Due più due... non fa sempre quattro!

di Niniane_88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un sabato qualunque, un sabato italiano... ***
Capitolo 2: *** Un amore così grande... ***
Capitolo 3: *** Lui chi è? Come mai l'hai portato con te? Il suo ruolo mi spieghi qual'è? ***
Capitolo 4: *** Tu vuo' fa' l'americano... ***
Capitolo 5: *** Alzi la mano chi non ama le feste! ***
Capitolo 6: *** Stasera mi butto, mi butto con te... ***
Capitolo 7: *** Tutti pazzi per Isabella ***
Capitolo 8: *** L'irresistibile scioglievolezza dei cioccolatini ***



Capitolo 1
*** Un sabato qualunque, un sabato italiano... ***


 
Due più due... non fa sempre quattro!

 
Capitolo I
Un sabato qualunque, un sabato italiano...


- Who wants to live forever… Who wants to live foreveeeeeer… -
Lo scosciare del getto di una doccia accompagnava gaiamente le note della celebre canzone dei Queen, ma a cantare non era il grande Freddie Mercury, bensì una voce dai toni più gravi, molto meno armoniosa e a tratti sguaiata, che trattava la pronuncia dell’inglese un po’ a modo suo.
Il ritornello fu ripetuto diverse volte, prima che il cantante improvvisato chiudesse il rubinetto. Dopodiché si udì fischiettare per due minuti buoni e infine il ronzio di un rasoio.
-… La barba col rasoio elettrico non la faccio piùùùùùùù… il mondo è grigio, il mondo è blu! Cuccuruccucù Palomaaaaaaa! –
Pure Battiato adesso! 
- Le serenate all’istituto magistrale, nell’ora di ginnastica o di religioooone… Per carnevale cantavo sopra i carri in maschera, avevo già la Luna e Urano nel Leone… Una vecchia bretone, con il cappello e un ombrello di carta di riso e canne di bambù…uuuuuuuu! Perché Margherita è dolce, perché Margherita è vera, perché Margherita ama e lo fa una notte intera, perché Margherita è un sogno, perché Maaaaargherita è il saaaaleeeeeeee… -
Passarono alcuni minuti, prima che anche il rasoio fosse spento. Il lieto fischiettare riprese, per essere poi sostituito da una nuova canzone, ancora più sconcertante delle precedenti:
- Macho macho man! I’ve got to be a macho man!!!! -
 
 
- LA VUOI PTANTARE??? E’ SABATO MATTINA, CAZZO, VOGLIO DORMIRE!!! -
Una mano picchiò con forza un muro e subito dopo una chioma di capelli ricci e bruni ricadde su un cuscino bianco. Il tutto accompagnato da un sonoro sbuffo.
Dio, quanto odiava quell’idiota! Mai detestato così tanto un coinquilino! Sembrava che non fosse capace di iniziare una giornata qualunque senza la sua cantatina. La cosa non sarebbe stata tanto grave se avesse tenuto la voce bassa, anche se i muri di casa erano praticamente di carta e quindi sarebbe stato comunque difficile non sentirlo: ma no, lui doveva sempre cantare a gola spiegata! E aveva pure dei gusti parecchio strani…
Anche quando usciva per andare al lavoro, lo faceva sempre in modo chiassoso: chissà, forse era convinto che fosse suo dovere dare il buongiorno a tutti i suoi vicini.
Che idiota. Davvero. Anche il nome ce l’aveva da idiota. Insomma, come fa uno a chiamarsi Salvatore Della Mela? Solo sentendo quelle tre parole una dietro l’altra c’era da scompisciarsi dalle risate. Cos’aveva in testa sua madre quando gli aveva messo quel nome? Salvatore de che?!
Okay, forse però tu sei l’ultimo che può parlare visto che ti chiami Lindoro Trillo!
Eh già.
Però, però, però… Lindoro era pur sempre un nome della tradizione operistica italiana, anzi Rossiniana, per la precisione. E il trillo… beh, era un trillo! Insomma, il suo era un nome musicale, che aveva una sua eleganza quando ti ci eri abituato.
Ma Salvatore Della Mela?! No, quello era veramente ridicolo!
E il colmo era che in quella palazzina un po’ vecchio stile, dagli appartamenti grandi e non certo moderni, sembrava si fossero concentrati tutti i nomi più strani del paese. Come se nello stesso edificio non fossero sufficienti un Lindoro Trillo e un Salvatore Della Mela!
Che dire infatti dell’avvocatessa Bianca Celeste Sempreverde? Per non parlare di quell’altra, la signora Maria Rosaria Immacolata Carmine che naturalmente era particolarmente orgogliosa del suo nome e come si può facilmente immaginare era bigotta oltre ogni limite. 
E non era finita qui: infatti, la signora Maria Rosaria etc etc era sposata con il signor Rossi… Maicol Braian Rossi!
Sì, avete letto bene: Maicol e Braian scritti proprio così, come si pronunciano in lingua inglese!
Certi genitori avevano proprio la testa tra le nuvole.
L’unica un po’ più normale in quel posto, quanto a nome e cognome era Isabella Fiore che però Lindoro tendeva a soprannominare “Isabella in Padella” dal momento che era una frana in cucina e a causa dei suoi esperimenti culinari mal riusciti rischiava di far scoppiare un incendio in media due volte alla settimana.
Poveraccia, Isabella Fiore. Era la segretaria di Salvatore Della Mela e abitava pure nel suo stesso palazzo! Lindoro sospettava anche che quei due avessero una relazione clandestina. Vabbè che era difficile esserne certi: Salvatore si portava spesso a casa delle ragazze e in quei momenti c’era solo da gridare il “si salvi chi può!”.
Era molto peggio di quando cantava sotto la doccia e Lindoro, abitando proprio accanto a lui, sentiva ogni singolo suono che il giovane imprenditore e l’amante di turno producevano.
In quei momenti, la signora Maria Rosaria Immacolata iniziava a pregare e l’indomani evitava puntualmente di rivolgere la parola a Salvatore il Peccatore; suo marito Maicol andava al bar e ci restava il più a lungo possibile; l’avvocatessa Bianca Celeste Sempreverde cercava di farsi valere a colpi di scopa sul soffitto e minacciava querele che poi non portava mai avanti.
L’unica che non protestava mai era proprio Isabella in Padella. Chissà come si sentiva ad abitare insieme a quel demente del uso capo…
Comunque sia, a parte gli schiamazzi prodotti da Salvatore Della Mela, che infastidivano tutti, il rapporto tra coinquilini era piuttosto pacifico. Maicol Rossi e sua moglie, proprietari della palazzina, erano due simpatici e semplici fruttivendoli e anche se in molti si chiedevano come facessero a sopportarsi a vicenda (in modo particolare, come facesse lui a sopportare le manie religiose della consorte) non avevano mai creato problemi a nessuno, anzi, erano entrambi molto stimati. Maicol Braian Rossi in particolare, perché era simpatico, divertente e generoso: amava il calcio ed era sempre il primo a organizzare le spaghettate tra amici quando l’Italia giocava.
L’avvocatessa Bianca Celeste era forse un tipo un po’ rigido, un po’ chiuso, un po’ noioso, un po’ acido… ma anche lei era una brava persona. Da quando Isabella in Padella si era trasferita lì, aveva sempre vegliato su di lei e questo era un bene, visto che la giovane segretaria era un tipo all’acqua e sapone, ingenua e un po’ credulona. Aveva nostalgia della sua famiglia e si sentiva comprensibilmente sola.
Le due donne abitavano al primo piano, mentre Lindoro e Salvatore erano al secondo; al piano terra c’erano i coniugi Rossi; l’appartamento rimanente, accanto al loro, era vuoto. Maicol diceva di essere in trattative con un acquirente, ma nessuno sapeva chi fosse.
Per qualche ragione, a Lindoro non piaceva molto l’idea che un estraneo venisse ad abitare lì: di sicuro sarebbe stato qualcuno con un nome normalissimo, o magari altisonante che avrebbe fatto sentire ridicoli tutti loro e che si sarebbe fatto quattro risate quando fossero avvenute le presentazioni.
Infondo, pur con le loro diversità, i coinquilini della palazzina al numero 3 di via delle campanule, grazie ai loro nomi assurdi costituivano un universo a parte, una piccola società: un elemento estraneo avrebbe danneggiato il loro equilibrio. Passi per Isabella Fiore, che tanto era diventata immediatamente Isabella in Padella: sarebbe stato difficile ripetere quel gioco con qualcun altro.
Con un sospiro, Lindoro si alzò dal letto, proprio mentre Salvatore usciva dal proprio appartamento sbattendo allegramente la porta e canticchiando “Oh when the Saints go marchining”.
Era sabato ed era una bella giornata di fine aprile. Meglio andare a correre. 
Tanto ormai… riprendere sonno sarebbe stato impossibile!




Buongiorno a tutti!! Eccomi di ritorno, con una nuova creazione, un po' pazzerella! Meno male che avevo detto di volermi cimentare con i contenuti forti... e invece sono finita a scrivere storie demenziali! Mah, le sorprese della vita!
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo primo capitolo, un po' di incoraggiamento per continuare non mi farebbe male! Fatemi anche sapere chi preferite tra i nostri mitici protagonisti: Salvatore Della Mela o Lindoro Trillo? Ahahahah!
Un bacione a tutti e buon mercoledì!
Con affetto
Niniane

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Capitolo 2
*** Un amore così grande... ***





 
Capitolo II

Un amore così grande...


