Un pomeriggio come tanti

di luciaorlandolove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Passione ***
Capitolo 2: *** ...e adesso? ***
Capitolo 3: *** Sguardi ***
Capitolo 4: *** Confessione ***
Capitolo 5: *** Insieme ***



Capitolo 1
*** Passione ***


Ho scritto questa FF pensando ai momenti successivi al bacio sulla pista di pattinaggio. Pubblicata nel 2011 nel RisRomaForumFree, è stata leggermente revisionata. È la prima che scrivo, siate clementi.

 [I personaggi non mi appartengono, sono proprietà della TaoDue, nessun copyright è stato infranto] 


Erano ancora lì, al centro della pista di pattinaggio, che si guardavano negli occhi. Il mondo in quel momento si era fermato e tutto era perfetto.

“Ti ricordi? Mi devi una cena” sussurrò Lucia all'orecchio di Orlando, rompendo l'incantesimo.

Lui sorrise “non l'ho dimenticato capitano, ma sono solo le quattro di pomeriggio, per l'ora di cena c'è tempo e....” Lucia non gli fece finire la frase “e allora andiamo a casa mia!”

L'ascensore non si era del tutto chiuso che ripresero a baciarsi come due adolescenti al loro primo appuntamento, giunti al piano, cercarono di ricomporsi temendo di incontrare qualcuno, ma per fortuna il palazzo sembrava deserto.

Il tempo di chiudersi la porta alle spalle ed ora, sicuri di essere lontani da occhi indiscreti, ripresero a baciarsi voracemente, mentre si liberavano degli indumenti che in quel momento erano solo d’impaccio.

Sentivano entrambi la necessità di recuperare il tempo perso, lui perché aveva dovuto faticare non poco per conquistare prima la fiducia, poi il cuore del suo bel capitano, lei perché aveva giudicato male quel tenente che le era stato imposto da Abrami, si sentiva in colpa perché gli aveva procurato non poche noie al lavoro a causa dei suoi pregiudizi e, soprattutto, non credeva che, dopo Alex, si sarebbe mai più innamorata.

Erano arrivati davanti l'uscio della stanza da letto, erano ansimanti ed accaldati, con poca roba addosso, si staccarono per riprendere fiato, Orlando la guardò negli occhi “Lucia , io....” “shhhhh, non dire niente, per parlare c'è tempo...” disse lei tirandolo nella stanza afferrandolo dalla cintura dei pantaloni.

In quel preciso istante, qualsiasi tentativo di razionalizzare quello che stava accadendo, cedette il passo alla passione e al desiderio di diventare l'uno parte dell'altra, completandosi a vicenda nel corpo e nell'anima.

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Capitolo 2
*** ...e adesso? ***


Ho scritto questa FF pensando ai momenti successivi al bacio sulla pista di pattinaggio. Pubblicata nel 2011 nel RisRomaForumFree, è stata leggermente revisionata. È la prima che scrivo, siate clementi.

 [I personaggi non mi appartengono, sono proprietà della TaoDue, nessun copyright è stato infranto] 


Quanto tempo era passato?

Un’ora?

Un giorno?

Un mese?

Erano rimasti abbracciati nella penombra della stanza, in silenzio, ascoltando il rumore dei loro respiri e del battito dei loro cuori che ritornava ad essere sempre più regolare.

Erano diventati amanti, come fosse stata la cosa più naturale di questo mondo, nessun imbarazzo, nessuna forzatura, nulla da recriminare. Probabilmente era scritto da qualche parte che doveva succedere ed ora che il fato si era compiuto, intorno a loro era scesa una quiete quasi irreale.

Fu Orlando a rompere il silenzio “....e adesso?”
“adesso cosa?” rispose Lucia
“beh, mi pare che le cose tra noi sono cambiate, dubito che potremo tornare allo status quo che c’era fino a questa mattina” disse Orlando guardandola dritto negli occhi.
“Tu cosa ti aspetti da ora in poi?” replicò lei, reggendo senza problemi lo sguardo del suo amante.
“Ahhh, semplice capitano, domani ci sposiamo e poi ci mettiamo subito all’opera…te l’ho detto che voglio almeno una mezza dozzina di marmocchi che girano per casa?” disse lui ridendo per allentare la tensione.

