Love In Cold Blood - Amore A Sangue Freddo

di Yuna Shinoda
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Feelingless - PROLOGO ***
Capitolo 2: *** Perdita di controllo ***
Capitolo 3: *** Risveglio ***
Capitolo 4: *** Un giro per Forks ***
Capitolo 5: *** Incomprensioni ***
Capitolo 6: *** Foresta ***
Capitolo 7: *** Dichiarazione E Delusione ***
Capitolo 8: *** La Verità ***
Capitolo 9: *** Rivalsa ***
Capitolo 10: *** Momenti di privacy ***
Capitolo 11: *** Il processo all'intenzione ***
Capitolo 12: *** L'intruso ***
Capitolo 13: *** Bisogna saper aspettare... ***
Capitolo 14: *** Rosso ***
Capitolo 15: *** Morso ***
Capitolo 16: *** Nuova Scoperta ***
Capitolo 17: *** Tutti i nodi vengono al pettine ***
Capitolo 18: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Feelingless - PROLOGO ***






...Drenched in blood, the adored and beloved
will give in to...
Love in cold blood.
Love In Cold Blood - HIM

La routine mi stanca.
Ogni giorno la solita storia: alle sette e trenta ho la mia macchina e i miei fratelli che mi aspettano per andare a scuola, arrivati lì ci sono innumerevoli lezioni da seguire che conosco a memoria ormai, le ho ascoltate fin troppe volte…
Poi arriva l’ora di pranzo. E’ davvero difficile fingere, ma quando sei così diverso e così lontano dal mondo agli occhi degli umani ecco che la difficoltà svanisce.
Inizialmente trovavo duro non essere me stesso, ma con i miei anni di esperienza, le cose sono divenute più semplici.
Posso cadere sempre in qualche tranello che mi gioca il destino, qualche odore sconosciuto, sopraffino, ma tento sempre di controllarmi, tranne oggi.
La giornata sembrava prendere una piega stranamente piatta come il resto della settimana, ma non appena odorai la sua scia, mi dissi che meglio di così al contrario non poteva andare.
Aveva il viso a forma di cuore incorniciato da capelli non troppo lunghi castani, come i grandi occhi brillanti e timidi, e quella giornata l’avrebbe resa in una maniera eccelsa.
Non riuscivo a contenermi, la sentivo sempre più vicina e sempre più saporita che si muoveva a pochi centimetri da me, se l’avessi attirata fuori con il mio fascino magnetico di certo non avrebbe resistito.
Naturalmente ero molto combattuto, se la ragazza fosse scomparsa di sicuro la città sarebbe stata in tumulto. Come fare?
Decisi di non esagerare.
La volevo, la desideravo troppo, non riuscivo a stare composto poiché avevo l’istinto di saltarle addosso e di finirla lì, su due piedi.
Nel tempo che restava prima della fine dell’ora decisi di pensare a qualcosa per far si che la ragazza restasse ancora in vita, ma che nello stesso tempo io soddisfacessi la mia sete… Pensai prima di non farla restare viva.
Se si fosse risvegliata, di sicuro avrebbe raccontato di me e dei miei fratelli a qualcuno, così ce ne saremmo dovuti andar via prima dell’alba di domattina.
Ma con il tempo, ho imparato che non bisogna uccidere gli innocenti, anche se questi hanno un sapore così delizioso?
Decisi infine di fare in questo modo: l’avrei morsa, assaggiato un po’ del suo sangue e poi le avrei succhiato il veleno che le avevo iniettato. Nel migliore dei casi sarebbe stata trovata da qualcuno poche ore dopo, stanca con un succhiotto al collo, e si sarebbe dimenticata di tutto l’accaduto.
Io avrei apprezzato il bouquet, e il bouquet sarebbe rimasto ancora tra i vivi, e sano soprattutto.
Scambio leale, no?

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Capitolo 2
*** Perdita di controllo ***


Al suono della campanella la salutai, doveva fidarsi di me.
- Ciao – avevo gli occhi neri dalla sete, ma speravo in una risposta.
- Ciao – disse timidamente.
- Sei nuova? –
- Si, sono arrivata oggi. –
Benissimo. Io già sapevo queste cose. Almeno qualcuno di non troppo conosciuto…
- Vuoi che ti accompagni un po’ a fare un giro dell’istituto? – sfoderai il mio sorrisone.
- Ehm… Se ti fa piacere… -
La vidi imbarazzata, e un po’ mi dispiaceva ingannarla così.
In tutto quel tempo in cui ero stato assorto nei miei pensieri non mi ero accorto di una cosa strana: quella ragazza, così tremendamente minuta e insignificante era un ostacolo per me.
Cercavo di leggere la sua mente, capire cosa provava standomi vicino, ma tutto ciò che vedevo era una pagina bianca. Mi chiedevo come mai, forse era un’interferenza dovuta al mio fremere dato dal momento, oppure ero troppo stanco per vederci qualcosa. Io, stanco? Nah! Ma se i vampiri non dormono nemmeno!
In ogni caso non avrei dovuto perdere d’occhio quella ragazza.
La condussi fuori, lei mi seguiva senza parlare, attratta forse dal mio fare felino, e dopo lungo camminare la portai nel boschetto accanto alla scuola.
- D-dove mi stai portando? – chiese pallida in volto.
- Voglio mostrarti il boschetto che possiede la nostra scuola… -
Raggiungemmo un grande faggio che dominava il prato e mi fermai, facendola posizionare di fronte a me.
- Lo sai, hai un profumo davvero delizioso… - le giravo attorno odorandole il collo.
- G-grazie. – Era molto impaurita, si vedeva.
Visto che non doveva attirare testimoni, con un leggero e inoffensivo colpo dietro la nuca, la feci cadere ai miei piedi e mi inginocchiai.
La stesi dritta sull’erba e piano mi avvicinai all’incavo del suo collo… Posai i denti nella sua calda carne e iniziai ad assaporare il dolce sapore del suo sangue pregiato.
La mia cena durò poco.
Il mio istinto aveva superato la mia razionalità, una voce che non mi era nuova mi sgridava con veemenza, tirandomi per un braccio.
- Edward? Edward ma cosa fai? -
Alice, mia sorella.
Rimasi immobile e senza parole. Ero stato davvero io a causare tutto questo? La mia indole era andata oltre la ragione, il mostro che cercavo di custodire al mio interno per tutti questi anni si era risvegliato…
Alice continuava a scuotermi la camicia ma non riuscivo a risponderla, guardavo il bianco corpo della ragazza e mi maledicevo per ciò che ero stato in grado di causare.
Poi riuscì a capire qualcosa, ben presto attorno a noi si radunarono anche Jasper, Rosalie ed Emmett, gli altri miei fratelli.
- Alice… No! Non posso accettare di aver fatto ciò! Ci dev’essere un modo! Questa ragazza non deve morire! – volevo piangere ma non potevo… Mi sentivo come un pentito dopo un omicidio.
In preda al panico mi abbassai sul corpo della ragazza e poggiai la testa sul suo petto, per sentire il cuore, stranamente batteva ancora, anche se debolmente.
- Senti, batte ancora! Portiamola da Carlisle! -
Vidi gli altri annuire, presi in spalla il piccolo corpo e corsi attraverso la foresta verso la mia grande casa.

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Capitolo 3
*** Risveglio ***


Arrivato a casa seguito dai miei fratelli, con un piede aprì violentemente la porta e subito Carlisle ed Esme mi furono davanti.
- Ma che succede? – disse Carlisle, che appena mi vide spalancò la bocca.
- Presto! Io… Io… Ho fatto uno sbaglio, aiutami! –
- Saliamo su, di corsa! – il suo volto mutò in un misto di terrore e indecisione.
Non avrei mai voluto far preoccupare così tanto Carlisle, ma quella volta fu inevitabile. Negli istanti in cui cercavo di spiegargli cosa mi aveva spinto a fare del male a quell’umana provavo un odio profondo per me stesso.
Se Alice non fosse arrivata giusto in tempo non oso pensare cosa sarebbe successo… Adesso tutto quello che potevo fare se si fosse svegliata sarebbe proteggerla. Ma avrebbe accettato la mia protezione?

 Sistemammo il corpo nella mia stanza.
Carlisle le sentiva il polso e di tanto in tanto si girava per annuire e farmi capire che la ragazza era ancora viva. Poche ore dopo, mi chiamò in disparte.
- Edward… Non devi giustificarti per questo. Siamo vampiri, è naturale che può capitarci. – lo vedevo seriamente rattristito ma nello stesso tempo sollevato.
- Io… Mi odio per questo… Non riesco a spiegarti cosa vorrei fare adesso. Stavo per gettare tutti questi anni giù da una montagna, stavo per farvi rischiare tutti… Solo per la mia incontrollabilità. Sono stato uno stupido! – la mia rabbia mi portò a dare un pugno nel muro. Chiusi gli occhi, speravo che riaprendoli le cose non fossero come apparivano. Carlisle mi poggiò una mano sulla spalla.
- Non devi darti nessuna colpa. So che non volevi farlo, l’importante è che tutto si stia risolvendo bene. –
Bussarono alla porta, Alice entrò di corsa verso di noi.
- Edward, Carlisle… Ho delle notizie, nuove… -
- Anche io l’avevo sospettato. – dissi, prima che iniziasse a parlare.
- Lei… Diventerà una di noi. –
Vidi Carlisle irrigidirsi e poi rilassarsi all’improvviso.
- Se le cose stanno così… Non dobbiamo perderla d’occhio. Sappiamo che i neonati sono pericolosi se non vengono addestrati a ragione. -
- Ed è tutto per colpa mia! –
- No, Edward, la colpa non è di nessuno. Il destino non si può cambiare… - disse Alice.
Uscì velocemente dalla stanza, scesi velocemente le scale e presi la mia aiuto. Non solo avevo fatto il grande errore di mordere quella povera innocente, per colpa mia, adesso avrebbe dovuto seguire una vita dannata per l’eternità per colpa unicamente mia! Ero troppo agitato, dovevo scappare per un po’ di tempo. Al mio ritorno mi sarei preso tutte le responsabilità de mio errore, avrei cercato di sanare un po’ la situazione che stava andando letteralmente alla deriva.
Ma ti rendi conto, Edward? Di una ragazza di cui non conoscevi nemmeno il nome?
La guida mi era difficile a causa dell’annebbiamento, così mi fermai in un luogo profondo della foresta.
Quando sono arrabbiato non riesco a contenere il mio odio verso me stesso, urlavo e sradicavo alberi di grandi altezze, tanto nessuno mi avrebbe ascoltato.

 
Passai lì tre giorni.
Senza accorgermene, al mio ritorno a casa, trovai che qualcosa era cambiato. Quei tre giorni avevano fatto cambiare qualcosa in lei. La sua trasformazione era giunta alla fine.
Timido e vergognato, salì le scale fino alla mia stanza: la ragazza era ancora distesa, intorno a lei tutti i miei familiari con sguardo attento.
- Sapevo che saresti tornato, figliolo – mi disse Esme, sorridendomi.
- Sta per svegliarsi. – disse Alice.
Mi avvicinai lentamente rivolgendomi a tutti.
- Visto che colui che ha fatto tutto ciò sono io… Dico che sarebbe meglio che l’affrontassi da solo. Se vi vede tutti qui, il suo istinto non so cosa potrebbe farla fare… -
- Hai ragione, Edward. Usciamo tutti. –
Rimasi solo con lei.
All’improvviso qualcosa si mosse, la ragazza si muoveva piano sulle lenzuola quasi come qualcuno che si stava svegliando in quell’istante.
Quando si alzò a sedere, nei suoi occhi notai una strana luce.
Si girò verso di me, gli occhi rossi come il sangue, i capelli arruffati e le labbra tremendamente viola.
- Tu, tu chi sei? – mi chiese debolmente.
- Io mi chiamo Edward. Ci siamo già conosciuti fuori scuola, ti stavo portando a vedere il parco quando… -
- Edward… Non mi ricordo. Vieni un po’ qui. –
Mi avvicinai a lei, seduto dall’altro lato del letto. La ragazza mi poggio la mano sinistra sulla spalla e chiuse gli occhi, cadendo in trance proprio come Alice quando sta avendo una premonizione.
- Adesso… Adesso mi ricordo. Tu, mi hai resa in questo stato. – le sue parole erano taglienti.
- E’ stato un incidente, non avevo intenzione… A tutti può scappare la situazione di mano, - vedevo i suoi occhi severi che mi scrutavano, aveva sete e si notava, ma in quel momento sembrava più che volesse incenerirmi con lo sguardo – sarò disposto a fare qualsiasi cosa per te, voglio sdebitarmi, se è il termine adatto. –
- E no, mio caro, a questo non c’è prezzo. E’ come se tu mi abbia… Uccisa! La mia vita era già molto piatta, non ero nemmeno riuscita a conoscere bene mio padre, che è il maggior motivo per cui mi sono trasferita, e tu mi fai morire! Non ti perdonerò mai! –
- Mi dispiace, se vorrai andare non opporrò resistenza ma sappi solo una cosa: noi non siamo come gli altri. –
- Ah, e voi non sareste come gli altri? Ma lo vedi adesso come sono? Ti odio! –
- Noi, siamo vegetariani, quindi vorrei che lo fossi anche tu, nel caso un giorno voglia lasciarci. Solo animali, non persone… -
- E questa sarebbe la vostra dieta… Io me ne infischio! Qualcun altro dovrà pagare per questo!-
- Ma sii ragionevole! La colpa è solo mia, è con me che devi avercela, non con un povero innocente là fuori! –
- E va bene… Se può farti contento, voglio qualcosa da te… Servitù eterna! Adesso ho tutto il tempo del mondo! –
Faceva richieste troppo azzardate guidata dalla nebbia dell’inizio, ma avrei acconsentito a qualunque richiesta pur di non farla andare via dove avrebbe potuto non vederci più dalla sete e combinare guai.
- E’ uno scambio equo. Ma se devo servirti, dimmi almeno il tuo nome. -
- Sono Isabella, Bella per gli amici. Tu chiaramente non sei incluso nella lista. –
- Okay. Cosa vuoi fare adesso? Ricorda che puoi chiedere qualunque cosa. – ero divertito all’idea di passare il mio enorme tempo libero per fare altro.
- Ho fame, Edward! Mi porti qualcosa? –
- Fino a prova contraria siamo noi che cacciamo le nostre prede. Dovrai venire con me nella foresta… -
- E sia. – non si muoveva più, adesso però il volto severo di prima aveva dato spazio ad uno sguardo più sereno, implorante.
- Andiamo. – le dissi, andando verso la porta.
Fece il ghigno implorante di prima.
- Cosa c’è? – le chiesi, divertito.
- Mi chiedevo se… Visto che sei il mio schiavo… Mi vorresti portare in braccio? –
Annui e la presi. Anche se da vampira non riuscivo a leggere i suoi pensieri, mi sembrò che questa richiesta non derivasse dal fatto che fosse stanca o cosa, visto che noi siamo immortali, iniziai a pensare che fosse per me, che in qualche modo io la attirassi per il mio aspetto.
Sogghignai all’idea, Bella era molto carina ma non penso saremmo potuti andare d’accordo, dopo tutto adesso ero il suo schiavo… Ed io che non mi sto mai zitto!



