With you

di M_HF
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Quando lo incontrò era un brutto periodo per lei, lui era bello come il sole e fece il suo dovere portando la luce nella vita di lei ed illuminando ciò che era spento da ormai molto tempo. 
" Ei mi hai fatto male, guarda dove vai imbranata" Questa fu la prima frase che le rivolse quello storico giorno nel quale lei, carina come sempre nonostante gli occhi spenti, gli era andata contro inciampando nelle sue stesse scarpe.Lui le aveva parlato senza guardarla in volto, distratto com'era dal bollettino di calcio scommesse che aveva appena giocato. Quando finalmente alzò lo sguardo e la vide restò un attimo disorientato. Davanti a lui c'era una splendida ragazza con lunghi capelli castano chiaro, bocca carnosa e grandi occhi scuri. Era alta con la carnaggione mulatta, indossava un top leggero per quel periodo dell'anno abbinato con un paio di blue jeans e delle convers marroni. Aveva un trucco semplice e raffinato composto da un filo di gloss ros a e della  matita nera sugli occhi. Quella ragazza, lo notò subito, era diversa da tutte quelle che conosceva, da tutte quelle che aveva mai visto. Lei aveva un chè di diverso, di speciale. Iniziò a scrutarla con maggiore attenzione e notò con piacere che lei stava facendo lo stesso. Infatti lo stava guardando e ammirava il fascino del ragazzo riccioluto dall'espressione sgorbutica e dai  profondi occhi verdi. Guardandolo, però,  si sentiva insolitamente a disaglio, que ragazzo le ricordava qualcuno che apparteneva ad una  vita precedente, una vita  composta da un susseguirsi di sbagli e tradimenti. Lo vide avvicinarsi con un sorriso tutt'altro che amichevole sul volto. Indietreggiò spaventate. Qualcosa aveva imparato dalla sua orribile esperienza passata: non fidarsi mai di nessuno.              

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


“ Ei bellissima come va? Scusa per prima, io sono Harry ” Mi disse scoprendo una fila di denti bianchi. “ M- marylin “ Rispose lei con un filo di voce. “ Stai bene? Ti ho fatta male?” lo vide agitarsi e si chiese il perché di tutta quella preoccupazione, infondo loro non si conoscevano. “ Sto bene grazie” Si sforzò di sorridere per sembrare più a suo agio, ma fu sicura di non essere stata affatto convincente. “ Quanti ani hai?” Chiese lui facendo qualche passo nella sua direzione. Sembrava davvero interessato a conoscerla meglio, non le toglieva gli occhi di dosso, continuava a squadrarla con attenzione. Questo suo atteggiamento, amichevole e sexy , la rendeva solo più diffidente e le ricordava di restare all’erta. Stava quasi per rispondergli quando una serie di immagini le affollarono tempestivamente la mente, immagini sfocate delle quali si ricordava tutto e niente , immagini tristi che ormai non le appartenevano più. Una strada vuota con i muri ricoperti di graffiti, odore di miseria e sconforto, la disperazione di troppi giovani legati ad una sola cosa, la droga. Aveva iniziato per colpa delle cattiva compagnie che frequentava al liceo, era stupida ed insicura, voleva solo apparire più forte. Credeva di riuscire a gestire qualche pasticca, di riuscire a dominare la dipendenza, di riuscire ad ottenere il controllo. Ma si sbagliava. Per colpa della droga aveva perso tutto: la amicizie, la scuola, la fiducia dei genitori e perfino se stessa. Non poteva giustificarsi e aveva smesso di farlo ormai da tempo. Durante il suo ‘ periodo buio ’ aveva anche incontrato l’amore, o meglio quello che lei pensava fosse amore. Nando si chiamava il bastardo. In fin dei conti era stato lui ad attirarla nella sua cerchia di amici, povera innocente ragazzina, così ingenua, così vulnerabile. Tutto era cominciato una calda mattina di luglio, Marylin si era persa e vagava completamente sola nella periferia della