Stella cometa: Storia di un Lillipup solitario

di Minene
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Mikki ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Meno raro tra i rari ***
Capitolo 4: *** cap.3 Ritorno ***



Capitolo 1
*** Cap.1 Mikki ***


Stella cometa:
Storia di un Lillipup solitario


cap.1 Mikki
 

Mikki, dove sei??”
Eccomi, arrivo!”
Spalancai gli occhi sentendo quel baccano. Vidi, da sopra un ramo di melo, un piccolo cagnolino dal pelo dorato che correva verso sua madre. Correndo alzava la sabbia e pestava i fiori seguito dai suoi amici identici a lui per aspetto, ma non per il colore. Difatti il bimbo in testa a tutti era del color dell'oro e il suo luccichio acceso si distingueva anche in quella mattina piena di sole, inoltre aveva delle macchie verdi sulla schiena invece che marroni più scure. Quando raggiunse la madre le si lanciò addosso sprofondando il viso tra il suo pelo morbido. La madre del cucciolo aveva il pelo del busto più scuro, era alta e aveva una coda lunga e folta, era l'evoluzione del suo piccolo, quindi più adulta e responsabile ed inoltre sembrava molto forte per la sua razza, ma anche molto vecchia. Mentre sorrideva leccando il piccolo pensava a quanto somigliasse al padre defunto, e i suoi occhi si tinsero di una nostalgica tristezza. La cagna dal pelo stinto dall'età guardò negli occhi il cucciolo dorato improvvisamente seria, ma sempre sorridente. Egli si incuriosì e dopo troppa tensione si voltò a cercare gli occhi degli amici che erano tornati a giocare fra di loro.
Hey, Mikki..?” bisbigliò la madre mentre il piccolo si voltava a guardarla.
Sì, Mammy? Che c'è?” sorrideva facendo brillare i suoi occhietti verdi smeraldo.
Tu sei un cucciolotto molto speciale, sai?” riprese la madre sempre bisbigliando.
è perchè sono diverso, vero?” il piccolo si rattristò un poco cercando di non farlo notare. Allora la madre gli diede un buffetto sul naso e risero insieme.
Tu non sei diverso, tu sei unico. Unico e speciale. Quindi ascoltami bene.. un giorno tu dovrai partire come tutti gli altri tuoi fratelli.. e quel giorno arriverà prima di quanto immagini.. shhh, no Mikki, non sentirti triste, succede a tutti prima o poi, e non è affatto una cosa brutta, anzi, è bellissimo! Tu vai spesso in giro ad esplorare, sei curioso e coraggioso! Per te sarà così sempre, l'unica differenza è che non avrai più una casa dove dormire, non avrai più i tuoi fratelli con cui giocare, sarai solo tu. Da solo. All'inizio è così. Ma poi troverai un amico, di qualunque razza sia, e diventerete amici per sempre. Finora ti ho insegnato a fuggire, ora ti insegnerò a combattere. Ormai sei al livello 5, sei abbastanza forte per apprendere l'arte della vita. Chiama qui i tuoi fratelli, vi voglio insegnare una magia” fece l'occhiolino al cucciolo e lo spinse verso gli altri. Quando il piccolo si avvicino ai fratellini essi si avvicinarono curiosi. Dopo un paio di minuti erano tutti riuniti intorno alla madre.
Io mi alzai e mi stiracchiai assonnolito, mi rivolsi alla cagna e chiesi gentilmente se potevo far parte all'allenamento.
Certo che puoi, Tuc!”
G-grazie!”
Scesi svolazzando dall'albero e corsi velocemente dietro alla schiena della madre per nascondermi dai cuccioli impazziti che tentavano come ogni volta di prendermi e spennarmi. I bimbi risero divertiti della mia scenata. Ero un semplice piccione grigio dagli occhi grandi preso da tutti per un gioco. Guardai preoccupato la cagna marroncina che mi ricambiò con uno sguardo tranquillo, trasmettendomi calma e tranquillità. Mi sedetti di fianco a lei fulminando con uno sguardo tutti i cuccioli. Loro si ammutolirono. La lezione stava per cominciare.
Allora, bambini, ora vi insegnerò a combattere! Siete pronti?”
SIIIII!!!!!!!!” Il panico mi invase quando i bambini si movimentarono.
Allora, calma calma!” disse decisa la madre “Ora, abbiamo solo bisogno di una cavia.. mmmh..”
Tutti i cuccioli si voltarono verso di me.
Coo-coooo!!!!” urlai impazzito e volai sull'albero prima che il cucciolo più veloce riuscì a prendermi.
Fiù..”
Nel frattempo la cagna aveva portato una bambola fatta di foglie.
Ragazzi, lasciate stare Tuc! Usiamo questo!”
Scesi dall'albero tranquillo. Dovevo ringraziare quella donna così buona e saggia un giorno o l'altro..
I cagnolini incuriositi osservavano quella creazione ridendo e correndo intorno.. erano 7 piccoli esserini tutti uguali, oltre a Mikki che brillava di una luce strana, e per questo egli stava in testa e tutti lo seguivano. La madre sorrideva con occhi tristi di fronte a quello spettacolo così gioioso, perchè sapeva che presto sarebbe dovuto finire.
Bene bambini! Ora prendete la rincorsa e colpite con tutto il vostro corpo la bambola! Attenzione a non farvi male da soli! Dai, tutti insieme!”
Mi unii anch'io e insieme a tutti andammo a sbattere contro l'ammasso di foglie che ci respinse. Alcuni riprovarono, altri si arresero subito e tentarono in un altro modo, dopo una decina di minuti tutti raggiunsero i risultati sperati.
Bene, bravi! Questo è Azione! Ricordatevelo! Ora fate la faccia più cattiva che conoscete e fatevi paura fra di voi! Ecco, bravi! Questo è fulmisguardo! Abbassa la difesa dell'avversario! Ma voi non dovete farci caso, di quello si occuperà l'allenatore..”
