Living together di hermy88 (/viewuser.php?uid=9643)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ...E tu che ci fai qui? ***
Capitolo 2: *** La nuova coinquilina ***
Capitolo 3: *** I'm waiting for you... ***
Capitolo 4: *** Il giorno dopo ***
Capitolo 5: *** Pranzi di famiglia... ***
Capitolo 6: *** L'arrivo a casa Weasley ***
Capitolo 7: *** Something happens... ***
Capitolo 8: *** Sometimes a dream turns into a dream... ***
Capitolo 9: *** Love today! ***
Capitolo 10: *** Dichiarazione d'amore? ***
Capitolo 11: *** Non si può stare tranquille in casa Weasley! ***
Capitolo 12: *** L'autrice scrive ***
Capitolo 13: *** Desire ***
Capitolo 14: *** Contatto ***
Capitolo 1 *** ...E tu che ci fai qui? ***
Il
campanello suonò insistentemente. Chi era a quest’ora? Che palle…Proprio ora che mi stavo per addormentare.
Sicuramente uno scocciatore che ha sbagliato casa, un ubriaco…
-
Hermione?! –
- Ginny,
non sbattermi la porta in faccia –. Ammetto che la tentazione è
forte.
- Cosa vuoi? –
-
Parlarti –
- A
quest’ora? Sai che esistono dodici ore con il sole
chiamate giorno in cui la gente è sveglia e quindi più
propensa alle visite? –
- Peccato
che tuo fratello abbia aspettato sera per dirmi che se
ne andava via, che accidentalmente si era innamorato di una ragazza che lavora
con lui al Ministero, che non mi amava più da tempo e che aspettava
chissà quale congiunzione astrale per dirmelo –
Ok.
Calmati, Ginny, calmati. Ora non ti fare seghe mentali
come il tuo solito. Ron ha lasciato Hermione? Dopo questa,
posso credere a tutto. Ecco, ora io, da brava stupida, dimenticherò che
sono due anni che non la vedo, due anni che non la sento, due anni da quel
fatidico giorno in cui lei mi disse che dovevamo
tagliare i rapporti, in cui disse che no, non era possibile che io fossi
innamorata di lei…Ecco, ti sei già fatta delle seghe mentali.
Complimenti.
- Vuoi
entrare? –
- Magari
– rispose. Entrò in casa e chiuse la porta dietro di sé.
-
Immagino sia stato un brutto colpo – commentai.
- Gli ho
detto talmente tante parole…Credo che non rimarremo nemmeno amici –
- Ho
sempre pensato che rimanere amici dei propri ex fosse una gran cavolata.
Qualcosa da bere? Un tè? O una Burrobirra? Whisky Incendiario? –
- Un
semplice tè, grazie –
- Non sei
cambiata – dissi, abbozzando un sorriso. No, non era cambiata. Nemmeno fisicamente. Era lei, con i suoi capelli crespi e
indomabili, i suoi occhi castano scuro e il suo
sguardo così bello, così tranquillo…Era ancora lei, bella
come sempre.
- Nemmeno
tu. Ed è un complimento – rispose,
ricambiando il sorriso.
-
Allora…Che cos’ha questa ragazza che non hai tu? – le chiesi,
mentre trafficavo con il bollitore.
-
E’ bella, molto bella. Ed
è intelligente, sexy…Sai, le solite cose –
- Ti ha
lasciato per prenderne un’altra con le tue stesse caratteristiche, se non
anche inferiore a te? -. Mio fratello è un idiota.
- Ginny,
non scherzare. Avrà avuto qualcosa che ha attratto Ron… -
- Ron ha
sicuramente qualcosa che non va nel cervello. Ma
d’altronde, l’ho sempre saputo questo –
- Ora lo
so anch’io – rispose – L’ho
amato, lo amo ancora…E sono sicura che lui mi ami ancora –
- Oh,
siete troppo complicati. Bevi il tuo tè e non pensarci, per ora – dissi. Le porsi la tazza e ne presi una per me.
- Ginny,
io so che ora sarò scortese, ma…Ho bisogno del tuo aiuto –
“E
sei venuta qui solo per questo? Andiamo Hermione,
c’era anche Harry che poteva aiutarti, centinaia
di persone che sicuramente ne sanno più di me…” pensai.
-
Farò il possibile –
- Ho
bisogno che tu mi ospiti qui –
Ospitare
LEI a casa MIA? Ginny Weasley ed Hermione Granger sotto lo stesso tetto?
-
Hermione? – dissi in tono interrogativo.
- Lo so
che i nostri rapporti…Bè, ehm, ecco, ho
capito, grazie comunque, andrò da qualche altra
parte –
- Stop,
frena un attimo quella lingua. Mi sto solo chiedendo, perché sei venuta
da me? –
- Perché so di potermi fidare di te, anche se è due anni
che non ci vediamo.
Ginny, se ti crea qualche problema, io… -
- Vai a
prendere le tue cose, c’è una camera in più, penso che
sarebbe perfetta –
- Dio,
Ginny, grazie! Non avrei saputo come fare altrimenti! –
- Non ci
credo. C’erano sicuramente altre persone più
valide di me – risposi, osservandola attentamente.
- Oh,
ehm…Vado a casa – disse, e si
Smaterializzò.
“Hermione
Granger, sarà una convivenza difficile. Forse
perché il mio cuore non ha smesso di amarti un solo secondo, forse
perché vedendoti alla soglia della porta sono riaffiorate tutte le
emozioni che solo tu mi sai far provare. E stai
certa che non resterò con le mani in mano” |
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Capitolo 2 *** La nuova coinquilina ***
- Vieni,
la camera è in fondo al corridoio – le dissi, prendendo una delle
borse – Dio, Hermione, che hai qua dentro?!
–
-
Ehm…Vestiti, libri e tante altre cose…-
- Sembra
che tu ti debba trasferire qui per sempre – commentai
con una punta di sarcasmo nella voce. Lei mi guardò un momento negli
occhi, poi abbassò lo sguardo, lasciando che i capelli le coprissero il viso.
- Lo so,
non è il massimo, insomma è una semplice camera
da letto…Sai, per ora posso pagarmi solo questo schifo
d’appartamento e…-
- Ginny,
è perfetta. Non avrei potuto desiderare di meglio –
- Oh,
bene. Allora, sistemati pure, ci vediamo di là –
“Oddio,
oddio. Mettiamo in pausa la realtà: sto davvero ospitando Hermione a
casa mia, per un tempo indeterminato?”. Sì, Ginny, la
realtà è che la persona che ami da anni è qui e non se ne andrà molto presto. Ok, mi serve un sorso di
Whisky Incendiario. No, facciamo due. Perfetto, ora andrà sicuramente
meglio, forse mi accorgerò che è solamente un sogno e…
- Offri un
bicchiere anche a me? – mi chiese Hermione, entrando in cucina. Hermione?
Ma non era un sogno?
- Ehm,
sì, certo. Ma non preferivi il tè? –
- Oh,
sai, ho scoperto che ogni tanto non fa male – mi rispose,
sorridendo.
-
Hermione, Hermione – dissi, scuotendo la testa – Sai che è un
comportamento di cattive ragazze? –. Rise e si versò da bere,
quindi lo mandò giù tutto in un colpo.
- Bè, le brave ragazze devono darsi una tregua ogni
tanto, non credi? –
- Credo
che questa convivenza sarà una vera sorpresa. Quante altre cose non so di te? –
- Ah, le
scoprirai sicuramente. Ora, Ginny, non voglio essere scortese, ma penso sia meglio che io vada a dormire, e forse anche tu –
- Va
bene. Buonanotte mamma – risposi con un tono
divertito.
-
Buonanotte, Ginny. Grazie – e se ne andò.
“Forza,
domani sarà una bellissima giornata, sicuramente filerà tutto
liscio…O perlomeno spero”
-
Buongiorno, Hermione. Che ci fai già in cucina, ma soprattutto che ci fai già vestita? -. Soffocai
uno sbadiglio con la mano e mi sedetti al tavolo. Di sicuro la mia faccia
assonnata e il mio pigiamone dovevano sfigurare in
confronto al viso sveglio e al tailleur nero di Hermione.
- Nulla,
per sdebitarmi con te ho cercato di preparare la colazione, ma forse avrei
fatto meglio a starmene a letto. Ho bruciato un
po’ tutto –
-
E’ il pensiero che conta – risposi,
sorridendo.
-
Giornata libera? –
- Oh,
ehm, no, veramente vado in redazione alle 10. Sai, il mio capo è
abbastanza largo sugli orari –
- Buon
per te, io tra venti minuti devo essere già alla mia scrivania. Proprio
oggi non ho assolutamente voglia –
- Non
andare, manda un gufo e dì che sei malata
–
- Ginny,
se lo facessi potrei anche trovarmi il Ministro in persona alla porta. Essere malati per lui significa essere in punto di
morte… -
-
Addirittura il Ministro?! –
- Va
bene, ho esagerato – ammise – Ma comunque
non la passerei liscia...Dovrò pur guadagnare soldi per pagarti
l’affitto –
-
L’affitto?! – le domandai in tono
interrogativo – Hermione, non crederai davvero
che io ti chieda dei soldi –
- Ginny,
per te sono certamente un peso, in qualche modo devo… -
- Senti
– la interruppi – Questa è una, se
mi permetti il termine, cazzata. Sono felice di
averti qui e non ho intenzione di farmi pagare nulla da te, quindi chiudila qui
e non tornare mai più sull’argomento –
- Fai
quasi paura – commentò lei, sorridendo.
- La
prossima volta te ne farò molta di più – risposi,
prendendo la tazza di caffè che lei mi stava
porgendo – Grazie –
- Potrei
sempre farti da cameriera, cosa dici? –
- Ci
penserò su, potrei anche accettare l’offerta
e tu potresti pentirtene perché sono molto esigente –
Hermione
sorrise. – Oh, mi piacciono le sfide. Sono sicura che saprei
accontentarti, farei qualunque cosa –
“Ok,
secondo me il discorso sta prendendo una piega troppo strana” pensai.
- Qualunque
cosa? – le chiesi. Hermione ci pensò su un attimo, forse
ricordando che era con Ginny Weasley che stava parlando. E
che forse le sue frasi potevano essere male interpretate.
- Qualunque – rispose. E io pensavo che avrebbe detto
“Vabbè, non proprio qualunque cosa,
quasi tutto”. Sicuramente era stato un lapsus, aveva risposto di
getto…Sì, doveva essere andata proprio così.
- Bè…Bene. Buono questo
caffé –. Frase intelligente, eh?
-
Sì, mi viene piuttosto bene – disse, sempre sorridendo – Ora
ti saluto, meglio che vada, devo sbrigare un paio di
commissioni prima di andare al lavoro –
- Tieni
le chiavi, se arrivi prima di me potrebbero esserti
utili – dissi.
- Oh,
giusto. Grazie mille, Ginny, ci vediamo questa sera
– e si Smaterializzò.
“Magari
ha dimenticato quello che è successo. Insomma, sono
passati anni, perché mai dovrebbe ricordarselo?”. Finii di
bere il caffé. “Insomma, Ginny, mettiti un po’ il cuore in
pace. Non analizzare ogni sua singola frase, cerca di prenderla
tranquillamente…Ok. So già che impazzirò.”
Arrivai
al lavoro con largo anticipo e decisi di bere un altro caffè.
-
Weasley! Dov’è quell’articolo
sul Quidditch che ti ho chiesto ieri? –. Oh, la dolce voce del caporedattore.
-
Ehm…Corro a finirlo! – risposi, cercando di non ridere. Quant’è ridicolo.
-
Weasley, non accetto ulteriori ritardi –
-
Signorsì, signore! Immediatamente, signore! – dissi, e scappai
verso il mio ufficio.
Mi
sedetti alla scrivania e cominciai a scrivere.
Come tutti sappiamo,
il Quidditch è sicuramente lo sport più
pericoloso del mondo magico, quindi la nuova Regolamentazione dei Manici di
Scopa è…
…sicuramente importante per
la sicurezza dei giocatori e del pubblico.
Io mi
chiedo: com’è possibile? Com’è che mi fa ancora questo effetto dopo tanto tempo? Perché?
Illustriamo qui di seguito le
nuove leggi:
- Ginny?
–
- Oh,
ciao Sharon, entra pure -. La mia collega. Collega, sì, insomma, ci sono
andata a letto un po’ di tempo fa, ma rimane pur sempre una collega.
- Ti rubo solo due minuti…Stasera vieni con noi a bere qualcosa
al solito posto? –
- Oh, ehm,
sì ma…Posso portare un’amica? –
- Tutte
le amiche che ti pare. Allora ci sei? – mi
chiese, sorridendo.
- Va bene
-. Certo che andava bene. Bastava solo convincere
Hermione.
Grazie a Tarja, la mia mammina preferita, e grazie al forum Hr/G and the yuri love...Questa è per voi...Che fortuna, eh? *hermy88* |
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Capitolo 3 *** I'm waiting for you... ***
- No,
Ginny, lo sai come sono fatta –
- Hermione,
ti prego, sono simpaticissime, dai… - la
supplicai – Non voglio che resti a casa da sola, dai, lo so che vi
troverete bene –
- Ginny,
preferisco rimanere a casa a finire qualche lavoretto per il Ministero –
-
Hermione…Te lo sto chiedendo per favore, non vedi che sto pregando,
supplicando, mettendo in ginocchio, disperando? – dissi, cercando di far
sembrare triste la mia espressione, anche se in realtà avevo solo una
gran voglia di ridere. Lei mi guardò intensamente negli occhi: un
brivido mi attraversò la spina dorsale, ma cercai di non darlo troppo a
vedere.
- E va bene. Basta che la smetti di fare quella faccia –
rispose, sorridendo apertamente.
- Oh!