Ciao raga grazie 1000 per le recensioni! Spero che questo capitolo non vi deluda... Bella forse è un pò troppo svitata dall'originale, ma è agitata e stranita dal fatto di essersi risvegliata vampira senza aver avuto scelta! spero che mi continuerete a seguire ^^

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Capitolo 4
*** Un giro per Forks ***


Portai Bella, ops Isabella, nella foresta che circondava i monti Olimpici.
Lì era pieno di prede e selvaggina, di sicuro avrebbe trovato l’animale che faceva per lei… Attenzione non parlo di me!
All’inizio l’avevo vista come una ragazza umile e timida, ma con le ore mi accorsi che Bella era tutt’altro che umile e timida, ad iniziare dal fatto che mi aveva fatto diventare il suo schiavo – che non è molto carino soprattutto se in un certo senso, le ho salvato la vita prima di troncargliela – inoltre sembrava così spavalda e pronta ad affrontare qualsiasi cosa pur di farmi sentire in colpa per non averle dato scelta.
D’altronde non aveva tutti i torti, la mia razionalità si era persa di fronte a tanta dolcezza nei lineamenti e tanto sapore soave al minimo gesto.
Era lei che mi aveva tentato…
Cercavo di trovare il lato positivo della situazione. Bella era davvero carina, ma aveva un carattere che non era altrettanto. E’ scontato che i vampiri neonati sono ribelli e accecati dalla sete, quindi per far in modo che non combini guai, la parte buna della situazione è che finalmente occuperò il mio tempo in qualcosa di costruttivo, addestrare una neonata.
Come proposta non era molto allettante, ma chi la fa, l’aspetti.
Tra gli alberi finalmente scorsi un orso.
- Guarda lì, potresti assaggiarlo, non costa nulla. -
- Io? Gettarmi su quel grande orso? Non ci penso nemmeno! –
- Bella, Isabella, se vuoi dissetarti questo offre la “cucina”. –
Ancora tra le mie braccia, mi lanciò un’occhiata di sottecchi e scrollò le spalle.
- No, no e poi no! Me lo prenderai tu. -
La guardai con gli occhi fuori dalle orbite – Se è davvero questo che vuoi, allora resterai digiuna. –
La posai con i piedi sulle felci e corsi verso l’orso. Non era proprio il mio alimento preferito, ma decisi che un po’ di sangue in più non mi avrebbe fatto male.
Tornai indietro, convinto di averle fatto vedere almeno la tecnica di cui era ignara, ma era sparita. Camminai per alcuni metri poi sentì delle risate.
- Bella! Se dobbiamo giocare allora mi siedo qui finchè non esci allo scoperto… -
- Non mi prendi, - la risata era molto fragorosa – uh, ma è troppo gustoso! –
- Bella, ma dove sei? – mi guardavo attorno, in attesa di percepire nuovamente la sua debole voce che si divertiva alle mie spalle.
Improvvisamente, mi fu sulle spalle, il volto a pochi centimetri dal mio.
- Lo vedi, dopo tutto non sei poi un bravo predatore. -
La sua voce era diversa, più leggera e soave, quasi avesse subito un cambiamento in quel breve lasso di tempo.
- Hai trovato ciò che cercavi? -
Annuì col capo, poi mi fece cenno di stendere le braccia per farla salire di nuovo in braccio.
Iniziammo a correre verso casa, adesso era ora che Bella conoscesse anche gli altri.

 
Fece subito amicizia con tutti, tranne con Rosalie, la mia sorella più scontrosa e riservata.
Fin dall’inizio faceva spallucce con Emmett, il mio fratellone nerboruto che amava divertirsi, e soprattutto amava fare battute su qualcosa o qualcuno, non so perché ma mi trovavo spesso messo in mezzo da quando Bella iniziò a stare con noi.
Esme la trattava come una figlia, offrendole sempre aiuto nel caso ne avesse avuto bisogno.
Solo io ero il suo servo personale, Edward di qua, Edward di là, non passava secondo in cui non reclamasse la mia presenza per massaggiargli i piedi o per prenderle un libro, può sembrare strano che uno così paziente come me dica certe cose, ma mi ero stancato!
Mi trattava come un vero schiavo, iniziavo ad avere il rimorso di non averla uccisa quel giorno, a scuola. La sua presenza mi infastidiva e mi allietava, posso dire che c’era una dualità nel nostro rapporto, col passare delle settimane almeno un po’ mi ero affezionato a lei, sebbene fosse così viziata…
La sua compagnia dopo un po’ era una cosa di cui non potevo fare a meno, quasi come se quando non mi reclamasse – odiavo quando mi chiamava con il fare da nobildonna – sentissi che nella mia giornata mancasse qualcosa.
 

Quella mattina, un mese e mezzo dopo la nostra conoscenza, mi chiese di portarla tra la gente comune poiché era stanca di restare chiusa in casa oppure di andare a spasso nella foresta.
Chiesi a Carlisle se fosse il caso, lui acconsentì dicendo che con me sarebbe stata buona se avesse perso il controllo odorando qualcuno, così andammo nel centro di Forks.
Per evitare che qualcuno la riconoscesse, Bella indossò un cappello nero simile a quello dei gangster – sempre una mia idea – e un paio di occhiali scuri.
Forse poteva sembrare molto sciocco, ma era meglio non rischiare.
- Che bello, finalmente vedrò un po’ di vita! - mi disse Bella tutta entusiasta.
- Già, ma attenta a controllarti, non voglio guai oggi. –
- Uffa, Edward sei sempre così rigido! Forse dovrei licenziarti. –
- Bella, Bella, tanto sai che qualunque cosa tu voglia fare, la leggerò nel tuo pensiero… - non sapeva ancora che io non ero in grado di leggere nel suo pensiero, ma era meglio così, altrimenti chi sa cosa sarebbe stata in grado di architettare…
Incrociò le braccia e sul suo volto comparve un ghigno imbronciato.
Per tutta la durata del viaggio in auto, Bella rimase in silenzio, e per un briciolo la sua voce chiassosa mi mancava, tranne quando ricominciò, usciti dall’auto.
Ci fermammo nel centro della cittadina, dove si trovava il negozio di articoli sportivi dei Newton. Vidi Bella osservare attentamente ogni persona, per poi farmi risalire di nuovo il senso di colpa che ormai da un mese era parte di me.
- Li vedi quelli, - indicava un gruppo di quattro ragazzi, due ragazze e due ragazzi – sarebbero dovuti essere i miei compagni di scuola. Ma per ovvi motivi adesso la scuola per me sarà solo un miraggio. -
Con una mano cercai di accarezzarle i capelli, ma al minimo tocco si spostò subito.
Non sapevo che dire, eppure aveva tremendamente ragione. Solo ed unicamente a causa mia, lei non avrebbe più avuto l’occasione di frequentare la scuola e di farsi amici, per adesso, all’infuori della mia famiglia.
Decisi di cambiare argomento, proponendole di visitare un po’ la città, sapendo che non c’era mai riuscita da quando si era trasferita.
- Andiamo lì, - mi disse guardando nel vuoto ed indicando con il dito.
Bella indicava un piccolo cimitero.
In mente forse sapevo perché voleva andare proprio lì, ma decisi di tacere per evitare che la situazione diventasse più malinconica e che Bella facesse qualcosa di inaspettato.
Entrammo in quel luogo, non c’era nulla di carino tranne poche lapidi, lei si staccò dal mio fianco e corse via via per leggere tutti i nomi sulle lapidi…

Speriamo che non c’è ancora, speriamo che non c’è ancora,
dicevo a me stesso, ma i miei tentativi di ingannare me stesso furono vani.
Dopo alcune tombe, ecco quella che invece non desideravo mai vedere:

 ISABELLA MARIE SWAN
MORTA IL 19/9/2007
ALLA GIOVANE ETA’ DI 17 ANNI
I GENITORI E TUTTI I CARI LA
RICORDERANNO PER SEMPRE

 Rimasi indietro per lasciarla sola.
Si avvicinò sempre di più alla piccola lapide di marmo che sembrava tanto dura quanto la mia pelle e si inginocchiò, stranamente singhiozzando.
- Vai via… - riuscì a dire con la voce rotta dai singhiozzi senza lacrime.



Grazie mille per le recensioni! ^^

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Capitolo 5
*** Incomprensioni ***


Ciao ragazze! Ho ripostato questo capitolo poichè con il backup del sito era andato perso... ^^


Indietreggiai piano ma senza perderla di vista per un istante, nascondendomi dietro un albero nelle vicinanze. All’improvviso, vidi che dalla tasca del giubbino estrasse un piccolo foglio ed iniziò a scrivere qualcosa.
Sentivo i suoi lamenti soffocati, e anche la foga con cui scriveva veloce sul piccolo pezzo di carta, se avesse potuto avrebbe sradicato quella lapide con una sola mano e l’avrebbe distrutta in mille piccole pietruzze…
Passò lì davanti più di quindi minuti, poi venne verso di me con lo sguardo basso e le andai incontro.
- Edward… -
- Si… -
- Ho bisogno di un abbraccio. – Il suo tono di voce questa volta sembrava solennemente debole e triste, molto malinconico più che altro, e non le volli negare il suo desiderio.
Al tocco era molto fredda, proprio come me, ma dedussi che in quel momento il freddo che provava non derivava dalla sua natura, ma dalla sofferenza che in quei momenti provava.
All’inizio rimasi con le braccia lunghe vicino alle gambe, ma poi Bella mi prese le mani e le portò sulla sua schiena, poggiando la testa sul mio petto.
Ecco quali cambiamenti può riservarti la vita.
A momenti Bella è da stritolare perché forse esagera un po’ con le richieste, ma sotto sotto penso che abbia un grande bisogno d’affetto, soprattutto adesso che a parte noi Cullen, non ha nessuno che vegli su di lei.
Si staccò presto e cosa strana, mi prese la mano ed iniziammo a dirigerci fuori dal cimitero.
All’uscita, le chiesi se voleva tornare a casa.
- No, vorrei stare ancora un po’ qui. -
Trascorremmo le seguenti ore a passeggiare per Forks.
Lo so, la città non era molto allettante, ma Bella ha deciso di farmi fare il giro di tutta la città, non so per quale motivo, e non so nemmeno per quale motivo continuava a stringermi forte la mano quasi fino a stritolarla.
Finalmente, dopo due ore, mi chiese di ritornare.
Da bravo gentiluomo le aprì la portiera dell’auto e salì nel posto dell’autista.
Il viaggio proseguiva molto piatto e silenzioso, mi chiedevo se era per l’orgoglio del momento precedente del cimitero in cui avrebbe pianto, se solo avesse potuto, oppure perché non aveva realmente nulla di cui discutere.
Improvvisamente, parlò e il suo tono di voce mi sembrava molto drammatico.
- Sai, ho lasciato una lettera ai miei… Come se fosse stata ritrovata sul luogo dell’incidente… Gli ho scritto poche righe… Le cose più essenziali… Sperando che il vento non se la porti con sé… - mentre guardava fuori dal finestrino con aria triste.
All’inizio, non seppi cosa dire. Non ero bravo con le parole, ma soprattutto, non avendo avuto mai la possibilità di provare sentimenti per qualcuno, non sapevo in questi rapporti come ci si comportava. Alla fine, decisi per la via della rassicurazione.
- Ah. Forse non dovrei prendere da solo queste iniziative… Però, se può farti felice, io potrei… Potrei portare la lettera a tuo padre. Così saremo sicuri che gli arrivi. Ho detto che avrei fatto qualsiasi cosa per non farti avere il peso dei miei sbagli, e questo rientra nei miei obblighi. -
Per strane ragioni, si gettò sul mio petto e mi abbracciò nuovamente, quasi che per la prima volta in tutta la mia lunga vita, stavo uscendo fuori strada.
- Vuol dire che sei felice? - chiesi.
- Secondo me tu lo sai già se lo sono o meno. Puoi leggerlo in ciò che penso. –
- Ti sbagli, Bella. Posso leggere nel pensiero ma per mia sfortuna la tua mente assomiglia ad un libro con le pagine bianche. –
- Ma… Ma mi avevi detto che… -
- Lo so. Era solo un modo per controllarti. Ricorda che per te è ancora l’inizio… Potresti perdere il controllo in qualsiasi momento… Se avessi saputo che io non posso leggere nella tua mente, di sicuro ne avresti approfittato… -
- Dici questo sulla base di una mia conoscenza infondata! Non l’avresti mai potuto sapere cosa avrei fatto! –
- Bella, io… -
- Non iniziare con le scuse! Me ne infischio di tutte le tue parole dette a modo! Ho deciso, vado per la mia strada! –
Pensavo che sul fatto di andare per la sua strada stesse scherzando, ma appena mi voltai per guardarla in volto, Bella non era più al posto del passeggero.

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Foresta ***


Fermai di botto l’auto e corsi verso la foresta limitrofa dove pensavo che Bella fosse fuggita.
Per terra trovai gli occhiali e il cappello che poco prima portava, e vidi anche delle chiare impronte sul terreno, segno che era passata di lì.
Mi addentrai nella foresta, tranquillo ma impaziente di ritrovarla. Correvo tra gli alberi, notavo le sue tracce sulle felci sperando di trovarla presto, pensavo seriamente che potesse combinare qualcosa di non tanto consono.
Sentì un urlò nella foresta.
Sembrava chiaramente la sua voce, ma non riuscivo ad identificare bene la sua provenienza poiché non sapevo se era sola o con qualcuno a cui avrei potuto leggere nel pensiero.
La risposta non tardò ad arrivare, mi giunsero veloci i pensieri di qualcuno non molto lontano, doveva essere un uomo o un ragazzo, continuava a ripetere “Ti ucciderò! E’ inutile che scappi, succiasangue!”. Evidentemente costui ci sapeva riconoscere.
Nei suoi pensieri vidi il luogo preciso dove si trovava ma vidi anche Bella in preda al panico, incapace di reagire agli attacchi del ragazzo, che presto scoprì essere un licantropo.
Licantropo? Chiesi a me stesso, mi meravigliavo che n’esistessero ancora, dopo gli ultimi a cui Carlisle parlò moltissimi anni fa.
C’era stato qualcosa di scatenante che li aveva fatti tornare… In quell’istante, però dovevo correre in aiuto della mia “padrona”, non volevo davvero che si facesse male o peggio, che morisse sbranata da un lupo.
Dopo circa due minuti, raggiunsi il luogo dove Bella era incappata nel lupo.
Era una grande radura circolare, mi chiedevo se il lupo l’aveva fatto apposta: era grande e dal manto rossiccio, ed era inverosimilmente affamato e adirato.
Bella era a terra che si copriva il volto con un braccio alzato, ad ogni colpo del lupo sembrava controbattere senza sforzo, in ogni caso, però era molto impaurita e si notava.
Mi chiedevo come mai il suo istinto da vampiro non fosse così forte come il mio: sarei saltato sul grosso lupo e l’avrei ucciso a morsi, spinto dall’astio che da scoli caratterizza le nostre due specie, poi ripensai al patto che mio padre adottivo strinse con la tribù dei lupi, non avrei potuto torcergli un capello altrimenti avrei generato una guerra tra il mio e il suo gruppo, sempre se aveva altri compagni.
- E – Edward… A-aiutami… - supplicava Bella da lontano.
Qual era la cosa giusta da fare? Gettarmi sul lupo o lasciarlo stare?
Optai per una via di mezzo, avrei cercato di mandarlo via senza fargli nulla, nel caso in cui egli avrebbe fatto qualcosa contro di me, l’avrei colpito sicuramente, patto o non patto che sia.
Accorciai le distanze tra di noi, il lupo mi notò e si girò verso di me.
- E’ meglio che tu non esageri… - gli dissi, il tono era serio.
- Siamo in pace. – risposi ad un suo pensiero.
- Si, ti leggo nella mente. Forse è meglio che le nostre strade si dividano. – indietreggiò guardando Bella inerme sul terreno e con un lungo balzo sparì nella foresta.
Mi avvicinai a lei, stranamente tremava come se avesse freddo, mi inginocchiai al suolo e aprì le braccia, offrendole un riparo.
Bella quasi mi fece cadere perché si gettò a peso morto su di me tanto velocemente che non me ne accorsi, stringendomi forte dietro la schiena come se stesse abbracciata al suo cuscino.
Era chiaramente commossa e si sentiva, lo notavo maggiormente dai singhiozzi che emetteva stretta al mio petto. Penso che era impaurita, d’altronde non si era mai trovata faccia a faccia con un probabile nemico, è molto novellina da questo punto di vista.
- Oh, Edward… Temevo di morire… - quasi non distinguevo le parole dai lamenti.
- Bella, è tutto finito, non preoccuparti. – Osai poggiare la mano destra sui suoi capelli castani, accarezzandole piano la chioma e non si scostò.
- Sono stata una stupida ad andarmene. Ti prom… La prossima volta starò più attenta. –
Stava per dire “Ti prometto”? Non ne ero sicuro, ma penso che in quel momento c’era l’orgoglio che le rodeva dall’interno. Era troppo accettare di aver preso la decisione sbagliata?
Avevo fatto bene a starle sempre accanto, ad essere il suo schiavo, Bella avrebbe potuto combinare un disastro se fosse stata da sola… Non osavo nemmeno pensarci.
- Voglio andare a casa, ti prego, voglio stare lontana dalla foresta per un po’. -
- Come preferisci. Vuoi che ti porti in braccio? – ero contento se acconsentiva, il suo contatto mi provocava un certo sollievo e un certo calore, anche se noi non eravamo in grado di riscaldare.
- Si, Edward, mi piacerebbe… - abbassò lo sguardo timida e con il braccio libero la presi da sotto le gambe e la alzai da terra.
Si strinse ancora più forte a me, poggiando la testa sul mio petto e chiudendo gli occhi, quasi come se volesse dormire.

