Per sempre

di Burupya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova rivale ***
Capitolo 2: *** Scelte e confessioni ***
Capitolo 3: *** Un nuovo collega ***
Capitolo 4: *** Un'insegnante per Hisaki ***
Capitolo 5: *** Autocontrollo ***
Capitolo 6: *** Effetti collaterali ***
Capitolo 7: *** Cocktail d'amore ***
Capitolo 8: *** Gelosia ***
Capitolo 9: *** Un motivo per lottare ***
Capitolo 10: *** Fire ***
Capitolo 11: *** Incomprensioni ***
Capitolo 12: *** Resisti, Hisaki! ***
Capitolo 13: *** La cena... E le sue conseguenze ***
Capitolo 14: *** Viaggio movimentato ***
Capitolo 15: *** Finalmente in Italia! ***
Capitolo 16: *** Cartoomics ***
Capitolo 17: *** Checkmate ***
Capitolo 18: *** Trappole ***
Capitolo 19: *** Fantasmi del passato ***
Capitolo 20: *** Happy birthday ***



Capitolo 1
*** Una nuova rivale ***


Salve a tutti :D
Dopo un po' di tempo rieccomi con la terza ed ultima storia di questa serie ^^ ha lo stesso titolo della serie, un po' perché non mi veniva in mente nient'altro (la mia fantasia nei titoli scarseggia u.u'), un po' per un motivo che capirete solo alla fine :)
La vorrei dedicare a tutti coloro che hanno seguito le prime due fino alla fine, a chi le ha aggiunte ai preferiti, da ricordare o tra le seguite, ma soprattutto a chi ha speso un po' del suo tempo per lasciarmi una recensione. Credetemi, sono un grande incentivo per continuare a scrivere ^^ per cui se qualcuno vuole lasciare un parere, anche a distanza di tempo dalla pubblicazione, sappiate che sono molto apprezzati! :D
 
Una dedica speciale va a Chiara, la persona che sopporta tutti i miei scleri su questa storia, nonché la principale ispiratrice di molti atteggiamenti di Akira XD 
 
Detto ciò, vi lascio alla lettura ^^ 
Ah, la copertina come al solito è uno dei miei obbrobri, dato che era l'ultima storia della serie ho deciso di metterne una xD

Copertina

Seduto sul tavolo del salotto, Akira guardava Hisaki che camminava su e giù per la stanza.
“Hisaki ti vuoi calmare?”
“Come faccio a calmarmi?! Stasera verranno qui! E io... Non sono pronto! Non avrei dovuto accettare”
Hisaki si mise le mani fra i capelli scompigliandoli. Akira sorrise e lo prese per un polso tirandolo a sé.
“Non devi pentirti della tua scelta”
“Ma loro... Loro mi hanno lasciato solo come un cane! In parte posso capire le loro motivazioni... Ma non posso dimenticare il dolore che ho provato in quel periodo”
Akira gli accarezzò la fronte spostando i capelli che la coprivano.
“Lo so... Ma sono pur sempre i tuoi genitori! Forse hanno capito di aver sbagliato”
“... Alla buon’ora!”
“Meglio tardi che mai, no?”
Hisaki alzò le spalle. Akira capì subito che c’era altro che lo turbava.
“C’è qualcos’altro che non va, vero?”
Chiese Akira guardandolo negli occhi. Hisaki tenne lo sguardo basso.
“Io... E se li deludessi...? Sono passati così tanti anni da quando mi hanno visto l’ultima volta...”
Akira prese il viso di Hisaki tra le mani e gli sorrise dolcemente, gli occhi di Hisaki si immersero in quelli verdi del compagno e si sentì pervaso da una strana calma.
“Andrà tutto bene”
Si limitò a dire il biondo. Hisaki si lasciò scivolare tra le sue braccia appoggiando la testa al suo petto e chiuse gli occhi. Perché riusciva sempre a rassicurarlo con poche parole?
“Ho bisogno di distrarmi, vado in palestra”
“Vengo anch’io”
“Da quando tu fai palestra?”
“Chi ha detto che vengo a far palestra? Io vengo a guardare te mentre ti alleni!”
Disse Akira sbavando al solo pensiero. Hisaki lo guardò impassibile.
“Sei senza speranze”
Disse alzandosi da lui e andando verso la palestra della villa.
“Aspettamiiiii!”
Akira si alzò correndogli dietro.
Poco dopo mentre Hisaki si allenava facendo addominali, Akira era seduto col viso fra le mani a guardarlo incantato.
“Hai intenzione di star lì fermo per tutto il tempo?”
Chiese Hisaki. Akira si alzò e andò a sedersi a cavalcioni su di lui.
“Se preferisci resto qui, così fai gli addominali più volentieri”
Hisaki arrossì di botto mentre Akira fece un sorrisetto malizioso.
“A dire il vero così mi distrai”
“Perché?”
Chiese Akira appoggiando le mani sul suo petto e abbassandosi verso di lui col viso.
“E-ecco perché! Akira ti prego non tentarmi”
Disse Hisaki spostandolo a lato per poi alzarsi. Akira lo guardò con un sorrisetto malefico in viso.
“Hey il mio era un modo alternativo per distrarti”
“Puoi sempre distrarmi dopo... Avrò bisogno di una doccia quando avrò finito qui e sarò troppo stanco per lavarmi da solo”
Hisaki girò il viso verso di lui sfoderando quel raro sorriso malizioso che faceva impazzire Akira. Non provocava spesso il biondo, ma quando lo faceva gli bastava pochissimo per farlo capitolare.
“... Mi fai venire una voglia matta di saltarti addosso”
Hisaki come risposta gli lanciò contro la propria maglietta.
“Ti spogli già?!”
Chiese il biondo prendendola al volo.
“Fa caldo”
Rispose Hisaki prima di appendersi ad un’asta per poi sollevarsi su e giù. Akira osservò quei pettorali gonfiarsi ad ogni movimento; aaah, trovava i ragazzi muscolosi così sexy... Soprattutto se si trattava del suo Hisaki. Il biondo riprese ad ammirarlo cercando di trattenersi.
All’improvviso qualcuno bussò alla porta, Hisaki si lasciò cadere a terra.
“Avanti!”
Nella stanza entrò Akito.
“Mi scusi signorino, c’è una visita per lei”
“Arrivo subito grazie”
Il maggiordomo fece un inchino ed uscì.
“Chi sarà?” Chiese Akira curioso. “Magari i tuoi genitori sono venuti in anticipo”
Al solo pensiero Hisaki rabbrividì e si precipitò alla porta. La persona che si trovò davanti lo lasciò a bocca aperta.
“Irina...!”
La ragazza diventò paonazza: si era preparata un lungo discorso di scuse, ma trovarsi davanti Hisaki a petto nudo le fece dimenticare tutto all’istante.
“C-c-ciao i-io e-ero venuta p-per...”
Irina cercava di tenere lo sguardo sul viso del ragazzo, ma i suoi addominali sembravano essere una calamita per i suoi occhi. Hisaki colse al volo il disagio della ragazza.
“Ehm scusa se mi trovi così, stavo facendo palestra... Vieni a sederti, vado a vestirmi”
Irina accolse l’invito del ragazzo che la fece accomodare in salotto mentre andava a recuperare la maglia in palestra.
“Chi è?”
“Irina”
A quella risposta Akira diventò serio e sentì uno strano senso di rabbia crescergli dentro. No, a essere sinceri non era strano. Sapeva bene cos’era quel sentimento... Gelosia.
Hisaki si sedette davanti ad Irina.
“Scusa per prima...”
Disse la ragazza senza avere il coraggio di guardarlo in faccia. Hisaki le sorrise.
“Sono io a dovermi scusare, non avrei dovuto aprire in quello stato”
Irina si sentì rassicurata e alzò lo sguardo.
“I-io era venuta per... Chiederti scusa...! L’altra volta mi sono comportata come una stupida... E’ solo che... Non è facile accettare che la persona che ti piace stia con qualcun altro... Soprattutto dopo quel bacio”
Hisaki ebbe un leggero sussulto al ricordo.
“Irina, mi dispiace davvero... La verità è che prima di perdere la memoria io...”
“Hai recuperato la memoria?!”
Lo interruppe la ragazza.
“Sì, ieri sera”
Irina si rese conto di averlo interrotto e abbassò lo sguardo.
“Scusa, continua pure”
“Stavo dicendo che prima di perdere la memoria... Io stavo già con Akira”
Quelle parole freddarono Irina lasciandola pietrificata.
“T-tu... Allora mi hai solo presa in giro...?!”
“NO! Non fraintendere! Quando ho perso la memoria Akira non mi ha detto di essere il mio fidanzato, pensava che se avessi trovato una ragazza sarei stato più felice... La verità è che quel bacio non mi ha fatto provare nulla perché io... Ero già innamorato di Akira senza saperlo...!”
Irina restò a bocca aperta, davvero Akira amava Hisaki così tanto da sopportare l'idea che stesse con un'altra pur di vederlo felice...? Irina fece un lieve sospiro mentre un sorriso amaro si dipingeva sul suo volto.
“Ora capisco perché lo portavi sempre con te alle feste organizzate da Edgar... Hisaki, voglio essere sincera con te, so che dovrei essere felice perché tu lo sei, ma per quanto ci provi non ci riesco...!”
Hisaki abbassò appena lo sguardo.
“Mi dispiace”
Irina si alzò e sorrise.
“Non dispiacerti... Ora ami Akira, ma col tempo ti farò innamorare di me!! O almeno ci proverò”
Hisaki alzò il viso verso di lei, il suo sorriso sembrava sincero.
“Bè... Buona fortuna...!”
“Mi prendi in giro?!”
Disse lei dandogli un leggero colpetto sulla testa.
“Forse”
Disse Hisaki sorridendo.
Prima di uscire dalla villa, Irina incrociò lo sguardo di Akira e gli sorrise.
“Ti conviene stare attento sai? Ora hai una rivale!”
“Una? Ma l'hai visto bene? Tutte le ragazze che posano gli occhi su Hisaki diventano mie rivali”
“Ma io sarò la più agguerrita!”
Disse Irina fiera di sé.
“Non ci sperare troppo dolcezza, ho le mie tecniche per tenerlo legato a me”
Le parole di Akira erano accompagnate da un sorrisetto sadico-malizioso. Hisaki si schiarì la voce imbarazzato da quella conversazione.
“Ehm... Avete finito?”
“Già, se la mia acerrima rivale se ne va, possiamo andare a fare quella doccia che mi avevi promesso amoruccio ♥”
Irina cercò di mantenere il sangue freddo, sapeva che Akira l’aveva provocata di proposito.
“Bè, buon divertimento! Grazie per avermi ascoltata Hisaki e soprattutto... Grazie dello spettacolo quando hai aperto la porta! Ciao ciao”
Irina gli fece l’occhiolino ed uscì, Hisaki restò a bocca aperta ad osservarla mentre percorreva il viale verso il cancello.
“QUELLA...!”
Disse Akira infuriato.
“Akira!”
Lo rimproverò Hisaki prima che terminasse la frase.
“Hisaki... Tu sarai sempre mio, vero?”
Il biondo gli rivolse uno sguardo da cucciolo impaurito, Hisaki gli rispose fissandolo coi suoi scintillanti rubini come se volesse leggergli dentro: la sua risposta fu un sorriso dolcissimo che valeva più di mille parole. Akira scattò verso di lui prendendolo per i fianchi e lo alzò da terra.
“Dio quanto ti amo!”
Gli disse guardandolo dritto negli occhi. Hisaki appoggiò la fronte alla sua.
“Anch’io, scemetto!”
Akira fece un sorriso a trentadue denti.
“Bene, e ora tutti in doccia”
Disse dirigendosi verso il bagno.
“Pensavo te ne fossi dimenticato”
“Io non dimentico mai certe cose”
“La cosa non mi stupisce!”
“Ti dispiace?”
Hisaki lo fissò in silenzio per un bel po’ prima di rispondere.
“... Chissà”
“Ti farò rimangiare la tua risposta!”
Disse Akira facendo un sorriso malizioso mentre apriva la porta del bagno con un calcio.
Entrambi sapevano che la vera risposta di Hisaki era “No”. Ma in quella stanzetta Akira fece cambiare la sua risposta da un “No” ad un “Assolutamente no!”.

Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto ^^ i primi saranno un po' di assestamento, mi servono per introdurre nuovi personaggi e mettere le basi per poi entrare nel vivo della storia ^_^
Alla prossima col capitolo 2: "Scelte e confessioni"!

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Capitolo 2
*** Scelte e confessioni ***


Hisaki tamburellava con le dita sul bracciolo del divano, mancavano pochi minuti all’arrivo dei suoi genitori e l’ansia cresceva ogni secondo sempre di più. Akira uscì in quel momento dalla sua stanza e per un attimo la testa di Hisaki divenne completamente vuota: il ragazzo restò immobile a fissarlo.
“Ak... Akira?!”
“Certo che sono io! E chi sennò?”
Hisaki riconosceva a stento il compagno: addosso aveva una camicia bianca, un gilet e un paio di jeans stretti. Le ciocche dorate che solitamente ricadevano sulla sua fronte ora erano tenute a lato a mo’ di ciuffo, mentre i capelli ribelli che spuntavano sulla sua testa sfidando la forza di gravità erano tenuti a bada dal gel.
“... Cristo, sei un figo...!”
Fu tutto quello che riuscì a dire Hisaki dopo essersi ripreso dallo stupore. Akira si meravigliò: da quando Hisaki usava espressioni del genere?!
“Come?!”
“Ehm, dicevo che stai davvero molto bene”
Akira scoppiò a ridere.
“Devo vestirmi più spesso così allora! Sei pronto?”
“Mh, non proprio...”
Akira si avvicinò a lui e prese le sue mani.
“Andrà tutto bene... Ci sono io con te”
Hisaki sorrise.
“Hai ragione”
La tranquillità del moro durò poco: un istante dopo suonò il campanello facendolo trasalire. Hisaki andò alla porta seguito da Akira, appoggiò la mano tremante sulla maniglia e aprì; nonostante sapesse bene chi si sarebbe trovato davanti il cuore gli balzò in gola, per un istante trattenne il respiro per l’emozione.
“Ciao, Hisaki”
Hisaki sussultò, sentiva gli occhi bruciare e deglutì per trattenere le lacrime.
“Mamma, papà...!”
Disse con voce tremante. Akira guardò i genitori di Hisaki: il padre aveva i capelli castani e gli occhi rossi, identici a quelli che tanto amava. La madre aveva gli occhi a mandorla, capelli e occhi neri. Asiatica? Akira non aveva mai parlato con Hisaki della sua famiglia, aveva sempre evitato l’argomento per non ferirlo. Era... Strano vederli lì. E se lo era per lui poteva solo immaginare quanto lo fosse per Hisaki.
“Venite”
Disse Hisaki invitandoli ad entrare dopo un lungo silenzio carico di tensione. I due entrarono nella villa e fu solo allora che notarono Akira.
“Ah, lui è Akira! Akira, loro sono Miyoko e Yuriy”
Akira fece un leggero inchino.
“B-buonasera, piacere di conoscervi!”
Perché si sentiva così nervoso?!
“Il piacere è nostro”
Rispose Yuriy.
Poco dopo erano seduti attorno ad un tavolo, i genitori di Hisaki ogni tanto fissavano Akira imbarazzati.
“Ehm, io vi lascio soli”
Disse il biondo alzandosi: Hisaki lo prese per un braccio tenendolo giù.
“Puoi restare, non c’è niente che mi riguarda che tu non debba sapere”
Akira lo guardò stupito e si lasciò ricadere sulla sedia. Hisaki raccolse tutto il coraggio che aveva cercando di sbollire tutte le emozioni che l’avevano travolto finora.
“Perché siete venuti qui?”
Chiese andando dritto al punto. A rispondergli fu il padre.
“Noi... Ci mancavi”
“Dopo tutti questi anni vi siete improvvisamente ricordati che esisto?”
Akira guardò Hisaki: non c’era la minima espressione sul suo volto e parlava con tono impassibile. Era da tanto che non lo vedeva così... Quelli erano gli occhi pieni di tristezza che aveva visto tra la folla al loro primo incontro.
“Hisaki, sappiamo bene di aver sbagliato”
Stavolta fu Miyoko a parlare.
“Eravamo impauriti, non sapevamo come comportarci... E in più avevamo appena perso un figlio, puoi immaginare la nostra sofferenza”
“E voi, voi potete immaginare la mia?! Ero solo un bambino!! Anch’io ero impaurito e confuso... Pensate sia stato facile per me accettare di aver ucciso mio fratello...?”
Hisaki non riuscì più a trattenere il dolore che lo puntellava dentro, sul suo viso scesero lacrime cariche di tutta la tristezza nascosta in quegli anni.
Miyoko abbassò lo sguardo.
“Sappiamo bene che molto probabilmente non ci perdonerai mai, sappiamo anche che avremmo dovuto renderci conto prima del nostro grandissimo sbaglio visto che agendo così non abbiamo perso un figlio ma due... Ma ci tenevamo a dirti che ci dispiace, ci dispiace davvero tantissimo... E a porgerti le nostre scuse, se mai potrai accettarle”
Yuriy parlava con un leggerissimo tremolio nella voce.  Hisaki deglutì e fissò il tavolo senza parlare. Cosa avrebbe dovuto fare? Per tutti questi anni li aveva odiati dal profondo del suo cuore per averlo lasciato solo, ma allo stesso tempo aveva sentito la mancanza di una famiglia. Della sua famiglia. Hisaki era immerso nel turbinio dei suoi pensieri quando sentì la mano di Akira stringere la sua sotto al tavolo. Il moro alzò appena lo sguardo incrociando il dolce sorriso del compagno e in quell’esatto istante ebbe la risposta che cercava.
“Mi sento davvero un grande stupido ma io... Io...!”
Hisaki faticava a trovare le parole.
“... Nonostante vi odiassi per avermi abbandonato, non riesco a non volervi bene... Mi siete... Mi siete mancati così tanto...!”
Miyoko scoppiò a piangere non riuscendo più a trattenersi. Yuriy allungò una mano posandola su quella del figlio sul tavolo.
“Grazie”
Fu tutto ciò che riuscì a dire trattenendo le lacrime.
“Aspettate... Aspettate a ringraziarmi! Prima ci sono ancora alcune cose che dovete sapere e forse vi faranno pentire di essere venuti qui”
Disse Hisaki ritraendo la mano dal tavolo. Akira lo guardò perplesso, senza sapere bene il motivo sentì il battito del suo cuore accelerare. Miyoko e Yuriy fissarono il figlio pendendo dalle sue labbra. Hisaki raccontò loro di Kiroi, del sigillo infranto e del quasi omicidio di Akira. Il biondo deglutì, per un attimo aveva pensato che Hisaki volesse rivelare il loro fidanzamento. I genitori ascoltarono tutta la storia sconvolti.
“E ora... Avete di nuovo paura di me?”
“No. Non vogliamo commettere di nuovo lo stesso errore! Tu sei nostro figlio e noi... Abbiamo piena fiducia in te... Giusto Yuriy?”
Il padre annuì. Hisaki li guardò per un attimo negli occhi.
“... Non è tutto”
Il moro intrecciò le dita con quelle di Akira, raccolse tutto il coraggio che aveva e sollevò le loro mani portandole sopra al tavolo.
“Akira non è un semplice amico come forse avete pensato... Lui è il mio fidanzato”
Akira sgranò gli occhi: l’aveva fatto davvero?! I genitori restarono letteralmente a bocca aperta e si guardarono fra loro.
“Q-questa sì che è una sorpresa...!”
Disse il padre sconvolto.
“Credimi, lo è stato anche per me”
Rispose Hisaki sorridendo al ricordo. E’ vero, aveva paura della reazione dei suoi genitori, ma finché Akira era al suo fianco nessun ostacolo era insormontabile.
“Bè... Se tu sei felice... Lo siamo anche noi”
Disse Miyoko guardando il marito.
“Certo che è un po’ strano”
Aggiunse Yuriy perplesso.
“L’amore non è strano”
Rispose Hisaki convinto.
“... Ma capisco cosa vuoi dire! Prima di conoscere lui il solo pensiero di sfiorare un ragazzo mi faceva rivoltare lo stomaco”
Akira sorrise soddisfatto. Hisaki teneva a lui così tanto da aver confessato ai suoi genitori che stavano assieme e lui... Si sentiva al settimo cielo.
 
Poco più tardi, Hisaki era in terrazzo a parlare con la madre mentre Akira era rimasto solo in salotto col padre. Il biondo si sentiva particolarmente a disagio, i due si erano scambiati qualche parola ma per la maggior parte del tempo nella stanza c’era un silenzio di tomba.
“Hum... Akira...?”
Akira sussultò.
“Sì?”
“Tu e mio figlio... Ecco...”
Yuriy tossicchiò. Akira lo guardò perplesso. Cosa voleva chiedergli?
“Voglio dire, certe cose si fanno anche tra due maschi, no...?”
Il padre di Hisaki evitava lo sguardo di Akira. Il biondo restò per qualche minuto senza parole: finalmente aveva capito cosa voleva chiedergli.
“Quello che vuoi chiedermi... E’ se abbiamo fatto sesso?”
Chiese Akira schietto. Yuriy arrossì e borbottò parole a caso per qualche secondo prima di riprendersi.
“N-no cioè i-io...”
Akira finalmente capiva da dove veniva l’imbarazzo di Hisaki a parlare di certi argomenti. Tale padre, tale figlio.
“La risposta alla non-domanda è sì comunque”
Disse Akira sorridendo. Yuriy sbiancò di colpo, sembrava la personificazione dell’urlo di Munch.
“Ehm... Tutto ok?”
Chiese il biondo preoccupato.
“Oh cielo il m-mio bambino...”
Yuriy parlava da solo portando le mani al viso, la notizia l’aveva sconvolto.
“Perché ti sconvolge tanto?”
“Come PERCHE’? Con un ragazzo! Oddio non voglio nemmeno pensarci”
Tra i due calò il silenzio per diversi minuti, poi fu di nuovo Yuriy a parlare.
“Senti ma almeno... E’ Hisaki a... A... Ehm... Comandare?”
Akira restò a guardarlo qualche secondo perplesso dal modo che aveva di esprimersi, poi scoppiò a ridere.
“Ahahahah Hisaki?! Ma se è l’uketto più tenero del mondo ♥ oh, a parte quando è brillo, l’alcool lo rende particolarmente aggressivo
“U-cosa?!”
Chiese il padre non capendo il termine usato da Akira.
“Oh già, passivo”
Akira per un attimo temette che Yuriy svenisse o, peggio, facesse un infarto.  Fortunatamente Yuriy si limitò a distogliere lo sguardo da Akira fissando il vuoto esterrefatto. Aveva sentito decisamente troppo per le sue povere coronarie.
 
Nel frattempo, Hisaki era appoggiato coi gomiti alla ringhiera e osservava le luci della città che brillavano in quella notte nera.
“Hisaki, posso chiederti una cosa?”
Disse la madre guardandolo.
“Certo”
“Come hai conosciuto Akira?”
Hisaki sorrise al ricordo.
“Se te lo dicessi scoppieresti a ridere o addirittura non mi crederesti”
“Dai, racconta, ora mi hai incuriosita”
“Devi sapere che Akira non è tanto normale e ha dimostrato di essere fuori di testa già dalla prima volta che ci siamo incontrati”
La madre lo guardò con un’espressione perplessa.
“Oh, ovviamente intendo in senso buono quando dico che è pazzo! Stavo tornando alla villa dopo aver consegnato un manoscritto all’editore e lui ha cominciato a seguirmi... Non è nemmeno tanto bravo a restare in incognito, mi sono accorto quasi subito che mi pedinava”
“E cos’hai fatto?”
“Gli ho puntato un coltello alla gola”
“COSA?!”
Esclamò Miyoko scioccata.
“Bè, mh... Diciamo che fino a poco tempo fa ero leggermente scontroso... E poi cosa penseresti di uno sconosciuto che si mette a seguirti di punto in bianco?!”
“Che è un maniaco”
“Appunto e in effetti devo dire che lo è, anche se in un altro senso”
La madre di Hisaki si lasciò sfuggire una leggera risata.
“Nonostante il mio approccio lui non ha desistito. Mi ha detto che voleva conoscermi. Sinceramente non mi andava di conoscere nessuno. Odiavo tutto il mondo a quel tempo... Ma poco dopo Akira ha perso la sorella in un incendio, era l'unica rimasta della sua famiglia... E quell'espressione di dolore sul suo viso, le sue urla strazianti ed i singhiozzi... Bè, mi hanno ricordato me! Non ho potuto fare a meno di invitarlo a vivere qui, dato che si era ritrovato senza dimora. A essere sincero il giorno dopo me ne sono pentito: parlava a raffica e faceva mille domande, alle quali per tre quarti delle volte non rispondevo”
“Eri davvero asociale”
“... Avevo solo paura di essere ferito ancora... Non riuscivo più a fidarmi di nessuno”
Miyoko abbassò lo sguardo, probabilmente era anche a causa del loro abbandono.
“Ma Akira non si è mai arreso e senza che me ne rendessi conto mi ha cambiato”
“A quanto pare ha saputo vedere oltre la tua corazza da duro”
Disse la madre sorridendo.
“Già”
Rispose Hisaki chiudendo gli occhi.
“Akira è stato il primo ad amarmi fino in fondo”
Sul viso del ragazzo apparve un sorriso.
Quando Hisaki e la madre rientrarono, la prima cosa che saltò loro all'occhio era lo stato di Yuriy: sembrava un cadavere riesumato.
“Caro, tutto bene?”
“S-sì, certo! Andiamo a casa, si è fatto tardi!”
Quando fu il momento di salutarsi, Miyoko esitò un attimo, poi però abbracciò il figlio. Hisaki inizialmente restò immobile per lo stupore, ma poco dopo ricambiò l'abbraccio. Era così caldo e dolce... Gli regalava una sensazione che per lui era completamente nuova e che gli sciolse il cuore facendogli venire le lacrime agli occhi. Miyoko gli accarezzò i capelli.
“Torneremo a trovarti, promesso”
Hisaki sciolse l'abbraccio e le sorrise. Yuriy gli posò una mano sulla spalla.
“Mi raccomando comportati bene”
Dopo aver sorriso al figlio Yuriy guardò Akira e tornò serio ricordando il discorso di prima: quel pensiero bastò a farlo accelerare verso l'uscita della villa.



Spero che il capitolo vi sia piaciuto! ^o^ un grazie di cuore a unicorn_inthemind per aver lasciato una recensione al primo 
Grazie anche a chi lascerà una recensione in futuro (spero ce ne saranno xD) e a chi segue questa storia 
(✿◠‿◠)
al prossimo capitolo, dove ci sarà un nuovo arrivo :3

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Capitolo 3
*** Un nuovo collega ***


Quando Hisaki richiuse la porta si appoggiò di spalle ad essa, tremando per tutte le sensazioni provate in quelle poche ore. Akira si avvicinò a lui, mise una mano fra quei capelli corvini e portò la sua testa al proprio petto.
“Sei stato bravissimo”
Il dolce sussurro di Akira fece rabbrividire il moro, Hisaki posò le mani sul suo petto stringendogli la camicia e scoppiò in lacrime. Pianse come un bambino, singhiozzando contro al petto del biondo. Non erano lacrime di tristezza. Erano lacrime liberatorie: Hisaki poteva finalmente lasciar andare tutta la tensione, la paura, la felicità che aveva passato poco prima. E Akira glielo lasciò fare, restando in silenzio ad accarezzargli lentamente la schiena fino a quando non si calmò.
“Scusa...”
Disse il moro alzando la testa dal suo petto. Akira prese il suo viso fra le mani e guardò quegli occhi arrossati mentre con i pollici asciugava le ultime lacrime scese.
“Va tutto bene”
E il suo sorriso bastò ad Hisaki per convincersene davvero.
Fino a quando c'era Akira con lui sarebbe davvero andato tutto bene. Hisaki sorrise a sua volta, poi sembrò ricordare improvvisamente qualcosa.
“Akira, di cos'hai parlato con mio padre? Sembrava sconvolto”
“Oh, di sesso”
Quella risposta fu come una doccia gelata per Hisaki, il moro non proferì parola per diversi minuti. 
“Hey, tutto bene?'
Chiese il biondo preoccupato.
“TU!! Che cosa gli hai detto?!”
Hisaki si era svegliato all'improvviso e strattonava Akira tenendolo per il gilet.
“Ho solo risposto alle sue domande!”
“Vuoi dire che ha tirato fuori lui l'argomento?!”
“Esatto”
“E cosa... Ti ha chiesto...?”
“Se avevamo già fatto certe cose e se sei tu il seme, o come dice lui, quello che comanda”
Hisaki rimase a bocca aperta.
“... Cosa gli hai detto...?”
“La verità! Che sei l'uketto più dolce del mondo a parte quando bevi”
Akira fece un sorriso, mentre Hisaki portò le mani al viso arrossendo.
“Cosa penserà ora di me?!”
“Di che ti preoccupi? Se deve accettarti è meglio lo faccia per quello che sei veramente! Se una persona ti vuole bene ti accetta fino in fondo, anzi, ti ama proprio per quello che sei!”
Hisaki lo guardò negli occhi, quei due meravigliosi smeraldi verdi che tanto amava. Il moro sorrise.
“Perché riesci sempre a tranquillizzarmi?”
“Perché io sono Akira... L'uomo perfetto per Hisaki”
Hisaki gli diede un leggero pugno sul petto.
“Sei uno scemo”
Il moro si appoggiò con la fronte al suo collo.
“E’ per questo che ti amo”
Aggiunse chiudendo gli occhi. Poco dopo si sentì sollevare da terra e si ritrovò in braccio ad Akira.
“Ah se tu fossi sempre così dolce!”
Gli disse il biondo sorridendo mentre saliva le scale che portavano alla loro camera.
“Se ti faccio troppi complimenti poi ti monti la testa”
“Mmmh cattivo”
Hisaki poggiò una mano sulla sua guancia, la sua pelle era così morbida e calda... Si avvicinò a lui e gli sfiorò le labbra con le proprie.
“Ti ho già detto che sei particolarmente figo stasera?”
Gli sussurrò a pochi millimetri dal suo viso.
“Mh, stai cercando di sedurmi?”
Chiese Akira facendo un sorrisetto malizioso.
“Non lo so, tu vuoi essere sedotto?”
Hisaki invece aveva un sorriso lievemente sadico.
“Cos'è, una domanda tranello?”
“Forse”
“Cavoli, mi fai sempre scoppiare la testa coi tuoi strani giri di parole! Ma è uno dei lati di te che mi affascina”
Disse il biondo mentre lo posava sul letto. Hisaki lo prese per il collo della camicia e lo tirò su di sé per poi baciarlo.
Quella sera si sentiva particolarmente audace. Colpa degli ormoni? Forse. Ma ad essi bisognava aggiungere la bellezza di Akira quella sera e l'euforia che gli scorreva nelle vene facendolo sentire quasi ebbro. Solitamente cercava di contenersi, ma quella notte si abbandonò a quella dolce sensazione e alla passione che li travolgeva entrambi.
 
Il giorno dopo, i due stavano facendo colazione quando suonò il cellulare di Hisaki. Il moro lo prese e rispose.
“Pronto?”
“Hisaki! Sono Edgar! Ho appena letto il tuo messaggio! Oddio non sai quanto sono felice che tu abbia riacquistato la memoria! Pensavo di aver perso il mio miglior mangaka”
Edgar era così felice che parlava a raffica, Hisaki riuscì a stento a capire cosa aveva detto.
“Ah ehm mi dispiace di averla fatta preoccupare”
“Oh Hisaki dammi del tu!! Ormai lavoriamo assieme da anni... E sono io a essere dispiaciuto! Non mi sarei mai immaginato che Ryu fosse così pazzo”
“Non è colpa tua, non potevi saperlo”
“Ora che lui non c'è più dovrò trovarti un altro assistente”
“Basta non sia un altro pazzo”
“Ahah tranquillo! Ho già pensato a qualcuno... Lavora per me da anni, sono sicuro che anche se non è il suo genere abituale non avrà problemi a lavorare con te ad uno yaoi... Che ne dici di venire domani mattina verso le nove a casa mia a conoscerlo? Puoi portare anche Akira con te... So che siete inseparabili”
Hisaki arrossì leggermente.
“D'accordo, allora a domani”
Il moro riagganciò.
“Chi era?”
“Edgar. Ha trovato un nuovo assistente”
“Uff, allora ricomincerai a lavorare”
Hisaki annuì.
“Sai, voglio anch'io trovarmi un lavoro”
Hisaki rischiò seriamente di soffocarsi col tè che stava bevendo.
“Cosa?! Ma perché? Non serve che tu lavori, abbiamo un sacco di soldi messi da parte”
“Lo so, ma quando tu non ci sei mi annoio... E poi mi sento un peso a vivere a tue spese”
“Come vuoi”
“Oggi pomeriggio mi accompagni a cercare?”
“Ok, ma solo se mi prometti che non farai come lavoro lo spogliarellista o cose del genere”
Akira lo guardò esterrefatto, poi scoppiò a ridere.
“Quello lo faccio in esclusiva per te, chéri ♥”
 
Nel pomeriggio, i due camminavano per le strade del centro in cerca di un impiego per Akira. Di tutte le inserzioni che avevano valutato, nessuna sembrava dare buoni frutti. Akira ormai si era arreso, camminava mano nella mano con Hisaki verso casa quando vide un cartello.
“Hisaki, lì!”
Disse illuminandosi. Hisaki guardò il punto che indicava Akira e vide un cartello appeso fuori da un piccolo locale: “Cercasi barista”.
“Mh Akira ma quello... Non è un locale per gay...?”
“E con questo?”
“Questo significa che sarai circondato da un sacco di possibili spasimanti che quasi sicuramente ti faranno la corte, e se qualcuno osasse toccarti finisco in galera per omicidio”
Akira lo guardò a bocca aperta, poi sorrise e lo abbracciò strusciando una guancia sulla sua.
“Ma quanto sei tenero quando fai il geloso!”
“Io ho appena detto che posso commettere un omicidio e tu mi definisci tenero? Certo che ragioni in modo strano”
“Stai tranquillo, io non ho occhi che per te”
Hisaki arrossì distogliendo lo sguardo dagli occhi di Akira. Il biondo gli diede un bacio sulla punta del naso, poi tenendolo per mano lo trascinò nel locale. Quando ne uscì aveva ufficialmente un lavoro.
“Evviva! Ce l'abbiamo fatta”
“Io lavoro mattina e pomeriggio e tu nel tardo pomeriggio e alla sera... Sarà impossibile vederci ora”
Disse Hisaki affranto.
“Devo lavorare solo nel week-end! E dato che tu invece non lavori nel fine settimana... Puoi sempre venire al locale”
“I-io lì...?! Ehm non so se sia una buona idea, non è che mi attirino molto quei locali”
“Nemmeno se ci sono io dentro?”
Chiese Akira civettuolo. La domanda colse il moro alla sprovvista.
“... D'accordo, d'accordo... Così ne approfitto per controllarti... O meglio, per controllare i tuoi spasimanti”
“Scommettiamo che sarò io a doverlo fare?!”
 
Quella sera, Hisaki era appena uscito dalla doccia. Dopo essersi vestito raggiunse Akira sul letto, il biondo lo abbracciò stretto e affondò il viso sul suo collo.
“Profumi di pesca”
Disse inspirando a fondo mentre chiudeva gli occhi.
“Dev'essere il bagnoschiuma”
“Mi fai venir voglia di mangiarti”
A conferma di ciò che aveva detto Akira gli mordicchiò il collo facendolo trasalire.
“Hey, vacci piano cannibale!”
Il biondo sorrise ed alzò il viso per dargli un leggero bacio sulle labbra.
“Sai, quando non ricordavi più nulla mi era davvero difficile addormentarmi... Abbracciavo un peluche per sentirmi meno solo, ma non era la stessa cosa”
Hisaki lo guardò stupito.
“Nonostante avessi perso la memoria anch'io avevo la sensazione che mancasse qualcosa...”
Hisaki si avvinghiò ad Akira appoggiando il viso nell'incavo del suo collo.
“... E le notti erano così fredde...!”
Fredde. Non come ora, mentre era abbracciato alla persona che amava e sentiva il suo calore avvolgerlo. Quella sensazione, unita al pulsare lento del suo cuore, lo cullava dolcemente trascinandolo pian piano tra le braccia di Morfeo.
 
