Love In Cold Blood - Amore A Sangue Freddo di Yuna Shinoda (/viewuser.php?uid=30027)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Feelingless - PROLOGO ***
Capitolo 2: *** Perdita di controllo ***
Capitolo 3: *** Risveglio ***
Capitolo 4: *** Un giro per Forks ***
Capitolo 5: *** Incomprensioni ***
Capitolo 6: *** Foresta ***
Capitolo 7: *** Dichiarazione E Delusione ***
Capitolo 8: *** La Verità ***
Capitolo 9: *** Rivalsa ***
Capitolo 10: *** Momenti di privacy ***
Capitolo 11: *** Il processo all'intenzione ***
Capitolo 12: *** L'intruso ***
Capitolo 13: *** Bisogna saper aspettare... ***
Capitolo 14: *** Rosso ***
Capitolo 15: *** Morso ***
Capitolo 16: *** Nuova Scoperta ***
Capitolo 17: *** Tutti i nodi vengono al pettine ***
Capitolo 18: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Feelingless - PROLOGO ***
...Drenched in blood, the adored and beloved
will give in to...
Love in cold blood.
Love In Cold Blood - HIM
La
routine mi stanca.
Ogni
giorno la solita storia: alle sette e trenta ho la mia macchina e i
miei
fratelli che mi aspettano per andare a scuola, arrivati lì
ci sono innumerevoli
lezioni da seguire che conosco a memoria ormai, le ho ascoltate fin
troppe
volte…
Poi
arriva l’ora di pranzo. E’ davvero difficile
fingere, ma quando sei così
diverso e così lontano dal mondo agli occhi degli umani ecco
che la difficoltà
svanisce.
Inizialmente
trovavo duro non essere me stesso, ma con i miei anni di esperienza, le
cose
sono divenute più semplici.
Posso cadere
sempre in qualche tranello che mi gioca il destino, qualche odore
sconosciuto,
sopraffino, ma tento sempre di controllarmi, tranne oggi.
La
giornata sembrava prendere una piega stranamente piatta come il resto
della
settimana, ma non appena odorai la sua scia, mi dissi che meglio di
così al
contrario non poteva andare.
Aveva
il viso a forma di cuore incorniciato da capelli non troppo lunghi
castani,
come i grandi occhi brillanti e timidi, e quella giornata
l’avrebbe resa in una
maniera eccelsa.
Non
riuscivo a contenermi, la sentivo sempre più vicina e sempre
più saporita che
si muoveva a pochi centimetri da me, se l’avessi attirata
fuori con il mio
fascino magnetico di certo non avrebbe resistito.
Naturalmente
ero molto combattuto, se la ragazza fosse scomparsa di sicuro la
città sarebbe
stata in tumulto. Come fare?
Decisi
di non esagerare.
La
volevo, la desideravo troppo, non riuscivo a stare composto
poiché avevo l’istinto
di saltarle addosso e di finirla lì, su due piedi.
Nel
tempo che restava prima della fine dell’ora decisi di pensare
a qualcosa per
far si che la ragazza restasse ancora in vita, ma che nello stesso
tempo io
soddisfacessi la mia sete… Pensai prima di non farla restare
viva.
Se si
fosse risvegliata, di sicuro avrebbe raccontato di me e dei miei
fratelli a
qualcuno, così ce ne saremmo dovuti andar via prima
dell’alba di domattina.
Ma con
il tempo, ho imparato che non bisogna uccidere gli innocenti, anche se
questi
hanno un sapore così delizioso?
Decisi
infine di fare in questo modo: l’avrei morsa, assaggiato un
po’ del suo sangue
e poi le avrei succhiato il veleno che le avevo iniettato. Nel migliore
dei
casi sarebbe stata trovata da qualcuno poche ore dopo, stanca con un
succhiotto
al collo, e si sarebbe dimenticata di tutto l’accaduto.
Io
avrei apprezzato il bouquet, e il bouquet sarebbe rimasto ancora tra i
vivi, e
sano soprattutto.
Scambio
leale, no?
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Capitolo 2 *** Perdita di controllo ***
Al
suono della campanella la salutai, doveva fidarsi di me.
- Ciao –
avevo gli occhi neri dalla sete, ma speravo in una risposta.
- Ciao –
disse timidamente.
- Sei
nuova? –
- Si,
sono arrivata oggi. –
Benissimo.
Io già sapevo queste cose. Almeno qualcuno di non troppo
conosciuto…
- Vuoi
che ti accompagni un po’ a fare un giro
dell’istituto? – sfoderai il mio
sorrisone.
- Ehm…
Se ti fa piacere… -
La vidi
imbarazzata, e un po’ mi dispiaceva ingannarla
così.
In
tutto quel tempo in cui ero stato assorto nei miei pensieri non mi ero
accorto
di una cosa strana: quella ragazza, così tremendamente
minuta e insignificante
era un ostacolo per me.
Cercavo
di leggere la sua mente, capire cosa provava standomi vicino, ma tutto
ciò che vedevo
era una pagina bianca. Mi chiedevo come mai, forse era
un’interferenza dovuta
al mio fremere dato dal momento, oppure ero troppo stanco per vederci
qualcosa.
Io, stanco? Nah! Ma se i vampiri non dormono nemmeno!
In ogni
caso non avrei dovuto perdere d’occhio quella ragazza.
La
condussi fuori, lei mi seguiva senza parlare, attratta forse dal mio
fare
felino, e dopo lungo camminare la portai nel boschetto accanto alla
scuola.
- D-dove
mi stai portando? – chiese pallida in volto.
-
Voglio mostrarti il boschetto che possiede la nostra scuola…
-
Raggiungemmo
un grande faggio che dominava il prato e mi fermai, facendola
posizionare di
fronte a me.
- Lo
sai, hai un profumo davvero delizioso… - le giravo attorno
odorandole il collo.
-
G-grazie. – Era molto impaurita, si vedeva.
Visto
che non doveva attirare testimoni, con un leggero e inoffensivo colpo
dietro la
nuca, la feci cadere ai miei piedi e mi inginocchiai.
La
stesi dritta sull’erba e piano mi avvicinai
all’incavo del suo collo… Posai i
denti nella sua calda carne e iniziai ad assaporare il dolce sapore del
suo
sangue pregiato.
La mia
cena durò poco.
Il mio
istinto aveva superato la mia razionalità, una voce che non
mi era nuova mi
sgridava con veemenza, tirandomi per un braccio.
- Edward?
Edward ma cosa fai? -
Alice,
mia sorella.
Rimasi
immobile e senza parole. Ero stato davvero io a causare tutto questo?
La mia
indole era andata oltre la ragione, il mostro che cercavo di custodire
al mio
interno per tutti questi anni si era risvegliato…
Alice
continuava a scuotermi la camicia ma non riuscivo a risponderla,
guardavo il
bianco corpo della ragazza e mi maledicevo per ciò che ero
stato in grado di
causare.
Poi
riuscì a capire qualcosa, ben presto attorno a noi si
radunarono anche Jasper,
Rosalie ed Emmett, gli altri miei fratelli.
- Alice…
No! Non posso accettare di aver fatto ciò! Ci
dev’essere un modo! Questa
ragazza non deve morire! – volevo piangere ma non
potevo… Mi sentivo come un
pentito dopo un omicidio.
In
preda al panico mi abbassai sul corpo della ragazza e poggiai la testa
sul suo
petto, per sentire il cuore, stranamente batteva ancora, anche se
debolmente.
- Senti,
batte ancora! Portiamola da Carlisle! -
Vidi
gli altri annuire, presi in spalla il piccolo corpo e corsi attraverso
la
foresta verso la mia grande casa.
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Capitolo 3 *** Risveglio ***
Arrivato a
casa seguito dai miei
fratelli, con un piede aprì violentemente la porta e subito
Carlisle ed Esme mi
furono davanti.
- Ma che succede? – disse Carlisle,
che appena mi vide spalancò la bocca.
- Presto! Io… Io… Ho fatto uno
sbaglio, aiutami! –
- Saliamo su, di corsa! – il suo
volto mutò in un misto di terrore e indecisione.
Non avrei mai voluto far
preoccupare così tanto Carlisle, ma quella volta fu
inevitabile. Negli istanti
in cui cercavo di spiegargli cosa mi aveva spinto a fare del male a
quell’umana
provavo un odio profondo per me stesso.
Se Alice non fosse arrivata giusto
in tempo non oso pensare cosa sarebbe successo… Adesso tutto
quello che potevo
fare se si fosse svegliata sarebbe proteggerla. Ma avrebbe accettato la
mia
protezione?
Sistemammo
il corpo nella mia
stanza.
Carlisle le sentiva il polso e di
tanto in tanto si girava per annuire e farmi capire che la ragazza era
ancora
viva. Poche ore dopo, mi chiamò in disparte.
- Edward… Non devi giustificarti
per questo. Siamo vampiri, è naturale che può
capitarci. – lo vedevo seriamente
rattristito ma nello stesso tempo sollevato.
- Io… Mi odio per questo… Non
riesco a spiegarti cosa vorrei fare adesso. Stavo per gettare tutti
questi anni
giù da una montagna, stavo per farvi rischiare
tutti… Solo per la mia
incontrollabilità. Sono stato uno stupido! – la
mia rabbia mi portò a dare un
pugno nel muro. Chiusi gli occhi, speravo che riaprendoli le cose non
fossero
come apparivano. Carlisle mi poggiò una mano sulla spalla.
- Non devi darti nessuna colpa. So
che non volevi farlo, l’importante è che tutto si
stia risolvendo bene. –
Bussarono alla porta, Alice entrò
di corsa verso di noi.
- Edward, Carlisle… Ho delle
notizie, nuove… -
- Anche io l’avevo sospettato. –
dissi, prima che iniziasse a parlare.
- Lei… Diventerà una di noi. –
Vidi Carlisle irrigidirsi e poi
rilassarsi all’improvviso.
- Se le cose stanno così… Non
dobbiamo perderla d’occhio. Sappiamo che i neonati sono
pericolosi se non
vengono addestrati a ragione. -
- Ed è tutto per colpa mia! –
- No, Edward, la colpa non è di
nessuno. Il destino non si può cambiare… - disse
Alice.
Uscì velocemente dalla stanza,
scesi velocemente le scale e presi la mia aiuto. Non solo avevo fatto
il grande
errore di mordere quella povera innocente, per colpa mia, adesso
avrebbe dovuto
seguire una vita dannata per l’eternità per colpa
unicamente mia! Ero troppo
agitato, dovevo scappare per un po’ di tempo. Al mio ritorno
mi sarei preso
tutte le responsabilità de mio errore, avrei cercato di
sanare un po’ la
situazione che stava andando letteralmente alla deriva.
Ma ti rendi conto, Edward? Di una
ragazza di cui non conoscevi nemmeno il nome?
La guida mi era difficile a causa
dell’annebbiamento, così mi fermai in un luogo
profondo della foresta.
Quando sono arrabbiato non riesco a
contenere il mio odio verso me stesso, urlavo e sradicavo alberi di
grandi
altezze, tanto nessuno mi avrebbe ascoltato.
Passai lì tre giorni.
Senza accorgermene, al mio ritorno
a casa, trovai che qualcosa era cambiato. Quei tre giorni avevano fatto
cambiare qualcosa in lei. La sua trasformazione era giunta alla fine.
Timido e vergognato, salì le scale
fino alla mia stanza: la ragazza era ancora distesa, intorno a lei
tutti i miei
familiari con sguardo attento.
- Sapevo che saresti tornato,
figliolo – mi disse Esme, sorridendomi.
- Sta per svegliarsi. – disse
Alice.
Mi avvicinai lentamente
rivolgendomi a tutti.
- Visto che colui che ha fatto
tutto ciò sono io… Dico che sarebbe meglio che
l’affrontassi da solo. Se vi
vede tutti qui, il suo istinto non so cosa potrebbe farla
fare… -
- Hai ragione, Edward. Usciamo
tutti. –
Rimasi solo con lei.
All’improvviso qualcosa si mosse, la
ragazza si muoveva piano sulle lenzuola quasi come qualcuno che si
stava
svegliando in quell’istante.
Quando si alzò a sedere, nei suoi
occhi notai una strana luce.
Si girò verso di me, gli occhi
rossi come il sangue, i capelli arruffati e le labbra tremendamente
viola.
- Tu, tu chi sei? – mi chiese debolmente.
- Io mi chiamo Edward. Ci siamo già
conosciuti fuori scuola, ti stavo portando a vedere il parco
quando… -
- Edward… Non mi ricordo. Vieni un po’
qui. –
Mi avvicinai a lei, seduto dall’altro
lato del letto. La ragazza mi poggio la mano sinistra sulla spalla e
chiuse gli
occhi, cadendo in trance proprio come Alice quando sta avendo una
premonizione.
- Adesso… Adesso mi ricordo. Tu, mi
hai resa in questo stato. – le sue parole erano taglienti.
- E’ stato un incidente, non avevo
intenzione… A tutti può scappare la situazione di
mano, - vedevo i suoi occhi
severi che mi scrutavano, aveva sete e si notava, ma in quel momento
sembrava
più che volesse incenerirmi con lo sguardo –
sarò disposto a fare qualsiasi cosa
per te, voglio sdebitarmi, se è il termine adatto.
–
- E no, mio caro, a questo non c’è
prezzo. E’ come se tu mi abbia… Uccisa! La mia
vita era già molto piatta, non
ero nemmeno riuscita a conoscere bene mio padre, che è il
maggior motivo per
cui mi sono trasferita, e tu mi fai morire! Non ti perdonerò
mai! –
- Mi dispiace, se vorrai andare non
opporrò resistenza ma sappi solo una cosa: noi non siamo
come gli altri. –
- Ah, e voi non sareste come gli
altri? Ma lo vedi adesso come sono? Ti odio! –
- Noi, siamo vegetariani, quindi
vorrei che lo fossi anche tu, nel caso un giorno voglia lasciarci. Solo
animali, non persone… -
- E questa sarebbe la vostra dieta…
Io me ne infischio! Qualcun altro dovrà pagare per questo!-
- Ma sii ragionevole! La colpa è
solo mia, è con me che devi avercela, non con un povero
innocente là fuori! –
- E va bene… Se può farti contento,
voglio qualcosa da te… Servitù eterna! Adesso ho
tutto il tempo del mondo! –
Faceva richieste troppo azzardate
guidata dalla nebbia dell’inizio, ma avrei acconsentito a
qualunque richiesta
pur di non farla andare via dove avrebbe potuto non vederci
più dalla sete e
combinare guai.
- E’ uno scambio equo. Ma se devo
servirti, dimmi almeno il tuo nome. -
- Sono Isabella, Bella per gli
amici. Tu chiaramente non sei incluso nella lista. –
- Okay. Cosa vuoi fare adesso?
Ricorda che puoi chiedere qualunque cosa. – ero divertito
all’idea di passare
il mio enorme tempo libero per fare altro.
- Ho fame, Edward! Mi porti
qualcosa? –
- Fino a prova contraria siamo noi
che cacciamo le nostre prede. Dovrai venire con me nella
foresta… -
- E sia. – non si muoveva più,
adesso però il volto severo di prima aveva dato spazio ad
uno sguardo più
sereno, implorante.
- Andiamo. – le dissi, andando
verso la porta.
Fece il ghigno implorante di prima.
- Cosa c’è? – le chiesi, divertito.
- Mi chiedevo se… Visto che sei il
mio schiavo… Mi vorresti portare in braccio? –
Annui e la presi. Anche se da vampira
non riuscivo a leggere i suoi pensieri, mi sembrò che questa
richiesta non derivasse
dal fatto che fosse stanca o cosa, visto che noi siamo immortali,
iniziai a
pensare che fosse per me, che in qualche modo io la attirassi per il
mio
aspetto.
Sogghignai all’idea, Bella era
molto carina ma non penso saremmo potuti andare d’accordo,
dopo tutto adesso
ero il suo schiavo… Ed io che non mi sto mai zitto!
Ciao raga grazie 1000 per le recensioni! Spero che questo capitolo non vi deluda... Bella forse è un pò troppo svitata dall'originale, ma è agitata e stranita dal fatto di essersi risvegliata vampira senza aver avuto scelta! spero che mi continuerete a seguire ^^
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Capitolo 4 *** Un giro per Forks ***
Portai
Bella, ops Isabella, nella
foresta che circondava i monti Olimpici.
Lì era pieno di prede e selvaggina,
di sicuro avrebbe trovato l’animale che faceva per
lei… Attenzione non parlo di
me!
All’inizio l’avevo vista come una
ragazza umile e timida, ma con le ore mi accorsi che Bella era
tutt’altro che
umile e timida, ad iniziare dal fatto che mi aveva fatto diventare il
suo
schiavo – che non è molto carino soprattutto se in
un certo senso, le ho
salvato la vita prima di troncargliela – inoltre sembrava
così spavalda e
pronta ad affrontare qualsiasi cosa pur di farmi sentire in colpa per
non
averle dato scelta.
D’altronde non aveva tutti i torti,
la mia razionalità si era persa di fronte a tanta dolcezza
nei lineamenti e
tanto sapore soave al minimo gesto.
Era lei che mi aveva tentato…
Cercavo di trovare il lato positivo
della situazione. Bella era davvero carina, ma aveva un carattere che
non era
altrettanto. E’ scontato che i vampiri neonati sono ribelli e
accecati dalla
sete, quindi per far in modo che non combini guai, la parte buna della
situazione è che finalmente occuperò il mio tempo
in qualcosa di costruttivo,
addestrare una neonata.