 Il viaggio verso la grande casa fu molto silenzioso, Bella rimase in silenzio guardando il paesaggio fuori dal finestrino.
Solo appena ci fummo fermati davanti casa e un Alice impaziente ci accolse venendoci incontro, parlò nuovamente.
- Bella, ti ho visto… Eri sola e impaurita e poi arrivava Edward… Ma cos’è successo? -
- Sono… Sono incappata in un lupo mannaro. –
- Un lupo mannaro? Forse è per questo che non riuscivo a capire perché eri così impaurita se nessuno era con te… -
Bella guardava in alto, non so se cercasse qualcosa, ma sembrava chiaramente scocciata delle parole di Alice. Probabilmente, quel giorno le erano successe troppe cose che l’avevano resa molto triste e anche se non potevo leggere nel suo pensiero, percepivo che stava davvero male, anche se con l’orgoglio cercava di nasconderlo.
Cercai di far capire ad Alice come si sentiva Bella, così che ci lasciasse entrare in casa e le lasciasse un po’ di tempo per sé, poiché ne aveva un grande bisogno.
Grazie ai nostri poteri fortunatamente mi capì.
- Bella, sarai stanca, andiamo dentro. – disse Alice, facendomi l’occhiolino.
In casa lasciai Bella al primo piano e feci per andarmene per lasciarla sola di andare nella sua stanza, ma fui sorpreso dalla sua reazione: come poco prima, mi tirò a sé stringendomi forte i fianchi.
- Per favore… Non andare via… - mi disse con tono melanconico.
Come al solito mi colse alla sprovvista, non sapevo cosa dire, mi limitai a stringerla più forte a me. Da un po’ di tempo a questa parte, questi abbracci tra di noi stavano diventando qualcosa che desideravo, più di quando desideravo bere il suo sangue.
Qualcosa dentro di me si stava muovendo, di sicuro era dovuta all’ingresso di Bella nella mia vita ma non ne ero certo. Lei alternava momenti di felicità a momenti tristi, nei primi era severa e voleva che io l’ascoltassi, nei secondi al contrario sembrava una persona diversa, molto più bella e solare di quando era gioiosa. Avevo la sensazione che nascondesse le sue vere emozioni, come se solo il dolore che di tanto in tanto iniziava a mostrare fosse reale. Pensavo che la gioia che di solito ostentava era solo una fragile maschera di cera che portava a dovere, solo perché era troppo orgogliosa di far vedere come si sentiva.
- Andiamo da te? – mi chiese poco dopo, mentre salivamo le scale.
- Certo, Bella. Qualsiasi cosa tu vorrai fare, sono disponibile. -

 

 

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Capitolo 7
*** Dichiarazione E Delusione ***


Entrammo nella mia camera, non so nemmeno perché scelse di venire proprio lì.
- Sediamoci. -
Mi condusse verso il divano di pelle nero della mia stanza, e ci sedemmo molto vicini.
All’inizio nella stanza regnava solo silenzio, ma improvvisamente la voce chiara di Bella invase la stanza come una musica leggera.
- Edward, dobbiamo chiarire alcune cose. -
- Lo so bene. Lasciami scusare nuovamente… -
- No, non devi scusarti, sono stata io la stupida che è stata troppo impulsiva. Anzi, ho colto questa occasione proprio perché – sospirò e riprese – proprio perché volevo liberarti. –
- Liberarmi? E da cosa? –
- Da me. –
- Spiegati meglio. –
- Intendo dire che non… ti voglio più come schiavo. – disse guardando per terra.
- Va bene. Allora adesso posso considerarmi anche io un tuo amico? – sorrisi guardandola fisso negli occhi, a modo di ironia.
- No, Edward. Puoi considerarti più di un amico per me – . Rivolse di nuovo lo sguardo a terra.
Le sue parole mi fecero riflettere, in ogni secondo successivo la guardavo negli occhi senza proferire parola, stavo dando il giusto significato a quelle parole. “ Più di un amico”… In che senso? Stavo iniziando davvero ad avere le idee confuse…
- Allora? -
- Allora stai diventando quasi come un fratello – mi prese la mano e me la strinse – e di questo sono felicissima. –
Mi aspettavo un'altra risposta, pensavo a chissà cosa ero diventato per lei. Se mi avesse detto altro, forse non avrei saputo rispondere senza deluderla. Tra me e Bella non c’era nulla, ma sentivo che non era davvero la realtà.
Le sue occhiatine, i suoi abbracci… Non abbracci tuo fratello in quel modo. Penso che Bella non mi abbia detto del tutto la verità sui sentimenti che provava per me, ero sicuro che fossero diversi e più amplificati, più profondi.
Da parte mia anche ciò che provavo per lei non era semplice amicizia. Grazie ai suoi abbracci improvvisati avevo capito che Bella non mi era insensibile. Bella era per me qualcosa che andava oltre il sensibile, Bella era… il sole.
Da quando l’avevo morsa e per sbaglio trasformata, aveva portato nella mia vita una ventata di novità, soprattutto aveva portato in me altruismo, che avevo quasi del tutto perso negli anni.
Le sorrisi stordito, Bella riprese nuovamente a parlare.
- Però… C’è dell’altro. Sai, ho fatto un lungo esame di coscienza e anche dei miei sentimenti – guardò di nuovo il tappeto nella stanza – ed in conclusione… Non posso tenermi tutto dentro. -
- Scusa, ma non era questo ciò che volevi dirmi? – dissi agitato, pensando al dopo.
- Edward, vedi… E’ difficile ammetterlo, per una persona come me, ma… Il mio bene per te non è semplice -,mi strinse più forte la mano.
Rimasi in silenzio, incapace di controbattere.
- Con il tempo, mi sono accorta di molte cose… Io, io sono innamorata di te, Edward -.
Quelle parole mi lasciarono di stucco. Bella era importante per me, era speciale. Non sono sicuro se anche in quel modo. Cosa potevo dirle? Cose del genere non potevano essere dette senza averne la sicurezza ed io in quel momento non l’avevo. Non ero sicuro di provare gli stessi sentimenti che lei mi aveva dichiarato. Non avevo mai provato amore… Non ero in grado di riconoscere i sentimenti che affollavano la mia testa… Non ero in grado di capire ancora se era semplice amicizia oppure altro quello che mi legava a lei. L’unica cosa di cui ero certo in quell’istante, era che non ne ero innamorato, almeno non ancora.
- Bella… Questa cosa non può che farmi piacere, però… -
- So cosa stai cercando di dirmi. Non provi lo stesso. – abbassò lo sguardo.
- Non è così, vedi mi hai reso… confuso. Sia chiaro che sono molto legato a te, ma per adesso non come lo sei tu con me. –
- Va bene. Scusami ma adesso devo andare. – si alzò velocemente dal divano e corse fuori dalla stanza come un fulmine.

 
Le avevo sicuramente fatto del male, poiché nelle settimane seguenti Bella non mi rivolse la parola. Cercavo di iniziare con lei delle conversazioni, almeno cercavo di salutarla, ma lei faceva finta che non fossi nella stessa stanza dove si trovava anche lei.
In salone, quando era sola mi sedevo molto vicino a lei che perennemente, si alzava e andava via. Anche durante la caccia Bella preferiva andare con gli altri invece che con me.
Faceva tutto senza di me, mi evitava tutte le volte che poteva senza darmi una spiegazione logica, ed io che per tutta risposta cercavo sempre di inchiodarla e di parlarle, non ci riuscivo.
Intanto erano passati altri due mesi di silenzio.
Bella usciva spesso sola e rincasava la notte fonda, mi chiedevo cosa facesse tutto quel tempo fuori, iniziando a pensare che forse c’era qualcosa sotto. Che avesse trovato un passatempo da fare non del tutto lecito come ad esempio uccidere innocenti?
No, non volevo nemmeno pensarci.
Il tempo e la lontananza però mi fecero comprendere molte cose che solo dopo tanto e dopo tanta mancanza di qualcosa sarei riuscito a capire.
Ormai ne ero certo, la sua distanza aveva provocato in me la voglia sempre più forte di rivederla, di stare con lei, di ascoltare anche per un attimo la sua voce. Durante queste settimane, l’assenza di Bella mi era servita a comprendere che non potevo fare a meno di lei e della sua presenza, ma soprattutto del suo amore.
La risposta alla mia confusione d’alcuni mesi prima era finalmente giunta: ti accorgi di quanto sia importante per te una persona solo quando l’hai persa.
Ed io mi ero accorto lentamente dell’importanza dell’unica persona che ha saputo farmi rinascere da anni di indifferenza e rancore, troppo tardi. O forse No.
Dovevo cercarla, dovevo parlare e dirle finalmente che ne ero follemente innamorato. Si, perché l’amore è folle, e inconsapevole.
Bella provava ancora qualcosa per me dopo quei due mesi, oppure le sue rientrate notturne erano dovute al fatto che aveva trovato qualcun altro?


Ciao, grazie per le recensioni *__*
°*°Edward Cullen°*° e Maia non intendevo cambiare troppo i caratteri per renderla più versosimile, ma l'ho fatto anche se non completamente poichè volevo dare un'immagine di Bella dopo la sua presunta trasformazione, quindi mostrare la sua confusione e la sua ribellione poichè non era stata lei a scegliere questa vita. Però sta lentamente tornando verso la caratterizzazione originale. In ogni caso mi fa piacere che vi piaccia ^^

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Capitolo 8
*** La Verità ***


Decisi di aspettarla quella notte.
Faceva molto freddo, anche se noi non possiamo percepirlo come gli umani normali, era una classica notte gelata di gennaio.
Speravo che Bella usasse la porta per rientrare, così l’avrei inchiodata e finalmente le avrei detto tutto. La aspettavo nel grande salone della casa a luci spente, se mi avesse notato prima del tempo sarebbe stata la fine. Abbandonai presto però quell’idea, dato che pensai che Bella facesse prima ad entrare in casa entrando per la sua finestra, così decisi di aspettarla nell’oscurità della sua stanza. Salì le scale, aprì la porta e silenziosamente mi appoggiai al muro orientale della stanza, proprio vicino alla finestra; speravo che non scappasse di nuovo, così chiusi furbamente la porta della stanza.
Anche se ero diventato molto paziente col tempo, quella notte guardai l’orologio per più di venti volte, e ad ogni minuti che passava mi sentivo morire – anche se sembra un po’ una battuta -, non so bene dire perché, è come quando hai un peso sullo stomaco e vuoi liberartene il prima possibile. Queste sensazioni sono nuove per me e non so ancora bene spiegarmele.
Finalmente, alle quattro in punto, sentì un rumore.
Mi irrigidì di colpo vicino al muro, preparandomi il discorso che le avrei fatto poco dopo. Con mia grande sorpresa, le voci che sentì furono due: una era quella della mia Bella, l’altra era quella di un uomo. Allarmato, mi attaccai ancora di più al muro, poteva anche essere solo un amico, no? O ancora meglio, a volte l’udito ti gioca brutti scherzi… ma questa volta, no.
Ne fui certo quando vidi cosa, o meglio chi entrò dalla finestra insieme a Bella.
Lei era come sempre bellissima, forse un po’ goffa nei movimenti, ma sempre una dea per me; lui era alto, muscoloso e dalla pelle scura, probabilmente qualcuno della riserva, pensai. Aveva dei lunghi capelli neri che gli arrivavano a metà schiena, troppo rozzo per piacere a Bella!
O forse no. Era davvero questa l’alternativa… a me?
Sentivo rodermi dentro quando vidi quello che stavano facendo: Bella lo baciava con foga e veemenza, lui ricambiava come se fosse qualcosa da mangiare, vedevo le sue mani scenderle piano sui fianchi e maleducatamente toccarle le sue parti sconosciute… In quegli istanti desideravo solo spaccargli la faccia e ucciderlo ma non potevo. Stava con Bella. O almeno è quello che pensavo da come i loro corpi si muovevano insieme… Lui troppo selvaggio, lei troppo imbranata… e bellissima. Come poteva farsi toccare in quel modo?
Mi resi conto di quello che pensai: Bella innamorata di quel tipo? No, lei è… una di noi… come può… Può. Oppure lui era solo il suo spuntino di quella notte. Caspita, Edward, ma a cosa stai pensando? Bella non potrebbe mai…
La risposta arrivò alcuni minuti più tardi… I vestiti di Bella iniziarono a sparpagliarsi per la stanza chissà dove, lo stesso era per quelli del ragazzo.
Sentivo solo sussulti e baci, sembrava che entrambe tacessero finchè Bella non disse qualcosa nel momento cruciale del rapporto, immagino prima che i loro due corpi si unissero.
- Jacob, non possiamo. Non dovresti comportarti così, soprattutto visto che questa non è casa mia! – sembrava arrabbiata.
- Ma dai, Bella, è la terza sera che rifiuti… Penso davvero che tu non mi ami. –
- Non bisogna fare del sesso per dimostrare amore, Jacob caro. E poi, ricordati che potrei ucciderti. –
- Già, questa mi era sfuggita. – il ragazzo di nome Jacob rise.
Semmai una cosa di quella nottata l’avevo gradita: Bella aveva rifiutato di andare a letto con lui… Ma chi era questo stupido pellerossa per portarmi via la mia ragione di vita? Da bravo vampiro avrei dovuto combattere, e vincere. Non c’è nessun umano che tenga davanti alla forza dei sentimenti. Forse mi sto comportando un po’ da egoista… Forse dovrei lasciare che le cose vadano così solo perché mesi fa non ho colto l’attimo. Forse dovrei lasciare che Bella stia con chi ami… Che non sono più io.
Meglio ancora, forse dovrei proprio uccidere questo Jacob, ma non sarebbe lecito non combattere ad armi pari. Dopotutto lui era uno sciocco umano… Uno sciocco umano che aveva preso il mio posto nel cuore di Bella.
- Ma dimmi almeno perché non vuoi, cavolo! – Jacob iniziava a spazientirsi.
- Vedi, è complicato. –
- Spiegamelo. –
- No. –
- Dimmelo. –
- Nemmeno per sogno. –
- HO DETTO DIMMELO! – iniziò ad urlare Jacob.
La cosa che mi fece sorprendere fu ciò in cui Jacob si trasformò: improvvisamente, un grosso lupo dalla pelliccia rossiccia dominava la stanza con la sua possanza.
Forse avevo capito perché il loro rapporto resisteva ancora… Nemmeno Jacob era umano. Mi chiedevo come fosse possibile l’amore tra vampiri e licantropi. Eravamo nemici fin dall’inizio dei tempi… E intanto nuovi sentimenti mi invadevano il cuore.
Jacob, trasformato in lupo iniziò a ringhiare.
- No, per favore! Non voglio che loro lo scoprano! – urlò Bella, che restò stesa sul letto con il volto addolorato e turbato.
Il lupo iniziò a muoversi spasmodicamente, vedevo che di tanto in tanto alzava le zampe anteriori senza mantenere un contegno.
Ero deciso a intervenire, ma il lupo fu più veloce di me e in un batter d’occhio uscì fuori dalla finestra rompendo il vetro.
Bella restò immobile, quei gemiti di dolore che avevo sentito il giorno della visita nel cimitero erano tornati. Ancora una volta, senza il viso rigato dalle lacrime, sentivo che soffriva, ed ero lì, senza poter fare nulla. Se fossi uscito adesso alla scoperta, di sicuro Bella mi avrebbe evitato per tutta la vita, ed non l’avrei sopportato, visto che la mia vita non sarebbe finita mai, decisi allora di fuggire dalla finestra, facendo attenzione che Bella non stesse guardando.



