FMP The Third

di HVK
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Ritorno alla normalità ***
Capitolo 2: *** 2. Chiamate ***
Capitolo 3: *** 3. Verità ***
Capitolo 4: *** 4. Spiegazioni ***
Capitolo 5: *** 5. Novità ***
Capitolo 6: *** 6. Cambio di programma ***
Capitolo 7: *** 7. Fuga ***
Capitolo 8: *** 8. Muri ***
Capitolo 9: *** 9. Stanze ***
Capitolo 10: *** 10. Passato ***
Capitolo 11: *** 11. Perdono ***
Capitolo 12: *** 12. Promesse ***
Capitolo 13: *** 13. Gelosia ***



Capitolo 1
*** 1. Ritorno alla normalità ***


FMP 1 Tokyo, scuola superiore Jindai

"Sousuuuuuuukeeeeeeeeee!!!!!"
Come al solito Sousuke ne aveva combinata una delle sue, finalmente, dopo parecchi mesi, Kaname poteva risfoderare il suo mitico ventaglio di carta.
"Perchè non la pianti una volta per tutte di comportarti come uno stupido?? cosa ti è saltato il mente di installare delle pistole laser sopra la porta dello spogliatoio femminile???sai che Kyoko stava per rimanerci secca?!"Kaname era infuriata...le cose iniziavano a mettersi male..
"MMM...Ma Chidori....II-Io.."C'erano poche cose nella vita di Sousuke che gli facevano davvero paura..una di quelle era Kaname quando si arrabbiava..
"Smettila di balbettare!mi irriti!"
"Si...ma Chidori...ho dovuto installare delle protezioni per il vostro spogliatoio..se un terrorista decidesse di irrompere mentre vi state cambiando per rapirti io non ci sarei e..."
"oh smettila di dire stupidaggini!tutti quelli che mi volevano rapire sono morti in Cina no?!non capisco perchè hai ancora questa fissa del rapimento..."
"Ti sbagli Chidori! non sono tutti morti!due di loro sono morti in Cina ma ce ne sono altri in giro. Non so quanti ma è ovvio che ci sono. Quello che nascondi nel tuo cervello interessa a molta più gente di quanto credi. Quindi ti prego, non prendere alla leggera il lavoro che faccio!"
Kaname lo guardava con una faccia un pò scettica...
Sapeva benissimo che tutto ciò che aveva detto Sousuke era vero. Non poteva mai essere tranquilla. Lo sentiva. Si sentiva addosso gli occhi di qualcuno, continuamente, costantemente, come se lei fosse la preda sulla quale il leone aveva puntato gli occhi. Forse anche Sousuke se n'era accorto...o forse no. Se era così lei aveva deciso di non dirglielo. Non voleva turbare inutilmente Sousuke con una sua sensazione che poteva essere infondata. Preferiva continuare a vivere la sua vita come al solito, con Sousuke che, anche se  a volte si comportava come uno stupido, la faceva sentire protetta e la faceva stare bene.
" Si lo so..non sto prendendo alla leggera il lavoro che fai Sousuke...vorrei solo che iniziassi a comportarti in maniera più......normale!"
Queste parole avevano colpito Sousuke nel profondo. Non era la prima volta che Kaname glielo diceva solo che lui, per quanto ci provasse, non ci riuciva. Dopotutto lui non era una ragazzo normale. Lui era un professionista, un militare della Mithril. Anche se ora si era fatto dimezzare lo stipendio e veniva chiamato solo per delle missioni speciali restava comunque un soldato e la missione per la quale aveva rinunciato a tutto questo, la sua missione, valeva più della sua stessa vita.
Kaname lo guardò per un'ultima volta, si girò e se ne andò.
Sousuke, pensando ancora alle parole di Chidori, si diresse verso lo spogliatoio femminile.
Tolse le pistole laser dalla porta e tornò in classe.
"Storia del Giappone...che palle!" pensò Sousuke prima di chiudere la porta dell'aula.

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Capitolo 2
*** 2. Chiamate ***


FMP 2 Suonò la campana. La scuola era finita anche quel giorno.
"Sousuke..." era Kaname. Si sentiva in colpa per quello che gli aveva detto 2 ore prima. Alla fine sapeva che Sousuke si comportava da stupido solo per proteggerla...doveva essere un pò più indulgente con lui.
"Oh Chidori...Scusa per prima. Hai ragione...dovrei iniziare a comportarmi un pò più da ragazzo normale..."
"No...scusami tu! So benissimo che lo fai per il mio bene ed io, invece di ringraziarti per tutto quello che fai per me, cosa faccio?! Ti picchio! Oddio.. Ora capisco perchè mi chiamano l'idol numero uno che nessuno vorrebbe mai come propria ragazza! Tutto ciò è imbarazzante...."
Sousuke sorrise. " No, sono gli altri che non capiscono niente di te! Dai andiamo a casa!"
Kaname era un pò confusa da questa affermazione ma seguì Sousuke.

Come le era mancata quella strada fatta insieme, accanto a lui. Come le era mancata l'ombra di lui sull'asfalto che, grazie all'effetto della luce, si sovrapponeva alla sua, come se volesse proteggerla anche dal sole. Come le era mancato il ticchettio delle sue scarpe che non la faceva sentire sola. Come le era mancato lui.

Arrivati davanti alla porta di casa di Chidori, Sousuke si congedò.
"C'è ancora la cimice che avevo messo quando sono arrivato qui per la prima volta vero?"
"Si..." per Kaname era imbarazzante ammetterlo, ma l'aveva lasciata perchè ogni tanto, quando lui se n'era andato, la guardava e ci parlava, come se, effettivamente, ci fosse Sousuke nel palazzo di fronte ad ascoltare tutto. Questo la faceva sentire meno sola."...si c'è ancora"
"Ottimo. Allora io vado." Sousuke si girò e stava per andarsene...
"Aspetta....." disse Kaname "...mi proteggerai sempre vero Sousuke?"
"Nessun problema" e se ne andò.

Sousuke aprì la porta del suo appartamento.
C'erano 3 dita di povere sul pavimento, l'unico arredamento pulito era lo scatolone con tutte le sue cose e il futon che aveva riportato la sera prima.
Appoggiò la borsa, si tolse la giacca e  accese il trasmettitore...subito i singhiozzi di Chidori invasero la cucina/salotto.
"Merda! La stavano aspettando in casa!" pensò subito Sousuke.
Corse a prendere il cellulare e digitò il numero di Chidori.
"Pronto?"
"Chidori...stai bene? C'è qualcuno lì con te? Cos'è successo??"
"Niente...sono qui da sola...ma perchè...?"  
"Non ci sono terroristi o qualcuno che ti sta per uccidere?"
"NO!"         "Meno male! Avevo sentito dei singhiozzi....pensavo..."
"No, sto bene...sei uno stupido Sousuke!!" inizò ad urlare Kaname
"...Ma Chidori....che ti succede adesso?"
" Perchè pensi sempre al peggio?? Non riesci proprio a pensare a qualcos'altro che non siamo attentati, rapimenti o uccisioni?"
" Ma Chidori io stavo solo controllando e ti ho sentito piangere e ho pensato che qualcuno potesse essere entrato in casa tua per tenderti un agguato e..."
"Sousuke lasciami in pace!" e riattaccò.
Sousuke era stupito...non capiva il comporatmento di Chidori...
Lei nel frattempo si era dimenticata per un attimo della cimice e si stava sfogando..
"Quello scemo! Perchè ha i sentimenti misurati in un cucchiaino?? Perchè non pensa che ci possa essere qualche altro motivo per piangere?? Per lui esistono solo guerre e sgozzamenti. Non capisce che le mie erano lacrime di felicità?! No chiaramente...quel fissato di roba militare che si crede sempre in guerra....."
Sousuke sentendo queste parole si mise a ridere... Se la immaginava che scorrazzava avanti e indietro per il salotto a insultarlo...
Sentì lo croscio dell'acqua in casa di Chidori e, rilassato per aver ricevuto una lieta spiegazione per le sue lascrime, si preparò anche lui per una doccia.

Appena uscita dalla doccia Chidori era più rilassata. Stava ripensando alla conversazione di pochi minuti prima.
Sousuke era tornato. Finalmente c'era qualcuno che sentendola piangere si precipitava ad assicurasi come stava. Anche se pensava sempre al peggio, lui si preoccupava per lei e per quello che le accadeva.
Si stava sciogliendo in questi pensieri quando la suoneria del suo cellulare la riportò alla realtà.
Chi poteva essere? Era ancora lui? Magari voleva sapere se si era calmata dal momento che gli aveva riattaccato in maniera brusca.
"Sousuke io..."
"Ciao bellezza...mi dispiace, non sono il tuo Sousuke...delusa?" rispose una voce maschile.
"Chi sei?" Kaname non ricordava di avere mai sentito quella voce...anke se le ricordava qualcuno..
"Ma come?! Ti sei già dimenticata di me? Eppure, nonostante la tua reazione poco carina, mi era sembrato che il mio bacio ti fosse piaciuto.."
"Leonardo...." sussurrò lei..
"Finalmente mi hai riconosciuto bellezza...come stai?" chiese Leonardo Testarossa, il fratello di Tessa.
"Cosa vuoi? Come hai fatto ad avere il mio numero?" Kaname era shoccata...non capiva come lui potesse avere il suo numero di cellulare.
"Te lo avevo detto che ci saremmo risentiti...e rivisti. Sai dovresti prendere un pò più sul serio le parole di un innamorato..."
"Innamorato???Cosa diavolo stai dicendo??" Kaname era furibonda, soprattutto perchè sentiva che Leonardo si stava facendo beffe di lei e questo non lo sopportava.
"Ma come? Mi sembrava di averti detto, quella notte, che ti amavo. Speravo che tu mi avresti creduto...peccato." dal tono della voce si sentiva che stava ridendo. Chidori non sopportava le persone che la prendevano in giro e quel tipo stava andando troppo oltre. Adottò un'altra strategia. Aveva capito che Leonardo voleva farla arrabbiare ancora di più e lei non voleva darle questa soddisfazione.
"Bene..." rispose con tono calmo e profondo "...quindi suppongo che il tuo amore per me ti abbia spinto a...fare cosa esattamente?...per avere il mio nuomero di cellulare..."
"Esatto...ma mi sopravvaluti temo. Non ho fatto nulla di speciale per avere ciò che volevo...sai internet al giorno d'oggi è molto utile...ma anche molto pericoloso. Sapendo tutto di te e avendo pieno accesso al sito della Mithril non è stato molto difficile rintracciarti."
"Pieno accesso al sito della Mithril? Ma tu.."
"No, io non sono con la Mithril. Ma ti ricordo che il capitano è mia sorella...avendo creato lei la password per me non è stato difficile scoprirla...lei è come un libro aperto per me..."
"E allora? Cosa vuoi da me?" Kaname stava riperdendo la pazienza...lui aveva detto di sapere tutto di lei...come diavolo faceva?
"Mi sembra ovvio no?! Voglio vederti.."
"Io no, mi dispace! Anzi fai una cosa...cancella il mio numero e non cercarmi mai più! Se lo farai te la farò pagare te lo giuro..."
"Oh oh....e cosa farai bellezza mia? Sguinzaglierai il tuo fidanzato contro di me? Sarebbe un'ottima idea in realtà..mi risparmierebbe un sacco di seccature!" rispose beffardo Leonardo
"Lui non è il mio fidanzato! E poi lui non c'entra con questa storia! So benissimo cavarmela da sola..."
"Oh si lo so.."
"Basta! Adesso basta! Non chiamarmi mai più hai capito?? Addio!" e riattaccò.
Kaname era visibilmente scossa...ora più che mai si sentiva addosso gli occhi di qualcuno. Non era possibile che Leonardo si fosse fatto sentire. Aveva cercato di dimenticare quel bacio, quel viscido e inaspettato bacio, ed ora le era tornato alla mente come se fosse successo la sera prima. Non voleva stare sola...per nessun motivo voleva che quell'essere le rimettesse addosso le mani.Doveva andare da Sousuke. Subito. Aveva bisogno di lui.

Sousuke non sentì nulla della conversazione di Kaname perchè nel frattempo anche lui aveva ricevuto una chiamata inaspettata.
"Pronto?" rispose Sousuke dopo qualche squillo del telefono.
"Sei un idiota! Come ti è saltato in mente di disobbedire agli ordini diretti del capitano e di abbandonare la missione?? Sei diventato pazzo??" era Mao. Naturale..apparte Kaname, lei era l'unica ad insultarlo perennemente...o forse no...
"Dai sorellina...non fare così! Finalmente l'uomo fissato che si crede sempre in guerra ha dimostrato di avere un cuore e non un pezzo di granito e tu lo insulti?" disse Kurz, che era con Mao in quel momento "Si ok è vero, è un grandissimo pezzo di merda perchè ci ha abbandonati tutti nel momento del bisogno disobbidendo agli ordini, ma alla fine si è riscattato no??"
"Riscattato??si ci ha salvato la vita ma poi cosa ha fatto?! Si è fatto diminuire missioni, stipendio e grado e per cosa??!"
"Bè sorellina...Francamente per la piccola Kaname io avrei fatto anche di più...per far breccia nel suo cuore, per diventare il suo eroe con la corazza d'oro, per..."
" Kurz smettila di dire stronzate! E tu Sousuke perchè non dici niente??!" sbottò Mao.
"Stavate parlando tra di voi, mi sembrava poco carino interrompervi"
"Ah fai anch lo spititoso??!" Mao si stava arrabbiando sul serio..
"No, dico la verità. Comunque mi dispiace per non averne parlato prima con voi, ho agito come la mia testa mi diceva. Credo di avere fatto la cosa giusta. Chidori non sarebbe mai stata ben protetta senza di me, lo so io e lo sanno tutti." rispose sicuro Sousuke.
"Si si...ma dimmi la verità Sousuke! Ti sei innamorato di lei?" chiese Kurz ghignando.
"Cos...No! Lei è la mia missione. Mi è stata affidata 9 mesi fa e ho intenzione di proteggerla fino a quando non sarà al sicuro da tutti i terroristi.."
"Sai bene che questo non accadrà mai! Non sappiamo quanti terroristi siano interessati alla Blacktecnology e sicuramente quando ci sarà la divulgazione della notizia che qualcuno contiene dentro di sè queste informazioni, e ci sarà ne sono certa, non saranno solo i terroristi a volerla, ma anche ricercatori e normali militari! Non puoi non averlo pensato Sousuke! Non tu!" Lo accusò Mao.
In effetti lui ci aveva pensato molte volte. Sapeva che lei aveva ragione ma ogni volta che si avvicinava questo pensiero lui lo cacciava via. La verità era che non sopportava l'idea che qualcuno volesse Chidori solo per usarla. Lei era speciale, ma non per le informazioni che conteneva.
"Si, ci ho pensato..." ammise alla fine.
"Quindi caro il mio Sousuke, è come ho detto io...ti se innamorato di lei..." disse Kurz.
Sousuke stava per aprire bocca quando suonò il campanello del suo appartamento.
"Scusate devo andare. C'è qualcuno alla porta."
"Si si cavatela così per oggi...Ma non riuscirai ad evitarci per sempre..." disse Kurz.
"Inoltre ricordati che sei comunque un soldato della Mithril. Ti chiameremo se ci sarà bisogno di te in qualche missione" Precisò Mao, delusa.
"Ricevuto." e riattaccò.