Come proposta non era molto
allettante, ma chi la fa, l’aspetti.
Tra gli alberi finalmente scorsi un
orso.
- Guarda lì, potresti assaggiarlo,
non costa nulla. -
- Io? Gettarmi su quel grande orso?
Non ci penso nemmeno! –
- Bella, Isabella, se vuoi
dissetarti questo offre la “cucina”. –
Ancora tra le mie braccia, mi
lanciò un’occhiata di sottecchi e
scrollò le spalle.
- No, no e poi no! Me lo prenderai
tu. -
La guardai con gli occhi fuori
dalle orbite – Se è davvero questo che vuoi,
allora resterai digiuna. –
La posai con i piedi sulle felci e
corsi verso l’orso. Non era proprio il mio alimento
preferito, ma decisi che un
po’ di sangue in più non mi avrebbe fatto male.
Tornai indietro, convinto di averle
fatto vedere almeno la tecnica di cui era ignara, ma era sparita.
Camminai per
alcuni metri poi sentì delle risate.
- Bella! Se dobbiamo giocare allora
mi siedo qui finchè non esci allo scoperto… -
- Non mi prendi, - la risata era
molto fragorosa – uh, ma è troppo gustoso!
–
- Bella, ma dove sei? – mi guardavo
attorno, in attesa di percepire nuovamente la sua debole voce che si
divertiva
alle mie spalle.
Improvvisamente, mi fu sulle
spalle, il volto a pochi centimetri dal mio.
- Lo vedi, dopo tutto non sei poi
un bravo predatore. -
La sua voce era diversa, più
leggera e soave, quasi avesse subito un cambiamento in quel breve lasso
di
tempo.
- Hai trovato ciò che cercavi? -
Annuì col capo, poi mi fece cenno
di stendere le braccia per farla salire di nuovo in braccio.
Iniziammo a correre verso casa,
adesso era ora che Bella conoscesse anche gli altri.
Fece subito amicizia con tutti,
tranne con Rosalie, la mia sorella più scontrosa e riservata.
Fin dall’inizio faceva spallucce
con Emmett, il mio fratellone nerboruto che amava divertirsi, e
soprattutto
amava fare battute su qualcosa o qualcuno, non so perché ma
mi trovavo spesso
messo in mezzo da quando Bella iniziò a stare con noi.
Esme la trattava come una figlia,
offrendole sempre aiuto nel caso ne avesse avuto bisogno.
Solo io ero il suo servo personale,
Edward di qua, Edward di là, non passava secondo in cui non
reclamasse la mia
presenza per massaggiargli i piedi o per prenderle un libro,
può sembrare
strano che uno così paziente come me dica certe cose, ma mi
ero stancato!
Mi trattava come un vero schiavo,
iniziavo ad avere il rimorso di non averla uccisa quel giorno, a
scuola. La sua
presenza mi infastidiva e mi allietava, posso dire che c’era
una dualità nel
nostro rapporto, col passare delle settimane almeno un po’ mi
ero affezionato a
lei, sebbene fosse così viziata…
La sua compagnia dopo un po’ era
una cosa di cui non potevo fare a meno, quasi come se quando non mi
reclamasse
– odiavo quando mi chiamava con il fare da nobildonna
– sentissi che nella mia
giornata mancasse qualcosa.
Quella mattina, un mese e mezzo
dopo la nostra conoscenza, mi chiese di portarla tra la gente comune
poiché era
stanca di restare chiusa in casa oppure di andare a spasso nella
foresta.
Chiesi a Carlisle se fosse il caso,
lui acconsentì dicendo che con me sarebbe stata buona se
avesse perso il
controllo odorando qualcuno, così andammo nel centro di
Forks.
Per evitare che qualcuno la
riconoscesse, Bella indossò un cappello nero simile a quello
dei gangster –
sempre una mia idea – e un paio di occhiali scuri.
Forse poteva sembrare molto
sciocco, ma era meglio non rischiare.
- Che bello, finalmente vedrò un po’
di vita! - mi disse Bella tutta entusiasta.
- Già, ma attenta a controllarti,
non voglio guai oggi. –
- Uffa, Edward sei sempre così
rigido! Forse dovrei licenziarti. –
- Bella, Bella, tanto sai che
qualunque cosa tu voglia fare, la leggerò nel tuo
pensiero… - non sapeva ancora
che io non ero in grado di leggere nel suo pensiero, ma era meglio
così,
altrimenti chi sa cosa sarebbe stata in grado di
architettare…
Incrociò le braccia e sul suo volto
comparve un ghigno imbronciato.
Per tutta la durata del viaggio in auto,
Bella rimase in silenzio, e per un briciolo la sua voce chiassosa mi
mancava,
tranne quando ricominciò, usciti dall’auto.
Ci fermammo nel centro della
cittadina, dove si trovava il negozio di articoli sportivi dei Newton.
Vidi
Bella osservare attentamente ogni persona, per poi farmi risalire di
nuovo il
senso di colpa che ormai da un mese era parte di me.
- Li vedi quelli, - indicava un
gruppo di quattro ragazzi, due ragazze e due ragazzi –
sarebbero dovuti essere
i miei compagni di scuola. Ma per ovvi motivi adesso la scuola per me
sarà solo
un miraggio. -
Con una mano cercai di accarezzarle
i capelli, ma al minimo tocco si spostò subito.
Non sapevo che dire, eppure aveva
tremendamente ragione. Solo ed unicamente a causa mia, lei non avrebbe
più
avuto l’occasione di frequentare la scuola e di farsi amici,
per adesso, all’infuori
della mia famiglia.
Decisi di cambiare argomento,
proponendole di visitare un po’ la città, sapendo
che non c’era mai riuscita da
quando si era trasferita.
- Andiamo lì, - mi disse guardando
nel vuoto ed indicando con il dito.
Bella indicava un piccolo cimitero.
In mente forse sapevo perché voleva
andare proprio lì, ma decisi di tacere per evitare che la
situazione diventasse
più malinconica e che Bella facesse qualcosa di inaspettato.
Entrammo in quel luogo, non c’era
nulla di carino tranne poche lapidi, lei si staccò dal mio
fianco e corse via
via per leggere tutti i nomi sulle lapidi…
Speriamo che
non c’è
ancora, speriamo che non c’è ancora, dicevo a me
stesso,
ma i miei tentativi di ingannare me stesso furono vani.
Dopo alcune tombe, ecco quella che
invece non desideravo mai vedere:
ISABELLA
MARIE SWAN
MORTA IL 19/9/2007
ALLA GIOVANE ETA’ DI
17 ANNI
I GENITORI E TUTTI I
CARI LA
RICORDERANNO PER
SEMPRE
Rimasi
indietro per lasciarla sola.
Si avvicinò sempre di più alla
piccola lapide di marmo che sembrava tanto dura quanto la mia pelle e
si
inginocchiò, stranamente singhiozzando.
- Vai via… - riuscì a dire con la
voce rotta dai singhiozzi senza lacrime.
Grazie mille per le recensioni! ^^
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Capitolo 5 *** Incomprensioni ***
Ciao ragazze! Ho ripostato questo capitolo poichè con il backup del sito era andato perso... ^^
Indietreggiai
piano ma senza
perderla di vista per un istante, nascondendomi dietro un albero nelle
vicinanze. All’improvviso, vidi che dalla tasca del giubbino
estrasse un
piccolo foglio ed iniziò a scrivere qualcosa.
Sentivo i suoi lamenti soffocati, e
anche la foga con cui scriveva veloce sul piccolo pezzo di carta, se
avesse
potuto avrebbe sradicato quella lapide con una sola mano e
l’avrebbe distrutta
in mille piccole pietruzze…
Passò lì davanti più di quindi
minuti, poi venne verso di me con lo sguardo basso e le andai incontro.
- Edward… -
- Si… -
- Ho bisogno di un abbraccio. – Il
suo tono di voce questa volta sembrava solennemente debole e triste,
molto
malinconico più che altro, e non le volli negare il suo
desiderio.
Al tocco era molto fredda, proprio
come me, ma dedussi che in quel momento il freddo che provava non
derivava
dalla sua natura, ma dalla sofferenza che in quei momenti provava.
All’inizio rimasi con le braccia
lunghe vicino alle gambe, ma poi Bella mi prese le mani e le
portò sulla sua
schiena, poggiando la testa sul mio petto.
Ecco quali cambiamenti può
riservarti la vita.
A momenti Bella è da stritolare
perché forse esagera un po’ con le richieste, ma
sotto sotto penso che abbia un
grande bisogno d’affetto, soprattutto adesso che a parte noi
Cullen, non ha
nessuno che vegli su di lei.
Si staccò presto e cosa strana, mi
prese la mano ed iniziammo a dirigerci fuori dal cimitero.
All’uscita, le chiesi se voleva
tornare a casa.
- No, vorrei stare ancora un po’
qui. -
Trascorremmo le seguenti ore a
passeggiare per Forks.
Lo so, la città non era molto
allettante, ma Bella ha deciso di farmi fare il giro di tutta la
città, non so
per quale motivo, e non so nemmeno per quale motivo continuava a
stringermi
forte la mano quasi fino a stritolarla.
Finalmente, dopo due ore, mi chiese
di ritornare.
Da bravo gentiluomo le aprì la
portiera dell’auto e salì nel posto
dell’autista.
Il viaggio proseguiva molto piatto
e silenzioso, mi chiedevo se era per l’orgoglio del momento
precedente del
cimitero in cui avrebbe pianto, se solo avesse potuto, oppure
perché non aveva
realmente nulla di cui discutere.
Improvvisamente, parlò e il suo
tono di voce mi sembrava molto drammatico.
- Sai, ho lasciato una lettera ai
miei… Come se fosse stata ritrovata sul luogo
dell’incidente… Gli ho scritto
poche righe… Le cose più essenziali…
Sperando che il vento non se la porti con
sé… - mentre guardava fuori dal finestrino con
aria triste.
All’inizio, non seppi cosa dire.
Non ero bravo con le parole, ma soprattutto, non avendo avuto mai la
possibilità di provare sentimenti per qualcuno, non sapevo
in questi rapporti
come ci si comportava. Alla fine, decisi per la via della
rassicurazione.
- Ah. Forse non dovrei prendere da
solo queste iniziative… Però, se può
farti felice, io potrei… Potrei portare la
lettera a tuo padre. Così saremo sicuri che gli arrivi. Ho
detto che avrei
fatto qualsiasi cosa per non farti avere il peso dei miei sbagli, e
questo
rientra nei miei obblighi. -
Per strane ragioni, si gettò sul
mio petto e mi abbracciò nuovamente, quasi che per la prima
volta in tutta la
mia lunga vita, stavo uscendo fuori strada.
- Vuol dire che sei felice? -
chiesi.
- Secondo me tu lo sai già se lo
sono o meno. Puoi leggerlo in ciò che penso. –
- Ti sbagli, Bella. Posso leggere
nel pensiero ma per mia sfortuna la tua mente assomiglia ad un libro
con le
pagine bianche. –
- Ma… Ma mi avevi detto che… -
- Lo so. Era solo un modo per
controllarti. Ricorda che per te è ancora
l’inizio… Potresti perdere il
controllo in qualsiasi momento… Se avessi saputo che io non
posso leggere nella
tua mente, di sicuro ne avresti approfittato… -
- Dici questo sulla base di una mia
conoscenza infondata! Non l’avresti mai potuto sapere cosa
avrei fatto! –
- Bella, io… -
- Non iniziare con le scuse! Me ne
infischio di tutte le tue parole dette a modo! Ho deciso, vado per la
mia
strada! –
Pensavo che sul fatto di andare per
la sua strada stesse scherzando, ma appena mi voltai per guardarla in
volto,
Bella non era più al posto del passeggero.
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Capitolo 6 *** Foresta ***
Fermai di
botto l’auto e corsi
verso la foresta limitrofa dove pensavo che Bella fosse fuggita.
Per terra trovai gli occhiali e il
cappello che poco prima portava, e vidi anche delle chiare impronte sul
terreno, segno che era passata di lì.
Mi addentrai nella foresta,
tranquillo ma impaziente di ritrovarla. Correvo tra gli alberi, notavo
le sue
tracce sulle felci sperando di trovarla presto, pensavo seriamente che
potesse
combinare qualcosa di non tanto consono.
Sentì un urlò nella foresta.
Sembrava chiaramente la sua voce,
ma non riuscivo ad identificare bene la sua provenienza
poiché non sapevo se
era sola o con qualcuno a cui avrei potuto leggere nel pensiero.
La risposta non tardò ad arrivare,
mi giunsero veloci i pensieri di qualcuno non molto lontano, doveva
essere un
uomo o un ragazzo, continuava a ripetere “Ti
ucciderò! E’ inutile che scappi,
succiasangue!”. Evidentemente costui ci sapeva riconoscere.
Nei suoi pensieri vidi il luogo
preciso dove si trovava ma vidi anche Bella in preda al panico,
incapace di
reagire agli attacchi del ragazzo, che presto scoprì essere
un licantropo.
Licantropo? Chiesi a me stesso, mi
meravigliavo che n’esistessero ancora, dopo gli ultimi a cui
Carlisle parlò
moltissimi anni fa.
C’era stato qualcosa di scatenante
che li aveva fatti tornare… In quell’istante,
però dovevo correre in aiuto
della mia “padrona”, non volevo davvero che si
facesse male o peggio, che
morisse sbranata da un lupo.
Dopo circa due minuti, raggiunsi il
luogo dove Bella era incappata nel lupo.
Era una grande radura circolare, mi
chiedevo se il lupo l’aveva fatto apposta: era grande e dal
manto rossiccio, ed
era inverosimilmente affamato e adirato.
Bella era a terra che si copriva il
volto con un braccio alzato, ad ogni colpo del lupo sembrava
controbattere
senza sforzo, in ogni caso, però era molto impaurita e si
notava.
Mi chiedevo come mai il suo istinto
da vampiro non fosse così forte come il mio: sarei saltato
sul grosso lupo e
l’avrei ucciso a morsi, spinto dall’astio che da
scoli caratterizza le nostre
due specie, poi ripensai al patto che mio padre adottivo strinse con la
tribù
dei lupi, non avrei potuto torcergli un capello altrimenti avrei
generato una
guerra tra il mio e il suo gruppo, sempre se aveva altri compagni.
- E – Edward… A-aiutami… -
supplicava Bella da lontano.
Qual era la cosa giusta da fare?
Gettarmi sul lupo o lasciarlo stare?
Optai per una via di mezzo, avrei
cercato di mandarlo via senza fargli nulla, nel caso in cui egli
avrebbe fatto
qualcosa contro di me, l’avrei colpito sicuramente, patto o
non patto che sia.
Accorciai le distanze tra di noi,
il lupo mi notò e si girò verso di me.
- E’ meglio che tu non esageri… -
gli dissi, il tono era serio.
- Siamo in pace. – risposi ad un
suo pensiero.
- Si, ti leggo nella mente. Forse è
meglio che le nostre strade si dividano. –
indietreggiò guardando Bella inerme
sul terreno e con un lungo balzo sparì nella foresta.
Mi avvicinai a lei, stranamente
tremava come se avesse freddo, mi inginocchiai al suolo e
aprì le braccia,
offrendole un riparo.
Bella quasi mi fece cadere perché
si gettò a peso morto su di me tanto velocemente che non me
ne accorsi, stringendomi
forte dietro la schiena come se stesse abbracciata al suo cuscino.
Era chiaramente commossa e si
sentiva, lo notavo maggiormente dai singhiozzi che emetteva stretta al
mio
petto. Penso che era impaurita, d’altronde non si era mai
trovata faccia a
faccia con un probabile nemico, è molto novellina da questo
punto di vista.
- Oh, Edward… Temevo di morire… -
quasi non distinguevo le parole dai lamenti.
- Bella, è tutto finito, non
preoccuparti. – Osai poggiare la mano destra sui suoi capelli
castani,
accarezzandole piano la chioma e non si scostò.
- Sono stata una stupida ad
andarmene. Ti prom… La prossima volta starò
più attenta. –
Stava per dire “Ti prometto”? Non
ne ero sicuro, ma penso che in quel momento c’era
l’orgoglio che le rodeva
dall’interno. Era troppo accettare di aver preso la decisione
sbagliata?
Avevo fatto bene a starle sempre
accanto, ad essere il suo schiavo, Bella avrebbe potuto combinare un
disastro
se fosse stata da sola… Non osavo nemmeno pensarci.
- Voglio andare a casa, ti prego,
voglio stare lontana dalla foresta per un po’. -
- Come preferisci. Vuoi che ti
porti in braccio? – ero contento se acconsentiva, il suo
contatto mi provocava
un certo sollievo e un certo calore, anche se noi non eravamo in grado
di
riscaldare.
- Si, Edward, mi piacerebbe… -
abbassò lo sguardo timida e con il braccio libero la presi
da sotto le gambe e
la alzai da terra.
Si strinse ancora più forte a me,
poggiando la testa sul mio petto e chiudendo gli occhi, quasi come se
volesse
dormire.
Il
viaggio verso la grande casa fu
molto silenzioso, Bella rimase in silenzio guardando il paesaggio fuori
dal
finestrino.
