Criminali si nasce

di Anel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Criminali si nasce

 
Salve tutti! Questo è il seguito “Nove mesi di puro inferno”. Vi prego, recensite o mandatemi un messaggio personale, perché io devo sapere se questa storia almeno a due o tre persone piace, se no tanto vale scrivere fan fiction. Anche se io le scrivo perché mi diverte.
 


Nella città di Gotham vivono molte persone, ma ci sono due ragazze in particolare che sono molto strane.
 
La prima si chiama Gaia, è molto bassa per avere 12 anni, ma è agile e veloce. I suoi capelli sono biondi con una frangetta. Quando è a casa sua si fa sempre due codini molto allegri, e gioca tutto il giorno a fare facce strane davanti allo specchio. A scuola non va molto bene, ma è molto brava in tecnologia e in ginnastica. Anche se lei è molto pigra. La sua migliore amica si chiama Rose, loro sono molto diverse, ma non si sa come vanno d’accordo.  Un altro dei suoi migliori amici si chiama Alex, lei fa finta di niente, ma pende dalle sue labbra. Qualsiasi cosa lui fa lei deve essere presente. Lui è molto distaccato nei suoi confronti, ma sanno tutti che ci tiene a lei. Inoltre quasi tutti odiano Alex, perché lui è molto divertente e simpatico, solo che quando la prof lo minaccia di mettere una nota a tutti, lui se ne fraga e ci fa prendere una nota. La cantante preferita di Gaia è Lady Gaga, Gaia ammira la sua abilità nel farsi i vestiti da sola ed essere una brava trasformista. Lei non sa molto bene cosa vuole fare della sua vita, ma le piacerebbe molto insegnare ginnastica.br />  



La seconda si chiama Rose, è abbastanza alta, ed ha i capelli castani chiaro, lei vorrebbe farsi una ciocca verde, ma i suoi non vogliono perché dicono che è troppo piccola per fare questa cose. Le materie che lei preferisce sono inglese, ginnastica e scienze. La sua prof di scienze la considera la migliore nei campi scientifici, ed infatti quelle è l’unica prof che le sta simpatica, a parte quella di inglese. Come avevo già accennato lei è la migliore amica di Gaia. Rose e Gaia volevano fare un corso insieme dopo la scuola, ma una voleva fare quello di tecnologia, mentre l’altra voleva fare botanica, ma alla fine si sono iscritte ad entrambi. Rose è molto bella sia fisicamente e non so come anche interiormente e piace a minimo cinque o sei ragazzi, ma a lei piace solo un suo compagno di nome David. Lei non lo dice a nessuno, neanche alla Gaia. Ma a lei piacciono i ragazzi che rompono le balle in continuazione, anche se dice l’incontrario. La sua cantante preferita è Beyonce, e ovviamente le piace molto Lady Gaga. La canzone preferita di Gaia e Rose è Telephone. E alcune volte si immaginano loro due al posto di Lady Gaga e Beyonce. Lei ama molto tutto ciò che è inerente alla scienza naturale, quindi vorrebbe fare la scienziata, e condurre diversi studi che vorrebbe già provare a sperimentare, attraverso le piante. Considerando che ha la media del 10 in scienze.


Una cosa che hanno in comune questa due ragazze è l’odio verso Kat. Lei è la figlia di Catwoman, in teoria lei non potrebbe stare con la sua madre biologica, perché è una criminale. Solo che sua madre aveva aiutato la polizia nella cattura definitiva di due criminali temutissimi nella città di Gotham.


La cosa che fa imbestialire Gaia e Rose è che lei è una grande lecca culo e fa di tutto per ottenere quello che vuole. Anche lei piace a molti ragazzi, ma non è bella come Rose. Infatti, pur essendo la figlia di Catwoman è un po’ robustella, ma anche sua madre ha detto che alla sua età era cicciottella. Il resto del corpo è uguale alla madre.

Suo fratello si chiama Tom, è più simpatico rispetto a Kat, ma essendo anche il figlio di Batman davanti ai prof e a qualsiasi adulto fa il serio e rispettoso.

Comunque lui è innamorato pazzo di Rose, anche se i suoi genitori non sono felici di ciò. Un’altra cosa che loro due non hanno mai capito è che ogni volta che andavano in giro la gente si allontanava da loro, ma a loro non gli interessava questo piccolo particolare della loro strana via.


Ritornando nell’argomento di prima, loro due una volta avevano addirittura dato degli schiaffi a Kat, perché continuava a vantarsi di aver preso 8 in italiano mentre la Gaia e Rose avevano preso 8-, ma questo era successo fuori dalla scuola, quindi l’unica persona che dovevano temere era Catwoman, ma di lei non avevano paura.



Un’altra cosa che le univa era che erano entrambe state adottate. Non avevano mai affrontato l’argomento, ma lo sapevano, perché Gaia era pallida come latte, quindi non poteva essere figlia di due marocchini, che stranamente erano messi economicamente bene. Mentre Rose non poteva essere figlia di due filippini, si capiva semplicemente guardandola in faccia che era americana.


La loro vita in realtà era qualcosa di irreale, loro si chiedevano sempre di chi potrebbero essere figlie, ma sapevano dentro il loro cuore che non erano persone di cui esserne fieri, perché appena passavano  loro tutti cambiavano strada.
 
 



Grazie per aver letto il primo capitolo, ci sarà un altro capitolo e poi, forse le nostre due protagoniste capiranno chi sono i loro genitori. Inoltre vi vorrei proporre di vedere la canzone “Telephone” su youtube, ed immaginarvi, al posto di Lady Gaga e Beyonce, Harley Quinn e Poison Ivy, è una cosa molto divertente! Vi prego per la millesima volta di dirmi se vi è piaciuta, perché in questo periodo sono libera e quindi voglio sapere se continuare a scrivere tanto.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Questo è il secondo capitolo di questa fan fiction. Mi auguro che vi sia piaciuto il primo capitolo. Buona lettura.
 
 


Oggi sono tutti emozionati a scuola, perché faremo una recita su delle canzoni vecchie.
Ovviamente a Gaia e Rose non sono molto emozionate, ma loro hanno un’intera canzone da fare in duetto, per cui hanno paura di sbagliare.
 


La recita continuò bene fino a un certo punto, ma Kat andò dal prof di musica dicendogli che Gaia e Rose la avevano dato un pizzicotto. Ovviamente il prof, visto che Kat era la sua cocca, non si domandò neanche se aveva detto la verità. Il prof le chiamò e le disse di non farlo più se no avrebbero avuto una punizione esemplare. Loro all’inizio continuavano a dire che non erano state loro, ma alla fine si arresero e chiesero scusa a Kat.

La migliore amica di Kat, era Patty, la figlia di Batgirl. Era anche lei una delle preferite dei prof, e non ci pensò due volte ad andare a dire al prof di musica che Gaia e Rose le avevano tirato due schiaffi.

Il prof ci credette ancora una volta e promise che si meritavano due note sul registro. Rose e Gaia erano arrabbiatissime nei confronti di Kat e Patty, e fecero un gesto che loro non avrebbero mai fatto.

Tra loro quattro ci fu un attimo di silenzio, ma poi Gaia e Rose tirarono due pugni alle altre due ragazze. Continuò così una lotta che non finiva mai. Molti studenti cercavano di trattenerle, ma avevano una forza disumana. Alla fine arrivarono Catwoman e Batgirl, che erano vestite con i rispettivi costumi per non farsi riconoscere.

Gaia e Rose furono portate via e furono lasciate con uno dei prof più odiosi della scuola.

Perché lo avete fatto? – Chiese il loro prof.

Per vendetta – Rispose velocemente Gaia.

Non si risolvono le cose con le mani – Disse severamente il prof.

Non è affatto vero, cosa succederebbe se non ci fosse Batman, Catwoman, e tutti gli altri eroi della giustizia – Disse Rose con un sorrisino.

Sarebbe un mondo migliore… - Rispose con una risatina finale Gaia.

Ascoltatemi bene, se non ci fosse Batman tutto qui sarebbe un inferno – Disse guardandole negli occhi il prof.

Ci fu un attimo di silenzio. Ma poi il prof disse – Per questo vi meriterete una sospensione, che porta alla bocciatura sicura! -.

NO! – Esclamarono in coppia le due ragazze.

E invece si! Ora vi scrivo una bella sospensione sul regist…

Non fece a tempo a finire di parlare che Rose e Gaia lo avevano già assalito. Poi Gaia prese una forbice, mentre Rose lo teneva fermo (era un uomo molto magro, e quindi era facile immobilizzarlo). L’uomo senza pensarci tirò uno schiaffo a Gaia, che fece scivolare le forbici sul corpo del suo prof. Il prof cadde a terra, ormai privo di vita, le forbici erano state impiantate nel suo cuore. Le due ragazze si guardarono negli occhi e rimasero bloccate, finché non arrivarono gli altri prof.

Le ragazze rimasero immobili, mentre la prof di ginnastica stava chiamando ai loro genitori. Ma prima che la prof potesse comporre il numero arrivò la prof di scienze che disse – Non è il caso di chiamare i genitori, bisogna chiamare la polizia.

La polizia arrivò dopo pochi minuti, e decretò che quello era un omicidio colposo, e che ormai le ragazze erano letteralmente pazze. E così le mandarono nel posto adatto a loro: Arkham Asylum.
 

Scusate se il mio capitolo è abbastanza breve. Ma questa è la parte in cui dovevo fermare la fan fiction per renderla più interessante.
P.S.= Se volete andate su Youtube e scrivete " Bad romance parody" e nella prima pagina andate giù fiche non trovate la canzine"Bat romance". Vi consiglio si guardarla, è molto bella.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Buona lettura!!!!! A tutte le persone che stanno leggendo questa fan fiction. Per favore, vorrei sapere se vi piace questa fan fiction. Fate una recinsione, o mandatemi un messaggio personale.
 

All’idea che dovevano cambiare vita a soli 12 anni erano terrorizzate ed emozionate allo stesso tempo. Loro non credevano di essere pazze, ma che quelle pazze erano Kat e Patty, e che era tutta colpa loro!!

Coraggio salite in macchina assassine! – Disse uno dei poliziotti.

Loro non risposero e salirono in macchina senza fiatare.

Per tutto il viaggio si sentiva un fastidioso silenzio. Gaia non riusciva a stare più di due minuti zitta, ma quella volta era talmente triste ed afflitta che non avrebbe parlato neanche sotto tortura.

Loro avevano dato addio a tutti, alle loro prof, ai loro amici, ad Alex e a David, ai loro finti genitori, e a tutte le persone che conoscevano in questo orribile e ingiusto Mondo.
 
Arrivate all’Arkham Asylum non c’era il reparto bambini/ragazzi, perché non ne hanno mai avuto bisogno, quindi sono state messe nel reparto donne.
Nel reparto donne c’erano soltanto altre due donne.

La prima che vedevi sulla sinistra era la numero 224765 ed era molto pazza. Passa il suo “tempo libero” a lanciare una pallina in aria, che aveva sopra un tizio che sorrideva. E continuava a ripetere a un pupazzo la stessa frase, cioè “Vedrai Mr.J, un giorno la nostra bambina tornerà e saremo una bella famiglia! Hahahahahahah!!!!!!

Gaia disse nell’orecchio di Rose – Anche noi tra poco tempo saremo ridotte come quella povera signora, è questo posto che rende le persone pazze -.

Alla loro destra, di fronte alla gabbia della numero 224765, c’era un'altra donna. Era molto bella, ed aveva tutta la cella piena di piante che trattava con amore, annaffiandole e parlando con loro come se fossero delle persone.

Guarda che bei fiori che ci sono. Quella tizia ha anche le rose rosse rampicanti – Sussurrò Rose a Gaia.

Ti pare il momento di pensare alle rose! – Disse Gaia.

Scusa, era solo per sdrammatizzare – Rispose Rose.

Non fa niente, scusami, sono solo agitata! – Si confessò.

I poliziotti le portarono in due celle, una di fronte all’altra.

L’unica cosa bella di quel posto era che si poteva fare tutto quello che si voleva nelle proprie celle, e che si poteva chiacchierare senza problemi.

Per un’oretta Gaia e Rose non si parlarono, e si limitarono a stare sedute sul loro letto ed ad ascoltare la conversazione delle altre due donne.

Loro parlavano di tutto e di più, parlavano addirittura di quale fosse il giorno migliore della settimana. Ma ovviamente a fare queste domande era la tizia numero 224765. A un certo punto non riuscirono a trattenere le risate, grazie a una battuta sul comportamento fatta dalla “signora delle piante”.
Le due donne le guardarono con aria sconcertata, ma alla fine anche loro si unirono alle risate che già riempivano la stanza.
 
Dopo parecchi minuti di risate quella con i capelli rossi gli chiese ad entrambe – Ma, voi come vi chiamate? –

Io mi chiamo Gaia e lei è Rose – Rispose prontamente Gaia.

E perché siete qui? Avete rubato le caramelle a qualcuno, bambine! – Chiese ridendo la biondina.

No, noi siamo qui perché abbiamo aggredito le figlie di Catwoman e di Batgirl, e poi abbiamo anche ucciso uno dei nostri prof – Rispose Rose.

