La nostra gilda di Lord_Ainz_Ooal_Gown (/viewuser.php?uid=332873)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Riassunto storia ed elenco personaggi ***
Capitolo 21: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 26: *** Capitolo Extra 1 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 28: *** Capitolo Extra 2 ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
PROLOGO
Il
mondo di Mera era un enorme pianeta del sistema solare. Questo enorme
mondo (immaginatevi Giove) era diviso in tre enormi fasce
immaginarie: la fascia degli uomini, popolata dagli umani, si trovava
nell'emisfero nord; la fascia sconosciuta, completamente inesplorata
dagli umani a causa delle sue dure condizioni climatiche, partendo
dall'equatore, si estendeva sia a sud che a nord; la fascia oscura,
popolata da creature malefiche, nemici giurati degli umani, si
trovava nell'emisfero sud.
Zafirus
era la capitale del regno di Aquirus, il più grande regno
della
fascia degli uomini. Era la città più bella e
rigogliosa
dell'intero regno ed era invidiata da molti re. Nel castello al
centro della città, che si trovava su una collina, viveva il
re
Augus, un uomo di sessant'anni, saggio e rispettato da tutti, che metteva
la sicurezza del regno prima di tutto. Il re era vedovo da ormai 30
anni, ma non aveva mai voluto risposarsi, per onorare la sua defunta
moglie.
Mentre
passeggiava per i giardini del castello, un servitore lo raggiunse di
corsa, paonazzo in volto e, dopo aver ripreso fiato, disse al re
“Sire, è terribile! La tomba di ghiaccio... si sta
crepando!!!”
Il
re, sentendo quella frase, sbiancò e gli venne un capogiro
che lo
costrinse ad appoggiarsi ad un muretto. Dopo qualche secondo,
partì
di corsa, seguito dal servitore, verso le cantine del castello.
Dopo
almeno cinque minuti di discesa, raggiunse un'enorme porta d'acciaio
e i due uomini di guardia, dopo averlo salutato, gli aprirono la
porta.
Dentro
quell'enorme sala sotterranea, si trovava la sacerdotessa Aika, una
ragazza di appena quindici anni che, secoli addietro, si era fatta congelare in
un'enorme bara di ghiaccio. Il motivo di tale gesto era che quella
povera ragazza era collegata spiritualmente ad uno dei demoni
più
potenti della fascia oscura, Ruganax. Secoli prima, dopo
un'estenuante guerra, aveva deciso di sacrificarsi, facendosi
congelare e, di conseguenza, bloccando il demone. Il re notò
con
orrore che la bara si stava velocemente crepando e in poco tempo si
sarebbe di sicuro rotta. Ciò accadde dopo circa dieci minuti
e la
ragazza, ancora disorientata dal risveglio, venne portata in
un'enorme sala e fatta sdraiare su di un comodo divano.
“State
bene sacerdotessa Aika?” chiese il re preoccupato.
“Sì,
ho solo un po' di mal di testa. Che cosa è
successo?” chiese Aika.
“Mi
dispiace dirvi che la bara di ghiaccio si è
rotta...” disse
addolorato il re.
“C...
cosa? Ma questo significa... che Ruganax è
tornato!” disse la
sacerdotessa preoccupata.
“Ma
com'è possibile?” chiese il re.
“Noi
due siamo collegati. Se uno di noi viene sigillato, anche l'altro
subisce la stessa sorte, quindi, ragionando al contrario, se uno dei
due viene liberato, anche l'altro riottiene la
libertà.” disse
Aika, battendosi un dito sul mento, mentre rifletteva.
“E'
terribile! Che possiamo fare?” chiese il re.
“Dobbiamo
subito prepararci ad affrontarlo! Vostra maestà,
avrò bisogno di
alcune cose.” disse Aika mostrando un sorrisetto che confuse
il re,
e non poco.
Angolo
autore:
Chaos
a tutti! Scrivo queste note quando ormai ci sono già 20
capitoli
pubblicati XD voglio solo informarvi che le iscrizioni, come scritto
nella descrizione, sono sempre aperte! Ovviamente se partecipate, mi
piacerebbe vedere una vostra recensione ogni tanto, giusto per sapere
se la fic vi piace oppure no ^^
Buona
lettura coi prossimi capitoli! (se li leggerete XD)
CHAOS!!!
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Capitolo 2 *** Capitolo 1 ***
Chaos,
siete pronti per lo show??? Iniziamo dunque! Vi avviso solo di come
saranno schematizzati i primi capitoli, per i primi 2/3 cap,
farò in
modo di aggiungere i vari OC, facendoli entrare nella gilda che,
attualmente, non esiste. Per cui, state tranquilli se non vedete il
vostro OC subito, nel prossimo capitolo comparirà di sicuro,
almeno
spero XD
Ma
bando alle ciance e vai con il primo capitolo!!! Buona lettura!!!
Capitolo
1
Una
giovane ragazza camminava per una strada di campagna, aveva dei
grandi occhi color cioccolata e i capelli neri come le ali dei
corvi. Era molto magra e non molto alta, un metro e settanta al
massimo ma era comunque molto formosa e il corpetto nero che le
cingeva il busto metteva in risalto le sue forme. Le gambe sensuali e
muscolose erano per lo più scoperte in quanto indossava solo
degli
shorts neri, che le arrivavano a malapena a metà coscia, e
un paio
di scarpe nere col tacco, aperte sul davanti e ai lati che si
chiudevano con un laccio dietro la caviglia.
La
strada era deserta, e non si sentivano neanche i versi degli insetti,
tanto era isolata quella zona. D'un tratto, come se fosse comparsa
dal nulla, le si parò di fronte una ragazza dai lunghi
capelli viola
e dagli occhi del medesimo colore, indossava una specie di tunica da
cerimonia rossa e dei sandali marroni. La ragazza le tese la mano e
disse “Piacere, io sono Aika. Tu devi essere Zafrina, dico
bene?”
Zafrina
rimase in silenzio per qualche secondo, guardando quella mano tesa
verso di lei e poi, come se non fosse successo nulla, passò
oltre la
povera Aika che, scioccata dal gesto, rimase con la mano tesa in
avanti. Si riprese subito e, dopo essersi girata, urlò alla
mora
“Ehi, ma come ti permetti?!? Di solito ci si presenta e ci si
stringe la mano!!!”
Zafrina
si voltò di poco e, liquidando la ragazza con un semplice
“Tsk!”
riprese il suo cammino. Intanto, una nuvola nera si era formata sulla
testa di Aika che pensò -Se non avessi bisogno di te, ti
avrei già
spedito nella fascia oscura!- ma poi, facendo un bel respiro profondo
e con tutta la calma di questo mondo, urlò a pieni polmoni
“Sei
una cafona, maleducata, insensibile e asociale!!!”
Questa
volta, Zafrina si girò completamente e, nel farlo, si
scatenò una
debole scossa di terremoto. Ora che si era voltata, Aika
potè vedere
chiaramente il tatuaggio nero a forma di drago che le si arrampicava
lungo l'avambraccio destro ma, ora come ora, la sacerdotessa aveva
altri problemi.
La
ragazza, accortasi di aver esagerato, cercò di rimediare
“Ehm...
volevo dire... ecco...” intanto Zafrina aveva incominciato ad
avanzare verso di lei con fare minaccioso “... v... volevo
sapere
se... se ti andrebbe di aiutarmi ad affrontare le forze del
male!”
ma Zafrina non sembrava intenzionata a fermarsi e allora Aika ricorse
alla sua ultima risorsa “Ti prometto che troverai un
ragazzo!!!”
e Zafrina si fermò, guardando la ragazza con fare
interrogativo.
“Che
vuoi dire?” chiese Zafrina.
“Ah
ma allora parli, comunque sia, so che a te ti piacerebbe molto
trovare un ragazzo. Dico bene?” chiese Aika.
“E
tu come fai a dirlo?” chiese dubbiosa Zafrina.
“Poteri
psichici con cui ti ho letto nel cuore.” disse Aika
sorridendo.
-Brutta
ficcanaso di una mocciosa!- pensò Zafrina.
“Dunque,
mi aiuterai?” chiese Aika, tendendole di nuovo la mano.
“Tsk,
dimmi solo chi è il nemico.” disse Zafrina
stringendole la mano.
“Tutto
a tempo debito. Fatti trovare tra una settimana al palazzo reale di
Zafirus.” disse Aika e poi, come se fosse nebbia,
svanì nell'aria,
lasciando una Zafrina confusa ma anche curiosa.
“Zafirus
eh. Sembra che ci sarà da divertirsi.” disse
Zafrina avviandosi
verso la capitale.
*
* *
In
una città vicino al confine del regno, un ragazzo dai
capelli
castano correva, infilandosi in vicoli stretti ed evitando la gente
per strada. Era molto alto, un metro e novanta circa, ed aveva un
fisico secco ma ben definito. I suoi occhi verde acqua si muovevano
rapidi per individuare una possibile via di fuga.
Indossava
delle scarpe da ginnastica bianche, un paio di pantaloni neri, una
t-shirt viola, una giacca bianca aperta davanti e un cappellino rosso
che per poco non gli venne portato via da una folata di vento.
Dietro
di lui si sentiva una donna urlare “Trovatelo! Non deve
sfuggirci!!!” e il ragazzo pensò -Merda, quella
strega di Collux
mi sta alle costole!- infilandosi poi in un vicolo che però
risultò
cieco. Si mise con le spalle al muro, preparandosi all'ormai
imminente combattimento, quando una voce femminile lo fece voltare
verso sinistra e per poco non svenne nel vedere la testa di una
ragazza uscire dal muro.
“Ehilà,
come va?” chiese la ragazza.
“C...
chi sei tu? Uno spirito?” chiese il ragazzo.
“No,
sono una maga e mi chiamo Aika. Tu sei Christopher, giusto?”
chiese
lei.
“Chiamai
CJ... ehm... comunque, cosa vuoi da me?”
“Semplice
voglio il tuo aiuto per sconfiggere il male. In cambio potrei tirarti
fuori da questa situazione.” disse Aika tendendogli la mano.
CJ
colse al volo l'occasione e le prese la mano. Dopo pochi istanti, si
sentì tirare verso il muro e, con sua grande sorpresa, ci
passò
attraverso. Davanti a lui vide la ragazza che lo guardava sorridendo.
“G...
grazie.” disse CJ.
“Idiota,
ringraziala come si deve!” disse una piccola salamandra sulla
spalla destra del ragazzo.
“Ok
ok... ti ringrazio di cuore per avermi salvato e ti presento Karyu,
il mio compagno.” disse CJ.
“Piacere
Karyu.” disse Aika, per poi aggiungere “Ora abbiamo
un accordo.
Fatti trovare tra una settimana al castello reale di Zafirus e li
discuteremo sul da farsi.” e poi scomparve nel nulla.
CJ
rimase a bocca aperta e, dopo essersi ripreso, chiese al suo compagno
“Andiamo?”
“Che
domande fai? Certo che ci andiamo! Quella ragazza ci ha
salvati!”
rispose seria la salamandra e i due si avviarono verso la capitale.
*
* *
In
un piccolo bosco a sud di Zafirus, si trovava una ragazza. Aveva dei
lunghi capelli biondi e gli occhi di un azzurro intenso. Non era
molto alta, poco più di un metro e sessanta, ed aveva un
seno
prosperoso coperto da una maglia senza spalline blu. Le gambe erano
coperte da dei pantaloncini di jeans scuri e ai piedi portava delle
ballerine nere.
La
giovane era seduta al centro di una radura e stava ascoltando la
musica da un ipod. Aika, si avvicinò lentamente da dietro
ma, con
sua grande sorpresa, sotto di lei, il terreno si modificò
creando
una sedia di terra e piante.
La
bionda si alzò in piedi, si tolse le cuffie dalle orecchie
e, dopo
essersi voltata verso Aika, le disse “Piacere di conoscerti
Aika”.
“Strano,
credevo di essere io quella a sapere tutto degli altri ma sembra che
qualcun'altro abbia la mia stessa capacità.” disse
Aika sorridendo
“Tu devi essere Giada”.
“Indovinato.”
disse Giada sorridendo “E' stata la natura a dirmi del tuo
arrivo,
non ho il tuo stesso dono”.
“Quindi
sai anche perchè sono qui.” disse Aika.
“Certo!
Per sconfiggere il male e chiedere il mio aiuto!” disse Giada
mostrando un sorriso a 32 denti.
“Mi
aiuterai allora?” chiese Aika.
“Certo,
l'idea mi elettrizza! In più voglio sconfiggere quei brutti
demoni
che vengono qui a distruggere la natura a me tanto cara!”
“Ben
detto Gigi!!!” disse un lemure bianco che si sedette sulla
spalla
della bionda.
“Ciao
Cico, è da un po' che non ti vedevo.” disse Giada
accarezzando il
piccolo animale.
“Mi
stavo facendo un sonnellino su un albero.” rispose l'animale
sorridendo.
“Bene,
visto che siamo d'accordo, vediamoci al castello reale di Zafirus tra
sei giorni.” disse Aika alzandosi.
“Uh?
Hai per caso detto qualcosa?” disse Giada, riprendendosi dal
un
momentaneo incantamento dovuto ai suoi sensi ultra sviluppati.
Qualcosa si stava avvicinando.
“Lascia
stare Gigi, ti spiegherò strada facendo.” disse
Cico quando ad un
tratto, da dietro un cespuglio, sbucò fuori un grosso lupo,
alto
almeno due metri e mezzo. Nessuna delle ragazze fece una mossa,
mentre Cico svenne per lo shock.
Sopra
al lupo, stava un ragazzo giovane dai capelli corti e neri, con degli
occhi color ghiaccio che avrebbero intimidito anche un orso. Era
molto alto e dal fisico palestrato e ben definito. Indossava degli
stivali neri, dei pantaloni neri lunghi fino al ginocchio con una
catenella sul fianco destro, una maglietta nera a mezze maniche, che
permetteva di vedere il tatuaggio di un lupo sul bicipite sinistro, e
una collana con un ciondolo tribale di un lupo appesa al collo. A
completare il suo equipaggiamento c'erano tre katana sul fianco
destro disposte a ventaglio.
Il
giovane guardò le due ragazze e, con fare minaccioso, disse
“Siete
nel mio territorio, andatevene”.
“Amlach
Lumbar detto Wolf, sapevo di trovarti qui.” disse Aika
sorridendo.
Amlach
rimase sorpreso da quella frase e chiese “Tu come fai a
conoscermi?”
“Io
so un po' tutto di tutti.” disse Aika tenendosi sul vago.
“Ho
sentito parlare di te! Sei quel licantropo del clan dei
guerrieri!”
disse Giada sorridendo.
“Sì
sono io. Tornando a noi...- disse Amlach, posando il suo sguardo su
Aika “... perchè sei qui?”
“Stavo
solo cercando alleati forti per sconfiggere alcune forze
oscure.”
disse Aika, sorridendo al ragazzo che non ricambiò
minimamente “Non
è che vorresti venire pure tu?” chiese infine la
ragazza.
“Tsk,
ti avviso, verrò con voi ma io agisco da solo.”
disse Amlach.
“Perfetto
allora! Tra sei giorni al castello reale di Zafirus!” disse
Aika e
poi, svanì nel nulla.
Giada
guardò Amlach e il suo lupo e chiese “Posso salire
anch'io in
groppa al tuo lupo?” e Amlach, facendo un debole ringhio le
diede
le spalle, mostrando il drago e il lupo raffigurati sul retro della
maglietta, e si diresse verso la capitale, lasciando la ragazza a
piedi che non poteva contare sul suo Ecxeed perchè ancora
svenuto.
D'un tratto alla ragazza venne un'idea e si fermò un
secondo,
poggiando le mani a terra.
Amlach
di colpo sentì un leggero tremore dietro di lui, si
voltò e rimase
senza parole nel vedere Giada in groppa ad un albero con le sembianze
di lupo, grosso come il suo. La ragazza lo superò
velocemente e,
mentre si allontanava, si girò e fece la linguaccia a Amlach
che per
tutta risposta si chinò leggermente e disse al suo lupo
“Quella
ragazza crede che un albero sia più veloce di un lupo
guerriero.
Fagli capire che si sbaglia.” e il lupo partì ad
una velocità
incredibile, all'inseguimento della bionda.
*
* *
Aika
stava camminando per le strade di Zafirus pensando -Ho già
trovato
quattro persone, ma non bastano di certo. Devo trovare
qualcun'altro.-
In
quel momento un'ombra le passò sopra la testa. Aika
alzò lo sguardo
e vide una ragazza dai lunghi capelli bianchi e dagli occhi viola che
stava volando. Era alta sul metro e settanta ed aveva un fisico
sinuoso dalla carnagione chiara.
La
giovane fece comparire dal nulla un block-notes e cercò
velocemente
tra i vari fogli, dopo pochi istanti, guardò la ragazza che
stava
volando e le urlò “Tu sei Yelle?” e la
diretta interessata,
guardò verso il basso, si avvicinò a Aika e le
disse “Uhm...si
sono io! Chi sei tu?”
“Io
sono Aika. Senti, ti andrebbe di venire con me?” chiese Aika.
“Uhm...
e dove?” chiese Yelle curiosa sistemandosi intanto la t-shirt
color
lilla e i pantaloncini corti neri.
“Mi
servono persone forti per affrontare il male. Ti andrebbe di
aiutarmi?” chiese Aika.
“Ehm...
ok.” disse timidamente la ragazza “Ma ad una
condizione”.
“Quale
sarebbe?” chiese Aika curiosa a sua volta.
“Che
mi aiuterai a ritrovare i miei genitori.” disse Yelle,
guardando
Aika dritto negli occhi.
Aika
sorrise malinconica a quella frase e poi le disse “D'accordo,
accetto!” e si strinsero la mano.
“Ti
va bene se ti seguo?” chiese Yelle “Non posso
aspettare sei
giorni, mi annoierei troppo.”
“D'accordo,
così mi darai una mano con i reclutamenti.” disse
Aika.
“Grazie
mille! Dove andiamo adesso?” chiese Yelle per poi allacciarsi
le
scarpe da ginnastica bianche. Poteva volare ma comunque non voleva
perdere le scarpe a mezz'aria.
“Beh,
sono appena le quattro, forse riusciamo a trovare ancora una
persona.” disse Aika e si incamminò lungo una
stradina, seguita in
volo da Yelle.
*
* *
Un
ragazzo dai capelli castani ricci, legati in una crocchia, e dai
glaciali occhi verdi uscì da un bar, tenendo in mano una
bottiglia
di birra. Dal locale arrivarono alcune urla “Aaaaaaaaahhh!
Qualcuno
ha avvelenato il capo!!!” e “Presto chiamate un
dottore!!!”
Il
ragazzo passeggiava tranquillo, parlando tra se e se “E'
inutile, i
miei veleni non sono per niente facili da curare.” e bevve un
sorso
di birra. Non era molto alto, un metro e settantacinque al massimo,
ma aveva un fisico allenato. Una lunga cicatrice gli attraversava
l'occhio sinistro mentre sul polso destro c'era un piccolo tatuaggio,
la lettera “A”.
Indossava
delle scarpe da ginnastica nere, un paio di pantaloni di una tuta
grigia e una maglietta a maniche corte rossa che permetteva di vedere
tutte le varie cicatrici sulle braccia del ragazzo.
“Niente
male, assassino.” disse una voce poco dietro a lui.
Il
ragazzo si girò lentamente e rimase sconcertato nel vedere
una
ragazzina vestita come una sacerdotessa e una ragazza vestita casual
che le volava tranquillamente sopra la testa. Guardò la
bottiglia
che teneva in mano e disse “Mi sa che ho un po' esagerato con
l'alcool...”
“Tranquillo
è tutto vero Edward.” disse la ragazzina dai
capelli viola.
“E
tu come fai a sapere come mi chiamo?” chiese Edward facendo
il
duro.
“Non
c'è bisogno di scaldarsi così Edy!”
disse la ragazzina volante.
“Tu...
come mi hai chiamata?” chiese Edward.
“Edy!
Cos'è non mi senti vecchio?” chiese la ragazza,
mostrando un
sorrisetto malefico.
“Tsk,
guarda che io ho solo 21 anni, piccoletta! Comunque sia, che volete
da me? Volete affibbiarmi un incarico? Chi devo uccidere?”
chiese
Edward come se fosse la cosa più normale del mondo.
“Veramente
ti volevo reclutare per un posto fisso.” disse la ragazzina
sorridendo.
“Prima
dimmi come ti chiami e poi potremo parlare.” disse Edward.
“Mi
chiamo Aika e questa è la mia amica Yelle.” disse
Aika, indicando
prima se stessa e poi l'amica.
“Uhm...
che genere di posto?” chiese Edward.
“Che
ne diresti di una gilda?” chiese Aika.
Edward
sgranò gli occhi sentendo quell'offerta. Era la sua
occasione,
poteva cambiare stile di vita, smettendo di uccidere per
sopravvivere. Si avvicinò alla ragazzina e le tese la mano
sorridendo “Edward Yoshina al vostro servizio!” e
Aika “E' un
piacere averti con noi!” e gli strinse la mano.
“Però,
c'è una condizione.” disse Edward.
“Quale?”
chiese esasperata Aika.
Edward
afferrò Yelle per una gamba e se la caricò in
spalla come un sacco
di patate, la ragazza iniziò a dimenarsi, ma lui non se la
filò
minimamente “Voglio che questa piccoletta faccia parte del
mio
team, così le insegnerò che le persone
più grandi vanno
rispettate!” disse Edward con un sorriso.
Aika
lo guardò confusa ma poi, inclinando la testa,
acconsentì a quella
strana richiesta, con somma soddisfazione di Edward e somma
disperazione di Yelle che, intanto, aveva deciso di lasciarsi
trasportare dal nuovo compagno -Almeno risparmio potere magico.-
pensò la ragazza, mentre i tre si dirigevano verso una
locanda dove
poter passare la notte.
Aika
tirò fuori il suo block-notes e ci appuntò sopra
qualcosa,
dopodiché pensò -In questi tre giorni dovrei
riuscire a reclutare
anche gli altri-.
*
* *
Intanto,
dall'altra parte del mondo, in una grotta oscura.
“Qual'è
la situazione?” chiese una voce.
“Mio
signore, la sacerdotessa sta reclutando dei maghi molto
forti.”
rispose un'altra.
“Mandate
una piccola squadra di demoni Hunter, dovremo pur far sapere a quegli
sciocchi umani che i demoni sono tornati.” disse la prima
voce.
“Come
lei comanda, master Ruganax”.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Chaos,
piaciuto il capitolo? Spero di sì. Avviso a tutti quelli il
cui OC è
comparso in questo capitolo: fatemi sapere se li ho descritti bene o
sono diventati degli OOC XD per gli altri invece, il vostro
personaggio comparirà nel prossimo capitolo o, nel peggiore
dei
casi, nel terzo. Beh vi saluto e ci vediamo alla prossima, chaos!!!
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
Chaos
come va? Siete pronti al secondo round? Dunque, a titolo informativo,
oggi compariranno altri sei personaggi, mentre gli altri 6 (siete 18
per ora) dovranno aspettare il prossimo capitolo, so che è
dura, ma
potete sopportare. Altra cosa, il metodo di reclutamento
cambierà un
po' dal primo capitolo, ma ve ne accorgerete ;)
Ma
bando alle ciance e vai con il secondo capitolo!!!
Capitolo
2
Erano
ormai trascorsi due giorni da quando Aika si era risvegliata e aveva
iniziato a reclutare maghi da ogni dove. Il sole del terzo giorno
illuminò una strada di un piccolo paese di campagna.
Malgrado fosse
molto presto, molta gente era già in giro e in mezzo a quel
gruppo
di persone spiccava una ragazza dai capelli biondi e lunghi.
Indossava una divisa scolastica bianca e azzurra, con alcune piccole
parti di un rosa acceso, malgrado questo suo abbigliamento, la cosa
che saltava subito all'occhio erano proprio i suoi occhi di un
marrone chiaro, la particolarità dei suoi occhi era che la
pupilla
era a forma di croce con gli angoli arrotondati (intendo gli angoli
all'incrocio delle due righe che formano la croce). La ragazza
camminava tranquillamente canticchiando un motivetto orecchiabile,
quando ad un certo punto, vide un polverone alzarsi in fondo alla
strada.
La
ragazza non fece in tempo a capire cosa fosse che un enorme lupo,
cavalcato da un ragazzo, le passò a pochi millimetri di
distanza,
facendola girare su se stessa come una trottola, ma i guai non erano
finiti perchè un secondo lupo gigante, questo era cavalcato
da una
ragazza ed era fatto di legno, le passò ancora
più vicino del
precedente, facendola girare nell'altro senso.
La
povera ragazza, cercò di restare in piedi e ci
riuscì. Si girò
subito per vedere dove fossero i due lupi e li vide a pochi metri di
distanza, fermi in pezzo alla piazza del paese, con la ragazza che
stava urlando al ragazzo.
“Ehi
Amlach il tuo lupo è davvero veloce!” disse la
prima.
“Ovvio,
è un lupo guerriero. La tua brutta copia non
potrà mai
eguagliarlo.” disse Amlach.
“Ehi
voi due! Ma vi ha dato di volta il cervello??? Correre come dei pazzi
in mezzo a un paese, rischiando di ferire delle povere ragazze come
me!!!” urlò la vittima avvicinandosi con fare
minaccioso.
