Klarolineistheway

di Sellyistheway
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Heart ***
Capitolo 3: *** Bad ***
Capitolo 4: *** next to me ***



Capitolo 1
*** Heart ***


Quella mattina Caroline si svegliò presto, aveva passato la notte a girarsi e rigirarsi nel letto. Un’intera notte passata a pensare al suo comportamento. Aveva fatto la cosa giusta dicendo quelle parole a Klaus? Certo che l’aveva fatto.  Ma allora perché non era riuscita a prender sonno e aveva un terribile mal di stomaco?    I vampiri potevano avere mal di stomaco? Rimase perplessa dei suoi stessi pensieri e si alzò dal letto. Doveva parlargli. Forse così quell’orribile sensazione alla bocca dello stomaco sarebbe andata via, almeno così sperava.
Si preparò velocemente, mise dei vestiti semplici. Non voleva dar l’impressiona che le importasse com’era vestita davanti a Klaus. Le importava veramente?
Con mille dubbi nella testa e le mani tremanti si avviò verso casa sua, arrivò sulle scale ma si fermò. Una strana sensazione le bloccò il braccio destro con cui stava per premere il campanello.
-Andiamo coscienza, ti pare il momento di farti viva? Che diamine di tempismo hai?-
Pronunciò ad alta voce. Intanto dall’interno della casa, Klaus si era già accorto del suo arrivo, anche lui aveva passato la notte insonne sul divano a disegnare sempre e costantemente lineamenti femminili che assomigliavano a Caroline. Si alzò dal divano e andò vicino alla porta. –Sai, qualcuno penserebbe che hai un qualche disturbo mentale. Stare davanti alla porta di casa altrui senza far nulla non è un buon segno.- Sorrise delle sue parole ma era contento che lei fosse venuta.
-Tranquillo non dovrai fai alcun ordine restrittivo nei miei confronti, non ho la minima intenzione di diventare la tua stalker.- Rise, era stranamente contenta di sentire la sua voce e che fosse a casa. –Allora, mi apri o continuiamo a parlare così che fa tanto Romeo e Giulietta negli anni cinquanta?-
Lui sorrise, ma lei non poté vederlo. –Lo sai che il tuo paragone non ha il minimo senso?-
Lei si morse il labbro inferiore. –Oppure sei tu a non vederci alcun senso?-
Caroline mise la mano sul pomello della porta e nello stesso momento lo fece anche Klaus. Aprirono insieme la porta solo che Caroline era meno forte, fisicamente, di Klaus e nell’aprire la porta inciampò sul piccolo serbino e si appoggiò su Klaus per evitar di cadere. I due si trovarono faccia a faccia. Caroline si scostò lievemente e sorrise dirigendosi al piccolo tavolino dove aveva intravisto degli alcolici.
-No, non è uno scherzo. Sono una vampira solo che la mia umanità ama comparire nei momenti più giusti.- Affermò Caroline mentre si versava da bere, iniziare una conversazione con Klaus senza bere non era il migliore dei segni.
Lui chiuse la porta e si avvicinò al divano. Notò di aver lasciato il suo blocco per i disegni  lì vicino. Si precipitò accanto a lei per nasconderlo ma la ragazza s’accorse  del movimento. Lui cercò di fai finta di nulla. Sorrise.
-Cosa nascondi lì?-
-Nulla, posso versarti da bere?-
-Sì. E puoi anche dirmi cosa nascondi?-
-Oh mia cara, io nascondo troppe cose-
-Andiamo!- Si avvicinò a lui.
-Caroline, non attacca con me-
Si avvicinò di più e tentò un approccio amichevole. –Sì Klaus, con te non attacca. HA HA- Tentò di prendere il blocco varie volte ma Klaus era più veloce di lei, prevedeva le sue mosse e riusciva a scansarsi.
-Andiamo, ci sono scritti i tuoi malvagi piani per la distruzione di massa?-
Lui sorrise.  –No tesoro, c’è molto di più-
Ancora più incuriosita tentò un’ultima volta. Si avvicinò velocemente a lui, gli mise le mani intorno al collo, poi fra i capelli.
