Song of Jay

di Red Eagle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New life ***
Capitolo 2: *** It was our day ***
Capitolo 3: *** Durerà ancora questa PACE? ***
Capitolo 4: *** Segreti ***
Capitolo 5: *** Ancora ***



Capitolo 1
*** New life ***


La luce del sole penetra dalla finestra arrivando ai miei occhi. Il mio corpo inizia a svegliarsi:sento la brezza mattutina accarezzarmi la pelle, ascolto il canto degli uccelli e piano piano i miei occhi si aprono. Rimango per un pò nel letto, quando scopro che Peeta non c'è. È in quel momento che un odore dolce, leggero, non nuovo, penetra nelle mie narici; lo riconosco subito: questo è l'odore del pane appena sfornato che in pochi secondi ha riempito la stanza. Decido di alzarmi e di seguire quel magico odore, ritrovandomi in cucina davanti una figura maschile, muscolosa, dai capelli color oro, con un grembiule intenta a tirar fuori dal forno le sue preziose pagnotte. "Buongiorno dolcezza, dormito bene?" mi chiede. Annuisco e sbadiglio "Ti sei alzata appena in tempo per le mie pagnotte. Su siediti e facciamo colazione" " Peeta, sai bene che alle tue pagnotte non rinuncerei neanche per tutto l'oro del mondo" ironizzo un pò. "Quindi tu preferisci le mie pagnotte a me" dice con un'aria di sfida e mi da un bacio. "mm..baciano meglio le pagnotte" dico ridacchiando. La mia risata però viene interrotta da un pezzo imburrato di pane che ha raggiunto la mia faccia. "Peeta.." "È tutta per te Katniss" ridacchia Peeta uscendo dalla cucina, ma di colpo si ferma e arrossisce "Ehm..Katniss, sbrigati a prepararti...ho una sorpresa per te." Annuisco mentre lo vede uscire dalla stanza. Una sorpresa? Chissà cosa avrà in mente questa volta. Sono passati due anni da quando la ribellione dei distretti si è conclusa. Quella tragica ribellione. Cinna,Finnick, mia sorella Prim e tanti altri volti cominciano ad annebbiarmi la mente e a riempire i miei occhi di lacrime. Non posso farci niente, è più forte di me, comincio a piangere come una bambina di cinque anni che ha perso il suo palloncino."Prim, sorellina mia, ricordati di mettere dentro la codina" inizio a pensare. Ma le lacrime non sono in grado di farla tornare in vita, quindi mi alzo in piedi, mi do un paio di schiaffetti sulle guance e decido che è ora di prepararsi.


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Questo è il primo capitolo...scusate per la lunghezza,  ma vogliamo tenervi un pò sulle spine (avete la libertà di odiarci!  :3). Il secondo capitolo è in " Work in progress", voi nel frattempo recensite suu! -D&A /span>

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Capitolo 2
*** It was our day ***