Sapevo che ti avrei convinta…Ora vai a
prepararti -
- Io sono
già pronta! Sai bene che non mi trucco per niente, e sono già
vestita bene…Non sarò certo meravigliosa, ma mi vado bene
così –
“Infatti tu non sei meravigliosa…Sei molto di
più, sei stupenda, fantastica, bellissima” pensai. Le sorrisi e mi
diressi in camera.
- Wow,
Ginny! Stai molto bene – mi disse, appena tornai
in sala. In effetti mi ero vestita meglio del solito:
jeans neri, camicia bianca, cravatta nera e matita sotto gli occhi, sempre
rigorosamente nera. Si capisce che il nero è il mio colore preferito?
- Grazie,
di certo sfiguro davanti a te, ma me la cavo –
-
Smettila, sei bella, veramente -. Bè,
sentirsi dire certe cose da Hermione fa un certo
effetto.
- Se lo dici tu. Andiamo, dai – dissi, prendendo le
chiavi di casa.
- Dov’è il locale? – mi chiese Hermione
– Che freddo! Maledizione, perché mi sono fatta convincere? Potevo
stare a casa tranquilla…-
- Non
l’avresti mai fatto. Sono irresistibile – risposi,
ridendo – Ora attaccati a me, che ci Smaterializziamo –
Dopo
qualche secondo di completa oscurità, ci ritrovammo nel vicolo, che era più o meno il nostro posto di
“atterraggio” per non essere viste.
- Ginny!
Ginny! –
- Oh, eccovi – dissi, salutando le ragazze appena arrivate
– Questa è Hermione. Hermione, queste sono Sharon, Kate, Alice e Ann –
- Piacere
– disse Hermione, sorridendo e stringendo la mano a tutte.
- Bene, andiamo – dissi, prendendo Hermione sottobraccio. Il
locale, il “Dark Night” pullulava come al
solito di persone che aspettavano di entrare: naturalmente il buttafuori,
appena ci vide, ci fece passare immediatamente. Babbani. Così
malleabili.
La musica
alta ci assordò per qualche secondo. Hermione mi guardò malissimo
e io le sorrisi rassicurante. Sapevo già che a
casa l’avrei pagata molto cara.
-
Hermione? Vuoi qualcosa da bere? –
- Ehm sì, se c’è una Burrobirra…-
mi rispose. Io
mi misi a ridere.
- Questo
è un locale Babbano, credo che se chiedessi
una Burrobirra mi prenderebbero per pazza. Ti prendo qualcosa io, aspettami qui – dissi, lasciandola
sola al tavolo.
- Allora,
Hermione – iniziò Sharon – Non ti ho
mai visto da queste parti –
- Infatti vivevo molto lontana da qui, ma ho
avuto…Contrattempi, e ho trovato in Ginny la mia ancora di salvezza
–
- State
insieme? –
- Oh, oh no… - rispose Hermione, imbarazzata – No,
noi…Siamo amiche. Abito a casa sua –
- Abiti a
casa sua? Ah, interessante…E, che fai nella vita? – chiese Sharon.
Tornai
dalla missione “prendi qualcosa da bere e corri via velocemente” e
lo scenario che mi si presentò non fu dei migliori:
Hermione rossa in viso e Sharon con quell’espressione…Che
non lasciava presagire nulla di buono.
-
Allora…Di che si parla? – dissi, tanto per
allentare la tensione – Hermione, ti ho portato qualcosa di non
troppo forte. C’è proprio pochissima vodka, non
ti porterò a casa ubriaca – conclusi. “Anche perché non risponderei delle mie azioni”
pensai, sorseggiando il mio cocktail.
- Nulla,
si chiacchierava… - rispose Sharon, lanciandomi uno sguardo di fuoco.
- Comunque, sono impiegata al Ministero della Magia –
disse Hermione, lanciandomi anch’essa uno sguardo feroce. Io feci finta di
nulla, continuando a bere.
- Oh,
wow…Lavoro importante – si intromise
Alice. Tutte sembravano aver notato che né Sharon né Hermione
erano partite col piede giusto.
- Certo
– dissi – E’ sempre stata la migliore a Hogwarts,
quindi è giusto che si trovasse un incarico
così speciale. Ora, se non vi dispiace, ve la rubo per un po’,
andiamo a ballare -. La presi per mano e, prima che
potesse dire anche solo una parola, la trascinai nella pista.
- Ginny
– cominciò, avvicinandosi a me per farsi sentire – credo di
non stare molto simpatica a Sharon, sai? –
- Oh, che
cosa te lo fa credere? – risposi.
- Non so,
mi ha addirittura chiesto se stiamo insieme –
La
guardai sbalordita. – Bè, era un modo
per fare amicizia –
- Non
credo – disse – Sembrava…gelosa.
Forse è successo qualcosa con lei…Non è
vero? –
-
Sì, ma nulla di importante…Hermione,
lasciala perdere – risposi.
- Nulla di importante? Ginny, sei sicura? Non voglio avere problemi
–
- Ma che problemi? Se le hai detto
che non stiamo insieme, non c’è alcun problema. E
soprattutto, tra me e lei non c’è più nulla, ma deve ancora
farsene una ragione –
Hermione
sorrise. – Ah, che rubacuori sei –
“Se solo riuscissi a rubare anche il tuo…”
- Ginny,
sorreggimi, ti prego –
Lo
sapevo. E vai con un bicchiere, vai con due, vai con tre…Ed ora ho
un’Hermione versione brilla che non riesce
neanche a tenersi in piedi. Eppure io le avevo detto
di andarci piano.
- Hermione, io ti avevo raccomandato di non bere troppo, che quella
è roba forte, ma tu… -
- E dai,
Ginny – disse, mettendomi un braccio intorno al collo – Per una
sera che lo faccio…Ne avevo bisogno –
Ridacchiai,
divertita da questa immagine di Hermione Granger che
di sicuro non avrei mai più rivisto e che di sicuro non avrei
dimenticato tanto facilmente. Mi Smaterializzai, tenendola stretta a me. Non
feci neanche in tempo ad aprire la porta di casa che lei si era già
fiondata sul divano.
-
Ginny…So di chiederti troppo, ma me lo faresti
un tè? – mi chiese.
- E chi sono diventata, l’elfa
domestica? Va bene, padrona… -
- Grazie
Ginny. Neanche un giorno che viviamo insieme e già ti
causo danni –
- Oh, non
è un male. Credo proprio che potrò
sopportare – dissi, mentre accendevo il fuoco. La sentii ridere e lo
trovai un suono bellissimo. Le portai la tazza e mi sedetti accanto a lei. La
bevanda era calda e dolce e rimise in forze entrambe.
- Sai, Ginny…Mi ricordi tantissimo tuo fratello –
- La considero un’offesa – risposi, sorridendo.
- Ma no,
dai, guarda che Ron non è così male…Era sempre dolce e
premuroso con me…E ha i tuoi stessi occhi, lo stesso azzurro intenso…Ma credo che il tuo carattere sia migliore del
suo –
- Ah, non
ci giurerei. Siamo entrambi idioti e impulsivi, dei veri Weasley –
- Ginny,
che cosa devo fare? –
- Non lo
so, Hermione. Aspettare, forse…Aspettare che la situazione
si evolva, o fare qualcosa –
“Esattamente
quello che ho fatto io in questi due anni. Aspettare, aspettare. Non ho fatto
altro che aspettare. Non è da me, Hermione. Eppure
per te l’ho fatto” pensai, mentre bevevo un lungo sorso di
tè.
- Non
sono abbastanza coraggiosa per fare qualcosa, mi
conosci. Io aspetto, ma ho l’impressione che aspetterò
per niente –
- Se lo ami, aspetterai – risposi, bruscamente –
Scusa, ma così stanno le cose. Io lo so bene –
- Anche tu hai avuto un’esperienza del genere? –
-
Sì, ed è ancora così – dissi,
asciutta. “Possibile che tu non capisca?”
- E chi aspetti? Magari quella ragazza, Sharon? – mi
domandò, incuriosita.
La
risposta mi uscì dalla bocca prima che riuscissi
a fermarla.
–
Io aspetto te, Hermione –
Detto
questo, mi alzai dal divano e, senza guardarla, andai
in cucina. Sentii i suoi passi e il suo sguardo su di me. Quando mi voltai, c’era solo la sua tazza sul tavolo.
Finalone. Non chiedetemi come abbia fatto Hermione ad andarsene così
velocemente, ma mi piaceva molto come scena. Si
sarà Smaterializzata o è corsa via
rapidamente. Ringrazio quelle che hanno recensito, sperando che questo capitolo
sia di loro gradimento. *hermy88* |
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Capitolo 4 *** Il giorno dopo ***
Mi
svegliai, un poco intontita. Mi sedetti sul letto e le immagini della sera
prima mi tornarono subito alla mente.
“Io
aspetto te. Ma come diavolo mi è venuto in mente di dirle una cosa del
genere? Come minimo, è scappata” pensai. Andai in bagno, e poi, molto
lentamente, percorsi il corridoio fino alla cucina.
-
Buongiorno –
Tirai un
sospiro di sollievo. Hermione era lì, seduta, con la sua tazza di
caffè in mano.
-
Buongiorno – risposi, imbarazzata. Presi anch’io del caffè,
ma non mi sedetti. Non volevo, non potevo guardarla negli occhi.
- Ginny
– disse Hermione – Stasera credo tornerò un po’
più tardi…Sai, ho molto lavoro da finire al Ministero –
- Oh, va
bene, non ti preoccupare – dissi io, sempre evitando accuratamente di
guardarla. Lei finì il caffè e si avvicinò al lavello per
sciacquare la tazza. Era troppo vicina. I suoi capelli, i suoi occhi, la sua
bocca, così vicini a me...Il cuore mi batteva all’impazzata nel
petto. Inspirai il suo dolce profumo e mi accorsi, con stupore, che era quello
che di solito usavo io. “Ginny, calmati, andiamo…” mi dissi,
cercando di rallentare il battito del cuore.
- Ci
vediamo dopo – mi disse Hermione, e mi baciò sulla guancia.
-
Buona…Buona giornata – risposi flebilmente. Appena si fu
Smaterializzata, mi lasciai cadere su una sedia. “Questa donna attenta
alla mia vita ogni giorno” pensai, scuotendo la testa, cercando di far
ordine nella confusione. “Devo stare più tranquilla”
Arrivata
al lavoro, però, continuai a pensare a lei, alle sue morbide labbra
sulla mia guancia…”Smettila, Ginny, smettila” pensai,
entrando nel mio ufficio.
- Chi
è quella di ieri sera? –
- Oh,
Sharon, ciao – dissi, sorridendo. “No, anche lei no!”
- Chi
è, Ginny? –
-
Un’amica, la sto ospitando…Te l’ha detto anche lei –
- Non
prendermi in giro, è la tua ragazza? –
“Vorrei
che lo fosse”. – No – risposi.
- Oh,
Ginny, ci starei così male, se fosse davvero la tua fidanzata… -
- Sharon,
per favore, eh…- dissi. “Siamo andate a letto per un paio di notti,
lasciami in pace e non fare la mogliettina gelosa”.
Lei
sembrò intuire questi pensieri, perché fece una faccia offesa.
– Guarda che, anche se a te non interessa, tu mi piaci –
- Ti
prego, non dire altro...Non voglio fare la stronza, ma avevamo detto di lasciar
da parte i sentimenti. Lo sai, te l’ho già detto che io appartengo
ad un’altra persona –
- Non mi hai mai voluto dire il suo nome, non so nulla di lei –
- Non
sono obbligata a dirtelo. Ed ora, se non ti dispiace,
ho degli articoli da finire – dissi.
Sharon mi
guardò un’ultima volta, poi uscì
dall’ufficio, senza dire una parola. Mi misi a scrivere nervosamente.
“Dovrei bere meno caffè, mi rende troppo
irritabile”
Quando uscii dall’edificio, il freddo si era intensificato.
Mi affrettai a Smaterializzarmi.
Hermione
non era ancora tornata. “Chissà cosa dovrà fare di tanto
importante…Magari è solo una scusa per non stare a casa con me” pensai, togliendomi il cappotto.
“Però, il bacio di stamattina…Ma
cosa le sarà passato per la mente, quando me l’ha dato?
Mah”. Andai a farmi una doccia veloce, indossai qualcosa di comodo e mi misi a preparare da mangiare per Hermione, dato che io avrei
saltato il pasto: mi si era chiuso lo stomaco. “Addirittura questo effetto mi fai, Miss Granger…”
Mi
sdraiai sul divano, con un libro in mano, attendendo il ritorno della mia
coinquilina. “Sembro una madre preoccupata, sveglia ad aspettare suo
figlio” pensai, sorridendo. Tornai a leggere per la
decima volta la stessa riga del romanzo, e per la decima volta non capii
una parola. Continuavo a guardare l’orologio.
Dopo tre
quarti d’ora di penosa attesa, finalmente sentii il familiare crack che preannunciava una Materializzazione. Vidi la porta aprirsi e non potei fare a
meno di sorridere apertamente.
-
Hermione, buonasera – esordii.
-
Buonasera – disse Hermione, accennando appena un sorriso. Si tolse la
giacca e sparì in camera sua. Tornò dopo
qualche minuto, con la sua mise
da casa.
- La cena
è in tavola. Ti aspetto qui – dissi. Lei
annuì ed andò in cucina. Io tornai a leggere, o meglio, a far
finta di leggere, dato che spesso mi fermavo ad
osservare i lineamenti di Hermione, per poi tornare a posare velocemente lo
sguardo sul libro.
- Grazie
Ginny. Scusa per il ritardo, ma come stamattina ti ho detto, ho avuto parecchio
da fare - disse
Hermione, sedendosi sul divano. Io appoggiai il libro sulle ginocchia.
- Del
tipo? –
- Del
tipo…Scartoffie, scartoffie…E ancora
milioni di scartoffie –
-
Divertente –
- Non ti
puoi immaginare quanto – rispose – Poi, con un collega che passa il
suo tempo a provarci con te, è ancora meglio –
“E chi è questo?” pensai, mentre una fitta di
gelosia mi attraversava da capo a piedi.
