io e un Dio

di Cris 99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** primo capitolo ***
Capitolo 2: *** secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** quarto capitolo ***
Capitolo 5: *** quinto capitolo ***



Capitolo 1
*** primo capitolo ***


-"Susy, sveglia! Devi andare a scuola!-
-"Mamma, 5 minuti"-
Uffa! Non è possibile che 3 mesi di vacanza siano gia finiti,mi sembra solo ieri che sono uscita da scuola felice e senza pensieri. Ma adesso un pensiro fisso ce l'ho: Simone. Da quando che ci siamo lasciati, lui non è mai stato single e scommetto che non ha mai sofferto. Questo vuol dire che non ha mai tenuto a me e che era tutta una finzione.
Ma non posso credere a questo, non posso ricominciare a star male per lui, proprio non posso. Adesso ci deve essere una nuova Susy, più solare e meno scontrosa.
-"Susy, è pronta la colazione! Tra 20 minuti devi uscire se non vuoi arrivare tardi"-
Ho cavolo! non ce la farò mai,è tardissimo,mi devo sbrigare. Mi metto un paio di jeans e una T-shirt, ai piedi ho le mie all-stars bianche, per fortuna mi ero preparata tutto ieri sera. Passo un attimo in bagno per il trucco e via, sono pronta.
-"Susy,la colazione ti aspetta"-
-"Ok, 2 minuti e sono lì"-
Metto poche cose nello zaino,tanto si sà che il primo giono non si fa niente, e vado i cucina, ad aspettarmi c'è mi madre, Anna. Lei uguale a me, l'unica differenza è che io ho gli occhi azzurri e lei no. L'unica persona nella mia famiglia che ha gli occhi di questo colore è mia nonna, con lei è tutto semplice, gli posso raccontare di tutto senza avere commenti negativi o sentenze. Faccio colazione e in un lampo sono fuori. Prendo il primo autobus per la scuola e  trovo Angela, come al solito è bellissima ma oggi ancora di più perchè è abbronzata. Non la vedevo da tanto e mi è mancata molto durante l'estate. Mi siedo vicino a lei,gli do un colpetto sulla spalla e quando si gira mi abbraccia fortissimo che sembra non finire più. Da quando ci siamo staccate all'arrivo a scuola non abbiamo smesso di parlare.
Quando sono entrata a scuola ho visto tante persone che si abbracciavano e tra queste c'era Giorgio. Non lo vedevo da una vita. Gli andai incontro e lui fece altrettanto, ci scambiammo un'abbraccio ed iniziammo a parlare, ma non durò molto perchè suonò la campanella: dovevamo entrare in classe.
La giornata  è passata molto velocemente: per le prime due ore ho avuto storia ed epica (con la prof più schizzata dell'anno),poi francese e matematica, infine tecnica e come ciliegina sulla torta la preside è entrata e ci ha fatto il solito discorsetto di inizio anno scolastico.
Una volta arrivata a casa già mi mancavano i miei amici, ma avevo una fame della madonna, così mi sono messa a cucinare. Il telefono iniziò a squillare, sono andata a rispondere ed era Angela.
a:- "ciao, cm va?"-
s:-" bene,tu?"-
a:-"benissimo,ti ricordi quel tipo della quarta G?quello carino carino ?"-
s:-"si"-
a:-"mi ha chiesto di uscire!"-
s:" davvero?ma è una cosa stupenda! ma a te come ti sembra?"-
a:-" mi sembra a posto,di certo non è un drogato,"-
s:-"per quando è l'uscita?"-
a:-"venerdi sera,spero che vada tutto bene"-
s:-"ma quando è successo?insomma, non ti ho lasciato da sola un attimo"-
a:-"quando sei scesa dal pulman lui ha preso il tuo posto e me lo ha chiesto"-
s:-"wow,ma come si chiama? sai che i nomi non sono il mio forte"-
a:-"Marco,c'è un problema: cosa mi devo mettere?"-
s:-"dipende,dove ti porta?"-
a:-" ha detto in un posto speciale,quindi non lo so......uffa!"-
s:-"mettiti un paio di pantaloni e per la maglietta andiamo a fare shopping! va bene?"-
a:-"ma certo!"-
s:-"sei emozionata?"-
a:-"tanto,è la mia prima volta,poi ti racconto tutto nei minimi particolari"-
s:-"ok, ti devo lasciare, il microonde ha suonato,baci"-

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Capitolo 2
*** secondo capitolo ***