I
due si voltarono verso l'estranea e la ragazza, dopo essere scesa dal
suo lupo-albero, si avvicinò alla ragazza arrabbiata e le
disse
“Ehm... mi dispiace molto! Non era mia intenzione! Ti sei
fatta
male? A proposito, io mi chiamo Giada!”
“Io
mi chiamo Misaki e no, non mi sono fatta niente, ma mi sarei potuta
fare molto male se uno di voi due mi avesse presa in pieno.”
disse
Misaki.
“Hai
solo da non stare al centro della strada.” disse Amlach
infastidito.
-Ma
tu guarda questo!!!- pensò Misaki e una strana aura viola le
contornò gli occhi. Amlach, con sua grande sorpresa,
iniziò a
levitare nell'aria e cercò di atterrare, ma non ci fu verso
“Tu,
che stai facendo!” urlò Amlach, guardando Misaki
con sguardo
iracondo.
“Tsk,
ti faccio capire che con me non si scherza!” urlò
di rimando
Misaki.
Giada,
vedendo il potere di Misaki ebbe un'illuminazione e, senza fare giri
di parole, le chiese “Noi siamo diretti al castello reale di
Zafirus, vuoi venire con noi?”
Misaki
guardò confusa la ragazza e le chiese
“Perchè dovrei venire con
voi?”
“Beh,
stanno reclutando maghi molto forti per una gilda e tu mi sembri
forte!” disse Giada sorridendo.
Misaki
rimase in silenzio per un po', riflettendo sull'offerta -In effetti
io qui non ho nulla. Vivo in quello stramaledetto orfanotrofio da
quando ho memoria e un cambiamento non sarebbe male...-
pensò la
ragazza per poi dire “D'accordo accetto!” smettendo
di far
levitare Amlach e stringendo la mano a Giada.
Giada
tornò subito in groppa al suo lupo-albero, mentre Misaki,
con grande
sorpresa di Giada e grande rabbia di Amlach, usò il suo
potere per
levitare e sedersi dietro al ragazzo, sul suo lupo.
“Scendi.
Subito.” disse Amlach scandendo bene le parole.
“No.”
fu la semplice risposta di Misaki che spiazzò Amlach,
facendolo
voltare con un ringhio. Senza attendere oltre, il ragazzo fece
partire il suo lupo a tutta velocità.
-Uhm...
sembra che ci sarà da divertirsi!- pensò Giada
vedendo il voltò
scuro di Amlach e Misaki che lo assillava con frasi del tipo
“Ma
comprarsi una sella? Brutta idea vero?” e il trio
continuò il suo
viaggio verso la capitale.
*
* *
Un
giovane ragazzo dai capelli castano chiaro stava camminando lungo
l'argine di un fiume. La sua metà: Zafirus. Una piccola
salamandra
dalla pelle arancione, appoggiata sulla sua spalla destra, gli chiese
“CJ... lo percepisci anche tu questo strano...
potere?”
CJ
annuì “Riesco a percepire un potere uguale al mio
ma allo stesso
tempo... diverso”.
Da
dietro una roccia sbucò una ragazza dalle orecchie a punta,
con dei
lunghi capelli scarlatti sciolti lunghi fino alla vita e un paio di
occhi di un blu elettrico che incantarono CJ. Aveva un fisico
sensuale e un seno molto abbondante inoltre la carnagione era chiara
e la pelle era priva di ogni sorta di imperfezione.
Indossava
delle scarpe da ginnastica con ricamato sopra l'universo, un paio di
leggins con lo stesso tipo di ricamo, una canottiera molto lunga
bianca, una felpa con lo stesso ricamo dei leggins e delle scapre
provvista anche di un cappuccio bianco e peloso. Per concludere al
collo portava una collana rossa a forma di drago e un ciondolo a cui
erano appese una piuma nera e una bianca.
I
due si guardarono per un po' in silenzio, senza che nessuno dei due
muovesse un muscolo.
“Ciao.”
disse CJ dandosi mentalmente dell'idiota per l'inizio fin troppo
semplice e scontato.
“Ciao...
tu sei un drago?” chiese subito la ragazza sorridendo.
“Ehm...
sì e no...” disse CJ grattandosi la testa
“Io mi chiamo CJ, tu
invece come ti chiami?”
“Angel
e sono la regina dei draghi!” disse la rossa gonfiando un po'
il
petto.
-Cioè...
questa va in giro per i boschi, incontra un perfetto sconosciuto... e
gli spiffera un segreto del genere? No rifletti CJ, non può
essere
vero.- pensò il ragazzo per poi dirle
“Dimostralo!”
Angel
mantenne il sorriso e, dopo essersi avvicinata a CJ ed avergli messo
una mano sul petto, all'altezza del cuore, illuminò la sua
mano di
un'aura bianca. CJ non mosse un muscolo e, sia lui che Karyu, vennero
pervasi da una strana sensazione, come quando un soldato semplice si
trovava di fronte al re in persona.
Angel
tolse la mano dal petto e indietreggiò di qualche passo, poi
chiese
“Soddisfatto?”
Per
motivi a lui sconosciuti, CJ aveva il fiatone, ma riuscì a
risponderle “Sì...”
“Uhm...
e così stanno reclutando maghi in gamba per affrontare il
male.
Posso unirmi a te?” chiese Angel.
“Co...
come fai a saperlo? Te lo ha detto Aika?” chiese CJ sorpreso.
“Ti
facevo più furbo sai?” disse Angel con un ghigno
per poi
aggiungere “No, posso leggere i ricordi di tutti i draghi.
Allora?
Posso venire?”
“Beh...
per me non c'è problema, ma dovrai chiederlo poi ad
Aika.” disse
CJ e i due, dopo essersi stretti la mano, si misero in cammino verso
Zafirus.
*
* *
A
pochi chilometri dal fiume, vi era una piccola città di nome
Furkas.
In una locanda di questa città tre maghi stavano facendo
colazione.
L'unico ragazzo del gruppo, un ragazzo sulla ventina, stava mangiando
una mela, osservando con fare svogliato i passanti fuori dalla
finestra; una ragazza dai capelli viola, seduta di a fianco a lui,
stava sfogliando un block-notes annotando qualcosa di tanto in tanto
mentre la terza persona, una ragazza dai lunghi capelli bianchi, si
divertiva a fare origami con i tovaglioli di carta.
“Si
può sapere cosa stiamo aspettando?” chiese il
ragazzo annoiato.
“Uff
come sei seccante Edy! Aika ha detto che stiamo aspettando qualcuno,
quindi aspetteremo finché quel qualcuno
arriverà!” disse
l'albina.
“Ehi
ragazzina, quando vorrò una petulante rottura di scatole che
vola ti
farò un fischio!” rispose di rimando Edward.
La
porta si aprì di colpo ed entrò una ragazza dai
corti capelli
castani, che le arrivavano appena alle spalle, e gli occhi del
medesimo colore. Era alta più o meno come Yelle aveva un
fisico
sinuoso dalla carnagione olivastra. Indossava delle converse bianche,
un paio di jeans blu, un top nero e, sopra di esso, una camicia
bianca molto scollata che lasciava poco spazio all'immaginazione.
Appeso al collo era visibile un rosario con una perla nera.
La
ragazza si guardò attorno e, non appena individuò
Aika, si diresse
verso di lei e si sedette allo stesso tavolo. Edward la
guardò
scioccato, stava per dirgliene quattro, ma l'albina fu abbastanza
lesta da mettergli una mano sulla bocca.
Aika
sorrise e poi, guardando la nuova arrivata, disse “Erika
Chaotic,
ce ne hai messo di tempo”.
“Scusa,
ma con tutto il caos che si sta sprigionando in giro, ho avuto
difficoltà ad individuarti.” disse Erika.
“Ehm...
ciao, io sono Yelle e questo bifolco si chiama Edward!” disse
Yelle
sorridendo.
“Piacere,
io sono Erika e, come voi, mi unirò ad Aika per affrontare
il male.”
disse Erika.
“So
che ci siamo appena incontrate, ma tu mi sei simpatica, che ne
diresti di unirti al nostro team?” chiese Yelle.
“Team?”
chiese confusa Erika fissando l'albina.
“Sì,
per ora è formato solo da me e questo qui, ma più
siamo meglio è
no?” disse Yelle, mettendole le mani sulle spalle.
“Beh...
se per voi non è un problema, accetto!” disse
Erika sorridendo.
“Sì,
benvenuta nel nostro team!” disse Yelle felice come una
pasqua
mentre Aika chiese a Edward “Come mai non dici
nulla?” e lui
“Avevo già intenzione di ampliare il team. Meglio
così”.
Aika
sorrise e, dopo essersi alzata in piedi, disse ai tre “Io
devo
andare, ci vediamo al castello tra tre giorni!” e se ne
andò
lasciando che i tre si conoscessero meglio.
*
* *
Dall'altra
parte della città, in un pub aperto 24 ore su 24, era in
corso una
rissa scaturita da un non nulla. I protagonisti assoluti di questa
rissa erano un ragazzo e una ragazza. Il primo era un affascinante
giovane dai capelli neri spettinati con gli occhi verdi. La
carnagione era rosea e il fisico era ben allenato e definito.
Indossava degli abiti molto semplici: una t-shirt bianca con
un'aquila nera sul petto, un paio di pantaloni neri lunghi fino alle
ginocchia e delle scarpe da tennis bianche.
La
seconda era una ragazza sulla ventina, anch'essa con gli occhi verdi
e dai lunghi capelli arancioni legati in una coda. Era poco
più
bassa del moro e aveva delle forme molto morbide messe in risalto
dalle fasce bianche che le coprivano il seno insieme ad un gilet
marrone. Ai piedi calzava un paio di stivali di cuoio marroni che le
arrivavano appena sopra alle ginocchia mentre, per la parte alta
delle gambe, portava una gonna corta del medesimo colore degli
stivali. In più, malgrado combattesse a mani nude, portava
sulle
spalle una grossa ascia bipenne sulle cui lame erano incisi degli
strani simboli dorati.
I
due, si scambiarono un'occhiata e fecero una mossa combinata su di un
uomo che brandiva una bottiglia come arma, facendolo cadere su di un
tavolo e mettendolo K.O.
“Combatti
bene ragazzo!” disse la prima, mentre stendeva un uomo con un
gancio.
“Grazie,
anche tu non sei male!” rispose l'altro, colpendo un altro
uomo con
un calcio in faccia rompendogli il naso.
Finita
la rissa, rimanevano in piedi solo loro due e, dopo aver constatato
che nessuno era morto, si strinsero la mano presentandosi.
“Io
mi chiamo Anya Von Kleist.” disse la prima.
“Io,
invece, solo Hayato.” disse il ragazzo.
“Non
hai un cognome?” chiese Anya.
“Purtroppo
no. Nessuno me lo ha mai dato.” disse Hayato sorridendo.
“Capisco,
è triste come cosa.” disse Anya.
“Non
darti troppe pene, a me non interessa, non mi sembra che qualcuno
sia mai morto per la mancanza di un cognome.” disse Hayato,
facendo
sorridere la ragazza. D'un tratto, qualcuno iniziò ad
applaudire e i
due si accorsero di una ragazza dai capelli viola che, fino ad un
momento prima, era rimasta nascosta nell'ombra “Complimenti,
siete
entrambi molto bravi!” disse la ragazza avvicinandosi ai due.
“Tu
chi sei?” chiese Anya.
“Mi
chiamo Aika e vorrei arruolarvi per affrontare il male.”
disse
Aika.
“Uhm...
non mi convince.” disse Hayato.
“Capisco
la tua preoccupazione Hayato, ma ti chiedo di essere
fiducioso.”
disse Aika sorridendogli “Comunque, se volete far trionfare
la
giustizia, presentatevi al castello reale di Zafirus tra tre giorni.
Li vi spiegherò tutto.” detto questo,
uscì dalla porta
d'ingresso, lasciando i due ragazzi confusi.
“Tu
che farai?” chiese Hayato ad Anya.
“Beh,
la giustizia deve sempre trionfare. Io ci vado. Tu non
vieni?”
chiese Anya, avviandosi verso l'uscita.
“In
effetti la cosa mi intriga. Tanto vale provare... spero solo che
abbiano del cibo!” disse Hayato e, insieme, si diressero
verso la
capitale, raccontandosi un po' di cose per conoscersi meglio.
*
* *
Aika
stava camminando da un'ora abbondante attraverso un fitto bosco.
Sapeva che li avrebbe trovato un nuovo alleato. D'un tratto,
iniziò
a sentire molto caldo e, raggiunta una radura, notò con
stupore che
c'era una pozza di magma bollente al centro dello spiazzo e, dentro
questa pozza, vi era una ragazza dai corti capelli biondi e dagli
occhi azzurri che la guardò sorridendo mostrando i lunghi
canini.
“Ehi
ciao, chi sei?” chiese la ragazza.
“Mi
chiamo Aika... tu devi essere Nikora.” disse Aika e l'altra
annuì.
“Cosa
ci fai qui?” chiese Nikora “Vuoi farti un bel bagno
caldo per
caso?”
“Ehm...
grazie per l'offerta ma pensò che
salterò.” disse Aika “Sono
venuta fin qua per chiederti se volevi unirti a me e i miei compagni
nella lotta contro il male”.
“Uhm...
ci sarà da uccidere?” chiese Nikora, esibendo un
sorriso ambiguo
che confuse Aika
“Ehm...
sì certo.” disse l'altra.
“Ok.
Allora accetto! Charlie!!!” urlò la ragazza e, in
pochi secondi,
arrivò un grosso lupo bianco e nero che, scomparendo in una
nuvola
di fumo, diventò piccolo come un cucciolo.
“Ok,
siamo pronti!” disse la bionda e uscì dalla pozza
di magma. Aika
rimase sorpresa per due motivi, il primo era che anche questa nuova
compagna aveva il seno più grande del suo ed era
più alta di lei e
secondo, stava facendo il bagno con indosso i vestiti ma questi non
venivano minimamente intaccati dal magma.
La
bionda si tolse i rimasugli di magma di dosso, permettendo ad Aika di
osservare meglio il suo vestiario composto da: un top azzurro e
bianco che le lasciava scoperta la pancia, una gonna bianca con sotto
dei pantaloncini neri, delle scarpe da ginnastica nere e una katana
appesa sul fianco destro che sembrava fatta di scaglie di drago.
“B...
bene, fatti trovare al castello reale di Zafirus tra tre giorni. Li
ti spiegherò tutto.” disse Aika e poi scomparve
nel nulla.
“Hai
sentito Charlie? Presto potremo combattere di nuovo!” disse
Nikora
felice, prendendo in braccio il suo cucciolo e iniziando a correre
verso la capitale.
*
* *
Dall'altra
parte del mondo, intanto, centinaia di demoni dalle sembianze di
lucertole giganti, stavano attendendo l'ordine del loro master che
non tardò ad arrivare.
“Fratelli!!!
Siete rimasti assopiti per troppo tempo!” tuonò il
demone Ruganax
“Ora è tempo che voi vi scateniate e facciate
capire a quei folli
umani qual'è la razza più forte!!!”
Un
incredibile coro di ruggiti accolse quelle parole.
“Andate
e portatemi la testa della sacerdotessa Aika!!!!!!”
urlò Ruganax e
i demoni, dopo aver spalancato delle ali da pipistrello, volarono via
diretti verso la città di Zafirus.
Ruganax
guardò i demoni allontanarsi e disse “Vedremo se i
tuoi guerrieri
saranno all'altezza del compito, Aika”.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
E'
avvenuto il miracolo!!!!!!! Due cap in poco tempo!!!!! Sono un mostro
e ho un mal di testa che mi sta uccidendo XD Spero che il cap vi sia
piaciuto e chiedo alle ultime persone che mancano, di pazientare
ancora un po'. Intanto vi saluto e ci vediamo alla prossima CHAOS!!!
Fatemi
sapere se ho descritto bene i vostri OC ;)
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Capitolo 4 *** Capitolo 3 ***
Chaos
come va? Siete pronti per l'ultimo capitolo della saga dei
reclutamenti??? Non so neanche se si possa definire saga, ma
comunque, essendo il capitolo in cui finalmente la gilda
sorgerà, ho
deciso di fare le cose in grande e, anche se avevo detto che avrei
aggiunto 6 personaggi a capitolo, oggi farò gli straordinari
e ne
metterò 11!!! Un dei motivi che mi ha spinto a farlo sono
state le
minacce di StelladelLeone (manco fosse la prima volta XD) e
anche...no basta, sono state solo le sue minacce a convincermi -.- ma
bando alle ciance che c'è tanto lavoro da fare, tanti team
da
assemblare e tante coppie da formare e torturare<3 gi ih ih mi
diverto al solo pensiero!
Capitolo
3
Il
sole del quarto giorno sorgeva, mentre la giovane Aika era
già in
marcia, lungo un sentiero di montagna, alla ricerca di un nuovo
alleato. Ormai si trovava ad almeno 3000 metri di quota e iniziava a
sentire la stanchezza.
-Ma
che cavolo ci sarà venuto a fare qui?- pensò la
ragazza mentre
continuava la sua scarpinata. Di colpo sentì un verso, un
ruggito
per la precisione, e davanti a lei comparve un orso bianco che
iniziò, lentamente, a camminare verso di lei con passo
pesante.
“Ehm...
ciao bello. Tu... sei il compagno di Kira giusto? N... non è
che
potresti dirmi dove si trova?” chiese Aika iniziando
però ad
indietreggiare.
L'orso
fece ancora qualche passò, quando una voce lo
fermò “Fermati
Icaro!!!”
Davanti
ad Aika comparve un bambino dai capelli castani e dagli occhi verdi.
Indossava un paio di infradito bianche, dei pantaloni che gli
arrivavano fino alle ginocchia e una canottiera verde scuro. Di certo
non erano dei vestiti fatti per la montagna.
Il
bambino mosse una mano verso l'orso e l'animale si sedette per terra,
sbuffando per la mancata cattura del pranzo.
“Tu
chi sei?” chiese il bambino girandosi verso Aika.
“Io
sono Aika e ti stavo cercando Kira.” disse la ragazza.
“Uhm...
non so come tu faccia a sapere il mio nome, ma non m'importa.
Perchè
sei qui? Cosa vuoi da me?” chiese il bambino andando a
sedersi su
una roccia.
“Volevo
chiederti di diventare mio alleato nella lotta contro il
male.”
disse Aika, tendendogli la mano.
“Potrò
avere un gelato?” chiese lui.
“Certo.”
rispose la ragazza chiedendosi perché proprio un gelato.
“Ok
allora accetto, ma sia ben chiaro, io in alto non ci vado.”
disse
lui con sguardo serio.
“Ti
sei accorto di essere a 3000 metri d'altezza?” chiese Aika
dubbiosa.
“Un
conto è una montagna, un conto è una torre che
può facilmente
crollare.” disse lui.
“Ok
un punto per te. Su, andiamo, la strada è lunga!”
disse Aika e i
due si incamminarono verso la capitale.
*
* *
A
pochi chilometri dalla capitale, lungo il limitare di un bosco,
stavano camminando un ragazzo ed una ragazza. Il primo aveva i
capelli neri, mentre quelli della ragazza erano arancioni, in
più
portava con se un'ascia bipenne.
Di
colpo, mentre si erano fermati a riposare, sentirono un urlo
agghiacciante provenire dal bosco.
“Hai
sentito Anya?” chiese il ragazzo.
“Sì,
era una persona. Andiamo a controllare Hayato!” disse la
ragazza e
i due si inoltrarono subito nel bosco, raggiungendo in poco tempo
l'origine dell'urlo. In una piccola radura vi erano cinque persone:
una ragazza, dai corti cappelli viola e neri e dagli occhi rossi, e
quattro uomini di cui tre erano a terra, immobili, mentre il quarto
era di fronte alla ragazza e si stava piegando all'indietro in una
maniera inverosimile. Ormai la schiena era prossima a rompersi e
così
fu. Si sentì un sonoro CRACK e l'uomo cadde a terra esanime.
La
ragazza posò il suo sguardo su Hayato e Anya. I due erano
rimasti
spaventati da quella scena e non sapevano come comportarsi.
Quella
killer era una semplice ragazza dalla carnagione chiara. Era alta
come Anya benchè non avesse un seno grande come il suo e gli
occhi
sembravano stanchi viste le palpebre mezze calate. Una ragazza come
tante insomma.
Indossava
delle scarpe nere, un paio di pantaloni blu che le arrivavano ai
polpacci, una specie di “sciarpa” celeste usata
come cintura, una
t-shirt grigia con la manica destra lunga ed infine una croce nera
appesa al collo.
“Chi
siete?” chiese la ragazza.
“Ehm...
io sono Hayato e lei è Anya. Non siamo tuoi
nemici!” precisò
subito Hayato.
“Tu
chi sei?” chiese Anya.
“Miwako.”
disse la ragazza senza alcuna emozione.
“Non
hai un cognome?” chiese Hayato curioso di sapere se anche lei
non
aveva ricordi del suo passato.
“No.
Non ho memoria di chi sono e il nome è scritto su questa
croce.”
rispose Miwako, mostrando loro la croce nera appesa al collo.
“Capisco.
Perchè hai attaccato quegli uomini?” chiese Anya
fissando i
cadaveri.
“In
realtà erano loro che volevano farmi del male, ma per quanto
possa
sembrare gracile, so difendermi.” disse Miwako.
“Uhm...
sei molto forte quindi ?” chiese Hayato.
“Ho
appena ucciso quattro uomini senza neanche toccarli. Tu cosa
credi?”
chiese la ragazza leggermente stizzita per la domanda inutile.
“Ok,
ok era solo per sapere. Ti andrebbe di venire con noi a
Zafirus?”
chiese Hayato.
“Perchè
dovrei seguirvi?” chiese Miwako.
“Beh,
stanno cercando maghi forti per sconfiggere il male. Pensavo potesse
interessarti.” disse il moro.
“D'accordo,
tanto non ho nulla da fare.” disse Miwako e si
avvicinò a loro.
“Uhm...
ne stavo giusto discutendo prima con Hayato...- disse Anya -... ti
andrebbe di formare un team con noi?”
“Un
team?” chiese Miwako.
“Ma
certo un team! Così sarà più
divertente!” disse Hayato.
“La
cosa non mi convince.” disse Miwako, iniziando a camminare.
“Dai,
non essere così fredda! Un po' di compagnia non
può che farti bene!
In più, potremmo aiutarti a scoprire il tuo
passato.” cercò di
convincerla Anya.
“Ci
penserò ma per ora chiudiamo qui il discorso.”
disse Miwako.
“Ehm...
Miwako?” disse Hayato.
“Cosa
c'è?” chiese la ragazza senza voltarsi.
“La
capitale è dall'altra parte.” disse Hayato,
indicando la direzione
opposta a quella presa da Miwako che si affrettò a
correggersi
“Andiamo?” chiese lei e i due la seguirono,
facendosi
l'occhiolino come ad indicare che il loro ormai era un trio.
*
* *
Una
ragazza dai lunghi capelli neri stava camminando verso la capitale.
Erano passati tre giorni da quando Aika l'aveva arruolata e non
vedeva l'ora di sapere chi fossero i nemici. In lontananza vide le
alte mura della città e affrettò il passo. Molte
persone si
spostavano al suo passaggio, impauriti dalla sua aura. Solo una
ragazza, dai lunghi capelli bianchi e dagli occhi neri, non si mosse,
anzi, le si parò di fronte e la guardò con
strafottenza “Ehi
carina mi intralci la strada!” disse l'albina mentre un
grosso lupo
bianco compariva alle sue spalle.
“Potrei
dire lo stesso di te!” rispose secca la mora scrutando la sua
interlocutrice “Se non vuoi fare una brutta fine, levati di
torno”.
Colei
la quale le aveva sbarrato la strada era alta quanto lei ed era
altrettanto formosa. La pelle era chiara e, sotto l'occhio destro,
aveva una cicatrice bianca a forma di stella con diverse punte che le
copriva tutto lo zigomo. Indossava dei sandali bianchi con i tacchi a
spillo, che si chiudevano tramite una cinghia sulla caviglia, un paio
di pantaloni neri di pelle, una doppia catena grigia usata come
cintura, una camicetta nera a mezze manche semitrasparente che
permetteva di vedere il bikini di un costume nero usato al posto di
un reggiseno ordinario.
L'albina
posò la sua fronte su quella della mora e, con voce
tranquilla, le
disse “Mi dispiace, ma mi piace questo posto. Penso che sarai
TU a
fare una brutta fine!”
“Bene,
se è questo che vuoi... come ti chiami?” chiese la
mora
scrocchiandosi le dita.
“Perchè
vuoi saperlo?” chiese l'albina.
“Perchè
voglio sempre conoscere il nome delle mie vittime!”
“Oh
interessante, allora ti rispondo subito. Mi chiamo Kay Mori e sto
farti a pezzi!” rispose l'albina.
“Io
sono Zafrina McConner piacere di conoscerti e... addio!!!”
urlò
Zafrina facendo scatenare una debole scossa sismica.
Kay
e il lupo saltarono in alto e, mentre l'animale raggiunse il tetto di
una casa molto bassa, l'albina atterrò su qualcosa di
invisibile e
Zafrina non riuscì a capire su cosa fosse atterrata.
