You make me complete

di whitedeer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** You make me complete- cap. 1 ***
Capitolo 2: *** You make me complete-cap. 2 ***
Capitolo 3: *** You make me complete-Cap. 3 ***



Capitolo 1
*** You make me complete- cap. 1 ***


You make me complete- cap. 1

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Questo capitolo parla di Paige e Austin :) premetto che non aggiunge nulla alla storia Falling in love. Il primo capitolo riprende il 13. Las Vegas, baby della storia originale :)

                                                      Capitolo 1

Quella mattina si svegliò presto. Sarebbe andata a Las Vegas con le sue compagne e la squadra di Kate, non vedeva l’ora. Sarebbe andata a Las Vegas, si ripeté in mente euforica.
Amava viaggiare era la sua più grande passione, visitare luoghi nuovi, conoscere gente e culture diverse dalla sua. Una cosa che la eccitava terribilmente. Da piccola viaggiava molto con i suoi genitori, forse era una passione ereditaria la sua, perché come lei anche sua madre adorava visitare nuove città ed essendo figlia unica, suo padre cercava sempre il modo per accontentarle e spesso partivano in cerca di nuovo posto da scoprire.
Aveva conosciuto Peter proprio durante un viaggio in Italia. Era partita con Kate per una vacanza, quell’estate, e così aveva conosciuto quel ragazzo che dal primo momento l’aveva affascinata, colpita, con la sua gentilezza, con la sua bravura nel saper sedurre una donna. Anche lui era di Londra proprio come lei e proprio questo piccolo dettaglio permise ai due ragazzi di conoscersi bene, di frequentarsi.
Un anno. Non aveva mai raggiunto quel traguardo. Un fidanzamento lungo un anno.. e chi se lo aspettava. Si amavano tanto che lui le propose addirittura di andare a vivere insieme, le era sembrato troppo presto, dopotutto era solo un anno che si conoscevano e lui era più grande di lei di almeno cinque anni, non che quel dettaglio potesse influire in maniera negativa, ma alla fine acconsentì. Peter aveva da poco iniziato a lavorare in ospedale e possedeva anche una casa. Passò solo qualche settimana, che la bionda trovò Peter nel loro letto con una ragazza che neanche conosceva.
Quel pensiero la rattristò molto ma ormai ne era passato di tempo da quello che era accaduto tra loro e anche dall’ultima volta che aveva visto Peter.
Adesso, invece, voleva cambiare aria e viaggiare come sempre aveva fatto.

<< Biglietto? >> esordì la bionda superando la security dell’aeroporto.
<< Eccoli! >> risposero le ragazze mostrandoglieli.
<< Passaporto? Valige? >> domandò ancora. Forse era un po’ stressante questo se lo concesse, ma non voleva fare marcia indietro perché una delle ragazze aveva dimenticato qualcosa di necessario a casa.
<< Oh mamma! >> esordì Laurel con sguardo preoccupato. Paige sbatté le palpebre più volte non capendo cosa stesse accadendo così Laurel continuò: << Ho.. dimenticato il passaporto.. >>
Paige sbarrò gli occhi spaventata. << Che cosa? Io lo sapevo, lo sapevo! Dovevamo svegliarci prima! >>
Quella mattina si era svegliata presto e aveva tirato giù dal letto anche Kate. L’aveva fatto apposta proprio per avere più tempo per riflettere se mancava qualcosa oppure no.
<< Adesso non ci faranno partire.. >> parlò nervosamente Paige.
Iniziò a fare su e giù nervosamente sul posto, in quel pochissimo spazio che aveva a disposizione. Era un’abitudine la sua, quella di muoversi sotto e sopra, soprattutto quando qualcosa non andava. Poi Kate parlò << Laurel..? >> Osservava Laurel con sguardo accigliato.
<< Come sei guastafeste! E va bene! Paige sta tranquilla ho il passaporto, eccolo.. >>
Paige si fermò sul posto, proprio dov’era in quel momento e chiuse gli occhi a due fessure rivolgendo uno sguardo truce alla mora poi aggiunse con un trillo: << Idiota! >> dandole un pugno sul braccio.

Per fortuna non ci fu nessun altro intoppo prima della partenza e così Paige insieme alle ragazze e alla squadra riuscì a imbarcarsi sull’aereo e a partire per Las Vegas. Non aveva mia visitato quella città, perché da piccola, i suoi genitori amavano visitare molti luoghi antichi e tradizionali molto artistici.
Perciò quella nuova tappa per lei era completamente estranea, ma non le dispiaceva affatto.
Si sarebbe divertita e rilassata in quei tre giorni, lo sentiva.
Aveva stretto amicizia con qualche ragazzo della squadra, vero, ma aveva stretto amicizia con un ragazzo in particolare. Austin.
Le piaceva passare del tempo con il ragazzo, l’aveva conosciuto grazie a Kate e dal primo momento che lo vide provò subito simpatia. Era un ragazzo gentile.. ma lei conosceva molto bene quei ragazzi che si mostravano gentili fin dal primo momento. Non voleva pensare altro che a un amico, perché questo era Austin per Paige e basta.
A Las Vegas Kate non appena poteva passava un po’ di tempo con lei e Laurel, e insieme andavano a fare shopping, giravano un po’ la città e si divertivano insieme. Il primo giorno passò così. Tra acquisti, qualche giro in città e la sera in un pub con le ragazze, Joe, Austin e altri ragazzi della squadra.
Il secondo giorno accadde qualcosa che non si aspettava.
Kate era impegnata con Joe e aveva un pranzo a casa del fratello di quest’ultimo. Laurel invece era stata invitata a fare colazione con Trevor e sicuramente per quella mattina non l’avrebbe vista.
Era rimasta sola.
Rimase completamente di sasso quando lesse i due biglietti lasciati dalle ragazze dove le dicevano che erano entrambe impegnate quasi tutto il giorno.
Quella mattina si sistemò e uscì dalla sua stanza. Le ragazze l’avevano abbandonata perciò tanto valeva trovare qualcosa da fare prima del loro ritorno.
Proseguì  camminando nel corridoio, con la testa piena di pensieri,  prima di raggiungere la sala principale dell’hotel, quando d’un tratto andò a scontrare contro qualcosa.
Oh meglio, qualcuno.
<< Paige! >>
<< Oh scusami Austin, ero sovrappensiero non mi ero accorta che eri qui. >> si scusò subito la bionda sorridendo.
<< Oh che sarà mai.. >> aggiunse Austin con gesto di nonchalance e poi continuò: << Stavi andando da qualche parte? >>
<< Non in particolare. Laurel e Kate mi hanno abbandonato qui perciò stavo uscendo per trovare qualcosa da fare. >> fece spallucce la ragazza, sorridente. << E tu? >>
<< Vado a fare colazione con qualche compagno di squadra, conoscono meglio di me la zona e dicono ci sia un posto dove ci siano i migliori croissant del mondo. >> ammiccò lui, << Vieni con noi? >>
I migliori croissant del mondo? Beh dinanzi a quell’offerta non poteva di certo tirarsi indietro, così accettò.
Raggiunsero il locale a piedi poiché non era molto lontano. In tutto erano forse cinque o sei ragazzi più lei che era l’unica ragazza, ma non le interessava. Lei e Austin chiudevano la fila ed erano rimasti ultimi poiché iniziarono a parlare di varie cose ma nulla in particolare, cose vani, ma che avevano comunque rallentato il passo.
Era davvero un ragazzo divertente e le raccontava spesso aneddoti riguardanti la squadra che la facevano ridere.
Il loro primo incontro non era stato nulla di particolare. Si erano presentati  quando la bionda accompagnò Kate al suo primo esame per essere presa definitivamente in squadra. L’aveva visto giocare ed era davvero bravo e aveva subito notato quando gli piacesse giocare a calcio.
Si era congratulata con Austin quel giorno e la cosa finì lì. Dopotutto aveva visto come Austin guardava Kate nelle prime settimane di allenamento della mora, ne aveva parlato anche con lei ma continuava a ripetere che non era vero e che lo faceva solo per amicizia, ma comunque il suo rapporto con Austin era solo di amicizia e se al ragazzo piaceva Kate non le interessava più di tanto.
Quella mattina fecero colazione e durante il ritorno in albergo Austin ricevette una chiamata.
<< Pronto? >> parlò lui alzando gli occhi al cielo.
<< Stephan ne abbiamo già discusso più volte.. non puoi fare di testa tua!  >> continuò Austin con tono esasperato. Paige corrugò leggermente la fronte ma non fece alcuna domanda.
<< Ne riparliamo appena torno. >> concluse chiudendo la chiamata.
<< Scusami Paige era mio fratello.. >>
<< Oh non ti preoccupare. Dal tono di voce non deve essere la prima volta che ti chiama.. >> ci scherzò su lei per smozzare un po’ l’atmosfera e ci riuscì poiché Austin rise.
<< No hai ragione. Ha dei problemi con alcune materie a scuola e non vuole andare a ripetizione dalla nostra vicina di casa. È una donna sulla cinquantina è davvero brava ma lui si rifiuta totalmente di andarci. >>
<< Forse questa vostra vicina non ha a che fare spesso con i bambini. >>
<< No a dire il vero per niente. >> sorrise Austin scuotendo il capo divertito.
Paige rise felice di aver colto nel segno.
<< Beh se ti può far felice posso dargli io una mano a tuo fratello. >> convenne Paige sorridente e disponibile ad aiutare Stephan. Che male faceva dopotutto? Era sempre stata brava a scuola e aiutare le persone in difficoltà non le era mai dispiaciuto.
<< Davvero? >>
<< Sì certo. A differenza di questa vostra vicina io ho a che fare con i ragazzi e non ho problemi a dargli qualche ripetizione. >> Austin sorrise e annuì pensando che si poteva provare. Infondo Paige era una bella ragazza e aveva a che fare spesso con i ragazzi dato che faceva la babysitter, per questo motivo sapeva come comportarsi e forse Stephan finalmente avrebbe messo la testa sui libri, pensò Austin.
<< Sarebbe magnifico, grazie Paige. >>
Era una ragazza incredibile e aveva trovato pane per i suoi denti con Stephan. Era un’adolescente e come tutti non amava molto studiare, più volte lui stesso si era messo a disposizione del fratello per aiutarlo con i compiti ma si era rivelato inutile, quel marmocchio non voleva proprio capirne di studiare.
Ma si voleva fidare di Paige anche avendole accennato qualcosa su Stephan, gli aveva assicurato che sarebbe andato tutto liscio come l’olio. Forse Stephan vedendo una bella ragazza come Paige dargli ripetizioni, si sarebbe messo davvero a studiare, pensò divertito Austin.