Kaname continuava a suonare insistentemente alla porta di Sousuke.
"Perchè non mi apre?? Cosa starà facendo?? Oddio....no...Non dirmi che sei andato ancora via da me Sousuke! Ti prego aprimi..." Pensò lei disperata.
Aveva smesso di suonare, depressa, e stava per andarsene quando lui aprì la porta..
"Chidori!" esclamò appena la vide "Cosa ci fai qui?"
"Sousuke!" e lo abbracciò. Un abbraccio forte. Un abbraccio caldo. Un abbraccio disperato. Un abbraccio sollevato. "Non sei andato via da me ancora una volta...per un moento io..."
"No...te l'ho giurato...ti proteggerò sempre" rispose lui abbracciandola a sua volta."Ma cos'è successo? Cosa ci fai qui?"
" Sousuke...devo parlarti di ciò che mi è successo mentre ero a Hong Kong."
Il viso di Sousuke si fece preoccupato e si irrigidì.
"Vieni, entra."

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Capitolo 3
*** 3. Verità ***


FMP 3 Entrarono in casa di Sousuke.
Kaname non fece neppure caso al disordine che c'era. Si sedette sul futon in silenzio, mentre lui si mise a preparare il tè.
"Chissà cosa penserà Sousuke...chissà some reagirà!" pensò Kaname.
"Allora Chidori...mh...cosa...cosa dovevi dirmi?" chiese Sousuke, un pò a disagio. La verità era che lui preferiva dimenticare il periodo del suo abbandono. Non voleva neppure pensare al dolore che aveva provocato in Kaname. E inoltre aveva paura di sentire ciò che lei aveva passato, tutto per colpa sua.
"Mh, si. Quando ero a Hong Kong, decisi che era arrivato il momento di conoscere colui che mi stava seguendo da Tokyo. Scoprii che era Wraith e, come tu sai, mi stava sorvegliando al posto tuo. Quella sera, mentre stavo dialogando con lui, fui attaccata da una delle sorelle cinesi. Cercò di uccidermi ma la scampai per un pelo."
Sousuke ascoltava in silenzio, ma non guardò mai in faccia Chidori. Si sentiva in colpa. Lei aveva rischiato la vita per trovare lui, per riportarlo indietro.
"Ero riuscita a stordirla con la pistola elettrica. Pensavo che sarei riuscita a tornare nella mia stanza insieme a Wraith, nonostante fosse ferito, ma arrivò un'altra persona. Leonardo Testarossa..." Sentendo quel nome Sousuke trasalì. Non era possibile..tra tutte le persone non poteva aver incontrato proprio lui! Si girò di scatto con la faccia preoccupata..
"Che ti ha fatto? Cosa ti ha detto??"
"Ah..allora lo conosci! Veramente...bè..." Kaname vacillò. Non riusciva a dirglielo. Aveva reagito male al solo pronunciare il suo nome, figuriamoci se gli avesse detto che l'aveva baciata e che l'aveva anche rintracciata!"...bè..niente..voleva semplicemente portare via Wraith, ma io gliel'ho impedito"
"Tutto qui? Non voleva niente da te?"
Cosa poteva fare? Cosa doveva dire? Se gli avesse detto la verità Sousuke avrebbe di sicuro girato il mondo pur di trovarlo o, ancora peggiore, lo avrebbe detto a Tessa, la quale lo avrebbe rintracciato subito. Se, invece, decideva di non dire nulla, come poteva giustificare quella sua improvvisa voglia di raccontargli tutto?
" No...non voleva niente da me." disse infine "Ma tu come fai a conoscerlo?" ora Kaname si era incuriosita.
Anche Sousuke non voleva rivelare tutto a Kaname, probabilmente se avesse saputo tutta la verità  non si sarebbe mai più fidata di lui.
"E' il fratello del mio capitano, ricordatelo. Non si è mai fatto vedere molto sul De Danaa, ma quando Mao mi presentò al sottomarino come suo subordinato c'era anche lui." disse Sousuke. Questa era una parte della verità, anzi questo era solo l'inizio, ma era sufficiente che Kaname conoscesse questo.
" Ah, giusto"
Seguì un momento silenzioso. Nella mente di Chidori si stavano accavallando bugie su bugie, cercandone una valida per la sua presenza in quella casa. Sousuke, invece, stava pensando a Leonardo. Non era possibile che avesse visto Chidori e non le avesse detto nulla. Lui sapeva qual era il suo obiettivo, Kaname stava mentendo.
"Chidori" Sousuke alzò il viso e fissò Kaname dritto negli occhi. Era spaventata e poteva vedere gli ingranaggi del suo cervello che macchinavano una storia credibile per celare cosa era veramente successo quella notte. 
"Chidori non mentirmi." Queste semplici parole fecero ghiacciare Kaname. Che lui sapesse già tutto?? No, era impossibile, altrimenti non avrebbe mai reagito in quel modo. Qualcosa comunque non quadrava. Se non sapeva nulla allora doveva conoscere molto bene Leonardo, non poteva sapere tutto di lui avendolo visto solo alla sua presentazione come subordinato.
"E va bene. Io ti racconterò tutta la verità. Tu però in cambio dovrai spiegarmi come fai a conoscere Leonardo così bene."
"Non conosco bene Leonardo. Conosco bene te. I tuoi occhi contraddicono le tue parole." mentì Sousuke.
Kaname era sbalordita. Non era da lui parlarle così, come un ragazzo normale, con dei sentimenti.
"Oh....ok...bene." iniziò Kaname "Lui arrivò subito dopo che ebbi sparato a Yu Lan. Iniziò a dire strane cose, a parlare per metafore. Poi, appena Yu Lan si svegliò, la fece uccidere da uno dei suoi Arm Slave."
Sousuke si immaginava la scena e, dal tono della sua voce, capì quanto lei aveva avuto paura.
"Subito dopo...." non ci riusciva...non poteva dirglielo!
"Subito dopo cosa Chidori??" insistè Sousuke
"...dopo...mi...mi baciò. Ma io lo respinsi e lui mi disse che ci saremmo risentiti e rincontrati" confessò infine.
Sousuke aveva lo sguardo perso. Sapeva che cosa lui voleva, ma non si immaginava che sarebbe arrivato a tanto. Lui aveva osato toccarla. Strinse i pugni, era nervoso. Ma non poteva comportarsi da stupido proprio adesso, doveva sentire la fine del racconto, altrimenti Kaname non sarebbe mai andata da lui.
"Cos'è successo dopo? Non mi hai ancora spiegato il motivo per cui sei qui" rispose freddo Sousuke.
Kaname, sentendo il tono freddo e distaccato di Sousuke si rattristò. Pensava, o meglio sperava, che questo lo avrebbe fatto ingelosire.
"Niente, se ne andò. Ma prima, quando sono uscita dalla doccia, lui mi ha chiamata." Sousuke strinse i pugni ancora più forte.
"Gli ho chiesto cosa voleva...Vuole vedermi." Questo era troppo..
"E tu cosa gli hai risposto?? Come cazzo fa quello ad avere il tuo numero di cellulare?? Sei una whispered, i tuoi dati personali sono top secret!" sbottò Sousuke.
"Lo ha preso nel sito della Mithril. Tessa è sua sorella...a quanto dice è stata una passeggiata capire la password." rispose Kaname atterrita. "Comunque non ho alcuna intenzione di vederlo. Ma lui mi preoccupa Sousuke. Non penso che sia una persona che accetta un NO come risposta." ammise lei.
Questo lui lo sapeva bene già da tempo. Il fatto però che si fosse esposto così tanto, sapendo che Kaname era constantemente protetta da Sousuke, non era da Leonardo. Lui agiva nell'ombra, e mandava avanti i suoi uomini prima di uscire lui stesso allo scoperto. Non era possibile che ci tenesse così tanto ad avere Chidori da commettere un'azione così incauta. Qualcosa non quadrava. Lui voleva farsi vedere. Ma perchè?
Kaname interruppe questi pensieri di Sousuke.
"Cosa devo fare? Io gliel'ho detto che non ho intenzione di vederlo, ma lui pare non mi abbia ascoltata."
"Adesso vai a casa e riposati. Io ascolterò tutto. Nel frattempo parlerò con la Mithril. Lascia fare a me." rispose sicuro Sousuke.
"Va bene..." si alzò e aprì la porta "...ah..c'era una cosa strana, che non avevo mai visto negli AS.."
"Cosa?"        " Erano grandi come un uomo e si muovevano autonomamente...non li pilotava nessuno dall'interno"
Sousuke sgranò gli occhi. A quanto pareva Leonardo era andato avanti con i suoi progetti.
"Ok grazie per avermelo detto. Riferirò tutto al capitano."
"Bene...allora io vado...." rispose triste Chidori.
"Riposati. E...Chidori?"
"SI?" chise Kaname girandosi.
"Fai attenzione" rispose Sousuke.
Kaname sorrise. "Sissignore!" E se ne andò.

Sousuke chiuse la porta di casa. Si diresse in bagno e si guardò allo specchio.
Quello che vide era un ragazzo con una faccia cattiva ma allo stesso tempo patetica. Non si sopportava più. La sua unica missione stava diventando un fallimento. E tutto per colpa sua e di quell'essere...Leonardo.
Si sentì il rumore di vetro infrangersi.
A terra si vide sangue e pezzi di specchio.

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Capitolo 4
*** 4. Spiegazioni ***


FMP 4 Si sentì la porta dell'appartamento di Kaname aprirsi e chiudersi all'istante.
Era a  casa sana e salva.
"Maledizione!" disse Sousuke. Preso dall'ira aveva rotto lo specchio del bagno. Ora stava davanti al tavolo del trasmettitore con uno straccio sulla mano insanguinata. Sapendo che Kaname era a casa lo fece tranquillizzare. Disinfettò la mano e la fasciò. Poi prese il cellulare e compose il numero di Kurz.
"Ehi, ex-compagno! Cosa vuoi?! Non lo sai che qui si lavora? Non stiamo mica a spassarcela con le nostre ragazze tutto il giorno NOI!" rispose Kurz.
"Kurz sono felice anche io di sentirti. Potresti passarmi il capitano?"
Kurz rizzò le orecchie "Come come?? Non ti basta la piccola Kaname adesso vuoi anche Tessa! Sei proprio isaziabile.."
"Smettila di dire stronzate. Devo riferigli qualcosa riguardo a suo fratello.."
"Oh.." Kurz divenne serio "..hai qualche notizia?"
"Si putroppo..e sono notizie ben poco piacevoli.."
"Ok aspetta in linea". Kurz passò la telefonata a Tessa, la quale, non sapendo il motivo della telefonata si innervosì.
"Pr-pronto signor Sagara?" rispose timida.
"Signor capitano. Mi dispiace disturbarla ma ho delle cose importanti da riferirle." disse Sousuke serio
"Mi dica"
"Chidori mi ha riferito quello che successe a Hong Kong. Per farla breve incontrò vostro fratello."
Tessa era shoccata. Non sentiva parlare di suo fratello da molti anni, da quando lui aveva lasciato la Mithril. Se si era fatto vedere voleva dire che stava escogitando qualcosa. Qualcosa di losco.
"Si, vada avanti"
"Si. Lui vuole Chidori. Ha cercato di sedurla a Hong Kong ma lei rifiutò e adesso è riuscito ad accedere al sito della Mithril e ad avere tutte le informazioni top-secret su di lei, compreso il suo numero di cellulare. L'ha contattata e le ha chiesto un incontro."
Tessa rimase di sasso. "Co-come ha fatto?? Come può essere entrato nel sito della Mithril??"
"Stando a quanto ha detto, scoprire la password è stato un gioco da ragazzi dal momento che l'avete creata voi."
Tessa si sentì umiliata. Ancora una volta Leonardo aveva inconsciamente dimostrato la sua superiorità.
"Oh..E la signorina Chidori come ha reagito?" dopo avere detto queste parole Tessa capì che era stato inutile chiederlo. Conosceva fin troppo bene il carattere di Kaname da sapere che lei non avrebbe mai accettato. Probabilmente lo aveva detto a suo fratello in maniera brusca, come al suo solito.
"Naturalmente ha rifiutato in maniera non propriamente gentile e l'ha minacciato di non farsi più sentire" rispose Sousuke. "Ecco infatti!" pensò Tessa tra sè.
Questo poteva essere un problema. Leonardo più veniva rifiutato più si ostinava. Era sempre stato così, fin da piccolo. In più lei lo sapeva che prima o poi sarebbe andato a cercare Kaname. Le sue informazioni sulla Blacktecnology lo interessavano come nient'altro al mondo. Lui possedeva una parte di quelle informazioni. Con quelle di Kaname avrebbe potuto realizzare ogni suo desiderio.
"Bene. La situazione si sta facendo complicata. Desidero che lei aumenti le protezioni intorno alla signorina Chidori. Deve mettere sotto stretta sorveglianza non solo la casa ma anche il suo cellulare. Ha la cimice adatta?" ordinò Tessa a malincuore. Sapeva benissimo che Sousuke sarebbe stato ben felice di poter sorvgliare maggiormente Kaname.
"Affermativo"
"Ottimo. Deve spiegare la situazione a Kaname, sono sicura che lei capirà."
"Devo raccontarle tutto?" Sousuke si preoccupò all'idea di doverlo fare. Era una storia lunga e lui era coinvolto in prima persona. Solo a  pensare di dover essere lui a dirle tutto lo fece sbiancare.
"No. Deve solo spiegarle il motivo per il quale mio fratello la cerca e la vuole. Quando lo avrà fatto si rimetta in contatto con me per favore. Vorrei parlare direttamente con la signorina Kaname di alcune cose." disse vaga Tessa.
In realtà lei voleva far incontrare Kaname e Leonardo sotto lo stretto e attento controllo di Sousuke naturalmente! Voleva scoprire qualcosa di più su suo fratello ed era sicura che con Kaname si sarebbe aperto. In ogni caso doveva chiederlo lei sessa a Chidori.
"Ricevuto. Ho un'altra informazione da darle capitano. Chidori ha detto che Leonardo non era solo quella sera. Era accompagnato da due AS. Più precisamente due AS grandezza uomo e competamente autonomi."
"O mio Dio!" Tessa era più sconvolta che mai. Non avrebbe mai e poi mai immaginato che suo fratello sarebbe arrivato a tanto!
"Signor Sagara deve subito spiegare tutto a Kaname e farla parlare con me. Avendomi riferito queste cose devo confessarle che la faccenda mi preoccupa molto. E' peggiore di quanto pensassi. Si sbrighi per favore."
"Sissignora!" e chiuse la conversazione.