Secondo giorno di scuola: che l’inferno cominci.        
Oggi mi sono svegliata presto, non voglio fare come ieri, cioè tutto di corsa. Fattostà che dovrei uscire di casa tra 20 minuti e sono ultra che pronta, potevo dormire ancora un po’. Mi sdraio sul divano, chiudo gli occhi e penso, ad Angela,a Giorgio,a tutti, a quanto tutto sia meravigliosamente bello oggi e a quanto sarò perfetta da ora in poi. E’ un cosa strana da dire, “essere perfetta”, non è da me,ma la voglio far pagare a Simone, si deve pentire di quello che ha fatto, si deve pentire di avermi perso. Apro gli occhi e guardo l’orario sul cellulare: adesso devo uscire se non voglio arrivare tardi.        
Esco di casa, scendo le scale e vado verso la fermata. Salgo sul pullman e inciampo, chiudo gli occhi e credo di essere in paradiso perché vedo un dio. Si, è proprio un dio,è decisamente tra le persone più belle e angeliche che io abbia mai visto. Ho paura che se apro bocca il “dio” svanisca. Non voglio che scompaia, voglio ancora vedere questa persona bellissima e intoccabile. Il “dio” parla, almeno credo che dica qualcosa perché vedo solo che muove le labbra. Giro la testa e mi accorgo che mi trovo su un pullman, diretto a scuola. Rigiro la testa  e vedo ancora il “dio” ma stavolta mi accorgo che è una persona vera e reale .
d:-“come stai? Tutto bene? Rispondimi!”-
s:-“si,si”-
d:-“hai fatto un bel volo,per fortuna c’ero io, ti ho presa appena prima che toccavi terra”-
s:-“grazie, grazie mille”-
d:-“credo che adesso ti posso rimettere a terra, ce la fai?”
s:-“ si, si, non me ne ero nemmeno accorta”-
d:-“piacere Davide, come ti chiami?”-
s:-“Susy,scusa se ti ho fatto perdere la fermata, davvero scusa”-
d:-“non hai fatto danno,devo scendere alla prossima, almeno credo, qua’è la fermata per il liceo?”
s:-“la prossima,scendo pure io lì, sei un nuovo studente?”
d:-“si,studente di scambio,vengo dalla Francia”
s:-“che strano,parli un perfetto italiano”
d:-“sono molto bravo in lingue”
s:-“adesso dobbiamo scendere, a dopo”
Appena scesa dal pullman,tiro dritto verso la scuola e mi viene incontro Angela, mi guarda come se avessi un ragno in testa. Entriamo a scuola e prendo il cellulare per spegnerlo quando mi accorgo che sono tutta rossa in faccia.
A:-“chi era quel ragazzo?”
S:-“solo un tipo che mi ha salvato da una brutta caduta”
A:-“solo? Ma se lo guardavi come incantata?”
S:-“no, dai, non fare cosi, era solo molto carino”
A:-“si va bhe, ci vediamo dopo”
Entro nella mia classe e per la prima ora va tutto bene. Ma alla seconda bussano alla porta ed eccolo lì, il dio.

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Capitolo 3
*** terzo capitolo ***