L'albina alzò
entrambe le braccia e le mosse di scatto verso Zafrina, come se le
avesse lanciato qualcosa. Zafrina non capì il senso di quel
gesto ma
all'ultimo, mossa dall'istinto si buttò di lato e, nel punto
dove
stava prima, comparvero due grossi tagli nel terreno. Zafrina
guardò
divertita l'avversaria e pensò -Armi invisibili eh. Un
trucchetto
interessante, ma so come smascherarlo!- e muovendo velocemente le
mani, creò una tempesta di sabbia che colpì in
pieno Kay.
“Tsk
un po' misero come attacco!” la schernì l'albina.
“Non
eri tu l'obbiettivo!” le urlò di rimando Zafrina
e, solo allora,
Kay capì. Si guardò attorno e notò che
il disco sulla quale stava
in piedi e tutti gli altri dischi che le vorticavano attorno, erano
sporchi di sabbia e quindi visibili a occhio nudo.
“Capisco,
hai usato la sabbia per smascherare il mio potere.” disse Kay
ghignando.
Le
due si guardarono per un po' e poi scoppiarono a ridere. Si
avvicinarono l'un l'altra e si strinsero la mano, facendosi i
complimenti ed insultandosi nello stesso momento.
“Ehi,
ti va di venire a Zafirus? Cercano maghi potenti per affrontare il
male.” disse Zafrina.
“Ci
sto, dopotutto, un'attaccabrighe come te, non potrebbe mai resistere
due secondi in quella città.” disse Kay e, dopo
essersi insultate
ancora, si diressero verso Zafirus, seguite a breve distanza dal lupo
bianco di Kay.
*
* *
In
una piccola valle un uomo scappava. Era inseguito da qualcosa che
aveva sterminato tutti i suoi compagni e ora voleva uccidere anche
lui. Uscì da un piccolo bosco per poi ritrovarsi sul bordo
di un
burrone, nella quale scorreva un fiumiciattolo. Dietro di lui
comparve una specie di gorilla, era nero e le spalle e le mani erano
avvolte da delle fiamme scarlatte mentre sul resto del corpo, aveva
diversi spuntoni d'osso che lo ricoprivano come un'armatura. Da
dietro il gorilla apparve un ragazzo, dai capelli rossi a spazzola e
dagli occhi del medesimo colore, che lo guardò sorridendo.
Era
un giovane alto sul metro e ottanta dal fisico scolpito. Tra i suoi
corti capelli scarlatti erano presenti delle ciocche bianche.
Indossava solo un paio di scarponi neri, dei pantaloni neri di pelle,
un lungo cappotto nero aperto sul davanti, che lasciava visibili le
varie cicatrici sul suo corpo, ed infine un collare borchiato.
“Non
è per niente bello abbandonare una festa lo sai?”
chiese il
ragazzo.
“Ti...
ti prego non uccidermi!” urlò l'uomo.
“Oh
con questa semplice frase, hai detto due cose sbagliate. La prima
è
che io non ti ucciderò, la seconda... è che
sarà il mio demone a
massacrarti fino alla morte.” disse il ragazzo, dando una
pacca
sulla schiena del gorilla che partì in quarta ed
iniziò a colpire e
mutilare l'uomo che, intanto, aveva iniziato a gridare di dolore. Il
ragazzo osservò la scena divertito e ascoltò
beatamente le urla
dell'uomo che smisero dopo pochi minuti.
“Ottimo
lavoro, puoi tornare a casa.” disse il ragazzo e il gorilla
prese
completamente fuoco, scomparendo. “Puoi uscire da
lì se vuoi.”
disse il ragazzo ad alta voce, guardando verso un albero dalla quale
uscì Aika che, per tutta risposta, gli disse “Non
hai forse
esagerato con quell'uomo?” e lui “Beh, lui e i suoi
scagnozzi
avevano dato fuoco ad un villaggio, mi sembrava il minimo”.
“Tu
devi essere Angel Deathing.” disse la ragazza, sfogliando il
suo
block-notes.
“Esatto
e se ora non ti dispiace, me ne andrei in città.”
e fece per
allontanarsi ma Aika lo bloccò.
“So
chi sei in realtà... Leo”.
Angel
si bloccò di colpo e, guardando Aika con cattiveria, le
disse “Non
usare più quel nome. Leo è morto anni
fa”.
“Oh
questo lo so... sai, io non penso che tu sia una cattiva persona,
malgrado tu ti serva di demoni per combattere, nostri acerrimi
nemici.” disse la ragazza “Ma voglio offrirti
un'occasione.
Unisciti a me ed i miei alleati e aiutaci a sconfiggere il
male”.
Angel
la guardò per un po', poi disse “Accetto ma ad una
condizione... e
cioè che tu non riveli a nessuno il mio passato”.
“Affare
fatto.” disse Aika “Presentati tra due giorni al
castello reale
di Zafirus, lì ti spiegherò tutto.” e
si dissolse nella nebbia.
Angel
iniziò il suo cammino e pensò -Uh uh uh...ci
sarà da divertirsi-.
*
* *
Ormai
era calata la notte e la maggior parte delle persone dormiva
beatamente. In un tranquillo villaggio, poco lontano da Zafirus,
correvano tre ragazze, ognuna in una via diversa, ma parallele far di
loro.
La
prima ragazza aveva i capelli azzurri e ondulati lunghi fino alla
vita mentre gli occhi erano verde smeraldo. Era alta un metro e
sessantacinque e il suo fisico a “clessidra”
sinuoso e allenato.
Indossava dei pantaloni blu attillati, una maglietta bianca con una
croce nera sul fianco destro e un paio di scarpe da ginnastica nere.
La giovane correva con incredibile grazia sui tetti del paese.
La
seconda aveva dei corti capelli neri tenuti in un caschetto
spettinato mentre i suoi occhi erano rossi come il sangue. Era molto
alta, almeno un metro e ottanta, e il suo corpo era ben proporzionato
nelle misure. Indossava una felpa nera con disegnato sulla schiena un
lupo tribale bianco, dei pantaloncini di jeans blu, degli stivaletti
neri, che al posto dei semplici lacci avevano delle catene, e un
artiglio di drago appeso al collo. L'ultimo elemento del suo
equipaggiamento era un enorme spadone nero dai riflessi viola che,
incredibilmente non la rallentava minimamente vista la
velocità alla
quale stava procedendo.
Infine
la terza ragazza era decisamente bassa ma con un corpo ben allenato e
dal seno prosperoso. Il volto era per lo più coperto dal
cappuccio
del suo mantello nero ma le sue labbra sottili erano comunque
visibili insieme ad alcune lunghe ciocche di un biondo ramato.
Indossava, oltre al mantello, una canottiera nera che si allacciava
dietro al collo lasciandole scoperta la schiena, un paio di pantaloni
attillati neri, degli scaldamuscoli bianchi sugli avambracci, una
cintura di pelle marrone e degli stivali neri. La cosa che poteva
sembrare molto assurda era il fatto che dai pantaloni, per la
precisione da un buco posto poco sopra il fondo schiena, usciva una
coda di tigre la quale si muoveva a ritmo con i passi della giovane.
Stavano
tutte e tre inseguendo una figura avvolta in un mantello nero, ma
nessuna ragazza era a conoscenza delle altre due. Arrivarono, nello
stesso momento, in una grossa piazza, nel cui centro vi era una
statua a forma di drago e, su di essa, vi era seduta la figura col
mantello. Le tre si guardarono per un secondo e, nello stesso
istante, chiesero “E tu chi sei?”
“Io
mi chiamo Miel e ho un conto in sospeso con quel ladro!”
disse la
bionda, indicando la figura seduta sulla statua.
“Io,
invece, sono Lyra e anch'io devo vedermela con quel ladro.”
aggiunse la turchina fulminando con lo sguardo il diretto
interessato.
“Io
sono Lya e adesso levatevi, devo ucciderlo.” disse la mora
partendo
all'attacco.
La
figura incappucciata, scese dalla statua e attese la sua avversaria
che non tardò ad arrivare. Lya cercò di colpirlo
con un fendente
del suo spadone, ma l'avversario riuscì agevolmente ad
evitare il
corpo ed arrivargli alle spalle. Immobilizzò la ragazza e
disse “Lya
Pendragon detta Phantom o Demon, che dirsi voglia. Ho sentito parlare
di te.” disse la figura e Lya capì che si trattava
di un ragazzo.
Il
ragazzo la lasciò andare e si allontanò di
qualche metro, ma Lyra
ne approfittò e, correndo in avanti, si trasformò
in un lupo
avvolto da fulmini e cercò di azzannare l'avversario che
però saltò
in alto e, con un calcio al volo, la spedì contro la statua
di
drago, affianco a Lya.
“Lyra
Yoshina, detta Zanna gialla. Conosco pure te, e ora capisco il
perchè
di quel soprannome.” disse il ragazzo, mentre Lyra tornava
alla sua
forma umana.
Il
ragazzo si voltò verso Miel per fronteggiarla, ma rimase
sorpreso
nel non vederla. Di colpo, avvertì un brivido lungo la
schiena e si
voltò, rimanendo sconcertato nel constatare che Miel stava
uscendo
dalla sua ombra e teneva in mano un pugnale fatto proprio d'ombra. Il
ragazzo sorrise e, in meno di un secondo, puntò la mano
destra verso
la statua e la mano sinistra verso Miel, e disse
“SWITCH!!!”
Miel
concluse il suo affondo ma solo all'ultimo si accorse di non avere
più davanti il ragazzo. Si guardò attorno confusa
e notò che era
tra le altre due ragazze, al posto della statua, mentre la statua era
nel punto in cui si trovava lei fino a pochi secondi prima.
“Miel
Lithien, detta Ladra Nera. Tu di certo non passi
inosservata.”
disse il ragazzo, lasciando interdetta Miel che pensò -Una
magia
dello spazio?-
Il
ragazzo guardò divertito le tre ragazze che continuavano ad
osservarlo con rabbia. “Bene...” disse poi
“... il test è
finito”.
“Cosa?”
chiese Miel.
“Test?”
aggiunse Lyra.
“Sì,
esatto test. Volevo constatare la vostra forza per veder se potevate
essere utili alla causa.” disse il ragazzo.
“Quale
causa?” chiese Lyra.
“Tutto
a tempo debito.” disse il ragazzo ghignando.
“Tsk,
non sperare che io stia al tuo gioco.” disse Miel
“Qui ci sono
delle persone povere che hanno bisogno di me!”
“Lo
so, ma se tu aderissi alla causa, potresti aiutare molte più
persone, salvandogli la vita!” disse il ragazzo allargando le
braccia.
“Spiegami
cos'è questa causa di cui parli tanto!”
urlò Lyra.
“Uh
uh uh... se volete saperlo, fatevi trovare dopodomani al castello
reale di Zafirus”.
“A
quale scopo.” disse Lya, continuando a fissarlo male.
“Stanno
formando una gilda e cercano gente in gamba. Pensavo che vi sarebbe
interessato visto che una gilda è come una famiglia e... se
non
sbaglio, siete tutte e tre sprovviste di famiglia.” disse il
ragazzo.
“Tu
dannato...!” disse Miel facendo un passo verso di lui.
“Se
volete un consiglio, andate lì come team. Sareste
invincibili.”
suggerì il ragazzo e poi, dopo aver buttato a terra un
pacchetto,
svanì nel nulla senza lasciare traccia. Le tre ragazze si
avvicinarono al pacchetto e lo aprirono. Trovarono due pugnali, che
si riprese Lya; un ciondolo a forma di fenice, proprietà di
Lyra e
un borsellino pieno di monete d'oro che Miel fu lesta a prendere.
“Voi
cosa farete?” chiese Lyra.
“Ora
porterò questo denaro all'orfanotrofio, e poi mi
dirigerò verso
Zafirus.” disse Miel.
“Allora
potremmo andare come team!” disse Lyra ammettendo che quella
era
davvero una buona idea.
“Non
mi piace combattere in gruppo... sono solo un peso.” disse
Miel, ma
Lyra le mise le mani sulle spalle e, scuotendola, le disse
“Vuoi
scherzare? Il tuo potere era incredibile, non sarai un peso, fidati
di me!”
“Uhm...
ok... allora accetto.” disse Miel.
“Tu,
invece, che farai?” chiese Lyra a Lya.
“Andrò
a Zafirus.” disse l'altra.
“Che
ne dici di formare un...?” iniziò Lyra ma Lya
bloccò.
“Il
cinquanta per cento.” disse Lya mostrando la mano destra
aperta.
“Eh?”
fecero le altre due confuse.
“Ho
sempre agito per i soldi quindi, se agiremo come team, voglio la
metà
della ricompensa.” disse Lya, guardando le due con uno
sguardo che
le fece indietreggiare.
“Ehm...
ok... per me va bene...” disse Lyra e Miel la
assecondò annuendo.
Lya
non disse più nulla e si avviò verso la capitale,
mentre le altre
due, decisero di andare prima all'orfanotrofio.
“Lya,
ci vediamo a Zafirus!” urlò Lyra ma Lya non la
degnò di risposta
e continuò a camminare.
“Forse
avremo dei problemi con quella li...” disse Miel.
“Ma
no, in fondo è una brava ragazza!” disse Lyra e le
due si
avviarono verso l'orfanotrofio, quando Miel si guardò
attorno
preoccupata e Lyra le chiese “Che succede?”
“Ehm...
ecco... non mi ricordo più dov'è
l'orfanotrofio... eh eh eh...”
disse Miel grattandosi la testa.
Un
gocciolone cadde sulla testa di Lyra che pensò
-Effettivamente...
sarà dura all'inizio...-
*
* *
Ultimo
giorno
Per
una strada di Zafirus, camminavano un ragazzo dai capelli neri corti
e un bambino in groppa ad un orso polare.
“Senti
Kira, ma sei proprio sicuro che posso venire anch'io?” chiese
il
ragazzo.
“Te
l'ho già detto Yukiteru, sì! Quella ragazza...
Aika se non sbaglio,
mi ha chiesto di reclutare i maghi che ritenevo degni, mentre venivo
a Zafirus.” disse Kira.
“Uhm..allora
mi reputi degno, vuol dire che sono un mago troppo forte!”
disse
Yukiteru battendosi un pugno sul petto.
Il
bambino si girò verso di lui e lo squadrò di
nuovo da capo a piedi.
Era un ragazzo come tanti. Alto un metro e ottanta, aveva un fisico
scolpito e la carnagione era abbronzata. I suoi occhi neri come la
pece sprizzavano giovinezza ed erano molto vivaci. Indossava dei
vestiti molto leggeri: un paio di sandali blu, dei pantaloni bianchi
larghi che gli arrivavano fino ai polpacci, una canottiera rossa
aderente ed infine tre orecchini circolari d'ora all'orecchio destro.
Sull'avambracciod estro era visibile un piccolo tatuaggio formato da
tre lettere e cioè “B.A.N” ma Kira non
seppe dire a cosa si
riferissero quelle lettere.
“Ora
non esagerare, io...!” Kira si bloccò a
metà frase e iniziò ad
annusare l'aria.
“Qualche
problema?” chiese Yukiteru.
“Questo
odore... è quello di Aika ed è qui vicino!
Seguimi Yukiteru!”
disse Kira partendo di corsa e il moro, iniziò a corrergli
dietro,
sorprendendo Kira per quanto fosse veloce.
Intanto,
poco più avanti, in una via perpendicolare a quella di Kira
e
Yukiteru, camminavano due ragazze, la prima era bionda e portava una
katana sul fianco destro, mentre la seconda aveva i capelli castani
lunghi e sciolti.
“Scusa
Nikora, ma non vorrei essere fuori posto.” disse la castana.
“Devi
stare tranquilla Fede! Vedrai che sarà felice di
conoscerti!”
disse Nikora entusiasta.
“Quindi
questa Aika sta reclutando maghi forti?” chiese Fede.
“Già
e tu sei molto forte! Hai distrutto una miniera con un
colpo!”
disse Nikora osservandola per bene. Era una ragazza alta dal fisico
magro ma formoso. I grandi occhi erano del medesimo colore dei
capelli e il suo vestiario casual era composto da delle scarpe da
ginnastica bianche, dei pantaloncini di jeans blu e una canottiera
bianca.
Di
certo poteva passare inosservata per il suo aspetto ma di certo non
per il suo potere.
“Ehm...
non l'ho fatto apposta.” cercò di giustificarsi
Fede, quando notò
che Nikora stava annusando l'aria e poi partì di corsa
urlando
“Sento il suo odore! Vieni Fede!!!” e l'amica
iniziò a correrle
dietro. Giunsero ad un incrocio e girarono di botto a sinistra, nello
stesso istante in cui un ragazzo ed un orso polare, cavalcato da un
bambino, provenienti da quella via, svoltavano di scatto a destra.
L'impatto fu inevitabile.
Yukiteru
aprì lentamente gli occhi e sentì la faccia
schiacciata da
qualcosa, cercò di muoverlo e constatò che era
molto morbido, ma
arrossì completamente, non appena si accorse che si trattava
del
seno di una ragazza. Iniziò a balbettare, mentre la ragazza
si
svegliava e guardava il ragazzo sotto di lei. Per alcuni secondi, si
guardarono dritto negli occhi ma la magia durò poco
“AAAAAAAAAAAAHHHH!!!! Maniaco!!!” urlò
Nikora colpendo in pieno
viso Yukiteru e spedendolo contro un muro.
La
bionda si guardò attorno e constatò che Fede
stava bene.
“Tu
hai lo stesso odore di Aika,” le disse un bambino davanti a
lei.
“Anche
tu, se è per questo.” disse Nikora, alzandosi. Si
guardarono per
mezzo secondo e poi, nello stesso istante, dissero “Ti ha
reclutato”.
Dopo
le presentazioni, i quattro si diressero verso il castello. Lungo la
strada, decisero di formare un team, anche se Nikora non si fidava
tanto del maniaco che, chiamato in causa, cercava inutilmente di
giustificarsi. Fede e Kira, sorrisero nel vedere quella scenetta e
intanto cercarono di pensare ad un nome per il team.
*
* *
Aika
guardò l'orologio appeso al muro del bar. Era quasi ora. Era
da
almeno un'ora che stava contrattando con due ragazze per il loro
ingresso nella gilda e lei era ormai al limite.
La
prima, colei che aveva dato il via a quella contrattazione, era una
ragazza dal fisico minuto ma comunque ben allenato. Aveva dei corti
capelli tenuti spettinati di un particolare azzurro chiaro mentre gli
occhi erano neri con delle lunghe striature viola. Le labbra sottili
erano piegate in un sorriso da diverso tempo e, in attesa della
conferma di Aika, la giovane si passò un dito sulla lunga
cicatrice
che portava sulla guancia destra. Indossava degli stivali neri, delle
calze nere lunghe fino alle cosce, una gonna a balze nera, una
canottiera nera a coprirle il formoso seno e un cappotto nero lungo
fino alle caviglie aperto davanti.
“Ehi
Arya, mi sa che sta per cedere.” disse l'azzurra alla sua
amica
sorridendo per poi accarezzare il giovane lupo grigio seduto di
fianco a lei.
“Credo
proprio che tua abbia ragione Tsuki.” disse la sua amica
sorridendo
a sua volta.
La
seconda ragazza, che rispondeva al nome di Arya, aveva un fisico
minuto ed era più bassa di Tsuki quasi come una bambina
delle
elementari. Aveva dei lunghi capelli arancioni lunghi fino ai fianchi
e due grossi occhi azzurri. Indossava degli stivaletti bianchi, un
vestito arancione che le arrivava fino alle ginocchia, un
braccialetto nero all'altezza della spalla destra e per concludere un
grosso fiocco bianco dietro la testa.
“E
va bene, accetto le vostre condizioni, assaggerò sempre le
torte al
cioccolato di Tsuki e metterò una legge che vieti i cactus e
le
siringhe nella gilda. Siete contente ora?” chiese Aika.
“Sì
ora sì!” rispose felice Tsuki.
“Quando
si comincia?” chiese Arya, spostando una ciocca di capelli
arancioni dalla fronte.
“Subito!”
disse Aika sorridendo per poi uscire dal bar, seguita da Tsuki e
Arya. Le tre andarono al castello reale ed entrarono, salutate dalle
guardie.
Aika
andò spedita verso un grosso portone di legno e le due
guardie,
vedendola arrivare, lo aprirono di corsa e le tre maghe entrarono.
Tsuki e Arya rimasero a bocca aperta. La sala era enorme, vi erano
tavoli e sedie di legno, tavolini con poltrone, un caminetto e un
tavolo enorme imbandito di ogni tipo di cibo. La cosa che
però colpì
di più le due nuove arrivate, fu che nella sala, c'erano una
ventina
di persone le quali si girarono contemporaneamente verso di loro.
Arya arrossì sentendosi in imbarazzo.
Aika
camminò attraverso la sala, seguita dalle due compagne che,
occasionalmente, salutavano qualcuno, e salì su un piccolo
palco.
Tutte le persone presenti nella sala si riunirono attorno al palco e
lei, dopo aver guardato ciascuno di loro negli occhi, iniziò
a
parlare.
“Per
prima cosa voglio ringraziarvi di essere venuti, tra di voi ci sono
maghi reclutati personalmente da me e altri che, invece, si sono
aggiunti da soli o sotto invito di altri. Ora vi dirò il
motivo per
la quale siete stati convocati. Nella fascia oscura, sette giorni fa,
si è risvegliato un potente demone di nome Ruganax. Il suo
obbiettivo è sterminare la razza umana e per farlo ha
bisogno della
mia anima.” Aika osservò i vari sguardi confusi
dei suoi compagni
e poi riprese “Sia io che lui siamo collegati spiritualmente
e
possiamo morire solo per mano dell'altro. Se lui riuscisse ad
uccidermi, otterrebbe un corpo immortale e gli umani sarebbero
spacciati. Non vi mentirò con parole del tipo -Siete i
più forti e
non potete perdere- ma vi dirò la pura e semplice
verità e cioè
che ciascuno di voi, in questa guerra, potrebbe morire. Vi ho
osservato attentamente, raccogliendo dati su ciascuno di voi e molti
altri. Io vi ritengo all'altezza del compito, ma sta a voi scegliere
cosa fare. Se ora qualcuno di voi se ne andasse, preferendo non
affrontare questo rischio, non gli dirò niente e non
cercherò di
fermarlo. Ora che sapete tutto, potete scegliere”.
I
vari maghi si guardarono tra di loro, indecisi sul da farsi, poi
Edward, con un sorrisetto sulle labbra, salì sul palco e
disse
“Aika, io ho accettato di seguirti perchè potevo
cambiare vita e
sapevo a cosa andavo incontro. Non sarà di certo uno stupido
demone
a farmi cambiare idea. Mi dispiace per te, ma io non mi muovo da
qui.” e dietro di lui comparvero Erika e Yelle, con lo stesso
sorriso del compagno.
Fu
il turno di CJ a farsi avanti e disse “Tu mi hai salvato da
morte
certa. E' tempo per me di ripagarti. Non ti libererai tanto
facilmente di me”.
Al
suo fianco, comparve Angel che le sorrise “Io non ti conosco
direttamente, ma posso comunque dire che hai un cuore puro.
Resterò
anch'io qui a combattere”.
Dopo
di lei parlò Giada “Aika, anche se ci conosciamo
da poco, io ti
considerò già un'amica. Non permetterò
a quei demoni di farti del
male. Io resto.” e dietro di lei, Amlach aggiunse
“Un vero
guerriero non abbandona il suo re nel momento del bisogno.
Combatterò!” al suo fianco Misaki disse
“Affrontare un potente
demone non capita tutti i giorni. Penso che
resterò”.
Fu
Hayato a parlare dopo “Aika, tu hai avuto la sfortuna di
avere un
legame con quell'essere, ma questo non ti impedisce di avere una vita
felice e io combatterò perchè tu possa
averla.” seguito da Anya
“Le vere amazzoni non scappano e non lasciano i loro amici in
pericolo. Rimango qui!” e infine parlò Miwako
“Non è giusto
dover passare tutti i giorni nel terrore. Ti affiancherò in
questa
guerra”.
Toccò
a Zafrina parlare “Mi hai fatto una promessa Aika, e non me
ne
andrò da qui finché non la manterrai. Considerami
ufficialmente
reclutata.” e dietro di lei parlò Kay
“L'idea di affrontare un
demone fortissimo mi elettrizza! Spero che non ti dispiaccia se
resto”.
Kira
salì in groppa al suo orso per farsi sentire “Hai
dovuto faticare
parecchio per raggiungermi e farmi la tua richiesta, non
permetterò
che quella fatica vada sprecata. Resto.” seguito da Nikora
“Mi
dispiace ma non me ne andrò finché non ti farai
un bagno caldo con
me! Io resto.” Yukiteru non fu da meno “Una ragazza
che si mette
in prima linea per trovare alleati rischiando la vita... non posso
permettere che quei bastardi trionfino. Sono pronto a
combattere!”
e infine Fede “Anch'io ho avuto il terrore di essere
eliminata in
qualunque momento, il minimo che posso fare è impedire che
tu provi
quella stessa paura. Resto”.
Fu
il turno di tre ragazze a parlare. Miel, la quale si era tolta il
cappuccio mostrando a tutti i suoi grossi occhi azzurri e le orecchie
da tigre, si fece avanti e disse “Io aiuto sempre le persone
in
difficoltà e non farò un'eccezione questa volta.
