appena fatto.
«Non ho detto niente di simile.» si tira a sedere incrociando le gambe e rivolgendogli le spalle.
«Ehi.» gli appoggia una mano sul fianco «Possiamo parlarne?»
«A che pro? Ho capito come stanno le cose, sei stato chiaro.» prova ad alzarsi del tutto ma l'altro lo ferma tenendolo per un braccio.
«No, aspetta. Sai che il più delle volte parlo senza riflettere, e in situazioni come queste il mio cervello se ne va alle Bahamas, quindi se mi dai un momento per richiamarlo possiamo parlarne come due persone adulte.»
«Se volessi parlare con una persona adulta non mi rivolgerei a te.» si arrende e resta seduto.
«Bene.» deglutisce cercando di prendere tempo, e nel mentre si tira a sedere accanto a lui «Che cosa intendevi con quella frase?»
«Niente di cui ti importi a quanto mi pare di capire.»
«Non è quello che ho detto.»
«Ma é quello che intendi, quindi grazie per l'ospitalità ma penso che a questo punto sia ora per noi di togliere il disturbo.» conclude gelido alzandosi dal letto e iniziando a rivestirsi.
«Fermo lì e prova a ragionare.« gli si para davanti «Se per me fosse solo una questione di sesso ti avrei mai permesso di portarli qui?»
«Considerando che ti ho detto che tra loro e te avrei scelto loro direi di sí.»
«Ti avrei fatto una scenata non meno di un mese fa, finendo con l'andarmene a letto da solo per due settimane?»
«Mi sembra di essermi fatto perdonare al mio ritorno.»
«Non te lo sto rinfacciando, ti sto esponendo i fatti. Se non tenessi a te ti avrei fatto portare qui quel simpatico branco di cuccioli che é ricercato da un molto meno simpatico branco di dei?»
Tace.
«Quindi smettila di fare la ragazzina complessata e prova a ragionare.» gli poggia le mani sulle spalle per poi farlo tornare sul letto.
«Quindi...» mormora dopo qualche minuto di silenzio.
«Dai che ce la fai.»
«Tu...»
«E tu saresti il cervello più sveglio di Asgard? Non mi stupisce che i tuoi figli siano riusciti a scappare.»
«Non è solo una storia di sesso?» domanda titubante.
«Ma bravo, ci sei arrivato.» smorza la presa in giro con un bacio sulle labbra, scendendo poi lungo il suo collo e costringendolo a sdraiarsi di nuovo.
«Ho perso un passaggio.» cerca invano di controllare il respiro sempre più accellerato.
«Quale?-
«Prima mi hai chiesto se ero proprio io a cercare un lato sentimentale nella cosa, e adesso mi vuoi far passare per cretino perchè non l'ho capito. I casi sono due: o tu sei un idiota o io ho perso un passaggio.»
«Lo sai che la mia bocca e il mio cervello sono due parti completamente separate, che viaggiano su binari paralleli.» risponde mentre la suddetta bocca non smette per un attimo di tormentare la pelle nivea dell'incavo della spalla dell'altro.
«Quindi sei un idiota.» mormora intrecciando le dita tra i suoi capelli.
«Un adorabile idiota.» gli mordicchia piano la clavicola fino a lasciare un segno rosso sulla sua pelle e poi spostarsi un po'più in basso.
«Di questo ne riparliamo.»
«Vuoi dire che non sono adorabile?» interrompe la sua lenta tortura per guardarlo negli occhi,

appoggiandosi con le mani ai lati del suo viso.
«Tu sei tutt'altro che adorabile, sei un grandissimo bastardo.» sogghigna mordendogli un labbro fino a veder sgorgare una minuscola gocciolina di sangue.
«Ma oh!» si alza con un'espressione offesa che fa ridere l'altro.
«Su, non prendertela, adorabile bastardo.»
Tony si volta e con un sorriso a millemila denti gli salta addosso.

 

 

 

 

 

Note della Vecchia Volpe

Salve! So che non avrei dovuto impelagarmi in un’altra shot o Ironfrost, ma mi facevano troppa tenerezza questi quattro e non ho potuto fare a meno di scriverla.

Lo ammetto, ho un dubbio: non so se scrivere qualche altro siparietto fluff con i cuccioli o meno, fatemi sapere voi, mi adatterò al vostro volere xD

Bene, ora sparisco. Se volete lasciare un piccolo commento e farmi sapere cosa ne pensate sappiate già in anticipo che vi adoro <3

Baci e a presto

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Capitolo 2
*** 2. Scommesse ***


Un lampo di luce verde.
Tony non si volta nemmeno per vedere il compagno appena tornato da Asgard, troppo preso dallo schermo del televisore.
«Ciao anche a voi.» sbotta dopo un attimo di attesa in cui si accorge di non essere degnato di uno sguardo.
«Zitto. Dobbiamo vedere se Will Coyote prende Beep-Beep.»
«Mi stai prendendo in giro?»
«No, zitto.»
Sbuffa e si dirige verso il divano per sederglisi accanto e farsi avvolgere dal braccio che non tiene appoggiato al bracciolo, ma si accorge di essere stato spodestato: Hela se ne sta rannicchiata al suo posto al fianco di Tony, Fenrir gli sta sulle ginocchia come un bravo cagnolino e Jormungandr è allungato sulla spalliera, le pupille verticali rivolte ai disegni sullo schermo.
Tony si accorge della sua espressione delusa e non può trattenere una risata; si sposta verso il centro del divano, lasciando a Loki il posto accanto al bracciolo anche se è il suo preferito.
Il dio sorride per quel gesto, conoscendo la predilezione dell'altro, e si infila nello spazio libero, appropriandosi di una parte del petto di Tony per usarla come cuscino.
«Scommetto che sta volta lo prende.» azzarda gettando un'occhiata allo schermo.
«Cosa ci scommettiamo?»
Si avvicina al suo orecchio e sussurra piano «Stasera. Chi perde fa tutto ciò che dice l'altro, non è contemplato il "no".» lo sguardo malizioso che gli lancia gli provoca dei brividi che partono da tutto il corpo per andarsi a concentrare nel suo basso ventre.
«Andata. Per me lo struzzo scappa.» sa di giocare sporco, ma non ha intenzione di sprecare un'occasione simile.
Attendono la fine del cartone e la conseguente sconfitta del coyote e di Loki, che sbuffa infastidito.
«Non vale, io non li ho mai visti, tu sì.»
«Qualcuno qui» accenna a Hela che gli si nasconde contro il fianco «Prima faceva notare che se fossi qui un po' più spesso ne sapresti di più e capiresti le battute quando parliamo di cartoni.» si fa di lato in modo che Loki possa prendere la bambina e portarsela in braccio.
«Ehi, piccolina, lo sai che non posso restare sempre qui, ad Asgard si insospettirebbero e dovrei portarvi via di qui, ma tu non vuoi andare via, vero?» la guarda negli occhi, identici ai suoi, e la bambina scuote la testa.

«Bene, nemmeno io, quindi mi spiace ma non posso essere sempre qui con voi.» le posa un bacio sui capelli che si mischiano ai suoi.

«Sai che non avrei nemmeno immaginato che fossi un padre premuroso?» lo distrae Tony spegnendo il televisore e provocando un sibilo di Jormungandr che stava guardando la pubblicità.

«E io non avrei mai immaginato che sarebbero sopravvissuti incolumi a anche solo un giorno passato con te.»

«Ma che simpatico.» si stizzisce dirigendosi verso la cucina dove Ferro-Vecchio ha preparato la cena «Forza, tutti qui, è ora di mangiare.» porta i piatti in tavola e aspetta che arrivi Loki con la sua allegra progenie addosso: Hela gli si è appesa al collo, Fenrir ha trovato posto tra il suo braccio e il suo petto e Jormungandr ha assunto il suo solito aspetto di scialle addosso alle spalle del padre.

Tony soffoca una risata.

«Che c’è?»

«Sai, sanno camminare da soli, non serve che te li carichi addosso come se foste dei profughi.»

«A dirla tutta lo siamo…» abbassa lo sguardo rattristato, incrociando gli occhi dei piccoli che lo fissano curiosi. Ha sempre trovato strano guardarli, trovando il duplicato delle proprie iridi in ognuno di quei piccoli occhi, ma dopo il primo momento di stupore ha iniziato a provare una sensazione di sicurezza a quella vista, la stessa sensazione che prova quando Tony gli passa un braccio attorno alla vita per tranquillizzarlo.

«Ma avete trovato una casa.»

Alza gli occhi su di lui «Provvisoria.»

Quella parola, così legata alla loro situazione, fa di nuovo esplodere quella bomba che si manifesta con una voragine di tristezza e abbandono in entrambi loro. Ne hanno già parlato, sanno a cosa stanno andando incontro. Tony non ci sarà per sempre, lo sanno, e invecchierà, e poi morirà, e lui si ritroverà di nuovo solo, in compagnia solo del ricordo di una parentesi felice in cui credeva di aver finalmente trovato un posto dove sentirsi a casa.

Sospira «Ne abbiamo già parlato, ti prego, non pensiamoci più fino a quando non sarà il momento.»

«È il momento ogni minuto che passa, e ogni minuto che passa è più vicino a quella che non può che essere la fine del discorso.»

«Ehi, qui abbiamo la futura regina del Regno dei Morti, no?» scompiglia i capelli alla bambina «Puoi sempre venire a trovarmi, e noi due» si rivolge a Hela «potremo continuare a guardare Tom e Jerry, immagino che abbiano una tv nell’aldilà.»

Loki tenta un sorriso ma ciò che ne esce è una smorfia.

«Ne parliamo poi, va bene? Per ora facciamo cena visto che per una volta ci siamo tutti.»

Annuisce e fa scendere i piccoli sulle loro sedie.

Mangiano per un attimo in silenzio, ma poi scoppiano a ridere quando Jormungandr e Tony iniziano a tirarsi il cibo, uno utilizzando la punta della coda e l’altro le mani.

«Non so quale dei due sia il bambino.» sospira Loki tornando al proprio piatto, finché non gli arriva un pezzo di pane sulla guancia «Chi dei due?» esclama con una pericolosa luce negli occhi.

«Kaa, scappa.»

«Come lo hai chiamato?»

«Scusa, ma hai scelto un insieme di consonanti che sembra il codice fiscale di un arabo per chiamare tuo figlio, e visto che l’altro giorno abbiamo visto Il Libro della Giungla…» la voce gli muore in gola a vedere lo sguardo dell’altro.

«Lo avete guardato? Ma volevo vederlo anche io!» si lamenta.

«Se vuoi lo riguardiamo…»

«No, ormai lo avete guardato.»

«Dai, non fare così.»

«Faccio un po’come mi pare, ok?»

«Va bene. Bambini, a nanna.»

In risposta riceve sibili, uggiolii e borbottii di protesta ma li ignora e dopo essere riuscito ad agguantarli tutti li porta nella loro camera, che da stanza per gli ospiti è stata adibita a nursery/angolo del casino. Si accertano che vadano ognuno nel suo letto/cuccia/teca riscaldata  poi chiude la porta e torna nel salone, in cui trova Loki intento a giocherellare con il telecomando.

«Se vuoi lo guardiamo adesso…» tenta sedendoglisi accanto.

«Non voglio guardarlo adesso, volevo guardarlo con voi. Tutti insieme.»

«Mi spiace, ma non stavano più buoni e l’alternativa secondo loro era uscire fuori o provare a sabotare Ferro-Vecchio, quindi ho evitato che si facessero vedere.»