A quella parola tutti rabbrividirono. C'era chi si mise a piangere e chi si nascondeva il viso. Mikki rimase fermo sopportando il peso di quella parola. La madre arrossì e rispose alle loro paure:
Oh, bambini miei! Non dovete disperarvi! È vero che io e vostro padre vi abbiamo educato ad evitare gli allenatori, ma ormai non è più così! Ragazzi.. credo che sia ora di dirvi la verità.. vostro padre è morto, sì, ma solo l'anno scorso.. prima era solo una scusa per tenervi lontani dal pericolo come voleva lui. Egli è partito con il suo allenatore. Lui è stato catturato ed è andato fino alla lega! Non è mai morto.. ma prima di andarsene disse che se sarebbe arrivato alla lega avrebbe nascosto lì, ai piedi del cancello, una bacca dorata. Il suo ultimo desiderio fu che voi un giorno, o da soli o in compagnia di un umano, raggiungeste la lega. In qualunque modo. Io credo in voi, ragazzi. È ormai tempo di partire.”
Il silenzio trionfava. Chi era sofferente, chi triste, chi arrabbiato per la bugia. Poi, uno ad uno, tutti, si misero a piangere. Pure io.
Poi la cagna prese da sotto un cespuglio un disco luminoso.
Venite qui.. mordete questo disco..”
Tutti intorno, pure a malavoglia, con le lacrime agli occhi, senza pensare, si raggrupparono intorno al disco luminoso che la madre teneva fra i denti. Mi unii anch'io a loro dopo essermi accertato che fossero tutti d'accordo alla mia partecipazione.. io avevo visto nascere e crescere tutte quelle bestiole e di tutti conoscevo la storia. Ormai certamente appartenevo alla famiglia. Dopo che tutti mordemmo l'oggetto simile ad un freesby, una luce ci accecò e la nostra mente si aprì.
Ora, cuccioli miei, conoscete la mossa Ritorno! Questa è una mossa che ci passiamo di generazione in generazione.. più forte sarà la vostra volontà e la vostra speranza e più potente sarà l'attacco.. questo è tutto ciò che ho da insegnarvi, il resto dipende da voi. Ah, e ricordate: non importa da che parte state nel mondo degli uomini. Voi siete voi stessi. E la vostra anima appartiene a questo luogo. Non permettete a nessuno di imporvi qualcosa. Lottate sempre per i vostri ideali e per la vostra libertà. Addio, miei amati cuccioli! Mi mancherete tantissimo!”
In quel momento non potevano non scapparle delle lacrime di commozione e tutti ci stringemmo intorno a lei condividendo la sua tristezza. Poi, uno ad uno, tutti si fecero coraggio, ed abbandonarono il loro rifugio fra gli alberi, per non tornare mai più. Gli unici a rimanere fummo io e Mikki che fummo trattenuti dalla cagna stanca.
Mikki aveva gli occhi spenti, pensieroso. La madre lo guardava con compassione.
Mikki, ascoltami, tu devi stare più attento di tutti.. come avrai notato anche tu, il tuo potere è molto più potente rispetto a quello degli altri tuoi fratelli.. nel mondo degli uomini tu sei considerato un “pokèmon shiny” ossia un pokèmon molto molto raro.. ma non spaventarti, non ci sono assolutamente effetti collaterali.. diciamo solo che tu non avrai nessun problema a trovare un allenatore, anzi, sarai immediatamente catturato dal primo che ti trova.. per questo fa attenzione, metti bene alla prova ogni allenatore e cerca tu stesso quello che per te merita la tua potenza.”
Non capiva. Guardava la madre confuso, ma quando vide nel suo sguardo un sorriso di intesa, abbassò il capo e guardando a terra rispose:
Va bene, Mamma..”
La madre gli leccò la fronte e gli disse di aspettare all'uscita e controllare come si stava svolgendo l'allenamento dei fratellini nel mondo degli uomini. Egli, un passo alla volta, come se tutto il suo corpo fosse diventato più pesante dai troppi pensieri, si diressse all'uscita un tempo tanto temuta. La signora si volse verso di me.
E tu, Tuc..” mi voltai di scatto verso la donna che mi guardava con aria ancora più stanca.
Tuc, voglio che tu ti occupi di Mikki.. sei stato un amico fedele per molto tempo e credo che ora anche tu non abbia più motivo di rimanere qui.. So benissimo che Mikki è l'ultimo ad avere bisogno di una guida, ma deve ancora capire come funziona il mondo..” Si volse a guardare il suo piccolo. E come se parlasse da sola, sopra pensiero, continuò fissandolo sorridendo:
Lui è il più piccolo e il più coraggioso, sono sicura che si caccerà nei guai..Tu, Tuc, sai bene come funziona il mondo.., hai già vissuto con un allenatore tempo fa, so che desideri ritrovarlo.. Il modo migliore è andare con Mikki. La sua forza arriverà alla Lega. E tu con lui. Fallo per me, Tuc.. almeno finchè non sarà diventato grande abbastanza.. poi il mio desiderio sarà compiuto”
Mi sorrideva piano, e io ricambiai, assicurandole che il suo piccolo era in buone mani. A quel punto Mikki alzò la testa e si voltò, chiedendosi cosa stavamo confabulando.
Era ora di partire.
Un ultimo addio non privo di lacrime, e fummo fuori dalla radura di fiori.
Il sole ci abbagliò e di fronte a noi si estendeva un prato di erba altissima. I sentieri erano contornati da alberi e tutto era luminoso e colorato.
Mikki, senti..” non potevo dirgli che sua madre mi aveva chiesto di seguirlo.. “.. posso venire con te..?”
Ma certo!” si voltò e mi sorrise ed il suo sorriso mi abbagliò più del sole.
Fu così che ci incamminammo lungo il percorso 1.