–
Oh, wow, poco simpatico – dissi.
- Nel
vero senso del termine. Ti dirò, è
proprio noioso –
Io
sorrisi. Lei rimase per un poco in silenzio, poi
ricambiò il sorriso.
- Ehm,
Ginny, ti dà fastidio se guardo un poco di televisione? – mi
domandò.
-
La…Televisione? –
-
Sì, quella – rispose, indicandomi lo strano aggeggio nero e
quadrato che ormai avevo iniziato a considerare un soprammobile.
- Oh. Se
sai come fare, accendila pure. Io ho provato con qualche incantesimo, ma non da’
segni di vita –
La vidi
scoppiare a ridere. – Ma Ginny, ci vuole il telecomando! –
- Il
telecomando?! E cosa diavolo
è il telecomando? –
Lei rise
ancora, alzandosi dal divano. Aprì un cassetto e prese un altro aggeggio
con dei tasti.
- Questo.
Guarda – disse. Schiacciò il primo tasto
e, improvvisamente, quel quadrato nero si accese, mostrando il volto di una
donna.
- Oh!
Certo che i Babbani sono veramente ingegnosi –
mormorai, suscitando in Hermione altre risate. La donna stava parlando di un
omicidio, avvenuto nei pressi di Londra pochi giorni fa.
- Oh, e
questo programma come si chiama? –
-
E’ il telegiornale. Noi maghi leggiamo La
Gazzetta del
Profeta, i Babbani guardano questo –
- Ah,
wow. Quante cose si imparano –
- Io lo
chiamo “messaggero di sfiga”, dato che,
come ora avrai modo di sentire, la maggior parte delle notizie riguardano
morti, sparizioni, guerre. Certo, il loro compito è dare
informazione, ma a volte è stancante sentire sempre le stesse brutte
cose –
- Bè, Hermione, anche La
Gazzetta del
Profeta non era male, in quanto “messaggera di sfiga”
– dissi.
- Oh bè, quello rimarrà anche il giornale
più parziale che io abbia mai letto. Per
fortuna, ora è cambiato –
-
Già, sono arrivata io… -
Lei rise
ancora. – Ma smettila –
La
tensione si era sciolta tra noi due, ma rimanevano sempre interrogativi
nell’aria. E sapevo, che prima o poi, avremmo
dovuto parlarne.
Capitolo di Natale. Bel regalo,
vero?! Bè, BUON NATALE a tutti, ma in modo particolare a coloro che leggeranno e recensiranno :D
|
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Capitolo 5 *** Pranzi di famiglia... ***
Sentii bussare
alla porta. Mi rigirai nel letto, infastidita da quel rumore.
- E’ aperto – mugugnai. Hermione entrò
nella stanza. Mi misi a sedere, sfregandomi gli occhi con le mani.
-
Buongiorno – dissi, stiracchiandomi.
-
Buongiorno – rispose lei, sedendosi sul bordo del letto. I suoi capelli,
morbidi boccoli castani, cadevano delicatamente sulle spalle, lasciando
scoperto il suo collo, liscio e bianco. “Quanto vorrei
morderlo…” pensai, scuotendo subito dopo la testa per scacciare il
pensiero.
- Come
mai qui? – chiesi.
- Volevo
solo parlare, sai, di quello che mi hai detto
l’altra sera – rispose, guardandomi intensamente negli occhi.
- Oh beh,
io…Hermione, mi dispiace, perché, cioè,
scusa – balbettai impacciata, arrossendo in zona orecchie. Lei interruppe
i miei bisbigli appoggiando un dito sulle mie labbra.
- Non devi scusarti – sussurrò, avvicinando il suo
viso al mio e baciandomi.
Rimasi
impietrita per qualche secondo, poi sentii la lingua di Hermione assaggiare le
mie labbra ed aprii la bocca, permettendole di entrare. La abbracciai,
stringendola forte a me. La sua lingua calda si intrecciava
con la mia, facendomi provare mille sensazioni, confondendomi completamente. Le
sue mani si infilarono sotto la mia canottiera e
accarezzarono piano la mia pelle. Conclusi il bacio e
mi spostai verso il suo collo, sfiorandolo con le labbra, sentendo il sapore
che avevo tanto desiderato di poter scoprire, toccandolo piano con la lingua,
ascoltando il respiro di Hermione farsi più affannoso.
Ad un
tratto sentii un ticchettio provenire dalla finestra.
- Ginny,
credo…Credo sia arrivato un gufo – sussurrò
Hermione, senza fiato.
- E lascialo lì – risposi, mordendole piano il
lobo dell’orecchio. Ma quel ticchettio non
cessava, e mi distrasse, svegliandomi…
Improvvisamente
aprii gli occhi. Ero nel letto, completamente disfatto. Da sola.
“Dannazione…”
pensai, mettendomi a sedere e scostando i capelli dalla fronte.
“Dannazione, era solamente un sogno…Anche se piuttosto reale”.
Spostai lo sguardo verso la finestra e vidi un gufo che stava picchettando il
vetro con il becco. Mi alzai, aprii la finestra e recuperai la lettera dalla
zampetta del gufo. Mi sedetti sul letto e vidi che la lettera era di mia madre.
La dispiegai e lessi.
Cara Ginny,
sicuramente non avrai riconosciuto il gufo, l’abbiamo comprato proprio poco
giorni fa!
Come stai? Il lavoro come procede?
Io e tuo padre avevamo pensato di
fare un pranzo in famiglia, domani: ci saranno tutti, non puoi
mancare…Così puoi stare anche la
domenica! Ci manchi così tanto, Ginny, da
quando sei andata via anche tu questa casa è così vuota!
Manchi anche ai tuoi fratelli, non vedono
l’ora di rivederti! Ci saranno tutti…Ed anche Harry! E Ron sicuramente porterà anche
Hermione…Chissà quei due quando hanno intenzione di
sposarsi…Non vedo l’ora di poter organizzare un altro matrimonio!
Ti aspetto allora.
Tua madre
“E così Ron non le ha detto nulla” pensai,
mentre mi dirigevo verso la cucina.
-
Buongiorno. Sempre affaccendata, eh? – dissi, guardando Hermione ed
arrossendo un poco per il sogno fatto prima.
-
Buongiorno – mi rispose, sorridendo – Caffè?
–
Annuii,
appoggiandomi al tavolo.
- Mamma
mi ha mandato una lettera – dissi.
- Che dice? Stanno tutti bene? –
- Oh
sì, sì, tutto a posto. Hanno organizzato un
pranzo per domani – buttai lì, guardandola.
- Bene,
un pranzo in famiglia, immagino… -
-
Sì…Beh, più o meno. Viene anche
Harry…e anche tu – dissi – Non puoi
dirmi di no – aggiunsi, visto che Hermione stava per ribattere.
- Ci
sarà anche Ron? – domandò, pronunciando quel nome con tono
gelido.
- A meno che l’abbiano disconosciuto come figlio, penso
proprio che ci sarà –
- Ginny,
capisci che la cosa non si può fare –
- Bene,
allora scrivo a mamma che ci sarà un’ospite a sorpresa –
- Ginny!
–
- Lo
sapevo che ti avrei convinto… - dissi, sorridendo.
- Dai,
non lo so, devo decidere! –
Io non
risposi e presi una piuma e una pergamena.
- Cara
mamma – dissi, cominciando a scrivere. Hermione mi guardava con le
braccia incrociate.
- Sei
testarda come un Ippogrifo –
- Sei tu
che ti lasci convincere troppo facilmente. Se non
vuoi, fermami – dissi, sempre sorridendo. Lei si avvicinò a me e
bloccò la mano che stava scrivendo. Mi guardò negli occhi. Era
troppo vicina…Come nel sogno di stamattina. Dopo qualche istante,
lasciò la mia mano.
- E va bene, andiamo a questo pranzo! Almeno vedrò
Harry. E magari, potrò anche avvelenare Ron,
no? –
- Ovvio.
Ehm, mamma pensa che state ancora insieme, quindi preparati –
- Beh, tu
mi aiuterai ad affrontarla…è il prezzo
che devi pagare per avermi invitato a questo pranzo –
- Avresti
preferito startene sola soletta qui? Non mi sarei mica fidata io… -
- E che
cos’avrei potuto fare di tanto male? –
rispose.
- Non lo
so, ma non mi va di lasciarti sola – dissi,
distogliendo lo sguardo e tornando a posarlo sulla pergamena.
- E perché? –
-
Perché la tua presenza è talmente
gradita che non voglio privarmene nemmeno per un secondo – risposi, gli
occhi fissi sulla lettera.
- Grazie,
Ginny…E’ molto gentile da parte tua…- disse Hermione, e
capii, senza guardarla, che era arrossita.
- Bene, io…Vado al lavoro – aggiunse – A questa sera
–
Si
riavvicinò a me e mi baciò sulla
guancia.
- A
questa sera – risposi. Sorridendo stupidamente, ripresi a scrivere la
lettera.
Capitolo di TRANSizione.
XD come mi diverto ad essere ID…iota?
NO!
Idonea!
Saluti a tutti e bacioni alle utenti del forum HR/G, soprattutto a Tarja ed
Hermione Jane Granger ^^
|
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Capitolo 6 *** L'arrivo a casa Weasley ***
- Ginny!
–
- Mamma,
ancora cinque minuti… -
- Ginny!-
- Chi
diamine… - borbottai, aprendo gli occhi. Hermione aveva le mani sui
fianchi e uno sguardo contrariato sul viso.
- Oh,
buongiorno! Guarda che dobbiamo andare…sono le undici e tu stai ancora
dormendo…pensavo ti fossi svegliata, poi non ti
ho visto arrivare e allora sono venuta a chiamarti. Direi
che ho fatto bene! –
-
Buongiorno, Hermione – dissi allegra, guadagnandomi così
un’occhiataccia.
- Forza!
Vestiti, lavati, vai a fare colazione e porta la tua
valigia fuori da questa camera! –
- La
valigia…dannazione! –
- Non dirmi che non l’hai fatta… -
- Ehm, io
vado a lavarmi. Intanto tu puoi tirare fuori qualche vestito,
insomma, inizia a prepararla –
- Ginevra
Weasley, sei la persona più sbadata della terra! – sbottò
Hermione, scuotendo la testa.
- Grazie
– dissi, e le schioccai un bacio sulla guancia. Lei sbuffò ed
aprì il mio armadio.
-
Attenta, c’è un po’ di casino – aggiunsi,
mentre mi defilavo in bagno.
- Un
po’?! Un po’?!
Sembra che ci sia stata una guerra, qua dentro! – la sentii urlare.
Ridendo come una pazza, mi resi presentabile e tornai in camera.
Hermione
aveva tirato fuori la valigia ed era impegnata a piegare una camicia. Mi
avvicinai a lei, silenziosamente.
- Che brava casalinga, mi pieghi anche le cose – le
sussurrai in un orecchio.
- Appena avrò finito qui, ti ucciderò –
Io
ridacchiai e presi qualche altro indumento dall’armadio, infilandolo con
poca grazia nella valigia.
- Io non
so come fai ad essere così disordinata – commentò
Hermione.
- Talento
naturale…oh, direi che va bene così, in
fondo stiamo via due giorni –
- Belle
mutandine – disse lei, ridendo. Mi mostrò quelle che aveva in
mano, di un'imbarazzante rosa shocking e con delle farfalle
gialle.
-
Sì, già. Accostamento di colori orribile e
motivo altrettanto orribile: regalo di Zia Muriel
–
- Ora capisco tutto…beh, sono molto sexy –
continuò Hermione, mettendole nella valigia. Io arrossii leggermente.
- Bene, direi che siamo pronte per andare, no? Mamma ci avrà già dato per disperse – dissi.
- Per
colpa di una dormigliona che non si voleva svegliare – rispose Hermione,
uscendo dalla mia stanza. Dopo pochi minuti, eravamo entrambe fuori dalla porta, pronte per Smaterializzarci.
La
consueta sensazione di soffocamento passò subito, e ci trovammo davanti
al cancello della mia casa natale. Sorrisi, inspirando un po’
d’aria di casa. Notai subito alcuni gnomi nascosti nei cespugli e le
galline che giravano indisturbate per il giardino. Non era cambiato proprio
nulla.
- Bene,
Hermione…pronta per la tragedia? –
-
Prontissima – rispose. Bussai alla porta e subito questa si aprì:
fui scaraventata indietro da una forza immensa che si rivelò essere mia
madre.
- Oh
Ginny, Ginny! Per fortuna che sei qui! Ron è arrivato…con una
ragazza! La sua nuova ragazza! Ha lasciato Hermione,
l’ha lasciata – ululò, piangendo a dirotto.
-
Mamma…mamma, calmati – dissi titubante,
staccandomi dal suo abbraccio. Lei si asciugò le lacrime e parve notare
che, oltre a me, c’era un’altra persona sull’uscio:
spalancò la bocca e si gettò su Hermione.
- Oh,
cara! Allora sei tu la persona di cui parlava Ginny…oh, mia cara, devi
essere distrutta –
- Signora
Weasley, sto bene – farfugliò Hermione,
imbarazzata. Mia madre si ricompose e ci invitò
ad entrare.
- Oh,
Hermione, cara, spero che per te non sia un problema dover stare accanto a Ron
e la sua ragazza… - disse mia madre, tirando su con il naso.
- Non si preoccupi, starò benissimo –
- Lo spero.
Ginny, tesoro, accompagnala in camera tua, io dirò
a tuo padre di portare il letto…poi venite giù a salutare gli
altri -. Mia madre si allontanò e io guardai Hermione negli occhi.
- Beh
– cominciò lei – non è
andata così male, no? –
- Mi
aspettavo molto peggio. Ma non cantare vittoria,
abbiamo due giorni da passare qui – risposi. “Sì, due giorni in camera insieme. Addio
autocontrollo” pensai, sorridendo
impercettibilmente.