I tenui raggi che filtravano dalla finestra colpirono il viso di Hisaki svegliandolo. Il moro si strofinò gli occhi, quando realizzò di essere al mondo si rese anche conto che erano le otto passate.
“Akira sveglia! Dobbiamo andare da Edgar”
Disse scuotendo il biondo.
“Mmh ancora cinque minuti”
Farfugliò l'altro in risposta. Hisaki sbuffò e si alzò dal letto.
“Akiraaa, se ti può interessare sono completamente nudo”
Akira si tirò su a sedere di colpo aprendo gli occhi.
“Ma... Ma sei vestito!”
Esclamò deluso. Hisaki gli lanciò addosso un cuscino.
“Stupido maniaco ti svegli solo con le porcate!”
Gli disse incrociando le braccia.
“Uff, lo sai che sono un ghiro! Ma se si tratta di saltarti addosso sono sempre arzillo”
Hisaki portò una mano al viso rassegnato.
“Muoviti, dobbiamo essere da Edgar fra mezz'ora”
Poco dopo, i due erano a casa dell'editore che come al solito li accolse a braccia aperte.
“Il tuo collega deve ancora arrivare, nel frattempo accomodatevi”
Disse Edgar facendoli sedere su un divano. Di lì a poco suonò il campanello e l'editore corse ad accogliere il nuovo ospite. Un attimo dopo videro entrare un ragazzo alto e slanciato, i suoi capelli neri con delle sfumature rossastre formavano un ciuffo che copriva metà del suo occhio sinistro. Ai lati della testa spuntava qualche ciuffo qua e là.
“Eccolo qui! Lui è Alex, mentre questo è Hisaki”
“Piacere”
Hisaki si alzò per stringergli la mano: fu in quel momento che incrociò il suo sguardo e li vide. Vide quegli splendidi occhi di diverso colore. Uno era ambrato, gli ricordava il colore del miele con qualche sfumatura dorata. L'altro era rosso come il mare al tramonto; entrambi ti catturavano all'istante per la loro bellezza.
“Ehm... Potresti restituirmi la mano?”
Hisaki fu riportato sulla terra da queste parole e si rese conto che stava ancora stringendo la mano di Alex. La lasciò all'istante arrossendo mentre abbassava lo sguardo.
“S-scusa”
Farfugliò imbarazzato. Alex sorrise.
“Io invece sono Akira, il fidanzato di Hisaki”
Disse Akira mettendosi tra di loro e stringendo la mano al nuovo arrivato.
“Fid... Oh, piacere”
Disse Alex sorridendogli e stringendo la mano ad Akira.
Poco dopo erano tutti seduti in salotto. Hisaki evitava di guardare Alex in viso, aveva degli occhi decisamente troppo affascinanti.
“Allora”
Esordì Edgar.
“Alex so che non hai mai fatto manga yaoi ma ci sarà Hisaki ad aiutarti”
“Hey aspetta... Non è che io sia così esperto!”
“Lo so, ma sei un esperto nella realtà e questo basta”
Disse Edgar facendogli un mega sorriso. Hisaki arrossì di botto.
“Un po' mi spaventa l'idea, soprattutto perché questo manga era stato iniziato da altre persone ma sono sicuro che assieme ce la faremo dato che sei uno dei creatori”
Alex si rivolgeva ad Hisaki sorridendogli. Hisaki lo guardò per un attimo in viso, poi riabbassò lo sguardo.
“E-ehm... Ne sono sicuro anch'io”


Nel prossimo capitolo si comincerà a parlare dei poteri di Hisaki ^.^ scusate se non c'è molta azione per ora, purtroppo si avrà un po' di movimento solo verso la metà della storia u.u'
Ancora una volta ringrazio tutti coloro che hanno messo la fic tra i preferiti o tra le seguite, e dato che non l'ho ancora fatto, ringrazio infinitamente anche chi mi ha messo tra gli autori preferiti, ne sono onorata! *.*
Se vi va di lasciare anche solo un piccolo commento mi rendereste davvero felice ^w^
Al prossimo capitolo (spero =)): "Un insegnante per Hisaki"!

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Capitolo 4
*** Un'insegnante per Hisaki ***


Mentre Akira e Hisaki tornavano verso casa, Akira ruppe il silenzio esprimendo un dubbio che lo attanagliava da ore.
“Hisaki... Ti piace Alex?”
Hisaki sussultò e lo guardò esterrefatto.
“Come?!”
“Bè sei rimasto imbambolato per cinque minuti quando vi siete presentati e per tutto il tempo hai evitato di guardarlo”
“Ah... Scusa, è solo che... I suoi occhi sono affascinanti”
Akira inarcò un sopracciglio, Hisaki temeva si sarebbe arrabbiato. Invece il biondo sorrise.
“Non... Sei arrabbiato?”
“Arrabbiato? No, non gli sei mica saltato addosso! E poi apprezzo la tua sincerità... In effetti ha degli occhi particolari! Però vedi di non dimenticarti dei miei eh?”
Hisaki sorrise.
“Nei tuoi, Akira, vedo una scintilla che nessun'altro ha”
Akira restò a bocca aperta, poi si sciolse in un gran sorriso.
“Oooh ma come sei dolce Hisakino!”
Disse mettendogli una mano sul fianco e tirandolo a sé mentre camminavano. Hisaki arrossì e si limitò ad appoggiare la testa sulla sua spalla.
“Oh giusto, ieri non te l'ho chiesto ma... Tua madre è asiatica?”
Hisaki annuì.
“Giapponese... Sono nato in Giappone”
“Ora capisco il perché del tuo nome!”
“E il tuo invece? Anche Akira non è russo”
“Ah, i miei genitori erano entrambi russi ma avevano una grande passione per l'Oriente! E pensare che non sono mai stato da quelle parti”
“Possiamo sempre andarci assieme... Se ti va”
Akira si illuminò.
“Con te? Certo che mi va!”
Hisaki sorrise dolcemente.
“Abbiamo trovato la meta delle nostre prossime vacanze”
 
Nel pomeriggio, Hisaki stava disegnando quando suonò il campanello. 
“Vado io!”
Urlò Akira avvertendo il maggiordomo e il fidanzato. Quando accese lo schermo del citofono vide una donna dai lunghi capelli, avevano tutte le sfumature dall’azzurro al viola. Gli occhi avevano il colore del mare, un verde acqua scintillante.
“Chi è?”
Chiese Akira al citofono.
“Voi avete bisogno di me!”
Akira rimase perplesso per diversi istanti prima di rispondere.
“Non vogliamo comprare niente, grazie!”
Il biondo stava per riagganciare ma la sconosciuta cominciò a sbraitare.
“Ma per chi mi hai preso?! Non sono un venditore ambulante! Pretendo di parlare con Hisaki!”
Akira si stupì: come faceva a conoscere il nome del fidanzato?
“Vado a chiamarlo”
Akira andò in salotto, dove Hisaki era intento a disegnare.
“Scusa se ti disturbo, ma c'è una strana tipa che chiede di te”
“Chi è?”
Chiese Hisaki alzando lo sguardo dal foglio. Akira fece spallucce.
“Non me l'ha detto! Sarà una tua ex”
Hisaki andò al citofono seguito dal fidanzato. Quando vide la donna nello schermo inarcò un sopracciglio.
“Chi diavolo è?”
Disse prima di alzare la cornetta del citofono.
“Chi è?”
“Oh finalmente! Mi presento Hisaki, io sono Selina... E so che tu hai bisogno del mio aiuto”
“Come fai a conoscere il mio nome?!”
“Oh, io so molte cose di te e Akira... Fammi entrare e ti spiego tutto!”
“Perché dovrei far entrare una sconosciuta?!”
“Perché io so dei tuoi poteri e di tutto quello che hai fatto”
Sia Akira che Hisaki rimasero a bocca aperta. Chi diavolo era quella?! Ma soprattutto, cosa intendeva dire affermando che avevano bisogno del suo aiuto...?
Hisaki restò fermo davanti al citofono, la sua mente piena di dubbi. Alla fine aprì.
Poco dopo lui, Akira e la sconosciuta erano seduti in salotto.
“Diventerò la tua maestra”
Disse Selina senza nessun preambolo.
“Come...?! Sappi che io sono già laureato, non ho bisogno di insegnanti”
“Non parlo di materie normali mio caro, parlo di magia”
Akira e Hisaki sgranarono gli occhi.
“P-perché dovrei aver bisogno di un insegnante di magia...?!”
“Semplice, è da quando eri bambino che portavi un sigillo ai tuoi poteri, quindi non hai mai imparato a controllarli. Ora che il sigillo è stato rotto potresti perderne il controllo in qualunque momento”
“Tu... Come sai tutte queste cose di me?”
“Sono una maga, cosa ti aspettavi?”
“Non ho più avuto problemi coi miei poteri”
“Non ancora, ma crescono ogni giorno di più e prima o poi esploderanno... E quando succederà tu non saprai controllarli”
Hisaki la guardò diffidente.
“Perché dovresti aiutarmi? Nessuno fa qualcosa senza uno scopo”
“Cielo, come sei pessimista! Bè, però in effetti potresti aiutarmi in qualcosa”
“Cosa?”
“Te lo dirò quando sarà giunto il momento, sempre se accetterai di avermi come insegnante”
Hisaki la fissò negli occhi pensieroso. Cosa avrebbe dovuto fare? In fondo non sapeva niente di lei, e l'esperienza gli aveva insegnato a non riporre fiducia in nessuno.
“Puoi pensarci”
Disse Selina alzandosi.
“Ti lascio il mio numero”
La ragazza appoggiò un bigliettino sul tavolo.
“Au revoir, piccioncini!”
E in un attimo sparì. Hisaki restò a fissare il vuoto, era così confuso...
“Cosa pensi di fare?”
Il biondo interruppe i suoi pensieri.
“Non lo so. Per ora ho altro a cui pensare”
Disse alzandosi dal divano.

I giorni si susseguirono velocemente, Hisaki era così preso dal lavoro che dimenticò l'incontro con Selina. Ma ben presto fu il destino a rinfrescargli la memoria...
“Ben tornato!”
Disse Akira accogliendo il fidanzato che ritornava dal lavoro.
“Grazie”
Hisaki rispose con un tono fiacco, sembrava quasi dolorante.
“Tutto ok?”
“Ho un male terribile alla schiena... Stare seduto per tutte quelle ore mi uccide”
“Vieni, ti faccio un massaggio”
Poco dopo Hisaki era steso sul letto mentre le calde mani di Akira percorrevano la sua schiena con dei movimenti lenti e ben calibrati. Il moro si godeva quel trattamento tenendo gli occhi chiusi, concentrandosi sulla sensazione che gli dava la pelle di Akira a contatto con la sua. 
“Ecco fatto!”
Disse il biondo dandogli un leggero schiaffo sul fondoschiena. Hisaki gli lanciò un'occhiataccia, poi si tirò su a sedere.
“Sei bravo... Fai dei massaggi estasianti”
Hisaki strinse le scapole per poi stiracchiarsi, godendosi il senso di benessere che quel massaggio gli aveva regalato.
“Davvero?”
Chiese Akira illuminandosi. Un istante dopo Hisaki sentì le sue mani sul proprio petto.
“Che ne dici di continuare allora?”
Disse massaggiando i suoi pettorali scolpiti. Hisaki inizialmente arrossì, l'aveva colto di sorpresa. Poi però abbandonò la schiena contro al petto del compagno socchiudendo gli occhi. Quando Akira scese sui suoi addominali rabbrividì.
“Akira, se continui così non sarà più rilassante, avrà tutt'altro effetto”
Akira sorrise divertito.
“Cioè?”
Chiese malizioso mentre gli sbottonava i jeans. Hisaki sentì il cuore accelerare. Con Akira era sempre così, si sentiva emozionato come la prima volta. Mentre la mano del biondo scendeva lentamente infilandosi sotto ai suoi pantaloni la mente di Hisaki si annebbiava sempre di più, preda di quelle sensazioni di piacere. Sentiva le farfalle nello stomaco, chiuse gli occhi mentre il suo respiro si faceva irregolare. Un minuto più tardi sentì Akira fare un gridolino; le sue mani l'avevano lasciato. Hisaki aprì di colpo gli occhi e vide rosso, arancio e giallo danzare fondendosi tra loro... Davanti a sé un cuscino stava bruciando. Ancora sconvolto il moro si girò verso Akira, quest'ultimo era caduto a terra per la sorpresa.
“Ma come diavolo ha fatto a prendere fuoco?!”
Chiese il biondo meravigliato. Hisaki era confuso. Un attimo prima era completamente in preda al piacere, e ora invece era scioccato dall'accaduto. All'improvviso ebbe un'illuminazione. Allungò una mano verso il fuoco.
“Che fai?!”
Chiese Akira preoccupato: stava per bloccare Hisaki ma si fermò restando a bocca aperta: il fidanzato aveva una mano circondata dalle fiamme, ma sembrava che il fuoco non lo bruciasse.
“I-io... Credo di essere stato io a crearlo”
Hisaki cercò di concentrarsi, dopo qualche minuto il fuoco magicamente si spense.
“Come...?! Ehm bè... Se volevi che mi fermassi bastava dirlo, non serviva dar fuoco alla casa!”
“Ma che dici idiota?! Non volevo che ti fermassi! È solo che... Ho perso il controllo”
Akira lo guardò perplesso, Hisaki sembrava seriamente preoccupato. Il biondo si sedette sul letto e gli accarezzò la schiena.
“Non è successo nulla di grave!”
“Sì invece! Immagini se al posto del cuscino avessi bruciato te?! Io...”
Hisaki sembrò illuminarsi.
“... Chiamo Selina”
“Ti affidi ad una sconosciuta?”
“Non ho altra scelta... Sembrava conoscermi meglio di quanto mi conosca io!”
Disse mentre componeva il numero sul cellulare. Esitò un istante, ma alla fine premette il tasto verde.
“Oh buonasera caro! Sapevo che avresti chiamato prima o poi”
“... Allora risparmio il fiato”
“Non fraintendere! Io non posso vedere il futuro... Conosco solo dei dettagli di passato e presente! Per questo sapevo che eri tu. Il fatto che sapessi che avresti chiamato era pura intuizione! Sentiamo, cosa ti ha fatto cambiare idea?”
“Pensavo lo sapessi già”
“Uff, ti ho detto che so solo alcune cose!”
“Ho rischiato di bruciare la camera... Ho perso il controllo dei miei poteri”
“... Cosa stavi facendo?”
“Che domande sono?! Non esiste la privacy per te?”
“Come immaginavo, stavi facendo sesso”
“Non stavo facendo sesso!!”
Sbottò Hisaki arrossendo. Akira si lasciò sfuggire una leggera risata.
“Bè, comunque qualcosa del genere, no?”
Il silenzio di Hisaki lasciò intendere a Selina che ci aveva azzeccato.
“I momenti in cui rischi maggiormente di perdere il controllo sono quelli in cui provi delle forti sensazioni: eccitazione, rabbia, dolore... La tua mente è sopraffatta dalle emozioni, si lascia andare, e con lei anche la tua magia”
Hisaki ricordava bene i momenti prima della perdita della memoria: per paura di perdere Akira quella volta aveva arso vive due persone. Anche allora non l'aveva fatto di sua volontà.
“Cosa dovrei fare?”
“Da domani sarò la tua insegnante: tutti i giorni quando finirai di lavorare ti allenerai con me”
“Dove?”
“La tua villa va più che bene, hai una palestra con tanto spazio no? Arriverò dopo cena”
“... Ok”
“A domani allora! Vedi di non far sesso troppo sfrenato o bruci Akira vivo!”
“Ma...!!”
Selina riagganciò.
“Perché sei arrossito così?”
“N-niente di importante! Andiamo a dormire, domani sarà una lunga giornata”


Finalmente siamo arrivati a parlare dei poteri di Hisaki! xD
A parte questo, qualche giorno fa stavo scrivendo il capitolo 7 e... Ho lasciato vagare un po' troppo la mia fantasia u.u'  leggasi come: sto meditando se aggiungere l'avvertimento lime alla storia e pubblicare quel capitolo integrale xD vedremo... Mi farebbe piacere anche sentire cosa ne pensano le persone che seguono questa storia! ^^
A proposito, sono felice di vedere che aumentate sempre di più, perciò grazie 

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Capitolo 5
*** Autocontrollo ***



L'indomani, quando Hisaki si alzò per andare al lavoro Akira stava ancora dormendo. Hisaki lo guardò dormire beato, sembrava quasi un bambino. Il moro scostò i suoi capelli dorati e gli diede un leggerissimo bacio sulla fronte, stava per andarsene quando sentì qualcosa trattenerlo per la camicia. Si girò e incrociò due occhi verdi velati dal sonno.
“Scusami, non volevo svegliarti”
Sussurrò Hisaki abbassandosi vicino al letto.
“No, ero già sveglio... Non voglio che tu vada!”
Disse Akira buttandogli le braccia al collo. Hisaki lo guardò stupito.
“Mi dispiace, devo andare al lavoro”
“E se... Se ti succedesse qualcosa...?”
Hisaki affondò una mano tra i suoi capelli biondi chiudendo gli occhi. Evidentemente Akira non aveva dimenticato ciò che era successo con Ryu. E nemmeno lui poteva: quei giorni di dolore erano marchiati a fuoco nella sua anima.
“Andrà tutto bene”
“Posso... Posso venire con te?”
Il biondo lo guardava con occhi supplicanti.
“Ti prometto che me ne starò buono!”
Hisaki ci pensò qualche secondo, poi sospirò.
“E va bene, ma sbrigati a vestirti, sono già in ritardo”
Akira gli fece un gran sorriso e lo abbracciò stretto, poi corse a vestirsi.
 
Poco dopo erano a casa di Alex.
“Buongiorno!”
“Ciao! Spero non ti dispiaccia se ho portato Akira con me... Era... Ehm... Preoccupato”
“Tranquillo, posso capirlo!”
Rispose Alex sorridendo.
“Venite... Scusate se c'è un po' di disordine e la casa è piccola, Edgar mi ha detto che abitate in una villa”
Hisaki entrò seguito da Akira.
“Nessun problema”
I tre si sedettero in salotto, Akira era in un angolino del divano, mentre Alex e Hisaki erano seduti di fronte ad un tavolino pieno di fogli e disegni.
“Edgar ti ha detto che è il mio primo yaoi?”
Hisaki annuì.
“A dire il vero anche per me è il primo”
“Io ho letto i volumi che avevi prodotto con Ryu e ehm... Credo di aver bisogno di alcune spiegazioni prima di cominciare”
Hisaki inarcò un sopracciglio.
“Chiedi pure”
“E-ecco è difficile da dire ma.... Io non sono mai stato con un ragazzo perciò... Ehm...”
Alex si passò una mano fra i capelli imbarazzato.
“... Non so come funzioni tra due uomini”
Hisaki restò a guardarlo stupito, poi arrossì di botto.
“Vuoi una dimostrazione pratica?”
Chiese Akira dopo aver passato un minuto a ridere. Hisaki gli lanciò addosso un cuscino.
“ZITTO TU!”
Gli sbraitò contro rivolgendogli un pugno chiuso come minaccia. Poi tornò a guardare Alex.
“Ehm... Non è che ci sia un'abissale differenza con quello che succede tra uomo e donna a dire il vero... Nei volumi già pubblicati c'era qualche... Esempio”
“Lo so, il fatto è che non capisco il perché di certe azioni”
“... Tipo...?”
Hisaki si chiedeva perché certe situazioni capitavano solo a lui. Non parlava di certi argomenti nemmeno col fidanzato, e ora doveva farlo con un quasi-sconosciuto!
Alex portò una mano al viso, anche lui era decisamente in imbarazzo.
“P-pe... Perché prima di usare le dita per... Bè hai capito... Se le mettono sempre in bocca...?”
Il viso di Hisaki passò tutte le gradazioni dal rosso al viola: non si sarebbe mai aspettato una domanda del genere. Mentre lui era pietrificato per l'imbarazzo Akira tratteneva a stento le risate.
“Scusa se sono così stupido, non era mia intenzione metterti in imbarazzo!”
Disse Alex agitando le mani davanti al viso.
“N-no nessun problema...! Ehm ecco....”
“Se vuoi glielo spiego io, dato che sono il più esperto”
Disse Akira con un sorrisetto malizioso. Hisaki gli lanciò un'occhiata inceneritrice, poi però lo lasciò parlare; in fondo gli aveva evitato un ulteriore imbarazzo. Dopo aver passato dieci minuti a sentire Akira che chiariva i dubbi di Alex, Hisaki sentiva il viso in fiamme.
“Ok, credo di essere a posto ora”
Disse Alex leggermente imbarazzato. Finalmente i due cominciarono a lavorare al nuovo volume, mentre Akira li guardava parlare e disegnare incantato: il loro mestiere era decisamente affascinante.
 
Quella sera, quando tornarono a casa trovarono Selina seduta vicino al cancello.
“Oh, buonasera!”
Disse alzandosi.
“Che... Che ci fai qui?”
“Come che ci faccio? Sono venuta per te!”
“Non avevi detto dopo cena?”
“Certo, ma non ho detto che ognuno cenerà per conto suo!”
Hisaki la guardò stupito, poi aprì il cancello senza dire una parola: era troppo stanco perfino per arrabbiarsi.
 
Mentre Hisaki cucinava, Selina e Akira erano seduti in sala da pranzo.
“Cucina sempre lui? Pensavo aveste un maggiordomo”
“Ce l’abbiamo, ma Hisaki vuole comunque occuparsi personalmente dei pasti... Lascia cucinare Akito solo quando è davvero stanco o non ha tempo”
“Che strano tipo”
“A me non dispiace, cucina davvero bene!!”
Disse Akira con l’acquolina in bocca al solo pensiero dei piatti che preparava solitamente il fidanzato. Di lì a poco Hisaki uscì dalla cucina portando il primo in tavola, aiutato da una delle cameriere.
“Waaaa sembra buonissimo! Buon appetito”
Esclamò Akira affondando la forchetta nelle fettuccine.
 
Quando ebbero finito di cenare, Selina dovette dar ragione ad Akira: Hisaki cucinava davvero bene.
“Sei bravo, non pensavo! Di solito i ragazzi non sanno cucinare”
“Non fare di tutta l’erba un fascio”
Disse Hisaki guardandola di traverso, Selina sorrise.
“Siete vegetariani? Non c’era un filo di carne o pesce in nessun piatto”
“Ah! Hisaki lo era e visto che cucina lui io mi sono adattato... All’inizio ero un po’ disgustato all’idea, pensavo di dover mangiare solo insalatine! Invece ho dovuto ricredermi e non mi dispiace per niente esserlo”
Akira parlava con un gran sorriso.
“Cosa non si fa per amore”
Appuntò Selina.
“Non gli ho imposto io di diventarlo, gli avevo detto che se voleva potevo cucinare carne e pesce per lui”
“Per me non fa differenza, mi basta mangiare tanto e bene!”
Disse Akira mentre addentava il suo secondo pezzo di dolce.
“Bè, spero tu abbia fatto il pieno di energie moretto, è ora dell’allenamento!”
“Oh, andiamo! Non vedo l’ora di vedere Hisaki all’opera”
Akira si alzò di scatto dalla sedia.
“Finisci di mangiare, sei peggio dei bambini!”
Hisaki lo tirò giù facendolo sedere. Akira si ingozzò con la torta: aveva le guance gonfie per tutto quello che aveva ingurgitato.
“Ok poffiamo anfare”
Disse con la bocca piena. Hisaki sospirò alzandosi da tavola.
 
Poco dopo erano tutti e tre in palestra.
“Bene, direi che come prima cosa dobbiamo imparare a tenere i tuoi poteri a bada in situazioni estreme! Quindi... Ora devi provare un grande dolore”
“Non è che possa impormi da solo di soffrire”
“Mi prendi in giro?”
Disse Selina aguzzando gli occhi.
“Lo so benissimo! Per questo ci sono io”
Selina lo prese per un polso e lo portò vicino al muro, Akira e Hisaki stettero ad osservare perplessi. Pochi secondi dopo Hisaki sentì qualcosa di freddo sui polsi. girò la testa e vide delle catene uscire dal muro... Lo stava legando?!
“Cosa diavolo...?!”
Sbottò stupito. Akira sgranò gli occhi.
“Vi ricordo che sono una maga, non dovrebbero stupirvi certe cose”
“Hey aspetta! Non vorrai frustarlo?!”
Chiese il biondo preoccupato.
“Ma che dici?! Piuttosto... Puoi restare a guardare, ma non devi assolutamente interferire. Me lo prometti?”
Akira la guardò diffidente.
“Anche se potrebbe non sembrare, tutto ciò che farò è per il suo bene”
Aggiunse Selina per rassicurarlo. Akira guardò Hisaki, cosa voleva fare quella strana tipa? Hisaki gli sorrise dolcemente.
“Promesso...!”
Disse infine Akira.
“Bene”
La ragazza si avvicinò ad Hisaki e posò le dita sulla sua fronte.
“Pronto?”
“Non so nemmeno cosa vuoi fare, come posso sapere se sono pronto?”
Selina fece una leggera risata. Poco dopo nelle zone in cui le sue dita toccavano la pelle di Hisaki comparve una fievole luce violacea. Akira guardò la scena meravigliato, era come assistere ad un film fantasy. Un attimo dopo ci fu qualcosa che lo distrasse: gli occhi di Hisaki. Il moro aveva lo sguardo fisso in avanti, perso nel vuoto. Cosa stava vedendo...? Quelle iridi rosse si offuscarono, sul suo viso stavano scendendo lacrime. Akira fece un passo verso di lui ma si fermò: aveva promesso di non interferire. A malincuore strinse i pugni cercando di resistere. Quando Hisaki cominciò ad urlare dimenandosi in preda al dolore fu davvero troppo: Akira si sentì stringere il cuore, come poteva non intervenire?!
“SMETTILA!”
Hisaki serrò gli occhi girando di scatto la testa, sembrava stesse soffrendo tantissimo. Sul viso di Selina c’era un’espressione impassibile. Il moro strinse i pugni facendo tendere le catene che lo teneva imprigionato, all’ennesimo, straziante urlo che lanciò Selina fece uno scatto indietro separandosi da lui: se non si fosse spostata sarebbe stata divorata dalle fiamme. Hisaki aprì gli occhi e si guardò intorno spaesato.
“Così non va bene”
Disse Selina incrociando le braccia.
“Cos’è... Successo...?”
Chiese Akira confuso.
“Gli ho appena mostrato i momenti più dolorosi della sua vita: l’uccisione del fratello, l’abbandono dei genitori e per finire le violenze subite da Ryu. Come vedi questo è il risultato”
Disse facendo spegnere le fiamme che Hisaki aveva generato. Hisaki guardò a terra: un attimo prima gli era sembrato tutto così reale... Era solo un’allucinazione?!
“Devi imparare a mantenere la mente lucida”
Selina fece sparire le catene che lo legavano.
“Se controlli i tuoi sentimenti controlli anche la tua magia”
“Ti ho già detto che non sono io a controllare ciò che provo!”
“Lo so bene, ma se ti lasci sopraffare uccidi qualcuno, come hai fatto con gli scagnozzi di Ryu. Perciò da oggi ci alleniamo all’autocontrollo!”
“Vorresti dire che ogni volta devo sopportare tutto questo...?!”
“No, questa era una prova. Useremo altri metodi! Anche perché altrimenti Akira mi uccide”
Disse girandosi verso il biondo con un sorriso.
 
Le ore passarono velocemente, Selina se ne andò a mezzanotte passata. Hisaki si trascinò fino al letto lasciandosi cadere lì, era sfinito.
“Non ti cambi nemmeno?”
Chiese Akira mentre si metteva il pigiama. Hisaki mugugnò col viso contro al cuscino, poi a malavoglia si mise a sedere e si tolse i vestiti restando in boxer. Akira gli stava per passare il pigiama ma Hisaki si rintanò sotto alle coperte e collassò poco dopo. Il biondo lo guardò perplesso: era così stanco da non riuscire nemmeno a cambiarsi? Akira sospirò e si stese di fianco a lui, abbracciandolo stretto. Erano successe così tante cose in pochi giorni... Irina, Yuriy e Miyoko, Alex e ora Selina e le sue lezioni... Come faceva Hisaki a sopportare tutto senza mai lamentarsi? Aveva davvero un’alta capacità di sopportazione. Al posto suo Akira probabilmente sarebbe già esploso. Ma Hisaki era forte, più di quanto pensasse. E se un giorno fosse crollato... Akira sarebbe stato lì, pronto a sostenerlo.

Per questo capitolo devo fare un ringraziamento a 
 unicorn_inthemind: la domanda fatta da Alex sugli yaoi è in realtà una domanda che lei si è sentita rivolgere da un'amica, e mi ha gentilmente concesso di usarla xD
Detto ciò, spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero che qualcuno si faccia sentire nelle recensioni TwT
alla prossima con il capitolo 6: "Effetti collaterali" ^^

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Capitolo 6
*** Effetti collaterali ***


Quando la sveglia suonò, Hisaki allungò svogliatamente un braccio afferrandola per poi scaraventarla contro al muro; mise la testa sotto al cuscino e riprese a dormire. Akira si girò verso di lui attirato dal rumore e vedendolo ancora a letto si stupì: solitamente era lui quello che faticava a svegliarsi, Hisaki invece era sempre il primo ad alzarsi.
“Hey piccolo”
Disse alzando delicatamente il cuscino.
“Mh...”
Hisaki tenne il viso contro al materasso.
“Non devi andare al lavoro?”
“Ancora cinque minuti...”
Rispose Hisaki senza muoversi di un millimetro.
“Vuoi che chiami Alex per dirgli che resti a casa?”
“No”
Hisaki sospirò e si tirò su a sedere: Akira vide che il suo viso era... Cadaverico. Sembrava uscito da una fossa. Il moro portò le mani al viso cercando di connettere il cervello: si sentiva stanco e intorpidito, come se qualcosa avesse prosciugato tutte le sue forze.
“Sicuro di star bene?”
“Sono solo stanco”
Disse alzandosi per poi andare a vestirsi.
“Vuoi che ti accompagni? Non sono sicuro che tu sia in grado di guidare”
“No, ce la posso fare... Grazie comunque”
Hisaki accompagnò le parole con un sorriso, tuttavia Akira non poteva fare a meno di preoccuparsi per le sue condizioni.
 
Hisaki guidò andando più lento dei nonnetti: forse avrebbe dovuto accettare l’invito di Akira. Fortunatamente arrivò a casa di Alex sano e salvo. Quando il collega aprì la porta lo guardò in modo strano.
“Ciao! Scusa per la mia faccia...”
Disse il moro senza guardarlo negli occhi.
“Ah, no, più che la tua faccia mi ha stupito vederti senza il gel”
Hisaki realizzò solo in quel momento che quella mattina era così rimbambito da non essersi nemmeno pettinato.
“Oddio...”
Disse portando le mani al viso.
“Hey non ci sono problemi! Non stai male coi capelli così, anzi”
Alex lo rassicurò sorridendogli, poi lo fece entrare.
 
Quella giornata ad Hisaki sembrò lunghissima, le ore non passavano mai. Non riusciva a concentrarsi e Alex doveva ripetergli la stessa cosa mille volte prima che la recepisse.
“Hisaki, sicuro di star bene?”
“Sono solo stanco... Scusami, è stata una pessima nottata”
“Ti va un tè?”
Hisaki guardò  Alex negli occhi. Era così... Gentile. Akira escluso, non era abituato ad avere persone come lui attorno.
“Volentieri”
Rispose regalandogli un sorriso. Alex preparò un tè alla ciliegia con i biscotti. Sentire quel liquido caldo scorrergli giù per la gola rilassò Hisaki.
“Ci voleva proprio”
Disse riappoggiando la tazzina sul vassoio.
“Se non te la senti di continuare per oggi puoi andare a casa... Continuo io se vuoi”
“Grazie, ma non voglio lasciarti a lavorare da solo. Ce la posso fare”
“Come vuoi, allora rimettiamoci all’opera!”
 
Quando Hisaki rientrò a casa, quella sera, sentì uno strano odore di bruciato. Andò in cucina e vide Akira con in mano una teglia: dentro c’era qualcosa di nero e informe.
“Akira... Cosa stai facendo?!”
Akira si girò di scatto.
“E-ehm Hisaki! Già qui?”
“Sono le otto passate”
Akira lo fissò in silenzio, poi abbassò lo sguardo incupendosi.
“Io... Visto che stamattina eri stanco ho pensato che saresti venuto a casa distrutto, così volevo cucinare per te ma... Ho bruciato tutto”
Akira aveva gli occhi lucidi, ci teneva davvero a far qualcosa per Hisaki e invece...
Il moro lo osservò senza dire una parola, poi si avvicinò a lui e lo baciò. Quando si separarono Hisaki aveva il sorriso più dolce che avesse mai fatto.
“Grazie”
Gli sussurrò a fior di labbra.
“Ma ho combinato solo guai...”
“Non importa, apprezzo molto il fatto che tu abbia pensato a me e ti sia impegnato... Sei stato davvero dolce”
Akira si meravigliò, poi si sciolse in un sorriso e abbracciò stretto il compagno.
“Ma ora che mangiamo?”
Chiese poco dopo.
“Ordiniamo una pizza, per una volta si può fare”
Poco dopo i due stavano cenando, Hisaki restò fermo a fissare Akira per un po’.
“Akira... Che diavolo stai facendo?”
Akira lo guardò perplesso.
“Mangio!”
Rispose come fosse ovvio.
“Questo lo vedo... Ma perché non mangi come le persone normali?!”
Disse osservando che Akira, anziché tagliare la pizza a spicchi, stava tagliando tanti piccoli pezzi tutto attorno.
“Ah è il mio modo di mangiarla! Così la parte più buona resta alla fine!!”
Sul viso del biondo apparve un mega-sorriso. Hisaki restò perplesso per qualche secondo, poi alzò le spalle rassegnato.
“Il Kinder fetta al latte, la pizza... Quante altre cose mangi in modo strano?!”
“Ah... Non lo so a me non sembrano modi così strani quindi non me ne rendo conto”
Hisaki sorrise. Il biondo era decisamente unico. In tutto.
 
Nei giorni seguenti gli allenamenti di Selina cominciarono a dare i loro frutti: Hisaki ormai aveva imparato a controllare le sue emozioni e con loro i suoi poteri. Se da una parte la situazione migliorava, dall’altra peggiorò sempre di più: Hisaki al mattino faticava ad alzarsi, ogni giorno era sempre più stanco. Akira cominciava seriamente a preoccuparsi per la sua salute, tanto che un pomeriggio ne approfittò dell’assenza del fidanzato per chiamare Selina.
“Pronto?”
“Ciao, sono Akira”
“Ooooh, ciao biondino! A cosa devo l’onore?”
“Sono preoccupato per Hisaki. Da quando hai iniziato ad allenarlo non si regge quasi più in piedi”
“Ah, è normale: non è abituato ad usare i suoi poteri perciò si stanca facilmente. Vedrai che col tempo la situazione migliorerà”
“Mh ma tu... Sei sicura che reggerà? Forse è meglio se gli lasci qualche giorno di riposo, no?”
“Hisaki è forte, può sopportare questa fatica, tranquillo! Però capisco che la sua stanchezza causi altri problemi... Da quanto sei in astinenza Akira?”
“C-come?!”
“Se non si regge nemmeno in piedi, immagino che non facciate nemmeno sesso”
“E-ehm... In effetti è passata quasi una settimana dall’ultima volta”
“Capisco, allora questo week-end te lo affido. Contento?”
“Ovviamente sì!! Hey aspetta, non era solo questo il problema, io ero davvero preoccupato per lui!”
“Lo so... Il vostro amore è la vostra forza”
“Che vuoi dire?”
“Oh, nulla di importante! Ci vediamo lunedì”
Selina riagganciò prima di dargli la possibilità di rispondere. Akira guardò il cellulare perplesso: perché quella donna parlava sempre per enigmi?!
 