Quel pomeriggio Laurel tornò in albergo, dopo aver passato qualche ora in compagnia di Trevor per la città, finalmente poté dedicare un po’ di tempo anche alla sua migliore amica che era rimasta sola per l’intera mattinata.
Andarono a fare shopping e poi si riposarono un po’ al parco, sedendosi a una panchina e iniziarono a parlare.
<< Sono stanca morta! >> borbottò Laurel sedendosi per poi lasciarsi andare con la schiena appoggiandosi completamente a essa.
<< Già ma ne è valsa la pena. >> sorrise Paige lasciando ricadere i capelli all’indietro mostrando il collo e lasciando che quel leggero fresco la invadesse dietro la nuca rinfrescandola. Un pomeriggio decisamente caldo che alle due ragazze non dispiacque per niente.
<< Che hai fatto questa mattina? >> chiese Laurel sorridente ricevendo solo uno sguardo accigliato da parte di Paige.
<< Mi avete abbandonato! >> puntualizzò poi sempre la bionda con tono leggermente offeso.
<< Anche Kate? >> sbarrò gli occhi Laurel fingendosi scioccata poi aggiunse: << Quella ragazza mi sentirà. Non si lascia una compagna da sola! >> scuotendo il capo in segno negativo.
Paige le diede un leggero pungo sul braccio in modo scherzoso e poi convenne: << Comunque, sono andata a fare colazione con Austin e alcuni ragazzi della squadra e poi ci siamo fermati  a parlare nell’atrio dell’hotel. >>
<< Con Austin dici? >>
<< Sì. Mi sono offerta di aiutare suo fratello Stephan con lo studio.. per qualche ripetizione. >> fece spallucce Paige.
<< Ah. Stai attenta. Quella è una scusa che usano, la ripetizione intendo, poi richiedono anche ripetizione di anatomia. >> convenne Laurel accigliandosi.
<< E’ solo un ragazzino Laurel. Avrà poco più di quindici anni! >> si difese la bionda anche se capiva il perché Laurel la mettesse in guardia.
<< E chi dice che sarà con il ragazzino?? >> la schernì la mora con un ghigno.
Paige alzò gli occhi al cielo e aggiunse: << Tutto sta nel mettere le cose in chiaro dal primo momento, Laurel! >>
Volevano entrambe concludere la conversazione lì. Laurel perché non voleva ricordare la sua prima volta, sfumare a causa del suo vicino, mentre Paige perché trovava illogico  una cosa del genere.
Non aveva mai pensato che Austin la potesse fruttarla e farle credere che doveva dare delle ripetizioni al fratello per poi finirci a letto. Non le era passato per la mente e continuava a ripetersi che per quel poco che conosceva Austin, non poteva crederlo capace di una cosa del genere.
Era illogico punto.
Paige dopo il primo tradimento rimaneva sempre in guardia, su tutto ciò che le capitava e su tutti soprattutto. Forse quella volta aveva abbassato un po’ la guardia perché si fidava di Austin?
Ma quello che aveva detto a Laurel era vero. Tutto stava nel mettere bene le cose in chiaro, dal primo momento e lo avrebbe fatto se le cose prendevano una brutta piega.
Quella sera quando furono tornate in hotel, Laurel la liquidò poiché era troppo stanca e preferì andare in camera per riposare, così lei pigiò il pulsante e chiamò l’ascensore.
Quando le ante si aprirono trovò Austin, solo.
<< Austin! >> lo salutò sorridente e vi entrò dentro.
<< Ehi. >> ricambiò anche lui il sorriso. << Sali? >> chiese poi e quando Paige annuì, pigiò il pulsante per andare al quarto piano dove si trovavano le loro camere.
Rimasero in un imbarazzante silenzio per qualche minuto. Austin aveva un jeans scuro consumato sulle cosce e una canotta nera, molto aderente. Non appena l’aveva visto nell’ascensore, da solo, gli passò per la testa l’idea di salire a piedi e farsi tutte quelle scale per raggiungere la sua camera, ma adesso era in ascensore perciò tanto valeva fruttare quegli ultimi minuti, prima di arrivare al piano, e uscire qualche argomento per fare conversazione.
<< Ecco mi stavo chiedendo.. >> parlarono all’unisono.
Austin sorrise osservandola diritto negli occhi mentre Paige distoglieva lo sguardo, leggermente imbarazzata. Che avessero pensato la stessa cosa prima di parlare?, pensò la ragazza sorridente mentre si mordeva il labbro inferiore.
<< Volevi dirmi qualcosa? >> domandò Austin curioso, chinando un po’ il capo in avanti aspettando che la ragazza parlasse.
Bene ragazza, ora trovati un argomento plausibile!!
I suoi occhi verdi non trovarono pace vagarono per tutto l’ascensore in cerca di qualsiasi argomento da tirare fuori.
<< Sì beh.. cos’è quello? >> un lampo di genio. I suoi occhi verdi scrutarono qualcosa che Austin custodiva in mano e così lo usò come scusa per attaccare conversazione.
<< Oh questo e un dvd che ho prestato a Sam che vedrò stasera, visto che non voglio andare in giro per i locali. >> convenne Austin mostrando il dvd e Paige ne lesse il titolo sottovoce: Fast and furios..
<< Sembra bello, non l’ho mai visto. >> pensò ad alta voce e quando si accorse che Austin l’aveva sentita arrossì lievemente e distolse lo sguardo dai suoi occhi neri e profondi. Per la seconda volta quella sera, si trovava a disagio se Austin la osservava con quegli occhi così profondi che trasmettevano sicurezza e.. qualcosa che non voleva neanche pensare.
<< E tu cosa volevi dirmi? >>  decise di cambiare discorso per non pensare ai suoi occhi e al fatto, che trovava strano, ovvero quello di arrossire due volte in di tre minuti.
<< Se ti andava di venire nella mia camera.. >> Paige corrugò lievemente le sopracciglia sperando che quello che avesse sentito non fosse reale e quando Austin si accorse di aver pronunciato la frase in modo sbagliato si corresse: << Intendo per vedere il film.. >>  Quando l’ascensore fu arrivato al piano i due s’incamminarono verso le rispettive stanze.
Tirò un sospiro di sollievo dentro di sé e per quei brevi attimi pensò davvero che la scusa delle ripetizioni avrebbero portato a qualcosa di compromettibile per il loro rapporto di amicizia, per fortuna quando Austin si corresse anche quel pensiero svanì.
<< Ti dispiace se prima lascio queste buste? E tra qualche minuto dovrei essere da te. >> convenne Paige fermandosi dinanzi alla sua camera accettando comunque il suo invito.
<< Fa con comodo. Sai dov’è la mia stanza. >> ammiccò in modo molto sexy Austin.
Quando Austin le diede le spalle per entrare nella sua camera, Paige scosse la testa non credendo a quello che aveva pensato pochi secondi prima e a quello che era successo.
Il ghigno di Austin sexy? Non che Austin fosse un brutto ragazzo. Anzi era decisamente bello ma pensare addirittura sexy.. non si capacitò molto. Non pensava quelle cose da.. beh da molto tempo, rifletté. Provò un leggero brivido sulla pelle qualcosa che non provava da moltissimo tempo e temeva che quella parte di lei si stesse risvegliando.
Austin non le aveva raccomandato di vestirsi in qualche modo e non dovevano andare da nessuna parte in particolare, solo in camera sua per vedere un film tra amici, ma sentì comunque il bisogno di sistemarsi, non poteva di certo andare come una sciocca, pensò seria, così preferì un pigiama. Quella sera era forse la più serena e calda della precedente perciò indossò un pantaloncino blu a pois bianco e una maglietta a maniche corte tutta blu con dei piccoli gatti come motivo sul davanti. Adorava i gatti e per quello adorava anche quel pigiama che era il suo preferito.
<< Ciao dispersa! Ti sei divertita a pranzo?? >> parlò Paige vedendo arrivare Kate dallo sguardo stanco, verso la sua camera. La ragazza le rivolse uno sguardo accigliato e così Paige rise e aggiunse: << Capisco hai molte cose da raccontare.. >>
<< Esattamente.. ma sono troppo stanca, ho bisogno di un po’ di riposo, che ne dici di domattina..? >> 
<< Sì, certo. Oh, ehi ho visto Trevor entrare in camera di Laurel.. quella ragazza ci nasconde troppe cose per i miei gusti! >>
<< Ci faremo dire anche quello. >> commentò con un gesto di mano.
Paige fece spallucce sorridente e si allontanò di poco per raggiungere la camera di Austin.
<< Ehi Paige.. ma la tua camera non è di lì. >>  convenne Kate adocchiando la mora curiosa.
<< Sì, ma Austin mi ha invitato a vedere un film nella sua stanza.. >> furono le uniche parole che Paige rivolse all’amica prima di farle l’occhiolino e dirigersi verso camera di Austin.
Forse anche lei nascondeva qualcosa alle sue amiche. Ma cosa precisamente neanche lei sapeva. D’altronde quella tra Paige e Austin non era mica una fuga d’amore o un amore segreto. Lui l’aveva solo invitata a vedere un film nella sua camera e lei aveva accettato, punto. La loro era solo amicizia.
Quando arrivò, bussò e aspettò qualche minuto, quando finalmente Austin le aprì la porta, Paige rimase così com’era, in mobile ad osservare quel corpo dinanzi a lei.
Gli occhi neri e profondi quella sera erano più luminosi del solito e lo notò già dall’incontro in ascensore, i capelli mori erano leggermente sbarazzini come se fosse appena uscito dalla doccia e avesse appena fatto in tempo ad asciugarli per rendersi almeno presentabile. Scendendo con lo sguardo vide il suo sorriso luminoso, bello e contagioso, ancora più giù e vide i muscoli del petto. Scolpiti come non gli aveva mai visti, aveva quella forte tentazione di toccare con le sue mani per vedere se erano veri oppure era la sua immaginazione che giocava brutti scherzi. Indossava solo un pantaloncino di tuta. Peter quei muscoli se li sognava solo, pensò.
<< Ehi Paige. Non pensavo facessi così presto, vieni entra. >> parlò il ragazzo mentre s’infilava la maglietta coprendo così tutto quel ben di Dio.
Non ce n’era bisogno eh, pensò Paige mordendosi l’interno del labbro inferiore.
Austin dopo che ebbe lasciato la ragazza nel corridoio pensò che probabilmente il “lasciare gli acquisti” equivalesse a: lavarsi, prepararsi, scegliere cosa indossare per quella serata anche se dovevano vedere un semplice film, così non appena entrò in camera si fece una doccia, ma forse Paige non era quel tipo di ragazza da metterci tutto quel tempo per darsi una sistemata. E per questo fece la vide già con una luce diversa.
La fece entrare in stanza e lei si accomodò sul letto, per fortuna aveva dato una sistemata prima di lavarsi così mise solo il film, cliccò play, lo fece partire e si accomodò al suo fianco. Aveva ordinato della pizza e qualche bibita e birra.
L’aveva osservata, proprio mentre lei osservava lui, sul ciglio della porta.
Era bellissima. Quei ricci biondi sembrano morbidi e voleva tanto toccarli per vedere se la sua ipotesi era esatta. Quegli occhi verdi con piccole pagliuzze color oro erano magnifici insieme a quelle labbra carnose rosee i cui angoli si alzavano in un sorriso luminoso. Austin si morse l’interno del labbro inferiore per non farsi vedere da Paige ma dentro di sé avrebbe voluto tanto assaporare quelle labbra per sentirne il gusto e la morbidezza.
Già da quell’incontro in ascensore l’aveva studiata e non aveva mai visto una ragazza arrossire due volte in così poco tempo anche per cose banali.  E quando arrossiva emanava giovinezza, il suo sorriso era puro e semplice. Bellissimo. Avrebbe dato di tutto pur di vederla un’altra volta imbarazzarsi in quel modo.
I due ragazzi iniziarono a vedere il film. Era uno dei preferiti di Austin proprio come piaceva a lui, pieno di azione, mentre Paige non  aveva una preferenza sui film, se il trailer la colpivano andava al cinema con le ragazze e vedeva il film. Ma conosceva già quel film che stava vedendo quella sera, Kate era una vera appassionata di quei generi e aveva visto anche i precedenti.
Ma nonostante fosse uno dei preferiti di Austin, conversare con Paige durante la seconda parte del film, era molto più interessante che vedere il film. E lui stesso si meravigliò anche per quel pensiero.
Paige chiese di più su cosa avesse dovuto fare con Stephan durante le ripetizioni, chiese se c’era una materia in particolare che doveva studiare sempre e Austin le rispose che era più di una materia che Stephan dovesse fare durante le ripetizioni.
<< Per caso ha un astio contro i professori o le materie?? >> domando Paige divertita.
<< Mi crederesti se ti dicessi entrambi? >> sorrise ingenuamente Austin grattandosi la nuca leggermente imbarazzato.
Paige esplose in una fragorosa risata e annuì.
<< Ma con te non avrà problemi. >>
<< Ah sì? Cosa te lo fa pensare? >> curiosò Paige sorridente.
<< E’ un ragazzino in fase di crescita e tu sei.. molto bella.. >> convenne Austin sincero pronunciando le ultime parole con pura dolcezza. << Ti ascolterà e forse, finalmente, vedrò mio fratello sui libri. >> ci scherzò su Austin.
Ma Paige non sorrise. Tornò improvvisamente seria e i suoi pensieri sviarono alla conversazione di quel pomeriggio con Laurel.
Tutto inizia con delle ripetizioni e poi finiscono per chiederti ripetizioni di anatomia.. S’incupì e distolse lo sguardo dal suo.
Forse il suo pensiero era sbagliato, forse si stava comportando anche in maniera stupida, ma qualcosa le diceva di stare in guardia.
<< Ehi Paige, qualcosa non va? >> chiese Austin preoccupato per la sua espressione, prendendole la mano e accarezzandone il dorso con il pollice. Provò un brivido lungo la nuca al suo tocco. Da quando non riceva un tocco del genere? Da troppo tempo, pensò.
Doveva fidarsi di Austin? Poteva?
Comunque allontanò la sua mano da quella del ragazzo.
<< Voglio essere sincera con te. >> parlò Paige osservandolo negli occhi e così continuò: << Dopo l’ultima relazione che ho avuto con Peter tendo a non fidarmi molto, ma ti ho dato la mia parola per aiutare tuo fratello, intendo farlo perché mantengo sempre le promesse e non voglio far sembrare il contrario perché non sono quel genere di persona che prima prende un impegno e poi non lo mantiene, no, io non sono così. >> stava vaneggiando troppo senza riflettere e l’espressione di Austin non dava l’idea di aver capito molto. Poi aggiunse: << Il fatto è che.. devi dirmi se.. non mi stai prendendo in giro, vero? >>
<< Voglio dire, quella di tuo fratello non è una scusa.. per poi prendermi solo in giro? >>
Tutto stava nel mettere ben in chiaro le cose, dapprima, semplice no?
No che non era semplice. All’inizio il suo ragionamento poteva avere anche un senso ma adesso non capiva neanche il perché avesse parlato per uscire quel discorso. Le sembrò addirittura stupito e voleva non aver mai parlato.
Austin si prese qualche minuto prima di rispondere, all’iniziò non capì il perché di quel comportamento strano, ma poi capì che Paige voleva mettere da subito le cose in chiaro affinché non si creassero problemi dopo. Aveva paura di essere presa in giro come chi?? Il suo ex..?
Beh se era così, allora stava sbagliando tutto, perché Austin non era quel genere di ragazzo.
No, scosse la testa Austin, lui non aveva mai fatto una cosa del genere con le ragazze che era uscito insieme anni a dietro e di certo non l’avrebbe fatto con Paige, non era quel tipo di ragazzo, non lo era e non lo sarebbe mai stato.
Le accarezzò di nuovo la mano senza lasciarla questa volta, e la strinse, poi con l’altra mano libera gli mostrò il mignolo alzato.
<< Hai la mia parola. >> sorrise sincero.
Paige osservò il mignolo di Austin e riuscì a strapparle un altro di quegli splendidi sorrisi.
Paige intrecciò il suo mignolo con quello di Austin e anche se la cosa la faceva ridere, ma sapeva di avere la sua parola.
Era strano anche per lei notare come Austin riuscisse a farla sentire in quel modo, cosa che non le era mai, e sapeva bene quello che pensava, mai accaduta con Peter. Stava davvero bene con Austin e lo pensava davvero, forse non riusciva in quel momento a definire cosa provava per Austin, ma sapeva che era solo qualcosa di positivo.
Parlarono per qualche altra ora, il film era finito da ore ormai, ma i due ragazzi troppo presi dalla conversazione non si accorsero che erano finiti anche i titoli di coda.
Paige era esausta, sfinita, dopo quella lunga giornata, e furono poche le parole di Austin che ricordò prima di chiudere gli occhi e appisolarsi con il capo sulla spalla del ragazzo.
Austin se ne accorse subito, infatti, smise di parlare non appena Paige chiuse gli occhi. Era tardi ormai e non aveva la minima intenzione di svegliarla e portarla nella sua camera. Fece spazio sul letto togliendo tutti gli avanzi della pizza per spostarli sul tavolino, scostò le coperte e prendendola in braccio la infilò dentro, attendo a non svegliarla.
Spense la luce  e con quei pochi raggi di luna che entravano dalla finestra s’infilò anche lui nel letto, distante dalla ragazza per darle tutto lo spazio di cui aveva bisogno.
Si era rannicchiata all’estremità del letto chiudendosi come un riccio. Austin che era supino voltò lo sguardo nella sua direzione e sorrise. Con quel po’ di luce lunare che entrava dalla finestra riuscì a scorgere il profilo della ragazza, il lenzuolo ne delineava le curve del corpo, il profilo dei capelli era più chiaro del solito, sembrava quasi bianco, baciato dalla luce della luna.
Non riusciva a capacitarsi di quello che gli aveva detto, come poteva una creatura così bella soffrire per un ragazzo? Come poteva averla tradita con qualcun’altra? Dio solo sapeva cosa pensava in quel momento se lei fosse stata  la sua ragazza, altro che dormire distanti, non avrebbe fatto altro che baciarla, toccarla.. venerarla, tutte cose che doveva lasciare alla sua immaginazioni.
A occhi chiusi mentre i suoi pensieri vagavano su Paige, sentì qualcosa di caldo abbracciarlo.
Corrugò le sopracciglia e aprì gli occhi lentamente.
Aveva il braccio dietro la nuca ma anche se era in quella posizione, riuscì a vedere Paige abbracciarlo. Lei gli mise un braccio sul petto e la sua mano era proprio sul cuore pulsante di Austin, così come il suo capo che era posato leggermente sul petto.
Quell’azione improvvisa lo fece sorridere e la cinse per farla stare più comoda. Solo poco prima stava facendo pensieri che andavano di là del buon senso su Paige e adesso quella ragazza lo abbracciava anche se involontariamente?
Austin non si tirò indietro e dopo averla custodita tra le sue braccia chiuse gli occhi e si addormentò.