Ci sistemammo nella mia vecchia stanza da letto, poi scendemmo
giù, preparandoci al peggio.
- Ginny!
-. Un coro si alzò appena entrai in cucina e fui sommersa dagli abbracci
dei miei fratelli e di mio padre. Poi tutti notarono
Hermione…e lo stupore si impadronì di
loro. Ron sbiancò.
-
Hermione! – urlarono Fred e George, precipitandosi su di lei. Vidi Fred
sussurrarle qualcosa. Lei rise ed abbracciò anche mio padre, Bill, Percy e Charlie.
Quando arrivò il turno di Ron, tutti si
fermarono per assistere alla scena. Ron sorrise ed Hermione gli tese la mano,
che lui strinse brevemente.
- Sono felice di vederti, Hermione – disse. Lei si
limitò a sorridere.
- Ti
presento Caroline -. La ragazza dai capelli neri che
finora era rimasta seduta, si alzò e mormorò un “Piacere di
conoscerti”. Hermione sorrise di nuovo, senza rispondere.
Mia madre
fece un rumoroso sospiro di sollievo.
- Molto
bene! Allora, chi mi aiuta a preparare da mangiare? – disse, a voce un
po’ troppo alta. Tutti schizzarono fuori dalla
porta, tranne me ed Hermione. Mia madre sbuffò, poi ci sorrise.
- Brave
ragazze. Apparecchiate, per favore –
-
Allora…come ti sembra questa Caroline? –
le chiesi, mentre mettevo una forchetta sul tavolo.
-
Uhm…beh, è bella. Anche se mi sembra poco
loquace –
- Solo
perché era imbarazzata da morire. E poi, sei
molto più bella tu – risposi. Hermione mi sorrise, raggiante.
- Dai, Ginny, tu sei di parte…impareremo a conoscerla in
questi due giorni –
- Ci
tieni così tanto? –
- No!
– rispose, ridendo.
- E poi, deve mica arrivare Harry? A proposito…mamma,
Harry quando viene? –
-
Dovrebbe arrivare domani, tesoro. Purtroppo oggi aveva un impegno e non ha
potuto raggiungerci –
-
Vorrà dire che oggi ci terremo lontane da casa
Weasley…e soprattutto da Caroline! –
- Ma no, Ginny…tu stai con la tua famiglia, non ti
preoccupare per me –
- Voglio
fare un giro insieme a te…dai, tanto stasera e
domani non ci lasceranno in pace –
-
Mmm…va bene –
- Vedi
che ti lasci convincere facilmente? – dissi, sorridendo.
- Lo so…non posso farci niente. I tuoi occhi azzurri mi inducono a dire di sì ad ogni proposta che mi fai
– rispose.
-
Hermione, Hermione… - mormorai – guarda che se mi dici queste cose,
poi penso male –
Mi
guardò. – Ginevra Weasley! – sbottò, mettendo sul
tavolo l’ultimo piatto.
Io
scoppiai a ridere ed uscii in fretta dalla cucina. Mi inseguì,
anche lei ridendo.
Molly
scosse la testa, guardando le due ragazze rincorrersi in giardino. –
Povera Hermione…si vede che è sconvolta –
Yeah. Buona lettura a tutte…mi scuso per i
miei continui OT sul forum…è colpa di HJG!! XD
Bacioni
p.s. Sì lo so, è un po’ corto, ma sapete che io non mi
dilungo mai troppo con i capitoli…spero vi faccia divertire come mi sono
divertita io a scriverlo! |
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Capitolo 7 *** Something happens... ***
- Ok. Pausa – sbuffò Hermione, ansimando
pesantemente.
- Non ti facevo…così…debole – dissi,
sdraiandomi a terra. Hermione si adagiò accanto a me, spostandosi i capelli
dagli occhi.
-
Tu…non devi farmi fare queste corse. Io sono una ragazza intellettuale…non sono in grado di
correre – rispose lei. La guardai: era arrossata e molto
sudata. Immaginai di non essere in condizioni migliori.
- Guarda
che hai iniziato tu…-
- Che
cosa?! Sei tu che dici quelle cose…-
- Eh,
potevi anche reagire in modo diverso – dissi, sorridendo.
- E come, sentiamo? – mi chiese, fissandomi dritta negli
occhi.
- Beh,
dicendo “pensa pure male, tanto io intendevo anche quel tipo di proposte” –
Hermione
distolse lo sguardo e rimase in silenzio. Io non insistetti e chiusi gli occhi,
rilassando i muscoli.
- Ginny?
– disse, dopo un po’.
- Mmh?
–
- Grazie
–
- E per cosa? – domandai.
- Per
avermi sopportato in questi giorni. Sai, stai riuscendo a farmi dimenticare
ciò che è successo…ho capito che Ron, dopotutto, non mi
merita più –
- Ma
questo l’hai capita da sola –
-
Sì, certo, però io ti ringrazio perché mi hai tenuto
compagnia, insomma, è bello poter avere accanto
qualcuno –
- Lo sai
che mi fa piacere…te l’ho già detto. Io ti stavo aspettando,
e io dovrei ringraziarti, perché stare vicino a te è
la cosa che desidero e che ho sempre desiderato – risposi.
Di nuovo
rimase in silenzio. “Ma tu cosa pensi di tutto questo?” chiesi a me
stessa, senza avere il coraggio di formulare la domanda alla diretta
interessata.
- Credo
che dovresti dirglielo, no? – dissi.
- Eh? Che cosa? – rispose Hermione, che sembrava essere
appena caduta dalle nuvole.
- A
Ron…il fatto che non ti merita più, eccetera –
-
Oh…oh, Ron. Sì, certo –
-
Hermione? Ci sei? La corsa ha rallentato le tue funzioni cognitive? –
- Idiota
–
- I
complimenti fanno sempre piacere – dissi,
facendola ridere. Il mio respiro si era ormai regolarizzato e l’aria
fresca sul viso mi aveva rinfrancato…e poi, era così bello stare
sdraiata a fianco della ragazza più bella del mondo magico…
Mi girai
a guardarla: aveva gli occhi semichiusi ed un sorriso bellissimo sulle labbra. Le
accarezzai piano i capelli, che ora scivolavano morbidi tra le mie dita, e mi
sembrò la sensazione più bella del mondo. “Ecco, perché non stiamo così per sempre? E’
un momento così perfetto che nemmeno sembra vero…”
pensai, sentendomi estremamente sdolcinata.
-
Ginny… - soffiò Hermione.
-
Sì? – risposi, a bassa voce.
-
Continua ad accarezzarmi… -
Ed io
lo feci volentieri. Forse passarono minuti…o
ore…o anche anni…
- Ginny!
Hermione! -. Una voce mi fece sobbalzare. Mi alzai e vidi Fred che ci veniva
incontro.
- Oh,
eccovi! Mamma si stava preoccupando. Volevo solo dirvi
che il pranzo è pronto, quindi se volete degnarci della vostra
presenza… -
- Arriviamo subito – risposi, seccata. Hermione si mise
in piedi.
- Beh,
credo che dovremo andare a cambiarci prima…-
disse. Mi superò e corse verso la Tana.
Io sorrisi e la seguii.
- Ma dove eravate voi due? Vi stavamo aspettando! –
sbottò mia madre appena entrammo in cucina.
- Oh,
ehm, le nostre corse ci hanno portato un po’ troppo
lontano – risposi, incrociando lo sguardo divertito di Hermione.
Ron ci osservò con un’espressione strana sul viso. Ci sedemmo a
tavola e mamma servì subito il pranzo.
-
Finalmente! Stavo morendo di fame – disse
George, buttandosi sui piatti.
- Per
aspettare queste due, poi…che erano in giro tranquille,
a spassarsela, mentre i loro fratelli pativano sofferenze inimmaginabili
– rincarò Fred, infilzando una patata.
- Quanto
la fate lunga! Smettetela – dissi, ridendo.
- Ginny,
tesoro, come va il lavoro? – mi chiese mia madre.
- Bene
– risposi, con la bocca piena – abbiamo
sempre un sacco di cose da fare…articoli, bozze, interviste –
- Io li
leggo sempre, i tuoi articoli sul Quidditch – osservò
Bill – Scrivi bene –
- Grazie,
Bill. Beh, il Quidditch è la mia passione, quindi mi ci metto
d’impegno –
Hermione
mi guardò così intensamente che sentii
il suo sguardo attraversarmi. “Pagherei
fior di galeoni per sapere cosa le passa per la
testa…”
- E tu, Hermione? Come va al Ministero? – le chiese mio
padre. Lei distolse gli occhi da me, sussultando leggermente.
- Oh,
benissimo, signor Weasley. Mille grattacapi da risolvere,
come sempre…lei lo sa meglio di me –
- Certo,
certo…mai un giorno tranquillo, per noi impiegati ministeriali. Spero che
mia figlia ti tratti bene, perlomeno – disse,
ammiccando verso di me.
- Signor
Weasley, non si preoccupi: Ginny è adorabile e mi trovo molto bene a
casa con lei, davvero. L’ospitalità è una
dote di famiglia – rispose Hermione, sorridendo. Lo disse con tale
convinzione che io arrossii un poco.
- Troppo
buona, Hermione, lo sai che mi fa piacere averti a
casa mia –
Lei
sorrise e riprese a mangiare.
Dopo il
dolce, ci rilassammo tutti sulle sedie. Regnava un’atmosfera di pace, di
certo dovuta alla sonnolenza post-pranzo abbondante.
- Bene,
ragazzi, andate pure a rilassarvi, ci penso io qui –
disse mia madre. Tutti si alzarono e andarono in fretta in salotto, prima
che potesse cambiare idea. Io ed Hermione ci guardammo
un attimo. Tutti erano riuniti lì: mio padre e i miei
fratelli chiacchieravano allegramente, Ron e Caroline
si erano appartati chissà dove. Tutte e due avvertimmo
probabilmente la stessa sensazione: non era qui che volevamo stare, adesso.
Entrambe uscimmo dalla Tana, senza dire una parola, e
ci dirigemmo nella stessa direzione: lo spiazzo erboso dove prima ci eravamo
fermate a riposare.
-
Beh…vedo che abbiamo scelto entrambe questo posto – constatai, sedendomi sul prato.
- Si
stava così bene, no? E’ così tranquillo…sai,
mi piace –
-
Mmh…-
- Mi
piace stare qui con te – affermò
Hermione, gli occhi fissi su di me. Io sorrisi e le passai un braccio intorno
al collo.
- Vorrei
– continuò lei – che mi accarezzassi i capelli, come
prima…mi sono sentita bene mentre lo facevi
–
Io
sorrisi nuovamente, incapace di dire mezza parola, e le passai dolcemente la
mano nelle ciocche castane. Lei si rilassò completamente e si
sdraiò accanto a me.
“Allora i miracoli accadono,
ogni tanto…” pensai, distendendomi vicino a lei, lasciando che i nostri corpi si
toccassero, e mi sembrò una cosa talmente intima…sì, certo,
avevo avuto altri contatti fisici con Hermione, ma da semplice amica, e questa
era la prima volta, da quando le avevo confessato di
amarla. E lei, apparentemente interessata a
me…forse...
Misi
l’altra mano sul suo fianco; lei parve non accorgersene, o magari aveva
deciso di lasciarmi fare…ero più propensa a credere alla prima
ipotesi, ma preferii cullarmi nell’illusione…
Avvicinai
piano la bocca al suo orecchio: il suo profumo mi inebriò,
così dolce…così suo.
-
Hermione… - sussurrai – lo sai che adoro stare qui, adesso, con te?
–
“Ecco, ora si alza e
scappa…brava Ginny!”
- Oh,
Ginny – mormorò lei in risposta –
lo adoro anche io –
“Beh, questo è un
colpo basso.”
Sììì, mi piace lasciare suspence. Ahò, voi recensite e magari avrete di più!
Mamma mia, questi giorni si stanno rivelando veramente proficui.
Per questo capitolo vorrei
ringraziare lei, lei che, con la sua indifferenza,
mi aiuta a scrivere, perché questo è quello che penso quando penso a lei…e sapere che lei non pensa le
stesse cose quando pensa a me…mi è di aiuto incredibile, nel
compiere il difficile compito di riversare le mie emozioni e pensieri in questa
ff. Anche se lei non lo sa…e nemmeno leggerà.
Ringrazio, come sempre, HJG, Tarja
e tutti quelli del forum Hr/G…recensite, eh.
Non faccio tutta ‘sta fatica (vabbè dai, non esageriamo) per nulla.
Chiara
|
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Capitolo 8 *** Sometimes a dream turns into a dream... ***
Il mio
cuore fece un balzo nel petto.
-
Davvero? – le domandai, cercando di controllare la voce.
Hermione
si avvicinò ancora di più a me, accostando la bocca al mio
orecchio.
-
Sì – sussurrò. Sorrisi. “Adesso mi sveglierò e scoprirò che è tutto un
sogno, un altro sogno su di lei”. Non avrei
mai voluto spostarmi da quella posizione: il respiro di Hermione solleticava
leggermente il mio collo, e…sentirla così vicina mi dava alla
testa… “Lo sai, vero, che
potrei baciarti da un momento all’altro?” pensai, rivolgendo
silenziosamente la domanda ad Hermione; e lei, come se
mi avesse letto nel pensiero, si alzò un poco, cosicché potei
trovarmi con il suo naso che quasi sfiorava il mio, talmente eravamo vicine. La
guardai negli occhi, perdendomi per un attimo nel loro colore, nella loro profondità…quasi non mi accorsi che stava
mettendo le braccia attorno al mio collo. Il mio desiderio si fece così
forte che l’afferrai per i fianchi, attirandola bruscamente a me:
perdemmo entrambe l’equilibrio, ed Hermione cadde su di me, ridendo
apertamente. Mi feci trascinare dalla sua allegria, sentendomi leggermente
ridicola. Lei si mosse lentamente su di me, trovando una
posizione comoda, poi mi accarezzò i capelli. Le toccai una
guancia, le labbra ed affondai la mano nei suoi morbidi ricci castani. Hermione
abbassò il viso su di me e sfiorò le mie labbra con le sue.