Quando Hisaki rientrò quella sera, appena mise piede dentro casa lasciò cadere la borsa a terra e si accasciò contro il muro, finalmente era venerdì sera, fine della settimana lavorativa.
Akira sentendo la porta di casa aprirsi corse all’ingresso, quando lo vide seduto a terra si precipitò da lui.
“Hisaki che succede?”
Gli chiese preoccupato. Il moro alzò lo sguardo guardandolo con aria interrogativa.
“Mh? Nulla, ero stanco e mi sono seduto”
Akira lo guardò stupito.
“Vieni su, se resti a terra ti prendi un malanno!”
Disse prendendolo per le mani e alzandolo di peso. Hisaki una volta in piedi gli buttò le braccia al collo appoggiando la testa sulla sua spalla.
“Scusa, non credo di farcela a cenare stasera... Voglio solo dormire”
Akira se lo caricò in spalla.
“Non se ne parla! Sei dimagrito vero?”
“Non lo so”
Akira lo portò di sopra posandolo sulla bilancia.
“70 kg?!”
Sbottò il biondo.
“Cavolo, peso tantissimo”
Disse Hisaki fissando lo schermo della bilancia.
“Ma che diavolo dici?! Sei alto e in più pieno di muscoli! Sei anche dimagrito!”
Akira parlava come una madre arrabbiata, prese Hisaki per i fianchi alzandolo da terra e lo mise sul letto coprendolo.
“Non muoverti da lì, ti porto la cena preparata da Akito ed esigo che tu mangi tutto. Chiaro?”
Hisaki lo guardò esterrefatto, sembrava davvero serio.
“E-ehm o-ok...!”
Poco più tardi Akira portò un vassoio con la sua cena e si sedette sul letto vicino a lui.
“Avanti, fai aaaaa
“Come?! Sono in grado di mangiare da solo”
Disse Hisaki arrossendo.
“Uff, lo so! Ma per una volta voglio darti da mangiare io”
“Akira, è troppo imbarazzante”
Akira sfoderò la sua espressione più tenera guardando Hisaki con due occhioni da orsacchiotto. Le guance del moro divennero ancora più rosse, a quel faccino non sapeva davvero resistere.
“D’accordo d’accordo! Ma questa è la prima e ultima volta”
Il biondo si rallegrò alzando la forchetta verso le labbra del fidanzato. Hisaki aprì appena la bocca guardando altrove, gli sembrava di essere un bambino. Akira lo imboccò due o tre volte, alla quarta Hisaki sentì qualcosa di diverso dal freddo acciaio della forchetta, girò di colpo lo sguardo e si trovò davanti il viso di Akira. Quella che aveva tra le labbra era la lingua del compagno che cercava avidamente la sua. Hisaki mugolò nel bacio, chiuse gli occhi e mise una mano fra i capelli del biondo tirandolo a sé. Quando le loro labbra si separarono Hisaki tenne la mano sulla guancia di Akira, le loro fronti una contro l’altra.
“Non è corretto attaccare così all’improvviso, signorino Akira”
“Ahah, non ho saputo trattenermi, le tue labbra socchiuse, le gote arrossate... Era impossibile non baciarti! Mi può perdonare lord Hisaki?”
“Mh, non ne sono sicuro”
“Oh, sono sicuro che questo ti farà cambiare idea”
Akira prese dal vassoio un bicchiere, Hisaki riconobbe all’istante il profumo del contenuto: succo all’ananas.
“Aaaah il mio preferito!”
Hisaki allungò una mano verso il bicchiere ma Akira gli impedì di prenderlo e portò il bicchiere alle labbra bevendolo. Il moro lo guardò perplesso per un istante, poi vide il fidanzato avvicinarsi di nuovo a lui e baciarlo: un bacio dal sapore che tanto amava. Akira ci stava mettendo tutta la passione che aveva in corpo, le sue mani aggrappate alle braccia muscolose del compagno quasi a imprigionarlo in una morsa. Hisaki ricambiò l’ardore del biondo, poi però dovette allontanarlo dolcemente per riprende fiato, il suo respiro era affannoso.
“Akira, che ti prende stasera?”
“Mh, non ti piaceva l’ananas? Ho pensato di fartelo assumere in modo diverso”
Disse il biondo con un sorrisetto malizioso.
“Non mi riferisco a questo, ma al fatto che sembri un animale in calore”
Perché ti voglio da morire.
Questo è ciò che Akira avrebbe voluto dirgli. Ma sapeva bene che doveva trattenersi, ci teneva al compagno e sapeva quanto fosse esausto. Nonostante gli fosse difficile doveva farcela.
“Oh, dovresti saperlo che io cerco di abbordarti in ogni momento”
Sul viso del biondo apparve un sorriso ironico.
“Mmh”
Hisaki socchiuse gli occhi guardandolo dubbioso, poi prese la forchetta finendo di mangiare.
“Bravo, ora puoi dormire quanto vuoi”
Disse Akira dandogli un bacio in fronte per poi alzarsi prendendo il vassoio. Hisaki si lasciò scivolare tra le coperte.
“Akira...!”
Il biondo si fermò sull’uscio girandosi a guardarlo.
Hisaki si coprì il viso fino agli occhi  con la coperta, era così imbarazzante dire certe cose...
“Non riesco a dormire se non ci sei tu”
Sussurrò a bassa voce. Akira si sciolse in un sorriso.
“Cinque minuti e arrivo”
E il biondo mantenne la parola: poco dopo era sul letto vicino ad Hisaki tenendolo stretto a sé. Hisaki strinse la sua maglietta, quando era fra quelle braccia si sentiva così protetto... 
“Buonanotte piccolo”
Furono le ultime parole che il moro riuscì a sentire, poi la stanchezza ebbe la meglio su di lui trascinandolo nel mondo dei sogni.

Salve a tutti ^-^
Il modo di Akira di mangiare la pizza è ancora una volta preso dalla mia migliore amica: anche lei la mangia così xD
il prossimo capitolo sarà il
"famoso" capitolo 7... Alla fine ho deciso di lasciare la lime, quando posterò il prossimo aggiungerò l'avvertimento alla storia ^^
Ah, vi informo che dal capitolo 9 inizieremo ad entrare (finalmente) nel vivo della storia :D ma non anticipo altro per ora :)

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Capitolo 7
*** Cocktail d'amore ***


Quando Hisaki si svegliò si girò lentamente verso la radiosveglia. Il moro restò a fissare quei numeri assonnato: 13:04... 13:04?! Hisaki si alzò velocemente dal letto infilandosi dei pantaloni della tuta e una felpa, poi corse giù: trovò Akira seduto in salotto a guardare la tv.
“Oh, buongiorno!”
Lo salutò il biondo sorridendo.
“Oddio scusami ho dormito così tanto che non ti ho preparato la colazione e tantomeno il pranzo! Potevi svegliarmi”
Disse Hisaki scombussolato.
“Non ti preoccupare, ci ha pensato il maggiordomo! E poi avevi bisogno di riposare. Ah, a proposito, per il week-end sei libero dagli allenamenti di magia”
“Come mai?”
“Selina pensava avessi bisogno di una piccola pausa. A proposito, come ti senti?”
“Benissimo! Credo di aver recuperato tutte le energie”
Akira lo guardò in viso, effettivamente era tornato splendente come al solito, sembrava più rilassato. Il biondo abbassò lo sguardo sul suo abbigliamento.
“Da quando ti vesti così?”
Hisaki si guardò: a pensarci bene era una delle poche volte in cui indossava abiti sportivi.
“Ehm ho preso le cose più veloci da indossare”
“Girati”
Hisaki guardò Akira con aria interrogativa.
“Eddai girati!”
Il moro si girò.
“Si può sapere che c'è?!”
“Mh hai un fondoschiena degno di una statua greca, e come immaginavo i pantaloni della tuta lo fanno risaltare”
Hisaki sgranò gli occhi e si rigirò verso Akira.
“SI PUO' SAPERE CHE DIAVOLO GUARDI STUPIDO MANIACO?!”
“Le cose di mia proprietà”
Rispose Akira tranquillo.
“Fino a prova contraria il mio fondoschiena appartiene ancora a me”
“Ne siamo sicuri?”
Akira lo fissava con aria famelica. Hisaki spostò lo sguardo imbarazzato.
“Vado a... A... A fare qualsiasi cosa che mi tenga lontano da te”
Disse Hisaki uscendo.
“E smettila di guardare il mio fondoschiena ogni volta che mi giro!”
Disse rientrando solo con la testa. Akira si fece una leggera risata. Era così dannatamente tenero. Chi avrebbe mai detto che lo scontroso Hisaki di quel giorno si sarebbe rivelato così dolce?
 
“Tesoruccio, io vado! Vieni a trovarmi più tardi?”
Disse Akira pronto per andare al lavoro.
“Chiamami ancora così e vengo a trovarti per ucciderti”
Rispose Hisaki guardandolo male.
“Ahah, sei sempre così dolce ♥ ”
Akira gli pizzicò le guance e gli diede un bacio sulla punta del naso.
“Ci vediamo dopo”
Disse uscendo. Hisaki lo guardò dalla finestra mentre la sua macchina si allontanava. Si sentiva irrequieto a lasciarlo solo in un locale del genere, ma in fondo era il suo lavoro, e doveva aver fiducia nel fidanzato. Tuttavia... Una visitina non avrebbe fatto male a nessuno, no?
 
 
Akira stava asciugando dei bicchieri quando sentì dei gridolini provenire tutti dalla stessa direzione; si girò da quella parte ma la folla gli nascondeva la visuale. All'improvviso fra la gente vide apparire lui. Hisaki. 
“His...”
Akira lo squadrò da testa a piedi: una maglia aderente nera, che come la maggior parte dei suoi vestiti lasciava intravedere i suoi pettorali dallo scollo; un paio di jeans strappati in qualche punto e un paio di stivali. Sul viso di Akira apparve un sorriso che non prometteva nulla di buono.
“Buonasera, cosa vuole ordinare?”
Chiese il biondo appoggiando i gomiti sul bancone.
“Idiota”
Disse Hisaki sedendosi al bancone di fronte a lui.
“Mh, hai intenzione di tradirmi? Se ti vesti così provocante ti salteranno tutti addosso”
“Non dire idiozie, cosa ci sarebbe di tanto provocante?!”
“Bah, probabilmente quello che c'è sotto ai vestiti”
Rispose il biondo. Hisaki lo fissò arrossendo, poi però avvicinò il viso al suo.
“Sai benissimo che sei l'unico a cui permetto di vedere quello che c’è sotto”
Akira sorrise soddisfatto.
“Mi fai venir voglia di saltarti addosso”
“Ah, che novità!”
“Eddai non prendermi in giro!”
Disse Akira mentre gli versava un cocktail analcolico. Hisaki ridacchiò, poi gli leccò le labbra.
“Maledetto, mi provochi solo perché sai che in pubblico non posso farti nulla”
Hisaki sorrise sadicamente.
“Torna a lavorare o ti licenziano”
Akira gli diede un ultimo bacio prima di andare a servire gli altri clienti.
Mentre il moro sorseggiava il suo drink vicino a lui si sedette un ragazzo.
“Ciao tesoro, come ti chiami?”
Hisaki lo guardò di traverso.
“Mi chiamo fatti-i-cavoli-tuoi”
“Hey hey che peperino! Mi piacciono i tipi ribelli”
“...”
“Dovresti scioglierti un po'! Bevi qualcosa”
“Sto già bevendo, sei cieco forse?”
“Io intendevo qualcosa di alcolico”
“No grazie”
Rispose con tono scocciato.
“... Allora che ne dici se ti aiuto io a scioglierti?”
Il ragazzo tracciò con un dito la curva del bicipite di Hisaki.
“Gradirei che non mi toccassi”
“Oh, andiamo! Sai, faccio dei pompini da favola”
Hisaki tossì, il cocktail gli era andato di traverso. 
“Sono fidanzato”
Rispose non appena si riprese.
“Bè, lui non deve mica venirlo a sapere”
“Scusi, signor barista!”
Disse Hisaki alzando la voce. Akira si avvicinò a lui.
“Che c'è?”
“Il qui presente ragazzo dice di voler far sesso orale con me, lei che dice?”
Akira passò dallo stupore alla rabbia in meno di un minuto.
“Oh, ottimo! Lascia che ti offra un cocktail”
Disse Akira riempiendo un bicchiere. 
“Grazie! Vedi bel moretto, anche il barista approva”
Disse il ragazzo con aria di superiorità. Akira stava per porgergli il cocktail ma anziché appoggiarlo sul bancone glielo versò in faccia. Il biondo lo prese per il collo della maglia tirandolo violentemente a sé.
“Stammi bene a sentire, prova anche solo a posare di nuovo i tuoi luridi occhi su di lui e giuro che ti faccio pentire di essere nato”
Hisaki non aveva mai visto Akira così. Quello sguardo glaciale avrebbe intimorito chiunque.
“L-lui è il tuo fidanzato...? Ahah...”
Il ragazzo rimase in silenzio per un po', impaurito da Akira. Poi però riprese a parlare.
“Che ne dici di una cosa a tre?”
Propose infine. Hisaki vide la vena sulla tempia di Akira pulsare, il biondo era decisamente arrabbiato.
“Che ne dici di sparire prima che ti appenda al muro per giocare a freccette?”
“Capito-capito me ne vado!”
Akira lasciò violentemente il ragazzo facendolo cadere a terra, quest'ultimo si rialzò velocemente correndo via.
“Come siamo cattivi”
Disse Hisaki appoggiando il viso sulle mani.
“L'hai fatto apposta eh? Ti sai difendere benissimo da solo, con tutti quei muscoli”
“Ahah, ma vedere come ti arrabbi quando sei geloso è molto più eccitante”
“Ti conviene stare attento sai? Stasera mi stai provocando troppo... Ti ricordo che sono anche in astinenza”
“Ti ricordo che lo sono anch'io”
Rispose Hisaki con tono malizioso. Akira fece un sorrisetto.
“Finisco a mezzanotte”
Disse prima di tornare a servire.
Hisaki lo seguì con lo sguardo, soffermandosi sul suo fondoschiena. Mentre era intento a scannerizzare ogni centimetro del corpo del fidanzato mordicchiava la cannuccia distrattamente. Dio quanto era figo. Lo sembrava più del solito... O forse erano i giorni passati senza quasi sfiorarlo a farlo sembrare ancora più bello? Hisaki non sapeva rispondere, ma non gliene importava. L'unica cosa di cui era certo era che lo voleva. Lo voleva con tutto se stesso. Voleva sentire le sue calde mani sulla propria pelle, i suoi baci carichi di passione, i loro corpi fondersi... Aaah, doveva darsi una calmata. Da quando si era messo a fare certi pensieri?! Hisaki scosse la testa cercando di distrarsi, quando vide due clienti parlare con Akira ridendo. Il biondo stava sorridendo. Perché la cosa lo innervosiva?! Era gelosia...? Molto probabilmente sì, lo era. Avrebbe voluto che i sorrisi del fidanzato fossero riservati solo a lui. Ma sapeva bene che il suo era un pensiero stupido, non poteva di certo isolare Akira dal resto del mondo. Il moro guardò il bancone sospirando, poi ordinò dall'altro barista un cocktail, stavolta alcolico. In fondo avrebbe potuto reggere un bicchierino... O almeno lo sperava.
 
Ore 00.18. Akira aprì la porta della camera con un calcio e ci trascinò dentro Hisaki senza interrompere il bacio. Da quando avevano messo piede nella villa le loro labbra non si erano separate nemmeno un secondo, se non per riprendere fiato.
Akira sbatté il moro contro al muro, le sue mani risalirono sotto alla maglietta di Hisaki stringendo avidamente quel corpo che tanto desiderava.
“Ah Akira vuoi sfondare il muro?!”
Disse Hisaki inarcando la schiena per la botta.
“No, più che il muro voglio sfondare te!”
“Hey!! Da quando sei così volgare?!”
“Lo divento quando resto troppo in astinenza”
“Mh, e se io ti lasciassi in bianco anche oggi?”
“Lascia che ti faccia cambiare idea... So che anche tu lo vuoi, finto angioletto”
Akira gli mordicchiò un orecchio, poi scese a baciargli il collo facendogli un succhiotto. Hisaki portò la testa all'indietro lasciandosi sfuggire un gemito. Dannato Akira, sapeva bene che il collo era il suo punto debole. Il moro aprì la cerniera della sua felpa sfilandogliela.
“D’accordo, mi hai convinto”
“Ahah, che volontà di ferro!”
Disse Akira togliendogli a sua volta la maglietta e lanciandola a terra. Poco dopo il resto dei vestiti di Hisaki andarono a farle compagnia. Hisaki intrecciò le gambe dietro al bacino del compagno, mentre quest’ultimo faceva scendere lentamente una mano lungo la sua schiena. Di lì a poco si ritrovarono sul letto, il biondo diede al compagno una scia di baci dal collo al petto facendolo trasalire. Non erano passati molti giorni, ma quella poca astinenza dai baci e dalle carezze di Akira faceva sì che ora il moro provasse tutte le emozioni di quel momento triplicate. Chiuse gli occhi intrecciando le mani tra i capelli del fidanzato, mentre sentiva le calde labbra di Akira scendere sempre più giù. Hisaki percorse la schiena del biondo con un piede, poi lo fece scivolare sotto ai suoi pantaloni. Akira rabbrividì tremando appena a quel contatto. Nell’assoluto silenzio della villa, gli unici suoni erano i gemiti di piacere di Hisaki.
Quella notte fu come toccare il cielo con un dito... Il loro piccolo paradiso.
 
Quando Akira aprì gli occhi il sole era già alto. Il ragazzo tastò con le mani il letto di fianco a sé, trovandolo vuoto. Dove era finito Hisaki? Akira si vestì e scese le scale, il fidanzato era in sala da pranzo.
“Buongiorno!”
Disse Hisaki avvicinandosi a lui e dandogli un bacio sulla guancia.
“Come mai così affettuoso?”
Hisaki si lasciò sfuggire una risata sotto ai baffi.
“Sono solo felice! Siediti, ti ho preparato la colazione”
Akira guardò il tavolo: sopra c’era ogni sorta di prelibatezza. Sul suo cappuccino il fidanzato aveva disegnato un piccolo cuore con il cacao.
“Ooooh ma che cosa carina! ”
Hisaki si sedette di fronte a lui sorridendo.
“Hisaki... Questa notte è stato... Indescrivibile”
Hisaki arrossì al solo ricordo e tenne lo sguardo fisso sul suo tè.
“N-non dire queste cose così!”
“Così come?”
“Come se stessi parlando del tempo!”
“Ma infatti sono cose normali! Sei tu che sei timidino”
Rispose Akira sorridendo. Hisaki portò la tazza alle labbra per nascondersi parzialmente il viso.
“È stato... Bellissimo anche per me”
Farfugliò a bassa voce.
“Che cosa è stato bellissimo?”
Akira e Hisaki si girarono verso la porta.
“Satoshi!”
Esclamò il biondo.
“Yo! Da quanto tempo ragazzi!”

Mh non ho molto da dire su questo capitolo x°D
però, dato che ci sono e che l'atmosfera è più o meno la stessa del capitolo... Vi lascio un vecchio disegno, fatto ancora mentre pubblicavo la prima storia di questa serie :'D non l'avevo mai postato perché è un pochino più esplicito dei soliti... Quindi lascio solo il 
 link per chi ha voglia di vederlo xD

alla prossima col capitolo intitolato "Gelosia" :3

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Capitolo 8
*** Gelosia ***


“Come sei entrato?”
Chiese Hisaki.
“Akito mi ha fatto entrare, gli ho detto che volevo farvi una sorpresa”
“Siediti, vuoi far colazione con noi?”
Chiese il moro.
“Mmmh se hai cucinato tu volentieri!!”
Disse Satoshi sedendosi, poi prese uno dei biscotti fatti da Hisaki.
“Scusate se ultimamente non mi sono fatto vivo ero... Impegnato”
“Cos'hai fatto?”
Chiese Akira curioso.
“Bè... Ho cominciato ad uscire con Anastasia. E ora... È la mia fidanzata!!”
Esclamò entusiasta. Akira e Hisaki sorrisero.
“Ma è fantastico!!”
Disse il biondo dandogli una pacca sulla schiena.
“Alla fine ce l'hai fatta! Sono felice per te”
Disse Hisaki. 
“Grazie mille ragazzi! E voi? Che avete combinato ultimamente? Sono sicuro che avete qualcosa da raccontarmi, la vostra vita è sempre meglio di un film”
“Ho trovato un lavoro! E Hisaki prende lezioni di magia da una maga”
“Prendi lezioni da una donna?!”
Chiese Satoshi stupito.
“Non fare il maschilista! È un po' invadente e a volte è insopportabile, ma è una brava insegnante”
“Ahah, mi sembra la descrizione di Akira”
“Io sarei invadente e insopportabile?!”
Chiese il biondo stizzito.
“A volte”
Disse Satoshi facendogli la linguaccia.
“Grrr, la prossima volta che giochiamo a Tekken ti disintegro!!”
Satoshi scoppiò a ridere.
“Oh, Hisaki, ho letto che presto verrà pubblicato il nuovo numero del tuo manga in collaborazione con un certo Alex”
“Ah già, Alex è il mio nuovo collaboratore”
“Speriamo non sia come Ryu!!”
Disse Satoshi.
“Non credo, è gentile”
“... E un po' troppo figo”
Aggiunse Akira sbuffando.
“Ahahah il biondino è geloso?!”
Chiese Satoshi.
“Certo!! Lavorano fianco a fianco per molte ore! E poi... Hisaki è solo mio”
“Akira... Alex è etero. Venerdì mi ha detto che la sua ragazza l'ha lasciato pochi giorni fa”
“Può essere bisex”
Affermò Satoshi.
“C’era anche Akira quando ha detto di non essere mai stato con un ragazzo”
“Magari è solo perché non ha trovato quello giusto!”
Disse Akira. Hisaki sospirò.
“Voi due siete impossibili!!”
Akira e Satoshi scoppiarono a ridere.
I tre passarono il resto della mattinata tra racconti e risate, proprio come farebbero dei vecchi amici.
 
Satoshi se n’era appena andato quando suonò il cellulare di Hisaki.
“Irina?”
Disse Hisaki fissando lo schermo. E per Akira fu l’ennesima stretta allo stomaco per gelosia. Il biondo prese il cellulare di Hisaki correndo via.
“Akira!! Non fare il bambino ridammelo subito!”
Gli urlò contro Hisaki inseguendolo. Akira rispose senza smettere di correre.
“Ciao carissima
Disse con una punta di disprezzo.
“Eh? Akira? Dov’è Hisaki?”
“Oh, Hisaki al momento è occupato a masturbarsi sulle mie foto... Puoi richiamare più tardi?”
Hisaki diventò completamente rosso sgranando gli occhi.
“AKIRA!!!”
Il nome del biondo risuonò per la stanza, Hisaki con un balzo lo raggiunse atterrandolo e si riprese il cellulare, sedendosi comodamente sulla schiena del compagno.
“Irina? Scusalo, a volte è davvero scemo”
“Ah, tranquillo! Ti chiamavo per dirti che ho dei biglietti per il nuovo film di Tomb Raider”
A quel nome il moro si illuminò.
“Cosa?!”
“Ti piace, vero? Perché non vieni a vederlo con me oggi pomeriggio?”
“Certo che mi piace!! E....”
Hisaki stava per accettare ma si fermò: uscire da solo con Irina non era una grande idea, e di sicuro Akira non avrebbe approvato. Il moro guardò il fidanzato sotto di lui, che fissava il pavimento imbronciato.
“.... Mi dispiace, ma non credo che...”
Hisaki lasciò la frase in sospeso, Irina sospirò.
“E’ per Akira, vero?”
Hisaki annuì.
“Ho preso tre biglietti, può venire anche lui”
Sul viso del moro apparve un’espressione di stupore, che poco  dopo fu sostituita da un sorriso.
“Grazie!!”
“E’ un piacere per me. Ci vediamo alle quattro”
“Ciao!”
Quando Hisaki riagganciò Akira si girò verso di lui.
“Cosa voleva? Mi sembravi entusiasta prima”
“Ehm... Ha preso dei biglietti per il nuovo film di Tomb Raider e mi ha chiesto di andarci con lei”
“COME?! Se quella spera che io ti lasci da sola con lei si sbaglia di grosso!!! Sarebbe una specie di appuntamento!”
Sbottò Akira innervosito.
“Ha preso un biglietto anche per te”
Akira restò senza parole per qualche secondo.
“Probabilmente immaginava che non mi avresti mai lasciato andare da solo con lei”
Continuò Hisaki.
“Bè, mettiti nei miei panni!”
“Akira, per me è solo un’amica. Dovresti avere più fiducia in me”
“Di te mi fido, è di lei che non mi fido!”
Hisaki sospirò sconfitto.
“Comunque non sapevo ti piacesse Tomb Raider”
“Ah, penso di sapere tutti i film a memoria e di aver finito i giochi una decina di volte”
“Non eri tu quello che diceva che i videogiochi sono per bambini?”
“E-ehm... Bè è la mia unica eccezione”
“Mh”
Akira lo guardò pensieroso. Perché Irina sapeva cose di Hisaki che lui ignorava totalmente? Lui era il suo fidanzato, avrebbe dovuto essere la persona che lo conosceva meglio di tutti!
“Cos'hai?”
Chiese Hisaki vedendo Akira immerso nei suoi pensieri.
“Io... Non lo sapevo”
“Non è una cosa essenziale”
“... Ma a Irina lo avevi detto!”
“È successo per caso, siamo passati davanti alla locandina del film”
“Non sopporto che lei sappia più cose di te di quante ne so io! Io... Voglio sapere tutto di te”
Akira lo fissava coi suoi occhi che brillavano come smeraldi. Hisaki restò in silenzio a fissarlo per un po', poi si abbassò su di lui baciandolo.
“Stupido Akira! Quante persone secondo te sanno che mi piace il succo all'ananas? O che amo sentire le mani di qualcun'altro fra i capelli? E potrei continuare! Sono tutte piccole cose che solo tu conosci... Sei tu a sapere le cose più importanti di me, quelle che mi rendono felice e mi fanno star bene!”
Akira fissò Hisaki a bocca aperta, poi gli buttò le braccia al collo stringendolo a sé più forte che poteva.
“Waaaaa quanto sei dolce!!”
“Ak.... N-non r-respiro!”
“Ops scusa” 
Akira allentò la presa sorridendo.
 
Nel pomeriggio, i due stavano aspettando Irina davanti al cinema.
“Spero non venga”
Disse il biondo incrociando le braccia.
“Cerca di essere gentile su”
Akira sbuffò. Poco dopo arrivò Irina: addosso aveva un vestito stretto in vita che si allargava man mano che scendeva fino alle ginocchia. I suoi lunghi capelli blu come la notte erano raccolti in una treccia e ricadevano sulla sua spalla. Hisaki la fissò stupito, per un attimo il suo sguardo cadde sulla generosa scollatura messa in evidenza da una lunga collana. Il moro rialzò immediatamente lo sguardo arrossendo leggermente.
“C-ciao Irina!”
Disse alzandosi dalla macchina su cui era appoggiato.
“Ciao!”
Rispose Irina sorridendogli.
“Ciao anche a te! Per una volta non indossi i tuoi vestiti da palestra”
Disse rivolgendosi ad Akira.
“Ah davvero divertente! Tu invece sembri uscita da un locale di spogliarelliste”
“Come scusa?!”
“Ragazzi, per favore cercate di stare calmi”
Akira e Irina guardarono male Hisaki.
“Ehm... Andiamo! Irina stai davvero bene vestita così. E per quanto riguarda Akira... A essere sincero trovo sexy i vestiti larghi che porta”
I due si guardarono in cagnesco, poi si girarono da parti opposte mettendosi ai due lati di Hisaki: Akira gli prese la mano mentre Irina lo prese a braccetto. Hisaki guardò prima una e poi l'altro... Sarebbero riusciti a non uccidersi prima di tornare a casa? Non ne era sicuro, ma di certo si prospettava un luuungo pomeriggio.
 
Durante il film, Akira allungò una mano posandola su quella di Hisaki. Il moro lo guardò per un attimo e sorrise. Irina fulminò con lo sguardo le loro mani intrecciate: il biondo lo faceva apposta?! Probabile. La ragazza tornò a guardare il film cercando di sembrare impassibile a quella provocazione.
Quando uscirono dal cinema, Irina ne approfittò per avere la sua piccola rivincita: finse di inciampare e come si aspettava Hisaki fu pronto a cingerle la vita con un braccio per tenerla in piedi.
“Oh, scusami!”
Disse girandosi verso di lui e appoggiando una mano sul suo braccio. Akira strinse i pugni: c’era bisogno di toccarlo?!
“Tranquilla, nessun problema”
Le rispose il moro sorridendo.
“Ah, la mia borsetta”
Irina si abbassò a raccoglierla, in quel momento offrì la vista migliore di tutto il suo ben di dio: perfino Akira, che la odiava con tutto se stesso, non poté fare a meno di guardare per un attimo la scollatura del vestito. Il biondo spostò immediatamente lo sguardo su Hisaki: come immaginava anche lo sguardo del fidanzato ne era stato inevitabilmente attratto. In fondo, prima di conoscere lui, Hisaki era sempre stato con delle ragazze...
Akira si mise davanti al moro appoggiando le mani sui suoi fianchi.
“Cosa stavi guardando?”
Chiese sussurrando la domanda a pochi centimetri dal viso del compagno. Hisaki sobbalzò: colto in flagrante.
“A-ehm..... Scusa”
Sbiascicò evitando gli occhi del fidanzato. Irina, dietro ad Akira, fece un sorrisetto beffardo. Akira girò il viso verso di lei incenerendola con lo sguardo: dannata ochetta meretrice!
“Ahah, Akira non puoi biasimarlo: stando con te non può vedere certe cose che si sa, ai ragazzi piacciono”
“Già, ma stando con te invece non potrebbe avere certe cose che a lui piacciono tanto ♥ o forse dovrei parlare al singolare”
Hisaki tossicchiò imbarazzato.
“Fra poco devi andare al lavoro, meglio tornare a casa”
Disse interrompendo il loro battibecco.
 
I due fidanzatini stavano tornando verso casa in macchina, quando Akira ruppe il silenzio.
“Hisaki, ti manca stare con una ragazza?”
Hisaki restò in silenzio per qualche secondo: perché Akira faceva sempre domande simili così all’improvviso?!
“Akira, mi dispiace davvero per prima! E’ stato.... Più forte di me”
“Non hai risposto alla mia domanda”
“No, non mi manca stare con una ragazza! Mi sembra di averti già detto che quando....”
Hisaki si interruppe per un attimo.
“... Quando facevo sesso con loro era solo sesso, per l’appunto! Non ho mai provato nulla di quello che tu mi fai provare... Insomma, ti basta anche solo sfiorarmi per farmi rabbrividire, possibile che tu non te ne sia accorto?! So che a volte mi capita di guardare delle ragazze ma... Sono umano anch’io...! Tuttavia non significa che ci andrei a letto o altro! Penso che anche tu sbaveresti di fronte ad un altro ragazzo super palestrato”
Akira lo fissò per un bel po’ senza parlare, stupito dalla sua risposta, poi sorrise.
“Probabilmente hai ragione... Ma ogni tanto mi piacerebbe che guardassi anche me con sguardo famelico!”
Sguardo famelico...? Hisaki ripensò alla sera prima, mentre Akira lavorava al locale. Più che guardarlo con occhi famelici gli aveva letteralmente fatto i raggi-x. Ma questo Akira non l'avrebbe mai saputo.
 
Quella sera Hisaki dovette fare i conti con la popolarità di Akira. A quanto pare nel giro di una serata il biondo si era fatto molti “amici”. Amici. Hisaki controllava chiunque si avvicinava al fidanzato, un solo passo falso e non avrebbe più risposto delle sue azioni. Mentre Akira serviva un cliente seduto vicino a lui, il moro sentì qualche parola di troppo.
“E' la prima volta che vedo un barista così carino qui. Sei nuovo? Altrimenti ti avrei notato subito”
Non ucciderlo-non ucciderlo-non ucciderlo. Hisaki si ripeteva nella testa queste parole. In fondo il ragazzo stava solo dicendo la verità: Akira era davvero un bel ragazzo, quei capelli biondi e gli occhi color smeraldo di certo non passavano inosservati.
“Ho cominciato a lavorare qui ieri”
Disse Akira mentre preparava il suo cocktail.
“Ora capisco! Come ti chiami bel biondino?”
Hisaki strinse il bicchiere: in quel momento avrebbe voluto essere sordo.
“Akira”
Akira sapeva bene che doveva essere il più gentile possibile coi clienti. Non era la prima volta che gli facevano qualche complimento, ma a lui non facevano alcun effetto. Qualunque avances, se non era fatta da Hisaki, gli era del tutto indifferente. 
“Hey a che ora stacchi?”
Il ragazzo guardava Akira maliziosamente. Hisaki non ce la faceva più: sbottonò un po' di più la camicia, si alzò e si avvicinò al ragazzo, appoggiando un braccio al bancone. 
“Ciao”
La sua voce era dannatamente sexy, sul suo viso il sorriso più affascinante che potesse sfoderare.
“Ti va di venire a ballare con me?”
Il ragazzo lo squadrò da testa a piedi e sorrise compiaciuto.
“Volentieri!! Come ti chiami?”
Disse alzandosi.
“Hisaki”
Rispose alzandosi dal bancone: in quel momento incrociò gli occhi del compagno. Akira capì all'istante cosa aveva in mente: quello sguardo era tutt'altro che malizioso. Anzi. Era lo sguardo più sadico che il fidanzato potesse avere. Ma solo lui conosceva alla perfezione quegli occhi e i sentimenti che facevano trasparire le loro le sfumature. L'ignaro ragazzo non sapeva che la sua presunta preda in realtà celava vendetta...
Mentre erano in pista, Hisaki più di una volta pestò i piedi al malcapitato.
“Oh scusa, sono davvero maldestro!”
Disse fingendosi addolorato.
“Non ti preoccupare! In fondo... L'importante è che tu ti sappia muovere bene in altre situazioni”
Disse facendo scendere le mani fino al fondoschiena del moro. Hisaki aguzzò lo sguardo: esattamente l'occasione che aspettava. Avvicinò lentamente il viso all'orecchio del ragazzo, sussurrandogli delle parole con fare malizioso.
“Sai, essere toccato da te è....”
Hisaki alzò di colpo il ginocchio, colpendolo tra le gambe.
“Disgustoso!”
Disse con disprezzo. Il ragazzo si piegò in due dal dolore, tenendosi i gioielli di famiglia con le mani. Hisaki lo prese per i capelli alzandogli la testa, in modo che gli occhi del ragazzo incrociassero i suoi ardenti di rabbia.
“Per tua informazione, Akira è mio!”
Disse marcando l'ultima parola. Il ragazzo lo guardò scioccato: chi si sarebbe aspettato un comportamento del genere?!
“T-tu sei pazzo!!”
“Già... Pazzo di quel biondino”
Rispose il moro lasciando i suoi capelli. Quando tornò a sedersi Akira gli si avvicinò.
“Oh, diventiamo parecchio violenti quando siamo gelosi eh?”
“Senti chi parla! Comunque non l'ho fatto per te, mi ha toccato il fondoschiena”
Disse Hisaki impassibile.
“Ahah bugiardo! Pensi davvero che io creda che tu avresti chiesto ad un ragazzo di ballare senza motivo?!”
Hisaki si lasciò sfuggire un sorriso, ma non disse nulla. 
“Comunque sia grazie... Mi fa piacere vedere che sei geloso di me!”
Disse il neo-barista prima di tornare al suo lavoro. Hisaki lo guardò da lontano. A quanto pare Akira non si era ancora reso conto di quanto lo amasse, tanto da odiare chiunque gli si avvicinava. Non aveva idea di quanto gli avesse cambiato la vita...