«Potevi fargli vedere qualcos’altro.»

«Non hanno preso da te solo gli occhi, sai? Sono spocchiosi e dispotici proprio come te.» lo prende in giro posandogli le labbra sulla punta del naso mentre l’altro si volta.

«Fortuna che hanno trovato una persona umile e morigerata come te.» lo prende in giro appropriandosi delle sue labbra «Sbaglio o abbiamo una scommessa in sospeso?»

«Non hai mai avuto così ragione.» gli passa una mano sulla nuca, stringendoselo addosso e facendolo cozzare contro il proprio corpo. Si aspetterebbe una protesta o qualcosa di simile, ma l’altro si limita ad cercare una posizione più comoda sul suo petto e ad allungarsi verso di lui, alla ricerca quasi disperata della sua bocca.

«Che ti prende? Perché non mi hai ancora insultato negli ultimi cinque minuti?» domanda provando a riprendere fiato.

«Prima parlavamo di rimandare il discorso, quel discorso, e mi rendo conto di essere d’accordo. Non abbiamo molto tempo, questo devi ammetterlo, quindi godiamocelo finché possiamo e poi penseremo alle conseguenze, non importa quali saranno. Io sono andato avanti fino adesso e come me i piccoli, quindi potremo aggiustarci.»

«Ma io non voglio lasciarvi soli.»

«Non è qualcosa che puoi decidere tu, so che non lo faresti se dipendesse dalla tua volontà, ma non è così.»

«Se con un siero abbiamo potuto conservare Capitan Ghiacciolo potrei riuscire a trovare qualcosa di simile che mi consenta di stare con voi.»

«Sarebbe un esperimento, non c’è nulla di certo e soprattutto di sicuro.»

«Tutto ciò che faccio è un esperimento, Loki, un azzardo. È così che sono abituato a vivere.»

«Il fatto che sia una scelta intelligente non va di pari passo con il tuo stile di vita.»

«Ti adoro quando fai così, sul serio.» sibila con sarcasmo.

«Ehi, abbiamo detto di goderci il momento, non possiamo farlo davvero, senza finire sempre con l’urlarci contro?»

«Tutto quello che vuoi.» ha ormai realizzato di non poter resistere quando lo guarda così, quindi decide saggiamente di arrendersi subito e di accontentarlo, premendo la bocca contro la sua e creandosi con lentezza un passaggio per raggiungere la sua lingua e ingaggiare con questa una lotta più simile a una danza sensuale che a un combattimento.

Loki gli risponde salendo a cavalcioni su di lui e iniziando a strusciarglisi contro con diabolica bravura, finché l’altro non lo fa cadere contro il divano, intrappolandogli le mani che già minacciavano la cintura dei suoi pantaloni sopra la testa.

«Ho perso una scommessa se ben ricordo.» sussurra con un soffio caldo al suo orecchio, mordicchiandone subito dopo il lobo e sentendo un gemito trattenuto da parte dell’altro.

«Ricordi bene.» restituisce il morso lasciando un segno rosso sul collo niveo dell’altro e indugiando a lungo sulla pelle già arrossata, sentendo il respiro dell’altro accelerare mentre le sue mani iniziano a percorrere il suo corpo sempre più insistentemente, stringendolo con forza mentre il corpo del dio si inarca per andargli incontro «Quindi va’ a lavare i piatti.» mormora alzandosi e annullando ogni contatto tra loro.

 

 

 

 

 

Note della Vecchia Volpe

Eh sì, come vedete ho deciso di andare avanti con questo progetto che era nato come una shot e che come al solito andrà a finire con millemila capitoli

Grazie per l’accoglienza, siete adorabili <3

Spero che questa shot vi piaccia come la precedente e che vorrete farmi sapere cosa ne pensate

Baci e a presto

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Capitolo 3
*** 3. Dov'è papà? ***


«Dov'è papà?»

«Non lo so piccola, torna a dormire.» prende il braccio la bambina e la riporta nella sua cameretta, dove i suoi fratelli dormono tranquilli.

«È tanto che non torna, tanto più del solito.» si lamenta con gli occhi, quegli occhi, che già si stanno richiudendo.

«Lo so, ma non posso farci niente. Ora é tardi, se fosse qui non sarebbe felice di vederti sveglia a quest'ora, quindi a nanna.»

«Mi manca.»

"Anche a me."

«Dormi, domattina probabilmente sarà tornato.» le rimbocca le coperte e dopo una manciata di secondi Hela si riaddormenta.

Sospira uscendo cautamente dalla stanza per non svegliarli e torna nel salone alla sua bottiglia di whisky.

Se n'è andato.

È una settimana che non lo vede più.

È sparito dopo che Tony è stato così stupido da dirgli quelle due parole che scalpitavano dal fondo della sua gola per venire a galla.

"Ti amo."

È stato uno stupido, non avrebbe mai dovuto anche solo pensare di pronunciarle, non avrebbe mai dovuto pensare di essere ricambiato nonostante tutti i loro discorsi e tutto ciò che hanno vissuto.

Quella notte gli erano uscite così naturali mentre giocherellava con i capelli di Loki steso sul suo petto, ma ora gli sembrano solo la ratifica di una condanna, il suono dell'ascia del boia.

Quando si era svegliato la mattina dopo non c'era più.

Lo aveva cercato per tutto l'attico, fino a capire che se n'era andato davvero, e allora era corso alla stanza dei piccoli, ma almeno loro erano ancora lì, addormentati e ignari di tutto.

Avevano continuato a chiedergli incessantemente dove si trovasse loro padre, ma non era stato in grado di rispondere, e ogni volta che la domanda veniva riproposta dentro gli montava un'incredibile irritazione e voglia di attaccarsi a una bottiglia.

Ora se ne sta lì, solo, sul divano, su quel divano, come unica compagnia la fedele bottiglia già vuota per tre quarti.

Non ha idea di cosa fare adesso. Quei tre piccoli non possono restare lì per sempre, hanno qualcosa di magico, e hanno bisogno di qualcuno che insegni loro come gestire quei poteri. Potrebbe chiamare Thor e dirgli di venire a prenderseli, ma non ha nessuna voglia di stare a spiegargli come sono arrivati lì e come Loki se n'è andato. E poi si è affezionato a quei teneri mostriciattoli, non sopporterebbe di separarsi da loro, anche se ogni volta che li guarda negli occhi gli sale un groppo in gola che rischia di soffocarlo e che lui annega con l'alcool.

Si rende conto che la sua tolleranza per i liquori è calata, ed è tutta colpa di Loki: non che gli avesse chiaramente detto di non bere, ma ogni volta che aveva un bicchiere in mano, cioè quasi sempre, si beccava un'occhiataccia tale da farglielo posare; bisognava anche dire che in quei casi Loki gli dava altro con cui divertirsi. Poi erano arrivati i piccoli, e nemmeno a lui sembrava opportuno barcollare per casa rischiando di inciampare in qualche corpicino che voleva essere preso in braccio.
In fondo questa disabitudine ha un vantaggio: ora che ne ha bisogno riesce a ubriacarsi molto più in fretta, aiutato anche dalle sbronze precedenti non del tutto smaltite e dalle circa due ore di sonno che si concede ogni notte.

Un lampo verde davanti a lui.

Sbatte le palpebre, accecato dalla luce, giusto in tempo per balzare in piedi e riuscire ad afferrare Loki prima che cada per terra.

«Si può sapere dove ti eri cacciato?!» gli urla contro, ma quando l'altro si volta la voce gli muore in gola. Il viso è più pallido del solito, solcato da profondi tagli ancora freschi, e preferisce non far scendere lo sguardo al resto del suo corpo per paura di cosa potrebbe trovare.

Con cautela lo fa sdraiare sul pavimento, per poi venire travolto da una massa festante di manine, zampe e spire che si mettono a urlare «Papà!»

«Mandali...via.» sussurra con un filo di voce e Tony capisce che non vuole che lo vedano conciato così.

«C-certo.» non ha nessuna intenzione di abbandonarlo lì, senza sapere se quando tornerà respirerà ancora, ma al momento è più importante che i bambini non si accorgano della situazione «Via di qui, voi dovreste dormire a quest'ora.»

«Ma è...»

«A dormire!» tuona, non sopportando più di perdere tempo in quel modo; riesce ad agguantarli tutti e a portarli nella loro camera «Jarvis, non devono uscire di qui per nessun motivo. Leggigli delle fiabe, cantagli qualcosa, non mi interessa, basta che non escano.»

«Sì, signore.»

Tony si precipita nel salone e trova Loki ancora steso per terra, il respiro corto e irregolare che gli alza il petto coperto dai vestiti stracciati.

«Che ti é successo?» gli si siede accanto, provando a farlo alzare, ma Loki scuote la testa.

«Scordatelo, non stai sul pavimento. Qualunque cosa sia successa hai bisogno di riposo, e ti riposerai in un letto, non su delle piastrelle.» si fa passare un suo braccio attorno alle spalle e lo tira su, sostenendo tutto il suo peso «Andiamo.» con parecchie difficoltà riesce a portarlo nella camera da letto da cui è sparito qualche giorno prima e a farlo distendere sul letto, dove lo copre con le lenzuola.

«Che cosa è successo?-»

Scuote di nuovo la testa, gli occhi che si chiudono.

«Non pensarci nemmeno.» gli tira un leggero schiaffo sulla guancia «Non chiudere gli occhi, guarda me, resta sveglio.»

Loki lotta per fare come dice, ma le palpebre sembrano avere una loro forza di volontà e tendono a chiudersi da sole.

«Questo dovrebbe tenerti sveglio.» esce e torna poco dopo con dell'acqua ossigenata e una confezione di cotone. Bagna un batuffolo e inizia a tamponare una ferita vicino alla tempia.

Un urlo di dolore.

«Lo so, brucia, ma quelle ferite vanno pulite e così resti sveglio.»

Annuisce e lascia che continui il suo lavoro stringendo i denti.

«Posso sapere che cosa è successo?» domanda quando gli sembra che il viso sia in condizioni quasi accettabili.

«Ho sonno...» mormora.

«Lo vedo, ma è meglio se resti sveglio almeno finché non mi dici perché stai così.» lo aiuta a sfilarsi gli indumenti sporchi porgendogli il suo pigiama preferito.

«Sono solo stanco.» si appoggia ai cuscini che Tony ha sistemato un attimo prima.

«Considerando come e quando te ne sei andato una spiegazione sarebbe d'obbligo.» ringhia tra i denti.

Sospira «Lo so, ho avuto un tempismo schifoso, ma dopo quello che hai detto...»

«Ti è sembrato più che giusto scappare.» conclude al posto suo.

«Non sono scappato, sono andato a prendere una cosa.»

«E ti ci è voluta una settimana?!»

«Sì.»

«Ok, dormi, a dopo.» si alza gettando a terra il cotone «Sempre che io non dica qualcosa che non è di tuo gusto.»

«Aspetta, non fare così.»

«Ma cosa pretendi? Ti dico una cosa simile, tu sparisci per una settimana senza dirmi nulla, poi torni come se niente fosse e io dovrei accoglierti a braccia aperte facendo finta che non sia successo niente?!»

«Non sto dicendo questo.» si alza faticosamente e lo prende per un braccio «Ti chiedo solo di ascoltarmi.»

«Per sentire cosa? Una qualche menzogna del Dio degli Inganni?» si libera con uno strattone.