 
La corsetta aveva restituito il buonumore a Lindoro, il quale si sentiva pronto per una colazione degna di questo nome (vale a dire: cappuccino, brioche, spremuta, pane e burro). Probabilmente avrebbe potuto godersela in totale silenzio, proprio come piaceva a lui, visto che Salvatore gli aveva fatto la cortesia di uscire di casa. Che poi, chissà dove andava, di sabato mattina…
Stava giusto per infilare la chiave nella serratura del portone, quando, con un piccolo scatto esso si aprì dall’interno e Lindoro si trovò faccia a faccia con Isabella in Padella, in tenuta da jogging proprio come lui.
La sorpresa per quell’incontro inaspettato fu tale che per un istante si fissarono come imbambolati: non capitava quasi mai che si trovassero proprio l’uno di fronte all’altra.
Fortunatamente, il buonumore appena guadagnato diede a Lindoro la spinta per un brillante: - Buongiorno! –
- Buongiorno… - rispose Isabella in Padella in tono vagamente sorpreso, accompagnando il saluto con un sorriso molto timido.
Isabella Fiore, si chiama Isabella Fiore.
Lindoro tenne gentilmente aperto il pesante portone, mentre la ragazza usciva. Stava già per richiuderlo alle sue spalle, quando udì ancora la voce di Isabella chiedere esitante: - Va anche lei a correre il sabato mattina? –
Eh?! Cosa? Isabella in Padella che gli rivolgeva spontaneamente la parola? E quando mai?
Isabella Fiore! Si chiama Isabella Fiore, non Isabella in Padella, vuoi ficcartelo in quella zucca vuota?
- Oh beh… - si schermì – sì, di solito sì. Anche lei? -
- Qualche volta. – Isabella Fiore sorrise – Non sono molto disciplinata. Ho cercato di convincere la signorina Sempreverde a venire con me, ma dice che di sabato preferisce dormire fino a tardi. -
All’idea dell’avvocatessa Bianca Celeste Sempreverde in tenuta sportiva, per poco Lindoro non scoppiò a ridere in faccia alla povera Isabella, tanto era comico l’effetto che gli faceva quell’immagine. Si trattenne dal farlo solo per gentilezza e anche per una sorta di curiosità verso quella strana ragazza che infondo non conosceva per niente. 
Comunque, non poté fare a meno di osservare con un sorriso divertito: - Non me la vedo, la signorina Sempreverde che corre e suda sotto il sole! –
- Forse ha ragione! – convenne Isabella e anche lei sfoderò un sorriso diverso dai precedenti, molto più vivace e spontaneo. Un sorriso che sorprese Lindoro, il quale si ritrovò a osservarla con maggior attenzione. 
Non era brutta, constatò. Per niente. Capelli ramati, quasi rossi, raccolti in una coda di cavallo che le sfiorava dolcemente le spalle quando si muoveva e occhi azzurri molto grandi; un viso dolce, a forma di cuore; pallida e molto magra… troppo magra. Ecco, quello era il suo unico vero difetto, si poteva dire, peccato che riuscisse, da solo, a rovinare il tutto: se avesse mangiato un po’ di più sarebbe stata sicuramente bella, così sembrava malata di tisi…
… però le curve le aveva. Piccole, magari un po’ nascoste, però c’erano. E quelle del lato B, che Lindoro aveva intravisto quando la sua vicina stava per uscire erano piuttosto interessanti…
Rendendosi conto all’improvviso di essere rimasto un po’ troppo tempo assorto nella sua contemplazione, Lindoro cercò di riprendersi, balbettando qualcosa di non molto coerente sulla bellezza della giornata e augurandole una buona passeggiata.
Isabella lo ringraziò, in tono sempre gentile e fece per andarsene. Lindoro stava nuovamente per chiudere l’uscio, quando un urlo disumano fece sussultare entrambi.
- MALEDETTO!!! ESCI DA CASA MIA!! NON VOGLIO PIU VEDERTI! -
Per la sorpresa, Lindoro lasciò andare di scatto lo stipite del portone che si richiuse con un “boom” niente male, lasciando fuori la stupefatta Isabella in Padella. Imprecando, il giovane lo riaprì e subito la ragazza sgusciò all’interno.
- Viene dall’appartamento dei Rossi! – esclamò concitata. Era sveglia però, eh? – E’ la signora Maria che sta urlando! -
In effetti, da dietro la porta chiusa sulla sinistra si udivano distintamente due voci, una maschile, arrabbiata e lamentosa e una femminile, paurosamente acuta e stridula.
- Ma che diavolo succede? – borbottò Lindoro. I Rossi non avevano mai fatto baccano e meno che mai avevano litigato tra loro tanto furiosamente. Invece in quel momento… beh, sembrava proprio che fosse successo qualcosa di veramente grave, a giudicare dalle accuse che lanciavano l’un l’altra! Lindoro e Isabella rimasero in ascolto, sempre più esterrefatti, mentre le urla continuavano.
- COME HAI POTUTO ESSERE TANTO… PERVERSO?! -
- Io non sono perverso, sei tu che sei una vecchia bigotta!! Mi chiedo perché ti ho sposato! -
- AH, E’ COSI’? TI CHIEDI PERCHE’ MI HAI SPOSATO??? TE LO DICO IO!!! PERCHE’ ALLORA NON TI VOLEVA NESSUNO! -
- Ma finiscila! E smettila di minacciarmi con quell’affare, che sei ridicola! -
- IO SONO RIDICOLA?! E TU, ALLORA? ALLA TUA ETA’ NON SI FANNO CERTE COSE! -
- Ma insomma, che sarà mai! E’ successo solo una o due volte! -
- DUE VOLTE SONO ABBASTANZA! PENSA ALLA TUA ANIMA!!! -
In quel momento la porta dell’appartamento dei Rossi si aprì violentemente. Ne uscì il signor Maicol… no, un momento: non è corretto dire che “ne uscì”… piuttosto, arretrò con aria decisamente preoccupata, mentre dall’interno la signora Maria Rosaria Immacolata continuava a urlargli: - ESCI, ESCI, VATTENE DA CASA MIAAAAAAAA!!!!! – minacciandolo nel contempo con un aggeggio che sembrava proprio uno di quegli affari lunghi che servono per appendere gli abiti negli armadi, di cui Lindoro non aveva mai saputo il nome “scientifico”…
Dato che il signor Rossi continuava ad arretrare e la scena era nel complesso un po’ allarmante, Lindoro decise che era arrivato il momento di intervenire e chiese ai due litiganti cosa fosse successo.
Immediatamente Maicol rispose: - Ma no, non è successo niente, signor Lindoro, signorina Isabella, non fateci caso, solo un normale litigio tra marito e moglie, ma si sistema tutto! –
Le sue parole furono immediatamente smentite dalla consorte che strillò con veemenza: - Solo un litigio?! Aaaaah, no caro non te la cavi così! – Quindi aggiunse in tono drammatico – Mio marito ha infangato il nostro matrimonio! –
Questa rivelazione fu seguita da un silenzio imbarazzato.
Fu di nuovo il signor Maicol a protestare: - Ma no, vi dico di non ascoltarla, è una vecchia bacucca! Io non ho infangato proprio niente! –
- BUGIARDO! – lo riprese ancora la signora Maria. Lindoro non poté evitare di sentirsi vagamente preoccupato, come se il litigio riguardasse anche lui, perché, bisogna proprio dirlo, la signora Rossi fuori dai gangheri era spaventosa. Ricordava parecchio Ursula, quella del film "La Sirenetta". 
– Dovete sapere,  - spiegò, rivolta a Lindoro e a Isabella, che continuavano a guardare ora lei, ora Maicol, sempre più perplessi – che oggi ho riordinato il ripostiglio. -
- Ma insomma, Maria, smettila! -
- Zitto, fammi finire, è giusto che sappiano! – La signora Maria tirò fuori un fazzoletto e si soffiò rumorosamente il naso, prima di continuare. – Dovete sapere che oggi ho riordinato il ripostiglio – ricominciò – e che ho trovato uno scatolone con dentro alcune cose di mio marito. Non avrei dovuto guardare, lo so, ma la curiosità è stata troppo forte e… sapete cos’ho trovato nello scatolone? -
- No. – risposero Lindoro e Isabella in coro.
Lindoro però un sospetto ce l’aveva…
- Delle videocassette! -
- No, cara, sono dvd! – s’intromise Maicol, offeso – Vedi, non sai neanche tu di cosa stai parlan… -
- E va bene, ho trovato dei DI VI DIIII… che dentro hanno delle cose… INDECENTI!!! -
Ah haa! Proprio come aveva immaginato! Lindoro, you are the best! 
Ecco spiegato il mistero.
- Scusi, "indecenti" vuol dire…? – chiese Isabella, un po’ perplessa.
- Vuol dire, come minimo, ad alto contenuto erotico. O più probabilmente, pornografico. – replicò Lindoro con calma. Ma cos’era, tocca?! Davvero non ci era arrivata da sola? E pensare che gli era sembrata sveglia… 
Okay, una cosa era certa: non poteva avere una relazione con Salvatore della Mela ed essere così poco maliziosa! Quello l’avrebbe scaricata nel giro di cinque minuti! E così un altro mistero era stato chiarito. Oh yeah!
Dunque, ecco com’erano andate le cose. Maicol si era guardato qualche film porno in segreto (presumibilmente alle tre di notte) e adesso la signora Maria l’aveva scoperto e ovviamente gridava al peccato. Bingo!
- Adesso avete capito? – riprese infatti la matrona – Come posso sopportare una cosa del genere? E’ una vergogna, un disonore, un… un… un… un SACRILEGIO! Non voglio abitare con lui finché non si sarà pentito di questo gravissimo peccato! -
- Mi vuole cacciare di casa! – piagnucolò Maicol – Vi sembra giusto? Solo per questo! -
- SOLO PER QUESTO??? -
- Signora Maria, si calmi! – protestò Lindoro.
- Signora Maria Rosaria Immacolata, prego. – lo rimbrottò la matrona.
- Va bene, mi scusi… ma si calmi, per favore. Capisco che si senta offesa, ma deve credermi, sono cose che capitano e non sono poi così gravi. Tutti gli uomini hanno le loro piccole perversioni, ma ciò non significa che suo marito non la ami o qualcosa del genere… -
Decisamente però aveva detto la cosa sbagliata. Infatti, la signora Maria Rosaria Immacolata si gonfiò come una rana, spalancò gli occhietti annacquati e in tono da pubblico ministero tuonò: 
- Signor Trillo! Mi sta dicendo che anche lei guarda quelle OSCENITA'? -
Lindoro si sentì arrossire, non solo per le parole della matrona, ma anche perché sentiva addosso lo sguardo incuriosito di Isabella, la quale stava chiaramente aspettando di sentire cos’avrebbe risposto.
- Oh beh… - cominciò – Io al momento non ne sento la necessità, ma potrebbe anche essere… -
A quelle parole la signora Maria etc etc tirò fuori il rosario (ma guarda un po’!) che teneva sempre al collo e alzò gli occhi a cielo giungendo le mani: - Oh, Santi e Sante di Dio, questa è una casa di peccatori! Oh povera me! E io che pensavo che l’unica anima nera fosse il signor Salvatore! E invece ora anche lei, signor Lindoro! E lei, signorina Isabella… -
- Io? – fece la ragazza, stupita – Cosa c’entro io? -
- Alla sua età dovrebbe avere un marito! – strillò la signora, sempre in tono accusatorio – E invece vive qui tutta sola… -
- Non è un crimine non avere un marito! – sbottò Lindoro, che cominciava ad essere stufo di tutte quelle assurdità.
- Anche la signorina Sempreverde vive sola. – obiettò contemporaneamente Isabella.
- Appunto! E chi sa COSA FA quella… Io non mi fido di lei! -
Il signor Maicol intervenne di nuovo, questa volta con maggior forza: - Maria, adesso basta! Smettila di far perdere tempo al signor Lindoro e alla signorina Isabella e fammi entrare! –
- NEANCHE PER SOGNO! -
- Signora, la prego, non lo cacci di casa, non è giusto! – supplicò Isabella.
- NON LO VOGLIO NEL MIO LETTO! -
- Ma è suo marito! -
- DEVE PENTIRSI DEI SUOI PECCATI! -
- Allora il signor Maicol andrà nell’appartamento affianco, quello vuoto. Poi quando vi sarete calmati tutti e due farete la pace. -
Era una buona idea, constatò Lindoro, ma non fece in tempo a congratularsi con Isabella perché i due coniugi si mostrarono entrambi insoddisfatti della proposta e ripresero a urlarsi addosso a vicenda. Il ridicolo venne raggiunto (e abbondantemente superato) quando la signora annunciò al marito che avrebbe chiesto un consiglio sul da farsi al parroco, don Gustavo: Lindoro non poté più trattenersi e scoppiò a ridere, seguito a ruota da Isabella in Padella. Un po’ con le suppliche, un po’ con le moine, un po’ cercando di farli ragionare, i due giovani riuscirono infine a convincere i coniugi a deporre le armi e a rientrare entrambi nel loro appartamento, anche se era difficile prevedere come sarebbe stata la vita del signor Maicol nei giorni seguenti, visto il livello di bile della consorte. Lo sguardo della signora Maria infatti non prometteva niente di buono e per un momento Lindoro si chiese se fosse stata davvero una buona idea convincerla a non cacciare di casa il marito…


 
- Non mi sarei mai aspettata che il signor Maicol guardasse certi video… - rimuginò Isabella, mentre salivano insieme le scale, tutti e due un po’ provati dalla scenata e rintronati dagli strilli della signora Maria etc etc.
Lindoro la guardò di sottecchi: - Io me lo aspettavo eccome, invece! –
- Perché? -
Oh, ma era proprio scema?!
- Ma scusi Isabella, la signora Maria è credente fino al midollo, giusto? Quindi ha ritenuto di dover compiere i suoi doveri coniugali solo per mettere al mondo dei figli… che per giunta, purtroppo non sono arrivati. All’arrivo della menopausa… basta figli, quindi basta anche i doveri coniugali. Sono sicuro che è andata così… e allora suo marito beh… ha reagito a modo suo. Mi sembra abbastanza normale. -
- In effetti, poveretto, forse avrebbe solo bisogno di un po’ più di calore. -
Quelle parole fecero a Lindoro uno strano effetto: sì, certamente il povero Maicol non doveva essere particolarmente soddisfatto della sua vita coniugale, ma non era il solo in quel palazzo.
Erano tutti soli: lui, Isabella, la signorina Sempreverde (chi è più solo di quella?) e sotto sotto doveva esserlo anche Salvatore Della Mela, per quanto si sforzasse di nasconderlo.
- Beh.. io sono arrivata. – disse Isabella.
Lindoro si riscosse: - Oh, giusto… ma… ora che ci penso… non va più a correre? –
- Ormai fa troppo caldo. E poi non ne ho più voglia. -
- Capisco. Arrivederci, allora. -
- Arrivederci. -
Lindoro fece per avviarsi su per le scale, ma un attimo prima che Isabella sparisse nel suo appartamento, spinto da un impulso improvviso la richiamò:
- Se qualche volta desiderasse compagnia, per andare a correre, mi chiami pure! -
La ragazza lo guardò stupita per un istante, poi si aprì in un sorriso:
- Lo farò senz’altro! -
E con questo piccolo accordo, i due vicini si separarono.



 
Buonasera a tutti!!
Riesccomi con il secondo capitolo!! Innazitutto voglio ringraziare le 5 persone che hanno recensito il primo: sono felice di avervi fatti ridere e spero sia successo anche questa volta. Adesso abbiamo in scena un Lindoro molto osservatore, una Isabella svagatissima (pure un po' tonta) una coppia di matti patentati e conosciamo già anche il meraviglioso Salvatore Della Mela che fin qui sembra essere il vostro preferito! Mancano l'avvocatessa e l'inquilino che verrà ad abitare nell'appartamento vuoto! Chi sarà mai? Sono aperte le scommesse!
Alla prossima intanto e buona serata!
Niniane

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Capitolo 3
*** Lui chi è? Come mai l'hai portato con te? Il suo ruolo mi spieghi qual'è? ***




 
Capitolo III
 
Lui chi è?
Come mai l'hai portato con te?
Il suo ruolo mi spieghi qual'è?


