Living together

di hermy88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ...E tu che ci fai qui? ***
Capitolo 2: *** La nuova coinquilina ***
Capitolo 3: *** I'm waiting for you... ***
Capitolo 4: *** Il giorno dopo ***
Capitolo 5: *** Pranzi di famiglia... ***
Capitolo 6: *** L'arrivo a casa Weasley ***
Capitolo 7: *** Something happens... ***
Capitolo 8: *** Sometimes a dream turns into a dream... ***
Capitolo 9: *** Love today! ***
Capitolo 10: *** Dichiarazione d'amore? ***
Capitolo 11: *** Non si può stare tranquille in casa Weasley! ***
Capitolo 12: *** L'autrice scrive ***
Capitolo 13: *** Desire ***
Capitolo 14: *** Contatto ***



Capitolo 1
*** ...E tu che ci fai qui? ***


Il campanello suonò insistentemente. Chi era a quest’ora? Che palle…Proprio ora che mi stavo per addormentare. Sicuramente uno scocciatore che ha sbagliato casa, un ubriaco…

- Hermione?! –

- Ginny, non sbattermi la porta in faccia –. Ammetto che la tentazione è forte.

- Cosa vuoi? –

- Parlarti –

- A quest’ora? Sai che esistono dodici ore con il sole chiamate giorno in cui la gente è sveglia e quindi più propensa alle visite? –

- Peccato che tuo fratello abbia aspettato sera per dirmi che se ne andava via, che accidentalmente si era innamorato di una ragazza che lavora con lui al Ministero, che non mi amava più da tempo e che aspettava chissà quale congiunzione astrale per dirmelo –

Ok. Calmati, Ginny, calmati. Ora non ti fare seghe mentali come il tuo solito. Ron ha lasciato Hermione? Dopo questa, posso credere a tutto. Ecco, ora io, da brava stupida, dimenticherò che sono due anni che non la vedo, due anni che non la sento, due anni da quel fatidico giorno in cui lei mi disse che dovevamo tagliare i rapporti, in cui disse che no, non era possibile che io fossi innamorata di lei…Ecco, ti sei già fatta delle seghe mentali. Complimenti.

- Vuoi entrare? –

- Magari – rispose. Entrò in casa e chiuse la porta dietro di sé.

- Immagino sia stato un brutto colpo – commentai.

- Gli ho detto talmente tante parole…Credo che non rimarremo nemmeno amici –

- Ho sempre pensato che rimanere amici dei propri ex fosse una gran cavolata. Qualcosa da bere? Un tè? O una Burrobirra? Whisky Incendiario? –

- Un semplice tè, grazie –

- Non sei cambiata – dissi, abbozzando un sorriso. No, non era cambiata. Nemmeno fisicamente. Era lei, con i suoi capelli crespi e indomabili, i suoi occhi castano scuro e il suo sguardo così bello, così tranquillo…Era ancora lei, bella come sempre.

- Nemmeno tu. Ed è un complimento – rispose, ricambiando il sorriso.

- Allora…Che cos’ha questa ragazza che non hai tu? – le chiesi, mentre trafficavo con il bollitore.

- E’ bella, molto bella. Ed è intelligente, sexy…Sai, le solite cose –

- Ti ha lasciato per prenderne un’altra con le tue stesse caratteristiche, se non anche inferiore a te? -. Mio fratello è un idiota.

- Ginny, non scherzare. Avrà avuto qualcosa che ha attratto Ron… -

- Ron ha sicuramente qualcosa che non va nel cervello. Ma d’altronde, l’ho sempre saputo questo –

- Ora lo so anch’io – rispose – L’ho amato, lo amo ancora…E sono sicura che lui mi ami ancora –

- Oh, siete troppo complicati. Bevi il tuo tè e non pensarci, per ora – dissi. Le porsi la tazza e ne presi una per me.

- Ginny, io so che ora sarò scortese, ma…Ho bisogno del tuo aiuto –

“E sei venuta qui solo per questo? Andiamo Hermione, c’era anche Harry che poteva aiutarti, centinaia di persone che sicuramente ne sanno più di me…” pensai.

- Farò il possibile –

- Ho bisogno che tu mi ospiti qui –

Ospitare LEI a casa MIA? Ginny Weasley ed Hermione Granger sotto lo stesso tetto?

- Hermione? – dissi in tono interrogativo.

- Lo so che i nostri rapporti…, ehm, ecco, ho capito, grazie comunque, andrò da qualche altra parte –

- Stop, frena un attimo quella lingua. Mi sto solo chiedendo, perché sei venuta da me? –

- Perché so di potermi fidare di te, anche se è due anni che non ci vediamo. Ginny, se ti crea qualche problema, io… -

- Vai a prendere le tue cose, c’è una camera in più, penso che sarebbe perfetta –

- Dio, Ginny, grazie! Non avrei saputo come fare altrimenti! –

- Non ci credo. C’erano sicuramente altre persone più valide di me – risposi, osservandola attentamente.

- Oh, ehm…Vado a casa – disse, e si Smaterializzò.

“Hermione Granger, sarà una convivenza difficile. Forse perché il mio cuore non ha smesso di amarti un solo secondo, forse perché vedendoti alla soglia della porta sono riaffiorate tutte le emozioni che solo tu mi sai far provare. E stai certa che non resterò con le mani in mano”

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Capitolo 2
*** La nuova coinquilina ***


- Vieni, la camera è in fondo al corridoio – le dissi, prendendo una delle borse – Dio, Hermione, che hai qua dentro?!

- Ehm…Vestiti, libri e tante altre cose…-

- Sembra che tu ti debba trasferire qui per sempre – commentai con una punta di sarcasmo nella voce. Lei mi guardò un momento negli occhi, poi abbassò lo sguardo, lasciando che i capelli le coprissero il viso.

- Lo so, non è il massimo, insomma è una semplice camera da letto…Sai, per ora posso pagarmi solo questo schifo d’appartamento e…-

- Ginny, è perfetta. Non avrei potuto desiderare di meglio –

- Oh, bene. Allora, sistemati pure, ci vediamo di là –

“Oddio, oddio. Mettiamo in pausa la realtà: sto davvero ospitando Hermione a casa mia, per un tempo indeterminato?”. Sì, Ginny, la realtà è che la persona che ami da anni è qui e non se ne andrà molto presto. Ok, mi serve un sorso di Whisky Incendiario. No, facciamo due. Perfetto, ora andrà sicuramente meglio, forse mi accorgerò che è solamente un sogno e…

-  Offri un bicchiere anche a me? – mi chiese Hermione, entrando in cucina. Hermione? Ma non era un sogno?

- Ehm, sì, certo. Ma non preferivi il tè?

- Oh, sai, ho scoperto che ogni tanto non fa male – mi rispose, sorridendo.

- Hermione, Hermione – dissi, scuotendo la testa – Sai che è un comportamento di cattive ragazze? –. Rise e si versò da bere, quindi lo mandò giù tutto in un colpo.

- , le brave ragazze devono darsi una tregua ogni tanto, non credi? –

- Credo che questa convivenza sarà una vera sorpresa. Quante altre cose non so di te? –

- Ah, le scoprirai sicuramente. Ora, Ginny, non voglio essere scortese, ma penso sia meglio che io vada a dormire, e forse anche tu –

- Va bene. Buonanotte mamma – risposi con un tono divertito.

- Buonanotte, Ginny. Grazie – e se ne andò.

“Forza, domani sarà una bellissima giornata, sicuramente filerà tutto liscio…O perlomeno spero”

 

- Buongiorno, Hermione. Che ci fai già in cucina, ma soprattutto che ci fai già vestita? -. Soffocai uno sbadiglio con la mano e mi sedetti al tavolo. Di sicuro la mia faccia assonnata e il mio pigiamone dovevano sfigurare in confronto al viso sveglio e al tailleur nero di Hermione.

- Nulla, per sdebitarmi con te ho cercato di preparare la colazione, ma forse avrei fatto meglio a starmene a letto. Ho bruciato un po’ tutto –

- E’ il pensiero che conta – risposi, sorridendo.

- Giornata libera? –

- Oh, ehm, no, veramente vado in redazione alle 10. Sai, il mio capo è abbastanza largo sugli orari –

- Buon per te, io tra venti minuti devo essere già alla mia scrivania. Proprio oggi non ho assolutamente voglia –

- Non andare, manda un gufo e dì che sei malata –

- Ginny, se lo facessi potrei anche trovarmi il Ministro in persona alla porta. Essere malati per lui significa essere in punto di morte… -

- Addirittura il Ministro?!

- Va bene, ho esagerato – ammise – Ma comunque non la passerei liscia...Dovrò pur guadagnare soldi per pagarti l’affitto –

- L’affitto?! – le domandai in tono interrogativo – Hermione, non crederai davvero che io ti chieda dei soldi –

- Ginny, per te sono certamente un peso, in qualche modo devo… -

- Senti – la interruppi – Questa è una, se mi permetti il termine, cazzata. Sono felice di averti qui e non ho intenzione di farmi pagare nulla da te, quindi chiudila qui e non tornare mai più sull’argomento –

- Fai quasi paura – commentò lei, sorridendo.

- La prossima volta te ne farò molta di più – risposi, prendendo la tazza di caffè che lei mi stava porgendo – Grazie –

- Potrei sempre farti da cameriera, cosa dici? –

- Ci penserò su, potrei anche accettare l’offerta e tu potresti pentirtene perché sono molto esigente –

Hermione sorrise. – Oh, mi piacciono le sfide. Sono sicura che saprei accontentarti, farei qualunque cosa –

“Ok, secondo me il discorso sta prendendo una piega troppo strana” pensai.

- Qualunque cosa? – le chiesi. Hermione ci pensò su un attimo, forse ricordando che era con Ginny Weasley che stava parlando. E che forse le sue frasi potevano essere male interpretate.

- Qualunque – rispose. E io pensavo che avrebbe detto “Vabbè, non proprio qualunque cosa, quasi tutto”. Sicuramente era stato un lapsus, aveva risposto di getto…Sì, doveva essere andata proprio così.

- …Bene. Buono questo caffé –. Frase intelligente, eh?

- Sì, mi viene piuttosto bene – disse, sempre sorridendo – Ora ti saluto, meglio che vada, devo sbrigare un paio di commissioni prima di andare al lavoro –

- Tieni le chiavi, se arrivi prima di me potrebbero esserti utili – dissi.

- Oh, giusto. Grazie mille, Ginny, ci vediamo questa sera – e si Smaterializzò.

“Magari ha dimenticato quello che è successo. Insomma, sono passati anni, perché mai dovrebbe ricordarselo?”. Finii di bere il caffé. “Insomma, Ginny, mettiti un po’ il cuore in pace. Non analizzare ogni sua singola frase, cerca di prenderla tranquillamente…Ok. So già che impazzirò.”

 

Arrivai al lavoro con largo anticipo e decisi di bere un altro caffè.

- Weasley! Dov’è quell’articolo sul Quidditch che ti ho chiesto ieri? . Oh, la dolce voce del caporedattore.

- Ehm…Corro a finirlo! – risposi, cercando di non ridere. Quant’è ridicolo.

- Weasley, non accetto ulteriori ritardi

- Signorsì, signore! Immediatamente, signore! – dissi, e scappai verso il mio ufficio.

Mi sedetti alla scrivania e cominciai a scrivere.

Come tutti sappiamo, il Quidditch è sicuramente lo sport più pericoloso del mondo magico, quindi la nuova Regolamentazione dei Manici di Scopa è…

…sicuramente importante per la sicurezza dei giocatori e del pubblico.

Io mi chiedo: com’è possibile? Com’è che mi fa ancora questo effetto dopo tanto tempo? Perché?

Illustriamo qui di seguito le nuove leggi:

- Ginny? –

- Oh, ciao Sharon, entra pure -. La mia collega. Collega, sì, insomma, ci sono andata a letto un po’ di tempo fa, ma rimane pur sempre una collega.

- Ti rubo solo due minuti…Stasera vieni con noi a bere qualcosa al solito posto? –

- Oh, ehm, sì ma…Posso portare un’amica? –

- Tutte le amiche che ti pare. Allora ci sei? – mi chiese, sorridendo.

- Va bene -. Certo che andava bene. Bastava solo convincere Hermione.

Grazie a Tarja, la mia mammina preferita, e grazie al forum Hr/G and the yuri love...Questa è per voi...Che fortuna, eh? *hermy88*

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Capitolo 3
*** I'm waiting for you... ***


- No, Ginny, lo sai come sono fatta –

- Hermione, ti prego, sono simpaticissime, dai… - la supplicai – Non voglio che resti a casa da sola, dai, lo so che vi troverete bene –

- Ginny, preferisco rimanere a casa a finire qualche lavoretto per il Ministero –

- Hermione…Te lo sto chiedendo per favore, non vedi che sto pregando, supplicando, mettendo in ginocchio, disperando? – dissi, cercando di far sembrare triste la mia espressione, anche se in realtà avevo solo una gran voglia di ridere. Lei mi guardò intensamente negli occhi: un brivido mi attraversò la spina dorsale, ma cercai di non darlo troppo a vedere.

- E va bene. Basta che la smetti di fare quella faccia – rispose, sorridendo apertamente.

- Oh! Sapevo che ti avrei convinta…Ora vai a prepararti -

- Io sono già pronta! Sai bene che non mi trucco per niente, e sono già vestita bene…Non sarò certo meravigliosa, ma mi vado bene così –

Infatti tu non sei meravigliosa…Sei molto di più, sei stupenda, fantastica, bellissima” pensai. Le sorrisi e mi diressi in camera.