–Non sei l’unico che ottiene sempre ciò che vuole-
Lo guardò fisso negli occhi, poi le labbra. Si avvicinò lentamente ad esse. Klaus abbassò lievemente la guardia e in quella frazione di secondo, Caroline riuscì a sgusciare dietro di lui e a prendergli il blocco.
Esultò.  –Evvai!-
Sfogliò velocemente le prime pagine e notò i visi delle donne. Si rese conto che le assomigliavano molto. Anzi, capì che quelle donne raffiguravano lei. Si avvicinò col blocco in mano a lui che si era momentaneamente assopito nei suoi pensieri e la stava fissando con uno sguardo perso e malinconico.
-E poi sarei io la stalker-
Nel continuare a sfogliare il blocco sorrise, non lo trovava un gesto di cattivo gusto. Pensava che fosse una cosa molto dolce da parte sua.
Klaus sorrise amaramente.
-Sì, forse quel blocco potrebbe mettermi nei guai se finisse nelle mani sbagliate-
-Tipo le mie?-
-In un certo senso, un po’ contorto, speravo che lo trovassi-
Caroline rimase colpita, ancora una volta sentiva quella stranissima sensazione alla bocca dello stomaco.
-C’è ancora la possibilità di avere quel drink? Ne ho bisogno.-
Klaus sorrise, sapeva di aver provocato qualcosa nella ragazza. Le versò quel drink, ne versò uno per sé e glielo porse.
Si sedettero insieme sul divano, entrambi concentrati sul proprio bicchiere.
Una lunghissima pausa imbarazzante, qualche sguardo incrociato. Poi qualcuno smorzò quell’attesa snervante : Klaus, che scoppiò a ridere.
-Sei venuta per approfittarti della mia riserva alcolica? Non è molto carino-
-Oh andiamo! Non mi approfitto così delle persone così-
-E allora perché sei qui?-
-Perché vorrei parlarti. Boh forse ho fatto male a venire- Si alzò dal divano ma Klaus la fermò sfiorandole le dita.
-Rimani, ti sto ascoltando. Voglio ascoltarti. Voglio che mi parli.-
Caroline rimase colpita da quelle parole. Era il vero Klaus quello davanti a lei? O la mancanza di sonno gli aveva dato alla testa?  Si sedette accanto a lui.
-Ho bisogno di chiederti perché hai scelto me. Perché mi riempi di regali e perché ti comporti come un comune essere umano. Ho bisogni di sapere. Non posso comportarmi come se niente fosse, come se fosse tutto normale come se non si trattasse di te.-
L’ibrido s’irrigidì sentendo le sue parole. Si sentì ferito.
-E’ così difficile che provi qualcosa per te? Che provi una certa simpatia? I regali? Caroline sono regali! Pensavo ti avrebbero fatto piacere, non volevo comprarti. Io ti voglio conquistare. E’ così assurdo da credere?-
Si alzò in piedi e scaraventò il bicchiere contro la parete, urlò-
-Perché voi donne dovete complicare tutto? E’ una cosa così semplice perché la devi trasformare in qualcosa di contorto? Caroline tu mi piaci. Sto cercando di farti piacere me.-
Klaus rimase intontito dalle sue parole. Si era davvero aperto con una ‘sconosciuta’? Le aveva confessato tutto, si era scoperto davanti a lei.
Caroline rimase allibita davanti al suo comportamento. Klaus aveva sbottato per colpa sua. Ma era davvero colpa sua? Basta, era stanca di sentirsi in colpa, di tenersi tutto dentro, di mettere gli altri prima di lei, di essere accusata. Si alzò dal divano e gli andò davanti, con furia.