città. Gli occhiali da sole come cerchietto, la borsa stretta in mano, il cellulare che non prendeva , aspettava, aspettava speranzosa che , quando qualcuno fosse passato per di lì, le avrebbe indicato la via per il centro. Aspettò una decina di minuti, aspettò invano, nessuno passava da quelle parti e così decine di andare in esplorazione decisa a trovare da sola la strada giusta per uscire da quel gomitolo di vicoletti. Qualche giro in tondo e riuscì a scorgere un vicolo più grande degli altri che affacciava su una strada che le sembrava familiare. Si avviò decisa in quella direzione e, quando le mancavano pochi passi per raggiungerlo, una grossa moto, con in sella un grosso uomo, le bloccò la via. Il motociclista si tolse il casco scoprendo una moltitudine di capelli corvini ed un accenno di barbetta. Scese fieramente dal mezzo e le si avvicinò con sicurezza. “ Vorrei proprio sapere cosa ci fa una bella ragazza come te tutta sola da queste parti” Le disse aggiustandosi il largo giubbino di pelle. “ Niente mi sono persa” Rispose lei sorridendo. Lo sconosciuto fece qualche passo in avanti e Marylin poté sentire che odorava si alcool e fumo mischiati, un odore forte e pungente. “ Quanti anni hai?” Chiese lui con una voce da fumatore “ Sedici compiuti da poco tu?” “ Diciotto compiuti da molto” Rispose lui ridendo “ E invece tu cosa ci fai da queste parti?” Fece leii aggiustandosi la folta chioma ondulata “Oh tesoro questo è il mio territorio” Le rivolse un occhiolino “ Come hai detto che ti chiami?” continuò “ Non l’ho detto” Sorrise allegramente “ Ok allora voglio fare le cose per bene. qual è il tuo nome splendore? “ Marylin” Disse ridendo “ Io sono Nando” E le tese la mano. Harry si schiarì rumorosamente la gola riportandola al presente. Si era completamente dimenticata della sua presenza lì e del fatto che aspettasse una risposta da lei. “ Perdonami mi ero distratta, cosa mi hai chiesto?” Lui sorrise divertito, “ Volevo sapere quanti anni hai “ Ridacchiò, “ Comunque ti ho già perdonata” aggiunse con tono seducente. Ricominciò ad avvicinarsi pericolosamente, lei fece qualche passo indietro ma inciampò sbattendo contro il metallo di una grossa auto. Lui non perse un secondo e le bloccò il passaggio premendo il petto muscoloso su di lei. Era ferma con la schiena contro un’ auto e con Harry che continuava ad avvicinare la bocca al suo collo, iniziò a farsi prendere dal panico, sentiva il corpo di Harry presente e forte su di lei, il suo odore la invadeva e il suo naso sfiorava la sua guancia. Lo sentì sospirare inalando l’odore di lei, un forte aroma di sigarette ed alcolici accompagnò il suo respiro, lui era come gli altri ragazzi, il suo paragone con Nando era reale. Doveva liberarsi di lui prima che fosse troppo tardi, prima che le facesse del male, prima del dolore. lo spinse all’indietro con tutte le sue forze ma fu inutile, lui era troppo forte. Continuò a tentare mentre sentiva il petto di Harry scuotersi per le risate che gli nascevano in gola. Lo stava solo facendo divertire. Provò a cambiare tattica e, dopo aver raccolto un bel po’ di coraggio, alzò rapidamente il viso incontrando i grandi occhi verdi di Harry, si fissarono per un attimo presi l’uno dallo sguardo dell’altra. Lei alzò piano la mano iniziando ad accarezzargli la guancia, con delicatezza, lentamente, sensualmente. Attese e quando capì di aver ottenuto la sua completa attenzione, gli diede un pesante schiaffo sul viso, Harry arretrò toccandosi il punto arrossato al centro della faccia. “ Cazzo” Imprecò dandole le spalle, lei approfittò di quel momento di distrazione per scappare, iniziò a correre il più lontano possibile da lui.