Solo appena ci fummo fermati
davanti casa e un Alice impaziente ci accolse venendoci incontro,
parlò
nuovamente.
- Bella, ti ho visto… Eri sola e
impaurita e poi arrivava Edward… Ma
cos’è successo? -
- Sono… Sono incappata in un lupo
mannaro. –
- Un lupo mannaro? Forse è per
questo che non riuscivo a capire perché eri così
impaurita se nessuno era con
te… -
Bella guardava in alto, non so se
cercasse qualcosa, ma sembrava chiaramente scocciata delle parole di
Alice.
Probabilmente, quel giorno le erano successe troppe cose che
l’avevano resa
molto triste e anche se non potevo leggere nel suo pensiero, percepivo
che
stava davvero male, anche se con l’orgoglio cercava di
nasconderlo.
Cercai di far capire ad Alice come
si sentiva Bella, così che ci lasciasse entrare in casa e le
lasciasse un po’
di tempo per sé, poiché ne aveva un grande
bisogno.
Grazie ai nostri poteri
fortunatamente mi capì.
- Bella, sarai stanca, andiamo
dentro. – disse Alice, facendomi l’occhiolino.
In casa lasciai Bella al primo
piano e feci per andarmene per lasciarla sola di andare nella sua
stanza, ma
fui sorpreso dalla sua reazione: come poco prima, mi tirò a
sé stringendomi
forte i fianchi.
- Per favore… Non andare via… - mi
disse con tono melanconico.
Come al solito mi colse alla
sprovvista, non sapevo cosa dire, mi limitai a stringerla
più forte a me. Da un
po’ di tempo a questa parte, questi abbracci tra di noi
stavano diventando
qualcosa che desideravo, più di quando desideravo bere il
suo sangue.
Qualcosa dentro di me si stava
muovendo, di sicuro era dovuta all’ingresso di Bella nella
mia vita ma non ne
ero certo. Lei alternava momenti di felicità a momenti
tristi, nei primi era
severa e voleva che io l’ascoltassi, nei secondi al contrario
sembrava una
persona diversa, molto più bella e solare di quando era
gioiosa. Avevo la
sensazione che nascondesse le sue vere emozioni, come se solo il dolore
che di
tanto in tanto iniziava a mostrare fosse reale. Pensavo che la gioia
che di
solito ostentava era solo una fragile maschera di cera che portava a
dovere,
solo perché era troppo orgogliosa di far vedere come si
sentiva.
- Andiamo da te? – mi chiese poco
dopo, mentre salivamo le scale.
- Certo, Bella. Qualsiasi cosa tu vorrai
fare, sono disponibile. -
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Capitolo 7 *** Dichiarazione E Delusione ***
Entrammo nella
mia camera, non so
nemmeno perché scelse di venire proprio lì.
- Sediamoci. -
Mi condusse verso il divano di
pelle nero della mia stanza, e ci sedemmo molto vicini.
All’inizio nella stanza regnava
solo silenzio, ma improvvisamente la voce chiara di Bella invase la
stanza come
una musica leggera.
- Edward, dobbiamo chiarire alcune
cose. -
- Lo so bene. Lasciami scusare
nuovamente… -
- No, non devi scusarti, sono stata
io la stupida che è stata troppo impulsiva. Anzi, ho colto
questa occasione
proprio perché – sospirò e riprese
– proprio perché volevo liberarti. –
- Liberarmi? E da cosa? –
- Da me. –
- Spiegati meglio. –
- Intendo dire che non… ti voglio
più come schiavo. – disse guardando per terra.
- Va bene. Allora adesso posso
considerarmi anche io un tuo amico? – sorrisi guardandola
fisso negli occhi, a
modo di ironia.
- No, Edward. Puoi considerarti più
di un amico per me – . Rivolse di nuovo lo sguardo a terra.
Le sue parole mi fecero riflettere,
in ogni secondo successivo la guardavo negli occhi senza proferire
parola,
stavo dando il giusto significato a quelle parole. “
Più di un amico”… In che
senso? Stavo iniziando davvero ad avere le idee confuse…
- Allora? -
- Allora stai diventando quasi come
un fratello – mi prese la mano e me la strinse – e
di questo sono felicissima.
–
Mi aspettavo un'altra risposta,
pensavo a chissà cosa ero diventato per lei. Se mi avesse
detto altro, forse
non avrei saputo rispondere senza deluderla. Tra me e Bella non
c’era nulla, ma
sentivo che non era davvero la realtà.
Le sue occhiatine, i suoi abbracci…
Non abbracci tuo fratello in quel modo. Penso che Bella non mi abbia
detto del
tutto la verità sui sentimenti che provava per me, ero
sicuro che fossero
diversi e più amplificati, più profondi.
Da parte mia anche ciò che provavo
per lei non era semplice amicizia. Grazie ai suoi abbracci improvvisati
avevo
capito che Bella non mi era insensibile. Bella era per me qualcosa che
andava
oltre il sensibile, Bella era… il sole.
Da quando l’avevo morsa e per
sbaglio trasformata, aveva portato nella mia vita una ventata di
novità,
soprattutto aveva portato in me altruismo, che avevo quasi del tutto
perso
negli anni.
Le sorrisi stordito, Bella riprese
nuovamente a parlare.
- Però… C’è
dell’altro. Sai, ho
fatto un lungo esame di coscienza e anche dei miei sentimenti
– guardò di nuovo
il tappeto nella stanza – ed in conclusione… Non
posso tenermi tutto dentro. -
- Scusa, ma non era questo ciò che
volevi dirmi? – dissi agitato, pensando al dopo.
- Edward, vedi… E’ difficile
ammetterlo, per una persona come me, ma… Il mio bene per te
non è semplice -,mi
strinse più forte la mano.
Rimasi in silenzio, incapace di
controbattere.
- Con il tempo, mi sono accorta di
molte cose… Io, io sono innamorata di te, Edward -.
Quelle parole mi lasciarono di
stucco. Bella era importante per me, era speciale. Non sono sicuro se
anche in
quel modo. Cosa potevo dirle? Cose del genere non potevano essere dette
senza
averne la sicurezza ed io in quel momento non l’avevo. Non
ero sicuro di
provare gli stessi sentimenti che lei mi aveva dichiarato. Non avevo
mai
provato amore… Non ero in grado di riconoscere i sentimenti
che affollavano la
mia testa… Non ero in grado di capire ancora se era semplice
amicizia oppure
altro quello che mi legava a lei. L’unica cosa di cui ero
certo in quell’istante,
era che non ne ero innamorato, almeno non ancora.
- Bella… Questa cosa non può che
farmi piacere, però… -
- So cosa stai cercando di dirmi. Non
provi lo stesso. – abbassò lo sguardo.
- Non è così, vedi mi hai reso…
confuso. Sia chiaro che sono molto legato a te, ma per adesso non come
lo sei
tu con me. –
- Va bene. Scusami ma adesso devo
andare. – si alzò velocemente dal divano e corse
fuori dalla stanza come un
fulmine.
Le avevo sicuramente fatto del male,
poiché nelle settimane seguenti Bella non mi rivolse la
parola. Cercavo di
iniziare con lei delle conversazioni, almeno cercavo di salutarla, ma
lei
faceva finta che non fossi nella stessa stanza dove si trovava anche
lei.
In salone, quando era sola mi
sedevo molto vicino a lei che perennemente, si alzava e andava via.
Anche
durante la caccia Bella preferiva andare con gli altri invece che con
me.
Faceva tutto senza di me, mi
evitava tutte le volte che poteva senza darmi una spiegazione logica,
ed io che
per tutta risposta cercavo sempre di inchiodarla e di parlarle, non ci
riuscivo.
Intanto erano passati altri due
mesi di silenzio.
Bella usciva spesso sola e
rincasava la notte fonda, mi chiedevo cosa facesse tutto quel tempo
fuori,
iniziando a pensare che forse c’era qualcosa sotto. Che
avesse trovato un
passatempo da fare non del tutto lecito come ad esempio uccidere
innocenti?
No, non volevo nemmeno pensarci.
Il tempo e la lontananza però mi
fecero comprendere molte cose che solo dopo tanto e dopo tanta mancanza
di
qualcosa sarei riuscito a capire.
Ormai ne ero certo, la sua distanza
aveva provocato in me la voglia sempre più forte di
rivederla, di stare con
lei, di ascoltare anche per un attimo la sua voce. Durante queste
settimane, l’assenza
di Bella mi era servita a comprendere che non potevo fare a meno di lei
e della
sua presenza, ma soprattutto del suo amore.
La risposta alla mia confusione d’alcuni
mesi prima era finalmente giunta: ti accorgi di quanto sia importante
per te
una persona solo quando l’hai persa.
Ed io mi ero accorto lentamente
dell’importanza dell’unica persona che ha saputo
farmi rinascere da anni di
indifferenza e rancore, troppo tardi. O forse No.
Dovevo cercarla, dovevo parlare e
dirle finalmente che ne ero follemente innamorato. Si,
perché l’amore è folle,
e inconsapevole.
Bella provava ancora qualcosa per
me dopo quei due mesi, oppure le sue rientrate notturne erano dovute al
fatto
che aveva trovato qualcun altro?
Ciao, grazie per le recensioni *__*
°*°Edward Cullen°*° e Maia non intendevo cambiare troppo i caratteri per renderla più versosimile, ma l'ho fatto anche se non completamente poichè volevo dare un'immagine di Bella dopo la sua presunta trasformazione, quindi mostrare la sua confusione e la sua ribellione poichè non era stata lei a scegliere questa vita. Però sta lentamente tornando verso la caratterizzazione originale. In ogni caso mi fa piacere che vi piaccia ^^
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Capitolo 8 *** La Verità ***
Decisi
di aspettarla quella notte.
Faceva molto freddo, anche se noi
non possiamo percepirlo come gli umani normali, era una classica notte
gelata
di gennaio.
Speravo che Bella usasse la porta
per rientrare, così l’avrei inchiodata e
finalmente le avrei detto tutto. La
aspettavo nel grande salone della casa a luci spente, se mi avesse
notato prima
del tempo sarebbe stata la fine. Abbandonai presto però
quell’idea, dato che
pensai che Bella facesse prima ad entrare in casa entrando per la sua
finestra,
così decisi di aspettarla nell’oscurità
della sua stanza. Salì le scale, aprì
la porta e silenziosamente mi appoggiai al muro orientale della stanza,
proprio
vicino alla finestra; speravo che non scappasse di nuovo,
così chiusi
furbamente la porta della stanza.
Anche se ero diventato molto
paziente col tempo, quella notte guardai l’orologio per
più di venti volte, e ad
ogni minuti che passava mi sentivo morire – anche se sembra
un po’ una battuta
-, non so bene dire perché, è come quando hai un
peso sullo stomaco e vuoi
liberartene il prima possibile. Queste sensazioni sono nuove per me e
non so
ancora bene spiegarmele.
Finalmente, alle quattro in punto,
sentì un rumore.
Mi irrigidì di colpo vicino al
muro, preparandomi il discorso che le avrei fatto poco dopo. Con mia
grande
sorpresa, le voci che sentì furono due: una era quella della
mia Bella, l’altra
era quella di un uomo. Allarmato, mi attaccai ancora di più
al muro, poteva
anche essere solo un amico, no? O ancora meglio, a volte
l’udito ti gioca
brutti scherzi… ma questa volta, no.
Ne fui certo quando vidi cosa, o
meglio chi entrò dalla finestra insieme a Bella.
Lei era come sempre bellissima,
forse un po’ goffa nei movimenti, ma sempre una dea per me;
lui era alto,
muscoloso e dalla pelle scura, probabilmente qualcuno della riserva,
pensai.
Aveva dei lunghi capelli neri che gli arrivavano a metà
schiena, troppo rozzo
per piacere a Bella!
O forse no. Era davvero questa
l’alternativa… a me?
Sentivo rodermi dentro quando vidi
quello che stavano facendo: Bella lo baciava con foga e veemenza, lui
ricambiava come se fosse qualcosa da mangiare, vedevo le sue mani
scenderle
piano sui fianchi e maleducatamente toccarle le sue parti
sconosciute… In
quegli istanti desideravo solo spaccargli la faccia e ucciderlo ma non
potevo.
Stava con Bella. O almeno è quello che pensavo da come i
loro corpi si
muovevano insieme… Lui troppo selvaggio, lei troppo
imbranata… e bellissima.
Come poteva farsi toccare in quel modo?
Mi resi conto di quello che pensai:
Bella innamorata di quel tipo? No, lei è… una di
noi… come può… Può. Oppure
lui
era solo il suo spuntino di quella notte. Caspita, Edward, ma a cosa
stai
pensando? Bella non potrebbe mai…
La risposta arrivò alcuni minuti
più tardi… I vestiti di Bella iniziarono a
sparpagliarsi per la stanza chissà
dove, lo stesso era per quelli del ragazzo.
Sentivo solo sussulti e baci,
sembrava che entrambe tacessero finchè Bella non disse
qualcosa nel momento
cruciale del rapporto, immagino prima che i loro due corpi si unissero.
- Jacob, non possiamo. Non dovresti
comportarti così, soprattutto visto che questa non
è casa mia! – sembrava
arrabbiata.
- Ma dai, Bella, è la terza sera
che rifiuti… Penso davvero che tu non mi ami. –
- Non bisogna fare del sesso per
dimostrare amore, Jacob caro. E poi, ricordati che potrei ucciderti.
–
- Già, questa mi era sfuggita. – il
ragazzo di nome Jacob rise.
Semmai una cosa di quella nottata
l’avevo gradita: Bella aveva rifiutato di andare a letto con
lui… Ma chi era
questo stupido pellerossa per portarmi via la mia ragione di vita? Da
bravo
vampiro avrei dovuto combattere, e vincere. Non
c’è nessun umano che tenga davanti
alla forza dei sentimenti. Forse mi sto comportando un po’ da
egoista… Forse
dovrei lasciare che le cose vadano così solo
perché mesi fa non ho colto
l’attimo. Forse dovrei lasciare che Bella stia con chi
ami… Che non sono più
io.
Meglio ancora, forse dovrei proprio
uccidere questo Jacob, ma non sarebbe lecito non combattere ad armi
pari. Dopotutto
lui era uno sciocco umano… Uno sciocco umano che aveva preso
il mio posto nel
cuore di Bella.
- Ma dimmi almeno perché non vuoi,
cavolo! – Jacob iniziava a spazientirsi.
- Vedi, è complicato. –
- Spiegamelo. –
- No. –
- Dimmelo. –
- Nemmeno per sogno. –
- HO DETTO DIMMELO! – iniziò ad
urlare Jacob.
La cosa che mi fece sorprendere fu
ciò in cui Jacob si trasformò: improvvisamente,
un grosso lupo dalla pelliccia
rossiccia dominava la stanza con la sua possanza.
Forse avevo capito perché il loro
rapporto resisteva ancora… Nemmeno Jacob era umano. Mi
chiedevo come fosse
possibile l’amore tra vampiri e licantropi. Eravamo nemici
fin dall’inizio dei
tempi… E intanto nuovi sentimenti mi invadevano il cuore.
Jacob, trasformato in lupo iniziò a
ringhiare.
- No, per favore! Non voglio che
loro lo scoprano! – urlò Bella, che
restò stesa sul letto con il volto
addolorato e turbato.
Il lupo iniziò a muoversi
spasmodicamente, vedevo che di tanto in tanto alzava le zampe anteriori
senza
mantenere un contegno.
Ero deciso a intervenire, ma il
lupo fu più veloce di me e in un batter d’occhio
uscì fuori dalla finestra
rompendo il vetro.
Bella restò immobile, quei gemiti
di dolore che avevo sentito il giorno della visita nel cimitero erano
tornati.
Ancora una volta, senza il viso rigato dalle lacrime, sentivo che
soffriva, ed
ero lì, senza poter fare nulla. Se fossi uscito adesso alla
scoperta, di sicuro
Bella mi avrebbe evitato per tutta la vita, ed non l’avrei
sopportato, visto
che la mia vita non sarebbe finita mai, decisi allora di fuggire dalla
finestra, facendo attenzione che Bella non stesse guardando.
Ringrazio per le recensioni! *_*
in ogni caso fan di Edward dopo questo chappy non pensate che Bella resti con il cane (jacob) - che non mi piace affatto - questa è solo una "fase" di passaggio... scoprirete nei prossimi capitoli perchè Bella sta con Jacob e anche Ed avrà la sua rivalsa ^^
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Capitolo 9 *** Rivalsa ***
Il giorno dopo
non vidi Bella
nemmeno di sfuggita, così decisi di chiamare Alice per
chiederle spiegazioni.
- Hai visto… - mi bastò leggere nel
suo pensiero per capire che anche lei sapeva.
- Si, e la cosa non mi piace per
niente. Se dovesse finire male… -
- Di sicuro per lui. -
- Lei non ha intenzione di parlarti
in ogni caso… - disse Alice guardandomi con lo sguardo
assorto nei suoi
pensieri.
- Dobbiamo seguirla. –
- Ottima idea, Edward. Vuoi anche
rompere il patto con i lupi di La Push? Non possiamo.
–
- Lei però c’è andata. – la
guardai
con sguardo interrogativo.
Improvvisamente, Bella scese dalle
scale dietro Alice con un volto che lasciava pensare al peggio. Mia
sorella,
sempre per aiutarmi, le rivolse la parola.