Ti aiuterò!”
seguita da Lyra “Quel demone non la passerà
liscia, farò in modo
che non possa toccarti! Sono pronta!” e da Lya
“Combatterò. Non
sono abituata a fuggire”.
Venne
il turno di Leo che guardò sorridendo Aika “I veri
demoni non
minacciano una povera ragazzina, solo i vigliacchi lo fanno. Se me lo
permetterai, io combatterò al tuo fianco”.
Le
ultime a parlare furono Tsuki e Arya “Tu ci hai promesso
diverse
cose e so che rispetterai la parola data, noi siamo con te!”
disse
Tsuki e Arya annuì sorridendo.
Aika
senza volerlo iniziò a piangere e le ci vollero diversi
secondi per
riuscire a calmarsi “Vi... ringrazio... di
cuore...” dopo essersi
asciugata gli occhi, mostrò un enorme sorriso, e alzando le
braccia,
disse “In tal caso, vi do il benvenuto alla nostra gilda!!!
Benvenuti a LAST HOPE!!!” e un coro di urla accolsero quelle
parole
tanto attese.
*
* *
Intanto,
ai confini del regno, in una città ormai devastata, una
guardia
chiedeva disperatamente aiuto.
“Qui
avamposto Red, siamo stati attaccati da centinaia di demoni! Sono
apparsi dal nulla! Vi prego aiut...!!!” una lancia si
conficcò nel
suo torace impedendogli di finire la frase.
Il
rettile umanoide, dopo aver estratto la lancia, leccò il
sangue
dell'uomo e urlò “Avanti fratelli!!! Zafirus ci
aspetta!!!” e
tutti i demoni si levarono in volo diretti verso la capitale.
La
guerra era ormai iniziata.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Non
posso commentare, mi sanguinano le dita e gli occhi. Spero che vi
soddisfi, perchè altrimenti potete andarvene nella fascia
oscura!!!
Beh, è stata dura, ma ce l'ho fatta!!! :D Vi ringrazio di
cuore per
avermi seguito finora e ci vediamo alla prossima. CHAOS!!!
P.S:
se non vi dispiace mi prenderò una pausa di qualche giorno :P
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 4 ***
Chaos
come va? Siete pronti alla battaglia? Bene, dalle vostre facce
speranzose, posso capire che siete parecchio ansiosi, quindi la
farò
breve e vi lascerò al capitolo. Ci sono alcuni annunci da
fare:
primo:
mi spiace per voi, ma il ladro non ero io, se no, sarei stato molto
più figo u.u
secondo:
siamo a corto di uomini XD quindi, spero che le ragazze abbiano un
po' di pazienza, se non vengono accoppiate subito, ma state
tranquille, i rinforzi sono in arrivo ;) (piccola precisazione, se
una di voi vuole a tutti i costi essere accoppiata con un OC in
particolare, me lo faccia sapere via messaggio privato, così
potrò
dirle se l'OC è libero oppure no.)
terzo:
a causa dei nomi uguali, Angel di 46fede d'ora in poi, nelle
descrizioni, si chiamerà Leo, mentre nei dialoghi
manterrà il suo
vero nome. Mi scuso per il disturbo.
Bene,
fine degli annunci e inizio del capitolo (che si preannuncia eterno).
Buona lettura!!!
Capitolo
4
Era
passata poco più di mezz'ora da quando la gilda Last Hope
era stata
creata e adesso, nello stesso salone in cui era nata, i vari maghi
membri della gilda, si stavano rilassando, chiacchierando e
socializzando tra di loro.
CJ,
dopo averci provato con metà delle ragazze, era stato
richiamato da
Angel per discutere di una questione importante, cioè il
loro team.
La giovane aveva stretto una forte amicizia con Giada che le aveva
subito proposto di unire i loro due gruppi. Angel aveva subito
approvato e così era nato il primo team ufficiale della
gilda: il
team Nature Queen, composto da CJ, Angel, Giada, Amlach e Misaki; il
povero CJ non aveva avuto voce in capitolo, a Misaki le andava
benissimo il nome, mentre Amlach, che stava lucidando le sue tre
katana, continuava a dire che era un lupo solitario e che non
dovevano includerlo nel team ma gli altri non se lo filavano manco di
striscio, tranne Misaki che continuava a rimproverarlo dicendogli che
era troppo solitario e che un team era quello che faceva per lui.
Edward,
che continuava a dire che quel posto era un mortorio, era riuscito a
far scattare la prima rissa della gilda a cui avevano partecipato la
maggior parte dei presenti compresa Aika. Dopo che la rissa era stata
sedata da Amlach, Lya e Miwako, il ragazzo aveva stretto amicizia con
Leo e gli aveva subito imposto di unirsi al suo team, dato che per
ora era l'unico ragazzo del gruppo e Leo aveva accettato. Erika,
avendo saputo la novità era andata subito a presentarsi al
nuovo
compagno di team e non appena si erano incontrati, aveva sentito un
brivido lungo la schiena, stessa cosa era successa a Leo ma i due,
ignorando completamente quella sensazione, si erano stretti la mano e
si erano presentati. Yelle, dopo essersi presentata al nuovo
compagno, aveva subito proposto il nome Caos Wind per il loro team.
Edward e Leo stavano per protestare, ma un'occhiataccia dell'albina
li aveva subito fatti desistere e così anche il secondo
team,
composto da Edward, Leo, Yelle e Erika, era nato.
Ben
più complicata era stata la nascita del team Burning Star,
composto
da Yukiteru, Kira, Fede e Nikora. Proprio quest'ultima era rimasta
contraria fin dall'inizio ad avere in squadra, a detta sua, un
maniaco come Yukiteru che però cercava, continuamente ed
inutilmente, di discolparsi per quanto successo poche ore prima. Era
servito l'intervento di Kira, che sembrava essere entrato nelle
grazie della bionda, per far si che Yukiteru venisse ammesso nel
team. Fede, fin dall'inizio, aveva cercato di far cambiare idea a
Nikora dicendole che in fondo era stato un incidente ma l'altra era
lungi dal perdonarlo. La situazione si era finalmente calmata dopo
che Edward aveva dato origine ad una rissa e sia Yukiteru che Nikora
si erano subito tuffati nella scazzottata, sotto lo sguardo divertito
dei loro compagni.
Dopo
la rissa, Hayato era andato da Anya e Miwako per parlare del loro
team. Anya aveva subito acconsentito alla creazione di un team,
essendo lei abituata a lavorare in squadra, mentre Miwako, senza
mostrare una grande partecipazione, gli aveva lanciato di continuo
delle frecciatine e a causa di queste, il ragazzo aveva avuto qualche
difficoltà a pensare, ma alla fine se ne era uscito con il
nome
Cross Warriors e, stranamente, Miwako aveva accettato. Hayato, in
quella mezz'ora, aveva scoperto che la sua compagna di team Anya, non
era molto propensa a fare amicizia con gli altri, infatti, aveva
socializzato solo con lui, Miwako, Aika e qualche altro mago. Il moro
non era intenzionato a rovinare quel momento di festa ma si era
ripromesso di chiederle qualcosa sul suo passato per cercare di
aiutarla.
Un
team che, invece, aveva avuto poche difficoltà a nascere era
stato
il team Shadow Roar, composto da Miel, Lya e Lyra. Delle tre, la
scelta del nome, era stata lasciata a Miel e Lyra, mentre Lya si era
subito seduta ad un tavolo con un bicchiere e una bottiglia di
tequila. Le due compagne avevano più volte cercato di farla
partecipare ma lei, ogni volta, le faceva allontanare con un solo
sguardo e, alla fine, avevano desistito, preferendo andare a
chiacchierare con qualcun'altro. Lya le aveva viste allontanarsi ma
non aveva fatto nulla per fermarle e si era bevuta un bicchierino di
liquore.
L'ultimo
team che sembrava il più arduo, era quello composto da
Zafrina e
Kay, a cui si erano aggiunte Tsuki e Arya. Le prime due, erano
impegnate da dieci minuti in una sfida a braccio di ferro per
decidere il leader della squadra e nessuna delle due sembrava
intenzionata a cedere. Il tutto sotto lo sguardo di diverse persone
che facevano il tifo. Arya guardò preoccupata le due
compagne. Lei
voleva, malgrado fosse impossibile, che vincessero tutte e due e si
stava ingegnando per trovare una soluzione. D'un tratto, ebbe
l'illuminazione.
“Perchè
il leader non lo facciamo fare a Tsuki?” chiese Arya.
“Cosa?”
chiesero in contemporanea le tre compagne.
“Beh...
voi due non sembrate sul punto di cedere e se non sbaglio, a Tsuki
sarebbe piaciuto formare il team più forte e fare missioni
importanti. Giusto Tsuki?” chiese Arya sorridendole.
“Sì,
questo è vero ma...” iniziò Tsuki ma
Arya aggiunse “In più è
un'ottima stratega e poi... il capo-squadra deve sempre controllarsi
e non lasciarsi dominare dall'euforia dello scontro. Quindi... se una
di voi due dovesse diventare capo-squadra dovrebbe rinunciare al
grosso della lotta!” spiegò Arya sorridendo.
Sentendo
quelle parole, Zafrina e Kay, smisero subito di sfidarsi, si alzarono
e misero una mano sulle spalle di Tsuki, dicendo “Sarai un
ottimo
capo-squadra!” e Tsuki, malgrado fosse felice di
ciò, non poté
non sentirsi un po' a disagio.
“Ora
ci manca solo un nome!” disse euforica Arya.
“Che
ne dite di: The Team?” propose Zafrina.
“Ma
che nome stupido! Cosa dovrebbe rappresentare?” chiese Kay.
“Noi
diventeremo il team più forte della gilda, quindi non avremo
bisogno
di un nome che ci caratterizzi.” disse Zafrina e Kay
sembrò
ragionarci su.
“Per
me va bene.” disse Tsuki sorridendo.
“Uhm...
possiamo modificarlo con Team Amazons?” disse Arya
“In fondo
siamo tutte ragazze!”
“Ugh...
se a voi va bene...” disse Zafrina.
“Io
sono più che favorevole!” disse Kay con il solo
scopo di far
incavolare Zafrina e avere un buon pretesto per fare a botte.
“Beh...
anch'io sono favorevole quindi per tre voti a uno, il nostro
sarà il
Team Amazons.” disse Tsuki e le altre esultarono ma la loro
felicità, e anche quella di tutti gli altri, durò
poco perchè un
soldato entrò, sbattendo la porta, nella sala e si
fermò davanti ad
Aika, inginocchiandosi. Era paonazzo e con il fiatone.
“Sa...
sacerdotessa... Aika... anf... anf... è
terribile!” disse il
soldato.
“Cosa
succede?” chiese Aika mentre un oscuro presentimento le
nasceva
nella testa.
“I
demoni stanno attaccando!!! Sono migliaia e non riusciamo a fermarli,
ma siamo riusciti a far evacuare i civili!!!” urlò
il soldato.
“Così,
infine, sono arrivati...” disse Aika con voce tesa. La
ragazza salì
su un tavolo per farsi sentire da tutti e urlò
“Ragazzi!!! I
demoni sono qui!!! E' giunto il momento! E' ora di mostrare il potere
della gilda creata apposta per affrontarli!!! Preparatevi per lo
scontro!!!” poi volse il suo sguardo verso il soldato
“Qual'è la
situazione?”
“I
demoni hanno praticamente circondato la città e stanno
attaccando da
tutti e cinque i portoni!!! Per ora ne abbiamo identificati due tipi:
i primi hanno sembianze da rettili e possono volare mentre i secondi
hanno sembianze taurine, agiscono a terra e sono i rettili ad
evocarli usando speciali marchingegni che hanno piazzato fuori dalle
mura. Ce ne sono cinque, uno per portone!!!”
spiegò il soldato.
Aika
tornò a guardare i suoi compagni ed urlò
“Avete sentito? La
chiave per la vittoria sta nel distruggere quei marchingegni!!! Per
adesso vi siete divisi in sei team quindi cinque team si divideranno
e ciascuno di loro si occuperà di un portone, mentre il
sesto team
resterà qui e respingerà gli eventuali demoni che
riusciranno a
passare!!!” e un fortissimo coro di
“SI'!!!!!!!” accolse le sue
parole dopodiché tutti i maghi, con rispettivi compagni
animali,
corsero fuori e molti di loro rimasero a bocca aperta.
La
città di Zafirus si estendeva su una superficie che poteva
essere
contenuta in una circonferenza dal raggio di 10 chilometri. Le alte
mura della città avevano cinque portoni che si trovavano
alla stessa
distanza l'uno dall'altro come se fossero i vertici di un pentagono e
ora, la maggior parte di quell'enorme città, era avvolta
dalle
fiamme. In cielo c'erano degli enormi gruppi di quegli esseri dalle
fattezze di rettili. Erano alti circa due metri, avevano le squame
nere, occhi rossi e due grosse ali da pipistrello, ognuno di loro
aveva in mano una lancia di ferro in più sparavano globi
oscuri
dalla bocca.
I
ragazzi si guardarono tra di loro e decisero il loro obbiettivo.
“Io
e il mio team ci prendiamo il portone a sud-est, usando il mio potere
del teletrasporto, arriveremo in un baleno.” disse Misaki.
“Bene,
allora, il team Caos Wind si prende il portone a sud-ovest!”
urlò
Yelle alzandosi in volo.
“Noi
possiamo andare molto veloci, il mio team si prenderà il
portone a
nord, quello più lontano!” disse Kira salendo in
groppa al suo
orso polare.
“Restano
quello a nord-ovest e a sud-ovest, in più un team deve
restare qui a
proteggere Aika.” disse Tsuki “Il mio team si
prenderà quello a
nord-ovest”.
“Noi
resteremo qui e ci assicureremo che non succeda niente ad
Aika.”
disse Lyra e le sue due compagne annuirono.
“Perciò
l'ultimo rimasto è quello a nord-est. Bene, non dovrebbero
esserci
problemi per il mio team!” disse Hayato.
“Un
attimo, io verrò con voi.” disse Amlach
avvicinandosi ad Hayato.
“Perchè?”
chiese Giada fissando il suo compagno.
“Osserva
bene, ogni team che andrà a difendere un portone
è formato da
quattro persone, tranne il loro, e noi siamo in cinque. Dobbiamo
cercare di non lasciare buchi nelle nostre difese.” disse
Amlach e
gli altri accettarono. Mentre i vari gruppi si preparavano, Misaki si
avvicinò ad Amlach e gli disse “Vedi di non farti
ammazzare,
quello è un privilegio che spetta a me.” e gli
diede un colpetto
sulla spalla per poi allontanarsi. Il ragazzo la guardò
allontanarsi
e mostrò uno, probabilmente il primo, dei suoi rari sorrisi
e disse
“Grazie...” ma quella parola non giunse alle
orecchie della
ragazza.
Dopo
pochi minuti i team erano pronti e partirono: Misaki usò il
suo
teletrasporto e lei, CJ, Giada ed Angel, scomparvero in un battito di
ciglia; Leo, sotto lo sguardo attonito degli altri, si
trasformò in
un gigantesco cane a tre teste e fece salire i suoi compagni sulla
sua schiena, dopodiché partì di corsa verso
sud-ovest; nel team
Burning Star, Kira usò una magia di potenziamento sul suo
orso e
fece salire Nikora dietro di lui, mentre Yukiteru iniziò a
brillare
di una forte luce bianca e, dopo che ebbe preso in braccio Fede, il
team partì alla volta del portone a nord; Amlach, decise di
partire
da solo per poter iniziare prima il contenimento e sotto lo sguardo
sorpreso degli ultimi rimasti, si trasformò in un lupo
mannaro, i
vestiti e le tre katana si erano fuse con lui, e ora era un lupo
bipede alto poco più di due metri con il pelo nero e diverse
strisce
di peli argentati. Dopo un fortissimo ruggito, scattò verso
nord-est, seguito dal suo lupo gigante. Hayato e le altre non avevano
magie per lo spostamento, ma ci pensò Tsuki che, con la sua
magia,
creò sette cavalli bianchi, tre per Hayato, Anya e Miwako, e
quattro
per lei ed il suo team. Dopo un ultimo saluto, gli ultimi due team
partirono e davanti all'ingresso del castello rimasero solo Miel,
Lyra e Lya che, con assoluta calma, iniziò a lucidare il suo
spadone
in vista dell'imminente scontro.
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Intervallo:
vi piace per ora? Spero di sì. Dunque, voglio solo dirvi
che,
esclusi i team Nature Queen e Shadow Roar, gli scontri degli altri
team saranno pressoché simultanei. Scusate per il disturbo e
buona
lettura!
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CJ,
Giada e Angel, si ritrovarono sul tetto di un piccolo palazzo a un
trentina di metri dal portone. Molte delle case li vicino erano
ridotte a cumuli di macerie a causa dei colpi sparati dai demoni
volanti. Dietro di loro Misaki stava riprendendo fiato per lo sforzo
appena compiuto. CJ la guardò colpito e disse “Wow
che figata! Sei
stata incredibile... ehm... occhi-belli!” e Misaki, con fare
minaccioso, gli urlò “Mi chiamo
Misaki!!!”
Angel
e Giada guardarono il portone della città. Per ora reggeva,
ma
sentivano diversi colpi molto forti provenire dall'esterno in
più,
vicino a loro, c'erano parecchi demoni alati. Angel si girò
verso
gli altri due e li rimproverò “Ragazzi abbiamo da
fare! Misaki,
non ti arrabbiare solo perchè CJ si è dimenticato
come ti chiami e
tu, CJ, vedi di ricordarti il nome dei tuoi compagni!”
Misaki
si guardò attorno e notò che una decina di demoni
volanti si
stavano avvicinando a grande velocità. Usando la sua
telecinesi,
sollevò diversi pezzi di roccia e legno e li
sparò contro i demoni,
uccidendone un gran numero e, così facendo,
attirò l'attenzione
degli altri demoni su di se e sui suoi compagni “Beh, almeno
adesso
abbiamo la loro attenzione.” disse CJ ghignando mentre si
scrocchiava le dita.
Il
portone ormai stava per cedere e Giada, dopo essere saltata
giù dal
palazzo, corse verso il portone e, quando fu abbastanza vicina,
usò
la sua magia per far uscire dal terreno diverse radici che andarono a
rinforzare il portone. Intanto Misaki continuava ad abbattere i
demoni volanti che si avvicinavano troppo.
Dopo
alcuni minuti, il portone cedette sollevando un grosso polverone e
CJ, ansioso di combattere, saltò giù dal palazzo
e si lanciò
subito verso la mischia ma non appena il polverone si fu diradato, si
ritrovò faccia a faccia con una trentina di minotauri
leggermente
corazzati e armati, ciascuno di loro brandiva un'ascia o uno spadone.
Il primo di quei demoni lo colpì con un pugno ma CJ
riuscì ad
incrociare le braccia davanti alla faccia e a diminuire i danni, ma
la botta lo spedì comunque a terra e la creatura gli fu
subito
addosso per finirlo con un colpo d'ascia.
Angel,
vedendo un suo compagno in difficoltà, saltò
giù anch'essa dal
palazzo e urlò “EARTH DRAGON'S TRAP!!!”
Non
appena toccò il terreno, ai fianchi di CJ comparvero diversi
spuntoni di roccia che bloccarono l'ascia del nemico, dando
così al
ragazzo il tempo per allontanarsi che, furioso per la figuraccia
appena fatta, si spostò alle spalle del nemico e lo
colpì con un
calcio laterale sul collo, spezzandoglielo di netto e uccidendolo sul
colpo. Giada rimase sorpresa nel vedere che la gamba di CJ, al
momento dell'impatto, era avvolta da delle fiamme che avevano
bruciato il nemico sul collo.
Angel,
intanto, si era seduta a gambe incrociate per terra con gli occhi
chiusi e ora stava levitando a mezz'aria, protetta da una strana
bolla. Nel mentre, il cielo andava pian piano oscurandosi e si
potevano sentire dei tuoni in lontananza. Giada fece uscire dal
terreno diverse radici con la quale colpì i minotauri
uccidendoli ma
purtroppo per lei, tutto quello sforzo magico la stava sfiancando e i
nemici non accennavano a diminuire.
Un
demone volante, lanciò la sua lancia contro Misaki che,
troppo
concentrata a manovrare dei detriti, venne colpita al polpaccio
destro e il dolore le fece perdere il controllo sui pezzi di roccia
che caddero al suolo schiacciando alcuni demoni.
Giada
era troppo occupata a combattere ma CJ si accorse di alcuni demoni
volanti che stavano continuando a sparare sfere oscure contro Angel.
Le sfere si infrangevano sulla sua barriera che però
iniziava a
creparsi.
-Merda,
quella ragazza è nei guai!!!- pensò il ragazzo e
la sua salamandra
gli urlò “CJ! Dobbiamo aiutarla!”
“Ricevuto!”
urlò CJ e, pochi secondi dopo, la sua pelle divenne di un
rosso
incandescente e del vapore iniziò a fuoriuscire da essa. In
un
battito di ciglia, CJ svanì nel nulla, lasciando dei residui
di
vapore sul posto e dei segni di bruciatura sul terreno.
In
quel m omento, la barriera di Angel cedette ma, prima che le sfere
oscure potessero colpirla, davanti a lei comparve CJ che, muovendosi
ad una velocità sovrumana, si spostò davanti a
ciascuna sfera,
colpendola con un pugno avvolto da alcune fiamme, rispedendole verso
i demoni i quali vennero colpiti dai loro stessi colpi.
Dopo
che l'ultima sfera ebbe colpito il suo bersaglio, CJ atterrò
davanti
alla ragazza, per poi voltarsi verso di lei e chiederle
“Tutto
bene?”
“CJ...
che diavolo è quella?” chiese Angel fissando la
pelle del giovane
il quale, ghignando, le disse “Voi dragon slayer avete la
Dragon
Force no? Beh questa è la mia personale modalità
da combattimento!
Si chiama Blood Fire!”
“Interessante.
Quindi alla fine servi a qualcosa!” esclamò Angel
ghignando.
Di
colpo si sentì un forte ruggito e dal portone
entrò un minotauro
più grosso degli altri e più corazzato, in
più aveva due grosse
asce, una per mano.
CJ
si voltò verso il nuovo arrivato e disse “Oh
quello sembra molto
più forte degli altri... è tutto mio!”
scattando subito dopo
verso il demone. Non appena gli fu sotto, il demone cercò di
colpirlo dall'alto con le sua asce ma CJ era troppo veloce e
scansò
lateralmente senza troppi problemi, colpendolo poi con un calcio
sull'avambraccio destro. Il colpo, oltre ad avergli rotto radio e
ulna ed avergli bruciato la carne, gli fece perdere la presa
sull'arma che cadde al suolo.
Prima
che il demone potesse reagire, CJ si portò sull'altro lato e
ripetè
la manovra, disarmando del tutto il demone il quale ora aveva
entrambe le braccia rotte. L'enorme creatura indietreggiò di
qualche
passò ma CJ gli fu subito sotto e, dopo avergli appoggiato
la mano
sinistra sul petto, caricò il pugno destro, avvolgendolo con
delle
fiamme.
“Ritornatene
da dove sei venuto! NEO FIRE DRAGON'S BURNING FIST!!!”
urlò il
ragazzo prima di colpirlo in mezzo al torace con una
velocità
mostruosa. Il colpo generò una piccola esplosione che
creò un buco
nel petto del demone, uccidendolo sul colpo e scaraventandolo a
diversi metri di distanza.
“Ben
fatto!” disse la salamandra.
“Grazie.”
disse CJ prima si sedersi a terra. Ora la sua pelle era tornata
normale e lui era visibilmente stanco “Maledizione, ma non
finiscono più?”
Misaki
sollevò CJ, il quale la ringraziò, e lo
portò vicino a lei,
dopodiché urlò a Giada e Angel
“Pronte?” e le altre risposero
di sì. Proprio davanti al portone scorreva un fiume e Misaki
usò
gran parte del suo potere per sollevare un'enorme massa d'acqua e
Giada, usando i suoi poteri della natura, fece assumere a quell'acqua
la forma di un enorme drago intanto Angel, usando i poteri del drago
dei fulmini, aveva attirato a se diversi fulmini e li aveva
trasformati in un grosso drago fatto interamente di
elettricità. I
due draghi salirono in alto e, dopo aver formato una spirale doppia,
si unirono in un unico drago che puntò subito verso i nemici
ed il
marchingegno che si rilevò essere un enorme anello di pietra
nera.
Misaki usò il suo potere per farlo andare più
veloce e tutte e tre
le ragazze urlarono “PSYCHIC LIGHTING DRAGON!!!” e
il loro
attacco combinato si schiantò al suolo, uccidendo i primi
demoni per
l'impatto e gli altri per l'elettricità contenuta
nell'acqua, in più
anche il cerchio di roccia venne spezzato e tutti i demoni rimasti
scomparvero nel nulla.
Le
tre ragazze erano sul tetto di un palazzetto, accanto a loro CJ le
fissava sbalordito, ed avevano tutte il fiatone. Erano stanche e
ferite ma avevano vinto la loro prima battaglia, dando prova di
essere degne della loro gilda.
Misaki
si sdraiò sulla schiena e sorridendo disse “Mi sa
che domani mi
prendo il giorno libero.” e le altre risero a quella battuta.