Salve a tutti ^_^
devo fare delle piccole precisazioni:
Tekken (nominato da Akira), per chi non lo sa, è un videogioco di lotta ^^
Per quanto riguarda Tomb Raider... In realtà di recente è uscito il nuovo gioco e non un nuovo film, ma per motivi di trama mi serviva un film ahah XD
Come avrete notato ogni volta che sono al locale in cui lavora Akira finiscono per malmenare qualcuno u_u 
Nel prossimo capitolo... Selina svelerà finalmente cosa vuole da Hisaki in cambio dei suoi allenamenti! ^w^

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Capitolo 9
*** Un motivo per lottare ***


Lunedì sera: Akira, Hisaki e Selina erano in palestra, pronti a riprendere gli allenamenti.
“Divertiti nel week-end miei cari?”
“Non sai farti gli affari tuoi?”
Chiese Hisaki sbuffando.
“Ah, che allievo indisciplinato!”
“A proposito, voglio sapere cosa vuoi in cambio delle tue lezioni”
“Semplice... Voglio te”
Akira e Hisaki sgranarono gli occhi.
“EH?!?!”
Esclamò il moro sconvolto. Selina scoppiò a ridere.
“Davvero ci avete creduto?! Ahahah che facce avete fatto!!”
“Non sei divertente”
Disse Hisaki stizzito.
“Su, ridere un po' non ti farebbe male sai? Comunque, ora penso di poterti dire tutto. Ti ho già detto che posso vedere passato e presente, ricordi? Ebbene, fino a poco tempo fa ero in grado di conoscere anche il futuro”
“Wow! Non avevi problemi a vincere alla lotteria eh?”
Disse Akira stupito. Hisaki e Selina lo guardarono senza dire una parola.
“Ehm... Ok meglio se taccio”
“Dicevo, ero in grado di vedere anche il futuro, grazie ad una collana tramandata da anni nella mia famiglia”
“Erano tutti maghi?”
“Già, la magia si eredita”
“Ma... I miei genitori non possiedono poteri magici”
“Tu sei un caso particolare, la tua magia è nata a causa di Kiroi e proprio per questo è così potente”
“Potente? Non mi sembra di saper fare un granché”
“Non ancora, ma alla fine di questi allenamenti ti stupirai tu stesso delle tue capacità”
“Ok ma... Non ho ancora capito cosa vuoi da me”
“La collana mi è stata rubata, vorrei che tu la recuperassi”
“Coi poteri che hai, perché non sei andata a riprenderla da sola?”
“A rubarla è stato un potente mago...”
“Te pareva”
La interruppe Akira. Hisaki e Selina lo guardarono male.
“Scusate scusate, continua pure”
“... Troppo forte anche per me. Ma sono sicura che se tu imparassi a governare i tuoi poteri come si deve ce la potresti fare! Capisci che se quel monile resta in mani sbagliate può diventare pericoloso. Ovviamente non ti obbligo, ti sto chiedendo di mettere in gioco la tua vita... La scelta spetta a te”
Hisaki fissò Selina in silenzio, poi guardò il pavimento immerso nei suoi pensieri.
“Lo farò”
Disse infine alzando lo sguardo deciso.
“Cosa?!”
Esclamò Akira preoccupato.
“Akira, sai meglio di me che questo mondo è pieno di pazzi con manie di grandezza. Se ha rubato quel gioiello, di sicuro ha uno scopo, ed essendo malvagio puoi immaginare quale sia. Anche se non rischiassi ora, credo che prima o poi dovremo comunque affrontarlo! E poi...”
Hisaki riabbassò lo sguardo.
“... Vorrei che per una volta i miei poteri servissero a qualcosa di positivo”
Akira lo guardò stupito, poi sospirò.
“D'accordo, ma quando verrà il momento voglio essere al tuo fianco”
“Ma...”
“Non accetto obiezioni”
Disse Akira senza lasciare che Hisaki ribattesse. Selina fece un sorriso.
“Vi ringrazio per la vostra scelta”
“Io ho un'altra domanda! Perché se possiede uno strumento tanto potente non ha ancora agito?”
Chiese Akira.
“Probabilmente per ora non ha capito come usarlo, non è facile maneggiare strumenti magici se non se ne conosce il  funzionamento”
“Capisco”
“Possiamo cominciare l'allenamento?”
Chiese Hisaki: ora aveva un motivo importante per impegnarsi.
“Wow, non ti ho mai visto così ansioso di iniziare! D’accordo: oggi non useremo i tuoi poteri. Voglio che impari a combattere senza l’ausilio della magia”
“Perché?”
“Potrebbe succedere che il tuo avversario riesca a impedirti in qualche modo di usarli, per esempio ponendoci un sigillo. E’ importante che tu ti sappia difendere”
“Mh... D’accordo, ma su questo non credo di aver bisogno di lezioni”
“Bene, allora... Colpiscimi!”
“Cosa?!”
“Colpiscimi! Voglio che mi dimostri cosa sai fare”
“Non colpirò mai una donna!!”
“E se il tuo avversario fosse del gentil sesso?”
“In quel caso farei un’eccezione... Ma ora scordati che io lotti con te!”
Selina sospirò.
“Lo immaginavo. Quindi ho pensato ad una soluzione alternativa”
Selina schioccò le dita, a fianco a lei si formò una nuvola grigia. Quando si dissolse Hisaki e Akira fissarono la figura che celava a bocca aperta.
“... Mark?!”
Chiese Hisaki riconoscendo il suo alter-ego.
“Da quanto tempo, ragazzi!”
Disse appoggiando una mano sul fianco.
“Akira, sei diventato ancora più sexy”
Mark gli fece un sorriso malizioso.
“E-ehm...”
Akira si passò una mano fra i capelli imbarazzato.
“Perché hai portato questo pazzo maniaco qui?! Ma soprattutto... Non pensare che io lo baci di nuovo per farlo tornare dentro di me!!”
Hisaki sfogò la sua rabbia contro l’insegnante guardandola con sguardo truce.
“Ahah, calmati!! Tra un’ora sparirà da solo. Bè, quale miglior avversario di te stesso?”
“Lui non è come me!!”
“Vedo che non sei cambiato di una virgola”
Mark guardava Hisaki sornione.
“Nessuno ti ha interpellato!”
“Wow, sei diventato ancora più isterico!”
“Ti ammazzo”
Disse Hisaki stringendo i pugni.
“Oh, ottimo inizio! Fra poco combatterai con lui, così ti puoi sfogare quanto vuoi. Ma prima... Qualche avviso. L’altra volta, quando vi siete separati, era Mark a sentire le tue sensazioni. Stavolta sarà il contrario”
“COME?! Quindi se io lo colpisco provo dolore anch’io?!”
Esclamò Hisaki stupito.
“Esatto”
“Ma non è giusto!”
Disse Akira preoccupato per il compagno. Hisaki cominciava davvero a perdere la pazienza.
“Questa è la regola. Inoltre... Per far sì che facciate sul serio, chi riuscirà a far toccare terra al viso dell’altro, vince un bacio dal bel biondino”
“EH?!”
Akira si allarmò.
“Io non ho dato la mia autorizzazione!!”
Continuò protestando.
“Mh, non mi sento motivato solo per un bacio”
Disse Mark incrociando le braccia.
“Ok, una notte soli soletti va bene?”
“Oh, così va meglio!”
L’alter-ego del moro fece un sorrisetto sadico.
“Hey aspettate!! Perché decidete voi per me?!”
Akira era sempre più sconvolto.
“Andiamo, è per il bene del tuo fidanzato!”
Rispose Selina. Hisaki sentì il sangue ribollire nelle vene.
“Mi state facendo davvero incazzare voi due!! D’accordo: preparati a mangiare la polvere brutta copia! Non permetterò mai che un depravato come te tocchi Akira!”
Hisaki e Mark si guardarono negli occhi: un fuoco ardente di rabbia da una parte, un sorriso sadico e freddo dall’altra. Sembrava che si stessero incenerendo con lo sguardo.
“Benissimo, potete cominciare!”
Hisaki si scagliò contro il suo alter-ego puntando al suo viso: Mark gli bloccò il polso.
“Ricordati che vedo le tue mosse in anticipo, non hai chance”
Hisaki strinse i denti, Mark gli diede un calcio dietro alle ginocchia facendolo cadere a gattoni. Hisaki si girò di colpo: mentre si alzava gli diede un destro sullo stomaco. Mark si piegò in due, ma anche Hisaki serrò gli occhi per il dolore.
“Questo non l’avevi previsto eh?!”
“Non fare lo sbruffone, hai sentito anche tu che non faceva poi così male!”
L’alter-ego gli diede un pugno in viso, dalla bocca di Hisaki uscì sangue.
“Selina ti prego falli smettere!!”
Disse Akira preoccupato.
“Akira, avevi promesso di non intrometterti”
“Ma....!”
Akira a malincuore continuò a seguire la lotta in silenzio.
Mark prese Hisaki per i capelli approfittandone del suo momento di debolezza e lo scaraventò contro ad un muro: il moro ricadde in ginocchio dolorante, tenendosi la schiena con una mano per la botta presa. Di lì a poco il suo doppione gli assestò un calcio sulle scapole facendolo cadere a gattoni, poi mise un piede sulla sua testa premendo per far toccare terra al suo viso. Hisaki dovette metterci tutta la forza che aveva per resistere, piantò le mani a terra facendo forza per tenere la testa alzata: non poteva assolutamente lasciare che vincesse. Cosa avrebbe dovuto fare?! Mark poteva vedere in anticipo tutti i suoi pensieri! E se....
Hisaki prese il piede di Mark facendogli perdere l’equilibrio, si rialzò e lo prese per il collo della maglia schiantandolo contro al muro. L’alter-ego inarcò la schiena gemendo di dolore: Hisaki sentì un forte malessere percorrergli la spina dorsale, ma doveva resistere. Doveva farlo per Akira.
Selina osservava attentamente la scena: vedendo la reazione di Hisaki fece un lieve sorriso.
Il giovane mago evitò un tentativo di Mark di graffiarlo per liberarsi dalla sua stretta, poi gli sferrò un gancio allo stomaco mettendoci tutta la forza che aveva. E lo sentì. Eccome se lo sentì. Sgranò appena gli occhi stringendo i denti, il suo alter-ego ebbe la stessa reazione, seguita da un tossicchiare per il pugno ricevuto. Hisaki lo scaraventò a terra, si sedette sulla sua schiena e con una mano gli afferrò i capelli portando la sua testa verso il basso: Mark oppose resistenza per qualche minuto, ma quando Hisaki gli piantò le unghie su una spalla cedette. Il suo viso toccò terra accompagnato da un lamento.
Selina applaudì.
“I miei complimenti, te la sei cavata davvero bene”
Disse avvicinandosi a loro. Hisaki si alzò da Mark: oscillò lievemente, ma riuscì a restare in piedi tenendosi lo stomaco. Si sentiva a pezzi. E se pensava che si era praticamente picchiato da solo... Si sentiva stupido. Mark si rialzò a fatica.
“Com’è possibile che non abbia previsto le tue ultime mosse dannazione?!”
Hisaki rise sotto ai baffi e si asciugò con il dorso della mano il sangue che colava dalle labbra.
“Te lo posso dire io: si è lasciato andare all’istinto”
Selina rispose al posto di Hisaki.
“Come?!”
“Ha attaccato senza pensare, lasciandosi guidare dalla rabbia. In questo modo non potevi vedere ciò che avrebbe fatto, proprio perché non ci rifletteva”
Mark guardò Hisaki fulminandolo.
“Tsè, stavolta hai vinto, ma la prossima vedrai!”
Hisaki gli sorrise sadicamente, poi si rese conto che c’era... Qualcosa di strano. Akira non diceva una parola da troppo tempo. Il moro si girò verso il fidanzato: il biondo era bianco come un lenzuolo.
“Akira...?”
Disse Hisaki facendo qualche passo verso di lui.
“Voi.... Ma vi rendete conto?! Vi siete pestati a sangue!!”
Akira scattò verso Hisaki e gli alzò la maglietta.
“Che stai facendo?!”
Akira lo girò violentemente.
“Guarda!!”
Disse indicando l’ematoma che era apparso sulla schiena del compagno.
“Non riesco a vedermi la schiena”
Akira si girò verso Mark fulminandolo con lo sguardo.
“E’ tutta colpa tua!! E anche tua!”
Il biondo incenerì con un’occhiata anche Selina.
“Hey io ho solo eseguito gli ordini! Pensi sia divertente farsi picchiare? E poi ci tenevo al premio!”
Akira lo guardò malissimo, Mark gli fece un sorrisetto.
“Akira, era per il bene di Hisaki! Fa sempre parte dell’allenamento. Quando dovrà allenarsi con la magia sarà anche peggio”
Disse Selina.
“COSA?! E pensi che io stia fermo a guardare mentre lo massacrate?!”
“Akira... Calmati! Sto bene... E in fondo è stato rilassante”
Akira guardò Hisaki a bocca aperta, ma parlava seriamente?!
“Tu devi aver preso una botta in testa! Andiamo a mettere ghiaccio su quell’ematoma”
“Aspetta...!”
Disse Hisaki inutilmente: Akira l’aveva già preso  per un polso trascinandolo verso la porta.
“Hey, l’allenamento non è finito!”
Protestò Selina. Akira si fermò sulla porta.
“Sì invece!”
Disse prima di uscire col fidanzato e sbattere la porta.
“Wow, che caratterino”
Notò Mark sorridendo.
“Quando si tratta di Hisaki diventa particolarmente aggressivo, sarà un problema quando gli allenamenti diventeranno più duri”

Con questo capitolo entriamo finalmente nel vivo della storia, anche se per la parte d'azione principale bisognerà aspettare ancora un po'... Ma ora sappiamo (più o meno u.u) cosa attende i nostri due piccioncini! :3
spero che il capitolo vi sia piaciuto, e che qualcuno abbia voglia di spendere qualche minuto del suo tempo per recensire, mi farebbe davvero piacere!
Dato che ci sono ringrazio di cuore unicorn_inthemind, che lascia sempre una recensione :') 
alla prossima >w<

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Capitolo 10
*** Fire ***


L’indomani, quando Hisaki andò a casa di Alex vi trovò anche Edgar.
“Heylààà!”
“Edgar?”
L’editore l’aveva atteso per dare ai due mangaka una notizia importante... O almeno così aveva detto.
“Dunque... Vi annuncio che siete stati invitati al Cartoomics. Il che significa che tra tre settimane andrete in Italia!!”
Alex e Hisaki lo guardarono in silenzio.
“Mi raccomando, frenate l’entusiasmo”
Aggiunse Edgar deluso dalla reazione.
“E’ solo che... Perché proprio noi?”
Chiese Alex ancora sconvolto dalla notizia.
“A quanto pare il vostro manga è diventato molto famoso lì”
“Ma io... Ho iniziato a lavorarci da poco”
“Ringrazia Hisaki e Ryu per il loro lavoro allora! Comunque credo che i fan di Eien Ni saranno felici di conoscere colui che contribuirà al loro amato manga d’ora in poi”
“Mh... E’ fantastico!! Non vedo l’ora”
“Bene! Prenderete il treno da qui, arriverete a Budapest e poi da lì fino a Venezia. Dovreste metterci circa 48 ore! Dato che ci siete potete visitarla, dicono sia molto bella. Da  Venezia prenderete un altro treno per arrivare a Milano”
“Treno?! Non possiamo andare in aereo? O usare il mio jet?”
Alex sgranò gli occhi: Hisaki aveva addirittura un jet privato?!
“Alex ha paura di volare, l’ho fatto per lui”
Hisaki guardò il collega.
“E-ehm mi dispiace... Scusa, è una fobia che ho sempre avuto”
Disse Alex passandosi una mano sul collo. Hisaki sorrise.
“Non importa! Piuttosto... Posso portare Akira con noi?”
“Certamente! So che moriresti lontano dal tuo bel biondino”
Rispose Edgar facendogli l’occhiolino. Hisaki arrossì leggermente.
“Bene, ora vi lascio al vostro lavoro. Ci sentiamo presto!”
Disse l’editore salutandoli. Alex lo accompagnò fuori, poi tornò da Hisaki.
“Hisaki ma tu.... Quanti soldi hai?! Addirittura il jet privato! Mi vergogno ad averti mostrato la mia casetta”
Il moro fece una leggera risata.
“Ho avuto la fortuna di diventare presto un mangaka famoso e si sa, con la fama arrivano anche i soldi”
“Wow! Spero di diventare ricco sfondato come te”
“So che ti sembrerà una frase fatta, ma non sono i soldi a far la felicità.... Il mio più grande tesoro è un altro”
“Credo di sapere a cosa ti riferisci! Sei un romanticone”
Disse Alex sorridendo dolcemente. Hisaki arrossì abbassando lo sguardo.
“Meglio darsi da fare”
Rispose sviando il discorso.
 
Quella sera, quando Akira ricevette la notizia del viaggio in Italia saltellò per la stanza felice.
“Che bello, che bello!! Non vedo l’ora! Venezia dev’essere romantica ♥”
Hisaki lo fissò in silenzio, vederlo così entusiasta era... Bellissimo. Il moro sorrise di riflesso, come se la gioia di Akira lo avesse contagiato.
“Però... Come faremo con la lingua?”
“Probabilmente arrivati lì avremo un interprete. Comunque conosco abbastanza l’italiano”
“Come?! Non lo sapevo! Ma quante lingue sai?”
“Mh, a parte il russo... Giapponese, italiano, spagnolo e inglese... Basta credo”
“Basta?! Ti sembrano poche?”
Disse Akira sconvolto da quella rivelazione.
“Bè, il giapponese l’ho imparato da piccolo, essendo mia madre giapponese... L’inglese ormai lo sanno praticamente tutti e le altre due...  Non sapevo cosa fare da solo in questa villa, così mi sono messo a studiare”
Akira lo guardò ancora più sconvolto.
“Tu sei pazzo”
“Ah, parla quello che ha inseguito uno sconosciuto in mezzo alla folla”
Akira sorrise al ricordo.
“Insomma, per fortuna sono stato pazzo no?! Come avresti fatto senza il tuo amoruccio Akira?”
Disse tirandolo a sé.
“Odio darti ragione, ma stavolta devo farlo”
Hisaki si posò al suo petto chiudendo gli occhi. La sua vita era cambiata così tanto grazie a lui...
 
Ore 20.30, come al solito Selina si presentò puntuale per l’allenamento.
“Bene, dato che ho constatato che non serve allenarti alla lotta senza magia, ora possiamo cominciare a imparare la manipolazione degli incantesimi per attaccare”
“Uooooooo che cosa super figa!!”
Disse Akira elettrizzato.
“Dovrebbe essere il diretto interessato ad essere così entusiasta”
Selina guardò Hisaki, che era rimasto indifferente alla notizia.  Il moro inarcò un sopracciglio.
“Conosco i tuoi metodi, per cui so che non ci sarà niente di buono ad aspettarmi”
 “Oh, abbi un po’ di fiducia su! Dunque, cominciamo. Dato che a quanto pare l’elemento che padroneggi meglio è il fuoco, per prima cosa prova a creare una sfera infuocata”
“Ehm, lo farei volentieri, ma non so nemmeno da dove cominciare”
“Insomma, hai mai visto film sulla magia? E’ sempre la stessa storia: concentrati e cerca di canalizzare l’energia nella tua mano”
Hisaki guardò il palmo della sua mano destra, certo a parole era semplice, ma metterlo in pratica lo era un po’ meno. Il moro chiuse gli occhi cercando di concentrarsi e la fiamma uscì. Peccato che non lo fece nel suo palmo, ma accanto ad Akira, incendiando un attrezzo di legno. Il biondo fece un balzo urlando per lo spavento. Hisaki aprì gli occhi e vide la scena.
“Oddio Akira!!”
Selina scoppiò a ridere.
“Che hai da ridere?! Potevo ucciderlo!!”
“Ahahah, bè, non è la prima volta no? Il nostro Akira ormai sa che sei molto focoso
“Davvero divertente”
Disse Hisaki guardandola in cagnesco.
“Per lo meno il fuoco lo sa creare”
Si intromise Akira per calmare gli spiriti.
“Sì, ma non può incendiare cose a casaccio, insomma moretto vedi di concentrarti come si deve!”
“Come se non lo stessi già facendo!! Pensi che mi diverta a bruciare la mia villa?!”
Akira sospirò, come al solito finivano per discutere.
“Anche stavolta ti serve un po’ di motivazione”
Selina, come il giorno prima, fece apparire Mark.
“Uff, che palle però”
Sbuffò l’alter-ego incrociando le braccia.
“Oddio no!”
Disse Hisaki innervosendosi solo a vederlo.
“Anch’io sono felice di vederti caro ♥”
Mark gli fece un sorrisetto sadico, alzò una mano e fece apparire una fiamma come se fosse la cosa più naturale del mondo. Hisaki restò a bocca aperta: perché il suo alter-ego sapeva manipolare la magia meglio di lui?!
“Akira, lascia perdere questo buono a nulla, io sono molto meglio di lui no?”
Akira guardò Mark con un leggero sorriso.
“Bè, Hisaki ce la sta mettendo tutta per migliorare, prima o poi ce la farà!”
“Ma io non intendevo solo nella magia”
Disse Mark con tono malizioso. Hisaki strinse i pugni. Dannazione, non poteva farsi superare da quella specie di alter-ego!
“Mark, sta zitto! Ti assicuro che ti posso superare in tutto, in fondo sei solo una copia”
Hisaki parlò con tono convinto.
“Tutti sono bravi a parole”
Rispose l’alter-ego con un sorrisetto di superiorità. Quel suo fare da strafottente urtava i nervi ad Hisaki come nessun’altro: ma chi si credeva di essere?!
Hisaki provò di nuovo a concentrarsi: riuscì a far accendere una piccola fiammella, che si spense dopo un secondo. Mark scoppiò a ridere.
“Cos’era quella?! Ahahah perfino un fiammifero produce più fuoco di quella!”
Calmo, doveva stare calmo. Hisaki respirò a fondo cercando di non irritarsi ulteriormente. Dio, quanto avrebbe voluto spaccargli la faccia!
Selina si appoggiò al muro osservando la scena, Mark era davvero un ottimo assistente. In fondo chi meglio di lui poteva sapere come spronare Hisaki?
“Andiamo mammoletta, perché non mi attacchi? So che mi stai odiando”
Mark lo provocò di proposito, sapeva che Hisaki era al limite della sopportazione.
“Mi prendi in giro?! Credimi, se sapessi usare i miei poteri ti avrei già arrostito da un pezzo!!”
“Oh, che peccato... Uno come te non saprà neanche difendere il bel biondino”
Mark si avvicinò lentamente ad Akira, mise due dita sul suo mento alzandogli il viso.
“E’ passato tanto tempo dall’ultima volta, vero bambolotto?”
Akira non ebbe nemmeno il tempo di reagire: si trovò le labbra di Mark premute contro le proprie.
Hisaki sgranò gli occhi: come si permetteva di baciarlo?!
“TU!!”
Hisaki aprì una mano, piegando le dita come se volesse far uscire degli artigli. Sul suo palmo una fievole luce si fece sempre più intensa, fino a diventare una palla infuocata.
“Non toccarlo!!”
Urlò allungando il braccio verso Mark: l’alter-ego si separò da Akira portando un braccio davanti al viso appena in tempo per bloccare l’attacco di fuoco che gli aveva appena scagliato contro Hisaki.
“Ah! Ce l’hai fatta!”
Si rallegrò Selina. Akira guardò Mark imbarazzato, toccandosi le labbra coi polpastrelli. Era così strano essere baciati da lui, ma allo stesso tempo così familiare...
“Ah, deboluccio come attacco!”
Infierì l’alter-ego.  Hisaki lo guardò incenerendolo con lo sguardo. Mark si avvicinò ad Akira abbracciandolo da dietro.
“Biondino, se non mi provi mai non puoi sapere se sono meglio di quel buono a nulla”
La copia di Hisaki leccò il collo ad Akira facendolo sussultare.
“V-veramente....”
La frase di Akira fu interrotta da Hisaki.
“Dannato maniaco!!!”
Hisaki alzò di colpo lo sguardo: i suoi occhi sembravano infuocati. Il moro cominciò a scagliare contro a Mark una palla di fuoco dietro l’altra.
“Wowo, il piccoletto si è svegliato”
Mark andò di fronte ad Akira e portò una mano in avanti aprendo il palmo: si formò una barriera che bloccò i colpi di Hisaki. Dopo dieci minuti di assalto Hisaki si fermò accasciandosi a terra, il suo respiro affannoso.
“Tutto qui?”
Chiese Mark sarcastico.
“Mark, non esagerare con lui; in fondo è ancora alle prime armi!”
Intervenne Selina.
“Controlla la tua mano prima di aprir bocca, sbruffone”
Disse a stento Hisaki. Mark si guardò il palmo: c’erano delle bruciature. L’alter-ego si stupì, poi fece un sorrisetto.
“Mh, non male”
“Hisaki!!”
Akira si precipitò dal fidanzato.
“Tutto ok?”
Chiese preoccupato. Hisaki sorrise.
“Certo! Sono solo un po’ fuori allenamento a quanto pare...”
Selina si avvicinò a lui aiutandolo a rialzarsi.
“Stai migliorando a vista d’occhio! Non pensavo saresti riuscire a creare e scagliare delle sfere di fuoco già alla prima lezione”
“Bè, non esageriamo, avrebbe potuto difendersi anche un pivellino!”
Constatò Mark incrociando le braccia. Akira lo fulminò, poi si girò verso Hisaki.
“Sei stato bravissimo! Sei davvero così geloso di me?!”
Hisaki abbassò lo sguardo arrossendo, poi prese Akira per la maglia tirandolo a sé e lo baciò. Selina inarcò un sopracciglio.
“Hey hey, che audacia”
Disse ridendo sotto ai baffi.
“Audacia lui? Ma per piacere! Avete finito di slinguazzare?!”
Mark li guardò insistentemente. Hisaki si separò da Akira guardando il suo alter-ego, all’improvviso sul suo viso apparve un sorriso che non prometteva nulla di buono. Mark per un attimo si stupì, poi anche lui fece un sorrisetto sadico.
“Ma che avete voi due da guardarvi così?!”
Chiese Selina curiosa.
“Nulla, riprendiamo gli allenamenti!”
Disse Hisaki alzandosi.
“Sicuro di farcela?”
Chiese la sua insegnante.
“Voglio migliorare!”
“In tal caso, continuiamo”
 
L’entusiasmo di Hisaki svanì la mattina dopo. Così come era successo una settimana prima, anche quel giorno si svegliò esausto. Tuttavia stavolta non voleva far preoccupare Akira: si alzò senza dire una parola e andò al lavoro come sempre.
Dieci giorni dopo fingere che tutto andasse bene diventò molto più difficile.
Sabato sera: dopo cena Hisaki si recò in salotto, aveva davvero bisogno di riposarsi e fortunatamente Selina aveva deciso di saltare gli allenamenti nei week-end. Aveva appena messo piede nella stanza quando sentì le forze venirgli meno: si appoggiò al muro lasciandosi scivolare a terra.
“Hisaki io vad....”
Il biondo era appena entrato nella stanza, vedendolo seduto per terra si allarmò.
“Stai male?!”
Chiese abbassandosi vicino a lui. Hisaki portò una mano alla testa.
“Ah no... Deve essere solo un calo di pressione! Scusami, credo di non riuscire a venire al locale stasera”
“Tranquillo! Cerca di riposare”
Akira lo prese in braccio, Hisaki arrossì ma non osò protestare: probabilmente se si fosse alzato da solo sarebbe finito dritto a terra dopo un passo. Il fidanzato lo adagiò sul divano, poi gli diede un leggero bacio sulla fronte.
“Ci vediamo più tardi”
Disse prima di uscire. Hisaki posò un braccio sugli occhi, sentiva la testa girare e un leggero senso di nausea. Se fosse stato una donna avrebbe pensato di essere incinta. Possibile che usare la magia gli facesse questo effetto?! Eppure Mark la sapeva controllare alla perfezione e non sembrava affaticarsi... Invece lui si sentiva come se qualcosa dentro di sé gli stesse prosciugando le energie a poco a poco. Era così stanco che non riusciva neanche più a pensare: la sua mente si annebbiò pian piano fino a quando il sonno prevalse.
 
Quando si svegliò guardò l’orologio: mancavano pochi minuti a mezzanotte, di lì a poco Akira sarebbe rientrato. Se l’avesse trovato lì sul divano probabilmente si sarebbe preoccupato ancora di più. Hisaki si alzò, non si sentiva per nulla bene ma non poteva mollare così. Mark lo avrebbe preso in giro a vita vedendolo morente sul divano.
Stava per uscire dalla stanza quando lo colse l’ennesimo capogiro. Posò una mano sullo stipite della porta sorreggendosi. Dio, stava sudando. Il moro si passò il dorso della mano sulla fronte, in quel momento cominciò a sentire il rumore della pioggia che ticchettava sui vetri delle finestre sempre più confuso, come un eco lontano che gli rimbombava nelle orecchie. Per un attimo vide tutto nero: si appoggiò di schiena allo stipite alzando lo sguardo, ma le palpebre si facevano sempre più pesanti. Cercò con tutte le sue forze di tenere gli occhi aperti, ma alla fine il buio lo inghiottì.

Aaah Hisaki ha sempre problemi poveretto ahah x°D
la scena finale è un po' autobiografica, dato che sono svenuta due volte spero di aver reso bene la sensazione che si prova :P
Siete contente che i nostri due piccioncini verranno in Italia? Magari ci venissero sul serio!
Ok, ho finito di delirare xP al prossimo capitolo, dove ritorneranno i genitori di Hisaki ;)


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Capitolo 11
*** Incomprensioni ***


Quando Akira rientrò andò in camera, pensando di trovare il fidanzato lì. Vedendo il letto vuoto si stupì: Hisaki era ancora sveglio?
Il biondo cercò tra le stanze della villa, fino a quando non lo vide lì, a terra sulla soglia del salotto.
“HISAKI!!”
Urlò allarmato correndo da lui. Gli alzò il busto, il moro aveva la maglia madida di sudore.
“Hisaki sveglia!”
Disse Akira scuotendolo leggermente, ma il fidanzato non dava segni di risposta.
“Dannazione!”
Akira gli tenne alzate le gambe. Andiamo, riprenditi! Ripeteva dentro di sé sentendo l’ansia crescere ogni secondo sempre di più. Hisaki finalmente aprì gli occhi. Mosse appena la testa sbattendo le palpebre lentamente, era così... Confuso.
“Hisaki!”
Il moro incrociò gli occhi di Akira.
“Akira... Cos’è successo...?”
“Vorrei tanto saperlo anch’io! Sono tornato a casa e ti ho trovato a terra! Di’, vuoi farmi fare un infarto?!”
“... Scusa”
Disse Hisaki rattristandosi. Akira lo sollevò da terra prendendolo in braccio.
“Non scusarti, non è colpa tua. Però potevi avvertirmi che stavi così male”
“Non volevo farti preoccupare”
“Così mi hai fatto preoccupare ancora di più invece!”
“Stai tranquillo, credo sia solo colpa degli allenamenti, come una settimana fa”
Akira lo guardò in silenzio, poi salì in camera e lo mise sul letto.
“Cerca di riposare”
 
L’indomani, la situazione non era migliorata granché. Hisaki si trascinava per la casa come uno zombie, ma per lo meno non era ancora svenuto... Per ora.
Nel pomeriggio suonò il campanello. Hisaki andò ad aprire: sulla soglia della porta c’erano i suoi genitori.
“Oh... Ciao!”
Disse illuminandosi.
“Ciao tesoro”
Disse Miyoko abbracciandolo stretto. Hisaki socchiuse gli occhi respirando a fondo, la madre profumava di vaniglia. Era così dolce...
“Come stai?”
Chiese Yuriy.
“Bene, e voi?”
Hisaki mentì spudoratamente. D’altronde non poteva di certo dire che rischiava di svenire ogni due minuti.
“Noi bene, ma ti vedo pallido... Sicuro di star bene?”
Disse Miyoko accarezzandogli una guancia.
“E’ solo stanchezza, non vi preoccupate! Venite”
Hisaki li fece accomodare in salotto.
“Ciao Akira”
La madre di Hisaki sorrise al biondo, mentre Yuriy lo guardò male.
“Ciao”
Disse il padre quasi scocciato.
“Felice di rivedervi!”
Akira sorrise ad entrambi, nonostante avesse notato l’astio che Yuriy provava nei suoi confronti... E sapeva bene anche il motivo.
I quattro uscirono dalla villa e si sedettero sotto al gazebo a prendere un tè, fortunatamente nonostante la sera prima avesse piovuto quel giorno c’era una splendida giornata di sole.
Mentre parlavano del più e del meno suonò di nuovo il campanello. Poco dopo Akito si presentò da loro.
“Vi chiedo scusa per il disturbo, ma c’è la signorina Irina alla porta”
Akira alzò gli occhi al cielo.
“Ah, falla pure entrare grazie”
Disse Hisaki. Quando il padre del moro vide Irina si illuminò.
“Oh! E questo splendore chi è?”
“E’ una mia collega. Irina, loro sono Miyoko e Yuriy... I miei genitori”
La ragazza fece un leggero inchino.
“Piacere di conoscervi”
“Il piacere è tutto nostro”
Disse Miyoko sorridendole.
“Lavorate spesso da soli?”
Chiese il padre.
“N-no, fa la mangaka ma non siamo collaboratori”
“Per fortuna”
Aggiunse Akira. Yuriy lo fissò per qualche secondo.
“Che peccato, sono sicuro che fareste un’ottima coppia”
Disse il padre di Hisaki. Irina arrossì, Hisaki fece a stento un sorriso: aveva capito benissimo a cosa pensava Yuriy.
“Lavoriamo a generi completamente diversi, non credo saremmo in grado di collaborare”
“A proposito Hisaki, che genere tratti?”
Chiese Miyoko curiosa. Hisaki sgranò appena gli occhi: dannazione! Non poteva di certo dire che lavorava ad uno yaoi, Yuriy l’avrebbe ucciso!
“E-ehm... Manga per ragazze”
“Oh, cercheremo qualche tuo volume in fumetteria”
Rispose la madre sorridendo.
“Ah, non ce n’è bisogno, davvero!”
Hisaki scosse una mano a destra e sinistra per sottolineare le sue parole.
“Vogliamo sapere tutto di nostro figlio, ora che ti abbiamo ritrovato”
Stavolta fu Yuriy a parlare. Hisaki cercò di mantenere un sorriso stampato in volto, nonostante dentro stesse morendo. Chissà cosa avrebbero pensato una volta visti i suoi manga....
“A proposito Hisaki, ero venuta a congratularmi con te, ho sentito da Edgar che sei stato invitato in Italia!”
Disse Irina.
“Ah, grazie”
“Andrai in Italia?”
Chiese Yuriy.
“Già, tra una decina di giorni”
“Oooh, che splendida notizia! Tranquillo, verremo noi a trovare Akira così non si sentirà solo”
“Veramente... Akira viene con me”
Yuriy restò senza parole, poi si limitò ad un “Ah” deluso dalla notizia.
“Ma è bellissimo! Deve essere un paese molto romantico, poi andarci da soli...”
Disse Miyoko sorridendo.
“Ahimè non saremo soli, ci sarà il collaboratore di Hisaki”
Akira incrociò le mani dietro alla testa mentre parlava. Yuriy a quella notizia si rallegrò.
“Più si è, meglio è!”
Disse entusiasta.
“Perché non vai anche tu Irina?”
Aggiunse poco dopo.
“Non sono stata invitata, e poi ho del lavoro urgente da finire”
“Che peccato”
Disse Yuriy.
“Davvero un peccato”
Aggiunse Akira facendo un sorrisetto sadico. Irina lo fulminò con lo sguardo.
“Bene, io purtroppo devo andare. E’ stato davvero un piacere conoscervi, e, se posso permettermi... Vi ringrazio per averci regalato questo bel figliolo! Arrivederci!”
Disse facendo un inchino verso i genitori di Hisaki.
“Purtroppo penso non ci rivedremo prima della partenza, quindi buon viaggio”
Aggiunse schioccando un bacio sulla guancia di Hisaki.
“Ciao anche a te, Akira”
Irina gli fece un sorrisetto, poi se ne andò. Akira la guardò uscire incenerendola con lo sguardo.
“Che ragazza simpatica”
Disse Miyoko.
“Concordo! Fareste una bella coppia... Anche nella vita”
Si azzardò a dire Yuriy. Hisaki sospirò.
“Papà... Cos’hai contro Akira?”
Sia i suoi genitori che Akira si stupirono alla domanda di Hisaki. Yuriy abbassò appena lo sguardo.
“Tu... Non hai accettato il fatto che stia con un ragazzo vero?”
“N-non è questo è solo che...”
“Solo cosa?”
Hisaki si alzò sbattendo le mani sul tavolino.
“Fino a quando non avrai accettato lui, è come se tu non avessi accettato nemmeno me! Seriamente, non capisco dove sia il problema! Non ti chiedo di darci la tua benedizione, ma smettila di far finta che per te vada tutto bene quando è chiaro che non è così!”
Yuriy e Akira guardarono Hisaki a bocca aperta.
“Scusate”
Disse Hisaki rientrando alla villa. Miyoko si alzò e lo seguì, mentre Akira e Yuriy restarono seduti. Tra di loro silenzio assoluto. Il padre del moro fissava il tavolo: ad Akira sembrava seriamente dispiaciuto per ciò che era successo.
Miyoko trovò Hisaki seduto sul letto, a fissare una foto sul comodino che lo ritraeva con Akira.
“Hisaki...”
Il moro alzò lo sguardo.
“Mi dispiace, non sono di certo il figlio perfetto che speravate di avere... Oh, disegno yaoi. Prima o poi l’avreste scoperto comunque, tanto vale dirlo ora”
Miyoko lo guardò in silenzio, poi si sedette vicino a lui e gli accarezzò i capelli.
“Per me vai benissimo come sei. Non importa cosa disegni o se sei innamorato di un ragazzo... In fondo non c’è niente di male, l’importante è che tu sia felice”
“Yuriy non sembra pensarla allo stesso modo”
“Tuo padre è un po’ ottuso, ma ti vuole bene... Vedrai che capirà”
Hisaki sospirò e si lasciò abbracciare dalla madre chiudendo gli occhi. Alla stanchezza dovuta all’uso della magia ora si sommava la delusione e quella stretta allo stomaco insopportabile. Ancora una volta una parte di lui non veniva accettata... Quando sarebbero cambiate le cose?
 
“Akira... Com’era mio figlio quando l’hai conosciuto?”
Yuriy ruppe all’improvviso il silenzio facendo sussultare il biondo.
“Mh... Scontroso penso sia l’aggettivo migliore! Ma non era cattivo di suo... Sembrava solo impaurito dal mondo”
“Non sembra così ora”
“No, è cambiato molto... Ha imparato a sorridere e ad aprirsi”
Disse Akira sorridendo. Yuriy lo fissò per un istante, poi tornò a guardare il tavolo immerso nei suoi pensieri.
“Scusa, vado a vedere come sta Hisaki”
Il biondo si alzò dal tavolo lasciando Yuriy solo coi suoi dubbi. Quando Akira entrò in camera Miyoko sorrise.
“Vi lascio soli”
Disse prima di tornare dal marito.
“Tutto ok?”
Chiese Akira sedendosi dietro al fidanzato e abbracciandolo. Hisaki appoggiò le mani sulle sue.
“Sì, non ti preoccupare”
“Non mi aspettavo quella reazione”
“A volte anch’io raggiungo il limite di sopportazione, nonostante lo stare con te abbia aumentato notevolmente la mia pazienza”
“Hey, che vuoi dire?!”
Akira gli fece il solletico, Hisaki cercò di trattenersi ma scoppiò a ridere.
“Ti prego non è il moment-ahahah”
“Così impari a essere sempre così antipatico con me!”
 