Mica male per delle bambine! – Disse la tizia bionda, che a Rose stava già un po’ antipatica.

Noi non siamo delle bambine! Abbiamo dodici anni! – Disse innervosita Rose.

Ehi, scusa, non mi voglio mettere contro di te, solo che la tua amica mi sembrava un po’ troppo bassa per avere 12 anni – Disse la tipa strana.

E allora, neanche te mi sembri molto alta! – Rispose facendo una smorfia Gaia.

Appunto Harley, lasciale in pace! – Esclamo la pianta vivente.

Ok, Ivy! – Rispose Harley.

E voi cosa avete fatto per essere rinchiuse qui? – Domandò Gaia, curiosa.

Noi abbiamo fatto di tutto e di più, omicidio, stupro, rapine e mille altre cose! – Disse fiera di sé Harley.

Wow! Chissà se un giorno anche noi saremo delle criminali così brave! – Sospirò Gaia.

Parla per te, io non voglio fare la criminale! – Disse repentinamente Rose.

Mi dispiace per te, ma ormai l’unica cosa che puoi fare è evadere e nasconderti – Le rispose Ivy.

Rose era molto triste, e guardò per terra, ma a sua grande sorpresa notò che una delle piante che era nella cella di Ivy, era talmente cresciuta che una rosa riusciva ad entrare nella sua cella, che era accanto a quella della donna delle piante.

Rose sorrise vedendo quella rosa, pensando alla sua amata rosa, a cui raccontava i suoi segreti e a volte le cose più sceme che una persona potesse pensare.

Hahahah!!!!! Anche tu diventerai una maniaca delle piante!!!!!!! – Disse ridendo Gaia, notando il sorriso dell’amica.

Rose, di sua risposta guardò Harley e poi disse – Ah si, Allora tu sarai talmente esaurita che prenderai una pallina e ci disegnerai sopra la faccia del tuo Alex e ci giocherai tutto il giorno -.

Non è vero, e comunque tu prenderai una pianta e la chiamerai David, e gli dirai: Perché non mi rubi qualcosa? Cosi i ti inseguirò per tutta la classe e poi ti tirerò con marea di calci! – Disse Gaia.

La vuoi smettere, a me non mi piace David – Gridò Rose.

State zitte, luride galline, è ora di pranzo! – Disse la guardia di turno.

Ok – Disse Harley.
 

Dopo l’ora di pranzo……
 

Dunque avete dei problemi di cuore, me li potete raccontare,  vi potete fidare di me, io ero una psichiatra, e quindi li so mantenere i segreti! – Disse Harley una volta tornate nelle loro celle.

Ok, io mi fido, mi sembri sveglia! Allora il mio Alex è molto carino, ed è il buffone della classe, anche se ci fa prendere molte noto a tutta la classe io lo amo da morire! – Disse sognando Gaia.

E tu invece? – Domandò Harley dopo aver fatto un sorriso a Gaia.
A me non mi piace nessuno! I maschi mi fanno schifo! Sono tutti così scemi! – Rispose Rose.

Ma va, è impossibile che tu non abbia neanche una simpatia – Disse Harley.

Poi piombò ancora il silenzio nell’aula, finché Harley e Gaia non dissero le stesse parole, cioè – Dai, racconta-.

Ma è possibile che se non c’è Harley che rompe il silenzio ce né un’altra! – Disse Ivy.

Poi Harley, come suo solito cambiò discorso e disse – Quanto mi manca il circo! -.

Basta con questo circo Harley!! – Disse infastidita Ivy.

Che cos’è il circo? – Chiese Gaia.

Cosa, tu non sai cos’è il circo! Il circo è un posto bellissimo, dove ci sono persone che fanno morire dal ridere, animali, zucchero filato, e tanto altre cosa meravigliose! –

Rispose Harley, quasi scandalizzata, che una ragazzina così allegra non sapesse cos’era un circo.

Sembra bello, chissà perché i miei finto genitori non me ne hanno mai parlato – Disse sorpresa Gaia.

Hanno fatto bene! Io una volta ci sono stata al circo. Ed ho scoperto quanto fosse brutto quel posto. Là gli animali vengono maltrattati, c’è un casino pazzesco, e i clown non ti fanno ridere, ma ti fanno solo pena – Disse Rose, aggiungendosi alla conversazione.

Sbrigatevi! Bisogna Uscire! Ora bisogna stare all’aria aperta! – Disse una guardia diversa dalla prima.

Ok – Disse Ivy.

Per tutto il tempo Harley stesse insieme al Joker, mentre Ivy stesse con Due facce. Le due ragazze nuove, non volevano fare altre amicizie, ma ogni individuo che le guardava le chiedeva sempre “Chi siete? Perché siete qui?”.

Dopo l’ora di stare all’aria aperta loro chiacchierarono delle loro vite passate.

Rose avrebbe voluto che la sua vita fosse stata come quella Ivy, cioè laurearsi e scoprire nuove cose sulla natura, che lei ama più di ogni altra cosa, e poi diventare pazza! Ma orami lei sapeva bene che non poteva fare più la scienziata, anzi, non sapeva nemmeno se sarebbe riuscita ad evadere.

Gaia non rimase tanto colpita dalla vita di Harley, ma rimase colpita dalla vita del suo fidanzato, il Joker. Lui prima di essere un criminale lavorava nel settore di disegno tecnico, dove voleva lavorarci anche Gaia.

Anche le due nuove arrivate raccontarono i loro sogni, preferenze, abilità, ecc.… E Harley and Ivy rimasero stupite da quanto assomigliassero a loro o ai loro fidanzati.
 
Tra tutte e quattro ci fu un silenzio di tomba per tutto il resto della giornata.
 
L’unico momento in cui si parlarono era quando si diedero la buona notte.
 
Harley quando andò a letto pensò che quella bambina di nome Gaia poteva essere sua figlia, e che Rose potrebbe essere la figlia di Ivy.

Tutti pensano che un criminale non ha un cuore, ma non è vero, e lei lo ha sempre saputo. Tutte le sere lei pregava che un giorno sua figlia venisse a trovarla, ma a quanto pare Batman aveva mentito, perché lui aveva detto che la bambina avrebbe saputo la verità dai suoi genitori adottivi, ma fin a quel giorno non era venuta a trovarla nessuno.

Anche Ivy pensò le stesse cosa di Harley. Lei che è tanto dura e forte, per la prima volta nella sua vita, vide una lacrima scendergli dalla guancia, ma non erano lacrime di tristezza, ma ti gioia.

Gaia e Rose, pensavano di aver trovato finalmente la loro strada. Nella loro testa giravano mille idee. Perché sono qui? Forse è colpa del destino? Quella è mia madre? E io sono destinata a diventare un criminale?
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ecco il capitolo 4! Buona lettura!
 

La mattina dopo le quattro donne si fecero la doccia, e per tutto il tempo non parlarono di niente.
 


Gaia e Rose oltre ad essere un po’ stressare e in ansia, erano anche un po’ tristi, perché in quel manicomio non si faceva colazione, e loro non riuscivano a fare niente a stomaco vuoto. Erano molto magre, ma, in realtà, erano molto golose di qualsiasi cosa.

All’improvviso Harley si ricordò la data di nascita di sua figlia, era intorno al 23 settembre. Mentre la figlia di Pamela era nata intorno al 26 di dicembre.

Ritornate nelle loro celle, Harley si decise a fare una domanda che avrebbe potuto mandarla in estasi o deprimerla in una maniera fuori dal normale.

Gaia, ma che giorno sei nata? – Chiese con insicurezza Harley.

Sono nata il 23 settembre – Rispose Gaia.

E, invece tu, Rose, che giorno sei nata? – Chiese Pam.

Il 26 dicembre. Perché? – Domandò Rose.

No, solo per sapere! – Rispose Pamela mentre si avvicinava alle sue piante, facendo un respiro profondo.

Harley si avvicinò alle sbarre della gabbia. Per poi rimanere in silenzio e incrociare lo sguardo di Pam.

Harley non riuscì a trattenere tutte le emozioni che circolavano nel suo piccolo corpicino. Scoppiò in un immenso pianto liberatori, poi si mise a girare nella sua cella, mentre correva e saltava per la stanza. Harley era proprio come un vero clown, era felice ma triste, allegra e malinconica.

Poi si mise a gridare “ Voglio uscire! Voglio avere una vita normale! Voglio stare con Mr. J e con mia figlia! Fatemi uscire! “.

Subito arrivarono i poliziotti di Arkham, che avevano il compito di sorvegliarle.

Si fermi signorina! Se no le diamo un elettroshock che può farla svenire per due minuti! – Disse una guardia come se volesse impaurirla.

Non me ne frega di che cosa mi fate! – Rispose Harley.

Rose vide che al posto di prendere la guardia che stava tirando fuori quel maledetto aggeggio che dava l’elettroshock, e subito prese un pezzo di ferro che aveva trovato sotto il letto nella sua cella.

Lo tirò in testa alla guardia con in mano quel marchingegno, che cadde a terra svenuto.

Lurida bastarda, ora tu vieni con me! – Disse l’altra guardia, aprendo la gabbia di Rose e tirandola fuori con forza.

Dove la porti? – chiese Poison Ivy.

Aspetta tizio! -  Gridò Gaia.

Non portarla via, lei non c’entra, di lei me ne frega! – Disse Harl.

Ma non ricevettero risposta dalla guardia, che la portò via, senza degnarle di uno sguardo.

Scusa Pam! – Disse subito Harley.

Non è colpa tua, non le hai detto te di intervenire – Rispose Pamela senza rabbia, ma solo con una grande tristezza e preoccupazione.

Vedrai, non le faranno niente ne psicologicamente ne fisicamente – Disse Harl.

Già da come l’hanno afferrata le hanno fatto male – Rispose Pam.

Gaia si mise a piangere, non riusciva più a trattenere tutta la tensione e lo stress. Per una ragazzina di 12 anni questa era una cosa incredibile, nessuno si sarebbe mai immaginato quali orrori potessero capitare in un manicomio.


Nell’ufficio del capo dell’Arkham Asylum…
 


Sai che tu hai violentato una persona ancora e che succede qualcosa di grave a questo povero lavoratore ti saranno aggiunti altri anni di galera – Disse il capo del manicomio a Rose.

Si, lo so. Solo che non mi pare giusto che una persona debba dare una scossa a un detenuto solo perché sta avendo un crollo emotivo causato dalla permanenza in questa posto orribile – Rispose Rose.

Sai un’altra cosa, brutta bambina insolente. Pochi giorni fa ho visto un film dove lasciavano per due giorni i bambini senza bere e senza mangiare, e ora lo voglio sperimentare anche qua. Vediamo se funziona anche con i detenuti. Tu avrai l’onore di essere la prima – Disse con un sorriso sotto i baffi il capo dall’Arkham Asylum.

Cosa? Voi non potete farlo! Questo è contro la legge! – Rispose spaventata Rose.

Si può fare solo nei manicomi, e qui siamo in un manicomio, quindi… - Esclamò quella persona malefica e sadica.

Poi una guardia prese Rose e la portò in una specie di stanzino buio dove c’era solo una sedia e uno straccetto.


Nel'ora di pranzo…


Le tre donne erano scosse e curiose per quello che era successo a Rose.

Ma Harley ebbe la forza di dire al suo Puddin quello che aveva scoperto nei riguardi di Gaia.
 
Mr J… - DisseHarley intimorita.

Ciao Harley! Perché sei turbata? – Chiese Joker mentre mangiava un piatto di pasta.

Forse ho scoperto chi è nostra figlia? – Disse Harley nell’orecchio di Mr.J

E chi è? Dove vive? Come hai fatto a scoprirlo? – Domandò d’impulso il Joker.

Sai quelle due ragazzine nuove? – Domandò Harley.

Si, ma parla non ti interrompere! – Disse Joker innervosito.

Quella bionda e bassa è nostra figlia! – Disse Harley.

Joker sgranò gli occhi, e si girò verso la ragazza bionda che era seduta a un altro tavolo, insieme a Poison Ivy.

Guardandola notò che era rossa in viso, come quando una persona piangeva e quindi chiese ad Harley – Ma, ha pianto? –

Si, ha avuto un crollo emotivo, per colpa dello stress e anche perché l’hanno separata dalla sua migliore amica, che è, guarda a caso, la figlia di Poison Ivy e Due Facce – Rispose le ex psichiatra.

Cosa!?!? Qualcuno ha fatto piangere la mia bambina! – Disse il Joker buttando via quei minuscoli tavoli.

Dimmi chi è stato! – Disse Joker prendendo la forchetta di plastica che usavano per mangiare.

Precisamente è stata quella guardi laggiù – Disse Harley indicandola con la mano.

Joker si avvicinò a quella guardia che guardava da un'altra parte, e che quindi non si poteva rendere conto del pericolo imminente.

Joker lo afferrò, e li cavò l’occhio con quella forchetta di plastica. Una della sue abilità era quella di trasformare le cose più innocue in armi mortali. Poi li tirò un pugno sul naso, che lo stordì. Poi per ultimo li diede un calcio in pancia, che lo fece cadere a terra dolorante.