Ringrazio per le recensioni! *_*
in ogni caso fan di Edward dopo questo chappy non pensate che Bella resti con il cane (jacob) - che non mi piace affatto - questa è solo una "fase" di passaggio... scoprirete nei prossimi capitoli perchè Bella sta con Jacob e anche Ed avrà la sua rivalsa ^^

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Capitolo 9
*** Rivalsa ***


Il giorno dopo non vidi Bella nemmeno di sfuggita, così decisi di chiamare Alice per chiederle spiegazioni.
- Hai visto… - mi bastò leggere nel suo pensiero per capire che anche lei sapeva.
- Si, e la cosa non mi piace per niente. Se dovesse finire male… -
- Di sicuro per lui. -
- Lei non ha intenzione di parlarti in ogni caso… - disse Alice guardandomi con lo sguardo assorto nei suoi pensieri.
- Dobbiamo seguirla. –
- Ottima idea, Edward. Vuoi anche rompere il patto con i lupi di La Push? Non possiamo. –
- Lei però c’è andata. – la guardai con sguardo interrogativo.
Improvvisamente, Bella scese dalle scale dietro Alice con un volto che lasciava pensare al peggio. Mia sorella, sempre per aiutarmi, le rivolse la parola.
- Allora, Bella, come andiamo oggi? -
Prima mi scrutò poi con tono acido, rispose a mia sorella.
- Va tutto a meraviglia, Alice. Cos’è non si vede? –
- Si, certo. Ma… - si fermò poi riprese – alcune cose… -
Bella le poggiò una mano sulla spalla per interromperla, evidentemente non voleva condividere quello che Alice stava per dire, per paura che solo pensandolo, avrei potuto sapere ugualmente.
- Sapevo che mi avresti fatto una ramanzina. Avanti, cosa devi dirmi? – mi guardò come se le avessi fatto chi sa cosa.
- Non è una cosa giusta, Bella. Sai anche tu che non può continuare così… -
- Lo so benissimo, ma ne sono innamorata! E visto che ci sei anche tu qui, - si rivolse a me con uno sguardo inceneritore – sappi che ti ho dimenticato! Va bene? Così la finirai di girarmi intorno! –
Non sapevo cosa dire, per la prima volta nella mia vita, ero pietrificato. Qui non serviva la mia solita diplomazia, serviva qualcuno che la facesse ragionare!
Sapeva di aver torto e amore o no, Jacob restava sempre un licantropo, e lei una vampira, ma testarda com’era…
- Bella penso che tu abbia superato il limite. – disse Alice, seria.
- Io? Siete voi che con i vostri stupidi poteri non vi fate mai i fatti vostri! Sapete che vi dico? Me ne vado! E questa volta faccio sul serio! –
- E dove pensi di andare? –
- Ma da Jacob, naturalmente. –
- Ci farai andare tutti in un bel guaio. –
- Affari vostri. –
Uscì velocemente dalla cucina e sparì lasciandoci a bocca aperta.
- Vado a riprenderla. – Alice mi prese per un braccio.
- No, Edward, no. Aspettiamo gli altri, è rischioso se ci vai da solo. –
Aspettammo l’arrivo di tutti, io e Alice riferimmo agli altri cosa era successo e in cosa incombeva Bella, e soprattutto, con chi aveva “fraternizzato”…
Decidemmo insieme di andare al confine per parlare con lo stesso Jacob, e convincerlo con le buone – per adesso – a far ragionare Bella.
Attraversammo la foresta per arrivare più velocemente e grazie ad Alice che aveva avuto una visione su dove si trovasse Bella, vedendo le sue intenzioni future, la trovammo seduta su un tronco, la testa appoggiata su una mano.
Carlisle, il più convincente e intraprendente, decise di parlarle davanti a tutti noi, naturalmente.
- Bella… Sii ragionevole. -
Iniziò a dimenarsi come mai avevo visto prima – No! Vedi, Carlisle, io lo amo e non posso fare a meno di lui! – sembrava sincera, ma qualcosa mi diceva che stava mentendo.
Non la riconoscevo più, era come se il contatto con quel cane puzzolente l’avesse intontita, cambiata. Prima Bella era si molto testarda, ma non il tipo da fare queste sfuriate.
- Carl… Lasciami parlare con lei. – dissi, voglioso di farla ragionare.
Si mise da parte e lui e gli altri decisero di andar via da quel luogo, restando sempre nelle vicinanze qualora fosse accaduto qualcosa.
Quando ci lasciarono soli, Bella rimase con la testa bassa e le mani chiuse a pugno, quasi a voler scaricare la tensione accumulata. Non sapevo che cosa la faceva stare così male, era davvero a causa di quel Jacob?
- Bella… -
- Edward… - mi rispose con tono un po’ acido.
- Sappiamo entrambe che è un errore. –
In un baleno, il suo tono di voce fu più lieve e dolce – Credimi Edward, ne sono consapevole ma… Ma quando mi dicesti di no due mesi fa… Ero distrutta. – non osava guardarmi negli occhi.
- Pensi che non lo sappia? Pensi che non sappia che lo eri? Io volevo parlarti, starti accanto ugualmente ma tu non me ne hai dato l’occasione e… -
- E ho trovato Jacob. –
- Esatto. Vedi, Bella, non so come farti capire che non è questa la via giusta… Come posso farti cambiare idea? –
- Nessuno può farmi cambiare idea. Ormai io… - sempre fissando le felci a terra – io… ne sono innamorata. E farò… - disse queste parole con tono che interpretai sofferto – farò… farò di tutto per far continuare questa storia. –
L’ennesimo colpo al cuore se possiamo definire cuore quell’organo ormai inutilizzato che si trovava nel mio corpo, dal giorno in cui vidi le ombre della dannazione.
Cosa avrebbe potuto farle cambiare idea? Decisi un’altra via.
- E se ti dicessi che in questi due mesi i miei sentimenti sono cambiati? -
Di colpo il suo viso si girò verso di me, gli occhi quasi le luccicavano.
- Fai… fai sul serio, Edward? -
- Mai stato più serio. – ed era vero, amavo Bella più di ogni altra cosa ed ero disposto a lottare per stare con lei per l’eternità.
Mi prese la mano come nei mesi scorsi era solita fare… Il suo tocco gelido mi trasmetteva calore immenso… Iniziò a disegnare cerchi con il pollice sulla mia mano destra.
- Edward io… Sono basita. Non pensavo che… -
- In questi due mesi in cui non mi hai rivolto la parola mi sono sentito… Vuoto. E l’unica in grado di riempire lo spazio immenso che si era creato dentro di me, eri tu, mia dolce Bella. Ma tu fuggivi, andavi via di notte e ti allontanavi da me. Come facevo a parlarti? – con l’indice le toccai il naso, passando la mano sulla sua guancia, accarezzandola – E con Jacob… Ho pensato al peggio. Mi sono sentito più morto di quello che ero, insignificante senza di te. 
- Vuoi sapere la verità? – mi fissò dritto negli occhi – Non ho mai smesso di amarti nemmeno io.-  e si avvicinò piano verso di me, le sue labbra fredde toccarono le mie, per unirsi in bacio passionale, veemente e violento, le mie mani le accarezzavano lentamente la schiena e sentivo le sue stringermi piano i capelli…
Ciò che avevo desiderato per quei due mesi, era finalmente arrivato.
Le nostre lingue si cercavano e timidamente si toccavano in attimi di piacere, la sentivo venire sempre più verso di me, incastrando la gamba tra le mie leggermente aperte che ci fece cadere dal tronco sulle foglie morte del terreno…
Si avvicinava sempre più, sentivo il suo ventre vicino al mio stomaco e volevo che quell’attimo non finisse mai. Stavo per impazzire – in senso buono – quando si mise su di me a cavallo, io ero steso a terra e lei mi lanciava degli sguardi d’intesa e si abbassava stringendo i polpacci alle mie gambe, quasi come se stesse entrando in me, sentivo i suoi seni sul mio petto e stavo quasi morendo sulle sue dolci labbra…



Ciao! Spero di non avervi deluso con questo chap... ^^ Edward meritava di avere la sua occasione! Grazie mille per le rece ^^

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Capitolo 10
*** Momenti di privacy ***


- Ti voglio, Edward Cullen. -
- Non sarebbe meglio farlo… A casa? –
- Vero… Non voglio che la mia prima volta sia nella foresta. –
- Allora abbiamo una cosa in comune. -
- Non pensavo che fosse… - ci rialzammo e iniziammo a correre verso casa mano nella mano.
- Nemmeno io per te. Mi hai colto alla sprovvista. –
- E tu, allora? Sei bellissima… Una persona come te è il tipo che stravolge i ragazzi. –
- Bè, guardati anche tu, mio caro Edward. Sei un dio. –
Insieme ridemmo sonoramente. Quella fu davvero la prima volta che la sentì vicina a me.
Arrivati a casa, fortunatamente, eravamo soli. Durante il tragitto avevo avvisato Alice di non tornare ancora a casa, se non potevano farne a meno, almeno che ci lasciassero privacy.
Avevo ancora delle cose da discutere con Bella, i miei sentimenti… I suoi sentimenti… Il perché si era allontanata tanto in quei due mesi… Da solo.
Raggiungemmo in fretta la mia stanza e ci fondammo sul divano.
- Bella, senti, io voglio prima chiarire delle cose con te. -
- So di cosa vuoi parlarmi, il motivo che mi ha spinto a non parlarti. –
- Ma che fai, leggi anche tu nel pensiero? – risi di gusto assieme a lei.
- No, sciocchino, l’avevo immaginato. Per tagliare corto, mi sentivo… Rifiutata. Mi chiedevo come era possibile che tu ti fossi dimostrato così vicino a me, tanto premuroso e voglioso di proteggermi ma che quel bene che mi dimostravi standomi accanto, non era il bene che io provavo per te. Sono stata male da non accettarlo e ho rifiutato di avere rapporti con te perché non riuscivo ad essere un’amica e… basta. – poggiò la testa sul mio petto.
- A quel tempo, già provavo qualcosa per te, ma non ne ero certo. Ecco cosa mi spinse a risponderti in quel modo, ero confuso, non capivo se era amore oppure no, non avendo mai provato per nessuno questo sentimento… Più ti guardavo e più nella mia mente ti elogiavo, l’unica cosa che per me contava realmente era la tua compagnia. Dopo che me ne hai privato, ho scoperto di soffrire per la tua mancanza. La tua presenza, era vitale per me… Persino più vitale del sangue… Era tutto. Desideravo fartelo capire, ma come già ho avuto modo di spiegarti, non me ne hai dato l’occasione, Bella. –
Si strinse più forte a me e sentivo le sue unghie quasi nella mia carne.
- Che stranezza, due persone per una cosa sciocca del genere non sapevano di amarsi. Io perché ero troppo testarda, tu perché troppo confuso. Ci siamo ritrovati, finalmente. – Alzò la testa e si avvicinò per baciarmi, fu una cosa lenta e dolce, misurata e piacevole.
Man mano divenne sempre più passionale, sembrava golosa della mia bocca e della mia lingua, quasi da non staccarsi più… Ci alzammo dal divano, le sue mani scendevano su di me e mi avvicinavano sempre di più a lei, che mi sussurrava parole dolci tra un bacio e l’altro, a fior di labbra – Dal primo giorno, dal primo minuto in cui ho iniziato questa nuova vita e ti ho visto… Ho perso la testa – e mi baciava con foga – sai perché ti ho fatto diventare il mio “schiavo”? –
- No, dimmelo, sono curioso – le sorrisi mentre faceva scivolare le mani sulla mia schiena.
- Volevo che mi stessi accanto, Edward. Non l’avevi capito perché ero così despota con te? Detestavo l’idea che tu potessi trovare… un’altra. –
La baciai – Cosa dici, Bella! Non avrei mai potuto trovare una persona meglio di te. –
Riprendemmo le nostre coccole e camminando nella stanza, ci dirigemmo verso il bagno.
Sempre baciandoci, la condussi nella doccia della stanza, aprì l’acqua e di colpo rise, sempre tenendo gli occhi chiusi… Era meravigliosa.
Quando fummo tutti bagnati, Bella mi prese le mani e se le poggiò sui fianchi, proprio dove c’era il bordo del suo maglione blu, e m’intimò di sfilarglielo: in pochi secondi – velocità da vampiro – i nostri indumenti bagnati li gettammo chissà dove nella stanza, e i nostri corpi marmorei furono finalmente più vicini.
Come i momenti migliori, però, ci fu qualcosa o meglio qualcuno che c’interruppe nella nostra intimità.
Alice entrò di colpo nel bagno mentre io e Bella ci baciavamo, mezzi nudi: la sua espressione era palese, era un misto tra imbarazzo e divertimento.
Abbassò lo sguardo e poi parlò. – Scusatemi… Ehm… Ho da dirvi una cosa importante. –
- Ehm… - avevo le mani ancora strette alla vita di Bella – dicci pure, Alice. -
- Quei lupi puzzolenti di La Push hanno accusato Bella di aver rotto il patto… -
- Patto? Quale patto? – disse Bella, mentre cercava di coprirci con la tendina della doccia.
- Lo stipulò Carlisle anni fa. Con questo patto, nessuno di noi può entrare nella loro riserva sempre che non siano cambiate le regole del contratto. –
- Bella, dimmi la verità, - disse mia sorella – per caso tu… Sei entrata nella riserva? –
- Io… Io non lo so. Non conoscevo nemmeno Forks! –
- Allora può darsi che per sbaglio… Ci sei andata. Forse quando te la facevi con quel licantropo.-
Bella mi guardò, triste, poggiò le mani sul mio petto e il lembo della tendina della doccia le cadde da mano.
- Si, allora ci sono stata. – Mi fissava ancora, ricambiai i suoi sguardi con un velo di sofferenza: ricordare il licantropo, Jacob, e quello che c’era stato prima di oggi tra loro due mi aveva leggermente rattristato. Strinsi Bella più forte a me, accarezzandole i capelli.
- In ogni caso, - riprese Alice abbassando nuovamente lo sguardo visto che la tendina non ci copriva più, - Carlisle è andato a parlare con il capo anziano per spiegare che tu non eri a conoscenza di tutto ciò. –
- Grazie, Alice. – disse Bella con un filo di voce.
- Mi scuso se vi ho interrotti! – rise fragorosamente e schizzò via dalla stanza.
Guardai la mia piccola stretta a me e iniziai a ridere anche io, lei si scostò.
- Si vede che non era il momento giusto, per questo. -
- Già. Ci rifaremo la prossima volta. – rispose Bella.
- Adesso rivestiamoci, si chiederanno dove siamo finiti. –



Ciao!! Dopo alcuni giorni, oggi mi hanno dato lo schermo indietro e ho potuto postare di nuovo! Grazie per le recensioni e anche a chi legge solo. ^^

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Capitolo 11
*** Il processo all'intenzione ***


Carlisle cercò di trattare con l’anziano della riserva, ottenendo buoni risultati: Jacob era stato richiamato dal consiglio perché aveva fatto entrare di sua spontanea volontà una fredda senza il consenso di un capo e Bella era stata richiamata in terra di riserva con permesso, per dichiarare le sue difese in merito alla situazione.
Anche se trovavo la cosa molto sciocca, dissi a Bella di andare e dire tutto ciò che sapeva, poiché desideravo che a Jacob andasse male. Dopo tutto era stato lui a farla entrare lì a La Push, rompendo il patto creato dalla sua stessa gente.
Il “processo”, se così possiamo chiamarlo, fu indetto due giorni dopo la rivelazione di Alice nel mio bagno… Bella era molto tesa e lo dava a vedere abbastanza, così poche ore prima decisi di portarla a caccia per distrarci un po’.
- So che sei in pensiero, ma credimi, non centri nulla. -
- No, Edward. Io ci sono stata… Ci sono entrata ed è lì che la mia relazione con lui ha vissuto in molte di queste notti prima di… ricominciare a parlarti. –
- Sono confuso… Penso che per te Jacob non sia del tutto un semplice amico. –
- Vuoi davvero sapere perché ci stavo insieme, allora? – chiese, il tono più isterico che mai.
- Bella, no. Sono rimasto stranito dal fatto che l’altro giorno ti abbia convinto così facilmente. Con questo non dico che le mie parole non erano vere, perché provenivano da qui – mi toccai il petto – ma che… forse non mi hai detto tutta la verità. –
Si portò le mani agli occhi, quasi come se volesse piangere, un gesto che ormai faceva spesso.
Come altre volte in precedenza, dalla sua bocca uscivano solo lamenti indistinti che assomigliavano a singhiozzi strozzati.
- Edward… Ti giuro sulla mia morte immediata che ho sempre amato te e nessun altro. Jacob era… un buon amico, nulla di più. Con lui stavo bene, questo è vero, ma con te è diverso. Tu sei… la mia vita. -
- Allora perché… perché baciavi Jacob quasi con violenza, l’altra notte? – dissi, geloso fino alla punta dei piedi.
- Tu… Tu mi hai… spiata? –
- Volevo parlarti e ti ho aspettata nella tua stanza… Nel momento sbagliato. – Lo sguardo sinceramente solenne.
- Non centra nulla, Edward Cullen! Mi hai spiata lo stesso! – era furiosa di rabbia, gli occhi le diventarono due fessure.
Cercai di mantenere la situazione stabile, non volevo che adesso che si erano aggiustate le cose, peggiorassero nuovamente.
Si girò, la braccia conserte.
- Bella… Ti chiedo scusa umilmente. Non l’avrei mai fatto se non ne avessi avuto bisogno. -
- Bisogno di cosa? –
- Di parlarti. Ero spiazzato, ero rattristato. L’unica cosa che mi avrebbe risollevato era parlare con te, quella notte. Ma ho scelto il momento sbagliato, devi credermi. Ero pronto a parlarti non appena saresti tornata, ma con te c’era lui… -
- Hai… Hai visto cosa facevamo? –
Annuì.
- Dimentica tutto. Edward io non voglio che metti in dubbio ciò che provo per te. Jacob è stato solo… un rimpiazzo. – di colpo il tono divenne dolce, – Ti ho sempre amato… Sempre… Quando vagavo nella foresta la settimana scorsa a caccia e lo trovai mi venne l’illuminazione. Lui non sapeva chi fossi e stranamente dal primo momento non ebbe paura di me. Decisi che poteva andare… Dovevo farti ingelosire, dovevo far si che ti accorgessi cosa ero per te. Il piano sarebbe scattato dopo due o tre giorni. Io l’avrei portato a casa come mio fidanzato, tu avresti reagito. Ho sempre voluto che tu reagissi, Edward. Ma eri troppo cieco per accorgerti delle mie attenzioni all’inizio… – Si girò nuovamente verso di me.
- In effetti, quando l’ho visto, soffrivo come un cane. No, forse non è un bel paragone. Mi ricorda lui! –
Ridemmo insieme.
- Ero geloso, anzi di più. Vedevo come ti toccava, come ti baciava e desideravo essere al suo posto. Ma non mi parlavi… - dissi, mestamente e ironicamente.
Bella si avvicinò, con una mano mi sfiorò la guancia lentamente – Allora il mio piano un po’ è riuscito. –
Le accarezzai i capelli, adagio, lei si avvicinava sempre più. – Più di un po’. – Sorrisi.
Posò le labbra sulle mie piano, per poi riscaldarmi attraverso movimenti sinuosi in un bacio dolcissimo.
- Bella… -
- Si… - rispose allontanandosi.
- Come facevi a stare con un licantropo? –
- Io… Non lo so. L’ho scoperto per caso, dopo averlo incontrato, e ho dovuto ricambiare la verità con verità… Gli ho detto che ero un vampira. –
- Non era disgustato dall’odore? –
- No. Sembrava non accorgersene. Ma cos’ha il mio odore che non va? –
- Nulla, Bella. Di solito i lupi disprezzano il nostro odore, anche se per noi può essere dolcissimo; – le annusai il collo – tu sai di fresia per esempio. –
- Davvero? Non me ne ero mai accorta. In ogni caso… Quando ci stavo insieme, percepivo solo passione. Jacob non ha mai provato astio verso di me e la mia vera natura. –
- Questo è strano, Bella. Dobbiamo andare fino in fondo a questa faccenda. –
Annuii, e andammo verso La Push.