“Yuriy, non credi che dovresti parlare con nostro figlio?”
Miyoko si era appena seduta accanto al marito.
“E cosa dovrei dirgli? Che sono felice che stia con uno dello stesso sesso?!”
“Sì, è proprio quello che dovresti dire! Non hai notato lo sguardo che ha quando guarda Akira? E’ innamorato, e sembra essere finalmente felice... Questo dovrebbe bastare per rendere felici anche noi”
Yuriy ci pensò su qualche minuto.
“Forse hai ragione”
“Certo che ho ragione”
Miyoko sorrise.
“Forza, vai”
Disse incoraggiandolo. Yuriy seguì il suo consiglio, stava per aprire la porta della camera quando sentì le risate di Hisaki.
“Smettila! Akira ti preg-ahah non respirò più!!”
Poi ci fu silenzio. Hisaki era davvero morto asfissiato?! Yuriy aprì la porta e rimase a bocca aperta per la scena: il biondo era a cavalcioni su suo figlio e lo stava baciando. Yuriy si schiarì la voce, Hisaki e Akira si separarono girandosi verso la porta. Quando Hisaki vide il padre arrossì di botto.
“Mh... Non è come sembra! O forse sì...”
Disse Akira sedendosi sulle gambe del compagno. Hisaki si tirò su a sedere e gli diede una cuscinata in viso.
“Imbecille non dire cazzate!! Certo che non è come sembra!”
“Hisaki io... Ero venuto per chiederti s-scusa”
Yuriy pronunciò l’ultima parola a bassa voce. Hisaki lo guardò stupito.
“Tua madre ha ragione, la cosa più importante è la tua felicità... E sembra che con Akira tu stia bene”
“... Non voglio che tu mi dica queste cose solo per farmi sentire meglio, voglio che tu le pensi veramente”
“Le penso! E’ vero, vederti con un ragazzo mi fa... Strano. Ma col tempo mi ci abituerò, almeno spero”
Hisaki si alzò dal letto e lo abbracciò. Akira vide che gli occhi di Yuriy, inizialmente stupiti, poi divennero lucidi. Il biondo sorrise, mentre Yuriy strinse a sé il figlio più forte che poteva. Quando sciolsero l’abbraccio Hisaki si limitò a fargli un sorriso.
“Posso chiamarti papà anch’io adesso?”
Chiese Akira per sdrammatizzare.
“Non esageriamo ora,  devo ancora capire se sei il ragazzo giusto per mio figlio! Sappi che sono molto esigente, si merita il meglio”
Disse Yuriy ironico... Ma Akira sapeva che un fondo di verità c’era.
“Capirai presto che io sono perfetto per lui!”
Il biondo si alzò dal letto e prese in braccio Hisaki.
“Lo tratto come una principessa”
“Lo vedo”
Yuriy scoppiò a ridere. Hisaki diede un pizzicotto alla guancia di Akira.
“Mettimi giù stupido maniaco!!”
“Peccato che non si comporti come una principessa”
Disse Akira sorridendo.
“Fino a prova contraria sono un maschio, idiota!”
“Wow, che caratterino sa tirar fuori”
Constatò Yuriy.
“Ah, va da così a peggio... Ma è così tenero quando si arrabbia e fa il difficile ♥”
“La finite di parlare come se io non ci fossi?!”
Disse Hisaki incrociando le braccia.  Yuriy e Akira scoppiarono a ridere, alla fine anche il moro si lasciò contagiare dalla loro allegria.
“Torniamo da Miyoko, l’abbiamo lasciata da sola! E tu, mettimi giù!”
Hisaki diede un leggero pugno al petto di Akira.
“No, poi svieni come ieri”
“E’ svenuto?!”
Yuriy si allarmò.
“Non era niente, solo stanchezza!”
“Akira, ma controlli che mangi come si deve? Oddio, ora che ci penso lo vedo dimagrito dall’altra volta!”
Hisaki fissò il padre stupito: era davvero così agitato per la sua salute?
“Papà, sto bene. Non ti preoccupare!”
“Mangia mangia... E’ che fa molta attività fisica
Akira inconsciamente lo disse con quel tono malizioso che fece allarmare Yuriy all’istante.
“Cosa intendi dire?!”
Chiese scandalizzato.
“No aspetta, non intendeva quel tipo di attività fisica!!”
Disse Hisaki diventando rosso come un peperone.
“Bè, anche quella! Ma ultimamente è troppo stanco, mi tocca arrangiarmi”
Akira parlava candidamente. Yuriy lo guardò sconvolto, poi uscì dalla stanza senza dire una parola.
“Papà aspetta!”
Hisaki allontanò Akira rischiando di cadere a terra per farsi mettere giù, poi inseguì il padre cercando di spiegargli la situazione. Akira lo guardò ridendo: sapeva bene che Yuriy non gli avrebbe mai creduto. E faceva bene a non farlo.

Ta-daaan! Finalmente il ritorno dei genitori di Hisaki :)
Prima o poi Yuriy morirà a causa della schiettezza di Akira xD da notare che mentre Irina si rivolge a loro col "lei", Akira li tratta come vecchi amici :'D
Dato che mi era stato chiesto un disegno di Alex, ve lo posto... Ho voluto mettere i due mangaka assieme ^^ spero non vi deluda (anche se so che i miei disegni non sono il massimo >.<')
 photo AlexampHisakismall_zpsc8b1d681.jpg
Per chi ha il coraggio di vederlo più in grande, qui il link ^^
I fogli svolazzanti sono tutte pagina di bellissime doujinshi *-*
alla prossima :)

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Capitolo 12
*** Resisti, Hisaki! ***


L’indomani, quando Hisaki aprì gli occhi li sentì bruciare come se gli avessero gettato contro una manciata di sabbia. Il moro si tirò su a sedere portando le mani al viso: non solo non riusciva a tenere gli occhi aperti, ma aveva anche un senso di pesantezza alla testa e la sentiva pulsare come se stesse per esplodere.
“Hisaki....”
Farfugliò Akira girandosi verso di lui assonnato.
“Tranquillo amore, dormi”
Disse Hisaki facendogli una carezza, poi si alzò dal letto. Missione del giorno: riuscire a reggersi in piedi fino a sera.
 
Durante la giornata Hisaki fece un errore dietro l’altro: Alex doveva avere una gran pazienza per riuscire a non arrabbiarsi.
“Vuoi fare una pausa? Oggi non ti vedo particolarmente in forma, sei bianco come un cadavere, hai gli occhi lucidi e due occhiaie spaventose”
“Scusa, devo essere proprio brutto da vedere eh?”
Alex sorrise.
“Non ti preoccupare, resti comunque un gran figo! Vado a prendere da bere”
Disse uscendo dalla stanza. Hisaki lasciò cadere la testa sulla scrivania: erano solo le quattro del pomeriggio e non ce la faceva più. Chiuse gli occhi appoggiando la fronte al tavolo freddo, l’unica cosa che alleviava il suo dolore.
“Hey, stai bene?”
La voce di Alex lo riportò sulla terra: Hisaki alzò la testa girandosi verso di lui, limitandosi ad annuire.
“Tieni”
Disse il collega appoggiando un bicchiere di succo sulla scrivania.
“Grazie!”
Poco dopo ripresero il loro lavoro. Hisaki faticava a seguire i discorsi di Alex, le sue parole gli entravano da un orecchio ed uscivano dall’altro, come un ronzio lontano.
“Hisaki mi stai ascoltando?!”
“Eh...?”
Hisaki si girò verso di lui con gli occhi socchiusi: sentiva il corpo pesante, come se avesse addosso un macigno enorme.
“Tu non stai per niente bene, è meglio se ti riporto a casa”
Alex vide il viso di Hisaki avvicinarsi al suo.
“Che stai....?”
Il busto del moro si piegò verso il collega, la sua testa finì contro al suo petto.
“Hisaki?!”
Alex lo prese per le braccia alzandolo da sé: Hisaki aveva la testa a penzoloni e gli occhi chiusi.
“Hisaki?! Hisaki rispondimi!”
Dalla bocca del moro uscì un leggero mugolio. Alex si alzò cercando di sollevarlo, cavolo, pesavano davvero quei muscoli! Il ragazzo lo afferrò sotto alle braccia trascinandolo fino alla camera, lo sollevò appena facendolo stendere sul letto e lo coprì per poi fissarlo: il suo respiro era irregolare. Alex allungò una mano verso la sua fronte.
“Ma tu sei bollente!! Sei venuto al lavoro con la febbre?!”
Hisaki si limitò a sbiascicare dei suoni indistinti. Alex sospirò e tornò nello studio prendendo il cellulare di Hisaki per chiamare Akira.
“Pronto?”
“Ciao Akira sono Alex”
“Alex...? E’ successo qualcosa?”
“Bè... Credo che Hisaki abbia la febbre, mi è praticamente crollato addosso”
“Dannazione a quello stupido, cerca sempre di strafare! Arrivo subito”
Quando Akira arrivò in camera si sedette vicino ad Hisaki spostando i capelli corvini dalla sua fronte.
“Deve avere la febbre davvero alta, la sua pelle scotta”
Disse Akira preoccupato.
“Forse è il caso di portarlo in ospedale”
Propose Alex. Hisaki allungò una mano tremante verso Akira afferrandogli la maglia: aprì appena gli occhi guardandolo con le gote arrossate e gli occhi lucidi.
“Lui odia gli ospedali”
Disse afferrando la mano del compagno.
“Vado a prendere delle medicine allora”
“No, aspetta... Devo fare una chiamata”
Alex lo guardò perplesso: chiamare qualcuno era più importante della salute del fidanzato? Akira si alzò ed uscì dalla stanza per poi comporre il numero di Selina.
“Pronto?”
“Ciao, sono Akira”
“Oh, ciao! Cosa succede stavolta?”
“L’uso della magia può causare febbre?”
“Perché questa domanda?”
“Hisaki ha la febbre, ma non mi sembra un’alterazione normale... E’ talmente caldo che è quasi impossibile toccarlo!”
“Dove siete?”
Akira gli diede l’indirizzo di Alex. Un quarto d’ora dopo Selina entrò in casa: come prima cosa squadrò Alex da testa a piedi.
“Diamine, chi è questo bel giovine?”
Alex la guardò inarcando un sopracciglio, chi era questa pazza?!
“E’ Alex, collega di Hisaki”
Spiegò Akira. Selina si avvicinò al biondo.
“Io fossi in te mi preoccuperei, è davvero un gran bel manzo”
Gli sussurrò in un orecchio.
“Mi fido di Hisaki!”
“A proposito, fatemi vedere il mio allievo”
Alex guardò entrambi sempre più confuso, tuttavia si fidò di Akira e accompagnò Selina in camera. La maga posò una mano sulla fronte di Hisaki ritraendola poco dopo.
“Alex, potresti lasciarci soli?”
Alex aggrottò le sopracciglia: che diavolo stava succedendo?!
“Scusate ma... Hisaki ha qualcosa di grave?”
Selina gli sorrise.
“Non ti preoccupare, domani sarà fresco e arzillo”
Alex la fissò dubbioso, poi uscì lasciandola sola con Akira. Selina divenne improvvisamente seria.
“E’ chiaramente a causa degli allenamenti se sta così male”
“Devo preoccuparmi?”
Chiese Akira ansioso.
“Ha usato troppo la magia, e quest’ultima si è messa a scorrere nel suo corpo senza freno causandogli una febbre altissima. E’ come se lo stesse prosciugando da dentro”
“Ecco spiegato il motivo anche del suo svenimento! Ti prego dimmi che puoi fare qualcosa”
Disse Akira supplicandola. Selina gli fece un sorriso.
“Tranquillo, porrò un sigillo parziale ai suoi poteri. Non appena l’avrò fatto si sentirà bene”
Akira fece un respiro di sollievo.
“Akira, d’ora in poi lo vedrai spesso stanco... Non è ancora abituato a usare i suoi poteri, gli allenamenti lo sfiniranno”
Akira fissò il fidanzato restando in silenzio, poi abbassò lo sguardo sul pavimento stringendo i pugni.
“Io... Ne ho abbastanza”
Selina lo guardò stupita.
“Se sta così male è solo colpa tua! Dovrei restare a guardare mentre lo massacrate e la magia lo prosciuga lasciandolo in questo stato?! Tutto questo solo per quel dannato gioiello! Sai che ti dico? Me ne frego di quel monile! Voglio solo vivere in pace la mia vita con Hisaki, chiedo troppo?! Dovresti semplicemente porre un sigillo ai suoi poteri e lasciare che viva serenamente, come una persona normale!! Non ti pare che la magia gli abbia già causato abbastanza dolore in passato?!”
Akira senza rendersene conto aveva alzato il tono della voce. Selina rimase a bocca aperta, senza parole. Quando si riprese dallo stupore guardò Akira dritto in quegli occhi verdi che ora erano pieni di rabbia e tristezza.
“Akira, quando gli ho spiegato il motivo della sua preparazione ho lasciato fosse Hisaki a scegliere. Non l’ho obbligato a continuare. E’ vero, in passato la magia gli ha causato dolore, ma proprio per questo ora vuole riscattarsi e usarla per qualcosa di buono. Pensi davvero sarebbe felice se ora interrompessi gli allenamenti e bloccassi i suoi poteri?”
Akira in quel momento rammentò le parole di Hisaki e il suo sguardo basso mentre pronunciava quella frase...
“Vorrei che per una volta i miei poteri servissero a qualcosa di positivo”.
Il biondo strinse i denti chiudendo gli occhi.
“... Salvalo da questa situazione”
Si limitò a dire a malincuore.
 
Quando Alex rientrò nella stanza trovò Hisaki seduto sul bordo del letto, sembrava stare bene.
“Come ti senti?”
Gli chiese stupito nel vederlo in forma.
“Molto meglio ora. Scusa se ti ho fatto preoccupare”
Rispose Hisaki cupo.
“Bene, perché vorrei sapere cosa diavolo sta succedendo”
Akira, Selina e Hisaki lo guardarono attoniti.
“Ho sentito Akira parlare di magia, poteri e di un certo gioiello. Ditemi che è uno scherzo, vi prego! La magia non può esistere!”
“Tò, ecco un altro miscredente”
Disse Selina incrociando le braccia. Hisaki fissò Alex dritto negli occhi, l’ansia gli creava un nodo alla gola insopportabile. Il moro alzò la mano tremante, il palmo rivolto verso l’alto. Senza staccare gli occhi da quelli del collega si concentrò. Sulla sua mano apparve una fiamma. Alex sgranò gli occhi incredulo.
“Che... Che razza di trucco è questo?!”
Chiese sbigottito.
“Nessun trucco... Io, e anche Selina... Siamo maghi”
Alex guardò Hisaki senza parlare, poi scoppiò a ridere.
“Voi mi state prendendo in giro!”
“Alex, so che è difficile da credere, lo è stato anche per me. Ma la magia esiste davvero!”
Akira intervenne nella conversazione. Al ragazzo ci vollero diversi minuti per digerire la notizia.
“D’accordo, questo è davvero assurdo ma... Non posso far altro che credervi. Posso sapere cosa è successo oggi ad Hisaki?”
“Hisaki non sa usare bene i suoi poteri, così lo sto allenando per migliorare. Purtroppo l’uso della magia lo indebolisce molto”
Spiegò Selina. Alex guardò Hisaki negli occhi.
“Tu... Perché non me l’hai detto?”
Gli chiese con voce fioca. Hisaki evitò il suo sguardo.
“Non volevo spaventarti”
Alex si lasciò cadere sul letto sedendosi di fianco al collega.
“Cristo, tu sei pieno di sorprese!”
Hisaki si lasciò sfuggire un sorriso.
“Bè, io vi lascio. Ci vediamo stasera per l’allenamento”
Disse Selina.
“Ah, dato che sei qui, domani ho un impegno quindi non venire”
“Qualcosa di più importante del tuo addestramento?”
“Ho una cena di lavoro. Non posso di certo dire ‘scusate, non posso venire perché devo allenarmi ad usare la magia’!”
“Mh, vorrà dire che stasera ti allenerai il doppio”
Sul viso della maga apparve un sorriso sadico che fece trasalire Hisaki.
“Bye bye bellezze!”
Disse prima di dileguarsi.
“Hai mai pensato di fare un manga usando la tua vita come storia?”
Chiese Alex girandosi verso Hisaki.
“Un ragazzo asociale, per di più dotato di poteri magici, che diventa gay dopo aver conosciuto un pazzo invadente che si mette a seguirlo per strada... Pfff, farebbe ridere chiunque”
“Io la trovo una storia interessante! Di sicuro è originale”
“Su questo ti devo dar ragione, credo non siano molti quelli come me”
“E’ per questo che ti ho seguito quel giorno”
Akira si intromise nella conversazione sedendosi in braccio al fidanzato.
“Ah, avevi previsto che io fossi un ragazzo così strano eh?”
Disse Hisaki prendendolo in giro.
“Per me ha solo seguito il più figo che ha visto sperando che l’abbordaggio andasse a buon fine”
Aggiunse Alex cercando di non ridere.
“Hey! Mi state prendendo in giro?!”
“Assolutamente no”
Risposero i due mangaka in coro.
“Pf, e pensare che a momenti mi taglia la gola senza neanche conoscermi”
Disse Akira ricordando il loro primo incontro.
“Davvero? Non mi avete mai detto nulla di voi! Dai raccontatemi, sono curioso”
Alex incrociò le gambe guardandoli come un bambino che attende la sua fiaba della buonanotte.
“Se Edgar viene a sapere che stiamo cazzeggiando allegramente invece di lavorare ci uccide”
Constatò Hisaki.
“Bè, informiamo Alex sul mondo gay! E’ sempre lavoro dato che disegnate yaoi, no?”
 Sul viso di Akira apparve un mega sorriso.
“Ah certo, se vuoi gli raccontiamo anche quanto e come facciamo sesso dato che è utile!”
Disse Hisaki guardandolo male.
“Bè, se vuoi”
Hisaki lo fissò sconvolto.
“Stavo scherzando”
“Io no”
Alex scoppiò a ridere.
“Voi due siete uno spasso”
“Se vuoi te lo regalo per un po’”
Propose Hisaki.
“Sé sé, ma se anche quando lavoriamo pensi sempre a lui!”
“Davvero?”
Chiese Akira illuminandosi.
“Oh insomma, la vuoi sentire questa storia o no?”
Hisaki sviò il discorso.
“Assolutamente sì!”
E così i due fidanzatini iniziarono il loro racconto, mentre Alex li ascoltava quasi incantato.
 
Ore 20.35. Come al solito Akira e i due maghi erano in palestra, pronti per gli allenamenti. Stavolta Selina aveva evocato Mark fin dall’inizio.
“Dunque, dato che ora sai attaccare abbastanza bene, usando anche altri elementi oltre al fuoco, ora passiamo alle tecniche di difesa”
“Se lui sa attaccare abbastanza bene, io sono il papa”
Disse Mark con un sorriso beffardo.
“Mark, non cominciare subito su! Hisaki, devi cercare di trattenere la magia attorno a te, al contrario di quando attacchi”
“Dai, proviamo! Così mi diverto a vederlo soffrire”
Mark fece un sorrisetto sadico, facendo apparire una sfera di elettricità su una mano.
“Preparati, pivello”
Hisaki deglutì: sapeva bene che Mark non ci sarebbe andato leggero e che probabilmente non sarebbe riuscito a difendersi dal suo attacco. Ma non poteva -e non voleva- mostrarsi debole di fronte a lui.
“Vai, sono pronto”
Mark scagliò il suo colpo magico contro Hisaki. Il moro riuscì a creare una barriera per contrastarlo.
“C’è riuscito!”
Disse Akira entusiasta. Il biondo si preoccupò quando vide apparire sul viso dell’alter-ego un’espressione malefica. Mark aprì di colpo la mano con cui aveva scagliato il colpo: la sfera d’energia si allargò facendo a pezzi la barriera di Hisaki.
“HISAKI!!”
Urlò Akira sgranando gli occhi. Il mago venne scagliato contro al muro, il suo corpo percorso da una scarica elettrica tremò violentemente. Hisaki cadde a terra con gli occhi chiusi e i denti stretti. Dio quanto faceva male...! Akira stava per andare in suo soccorso, ma Mark lo fermò prendendolo per un braccio.
“Hai promesso di non interferire, ricordi? Scusami dolcezza, ma il moretto deve imparare a cavarsela da solo”
“Lasciami!! Non deve imparare a cavarsela da solo, perché io sarò sempre al suo fianco!!”
Disse Akira nervoso.
“Akira, non ti preoccupare”
Hisaki si alzò da terra.
“Colpiscimi di nuovo”
Disse fissando Mark.
“Sei masochista?”
Chiese l’alter-ego ironico.
“Solo se è Akira a seviziarmi”
Akira lo guardò stupito: la scossa gli aveva fuso il cervello?! Mark fece una leggera risata, poi gli scagliò contro un secondo attacco. Ancora una volta la barriera di Hisaki cedette dopo qualche minuto.
Un’ora più tardi Hisaki aveva leggere bruciature sparse un po’ ovunque, nonché qualche taglio dovuto sempre agli attacchi di Mark.
“Direi che per stasera possiamo fermarci”
Disse Selina notando le sue condizioni.
“NO! Voglio continuare! Non hai detto tu che avrei dovuto allenarmi il doppio?!”
“Ma...”
“Voglio continuare!”
Selina sospirò.
“D’accordo. Mark per favore alleggerisci gli attacchi”
“Se proprio devo”
 
Alla fine di quell’allenamento, Hisaki era esausto.
“Scusate, io vado a fare una doccia; ci vediamo”
Disse uscendo con passo lento dalla stanza.
“Aspettami, non voglio trovarti a terra morente!”
Akira lo seguì lasciando Mark e Selina da soli.
“Si sta davvero impegnando”
Constatò la maga soddisfatta.
“Già, e sta facendo dei grandi progressi”
“Ah, queste cose dovresti dirle anche a lui ogni tanto”
“Mai! Il mio compito è quello di spronarlo, no? Se gli faccio i complimenti si monta la testa. Per far sì che dia il massimo devo farmi odiare da lui”
“Pf, se solo sapesse la verità”
Selina si lasciò sfuggire una risata.
“Dici che resterebbe sconvolto sapendo che rappresento il suo io futuro?”
“Direi di sì, dato che ti odia! Ancora non riesco a credere che diventerà davvero come te, ora sembra così dolce”
“Hey, anche se mi chiamate Mark per distinguermi da lui resto pur sempre Hisaki! Ho anch’io il mio lato tenero nascosto”
Selina scoppiò a ridere.
“Molto nascosto direi”
Mark si limitò a fare un leggero sorrisetto sornione. Sarebbe stato divertente vedere la reazione di Hisaki se avesse scoperto la verità. Ma quello sarebbe rimasto un segreto tra lui e Selina per sempre... O almeno fino a quando Hisaki non fosse diventato davvero come lui.

Ciao a tutti :D
questo è il capitolo più lungo di tutti quelli postati finora... Ma volevo arrivare al piccolo colpo di scena finale! xD
Hisaki è sempre mezzo morto, lo sto maltrattando un po' troppo forse u.u' ma la sua sofferenza darà i suoi frutti!
Spero vi sia piaciuto e ne approfitto per ringraziare di cuore chi ha recensito i precedenti capitoli, non sapete quanto mi facciano piacere i vostri commenti ^.^
Nel prossimo capitolo avremo Hisaki... Hum... "Particolarmente allegro" :3

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Capitolo 13
*** La cena... E le sue conseguenze ***


L’indomani, quando Hisaki tentò di alzarsi dal letto sentì qualcosa trattenerlo per la maglia facendolo ricadere sul materasso. Il moro girò la testa e vide che Akira era già sveglio.
“Buongiorno”
Gli disse sorridendogli.
“Come stai?”
“Bene”
“Stai bene davvero o mi dici ‘bene’ solo per non farmi preoccupare?”
“Sto bene davvero! Non mi sento nemmeno tanto stanco, forse mi sto abituando ad usare la magia”
“Mh, però ieri Mark ti ha massacrato”
“Ah, le scottature e i tagli fanno un po’ male ma è sopportabile”
“Sicuro?”
“Sì! Akira, ti prometto che da oggi ti dirò se sto male”
Akira abbracciò il bacino del fidanzato posando la testa sulla sua schiena.
“Ti amo”
Hisaki a quelle parole sussultò arrossendo: ancora una volta l’aveva colto di sorpresa.
“Serve davvero che ti risponda?”
“Sì, voglio sentirtelo dire”
Disse Akira mettendosi a sedere e appoggiando il mento sulla spalla del compagno. Hisaki girò il viso verso il suo e soffiò piano sulle sue labbra per poi sfiorarle appena, un tocco leggero che fece rabbrividire il biondo.
“Ti amo anch’io”
Gli sussurrò  appoggiando una mano sulla sua guancia. Akira approfittò della vicinanza per baciarlo, Hisaki fece scivolare la mano fra i capelli arruffati del biondo tirandolo avidamente verso di sé. Mentre si lasciava trasportare da quel bacio Hisaki aprì appena gli occhi: il suo sguardo si posò sulla sveglia che segnava le 7.30. Il moro si separò dal compagno alzandosi di scatto dal letto.
“Sono in ritardo!!”
Disse correndo nella cabina armadio a cambiarsi. Akira lo seguì con lo sguardo sorridendo, finiva sempre così: quando cominciavo a scambiarsi effusioni Hisaki perdeva la cognizione del tempo.
 
Quando Alex aprì la porta trovò Hisaki col fiatone.
“Scusa sono in ritardo!”
Alex sorrise.
“Non è da te”
“E’ solo che Akira stranamente era sveglio e... Stando con lui non mi sono reso conto dell’ora”
Alex trattenne a stento una risata.
“Avete sperimentato nuove idee per le pagine da disegnare oggi?”
Hisaki arrossì.
“NO! Ma perché pensate sempre tutti male?! Siete dei maniaci!!”
Alex lo guardò con un sorrisetto stampato in viso.
“Hisaki, lo sai che Edgar mi ha mostrato le prime tavole che gli hai dato con disegni yaoi?”
Hisaki sgranò gli occhi: oh Cristo.
“E... E allora?”
“E allora fai parte anche tu del gruppo dei maniaci! Sesso violento contro il muro... Hum, eccitante”
Hisaki lo allontanò dall’uscio per poter entrare e andò dritto nello studio mentre parlava.
“Solo perché l’ho disegnato non vuol dire che io sia un depravato come voi!”
“Oh sì invece! Anche perché sono quasi convinto che tu abbia preso spunto dalla realtà”
Disse Alex seguendolo: mettere il collega in imbarazzo era il suo passatempo preferito.
 
Quella sera, Hisaki uscì dalla camera pronto per la cena di lavoro.
“Akira, io vado”
Akira lo squadrò da testa a piedi.
“Assolutamente no”
Hisaki lo guardò inarcando un sopracciglio.
“Che ti prende ora?”
“Non puoi uscire vestito così!!”
Hisaki si guardò.
“Perché...?”
Akira si avvicinò a lui e gli schioccò un bacio sulla guancia.
“Perché sei da stupro con quei pantaloni stretti e il cardigan”
Hisaki divenne tutt’uno col colore dei suoi occhi.
“Stupido”
Disse allontanandolo.
“Stasera ci sono quasi solo uomini”
“Come se la cosa mi tranquillizzasse”
“Non sono tutti gay come pensi”
Akira lo guardò facendogli un sorriso e alzando le sopracciglia.
“Per te potrebbero benissimo diventarlo”
Hisaki sbuffò, poi appoggiò una mano sul petto del fidanzato e lo baciò.
“Devo andare, gelosone”
 
Un’ora più tardi Hisaki era seduto ad un tavolo ad annoiarsi. Il moro sbadigliò: odiava le cene con i colleghi e gli editori.
“Ti annoi?”
Chiese Alex seduto vicino a lui.
“Mh abbastanza”
Alex si lasciò sfuggire una leggera risata.
“Ti capisco! Fuggiamo di nascosto?”
“Cos’è che volete fare voi due bricconcelli?”
Edgar li interruppe: era in piedi di fronte a loro.
“Edgar!”
“Ciao! E’ da un po’ che non ci si vede eh? State facendo davvero un ottimo lavoro, voi due assieme siete fenomenali”
“Grazie”
Risposero i due mangaka quasi in coro.
“Tsè, addirittura coordinati! Hisaki puoi venire con me? Ti devo presentare una persona importante”
“Certo”
Disse Hisaki alzandosi. Edgar lo portò davanti ad un ragazzo che probabilmente aveva solo qualche anno in più di lui.
“Hisaki, questo è Boris, un famosissimo mangaka! Disegna uno dei manga più venduti non solo qui, ma anche in moltissimi altri Stati”
“Ah, è davvero un piacere per me conoscerla”
Disse Hisaki offrendogli la mano. Boris la strinse.
“Il piacere è tutto mio! Seguo il tuo manga, penso che tu abbia un gran talento”
“La ringrazio, ne sono davvero onorato”
“Ah, dammi del tu, in fondo siamo quasi coetanei”
Disse Boris sorridendogli.
“Scusate ragazzi, ma la mia presenza è richiesta altrove. Vi lascio a conoscervi”
Edgar fece l’occhiolino ad Hisaki e si allontanò da loro.
“Allora, ti stai divertendo?”
Chiese Boris.
“A essere sincero queste cene mi annoiano un po’”
Boris rise, poi prese un bicchiere riempiendolo e lo offrì ad Hisaki.
“Bevi, vedrai che ti aiuterà a risollevarti il morale”
“Grazie, ma preferisco non bere nulla”
“Su, un bicchierino non fa male a nessuno! Mi offendo se non lo accetti eh”
Gli disse sorridendo.
“E-ehm... Grazie”
Hisaki prese il bicchiere e ne bevve un sorso: che diavolo era?! Il moro dovette mettercela tutta per non sputare fuori quella roba, la sentiva bruciare in gola come se avesse mangiato fuoco. Dopo aver svuotato il bicchiere tossicchiò leggermente.
“Ahah, non sei abituato a bere eh?”
“N-no, sono quasi astemio a dire il vero”
“Bè, questa sera puoi fare un piccolo strappo per festeggiare il nostro incontro no?”
Disse Boris riempiendogli di nuovo il bicchiere. Hisaki fece un sorriso forzato, non sapeva nemmeno cosa stava bevendo, sapeva solo che era disgustoso e davvero forte. Fin troppo forte per lui, a cui bastavano un paio di birre per ubriacarsi. Tuttavia non poteva rifiutare, così mando giù anche quel bicchiere sperando fosse l’ultimo... Ma a quello ne seguirono un terzo ed un quarto.
 
“Aleeeex amico mio!”
Hisaki gli buttò le braccia al collo lasciandosi a peso morto contro il collega.
“Hisaki, che ti prende?”
Chiese Alex reggendolo.
“Nulla! Ahah, ma qui quando mettono la musica? Ho voglia di cantare!”
Alex lo guardò perplesso per un po’, poi capì: era ubriaco marcio.
“Hisaki hai bevuto?”
“No! O solo un bicchiere o due... O forse erano quattro? Bè, che importa! Divertiamoci!”
Hisaki scoppiò a ridere senza motivo. Alex restò a guardarlo senza parole per diversi minuti, poi portò una mano alla bocca per non ridere a sua volta. Dio, vedere il compostissimo Hisaki ubriaco era davvero uno spasso. Avrebbe voluto restare a godersi lo spettacolo per un altro po’, ma sapeva che un bravo amico l’avrebbe riaccompagnato a casa subito per evitargli figuracce, così lo prese per mano e lo portò da Edgar.
“Edgar, noi andiamo. Riaccompagno a casa Hisaki, è ubriaco”
“Non sono ubriaco! Hey vecchio come butta?”
Chiese Hisaki posando una mano sulla spalla di Edgar. L’editore lo guardò esterrefatto, poi sorrise.
“Sembra felice però eh? Non l’ho mai visto così! Vai pure non ti preoccupare. Ah, domani potete prendervi un giorno di vacanza. Anche perché penso che Hisaki non sarà messo bene domattina”
“Grazie del pensiero”
Disse Alex reggendo Hisaki che cominciava a barcollare.
“Ciao brò!”
Hisaki salutò Edgar facendo le corna con la mano, Alex gliela abbassò portandolo verso l’uscita.
 
“Forza entra in macchina”
Disse Alex aprendo la portiera al collega.
“Mh, ma non voglio tornare a casa così presto!”
“Su, sali in macchina”
Hisaki restò a fissare Alex in silenzio.
“Che... Ti prende?”
Chiese il collega perplesso.
“Ti ho mai detto che hai degli occhi affascinanti...?”
“Ahah... Sei proprio ubriac....“
Alex si interruppe vedendo che il viso di Hisaki si stava avvicinando al suo. Il ragazzo sgranò appena gli occhi e si allontanò da lui.
“Hisaki, non fare cose di cui da sobrio potresti pentirti”
Disse spingendolo dentro la macchina. Hisaki lo guardò facendo un sorrisetto. Alex sospirò chiudendo la portiera e salì in macchina: il collega sarebbe riuscito a restarsene buono per tutto il viaggio?
Fortunatamente per lui Hisaki si limitò a mettere la testa fuori dal finestrino cantando a squarciagola. Per lo meno era intonato.
Arrivati a casa di Hisaki Alex gli aprì la portiera e lo sorresse fino all’entrata della villa.
 
Akira era seduto in salotto davanti al caminetto quando sentì il campanello suonare: chi era a quest’ora? Era sicuro che il fidanzato avesse le chiavi di casa...
Il biondo aprì la porta e davanti a quella scena restò senza parole.
“Ehm, ciao Akira”
“Ciaooooo amoruccio!!”
Hisaki saltò in braccio ad Akira avvinghiandosi a lui come un koala al suo albero di eucalipto.
“Hi-Hisaki...?!”
“E’ ubriaco”
Disse Alex sciogliendo il dubbio che si era insinuato nel biondo.
“Oh, ora capisco tutto! Aspetta... Da quando lui beve?!”
“Mh, non so di preciso come sia andata, ma Edgar gli ha fatto conoscere un importante mangaka che a quanto pare gli ha offerto da bere”
“Ah, capis......!”
Akira sussultò: Hisaki gli stava mordicchiando il collo. Alex tossicchiò.
“Io vado”
“Grazie per averlo riportato a casa sano e salvo”
“Dovere! Ah, domani Edgar ci ha concesso un giorno di riposo. Buonanotte... Anzi, forse dovrei dire buon divertimento”
Alex fece un sorrisetto facendo l’occhiolino ad Akira per poi andare alla macchina. Akira chiuse la porta e guardò Hisaki che si strusciava come un gatto in calore sul suo collo.
“Hisaki...?”
“Spogliati”
“C-che?!”
Hisaki gli leccò le labbra facendo scorrere le dita fra i capelli biondi del compagno.
“Ti voglio”
Akira balbettò per qualche istante: il fidanzato era davvero ubriaco fradicio.
“Perché queste cose non me le dici da sobrio?! Andiamo a letto”
“Dove vuoi”
Gli disse Hisaki con fare malizioso.
“No, aspetta, io intendevo a dormire!!”
Hisaki scese da lui, lo prese per la maglia e lo trascinò in salotto: lo fece appoggiare al muro e lo baciò con passione. Akira ricambiò il bacio, ma quando le mani di Hisaki cominciarono a risalire sotto alla sua maglia il biondo gli bloccò i polsi.
“Hisaki, ti prego stai calmo”
“Non mi vuoi?”
Chiese Hisaki facendo un faccino triste, pur mantenendo quello sguardo malizioso che aveva da quando era entrato nella villa.
“Non è questo il punto, è solo che non voglio farlo con te ora! Sei così ubriaco che non ricorderesti niente”
“Mh, facciamo gli angioletti?”
Hisaki gli leccò il collo per poi lasciargli un segno del suo passaggio: Akira si lasciò sfuggire un gemito, ma poi lo allontanò da sé.
“Ti prego Hisaki smettila...!”
Akira stava per uscire dalla stanza ma si trovò il braccio di Hisaki a bloccargli il passaggio.
“Vuoi vedere un nuovo incantesimo che ho imparato?”
Il sorriso sadico di Hisaki non prometteva nulla di buono.
“Ehm... Hai imparato a far apparire un coniglio dal cilindro?”
“Qualcosa di molto meglio”
Akira sentì qualcosa di gelato sfiorargli i polsi... Catene?! Dopo pochi secondi si ritrovò mani e piedi immobilizzati.
“Hisaki sei impazzito?!”
“No, voglio solo che tu te ne stia buono a guardare, amore”
Disse sfiorandogli le labbra con le dita. Akira lo vide allontanarsi da sé, stava... Ancheggiando...?!
Hisaki sbottonò lentamente il cardigan per poi lasciarlo scivolare a terra con altrettanta calma: il biondo non poté fare a meno di tenere gli occhi incollati su ogni singolo muscolo della sua schiena perfetta. Hisaki girò solo la testa verso il compagno facendogli un sorrisetto malizioso.
“Sai, dovresti sentirti onorato... E’ la prima volta che faccio uno spogliarello per qualcuno”
Akira deglutì: se continuava di questo passo non avrebbe resistito a lungo, sentiva già l’istinto di stringere avidamente a sé quel corpo così dannatamente sexy... Ma che stava pensando?! Doveva assolutamente tenere duro!
Hisaki si avvicinò a lui lasciandogli una scia di baci dal collo alle labbra.
“Vuoi ancora andare a dormire, Akira?”
Chiese pronunciando il suo nome quasi come un sussurro.
“C-certo e gradirei che la smettessi di fare il gatto in calore”
Hisaki aprì la cerniera della felpa di Akira e si abbassò a leccargli il petto: il biondo rabbrividì.
“Siamo solo all’inizio”
Il moro si allontanò di nuovo da lui, posò le mani sul proprio collo per poi farle scendere molto lentamente sul suo petto. Quando arrivò ai pantaloni fissò Akira negli occhi mentre li sfilava per poi lanciarli verso il biondo.
“Devo continuare?”
Gli chiese con fare malizioso.
Assolutamente sì, sì, sì!!
“No, per favore Hisaki rivestiti!”
“Oh, mi potrei offendere sai?”
Hisaki allargò l’elastico dei boxer facendoci scorrere dentro un dito.
“... Se non fosse che il tuo corpo non è d’accordo con le tue parole”
Aggiunse Hisaki dando le spalle al compagno per poi denudarsi completamente.
Maledizione. Non guardare in basso, non guardare in basso...!
Lo sguardo di Akira finì a fissare il fondoschiena di Hisaki.
“Akira, ti sei reso conto che non sei più legato da quando ho tolto i pantaloni?”
Akira si guardò i polsi, effettivamente le catene non c’erano più. Il biondo restò in silenzio a fissare il pavimento, poi alzò lo sguardo ritrovandosi il fidanzato a pochi centimetri. Le loro labbra si sfiorarono per un istante, per poi intrecciarsi in un bacio pieno di passione. Hisaki spinse Akira a terra.
“Ce ne hai messo di tempo a cedere eh”
Gli sussurrò Hisaki slacciandogli i pantaloni. Akira guardò quegli occhi rossi accesi di passione, accentuati dalla luce del fuoco che scoppiettava nel caminetto.
Ok, sapeva che non avrebbe dovuto cedere. Ma Hisaki era provocante. Troppo provocante. E la sua forza di volontà di fronte a tanta sensualità vacillava, o meglio, era già crollata da un pezzo.