Suonò al citofono di Chidori e lei aprì sorridente.
"Ciao Sousuke! Che ci fai qui?!" disse lei.
"Ti devo parlare...è una cosa importante"
"Vieni entra"
Si sedettero al tavolo e Sousuke si sentì un pò a disagio. L'ultima volta che era stato a casa sua erano stati benissimo, lei gli aveva tagliato i capelli e poi gli aveva preparato la cena. Quella sera era stato tutto perfetto. Poi lui se n'era andato senza neppure una spiegazione. Chissà se lei stava pensando alle stesse cose...
Kaname era nervosa. Non sapeva come comportarsi. Era sempre stata una cosa normale per lei vedere Sousuke in casa sua, ma ora, dopo parecchi mesi, le pareva strano..
"Chidori" Sousuke risvegliò Kaname dai suoi pensieri.."MH?"
"Ho parlato con il capitano di ciò che è successo. E' preoccupata ma vuole che ti spieghi il motivo per cui suo fratello ti sta dietro" disse serio Sousuke
"Un'idea credo di essremela fatta.."
"Ah si?"
"Sousuke penso di non essere così stupida! Ovviamente sarà lo stesso motivo per cui mi vogliono tutti gli altri no? Per la Blacktecnology!" rispose Chidori spazientita.
"Si Chidori. Ma c'è una cosa che non sai. Anche Leonardo possiede la Blacktecnology"
"Lo so. Me l'ha detto."
Sousuke sgranò gli occhi. Quante cose le aveva già detto? Possibile che fosse stato così stupido da rivelarle il motivo per qui la voleva? No. Leonardo doveva aver avuto un valido motivo per esporsi così tanto davanti a Chidori. Quale fosse quel motivo Sousuke non lo sapeva.
"Bene. Suppongo però che non ti abbia detto che la sua Blacktecnology è diversa dalla tua."
"No...in effetti l'unica cosa che mi ha detto è che anche lui è un Whispered."
"Bene. Vedi lui, come tutti i Whispered, è incompleto. Possiede solo una parte della Blacktecnology, come tu hai un'altra parte, diversa dalla sua a quanto pare. Questo è il motivo..."
"....per cui mi vuole." concluse Kaname. Ora capiva tutto, finalmente. Non la voleva per una semplice infatuazione, la voleva perchè gli serviva.
"Affermativo. Probabilmente se lui riuscisse ad avere le tue informazioni o quelle del capitano diventerebbe invincibile. Non sappiamo ancora cosa ha in mente di fare, ma stando a quello che hai detto circa gli AS, sicuramente le userebbe per progettare armi molto più pericolose di quegli AS." disse Sousuke senza preamboli.
"Cioè mi stai dicendo che io e Tessa abbiamo le stesse informazioni sulla Blacktecnology mentre Leonardo no e lui vorrebbe una di noi per completare le sue informazioni?"
"Si esatto ma lui non vuole Tessa perchè sa che non riuscirebbe mai a prenderla, è troppo ben protetta e in più è sempre in un sottomarino in chissà quale continente. Lui mira a te perchè ritiene più semplice poterti prendere, ma si sbaglia di grosso se crede di poterlo fare. Non con me nei paraggi per lo meno!" disse Sousuke, arrossendo. A Kaname sfuggì un sorriso.
"Bene! Allora non ce niente di cui mi debba preoccupare"
"C'è un'altra cosa. Aspetta.." e tirò fuori il cellulare. Compose il numero del De Danaa e attese.
"Pronto, signor Sagara." rispose immediatamente Tessa.
"Signor capitano, ho comunicato la situazione a Chidori."
"Ottimo. Me la può passare per favore?"
"Chidori, il cpaitano vorrebbe parlarti." disse Sousuke.
Kaname era allibita.
"Pronto Tessa??"
"Kaname! E' un piacere sentirti. Dovrei parlarti di una questione importante.." disse Tessa senza preamboli."Oddio no...speriamo non sia niente riguardo alla sua gelosia verso Sousuke!"  pensò Kaname
"...riguarda Leonardo. Desidererei che lo incontrassi."
"Coooosaaaaaaaaaaaa????"

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Capitolo 5
*** 5. Novità ***


FMP 5 Kaname era seduta sul divano di casa sua, il cellulare di Sousuke in mano.
Fissava il vuoto mentre una voce femminile la chiamava dall'altro capo del telefono.
"Kaname??Pronto Kaname ci sei??" disse Tessa. Sapeva che ciò che le avrebbe comunicato l'avrebbe spaventata.
"S-Si ci sono" rispose finalmente Chidori.
"So che probabilmente non te la senti di incontrarlo. A quanto ho capito non si è comportato da gentiluomo a Hong Kong vero?"
"In effetti no. Ma non è quello il problema. Non saprei come comportarmi trovandomi da sola davanti a lui sapendo che il suo unico scopo è prendermi per utilizzare il mio cervello..." Kaname rabbrividì al solo pensiero di cosa le poteva fare.
"Si lo capisco" rispose Tessa "ma comunque Sousuke sarà sempre nascosto e pronto ad agire in caso di pericolo"
Kaname si girò verso Sousuke che stava davanti alla finestra, tirando indietro la tenda per controllare fuori. Il suo sguardo serio e preoccupato le fece capire che lui aveva intenzione di fare tutto ciò che era in suo potere per farsi perdonare per essersene andato senza neppure dirglielo. Sapeva che lui ci teneva a lei. Questo lo aveva capito, la cosa che non capiva era in che modo ci tenesse a lei.
"Va bene. Spiegami cosa dovrei fare" disse infine Chidori.
"Molto bene. Incontrerai Leonardo in un posto appartato, che sicuramente sceglierà lui, se in questi anni non è cambiato. In caso contrario scegli insieme al sergente un luogo adatto, in cui nessuno vi possa facilmente interrompere e in cui Sousuke ti possa sorvegliare senza essere scoperto." iniziò Tessa. "Non dovrai comportanti in maniera troppo sgarbata, anche se so che ti sarà difficile!"
"Ehi!!Cosa intendi dire?! Che sono tipo uno scaricatore di porto?!" si offese Kaname.
"Si più o meno!" disse Tessa " Comunque..sii te stessa ma nn far in modo che lui se ne vada prima di aver scoperto cosa ha in mente di fare. Voglio sapere cosa sta combinando da tutti questi anni e a cosa gli servi."
"Va bene."
"Inoltre vorrei che ti vestissi in modo...come dire..sexy"
"Cooosaa?! E perchè? Non devo mica andare lì come per dire " Kaname era infuriata.
Sentendo la risposta di Kaname, Sousuke si girò di scatto e guardò Chidori a bocca aperta. Cosa cavolo le stava dicendo Tessa?! Stava iniziando a pensare che quella storia non gli piaceva molto.
"E' semplice. Leonardo ama le belle donne. Se tu andrai lì conciata come una pezzente potrebbe cambiare idea no?! O meglio dovrebbe comunque prenderti perchè ha bisogno di te ma probabilmente non ti direbbe nulla, perchè capirebbe che in realtà non sei niente di speciale" disse Tessa innocente. In realtà stava dicendo apposta quelle cose per far arrabbaire Kaname. Si stava prendendo una piccola soddisfazione offendendola.
Kaname sapeva che Tessa era gelosa di lei e poteva capire che offenderla la faceva sentire meglio. Ma ora stava superando ogni limite!
"Va bene Tessa. Farò come vuoi. Dopotutto io posso mettermi degli abiti sexy per andare in giro visto che non sono sempre segregata in un sottomarino!" rispose Kaname.
Tessa non trovò niente da ribattere. La aveva messa a tacere.
"Bene. Ora potrebbe passarmi il sergente Sagara per favore?"
Kaname passò il telefono a Sousuke.
"Si?"
"Signor Sagara si faccia dare tutte le indicazioni da Chidori. Gradirei che non la lasciasse mai sola e che impiantasse il chip nel cellulare della signorina al più presto." disse Tessa riluttante. Non sapeva come Sousuke avrebbe gestito le parole: "non lasciarla mai sola", ma un pensiero ce lo aveva.
"Si signora."
"Bene. Per ora è tutto. Se ci sono dei problemi non esiti a chiamare. Arrivederci"
"Arrivederci" Sousuke spense il cellulare.
"Chidori..potresti darmi il tuo cellulare? Dovrei impiantare il chip."
Kaname gli passò il cellulare. Questa storia era un pò strana. Si doveva esporre per Tessa. Non le piaceva l'idea ma d'altro canto non poteva neppure rifiutarsi. Era grazie a lei se Sousuke la proteggeva constantemente e se i mercenari non l'avevano ancora presa e torturata.
"Chidori, spiegami la situazione." chiese Sousuke
" Dobbiamo aspettare che Leonardo mi chiami. Dovrò incontrarlo come ben sai, e tu dovrai stare nascosto e pronto ad intervenire nel caso l'incontro degenerasse. Se sarà lui a fissare il luogo dell'incontro sicuramente possiamo stare tranquilli che sarà un posto appartato. Se il compito della scelta del luogo sarà mio, dobbiamo pensare a un posto in cui tu ti possa nascondere bene e in cui nessuno ci possa interrompere facilmente."
"Molto bene. Cosa ne dici del garage abbandonato dietro i mercati generali?" propose subito Sousuke mentre stava operando il cellulare di Kaname.
"No. E' un posto chiuso, se succedesse qualcosa sarebbe difficile scappare. Inoltre è sempre frequentato dai teppisti. Ci vorrebbe un posto di campagna, poco frequentato e aperto." pensò Kaname.
Improvvisamente le venne in mente lei seduta sul portapacchi di una bicicletta con Sousuke davanti a lei che pedalava come un matto per arrivare in tempo a scuola. Avevano preso la stradina di campagna per fare più in fretta e lei si era incantata a guardare un meraviglioso campo di girasoli.
"Aspetta..ho un'idea! Ti ricordi il campo di girasoli della strada di campagna che affianca la ferrovia? Ci siamo passati quella volta in bicicletta quando tu avevi la febbre!"
"Si! E' vero...sarebbe un posto perfetto! I girasoli in questo periodo sono abbastanza alti da farci da nascondiglio, io mi potrei nascondere ovunque e nessuno verrebbe a disturbarci a meno che non voglia tagliare un fiore!" il viso di Sousuke si illuminò.
"Bene. Allora è deciso. Ora devo solo aspettare la chiamata di Leonardo. Sono sicura che chiamerà entro domani."
"Ecco fatto." Sousuke riconsegnò il cellulare a Kaname.
"Chidori, vado a casa a prendere la mia roba e torno."
"Che roba? E come sarebbe a dire torni?!"
"Tessa mi ha dato l'ordine di non lasciarti mai sola. Questo vuol dire che dormirò qui. E' molto più sicuro. Se qualcuno cercasse di entrare in casa tua non perderei tempo nel venire qui." rispose Sousuke ingenuo.
In realtà era felice di poterle stare così vicino. Si sentiva più sicuro.
Kaname invece non aveva parole. Come doveva comportarsi? Doveva dormire con Sousuke in giro per casa. Non era la prima volta, certo, ma era la prima volta che erano a casa sua e da soli. Era molto nervosa.
Sousuke tornò dopo un quarto d'ora, con una montagna di scatole e dei vestiti.
"Cos'è tutta questa roba??!" esclamò Kaname non appena entrò Sousuke.
"Dispositivi di sicurezza.."disse lui affannato "..devo piazzare qualche trappola.."
"Scordatelo!! Non trasformerai casa mia in una trincea!" sbraitò Kaname
"..Ma Chidori..è per la tua sicurezza..."
"Non me ne frega! Ci sei tu e io ho la mia mazza da softball..è più che sufficiente!" ribadì lei.
Era inutile discutere con Chidori. Se si impuntava su una cosa nessuno la smuoveva.

La serata passò tranquilla. Kaname invitò Kyoko, Shinji e le sue amiche per passare la serata. Giocarono e raccontarono storie di paura e, come al solito, Sousuke non riuscì a capire in cosa consisteva il terrore nelle storie raccontate. Evitarono di dire che Sousuke avrebbe dormito in casa di Kaname, per non creare sfraintendimenti.
Quando tutti se ne andarono Kaname preparò il divano per Sousuke, mentre lui si fece la doccia. Lei continuava a pensare che la situazione era strana, ma era felice.
Lui, anche se non lo dava a vedere, era nervoso. Non aveva mai dormito nella stessa casa con una donna. In più quella donna era Kaname.
"Ecco fatto. Anche se è solo un divano è comodo." disse Kaname arrossendo.
"Grazie." disse Sousuke sedendosi sul divano.
"Bè...allora buona notte!"
"Notte. Ci vediamo domani mattina."
Kaname andò nella sua stanza ma non riuscì ad addormentarsi. Continuava a pensare alla serata. Si era sentita normale, senza problemi e anche Sousuke le era sembrato tranquillo e felice. Inoltre continuava a pensare che lui era di là sul suo divano.
Non riusciva a resistere. Scivolò giù dal letto, camminò in punta di piedi, aprì silenziosamente la porta e sbirciò in salotto.
Lui era lì sdraiato, la mano sulla fronte, che fissava il soffitto. Chissà a cosa stava pensando. La maglietta era leggermente sollevata e faceva intravedere i suoi addominali perfetti. Era davvero bello. Con quell'immagine nella testa Chidori andò a letto e si addormentò.

Anche Sousuke, sdraiato sul divano, stava rivivendo mentalmente la serata. Vederla ridere, vederla cucinare, vederla arrabbiarsi per aver perso al gioco, verderla spaventarsi. Quanto gli era mancata vederla. Aveva paura di perderla di nuovo, ma non aveva intenzione di lasciarlo accadere. Se quel tipo, Leonardo, si credeva in grado di portargliela via, si sbagliava di grosso. Scese dal divano e si fermò davanti alla porta della camera di Chidori. La aprì silenziosamente e la vide. I suoi capelli ricoprivano tutto il cuscino, in una distesa azzura. La coperta era tirata su fino all'addome e una spallina della canottiera era caduta, lasciando intravedere un seno. A quella vista Sousuke arrossì e spostò il suo sguardo sul suo viso. Il suo bellissimo viso, che sorrideva anche mentre dormiva.
Sousuke sorrise e si chiuse la porta alle spalle.

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Capitolo 6
*** 6. Cambio di programma ***


FMP6 Il sole filtrava tra le tende del salotto, illuminando il viso segnato di un bel ragazzo, con l'aria seria anche nel sonno.
Sousuke si svegliò con il sole in faccia. Era domenica quindi non c'era scuola e probabilmente Kaname stava ancora dormendo.
"Meglio così" pensò lui "magari posso rendermi utile preparando la colazione"
Si alzò e si mise ai fornelli. Non era mai stato un grande cuoco, ma qualcosa di semplice lo sapeva fare, come un toast per esempio, e il tè non ci voleva un genio per farlo.
Kaname dormiva beatamente nella sua stanza quando sentì il rumore di una porcellana infrangersi.
Si alzò di botto. Era ancora in trans e non riusciva a pensare con mente lucida. Sapeva solo che nel suo salotto c'era qualcuno. Si avvicinò alla porta, prese la sua mazza da softball e aprì lentamente verso il salotto. Qualcuno stava chino sul pavimento a raccogliere i cocci di una tazza infranta. Si avvicinò in punta di piedi, alzò la mazza e colpì l'individuo sulla testa.
"Aiha!!!"urlò Sousuke "ma...Chidori sei impazzita??!!"
Kaname si era completamente dimenticata che Sousuke aveva dormito a casa sua quella notte. Come aveva fatto a dimenticarsi?! Va bè che era ancora un pò rimbambita dal sonno ma proprio non capiva come era potuto accadere.
"Oh Sousuke! Cavolo mi hai fatto spaventare!" disse lei con aria innocente.
"Io ti ho fatta spaventare?! E c'era bisogno di sfracassarmi la testa??!"
"Come sei esagerato...per una piccola botta...hai subito di peggio" si girò e andò verso il bagno.
"Chidori..." la chiamò Sousuke. Lei si girò verso di lui. "..ho preparato la colazione...giusto per rendermi utile. Scusa se ti ho svegliata..mi è caduta una tazza." si scusò lui.
Lei era senza parole. Aveva preparato la colazione?! L'uomo imbronciato che si crede sempre in guerra aveva preparato la colazione a lei?! Doveva essere un sogno. Eppure era sicura che non lo fosse, era perfettamente sveglia.
"Oh....bè...grazie Sousuke..va-vado a lavarmi e arrivo" balbettò Kaname senza parole.