Joker si guardò attorno e notò che c’era una folla si criminali intorno a lui, compresa sua figlia.

Lui la guardò negli occhi, ma lei non era spaventata, lui non sapeva cosa fare. Per un attimo tutto intorno a lui si bloccò, finché non arrivò qualcosa che lui non si sarebbe mai immaginato: un abbraccio.

Joker provò un emozione, che non aveva mai provato nel suo cuore. Si sentiva caldo, ma caldo dentro. Ora lui capiva cosa voleva dire “Ho bisogno di calore umano”. Lui chiuse gli occhi e si dimenticò della sua vita, pensò solo a quel momento, il momento che aspettava da tanti anni, forse anche troppi.
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Buona lettura a tutti!! Da Tizia scema.
 
 
Nello stesso momento…
 

Due Facce, puoi venire un attimo? – Chiese timidamente Ivy, come non faceva spesso.

Aspetta un attimo,  vediamo se il Joker uccide quel tizio, o rimane con la sua bambina – Rispose Due Facce ridacchiando.

Dai! Questa è una cosa urgente! – Esclamò spazientita Poison Ivy.

Ok. Cosa mi devi dire di tanto urgente? – Domandò girandosi verso di lei Due Facce.

Vieni qui! – Aggiunse Pamela mentre si allontanava dalla folla.

Ok, dai non tenermi sulle spine! – Disse poi l’uomo.

Pam appoggiò la bocco sul suo orecchio e gli sussurrò alcune parole che avrebbero potuto cambiare la sua vita.

Ho scoperto chi è nostra figlia! –

Chi è? – Chiese Due Facce allontanandosi dalla donna  e diventando serissimo.

Nostra figlia è la ragazza nuova! – Disse guardandolo negli occhi.

Ma quella non era la figlia di Joker! – Esclamò Due Facce facendo una smorfia.

No, nostra figlia è quella che va sempre in giro alla figlia del Joker! – Disse Pamela.

Ah! E dov’è ora? – Domandò l’uomo, guardandosi intorno.

Non lo so! Sta mattina aveva cercato di difendere Harley, e poi l’hanno portata nell’ufficio del capo e poi non l’ho più vista – Esclamò la Isley preoccupata come non mai.

Due Facce si innervosì velocemente. Anche lui come Ivy non sembrava che tenesse alla salute delle altre persone, ma lui tollerava che toccassero le persone che lui ama.

Con la coda degli occhi vide due guardie che si avvicinavano verso il Joker e subito gli corse incontro.
U
na guardia stava per tirare un pugno al Joker, ma Due Facce lo bloccò.

Joker si staccò da sua figlia e si girò con in mano il suo coltello.

Poi vide che Due Facce teneva bloccato la guardia che lo stava per colpire.

Sei stato tu ha fermare questo poliziotto? – Chiese il Joker guardandolo negli occhi.

Si, dammi il tuo coltello, per favore! – Esclamò Due Facce.

Perché dovrei farlo!?! – Esortò il Joker.

Ti prego, è per mia figlia, te lo giuro! – Disse tendendo la mano verso di lui, mentre con l’altra teneva il poliziotto e controllava l’altro.

Il Joker non sapeva cosa provava nel suo cuore, ma decise di passargli il coltello.

Due Facce si girò verso l’altra guardia e disse – Ora tu mi dici dov’è mia figlia, se no questo poliziotto farà una brutta fine! -.

Non lo so! – Rispose l’altro spaventato.

Due Facce stava per togliere la vita quella povera persona, ma arrivarono subito altre dieci guardie che riuscirono a dare la scossa a Due Facce e a placare l’ira degli altri .
 

Le guardie riportarono dentro tutti, tranne il Joker e Due Facce, che avevano bisogno di una bella lezione.
 

Dunque avete ferito e ucciso i miei agenti – Disse il direttore, che ad Harley era sempre stato antipatico.

Ho una motivazione più che buona, cioè che hanno fatto del male emotivamente a mia figlia – Esclamò il Joker con la sua aria da clown saputello.

Non le abbiamo fatto niente, è lei che si è messa a piangere – Rispose il direttore con tono serio.

A proposito, che fine ha fatto mia figlia! – Esortò alzandosi Due Facce.

Vuole veramente sapere dov’è sua figlia? – Chiese con un sorriso sotto i baffi il capo dell’Arkham Asylum.

Si! – Rispose l’uomo serio.

Tutta questa serietà mi sta facendo venire da vomitare! – Disse il Joker ridendo, interrompendo il silenzio tra gli altri due uomini.

Sta zitto! – Sussurrò Due Facce a bassa voce, mentre fissava il direttore di quell’orribile posto.

Mi segua pure! – Disse sempre con un sorrisino il direttore.

Joker e Due Facce seguirono l’uomo che li portò in una specie di piccolo stanzino.

Prima di aprire la porta il direttore di quel manicomio ordinò alle sue guardie più fidate di trattenere i due criminali.

Loro ubbidirono e l’uomo potette aprire la porta.

Due Facce appena vide sua figlia tento di liberarsi.

Lei era seduta su una seggiolina, le mani e i piedi erano legati ad essa, mentre la bocca era libera da qualsiasi tipo di tessuto.

Non potete trattarla così! Lei è solo una ragazzina! – Urlò subito Due Facce.

Subito il capo gli diede uno schiaffone, provocandogli una lieve ferita al naso, che gli fece uscire un po’ di sangue.

Noi possiamo, questo è un progetto che abbiamo richiesto al presidente degli Stati Uniti, ed è stato accettato dopo un giorno. Noi lo facciamo solo per il bene di

Gotham, non vogliamo che nascano altri criminali! – Disse serio lui.

Il Joker si rese conto che quella ragazzina era la migliore amica di sua figlia e pensò che se riusciva a liberarsi avrebbe potuto ridare il sorriso a sua figlia.

Lui tentò di liberarsi, ma appena si mosse lievemente, quel tizio dietro di lui gli diede la scossa, e si arrese. E detto tra lui e lui non aveva neanche voglia di far un bel gesto, infondo lui era sempre il solito perfido e malvagio Joker.
 
Due Facce si arrese dopo aver ricevuto ben quattro scosse.

Prima di richiudere lo stanzino Due Facce domandò – Ma quando libererete mia figlia? –

Molto probabilmente nella mattinata di dopodomani – Rispose lui con un sorriso sadico.

Cosa? E chi le darà da mangiare? – Chiese Due Facce talmente agitato che gli diedero un’altra scossa.

Nessuno, è questa la punizione, rimanere per due giorni senza cibo e acqua! – Rispose nuovamente lui.

Ma non puoi farlo! Lei è minorenne! Sai cosa sei, una grande merda! Tu ci provi piacere a far soffrire la gente! – Urlò Due Facce per poi ricevere altre due scosse.

Io provo piacere a veder soffrire le persone! Parli proprio tu che nello scorso attentato alla banca hai ucciso la mia unica figlia, che tra una settimana si sarebbe dovuta sposare! – Disse incazzato nero il direttore.

Io non ho fatto apposta, non sapevo che fosse tua figlia! – Urlò esasperato Due Facce, ricevendo un’altra scossa.

Si, ma non hai pensato che forse quella povera ragazza avesse una famiglia a cui voleva bene! – Esclamò il capo.

Due Facce stava per rispondere, ma non riuscì a fare in tempo, perché ormai, le guardi lo avevano portato via dal direttore e da sua figlia.
 

Due Facce non era preoccupato per il suo corpo dolorante per le scosse, ma era preoccupato per come darà la notizia a Poison Ivy, e soprattutto per la salute fisica ed emotiva di sua figlia.
 
 


Grazie per la lettura e ringrazio ary_cocca88 per la bellissima recinsione. Spero di riceverne altre! Ciao a tutti!
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


L’ora di stare all’aria aperta venne saltata sia dal Joker sia da Due Facce.
 

Due Facce non sapeva come dire a Poison Ivy in che stato era sua figlia, quindi si mise a fare delle prove a bassa voce.

Che c’è, sei impazzito del tutto anche te? Pensavo che eri solo un criminale, non che ti mettevi a parlare da solo – Chiese ridendo il Joker.

Smettila, lasciami in pace, è solo colpa di Harley se io sono in questa situazione e mia figlia morirà di fame e di sete! – Chiese arrabbiato l’uomo mentre si sdraiava sul letto della sua cella.

Non è colpa di Harley, se tua figlia l’ha difesa. E comunque non devi diventare un padre perfetto solo perché hai ritrovato tua figlia! – Esclamò il Joker offeso e divertito.

Senti chi parla, proprio quello che appena ha visto sua figlia l’ha abbracciata fregandosene di tutto ciò che c’era intorno, compresi i poliziotti! – Rispose incazzato Due Facce.

Joker non parlò per pochi secondi e poi disse a bassa voce – Comunque grazie per aver bloccato quel poliziotto! –

Prego – Rispose Due Facce, sempre a bassa voce.

Ora ti dico il motivo per cui parlo così. Sai, è da un po’ che ci penso, perché non ce ne andiamo da questo purgatorio, insieme alla nostre famiglie, ovviamente – Disse il

Joker ad un tono poco capibile.

Ok, io ci sto! Ma come facciamo ad evadere? – Chiese a bassa voce il criminale.

Lo so io un modo… - Si limitò a dire il Joker.
 

Nello stesso momento…



Ma perché non esce Due Facce? – Chiese sbuffando Ivy.

Hai visto che ti manca?!? – Disse sorridendo Harley.

Non è vero, solo che voglio sapere se ha scoperto qualcosa su mia figlia! – Rispose la Isley, sapendo che in parte era vero, ma in parte gli mancava il suo Due Facce.

Ok. Comunque non esce nemmeno il mio Mr.J! Perché? Chissà che cosa sta facendo? – Disse salterellando la Quinzel.

Non lo so e non mi interessa, di cosa sta facendo quel bastardo combina guai – Rispose seccamente Ivy.

Ehi! Non chiamare mio padre bastardo! – Disse subito Gaia bloccando la madre che stava per dire la stessa cosa.

Ok, scusa. Uffa, ora devo chiedere scusa a due persone! – Disse Ivy sbuffando.

Grazie, sei sempre molto gentile! – Disse scherzosamente Harley.

Grazie, lo so – Disse ancora scherzosamente Poison Ivy.

E’ ora di rientrare! – Disse un poliziotto ad alta voce, per poi vedere una scia di criminali che rientravano nell’orribile e tetro edificio.
 

La sera…
 


Che cosa c’è amico, perché non mangi il tuo panino? – Chiese, stranamente calmo il Joker.

Niente, sono solo preoccupato per la mia famiglia – Rispose, guardando il vuoto due Facce.

Cose c’è da preoccuparsi, tra poco ti daranno tua figlia – Disse disinvolto l’altro.

Ma sei scemo! Mia figlia verrà liberata dopodomani! Tu non puoi capire! – Disse lui scotendo il capo.

Almeno tu tua figlia l’hai tenuta per un paio di mesi, mentre la mia non l’ho neanche vista in faccia – Rispose quasi tristemente il Joker.

I due non parlavano. Loro erano stati sempre abbastanza amici, e, anche se non l’avrebbero mai confessato, avevano uno stima per l’altro e vice versa.

Poi, il Joker, sempre per rompere il silenzio si alzò dal suo letto e domandò – Se non vuoi cenare, mi dai il tuo panino? –

Certo, ma renditi conto di quello che passa mia figlia, mentre tu ti mangi due panini! – Disse lui arrabbiato.

Senti amico, non ti devi preoccupare, tua figlia tornerà, e potrai stare con lei – Disse con una tranquillità che anche le persone “mentalmente stabili” non avevano.

Si, lo so. Solo che sono nervosissimo e tesissimo!! – Rispose lui per poi mettersi sotto le coperte e dire – Buona notte –

Buona notte – Disse scherzosamente il Joker.
 

Il giorno dopo…
 


A pranzo permisero sia al Joker, sia a Due Facce di uscire.

Ciao papi! – Disse sorridendo Gaia.

Ciao tesoro! Sai che ti voglio fare un regalo? Ma non so se ti piacerà! – Disse ancora sorridendo il Joker.

Davvero? Che bello, infondo ai dodici compleanni da recuperare! Che cos’è? – Chiese lei incuriosita. Gaia era molto felice di vivere con persone che la capivano e che ragionavano come lei, forse era veramente pazza dalla nascita.

E’ del Gas Nova 6, ma tu non devi dire a nessuno che ce l’hai, e lo protrai usare solo una volta, e nei casi più estremi, capito? – Disse lui cercando di nascondere il Gas Nova 6.

Ok papà, è un regalo un po’ strano, ma, infondo, cosa mi potevo aspettare da un super criminale come te! – Disse lei sorridendo ancora.

Poi arrivò Harley, che disse – Ciao Puddin, come stai? –

Bene, prima che tu arrivassi – Rispose con un finto sorriso il Joker.

Wow! Anche un mio amico fa sempre questa battuta con me! – Disse subito Gaia, non rendendosi conto del suo errore.

Io so già chi è! E’ sicuramente Alex!! – Disse ridendo Harley.

Non è vero! – Disse la ragazza repentinamente.