- Wow, Ginny! Stai molto bene – mi disse, appena tornai in sala. In effetti mi ero vestita meglio del solito: jeans neri, camicia bianca, cravatta nera e matita sotto gli occhi, sempre rigorosamente nera. Si capisce che il nero è il mio colore preferito?

- Grazie, di certo sfiguro davanti a te, ma me la cavo –

- Smettila, sei bella, veramente -. , sentirsi dire certe cose da Hermione fa un certo effetto.

- Se lo dici tu. Andiamo, dai – dissi, prendendo le chiavi di casa.

- Dov’è il locale? – mi chiese Hermione – Che freddo! Maledizione, perché mi sono fatta convincere? Potevo stare a casa tranquilla…-

- Non l’avresti mai fatto. Sono irresistibile – risposi, ridendo – Ora attaccati a me, che ci Smaterializziamo –

Dopo qualche secondo di completa oscurità, ci ritrovammo nel vicolo, che era più o meno il nostro posto di “atterraggio” per non essere viste.

- Ginny! Ginny! –

- Oh, eccovi – dissi, salutando le ragazze appena arrivate – Questa è Hermione. Hermione, queste sono Sharon, Kate, Alice e Ann

- Piacere – disse Hermione, sorridendo e stringendo la mano a tutte.

- Bene, andiamo – dissi, prendendo Hermione sottobraccio. Il locale, il “Dark Night” pullulava come al solito di persone che aspettavano di entrare: naturalmente il buttafuori, appena ci vide, ci fece passare immediatamente. Babbani. Così malleabili.

La musica alta ci assordò per qualche secondo. Hermione mi guardò malissimo e io le sorrisi rassicurante. Sapevo già che a casa l’avrei pagata molto cara.

- Hermione? Vuoi qualcosa da bere? –

- Ehm sì, se c’è una Burrobirra…- mi rispose. Io mi misi a ridere.

- Questo è un locale Babbano, credo che se chiedessi una Burrobirra mi prenderebbero per pazza. Ti prendo qualcosa io, aspettami qui – dissi, lasciandola sola al tavolo.

- Allora, Hermione – iniziò Sharon – Non ti ho mai visto da queste parti –

- Infatti vivevo molto lontana da qui, ma ho avuto…Contrattempi, e ho trovato in Ginny la mia ancora di salvezza –

- State insieme? –

- Oh, oh no… - rispose Hermione, imbarazzata – No, noi…Siamo amiche. Abito a casa sua –

- Abiti a casa sua? Ah, interessante…E, che fai nella vita? – chiese Sharon.

Tornai dalla missione “prendi qualcosa da bere e corri via velocemente” e lo scenario che mi si presentò non fu dei migliori: Hermione rossa in viso e Sharon con quell’espressione…Che non lasciava presagire nulla di buono.

- Allora…Di che si parla? – dissi, tanto per allentare la tensione – Hermione, ti ho portato qualcosa di non troppo forte. C’è proprio pochissima vodka, non ti porterò a casa ubriaca – conclusi. “Anche perché non risponderei delle mie azioni” pensai, sorseggiando il mio cocktail.

- Nulla, si chiacchierava… - rispose Sharon, lanciandomi uno sguardo di fuoco.

- Comunque, sono impiegata al Ministero della Magia – disse Hermione, lanciandomi anch’essa uno sguardo feroce. Io feci finta di nulla, continuando a bere.

- Oh, wow…Lavoro importante – si intromise Alice. Tutte sembravano aver notato che né Sharon né Hermione erano partite col piede giusto.

- Certo – dissi – E’ sempre stata la migliore a Hogwarts, quindi è giusto che si trovasse un incarico così speciale. Ora, se non vi dispiace, ve la rubo per un po’, andiamo a ballare -. La presi per mano e, prima che potesse dire anche solo una parola, la trascinai nella pista.

- Ginny – cominciò, avvicinandosi a me per farsi sentire – credo di non stare molto simpatica a Sharon, sai? –

- Oh, che cosa te lo fa credere? – risposi.

- Non so, mi ha addirittura chiesto se stiamo insieme –

La guardai sbalordita. – , era un modo per fare amicizia –

- Non credo – disse – Sembrava…gelosa. Forse è successo qualcosa con lei…Non è vero? –

- Sì, ma nulla di importante…Hermione, lasciala perdere – risposi.

- Nulla di importante? Ginny, sei sicura? Non voglio avere problemi –

- Ma che problemi? Se le hai detto che non stiamo insieme, non c’è alcun problema. E soprattutto, tra me e lei non c’è più nulla, ma deve ancora farsene una ragione –

Hermione sorrise. – Ah, che rubacuori sei –

Se solo riuscissi a rubare anche il tuo…”

 

- Ginny, sorreggimi, ti prego –

Lo sapevo. E vai con un bicchiere, vai con due, vai con tre…Ed ora ho un’Hermione versione brilla che non riesce neanche a tenersi in piedi. Eppure io le avevo detto di andarci piano.

- Hermione, io ti avevo raccomandato di non bere troppo, che quella è roba forte, ma tu… -

- E dai, Ginny – disse, mettendomi un braccio intorno al collo – Per una sera che lo faccio…Ne avevo bisogno –

Ridacchiai, divertita da questa immagine di Hermione Granger che di sicuro non avrei mai più rivisto e che di sicuro non avrei dimenticato tanto facilmente. Mi Smaterializzai, tenendola stretta a me. Non feci neanche in tempo ad aprire la porta di casa che lei si era già fiondata sul divano.

- Ginny…So di chiederti troppo, ma me lo faresti un tè? – mi chiese.

- E chi sono diventata, l’elfa domestica? Va bene, padrona… -

- Grazie Ginny. Neanche un giorno che viviamo insieme e già ti causo danni

- Oh, non è un male. Credo proprio che potrò sopportare – dissi, mentre accendevo il fuoco. La sentii ridere e lo trovai un suono bellissimo. Le portai la tazza e mi sedetti accanto a lei. La bevanda era calda e dolce e rimise in forze entrambe.

- Sai, Ginny…Mi ricordi tantissimo tuo fratello –

- La considero un’offesa – risposi, sorridendo.

- Ma no, dai, guarda che Ron non è così male…Era sempre dolce e premuroso con me…E ha i tuoi stessi occhi, lo stesso azzurro intenso…Ma credo che il tuo carattere sia migliore del suo –

- Ah, non ci giurerei. Siamo entrambi idioti e impulsivi, dei veri Weasley –

- Ginny, che cosa devo fare? –

- Non lo so, Hermione. Aspettare, forse…Aspettare che la situazione si evolva, o fare qualcosa

“Esattamente quello che ho fatto io in questi due anni. Aspettare, aspettare. Non ho fatto altro che aspettare. Non è da me, Hermione. Eppure per te l’ho fatto” pensai, mentre bevevo un lungo sorso di tè.

- Non sono abbastanza coraggiosa per fare qualcosa, mi conosci. Io aspetto, ma ho l’impressione che aspetterò per niente –

- Se lo ami, aspetterai – risposi, bruscamente – Scusa, ma così stanno le cose. Io lo so bene –

- Anche tu hai avuto un’esperienza del genere? –

- Sì, ed è ancora così – dissi, asciutta. “Possibile che tu non capisca?”

- E chi aspetti? Magari quella ragazza, Sharon? – mi domandò, incuriosita.

La risposta mi uscì dalla bocca prima che riuscissi a fermarla.

– Io aspetto te, Hermione –

Detto questo, mi alzai dal divano e, senza guardarla, andai in cucina. Sentii i suoi passi e il suo sguardo su di me. Quando mi voltai, c’era solo la sua tazza sul tavolo.

 

Finalone. Non chiedetemi come abbia fatto Hermione ad andarsene così velocemente, ma mi piaceva molto come scena. Si sarà Smaterializzata o è corsa via rapidamente. Ringrazio quelle che hanno recensito, sperando che questo capitolo sia di loro gradimento. *hermy88*

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Capitolo 4
*** Il giorno dopo ***


Mi svegliai, un poco intontita. Mi sedetti sul letto e le immagini della sera prima mi tornarono subito alla mente.

“Io aspetto te. Ma come diavolo mi è venuto in mente di dirle una cosa del genere? Come minimo, è scappata” pensai. Andai in bagno, e poi, molto lentamente, percorsi il corridoio fino alla cucina.

- Buongiorno –

Tirai un sospiro di sollievo. Hermione era lì, seduta, con la sua tazza di caffè in mano.

- Buongiorno – risposi, imbarazzata. Presi anch’io del caffè, ma non mi sedetti. Non volevo, non potevo guardarla negli occhi.

- Ginny – disse Hermione – Stasera credo tornerò un po’ più tardi…Sai, ho molto lavoro da finire al Ministero –

- Oh, va bene, non ti preoccupare – dissi io, sempre evitando accuratamente di guardarla. Lei finì il caffè e si avvicinò al lavello per sciacquare la tazza. Era troppo vicina. I suoi capelli, i suoi occhi, la sua bocca, così vicini a me...Il cuore mi batteva all’impazzata nel petto. Inspirai il suo dolce profumo e mi accorsi, con stupore, che era quello che di solito usavo io. “Ginny, calmati, andiamo…” mi dissi, cercando di rallentare il battito del cuore.

- Ci vediamo dopo – mi disse Hermione, e mi baciò sulla guancia.

- Buona…Buona giornata – risposi flebilmente. Appena si fu Smaterializzata, mi lasciai cadere su una sedia. “Questa donna attenta alla mia vita ogni giorno” pensai, scuotendo la testa, cercando di far ordine nella confusione. “Devo stare più tranquilla”

 

Arrivata al lavoro, però, continuai a pensare a lei, alle sue morbide labbra sulla mia guancia…”Smettila, Ginny, smettila” pensai, entrando nel mio ufficio.

- Chi è quella di ieri sera? –

- Oh, Sharon, ciao – dissi, sorridendo. “No, anche lei no!”

- Chi è, Ginny? –

- Un’amica, la sto ospitando…Te l’ha detto anche lei –

- Non prendermi in giro, è la tua ragazza? –

“Vorrei che lo fosse”. – No – risposi.

- Oh, Ginny, ci starei così male, se fosse davvero la tua fidanzata… -

- Sharon, per favore, eh…- dissi. “Siamo andate a letto per un paio di notti, lasciami in pace e non fare la mogliettina gelosa”.

Lei sembrò intuire questi pensieri, perché fece una faccia offesa. – Guarda che, anche se a te non interessa, tu mi piaci –

- Ti prego, non dire altro...Non voglio fare la stronza, ma avevamo detto di lasciar da parte i sentimenti. Lo sai, te l’ho già detto che io appartengo ad un’altra persona –

- Non mi hai mai voluto dire il suo nome, non so nulla di lei –

- Non sono obbligata a dirtelo. Ed ora, se non ti dispiace, ho degli articoli da finire – dissi.

Sharon mi guardò un’ultima volta, poi uscì dall’ufficio, senza dire una parola. Mi misi a scrivere nervosamente. “Dovrei bere meno caffè, mi rende troppo irritabile”

 

Quando uscii dall’edificio, il freddo si era intensificato. Mi affrettai a Smaterializzarmi.

Hermione non era ancora tornata. “Chissà cosa dovrà fare di tanto importante…Magari è solo una scusa per non stare a casa con me” pensai, togliendomi il cappotto. “Però, il bacio di stamattina…Ma cosa le sarà passato per la mente, quando me l’ha dato? Mah”. Andai a farmi una doccia veloce, indossai qualcosa di comodo e mi misi a preparare da mangiare per Hermione, dato che io avrei saltato il pasto: mi si era chiuso lo stomaco. “Addirittura questo effetto mi fai, Miss Granger…”

Mi sdraiai sul divano, con un libro in mano, attendendo il ritorno della mia coinquilina. “Sembro una madre preoccupata, sveglia ad aspettare suo figlio” pensai, sorridendo. Tornai a leggere per la decima volta la stessa riga del romanzo, e per la decima volta non capii una parola. Continuavo a guardare l’orologio.

Dopo tre quarti d’ora di penosa attesa, finalmente sentii il familiare crack che preannunciava una Materializzazione. Vidi la porta aprirsi e non potei fare a meno di sorridere apertamente.

- Hermione, buonasera – esordii.

- Buonasera – disse Hermione, accennando appena un sorriso. Si tolse la giacca e sparì in camera sua. Tornò dopo qualche minuto, con la sua mise da casa.

- La cena è in tavola. Ti aspetto qui – dissi. Lei annuì ed andò in cucina. Io tornai a leggere, o meglio, a far finta di leggere, dato che spesso mi fermavo ad osservare i lineamenti di Hermione, per poi tornare a posare velocemente lo sguardo sul libro.

- Grazie Ginny. Scusa per il ritardo, ma come stamattina ti ho detto, ho avuto parecchio da fare -  disse Hermione, sedendosi sul divano. Io appoggiai il libro sulle ginocchia.

- Del tipo? –

- Del tipo…Scartoffie, scartoffie…E ancora milioni di scartoffie –

- Divertente –

- Non ti puoi immaginare quanto – rispose – Poi, con un collega che passa il suo tempo a provarci con te, è ancora meglio –

E chi è questo?” pensai, mentre una fitta di gelosia mi attraversava da capo a piedi.