 

- Jacob Black, dichiari aver portato nel nostro territorio un essere a cui era vietato l’accesso? – chiese l’anziano Quil a Jacob, che annuì impercettibilmente.
Ci avevano chiamato esseri, che indecenza.
Bella era seduta di fronte a me, alla destra dell’anziano capo della riserva di La Push. Nella piccola stanzetta c’eravamo solo io, Bella, Jacob, Quil e Sam Uley, in rappresentanza del branco.
Finora aveva risposto ad ogni domanda senza il minimo sforzo, tutto sommato diceva la verità.
- Signorina Swan, prova sentimenti per il signor Black? -
- C’è stato qualcosa. Ma nulla di più di qualche bacio. –
- Sta mentendo. –
- Jacob, per piacere fa silenzio. – lo riprese l’anziano Quil.
- Signorina… Non si è mai accorta di aver oltrepassato il confine della zona consentita? –
- No. E posso giurarlo. Jacob, dillo anche tu che non lo sapevo! –
- Questo è vero. Ho portato io Bella qui, non ne sapeva nulla. –
- Allora dichiari di essere colpevole, di aver involontariamente violato il patto? –
- Io… dichiaro di essere colpevole. Bella non ne sapeva nulla. – disse Jacob, tutto d’un fiato.
- Jacob Black, d’ora in poi, per problemi di sicurezza, non potrai più avvicinarti a Forks e alla regione di Olimpia. Se questa succhia- , fredda avesse subito qualcosa, il suo gruppo ci avrebbe assaliti. Non vogliamo entrare in guerra. –
- Ma… -
- Niente ma, ragazzo. Le decisioni le prendo io. Per quanto mi riguarda – disse rivolto a me poi a Bella – potete anche andarvene. Il patto resterà inviolato e non cambierà. Non siete i benvenuti, qui. –
Mi alzai e cinsi la mano a Bella, che prima di andare, si fermò a fissare Jacob: gli disse qualcosa senza parlare, lessi le parole nel pensiero del licantropo “Mi dispiace tanto. Ma doveva andare così… Siamo troppo diversi… Ti vorrò sempre bene.”
Tornammo a casa con la mia automobile, e fui pensieroso per tutto il viaggio, avevo in mente qualcosa che mi tormentava: la questione Jacob era davvero conclusa o avrebbe fatto di tutto per interferire tra me e la mia Bella?

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Capitolo 12
*** L'intruso ***


La settimana dopo il fantomatico “processo” di Jacob, la settimana trascorse in modo calmo ma anche un po’ piatto: Bella sembrava un po’ giù, gli occhi sempre fissi all’orizzonte in direzione della foresta… Cosa c’era che non andava?
- Bella… - le dissi una sera, - percepisco una strana aria… Stai bene? -
- In effetti, no. –
- E’ per Jacob, scommetto. –
Annuì debolmente col capo. Ecco perché quel comportamento apatico.
- E’ meglio che me ne vada… ti lascio sola. – Non volevo dirle che dovevo sbollire la mia gelosia: solo la pronuncia di quel nome mi faceva andare su tutte le furie. Jacob era mezzo umano dopotutto e non potevo prendermela con lui abbastanza. Non potevo cambiare nemmeno i sentimenti che Bella provava verso di lui… Tuttavia, la restrizione del capo anziano mi avrebbe aiutato; Jacob non sarebbe più potuto entrare a Forks.
O almeno così credevo.
Era un pomeriggio nuvoloso, senza pioggia.
Ero nella foresta a caccia, quando la mia mente fu catturata da uno dei mille pensieri che percepisco ogni giorno “Ho intenzione di andare da lei. La convincerò a fuggire con me fuori Forks, così nessuno ci disturberà. So che mi ama, deve solo ammetterlo!”.
Jacob aveva intenzione di andare da Bella. Io, naturalmente dovevo fermarlo.
Corsi più veloce che potevo verso casa mia, non era distante, così arrivai prima di lui.
Bella era nel salone seduta sul divano a guardare la tv: quando arrivai ero leggermente ansante, i capelli spettinati dal vento gelato che soffiava fuori.
- Cos’hai? – mi chiese.
- Sta arrivando. –
- Chi? –
- Jacob. –
Spalancò gli occhi, quasi come se fosse meravigliata. Vidi come un barlume di speranza nei suoi occhi, quasi come se sperasse di rivederlo. Intanto bussarono alla porta. Sapevo benissimo chi era ed andai ad aprire.
- Che ci fai qui? -
- Devo parlare con Bella. –
- Solo se lei vorrà. –
- Si, lo voglio. – sembrava quasi che stesse acconsentendo ad altro.
Levai la mano con cui tenevo la porta aperta e feci entrare in casa quell’odioso licantropo.
- Vai via, succhia sangue. – mi intimò.
- Per favore, Edward. Non voglio che succedano guai tra di voi. Tornerò presto da te. –
Mestamente, acconsentii. Potevo sempre ascoltarli attraverso il pensiero di Jacob, qualunque cosa avrebbe tentato di fare, potevo fermarlo in tempo.
Iniziarono a discutere.
- Bella, sai perché sono qui? -
- Rinfrescami la memoria. –
- Bella, io ti amo. So che anche per te è lo stesso! So che non vuoi vivere con queste sanguisughe, lo si vede benissimo! –
- Jacob… Non insistere. Sai benissimo che non puoi stare qui. –
- Lo vedi? Non rispondi nemmeno alle mie affermazioni. Sono sicuro di aver ragione. Fuggi con me, Bella, potremmo vivere felici insieme! –
- No, Jacob. Nella mia vita ho amato una sola persona… E non sei tu. Ti ho voluto bene, ma nulla di più. Vivo bene con i Cullen, mi trattano bene! Non me ne andrò da qui! –
Jacob la prese per un braccio, trascinandola verso la porta urlando – Allora cos’era l’altra volta nella tua stanza, eh? Stavamo quasi per fare sesso, pensavo mi amassi! –
- Non era nulla, Jacob! Confondi del semplice sesso per amore. Lasciami il braccio! – gridava Bella, Jacob non mollava la presa e sembrava più adirato ogni secondo che passava.
- Ah, non era nulla? Confessalo, tu sei innamorata di me! –
- No, Jacob, e lo sai. Ti ho solo usato. –
Jacob non ci vedeva più dalla rabbia: prese a storcere il braccio destro di Bella quasi come fosse un giocattolo, ed è lì che intervenni.
Gettai Bella sul divano e colpì Jacob dritto sul labbro superiore.
Il sangue iniziò a scendergli dalla bocca, mentre tentava di colpirmi, ma io naturalmente, schivavo ogni colpo. Ero padrone della situazione, Black perdeva sempre più sangue e mancava i bersagli. Dal divano Bella urlava “Smettetela, per favore!”, ma io non l’ascoltavo. Jacob Black si meritava tutto questo. Se non avesse osato toccare la mia Bella in quel modo, forse non mi sarei intromesso. Ma da bravo gentiluomo quale sono, so che le donne non vanno maltrattate. Soprattutto quando si tratta della donna del mio cuore.
Il licantropo era disteso a terra, i vestiti zuppi di sangue. Ero tentato a bere, ma il sangue di lupo puzzava un accidenti che non riuscivo quasi a respirare.
Nel frattempo, erano tornati i miei fratelli.
Emmett, divertito, mi chiese se poteva concludere lui il lavoro.
Desolato, gli risposi che era meglio non ucciderlo, il resto del branco avrebbe potuto controbattere e sarebbe stata guerra. Non avevo voglia di cominciare una battaglia n quel momento.
Jacob all’improvviso si alzò, correndo fuori la foresta, spaccando in mille pezzi la grande vetrata del salone. Dimenticavo che le ferite dei licantropi si rimarginano presto.
Bella era shockata sul divano. Mi avvicinai lento, a passo felino e veloce.
- Bella… -
Mi gettò le braccia al collo. – Oh, Edward! Temevo potesse uccidermi! Poi quando sei arrivato… Temevo potesse uccidere te. Ho sbagliato male a pensare di provare qualcosa per lui. Forse ciò che provo è solo odio. –
- E’ tutto finito, Bella. Spero non tornerà a scocciarci di nuovo. -
- Anche io. –
- Cosa vuoi fare adesso, Bella? –
- Ti prego… Andiamo nella tua stanza… Voglio stare con te, tra le tue braccia. –
Gli altri nel salone ci guardarono imbarazzati.
- Dai, Edward, falla divertire! – ghignò Emmett.
La presi tra le mie braccia e veloce corsi al terzo piano… Destinazione paradiso provvisorio. Semmai per un po’, Jacob si sarebbe tenuto a distanza.
Decisi di dedicare più tempo possibile alla mia Bella quel pomeriggio,che dico, la vita intera.
La quiete che trapelava dalle pareti della mia stanza era percepibile, eravamo distesi sul mio letto senza far nulla eppure sembrava proprio il momento adatto per fare qualcosa.
Bella non aveva parlato molto da quando il lupo era fuggito, ma quando lo faceva, mi chiedeva se stavo bene e mi baciava violentemente, quasi come se avesse temuto il peggio, con Jacob.
- Edward, - mi disse, stesa sul mi petto – io ti amo. Non te l’ho mai detto esplicitamente, ma volevo farlo. Soprattutto dopo oggi... - la zittì.
Pensava davvero che potevo perdere contro quel lupo? In ogni caso anch'io avevo da dirle qualcosina... Ma non era quello il momento giusto.
- Basta, è passato, Bella. -
- Edward io... ho voglia di un bagno... Vorresti venire? Mi vorrei rilassare. -
Non me lo feci ripetere due volte.
Velocemente mi alzai e la presi tra le braccia, la vasca da bagno velocemente colma di acqua bollente. Fortunatamente era grossa abbastanza da accoglierci entrambi.
Mi distesi con Bella inginocchiata dinanzi a me: più veloce della luce - sempre velocità da vampiro - i vestiti erano finiti da qualche parte là intorno, il suo corpo bianco e estremamente pallido usciva dalla schiuma della vasca lasciando scoperte solo le spalle.
La strinisi a me, stava quasi per scivolare nell'acqua dal piccolo strattone, pensai che nella sua vita umana doveva essere stata molto goffa. Sentivo i suoi seni sul mio petto, le sue gambe strette alle mie saldamente mentre ci avvicinavao sempre di più, baciandoci.
Era il momento più bello della mia vita, dopo anni di solitudine, con Bella avrei potuto sentirmi vivo. Con Bella avrei potuto realizzare me stesso.
Improvvisamente, le sue gambe furono intrecciate dietro la mia schiena, così come le sua braccia, che mi cingevano il collo. Ogni secondo d più, la sentivo arrivare in mezzo alle mie gambe: avevo desiderato possederla così da tempo, speravo che proprio in quel momento nessuno ci disturbasse; ma forse per la distrazione, non mi accorsi dei pensieri di qualcuno che si presentò di nuovo alla porta del mio bagno per interromperci: la famiglia Cullen al completo.
- Ehm... Di nuovo il momento sbagliato. - disse Alice.
Ci girammo di scatto alla nostra sinistra, sei volti imbarazzati ci osservavano silenziosi. Eravamo ancora abbracciati, Bella era quasi nuda, se non fosse stato per le bolle del bagnoschiuma che le coprivano le grazie.
Mi chiedevo perchè Alice avesse un tempismo perfetto nel rovinare i bei momenti: nei suoi pensieri e in quelli degli altri, vedevo immagini di me e Bella... Ok, stop all'immaginazione.
- Scusatei ma volevamo avvisarvi sulle ultime notizie: il branco di lupi vuole chiarire la situazione con noi. Con te, soprattutto. -
- Cosa vuole quel cane? - dissi.
- Vuole farti incastrare. Vuole che il suo branco ci attacchi. Andrà dal capo tribù per fargli credere che sei stato tu a farlo uscire da La Push. -
- Avrà quel che si merita quello stupido cane. - Emisi un ringio inverosimile.
- Preparatevi... Riunione di famiglia! -
E di colpo sparirono. Mestamente, io e la mia Bella andammo a preparaci. Chi sa quando saremmo potuti entrare finalmente in contatto...


X Roo Cullen: presto scoprirai il potere di Bella ;)
grazie x le recensioni ^^

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Capitolo 13
*** Bisogna saper aspettare... ***