Perfavore Recensiteeeeee!!!!!!!!!!!!:D

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Capitolo 2
*** Cap.2 Meno raro tra i rari ***


Cap.2 Meno raro tra i rari

 

Mikki, fermati!”
Hey, Tuc! Dai, prova a prendermi!”
Anf..anf.. aspett..ami..!!”
L'aria calda mi bruciava le ali, intorno tutto il paesaggio era colorato dalla sabbia che si alzava sul suolo sabbioso e, inseguendo il vento, sbatteva contro i muri marroncini delle case senza tetto. Eravamo nella zona desertica che portava a Sciroccopoli. Ansimando mi fermai e mi posai a terra asciugandomi il sudore con l'ala ampia e grigia. Ero sul marciapiede di cemento bollente e dovetti alzarmi subito in volo se non volevo abbrustolirmi le zampe. Trovai una panchina poco più avanti e mi ci appoggiai. Stranamente lungo le strade non c'era nessuno. Solo qualche darumaka e sandile si spingevano curiosi fuori dal deserto per inoltrarsi nel percorso pieno di case tutte uguali.
Appena ebbi ripreso fiato, alzai lo sguardo e mi volsi verso la voce del piccolo Mikki che guardava avanti e correva in circolo aspettando che mi riprendessi.
Ma tu non sei mai stanco?” dissi mentre mi rialzavo in volo.
Cosa vuol dire essere stanchi, Tuc?”
La sua voce era calda e serena, mista a curiosità e un pizzico di malinconia appena accennato.
Vuol dire sentirsi, ecco.. non saprei come dirlo.. vuol dire non sentirsi al massimo.. insomma, sentirsi debole.. senza forze.. insomma, si ha voglia di riposare.. di dormire..”
In quel momento mi domandai: -davvero ho voglia di dormire..?- guardai lo sguardo confuso del piccolo. -No, non ho voglia di dormire! Non ora!-
Mi alzai in volo pieno di forze.
Dai, Mikki! Andiamo!”
Il cucciolotto si movimentò e cominciò a correre in quella giornata afosa. La strada più avanti era sempre uguale. Come una strada infinita in mezzo al deserto, contornata di case tutte uguali. E tra ogni casa c'era una stradina che portava al deserto. Il piccolo camminava svelto, mosso dalla curiosità di vedere cosa ci fosse dall'altra parte. Aveva attraversato con gioia tutti i percorsi per arrivare fin lì. Non si arrendeva.
Il suo pelo candido si muoveva nel vento e il sole gli schiariva il manto già dorato di suo.
Saltava sulle rocce che incontrava, non sembrava temere il calore soffocante, pur avendo una pelliccia così folta.
Dopo un altro miglio con lo stesso passo deciso, Mikki si trovò di fronte ad un bivio.
Guardò preoccupato di fronte a se, indeciso sulla strada da intraprendere
Alla sua sinistra c'era il deserto, ampio e maestoso. Alla sua destra, c'era un portone enorme fatto di plastica colorata con un enorme cartello che probabilmente ne descriveva il contenuto. L'entrata era aperta a tutti, e dal vetro che la contornava si intravedevano negozi infiniti all'interno. Per Mikki quello era un posto magico, pieno di allenatori e quindi cibo, riposo e allenamento. Però il deserto lo incuriosiva alquanto.
Questa è la Galleria Solidarietà, cooo cooo..
mh..”
Probabilmente non gli interessava sapere cosa fosse quello che si ritrovava davanti, lui voleva scoprirlo da solo. Fece per entrare quando un rumore proveniente dal deserto lo incuriosì. Si mosse in quella direzione e vide, in mezzo al deserto, un ragazzo che chiedeva aiuto. Era un ragazzino di circa 17 anni, portava una maglia a maniche corte stile hawaiano con raffigurati fiori rossi e pantaloncini al ginocchio marroni. Teneva sulle spalle un enorme borsone quasi più grande di lui, in cui usciva un sacco a pelo. La sua pelle era abbronzata, i suoi occhi erano azzurri e sul suo viso rimaneva, come incollato, un sorriso troppo sforzato per sembrare reale. Un sorriso inquietante.
Era alto e snello, teneva i capelli lunghi e castani, in una coda che scendeva fino a sotto le spalle e portava un cappello di paglia per proteggersi dal sole. Sembrava molto più adulto degli anni che gli si potevano dare guardando il suo fisico non ancora formato. Forse perché il suo viso, contornato dai segni della barba appena tagliata, dava l'impressione che quel ragazzo fosse un esploratore che aveva ormai vissuto la vita dal primo all'ultimo giorno. Quando Mikki lo vide, egli era in bilico su un masso contornato da coccodrilli di terra affamati. Lo zaino enorme metteva alla prova il suo equilibrio.
Appena il ragazzo alzò lo sguardo, i suoi occhi si fusero con quelli di Mikki. Il cucciolo era stupito, abbagliato da quella stramberia d'uomo, che lo rappresentava così bene, in tutto il suo carattere allegro e strambo. Lo sconosciuto guardava Mikki come un pirata guarda la mappa di un tesoro trovata per puro caso. Non era stupore, era desiderio.
Un sandile si alzò e, appoggiandosi sulla roccia di salvezza del ragazzo, si mosse verso di lui con le zanne affilate, voglioso di combattere. Il ragazzo si mosse e con i piedi tentò di spingere giù il coccodrillo affamato. Gli altri imitarono il primo e il povero ragazzo con il cappello di paglia dovette spostarsi ancora più al centro dell'enorme masso largo appena 1 metro e alto poco più di Mikki.
I due continuavano a guardarsi, ma questa volta il viso del ragazzo chiedeva aiuto, in un modo più che evidente, senza, però, mai togliere quel sorriso inquietante dal volto.
Prima che io potessi intervenire in alcun modo, Mikki era già lì, abbaiando e ringhiando in mezzo al deserto. Usò azione, ritorno e imparò morso. Senza accorgersene, in poco tempo, anche se inferiore di livello, aveva messo KO tutti gli avversari.
Alzò lo sguardo compiaciuto verso il ragazzo che in quel momento aveva gli occhi lucidi di compassione e ammirazione.
Sono in debito con te, Lillipup!”
Mikki lo guardò confuso. Si voltò, ma oltre a me non c'era nessun altro. Allora mi guardò in cerca di aggiornamenti su cosa fosse un “Lillipup”. Mi sentì in dovere di spiegare. Nel frattempo l'hawaiano stava seduto sul masso a cercare freneticamente qualcosa nell'enorme borsone che si era portato davanti. Mentre parlai al cucciolo, non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi. Non mi sentivo abbastanza fiero per farlo.
Mikki, è difficile da capire.. ma prima o poi dovevi scoprirlo comunque.. questa è la regione di Unima, divisa in due grandi razze. Gli uomini e i Pokèmon. Poi ci sono gli uomini che rimangono nella loro città e quelli che catturano i Pokèmon per combattere. I Pokèmon lo stesso. Ci sono quelli che abitano nelle città o nelle radure, invisibili dagli occhi degli uomini, e quelli che viaggiano nei percorsi cercando allenatori o allenandosi per conto proprio. Gli uomini combattono per battere le 8 palestre e dopo accedere alla Lega. I Pokèmon combattono per lo stesso motivo, e così fra l'allenatore e il suo Pokèmon si forma un rapporto di fiducia reciproca. Poi gli uomini hanno catalogato noi Pokèmon in razze e tipi. Tu sei un Lillipup, tipo Normale, poco raro. Io sono un Pidove, tipo Normale, poco raro. Ma io mi evolverò in un tipo volante. Tu rimarrai un tipo normale. Ma tu sei un Lillipup particolare. Tu sei shiny, ossia hai le statistiche più alte.. e sei 1000 volte più raro di un Lillipup normale!”
Mikki mi guardava con uno sguardo spento. Stava accettando, piano piano, tutto ciò che gli avevo detto. E gli faceva male.
Ehi, voi due! Che state confabulando? Haha..”
Il cucciolo si voltò di scatto. Il ragazzo si era abbassato su di lui e lo guardava cuiroso.
Niente!” urlò Mikki sorpreso.
Guardò negli occhi lo straniero e si accorse che egli non capiva cosa stesse dicendo, ma Mikki invece sì. Mikki lo capiva. Lui no.
Hahaha, sembri terrorizzato! Comunque grazie per avermi salvato, io sono Taka!”
Il cucciolo stette in silenzio guardando a terra, più tranquillo di prima.
Ora sarai esausto, vieni con me, porta anche il tuo amico, ti do qualcosa da mangiare, ti va?”
Mikki sorrise, sempre confuso. Aveva fame, è vero, ma doveva fidarsi di quel tipo strambo? Fatto sta che lo seguì.