-Io ti piaccio? E tu dovresti piacere a me?  Con che coraggio mi dici queste parole? Con che faccia ti permetti di provare certe cose? Dopo tutto il male che hai seminato, il sangue che hai sparso sulla via delle persone a cui tenevo di più, dove lo trovi tutto questo fegato? Ti piace sentirti potente perché te la prendi sempre con i più deboli, beh Klaus mi dispiace d’averti dato questa impressione assolutamente sbagliata ma sono forte. Lo sono diventata a causa tua, tua e di tutto quello che ti gira intorno. Tutto ciò che ti sta vicino muore e osi anche lamentarti della tua solitudine? Beh mio caro, le lacrime di coccodrillo non hanno salvato mai nessuno, non salveranno di certo te.-
Caroline sentì una profonda rabbia nascerle dentro. Non era neanche ‘contenta’ di averlo ferito, sapeva che le sue parole non sarebbero bastate, no avrebbero mai eguagliato il dolore che aveva provato.
Dagli occhi dell’ibrido scese una lacrima carica di dolore, lentamente rigò la sua guancia. Ma Caroline non la poté vedere perché Klaus si girò in tempo, dopo quelle parole non poteva guardarla in faccia, non ora.
-Forse è meglio che tu vada.-
Caroline si girò di scatto e sentì qualcosa rompersi, un rumore appena percettibile ma che grazie al suo udito riuscì a captare. Si fermò un istante sul ciglio della porta e poi andò via.

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Capitolo 3
*** Bad ***


Passarono cinque giorni. Cinque lunghissimi giorni prima che Klaus si decidesse a fare il primo passo. Uno dei tanti che stranamente era disposto a fare per conquistarla. Decise di farle recapitare dei regali,ma ripensando  al loro ultimo discorso,si pentì subito. Gli venne un lampo di genio : forse non erano i regali il vero problema, il fatto era che a portarli non era lui,ma altri. Si convinse pienamente della sua teoria, prese il telefono ed ordinò una dozzina di rose rosse, blu e bianche. Era incerto sul suo colore preferito,abbondando non avrebbe sbagliato. Sorrise fra sé e cominciò i preparativi. Si stava affacciando ad una nuova esperienza, con timore ma  voleva riprovare dei vecchi brividi, desiderava che qualcosa gli si muovesse dentro. Era disposto a tutto. Prese il telefono cominciò i preparativi per la sua entrata in scena.
Intanto a casa Forbes, Caroline si era appena alzata. Oggi non sarebbe andata a scuola, ripensava ancora alla discussione avuta con Klaus. Non sapeva come sentirsi, cosa provare realmente. Per almeno un giorno, uno soltanto avrebbe voluto non sentire nulla, che la sua natura prendesse il sopravvento e spegnesse quel dannato interruttore. Scese giù in cucina cercando qualcosa che la potesse distrarre, sarebbe stato costruttivo anche giocare con i coltelli quella mattina. Fissò i vari arnesi che la tappezzavano, sorrise con un po’ d’amarezza pensando che fondamentalmente non avrebbe mai avuto dei problemi ‘normali’. Del tipo : che cucinerò per il pranzo? Per la cena?
Suonò il campanello.
Caroline ne rimase sorpresa. Chi poteva essere a quest’ora? Andò ad aprire e s’immobilizzò. Che diavolo ci faceva lui qui?
-Sei davvero un bell’inizio di giornata. Che diavolo vuoi Kol?
Lui sfoderò uno dei suoi sorrisi che avrebbero incantato chiunque ma non lei. Lei che se avesse potuto, in qualche modo l’avrebbe dissanguato sul suo piccolo portico. Kol fece finta di esser colpito al cuore mettendo il broncio.
-Sai davvero come toccare le note del mio cuore piccola bionda. Non vuoi neanche invitarmi ad entrare? E’ da maleducati parlare attraverso una porta di vetro, non è un comportamento consono ad un bel faccino come il tuo.-
Si stizzì alle sue parole. Che diamine voleva da lei? Non s’erano mai incontrati, visti, parlati. Non si stupì che lui sapesse dove abitava, solo che non riusciva a comprendere i motivi della sua presenza e questo la incuriosì, le fece provare timore.
-Non ti aprirò la porta per ovvi motivi ma non sono una persona maleducata. Uscirò io.-
Uscì di casa cercando di non fargli percepire la sua paura, avrebbe preferito rimanere in casa ma era il fratello di Klaus e sapeva come comportarsi. Maledetti Originali, non si fermavano davanti a niente. Gli andò davanti con le braccia conserte.
