Rosei Ritratti

di _Astrea7469_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hermione ***
Capitolo 2: *** Bellatrix Lestrange ***
Capitolo 3: *** Lily Evans ***



Capitolo 1
*** Hermione ***


Hermione Granger.

Idolo femminile di tutti gli amanti della saga di Harry Potter, la cui trasposizione sul grande schermo è stata affidata alla neo-celebre Emma Watson, icona fashion per le giovanissime d'ogni dove.

Personaggio che è entrato nell'immaginario collettivo della componente adolescenziale e non di mezzo mondo, tanto da divenire uno dei personaggi maggiormente sfruttati in campo "post-creativo" tramite fanart e fanfiction, che la vedono spesso come protagonista liberamente reinterpretata dagli autori varii.

Già, sempre la stessa Hermione Granger.

Uno dei migliori personaggi femminili di tutta la saga.

Una ragazza forte, coraggiosa, intelligente, ciò che ogni donna dovrebbe principalmente sognare d'essere.

La forza di questa ragazza, in effetti, non è data solo ed esclusivamente dal suo coinvolgimento all'interno della trama princiale della saga, ma anche dall'atteggiamento e dalla caratterizzazione più profonda della sua figura.

Hermione Granger, che possa piacere o meno, rappresenta la voglia di farsi strada all'interno di un ambiente sconosciuto ed alle volte scomodo, non ancheggiando a destra e a manca, non flirtando con il figo di turno e non assecondando l'atteggiamento del resto del branco, ma principalmente tramite la forza del proprio intelletto.

Il suo personaggio sembra urlare "Udite udite, studi recenti dimostrano che i portatori sani di vagina sono anche dotati di abbastanza cervello da competere alla pari con tutti gli individui dotati di geni XY". Ed è davvero una cosa positiva, se si pensa al fatto che, per troppi ragazzi e ragazze, l'unica cosa che conta in una donna è la taglia di reggiseno.

E qui tocchiamo l'aspetto della sua figura: Hermione Granger è brutta.

Già, lasciate perdere le sue relazioni con Krum e Ron (anche loro non erano esattamente degli adoni) e dimenticate l'aspetto da "Regina dei Grifondoro" che questa ragazza ha assunto in moltissime fanfic; Hermione Granger è sostanzialmente il tipico esemplare di cesso scolastico. Quello con i denti da castoro, quello con le occhiaia dovute dal troppo studio, quello che ha i capelli straordinariamente crespi...quello stesso tipo di ragazza che non spicca di certo per la sua bellezza, immancabilmente presente nella vita di ognuno di noi, a volte anche parte di noi.

Una ragazza brutta...e per questo, forse, meno indispensabile all'interno della trama? No di certo.

Che fosse bionda, mora, alta, bassa, con delle pinne al posto delle gambe o con una proboscide al posto del naso, non influisce più di tanto sull'importanza assunta da questa figura in merito alla maturazione di Harry e Ron ed alla vittoria del bene sul male.

E, in fin dei conti, dovrebbe rappresentare una vittoria per tutto il pubblico femminile e non solo vedere un'Hermione Granger che, pur non avvalendosi della notevole spinta che un notevole posteriore può avere all'interno della società, riesce a vincere tante delle sue battaglie.

Riesce a vincere la sua personalissima lotta nel far considerare ai nativi maghi quali Ron, l'importanza dei diritti degli Elfi Domestici, riesce a vincere la sua battaglia nell'accettazione della sua componente "Mezzosangue", riesce a vincere più di una volta la sua incapacità nel violare i regolamenti, a vincere contro i suoi contrastanti sentimenti nei confronti dell'allontanamento dai suoi genitori nel settimo libro e nei confronti del bivio amicizia-amore, sempre nello stesso libro. Riesce persino a vincere la sua battaglia contro i capelli cespugliosi!

Hermione Granger riesce a vincere contro tante battaglie, grandi o piccole che siano, senza mai dover venire meno ai propri ideali o principi.

Senza mai dover scendere a patti per poter essere la vera ed unica protagonista femminile.

Senza mai aver bisogno di qualcun'altro che intervenisse per far affermare il suo valore, le sue capacità...solo della penna di un'autrice abbastanza in gamba da crearla.

Hermione Granger è un personaggio grande tanto quanto la voglia di emergere in tutte le società di tutte le componenti femminili.

Perchè sminuirlo, estraniarlo dalla propria natura, vanificare la sua anima con revisioni lucrevoli solo per la propria conformità agli standard delle storie d'amore tipo?