Dopo aver mangiato un boccone nella Galleria Solidarietà, dove tutto era luminoso e fresco, uscimmo e ci trovammo a Sciroccopoli. Taka entrò in un Centro Pokèmon e ci chiese di aspettare fuori. Aprofittai della situazione per spiegare a Mikki cosa fosse un Centro Pokèmon e come funzionavano le pokèball.
Come mai sai tutte queste cose, Tuc?”
Io le so e basta...”
Ero freddo. Pieno di ricordi. Freddo.
Mikki sorvolò e non mi chiese più niente. Il buon umore tornò.
Quando Taka uscì aveva tre pokèball in mano.
Amici miei, venite fuori!”
Di fronte a lui comparvero tre esseri luminosi e splendenti. Il più grande e imponente era un Volcarona. Era un insetto infuocato alto come l'allenatore che rimaneva sospeso in aria grazie alle ali sulla schiena. Era diverso da quelli normali. Era blu e aveva le ali arancioni e mostrava un forza e una sicurezza maestosa. Di fianco svolazzava uno Woobat: un pipistrello grande come Mikki con un pelo sofficissimo e ali taglienti. Aveva un cuore al posto dell'occhio. Ma neanche questo era uno Woobat normale. Era verde e aveva le ali blu. L'ultimo era appoggiato sulla spalla di Taka ed era un pokèmon che non si vede ad Unima. Era un Cindaquill, un draghetto senza ali con il muso da serpente di tipo fuoco. Era completamente arrancione. Tre pokèmon del genere erano, non rari, di più!
Taka accarezzò Volcarona e ci disse:
Mi sono inoltrato nel deserto per catturare questa bellezza! La chiamerò Verony! Questo svolazzatore qui invece, è Woody e il piccoletto qui sulla mia spalla è Cin! Dai ragazzi, salutate!”
I tre pokèmon vennero verso di noi e ci fecero un mucchio di domande. Mikki però era troppo concentrato sul luogo dove si trovava. Eravamo di fronte ad una stazione vicino a delle panchine separate da pali della luce. Era la città più bella che avesse mai visto.
Hey, Lillipup!”
Mikki si voltò sentendo una voce nella sua direzione.
Ti va di venire con me?”
Mikki spalancò gli occhi e fece un passo indietro. Dietro di lui io ero appoggiato sulla panchina insieme a Woody. Verony girava intorno alla piazza curiosa di quel luogo così diverso dal suo deserto e Cin dormiva tranquillo questa volta sul cappello di Taka. Questi guardava Mikki sorridendo. Ma non era più quel sorriso sforzato che inquietava, quello era un sorriso di intesa. Quel ragazzo dalla barbetta e la pelle scura lo guardava, piegandosi su di lui. Poi lo accarezzò sulla testa con una mano, mentre l'altra la teneva in tasca dei pantaloni larghi. Mikki spalancò ancora di più gli occhi verdi e si liberò dalla mano dell'estraneo. Si scosse tutto come se quel contatto fosse stato un secchio di acqua gelida. Non aveva mai neanche osato immaginare un “allenatore”, e in quel momento questo lo stava accarezzando. A quella reazione Taka fece il muso come un bambino e si sedette per terra a mani incrociate sul petto.
Va bene, se non vuoi non importa..” disse fingendo disinteresse, mentre in realtà si stava rodendo il cuore. Mikki non capiva come mai un umano potesse insistere tanto per avere un pokèmon comune come lui. Poi si ricordò le parole di sua madre.
Io.. sono un pokèmon shiny..” Il cucciolo si voltò verso di me, chiedendo aiuto.
Io mi avvicinai a lui, gli misi un'ala sulla spalla e gli dissi: “Mikki, i suoi tre pokèmon sono TUTTI shiny.. forse è un collezionista.. non so se devi fidarti.. mettilo alla prova!”
Lui mi sorrise deciso dopo un attimo di indecisione. Guardò Taka con decisione. L'allenatore accettò la sfida.
Perfetto! Vai Cin!”
Cin scese a malavoglia dalla sua spalla e si mise in posizione di battaglia. In quel momento una scintilla lo illuminò mostrando tutta la sua potenza. Anche quando mikki fu pronto, egli illuminò e si sentì più forte. I bambini si fermarono a guardare quello spettacolo luminoso. Il cucciolotto era ostacolato dalla panchina dietro di lui e non poteva pensare di scavalcarla perchè dietro c'era il mare. Così con un balzo si portò dietro all'avversario e lo colpì con morso. Il pelo dorato di Mikki splendeva sotto il sole caldo di quel pomeriggio. Ripensava alle numerose lotte vinte per arrivare fin lì, e si distrasse. Il suo avversario gli lanciò una palla infuocata, ma Mikki se ne accorse in tempo e schivò. Saltò oltre l'avversario, rimbalzò sulla panchina e lo colpì alle spalle con azione. Un Cindaquill normale sarebbe finito KO dopo un colpo del genere, ma questo non sembrava per niente stanco. Ubbidiva ad ogni comando del suo padrone. Poi Taka urlò:
Cin, forza! Corri contro di lui e colpiscilo con ruotafuoco!”
Il piccolo cominciò a correre come il vento contro il cucciolo dorato che riuscì a schivarlo nonostante tutto.
Rimbalza per terra e torna indietro!”
Cin prese velocità girando su se stesso e venne contro Mikki. Questi non poteva prevedere quella deviazione e fu colpito il pieno. L'intensità di quell'attacco lo fece rimanere senza fiato. Come poteva nascondersi una potenza così assurdamente grande in un piccolo esserino come quello?
Mikki cadde in avanti strisciando il muso contro il bordo del marciapiede. Quello spazio così ristretto lo uccideva, e la gente che li contornava lo faceva innervosire. Si preparò, pensò intensamente al suo avversario e utilizzò la mossa ritorno. Stranamente, però, questa non ebbe il minimo effetto. Cin ne approfittò e lo colpì con azione facendolo cadere a terra senza forze.
Mikki si alzò ancora, pieno di lividi, al minimo delle forze e guardò l'avversario con fulmisguardo. Cin aveva ormai perso l'arroganza di prima e guardava l'avversario con pietà portandosi le mani di fronte alla bocca in segno di paura.
Basta così.” Taka si mise in mezzo, si abbassò all'altezza del Lillipup lucente, sorridendo. “Voglio spiegarti perchè il tuo “ritorno” non funziona.. quando tu utilizzi quella mossa, devi concentrarti su qualcosa che ti rende felice più di chiunque altro. Devi concentrarti su un desiderio che vuoi realizzare. Una speranza che si avvererà. Tu sei piccolo. Probabilmente pensavi alla tua mamma, ai tuoi fratelli.. ma vuoi veramente tornare indietro? È per questo che ha avuto poco effetto. Perchè hai poca fiducia in questo desiderio. Se vieni con me, ti prometto che realizzeremo, insieme, ogni cosa. Allora, ci stai?”
L'allenatore prese una pokèball e la mise di fronte al suo nuovo amico. Questi indietreggiò pensieroso, guardando a terra.
Tuc..” lo sentì dire. “Che cosa faccio..?”
Non serviva una risposta. Egli non la voleva. Poi, improvvisamente, senza preavviso, con le lacrime agli occhi, alzò lo sguardo. Sul suo volto c'era un sorriso. Un sorriso che diceva tutto. Che rappresentava tutto il suo dolore e la sua gioia allo stesso tempo. Chiuse gli occhi e allargò il sorriso delicatamente piegando la testa di lato. Abbaiò e toccò la pokèball con il naso. A quel punto egli si sentì riempire, il suo cuore si ampliò. Era completo. Aveva un nuovo desiderio. Sarebbe arrivato fino alla Lega.
E tu, Pidove..?”
Coooo coooo!!! Nonononono!”
Hahaha, no, eh? Ti lascio il permesso di accompagnarmi, se vuoi!”
Si voltò verso gli altri suoi compagni sorridendo. Fece uscire il piccolo Lillipup e disse: “Ti chiamerò Naru! Ti piace come nome?”
Sì! È bellissimo!”
Ero sicuro che gli pesava dover cambiare nome, ma sapeva che così sarebbe riuscito a lasciarsi alle spalle il passato. Almeno così avrebbe dimenticato le voci nostalgiche che lo chiamavano e i giochi da bambini che lo divertivano tanto. L'unica cosa a cui pensava in quel momento era arrivare alla Lega e rendersi fiero verso il padre defunto.
Bene, ragazzi, si parte! Destinazione Lega!!!”
Tutti erano entusiasti, non avevo mai visto Mikki, cioè Naru, sorridere tanto! Era libero. Libero e felice. Aveva trovato la sua strada.
Si incamminarono in quella giornata che stava per finire piena di luci e colori di Sciroccopoli. E quando i lampioni finalmente si accesero e poi si spensero di nuovo centinaia di volte ancora, allora lì potevi accorgerti di quanto erano felici, tutti, a stare insieme. Ognuno diverso, più o meno raro, ma uniti.
E così vidi il mio piccolo cucciolotto sorridere a quello strambo allenatore dal cappello di paglia.