-
Ginny… - mormorò. La attrassi a me, e prima che potesse dire
qualcos’altro, la baciai, stringendola forte: lei non oppose resistenza,
anzi, approfondì il bacio, e trattenni il respiro
quando la sua lingua sfiorò dolcemente la mia…e poi, non
riuscii a pensare a nient’altro.
- Ginny
– soffiò nuovamente Hermione, quando si staccò da me.
- Oh mio
dio – dissi io piano. Lei rise.
-
E’ l’unica frase che riesce a rendere bene il tuo stato
d’animo? –
-
No…anche “per la barba di Merlino” – risposi, ancora
senza fiato. Le sue labbra erano ancora a pochi centimetri dalle mie, e io avrei voluto baciarla di nuovo.
- Mmh.
Merlino va più che bene –
sussurrò, sorridendo. Appoggiò il viso sulla mia spalla,
nascondendosi : io le carezzai i capelli. “Ok, Ginny, approfitta di questo momento di
riposo e rimetti in ordine i pensieri…ho baciato Hermione! L’ho
fatto! Sì!”
Questo mi
colpì come non mai. Non era il momento di farsi troppe domande, quelle
sarebbero venute in seguito, ora bastava godersi il momento, avere lei
che…per tutti i fantasmi di Hogwarts! Hermione mi aveva attirato a
sé e mi stava nuovamente baciando; e io, qui, tranquilla, a farmi gli
affari miei! “Ginny,
Ginny…devi smetterla di pensare troppo”, rimproverai a me
stessa, “rischi di perderti i
momenti migliori.”
Le sue
labbra, così calde e morbide, mi stavano trasmettendo brividi lungo la
schiena, e di nuovo la sua lingua che accarezzava la mia…era una
sensazione incomparabile.
Mi
allontanai da lei, scendendo verso il suo collo, saggiandone la pelle liscia,
sentendo il suo sapore… “Questo
è meglio di qualsiasi sogno”.
-
Sai…sai che cosa ho pensato quando mi hai detto
quelle cose, qualche sera fa? – sussurrò Hermione. La guardai
negli occhi.
- Che cosa hai pensato? –
- Non me l’aspettavo.
Lo ammetto, credevo che il tuo sentimento per me si
fosse ormai affievolito. Ginny, io ho sempre pensato a te, in questi anni,
sempre…e ripensavo alle tue parole e mi chiedevo come sarebbe stato se
per caso ci fossimo riviste, e alle volte volevo davvero venirti a cercare, e dirti che non era vero che non provavo lo stesso per
te… - rispose, tutto d’un fiato. Io rimasi senza parole.
- Amavo
Ron, Ginny, lo amavo, ma sapevo che, se fossi venuta da te, non ce l’avrei fatta a resisterti, perché pensarti
mi dava i brividi ed i pensieri che facevo…ti sto dicendo troppo –
concluse, accennando un sorriso.
-
Hermione, io ti ho sempre aspettato. Il mio cuore non ha mai
smesso di battere per te un solo secondo – dissi semplicemente.
- Quando
sono arrivata a casa tua, ho avuto paura che ormai non provassi
più nulla…poi, con quelle parole, mi hai rincuorato. Ginny,
rivederti mi ha fatto provare quell’emozione da cui fuggivo da
anni…e che mi ha fatto capire che ti desideravo immensamente. Che ti desidero immensamente –
- Dio,
Hermione. Non avrei mai immaginato nulla del genere. Sono esattamente le parole
che volevo mi dicessi –
Sorrise.
– Sono venuta a cercarti subito: eri l’unica che potesse
consolarmi. Sapevo che Ron mi nascondeva qualcosa, da tempo: io non ero
più la stessa, ormai il pensiero di te mi riempiva la mente ogni giorno,
incessantemente, con il passare degli anni non era diminuito, anzi…e non
potevo più essere felice con Ron, e lui non poteva esserlo con me. E
quando ti vidi aprire la porta, fui la donna più felice del mondo: eri
lì, finalmente, e, per un istante, fui tentata di gettarmi tra le tue
braccia e piangere…sì, già avevo previsto che non mi
avresti accolta bene, ma non mi avresti mai rifiutato
un aiuto. Sei troppo buona… -
- Lo so – commentai.
- E poi, quando io ormai credevo tu avessi perso ogni
interesse per me, saltasti fuori con quell’affermazione che mi sconvolse.
Solo ora riesco a parlarne, ero ancora troppo confusa
dalle tue parole…credimi, ti avrei baciato già molto tempo prima,
se fossi una persona impulsiva…ma dovevo prima pensarci –
- Ci hai
pensato abbastanza ora? – le domandai.
-
Sì -. La abbracciai di scatto, portandola sotto di me, e la baciai.
Solo dopo quando il sole fu quasi tramontato, ci degnammo di tornare
alla Tana.
-
Ragazze, vi stavamo dando di nuovo per disperse! Avvisateci quando scappate!
– sbottò mia madre – Ma che è
successo? Vi vedo…raggianti –
Io
scoppiai a ridere.
- Niente,
mamma. Sarà l’aria di casa – risposi,
lanciando uno sguardo fugace verso Hermione.
- Oh,
beh, l’ho sempre detto che dovete tornare a casa
più spesso, voi! Vi fa bene – disse mia
madre – Ora andate a sistemarvi, siete tutte sporche
d’erba…ma che avete fatto? –
-
Abbiamo…giocato, signora Weasley. Sua figlia è
proprio una giocherellona – disse Hermione, sorridendo. Mia madre
scosse la testa e si allontanò.
-
“Abbiamo giocato, signora Weasley”. Bugiarda – le dissi,
appena fummo al sicuro in camera.
-
“Sarà l’aria di casa” – rispose lei, ridendo. La
attirai verso di me, affondando il viso nei suoi capelli.
- Sei bellissima – sussurrò Hermione. Io arrossii
violentemente.
- Anche tu -
Lei mi
guardò. – Sei tutta rossa…e ancora più bella –
-
Hermione! –
Mi
baciò. Cercai di approfondirlo, ma lei si staccò quasi subito da
me. In risposta alla mia espressione corrucciata, mi
disse: - Giocheremo dopo –
“Se questo è solo un bellissimo sogno, per favore,
non svegliatemi mai più”
Yeah. Sono diventata veloce, la mia media è
un capitolo ogni tre mesi, invece ora… XD beh. Che
commenti ci sono da fare? A me ‘sto capitolo piace...la parola sogno va per la maggiore, eh? Ma che ci posso fare, li adoro.
A voi non so, vedremo con le recensioni che, SICURAMENTE, saranno
numerosissime.
Chiara |
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Capitolo 9 *** Love today! ***
Scendemmo
a cena. Io ero allegra come non lo ero da moltissimo tempo, addirittura ridevo
alle battute di Fred e George! Mi sentii legata alla mia famiglia, felice di
essere lì, felice di tutto.
-
Sì, era tutto ottimo – dissi a mia madre, che, come al solito,
poneva le solite domande post-cena, del tipo “allora, era buono? Ti
è piaciuto?”. Già pregustavo la continuazione della serata,
io ed Hermione, in camera, da sole...
Ci
alzammo da tavola entrambe, pronte già a sgattaiolare di sopra.
-
Ginny – mi chiamò Ron. Io, già a metà delle scale,
mi voltai controvoglia. Anche Hermione, incuriosita, guardò mio
fratello.
-
Posso...parlarti un attimo? –
Scesi
lentamente i gradini. “Deve sempre,
sempre mettersi in mezzo”
-
Ehm, qui c’è troppa gente – disse, e mi condusse nel
corridoio, deserto.
-
Che c’è, Ron? –
-
Volevo chiederti come sta Hermione –
-
Sta bene, non ti preoccupare –
-
E...sai già se per caso ha qualcun altro? Si vede con un uomo? –
“Mmm, non proprio” pensai, trattenendo
un sorriso.
-
Non credo proprio, Ron. Ma non dovrebbe neanche interessarti...tu l’hai tradita
e poi l’hai lasciata –
-
Senti, lo so che ho sbagliato, ma ultimamente era diventata così
distante...io...io credevo avesse un altro –
-
E questa ti sembra una giustificazione? – gli domandai, irritata.
-
No, però...Caroline, insomma, lei...era tempo che, diciamo, mi faceva
capire che le piacevo...e io, insomma, ho ceduto –
-
Non so perché mi stai dicendo tutto questo, Ron. Non ti devi scusare con
me e nemmeno spiegarmi come sono andate le cose. Parlane con Hermione, è
lei che avrebbe bisogno di un chiarimento –
-
Mi capirebbe? Mi perdonerebbe? –
-
Non lo so, Ron, non posso entrare nella sua testa –
-
Io la amo ancora, Ginny –
-
Hai un bel modo di dimostrarlo...ma ora devi capire che devi lasciarla in pace,
ok? Non lo sopporterebbe, hai già fatto abbastanza caos, lasciala stare –
sbottai. “E poi non lo potrei mai
accettare nemmeno io”
-
Lo so, lo so, io vorrei dirle che mi dispiace...comunque, la lascerò
stare per un po’. So che ha bisogno di tempo –
-
Bene, ora che mi hai domandato tutto ciò che dovevi domandarmi, io
andrei –
-
Aspetta, un’ultima cosa: perché è venuta da te? –
-
Evidentemente aveva bisogno di parlare con qualcuno che potesse capirla –
-
Ma era due anni che non ti vedeva...sembrava non volesse nemmeno farlo, sai, a
volte le chiedevo se qualche giorno le andava di vederti, ma lei rifiutava
sempre –
“E certo che rifiutava...povero Ron, se
sapesse”. – In ogni caso, è venuta da me. Ed ora, se non
ti dispiace, andrei davvero: Hermione mi aspetta –
E,
senza aspettare risposta, mi voltai e me ne andai. Salii in fretta le scale,
nervosa.
Entrai
in camera, e non trovai Hermione. “Ma
dove diamine è?”
Mi
sdraiai sul letto, mentre mille pensieri mi vorticavano nella mente. “Dunque, Ron la ama ancora...devo stare
attenta...so che Hermione non tornerebbe mai con lui...ma forse è meglio
non esserne troppo certe, meglio tenere occhi ed orecchie bene aperti, mio
fratello è imprevedibile e dopotutto non so se Hermione ha smesso di
amarlo...”
-
Ehi...mi stavi aspettando? –
Mi
misi a sedere. Hermione entrò in camera, sorridendo.
-
Ciao. Mi chiedevo che fine avessi fatto... – risposi. Lei chiuse la porta
dietro di sé e la sigillò con un incantesimo, poi si
avvicinò a me.
-
Beh, dovevo farmi bella per te, no? – disse.
-
Ma tu lo sei sempre -. La attirai a me e la baciai a lungo.
-
Che ti ha detto Ron? – mi domandò, mentre si stendeva sul letto. Mi
misi accanto a lei e le raccontai ciò che mi aveva detto.
-
Che cosa?! Quel verme...e lui pensa che io ricadrei ai suoi piedi? Non ha
proprio capito con chi ha a che fare...lui ha fatto l’errore e lui paga
le conseguenze! Se mi sono allontanata, c’era un motivo e lui, invece di
parlarmene, ha preferito reagire così! –
-
E’ quello che gli ho detto anche io, Hermione – dissi.
-
E se anche io fossi stata con cento uomini dopo di lui, non dovrebbe
interessargli, dato che ha torto marcio! E se sono venuta da te, sono affari
miei...oh, ma mi sente, domani, mi sente eccome! –
Sorrisi:
mi piaceva vedere Hermione così combattiva.
-
Ma guarda questo...come si permette! –
La
abbracciai e le chiusi la bocca con un bacio.
-
Bastava dirlo che ti stavo dando fastidio con le mie chiacchere...-
disse Hermione, divertita.
-
Oh no, non è per quello...solo che non ne posso fare a meno...ecco, vedi
– e la baciai di nuovo – non posso resistere a queste labbra –
e le diedi un altro bacio.
-
Mmm...ho capito che io e te non faremo grandi
conversazioni –
-
Beh, se mi leghi ad una sedia e mi bendi gli occhi, potremmo anche riuscire a
parlare senza interruzioni –
-
Ottimo metodo. Me lo segno – disse lei – ma credo che dovrei farlo
anch’io... –
-
Pensa un po’ se qualcuno che ci vede. Due cretine legate ad una sedia,
con una benda sugli occhi...potrebbe credere che si tratti di un nuovo giochino
erotico –
-
Scema – rispose, ridendo – E come potrebbe mai esserlo? Siamo
entrambe impossibilitate a muoverci –
-
Eh no, perché io mi lego alla sedia per finta, poi mi libero e allora
sì che ti divertiresti, mia cara Hermione – dissi, scoppiando a
ridere fragorosamente.
Lei
mi tirò un leggero pugno su una spalla.
-
Non fare tanto la santarellina – dissi – lo so che ti
piacerebbe...e prima o poi mi spiegherai che sogni facevi su di me... –
-
Mai! – sbottò.
-
Ti convincerò, tanto...come sempre –
-
Non è giusto, lo sai che non
posso non dirti le cose quando mi fissi con quegli occhi azzurri –
-
Arma infallibile...e tu non immagini nemmeno quante donne ho conquistato con
questi occhi e questo sguardo –
-
Beh, ora userai queste armi di seduzione solo con me, chiaro? –
-
Ci proverò, capo – risposi, sorridendo.
-
Non “ci proverò”, tu devi dire “sì, Hermione,
certo, Hermione” –
-
Va bene. Tempo di conversazione scaduto, non ce la faccio più –
dissi, e la baciai.