Scendemmo in salone, tutti i miei fratelli erano seduti al tavolo ovale e discutevano fittamente su qualcosa.
- Alla buon ora! - gridò Alice.
- Non mi sembra che abbiamo fatto tardi. -
- Ah, no? Caro Edward, ci siamo visti l'ultima volta alle 17,08... Adesso sono le 17, 20, come te lo spieghi? -
- possiamo evitare di parlare adesso? - le dissi. Se fossi stato umano di sicuro sarei arrossito. Va bene che loro erano la mia famiglia... Ma tu mi vai a toccare i momenti di privacy e ci scherzi anche su! Suvvia, Edward, resta calmo.
- Possiamo iniziare questa riunione, per favore? -
La voce di Carlisle ruppe il mini litigio tra me e Alice.
- Allora... Edward, sei nei guai. - disse mia sorella, acida.
"Guai grossi", mi fece eco nella mia testa.
"Perchè?"
"Aspetta che lo dico anche agli altri."
- Spiegati meglio. -
- Ma devo dirti sempre tutto? Non puoi vederlo nei miei pensieri, no? -
"Se non me lo permetti".
- Alice ma cos'hai oggi? - chiese Bella.
- Nulla. Ma Edward mi irrita un pò, oggi. - Si voltò per rivolgermi un ghigno. - In ogni caso... I lupi ve la vogliono far pagare. Anzi, ce la vogliono fa pagare. -
"Sputa il rospo, sorellina."
"Ma sei proprio impaziente? Uffa."
- In che modo? - chiese Emmett.
- Vogliono uno scontro. Aspettate. Andranno prima dall'anziano. Quel cane di Black dirà che Edward l'ha colpito e che lo stava uccidendo e inoltre... dirà che lui ha morso Bella. -
"Allora?"
- Edward finiscila di entrare nella mia testa, e che diamine! Comunque... Dirà che ha morso Bella e che quindi ha violato il patto che ha stupilato Carlisle. Cioè "non possiamo mordere in questo territorio nessun umano" -.
- Ma Bella non è morta. - disse Jasper.
- sul patto c'era scritto "mordere, non uccidere". A questa cosa non avevo davvero pensato. - Disse Carlisle.
"Hai visto altro?"
"No. Edward finiscila! Mi sento il cervello scoppiare!"
- No, Edward non ho visto altro. E basta. -
- Alice, ma come siamo nervose, oggi. - Rosalie parlò per la prima volta.
- Come possiamo fare adesso? -
- Finchè non ci diranno nulla, non faremo nulla. In casi estremi, andrò io stesso ad incontrare l'anziano degli indiani. -
- Non pensate che... Se ci andassi io... Vi salvereste tutti? - disse Bella.
Avevo capito che voleva mettersi nei guai. Grossi guai, per l'appunto. Quel gigantesco lupo di Black avrebbe potuto arrabbiarsi di nuovo e far del male a Bella.
Una cosa non mi era chiara: perchè Bella non aveva reagito quando Jacob stava tentando di storcerle il braccio? Era come impotente... Come se non avesse la forza. Eppure è istintivo. Ogni vampiro se lo sente dentro quando deve attaccare; lei no.
C'era qualcosa che non mi quadrava... Come se in Bella ci fosse qualcosa di diverso. Già il fatto che non potevo leggerle nel pensiero, era una stranezza. Non mi era mai capitato. Poi il fatto che non reagisce mi fa dubitare di qualcosa... Naturalmente mi opposi. Bella non poteva avventurarsi da sola da quel cane indiano.
- Mai e poi mai. Tu non ci andrai. -
- Perchè? -
- Perchè lo dico io. E' pericoloso, Bella, non capisci? -
- No. Io so solo che se non vado ci andrete di mezzo anche voi. -
- Affatto. Se tu resti qui le cose si risolveranno. -
Sbuffò, quasi stanca di dibattere. Sapevo che era anche una gran testarda però... Avrei dovuto tenerla d'occhio.
- Bella, Edward ha ragione. Aspettiamo che succeda qualcosa. - Disse Carlisle.
- Va bene, ho bisogno di aria. - mi porse la mano, che accettai di buon grado, ed uscimmo fuori nel giardino della mia casa. Era quasi il tramonto, non c'era un raggio di sole che batteva sull'erba. Sembrava che ogni giorno si rifiutasse di sorgere in quel posto sperduto... Meglio così.
Ci accomodammo sul divano- altalena del giardino.
Bella mi sembrava un pò inquieta, la testa sul mio petto. Speravo non stesse progettando qualcosa come suo solito, qualcosa che l'avrebbe fatta incappare in guai seri.
E intanto cresceva la voglia di legarla a me in modo indissolubile. la desideravao in tutti i sensi, ma sembrava che il destino ci fosse avverso...
Ci avremo provato prima o poi.
- Edward... Penso davvero che se andassi... - la zittì posandole un dito sulle labbra.
- Bella, per favore. Sai anche tu che rischieresti. -
- Cosa rischierei? Sono una vampira! Sono forte anche da sola. -
- No. Sei ancora giovane e inesperta. finiresti per far andare tutto in modo sbagliato, perderesti i sensi. E poi mi chiedo come mai... -
- Come mai, cosa? Dimmelo, per favore. -
- Come mai... Non hai reagito con Jacob. Nemmeno quando lui era lupo. -
- Io... Edward... non lo so. non ho mai combattuto con nessuno finora, non ho mai sentito l'istinto di assalire nessuno. Cattivo o buono che sia. -
Sospirai. Non credevo fosse davvero quella la realtà. Le cose erano due: o ne era davvero ignara. Oppure mi stava nascondendo qualcosa.
Avrei lasciato tutto al caso... avrei di sicuro scoperto qualcosa con il tempo. Mi restava solo dare fiducia alla mia Bella.

Intanto passarono circa sei settimane. Di Jacob e del suo gruppo nemmeno l'ombra. Mi chiesi se Alice si fosse sbagliata, può capitare di cambiare idea e così anche le sue visioni prendono una piega diversa, inaspettata.
Quella notte, portai Bella a fare un giro nella foresta, per cibarci. Non andavamo a caccia da giorni ormai, ma non avevo ancora scoperto il perchè dell'innocenza di Bella. Con gli animali da procacciare non aveva problemi, ma con gli uomini si. Poteva forse mancarle il senso istintuale? Poteva forse aver conservato l'innocenza di quando era umana? Avevo iniziato a considerare anche queste opzioni.
- Dai, corri, Edward! Tanto non mi prendi! - A correre era molto veloce, non c'è dubbio. Ogni volta che eravamo soli in un grande spazio aperto, Bella mi chiedeva sempre di scherzare e giocare con lei. forse era una cosa un pò infantile, ma sta di fatto che mi divertivo un sacco!
Girai in cerchio 600 mt per rincorrerla! Ma alla fine fu mia.
Le fui sopra con un soffice balzo, ed entrambe cademmo sull'erba umida.
Mi rigirai per farla essere sopra di me, lei mi accarezzava i capelli, sorridendomi.
- Forse questo è il momento adatto... - le sussurrai nell'orecchio sinistro.
- Lo penso anche io. -
La foresta oscura ci racchiudeva tra le sue mura fatte di alberi: nessuno avrebbe potuto trovarci lì dentro, nessuno avrebbe potuto turbare i nostri momenti più dolci e intimi tra le grandi chiome degli alberi.
Bella iniziò ad aprirmi la camicia, baciandomi con veemenza. Feci lo stesso con il suo pullover, scoprendo la sua pelle pallida come un cencio.
Era tutto un gioco di mani e baci, che presto i nostri indumenti furono persi tra l'erba invisibile della foresta.
La sua pelle sembrava brillare al buio, e quando mi sorrideva e mi parlava a fior di labbra, sentivo crescere in me un nuovo calore, un eccitazione mai provata prima. Doveva essere la gioia del primo amore...
Forse il luogo non era proprio consono a contenere il nostro piacere, ma andava bene così. Lei era tutto ciò che desideravo in quell'istante: il suo corpo, le sue labbra... E tutto il resto, resto sempre un uomo dopotutto.
Avevo voglia di addentrarmi dove mai avevo osato solo perchè volevo sentirla dentro di me, e so che lo voleva anche lei.
Ero steso sull'erba, lei seduta sopra di me, sul mio stomaco. Mi prese le mani, le intrecciò alle sue e chiuse le gambe... Sentivo che scivolava lungo tutto il mio corpo, irradiando brividi lungo la mia pelle. So che è un pò difficile da ammettere per un vampiro, ma per la prima volta sentì freddo. Freddo perchè il suo tocco mi dava i brividi... Ne ero estasiato, ne ero eccitato.
E fu un attimo.
Incerta la sentivo entrare dentro di me: il suo lato più intimo, più innocente aveva familiarizzato con la parte di me stesso che mi provocava più piacere di quanto soldi e ricchezza potessero dare.
Cos'era il mondo senza l'amore? Niente.
Bella iniziò a gemere di piacere. Le nostre parti più nascoste si erano incontrate e si cercavano ancora, così come allo stesso modo si cercavano le nostre lingue. Nella foresta echeggiavano i nostri urli d'amore, la nostra passione era finalmente esplosa.
- Ne è valsa la pena aspettare... per questo. - mi disse Bella, ansante. Queste cose portano via un pò di energia...
- Assolutamente. - risposi, il fiato corto.
Continuavamo a muoverci distrattamente nell'oscurità, forse uno dei momenti più belli della mia vit. No... Il momento più bello della mia vita.
Ero felice che nessuno si fosse fatto vivo. Finalmente eravamo diventati una cosa sola.
Ma sarebbe stato sempre così?




Ciao a tutti! Mi fa piacere che la mia storia vi piaccia! ^^ Finalmente edward e bella non sono stati interrotti, ma può andare davvero tutto liscio? Non penso proprio... XD questa era come una prima parte di questo chap, nella prossima verrà svelata una cosa anomala su bella... iniziate a pensare cosa potrebbe essere ^^... =)

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Capitolo 14
*** Rosso ***


Le stranezze non arrivano mai da sole, ma quella notte il fato fu clemente con noi due.
Nessun Jacob e nessuna Alice erano usciti al nulla per disturbarci... Finalmente.
Ritornammo a casa alle quettro più o meno, nel salone c'erano Alice e Jasper che guardavano la televisione a bassissimo volume.
- Ciao. - La salutai.
- Auguri. - mi rispose.
- Perchè? - La cosa non mi era chiara.
"Perchè finalmente siete riusciti a... Comunque state insieme adesso, no? Ho visto cosa hai intenzione di fare..."
"Si. Almeno per me si. Non dirle di quella cosa."
"Va bene."
Eravamo a fissarci da un bel pò che non mi accorsi che Bella mi stava quasi tirando il braccio da alcuni minuti. Eravamo rimasti per troppo tempo occhi negli occhi a parlare nella mente... Ahimè!
- Edward? -
- Bella. -
- Cos'hai? -
- Nulla. Ero pensieroso. -
- Comunque auguri anche da parte mia, - si intromise Jasper.
Uffa. Con una sorella che è una specie di veggente non puoi mai fare nulla perchè lei lo sa ancora prima di pensarci. Che diamine! Vabbè che nemmeno io ci scherzo. Ogni volta che i miei fratelli hanno un momento personale, devo chiudere la mente per non vedere le porcherie che combinano. Soprattutto Emmett e Rosalie, sono un pò disgustosetti! Ma quella è un'altra storia.
Era un pò tardi, con tutto che noi vampiri non dormiamo, ed io e Bella salimmo nella mia stanza. Ormai stava sempre lì, sembrava che fosse l'unica stanza dove realmente volesse stare... Quella notte però fu un pò strana e felice. Sembrava che si sentisse un pò così, sorappensiero ma allo stesso tempo era contenta. Bho. Chi le capisce le donne...
Poi ci fu una cosa che mi sorprese. Non mi sorprese per quello che disse, ma per come me lo disse. Sembrava malata, stanca come se avesse la febbre.
- Scusa, Edward, vado un attimo in bagno, ho bisogno di lavarmi. - mi disse.
Mi limitai ad annuire e ad aspettare che uscisse come una persona normale.Vabbè, diciamo che a parte essere un vampiro non ero un uomo anomalo... Ma dopo circa mezz'ora, notai che Bella non usciva. Mi avvicinai alla porta del bagno e bussai.
- Bella? -
-Edward... -
- Cosa c'è che non và? Posso fare qualcosa? -
- Non lo so. -
- Posso entrare? -
- Ehm... Ormai... - disse con tono triste.
Aprì la porta. Cosa le era successo di tanto grave?
Poi lo vidi: Bella era seduta sul bordo della vasca da bagno senza indossare i jeans, il volto stranito da qualcosa di cui non riuscivo a comprendere finchè non toccai con mano. Sotto la luce della plaffoniera del bagno, la sua pelle appariva ancora più inverosimilmente pallida.
Tra le mani, il jeans che poco prima le fasciava le gambe snelle, le sue piccole mani che stringevano il tessuto come se fosse qualcosa di impuro. E poi... la macchia rossa che rompeva l'azzuro chiaro del forte tessuto.
Sangue.
Presi l'indumento tra le mani, e l'odorai. Era davvero ciò che sembrava. E non capivo il perchè.
- Ma... -
- Edward, credimi, non so cosa sia. Mi sentivo... sporca, come bagnata. Ma come facevo, se non ho bisogno nemmeno di andare in bagno perchè non mi cibo più di cibo umano? Cosa sarà mai? - Il suo tono era abbassato di alcune ottave.
- Bella, lo so benissimo, ma non essere allarmata, adesso, - mi avvicinai a lei e le presi la testa tra le mani, portandomela sul petto - ci sarà una soluzione a tutto. - Ci sarebbe davvero stata? Perchè all'improvviso Bella aveva perso sangue... Da lì? Avevamo solo fatto l'amore, dopo tutto. E lei non era umana... Non avrebbe dovuto perdere un bel niente. Anche se avevo forzato la sua serratura, Bella restava una vampira, priva di sangue umano.
Chiamai Alice, che non se lo fece ripetere due volte; naturalmente, lo aveva già visto nelle sue visioni poco prima che succedesse, ma non ne aveva fatto parola con nessuno. Certo, meglio non sapere il futuro... Chi come avrebbe reagito Bella se l'avesse saputo prima. Già adesso era sconvolta.
- Cosa - è - questo? - scandì ogni parola con minuziosità, sembrava non crederci nemmeno lei, anche se l'aveva visto nella visione.
- E' ciò che si vede. - dissi.
- Lo vedo. Qui ci vuole l'aiuto di Carlisle... -
- Già, vado a chiamarlo. - Uscì velocemente dalla stanza per cercare mio padre, ma mantenni un orecchio aperto sui pensieri di Alice, parlava con Bella.
- Allora, com'è stato? - chiese Alice a Bella. Sapevo a cosa si riferiva. I fatti suoi mai, eh? Ma mi interessava saperlo anche a me.
- Credimi, Alice, al mondo non c'è cosa migliore. E poi Edward... -
- E' stato bravo? Mica ti ha fatta male? -
- Edward sa fare tutto. E poi ricorda che è tuo fratello! Se sa che mi hai fatto questo tipo di domanda ne sarà imbarazzato... Sono cose che è importante sappia io. Comunque più delicato di lui non esiste nessuno... -
Almeno non era andata nei particolari.
- Ottimo. Ricordati che sei anche molto invidiata. -
- Invidiata? E da chi? -
- Da tutte quelle che vorrebbero essere al posto tuo e fare l'amore con lui. -
- Ma di chi parli? -
- Prima di conoscere te, Bella, Edward a scuola era molto apprezzato... Per il suo essere. Avevo spesso visioni di ragazze che travano da tempo di saltargli addosso e di fare qualcosa con lui... Ma non contraddirmi, i loro erano solo sogni. Nessuna ama avvicinarsi a noi, tranne se ha fegato. Facciamo un pò paura, ma siamo fatti anche di sentimenti umani. Tu sei l'unica che abbia mai toccato il suo cuore. Nemmeno una vampira bella come Tanya c'è riuscita. -
- Tanya chi? -
Dovevo interrompere quella conversazione. Ma che stava dicendo Alice? Invece di distrarre Bella come le avevo chiesto, la stava facendo essere più nervosa del solito. Come odiavo quando faceva a modo suo...
Io e Carlisle arrivammo in un lampo.
Gli raccontai in disparte tutta la situazione, evitando i dettagli più personali.
Era una cosa normale amarsi a tal punto da dasiderarsi e fare l'amore, ma dirlo al tuo padre adottivo - sebbene tra noi non ci fossero segreti - dire "lo sai, dopo aver fatto l'amore la mia ragazza vampira ha trovato un pò di sangue sui suoi jeans, ma dato che non ha sangue e il suo imene rompendosi non poteva mai provocare perdite, non sappiamo che fare."
Era troppo privato e imbarazzante.
Secondo la teoria di mio padre, il sangue che Bella aveva trovato sui suoi jeans era sangue stantio fuoriuscito da lì perchè la membrana di quella zona era stata forzata e si era rotta. Come sangue bevuto da qualche preda che non aveva digerito bene. Risi a quest'ultima affermazione.
Capì che nemmeno Carlisle era a conoscenza di ciò che stava capitando a Bella. Decise di farla andare da una ginecologa che conosceva nell'ospedale dove lavorava. Almeno lei avrebbe saputo se c'erano anomalie, poichè avrebbe visto ed esaminato.


Il giorno seguente accompagnai Bella dalla dottoressa.
Era nervosa, aveva paura che si trattasse di qualcosa di grave, data la cosa strana: i vampiri non sanguinano.
- Bella, io ti aspetto qui. -
- No, ti prego, entra... -
- Ma non posso. La visita è privata... - sarebbe stato troppo imbarazzante.
- No, se vuoi puoi entrare. Basta che al momento della visita resti oltre il separè. - la voce candida della dottoressa interruppe il nostro dialogo. Evidentemente aveva sentito tutto.
- Tu sei Bella Swan? - chiese.
- Si. -
- E tu devi essere il figlio di Carlisle. -
"Sei anche più bello di tuo padre..." mi dissero i suoi pensieri.
Annuì e ci face accomodare nel suo grande studio.
Chiese a Bella di seguirla dietro la tendina bianca che si trovava quasi in fondo alla stanza e anche se ero lontano, sentì che le chiese di spogliarsi.
Aspettai per più di cinque minuti dall'altra parte della tenda, senza fiatare. Sia la dottoressa, che Bella, non proferivano parola, finchè non tornarono di nuovo nella parte nord dello studio, alla scrivania dove io attendevo. Bella si sedette accanto a me.
- Allora, direi che non sei più vergine. -
- Solo questo? - chiesi io, sempre impertinente.
- Si vede che sei molto interessato, Edward, giusto? Comunque non è la sola cosa che ho riscontrato nella visita. -
- C'è altro? - chiese Bella.
- In effetti... si. Dalla visita, ho notato che è molto dilatata. Sembra che al momento del rapporto, il tuo compagno abbia esagerato un pò con le spinte. - guardò verso di me - Un pò troppo. Di sicuro ti sarà uscito del sangue dopo. -
- Si. - rispose Bella, timidamente.
- Non c'è altro? -
- No, per adesso no. Però Edward, non ti sbizzarrire durante questi momenti... A momenti rischiavi di distruggere completamente la tua fidanzata! -
Che figura. La cosa che mi faceva ridere era che lo diceva con una naturalezza tale che per lei era più che normale. E poi i suoi pensieri... "Carlisle di qua" "Carlisle di là"... Le piaceva anche mio padre. E ironizzava sul mio modo di comportarmi durante un rapporto. Dettagli...
Le cose inutili che avevamo scoperto erano due: primo, Bella non era più vergine. E su questo anche io c'ero arrivato. Secondo, Bella aveva la sua parte più nascosta dilatato a causa mia. Questo non lo sapevo. Ma in ogni caso non era rilevante. La cosa rilevante era che le era uscito del sangue proprio a causa di questa dilatazione. Ma perchè? Da dove proveniva quel sangue?
Sta di fatto che Bella si rissicurò. E questo fu senz'altro un buon inizio.
Ma quando avrei scoperto la verità? Il sangue non cola senza un motivo ben preciso...
Ci congedammo dalla ginecologa che ci consigliò - soprattutto a me - di non esagerare durante i nostri momenti di privacy, e senza informazioni assai rilevanti, per andare da mio padre senza alcuna notizia in più.