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Correva scoordinata, le braccia ondulanti sbattevano contro i fianchi, il cuore a mille e le gambe che tremavano. Si sentiva carica nonostante la paura, era decisa a farcela per fuggire da lui. Correndo sentiva il vento tra i capelli che le tagliava il viso, andava involontariamente contro le persone e gli oggetti ma non si fermava. L’adrenalina le scorreva nelle vene dandole l’impressione di non sentirsi stanca, la mente era annebbiata e registrava un solo pensiero, un solo ordine: scappare, scappare lontana da lui. Sapeva che se avesse passato un solo momento in più con quel ragazzo, bello sì ma sicuramente pericoloso, sarebbe ricaduta nei suoi stessi errori. Dopo i mesi passati in ospedale per disintossicarsi si era promessa una cosa, aveva detto a se stessa che sarebbe cambiata che non si sarebbe più lasciata abbindolare da ciò che visto da lontano luccica ma da vicino è nero. Perché è così che lei vedeva il mondo dei ragazzi più grandi che tornano all’alba dalle feste in spiaggia sulle loro enormi moto fumando e sentendosi bene. Una volta entrata anche lei in quel giro si era resa conto di quante stupidate si era detta e di quanto sbagliata fosse la sua visione del mondo. Quei ragazzi erano il male. il male o le suo vittime. E Harry era come loro, se ne era accorta giusto in tempo. Così non demordeva e continuava a correre. Corse per tre isolati fino ad arrivare stremata in un parchetto vuoto e vecchio. Si lasciò cadere su una panchina cercando di riprendere fiato e di calmarsi. Lasciò andare la testa all’indietro, fece un respiro profondo e chiuse gli occhi. L’adrenalina stava scomparendo dal suo corpo e iniziava a sentire i muscoli bruciare. Respirò ancora e riaprì gli occhi. Quanto era lontana da casa? Un bel po’ questo era sicuro. Il sole stava calando, doveva muoversi. Raccolse le sue cose, le poche forze rimaste e si alzò goffamente dalla panchina. Era pronta per ripartire quando qualcosa attirò la sua attenzione, una macchina nera era appostata proprio davanti a lei. I finestrini oscurati abbassati a metà lasciavano intravedere un folto ammasso di ricci che ricadevano delicatamente su un paio di occhi verdi tirati in un sorriso. lo riconobbe subito. Era lui, Harry. “ Merda” pensò “Ora che faccio?”. Pensò in fretta e decise di spostarsi qualche ciocca di capelli sul viso lasciando che il profilo sinistro del suo volto scomparisse tra le morbide onde castane. Tenne lo sguardo fisso a terra cercando di muoversi senza fare rumore. Iniziò a camminare con cautela sentendo le foglie scricchiolare piano sotto al suo peso leggero, continuò ad avanzare con le gambe che tremavano ed il corpo rigido. Iniziò a faticare nel restare in equilibrio, avrebbe voluto accasciarsi a terra e sprofondare nel terreno, aveva troppa paura. Appena cercava di rilassarsi un po’ le tornavano alla mente i movimenti di Harry, la sua sfacciataggine, le sue labbra piene, il suo tocco invadente e ciò che la spaventava maggiormente, le sue mani sulla sua pelle. Il modo in cui lui la teneva ferma premuta contro l’auto incurante della gente che passava e che li guardava curiosa, il suo atteggiamento rude e dominante , la sua gigantesca statura. Se lei non fosse scappata probabilmente l’avrebbe ferita. Alzò lo sguardo quel poco che bastava per visualizzare l’uscita del parco, si strinse nella giacca appena gli alberi vennero mossi dalla fredda brezza odorosa di pioggia, era insolito che facesse così freddo durante una serata di fine Aprile, sembrava inverno. Riprese a ragionare, magari non era lì per lei. Forse stava aspettando un amico. Comunque mancava poco alla fine della strada dove si trovava la fermata del bus che, fortunatamente, stava per passare. Ce l’avrebbe fatta. Allungò ancora di più il passo saltando abilmente un piccolo fosso , continuò con un andatura piuttosto veloce, si sentiva ormai salva quando un muscoloso braccio le afferrò i polsi costringendola a fermarsi. Le