 

NOTE FINALI
Voi direte.. ancora qui stai?? ^-^’ non me ne voglio proprio andare ehehe.
Tranquille non passerà molto tempo prima che concluda tutto tutto! :D
Comunque eccovi postato il primo capitolo della mini storia tra Austin e Paige, You make me complete, beh penso che il titolo e il primo capitolo della storia dicano già qualcosa su quello che potrà accadere tra i due ragazzi :) Come per Take me anche questa storia avrà 3 capitolo anche se Take me è stata allungata di uno per diversi motivi, premetto questo, se ci saranno dei cambiamenti anche per questa storia, ovviamente vi farò sapere!
Spero non rimaniate deluse e se questo capitolo vi è piaciuto io sono qui pronta ad ascoltarvi, sempre se vorrete, ovvio, ma mi renderebbe molto felice avere una vostra considerazione :)
Vi mando un grosso bacio!
Betta <3

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Capitolo 2
*** You make me complete-cap. 2 ***


You make me complete-Cap. 2
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Questo capitolo parla di Paige e Austin :) premetto che non aggiunge nulla alla storia e non seguirà i periodi di Falling in love ma avrà propri periodi, propri cicli.

 Capitolo 2

Quel pomeriggio aveva cancellato tutti gli impegni sull’agenda, l’unico che c’era scritto a caratteri cubitali era: RIPETIZIONI A STEPHAN.
Non sapeva davvero se ci avrebbe messo tutto il pomeriggio per quelle ripetizioni, iniziava ancora quel giorno e da quello che le aveva detto Austin brevemente, qualche giorno prima, le sembrò che promettesse bene.
Aveva insistito affinché Austin non la venisse a prendere perché non ne trovava il motivo, ma il ragazzo imperterrito si era fatto trovare sotto il portone di casa sua quindici minuti prima, così da non poter sfuggire.
<< La strada che faccio di solito per abbreviare la distanza da casa è chiusa per lavori, ci toccherà quella più lunga e trafficata.. >> parlò Austin quando entrarono in macchina.
Furono le uniche parole che vennero dette, poi silenzio.
Paige si limitò ad annuire sorridente e poi voltò lo sguardo dall’altro lato del finestrino.
Potevo andare a piedi e fare prima, pensò la ragazza.
Nessuno dei due pronunciò più alcuna parola, era un silenzio imbarazzante, troppo per i suoi gusti. Austin sembrava tranquillo come se non fosse accaduto nulla quella notte a Las Vegas tra loro due. Ma per lei non era per niente nulla, anzi..
Paige si addormentò con la testa posata sulla spalla di Austin, solo quello ricordò, poi vuoto. Era così stanca che era crollata nel sonno più profondo. Quella stessa mattina però quando aprì gli occhi si ritrovò abbracciata ad Austin come abbracciava i suoi pupazzi quand’era bambina. Stretta a lui come una sanguisuga con le gambe intrecciate nelle sue, le braccia strette vicino al petto del ragazzo mentre la cingeva con un braccio dietro la schiena e uno che le circondava la vita. Sentiva il suo respiro, leggero e riposato, non riuscì ad assicurarsi se dormiva o era sveglio come lei, perché il capo di Paige era posato sul suo petto, ma riuscì comunque a orientarsi con l’orario, dal sole che entrava nella stanza doveva essere mattina inoltrata.
Come era finita in quella situazione??
Paige fece una piccola smorfia e allontanò leggermente il capo dal petto di Austin per osservarlo in volto e lo vide riposare beatamente.
Con un’espressione serena e appagata. Paige si morse il labbro inferiore osservando il ragazzo dormire beatamente e pensò che fosse davvero carino ma poi pensò al peggio e sbarrò leggermente gli occhi sperando che quell’espressione non fosse frutto di una nottata che lei in realtà non ricordava affatto.
Ricorda ragazza, ricorda, dannazione!!
Stava parlando con Austin ma le palpebre erano troppo pensanti e iniziò a chiuderle per riposarle un po’ continuando comunque a sentire cosa avesse da raccontare Austin, poi.. vuoto. Non ricordava più nulla e non si sentiva affatto tranquilla.
Quando si distaccò di qualche altro centimetro per allontanarsi da Austin delicatamente senza svegliarlo, quest’ultimo emise un leggero sospiro e stringe Paige ancora più vicino al suo corpo.
Oh no.
<< Oh, non sapevo fossi sveglia.. >>
Quando Austin aprì gli occhi la osservò e parlò con voce impastata dal sonno. Una voce così profonda che le provocò brividi in tutto il corpo, ma si ridisse, affermando invece che non potessero essere per la sua voce ma perché in realtà sentiva freddo.
<< Buongiorno. >> sorrise leggermente imbarazzata Paige scostandosi da Austin quando il ragazzo la lasciò andare, e inizialmente provò davvero fresco sul corpo.
<< Buongiorno a te. >> convenne lui sorridente. << Sei sveglia da molto? >>
<< No.. mi sono appena svegliata.. >> mentì la ragazza portandosi seduta aggiustandosi i capelli in modo nervoso.
Quando Austin si svegliò completamente, vide Paige muoversi in modo nervoso e portarsi seduta il più lontano da lui.
Corrugò le sopracciglia e si portò seduto anche lui mettendosi al suo fianco ma mantenendo comunque quella leggera distanza tra i loro corpi. Non lo guardava più negli occhi  e qualcosa la turbava, come se quella Paige che aveva conosciuto la notte precedente, era scomparsa. Non era chiaro il motivo ma forse centrava il fatto che si fosse risvegliata abbracciata come un peluche al suo corpo senza capirne il motivo..
<< Come mai sei nervosa? Successo qualcosa? >> Cercò i suoi occhi ma la ragazza continuava a evitare il suo sguardo.
<< Cosa?? No .. stavo solo pensando a come far parlare Laurel per farmi dire cosa ha combinato con Trevor ieri notte.. >> sorrise la ragazza guardandolo negli occhi per qualche secondo e poi di nuovo a evitare il suo sguardo.
Un’altra menzogna per non farsi notare. Non amava molto dire bugie soprattutto non amava dirlo alle persone che voleva bene e Austin era una di quelle persone. Ma non poteva di certo dirgli: ‘Si è successo qualcosa. Come mai mi sono risvegliata abbracciata al tuo corpo e che per di più mi piaceva un sacco starti così vicino..??’
Eh sì. Austin aveva ragione, era nervosa e conosceva anche il motivo.
<< Ogni riferimento è puramente casuale.. >> rise Austin  scuotendo il capo. Paige non capì il perché di quel comportamento e così lo guardò curiosa di sapere perché stesse ridendo.
<< Se ti stai domandando se abbiamo fatto qualcosa ieri notte.. la risposta.. è no! >> aggiunse Austin sorridente.
<< Oh.. no, no non.. non mi stavo domandando questo.. >>
Che bugiarda che sei!! Si stava domandando solo quello da quando aveva aperto gli occhi e aveva visto in che condizioni era con Austin.
<<  Grazie per avermelo detto.. comunque. >>
Quell’imbarazzo, anche se Austin le aveva assicurato che non fosse accaduto nulla tra loro quella notte, anche dopo che le aveva raccontato tutto per filo e per segno cosa in realtà era successo, continuava a esserci.
Così come nella macchina.
<< Saremo soli a casa, i miei lavorano.. >>
Austin  cercò di fare conversazione in molti modi, parlando di come fosse scuro il tempo quella sera oppure di cosa avesse fatto quella mattina ma nulla l’aveva interessata tanto da farla continuare la conversazione e rispondeva a monosillabi.
Paige osservò Austin e quest’ultimo subito si corresse: << Intendo saremo solo io, tu e mio fratello Stephan.. >>
<< Oh.. e i tuoi allenamenti?? >>
<< Oggi avevamo solo la visita del medico della squadra, così posso starti vicino in caso Stephan decidesse di comportarsi come al suo solito. >> fece una piccola smorfia Austin in riferimento al comportamento del fratello.
<< Stai parlando di tuo fratello come se fosse un criminale pronto a infrangere tutte le regole, secondo me non andrà poi così male! >> ammiccò la ragazza.
Austin sorrise svoltando in una piccola stradina per uscire dal traffico.
Non era passato molto da quando erano tornati da Las Vegas, ma lei comunque si sentiva in imbarazzo dinanzi a Austin, che al contrario, sembrava sentirsi totalmente a suo agio.
In pochi minuti arrivarono a casa del ragazzo e per fortuna tutto quell’imbarazzo svanì e fu costretta a pensare a solo una cosa. Stephan. Ora il ragazzo aveva la priorità.
Quando entrarono in casa, un buon odore di fresco e di pulito, insieme a una forte fragranza maschile, le invase le narici e la fece rilassare.
<< Pulce!! >> urlò Austin.
<< Pulce vieni subito qui, è arrivata Paige! >>
All’inizio Paige non capì a chi fosse riferito in nomignolo pulce poi quando vide un ragazzo scendere le scale a passo lento e sbuffando sonoramente capì che si riferiva a Stephan.
Quando le si presentò dinanzi, vide un adolescente alto quasi quanto lei, né troppo magro né troppo grasso ma era comunque uno di quei ragazzi che preferiva più curare il corpo e l’aspetto che lo studio.
Capelli ben sistemati con un taglio all’ultima moda, una maglietta blu chiaro a maniche corte, un jeans consumato sulle cosce e delle scarpe con i lacci in fuori.
Osservando prima Austin e poi Stephan la somiglianza era davvero incredibile, anche se si passavano molti anni differenza, erano quasi identici.