 
A Salvatore Della Mela non andava molto a genio Lindoro Trillo. Cioè, per intenderci, Lindoro Trillo non lo “ispirava”. 
Non che avesse qualcosa contro di lui, questo no… e in effetti, pensandoci bene, sarebbe stato piuttosto arduo trovare un motivo valido per avercela con un tipo del genere. Più semplicemente, non gli suscitava molta simpatia.
Forse dipendeva dal fatto che avevano qualche anno di differenza: un trentaquattrenne e un ventiseienne raramente hanno qualcosa da dirsi, di solito vivono in due mondi separati e il primo tende a vedere l’altro come un bambinone non ancora del tutto cresciuto.
Ecco, a detta di Salvatore, Lindoro Trillo era appunto un bambinone. 
Oppure, il “prototipo del bravo ragazzo” come l’avrebbe definito qualcuno tipo Maicol Rossi.
Sempre educato, garbato, gentile. 
Noiosamente impeccabile e puntuale. 
Dedito al lavoro (per carità, un tecnico di laboratorio dev’essere preciso e sempre concentrato, niente da obiettare…) alla casa (di quali particolari e amorose cure avesse bisogno una casa come quella, Salvatore non lo immaginava proprio…) senza mai un po’ di spirito di iniziativa e… 
…mai una ragazza!
Ecco, quelli così, Salvatore non li capiva. Va bene che il paese non era molto grande e certamente non forniva un’infinità di attrattive, ma insomma, sarebbe bastato prendere la macchina e spostarsi un po’ per trovare la giusta varierà di distrazioni. Lui ci si era abituato anni addietro: ogni sabato sera via con gli amici, o anche da solo, a caccia di divertimento e ovviamente anche di donne. 
Non sempre però. Per certe cose ci vuole il giusto equilibrio, esagerare non giova. A volte è molto più rilassante una pizza in compagnia, che la prospettiva di un appuntamento a due.
La filosofia di vita del giovane imprenditore Della Mela era molto semplice: lavorare sodo, senza però considerare ogni problema come se fosse questione di vita o di morte; nel tempo libero, invece, divertirsi e ricordare che ogni minuto di felicità sprecato è perduto per sempre.
In pratica: don’t worry, be happy!
Lindoro Trillo invece doveva essere un tipo parecchio complicato. Ogni tanto Salvatore si divertiva a sfotterlo un po’, quando lo incontrava sulle scale, senza cattiveria, così, tanto per vedere come reagiva.
Peccato che non reagisse mai.
Si limitava a guardarlo male e a passare oltre, il noiosone, faceva il superiore, lui! Ah, le prese per il culo non turbavano l’atarassico Lindoro Trillo, le sue preoccupazioni erano ben altre! 
Ad esempio, le piante sul terrazzo! Un altro dei suoi misteri: ma che passatempo era coltivare piante sul terrazzo? Era una roba da donne e infatti, sia la Sempreverde che la Fiore avevano i loro bei poggioli pieni di fiori… ma loro, appunto, erano donne! E poi, con quei cognomi che si ritrovavano cosa c'era da aspettarsi?
Era un vero peccato però che l’unico coinquilino giovane e maschio oltre a lui fosse un tipo tanto scialbo. Sarebbe stato divertente avere un vicino di pianerottolo più easy con cui organizzare party e serate avventurose.
D’altronde però, sotto sotto, a Salvatore piaceva un sacco l’idea di essere l’unico a provocare un po’ di movimento in quel palazzo di fossili. Insomma dai, diciamoci la verità: se non fosse stato per lui, prima o poi là dentro sarebbero tutti morti di noia! Anche se, a pensarci bene, la litigata dei Rossi a proposito del peccato e delle anime da salvare era stata memorabile… fortuna che avevano fatto pace, a quanto gli avevano raccontato, il povero Maicol se l’era vista brutta…


 
Era di nuovo sabato e Salvatore si stava preparando per uscire: aveva un appuntamento d’affari e l’unico motivo per cui aveva accettato l’incontro in un giorno in cui di solito non lavorava era il luogo: il miglior ristorante della zona.
Si annodò con cura la sua cravatta preferita, blu a fiori rossi, pregustando già il buon pranzetto che lo attendeva, poi prese la sua fedele valigetta e fischiettando allegramente la sigla dei cartoni animati di Tom e Jerry uscì dal suo appartamento, chiudendo zelantemente la porta con ben quattro giri di chiave (come facesse la serratura a non bloccarsi mai, non lo sapeva neanche il signor Rossi).
Non si aspettava di incontrare qualcuno a quell’ora e invece, arrivato al piano di sotto si imbatté in quella che più tardi, in auto avrebbe definito “un’assurdità davvero assurda in un palazzo di gente assurda”.
C’era Lindoro con addosso una maglietta polo bianca, pantaloncini da jogging rossi e bianchi, le adidas bianchissime (neanche le avesse buttate in lavatrice e lavate con l’omino bianco!) e i ricci bruni decisamente pieni di sudore. E vabbè, fin qui niente di speciale, anzi non era neanche un bello spettacolo.
Ma che ci faceva Isabella bella bella bella di fianco a lui? E perché cavolo era anche lei in tenuta da Jogging, con la sua bella canotta azzurra e i pantaloncini che più corti non si può e la coda sbarazzina, e…e…e…
E perché cazzo ridevano tutti e due come imbecilli?!
Salvatore, che non amava i misteri, decise di prendere in mano la situazione.
- BUONGIORNO! – tuonò a voce decisamente troppo alta.
La reazione alla sua entrata in scena fu quella che si era aspettato, almeno da parte di Isabella.
- Buongiorno signor Della Mela. – mormorò la ragazza.
Purtroppo, Lindoro non parve altrettanto intimidito.
- Ciao Salvatore! – esclamò allegramente – Come va? -
Salvatore lo incenerì con lo sguardo.
- Benissimo, grazie. Mi sto recando a un pranzo di lavoro. Voi siete andati a correre, vedo. – sentenziò, in tono vagamente accusatorio.
Lindoro non si scompose: - Infatti. Due settimane fa ho scoperto che anche Isabella va a correre il sabato e così le ho proposto di andarci assieme. –
- Splendido. – commentò Salvatore, osservando di sottecchi la sua segretaria che sorrideva a trentadue denti e sembrava l’immagine vivente della felicità
Anche Lindoro sembrava felice e intervenne di nuovo con un tono arzillo che Salvatore non gli aveva mai sentito.
- Mi sa che vado a farmi una doccia… buon lavoro, Salvatore e buona giornata! -
- Buona giornata a voi. – replicò l’imprenditore, a denti stretti.
Scese le scale che portavano al piano terra, ma giunto alla fine non resistette e si voltò, giusto in tempo per vedere Isabella che baciava sulla guancia un estasiato Lindoro.
Okay, doveva essersi perso qualcosa.
Da quando quei due erano tanto intimi? Non gli risultava che si fossero mai comportati in quel modo: abitavano entrambi lì da due anni e non si erano neanche mai guardati.
Il che gli andava benissimo, ovviamente: Isabella bella bella bella era roba sua. Era la sua segretaria e gli doveva tutto: le aveva dato un bel lavoro, ben retribuito e stimolante, le aveva trovato l’appartamento.
E poi le aveva insegnato a baciare. Se non fosse stato per lui, quella povera bambina non avrebbe mai baciato nessuno. Era troppo timida, nessuno la notava, neanche sul posto di lavoro. Non che fosse brutta, anzi, ma era così silenziosa e impacciata… 
Non ci era andato a letto, però: non si va a letto con i propri dipendenti, questa è la regola d’oro. Finché si tratta di un bacetto okay, non è la fine del mondo, ma bisogna fermarsi lì.
Isabella comunque non gli aveva mai fatto capire di desiderare di essere portata a letto, anzi, era probabile che non avrebbe accettato, se lui gliel’avesse chiesto. Era dolce e ingenua e gli era grata per tutto ciò che aveva fatto per lei, Più che grata, gli era devota.
E adesso? Cosa stava combinando? Possibile che Lindoro le piacesse?
No, no, no, impossibile. Inaccettabile. Inammissibile. In… in… Vabbè qualsiasi avverbio col prefisso “in” andava bene.
Doveva indagare, la faccenda non gli piaceva per niente.
Lindoro e Isabella? Pfff… ridicolo!


 
Nel suo appartamento, Lindoro ascoltava per la decima volta “Somewhere over the rainbow” e intanto ridacchiava tra sé al ricordo della faccia da pesce lesso di Salvatore. Ah che goduria! Una volta tanto non era riuscito a sfotterlo, anzi, doveva essersi parecchio scocciato quando l’aveva visto insieme a Isabella. Lindoro, you are the best!
Isabella... era proprio carina, Isabella. Timida sì, però bastava spronarla un po’ perché si aprisse e cominciasse a parlare di sé. Lindoro aveva scoperto che i suoi genitori abitavano a molti chilometri di distanza e che lei non li vedeva da mesi, che aveva avuto un fratello, poi morto in un incidente, che da piccola aveva studiato danza classica, che amava molto il suo lavoro e che parlava tre lingue.
Non era affatto noiosa o insignificante come aveva creduto. Al contrario, era simpatica, allegra e disponibile al dialogo.
E poi, poverina, sembrava avere un gran bisogno di amici. A parte i colleghi di lavoro non frequentava nessun genere di gruppo.
Lindoro si affacciò alla finestra della sua stanza e osservò pensieroso la strada illuminata dalla luce del sole di mezzogiorno. Vide il signor Rossi uscire di casa e guardarsi intorno, come aspettando qualcuno.
Incuriosito, rimase in attesa, anche se non sapeva esattamente il perché…
Ehi, un momento.
Ma quella che si stava avvicinando… non era mica una limousine?
E non si stava fermando proprio davanti al numero 3 di via delle campanule?
E Maicol Rossi non stava facendo dei cenni come per dire “sono qui”?
Che diamine sta succedendo? si chiese Lindoro, scendendo le scale a quattro gradini al colpo, mentre lo stereo faceva ripartire per l’ennesima volta la traccia di “Somewhere over the rainbow”.





Buonasera a tutti!!!!!
Ben ritrovati! Allora, ecco qui i pensieri del nostro amatissimo Salvatore Della Mela!!! Che ve ne pare? E' una macchietta, secondo me! Lindoro invece è già perso, sennò sceglierebbe di mettere replay a un'altra canzone... ahahah! E la limousine, di chi è?
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno recensito, i vostri pareri mi hanno fatto molto piacere!
Continuate a farmi sapere cosa ne pensate!
A presto, con il seguito!
Un bacione
Nini

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Capitolo 4
*** Tu vuo' fa' l'americano... ***



 
Capitolo IV
 
Tu vuo' fa' l'americano...


Effettivamente, la splendida vettura bianca si arrestò proprio davanti al portone d’ingresso, che si affacciava direttamente sulla strada (il piccolo giardino condominiale si trovava sul retro).
Per un momento Lindoro rimase interdetto: a giudicare dai gesti fatti da Maicol, chiunque ci fosse in quella macchina era lì per incontralo. Se fosse rimasto lì a guardare la scena con gli occhi fuori dalle orbite, come in quel preciso momento, avrebbe sicuramente fatto la figura dell’impiccione. 
Così, nonostante la curiosità, pensò che fosse meglio rientrare, ma mentre già si voltava ebbe una sorpresa. Maicol gli si avvicinò quasi di soppiatto e in tono concitato disse: - Lindoro, che fortuna! Sono felice di vederla… in realtà avrei bisogno del suo aiuto, ma non ho voluto disturbarla i giorni scorsi… lei sa l’inglese, vero? –
Spiazzato, Lindoro rispose che lo parlava abbastanza correntemente.
- Meno male! – esultò Maicol, stringendogli affettuosamente il braccio – Io conosco appena qualche parola! -
- Ma chi c’è lì dentro? – chiese Lindoro, osservando attentamente un uomo in uniforme da autista che scendeva dalla limousine e andava ad aprire la portiera ai passeggeri.
- I nuovi inquilini! – bisbigliò Maicol in fretta – Sono americani. Lui è un regista, lei un’attrice. Devono girare un film in questa zona. Per due mesi. -
- E nel frattempo abiteranno qui?! – Lindoro non poteva crederci.
- Proprio qui! – confermò l'altro e si vedeva lontano un miglio che era molto orgoglioso dell’affare che stava concludendo - Non vogliono un albergo, hanno deciso di prendere un appartamento in affitto… ma io ancora non li ho mai visti, ho sempre parlato con l’agente che, grazie a Dio sa l’italiano! Oh, eccoli, eccoli! Ehm… bonjour! Ah no, un momento… ehm… Good morning! – cinguettò ad alta voce, in tono molto cordiale, accennando addirittura un inchino ai nuovi venuti.
Lindoro, da parte sua, si limitò a strabuzzare ancora di più gli occhi. Dalla lussuosa vettura erano scesi un uomo e una donna che a occhio e croce dovevano avere entrambi circa trentacinque anni: erano molto eleganti e al già confuso Lindoro parve improvvisamente che il suo abbigliamento un po’ casalingo fosse assolutamente improponibile.
Peccato che Salvatore non fosse presente, pensò. A lui sarebbe sicuramente piaciuto il completo di taglio finissimo che indossava l’uomo: avrebbe sentito profumo di “gente che conta” e sarebbe subito andato in brodo di giuggiole.
Quanto alla donna, gli sarebbe sicuramente piaciuta in tutto e per tutto, non solo per l’abito decisamente attillato che le fasciava il corpo.
In effetti, quando la signora (o signorina?) rivolse a lui e a Maicol un ampio sorriso (il classico sorriso un po’ vacuo che sfoggiano a volte le attrici) Lindoro si sentì arrossire come un ragazzino. Quella era forse la donna più bella che avesse mai visto: capelli biondissimi e occhi scuri, quasi neri, carnagione dorata, fisico slanciato e forme prosperose. Ce n’era da far impazzire chiunque.
Sì, Salvatore avrebbe fatto un infarto nel vederla!
Ehm Lindoro, scusa se ti contraddico, ma qui l’infarto lo stai facendo tu… respira, forza, respira!!! Aria! Ariaaaaaaaa!
Nel tentativo di riacquistare un po’ di contegno, Lindoro cercò di concentrarsi sul regista. Anche lui non scherzava, quanto a bellezza: alto, capelli neri, occhi verdi, falcata decisa e atletica; Lindoro sapeva distinguere i maschi alfa e questo era sicuramente un esemplare notevole. Di nuovo, per la terza volta, gli venne in mente Salvatore: se lo conosceva bene, avrebbe fatto di tutto per ingraziarsi il nuovo coinquilino e per imitarlo.
Ah Salvatore, Salvatore! Non ce la farai mai, non si può competere con tanta ricchezza, bellezza, classe, prestigio.
Una gomitata nelle costole costrinse Lindoro a tornare in sé e a ricordarsi che Maicol l’aveva obbligato a rimanere lì perché parlasse in inglese con i nuovi venuti. Dunque si affrettò a salutare e presentò ai due il signor Rossi, spiegando che era il proprietario del palazzo e che il loro agente aveva parlato con lui. 
Naturalmente, il nome Maicol Braian creò immediatamente un equivoco, perché la bella attrice ritenne subito ovvio che l’uomo dovesse essere inglese o americano e quindi gli si rivolse con entusiasmo, iniziando un lunghissimo discorso e ricevendo come unica risposta uno sguardo interrogativo, subito seguito da uno supplichevole rivolto a Lindoro.
Il giovane dovette quindi spiegarle che Maicol era italiano e che non aveva alcuna origine anglosassone, ma che semplicemente i suoi genitori l’avevano chiamato Maicol Braian perché apprezzavano questi due nomi. La scoperta, per qualche ragione inesplicabile, entusiasmò ancor di più i due americani… ma si sa che sono tipi un po’ strani. 
Il regista chiese a Lindoro il suo nome e se fosse per caso il figlio del signor Maicol.
- Oh, magari! – esclamò quest’ultimo emozionato, dopo che la domanda gli fu tradotta – Magari! Glielo dica, Lindoro, che mi farebbe proprio tanto piacere, ma io non ho figli. -
Commosso suo malgrado da quell’affermazione, Lindoro la tradusse alla bell’e meglio ai signori… signori cosa?
- Cielo, non ci siamo presentati! – esclamò il regista – Che maleducati! Perdonateci! Io sono Leslie Cooper, regista cinematografico e questa è mia moglie, Leslie Richardson! -