Chiusa in bagno, mentre si spogliava per farsi la doccia, Chidori stava pensando ai strani giorni che stava vivendo. Da quando era tornato Sousuke erano accadute cose che non si sarebbe mai potuta immaginare. Era in un certo senso convinta che il suo rapporto con Sousuke aveva subito un cambiamento. Era molto sottile, ma era convinta che ci fosse stato. Lui era diventato un pò più normale, anche se era sempre il solito impulsivo che trasforma ogni scherzo in un attentato terroristico. Crogiolandosi  in questi suoi pensieri si infilò sotto la doccia.
Sousuke in cucina stava preparando la colazione. Gli pulsava la testa dove Kaname lo aveva colpito. Quella ragazza a volte aveva molta più forza di un M9!
Però in fondo la capiva. Probabilmente lui avrebbe fatto lo stesso, anzi avrebbe usato la pistola invece che una mazza da softball.Questo gli piaceva di lei. Erano simili. Avevano passato la vita a difendersi da soli, senza nessuno a guardargli le spalle. Nonostante questo, però, ultimamente Sousuke sentiva di essere cambiato. Prendeva le cose più tranquillamente, si fidava un pò di più della gente e sapeva che tutto ciò era grazie a lei e solo a lei.
Preparò la tavola con le tovagliette di bambù, mise bacchette e piatti e colorì del pane americano nel tostapane. Adorava il pane tostato con la marmellata e a quanto pareva anche a Kaname piaceva dal momento che la dispensa ne era piena!
Dopo un quarto d'ora Chidori uscì dal bagno con una semplice gonna di jeans e una magliettina bianca ma Sousuke la guardava imbambolato. L'acqua calda le aveva colorito le guance e i capelli umidi emanavano una luce azzurra risaltando la sua figura.
"Ehi! Ma che bella tavola! Non ho mai visto questa tavola così ben apparecchiata per una colazione!" disse Kaname entusiasta.
"Ohm...grazie" rispose Sousuke riprendendosi. Lei si sedette al tavolo e iniziò a mangiare. Lui fece altrettanto.
"Mi passeresti il tè per favore?"
"Tieni....sai...è strano avere compagni a colazione...sono abituata a una colazione veloce e poi spesa..." disse Chidori
"Si...in effetti anche per me è un pò strano essere qui...però sai...mi piace" confessò Sousuke arrossendo.
Anche Kaname arrossì e andò avanti a mangiare a testa bassa. Aveva proprio ragione...Sousuke era cambiato. Non pensava che avesse mai avuto il coraggio di dire i suoi veri sentimenti a qualcuno, meno che mai a lei. E invece eccolo lì, seduto di fronte a lei, bacchette in mano e viso coperto dalla ciotola.
"Sousuke...se vuoi....." in quel momento le squillò il cellulare.Numero sconosciuto.
Guardò Sousuke come se senza parlare si fossero già capiti.
"Pronto?" rispose Kaname
"Buongiorno bellezza..." disse Leonardo.
In quel momento annuì con la testa verso Sousuke. Avevano già capito che era lui in mittente della chiamata.
"Leonardo...ancora tu.."
"Già tesoro...te l'avevo detto che non ti saresti facilmente liberata di me."
"Lo avevo capito che le mie minaccie ti erano entrate in un orecchio e ti erano uscite dall'altro."
"Ah ah.." rise Leonardo "...forse inizi a capirmi...interessante. Questo mi piace in una donna."
Kaname si sentiva a disagio, in un certo senso scoperta. Doveva recitare una parte e ormai era quasi ora di salire sul palcoscenico. L'ansia si stava facendo strada dentro di lei...ma doveva resistere per forza.
"Peccato che tu non mi piaccia per niente."rispose lei con finta freddezza.
"Già...un vero peccato. Non vorrei essere costretto ad insistere...solitamente le cose che chiedo vengono esaudite subito...ma vorrei vederti"
"Questo perchè sei un viziato di merda...non ho intenzione di accettare il tuo invito...mi pare di avertelo già detto."
Ecco...la recita era iniziata...lui non avrebbe mollato così facilmente quindi poteva permettersi di rifiutarlo come meglio credeva.
"Mi dispiace...ma temo che questa volta non potrò essere così clemente con te come l'ultima volta. Nonostante abbia un debole per te non posso andare contro la mia natura e i miei principi  per troppo tempo. Quindi ti prego. Non indurmi ad usare la forza anche contro di te."
"Perchè no?! Alla fine non ti sei fatto scrupoli ad Hong Kong con quella povera ragazza. Non vedo perchè te ne debba fare con me!" si scaldò Kaname
"Lei non era te." rispose semplicemente Leonardo. Questa risposta conteneva il vero motivo di tutto. Yu Lan non era una whispered...lei poteva essere facilmente sacrificata.
"E se rifiutassi ancora?"
"Ti dico solo questo...so dove abita Sousuke Sagara. Sarà un immenso piacere per me prenderlo e torturarlo per sapere dove ti trovi. Purtroppo mia sorella è stata previdente non inserendo il tuo indirizzo nel sito della Mithrill. Ma ha commesso l'errore di mettere quello del sergente. Dopotutto dovresti abitare nelle vicinanze visto che lui ha l'ordine di sorvegliarti no?!"
Kaname sgranò gli occhi e le si seccò la gola. Lui sapeva dove abitava Sousuke...però probabilmente non aveva mai avuto l'occasione di pedinarlo o semplicemente non ne aveva avuto la voglia, altrimenti a quest'ora avrebbe già saputo dove lei abitava.
"Va bene." disse lei con riluttanza
"Oh...vedo che usando la leva giusta diventi molto meno testarda. Ottimo. Sapevo che minacciando il tuo fidanzato ti saresti addolcita...anche se ad essere sincero mi addolora un pò sapere che per te lui è così importante."
"Ti ho già detto che lui non è il mio fidanzato!" disse lei abbassando lo sguardo per non incrociare quello di Sousuke. "Dimmi quando e dove."
"Oh...adesso non ti fai attendere...bene. Facciamo oggi...verso sera però...non voglio essere interrotto nel nostro incontro. Anzi...ti vorrei portare fuori a cena in un posto un pò particolare."disse Leonardo ripensandoci.
La situazione stava prendendo una piega inaspettata. Kaname non sapeva cosa fare...
"Dove? Che tipo di posto?" chiese per prendere tempo
"Ah ah...ti sto prendendo in giro...in realtà non so dove..ti dò libera scelta se proprio vuoi andare fuori a cena. L'importante è che sia un posto tranquillo in cui nessuno di tua conoscenza ci possa interrompere...im particolare Sagara"
La mente di Kaname lavorava febbrilmente. Leonardo voleva un incontro galante...Tessa su qualcosa ci aveva azzeccato. A lui piacevano le belle donne e ormai era troppo evidente che a lui lei piaceva davvero. "Un ristorante elegante ma nascosto, con un buon nascondiglio per Sousuke..." pensava continuamente Kaname.
"Ci sono....è un ristorante italiano...non è molto frequentato perchè non lo conoscono in molti...è nella zona Sengawa."
"Perfetto..è elegante?" si informò Leonardo
"Certo...è un ristorante italiano!"
"Va bene...dimmi dove ti devo venire a prendere."
"Ci incontriamo là...se prendi un taxi sapranno di sicuro dove si trova. E' l'unico ristorante italiano della zona."
"Non ti fidi ancora di me?!" Leonardo come al solito stava sogghignando
"No per niente..." rispose lei senza il minimo tatto.
"Vedrò di farti cambiare idea allora...e mi raccomando...non portarti dietro la tua guardia del corpo altrimenti sarò costretto a farti del male...e, fidati, è l'ultima cosa che voglio fare."
"Si...ci vediamo alle 7 davanti al ristorante..."
"Va bene...a dopo allora.."
"A dopo..." Kaname stava per riattaccare quando Leonardo la chiamò..
"Kaname...."
"Si?"
"Mi raccomando...ti voglio sexy stasera...anche se secondo me anche in un semplice accappatoio stracciato sei tremendamente sexy..."
"Ma vai a fan...." e riattaccò.
Era incredibile...ogni volta lui aveva il potere di farla innervosire. Leonardo aveva un non so che di viscido nel suo modo di parlare che la innervosiva da morire.
Vedendola un pò scossa Sousuke si informò subito sulla conversazione.
"Chidori...allora?!Cosa ti ha detto?"
"Il piano è leggermente cambiato. Ha deciso di non incontrarmi semplicemente in un posto nascosto, al contrario...mi porterà fuori a cena."
Sousuke era sbalordito. Non si sarebbe mai aspettato un comportamento del genere da parte di Leonardo. Era decisamente cambiato in questi anni. Non si sarebbe mai esposto così tanto in una missione così importante prima, neppure se c'era di mezzo una bellissima ragazza. Non capiva dove voleva arrivare. Se aveva deciso di farsi vedere in un luogo pubblico e per di più chiuso allora evidentemente non aveva intenzione di rapirla. Era praticamente impossibile riuscire a scappare con lei da un ristorante e per di più in una via di piena città.
"A cosa stai pensando?" Kaname interruppe i suoi pensieri
"Mi sembra strano. Non è da lui scegliere un ristorante per un incontro d'affari, se così si può chiamare. Per di più se il suo vero obiettivo è quello di rapirti. Sarebbe praticamente impossibile che lui riuscisse a farla franca in mezzo a tanta gente e per di più in un luogo chiuso."rispose lui serio
"Si ci ho pensato anche io. L'unica cosa che possiamo fare è aspettare no?! Non possiamo fare nient'altro" rispose lei con voce tesa.
Sousuke capiva i suoi sentimenti..era in pensiero anche lui.
"Dove andrete?"
"Dove andiamo vorrai dire. Sengawa il ristorante italiano in una strada laterale. Il terrazzo all'aperto è coperto da siepi in cui ti puoi nascondere tranquillamente...ecco perchè ho scelto quello."
Kaname non smetteva mai di stupirlo. In due minuti, mentre era sotto shock per l'improvviso cambiamento del piano era riuscita a trovare un luogo adatto anche per lui.
"Chidori sei fantastica..." disse Sousuke con tutto il cuore.
Lei arrossì e rispose "Grazie...senti andiamo a fare due passi? Mi sento un pò stanca e ho bisogno di rilassarmi un pochino. Potremmo andare a prendere qualcosa per pranzo cosa ne dici?" In realtà l'idea di poter andare in giro da sola con lui di domenica come una coppietta la esaltava.
"Va bene. Mi cambio e possiamo andare."
"Io inizio a lavare i piatti allora."

Stettero fuori tutto il giorno fino a tardo pomeriggio. Mangiarono Okonomiyaki per pranzo e nel pomeriggio incontrarono anche Kyoko e Shinji e andarono al lunapark. Kaname si divertì come una matta! Il pensiero della cena imminente non le passò neppure per un attimo per la testa. Ma quando Sousuke le disse che era ora di andare la paura e l'ansia si impossessarono di lei.
Arrivati a casa Kaname andò a lavarsi e a cambiarsi. Aveva nell'armadio un vestito che faceva proprio a caso della serata. Si fece la doccia, si raccolse i capelli in uno chignon, si truccò leggermente e si vestì.
Sousuke la stava aspettando in salotto e stava sceliendo le armi adatte da portare. Pistola, scariatore elettrico, fumogeni e una bomba a mano, nel caso la situazione si sarebbe complicata. Era vestito tutto di nero, per mimetizzarsi meglio con l'oscurità.
Quando vide Kaname uscire dal bagno restò senza fiato. Era stupenda.
Il vestito era nero, scollato davanti, senza maniche, di raso. La sua schiena era quasi completamente nuda perchè la scollatura arrivava fino all'altezza dell'osso sacro. Ai piedi portava delle decoltè  nere, molto semplici ma elegantissime. Attorno alle spalle portava uno scialle di shiffon nero. Era bellissima.
"Come sto?!" disse lei arrossendo
"Sei sei ....stupenda" rispose lui
"Grazie.."
In quel momento Sousuke odiava Leonardo più che mai. Voleva poter essere lui ad andare a cena con lei, tranquillamente, senza avere la paura di un possibile rapimento. Non sopportava l'idea di poterla vedere insieme a lui...lo faceva imbestialire.
"Andiamo è ora di andare" disse lui freddamente.
"Oh  ok..." Kaname era tesissima.
Uscirono di casa e fermarono un taxi. Anche il tassista era folgorato dalla bellezza di Kaname tanto che Sousuke gli dovette ricordare che la strada era davanti a lui e non dietro. Arrivati a Sengawa scesero in una strada adiacente al ristorante, per non far vedere Sousuke. Kaname percorse la via e si ritrovò davanti al ristorante, apparentemente sola.
"Sei bellissima come sempre" disse una voce alle sue spalle, facendola trasalire.
 