«Ascolta solo cosa è successo, poi deciderai tu se è una menzogna o no.» si allunga ancora verso di lui ma gli sfugge la presa.

«Non eri stanco? Dormi, ora non sono dell'umore di ascoltarti.»

«Torna qui.» si alza in piedi tremando «Lasciami solo dire dove sono stato e poi capirai.» barcolla rischiando di cadere e istintivamente Tony lo sorregge, riportandolo a letto.
«Se vuoi vai pure di là, ma verrò anche io finché non mi avrai ascoltato.»

«Ho capito, resto qui.» lo fa infilare sotto le lenzuola e visto che tanto è scalzo lo segue, passandogli le braccia attorno al corpo e godendosi quella sensazione che tanto gli è mancata «Sentiamo, allora, qual è la scusa?»

«Non è una scusa, per una volta sto dicendo la verità. Dopo quello che mi hai detto,» si volta appoggiando una guancia al suo petto, riuscendo così a guardarlo negli occhi «che mi ha lasciato spiazzato, lo ammetto, mentre tu dormivi io non riuscivo a prendere sonno e mi sono messo a pensare alla discussione dell'altro giorno, sul vivere il momento, e non mi sembrava più giusto dopo quello che hai detto, quindi ho cercato una soluzione. Mentre ancora dormivi sono andato ad Asgard a cercare notizie di una fonte, la cui acqua è più scura e più pura di una notte priva di stelle. Solo le sacerdotesse di Frigga sanno dove si trovi, e solo loro possono superare senza pericolo gli ostacoli per raggiungerla. C'è un motivo se questa fonte è così protetta con mostri e incantesimi: l'acqua che da lì proviene viene fatta bere ai figli degli Asi perché dona l'immortalità.» si interrompe quando l’altro sgrana gli occhi.

«Che cosa…?»

«Mi ci sono voluti quattro giorni per arrivare là, non ho potuto teletrasportarmi e superare quegli incantesimi è stato difficile anche per me. Una volta raggiunta la fonte ho prelevato un’ampolla di quell’acqua, ma mi sono indebolito, probabilmente perché non avrei mai dovuto trovarmi lì. Sono riuscito ad uscire a fatica dalla foresta che precede la fonte dopo essere caduto in un paio di incantesimi ed essere stato quasi sbranato da un cinghiale a quattro teste; pensavo di non riuscire a tornare qui per darti l’ampolla, ma ho dato fondo alle mie ultime energie e sono riuscito a teletrasportarmi qui. Per fortuna ti sono arrivato vicino, altrimenti mi sarei schiantato per terra visto che credo di essere svenuto per qualche secondo.»

Riesce a malapena a finire di parlare che si trova coinvolto in bacio molto impegnativo che richiede tutte le sue scarse energie.

Tony si separa da lui solo quando si accorge che non ha più fiato «Quindi non te ne sei andato per quello che ho detto.»

«Ma che bravo.» ansima «Anche se a dirla tutta è proprio per quello che mi hai detto che sono partito.»

«Potevi anche non lasciare che ti urlassi contro, ora mi sento in colpa.» posa gli occhi su di lui mordendosi un labbro.

«Non sembravi molto intenzionato ad ascoltarmi, sono stanco e ho preferito evitare discorsi inutili.»

«Ti lascio dormire.» gli posa un bacio sulla fronte lasciandolo adagiare contro i cuscini.

«È una settimana che non ti vedo, avevo in mente di meglio.» gli lancia uno sguardo malizioso che però viene rovinato da uno sbadiglio.

Sorride «Ora dormi. Se ho capito bene abbiamo tutto il tempo del mondo.»

Gli angoli delle labbra di entrambi salgono verso l’altro.

«A tal proposito: predi la mia giacca. Nella tasca interna c’è l’ampolla.»

«Prima voglio assicurarmi che tu dorma.»

«Va bene, mamma.» lo prende in giro utilizzando la frase che è solito rivolgergli l’altro ogni volta che lo becca con un bicchiere in mano. Chiude gli occhi e dopo un paio di secondi sta già dormendo.

Tony si alza sorridendo e ritrova la giacca ai piedi del letto; la solleva con cautela e vi fruga dentro, trovando alla fine la tasca. Tira fuori l’ampolla e si accorge che al collo di questa è attaccato un biglietto.

“Ti amo anche io.”

 

 

 

 

Note della vecchia Volpe

Sì, lo so, sono in un ritardo mostruoso, ma considerando che questa era nata come una shot singola spero che mi possiate perdonare.

Grazie mille alle mie editors, a chi mette tra le preferite, tra le ricordate, tra le seguite e a chi recensisce, siete adorabili <3

Baci, a presto.

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Capitolo 4
*** 4. Presentazioni ***


«Stark, ti odio.» grugnisce Clint entrando nell'attico.

«Che piacere vederti, Barton.» commenta il moro dal divano.

«Stark, sono le sei di mattina, che cazzo vuoi?»

«Natasha, vedo che i tuoi modi eleganti non sono stati fiaccati dall'ora.»

«Fottiti.»

I due arrivati si buttano su due poltrone di pelle, dando evidenti segni di essere sul punto di addormentarsi.

«Benvenuto Rogers.» accoglie il biondo che entra sbadigliando «Buongiorno Banner.»

«Spero per te che sia una cosa seria, sai che sono pericoloso se mi arrabbio.»

«Oh, questo lo so bene.» la voce di Loki che arriva in vestaglia con la caffettiera in mano fa sobbalzare tutti «Caffè?»

Alternano sguardi scioccati da lui a Stark in un susseguirsi velocissimo.

«Una risposta sarebbe gradita.» posa il contenitore su un tavolino e se ne va, sparendo in un corridoio.

Il primo a riprendersi è Clint, che si avvicina a Stark e gli afferra il viso con una mano.

«Capisco di essere affascinante, ma questa reazione è eccessiva, Clint, c'é chi potrebbe offendersi.»

«Strano, le sue iridi sono sempre dello stesso colore, non è sotto l'influsso del Tesseract.»

«Mollami. Non sono sotto l'influenza di nessuno strano incantesimo. Loki, dove ti sei cacciato?» urla alzandosi.

«Tu resti qui e spieghi.» Steve gli si para davanti bloccando la sua avanzata.

«Stavo giusto andando a...»

«Ora.»

«Okay, biondo, non ti scaldare, rischi che ti si scongeli anche il cervello.» torna a sedersi lanciando occhiate disperate al corridoio in cui l'altro è malvagiamente sparito.

«Ora tu ci spieghi perché la persona che ha provato a ucciderci tutti e a conquistare il mondo è a casa tua in vestaglia e ci ha appena offerto del caffè.» Clint lo guarda negli occhi «Io una teoria ce l'avrei, ma spero vivamente di sbagliarm... Ehi, ma questo cos'è?» abbassa gli occhi su un batuffolo di pelo scodinzolante che gli rotola tra le gambe per poi frenare il proprio volo contro gli stinchi di Steve.

«Ciao bello.» il biondo si china per accarezzare il cucciolo ma dopo un secondo ritrae la mano come se la pelliccia argentea fosse incandescente «Quegli occhi...»

«"Ciao bello" non lo dici a mio figlio, chiaro?» interviene Loki che viene subito travolto da Fenrir.

«Tuo cosa?»

«Mio. Figlio.» scandisce come se stesse parlando a un ritardato.

«Ma è...»

«Un lupo? E allora?»

«Avrei detto cane.»

Un lampo omicida si accende nelle iridi smeraldine di Loki e viene fermato solo dal tempestivo intervento si Tony.

«Non ripeterlo se ci tieni ad avere una lingua, è piuttosto suscettibile sull'argomento.»

«So parlare benissimo da solo.»

«Ma tu avresti strangolato o mutilato, non parlato.» gli poggia una mano sul braccio facendola scorrere dal basso verso l'alto come per calmarlo.

«Stark, ci devi delle spiegazioni.»

«Tuo figlio?» domanda scioccato Steve, sicuro di non aver capito.

«Sì, mio figlio.»

«Come è...?»

«Faccio quello che voglio.» incrocia le braccia «Fenrir, vieni qui, da bravo.»

Il cucciolo abbandona a malincuore il suo nuovo compagno di giochi per tornare ai piedi del padre che si china per coccolarlo e prenderlo in braccio.

Tony allunga una mano per grattarlo dietro un orecchio.

«Vuoi spiegarci cosa ci fanno qui il pazzo e il suo animaletto?»

«Non è un animaletto.» questa volta è Stark a correggere la rossa.

«Ah no?»

«No. Secondo me è più facile se vai a prendere gli altri.» si rivolge a Loki che annuisce per poi dirigersi nel corridoio con il cucciolo alle calcagna.

«Cosa intendi con "gli altri?»

Non ha il tempo di rispondere che una bambina gli viene incontro correndo «Tony!» urla con una vocina melodiosa e dolce che fa sciogliere tutti, alzando con fare imperioso le mani per essere presa in braccio.

«Ciao, principessa.» dopo averla sollevata come richiesto le dà un bacio sui capelli mentre Loki non può trattenere un sorriso.

I vari e assonnati Avengers si guardano l'un l'altro sconcertati, senza sapere cosa dire nè tanto meno cosa pensare; non riescono a collegare quei due, non in quel senso.

Insomma, che Stark si scopi il primo che passa va bene, non li stupisce, ma che stia ospitando quella che ha tutta una l'aria di essere una famiglia entrandone nelle dinamiche affettive no, non può essere.

«Ma...ma quello è un serpente?!» esclama Steve indicando il rettile allungato sulle spalle di Loki.

«Sì, si chiama Jormungandr.»

«Come?» chiedono almeno un paio di voci.

«Si può sapere cosa ci troviate di difficile voi umani?»

«Nulla, tesoro, solo che non abbiamo voglia di sputare le tonsille provando a dirlo.»

«Come lo hai chiamato?!» la voce stridula di Natasha gli trapassa i timpani.

«Io, ehm...» si passa una mano sulla nuca. L'abitudine ha preso il sopravvento e non è riuscito a frenare il nome che gli è uscito spontaneo dalle labbra.

Ormai l'evidenza è riuscita a fare breccia nella mente dei suoi attoniti compagni: non se lo scopa solo, c'è qualcosa di più.

«Chi sono?» domanda curiosa la bambina che si tiene ormai solo più con un braccio al suo collo per potersi sporgere verso i nuovi arrivati.

«Amici, Hela. Spero.»

«Loki la reclama e Tony gliela porge, intuendo da appena una luce fugace nei suoi occhi quanto tema di essere respinto.

«Hela, loro sono Natasha, Clint, Bruce e Steve. Salutate bambini.» fa ai compagni di squadra che continuano a fissarli allibiti.

«Certo che vi educano proprio bene allo SHIELD.» sbuffa Loki vedendo l'espressione delusa della bambina.

«Ciao...Hela?» azzarda Bruce, incerto di aver capito bene il nome.

Loki annuisce e Tony riesce ad accorgersi del fatto che si stia leggermente rilassando.

È stata un'idea sua, certo, ma trovarsi ora davanti a quattro persone del tutto ostili con tre figli piccoli che cercano il suo appoggio non lo rassicura di certo.

Se ne era uscito un giorno con quella proposta, dovuta a una sfuriata di Fury contro Tony perchè non poteva ospitare la riunione settimanale degli Avengers in casa sua; segretamente ci era rimasto male perchè l'umano si era beccato quella sequela di insulti solo per tenerli nascosti, così aveva deciso di rischiare. Tony dopo qualche esitazione aveva acconsentito, rendendosi conto che tanto Loki avrebbe fatto di testa sua come al solito.