Lucia, all’improvviso arrossì, santo cielo, era successo tutto così in fretta e senza premeditazione che non avevano preso precauzioni, si erano concessi l’uno all’altra senza remora alcuna.

Si strinse al petto di Orlando cercando di nascondere il viso, temeva che lui, potesse capire il motivo di quell’attimo di paura che le era balenato per la mente.

Respirò profondamente, in fondo era un timore infondato, adesso c’erano altri argomenti ben più importanti ed impellenti da affrontare.

Era giusto parlare di ciò che sarebbe stato di loro, del fatto che da quello che era successo non si poteva tornare indietro, che l’arma aveva rigide regole riguardo i rapporti interpersonali tra uomini e donne e che uno era il subordinato dell’altra. Quindi era giusto affrontare l’argomento a mente serena e ciò Lucia lo capì al volo, scorgendo nello sguardo di Orlando quella luce che solo una persona innamorata può vedere negli occhi dell’amato.

“Ok, allora che ne pensi se ci ricomponessimo e ne discutessimo davanti ad una tazza di caffè bello forte?” disse Lucia mentre cercava di recuperare la biancheria dal pavimento.

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Capitolo 3
*** Sguardi ***


Ho scritto questa FF pensando ai momenti successivi al bacio sulla pista di pattinaggio. Pubblicata nel 2011 nel RisRomaForumFree, è stata leggermente revisionata. È la prima che scrivo, siate clementi.

 [I personaggi non mi appartengono, sono proprietà della TaoDue, nessun copyright è stato infranto] 


Un odore inconfondibile si sparse per tutta la casa, mentre Lucia e Orlando seduti l’uno di fronte all’altra, sorseggiavano con calma il loro caffè.
“Comincio io” disse Orlando “anche perché non ho molto da dire… la verità è che ti ho amata dal primo momento che ti ho vista e che da allora, il mio unico scopo è stato quello di conquistarti. Ammetto che c’è stato un momento che stavo per rinunciare, la tua ostilità nei miei confronti era diventata una barriera insormontabile che si rinforzava ogni giorno di più. Poi, quando mi hai chiesto aiuto per lo stalker, ho ricominciato a sperare ed eccomi qua. Sappi che se anche tu lo vuoi, oggi può segnare l’inizio di qualcosa di davvero importante. Io con te faccio sul serio!” concluse tutto d’un fiato.

Lucia finì di sorseggiare il suo caffè, pose la tazzina, prese le mani di Orlando tra le sue e lo guardò dritto negli occhi “hai ragione, all’inizio ti detestavo per colpa del tuo sguardo…”
”ìl mio sguardo?” disse Orlando con aria sorniona
“cerca di capire, eri un perfetto estraneo e mi guardavi come se volessi fare una radiografia alla mia anima… se in quel momento mi fossi trovata nuda davanti a te, forse non avrei provato tanto imbarazzo, non mi sarei sentita così esposta… il sapere che tu potevi leggere ogni mio pensiero, anche il più intimo, mi metteva a disagio e allora ho reagito con ostilità. Più ti tenevo lontano, più ti rendevo il lavoro difficile, meno probabilità avevo che mi potessi avvicinare e scrutare nel mio animo”
“Dovevo sembrarti una specie di psicopatico dotato di superpoteri ” disse sorridendo Orlando, mentre le accarezzava le mani
“già… ma per fortuna ti chiesi aiuto per lo stalker e da quel momento iniziai ad apprezzare le tue doti nascoste” rispose Lucia con un timido sorriso
“io non ho doti nascoste, caro il mio capitano, sono così, meravigliosamente perfetto sin dalla nascita, sappilo!” replicò Orlando, scoppiando in una fragorosa risata.
“A proposito della tua nascita, non so niente del tuo passato, so solo quello che ho letto sul curriculum e che abiti con Daniele… non hai una casa? non ti ho mai sentito parlare della tua famiglia… c’è qualcosa che mi nascondi? qualcosa che vuoi che non sappia?”

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Capitolo 4
*** Confessione ***


Ho scritto questa FF pensando ai momenti successivi al bacio sulla pista di pattinaggio. Pubblicata nel 2011 nel RisRomaForumFree, è stata leggermente revisionata. È la prima che scrivo, siate clementi.