Cosa? Tu sei già fidanzata? – Disse facendo una smorfia il Joker.

Non sono proprio fidanzata! Diciamo che dipende dai momenti! – Rispose a fatica Gaia.

Cosa vuol dire? – Chiese facendo un’altra smorfia.

Che alcuni giorni mi tratta bene e scherziamo, ma altri ha bisogno del suo spazio e altre mille cose… - Disse lei.

Comunque io non sono felice che tu sia felice, anche se questo ragazzo mi sta simpatico! – Disse il Joker facendo un sorrisino beffardo.


Nello stesso momento…
 


Ciao Due Facce! – Disse Ivy sorridendo.

Ah ciao! – Rispose agitato Due Facce.

Cosa c’è? Hai scoperto qualcosa su nostra figlia? – Chiese la donna incuriosita.

Ehm…A dir la verità…N…Si! – Rispose infine lui.

Cosa hai scoperto? – Disse lei avvicinandosi.

Bhè… A dir la verità… -  Due Facce tentò di mentire, ma alla fine disse la crudele verità – Lei è tenuta in uno stanzino e domani mattina sarà libera!

Ivy dilatò gli occhi in una maniera incredibile, e poi urlò – Cosa! Loro non possono farlo! –

Lo so, solo che non possiamo fare niente. Loro hanno attenuto il permesso. – Disse preoccupatissimo Due Facce.

Una voce interruppe le conversazioni di tutti – E’ ora di rientrare nelle vostre celle! –

Ivy, seguendo tutti, si incamminò. Solo che colpì il poliziotto di turno che aveva il compito di dire ai detenuti che dovevano rientrare.

Arrivarono subito delle guardie, che immobilizzarono Ivy, con sei scosse nel corpo.

Ivy scoppiò in un pianto disperato.

Harley rimase impressionata da Ivy, era la prima volta che l’aveva vista piangere nella sua vita.

Ivy non sapeva cosa provava, se era rabbia o tristezza, odio e dolore, o altre mille emozioni negative.

L’unica cosa che sapeva era che quella notte non avrebbe dormito e che il direttore dell’Arkham Asylum meritava la sua vendetta.
 
Mi scuso per aver reso Ivy e Joker un pò diversi dal loro vero temperamento, ma l'ha fatto per far si che la storia continuasse. Comunque grazie a chi legge questa fanfiction!!!!
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Il giorno dopo…
 

La mattina Rose fu riportata nella sua cella.
 
Forza! Cammina! Sei capace di stare in piedi! – Disse un poliziotto sgridando la giovane, che era senza forze.

Rose avrebbe voluto rispondergli, ma non riusciva più a muovere le labbra, che ormai, erano diventate quasi secche.

Appena buttarono Rose nella sua cella nessuno parlò, finché Ivy non si decise a dire -Tieni, prendi il mio panino! -.

Rose si buttò per terra tentano di prendere il panino, ma lo stesso poliziotto che l’aveva portata alla sua cella, arrivò prima di lei e raccolse il panino e buttandolo nella pattumiera.

Sei un bastardo! – Disse Harley - Come puoi non dare un po’ di cibo a una bambina! – Aggiunse ancora.

Stia zitta! Questa è un idea del capo! E’ una scelta molto giusta, almeno imparerà la lezione, e forse da grande non sarà come i suoi genitori! – Rispose lui, per poi tornare al suo posto.

Ivy, era nella cella accanto a Rose, quindi non riusciva a vederla molto bene, ma se la immaginava molto bene. Nella sua mente, sua figlia era stanca morta, anzi più morta che viva e desiderosa di acqua per nutrire il suo corpo.

Questa situazione ricordò ad Ivy le sue piante, che la maggior parte le aveva trovate in fin di vita. Erano quasi secche, ma lei le adottò e si prese cura di loro, come solo una madre sapeva fare. Per sua figlia avrebbe fatto lo stesso. Quindi da ora in poi, la sua priorità era stare vicino a sua figlia e proteggerla da quel mondo, che lei avrebbe sempre ritenuto ingiusto e crudele nei confronti nella maggior parte degli abitanti.
 

Mamma, secondo te, si riprenderà Rose? – Disse Gaia, guardano l’amica che si era riuscita ad adagiare sul letto.

Non ti preoccupare che tra un po’ si riprenderà completamente – Disse Harley con un tono di voce allegro come sempre.

Ma in realtà Harley sapeva che si sarebbe potuta riprendere fisicamente, ma secondo lei qualcosa era cambiato emotivamente.

Ci fu un silenzio che durò per molto tempo, quasi un’ ora. Persino Harley non aveva il coraggio di rompere il silenzio.

All’improvviso Rose si mise a gridare, come se avesse visto un mostro.

Si agitò talmente tanto che cadde dal letto e subito arrivarono due guardie e calmarla.

Bastò una scossa per farla calmare, ma Ivy colpì entrambe le guardie, ferendole a sangue.

Ognuno in quella stanza si sentiva in colpa, soprattutto Harley Quinn.

Harley vedendo Rose si mise a piangere.

Harley, perché piangi? – Domandò Ivy.

Perché è colpa mia se tua figlia è in quello stato! La cosa peggiore che mi potessero fare era darmi alcune scosse o degli schiaffi, mentre a lei hanno privato il nutrimento per i giorni precedenti – Rispose lei singhiozzando.

Non ti devi preoccupare! Te l’ho già detto che non è colpa tua! – Rispose Ivy seriamente.


All’ora di pranzo…
 


Rose appena vide il cibo era felicissima, ma non poteva dimostrarlo per la sua debolezza fisica.

Ecco a te, piccola! – Disse la cuoca rivolta a Rose..

La cuoca era una delle poche persone abbastanza amorevoli con le due ragazzine, quindi non esitò a darle una grande porzione di carne, che contiene molte proteine.

Grazie – Disse con fatica Rose.

Molte persone, ad esempio la cuoca, non potevano credere che una ragazzina così educata , potesse essere un’assassina.

Appena Rose si sedette insieme a Ivy, Harley e Gaia, arrivarono una schiera di criminali che le chiesero tutti – Come stai? –

A Rose scoppiava la testa nel sentire tutte quelle voci che le rimbombavano in testa.

BASTA!!!! – Gridò lei.

Tutti stessero zitti.

Sto bene – Disse tranquilla lei.

Poi vide sua madre le versava dell’acqua nel bicchiere e le brillarono gli occhi nel vedere tutta quell’acqua che tra poco sarebbe entrata nel suo corpo denutrito.

Mentre stava bevendo avidamente, arrivò un signore  strano.

Aveva la stessa divisa di tutti quanti, ma la sua faccia era divisa in due parti. Una parte era da persona normale e una era molto strana, come se la pelle fosse marcita.

Lei tolse il bicchiere dalla sua bocca e poi, lui le disse – Ciao, io sono Due Facce –

Ciao – Disse lei un po’ insicura.

Sai chi sono? – Domandò lui guardandola e facendo un piccolo sorriso.

Si, tu sei Due Facce – Disse scherzosamente la ragazza.

Si, è vero. Ma sai per te, io chi sono? – Chiese sempre sorridendo.

A Rose venne una mezza idea, che alla fine era quella giusta, ma decise di rispondere – No, che sei? –

Sono tuo padre – Esclamò Due Facce.

Entrambi non sapevano cosa fare, si guardavano negli occhi, non si abbracciarono, per loro il solo guardarsi era una dimostrazione di affetto.

Ma a un certo punto Rose abbracciò il padre.

Due Facce si rese conto dell’emozione che il Joker aveva provato quando sua figlia lo aveva abbracciato.

Ma l’abbraccio di Rose durò molto poco, perché arrivò il Joker che le disse - Prendi la mano di tuo padre seguimi –

Rose prese la mano di suo padre, che le diede una mascherina.

Poi il Joker lanciò il Gas Nova 6 che aveva fatto costudire a sua figlia e lo lanciò per terra, facendolo esplodere.

Il piano sembrava perfetto, il Joker aveva studiato tutto nei minimi particolari.

Ma purtroppo arrivarono un sacco di poliziotti con delle mascherina davanti alla bocca, e riuscirono a fermare i fuggitivi.
 

Ora a tutti loro gli aspettavano mesi e mesi di terapie con diversi psicologi nuovi, che avevano molta esperienza, ed erano pronti a curare tutti, dal primo all’ultimo.

Però c’erano anche i soliti psicologi, come la Dr.Leand, che Harley aveva sempre fatto finta di voler bene.
 

Ma per fortuna Joker e Due Facce si assunsero tutte le responsabilità, stranamente. E quindi, le due ragazzine non andarono incontro alla punizione che Rose aveva già subito.
Joker, poi capì, perché il suo piano non aveva funzionato.

Ora, la sicurezza era aumentata e quindi avevano piazzato telecamere dappertutto e avevano potuto sentire le loro conversazioni.
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Ora, ai pazienti più temuti dell’intera Gotham City aspettavano molte ore di psicoanalisi, per capire i loro problemi mentali, anche se nessuno era mai riuscito a capire le loro menti perverse.
 

Colloquio 1: Il Joker
 

Buon giorno signor Joker – Disse una dottoressa di all’incirca vent’anni, mentre tremava terrorizzata.

Buongiorno bambolina – Disse sorridendo, per poi aggiungere – Oh, mi scusi, ma non posso più trattare bene le mie dottoresse, l’ho promesso ad Harley! – Disse lui, sempre allegro e spudorato.

Allora, mi dica, come si sente? – Chiese la dottoressa, prendendo coraggio.

Come vuole che mi senta a stare in un manicomio, ovviamente benissimo – Disse il Joker con il suo solito tono scherzoso.

Ah, sono felice per lei – Disse lei, non capendo la battuta.

Cosa? Tu mi chiedi come mi sento e io ti dico che sto bene e tu pensi che ti abbia detto la verità? Secondo te come mi sento a stare qui? Io odio gli psicologi che non si mettono nei panni dei pazienti e che sono disumani!!!! – Gridò il Joker tentandosi di alzarsi dalla sedia, ma fu fermato subito da alcune guardie che monitoravano tutto.

Poi, portarono via il Joker che se ne andò via dicendo “Siete voi i pazzi! Io sono normale! Io sono quello che ogni persona vorrebbe essere! Siete tutti dei falliti e bugiardi.
 
Il cuore della dottoressa Stan batteva a mille e non sapeva più se accettare il caso o rifiutare e andarsene in un manicomi più “tranquillo”.

Visto che il colloquio 1 non era andato bene, fecero andare una dottoressa con più esperienza: La dottoressa Leand.
 

Colloquio 2: Harley Quinn
 

Buongiorno Harley Quinn – Disse la dottoressa sedendosi sulla sua sedia.

Ciao! – Esclamò allegra Harley.

Mi dia del lei, per favore – Esortò la Leand.

Dai! Io e te ci conosciamo da tempo! Solo perché io sono passata dalla parte “oscura”  non vuol dire che non ci siamo mai viste! – Rispose con un sorriso finale la Quinzel.

Va bene, parliamo un po’ di come hai passato i tuoi ultimi giorni – Disse sorridendo la psicologa.

In questi ultimi giorni le mie emozioni erano a mille, sono state triste, allegra, felice, malinconica, pensierosa, preoccupata, gioiosa… - Rispose Harley, finché la dottoressa non la interruppe.

Poi Harley disse – Se avessi una figlia capiresti… -

Non ti preoccupare tra un po’ di mesi ti capirò – Disse con un falso sorrisino la Leand.

Davvero? Sei incinta? Com’è il tuo fidanzato, o tuo marito? Perché non me l’hai detto prima? Non ti fidi di me? Che emozione, qualche volta lo puoi o la puoi portare qua?!? – Gridò entusiasta Harley.

Anche se mi piacerebbe tanto raccontarti tutto, ora non siamo qui per parlare di me e delle mie emozioni, ma dobbiamo parlare do te! – Esclamò severamente Harley.

Senti, io ero una psicologa, e so che è orribile ascoltare i problemi degli altri e non potersi sfogare! – Disse la donna, smettendo di sorridere.

La psicologa sapeva che Harley aveva ragione, ma nel suo cuore che se avrebbe fatto come Harley, sarebbe impazzita anche lei.

Signorina Harley, non siamo qui per questo. Ora mi dica come ha vissuto il riavvicinamento con sua figlia – Disse, ignorando ciò che pensava veramente.

Mi sento come se per 12 anni mi avessero tolto una costola e poi me l’hanno rimessa, ricucendo tutte le ferite. Ti do un consiglio, appena partorirai, prova a pensare se dopo due minuti venissero delle persone a portarti via tua figlia. Come ti sentiresti? – Domandò poi, quasi arrabbiata Harley Quinn.

Molto male – Rispose la Leand.

La donna sapeva molto bene quanto era ostinata Harley, e sapeva anche che riusciva a far uscire il suo lato debole, quello che dice “Anche te l’avresti fatto, lei ha ragione, non è lei la pazza,…”.

Tra le due ci fu il silenzio, ma poi la psichiatra di turno esclamò, alzandosi – Bene, per adesso abbiamo finito –

Così poco?!?!? – Disse felice Harley.