«Sei tu che hai tirato papà da una parte all'altra della stanza?» domanda candidamente.

«L'altro me, ma in linea di massima sì.» abbassa lo sguardo imbarazzato.

«Voglio vederlo. Puoi rifarlo?»

Scoppiano tutti a ridere e la tensione si smorza.

«No, piccola, non può.» la riprende Loki.

«Perché no?»

«Perché ho già fatto ristrutturare questa sala troppe volte.» Tony le scompiglia i capelli resistendo dal fare la stessa cosa con Loki.

«Uffa...»

«Ti faccio i pancake se stai brava e non chiedi a Hulk di tirare papà da una parte all'altra di casa.»

«Oh, no.»

«Si!» la bambina si lancia giù dalle braccia di Loki per correre verso la cucina e salire come uno scoiattolo sulla sua sedia.

«Non provarci nemmeno.» lo ammonisce Loki.

«Gliel'ho promesso.»

«Non mi interessa. Non ho voglia di sentire puzza di bruciato per i prossimi tre giorni. Preferisco che mi scaraventi sul pavimento.» indica Banner che sta ridacchiando per quella scenetta.

«Tu vivi qui?» domanda stupito Steve.

«Ma che ottima deduzione. Penso che il siero con cui l'hanno trasformato abbia degli effetti collaterali a lungo termine.»

«Stark, da quanto sta qui?» Natasha sembra essersi calmata leggermente, ma mantiene la sua aria da tra-un-attimo-ti-ucciderò-e-tu-non-lo-saprai-nemmeno.

«Penso da circa un mese.»

«Stai ospitando a casa tua chi ha provato a ucciderci insieme ai suoi figli che sono degli animali?!»

«Loro vivono qui, Natasha.» sottolinea il verbo, facendone risuonare tutte le implicazioni.

«Tu... Tu sei pazzo.»

«Questo è un fatto risaputo.»

«Stark, sul serio.» si aggiunge Clint «Ti ha dato di volta il cervello?»

«Non potete farvi i fatti vostri e basta? Vi ho fatto venire qui per informarvi, non per ricevere il vostro parere di cui, tra parentesi, non me ne frega niente.» incrocia le braccia concludendo il discorso e stroncando sul nascere ogni possibile tentativo di risposta.

Sospirano e scuotono la testa. Conoscono il loro amico: se si mette una cosa in testa quella è e quella resta.

«Come hai detto che si chiama il ca...cucciolo?» Steve rompe l'impasse.

«Fenrir.» risponde confuso e incerto su cosa il biondo voglia fare.

«Fenrir? Vieni qui?» domanda gentile accucciandosi per terra e sporgendo la mano verso il lupacchiotto.

Sia Tony che Loki abbandonano il timore che viene sostituito da un sorriso quando Steve si mette a grattare il lupetto dietro le orecchie.

«Anche lui é curioso di conoscervi.» annuncia improvvisamente Loki dopo le insistenti occhiate che Natasha e Clint hanno lanciato a Jormungandr; se lo fa passare oltre le spalle e lo appoggia sul divano, dove i due iniziano a giocarci, lasciando che si avvolga sulle loro braccia.

Tony si rende conto di aver perso di vista Banner e si guarda intorno, per poi trovarlo accanto al piano cucina con Hela, intento a preparare dei pancake mentre la bambina saltella entusiasta.

«Visto? È andato tutto bene.» sussurra all'orecchio di Loki dopo avergli passato un braccio attorno alla vita.

Annuisce e si volta verso di lui, lasciandogli un bacio felice sulle labbra.

 

 

 

 

Note della Vecchia Volpe

Sì, so di essere in un ritardo imperdonabile, ma avevo detto che la pubblicazione di queste shot non sarebbe stata molto regolare, e con la fine della scuola non ce l’ho fatta ad aggiornare prima.

Grazie mille a voi che recensite <3

 

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Capitolo 5
*** 5. Lo zio Thor ***


Si stanno decisamente godendo questo momento di solitudine. Hanno affidato i piccoli a quelli che si sono eletti loro zii e finalmente possono starsene un attimo da soli.

Un attimo in due settimane di capricci e piagnistei che non hanno alcuna intenzione di sprecare.

Tony si avventa con poca grazia sul suo collo, quasi mordendolo per la foga con cui vi poggia la bocca sopra. Loki si lamenta a malapena, stringendo tra le dita la canottiera nera dell'altro che usa per costringerlo a stendersi sul letto su di lui e che scompare in un battito di ciglia subito dopo.

Il miliardario nota quanto sia fastidiosa e inappropriata la camicia dell'altro, così inizia a slacciarla bottone per bottone, tormentando con la lingua e con i denti i lembi di pelle che si scoprono al passaggio delle sue dita; quando arriva all'altezza dell'addome diventa quasi diabolico, puntellandosi tra le sue gambe per tenersi in equilibrio e torturando la sua pelle nivea tesa allo spasmo mentre Loki si inarca per andargli incontro.

«Stark sono venuto per... Loki?»

La voce di Thor li fa sobbalzare e separare in fretta, Tony impaurito dall'idea di beccarsi il Mjolnir in testa e Loki spaventato dal fatto che Thor potrebbe facilmente prendere a martellate il moro.

«Ehm, ciao fratello.» accenna lisciando i lembi della camicia che stava per finire sul pavimento.

«Che ci fai qui?» alterna occhiate interrogative a altre sospettose, passando in rassegna i due colpevoli.

Lancia un'occhiata a Tony che annuisce cercando di chiudersi discretamente i pantaloni.

«Io qui ci vivo.»

«Cosa?!»

«Se andassimo a parlarne di là?» Stark si alza e conduce il biondo nel salone.

«Cosa vuol dire che vivi qui?» ignora il padrone di casa per rivolgersi al non-fratello.

«Che la mattina mi sveglio qui e che ci torno la sera, sentendomi per la prima volta da quando io abbia memoria a casa

Tony gli posa una mano sulla spalla, conoscendo la storia celata dietro quelle parole.

«Tu vivi qui?»

«Quella Jane ti ha instupidito notevolmente, e devo ammettere che non è un’impresa facile.» si siede sul divano chiudendosi la camicia.

«Vivi qui con lui?» indica Stark che intanto è andato a prendere dei bicchieri; anche se sa che il biondo darà fondo alle sue scorte d’alcool è sempre meglio avere delle bottiglie vuote e un asgardiano alticcio che il cranio fracassato da un asgardiano sobrio che ha appena scoperto che vive e si porta a letto il suo non-proprio-solo-non-fratello.

Non ha tempo di ricevere una risposta che le porte dell’ascensore si aprono.

«Zio Thor!» esclama una voce argentina che si fionda ad abbracciare un ginocchio dell’incazzato dio biondo, non riuscendo ad arrivare più in alto.

«Hela?» fissa sconcertato prima la bambina e poi Loki, che si stringe nelle spalle con un sorriso colpevole.

Presto la bimba viene seguita da Jormungandr, che attorcigliandosi attorno alle gambe di Thor riesce a raggiungerne le spalle dove si posiziona, trovando che l’ampiezza di queste sia molto più comoda del suo solito posto su quelle del padre.

«Fenrir! Torna qui!» sentono gridare Steve dalle sale, giusto un attimo prima che la porta di queste si spalanchi e ne fuoriesca il cucciolo festante, che si trascina dietro un guinzaglio rosso.

«Si può sapere che ci fanno tutti qui?»

«Gli hai messo un guinzaglio?!» esclama Loki, ignorando del tutto il fratello e precipitandosi a liberare il cucciolo che in risposta gli lecca la faccia.

«Sì, ecco, volevo portarlo a spasso…»

«Gli hai messo un guinzaglio come a un stupido cane?!» urla fronteggiando il povero capitano che incassa la testa nelle spalle.

«Pensavo che gli sarebbe piaciuto uscire…» sussurra contrito.

«Lo hai legato per il collo e…» viene interrotto dallo strangolare Steve solo dall’intervento di Tony che gli posa le mani sulle spalle e lo fa indietreggiare di un paio di passi.

«Sono più che sicuro che Capitan Ghiacciolo avesse delle buoni intenzioni, vero Rogers?» si volta verso il chiamato in causa facendo di sì con la testa e suggerendogli la risposta da dare.

«Sì, certo, non volevo fargli del male o umiliarlo, volevo solo portarlo a spasso perché guardava la porta con quegli occhioni… Sai che quando fa così è impossibile resistergli.»

«E dovevi proprio legarlo come uno stupido cane?» ringhia cercando di scansare Tony per potersela prendere con il biondo.

«Ora non uccidermi, ma ammetti che Fenrir sembra un cucciolo di husky, che è una razza molto simile al lupo.» aggiunge precipitosamente, alzando le mani per difendersi alla vista del lampo omicida che si è acceso negli occhi del moro.

«Penso che quello che Rogers stia cercando di dire,» lo interrompe Tony, conscio che se il capitano continuerà a parlare sarà costretto ad asciugarne il sangue dal pavimento «è che facendo così la gente non si accorgerebbe del fatto che Fenrir è un lupo proveniente da un altro pianeta, ma lo prenderebbe erroneamente solo per un cagnolino molto carino, senza fare domande e senza chiuderlo in laboratorio per fargli delle analisi inumane, e intanto lui sarebbe felice perché non dovrebbe più stare sempre rinchiuso qui.»

«È quello che stavo cercando di dire.» conferma Cap, ringraziando per una volta la parlantina del genio.

Loki rilassa lievemente le spalle.

«Qualcuno mi vuole spiegare qualcosa?» interviene Thor, che per tutto il dibattito è rimasto a fissarli sconcertato, con Hela in braccio.

«Aspetta.» lo zittisce Loki con un gesto. Si avvicina minacciosamente a Steve, che indietreggia spaventato anche se potrebbe stenderlo dandogli un colpo con un dito «Se le tue intenzioni erano di portarlo in giro perché si divertisse bene, sono d’accordo, ma prova a farli del male» lo inchioda al muro con lo sguardo, dato che il biondo non può indietreggiare di più se non scavando un cunicolo nella parete con la schiena «E giuro che ti pentirai di essere nato e di essere sopravvissuto fino ad adesso. Immaginati la cosa peggiore e più tremenda che ti passi per quel cervello ghiacciato, e quella ti sembrerà piacevole in confronto a ciò che ti farò io se lo riportassi a casa con anche solo un pelo fuori posto. Chiaro?»

«Cristallino.» sussurra terrorizzato più dal tono gelido e al tempo stesso infuocato del dio che dai suoi occhi che sono diventati rosso brace.

«Bene.» si volta con gli occhi che gradualmente tornano alla loro tonalità smeraldo «Thor, ti spiego. Io vivo qui, con Tony che ha deciso di ospitare non solo me ma anche loro. Li ho portati via da Asgard perché sarebbe stata una questione di poco tempo e li avrebbero trovati e poi uccisi, oltre che per il fatto che stavo passando sempre più tempo qui e non potevo più lasciarli soli.»

«Sempre...più...tempo...qui?» domanda allibito.

«Esatto.» si avvicina a Tony rimarcandone il possesso.

Continua a fissarli confuso, senza sapere bene cosa dire; non si stupisce più per le abitudini del fratello, è un fatto del tutto normale, ma quello che lo sorprende è Stark.

