Superhuman di Pterie Scrive (/viewuser.php?uid=312719)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Rose Jay Layer. ***
Capitolo 3: *** Fredda Come Il Ghiaccio. ***
Capitolo 4: *** Paura. ***
Capitolo 5: *** Apri La Mente, Rose. ***
Capitolo 6: *** Il primo di una lunga serie di attacchi. ***
Capitolo 1 *** Prologo. ***
Superhuman
– I
Prologo.
La scuola è
odiata dalla maggior parte dei ragazzi. Sarà per le
interrogazioni, i compiti a casa, le verifiche, i compagni di
classe… I motivi sono molteplici.
Esiste una scuola,
però, che possiamo dire che è
“l’eccezione alla regola”. È
apprezzata, perché lì i ragazzi possono essere
quello che vogliono, possono essere loro stessi.
La M&G Academy
è la scuola in questione. Cosa avrà di tanto
speciale questa scuola? Beh, questo ancora non ve lo posso dire.
È una scuola per studenti…
“capaci”, più di tanti altri semplici
ragazzi. Dove le loro capacità sono apprezzate, stimate,
aiutate a crescere. Ogni professore ha il suo ruolo,
affinché gli alunni possano apprendere ciò che
non esiste. Che frase bizzarra… diciamo che esiste, ma non
agli occhi di persone comuni, normali. Non ai tuoi occhi, per esempio.
Ma torniamo a noi.
È il momento che sappiate cosa bisogna essere, cosa bisogna
avere, per essere accettati alla M&G Academy.
Capacità. Capacità più uniche che
rare. Capacità che solo i mutanti possono avere.
OKAY.
Allora, molto corto, lo ammetto. Mi prendo tutte
le mie colpe oh povera me. sono bravissima a recitare, ditelo, su u.u
IL MIO PRIMO OKAY, CHE COMMOZIONE :') cOMMUOVETEVI!! bRAVI! ...
oKAY. oRA BASTA FARE LA CREEEEETIRIRITINA. qUI TROVATE UN'ALTRA FF,
FANTASY, UN MISTO DI HARRY POTTER E ROBIN HOOD(?) - Once Upon A
Time CON LA SUA RISPETTIVA ONE-SHOT: - Le Cronache
di Gomesia: La Leggenda. BUONA LETTURA!!
PS. A PRESTO CON I PROSSIMI CAPITOLI, CHE ARRIVERANNO MOLTOOO PRESTO
ESSENDO GIà PRONTI U.U VI VOGLIO BENE!
#NEVERSAYNEVER
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Capitolo 2 *** Rose Jay Layer. ***
Superhuman
– II
Rose
Jay Layer.
La campanella suonò. Finalmente l’ora di
potenziamento era finita! Mi diressi verso il mio armadietto, al numero
centouno, sulla fila di sinistra.
La rotella argentata doveva fare tre tocchi a destra e cinque a
sinistra, per aprirlo. Una volta spalancata la portiera in alluminio,
posai il libro di potenziamento “Mente Aperta”, per
prendere poi quello di lettura leggera “Diamond”.
Una domanda ricorrente su quella materia: a cosa serve?? Non ho bisogno
di leggere leggermente, sempre che volesse dire quello…
Appena posati i libri, mi sistemai un ricciolino fuori posto e chiusi
l’armadietto. Il movimento fluido dell’anta
scoprì, accanto al mio armadietto, una rossa. Alta, magra,
capelli lunghissimi e mossi, con qualche ciocca più scura.
La pelle chiara e liscia, il viso perfettamente squadrato, gli occhi
verdi e un neo sullo zigomo sporgente. Sembrava un angelo. Ma che ci
faceva lì quella visione?!
“La smetti di fissarmi?” chiese gentilmente. La
voce era sublime, come il canto di una musa. Dolce, un po’
acuta, ma non troppo.
“Harry Styles, piacere” dissi educatamente.
“Il piacere è tutto tuo” mi rispose con
fare indaffarato, mentre chiudeva l’armadietto e se ne andava.
Fu come cadere dalle nuvole. Che botta. Però aveva tutta
l’aria di una sfida. E io non so resistere alle sfide.
Sorrisi, prima di iniziare a correrle dietro e raggiungerla.
“Come ti chiami?” dissi, con un tono da bimbo di
prima elementare.
“Lasciami in pace” mi rispose, con aria scocciata.
Ok, forse ero insistente, ma lei doveva diventare mia!
“Questo non è il tuo nome…”
“Che osservazione acuta. Se ti insegnano questo in questa
scuola, ne è proprio valsa la pena di lasciare New
York”
“Oh, e così sei di New York!
Com’è la Grande Mela?”
“Abbastanza grande da disorientarti”
“E’ difficile disorientarmi” dissi,
dandomi tante arie. Beh, in fondo dovevo conquistarla.
“Senti, mi lasci in pace?!”
Mi fermai un attimo, per lasciarla sospirare di sollievo. Poi la
raggiunsi nuovamente.
“Styles! Lasciamo stare!!”
“Sai, io qui sono famoso. Sono il capitano della squadra di
baseball”
“Qui si fa baseball? Carino. E comunque, sono Rose, Rose Jay
Layer”
Mi fermai. Primo passo completato. Lentamente quella rossa sarebbe
diventata mia. Lentamente, ma lo sarebbe stata.
Corsi verso l’aula di lettura, con in mano il mio tomo di
cinquecentosettantasei pagine.
Di solito vicino a me si sedeva Liam, ma quel giorno no. Quel giorno
volli stare da solo. Volevo avere tutto il banco a disposizione, per
poter progettare la partita della Domenica successiva.
Entrò la professoressa Cardigan, affiancata da una nuova
studentessa.
‘Ma quanto sono fortunato?!’
“Ragazzi, lei è Rose Layer. Seguirà
questo corso con noi. Signorina Layer, la prego di accomodarsi vicino
al signor Styles”
Sfoggiai un sorrisetto, appena pronunciò l’ultima
frase. La rossa alzò gli occhi al cielo, ma non
modificò più di tanto la sua solita espressione
seria.
“Ehi, Harry!” mi chiamò sottovoce Niall.
“Cosa vuoi, tappo?”
“Carina la tua compagnuccia”
A quelle parole socchiusi gli occhi e lo avvertii:
“E’ mia, Niall, non provarci nemmeno”.
“Signor Horan, vuole spiegare lei alla nostra nuova compagna
come funziona la nostra scuola?” domandò la
Cardigan.
“Più che una domanda, mi sembra
un’affermazione…” replicò
Nialler.