Come precedentemente, i giorni passavano senza una nuova scoperta di informazioni sulle stranezze di Bella.
Avete capito bene, stranezze. Dopo la questione del sangue, Bella iniziò a cadere in lunghi stati catatonici: non parlava, non sbatteva le palpebre degli occhi e non si muoveva di un centrimetro, a volte anche per più di un minuto.
Sembrava Alice durante una delle sue visioni. La cosa strana era che cadeva in trance solo dopo aver toccato qualcuno.
L'ho notato dopo poco tempo. Ogni volta che l'abbracciavo - vabbè, non sempre però - lei sembrava immobile.
Anche al tocco di qualsiasi altro membro della famiglia, pareva cadere in uno stato come di sonnambulismo.
Chiesi ad Alice se aveva avuto qualche visione circa questa stranezza, ma la sua risposta fu negativa. Inoltre, non aveva avuto visioni nemmeno riguardanti la faccenda che mi intrigava di più in quel momento. Bè, non si può avere tutto dalla vita, siamo già immortali!
Però, ogni cosa al suo tempo. Una mattina, due settimane dopo la questione del sangue, io e Bella stavamo accoccolati sul nostro letto a due piazze della mia stanza quando Alice entra nella mia stanza senza bussare - e quando mai - e svela una parte del mistero al quale nè io, nè i miei familiari eravamo riusciti a venire a capo.
- Edward! Ho visto! Ho visto! -
"Non ti dilungare troppo con le smancerie, però."
"Stupido."
- Cosa hai visto? -
- Bella... Bella può vedere i ricordi di coloro che gli stanno accanto. Ti ricordi? Come uno dei Volturi. -


Ciao! Ecco svelata una parte del mistero... Questa è la prima delle anomalie di Bella... L'altra è ancora top-secret perchè ci sto lavorando su :P
Grazie a tutti per le recensioni, siete troppo carini *_* e anche a chi legge soltanto ^^
Ci vediamo al prossimo chapter ^^

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Capitolo 15
*** Morso ***


- Cioè, Bella può vedere tutto ciò che io ho vissuto? -
- Si. L'ho visto nella visione. Bella ti tocca una spalla e dice 'Edward, ho visto il tuo passato... Tu eri un bambino nei miei flashback'. Da questo l'ho capito.-
- E' vero. - s'intromise Bella, rimasta in silenzio da molto, - l'altro giorno mi è capitato... ma era solo uno stralcio. Pensavo fosse una cosa fasulla e invece... -
- Non c'è niente di fasullo, Bella. E' come avere un enciclopedia nella testa. Puoi sapere tutto su tutti solo sfiorandoli. Non è uno sballo? - le chiese mia sorella.
- Si... Ma mi fa paura. -
- Perchè, scusa? In ogni cao penso che solo se ti concentri, ce la fai a vedere. Forse eri concentrata -
- Perchè rivivendo i ricordi delle persone non solo vedo le immagini... Ma sento anche il loro dolore e le loro gioie. E li rivivo. Mi sento uno straccio dopo averle viste e vissute in prima persona. Anche se non realmente -
- Cosa hai visto finora? -
- Non mi ricordo... -
- Perchè non provi adesso? Toccami. - le dissi, incuriosito. Almeno un tassello del puzzle aveva trovato il pezzo giusto a cui attaccarsi.
Bella mi toccò una mano... Subito si irrigidì, ancora più pallida in volto, l'altra mano stretta in un pugno.
I suoi occhi erano strizzati e la sua bocca mimava un senso di dolore, come se qualcuno le stava facendo male. Poi si staccò.
- Ho... Ho visto... Te, che ti dimenavi dal dolore... Eri in una stanza con le pareti bianche... Tutti letti attorno a te.Tu però non vedevi bene... Sentivi solo un dolore lancinante. - Era quasi come se tremasse alle sue stesse parole.
- Quando avevo la spagnola... La malattia di cui stavo morendo. Non ricordo nulla del dolore, però. -
- Meglio che non lo ricordi. - mi disse Bella.
- Comunque non è conclusa la mia visione... - ripete Alice, il tono distaccato e freddo - ho visto anche una persona accanto a te, Bella. -
- Chi era? -
- Non ne ho idea - sospirò - era un bambino, credo. Era basso e cicciottello. -
- Bhè, può darsi che era qualcuno per strada che incontrerà. Non è detto che succederà, poi - dissi.
- Bho - Alice si voltò per andarsene - ci vediamo dopo -
Ed uscì dalla stanza.
Bella mi chiese di aspettarla in camera mia, doveva prendere una cosa dalla sua stanza.
Lasciamola fare, mi dissi. Ne sta passando davvero tante. E stava imparando a badare a se stessa.


Il tempo sembrava non passare mai, dopo una mezz'oretta non la vidi tornare, e mi preoccupai.
veloce, raggiunsi la sua stanza: di lei nemmeno l'ombra. Poi notai uno strano bigliettino ripiegato maldestramente sul comodino accanto al letto. Notai anche che la finestra era aperta... strano.
Il piccolo foglio stropicciato conteneva poche righe, testualmente:
"Bella, voglio parlarti. Se ci tieni alla nostra amicizia, vieni al confine di La Push. Ho bisogno urgentemente di parlarti. Ti voglio bene, Jacob"
Jacob. Dovevo immaginare che non si sarebbe dato per vinto.
Non dovevo perdere tempo, di sicuro avrebbe giocato a mio sfavore.
Questa era la volta buona che quel lupo si vedeva tagliate mani e piedi. Non aveva capito che non doveva più importunarci?
Era troppo stupido per comprendere la nostra lingua?
Mi dispiace dirlo, ma ancora più stupida era Bella, che crede alle sue parole. Sporco lupo...
Con un balzo saltai dalla finestra della piccola stanza, corsi ad una veocità più elevata del solito, per fare presto.
Impiegai meno di cinque minuti per arrivare, ma non conoscendo il punto esatto del loro incontro, dovetti prima perlustrare la zona per trovarli.
Poi finalmente li vidi. Anzi, la vidi. Bella era stesa per terra, inerme, quasi come se avesse preso parte ad una battaglia appena conclusa.
Le fui accanto immediatamente, prendendola tra le braccia.
- Bella, amore? Come ti senti? -
- Male... male... Vedo il buio... sento la rabbia nelle vene... E il fuoco nel sangue... Aiutami... -
- Sono qui. Bella? -
E perse conoscenza.


Bella restò per alcune ore come se in trance: gli occhi chiusi, immobile come una statua.
Carlisle le diede qualche sedativo dopo averla visitata, appurando che era stata morsa; non da un vampiro ma da un licantropo.
Jacob.
Se prima volevo semplicemente battermi con lui, adesso volevo ucciderlo con le mie mani.
Ma come aveva potuto? Diceva di amarla... E la morde?
Ti odio, Jacob Black. Non sai cosa ti aspetta...
Bella al risveglio sembrava intontita, ma non aveva perso conoscenza, per fortuna.
mi abbracciò strettamente, rincuorata dal fatto di potermi stringere ancora tra le sue braccia.
"Ti amo", mi disse, appena rinsavita.
Carlisle disse che lo svenimento era dovuto al fatto che Jacob l'aveva morsa. Bella non era affatto preparata, sembrava provare di tutto fuorchè l'istinto di attacco. Il morso di un licantropo, a meno che non sia profondo, ti provoca lo svenimento parziale. Se il morso fosse stato profondo, al contrario, sarebbe morta sul colpo. I licantropi sanno difendersi bene da noi... Mal per loro.
Avevo deciso di affrontare Jacob, ad armi pari. Uno contro uno.
Se voleva la guerra, aveva trovato pane per i suoi denti.
Avrei trovato il momento adatto, sia con con le parole o con la forza, avrei dovuto farlo sentire un verme.
- Bella - la chiamai dolcemente, - ma cosa ti è saltato in mente? -
- Scusami... So che non dovevo ma volevo sapere cosa voleva da me... - disse, tra tosse e affanno. Era ancora scossa.
- Calma, Bella - dissi, stringendola forte al mio petto - la prossima volta non accadrà. Ma ti prego adesso dimentica tutto. Ci sono io con te. -
- Grazie. -
- Riesci a stare in piedi? -
- Abbastanza. Sai che ho dei problemi di equilibrio anche senza essere nella situazione di adesso. -
- Lo so, lo so - E risi assieme a lei.
Era piacevolmente dolce averla lì, tra le mie braccia. Desideravo che quel momento non finisse mai, ma qualcuno ci venne nuovamente a disturbare. Alice, Jasper, Emmet e con mia stranezza Rosalie entrarono nella mia stanza, piazzandosi davanti al letto.
- come stai, Bella? - chiese Alice.
- Bene. -
- Sicura? - disse Emmett.
- No. Ho sentito tanto dolore. Ma adesso qui con me c'è Edward e... -
- E gradireste un pò di privacy, scommetto? - domandò Emmett nuovamente.
- Vedo che sei bravo a indovinare. Anche senza leggere nel pensiero - gli feci il verso, rispondendolo.
- Abbiamo capito. A dopo, ragazzi! -
E ci lasciarono soli. Non mi dispiaceva che erano venuti a vedere come stava, ma almeno lasciatela riposare!
- Edward... - mi disse all'improvviso - Jacob stava tentando di baciarmi - mi strinse ancora più forte - ma io non volevo. Voleva che io fuggissi con lui, ma gli ho detto di no -
Rimasi in silenzio ad ascoltarla.
- Allora si è arrabbiato... E si è trasformato. Non sono riuscita a scappare, così mi ha morso - disse, toccandosi con le dita le due piccole fessure violacee che aveva sul collo pallido e liscio.
- Avrà quel che si merita -
- No - mi disse, rivolgendomi uno sguardo supplichevole - è solo un ragazzo, Edward. Jacob è sovraffatto dalle emozioni... Non penso l'abbia fatto perchè vuole realmente farmi del male -
- Se ne sei convinta - sospirai - resta sempre il fatto che avresti potuto morire -
- Lo so -
- E non t'importa? -
- No -
- Sei strana, Bella. Invece di un amico licantropo non potevi trovarti un amico umano? - nelle mie parole c'era una sottile delusione.
Coprì la mia finta ironia con una debole risata.
Avrei scommesso che Bella ci tenesse ancora a lui. Tutti i miei progetti crollavano come un muro costruito con scarsi materiali.
Non potevo ucciderlo. Non potevo far torto a Bella, dopotutto lei gli voleva bene.
Decisi di lasciarlo in pace... Almeno finche' non sarebbe tornato a disturbarci nuovamente.



E nel prossimo capitolo... ancora dei colpi di scena!! XD

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Capitolo 16
*** Nuova Scoperta ***


Era come se da quando avevo conosciuto Bella la mia vita avesse dei momenti di tranquillità e poi successivamente di bufera.
La classica "calma prima della tempesta", per dirlo in modo letterale.
Dopo l'ennesimo avvenimento - come se non ce ne fossero troppi in questo periodo - difatti la situazione tornò piatta come in precedenza.
Risultato?
Bella aveva il potere di rivivere in prima persona i ricordi delle persone. Ma questo era irrilevante in quel momento.
Dopo attenti studi, Carlisle arrivò alla conclusione che il morso di Jacob aveva cambiato qualcosa in Bella: dopo l'accaduto mi accorsi che era diventata molto fragile, molto sensibile ma anche molto dura in certi casi.
Sembrava arrabbiarsi per un non nulla, quasi in preda all'isteria e non riuscivo a capire perchè.
Carlisle ci disse che era perchè Jacob mordendo Bella attraverso i suoi denti le aveva trasmesso alcuni dei suoi geni.
Non che Bella potesse trasformarsi in lupo d'ora in poi, ma adesso anche se in minima parte aveva qualcosa di quel cane.
Il problema era:cosa le aveva trasmesso Jacob?
Non ero sicuro se esserne felice o triste.
Dopotutto avrebbe avuto con sè una parte del cane, anche se non l'avesse più frequentato...
Basta, Edward. Ti stai comportando solo come uno sciocco geloso, Bella ti ama e vuole stare con te. Non ti basta?
Vado in paranoia quando parlo con me in terza persona... Stop.
In ogni caso, mio padre ci disse di non preoccuparci, la sua teoria poteva essere anche sbagliata. Errare è umano.
Dal momento che nessun lupo mannaro intendeva disturbarci, io e Bella passavamo molto tempo a divertirci.
Stando a casa o nella foresta, oppure iniziammo ad andare anche a Seattle, ora che Bella era in fase di maturazione e che odorava poco l'odore degli umani. Già non aveva l'istinto di lotta, figuriamoci quello di caccia.
Era un mercoledì di aprile quando io e Bella vagavamo nella foresta della regione Olympica per passare un pò di tempo insieme, da soli, quando Bella improvvisamente si bloccò.
- Bella? Cosa c'è, stai male? - come se questo fosse possibile.
Teneva le mani sulla pancia, gli occhi diventati una fessura. Continuava a ripetere "Ahi, ahi".
Mi avvicinai, cingendole la vita con una mano e facendola accomodare sul terreno umido nella foresta.
- Edward... Fa, fa male... -
- Cosa? Cosa ti fa male? -
- Qui... - disse toccandosi la pancia - mi fa male -
Chiamai Carlisle che arrivò subito sul posto assieme alla nostra schiera di ammiratori - si fa per dire - che ci osservavano incuriositi.
Mio padre visitò Bella e disse che questo era dovuto di sicuro alla questione del morso. Qualcosa si stava muovendo dentro di lei. Qualcosa che non avremmo mai saputo finchè non si fosse manifestata nella sua forma più concreta.
Portai Bella in braccio a casa e l'adagiai sul letto della mia stanza, ergo, della nostra stanza.
Carlisle le aveva dato degli antidolorifici così adesso il dolore era scomparso, e un flebile sorriso era tornato sul volto del mio angelo.
Ma durò poco.
Bella mi chiese qualche minuto per cambiarsi e si diresse con degli abiti puliti - i suoi si erano sporcati di terreno - nel nostro bagno.
Alcuni minuti dopo mi chiamò.
- Amore? -
- Entra... - il tono debole e con nota dolente non prometteva nulla di buono.
Entrai nella stanzetta.
Come due mesi prima, quello che vidi non pensai fosse invece realtà: sul jeans di Bella c'era un'altra macchia. Non era rossa come la prima, ma debolmente più scura, più verso il marrone.
- Ma cosa mi succede? - disse Bella quasi in lacrime.
Mi limitai stringerla forte facendole poggiare la testa sul mio petto duro e freddo.
Non avevo risposte alla sua domanda, era una cosa annomala per lei quanto più lo era per me.
Carlisle ci consigliò di andare di nuovo dalla ginecologa.
Il giorno seguente, ci fissò un appuntamento alle dieci e trenta.
La sala d'aspetto era piena, così dalle dieci e trenta l'appuntamento slittò alle dodici.
La dottoressa ci riconobbe all'istante.
"Che bello, di nuovo lui! Oggi Carlisle aveva davvero un bel completo, lo sai? Però tu lo batti ugualmente."
Grugnì quando ascoltai la sua mente.
- Thò, che bello. Edward e Annabella, giusto? -
- Bella - corressi io, annoiato dai suoi pensieri monotoni.
- Scusami, ho tanti di quei pazienti... Se volete, potete accomodarvi. -
Entramo nello studio.
- Allora, qual'è il problema questa volta? -
- Ho avuto delle nuove perdite -
"Ancora con questa ragazza, sei? Ma che cosa ci trovi di bello in lei? E' magra e minuta, quasi senza forme. Non vedi che io sono più donna?"
Sbuffai appena udì quelle parole. Ma come si permetteva?
- ah. Devo controllare allora. Seguimi lì dietro. -
Ci mise alcuni minuti a visitare Bella, poi tornarono entrambe nell'ala della stanza dove c'ero io.
La dottoressa si sedette, aveva l'aria di una che non si sente molto bene.
- Allora, Bella. Ho osservato con attenzione molte volte perchè non ci credevo. Mi servono delle analisi prima -
'No, le analisi no!' mi dissi nella testa.
- No, ho paura - disse Bella, conscia che la siringa non avrebbe tirato nessuna goccia di sangue.
- Ma che paura! Dai, è solo una punturina - la dottoressa prese una siringa sterilizzata da un cassetto dietro di lei e subito la preparò. Si alzò dalla sua poltroncina e si diresse vero Bella, l'ago malefico tra le mani.
"Mi sei antipatica, cara ragazza. Perchè tu sei la fidanzata di questo ragazzo che secondo me non ti merita"
Ringhiai di nuovo.
- No, la prego, ho paura - ripeteva Bella.
Con una mossa troppo furtiva, la dottoressa infilzò l'ago nel braccio di Bella, che gridò di dolore.
pensavo tra me e me 'e cosa le diremo quando vedrà che non esce nulla da quel braccio?'
Così non fu. Per strane coincidenze, la siringa si riempì di sangue rosso scuro.
La risposta che mi diedi nella mia testa fu che era una delle anomalie che le aveva trasmesso quel cane.
Semmai non dovevamo inventarci scuse anche lì. Ma avrei scoperto la verità, prima o poi.
- Ci voleva tanto? - guardò in alto - adesso lo faccio subito analizzare, con il nuovo sistema che ha attuato una società di macchine per gli ospedali, adesso basta inserire la provetta di sangue nella macchina ed essa te lo analizzerà subito. Guardate -
Inserì il sangue appena prelevato in un piccolo recipiente collegato ad alcuni fili trasparenti. Sulla macchina in questione, che sembava un microonde più largo e con un computer sopra, c'era scritto "ABlood 2008", era sicuramente recente.
Attendemmo alcuni minuti, finchè un messggio sonoro ci avvertì che l'analisi del sangue era conclusa.
- Non ci posso credere - disse la dottoressa, come meravigliata.
- Cosa? - chiesi io.
Si voltò verso di noi con aria sorpresa.
- Bella - sospirò - ho una notizia da darti -
- Mi dica -
- Non so se per voi sarà bella o brutta, poichè siete ancora giovani -
Oh cavolo, cos'è?
- Sputi il rospo -
- Bella, tu sei incinta -sopirò ancora - di due mesi -
"Ci voleva solo questo. Certo, sono felice per voi però che grande spreco con lei..."
Rimasi di sasso.
- Io sono... cosa? -
- Hai capito bene, aspetti un bambino -
"Secondo me lei non lo vuole. Forse nemmeno lui visto che tace"
Presi la mano di Bella e la strinsi, guardandola dolcemente negli occhi.
- Cos'è, non siete contenti? -
- No... Anzi, io sono felicissima. - disse Bella restituendomi lo sguardo - tu? - rivolta a me.
- Io... si. - Lo ero davvero? Non ne ero certo.
E se le analisi fossero sbagliate?
Vabbè che io e Bella avevamo fatto l'amore senza precauzioni la prima volta... Ma proprio perchè era decisamente impossibile che lei potesse entrare in stato interessante non avevamo usato copertura. Bella non aveva sangue come me, ed io non avevo i mezzi corporali necessari all fecondazione.
Dovevamo fare degli esami più approfonditi.
- E se le analisi fossero sbagliate? - chiesi.
- No, sono esatte. Ogni persona che ha fatto analizzare il suo sangue con questa macchina ha avuto sempre diagnosi precoci -
- Le dispiace se chiamo mio padre? -
"Mi immagino quando Carlisle lo saprà..."
- Fa pure - mi disse, passandomi un telefono.
Carlisle arrivò subito.
Come io e Bella prima di lui, fu sorpreso di vedere il sangue analizzato.
- Sono esatte le analisi? - chiese.
"Ahi, ahi, forse ci sono guai per voi due..."
Che voce antipatica.
- Esatte. Puoi controllare tu stesso -
Carlisle esaminò più e più volte la provetta, molto velocemente, in modo che solo noi altri potevamo percepire. La dottoressa pensava solo che lo stesse vedendo come un umano normale.
- Va bene. Le analisi sono giuste - disse, infine.
Allora era vero.
Bella era... incinta. Incinta del nostro bambino.
Un bambino che sarebbe nato con in corpo alcuni geni da licantropo.
- Cosa farete? -
- Io... vorrei tenerlo - disse Bella, rivolta verso di me, adesso.
- esatto - feci eco io.
- Congratulazioni, allora - "Poveri ragazzi, sono ancora così giovani... Lui si è rovinato al vita..."... Stupida dottoressa gelosa.
Ci congedammo e prendemmo la via di casa con una nuova consapevolezza e una nuova domanda: era davvero completo il puzzle?