“Ottima
idea... ehm... Mikaki?” disse CJ e la sua compagna
urlò a pieni
polmoni “MI CHIAMO MISAKI!!!!!!”
*
* *
Il
team Caos Wind, arrivò dopo pochi minuti al portone da
difendere.
Una cosa che aveva scioccato Edward, Yelle ed Erika era che le tre
teste di Leo, in versione cerbero, potevano parlare e che ognuna di
loro aveva una personalità diversa, la prima era buona e
gentile, la
seconda equilibrata e la terza cattiva e scontrosa ma malgrado i vari
litigi avuti con quest'ultima, erano arrivati prima che il portone
venisse aperto.
Edward
saltò sul tetto di una chiesa, seguito da Yelle ed Erika,
mentre Leo
rimase a terra. Il giovane mago guardò i vari demoni volanti
che si
stavano avvicinando, si accese una sigaretta e, con un sorriso sadico
sulle labbra, disse “Ladies and gentlemen... it's show
time!”
In
pochi istanti ricoprì le sue mani di uno strano liquido nero
e rosso
mentre Yelle, alzandosi in volo, disse “Poveretti, non sanno
che il
cielo è il mio parco giochi.” e creò
due piccoli tornado nel
palmo delle sue mani.
L'ultima
a parlare fu Erika “Avverto parecchio caos nell'aria... ci
sarà da
divertirsi!” e uno strano fumo nero contornato da qualche
piccolo
fulmine rosso iniziò a vorticargli attorno alle braccia.
Diversi
demoni volanti atterrarono ma quelli che ebbero la sfortuna di
atterrare lungo la strada, vennero sbranati dalle tre teste di Leo
che, oltre ai morsi, mutilava i nemici al volo con i suoi artigli.
Edward
si distaccò un po' dal gruppo e almeno una trentina di
demoni lo
seguirono circondandolo in pochi secondi. Il ragazzo sorrise e con
gesto plateale li invitò a farsi sotto. Una decina di questi
demoni
gli andarono incontro conficcandogli le lance nel corpo ma rimasero a
bocca aperta nel vedere il suo corpo sciogliersi in uno strano
liquido viola e nero che iniziò a corrodergli le braccia,
facendoli
urlare di dolore. Da dietro un camino apparve il vero Edward che, con
sguardo divertito, disse “POISON COPY. Mi dispiace ragazzi ma
se ci
tenete alla vita... vi consiglio di starmi lontano.” e gli
ultimi
demoni rimasti iniziarono a bombardarlo con delle sfere oscure. Il
mago del veleno saltò in alto puntando il braccio destro
teso contro
di loro per poi urlare “POISON RIFLE!!!” e
centinaia di gocce di
veleno vennero sparate addosso ai nemici che, a contatto con esse, si
sciolsero velocemente. Il ragazzo finì la sua sigaretta e,
guardando
i corpi dei suoi nemici intenti a sciogliersi, disse “Tsk, e
questi
sarebbero dei demoni? Mi chiedo se la ragazzina abbia già
finito”.
A
circa cento metri da lui, un'enorme tromba d'aria spazzò via
una
cinquantina di demoni e diverse case. Yelle stava volando a qualche
metro da terra e i pochi demoni rimasti che la circondavano non
sapevano come affrontarla. Se si avvicinavano troppo, la ragazza
usava delle lame di vento per respingerli, mentre le sfere oscure
venivano annullate da una forte barriera di vento che proteggeva la
maga. Yelle era parecchio annoiata e guardava i vari demoni con uno
sguardo di noia misto a strafottenza. Di colpo, dopo essersi alzata
ancora un po', distese le braccia verso l'esterno, orizzontalmente,
con i palmi delle mani rivolti verso l'alto. I demoni credettero che
si stesse arrendendo e partirono all'attacco ma il sorriso sul volto
della ragazzina gli fece capire che si erano sbagliati di grosso.
Yelle unì le mani sopra la sua testa ed urlò
“NO AIR ZONE!!!”
Una
strana sfera trasparente la inglobò e poi iniziò
ad espandersi,
fino ad inglobare tutti i demoni rimasti attorno a lei. I demoni si
accorsero troppo tardi dell'attacco e, istintivamente, si portarono
le mani alla gola, impossibilitati a respirare. “Mi dispiace
per
voi, ma nella NO AIR ZONE, sono l'unica a cui è concesso
respirare.”
disse Yelle e i demoni, uno dopo l'altro, caddero a terra morti per
asfissia.
“Uhm...
gli altri come se la staranno cavando?” pensò la
maga, guardandosi
attorno alla ricerca dei suoi compagni.
Poco
lontano da lei, Erika stava evitando, saltando da un tetto all'altro,
tutte le varie sfere oscure che le venivano lanciate contro. Non
aveva paura ma sapeva che una mossa sbagliata le sarebbe costata
cara. Una trentina di demoni volanti scesero in picchiata su di lei,
cercando di arrivarle alle spalle ma lei, con il suo udito
sviluppato, li sentì arrivare e si girò subito
urlando “CAOS
DRAGON'S ROAR!!!” dalla sua bocca partì un enorme
tornado di fumo
nero e fulmini rossi che polverizzò in pochi istanti tutti i
nemici
e diversi tetti che erano finiti nella sua traiettoria. La ragazza si
guardò attorno e vide che il portone stava subendo parecchi
danni.
Sentendo un ruggito a lei familiare, guardò in strada e vide
Leo,
ancora trasformato in cerbero, che stava divorando alcuni demoni. La
ragazza prese la situazione al volo e, senza esitazione,
saltò in
groppa al cane a tre teste urlando “Angel, il portone sta
cedendo!
Andiamo!” e le tre teste annuirono, dopodiché
partì a tutta
velocità verso il portone.
Arrivarono
in pochi secondi e trovarono Yelle intenta ad usare il suo vento per
bloccare il portone ma qualunque cosa ci fosse al di là
della spessa
porta di legno, non sembrava cedere e ormai il portone era crepato in
più punti. Leo guardò il portone e, senza
pensarci troppo, lo
caricò e lo colpì contemporaneamente con tutte e
tre le teste
infine piantò le sue zampe a terra e cercò di
tenerlo chiuso il più
possibile. Edward arrivò in quel momento e disse a Yelle
“Ragazzina,
quel portone non resisterà per sempre! Prepariamoci con un
attacco
combinato da lanciare non appena cederà!” e Yelle
“D'accordo!”
I
due raggiunsero Erika sul tetto li vicino e iniziarono ad accumulare
potere magico ma, proprio in quell'istante con grande sorpresa dei
tre, il portone esplose letteralmente, scaraventando Leo in fondo
alla strada. Il ragazzo tornò normale a causa dei troppi
danni
subiti ed Erika lo raggiunse subito per sincerarsi delle sue
condizioni.
“Tutto
a porto Angel?” chiese Erika.
“Sì,
sono solo un po' stordito. Niente di grave.” la
rassicurò Leo
rialzandosi.
“Ehi
ragazzi! Abbiamo un grosso problema!!!” gli urlò
Edward e i due
ragazzi, guardando ciò che restava del portone, capirono. Un
grosso
demone, alto almeno trenta metri, stava entrando in città.
Era molto
grasso, con due grosse zampe artigliate che toccavano il terreno, due
gambe piccole e tozze e una testa che ricordava quella di uno squalo
martello, il tutto era coperto da uno strato di roccia che sembrava
essere la sua armatura naturale. La creatura ruggì e tutti i
vetri
della zona andarono in frantumi.
I
quattro maghi guardarono quell'enorme creatura ergersi sopra di loro.
Yelle e Edward cercarono di colpirlo con un POISON RIFLE ed una WIND
CUTTER, una grossa lama di vento, ma gli attacchi non sortirono
nessun effetto, tranne il fatto di far arrabbiare la creatura che
cercò subito di colpirli con una artigliata ma i due
riuscirono ad
evitarla in tempo ed indietreggiarono.
Si
radunarono al fondo della strada mentre la creatura iniziava una
lenta avanzata supportata da molti minotauri che, intanto,
continuavano ad entrare in città. Edward, che aveva
constatato in
prima persona la potenza di quel gigante, disse “Quello
è un osso
duro, il mio veleno non lo scalfisce!” e Yelle
“Neanche le mie
lame di vento riescono ad intaccare quella corazza”.
Leo
osservò per qualche secondo la creatura, che continuava ad
avvicinarsi, e poi, sorridendo, disse “Occhio per occhio,
dente per
dente... e un demone per i demoni.”
I
suoi compagni lo guardarono confusi ma Leo riprese subito a parlare
“Yelle, pensi di riuscire a portarmi a trenta metri
d'altezza?” e
Yelle “Certo che posso farlo ma a cosa ti serve?”
“Tu
fallo e basta! Edward e Erika, voi due state pronti a lanciare un
incantesimo di potenziamento.” disse Leo e dopo aver fatto un
cenno
a Yelle, venne sollevato in aria. Raggiunta l'altezza desiderata, Leo
estrasse il suo pugnale di cristallo nero e si fece un lungo taglio
sul torace, dopodichè sparse un po' di sangue sulla lama e
saltò
nel vuoto. Dopo pochi attimi, conficcò il pugnale nell'aria
che, con
grande sorpresa di tutti, si crepò e la crepa
iniziò ad ingrandirsi
man mano che lui scendeva. Non appena toccò il terreno,
dalla crepa
uscì un enorme cavallo nero, alto circa venticinque metri,
con un
grosso corno sulla fronte e diversi occhi rossi sparsi sul suo corpo.
Gli amici lo guardarono a bocca aperta e Leo urlò
“Ragazzi,
potenziate il suo corno, avremo una sola
possibilità!!!” e così
fecero. Edward mise una grossa quantità di veleno sul corno
e Erika
lo ricoprì con il suo potere, intanto Yelle si era portata
alle
spalle del cavallo demoniaco. Leo urlò al demone
“Carica a testa
bazza quel mostro e trafiggilo!!!” e il cavallo, dopo una
breve
impennata, partì alla carica. Yelle lo avvolse con una
folata di
vento per aumentarne la velocità.
Il
risultato fu un proiettile gigante velenoso avvolto dal caos che
trafisse in pieno la creatura e, per forza di inerzia, la creatura e
il cavallo demoniaco, andarono oltre i resti del portone e caddero
sul cerchio di roccia nero, distruggendolo e, di conseguenza, facendo
sparire tutti i minotauri e i demoni evocati. Erika aiutò
Leo ad
alzarsi e gli disse “Carino il cavallo, posso averne anch'io
uno
così?” e lui “Spiacente, è
troppo caro”.
Tutti
e quattro i maghi risero dopodichè iniziarono a dirigersi
verso il
castello.
*
* *
Hayato,
Anya e Miwako raggiunsero il portone nord-est e quello che si
trovarono di fronte li lasciò senza fiato. Il portone aveva
già
ceduto, ma Amlach e il suo lupo avevano compiuto un vero e proprio
massacro. C'erano almeno duecento cadaveri tra demoni volanti e
minotauri sparsi qua e la, tutti con morsi o graffi sul corpo. Il
loro amico, in quel momento, stava staccando con un morso il braccio
destro dell'ennesimo demone, ma Hayato si accorse del fatto che
Amlach era pieno di ferite e, quando una sfera oscura lo prese in
pieno sul braccio destro, capì il motivo di tali ferite.
“Amlach
in quella forma non pensa a difendersi! Dobbiamo coprirlo!!!”
urlò
Hayato.
“Ci
penso io!” urlò Anya trasformando la sua ascia
bipenne in un
fucile da cecchino enorme e, dopo aver mirato ad un grosso gruppo di
demoni volanti, premette il grilletto. Un grosso laser partì
dal
fucile e, dopo pochi metri, il laser si divise in più laser.
Ognuno
di quei laser centrò in pieno un demone uccidendolo. In men
che non
si dica, il cielo fu sgombro mentre a terra, Hayato e Miwako, davano
supporto a Amlach uccidendo i nemici che non riusciva ad eliminare,
permettendo così al ragazzo di riprendere fiato. Il gruppo
agiva
bene e, in poco tempo, la maggior parte dei demoni era morta. Dopo
essersi occupata dei demoni volanti, Anya era scesa in prima linea e,
trasformato il fucile in uno spadone a due mani, aveva iniziato a
menare fendenti come una furia, eliminando in poco tempo un casino di
minotauri. Dopo averne ucciso uno, conficcò la spada nel
terreno e
disse “Coraggio ragazzi! La vostra ora è arrivata
e non è una
bella cosa farla attendere!” per poi tuffarsi nuovamente
nella
mischia.
Ad
un certo punto Hayato si ritrovò circondato. Quando un
minotauro
cercò di colpirlo con una mazza ferrata, lui la
fermò con una mano
e la fracassò, semplicemente, stringendo la mano fino a
farla
diventare un pugno con la quale colpì in pieno il demone,
facendolo
volare per almeno dieci metri. Hayato iniziò a ondulare
lentamente
e, senza che i demoni riuscissero a capire cosa stesse succedendo,
davanti a ciascun demone comparve Hayato che li colpì con
pugni,
calci, gomitate e ginocchiate. Prima che i corpi dei demoni
toccassero terra, Hayato era già passato ad un altro gruppo
e aveva
già ripetuto la stessa scena. Nel giro di qualche minuto
intorno a
lui giacevano almeno cento minotauri, tutti morti per emorragie
interne o per i colpi subiti. Il ragazzo guardò verso il
portone
abbattuto e vide un'altra ondata di demoni avvicinarsi,
sbuffò per
poi dire “Se non distruggiamo in fretta l'origine di tutti
questi
demoni la cosa andrà per le lunghe...” e
iniziò a correre verso i
nuovi arrivati.
Miwako
era rimasta vicino ad Amlach, che intanto era tornato in forma umana,
e aveva fermato il sangue che usciva dalle varie ferite. Il ragazzo,
dopo essersi rialzato, sfoderò le sue tre katana, tenendone
una in
bocca, una nella mano destra e una nella sinistra e si
rigettò nella
mischia, vicino ad Anya, iniziando ad affettare tutto quello che gli
capitava. Miwako era rimasta da osservare e, usando il sangue di
Amlach che era fuoriuscito, aveva creato diversi shuriken che
lanciava con incredibile precisione e maestria, centrando sempre gli
occhi dei nemici e rendendoli facili prede dei suoi compagni. Di
colpo, diversi minotauri, precipitarono vicino ai suoi compagni e,
dopo essersi voltata verso l'entrata, vide un grosso demone dalle
sembianze di un rinoceronte con la sola differenza che questo era
alto tre metri e aveva addosso una corazza abbellita da molti
spuntoni ossei, e in uno di questi, era conficcato il corpo di una
guardia della città.
Il
demone, iniziò a graffiare il terreno, preparandosi alla
carica, e
dopo un lungo ruggito, partì a testa bassa contro Hayato. Il
ragazzo
era pronto ad affrontarlo ma, all'ultimo, davanti a lui comparve
Miwako con in mano un'enorme falce fatta di sangue e, con dei
movimenti velocissimi ed leganti, che persino Hayato fece fatica a
seguire, si ritrovò dietro al rinoceronte e si
appoggiò la falce
sulla spalla destra. Il demone si fermò subito e, dopo pochi
secondi, diverse linee rosse comparvero sul suo corpo. Miwako, senza
neanche voltarsi, disse “BLOOD DANCE. Mi dispiace, ma sei
morto.”
e le linee divennero dei veri e propri squarci da cui uscì
una
quantità incredibile di sangue. Il demone si
accasciò al suolo
senza neanche poter tentare una resistenza.
Miwako
si girò verso Anya e le disse “Il marchingegno che
fa arrivare qui
i demoni si trova a trentasette metri fuori dalla città
dietro un
grosso albero. Pensi di poterlo abbattere con quell'arma da due
soldi?”
“Keh!
Adesso vedrai quanto vale questa arma da due soldi!” disse
Anya
trasformando lo spadone in un grosso bazooka che puntò
subito verso
la breccia e premette il grilletto. Il colpo partì
velocemente
avvolto dalle fiamme. Non appena superò le mura della
città, si
trasformò in una grossa aquila che puntò subito
verso il cerchio di
roccia nero e lo distrusse con una potente esplosione. I ragazzi si
guardarono tra di loro e Miwako disse “Ok, forse quell'arma
può
tornare utile”.
*
* *
Il
Team Amazons raggiunse il portone a nord-ovest e si trovò di
fronte
una situazione tragica. Il portone era stato completamente distrutto
da due enormi serpenti volanti. Erano lunghi almeno cento metri e
larghi cinque, avevano le scaglie nere e gli occhi verdi, in
più
potevano restare in volo grazie a due enormi ali da drago nere. Non
c'erano altri demoni volanti ma in compenso c'erano
un'infinità di
minotauri che stavano massacrando le ultime guardie rimaste. Zafrina
e Kay non persero tempo e si tuffarono subito nella mischia, mentre
la prima creava crepe nel terreno, abbastanza grandi da farci passare
un drago, la seconda usava le sue lame invisibili per uccidere i
minotauri e farli cadere nei crepacci. Tsuki, rimasta sul tetto di
una casa, aveva usato il suo potere della creazione per creare trenta
soldati di roccia armati di spadone che avevano subito ingaggiato
un'aspra lotta con i minotauri. Per non restare con le mani in mano,
si era poi creata una spada ed un piccolo scudo e si era gettata
anche lei nella mischia, malgrado Arya continuasse ad urlarle di
stare indietro.
La
stessa Arya stava tenendo a bada alcuni minotauri bersagliandoli con
il suo arco ed i suoi vari tipi di frecce. La ragazza usò
diverse
frecce di ghiaccio per congelare il terreno, rendendo più
difficili
i movimenti dei demoni i quali, dopo essere caduti a causa del
terreno, erano stati tutti uccisi da delle frecce esplosive scoccate
con incredibile precisione.
Zafrina
volse la sua attenzione ai due serpenti che continuavano a bombardare
la città con delle enormi sfere oscure. Mise le mani a mo di
coppa,
le puntò verso i due enormi demoni e urlò
“VOLCANO SHOT!!!”
Un'incredibile
quantità di lapilli uscì dalle sue mani e si
diresse verso i demoni
ma questi, malgrado la mole, li evitarono velocemente e i lapilli,
finita la spinta iniziale, caddero al suolo dando fuoco a case e
demoni.
“Guarda
cos'hai fatto stupida!!!” la rimproverò Kay.
“Fatti
glia affari tuoi!” urlò di rimando Zafrina.
“Attente,
sopra di voi!!!” urlò Tsuki.
Le
due ragazze guardarono in alto e videro due enormi sfere oscure
dirette verso di loro. Kay scattò verso Zafrina e, non
appena le fu
abbastanza vicina, alzò le mani al cielo urlando
“OCTAGONAL
BARRIER!!!”
Un'enorme
barriera di forma ottagonale comparve sopra le due ragazze e le sfere
si schiantarono su di essa. Il colpo fu tremendo, tant'è che
Tsuki e
i vari minotauri vennero sbattuti a terra dalla forza d'urto e Arya
cadde dal tetto su cui si trovava sbattendo violentemente la testa a
terra. Zafrina guardò preoccupata la sua compagna che aveva
iniziato
a sudare e a respirare velocemente.
“Stai
bene?” chiese Zafrina.
“Anf...
sì... anf... non preoccuparti... dammi qualche secondo... e
sarò
come nuova.” disse Kay.
Ma
i serpenti non le diedero tregua e, mentre uno dei due
iniziò a
volare verso il centro della città, l'altro
iniziò a caricare
un'enorme sfera oscura preparandosi a lanciarla contro Kay e Zafrina.
“Merda!
Uno di quei serpentoni sta andando da Aika!” urlò
Zafrina
sostenendo Kay.
“Abbiamo
problemi più urgenti ora! Quella sfera è enorme e
non ho abbastanza
potere per riuscire a proteggerci!” disse Kay cercando di
stare in
piedi.
Zafrina
si girò verso Tsuki e il suo cuore perse un colpo nel
constatare che
l'onda d'urto l'aveva fatta svenire ed ora i suoi soldati di pietra
la stavano proteggendo dai minotauri che si erano già
rialzati.
-Maledizione!
Non possiamo neanche contare sul suo potere! Che possiamo fare?-
pensò Zafrina, quando ad un tratto, lei e Kay iniziarono a
sentire
uno strano vento gelido provenire da dietro di loro. Le due si
girarono e videro Arya che camminava lentamente. Nel palmo della mano
destra, teneva uno strano globo di luce che aveva diversi colori, il
bordo era di un azzurro chiaro e, man mano che si andava verso il
nucleo, il colore passava da azzurro a blu a nero. Un'altra cosa che
notarono fu che l'occhio sinistro della compagna non era più
azzurro
ma giallo.
Arya
puntò il globo verso il demone gigante, che nello stesso
istante
aveva sparato la gigantesca sfera oscura, e urlò
“ZERO RAY!!!”
Dal
globo scaturì un immenso raggio del medesimo colore che
annichilì
completamente la sfera oscura ed il demone volante. Per un attimo,
tutto il cielo brillò di una forte luce luminosa e, allo
stesso
tempo, tetra. Dopo aver constatato che il nemico era stato eliminato,
Arya cadde in ginocchio crollando poi al suolo, svenuta per l'enorme
sforzo. Tutti i demoni li attorno scapparono impauriti da
quell'enorme potenza dirigendosi verso il centro della città.
“Ma
che diavolo era quello?” chiese Zafrina.
“Que...
quella era... l'energia Zero!” disse scioccata Kay.
“Energia
Zero?” chiese Zafrina fissando l'albina.
“E'
una lost magic potentissima e per questo quasi impossibile da
controllare... non avrei mai creduto che Arya potesse
usarla.”
spiegò Kay.
“Beh,
comunque sia, dobbiamo dirigerci verso il castello. Uno di quei
serpentoni e tutti quei tori si stanno dirigendo li.” disse
Zafrina
e, dopo essersi caricata in spalla Arya, iniziò a camminare
verso il
castello.
In
quel momento, Tsuki si svegliò e guardandosi attorno, chiese
delle
spiegazioni alle sue compagne che le dissero a grandi linee quanto
successo.
“Un
attimo... e il marchingegno?” chiese Tsuki.
“Ho
controllato ma fuori dalla città non c'è
niente.” disse Kay
facendo spallucce.
“Però
dev'essere da qualche parte... quindi se non è fuori dalla
città...
dev'essere al suo interno!” disse Tsuki.
“Ora
che mi ci fai pensare, il serpentone che è scappato aveva un
grosso
cerchio di roccia nero conficcato nella fronte.” disse
Zafrina
fissando la sagoma dell'enorme demone intento ad allontanarsi.
“Dev'essere
quello!” disse Tsuki “Su andiamo! Aika è
in pericolo!” e il
gruppo partì alla volta del castello.
*
* *
Kira
ed il suo team arrivarono al portone nord in fretta e si misero
subito ad eliminare i vari demoni volanti che, per tutta risposta,
iniziarono ad attaccarli con lance e sfere oscure. Il portone,
notò
Kira, si stava velocemente spezzando.
Yukiteru,
dopo aver fatto scendere Fede, saltò in alto e, dopo aver
creato un
grosso tridente, fatto interamente di elettricità, lo
lanciò verso
i demoni urlando “LIGHTING DRAGON'S TRIDENT!!!”
Il
tridente centrò in pieno il primo demone, trafiggendolo e
folgorandolo allo stesso tempo. Con enorme sorpresa degli altri
demoni, il tridente, anziché conficcarsi in un muro, fece un
cambio
di traiettoria e colpì un altro demone. L'attacco
andò avanti così
per un po' e Yukiteru disse “Il tridente del drago dei
fulmini
caccia personalmente la sua preda e finché non saranno morti
tutti i
nemici, non si fermerà”.
Kira
e il suo orso si erano allontanati ed avevano ingaggiato un
combattimento con diversi demoni volanti che erano atterrati. I primi
cinque demoni, vedendo che il loro avversario era un bambino lo
avevano caricato subito cercando di colpirlo con le loro lance, ma i
demoni non avevano fatto i conti con un certo orso polare che, appena
li ebbe a portata, li colpì in pieno con delle artigliate
uccidendoli sul colpo. Kira, intanto, si occupò di quelli
che si
mantenevano a distanza. Mise in avanti la mano destra aperta con il
palmo rivolto verso i demoni e disse “STAR DRAGON'S SHOOTING
STARS!!!” e una quantità incredibile di raggi di
luce partirono
dalla sua mano per poi colpire tutti i demoni presenti. Il bambino
guardò soddisfatto il suo operato e disse “Tsk,
non
sottovalutatemi solo perchè sono un bambino. Sono di certo
più
agguerrito di molti adulti!” e, detto questo, si
spostò insieme al
suo orso polare verso un altro gruppo di nemici.
Fede,
aveva deciso di allontanarsi un po' per evitare di ferire i suoi
compagni con il suo potere, quindi non rimase molto sorpresa nel
constatare di essere stata circondata da almeno quaranta demoni i
quali iniziarono a sparare tantissime sfere oscure. Fede si fece
scudo con un'enorme colonna di fuoco che vaporizzò le sfere
dei
nemici, dopodiché iniziò lei a sparare tantissime
palle di fuoco,
grandi come un pallone da basket, urlando “FIRE
GATLING!”