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Appena pronunciate queste parole, a Lucia sembrò che, per un istante, lo sguardo limpido di Orlando si velasse di malinconia

“beh, il motivo per cui non ho mai parlato della mia famiglia è perché non ce l’ho…. vedi, io sono nato che i miei genitori erano avanti con l’età, avevano già due figli grandicelli e io sono arrivato inaspettatamente, ma sono diventato subito il cucciolo della famiglia. Avevo quattro anni, quando un banale incidente stradale li uccise tutti… io sono l’unico sopravvissuto. Non ricordo praticamente niente, so solo che mi tirarono fuori da un ammasso di lamiere praticamente illeso, i soccorritori non si spiegarono come sia potuto accadere, posso solo dire che sono un miracolato”
si fermò a riprendere fiato, parlare di questo episodio, nonostante il tempo, gli faceva ancora male
“il fatto di avere avuto genitori non giovanissimi non fu d’aiuto per chi si occupò di me. Mia madre non aveva parenti e mio padre aveva un fratello più grande al quale fui affidato, ma che mi tenne con sé per poco, perché nel giro di pochi anni lui e la moglie si ammalarono e morirono. Da allora iniziò il calvario delle famiglie in affidamento ed è da quell’esperienza che ho imparato ad essere schietto e sincero tanto da sembrare brutale, perché la ritenevo l’unica forma di difesa che potessi sviluppare verso il mondo degli adulti, che in quelle circostanze, mi appariva falso e crudele”

Lucia lo ascoltava con gli occhi lucidi, quando doveva aver sofferto da bambino l’uomo che si trovava davanti e che amava con tutta se stessa?

“Mi feci presto la reputazione di soggetto difficile e i miei tutori, pensarono di darmi una raddrizzata, mettendomi in seminario… invece fu la mia salvezza. C’era un sacerdote, don Mario, che aveva una passato molto simile al mio e che comprese perfettamente l’origine del mio disagio. In quegli anni, da lui ricevetti un grande supporto, mi insegnò a trasformare la mia rabbia ed il mio rancore verso il mondo, in energia positiva. Mi insegnò a coltivare e a valorizzare le doti che avevo e, quando divenni maggiorenne ed economicamente indipendente, grazie all’eredità che mi avavano lasciato i miei, fui in grado di decidere serenamente del mio futuro.”

Lucia lo guardava attonita “aspetta.... tu sei stato in seminario? Mi stai dicendo che ho appena fatto sesso con un prete mancato? Siamo come Meggie e padre Ralph*?” aggiunse l’ultima domanda con tono scherzoso, per allentare la tensione

“ma che vai a pensare?” rispose Orlando ridendo, “non ho mai avuto nessuna vocazione, lì dentro mi ci hanno mandato senza interpellarmi, ma ho avuto la fortuna di cogliere il meglio da un’esperienza che poteva diventare l’ennesimo supplizio. Ho avuto modo di studiare con metodo e regolarità e così ho potuto scegliere con cognizione di causa in che direzione volevo portare i miei studi”,
“ …e così hai scelto psicologia..” lo anticipò Lucia.
“Già… ed è a questo punto della storia che entra in scena Lisa” chiosò Orlando, tirando un lungo respiro.



*Meggie e padre Ralph sono i protagonisti di Uccelli di Rovo, il romanzo più famoso della scrittrice australiana Colleen McCullough, dal quale negli anni '80 fu tratto il celeberrimo sceneggiato con Richard Chamberlain e Rachel Ward

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Capitolo 5
*** Insieme ***


Ho scritto questa FF pensando ai momenti successivi al bacio sulla pista di pattinaggio. Pubblicata nel 2011 nel RisRomaForumFree, è stata leggermente revisionata. È la prima che scrivo, siate clementi.

 [I personaggi non mi appartengono, sono proprietà della TaoDue, nessun copyright è stato infranto] 


“Chi è Lisa?” chiese incuriosita Lucia,
“è la mia ex moglie” rispose secco Orlando.

A Lucia sembrò di avere la lingua paralizzata, perché quella rivelazione la lasciò marmorizzata.