A perderci la faccia, questa volta, non ci sarà un'Hermione Granger. Ci sarà una ragazza vera, con una vita vera ed una morale vera.

E, d'altronde, un'Hermione Granger, non si sarebbe mai cambiata i connotati per finire a letto con Draco Malfoy...

 

 

 

 

Questa, effettivamente, non è una vera e propria fanfic, ma è più che altro un lunga recensione a questo personaggio Rowlingiano, con finalità "pedagogiche".

Inoltre, mi sembra evidente la componente della fanfic di critica verso manipolazioni "improprie" di Hermione.

Ho solo una cosa da aggiungere: non aspettatevi capitoli differenti da questo, nei miei prossimi aggiornamenti. Ho intenzione di scrivere un breve saggio "mono porzione" per i principali (secondo il mio giudizio) personaggi femminili di Harry Potter e non vi è possibilità alcuna che, prossimamente e sotto questo titolo, si presenti un breve racconto.

Questo era il mio avvertimento...ma se qualche anima coraggiosa e rispettosa è rimasta nei paraggi, la pregherei di recensire :)

P.S.: sì, questa fanfic ha echi di femminismo, ma non è basata solo su queste concezioni, ma principalmente su ideali in onore alla parità dei sessi.

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Capitolo 2
*** Bellatrix Lestrange ***


Non esistono rose senza spine.

E non esistono donne senza difetti.

Non esistono le donne angeliche, dolci, serene, amorevoli e dotate di tutte le più alte caratteristiche di questo pianeta.

Le donne sono esseri umani e gli umani sono imperfetti per definizione.

Fine della storia.

Ma ecco, adesso, comparire dal nulla una donna affascinante.

Questa donna è davvero bellissima: capelli mossi, lunghi, scuri, palpebre pesanti, portamento fiero, da regina e pelle d'avorio.

Questa donna bellissima, in realtà, era bellissima.

Ora non lo è più molto. Certo, avere il volto di Helena Bonham Carter è sempre una garanzia per essere dotata di un fascino indiscutibile, ma questa donna non è più bella come un tempo.

Gli anni hanno segnato la sua beltà, dicono.

O forse, i nostri occhi hanno cessato di vederla bella.

Lei ci ha davvero istigati a toglierle il titolo di "bella".

Ha fatto cose orribili, cose che nessuno avrebbe mai dovuto fare. Ha torturato fino alla follia dei genitori, si è unita a gruppi di persone malvagie e senza scrupoli, ha ucciso suo cugino, disprezzato ed allontanato sua sorella e la sua famiglia, torturato un'adolescente, condotto alla morte un elfo domestico e un giovane uomo dal sorriso eterno.

E noi l'abbiamo odiata tanto, tantissimo.

L'abbiamo odiata e abbiamo gioito della sua morte.

L'abbiamo odiata, ci siamo detti, perchè era pazza.

E essere pazzi è quanto di peggio possa esistere.

Lei era pazza, esaltata, ha perseguito la via della corruzione dell'anima e dello spirito. Si è meritata la fine che ha fatto, ci siamo detti.

Ha meritato di scomparire nel nulla, ci siamo imposti.

Non meritava nulla. Forse.

La donna dalle palpebre pesanti e dal portamento fiero, non era un essere umano, per noi, eppure le sue fattezze, le sue caratteristiche erano così dannatamente umane.

Lei è cresciuta nell'odio e con l'odio di chi si prefigge di essere superiore agli altri per sapere di contare qualcosa in questo piccolo sprazzo d'universo. E' stata educata alla segregazione razziale, di tutte le razze, comprese quelle più alte e, in seguito, condotta sulla via dello sterminio di quelli che per diletto vengono definiti inferiori.

E' stata fatta sposare ad un uomo che non contava niente per lei all'infuori del cognome, dal quale non ha mai ricevuto bambini e dal quale non avrebbe mai voluto riceverne.

Ha amato con tutta se stessa l'incarnazione di tutti gli ideali con la quale aveva vissuto, il simbolo di tutti i valori che permeavano la sua mente. Lo ha amato fino alla fine, senza ripensamenti, senza limiti, senza effettive imposizioni, senza tradirlo o abbandonarlo mai. Ha amato il suo stile di vita e quell'uomo allo stesso modo. Ma, in fondo, il confine che divideva queste due entità era a dir poco labile. In fondo, le sue prerogative erano quell'uomo e quell'uomo portava con sè tutte le prerogative che sin dall'infanzia si era imposta di perseguire.