“Bene, allora mi affermi ciò che le ho chiesto. In
piedi, per cortesia”
Niall si alzò, pronto a pronunciare le più furbe
parole che gli potessero venire in mente. Come se ne avesse una.
Niall era un mio grande amico. Capelli biondi, tinti, con qualche
accenno al marrone, occhi azzurri come il ghiaccio, voce roca e dolce
ed era un rubacuori.
“Allora… ehm…”
“Entro domani, signor Horan”
“Sì, allora… La M&G Academy
accompagna ragazzi capaci a crescere. Ad esempio io riesco a congelare
oggetti di piccola stazza, Harry è velocissimo, Louis riesce
a comandare per pochi secondi l’acqua, Zayn controlla la
fiamma… ehm… Liam è una
supermente… non so se capisci”
“Si sieda signor Horan”
La Cardigan si diresse alla lavagna, prese un gessetto e scrisse
‘M&G’.
“M&G – iniziò la spiegazione
– sta per Mutazione e Genetica. La mutazione è un
errore commesso nella replicazione del nostro DNA. Ogni mutante
è unico. Tranne in qualche raro caso ove si possono trovare
più individui con la stessa capacità
specifica”
Rose alzò la mano, in attesa di poter fare una domanda alla
Cardigan, con la sua splendida voce.
La professoressa le diede la parola.
“Qual è la capacità che lei conta di
aver visto più spesso?”
Suonò la campanella: era ora di uscire.
“La lezione è finita, ragazzi!”
La Cardigan non era mai stata così gentile. Non avevamo mai
avuto il permesso di uscire dall’aula appena suonata la
campanella.
Rose prese i libri e corse all’armadietto, io feci lo stesso,
ma questa volta non le parlai. Dovevo sembrare distaccato. Per quel
giorno era già abbastanza il nome.
Posai i libri, ma non staccai nemmeno per un secondo gli occhi da
quella ragazza. Era così misteriosa…
M’incuriosiva, m’intrigava. Dovevo conoscerla! Ero
pronto a tutto, pur di scoprire il motivo per cui era nella nostra
scuola, qual’era la sua forza, il suo punto debole. Volevo
sapere chi era.
Ed ecco il primo vero e
proprio capitolo. cos'avrà di speciale questa rose? per chi
ha letto l'anteprima non sarà difficile rispondere immagino
:) allora, per ora i capitoli sono un po' cortini, ma di volta in volta
miglioreranno e divernteranno più lunghi, I promise for you
u.u
Ecco le altre mie ff con le rispettive one-shot:
Once
Upon A Time _ One-shot: Le Cronache di
Gomesia: La Leggenda.
Ricatti e
Bugie
Al prossimo capitolo, presto presto e:
V. xx
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Capitolo 3 *** Fredda Come Il Ghiaccio. ***
Superhuman
– III
Fredda
come il ghiaccio.
“Harry!!
Harry, svegliati!”
Sentii una voce roca a
chiamarmi.
Era Louis. Oh no, Louis!
“Mi sveglio,
mi sveglio! Ma non
farlo!!” lo pregai, invano.
Poco dopo mi trovai
bagnato
fradicio, con uno sguardo feroce verso Louis, portante in viso un
sorrisetto
malizioso e soddisfatto.
“Aspetta che
ti prendo e vedi!”
Ma non ebbi tempo di
inseguirlo.
Dovevo pensare alla partita dell’indomani.
Il più
veloce possibile corsi
nella doccia, per lavarmi, mi vestii e iniziai a correre verso il campo
da
baseball.
Quel giorno a Londra
faceva
caldo, quindi ci misi un attimo a sudare e a stancarmi di correre,
così ripresi
a camminare normalmente. Odiavo questi limiti!
*Rose*
“Rose!
Dai, Rose!” mi chiamò
Perrie. Non avevo voglia di alzarmi! Era Sabato!!
“Perrie, vatti a fare un giro,
va!” dissi scortesemente. Solo dopo poco mi ricordai che
forse sarebbe stato
meglio che mi alzassi… “e va bene! Mi
alzo…”
Perrie era in grado di tenere un
contatto con qualsiasi forma di vita vegetale. Questa sua
capacità mi aveva
sempre spaventata.
Andai in bagno a sistemarmi i
capelli. I riccioli rossi spettinati non erano molto carini…
Mi vestii con un semplice paio di
jeans e una camicetta bianca.
Sentii bussare alla porta…
*Harry*
“Perrie! Apri
tu!” sentii urlare
dalla stanza. “Perrie!!”
Alla fine mi aprii la
bella
rossa. Avevo cambiato programma. Non più allenamenti, ma
ricerche. Dovevo
sapere di più su di lei.
Mi appoggiai con la
spalla al
muro.
“Rose, non
sapevo fossi in questa
stanza!” naturalmente stavo mentendo.
“Styles. Che
fai? Mi segui pure?”
mi domandò, certamente scocciata.
“Naaah…
ero solo curioso di
sapere chi alloggia di tanto carina in questa
stanza…”
Tossii.
“Comunque
– continuai – ti va di
uscire un attimo con me?”
“No, ma mi
vedo obbligata, visto
che appena uscirò dalla stanza tu mi
seguirai…”
Come faceva a
conoscermi tanto
bene, dopo solo poche ore insieme?
Uscì
dall’alloggio, seguita da
me. Sbuffò, si tirò indietro i capelli e si
fermò.
“Senti,
parliamoci chiaro,
Styles. Tu non mi interessi; ho di meglio da fare che stare tutto il
giorno con
te. Quindi: dimmi cosa vuoi subito e poi lasciami in pace!”
“Va bene. Ci
sto. Una birra al
bar?” dissi, indicando il chiosco alle mie spalle.
“Anche
due” rispose con un
sorriso.
Mi aveva sorriso. Quei
denti
perfetti, coperti di solito dalle labbra rosee. Non l’avevo
mai vista sorridere
così. Era più bella ancora.
Ci sedemmo fuori, su
un paio di
sedie davanti a un tavolino rotondo, con lo sguardo uno incrociato
sull’altra.
Il sorriso
svanì, quando la
ragazza rossa si ricordò di odiarmi.
“Ora,
sbrigati. Cosa vuoi?”
“Cosa ci fai
nella nostra
scuola?”
“Mia madre
dice che non è normale
vedere cosa accadrà in futuro”
Spalancai occhi e
bocca. Era una
capacità unica, rarissima. Mi sembrava impossibile averne
una portatrice sotto
al naso.
“Chiudi la
bocca, che entrano le
mosche” mi disse, con un tono quasi più acido del
solito. “E tu? Che ci fai
qui?”