Tutti
i demoni vennero colpiti ed affondati e Fede tirò un sospiro
di
sollievo pensando -Finalmente ho trovato una famiglia. Non vi
permetterò di portarmela via!-
L'ultima
rimasta era Nikora che, dopo aver ucciso alcuni demoni con la sua
fedele katana, si era accorta di andare troppo piano e che doveva
aumentare il ritmo. In pochi secondi, rinfoderò la katana,
fece
comparire su tutto il corpo diverse lame di magma e di sangue e in
seguito si lanciò contro i nemici. Le bastava passarci
affianco per
ferirli o ucciderli direttamente. Alcuni demoni cercarono di
allontanarsi ma lei, posando una mano a terra, urlò
“MAGMA
DRAGON'S GEYSER!!!” e diverse colonne di magma fuoriuscirono
dal
terreno, liquefacendo i demoni in volo. Un sorrisetto sadico comparve
sul volto della ragazza che pian piano continuava a mietere vittime
tra le fila dei demoni.
-Di
più... voglio ucciderne di più!- pensò
la ragazza, mentre un altro
demone cadeva sotto le sue lame.
I
quattro maghi, dopo aver ripulito il cielo, si raggrupparono davanti
al portone che ormai era pronto per cedere. Yukiteru attivò
la sua
LIGHTING ARMOR che gli consentiva velocità e forza
incredibili,
Nikora fece comparire ancora più lame sul suo corpo, Fede
iniziò a
creare un'enorme sfera di fuoco esplosiva e Kira attivò la
STAR
DRIVE che gli consentiva un potere magico maggiore ma per breve
tempo.
Il
portone cedette e agli occhi dei quattro maghi si presentò
un enorme
scarabeo nero corazzatissimo. Era lungo almeno venti metri e alto
sette metri, tutta la sua pelle era protetta da una corazza
spessissima e anche le sue zampe erano corazzate interamente. Il
demone iniziò ad avanzare e, mentre i suoi compagni erano
pronti
allo scontro, Yukiteru non potè trattenere un urlo
agonizzante.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!!!!!!! UNO SCARAFAGGIO
GIGANTE!!!!!!!!!!!!!”
Nikora
lo guardò allibita “Ma che cavolo hai da urlare
così?”
“E'
uno scarafaggio gigante! E' terrificante!” urlò
Yukiteru indicando
il suddetto insetto.
“Non
ci credo, hai paura degli insetti?” chiese Nikora e, alla
risposta
affermativa del compagno, non potè fare a meno di ridere.
“Ok,
cerchiamo di risolvere la questione. Yukiteru ora concentrati e cerca
di convincerti che quello in realtà non è uno
scarafaggio!” disse
Kira e il compagno, dopo aver fatto un respiro profondo,
annuì e
partì all'attacco. Non appena fu abbastanza vicino allo
scarabeo,
questi aprì la bocca, mostrando due grosse zanne uguali a
quelle dei
ragni. Yukiteru sbiancò completamente e il suo potere
svanì a causa
dello spavento. Appena ripresosi dallo shock, si girò ed
iniziò a
correre come mai in vita sua urlando “Hai ragione questo non
è uno
scarafaggio!!! E' molto peggio!!!” e le urla aumentarono
ancora non
appena si accorse che lo scarabeo lo stava inseguendo. Vedendosi
arrivare contro uno scarabeo demoniaco gigante incazzato nero, anche
Fede, Nikora e Kira iniziarono a correre.
“Perchè
diavolo scappi, codardo!!!” urlò Nikora rivolta a
Yukiteru.
“Guarda
che anche tu stai correndo, vigliacca!!!” urlò di
rimando
Yukiteru.
“Smettetela
voi due!!!” urlarono in contemporanea Fede e Kira.
“Che
diavolo facciamo?” chiese poi Fede rivolta a Kira che, in
groppa al
suo orso, poteva concentrarsi.
“Ci
sono! Yukiteru, Nikki usate il soffio del drago!”
urlò Kira.
“Ok!-
dissero i due ma poi Yukiteru, soffocando una risatina, aggiunse
“Nikki?”
“Ehi
hai qualche problema col mio soprannome?” chiese Nikora con
sguardo
assassino.
“Assolutamente
no... Nikki... ah ah ah!!!” disse Yukiteru e poi, in
contemporanea
con Kira e Nikora scagliò il suo attacco.
“LIGHTING
DRAGON'S...” “MAGMA DRAGON'S...”
“STAR DRAGON'S...” i tre
dragon slayer riversarono tutto il loro potere magico in
quell'attacco “... ROAR!!!” e tre enormi coni di
energia
colpirono in pieno lo scarabeo distruggendogli la corazza e creando
un'enorme esplosione. Un'enorme cortina di fumo si creò e da
essa
uscì lo scarabeo ancora vivo ma piuttosto danneggiato e i
maghi
notarono un cerchio di roccia nero sulla sua fronte. Ci
pensò Fede a
finirlo, colpendolo in piena faccia con una grossa palla di fuoco che
generò un'altra esplosione. Alla fine lo scarabeo
collassò al suolo
esanime e i quattro ragazzi esultarono poi Fede chiese “Dite
che
abbiamo esagerato?”
Gli
altri si guardarono attorno e videro che gran parte delle case era
stata spazzata via dal loro ultimo attacco “Uhm... se ce lo
chiedono... era già così quando siamo
arrivati.” disse Kira e gli
altri tre “Andata!”
*
* *
Aika
era fuori dal castello, in una grossa piazza, e osservava
attentamente tutto quello che le accadeva intorno. In pochi attimi
erano avvenute diverse cose: un grosso temporale a sud-est, una forte
esplosione a sud-ovest, un'esplosione ancora più grande a
nord, una
strana luce azzurra a nord-ovest e un'enorme fiammata a nord-est. La
ragazza sorrise al pensiero che i suoi compagni stessero combattendo
valorosamente per proteggerla.
Una
sfera oscura partì verso di lei ma si schiantò
contro una barriera
a più strati che la ragazza si era creata. Una freccia fatta
d'ombra
si conficcò nella gola del demone che aveva sparato la sfera
e lo
uccise. Aika guardò in alto e vide Miel che le faceva un
cenno di
saluto. Davanti alla sacerdotessa, Lya e Lyra stavano uccidendo i
vari minotauri che si avvicinavano troppo.
La
situazione era la stessa da almeno dieci minuti. Dopo la partenza
degli altri team, le tre ragazze del team Shadow Roar si erano
preparate a ricevere i nemici: Miel era salita sul tetto di una torre
del castello e aveva creato un arco d'ombra, Lya aveva estratto lo
spadone, ricoprendolo con uno strano alone nero e Lyra si era subito
trasformata nel suo lupo elettrico e avevano atteso in silenzio
l'arrivo dei loro avversari. I demoni erano arrivati dopo pochi
minuti e si era scatenato l'inferno, essendo solo in tre, le ragazze
dovevano faticare di più, ma erano comunque riuscite a
contenerli e
la battaglia non era ancora finita.
Di
colpo, una grossa ombra apparve su di loro. Le ragazze guardarono in
alto e videro un enorme serpente nero con le ali di drago volare
sopra di loro. Il serpente vide subito Miel e le scagliò
contro una
grossa sfera oscura che distrusse interamente la torre.
“MIEL!!!!”
urlò Lyra fissando preoccupata il punto in cui la sfera era
esplosa.
“Sono
qui...” disse una voce alle sue spalle e Lyra stava per
mettersi a
piangere nel vedere la sua amica uscire dalla sua ombra, malconcia e
ferita, ma almeno era viva.
“Stai
bene!” disse Lyra abbracciandola.
“Sì,
ma adesso non ho più potere magico.” disse Miel
visibilmente
preoccupata e, prima che Lyra potesse dire qualcosa, i vestiti neri
di della sua compagna svanirono nel nulla, lasciandola in intimo.
“AAAAAAH!!!
Lo sapevo che sarebbe successo!!!” urlò Miel
coprendosi il seno
con un braccio e accucciandosi a terra.
“P...
perché ti sono svaniti i vestiti?” chiese Lyra
leggermente
confusa.
“Sono
fatti d'ombra e quando esaurisco il mio potere svaniscono anche
loro.” spiegò Miel disperata.
Lyra
notò un telo nero per terra e glielo avvolse intorno alle
spalle, in
modo tale che fosse un po' più coperta. La sua compagna di
team la
ringraziò di cuore.
Intanto
Lya era salita sul tetto di una casa li vicina e aveva cercato di
colpire il serpente con il suo NIGHT DRAGON'S ROAR ma l'attacco non
aveva sortito effetto. Il serpente allora, vedendola, si era subito
avventato su di lei in picchiata. Lya cercò di spostarsi ma
un'improvvisa fitta alla coscia destra la fece inginocchiare, con la
coda dell'occhio vide un brutto taglio sulla coscia e non si chiese
neanche come se lo fosse procurato.
-E'
finita...- pensò la ragazza mentre Miel e Lyra urlarono
“LYA!!!”
Il
serpente spalancò la bocca e la ragazza chiuse gli occhi,
attendendo
la sua fine...
Dopo
qualche secondo però, riaprì gli occhi confusa
dal fatto di non
aver sentito il colpo e in quel momento lo vide. Davanti a lei c'era
un ragazzo che teneva con la mano sinistra la mascella del serpente,
mentre con il piede sinistro bloccava la mandibola, costringendo il
rettile a tenere la bocca aperta. Il ragazzo era alto poco
più di
lei, aveva dei corti capelli bianchi, indossava una giacca di pelle
nera, dei jeans neri, un paio di guanti di pelle, senza dita, neri e
un paio di scarponi neri, in più teneva legata alla vita una
katana
dall'impugnatura e dalla custodia nere. Il nuovo arrivato si
girò
verso di lei, mostrando un paio di occhi rossi come il sangue, uguali
ai suoi e, sorridendo, le chiese “Chaos! Posso
aiutarti?” e lei
non riuscì a rispondere a quella semplice domanda.
Il
serpente, stufo di tenere la bocca aperta, si allontanò di
scattò e
si sollevò da terra. Il ragazzo lo guardò e,
muovendo l'indice
destro con fare provocatorio, disse “Coraggio bello, vieni
qui!”
Il
serpente non si fece attendere e attaccò di nuovo ma questa
volta,
prima che potesse toccarlo, il ragazzo disse “TIME
BLOCK.” e il
serpente, con somma sorpresa di Lya, Miel, Lyra e Aika, si
bloccò a
mezz'aria, rimanendo perfettamente immobile. Il ragazzo, allora, si
girò verso Lya e le porse una mano “Vuoi una
mano?” Lya posò la
sua mano nella sua e lui l'aiutò ad alzarsi.
“Chi
sei tu?” chiese Lya.
“Mi
chiamo Ashuros Bleeder, piacere di conoscerti!” disse il
ragazzo
sorridendo.
Prima
che la ragazza potesse parlare, Ashuros la prese in braccio e la
portò, con una serie di salti, da Aika,
dopodichè, sempre con
diversi salti, raggiunse la testa del serpente, sempre bloccato a
mezz'aria e, dopo aver estratto la sua katana, la cui lama era
anch'essa nera, tagliò il cerchio di roccia, facendo
scomparire nel
nulla il serpente.
Aika
rimase sorpresa e non solo lei, visto che anche le altre ragazze non
si aspettavano un aiuto del genere. Dopo pochi minuti, arrivarono
tutti i membri della gilda, chi in perfetta forma e chi ferito e
malconcio. I vari maghi si scambiarono i vari saluti e pacche sulla
schiena, ridendo felici della loro vittoria, ma dopo qualche minuto,
l'attenzione di tutti venne indirizzata verso Ashuros. Aika si
avvicinò al ragazzo e chiese “Perchè ci
hai aiutato?”
“Beh,
non mi sembrava corretto lasciare delle ragazze in
difficoltà contro
un enorme serpente demoniaco.” disse Ashuros facendo
spallucce.
“Capisco...
beh, il tuo aiuto è stato utile. Se non ci fossi stato tu, a
quest'ora Lya non sarebbe qui con noi. Perciò mi sembra
giusto
chiedertelo. Ti andrebbe di unirti alla gilda Last Hope?”
chiese la
ragazza tendendogli la mano.
“Certo
che mi andrebbe!” disse Ashuros “Ho sempre voluto
far parte di
una gilda!” stringendole poi la mano.
“Bene,
in tal caso, benvenuto tra noi!” disse Aika felice di aver
trovato
un nuovo compagno.
Dopo
i saluti iniziali, Ashuros strinse amicizia con molti dei maghi della
gilda, soprattutto con Yukiteru e Leo.
Aika,
prima di rientrare nel castello, guardò il cielo e
pensò -Abbiamo
vinto la nostra prima battaglia. Mi dispiace Ruganax, ma dovrai
impegnarti molto più di così!-
*
* *
Dall'altra
parte del mondo, in una grotta oscura...
“Sommo
Ruganax! Le nostre forze sono state annientate! A quanto pare la
gilda della sacerdotessa Aika è più forte di
quanto pensassimo!”
“Silenzio!!!”
tuonò Ruganax “Questo era solo un antipasto! Ora
è tempo che gli
arcidemoni scendano in campo”.
“Ma...
master Ruganax, ci vorranno almeno sei mesi per
risvegliarli!”
“E
sia. Lasciamo che quegli umani si godano la loro misera vittoria.
Quando sarà il momento, li schiacceremo senza troppe
cerimonie!” e
scoppiò in una forte risata che fece tremare le mura della
grotta.
Sei
mesi al risveglio degli arcidemoni. Il conto alla rovescia inizia!
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Chaos
come va? Piaciuto questo mattonazzo? Spero di sì. Visto che
alla
fine non ero io il ladro? L'avevo detto che la mia entrata in scena
sarebbe stata più figa! XD beh spero che vi siano piaciuti i
vari
scontri come sono piaciuti a me, altrimenti sapete dove potete
andarvene...
Ma
è tempo di ringraziamenti! Ringrazio di cuore 46fede per i
suoi
consigli e per l'aiuto della stesura dello scontro del team Queen
Nature. Thank you Fede!
P.S:
cosa vorreste mettere voi nella vostra gilda? Un juke box? Un tavolo
da biliardo? Sotto con le idee che qui la vera sede della gilda deve
ancora apparire ;)
Alla
prossima!!! CHAOS!!!
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 5 ***
Chaos
come va? Spero tutto bene. Dunque, passiamo subito alle news:
LaKraff44 è tornata Yeeeeeeeeeehhhhh!!!! Ora che finalmente
entrambe
le fic sono pronte, possiamo iniziare seriamente. Ora è
invece tempo
per le notizie: questo sarà un capitolo più che
altro di
assestamento. Vedremo nuovi OC (urrà... lavoro in
più... meno male
che la scuola finisce tra poco... XD), la nuova sede della gilda e...
l'input di una piccola saga (ce ne saranno parecchie di saghe in sei
mesi!) Buona lettura!!!
P.S:
se per caso non vedrete il vostro OC in questo capitolo, state
tranquilli nel prossimo apparirà. Sono pur sempre 30
personaggi,
siate clementi XD
Capitolo
5
Era
passata una settimana da quando i demoni avevano attaccato la
città
ma grazie agli sforzi della nuova gilda Last Hope, la minaccia era
stata sconfitta e, in questa settimana, tutti avevano dato una mano a
riparare i danni e, grazie alla magia, era già tutto come
nuovo. Il
settimo giorno Aika convocò tutti i membri della gilda a
palazzo.
In
poco tempo furono tutti riuniti nella sala dove era nata la gilda.
Aika, che in quel momento indossava un kimono rosso e dei sandali e
teneva i lunghi capelli viola sciolti lungo la schiena, salì
sullo
stesso palco e disse “Ragazzi, vi ringrazio di cuore per il
vostro
aiuto! Oltre ad aver sconfitto i nemici, avete anche aiutato a
ricostruire la città, perciò mi sembra giusto
premiarvi!”
Aika
notò che molti dei presenti si erano fatti più
curiosi e,
sorridendo, continuò “Questa qui è la
sala dove è nata la nostra
gilda ma non è qui la vera sede. Ora, andremo nella nostra
vera
gilda!” e fece un cenno a dei soldati, che fecero entrare una
decina di persone con indosso una tunica blu. Quelle persone si
disposero attorno ai ragazzi e, nello stesso momento, pronunciarono
una formula magica, e, in men che non si dica, Aika e la gilda,
scomparirono come nebbia nel vento.
Tutti
i maghi, e i loro compagni animali, si ritrovarono in cima ad una
collina poco lontana dalla città. Da questa partiva un
piccolo
sentiero che raggiungeva la base della collina. Tutti si guardarono
attorno confusi e l'unica cosa che notarono fu una piccola casetta
sulla cui porta c'era disegnato un sole adornato da tre paia d'ali
d'angelo. Nessuno sapeva cosa dire. Fu Yelle a farsi avanti.
“Ehm...
Aika... che posto è questo?” chiese timidamente
l'albina levitando
sopra agli altri.
“Questa...”
disse Aika indicando la casetta “... è la sede
della nostra
gilda!”
“EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEHHHHHHHHH????????????”
fu la reazione di tutti i ragazzi li attorno, persino Amlach, Miwako
e Lya, rimasero scioccati da quella rivelazione.
“Qu...
questa sarebbe la sede della gilda?” chiese Zafrina allibita.
Di
certo non si aspettava una reggia enorme ma neanche un catapecchia
così piccola.
“Sì.
Perchè? C'è qualche problema?” chiese
Aika guardando la ragazza
con uno strano sorriso.
“Il
problema c'è eccome!” disse Kay “In
quella casetta ci potranno
entrare al massimo dieci persone! Si può sapere come
facciamo ad
entrarci tutti?”
“Uff...
certo che sei proprio limitata Kay!” disse Aika sbuffando
“Apri
la porta e vedrai!” e si spostò di lato per
permettere alla
compagna di passare. L'albina non se lo fece ripetere due volte, si
avvicinò alla porta e la aprì di scatto. I
compagni dietro di lei
la videro pietrificarsi con la bocca aperta e gli occhi sgranati.
“Ehm...
tutto apposto?” chiese Tsuki avvicinandosi alla sua compagna.
Kay
non fiatò e, allora, Tsuki si avvicinò e
guardò anche lei,
restando a sua volta a bocca aperta. Gli altri, spazientiti da quel
silenzio, si fecero avanti e, a uno a uno, rimasero tutti a bocca
aperta perchè quella minuscola casetta, in
realtà, era solo una
copertura magica. Oltre la porta vi era un enorme salone dove erano
presenti tavoli e sedie di legno, un grosso caminetto, un'enorme
bacheca sulla quale erano appesi dei fogli di carta e un bar subito a
destra dall'entrata che aveva un bancone lungo almeno venti metri. I
ragazzi notarono anche diverse porte, ma erano chiuse e quindi non
potevano sapere cosa ci fosse oltre.
Aika
entrò per prima e gli altri la seguirono “Bene!
Ora dovrete dirmi
dove volete il marchio della gilda!” disse Aika e, uno alla
volta,
i maghi le dissero il punto nella quale lo volevano. Il simbolo era
lo stesso sole alato che c'era sulla porta d'ingresso e piaceva a
molti dei presenti.
“Come
potete vedere, qui si fanno le cose in grande, ma la gilda non si
limita a questa enorme sala. Su, seguitemi!” disse Aika
iniziando a
camminare e gli altri dietro di lei.
In
quell'enorme sala vi erano sette porte, tre sul lato opposto
all'entrata, una vicino al bancone del bar e le altre tre sul lato
opposto. Aika mostrò a tutti le varie stanze che si
presentarono
come: un'enorme sala per gli allenamenti, provvista
di arena,
armeria, tatami, zona pesi e bagni; una sala svago,
provvista
di tavolo da biliardo, juke box, un enorme TV da 100 pollici, una
console con quattro joy-pad, un enorme scaffale pieno di videogame e
dvd, un tavolo da calcetto e una pista da bowling; uno “zoo
nursery” per i compagni animali dei maghi dove
potevano
riposare, tutti gli animali si sistemarono subito e i padroni
proseguirono il tour senza di loro; una
piscina coperta con trampolino, vasca ad idromassaggio e
sauna;
un'infermeria con dieci lettini e diversi scaffali
pieni di
medicinali; l'ufficio di Aika anche se di ufficio
aveva ben
poco visto che era uguale alla stanza di una ragazza di 16 anni.
Aika
si fermò davanti all'ultima porta e stava per aprirla quando
Lyra le
chiese “Scusa Aika, ma com'è possibile che
dall'esterno sembri una
casetta quando in realtà è enorme?” e
la sacerdotessa fu ben
felice di spiegarglielo “Devi sapere che qui sono stati
installati
dei portali dimensionali. Ogni portale collega questo posto ad un
altro, infatti, tutte le stanze che avete visto, non si trovano qui,
ma sono disseminate per il regno, così non occupiamo troppo
spazio!”
“Capisco.”
disse Lyra e Aika aprì l'ultima porta da cui uscì
una forte luce.
Lei oltrepassò la soglia e gli altri la seguirono,
ritrovandosi in
cima ad un'enorme parete di roccia dalla quale si poteva osservare
un'immensa foresta.
“Che
posto è questo?” chiese Amlach scrutando il
panorama.
“Ora
siamo nella fascia sconosciuta.” disse Aika,
allorché molti si
allarmarono, dato che la fascia sconosciuta era abitata da creature
selvagge che non esitavano ad attaccare ne gli umani ne i demoni.
“Qui
verrete a svolgere i vostri allenamenti intensivi quando ne sentirete
l'occorrenza.” continuò Aika e molti dei presenti
tra cui Amlach,
Lya, Yukiteru e Anya, ebbero l'impulso di tuffarsi da quella parete
per iniziare subito con un bel allenamento, ma nessuno si mosse
effettivamente.
I
maghi rientrarono e, dopo concessione di Aika, ognuno se ne
andò
nella stanza che preferiva e, stranamente, le due più
gettonate
furono la sala d'allenamento e la sala svago.
Aika
si sedette al bancone del bar, di fianco a Lya. La ragazza stava
giocherellando, con la mano sinistra, con l'artiglio di drago appeso
al collo mentre, nella mano destra teneva un bicchiere pieno di un
liquido chiaro.
“Birra?”
chiese Aika e l'altra annuì lentamente “Qualche
problema?”
chiese la master, intuendo che qualcosa, effettivamente, non andava.
“Pensi
che io sia debole?” chiese a bruciapelo Lya senza guardarla.
“Perchè
me lo chiedi?” chiese Aika, confusa dalla domanda della
compagna.
Lya
non rispose, ma si voltò un po' verso destra e Aika
seguì il suo
sguardo, finendo ad osservare un tavolo dove erano seduti Ashuros,
Edward e Leo.
“C'entra
forse Ashuros?” ipotizzò Aika e, non ricevendo
ancora nessuna
risposta, capì di aver fatto centro “Se
è per la storia del
salvataggio, non prendertela a male, può capitare a
tutti”.
“A
me non può capitare.” rispose secca Lya
“Per una come me, un
salvataggio è come un'umiliante sconfitta. Tanto valeva
morire
dignitosamente”.
“Certo
che te sei proprio pesante!” disse Aika gonfiando le guance.
Lya la
guardò stupita e Aika continuò “Tutti
voi guerrieri siete così
noiosi. Tanto valeva morire dignitosamente? Ma ti senti? Se tu fossi
morta in quel momento, credi che le tue compagne ne sarebbero state
contente? I tuoi amici ne sarebbero stati felici?”
Lya
rimase in silenzio per qualche secondo, poi tornò a
concentrarsi sul
bicchiere “Io non ho amici...” disse infine la
ragazza con una
nota di tristezza nella voce.
“Non
è vero, tu hai molti amici! Basta che ti guardi attorno.
Tutti qui,
verrebbero ad aiutarti se ne avessi bisogno. E' così che si
fa in
una gilda. Sai, so che con i tuoi occhi puoi comprendere i sentimenti
e le intenzioni delle persone, proprio come me.” disse Aika
“Ora
io ti chiedo... quando Ashuros ti ha salvata e tu lo hai guardato
negli occhi... cosa hai visto?”
Lya
smise per un secondo di respirare, fissando il bicchiere ormai quasi
vuoto. Che cosa aveva visto? Era questo quello che la preoccupava
perchè lei non aveva visto... “Niente... non sono
riuscita a
vedere niente.” disse Lya e Aika annuì
“Allora siamo in due,
perchè neanche io riesco a leggergli il cuore e questo
è strano...”
Senza
che le due se ne fossero accorte, alle loro spalle era arrivata Miel.
La ragazza si schiarì la voce e Aika si concentrò
su di lei “Sì
Miel?”
“Scusa
Aika, mi stavo chiedendo se la gilda sarà composta sempre da
noi o
se si aggiungerà qualcuno di nuovo. E' solo per sapere,
visto che la
gilda è in un posto così isolato”.
Aika
guardò la bionda per qualche secondo e poi, con un sorriso,
le disse
“Sai hai proprio ragione! Perchè non vai in
città a vedere se
trovi qualcuno di interessante? Stai tranquilla, verrà
qualcun'altro
con te.” poi si girò verso gli altri e
urlò “Amlach! Misaki!
Ashuros! Venite qui!”
Ashuros
fu il primo ad arrivare, seguito da Amlach e Misaki che, per un
motivo ancora sconosciuto ad Aika, indossava ancora una divisa
scolastica, stavolta bianca.