<< Ciao, tu devi essere Stephan. Piacere io sono Paige. >> Parlò la ragazza mostrando la mano a Stephan che era rimasto a bocca aperta per tutto  il tempo che l’aveva vista.
<< Molto piacere Paige. Sì sono proprio io, Stephan. E quindi fratellone.. questa ragazza mi aiuterà con le ripetizioni?? >> ammiccò il ragazzino vicino al fratello.
Austin vide Paige sorridere ma a lui non veniva voglia per niente di sorridere e quindi aggiunse: << Verrà qui tre volte a settimana per aiutarti nelle materie che hai più bisogno e se è necessario anche più di tre volte. >> 
<< D’accordo. >> roteò gli occhi il ragazzino.
Quando Austin mostrò a Paige dove si sarebbe dovuta accomodare, la ragazza iniziò a uscire qualche suo appunto che forse sarebbe servito durante lo studio. I ragazzi la raggiunsero e Stephan prese quei pochi libri ben intatti e glieli mise davanti.
<< Oh.. >> osservò la ragazza divertita così continuò: << Questi libri hanno l’aria di non essere mai stati usati in tutta la loro vita. >>
Austin trovò divertente il commento di Paige ma la cosa che trovò ancora più strana era vedere sul volto di suo fratello imbarazzo.
Si era imbarazzato per quel commento? Forse Paige avrebbe davvero aggiustato le cose, come speravano tutti.
In tre ore avevano fatto appena due materie, ma era comunque un grande passo per Stephan, che cercava di seguire i discorsi e le spiegazioni di Paige. E dopo una breve pausa ripreso a studiare per qualche altra oretta.
Paige decise che per quel giorno poteva bastare.
Stephan si allungò stirandosi i muscoli dopo tutto quel tempo a stare seduti e dopo aver posato i libri in una cartella, andò in cucina per rinfrescarsi.
<< Visto? Non è andata poi così male. >> ammiccò Paige guardando Austin che era seduto al suo fianco.
Sbalordito disse: << Non è andata poi così male?? Vorrai scherzare è andata benissimo. È la prima volta che vedevo mio fratello così preso dalla spiegazione di qualcuno! >>
Paige rise sistemando anche le ultime carte con gli appunti che erano serviti per spiegare alcune cose e poi rivolse la sua completa attenzione al ragazzo al suo fianco.
<< Tuo fratello ha un quoziente intellettivo non male, potrebbe essere più intelligente anche di te.. >> ammiccò lei.
<< Adesso non esageriamo, tesoro. >> si vantò il ragazzo con una smorfia, Paige rise e si passò la lingua sulle labbra per rinfrescarle un po’. Dopo tutte quelle ore a parlare aveva davvero bisogno di qualcosa di fresco.
<< Sarai assetata,  ti porto qualcosa da bere? >> fece Austin come a leggerla nella mente.
<< Oh, si grazie. >>
Austin si alzò e si avviò verso la cucina, dove trovò suo fratello poggiato contro il tavolo intento a bere Coca-Cola.
<< Dove la tenevi nascosta una ragazza come quella? La volevi tutta per te, eh fratellone? >> ammiccò il ragazzino bevendo anche l’ultimo sorso della bibita.
<< Falla finita! >>
<< Dico l’hai vista? È uno schianto di ragazza! Una come lei me la posso solo sognare a scuola dove vai io! >> ammise il ragazzino accigliato.
Austin continuò a cercare le bibite senza dargli retta.
<< Com’è che si chiama..? Paige giusto? >>
Austin annuì distrattamente e così Stephan aggiunse sovrappensiero: << Paige.. bellissima! >>
<< Ma la smetti di fantasticare su di lei!? >> parlò Austin senza farsi sentire troppo dalla ragazza, che era nella stanza affianco, rimproverando il fratello.
<< E che fantasticherie!! >>
Stephan ricevette un pugno sul braccio e con ‘ahi’ si massaggiò dove Austin l’aveva colpito poi disse: << Comunque.. se non fosse fidanzata con te, le avrei già chiesto di uscire, uno.. due baci e poi qualcosa che non posso dirti perché non capiresti, fratellone. >> fece spallucce e diede un piccolo buffetto sulla spalla del fratello.
Con quell’ultima frase Stephan aveva superato il limite. Austin aveva compreso bene cosa avesse in mente il ragazzino in quel momento e non avrebbe chiuso un occhio facendo finta che in realtà non avesse detto nulla. Prima che il fratello riuscisse a uscire dalla cucina lo afferrò e se lo portò talmente vicino da sentire il suo respiro sulla pelle.
Non poteva permettergli di dire una cosa del genere su Paige, non davanti a lui. Paige era una sua amica e dopo quello che aveva passato con il suo ex che la pensava proprio come Stephan, non avrebbe permesso a nessuno di parlare in quel modo di lei.
<< Stammi a sentire molto bene, Stephan. Se ti azzardi a dire anche solo un’altra minima cosa su Paige in quel modo, ti rovino quel bel faccino che ti ritrovi. Ci siamo intesi? >>
Era una minaccia e anche il ragazzino lo sapeva bene. Austin si arrabbiava con lui sì, ma quando diceva il suo nome per intero era più che serio e quella volta avrebbe ubbidito a quella minaccia.
Annuendo il ragazzino si allontanò dal fratello per ritirarsi in camera, dopo aver salutato Paige e averla ringraziata per il suo aiuto.
Dopo essersi rinfrescati, si accomodarono sul divano e mentre parlavano, sentirono alcuni miagolii venire verso di loro. Paige corrugò la fronte e non ebbe nemmeno il tempo di chiedere cosa fosse che un piccolo gatto spuntò da dietro il divano.
Sobbalzò quasi quando vide quella folta palla di pelo venirle incontro.
Era un bellissimo gatto bianco con alcune macchie nere e per di più era un cucciolo. Lei amava i gatti, erano coccolosi e autonomi e in più erano puliti il che rendeva meno faticoso e fastidioso pulirli.
<< Oh, che bel gatto.. >> parlò Paige prendendolo in braccio per accarezzarlo.
<< E’ di mia mamma, adora i gatti. Quando l’ha trovata, era in condizioni pietose, era vicino alla spazzatura rinchiusa in un sacco nero ed era l’unica sopravvissuta di altri cinque gatti che erano rinchiusi con lei. >>
A Paige le si spezzò il cuore nell’udire quella storia e continuò ad accarezzare la gatta che adorava essere toccata in quel modo dalla ragazza, facendo addirittura le fusa.
<< Quindi sei una femmina.. >> sorrise Paige accarezzandole il dorso. << Come hai detto che si chiama? >>
<< Non l’ho detto.. non ha un nome in realtà. Mia madre non ne ha trovato ancora nessuno di adatto.. >>
Paige osservo quella piccola palla di pelo tra le sue mani a macchie bianche e nere e poi le venne il nome adatto! << Mou! >>
<< Cosa? >>
<< Chiamiamola Mou! È adatto a lei per queste macchie che ha sul corpo, non trovi?? >> sorrise dolcemente la ragazza. Austin la scrutò attentamente e poi osservò il cucciolo tra le sue mani e pensò che non fosse una cattiva idea chiamarla Mou e a sua madre non sarebbe dispiaciuto se qualcun'altro avrebbe assegnato il nome al suo gatto al posto suo. << E’ perfetto! >> Concordò Austin osservando le due figure dinanzi a lui con uno sguardo dolce. Paige era bellissima con quella sua aria innocente e dolce.
Lei che stava ancora accarezzando Mou però, si accorse del silenzio che si era creato tra loro e scorse il momento adatto per parlare. << Credo.. sia meglio che vada, si è fatto tardi. >> Austin che era ancora nei suoi pensieri, la osservò e quando ebbe afferrato,  annuì alzandosi per accompagnarla lui stesso a casa, nonostante Paige continuasse a declinare l’offerta. Non appena aprirono la porta per uscire, un forte temporale li travolse.
<< Bene, adesso non potrai più dire di no, almeno. >> sorrise Austin.
Ripercorsero lo stesso tragitto per tornare a casa di Paige mentre il temporale sembrava non voler finire, ma peggiorare. Quando arrivarono sotto casa della ragazza, Austin fermò la macchina e parlò prima che Paige scendesse. << Grazie ancora Paige.. >>
<< Per cosa? >>
<< Per quello che hai fatto oggi pomeriggio con Stephan. >> Paige sorrise divertita e parlò: << Ancora? Suvvia Austin è ancora il primo giorno abbiamo ancora moltissimi incontri, mi ringrazierai alla fine. >> ammiccò.
<< No sul serio sei stata incredibile, sei una ragazza dolce e non pensavo riuscissi ad avere questi risultati in così poco tempo. >>
Tutti quei complimenti a Paige non la fecero di certo sorridere volontariamente, anzi si impose quasi di sorridere. Molte volte Peter parlava così quand’erano soli nella loro camera, la lusingava essere trattata in quel modo da un ragazzo molto più grande di lei, la faceva imbarazzare, sapeva come trattarla, anche a letto e poi.. Peter l’aveva tradita. Era più forte di lei a volte ricordare il passato così in fretta e non potersi godere il presente con qualcun altro.
<< Qualcosa non va Paige? >>  parlò il ragazzo accorgendosi quel cambiamento in Paige. La ragazza negò con il capo non volendo dare una sgradevole impressione, ma tutti quei complimenti l’avevano fatta innervosire parecchio. << Paige, ti prego parlami. >> aggiunse Austin stringendole la mano e lei la scostò in fretta.
<< Non.. non è successo niente Austin. Grazie per il passaggio. >>
E uscì di corsa dalla macchina. Austin la guardò andare via, correre sotto la pioggia fin sotto il  portone di casa sua e sbatté la mano contro il volante. Non capiva perché non gli aveva detto da cosa derivasse quell’agitazione improvvisa e Austin si sentì impotente con una donna per la prima volta in tutta la sua vita. Paige gli piaceva molto ma c'era qualcosa che non andava e lui doveva scoprire cosa le fosse accaduto.