“Nella mia
scuola correvo troppo
veloce, anche se solo per pochi secondi, e mia mamma chiamò
diversi medici,
pediatri, finché non si presentò in casa un uomo
alto, vestito molto elegante.
Come un agente immobiliare. Poi mi dissero di fare i bagagli. Sono qui
da nove
anni.”
“WOW! Credo
che non me ne andrò
presto da qui… Almeno Londra è bella?”
“Non
l’ho mai visitata davvero…
Solo qualche passeggiatina qua e là”
Non aspettai nemmeno
la
cameriera. La presi per mano e la obbligai a salire sulle mie spalle.
Non cercò
di resistermi, forse perché sapeva che sarebbe successo.
“Rose, ti
fidi di me?” dissi,
iniziando a correre il più veloce possibile.
“No”
Mi aspettavo qualcosa
tipo ‘più o
meno’ o ‘può
darsi’… però non sembrava spaventata.
Entrai nella riserva.
Un
bellissimo bosco ci circondava.
Iniziò a
salirmi il fiatone. Rose
si mise a urlare.
“STYLES!!
FERMATI, FERMATI!”
“Va bene, mi
fermo, calmati però”
dissi, iniziando a rallentare.
Scese velocemente
dalla mia
schiena.
“Non
capisci! Dobbiamo tornare
giù!”
“Calmati,
Rose.. Tranquilla,
adesso torniamo indietro.”
Iniziò a
correre nella direzione
opposta, seguita da me.
Chissà cosa
aveva visto da
spaventarla tanto…
Arrivati
all’uscita della
riserva, prima di farla andare via, le presi una mano.
“Lasciami!”
mi gridò.
“Cosa hai
visto?”
“Nulla che
ti possa interessare”
mi rispose acida. Con uno strattone si liberò dalla mia
presa e incominciò a
correre verso la sua stanza.
‘Era
mia… e l’ho lasciata andare,
che stupido.’
Sentii una voce urlare
il mio
nome. Era Niall.
“Cosa vuoi,
tappo?” gli domandai,
appena lo raggiunsi.
“Ho visto
come ti è corsa via
l’americana” disse con un sorrisetto insopportabile
sulle labbra.
“Non
è come credi” gli confessai.
“Eravamo nel bosco e si è spaventata”
“Sì,
certo…”
“Ma
smettila, tappo!”
“Non
chiamarmi così!!”
“Ti chiamo
come voglio”
Mi prese la mano e me
la circondò
di ghiaccio. Quando me ne accorsi era troppo tardi.
“Niall!!”
“Ho imparato
a fare lastre più
spesse, auguri a liberartene”
Si mise a correre
verso il
dormitorio, ignorandomi completamente. Non lo stavo inseguendo,
stranamente.
Stavo pensando a lei.
A Rose.
Cosa poteva esserle successo? Cosa aveva visto??
Dopo quel giorno, lo
sapevo bene,
avvicinarmi a lei non sarebbe più stato molto
facile… Forse, tutto il
contrario.
okay.
Ed ecco un altro
bellissimo capitolo sbucato come sbuca qualcosa a voi quando andate in
bagno. cioè penso sia una merda(?). Come vi sembra? Secondo
voi chi è veramente questa rose? posso dirvi che ha molte
molte cose in comune con il nemico, che apparirà presto :)
Bene, allora... innanzi tutto adoro la parte di Niall alla fine **
ammetto che mi è venuta bene hahahahah per il resto vorrei
sapere cosa ne pensate davvero, anche perchè questa ff ha
solo una decina di capitoli, quindi presto (prima di quanto crediate)
harry avrà conquistato rose, in tutti i sensi c: io vado a
scrivere il nuovo capitolo di - Once Upon A
Time :) a presto dolcezze
Con affetto, V. xx
|
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Capitolo 4 *** Paura. ***
Superhuman – iV
paura.
Quella mattina dovevo
pensare solo al baseball. Dovevo dimenticarla, non faceva per me. Era
troppo misteriosa. Però tutto questo mistero mi opprimeva e
lei era diventata come una droga. Quasi avevo paura a pronunciare il
nome di quella sostanza così inevitabile per me. Rose. Rose
Jay Layer, colei che aveva rubato il mio cuore.
Come potevo
dimenticarla? Al diavolo gli allenamenti, al diavolo la scuola. Io
avevo bisogno di assaporare il suo profumo, la sua essenza.
Arrivai fino alla
famosa stanza duecentoquarantotto, la SUA stanza. Bussai una prima
volta, ma nessuno mi aprì. Bussai una seconda volta, ma
niente. La terza volta qualcuno aprì. Ma non lei,
bensì Perrie.
“Ciao
Harry!” mi disse spalancandomi un sorriso.
“Ciao
Perrie… Non c’è
l’americana?” chiesi, cercando di intravederla,
nascosta dietro Perrie.
“No, non
è ancora tornata… Pensavo fosse con te, a essere
sincera”
“Ma sono le
due di notte!”
“Beh, lo sai
che il sabato non c’è il coprifuoco”
“Hai
ragione… beh se torna avvisami. Ciao Perrie”
Iniziai a correre
verso… non sapevo nemmeno io dove iniziare a cercarla!
Forse un posto
c’era… Il luogo dove l’avevo persa.
Forse era lì che dovevo iniziare le mie ricerche.
Arrivai sulla soglia
della riserva. Non ero mai entrato nel bosco a quell’ora
della notte. Ma perché ero così sicuro di
trovarla lì? L’ultima volta si era spaventata a
morte! Però… in fondo lei non era la solita
ragazzina “facile” da spaventare. No, non la Rose
che avevo imparato a conoscere. Probabilmente aveva visto
qualcosa… e voleva capire cosa.
A interrompere i miei
pensieri fu un urlo. Qualcuno all’interno del bosco aveva
gridato, e sapevo bene chi era.
Iniziai a correre alla
ricerca di Rose, poco più su del punto in cui mi ero fermato
il pomeriggio prima, vi era un cespuglio. Mi fermai. Avevo corso troppo
ed ero sfinito, ma non potevo sostare a lungo. Notai sul cespuglio
delle gocce di sangue. Così rosse e pure. Non potevano
essere di un umano!
Ero sempre
più sicuro che ad aver urlato fosse Rose.
Rincominciai a
correre, finché non la vidi.
Era sdraiata a terra,
con i jeans e la camicetta sporca strappati. La pelle era pallida,
più del solito. Le mani fredde, il battito debole e il
respiro affannato. I capelli rossi e spettinati le cadevano sulle
spalle. Notai un piccolo tagli sullo zigomo. Ma non era grave quello.