Per lui ha fatto tutto, tutto ciò che molti altri si sono rifiutati di fare.

Era il suo miglior luogotenente, pare, e tutto ciò che ha ricevuto dall'uomo al quale ha dedicato la sua intera esistenza, una volta giunta alla fine, è stato un urlo.

Un urlo simile ad un boato, simile ad un esplosione, ma davvero paragonabile ad anni ed anni di pura ed incondizionata fedetà?

Eppure, la vita della donna è stata una vita felice.

Forse perchè era pazza, penseranno in tanti.

Forse, questo non è da escludere.

O forse perchè ha sempre creduto in ciò che ha fatto e detto. Perchè anche nei momenti in cui tutto sembrava perduto, il suo cuore non ha mai smesso di battere e di farle avere la certezza che tempi migliori sarebbero arrivati.

Perchè la sua coscienza non l'ha mai frenata, ha sempre agito di testa e di pancia e mai, mai una volta ha guardato indietro al passato, pentendosi del proprio comportamento.

Perchè era una donna che si era sposata proprio come il buon costume impone, ma che è riuscita ad acquistare più potenza e più rispettabilità di metà degli uomini del suo universo a noi noti.

Perchè fino alla fine è rimasta una vera regina, non più bella, ma forte, spietata, cinica, una macchina assassina con la mente più fredda e più lucida che possa esistere. Il sogno di ogni sicario, forse, oppure il sogno di ogni altro membro del suo sesso che vorrebbe poter non più sopravvivere all'interno di questo mare di pescicane, ma vivere alla pari e, volendo, anche da superiore rispetto a tutti coloro che la circondano.

Forse la sua vita non è mai stata triste perchè non si è mai fermata per accudire pargoli, pulire dimore ed essere una moglie impeccabile, ma è sempre scesa in campo in testa al proprio battaglione.

Forse, non ha mai conosciuto la tristezza generata dai rimpianti sulla propria sorte perchè è stata davvero la stella più brillante della sua costellazione.

E' stata davvero, fino all'ultimo, Bellatrix.

E' sempre difficile prendere le parti di qualcuno che viene etichettato come "errato, da odiare" sin dall'inizio. Sarebbe stato molto più facile parlare di lei e dire di volerla vedere sepolta dal cemento.

Sarebbe stato assolutamente semplice e banale, scontato, ma per niente natrale.

La natura, la natura umana, ci impone di guardare a lei con occhi in grado di vedere il nostro volto nascosto da quelle palpebre pesanti e da quella bacchetta sempre pronta a colpire.

Il nostro perbenismo ci impone, invece, di disprezzarla e di allontanarci da essa nel modo più assoluto che possa esistere.

Dobbiamo prendere le distanze da questo personaggio perchè è il male, un'assassina.

In pratica, perchè il suo comportamento è la trasposizione fisica di tutti i più bassi istinti presenti in ognuno di noi.

Questa donna è pazza. J.K. Rowling ci impone di guardare a lei come una pazza.

E noi lo facciamo. Perchè non dovremmo?

L'umanità degli uomini non risiede solo nei propri istinti, ma anche nelle facoltà che riescono a soggiogarli.

Guardiamo a lei, quindi, come una pazza, evitiamo di giustificarla o di dare dignità al suo operato.

Ma evitiamo anche e soprattutto, l'ipocrisia.

Evitiamo di fingere che dentro di noi non esista una risata folle, esaltata, che tante volte ci impone di comportarci da personaggio cattivo della situazione.Come ci hanno insegnato Shakespear e Erasmo da Rotterdam, i folli sono, forse, gli individui migliori da incontrare, perchè essi sono i migliori specchi della civiltà che ci circonda, senza freni e senza inibizioni.

 

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Capitolo 3
*** Lily Evans ***


Come è possibile odiare una madre? Come è possibile non provare stima ed affetto per una ventunenne morta per salvare il suo bambino?

Non si può, è questa la risposta. Checchè se ne dica, nessuno può odiare Lily Evans. Una delle madri più autentiche di tutta la storia.

Lily Evans, quella che per anni ha dato due di picche a James Potter, prima di sposarlo.

Lily Evans, quella che era la migliore amica di Severus Piton, prima che questi scegliesse di perseguire la via dell'ignobiltà.

Lily Evans, quella che sarebbe stata la madre più dolce e più fantastica del mondo, se Voldemort non avesse posto fine alla sua vita.

Se questa fosse la biografia di tal donna, saremmo già giunti alla parola FINE e ai ringraziamenti di rito.