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Capitolo 7
*** 7. Fuga ***


FMP 7 Kaname si girò di scatto.
Leonardo era davanti a lei, elegante nel suo completo giacca e cravatta.
"Sei bellissima come mi ricordavo.."disse lui con occhi luminosi.
"Grazie" rispose Kaname freddamente "Entriamo?" e senza aspettare una risposta si precipitò all'interno del ristorante.
Era un ambiente molto intimo ed elegante. Sulle pareti erano dipinti porticati e ringhiere di balconi antichi, con al di là paesaggi marini. Guardando quelle pareti sembrava di essere in Sicilia, in un ristorante sul mare, nella piena ebrezza dell'estate italiana.
"Ottima scelta." commentò Leonardo guardandosi intorno "Inoltre noto con piacere che non è molto frequentato...sarà colpa della posizione...meglio così"
"Un tavolo per due per favore" disse Kaname al cameriere senza neppure ascoltare quello che diceva in suo accompagnatore.
"Da questa parte prego..." e li accompagnò ad un tavolo che faceva angolo con una parete dipinta con un balcone pieno di piante di limoni e la finestra che dava sulla strada. Kaname notò subito la posizione perfetta del tavolo. Sapeva che Sousuke da fuori stava seguendo ogni loro passo, appostato in mezzo alle siepi. La fortuna per il momento era stata dalla loro parte.
Si sedettero al tavolo e, galantemente, Leonardo spostò la sedia a Kaname e la fece sedere per prima. Lei si tolse lo scialle, rivelando la scollatura sulla schiena, e lui la guardò sogghignando.
"Hai proprio fatto del tuo meglio...devo ammettere che questo vestito ti rende molta più giustizia che quel accappatoio di Hong Kong." commentò lui.
"Grazie." Sotto questa apparente freddezza e tranquillità, Chidori nascondeva tutta la sua angoscia. Non le risultava difficile essere di poche parole con Leonardo, ma aveva sempre paura che lui potesse scoprire il suo piano.
Dopo aver ordinato lui iniziò la conversazione.
"Sei arrabbiata con me, me ne rendo conto. Vorrei scusarmi per il mio comportamento di Hong Kong, anche se, ad essere completamente sincero, trovandomi di nuovo in quella situazione rifarei esattamente le stesse cose."
"Allora non capisco la necessità di scusarti. Se sono delle scuse non sincere e non sentite sono completamente inutili."
"Ahah..." rise Leonardo, buttandosi indietro sullo schienale e facendo oscillare la sua chioma argentea " sei sempre la solita...Sei troppo onesta e giusta per accettare anche delle semplici scuse"
"Appunto perchè sono semplici non le accetto. Dovrebbero essere sentite per essere accettate" rispose lei seriamente.
Era arrabbiata e Leonardo lo sapeva. Però non era infuriata, non ancora almeno. Quando si arrabbiava assumeva quella strana smorfia del viso che la rendeva ancora più bella.
Fuori Sousuke stava nascosto sdraiato sotto le siepi e stava ascoltando tutta la conversazione. Infatti Tessa quello stesso pomeriggio, probabilmente quando loro erano fuori, aveva recapitato a casa di Sousuke una collana per Kaname. Era una collana particolare, con inserito all'interno di un falso zaffiro un microfono, in modo che lui avrebbe potuto ascoltare tutto senza problemi ed evitare di essere scoperto. Era infastidito dal modo in cui Leonardo si rivolgeva a Kaname. Era sicuro di sè, come al solito, ma era come se la stesse corteggiando più che cercando di parlarle di cose serie. Non lo sopportava.
"Allora...vedo che mi hai dato ascolto...non hai portato con te il tuo fidanzato..strano...non è che per caso avete litigato?" chiese Leonardo con un sorriso sormione stampato in faccia.
"No non abbiamo litigato...e poi avevo capito che questo era un incontro privato in cui lui non poteva e non doveva esserci no?! Non voglio tirarlo in mezzo in cose che non lo riguardano. Ecco tutto."
"Saggia decisione. Non ti credevo così legata a lui dopotutto...so che per lui provi dei sentimenti...ma forse non avevo capito bene che tipo di sentimenti..."rispose Leonardo pensieroso.
"Questi non sono affari che ti riguardano. Parliamo piuttosto del perchè di questo incontro. Hai insistito tanto..almeno una spiegazione me la devi"
"Ah...è vero" disse lui risvegliandosi dai suoi pensieri "..il motivo. Penso che sia arrivato il momento per te di schierarti dalla mia parte." disse senza troppi giri di parole.
"Come scusa?!?!" Kaname era sconvolta. Non per quello che le aveva detto ma per la tranquillità con cui lo aveva fatto.
"Voglio essere completamente sincero con te. Non è una cosa che faccio normalmente ma con te voglio farlo."
"Come faccio ad essere sicura che ciò che mi dirai sarà tutto vero?!"
"Ti dovrai fidare di me. Ti do la mia parola che sarò completamente sincero. Non ci sarebbe alcun motivo di mentirti. Tu mi piaci. Se ti mentissi ci rimetterei soltanto io!"
"Va bene." I battitti del cuore di Kaname iniziarono ad accellerare. Stava arrivando alla parte più importante della serata, quella per cui lei era lì.
Sousuke, da fuori, si conficcò l'auricolare ancora più in profondità nell'orecchio, per poter ascoltare meglio.
"Vedi " iniziò Leonardo " io so cosa sei. Te l'ho già detto. Siamo diversi dagli altri. Però, se pur leggermente, anche tra di noi siamo diversi, nonostante siamo entrambi Whispered."
Anche se questo lo sapeva già Kaname era tutta orecchi e stette al gioco.
"Anche tra di noi? In che senso?"
"Nel senso che possediamo informazioni diverse sulla Blacktecnology. Per quanto mi riguarda posseggo informazioni sulla costruzione degli AS e sulla sintonia che si può avere con loro. Tu invece, per quanto ne so, sai come utilizzare il Lambda Driver. Esatto?"
"Si esatto."
"Sai...per quanto la gente mi ritenga un genio, in realtà non sono niente di speciale...messo a confronto con te ovviamente. Le informazioni che possiedi tu sono probabilmente le più importanti di tutta la Blacktecnology."
"Questo me lo avevano già spiegato."
"Molto bene...allora vedo che mia sorella ha deciso di non tenerti all'oscuro di tutto, come invece mi sarei aspettato da lei. Strano però...è proprio vero che le persone col tempo cambiano..."
"Non me l'ha detto per sua iniziativa...sono accaduti diversi fatti che l'hanno praticamente obbligata a spiegarmi tutta la mia situazione."
"Bè...meglio così...almeno non avrò io il compito di spiegarti tutto." Leonardo guardò Kaname fissa negli occhi..
"Unisciti a me...insieme potremo controllare gli apparati militari di tutto il mondo...potremo costruire gli AS più potenti mai esistiti, cose che potrebbero esistere solo nei film di fantascienza.."
"Quindi è a questo che miri...il controllo militare del mondo..." disse Kaname seriamente
"Si esatto...ma senza una partner tutto questo piano sarebbe alquanto triste da realizzare". Improvvisamente Leonardo prese le mani di Kaname.
"Pensaci bene...io e te, insieme, sul tetto del mondo con i nostri AS.."
"Scordatelo!" Kaname ritrasse le sue mani da quelle di Leonardo, ma lui si limitò a stendersi meglio sullo schienale della sua sedia e si limitò a sorridere.
"Sapevo già che sarebbe stata dura convincerti...non mi aspettavo una risposta positiva...Che bella collana...posso?"
'Merda...ci ha scoperti!' pensò Sousuke da fuori.
"Veramente...è un regalo...solitamente non lo faccio toccare mai a nessuno...è troppo prezioso..." Kaname sapeva benissimo che non ci sarebbe mai cascato..la sua scusa non era abbastanza convincente..
"Smettila di recitare...so bene che non è una collana normale...c'è nascosto un microfono vero?!"
Sulla faccia di Kaname era dipinta la sorpresa
"Mia sorella è davvero un'ingenua...questo metodo lo abbiamo utilizzato un centinaio di volte insieme...come pretende che non ci caschi?!In ogni caso adesso sa quello che desiderava sapere..quindi ti dispiacerebbe darmelo?" e porse la sua mano.
Kaname non poteva far altro che dargliela. Lui la prese e spezzò il falso zaffiro con il microfono con 2 dita.

Sousuke rimase stordito per qualche secondo dallo stridio emesso dalla rottura del microfono e iniziò a pensare febbrilmente. Li poteva ancora vedere perchè per fortuna la sua copertura nella siepe non era saltata. Però adesso era tutto più complicato...non riusciva a capire cosa stava succedendo, poteva solo stare a guardare e per lui era straziante. Ora Leonardo stava ridendo di gusto e diceva qualcosa a Kaname, la quale aveva una faccia sempre più stupita. Ad un certo punto lui si sporse verso di lei, le prese il mento e la baciò. In quel momento Sousuke si alzò tremando dalla siepe ed era pronto per scagliarsi nel ristorante atraverso il vetro. Kaname schiaffeggiò Leonardo e si alzò, pronta per scappare. Sousuke ribolliva di rabbia e gelosia, ma si rinascose nella siepe, per osservare la scena. Leonardo bloccò Kaname per un braccio e le sussurrò qualcosa all'orecchio. Lei spalancò gli occhi e smise di opporre resistenza a lui. La prese per le spalle e la guidò fuori. Sousuke li seguì da fuori. Usciti dal ristorante Leonardo fermò un taxi e Kaname entrò con lui.

Sousuke giaceva lì, seminascosto nel fogliame, lo sguardo vuoto fisso sul punto in cui il taxi era scomparso. Lei era andata con Leonardo...se n'era andata...ma perchè?


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Capitolo 8
*** 8. Muri ***


FMP 8 Il taxi correva a tutta velocità per le strade di Tokyo. Kaname guardava fuori dal finestrino, cercando di capire dove erano diretti.
"E' stato davvero un peccato non poter finire la nostra cena in un modo un pò più tranquillo.." sussurrò Leonardo al suo orecchio "...sono sicuro che la serata sarebbe finita in tutt'altro modo.."
"Allontanati!" disse sbrusca Kaname, spingendolo sull'altro lato del sedile.
"Ahah..." rise lui "..non essere così arrabbiata...alla fine non ti ho costretto a venire con me...la scelta è stata tua"
Kaname non rispose a questa provocazione. Certo la scelta era stata sua, ma era stata una scelta forzata. Leonardo aveva giocato sporco, come al suo solito.
"Dove mi stai portando?" chiese lei brusca.
"Aspetta e vedrai.." rispose lui guardando fuori dal finestrino.
Kaname iniziò a pensare a Sousuke. Sicuramente lui li aveva visti andare via e si immaginava il suo volto nel momento in cui aveva visto lei entrare nel taxi.
Le veniva da piangere. Voleva averlo accanto, voleva sentirsi stringere le spalle da lui, voleva sentirsi dire "Nessun problema". Ma questo non poteva accadere. Lei se n'era andata proprio per non metterlo in pericolo. La verità era che Leonardo non era andato solo al ristorante. Si era portato dietro i suoi AS in miniatura  che grazie all'ecs per l'invisibilità erano rimasti nascosti per tutto il tempo nella siepe esattamente dietro a Sousuke. Leonardo aveva minacciato di uccidere Sousuke se lei non fosse andata con lui. Non le aveva lasciato scelta.

Sousuke si incamminò. Non sapeva neppure lui dove stava andando. Non stava pensando a nulla tranne che alla scena appena vista. Lei se n'era andata.
In quel momento squillò il cellulare.
"Pronto..."
"Signor Sagara!" era Tessa.
"Oh comandante.." rispose lui sentendo appena la voce della ragazza.
"Com'è andata? La signorina Kaname sta bene? Mi scusi ma mi sono presa la librtà di inserirle un piccolo satellitare nell'equipaggiamento che le ho lasciato questo pomeriggio. Ho notato che si stava muovendo e ho ritenuto opportuno informarmi sull'esito della missione.."
"Se n'è andata...." furono le uniche parole che riusci a pronunciare Sousuke.
"Come? Se n'è andata? Intende dire la signorina Chidori?"
"Lei ha deciso di andare con lui.."
"Questo è assolutamente impossibile. Rifletta solo un secondo. Lei ha deciso di aiutarmi senza desiderio di farlo veramente. Lei odia mio fratello e non se ne andrebbe mai andata di sua spontanea volontà di questo sono praticamente certa." disse Tessa agitandosi
Sousuke iniziò a comprendere le sue parole. Era vero. Kaname odiava Leonardo, era sempre stata contraria a questa missione, non se ne sarebbe mai andata di sua spontanea volontà. Cosa gli stava succedendo? Era ovvio che se n'era andata perchè vittima di una minaccia. Come aveva fatto a non pensarlo subito? Questo non era da lui. I sentimenti avevano preso il sopravvento e non lo avevano fatto ragionare con mente lucida.
"E' vero, ha ragione."
"Per favore ora deve trovare un modo per rintracciarla. Io potrò darle tutto l'aiuto possibile ma sta a lei trovarla. Crede di poterlo fare?"
"Affermativo. Mi metto subito al lavoro. Colonnello..mi dispiace per poco fa...mi sono lasciato sopraffare dallo stupore. Non accadrà più." si scusò Sousuke
"Nessun problema. Solo ora riesco a capire quanto... Non importa. Attendo aggiornamenti. Arrivederci" e chiuse la telefonata.
Sousuke iniziò a correre verso casa.
Cavolo aveva perso un sacco di tempo per colpa della sua stupida reazione.Ancora non capiva come era potuto succedere che le emozioni avessero preso il sopravvento. Evidentemente da Hong Kong, dal momento che era stato molto vicino da non poterla vedere mai più, la sua paura di poterla perdere si era intensificata.Sapeva benissimo il sentimento che stava nascendo in lui, quel sentimento del quale aveva solo sentito parlare o che aveva sentito nelle canzoni, quel sentimetno mai provato sulla sua pelle. Forse era giunto anche per lui il momento di conoscerlo. Solo che non voleva ammetterlo.
Entrò correndo in casa, aprì tutti i cassetti, cercando febbrilmente qualcosa.
"Dove l'ho messo??!" continuava a sussurrare.
"Dove cavolo.....trovato!". Tirò fuori un piccolo aggeggino, una specie di computer in miniatura, lo aprì e lo accese. Subito apparve sullo schermo la piantina di Tokyo e un puntino rosso lampeggiante in movimento. Si trattava del gps impiantato nel bracciale di Kaname, quello che lui le aveva regalato mesi prima e che già una volta gli era stato utile per ritrovarla. Pr fortuna lei non lo toglieva mai. Un pò perchè ci era affezionata (era comunque un regalo di Sousuke) un pò perchè sapeva che le sarebbe sempre servito.

"Dai scendi.." disse Leonardo aprendo la portiera del taxi a Kaname.
Lei scese senza dire una parola. Si trovavano in una squallida vietta di Tokyo, circondata da vecchi edifici in mattone a vista. Leonardo si fermò e alzò la testa.
"Alastor 1211" e con un tonfo assordante atterrò uno degli AS di Leonardo.
"Alastor 1212" e atterrò anche l'altro.
"Molto bene... ora credo che possiamo andare mia cara" e si incamminò verso uno dei muri in mattone. Kaname era cinrcondata. Davanti c'era Leonardo e dietro i 2 AS. Anche volendo non sarebbe riuscita a scappare.

Sousuke prese una calibro 30, una bomba a mano, un lacrimogeno e un coltello in titanio e sotto la guida del gps uscì di casa correndo. Vide che il puntino che rappresentava Kaname si stava dirigendo verso la periferia sud di Tokyo. Non poteva andare a piedi, ci avrebbe messo troppo tempo a raggiungerli. Senza troppi problemi prese il manico della sua pistola e spaccò il finestrino della macchina che aveva davanti a sè. Mise in moto e partì a tutta velocità verso il punto segnalato dal pc. Probabilmente ora avrebbe scoperto il nascondiglio di Leonardo, quello che lui aveva cercato per anni, sperando di ottenere qualche informazione sul nuovo lui. Il puntino smise di lampeggiare e si fermò in una stradina della periferia, a soli 5 minuti da dove si trovava Sousuke in quel momento.
Lasciò la macchina nella via traversa a quella dove si trovavano Leonardo e Chidori, impugnò la sua pistola e si avvicinò facendo il minor rumore possibile. La scena che vide fu Leonardo che stava trafficando con il muro, Kaname dietro, lo sguardo impegnato a controllare ciò che faceva lui, e di spalle a lei i 2 AS in miniatura.
Non poteva agire adesso. Avrebbe perso l'occasione che stava aspettando, quella di scoprire il nascondiglio di Leonardo, e in più non voleva che Kaname rimanesse ferita in qualche modo e se lui avesse attaccato anche i 2 AS avrebbero agito. In quel momento Chidori si girò verso di lui. Lo vide, i suoi occhi si riempirono di gioia, ma non di stupore. Lei non si aspettava niente di meno da lui. Si lasciò sfuggire un sorriso e gli strizzò l'occhio. Lui la guardò con aria interrogativa per pochi istanti, giusto fino a quando non la vide scomparire nel muro insieme ai suoi rapitori.
Sousuke si avvicinò al muro e la notò. 





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Capitolo 9
*** 9. Stanze ***


FMP 9 Eccola. Proprio davanti a lui. La soluzione a tutti i suoi problemi.
Una piccola serie di numeri e una freccina che indicava il mattone sulla destra. Kaname era riuscita a inciderla grazie alla chiave di casa sua senza che nessuno se ne accorgesse.
Sousuke toccò il mattone al lato della freccina e subito comparve una piccola tastiera numerata. Digitò il numero e si aprì una fessura tra la parete, larga abbastanza per far passare una persona. Estrasse la pistola dalla tasca e scivolò all'interno dell'edificio, stando ben attaccato alla parete oscura del piccolo passaggio in modo che nessuno lo potesse vedere.
La fessura scomparve appena lui entrò e fu investito dal buio più totale. Gli sembrava di essere finito nel nulla; non un rumore, non una luce.
Avanzò tenendo in una mano la pistola e con l'altra tastando il muro, l'unica soluzione per uscire da quel buio profondo. Continuò così per parecchi metri quando alla fine intravide una piccola lucina blu in lontananza, segno che finalmente quel passaggio stava per finire.
Si avvicinò con cautela alla porta e, facendo molta attenzione, sbirciò al di là di essa. Ciò che vide lo lasciò senza fiato. Abbassò la guardia ed entrò nella stanza, lasciandosi sopraffare dallo stupore.
Enormi cilindri erano disposti lungo le pareti della stanza e dentro di essi giacevano delle persone, in apparenza addormentate. Erano completamente immerse in un liquido rossastro e si vedeva chiaramente che stavano subendo un processo di trasformazione in quei cilindri. Un uomo era effettivamente fatto di carne ed ossa fino al mezzo busto, l'altra metà, invece, era completamente di titanio. Era diventato a tutti gli effetti un mezzo AS, come tutte le altre persone del resto. Sousuke iniziò a capire a cosa mirava la mente di Leonardo. E questo lo faceva rabbrividire.Ma non era tempo per pensare a quelle persone o ai piani di Leonardo in quel momento. Ora lui aveva una missione da portare a termine. Doveva salvare Kaname. Riprese la sua pistola e proseguì attraverso la seconda porta che trovò.