Ma non è possibile che tutte le sfighe capitino a me?!?
Il preside presenta il nuovo (bellissimo) alunno con la solita tiritera, ci dice che fa parte di uno scambio culturale e che fino alla fine dell’anno starà con noi,ma nel frattempo lui sembra essersi ipnotizzato: mi stava fissando talmente tanto da far venire la pelle d’oca. Il preside se ne va via, e “il dio” si de-ipnotiza. La prof decide di metterlo di banco esattamente al centro della classe per fargli fare un po’ di amicizia,quindi deve spostare la povera Stefania, che si ritrova vicino ad Alessio ,il fancazzista della classe. Io, essendo al centro della mia fila laterale, me lo ritrovo accanto e incomincio a diventare tutta rossa. La seconda ora passa tra un chiacchiera e un bisbiglio, ma per me sembra infinita.
Nel giro di un attimo la notizia del nuovo arrivato si sparge per tutta la scuola e il dio diventa subito il centro  di tutte le attenzioni. Prima viene circondato dai ragazzi sfigati che cercano un altro membro sfigato da aggiungere al loro sfigato club, poi arrivano i ragazzi “normali”,con i quali ci scambia solo qualche parola, ma non sembra aver voglia di parlare, ora è il turno delle miriadi di ragazze(molto più piccole di lui) che lo vogliono conoscere, toccare, abbracciare, baciare e altre cose a cui non voglio pensare. Per tutto questo tempo mi continua a fissare, ma stavolta lo fa come se mi conoscesse da tutta un vita, come se mi chiedesse aiuto, come se fosse il mio migliore amico, come se …. come se …. Io fossi una parte di lui. Sembra strano da dire, ma è vero, mi guarda come se mi volesse prendere e mettere dentro di lui. Anch’io lo sto guardando. Adesso mi sento una pazza, questo non è un pensiero reale, non è neanche un pensiero. Nessuna persona sana di mente pensa a questo. Angela, che mi è stata vicina per quest’intervallo immenso, non fa altro che parlare di lui, di quanto è bello, dei suoi capelli color bronzo, dei suoi occhi azzurri, del mio incontro con lui di questa mattina, ma io non la sto a sentire, non riesco a staccargli gli occhi di dosso. È più forte di me, forte come la gravità. Anzi, di più, perché adesso i miei occhi sono attirati dai suoi e i suoi dai miei. Io non riesco a pensare ad altro tranne che a lui. Si, sto proprio diventando pazza.
Quando le ragazzine se ne vanno, il dio inizia a camminare verso di me, come se stesse camminando sull’acqua, perché tutti, nessuno escluso, lo stanno guardando. Quando mi fu molto vicino, mi iniziò a parlare con gli occhi, non credevo che si potesse fare, ma i suoi occhi da soli ti fanno capire molto di più rispetto a un discorso lungo delle ore. E’ come se lui mi stesse stregando con lo sguardo e poi con la voce più dolce, bella, seducente, incantevole,disse:-“ciao”
S:-“c-ciao”
Lo dissi balbettando. D'altronde avevo gli occhi di tutta la scuola addosso, ma soprattutto avevo i suoi occhi addosso che mi scrutavano e mi memorizzavano nel minor tempo possibile.
D:-“ti ricordi come mi chiamo?”
Lo disse come se stesse parlando a una completa deficiente o  a una bambina di due anni.
S:-“si, si, certo …. Ehm …. Davide!?!”
Lo dissi con una voce troppo forte, quasi incazzata, ma non me ne resi neanche conto, mi stava sfidando con gli occhi.
D:-“ sei l’unica persona che non mi si è avvicinata per conoscermi, ma visto che abbiamo avuto già un piccolo incontro ….”
In quel momento mi prese, quasi in braccio, e mi spostò sulla destra, accanto alla finestra, avevo il sole addosso. Ero diventata completamente rossa e lui se ne accorse facendo un piccolo sorriso. Poi mi resi conto che mi aveva spostata per non farmi beccare da un carrello pieno di libri (enormi) che qualcuno aveva spinto per sbaglio.
D:-“lo sai che sei fatta per stare sotto il sole? Ti brillano gli occhi”
S:-“grazie, non me ne ero nemmeno accorta”
Driiiiiiin! La campanella suonò in quell’istante, ma io non la volevo sentire, volevo stare a parlare ancora un po’ con lui.
D:-“ dai, andiamo in classe se no facciamo tardi”

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Capitolo 4
*** quarto capitolo ***