Angolo di Minene!!!:D

Ok, so già che alcuni mi odieranno per il cambio di nome T.T
Cmque il proximo sarà l'ultimo capitolo!:D Questa è solo la prima storia della serie! Non so se mi sono spiegata.. farò una raccolta di storie chiamata “Stella Cometa” e ogni storia avrà massimo 3 capitoli e tratterà un tema diverso avente come personaggio un pokèmon shiny!:3
Vi prego di comunicarmi se questa mia idea possa piacere perchè ci tengo tantissimo!!!:D
Grazie a tutti per essere arrivati fin qui! Per favore recensiteeeee!!!xD
Ah, e grazie mille anche a Phasy che è stata la prima a recensire il primo capitolo, e spero continui a recensire!:')

Alla proxima!!!:D

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Capitolo 4
*** cap.3 Ritorno ***


Cap.3  Ritorno
 
“Aiuto! Aiutatemi! Vi prego, ho bisogno di aiuto! Aiuto!”
“Naru, calmati!”
“A..ah!”
Finalmente si svegliò. Si alzò dal cespuglio di foglie sul quale era sdraiato e mi guardò insonnolito e spaventato con delle profonde occhiaie sotto gli occhi. Si guardò intorno e riconobbe il paesaggio roccioso della Via Vittoria che si estendeva verso l'alto. Ma quello che più lo stupì fu l'enorme cancello che portava alla Lega. Doversi fermare a riposare proprio di fronte a quell'entrata tanto imponente senza poter proseguire a vedere cosa c'era più avanti per colpa del buio pesto che caratterizzava quel luogo, lo scocciava alquanto, anche in quel momento. Il giovane Hendier si sedette di nuovo e tentò inutilmente di riprendere sonno. -Povero Naru..- pensai. -Ancora quel sogno. È da quando si è evoluto che continua a farlo..-
“Perchè non me ne parli...?” intervenni guardandolo curioso.
“Perchè no.”
“Naru.. eddai, di me ti puoi fidare..! troveremo una soluzione..”
Il giovane guardò i suoi compagni. Cin dormiva spensierato nel sacco a pelo del suo padrone, anche se ci stava un po' stretto essendosi evoluto. Erano da sempre inseparabili. Woody era probabilmente in cerca di bacche e Verony stava dormendo sotto ad un albero senza foglie non poco lontano da loro. Il fuoco bruciava al centro, scaldandoli. Naru si voltò di nuovo verso di me, sentendosi più rassicurato dal fatto che tutti stavano dormendo. Forse quello che lo rassicurava meno era il suo allenatore che sorrideva nel sonno con le braccia incrociate dietro alla testa e l'inseparabile cappello di paglia sopra gli occhi. Quel matto di un allenatore che aveva fatto evolvere Naru in un essere ancora più simile a sua madre, tranne per i colori che continuavano a caratterizzare la sua indole particolare.
I suoi occhioni verdi si riempirono di lacrime guardando quest'ultimo, ma svanirono subito. Si voltò verso di me, stringendo i denti come per non far fuggire nemmeno una parola, e poi cedette, respirò a fondo e pronunciò, come una sentenza, queste parole:
“Voglio fuggire.”
Il mio stupore fu immenso, spalancai gli occhi ed il becco per parlare, ma la sua zampa mi zittì.
“Mi dispiace..” disse scusandosi mentre teneva gli occhi fissi sul suo allenatore
“..non so nemmeno io il perchè, ho solo bisogno di prendere quella bacca, battere la lega, ed andarmene per sempre. Non sgridarmi, e non dire che ho perso la testa. Ci ho pensato a lungo.. Io ho bisogno di trovare la pace, incontrare nuove persone, mettere un fine momentaneo alla mia vita, rimanendo qui, a Unima. Casa mia. Capisci..? Io non ho intenzione di partire a Kanto con i miei compagni, non lo farò. Io voglio vivere libero..”
Era vero. Il suo allenatore aveva in progetto di andare a Kanto per tornare dalla sua famiglia. Ma non ci pensai. Quello che più mi uccideva in quel momento era la scelta che stava per fare quello stupido di un cucciolo solamente un po più alto di prima! La rabbia mi bolliva dentro. Chiusi gli occhi, arricciai il naso e urlai con tutto il fiato che avevo, stando attento comunque a non farmi sentire dai compagni. Indicai l'allenatore addormentato.
“Vuoi forse dirmi che tu hai USATO questo povero allenatore per raggiungere il tuo scopo ed ora lo abbandonerai così?? Ti sembra un comportamento sensato??? Naru, smettila! Non puoi farlo! Anche se tu volessi, non puoi fuggire dal tuo allenatore! È impossibile finché sarete legati dalla pokèball!”
“Allora non lotterò più!!!”
“Non puoi farlo, tu devi obbedire!”
“No! L'hai detto tu stesso! Pokèmon e allenatore combattono per lo stesso ideale! Se questo non è più lo stesso, dove va a finire il legame? Dopo la Lega, che senso ha continuare a combattere?? Io non cerco la forza, io cerco la verità! E dopo che avrò preso quella bacca, io non avrò più un motivo per stare qui con questi compagni! Io me ne andrò! E se lui mi terrà prigioniero, allora tanto meglio! Avrò il nuovo desiderio di fuggire, e lo ostacolerò!”
“Tu.. Tu non puoi capire.. Non puoi capire quanto fortunato sei.. Ci sono pokèmon che non possono combattere e vengono utilizzati per lavorare nelle miniere e negli edifici, LO CAPISCI QUESTO??? HAI MAI PROVATO A VIVERE COME UN ESTRANEO IN QUESTO MONDO? RIESCI A CAPIRLO?? TU NON SAI COSA SI PROVA!!!”
“E tu sì..?”
Silenzio. Mentre parlavo le guance mi erano divenute rosse, ora invece stavo in silenzio. Il mio non era odio, ne rimpianto. Solo terrore. Naru non doveva sapere nulla sul mio passato. Ma la voglia che avevo di sputarglielo tutto in faccia, ricordo dopo ricordo, era irresistibile. Non per puro orgoglio, ma per terrore. Terrore che lui intraprendesse la strada che ebbi intrapreso io.
“Io... sì, Naru.. Io lo so.. Ma non è questo il punto... Io non voglio che tu viva per sempre come un pokèmon solitario.. è.. triste...”
Abbassai gli occhi facendo scorrere le lacrime mentre con il fiato corto bloccavo lo scorrere dei ricordi. -è triste..- continuavo a ripetermi. Alzai lo sguardo, Naru mi guardava con un sorriso di compassione. Chiuse gli occhi e fece scorrere le lacrime anche lui. Mi disse, gioiosamente, con un sorriso amaro, quanto amasse il suo allenatore e i suoi compagni. Poi, aprì gli occhi scintillanti e cambiò tono, guardando a terra.
“Tuc.. Io SONO un pokèmon solitario. Lo sono sempre stato, dovresti saperlo meglio di me. Io sono, e sarò per sempre un Lillipup Solitario.. anche se ormai, Lillipup non sono più..” si guardò e rimpianse i tempi in cui era piccolo e agile, e fiero. Nonostante tutto sorrise.
“Tuc, senti..” riprese piano “Io avevo bisogno della forza per raggiungere i miei ideali. Ma non è la forza il mio ideale.. mi capisci, Tuc..? Almeno tu.. mi capisci..?”
Sorrisi. Sapevo di averlo perso. Ma non importava. Avevo perso ormai troppa gente, c'era chi ero riuscito a salvare e chi avevo perso senza neppure tentare, e lui non volevo più aiutarlo. Non mi sentivo abbastanza fiero per riuscirci. Mi asciugai le lacrime e risi a me stesso.
“Tu sei.. haha,” ridevo, guardando a terra, nascondendo gli occhi lucidi e mostrando solo il sorriso che si estendeva lungo il mio viso “Tu sei proprio un tipo particolare, sai..?” tornai serio e poi ripresi “Va bene. Ma ad una condizione.”
“Qualsiasi cosa!” rispose fiero. Abbassai ancor di più lo sguardo timidamente e un deja-vu colpì sia me che lui mentre rialzavo il volto imbarazzato e dicevo:
“Posso venire con te?”
Naru sorrise, fiero.
“Certamente.”
 