-Spiegami perché sei qui e cosa vuoi da me-
-Uuh, arriviamo subito al sodo in modo aggressivo. Mi piace il tuo modo di fare-
Kol si morse le labbra e la squadrò dalla testa ai piedi. Era attratto dalla giovane vampira. Come non esserlo? Aveva tutte le carte in regola : bella, affascinante, intelligente e maturava giorno per giorno. Ma cosa più importante era single.
Caroline era sempre più scocciata dal suo comportamento.
-Lo sai che il bello e dannato non è più di moda? Scade sempre di più nel ridicolo questo tuo modo di fare, mi domando quando te ne renderai conto.
Kol sorrise e l’attimo dopo si fece serio.
-Dovresti impegnare la tua lingua in altri campi, usarla solo per parlare è uno spreco tesoro-
Si avvicinò a lei salendo lo scalino e costringendola ad appoggiare la schiena sulla porta.
-E tu dovresti starmi un po’ più lontano, il tuo profumo irrita i miei sensi-
Cercò d’allontanarlo ma lui premeva col corpo sul suo.
-Oh andiamo, non dire che ti sto mettendo in imbarazzo. Per così poco?-
Kol prese una ciocca bionda e se l’attorcigliò sull’indice.
-No, vorrei solo che il tuo ‘profumo’ non si trasferisse sui miei vestiti, valgono più di quell’assurda acqua di colonia che ti ostini a mettere. Non ti rende più appetibile sessualmente Kol, te l’ha mai detto qualcuno?-
Con uno scatto repentino riuscì a scrollarselo di dosso e proprio quando stava per rientrare lui le prese il polso e la bloccò.
-Non pensare che sia così facile fuggire da me-
Le strinse il polso con più forza, sorridendo.
-Kol mollami, non è più divertente. Mi stai facendo male.
Caroline sentì il suo polso che pian piano si sgretolava nella mano di Kol. Non riuscì a muoversi, cercò di non andare nel panico. Pensò a come si sarebbe potuta liberare da quella presa che le stava provocando dolore.
Una sagoma familiare con qualcosa in mano si presentò sul portico. Caroline provò davvero paura in quegli istanti. Era un uomo. Anzi no, si muoveva velocemente, era un vampiro. La sagoma buttò ciò che aveva in mano sul vialetto. Caroline sgranò gli occhi, quelli erano fiori e la sagoma era Klaus.
Klaus si presentò alle spalle del fratello e gli bloccò le braccia dietro la schiena. Gliele ruppe.
-Caroline, perdona l’insolenza del mio piccolo fratellino. L’eleganza e l’educazione sono fuori dal suo patrimonio genetico.-
Caroline rimase lì ad occhi aperti, un po’ meno spaventata e senza parole.
Kol digrignava i denti cercando di dimenarsi dalla presa del fratello.
Klaus gli ruppe anche le gambe.
-Buono fratellino,  siamo davanti ad una signorina. Non farmi essere scortese.-
Si caricò il fratello sulle spalle e si voltò verso Caroline.
-Ero venuto qui per fare altro, si vede che oggi non era destinato che c’incontrassimo in modo pacifico.-
Uno sorriso triste si stampò sulle labbra dell’ibrido mentre s’allontanava. Caroline ancora una volta sconvolta si avvicinò al vialetto per raccogliere i fiori. Rose rosse, blu e bianche. Proprio i suoi tre colori preferiti. Le annusò e a suo modo sorrise.

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Capitolo 4
*** next to me ***


Klaus tornò immediatamente a casa col fratello sulle spalle, lo gettò sulla poltrona e andò a versarsi da bere. Era visibilmente scosso.
Intanto Kol si stava ricomponendo le ossa, rumori assordanti riempivano il vuoto di quella stanza.