Non si era comportata nei migliori dei modi con Austin, né dopo il passaggio in macchina quella sera né nei giorni a seguire. Si era completamente rinchiusa in se stessa e si odiava per quel suo modo di reagire in quei casi. Parlava a monosillabi e a volte si sentiva confortata che con loro ci fosse anche Stephan, così che Austin non potesse uscire nuovamente quel discorso e chiederle del suo passato ma Austin non si sarebbe arreso. Nonostante tutto, in qualche modo lei doveva farsi perdonare quel suo atteggiamento da vera idiota.
Quel pomeriggio si recò con Kate agli allenamenti della squadra. Ovviamente lei poteva entrare liberamente senza essere fermata da qualcuno perché la sua migliore amica era un membro della squadra e inoltre aveva familiarità con quel luogo che tutti, quando la vedevano, la salutavano e le chiedevano anche come stava.
Dopo aver chiesto alcune informazioni della squadra a una ragazza che era nella hall che si occupava di tutti gli appuntamenti dei ragazzi, raggiunse il campo esterno diretta verso gli spogliatoi.
Alcuni ragazzi marciavano in direzione opposta alla sua ed erano appena usciti dallo spogliatoio. Conosceva alcuni di loro così domandò dove poteva trovare Austin e loro le indicarono proprio lo spogliatoio.
Quando arrivò vicino la porta rimase ferma immobile a fissarla. Deglutì nervosa e pensò. Pensò se fosse meglio entrare o aspettare che uscisse lui. I ragazzi le avevano detto che era rimasto solo lui nello spogliatoio perché come sempre era l’ultimo a cambiarsi, ma non voleva comunque entrare per paura di ritrovarselo nudo o per di più nudo e gocciolante. A quel pensiero sentì un improvviso calore spargersi in lei e sbatté le palpebre più volte scuotendo il capo non credendo a ciò che era appena successo. Si era eccitata immaginando Austin nudo e  gocciolante??
In quel momento voleva essere proprio come Kate, sfacciata a tal punto da entrare nello spogliatoio dei ragazzi senza timore di ritrovarseli nudi o quant’altro. Alla fine pensò che dopo tutto quel tempo a pensare a cosa fosse meglio fare se entrare oppure no, Austin sicuramente si era già sistemato ed era vestito, stava solo tentennando ancora un altro po’ nello spogliatoio. Perciò decisa, bussò alla porta.
<< Ragazzi lo sapete che non c’è bisogno di bussare per entrare nello spogliatoio.. oh! Ciao Paige. >> un grosso sorriso si disegnò sul viso del ragazzo quando dinanzi a lui anziché trovarsi una mandria di ragazzi si ritrovò proprio lei. La ragazza per tutta la settimana lo aveva evitato.
Paige tirò un sospiro, sollevata nel vederlo coperto per lo meno le zone interessanti.
<< Non pensavo fossi tu.. è successo qualcosa? >> chiese il ragazzo prendendo una fascia bianca e un po’ di disinfettante sul mobiletto alle sue spalle. Una visione degna di essere venerata, pensò la ragazza sentendo le guance avvampare. Indossava solo dei boxer neri, il resto del corpo era nudo e perfetto in ogni sua forma. Una schiena muscolosa con due leggere fossette di venere che s’intravedevano sul fondoschiena, un bellissimo culo sodo e due gambe muscolose.
Riprenditi idiota, ti sta fissando!!
<< Sì beh.. ma tu sei ferito?? >> Paige sviò lo sguardo sulla caviglia del ragazzo quando Austin prese a disinfettarsi. Fece qualche passo nella sua direzione e si avvicinò per osservare meglio da vicino cosa avesse alla caviglia.
<< Oh, non è nulla di grave, un ragazzo mi ha colpito sulla caviglia con i tacchettini per rubarmi la palla, c’è solo un po’ di dolore, metto la benda per non far gonfiare la caviglia e tenerla ben stretta.. >>
Paige si offrì di sistemare lei stessa la benda e nonostante le proteste di Austin riuscì comunque a fare quello che doveva.
<< Grazie.. >> borbottò Austin lasciandosi curare. Di solito erano i medici a fare quel lavoro ma non era nulla di grave perciò sarebbe stato in grado di farlo lui stesso, ma quando Paige iniziò a sistemargli la benda non poté che provare un senso di piacere nel farsi curare dalla ragazza. Quei movimenti decisi come chi sapeva fasciare una gamba, lo sorpresero ma non più di tanto, ormai Paige non faceva altro che sorprenderlo. Era diversa dalle altre ragazza, era speciale, intelligente, dolce e anche molto.. bella. Sexy.
<< Devi aver curato molte persone in questo modo.. >> parlò Austin con voce con profonda che la fece eccitare.
<< Bhe io.. >> si schiarì la gola per non apparire imbarazzata e poi continuò: << Fare la baby sitter implica anche curare i bambini se si fanno male, no? E loro si fanno male spesso. >>
Austin non sapeva che Paige badasse a dei bambini. Lui adorava i bambini e immaginare Paige prendersi cura dei piccoli gli fece gonfiare il cuore che prese a battere forte.
<< Ecco qui.. così non dovrebbe farti male mentre cammini. >> aggiunse la ragazza alzando lo sguardo e incontrando quello del ragazzo che le sorrideva e subito si sentì in imbarazzo come sempre quando era con lui. Non riuscì a vedersi in volto ma sapeva con certezza che aveva le guance in fiamme!
<< Adesso invece mi dici perché sei entrata nel mio spogliatoio? Non penso che i ragazzi ti abbiano chiamato apposta per dirti che ero ferito.. >>
Lei rise e aggiunse: << No, in effetti, ero qui per un altro motivo. Ammetto che in questa settimana non mi sono comportata nei migliori dei modi.. >>
<< Vero. >>
<< Ecco appunto.. perciò per farmi perdonare vorrei invitarti a uscire. >>
<< Quando? >> chiese il ragazzo trovando allettante l’idea di un invito da parte di Paige.
<< Non so.. domani sera potrebbe andare? >>
<< Facciamo questa sera e l’affare è chiuso! A patto che vieni con me in un posto dove cucinano cose buonissime! >>
<< Ok ci sto. >> rise la ragazza.
Non era andata poi così male pensò Paige quando lasciò Austin nella sala  centrale del club perché aveva un appuntamento con il mister.
Per Austin invece non poteva andare meglio. L’aveva di nuovo sorpreso quella ragazza come sempre da quando si conoscevano.
Si rimproverò con se stesso per non averci pensato lui prima a invitarla a uscire, ma l’avrebbe comunque portata in un luogo che a lui piaceva moltissimo facendole vivere una serata magnifica.

Paige indossava una camicetta bianca trasparente sul retro, lasciando intravedere l’intera schiena, un pantalone nero elegante e delle decolté anch’esse nere.
Aveva lasciato i capelli mossi e liberi come una chioma selvaggia, proprio come piacevano ad Austin. Quando il ragazzo la vide, quando la andò a prendere per portarla a cena, rimase a bocca aperta per quella magnifica visione. Era una bomba sexy bellissima.
Il pantalone stretto metteva in risalto tutte le linee delle gambe lunghe e snelle e dei fianchi, e la camicetta trasparente sul retro metteva in mostra la sua bellissima schiena... Aah, se solo sapesse cosa avrebbe fatto Austin con la lingua su quella magnifica schiena..
A quel pensiero qualcun altro in basso prese una via verso l’alto..
<< Tecnicamente ti ho invitato io a uscire questa sera, non dovrei portati io in un ristorante? >> parlò Paige mentre entrambi s’incamminarono.
<< Non questa sera, piccola. >> sorrise Austin cingendole la vita con un braccio e tirandosela a sé.
I due pranzarono in un ristorante alla moda ma comunque tranquillo, lontano dal chiasso della città e dei pub.
A Paige piacque molto il cibo che le fu servito ed entrambi trovarono divertente quando un cameriere lasciò loro, prima di uscire dal locale, un bigliettino con scritto un numero telefonico. Senza dubbio era il numero del cameriere ed era indirizzato a Paige.
Austin affittò un motorino e insieme raggiunsero la spiaggia più vicina. I capelli le volarono e il vento che le trapassava il corpo rendeva quel momento speciale e unico.
<< Oh mio dio. >>
Ma nulla poteva reggere in confronto al magnifico sfondo che vide quando raggiunsero insieme la spiaggia. Una luna piena, bianca come il latte si elevava nel  cielo circondata da miliardi e miliardi di stelle che illuminavano quella notte. La luna in alcuni angoli era nascosta dalle nuvole e il tutto rendeva l’atmosfera.. magica. Da rimanere senza parole.
 Austin parcheggiò il motorino si tolse il casco e osservò sorridente Paige. Aveva un’espressione sorpresa, sicuramente non aveva mai vissuto un momento come quello in vita sua.
<< E’ bellissimo.. >> parlò la ragazza con voce emozionata.
<< Sapevo ti sarebbe piaciuto. >>
Paige gli rivolse un sorriso e poi togliendosi le decolté immerse i piedi nella sabbia fresca che le fece rizzare i peli dietro la nuca e un brivido lungo la spina dorsale.
Raggiunsero il posto più vicino al mare e si accomodarono sulla sabbia osservando il paesaggio intorno mentre il rumore delle onde che s’infrangevano con la superficie della terra faceva da sottofondo.
Paige chiuse gli occhi e inspirò la brezza marina che c’era nell’aria.
<< Ci uscirai con quel cameriere? >> domandò d’un tratto Austin ossarvandola sorridente. Paige volse lo sguardo nella sua direzione e lo scrutò a fondo cercando di capire perché avesse tirato in ballo quell’argomento, soprattutto in quel momento!
<< Dovrei? >> chiese lei.
Per qualche strana ragione Austin pensò a una sola risposta logica. No, non dovresti. Ma infondo non poteva di certo risponderle in quel modo, non era il suo fidanzato, era solo un amico e un amico non si comportava in quel modo.
<< Sembra un bravo ragazzo. >> aggiunse lui facendo spallucce.
Paige non cercava altro. Solo un bravo ragazzo che le sarebbe rimasto affianco per tutta la vita.
<< Allora dovrei considerare buona la sua offerta di chiamarlo quando voglio.. >> costatò la ragazza rivolgendo lo sguardo verso il mare e il cielo. Ma Austin non fece lo stesso, rimase a fissarla. Fissò i lineamenti del suo viso e di come appariva sempre più bella. Paige con la coda dell’occhio vide la mascella di Austin contrarsi, appariva nervoso e forse era per quel cameriere, non sapeva e non capiva il motivo ma doveva cambiare discorso o quella magnifica serata sarebbe diventata orrenda.
<< E’ tutto così magnifico.. >>
Austin parve addolcirsi e aggiunse: << Ti avevo promesso una serata magica, e io mantengo sempre le promesse. >>
Paige voltò lo sguardo per fissarlo e gli sussurrò un dolce: << Grazie. >> per poi avvicinarsi e lasciargli un leggero bacio sulla guancia, ma quasi non volendo andò a baciarlo proprio sull’angolo sinistro della bocca.
Quando si accorse di quello che aveva fatto, Austin la stava fissando intensamente con una luce diversa negli occhi scuri e profondi, che la incantavano. La sua mano le aveva sfiorato la guancia e come paralizzata da quello sguardo non riuscì più a muovere nessun muscolo, l’unica cosa che poteva fare in quel momento era sentire le labbra di Austin che sfioravano le sue.
Non riusciva a spiegare che effetto aveva Austin su di lei.. sapeva solo che quando lui premette di più le labbra per approfondire quel bacio, lei gli diede libero accesso. Le loro lingue si toccarono, si unirono e i sapori si mescolarono. Era caduta in un vortice di passione di cui non conosceva l’uscita. Tutto dal bacio all’atmosfera per finire con Austin, le piaceva in quel momento. Non sarebbe voluta essere in nessun altro luogo, neanche con quel cameriere, voleva essere solo lì. Ma qualcosa, qualcuno le ricordò cose sgradevoli del suo passato. Chissà perché la sua mente le tirava un brutto scherzo quella sera e ricordò.
Sono tutti uguali, maledizione.
Ricordò le sue parole urlate contro Kate la sera del fatto, quando sorprese Peter con quella puttana.
Così si allontanò di scatto da Austin.
Quando lui vide i suoi occhi preoccupati, parlo. << Io.. mi dispiace Paige, non avrei dovuto. >>
Paige abbassò lo sguardo e subito, Austin cingendole la vita per avvicinarla a sé e alzandole il volto con una mano, aggiunse: << Senti Paige. C’è qualcosa che non va. L’altra sera sei fuggita dalla macchina dopo che ti ho ringraziato del lavoro che hai fatto con mio fratello e adesso questo.. se il problema sono io, ti prego dimmelo perché sto impazzendo non so più cosa pensare! >>
No, no.. tu eri perfetto, il bacio era perfetto, tutto. Sono io la stupida che non riesce a lasciarsi il passato alle spalle!!
<< La colpa non è tua.. >> scosse il capo Paige abbassando nuovamente lo sguardo. Ma in quel momento, dopo le parole che le aveva detto Austin non riusciva più a mentire, non poteva e voleva dirgli tutto. All’inizio pensava di potersi fidare e ora lo sapeva con certezza. Così gli raccontò di Peter, della promessa che le aveva fatto prima di andare a vivere insieme, dei momenti magici, dei complimenti e di come la lusingava rendendola sempre speciale e unica e poi la fatidica notte.. il tradimento.
Austin non disse nessuna parola, non imprecò contro Peter per quello che aveva fatto. Semplicemente le baciò la fronte, la sollevò dai fianchi e se la portò in grembo, abbracciandola e stringendola forte.
A Paige le si riempì il cuore per quel gesto e se pensava che Austin fosse diverso, ora ne aveva la conferma.
Il fatto che Paige si fosse confidata con lui quella sera lo rendeva felice e orgoglioso. Certo non negava che se mai avesse incontrato quel Peter gliel’avrebbe fatta pagare grossa, ma in quel momento Paige era più importante e lo sarebbe sempre stata. Perché si conoscevano ormai da mesi, tanti, e gli piaceva..  e forse anche più di un semplice piacere, forse c’era anche qualcos’altro, qualcosa che Austin conosceva bene, ma per il momento Paige non avrebbe dovuto sapere.