-
C’è un tempo di conversazione prestabilito? – mi chiese lei,
con un luccichio divertito negli occhi.
-
Sì...e tu l’hai superato di molto –
-
Ma, per curiosità, quanto dura? –
-
Uno, due secondi...ti ho lasciato parlare anche troppo. Non accadrà mai
più, ora che sai le regole –
-
Ma, un’altra domanda...- cominciò Hermione, ma la interruppi.
-
Parli troppo, lo sai, vero? – dissi e, prima che potesse anche solo
pronunciare una parola, la baciai nuovamente.
Buona lettura! Mi raccomando,
I want many “recensioni”
XD
W i Nightwish! Chiara |
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Capitolo 10 *** Dichiarazione d'amore? ***
Mugugnai
leggermente, strofinando il viso contro il cuscino. Aprii gli occhi per un
attimo e sorrisi: le mie braccia cingevano strettamente la vita di Hermione, il
mio naso poteva quasi sfiorare i suoi capelli. Respirai l’amato profumo,
poi mi addormentai nuovamente.
-
Ginny -. Qualcuno mi stava chiamando.
-
Mmm – risposi.
-
Beh, quando ti degnerai di utilizzare un linguaggio comprensibile ai terrestri
per esprimerti, dimmelo – disse quella voce, con un tono divertito.
Aprii le palpebre quel tanto da vedere lo sguardo di Hermione su di me.
-
Usi parole troppo difficili, di prima mattina. Non va bene, io la mattina
capisco solo i concetti fondamentali quali “colazione”,
“bagno”, “voglio stare a letto a dormire”,
“bacio” –
-
Bacio? – domandò Hermione.
-
Sì, bacio – ripetei, e, ancora mezza addormentata, mi sporsi verso
di lei.
-
No, signorina, in queste condizioni non te lo meriti. Svegliati, prima, e poi
magari... –
-
Ma sono sveglia, dai, non vedi come sono reattiva? – dissi, soffocando
uno sbadiglio.
-
Beh, io vado in bagno, quando torno, ti voglio...mmm...frizzante!
– disse, e corse via.
“Io vorrei
sapere come fa a essere così allegra appena si alza dal letto. Insomma,
tutta la gente normale è mezza rincoglionita, lei invece, sembra non sia
neanche andata a dormire...”
Scossi
la testa per cacciare via gli ultimi rimasugli di sonno e misi i piedi
giù dal letto. Mi avvicinai alla finestra e la aprii: l’aria
gelida mi risvegliò del tutto.
-
Vedo che mi ascolti, allora... – disse Hermione. Mi voltai e sorrisi. Lei
percorse la stanza in pochi passi e mi abbracciò, inchiodandomi tra il
davanzale e il suo corpo. Fece scorrere le mani sulla mia schiena, poi
appoggiò le labbra sul mio collo. “Potrei
quasi essere felice della sua vitalità mattutina...ok, tolgo il quasi.
Sono felice della sua vitalità mattutina”
Tracciò
una scia di baci sul collo, poi accostò le labbra al mio orecchio.
-
Fila a lavarti e a vestirti, su! – sussurrò. Una moltitudine di
brividi attraversò la mia spina dorsale, cosa che mi impedì di
capire subito quello che Hermione mi aveva detto.
-
Che cosa? E tu, dopo avermi fatto godere di questo tuo exploit mattutino,
pretendi anche che ti lasci andare per filare in bagno e vestirmi?! –
-
Sì – rispose.
-
Mmm, non vale comunque, tu sei ancora in pigiama –
-
Appunto! Ti lascio la soddisfazione di poter dire “oh, stamattina mi sono
preparata prima di Hermione” –
-
Mi avrebbe soddisfatto di più qualcos’altro – dissi, poi mi
avviai verso il bagno.
-
Comunque non è giusto – sbottai, entrando di nuovo in camera,
vestita e lavata di tutto punto. Hermione alzò gli occhi al cielo.
-
E che ci fai ancora sdraiata, tu? – dissi.
-
Beh, diciamo che mi piace stare comoda mentre aspetto –
La
guardai accigliata.
-
Dai, vieni qui... – mormorò.
-
Non cedo a questi ricatti – affermai, risoluta.
-
Ah, no? Non mi sembra proprio...dai, Ginny –
“Maledetta,
maledetta, maledetta. Perché usa quel tono di voce così
dannatamente sexy?”
Buttai
via il mio orgoglio e mi misi a cavalcioni sopra di lei.
-
Lo sapevo – disse, sorridendo.
-
Sì, però... – iniziai, ma prima che potessi dire altro,
Hermione mi afferrò per i fianchi e mi fece rotolare sotto di lei, poi
mi baciò.
-
Ma tu sei così tutte le mattine? –
-
Ma anche i pomeriggi, le sere e le
notti, volendo – rispose lei, accarezzandomi i capelli.
-
Ron era un uomo fortunato – commentai, poi la baciai di nuovo.
Lei
mugugnò qualcosa, spostandosi con la bocca verso il mio collo. Vi
lasciò leggeri morsi e tocchi di lingua. Le sue mani si insinuarono
piano sotto la camicia, sfiorando la mia pelle e facendomi rabbrividire. “Va
bene, Ginny vi saluta, il suo cervello è andato momentaneamente in
stand-by. A presto”
Decisi
di agire. Alzai l’orlo della sua maglietta, saggiando poi il calore della
sua pelle con le mani, poi risalii la schiena, fino a fermarmi alla chiusura
del reggiseno.
Hermione
mi guardò negli occhi.
-
Beh, che fai, tentenni? Non mi pare di essere la più esperta, qui, ma
vedo che solo io mi sto dando una mossa – mi rimproverò
scherzosamente. La baciai, mentre, con lentezza, slacciavo la chiusura...
-
Ragazze, ma non siete ancora sveglie? E’ arrivato Harry! -. La voce di
mia madre ci riportò bruscamente alla realtà.
-
Dannato Harry – sbottai.
-
Dannato veramente, con tutto il bene che gli voglio – disse Hermione
– Vado a prepararmi –
-
Mmm, no, non andare via – la supplicai. Lei si alzò.
-
Hermione...ti prego, ti prego –
Mi
scoccò uno sguardo malizioso e uscì dalla porta. Io mi sistemai
un attimo e scesi le scale, maledicendo Harry a ogni gradino.
“Maledetto Harry,
maledetto Harry, maledetto...”
-
Harry! – esclamai. Era cambiato davvero molto: capelli lunghi, una
leggera barba che gli copriva il mento e...diverso. Uno sguardo nuovo, felice.
-
Ginny, sei stupenda – disse, abbracciandomi forte.
-
Grazie...anche tu non sei male. Come stai? –
-
Bene, bene...tu? –
-
Oh, benissimo, grazie – risposi, sorridendo raggiante.
-
Ma Hermione? Credevo sarebbe stata la prima a venire giù, conoscendola –
-
Eh, stamattina l’ho battuta. Ma non dirglielo, potrebbe rimanerci male –
dissi – Sai, ci tiene ad essere sempre la più mattiniera –
Harry
sorrise, poi divenne serio. – Ho saputo, Ginny. Tua madre ha provveduto
ad informarmi dei fatti –
-
Non ti fare nessun problema, Hermione è molto tranquilla e anche Ron,
penso...non si sono ancora ammazzati, quindi credo che il peggio sia passato –
-
Meglio così, ho passato già troppo tempo a dividermi tra quei
due...Hermione! -. Harry sorrise e corse ad abbracciarla. Io andai in cucina,
trovando già l’intera famiglia a fare colazione.
-
Buongiorno a tutti – dissi, per poi accomodarmi a tavola. Harry e Hermione
ci raggiunsero dopo qualche minuto. Harry venne a sedersi accanto a me,
guadagnandosi un’occhiata perplessa da parte di Hermione.
-
Allora, Ginny...come va, diciamo, con la vita sentimentale? – mi domandò,
mentre prendeva del pane tostato.
-
Perché questa domanda, Harry? – gli chiesi, stupita.
-
Mmm, così... – rispose lui, vago.
“No, non
cominciamo, eh...Harry, la nostra storia è bella che finita da secoli,
ormai”
-
Oh, ehm, beh, non sto frequentando nessuno -. “O almeno, non un uomo”
Harry
mi sorrise. – Senti, Ginny, io voglio parlarti...magari dopo colazione...
–
“Fa’
che non sia ancora innamorato di me, ti prego, fa’ che non sia venuto per
farmi una dichiarazione d’amore!”
-
Ok, dopo colazione...usciamo e...parliamo – dissi, sempre più
perplessa e imbarazzata. Distolsi lo sguardo dal suo e iniziai a mangiare.
Harry
mi fece cenno di seguirlo. Uscimmo fuori: io, sempre più perplessa, Harry,
sorridente.
-
Ginny, arriverò subito al dunque, è troppo tempo che ci penso e
voglio chiarire le cose...la nostra storia è finita ormai da tempo... –
“...ma i miei
sentimenti non sono cambiati...è cosi anche per te?”
-
E quindi – continuò Harry – credo sia il caso di seppellirla
nella memoria e di farla rimanere un bel ricordo, che ne dici? –
Scoppiai
a ridere per il sollievo. Lui mi guardò, stranito.
-
Pensavo...fossi venuto per dirmi che mi amavi ancora! – dissi, tra le
risate. Anche lui rise e scosse la testa.
-
Oh, bene, allora devo dedurre che è storia vecchia anche per te? –
-
Certo, Harry...dai, sono passati anni! –
-
Lo so, ma sai, nella mia immensa presunzione ho voluto accertarmi che tu non
provassi più nulla per me –
-
Ora sei tranquillo, spero. Allora, tu invece hai trovato una donna? –
-
Sì – rispose, e gli occhi brillarono.
-
Poverina – dissi, ironica.
-
Simpatica, come sempre...e come mai tu non hai trovato l’uomo della tua
vita? –
“Perché
ho trovato la donna della mia vita...Quanto sei sdolcinata, Ginny”
-
Non lo so...forse, non ho ancora trovato qualcuno con le caratteristiche
giuste... –
-
Beh, ero io l’uomo perfetto per te, vero? –
-
Lo ammetto, sì – risposi, sorridendogli. Non feci neanche in tempo
a dire un’altra parola che una forza immensa mi afferrò per le
spalle e mi costrinse a girarmi. Vidi solamente gli occhi castani di Hermione,
poi fui trascinata in un passionale bacio.
Quando
mi scostai da lei, notai l’espressione sbalordita di Harry e subito lo
imitai.
-
Ciao Ginny, ciao Harry – farfugliò Hermione, completamente rossa
in viso – Interrompo qualcosa? –
Uahahah. Che figura di merda, vero Hermione cara?
Chissà perché
ha baciato Ginny, davanti a Harry...che motivo l’avrà spinta?
Per questo capitolo
ringrazio Licia Troisi e soprattutto le pagine da 396
a 406 del romanzo “Cronache del Mondo Emerso – Il talismano del
Potere”. Adorabili *_*
Buona lettura. E,
su, recensite!
Nightwish Soul a.k.a Chiara
|
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Capitolo 11 *** Non si può stare tranquille in casa Weasley! ***
-
Hermione, ma che...? – dissi. Faticavo a capacitarmi di ciò che era appena
successo.
-
Io...io...- sussurrò.
-
Ora mi spieghi tutto – dissi, aggrottando le sopracciglia.
-
Ginny, io ti ho vista uscire con Harry e...poi ho sentito quello che gli hai
detto, che lui era il ragazzo perfetto per te e...- farfugliò lei, senza
guardarmi negli occhi.
Harry
la guardò, poi guardò me.
-
Ragazze, cosa sta succedendo? –
-
C’è che Hermione è gelosa, ma non capisco come il suo cervello abbia potuto
elaborare pensieri tanto stupidi – commentai, innervosita. Hermione teneva
ancora lo sguardo fisso a terra.
-
Ma...mi sono perso qualche pezzo? – domandò Harry, assumendo un’espressione
sempre più stupita.
-
Harry, lo so che questa cosa ti potrà sembrare...strana. Forse dopo questa
rivelazione, non ci guarderai più allo stesso modo – dissi – Io ed
Hermione...ci frequentiamo, ecco –
-
Come?! E da quando? –
-
Ehm...da ieri. Ma la cosa va avanti da un po’, anche se nessuna delle due
l’aveva mai detto all’altra -
-
Oh – disse Harry.
-
Ginny, Harry, mi dispiace, io sono stata impulsiva... –
-
Strano, perché di solito non lo sei mai. Tempistica perfetta! – esclamai io.
-
Sono piuttosto allibito. Sentite, dopo mi spiegherete tutto, ok? Ora...ehm, vi
lascio chiarire il malinteso. A dopo – disse Harry, allontanandosi.
-
Ginny – mormorò Hermione, guardandomi negli occhi.
-
Dimmi come diavolo ti è saltato in mente... –
-
Io non ci ho pensato – mi interruppe.
-
...che io stessi cercando di lasciarti – continuai, imperterrita – Hermione,
forse tu non hai capito. Tu non hai capito che cosa provo per te –
-
Ginny – ripeté lei, con voce sempre più flebile.
-
Hermione, ma lo sai che da ieri io sono la persona più felice del mondo? Lo sai
che non aspettavo altro da due anni? Diamine, Hermione, come puoi aver pensato
che io...con Harry... –
Lei
mi prese il viso tra le mani e mi baciò con irruenza. Io ricambiai,
stringendola con forza.
-
E dire che eri la studentessa più brillante di Hogwarts.
Da quello che hai appena fatto, non si direbbe –
Sorrise.
– Mi dispiace, io... –
-
Ti farai perdonare per questo – dissi, sorridendo furbescamente – Ora vieni,
andiamo a fare una passeggiata –
Quando
tornammo, erano già tutti seduti a tavola.
-
Ma perché queste due spariscono e tornano sempre per l’ora di pranzo? – disse
George, sarcastico.