«Io magari me ne vado.» accenna Steve con voce timida.

«Bravo.» Loki non si volta nemmeno a guardarlo.

«Ciao Fenrir.» lo saluta con la mano, non osando avvicinarsi di più e poi scompare nell'ascensore.

«Perché proprio qui?» domanda Thor.

Si siede sul divano mentre Stark si defila con la scusa di preparare la merenda ai piccoli.

«Questa è casa mia, Thor, è un posto in cui finalmente vengo amato e tutto ciò che provo non è odio o amarezza, è un posto dove posso vivere ed essere...felice.» conclude stringendosi nelle spalle.

«Quindi voi...»

«Sì.»

Persino Thor riesce a comprendere il monosillabo, che nasconde la valanga di sentimenti che Loki fa già fatica ad ammettere a Tony, figuriamoci a qualcun'altro.

«Ma perchè hai portato anche loro qui?» indica i piccoli che aspettano impazientemente la merenda.

«Te l'ho detto, ero sempre più spesso qui e non potevo più lasciarli da soli. Inoltre questo posto è speciale: la forza del reattore Arc» rotea gli occhi all'espressione confusa dell'altro «La versione grande della cosa blu che Tony ha nel petto, allontana i nostri poteri, e gli Asi qui non possono vederli.»

«Sai che li avrei protetti se avessero provato a far loro del male.»

«Lo so, ma cerca di capire, fratello. Ho bisogno di un posto da chiamare casa, dove possa stare con chi amo senza la paura che qualcuno sfrutti un tuo momento di distrazione per far loro del male. Puoi venire quando vuoi a trovarli, loro ti vogliono bene proprio come tu ne vuoi a loro, non ho intenzione di portarteli via.»

«E tu?»

«Io cosa?»

Tentenna, alla ricerca delle parole giuste, sapendo che una sola parola sbagliata scatenerà una scenata apocalittica da parte di Loki «Tu, qui, con lui...» accenna a Tony che ha abbandonato del tutto la conversazione prestandosi come clown per i piccoli.

«Dove vuoi andare a parare?»

«Prima...» non riesce a mettere più di due sillabe in fila.

«I tuoi innocenti occhi non si sono posati su cose che non avevano mai visto prima, non fare quella faccia.»

«Non intendevo...»

«Allora cosa vuoi sapere?»

«Mi sembra che Stark la stia prendendo sul serio, ma non mi fido.» ammette in un sospiro.

Sorride «Non devi preoccuparti di questo, so farlo filare dritto se ne ho voglia, ma guardalo: si sta prendendo cura di loro quasi come se fossero suoi e riesce a ignorare il fatto che non abbiano una forma umana; inoltre anche loro gli si sono affezionati, non potrei pensare di portarli via.»

«Questo può essere un problema. Insomma, Stark è un umano, la sua vita ha una durata limitata...»

«Anche a questo ho già pensato.»

«Come?»

Sorride sornione.

«Non dirmi che...»

«Esatto.»

«Tu sei pazzo!» esclama.

«Abbassa la voce, idiota. Non deve saperne niente.»

«Non deve sapere che se ti scoprissero esporrebbero la tua testa su una picca?» continua con un tono talmente alto che Tony riesce a sentirlo nonostante si trovi dall'altra parte dell'immensa sala.

«Che cosa?» si avvicina a grandi passi ai due che intanto si sono alzati in piedi, pronti a prendersi a botte.

«Niente, straparla.»

«Tu ora gli dici cosa hai combinato.» si impone il biondo.

«Fatti i cazzi tuoi e torna in New Mexico, e casomai avessi voglia di fare un salto qui prima cuciti la bocca, visto che è una cosa che sei tanto bravo a fare.» ringhia.

«Ti ho giá chiesto scusa, quante volte dovrò ancora farlo?»

«Mi spiegate che cazzo c'entrano le teste e le picche?!»

«Fallo e ti ammazzo!»

«Devi dirglielo!»

«Sono fatti miei, non ti immischiare.»

«O lo fai tu o lo faccio io.»

«Vi degnate di considerarmi?»

«No.» sibila Loki.

«É quello che sto cercando di fare.» risponde il biondo.

«Ora basta! O mi spiegate cosa cazzo sta succedendo o dico a Jarvis di darvi un colpo con il teaser.»

Alla vista del compagno che sta perdendo le staffe Loki si arrende «Dammi un attimo e poi lo faccio.» si gira verso il fratello «Thor, fuori. Tu non c'entri nulla, quindi non servi qui. Se proprio vuoi renderti utile porta i tuoi nipoti a giocare al ventisettesimo piano, lì si divertiranno.»

«Come ci arrivo?»

«Hela ti insegnerà.» raggiunge i piccoli e li conduce verso il dio con il martello «Ora andate a giocare con lo zio Thor, fate i bravi.» accompagna i quattro compagni di merende all'ascensore e aspetta che le porte si siano chiuse prima di voltarsi.

«Pensi di fornirmi una spiegazione decente o no?»

«Sì, ma sediamoci.» si accomoda sul divano facendogli segno di venirgli vicino e l'altro dopo avergli scoccato un'occhiata un po'diffidente e un po'offesa lo accontenta.

«Okay, io te lo dico ma tu non ti arrabbi, va bene?»

Continua a fissarlo.

«O mi prometti che non ti arrabbi o non ti dico niente.»

«E va bene, te lo prometto.» sbuffa esasperato.

«Non sembri molto convinto.»

«Non pretendere troppo.»

Sospira «Okay. Allora, sai l'ampolla che ti ho portato?»

«Sì, e non finirò mai di ringraziarti, anche se prima mi sono venute un paio di idee...»

«Non distrarmi.»

«Mi scusi, signore.»

«Ecco, l'acqua che vi era contenuta dentro come sai è magica, e diciamo che ad Asgard non è propriamente legale portarne via un po'...»

Sgrana gli occhi «Stai dicendo che...?» non completa la frase, sperando di sbagliarsi.

«Esatto, se mi scoprissero la mia testa finirebbe su una picca.»

«Tu sei pazzo!»

«Perché oggi me lo dite tutti?»

«Perché lo sei! Come ti è saltato in mente di rischiare di farti ammazzare non solo andando là e attraversando la foresta incantata del vattelappesca e affrontando i rispettivi orridi abitanti, ma anche infrangendo delle leggi per cui potresti finire decapitato?!»

«Non urlarmi contro, non lo sopporto.»

«Come posso non urlarti contro, tu razza di...» conclude l'invettiva stringendogli il viso tra le mani e baciandolo con forza, una forza disperata che l'altro non può che assecondare.

«Meglio ora?» sussurra Loki dopo essersi trovato premuto contro il divano dal corpo di Tony che reclamava il suo bruciando di un bisogno disperato.

«Un po'.» mormora al suo orecchio, avvolgendolo tra le proprie braccia e stringendolo a sé «Ma non del tutto.»

«Non è successo nulla di grave.» prova a tranquillizzarlo con un filo di voce.

«Ma potrebbe.»

«Non se non riescono a prendermi. Comunque ne ho combinate di peggiori.»

«Lo so, e ne hai sempre pagato il prezzo, non voglio che succeda di nuovo.»

«Se non fossi stronzo dentro saresti quasi tenero.»

«Per una volta che mi dimostro preoccupato mi insulti, non vale.»

«Non era un insulto, voleva essere un complimento. Quasi.»

Lo bacia nuovamente, trovando particolarmente difficile separarsi da lui anche solo per prendere aria.

«Che ti prende oggi? Perché tutte queste effusioni e abbiamo ancora i vestiti addosso?»

«Come sei volgare. Si può anche non finire subito a letto, ci si può prendere tempo, soprattutto nel nostro caso.»

Accenna un sorrisino, mettendosi a cavalcioni su di lui e avvicinando la bocca al suo orecchio «Ecco perché ho attraversato la foresta del vattelappesca, affrontato i rispettivi orridi abitanti e infranto delle leggi per cui potrei finire decapitato.» sussurra in un soffio caldo che scatena dei brividi all’altro.

«Ciò non toglie che tu sia pazzo. Se lo avessi saputo…»

«Cosa? Non mi avresti lasciato? Sul serio?» si siede su di lui inarcando un sopracciglio.

«Esattamente.» provare a fare un’espressione risoluta dalla posizione in cui si trova non è facile.

«Forse dimentichi il fatto che posso viaggiare tra le dimensioni e i luoghi senza nemmeno dover ricorrere allo squallido trucchetto di schioccare le dita.» inizia a far scorrere l’indice intorno al reattore Arc.

«Perché la luce verde non è per nulla squallida e pacchiana.»

«Disse l’uomo con l’armatura luccicante rossa e oro. Che scelta pessima di colori.»

«Cosa proporrebbe sua maestà?» con un colpo di reni lo fa cadere sotto di lui, sapendo quanto la cosa lo innervosisca. Almeno fino a quando non viene distratto da altro.

«Il verde è un bel colore.» accenna con un sogghigno.

«Questo lo so.» fa scorrere i pollici poco sotto le sue iridi smeraldine «Ma scordatelo.»

«Perché no?»

«Tanto varrebbe esporre dei manifesti dicendo a tutti che ti sei trasferito qui.»

«E non ti sembra una buona idea, vero?» mormora un po’deluso.

«Sei venuto qui principalmente per nascondere i piccoli, se tutti sapessero che adesso vivi qui i tuoi simpatici compatrioti anche se fossero tutti come Thor non ci metterebbero molto a fare due più due e a venire qui per portarli via.» spiega pazientemente, accompagnando le parole con dei leggeri baci.

«Quindi è solo per questo?» domanda sollevato, le labbra che tornano a curvarsi verso l’alto.

«No. L’armatura verde farebbe schifo.»

 

 

 

 

 

 

Note della Vecchia Volpe

Ta-da, rieccomi nel mio mantello verde.

Come ho già detto nelle note della Stony mi scuso con chi segue la long Ironfrost, ma come per quella shot anche queste le scrivo sul cellulare e quindi sono già belle e pronte da pubblicare senza che io debba mettermi a copiarle e quindi ho approfittato di questa serata fredda per aggiornare visto che è da tanto che non mi facevo più sentire qui.

Grazie a tutte come sempre, mi date la voglia di continuare a scrivere <3

Baci e a presto (se non mi squaglio al sole e non mi porta via il vento)

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Capitolo 6
*** 6. Sorprese e date dimenticate ***


Un odore dolciastro e bruciacchiato gli punge le narici, svegliandolo.

Allunga un braccio per cercare Tony e dirgli che l'attico sta probabilmente prendendo fuoco, ma l'altra parte del letto è vuota.

Apre gli occhi e si tira a sedere di scatto.

Tony da qualche parte e un anomalo odore di bruciato non promettono nulla di buono.

Infila in fretta i pantaloni del pigiama e recupera la propria vestaglia mentre già si sta precipitando fuori dalla stanza.

«Tony, sta andando a fuoco qualcosa. Ma che diavolo è successo qui?» lo sguardo gli cade sulle pile di stoviglie sporche che coprono ogni superficie disponibile della cucina, nascondendo l'uomo alla vista.

«Che ci fai qui? Chiudi gli occhi e torna a dormire, non rovinarmi la sorpresa.» Tony sbuca da dietro un cumulo di strumenti non meglio definiti, coperto di farina e altri ingredienti.

«La sorpresa consiste nel mandare a fuoco casa?»