Si, la prima volta che facciamo una psicoanalisi dopo la fuga, dura sempre all’incirca dieci minuti – Rispose sorridendo la Leand.

Ai miei tempi non c’era questa regola… - Disse scherzando la Quinzel, mentre la riportarono nella sua cella.
 

Colloquio 3: Due Facce
 

Salve, io sono il dottor Mcgarty, e mi occupo di lei e di Poison Ivy – Disse sorridendo un uomo alto e magro che sembrava appena un ventenne.

Salve – Rispose cupo Due Facce.

Perché è triste? – Chiese l’uomo velocemente.

Non lo so, ma sono triste – Rispose con franchezza lui.

Ok, e mi dica perché voleva scappare? – Chiese lo psichiatra incuriosito.

Forse perché questo non è un bel posto dove stare! – Rispose innervosito Due Facce.

Perché non è un bel posto? – Domandò in seguito Mcgarty.

Perché non ci trattano bene, hanno maltrattato mia figlia, il cibo fa schifo, lo staff è penoso, i servizi fanno cagare, e altre cento cose che ora non le elenco, se no non finiremo più – Rispose il criminale, alzando sempre di più il tono della voce.

Ok, ora oltrepassiamo il tema di “Com’è questo manicomio criminale” e arriviamo al discorso “Che emozioni provo in questo manicomio criminale” – Propose tranquillamente lo psicologo, appena assunto.

Sa che cosa provo, io provo disgusto, schifo, preoccupazione, paura, ansia, stress. E tutte queste cose sono causate da questo posto, per cui questi due temi che lei ha diviso si uniscono e formano le mie emozioni – Rispose chiaramente Due Facce.

Per un attimo quel dottore pensò che forse era davvero quel posto che rendeva le persone pazze, ma subito si dimenticò della sua idea e disse – Non pensa che se è qui ci dev’essere un motivo! –

Si, ma tutta la mia carriera da criminale iniziò da uno sbaglio enorme, che non fu commesso da me – Rispose lui.

Allora mi racconti le sue origini! – Disse troppo allegramente il dottor Mcgarty.

No! – Disse seccamente il paziente.

Poi entrò la dottoressa che aveva assistito il Joker, e disse – Mi scusi, ma la prossima criminale è insistente ad entrare –

Va bene, con lui ho finito. La faccia entrare! – Disse lui, mentre indicava a Due Facce di andarsene pure.
 

Colloquio 4: Poison Ivy
 

Mi presento, sono il dottor Mcgarty, cosa c’è di tanto importante? – Chiese in fine l’uomo avvicinandosi alla donna.

Niente, solo che avevo sentito da fuori Due Facce, e quindi pensavo che non vedesse l’ora di uscire, e allora l’ho voluto aiutare – Disse lei facendosi indietro dalla vista dell’uomo.

Lei è una tipa che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, vero? – Domandò lo psichiatra.

Certo. Ora me ne posso andare? – Chiese la donna.

Non si preoccupi, la prima seduta dopo una tentata fuga dura sempre poco – Rispose lui sorridendo.

Tu sorridi un po’ troppo per i miei gusti – Disse repentinamente lei.

Allora cercherò di sorridere poco – Disse lui trattenendo il sorrisino.

Grazie – Rispose la Isley.

Sei felice di rivedere tua figlia? – Domandò lo psichiatra.

Ovvio, l’unica cosa che non mi è piaciuta è quando l’hanno rinchiusa in quell’orribile posto – Rispose cupa Ivy.

Lo so, anche per me non è stata una bella cosa, ma il capo ha deciso così – Disse comprendendo i sentimenti della sua paziente, e soprattutto di una madre.

I due non parlarono per un bel po’ di tempo, finché non era ora che Poison Ivy non se ne andasse.

Prima che si alzasse chiese al suo nuovo psicologo – Mia figlia chi ha come psicologo? –

Ha la Leand, lasciamo a lei, le due nuove piccole criminali, perché è quella che ha più esperienza tra noi – Rispose convinto lo psichiatra dell’Arkham Asylum.

 
Colloquio 5: Gaia
 

Ciao Gaia! – Disse allegramente la Leand, come nessuno avrebbe mai immaginato.

Ciao – Disse aperta Gaia.

Come va? – Chiese sempre sorridendo.

All’inizio stavo male, poi quando hanno tenuto Rose in quello stanzino mi sentivo depressa e triste. Poi sono stata felice ed emozionata nel vedere i miei genitori e conoscere la mia vera vita – Rispose lei sicura.

La Leand si bloccò nel vedere quanto Gaia assomigliasse a sua madre, ma poi si riprese e chiese – Molto bene, e sei sempre stata attaccata a Rose?

Si, lei era l’unica che mi guardava con occhi diversi. I miei amici mi odiano perché sono bionda, poi le persone mi evitavano sempre, molto probabilmente perché sapevano la mia vera storia. E Rose, era l’unica persona che andava oltre l’aspetto e mi guardava com’ero fatta dentro – Rispose Gaia ormai non più allegra.

Ok, e come ha reagito quando hai visto tuo padre? – Domandò la brava e comprensiva psicologa.

Io non pensavo che un criminale potesse reagire così, ma è stato bravo ad abbracciarmi e a fregarsene di quello che succedeva intorno a lui – Rispose Gaia sorridendo.

A ok, ora abbiamo finito! – Disse lei alzandosi.

Di già, è stato divertente! – Esclamò Gaia.

Non ti preoccupare che la prossima volta ci vedremo di più! – Disse la dottoressa accompagnandola fuori, per poi far entrare l’altra.
 

Colloquio 6: Rose
 

Ciao! – Disse sorridendo, come aveva fatto prima, la dottoressa Leand.

Ciao – Disse lei, senza emozioni.

Allora, ho già capito che tu sei molto diversa dalla mia precedente paziente – Esclamò la psicologa.

Si, io e lei siamo diverse, però andiamo molto d’accordo. Io l’ho sempre vista da sola, e un giorno decisi di parlarle e così mi resi conto di quanto fosse simpatica. – Si confessò Rose.

Si, me lo aveva già accennato Gaia prima, ora dimmi un po’ come hai affrontato il tuo arrivo qui? – Chiese la Leand con disinvoltura.

Abbastanza male, ho dovuto rinunciare ai miei sogni, ai miei amici, a tutto, però in compenso ho scoperto chi sono – Rispose prontamente Rose.

Perché quali sono i tuoi sogni infranti? – Chiese subito la psicologa.

Volevo fare la scienziata, ma ora per colpa di quella ho la vita rovinata! – Esclamò Rose arrabbiata e nervosa.

“Non so se sarebbe stata una buona idea far fare la scienziata alla figlia di Poison Ivy… Potrebbe succedere il finimondo”– Penso tra se e se la dottoressa.

Per colpa di chi? – Domandò dopo una decina di secondi la mora.

Per la figlia di Catwoman, e anche di Batgirl. Sono state loro ad inventarsi che gli davamo fastidio, avrebbero dovuto stare qui dentro fino alla nascita! – Sbraitò Rose, come se fosse un avvocato.

“Davvero?!? Questo cambierebbe molte cose…”- Penso la psichiatra.

Ma prima che potesse parlare, entrò un segretario del direttore dell’Arkham Asylum, che annunciò – Signora Leand, il direttore la vuole, è urgente –

Ok, arrivo subito! – Rispose seriamente lei, poi afferrò la sua piccola paziente e la accompagnò fino alla porta.
 

Il giorno dopo…
 

La giornata era passata normalmente, tutto si era calmato all’Arkham Asylum. Ma prima che potessero spegnere le luci, cioè prima che tutti si sarebbero addormentati, arrivò la dottoressa Leand, che disse – Dormite bene, che domani si va a scuola! – rivolta verso a Gaia e Rose.

Come!?!? Si va a scuola? – Domandò alzandosi dal letto Gaia.

Si, ci sono dei tizi, che testimoniano i diritti per i minori, e a quanto pare, andare a scuola è un vostro diritto, fino alle superiori! – Rispose la psichiatra.

A ok, - Rispose Rose, per poi vedere la Leand che se ne andava tranquillamente.
 
Rose e Gaia si riaddormentarono con la felicità nel sangue, anche se erano criminali erano emozionate all’idea di rivedere le loro prof e i loro amici, anche se da un lato erano tristi, perché sapevano che il parere su di loro era sicuramente cambiato.
 
 

Scusate se ci ho messo più del solito ad aggiornare, ma sono stata impegnata negli ultimi giorni… Comunque non so se ho fatto bene ad aggiungere anche la scuola. Perdonatemi, se dopo faccio un casino. Ciao e grazie da Tizia scema
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Buona lettura da Tizia scema! Non so se ho fatto bene ad aggiungere la scuola… Comunque, visto che io sono una grande rompi, vi prego sempre di recensire e di mandarmi un messaggio personale se mi volete dare un consiglio o se non vi piace qualche particolare! Grazie mille!!!

 

 

 

 

 

Gaia e Rose erano abituate ha svegliarsi presto, quindi non fecero fatica ad alzarsi e a prepararsi, ma Harley fece fatica a svegliarsi a quell’ora (lei era molto pigra e odiava svegliarsi di prima mattina), Ivy invece si svegliava spesso alle sei e mezza per annaffiare i suoi fiori, e osservarli con amore, mentre si giravano verso il sole, appena sorto.

 

Harley si era mai svegliata così presto, tranne per i bisogni del Joker o di Ivy, ma quella volta era diverso, era felice di vedere sua figlia che andava a scuola, e non toglierle la possibilità di studiare.

 

 

 

 

 

Giunte a scuola i prof e i compagni di classe stavano sempre lontani dalle due ragazze, ma Alex non si fece pregare, e corse subito dalla “sua donna” (così veniva chiamata Gaia da Alex).

 

Ciao Gaia! Com’è il manicomio? – Chiese con un sorriso .

 

Peggio di come lo descrivono, l’unica cosa orribile è quello che hanno fatto Rose e come trattano le persone quando vanno un po’ fuori testa.

 

David, che finora era rimasto in disparte, e si limitava ad origliare le conversazioni di Alex con le due ragazze, decise di intervenire nel discorso appena sentì la frase “Quello che hanno fatto a Rose”.

 

Che cosa ti hanno fatto? – Domandò interrompendo Alex.

 

Niente, mi hanno dato un paio di scosse, ma non è niente! – Rispose lei.

 

Non è vero! L’hanno rinchiusa in un ripostiglio senza acqua e senza cobo per tre giorni, e quando la fecero uscire faceva fatica a camminare! – Intervenne Gaia.

 

Stai zitta! – Disse alzando gli occhi la ragazzina seccata.

 

Davvero?!? Non possono farlo! – Disse Alex sconvolto.

 

Cosa c’è ora tieni a Rose?!? – Disse sorridendo David, che in realtà era abbastanza seccato dall’intervento di Alex.

 

NO! Io volevo dire che non posso tenerla dentro per tre giorni e basta, avrebbero dovuto tenerla dentro per sei giorni – Rispose con una risatina finale Alex.

 

Oh! Tu sei un vero bastardo! Sai che si può morire dopo tre giorni di disidratazione -  Urlò Gaia dando uno schiaffetto e allontanandosi da lui.

 

Ehi! Sai una cosa, tornatene nel tuo manicomio! – Disse fingendo di offendersi, Alex.

 

No, scusa. Dai, stai con me, che io ti posso vedere sola a scuola, dall’Arkham Asylum è impossibile evadere! – Disse ritornando vicino a Gaia.

 

Voi due mi fate pena! – Disse a bassa voce Rose.

 

No, la cosa più stana che è successa in questo ultimo periodo è stata che Gaia è riuscita a dire “disidratazione” correttamente al primo tentativo – Disse sorridendo David, mentre guardava Rose, che rideva piano, per non offendere la sua migliore amica. Poi David aggiunse – Chi te l’ha detto Rose? –

 

A dir la verità si, ma comunque neanche tu sei un genio! – Rispose Gaia, facendo una smorfia.

 

Drinn…Drinn…

 

Ok, ritorniamo dentro che la campanella è suonata! – Annunciò, di nuovo seria, Rose.

 

 

 

La mattinata passò normalmente, tutte le prof stavano lontane e non parlavano con le due ragazzine, e addirittura alcuni prof, ad esempio la prof di scienze si rifiutò di insegnare qualcosa inerente alla natura a Rose.

 

 

 

Rose ne soffrì molto, perché la sua prof di scienze era sempre stata gentile con lei, e non voleva che le cose cambiassero solo per le sue origini.

 

 

 

 

 

Tutto andò per il verso giusto fino all’ultima ora, ma poi…

 

 

 

Ehi, ma che cos’è? Una rana morta! – Chiese quell’antipatica di Kat.

 

No – Rispose Gaia, ascoltando l’amica, che prima di andare a scuola le aveva raccomandato, che se Kat o Patty si fossero comportate male con lei, doveva ignorarle.

 

Si contaci, continua pure a sperare di essere brava in disegno artistico.

 

Infatti, Gaia sapeva che il disegno artistico non era il suo forte, diversamente dal disegno tecnico.

 

Girati e lascala in pace! – Disse Rose, che si innervosiva solo a sentire il nome Kat o Patty.