Apro l'armadio nervosamente in cerca di qualcosa da mettere e alla fine decido di indossare una t-shirt verde nuova, con ancora l'etichetta attaccata, un pò larga, pantaloni neri e scarponi. Dopo essermi vestita vado verso lo specchio e vedo riflessa la mia immagine nel vetro. "Eccola lì, Katniss la ragazza in fiamme" ricordo questa frase come se l'avessi ascoltata ieri, ma i miei pensieri vengono bloccati dalla voce di Peeta che mi invita a muovermi. Subito raccolgo i miei capelli in quella che è la mia solita treccia, prendo la giacca in pelle di mio padre, saluto Ranuncolo, che ovviamente mi soffia contro e corro da Peeta -ce l'hai fatta finalmente!- dice con aria stanca -scusami, mi ero fermata a pensare- -capita anche a me Katniss- dice tristemente -non ho dimenticato- aggiunge poi. Restiamo in silenzio per un pò fino a quando Peeta non rompe il ghiaccio -prima della mia sorpresa,ho intenzione di salutare Haymitch...ti va?- Annuisco e tento di capire perché alla parola "sorpresa" il suo viso si colora di rosso. Ci vogliono solo pochi minuti per arrivare davanti a quella che dovrebbe essere la casa di Haymitch. In realtà è cambiata molto in questi anni, forse in meglio o forse in peggio, ma sta di fatto che una volta entrati si sente subito quell’orribile odore di alcool e vestiti accumulati chissà da quanto tempo. Sembra proprio questa la sua abitazione ideale, o almeno il suo modo di vivere preferito: non muovere un solo dito finchè o io o Peeta lo minacciamo di togliergli le bottiglie di alcool; eppure nemmeno così siamo riusciti a ottenere qualcosa, infatti l’unico sforzo che ha fatto è stato quello di aprire una finestra. La porta di entrata è chiusa a chiave, così entriamo dal retro. Aspettandomi di trovare il solito Haymitch ubriaco, addormentato sul tavolo con il suo coltello in mano, mi guardo attorno: sembra che non ci sia forma di vita da decenni, invece lui era lì perennemente. Ecco su cosa mi sbaglio. Haymitch non c’è, come non c’è traccia di bottiglie di alcool su e sotto il tavolo; il cumulo di vestiti, per quanto possa essere alto, non è sparso lungo tutta la stanza e manca anche il suo abituale coltellino. Poi noto qualcosa, sono stati spostati diversi mobili come per rendere più gradevole l’aspetto della casa, ma solo di una parte. Quando sono sul punto di arrivare alla conclusione, Peeta mi precede dicendo –C’è solo una persona e un motivo per il quale la casa sia in questo stato.- Annuisco. –Cosa facciamo?- Come risposta Peeta mi prende per mano e inizia a portarmi verso il mio posto preferito: stiamo andando verso il prato. Non sembra spaventato. Per lui questa deve essere una giornata che nessuno può rovinare. Peeta mi trascina veloce come se nessuno e niente potesse fermarlo e in pochi minuti siamo arrivatati alle "porte" del bosco dove tempo fa, si trovava una rete, alquanto malandata e quasi mai attraversata dalla corrente elettrica, ora c'è soltanto un pò di terra sulla quale sono spuntati i primi germogli primaverili. Prima di entrare in quel luogo tranquillo, Peeta si gira verso di me, notando la mia faccia preoccupata. - Dai Katniss...Haymitch è in buone mani ora! Vedrai che al suo ritorno lo vedremo più vivo che mai. Te lo posso assicurare!- cerca di calmarmi - E ora...ti va di sapere in cosa consiste la ...mia sorpresa?- Rieccolo lì...quel rossore. Accenno un sorrisino che lui accetta come un "si" e aggiunge - bene...ma prima devi chiudere gli occhi. Fidati di me, non ti farò cadere-. Obbedisco. Peeta poggia le sue mani sui miei fianchi e cominci a guidarmi sussurandomi le indicazioni. Questo è uno dei momenti più romantici passati con lui e ammetto che ho cominciato a sentire i vasi sanguigni delle guance dilatarsi, e a sudare. Dopo, credo, una ventina di minuti, Peeta si ferma e mi sussurra che siamo arrivati. Piano piano apro gli occhi e...BOOM..mille emozioni, mille ricordi mi annebbiano la mente.. Mio padre, Twill, Bonnie, la scoperta del distretto 13, la mia infanzia. Diversi brividi percorrono la mia schiena. Davanti ai miei occhi il Lago e vicino ad esso la piccola casetta abbandonata ormai ricoperta di edera. Quasi mi escono le lacrime dagli occhi, ma riesco a trattenermi. -Pensavo..che..bhè..questo sia il posto perfetto..per..- balbetta Peeta colorandosi di nuovo di rosso. - per far che? Peeta?- chiedo incuriosita. Lui sospira, non capisco. Poi lo vedo inginocchiarsi davanti a me. I nostri sguardi si incrociano. I nostri cuori stanno per esplodere. -Katniss...io..- viene interrotto da una musica bassa, no meglio, un ammasso di note che non mi è nuovo e che non si sente molto bene.Mi fa gelare il sangue. Non è possibile. Queste sono le note che...che..appartengono all'inno di Capitol. Spero di aver sentito male, ma poi mi accorgo che anche Peeta lo ha riconosciuto. 