- Allora, Bella, come andiamo oggi?
-
Prima mi scrutò poi con tono acido,
rispose a mia sorella.
- Va tutto a meraviglia, Alice.
Cos’è non si vede? –
- Si, certo. Ma… - si fermò poi
riprese – alcune cose… -
Bella le poggiò una mano sulla
spalla per interromperla, evidentemente non voleva condividere quello
che Alice
stava per dire, per paura che solo pensandolo, avrei potuto sapere
ugualmente.
- Sapevo che mi avresti fatto una
ramanzina. Avanti, cosa devi dirmi? – mi guardò
come se le avessi fatto chi sa
cosa.
- Non è una cosa giusta, Bella. Sai
anche tu che non può continuare così… -
- Lo so benissimo, ma ne sono
innamorata! E visto che ci sei anche tu qui, - si rivolse a me con uno
sguardo
inceneritore – sappi che ti ho dimenticato! Va bene?
Così la finirai di girarmi
intorno! –
Non sapevo cosa dire, per la prima
volta nella mia vita, ero pietrificato. Qui non serviva la mia solita
diplomazia, serviva qualcuno che la facesse ragionare!
Sapeva di aver torto e amore o no,
Jacob restava sempre un licantropo, e lei una vampira, ma testarda
com’era…
- Bella penso che tu abbia superato
il limite. – disse Alice, seria.
- Io? Siete voi che con i vostri
stupidi poteri non vi fate mai i fatti vostri! Sapete che vi dico? Me
ne vado!
E questa volta faccio sul serio! –
- E dove pensi di andare? –
- Ma da Jacob, naturalmente. –
- Ci farai andare tutti in un bel
guaio. –
- Affari vostri. –
Uscì velocemente dalla cucina e
sparì lasciandoci a bocca aperta.
- Vado a riprenderla. – Alice mi
prese per un braccio.
- No, Edward, no. Aspettiamo gli
altri, è rischioso se ci vai da solo. –
Aspettammo l’arrivo di tutti, io e
Alice riferimmo agli altri cosa era successo e in cosa incombeva Bella,
e
soprattutto, con chi aveva
“fraternizzato”…
Decidemmo insieme di andare al
confine per parlare con lo stesso Jacob, e convincerlo con le buone
– per
adesso – a far ragionare Bella.
Attraversammo la foresta per
arrivare più velocemente e grazie ad Alice che aveva avuto
una visione su dove
si trovasse Bella, vedendo le sue intenzioni future, la trovammo seduta
su un
tronco, la testa appoggiata su una mano.
Carlisle, il più convincente e
intraprendente, decise di parlarle davanti a tutti noi, naturalmente.
- Bella… Sii ragionevole. -
Iniziò a dimenarsi come mai avevo
visto prima – No! Vedi, Carlisle, io lo amo e non posso fare
a meno di lui! –
sembrava sincera, ma qualcosa mi diceva che stava mentendo.
Non la riconoscevo più, era come se
il contatto con quel cane puzzolente l’avesse intontita,
cambiata. Prima Bella
era si molto testarda, ma non il tipo da fare queste sfuriate.
- Carl… Lasciami parlare con lei. –
dissi, voglioso di farla ragionare.
Si mise da parte e lui e gli altri
decisero di andar via da quel luogo, restando sempre nelle vicinanze
qualora
fosse accaduto qualcosa.
Quando ci lasciarono soli, Bella
rimase con la testa bassa e le mani chiuse a pugno, quasi a voler
scaricare la
tensione accumulata. Non sapevo che cosa la faceva stare
così male, era davvero
a causa di quel Jacob?
- Bella… -
- Edward… - mi rispose con tono un
po’ acido.
- Sappiamo entrambe che è un
errore. –
In un baleno, il suo tono di voce
fu più lieve e dolce – Credimi Edward, ne sono
consapevole ma… Ma quando mi
dicesti di no due mesi fa… Ero distrutta. – non
osava guardarmi negli occhi.
- Pensi che non lo sappia? Pensi
che non sappia che lo eri? Io volevo parlarti, starti accanto
ugualmente ma tu
non me ne hai dato l’occasione e… -
- E ho trovato Jacob. –
- Esatto. Vedi, Bella, non so come
farti capire che non è questa la via giusta… Come
posso farti cambiare idea? –
- Nessuno può farmi cambiare idea.
Ormai io… - sempre fissando le felci a terra –
io… ne sono innamorata. E farò…
- disse queste parole con tono che interpretai sofferto –
farò… farò di tutto
per far continuare questa storia. –
L’ennesimo colpo al cuore se
possiamo definire cuore quell’organo ormai inutilizzato che
si trovava nel mio corpo,
dal giorno in cui vidi le ombre della dannazione.
Cosa avrebbe potuto farle cambiare
idea? Decisi un’altra via.
- E se ti dicessi che in questi due
mesi i miei sentimenti sono cambiati? -
Di colpo il suo viso si girò verso
di me, gli occhi quasi le luccicavano.
- Fai… fai sul serio, Edward? -
- Mai stato più serio. – ed era
vero, amavo Bella più di ogni altra cosa ed ero disposto a
lottare per stare
con lei per l’eternità.
Mi prese la mano come nei mesi
scorsi era solita fare… Il suo tocco gelido mi trasmetteva
calore immenso…
Iniziò a disegnare cerchi con il pollice sulla mia mano
destra.
- Edward io… Sono basita. Non
pensavo che… -
- In questi due mesi in cui non mi
hai rivolto la parola mi sono sentito… Vuoto. E
l’unica in grado di riempire lo
spazio immenso che si era creato dentro di me, eri tu, mia dolce Bella.
Ma tu
fuggivi, andavi via di notte e ti allontanavi da me. Come facevo a
parlarti? –
con l’indice le toccai il naso, passando la mano sulla sua
guancia,
accarezzandola – E con Jacob… Ho pensato al
peggio. Mi sono sentito più morto
di quello che ero, insignificante senza di te.
–
- Vuoi sapere la verità? – mi fissò
dritto negli occhi – Non ho mai smesso di amarti nemmeno io.- e si avvicinò
piano verso di me, le sue
labbra fredde toccarono le mie, per unirsi in bacio passionale,
veemente e
violento, le mie mani le accarezzavano lentamente la schiena e sentivo
le sue
stringermi piano i capelli…
Ciò che avevo desiderato per quei
due mesi, era finalmente arrivato.
Le nostre lingue si cercavano e
timidamente si toccavano in attimi di piacere, la sentivo venire sempre
più
verso di me, incastrando la gamba tra le mie leggermente aperte che ci
fece
cadere dal tronco sulle foglie morte del terreno…
Si avvicinava sempre più, sentivo
il suo ventre vicino al mio stomaco e volevo che quell’attimo
non finisse mai.
Stavo per impazzire – in senso buono – quando si
mise su di me a cavallo, io
ero steso a terra e lei mi lanciava degli sguardi d’intesa e
si abbassava
stringendo i polpacci alle mie gambe, quasi come se stesse entrando in
me,
sentivo i suoi seni sul mio petto e stavo quasi morendo sulle sue dolci
labbra…
Ciao! Spero di non avervi deluso con questo chap... ^^ Edward meritava di avere la sua occasione! Grazie mille per le rece ^^
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Capitolo 10 *** Momenti di privacy ***
- Ti voglio,
Edward Cullen. -
- Non sarebbe meglio farlo… A casa?
–
- Vero… Non voglio che la mia prima
volta sia nella foresta. –
- Allora abbiamo una cosa in
comune. -
- Non pensavo che fosse… - ci
rialzammo e iniziammo a correre verso casa mano nella mano.
- Nemmeno io per te. Mi hai colto
alla sprovvista. –
- E tu, allora? Sei bellissima… Una
persona come te è il tipo che stravolge i ragazzi.
–
- Bè, guardati anche tu, mio caro
Edward. Sei un dio. –
Insieme ridemmo sonoramente. Quella
fu davvero la prima volta che la sentì vicina a me.
Arrivati a casa, fortunatamente,
eravamo soli. Durante il tragitto avevo avvisato Alice di non tornare
ancora a
casa, se non potevano farne a meno, almeno che ci lasciassero privacy.
Avevo ancora delle cose da
discutere con Bella, i miei sentimenti… I suoi
sentimenti… Il perché si era
allontanata tanto in quei due mesi… Da solo.
Raggiungemmo in fretta la mia
stanza e ci fondammo sul divano.
- Bella, senti, io voglio prima
chiarire delle cose con te. -
- So di cosa vuoi parlarmi, il
motivo che mi ha spinto a non parlarti. –
- Ma che fai, leggi anche tu nel
pensiero? – risi di gusto assieme a lei.
- No, sciocchino, l’avevo
immaginato. Per tagliare corto, mi sentivo… Rifiutata. Mi
chiedevo come era
possibile che tu ti fossi dimostrato così vicino a me, tanto
premuroso e
voglioso di proteggermi ma che quel bene che mi dimostravi standomi
accanto,
non era il bene che io provavo per te. Sono stata male da non
accettarlo e ho
rifiutato di avere rapporti con te perché non riuscivo ad
essere un’amica e…
basta. – poggiò la testa sul mio petto.
- A quel tempo, già provavo
qualcosa per te, ma non ne ero certo. Ecco cosa mi spinse a risponderti
in quel
modo, ero confuso, non capivo se era amore oppure no, non avendo mai
provato
per nessuno questo sentimento… Più ti guardavo e
più nella mia mente ti
elogiavo, l’unica cosa che per me contava realmente era la
tua compagnia. Dopo
che me ne hai privato, ho scoperto di soffrire per la tua mancanza. La
tua
presenza, era vitale per me… Persino più vitale
del sangue… Era tutto.
Desideravo fartelo capire, ma come già ho avuto modo di
spiegarti, non me ne
hai dato l’occasione, Bella. –
Si strinse più forte a me e sentivo
le sue unghie quasi nella mia carne.
- Che stranezza, due persone per
una cosa sciocca del genere non sapevano di amarsi. Io
perché ero troppo
testarda, tu perché troppo confuso. Ci siamo ritrovati,
finalmente. – Alzò la
testa e si avvicinò per baciarmi, fu una cosa lenta e dolce,
misurata e
piacevole.
Man mano divenne sempre più
passionale, sembrava golosa della mia bocca e della mia lingua, quasi
da non
staccarsi più… Ci alzammo dal divano, le sue mani
scendevano su di me e mi
avvicinavano sempre di più a lei, che mi sussurrava parole
dolci tra un bacio e
l’altro, a fior di labbra – Dal primo giorno, dal
primo minuto in cui ho
iniziato questa nuova vita e ti ho visto… Ho perso la testa
– e mi baciava con
foga – sai perché ti ho fatto diventare il mio
“schiavo”? –
- No, dimmelo, sono curioso – le
sorrisi mentre faceva scivolare le mani sulla mia schiena.
- Volevo che mi stessi accanto,
Edward. Non l’avevi capito perché ero
così despota con te? Detestavo l’idea che
tu potessi trovare… un’altra. –
La baciai – Cosa dici, Bella! Non
avrei mai potuto trovare una persona meglio di te. –
Riprendemmo le nostre coccole e
camminando nella stanza, ci dirigemmo verso il bagno.
Sempre baciandoci, la condussi
nella doccia della stanza, aprì l’acqua e di colpo
rise, sempre tenendo gli
occhi chiusi… Era meravigliosa.
Quando fummo tutti bagnati, Bella
mi prese le mani e se le poggiò sui fianchi, proprio dove
c’era il bordo del
suo maglione blu, e m’intimò di sfilarglielo: in
pochi secondi – velocità da
vampiro – i nostri indumenti bagnati li gettammo
chissà dove nella stanza, e i
nostri corpi marmorei furono finalmente più vicini.
Come i momenti migliori, però, ci
fu qualcosa o meglio qualcuno che c’interruppe nella nostra
intimità.
Alice entrò di colpo nel bagno
mentre io e Bella ci baciavamo, mezzi nudi: la sua espressione era
palese, era
un misto tra imbarazzo e divertimento.
Abbassò lo sguardo e poi parlò. –
Scusatemi… Ehm… Ho da dirvi una cosa importante.
–
- Ehm… - avevo le mani ancora
strette alla vita di Bella – dicci pure, Alice. -
- Quei lupi puzzolenti di La Push hanno accusato
Bella di
aver rotto il patto… -
- Patto? Quale patto? – disse
Bella, mentre cercava di coprirci con la tendina della doccia.
- Lo stipulò Carlisle anni fa. Con
questo patto, nessuno di noi può entrare nella loro riserva
sempre che non
siano cambiate le regole del contratto. –
- Bella, dimmi la verità, - disse
mia sorella – per caso tu… Sei entrata nella
riserva? –
- Io… Io non lo so. Non conoscevo
nemmeno Forks! –
- Allora può darsi che per sbaglio…
Ci sei andata. Forse quando te la facevi con quel licantropo.-
Bella mi guardò, triste, poggiò le
mani sul mio petto e il lembo della tendina della doccia le cadde da
mano.
- Si, allora ci sono stata. – Mi
fissava ancora, ricambiai i suoi sguardi con un velo di sofferenza:
ricordare
il licantropo, Jacob, e quello che c’era stato prima di oggi
tra loro due mi
aveva leggermente rattristato. Strinsi Bella più forte a me,
accarezzandole i
capelli.
- In ogni caso, - riprese Alice
abbassando nuovamente lo sguardo visto che la tendina non ci copriva
più, -
Carlisle è andato a parlare con il capo anziano per spiegare
che tu non eri a
conoscenza di tutto ciò. –
- Grazie, Alice. – disse Bella con
un filo di voce.
- Mi scuso se vi ho interrotti! –
rise fragorosamente e schizzò via dalla stanza.
Guardai la mia piccola stretta a me
e iniziai a ridere anche io, lei si scostò.
- Si vede che non era il momento
giusto, per questo. -
- Già. Ci rifaremo la prossima
volta. – rispose Bella.
- Adesso rivestiamoci, si
chiederanno dove siamo finiti. –
Ciao!! Dopo alcuni giorni, oggi mi hanno dato lo schermo indietro e ho potuto postare di nuovo! Grazie per le recensioni e anche a chi legge solo. ^^
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Capitolo 11 *** Il processo all'intenzione ***
Carlisle
cercò di trattare con
l’anziano della riserva, ottenendo buoni risultati: Jacob era
stato richiamato
dal consiglio perché aveva fatto entrare di sua spontanea
volontà una fredda
senza il consenso di un capo e Bella era stata richiamata in terra di
riserva
con permesso, per dichiarare le sue difese in merito alla situazione.
Anche se trovavo la cosa molto
sciocca, dissi a Bella di andare e dire tutto ciò che
sapeva, poiché desideravo
che a Jacob andasse male. Dopo tutto era stato lui a farla entrare
lì a La
Push, rompendo il patto
creato dalla sua stessa gente.
Il “processo”, se così possiamo
chiamarlo, fu indetto due giorni dopo la rivelazione di Alice nel mio
bagno…
Bella era molto tesa e lo dava a vedere abbastanza, così
poche ore prima decisi
di portarla a caccia per distrarci un po’.
- So che sei in pensiero, ma
credimi, non centri nulla. -
- No, Edward. Io ci sono stata… Ci
sono entrata ed è lì che la mia relazione con lui
ha vissuto in molte di queste
notti prima di… ricominciare a parlarti. –
- Sono confuso… Penso che per te
Jacob non sia del tutto un semplice amico. –
- Vuoi davvero sapere perché ci
stavo insieme, allora? – chiese, il tono più
isterico che mai.
- Bella, no. Sono rimasto stranito
dal fatto che l’altro giorno ti abbia convinto
così facilmente. Con questo non
dico che le mie parole non erano vere, perché provenivano da
qui – mi toccai il
petto – ma che… forse non mi hai detto tutta la
verità. –
Si portò le mani agli occhi, quasi
come se volesse piangere, un gesto che ormai faceva spesso.
Come altre volte in precedenza,
dalla sua bocca uscivano solo lamenti indistinti che assomigliavano a
singhiozzi strozzati.
- Edward… Ti giuro sulla mia morte
immediata che ho sempre amato te e nessun altro. Jacob era…
un buon amico,
nulla di più. Con lui stavo bene, questo è vero,
ma con te è diverso. Tu sei…
la mia vita. -
- Allora perché… perché baciavi
Jacob quasi con violenza, l’altra notte? – dissi,
geloso fino alla punta dei
piedi.
- Tu… Tu mi hai… spiata? –
- Volevo parlarti e ti ho aspettata
nella tua stanza… Nel momento sbagliato. – Lo
sguardo sinceramente solenne.
- Non centra nulla, Edward Cullen!
Mi hai spiata lo stesso! – era furiosa di rabbia, gli occhi
le diventarono due
fessure.
Cercai di mantenere la situazione
stabile, non volevo che adesso che si erano aggiustate le cose,
peggiorassero
nuovamente.
Si girò, la braccia conserte.
- Bella… Ti chiedo scusa umilmente.
Non l’avrei mai fatto se non ne avessi avuto bisogno. -
- Bisogno di cosa? –
- Di parlarti. Ero spiazzato, ero rattristato.
L’unica cosa che mi avrebbe risollevato era parlare con te,
quella notte. Ma ho
scelto il momento sbagliato, devi credermi. Ero pronto a parlarti non
appena
saresti tornata, ma con te c’era lui… -
- Hai… Hai visto cosa facevamo? –
Annuì.