Il mattino dopo Taka fu stupito di trovare me e Naru a dormire insieme e ci svegliò a malavoglia vedendo che eravamo tanto tranquilli e spensierati. Appena il cagnolino dorato aprì gli occhi, si fiondò all'entrata della lega aspettando il suo padrone per avanzare.
“Haha, che energia! Non vedi l'ora di entrare, eh?” disse l'allenatore sorridendo. Si volse verso gli altri che lo raggiunsero alcuni volando, altri saltellando.
“mmmh.. però entrare alla Lega con solo 4 pokèmon è proprio rischioso.. Voi vi sentite pronti, ragazzi..? Non credete che sarebbe meglio un allenamento finale? Catturiamo altri amici!” sorridendo e saltellando si volse indietro e si diresse giù dal dirupo. Ci guardammo tutti stupiti.
“Non ci credo..” disse Cin, il Quilava rosa/rossiccio. Portava un delizioso fiocchetto rosa intorno al collo che mostrava tutta la sua femminilità e il suo carattere dolce ma allo stesso tempo aggressivo.
“Neppure io..” replicò Woody, che era ormai uno Swoobat, giallo come il sole. Si posava una mano sulla fronte in segno di esasperazione.
“Uffi..” replicò Verony che era rimasta sempre la stessa, dorata, come la prima volta che l'avevano conosciuta.
“Quello lì non lo ferma nessuno! Vorrei tanto che si decidesse a calmarsi un po'.. ma tanto sappiamo come va a finire, vero ragazzi? Non catturerà mai un altro compagno a meno che non sia shiny.” disse Cin in direzione dell'allenatore ormai scomparso.
“Chissà come mai..” bisbigliò pensieroso Naru, ma la sua voce arrivò alle orecchie di Woody che lo guardò con stupore.
“Ma come, non lo sai..?”
“Di che parli, Woody?” chiese Cin volgendosi verso di lui. Naru era imbarazzato e fece un  passo indietro. Il Quilava lo guardava curiosa, affascinata dal suo pelo dorato che si era schiarito con l'evoluzione. Sembrava quasi un pokèmon normale ricoperto di polline.
“Lui non sa..” riprese Woody cercando l'attenzione di Cin, “Non sa perchè il nostro allenatore cattura solo pkmn shiny..”
“Come???” gridò il pokèmon rosa guardandolo stupita.
“Se è per questo, neanch'io..” replicò Verony imbarazzata
“Bene,” cominciò Cin sedendosi sulle foglie sbadigliando e sistemandosi il fiocco, “Allora vi racconterò io com'è andata..” Naru fissava incantato quell'essere così piccolo pur essendosi evoluto. Cin arrossì al suo sguardo e si volse verso Verony per verificare che fosse attenta, nascondendo il suo rossore.
“Bene, tempo fa, quando il nostro allenatore era ancora piccolo, e aveva ricevuto il suo primo pokèmon, a Kanto brillava un sole bellissimo. Andò così a giocare fuori di casa con il suo piccolo Cindaquill, che, badate bene, non ero io. Loro erano amici per la pelle, inseparabili. Giocavano sempre insieme, erano una coppia fortissima, egli l'aveva chiamato Cin e non lo faceva mai evolvere per mantenere la sua forma piccola e agile. E questo è stato il suo primo errore. Un giorno incontrò un pokèmon troppo forte per lui e non solo perse la lotta, ma un colpo alla fronte lo rese daltonico. Correndo verso casa egli vedeva mostri ovunque, non distingueva più nulla e nessuno, stringeva fra le braccia il suo amico che aveva perso molto sangue. Quando raggiunse un centro pokèmon, per il suo amico non c'era più nulla da fare. Fu seppellito dietro a casa sua, pianse molto per la sua perdita.. ma quello che lo aveva colpito di più era che lui vedeva TUTTI i pokèmon, come esseri shiny, e quelli shiny, come esseri normali. Non riusciva ad accettarlo, perchè dalle ricerche fatte, il pkmn che aveva ucciso il suo amico era un Ursaring, che lui, dopo il colpo, vedeva come un pokèmon shiny. Da quel giorno decise di partire lontano, il più lontano possibile da quella terra dove era sepolto il suo amico. Chiese al Professor Pokèmon un Cindaquill shiny, in modo da sostituire il suo vecchio compagno. Lui fece questa richiesta perchè così poteva vederlo come il suo ex amico e non come un “disgustoso essere shiny”, come diceva lui. Lo chiamò Cin e insieme decisero di partire per Unima. Però questa volta lo fece evolvere. Quel pokèmon sono io. Lui mi vede come un Quilava normalissimo e vede tutti voi come pokèmon normali. Evita per questo i pokèmon VERAMENTE normali.. ecco, questa è la sua storia.. lui vuole battere la lega per superare il suo terrore, la sua fobia, per poi tornare a casa ed accettare il fatto che lui vedrà per sempre un essere rosso come il sangue al posto del suo migliore amico. Per accettare la sua malattia.. e voi tutti, lo state aiutando.. con la vostra forza e il vostro sostegno.. non potrò mai ringraziarvi abbastanza per questo..”
“Aspetta.. tu ci stai dicendo che per tutto questo tempo hai vissuto come un ricordo, una maschera di una persona che non potrà mai più tornare..? Insomma, una verità bugiarda..? E tu sei stata d'accordo con tutto ciò per tutto questo tempo..? Sei stata d'accordo a vivere come un ricordo per tutta la tua vita, pur consapevole che le parole del tuo allenatore, le sue coccole, le sue attenzioni, non erano rivolte a te, ma ad un morto???” Queste parole uscivano dalla bocca di Naru con un'intensità, uno stupore, una forza inimmaginabile. Quasi volesse trasmettere disprezzo e rammarico allo stesso tempo. Cin abbassò lo sguardo e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Durò solo pochi secondi perchè poi si alzò fiera e rispose decisa, con un sottofondo di malinconia e dolore negli occhi:
“Quel Cin era mio fratello..”
Il Quilava abbassò di nuovo in viso, infranta dalle sue stesse parole. Naru ammutolì pieno di tristezza e rimorso. Il silenzio terminò quando sentirono risalire dalla collina rocciosa il loro allenatore depresso. Quando arrivò presso di loro, si lasciò cadere sul sacco a pelo, deluso.
“Uff.. possibile che non si trovano mai pokèmon decenti, qui a Unima..?”
Naru si mise di fronte al suo allenatore toccandogli la fronte con il muso. Taka alzò lo sguardo dal cuscino e lo guardò incuriosito. Gli occhi azzurri dell'allenatore si mischiarono con quelli del cucciolo.
“Quindi tu mi vedi come un pokèmon normale, non è vero..?”
Bisbigliò il cucciolo tra i denti. Io mi avvicinai a lui, salendogli in groppa. Takka era confuso, così si alzò, incrociò le gambe sotto di sé e abbracciò il suo Naru. Mentre lo abbracciava si tolse il cappello di paglia con una mano e lo mise in testa al cagnolino dorato. Questi rimase sorpreso. Sorrise e risero tutti insieme.
“Allora, destinazione Lega!!!”
Così tutti si volsero verso l'enorme cancello e sparirono sotto a quell'alba estiva.
 