Kaname proseguiva sempre più verso l'interno di quell'edificio buio e inquietante, preceduta da Leonardo e seguita dai 2 AS. Aveva appena passato una stanza con degli enormi cilindri  che si innalzavano fino al soffitto contenenti degli esseri umani che sembravano addormentati in un liquido rossastro.
"Cosa ci faceva quella gente rinchiusa in quei cilindri?" chiese Chidori a Leonardo con una punta di panico nella voce.
Lui non rispose. Si limitò a girare leggermente la testa verso di lei, guardandola per un secondo, si rigirò e continuò la sua camminata sicura.
"Perchè quella gente era rinchiusa là dentro!?" Kaname alzò la voce ma Leonardo non fece cenno di averla sentita.
"Rispondimi dannazione! Che cosa hai in mente eh?! Vuoi rinchiudere anche me lì dentro? Cosa stai facendo a quelle povere persone?" ora stava letteralmente urlando e si era anche fermata in mezzo al corridoio. I 2 AS, sentendo il tono di voce si attivarono e presero Kaname, uno per un braccio uno per l'altro, e la sollevarono da terra.
"Quanto sei impaziente...ogni cosa a suo tempo..Stai tranquilla comunque. Tu non farai la stessa fine di quelle persone. Te l'ho già detto. Tu sei troppo importante per me."disse Leonardo.
"Mettetemi giù!!"urlò Kaname "Di a questi cosi di mettermi giù immediatamente!"
"Mmh...forse al momento è meglio che te ne stai li tranquilla tra le loro braccia. Più che altro perchè temo per la mia incolumità. Ho come l'impressione che se dicessi loro di lasciarti andare ti catapulteresti su di me come un missile." sghignazzò Leonardo.

Sousuke sentì la voce di Kaname che urlava qualcosa contro qualcuno. Dal volume della voce doveva essere solo a 100 metri da lui. Si appiattì di nuovo contro una parete del passaggio buio e iniziò a camminare velocemente, ma senza far rumore. Dopo qualche minuto sentì chiaramente la voce di Leonardo avvicinarsi a lui e intravide anche la piccola luce di una torcia. Si fermò e attese che il piccolo gruppo continuasse la camminata verso una stanza. Sarebbe stato un suicidio attaccare in quel momento. Non c'era visibilità e non c'era spazio sufficiente per una eventuale fuga. Li seguì. Chidori continuava a parlare, con tono infuriato. Doveva essere stata immobilizzata dai 2 AS dal momento che le cose che ripeteva continuamente erano frasi del tipo
"Dì a questi cosi di lasciarmi giù!" oppure "Maledizione lasciatemi andare!"
Leonardo le rispose con la sua solita voce viscida.
"E' inutile che continui ad agitarti. Fai la brava e dirò loro di lasciarti andare ok?"
Lei si ammutolì. Probabilmente aveva capito che con le urla non avrebbe risolto la situazione, oppure i 2 AS le avevano tappato la bocca con una mano. Molto più probabile.
Dopo qualche minuto arrivarono ad una stanza molto luminosa ed ampia. Leonardo entrò e si sedette ad una lunga scrivania bianca, piena di fogli e progetti. I 2 As depositarono Chidori su un divanetto anch'esso bianco e si disposero ai lati, vigili, nel caso lei avesse cercato di scappare da lì.Sousuke non entrò. Si nascose al lato dell'entrata, sbirciando all'interno.
"Allora...vuoi spiegarmi il motivo per cui mi hai portata qui una volta per tutte?" chiese Kaname.
"Oh mia cara quanto sei impaziente! Sapevo avessi un caratterino...come dire...difficile...ma non immaginavo così" rispose Leonardo;si sistemò meglio sulla sedia imbottita e guardò Chidori negli occhi
"Poco male...come ho già detto mi piacciono le donne forti..questo è un ulteriore punto in più per te"
"Non voglio piacerti! Neanche se tu fossi l'ultimo uomo su questa terra potrei prenderti in considerazione! Rispondi alla mia domanda!"
"Ahia...queste parole fanno male sai? Non è mai bello essere rifiutati..soprattutto se sai il motivo del rifiuto...e ancora peggio se il motivo del rifiuto è qui e ti sta spiando, probabilmente godendosi anche la scena..." Leonardo girò la sedia verso l'entrata "...non è così sergente Sagara?"




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Capitolo 10
*** 10. Passato ***


FMP 10 Sousuke non era per nulla sorpreso del fatto che Leonardo si era accorto della sua presenza. Lo conosceva abbastanza bene da sapere che non gli sarebbe sfuggito neppure il minimo rumore. Probabilmente si era pure accorto della sua presenza nella siepe. Erano stati compagni di armi molto stretti, sicuramente Leonardo aveva già anche programmato le azioni che Sousuke avrebbe compiuto.
Entrò lentamente nella stanza, la pistola in mano, gli occhi fissi su quelli dell'uomo sdraiato comodamente sulla sedia dietro la candida scrivania.
"Buonasera Leonardo" lo salutò Sousuke.
"Sagara...che piacere rivederti. Ti trovo piuttosto bene. Sai...non è buona educazione origliare le conversazioni altrui.."
"Potevi benissimo cacciarmi dal momento che sapevi che ero qui..quanto ci avrebbero messo le tue "guardie del corpo" a farmi fuori? 5 secondi?"
"Sempre il solito..prima analizzi i nemici più pericolosi, poi le prospettive di attacco e infine le vie di fuga. La tua mente è così facile da capire..." si fece beffe di lui Leonardo.
Sousuke strinse più forte la presa attorno alla pistola. Si sentiva tremendamente esposto davanti a Leonardo e inoltre temeva che il momento tanto temuto fosse ormai giunto.
"Allora Sousuke...suppongo tu sia qui per ordine di mia sorella. Sicuramente lei ti avrà incaricato di scoprire qualcosa su ciò che sto facendo facendoti aiutare dalla tua seducente ragazza. Era un ottimo piano in effetti..lo avevo capito già dall'inizio, ma ho voluto stare al gioco. Ti confesserò che morivo dalla voglia di incontrarti di nuovo, sergente. Eccoti spiegato il motivo per cui non ti ho fatto uccidere subito dai miei AS."
"A cosa devo tutto questo interessamento nei miei confronti?" rispose Sousuke, teso.
"Con calma...tutto a suo tempo...prima di iniziare cn le spiegazioni perchè non ti accomodi?"e indicò il divano sul quale era seduta Chidori.
Sousuke obbedì e si sedette vicino a lei. Era un bene poterle stare accanto, la sua presenza lo rilassava.
Appera lui si sedette Kaname gli prese la mano, senza farsi vedere da Leonardo. Le serviva quel contatto, la sua mano le tolse il peso dallo stomaco. Era come se fosse finalmente riemersa dall'acqua dopo aver rischiato d'affogare. Sousuke era la sua aria, pura. Lui le strinse la mano forte, felice di poterla fnalmente proteggerla come doveva.
"Perfetto...ora che siamo tutti comodi direi di procedere con le spiegazioni. Abbastanza seccante tutto ciò, però suppongo sia necessario" disse Leonardo.
"Cosa stai combinando qui dentro? Sapevo che le tue ricerche sarebbero procedute...ma non immaginavo che avrebbero preso questa piega..." incominciò Sousuke scoccando un'occhiata all'As accanto a lui.
"Ahah..." rise beffardo lui "ingegnoso vero? Pensa sono gli AS più piccoli del mondo, comando vocale, autonomi senza un umano a pilotarli dall'interno. Devi ammettere che la mia è un'invenzione brillante"
"Come ci sei riuscito? A a che fare con quegli uomini dell'altra stanza vero?" chiese di nuovo, ricordando con un brivido gli uomini nel cilindri della stanza appena passata.
"No, loro sono un semplice esperimento. Diciamo che sono le mie cavie da laboratorio" rispose con un ghigno sul volto. "Alastor 1211 e 1212 sono degli As a tutti gli effetti. Ho dovuto faticare molto a rimpicciolire tutti i processori ma alla fine ce l'ho fatta. Tra poco saranno pronti altri prototipi e finalmente potranno essere immessi sul mercato nero."
"Come hai fatto?"
"Sarà una storia davvero interessante questa, soprattutto per te. Sai...ho preso spunto proprio da te, sergente Sagara." disse Leonardo fissando Sousuke con un sorriso.
Lui era pietrificato. Kaname lo stava fissando con un'espressione a metà tra la sorpresa e la curiosità. Ecco, infine il momento delle rivelazioni era arrivato.
"Attento a ciò che dici." gli rispose con rabbia.
"Oh oh...guarda un pò..non vorrai mica dirmi che la tua carissima fidanzata non sa nulla del tuo passato? Eppure in una relazione la mancanza di segreti e la fiducia non stanno al primo posto?" rispose Leonardo gongolante.
"Lei non è la mia fidanzata. E il mio passato ormai è sepolto. Ho pagato il prezzo dei miei errori"
"Ma..Sousuke...cosa stai dicendo?" chiese Kaname confusa.
"Ah ahah! Questa si che sarà una bella scena a cui assistere...chissà se finalmente la smetterai di scusare il tuo caro Sousuke per tutto ciò che fa e inizierai a vedere ciò che realmente è..." Leonardo fissò Kaname con un ghigno sulle labbra "...un assassino." sussurrò.
"No! Cosa diavolo stai dicendo?! Sousuke??"
Non aveva il coraggio di guardarla in faccia. Ora lei lo avrebbe giudicato come avevano fatto tutti qualche anno prima. Pensava che non avrebbe mai più visto quegli sguardi di accusa e di dolore rivolti a lui. Ci sperava dal momento che aveva fatto tutto ciò che poteva per espiare le sue colpe. E invece ora avrebbe rivisto quello sguardo e per di più sul viso della persona più importante per lui in quel momento.
"Non le hai proprio detto nulla quindi?" disse Leonardo. Lui non rispose, si limitò a chinare il capo.
"Bene...ci penserò io allora. Credo che lei abbia il diritto di sapere tutta la verità, no?" disse beffardo. "Devi sapere, mia cara, che il tuo eroe non era esattamente un santo in passato."
"Se ti riferisci al fatto che lui ha combattuto in guerra fin da quando era un bambino questo lo so già. Era costretto a farlo. Non ha nessuna colpa per questo" rispose Chidori arrabbiata. Odiava essere all'oscuro dei fatti e soprattutto odiava il modo in cui Leonardo godeva nel veder soffrire Sousuke.
"Sempre a difenderlo a spada tratta, è? Potresti farmi finire di parlare per favore? Vorrei farti avere una panoramica più ampia degli avvenimenti in modo tale che tu possa farti un'opinione più giusta del tuo impavido eroe. E' vero, lui è stato costretto fin dalla tenera età a uccidere innocenti ma non appena incontrò il buon maggiore Kalinin decise di smetterla con le guerre insulse e si alleò alla Mithril come pilota di AS. Devi sapere che quando venne presentato sul De Danaan dal sergente maggiore Melissa Mao c'ero anche io. In passato, mio padre mi disse che dovevo stare accanto a mia sorella, per aiutarla nel comando del sottomarino, nonostante sia io che lui sapevamo che non ce ne fosse bisogno. Lei era una Whispered e le sue conoscenze militari riguardavano proprio la costruzione di enormi mezzi di combattimento, quindi, dal momento che il sottomarino lo aveva costruito lei, non c'era alcun bisogno di me, ma decisi comunque di rimanere. Il motivo della mia scelta è molto semplice: dovevo cercare informazioni riguardanti gli AS del De Danaan e soprattutto volevo conoscere il progettatore dell'Arbalest. Ritornando al nostro neo sergente...appena lo vidi capii subito che lui era l'alleato del quale avevo bisogno su quel sottomarino. Era l'ultimo arrivato, insieme a quel biondo, un certo Kurz Weber, ma si vide subito che il biondino era troppo innocente e fedele alla giustizia perchè mi potesse essere d'aiuto. Sousuke invece no. Aveva sofferto in guerra, non aveva mai pensato che ci potesse essere un organo di giustizia, da qualche parte nel mondo, e malgrado ora ne facesse parte nella sua mente si era insinuata una voglia di vendetta verso coloro che lo avevano costretto a combattere. Ogni giorno lo guardavo allenarsi sull'M9 e mi accorgevo che era un ottimo combattente, non per la tecnica, che era alquanto scadente, ma per la rabbia che ci metteva negli scontri. Decisi di schierarlo sulla mia scacchiera. Lui era il pezzo che avrebbe fatto scacco matto al posto mio, io non potevo espormi...troppo rischioso..."
"Brutto bastardo..." ringhiò Sousuke alzandosi di colpo, la pistola puntata contro Leonardo. Nello stesso istante però le sue braccia furono bloccate dai 2 AS.
"Siediti. Non ho ancora finito. Non avresti il tempo di uccidermi, in ogni caso, quindi ti conviene stare calmo."
Si risedette, riluttante, ma era con le spalle al muro. Un passo falso e sarebbe morto, lasciando Kaname direttamente nelle mani del nemico.
"Dicevo... Andai a parlargli. Lui era molto rispettoso nei miei confronti, dal momento che ero il capitano in seconda. Iniziammo a dialogare ogni giorno, come due vecchi amici e quando fui sicuro che mi ritenesse tale gli esposi i miei progetti. Volevo sapere chi era il misterioso progettatore di AS che risiedeva sul sottomarino. Probabilmente lo conoscevo già, ma mia sorella lo aveva fatto rimanere nell'anonimato, in modo che nessuno potesse ostacolarlo nelle sue ricerche riguardanti il Lambda Driver. Molto previdente, devo ammetterlo. Quella fu l'unica occasione in cui Tessa riuscì a mettermi in difficoltà. Promisi a Sousuke che se avesse scoperto chi era quell'uomo avrei acconsentito a mandarlo insieme al suo M9 in Hermejistan, a uccidere coloro che odiava così tanto. Ci riuscì. Mi disse che come copertura era uno dei magazzinieri che gestiva gli arrivi e le partenze aeree. Andai a conoscerlo. Lui era un pò scettico e cauto all'inizio, non mi disse subito che era realmente lui colui che stava progettando un AS con il Lambda Driver all'interno del sottomarino. Però bastò dirgli che ero il capitano in seconda e che per me Tessa non aveva segreti per convincerlo a rivelarmi ogni cosa. Mi portò a vedere l'Arbalest. Era un AS magnifico, mai vista una macchina di quel genere. Mi spiegò come funzionava il Lambda Driver, ma mi disse che non era ancora riuscito a farlo funzionare, mancava un elemento fondamentale del quale lui non era a conoscenza. Mi svelò che anche lui era un Whispered, per quel motivo lui sapeva così tante cose sulla Blacktecnology, ma come tutti i Whispered era incompleto. Il giorno seguente feci attaccare una base militare in Hermejistan dai miei collaboratori esterni, che non avevano neinte a che fare con la Mithril. Così Tessa potè mandare la squadra As sul luogo e Sousuke si potè prendere la sua rivincita. Nessun sopravvissuto, neppure gli innocenti. Mia sorella era furiosa, tutti erano furiosi con lui. I militari della Mithril non facevano piazza pulita, stavano dalla parte dei giusti. ' Nessuno di loro era nel giusto'. Non rispondesti così sergente Sagara?" rise Leonardo.
Sousuke non rispose, si limitò a nascondersi il viso fra le mani. Kaname era sconvolta. Non pensava che lui fosse capace di uccidere solo per il gusto di farlo, come invece faceva Leonardo.
"E si bellezza...inizi a capire un pò meglio la mentalità del tuo salvatore? E' vero, lui uccide solo coloro che se lo meritano, adesso, ma solo perchè non ha un suo tornaconto personale da adempiere. Tutto ciò è davvero triste non è vero? Ma non è finita. Dopo questa strage il sergente fu diminuito di grado e gli fu proibito di uscire dal sottomarino. Il suo lavoro divenne la pulizia dell'equipaggiamento da guerra, As compresi. Non era dispiaciuto di ciò però. Aveva fatto ciò che doveva essere fatto e non aveva alcun rimorso per ciò che aveva fatto. Mi ringraziò, disse che sapeva che tutto ciò era accaduto grazie a me. Non volle sapere chi avevo mandato ad effettuare l'attacco nè che relazione ci fosse tra me e loro, non gli interessava. Per un anno lui rimase in quella posizione ed io continuai le mie ricerche sul Lambda Driver. Il progettatore non ne sapeva nulla, io facevo tutto di nascosto, e alla fine riuscii a capire i meccanismi di quel sistema. Mi mancava ancora un elemento, ma il più era stato fatto, potevo ritenermi soddisfatto. Dissi a mia sorella che secondo me non aveva più alcun bisogno della mia presenza e che tra breve me ne sarei andato. Lei acconsentì. Prima di andarmene ritornai un'ultima volta all'Arbalest, ma quella volta ci trovai anche il suo progettatore. Aveva capito che era stato toccato e copiato il sistema e riteneva, a ragione, che fossi stato io a farlo. Inizialmente negai, ma lui era molto più astuto di quanto avessi pensato, infatti aveva piazzato delle microcamere all'interno dell'abitacolo dell'AS, prendendomi nel sacco. Non potevo permettergli di divulgare la notizia. Gli chiesi di parlarne civilmente e lui acconsentì. Lo portai nella mia camera e gli offrii da bere. Non ebbe il tempo di minacciarmi che era già morto. Avevo messo nel bicchiere un veleno immediato, inodore e insapore. Decisi di nascondere il corpo nel magazzino, sotto dell'artiglieria, in modo che sembrasse un incidente. Mentre lo nascondevo però arrivò il sergente Sagara. Aveva capito già cos'era successo, ma non avevo la possibilità di uccidere anche lui, era addestrato, sarebbe riuscito a scappare. Presi una decisione immediata: la fuga era l'unica cosa che mi rimaneva da fare. Lui capì subito che volevo scappare e mi si parò davanti. 'Me lo devi. Ricorda che sei in debito con me' gli dissi. Lui abbasso lo sguardo e mi lasciò fuggire. Che codardo...non trovi?" concluse Leonardo.
Kaname era senza parole. Stava ancora assimilando tutta la storia quando Sousuke alzò la testa, la fissò e le sussurrò "Mi dispiace.."
Lei lo stava guardando con quello sguardo addolorato e accusatorio che era stato riservato a lui tempo prima.