I due fratelli si stavano osservando con aria di sfida, Kol si alzò dalla poltrona togliendosi la polvere dal suo preziosissimo giubbotto di pelle. Tirò un sorriso mentre dentro di sé cresceva il desiderio di rivalsa.
-Noto con piacere che finalmente ti sei interessato a qualcuno.
Kol rimase sul posto, senza muovere un passo verso il fratello. La potenza di Klaus era rinomata, in caso di scontro doveva essere in grado di anticiparne le mosse.
-E come sempre, ciò che interessa a me magicamente interessa anche a te, non è vero fratellino?
Klaus bevve in un sol sorso il liquido alcolico contenuto nel bicchiere e lo posò sul tavolino. Scrutò la figura davanti a sé sorridendo, percepiva il nervosismo di Kol, anche se sapeva celarlo molto bene.
-Tranquillo, puoi rilassarti. Non ho alcuna intenzione di fare a botte con te per una donna, solo ti consiglio di trovarti un nuovo interesse. Le liti fra fratelli non mi sono mai piaciute.
-Ci dev’essere un malinteso, io non voglio strapparti il cuore dal petto per causa di una bionda qualsiasi. Troppi ed antichi dissapori ci uniscono per essere accantonati così banalmente, io voglio vederti soffrire per principio.
Kol sfoderò i canini e si scaraventò sul fratello, lo prese per la giacca lanciandolo sul mobiletto degli alcolici che si ruppe sparpagliando pezzi di vetro e legno per tutta la stanza. Klaus si rialzò fiondandosi su Kol, con furia lo prese per il collo quasi distruggendo una parete mentre si divertiva nel farlo soffrire. Infilò con prepotenza una mano nel suo petto, sentendo i flebili battiti cardiaci.
-Mh, direi che sia io il più vicino ad esaudire il tuo desiderio. Peccato che non sarà il mio cuore ad essere separato dal corpo. Fratellino, è assurdo che sia io a dirtelo ma, cerca di calmare i bollenti spiriti. Pensavo che questa fase adolescenziale  l’avessimo già passata.
Kol digrignò i denti per la rabbia che provava nei confronti del fratello, colui che mentre gli sorrideva in modo beffardo, con le dita andava a sfiorargli il cuore temendo il peggio.
-Sai, anche se ammiro la tua irruenza e il tuo carattere impulsivo hai ancora tanto da imparare e io sono infastidito da questo tuo comportamento. Non sei più divertente.
Tirò fuori la mano dalla sua cassa toracica e gli ruppe il collo, non poteva più sopportare quei comportamenti infantili. Ordinò ai suoi ibridi di trasportalo nella sua stanza e di tenerlo d’occhio, non voleva altri intralci per staserà.
Già, stasera era la grande sera. A casa Mikaelson si sarebbe tenuto un ballo.
Aveva invitato Caroline, ma chissà se sarebbe venuta. Dopo i recenti avvenimenti aveva dei seri dubbi, ma in cuor suo sperava che venisse. Almeno avrebbe potuto parlarle, dirle come stavano le cose.
A casa Forbes, Caroline era stesa sul letto, fissava un po’ il soffitto un po’ quel vaso stracolmo di rose.
Ma che diamine di significato avevano?
Certo, aveva googlato il significato dei fiori ma sapeva che Klaus era molto più che superficiale.
Doveva dare un senso a quel gesto, ma soprattutto temeva di conoscere il significato delle attenzioni di Kol.
Non aveva il tempo di star dietro ad un solo Originale, figuratevi due. No, non poteva permetterselo.
Scese dal letto e qualcuno suonò al campanello. S’irrigidì immediatamente, sua madre era a lavoro e lei era solo in casa. Chi poteva essere? Preoccupata e allo stesso tempo incuriosita scese di fretta le scale e si precipitò giù. Non intravide nessuno, si avvicinò alla porta e l’aprì. Si trovò davanti un pacco enorme, bianco con alcuni ricami disegnati sopra e un fiocco in tinta ad un lato. Prese il pacco e lo portò dentro, aveva un piacevole presentimento.