La presi tra le mie
braccia e solo dopo poco sentii un liquido caldo sfiorarmi la mano. Un
enorme squarcio sulla camicia mostrava una ferita sanguinante sul
fianco.
Mi guardai intorno,
per assicurarmi che qualsiasi cosa le avesse fatto questo, se ne fosse
andata.
Iniziai a correre
più veloce che potevo verso l’uscita. La sentivo
tra le mie braccia, sempre più debole, sempre più
fredda. Il battito diminuiva, il respiro iniziava a lasciarla. Dovevo
sbrigarmi.
Uscii dal bosco e
iniziai a camminare, in fretta, ma camminavo. Mi stavo stancando.
Evitai di chiedere
aiuto, a quell’ora dormivano tutti.
Corsi in infermeria,
dove, fortunatamente, ci stava il preside.
La posai sul lettino.
“Faccia
qualcosa!!” gridai freddo all’infermiera.
“Calmati,
Harry” mi tranquillizzo la vecchia figura del preside Hugmun.
“Come posso
calmarmi?! Sta morendo sotto i miei occhi!”
“Starà
bene, si riprenderà”
“Lo
spero”
Mi posò un
braccio sulla spalla.
Albert Hugmun aveva la
capacità di leggere nel pensiero e, con il tempo,
l’aveva sviluppata. Poteva pure trasmettere i suoi pensieri.
Come un nuovo metodo di comunicazione.
Sapeva come mi
sentivo, sapeva cosa pensavo. Conosceva le mie debolezze, le mie paure.
Sarebbe stato il mio peggior nemico, se non fosse che tutti si
fidassero ciecamente di lui.
Improvvisamente
entrarono Niall, Liam, Louis e Zayn.
Louis mi
spiegò:
“Il
professor Hugmun ci ha chiamati. Come stai?”
“L’ho
trovata priva di forze nella riserva! Era fredda e… ferma.
Il battito quasi non c’era più!”
“Tranquillo
Harry, ci siamo noi” mi rassicurò Liam.
“Cosa
avrà di tanto speciale, poi!” sbuffò il
ciuffo.
“Zayn!”
lo rimproverò Niall.
“Insomma!
Per lei ha rischiato di rimetterci la pelle!!”
Tolsi lo sguardo dal
mio amico, e tornai a guardare quella figura ora innocua.
“Me lo
chiedo anche io… Qualcosa mi impedisce di starle
lontano” confessai.
L’infermiera
uscì, lasciando noi cinque da soli con Albert e Rose, priva
di sensi.
“Professore!
Perché l’infermiera se n’è
andata? Rose sembra ancora una mozzarella!!”
“Rose sta
bene, deve solo riposare un po’. Abbi fiducia! Non abbiamo
mai fatto morire nessuno…” mi rispose con un
sorriso.
Zayn chiuse la porta
alle sue spalle, come gli aveva chiesto poco prima il professore.
“Ragazzi
– iniziò – dopo quello che è
successo stanotte, non posso più nascondervelo. Siete gli
studenti più in gamba, e sono sicuro che non
trapelerà una sola parola dalla vostra bocca.
Sbaglio?”
“No,
signore” si affrettò a precisare Liam.
“Bene. Come,
spero, avete intuito da tempo, non tutti i mutanti si trovano o si sono
trovati nella mia scuola. Qui noi impariamo a vivere come le persone
normali. Impariamo a nascondere, ma allo stesso tempo ampliare, le
nostre capacità, per poter vivere come loro, con loro, e non
perdere nulla”
“Professore,
vada al sodo!” insistette Zayn.
“Mio
fratello ha preferito ribellarsi alla mia politica. ‘Non
dobbiamo nasconderci’ mi ripeteva. Ora lui e
chissà quanti altri mutanti, stanno cercando di sopravvalere
su di noi. Rose ha una capacità unica. O almeno, unica
insieme a quella di mio fratello”
“No! Non
può essere! Un mutante del suo livello non può
avere un doppio!”
“Pensavo la
stessa cosa, finché sua madre non mi contattò.
Pochi giorni fa”
“E quindi?
Hanno la stessa capacità, ok, ma non ci avete mai parlato di
una situazione così”
“Mi sembri
uno intelligente, Harry. Pensa un attimo: cosa contiene il DNA di un
mutante?”
“Un errore
nella replicazione di questo, quindi nuovi caratteri”
“Sì,
Harry. Quindi immagina cosa accadesse se un mutante come mio fratello
scoprisse di avere qualcuno che, in qualche modo, potesse
sconfiggerlo?”
“Lo vorrebbe
uccidere…”
“O…?”
“…o
farsi che ‘lavori’ per lui”
“Harry, mio
fratello vuole Rose, per dimostrare che è il più
forte”
“E
può averla?”
“Penso che
se potesse tu non l’avresti nemmeno conosciuta”
“Cosa glielo
impedisce?”
“Penso che
non sappia dove trovarla. Lui può vedere il passato, il
presente e il futuro, cosa che Rose deve ancora potenziare, ma il fatto
che lei abbia la stessa capacità… lo blocca. Come
se lei non potesse vedere lui e lui non potesse vedere Rose”
Mi voltai a guardarla,
la pelle aveva ripreso colore e il respiro era tornato normale.
“Ancora una
cosa non mi torna… lei questo pomeriggio aveva visto
qualcosa. Si era spaventata. Ma se lei non può vedere suo
fratello, cos’era ad averla spaventata tanto?”
“Parli come
se non ti ricordassi chi è Rose Jay Layer. Non un leone la
spaventerebbe. Ti sarai immaginato tutto. – mi rispose freddo
– Ora andate. E, Harry, porta Rose nella sua stanza. Tra poco
si sveglierà.”
“Sì,
signore”
Presi in braccio la
rossa e m’incamminai verso i lontani dormitori femminili.
Durante il viaggio
Rose iniziò a svegliarsi.
“Ho sentito
tutto, Styles” mi sussurrò.
“Come
stai?”
“Sono
distrutta. Mi fa male tutto.”
“Mi
spiace…”
“Mettimi
giù, cammino benissimo da sola!”
Per fortuna, era
ritornata la solita Rose. Acida, senza peli sulla lingua.
“Non
resisteresti un secondo”
“Invece ce
la faccio!! Mettimi giù, caspita!”
La misi in piedi
davanti a me, pronto a riprenderla casomai cadesse. Mi sbagliavo, era
in piena forma!