“Cosa
c'è Aika?” chiese Misaki scostando una fastidiosa
ciocca di
capelli.
“Andate
in città con Miel e reclutate nuovi maghi!” disse
schietta Aika,
senza curarsi delle facce dei tre.
“Perchè
noi?” chiese Ashuros “Sei tu il master. Devi
occupartene tu!”
ma Aika non voleva sentire scuse e, mantenendo quello strano sorriso,
li accompagnò alla porta e, con una spinta di vento da parte
di
Yelle, li fece uscire.
I
quattro ragazzi si guardarono tra di loro ma nessuno fiatò
e, in
silenzio, si diressero verso la città, sperando di trovare
subito
qualcuno in modo da potersene tornare in gilda.
Mezz'ora
dopo, i quattro si erano divisi per cercare più in fretta
nuovi
compagni.
Ashuros
stava camminando per la via principale della città, gettando
un'occhiata qua e la per trovare qualcuno di interessante.
Entrò in
un bar, sperando di trovare qualcuno di adatto e si sedette al
bancone. La barista, una ragazza sulla trentina dai lunghi capelli
castani, si avvicinò a lui e gli chiese
“Buongiorno! Cosa posso
fare per te?”
“Due
dita di Vodka liscia e informazioni.” rispose Ashuros.
La
barista gli mise davanti un piccolo bicchierino e ci verso dentro un
po' del liquore richiesto, Ashuros lo vuotò in un colpo solo
e poi
la ragazza gli chiese “Che genere di informazioni?”
“Conosci
per caso dei maghi abbastanza tosti ma che non facciano parte di
nessuna gilda?” chiese Ashuros.
La
ragazza si batte un dito sul mento e poi disse “So che in
città
gira un ragazzo dagli strani poteri, controlla i vettori se non
sbaglio o qualcosa di simile. Purtroppo però non so dirti
dove puoi
trovarlo”.
“Ehi
Ragazzino tu stai barando!!!” urlò un uomo poco
lontano da Ashuros
che si girò per capire chi avesse urlato e
identificò un uomo sulla
quarantina che teneva un coltello puntato alla gola di un ragazzo. Il
ragazzo in questione, aveva i capelli bianchi a caschetto e un paio
di occhi azzurri, indossava delle scarpe da ginnastica nere, un paio
di jeans e una maglietta a maniche lunghe rossa, in più
aveva un
grosso paio di cuffie appeso al collo. La cosa che colpì
Ashuros era
il fatto che, malgrado la lama puntata alla gola, il ragazzo, non
mostrava paura, bensì... noia.
“Ehi
vecchio... non so di cosa parli. Ho vinto la partita a freccette
onestamente.” disse il ragazzo.
“Non
è vero! Ogni volta che la freccetta stava per mancare il
centro,
misteriosamente cambiava traiettoria e finiva nel cerchio da 100
punti! Ammettilo hai usato la magia!” urlò adirato
l'uomo.
Ashuros
guardò il ragazzo e pensò -La freccetta ha
cambiato traiettoria...
e la traiettoria è classificabile come vettore. Forse ho
trovato il
futuro acquisto della gilda.- e in quel momento, l'albino, diede un
piccolo colpetto al braccio destro del uomo. All'inizio non accadde
nulla, ma in un decimo di secondo, il braccio dell'uomo esplose
schizzando sangue ovunque. Molte delle persone sedute ai tavoli
urlarono e la barista svenne mentre Ashuros sorrise nel vedere quella
scena -Ha aumentato la potenza dell'impatto usando il vettore del
pugno... niente male-
Il
ragazzo, senza fretta, si girò verso Ashuros e si
andò a sedere di
fianco a lui, prese la bottiglia di vodka rimasta sul bancone e ne
bevve un sorso.
“Strano
modo di discolparsi da un'accusa.” disse sarcastico Ashuros,
continuando a fissare l'uomo che si contorceva a terra.
“Tu
hai i tuoi metodi.” rispose il ragazzo “Io ho i
miei.” e bevve
un altro sorso.
“Hai
ragione, su questo non posso ribattere. Ti andrebbe di entrare nella
gilda che ha salvato la città?” chiese Ashuros a
bruciapelo.
Il
ragazzo seduto di fianco a lui sputò un po' di vodka e poi
gli
chiese “E tu fai questo genere di domande così a
bruciapelo?”
“Tu
hai i tuoi metodi.” disse Ashuros “Io ho i
miei”.
“Tsk,
sei un ragazzo strano lo sai? Comunque sia... accetto. Mi stavo
annoiando a giocare a freccette.” disse il ragazzo.
“Ottimo!
Io sono Ashuros Bleeder. E tu sei...?”
“Zero.
Zero Speeder, ma puoi chiamarmi Vector.” rispose il ragazzo.
“Bene
Zero, andiamo alla gilda, il master sarà contento di
conoscerti.”
disse Ashuros.
“Se
lo dici tu.” rispose Zero e i due uscirono dal bar, diretti
alla
gilda.
*
* *
Amlach
e Misaki stavano camminando in mezzo al mercato della città,
fermandosi di tanto in tanto ad osservare qualche bancarella. La
ragazza si entusiasmava per molte cose mentre Amlach faceva
attenzione solo a determinate cose quali: spade e pezzi di ricambio
per moto e auto. Misaki non riusciva a capire quella sua fissa per i
motori e preferì non indagare, ma una domanda le venne
spontanea
“Perchè stai andando in giro a petto
nudo?” e lui “Non me ne
ero accorto. Non sento molto le temperature, che siano calde o
fredde. Vuoi che mi metta qualcosa?”
“Non
è questo che intendevo! Era solo una domanda
ecco!” rispose Misaki
piuttosto imbarazzata.
Amlach
la guardò mentre un sorrisetto malizioso compariva sulla sua
faccia,
mostrando i canini appuntiti “Quindi preferisci vedermi a
petto
nudo?”
Misaki
arrossì di colpo e stava per rispondergli per le rime
quando, dietro
di loro, si sentì una voce femminile “A...
Amlach?”
I
due si girarono e videro una ragazza della loro età dagli
occhi
perlacei e dai lunghi capelli blu, indossava delle scarpe da
ginnastica bianche, leggins fino alle ginocchia neri e un vestitino
azzurro, in più aveva una borsa sportiva a tracolla. La
ragazza,
stranamente, era rossa in viso e guardava Amlach come un bambino che
guarda il suo eroe. La ragazza abbracciò il ragazzo di
colpo,
lasciando a bocca aperta Misaki.
“Hana?”
chiese il ragazzo e la ragazza annuì timidamente. Amlach le
mise una
mano sulla spalla e le disse “E' da parecchio tempo che non
ci
vediamo! Stai bene?”
Hana
arrossì ancora di più e disse “S...
sì sto bene... tu... tu che
ci fai qui?”
“Faccio
parte della gilda di questa città.” disse Amlach
sorridendo, cosa
che sconvolse non poco Misaki, poi il ragazzo aggiunse “Se
non
sbaglio sei una maga, perchè non ti unisci alla
gilda?”
Hana
arrossì ancora di più e Amlach stava per
domandarglielo di nuovo,
ma con sua sorpresa, percepì un brivido lungo la schiena, si
girò e
vide una Misaki dagli occhi completamente rossi e circondata da
un'aura nera che si stava scrocchiando le dita delle mani.
“Amlach...
saresti così gentile... da presentarci?” chiese
Misaki sorridendo.
“Ehm...”
iniziò Amlach “... lei è Hana Akai ed
è una mia cara amica, ci
conosciamo da un po' d'anni”.
“Capisco...”
disse Misaki che si avvicinò ad Hana con intento omicida e
le porse
la mano dicendo “Piacere mi chiamo Misaki e sono una compagna
di
team di Amlach.” pensando poi -E se lo abbracci di nuovo ti
faccio
esplodere la testa-.
“Piacere.”
disse Hana stringendole timidamente la mano.
-Uhm...
non so perchè ma so che questa ragazza mi darà
noie... ma è
comunque una maga e quindi meglio di niente.- pensò Misaki e
le
disse “Beh, se ad Amlach va bene... puoi entrare nella nostra
gilda.” per poi prendere sottobraccio la nuova compagna,
trascinandola il più lontano possibile da Amlach che
guardò la
scena parecchio confuso.
*
* *
Miel
stava tranquillamente passeggiando vicino a un parco, quando
notò
una ragazza seduta su di una panchina, intenta a disegnare. Aveva i
capelli color lilla raccolti in due piccoli chignon e aveva due occhi
azzurri molto belli. Indossava un vestitino lungo fino alle cosce
color lilla chiaro nella parte superiore e bianco in quella
inferiore, due orecchini d'argento che Miel notò subito e un
ciondolo d'argento appeso al collo, in più aveva una borsa a
tracolla poggiata di fianco a lei. Miel la guardò per
qualche
secondo senza parole, avrebbe riconosciuto ovunque quel modo di
disegnare con i pastelli. Scavalcò la piccola siepe e
iniziò a
correre verso la ragazza urlando “Penny!!!”
La
ragazza che stava disegnando si fermò di botto e si
voltò verso
Miel. Non appena vide la bionda correrle incontro, posò il
foglio
sulla quale stava disegnando e le corse incontro a sua volta urlando
“Miel!!!”
Purtroppo,
prima che potessero abbracciarsi, Miel riuscì nuovamente ad
inciampare nel nulla, finendo faccia a terra. Penny soffocò
una
risatina e la aiutò a rialzarsi.
Le
due ragazze poterono finalmente abbracciarsi e rimasero abbracciate
per qualche secondo, fino a quando Miel, distaccatasi un pochino,
le chiese “Cosa ci fai qui?” e Penny “Sto
viaggiando e ho
deciso di fare una pausa qui!”
“Non
sai quanto sono felice di rivederti Penny!” disse felice
Miel,
tornando ad abbracciare l'amica.
“Lo
stesso vale per me!” rispose Penny.
Le
due rimasero un po' a chiacchierare dei vecchi tempi. A quanto pare,
Miel aveva aiutato Penny in un paio di situazioni e in poco tempo
erano diventate ottime amiche ma a causa del
“lavoro” di Miel,
lei era stata costretta ad allontanarsi dalla città in cui
si
trovavano e per questo si erano separate.
“Ehi
se non sbaglio tu sei una maga, giusto?” chiese Miel
guardando
l'amica.
“Uh?
Sì lo sono... perchè me lo chiedi?”
chiese a sua volta Penny ma
Miel le aveva già afferrato un polso e le disse
“Devi
assolutamente entrare nella mia gilda!!!”
“Wow
fai parte di una gilda?” chiese Penny e l'amica
annuì.
“Allora
accetto!” disse felice Penny -Così potremo restare
insieme!” e
si abbracciarono di nuovo.
“Bene
allora andiamo!” disse Miel.
“D'accordo,
aspetta un attimo che recupero le mie cose.” disse Penny e si
girò
verso la sua borsa pietrificandosi immediatamente. Miel la
guardò
confusa notando poi un procione che teneva in bocca uno dei pastelli
dell'amica che, in quel momento, stava letteralmente bruciando. Il
procione iniziò a correre, sempre con il pastello tra le
fauci ma
Penny, dopo aver preso un sassolino da terra ed aver assunto una posa
da giocatore di baseball, tirò il sassolino a piena potenza
urlando
“DOVE PENSI DI ANDARE?!?!?!??!?”
Il
sassolino prese fuoco e colpì il procione in testa,
facendogli
cadere il pastello e scaraventandolo contro una quercia. Miel,
rimasta pietrificata dalla paura, notò l'anima del procione
salire
beatamente in cielo.
Penny,
dopo aver rimesso il pastello nella scatoletta, si girò
verso
l'amica e con voce angelica le disse “Andiamo?” e
Miel “A...
aye...”
Mentre
camminavano, Miel prese un foglietto di carta e ci scrisse sopra una
semplicissima equazione “ TOCCARE PASTELLI DI PENNY = MORIRE
DI UNA
MORTE ATROCE”.
*
* *
Intanto,
in una landa desolata della fascia oscura, camminava una ragazza.
Aveva i capelli corti e neri e aveva due occhi gialli in grado di far
indietreggiare chiunque. Indossava un top bianco coperto da un
giubbotto militare corto, dei pantaloncini corti blu scuro, delle
calze rosse che gli arrivavano fino alle cosce, degli scarponi
marroni, una cintura alla quale erano appesi un'accetta e dei
sacchettini, in più aveva intorno al collo una sciarpa rossa
che
penzolava lungo la schiena. La manica destra del giubbotto sventolava
libera perchè la ragazza aveva perso quel braccio nel suo
primo
incontro con dei demoni e questo aveva fatto nascere in lei l'odio
nei loro confronti.
Si
guardò attorno ma non vide niente o nessuno.
-Strano.-
pensò la ragazza -Dovrebbero esserci centinaia di demoni da
queste
parti-.
Di
colpo tutt'attorno a lei comparvero dei demoni. Avevano le sembianze
di orsi ed erano coperti da una corazza di ferro. La ragazza si
guardò attorno e sorrise Prese in mano la sua accetta, si
fece un
piccolo taglio sul moncherino e fece uscire un po' di sangue che
assunse la forma di una magnum. La prese in mano, dopo aver riposto
l'accetta, la puntò verso l'orso più vicino
dicendo “Sono Miyuki
Shimikuru... e sto per uccidervi tutti!”
A
quelle parole, il demone scattò verso di lei e la ragazza
premette
il grilletto.
Poco
lontano da lei, nascosto dietro una roccia, un ragazzo disse a bassa
voce “Pazza...”
*
* *
Aika
stava osservando i tre maghi che i suoi compagni avevano reclutato.
Non sembravano male e, da quel che capiva, avevano già
stretto
amicizia con qualcuno: la psicopatica dei pastelli era amica di Miel
da molto tempo, la ragazza che era tornata con Amlach e Misaki
sembrava conoscere il ragazzo da molto tempo e l'albino arrivato
insieme ad Ashuros sembrava tranquillo e amico di quest'ultimo.
“Beh
avete compiuto il vostro dovere!” disse Aika rivolgendosi a
Miel e
agli altri reclutatori, poi si voltò verso Penny, Hana e
Zero “In
quanto a voi, ben venuti a Last Hope!” e i tre si fecero fare
il
marchio della gilda sul corpo.
Mentre
i vari maghi festeggiavano per l'arrivo dei nuovi compagni, Aika
chiamò da parte Ashuros e, insieme, andarono nel suo
“ufficio”.
“Di
che volevi parlarmi?” chiese l'albino osservando i vestiti
gettati
alla rinfusa sul pavimento.
“Ashuros...
mentre non c'eri ho fatto delle ricerche sul tuo conto.”
disse Aika
con voce seria.
“Capisco...
e che cosa hai scoperto?” chiese curioso Ashuros anche se
sapeva
già la risposta.
“Beh...
se vuoi posso dirti varie cose scritte sull'elenco. Per esempio: il
giorno quattro del mese di giugno hai salvato un villaggio
dall'attacco di un basilisco”.
“E
allora?”
“L'azione
in se non è strana... ma è la data che mi
confonde.” disse Aika
rileggendo il testo.
“Quattro
giugno. Che c'è di strano?” chiese Ashuros.
“Se
fosse stato il 4 giugno del anno AW1678 (AW vuol dire AFTER WAR e
più
avanti ne spiegherò l'origine) non ci sarebbero problemi...
ma
questo documento risale al 4 giugno dell'anno AW178, cioè
1500 anni
fa.” disse Aika guardandolo dritto negli occhi e il ragazzo
non si
mosse di un millimetro, né fiatò. La giovane
sacerdotessa, allora,
fece un respiro profondo e poi, tornando a guardarlo, gli chiese, con
un filo di paura nella voce “Ashuros... cosa sei
tu?”
Il
ragazzo non rispose ma si limitò a fissarla, mostrando un
sorriso
che spaventò moltissimo Aika. Finalmente Ashuros stava per
parlare,
quando la porta si aprì di colpo ed entrò Yelle
che disse “Aika,
un messaggero ti ha portato questa.” e le diede una busta di
carta.
Aika
la prese e, dopo averla poggiata sulla scrivania, guardò di
nuovo
verso Ashuros ma si stupì nel non vederlo più.
Per pensare ad altro
prese la busta e la aprì. Era una comunicazione del re e
riferiva
che, nella fascia oscura, una giovane maga stava combattendo
all'ultimo sangue con svariati demoni. La master non perse tempo e,
accompagnata da Yelle, andò nell'enorme sala dov'era in
corso la
festa. Cercò Ashuros con lo sguardo ma non lo vide. Decise
di non
pensarci per ora e, dopo essere salita su di un tavolo, creò
una
sfera di luce che “inghiottì” il suono
presente nella sala.
Tutti rimasero sorpresi, ma non appena videro Aika, si fecero tutti
attorno a lei e la ragazza, vedendo di avere la loro attenzione, gli
ridiede la voce.
“Ragazzi,
mi è appena arrivata la comunicazione del re che riferisce
la
presenza di una ragazza nella fascia oscura. La ragazza sta
combattendo all'ultimo sangue con centinaia di demoni. Dobbiamo
aiutarla!”
“Ma
come faremo ad andare nella fascia oscura in poco tempo? Sono mesi di
viaggio!” disse Edward grattandosi la testa.
“Infatti
non viaggeremo! Ci teletrasporteremo! Il regno dispone di grossi
apparecchi per il trasporto delle truppe e noi li useremo per
arrivare nella fascia oscura.” disse Aika ma molti dei
presenti non
erano convinti dell'idea.
“So
che molti di voi non apprezzano l'idea di andare in pieno territorio
nemico, per questo non vi costringerò, ma voglio farvi
vedere come
quella ragazza stia combattendo da sola.” ed evocò
un enorme globo
trasparente.
“Sulla
fascia oscura, vi sono diversi satelliti del regno. Ora
collegherò
il mio proiettore astrale con uno di quei satelliti.”
spiegò Aika
e in poco tempo si iniziarono a vedere delle immagini nel globo.
*
* *
Miyuki
spappolò la testa dell'ennesimo demone con una mazza ferrata
fatta
di sangue solidificato, ma la lasciò tornare subito liquida
dato
che, ormai, il suo potere magico era quasi del tutto esaurito.
-Maledetti wilder!- pensò la ragazza, mentre evitava
l'ennesima
zampata.
Di
colpo sentì il terreno iniziare a tremare e, guardandosi
attorno,
individuò un demone dalle sembianze di un rinoceronte.
-Un
charger... questa non ci voleva.- pensò Miyuki. Nello stesso
istante, il demone iniziò la sua carica contro la ragazza
che, nel
vano tentativo di fermarlo, gli lanciò contro alcuni
coltelli di
sangue i quali rimbalzarono sulla spessa pelle del demone che non
accennava a rallentare.
-Maledizione!
Devo difendermi!- pensò la ragazza e creò un
grosso scudo di sangue
che frappose fra lei e il demone. Lo scontro fu inevitabile e,
benché
lo scudo avesse retto, Miyuki venne scaraventata contro una grossa
roccia, distruggendola all'impatto. La ragazza cadde a terra senza
fiato e il demone si preparò ad un'altra carica ma, prima
che
potesse partire, un'enorme palla di fuoco lo centrò in pieno
distruggendolo.
Miyuki
si voltò nella direzione dalla quale era arrivata la sfera e
vide un
ragazzo venirle incontro. Era un ragazzo dai lunghi capelli neri che
gli arrivavano fino alle spalle e aveva un occhio dello stesso colore
dei capelli, mentre quello destro era giallo. Indossava degli
scarponi neri, dei pantaloni lunghi strappati all'altezza delle
ginocchia, una felpa corta e sopra di essa una mezza tunica
argentata.
La
prima cosa che saltò all'occhio di Miyuki fu che il braccio
destro e
la parte destra del volto del ragazzo, avevano fattezze demoniache,
infatti il braccio era un po' più grande del sinistro ed era
coperto
di scaglie rosse e spuntoni, mentre la parte destra del viso, era
anch'essa rossa, in più sembrava che l'occhio fosse di un
colore
diverso dall'altro proprio per via di quella strana pelle e la
ragazza notò anche un piccolo corno all'altezza della tempia
destra
ma spostato più indietro.
Il
ragazzo si fermò davanti a lei e le disse “Hai
finito di giocare
alla guerriera suicida?”
Miyuki
non rispose e si limitò a guardarlo con sguardo indagatore,
poi dopo
qualche secondo gli chiese “Sei un demone?”
“Tsk,
dritta al punto eh.” disse il ragazzo dandole le spalle
“Diciamo
che non sono umano, ma neanche un demone”.
La
ragazza lo guardò confusa e lui, intanto, alzò il
braccio demoniaco
puntandolo verso i cadaveri dei demoni uccisi da Miyuki e, dopo aver
recitato una strana formula, quei cadaveri si rialzarono. Sembrava
che non percepissero il danno delle ferite inferte ai loro corpi e,
con un semplice ordine del ragazzo, iniziarono a fare a pezzi i loro
simili. In pochi secondi si creò una confusione assurda.
Il
ragazzo tornò da Miyuki e le disse “Vuoi stare
seduta a terra
ancora per molto o ce ne possiamo andare?
“Perchè
mi hai aiutato? Sei un demone!” rispose acida Miyuki ma il
ragazzo
non si scompose e rispose a sua volta “Ok se è
così che la metti,
ti saluto.” e fece per allontanarsi ma all'ultimo si
girò e urlò
alla ragazza “Ti avviso che il mio incantesimo di necromanzia
ha
durata limitata! Ti auguro buona fortuna per quando quei demoni
torneranno ad essere cadaveri e tu resterai di nuovo sola contro
un'orda di demoni!” e iniziò a camminare.
Miyuki
lo guardò allontanarsi e poi guardò lo scontro,
notando che molti
demoni resuscitati stavano già tornando ad essere cadaveri.
Di
malavoglia si alzò, un po' traballante, e iniziò
a seguire il
ragazzo urlandogli “Ehi demone aspettami!”
Il
ragazzo si girò leggermente adirato e le urlò
“Piantala di
chiamarmi “demone”! Ho un nome sai, ed è
Rahl Navok!”
Miyuki
lo guardò di traverso e gli disse “Sai quanto me
ne importi.
Comunque sia mi hai salvato quindi ti devo dire... grazie.” e
Rahl,
voltatosi di nuovo in avanti, disse “Non ho bisogno dei tuoi
ringraziamenti.” e insieme entrarono in una foresta di alberi
neri,
sperando così di poter seminare i nemici dietro di loro.
*
* *
Il
globo smise di trasmettere e scomparve nell'aria. Erano rimasti tutti
sorpresi nel vedere un ragazzo con i poteri di un demone e ancora
più
strano, il fatto che avesse salvato la ragazza e combattuto altri
demoni.
“Interessante.”
disse Aika.
“Che
dobbiamo fare?” chiese Yelle.
“Per
adesso niente. Andrò a parlare con il re di questa
situazione e
decideremo il da farsi.” disse Aika, dopodiché
congedò i suoi
compagni che tornarono a rilassarsi, eccetto CJ e Angel che decisero
di andare in città.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Ok
breve intervallo. La situazione è un po' complicata
perciò ora vi
dirò i futuri passaggi. Ci saranno tre scene che si
svolgeranno più
o meno nello stesso periodo ma avranno personaggi, ambienti e
contenuti diversi. Se per caso non capite qualcosa, chiedete pure.
Buona lettura!
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
A
qualche chilometro da Zafirus, in mezzo ad un bosco, un ragazzo
saltò
di lato per evitare l'ennesima sfera oscura che cercava di colpirlo.
Aveva gli occhi neri e i capelli dello stesso colore, indossava solo
un paio di sandali e dei pantaloni bianchi, lasciando in bella vista
il corpo muscoloso e scolpito.
Era
da circa un'ora che evitava quelle sfere e ancora non riusciva ad
identificare il suo assalitore. Sentì una risata dietro di
lui e si
voltò. Su una roccia poco più grande di lui,
stava seduta una
persona. Indossava un lungo mantello nero con cappuccio che gli
copriva pressoché tutto il volto. La persona disse
“Hiro Izanagi
detto “mostro” o “demone”
è un onore conoscerti” e Hiro
capì che si trattava di un ragazzo.
“Sono
poche le persone che conoscono quel soprannome. Tu di certo non sei
tra quelle che conosco.” disse Hiro fissandolo.
“Hai
ragione, noi due non ci conosciamo.” disse il ragazzo.
“Perchè
mi hai attaccato?” chiese Hiro.
“Diciamo
che tu hai qualcosa che potrebbe nuocere a me e a
qualcun'altro.”
disse il ragazzo incappucciato ghignando.
“Ti
riferisci a questa?” disse Hiro scattando verso di lui e
facendo
comparire nella mano destra una katana bianca. Di per se sembrava una
normale katana, ma era di un bianco troppo intenso per essere stata
creata da un fabbro, in più malgrado fosse solida, sembrava
anche
liquida visto che dalla sua lama cadevano diverse gocce bianche. La
figura incappucciata scansò all'ultimo di lato e la roccia
su cui si
trovava venne tagliata perfettamente in due.