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SPAZIO AUTRICI:
Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto! Aspettiamo le vostre recensioni con i vostri consigli :3
-D&A

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Capitolo 3
*** Durerà ancora questa PACE? ***


Senza dire una sola parola Peeta si alza, il rossore sulla sua faccia è svanito. Ora non ho tempo per pensare a quell’istante, a quando lui si è inginocchiato davanti a me. Ora ho solo il tempo per scappare, perché un hovercraft ci sta passando sopra la testa atterrando quasi vicino a noi. Non riceviamo visite da Capitol City da molto tempo, ma quella sensazione di terrore non è mai svanita. Ci nascondiamo dietro un albero, e un secondo dopo la porta dell’hovercraft si apre. Scendono giù per la scaletta figure maschili, vestiti con un’uniforme bianca. Saranno sicuramente i pacificatori, non sono stati ancora eliminati dalla fine dei giochi, e la cosa è strana, ma non hanno più l’autorità di torturare. Dopo di loro scende una donna dall'età incerta per il troppo trucco di Capitol City con una parrucca azzurra che presenta delle sfumature color ghiaccio. Indossa un corpetto aderente color oceano, che dalla vita in poi si allarga in una gonna a balze, dello stesso colore del corpetto, che si ferma sulle ginocchia e ai piedi ci sono tacchi alti circa 10 cm. Quella donna è Effie. No, non è possibile. Che ci fa lei qui, in aggiunta in un bosco, seguita da pacificatori alti un metro e ottanta. Il mio cuore ha accellerato il suo battito e un brutto presentimento ha invaso il mio corpo. Cerco di seguire il gruppo con gli occhi, sperando che i pacificatori fossero finiti, ma dalla scaletta scende un uomo di mia conoscenza, diverso dal solito. -Katniss, hai visto? - Dò una gomitata a Peeta per zittirlo o ci avrebbero scoperto. Comunque si, avevo visto, avevo visto bene. L'uomo sceso qualche secondo fa dalla scaletta era Haymitch. Ma che ci fanno qui? Certamente non per una faccenda positiva. I miei pensieri vengono fermati dal rumore dell'hovercraft intento ad andarsene e dall'accento capitolese di Effie:-Ragazzi, la città è da questa parte. Seguitemi!- -No, Effie, è di qua- la corregge Haymitch. Riesco a trattenere una risatina, sono davvero comici insieme. Alla fine ascoltano Haymitch, che aveva ragione, e si dirigono verso il Giacimento. Decidiamo di seguirli solo dopo esserci distanziati. Vanno verso la città attraverso il bosco. Non capisco.Perché non atterrare in piazza e fare il loro annuncio. Siamo tutti in pace o mi sbaglio. PACE. Mi si gela il sangue al solo pensiero. Siamo veramente tutti in pace? I distretti e Capitol la manterranno per sempre? O forse qualcosa ha scosso quest'ambizione? Non riesco a capire. L'unica cosa che posso fare è sperare in qualcosa non troppo preoccupante. Dopo qualche metro arriviamo davanti a una casa abbandonata, è più grande di quella dove abitavo io al Giacimento, ma ha l’aria di essere deserta da un paio d’anni. Peeta mi sussurra –Cosa facciamo?- -Non lo so,continueremo a seguirli, credo.- rispondo, ma non so nemmeno io se sia ciò che voglio veramente. Insomma, dopo anni e anni di guerra non so se voglio davvero sapere cosa ci sia lì dentro. Haymitch estrae dalla tasca una chiave, si avvicina alla porta per aprirla, quando Peeta schiaccia un rametto con il piede. Gli mando un’occhiata cruciale, ma lui mi chiede perdono con uno sguardo pentito, e fa bene a esserlo, perché potrebbero averci scoperti. Haymitch l’ha sentito e inizia a guardarsi intorno, anche se mi da l’impressione che sappia già dove e chi siamo. Porge la chiave a Effie e si avvicina verso di noi. Mi ero dimenticata che anche lui è un vincitore e per quanto sia stato danneggiato dagli anni e dall’alcool, riesce a trovarci.

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SPAZIO AUTRICI:
Mi scuso per il ritardo, ma ho avuto molti impegni. Spero che vi piaccia. A presto!
-D&A