Salì le scale per portarlo in camera e notò che sotto il fiocco c’era un biglietto. Posò l’enorme scatola sul letto focalizzando la sua attenzione sul pezzetto di carta. Era da parte di Klaus, tutto era un regalo per lei. Ma soprattutto, era stata invitata ad un ballo e ci sarebbe stato lui ad aspettarla. Rilesse il biglietto, girandoselo fra le dita più volte. Notò che in piccolo c’era scritto ‘spero che verrai, permettimi di spiegarti tutto’. Sconvolta si sedette sul letto, il suo naturale istinto di donna fremeva nel veder il contenuto della scatola, ma doveva darsi un contegno, infondo era sempre un regalo di Klaus. Lo aprì delicatamente, facendo attenzione scoprì che conteneva un vestito, un meraviglioso vestito blu. Lo prese e se lo poggiò addosso, ondeggiando a destra e a sinistra fissandosi nello specchio. Per una frazione di secondo pensò a lei e Klaus ballare, un po’ come la Bella e la Bestia, proprio su quelle note. Venne folgorata da un profondo senso di colpa, brividi intensi le camminarono lungo la schiena. Gettò il vestito sul letto e si mise la testa fra le mani, preoccupazione e ansia le fecero mordere il labbro inferiore. Poi, come se nulla fosse si calmò. Pensò che non era un delitto aver avuto un attimo di debolezza nei confronti dell’Ibrido, che era tutta colpa del vestito, l’aveva stregata. Mille pensieri le frullavano nella testa, ma nessuno di questi aveva molta importanza davanti a quella meraviglia della sartoria. Aveva deciso, sarebbe andata a quel ballo, un così bel vestito non poteva andare sprecato. Le importava poco e niente di Klaus e di Kol, sarebbe andata lì per svagarsi, divertirsi e se Klaus non l’avesse infastidita troppo, perché no, avrebbe anche ascoltato le sue ragioni. Se non altro, glielo doveva, almeno in parte.
Senza ripensamenti andò a prepararsi.
Calò la sera e Caroline si stava ancora preparando, indaffarata e sommersa da mille prodotti stava ritoccando la sua acconciatura, delle trecce raccolte da un lato che ricadevano sul petto. Ultimo sguardo allo specchio e scese, infilandosi i lunghi quanti in tinta col vestito. Ad aspettarla c’era uno degli ibridi di Klaus, l’accompagnò alla macchina in silenzio, come del resto tutto il viaggio fino a destinazione. Scese e fece giusto in tempo a specchiarsi nel finestrino della macchina prima che ripartisse. Si voltò serenamente verso la maestosa entrata di casa Mikaelson.  Pochi passi e una figura familiare le apparve davanti : Kol. Ben vestito ed agghindato faceva anche lui la sua figura. Si slanciò dal muretto dov’era appoggiato e andò verso di lei con passo deciso.
- E’ un piacere di rivederti biondina, a quanto pare mio fratello non ha solo buon gusto nel scegliere le donne, anche in vestiti.
Percorse con l’indice il vestito di Caroline facendole corrucciare la bocca.
Si scostò da lui rivolgendogli un sorriso, poi proseguì verso l’entrata.
Un fiume di voci la inondò, notò che erano presenti alcuni degli esponenti delle famiglie fondatrici di Mystic Falls, suoi amici e conoscenti. Si addentrò nella grande sala, un cameriere le porse un bicchiere e lei lo prese bevendolo immediatamente.
Era tesa, l’incontro con Kol l’aveva infastidita, aveva cominciato a dubitare della sua decisione, forse sarebbe dovuta rimaner a casa a studiare o semplicemente a strappare i petali di quelle rose.
Ad interrompere questo flusso di pensieri negativi fu una mano che si poggiò sul sui fianco cingendole la vita.
-Tesoro, si vede che stai pensando troppo, non corrugare la fronte. Ovvio che le rughe non saranno mai un problema per te ma neanche l’ombra di queste si addice al tuo viso.
Alzò gli occhi e lo vide, Klaus elegante e classico nella sua figura vestita in modo consono alla serata. Gli rivolse un sorriso dolce, lui ricambiò prendendo la sua mano.