– Oh, wow, poco simpatico – dissi.

- Nel vero senso del termine. Ti dirò, è proprio noioso –

Io sorrisi. Lei rimase per un poco in silenzio, poi ricambiò il sorriso.

- Ehm, Ginny, ti dà fastidio se guardo un poco di televisione? – mi domandò.

- La…Televisione? –

- Sì, quella – rispose, indicandomi lo strano aggeggio nero e quadrato che ormai avevo iniziato a considerare un soprammobile.

- Oh. Se sai come fare, accendila pure. Io ho provato con qualche incantesimo, ma non da’ segni di vita –

La vidi scoppiare a ridere. – Ma Ginny, ci vuole il telecomando! –

- Il telecomando?! E cosa diavolo è il telecomando?

Lei rise ancora, alzandosi dal divano. Aprì un cassetto e prese un altro aggeggio con dei tasti.

- Questo. Guarda – disse. Schiacciò il primo tasto e, improvvisamente, quel quadrato nero si accese, mostrando il volto di una donna.

- Oh! Certo che i Babbani sono veramente ingegnosi – mormorai, suscitando in Hermione altre risate. La donna stava parlando di un omicidio, avvenuto nei pressi di Londra pochi giorni fa.

- Oh, e questo programma come si chiama? –

- E’ il telegiornale. Noi maghi leggiamo La Gazzetta del Profeta, i Babbani guardano questo –

- Ah, wow. Quante cose si imparano –

- Io lo chiamo “messaggero di sfiga”, dato che, come ora avrai modo di sentire, la maggior parte delle notizie riguardano morti, sparizioni, guerre. Certo, il loro compito è dare informazione, ma a volte è stancante sentire sempre le stesse brutte cose –

- , Hermione, anche La Gazzetta del Profeta non era male, in quanto “messaggera di sfiga” – dissi.

- Oh , quello rimarrà anche il giornale più parziale che io abbia mai letto. Per fortuna, ora è cambiato –

- Già, sono arrivata io… -

Lei rise ancora. – Ma smettila –

La tensione si era sciolta tra noi due, ma rimanevano sempre interrogativi nell’aria. E sapevo, che prima o poi, avremmo dovuto parlarne.

 

Capitolo di Natale. Bel regalo, vero?! , BUON NATALE a tutti, ma in modo particolare a coloro che leggeranno e recensiranno :D

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Capitolo 5
*** Pranzi di famiglia... ***


Sentii bussare alla porta. Mi rigirai nel letto, infastidita da quel rumore.

- E’ aperto – mugugnai. Hermione entrò nella stanza. Mi misi a sedere, sfregandomi gli occhi con le mani.

- Buongiorno – dissi, stiracchiandomi.

- Buongiorno – rispose lei, sedendosi sul bordo del letto. I suoi capelli, morbidi boccoli castani, cadevano delicatamente sulle spalle, lasciando scoperto il suo collo, liscio e bianco. “Quanto vorrei morderlo…” pensai, scuotendo subito dopo la testa per scacciare il pensiero.

- Come mai qui? – chiesi.

- Volevo solo parlare, sai, di quello che mi hai detto l’altra sera – rispose, guardandomi intensamente negli occhi.

- Oh beh, io…Hermione, mi dispiace, perché, cioè, scusa – balbettai impacciata, arrossendo in zona orecchie. Lei interruppe i miei bisbigli appoggiando un dito sulle mie labbra.

- Non devi scusarti – sussurrò, avvicinando il suo viso al mio e baciandomi.

Rimasi impietrita per qualche secondo, poi sentii la lingua di Hermione assaggiare le mie labbra ed aprii la bocca, permettendole di entrare. La abbracciai, stringendola forte a me. La sua lingua calda si intrecciava con la mia, facendomi provare mille sensazioni, confondendomi completamente. Le sue mani si infilarono sotto la mia canottiera e accarezzarono piano la mia pelle. Conclusi il bacio e mi spostai verso il suo collo, sfiorandolo con le labbra, sentendo il sapore che avevo tanto desiderato di poter scoprire, toccandolo piano con la lingua, ascoltando il respiro di Hermione farsi più affannoso.

Ad un tratto sentii un ticchettio provenire dalla finestra.

- Ginny, credo…Credo sia arrivato un gufo – sussurrò Hermione, senza fiato.

- E lascialo lì – risposi, mordendole piano il lobo dell’orecchio. Ma quel ticchettio non cessava, e mi distrasse, svegliandomi…

Improvvisamente aprii gli occhi. Ero nel letto, completamente disfatto. Da sola.

“Dannazione…” pensai, mettendomi a sedere e scostando i capelli dalla fronte. “Dannazione, era solamente un sogno…Anche se piuttosto reale”. Spostai lo sguardo verso la finestra e vidi un gufo che stava picchettando il vetro con il becco. Mi alzai, aprii la finestra e recuperai la lettera dalla zampetta del gufo. Mi sedetti sul letto e vidi che la lettera era di mia madre. La dispiegai e lessi.

 

Cara Ginny,

sicuramente non avrai riconosciuto il gufo, l’abbiamo comprato proprio poco giorni fa!

Come stai? Il lavoro come procede?

Io e tuo padre avevamo pensato di fare un pranzo in famiglia, domani: ci saranno tutti, non puoi mancare…Così puoi stare anche la domenica! Ci manchi così tanto, Ginny, da quando sei andata via anche tu questa casa è così vuota!

 Manchi anche ai tuoi fratelli, non vedono l’ora di rivederti! Ci saranno tutti…Ed anche Harry! E Ron sicuramente porterà anche Hermione…Chissà quei due quando hanno intenzione di sposarsi…Non vedo l’ora di poter organizzare un altro matrimonio!

Ti aspetto allora.

Tua madre

E così Ron non le ha detto nulla” pensai, mentre mi dirigevo verso la cucina.

- Buongiorno. Sempre affaccendata, eh? – dissi, guardando Hermione ed arrossendo un poco per il sogno fatto prima.

- Buongiorno – mi rispose, sorridendo – Caffè? –

Annuii, appoggiandomi al tavolo.

- Mamma mi ha mandato una lettera – dissi.

- Che dice? Stanno tutti bene? –

- Oh sì, sì, tutto a posto. Hanno organizzato un pranzo per domani – buttai lì, guardandola.

- Bene, un pranzo in famiglia, immagino… -

- Sì…Beh, più o meno. Viene anche Harry…e anche tu – dissi – Non puoi dirmi di no – aggiunsi, visto che Hermione stava per ribattere.

- Ci sarà anche Ron? – domandò, pronunciando quel nome con tono gelido.

- A meno che l’abbiano disconosciuto come figlio, penso proprio che ci sarà –

- Ginny, capisci che la cosa non si può fare –

- Bene, allora scrivo a mamma che ci sarà un’ospite a sorpresa –

- Ginny! –

- Lo sapevo che ti avrei convinto… - dissi, sorridendo.

- Dai, non lo so, devo decidere! –

Io non risposi e presi una piuma e una pergamena.

- Cara mamma – dissi, cominciando a scrivere. Hermione mi guardava con le braccia incrociate.

- Sei testarda come un Ippogrifo –

- Sei tu che ti lasci convincere troppo facilmente. Se non vuoi, fermami – dissi, sempre sorridendo. Lei si avvicinò a me e bloccò la mano che stava scrivendo. Mi guardò negli occhi. Era troppo vicina…Come nel sogno di stamattina. Dopo qualche istante, lasciò la mia mano.

- E va bene, andiamo a questo pranzo! Almeno vedrò Harry. E magari, potrò anche avvelenare Ron, no?

- Ovvio. Ehm, mamma pensa che state ancora insieme, quindi preparati –

- Beh, tu mi aiuterai ad affrontarla…è il prezzo che devi pagare per avermi invitato a questo pranzo –

- Avresti preferito startene sola soletta qui? Non mi sarei mica fidata io… -

- E che cos’avrei potuto fare di tanto male? – rispose.

- Non lo so, ma non mi va di lasciarti sola – dissi, distogliendo lo sguardo e tornando a posarlo sulla pergamena.

- E perché? –

- Perché la tua presenza è talmente gradita che non voglio privarmene nemmeno per un secondo – risposi, gli occhi fissi sulla lettera.

- Grazie, Ginny…E’ molto gentile da parte tua…- disse Hermione, e capii, senza guardarla, che era arrossita.

- Bene, io…Vado al lavoro – aggiunse – A questa sera –

Si riavvicinò a me e mi baciò sulla guancia.

- A questa sera – risposi. Sorridendo stupidamente, ripresi a scrivere la lettera.

 

Capitolo di TRANSizione. XD come mi diverto ad essere ID…iota?

NO!

Idonea!

Saluti a tutti e bacioni alle utenti del forum HR/G, soprattutto a Tarja ed Hermione Jane Granger ^^

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Capitolo 6
*** L'arrivo a casa Weasley ***


- Ginny! –

- Mamma, ancora cinque minuti… -

- Ginny!-

- Chi diamine… - borbottai, aprendo gli occhi. Hermione aveva le mani sui fianchi e uno sguardo contrariato sul viso.

- Oh, buongiorno! Guarda che dobbiamo andare…sono le undici e tu stai ancora dormendo…pensavo ti fossi svegliata, poi non ti ho visto arrivare e allora sono venuta a chiamarti. Direi che ho fatto bene! –

- Buongiorno, Hermione – dissi allegra, guadagnandomi così un’occhiataccia.

- Forza! Vestiti, lavati, vai a fare colazione e porta la tua valigia fuori da questa camera! –

- La valigia…dannazione! –

- Non dirmi che non l’hai fatta… -

- Ehm, io vado a lavarmi. Intanto tu puoi tirare fuori qualche vestito, insomma, inizia a prepararla –

- Ginevra Weasley, sei la persona più sbadata della terra! – sbottò Hermione, scuotendo la testa.

- Grazie – dissi, e le schioccai un bacio sulla guancia. Lei sbuffò ed aprì il mio armadio.

- Attenta, c’è un po’ di casino – aggiunsi, mentre mi defilavo in bagno.

- Un po’?! Un po’?! Sembra che ci sia stata una guerra, qua dentro! – la sentii urlare. Ridendo come una pazza, mi resi presentabile e tornai in camera.

Hermione aveva tirato fuori la valigia ed era impegnata a piegare una camicia. Mi avvicinai a lei, silenziosamente.

- Che brava casalinga, mi pieghi anche le cose – le sussurrai in un orecchio.

- Appena avrò finito qui, ti ucciderò –

Io ridacchiai e presi qualche altro indumento dall’armadio, infilandolo con poca grazia nella valigia.

- Io non so come fai ad essere così disordinata – commentò Hermione.

- Talento naturale…oh, direi che va bene così, in fondo stiamo via due giorni –

- Belle mutandine – disse lei, ridendo. Mi mostrò quelle che aveva in mano, di un'imbarazzante rosa shocking e con delle farfalle gialle.

- Sì, già. Accostamento di colori orribile e motivo altrettanto orribile: regalo di Zia Muriel

- Ora capisco tutto…beh, sono molto sexy – continuò Hermione, mettendole nella valigia. Io arrossii leggermente.

- Bene, direi che siamo pronte per andare, no? Mamma ci avrà già dato per disperse – dissi.

- Per colpa di una dormigliona che non si voleva svegliare – rispose Hermione, uscendo dalla mia stanza. Dopo pochi minuti, eravamo entrambe fuori dalla porta, pronte per Smaterializzarci.

La consueta sensazione di soffocamento passò subito, e ci trovammo davanti al cancello della mia casa natale. Sorrisi, inspirando un po’ d’aria di casa. Notai subito alcuni gnomi nascosti nei cespugli e le galline che giravano indisturbate per il giardino. Non era cambiato proprio nulla.

- Bene, Hermione…pronta per la tragedia? –

- Prontissima – rispose. Bussai alla porta e subito questa si aprì: fui scaraventata indietro da una forza immensa che si rivelò essere mia madre.

- Oh Ginny, Ginny! Per fortuna che sei qui! Ron è arrivato…con una ragazza! La sua nuova ragazza! Ha lasciato Hermione, l’ha lasciata – ululò, piangendo a dirotto.

- Mamma…mamma, calmati – dissi titubante, staccandomi dal suo abbraccio. Lei si asciugò le lacrime e parve notare che, oltre a me, c’era un’altra persona sull’uscio: spalancò la bocca e si gettò su Hermione.

- Oh, cara! Allora sei tu la persona di cui parlava Ginny…oh, mia cara, devi essere distrutta –

- Signora Weasley, sto bene – farfugliò Hermione, imbarazzata. Mia madre si ricompose e ci invitò ad entrare.

- Oh, Hermione, cara, spero che per te non sia un problema dover stare accanto a Ron e la sua ragazza… - disse mia madre, tirando su con il naso.

- Non si preoccupi, starò benissimo –

- Lo spero. Ginny, tesoro, accompagnala in camera tua, io dirò a tuo padre di portare il letto…poi venite giù a salutare gli altri -. Mia madre si allontanò e io guardai Hermione negli occhi.

- Beh – cominciò lei – non è andata così male, no? –

- Mi aspettavo molto peggio. Ma non cantare vittoria, abbiamo due giorni da passare qui – risposi. “Sì, due giorni in camera insieme. Addio autocontrollo” pensai, sorridendo impercettibilmente.

Ci sistemammo nella mia vecchia stanza da letto, poi scendemmo giù, preparandoci al peggio.