 
. Non credo di aver capito bene… - balbettò Lindoro.
- Cosa? I nostri nomi? – rise il signor Cooper – Oh no, li ha capiti benissimo, invece! Ci chiamiamo tutti e due Leslie! Strana coincidenza, vero? -
- Sì, proprio strana… - confermò Lindoro, laconicamente.


 
Leslie e Leslie.
Mio Dio, cosa ti abbiamo fatto di male? Hai forse maledetto il numero 3 di via delle campanule? Non è possibile che sia una coincidenza, qui entrano soltanto individui strani, dai nomi più strani! Adesso siamo veramente al completo, con questi due ricconi americani. E che casino sarà ogni volta: ho parlato con Leslie… Leslie chi??? Quale dei due? Lui o lei? Forse dovremmo trovargli un soprannome per non confonderli, a questo può pensare Salvatore, gli verrà di sicuro qualche idea buffa. O Signore, urge una riunione di condominio, che ha combinato Maicol, perché si è messo in affari con questi due? Perché con tutti i posti dove avrebbero potuto andare hanno scelto questa casa? Non che siano antipatici, ma… beh, guarda quanti bagagli hanno! Che fanno, traslocano oggi? Ah no, vanno in albergo, meno male. Ci mancava solo che si trasferissero adesso, sai che trauma per tutti! Devo avvertire Isabella e anche la Sempreverde! A Salvatore penserò stasera…


 
- Ehi, Lindoro, ci sei? I signori vogliono vedere il loro appartamento, dobbiamo accompagnarli. -
La voce di Maicol riportò Lindoro sulla Terra. Ehi, Trillo, te ne vai a spasso per l’Universo un po’ troppo spesso, ultimamente!
- Devo venire anch’io? – chiese, già rassegnato.
- Certo, non mi puoi lasciare! – replicò Maicol e Lindoro si rese conto che ormai era passato al tu. La cosa non gli dispiacque.
- Va bene, andiamo. -
Lasciò passare tutti gli altri, prima di entrare e istintivamente alzò lo sguardo verso le finestre.
Ed eccole lì, le donne di casa, tutte in prima fila a godersi lo spettacolo!
La signora Maria Rosaria Immacolata osservava la scena dalla cucina, seminascosta dalla tenda a fiori: il suo sguardo era vagamente preoccupato, evidentemente si chiedeva come se la stava cavando suo marito. O forse, temeva che qualche altra "anima nera" stesse infangando il SUO palazzo.
Un piano più su, la signorina Bianca Celeste Sempreverde scrutava la limousine, ancora ferma al suo posto e sorvegliata dal solerte autista. Aveva le sopraciglia aggrottate dietro gli occhialetti da vista, come se qualcosa non le garbasse. Chissà cosa frullava nella sua testa di avvocato.
Isabella non si nascondeva dietro tende od occhiali: incuriosita, osservava apertamente il gruppetto, l’auto e la strada. Lindoro le sorrise e le fece un cenno come a dire “dopo ti spiego”. Lei ricambiò il sorriso e annuì. Nello stesso istante, si udì un rumore stridente, come di qualcosa che sta friggendo da troppo tempo, provenire dalla sua cucina: Isabella spalancò gli occhi e corse dentro, allarmata.
Lindoro ridacchiò, chiudendosi il portone alle spalle: attenta, Isabella in Padella, il  tuo pranzo sta bruciando!
Le due ore seguenti furono molto noiose: Lindoro iniziò ben presto a sognare spaghetti alla carbonara, bistecche e patatine fritte, mentre i Cooper studiavano con entusiasmo ogni dettaglio dell’appartamento destinato loro. Presero molti appunti riguardo alle “piccole” modifiche da approntare e Maicol spiegò a Lindoro che nelle due settimane seguenti ci sarebbe stato un viavai di operai.
Fantastico.
I Cooper stavano parlando della tonalità di azzurro della tenda del bagno, quando Isabella entrò timidamente nell’appartamento, la cui porta era rimasta aperta.
Lindoro, lietissimo di avere una scusa per svignarsela le corse incontro:
- Ciao! Loro sono i nuovi inquilini, hai visto che roba la limousine? No, non preoccuparti non sanno una parola d’italiano… Sono qua da due ore, non ne posso più! Ho una fame da lupi!!! -
La ragazza ammiccò:
- Beh, in effetti è proprio ora di pranzo! E poi sarebbe il caso che tu staccassi la spina al tuo stereo, dev’essersi rotto! Sono circa due ore e mezza che continuiamo a sentire “Somewhere over the rainbow”! -
 
 
 
 
Buongiorno a tutti!!!
Scusate se ci ho messo un po' ad aggiornare! Intanto grazie a tutti coloro che hanno recensito! Spero che la storia vi piaccia ancora e che mi manderete i vostri pareri! Scusate se non ho un calendario regolare per l'aggiornamento, ma proprio non ci riesco.
Dunque, adesso sono tutti in campo: oltre alla coppia Maicol/Maria, abbiamo Salvatore, Lindoro, Bianca (solo intravista per ora, ma non preoccupatevi, ne combinerà delle belle) Isabella e infine Leslie&Leslie! Ovviamente non fatevi ingannare dal fatto che i Cooper siano una coppia sposata... Cosa possono combinare  una donna bella come lei e un uomo affascinante come lui? Facile: un gran casino!!!

Quindi, un bacione a tutti e ci vediamo al prossimo capitolo!
Nini
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Alzi la mano chi non ama le feste! ***




 
Capitolo V
 
Alzi la mano chi non ama le feste!


Tre settimane dopo, Lindoro osservava un po’ frastornato il via vai di gente nell’appartamento di Salvatore Della Mela. Al suo fianco, Isabella sembrava altrettanto smarrita.
Erano appena le otto di sera di un qualunque venerdì ed entrambi erano stanchi morti dopo un’intera settimana di lavoro; oltretutto cominciava a fare caldo, il che poteva rendere più allettante l’idea di uscire… appunto, uscire! Fare una passeggiata, stare seduti in giardino o in un bar all’aperto…
Invece, erano tutti stipati in casa di Salvatore, il quale, a voce altissima, stava proponendo il quarto brindisi “ai nostri meravigliosi nuovi inquilini!”
- Quanto pensi che durerà tutto questo? – chiese Isabella – Ho già mal di testa… Salvatore ha una bella voce, ma la usa malissimo… perché non parla un po’ più piano, lo sentirebbero comunque tutti quanti, qua dentro! -
Lindoro sospirò: - Io sono rassegnato. – disse – Non potremo svignarcela prima delle due di notte. –
Isabella sembrava sconvolta: - Le due?! Ma io avevo in mente di alzarmi presto, domani mattina… -
- Per fortuna è sabato. – le rispose Lindoro, tetro – A proposito, - aggiunse più vivacemente – sei proprio carina stasera. Quel vestito ti sta bene. -
- Oh… grazie. – mormorò la ragazza, arrossendo.
In effetti Lindoro aveva notato come fosse vestita fin dal suo arrivo e avrebbe voluto rivolgerle subito un complimento, perché quel tubino blu scuro era proprio un amore e le stava d’incanto, ma Salvatore (che si stava comportando in modo decisamente strano da un paio di settimane) li aveva abilmente divisi, pilotando Isabella verso un gruppo di colleghe che palesemente la ragazza non aveva nessuna voglia di salutare, e Lindoro verso alcuni suoi amici imprenditori che l’avevano squadrato da capo a piedi, resi perplessi da non si sa bene che cosa.
Il giovane tecnico di laboratorio era riuscito a recuperare la sua amica solo dopo una mezz’ora, quando Salvatore, tutto preso dai suoi illustrissimi ospiti pareva ormai essersi dimenticato di quelli che nella sua testa contavano un po’ meno, cioè i vicini di casa.
Aveva invitato tutti, ovviamente: c’era il signor Maicol, con un paio di compagni di bevute e perfino la signora Maria, che si era chiusa in cucina con tre o quattro vecchie comari, invitate solo per cortesia da Salvatore… e sembrava che nessuna di loro avesse intenzione di lasciare quel rifugio sicuro per prendere parte al divertimento. Poco male, comunque, dato che si occupavano di tagliare in continuazione pane e salame per tutti…
La signorina Bianca Celeste Sempreverde sarebbe dovuta intervenire solo brevemente, giusto “per dare un saluto” e per un brindisi, dal momento che aveva del lavoro da sbrigare a casa. In realtà però, non se n’era ancora andata e sembrava che brindare le piacesse parecchio, anche se continuava a muoversi con la stessa fluidità di un manico di scopa e tendeva a starsene un po’ in disparte.
Poi c’erano loro, Lindoro e Isabella appunto, presentati a tutti come carissimi amici, ai quali ormai non rimaneva altro da fare che sorridere cortesemente al resto degli invitati e consolarsi con tramezzini e prosecco.
Infine, gli special guest: Leslie Cooper e la consorte, Leslie Richardson. La festa, sia chiaro, era in loro onore: una festicciola alla buona per dare alla splendida coppia il benvenuto ufficiale al numero 3 di via delle campanule e poco importava se avrebbero occupato l’appartamento del piano terra solo per due mesi, l’ospitalità era un sacro dovere per il nobile mecenate Salvatore Della Mela. Bisognava far sentire i nuovi arrivati parte della comunità, manifestare loro il proprio affetto, la propria stima, farli sentire a casa, in famiglia…
Probabilmente sarebbe andato tutto per il meglio se Salvatore si fosse limitato a invitare alla festa solo i vicini, ovvero la “famiglia” di cui tutti si sentivano parte, in modo così meraviglioso… Invece aveva invitato un sacco di gente: amici, amiche, amanti (ben riconoscibili, dal momento che sembravano aver fatto una gara a chi si metteva l’abito più discinto) colleghi, l’intero personale della sua azienda, conoscenti, perfino parenti. E poi, da come continuava a raccontare storielle divertenti e ad alzare il calice, sembrava quasi che il festeggiato fosse lui! 
- Non resisterò mai fino alle due… - sospirò Isabella – Ti prego, scappiamo! -
A quelle parole Lindoro sobbalzò, immaginando per un momento una scena che probabilmente non era passata neppure per l’anticamera del cervello di Isabella: loro due che fuggivano mano nella mano dall’appartamento, senza che nessuno se ne accorgesse e si rifugiavano in quello di Lindoro, dove faceva molto più fresco, si godevano una cenetta tranquilla, accompagnata da sguardi complici e infine, spinti da un’irrefrenabile passione concludevano la serata in modo meraviglioso…
… e alla festa facevano talmente tanto casino che nessuno li avrebbe sentiti… Chissà com’era Isabella sotto le lenzuola, di sicuro sarebbe stata un tipo appassionato e focoso, assolutamente insaziabile…
- … Lindoro? Tutto bene? -
- Eh? Co – Come? -
- Ci sei? -
- Oh... ehm… sì… cioè… volevo dire… vedrai che a una certa ora potremo andarcene… -
Era tutta colpa di quel tubino blu! Le stava troppo bene, le valorizzava le gambe e gli faceva fare pensieri decisamente poco casti.
Respira, Lindoro, respira…
 