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Capitolo 4
*** Segreti ***


Forse il terrore di quel momento o il fatto che io non mi possa fidare quasi di nessuno, mi ha spinto a credere che Haymitch ci avrebbe fatto uscire allo scoperto e rimproverato con una delle sue ramanzine che arrivavano sempre al momento sbagliato. Invece lui si limita a inviarci un’occhiataccia, si riunisce al gruppo e entrano nella casa abbandonata. Stavo per rinunciare a ogni mia speranza di entrarci, quando Peeta mi tocca il braccio e indica la porta. In un primo momento non riesco a capire l’avvertimento, ma poi noto una fessura Se entriamo potrebbero vederci, così decidiamo di avvicinarci alla porta e restare ad ascoltare in silenzio. ‘Silenzio’ si fa per dire perché non farsi sentire non è mai stata l’arma segreta di Peeta, ma per fortuna non ci nota nessuno. Sento le voci di Effie e di Haymitch, ma non riesco a riconoscerne altre. Le parole sono confuse perché dette una sopra l’altra, poi Haymitch zittisce tutti con un pugno sul tavolo. Scopro che due dei pacificatori si chiamano Henry e Robert. Ora il discorso è più chiaro, parlano di certi problemi a Capitol City. -Quindi non è cambiato niente?- dice Haymitch. –No, qualcosa si.- continua Henry. Sono davvero confusa. Cosa non è cambiato? -Quello non è un grande cambiamento. E’ peggio di prima!- lo rimprovera Haymitch. Ora inizia a parlare Effie –Cosa faremo adesso? Come faremo l’annuncio? Dobbiamo essere organizzati!- dice. Mi piace Effie per la sua ingenuità, ma certe volte mi preoccupo un po’, nel senso che se qualcosa è cambiato, o meglio non è cambiato, non dovrebbe pensare all’essere organizzati per fare un annuncio o preoccuparsi per la puntualità. -Questo non è il momento per essere organizzati, Effie.- Commenta Haymitch. –Plutarch è morto. Non è una bella notizia.- Una volta, quando avevo 10 anni, mi arrampicai su un albero e caddi. Quando toccai il suolo non riuscii a muovermi, era come se il mondo andasse avanti, ma senza di me. Ecco come mi sento adesso. Non riesco a reggermi sulle gambe e per sbaglio inciampo cadendo all’indietro. So già che nel momento in cui cadrò a terra ogni nostro tentativo di origliare svanirà. Ma per fortuna Peeta mi afferra in tempo. Intanto dalla casa non escono più voci, così ci inginocchiamo. Vedo negli occhi di Peeta lo stesso terrore dell’arena, delle notti passate insieme agli incubi. Non parliamo, ma come se niente fosse Robert riprende il discorso. -Dobbiamo fare in modo che i distretti non si ribellino a Capitol City dopo la conoscenza di questo avvenimento spiacevole. Sarà difficile, ma dobbiamo riuscire a farli seguire il nostro piano- Di quale piano stanno parlando? Più ascolto e più mi viene la voglia di sapere e il terrore di ascoltare ancora. -Bene allora è deciso, faremo in questo modo- squilla Effie -Ma ora è bene andare. Avranno finito di montare il palco e questa notizia non può aspettare. Il tempo è prezioso! Su andiamo! - conclude. -Voi andate. Vi raggiungo tra qualche minuto- interviene Haymitch provocando smorfie di rabbia sulle facce dei presenti. Come al solito Effie cerca di aggiustare la situazione -Haymitch siamo in ritardo. Ti prego di svolgere ogni tua attività dopo il discorso. Non posso tollerare tutto questo ritar..- -Ho detto ANDATE!-grida Haymitch in sua difesa. -Io proprio non ti capisco. Sarai tu il responsabile del tuo ritardo. E ora andiamo!- A quelle parole io e Peeta ci mandiamo sguardi di allerta e silenziosamente e velocemente ci nascondiamo dietro l'altro lato della casa. Qualche secondo dopo sentiamo il rumore dei passi di Effie, Robert e Henry allontanrsi e quando sono abbastanza distanti da noi, sentiamo una voce grave provenire dall'interno della casa. -Voi due- sospira Haymitch annoiato come se ha a che fare con dei bambini -Venite dentro, adesso!-. Obbediamo ed entriamo. Davanti a noi c'è Haymitch in piedi che ci da le spalle con le mani strette dietro la schiena. Accanto a lui un vecchio tavolo di mogano un pò scheggiato e rettangolare cosparso di fogli. La casa non è molto grande:oltre al tavolo c'è solo un grosso mobile antico che, probabilmente, deve contenere qualche bibita. -Grazie alla vostra acuta attenzione alla precedente discussione,mi risparmierete chiacchiere inutili- si gira con un espressione seria in volto. Non riesco a trattenermi e comincio con le domande -Che significa che Plutarch è morto? Chi è stato? Di che piano parlavate? Durerà ancora quest..- -Calma, calma. Voi giovani siete sempre così avventati- sembra essere tornato il solito Haymitch fastidioso -Vi racconterò tutto..ora sedetevi. Vi va un bicchiere d'acqua? Tutte queste notizie vi avranno fatto venire sete, dico bene?- aggiunge aprendo lo scompartimento e prendendo tre bicchieri. -Non abbiamo sete, ma grazie lo stesso. Siamo molto preoccupati per la situazione- interviene Peeta con una voce spaventata. Il suo viso pallido non è da meno. -Non ci sarà bisogno che vi spieghi tutto io. Tra un pò ci sarà un discorso in piazza dove ogni vostro dubbio sarà risolto. Anzi faremo meglio ad affrettarci- Haymitch non fa neanche in tempo a finire che l'inno di Capitol ricomincia chiamando in piazza l'attenzione di tutti i cittadini del distretto. Usciamo dalla casa e aspettiamo che Haymitch chiuda a chiave, poi ci incamminiamo seguendo quel gruppo di note fastidiose. Più ci avviciniamo e più la mia preoccupazione e la mia paura aumentano, tanto che manca poco a farmi tornare indietro. 