-Mi concede l’onore di questo ballo?
Si chinò lievemente, non staccò mai gli occhi dai suoi. Quasi impietrita dalle labbra di Caroline uscì un verso che permise a Klaus di mettere la mano sulla vita di lei ed avvicinare i loro corpi, mentre con l’altra stingeva la sua. Danzando non riusciva a smettere di fissarlo, occhi dentro occhi che si ponevano domande, si davano risposte, si comprendevano con un semplice battito di ciglia. Per quei momenti le sembrò di essersi estraniata dal mondo, come se fossero rimasti solo loro e la musica. La mano di lui sempre più avida costringeva i loro visi ad avvicinarsi, poteva sentire il respiro di lui toccarle ogni centimetro del collo. Lui le fissava le labbra prendendo respiro, lei arrossiva, sorpresa che l’Ibrido le provocasse tutto questo scompiglio dentro sé. Ad un tratto la musica si fermò e i loro respiri andarono all’unisono, l’uno perso negli occhi dell’altra. Un suono fori campo fece eco per tutta la stanza attirando l’attenzione di tutto. Kol stava battendo le mani in direzione di Klaus e Caroline.
Scese la lunga scalinata che costeggiava la piccola orchestra e si diresse verso di loro, Klaus visibilmente stizzito si mise col corpo davanti a Caroline, come a proteggerla.
-Fratellone, vuoi tenerti la ragazza più bella della sala tutta per te?
Klaus s’irrigidì, ne aveva abbastanza di quel piccoletto rompiscatole. Si scostò rivolgendogli un falso sorriso.
-Ma certo che no, sei libero di ballare con lei. Sempre se sarai di suo gradimento come ballerino, e visto che dovrai competere con me ti suggerisco di dare il meglio di te.
Si girò verso Caroline, regalandole uno sguardo ricco di significato. Ancora un po’ intontita ma pur sempre se stessa recepì il messaggio e lasciò andare Klaus senza timore. Il piccolo originale si avvicinò a lei con aria vincente.
-Allora, posso avere il piacere di ballare con te? O non riesci a reggere due Originali in una sola serata?
Caroline prese le sue parole come una sfida, proprio come Kol avrebbe voluto e non perse tempo. Si aprirono nuovamente le danze, Kol cingeva la vita di lei ma questo gesto non le provocò alcuna sensazione. Solo un profondo senso di disgusto , tutta quella situazione con Kol la metteva a disagio. Continuarono a ballare, lui la fece roteare dolcemente su se stessa, portando i loro colpi più vicini del dovuto. Un rossore spontaneo decorò le guance della vampira bionda.
Ma i vampiri potevano arrossire? Eppure era quella la sensazione che aveva provato prima con Klaus e che ora stava erroneamente provando con Kol.
-Noto che ancora tendi a conservare alcuni atteggiamenti umani, è una cosa dolce.
Caroline si stupì, Kol aveva forse detto qualcosa di sensato e sincero?
-Sono solo sensazioni, so che le mie guance realmente non stanno cambiando colore.
-Rimane ugualmente una cosa notevole, sai sotto certi aspetti lo rendi anche sexy.
Kol si morse le labbra guardandola. No, Kol non poteva dire qualcosa di sensato, rimaneva sempre il solito immaturo.
Dall’alto c’era Klaus che li osservava, Caroline aveva notato la sua espressione : un misto fra rabbia e delusione. Eppure era stato lui stesso ad acconsentire. Lo fissava, sempre più confusa.
-Non è carino fissare qualcuno mentre stai ballando con un’altra persona, potrei offendermi.
Caroline, rise.
-Certo, e come potrei mai farmi perdonare un tale affronto?
La musica si fermò e lui le fece fare un cachè,  respirando il suo profumo passò le sue labbra a pochi centimetri dalla pelle scoperta fino ad arrivare alle sue di labbra.
-Così..
Kol premette le labbra su quelle della bionda e incredula vampira, che non ebbe la tempestività di allontanarlo.
Tutto ciò sotto gli occhi impietriti di Klaus.

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