«Forse. È una sorpresa.» gli posa le mani sulle spalle e lo fa voltare, sospingendolo verso il corridoio.

«Posso sapere che stai combinando?» lo asseconda, vedendo che l'altro sembra aver perso tutti i collegamenti tra i neuroni, le sinapsi che sono fuggite annodandosi tra loro per formare un lenzuolo come nel più squallido telefilm adolescenziale.

«No, è una sorpresa. Torna a letto e restaci.»

«Ma sto bene.» si lamenta.

«So che stai bene, l'ho sperimentato piuttosto accuratamente, ma adesso resta qui.» lo fa sedere sul letto tenendogli ancora le mani sulle spalle «Resta qui, per favore, senza fare domande.»

Rotea gli occhi «Mi spiegherai entro oggi il perché di questa buffonata?»

«Dammi una manciata di minuti e lo faccio. Riusciresti a rimetterti a dormire?» domanda aggrottando le sopracciglia.

«Primo: non penso proprio. Secondo: con questa puzza di bruciato preferirei essere cosciente nel caso in cui dovessi scappare se tutto dovesse prendere fuoco.»

«Va bene, come non detto. Resta qui e fai il bravo per un po'.»

«Pensi di sopravvivere al casino di là?» domanda accontentandolo e tornando a sdraiarsi sotto le coperte.

«Grazie alla tua gita fuori porta sì.» gli posa un leggero bacio sulle labbra «Mi prometti di non sbirciare dalla porta?»

«Non amo l'orrido, quindi penso che starò qui.» si tira su le coperte e chiude gli occhi «Fingi che io stia dormendo.»

Ridacchia e torna di là prima che l'altro cambi idea.

Loki sente dei rumori piuttosto inquietanti provenire dalla cucina, ma decide di accontentare il compagno e lasciare che questo si diverta a combinare qualunque cosa stia combinando; si riavvolge nelle coperte consultando l'orologio e scoprendo che è l'alba delle sette di mattina.

Scatta nuovamente a sedere, preoccupato.

Cosa sta macchinando Tony per essere sveglio a quell'ora, quando di solito deve tirarlo con la forza giù dal letto alle dieci e mezza passate, con la minaccia che se non si alzerà a breve non contribuirà più a fargli passare la notte in bianco?

Si alza in piedi, indeciso sul da farsi.

Lasciare che Tony architetti qualunque cosa stia architettando o andare di là e rovinare quella che lui ha definito una sorpresa, sorbendosi poi per tutta la giornata le sue lamentele e quel fastidioso senso di colpa che solo lui riesce a scatenargli?

Alla fine opta per subire il giochetto inventato dall'altro, tornando sotto le coperte e aspettando nervosamente di scoprire i suoi piani.

Non ha idea di cosa possa stare combinando, ma già solo l'ora a cui si è alzato per poter aver creato tutto il casino nell'altra stanza lo allarma; è strano questo suo comportamento, di solito quando sta progettando qualcosa, che sia un nuovo modello dell'armatura o un qualche giocattolo per Hela o Fenrir, visto che Jormungandr preferisce passare la giornata dormicchiando o provando a stritolare Clint, con sommo divertimento di Natasha, passa la notte sveglio in laboratorio finché lui non si stufa e non lo va a recuperare quasi trascinandolo via.

Si rigira tra le coperte, nervoso.

Odia non sapere cosa stia succedendo, e non poter ottenere la risposta sebbene questa si trovi dall'altra parte della porta è ancora più seccante.

Perché ha acconsentito a quello stupido giochetto?

Ah, già, in un modo o nell'altro Tony riesce a fargli fare quello che vuole, e la cosa strana è che questo non lo infastidisce nemmeno.

Quando ormai la sua pazienza é al limite la porta si socchiude rivelando la schiena di Tony fasciata dalla solita canottiera nera, ora chiazzata di bianco da una polvere che spera vivamente essere farina; l'uomo riesce a entrare nella stanza e alla fine si volta, rivelando un vassoio colmo di roba che rischia di cadere.

«Cos'è quello?» domanda Loki tirandosi a sedere, pronto a balzare per raccogliere ciò che sicuramente cadrà di lì a poco.

 «La colazione.»

«Cosa?» chiede incredulo.

«La colazione. Buon compleanno.» sorride esitante sedendoglisi accanto.

«È il mio compleanno?»

«Sì, non lo sapevi?»

«È passato parecchio tempo dall'ultima volta che ho festeggiato il mio compleanno, ho perso l'abitudine di ricordarmene. Ma tu come fai a saperlo?» lo fissa stupito.

«Me lo ha detto tuo fratello.» spiega candidamente.

«Perchè?» ha gli occhi, quei meravigliosi occhi color smeraldo, sgranati, increduli per la sorpresa.

«Beh, gliel'ho chiesto perchè ero curioso. Vivi qui con me e con i tuoi figli e non sapevo nemmeno il giorno del tuo compleanno, mi sembrava strano.»

«E hai deciso di prepararmi la colazione, alzandoti all'alba delle sette di mattina?»

«Veramente le sei. Comunque perchè fai quella faccia? Sembri sotto shock.»

«C'è un motivo per cui ho smesso di festeggiare il mio compleanno: l'unico che se lo ricordava ero io...» ammette abbassando lo sguardo.

Tony posa il vassoio dall'altra parte del letto e lo stringe a sè, abbracciandolo e confortandolo come sempre accade quando Loki decide di raccontargli del suo passato.

«Thor se lo ricorda però.» gli fa notare.

«Sì, ma il poveretto è scemo quanto una zucca, non si ricorda nemmeno che giorno sia quello che sta vivendo, figuriamoci qualcosa a distanza di un anno.» ridacchia distratto dal ricordo triste.

«Per tua fortuna ho un quoziente intellettivo più alto e una cosa misteriosa chiamata agenda su cui segnarmelo.» gli poggia un lieve bacio sulle labbra «Buon compleanno.»

Si appropria della bocca dell'uomo costringendolo a sdraiarsi su di lui, e lo coinvolge in un bacio intenso e passionale.

«Aspetta, io mi sono dato da fare per preparare la colazione...» si lamenta provando a separarsi da lui.

«Mio compleanno, io decido.» lo riporta contro di sè.

«Guarda almeno cosa ho provato a fare e lasciami spostare il vassoio prima che il succo d'arancia si versi.»» tenta ormai del tutto convinto a mandare al diavolo la colazione per passare direttamente al suo piatto preferito: Loki.

«E va bene.» sbuffa come se avesse a che fare con un bambino petulante e si tira a sedere.

«In effetti la colazione può aspettare.» lo fa ricadere accanto a sè, salendogli addosso.

«No, ora voglio vedere cosa hai combinato.» sguscia da sotto il suo corpo gattonando fino al vassoio.

«Sei più lunatico di una ragazzina.» borbotta infastidito, raggiungendolo.

«Tu invece sei la persona più equilibrata del mondo. Questo cos'é?» solleva qualcosa di bruciacchiato, osservandolo da ogni lato.

«In teoria una brioche...»

«Come hai fatto a ridurla così?» domanda tra il divertito e l'incredulo.

«Volevo scaldarla ma l'ho dimenticata e beh, questo è il risultato.» si stringe nelle spalle con aria colpevole.

«Va bene, sorvoliamo su questo. Non dirmi cos'è questa cosa, voglio provare a indovinare. Sono dei pancake?»

«Veramente sarebbe una crepe...»

Gli scoppia a ridere in faccia «Sul serio? È più spessa di una suola!»

«Non sono riuscito a fare bene le dosi.» mormora mortificato, abbassando lo sguardo.

«Ehi, non fare così.» Loki gli si siede accanto «Ti sto prendendo in giro ma apprezzo il gesto, nessuno mi aveva mai preparato, o provato a preparare, la colazione per il mio compleanno, e già solo il fatto che tu abbia scoperto quando è e che abbia deciso di fare qualcosa di simile mi rende felice, non mi importa del fatto che se Gordon Ramsey passasse di qua ti defenestrerebbe.» gli sfiora dolcemente le labbra «Grazie.»

«È davvero conciata così male?» domanda con un mezzo sorriso.

«Guarda.» indica i resti carbonizzati nel vassoio «L'unica cosa che si salva è la spremuta.»

«Che non ho fatto io.» ammette.

«Altrimenti l'avresti bruciata.» lo sfotte prendendo un sorso dell'unica cosa commestibile della sua colazione «Se ti puó fare piacere questa è buona. Solo una domanda: hai presente quelle simpatiche creature che girano per casa e sono solito chiamare miei figli? Dove sono?»

«Dormono, è presto, ma si sono inventati anche loro qualcosa.»

«Cosa?» domanda, gli occhi che sj accendono per la curiosità.

«Ho promesso di non dirtelo e non ho intenzione di tradire un patto fatto con dei bambini.»

«Dai...» mugola sbattendo le ciglia.

«Puoi sempre andare a svegliarli e chiedere.»

«È presto, non ho intenzione di svegliarli ora.»

«Allora ti toccherà aspettare. Comunque non mi sembra che tu ti faccia molti scrupoli a svegliare me la mattina presto o nel cuore della notte.»

«Non mi sembra che tu ti possa lamentare visto che dopo che ti sei messo a piagnucolare per l'ora ti lascio fare quello che vuoi.»

«Io non piagnucolo, mi limito a esporre la verità dei fatti e a ribadire che persino io ho bisogno di dormire.»

«No, tu piagnucoli proprio come un bambino invece che girarti e tornare a dormire.»

«Solo perché tanto non mi lasceresti riaddormentare.» incrocia le braccia come per sostenere la propria tesi.

«Questo non è vero.»

«Oh sì che lo è. Magari non mi diresti niente, ma mi guarderesti male e io non riuscirei a dormire.»

«Povero uomo sensibile.» lo sfotte con un finto tono dolce e preoccupato.

«Questa è l'ultima volta che ti preparo colazione.» sbuffa.

«E questa la chiameresti colazione? Dai, se andiamo di là magari riusciamo ancora a trovare qualcosa da mangiare.»

Lo fissa deluso.

«Che c'è ora?»

«Niente.»

Gli si porta davanti e gli poggia le mani sulle spalle, costringendolo poi con i pollici ad alzare il viso.

«Ok, va bene, mi sono offeso.» ammette.

Alza gli occhi al cielo e poi posa le labbra sulle sue, zittendo ogni protesta e facendolo poi cadere all'indietro per potersi posizionare su di lui e guardarlo negli occhi «Ti ho già detto che apprezzo il gesto, davvero, non sentirti offeso solo perchè dico che il tuo tentativo, tenero anche se un po'goffo, non è commestibile.»

Sospira «Va bene, me ne faccio una ragione, non so cucinare.»

«Bravo.» gli sfiora di nuovo le labbra «Ora posso avere la mia colazione»

«Proverò a cercare qualcosa di non bruciato, mal che vada andiamo da Starbucks.»

«Ma fa freddo fuori...»

«E ti fai chiamare Gigante del Ghiaccio? Ma per favore!»

«È gennaio, siamo a New York, sono le sette e mezza di mattina, io sono in pigiama e non ho la minima voglia di uscire.» elenca tenendo il conto delle sue ragioni sulle lunghe dita pallide.

«Ti stai impigrendo, non va bene, rischi di ingrassare.» ridacchia pungolandogli la pancia con un dito.

«Dacci un taglio, mi fai il solletico.» lo allontana con un spintone ma a causa della reazione dell'altro finisce con la schiena sul materasso.