- Ginny! -. Un coro si alzò appena entrai in cucina e fui sommersa dagli abbracci dei miei fratelli e di mio padre. Poi tutti notarono Hermione…e lo stupore si impadronì di loro. Ron sbiancò.

- Hermione! – urlarono Fred e George, precipitandosi su di lei. Vidi Fred sussurrarle qualcosa. Lei rise ed abbracciò anche mio padre, Bill, Percy e Charlie. Quando arrivò il turno di Ron, tutti si fermarono per assistere alla scena. Ron sorrise ed Hermione gli tese la mano, che lui strinse brevemente.

- Sono felice di vederti, Hermione – disse. Lei si limitò a sorridere.

- Ti presento Caroline -. La ragazza dai capelli neri che finora era rimasta seduta, si alzò e mormorò un “Piacere di conoscerti”. Hermione sorrise di nuovo, senza rispondere.

Mia madre fece un rumoroso sospiro di sollievo.

- Molto bene! Allora, chi mi aiuta a preparare da mangiare? – disse, a voce un po’ troppo alta. Tutti schizzarono fuori dalla porta, tranne me ed Hermione. Mia madre sbuffò, poi ci sorrise.

- Brave ragazze. Apparecchiate, per favore –

- Allora…come ti sembra questa Caroline? – le chiesi, mentre mettevo una forchetta sul tavolo.

- Uhm…beh, è bella. Anche se mi sembra poco loquace

- Solo perché era imbarazzata da morire. E poi, sei molto più bella tu – risposi. Hermione mi sorrise, raggiante.

- Dai, Ginny, tu sei di parte…impareremo a conoscerla in questi due giorni –

- Ci tieni così tanto? –

- No! – rispose, ridendo.

- E poi, deve mica arrivare Harry? A proposito…mamma, Harry quando viene? –

- Dovrebbe arrivare domani, tesoro. Purtroppo oggi aveva un impegno e non ha potuto raggiungerci –

- Vorrà dire che oggi ci terremo lontane da casa Weasley…e soprattutto da Caroline! –

- Ma no, Ginny…tu stai con la tua famiglia, non ti preoccupare per me –

- Voglio fare un giro insieme a te…dai, tanto stasera e domani non ci lasceranno in pace –

- Mmm…va bene –

- Vedi che ti lasci convincere facilmente? – dissi, sorridendo.

- Lo so…non posso farci niente. I tuoi occhi azzurri mi inducono a dire di sì ad ogni proposta che mi fai – rispose.

- Hermione, Hermione… - mormorai – guarda che se mi dici queste cose, poi penso male –

Mi guardò. – Ginevra Weasley! – sbottò, mettendo sul tavolo l’ultimo piatto.

Io scoppiai a ridere ed uscii in fretta dalla cucina. Mi inseguì, anche lei ridendo.

Molly scosse la testa, guardando le due ragazze rincorrersi in giardino. – Povera Hermione…si vede che è sconvolta –

 

Yeah. Buona lettura a tutte…mi scuso per i miei continui OT sul forum…è colpa di HJG!! XD

 

Bacioni

 

p.s. Sì lo so, è un po’ corto, ma sapete che io non mi dilungo mai troppo con i capitoli…spero vi faccia divertire come mi sono divertita io a scriverlo!

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Capitolo 7
*** Something happens... ***


- Ok. Pausa – sbuffò Hermione, ansimando pesantemente.

- Non ti facevo…così…debole – dissi, sdraiandomi a terra. Hermione si adagiò accanto a me, spostandosi i capelli dagli occhi.

- Tu…non devi farmi fare queste corse. Io sono una ragazza intellettuale…non sono in grado di correre – rispose lei. La guardai: era arrossata e molto sudata. Immaginai di non essere in condizioni migliori.

- Guarda che hai iniziato tu…-

- Che cosa?! Sei tu che dici quelle cose…-

- Eh, potevi anche reagire in modo diverso – dissi, sorridendo.

- E come, sentiamo? – mi chiese, fissandomi dritta negli occhi.

- Beh, dicendo “pensa pure male, tanto io intendevo anche quel tipo di proposte” –

Hermione distolse lo sguardo e rimase in silenzio. Io non insistetti e chiusi gli occhi, rilassando i muscoli.

- Ginny? – disse, dopo un po’.

- Mmh? –

- Grazie –

- E per cosa? – domandai.

- Per avermi sopportato in questi giorni. Sai, stai riuscendo a farmi dimenticare ciò che è successo…ho capito che Ron, dopotutto, non mi merita più –

- Ma questo l’hai capita da sola –

- Sì, certo, però io ti ringrazio perché mi hai tenuto compagnia, insomma, è bello poter avere accanto qualcuno

- Lo sai che mi fa piacere…te l’ho già detto. Io ti stavo aspettando, e io dovrei ringraziarti, perché stare vicino a te è la cosa che desidero e che ho sempre desiderato – risposi.

Di nuovo rimase in silenzio. Ma tu cosa pensi di tutto questo?” chiesi a me stessa, senza avere il coraggio di formulare la domanda alla diretta interessata.

- Credo che dovresti dirglielo, no? – dissi.

- Eh? Che cosa? – rispose Hermione, che sembrava essere appena caduta dalle nuvole.

- A Ron…il fatto che non ti merita più, eccetera –

- Oh…oh, Ron. Sì, certo –

- Hermione? Ci sei? La corsa ha rallentato le tue funzioni cognitive? –

- Idiota –

- I complimenti fanno sempre piacere – dissi, facendola ridere. Il mio respiro si era ormai regolarizzato e l’aria fresca sul viso mi aveva rinfrancato…e poi, era così bello stare sdraiata a fianco della ragazza più bella del mondo magico…

Mi girai a guardarla: aveva gli occhi semichiusi ed un sorriso bellissimo sulle labbra. Le accarezzai piano i capelli, che ora scivolavano morbidi tra le mie dita, e mi sembrò la sensazione più bella del mondo. “Ecco, perché non stiamo così per sempre? E’ un momento così perfetto che nemmeno sembra vero…” pensai, sentendomi estremamente sdolcinata.

- Ginny… - soffiò Hermione.

- Sì? – risposi, a bassa voce.

- Continua ad accarezzarmi… -

Ed io lo feci volentieri. Forse passarono minuti…o ore…o anche anni…

- Ginny! Hermione! -. Una voce mi fece sobbalzare. Mi alzai e vidi Fred che ci veniva incontro.

- Oh, eccovi! Mamma si stava preoccupando. Volevo solo dirvi che il pranzo è pronto, quindi se volete degnarci della vostra presenza… -

- Arriviamo subito – risposi, seccata. Hermione si mise in piedi.

- Beh, credo che dovremo andare a cambiarci prima…- disse. Mi superò e corse verso la Tana. Io sorrisi e la seguii.

 

- Ma dove eravate voi due? Vi stavamo aspettando! – sbottò mia madre appena entrammo in cucina.

- Oh, ehm, le nostre corse ci hanno portato un po’ troppo lontano – risposi, incrociando lo sguardo divertito di Hermione. Ron ci osservò con un’espressione strana sul viso. Ci sedemmo a tavola e mamma servì subito il pranzo.

- Finalmente! Stavo morendo di fame – disse George, buttandosi sui piatti.

- Per aspettare queste due, poi…che erano in giro tranquille, a spassarsela, mentre i loro fratelli pativano sofferenze inimmaginabili – rincarò Fred, infilzando una patata.

- Quanto la fate lunga! Smettetela – dissi, ridendo.

- Ginny, tesoro, come va il lavoro? – mi chiese mia madre.

- Bene – risposi, con la bocca piena – abbiamo sempre un sacco di cose da fare…articoli, bozze, interviste –

- Io li leggo sempre, i tuoi articoli sul Quidditch – osservò Bill – Scrivi bene –

- Grazie, Bill. Beh, il Quidditch è la mia passione, quindi mi ci metto d’impegno –

Hermione mi guardò così intensamente che sentii il suo sguardo attraversarmi. “Pagherei fior di galeoni per sapere cosa le passa per la testa…”

- E tu, Hermione? Come va al Ministero? – le chiese mio padre. Lei distolse gli occhi da me, sussultando leggermente.

- Oh, benissimo, signor Weasley. Mille grattacapi da risolvere, come sempre…lei lo sa meglio di me

- Certo, certo…mai un giorno tranquillo, per noi impiegati ministeriali. Spero che mia figlia ti tratti bene, perlomeno – disse, ammiccando verso di me.

- Signor Weasley, non si preoccupi: Ginny è adorabile e mi trovo molto bene a casa con lei, davvero. L’ospitalità è una dote di famiglia – rispose Hermione, sorridendo. Lo disse con tale convinzione che io arrossii un poco.

- Troppo buona, Hermione, lo sai che mi fa piacere averti a casa mia –

Lei sorrise e riprese a mangiare.

Dopo il dolce, ci rilassammo tutti sulle sedie. Regnava un’atmosfera di pace, di certo dovuta alla sonnolenza post-pranzo abbondante.

- Bene, ragazzi, andate pure a rilassarvi, ci penso io qui – disse mia madre. Tutti si alzarono e andarono in fretta in salotto, prima che potesse cambiare idea. Io ed Hermione ci guardammo un attimo. Tutti erano riuniti lì: mio padre e i miei fratelli chiacchieravano allegramente, Ron e Caroline si erano appartati chissà dove. Tutte e due avvertimmo probabilmente la stessa sensazione: non era qui che volevamo stare, adesso. Entrambe uscimmo dalla Tana, senza dire una parola, e ci dirigemmo nella stessa direzione: lo spiazzo erboso dove prima ci eravamo fermate a riposare.

- Beh…vedo che abbiamo scelto entrambe questo posto – constatai, sedendomi sul prato.

- Si stava così bene, no? E’ così tranquillo…sai, mi piace –

- Mmh…-

- Mi piace stare qui con te – affermò Hermione, gli occhi fissi su di me. Io sorrisi e le passai un braccio intorno al collo.

- Vorrei – continuò lei – che mi accarezzassi i capelli, come prima…mi sono sentita bene mentre lo facevi –

Io sorrisi nuovamente, incapace di dire mezza parola, e le passai dolcemente la mano nelle ciocche castane. Lei si rilassò completamente e si sdraiò accanto a me.

“Allora i miracoli accadono, ogni tanto…” pensai, distendendomi vicino a lei, lasciando che i nostri corpi si toccassero, e mi sembrò una cosa talmente intima…sì, certo, avevo avuto altri contatti fisici con Hermione, ma da semplice amica, e questa era la prima volta, da quando le avevo confessato di amarla. E lei, apparentemente interessata a me…forse...

Misi l’altra mano sul suo fianco; lei parve non accorgersene, o magari aveva deciso di lasciarmi fare…ero più propensa a credere alla prima ipotesi, ma preferii cullarmi nell’illusione…

Avvicinai piano la bocca al suo orecchio: il suo profumo mi inebriò, così dolce…così suo.

- Hermione… - sussurrai – lo sai che adoro stare qui, adesso, con te? –

“Ecco, ora si alza e scappa…brava Ginny!”

- Oh, Ginny – mormorò lei in risposta – lo adoro anche io –

“Beh, questo è un colpo basso.”

 

 

Sììì, mi piace lasciare suspence. Ahò, voi recensite e magari avrete di più! Mamma mia, questi giorni si stanno rivelando veramente proficui.

 

Per questo capitolo vorrei ringraziare lei, lei che, con la sua indifferenza, mi aiuta a scrivere, perché questo è quello che penso quando penso a lei…e sapere che lei non pensa le stesse cose quando pensa a me…mi è di aiuto incredibile, nel compiere il difficile compito di riversare le mie emozioni e pensieri in questa ff. Anche se lei non lo sa…e nemmeno leggerà.

 

Ringrazio, come sempre, HJG, Tarja e tutti quelli del forum Hr/G…recensite, eh. Non faccio tutta ‘sta fatica (vabbè dai, non esageriamo) per nulla.

 

Chiara

 

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Capitolo 8
*** Sometimes a dream turns into a dream... ***


Il mio cuore fece un balzo nel petto.

- Davvero? – le domandai, cercando di controllare la voce.

Hermione si avvicinò ancora di più a me, accostando la bocca al mio orecchio.

- Sì – sussurrò. Sorrisi. “Adesso mi sveglierò e scoprirò che è tutto un sogno, un altro sogno su di lei”. Non avrei mai voluto spostarmi da quella posizione: il respiro di Hermione solleticava leggermente il mio collo, e…sentirla così vicina mi dava alla testa… “Lo sai, vero, che potrei baciarti da un momento all’altro?” pensai, rivolgendo silenziosamente la domanda ad Hermione; e lei, come se mi avesse letto nel pensiero, si alzò un poco, cosicché potei trovarmi con il suo naso che quasi sfiorava il mio, talmente eravamo vicine. La guardai negli occhi, perdendomi per un attimo nel loro colore, nella loro profondità…quasi non mi accorsi che stava mettendo le braccia attorno al mio collo. Il mio desiderio si fece così forte che l’afferrai per i fianchi, attirandola bruscamente a me: perdemmo entrambe l’equilibrio, ed Hermione cadde su di me, ridendo apertamente. Mi feci trascinare dalla sua allegria, sentendomi leggermente ridicola. Lei si mosse lentamente su di me, trovando una posizione comoda, poi mi accarezzò i capelli. Le toccai una guancia, le labbra ed affondai la mano nei suoi morbidi ricci castani. Hermione abbassò il viso su di me e sfiorò le mie labbra con le sue.