NOTE FINALI
Buon pomeriggio ragazze :D eccovi postato il secondo capitolo della mini storia, spero che anche questo come il primo vi piaccia e se vorrete lasciare anche un piccolo commento io sono qui, sempre se volete ovvio ;) nello scorso capitolo non ci sono state recensioni spero che non vi siate annoiate :(.. spero che questo vi sia piaciuto un po' di più. 
Sto concludendo anche questa mini storia perché come vi ho già detto è di 3 capitoli ma premetto che non so ancora come andrà a finire il prossimo capitolo perciò potrebbe anche allungarsi e diventare di 4 capitoli come Take me :D spero solo che non vi stiate annoiando troppo nel leggerla.. :)
Ripeto, per chi vorrà lasciare una recensione io sarò qui a leggerla.
Vi mando un grosso bacio!
Betta <3

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Capitolo 3
*** You make me complete-Cap. 3 ***


You make me complete- Cap. 3
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Questo capitolo parla di Paige e Austin :) premetto che non aggiunge nulla alla storia e non seguirà i periodi di 
Falling in love ma avrà propri periodi, propri cicli.

     Capitolo 3

Quella stessa sera quando Paige tornò a casa, dopo quello che era accaduto con Austin prese una decisione. Digitò i numeri e dopo qualche squillo rispose una voce maschile e profonda.
<< Pronto? >>
Che male c’era in fondo? Era stato lui stesso a dirle che non c’era nessun problema ad accettare l’invito del ragazzo. Dopo il bacio e dopo essersi accorta di aver raccontato tutto ad Austin si sentiva più esposta, più vulnerabile come non mai e non era un bene che qualcun altro oltre Kate conoscesse così bene il suo passato tormentato da alti e bassi, soprattutto quello con Peter. Confidarsi con Austin le aveva tolto un peso dalle spalle perché almeno ora sapeva il perché si era comportata come una stupida nei giorni precedenti, ma sentiva di essersi spinta troppo oltre, verso qualcosa che le faceva paura e che conosceva abbastanza bene.
<< Pronto chi parla? >>
E prima che la linea telefonica fu interrotta, lei parlò. << Ehi ciao, sono Paige ricordi? >>
<< La ragazza che ho lasciato il mio numero? >>
<< Sì, esatto sono proprio io. Sei Nick giusto? >>
<< Proprio io. Allora Paige, se la memoria non m’inganna ti avevo proposto di uscire.. >> Paige non fece completare la frase al ragazzo che aggiunse con tono leggermente nervoso: << Che ne dici di sabato prossimo? >>
<< Direi che è perfetto. >>
Si accordarono per gli ultimi dettagli e quando chiuse la chiamata riusciva ancora a udire il suo cuore battere all’impazzata. E se fosse stato un errore? Semmai fosse stato un errore, in quel momento non poteva più tornare indietro perché l’appuntamento con il cameriere, ovvero Nick, era stato fissato per il prossimo sabato.
Vedila come un motivo in più per capire cosa provi veramente per Austin!!
 Infondo la sua coscienza non aveva tutti i torti, sarebbe uscita con un ragazzo e avrebbe messo alla prova il suo cuore e vedere cosa realmente provava per Austin. Lei era pronta ad amare qualcun altro ma Austin in fondo con la sua vita tormentata dagli allenamenti, dalle partite, dai viaggi.. che futuro le avrebbe dato??

Quel pomeriggio si recò insieme a Stephan e Austin in libreria. Stephan era così in gamba che avevano finito prima le lezioni ed era riuscita a convincerlo ad andare in libreria per prendere un libro. Si erano divisi e ognuno andò alla ricerca di qualcosa da leggere in assoluta tranquillità.
<< Sai non ti facevo amante di quel genere di libri.. >> ridacchiò qualcuno alle sue spalle.
<< A no? Cosa credevi che leggessi? >> beffeggiò la ragazza.
 << Pensavo fossi tipo da.. Amici di letto o libri del genere. >> scherzò Austin leggendo il primo titolo di un libro che si trovò sotto le mani.
<< Il Piccolo Principe è un libro altrettanto bello, proprio come quei libri.. è una favola che mi leggeva spesso mia nonna e mi sono innamorata da subito. >>
<< Io sono moro e non ho gli occhi celesti.. fa lo stesso? >> la schernì Austin rubandole il libro dalle mani e Paige rise fragorosamente per quella battuta, tanto che commessa le rivolse un’occhiataccia  come a volerle dire che non le era permesso ridere in quel modo.
<< Tu sei fuori di testa.. >> sussurrò dopo.
<< Forse è così. >> rise Austin. << Allora, non ho mai letto questo libro, di che tratta? >>
Paige sbarrò gli occhi per qualche secondo poi si riprese e gli rubò il libro dalle mani per tornare a sfiorarlo. << Dovresti leggerlo, è considerato un libro per bambini ma è pieno di significato.. >> aggiunse poi chiudendo il libro sorridente.
<< Bene, allora prendo questo. >>
<< Non devi farlo per me, davvero. Io ho detto solo ciò che penso sul libro. >> aggiunse subito dopo la ragazza e se ne accorse dallo sguardo divertito di Austin, perciò si ricompose.
<< Se tu l’hai letto ed è il tuo libro preferito, allora ho tutte le intenzioni di leggerlo anch’io! >>
Dopo qualche secondo arrivò Stephan alle loro spalle avvertendoli che aveva trovato un libro interessante e che era intenzionato a compare quello, quindi i tre pagarono e uscirono dalla libreria.
Il giorno seguente quando Paige si ripresentò a casa di Austin, fu Stephan a parlargli per primo del libro che aveva acquistato il giorno precedente. Gli piaceva un sacco ed era scritto apposta per lui, un libro sovrannaturale pieno di avventure, adatto ai ragazzi. Paige fu sollevata e orgogliosa mentre Austin non poteva che essere più felice.
I giorni passavano e lei continuava a dare lezioni a Stephan, che era sempre più interessato alle materie scientifiche e naturalistiche e proprio come un bambino che imparava a conoscere poco a poco il mondo e Stephan rimaneva affascinato osservando tutti i documentari su com’era diviso l’universo. Paige aveva parlato poche volte con i genitori di Stephan ma non facevano altro che ringraziarla del lavoro che stava facendo con Stephan.

Era pomeriggio inoltrato quando Paige, dopo aver incontrato Stephan come suo solito, si recò al club per vedere Austin. Erano giorni che non rimaneva più al suo fianco durante le lezioni con il fratello. All’inizio restava solo per salutarla e poi come un fulmine usciva da casa con la scusa degli allenamenti, ma negli ultimi giorni non si fermava neanche per degnarla di uno sguardo. Non  capiva quello strano comportamento da cosa fosse derivato e decise che doveva avere delle spiegazioni. Con un’ottima scusa si presentò al club e alcuni ragazzi della squadra, con le solite divise blu scuro che passeggiavano diretti verso la cucina, le dissero che Austin si trovava in palestra.
Quel club era un vero e proprio labirinto e si estendeva tutto in lunghezza come un rettangolo. Era diviso in due parti, la prima parte dedicata interamente ai giocatori, dove si affacciava sul campo da calcio, gli spogliatoi, la palestra, dove c’era la sala relax, la cucina e alcuni uffici secondari. La seconda parte era aperta solo e unicamente per le interviste con i giornalisti, gli uffici principali dei vari direttori e del mister, una zona di club in cui non le era permesso mettere piede.
Dopo aver seguito i cartellini sul muro Paige arrivò in palestra. Una grossa porta semiaperta con due grosse finestre in vetro la separava dal ragazzo che era dentro la sala.
Avvicinandosi per entrare sentì alcuni respiri affannati e dei grugniti. Si affacciò con la punta del naso per vedere meglio e dopo alcuni attrezzi che apparivano più faticosi di quanto non lo fossero già, vide Austin seduto su un attrezzo imbottito e sollevare con le gambe alcuni pesi.
Avevo il volto stanco e sembrava anche nervoso e pensò che  non fosse il momento adatto per fargli visita, avrebbe interrotto i suoi esercizi quotidiani e la cosa lo avrebbe innervosito ulteriormente ma quando prese la decisione di fare marcia indietro per andare via, Austin la vide.
<< Paige. >> disse il suo nome con sorpresa, forse anche troppa.
Beccata!
Paige accennò un lieve sorriso ed entrò nella sala mentre Austin delicatamente lasciò andare i pesi e uscì le gambe dall’attrezzo, asciugandosi il volto con un asciugamano.
<< Forse non è un momento adatto, posso passare più tardi tranquillo. >>
<< No, tranquilla. Qualche altro attrezzo e avrei finito. Rimani pure qui con me. >> convenne sorridente il ragazzo alzandosi per andare a sollevare i pesi per gli arti superiori. Paige rimase immobili lì dov’era. Si aspettava un saluto diverso da quello che aveva ricevuto, di solito Austin era più allegro e sorridente ma in quel momento era come se la volesse evitare ed era troppo gentile per dirle di andare via.
<< Allora Paige, è successo qualcosa con mio fratello? >> chiese il ragazzo tra un sollevamento e l’altro.
Paige si avvicinò a una grossa e alta pila di materassi verdi spessi, posò le sue cose e con un balzo si sedette sopra e poi disse: << Tuo fratello è buono come il pane. Piuttosto, tu invece. Non ti vedo da un sacco di giorni.. >>
Austin che aveva finito anche con l’ultimo esercizio parlò raggiungendola e disse: << Ah, la caviglia da qualche problema e mi tocca fare alcuni esercizi per tornare in forma prima della partita di questo fine settimana. >>
Da qualche giorno la caviglia aveva iniziato a dargli fastidio provocandogli delle fitte dolorose e così fu costretto a lasciare Paige da sola con Stephan, per seguire il medico sportivo della squadra per alcuni esercizi. Era una partita importante e non poteva mancare anche lui oltre a Joe che non era nelle migliori condizioni. Altrimenti sarebbe stato il peggio per la squadra.
Paige lo scrutò a fondo cercando di capire se stesse dicendo la verità oppure no, ma gli occhi e lo sguardo di Austin non trapelavano alcun segno di scherno, anzi era più che serio.
Che stupida! Ed io che credevo che facesse di tutto per non vedermi più dopo il bacio sulla spiaggia, pensò Paige. Mi dovrei schiaffeggiare per questo!
<< Credevi non ti volessi più vedere? >> sorrise divertito Austin quando capì il vero motivo della visita di Paige.
Avvampò e divenne paonazza quando Austin centrò nel segno su ciò che stava pensando. O era diventato un veggente da un giorno all’altro oppure il suo sguardo era come un libro aperto e forse aveva dinanzi per la prima volta in tutta la sua vita qualcuno che riuscisse a leggere i suoi veri sentimenti.
Non sapeva come rispondere l’unica cosa che riuscì a fare era sviare lo sguardo dal suo, imbarazzata. Austin si avvicinò ancora di più a lei con una leggera risata e le posò una mano sulla sua gamba mentre con l’altra le prese il mento e tornò a guardarla negli occhi.
<< Sai ho iniziato a leggere il Piccolo principe. >> Austin cambiò argomento cercando di alleviare quella sensazione d’imbarazzo che c’era in Paige.
<< Davvero? >>
Austin annuì sorridente. << Ma solo quando avrò finito di leggerlo potrò dire a chi somigli di più. >>
<< Scommetto che tu sei il Piccolo Principe. >> azzardò Paige con sguardo divertito.
<< Esattamente. >>
<< Allora mio caro, vorrei essere onorata d’interpretare la rosa, nonché il fiore per cui il principe perde la testa. >> parlò Paige divertita.
<< Fidati, tesoro. Il Principe ha già perso la testa. >> ghignò Austin portando entrambe le mani sui fianchi della ragazza e con un sussurro si avvicinò al suo volto, ma quando strinse la presa sui fianchi per avvicinarla a lui, Paige scoppiò in una fragorosa risata allontanandogli le mani.
<< Oddio! Che ho fatto? >> sbarrò gli occhi Austin non capendo il perché di quella reazione improvvisa.
Paige si riprese e aggiunse con fare divertito: << Tu niente o meglio, soffro il solletico e non appena hai stretto la presa.. mi sono messa a ridere. >> spiegò la ragazza asciugandosi le poche lacrime che le erano uscite per il troppo ridere.
No, nessuna donna era come lei, pensò Austin quando gli si riempì il cuore d’amore. Le altre donne con cui era stato a quella stretta si erano strusciate contro di lui eccitate ma Paige si era messa a ridere perché soffriva il solletico. Era riuscita a trasformare un momento romantico in qualcosa di  divertente perfino per lui.
<< Quindi soffri il solletico.. >> costatò Austin ponendosi tra le sue gambe per non farla sfuggire e mettendogli le mani sui fianchi.
E così iniziò a fargli il solletico. << Sì. Oh no Austin, non ti azzardare.. ti prego, basta!! >>. 
Cercò di svincolarsi da quel corpo che aveva davanti e ridendo cercò di allontanarlo poiché la teneva bloccata.
<< Austin basta.. ti prego, fermati!! >>.
Muovendosi riuscì a scendere da quella grossa pila di materassi e con un balzo si ritrovò a toccare terra con i piedi, ma rimaneva comunque bloccata tra i materassi e il corpo di Austin. Finalmente il ragazzo terminò quella lunga tortura ed entrambi si ritrovarono con l’affanno, a guardarsi sorridenti.
Era bellissima.
La folta chioma le circondava il viso roseo per il troppo ridere, gli occhi verdi erano luminosi e la bocca semiaperta mentre il petto faceva su e giù per inalare aria quanto più possibile.
I loro corpi combaciavano e tardi si rese conto che aderivano perfettamente l’uno all’altro. Le  mani di Paige erano sul suo petto e i loro volti erano vicinissimi tanto che le punte dei loro nasi si toccavano quasi.
<< Fidati. Il Principe ha perso già la testa. >> ripeté Austin con un sussurro colmando quella breve distanza con il volto della ragazza per baciarla.
Paige ricevette il messaggio chiaro e tondo e mentre le labbra di Austin la stuzzicavano per approfondire quel bacio e anche quando lei glielo concesse, quelle parole continuavano a rimbombarle nella testa mentre il cuore esplodeva in un forte battito che ebbe paura che Austin potesse udirlo.
Travolta da quella forte passione le sue braccia gli cinsero il collo e le sue mani gli accarezzarono i capelli.
Austin avrebbe voluto farle sentire quant’era eccitato in quel momento, ma qualcosa gli diceva di non provarci o gli sarebbe sfuggita da sotto le mani. Nonostante quella voce però, Austin non riuscì a restare al suo posto, solo il suo sorriso gli provocava una reazione naturale.
La spinse contro i materassini e fece aderire al massimo i loro corpi e quando Austin fece quella mossa Paige sbarrò gli occhi e lasciò sfuggire un gemito che il ragazzo raccolse con piacere.
A quel suono Austin perse ogni briciola di lucidità era pronto a non lasciarla andare ma doveva contenersi, erano della palestra del club, sarebbe potuto entrare qualcuno, soprattutto il mister che non tollerava quei comportamenti nel club e così con un piccolo morso si allontanò di poco dal volto della ragazza che, ancora travolta da quel bacio, non voleva lasciargli le labbra.
Non le diede il tempo di fiatare che parlò prima lui e disse: << Esci con me questa sera. >>
Paige lo guardò non capendo e quasi si volle tirare indietro e così Austin capendo aggiunse: << Ti prego. Vivrai un’altra serata magica. >>
Paige ricordando del loro primo appuntamento sorrise e annuì aggiungendo: << D’accordo uscirò con te. >>
<< Fantastico, te lo prometto. >> concluse sorridente.