Entrai in classe che ero tutta rossa. Angela mi stava aspettando impaziente nel nostro banco. Voleva sapere tutto, lo si capiva dalla faccia che aveva. Io non parlai. Non dissi niente, insomma, non era successo niente. Avevamo solo scambiato quattro parole e poi lui mi aveva salvato da una brutta caduta. Niente di che. Andai a sedermi. Lei aprì la bocca per dire qualcosa, ma non fece tempo, che entrò la prof di inglese e ci dovemmo alzare. Quella grassa, brutta e bisbetica non poteva scegliere momento migliore. Per una volta mi era simpatica.
Iniziò la lezione e io inizia a guardare fuori dalla finestra, com’era solito. Anche Davide stava guardando fuori dalla finestra. Era attratto dalla luce, lo si vedeva. I suoi capelli, in quel momento, erano bellissimi. Mi veniva quasi voglia di toccarli. Infatti allungai una mano verso la sua testa e Angela mi diede uno spintone che mi fece sobbalzare, finendo per ottenere lo sguardo della classe su di me. Compreso quello della prof. Non c’era niente di peggio. Anzi c’era. La risata inudibile di Davide. Non lo potevo sopportare.
A quel punto la prof mi fulminò con lo sguardo e continuò a parlare.
Per tutto il resto della lezione tutti quanti, a turno, mi guardarono, neanche fossi un colwn! E come ciliegina sulla torta la prof mi faceva domande su domande, come se ci fossi soli io in tutta la classe. L’ora più brutta della mia vita sembrava non finire più, quando a e mezza, suonò la campanella anti-incendio. Tutta i ragazzi uscirono di corsa dalla scuola ed entrarono nel giardino. E lì si potemmo ammirare un bel quadro.
Un’aula stava andando a fuoco. L’aula insegnanti.
Lo sconcerto era sulla faccia di tutti, ma ognuno, compresi i professori, dentro di loro urlavano dalla gioia. I post su Facebook erano serviti a qualcosa.
Dopo arrivarono i vigili del fuoco, spensero il fuoco e quando questi se ne furono andati la preside venne in mezzo a noi e con tono solenne disse:-“I danni causati dall’incendio sono gravi, un’intera ala della scuola è inagibile. Verranno avvertiti i vostri genitori del fatto accaduto. Vi comunico che per una settimana la scuola resterà chiusa. Verranno allestiti dei tendoni provvisori, lì farete lezione per i prossimi giorni.”-
Detto questo se ne andò come se non fosse successo niente. Dopotutto era la preside.
 Io stavo ancora guardando la scuola, ero attratta dalle fiamme, dal calore che emanava ancora l’edificio, volevo avvicinarmi di più. Ma c’era qualcosa che non me lo faceva fare, ero come immobilizzata. Mi girai di scatto e vidi Davide che mi guardava, anzi fissava. Come un cavallo che stai per comprare e ne valuti le forze. Fu una sensazione molto strana. In quel momento mi sentii persa. Riportai il mio sguardo sulla scuola, e vidi Angela che mi venne vicino e mi disse sottovoce:-“ non ci posso credere, questo è il più bel giorno della mia vita”-
S:-“anche il mio”-
A:-“ ma stai bene? Non sembri tanto felice”-
S:-“ ma certo che lo sono. Ma la preside non ci poteva la sciare direttamente a casa o no?”-
A:-“sisi,lo doveva fare. Non c’era scusa migliore di questa. Ma cos’hai?? Sembri strana, non è che hai la febbre? Sei tutta rossa.”-
Mi mise una mano sulla testa e la ritrasse immediatamente dicendo:-“ ahia! Ma tu scotti, ti sei presa la febbre, vado a chiedere alla prof cosa dobbiamo fare”-
Lei se ne andò e mi venne vicino Davide. Mi mise una mano sulla spalla. Era gelido. Peggio del ghiaccio. Mi girò e mi mise, anche lui, la mano sulla fronte. Mi vennero i brividi. Poi mi diede un bacio. Assomigliava al bacio di padre. Diventai tutta rossa. Ci eravamo appena conosciuti e mi aveva già baciata. Non era bastata la figuraccia che avevo fatto per colpa sua, adesso doveva pure baciarmi. Cercai di ritrarmi ma non ci riuscii, lui mi teneva stretta per un braccio e io non ero abbastanza forte da uscire da quella presa. Quel bacio non era ancora finito. Io dissi a voce talmente bassa, che nemmeno io riuscivo a sentirmi, la parola “basta”. Lui si staccò, io lo inizia a guardare strano. Mi toccai la fronte ed era fredda, la febbre se n’era andata via.
Arrivarono Angela e la prof, io gli dissi che stavo meglio e che non c’era bisogno di far nulla. A quel punto la prof se ne andò. Angela guardò storto Davide e gli disse:-“ciao, non ci siamo ancora presentati, io mi chiamo Angela”-
Allungò la mano e Davide gliela prese.
D:-“piacere Davide”-
A quel punto mi guardarono tutti e due, io non sapevo cosa fare, cosa dire. Mi sentivo impacciata. Ma per mia grande fortuna arrivò Giorgio. Si presentò anche lui e inizio a parlare di calcio, cosa che a me interessa veramente poco. Angela fece per aprire la bocca ma non riuscì a dire niente perché una prof ci interruppe.
Prof:-“ mi dispiace, ma le lezioni per oggi sono interrotte, vi prego di ritornare a casa”-
Tutti gli alunni esultarono, chi con fischi, chi con boati. C’era il caos assoluto. Io mi avviai insieme ad Angela e a Giorgio verso la fermata dell’autobus. Di Davide neanche l’ombra, l’avevo perso di vista.