 

Oh! Prima uccidete una persona e poi fate le vittime! Quanto mi fate pena! – Esclamò Patty, che sedeva vicino a Kat.

 

Era un po’ strano, perché Patty era la figlia di Batgirl, eppure era un’antipatica totale.

 

Uff… Ora mi avete davvero rotto! Ora lo dico alla prof! – Disse Kat, ma aspettò un attimo ad alzare la mano, perché voleva vedere la reazione di Gaia e di Rose.

 

Ma sia Rose sia Gaia non dissero niente, e poi Rose disse – Fai pure, tanto ormai ci hai già tolto tutte le occasioni che potevamo avere nella vita –

 

Kat, nel suo minuscolo cuore si sentiva felice perché era un po’ sadica nei confronti di Gaia e Rose, ma si sentiva un po’ in colpa per avergli rovinato la vita, quindi decise di non fare niente.

 

 

 

All’uscita…

 

 

 

Gaia e Rose uscirono in silenzio, ovviamente si misero dietro, insieme a Alex e a David.

 

Allora ci vediamo domani! – Disse Alex.

 

Si, ma ora dove andiamo? – Chiese Gaia guardando Rose.

 

Gaia, appena finì la frase, vide un furgone con su scritto “Arkham Asylum”, e quindi si rispose automaticamente nella sua testa.

 

Quando aprirono lo sportello del furgoncino c’erano anche Harley e Ivy, che fissavano le due ragazzine che salutavano altri due ragazzi, che a loro parere erano molto carini.

 

Ora abbiano scoperto chi sono i due fortunati! – Disse Harley emozionata.

 

Per lei si, ma a me non mi interessa David! – Rispose Rose.

 

Ah ok! – Disse Harley, mentre portava gli occhi al cielo.

 

Detto ciò le porte di quel mini furgone si chiusero, e portarono le quattro detenute nella loro accogliente e confortevole casa: Arkham Asylum!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


CIAO! Che bello, sono molto emozionata, sono riuscita ad arrivare al capitolo 10, non l’avrei mai immaginato!!  Comunque ora ringrazio tutte le persone iscritte e non iscritte che hanno seguito questa storia <3!!

 

 

Mentre erano sul furgone…

 

Tutto proseguì tranquillo fino a un certo punto, ma poi si senti uno scricchiolio e in seguito qualcosa andò a sbattere contro il furgone.

Ahia! – Gridarono tutti cadendo per terra.

 

Poi, le quattro donne sentirono due spari provenire dalla parte frontale del piccolo furgone, cioè dove guidavano due poliziotti di Arkham.

Al suono di quegli spari loro rimasero immobili, ma si dovettero girare di scatto verso la porta che teneva chiuso il furgoncino, perché qualcuno la stava aprendo.

Pam non era molto spaventata, perché lei era Poison Ivy, e non aveva paura di niente e di nessuno, quindi appena la porta si aprì tirò un calcio a quella povera persona.

Ahi! – Gridò Due Facce – Perché l’hai fatto? – Domandò in seguito.


Scusa, pensavo che fossi qualcun’altro – Rispose lei andando verso di lui.


Poi si udì un’altra voce, che esclamò – Sicuramente sperava che fossi io ad aprire la porta! –


Si, lo speravo tanto – Rispose lei che si innervosiva alla sola vista di un essere così stupido come il Joker.


Puddin!!! – Gridò Harley, per poi saltargli addosso.

Joker la afferrò, e con tono malinconico disse – Ciao, ma prima di andare nei nostri nascondigli, possiamo passare in un negozio di tappi per le orecchi? Non so se ce la farò a sopportare Harley! – Per poi appoggiarla a terra.

Ma non ho capito come fate a stare insieme?!? Una come Harley, che è bella, bionda, atletica, magra, era una psicologa, per cui intelligente come fa a stare con uno come il Joker? – Esortò lei.

Senti mocciosa i sono tutto quello che una donna desidera, e poi ho già tua madre che mi rompe sempre, e non voglio avere altre rompi scatole come lei – Rispose lui.


Va bene, ma io ho detto la verità… - Disse di sua risposta la junior Poison Ivy.


Dai, piantala di trattarlo male! – Disse Gaia, che finora si era limitata ad osservare.


Va bene, ma lo faccio solo per te! – Rispose Rose.

Joker nella sua testa era preoccupato, perché lui non aveva mai sopportato Poison Ivy, e adesso che ce né un’altra in miniatura, lui forse non avrebbe resistito nel toglierle la vita. Ma comunque non era questo che gli interessava, ma che sua figlia era molto legata a Rose, e non avrebbe mai voluto farla soffrire. Ma era anche triste, perché ora aveva un altro punto debole oltre ad Harley.


Due Facce fermò i dialoghi che si stavano svolgendo, per dire – Non è meglio che andiamo! –


Ha ragione! – Disse il Joker allontanandosi dai suoi pensieri.

Poi il Joker portò tutti alla sua macchina, che era riuscito a recuperare mentre le due donne stavano andando a prendere le loro figlie.

 

Stranamente non ci fu nessuna macchina della polizia che li inseguiva, quindi il Joker decise che si poteva accompagnare facilmente Due Facce e la sua famiglia a casa di Ivy.

Il viaggio fu tranquillo, fino a che non giunsero vicino alla “casa” di Poison Ivy. Lì si fece molta fatica a passare, perché, arrivati a un certo punto il terreno era pieno di piante e radici, che rendevano quasi impossibile il passaggio di quell’auto.

 

Sentite io vi lascio qui! Poi andate avanti a piedi! – Disse il Joker frenando di colpo la macchina.


Grazie molto gentile! – Esclamo la Isley.


Loro tre scesero dalla macchina, e andarono avanti per la loro strada, verso la casa di Ivy.

 

Giunti nel rifugio di Pam…

 


Rose vieni un attimo! – Gridò Poison Ivy.


Puoi aspettare un attimo!?! – Rispose lei.


No, è per il tuo bene, vieni immediatamente! – Gridò ancora più forte la donna.


Rose allora raggiunse sua madre, che la aspettava con in mano una siringa.


A cosa serve questa? – Chiese Rose indicando l’arnese che la madre aveva in mano.


Ti devo fare una piccola puntura! – Rispose lei, dolcemente.


Perché? – Domandò la ragazzina preoccupata.


Perché per stare in questo posto bisogna avere delle sostanze chimiche nel proprio sangue, se no dopo dieci minuti si muore – Rispose lei prendendogli il braccio.


Ok – Disse lei porgendole il braccio.


Pamela fece la puntura il più velocemente possibile, in modo tale che non facesse male a sua figlia.


Wow! Non ho sentito niente! Di solito ogni volta che faccio una puntura mi fanno sempre molto male – Esclamò felice lei.

 


Nell’accaglieria…

 


Ciao amori! La vostra mamma è tornata! – Disse lei, dando subito da mangiare alle sue iene.


Che cosa sono? due iene? – Chiese incredula Gaia.


Si!! – Rispose accarezzandole.


Forte! – Rispose Gaia entusiasta.


Ci fu un attimo di silenzio, ma poi il Joker, che era in un’altra stanza gridò – Io vado a farmi la doccia! Tu intanto mostrarle la sua stanza.


Ok! Puddin! – Rispose lei.


Arrivate nella sua stanza Gaia rimase senza parole, era meravigliosa.


Il pavimento era nero come la pece e le mura erano con lo sfondo nero  e dei simboli delle carte (fiori, picche, quadri, cuori) rossi come decorazione.


Poi c’era un letto viola scuro con vicino un tappeto verde, con di fronte un armadio vuoto.


Ma è bellissima! – Disse Gaia saltando in braccio alla madre.


Modestamente ci ho messo un po’ a dipingerla e a far tutto, ma è vero che alla fine è uscita proprio bene – Rispose fiera di se Harley Quinn.

Intanto il Joker era uscito dalla doccia con solo un asciugamano intorno alla vita, che scendeva fino a sotto il ginocchio.


Mostrale anche il suo costume! – Disse il Joker.


Ok - disse Harley, mentre cercava di spiare sotto l’asciugamano del suo Mr.J.

Gaia, quando vide il costume se ne innamorò.

Era molto moderno rispetto a quello dei genitori.

I pantaloni erano di pelle nera, e poi indossava una canotta color verde scuro, per il suo viso c’era un rossetto color rosso e una maschera viola per coprirle gli occhi.


Lo posso provare! – Esclamò Gaia prendendolo.


Non adesso, mia cara. Non ti preoccupare, che tra un paio di giorni lo indosserai, per il tuo primo debutto nel mondo del crimine – Rispose il Joker riprendendo il costume e rimettendolo a posto nell’apposita teca.


Ok – Disse lei tristemente.


Ad Harley spezzava il cuore vedere sua figlia essere triste, quindi decise di rovinare la sorpresa dicendole – Non ti preoccupare, ci sarà anche Rose con noi –


Davvero!?! Che bello!!! – Urlò lei.


Brava Harley hai rovinato la sorpresa – Disse il Joker.


Fa niente, l’ho fatto per una buona causa – Rispose lei con sicurezza.

 


Nello stesso momento…

 


Che bella che è la mia camera – Esclamò Rose, guardandola con stupore.


Le pareti si vedevano a mala pena, perché era tutte circondate da piante di qualsiasi tipo.


Il letto era verde chiaro con un cuscino grigio chiaro, e vicino al letto c’era un tappeto dello stesso colore del letto.


L’armadio era di legno, ed era si colore marrone scuro.


Allora aspetta di vedere il costume! – Esclamò Due Facce.


Detto ciò abbandonarono la stanza e si precipitarono a vedere il costume.

 
Anch’esso era meraviglioso.

I pantaloni erano verde bosco, con sopra una canotta si color verde scuro, per il suo viso c’era un rossetto color cenere e la maschera era metà militare metà di color cenere, come l’altra metà della faccia di suo padre.


Posso indossarlo? – Chiese lei guardando la madre.


No, lo indosserai tra poco tempo, quando faremo un ’attentato a una banca, e con noi ci sarà anche Gaia – Rispose prendendo il costume, Poison Ivy.


Ma perché glielo hai detto! – Disse Due Facce.


Perché, conoscendo Harley, glielo avrà già detto a sua figlia! – Rispose lei.


Probabile! – Disse Due Facce.

 


La sera…

 


Rose e Gaia andarono a letto presto, molto probabilmente per l’emozione e per la tensione di quando arriverà il giorno del loro debutto.

 

Joker fece una cosa che ad Harley non permetteva di fare da un sacco di anni.

Harley dormì abbracciata a lui tutta la notte, e quasi le sembrava che tutto questo fosse un bellissimo sogno che fosse destinato a finire presto.

 

Anche Due Facce e Ivy fecero una cosa strana: il niente.

Passarono la serata a vedere film, che a loro non interessavano, ma il solo stare a letto insieme a non fare niente li emozionava tantissimo. Ma alla fine si addormentarono verso l’una di notte, ovviamente abbracciati l’una sull’altro.

Quella fu una delle notti più rilassate e calme che ognuno di quegli individui aveva passato nella loro vita.

 

Ciao ancora e grazie! Please Recensite!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Due giorni dopo…

 

Tutti e sei si incontrarono davanti la banca di Gotham più ricca e famosa.

 

Era sera, quindi nessuno riuscì a notarli, anche se avevano aumentato la sicurezza, perché sapevano che prima o poi sarebbero arrivati.

 

Ok, voi due venite con me! – Disse Harley alle due ragazzine.


Ok, ma perché ci dividiamo? – Chiese Rose.


Perché noi tre che siamo le più piccoline ce ne andiamo per il condotto dell’aria condizionata, almeno abbiamo più probabilità di scappare – Rispose Harley a bassa voce.


Non è giusto che solo perché siamo piccole dobbiamo fare questa cosa che ci fa sembrare deboli e scarse! – Disse Rose.


Ascolta brutta bambina insolente, qui si fa come dico io! – Disse il Joker afferrandola per un braccio e tirandole un pizzicotto.


Ehi! Non trattare così mia figlia! – Disse Due Facce riprendendosela.


Pamela allora decise di intervenire.


Allora, ora a voi due vi facciamo fare questa cosa perché non avete esperienze per fare la vita da criminale, ma la prossima volta vi prometto che vi faremo fare un bel ruolo! – Disse Pam, portando a se sia Gaia sia Rose.


Rose e Gaia accettarono, e se ne andarono via con Harley.


Sei piuttosto brava con i bambini – Disse Joker a Pam.


Lo devo prendere come un complimento o un insulto? – Disse la donna sorridendo.


Non lo so, è uguale, scegli tu…- Disse il Joker, cercando di non ammettere che quello che le aveva appena fatto era in realtà un complimento.


Ah ok, grazie – Disse lei, mentre aspettava che il suo uomo scassinasse la porta.

 


Dentro alla Banca…

 


Erano riusciti a d arrivare davanti alla cassaforte che conteneva al suo interno tutti i risparmi di Gotham City.

 

Aspettate! – Disse il Joker fermando le ragazze che stavano per andare incontro alla cassaforte.