«Sai, è divertente sapere che qualcuno che ha provato a conquistare il mondo soffre terribilmente il solletico.» gli lancia uno sguardo crudele mentre lo intrappola contro le lenzuola.

«No, non farlo.» lo avverte provando a sfuggire come un animaletto in trappola, che per nascondere la propria debolezza fa la voce grossa nella speranza di spaventare il predatore.

«Solo perché è il tuo compleanno, ma domani non te la cavi cosí facilmente.» lo lascia andare e si alza «Andiamo a cercare colazione?

«A patto che non la cucini tu.» gli sorride e lo raggiunge, avviandosi con lui verso la cucina invasa dalle stoviglie sporche.

Frugando tra vari resti carbonizzati e residui non meglio identificabili riescono a scovare un paio di brioche scampate alla preparazione amorevole di Tony e quelli che decidono di classificare come pancake, che innaffiati di qualche litro di sciroppo d'acero o di cioccolato fuso si rivelano quasi buoni.

Inutile dire che nella ricerca anche i pantaloni del pigiama di seta nera di Loki sono diventati bianchi per la farina lanciatagli da Tony e che quest'ultimo sembra essere appena caduto nella macina di un mulino.

Mangiano con calma, godendosi la neve che cessa di imbiancare Manhattan per cedere il posto a un timido raggio di sole che arriva in tempo per l'alba e per infilarsi diabolicamente in un occhio di Tony, seduto in direzione est.

«Sicuro di non voler uscire? È una bella giornata oggi.» propone ancora una volta Tony.

«Quel sole promette solo un freddo tremendo e non ho voglia di diventare blu in mezzo a New York, quindi ne sono del tutto sicuro.»

Ridacchia al ricordo di quando ha scoperto l'incapacità dell'altro di celare il suo aspetto da jotun a contatto con il freddo; una mattina aveva deciso di fargli uno scherzo e di svegliarlo con un simpatico cubetto di ghiaccio nel collo, ma non appena questo aveva sfiorato la pelle diafana Loki era diventato blu e aveva provato a nascondersi tra le lenzuola per la vergogna finché Tony non lo aveva trascinato fuori dicendogli che quell'aspetto era incredibilmente affascinante.

«Okay, restiamo qui, oggi scegli tu.»

«Devo ammettere che questa storia del compleanno inizia a piacermi.» commenta inghiottendo un boccone con un lungo sorso di caffè per mascherarne il gusto.

«E non hai ancora visto il mio regalo.»

«Cos'è?» domanda curioso.

«Te lo darò stasera.» sorride lascivamente «Ciao, piccoli.» saluta i tre assonnati cuccioli che sono

appena entrati nella stanza, chi stropicciandosi gli occhi e chi no a causa dell'assenza delle mani.

«Buon compleanno, papà!» esclama Hela facendosi portavoce anche dei suoi fratelli.

«Sapevate tutti del mio compleanno tranne me?» prende in braccio la bambina e si dirige verso il divano in modo che anche gli altri due possano salirgli comodamente addosso.

«Penso proprio di sì.» Tony gli si siede accanto «Sì, Kaa, potete dargli il suo regalo subito.»

I tre spariscono in un baleno, diretti alla loro stanza.

«Dimmi che non li hai aiutati.»

«Sono piccoli, avevano bisogno di una mano.»

«Garantiscimi almeno che non mi esploderà nulla in faccia.»

Scoppia a ridere «Parola di scout. Hai mai pensato di iscrivere Fenrir agli scout? Come "lupetto" sarebbe fantastico.»

Viene zittito da uno sguardo capace di scarnificarlo, ma gli intenti omicidi di Loki vengono fermati dall'arrivo dell'allegra combriccola con una scatola piatta. Hela gliela porge con un sorrisetto carico di aspettativa.

Un po' per farli felici e un po'per la curiosità elimina in fretta la carta per poi rimuovere il coperchio della scatola, rivelando una foto di loro cinque insieme. La cornice è particolare, decorata con impronte di manine, di zampette e di spire colorate, insieme a qualche bottone e carta di caramella reperiti chissà dove.

«È bellissima...» sussurra.

I tre piccoli gli saltano in braccio entusiasti per l'accoglienza del loro regalo, mentre Tony sorride per la riuscita del suo piano.

Trascorrono la giornata in casa, guardando la tv e prendendo in giro la colazione di Tony che ormai ha deciso di prenderla con filosofia ridendoci su; sembrano la famiglia più normale del mondo e non un eterogeneo agglomerato di geni miliardari playboy filantropi, dèi e cuccioli con intelligenza umana e corpo non necessariamente della stessa forma della mente perseguitati dai loro parenti, o quasi.

Ben presto arriva la sera e dopo aver messo a nanna i bambini Loki attende poco pazientemente il proprio regalo sul divano, gli occhi che seguono Tony in ogni suo movimento nella penombra creata dalle luci abbassate; sembra che l'altro lo faccia apposta a girovagare per il salone scansando vari giocattoli che si china a mettere a posto.

Dopo un po' decide di porre fine a questo gioco e va a sedersi sul divano accanto a Loki, che posa su di lui gli occhi involontariamente dilatati per l'attesa.

«Penso che sia ora di darti il tuo regalo.» si avvicina lentamente alla sua bocca, ma quando si trova a un soffio dalle sue labbra frappone tra loro una scatola con tanto di fiocco.

Loki lo fissa sconcertato, distolto dalla sua idea di regalo alla Tony Stark.

«Dai, aprila.»

Si decide a sciogliere il nastro e a eliminare il coperchio, rivelando un qualcosa di non identificato al suo interno.

Tony non aspetta che infili la mano nella scatola e ne estrae il contenuto, infilandogli il berretto di lana con un pon pon verde in testa Ecco il tuo regalo, così non ti lamenterai più per il freddo.» sogghigna divertito.

 

 

 

Note della Vecchia Volpe

Lo so, sono in un ritardo mostruoso, ma questa raccolta di shot non ha un giorno di pubblicazione preciso, e tra vacanze, demoralizzazione, crisi di idee e altre shot non ce l’ho proprio fatta.

Ringrazio tutte, mi incoraggiate ad andare avanti e siete tenerissime :3

Non commento il capitolo, fatemi sapere voi che ne pensate.

Baci e a presto <3

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Capitolo 7
*** 7. Nuove relazioni ***


«Loki? Che ci fai qui? Che hai fatto a Stark?» esclama l'agente Coulson trovando il bel dio semi-nudo sul divano mentre guarda la tv con un serpente sulle spalle.

«Ci vivo, e Stark sta benissimo.» gli rivolge distrattamente uno sguardo, ma quell'occhiata di sfuggita gli basta per accorgersi del teaser puntato contro di lui.

Si affretta a far scendere Jormungandr dalle spalle e a nasconderlo dietro di sé «Calma, non è necessario, non intendo farle del male.» alza le mani.

«Mi hai ucciso, di te non mi fido, e devo dire che in questo momento non vedo perché non dovrei farlo.» prende meglio la mira.

«L'ho anche riportata indietro se ben si ricorda, ma se ha dei problemi con la memoria posso rimediare.» si offre con gentilezza, nascondendo il figlio dietro la schiena.

«Piantala con questa farsa, non sei credibile.» poggia il dito sul pulsante per far partire il colpo.

«Agente Coulson, che piacere rivederla. Ehi, giù quel coso.» Tony in accappatoio corre a deviare il raggio del colpo che sta per partire mentre Loki si volta e si china su Jormungandr per coprirlo nel caso in cui il colpo arrivasse a segno.

«Stark, stai bene? Che ci fa lui qui e con addosso a malapena dei pantaloni?»

«Gliel'ho detto, Agente, qui ci vivo.» alza la testa giusto per controllare che l'arma non sia più puntata contro di loro e poi si rialza.

«Stark?» domanda impaziente.

«Sì, vive qui, non sta mentendo.» si avvicina al divano per dare una carezza a Jormungandr che sibila felice.

«Cosa intendi con “vive qui”?» domanda scioccato.

«Che vive qui, con tutti gli annessi e connessi.» posa una mano sul braccio di Loki che sta ancora fissando il teaser.

Resta un attimo a fissarli inebetito dalla rivelazione ma poi riacquista il suo solito applombe «E il serpente?»

«È mio figlio, Jormungandr.»

«Ecco, mi pareva che l'uccisore di Thor non dovesse aggiungersi a voi due.» si passa una mano sul volto, e prima che possa dire altro dall'ascensore escono Bruce e Steve, rispettivamente insieme a Hela e a Fenrir. Loki si irrigidisce alla vista del figlio di nuovo con il guinzaglio, anche se questo è verde come da lui richiesto con la gentile frase "se proprio vuoi mettergli un guinzaglio e sopravvivere per raccontarlo ti conviene che sia verde".

«Steve? Che ci fai qui?» domanda l'agente con un'espressione quasi tradita.

«Potrei farti la stessa domanda, se mi avessi detto che saresti passato qui saremmo potuti venire insieme.» Steve si china a slegare Fenrir che corre da Loki.

«Perché sleghi il cane?»

«No...» sussurra il soldato.

«Non. È. Un. Cane.» ringhia minacciosamente Loki stringendosi il cucciolo al petto.

«Ah no? E cosa sarebbe?»

«Mio figlio.»

«Tuo...cosa? Steve...»

«Che ne dici di sederti?» il biondo lo prende per un braccio e lo conduce verso il divano su cui si è spaparanzata la bambina dopo essersi impossessata del telecomando.

«Noi non avremo detto proprio tutto, ma voi due ci nascondete qualcosa.» insinua Tony con una voce malevola.

«Una cosa alla volta, Stark.» lo liquida il biondo senza staccare gli occhi dall'agente sempre più pallido «Tutto bene, Phil? Ti prendo dell'acqua?»

«Nella seconda guerra mondiale facevi la crocerossina?»

«Ci stai un po' zitto?»

«Non penso proprio, è divertente.»

«Tony, zitto.» si intromette Loki posando il cucciolo a terra e facendosi apparire addosso una camicia «Agente, se posso fare qualcosa visto che l'incantesimo sembra non aver funzionato così bene...» si avvicina con un sorriso gentile che nessuno a parte Tony gli ha mai visto.

«No, sto bene è solo che... Steve, perché diavolo porti a spasso Fenrir, il lupo che ucciderà Odino?» si rivolge al biondo che ha rilassato le spalle vedendo che si è ripreso.

«È solo un cucciolo ed era stufo di giocare dentro, voleva uscire un po'.»

«Ti rendi conto di chi sono questi? Suppongo che quella di fianco a me sia la Regina degli Inferi.» si passa di nuovo una mano sul viso.

«No agente.» Bruce si siede su una poltrona vicina «É una bambina di cinque anni dolcissima, che forse, in un qualche scenario del destino, lo può diventare, ma ora sono tutti e tre dei bambini che hanno bisogno di affetto proprio come tutti gli altri.» scompiglia i capelli alla bimba allungandosi fino al divano.

«Va beh, lasciamo stare, non voglio nemmeno sapere.»

«Perfetto, perché io voglio sapere tutto.» Tony gli si siede accanto con un'espressione curiosa. «Tony...» lo riprende Loki, conoscendo l'abitudine del compagno a fare centinaia di logorroiche domande.

«Che c'è? Voglio solo fare qualche domanda.» si lamenta come un bambino.

«Loki, seriamente, come fai a sopportarlo?» domanda Bruce lasciandosi andare sulla poltrona.