“Posso
andarci benissimo da sola fino alla mia stanza”
“Lo so.
Potresti. Ma io vengo con te”
“Sei colui
che rompe, Styles”
“E te sei
colei che mi deve spiegare cos’è
successo”
“Un giorno o
l’altro, Styles”
Sbuffai. Possibile che
doveva avere così tanti segreti con me? Le avevo appena
salvato la vita!!
Arrivati davanti alla
sua porta, sfoggio la chiave.
“Grazie,
Harry”
Mi baciò
sulla guancia. Finalmente un segno di riconoscimento. Tutto quello che
volevo lo avevo avuto. Le sue labbra calde, rosee… avevano
sfiorato la mia pelle. Avevo sentito davvero il suo fiato su di me.
Chiuse la porta.
‘Grazie,
rossa’.
OKAAAAAAAAAAAAAY,
bene,
chiedo scusa per il ritardo, avevo perso la chiavetta c.c ma finalmente
eccoloooooooooooo! allora, com'è? cosa ne pensate? sono
curiosaa u.u il prossimo-prossimo (intendo tra due capitoli lol)
capitolo sarà molto... "affascinante", nel senso che ci
sarà un colpo di scena, e girerà tutt'intorno a
questo. Anche se non verrà ancora svelata la visione di Rose
MUAHAH.
un
bacino,
Vale
xx
#neversaynever
|
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Capitolo 5 *** Apri La Mente, Rose. ***
Superhuman – V
Apri la mente,
Rose.
Eravamo a pranzo. Da qualche giorno
Rose
iniziava a frequentarci, a stare un po’ di più con
noi. Forse perché eravamo
gli unici con cui poteva parlare dell’accaduto di pochi
giorni prima.
Con me era sempre la solita acida,
ma per quanto
mi sforzassi di conquistarla, lei non faceva resistenza. Sapeva cosa
succedeva,
e questo era un problema per i miei tentativi di sorprenderla.
“Ragazzi…
ma… voi vedete continuamente quando
prevedo il futuro, ma non ho mai visto voi usare le vostre
capacità!”
A quelle parole, Zayn non
esitò a sfoderare il
suo accendino preferito e farlo scattare. Raccolse la fiamma con la
mano e
ripose l’accendino in tasca. Aprì bene il palmo,
su cui la fiamma volteggiava
allegramente. Socchiuse la bocca e soffiò verso il vaso di
fiori che stava in
mezzo al tavolo della mensa. I fiori presero fuoco, che lui spense
velocemente
con uno schiocco di dita.
“WOW! Zayn, sei
forte!” si congratulò Rose.
Fu il turno di Louis, che
toccò la superficie
d’acqua nel bicchiere. Tracciò un percorso in aria
con il dito, che subito
venne seguito da una sottile cordicella d’acqua.
Tracciò come un cuore, che
fece addolcire Rose.
“Che dolce, Lou,
grazie!” disse sorridente.
Niall conosceva bene i limiti di
Louis. Fu lui,
infatti, a gelare con un gesto della mano, il cuore, pronto a
infrangersi sotto
i nostri occhi.
“Niall?” chiese
confusa Rose.
“Louis… deve
ancora mettere a frutto il totale
controllo” rispose, impaurito della reazione
dell’amico.
“Come me! – ne
sembrava felice… - E tu? Liam,
cosa sai fare?”
Liam fissò per qualche
secondo il bicchiere, da
cui usciva il pezzo di ghiaccio. Dopo poco questo si
rovesciò e iniziò ad
avanzare fino a cadere perterra e spaccarsi.
“Non avresti
dovuto” gli ricordai.
Tutte le volte che si concentrava
su qualcosa di
troppo pesante, come ad esempio un bicchiere pieno di ghiaccio,
appunto, gli
veniva un forte malditesta. Per quanto poco durasse, lo faceva comunque
soffrire.
“Harry, tu quanto puoi
correre veloce?”
“Per ora raggiungo i
cento… all’ora”
“Per lui non è
il quanto veloce – precisò a mio
sfavore Louis – ma per quanto tempo!”
“Cosa intende,
Harry?”
Sembrava divertita dal fatto che
anche io avessi
dei limiti.
“Beh… diciamo
che tre o quattro minuti e sono
già sfinito” ammisi sbuffando.
“Come fai a vedere il
futuro?” chiese Niall,
incuriosito.
“Anche io ho i miei
limiti. Faccio fatica a
vedere quello che accadrà agli altri, mentre è
come naturale poter vedere cosa
accadrà a me. Sapere cosa mi riserva il futuro, o anche solo
pochi secondi
dopo. È come se vivessi in un’epoca lontana,
perché mi perdo nello scoprire il
mio futuro…”
“Ma il futuro
è sempre lo stesso… Non ti stanchi
mai di vedere sempre le stesse cose?” chiese intrigato Louis.
“Lou, il futuro cambia a
seconda delle decisioni
che prendiamo. Cambia la decisione, cambia la visione. E poi io non so
mai
quando accadrà quello che vedo”
“Ora basta, lei
è mia!” dissi avido.
Le presi la mano e la obbligai a
seguirmi, sotto
gli occhi divertiti dei nostri amici.
Arrivammo fino a un vicolo cieco,
nascosto da
due edifici. La palestra e l’area ricreazione.
“Cosa vuoi?” mi
domandò scocciata.
“Perché con
loro sei così dolce e carina, mentre
con me sei acida, distaccata e quant’altro?”
“Che ti frega?”
“Tu mi piaci, Rose, mi
piaci davvero!”
Abbassò lo sguardo.
“Anche tu mi
piaci” sussurrò. “Ma solo un
po’”
aggiunse.
“Cosa ti costa trattarmi
bene, chiamarmi per
nome?”
“Non voglio che tu pensa
di avere qualche
speranza con me!” sembrava stesse gridando.
“Rose! Non mi arrendo io.
Voglio sapere perché.”
“Non voglio metterti in
pericolo”
“Potevi trovare una scusa
più convincente…”
dissi sorridendo.
“La prossima
volta” disse, spintonandomi e
sorpassandomi.
“Rose non mi
arrendo!” le urlai, nonostante
ormai fosse lontana.
Sentii pulsarmi la testa, una forte
fitta, come
un ‘bip’ terribilmente lungo e acuto. Non ero
l’unico, la vidi in lontananza
inginocchiarsi a terra e portare le mani alla testa.
A me passò in fretta, ma
non a Rose. Le corsi
incontro e la aiutai a rialzarsi, ma non stava affatto bene. Dopo pochi
secondi
passò anche a lei.