- Dimentica tutto. Edward io non
voglio che metti in dubbio ciò che provo per te. Jacob
è stato solo… un
rimpiazzo. – di colpo il tono divenne dolce, – Ti
ho sempre amato… Sempre…
Quando vagavo nella foresta la settimana scorsa a caccia e lo trovai mi
venne
l’illuminazione. Lui non sapeva chi fossi e stranamente dal
primo momento non
ebbe paura di me. Decisi che poteva andare… Dovevo farti
ingelosire, dovevo far
si che ti accorgessi cosa ero per te. Il piano sarebbe scattato dopo
due o tre
giorni. Io l’avrei portato a casa come mio fidanzato, tu
avresti reagito. Ho
sempre voluto che tu reagissi, Edward. Ma eri troppo cieco per
accorgerti delle
mie attenzioni all’inizio… – Si
girò nuovamente verso di me.
- In effetti, quando l’ho visto,
soffrivo come un cane. No, forse non è un bel paragone. Mi
ricorda lui! –
Ridemmo insieme.
- Ero geloso, anzi di più. Vedevo
come ti toccava, come ti baciava e desideravo essere al suo posto. Ma
non mi
parlavi… - dissi, mestamente e ironicamente.
Bella si avvicinò, con una mano mi
sfiorò la guancia lentamente – Allora il mio piano
un po’ è riuscito. –
Le accarezzai i capelli, adagio,
lei si avvicinava sempre più. – Più di
un po’. – Sorrisi.
Posò le labbra sulle mie piano, per
poi riscaldarmi attraverso movimenti sinuosi in un bacio dolcissimo.
- Bella… -
- Si… - rispose allontanandosi.
- Come facevi a stare con un
licantropo? –
- Io… Non lo so. L’ho scoperto per
caso, dopo averlo incontrato, e ho dovuto ricambiare la
verità con verità… Gli
ho detto che ero un vampira. –
- Non era disgustato dall’odore? –
- No. Sembrava non accorgersene. Ma
cos’ha il mio odore che non va? –
- Nulla, Bella. Di solito i lupi
disprezzano il nostro odore, anche se per noi può essere
dolcissimo; – le annusai
il collo – tu sai di fresia per esempio. –
- Davvero? Non me ne ero mai
accorta. In ogni caso… Quando ci stavo insieme, percepivo
solo passione. Jacob
non ha mai provato astio verso di me e la mia vera natura. –
- Questo è strano, Bella. Dobbiamo
andare fino in fondo a questa faccenda. –
Annuii, e andammo verso La Push.
- Jacob Black,
dichiari aver
portato nel nostro territorio un essere a cui era vietato
l’accesso? – chiese l’anziano
Quil a Jacob, che annuì impercettibilmente.
Ci avevano chiamato esseri, che
indecenza.
Bella era seduta di fronte a me,
alla destra dell’anziano capo della riserva di La Push.
Nella piccola stanzetta c’eravamo
solo io, Bella, Jacob, Quil e Sam Uley, in rappresentanza del branco.
Finora aveva risposto ad ogni
domanda senza il minimo sforzo, tutto sommato diceva la
verità.
- Signorina Swan, prova sentimenti
per il signor Black? -
- C’è stato qualcosa. Ma nulla di
più di qualche bacio. –
- Sta mentendo. –
- Jacob, per piacere fa silenzio. –
lo riprese l’anziano Quil.
- Signorina… Non si è mai accorta
di aver oltrepassato il confine della zona consentita? –
- No. E posso giurarlo. Jacob, dillo
anche tu che non lo sapevo! –
- Questo è vero. Ho portato io
Bella qui, non ne sapeva nulla. –
- Allora dichiari di essere
colpevole, di aver involontariamente violato il patto? –
- Io… dichiaro di essere colpevole.
Bella non ne sapeva nulla. – disse Jacob, tutto
d’un fiato.
- Jacob Black, d’ora in poi, per
problemi di sicurezza, non potrai più avvicinarti a Forks e
alla regione di Olimpia.
Se questa succhia- , fredda avesse subito qualcosa, il suo gruppo ci
avrebbe assaliti.
Non vogliamo entrare in guerra. –
- Ma… -
- Niente ma, ragazzo. Le decisioni
le prendo io. Per quanto mi riguarda – disse rivolto a me poi
a Bella – potete anche
andarvene. Il patto resterà inviolato e non
cambierà. Non siete i benvenuti,
qui. –
Mi alzai e cinsi la mano a Bella,
che prima di andare, si fermò a fissare Jacob: gli disse
qualcosa senza
parlare, lessi le parole nel pensiero del licantropo “Mi
dispiace tanto. Ma doveva
andare così… Siamo troppo diversi… Ti
vorrò sempre bene.”
Tornammo a casa con la mia
automobile, e fui pensieroso per tutto il viaggio, avevo in mente
qualcosa che
mi tormentava: la questione Jacob era davvero conclusa o avrebbe fatto
di tutto
per interferire tra me e la mia Bella?
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Capitolo 12 *** L'intruso ***
La
settimana dopo il fantomatico “processo” di Jacob,
la settimana trascorse in modo calmo ma anche un po’ piatto:
Bella sembrava un po’ giù, gli occhi sempre fissi
all’orizzonte in direzione della foresta… Cosa
c’era che non andava?
-
Bella… - le dissi una sera, - percepisco una strana
aria… Stai bene? -
- In
effetti, no. –
-
E’ per Jacob, scommetto. –
Annuì
debolmente col capo. Ecco perché quel comportamento apatico.
-
E’ meglio che me ne vada… ti lascio sola.
– Non volevo dirle che dovevo sbollire la mia gelosia: solo
la pronuncia di quel nome mi faceva andare su tutte le furie. Jacob era
mezzo umano dopotutto e non potevo prendermela con lui abbastanza. Non
potevo cambiare nemmeno i sentimenti che Bella provava verso di
lui… Tuttavia, la restrizione del capo anziano mi avrebbe
aiutato; Jacob non sarebbe più potuto entrare a Forks.
O
almeno così credevo.
Era
un pomeriggio nuvoloso, senza pioggia.
Ero
nella foresta a caccia, quando la mia mente fu catturata da uno dei
mille pensieri che percepisco ogni giorno “Ho intenzione di
andare da lei. La convincerò a fuggire con me fuori Forks,
così nessuno ci disturberà. So che mi ama, deve
solo ammetterlo!”.
Jacob
aveva intenzione di andare da Bella. Io, naturalmente dovevo fermarlo.
Corsi
più veloce che potevo verso casa mia, non era distante,
così arrivai prima di lui.
Bella
era nel salone seduta sul divano a guardare la tv: quando arrivai ero
leggermente ansante, i capelli spettinati dal vento gelato che soffiava
fuori.
-
Cos’hai? – mi chiese.
-
Sta arrivando. –
-
Chi? –
-
Jacob. –
Spalancò
gli occhi, quasi come se fosse meravigliata. Vidi come un barlume di
speranza nei suoi occhi, quasi come se sperasse di rivederlo. Intanto
bussarono alla porta. Sapevo benissimo chi era ed andai ad aprire.
-
Che ci fai qui? -
-
Devo parlare con Bella. –
-
Solo se lei vorrà. –
-
Si, lo voglio. – sembrava quasi che stesse acconsentendo ad
altro.
Levai
la mano con cui tenevo la porta aperta e feci entrare in casa
quell’odioso licantropo.
-
Vai via, succhia sangue. – mi intimò.
-
Per favore, Edward. Non voglio che succedano guai tra di voi.
Tornerò presto da te. –
Mestamente,
acconsentii. Potevo sempre ascoltarli attraverso il pensiero di Jacob,
qualunque cosa avrebbe tentato di fare, potevo fermarlo in tempo.
Iniziarono
a discutere.
-
Bella, sai perché sono qui? -
-
Rinfrescami la memoria. –
-
Bella, io ti amo. So che anche per te è lo stesso! So che
non vuoi vivere con queste sanguisughe, lo si vede benissimo!
–
-
Jacob… Non insistere. Sai benissimo che non puoi stare qui.
–
- Lo
vedi? Non rispondi nemmeno alle mie affermazioni. Sono sicuro di aver
ragione. Fuggi con me, Bella, potremmo vivere felici insieme!
–
-
No, Jacob. Nella mia vita ho amato una sola persona… E non
sei tu. Ti ho voluto bene, ma nulla di più. Vivo bene con i
Cullen, mi trattano bene! Non me ne andrò da qui! –
Jacob
la prese per un braccio, trascinandola verso la porta urlando
– Allora cos’era l’altra volta nella tua
stanza, eh? Stavamo quasi per fare sesso, pensavo mi amassi! –
-
Non era nulla, Jacob! Confondi del semplice sesso per amore. Lasciami
il braccio! – gridava Bella, Jacob non mollava la presa e
sembrava più adirato ogni secondo che passava.
-
Ah, non era nulla? Confessalo, tu sei innamorata di me! –
-
No, Jacob, e lo sai. Ti ho solo usato. –
Jacob
non ci vedeva più dalla rabbia: prese a storcere il braccio
destro di Bella quasi come fosse un giocattolo, ed è
lì che intervenni.
Gettai
Bella sul divano e colpì Jacob dritto sul labbro superiore.
Il
sangue iniziò a scendergli dalla bocca, mentre tentava di
colpirmi, ma io naturalmente, schivavo ogni colpo. Ero padrone della
situazione, Black perdeva sempre più sangue e mancava i
bersagli. Dal divano Bella urlava “Smettetela, per
favore!”, ma io non l’ascoltavo. Jacob Black si
meritava tutto questo. Se non avesse osato toccare la mia Bella in quel
modo, forse non mi sarei intromesso. Ma da bravo gentiluomo quale sono,
so che le donne non vanno maltrattate. Soprattutto quando si tratta
della donna del mio cuore.
Il
licantropo era disteso a terra, i vestiti zuppi di sangue. Ero tentato
a bere, ma il sangue di lupo puzzava un accidenti che non riuscivo
quasi a respirare.
Nel
frattempo, erano tornati i miei fratelli.
Emmett,
divertito, mi chiese se poteva concludere lui il lavoro.
Desolato,
gli risposi che era meglio non ucciderlo, il resto del branco avrebbe
potuto controbattere e sarebbe stata guerra. Non avevo voglia di
cominciare una battaglia n quel momento.
Jacob
all’improvviso si alzò, correndo fuori la foresta,
spaccando in mille pezzi la grande vetrata del salone. Dimenticavo che
le ferite dei licantropi si rimarginano presto.
Bella
era shockata sul divano. Mi avvicinai lento, a passo felino e veloce.
-
Bella… -
Mi
gettò le braccia al collo. – Oh, Edward! Temevo
potesse uccidermi! Poi quando sei arrivato… Temevo potesse
uccidere te. Ho sbagliato male a pensare di provare qualcosa per lui.
Forse ciò che provo è solo odio. –
-
E’ tutto finito, Bella. Spero non tornerà a
scocciarci di nuovo. -
-
Anche io. –
-
Cosa vuoi fare adesso, Bella? –
- Ti
prego… Andiamo nella tua stanza… Voglio stare con
te, tra le tue braccia. –
Gli
altri nel salone ci guardarono imbarazzati.
-
Dai, Edward, falla divertire! – ghignò Emmett.
La
presi tra le mie braccia e veloce corsi al terzo piano…
Destinazione paradiso provvisorio. Semmai per un po’, Jacob
si sarebbe tenuto a distanza.
Decisi
di dedicare più tempo possibile alla mia Bella quel
pomeriggio,che dico, la vita intera.
La
quiete che trapelava dalle pareti della mia stanza era percepibile,
eravamo distesi sul mio letto senza far nulla eppure sembrava proprio
il momento adatto per fare qualcosa.
Bella
non aveva parlato molto da quando il lupo era fuggito, ma quando lo
faceva, mi chiedeva se stavo bene e mi baciava violentemente, quasi
come se avesse temuto il peggio, con Jacob.
-
Edward, - mi disse, stesa sul mi petto – io ti amo. Non te
l’ho mai detto esplicitamente, ma volevo farlo. Soprattutto
dopo oggi... - la zittì.
Pensava
davvero che potevo perdere contro quel lupo? In ogni caso anch'io avevo
da dirle qualcosina... Ma non era quello il momento giusto.
-
Basta, è passato, Bella. -
-
Edward io... ho voglia di un bagno... Vorresti venire? Mi vorrei
rilassare. -
Non
me lo feci ripetere due volte.
Velocemente
mi alzai e la presi tra le braccia, la vasca da bagno velocemente colma
di acqua bollente. Fortunatamente era grossa abbastanza da accoglierci
entrambi.
Mi
distesi con Bella inginocchiata dinanzi a me: più veloce
della luce - sempre velocità da vampiro - i vestiti erano
finiti da qualche parte là intorno, il suo corpo bianco e
estremamente pallido usciva dalla schiuma della vasca lasciando
scoperte solo le spalle.
La
strinisi a me, stava quasi per scivolare nell'acqua dal piccolo
strattone, pensai che nella sua vita umana doveva essere stata molto
goffa. Sentivo i suoi seni sul mio petto, le sue gambe strette alle mie
saldamente mentre ci avvicinavao sempre di più, baciandoci.
Era
il momento più bello della mia vita, dopo anni di
solitudine, con Bella avrei potuto sentirmi vivo. Con Bella avrei
potuto realizzare me stesso.
Improvvisamente,
le sue gambe furono intrecciate dietro la mia schiena, così
come le sua braccia, che mi cingevano il collo. Ogni secondo d
più, la sentivo arrivare in mezzo alle mie gambe: avevo
desiderato possederla così da tempo, speravo che proprio in
quel momento nessuno ci disturbasse; ma forse per la distrazione, non
mi accorsi dei pensieri di qualcuno che si presentò di nuovo
alla porta del mio bagno per interromperci: la famiglia Cullen al
completo.
-
Ehm... Di nuovo il momento sbagliato. - disse Alice.
Ci
girammo di scatto alla nostra sinistra, sei volti imbarazzati ci
osservavano silenziosi. Eravamo ancora abbracciati, Bella era quasi
nuda, se non fosse stato per le bolle del bagnoschiuma che le coprivano
le grazie.
Mi
chiedevo perchè Alice avesse un tempismo perfetto nel
rovinare i bei momenti: nei suoi pensieri e in quelli degli altri,
vedevo immagini di me e Bella... Ok, stop all'immaginazione.
-
Scusatei ma volevamo avvisarvi sulle ultime notizie: il branco di lupi
vuole chiarire la situazione con noi. Con te, soprattutto. -
-
Cosa vuole quel cane? - dissi.
-
Vuole farti incastrare. Vuole che il suo branco ci attacchi.
Andrà dal capo tribù per fargli credere che sei
stato tu a farlo uscire da La Push. -
-
Avrà quel che si merita quello stupido cane. - Emisi un
ringio inverosimile.
-
Preparatevi... Riunione di famiglia! -
E di
colpo sparirono. Mestamente, io e la mia Bella andammo a preparaci. Chi
sa quando saremmo potuti entrare finalmente in contatto...
X Roo Cullen: presto scoprirai il potere di Bella ;)
grazie x le recensioni ^^
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Capitolo 13 *** Bisogna saper aspettare... ***
Scendemmo in salone,
tutti i miei fratelli erano seduti al tavolo ovale e discutevano
fittamente su qualcosa.
- Alla buon ora! - gridò Alice.
- Non mi sembra che abbiamo fatto tardi. -
- Ah, no? Caro Edward, ci siamo visti l'ultima volta alle 17,08...
Adesso sono le 17, 20, come te lo spieghi? -
- possiamo evitare di parlare adesso? - le dissi. Se fossi stato umano
di sicuro sarei arrossito. Va bene che loro erano la mia famiglia... Ma
tu mi vai a toccare i momenti di privacy e ci scherzi anche su! Suvvia,
Edward, resta calmo.
- Possiamo iniziare questa riunione, per favore? -
La voce di Carlisle ruppe il mini litigio tra me e Alice.
- Allora... Edward, sei nei guai. - disse mia sorella, acida.
"Guai grossi", mi fece eco nella mia testa.
"Perchè?"
"Aspetta che lo dico anche agli altri."
- Spiegati meglio. -
- Ma devo dirti sempre tutto? Non puoi vederlo nei miei pensieri, no? -
"Se non me lo permetti".
- Alice ma cos'hai oggi? - chiese Bella.
- Nulla. Ma Edward mi irrita un pò, oggi. - Si
voltò per rivolgermi un ghigno. - In ogni caso... I lupi ve
la vogliono far pagare. Anzi, ce la vogliono fa pagare. -
"Sputa il rospo, sorellina."
"Ma sei proprio impaziente? Uffa."
- In che modo? - chiese Emmett.
- Vogliono uno scontro. Aspettate. Andranno prima dall'anziano. Quel
cane di Black dirà che Edward l'ha colpito e che lo stava
uccidendo e inoltre... dirà che lui ha morso Bella. -
"Allora?"
- Edward finiscila di entrare nella mia testa, e che diamine!
Comunque... Dirà che ha morso Bella e che quindi ha violato
il patto che ha stupilato Carlisle. Cioè "non possiamo
mordere in questo territorio nessun umano" -.
- Ma Bella non è morta. - disse Jasper.