Ok, in questo capitolo non succede nulla di che ma... Avevo voglia di scrivere Hisaki ubriaco, per la felicità di Akira xD
Nel prossimo probabilmente arriveremo al viaggio verso l'Italia, anche se non ne sono sicura al 100% ^^
Stavo pensando di fare un altro disegno, ma sono un po' indecisa sul soggetto... Selina, Hisaki (in versione un po' sexy però ;D) o Hisaki e Mark assieme (adoro il tema del "doppio"), si accettano suggerimenti! :)
Spero continuerete a seguire questa storia e a commentare ^^
alla prossima!

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Capitolo 14
*** Viaggio movimentato ***


I raggi che filtravano dalla finestra colpirono il viso di Hisaki facendolo svegliare. Il moro mugolò disturbato, non tanto dalla luce, quanto dal mal di testa martellante che lo tormentava.
Hisaki alzò appena la testa notando di essere avvinghiato ad Akira. Cos’era successo la sera prima...?
“Akira”
Il biondo aprì gli occhi girandosi verso di lui.
“Buongiorno!”
Disse schioccandogli un bacio sulla guancia.
“Mh... Ecco... Noi abbiamo...”
Hisaki faticava a trovare le parole.
“Fatto l’amore”
Concluse Akira al posto suo. Hisaki sgranò gli occhi, proprio come temeva.
“Io non... Ricordo niente di ieri sera. L’ultima cosa di cui ho memoria è che Edgar mi ha presentato un certo Boris”
“Ti sei ubriacato, Alex ti ha riportato a casa e quando se n’è andato hai cominciato a spogliarti”
“Tu hai fatto sesso con me pur sapendo che ero ubriaco?!”
Sbottò Hisaki arrabbiato.
“Scusa, ho cercato di resistere ma non ce l’ho fatta!! Insomma Hisaki sono giorni che sei troppo stanco per far qualsiasi cosa e... E... Ieri eri davvero troppo provocante, saresti riuscito a portarti a letto anche il più etero del mondo!”
“Sempre il solito esagerato!”
Akira si tirò su a sedere facendo un mugolio di dolore.
“Cos’era quel lamento?”
Chiese Hisaki allarmato.
“Mh... Non sono abituato a certi ruoli”
Hisaki sbiancò di colpo.
“Vuoi dire c-che...?!”
“Che come al solito quando sei ubriaco diventi super intraprendente e sì, eri tu l’attivo stavolta”
Hisaki arrossì guardandolo senza parole, poi portò le mani al viso.
“Oh Cristo santo”
“Di che ti stupisci? Come se fosse la prima volta che accade”
Disse Akira lasciandosi cadere sopra al compagno.
“Succede solo quando bevo!! E stavolta non ricordo nemmeno che diavolo ho fatto!”
“Vuoi che te lo racconti?”
Chiese Akira sorridendo maliziosamente.
“Assolutamente no!”
Hisaki guardò l’ora.
“Sono in ritardissimo!!”
Disse spostando Akira per alzarsi.
“Tranquillo, oggi sei in vacanza”
Hisaki si girò a guardarlo perplesso.
“Evidentemente Edgar ti ha visto ubriaco e ha pensato bene che oggi non saresti stato in grado di lavorare”
“... Non oso pensare a cosa avrò combinato, che vergogna”
Akira si lasciò sfuggire una risata.
“Hisaki, sai che hai un fondoschiena bellissimo?”
Il moro restò a fissarlo immobile, si era appena reso conto di essere completamente nudo di fronte al fidanzato seduto a terra. Hisaki afferrò una coperta mettendosela attorno.
“Nooo!”
Protestò Akira deluso. Hisaki portò una mano alla testa socchiudendo gli occhi.
“Stai male?”
Chiese il biondo alzandosi e abbracciandolo da dietro.
“Ho solo mal di testa”
“Vai a fare una doccia, ti preparo un frullato. Ho letto che la frutta e il latte fanno bene dopo la sbornia”
 
Un’ora più tardi, Hisaki e Akira erano seduti sul divano a guardare la tv. Nonostante ci fosse il sole Hisaki era avvolto in una coperta, ogni tanto chiudeva gli occhi assonnato.
“Se hai sonno dormi”
Disse Akira notando l’assopimento del compagno.
“Vieni”
Il biondo lo fece appoggiare sulle sue gambe. Hisaki lo guardò arrossendo, poi però chiuse gli occhi mentre Akira gli accarezzava i capelli. Anche se non l’avrebbe mai ammesso, amava le coccole del fidanzato, gli regalavano un senso di pace e tranquillità che nessuno sapeva dargli. Di lì a poco Akira sentì il respiro del compagno diventare più calmo e regolare. Il biondo sorrise guardandolo dormire, da quanto non se ne stavano tranquilli a coccolarsi? Nonostante fosse solo per un giorno, la piccola vacanza che Edgar aveva concesso ad Hisaki lo rendeva davvero felice.
 
Quando Hisaki si svegliò era un po’ scombussolato, aveva fatto uno strano sogno in cui cercava di baciare Alex. La cosa che lo sconvolgeva era che sembrava fin troppo reale per essere solo un sogno...
“Ben svegliato”
La voce di Akira lo riportò sulla terra.
“Scusa, sei rimasto così tutto il tempo per non disturbarmi?”
“Sì, ma non ti preoccupare. Amo guardarti mentre dormi”
Hisaki arrossì e si tirò su a sedere.
“Akira, devo andare da Alex”
“Ma oggi non sei in vacanza?”
“Sì, ma devo chiedergli una cosa importante. Tranquillo, non ci metterò molto”
 
Poco più tardi, a casa di Alex...
“Scusa se sono capitato qui all’improvviso ma ho bisogno di sapere una cosa”
“Se dici così mi fai preoccupare”
“Ieri sera ti ho... Baciato...?”
Alex si stupì della domanda.
“Perché vuoi saperlo? Anche se fosse successo ormai il danno è fatto, no?”
“Se ti ho baciato devo dirlo ad Akira, voglio essere sincero con lui. Mi sentirei in colpa a nascondergli una cosa del genere”
Alex sorrise.
“Stai tranquillo, non è successo nulla. E’ vero, hai cercato di baciarmi, ma ti ho allontanato e fortunatamente non hai insistito”
Hisaki tirò un sospiro di sollievo.
“Ehm s-scusami e grazie per avermi fermato”
“Non ti scusare, in fondo eri ubriaco! Ti piacciono davvero così tanto i miei occhi?”
Hisaki si mise una mano tra i capelli imbarazzato.
“Sono... Particolari! Ma non credo di essere il primo a dirtelo”
“Invece lo sei”
Hisaki lo guardò stupito.
“Allora forse sono tutti ciechi”
Disse poi sorridendo. Alex si lasciò sfuggire una leggera risata.
“Sai, inizialmente l’idea di disegnare uno yaoi non mi attirava particolarmente, però sono felice di lavorare con te”
Hisaki lo guardò senza parole, poi si sciolse in un sorriso dolcissimo.
“Grazie, vale lo stesso per me”
 
Quella sera, dopo gli allenamenti Hisaki si avvicinò a Selina di soppiatto.
“Ehm, Selina posso chiederti una cosa?”
Le disse a bassa voce.
“Certo”
“Esiste un incantesimo per ricordare qualcosa successo poco tempo fa?”
Mark scoppiò a ridere.
“Stavi origliando?!”
Gli chiese Hisaki girandosi verso di lui.
“No, ma sento i tuoi pensieri, caro il mio seme ubriaco”
Hisaki arrossì di botto.
“Fallo sparire ti prego!”
Implorò verso Selina.
“Mi dispiace, ma devi aspettare ancora dieci minuti e si dissolverà da solo. Piuttosto, a cosa ti serve l’incantesimo?”
“Già, a cosa ti serve?”
Incalzò Mark con un sorriso sadico.
“Quale incantesimo?”
Chiese Akira curioso.
“Niente, niente!”
Hisaki prese per mano Selina portandola fuori.
“Ieri sera mi sono ubriacato e non ricordo nulla di quello che ho fatto!”
“E bravo il nostro maghetto che si dà alla pazza gioia! Mh, conosco un incantesimo che fa al caso tuo. Come mai ti sta così a cuore ricordare?”
“Sei un’impicciona lo sai?”
“La curiosità è donna”
Disse Selina sorridendo.
“B-bè ecco...”
Hisaki esitò arrossendo.
“Lascia stare, penso di aver capito”
Selina fece un sorrisetto e appoggiò una mano sulla testa di Hisaki; in quel momento il moro vide passare davanti a sé una serie di flash velocissimi. Quando Selina tolse la mano Hisaki ricordava tutto.
“Hisaki, tutto bene?”
Chiese la maga vedendolo sconvolto.
“Oh ecco dov’eravate!”
Esclamò Akira arrivando dalla palestra. Hisaki abbassò lo sguardo diventando rosso come un peperone.
“Che gli è successo?”
Chiese il biondo a Selina.
“Boh, gli ho solo fatto ricordare cos’ha fatto ieri sera! Comunque io devo scappare, ci vediamo domani ragazzi”
Quando rimasero soli Akira rise.
“Sono felice che ora anche tu ricordi quello che è successo”
“N-non... Oddio, ti ho incatenato!”
“Già”
“E mi sono spogliato davanti a te!”
“Esatto”
“E abbiamo fatto sesso sul pavimento!!”
“Proprio così”
“Dannazione, sono un maniaco proprio come te...!”
Disse Hisaki sconsolato. Akira scoppiò a ridere abbracciandolo.
“A me non dispiace affatto”
 
Cinque giorni più tardi Alex, Akira e Hisaki erano sul treno verso Budapest.
“Uff, sono solo le sette di sera e arriveremo alle dieci di domattina. Cosa facciamo in tutto questo tempo?”
Sbuffò Akira.
“Dormiamo?”
Propose Hisaki.
“Non riesco a dormire per tutte queste ore!”
Protestò il biondo.
“Che ne dite di fare un giochino?”
Intervenne Alex.
“Cioè?”
Chiese Hisaki.
“Vediamo quanto vi conoscete: vi farò delle domande sui vostri gusti e dovete dirmi cosa preferisce l’altro. Ci state?”
“Io sì! So tutto di Hisaki”
“Vedremo”
Disse Alex quasi in tono di sfida.
“Iniziamo da qualcosa di facile: dolce preferito?”
“Il cheese-cake! Ma ama molto anche la torta Sacher e le palline al cioccolato ricoperte di cocco, ne mangia sempre tantissime”
“Non avrei mai detto che fosse un tipo goloso dato il suo fisico! E per quanto riguarda Akira?”
Chiese girandosi verso Hisaki.
“Tutti. Mangia qualsiasi dolce gli capiti sotto mano, perfino la pasta frolla cruda”
“Cosa?!”
Esclamò Alex stupito. Akira rise.
“E’ vero lo ammetto, ma è buona!”
“Ahah Akira sei troppo forte! Ok, gusto di gelato preferito?”
“Cocco e stracciatella”
Rispose Akira guardando il fidanzato.
“Liquirizia, che a me invece fa schifo”
Disse Hisaki ricambiando il suo sguardo.
“Siete davvero teneri”
Akira e Hisaki si girarono verso Alex, che li guardava con i gomiti appoggiati al tavolino e la testa fra le mani.
“Da quanto vi conoscete?”
“Quasi un anno ormai”
Rispose Akira prendendo la mano di Hisaki.
“Wow, quasi un anno che ti sopporto”
Esclamò Hisaki.
“Non dire così, senza di me le tue giornate sarebbero tristi no?”
Rispose Akira scompigliandogli i capelli.
Hisaki stava per rispondergli quando si sentì uno strano rumore provenire dal tetto del treno. Tutti i passeggeri cominciarono a parlottare tra loro allarmati.
“Che diavolo succede?”
Chiese Alex. Da sopra si sentì un verso che metteva i brividi e il rumore di qualcosa che graffiava contro il metallo del treno.
“E’... Inquietante”
Disse Akira stringendosi alla maglia di Hisaki. Hisaki fissò il soffitto senza parlare. Aveva una strana sensazione, lì sopra c’era qualcosa -o qualcuno- che gli faceva ribollire il sangue nelle vene. Cominciava a pensare che ciò che lo faceva sentire così irrequieto fosse la sua magia, come se stesse reagendo ad un pericolo. E non si sbagliava.
Il tetto del treno venne improvvisamente sfondato da una creatura a dir poco bestiale. La sua testa sembrava quella di un lupo, sul dorso spuntavano due ali simili a quelle di pipistrello. La sua lunga coda si agitava nervosamente, i suoi occhi ferini scrutavano l’area in cerca della sua preda. E infine la trovarono. Hisaki vide la belva digrignare le fauci nella sua direzione, i suoi occhi rossi come il sangue stavano puntando a lui, ne era sicuro. Il mago si alzò di scatto saltando dal sedile all’apertura causata dal mostro per poi salire sul tetto del treno.
“Hisaki!!”
Urlò Akira preoccupato.
“Akira resta dove sei! E’ me che vuole!”
A conferma delle sue parole la belva saltò sul tetto raggiungendo Hisaki. Akira cercò di raggiungerlo ma nel buco del soffitto sembrava esserci una barriera invisibile che gli impediva di salire. Akira batté un pugno contro di essa urlando il nome del fidanzato.
Hisaki saltò da un vagone all’altro seguito dalla creatura, ma sapeva che prima o poi la sua corsa sarebbe finita. Doveva affrontarla. Il moro si girò e vide la belva saltare verso di lui atterrandolo senza lasciargli il tempo di reagire. Hisaki afferrò le sue fauci prima che gli sferrasse un morso letale al collo, dovette metterci tutta la sua forza per contrastare quella della bestia.
Con un calcio riuscì a lanciarla lontano da sé facendola scivolare giù dal treno, ma sfortunatamente quel dannato mostro aveva le ali. Visto l’aspetto dell’avversario Hisaki si aspettava possedesse dei poteri magici, ma quando il lupo fece uscire dalla bocca una spirale di fuoco il moro si stupì comunque; fece appena in tempo a portare le mani davanti a sé creando una barriera per contrastare l’attacco. Quando il mostro smise di sputare fuoco Hisaki creò una sfera di elettricità scagliandogliela contro, ma la sua magia si dissolse non appena toccò il lupo: era immune ai suoi attacchi magici?!
La belva si scagliò nuovamente contro di lui facendolo ricadere a terra, Hisaki sentì i suoi artigli affondare nella pelle all’altezza del petto e si lasciò sfuggire un gemito di dolore. Il moro girò lo sguardo e vide che il treno stava per entrare in una galleria: se fosse rimasto lì, con la testa fuori dal tetto del convoglio, le pareti di roccia l’avrebbero decapitato. Hisaki lottò con il mostro per evitare che i suoi denti affondassero nella propria gola, ma soprattutto per cercare di rialzarsi prima che il treno arrivasse alla galleria. Il moro portò indietro la testa più che poteva e con uno slancio in avanti riuscì a capovolgere le posizioni tenendo la belva a terra, il lupo agitava le zampe cercando di liberarsi e riuscì a graffiare il collo di Hisaki più volte. Poco dopo il treno arrivò al tunnel, la testa del mostro che sporgeva dal tetto venne tranciata di netto. Hisaki lo lasciò andare restando abbassato per non sbattere contro la parte alta della galleria, tuttavia la vista di quella scena gli provocò un conato di vomito non indifferente. Il moro portò una mano alla bocca con gli occhi lucidi. Aveva appena ucciso un animale, o qualcosa che ci assomigliava. E’ vero, in passato aveva assassinato anche delle persone, anche se non proprio volontariamente, ma ora era pervaso da una sensazione così diversa...
Non appena il treno uscì dalla galleria Hisaki si alzò e tornò dentro alla carrozza. Akira e Alex vedendolo sano e salvo si rallegrarono, mentre la gente intorno parlottava sconvolta.
“Oddio Hisaki per fortuna sei vivo!!”
Disse il biondo avvicinandosi a lui.
“Ma sei ferito”
Constatò vedendo il sangue che scendeva dal petto e dal collo del fidanzato. Hisaki non rispose, il suo sguardo era piantato sul pavimento, come se la sua testa fosse altrove. Il suo cellulare squillò, il moro lo prese dalla tasca, era Selina.
“Pronto?”
Disse con voce cupa.
“Cristo Hisaki meno male che stai bene!!”
Selina sembrava preoccupata.
“Ho appena avuto una visione di ciò che è successo, Hisaki siete in pericolo! Lui sa che ti sto allenando per sconfiggerlo!”
“Lui chi?”
“Il mago che ha rubato il gioiello”
“Non importa, ce la caveremo”
“Hisaki... Come ti senti?”
Hisaki non rispose. Deglutì portando una mano tremante alle labbra mentre sui suoi occhi, nonostante cercasse di trattenerle, si formarono delle lacrime.
“Io l’ho... L’ho... Ucciso”
Disse a stento con voce tremante.
“Hai dovuto, si trattava di uccidere o essere uccisi! Hisaki non fartene una colpa”
“Selina sono anche vegetariano e uccido un animale, che senso ha?! Sono un mostro!”
“Non è il primo essere vivente che uccidi, o sbaglio? Le altre volte si trattava addirittura di persone!”
“Lo so ma... Le altre volte non ero del tutto in me quando l’ho fatto”
“Hisaki mi dispiace davvero! Ma quello non era nemmeno un animale, capisci? Era solo un mostro inviato dal mago per ucciderti, probabilmente creato con la magia”
Hisaki rimase in silenzio chiudendo gli occhi.
“Probabilmente ora per un po’ non ti attaccherà più, quindi cerca di goderti la vacanza e non pensarci ok? Forza Hisaki, sei forte e ce la puoi fare”
Hisaki annuì.
“Ci vediamo al tuo ritorno e conto di trovarti in forma! Buon viaggio”
Hisaki rispose con un lieve “Grazie” poco prima di riagganciare. Alex guardò Hisaki, avrebbe voluto far qualcosa per alleviare la sua sofferenza ma sapeva di non essere la persona giusta per consolarlo.
“Vado a cercare un medico per quelle ferite”
Disse prima di uscire dalla carrozza.
Akira si avvicinò al compagno e lo abbracciò accarezzandogli i capelli. Hisaki finora aveva resistito, ma in quel momento non ce la fece più e scoppiò in lacrime piangendo silenziosamente contro la maglia del compagno, mentre attorno a loro la gente li guardava parlottando.
“Hisaki sei sicuro di voler continuare? Probabilmente dovrai uccidere quel mago per riavere il gioiello”
Hisaki strinse le mani sulla felpa del compagno.
“Lo so, ma non posso tirarmi indietro ora. Ce la farò, devo solo diventare più forte emotivamente”
Disse asciugandosi le lacrime.
“So che forse non conta, ma sappi che io ti sarò sempre accanto”
“Conta molto invece! Grazie”
Hisaki alzò la testa e sorrise appena, ritrovando finalmente un po’ della sua pace interiore.

Ciao a tutti >w<
volevo fare una piccola precisazione: come ha detto Selina non è la prima volta che Hisaki uccide qualcuno, però ogni volta che ha tolto la vita ad una persona (come ha detto lui) non era propriamente in sé: nel caso del fratello era fuori controllo per via dei suoi poteri, lo stesso si può dire per gli scagnozzi di Ryu. Per quanto riguarda la morte di Ryu stesso invece, possiamo dire che è stata "accidentale". In più subito dopo la morte di quest'ultimo Hisaki ha perso la memoria, in un certo senso non ha nemmeno avuto il tempo di pensarci e sentirsi in colpa ^^ per questo ho deciso di farlo sentire così turbato in questo caso, pur non trattandosi di una persona!
Detto ciò, spero che il capitolo vi sia piaciuto! Ringrazio chi ha recensito il precedente *_* le recensioni fanno sempre piacere, così come critiche e consigli ♥
a presto ^^

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Capitolo 15
*** Finalmente in Italia! ***


Nelle ore rimanenti del loro viaggio verso Budapest, escluse quelle che avevano passato a dormire, Hisaki restò a fissare il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino in silenzio. Alex e Akira evitarono di infastidirlo, probabilmente aveva bisogno di restare solo coi suoi pensieri. Il biondo si limitò a tenergli stretta la mano, per fargli capire che gli era vicino.
Il viaggio da Budapest a Venezia fu più leggero. Hisaki sembrava aver ritrovato il suo buonumore e i ragazzi cominciavano a sentirsi eccitati, la loro meta si avvicinava sempre di più.
“Allora, l’altra volta ha proposto Alex un giochino, ora voglio farne uno io! Vi va?”
Chiese Akira all’improvviso. Alex sorrise annuendo.
“Conoscendoti direi di no”
Hisaki guardò il fidanzato dubbioso.
“Ahah, dai Hisakino accetta pure tu!”
Hisaki ci rifletté un po’, infine cedette.
“Bene, il giochino consiste in questo: a turno ognuno può scegliere di fare una domanda qualsiasi a uno dei due rimanenti e l’altro deve rispondere altrimenti decideremo una punizione. Si possono porre più domande per approfondire un certo argomento”
“Tutto qui?”
Chiese Alex. Sul viso di Akira si dipinse un sorriso malizioso, mentre Hisaki si pentì all’istante di aver accettato.
“Tu non conosci Akira e le domande che può partorire la sua mente malata!”
“Hey non spaventarlo così! Inizio io! Dunque Alex, tu non sei mai stato con un ragazzo no?”
Alex annuì.
“Saresti curioso di provare?”
Alex ci pensò su qualche istante.
“Ammetto che la cosa un po’ mi incuriosisce, specialmente da quando ho iniziato a disegnare yaoi, però non mi sono mai sentito attratto da qualcuno del mio stesso sesso. Certo, se dovesse succedere non credo mi farei problemi”
“Alex, un consiglio: se noti un ragazzo che ti segue per strada fuggi”
Alex rise mentre Akira si girò verso Hisaki incrociando le braccia.
“Cosa vorresti dire?!”
Sbottò fingendo di essere imbronciato. Hisaki si lasciò sfuggire una risata, poi guardò Akira negli occhi.
“Lo sai che ti amo vero?”
Gli chiese sorridendogli.
“Mmmh, ho qualche dubbio”
Rispose Akira spostando lo sguardo, sapeva che fingendosi arrabbiato il fidanzato l’avrebbe coccolato un po’ e la reazione di Hisaki non tardò ad arrivare. Il moro gli scompigliò i capelli e gli posò un bacio sulla guancia per poi spostarsi sulle sue labbra. Akira socchiuse gli occhi approfondendo quell’effusione, ma poco dopo Hisaki si allontanò da lui ricordando che con loro c’era Alex.
“D’accordo piccioncini, tocca a me! E la mia domanda è per te, caro collega”
Hisaki lo guardò calmo, sapeva che con Alex non c’era da preoccuparsi.
“Voglio sapere cos’hai provato la prima volta che hai fatto l’amore con Akira”
“Come?!”
Esclamò Hisaki sgranando gli occhi, aveva sentito bene?!
“Oh, questa interessa anche a me!”
Disse Akira entusiasta.
“Scusa, la mia è semplice curiosità. Se non vuoi rispondere c’è sempre la penitenza”
Alex fece un leggero sorriso sadico. Hisaki deglutì, poi spostò lo sguardo a lato arrossendo.
Cosa aveva provato la prima volta...? Erano ricordi marchiati a fuoco nella sua memoria: il calore dell’acqua unito a quello del corpo di Akira, il silenzio della stanza riempito dalle loro voci e dal ticchettio dell’acqua che gocciolava a terra, ma soprattutto le sensazioni provate in quel momento. E’ vero, inizialmente era stato parecchio doloroso, ma Akira era riuscito pian piano a cancellare la sofferenza facendogli perdere la testa.
Hisaki fece un respiro profondo prima di prendere parola.
“Ammetto che all’inizio ero spaventato, in fondo Akira aveva già avuto altri ragazzi mentre per me era la prima volta e... N-non sapevo bene come comportarmi...!”
Hisaki parlava evitando lo sguardo dei due compagni di viaggio. Akira accennò un sorriso ricordando la scena.
“Ma poi è stato... Indimenticabile, qualcosa che in quel momento ha cancellato dalla mia mente ogni rimasuglio di razionalità”
Hisaki pronunciò l’ultima frase a voce bassa, Akira gli buttò le braccia al collo strusciando la sua guancia contro quella del compagno.
“Awww ma quanto sei dolce!!”
“Non pensavo ce l’avresti fatta a rispondere”
Disse Alex sorridendo.
“Mi sottovaluti”
“Ora tocca a te!”
Esclamò Akira separandosi da Hisaki.
“Tu sei la mia vittima Akira. Sono indeciso se farti una domanda seria o una al pari delle vostre”
“Ahah, falle entrambe te lo concedo”
“Ok, cominciamo dalla seconda allora. Preferisci fare l’attivo o il passivo?”
Akira e Alex guardarono Hisaki a bocca aperta, non si aspettavano una simile domanda da lui.
“Oh-oh  interessante!”
Esclamò Alex ridacchiando.
“Hum, sei veramente sexy quando prendi l’iniziativa e ammetto che mi fai girare gli ormoni a mille”
Alex portò una mano alla bocca per non ridere.
“Però lo fai solo quando sei ubriaco e d’altra parte amo anche vederti arrossire e gemere sotto di me...”
Akira stava per continuare ma Hisaki lo interruppe.
“Ok ok può bastare”
Disse coprendo il viso con una mano per l’imbarazzo.
“L’altra domanda?”
Hisaki tornò improvvisamente serio e lo fissò dritto negli occhi.
“Voglio sapere cos’hai provato quando hai ucciso Kiroi”
Akira sgranò appena gli occhi restando senza parole, poi guardò il tavolino immerso nei suoi pensieri, riflettendo sulla domanda di Hisaki.
“Non è una bella sensazione sapere di aver tolto la vita a qualcuno, il senso di colpa ti tormenta per parecchio tempo”
Esordì infine.
“Ma se tornassi indietro lo rifarei senza esitazioni. Io... Non riuscivo a sopportare quello che ti aveva fatto e non potevo rischiare di perderti! Tu per me sei tutto, per averti sempre al mio fianco sarei disposto a fare qualsiasi cosa, anche uccidere se necessario”
Disse guardando Hisaki negli occhi. Il moro restò a fissarlo senza parlare, la risposta di Akira l’aveva spiazzato. Dopo diversi minuti fece un lieve sorriso, prese il viso del compagno fra le mani e senza dire una parola lo baciò. Quando le loro labbra si separarono, rimanendo a pochi centimetri da lui Hisaki gli sussurrò un leggerissimo “Grazie”.
Alex tossicchiò facendoli girare entrambi verso di lui.
“Scusate, posso sapere chi è Kiroi?”
Chiese curioso. Hisaki chiuse per un attimo gli occhi, poi li riaprì sorridendo amaramente.
“E’ una lunga storia”
“Bè, le ore di viaggio che ci rimangono sono ancora tante”
Hisaki fece un respiro profondo e cominciò il suo racconto.
 
Quando arrivarono a Venezia, una volta usciti dalla stazione Akira fece una piroetta a braccia aperte guardandosi attorno.
“E’ magnifico!!”
Esclamò entusiasta. Hisaki sorrise vedendolo felice come un bambino alla scoperta del mondo.
“Cavoli, quante belle ragazze”
Disse Alex fischiando mentre seguiva con lo sguardo una ragazza coi pantaloncini corti.
“Perché in Russia non ce ne sono?”
Chiese Hisaki sorridendo mentre alzava un sopracciglio.
“Non di così svestite”
Rispose il collega facendogli l’occhiolino.
“Avete finito di sbavare sulle ragazze?”
Akira incrociò le braccia.
“Sei geloso Akira?”
Gli chiese Hisaki facendo un sorrisetto sornione.
“Sì!”
Esclamò il biondo convinto.
“A parte il fatto che io non stavo guardando nessuna ragazza... Qui l’unico che può farmi girare la testa sei tu”
“Se dici queste frasi mi fai venir voglia di saltarti addosso”
“Ti ricordo che siamo in pubblico! Andiamo a cercare l’hotel piuttosto”
“Così saremo soli soletti ♥”
“No, così ci riposiamo per la visita alla città di domani! E poi ti ricordo che con noi c’è Alex”
“Ah non fate caso a me”
Disse il mangaka chiamato in causa sorridendo.
“Non incitarlo tu!!”
Lo sgridò Hisaki, Alex in risposta scoppiò a ridere.
 
L’indomani, i tre stavano girovagando per le calli di Venezia.
“Guarda quante maschere!”
Esclamò Akira entusiasta.
“Come mi sta?”
Disse indossandone una che aveva la forma di due ali di farfalla. Hisaki si trattenne a stento dal ridere.
“Sei davvero una bellissima e leggiadra farfalla, Akira”
Rispose Alex tra una risata e l’altra. Akira ripose la maschera e i tre continuarono la loro gita arrivando a piazza San Marco.
“Uooo guarda quanti piccioni!”
Akira si mise ad inseguirne alcuni.
“Dovresti ammirare la basilica e il campanile, non i piccioni!”
Disse Hisaki esasperato.
“E’ peggio dei bambini”
Aggiunse Alex ridendo.
“Ma guardateli sono così carini!”
Si giustificò Akira girandosi verso i due compagni di viaggio e sorridendo. Hisaki si lasciò sfuggire una risata di rimando.
Poco dopo i tre presero l’ascensore per salire in cima al campanile.
“Wohaaa che vista fantastica!”
Gridò Akira affacciandosi alle finestrelle per guardar giù.
“A me fa un po’ impressione vedere tutto così piccolo”
Disse Alex titubante.
“Soffri di vertigini?”
Chiese Hisaki.
“Mh forse un po’”
“Bè sappi che siamo nel punto più alto di Venezia”
“Questo è davvero incoraggiante!”
Hisaki gli diede una pacca sulla spalla di incoraggiamento poi raggiunse Akira.
“Tua mamma aveva ragione, è davvero romantico”
Akira posò una mano sul fianco di Hisaki avvicinandolo a sé e gli diede un bacio sulla guancia. Il moro sorrise.
“Sono felice che anche tu sia qui”
Disse appoggiando la testa alla sua spalla. Da dietro sentirono il suono di una macchinetta fotografica, entrambi si girarono e videro che Alex li aveva fotografati di nascosto.
“Hey sei peggio dei paparazzi!!”
Protestò Hisaki.
“Scusate ma eravate così carini! Due piccioncini, dato che ad Akira piacciono tanto”
Tutti e tre scoppiarono a ridere, poco dopo scesero dal campanile e continuarono il loro giro per Venezia fino a sera, quando presero il treno che li avrebbe portati a Milano.
“Mi sto divertendo un sacco, chissà come sarà bella la fiera di domani!”
Disse Akira allungando le braccia verso l’alto.
“E’ vero, questo viaggio ci voleva proprio”
Hisaki si rilassò sulla poltrona del treno chiudendo gli occhi.
“Dovremmo chiedere a Edgar di concederci più spesso delle vacanze”
Aggiunse Alex.
“Vacanze? Ci ha lasciati venire solo perché gli organizzatori del Cartoomics ci hanno invitato, sennò ci lasciava a sgobbare!”
“Dai su non lamentarti, non è male come capo”
Hisaki sorrise.
“Ok lo ammetto, almeno è comprensivo quando serve”
 
Arrivati a Milano i tre andarono dritti all’hotel prenotato da Edgar, quando vennero a sapere che l’editore aveva preso per loro una suite e vi entrarono rimasero senza parole.
“Hisaki... E tu ti lamentavi di Edgar?!”
Sbottò Akira a bocca aperta.
“Mh, ok, ritiro tutto quello che ho detto”
Esclamò il moro esterrefatto. Akira si mise a girare per le stanze seguito dai due mangaka.
“Guarda c’è un letto matrimoniale enorme!”
Disse tuffandosi sul materasso.
“Chissà perché Akira è così felice”
Alex fece un sorrisetto malizioso guardando Hisaki.
“Tu sei anche peggio di lui a far certi pensieri!”
Gli rispose Hisaki guardandolo.
“Andiamo a vedere la tua camera Alex!”
Disse Akira alzandosi.
I tre amici passarono il resto della serata a godersi tutti i comfort della loro suite, per poi ritirarsi nelle loro stanze; l’indomani sarebbe stata una lunga giornata piena di novità per tutti.

Ciao a tutti ^^
chiedo scusa per il ritardo nella pubblicazione, purtroppo temo che dovrò rallentare pubblicando un capitolo a settimana (anche se non ne sono sicura al 100%)
Mh questo capitolo è abbastanza tranquillo, è solo di passaggio , non ho voluto descrivere troppo la loro visita a Venezia per non annoiarvi e anche perché voglio soffermarmi un po' di più sulla fiera a cui andranno ^^ col prossimo probabilmente si concluderà il viaggio in Italia e quando torneranno in Russia ci avvieremo verso la fine della storia :)

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Capitolo 16
*** Cartoomics ***


Piccola precisazione prima che leggiate: per distinguere le frasi dette in italiano ho usato il corsivo ^^

Il giorno dopo i tre ragazzi erano seduti allo stand dedicato ai due mangaka, accanto a loro anche l’interprete. Hisaki fissava il foglio bianco di fronte a sé senza alzare lo sguardo.
“Hey Hisaki, sei nervoso?”
Hisaki sobbalzò girandosi verso Alex.
“Eh?”
“Sei silenzioso”
“Mh ammetto di essere un po’ agitato”
“Non mi dirai che non hai mai incontrato dei fans?”
“Sì, a volte mi hanno fermato per strada o nei bar ma... Qui è diverso, verranno al nostro stand apposta per noi!”
Alex sorrise.
“E perché sei tanto agitato?”
“Ho paura di deluderli”
“Non dire idiozie!”
Si intromise Akira abbracciandolo da dietro.
“Anzi, si innamoreranno ancora di più di te”
Hisaki stava per rispondere quando sentì due ragazze parlare fra loro.
Oddio, quello è Hisaki Aršavin?!
Sì, avevo letto che ci sarebbe stato! E' ancora più figo dal vivo!!
Sssh parla piano
Ma sì! Tanto è russo, non capisce
Hisaki si lasciò sfuggire una leggera risata.
“Perché ridi?”
Gli chiese Akira.
“Ah Akira, se solo tu sapessi l’italiano”
“Ho sentito solo il tuo nome, cos’hanno detto?”
Chiese il biondo sospettoso.
Le ragazze si avvicinarono allo stand prima che Hisaki potesse rispondere.
Ciao!
Disse Hisaki sorridendo.
C-ciao! Noi... Possiamo avere un autografo?
Rispose una delle ragazze arrossendo mentre gli porgeva l’ultimo volume del suo manga. L’interprete guardò il moro, Hisaki gli sorrise.
“Tranquillo credo di potercela fare”
Hisaki tornò a guardare le ragazze.
Certo! Come vi chiamate?
Cristina
Rispose la prima.
E Anna
Hisaki autografò i loro volumi aggiungendo una dedica coi loro nomi.
Grazie infinite!!
Grazie a voi che seguite il nostro manga
Le ragazze sorrisero, Akira avrebbe giurato che avessero gli occhi a cuore in quel momento. Cristina e Anna si spostarono a parlare con Alex, con l’aiuto dell’interprete scambiarono qualche parola anche con lui per poi andarsene felici.
“Hisaki posso farti stampare una maglia con scritto ‘sono impegnato con un super figo biondo’?”
Chiese Akira. Hisaki si lasciò sfuggire una risata.
“Sei geloso anche delle mie fans ora?”
“Non è colpa mia! Quando vedo qualcuno che ti sbava dietro ho un istinto omicida”
Hisaki lo prese per un polso facendolo piegare verso di sé e gli schioccò un bacio sulla guancia.
“Ti dovrei dire che non dovresti essere geloso, ma lo sono anch’io di te per cui...”
Disse facendogli un sorriso.  Akira si avvicinò all’interprete, poco dopo tornò con appiccicato sulla maglia un foglio con scritto “Hisaki Aršavin è solo mio♥”
“Ecco fatto!”
Esclamò il biondo soddisfatto. Hisaki lo guardò stupito, poi scoppiò a ridere seguito a ruota da Alex.
 