Si scrollò le mie mani
di dosso e continuò per
la sua strada.
Che pericolo potevo correre? Ormai
ci ero
dentro, l’avrei difesa finché fiato non avrebbe
lasciato il mio corpo, che lei
lo accettasse o meno.
Sentì Hugmun
contattarmi, quindi certamente
aveva chiamato anche gli altri.
Raggiunsi i ragazzi al chiosco e ci
avviammo
verso la presidenza.
L’ufficio era tipicamente
arredato con quadri,
scrivania di legno, sedia girevole e chi più ne ha
più ne metta! Era molto
arieggiato e luminoso.
Rose ci raggiunse quasi subito.
Come l’ultima visita al
professor Hugmun, fu
Zayn a chiudere la porta antica in legno di acero.
“Poco fa ho provato a
contattarvi e, credo, che
ci stesse provando anche mio fratello Alvin. Spero che non abbia
sentito
l’interferenza come l’ho sentita io, ma per essere
previdenti, vi aiuterò io
stesso ad ampliare più velocemente le vostre
capacità. Sarà doloroso, lungo e
stancante. Ma non posso permettere che quando lui arriverà
voi non siate
pronti.”
“Quando
incominciamo?” chiesi.
“Ora.”
***
Eravamo nel vasto campo da baseball
dell’istituto. Con molti attrezzi, se si può
definirli così, tra cui una pompa
dell’acqua, l’accendino di Zayn e delle palle da
tennis.
“Louis, incominci
tu” sentenziò il prof.
“Cosa devo
fare?” chiese disorientato.
“Beh… -
raccolse la pompa dell’acqua da terra –
devi bloccare l’acqua”
Aprì di colpo la pompa.
Louis posizionò le mani
in avanti e la bloccò.
Subito dopo Hugmun spense la pompa.
“Louis, tieni
l’acqua ferma!” gli ordinò.
“Niall
ora la devi congelare. Tutta, non solo la superficie. Tu, Liam devi
tenerla su,
in modo che fluttui, perché appena diventerà
ghiaccio Louis non potrà più
tenerla”
Niall si concentrò bene
sulla bolla d’acqua
svolazzante.
“Non ci riesco! Devo
toccarla!” supplicò.
Il professore annuì,
così Nialler si avvicinò
alla bolla e la sfiorò con la punta dell’indice
sinistro.
La bolla iniziò a
solidificarsi, ma era solo un
sottile strato di brina, credo.
Divenne sempre più
pensante, a vedere le
espressioni di Louis e Liam.
Quando fu un pezzo di ghiaccio ci
pensò Zayn a
scioglierlo, con l’aiuto del suo accendino.
L’allenamento si
riprodusse tale quale per
numerosi giorni, ma i miglioramenti erano ben visibili.
Io anche stavo migliorando. Ogni
giorno dovevo
correre fino a che non rimanevo senza forze, e dopo poche settimane fui
in
grado di tenere il ritmo più veloce, con Rose alle spalle,
per quaranta minuti.
Ma i nostri esercizi erano niente,
confronto a
quelli che doveva fare Rose. Hugmun la obbligava nel vero senso della
parola, a
migliorare. Ora vedeva anche ciò che qualcuno aveva subito
in passato, ma ad Hugmun
interessava il presente, per poter intercettare qualcuno vicino a Alvin.
“Harry non ce la faccio
più!” mi disse due
settimane dopo il primo allenamento.
“Rose, devi riuscirti!
Altrimenti non sapremo
dove trovarlo!”
“Styles.. non ti ci
mettere anche tu, dai!!”
“Mi ci metto eccome!
Dobbiamo farlo fuori, prima
che diventi troppo forte!”
Sbuffò.
Tempo dopo, Hugmun ci
lasciò un giorno di
meritato riposo. Per me sarebbe anche andata bene una settimana.
“Usciamo?”
chiesi a Rose, quella sera.
“Come amici”
“Come
amici…” ripetei sbuffando.
Andammo nella sala giochi del
campus. Lei si
sedette a una machine.
“Non vale!” la
sgridai.
“Sshhh, almeno prendo un
po’ di gettoni!”
Non avevo mai conosciuto questa
Rose. Quella che
si divertiva e che barava nei giochi. Me la immaginavo disgustata da
una sala
giochi, invece eccola lì, a camminare intorno alle varie
macchinette ruba-soldi
come se si fosse sempre aggirata lì. Era come un luogo
conosciuto, familiare,
dove poteva mostrare il suo lato mascolino.
La guardavo sorridendo tipo ebete
mentre si
aggirava tra quelle scatolette di alluminio.
Le sfiorava come per sentire quale
fosse quella
più fortunata.
Ne scelse una, ci si sedette e
tirò la
manovella. Senza neanche fingere di essere stupita quando iniziarono a
scendere
i numerosi gettoni, mi chiese un bicchiere per metterceli dentro.
Passammo la serata a barare e a
giocare.
Fu divertente ed esilarante,
soprattutto perché
ero con lei e questo rendeva tutto più magico.
OKAY.
ANCHE OGGI ECCOVI
UN CAPITOLO (ok fa schifo). IL PROSSIMO PERO' SARA' PIU' BELLO, SPERO
CHE VI PIACCIA. SUCCEDERA' UNA COSA CHE NON CREDO ORA VI IMMAGINIATE.
DI QUESTO
CAPITOLO, COSA NE PENSATE? AVETE IMMAGINATO TUTTO? QUALCOSA NON VI E'
PIACIUTO O, AL CONTRARIO, VI E' PIACIUNTO PARTICOLARMENTE? SONO MOLTO
CURIOSA DI SAPERE COSA NE PENSATE!!!
AL PROSSIMO
CAPITOLO, VALE XX
#NEVERSAYNEVER
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Capitolo 6 *** Il primo di una lunga serie di attacchi. ***
Superhuman – VI
Il primo di una lunga serie di attacchi.
Come al solito ero in ritardo per le lezioni. Erano passati due mesi dall’inizio degli allenamenti, e ogni volta facevo ritardo alla prima lezione della mattinata, perché dormivo troppo.
Ognuno di noi era terribilmente più forte, tanto da essere quasi temuti dai nostri stessi compagni.
Entrai in classe, ma notai che il banco accanto a Perrie era vuoto. Rose non c’era.
Prima di farmi vedere dalla professoressa chiesi a Perrie dov’era la rossa, ma lei mi rispose con un’alzata di spalle.