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Capitolo 5
*** quinto capitolo ***


A:-“che ne dite se oggi al posto di andare a casa andiamo in centro a fare compere??? Non so ancora cosa mettermi all’appuntamento con Marco!”-
G:-“ ci sto! E’ un pezzo che non mi trascinate in mezzo ai negozi! Sapete una cosa?mi manca tenere i vostri sacchetti!”-
A:-“ che dolce! Allora Susy?”-
S:-“sisi, ci sto, soltanto che ho solo 10 euro con me, dovrei passare per casa..”-
A:-“ok, tanto è di strada”-
G:-“ ok, allora è fatta”-
Intanto avevamo preso l’autobus diretto a casa mia. Davanti a noi c’erano due tizi che si baciavano, mi davano la nausea. Non ne potevo più di persone che si baciavano, c’erano troppi baci in circolazione! Infatti, per non vederli mi misi in piedi e gli diedi le spalle, cosa che non avrei mai fatto se non in caso di emergenza.
Decisi di mandare un SMS, per pensare a qualcos’altro e non ai due tizi sbacciucchiosi, a mia madre per dirle che non ero rientrata a casa e che ero al centro commerciale, di non preoccuparsi e che entro le 7.30 sarei rientrata.
 Lo sguardo di Giorgio era stranissimo. Passava da me ad Angela, stava pensando. Chissà  a che cosa. Poi urlò: -“ sono esattamente 2 mesi e 13 giorni che non andiamo a fare shopping insieme!”-
Io e Angela ci alzammo e lo abbracciammo senza neanche metterci d’accordo. Quell’abbraccio andava a ricoprire il tempo che non avevamo passato insieme. Era uno di quei momenti che vorresti non finissero mai. Aprii gli occhi e vidi che eravamo davanti a casa mia. Dovevamo sciogliere quell’abbraccio, non era giusto.
 Scendemmo dall’autobus ed entrammo a casa, in camera mia. Come al solito era tutto in disordine, ma sia Angela che Giorgio erano abituati, quindi ci passarono sopra. La prima cosa che si notava entrando in quella stanza era la scrivania con sopra un mio reggiseno nero a puà bianchi, che imbarazzo!  Diventai subito tutta rossa, i miei amici mi iniziarono a guardare e ci mettemmo tutti quanti a ridere. Se c’era solo Angela non sarebbe cambiato niente,ma, visto che c’era pure Giorgio, la cosa stava diventando abbastanza imbarazzante.
 Presi i soldi il più velocemente possibile e uscii di casa seguita da Angela e Giorgio.
Ero elettrizzata del fatto che stavamo per andare a fare shopping tutti e tre. Non lo facevamo da un pezzo e mi mancava ridere nei camerini e mettere i tacchi alti a Giorgio.
Una volta arrivati nel centro commerciale ci, almeno a me e Angy,si aprirono gli occhi: avevano di già messo le collezioni autunno-inverno, non potevamo sprecare neanche un minuto!
A:-“ non credevo che li avrebbero messi così presto! Credevo c’era  ancora la collezione estiva! Mi sa che non troverò neanche un vestitino o una magli sfizziosa…”-
S:-“ dai, non ti scoraggiare, abbiamo un intero centro commerciale a nostra disposizione, vedrai che troveremo qualcosa, ne sono certa”-
A:-“lo spero….. voglio che il mio, volevo dire nostro, primo appuntamento sia bellissimo”-
G:-“ ma non dipende per forza da come ti vesti, anche con uno straccetto staresti benissimo”-
(Giorgio, alcune volte, è un po’ effemminato e quando si parla di vestiti bisogna chiamare solo lui. Una volta l’ho chiamato alle 6.30 del mattino per chiedergli se una maglietta giallo canarino con sopra una scritta in verde scuro stava bene con dei pantaloni neri, quella mattina ero stanca e non riuscivo a svegliarmi, chiamare Giorgio mi era sembrata l’unica cosa giusta da fare oppure sarei andata in giro in mutande, infatti, lui mi disse di mettermi un paio di pantaloni verdi o dei jeans perché  quell’abbinamento non era un granchè. Ho degli amici fantastici e con tantissime qualità!)
A:-“ grazie mille!”-
G:-“ non c’è di che!”-