-
Sarà lo stomaco che reclama – risposi, prendendo posto.
Guardai
Harry, il quale ricambiò il mio sguardo, poi mosse le labbra, articolando le
parole “dopo pranzo, mi spiegherete”. Io sorrisi. “Ma cosa c’è da spiegare? Come si fa a spiegare quello che provo? Come
spiegare a qualcuno come mi sento quando ho Hermione accanto? Non ci sono parole...”.
Iniziai a mangiare. “Come spiegare
quello che provo quando le sue labbra sfiorano le mie, quando mi stringe
forte...”. La guardai mentre portava la forchetta alla bocca: anche quel
gesto mi sembrò di una sensualità disarmante; ogni movimento di Hermione
suscitava in me sensazioni stupende e un’irrefrenabile voglia di prenderla
e...beh, ecco, insomma. “Meglio che
continui a mangiare” pensai, scuotendo la testa. Appena ebbi finito, mi
alzai da tavola e andai in salotto, dove Harry mi raggiunse poco dopo.
-
Da quanto ti piace? – chiese, senza preamboli.
-
Da anni...non ricordo più nemmeno il momento preciso in cui ho iniziato a
provare qualcosa –
-
Ginny, ti assicuro che non me lo sarei mai aspettato, insomma, a Hogwarts tu non hai mai lasciato trapelare nulla...e
Hermione stava con Ron –
-
E’ stata una cosa recente, improvvisa, è stato del tutto...assurdo –
-
Sei felice? –
-
Spero di poterlo essere. Ora, sai, ho ancora qualche dubbio, mi sembra sia
successo troppo in fretta e ho bisogno di...comprendere –
-
Certo, devi ancora chiarirti con te stessa, insomma, devi capire se anche per
Hermione è una cosa seria –
-
Sì, è proprio così...ma credo che anche per lei sia importante, voglio credere
che anche per lei sia importante –
-
Che ti ha detto? –
-
Mi ha confessato che non ha mai spesso di pensarmi da quando...sì, insomma, da
quando le ho detto che mi ero innamorata di lei, verso la fine del settimo anno
–
-
E perché non è venuta a trovarti prima? Insomma, era insieme a Ron...e pensava
a te? –
-
Lo sai com’è Hermione, non è una ragazza impulsiva...ha aspettato che Ron sbagliasse
per andarsene –
-
E se Ron non l’avesse fatto? –
-
Non lo so...forse non sarebbe successo nulla –
-
Ginny, ma non vuoi sapere? Non vuoi avere la verità? –
-
Harry, ho paura che, se le facessi queste domande, lei la prenda male, come una
mancanza di fiducia –
-
Ma tu devi metterti il cuore in pace. Ginny, se i suoi sentimenti sono sinceri,
risponderà –
-
Hai ragione...grazie –
-
Voglio solo che tu sia tranquilla. Hermione è una ragazza meravigliosa, tu lo
sei altrettanto, il mio desiderio è che possiate vivere la vostra relazione
senza alcun dubbio e problema –
-
Di che si sta parlando qui? State cospirando qualcosa contro di me? –
Hermione
venne verso di noi, sorridendo. Il mio cuore perse un battito. “Possibile che riesca sempre ad essere così
bella?”
Si
sedette accanto a me e iniziò ad accarezzarmi i capelli.
-
No, no...semplice chiacchierata tra vecchi amici che non si vedono da tempo –
-
Beh, ragazze, vi lascio sole, allora...devo andare a fare un discorso serio con
Ron –
-
Un discorso serio con Ron? Sei sicuro di non aver sbagliato persona? – chiese Hermione,
ironica.
-
No, vi assicuro...sembrava quasi Percy, quando me l’ha
chiesto –
-
Dopo vogliamo sapere che vi siete detti –
-
Assolutamente no! Sono cose strettamente private tra me e lui –
-
In qualche modo sputerai il rospo – dissi, divertita.
-
Vedremo. Allora a dopo...fate le brave! –
-
Io sono bravissima! – esclamò Hermione.
-
E io no? – domandai, voltandomi verso di lei.
-
No – disse, avvicinando il viso al mio collo.
-
E’ colpa tua...sei tu che scateni i miei istinti più nascosti –
Lei
sfiorò la mia pelle con le labbra. “E’
così bello sentire il suo respiro così vicino a me...”
-
Vieni, dai, che qui potrebbero vederci – dissi, prendendola per mano e
facendola alzare dal divano.
-
No, no, Ginny, voglio stare con te... –
-
Ma non qui! Non vorrai che arrivino mamma e papà o, peggio, Fred e George o,
ancora peggio, Ron! –
-
Andiamo in camera, allora –
-
Mh...andiamo – dissi.
Caroline
era scioccata. E così, l’ex fidanzata del suo ragazzo...stava con sua sorella? Questa
era una cosa che non si sarebbe mai aspettata, era molto più di quanto avrebbe
potuto mai immaginare. Scosse la testa e rientrò in cucina, dove ad attenderla
c’era il suo fidanzato Ron Weasley, ignaro e
sorridente. Lei si fece abbracciare, senza dire una parola.
Maledetta impicciona!
E Harry che passa il tempo a mettere dubbi in testa alla povera Ginny...beh,
scusate se aggiorno tanto in ritardo, ma non ho avuto un attimo di tempo per
scrivere...la scuola mi sta lentamente uccidendo U_U
Nightwish Soul a.k.a hermy88
[grazie per il
sorriso di oggi! Forse è proprio per quello che ho trovato l’ispirazione] |
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Capitolo 12 *** L'autrice scrive ***
Ho ricevuto una recensione dopo tanto tempo, ho riletto la storia e i vostri commenti... sono una delusione. Avrei dovuto concludere la storia un anno fa, ma impegni vari e poca costanza me lo hanno impedito. Le vostre recensioni sono così belle, la storia mi piace ancora dopo tutto questo tempo... andrò avanti. So che probabilmente le persone che l'hanno apprezzata non la leggeranno più e nemmeno si ricorderanno della sua esistenza... la scriverò perchè la DEVO finire. Devo concludere i miei progetti: ho tante idee in testa e ci devo riuscire :) Living Together finirà. Garry 'Otter finirà. Per Me and You non assicuro niente, ma ci proverò... promesso.
Chiara |
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Capitolo 13 *** Desire ***
Caroline aveva ancora in mente
l’immagine del bacio di Ginny e Hermione: non riusciva
a togliersela dalla testa. Era sempre più difficile fare finta di nulla con Ron,
anche se era perfettamente consapevole di non avere il diritto di confidarsi
con lui finchè non fossero state loro a farlo per prime. Le sembrava di
comportarsi in modo naturale con le due ragazze, eppure la loro evidente
intimità era chiara ai suoi occhi. Si chiedeva come fosse possibile che gli
altri non se ne fossero accorti: Ginny e Hermione si
scambiavano spesso sguardi inequivocabili, stavano sempre a contatto e l’aria
attorno a loro era carica di complicità e passione. Presto il soggiorno a casa Weasley sarebbe finito e lei sarebbe ritornata a casa con
Ron: chissà quando le due avrebbero deciso di mettere il suo fidanzato al
corrente. Forse si sarebbero presentate a casa sua di punto in bianco, forse
gli avrebbero inviato un gufo… Caroline decise che
non ci avrebbe più pensato. Ron meritava di essere felice e lei avrebbe fatto il
possibile per farlo sempre sorridere.
- No, ancora cinque minuti… -
- Possibile che tu debba fare
storie tutte le mattine? Alzati, pigrona! -. Hermione mi accarezzò la guancia e
io aprii gli occhi a fatica.
- Perché mi devi sempre
svegliare all’alba? – le chiesi con la voce insonnolita.
- Sono le undici e il sole è
già alto nel cielo, tua mamma sta già preparando il pranzo e tu sei l’unica che
sta ancora ronfando –
- E perché, quando mi svegli,
devi inondarmi con fiumi di parole che fatico a capire? Non potresti coccolarmi
e basta? – dissi, aspettandomi una rispostaccia. Hermione, invece, si infilò
sotto le coperte e mi strinse forte a sé.
- Mmm, ecco, è così che vorrei
che mi svegliassi sempre… - sussurrai, avvicinandomi di più. Lei mi baciò e io
mi persi nella sua dolcezza.
Scendemmo in salotto solo dopo
mezzogiorno, cioè dopo che Hermione mi convinse che non potevamo fingerci
malate e mi spedì in bagno a prepararmi.
- Ecco qui le solite
dormiglione! Hermione, mia figlia sta avendo una cattiva influenza su di te… non dovresti lasciarti trascinare! – disse mia madre,
indicandola con il cucchiaio e schizzando crema inglese per la stanza.
- Mamma! – la rimproverai.
- Mi dispiace, signora Weasley, ha proprio ragione. Quando vuole, sua figlia sa
essere davvero… convincente – rispose Hermione,
lanciandomi un’occhiata eloquente. Io la guardai di rimando, pensando solo a
quanto avrei voluto… ehm, ecco…
- Ginny,
non arrossire e non fare tanto la pentita, adesso! Hermione, per favore, cerca
di farle cambiare abitudini e controllala – esclamò mia madre – Oddio, la
crema! Arthur, aiutami caro! –
- Oh, Ginny,
perché sei diventata tutta rossa? – mi schernì Hermione, ridendo.
- Ridi, ridi…
questa sera torniamo a casa, ricordi? Te la farò pagare – dissi. Mi dovevo
trattenere dall’afferrarla per i fianchi, baciarla, strapparle i vestiti di dosso...
- Non vedo l’ora – rispose lei,
e andò ad aiutare mia madre in cucina. Io mi sedetti sul divano, tentando di
frenare gli istinti e di non pensare al lungo elenco di cose che avrei voluto
fare a Hermione in questo momento. Mi accorsi che Caroline mi stava guardando,
probabilmente lo stava facendo da un po’. Incrociai il suo sguardo ma lei si
voltò dall’altra parte e iniziò un’innaturale conversazione con Ron. Perché mi
stava osservando? Notai che il suo sguardo si diresse per un paio di volte su
Hermione. Che sapesse qualcosa? Non eravamo state abbastanza attente? Ero turbata
da queste domande. Anche Ron se ne era accorto? E se Caroline gliel’avesse
detto? Cosa farebbe Hermione? Negherebbe tutto e scapperebbe via?
Cosa farebbe se scoprisse che
Ron è ancora innamorato di lei? Il pensiero mi colpì come una scossa e mi
ritrovai a pensare a quest’eventualità. Le parole di Harry mi avevano messo in
testa dei dubbi che sapevo di non poter ignorare a lungo. “Ma se Ron non avesse
fatto ciò che ha fatto, lei sarebbe comunque venuta da te?”. Era una domanda
troppo importante, era un’ombra che oscurava la nostra relazione. Avevo paura
di domandarlo a Hermione: ancora di più della sua reazione, era la risposta che
avrebbe potuto darmi che mi spaventava da morire. Non posso scappare, pensai. Devo
poter risolvere i miei dubbi e avere delle risposte… anche se questo significa
litigare o, peggio, perderti, Hermione.
- Ginny!
Ginny, è pronto – disse mia madre. Io mi alzai dal
divano e mi sedetti accanto a Hermione. Lei mi accarezzò la gamba.
- Buon appetito, Ginny – sussurrò, sorridendo maliziosamente. Io le strinsi
la mano e la guardai intensamente, noncurante del fatto che non eravamo sole. I
suoi occhi, di quel color castano scuro che mi piaceva tanto, esprimevano
allegria, affetto, dolcezza. Le sensazioni che scorgevo in lei mi tranquillizzarono,
almeno per un momento: sorrisi e le lasciai la mano.
- Grazie, Hermione –
Finito il pranzo, tutti
uscirono per una passeggiata e noi li seguimmo. Avrei voluto stare da sola con
Hermione ma ormai mancavano poche ore alla nostra partenza e desideravo passare
un po’ di tempo con loro. Notai che Ron stava in disparte: teneva Caroline per
mano e non parlava, tenendo lo sguardo fisso a terra. Mi resi conto che non
avevo parlato molto con Ron in questi giorni, e chissà quando lo avrei rivisto.
Ora che Hermione abitava da me, probabilmente mai. Mi avvicinai a lui.
- Ehi, Ron, perché non ti
aggreghi alla combriccola Weasley più Harry e
Hermione? – dissi, sfoderando il più amichevole dei sorrisi. Notai che Caroline
iniziò a fissarmi.
- Ciao, Ginny.
Beh, sai com’è, non mi piace la confusione –
- Da quando? Chi sei e che fine
hai fatto fare a mio fratello? – dissi. Lui ridacchiò.
- Sono un po’ cambiato, non
sono più un ragazzo ormai – rispose.
- Beh, infatti ora hai la
barba! –
Ron rise. – Mi sei mancata, Ginny. Sei sempre stata la mia sorella preferita –
Io gli tirai una pacca sulla
spalla. – Ma guarda un po’! Sei sempre idiota, ma sei diventato un sentimentalone -
- Dico davvero, Ginny. Mi dispiace… mi dispiace
che le cose siano andate così –
Io mi irrigidii. - Non dobbiamo
parlarne per forza -. Caroline aveva cambiato del tutto espressione. Ron si
scusò e si allontanò un attimo da lei, prendendomi da parte
- No, infatti. Ma ti chiedo
solo una cosa: trattala bene, ok? Io tengo davvero a lei, anche se non le
interessa saperlo –
- D’accordo, Ron. E tu cerca di
non fare altre stronzate –
- Lo spero proprio – rispose, e
si riavvicinò a Caroline. Lei mi guardò ancora per un attimo, poi rivolse di
nuovo la sua attenzione a mio fratello. Io mi allontanai da loro e mi infilai
di nuovo nel gruppetto chiassoso.
- Fred! George! Harry! Non allontanatevi
troppo – stava gridando mia madre, rivolte ai tre ragazzi che stavano correndo
verso il bosco.