Mi nascosi dietro la porta e mi sfilai per il corridoio. Corsi verso l’uscita e andai a cercare Rose. Girai tutto il campus prima di vedere una figura pallida e bellissima, dal viso malinconico e rigato da fiumi di lacrime, che ne bagnavano i bellissimi zigomi. Stava tranquilla, con le gambe piegate, su una tettoia. Entrai nella biblioteca e salii le scale di emergenza, per raggiungerla.
Giunsi a una soffitta impolverata, piena di vecchi libri inutilizzati. Tranne uno, aperto a metà, caratterizzato da una copertina giallastra e le pagine nere di inchiostro, poggiato sul pavimento davanti ad una vecchia poltrona rossa, che si faceva spazio in mezzo alla stanza.
Intorno vi erano solo pile su pile di vecchi libri antichi, alcune coperte da piccole lenzuola sporche, che forse una volta potevano essere bianche.
Notai davanti a me delle tende svolazzare davanti a una grande finestra spalancata.
Uscii sul tetto della biblioteca grazie a questo varco un po’ speciale.
Appena feci spuntare la mia testa fuori dalla finestra. Subito notai due grossi occhi verdi a guardarmi tristi, ma anche incuriositi dalla mia visita in un simile posto.
Rose si asciugò con il palmo della mano le guance umide, poi si rivolse a me:
“Dovresti essere a lezione” mi disse indignata.
“Anche tu, sai?”
“Non fare lo spiritoso. Hugmun mi ha dato il permesso. Io qui ci posso stare, mentre tu no”
“Basta non dirlo a nessuno”
“E se cadi?”
“Sono velocissimo, posso iniziare a correre appena toccato il suolo”
Tornò a guardare davanti a sé. Non c’era nulla. Si vedeva solo benissimo l’orizzonte. Il sole non le sfiorava nemmeno la pelle bianca, e le nuvole stavano lontane, dove poco prima le aveva lasciate la pioggia.
“Perché piangi?” chiesi, senza nemmeno pensare ad avere un po’ di tatto.
“Non sto piangendo”
“Sono le cipolle, allora”
“Non fare lo spiritoso, Styles”
“Scusa”
“Mi manca casa… Il cibo di qui non è nulla confronto alle ottime lasagne di mia madre, alle frittelle di prima mattina, al caffè che prendevo con le mie amiche in centro. Mi manca tutto dell’America. Vorrei vedere te a mollare tutto qui e trasferirti laggiù. Non ha nulla a che vedere con il tuo mondo”
“Lo so”
Si girò verso di me. Gli occhi lucidi mi squadravano, come a controllare se fossi davvero io. Sbatté le palpebre e una lacrima cadde a rigarle il viso.
Avvicinai la mia mano alla sua guancia, che asciugai con la punta del pollice.
La avvicinai a me e ci abbracciammo.
“Batte forte il tuo cuore” notò.
“Succede solo con te”
Lentamente iniziai a baciarle il collo, non fece resistenza. Le spostai leggermente i capelli per arrivare all’orecchio e lentamente raggiungere i lati della bocca.
Rose spostò un piede, muovendo una mattonella. Si mosse ancora.
“Rose!” dissi appena in tempo, quando notai il piede di Rose scivolare verso il suolo. “Devi stare attenta!”
Per poco non sarebbe scivolata.
Il cuore mi batteva a mille. Solo il pensiero che lei potesse morire… sotto i miei occhi… non mi andava giù.
Eppure questo era niente. Niente confronto a quello che sarebbe accaduto se non avessimo sconfitto Alvin Hugmun.
“Come mai non lo hai visto? Di solito tu non corri pericoli perché li prevedi”
“Credo di essermi distratta”
Si mise a posto dietro l’orecchio un ricciolino ribelle, rimasto poco prima sugli occhi.
Le presi la mano e la invitai a seguirmi all’interno della soffitta.
“E’ un posto piuttosto strano, questo”
“Perché? Io lo trovo molto rilassante, mi ricorda la soffitta di casa mia”
“Ma… la tua camera dovrebbe avere dei tratti di casa tua”
“Beh… diciamo che preferisco stare qui”
Mi chinai a raccogliere il libro dalle pagine ingiallite.
Era straordinariamente leggero, come se non fosse vero. Aria pura.
Mi avvicinai a Rose, con in mano quell’oggettino che andava osservato, per essere sicuri che ci fosse ancora. Non lo sentivo sul mio palmo. Poteva dissolversi nell’aria senza che io me ne accorgessi.
“Cos’è?” chiesi a Rose.
“Oh, nulla… Solo un antico manufatto. Me l’ha dato Hugmun, ma credo mi abbia presa in giro”
“Perché dici così?”
“E’ sicuramente un ologramma. Troppo leggero. Come se fosse un’allucinazione. Poi guarda la calligrafia. Non ha nulla a che vedere con una scrittura moderna o qualcosa di simile. È totalmente diversa, come se non fosse neanche del medioevo. Le pagine, poi, troppo sottili, di un materiale che oramai non esiste più da secoli”
“Forte! Sai un sacco di cose sui.. libri?! Credevo di conoscerti…”
“Non mi conosci affatto”
Mi strappò il libro dalle mani e lo andò a posare in uno scaffale molto impolverato, ma quasi invisibile, se non lo si cerca. Era in un angolo, di un colore identico alla parete grigia.
“E’ questo che mi preoccupa – confessai - …più sto con te, più sono sicuro di quanto ti possa conoscere. Eppure non so nulla di te”
“Nulla” ripeté.
“In più – continuai – ti ostini a starmi alla larga. Ma in fondo non lo vuoi”
“Cosa intendi dire?” si voltò di scatto, come se avessi scoperto chissà quale suo segreto.
“Poco fa, quel bacio. È significato qualcosa. Non hai opposto resistenza”
Alzò gli occhi verdi al cielo, fino a tornare ad incrociare i miei.
“Non volevo deluderti troppo”
Sentimmo all’improvviso un botto. Come un tuono o un’esplosione.
“Cos’è stato??” chiesi d’istinto.
Corremmo alla finestra, fino a intravedere un cielo nero, completamente, pieno di nubi. Illuminato appena da qualche fulmine, e alcune fiamme che giravano spaventate, create sicuramente da Zayn.
Ci sporgemmo dalla finestra, finchè una pioggerella fine e fresca non iniziò a sfiorarci la nuca.
“Harry!”
Mi avvertì in tempo Rose, quando un corvo nero come la pece tentò di colpirci.
I tuoni continuavano a suonare a intermittenza.
Chiudemmo svelti la finestra e corremmo al piano di sotto della biblioteca. La donna spaventata correva da una parte all’altra degli enormi scaffali, sistemando libri su libri.