 
Alle nove e mezzo le comari fecero arrivare dalla cucina l’insalata di riso e la pasta fredda condita con verdure e formaggio. Alcuni si trasferirono in terrazza, cercando refrigerio. Lindoro e Isabella, un po’ per disperazione, un po’ per sfuggire alla voce di Salvatore, che aveva deciso di augurare buon appetito a tutti intonando “In fondo al mar, in fondo al maaaaaar!” optarono proprio per la cucina.
Le comari non parvero dispiaciute di averli con loro, ma mai scelta si rivelò più triste per i due, già esasperati, ragazzi. 
In gruppo, si sa, le vecchie megere sono terrificanti: se la signora Maria, da sola, poteva fare paura, per le sue manie religiose, che dire della sua amica Teresa, che con la sua cantilenante parlata veneta si lamentava di tutte, ma proprio TUTTE le scelte dei suoi figli e nipoti, dal lavoro, alle fidanzate, alla casa…?
Isabella cercò di vedere il lato comico della situazione, sorridendo di nascosto a un complice Lindoro, ma poi, inevitabilmente successe quello che avrebbero dovuto prevedere. Le comari, entrate improvvisamente in modalità “materna”, avvertirono l’impellente desiderio di dare dei consigli, dall’alto della loro esperienza, all’unica fanciulla presente.
Prima le chiesero se Lindoro fosse il suo fidanzato: al che, la signora Maria, che non aveva ancora perdonato al vicino di aver spalleggiato suo marito riguardo ai film erotici, disse che assolutamente no, loro non erano fidanzati, erano solo amici e neanche tanto, vero? VERO???
Isabella, un po’ confusa cercò di dire che invece erano amici eccome, fidanzati no, certo, ma amici sì, nel vero senso della parola. A quel punto, comare Graziella, un tipo più acido dell’olio di ricino, le raccomandò di trovarsi un bravo ragazzo, di non fidarsi di quelli come il signor Salvatore, perché erano poco moderati e assolutamente inaffidabili, e che per carità, non restasse incinta prima del matrimonio…
A questo punto, la faccia di Lindoro aveva ormai assunto tutte le possibili gradazioni di colori, dal bianco, al verdognolo, al rosso, fino a una gradevole tonalità di viola. In più, la sua mente continuava a suggerirgli immagini decisamente spinte di lui che… ehm… cavalcava… Isabella, per cui si sentiva davvero molto a disagio. Ritenendo che fare un comaricidio ad una festa non fosse la migliore delle soluzioni, si alzò con finta calma e sempre con finta calma disse che riteneva opportuno tornare dagli ospiti d’onore.
Isabella lo seguì a ruota, non prima però di aver assicurato a comare Graziella che avrebbe seguito tutti i suoi consigli alla lettera. 
- Mio Dio, che festa orrenda! – esplose, non appena la cucina fu alle loro spalle – Questo posto è irriconoscibile! -
In effetti non aveva tutti i torti, pensò Lindoro, mentre tornavano nel soggiorno sovraffollato. Le ultime settimane erano state un continuo via vai di operai, geometri, idraulici, tappezzieri… non c’era stato un attimo di pace e anche se i Cooper non facevano che scusarsi per il disagio che stavano creando, la gran parte del vicinato non li trovava più così simpatici. Per tutta quella confusione aveva pagato, ancora una volta, il signor Maicol, che un mercoledì era stato nuovamente cacciato di casa dalla tirannica consorte, con l’accusa di essersi messo in affari con gente maleducata, egoista e megalomane. Lindoro l’aveva sorpreso a dormire sulle scale, infilato in un sacco a pelo e, impietosito, gli aveva offerto ospitalità per un paio di notti. Il risultato era che Maicol adesso lo adorava più di prima e aveva costretto la moglie (dopo che questa gli aveva nuovamente aperto l’uscio) a sdebitarsi preparandogli lasagne, gnocchi, spezzatini, polpette, patate di ogni tipo, torte, focacce… insomma, Lindoro aveva messo su tre chili in tre giorni.
Poi c’era stato Salvatore, ovviamente. Come prevedibile, aveva iniziato a spiare tutte le mosse dei Cooper e sembrava l’unico in tutto il palazzo a vedere in loro ogni genere di qualità, vere o presunte. Fin da subito aveva iniziato a parlare affabilmente con entrambi (con lei, in particolar modo) e tanto aveva detto e fatto, da riuscire a organizzare addirittura quell’assurda festa di benvenuto (un evento che al numero tre di via delle campanule non si era mai verificato).
Lindoro però, rideva ancora nel ripensare a come aveva preso in giro l’ignaro Salvatore, il lunedì seguente all’arrivo dei Cooper.


 
Erano le sei di sera e Salvatore era appena rientrato. Lindoro invece stava scendendo per andare velocemente al supermercato, prima che chiudesse.
- Lindoro! – l’aveva chiamato il suo vicino, dal pianerottolo – Ma tu lo sapevi che sono arrivati i nuovi vicini? -
- Sì, lo sapevo. – aveva risposto Lindoro, vago – Volevo proprio avvisarti, ma non ti ho mai visto in questo weekend. -
- Sono stato sempre in giro… Comunque ho appena parlato con Leslie! -
Sentendo quel nome, non accompagnato né dal cognome né da nessun altro dettaglio, Lindoro aveva soppesato l’informazione e aveva deciso di prendere un po’ per il culo il caro signor Della Mela.
- Oh, bene, e che te ne pare? – aveva buttato lì.
Salvatore aveva abboccato: - Oh, trovo che sia incredibile, ha una classe… -
- Eh già, hai visto che abiti di taglio finissimo? -
- Altroché! E come si muovo poi… mamma mia! -
- Mi piacciono molto le sue cravatte! -
Salvatore si era bloccato: - Cravatte? Ma di che parli? Leslie non porta cravatte! E’ la donna più femminile che abbia mai visto! –
Lindoro si era a malapena trattenuto dal ridergli in faccia: - Ma di chi stai parlando? – gli aveva invece chiesto, fintamente confuso.
- Vuoi dire di chi stai parlando tu! – aveva rimbeccato Salvatore – Io parlo della signora Leslie Cooper, e nel caso tu non l’abbia guardata bene è una strafiga come non ne ho mai… -
- Ah, ma certo, la signora! – aveva risposto allora Lindoro, illuminandosi – Io pensavo al marito! -
Salvatore aveva sgranato gli occhini blu: - Marito?! – aveva balbettato.
- Sì, certo ha un marito, non lo sapevi? – Lindoro aveva fatto l’indifferente – Devi sempre specificare di chi stai parlando, si chiamano Leslie tutti e due! Buffo, no? -
- Per niente! – aveva replicato Salvatore, scocciato – Io non pensavo che avesse un marito! Ed è ovvio che parlavo di lei! -
- E io come facevo a saperlo? – Dopodiché, Lindoro se l’era data a gambe, prima che l’altro potesse trovare qualcosa da dire.


 
Ah, che scena. Una goduria.
In salotto però c’era poco da ridere. Faceva un caldo atroce, come se fosse luglio e non maggio; c’era gente dappertutto, c’erano piatti ovunque e la voce di Salvatore s’incuneava sopra tutti gli altri suoni o rumori. Isabella strinse il braccio di Lindoro:
- Guarda, - sussurrò – continua a fare il cretino con la signora Cooper. -
In effetti era vero: Salvatore era seduto accanto all'attrice e le parlava in modo fin troppo confidenziale, inoltre doveva ormai essere parecchio brillo, eppure continuava a farsi riempire il bicchiere e a civettare con lei, che gli rispondeva con la sua risata argentina e il suo accento americano.
- E guarda lì! – continuò Isabella, esterrefatta.
Lindoro seguì il suo sguardo e allora vide anche lui qualcosa di ancora più strano: Mr Cooper, infatti, stava parlando amabilmente con un’irriconoscibile signorina Sempreverde e non sembrava infastidito dall’atteggiamento della moglie.
- Ma la Sempreverde non doveva essere andata via un’ora fa? – fece Lindoro, osservando perplesso l’avvocatessa, che agitava il capo in modo vagamente civettuolo facendo ondeggiare allegramente gli enormi orecchini e ridendo, anche un po’ sguaiatamente, alle battute del suo interlocutore.
- Già… e guarda come ride! Dev’essere completamente ubriaca! -
In quel momento, Salvatore si alzò dalla sedia, strillando:
- Un brindisi all’amicizia! -
- Ok, - decise Lindoro – E’ ora di darsela a gambe! -
E presa per mano Isabella, infilò la porta, senza neppure salutare Salvatore o chiunque altro.
La serata non terminò come nei suoi ogni più romantici, ma andarono effettivamente nel suo appartamento, giusto per bere una camomilla digestiva e chiacchierare un po’. Il palazzo era molto silenzioso.
- Stasera danno Via col Vento. – disse Isabella – Quasi quasi ne guardo un pezzo, tanto lo so a memoria… -
- Guardiamolo insieme, allora! – propose Lindoro – Non è il mio genere, ma è sempre un bel film. -
Isabella si illuminò: - Buona idea! Si vede che stasera era destino che facessi tardi… ma dopotutto… chi se ne importa, tanto… domani è un altro giorno! -
 
 

Buonasera e buon ferragosto a tutti! Prima di dire altre cose, vorrei avvisare chi si fosse imbattuto per caso in questo capitolo, che il nome Maicol scritto così non è un errore, ma una scelta, stessa cosa dicasi per Braian. Preferisco ricordarlo, ogni tanto, non si sa mai!
Come dico sempre nelle mie storie, non riesco ad avere un calendario preciso, purtroppo nella mia professione ci sono tempi e ritmi un po' imprevedibili. So che è fastidioso per voi, perché non sapete quando aspettarmi, ma per ora non riesco a fare di meglio. Oltretutto, come al solito, non sto scrivendo solo questa storia, ne ho in corso una che devo assolutamente finire (me la tiro dietro da un anno e mezzo...)
Penso comunque che aggiornerò questa storia una volta al mese circa: infondo è una storia leggera, divertente, utile per rilassarsi, non c'è particolare suspance... spero che continuerete a seguirla, anche se andrà avanti un po' a rilento.
Grazie delle vostre recensioni e buone vacanze!
Alla prossima!
Niniane
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Stasera mi butto, mi butto con te... ***




Capitolo VI
 
Stasera mi butto, mi butto con te...