- Molly, tesoro, stai
tranquilla. Non sono più ragazzini, ormai… non essere
così apprensiva – le disse mio padre, mettendole il braccio intorno alle spalle
– Goditi le passeggiata e non preoccuparti per tutto –
Io risi e affiancai Hermione. –
Tutto bene? – mi chiese.
- Sì, tranquilla. Mi ha chiesto di trattarti
bene e di farti sapere che tiene a te –
- Come facevi a sapere… -
- … che stavi per chiedermi che
mi aveva detto? I tuoi occhi rivelano più di quanto tu non voglia – risposi.
- Ah sì? E adesso che cosa ti
stanno dicendo, i miei occhi? – domandò.
Io abbassai considerevolmente
la voce per non farmi sentire. – Stanno dicendo che vorresti solo rotolarti
sull’erba con me e baciarmi? –
- Mmm…
quasi esatto – sussurrò lei.
- Quasi? Io non sbaglio mai,
signorina Granger –
- Non ti hanno detto che vorrei
che rotolassimo nell’erba nude… signorina Weasley – disse, accarezzandomi lievemente il braccio. Io fremetti
di desiderio.
- Ah…
ho commesso un errore imperdonabile. Ho miseramente perso – mi lamentai – Che vergogna
–
- Questo succede se una persona
si vanta troppo delle sue qualità. Chissà se sei tutto fumo e niente arrosto
anche in altri campi – sussurrò con un tono provocante.
- Beh, questo me lo dirai tu –
risposi io.
- Ribadisco: non vedo l’ora –
Sorrisi furbescamente. – Tu mi stai sfidando –
- Assolutamente no. Ti sto spronando a dare il meglio di te –
disse.
- Oh, non lo metto in dubbio. Ci stai riuscendo molto bene,
devo ammetterlo… darò il meglio, te lo dimostrerò.
Non te ne pentirai, Granger –
- FRED! Cos’è successo? -. La voce di mia madre ci fece
sobbalzare.
- Stavamo correndo e siamo caduti in uno stagno! – rispose
mio fratello.
Arrivò Harry, zuppo dalla testa ai piedi e sporco di fango. –
Beh, almeno ci siamo rinfrescati! –
George sputò un po’ di terra e si mise a ridere. – Avresti
dovuto vederci, mamma! –
Tutti noi ridemmo apertamente osservando il terzetto. -
Irresponsabili! Avreste potuto farvi male! – urlò mia madre, trattenendo a
malapena le risate. Hermione, approfittando della confusione, mi prese un
braccio e mi allontanò dagli altri, nascondendoci alla loro vista. Mi appoggiai
contro il tronco di un albero e lei si avvicinò a me, lasciando che i nostri
corpi entrassero in contatto, provocandomi una piacevole sensazione di calore
diffuso. Accostò la bocca al mio
orecchio e sussurrò:
- Stavi dicendo che non me ne pentirò, esatto? Beh, ne sono
certa -. Il suo respiro bollente mi solleticò il collo e brividi attraversarono
la mia schiena.
- No, non… non te ne pentirai – risposi, un po’ confusa
dalle sensazioni che stavo provando in quel momento. Lei fece scivolare la
bocca lungo il mio collo, mentre le sue mani mi accarezzavano i fianchi. Io iniziai
a respirare più rumorosamente. Poi le sue labbra sfiorarono lievemente la mia
bocca e io chiusi gli occhi, pregustando ciò che stava per succedere…
- Ginny! Hermione! Dove siete? Torniamo
indietro! -. La voce di Harry risuonò sgradevole nelle mie orecchie,
costringendomi a riaprire gli occhi. Hermione si era allontanata e si stava
ricongiungendo al gruppo. Una prepotente sensazione di insoddisfazione si fece
strada dentro di me. Il pensiero di ciò che stavamo facendo e di ciò che
avremmo potuto fare, il pensiero che stavo già per perdere il controllo solo
grazie a quelle lievi attenzioni mi fece desiderare ancora di più di
ritrovarmi, finalmente, da sola con Hermione.
- Oh, eccoti, Ginny! Per favore,
non allontanatevi anche voi due, abbiamo già avuto abbastanza guai per la
giornata! – disse mia madre, guardando storto i miei fratelli e Harry. Io annui
distrattamente, cercando Hermione con lo sguardo. Lei si voltò e mi sorrise. Un
sorriso innocente che su di me ebbe un effetto totalmente differente…
il desiderio era diventato urgenza e ormai non potevo più evitare di osservarla
con uno sguardo famelico.
- Ti vedo turbata, Ginny, è tutto
ok? – mi chiese lei candidamente, avvicinandosi e lasciando che il suo profumo
mi inebriasse.
- Scherzi, vero? – dissi.
- No, no. Ho fatto qualcosa che non andava bene? – disse,
allungando una mano per accarezzarmi la schiena
- Hermione… se non la finisci non
rispondo più delle mie azioni – risposi a denti stretti. Lei rise e si allontanò.
- Vediamo chi arriva prima a casa? – disse, e iniziò a
correre.
- Ehi, non vale, aspettami! – esclamai.
- Ragazze! Non correte! Ma che avranno sempre da correre,
queste due – gridò mia madre.
- E poi siamo noi le teste calde, eh? – disse Fred, ridendo.
Mi fermai a riprendere fiato e urlai: - Maledetta Hermione! –
Non
scrivo da tanto tempo. Probabilmente non sarà un bellissimo capitolo, ma l’ho
scritto di getto, per paura di non riprenderlo più. Spero che qualcuno legga
ancora questa ff e che qualcuno si incuriosisca e
decida di darci un’occhiata. Non sono una persona costante e non riesco a
obbligarmi a scrivere: la scrittura è un piacere e un divertimento per me, non
riuscirei mai a farlo diventare un dovere. Questo non giustifica i miei
numerosi anni d’assenza, ma… take me as I am!
Un
saluto a tutti.
Hermy88
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Capitolo 14 *** Contatto ***
Ficcai all’interno della
valigia gli ultimi indumenti rimasti. Era un disastro: si era rimpicciolita
oppure non avevo disposto bene le cose? Era tutto alla rinfusa e la valigia si
chiudeva a malapena. Eppure, quando eravamo partite…
l’aveva preparata Hermione, e ogni abito era ben piegato e riposto in maniera
impeccabile. Certo.
- Ginny! Ma cosa stai
combinando? -. Hermione entrò in camera. Dai capelli bagnati le scendevano
gocce che andavano a infrangersi sul pavimento, mentre la pelle, ancora umida
dopo la doccia, emanava una dolce fragranza ai frutti di bosco. Il suo corpo
era coperto solo da un grande asciugamano, e io avvampai al pensiero di ciò che
stava sotto, di tutto quello che non avevo ancora avuto l’occasione di vedere se
non nei miei sogni più arditi. La mia espressione sicuramente aveva rivelato
quello che mi passava per la mente, perché Hermione rise e si avvicinò a me.
- Ma guarda che caos! Possibile
che tu riesca sempre a mettere in disordine qualsiasi cosa? Mi vesto e poi ti
aiuto a sistemare – mi rimproverò scherzosamente. Il mio cervello in quel
momento non era ben collegato, così non capii una sola parola di quello che
aveva detto. Annuii distrattamente, gli occhi ben aperti a osservare la
meraviglia che mi stava davanti. L’asciugamano era ben stretto attorno al suo
corpo, e lo avvolgeva delicatamente, lasciando intravedere quello che i vestiti
non avevano mai mostrato fino a ora.
- Mi stai ascoltando? – mi
chiese Hermione, sapendo benissimo che non lo stavo facendo. Sventolò la mano
davanti ai miei occhi. Quel gesto bastò per far scivolare l’asciugamano verso
il basso, scoprendo per poco il seno. Hermione fu rapida e recuperò il tessuto
prima che rivelasse ulteriormente il suo corpo.
Questo fu abbastanza. Una
scarica di elettricità mi attraversò, risvegliandomi. La afferrai bruscamente
per i fianchi e lei si strinse a me. Io la baciai, desiderando solo che
quell’asciugamano cadesse a terra con il resto dei miei vestiti. Approfondii il
bacio, lasciando che la mia lingua entrasse a contatto con quella di Hermione.
Le mie mani la accarezzavano da sopra l’asciugamano, e quando le mie dita si
fermarono sul suo seno lei sospirò profondamente. Abbandonai le sue labbra e
sfiorai il suo collo con la bocca, inspirando il dolce profumo del
bagnoschiuma, stringendola. I suoi sospiri si fecero più frequenti e profondi
quando iniziai a lasciare baci sul collo, tracciando un percorso dall’orecchio
alla spalla e poi ritornando sui miei passi, carezzando lievemente la pelle con
la mia lingua. Lei mise le mani tra i miei capelli, mentre il suo petto si
alzava e si abbassava velocemente. L’asciugamano non aveva più sostegni e cadde
a terra quando mi spostai leggermente da lei. Improvvisamente, non era più il
cotone che sentivo sotto le mie mani ma la sua pelle, calda e morbida. Il suo
corpo sinuoso. Era meglio di quanto avessi immaginato. Le accarezzai la schiena
e, stringendola, il suo seno nudo venne a contatto con la mia maglietta. Un
calore piacevole ed eccitante si diffuse dentro di me, mentre decidevo che
potevo fare meno anche io degli indumenti.
- Ginny -. Il suo sussurro mi
fece alzare gli occhi fino a incontrare i suoi. Ecco, la razionalità stava per
fare capolino nel cervello di Hermione e stava per porre fine a quel momento. Lei
afferrò il lembo della mia maglia con le mani e iniziò a sfilarmela. Il suo
gesto mi sorprese e mi fece eccitare ancora di più: se il suo proverbiale buon
senso non aveva fatto la sua comparsa, voleva dire che…
Voleva dire che… dovevo essere
io a rendermi conto che non era il momento adatto per questo? Che saremmo
presto partite e che, a breve, mamma ci avrebbe chiamate per la cena. Quindi
dovevo essere io, Ginny Weasley, a interrompere la magia?
Al diavolo. La mia maglietta
scivolò sul pavimento e io, finalmente, percepii la pelle di Hermione sulla mia
e fu la sensazione più bella del mondo. La baciai nuovamente, un bacio da
subito bramoso, famelico. Le mie mani scesero fino al fondoschiena e lo
avvolsero, toccandolo pienamente. Avvicinai Hermione a me, facendo scontrare i
nostri bacini, mentre il bacio si approfondiva ulteriormente. Lei si allontanò
da me, solo per far sì che le sue dita potessero sfiorarmi i capezzoli al di
sopra della stoffa del reggiseno. Il lieve gemito che uscì dalla mia bocca venne
soffocato dalle labbra di Hermione: rischiavo di impazzire per ciò che stava
facendo. La sentii sorridere, consapevole dell’assoluto controllo che aveva su
di me. Mi fece indietreggiare finchè non mi ritrovai spalle al muro. Una pausa
per riprendere fiato mi permise di parlare.
- Ti piace proprio dominare la
situazione, eh? – sussurrai – Chi se lo sarebbe aspettato dalla casta Hermione
Granger… -
La mia frase ebbe l’effetto
sperato: lei iniziò a muoversi e a strusciarsi contro di me. Quel contatto mi
fece perdere la testa. Ero inchiodata tra il muro e il suo corpo nudo.
Completamente sotto il suo controllo. I suoi movimenti, il suo profumo, la sua
incredibile sensualità… non potevo che soccombere. Eppure non volevo, dovevo
rimanere lucida, godermi ogni singolo momento. E poi volevo provocarla. La sua
lingua lambiva il mio collo lentamente: una sensazione indescrivibile. E le sue
dita, di nuovo sul mio seno. Faticavo a trattenere i gemiti.
- Ma chi… chi ti ha insegnato
queste cose? – sussurrai. Le sue labbra formularono la risposta e io quasi non
la capii. Avevo percepito il suo respiro caldo sulla mia pelle.
- Nessuno. Talento naturale -.
Di nuovo la sentii sorridere, mentre tornava a occuparsi del mio collo,
indisturbata. Non volevo lasciarmi trascinare del tutto, sarebbe finita presto:
potevo sentir arrivare, da un momento all’altro, il richiamo di mia madre. La
cena sarebbe stata una tortura. Era meglio cercare di arginare il danno e
conservare la mia sanità mentale… almeno per un altro po’.
- La solita modesta – mormorai,
ironica. Lei mi morse lievemente, forse per farmela pagare o per farmi smettere
di parlare. Funzionò. Le mie mani si mossero, accarezzando il suo corpo. Sentii
il calore del mio corpo concentrarsi nel basso ventre. I nostri bacini si sfregarono
e una scarica di piacere arrivò al mio cervello. Hermione si allontanò dal mio
collo e mi guardò negli occhi: erano lucidi e io vidi passione, desiderio,
eccitazione mescolati tutti insieme. Mi baciò e i miei buoni propositi quasi
furono dimenticati quando la sua lingua toccò la mia; le sue dita non avevano
intenzione di spostarsi dal mio seno. Le riservai lo stesso trattamento e i
suoi sospiri, i suoi deboli gemiti mi fecero crollare. Sanità mentale, addio.
- Ragazze! Siete pronte? La
cena è in tavola! –
Beh,
spero vi piaccia. Non penso di aver mai pubblicato nulla del genere prima su
EFP. Mi dispiace se è un po’ corto ma, ovviamente, il bello deve ancora
arrivare... questo perché ho il vizio di interrompere di botto i capitoli nei momenti
migliori/peggiori.
Per
me Hermione è audacissima tanto quanto Ginny, anche di più, a volte: io la vedo
così, non mi piace scrivere di lei nei panni della ragazza inesperta che
subisce passivamente le attenzioni dell’altra.
Fatemi
sapere che ne pensate: critiche e suggerimenti sono ben accetti.
Ringrazio
di cuore chi ha commentato e chi segue ancora questa storia dopo anni: mi avete
fatta sorridere.
Hermy88
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