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Scusate per il graaaande ritardo, ho avuto molti impegni ultimamente tra gite e scuola. Chiedo il vostro perdono hahhahah :3. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e...recensite su su! ^_^
-D&A

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Capitolo 5
*** Ancora ***


Davanti ai miei occhi si innalza lo stesso palco usato per la Mietitura,ma più decorato: ci sono bandiere rosse con lo stemma di Capitol City ai lati, un proiettore sullo sfondo e la scala comparsa di rose bianche legate sulle ringhiere. Sul palco si stende un lungo tappeto rosso di velluto su cui poggia il microfono in metallo e un pò più dietro c'erano 4 sedie sempre in velluto rosso. Mi chiedo per chi siano. Io, Peeta e Haymitch ci sistemiamo proprio davanti al palco. -Adesso ascoltate bene. Non è esclusa l'idea che vi possano chiamare sul palco. Ovviamente verrò anche io con voi, ma voi state attenti a dire cose che non spaventino la gente, ok?- Annuiamo silenziosamente alle parole di Haymitch. Improvvisamente l'inno si interrompe e sul palco appaiono Henry e Robert che si mettono ai lati della struttura. Sono seguiti da Effie che prontamente si avvicina al microfono-Benvenuti, benvenuti, benvenuti. Ci scusiamo subito per il fastidio creatovi oggi, voi non potevate sapere che saremmo venuti.- si interrompe nel vedere i volti sinistri delle persone, poi si schiarisce la voce e ricomincia -Ehm.. Siamo venuti qui per darvi una notizia che reputerete positiva o negativa. Ma primaa, avrei il piacere di invitare sul palco... I vincitori dei 74esimi e 75esimi Hunger Games: Katniss Everdeen e Peeta Mellark! - La gente comincia ad applaudire, a fischiare e ad esaltarsi. Io sinceramente vorrei morire e senza neanche accorgermene mi ritrovo sul palco davanti a tutti cosi felici di vedere i nostri volti. Effie ci fa inchinare e ci fa accomodare sulle poltroncine, quando vede che anche Haymitch è salito e ha preso posto accanto a me. Così si rivolge al pubblico con un pò di disprezzo. Ovviamente seguiti dal loro mentore Haymitch Abernathy.- E gli manda un'occhiata minacciosa;si schiarisce la voce assumendo un espressione seria e preoccupante che mi fa rialzare l'ansia e la paura che avevo poco fa. Ora sono tentata di prendere Peeta e scappare via, ma lui sembra convinto a rimanere e a capire qualcosa di più di questa situazione. Così presa per la paura mi limito a stringergli la mano, la mia presa viene subito ricambiata. Effie continua a parlare -Signori e signore, per la terza volta su questo palco, ecco a voi i nostri tributi!- Dal pubblico si alza un brusio, Effie non è stata molto chiara e nemmeno io ho afferrato il concetto, fino a quando Peeta non mi guarda dritta negli occhi, allora capisco. Nel distretto 12 la parola "tributo" equivale a morte certa. Dai settantaquattresimi Hunger Games noi venivamo chiamati vincitori e non tributi,  ma Effie ci ha chiamato cosi ora. Può essere che dobbiamo tornare nell'arena? No impossibile non esistono più.  Allora perché ci ha chiamato in quel modo? La mia paura sale e sale fino a quando Peeta mi sussurra che va tutto bene e che devo calmarmi.

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Scusate scusate scusate *si inginocchia implicando perdono*. Mi scuso ancora del ritardo ma in questo periodo sono ultra impegnataa con compiti in classe e interrogazioni. Colpa della scuolaa =p. Vabbe spero che vi piaccia e recensitee. Bye bye ♥
-D&A

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