- Ginny… - mormorò. La attrassi a me, e prima che potesse dire qualcos’altro, la baciai, stringendola forte: lei non oppose resistenza, anzi, approfondì il bacio, e trattenni il respiro quando la sua lingua sfiorò dolcemente la mia…e poi, non riuscii a pensare a nient’altro.

 

- Ginny – soffiò nuovamente Hermione, quando si staccò da me.

- Oh mio dio – dissi io piano. Lei rise.

- E’ l’unica frase che riesce a rendere bene il tuo stato d’animo? –

- No…anche “per la barba di Merlino” – risposi, ancora senza fiato. Le sue labbra erano ancora a pochi centimetri dalle mie, e io avrei voluto baciarla di nuovo.

- Mmh. Merlino va più che bene – sussurrò, sorridendo. Appoggiò il viso sulla mia spalla, nascondendosi : io le carezzai i capelli. “Ok, Ginny, approfitta di questo momento di riposo e rimetti in ordine i pensieri…ho baciato Hermione! L’ho fatto! Sì!”

Questo mi colpì come non mai. Non era il momento di farsi troppe domande, quelle sarebbero venute in seguito, ora bastava godersi il momento, avere lei che…per tutti i fantasmi di Hogwarts! Hermione mi aveva attirato a sé e mi stava nuovamente baciando; e io, qui, tranquilla, a farmi gli affari miei! “Ginny, Ginny…devi smetterla di pensare troppo”, rimproverai a me stessa, “rischi di perderti i momenti migliori.

Le sue labbra, così calde e morbide, mi stavano trasmettendo brividi lungo la schiena, e di nuovo la sua lingua che accarezzava la mia…era una sensazione incomparabile.

Mi allontanai da lei, scendendo verso il suo collo, saggiandone la pelle liscia, sentendo il suo sapore… “Questo è meglio di qualsiasi sogno”.

- Sai…sai che cosa ho pensato quando mi hai detto quelle cose, qualche sera fa? – sussurrò Hermione. La guardai negli occhi.

- Che cosa hai pensato? –

- Non me l’aspettavo. Lo ammetto, credevo che il tuo sentimento per me si fosse ormai affievolito. Ginny, io ho sempre pensato a te, in questi anni, sempre…e ripensavo alle tue parole e mi chiedevo come sarebbe stato se per caso ci fossimo riviste, e alle volte volevo davvero venirti a cercare, e dirti che non era vero che non provavo lo stesso per te… - rispose, tutto d’un fiato. Io rimasi senza parole.

- Amavo Ron, Ginny, lo amavo, ma sapevo che, se fossi venuta da te, non ce l’avrei fatta a resisterti, perché pensarti mi dava i brividi ed i pensieri che facevo…ti sto dicendo troppo – concluse, accennando un sorriso.

- Hermione, io ti ho sempre aspettato. Il mio cuore non ha mai smesso di battere per te un solo secondo – dissi semplicemente.

- Quando sono arrivata a casa tua, ho avuto paura che ormai non provassi più nulla…poi, con quelle parole, mi hai rincuorato. Ginny, rivederti mi ha fatto provare quell’emozione da cui fuggivo da anni…e che mi ha fatto capire che ti desideravo immensamente. Che ti desidero immensamente

- Dio, Hermione. Non avrei mai immaginato nulla del genere. Sono esattamente le parole che volevo mi dicessi

Sorrise. – Sono venuta a cercarti subito: eri l’unica che potesse consolarmi. Sapevo che Ron mi nascondeva qualcosa, da tempo: io non ero più la stessa, ormai il pensiero di te mi riempiva la mente ogni giorno, incessantemente, con il passare degli anni non era diminuito, anzi…e non potevo più essere felice con Ron, e lui non poteva esserlo con me. E quando ti vidi aprire la porta, fui la donna più felice del mondo: eri lì, finalmente, e, per un istante, fui tentata di gettarmi tra le tue braccia e piangere…sì, già avevo previsto che non mi avresti accolta bene, ma non mi avresti mai rifiutato un aiuto. Sei troppo buona… -

- Lo so – commentai.

- E poi, quando io ormai credevo tu avessi perso ogni interesse per me, saltasti fuori con quell’affermazione che mi sconvolse. Solo ora riesco a parlarne, ero ancora troppo confusa dalle tue parole…credimi, ti avrei baciato già molto tempo prima, se fossi una persona impulsiva…ma dovevo prima pensarci –

- Ci hai pensato abbastanza ora? – le domandai.

- Sì -. La abbracciai di scatto, portandola sotto di me, e la baciai.

 

Solo dopo quando il sole fu quasi tramontato, ci degnammo di tornare alla Tana.

- Ragazze, vi stavamo dando di nuovo per disperse! Avvisateci quando scappate! – sbottò mia madre – Ma che è successo? Vi vedo…raggianti –

Io scoppiai a ridere.

- Niente, mamma. Sarà l’aria di casa – risposi, lanciando uno sguardo fugace verso Hermione.

- Oh, beh, l’ho sempre detto che dovete tornare a casa più spesso, voi! Vi fa bene – disse mia madre – Ora andate a sistemarvi, siete tutte sporche d’erba…ma che avete fatto? –

- Abbiamo…giocato, signora Weasley. Sua figlia è proprio una giocherellona – disse Hermione, sorridendo. Mia madre scosse la testa e si allontanò.

- “Abbiamo giocato, signora Weasley”. Bugiarda – le dissi, appena fummo al sicuro in camera.

- “Sarà l’aria di casa” – rispose lei, ridendo. La attirai verso di me, affondando il viso nei suoi capelli.

- Sei bellissima – sussurrò Hermione. Io arrossii violentemente.

- Anche tu -

Lei mi guardò. – Sei tutta rossa…e ancora più bella –

- Hermione! –

Mi baciò. Cercai di approfondirlo, ma lei si staccò quasi subito da me. In risposta alla mia espressione corrucciata, mi disse: - Giocheremo dopo –

Se questo è solo un bellissimo sogno, per favore, non svegliatemi mai più

 

Yeah. Sono diventata veloce, la mia media è un capitolo ogni tre mesi, invece ora… XD beh. Che commenti ci sono da fare? A me ‘sto capitolo piace...la parola sogno va per la maggiore, eh? Ma che ci posso fare, li adoro. A voi non so, vedremo con le recensioni che, SICURAMENTE, saranno numerosissime.

 

Chiara

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Capitolo 9
*** Love today! ***


Scendemmo a cena. Io ero allegra come non lo ero da moltissimo tempo, addirittura ridevo alle battute di Fred e George! Mi sentii legata alla mia famiglia, felice di essere lì, felice di tutto.

- Sì, era tutto ottimo – dissi a mia madre, che, come al solito, poneva le solite domande post-cena, del tipo “allora, era buono? Ti è piaciuto?”. Già pregustavo la continuazione della serata, io ed Hermione, in camera, da sole...

Ci alzammo da tavola entrambe, pronte già a sgattaiolare di sopra.

- Ginny – mi chiamò Ron. Io, già a metà delle scale, mi voltai controvoglia. Anche Hermione, incuriosita, guardò mio fratello.

- Posso...parlarti un attimo? –

Scesi lentamente i gradini. “Deve sempre, sempre mettersi in mezzo

- Ehm, qui c’è troppa gente – disse, e mi condusse nel corridoio, deserto.

- Che c’è, Ron? –

- Volevo chiederti come sta Hermione –

- Sta bene, non ti preoccupare –

- E...sai già se per caso ha qualcun altro? Si vede con un uomo? –

Mmm, non proprio” pensai, trattenendo un sorriso.

- Non credo proprio, Ron. Ma non dovrebbe neanche interessarti...tu l’hai tradita e poi l’hai lasciata –

- Senti, lo so che ho sbagliato, ma ultimamente era diventata così distante...io...io credevo avesse un altro –

- E questa ti sembra una giustificazione? – gli domandai, irritata.

- No, però...Caroline, insomma, lei...era tempo che, diciamo, mi faceva capire che le piacevo...e io, insomma, ho ceduto –

- Non so perché mi stai dicendo tutto questo, Ron. Non ti devi scusare con me e nemmeno spiegarmi come sono andate le cose. Parlane con Hermione, è lei che avrebbe bisogno di un chiarimento –

- Mi capirebbe? Mi perdonerebbe? –

- Non lo so, Ron, non posso entrare nella sua testa –

- Io la amo ancora, Ginny –

- Hai un bel modo di dimostrarlo...ma ora devi capire che devi lasciarla in pace, ok? Non lo sopporterebbe, hai già fatto abbastanza caos, lasciala stare – sbottai. “E poi non lo potrei mai accettare nemmeno io

- Lo so, lo so, io vorrei dirle che mi dispiace...comunque, la lascerò stare per un po’. So che ha bisogno di tempo –

- Bene, ora che mi hai domandato tutto ciò che dovevi domandarmi, io andrei –

- Aspetta, un’ultima cosa: perché è venuta da te? –

- Evidentemente aveva bisogno di parlare con qualcuno che potesse capirla –

- Ma era due anni che non ti vedeva...sembrava non volesse nemmeno farlo, sai, a volte le chiedevo se qualche giorno le andava di vederti, ma lei rifiutava sempre –

E certo che rifiutava...povero Ron, se sapesse”. – In ogni caso, è venuta da me. Ed ora, se non ti dispiace, andrei davvero: Hermione mi aspetta –

E, senza aspettare risposta, mi voltai e me ne andai. Salii in fretta le scale, nervosa.

Entrai in camera, e non trovai Hermione. “Ma dove diamine è?”

Mi sdraiai sul letto, mentre mille pensieri mi vorticavano nella mente. “Dunque, Ron la ama ancora...devo stare attenta...so che Hermione non tornerebbe mai con lui...ma forse è meglio non esserne troppo certe, meglio tenere occhi ed orecchie bene aperti, mio fratello è imprevedibile e dopotutto non so se Hermione ha smesso di amarlo...”

- Ehi...mi stavi aspettando? –

Mi misi a sedere. Hermione entrò in camera, sorridendo.

- Ciao. Mi chiedevo che fine avessi fatto... – risposi. Lei chiuse la porta dietro di sé e la sigillò con un incantesimo, poi si avvicinò a me.

- Beh, dovevo farmi bella per te, no? – disse.

- Ma tu lo sei sempre -. La attirai a me e la baciai a lungo.

- Che ti ha detto Ron? – mi domandò, mentre si stendeva sul letto. Mi misi accanto a lei e le raccontai ciò che mi aveva detto.

- Che cosa?! Quel verme...e lui pensa che io ricadrei ai suoi piedi? Non ha proprio capito con chi ha a che fare...lui ha fatto l’errore e lui paga le conseguenze! Se mi sono allontanata, c’era un motivo e lui, invece di parlarmene, ha preferito reagire così! –

- E’ quello che gli ho detto anche io, Hermione – dissi.

- E se anche io fossi stata con cento uomini dopo di lui, non dovrebbe interessargli, dato che ha torto marcio! E se sono venuta da te, sono affari miei...oh, ma mi sente, domani, mi sente eccome! –

Sorrisi: mi piaceva vedere Hermione così combattiva.

- Ma guarda questo...come si permette! –

La abbracciai e le chiusi la bocca con un bacio.

- Bastava dirlo che ti stavo dando fastidio con le mie chiacchere...- disse Hermione, divertita.

- Oh no, non è per quello...solo che non ne posso fare a meno...ecco, vedi – e la baciai di nuovo – non posso resistere a queste labbra – e le diedi un altro bacio.

- Mmm...ho capito che io e te non faremo grandi conversazioni –

- Beh, se mi leghi ad una sedia e mi bendi gli occhi, potremmo anche riuscire a parlare senza interruzioni –

- Ottimo metodo. Me lo segno – disse lei – ma credo che dovrei farlo anch’io... –

- Pensa un po’ se qualcuno che ci vede. Due cretine legate ad una sedia, con una benda sugli occhi...potrebbe credere che si tratti di un nuovo giochino erotico –

- Scema – rispose, ridendo – E come potrebbe mai esserlo? Siamo entrambe impossibilitate a muoverci –

- Eh no, perché io mi lego alla sedia per finta, poi mi libero e allora sì che ti divertiresti, mia cara Hermione – dissi, scoppiando a ridere fragorosamente.

Lei mi tirò un leggero pugno su una spalla.

- Non fare tanto la santarellina – dissi – lo so che ti piacerebbe...e prima o poi mi spiegherai che sogni facevi su di me... –

- Mai! – sbottò.

- Ti convincerò, tanto...come sempre –

- Non è giusto,  lo sai che non posso non dirti le cose quando mi fissi con quegli occhi azzurri –

- Arma infallibile...e tu non immagini nemmeno quante donne ho conquistato con questi occhi e questo sguardo –

- Beh, ora userai queste armi di seduzione solo con me, chiaro? –

- Ci proverò, capo – risposi, sorridendo.

- Non “ci proverò”, tu devi dire “sì, Hermione, certo, Hermione” –

- Va bene. Tempo di conversazione scaduto, non ce la faccio più – dissi, e la baciai.

- C’è un tempo di conversazione prestabilito? – mi chiese lei, con un luccichio divertito negli occhi.