Ma, davvero una vita può limitarsi a così poco?

Davvero una donna può essere viva e presente nella nostra mente, se conosciuta solo grazie ad uno specchio, ad un paio di foto, qualche ricordo in croce e degli spiriti evocati da una bacchetta prima e da una pietruzza poi?

Davvero lo credete?

Credete che un'intera esistenza possa essere racchiusa in una sterile statua che si limita a raffigurare la realtà tramite gli aggettivi "materna" e "dolce"?

Credete che un'intera personalità possa essere riassunta dal gene degli occhi color menta?

Credete che tutto il suo vissuto possa essere centrato solo ed unicamente su casa- Hogwarts- Ordine della Fenice- casa- morte?

Io no, non credo.

Come è difficile la personalità femminile. E' un continuo alternarsi di idee, sensazioni, impressioni; un caleidoscopio a metà tra sogno e realtà. Come è complicata descriverla.

Come sarebbe ancor più complicato, quindi, descrivere Lily Evans.

Per farlo bisognerebbe avere immaginazione, poichè di lei non sappiamo nulla, e ciò ci permette di dar sfogo alle nostre impressioni, mentre l'autrice se ne sta in silenzio, ad ascoltare le nostre congetture con fare bonario, poichè davvero non vuole sminuire le nostre speranze.

Ci permette di chiederci "Chi era la sua migliore amica?", "Come si chiamava il suo gatto?", "Perchè voleva uscire così tanto con un polpo gigante?", e ci permette di rispondere ad esse con tutto ciò che realmente non accadrebbe, poichè inventremmo storie fantastiche per rispondere ad ognuna di queste domande.

Per descrivere la sua vita, bisognerebbe avere tempo, giacchè 21 anni sono troppo pochi da vivere, ma sin troppi da raccontare. Bisognerebbe parlare di Petunia e del rapporto d'amore ed odio tra le due, bisognerebbe parlare dei suoi poteri, poichè darebbero avvio ad un importante intervallo nella sua esistenza. Bisognerebbe parlare di Piton e di ciò che realmente provava per lui, e di James, per capire cos'era quel signhiozzo al cuore, lieve e rapido come il battito d'ali di un colibrì, che aveva fatto sì che Lily cedesse ai suoi sentimenti.

E, inevitabilmente, finiremmo col chiederci "Davvero Lily soffriva del suo litigio con sua sorella?", "Davvero Lily voleva fare la strega e non, che so, la tagliaboschi?", "Davvero Lily considerava Severus come il suo più caro amico?", e ancora "Davvero Lily aveva imparato ad amare James Potter? Perchè mai avrebbe dovuto?".

Bisognerebbe avere attinenza con tutto ciò che è stato detto, per far sì che la sua vita sia reale e non fittiziamente manipolata.

Far sì che alla domanda "Lily aveva i capelli rossi? Davvero piangeva spesso?" si porgano sempre le risposte attinenti, e non le nostre più gradite in base allo stato d'animo o all'usanza del momento.

Bisognerebbe, molto probabilmente, avere una stanza tutta per sè per scrivere e abbastanza denaro da potersi dedicare a pieno a questa attività, come disse Virginia Woolf.

La cosa importante, però, sarebbe davveto raccontarla, una storia come la sua.

No, non la storia della madre del Ragazzo che è Sopravvissuto.

Non la storia dell'eroico genitore che donò la sua vita al suo pargolo per proteggerlo.

Non la storia di colei che era stata capace di amare a tal punto da dare una speranza al mondo.

Non in questo modo, proprio no.

Lily Evans andrebbe raccontata tramite i suo litigi, tramite i suoi brufoli adolescenziali, tramite i suoi brutti voti a scuola, tramite i mal di pancia da marmellate e le occhiaie dovute all'ansia per un'interrogazione.

Ecco, Lily Evans andrebbe raccontata come un'umana.

Basta alle idilliache rappresentazioni da fanfiction della fata dai capelli di fiamme e gli occhi di speranza.

Basta ai materni ritratti di una donna vista come moglie prima e come madre poi.

Come sarebbe sbagliato fare tutto ciò.

Sarebbe come cercare di registrare i colori dell'aurora boreale muniti solo di un bastoncini di legno.

E una donna ha molti abiti, volti e profili che un bastonicino non potrà mai raccontare.

Che neppure un altro essere umano potrà mai raccontare.

Ma l'importante, in fondo, è che la voglia di raccontarla, questa vita così speciale ma soprattutto così comune, venga raccontata.

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