Improvvisamente il soffitto iniziò a tremare e dall'alto atterrarono 2 AS neri come la notte.





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Capitolo 11
*** 11. Perdono ***


FMP 11 Kurz e Mao atterrarono a pochi metri dal divano, sfondando il soffitto e riducendo lo studio in macerie.
"Ops..abbiamo messo un pò in distordine mi dispiace.." disse Kurz.
"Lo immaginavo..." rispose Leonardo allontanandosi dalla sua scrivania "..ovviamente hai chiamato i rinforzi. Poco importa..ciò che dovevo fare stasera l'ho fatto."
Con un gesto fulmineo si ritrovò a fianco di Kaname, le spostò i capelli dietro l'orecchio e le sussurrò "Ora sai tutta la verità...valuta bene le mie proposte. Prenditi tutto il tempo che vuoi..ti aspetterò"
Detto ciò schioccò le dita e scappò insieme ai suoi AS dal cratere nel soffitto.
"Sousuke noi lo inseguiamo...aspettateci qui" disse Mao e insieme a Kurz sparirono proprio come erano entrati.
Chidori non riusciva a guardare in faccia Sousuke. Era confusa. Una parte di lei sapeva che il Sousuke di ora non avrebbe mai più fatto una cosa del genere. L'altra parte però non riusciva a capire perchè l'aveva fatto. Neppure provando un odio immenso come quello che aveva provato lui lei sarebbe riuscita a fare una cosa del genere. La sua coscienza glielo avrebbe impedito.
Si era quindi sempre sbagliata sul suo conto? Non era la persona che lei si era figurata?
Alzò lo sguardo su di lui. La stava fissando con un'espressione di porfondo rimorso e di paura. La paura di essere giudicato, una paura che aveva attanagliato spesso anche lei nella sua vita. Guardandolo così non riusciva a immaginare che potesse essere stato un uomo capace di fare tutte quelle cose.
"Ha detto la verità quindi.." sussurrò con voce roca.
"Si."
"Perchè?"
Lui abbassò di nuovo lo sguardo. Non riusciva a risponderle. Non sapeva cosa risponderle. Perchè proprio lei doveva fargli quella domanda così difficile? Mai nessuno gliel'aveva chiesto con tanta semplicità e con tanta sofferenza, nemmeno Tessa. Probabilmente, essendo anche lei un soldato, aveva capito quanto una vendetta possa accecare la morale di una persona che ha i mezzi per uccidere e quindi non aveva fatto domande. Neppure Mao e Kurz, che erano sempre stati fedeli alle sue decisioni, avevano sollevato l'argomento con lui.
Ma poteva capire che Chidori, con la sua bontà e la sua semplicità, non sapeva cosa si provava ad avere in corpo un veleno potente come la vendetta. Questa era la cosa peggiore, il fatto che lei non poteva capire perchè era troppo genuina, troppo dolce, troppo semplice.
"Anche se te lo dicessi...non potresti capire."
"Mettimi alla prova"
"Ero giovane, avevo odiato la mia vita fino a quando il maggiore non mi prese sotto la sua ala. Quelle persone insulse che mi avevano costretto a combattere me le sognavo tutte le notti. Apparivano nei miei incubi dicendo che non sarei mai potuto cambiare, che ero nato come un assassino e che come tale dovevo morire. Le odiavo. Volevo farle smettere, ma non ci riuscivo. Così mi alleai a Leonardo, l'errore più grande di tutta la mia vita. Pensandoci ora ho fatto proprio quello che loro mi dicevano. Sono diventato un assassino. Potevo liberarmi semplicemente di loro e la mia coscienza sarebbe stata salva, ma in quel momento nulla ha più avuto senso, solo la voglia di uccidere. Era come se un demone si fosse impossessato del mio corpo e non mi facesse fare altro che sparare e uccidere chiunque fosse stato sulla mia strada. In quel momento non ero in me. Quando sono tornato al De Danaa e ho capito quello che avevo combinato confesso che ero molto più allegro per la morte dei miei vecchi mentori che addolorato per quella degli innocenti."
Alzò lo sguardo e vide che Kaname fissava il pavimento, immersa in chissà quali pensieri.
"Ora sai tutta la storia. Mi dispiace che tua sia venuta a saperla da qualcun altro e in questo modo. So che non riuscirai a perdonarmi e so di non meritarmi alcun perdono. Se vorrai che qualcun altro prenda il mio posto per la tua protezione ti capirò" detto questo Sousuke si alzò dal divano e prese il cellulare.
"Qui Uruz 7. Kaname Chidori è stata recuperata sana e salva. Uruz 2 e Uruz 6 stanno inseguendo Leonardo. Attendo ordini"
"Bravo signor Sagara" rispose Tessa " manderò Uruz 1 e la squadra ricerche li da voi per esaminare il laboratorio. Manderò immediatamente un elicottero per venire a riprendere lei e la signorina Kaname e successivamente verrete sul De Danaa"
"Colonnello preferirei restare qui con la squadra ricerche. Potrei essere utile..ho visto delle strane cose qui.."
"Come preferisce. Informi la signorina Kaname che la stiamo venendo a prendere allora."
"Ricevuto"
Si voltò e vide che Kaname er ancora nella stessa posizione di prima.
"Chidori il colonello Testarossa manderà un elicottero per riportarti sul De Danaa. Fai rapporto e poi ti riporteranno a casa" Lei annuì senza parlare.
Un clangore metallico annunciò l'arrivo di Mao e Kurz.
"Merda...lo abbiamo perso..quel tipo è troppo veloce..."disse Kurz.
"Si sarà fatto trasportare dai suoi mini AS...mi chiedo come abbia fatto a costruirli. Sarà anche un pazzo ma nn si può negare che sia un genio."aggiuse Mao.
"Stanno arrivando Uruz 1 e la squadra ricerche. Io resterò qui con la squadra mentre Chidori verrà portata sul De Danaa. Rientrate anche voi insieme a lei, sicuramente il colonello vorrà sapere le coordinate in cui si è spostato Leonardo." disse Sousuke.
"Si è la cosa migliore" rispose Mao "Kaname..tu stai bene?"
Kaname alzò la testa e incrociò i giganteschi e metallici occhi del M9 di Mao.
"Si..tutto bene" sussurrò.
"Kaname...so che ora sei un pò shoccata..ma potresti fare uno sforzo e dirmi se per caso Leonardo ti ha detto qualcosa sulla sua meta o sui suoi progetti?" insistette Mao.
"No..non mi ha detto nulla..mi dispiace" sussurrò di nuovo.
"Va bene..non ti preoccupare. Sousuke.." disse mentre stava già aprendo il suo M9, saltando giù. Si piazzò davanti a lui e con aria di sfida continuò "..ora tu salti sul mio AS, di corsa anche. Non mi interessa se vuoi restare qui..dimmi dove hai visto cosa e resterò io ad aspettare che la squadra ricerche abbia finito il lavoro. Tu vai sul De Danaa insieme a Kurz e a Chidori."
"Ma Mao..." la interruppe Sousuke.
"Uruz 2, prego. Non dimenticarti la tua posizione sergente. Questo è un ordine!"
"Si signore." rispose lui mettendosi sull'attenti.
Sbuffando Mao si avvicinò all'orecchio del sergente, posandogli la mano sulla spalla.
"Sousuke..so che l'ultima cosa che vuoi fare in questo momento è fronteggiare Chidori. Me ne rendo conto. Ma guardala..ora più che mai ha bisogno di te. Quindi, per favore, torna sul De Danaa" gli sussurrò.
Lui si girò verso Kaname. Era sempre seduta sul divano, nella stessa posizione, sembrava contemplarsi le mani. Vederla così per colpa sua era un tormento.
"Hai ragione.." rispose Sousuke ".. sono io che ho combinato tutto questo casino. Ora sta a me risolverlo."
"Bravo." gli rispose sorridendo " Ora spiegami dove hai visto cosa..così potrò aiutare la squadra"
"Sousuke..." sussurrò debolmente Kaname. "Sousuke...."
"Si..?" la guardò lui con aria confusa.
"Non farlo mai più...non fare mai più una cosa del genere.." alzò lo sguardo verso di lui, il volto rigato dalle lacrime."..non farti mai più impossessare da una persona che non sei tu..."
Spalancando gli occhi, Sousuke si avvicinò a Kaname. Lei lo abbracciò e conficcò il suo viso singhiozzante nel petto di lui.
"Ricevuto" disse lui, abbracciandola teneramente.
Che bella sensazione. Lei lo aveva perdonato. Lei non aveva paura di stare tra le braccia di un assassino. Lei lo aveva capito. Lei, così calda, così tenera come una bambina, aveva sempre bisogno di lui.
"Hem Hem..." disse Kurz "...mi dispiace interrompervi piccioncini...ma abbiamo ospiti"






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Capitolo 12
*** 12. Promesse ***


FMP 12 Il rumore assordante di un elicottero interruppe il silenzio teso che si era creato. Rimaneva sopeso in alto, sopra il giganetesco buco nel soffitto.
"Sergente maggiore Mao. Siamo venuti a prendere la signorina Chidori." urlò Uruz 3 affacciandosi dall'elicottero.
"Va bene. C'è stato un cambio di programma però." urlò in rimando lei. " Il sergente Sagara tornerà indietro con voi con il mio M9. Resterò io qui con la squadra ricerche."
"Ma...gli ordini del colonnello erano chiari..."
"Niente ma! Questo è un ordine mio! Ricordati che il maggiore sono io Uruz 3!"
"Sissignora!"
"Mi prenderò io le responsabilità che deriveranno da questo cambio ordine, anche se penso che non ci sarà alcun problema a riguardo."
Si girò verso Sagara e Chidori, ancora abbracciati.
"Sousuke, dimmi dove devo condurre la squadra."gli disse.
"Si. Procedi oltre quella porta. Ti ritroverai a percorrere un lungo tunnel buio. Finirai in un'enorme stanza con dei cilindri che contengono un liquido rosso e degli esseri umani, se così si possono chiamare".
"Cilindri con esseri umani?" esclamò Mao shoccata
"Non so neppure io cosa pensare."
"Va bene. Lascia fare a me. Ora tu torna sul De Danaa insieme a Kaname."
"Ricevuto."
La lasciò andare delicatamente e la prese per mano. Lei piangeva ancora in silenzio, lo sguardo rivolto a terra.
"Chidori...adesso devi andare sull'elicottero. Io vi seguirò con l'M9." le sussurrò.
"Va bene.." rispose lei con voce roca.
Uruz 3 scese dall'elicottero aggrappato ad una corda. Cinse i fianchi di Chidori e in un lampo vennero tirati su sull'elicottero.
"Bene..allora io vado. Lascio tutto nelle tue mani." disse Sousuke rivolto a Mao. Lei annuì con un cenno di capo.
"Ei uomo dalle mille sorprese...ti dai una mossa? Qui stiamo tutti aspettando te sai?!" disse Kurz.
Sagara si precipitò nell'M9, lo avviò e seguì l'elicottero e Kurz.

Durante il viaggio a bordo dell'elicottero, Kaname ripensò a tutto ciò che era successo durante quella notte. Non poteva neppure illudersi che fosse stato un sogno, era sicura che non lo fosse. Dopotutto aveva sempre pensato che Sousuke nascondesse qualcosa del suo passato, ma non immaginava che fosse una cosa del genere. Ma, nonostante tutto, non poteva far altro che perdonarlo. Aveva imparato con gli anni a non giudicare una persona in base al passato che ha alle spalle, perchè, col tempo, tutti cambiano. Lei ne era un esempio. Certo, non aveva mai ucciso nessuno, ma dei peccati li aveva commessi eccome. Era sicura che il Sousuke che aveva ucciso quelle persone ora era sepolto in qualche oscura parte dentro l'attuale Sousuke. Sperava solo che non riuscisse mai ad emergere da quell'oscurità di nuovo, che rimanesse per sempre nel posto in cui si trovava ora.
In ogni caso, però, aveva capito una cosa. Anche se non avesse avuto questa sua abitudine di non giudicare le persone in base a ciò che erano, Sousuke lo avrebbe perdonato in ogni caso. Per un attimo, proprio quando aveva sentito le sue motivazioni, aveva pensato di non voler più aver niente a che fare con lui. In quell'attimo, tutta la sua vita, dal momento in cui lui aveva fatto la sua apparizione a scuola con un mitra sotto la giacca fino al pomeriggio del giorno prima, le passò davanti. Il solo pensiero di non poterlo avere più al suo fianco, di non poter mai più passare dei giorni con lui, la faceva morire. Aveva deciso in quell'istante che era disposta a stargli affianco in ogni caso, di aiutarlo a sopportare il peso di questo suo peccato. Non le importava quello che era in passato. Lei era innamorata del Sousuke del presente, ed era disposta a tutto pur di non lasciarlo.