- Sì...e tu l’hai superato di molto –

- Ma, per curiosità, quanto dura? –

- Uno, due secondi...ti ho lasciato parlare anche troppo. Non accadrà mai più, ora che sai le regole –

- Ma, un’altra domanda...- cominciò Hermione, ma la interruppi.

- Parli troppo, lo sai, vero? – dissi e, prima che potesse anche solo pronunciare una parola, la baciai nuovamente.

 

Buona lettura! Mi raccomando, I want many “recensioni” XD

W i Nightwish! Chiara

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Capitolo 10
*** Dichiarazione d'amore? ***


Mugugnai leggermente, strofinando il viso contro il cuscino. Aprii gli occhi per un attimo e sorrisi: le mie braccia cingevano strettamente la vita di Hermione, il mio naso poteva quasi sfiorare i suoi capelli. Respirai l’amato profumo, poi mi addormentai nuovamente.

 

- Ginny -. Qualcuno mi stava chiamando.

- Mmm – risposi.

- Beh, quando ti degnerai di utilizzare un linguaggio comprensibile ai terrestri per esprimerti, dimmelo – disse quella voce, con un tono divertito. Aprii le palpebre quel tanto da vedere lo sguardo di Hermione su di me.

- Usi parole troppo difficili, di prima mattina. Non va bene, io la mattina capisco solo i concetti fondamentali quali “colazione”, “bagno”, “voglio stare a letto a dormire”, “bacio” –

- Bacio? – domandò Hermione.

- Sì, bacio – ripetei, e, ancora mezza addormentata, mi sporsi verso di lei.

- No, signorina, in queste condizioni non te lo meriti. Svegliati, prima, e poi magari... –

- Ma sono sveglia, dai, non vedi come sono reattiva? – dissi, soffocando uno sbadiglio.

- Beh, io vado in bagno, quando torno, ti voglio...mmm...frizzante! – disse, e corse via.

“Io vorrei sapere come fa a essere così allegra appena si alza dal letto. Insomma, tutta la gente normale è mezza rincoglionita, lei invece, sembra non sia neanche andata a dormire...”

Scossi la testa per cacciare via gli ultimi rimasugli di sonno e misi i piedi giù dal letto. Mi avvicinai alla finestra e la aprii: l’aria gelida mi risvegliò del tutto.

- Vedo che mi ascolti, allora... – disse Hermione. Mi voltai e sorrisi. Lei percorse la stanza in pochi passi e mi abbracciò, inchiodandomi tra il davanzale e il suo corpo. Fece scorrere le mani sulla mia schiena, poi appoggiò le labbra sul mio collo. “Potrei quasi essere felice della sua vitalità mattutina...ok, tolgo il quasi. Sono felice della sua vitalità mattutina”

Tracciò una scia di baci sul collo, poi accostò le labbra al mio orecchio.

- Fila a lavarti e a vestirti, su! – sussurrò. Una moltitudine di brividi attraversò la mia spina dorsale, cosa che mi impedì di capire subito quello che Hermione mi aveva detto.

- Che cosa? E tu, dopo avermi fatto godere di questo tuo exploit mattutino, pretendi anche che ti lasci andare per filare in bagno e vestirmi?! –

- Sì – rispose.

- Mmm, non vale comunque, tu sei ancora in pigiama –

- Appunto! Ti lascio la soddisfazione di poter dire “oh, stamattina mi sono preparata prima di Hermione” –

- Mi avrebbe soddisfatto di più qualcos’altro – dissi, poi mi avviai verso il bagno.

- Comunque non è giusto – sbottai, entrando di nuovo in camera, vestita e lavata di tutto punto. Hermione alzò gli occhi al cielo.

- E che ci fai ancora sdraiata, tu? – dissi.

- Beh, diciamo che mi piace stare comoda mentre aspetto –

La guardai accigliata.

- Dai, vieni qui... – mormorò.

- Non cedo a questi ricatti – affermai, risoluta.

- Ah, no? Non mi sembra proprio...dai, Ginny –

“Maledetta, maledetta, maledetta. Perché usa quel tono di voce così dannatamente sexy?”

Buttai via il mio orgoglio e mi misi a cavalcioni sopra di lei.

- Lo sapevo – disse, sorridendo.

- Sì, però... – iniziai, ma prima che potessi dire altro, Hermione mi afferrò per i fianchi e mi fece rotolare sotto di lei, poi mi baciò.

- Ma tu sei così tutte le mattine? –

- Ma anche i pomeriggi, le sere e  le notti, volendo – rispose lei, accarezzandomi i capelli.

- Ron era un uomo fortunato – commentai, poi la baciai di nuovo.

Lei mugugnò qualcosa, spostandosi con la bocca verso il mio collo. Vi lasciò leggeri morsi e tocchi di lingua. Le sue mani si insinuarono piano sotto la camicia, sfiorando la mia pelle e facendomi rabbrividire.  “Va bene, Ginny vi saluta, il suo cervello è andato momentaneamente in stand-by. A presto”

Decisi di agire. Alzai l’orlo della sua maglietta, saggiando poi il calore della sua pelle con le mani, poi risalii la schiena, fino a fermarmi alla chiusura del reggiseno.

Hermione mi guardò negli occhi.

- Beh, che fai, tentenni? Non mi pare di essere la più esperta, qui, ma vedo che solo io mi sto dando una mossa – mi rimproverò scherzosamente. La baciai, mentre, con lentezza, slacciavo la chiusura...

- Ragazze, ma non siete ancora sveglie? E’ arrivato Harry! -. La voce di mia madre ci riportò bruscamente alla realtà.

- Dannato Harry – sbottai.

- Dannato veramente, con tutto il bene che gli voglio – disse Hermione – Vado a prepararmi –

- Mmm, no, non andare via – la supplicai. Lei si alzò.

- Hermione...ti prego, ti prego –

Mi scoccò uno sguardo malizioso e uscì dalla porta. Io mi sistemai un attimo e scesi le scale, maledicendo Harry a ogni gradino.

“Maledetto Harry, maledetto Harry, maledetto...”

- Harry! – esclamai. Era cambiato davvero molto: capelli lunghi, una leggera barba che gli copriva il mento e...diverso. Uno sguardo nuovo, felice.

- Ginny, sei stupenda – disse, abbracciandomi forte.

- Grazie...anche tu non sei male. Come stai? –

- Bene, bene...tu? –

- Oh, benissimo, grazie – risposi, sorridendo raggiante.

- Ma Hermione? Credevo sarebbe stata la prima a venire giù, conoscendola –

- Eh, stamattina l’ho battuta. Ma non dirglielo, potrebbe rimanerci male – dissi – Sai, ci tiene ad essere sempre la più mattiniera –

Harry sorrise, poi divenne serio. – Ho saputo, Ginny. Tua madre ha provveduto ad informarmi dei fatti –

- Non ti fare nessun problema, Hermione è molto tranquilla e anche Ron, penso...non si sono ancora ammazzati, quindi credo che il peggio sia passato –

- Meglio così, ho passato già troppo tempo a dividermi tra quei due...Hermione! -. Harry sorrise e corse ad abbracciarla. Io andai in cucina, trovando già l’intera famiglia a fare colazione.

- Buongiorno a tutti – dissi, per poi accomodarmi a tavola. Harry e Hermione ci raggiunsero dopo qualche minuto. Harry venne a sedersi accanto a me, guadagnandosi un’occhiata perplessa da parte di Hermione.

- Allora, Ginny...come va, diciamo, con la vita sentimentale? – mi domandò, mentre prendeva del pane tostato.

- Perché questa domanda, Harry? – gli chiesi, stupita.

- Mmm, così... – rispose lui, vago.

“No, non cominciamo, eh...Harry, la nostra storia è bella che finita da secoli, ormai”

- Oh, ehm, beh, non sto frequentando nessuno -. “O almeno, non un uomo”

Harry mi sorrise. – Senti, Ginny, io voglio parlarti...magari dopo colazione... –

“Fa’ che non sia ancora innamorato di me, ti prego, fa’ che non sia venuto per farmi una dichiarazione d’amore!”

- Ok, dopo colazione...usciamo e...parliamo – dissi, sempre più perplessa e imbarazzata. Distolsi lo sguardo dal suo e iniziai a mangiare.

 

Harry mi fece cenno di seguirlo. Uscimmo fuori: io, sempre più perplessa, Harry, sorridente.

- Ginny, arriverò subito al dunque, è troppo tempo che ci penso e voglio chiarire le cose...la nostra storia è finita ormai da tempo... –

“...ma i miei sentimenti non sono cambiati...è cosi anche per te?”

- E quindi – continuò Harry – credo sia il caso di seppellirla nella memoria e di farla rimanere un bel ricordo, che ne dici? –

Scoppiai a ridere per il sollievo. Lui mi guardò, stranito.

- Pensavo...fossi venuto per dirmi che mi amavi ancora! – dissi, tra le risate. Anche lui rise e scosse la testa.

- Oh, bene, allora devo dedurre che è storia vecchia anche per te? –

- Certo, Harry...dai, sono passati anni! –

- Lo so, ma sai, nella mia immensa presunzione ho voluto accertarmi che tu non provassi più nulla per me –

- Ora sei tranquillo, spero. Allora, tu invece hai trovato una donna? –

- Sì – rispose, e gli occhi brillarono.

- Poverina – dissi, ironica.

- Simpatica, come sempre...e come mai tu non hai trovato l’uomo della tua vita? –

“Perché ho trovato la donna della mia vita...Quanto sei sdolcinata, Ginny”

- Non lo so...forse, non ho ancora trovato qualcuno con le caratteristiche giuste... –

- Beh, ero io l’uomo perfetto per te, vero? –

- Lo ammetto, sì – risposi, sorridendogli. Non feci neanche in tempo a dire un’altra parola che una forza immensa mi afferrò per le spalle e mi costrinse a girarmi. Vidi solamente gli occhi castani di Hermione, poi fui trascinata in un passionale bacio.

Quando mi scostai da lei, notai l’espressione sbalordita di Harry e subito lo imitai.

- Ciao Ginny, ciao Harry – farfugliò Hermione, completamente rossa in viso – Interrompo qualcosa? –

 

Uahahah. Che figura di merda, vero Hermione cara?

Chissà perché ha baciato Ginny, davanti a Harry...che motivo l’avrà spinta?

Per questo capitolo ringrazio Licia Troisi e soprattutto le pagine da 396 a 406 del romanzo “Cronache del Mondo Emerso – Il talismano del Potere”. Adorabili *_*

Buona lettura. E, su, recensite!

 

Nightwish Soul a.k.a Chiara

 

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Capitolo 11
*** Non si può stare tranquille in casa Weasley! ***


- Hermione, ma che...? – dissi. Faticavo a capacitarmi di ciò che era appena successo.

- Io...io...- sussurrò.

- Ora mi spieghi tutto – dissi, aggrottando le sopracciglia.

- Ginny, io ti ho vista uscire con Harry e...poi ho sentito quello che gli hai detto, che lui era il ragazzo perfetto per te e...- farfugliò lei, senza guardarmi negli occhi.

Harry la guardò, poi guardò me.

- Ragazze, cosa sta succedendo? –

- C’è che Hermione è gelosa, ma non capisco come il suo cervello abbia potuto elaborare pensieri tanto stupidi – commentai, innervosita. Hermione teneva ancora lo sguardo fisso a terra.

- Ma...mi sono perso qualche pezzo? – domandò Harry, assumendo un’espressione sempre più stupita.

- Harry, lo so che questa cosa ti potrà sembrare...strana. Forse dopo questa rivelazione, non ci guarderai più allo stesso modo – dissi – Io ed Hermione...ci frequentiamo, ecco –

- Come?! E da quando? –

- Ehm...da ieri. Ma la cosa va avanti da un po’, anche se nessuna delle due l’aveva mai detto all’altra -

- Oh – disse Harry.

- Ginny, Harry, mi dispiace, io sono stata impulsiva... –

- Strano, perché di solito non lo sei mai. Tempistica perfetta! – esclamai io.

- Sono piuttosto allibito. Sentite, dopo mi spiegherete tutto, ok? Ora...ehm, vi lascio chiarire il malinteso. A dopo – disse Harry, allontanandosi.

- Ginny – mormorò Hermione, guardandomi negli occhi.

- Dimmi come diavolo ti è saltato in mente... –

- Io non ci ho pensato – mi interruppe.

- ...che io stessi cercando di lasciarti – continuai, imperterrita – Hermione, forse tu non hai capito. Tu non hai capito che cosa provo per te –

- Ginny – ripeté lei, con voce sempre più flebile.

- Hermione, ma lo sai che da ieri io sono la persona più felice del mondo? Lo sai che non aspettavo altro da due anni? Diamine, Hermione, come puoi aver pensato che io...con Harry... –

Lei mi prese il viso tra le mani e mi baciò con irruenza. Io ricambiai, stringendola con forza.

- E dire che eri la studentessa più brillante di Hogwarts. Da quello che hai appena fatto, non si direbbe –

Sorrise. – Mi dispiace, io... –

- Ti farai perdonare per questo – dissi, sorridendo furbescamente – Ora vieni, andiamo a fare una passeggiata –

 

Quando tornammo, erano già tutti seduti a tavola.

- Ma perché queste due spariscono e tornano sempre per l’ora di pranzo? – disse George, sarcastico.

- Sarà lo stomaco che reclama – risposi, prendendo posto.