- sul patto c'era scritto "mordere, non uccidere". A questa cosa non
avevo davvero pensato. - Disse Carlisle.
"Hai visto altro?"
"No. Edward finiscila! Mi sento il cervello scoppiare!"
- No, Edward non ho visto altro. E basta. -
- Alice, ma come siamo nervose, oggi. - Rosalie parlò per la
prima volta.
- Come possiamo fare adesso? -
- Finchè non ci diranno nulla, non faremo nulla. In casi
estremi, andrò io stesso ad incontrare l'anziano degli
indiani. -
- Non pensate che... Se ci andassi io... Vi salvereste tutti? - disse
Bella.
Avevo capito che voleva mettersi nei guai. Grossi guai, per l'appunto.
Quel gigantesco lupo di Black avrebbe potuto arrabbiarsi di nuovo e far
del male a Bella.
Una cosa non mi era chiara: perchè Bella non aveva reagito
quando Jacob stava tentando di storcerle il braccio? Era come
impotente... Come se non avesse la forza. Eppure è
istintivo. Ogni vampiro se lo sente dentro quando deve attaccare; lei
no.
C'era qualcosa che non mi quadrava... Come se in Bella ci fosse
qualcosa di diverso. Già il fatto che non potevo leggerle
nel pensiero, era una stranezza. Non mi era mai capitato. Poi il fatto
che non reagisce mi fa dubitare di qualcosa... Naturalmente mi opposi.
Bella non poteva avventurarsi da sola da quel cane indiano.
- Mai e poi mai. Tu non ci andrai. -
- Perchè? -
- Perchè lo dico io. E' pericoloso, Bella, non capisci? -
- No. Io so solo che se non vado ci andrete di mezzo anche voi. -
- Affatto. Se tu resti qui le cose si risolveranno. -
Sbuffò, quasi stanca di dibattere. Sapevo che era anche una
gran testarda però... Avrei dovuto tenerla d'occhio.
- Bella, Edward ha ragione. Aspettiamo che succeda qualcosa. - Disse
Carlisle.
- Va bene, ho bisogno di aria. - mi porse la mano, che accettai di buon
grado, ed uscimmo fuori nel giardino della mia casa. Era quasi il
tramonto, non c'era un raggio di sole che batteva sull'erba. Sembrava
che ogni giorno si rifiutasse di sorgere in quel posto sperduto...
Meglio così.
Ci accomodammo sul divano- altalena del giardino.
Bella mi sembrava un pò inquieta, la testa sul mio petto.
Speravo non stesse progettando qualcosa come suo solito, qualcosa che
l'avrebbe fatta incappare in guai seri.
E intanto cresceva la voglia di legarla a me in modo indissolubile. la
desideravao in tutti i sensi, ma sembrava che il destino ci fosse
avverso...
Ci avremo provato prima o poi.
- Edward... Penso davvero che se andassi... - la zittì
posandole un dito sulle labbra.
- Bella, per favore. Sai anche tu che rischieresti. -
- Cosa rischierei? Sono una vampira! Sono forte anche da sola. -
- No. Sei ancora giovane e inesperta. finiresti per far andare tutto in
modo sbagliato, perderesti i sensi. E poi mi chiedo come mai... -
- Come mai, cosa? Dimmelo, per favore. -
- Come mai... Non hai reagito con Jacob. Nemmeno quando lui era lupo. -
- Io... Edward... non lo so. non ho mai combattuto con nessuno finora,
non ho mai sentito l'istinto di assalire nessuno. Cattivo o buono che
sia. -
Sospirai. Non credevo fosse davvero quella la realtà. Le
cose erano due: o ne era davvero ignara. Oppure mi stava nascondendo
qualcosa.
Avrei lasciato tutto al caso... avrei di sicuro scoperto qualcosa con
il tempo. Mi restava solo dare fiducia alla mia Bella.
Intanto passarono circa sei settimane. Di Jacob e del suo gruppo
nemmeno l'ombra. Mi chiesi se Alice si fosse sbagliata, può
capitare di cambiare idea e così anche le sue visioni
prendono una piega diversa, inaspettata.
Quella notte, portai Bella a fare un giro nella foresta, per cibarci.
Non andavamo a caccia da giorni ormai, ma non avevo ancora scoperto il
perchè dell'innocenza di Bella. Con gli animali da
procacciare non aveva problemi, ma con gli uomini si. Poteva forse
mancarle il senso istintuale? Poteva forse aver conservato l'innocenza
di quando era umana? Avevo iniziato a considerare anche queste opzioni.
- Dai, corri, Edward! Tanto non mi prendi! - A correre era molto
veloce, non c'è dubbio. Ogni volta che eravamo soli in un
grande spazio aperto, Bella mi chiedeva sempre di scherzare e giocare
con lei. forse era una cosa un pò infantile, ma sta di fatto
che mi divertivo un sacco!
Girai in cerchio 600 mt per rincorrerla! Ma alla fine fu mia.
Le fui sopra con un soffice balzo, ed entrambe cademmo sull'erba umida.
Mi rigirai per farla essere sopra di me, lei mi accarezzava i capelli,
sorridendomi.
- Forse questo è il momento adatto... - le sussurrai
nell'orecchio sinistro.
- Lo penso anche io. -
La foresta oscura ci racchiudeva tra le sue mura fatte di alberi:
nessuno avrebbe potuto trovarci lì dentro, nessuno avrebbe
potuto turbare i nostri momenti più dolci e intimi tra le
grandi chiome degli alberi.
Bella iniziò ad aprirmi la camicia, baciandomi con veemenza.
Feci lo stesso con il suo pullover, scoprendo la sua pelle pallida come
un cencio.
Era tutto un gioco di mani e baci, che presto i nostri indumenti furono
persi tra l'erba invisibile della foresta.
La sua pelle sembrava brillare al buio, e quando mi sorrideva e mi
parlava a fior di labbra, sentivo crescere in me un nuovo calore, un
eccitazione mai provata prima. Doveva essere la gioia del primo amore...
Forse il luogo non era proprio consono a contenere il nostro piacere,
ma andava bene così. Lei era tutto ciò che
desideravo in quell'istante: il suo corpo, le sue labbra... E tutto il
resto, resto sempre un uomo dopotutto.
Avevo voglia di addentrarmi dove mai avevo osato solo perchè
volevo sentirla dentro di me, e so che lo voleva anche lei.
Ero steso sull'erba, lei seduta sopra di me, sul mio stomaco. Mi prese
le mani, le intrecciò alle sue e chiuse le gambe... Sentivo
che scivolava lungo tutto il mio corpo, irradiando brividi lungo la mia
pelle. So che è un pò difficile da ammettere per
un vampiro, ma per la prima volta sentì freddo. Freddo
perchè il suo tocco mi dava i brividi... Ne ero estasiato,
ne ero eccitato.
E fu un attimo.
Incerta la sentivo entrare dentro di me: il suo lato più
intimo, più innocente aveva familiarizzato con la parte di
me stesso che mi provocava più piacere di quanto soldi e
ricchezza potessero dare.
Cos'era il mondo senza l'amore? Niente.
Bella iniziò a gemere di piacere. Le nostre parti
più nascoste si erano incontrate e si cercavano ancora,
così come allo stesso modo si cercavano le nostre lingue.
Nella foresta echeggiavano i nostri urli d'amore, la nostra passione
era finalmente esplosa.
- Ne è valsa la pena aspettare... per questo. - mi disse
Bella, ansante. Queste cose portano via un pò di energia...
- Assolutamente. - risposi, il fiato corto.
Continuavamo a muoverci distrattamente nell'oscurità, forse
uno dei momenti più belli della mia vit. No... Il momento
più bello della mia vita.
Ero felice che nessuno si fosse fatto vivo. Finalmente eravamo
diventati una cosa sola.
Ma sarebbe stato sempre così?
Ciao a tutti! Mi fa piacere che la mia storia vi piaccia! ^^ Finalmente edward e bella non sono stati interrotti, ma può andare davvero tutto liscio? Non penso proprio... XD questa era come una prima parte di questo chap, nella prossima verrà svelata una cosa anomala su bella... iniziate a pensare cosa potrebbe essere ^^... =)
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Capitolo 14 *** Rosso ***
Le stranezze
non arrivano mai da sole, ma quella notte il fato fu clemente con noi
due.
Nessun Jacob e nessuna
Alice erano usciti al nulla per disturbarci... Finalmente.
Ritornammo a casa alle
quettro più o meno, nel salone c'erano Alice e Jasper che
guardavano la televisione a bassissimo volume.
- Ciao. - La salutai.
- Auguri. - mi rispose.
- Perchè? -
La cosa non mi era chiara.
"Perchè
finalmente siete riusciti a... Comunque state insieme adesso, no? Ho
visto cosa hai intenzione di fare..."
"Si. Almeno per me si.
Non dirle di quella cosa."
"Va bene."
Eravamo a fissarci da
un bel pò che non mi accorsi che Bella mi stava quasi
tirando il braccio da alcuni minuti. Eravamo rimasti per troppo tempo
occhi negli occhi a parlare nella mente... Ahimè!
- Edward? -
- Bella. -
- Cos'hai? -
- Nulla. Ero
pensieroso. -
- Comunque auguri anche
da parte mia, - si intromise Jasper.
Uffa. Con una sorella
che è una specie di veggente non puoi mai fare nulla
perchè lei lo sa ancora prima di pensarci. Che diamine!
Vabbè che nemmeno io ci scherzo. Ogni volta che i miei
fratelli hanno un momento personale, devo chiudere la mente per non
vedere le porcherie che combinano. Soprattutto Emmett e Rosalie, sono
un pò disgustosetti! Ma quella è un'altra storia.
Era un pò
tardi, con tutto che noi vampiri non dormiamo, ed io e Bella salimmo
nella mia stanza. Ormai stava sempre lì, sembrava che fosse
l'unica stanza dove realmente volesse stare... Quella notte
però fu un pò strana e felice. Sembrava che si
sentisse un pò così, sorappensiero ma allo stesso
tempo era contenta. Bho. Chi le capisce le donne...
Poi ci fu una cosa che
mi sorprese. Non mi sorprese per quello che disse, ma per come me lo
disse. Sembrava malata, stanca come se avesse la febbre.
- Scusa, Edward, vado
un attimo in bagno, ho bisogno di lavarmi. - mi disse.
Mi limitai ad annuire e
ad aspettare che uscisse come una persona normale.Vabbè,
diciamo che a parte essere un vampiro non ero un uomo anomalo... Ma
dopo circa mezz'ora, notai che Bella non usciva. Mi avvicinai alla
porta del bagno e bussai.
- Bella? -
-Edward... -
- Cosa c'è
che non và? Posso fare qualcosa? -
- Non lo so. -
- Posso entrare? -
- Ehm... Ormai... -
disse con tono triste.
Aprì la
porta. Cosa le era successo di tanto grave?
Poi lo vidi: Bella era
seduta sul bordo della vasca da bagno senza indossare i jeans, il volto
stranito da qualcosa di cui non riuscivo a comprendere
finchè non toccai con mano. Sotto la luce della plaffoniera
del bagno, la sua pelle appariva ancora più inverosimilmente
pallida.
Tra le mani, il jeans
che poco prima le fasciava le gambe snelle, le sue piccole mani che
stringevano il tessuto come se fosse qualcosa di impuro. E poi... la
macchia rossa che rompeva l'azzuro chiaro del forte tessuto.
Sangue.
Presi l'indumento tra
le mani, e l'odorai. Era davvero ciò che sembrava. E non
capivo il perchè.
- Ma... -
- Edward, credimi, non
so cosa sia. Mi sentivo... sporca, come bagnata. Ma come facevo, se non
ho bisogno nemmeno di andare in bagno perchè non mi cibo
più di cibo umano? Cosa sarà mai? - Il suo tono
era abbassato di alcune ottave.
- Bella, lo so
benissimo, ma non essere allarmata, adesso, - mi avvicinai a lei e le
presi la testa tra le mani, portandomela sul petto - ci sarà
una soluzione a tutto. - Ci sarebbe davvero stata? Perchè
all'improvviso Bella aveva perso sangue... Da lì? Avevamo
solo fatto l'amore, dopo tutto. E lei non era umana... Non avrebbe
dovuto perdere un bel niente. Anche se avevo forzato la sua serratura,
Bella restava una vampira, priva di sangue umano.
Chiamai Alice, che non
se lo fece ripetere due volte; naturalmente, lo aveva già
visto nelle sue visioni poco prima che succedesse, ma non ne aveva
fatto parola con nessuno. Certo, meglio non sapere il futuro... Chi
come avrebbe reagito Bella se l'avesse saputo prima. Già
adesso era sconvolta.
- Cosa - è -
questo? - scandì ogni parola con minuziosità,
sembrava non crederci nemmeno lei, anche se l'aveva visto nella visione.
- E' ciò che
si vede. - dissi.
- Lo vedo. Qui ci vuole
l'aiuto di Carlisle... -
- Già, vado
a chiamarlo. - Uscì velocemente dalla stanza per cercare mio
padre, ma mantenni un orecchio aperto sui pensieri di Alice, parlava
con Bella.
- Allora,
com'è stato? - chiese Alice a Bella. Sapevo a cosa si
riferiva. I fatti suoi mai, eh? Ma mi interessava saperlo anche a me.
- Credimi, Alice, al
mondo non c'è cosa migliore. E poi Edward... -
- E' stato bravo? Mica
ti ha fatta male? -
- Edward sa fare tutto.
E poi ricorda che è tuo fratello! Se sa che mi hai fatto
questo tipo di domanda ne sarà imbarazzato... Sono cose che
è importante sappia io. Comunque più delicato di
lui non esiste nessuno... -
Almeno non era andata
nei particolari.
- Ottimo. Ricordati che
sei anche molto invidiata. -
- Invidiata? E da chi? -
- Da tutte quelle che
vorrebbero essere al posto tuo e fare l'amore con lui. -
- Ma di chi parli? -
- Prima di conoscere
te, Bella, Edward a scuola era molto apprezzato... Per il suo essere.
Avevo spesso visioni di ragazze che travano da tempo di saltargli
addosso e di fare qualcosa con lui... Ma non contraddirmi, i loro erano
solo sogni. Nessuna ama avvicinarsi a noi, tranne se ha fegato.
Facciamo un pò paura, ma siamo fatti anche di sentimenti
umani. Tu sei l'unica che abbia mai toccato il suo cuore. Nemmeno una
vampira bella come Tanya c'è riuscita. -
- Tanya chi? -
Dovevo interrompere
quella conversazione. Ma che stava dicendo Alice? Invece di distrarre
Bella come le avevo chiesto, la stava facendo essere più
nervosa del solito. Come odiavo quando faceva a modo suo...
Io e Carlisle arrivammo
in un lampo.
Gli raccontai in
disparte tutta la situazione, evitando i dettagli più
personali.
Era una cosa normale
amarsi a tal punto da dasiderarsi e fare l'amore, ma dirlo al tuo padre
adottivo - sebbene tra noi non ci fossero segreti - dire "lo
sai, dopo aver fatto l'amore la mia ragazza vampira ha trovato un
pò di sangue sui suoi jeans, ma dato che non ha sangue e il
suo imene rompendosi non poteva mai provocare perdite, non sappiamo che
fare."
Era troppo privato e
imbarazzante.
Secondo la teoria di
mio padre, il sangue che Bella aveva trovato sui suoi jeans era sangue
stantio fuoriuscito da lì perchè la membrana di
quella zona era stata forzata e si era rotta. Come sangue bevuto da
qualche preda che non aveva digerito bene. Risi a quest'ultima
affermazione.
Capì che
nemmeno Carlisle era a conoscenza di ciò che stava capitando
a Bella. Decise di farla andare da una ginecologa che conosceva
nell'ospedale dove lavorava. Almeno lei avrebbe saputo se
c'erano anomalie, poichè avrebbe visto ed esaminato.
Il giorno seguente
accompagnai Bella dalla dottoressa.
Era nervosa, aveva
paura che si trattasse di qualcosa di grave, data la cosa strana: i
vampiri non sanguinano.
- Bella, io ti aspetto
qui. -
- No, ti prego,
entra... -
- Ma non posso. La
visita è privata... - sarebbe stato troppo imbarazzante.
- No, se vuoi puoi
entrare. Basta che al momento della visita resti oltre il
separè. - la voce candida della dottoressa interruppe il
nostro dialogo. Evidentemente aveva sentito tutto.
- Tu sei Bella Swan? -
chiese.
- Si. -
- E tu devi essere il
figlio di Carlisle. -
"Sei anche
più bello di tuo padre..." mi dissero i suoi pensieri.
Annuì e ci
face accomodare nel suo grande studio.
Chiese a Bella di
seguirla dietro la tendina bianca che si trovava quasi in fondo alla
stanza e anche se ero lontano, sentì che le chiese di
spogliarsi.
Aspettai per
più di cinque minuti dall'altra parte della tenda, senza
fiatare. Sia la dottoressa, che Bella, non proferivano parola,
finchè non tornarono di nuovo nella parte nord dello studio,
alla scrivania dove io attendevo. Bella si sedette accanto a me.
- Allora, direi che non
sei più vergine. -
- Solo questo? - chiesi
io, sempre impertinente.
- Si vede che sei molto
interessato, Edward, giusto? Comunque non è la sola cosa che
ho riscontrato nella visita. -
- C'è altro?