Nel frattempo, Sousuke sull'M9 era al settimo cielo. Giudava con un sorrisone stampato in faccia. Chidori lo aveva perdonato. Era sicuro che fosse stata una scelta molto difficile per lei. Per un attimo, aveva avuto l'impressione che lei  non lo volesse neppure più guardare in faccia per il resto dei suoi giorni. Ma, alla fine, gli aveva detto le parole che più voleva sentirsi dire da lei. Possibile che anche per lei l'idea di non poter vivere più fianco a fianco fosse insopportabile?  Non aveva mai neppure osato sperarlo. Era sempre stato convinto che il suo fosse un amore a senso unico. Però, ora, intravedeva uno spiraglio di luce e speranza. Solo il tempo poteva convincerlo, e lui era deciso a starle a fianco tutto il tempo che lei gli avrebbe concesso.

Atterrato nella stiva del De Danaa, Sousuke corse all'elicottero atterrato un minuto prima di lui. Appena fu aperta la porta, salì per andare a prendere Kaname. Appena lo vide sorrise e si alzò con passo malfermo dal sedile. Lui la sorresse e la fece scendere. Era normale sentirsi un pò scombussolati dopo essere stati a bordo di un elicottero. Nonostante il pavimento fosse piatto non era mai in piano, come invece accadeva a bordo di un aereo, o di una nave.
"Grazie" gli disse appena fu sicura che non avrebbe più traballato.
"Dovere" le rispose.
Stava per lasciala andare, non essendo abituato a tanta confidenza con il corpo di un'altra persona, quando lei gli prese la mano poggiata sul fianco e la strinse forte.
"Per favore" gli sussurrò, puntandogli addosso quegli occhioni pieni di lacrime.
"Affermativo" le rispose teso.
Le strinse la mano a sua volta. Che bella sensazione. Era calda, come sempre. Quel calore che riusciva sempre a tranquillizzarlo, anche se in quel momento era lei che aveva bisogno di essere tranquillizzata da lui, e lo sapeva.
"Non preoccuparti Chidori. Devi riferire solo ciò che Leonardo ti ha detto da quando siete rimasti soli. Non c'è niente di cui essere preoccupati."
"Lo so. Non è per questo che sono preoccupata." disse abbassando lo sguardo.
Sousuke la guardò con aria interrogativa. "E allora per cosa?"
"Ho paura che nel momento in cui lascerai la mia mano non ti vedrò mai più." e lo guardò. Aveva uno sguardo disperato, mai visto sul suo volto.
"So come sei fatto. Ti preoccupi prima di tutto delle altre persone, e poi di te stesso. Ora mi stai confortando solo perchè siamo qui e tu hai un ordine da portare a termine. Ma appena farò ritorno a Tokyo tu te ne andrai vero? Proprio come hai fatto prima. Solo perchè pensi che la tua presenza non sia più indispensabile. O ancora peggio...che io abbia paura di te...." e scoppiò a piangere.
Non aveva capito niente. Come faceva a dire tutte quelle assurdità? Era da un pezzo che il Sousuke che si preoccupava di queste cose era sparito. Da tempo, ormai, il Sousuke che aveva davanti si preoccupava sempre e solo di lei. Per lui era come una calmita, perennemente attratto verso di lei. Si stupì del fatto che lei non lo avesse ancora capito.
"Ascolta Chidori." e le prese il mento per alzarle la testa. " Io non ho più intenzione di scappare. Te l'ho promesso no? Ricordi?" lei annuì col capo.
"Inoltre, forse tu pensi che sono ancora il solito Sousuke che fa finta di ascotare ma poi, alla fine, fa sempre ciò che lui crede sia meglio. Bè..ti sbagli. Ti credo. So che mi hai perdonato. E io ti ho promesso che non mi farò mai più impossessare da una persona che non sono io. Quindi, credimi se ti dico che tutto tornerà come prima. Ok?"
"Ok..." disse Kaname debolmente.
Sousuke le sorrise e la guidò verso la sala comandi, la sua grande mano avvolta in quella piccola e calda di lei.








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Capitolo 13
*** 13. Gelosia ***


FMP 13 "Sousuke! Aspettami!" urlò Kurz, correndo dietro a Sousuke e a Kaname.
"Kurz...che vuoi?" disse Sousuke.
"Ma che razza di bastardo! Non guardarmi con quell'aria di superiorità solo perchè tu hai la ragazza e io no! Ti ricordo che se pur di poco, io sono superiore a te di grado!Tiè!" rispose, mostrando il medio.
"Ma cosa stai dicendo? Non capisco..."
"Ufff...non c'è gusto attaccar briga con te. Non capisci mai niente. Comunque..devo venire anche io dalla dolce Tessa a far rapporto. Chissà...magari vedendovi così deciderà finalmente di buttarsi tra le mie braccia..allora io la porterò in cabina e allora...."
"Uruz 6..le consiglio di non continuare" disse il maggiore Kalinin, apparso ad accoglierli sulla soglia della porta della sala comandi.
"Si signore!" disse Kurz mettendosi sull'attenti, goccie di sudore che scendevano dal viso.
"Sagara. Cosa ci fa lei qui?" disse Kalinin, dopo aver scoccato a Kurz un'occhiata di disgusto.
"Il sergente maggiore Mao ha preso il mio posto. Date le circostanze abbiamo deciso che fosse meglio che tornassi io sul De Danaa.." rispose, guardando Chidori al suo fianco. Anche Kalinin guardò Kaname, stretta al fianco di Sousuke, la mano stretta nella sua.
"Capisco...Si forse è stata una buona idea." si girò verso la sala "Seguitemi...e tu Weber...smettila di dire cretinate..almeno davanti al colonnello.."
"Sissignore!"
Appena entrarono, Tessa si alzò dal suo posto di comando. Sousuke, Kurz e il maggiore si misero sull'attenti.
"Comodi" disse lei immediatamente. "Sergente Sagara..non la aspettavo.."
"Si capitano. Mi dispiace, ma il sergente maggiore Mao ed io abbiamo pensato che la cosa migliore da fare fosse scambiarci il posto. Quindi io sono tornato con Chidori..."
Lei guardò Kaname, lo sguardo rivolto in basso, la mano stretta in quella di Sousuke. Subito un'ondata di gelosia la investì. Perchè c'era Kaname al posto in cui aveva sempre voluto esserci lei? Ma soprattutto, perchè Sousuke ci teneva così tanto a starle accanto? Ma quello non era il momento per far trasparire la sua gelosia cocente, lo sapeva bene.
"Bene, forse è meglio così." cercò di convincersi. "Signorina Kaname..." le disse avvicinandosi "..le dispiace venire con me per raccontarmi cosa è successo con mio fratello?"
"Va bene..." le rispose. Tessa le prese la mano che era libera e la tirò verso la porta. Kaname lasciò la mano di Sousuke, senza neppure guardarlo, e la seguì. Lui rimase con la mano tesa verso Kaname. Quella mancanza improvvisa lo preoccupò per nessun motivo reale. Si era abituato ad avere quella tenera mano calda nella sua, ed ora che non c'era più si sentiva vuoto. Voleva rincorrerla e riprendersela, ma sapeva di non poterlo fare.
Kaname non lo aveva guardato lasciandogli la mano per paura di vedere nei suoi occhi uno sguardo deciso di addio. Aveva creduto a Sousuke quando prima aveva detto che sarebbe tutto tornato come prima, ma dentro di lei regnava una strana ansia. Proprio perchè era convinta di quello che lui le aveva detto aveva preferito non guardarlo. Le parole possono non essere sincere, ma gli occhi lo sono sempre. Se le aveva detto quelle parole solo per consolarla allora non voleva scoprire la verità in quel modo e in quel momento. Per questo ora, mentre camminava verso una meta sconosciuta con una mano totalmente diversa da quella di Sousuke nella sua, era convinta che poi sarebbe tornata a casa con lui, come aveva promesso. Non c'era niente che l'avesse convinta del contrario e quindi stava bene.
Tessa la portò nella mensa, ordinò del te al cuoco e si sedette di fianco a lei su un divano rosso.
"So che sei un pò scossa dopo tutto ciò che ti è accaduto stanotte. Ti chiedo però di fare un piccolo sforzo." le disse lei dolcemente.
"No...sto bene...davvero. Da dove devo iniziare?" rispose Kaname, tornata la vecchia sè.
"Da quando ha scoperto la collana...è stato un errore mio effettivamente. Sono stata una sciocca a pensare di poterlo ingannare con un vecchio trucco del genere.." disse con aria mortificata.
"Non ti preoccupare.. tu hai fatto del tuo meglio...ti ringrazio" le disse poggiandole una mano sulla spalla e sorridendole gentilmente.
Le raccontò tutto. Della minaccia, del viaggio in taxi, dei 2 AS, della stanza coi cilindri, della proposta ad unirsi a lui, tutto quanto. Ad ogni parola Tessa era sempre più shoccata.
"Cosa ha in mente quel pazzo?!" si domandò ad alta voce, alzandosi in piedi per l'agitazione.
"Da ciò che mi ha detto...lui vorrebbe controllare tutti gli apparati militari mondiali."
"Se va avanti di questo passo dubito che non ci riuscià! E' terribile..." si risedette di schianto sul divano, affondando la testa tra le mani.
"Lo fermeremo Tessa...puoi contare su di me...lo sai" rispose Chidori inginocchiandosi davanti a lei e togliendole le mani dal viso per guardarla negli occhi.
Doveva ammatterlo anche a se stessa che Kaname era una ragazza straordinaria. Era stata gettata in quel mondo militare senza preavviso e senza apparente motivo e lei era sempre disposta a rischiare anche la sua vita per dare una mano alla Mithrill, nonostante per lei non significasse effettivamente niente. Ma soprattutto, aiutava sempre lei, Tessa, la ragazza che nel profondo era divorata dalla gelosia nei suoi confronti e che più di una volta aveva desiderato che lei sparisse per sempre. Ecco perchè Sousuke aveva preferito lei. Lo aveva già capito, ma faceva fatica ad accettarlo e quindi negava tutte queste sue qualità. La verità, pura e semplice, era che Kaname era una ragazza decisamente migliore di lei.
"Lo so..ti ringrazio davvero. Di tutto. Non solo per quello che hai fatto con Leonardo, ma per aver salvato Sousuke a Hong Kong e di conseguenza tutta la squadra d'assalto. L'intervento dell'Arbalest quella volta è stato davvero indispensabile."
"No..io non ho fatto proprio niente.."disse Kaname ridendo.
Ecco un'altra sua qualità...era modesta. Terribilmente modesta. E generosa. Non aveva mai chiesto niente in cambio. Forse, indirettamente, solo il fatto che Sousuke potesse restarle accanto. Ma non era mai stat una richiesta. Quando lui aveva ricevuto l'ordine di non avere più niente a che fare con Chidori e l'aveva abbandonata controvoglia, lei non era andata a riscattarlo dal comandante. Lei se l'era andato a riprendere da sola. Il che aggiungeva un'ulteriore qualità: era coraggiosa.
"Ti prego, se c'è qualcosa che vuoi in cambio...basta chiedere. Hai fatto davvero molto per la Mithrill, anzi....per me. Non voglio essere in debito con te."
"Tu non sei in debito con me. Io ho fatto quello che ho fatto solo perchè mi sentivo di farlo. Non di certo per avere qualcosa in cambio. E poi...in un certo senso...ti considero un'amica..un amico non fa mai qualcosa per un altro amico per avere una ricompensa, ma solo perchè ha il piacere di farlo." rispose con un dolce sorriso Chidori.
Lei la considerava un'amica? Perchè la cattiva delle due doveva essere lei?!
"Grazie.." fu l'unica cosa che Tessa riuscì a dire.
"Bene..ora...posso andare a riposare? Sono un pò stanca.."
"Certo..ti faccio accompagnare nella cabina di Mao..c'è un letto in più, potrai dormire li. Domani, dopo colazione, ti riporteremo a casa."
"Sousuke..potrà venire vero?"
Ecco di nuovo...la gelosia. Ecco l'unica cosa che Kaname voleva, ma che non chiedeva mai direttamente.
"Non ha alcun motivo per non tornare a scuola. Lo ha specificato..non ha venduto l'anima alla Mithrill. Quindi domani potrà tornare anche lui a casa." disse sconsolata.
"Bene..." disse sorridendo.
"Io non mollerò" disse Tessa d'impulso, lo sguardo determinato.
"Come?" domandò Kaname confusa.
"Il sergente Sagara è libero di fare quello che vuole, ma io non lo lascerò mai a te. Finchè potrò combatterò per averlo. Ricordatelo."
Ecco perchè Chidori aveva detto che la considerava "in un certo senso" un'amica. Se non fosse stata anche lei innamorata di Sousuke avrebbero potuto essere ottime amiche, m questa rivalità era troppo forte.
"Va bene...me ne ricorderò..." sogghignò Kaname ed uscì.

Nel frattempo nella sala comandi Kurz stava dettando le coordinate del posto in cui lui e Mao avevano perso le traccie di Leonardo. Il giorno successivo sarebbe dovuto andare insieme a Mao in quel luogo per cercare indizi.
Kalinin stava parlando con Sousuke dell'avventura notturna appena accaduta. Divagavano ipotesi su cosa potessero essere quei mezzi umani nei cilindri, e tutte le supposizioni erano agghiaccianti.
"Penso che quel pazzo abbia trovato un modo per fare degli AS più agili e veloci, trasformando degli esseri umani in robot. A mio parere quei cilindri erano sono dei recipienti di conservazione. Gli umani all'interno devono essere lavorati di giorno fuori dai cilindri da qualcuno e alla notte vengono 'messi a letto' li...solo a pensarci mi viene il vomito" disse Sousuke.
"Se è come dici allora la situazione è peggiore di quanto pensavamo. Però è inutile fasciarci la testa prima di averla rotta. Dobbiamo aspettare il rapporto di Mao e della squadra ricerche." rispose Kalinin.
"Affermativo"
"Quindi...ora Kaname Chidori sa tutto sul tuo passato giusto?"
"Affermativo"
"Come l'ha presa?"
"All'inizio non molto bene...ma poi mi ha perdonato. Ha avuto una reazione simile a quella che aveva avuto lei, maggiore.."
Kalinin sorrise. Se era davvero così allora voleva dire che Chidori ci teneva davvero molto a Sousuke, esattamente come lui.
"Allora andrà tutto bene no?"
"Suppongo di si..." rispose Sousuke dubbioso.
"Sei davvero diventato un uomo, Sagara. Sono fiero di te." gli disse dandogli una pacca sulla spalla.
"G-Grazie..." rispose Sousuke, non sapendo bene a cosa si riferisse il maggiore con quelle parole."Vado ad aspettare Chidori fuori dalla mensa. Sicuramente saranno la a parlare."
"Bravo.." gli sorrise il maggiore.
Era diventato uomo? A cosa si riferiva il maggiore? Non aveva cambiato molto del suo aspetto. Forse non si riferiva a quello però. Una frase simile gliel'aveva già detta il giorno in cui aveva affrontato il consiglio per ribadire che voleva continuare ad andare a scuola e stare con Chidori. Che si riferisse a questo? Che lui aveva capito che era cambiato grazie a Chidori?
Si sedette di fianco alla porta e aspettò. Ad un certo punto si aprì ed uscì Kaname. Appena lo vide gli sorrise. Era tornata come prima, alla normalità.
"Mi accompagni nella cabina di Mao? Tessa ha detto che posso riposarmi li, ma non so dov'è" gli disse.
"Affermativo" si alzò e senza pensarci le prese la mano. Lei rimase sorpresa ed arrossì. Vedendola così imbarazzata arrossì anche lui, sorpreso della sua stessa audacia, e fece per lasciarle la mano.
"No..." disse lei e gli strinse forte la mano, in modo che lui non la potesse togliere.
Camminarono così, in silenzio, verso la cabina di Mao.



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