“Cos’ha da spaventarsi tanto per due tuoni?!”
Chiesi ironicamente a Rose.
La rossa mi guardò disgustata e mi accorsi del motivo solo quando anche io iniziai a sentire quella leggera puzza di bruciato, che diventava sempre più forte.
Corremmo verso l’uscita. Quando fummo davanti alla porta principale, una grande fiamma prese il sopravvento, chiudendo la via d’uscita.
“Harry…”
Rose attirò la mia attenzione, quando la vidi massaggiarsi le tempie.
“Non ora, Rose! Dobbiamo scappare da qui!”
Prendemmo un corridoio buio, che stava appena alla sinistra dell’uscio.
Entrammo in una stanza circolare, con scaffali enormi a circondarci.
La quantità di libri colorati era disumana. L’altezza della torre era incalcolabile, non si vedeva nemmeno la fine di quel tunnel verticale!
Chiusi a chiave la porta.
“Harry, ora mi devi stare a sentire…” mi disse Rose.
“Hai visto qualcosa?”
“No Harry. Io sto vedendo qualcosa”
“Cosa intendi, rossa??”
“Fuori c’è il caos! Gli studenti stanno correndo ovunque, e mutanti del nostro livello stanno scatenando paura e terrore”
“Non siamo pronti per affrontare Alvin! I ragazzi? Come stanno i ragazzi??” le domandai in preda al panico.
Lo sguardo era perso nel vuoto, gli occhi non erano più di quel verde che tanto mi faceva sognare. Erano diventati neri e intensi. Completamente vuoti.
“Loro stanno… bene… Stanno aiutando gli studenti del primo anno. Stanno andando alla grande!” disse quasi sorridendo.
“Rose, tu riesci a vedere dove siamo noi?”
“No… Io non vedo nulla e non so come uscire dalla visione!”
Iniziò a spaventarsi anche lei. Stava sudando.
“Okay, allora devi salire sulla mia schiena e reggerti forte. Non ci sono altre vie d’uscita se non attraversare il fuoco”
“Non scherzare, Harry”
L’aiutai a sistemarsi sulla mia schiena.
Aprii la porta; una folata di fumo ci venne addosso. Era impossibile respirare, ormai.
*Rose*
“Presto, metti il naso nel colletto della maglia!” mi consigliò Harry.
La situazione era delle peggiori. La visione non faceva che darmi alla testa.
Ragazzi innocenti che per colpa mia correvano di qua e di là per sfuggire alla morte certa.
Cercai con la mano il colletto e lo misi fin sopra al naso.
“Chiudi gli occhi, Rose. Il fumo potrebbe rovinarti la vista”
Non capivo se avevo o no le palpebre aperte, così li strizzai, per essere sicura che fossero chiuse.
“Vai, Harry”
Sentii uno scricchiolio della porta e subito dopo un rumore infernale. La biblioteca stava andando a pezzi. Il calore era insopportabile e lo zig zag di Harry mi stava dando alla testa.
Finalmente la visione si fermò, giusto in tempo per vedere Harry saltare ad un’incredibile velocita le fiamme.
Quando fummo fuori l’edificio cadde tra le fiamme.
Harry si fermò. Era senza forze e, senza neanche mettermi giù, si sdraiò a terra. Solo dopo poco mi accorsi che era privo di sensi.
La folla che correva da tutte le parti era in delirio. Spingevano, scappavano. Ma da cosa?
Scossi il ricciolino. Prima leggermente, poi sempre più forte, presa dalla paura.
Era molto sporco. I colori della pelle erano un misto di rosa e cenere.
*Harry*
Quando aprii gli occhi mi ritrovai davanti la visione più bella.
“Siamo morti?” chiesi mezzo addormentato.
All’improvviso mi ricordai del caos in mezzo a noi e fu allora che capii che eravamo vivi. Vivissimi.
“Harry, tirati su! Dobbiamo andare dai ragazzi! Niall è ferito”
“Cosa?!”
Mi tirai velocemente su fino a posizionarmi davanti ai suoi occhi, che finalmente brillavano di una luce, anche se debole.
“Dobbiamo correre!” sentenziai.
La presi di nuovo a spalle.
“In palestra, Harry, svelto!”
Iniziai a correre velocissimo, schivando qualsiasi personaggio mi capitasse davanti.
Scrutai con la coda dell’occhio l’espressione di Rose. Aveva la testa chinata sul mio collo, con gli occhi chiusi e la cenere che le donava colore al viso.
Arrivai davanti alla palestra e frenai, appena mi accorsi che dei ragazzi non c’era traccia.
“Dove, Rose?”
“Nell’angolo… il vicolo cieco qui vicino”
La misi giù e corremmo insieme verso sinistra, fino a raggiungere il vicolo.
In lontananza vidi Liam, vicino a Niall, sdraiato per terra.
Ci avvicinammo velocemente a loro.
Rose si inginocchiò accanto al biondo.
Era sudatissimo. Gli occhi erano lucidi e sia lui che Liam avevano le mani sporche di sangue.
“Cos’è successo?” chiesi svelto.
Liam girò lo sguardo verso di me. Si alzò in piedi, chiedendo a Rose di mettere la mano sul collo di Niall, sopra la grossa ferita.
Non solo lì sanguinava. Il braccio era bendato e la caviglia era gonfia.
“Uno di loro… era estremamente forte. Lo ha stretto per il collo. L’ha alzato da terra e lo ha praticamente lanciato su una colonna di pietra, una di quelle che teneva su il portico. La colonna si è spezzata, bloccando sotto di essa la caviglia di Niall”
“Menomale che c’eri tu! E gli altri?”
“Non lo so!”
Mi gettai a fianco di Niall. Gli chiesi di stringermi la mano, ma era troppo debole per farlo. La riusciva a malapena a tenerla su.
“Posso chiederti un favore?” mi disse a fin di voce.
“No, Niall”
“Ti prego”
“Tanto non muori”
“Harry” mi chiamò Rose.
“Dimmi”
“Hugmun”
Cavolo!
“Liam, devi stare tu con Niall”
“Voglio venire con voi. Voglio aiutarvi!”
“Non posso lasciare Rose con Niall. Se Alvin fosse qui la cercherebbe, e ci finirebbe di mezzo Niall!”
“Fate in fretta” si raccomandò Liam.
Ciao a tutti! Alllora, innanzitutto grazie mille per le recensioni, in secondo luogo spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto! Vediamo se riusciamo a raggiungere le 5 recensioni prima di pubblicare il prossimo! Ciao, vi voglio bene <3
Vale xx
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