- chiese Bella.
- In effetti... si.
Dalla visita, ho notato che è molto dilatata. Sembra che al
momento del rapporto, il tuo compagno abbia esagerato un pò
con le spinte. - guardò verso di me - Un pò
troppo. Di sicuro ti sarà uscito del sangue dopo. -
- Si. - rispose Bella,
timidamente.
- Non c'è
altro? -
- No, per adesso no.
Però Edward, non ti sbizzarrire durante questi momenti... A
momenti rischiavi di distruggere completamente la tua fidanzata! -
Che figura. La cosa che
mi faceva ridere era che lo diceva con una naturalezza tale che per lei
era più che normale. E poi i suoi pensieri... "Carlisle di
qua" "Carlisle di là"... Le piaceva anche mio padre. E
ironizzava sul mio modo di comportarmi durante un rapporto. Dettagli...
Le cose inutili che
avevamo scoperto erano due: primo, Bella non era più
vergine. E su questo anche io c'ero arrivato. Secondo, Bella aveva la
sua parte più nascosta dilatato a causa mia. Questo non lo
sapevo. Ma in ogni caso non era rilevante. La cosa rilevante era che le
era uscito del sangue proprio a causa di questa dilatazione. Ma
perchè? Da dove proveniva quel sangue?
Sta di fatto che Bella
si rissicurò. E questo fu senz'altro un buon inizio.
Ma quando avrei
scoperto la verità? Il sangue non cola senza un motivo ben
preciso...
Ci congedammo dalla
ginecologa che ci consigliò - soprattutto a me - di non
esagerare durante i nostri momenti di privacy, e senza informazioni
assai rilevanti, per andare da mio padre senza alcuna notizia in
più.
Come precedentemente, i
giorni passavano senza una nuova scoperta di informazioni sulle
stranezze di Bella.
Avete capito bene,
stranezze. Dopo la questione del sangue, Bella iniziò a
cadere in lunghi stati catatonici: non parlava, non sbatteva le
palpebre degli occhi e non si muoveva di un centrimetro, a volte anche
per più di un minuto.
Sembrava Alice durante
una delle sue visioni. La cosa strana era che cadeva in trance solo
dopo aver toccato qualcuno.
L'ho notato dopo poco
tempo. Ogni volta che l'abbracciavo - vabbè, non sempre
però - lei sembrava immobile.
Anche al tocco di
qualsiasi altro membro della famiglia, pareva cadere in uno stato come
di sonnambulismo.
Chiesi ad Alice se
aveva avuto qualche visione circa questa stranezza, ma la sua risposta
fu negativa. Inoltre, non aveva avuto visioni nemmeno riguardanti la
faccenda che mi intrigava di più in quel momento.
Bè, non si può avere tutto dalla vita, siamo
già immortali!
Però, ogni
cosa al suo tempo. Una mattina, due settimane dopo la questione del
sangue, io e Bella stavamo accoccolati sul nostro letto a due piazze
della mia stanza quando Alice entra nella mia stanza senza bussare - e
quando mai - e svela una parte del mistero al quale nè io,
nè i miei familiari eravamo riusciti a venire a capo.
- Edward! Ho visto! Ho
visto! -
"Non ti dilungare
troppo con le smancerie, però."
"Stupido."
- Cosa hai visto? -
- Bella... Bella
può vedere i ricordi di coloro che gli stanno accanto. Ti
ricordi? Come uno dei Volturi. -
Ciao! Ecco
svelata una parte del mistero... Questa è la prima delle
anomalie di Bella... L'altra è ancora top-secret
perchè ci sto lavorando su :P
Grazie a tutti per le
recensioni, siete troppo carini *_* e anche a chi legge soltanto ^^
Ci vediamo al prossimo
chapter ^^
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Capitolo 15 *** Morso ***
- Cioè, Bella
può vedere tutto ciò che io ho vissuto? -
- Si. L'ho visto nella visione. Bella ti tocca una spalla e dice
'Edward, ho visto il tuo passato... Tu eri un bambino nei miei
flashback'. Da questo l'ho capito.-
- E' vero. - s'intromise Bella, rimasta in silenzio da molto, - l'altro
giorno mi è capitato... ma era solo uno stralcio. Pensavo
fosse una cosa fasulla e invece... -
- Non c'è niente di fasullo, Bella. E' come avere un
enciclopedia nella testa. Puoi sapere tutto su tutti solo sfiorandoli.
Non è uno sballo? - le chiese mia sorella.
- Si... Ma mi fa paura. -
- Perchè, scusa? In ogni cao penso che solo se ti concentri,
ce la fai a vedere. Forse eri concentrata -
- Perchè rivivendo i ricordi delle persone non solo vedo le
immagini... Ma sento anche il loro dolore e le loro gioie. E li rivivo.
Mi sento uno straccio dopo averle viste e vissute in prima persona.
Anche se non realmente -
- Cosa hai visto finora? -
- Non mi ricordo... -
- Perchè non provi adesso? Toccami. - le dissi, incuriosito.
Almeno un tassello del puzzle aveva trovato il pezzo giusto a cui
attaccarsi.
Bella mi toccò una mano... Subito si irrigidì,
ancora più pallida in volto, l'altra mano stretta in un
pugno.
I suoi occhi erano strizzati e la sua bocca mimava un senso di dolore,
come se qualcuno le stava facendo male. Poi si staccò.
- Ho... Ho visto... Te, che ti dimenavi dal dolore... Eri in una stanza
con le pareti bianche... Tutti letti attorno a te.Tu però
non vedevi bene... Sentivi solo un dolore lancinante. - Era quasi come
se tremasse alle sue stesse parole.
- Quando avevo la spagnola... La malattia di cui stavo morendo. Non
ricordo nulla del dolore, però. -
- Meglio che non lo ricordi. - mi disse Bella.
- Comunque non è conclusa la mia visione... - ripete Alice,
il tono distaccato e freddo - ho visto anche una persona accanto a te,
Bella. -
- Chi era? -
- Non ne ho idea - sospirò - era un bambino, credo. Era
basso e cicciottello. -
- Bhè, può darsi che era qualcuno per strada che
incontrerà. Non è detto che succederà,
poi - dissi.
- Bho - Alice si voltò per andarsene - ci vediamo dopo -
Ed uscì dalla stanza.
Bella mi chiese di aspettarla in camera mia, doveva prendere una cosa
dalla sua stanza.
Lasciamola fare, mi dissi. Ne sta passando davvero tante. E stava
imparando a badare a se stessa.
Il tempo sembrava non passare mai, dopo una mezz'oretta non la vidi
tornare, e mi preoccupai.
veloce, raggiunsi la sua stanza: di lei nemmeno l'ombra. Poi notai uno
strano bigliettino ripiegato maldestramente sul comodino accanto al
letto. Notai anche che la finestra era aperta... strano.
Il piccolo foglio stropicciato conteneva poche righe, testualmente:
"Bella, voglio parlarti. Se ci tieni alla nostra amicizia, vieni al
confine di La Push. Ho bisogno urgentemente di parlarti. Ti voglio
bene, Jacob"
Jacob. Dovevo immaginare che non si sarebbe dato per vinto.
Non dovevo perdere tempo, di sicuro avrebbe giocato a mio sfavore.
Questa era la volta buona che quel lupo si vedeva tagliate mani e
piedi. Non aveva capito che non doveva più importunarci?
Era troppo stupido per comprendere la nostra lingua?
Mi dispiace dirlo, ma ancora più stupida era Bella, che
crede alle sue parole. Sporco lupo...
Con un balzo saltai dalla finestra della piccola stanza, corsi ad una
veocità più elevata del solito, per fare presto.
Impiegai meno di cinque minuti per arrivare, ma non conoscendo il punto
esatto del loro incontro, dovetti prima perlustrare la zona per
trovarli.
Poi finalmente li vidi. Anzi, la vidi. Bella era stesa per terra,
inerme, quasi come se avesse preso parte ad una battaglia appena
conclusa.
Le fui accanto immediatamente, prendendola tra le braccia.
- Bella, amore? Come ti senti? -
- Male... male... Vedo il buio... sento la rabbia nelle vene... E il
fuoco nel sangue... Aiutami... -
- Sono qui. Bella? -
E perse conoscenza.
Bella restò per alcune ore come se in trance: gli occhi
chiusi, immobile come una statua.
Carlisle le diede qualche sedativo dopo averla visitata, appurando che
era stata morsa; non da un vampiro ma da un licantropo.
Jacob.
Se prima volevo semplicemente battermi con lui, adesso volevo ucciderlo
con le mie mani.
Ma come aveva potuto? Diceva di amarla... E la morde?
Ti odio, Jacob Black. Non sai cosa ti aspetta...
Bella al risveglio sembrava intontita, ma non aveva perso conoscenza,
per fortuna.
mi abbracciò strettamente, rincuorata dal fatto di potermi
stringere ancora tra le sue braccia.
"Ti amo", mi disse, appena rinsavita.
Carlisle disse che lo svenimento era dovuto al fatto che Jacob l'aveva
morsa. Bella non era affatto preparata, sembrava provare di tutto
fuorchè l'istinto di attacco. Il morso di un licantropo, a
meno che non sia profondo, ti provoca lo svenimento parziale. Se il
morso fosse stato profondo, al contrario, sarebbe morta sul colpo. I
licantropi sanno difendersi bene da noi... Mal per loro.
Avevo deciso di affrontare Jacob, ad armi pari. Uno contro uno.
Se voleva la guerra, aveva trovato pane per i suoi denti.
Avrei trovato il momento adatto, sia con con le parole o con la forza,
avrei dovuto farlo sentire un verme.
- Bella - la chiamai dolcemente, - ma cosa ti è saltato in
mente? -
- Scusami... So che non dovevo ma volevo sapere cosa voleva da me... -
disse, tra tosse e affanno. Era ancora scossa.
- Calma, Bella - dissi, stringendola forte al mio petto - la prossima
volta non accadrà. Ma ti prego adesso dimentica tutto. Ci
sono io con te. -
- Grazie. -
- Riesci a stare in piedi? -
- Abbastanza. Sai che ho dei problemi di equilibrio anche senza essere
nella situazione di adesso. -
- Lo so, lo so - E risi assieme a lei.
Era piacevolmente dolce averla lì, tra le mie braccia.
Desideravo che quel momento non finisse mai, ma qualcuno ci venne
nuovamente a disturbare. Alice, Jasper, Emmet e con mia stranezza
Rosalie entrarono nella mia stanza, piazzandosi davanti al letto.
- come stai, Bella? - chiese Alice.
- Bene. -
- Sicura? - disse Emmett.
- No. Ho sentito tanto dolore. Ma adesso qui con me c'è
Edward e... -
- E gradireste un pò di privacy, scommetto? -
domandò Emmett nuovamente.
- Vedo che sei bravo a indovinare. Anche senza leggere nel pensiero -
gli feci il verso, rispondendolo.
- Abbiamo capito. A dopo, ragazzi! -
E ci lasciarono soli. Non mi dispiaceva che erano venuti a vedere come
stava, ma almeno lasciatela riposare!
- Edward... - mi disse all'improvviso - Jacob stava tentando di
baciarmi - mi strinse ancora più forte - ma io non volevo.
Voleva che io fuggissi con lui, ma gli ho detto di no -
Rimasi in silenzio ad ascoltarla.
- Allora si è arrabbiato... E si è trasformato.
Non sono riuscita a scappare, così mi ha morso - disse,
toccandosi con le dita le due piccole fessure violacee che aveva sul
collo pallido e liscio.
- Avrà quel che si merita -
- No - mi disse, rivolgendomi uno sguardo supplichevole - è
solo un ragazzo, Edward. Jacob è sovraffatto dalle
emozioni... Non penso l'abbia fatto perchè vuole realmente
farmi del male -
- Se ne sei convinta - sospirai - resta sempre il fatto che avresti
potuto morire -
- Lo so -
- E non t'importa? -
- No -
- Sei strana, Bella. Invece di un amico licantropo non potevi trovarti
un amico umano? - nelle mie parole c'era una sottile delusione.
Coprì la mia finta ironia con una debole risata.
Avrei scommesso che Bella ci tenesse ancora a lui. Tutti i miei
progetti crollavano come un muro costruito con scarsi materiali.
Non potevo ucciderlo. Non potevo far torto a Bella, dopotutto lei gli
voleva bene.
Decisi di lasciarlo in pace... Almeno finche' non sarebbe tornato a
disturbarci nuovamente.
E nel prossimo capitolo... ancora dei colpi di scena!! XD
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Capitolo 16 *** Nuova Scoperta ***
Era come se da quando
avevo conosciuto Bella la mia vita avesse dei momenti di
tranquillità e poi successivamente di bufera.
La classica "calma prima della tempesta", per dirlo in modo letterale.
Dopo l'ennesimo avvenimento - come se non ce ne fossero troppi in
questo periodo - difatti la situazione tornò piatta come in
precedenza.
Risultato?
Bella aveva il potere di rivivere in prima persona i ricordi delle
persone. Ma questo era irrilevante in quel momento.
Dopo attenti studi, Carlisle arrivò alla conclusione che il
morso di Jacob aveva cambiato qualcosa in Bella: dopo l'accaduto mi
accorsi che era diventata molto fragile, molto sensibile ma anche molto
dura in certi casi.
Sembrava arrabbiarsi per un non nulla, quasi in preda all'isteria e non
riuscivo a capire perchè.
Carlisle ci disse che era perchè Jacob mordendo Bella
attraverso i suoi denti le aveva trasmesso alcuni dei suoi geni.
Non che Bella potesse trasformarsi in lupo d'ora in poi, ma adesso
anche se in minima parte aveva qualcosa di quel cane.
Il problema era:cosa le aveva trasmesso Jacob?
Non ero sicuro se esserne felice o triste.
Dopotutto avrebbe avuto con sè una parte del cane, anche se
non l'avesse più frequentato...
Basta, Edward. Ti stai comportando solo come uno sciocco geloso, Bella
ti ama e vuole stare con te. Non ti basta?
Vado in paranoia quando parlo con me in terza persona... Stop.
In ogni caso, mio padre ci disse di non preoccuparci, la sua teoria
poteva essere anche sbagliata. Errare è umano.
Dal momento che nessun lupo mannaro intendeva disturbarci, io e Bella
passavamo molto tempo a divertirci.
Stando a casa o nella foresta, oppure iniziammo ad andare anche a
Seattle, ora che Bella era in fase di maturazione e che odorava poco
l'odore degli umani. Già non aveva l'istinto di lotta,
figuriamoci quello di caccia.
Era un mercoledì di aprile quando io e Bella vagavamo nella
foresta della regione Olympica per passare un pò di tempo
insieme, da soli, quando Bella improvvisamente si bloccò.
- Bella? Cosa c'è, stai male? - come se questo fosse
possibile.
Teneva le mani sulla pancia, gli occhi diventati una fessura.
Continuava a ripetere "Ahi, ahi".
Mi avvicinai, cingendole la vita con una mano e facendola accomodare
sul terreno umido nella foresta.
- Edward... Fa, fa male... -
- Cosa? Cosa ti fa male? -
- Qui... - disse toccandosi la pancia - mi fa male -
Chiamai Carlisle che arrivò subito sul posto assieme alla
nostra schiera di ammiratori - si fa per dire - che ci osservavano
incuriositi.
Mio padre visitò Bella e disse che questo era dovuto di
sicuro alla questione del morso. Qualcosa si stava muovendo dentro di
lei. Qualcosa che non avremmo mai saputo finchè non si fosse
manifestata nella sua forma più concreta.
Portai Bella in braccio a casa e l'adagiai sul letto della mia stanza,
ergo, della nostra stanza.
Carlisle le aveva dato degli antidolorifici così adesso il
dolore era scomparso, e un flebile sorriso era tornato sul volto del
mio angelo.
Ma durò poco.
Bella mi chiese qualche minuto per cambiarsi e si diresse con degli
abiti puliti - i suoi si erano sporcati di terreno - nel nostro bagno.
Alcuni minuti dopo mi chiamò.
- Amore? -
- Entra... - il tono debole e con nota dolente non prometteva nulla di
buono.
Entrai nella stanzetta.
Come due mesi prima, quello che vidi non pensai fosse invece
realtà: sul jeans di Bella c'era un'altra macchia. Non era
rossa come la prima, ma debolmente più scura, più
verso il marrone.
- Ma cosa mi succede? - disse Bella quasi in lacrime.
Mi limitai stringerla forte facendole poggiare la testa sul
mio petto duro e freddo.
Non avevo risposte alla sua domanda, era una cosa annomala per lei
quanto più lo era per me.
Carlisle ci consigliò di andare di nuovo dalla ginecologa.
Il giorno seguente, ci fissò un appuntamento alle dieci e
trenta.
La sala d'aspetto era piena, così dalle dieci e trenta
l'appuntamento slittò alle dodici.
La dottoressa ci riconobbe all'istante.
"Che bello, di nuovo lui! Oggi Carlisle aveva davvero un bel completo,
lo sai? Però tu lo batti ugualmente."
Grugnì quando ascoltai la sua mente.
- Thò, che bello. Edward e Annabella, giusto? -
- Bella - corressi io, annoiato dai suoi pensieri monotoni.
- Scusami, ho tanti di quei pazienti... Se volete, potete accomodarvi. -
Entramo nello studio.