si bloccò il respiro, era come congelata in quella stretta d’acciaio. Delle grosse mani la fecero ruotare su se stessa dando così la possibilità ad un paio di occhi di scrutarla con attenzione. “ Non male” disse una voce calda e roca. “ Mi piace il tuo corpo” aggiunse sorridendo. “ Lasciami andare “ urlò lei cercando di divincolarsi dalla presa di Harry, che però era decisamente più forte di lei. “ Non ti agitare” ridacchiò lui visibilmente divertito, “ Non voglio farti del male dolcezza” le disse guardandole intensamente il sedere. “ Avevo notato” continuò tenendo sempre lo sguardo fisso sul suo fondoschiena “ Che eri nei guai, sai tutta sola, di sera, lontana da casa.” Si avvicinò cauto, “ Così passando, per caso stai tranquilla, per di qui e vedendoti così stanca e sconsolata ho pensato di venirti a dare una mano” Le soffiò delicatamente sul collo stringendola possessivamente conto il suo petto. “ E, sempre se sei d’accordo, “ Proseguì affannando “ Potrei portarti prima a fare un giro” concluse malizioso. “ T-ti prego vattene” Sussurrò lei tremante. Harry continuava a stringerle il posteriore con insistenza e a far scorrere la mano sulla sua coscia provocandole piccoli brividi. I suoi polsi erano ancora chiusi nella stretta di Harry il quale li stringeva così forte da farle male. Non sapeva cosa fare. Ad un tratto Harry iniziò a mordicchiarle la pelle del collo mordendo e succhiando frettoloso, sui punti arrossati ,nei quali il sangue si era fermato e si stavano creando delle grosse macchie violacee, lascava scorrere la lingua in modo da poterle provocare un po’ di sollievo dopo il dolore dei morsi. Quando si staccò, ammirando soddisfatto l’enorme macchia viola e dolorante che le aveva lasciato sul collo, lei stava quasi per svenire. Era rimasta ferma,rigida e spaventata. Il suo colorito era diventato pallido cadaverico, il suo piccolo corpo tremava tra le grosse mani da Harry che la toccavano senza rispetto. “ Ecco fatto piccola, ti piace?” le disse sorridendo. “ Lasciami ti prego “ rispose lei con lo sguardo colmo di panico, si lasciò cadere a terra accasciandosi ai suoi piedi senza forze, terrorizzata. Si raggomitolò sull’erba bagnata muovendosi lentamente in avanti e in indietro sussurrando frasi supplichevoli. Dopo un momento di sbalordimento Harry la tirò su lentamente, con estrema delicatezza, come se fosse un pacco fragile che si può spezzare al minimo impatto. Lui era davvero sbalordito dal comportamento di lei, lo era perché non sapeva ciò che lei aveva passato e quante volte aveva incontrato uomini come lui, pronti a tutto pur di lasciare un loro segno sulla sua pelle, una loro traccia nella sua mente. “ S-scusa “ balbettò lui ricominciando a stringerle i polsi, questa volta per sorreggerla. “ Mi stai facendo male Harry” disse lei sofferente indicando con lo sguardo i polsi colorati di rosso, lui la lasciò subito andare come se non si fosse reso conto di starle provocando davvero tanto dolore. Marylin si strofinò le braccia che finivano con una zona rosso fuoco sulla quale c’era l’impronta di paio di grosse dita. Harry sì avvicinò facendo ombra su di lei, le prese la mano e controllò il grosso livido facendo combaciare le sue dita con l’impronta sulla palle di Marylin, la guardò negli occhi e il suo sguardo era triste, sembrava completamente abbattuto e deluso. Le stava chiedendo sinceramente scusa ma non attraverso le parole, con lo sguardo. Le cosparse il braccio di piccoli baci salendo fino alla spalla, quando raggiunse la mascella le piegò la testa da un lato per avere più spazio. Continuò a baciarle il collo soffermandosi sul succhiotto mordicchiato che dominava la scena, appena lo sfiorò lei sussultò. Le faceva male. Harry si staccò subito per non provocarle altro dolore, la guardò sconsolato e le disse “ Andiamo ti riporto a casa.”