Bianca Celeste Sempreverde aveva trentotto anni e li portava benissimo. Alta, slanciata, capelli castani, folti e lucenti, un viso ovale, perfetto, ancora del tutto privo di rughe e infine, due occhi verde scuro, grandi e luminosi.
Peccato che si vestisse in modo talmente castigato da somigliare ad una suora, che portasse degli orrendi occhiali dalla montatura rotonda (facevano a pugni con gli assurdi orecchini a pendente lunghi un chilometro che le piacevano tanto) e che mortificasse ogni giorno i capelli, costringendoli in uno strettissimo chignon. Per giunta, applicava decisamente troppo fondotinta sulla guance e troppo ombretto sulle palpebre, così da far assomigliare il suo viso, altrimenti bello, a una maschera statica.
Salvatore Della Mela trovava che a modo suo fosse affascinante, ma ne aveva anche un sacro terrore: probabilmente Bianca avrebbe potuto considerarsi con orgoglio l’unica donna dalla quale l’attempato playboy preferiva scappare a gambe levate. Innanzitutto perché era troppo intelligente, arguta e brillante e queste caratteristiche, si sa, confondono quel genere di uomini che nelle donne preferisce la semplicità e la dolcezza; in secondo luogo, era un avvocato divorzista e quindi il suo cinismo nei confronti dell’amore, del matrimonio, perfino della convivenza, era fin troppo palese.
Chissà poi perché aveva scelto quella professione: le voci di corridoio dicevano che a vent’anni avesse subito una tremenda delusione d’amore e che da quel momento avesse giurato vendetta nei confronti del matrimonio, o più precisamente, nei confronti dei soli mariti: difatti le sue clienti erano sempre donne e non era difficile immaginarla, mentre nel bel mezzo di una causa, illustrava minuziosamente tutti i motivi per cui il marito era colpevole e la moglie invece una povera vittima della sua cattiveria.
Tuttavia, nemmeno Isabella Fiore, che con l’avvocatessa aveva una certa confidenza, avrebbe potuto confermare quelle dicerie: la signorina Sempreverde era molto riservata e raramente si lasciava andare alle confidenze.
Salvatore si guardò intorno, soddisfatto: la festa stava procedendo alla grandissima. Aveva fatto bene a invitare anche la signora Maria e le comari, quelle vecchie megere avevano un talento smisurato per l’arte culinaria: ogni portata era stata salutata da applausi entusiastici e adesso tutti attendevano trepidanti l’arrivo del dolce, un gigantesco tiramisù, preparato proprio dalla signora Rossi. 
Anche Maicol sembrava divertirsi e così pure l’avvocatessa... che era ancora lì, benché fin dal suo arrivo avesse ripetuto almeno quindici volte la frase “devo andare, ho dei documenti importanti da visionare”.
Salvatore strinse le palpebre, osservando incuriosito il modo in cui chiacchierava con il signor Cooper: forse era solo la sua immaginazione, ma gli sembrava che a quella gatta morta piacesse parecchio il bel regista, il quale, strano ma vero, sembrava considerarla interessante allo stesso modo. Infatti, continuava a versarle da bere, benché Bianca fosse chiaramente già ubriaca e di tanto in tanto le si accostava per sussurrarle qualcosa all’ orecchio a cui lei rispondeva con risatine sempre più infantili e sguaiate.
Impensierito da quel comportamento non proprio impeccabile, Salvatore tornò a concentrarsi sulla propria interlocutrice, la signora Cooper, augurandosi quasi di notare in lei qualche segnale di gelosia o almeno di fastidio, ma sembrava che la bella Leslie non fosse affatto turbata, perché continuava a chiacchierare affabilmente con lui e con gli altri ospiti, serena e composta. Anzi, a dire il vero, gli sembrava perfino di piacerle… il che era un grande onore, visto che quella meraviglia della natura doveva essere stata circondata da corteggiatori fin dall’infanzia.
Strano che siano entrambi così disinvolti, pensò Salvatore, ma forse in America, la concezione del matrimonio è diversa dalla nostra.
Salvatore non era un santo, ma non gli piacevano le persone sleali: se stai con una donna, devi stare con lei al cento per cento, non importa se la storia dura un giorno o tutta una vita, finché quella donna è la tua donna devi dedicarti a lei e dimenticare tutte le altre. 
Le sue fidanzate o… amiche speciali, non l’avevano mai accusato di averle trascurate, anzi, si sentiva ripetere molto spesso quanto fosse galante e premuroso. Qualcuna gli diceva perfino che sarebbe stato un ottimo marito, se solo si fosse deciso a mettere la testa a posto.
Per carità, pensava, non ci penso nemmeno! Non sopravvivrei un giorno e poi mia moglie chiamerebbe la Sempreverde per farmi causa e mi ritroverei come un tacchino spennato…
L’immagine di Bianca che difendeva in tribunale una ipotetica signora Della Mela, gli provocò una risatina.
- Perché ridi? – gli chiese Leslie, sorpresa.
- Oh niente, mi è venuta in mente una cosa. –
Per darsi un tono, Salvatore si guardò intorno, come se volesse controllare che tutti gli ospiti si stessero divertendo. Il suo sguardo vagò per la stanza, dapprima distratto, poi indagatore.
Senza una parola si alzò dalla poltrona e lasciò il salotto: infilò la testa in cucina, interrompendo una conversazione delle comari sul Papa, si affacciò alle porte delle camere e sbraitò contro una coppia di impiegati della sua ditta che aveva deciso di darsi alla pazza gioia in bagno (“ Certe porcate fatele a casa vostra, capito??? E se vi becco a far sesso in ufficio vi licenzio seduta stante!!!” ). 
Infine, a passo di marcia, si diresse verso Bianca.
- Scusate se interrompo la vostra conversazione. – esordì, con un’occhiata di scuse a Mr Cooper – Bianca, cara, ha visto per caso Lindoro e Isabella? -
L’avvocatessa si guardò intorno: - Mi sembrava di averli visti uscire, prima, ma non ne sono sicura. Perché? –
- Beh, sembra che abbiano lasciato la festa e mi dispiace. Pensa che non si stessero divertendo? -
Bianca alzò le spalle: - E’ una bellissima festa, ma so che Isabella era molto stanca e anche Lindoro mi è sembrato un po’ giù… però, in effetti - aggiunse pensierosa – è strano che se ne siano andati in questo modo. –
- Isabella è la signorina in blu? – s’intromise inaspettatamente Mr Cooper.
Considerato che metà delle ragazze presenti era vestita di blu, l’affermazione suonò quanto mai sospetta a Salvatore: ma che stava facendo quel tizio? Intendeva flirtare con tutte le donne del palazzo? Ci mancava solo che dicesse qualcosa come: ma la signora Maria è quella che il crocifisso al collo?
- Sì, era vestita di blu. – rispose asciutto.
Bianca salvò la situazione dicendo: - Vado a vedere se è andata a casa. Torno subito. –
Salvatore sospirò: - Grazie Bianca, l’aspetto. –
Quindi, voltandosi verso Mr Cooper propose: - Perché non si siede qui con sua moglie? Ho dell’ottimo limoncello che vorrei farvi assaggiare… -
Così forse la smetterà di fare il cretino e io riuscirò a non pensare troppo a quanto è gnocca sua moglie…



Dieci minuti dopo, Bianca gli batteva sulla spalla:
- Sono tutti e due nell’appartamento di Lindoro. Stanno guardando Via col Vento. – annunciò.
Salvatore sgranò gli occhi: - Sono tutti e due nell’appartamento di Lindoro? – esclamò, basito.
- Sì. -
- E stanno guardando Via col Vento? –
- Sì, perché ripete tutto quello che dico? –
- Senta, Bianca, mi dica la verità: quei due stanno insieme? –
L’avvocatessa gli scoccò un’occhiata divertita: 
- Non ne ho idea. – rispose serenamente – Se devo dar retta al mio istinto, credo che non stiano ancora insieme, ma che presto accadrà qualcosa. E perché no? Sarebbe ora che Isabella avesse un ragazzo. -
Quella donna non capiva niente: 
- Sì, ma… ma… quello è Lindoro! – biascicò Salvatore.
- E allora? E’ un bravo ragazzo. Oppure, qui qualcuno è geloso? –
Salvatore si alzò di scatto: - Io non sono geloso! Io non mi fido di quel cretino, questo è il punto! –
Bianca scoppiò a ridere: - Signor Salvatore, mi dica una sola ragione per cui una ragazza dovrebbe fidarsi di lei più che di Lindoro. – Quindi, tornando seria, aggiunse – Non si azzardi a disturbarli. Pensi al suo limoncello che è meglio! Quanto a me, credo che tornerò a casa, ho dei documenti importanti da visionare… è stata una bella serata, grazie ancora, Salvatore. –
E così, strano, ma vero, l’avvocatessa uscì di scena, seguita da una scia di profumo e dallo sguardo sbalordito del padrone di casa.


 
Nel salotto di casa Trillo, la tensione si tagliava con il coltello.
Isabella era seduta composta sul divano e cercava in ogni modo di evitare qualsiasi posa rilassata che avrebbe inevitabilmente fatto sollevare la gonna, già corta, del suo vestito.
Al suo fianco, Lindoro sudava freddo, mentre si sforzava di non guardarla troppo.
Sullo schermo, Rossella O’Hara giurava che non avrebbe mai più sofferto la fame.
I pensieri di Lindoro erano confusi: si sentiva ebbro, anche se non aveva bevuto tanto all’assurda festa di Salvatore e per qualche misteriosa ragione, il suo corpo sembrava aver deciso che quella sera doveva ad ogni costo saltare addosso a Isabella.
Una situazione imbarazzante, condita oltretutto, da alcuni problemi di non poco conto: 
1) Isabella era molto timida, non aveva esperienza e avrebbe potuto spaventarsi. 
2) Non sapeva se Isabella fosse interessata a lui.
3) Non era attrezzato per l’occasione… (sfiga maledetta)
Coraggio, Lindoro, rifletti: non è proprio il caso di saltarle addosso, poverina, tu non sei così. Tu sei un bravo ragazzo e lei ti piace tantissimo, allora tieni a freno i tuoi istinti animaleschi, sìì delicato, falle capire quello che provi, senza spaventarla. Su dai, datti da fare!
Lentamente, furtivo come un gatto, avvicinò la mano a quella di Isabella, per sfiorarla delicatamente e poi stringerla. Sentì che la ragazza tratteneva il fiato, mentre ricambiava incerta la stretta.
Lindoro s’impose di essere paziente e rimase in quella posizione per alcuni minuti, fingendo di concentrarsi sul film: poi, pensando che Isabella fosse ormai abbastanza serena, si sedette più vicino a lei e, lasciandole la mano, le circondò le spalle con un braccio. Con sua immensa gioia, un attimo dopo, la ragazza posò la testa sul suo petto. Bingo!
Passarono altri minuti e i pensieri di Lindoro si fecero sempre più leggeri: si sentiva felice, ormai sicuro, era fatta, ancora un passo e finalmente avrebbe potuto dimostrare a Isabella ciò che provava per lei.
Le accarezzò piano i capelli, quasi volesse rassicurarla ancora… era così piccola e fragile e anche se avevano solo quattro anni di differenza, gli sembrava fossero molti di più…
Lentamente, avvicinò le proprie labbra alle sue, pregando con tutto il cuore che lei ricamb…
- MA CHE STAI FACENDO?! -
La voce di Isabella fu come una doccia gelata.
Lindoro aprì gli occhi, sorpreso e preoccupato dal repentino scostarsi dell'amica.
- Io… - balbettò – Io volevo solo… -
Isabella scosse il capo. Sembrava molto agitata e Lindoro si chiese affannosamente se avesse sbagliato qualcosa.
- Mi dispiace, - le disse, timoroso – Non volevo spaventarti. -
Ma nemmeno le sue scuse parvero funzionare.
- Non è questo li punto. – sospirò infatti Isabella, prendendo il telecomando e spengendo la tv.
I suoi occhi azzurri cercarono angosciati quelli di Lindoro:
- Mi dispiace tanto… - mormorò – ma io sono innamorata di Salvatore! -





Ta daaaaan!
Nnuovo capitolo, nuove rivelazioni!!! Ve l'aspettavate che Isabella avrebbe rifiutato Lindoro? So che lo adorate quindi di sicuro vi arrabbierete con me, ma se vi può rassicurare, la storia è solo all'inizio!
Che ne pensate invece di Bianca? E Salvatore, non è sempre un mito?
Grazie a tutti coloro che mi seguono! Se vi fa piacere, lasciate due parole, mi aiuterebbe a capire come viene percepita questa storiella un po' pazzerella...
Per il prossimo capitolo ci vediamo a metà ottobre: come ho già detto, purtroppo, almeno per ora, non posso aggiornare più spesso.
Un bacione grande a tutti!
Alla prossima!
Nini 

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Capitolo 7
*** Tutti pazzi per Isabella ***




 
Capitolo VII

Tutti pazzi per Isabella
 

Isabella Fiore chiuse a chiave la porta del proprio appartamento e iniziò lentamente a scendere le scale. Non aveva nessuna voglia di andare al lavoro e il motivo principale era che avrebbe avuto a che fare tutto il giorno con Salvatore. 
A causa sua, quella notte non aveva praticamente chiuso occhio: infatti, il caro signor Della Mela si era portato a letto una delle sue trombamiche (si dice così?) storiche e Isabella era riuscita a sentire praticamente ogni parola che si dicevano oltre a tutti gli altri suoni che potesse accadere di udire in una circostanza del genere. Indubbiamente, la signorina che aveva avuto l’onore di passare la notte con quel gran seduttore di Della Mela (e che Isabella era quasi sicura si chiamasse Angelica) doveva essere stata parecchio soddisfatta della prestazione, visto che ad un certo punto aveva strillato a più non posso, tanto che la povera segretaria era sobbalzata credendo quasi che la donna si trovasse nella sua stanza e non un piano più su.
In quel momento non aveva potuto fare a meno di sorridere immaginando quali insulti stesse indirizzando nel frattempo Lindoro all’appassionata coppia.
Il suo sorriso si era però spento quasi subito, lasciando il posto a una gran malinconia: nelle ultime tre settimane aveva visto l’amico solo di sfuggita.
In effetti, era anche per questo che si sentiva così tetra. Lindoro non aveva preso per niente bene la faccenda del suo rifiuto: le aveva detto senza mezzi termini che la riteneva una sciocca perché perdeva tempo con quel pallone gonfiato di Salvatore, che oltre ad essere un idiota dotato di un cervello delle dimensioni di un fagiolo, non la considerava neppure.
Isabella si era indignata e aveva cercato di difendere l’uomo che amava, supplicando nel contempo Lindoro di non negarle la sua amicizia, alla quale teneva moltissimo, ma anche se il giovane le aveva promesso di rimanere in buoni rapporti con lei, nella realtà dei fatti non era stato proprio così. Aveva smesso di chiamarla, di cercarla, a malapena la salutava, se si incontravano per caso. Isabella poteva comprendere la sua delusione, ma le mancava terribilmente. Lindoro era l’unico vero amico che avesse avuto dopo il liceo.
Cominciava a fare molto caldo, anche a quell’ora del mattino, ma Isabella non avrebbe mai abbandonato la sua castigatissima camicetta e la gonna attillata e lunga fino al ginocchio: teneva troppo alla professionalità per arrischiarsi a indossare certi abitini che sfoggiavano le sue colleghe, alcuni dei quali le sembravano davvero esagerati, o troppo corti, o troppo trasparenti, o troppo vistosi. E poi, su di lei avrebbero fatto una pessima figura, ne era certa.
Era in leggero ritardo: doveva sbrigarsi se voleva riuscire a prendere l’autobus. Spiccò quindi una corsa, scapicollandosi giù per le scale e in un lampo fu nell’ingresso.
Proprio mentre stava per aprire il portone udì un piccolo scatto: la porta alla sua sinistra si aprì ed apparve Mr Cooper, vestito di tutto punto e sorridente come sempre.
- Ah, miss Isabel! – la salutò allargando le braccia in un gesto accogliente – Come sta? Va al lavoro? -
- Buongiorno, signor Cooper. – rispose la ragazza – Sì, vado al lavoro. –
Ecco un’altra stranezza: ultimamente le sembrava che il signor Cooper, quell’americano affascinante fosse dappertutto. Se lo ritrovava da tutte le parti e cominciava a dubitare che fosse una coincidenza. E poi… miss Isabel? Ma de che?
Per contro, la signora Maria sembrava praticamente sparita dalla circolazione. Probabilmente riteneva che fosse peccato incontrare i suoi depravati coinquilini e quindi preferiva starsene rintanata nel suo appartamento. Se in passato l’unica pecorella smarrita era stato Salvatore, adesso quella donna assurda tendeva a considerare inaffidabili un po’ tutti, in modo particolare Lindoro, ancora per la storia dei film erotici. Perfino Bianca non le piaceva più come prima, ma il primato spettava ai Cooper, tutti e due, ovviamente.
Isabella, naturalmente, trovava ridicole le sue idee, però doveva ammettere che quella coppia di americani non la convinceva, dalla sera della festa a casa di Salvatore. In modo particolare, non le piaceva granché lui, Mr Cooper.
Com’è possibile che con una moglie bella e gentile come la sua, abbia voglia di guardare le altre? si chiedeva, perplessa. La signora Cooper era sempre stata carina con tutti, anche se la si vedeva molto poco, visto che per gran parte della giornata lavorava sul set, apparentemente quasi più del marito. Era senz’altro il genere di donna di cui il compagno poteva essere fiero.
Forse dopotutto si stava sbagliando, decise: magari il signor Cooper era solo un tipo molto, molto gentile e non aveva alcun secondo fine nei suoi riguardi.
Fece per andarsene, ma la voce del regista la trattenne:
- Se permette, miss, mi farebbe molto piacere darle un passaggio. -
Un passaggio? Ma… intendeva… sulla limousine?
No, non mi fa per niente piacere! fu sul punto di rispondere, scocciata. Che figura avrebbe fatto ad arrivare in ditta a bordo di una macchina del genere? L’avrebbero presa in giro per i dieci anni successivi!
- Grazie, Mr Cooper… - cominciò. 
- Leslie. – 
- Va bene… Leslie. Non si disturbi, prenderò l’autobus, davvero, non c’è alcun problema. –
Sì, certo, brava Isabella. Adesso però devi fare un’altra corsetta se vuoi prenderlo, quel benedetto autobus!
- Ma cara, non è per me un disturbo accompagnarla! Come si dice…. Sono di strada! -
Esasperata, Isabella cercò qualcosa di gentile da dire: non voleva essere maleducata, ma l’istinto le suggeriva di non accettare l’offerta di quel tipo. Non che ci fosse un motivo valido, a parte la certezza di fare una figuraccia con i colleghi: semplicemente, non le andava di salire in macchina con lui.
In quel momento si udirono passi frettolosi scendere le scale e una ben nota voce allegra che canticchiava.
- Crudelia De Mon, Crudelia De Mon, farebbe paura perfino a un leooooooon…! -
Salvatore!
Maledizione, e adesso? Si sarebbe arrabbiato nel vederla ancora lì e l’autobus era ormai perso. Che fare?
L’alta figura del suo capo apparve un attimo dopo e l’ambiente dell’ingresso parve riempirsi fin troppo, a causa della sua prorompente vitalità.
- Oh, Isabella, proprio te cercavo! – disse, a mo’ di saluto – Ci sono un sacco di cose di cui devo parlarti! Ah, Mr Cooper, non l’avevo vista! Buongiorno! -
Che non avesse visto Mr Cooper era assai improbabile, dato che era più alto di almeno una spanna, rifletté Isabella. Che diavolo stava combinando, pure lui? 
- Devo prendere l’autobus! – brontolò per l’ennesima volta.
- Ma miss, la prego, accetti un passaggio, arriveremo in un lampo. – insistette cortesemente Leslie Cooper.
- Ma quale autobus!? – proruppe nello stesso istante Salvatore – Tu vieni in macchina con me, dobbiamo parlare prima di arrivare in ditta, non posso farlo mentre quelle galline delle tue colleghe s’intromettono in continuazione! –
- Non sono galline! – protestò Isabella, indignata. Mr Cooper scoppiò a ridere, per ragioni note solo a lui.
Salvatore, da parte sua, lo incenerì con lo sguardo.
- Accompagno io la mia segretaria, grazie ancora Mr Cooper. –
Detto ciò, aprì risoluto il portone. Isabella decise che, considerate le alternative (andare a piedi, o salire sulla limousine di Cooper) tutto sommato era meglio andare con Salvatore: rivolse quindi un tenue sorriso allo sconcertato regista e sgusciò all’esterno prima che potesse succedere qualcos’altro.