Poi, l’uomo tirò fuori dalla sua borsa una specie di telescopio, e poi annunciò – Questo bel giocattolo l’ho comprato al mercato nero, mi permette di vedere se ci sono delle trappole. E infatti, qui è pieno di trappole! Chi se la sente di andare? – Domandò infine.


! Io! Io! Io! – Esclamò Gaia.


Non so se è più conveniente far andare te o Harley? – Domandò ad alta voce il Joker a se stesso.


Fai andare Gaia! Lei riesce a vedere i video delle ginnaste professioniste su internet e ad imitarle alla perfezione! – Disse Rose.


Va bene, vediamo come te la cavi. Sicuramente avrai le mie capacità mentali e le capacità fisiche di tua madre! – Disse il Joker vantandosi.


Se ce l’hai delle capacità mentali! – Rispose Pamela ridendo.


Joker di sua risposta le fece la linguaccia.

 

Gaia guardò dentro quella sottospecie di telescopio, e fece alcune acrobazie che le permisero di arrivare alla cassaforte.


Brava tesoro! – Gridò Harley.


Grazie! – Disse lei facendo un inchino.


Ora scassinala con quell’apparecchio che ti ho messo dentro – Disse il Joker.


Ma come si fa? – Chiese lei.


Devi fare come quando ti ho insegnato a scassinare l’armadietto di Kat! – Rispose Rose.


Ah! E ma che numeri devo fare? – Chiese la ragazzina confusa.


Il numero è 10 11 13 12! – Disse il Joker.


Ah Ok ! Capito – Rispose Gaia.


Dopo pochissimo tempo avevano già disattivato tutto e stavano per caricare i soldi, ma quando sentirono la sirena della polizia a Rose venne un piano, che lei ritenette geniale.

 

 

La polizia rincorse l’auto del Joker a tutta velocità, finché non si fermò di sua spontanea volontà.


Mentre i poliziotti si avvicinavano velocemente all’auto, Harley lanciò una granata contro di loro, e poi scapparono via tutti correndo.


Ai poliziotti interessava molto prenderli, ma non ce l’avrebbero mai fatta a raggiungerli, considerando anche che le loro auto erano arrostite.


Però dopo un po’ si accorsero che dentro il baule dell’auto c’erano ancora le sacche di denaro, ma quando le aprirono tronarono solo un biglietto con su scritto: Non vi preoccupate per i soldi, ora sono già nelle nostre mani! Comunque non ringraziate ne il Joker, ne Harley Quinn, e neanche Due Facce o Poison Ivy. Questa volta è merito delle nostre figlie! Da ora in poi le dovrete chiare “
Red Rose” e “Gaia Joke”. Grazie a tutti.

P.S.= I soldi sono nella macchina di Poison Ivy, ma non la raggiungerete mai, perché voi, che siete molto svegli avete seguito me e non lei!

 

Letto ciò si accorsero che dentro c’erano altre piccole bombe, che esplodevano tra meno di tre secondi, e… BOOM!

 

 

 

Salve a tutti! Non so se i nomi vi piacciono tanto, per cui se volete darmi un consiglio sul nome d’arte, io lo accetto molto volentieri! Scusate se i nomi non sono molto belli, soprattutto il secondo! ;(

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


I criminali si raggrupparono tutti davanti all’accaglieria, per  dividersi il bottino a metà.

 

Ok, 12 sacche a me te 10 a te! – Disse il Joker porgendo alcune sacche nelle mani di Poison Ivy.

Scusa, ma perché a te 12 e a me 10?!? – Rispose lei, prendendosi alcune sacche in più.


Perché è grazie a mia figlia che siamo riusciti ad aprire la cassaforte! – Rispose lui tentando di riprendersi i soldi presi dalla donna.


Cosa centra, allora mia figlia ha avuto la brillante idea di farci tenere a noi i soldi, facendo in modo che tutto funzionasse senza problemi – Schernì lei, gesticolando.


Sai Due Facce, alcune volte penso che ci saremmo dovuti fidanzare noi due! – Disse Harley nell’orecchio di Due Facce, mentre assisteva alla scena.


Non penso, come sai, gli opposti si attraggono! – Rispose Due Facce con un sorrisino.


Stranamente, Harley e Due Facce sono sempre andati d’accordo, diversamente da Joker e Poison Ivy.


Comunque è meglio dividerli, prima che arrivi il proverbio succeda qualcosa di orribile! – Disse Harley.

 

Allora voi due piantatela! – Disse Harley, separando i loro sguardi di odio, che dicevano “Ora ti ammazzo!! E la faccio finita!!


Dai Joker! Non rompere come sempre! Facciamo 11 sacchi a voi e 11 a noi! – Disse Due Facce, proteggendo la fidanzata dal Joker, che le stava per saltare addosso insieme al suo coltello preferito.


Io non rompo! Io sono giusto! – Rispose il Joker, separando Gaia da Rose.


Poi aggiunse – Vero? –


Gaia, che era intenta a chiacchierare con Rose, non stava ascoltando i commenti dei genitori, quindi si limitò a dire un incerto – Si papi! –


Il Joker non si rese conto che sua figlia prima non stava ascoltando, quindi disse – Vedi, mia figlia è la migliore in assoluto! –


Nessuno parlò, ma poi intervenne Rose, che disse – Scusate, ma…


Ecco che arriva la rompi… - Disse il Joker.


Mia figlia non è una rompi! Continua pure – Tuonò Poison Ivy.


Grazie, comunque io penso che se litigate per quello che abbiamo fatto io e Gaia, dovremmo decidere noi a chi andranno quei soldi? – Disse tranquillamente Rose.


Non ho mai sentito un’idea più stupida e insensata! – Esclamò il Joker ringhiando.


Ma perché, infondo tua figlia è la migliore e farà anche la scelta migliore – Disse lei con un sorrisino uguale a quello che faceva la madre quando si sentiva la vincitrice.


A me va bene, mi sembra un’ottima idea! – Disse Harley.


Anche a me! A proposito, mi sembra che si stia avvicinando il compleanno del mio Alex, quindi potrem…


No! – Dissero in coro tutti quanti.


Va bene, lo sapevo che a nessuno sarebbe piaciuta la mia idea…Se no facciamo 11 a testa? – Disse Gaia illuminandosi.


Alleluia, ce l’hai fatta! Comunque io sono d’accordo! – Annunciò Rose.

       
        Anch’io! – Dissero in coro Harley, Pamela e Due Facce.


Il Joker per un po’ fece finta di niente, ma poi si accorse che lo guardavano tutti, e quindi si arrese e disse – Va bene, sia 11 sacche a me e 11 a te! – E poi guardò Pam, che gli fece lo stesso sorrisino che Rose le aveva fatto prima.

 

Poi ognuno ritornò alle rispettive case, con ben 11 sacche di denaro.


Gaia e Rose si chiesero perché i loro genitori rubavano quei soldi, perché tanto a loro non servivano a niente. Ma poi si ricordarono che i loro genitori erano maniaci o di piante, o di humour, o del loro partner, o da una moneta, quindi si risposero da sole, giungendo alla conclusione che lo facevano per divertimento, e anche perché loro erano sempre stati considerati male dalla società, allora si misero a fare l’unica cosa che loro potessero fare.

 


Nell’accaglieria…

 


Era all’incirca mezza notte, quando Gaia venne svegliata bruscamente dalla madre.

 

Cosa c’è mami? – Chiese Gaia ancora mezza addormentata.


Dobbiamo andarcene! – Rispose mentre accendeva la luce della camera della figlia.


Perché? – Domandò mentre si alzò piano.


Poi Gaia vide la faccia della madre, e rimase a bocca aperta dalla sua visione.


Aveva un occhi nero e il labbro sanguinante, che straripava ancora mille litri di sangue.


E’ successa una cosa, poi ti spiego – Disse Harley, prendendo i pochi vestiti che aveva rubato per la figlia e mettendoli in una borsa rossa.


E ora dove andiamo? – Chiese lei seguendo la madre che ormai era già quasi fuori dalla casa.


Da Pam, ma non ti preoccupare, dopo ti dico a tutti! – Disse Harley, riuscendo stento a correre.

 

Gaia non sapeva se ciò che stava vivendo era la vita reale o solo un brutto sogno, ma di una cosa era sicura: Quello era un incubo sia nella vita reale sia nei sogni.

 

 


Ciao! Non mi convince tanto questo capitolo. Ma la fine è abbastanza carina. Comunque più vado avanti più mi piace di meno, vorrei sapere il vostro parere, per favore (ve lo chiedo con le lacrime agli occhi).

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Dai vieni! Presto! – Disse Harley alla figlia.

Mamma, perché stiamo andando a piedi in mezzo la notte da sole? E perché il papà non è con noi? – Chiese incuriosita Gaia.

Perché… Devo dire una cosa importante a Pam, e Joker non mi ha dato il permesso. E comunque sto sanguinando perché sono caduta, mentre mi alzavo dal letto per svegliarti – Mentì spudoratamente lei.

A ok – Disse la figlia, non molto convinta delle parole della madre.


Dai, siamo quasi arrivate! Sbrigati! – Disse Harley, facendo una piccola corsetta, per far credere alla figlia di stare bene fisicamente e psicologicamente.

 


A casa di Pam…

 


Santo cielo, Harley! Cosa è successo!?!? Anzi, non parlare, ho già capito… - Esclamò Poison Ivy.

Si, poi ti racconto tutto… - Disse lei, mentre Ivy la prendeva sotto braccio e la portava nel bagno, dove di solito la aiutava a chiudere le ferite e a pulirla dal sangue che le aveva sporcato i vestiti e la sua pelle.


Gaia andò in camera di Rose, nella speranza di poter stare con qualcuno.


Rose… Rose… Rose… - Chiamò Gaia, mentre spingeva un pochino l’amica che dormiva ancora.


Che c’è? Ma chi è? Gaia, ma che ci fai qui?!? – Disse incredula l’amica.


Mia madre deva dire qualcosa ad Ivy, per cui siamo venute qui! – Disse lei, non credendo a ciò che diceva.


Cosa?!? Ti pare una cosa possibile, che qualcuno venga a casa della sua migliore amica alle due di notto, solo perché le deve dire qualcosa  di importante. Sicuramente c’è sotto qualcosa! – Disse Rose, mentre si alzava pigramente.


Si, ma mia madre non me ne vuole parlare! – Rispose lei.


Bhè… Allora andiamo giù a chiederglielo! – Disse Rose, prendendo la mano della amica e correndo al piano di sotto.

 

 

Dai entriamo! – Esclamò piano Gaia.


No, aspetta stanno parlando! Origliamo e basta, scopriremo più cose! – Disse Rose, fermando l’amica, che stava per entrare.


Ok, bella idea – Rispose Gaia, sorridendo.

 


Nel bagno…

 


Dai, raccontami cosa ti ha fatto il tuo amore! – Disse Ivy, mentre prendeva i cerotti in un armadio.


Niente, come al solito, è stata tutta colpa mia! – Rispose lei, con le lacrime agli occhi.


Non è assolutamente vero che è tutta colpa tua, anzi, è tutta colpa sua! – Disse Pamela dando un piccolo schiaffetto all’amica.


Perché gli ho dato un bacio, mentre sognava che lui era il re del mondo, e così facendo l’ho svegliato! – Disse Harley, piangendo ancora di più.


Solo per questo! Che bastardo che è! – Esclamò Poison Ivy, mentre puliva il sangue dalla guancia di Harl.


No, non solo per questo! Anche perché sono caduta sulla sua tazza del caffè, rovesciandola sulle sue mappe – Rispose timidamente Harley Quinn.


E non si è preoccupato se ti eri fatta male o altro… Io non so come un carina e brava come te, riesce a stare con un mostro come lui.


Dai! Non trattarlo male! N on è colpa sua! Anch’io mi sarei arrabbiata! – Disse lei, addirittura cercando di difenderlo.


Si, ma non così tanto, da picchiarlo e buttarlo per terra senza pietà! – Disse la donna mentre metteva a posto tutto il materiale utilizzato.


Dopo pochi secondi sentirono un’altra persona scoppiare in lacrime, era Gaia, che aveva origliato tutto, e aveva appreso dei problemi tra sua madre e suo padre.


Gaia non piangere! – Urlò Rose.


Anche se non sembrava, Rose era molto attaccata a Gaia, e avrebbe fatto tantissimo pur di vederla ridere.


Amore non piangere! Vedrai che passa tutto! – Disse Harley, prendendo la figlia, che se ne stava per andare via.


E’ assolutamente vero! Il Joker fa sempre così, ma non ti preoccupare, che grazie a te cambierà, e voi starete bene! – Disse dolcemente, come solo una madre sapeva fare, infondo lei era abituata a parlare con le sue piante, che trattava come delle figlie, già prima che arrivasse Rose.

Gaia, voleva tranquillizzarsi, ma non ce la faceva proprio. La sua mente diceva “Non piangere, tuo padre è fatto così, lo sanno tutti!”, ma il suo cuore diceva “Devi piangere, tuo padre non ti vuole, non ti ha mai voluto bene, e mai te ne vorrà, sei solo nata per uno sbaglio, era meglio se non nascevi…”, e mille altre cose che fecero in modo che smise di piangere solo dopo un ora.