“Ti spiego… era una mia compagna di facoltà, avevamo lo stesso programma di studi e ci si incontrava praticamente ad ogni lezione. Entrammo subito in sintonia, stavo bene con lei, mi sentivo sereno e così, l’aspirazione di avere finalmente una famiglia tutta mia, divenne un desiderio così forte che ci sposammo alla fine del primo anno di università. Avevamo entrambi vent’anni e non sapevamo nulla o quasi nulla della vita, avevamo scambiato un’infatuazione per il grande amore ed un giorno ci siamo ritrovati a guardarci come due persone che non avevano più nulla da dirsi. Non ci furono drammi, recriminazioni o scenate isteriche, ci separammo da buoni amici, i nostri rapporti sono rimasti più che civili. Dopo la laurea ottenemmo il divorzio e per quello che so, adesso vive al nord, si è felicemente risposata e ha avuto anche dei figli”

Lucia si sentiva ancora frastornata da una simile rivelazione e non riusciva ad articolare alcun suono, a quel punto Orlando si alzò e le andò vicino
“cos’hai? Il gatto ti ma mangiato la lingua?” le chiese quasi sottovoce
“no…è che…non credevo…tu sposato…beh, si, insomma…..” rispose Lucia, con voce incerta
“è tutto passato, è roba successa dieci anni fa, mi hai chiesto del mio passato, te l’ho raccontato, ma non possiamo farci condizionare da esso, non devi preoccuparti…è finita!”

Orlando pronunciò queste parole con una tale enfasi e con uno sguardo talmente cristallino che Lucia non potè far altro che credergli
“tenente, le ho detto che lei è un libro aperto?”
“si, capitano ed ha aggiunto che era il motivo per cui non mi sopportava” proseguì lui con tono canzonatorio
“strano” ribattè Lucia ”invece è stato per questo che mi sono innamorata di te!”

I loro visi erano vicinissimi e avvertivano chiaramente il calore dei respiri sulla pelle,
“già, capitano, a tal proposito, mi dice come, dove, quando e perché si è accorta che il sottoscritto non le era indifferente? Così tanto per curiosità” chiese Orlando abbozzando un mezzo sorriso e guardandola negli occhi
“se vuoi posso dirti il momento esatto: è stato quando mi hai liberato da Samule...ti ricordi che mi abbracciasti per rassicurarmi che era tutto finito? È stato allora che ho capito che avevo perso la mia battaglia, che le mie stupide autodifese erano crollate, che Alex era il passato e che in quel momento c’eri tu a proteggermi, a consolarmi e a sostenermi. Ho capito che potevo guardare al domani con ottimismo, che ero stata una sciocca nel farmi accecare dai pregiudizi e che forse il futuro, per me, aveva in serbo ancora qualche sorpresa.”

Appena finì a pronunciare quelle parole, venne avvolta da un bacio, lungo, languido e appassionato che le spezzò il fiato.

Si staccarono per fare rifornimento d’ossigeno
“dobbiamo pensare a come affrontare questa cosa al lavoro” sussurrò Lucia
“ci penseremo con calma, non credo sia il caso di affiggere i manifesti per tutto il RIS…. sai, devo ancora realizzare io quello che è successo oggi, figurati se posso avere sufficiente lucidità per dirlo agli altri! E poi dobbiamo affrontare la questione con Abrami, ci sono delle regole, lo sai… spero che ci possa capire e venirci incontro.” rispose dolcemente Orlando.
“Tenente, devo darti ragione per stavolta, però non montarti la testa, ti ricordo che sono ancora io il tuo capitano e sono io quella che impartisce gli ordini”, lo provocò Lucia
“e quali sarebbero i tuoi ordini?” rispose Orlando stando al gioco,
“ci sarebbe quella cena in sospeso….” disse languidamente Lucia
“oh, lo so, ma ci sono dei ristoranti aperti fino a tardi..molto tardi” ripose Orlando mentre la baciava sul collo
“e per il momento avrei una mezza ideuccia su come impiegare il tempo che manca fino ad allora…” proseguì prendendola tra le braccia ed avviandosi verso la camera da letto.

La cena, il ristorante, il lavoro, i colleghi…. tutto era così indefinito, lontano, irreale... in quel momento c’erano solo loro, il loro amore appena rivelato ed i loro cuori che battevano all’unisono…. forse per molti quello fu un pomeriggio come tanti, ma non per chi aveva appena iniziato a scrivere un nuovo capitolo della propria vita.



FINE

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