Paige non era mai stata così nervosa come lo era in quel momento. Con una mano dietro la schiena Austin la condusse lungo i tavoli per raggiungere il loro. Fortuna che Austin per quella sera avesse scelto un altro ristorante altrettanto bello e lontano dal centro della città e non quello dove avevano cenato la scorsa sera o avrebbe incontrato nuovamente il cameriere con cui sarebbe uscita quel sabato o meglio due giorni dopo.
E Austin non sapeva ancora nulla.
Dopo il bacio di quel pomeriggio nella palestra del club si sentiva più scossa di prima. Era sempre più convinta di non uscire con Nick ma così sarebbe apparsa una persona meschina che si tirava in dietro perché aveva paura.
E Austin invece si sentiva sempre più sicuro. Ogni volta che tra loro c’erano quelle situazioni imbarazzanti che la innervosivano, lui sembrava non essere scosso per niente. Paige si chiese più volte come facesse a camuffare il tutto e a sembrare sempre ordinato e disinvolto.
Aveva quello sguardo sicuro di sé che non lo rendeva presuntuoso anzi tutto il contrario. Quell’aria di sicurezza faceva parte di lui, era parte del suo atteggiamento e agli occhi della gente piaceva così come appariva perché poteva anche sembrare duro, ma in realtà lui non lo era.
E ne ebbe la conferma quando, finito di cenare, si avvicinarono all’uscita del ristorante e alcuni fan di Austin lo fermarono per alcune foto. Erano per lo più ragazzi tra gli undici e i quindici anni e lo ammiravano.
Li trattava con gentilezza rispondeva a ogni singola domanda e Paige fu lieta di essere lei a fare le foto con i telefoni dei ragazzi.
<< E mi raccomando ragazzi, giocate pulito! >> ammiccò Austin quando salutò il gruppo di ragazzi. Austin tornò al fianco della ragazza e le cinse la vita attirandola a sé per incamminarsi verso casa.
<< Quei ragazzini ti venerano come un dio greco! >> sorrise la ragazza.
<< Sono il loro idolo. >> ammiccò lui con sfacciataggine.
A pochi metri da casa di Paige, la ragazza, ricevette una telefonata e corrugando le sopracciglia rispose riconoscendo il numero.
<< Salve signora Kavaghan, mi dica.. >>
<< Paige, ragazza cara. Io e mio marito abbiamo ricevuto un invito dell’ultimo minuto e non sappiamo a chi lasciare i gemelli, saresti così gentile da badare a loro? >>
Paige roteò gli occhi con un sospiro. Perché una delle sue splendide serata doveva essere rovinata in quel modo??
Adorava quei bambini di soli un anno e mezzo e non  riusciva a dire di no, non a loro e sperava che Austin capisse come stavano le cose..
<< D’accordo mi dia qualche minuto e sarò lì. >> La donna la ringraziò più volte e poi chiuse la chiamata.
<< Ci sono problemi? >> chiese Austin curioso vedendo l’espressione della ragazza preoccupata.
<< In realtà sì. La signora Kavaghan che abita a qualche isolato da qui deve uscire con il suo nuovo marito per mostrarlo in giro.. >> parlò la ragazza con una smorfia schifata  e poi aggiunse: << E vuole che badi ai suoi gemelli per tutta la serata. Adoro quei piccoli e.. non potevo rifiutare.. >> Paige abbassò il capo dicendo l’ultima frase per timore di vedere lo sguardo arrabbiato di Austin. Invece Austin si propose di tenerle compagnia per l’intera serata fin quando non sarebbero rincasati i genitori dei gemelli, per aiutarla.
<< Davvero? >>
<< Certo, sarà divertente. Io adoro i bambini. >>
Paige rimase stupita e al tempo stesso era felice. Quando arrivarono a casa Kavaghan, i genitori dei gemelli erano già pronti per uscire e prima di andare dissero solo che i piccoli dovevano cenare e andare a letto, loro dovevano badare solo che non si svegliassero mentre i genitori erano via. E quando videro Austin non esitarono e lo ringraziarono per l’aiuto.
<< Bene. Mettiamoci all’opera. >> aggiunse Paige andando a salutare i due piccoli.
<< Allora bambini lui è Austin e ci terrà compagnia per questa sera. Austin lui con i capelli ricci è Brian e l’altro con i capelli lisci e James. >>
Austin salutò entrambi i piccoli gemelli con una scompigliata di capelli. Entrambi i piccoli avevano capelli scuri e occhi verdi come lo smeraldo. L’unica cosa che li distingueva erano i diversi tipi di capelli e fu un bene così seppe da subito a chi associare il nome senza fare confusione.
Paige fu sollevata nell’aiuto di Austin così mentre lei preparava la pappa per i due piccoli, lui li teneva impegnati facendoli divertire con qualche gioco con la palla.
Dopo che ebbero mangiato e fatto il bagno, Paige li mise il pigiama e li portò con sé in salotto per farli stancare ancora un po’ prima di metterli a dormire.
Austin sapeva come trattare un bambino e lui con la sua grossa stazza rispetto ai due piccolini, faceva sembrare i gemelli sulle sue gambe,  due fagottini da coccolare.
Li faceva ridere entrambi e vedendo quella scena a Paige gli si riempì il cuore d’amore. Una morsa stretta mentre il suo cuore gli martellava in petto forte. Aveva una visione e d’un tratto si trovò a immaginare ad avere una famiglia con Austin con dei figli, una vita proprio come quella. Era strano immaginare una cosa simile e soprattutto era da molto tempo che non immaginava un futuro così. Austin sarebbe stato un padre e un marito perfetto.  << Paige. >> sussurrò lui chiamandola. Quando Paige lo sentì, uscì dai suoi pensieri e vide i due piccoli che si erano addormentati tra le sue braccia e così senza far rumore ne prese uno in braccio e seguita da Austin li portò a dormire nella loro stanza. Socchiusero la porta e tornarono in salotto, accomodandosi sul divano.
<< A che pensavi prima? >> chiese Austin curioso lasciandosi cadere con la schiena sul divano.
<< Che saresti un padre magnifico. >> rispose lei e questa volta decise di non distogliere lo sguardo ma di guardarlo fisso negli occhi.
<< E tu una madre fantastica. >>
<< Ho fissato un appuntamento con Nick, il cameriere dell’altra sera, per questo sabato. >> Non sapeva come fosse successo, né perché avesse detto quella frase di cui poteva anche evitare in quel momento, ma le parole le uscirono dalla bocca così. E ormai era troppo tardi. Austin indurì visibilmente la mascella e serrò gli occhi. << Perché mi dici questo? >> e anche le sue parole erano taglienti come lame.
<< Io.. mi dispiace pensavo fosse giusto che lo sapessi.. >> Aveva sbagliato e adesso non poteva farci nulla.
<< Ho bisogno di capire.. pensavo che uscire con Nick mi avrebbe aiutato ma adesso non ne so più così sicura. Ma non voglio tirarmi indietro, sembrerei una che ha paura.. >> sussurrò Paige abbassando lo sguardo.
Aveva bisogno di capire.. cosa?, si chiese Austin.
Quel bellissimo momento tra loro era stato rovinato da quella notizia e Austin sapeva quando era il momento di battere in ritirata. Forse non era adatto a lei, forse nella sua vita non c’era spazio per un calciatore. Lei voleva conoscere una persona che le garantisse un futuro e perché non iniziare da uno che faceva il cameriere? Ma comportarsi da stupidi in quel momento non sarebbe servito a nulla se non crearle ancora più problemi. Lui era un amico ed era stato lui stesso a incoraggiarla a uscire insieme a quel Nick, arrabbiarsi in quel momento non gli sarebbe servito a nulla, sarebbe apparso contraddittorio. << Capisco. >> parlò quasi con sussurro avvicinando il volto al suo.
<< Adesso però sei qui con me, e Nick non c’è, perciò nulla mi vieta di baciarti.. non è vero? >>  La voce di Austin era un sussurro talmente sexy che solo quella bastò per infiammarla.
<< Nulla. >> parlò lei dandogli libero accesso.
Certo era arrabbiato perché Paige avesse ascoltato la sua pazza idea di uscire con il cameriere. Aveva detto che aveva bisogno di capire.. Capire se lui era adatto a lei? Capire se gli piaceva davvero? Se era così allora Austin le avrebbe fatto capire chi invece ci teneva a lei. Lui.  Inoltre come aveva anche detto lui stesso, in quel momento quel Nick non era lì con loro perciò nulla gli avrebbe impedito di baciarla.
Austin gli mise una mano dietro la nuca e la attirò a sé baciandola subito con passione. Paige poteva anche decidere di uscire con quel cameriere ma in quel momento era sua, non di quel Nick che aveva conosciuto solo in un’ora e mezza. In quel momento era tutta sua e nulla avrebbe interrotto quel bacio, tranne.. il pianto di uno dei due gemelli che si era appena svegliato. I due ragazzi si rivolsero un’occhiata sorridente e un po’ divertita, avevano creduto che sarebbe stata una serata magica dove avrebbero passato altro tempo da soli magari come nella palestra, invece, Brian piangendo aveva svegliato anche il suo gemello e così entrambi i ragazzi andarono a prendere i piccoli per farli riaddormentare.
Mentre Paige, seduta sulla sedia a dondolo cercava di tranquillizzare James tra le sue braccia, Austin prese l’altro piccolo in braccio e iniziò a cullarlo. Ci volle qualche minuto ma per fortuna i gemelli si tranquillizzarono cercando di riprendere sonno e Austin continuando a dondolare il piccolo tra le sue braccia, osservò Paige coccolare James, che intanto aveva riaperto gli occhi. Era come guardare una madre con il suo piccolo. Osservò quella scena piena d’amore e se avesse avuto anche un briciolo di pazzia le avrebbe chiesto di sposarlo, lì così su due piedi.
Era una donna incredibilmente sexy e magnifica. Era perfetta.
La serata andò avanti più o meno in quel modo e i due ragazzi non ebbero un attimo di tregua, fino a quando la signora Kavaghan con il suo nuovo marito non tornarono a casa.