- E così, il caro Mr Cooper voleva darti un passaggio, eh? -
Isabella sussultò. Erano ormai vicini all’azienda, Salvatore aveva appena esaurito l’argomento nuovi-clienti-importanti-voglio-le-pratiche-pronte-in-mattinata e di sicuro lei non si aspettava che parlasse d’altro.
- Non devi assolutamente fidarti di quel tipo. – continuò invece il suo capo – Non mi piace come ti guarda. -
Isabella arrossì di piacere, suo malgrado, come sempre succedeva quando Salvatore le dimostrava di tenere a lei.
- Allora non me lo sono immaginato… - commentò.
- Proprio no! – rispose lui, serio – Ma dico io, è sposato con una gnocca spaziale e guarda te! –
- Grazie, eh… - fece Isabella, improvvisamente mesta. Va bene, lei non era bella come Leslie Richardson, ma non era il caso di farglielo notare con tanta nonchalance.
Salvatore si voltò verso di lei, sorridendo:
- Oh dai, non volevo offenderti! Non fare quella faccia! -
- Io non sono offesa. –
- Sì, che lo sei. – Salvatore alzò una mano e le sfiorò appena la guancia – ma non ne hai alcun motivo. Sai che ti voglio bene. –
Per un lungo istante Isabella si perse negli occhi azzurri di lui, mentre il suo cuore esultava per la carezza appena ricevuta. All’improvviso però accadde qualcosa di molto strano e l’incanto si ruppe: le parole di Lindoro a proposito di Salvatore parvero rimbombare nell’abitacolo.

Ma non ti rendi conto che ti prende solo in giro? Tu gli fai comodo perché sei giovane, inesperta, ti accontenti delle briciole, così quando non ha niente di meglio per le mani ti fa le moine! E tu ti fai bastare qualche parolina dolce! Sei una stupida, se credi che un giorno ti amerà!

Isabella si scostò da Salvatore, inquieta.

Va’ via, Lindoro! pensò, irritata. Non hai alcun diritto di giudicarmi.

- Siamo arrivati, tesoro. – disse nel frattempo Salvatore. – Vai in ufficio e mi raccomando, le pratiche le voglio pronte in mattinata! -

Ma sentilo, come ti parla! E’ un gran coglione, non vedi?

Di nuovo Lindoro le parlava nella testa.
Isabella uscì dall’auto e si diresse risoluta verso la porta a vetri.
- Vattene, idiota. – disse a denti stretti – Ti odio. -
L’insulto non parve smontare il fantasma di Lindoro o quello che era.

Ah, mi odi? Brava Isabella, continua così. Ama quel demente di Salvatore che manco ti vuole, la prossima volta magari sali sulla limousine di Cooper, ma attenta che potrebbe anche succedere qualcosa, lì dentro… intanto però, odiami. Me lo merito proprio tanto, vero?

Smettila, stronzo!

No, non la smetto. Io ti amo, e se tu mi lasci andare sei una cretina colossale!



Quel dialogo immaginario durò tutta la mattina, mentre Isabella sbrigava diligentemente le famose pratiche. Lindoro continuò a scimmiottarla tutto il tempo, senza darle tregua, ironizzando sulla sua mania di far contento il capo e sull’inutilità dei suoi sforzi.
Il ciclo. si disse la ragazza, esasperata. E’ il ciclo a farmi questo scherzi.
All’ora di pranzo riapparve Salvatore, più allegro che mai.
- Brava Isabella! – esclamò – Sei stata favolosa, stamattina. Ti meriti un pranzo speciale, vista tutta la fatica che hai fatto a causa della mia fretta. -
La segretaria lo fissò senza capire: pranzo speciale?
- Dai vieni, - continuò Salvatore – ti porto in un posto molto carino. -
Cioè, la stava invitando a pranzo?!
- D’accordo, signor Della Mela, grazie infinite. – rispose, con un sorriso smagliante.
Quindi si rivolse a Lindoro, che li guardava piuttosto torvo.

Vuoi andartene sì o no? Lo vedi che a me ci tiene? Hai rotto le balle tutta la mattina, ora vedi di sparire prima di subito!

Stavolta le sue minacce funzionarono e mentre lasciava l’azienda in compagnia del suo capo, Isabella constatò con soddisfazione che la sua mente era sgombra e leggera come un palloncino.




Buongiorno a tutti e ben trovati!!
Spero che il nuovo capitolo via sia piaciuto. Non è proprio comico, lo so, è più... agrodolce. Del resto Isabella è un caso disperato... si sveglierà mai? Il Lindoro immaginario per ora non è sufficiente a scuoterla, vediamo cosa farà quello vero, prossimamente.
Ci rivediamo con il prossimo capitolo sicuramente prima di Natale! Fatemi sapere, intanto se la storia vi piace!
Un bacione a tutti e grazie a chi legge.

Nini


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Capitolo 8
*** L'irresistibile scioglievolezza dei cioccolatini ***


 
Okay, sono una pessima autrice, vi chiedo veramente scusa. Non era mia intenzione piantare in asso la scrittura così, mi è dispiaciuto moltissimo non farmi vedere sotto Natale come avevo promesso, ma purtroppo la mia "vita reale" ha avuto il sopravvento al punto che proprio non sono riuscita a dedicarmi anche a questo. Spero di farmi perdonare con questo capitolo e con il prossimo che - promesso! - arriverà presto! Buona lettura!


Capitolo VIII

L'irresistibile scioglievolezza dei cioccolatini "Lindoro"


Mentre Isabella terminava la sua difficile giornata di lavoro, Lindoro – quello vero – stava rincasando a sua volta, appesantito da due borse della spesa. Era stata l’ennesima giornata afosa di quel maggio che sembrava non finire mai e che lasciava presagire un giugno ancor più soffocante. Al lavoro nessuna novità interessante; da parte dei suoi, nemmeno. 
Prospettive di uscire la sera: zero. 
Prospettive di ricevere visite: meno di zero.
Prospettive di riuscire a tromb… 
… okay, abbiamo raggiunto lo zero assoluto, al di sotto del quale non può neppure esistere la materia…
Insomma, un grigiume davvero invidiabile!
Restavano solo loro, le borse della spesa. Loro perlomeno erano piene di cibi salutari e genuini quali: nutella, biscotti, wafer, biscotti al cioccolato, biscotti ripieni, dolcetti alla cannella, salame, prosciutto, formaggi, gnocchi ripieni e soprattutto birra a volontà.
Così equipaggiato, Lindoro rientrò dunque nel suo appartamento e con l’unica compagnia di un tetro e lugubre silenzio si apprestò a sistemare i suoi acquisti.
Fu solo per abitudine che ricordò di controllare la segreteria telefonica, non si aspettava alcun messaggio, non ne riceveva quasi mai. Di conseguenza, il suo sconcerto non conobbe limiti quando una voce melodiosa e sensuale, dall’inconfondibile accento americano, riempì piacevolmente l’ingresso, spazzando via in un baleno l’atmosfera funebre che vi regnava sovrana.
“ Buongiorno Mr Lindor, sono Leslie. Spero di non dis… disturbare. Ho chiamato perché mi piacerebbe molto se voi e il signor Salvatore potete… potete venire questa sera nel mio appartamento per un cocktail insieme? Ho bisogno di parlare con tutti due. Se non potete, per favore chiamatemi, oppure vi aspetto alle otto e trenta p.m. qui da me. Bye bye!”
Il messaggio era parecchio sgrammaticato, ma dopotutto Mrs Cooper era giunta da poco in Italia, pertanto il suo modo di esprimersi poteva considerarsi ottimo. Ad ogni modo, probabilmente Lindoro non avrebbe notato gli errori di grammatica e sintassi nemmeno se fosse stato un professore universitario o un critico letterario, e anche sentire il suo nome storpiato in "Lindor" difficilmente avrebbe potuto dargli fastidio.
Cioè, la Cooper – no, no, un momento, le cose vanno chiamate con il loro nome, “quella strafiga della Cooper” - voleva che lui e Salvatore la andassero a trovare? E voleva parlare a entrambi?
Cazzo… questa sì che era una figata!
Cosa volesse quella strana donna da lui, proprio non riusciva a immaginarlo, ma che importava? Almeno la giornata adesso aveva un senso! E avrebbe passato la serata fuori!
Lind, devi andare solo due piani più giù nel tuo stesso condominio, abbi pazienza, ma questo non si chiama “uscire”! E poi magari ti annoierai a morte, che ne sai di cosa vuole quella?
E chissenefrega se anche mi annoierò! Sono troppo curioso!
Lindoro prese a sistemare la spesa ad una velocità impressionante: doveva assolutamente fiondarsi a fare una doccia, erano le sette e lui puzzava di sudore in modo inaccettabile.
Ma stava già per infilare la porta del bagno, quando il trillo del campanello lo costrinse a fare dietrofront.
- Lindoro, hai ricevuto anche tu il messaggio di Mrs Cooper? – lo investì un Salvatore inequivocabilmente isterico, nel momento stesso in cui socchiuse la porta – Ci vieni? Eh? Allora ci vieni? –
Il giovane lasciò che il vicino irrompesse nel suo appartamento.
- Sì che ci vengo. – confermò – E tu? -
- Ovvio! – replicò Salvatore,  - Credo che voglia dirci qualcosa di importante. – dichiarò, assumendo nel contempo un’aria solenne che a dire il vero era anche piuttosto comica.
Lindoro alzò gli occhi al cielo:
- Certo,  - ironizzò - e sai anche di cosa si tratti? -
- Macché! Come faccio a saperlo? La mia era solo un’ipotesi. Comunque lo scopriremo presto, no? Ora scappo, ho un sacco di faccende da sbrigare… - 
Sì, come no, devi metterti il gel…
- … anzi, credo che arriverò in ritardo di qualche minuto. -
Lindoro lo guardò in tralice: 
- Perché? – chiese.
- Fatti miei, ma tu arriva puntuale, mi raccomando. -
Salvatore afferrò la maniglia della porta:
- Ah, - aggiunse prima di uscire – Fatti una doccia… non è che profumi di fiori! -
E dopo questo prezioso consiglio, se ne andò, non mancando però di far riecheggiare la propria voce sul pianerottolo.
“Sono un pirata e un signoreeeeee…”