Grazie a tutti per le rece! *___* vi voglio bene :*

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Capitolo 17
*** Tutti i nodi vengono al pettine ***


Ciao a tutti!!! Dopo ben 3 settimane finalmente posso postare... Ho dovuto seguire anche altre storie e a causa di ciò ho un po' tralasciato questa.
Posso dirvi che questo è l'ultimo capitolo, domani posterò l'epilogo e la storia sarà finalmente conclusa!
Mi sto già impegnando in un altro progetto che molto presto pubblicherò - cercando di terminare anche le altre mie storie in corso - ...
In questo chap, come da titolo, tutto verrà risolto...
Grazie a voi che mi seguite e commentate!
Yuna



Da quel giorno in cui sapemmo che Bella era incinta, non mancarono le preoccupazioni e le eccitazioni.
Malgrado sapessimo che era davvero una situazione strana, Alice e tutti gli altri erano davvero contenti di questo avvenimento, una cosa strana nella storia dei vampiri...
Bella sembrava mangiare sempre di più, andavamo quasi ogni giorno a caccia perchè ogni volta sembrava non essere sazia.
Intanto il suo nuovo potere si sviluppava largamente, ormai era capace di vedere il passato di chiunque anche se perennemente ne restava scioccata, visto che gli unici con cui restava a contatto eravamo noi della famiglia.
Un giorno, mentre io e Bella eravamo nella foresta di Forks a caccia, avemmo un incontro non aspettato che ci lasciò sbalorditi - almeno me -...
Dopo ben 4 mesi di silenzio - ormai era giugno inoltrato - Jacob Black si fece rivedere.
Bella sembrò quasi sussultare alla vista del gigantesco ragazzo che ci sbarrava la strada del ritorno.
- Ah - disse - vedo che ti sei data da fare -
Guardò la pancia di Bella che intanto era cresciuta molto... Ormai era al sesto mese di gravidanza.
- Tu non sai nulla - dissi io
- Sporco succhiasangue è meglio che non parli -
- Tu non dici a me ciò che devo fare -
- Vogliamo vedere? - mi domandò con tono superbo
- Preparati alla tua fine - dissi con tono sprezzante. Prima di lanciarmi nella lotta, intimai a Bella di fuggire da lì.
Questa volta mi ascoltò, forse per la paura, forse perchè sapeva del rischio che correva nelle sue condizioni. Sentì gridare prima che andasse via "Per favore... Non voglio che nessuno rimanga ferito..." Come se questo fosse un gioco tra me e lui.
Il lupo mi assalì con veemenza, tanto che all'inizio mi fu difficile tenergli testa.
La nostra lotta proseguiva a finte, pugni e colpi mancati, Jacob sembrava sempre più ansante man mano che il tempo passava... E nessuno di noi due aveva la meglio.
Avevamo giurato di difendere la cosa che per noi era più importante, ma non c'era superiorità tra noi due.
Le ore passavano e la lotta continuava, quando improvvisamente Jacob si fermò e si trasformò nuovamente in se stesso, umano.
- Basta... -
- Come basta? Io mi stavo divertendo! - gli dissi
- Succhia... Edward. E' inutile giocarci il cuore di una donna se lei già ha scelto con chi stare... Il bambino che aspetta da te ne è il chiarimento -
- Che vorresti dire? -
- Quando tu e lei... insomma, hai capito... Io avrei voluto farlo con lei... Ma mi ha sempre detto di no, che non voleva. Adesso ho capito perchè -
"Voleva farlo con te la prima volta..." mi dissero i suoi pensieri, "è te che ha sempre amato".
- Io invece penso che lei provi qualcosa per te. Ci tiene alla vostra amicizia -
- Si, alla nostra amicizia. Ma per me non prova lo stesso sentimento che al contrario prova per te - disse amareggiato.
" Credimi, mi fai male. Anche se so che è Bella che ha già scelto per noi... Ed è te che vuole..."
- Ah... -
- Che c'è? Non l'avevi capito? -
- Mi hai aperto meglio gli occhi -
"Fidati, ho messo il mio orgoglio da parte solo perchè so che sei più forte di me... Per quanto io ti odi, non posso fare un torto a lei"
- Adesso me ne andrò. Voglio lasciarvi in pace... e poi, ero venuto a dire una cosa a Bella -
- Jacob... - Bella uscì improvvisamente da dietro un albero; camminava lenta e si teneva le mani allo stomaco.
- Bella - dissi andandole incontro - che ci fai qui? -
- Volevo vedere se mantenevi la promessa - disse triste
- Si, hai visto? -
Annuì.
- Bella - disse Jacob - devo parlarti. Da solo -
- Tornerò presto - le dissi nell'orecchio.
Mi allontani poco dalla piccola radura dove adesso Jacob e Bella parlavano, così che avrei potuto ascoltare ciò che si dicevano.
- Come mai sei tornato? - gli chiese lei
- Volevo parlarti, volevo dirti a cosa andavi incontro -
- Parli di questo? - disse Bella indicandosi la pancia
- Già. Non allarmarti, sta bene. Però... Il fatto è che il suo stato è incerto -
"Bella, solo ed esclusivamente per la tua felicità spero nasca come te..."
- Cosa? - chiese Bella, allarmata
- A causa del io morso il tuo bambino potrebbe nascere licantropo... o vampiro. Mi spiego... Il tuo Edward ti ha morso prima di me per trasformarti... io ti ho morsa dopo alcuni mesi... Il fatto è che mordendoti ti ho passato dei miei geni. Fusi a quelli che Edward ti ha dato fanno un mix incomprensibile... Almeno finchè non nasce il bambino -
Bella era allibita, ed io con lei. Se nostro figlio fosse nato licantropo?
- Spiegati meglio -
- Queste sono cose che mi ha riferito il capo tribù non appena l'ha saputo... Se il bambino avrà carnagione scura... Allora è come me. Al contrario... Sarà come voi due... -
"Almeno qualcosa di mio ti rimarrà..." echeggiavano i pensieri di Jacob alle sue parole.
Bella cadde a terra, in ginocchio. uscì dal mio nascondiglio e corsi velocemente accanto a lei.
- Bella, stai bene? -
- Si si Edward... Ho avuto un mancamento -
- Tanto so che hai sentito -
Annuì.
- Bella, prima che vada via voglio dirti che mi sono sistemato... Ho finalmente trovato una ragazza adatta a me -
"Si, ma non potrà mai essere uguale a te"
- Bene - fu l'unica risposta che gli diede Bella
- Adesso... Addio! - Con queste parole, il misterioso Jacob Black sparì nella foresta lasciando dietro di sè solo una lieve scia d'aria.
Finalmente, non ci avrebbe più disturbato. Adesso ne ero sicuro.

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Capitolo 18
*** Epilogo ***


Ed eccoci alla fine di questa storia... direi, finalmente...
Dopo tempo, eccovi qui l'epilogo!!! Spero che sia di vostro gradimento, ho cercato di farlo finire nel meglio possibile, anche se sono molto tentata a scrivere un continuo...
Voi che ne dite? Se volete fatemelo sapere ^^
Inoltre sto preparando un'altra storia, devo anche finire "Il dolce e l'amaro" e "The newborn...".
Grazie a tutti colo che mi hanno letto finora, mi avete dato modo di andare avanti perchè è un brutto periodo.
Vi voglio bene, Yuna




Come precedentemente era accaduto, i tre mesi che separavano Bella dal parto passarono in fretta.
Era ancora estate, settembre per la precisione, e guarda caso era il tredici, giorno in cui Bella, se fosse stata ancora umana avrebbe compiuto diciotto anni.
- Edward... - mi chiamò Bella la mattina del tredici - aiutami -
Il pavimento sotto i suoi piedi era bagnato... Una pozza rossa di sangue aveva sporcato la moquette della nostra camera. Non chiedetemi perchè cadde proprio del sangue per avvisarci che si erano rotte le acque, ma non lo so nemmeno io.
- Presto! Carlisle! - gridai
Bella era in piedi e barcollava, l'aiutai a stendersi sul nostro letto.
- Carlisle non c'è... Non c'è nessuno - disse Bella un po' debole
- Allora... Me la caverò da solo -
Ehm... Come si fa nascere un bambino? Avevo anche preso due lauree in medicina ad Harvard ma per quanto riguarda questo ambito... Non avevo mai approfondito.
- Aiuto! - urlava lei
- Respira piano... Mantieni la calma... - mi ricordavo qualche vecchio film visto anni fa in cui si diceva così.
- Non ci riesco! -
- Bella, so che fa male ma respira e spingi! -
Oh mamma, sembravo un pazzo... Non sapevo nemmeno io che fare.
Bella chiuse gli occhi, digrignò i denti e lentamente emetteva gemiti di dolore stringendosi strettamente alle lenzuola del letto.
Io cercai di assisterla, lei intanto spingeva.
- Vedo qualcosa! Si, una testolina! -
Lei intanto gridava ancora.
- Bella, ancora un po', dai -
Poi le mie mani toccarono due piccole braccine fragili; e poi lo vidi.
Riuscì a far uscire piano il bambino, che emise un piccolo gemito non appena fu tra le mie braccia. Tagliai il cordone ombelicale e lo misi in una piccola coperta bianca... Sembrava davvero così friabile.
Bella sorrise e smise di urlare; le passai nostro figlio e lo prese tra le braccia, contenta.
- Guarda, Edward... E' è... tremendamente pallido -
- Ho notato. Allora possiamo stare tranquilli - le dissi con un sorriso ampio sulle labbra.
La nascita di questo bambino mi aveva provocato una grande gioia, ma sapere che era un vampiro come noi mi aveva provocato ancora di più tanta felicità. Forse non avrei mai accettato di buon grado un figlio licantropo.
- Benvenuto, piccolo Anthony -
- Anthony? - chiesi
- Non ti piace? -
- No, anzi... Mi chiedevo come mai questo nome -
- Bhè, mi fa ricordare il padre - sorrise
Alcuni passi mi sorpresero.
- Edward! Bella! Abbiamo saputo - disse Alice
- Mi dispiace, ma questa volta hai fatto troppo tardi -
- Eh, già. L'importante è che sia andato tutto bene -
"Ricordati della tua promessa" mi disse Alice nella mia mente
"Certamente. la sblordirò"
Ridemmo tutti insieme.
Alice già aveva preso il monopolio sul bambino, seguita a scia da Esme e Rosalie, che osservava con sguardo un po' triste il piccolo Anthony.
Mentre le donne di casa Cullen giocavano con il bambino, raggiunsi Bella sul letto.
- Bella -
- Si? -
- Permettimi di chiderti una cosa. Però desidero che tu non opponga resistenza -
Annuì.
Scesi dal letto e mi inginocchiai davanti a lei, tutti si voltarono a vedermi.
- Isabella Swan? -
- Si? -
- So che puo' sembrare presto ma adesso sono convinto che sia la cosa giusta e migliore da fare... Vuoi sposarmi? -
Presi dalla tasca una piccola scatola di velluto rosso e l'aprì, prendendo l'anello che c'era all'interno, porgendoglielo.
Attesi qualche secondo la sua risposta, che arrivò sotto gli occhi di tutti... Bella stese la mano sinistra e glielo infiliai all'anulare.
- Si... - rispose con tono basso. Le baciai la mano.
- Che bello, finalmente! - urlò Alice - lo sapevo! -
- Congratulazioni a entrambi - disse Carlisle.
Dopo anni e anni di ricerca, quel giorno trovai finalmente ciò che avevo cercato per una vita intera.
Avevo trovato l'amore, avevo un figlio e adesso stavo per sposarmi.
Tutti i nodi sono stati sciolti... Penso ancora a ciò che ho fatto non appena la vidi. Se non l'avessi trasformata, adesso non sarei qui.
Il nostro amore a sangue freddo si era riscaldato e ci aveva donato di nuovo un'anima ed una vita...
PER L'ETERNITA'.

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