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Camminavamo silenziosi tra gli alberi del parco, lui con un’espressione illeggibile sul volto, io tremante di paura. Mi stava dirigendo verso la sua auto, non ne ero molto sicura ma per quello che avevo capito voleva riaccompagnarmi a casa, bè non se ne parlava neanche, non sarei andata con lui questo era sicuro. Volevo dirglielo , farglielo capire, ma non ci riuscivo. Quando aprivo bocca per parlare le parole non uscivano, restavano incastrate tra i denti terrorizzate all’idea di raggiungere il suo orecchio. “ Codarde ” pensai, fatevi onore e ditegliene quattro a quel burbero. Ma per quanto le incoraggiassi loro restavano al sicuro adagiate appena sotto la lingua, ben nascoste, impossibili da raggiungere. Imprecai mentalmente, con le parole fuori uso non avevo modo di ribellarmi. Intravidi la macchia nera della sua auto attraverso il velato strato di lacrime che si era formato suoi miei occhi, sapevo di essere spacciata. Lo sentii aprire lo sportello ed aiutarmi a salire allacciandomi velocemente la cintura. Mi guardò e rimasi sbalordita da quanto intenso fosse il  suo sguardo. Nonostante mi facesse paura non potevo restare indifferente alla sua bellezza, pareva un angelo, il più bello di tutti. Il più bello ma anche il più cattivo. Perché nel  suo sguardo, me ne accorsi con chiarezza, brillava una scintilla, luminosa e brillante, la scintilla della seduzione e delle cattiveria. Era l’angelo più oscuro di tutto il Creato . “ Perché piangi piccola ” mi chiese. Non gli risposi continuai a fissarlo. Sorrise “ Se non vuoi dirmelo fai pure tesoro. Mi piacciono i misteri ” premette dolcemente le labbra sulle mie provocandomi fremiti e scossoni. Cercò di aprirle per far entrare la lingua all’interno, dovevo resistere, mi irrigidii cercando di tirarlo indietro per la maglietta ma lui tornò a bloccarmi i polsi e ricominciò a stringere come se non gli importasse del dolore che mi provocava , anzi come se provocarmelo gli facesse piacere. Si alzò sul gradino della macchina scivolando nello stretto abitacolo, richiuse lo sportello con forza dietro di lui  e si sistemò   sopra di me. Eravamo stretti sul sedile, io mi sentivo oppressa dalla sua presenza, dal suo corpo che ansimava e si muoveva sopra  il mio. “ Harry ” protestai cercando di girare il viso “ Stai ferma, meno ti muovi più ci divertiamo e meno rischi amore ”. Meno rischi, cosa voleva dire? Mi avrebbe fatto del male se avessi rifiutato respingendolo? Si ne ero sicura. Abbassò il sedile sul quale eravamo seduti per adattarlo meglio a quello che aveva in programma di fare. Cercò di sollevarmi rudemente la maglietta quasi strappandomela di dosso, mi strattonò verso destra  per potermi sbottonare i pantaloni facendomi andare a sbattere contro il finestrino. Cominciò a baciarmi la pelle della pancia facendo sgattaiolare le mani in basso sul morbido tessuto dei miei slip  tastandone  la consistenza. Ansimava mordicchiandomi l’orecchio, si stava divertendo, gli piaceva. Io invece mi sentivo persa come appena scesa da una giostra che gira troppo velocemente, avevo la nausea ed il mal di testa,  sentivo che se mi fossi alzata sarei ricaduta esausta al suolo. Lo stretto spazio dove eravamo si stava surriscaldando, sentivo la fronte, le braccia, le mani  ricoprirsi di goccioline trasparenti , i nostri corpi incollati emanavano troppo calore, la sua bocca piena era ovunque sul mio viso e le sue grosse mani ovunque sul mio corpo. Mi accorsi di stare piangendo solo quando vidi una lacrima rotolarmi sul collo e scomparire tra le pieghe della  maglietta arrotolata a mo’ di micro top. Le lacrime continuavano a scendere sul mio viso premendo contro le palpebre abbassate per poter uscire, strizzai gli occhi lasciando che  quei piccoli diamanti bagnati accarezzassero il mio volto prima di precipitare giù dal profilo della mia mascella. Piansi silenziosa subendo passivamente come avevo sempre fatto. Harry continuava a giocare col mio corpo, lo sguardo basso senza guardarmi in volto. Toccava la mia pelle resa sensibile dalla pressione che  aveva esercitato, accarezzava i miei fianchi solleticandoli con i ricci. Posò delicatamente la testa  sul mio petto. Ad un tratto una mia lacrima gli inumidì la guancia. Alzò gli occhi guardandomi curioso. Si avvicinò al mio viso, potevo vederlo anche attraverso gli occhi chiusi, alzò una mano asciugandomi dolcemente una lacrima che si era fermata accanto alle mie labbra. Liberò il mio viso dalle altre baciandole. Sentivo il suo sguardo fisso su di me, lo sentivo vicino, pericolosamente vicino. “ Guardami ” ordinò. Restai immobile. “ Guardami ” ripeté addolcendo di poco il tono della voce. Mi morsi le labbra, ero troppo spaventata per obbedire. " Guardami ” disse ancora ma questa volta supplicando. Aprii finalmente gli occhi e trovai il suo volto, il suo splendido volto. Ragazze vi ringrazio di cuore per stare leggendo la mia storia, se volete sapere come andrà a finire tra il misterioso Harry e la bolla Marylin scrivete qualche recenzione così sarò sicura che il testo vi piace. Grazie in anticipo e scusatemi se il tento viene fuori tutto attaccato ma non sono molto brava ad usare questo sito, ciaooo

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