Guardai Harry, il quale ricambiò il mio sguardo, poi mosse le labbra, articolando le parole “dopo pranzo, mi spiegherete”. Io sorrisi. “Ma cosa c’è da spiegare? Come si fa a spiegare quello che provo? Come spiegare a qualcuno come mi sento quando ho Hermione accanto? Non ci sono parole...”. Iniziai a mangiare. “Come spiegare quello che provo quando le sue labbra sfiorano le mie, quando mi stringe forte...”. La guardai mentre portava la forchetta alla bocca: anche quel gesto mi sembrò di una sensualità disarmante; ogni movimento di Hermione suscitava in me sensazioni stupende e un’irrefrenabile voglia di prenderla e...beh, ecco, insomma. “Meglio che continui a mangiare” pensai, scuotendo la testa. Appena ebbi finito, mi alzai da tavola e andai in salotto, dove Harry mi raggiunse poco dopo.

- Da quanto ti piace? – chiese, senza preamboli.

- Da anni...non ricordo più nemmeno il momento preciso in cui ho iniziato a provare qualcosa –

- Ginny, ti assicuro che non me lo sarei mai aspettato, insomma, a Hogwarts tu non hai mai lasciato trapelare nulla...e Hermione stava con Ron –

- E’ stata una cosa recente, improvvisa, è stato del tutto...assurdo –

- Sei felice? –

- Spero di poterlo essere. Ora, sai, ho ancora qualche dubbio, mi sembra sia successo troppo in fretta e ho bisogno di...comprendere –

- Certo, devi ancora chiarirti con te stessa, insomma, devi capire se anche per Hermione è una cosa seria –

- Sì, è proprio così...ma credo che anche per lei sia importante, voglio credere che anche per lei sia importante –

- Che ti ha detto? –

- Mi ha confessato che non ha mai spesso di pensarmi da quando...sì, insomma, da quando le ho detto che mi ero innamorata di lei, verso la fine del settimo anno –

- E perché non è venuta a trovarti prima? Insomma, era insieme a Ron...e pensava a te? –

- Lo sai com’è Hermione, non è una ragazza impulsiva...ha aspettato che Ron sbagliasse per andarsene –

- E se Ron non l’avesse fatto? –

- Non lo so...forse non sarebbe successo nulla –

- Ginny, ma non vuoi sapere? Non vuoi avere la verità? –

- Harry, ho paura che, se le facessi queste domande, lei la prenda male, come una mancanza di fiducia –

- Ma tu devi metterti il cuore in pace. Ginny, se i suoi sentimenti sono sinceri, risponderà –

- Hai ragione...grazie –

- Voglio solo che tu sia tranquilla. Hermione è una ragazza meravigliosa, tu lo sei altrettanto, il mio desiderio è che possiate vivere la vostra relazione senza alcun dubbio e problema –

- Di che si sta parlando qui? State cospirando qualcosa contro di me? –

Hermione venne verso di noi, sorridendo. Il mio cuore perse un battito. “Possibile che riesca sempre ad essere così bella?”

Si sedette accanto a me e iniziò ad accarezzarmi i capelli.

- No, no...semplice chiacchierata tra vecchi amici che non si vedono da tempo –

- Beh, ragazze, vi lascio sole, allora...devo andare a fare un discorso serio con Ron –

- Un discorso serio con Ron? Sei sicuro di non aver sbagliato persona? – chiese Hermione, ironica.

- No, vi assicuro...sembrava quasi Percy, quando me l’ha chiesto –

- Dopo vogliamo sapere che vi siete detti –

- Assolutamente no! Sono cose strettamente private tra me e lui –

- In qualche modo sputerai il rospo – dissi, divertita.

- Vedremo. Allora a dopo...fate le brave! –

- Io sono bravissima! – esclamò Hermione.

- E io no? – domandai, voltandomi verso di lei.

- No – disse, avvicinando il viso al mio collo.

- E’ colpa tua...sei tu che scateni i miei istinti più nascosti –

Lei sfiorò la mia pelle con le labbra. “E’ così bello sentire il suo respiro così vicino a me...”

- Vieni, dai, che qui potrebbero vederci – dissi, prendendola per mano e facendola alzare dal divano.

- No, no, Ginny, voglio stare con te... –

- Ma non qui! Non vorrai che arrivino mamma e papà o, peggio, Fred e George o, ancora peggio, Ron! –

- Andiamo in camera, allora –

- Mh...andiamo – dissi.

Caroline era scioccata. E così, l’ex fidanzata del suo ragazzo...stava con sua sorella? Questa era una cosa che non si sarebbe mai aspettata, era molto più di quanto avrebbe potuto mai immaginare. Scosse la testa e rientrò in cucina, dove ad attenderla c’era il suo fidanzato Ron Weasley, ignaro e sorridente. Lei si fece abbracciare, senza dire una parola.

Maledetta impicciona! E Harry che passa il tempo a mettere dubbi in testa alla povera Ginny...beh, scusate se aggiorno tanto in ritardo, ma non ho avuto un attimo di tempo per scrivere...la scuola mi sta lentamente uccidendo U_U

Nightwish Soul a.k.a hermy88

[grazie per il sorriso di oggi! Forse è proprio per quello che ho trovato l’ispirazione]

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Capitolo 12
*** L'autrice scrive ***


Ho ricevuto una recensione dopo tanto tempo, ho riletto la storia e i vostri commenti... sono una delusione. Avrei dovuto concludere la storia un anno fa, ma impegni vari e poca costanza me lo hanno impedito. Le vostre recensioni sono così belle, la storia mi piace ancora dopo tutto questo tempo... andrò avanti. So che probabilmente le persone che l'hanno apprezzata non la leggeranno più e nemmeno si ricorderanno della sua esistenza... la scriverò perchè la DEVO finire. Devo concludere i miei progetti: ho tante idee in testa e ci devo riuscire :) Living Together finirà. Garry 'Otter finirà. Per Me and You non assicuro niente, ma ci proverò... promesso. Chiara

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Capitolo 13
*** Desire ***


Caroline aveva ancora in mente l’immagine del bacio di Ginny e Hermione: non riusciva a togliersela dalla testa. Era sempre più difficile fare finta di nulla con Ron, anche se era perfettamente consapevole di non avere il diritto di confidarsi con lui finchè non fossero state loro a farlo per prime. Le sembrava di comportarsi in modo naturale con le due ragazze, eppure la loro evidente intimità era chiara ai suoi occhi. Si chiedeva come fosse possibile che gli altri non se ne fossero accorti: Ginny e Hermione si scambiavano spesso sguardi inequivocabili, stavano sempre a contatto e l’aria attorno a loro era carica di complicità e passione. Presto il soggiorno a casa Weasley sarebbe finito e lei sarebbe ritornata a casa con Ron: chissà quando le due avrebbero deciso di mettere il suo fidanzato al corrente. Forse si sarebbero presentate a casa sua di punto in bianco, forse gli avrebbero inviato un gufo… Caroline decise che non ci avrebbe più pensato. Ron meritava di essere felice e lei avrebbe fatto il possibile per farlo sempre sorridere.

 

- No, ancora cinque minuti… -

- Possibile che tu debba fare storie tutte le mattine? Alzati, pigrona! -. Hermione mi accarezzò la guancia e io aprii gli occhi a fatica.

- Perché mi devi sempre svegliare all’alba? – le chiesi con la voce insonnolita.

- Sono le undici e il sole è già alto nel cielo, tua mamma sta già preparando il pranzo e tu sei l’unica che sta ancora ronfando –

- E perché, quando mi svegli, devi inondarmi con fiumi di parole che fatico a capire? Non potresti coccolarmi e basta? – dissi, aspettandomi una rispostaccia. Hermione, invece, si infilò sotto le coperte e mi strinse forte a sé.

- Mmm, ecco, è così che vorrei che mi svegliassi sempre… - sussurrai, avvicinandomi di più. Lei mi baciò e io mi persi nella sua dolcezza.

Scendemmo in salotto solo dopo mezzogiorno, cioè dopo che Hermione mi convinse che non potevamo fingerci malate e mi spedì in bagno a prepararmi.

- Ecco qui le solite dormiglione! Hermione, mia figlia sta avendo una cattiva influenza su di te… non dovresti lasciarti trascinare! – disse mia madre, indicandola con il cucchiaio e schizzando crema inglese per la stanza.

- Mamma! – la rimproverai.

- Mi dispiace, signora Weasley, ha proprio ragione. Quando vuole, sua figlia sa essere davvero… convincente – rispose Hermione, lanciandomi un’occhiata eloquente. Io la guardai di rimando, pensando solo a quanto avrei voluto… ehm, ecco…

- Ginny, non arrossire e non fare tanto la pentita, adesso! Hermione, per favore, cerca di farle cambiare abitudini e controllala – esclamò mia madre – Oddio, la crema! Arthur, aiutami caro! –

- Oh, Ginny, perché sei diventata tutta rossa? – mi schernì Hermione, ridendo.

- Ridi, ridi… questa sera torniamo a casa, ricordi? Te la farò pagare – dissi. Mi dovevo trattenere dall’afferrarla per i fianchi, baciarla, strapparle i vestiti di dosso...

- Non vedo l’ora – rispose lei, e andò ad aiutare mia madre in cucina. Io mi sedetti sul divano, tentando di frenare gli istinti e di non pensare al lungo elenco di cose che avrei voluto fare a Hermione in questo momento. Mi accorsi che Caroline mi stava guardando, probabilmente lo stava facendo da un po’. Incrociai il suo sguardo ma lei si voltò dall’altra parte e iniziò un’innaturale conversazione con Ron. Perché mi stava osservando? Notai che il suo sguardo si diresse per un paio di volte su Hermione. Che sapesse qualcosa? Non eravamo state abbastanza attente? Ero turbata da queste domande. Anche Ron se ne era accorto? E se Caroline gliel’avesse detto? Cosa farebbe Hermione? Negherebbe tutto e scapperebbe via?

Cosa farebbe se scoprisse che Ron è ancora innamorato di lei? Il pensiero mi colpì come una scossa e mi ritrovai a pensare a quest’eventualità. Le parole di Harry mi avevano messo in testa dei dubbi che sapevo di non poter ignorare a lungo. “Ma se Ron non avesse fatto ciò che ha fatto, lei sarebbe comunque venuta da te?”. Era una domanda troppo importante, era un’ombra che oscurava la nostra relazione. Avevo paura di domandarlo a Hermione: ancora di più della sua reazione, era la risposta che avrebbe potuto darmi che mi spaventava da morire. Non posso scappare, pensai. Devo poter risolvere i miei dubbi e avere delle risposte… anche se questo significa litigare o, peggio, perderti, Hermione.

- Ginny! Ginny, è pronto – disse mia madre. Io mi alzai dal divano e mi sedetti accanto a Hermione. Lei mi accarezzò la gamba.

- Buon appetito, Ginny – sussurrò, sorridendo maliziosamente. Io le strinsi la mano e la guardai intensamente, noncurante del fatto che non eravamo sole. I suoi occhi, di quel color castano scuro che mi piaceva tanto, esprimevano allegria, affetto, dolcezza. Le sensazioni che scorgevo in lei mi tranquillizzarono, almeno per un momento: sorrisi e le lasciai la mano.

- Grazie, Hermione –

 

Finito il pranzo, tutti uscirono per una passeggiata e noi li seguimmo. Avrei voluto stare da sola con Hermione ma ormai mancavano poche ore alla nostra partenza e desideravo passare un po’ di tempo con loro. Notai che Ron stava in disparte: teneva Caroline per mano e non parlava, tenendo lo sguardo fisso a terra. Mi resi conto che non avevo parlato molto con Ron in questi giorni, e chissà quando lo avrei rivisto. Ora che Hermione abitava da me, probabilmente mai. Mi avvicinai a lui.

- Ehi, Ron, perché non ti aggreghi alla combriccola Weasley più Harry e Hermione? – dissi, sfoderando il più amichevole dei sorrisi. Notai che Caroline iniziò a fissarmi.

- Ciao, Ginny. Beh, sai com’è, non mi piace la confusione –

- Da quando? Chi sei e che fine hai fatto fare a mio fratello? – dissi. Lui ridacchiò.

- Sono un po’ cambiato, non sono più un ragazzo ormai – rispose.

- Beh, infatti ora hai la barba! –

Ron rise. – Mi sei mancata, Ginny. Sei sempre stata la mia sorella preferita –

Io gli tirai una pacca sulla spalla. – Ma guarda un po’! Sei sempre idiota, ma sei diventato un sentimentalone -

- Dico davvero, Ginny. Mi dispiace… mi dispiace che le cose siano andate così –

Io mi irrigidii. - Non dobbiamo parlarne per forza -. Caroline aveva cambiato del tutto espressione. Ron si scusò e si allontanò un attimo da lei, prendendomi da parte

- No, infatti. Ma ti chiedo solo una cosa: trattala bene, ok? Io tengo davvero a lei, anche se non le interessa saperlo –

- D’accordo, Ron. E tu cerca di non fare altre stronzate –

- Lo spero proprio – rispose, e si riavvicinò a Caroline. Lei mi guardò ancora per un attimo, poi rivolse di nuovo la sua attenzione a mio fratello. Io mi allontanai da loro e mi infilai di nuovo nel gruppetto chiassoso.

- Fred! George! Harry! Non allontanatevi troppo – stava gridando mia madre, rivolte ai tre ragazzi che stavano correndo verso il bosco.