Dopo qualche ora e parecchi autografi, Akira era seduto in disparte nello stand quando il suo sguardo venne catturato da due ragazze.
“Oddio!”
Urlò alzandosi in piedi. Hisaki si girò spaventato.
“Che hai ora?!”
“Quelle due sono Asuka e Lili da Tekken!!”
Disse il biondo illuminandosi.
“Il gioco a cui passi ore con Satoshi?”
“Sì! Vieni!”
Akira prese Hisaki per un polso alzandolo e rincorse le due cosplayer.
“Akira fermo io devo restare allo stand!”
“Per cinque minuti non muore nessuno, voglio una foto con loro! Satoshi creperà d’invidia vedendola!”
Disse Akira ridendo alla sola idea.
“Scusate posso fare una foto con voi?”
Chiese Akira raggiungendo le due cosplayer. Le ragazze lo guardarono con un’espressione perplessa.
“Scemo, sono italiane! Ehm, il mio amico vorrebbe fare una foto con voi”
“Ah! Certo”
Rispose una delle due sorridendo. Akira si mise tra le due cosplayer facendo il simbolo di vittoria con le dita. Hisaki scattò la foto per poi ringraziare le ragazze riportando loro tutti i complimenti di Akira.
“Waaahaaa che belle! Ma solo per i cosplay eh”
Precisò Akira vedendo che Hisaki aveva alzato un sopracciglio.
“Ti conviene!”
“Lo sai che a me piacciono i ragazzi, non dovresti essere geloso delle donzelle”
“Se lo dici tu”
 
“Ragazzi, che ne dite di andare in discoteca stasera? Tanto domani non dobbiamo stare allo stand!”
Propose Alex quella sera.
“Figo! Io ci sto”
Disse Akira. Hisaki acconsentì; nonostante non amasse la confusione delle discoteche ogni tanto non gli dispiaceva andarci.
Qualche ora più tardi erano in mezzo alla confusione più totale. Alex stava parlando da più di un’ora con una ragazza bionda, sembravano andare particolarmente d’accordo.
“Ma come fanno a capirsi?”
Chiese Akira all’improvviso.
“Parlano in inglese, come sennò?”
“Mh bè visti i sorrisetti che si scambiano penso che fra un po’ non serviranno tante parole!”
“Akira, fatti gli affari tuoi ogni tanto”
“D’accordo, d’accordo! Vieni a ballare?”
“No”
“Dai Hisakinoooo!”
“Doppiamente no solo per la storpiatura al mio nome”
“Uff, sei antipatico stasera”
Hisaki gli fece la linguaccia, Akira rispose con una faccia da cane bastonato. Il moro sorrise e si alzò prendendo per mano il fidanzato per poi portarlo in pista.
“Non avevi detto che non volevi ballare?”
“Io non ho detto che non volevo ballare”
“Ma quando ti ho chiesto se venivi in pista hai detto di no!”
“Era solo per farti penare un po’”
Hisaki gli rivolse uno dei suoi sorrisetti misteriosi, a metà tra il sadico e il malizioso. Akira lo guardò perplesso.
“A volte sei davvero un punto di domanda per me”
Hisaki fece una leggera risata, poi si appoggiò di schiena al petto del compagno appoggiando le mani dietro al suo collo.
“Non volevi ballare?”
Akira posò le mani sul fianco del moro soffiandogli sul collo.
“In realtà era una scusa per starti appiccicato”
“Non cambierai mai”
Hisaki chiuse gli occhi lasciando che il ritmo della musica prendesse il sopravvento su di lui, lo sentiva pulsare nelle vene regalandogli un’adrenalina che lo mandava fuori di testa.
 
Mezz’ora più tardi erano seduti al bancone vicino ad Alex.
“Hey Alex dov’è finita la biondina di prima?”
Chiese Akira curioso.
“Ah è dovuta andar via! Ma mi ha lasciato il suo numero”
“Oh-oh facciamo conquiste!”
Alex sorrise.
“Hisaki non pensavo ti sapessi scatenare così”
“Ehm... Mi sono lasciato un po’ prendere la mano”
“Meno male che l’hai visto anche tu, Alex! Poi mi dice di star calmo, ma come faccio a star calmo con lui che mi si struscia addosso ballando in modo così sexy?!”
Alex scoppiò a ridere.
“Ora è colpa mia se tu non sai controllare i tuoi istinti?!”
Sbottò Hisaki.
“Certo che sì! Sei colpevole di essere troppo sexy!”
“Ahah stavolta devo dar ragione ad Akira, lo stavi provocando”
“Ora ti ci metti anche tu?”
Sia Akira che Alex risero mentre Hisaki sbuffò.
“A me va benissimo se mi provochi, basta che poi non ti lamenti delle conseguenze”
Disse Akira mettendogli un braccio attorno al collo e tirandolo a sé. Hisaki arrossì appena.
“Fallo bere, poi vedi come ti salta addosso volentieri”
“Alex!!”
Lo rimproverò Hisaki.
“Tutti che vogliono farmi ubriacare, siete perfidi”
Aggiunse il moro.
“Perché sei divertente quando sei ubriaco”
Hisaki fulminò Alex con lo sguardo.
“E soprattutto basta pochissimo a farti perdere la testa”
Disse Akira.
“TU non dovresti neanche parlare! Non mi sono ancora dimenticato dell’ultima volta”
“Mi sei saltato addosso tu!”
“Ero ubriaco!”
“E io ero in astinenza!”
Hisaki restò a fissarlo senza parole mentre Alex rideva a crepapelle.
“D’accordo, stavolta ammetto la sconfitta”
Ammise infine il moro.
 
Hisaki si ritrovò da solo, immerso nel buio più totale. Si guardò intorno, non vide né Akira né Alex. Urlò il nome del compagno, ma la sua voce si perse in quello spazio vuoto. Hisaki cominciò a camminare nell’oscurità, fino a quando sentì qualcosa bloccargli la caviglia. Abbassò lo sguardo e vide che a tenerlo inchiodato lì c’era una mano che usciva dal pavimento. Hisaki sgranò gli occhi cercando di liberarsi, ma da quell’abisso uscirono altri corpi, senza volto e ricoperti di sangue. In men che non si dica si ritrovò imprigionato da quelle creature e cominciò ad urlare.
“... Saki”
Il moro sentì una voce lontana, sembrava così familiare...
“Hisaki! Svegliati!”
Hisaki aprì di colpo gli occhi ansimando. Davanti a sé vide Akira che lo teneva per le spalle scuotendolo.
“Akira...!”
Disse con voce flebile, il suo viso era madido di sudore.
“Hai fatto un brutto sogno? Stavi quasi urlando”
Hisaki si passò una mano sulla fronte tirandosi su a sedere, sentiva il cuore battere così forte che sembrava stesse per esplodere. Akira vide che tremava e lo abbracciò.
“Tranquillo, va tutto bene ora”
Aggiunse il biondo stringendolo a sé.
“Akira... Baciami”
Akira lo guardò stupito, non era da lui dire frasi del genere. Dopo un attimo di esitazione il biondo prese il suo viso fra le mani e lo baciò. Hisaki strinse le mani sulla sua maglia e gli andò sopra a cavalcioni appassionando il bacio. Quando il moro scese a sfiorare il suo collo Akira trasalì.
“Hisaki che ti prende?”
Hisaki alzò lo sguardo fissandolo dritto negli occhi.
“Non sei felice, Akira?”
“Non è questo è solo che non è da te saltarmi addosso così! Soprattutto alle quattro di mattina”
Akira notò che gli occhi del compagno erano lucidi.
“Ti prego, non chiedermi niente... Ho solo bisogno di non pensare”
Il biondo lo guardò stupito, poi capovolse le posizioni e riprese a baciarlo con foga. Non aveva idea di che sogno avesse fatto Hisaki, ma se aveva fatto sì che arrivasse a comportarsi così doveva averlo sconvolto.
 
L’indomani, Alex e Akira erano seduti al tavolo di fronte alla magnifica colazione che era stata portata.
“Hisaki non si è ancora svegliato?”
“No, il che è strano! Quelle poche volte che si è svegliato dopo di me è perché stava male. Vado a vedere come sta”
Disse Akira alzandosi. Stava per dirigersi in camera quando si trovò davanti Hisaki, il moro aveva due occhiaie pazzesche.
“Hi-Hisaki!”
Borbottò Akira quasi spaventato.
“Buongiorno”
Sbiascicò il moro cupo.
“Tutto ok?”
Chiese Alex preoccupato. Hisaki annuì sedendosi al tavolo.
“Mh, presumo che oggi tu non abbia voglia di girare per la fiera eh?”
Hisaki scosse la testa.
“Voi andate pure se volete, non preoccupatevi per me. Magari vi raggiungo più tardi”
“No no no non ti lascio qui da solo! Alex tu vai pure se vuoi, devi incontrare la biondina di ieri sera no?”
Disse Akira.
“Mh sì ma...”
“Vai, oggi è l’ultimo giorno che hai per vederla”
 
Poco più tardi, Hisaki e Akira erano da soli.
“Hisaki, cos’hai sognato stanotte?”
“Nulla di importante”
Akira lo prese per le spalle fissandolo negli occhi.
“Non mentirmi, eri sconvolto!”
Hisaki abbassò lo sguardo, poi gli raccontò del sogno. Akira lo guardò preoccupato.
“Ti senti ancora in colpa per la storia del treno...?”
Hisaki non rispose, Akira lo abbracciò.
“Quel sogno... E’ lo stesso che ho fatto per diversi anni dopo aver ucciso mio fratello”
Il biondo lo guardò stupito, poi lo strinse più forte a sé.
“Sicuro di non voler andare in fiera? Magari ti distrae un po’”
“No, voglio solo le tue coccole”
Disse Hisaki lasciandosi sprofondare tra le braccia del compagno.
 
Nel pomeriggio Hisaki si era ripreso e i due decisero di raggiungere Alex in fiera.
“Guarda Hisaki!”
Akira prese il compagno per la maglia indicandogli una cosplayer di Lara Croft. Hisaki restò a fissarla incantato.
“Ammazza che gnocca!”
Esclamò Alex.
“E’... Perfetta!”
Disse Hisaki riprendendosi.
“Se fai una foto con lei voglio mettermi in mezzo anch’io”
“Alex sei un donnaiolo!”
Si intromise Akira sorridendo.
“Io apprezzo le cose belle”
Si giustificò il mangaka.
 
Quella sera in hotel, Akira prese spunto dall’episodio accaduto nel pomeriggio. Quando Hisaki uscì dal bagno dopo aver fatto una doccia si trovò davanti il fidanzato vestito in stile Lara Croft, con tanto di pantaloncini corti, stivali e pistole. Alex era sul divano tenendosi la pancia dal ridere.
“Che diavolo...?!”
Si lasciò sfuggire Hisaki sconvolto.
“Hey tesoruccio, vuoi provare la mia pistola?”
Disse Akira sollevando il mento del moro con una delle armi. Hisaki arrossì.
“Akira si può sapere cosa stai facendo conciato così?!”
“Bè, oggi sei rimasto incantato da quella cosplayer, così ho pensato di fare Lara Croft al maschile!”
Hisaki lo guardò senza dire una parola.
“Non sono affascinante?”
Chiese Akira facendogli l’occhiolino. Hisaki restò per diversi minuti senza espressione, poi scoppiò a ridere.
“Ahahah davvero sexy!”
“Uff, io volevo essere provocante, non farti ridere”
Sbuffò il biondo incrociando le braccia.
“Ahah mi dispiace, sei decisamente più sexy senza quei vesti-“
Hisaki si tappò la bocca con una mano ricordando che con loro c’era Alex.
“Continuate pure, eh! Giuro che mi fate morire, voglio trasferirmi da voi quando torniamo in Russia!”
Disse Alex continuando a ridere.
“Che tristezza, domattina si riparte! Si stava così bene qui”
“Akira, di’ che ti piaceva star qui solo per poter avere vicino Hisaki ventiquattro ore su ventiquattro”
Akira sorrise.
“Infatti è proprio quello il motivo, lo ammetto”
Rispose abbracciando il fidanzato.

Con questo capitolo il viaggio in Italia si conclude ^^
Dal prossimo torneranno gli allenamenti con Mark e Selina, per la felicità di Hisaki! XD

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Capitolo 17
*** Checkmate ***


“Riprendere a lavorare è stato a dir poco stancante”
Disse Hisaki rientrando e lasciandosi cadere sul divano.
“Stasera rivedremo Selina”
“Questo è davvero confortante”
“Oh Hisaki, non sei felice di rivedermi?”
Il moro sobbalzò per lo spavento.
“Selina?! Si può sapere da dove sbuchi?”
“Sono una maga, ricordi? Com’è andato il vostro viaggio?”
“Benissimo! L’Italia è davvero bella”
Esclamò Akira.
“Concordo, e devo dire che i tuoi allenamenti non mi sono mancati”
Aggiunse Hisaki.
“Sei più acido del solito, ti manca Mark?”
“Oh certo, non vedi che muoio dalla voglia di rivederlo?”
Disse Hisaki ironico.
“Sappi che lo rivedrai presto. Dato che prima del viaggio sei riuscito a battere me, resta solo una sfida prima della missione vera e propria: battere te stesso”
Il moro la guardò perplesso.
“Devo combattere contro Mark?!”
Selina annuì.
“Ma... Ma...! Sarà impossibile battere il suo alter-ego! Mark sa usare la magia da sempre!”
Esclamò Akira preoccupato.
“Anche il mago che dovrà affrontare. Se non sa battere Mark non avrà chances contro di lui”
Spiegò Selina.
“Ci proverò! Ma ora lasciami mangiare, ho bisogno di ricaricare le energie”
Disse Hisaki andando in cucina.
 
Un’ora più tardi erano tutti riuniti in palestra, Mark compreso.
“Chiama il tuo capo, domani dubito riuscirai ad alzarti per andare al lavoro”
Disse l’alter-ego facendo un sorrisetto sadico.
“Sempre sicuro di te eh?”
Rispose Hisaki.
“Fra poco capirai il perché. Non pensare ci vada piano con te”
“Bando alle ciance ragazzi! Cominciate”
Disse Selina dando il via alla sfida. Mark non perse tempo e scagliò contro Hisaki una sfera d’energia che il moro fece fatica a bloccare.
“Non male pivellino”
Esclamò Mark. Hisaki non ebbe nemmeno il tempo di riprendere fiato che vide una serie di pugnali volargli contro.
“Che diavolo?!”
Hisaki si spostò per evitarli.
 “Sforzo inutile caro Hisaki, schivarli non serve, ti seguiranno fino a colpirti!”
Disse Mark ridendo sadicamente.
“Dannazione!”
Hisaki si girò verso le armi scagliandoci contro delle sfere di ghiaccio, i coltelli si gelarono ma non servì a fermare la loro corsa.
“Ci vuole ben altro per bloccarli”
Hisaki strinse i denti riprendendo a schivarli, uno di essi lo ferì di striscio ad un braccio.
Akira si mangiucchiò le unghie nervoso.
“Calmo Akira, non lo ucciderà”
Lo tranquillizzò Selina.
“A me sembra che ne abbia tutta l’intenzione invece!”
“Se Mark dovesse esagerare lo fermerò io”
Akira sospirò riprendendo a seguire lo scontro.
Hisaki aveva appena schivato l’ennesimo pugnale quando si fermò girandosi verso le armi incombenti.
“Oddio adesso lo ammazza, non voglio guardare!”
Akira si coprì il viso con le mani.
Hisaki aspettò che i pugnali fossero a pochi metri da sé e creò una raffica di vento mettendoci tutte le sue energie. Le armi si rivoltarono verso Mark che saltò appena in tempo ad evitarli.
“Bella mossa, lo ammetto”
Disse l’alter-ego stupito.
“Ma per quanto potrai durare ancora?”
Aggiunse notando che Hisaki ansimava. In quel momento suonò il campanello.
“Chi sarà a quest’ora? Insomma, io volevo restare a seguire lo scontro!”
Sbuffò Akira uscendo dalla stanza. Quando aprì la porta si trovò davanti Miyoko e Yuriy.
“Ciao Akira”
Lo salutò la madre di Hisaki sorridendo.
“Scusa per l’ora, ma siamo rientrati poco fa da un viaggio di lavoro e volevamo passare a trovarvi per sapere com’è andata la vacanza in Italia”
Disse Yuriy.
“Hisaki è... Ehm... Impegnato. E’ nel bel mezzo dei suoi allenamenti di magia”
“Allenamenti... Di magia?”
Chiese Miyoko stupita.
“Già! Venite, così potete vedere di persona vostro figlio all’opera”
Akira li accompagnò in palestra; quando entrarono videro una forte luce che formava una barriera davanti ad Hisaki, creata per contrastare l’ennesimo attacco di Mark. Miyoko e Yuriy restarono a bocca aperta.
“Oh guarda chi c’è, mammina e paparino!”
Esclamò Mark facendo un sorriso sadico. Hisaki si girò verso i genitori stupito, quella piccola distrazione bastò a far dissolvere la sua barriera. La magia scagliata da Mark fece volare il moro contro al muro lacerando completamente la sua maglia, sulla sua pelle si crearono tanti piccoli tagli e bruciature.
“Hisaki!”
Urlò Akira preoccupato.
“Prima regola: mai distrarsi durante un combattimento”
Disse Mark avvicinandosi ad Hisaki. Quando fu ad un passò da lui lo prese per i capelli alzandolo da terra e lo sbatté contro al muro.
“A quest’ora saresti finito”
Hisaki lo guardò a denti stretti per il dolore causato dall’attacco. L’alter-ego lo lasciò andare e Akira ne approfittò per correre da lui sorreggendolo.
“Direi che per oggi abbiamo finito”
Aggiunse Mark girandosi verso Selina. La maga guardò i genitori di Hisaki perplessa. Sia Miyoko che Yuriy erano pietrificati per la scena a cui avevano appena assistito.
“Più che allenamenti a me sembrano torture!”
Esclamò improvvisamente il padre di Hisaki.
“Oh andiamo vecchio, sono solo dei graffi”
Disse Mark sorridendo.
“E tu chi saresti?”
“Il vostro amato figlioletto, solo in versione più figa”
“Come?!”
Chiese Miyoko confusa.
“Lui è il mio alter-ego”
Spiegò Hisaki. I suoi genitori lo guardarono sconvolti.
“Ok, dato che nostro figlio sa usare la magia... Non credo sia poi così strano”
Disse Miyoko cercando di digerire la notizia appena ricevuta.
“Se è il tuo alter-ego perché ha i capelli blu?”
Chiese Yuriy.
“Ah, io e Akira abbiamo dovuto far qualche modifica altrimenti la gente avrebbe cominciato a farsi delle domande”
Hisaki dopo aver pronunciato quella frase fece una smorfia di dolore.
“Vieni, medichiamo un po’ quelle ferite”
Disse Akira.
“Ti aiuto”
Miyoko li seguì, Yuriy fece altrettanto.
“Sei sicuro che riuscirà a batterti? In fondo sei il suo io futuro, è normale che tu sia più forte”
“Selina, stai perdendo la fiducia in lui?”
Chiese Mark sorridendo.
“E’ vero, io ne so molto più di lui in fatto di magia, ma anche solo il fatto che io sia qui ha modificato il suo destino. E’ probabile che l’Hisaki futuro sarà anche più forte di me”
“Quello futuro, ma non l’attuale”
“Dagli tempo, deve solo trovare la giusta motivazione”
“A volte sembri quasi saggio sai?”
Mark si limitò a ridere.
 
Passarono diverse settimane, ma Hisaki non riusciva a sconfiggere il suo alter-ego. Ogni sera alla fine della sfida era esausto e assieme al dolore per le ferite c’era la cocente delusione per la sconfitta.
Sabato sera, Hisaki era appoggiato coi gomiti alla ringhiera a guardare il sole che tramontava.
“Hey, tutto bene?”
Chiese Akira abbracciandolo da dietro.
“Stavo solo pensando che non credo di essere in grado di battere Mark”
“Perché?”
“E me lo chiedi?!”
“E’ vero, lui sembra molto più forte di te, ma tu hai qualcosa che lui non ha”
Hisaki girò il viso verso Akira perplesso.
“Tu hai un motivo per vincere! Ricordi? Sei stato proprio tu a dire che vuoi che la tua magia serva a qualcosa di positivo! Se vuoi realizzare il tuo obiettivo devi sconfiggerlo, ce la puoi fare”
Il moro fissò il fidanzato stupito, poi fece un lieve sorriso.
“Akira, c’è una cosa che mi sono sempre chiesto”
“Ossia?”
“Come fai ad essere sempre così felice e positivo? Sono rare le volte in cui ti ho visto giù di morale”
“Probabilmente è merito di Yumi”
Akira alzò lo sguardo verso il cielo.
“Mi diceva sempre che amava il mio sorriso e che se io ero felice lo era anche lei, così cercavo di non essere mai triste di fronte a lei. Capitava anche a me di essere giù di morale, in quei momenti uscivo di casa e andavo a fare una passeggiata, proprio come il giorno in cui ti ho incontrato. Quando è morta ho capito che è inutile stare a piangersi addosso. Visto che le cose che amiamo possono andarsene da un giorno all’altro, meglio approfittarne finché si può”
Hisaki lo guardò a bocca aperta, chi si sarebbe aspettato un discorso del genere da Akira?
“Riesci sempre a stupirmi”
Gli disse sorridendo. Akira lo strinse a sé.
“Ora devo andare al lavoro, ma lunedì voglio che tu faccia perdere a Mark quel suo sorrisetto di superiorità, ok?”
“Farò del mio meglio”
Akira gli diede un bacio sulla guancia.
“Passa a trovarmi dopo, ti aspetto”
Disse prima di uscire.
 
L’indomani, quando Hisaki salì in camera trovò Akira steso sul letto, immerso nella lettura.
“Da quando tu leggi?”
“Sto leggendo un manga”
Hisaki si sedette sul letto.
“Leggi manga della concorrenza?”
Chiese sorridendo.
“In effetti sì, è uno yaoi! Ma è colpa vostra, muovetevi a pubblicare il nuovo volume!”
“Ci vuole tempo, abbi pazienza”
Akira sbuffò.
“Uffa! Comunque sia, guarda”
Hisaki si stese di fianco a lui per vedere quello che stava leggendo.
“A-Akira!”
“Che c’è?”
“Lo fai apposta a dirmi di guardare proprio mentre sei nel mezzo di una scena di sesso?!”
“Bè... Sì! Guarda l’uketto quanto è intraprendente! Potresti prendere spunto da lui”
“Vuoi che diventi una zoccola?”
“Ahah, no! In effetti comincerei a preoccuparmi se tu diventassi come lui”
Hisaki lo guardò dubbioso.
“Continui a leggere con me?”
Gli chiese Akira.
“No”
Hisaki prese il manga e lo lanciò giù dal letto.
“Perché invece di leggere non mi fai vedere cos’hai imparato?”
Aggiunse sedendosi a cavalcioni sul compagno.
“Come?!”
“Sto solo seguendo i tuoi consigli, no?”
Akira sorrise e mise una mano fra i suoi capelli avvicinando il suo viso al proprio.
“La cosa non mi dispiace affatto”
Disse prima di baciarlo lascivamente.
 
Lunedì sera. Hisaki e Mark si stavano fissando negli occhi prima dello scontro.
“Pronto a perdere di nuovo?”
Chiese l’alter-ego con il suo solito sorriso sadico.
“Stavolta andrà diversamente”
Mark rise.
“Lo vedremo”
Disse prima di scagliarli contro una sfera infuocata. Hisaki anziché creare una barriera portò le mani avanti.
“Che sta facendo?!”
Chiese Akira stupito. Il moro bloccò con le mani la sfera lanciata da Mark e la rimandò al mittente. Mark sgranò appena gli occhi stupito e si difese neutralizzandola con la sua magia.
“Ammetto che mi hai stupito, ma questo non basterà a battermi!”
I due si scambiarono una serie di attacchi mettendoci tutta la loro energia. Dopo mezz’ora passata a combattersi ansimavano entrambi, esausti.
“Stasera sei più tenace del solito”
“Ti avevo detto che sarebbe andata diversamente”
“Non mi hai ancora battuto, fammi vedere quello che sai fare”
“Ti accontento subito!”
Hisaki raccolse le ultime energie rimaste e si abbassò battendo un pugno a terra: dal pavimento uscirono delle colonne di fuoco una dietro l’altra, dirette verso Mark. L’alter-ego creò dell’acqua per bloccare l’attacco, ma fu inutile.
“Dannazione!”
Disse spostandosi lateralmente per evitare di bruciarsi.
“Sei in trappola”
Esclamò Hisaki sorridendo. Mark sentì qualcosa salire velocemente lungo la sua gamba immobilizzandolo completamente, Hisaki l’aveva legato con delle catene. L’alter-ego fece appena in tempo a rendersene conto che si trovò il moro davanti, con una spada fra le mani puntata contro la sua gola.
“Scacco matto”
Gli disse Hisaki. Mark lo guardò incenerendolo con lo sguardo, poi si lasciò sfuggire un sorriso.
“Alla fine ce l’hai fatta davvero”
“Mi hai insegnato proprio tu come fare, dicendomi di non distrarmi mai durante un combattimento. Quelle colonne di fuoco erano solo un diversivo, sapevo che le avresti evitate facilmente”
Mark chiuse gli occhi limitandosi a sorridere. Akira corse verso Hisaki saltandogli in braccio.
“Ce l’hai fatta!”
Urlò stringendosi a lui più forte che poteva.
“Non vorrei smorzare il vostro entusiasmo ragazzi, ma ora vi aspetta la prova più dura”
Disse Selina avvicinandosi a loro. Hisaki fece un respiro profondo.
“Lo so. Ce la faremo, riavrai quella collana”
“Sei diventato davvero bravo, Hisaki”
Hisaki le sorrise.
“Scusate l’interruzione, ma hai intenzione di lasciarmi qui legato?”
Chiese Mark.
“Mh, pensandoci bene potrei farlo”
Rispose Hisaki alzando un sopracciglio.
“D’accordo, vorrà dire che starò a fantasticare su Akira versione padrone con la frusta e i pantaloni di pelle”
Hisaki fece sparire le catene.
“Maniaco”
Gli disse fulminandolo con lo sguardo. Mark sorrise maliziosamente.
Perché invece di leggere non mi fai vedere cos’hai imparato?
Disse Mark ripetendo le parole dette da Hisaki il giorno prima. Il moro arrossì di botto.
“Q-questo non c’entra ora!”
“Oh sì invece, dai a me del maniaco quando ieri in camera hai fatto di tutto e di più col bel biondino?”
Selina tossicchiò.
“Su Mark, non fare il sadico come al solito, così lo metti in imbarazzo”
“Andiamo, almeno l’ultima volta potresti lasciarmi divertire”
“L’ultima volta?”
Si intromise Akira.
“Già, probabilmente questa è l’ultima volta che lo vedrete”
Spiegò Selina.
“Che gran dispiacere”
Disse Hisaki ironico.
“Dovresti essermi riconoscente per tutto quello che ho fatto per te”
Gli fece notare Mark incrociando le braccia.
“Hai ragione, grazie mille per tutte le botte, i graffi, le ustioni e le scosse elettriche che mi hai regalato, te ne sono davvero grato!”
“Ahah, come siamo ironici oggi! Sono servite a temprarti, no? E poi ammettilo, amavi farti medicare da Akira”
Il viso di Hisaki diventò tutt’uno col colore dei suoi occhi.
“Non ci vedo nulla di male, in fondo è il mio fidanzato!”
Akira guardò il moro perplesso, era la prima volta che lo sentiva dire una cosa simile. Nonostante fosse ovvio che stavano assieme era strano sentirglielo dire. Mark si limitò a sorridere.
“Selina, quando andremo ad affrontare quel mago?”
Chiese improvvisamente Hisaki cambiando discorso.
“Domani. Avvisa che non andrai al lavoro, verrò qui domattina ad aprirvi il varco per raggiungere il suo castello”
Hisaki annuì e guardò Akira.
“Andrà tutto bene”
Gli disse il biondo sorridendo.



Ciao a tutti ^^
come avevo anticipato stiamo entrando nella fase finale della storia :)
Mi sono resa conto che devo sbrigarmi a finire il disegno di Mark e Hisaki o non ce la farò a postarlo prima della fine xD
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima x3

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Capitolo 18
*** Trappole ***


L’indomani, Hisaki, Akira e Selina erano riuniti nella palestra della villa.
“Bene, siete pronti?”
Akira si strofinò un occhio.
“Perché abbiamo dovuto farlo così presto? Io ho sonno!”
“Sono le otto passate! Possibile che tu abbia sempre sonno?!”
Disse Hisaki.
“Perché non pensi tu a un modo per svegliarmi? ♥”
“Volentieri”
Il moro fece un sorriso sadico, poco dopo Akira sentì una secchiata d’acqua gelata arrivargli dritta in testa.
“E’ freddissima!”
Esclamò sgranando gli occhi e rabbrividendo.
“Ti sembra questo il modo di usare la tua magia?!”
Chiese fulminando Hisaki con lo sguardo.
“Ora sei sveglio tesoruccio, no?”
“Fai concorrenza a Mark in quanto a stronzaggine, lasciatelo dire”
Disse Selina ridendo.
“Invece di fare il fidanzato carino e coccoloso mi tratta male, sigh”
Hisaki lo prese per un polso e lo tirò a sé per poterlo baciare.
“Mi farò perdonare quando torneremo”
Gli disse sorridendo.
“Awww muoviamoci muoviamoci!”
Esclamò Akira saltellando.
“Pf, sembra essersi svegliato! Prima che io apra il varco, voglio mettervi in guardia da alcune cose. Il castello sarà pieno di trappole, tenete gli occhi aperti”
“Wow, sarà come giocare a Tomb Raider in prima persona”
Constatò Hisaki alzando un sopracciglio.
“Già, solo che se qui muori non resusciti come Lara Croft! Altro avvertimento: se riuscirete ad arrivare sani e salvi dal mago, state attenti alle sue illusioni”
“Illusioni?”
Chiese Akira curioso.
“Già, è molto bravo in quel genere di magie. Non credete a tutto ciò che vedete”
“Come facciamo a distinguere ciò che è reale dalle sue illusioni?”
“Credimi Hisaki, se lo sapessi ve lo direi volentieri”
“Ah... Ottimo”
Disse Hisaki sarcastico.
“Conto sul vostro sesto senso!”
Selina fece apparire uno strano specchio il cui vetro brillava.
“Passateci attraverso, arriverete al castello”
“Ho un’ultima domanda. Come torniamo indietro se ora ci hai aperto tu il varco?”
“Quello per tornare lo dovrai creare tu, Hisaki”
“Che cosa?!”
Esclamò il moro sgranando gli occhi.
“Basta che ti concentri e pensi a dove vuoi andare, ce la farai ne sono sicura”
“Oh bè... Intanto vediamo di sopravvivere. Un problema alla volta”
Rispose sospirando.
“Buona fortuna”
Hisaki e Akira guardarono la maga, poi passarono attraverso lo specchio. Inizialmente vennero avvolti da una luce così forte che non riuscirono a tenere gli occhi aperti, ma quando il bagliore si dissolse si ritrovarono in una stanza scura, davanti a loro un lungo corridoio.
“Che posticino accogliente”
Akira si avvicinò ad Hisaki aggrappandosi alla sua maglietta.
“Mi mette i brividi”
“A volte mi chiedo come tu abbia fatto a uccidere Kiroi”
“Si trattava di proteggerti! Avevo perso la testa alla sola idea che potesse farti del male”
Hisaki lo prese per mano sorridendogli.
“Andiamo”
Disse incamminandosi nel corridoio.
 
Qualche minuto più tardi...
“Uffa ma quanto lungo è?!”
Hisaki si fermò restando in silenzio.
“Che ti prende ora?”
Chiese Akira.
Hisaki girò la testa guardando alle loro spalle e sgranò gli occhi.
“CORRI!”
Disse tenendolo per mano e scattando in avanti più veloce che poteva.
“Hey hey che succede?!”
Chiese Akira seguendolo.
Non guardare indietro!”
Akira si girò continuando a correre e vide che dietro di loro stava rotolando un masso enorme.
“OH MIO DIO DIVENTEREMO DELLE SCHIACCIATINE!”
Urlò in preda al panico.
“Ti avevo detto di non guardare!”
Lo sgridò Hisaki.
“E tu volevi tenermi all’oscuro di quel coso enorme che ci rotola dietro?! Non puoi eliminarlo con la magia?”
Hisaki creò una sfera d’energia fra le mani e la scagliò dietro di sé senza fermarsi, il masso si illuminò debolmente ma continuò la sua corsa.
“E’ protetto dalla magia”
Disse Hisaki a bocca aperta.
“Cosa?!”
“E’ come se avesse una barriera intorno!”
“Moriremooo!”
Piagnucolò Akira. Hisaki si guardò intorno. All’improvviso prese il polso del biondo e lo sbatté contro ad una piccola rientranza nella parete pressando il proprio corpo su quello del compagno. Il masso passò a pochi centimetri dalla schiena di Hisaki continuando la sua corsa. Il moro fece un respiro di sollievo.
“Hisaki... Credo di essermi eccitato”
Hisaki sgranò gli occhi.
“COSA?!”
“Ti sei spalmato su di me all’improvviso! In questo momento sento ogni singolo muscolo del tuo bellissimo corpo”
Il moro fece un balzo all’indietro.
“Abbiamo rischiato di morire e tu pensi a queste cose?! Oh Cristo, Akira!”
Sbottò Hisaki riprendendo a camminare. Akira sorrise correndogli dietro, quando lo raggiunse gli diede uno schiaffo sul fondoschiena approfittandone per dargli una palpatina. Il moro sobbalzò e si girò a guardarlo male, Akira gli rispose con uno dei suoi sorrisi a trentadue denti.
“Potremmo morire da un momento all’altro, così ne approfitto”
Si giustificò il biondo. Hisaki portò una mano al viso esasperato.
“Fermo!”
Disse poco dopo prendendolo per la maglia. Akira lo guardò perplesso.
“Guarda le pareti”
Il biondo osservò che sui muri c’erano degli strani buchi sparsi qua e là.
“Sta a vedere”
Hisaki si tolse una scarpa lanciandola in avanti, dalle pareti vennero scoccate delle frecce una dietro l’altra.
“Oddio, ho rischiato di diventare uno spiedino! Certo che tutte quelle ore passate a giocare a Tomb Raider ti sono servite sul serio, eh?”
Akira si passò una mano sulla nuca.
“Come passiamo questo tratto?”
Hisaki ci pensò su qualche minuto.
“Lasciami fare una prova”
Disse facendo qualche passo in avanti.
“Hisaki aspetta!”
Akira stava per trattenerlo ma era troppo tardi: dal muro venne scagliata una freccia che si fermò di fianco al moro cadendo a terra.
“Cos-“
Akira restò a bocca aperta.
“Vieni”
Disse Hisaki tendendo la mano verso il biondo.
“Come hai fatto?”
Akira prese la sua mano seguendolo lungo il corridoio, le frecce venivano bloccate a pochi centimetri da loro come se fossero fermate da un muro.
“A quanto pare le barriere che mi ha insegnato a creare Selina non bloccano solo la magia”
“A meno che anche le frecce non siano opera di quel mago. In fondo non ci sarebbe da stupirsi visto che il masso era protetto dalla magia! Comunque... Si può sapere che ti salta in testa?! Se non avesse funzionato a quest’ora saresti infilzato da mille frecce!”
Hisaki alzò le spalle.
“Almeno tu saresti sopravvissuto”
Disse sorridendo. Akira lo abbracciò stretto.
“Non farlo mai più!”
“Promesso”
Rispose Hisaki stringendolo a sé. I due ripresero a seguire il lungo corridoio, superando trappole di ogni tipo. Quando finalmente intravidero una stanza Akira si illuminò.
“Finalmente!”
Disse correndo verso la fine di quell’incubo.
“Akira aspet-“
Hisaki non riuscì a finire la frase, il pavimento cominciò a tremare. Akira guardò a terra, sotto ai suoi piedi una porzione di terreno si era abbassata, come una sorta di pulsante.
“Oh cavolo...!”
Akira non fece in tempo a rendersi conto del guaio che aveva combinato che il pavimento si aprì sotto ai suoi piedi.
“AKIRA!”
Urlò Hisaki facendo un balzo in avanti. Il moro fece appena in tempo ad afferrarlo per un polso prima che cadesse nel baratro. Akira lo guardò con uno sguardo terrorizzato.
“S-scusa”
Gli sussurrò con voce tremante.
“Non è il momento di scusarsi!”
“HISAKI! Lasciami subito!!”
“Cosa?!”
“Le pareti! Le pareti si stanno chiudendo! Lasciami e scappa o finirai schiacciato!”
Hisaki girò la testa verso il muro, ancora pochi secondi e sarebbe finita. Il moro tornò a guardare Akira, lo fissò negli occhi per qualche secondo e in quel momento capì all’istante cosa fare.
“Se dobbiamo andare all’inferno ci andremo insieme”
Hisaki si lasciò cadere nel baratro con Akira, tenendo stretta la sua mano.
“HISAKI SEI UN IDIOTA!!”
Urlò il biondo stringendosi a lui mentre cadevano nel vuoto.
“Ti amo”
Si limitò a dire Hisaki chiudendo gli occhi, mentre l’aria colpiva il suo viso, tagliente come una lama.
 