Alle 20:30 precise, Lindoro premette con discrezione il campanello dell’appartamento di destra, al pian terreno. Da quello di sinistra proveniva una musica che riconobbe come la sigla di “Un posto al sole”: evidentemente la signora Maria considerava quella telenovela abbastanza casta da poter essere seguita anche da lei.
Leslie Richardson, sposata Cooper aprì immediatamente la porta, accogliendolo con un sorriso luminoso.
- Oh signor Lindor, che piacere! Prego, benvenuto! -
Era bellissima come sempre, constatò Lindoro e si sentì a disagio nel rendersi conto di essere lì, a mani vuote. La seguì cautamente attraverso l’ingresso e sorrise appena quando lei lo fece accomodare in salotto, chiedendosi nel contempo che cavolo avrebbe potuto dirle di intelligente.
Era vestita da casa, o almeno così pareva, anche se Lindoro non aveva mai visto una tenuta da casa più complicata di quella: una vaporosa tuta di seta leggera dall’aria tutt’altro che comoda e piena di nastrini e volant ovunque.
Inaspettatamente provò una fitta di nostalgia al ricordo delle tute attillate, ma morbide e semplici che usava Isabella quando voleva rilassarsi.
Evidentemente Leslie era a suo agio così…. Beata lei!
- Il signor Salvatore viene? – chiese la splendida attrice, sedendosi su una poltroncina proprio davanti a Lindoro. Il salotto, per la verità era fin troppo pieno di poltrone, pouf e divanetti. Sembrava una sala da thè.
- Mi ha detto che sarebbe arrivato un po’ in ritardo. – rispose Lindoro. Accidenti a Salvatore! Ma perché doveva arrivare in ritardo a un incontro del genere, lasciandolo da solo con una donna che, francamente, lo terrorizzava? Lindoro lo maledisse ancora una volta. 
Fortunatamente, il signor Della Mela arrivò pochi istanti dopo, proprio mentre Leslie preparava i cocktail.
- Buonasera, mia cara Leslie! – salutò, allegro e gioviale, come sempre – Ah, ciao Lindoro, eccoti qua… signora, mi permetta di darle questi! -
Come non detto, Salvatore NON avrebbe dovuto venire, né allora, né mai!
Lindoro lo guardò con astio crescente, mentre consegnava un mazzo di fiori a Leslie e le faceva perfino il baciamano.
Maledetto stronzo. Mica gliel’aveva detto che sarebbe andato in fioreria. E mica gliel’aveva detto che si sarebbe presentato in giacca e cravatta (e gel nei capelli).
Potevano comprarli insieme, i fiori e magari anche una bottiglia di prosecco e lui, Lindoro, avrebbe anche convinto Salvatore a vestirsi in modo più informale, vista la situazione.
Invece il caro imprenditore aveva dovuto far tutto da solo. Adesso sì che era chiara la ragione del ritardo: aveva lasciato che Lindoro arrivasse in tutto il suo anonimato, per poi fare un ingresso trionfale e apparire come l’uomo di mondo, il latin lover della situazione eccetera.
Ma a che scopo, poi?
Un giorno di questi le prendi… forse anche prima.
- Ah, che bello avervi qui! – cinguettò Leslie, apprestandosi a preparare un terzo bicchiere, per Salvatore – Mio marito è sul set, deve girare una scena di notte, senza di me. Così posso riposare. -
- Come vanno le riprese? – chiese Salvatore.
- Oh, non molto bene. – Leslie posò i tre bicchieri su un piccolo vassoio che portò sul tavolino di vetro adagiato tra divani e poltrone – Proprio ieri, - continuò, sedendosi – una delle nostre comparse ha avuto un incidente e non potrà girare la sua scena. –
- Oh! – fece ancora Salvatore – Che peccato! Dovrete tagliarla, quindi? –
- Non possiamo, è una scena importante. –
- Darete la parte a qualcun altro? – ipotizzò Lindoro, tanto per dire qualcosa.
Leslie sospirò: - So che è strano, ma le altre comparse sono già impegnate e non troviamo nessuno adatto a quella parte, che è piccola, ma fondamentale. – La signora spostò lo sguardo da Lindoro a Salvatore – Proprio per questo vi ho chiamati. Io e mio marito ci chiedevamo se vi piacerebbe fare un provino con noi. –
Silenzio.
Okay, ho capito male, pensò Lindoro. Non può aver detto quello che credo che abbia detto.
Salvatore fu il primo a riprendere conoscenza.
- Un provino? – azzardò.
- Sì, un provino. Mio marito pensa che uno di voi potrebbe essere adatto. –
Questa poi! Lindoro dovette trattenersi per non scoppiare a ridere di gusto.
- Ma signora,  - cominciò – ci sono tanti attori in giro per l’Italia che sarebbero felici di fare la comparsa nel vostro film… non parliamo degli allievi delle accademie di arte drammatica. Perché noi? Io non so recitare, non so ballare, non so cantare… -
- Signor Lindor, sappiamo che ci sono tanti attori, ma andarli a cercare ci obbliga a fare tanta pubblicità e rischiamo di perdere tanto tempo. Le riprese devono finire entro un mese. –
- Così presto? –
- Sì. La produzione ha dei tempi molto… stretti. Per questo abbiamo pensato di chiedere a voi. Naturalmente possiamo pagarvi e vi pagheremo di più proprio perché vi abbiamo chiamato così all’improvviso. –
Lindoro scosse la testa, sempre più divertito: non poteva credere alle sue orecchie.
- Grazie del pensiero, signora, ma non credo mi interessi fare un provino. E poi perdete solo del tempo, io per certe cose sono negato! E… beh… credo che anche Salvatore abbia altro a cui pensare… Giusto? – Lindoro cercò lo sguardo del suo vicino in cerca di una conferma.
Ma Salvatore stava fissando un punto imprecisato della parete e sembrava trasognato.
- Che parte è? – chiese all’improvviso.
Lindoro lo guardò stupefatto. Leslie invece sì illuminò.
- Oh, signor Salvatore è una parte eroica! Sono sicura che vi piacerebbe! -
- E davvero posso fare il provino? Io non ho esperienza, l’ultima volta che ho fatto teatro è stato alle scuole medie, ma mi hanno sempre detto che avrei un certo talento per la recitazione… non assicuro di esserne capace, però ammetto che mi piacerebbe! –
Vi prego, uccidetemi! pensò Lindoro, sconvolto. Non sta succedendo veramente!
- Oh, signor Salvatore! – esclamò Leslie correndo ad abbracciare il Della Mela – Che bello! Domani vi darò il copione così potrete studiare bene e vi spiego tutto! -
- Ottimo! – Salvatore si alzò in preda all’euforia e ricambiò l’abbraccio di Leslie, con tanta foga da sollevarla da terra. – Grazie, mia carissima Leslie! -
Lindoro li osservò scocciato.
- Ma il signor Lindor, - disse all’improvviso l’attrice, voltandosi proprio verso di lui, come se si fosse ricordata all’improvviso della sua presenza – Proprio non vuole provare…? -
Lindoro ricambiò il suo sguardo, MOLTO scocciato.
- Proprio no, ma grazie lo stesso. - borbottò.
- Oh, ma che peccato… -
- Lo lasci perdere! – bisbigliò Salvatore – E’ uno scorbutico! –
- Taci tu! -
- Secondo me non lo è! – disse Leslie, allegra, avvicinandosi – Io lo trovo… dolce. Proprio come i cioccolatini col suo nome! –
Eh? Quali cioccolatini?
Oddio, no…

- Ah, ma lei intende i cioccolatini Lindor! – esclamò Salvatore con il tono di chi ha appena scoperto uno dei più profondi misteri del’Universo.
- Sì, sì, proprio quelli! –
Oh, ma porc…
Lindoro si sforzò di sorridere: 
- No, Leslie, mi scusi, io mi chiamo Lindoro. Lin – do- ro, con la “o” finale e non c’entro niente con i cioccolatini. -
- No, no, Lindor! Proprio dolce uguale! – insistette lei. Salvatore nel frattempo si sbellicava dalle risate.
A quel punto, Lindoro decise che era arrivato il momento di andarsene. Posò delicatamente il suo bicchiere e si alzò, spiegando che aveva un impegno fissato intorno alle 22:00 e che doveva prepararsi (e nella sua testa sfilavano immagini improbabili di lui che ballava con Isabella in un qualche locale dalle luci soffuse).
Leslie lo salutò con molta affabilità, assicurandogli che se avesse cambiato idea riguardo al provino avrebbe potuto avvisarla l’indomani.
Con grande sorpresa di Lindoro, anche Salvatore si accommiatò dall’attrice, profondendosi in inchini e ringraziamenti e accordandosi con lei per un incontro “di lavoro” il giorno seguente.
Ci vollero dieci minuti buoni prima che il cerimoniale dei saluti terminasse. Infine, Lindoro e Salvatore si ritrovarono soli, nel buio ingresso.
Lindoro accese la luce e iniziò con decisione a salire le scale, augurandosi che l’altro restasse in silenzio, ma ovviamente era una vana speranza.
Salvatore infatti chiacchierava come una trottola:
- Ma ci pensi, un provino!!! Un provino per una parte in un film! Perché hai detto di no, Trilletto? Potevi provarci anche tu! -
- A me non interessano queste cose. – replicò pacatamente Lindoro.
- Oh dai, sarebbe stato divertente vederti all’opera, cioccolatino! –
Lindoro si voltò.
- Salvatore, non è proprio serata. Non ti ci mettere pure tu. -
Salvatore scoppiò a ridere e lo superò su per le scale.
- Ah, l’irresistibile scioglievolezza dei cioccolatini Lindor! Ti sei perso un’occasione d’oro, cioccolatino mio! -
- Piantala. –
- Sennò che mi fai? -
Ti picchio.
- Secondo me dovresti dirlo a Isabella! – continuò Salvatore in tono giocoso, raggiungendo il pianerottolo – Penso che lei ti troverebbe di sicuro dolce come un cioccolatino… -
Strano a dirsi, ma Lindoro non aveva mai compreso fino in fondo cosa significasse l'espressione vedere rosso.
Fino a quel momento.
Era stufo, cazzo. Stufo marcio di passare sempre per lo sfigato di turno, stufo delle prese per il culo di Salvatore, stufo di Isabella che non lo voleva, stufo di tutto il casino che stava capitando da quando quei due americani ambigui avevano fatto la loro comparsa, stufo della vita tristissima che gli toccava fare.
Il suo pugno scattò prima ancora che se ne rendesse conto. Dritto alla mascella di Salvatore.
Il signor Della Mela certo non si aspettava un gesto tanto drammatico e fu con immensa soddisfazione che Lindoro lo vide annaspare e cadere a terra con un tonfo. Il colpo non era stato tanto forte da fargli veramente male, ma certo doveva averlo sconcertato parecchio perché non osò muoversi. Si limitò a sgranare gli occhioni celesti e a squadrare il suo vicino di casa come se non l’avesse mai visto in vita sua.
- Ti sarei grato,  - disse Lindoro, misurando le parole e scandendole per bene – se d’ora in avanti mi trattassi con un briciolo di rispetto, perché delle tue battutine idiote e delle tue frecciate io mi sono rotto i coglioni. Chiaro? -
Salvatore non rispose. Continuò a fissarlo, assolutamente sconvolto, senza neppure osare rialzarsi.
- Che è successo qui? -
Una voce femminile li fece sussultare entrambi. Isabella li osservava perplessa, avvolta in una vestaglia bianca. Aveva i capelli bagnati.
Lindoro non rispose subito. C’erano un sacco di cose che avrebbe voluto dirle: quanto gli mancasse, quanto fosse idiota Salvatore, quanto schifo facesse la vita senza di lei… ma non disse niente del genere.
Tutto quello che uscì dalle sue labbra fu:
- Sai, Isabella, io non sono poi così dolce come i cioccolatini Lindor! -
Quindi rientrò nel suo appartamento, senza più degnare di un’occhiata né lei, né Salvatore.
 




Oplà!
Che dirvi, spero di essermi fatta perdonare almeno un po'! Grazie a chi ha letto la storia fin qui, spero che nonostante il ritardo mi lascerete i vostri pareri. So che fate tutti il tifo per Lindoro e io personalmente sono molto contenta del pugno che ha tirato a Salvatore... tranquilli, non gli ha fatto niente, ma almeno questo lo terrà buono per un po'... forse!!!
E Isabella? E' confusa più che mai, poverina...
Nel prossimo capitolo ritroveremo invece anche un altro personaggio: Bianca! Quanto a Leslie, lei e il marito nascondono ancora molte sorprese. Ovviamente il fatto che in questo capitolo la signora abbia parlato in modo un po' sgrammaticato e che abbia dato del "voi" ai due vicini (non le è ancora chiara la forma di cortesia in italiano...) è una scelta voluta.
Alla prossima allora, un bacione!
Nini


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