- Molly, tesoro, stai tranquilla. Non sono più ragazzini, ormai… non essere così apprensiva – le disse mio padre, mettendole il braccio intorno alle spalle – Goditi le passeggiata e non preoccuparti per tutto –

Io risi e affiancai Hermione. – Tutto bene? – mi chiese.

- Sì, tranquilla. Mi ha chiesto di trattarti bene e di farti sapere che tiene a te –

- Come facevi a sapere… -

- … che stavi per chiedermi che mi aveva detto? I tuoi occhi rivelano più di quanto tu non voglia – risposi.

- Ah sì? E adesso che cosa ti stanno dicendo, i miei occhi? – domandò.

Io abbassai considerevolmente la voce per non farmi sentire. – Stanno dicendo che vorresti solo rotolarti sull’erba con me e baciarmi? –

- Mmm… quasi esatto – sussurrò lei.

- Quasi? Io non sbaglio mai, signorina Granger

- Non ti hanno detto che vorrei che rotolassimo nell’erba nude… signorina Weasley – disse, accarezzandomi lievemente il braccio. Io fremetti di desiderio.

- Ah… ho commesso un errore imperdonabile. Ho miseramente perso – mi lamentai – Che vergogna –

- Questo succede se una persona si vanta troppo delle sue qualità. Chissà se sei tutto fumo e niente arrosto anche in altri campi – sussurrò con un tono provocante.

- Beh, questo me lo dirai tu – risposi io.

- Ribadisco: non vedo l’ora –

Sorrisi furbescamente. – Tu mi stai sfidando –

- Assolutamente no. Ti sto spronando a dare il meglio di te – disse.

- Oh, non lo metto in dubbio. Ci stai riuscendo molto bene, devo ammetterlo… darò il meglio, te lo dimostrerò. Non te ne pentirai, Granger

- FRED! Cos’è successo? -. La voce di mia madre ci fece sobbalzare.

- Stavamo correndo e siamo caduti in uno stagno! – rispose mio fratello.

Arrivò Harry, zuppo dalla testa ai piedi e sporco di fango. – Beh, almeno ci siamo rinfrescati! –

George sputò un po’ di terra e si mise a ridere. – Avresti dovuto vederci, mamma! –

Tutti noi ridemmo apertamente osservando il terzetto. - Irresponsabili! Avreste potuto farvi male! – urlò mia madre, trattenendo a malapena le risate. Hermione, approfittando della confusione, mi prese un braccio e mi allontanò dagli altri, nascondendoci alla loro vista. Mi appoggiai contro il tronco di un albero e lei si avvicinò a me, lasciando che i nostri corpi entrassero in contatto, provocandomi una piacevole sensazione di calore diffuso. Accostò la bocca al mio orecchio e sussurrò:

- Stavi dicendo che non me ne pentirò, esatto? Beh, ne sono certa -. Il suo respiro bollente mi solleticò il collo e brividi attraversarono la mia schiena.

- No, non… non te ne pentirai – risposi, un po’ confusa dalle sensazioni che stavo provando in quel momento. Lei fece scivolare la bocca lungo il mio collo, mentre le sue mani mi accarezzavano i fianchi. Io iniziai a respirare più rumorosamente. Poi le sue labbra sfiorarono lievemente la mia bocca e io chiusi gli occhi, pregustando ciò che stava per succedere…

- Ginny! Hermione! Dove siete? Torniamo indietro! -. La voce di Harry risuonò sgradevole nelle mie orecchie, costringendomi a riaprire gli occhi. Hermione si era allontanata e si stava ricongiungendo al gruppo. Una prepotente sensazione di insoddisfazione si fece strada dentro di me. Il pensiero di ciò che stavamo facendo e di ciò che avremmo potuto fare, il pensiero che stavo già per perdere il controllo solo grazie a quelle lievi attenzioni mi fece desiderare ancora di più di ritrovarmi, finalmente, da sola con Hermione.

- Oh, eccoti, Ginny! Per favore, non allontanatevi anche voi due, abbiamo già avuto abbastanza guai per la giornata! – disse mia madre, guardando storto i miei fratelli e Harry. Io annui distrattamente, cercando Hermione con lo sguardo. Lei si voltò e mi sorrise. Un sorriso innocente che su di me ebbe un effetto totalmente differente… il desiderio era diventato urgenza e ormai non potevo più evitare di osservarla con uno sguardo famelico.

- Ti vedo turbata, Ginny, è tutto ok? – mi chiese lei candidamente, avvicinandosi e lasciando che il suo profumo mi inebriasse.

- Scherzi, vero? – dissi.

- No, no. Ho fatto qualcosa che non andava bene? – disse, allungando una mano per accarezzarmi la schiena

- Hermione… se non la finisci non rispondo più delle mie azioni – risposi a denti stretti. Lei rise e si allontanò.

- Vediamo chi arriva prima a casa? – disse, e iniziò a correre.

- Ehi, non vale, aspettami! – esclamai.

- Ragazze! Non correte! Ma che avranno sempre da correre, queste due – gridò mia madre.

- E poi siamo noi le teste calde, eh? – disse Fred, ridendo.

Mi fermai a riprendere fiato e urlai: - Maledetta Hermione! –

 

Non scrivo da tanto tempo. Probabilmente non sarà un bellissimo capitolo, ma l’ho scritto di getto, per paura di non riprenderlo più. Spero che qualcuno legga ancora questa ff e che qualcuno si incuriosisca e decida di darci un’occhiata. Non sono una persona costante e non riesco a obbligarmi a scrivere: la scrittura è un piacere e un divertimento per me, non riuscirei mai a farlo diventare un dovere. Questo non giustifica i miei numerosi anni d’assenza, ma… take me as I am!

Un saluto a tutti.

Hermy88

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Capitolo 14
*** Contatto ***


Ficcai all’interno della valigia gli ultimi indumenti rimasti. Era un disastro: si era rimpicciolita oppure non avevo disposto bene le cose? Era tutto alla rinfusa e la valigia si chiudeva a malapena. Eppure, quando eravamo partite… l’aveva preparata Hermione, e ogni abito era ben piegato e riposto in maniera impeccabile. Certo.

- Ginny! Ma cosa stai combinando? -. Hermione entrò in camera. Dai capelli bagnati le scendevano gocce che andavano a infrangersi sul pavimento, mentre la pelle, ancora umida dopo la doccia, emanava una dolce fragranza ai frutti di bosco. Il suo corpo era coperto solo da un grande asciugamano, e io avvampai al pensiero di ciò che stava sotto, di tutto quello che non avevo ancora avuto l’occasione di vedere se non nei miei sogni più arditi. La mia espressione sicuramente aveva rivelato quello che mi passava per la mente, perché Hermione rise e si avvicinò a me.

- Ma guarda che caos! Possibile che tu riesca sempre a mettere in disordine qualsiasi cosa? Mi vesto e poi ti aiuto a sistemare – mi rimproverò scherzosamente. Il mio cervello in quel momento non era ben collegato, così non capii una sola parola di quello che aveva detto. Annuii distrattamente, gli occhi ben aperti a osservare la meraviglia che mi stava davanti. L’asciugamano era ben stretto attorno al suo corpo, e lo avvolgeva delicatamente, lasciando intravedere quello che i vestiti non avevano mai mostrato fino a ora.

- Mi stai ascoltando? – mi chiese Hermione, sapendo benissimo che non lo stavo facendo. Sventolò la mano davanti ai miei occhi. Quel gesto bastò per far scivolare l’asciugamano verso il basso, scoprendo per poco il seno. Hermione fu rapida e recuperò il tessuto prima che rivelasse ulteriormente il suo corpo.

Questo fu abbastanza. Una scarica di elettricità mi attraversò, risvegliandomi. La afferrai bruscamente per i fianchi e lei si strinse a me. Io la baciai, desiderando solo che quell’asciugamano cadesse a terra con il resto dei miei vestiti. Approfondii il bacio, lasciando che la mia lingua entrasse a contatto con quella di Hermione. Le mie mani la accarezzavano da sopra l’asciugamano, e quando le mie dita si fermarono sul suo seno lei sospirò profondamente. Abbandonai le sue labbra e sfiorai il suo collo con la bocca, inspirando il dolce profumo del bagnoschiuma, stringendola. I suoi sospiri si fecero più frequenti e profondi quando iniziai a lasciare baci sul collo, tracciando un percorso dall’orecchio alla spalla e poi ritornando sui miei passi, carezzando lievemente la pelle con la mia lingua. Lei mise le mani tra i miei capelli, mentre il suo petto si alzava e si abbassava velocemente. L’asciugamano non aveva più sostegni e cadde a terra quando mi spostai leggermente da lei. Improvvisamente, non era più il cotone che sentivo sotto le mie mani ma la sua pelle, calda e morbida. Il suo corpo sinuoso. Era meglio di quanto avessi immaginato. Le accarezzai la schiena e, stringendola, il suo seno nudo venne a contatto con la mia maglietta. Un calore piacevole ed eccitante si diffuse dentro di me, mentre decidevo che potevo fare meno anche io degli indumenti.

- Ginny -. Il suo sussurro mi fece alzare gli occhi fino a incontrare i suoi. Ecco, la razionalità stava per fare capolino nel cervello di Hermione e stava per porre fine a quel momento. Lei afferrò il lembo della mia maglia con le mani e iniziò a sfilarmela. Il suo gesto mi sorprese e mi fece eccitare ancora di più: se il suo proverbiale buon senso non aveva fatto la sua comparsa, voleva dire che…

Voleva dire che… dovevo essere io a rendermi conto che non era il momento adatto per questo? Che saremmo presto partite e che, a breve, mamma ci avrebbe chiamate per la cena. Quindi dovevo essere io, Ginny Weasley, a interrompere la magia?

Al diavolo. La mia maglietta scivolò sul pavimento e io, finalmente, percepii la pelle di Hermione sulla mia e fu la sensazione più bella del mondo. La baciai nuovamente, un bacio da subito bramoso, famelico. Le mie mani scesero fino al fondoschiena e lo avvolsero, toccandolo pienamente. Avvicinai Hermione a me, facendo scontrare i nostri bacini, mentre il bacio si approfondiva ulteriormente. Lei si allontanò da me, solo per far sì che le sue dita potessero sfiorarmi i capezzoli al di sopra della stoffa del reggiseno. Il lieve gemito che uscì dalla mia bocca venne soffocato dalle labbra di Hermione: rischiavo di impazzire per ciò che stava facendo. La sentii sorridere, consapevole dell’assoluto controllo che aveva su di me. Mi fece indietreggiare finchè non mi ritrovai spalle al muro. Una pausa per riprendere fiato mi permise di parlare.

- Ti piace proprio dominare la situazione, eh? – sussurrai – Chi se lo sarebbe aspettato dalla casta Hermione Granger… -

La mia frase ebbe l’effetto sperato: lei iniziò a muoversi e a strusciarsi contro di me. Quel contatto mi fece perdere la testa. Ero inchiodata tra il muro e il suo corpo nudo. Completamente sotto il suo controllo. I suoi movimenti, il suo profumo, la sua incredibile sensualità… non potevo che soccombere. Eppure non volevo, dovevo rimanere lucida, godermi ogni singolo momento. E poi volevo provocarla. La sua lingua lambiva il mio collo lentamente: una sensazione indescrivibile. E le sue dita, di nuovo sul mio seno. Faticavo a trattenere i gemiti.

- Ma chi… chi ti ha insegnato queste cose? – sussurrai. Le sue labbra formularono la risposta e io quasi non la capii. Avevo percepito il suo respiro caldo sulla mia pelle.

- Nessuno. Talento naturale -. Di nuovo la sentii sorridere, mentre tornava a occuparsi del mio collo, indisturbata. Non volevo lasciarmi trascinare del tutto, sarebbe finita presto: potevo sentir arrivare, da un momento all’altro, il richiamo di mia madre. La cena sarebbe stata una tortura. Era meglio cercare di arginare il danno e conservare la mia sanità mentale… almeno per un altro po’.

- La solita modesta – mormorai, ironica. Lei mi morse lievemente, forse per farmela pagare o per farmi smettere di parlare. Funzionò. Le mie mani si mossero, accarezzando il suo corpo. Sentii il calore del mio corpo concentrarsi nel basso ventre. I nostri bacini si sfregarono e una scarica di piacere arrivò al mio cervello. Hermione si allontanò dal mio collo e mi guardò negli occhi: erano lucidi e io vidi passione, desiderio, eccitazione mescolati tutti insieme. Mi baciò e i miei buoni propositi quasi furono dimenticati quando la sua lingua toccò la mia; le sue dita non avevano intenzione di spostarsi dal mio seno. Le riservai lo stesso trattamento e i suoi sospiri, i suoi deboli gemiti mi fecero crollare. Sanità mentale, addio.

- Ragazze! Siete pronte? La cena è in tavola! –

 

 

Beh, spero vi piaccia. Non penso di aver mai pubblicato nulla del genere prima su EFP. Mi dispiace se è un po’ corto ma, ovviamente, il bello deve ancora arrivare... questo perché ho il vizio di interrompere di botto i capitoli nei momenti migliori/peggiori.

Per me Hermione è audacissima tanto quanto Ginny, anche di più, a volte: io la vedo così, non mi piace scrivere di lei nei panni della ragazza inesperta che subisce passivamente le attenzioni dell’altra.

Fatemi sapere che ne pensate: critiche e suggerimenti sono ben accetti.

Ringrazio di cuore chi ha commentato e chi segue ancora questa storia dopo anni: mi avete fatta sorridere.

Hermy88

 

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