- Allora, qual'è il problema questa volta? -
- Ho avuto delle nuove perdite -
"Ancora con questa ragazza, sei? Ma che cosa ci trovi di bello in lei?
E' magra e minuta, quasi senza forme. Non vedi che io sono
più donna?"
Sbuffai appena udì quelle parole. Ma come si permetteva?
- ah. Devo controllare allora. Seguimi lì dietro. -
Ci mise alcuni minuti a visitare Bella, poi tornarono entrambe nell'ala
della stanza dove c'ero io.
La dottoressa si sedette, aveva l'aria di una che non si sente molto
bene.
- Allora, Bella. Ho osservato con attenzione molte volte
perchè non ci credevo. Mi servono delle analisi prima -
'No, le analisi no!' mi dissi nella testa.
- No, ho paura - disse Bella, conscia che la siringa non avrebbe tirato
nessuna goccia di sangue.
- Ma che paura! Dai, è solo una punturina - la dottoressa
prese una siringa sterilizzata da un cassetto dietro di lei e subito la
preparò. Si alzò dalla sua poltroncina e si
diresse vero Bella, l'ago malefico tra le mani.
"Mi sei antipatica, cara ragazza. Perchè tu sei la fidanzata
di questo ragazzo che secondo me non ti merita"
Ringhiai di nuovo.
- No, la prego, ho paura - ripeteva Bella.
Con una mossa troppo furtiva, la dottoressa infilzò l'ago
nel braccio di Bella, che gridò di dolore.
pensavo tra me e me 'e cosa le diremo quando vedrà che non
esce nulla da quel braccio?'
Così non fu. Per strane coincidenze, la siringa si
riempì di sangue rosso scuro.
La risposta che mi diedi nella mia testa fu che era una delle anomalie
che le aveva trasmesso quel cane.
Semmai non dovevamo inventarci scuse anche lì. Ma avrei
scoperto la verità, prima o poi.
- Ci voleva tanto? - guardò in alto - adesso lo faccio
subito analizzare, con il nuovo sistema che ha attuato una
società di macchine per gli ospedali, adesso basta inserire
la provetta di sangue nella macchina ed essa te lo
analizzerà subito. Guardate -
Inserì il sangue appena prelevato in un piccolo recipiente
collegato ad alcuni fili trasparenti. Sulla macchina in questione, che
sembava un microonde più largo e con un computer sopra,
c'era scritto "ABlood 2008", era sicuramente recente.
Attendemmo alcuni minuti, finchè un messggio sonoro ci
avvertì che l'analisi del sangue era conclusa.
- Non ci posso credere - disse la dottoressa, come meravigliata.
- Cosa? - chiesi io.
Si voltò verso di noi con aria sorpresa.
- Bella - sospirò - ho una notizia da darti -
- Mi dica -
- Non so se per voi sarà bella o brutta, poichè
siete ancora giovani -
Oh cavolo, cos'è?
- Sputi il rospo -
- Bella, tu sei incinta -sopirò ancora - di due mesi -
"Ci voleva solo questo. Certo, sono felice per voi però che
grande spreco con lei..."
Rimasi di sasso.
- Io sono... cosa? -
- Hai capito bene, aspetti un bambino -
"Secondo me lei non lo vuole. Forse nemmeno lui visto che tace"
Presi la mano di Bella e la strinsi, guardandola dolcemente negli occhi.
- Cos'è, non siete contenti? -
- No... Anzi, io sono felicissima. - disse Bella restituendomi lo
sguardo - tu? - rivolta a me.
- Io... si. - Lo ero davvero? Non ne ero certo.
E se le analisi fossero sbagliate?
Vabbè che io e Bella avevamo fatto l'amore senza precauzioni
la prima volta... Ma proprio perchè era decisamente
impossibile che lei potesse entrare in stato interessante non avevamo
usato copertura. Bella non aveva sangue come me, ed io non avevo i
mezzi corporali necessari all fecondazione.
Dovevamo fare degli esami più approfonditi.
- E se le analisi fossero sbagliate? - chiesi.
- No, sono esatte. Ogni persona che ha fatto analizzare il suo sangue
con questa macchina ha avuto sempre diagnosi precoci -
- Le dispiace se chiamo mio padre? -
"Mi immagino quando Carlisle lo saprà..."
- Fa pure - mi disse, passandomi un telefono.
Carlisle arrivò subito.
Come io e Bella prima di lui, fu sorpreso di vedere il sangue
analizzato.
- Sono esatte le analisi? - chiese.
"Ahi, ahi, forse ci sono guai per voi due..."
Che voce antipatica.
- Esatte. Puoi controllare tu stesso -
Carlisle esaminò più e più volte la
provetta, molto velocemente, in modo che solo noi altri potevamo
percepire. La dottoressa pensava solo che lo stesse vedendo come un
umano normale.
- Va bene. Le analisi sono giuste - disse, infine.
Allora era vero.
Bella era... incinta. Incinta del nostro bambino.
Un bambino che sarebbe nato con in corpo alcuni geni da licantropo.
- Cosa farete? -
- Io... vorrei tenerlo - disse Bella, rivolta verso di me, adesso.
- esatto - feci eco io.
- Congratulazioni, allora - "Poveri ragazzi, sono ancora
così giovani... Lui si è rovinato al vita..."...
Stupida dottoressa gelosa.
Ci congedammo e prendemmo la via di casa con una nuova consapevolezza e
una nuova domanda: era davvero completo il puzzle?
Grazie a tutti per le rece! *___*
vi voglio bene :*
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Capitolo 17 *** Tutti i nodi vengono al pettine ***
Ciao a tutti!!! Dopo ben 3
settimane finalmente posso postare... Ho dovuto seguire anche altre
storie e a causa di ciò ho un po' tralasciato questa.
Posso dirvi che questo è l'ultimo capitolo, domani
posterò l'epilogo e la storia sarà finalmente
conclusa!
Mi sto già impegnando in un altro progetto che molto presto
pubblicherò - cercando di terminare anche le altre mie
storie in corso - ...
In questo chap, come da titolo, tutto verrà risolto...
Grazie a voi che mi seguite e commentate!
Yuna
Da quel giorno in cui sapemmo che Bella era incinta, non mancarono le
preoccupazioni e le eccitazioni.
Malgrado sapessimo che era davvero una situazione strana, Alice e tutti
gli altri erano davvero contenti di questo avvenimento, una cosa strana
nella storia dei vampiri...
Bella sembrava mangiare sempre di più, andavamo quasi ogni
giorno a caccia perchè ogni volta sembrava non essere sazia.
Intanto il suo nuovo potere si sviluppava largamente, ormai era capace
di vedere il passato di chiunque anche se perennemente ne restava
scioccata, visto che gli unici con cui restava a contatto eravamo noi
della famiglia.
Un giorno, mentre io e Bella eravamo nella foresta di Forks a caccia,
avemmo un incontro non aspettato che ci lasciò sbalorditi - almeno me
-...
Dopo ben 4 mesi di silenzio - ormai era giugno inoltrato - Jacob Black
si fece rivedere.
Bella sembrò quasi sussultare alla vista del gigantesco
ragazzo che ci sbarrava la strada del ritorno.
- Ah - disse - vedo che ti sei data da fare -
Guardò la pancia di Bella che intanto era cresciuta molto...
Ormai era al sesto mese di gravidanza.
- Tu non sai nulla - dissi io
- Sporco succhiasangue è meglio che non parli -
- Tu non dici a me ciò che devo fare -
- Vogliamo vedere? - mi domandò con tono superbo
- Preparati alla tua fine - dissi con tono sprezzante. Prima di
lanciarmi nella lotta, intimai a Bella di fuggire da lì.
Questa volta mi ascoltò, forse per la paura, forse
perchè sapeva del rischio che correva nelle sue condizioni.
Sentì gridare prima che andasse via "Per favore... Non
voglio che nessuno rimanga ferito..." Come se questo fosse un gioco tra
me e lui.
Il lupo mi assalì con veemenza, tanto che all'inizio mi fu
difficile tenergli testa.
La nostra lotta proseguiva a finte, pugni e colpi mancati, Jacob
sembrava sempre più ansante man mano che il tempo passava...
E nessuno di noi due aveva la meglio.
Avevamo giurato di difendere la cosa che per noi era più
importante, ma non c'era superiorità tra noi due.
Le ore passavano e la lotta continuava, quando improvvisamente Jacob si
fermò e si trasformò nuovamente in se stesso,
umano.
- Basta... -
- Come basta? Io mi stavo divertendo! - gli dissi
- Succhia... Edward. E' inutile giocarci il cuore di una donna se lei
già ha scelto con chi stare... Il bambino che aspetta da te
ne è il chiarimento -
- Che vorresti dire? -
- Quando tu e lei... insomma, hai capito... Io avrei voluto farlo con
lei... Ma mi ha sempre detto di no, che non voleva. Adesso ho capito
perchè -
"Voleva farlo con te la prima volta..." mi dissero i suoi pensieri,
"è te che ha sempre amato".
- Io invece penso che lei provi qualcosa per te. Ci tiene alla vostra
amicizia -
- Si, alla nostra amicizia. Ma per me non prova lo stesso sentimento
che al contrario prova per te - disse amareggiato.
" Credimi, mi fai male. Anche se so che è Bella che ha
già scelto per noi... Ed è te che vuole..."
- Ah... -
- Che c'è? Non l'avevi capito? -
- Mi hai aperto meglio gli occhi -
"Fidati, ho messo il mio orgoglio da parte solo perchè so
che sei più forte di me... Per quanto io ti odi, non posso
fare un torto a lei"
- Adesso me ne andrò. Voglio lasciarvi in pace... e poi, ero
venuto a dire una cosa a Bella -
- Jacob... - Bella uscì improvvisamente da dietro un albero;
camminava lenta e si teneva le mani allo stomaco.
- Bella - dissi andandole incontro - che ci fai qui? -
- Volevo vedere se mantenevi la promessa - disse triste
- Si, hai visto? -
Annuì.
- Bella - disse Jacob - devo parlarti. Da solo -
- Tornerò presto - le dissi nell'orecchio.
Mi allontani poco dalla piccola radura dove adesso Jacob e Bella
parlavano, così che avrei potuto ascoltare ciò
che si dicevano.
- Come mai sei tornato? - gli chiese lei
- Volevo parlarti, volevo dirti a cosa andavi incontro -
- Parli di questo? - disse Bella indicandosi la pancia
- Già. Non allarmarti, sta bene. Però... Il fatto
è che il suo stato è incerto -
"Bella, solo ed esclusivamente per la tua felicità spero
nasca come te..."
- Cosa? - chiese Bella, allarmata
- A causa del io morso il tuo bambino potrebbe nascere licantropo... o
vampiro. Mi spiego... Il tuo Edward ti ha morso prima di me per
trasformarti... io ti ho morsa dopo alcuni mesi... Il fatto
è che mordendoti ti ho passato dei miei geni. Fusi a quelli
che Edward ti ha dato fanno un mix incomprensibile... Almeno
finchè non nasce il bambino -
Bella era allibita, ed io con lei. Se nostro figlio fosse nato
licantropo?
- Spiegati meglio -
- Queste sono cose che mi ha riferito il capo tribù non
appena l'ha saputo... Se il bambino avrà carnagione scura...
Allora è come me. Al contrario... Sarà come voi
due... -
"Almeno qualcosa di mio ti rimarrà..." echeggiavano i
pensieri di Jacob alle sue parole.
Bella cadde a terra, in ginocchio. uscì dal mio nascondiglio
e corsi velocemente accanto a lei.
- Bella, stai bene? -
- Si si Edward... Ho avuto un mancamento -
- Tanto so che hai sentito -
Annuì.
- Bella, prima che vada via voglio dirti che mi sono sistemato... Ho
finalmente trovato una ragazza adatta a me -
"Si, ma non potrà mai essere uguale a te"
- Bene - fu l'unica risposta che gli diede Bella
- Adesso... Addio! - Con queste parole, il misterioso Jacob Black
sparì nella foresta lasciando dietro di sè solo
una lieve scia d'aria.
Finalmente, non ci avrebbe più disturbato. Adesso ne ero
sicuro.
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Capitolo 18 *** Epilogo ***
Ed eccoci alla fine di questa
storia... direi, finalmente...
Dopo tempo, eccovi qui l'epilogo!!! Spero che sia di vostro gradimento,
ho cercato di farlo finire nel meglio possibile, anche se sono molto
tentata a scrivere un continuo...
Voi che ne dite? Se volete fatemelo sapere ^^
Inoltre sto preparando un'altra storia, devo anche finire "Il dolce e
l'amaro" e "The newborn...".
Grazie a tutti colo che mi hanno letto finora, mi avete dato modo di
andare avanti perchè è un brutto periodo.
Vi voglio bene, Yuna
Come precedentemente era accaduto, i tre mesi che separavano Bella dal
parto passarono in fretta.
Era ancora estate, settembre per la precisione, e guarda caso era il
tredici, giorno in cui Bella, se fosse stata ancora umana avrebbe
compiuto diciotto anni.
- Edward... - mi chiamò Bella la mattina del tredici -
aiutami -
Il pavimento sotto i suoi piedi era bagnato... Una pozza rossa di
sangue aveva sporcato la moquette della nostra camera. Non chiedetemi
perchè cadde proprio del sangue per avvisarci che si erano
rotte le acque, ma non lo so nemmeno io.
- Presto! Carlisle! - gridai
Bella era in piedi e barcollava, l'aiutai a stendersi sul nostro letto.
- Carlisle non c'è... Non c'è nessuno - disse
Bella un po' debole
- Allora... Me la caverò da solo -
Ehm... Come si fa nascere un bambino? Avevo anche preso due lauree in
medicina ad Harvard ma per quanto riguarda questo ambito... Non avevo
mai approfondito.
- Aiuto! - urlava lei
- Respira piano... Mantieni la calma... - mi ricordavo qualche vecchio
film visto anni fa in cui si diceva così.
- Non ci riesco! -
- Bella, so che fa male ma respira e spingi! -
Oh mamma, sembravo un pazzo... Non sapevo nemmeno io che fare.
Bella chiuse gli occhi, digrignò i denti e lentamente
emetteva gemiti di dolore stringendosi strettamente alle lenzuola del
letto.
Io cercai di assisterla, lei intanto spingeva.
- Vedo qualcosa! Si, una testolina! -
Lei intanto gridava ancora.
- Bella, ancora un po', dai -
Poi le mie mani toccarono due piccole braccine fragili; e poi lo vidi.
Riuscì a far uscire piano il bambino, che emise un piccolo
gemito non appena fu tra le mie braccia. Tagliai il cordone ombelicale
e lo misi in una piccola coperta bianca... Sembrava davvero
così friabile.
Bella sorrise e smise di urlare; le passai nostro figlio e lo prese tra
le braccia, contenta.
- Guarda, Edward... E' è... tremendamente pallido -
- Ho notato. Allora possiamo stare tranquilli - le dissi con un sorriso
ampio sulle labbra.
La nascita di questo bambino mi aveva provocato una grande gioia, ma
sapere che era un vampiro come noi mi aveva provocato ancora di
più tanta felicità. Forse non avrei mai accettato
di buon grado un figlio licantropo.
- Benvenuto, piccolo Anthony -
- Anthony? - chiesi
- Non ti piace? -
- No, anzi... Mi chiedevo come mai questo nome -
- Bhè, mi fa ricordare il padre - sorrise
Alcuni passi mi sorpresero.
- Edward! Bella! Abbiamo saputo - disse Alice
- Mi dispiace, ma questa volta hai fatto troppo tardi -
- Eh, già. L'importante è che sia andato tutto
bene -
"Ricordati della tua promessa" mi disse Alice nella mia mente
"Certamente. la sblordirò"
Ridemmo tutti insieme.
Alice già aveva preso il monopolio sul bambino, seguita a
scia da Esme e Rosalie, che osservava con sguardo un po' triste il
piccolo Anthony.
Mentre le donne di casa Cullen giocavano con il bambino, raggiunsi
Bella sul letto.
- Bella -
- Si? -
- Permettimi di chiderti una cosa. Però desidero che tu non
opponga resistenza -
Annuì.
Scesi dal letto e mi inginocchiai davanti a lei, tutti si voltarono a
vedermi.
- Isabella Swan? -
- Si? -
- So che puo' sembrare presto ma adesso sono convinto che sia la cosa
giusta e migliore da fare... Vuoi sposarmi? -
Presi dalla tasca una piccola scatola di velluto rosso e
l'aprì, prendendo l'anello che c'era all'interno,
porgendoglielo.
Attesi qualche secondo la sua risposta, che arrivò sotto gli
occhi di tutti... Bella stese la mano sinistra e glielo infiliai
all'anulare.
- Si... - rispose con tono basso. Le baciai la mano.
- Che bello, finalmente! - urlò Alice - lo sapevo! -
- Congratulazioni a entrambi - disse Carlisle.
Dopo anni e anni di ricerca, quel giorno trovai finalmente
ciò che avevo cercato per una vita intera.
Avevo trovato l'amore, avevo un figlio e adesso stavo per sposarmi.
Tutti i nodi sono stati sciolti... Penso ancora a ciò che ho
fatto non appena la vidi. Se non l'avessi trasformata, adesso non sarei
qui.
Il nostro amore a sangue freddo si era riscaldato e ci aveva donato di
nuovo un'anima ed una vita...
PER
L'ETERNITA'.
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