“E IL CAMPIONE DELLA LEGA E'... TAKKA MIRANEKI DA SMERALDOPOLI!!!”
La gente urlava, esaltava, gioiva di fronte ad uno spettacolo tale. Il nome veniva registrato e tutti uscivano a prendere un po' d'aria e a congratularsi con il vincitore.
Ora era fatta. Lui sarebbe partito per Kanto e la Lega sarebbe andata avanti per lasciare la possibilità ad altri allenatori di batterla, visto che Takka non richiamava il posto fisso di campione. Vidi tutti ridere e abbracciarsi felici, tutti tranne Naru.
“Beh, che c’è? Non sei contento? Hai vinto! Un po’ di entusiasmo, su!”
Ridevo anch’io insieme a tutti. Mangiavamo una torta di bacche deliziosa e ci facevamo fotografare dai fan. Anche io ero molto richiesto, visto che non si vede spesso un Pidove che segue ovunque un allenatore che non l’ha neppure addomesticato nella sua pokèball.
“Come posso dirglielo..? Come posso abbandonare un tipo come lui..? Mi è impossibile solo pensarlo..”
“Naru..”
“Io.. qual era il mio nome, Tuc..? Come mi chiamavano i miei fratelli..? Mikki, vero..? Era questo il mio nome..?”
Una lacrima gli bagnò il volto a quel ricordo. Si volse verso il cancello spalancato della Lega. Camminò lentamente e io lo seguì. I suoi passi agili e veloci raggiunsero velocemente la destinazione. Mosse la terra rossiccia e cominciò a scavare lentamente, con cura. Lo vidi spalancare gli occhi e tirare fuori, avvolta in una carta blu, una caramella rotonda. Appoggiandola sul suolo si vide un bigliettino uscire dalla carta. Naru si sedette e guardò confuso il suolo. Poi mi fissò con il viso spento. Confuso se essere deluso oppure contento. Io raccolsi il biglietto e lo aprì. Cominciai a leggere ad alta voce:

Per il mio piccolo cucciolotto
Ok, è vero, stata stupida, e me ne pento. Ho seguito fin qui il mio caro marito, preso quella dannata bacca e sostituita con questa.
Mi chiamo Sarah, sono un Herdier. Sono qui con un allenatore, abbiamo battuto la Lega…

Aspetta, cosa??” Naru spalancò gli occhi e mi prese la lettera dalle mani.
“Questa lettera è da parte di mia madre! Lei è stata qui? Quando? Come? Perché?”
Cominciò a leggere confuso, velocemente.