«Abilità divine.» si stringe nelle spalle «Se ho sopportato Thor per tutti questi anni posso sopportare lui.»

«Guarda che mi offendo.»

«Dovrebbe offendersi lui, sarà scemo ma almeno ogni tanto sta zitto.»

«Uno a zero per lui.» sentenzia Bruce dalla sua poltrona.

«Banner zitto. Comunque, non crediate di averla scampata voi due.» si rivolge ai due che si stanno guardando nella speranza di potersene andare senza troppe domande.

«Perché dovremmo dirlo a te?»

«Perché uno: io a voi ho detto cosa stava succedendo in casa mia, due: vi annoierò talmente tanto con le mie domande che alla fine deciderete di rispondermi solo per farmi stare zitto.»

«É la tattica che funziona meglio in effetti.» conferma Loki permettendo a Fenrir di andare dal suo biondo compagno di giochi «Rogers, la sapevi quella del biondo e del golden retriver?» domanda ancora stizzito per la faccenda del guinzaglio.

«No.» si presta al gioco grato per il cambio di argomento.

«Sai che differenza c'è tra un biondo e un golden retriver? Il golden retriver ha un cervello.»

«Che simpatico.» sibila «Stark, devi piantarla di insegnargli battute squallide.»

«Non è colpa mia, guarda troppa tv. In effetti potrei rimediare...» sogghigna lascivo.

«Ecco quando le mie battute squallide diventano piacevoli.» si siede esasperato su una poltrona.

«In effetti...» si lamenta Bruce.

«Ora, se avete finito di piagnucolare, voglio sapere la loro versione.»

«Non dobbiamo dirti niente.» si inalbera Steve.

«Possiamo anche dirglielo, tanto ormai hanno capito tutto.» sospira Phil

«Comunque Stark, quello che hai combinato tu è peggio.»

«Io non ho combinato proprio niente.» si appollaia sul bracciolo della poltrona su cui è seduto Loki.

«Ah no? Mi stai dicendo che Loki e i suoi figli non vivono con te?»

«Questi sono dettagli. Ora racconta.» esige come un bambino.

«Ci siamo trovati, okay? Avevo bisogno di aiuto dopo essere morto,» guarda storto Loki che lo ignora accarezzando la testa di Jormungandr «e Steve c'era, poi da cosa nasce cosa e... Hai capito.» si ferma visto che Steve sta diventando praticamente viola.

«Quando il povero verginello-non-più-tanto-verginello non sarà qui... Ahia!» si lamenta per lo schiaffo che gli arriva sulla nuca.

«Piantala.» lo rimprovera Loki «Prendili in giro finché vuoi ma non davanti ai miei figli.»

Alza gli occhi al cielo, poi guarda negli occhi il serpente «Tutta colpa tua.» gli dà un colpetto con un dito sul naso mentre Loki sorride.

«Che bella coppietta stile anni '50. Loki, perché non ti fai una permanente?» chiede Natasha entrando con Clint.

La fulmina con lo sguardo «Sei russa, sei abituata al freddo, potrei trasformarti in una statua di ghiaccio.» le ringhia contro.

«Davanti ai tuoi bambini? Non pensi che potrebbero scandalizzarsi?» lo sfotte Clint a cui Jormungandr striscia incontro per farlo inciampare «Mi mancava quello che cercava di uccidermi.» commenta mentre il serpente gli si arrotola addosso fino a salirgli innocuamente sulle spalle.

«Potrei farlo io.» ringhia sempre più stizzito mentre Tony ridacchia e gli posa una mano sulla spalla.

«Che poi non capisco,» aggiunge la rossa sedendosi sul divano e allungandosi per prendere in braccio Hela, unica presenza femminile in quel covo di pazzi; averla nella squadra potrà dimostrarsi utile quando la bimba crescerà «con voi due in giro per casa come possono ancora scandalizzarsi di qualcosa?»

«Cosa intendi?» assottiglia lo sguardo.

«Mi vuoi far credere che passate le serate a guardare cartoni con loro e che non li mettete a letto il più presto possibile?» fa un sorrisino allusivo mentre Loki si irrigidisce; per fortuna di Natasha la mano di Stark lo sta tenendo saldamente ancorato alla poltrona, altrimenti le sarebbe già saltato addosso.

«Loro guardano film che dicono che non ci piacciono e la tv fa rumori strani.» commenta distratta Hela facendo scorrere i canali fino a trovare i suoi cartoni preferiti, mentre Loki arrossisce di botto e Tony scoppia a ridere.

«Dimmi, Hela, che tipo di rumori?» chiede cercando di trattenere le risate.

Prima che la bambina possa rispondere Loki gliela strappa via e la avvolge tra le proprie braccia

«Sta' lontana da mia figlia.» sibila.

«Papà,» tossisce la piccola «non riesco a rispondere alla zia Nat se mi stringi così forte.»

«Non devi risponderle.» ringhia fulminando la rossa con lo sguardo.

«Dalla a me.» sopraggiunge Tony, l'unico che osi avvicinarlo quando i suoi occhi sono completamente rossi «Rischi di farle male.» gli fa notare e a questo Loki accetta di passargli la bambina che salta via grata dalla stretta soffocante.

«Ehm, Loki, non...» cerca di calmarlo Natasha, ma il colore dei suoi occhi la spaventa.

«Zitta.» interviene Tony «Loki, calma, stava solo scherzando.» fa cenno a Steve di posare Fenrir prima che la situazione si aggravi.

Gli occhi di tutti sono puntati su loro due.

«Sei protettivo nei loro confronti, ed è normale, sono i tuoi figli, e dopo quello che avete passato capisco che tu veda tutto come una minaccia per loro, ma in questo caso non ti sembra di esagerare?» gli sfiora la pelle che per la rabbia è diventata blu; ha la tendenza a trasformarsi in jotun quando si sente minacciato, e Tony capisce che la sua reazione è come un attacco di panico a scoppio ritardato.

Inclina la testa di lato e lo guarda come se non capisse bene dove si trovi o cosa stia succedendo, poi sposta lo sguardo sulle proprie mani e rabbrividisce scioccato.

Si è trasformato.

Davanti a tutte quelle persone che lo fissano con gli occhi sgranati e ai suoi figli spaventati per il mutamento della sua pelle e per il colore della sua aura, che loro riescono a percepire, fino a un momento prima colmo d'ira immotivata.

Si è trasformato davanti a tutti loro senza nemmeno rendersene conto, e ora il suo sguardo si sposta freneticamente da una parte all'altra della stanza per trovare un posto in cui nascondersi; l'alternativa più vicina sono le braccia di Tony allargate per accoglierlo.

Ci si rifugia vergognandosi a morte.

Stark fa un cenno agli altri indicando la porta, e tramite il labiale e l'aiuto di Jarvis riesce a comunicare con gli altri senza che Loki se ne accorga.

"Portateli via di qui."

"Dove?"

"Non fuori dalla Tower, voglio che siano sotto la protezione del Reattore, ma a almeno tre piani da qui."

"Dobbiamo portarli a dormire da qualche altra parte stanotte?"

"Ve lo farò sapere poi." con questo li congeda e loro saggiamente spariscono, ignorando le domande dei piccoli su cosa sia preso al loro papà e sul perché debbano andare a giocare fuori proprio ora che ci sono i cartoni.

«Loki?» lo chiama gentilmente «Andiamo sul divano?»

Annuisce ancora nascosto contro di lui.

Lo conduce fin lì e si sdraia, in modo che possa stare comodamente premuto contro di lui «Mi dici che sta succedendo?»

Mugola con gli occhi serrati «Mi sono trasformato davanti a tutti, davanti a loro.» geme terrorizzato «E non l'ho fatto apposta.» torna lentamente al suo colorito normale.

«Lo so, ma ora calmati.» gli bacia la fronte e vi lascia sopra le labbra finché lui non decide di alzare lo sguardo «Ti sei trasformato, è vero, ma ti sei spaventato per loro, perché qualcosa che in astratto ti ha ricordato una minaccia ti ha fatto pensare a una minaccia concreta, e così hai reagito.»

«Non volevo che mi vedessero così...» si lamenta con un sussurro.

«Chi?»

«Tutti. E i piccoli soprattutto. Si sono spaventati.»

«Glielo spiegheremo e capiranno. Stai tranquillo.» approfitta del fatto che abbia alzato il viso per un bacio tenero a fior di labbra.

«Non volevo che mi vedessero così. Non volevo che lo sapessero.»

«Non lo sapevano?»

«No...» mugola.

«Prima o poi lo avrebbero scoperto.» cerca di rassicurarlo.

«Ma non così. Hanno scoperto all'improvviso che loro padre è il cattivo delle fiabe, come pensi che la prenderanno?» sospira rifugiandosi ancora tra le sue braccia.

«Capiranno. Ti vogliono bene, non ha importanza che cosa tu sia.»

«Sono l'essere che occupa i brutti sogni, ecco cosa.»

«Non i miei.» gli confida «Per me sei adorabile anche blu puffo.»

Tenta un sorriso «Davvero?»

«Ma certo. A quanto ho capito ti sei lasciato vedere così solo da me senza che dopo ne seguisse una crisi isterica, come potrei non trovarti adorabile?»

Sorride con più sicurezza e gli strappa un bacio, poi sbadiglia.

«Sonno?»

«La Trasformazione, quelle poche volte in cui le permetto di prendere il sopravvento, mi lascia spossato quando torno a questa forma.» spiega rannicchiandosi contro il suo petto «Ma non penso che riuscirò a dormire.»

«No?»

«Ho paura che quando mi sveglierò ve ne sarete andati tutti a causa di cosa sono.» ammette tristemente.

«Non so cosa possa fartelo pensare. Ci saremo. Sempre. Ora ho mandato via i piccoli perché tu potessi calmarti, ma tra qualche ora o al più tardi domani mattina, dipende da cosa vogliamo, saranno di nuovo qui, e al momento si trovano tutti e tre nella Tower, solo un po' lontano da noi, non devi preoccuparti.»

«E tu?»

«Io cosa?»

«È la seconda volta che mi vedi così...» non finisce la frase ma Tony ha capito.

«A me non fa nessun effetto vederti così. Certo, i tuoi occhi mi piacciono molto di più quando sono verde smeraldo, ma a parte questo non ci trovo nulla di male. Sei sempre il mio Loki, solo un po' più blu e un po' più freddo.» gli spiega semplicemente.

«Non mi lascerai per questo?»

«Per il tuo essere un puffo gigante? No. Al massimo perché avrai provato a trasformarmi in rospo.»

Ridono insieme.

«Vuoi che mi prenda il pomeriggio libero per stare un po' qui con te?» chiede e Loki annuisce timidamente, carezzando l'idea di quelle ore solo per loro.

«Bene, ora chiamo Pepper e le dico che sto poco bene, poi voglio un caffè.» si alza passandogli una mano sul braccio.

«Tony?»

«Cosa?»

«Ti amo.» confessa con un sorriso tenero e imbarazzato.

 

 

 

 

 

 

Note della Vecchia Volpe

Sono in un ritardo mostruoso, lo so, ma tra l’altra long e un’altra cosa strana che ho iniziato a scrivere non sono più riuscita a trovare un minuto di tempo per aggiornare questa, scusatemi.

La prossima settimana sarò in Bretagna, quindi non vi assicuro un aggiornamento a breve, ma farò del mio meglio.

Grazie mille a tutte <3

Baci e a presto.

 

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