Entrammo in un negozio stupendo. Il mio sguardo cadde subito su un vestito corto, sul grigio  a righe strette con il corsetto bianco e in mezzo un fiocco nero: la perfezione in un abito! Ho cercato la mia taglia per provarlo e l’ho trovata! Ero felicissima! Poi sono andata da Angela che anche lei stava cercando un vestito, ma appena arrivo da lei vedo Giorgio con in mano almeno una dozzina di vestiti e 2 paia di scarpe che mi guarda chiedendomi pietà e lei che sta frugando su uno stendino di magliette molto belle. Decido di guardare pure io e lascio i miei abiti nella mani di Giorgio: poverino!
Cercando ho trovato una maglietta verde smeraldo con su scritto in nero <> (non so cosa vuole dire, però è molto bella) decido di provarmela e la do a Giorgio. Angela sembra arrabbiata, molto arrabbiata.
S:-“ Angy, cos’hai?”.
A-“non trovo la mia taglia! Ci sono solo L e XL, ma non esiste in questo negozio una S?!?”-
S:-“dai, ti aiuto a cercarla…”-
G:-“non credete di aver finito?? Ho le mani piene e non so dove dovermi mettere la prossima maglietta”-
L’ha detto con un’aria spazientita
S:-“un attimo che prendiamo l’ultima maglietta”-
G:-“ok..”-
A  e S:-“trovata!”-
Dopodiché ci siamo guardate ci siamo messe a ridere, abbiamo fatto un casino solo per una maglietta con su scritto  <>.
G:-“dai, andiamo nei camerini…. Menomale che sono una persona calma”-
Per fortuna quando siamo arrivate nei camerini non c’era nessuno così non abbiamo dovuta fare la fila.  Prima mi sono provata il vestito, quello grigio. Mi stava benissimo, sono uscita dal camerino per farlo vedere a Giorgio e, non ci potevo credere, ho visto il Dio. L’ho guardato per un attimo e poi la terra mi è mancata da sotto i piedi, mi sono dovuta aggrappare al muro se no cadevo.
Ritorno la persona normale che ero prima di vederlo e mi accorgo che anche Angy è uscita dal camerino. Lei indossa un vestito bellissimo di jeans. Solitamente a me non piacciono questi tipo di vestiti, ma indosso a lei è tutta un’altra storia.
Giorgio continua a farle tremila complimenti. Io in tanto, mi specchio, nessuno mi  fa i complimenti. Poi….
Qualcuno:-“sei bellissima”-
S:-“chi è?”-
Qualcuno:-“ sono Davide, non ti ricordi? L’alunno appena arrivato, quello che ti ha…”-
S:-“sisi, mi ricordo, certo, come potrò mai dimenticarmi di te?”-
OK, questa frase era smielata, dolce e stucchevole, tutte cose che a me non piacciono. Infatti, a messo in imbarazzo sia lui che me.
D:-“non puoi, comunque, ritornando al vestito, secondo me, te lo dovresti prendere, ti sta benissimo”-
S:-“ grazie mille, credo proprio che me lo comprerò. Adesso dovrei provarmi un'altra cosa, ciao”-
Detto questo, entrai in camerino senza dire una parola ai miei amici. Piena di sensi di colpa, misi la testa fuori dalla tenda per vedere se c’erano ancora: c’erano; poi guardai se c’era Davide: non c’era. Ok, posso uscire.
S:-“ come sto?”-
G:-“ molto bene, prendilo”-
A:-“fantastica! ----- si mise vicino a me----- sembriamo due modelle!”-
S:-“si, la stangona bionda e la tappina mora!”-
A,G,S: -“hahahhahaahah”-
S:-“ok, quindi lo devo prendere”-
A:-“ assolutamente”-
Si a io che Angy entriamo in camerino. Mi misi la maglietta, mi stava bene, me la immaginavo un po’ più corta, però non mi lamento. Esco dal camerino e la vedo davanti a me, con un vestito di pizzo bianco. Gli stava d’incanto.
G:-“secondo me va meglio l’altro”-
S:-“ perché devi rovinare un momento così bello! Sta benissimo….. un po’di ragione ce l’hai: insomma ti stanno bene tutti e due, ma si sa che il pizzo è una moda, l’anno prossimo lo dovrai buttare già via…”-
In quel momento mia ha guardata con una faccia da cucciolo bastonato e non ho saputo resistere.
S:-”però sembri una fata con quello addosso: prendilo”-
G:-“decidi te”-    ------riferito a Agny------
A:-“ emm… lo prendo”-
S:-“sono felice per te”-
G:-“anch’io…”-
S:-“ come sto?”-
G:-“ bene, prendilo”-
S:-“ok”-
Tutto il giorno è andato avanti così finche quando siamo andati a prendere il gelato, davanti a noi nella fila c’era il Davide e..


L'abito che ho comprato:

Gli abiti che ha comparto Angela:

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