 
Hisaki riprese lentamente coscienza, sentiva il corpo dolorante e indolenzito; quando si svegliò dal suo torpore capì il perché. Era caduto da chissà quanti metri, ma fortunatamente era ancora vivo. Qualcosa aveva attutito la sua caduta, ma cosa?  Il moro si tirò su a sedere e vide che sotto di sé c’era Akira.
“Oddio Akira!”
Hisaki si alzò da lui e lo scosse leggermente. Il biondo mugolò e aprì gli occhi, Hisaki si lasciò sfuggire un respiro di sollievo.
“Meno male che sei vivo”
Disse abbracciandolo. Quando Akira cercò di ricambiare l’abbraccio fece un gemito di dolore.
“Il mio braccio...!”
Hisaki lo guardò stupito, poi spostò lo sguardo sul braccio del fidanzato, ricoperto di sangue.
“Cristo...!”
Si lasciò sfuggire il moro vedendolo.
“Hai qualcosa conficcato nel braccio, sembra un pezzo di legno”
“Non voglio guardare”
Disse Akira coprendosi gli occhi col braccio sano.
“Dobbiamo toglierlo”
Akira deglutì.
“Mi fido di te”
Hisaki gli diede un bacio sulla guancia.
“Cercherò di far piano”
Akira tenne lo sguardo puntato altrove lasciandolo fare. Poco dopo sentì un forte dolore provenire dal braccio e chiuse gli occhi stringendo i denti, cercando di trattenere i gemiti.
“Tieni duro, ci siamo quasi”
Lo rassicurò Hisaki. Qualche minuto più tardi il dolore diminuì notevolmente.
“Fatto”
Hisaki si sfilò la maglietta.
“Cos’è, il premio per aver resistito?”
Chiese Akira squadrando il fisico del fidanzato.
“Idiota, devo fasciare la ferita in qualche modo!”
Disse Hisaki strappando la maglia per poi usarla per coprire la ferita di Akira.
“Questo significa che d’ora in poi camminerai senza maglia? Oh, sono felice di essermi fatto male sai?”
Ad Hisaki sfuggì una leggera risata.
“Andiamo, ormai dovremmo essere arrivati da quel dannato mago. Sento una strana sensazione, come quando è apparso quel mostro sul treno”
 
Hisaki non si sbagliava. Quando uscirono da quella stanza si ritrovarono in una sala enorme. Sulle pareti erano appese delle fiaccole, ma il fuoco che bruciava su di esse non era normale: emanava delle strane scintille luminose, che volteggiavano nell’aria per poi svanire. La stanza era divisa in tre parti da delle colonne trasparenti, al cui interno scorreva una sostanza violacea. Tutta quella sala era chiaramente creata con la magia, non c’era dubbio.
“Ok, questa stanza mi inquieta ancora più della prima”
Disse Akira guardandosi attorno. Nella sala rimbombò una risata sadica.
“Alla fine siete arrivati fin qui sani e salvi, complimenti”
Hisaki cercò di capire da dove provenisse quella voce, ma nella stanza non sembrava esserci nessun’altro oltre a loro.
“Vieni fuori!”
Disse il moro stringendo i pugni. Poco dopo sentì Akira urlare, quando si girò il biondo non era più al suo fianco.
“Akira!”
Hisaki sgranò gli occhi.
“Giuro che se gli torci anche solo un capello ti ammazzo!”
Urlò Hisaki tremando di rabbia.
“Tranquillo, è troppo carino per ucciderlo”
Dall’ombra uscì una figura. Lunghi capelli viola, occhi di ghiaccio.
“Benvenuto nella mia dimora, Hisaki”
Il moro lo squadrò da testa a piedi, trattenendo il fiato per qualche istante. Quegli occhi privi di espressione mettevano i brividi, ma non era il momento di lasciarsi prendere dal panico.
“Lascia andare Akira, immediatamente
“Non credo tu sia nelle condizioni di dar ordini, sai?”
Hisaki non ci pensò due volte e gli scagliò contro una sfera infuocata, il mago si spostò appena in tempo per evitarla.
“Oh oh, che caratterino! Il tuo bel biondino sta bene, guarda”
Il ragazzo schioccò le dita, nella stanza apparve una sorta di gabbia dalle pareti trasparenti, proprio come le colonne della sala. Dentro a quella prigione c’era Akira.
“Hisaki!”
Urlò il biondo battendo un pugno sulla parete. Hisaki corse da lui e posò le mani contro quella prigione alla stessa altezza di quelle di Akira.
“Rendiamo le cose un po’ più interessanti”
Disse il mago sorridendo sadicamente. Un istante dopo Akira venne percorso da una scossa elettrica e si lasciò sfuggire un urlo di dolore.
“AKIRA!”
Hisaki creò una barriera attorno al fidanzato, difendendolo dalla magia.
“Sapevo che l’avresti fatto”
“Maledetto!”
Disse Hisaki digrignando i denti e girandosi verso il suo avversario.
“Di’ Hisaki, riesci a combattere mantenendo la barriera attiva per proteggere il tuo amato? Vediamo se Selina ti ha istruito bene”
Sul viso del mago comparve un’espressione diabolica, Hisaki sapeva che era arrivato il momento di fare sul serio. Iniziava la vera battaglia.

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Capitolo 19
*** Fantasmi del passato ***


Il mago estrasse dalla maglia una collana, il ciondolo appeso ad essa brillava di un azzurro intenso.
“E’ questa che vuoi, no? Allora vieni a prenderla!”
Il mago creò una sfera d’energia scagliandola contro Hisaki. Il moro fece appena in tempo a creare una barriera per difendersi, ma bloccare quell’attacco era più difficile del previsto. La potenza del suo avversario superava di gran lunga quella di Mark, o forse la sua difficoltà a sostenere la barriera era dovuta al fatto che doveva proteggere anche Akira?
Hisaki strinse i denti cercando di resistere, ma la sua difesa cominciò a cedere. Le piccole crepe che si erano create su quel muro magico cominciarono ad allargarsi fino a quando la barriera non andò in mille pezzi; Hisaki venne colpito in pieno da quel flusso d’energia e finì violentemente contro il muro.
“Hisaki!”
Gridò Akira preoccupato. Hisaki inarcò la schiena per il colpo preso e cadde a terra stringendo i denti e portando le mani al petto, piegato in avanti. Era tanto, troppo doloroso. Gli attacchi del suo alter-ego non erano nulla in confronto a tanta potenza.
“Ti credevo più forte, Hisaki. Come sospettavo non sai nemmeno reggere due barriere in contemporanea”
Il mago si avvicinò a lui e lo prese per il collo alzandolo da terra. Hisaki incrociò quegli occhi glaciali e sentì un brivido corrergli lungo la schiena.
“E’ davvero un peccato aver tutti questi muscoli per niente. Sei solo un debole”
Gli disse con disprezzo scagliandolo a terra in mezzo alla sala. Hisaki scivolò sul pavimento per diversi metri prima di fermarsi dolorante, la schiena piena di abrasioni per l’attrito col pavimento.
“Oh, non mi sono nemmeno presentato” Il mago camminò lentamente verso Hisaki, fermandosi di fianco a lui e premendo col piede sul suo petto. “Credo tu voglia sapere il nome di chi porrà fine alla tua miserabile vita, no? Il mio nome è Keishi e sono felice che quello stupido biondino sia venuto con te... Così potrò vendicare mio padre!”
Hisaki sgranò gli occhi.
“Tuo padre era...”
“Kiroi. Sai, quando ho scoperto che Selina aveva scelto proprio te come allievo ho pensato che il destino è davvero ironico, non trovi?”
“Hey, stupido mago! Io ho ucciso tuo padre, IO! Lascia stare Hisaki!” Akira batteva un pugno contro alla prigione attorno a sé per richiamare l’attenzione di Keishi.
“Sta’ zitto”
Keishi diede un calcio ad Hisaki, Akira di fronte a quella scena sentì una stretta al cuore.
“Ucciderti subito è troppo facile! Invece torturare il tuo amato fidanzatino davanti ai tuoi occhi è molto più divertente! Peccato non sia riuscito a prevedere anche l’esito di questa battaglia grazie al monile... Ma il risultato mi sembra palese”
“Non dare per scontato la tua vittoria!”
Hisaki prese il piede del mago tirandolo a terra e gli si mise sopra a cavalcioni dandogli un pugno in viso con tutta la forza che aveva, facendolo sanguinare dal naso.
“Dannato!”
Keishi posò le mani sul petto di Hisaki facendolo volare lontano da sé grazie ad un attacco magico, poi si alzò in piedi asciugando il sangue che scendeva dal naso col dorso della mano.
Hisaki atterrò a quattro zampe, cercando di frenare con le unghie mentre scivolava sul pavimento.
I due maghi si scagliarono contemporaneamente delle sfere d’energia uno contro l’altro, le loro magie si scontrarono creando un bagliore accecante.
“Hisaki resisti!”
Hisaki sentendo la voce di Akira cercò di concentrarsi, la sua magia sembrò prevalere su quella dell’avversario e il centro dello scontro tra le sfere magiche si spostò verso quest’ultimo.
“Non credere di riuscire a vincere contro di me!”
Keishi urlò, il suo attacco vinse contro quello di Hisaki investendolo in pieno. Il mago corse verso Hisaki e lo prese per i capelli sbattendogli la testa a terra.
“Te l’ho già detto, sei troppo debole per me!”
Hisaki gli diede una gomitata liberandosi, poi gli scagliò contro una sfera d’elettricità facendolo contorcere dal dolore. Il moro ne approfittò del momento di debolezza dell’avversario per assestargli un calcio sullo stomaco, lo prese per la maglia e lo scaraventò contro al muro con tutta la forza che aveva. Keishi gemette di dolore, quando si rialzò i suoi occhi erano a dir poco diabolici.
“Come ti permetti di trattarmi così?!”
L’attacco che sferrò questa volta non diede scampo a Hisaki e fu così violento da farlo urlare di dolore. Akira sgranò gli occhi cercando di vedere il compagno in mezzo a quella luce, ma il bagliore era troppo forte e dovette distogliere lo sguardo.
Quando Keishi fermò l’attacco Hisaki cadde in ginocchio con le mani appoggiate al pavimento. Cercò di tenere gli occhi aperti, ma aveva la vista offuscata dal sangue che scendeva dalla fronte. Sentiva il corpo dolorante come se fosse appena stato investito da un carrarmato.
“Hisaki! Hisaki ti prego lascia perdere la mia barriera e pensa a difendere te! Io posso resistere!”
Hisaki spostò lo sguardo su Akira.
“Sai benissimo che non lo farò mai”
Rispose sorridendo.  Akira non riuscì a trattenere le lacrime.
“Che scenetta commovente” Keishi sorrise sadicamente. “Hisaki, ho qualcuno da presentarti”
Hisaki vide la figura di un bambino dietro a Keishi, a fatica si alzò in piedi e cercò di aguzzare lo sguardo per distinguere chi era. Quando quel bambino si spostò davanti al mago Hisaki sgranò gli occhi sentendo il cuore fermarsi. In quell’istante Akira urlò di dolore, la barriera eretta dal fidanzato per proteggerlo si era infranta, lasciandolo in balia della magia di Keishi. Hisaki restò indifferente alle urla del compagno, come se la sua attenzione fosse stata completamente risucchiata da quel bambino, isolandolo dal resto del mondo.
“Oh, forse è il caso che fermi la magia dato che il tuo compagno sembra essere diventato incapace di difenderti. Non voglio ucciderti proprio ora”
Keishi bloccò le scariche elettriche nella prigione di Akira, quest’ultimo cadde a terra tremando per il dolore appena provato. Quando alzò lo sguardo si soffermò a guardare quel bambino dai capelli neri e gli occhi rossi. Perché Hisaki aveva reagito a quel modo? Il biondo guardò il fidanzato che tremava come una foglia, il suo sguardo era sconvolto.
Il bambino si avvicinò a Hisaki, quest’ultimo indietreggiò lentamente, continuando a fissarlo esterrefatto.
“Perché mi hai ucciso, fratellone...? Io non ti avevo fatto nulla di male”
Disse con voce candida continuando ad avanzare verso Hisaki. Akira rimase a bocca aperta, aveva detto fratellone?! In quel momento il biondo si rese conto della notevole somiglianza tra Hisaki e quel bambino.No, non poteva essere vivo!  Akira ricordò improvvisamente le parole di Selina.
“Hisaki è solo un’illusione! Non può essere lui, tuo fratello è morto!”
“Oh Akira, non eri forse morto anche tu?”
La voce di Keishi tuonò nella stanza, glaciale come il sorriso che aveva stampato in volto.
“Qui è diverso! Hisaki hai detto tu stesso di averlo visto bruciare davanti ai tuoi occhi, il suo corpo non può esistere!”
Akira urlava con tutto il fiato che aveva in gola, ma Hisaki sembrava non sentire la sua voce. Fissava il fratellino con le lacrime agli occhi, come se tutti i fantasmi del suo passato fossero tornati per inghiottirlo. Il moro si risvegliò dallo shock solo quando sentì qualcosa afferrargli la caviglia, spostò lo sguardo in basso e vide una mano insanguinata uscire dal pavimento. Poco dopo ne apparvero altre, imprigionandolo lì. Era tutto esattamente come nell’incubo che faceva spesso, ma questa volta... Era reale. Hisaki cominciò a respirare affannosamente, cercando di liberarsi da quelle mani, ma ogni tentativo era inutile. Alzò lo sguardo verso suo fratello e vide che il suo viso si stava lentamente riempiendo di bruciature. Hisaki portò le mani alla testa urlando disperato.
Akira vedendolo in quello stato si sentì morire. Il suo fidanzato stava soffrendo e lui era impotente, rinchiuso in quella prigione senza poter far nulla. Akira sentì le lacrime scorrere lungo il suo viso e si lasciò scivolare a terra tenendo lo sguardo fisso sul compagno.
“Hisaki... Ti prego reagisci! Non può finire così”
Akira portò le mani al viso. Keishi rise soddisfatto.
“Chi si lascia tormentare in quel modo dal suo passato è solo un debole”
“HISAKI GUARDAMI MALEDIZIONE!”
Akira batté il pugno contro alla barriera, Hisaki lo guardò col viso stravolto. Akira lo fissò negli occhi.
“Io sono con te”
Disse il biondo scandendo le parole lentamente. Hisaki sentì il cuore accelerare, quella frase gli ricordava qualcosa... Era come un déjà-vu. Akira era sempre stato al suo fianco, aveva lottato per lui. Non poteva arrendersi così, non poteva.
Hisaki fissò il fratello negli occhi, poi aprì una mano tremante. Tra le sue dita apparve una luce, Hisaki stava immagazzinando le energie rimaste per creare una sfera magica. Il moro deglutì, stava davvero per farlo...?
Akira lo vide scagliare il suo attacco contro al fratello e restò a bocca aperta. Il bambino si dissolse e con lui sparirono le mani che ancoravano Hisaki a terra. Keishi assistette alla scena sconvolto.
Hisaki alzò lentamente lo sguardo e piantò i suoi occhi rossi su quelli di Keishi.
“Il mio passato non mi rende debole, è proprio grazie ad esso se ora sono così! Il mio passato... E’ la mia forza!”
Akira si alzò in piedi, pieno di speranza. Hisaki si era finalmente ripreso? Keishi fece un passo indietro tremando di rabbia.
“Sei solo un moccioso!”
Keishi gli scagliò contro una sfera infuocata, Hisaki si limitò a incrociare le braccia lasciandosi colpire. Bruciava, ma in quel momento ciò che ardeva più di tutto era la sua voglia di rivincita. Non tanto su Keishi, quanto sul suo passato.
“Sta a vedere come brucia la mia voglia di vincere!”
Hisaki lo attaccò con lo stesso elemento usato poco prima da Keishi.
“Non mi farò mai battere da te”
Keishi si difese usando una barriera, ma Hisaki non demorse cercando di porre più energia nell’attacco. Akira osservava la scena col fiato sospeso.
Hisaki si sentiva sfinito, ma non poteva mollare proprio in quel momento, soprattutto ora che la difesa del suo avversario cominciava a dar segni di cedimento. Il moro chiuse gli occhi e raccolse le ultime forze rimaste urlando, la sua magia infranse la barriera di Keishi colpendo il mago con tutta la sua potenza. Quando il fuoco sparì il mago era a terra in preda al dolore, il suo corpo ricoperto di bruciature. Hisaki si avvicinò a lui e materializzò una spada, puntandola al petto dell’avversario. Stava per uccidere una persona. Di nuovo. Le sue mani a quel pensiero cominciarono a tremare, per un attimo guardò Akira, cercando di prendere coraggio.
“Non hai nemmeno il fegato di uccidermi?”  Keishi parlò a stento, seppur in fin di vita conservava il suo sorriso sadico stampato in volto.
Hisaki lo guardò negli occhi.
“Mi dispiace”
Disse prima di trapassargli il petto con la spada. Nell’istante in cui Keishi chiuse definitivamente gli occhi la prigione attorno ad Akira sparì, così come tutto ciò che in quella stanza era stato creato con la magia. Attorno a loro non rimasero che muri spogli.
“Hisaki!”
Akira gli corse incontro e gli buttò le braccia al collo. Hisaki fece un leggero mugolio, il biondo si allontanò da lui.
“Scusa, non ho pensato alle tue ferite... Come ti senti?”
“Sto bene”
“Come fai a dire di star bene se sei completamente ricoperto di sangue?!”
“Parla quello con un buco nel braccio”
“Non è così profondo, non avevo mica un palo conficcato nel braccio”
“Nemmeno le mie ferite sono profonde se è per questo”
Akira sfiorò le sue labbra con le dita.
“Ancora una volta mi hai salvato” Hisaki prese la mano di Akira con la propria.
“Che stai dicendo?! Anzi, sono stato un peso per te... A causa mia hai dovuto tenere eretta la barriera per tutta la prima parte dello scontro!”
“Akira, tu non ti sei ancora reso conto che bastano un tuo sguardo e poche delle tue parole a svegliarmi?”
Akira lo guardò con gli occhi lucidi.
“E’ un’ingiustizia, tu mi dici queste cose dolci e io non posso nemmeno abbracciarti perché ti faccio male!”
Hisaki sorrise e lo strinse a sé. Valeva la pena di sopportare un po’ di dolore pur di averlo fra le sue braccia.
“Torniamo a casa, dobbiamo medicarci come si deve” disse dopo qualche minuto allontanandosi da lui. Hisaki si abbassò sul corpo di Keishi e gli strappò dal collo la collana. Quando prese in mano quel gioiello vide delle strane immagini: due anelli dorati, una persona inginocchiata... Ma chi era? Le immagini erano confuse e sfuocate, Hisaki non riusciva a distinguere il volto dello sconosciuto.
“Hey, che ti prende?” Chiese Akira vedendolo con lo sguardo fisso sul monile.
“Ah nulla” Hisaki si alzò “Vediamo di creare il varco per tornare”
Il moro fissò per un attimo il corpo senza vita di Keishi. Uccidere qualcuno, per quanto cattiva fosse la sua vittima, gli lasciava sempre un peso al cuore. Sarebbe mai riuscito ad abituarcisi? Lo dubitava.
Hisaki tornò vicino al fidanzato.
“Mh non ho la minima idea di come fare”
“Concentrati”
“E tu che ne sai di creare varchi?”
“Bè, Selina ti dice di concentrarti per qualsiasi cosa, no?”
Hisaki si lasciò sfuggire una risata, poi chiuse gli occhi pensando intensamente alla villa. Davanti a loro si aprì il varco di ritorno.
“Yay ci sei riuscito!” Akira saltellò felice.
“E’ stato più facile del previsto”
Hisaki lo prese per mano e attraversò il passaggio assieme a lui. Finalmente si tornava a casa.





Ciao a tutti x3 
purtroppo non sono riuscita a finire il disegno in tempo per postarlo con questo capitolo. Ho preferito rimandare al prossimo nonostante fossi a buon punto per non far tutto velocemente, si sa che le cose fatte di fretta vengono sempre peggio xD
Il prossimo capitolo sarà l'ultimo di questa storia (nonché della serie) mi sembra quasi impossibile che stia per finire °_°
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e, dato che non riesco a postarvi il mio disegno, vi posto uno schizzo della villa di Hisaki fatto dalla mia amica Chiara (futuro ingegnere edile xD) per averlo fatto in cinque minuti è stata davvero brava secondo me x3


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Un abbraccio a tutti e alla prossima! :D

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Capitolo 20
*** Happy birthday ***


“Ehm... Ciao” Alex guardava sconvolto Akira e Hisaki, che erano atterrati nella sua vasca mentre si faceva un bagno.
“Io... Credo di aver sbagliato a creare il varco di ritorno” disse Hisaki arrossendo. “In effetti mi era sembrato fin troppo facile”
Akira rise. “Per lo meno non siamo finiti in Antartide o nel mezzo del deserto del Sahara”
“Scusa ce ne andiamo subito”
Hisaki uscì dalla vasca il più velocemente possibile, evitando di guardare Alex.
“Però un bel bagnetto rilassante ci stava!” Akira seguì il compagno.
“Scusate... Potete spiegarmi cos’è successo? Comparite qui all’improvviso, per di più cosparsi di sangue... Credo mi dobbiate una spiegazione”
Alex uscì dalla vasca facendo arrossire ancora di più Hisaki, che si girò di spalle rispetto a lui.
“Ops, scusa se ti ho messo in imbarazzo” Disse Alex mettendo un asciugamano attorno alla vita.
“Hisakino è timido ♥” Akira cinse il petto del compagno con le braccia stringendolo a sé.
Hisaki sbuffò.
“Riguardo alla tua domanda... Siamo andati a recuperare la collana che era stata rubata all’insegnante di magia di Hisaki”
“Vi siete ridotti così per una collana?!”
“Non è una collana qualsiasi” Hisaki si girò a guardare il collega. “Con quel monile si può vedere il futuro”
“Wow” Disse Alex dopo un attimo di stupore. “Allora puoi leggermi il futuro?”
Hisaki scosse la testa. “Non sono in grado di usarla”
“Mh, forse è meglio così. E’ più divertente se non si sa cosa ci aspetta, no?”
Hisaki sorrise. “Hai ragione”
Alex guardò l’acqua della vasca, colorata di un rosso scuro. “Ora scusate, ma credo di dover fare un altro bagno”
“Ehm scusa, ti abbiamo contaminato l’acqua”
Disse Akira passandosi una mano dietro alla testa. Alex sorrise.
“Fa niente! Come al solito siete in mezzo a mille avventure voi due”
“Già, e ne paghiamo le conseguenze! A proposito, andiamo” Hisaki prese Akira per mano. “Tu devi farti curare”
“Se è per questo anche tu devi andare in ospedale!” rispose il biondo.
“Vorrà dire che ci andremo assieme allora”
 
Il resto della giornata passò velocemente, tra le cure in ospedale e i mille ringraziamenti di Selina. Prima che la maga se ne andasse Hisaki la fermò.
“Scusa, stavo per dimenticarmi una cosa... Quando ho strappato quel gioiello dal collo di Keishi ho avuto delle strane visioni”
Selina fissò Hisaki a bocca aperta.
“Che genere di visioni?” Chiese quando si riprese dallo stupore.
Hisaki le raccontò le poche immagini confuse che aveva visto.
“Probabilmente le hai viste così sfuocate perché non sei ancora in grado di usare a pieno questa collana! Mi stupisce il fatto che tu sia riuscito comunque ad attivarla, hai dei grandi poteri”
“Non ne sono così sicuro... Keishi ha avuto la possibilità di uccidere entrambi più di una volta”
“Ma non l’ha fatto. Oh lasciami controllare cos’era ciò che hai visto”
Selina prese fra le mani la collana, attorno al gioiello apparve una forte luce.  Quando si dissolse la maga rimase a bocca aperta.
“Allora?” Chiese Hisaki curioso.
“Nulla di importante” Rispose Selina sorridendo. “Le persone che hai visto probabilmente sono sconosciuti”
“Perché ho avuto delle visioni sul futuro di sconosciuti...?”
“Chi lo sa? Forse è per via del tuo controllo sulla magia, che è ancora da migliorare”
Hisaki sospirò.
“Io vado” disse Selina. “Grazie ancora e buona fortuna per tutto”
La maga gli sorrise prima di attraversare la porta. Hisaki restò a guardarla mentre percorreva il viale d’uscita. La notizia che gli aveva appena dato gli aveva lasciato un vuoto dentro, ma perché? Forse, anche se non volevo ammetterlo a se stesso, quelle visioni avevano acceso in lui una piccola speranza...
 
 
“Cosa stai cucinando?” Akira appoggiò la testa alla spalla di Hisaki.
“Un dolce”
“Ma domani è il tuo compleanno”
“E con questo?”
“Non dovresti preparare tu il dolce”
“Se lo lascio fare a te come minimo bruci la casa” Rispose Hisaki sorridendo.
“Non sono così negato in cucina” Disse Akira con un finto broncio. “Aaah panna!”
Il biondo prese con un dito la panna che stava preparando il compagno.
“Hey!” Hisaki lo prese per un polso prima che portasse il dito alle labbra.
“Scusa-scusa-scusa so che odi quando lo faccio ma non ho resistito!”
Akira restò a bocca aperta quando l’espressione arrabbiata del moro sparì e anziché rimproverarlo Hisaki portò il dito di Akira alle proprie labbra.
“Hi-Hisaki...?”
Hisaki si girò verso di lui appoggiando le mani al petto di Akira.
“Dato che ho finito di montare la panna che ne dici se ora monto te?”
Akira sgranò gli occhi.  “COSA?!”
Hisaki ridacchiò e lo fece indietreggiare fino a farlo cadere sulla sedia.
“Hai la febbre?”
“Mai stato meglio” Hisaki gli abbassò la cerniera della felpa sfilandogliela.
“Sai, a volte questi tuoi cambi di personalità improvvisi mi fanno paura”
“Non mi sembri tanto impaurito”
Hisaki fece un sorrisetto malizioso appoggiando il ginocchio sulla sedia fra le gambe di Akira. Il biondo in risposta lo baciò sul collo mordicchiandolo. Hisaki rabbrividì, prese il compagno per i capelli e lo allontanò da sé.
“Piano biondino, oggi comando io”
Hisaki gli leccò le labbra, poi lo prese per la cintura alzandolo dalla sedia e adagiandolo sul tavolo.
“Hai davvero intenzione di farlo sul tavolo?”
“Perché no? Apri le gambe”
“Che sfacciato” Akira fece un leggero sorriso malizioso ed eseguì l'ordine del compagno.
Hisaki salì sul tavolo sopra al fidanzato.
“È divertente dare ordini”
“Noto che ti piace comandare a volte... In tutti i sensi”
Hisaki gli sfilò i pantaloni mentre gli lasciava tanti piccoli baci sul petto.
“Hey però spogliati anche tu sennò non vale” Disse Akira percorrendo la gamba del compagno con un piede.
Hisaki fece una leggera risata e si sfilò la maglia.
“Contento?”
“Oh sì!”
Akira ne approfittò per far risalire le mani lungo il torace scolpito del fidanzato mentre si scambiavano un bacio pieno di passione.
In quel momento suonò il cellulare di Akira.
“Ti prego ignoralo” Soffiò Hisaki contro il suo collo facendo una smorfia per l’interruzione.
“Non posso, questa è la suoneria che ho messo per il mio datore di lavoro”
Hisaki sbuffò e recuperò la felpa di Akira passandogli il cellulare.
“Pronto?”
“Ciao Akira, scusa per il disturbo”
“Buongiorno, non si preoccupi”
Akira sentì dei leggeri baci sul torace, le labbra di Hisaki scendevano pian piano sempre più giù. Il biondo dovette mordersi un labbro per non lasciarsi sfuggire dei gemiti.
“Purtroppo ho appena saputo che uno dei tuoi colleghi stasera non può venire, così mi chiedevo se puoi coprire il suo turn-“
“Hisaki...!”
Akira interruppe il suo capo sentendo il moro sfilargli i boxer.
“Prego?”
“Ehm scusi, stavo richiamando il mio... Cane”
Hisaki ghignò divertito.
“Dicevo, mi chiedevo se puoi coprire il suo turno restando qualche ora in più”
“CAZZO!” Esclamò Akira sentendo una scossa di piacere percorrergli la schiena.
“Come...?” Chiese il datore di lavoro del biondo.
“Ehm ho detto p-p...” Akira cercava di parlare il più normalmente possibile, trattenendo i gemiti. “Pazzo! Sarei pazzo a rifiutare”
“Ah! Ti ringrazio”
“Si figur-“
Akira si lasciò sfuggire un gemito.
“Akira, va tutto bene? Ho chiamato in un brutto momento?”
“No no tutto ok, si figuri! Arrivederci a stasera allora e grazie”
“Grazie a te, a stasera”
Akira lanciò il telefono giù dal tavolo e affondò le mani fra i capelli del compagno lasciando andare tutti i gemiti trattenuti finora.
Quando il fidanzato alzò la testa lo guardò con sguardo malizioso.
“Sei un maledetto bastardo!” Gli disse il biondo ansimando.
“Mh non mi davi abbastanza attenzioni” Si giustificò Hisaki leccandosi le labbra.
Il moro risalì e gli diede un leggero bacio sul collo facendolo rabbrividire.
“E non pensare sia finita così... Ora viene il bello” Disse mentre si slacciava i pantaloni.
“Tu mi farai morire d’infarto prima o poi, me lo sento” Akira gli cinse il collo con le braccia chiudendo gli occhi. Nonostante lo spiazzasse un po’, adorava quel lato di Hisaki che emergeva di tanto in tanto. Quel suo modo di fare aggressivo lo faceva andar fuori di testa, cancellando in lui ogni traccia di razionalità. Ed era proprio quello che gli stava accadendo ora.
 
 
L’indomani, Hisaki venne svegliato da un dolce bacio sulle labbra. Il moro aprì lentamente gli occhi lasciandosi cullare da quella sensazione.
“Buongiorno” Sussurrò Akira sfiorando appena la bocca del compagno.
“Dopo essere stato svegliato così, è di certo un buon giorno”
Akira sorrise.
“Buon compleanno”
Hisaki si avvinghiò al biondo stringendolo a sé più che poteva. “Grazie”
“So che è il tuo compleanno e non dovrei farlo, ma purtroppo devo uscire per qualche ora... Mi perdoni?”
Hisaki gli sorrise. “Stai tranquillo, in fondo è un giorno come tutti gli altri”
“Cercherò di fare il prima possibile, ok?”
Hisaki annuì, poco dopo si ritrovò solo nel letto e strinse con una mano il lenzuolo accanto a sé. Era la prima volta che festeggiava il suo compleanno con Akira. Da quanto non si sentiva dire “buon compleanno” in un modo così dolce? Hisaki sorrise e chiuse gli occhi inspirando a fondo il profumo di Akira che aveva impregnato le lenzuola.
 
 
Qualche ora più tardi, Hisaki si trovò alla porta di casa Satoshi.
“Buon compleanno amico!” Esclamò il ragazzo abbracciandolo.
“G-grazie!”
“Come mai sei così stupito?”
“Ah, scusa è solo che... Mi fa strano ricevere degli auguri così calorosi, è passato tanto tempo dall’ultima volta”
Satoshi gli sorrise.
“Ti va di venire a fare un giro con me?”
“Verrei volentieri, ma devo aspettare che Akira rientri”
“Su non ti preoccupare! Tanto c’è il maggiordomo, no?”
“Sì ma...”
“Andiamo!”
Satoshi lo trascinò in macchina prendendolo per un braccio.
 
“Ma questa non è casa tua?” Chiese Hisaki qualche minuto dopo.
“Sì! Entra”
Quando Hisaki aprì la porta di casa dell’amico rimase a bocca aperta per la scena che aveva davanti. I suoi genitori,  i colleghi e perfino Selina erano lì ad attenderlo. Con loro c’era anche Akira.
“Buon compleanno!” Urlarono in coro.
Hisaki deglutì e cercò di trattenere le lacrime di commozione. Ora capiva perché Akira era sparito di prima mattina lasciandolo solo...
“Grazie... A tutti” Disse il moro col sorriso più spontaneo che avesse mai fatto. Sentiva il cuore battere all’impazzata, probabilmente a causa della felicità che provava in quel momento. Finalmente anche per lui, dopo tutti quegli anni bui, era giunta un po’ di tranquillità.
 
Durante la festa le ore sembrarono volare, e senza che Hisaki se ne rendesse conto era già sera.
“E’ proprio vero che il tempo passa in fretta quando ci si diverte” Disse il moro posando la testa sul sedile. “Ma ora dove mi stai portando?” Chiese ad Akira che stava alla guida dell’auto.
“Segreto”
La macchina si fermò in mezzo ad una stradina dopo qualche minuto di viaggio.
“Siamo arrivati”
Hisaki si guardò intorno. “Ma dove siamo?”
“Davvero non lo riconosci? Scendi” Disse il biondo smontando dall’auto.
Hisaki lo seguì, a prima vista quel posto non gli diceva nulla, ma pensandoci bene capì perché Akira l’aveva portato lì.
“Questo è...”
“Il posto in cui ci siamo visti la prima volta” Concluse Akira prendendolo per mano.
Hisaki sorrise stringendo la mano del compagno. Era iniziato tutto lì, in quella strada...
“Non ti ho ancora dato il mio regalo” Disse all’improvviso il biondo risvegliando Hisaki dai suoi pensieri.
“Ti avevo detto che non serviva mi prendessi un regalo”
“Ma io volevo fartelo! Ho cercato un lavoro apposta! Vieni con me”
Akira lo portò in una casetta che a prima vista sembrava abbandonata.
“Sicuro che possiamo entrare qui?”
“Tranquillo,  è disabitata! E poi quando mi sono assentato dalla festa è stato per portare il mio regalo proprio qui” Akira accese una candela che aveva con sé per l’occasione, illuminando la stanza di una flebile luce.
Poco dopo porse ad Hisaki una scatola, il moro lo guardò perplesso.
“Apri!”
Quando Hisaki aprì la scatola si trovò davanti una piccola palla di pelo bianco, che lo guardò miagolando.
“Oh mio Dio” Si lasciò sfuggire Hisaki portando una mano alla bocca.
“Dato che ti piacevano tanto gli occhi di Alex, ho cercato in tutti i negozi per trovarne uno eterocromo”
“E’ stupendo!”
Hisaki prese in braccio quel piccolo batuffolino di pelo accarezzandolo.
“Awww è così carino!!”
Akira si lasciò sfuggire una risata. “E’ la prima volta che ti vedo così”
“Ehm... Io adoro i gatti e quando ne vedo uno divento abbastanza scemo”
Akira sorrise. “Sei proprio dolce con quell’espressione”
Hisaki arrossì. “Grazie... Anche per il regalo!”
“Non è finita qui”
Akira estrasse dalla tasca due biglietti porgendoli ad Hisaki. Il moro tenne con una mano il cucciolo, mentre con l’altra prese i biglietti e li guardò.
“Due biglietti di sola andata per la Spagna?” Chiese ad Akira stupito.
“Esatto. Guarda al collo del micio”
Hisaki osservò meglio il gattino e vide che attorno al suo collo c’era un nastrino con infilato dentro un anello. Un anello dorato. Il suo cuore cominciò a battere all’impazzata.
“Che... Significa?” Chiese Hisaki col cuore in gola.
Akira si inginocchiò davanti a lui.
“Vieni con me in Spagna e sposami”
Hisaki si lasciò cadere sulla sedia per non svenire, appoggiando il cucciolo sul tavolo lì vicino. Restò a fissare il biondo senza proferire parola, l’emozione di quel momento era troppo grande per permettergli di parlare.
“Dannata Selina” Si lasciò sfuggire qualche minuto dopo ridendo, mentre le lacrime solcavano il suo viso.
“Mh, non era esattamente la risposta che mi aspettavo” Disse Akira perplesso.
Hisaki si alzò e lo abbracciò stringendo le mani sulla sua maglietta.
“Certo che vengo con te!!”
“Questo è un sì?” Chiese Akira sorridendo.
“Sì! Ti voglio sposare!!”  Rispose Hisaki scandendo lentamente le parole.
Akira lo alzò da terra.
“Hisaki, stasera mi hai reso l’uomo più felice della terra!”
“Dovrei essere io a dirlo”
Il moro posò la mano sul viso del compagno, i due si scambiarono un lungo sguardo senza dire una parola. Ora nessuno li avrebbe più divisi. Avrebbero trascorso il resto della loro vita insieme... Per sempre.
 
FINE

 

Ciao a tutti! :D
Innanzitutto scusate per il ritardo, purtroppo ho avuto un sacco di impegni e sia il disegno che il capitolo hanno richiesto parecchio tempo >_<
Che dire? Il finale è abbastanza tranquillo, mi sembrava giusto dopo tutte le peripezie passate da Akira e Hisaki ^^ e ora capite anche il perché del titolo della storia :') 
Mi sembra quasi impossibile che dopo tutti questi mesi la serie sia giunta al termine °-° ringrazio tutti quelli che hanno avuto la pazienza di seguirla fin qui, specialmente chi ha lasciato una recensione, le vostre parole sono state il mio più grande incoraggiamento e ogni vostro commento mi ha strappato un sorriso quindi grazie davvero di cuore! ^.^
Non voglio dilungarmi, quindi vi lascio con l'ultimo disegno qui. Come avevo preannunciato stavolta i soggetti sono Mark e Hisaki. Quando ho cominciato a disegnare mi sono chiesta come rappresentare Mark: è vero che è uguale ad Hisaki, ma se vi ricordate nella seconda storia della serie Akira e Hisaki gli avevano fatto qualche modifica per poterlo far uscire in pubblico con loro senza destare sospetti ^^ quindi alla fine ho deciso di disegnare entrambe le versioni, davanti il Mark "modificato" e dietro quello identico ad Hisaki ^^ quindi i due personaggi di destra rappresentano Mark (sempre mezzo nudo xD) e i due di sinistra il nostro Hisaki, un po' più pudico xD le catene fra i due sono messe lì perché ovviamente sono "legati" tra loro in tutti i sensi, dato che Mark rappresenta l'Hisaki futuro xP 
Dopo questa mega-spiegazione (per fortuna avevo scritto "non voglio dilungarmi" xD), vi saluto :D
un abbraccio a tutti 


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