Meglio se spiego dall’inizio. Dopo che ci siamo sposati, io e mio marito abbiamo fatto una promessa. Avremmo battuto la Lega insieme. Fatto sta che l’allenatore scelse lui, e non me. Lui se ne andò e mi promisi che l’avrei superato. Avrei battuto anch’io la Lega. Con o senza di lui. Così partì anch’io, ed eccomi qui. L’ho superato. Ho preso la sua stupida bacca con il mio nome inciso e l’ho sostituita. Ora voglio che i miei figli la ottengano e vadano in cerca dei loro sogni. Io ho trovato il mio.
La vostra mamma
Sarah

“Mamma.. cosa devo fare..?”
Bisbigliò il piccolo rileggendo centinaia di volte quella lettera.
“Perché.. perché mi hai mentito..?”
“Non sareste mai partiti se fosse stato solo un viaggio per superarvi a vicenda. E non era ciò che desiderava vostra madre. Lei voleva darvi un ideale che non fosse l’orgoglio e la forza. Lei voleva che il vostro ideale fosse la verità, e per questo vi ha mentito. Me lo disse lei prima di partire..” cominciai a dire, girato di spalle. Non potevo, non sarei riuscito, a guardarlo in faccia. Ripresi più lentamente “.. Ecco, ora lei potrà realizzare il suo ultimo desiderio. Lei è partita, Naru. Lei è andata a vivere con il vecchio allenatore di suo marito, vicino ad una torre, dove lui è sepolto. Ogni notte suona tre volte una campana per conservare la sua memoria. Ora lei è felice. Tu, invece, cosa farai ora?”
Le lacrime gli crebbero negli occhi. Strinse i denti, le fece scorrere lungo tutto il viso.
“Io non andrò a Kanto.” Disse poi, smorzando la voce deciso.
“Ora io voglio rimanere solo..”
Alzò lo sguardo, prese con se la caramella e andò verso il suo allenatore. Lo vidi deciso. Lo seguii dall’alto.
“Hey, Naru! Che c’è? Hai visto? Abbiamo vinto!!!”
Naru morse la borsa del suo allenatore sotto lo stupore di tutti. La sua pokèball cadde e lui la afferrò con i denti facendo cadere la caramella. Morse con più forza la ball frantumandola leggermente di fronte al suo allenatore.
“Oh.. Naru.. Tu vuoi andartene, vero..? Non vuoi venire a Kanto con me, non è vero..?”
L’allenatore si abbassò, prese il suo prezioso cappello di paglia dalla testa e se lo portò davanti alla bocca, pregando l’amico di rimanere. Questi rifiutò, così Taka sorrise.
“Sei proprio deciso, eh? Hehe”
Prese il volto di Naru fra le mani e appoggiò la sua fronte sulla sua. Chiuse gli occhi e bisbigliò una  frase che non riuscì a sentire.
Naru annuì e si voltò sorridendo con le lacrime agli occhi. Anche l’allenatore piangeva. Le telecamere ripresero ogni singolo momento mentre il cagnolino si allontanava giù per l’enorme scalinata. Io lo seguii. E sparimmo così tra la folla nelle lacrime di tutti.
“Naru, aspetta!!!”
Il cagnolino si voltò. Cin era lì, in testa al gruppo. Il Typhlosion viola, evoluto da poco, lo abbracciò e pianse sul suo pelo dorato.
“Non andare. Per favore, non andare. Rimani qui con noi. Naru..”
“Lui la allontanò e la guardò negli occhi. “Non piangere” disse “Un traditore non merita le lacrime di un cuore così puro.”
“Naru, io..” continuò a piangere confusa. “tu non sei un traditore.. io.. io ti ricorderò sempre..”
“Anch’io..” si strofinarono il pelo, gli altri erano più delusi che tristi. Guardavano a terra in silenzio.
“Cin.. abbi cura del tuo allenatore.”
“E tu abbi cura di te stesso.. Tornerò. Te lo prometto.”
“E io ti aspetterò. Addio.”
“Naru..”
Pianse di nuovo. Si buttò sulle gradinate e cadde in lacrime. Ogni tanto sollevava lo sguardo e osservava addolorata il suo amico allontanarsi.
 
“Hey, Naru..?”
“Che c’è, Tuc?”
“Dov’è la caramella?”
“Ce l’ho io. L’ho appesa al collare.”
“Senti..”
Si fermò. Eravamo in un giardino rigoglioso con fiumicelli e ponti luminosi. Era la prima porta che portava alla Lega, piena di pokèmon potenti. Mentre percorrevamo a ritroso quella strada di onore i ricordi di un passato antico tornavano.
Naru mi guardò, un po’ stanco.
“Senti..” ripresi “Posso venire con te, vero..?”
“Tuc.. ma tu non ce l’hai un ideale..?”
“Ecco, io.. voglio stare con te, per ora. Ho fallito a guidarti una volta, voglio rimediare. Sono convinto che tu non rimarrai un solitario per sempre.”
“Grazie, Tuc. Per tutto.”
“Grazie a te.”
 
E così fu. Egli non rimase un solitario per sempre. Appena arrivati ad un rifugiò sicuro, mangiò la caramella e si evolse in uno Scotland meraviglioso, verde e dorato. Si creò un sacco di amici e visse in pace, proprio come desiderava. Io dopo un po’ lo abbandonai, una sera, di nascosto, lasciandogli solo una lettera. In quella lettera gli dissi che avevo trovato un altro ideale, che ero pronto a seguirlo. Ma questa è un’altra storia. La storia di un altro pokèmon un po’ particolare, che vi racconterò in seguito, sempre se vi interessa ascoltare la storia di un povero Pidove con un passato un po’ strano e misterioso…
 
 
Angolo di Minene!!!:D
Ecco qui sotto un po’ di immagini riguardanti quest’ultimo episodio!:D Le prime sono riguardano la piccola Cin di cui ho parlato veramente pochissimo!!!DD:
Poi ce n’è una che riguarda il vero finale della storia!:3
Ora io la metto ai voti! Se vi è piaciuta sta benedetta storia, allora ditemi chi volete nella prossima serieeee!!!!!XD Please!D: Non la posso cominciare senza prima avere una mezza idea!D:
Gracias..:3 ah, e farò i capitoli decisamente più corti.. -_- la storia è venuta lunghissima, anche se ho tagliato molte parti.. volevo andare ai 4 capitoli, ma mi sono detta: “Eh, no! Hai promesso che sarebbero stati 3, e 3 saranno! U.U”
Ecco..:3 Grazie ancora alla mia prima lettrice, che semplicemente adoro per il supporto morale che mi da.. :’)
Grazie!!!xD E grazie anche ai silenziosi lettori che detesto mi fanno tanto piacere!!!:D
Ecco, scusate anche per il ritardo.. T_T
Alla proxima!:3
Minene<3


 


N.B: Ok, qui non è shiny.. T_T scusate, ma è stato il massimo che sono riuscita a trovare.. beh, può anche sembrare un ritratto di Mikki e suo padre, no..?XD C’è anche Tuc!:D
Ah, e scusate per gli errori… T_T

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