 

Nick si era presentato con qualche minuto di ritardo a casa sua scusandosi con una banale scusa e Paige non abboccò per niente, anche se aveva deciso di credergli. D'altronde la prima impressione poteva anche non essere quella giusta, proprio come le era accaduto con Austin, aveva creduto che anche lui fosse uguale a tutti ma in realtà..
Basta. Per questa sera Austin non deve essere il centro dei tuoi pensieri come sempre! S’impose la ragazza pensando ad altro quando Nick la portò in uno di quei soliti pub della città, sempre affollati e caotici, proprio ciò che odiava di più. Non male per una prima uscita per conoscersi, pensò Paige con una smorfia schifata. Non che la serata si volse nel migliore dei modi, Nick incontrò alcuni amici con le loro compagne e iniziò a fare lo spavaldo non degnandola di uno sguardo. Austin non si sarebbe comportato in quel modo. Pur non volendo, Paige si ritrovò a fare  differenze tra Nick e Austin. Il primo era quel tipo di ragazzo che pensava di sapere come conquistare una donna, ma in realtà non sapeva un cazzo. Il secondo invece era dolce e l’aveva conquistata e lei in cuor suo sapeva di essere sua. Aveva avuto la certezza quando Austin la aiutò con i gemelli. Forse però aveva un’ultima possibilità per vedere se Nick era diverso. << Ehi Nick, ho ricevuto un messaggio dalla mia vicina di casa, ha bisogno di una mano per badare ai suoi gemelli. >>
<< Che cosa? E non puoi dirle che hai la serata libera? >> si accigliò Nick con una smorfia.
<< Mi dispiace, ci tengo a quei piccoli. >>
<< Fa quello che ti pare, ma io avevo altri programmi per questa sera, vorrà dire che ti verrò a prendere quando finisci. >>
<< Oh no. Non ce n’è bisogno farò tardi. Divertiti! >> finì Paige correndo fuori dal locale disgustata.
<< Ne avevo le intenzioni fino a quando non hai scelto quei marmocchi a me! >> Ubriaco o no Paige aveva udito abbastanza per quella sera. Sentiva mancargli l’aria in quel locale e anche quando fu fuori diretta da una persona in particolare, le sembrò che le ginocchia non reggessero il peso del suo corpo. Come aveva dubitato di Austin. Come aveva pensato che Nick sarebbe stato quasi al suo livello? Era stata una vera stupida a credere di poter scegliere Nick invece di Austin!

L’orario non prometteva nulla di buono, era quasi mezzanotte e presentarsi a casa di Austin di notte era stata un’idea folle. Quando suonò al campanello Austin andò ad aprire e si ritrovò Paige, con il petto che si alzava e abbassava veloce per l’affanno.
<< Paige!? >>
Lei lo guardò interamente. Era a petto nudo e aveva solo un paio di pantaloni del pigiama ed era scalzo. Non si meravigliò di trovarlo in quel modo, lui stesso le aveva confessato che anche d’inverno dormiva senza maglietta. Era un’abitudine.
<< Sei solo? >> domandò lei fissandolo negli occhi.
<< Sì. Sono tutti fuori città, non ricordi? >>
Paige annuì sbadata, ricordando che quel venerdì i genitori di Austin e suo fratello erano fuori città per trovare alcuni parenti, per quel motivo lei non aveva visto Stephan per le solite ripetizioni. Aveva quasi dimenticato.
Austin la fissò con un mezzo sorriso non capendo perché si trovasse lì a quell’ora della notte e non con il cameriere, perché sapeva che era quella la sera in cui Paige sarebbe uscita con Nick.
<< Vieni entra è successo qualcosa? E’ andata male la serata con Nick? >> Le fece spazio e si accomodarono entrambi sul divano. Paige si tolse il giubbino e lasciò la borsa alle sue spalle e aggiunse: << E’ stata orrenda! >>
<< Ma davvero? >> la schernì Austin con fare divertito.
<< Non prendermi in giro, spavaldo! Come ho potuto credere che avrei avuto delle risposte uscendo con un cameriere?? >> si chiese Paige più a se stessa che al ragazzo.
<< Me lo domando anch’io. >> aggiunse lui sempre con quel tono divertito.
Non riuscendo a rimanere seduta iniziò a fare su e giù davanti a Austin che osservava la scena divertito, spaparanzato comodamente sul divano.
<< Avrei potuto evitare una serata pessima. Dovevi vederlo era ubriaco fradicio, volevo andarmene e così ho tirato fuori la scusa di badare ai gemelli credendo che per lo meno mi avrebbe accompagnato e lasciato lì, invece si è arrabbiato perché ho scelto loro e non lui! >> parlò nervosa Paige spalancando gli occhi incredula. Non sapeva neanche il perché stesse raccontando quelle cose ad Austin che per di più si sarebbe anche innervosito ascoltandola quindi coprendosi il volto con le mani, aggiunse: << Oddio, scusami. Non so neanche il perché ti sto dicendo questo.. non avrei dovuto.. perdonami. >>
<< Ehi, sta tranquilla è tutto ok. C’era da aspettarselo. >> rise leggermente Austin. Era una situazione divertente quella, non gli era mai capitato in tutta la sua vita che una ragazza fiondasse a casa sua nel cuore della notte e gli raccontasse di come fosse stata orrenda l’uscita con un altro ragazzo. Ma sapeva che Paige sarebbe arrivata a una conclusione perciò la lasciò parlare.
<< Dovevo cercare delle risposte. Risposte che in realtà conoscevo già, solo che per qualche strana ragione non volevo che fossero quelle. >> E si fermò dandogli le spalle e guardando fuori dalla finestra. Quella era la prima volta in tutta la sua vita che Paige si dichiarava per prima, con Austin era tutto diverso, da sempre. Era lui diverso e sentiva di dover parlare, di dichiararsi o sarebbe scoppiata.
Lo scherzo era finito e Austin divenne serio, portandosi seduto con la schiena diritta e parlò: << Sai ho finito di leggere il Piccolo Principe.. >> incalzò Austin avvicinandosi nella sua direzione ma rimanendo sempre a una certa distanza. Paige non fiatò e Austin aggiunse: << All’inizio credevo davvero che fossi la rosa e che utilizzassi le tue quattro spine per difenderti, lo hai fatto soprattutto dopo che mi hai parlato del tuo passato e ti sei allontanata da me.. >> Paige ascoltò in silenzio e pensò che il suo ragionamento fosse esatto. Austin però non aveva terminato e disse: << Ora invece credo che tu sia la volpe e che quello che vuoi veramente è che io ti addomestichi così da renderti unica e speciale, e sai che io non mi comporterò mai come Peter. >>
<< Peter è andato via proprio come il Piccolo Principe lasciando sola la volpe. >> continuò Paige con la voce spezzata dall’emozione.
<< Saresti triste se me ne andassi? >>
Paige si prese entrambe e le mani e ci giocò nervosa, poi dopo qualche interminabile secondo parlò senza mai voltarsi nella direzione di Austin. << Il mio cuore ti appartiene. Probabilmente da sempre. So soltanto che quest’orrenda serata voglio eliminarla completamente dalla mia mente. >> Paige non sentì i suoi passi arrivare sentì solo le mani di Austin che le spostarono i capelli di lato liberando quel magnifico collo per poi baciarlo e provocargli brividi lungo la nuca. La fece voltare e si ritrovarono a guardarsi negli occhi e Paige continuò: << Questa sera avrei voluto che ci fossi tu al posto di Nick. Io.. credo di essermi innamorata.. >> sorrise lievemente Paige guardando prima gli occhi scuri di Austin e poi le sue labbra che si stesero in un sorriso.
<< Ah sì? E di chi? >> beffeggiò divertito Austin con un ghigno stampato in volto.
<< Di te, idiota! >>
<< Ma davvero? Vuoi sapere la novità? >> parlò lui baciandole prima la fronte e poi la punta del naso e quando Paige annuì curiosa, Austin aggiunse: << Anch’io mi sono innamorato di te. Da quella notte a Las Vegas. >>
E i ricordi di Paige riaffiorarono tutti nuovamente ricordandole cosa aveva passato quella notte a Las Vegas tra le braccia di Austin. Sentì le guance avvamparle e nel sapere che anche Austin si era innamorato di lei da quell’istante, provò un brivido di eccitazione lungo  tutto il corpo.
Vai e prendilo ragazza!
Cingendogli il collo con le braccia e affondando le mani nei capelli di Austin, Paige lo baciò. La passione non si fece attendere e quasi fu incredibile per Austin che Paige fosse lì in quel momento, che gli avesse confessato quelle cose e che lo avesse baciato.
<< Sei magnifica! >> parlò Austin con affanno tra un bacio e l’altro. Poi si ricordò che Paige non amava i complimenti a causa del suo passato con Peter e allontanò il volto dal suo e aggiunse: << Perdonami è più forte di me quando siamo insieme. >>
<< Tranquillo.. il passato è passato e tu non sei Peter. >> E finalmente anche il passato le era scivolato di dosso come l’olio e con sguardo malizioso si allontanò da Austin e si avvicinò alle scale che portavano al piano superiore.
<< Allora.. dov’eravamo rimasti? >> lo stuzzicò lei.
No. Nessuna donna era come lei e nessuna lo sarebbe mai stata.
Austin la raggiunse con grandi falcate e tornò a baciarla mentre salivano quei pochi gradini che portavano al piano superiore.
Paige non capì come si ritrovò distesa sul letto di una stanza, probabilmente quella di Austin con il vestitino arrotolato sopra l’ombelico mentre Austin, solo in boxer, la sovrastava con il corpo senza farla troppo male.
<< Ti voglio, Paige.. >> parlò Austin baciandole il petto per poi scendere verso il seno mentre le sfilava il vestitino.
Paige fremette quando Austin da sotto il reggiseno le prese un seno e lo strinse per poi stuzzicarla e quando prese un po’ d’aria aggiunse: << Allora.. prendimi. >>
Paige aveva il suo cuore ed era sua e lei sapeva di avere quello di Austin, perché lui l’amava. Quella notte non avrebbero fatto sesso, si sarebbero amati e venerati a vicenda. Austin sorrise a quel ghigno di sfida e mordendole un seno la trascinò nel pieno vortice del piacere portandola fino al culmine, fino a farla toccare più volte il cielo.

 

NOTE FINALI
Buon pomeriggio ragazze :D eccovi postato anche l’ultimo capitolo di You make me complete!
E siamo giunti al termine anche di questa mini storia *sospira* spero che vi sia piaciuto leggerla e che vi abbia emozionato almeno un pochino ^-^.. Ognuno dei protagonisti delle storie che creo ha un proprio carattere e spero che quello dolce e romantico di Paige e Austin vi sia piaciuto :3
Ringrazio le ragazze che hanno recensito i primi due capitoli, ringrazio anche le ragazze che hanno portato la storia con sé e infine ringrazio anche le lettrici silenziose, soprattutto tre in particolare ahaha ;D vi voglio bene comunque ragazze :3
Invece ringrazio in anticipo tutte quelle splendidi lettrici che vorranno lasciare anche un piccolo commento su questa mini storia e perdonatemi se non vi risponderò subito.. perciò a chi vorrà farmi sapere il suo pensiero a riguardo io sono qui ;) sempre se volete ovvio!
Vi mando un grosso bacio.
Betta <3
P.S.: Tra qualche giorno, se tutto va bene, prometto di pubblicare anche l’ultima mini storia degli ultimi protagonisti di Falling in Love; Scarlett e Mario.. spero di rivedervi tutte lì se vorrete ;) :*

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