 

Mamma, ma quando ti perdonerà il Joker? – Chiese Gaia singhiozzando.


Di solito gli passa dopo una settimana, ma poi dipende anche da quanto è grave il mio guaio. E non chiamarlo Joker, ma papà! – Rispose la donna.


Ma quindi è già successo diverse volte? – Domandò la ragazzina.


Diverse… Moltissimissime volte… Ormai un’altra delle mie abilità è quella di mettere bende e cerotti alle persone! – Esclamò Ivy sorridendo, riuscendo a far uscire una piccola risatina dalla bocca di Gaia.


Allora ce ne dovrò fare l’abitudine… - Disse tristemente Gaia.


Non ti preoccupare, da quando tu sei arrivata qualcosa è cambiato nel Joker! – Disse Harley, facendo un sorriso alla figlia.

 

Dopo di che, Gaia si asciugò le lacrime e poi Ivy annunciò – Io e d Harley dormiamo nel mio letto, perché Due Facce non c’è, è andato a prendere delle nuove sostanze, utili per l’intossicazione. Voi due dormite insieme? –


Si si! – Dissero insieme le due ragazze.

 

Gaia alla fine riuscì ad andare a letto senza piangere un’altra volta, ma quella notte, non riuscì a dormire.


Come al solito la sua mente le diceva di dormire, ma il suo cuore le diceva di continua re a piangere, e Harley e Pam le avevano solo mentito, solo per tranquillizzarla.

 

Non so se andare veloce è un bene ho un male, ma io ne approfitto, perché questo è un periodo in cui non ho molte cose da fare. Comunque grazie a chi segue questa storia, anche se penso che non sarete in tanti. Grazie ancora!

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


 

Dopo quattro giorni…

 

Gaia! Possiamo ritornare a casa! Il papà mi ha perdonato! – Disse Harley entrando nella porta della casa di Pam.


Yuppy! – Disse lei saltando in aria. Buttando a terra Rose che era insieme a lei sul divano.


Ehi! Ma sei scema? – Chiese la ragazzina, sbattendo la testa per terra.


Ma che domande sono?!? E? ovvio che sono scema! – Rispose lei con un sorrisino.


Ah! Scusa, ho fatto io la figura della scema, chiedendoti una cosa ovvia! – Esclamò Rose, stando al gioco.

 

Poi Gaia tornò nel discorso di prima, e disse – Che bello! Quando ritorniamo?!? –


Anche adesso! – Rispose Harley.


Ok, anche se mi dispiace andarmene di già! – Disse lei, guardando in fine la sua amichetta.


Non ti preoccupare, che domani pomeriggio faremo domani faremo un altro attentato a uno degli edifici più importanti di Gotham: “The Wayne Industry” – Disse Poison Ivy, immediatamente.


Bella! – Esclamò istintivamente Rose. Lei non amava termini stupidi, ma la maggior parte dei suoi ex compagni di classe dicevano sempre quella parole, nelle situazioni felici ed entusiasmanti.


Intanto Poison Ivy mandò una occhiata orribile nei confronti di Rose, appunto per il termine idiota ed infantile utilizzato dalla figlia.


Ok, allora ci vediamo domani – Esclamò Gaia, andando a prendere le sue cose nella camera di Rose.

 

La mattina dopo…

 

Dai mamma, ci voglio venire anch’io! Non sono malata! – Esclamò Rose, piagnucolando.


Ho detto di no, non puoi venire con 39,5 di febbre! E poi non piagnucolare, ti fa sembrare debole, anche se adesso lo sei fisicamente, ma mai spiritualmente! – Gridò Ivy.


Uffa, sarò l’unica persona a non venire! – Disse lei.


Ivy, ti suona il cellulare! – Gridò Due Facce, che era ritornato la sera prima.


A ok, me lo vado a prendere! – Disse lei correndo.

 

Pronto… - Disse Pamela curiosa.


Ciao Ivy, mia figlia non viene! Ha la febbre! Io vorrei che venisse, ma lei non ce la fa ad alzarsi, quindi è depressa perché si perderà tutto quanto – Disse Harley con un tono ne triste ne felice, ma abbastanza neutro.


Davvero?!? Anche mia figlia ha preso la febbre! Ma quindi tu vieni? – Domandò in fine la donna.


Non penso, poi anche il mio Puddin è felice se non vengo, almeno non combino casini… Tu ci vai? – Disse lei con un tono allegro, come la maggior parte delle volte.


Allora non vengo neanch’io! Non voglio stare da sola con quei due antipatici! – Esclamò Ivy senza problemi.


Guarda che ti ho sentito! – Disse Due Facce, mentre andava a vedere come stava sua figlia.


E allora… - Rispose la donna sorridendo.

 

Quindi vieni a casa mia? Almeno vediamo insieme quando arriva la notizia di un nuovo gigantesco colpo al notiziario di Gotham – Chiese Harley Quinn.


Ok, va bene, penso che Rose riesca ad alzarsi… Ci vediamo tra cinque minuti! – Disse Ivy, per poi attaccare.


Che maleducata! Non mi ha nemmeno detto ciao – Disse Harley con una piccola risatina finale.

 

Nello stesso momento…

 

Ho scoperto il prossimo colpo del Joker! – Disse il Cavaliere Oscuro, rivolto al commissario Gordon.


E dov’è? – Chiese l’uomo con la sua solita voce cupa.


Alla “The Wayne Industry” – Rispose l’uomo pipistrello.


Grazie! E intorno a che ora sarà? – Domandò il commissario della polizia.


Oggi pomeriggio, verso le tre! – Rispose Batman, per poi svanire.


Era molto raro che lui appariva di giorno, ma in questi casi importanti, doveva uscire alla luce del sole.

 

Nel pomeriggio…

 

Sicura che non volete niente da mangiare? – Chiese per la quarta volta Harley.


No – Dissero le due ragazze, anche se il loro sembrava di più un verso uscito dalla bocca, che non significava niente.


Allora siete veramente malate, voi che siete conosciute per essere delle mangione… - Disse Harley, per poi buttarsi sul divano, insieme alle due ragazzine e a Pamela Isley.


Dai accendi! Che vediamo Due Facce e quell’altro! – Disse Pamela, indicando a Harley il telecomando.


Lei accese la televisione, senza dire niente, anche se un po’ le bruciava, che Ivy avesse chiamato il suo Mr.J “quell’altro”, ma ormai ce ne aveva fatto l’abitudine.

 

La giornalista annunciò:

 

Grazie al commissario Gordon sono stati sconfitti alcuni dei criminali più pericolosi della città. Infatti, grazie all’aiuto del nostro Batman è stato possibile far evacuare l’edificio prima che arrivassero i criminali. La notizia più bella, è che non torneranno mai più! Il commissario Gordon, ha piantato una bomba, all’insaputa di Batman, che non avrebbe mai acconsentito a questa idea, facendo in modo che l’edificio esplodesse, e con esso anche i due criminali. D'altronde, le uniche persone che rimpiangeranno Joker e Due Facce sono le loro fidanzate e le loro figlie, e forse anche qualche altro criminale.

 


In quel momento tutte e quattro si sentirono cadere il mondo addosso, era come essere sommersi da mille litri di acqua e non riuscire più a riemergere per prendere acqua.

 

Ognuna di loro scoppiò in un piccolo pianto interiore, e nelle loro menti volava lo stesso pensiero “Il commissario Gordon deve morire, e non sarà il solo…”

 

 

 

 

 

Ecco l’ultimo capitolo, ora ho finito con questa serie di fan fiction. Ora inizierò un’altra fan fiction, però la dedicherò maggiormente a Poison Ivy, che io amo molto, anche se non penso che ci siano moltissimi fan di lei. Ma comunque ringrazio che ha letto le mie fan fiction, in particolare ary_cocca88! Ciao e grazie a tutti! Siete i migliori <3 <3

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Salve di nuovo a tutti quanti! Farò ancora un po’ di capitoli, perché mi dispiaceva far morire il Joker e Due Facce… Quindi godetevi i capitoli finali.

 

Le quattro donne non sapevano più cosa fare.


Erano letteralmente disperate, non avrebbero mai pensato che Joker e Due Facce sarebbero potuti morire così!

 


Per dieci minuti abbondanti non parlarono e sembrava quasi che non respirassero più.


A un certo punto Harley reagì, spegnendo la televisione, proprio mentre facevano vedere i cadaveri dei loro due fidanzati.


Si guardarono negli occhi a vicenda, che ormai straripavano di lacrime.


Pamela vide le due ragazzine piangere disperate, e decise di abbracciarle.


Non piangete piccole – Disse a malincuore Harley Quinn. Che si gettò pure lei nelle braccia delle mini criminali.

 


La notte…

 


Alla fine Harley e Gaia andarono a casa di Pam per rimanere insieme in questo momento difficile.

 

I pensieri di Gaia erano mille e più, ma si assomigliavano tutti, e tutti le rimbombavano nella testa, come se volessero farla scoppiare.

 

“Perché non sei andata? Potresti essere stata uccisa anche te con tuo padre! Sarebbe stato meglio! Non è giusto, perché proprio adesso, che avevi trovato tuo padre! Proprio ora, che andava tutto bene, ora che avevi capito chi eri, com’era la tua strada, cosa essere e cosa diventare…”

 

Anche Rose, era sconvolta da questa orribile notizia, e i suoi pensieri erano simili a quelli di Gaia.

 

“Non può essere vero, ti prego Rose, svegliati! Fai che tutto questo sia un brutto sogno, e che ora arrivi tuo padre a dirti – Buon giorno amore, svegliati, che oggi hai dormito più del solito! -. Rose tentava di reprimere il suo desiderio di piangere per la terza volta oggi, anche perché Harley diceva che la cosa migliore da fare è ridere, ma anche scoppiare in un pianto liberatorio che ti sfoga profondamente. Ma decise di non disturbare Gaia, che molto probabilmente stava anche lei trattenendo le lacrime”.

 

 

Nell’altra camera anche le due criminali non riuscivano a dormire.

 

Anche ad Harley volavano cento mila pensieri per la testa.

 

“Dovevi andarci, almeno saresti morta con lui, avresti fatto la sua stessa fine, avresti avuto quell’onore! Sei una stupide, stupida, scema, scema… Ora come farai a vivere senza il tuo Puddin, non ne vale neanche la pena…Anzi, si, ce mia figlia, lei si che ha bisogno di un supporto emotivo che la sostenga, e che la aiuti a sopportare questo momento. Da ora in poi dovrò essere una madre migliore!”

 

Dall’altra parte del letto c’era anche Poison Ivy, che era prima volta che aveva pianto per un uomo.

 

“Non pensarci…Ti aveva solo sempre aiutata, rispettata,…Amata. Era stata l’unica persona a volerle bene veramente, a parte Harley, Rose e Gaia. Perché piangi? Sei così stupida! Ma d’altronde lui ti amava e tu…Lo amavi più di qualsiasi cosa…

 

Pamela bloccò per un secondo i suoi pensieri, perché senti la finestra della sua camera aprirsi.


La donna non aveva  nessuna intenzione di alzarsi, tanto ormai le cose più importanti per lei erano Rose, Harley, Gaia e le sue piante.

 


Poi vide due uomini avvicinarsi al letto, e subito lei tirò un calcio potentissimo al primo, che si stava avvicinando troppo a lei.

 

L’uomo disse – Amore, ma perché ogni volta che ci vediamo mi tiri un calcio! –


Ivy, per un attimo non ci voleva credere. Le sembrava tutto un magnifico sogno destinato a finire.


Ma poi vide Harley che abbracciava l’uomo che stava dietro a Due Facce, e decise di essere felice almeno in questo sogno.


Ivy si alzò e corse nelle braccia del suo uomo, piangendo.

 


Che c’è Ivy?, tu non piangi mai! Perché dovresti piangere proprio ora! Ora che sono tornato apposta per te! – Domandò lui ricambiando l’abbraccio.


Pamela piangeva di felicità, non poteva credere che una persona le volesse così bene.


Piango di felicità! – Rispose lei, tentando di dargli un piccolo bacio, ma poi si ricordò che così l’avrebbe ucciso veramente.

 


Anche il Joker era piuttosto “affettuoso” nei confronti di Harley.


Ciao Puddin, ti sono mancata. Sai, io ho pianto sei volte oggi! – Disse lei non riuscendo a smettere di sorridere.


Poco, tanto io sapevo già che ti avrei rivisto… Comunque mi spettano due baci da te! E questi baci io non li voglio, ma lo faccio solo per renderti felice! – Rispose l’uomo prendendole il viso e baciandola.

 

Nel frattempo anche le due ragazze sentirono delle voci arrivare dalla camera delle loro madri, e decisero di alzarsi ed andare a controllare che cosa stava succedendo.


Aprirono la porta delle camera e videro i loro rispettivi genitori mentre si abbracciavano e parlavano.


Allora anche loro si unirono all’abbraccio, saltando in braccio ai propri genitori.

 

Il Joker infine annunciò – Sapete qual’ è l’importante bambine? Che ora Batman morirà e che noi tutti vivremo PAZZI E DEMENTI!!!

 

Scusate ancora per il triste finale di prima, ma ora l’ho sistemato. Io odio i finali tristi!

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