Il
ragazzo guardò divertito Hiro e disse “La
leggendaria Kusanagi no
tsurugi, detta anche “lama inebriante”, una
leggendaria spada
creata nell'antichità in grado di spedire l'anima delle sua
vittima
in una dimensione dove tempo e luce non esistono.” poi
alzò una
mano urlando “TRANSFER!!!” e diverse rocce
comparirono sopra a
Hiro, rischiando di schiacciarlo, ma il ragazzo alzò il
braccio
sinistro e fece comparire uno scudo su cui le rocce si infransero
senza neanche scalfirlo. Lo scudo sembrava fatto dello stesso
materiale della spada. Il ragazzo sorrise di nuovo e disse
“Possiedi
pure lo scudo di Yata in grado di respingere qualunque attacco!
Possiedi davvero degli oggetti interessanti Hiro, proprio per questo
non posso farti vivere oltre!” e scomparve in un millesimo di
secondo. Hiro si guardò attorno confuso ma non lo vide, di
colpo,
però, sentì qualcosa di freddo e appuntito sul
collo. Si voltò e
vide il ragazzo incappucciato che gli teneva una katana nera puntata
alla gola.
“Game
over amico.” disse il ragazzo e stava per colpire Hiro,
quando si
ritrovò a sua volta una lama puntata alla gola. Il ragazzo
si girò
quel poco che bastava a vedere l'assalitore e vide una ragazza che
gli puntava contro una spada. Era alta e magra, aveva dei lunghi
capelli neri e degli occhi di un blu scurissimo. Indossava un top
dello stesso colore degli occhi, dei pantaloncini neri e delle scarpe
da ginnastica nere. La ragazza lo guardò e disse
“Lascialo
andare”.
Il
ragazzo non si mosse per qualche secondo e questo bastò ad
Hiro per
abbassarsi e poi allontanarsi dal nemico. La ragazza
continuò a
fissare la figura incappucciata e, senza dargli il tempo di parlare,
tentò di tagliargli la gola con la spada ma il ragazzo fece
un balzo
all'indietro e riuscì ad evitare il colpo.
Non
aveva ancora toccato terra che la ragazza pensò -Preso!- e,
puntando
la bocca verso il nemico, urlò “DEMON DRAGON'S
ROAR!!!”
Un
cono di fiamme scaturì, investendo in pieno il ragazzo che
cadde a
terra di schiena e, in pochi attimi si ritrovò la lama della
ragazza
puntata alla gola.
“Ho
vinto.” disse lei ma il ragazzo, sorridendo, disse
“SWITCH.” e
al suo posto comparve un piccolo tronchetto di legno.
La
ragazza si guardò attorno e annusò l'aria, ma non
individuò tracce
del nemico e così si rimise la spada sulla schiena.
“Ehi
grazie per l'aiuto!” disse Hiro sorridendo.
“Di
niente.” disse la ragazza.
“Io
sono Hiro, tu chi sei invece?” chiese il ragazzo tendendole
la
mano.
“Hanako
Suzuki, piacere di conoscerti.” rispose la ragazza
stringendogli la
mano.
“Sei
diretta a Zafirus?” chiese il ragazzo.
“Perchè
me lo chiedi?”
“Perchè
anch'io sono diretto lì, così potremo fare la
strada insieme e
diventare amici!” disse entusiasta Hiro.
Hanako
lo guardò sbalordita e disse “Certo che sei
proprio ingenuo. Credi
che un'amicizia possa nascere così dal nulla?” e
lui “Beh tu mi
hai salvato e per me questo basta come inizio”.
“Sei
un caso disperato.” disse Hanako e iniziò a
camminare verso
Zafirus.
“Allora?
Diventiamo amici?” chiese Hiro.
“No.”
disse fredda lei, ma lui insistette.
Tutto
il viaggio fino a Zafirus, fu un continuo “Amici?”
“No.”
“Dai...” “No.”
“Coraggio...” “No.”
“Ti prego.”
“No.” “Per favore.”
“No.” ecc....
*
* *
Aika
era seduta ad un grosso tavolo insieme al re. I due stavano
discutendo della situazione nella fascia oscura.
“Non
possiamo lasciarli lì!” disse Aika.
“Ma...
sacerdotessa! Andare nella fascia oscura sarebbe un
suicidio!”
contestò il re.
“Lo
so, ma non possiamo lasciare che quei de ragazzi muoiano! Potrebbero
essere dei preziosi alleati!”
“Ma
come potremmo fare? Non credo che i tuoi uomini siano
pronti!”
disse il re.
“Non
sono i miei uomini, sono i miei compagni e, se la memoria non
m'inganna, sono stati loro a salvare il culo a questa
città!”
sbottò Aika sbattendo un pguno sul tavolo.
“Sacerdotessa
Aika!” disse incredulo il re.
“Eh
no, quando ci vuole, ci vuole!” disse Aika mettendo il
broncio.
“E
va bene ha vinto... farò aprire un portale per la fascia
oscura.”
acconsentì il re e Aika, felice della notizia,
iniziò a saltellare
per la stanza.
Dopo
circa mezz'ora, i preparativi erano stati ultimati. L'obbiettivo era
aprire un portale che collegasse la fascia degli uomini con la fascia
oscura, in modo da poter trasportare nella fascia degli uomini Miyuki
e Rahl. Erano stati convocati venti maghi esperti nei portali, che
avevano combinato le loro magie per creare il suddetto portale e
Aika, usando la telepatia, si collegò direttamente con la
mente dei
due ragazzi.
-Rahl,
Miyuki, mi sentite?- chiese telepaticamente Aika.
“Chi
sei?” chiese Rahl, mentre camminava nella foresta di alberi
neri.
-Mi
chiamo Aika e vi sto parlando telepaticamente. Conosco la vostra
situazione e voglio aiutarvi. Tra poco si aprirà un portale
davanti
a voi. Attraversatelo così da poter raggiungere Zafirus.-
spiegò
Aika.
“Perchè
dovremmo darti retta?” chiese Miyuki.
-Perchè
è la vostra sola possibilità per sopravvivere.-
disse Aika e i due
ragazzi si guardarono tra di loro, indecisi sul da farsi. Come detto
da Aika, davanti a loro si aprì un portale e i due, sentendo
i versi
dei demoni alle loro spalle, lo attraversarono, ritrovandosi in
un'enorme sala, davanti ad una ragazzina dai lunghi capelli viola.
“Ben
arrivati!” disse Aika sorridendo.
“Sei
tu Aika?” chiese Rahl.
“Esatto
e sono la master della gilda Last Hope, la gilda creata apposta per
combattere i demoni!” disse euforica Aika.
“Davvero
esiste una gilda del genere?” chiese Miyuki.
“Certo,
e se volete potete entrare a farne parte.” disse Aika
tendendo la
mano a Miyuki.
Miyuki
non sapeva cosa fare. Era sempre rimasta sola dal tragico giorno in
cui aveva scoperto i suoi poteri e non sapeva se unirsi ad una gilda
fosse una buona idea. Rahl, invece, non si fece tanti problemi e
strinse la mano ad Aika, la quale si sorprese nel constatare che il
braccio demoniaco non era freddo, ma caldo come un qualunque braccio
umano.
“Beh
cosa aspetti?” chiese Rahl, guardando Miyuki.
“Eh?”
fece lei.
-Sei
ridotta ad uno straccio e abbiamo capito che il lavoro da lupo
solitario non fa per te. Questa ragazza ti sta offrendo una grossa
occasione direttamente su un piatto d'argento.” disse Rahl
che,
sotto lo sguardo incredulo dei presenti, aveva fatto tornare il
braccio e il viso alle fattezze umane.
“Puoi
controllare il potere demoniaco?” chiese Aika.
“Non
proprio... devo concentrarmi parecchio per riuscire a farlo mutare in
un arto umano.” spiegò Rahl.
“Capisco.”
disse Aika, poi tornando a voltarsi verso Miyuki “Se vuoi
possiamo
fare qualcosa per il tuo braccio”.
Miyuki
rimase ancora un po' in silenzio, ma poi ripensò alla sua
famiglia e
al fatto che non gli importava del passato -Una nuova famiglia...-
pensò la ragazza, dopodiché strinse la mano ad
Aika e il trio si
diresse verso la gilda.
*
* *
Un
ragazzo dai capelli castano chiaro camminava per le vie di Zafirus.
Sulla sua spalla, una piccola salamandra stava dormendo beatamente,
russando alla grande. Il ragazzo si guardò attorno nella
speranza di
trovare una persona. Stava per desistere e tornare sui suoi passi
quando senti una voce “CJ!!!”
CJ
si voltò e vide una ragazza dai lunghi capelli rossi sciolti
corrergli incontro.
“Ehi
Bengie!” disse CJ sorridendo, ma si prese subito un pugno in
testa.
Si massaggiò la testa dolorante e chiese “Ma che
ho fatto?”
“Io
mi chiamo Angel e il mio soprannome è Angie, non
Bengie!!!” disse
la ragazza fulminandolo con lo sguardo.
“Capirai
la differenza...” disse CJ e si beccò un'altra
scarica di pugni in
testa.
I
due stavano ancora parlando tra di loro quando, all'improvviso, un
uomo con in mano una spada li attaccò, riuscendo a ferire al
braccio
destro CJ.
CJ
lo colpì subito con un calcio basso facendogli perdere
l'equilibrio
e Angel, portatasi alle spalle del uomo, gli afferrò le
spalle e,
dopo aver portato le ginocchia al petto, si lasciò cadere a
peso
morto all'indietro, atterrando di schiena e facendo impattare la
schiena del uomo sulle sue ginocchia. L'uomo sgranò gli
occhi per
colpa della botta e fece cadere la spada che CJ si affrettò
a
requisire.
“Che
razza di mossa era quella?” chiese CJ.
“Pensi
che io sappia solo utilizzare le tecniche dei draghi?” chiese
a sua
volta Angel ghignando.
“Uhm...
no... certo che no...” disse CJ.
“Bene,
allora non chiedere.” disse Angel.
I
due iniziarono ad osservare l'uomo a terra e CJ si accorse di una
strana ferita, anzi le ferite erano tre e si trattava di tre buchi
nel braccio destro poco sopra il gomito . Non erano grossi ma a CJ
fecero uno strano effetto.
-Dove
ho già visto una ferita del genere?- pensò il
ragazzo per poi
sbiancare di colpo -Non può essere... di nuovo loro!- e,
dopo aver
preso Angel per mano, con grande sorpresa della ragazza,
iniziò a
correre verso la gilda. A nulla valsero le proteste della ragazza.
Intanto,
sul tetto di una casa li vicino, una donna osservava CJ correre e un
sorriso maligno comparve sul suo volto. Quattro figure avvolte da un
mantello apparvero dietro di lei che, senza voltarsi, disse
“Mi
dispiace CJ, ma nessuno può sperare vedi scappare dall'Alpha
Team!”
e tutte e cinque le figure iniziarono a ridere scomparendo nel nulla.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Chaos
piaciuto il capitolo? Spero di sì. Dunque, per chi non
l'avesse
capito, la nuova saga sarà incentrata sullo scontro tra
l'Alpha Team
e la gilda Last Hope. Spero che continuerete a leggere numerosi
questa storia e che lascerete una piccola recensione.
Ricordo
inoltre, che se per caso il vostro OC non è comparso in
questo
capitolo, comparirà nel prossimo.
Beh,
lo sclero è finito andate in pace XD ci vediamo alla
prossima
Chaos!!!
P.S:
se qualcosa non vi è piaciuto, fatemelo sapere che
provvederò a
migliorare ove possibile.
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 6 ***
Chaos
come va? Spero tutto bene. Dunque...inizio subito chiedendovi: E' MAI
POSSIBILE CHE UN POVERO AUTORE COME ME DEBBA ESSERE MINACCIATO DI
MORTE OGNI 3X2??? I diretti interessati sanno che sto parlando con
loro, ma tornando alla storia, finalmente vedremo l'ultimo (per ora)
OC aggiunto alla storia, da parte di LaKraff44!
Parlando,
invece, dell'ultimo capitolo, cosa abbiamo scoperto?
1)
Ashuros nasconde un segreto;
2)
delle vecchie conoscenze di CJ sono arrivati a Zafirus;
3)
il nostro caro ladro è tornato in azione... direi basta,
questi
erano i punti salienti. Bene, non sto qui a farvi perdere altro tempo
e vi auguro una buona lettura!!!
Capitolo
6
A
centinaia di chilometri da Zafirus, vi erano le montagne Snowir,
chiamate così a causa del fatto che undici mesi su dodici
nevicava
ininterrottamente e, durante l'unico mese di pausa, diventavano la
meta di tantissimi appassionati dello snowboard e degli sci. Ora
erano due settimane che aveva smesso di nevicare ma le montagne erano
pressoché deserte a causa dei continui attacchi dei demoni.
Un
ragazzo, però, se ne fregava dei demoni e scendeva
giù a tutta
velocità con la sua tavola da snowboard. Indossava un
giubbotto nero
e bianco con cappuccio tirato su, dei pantaloni larghi neri con tre
strisce sui lati: una blu, una rossa e una bianca, delle scarpe da
ginnastica dello stesso colore del giubbotto, un marsupio bianco e
rosso e gli occhi erano coperti da un paio di occhiali da snowboard
con la visiera a specchio. Dal cappuccio fuoriuscivano delle ciocche
di capelli color azzurro chiaro.
Dopo
aver usato una roccia come rampa, atterrò in un piccolo
spiazzo
innevato e frenò di colpo, notando di non essere solo. Si
voltò a
sinistra e vide, seduto sul ramo di un pino, un ragazzo dai capelli
bianchi vestito completamente di nero. Ai piedi dell'albero vi erano
i cadaveri di una decina di strane creature dalle sembianze di
rettili.
“Chaos!”
disse il ragazzo sul ramo “Sono Ashuros. Tu sei Ryu dico
bene?”
“Sì
sono io. Cosa vuoi?” chiese Ryu prendendo in mano la sua
tavola.
“Niente
di che... passavo a queste parti...” disse Ashuros.
“Chi
vuoi prendere in giro? Nessuno 'passa' da queste parti senza uno
scopo preciso.” disse Ryu, guardando Ashuros con sguardo
indagatore.
“Ah
ah ah... mi hai scoperto.” disse Ashuros alzando le mani
“Sei
troppo intelligente!” e saltò giù dal
ramo. Ryu si avvicinò di
scatto e lo afferrò per il bavero della giacca
“Ehi buffone
piantala di prendermi in giro! Se stai cercando rogne le hai
trovate!”
“Tsk,
non si può neanche scherzare un po'. Ma se è un
confronto quello
che vuoi...” disse Ashuros per poi tirare una testata in
piena
fronte a Ryu, facendolo indietreggiare. Il ragazzo, ripresosi dalla
botta, andò verso Ashuros e gli tirò un pugno
nello stomaco, alla
quale Ashuros rispose con una gomitata in faccia. Continuarono a
picchiarsi per una decina di minuti poi, dopo essersi distanziati,
iniziarono a ridere e abbassarono la guardia.
“Picchi
davvero bene!” disse Ashuros massaggiandosi una spalla.
“Anche
tu non scherzi. Perchè ci stavamo picchiando?”
chiese Ryu.
“Perchè
tu mi sei venuto incontro urlandomi di smettere di fare il buffone,
ma se mi avessi fatto finire...” disse Ashuros.
“Non
è colpa mia, sei tu che fai innervosire le
persone!” disse Ryu,
per nulla disposto ad ammettere il suo errore.
“Sì
sì come dici tu...” disse, poco convinto, Ashuros
andando a
sedersi su una roccia.
“Tsk,
tornando alle questioni serie, perchè sei venuto
qui?” chiese Ryu.
“Ero
venuto a chiederti se volevi entrare nella gilda Last Hope.”
disse
Ashuros senza mezi termini.
“Con
tutte le persone della fascia umana, perchè proprio
io?” chiese
Ryu dubbioso.
“A
quanto pare il master te lo avrebbe chiesto comunque.” disse
Ashuros, mostrando a Ryu un block-notes.
“Uhm...
dammi una valida ragione per dovermi unire alla tua gilda.”
disse
Ryu.
“Perchè
nella gilda potresti essere accettato per quello che sei.”
disse
Ashuros con un sorriso che nascondeva qualcosa.
“Come
fai a...?” iniziò Ryu, ma Ashuros lo
fermò dicendo “Non conosco
i particolari, ma so che tu non sei interamente umano”.
Ryu
lo guardò in silenzio e si alzò di poco gli
occhiali, mostrando un
paio di occhi arancioni “Pensi davvero che potrei essere
accettato?
Con questi occhi?” chiese Ryu.
“Tranquillo,
in quella gilda ho visto di peggio.” disse Ashuros
“Sei comunque
libero di fare quello che vuoi ghiacciolo”.
“Come
mi hai chiamato mozzarellina?” chiese Ryu con un tono
strafottente
che fece innervosire non poco Ashuros.
“Ti
ho chiamato ghiacciolo perchè sei freddo come il ghiaccio!
Se vuoi
posso chiamarti granita!” ribattè Ashuros.
“Sai
ho deciso, mi unisco alla gilda, così potrò farti
a pezzi ogni
giorno fantasmino!” disse Ryu e i due continuarono ad
insultarsi
per almeno una mezz'ora...
*
* *
Angel
ormai era senza fiato. CJ non le aveva detto niente e si era messo a
correre trascinandola con sé. La ragazza si fermò
di colpo urlando
“Perchè stiamo correndo?”
CJ
si girò velocemente e le disse “Non c'è
tempo per spiegare,
dobbiamo raggiungere la gilda ORA!” il ragazzo
cercò di riprendere
a correre tenendo Angel per il polso, ma la ragazza non si mosse di
un millimetro dicendo “Esigo delle spiegazioni e non mi
muoverò di
qui fin quando...!”
Prima
che potesse completare la frase, un tridente nero le venne scagliato
addosso e CJ, grazie ai suoi riflessi, riuscì a buttare
Angel di
lato e colpire con un montante il tridente, distruggendolo e
provocando una piccola esplosione. Angel si rialzò confusa e
non
potè guardarsi attorno che un altro tridente si
conficcò nel
terreno a pochi centimetri da lei. CJ le prese di nuovo la mano e
ricominciò a correre.
Stavolta
Angel non fece resistenza ma chiese “CJ che sta
succedendo?” e
lui “E' il mio passato che è venuto a
cercarmi”.
*
* *
Intanto
alla gilda, Aika era rientrata, accompagnata da Rahl e Miyuki. I due
avevano ricevuto una calorosa accoglienza e Aika aveva subito
mantenuto la promessa fatta a Miyuki per quanto riguardava il suo
braccio. La master era subito andata in infermeria, seguita da Tsuki,
Amlach e Miyuki.
Aika
aveva detto a Tsuki di immaginare un braccio robotico e lei lo aveva
fatto, creandone uno di un metallo parecchio resistente ed immune
alla magia mentre Amlach, che con gli oggetti meccanici aveva un po'
di dimestichezza, sotto le indicazioni di Aika, le aveva impiantato
il braccio nel corpo, settando tutti i parametri della macchina in
modo da farlo sembrare un braccio vero e proprio. Miyuki era rimasta
sorpresa da quel lavoro e aveva ringraziato di cuore tutti e tre i
maghi, infine Aika le aveva regalato un guanto nero, per nascondere
la mano robotica ove ve ne fosse stato bisogno.
La
porta dell'infermeria si aprì ed entrò Kira. Il
bambino guardò
Aika e le disse “Aika ci sono qui fuori due ragazzi che
vorrebbero
entrare a far parte della gilda.” e lei “Fantastico
nuovi
membri!” e corse felicemente verso la porta d'ingresso. La
aprì di
colpo e si trovò davanti un ragazzo a petto nudo sorridente
e una
ragazza con una spada sulla schiena dall'aria particolarmente...
esaurita?
“Ciao
io sono Hiro e lei è Hanako!” disse il ragazzo
“Vorremmo entrare
a far parte della gilda!”
“Piacere
Hiro!” disse Aika sorridendo “Prego entrate pure,
sono appena
arrivati due nuovi membri, quindi possiamo festeggiare anche il
vostro arrivo.” e i due entrarono. Hiro iniziò,
con somma felicità
di Hanako, a chiacchierare con varie persone, stringendo amicizia con
loro.
Hanako
andò a sedersi al bancone del bar, vicino ad una ragazza dai
lunghi
capelli bianchi e dagli occhi neri. La ragazza le chiese
“Ehi, tu
sei nuova no?”
“Sì,
sono appena arrivata. Mi chiamo Hanako”.
“Piacere,
io sono Kay. Kay Mora.” si presentò a sua volta
l'albina.
“Uhm...
senti Kay, che tu sappia c'è qualcuno che non fa parte di
nessun
team?” chiese Hanako osservando i vari maghi presenti.
“Beh,
oltre a te e al ragazzo con cui sei arrivata... ci sono Ashuros, che
però non vedo in giro, Hana ma credo che entrerà
in un altro team,
poi ci sono Rahl e Miyuki.” disse Kay indicando i due nuovi
arrivi.
“Ok
grazie mille!” disse Hanako e si alzò di scatto
correndo in
direzione dei ragazzi che Kay le aveva indicato.
Seduti
ad un tavolo, c'erano Erika e Leo intenti a godersi la
“calma”
della gilda.
“Cosa
leggi?” chiese Leo, notando il libro che la compagna teneva
in
mano.
“Un
libro di frasi celebri, filastrocche e poesie.” disse lei.
“Emozionante...”
disse Leo poco convinto “... qual'è la frase che
ti ha colpito di
più?” chiese poi nel tentativo di aprire una
discussione.
“Per
primo fu il Caos, e poi
Gaia
dall'ampio petto, sede sicura per sempre di tutti
gli
immortali che tengono le vette dell'Olimpo nevoso,
e
Tartaro nebbioso nei recessi della terra dalle ampie strade,
e
poi Eros, il più bello fra gli dei immortali,
che
rompe le membra, e di tutti gli dei e di tutti gli uomini
doma
nel petto il cuore e il saggio consiglio.
Da
Caos nacquero Erebo e nera Nyx.
Da
Nyx provennero Etere e Hemere
che
lei partorì concepiti con Erebo unita in amore.”
disse Erika con
un tono di voce calmo.
“E'
molto bella come filastrocca...” disse Leo. Non se ne
intendeva
molto ma quella filastrocca lo aveva colpito.
“Già.”
disse semplicemente Erika e tra i due calò il silenzio.
“A
cosa pensi?” chiese Leo dopo qualche minuto.
“Cosa
ti fa pensare che io stia pensando a qualcosa?” chiese di
rimando
Erika senza alzare lo sguardo.
“Non
hai bevuto niente e continui a fissare la stessa riga da dieci
minuti. Sei vuoi parlarne, sono un buon ascoltatore.” disse
Leo,
svuotando il suo terzo bicchiere di vino.
Erika
guardò il suo compagno e poi, dopo un sospiro, disse
“Non mi fido
di quel Rahl, ecco tutto”.
“Perchè
ha i poteri di un demone?” chiese Leo e lei annuì.
“Beh,
in un certo senso, anch'io ho i poteri di un demone, ma non mi sembra
di vedere nessuna ragazza del caos che mi osserva
minacciosamente.”
disse Leo sorridendo.
“Tu
sei diverso.” disse lei.
“Uhm...
lui ha salvato quella ragazza... Miyuki... da morte certa. Non mi
sembra un comportamento da demone.” disse Leo, versandosi un
po' di
vino nel bicchiere.
“Ok
questo è un punto a tuo favore.” disse Erika
dopodiché afferrò
il bicchiere di Leo, lo vuotò in un colpo solo e si
allontanò,
dirigendosi verso il cuore della festa. Quando fu a qualche metro di
distanza, si voltò e gli disse
“Cercherò di non ucciderlo.” e
fece l'occhiolino a Leo che, per tutta risposta, le sorrise e si
riempì di nuovo il bicchiere.
La
porta della gilda si aprì di colpo facendo parecchio rumore
e tutti
si girarono per vedere chi fosse entrato. Molti rimasero sorpresi nel
vedere CJ ed Angel con il fiatone. Giada si avvicinò ai due
e chiese
“Ehi ragazzi che succede e perchè avete il
fiatone?” e Anya
disse “Hai capito il nostro CJ? Lo lasci da solo con una
ragazza e
vengono subito presi dalla passione!”
Angel,
sentendo quella frase, arrossì mentre CJ, con sguardo serio
chiese a
Giada “Dov'è la master?” e lei
“E' nel suo ufficio”.
Lui,
senza dare spiegazioni, corse subito verso l'ufficio di Aika mentre
Giada chiese ad Angel “Ehi Angie ma che gli è
preso? Non avrete
davvero...?”
Angel
arrossì di nuovo e disse “Ma cosa vai a pensare
Gigi! Siamo stati
attaccati da qualcuno che sembra conoscere CJ!”
“Che
cosa?” chiese subito Arya avvicinandosi “Per caso
sei ferita?”
“No
no sto bene, sono solo senza fiato a causa della corsa.” la
rassicurò Angel, che volse lo sguardo verso l'ufficio di
Aika.
Intanto,
nell'ufficio di Aika...
“Ehi
CJ che succede?” chiese Aika.
“Aika...
tu quanto sai esattamente del mio passato?” chiese CJ.
“Se
ti riferisci al tuo passato nell'Alpha Team, so tutto.
Perché me lo
chiedi?” chiese Aika fissandolo.
“Perchè
volevo informarti che quel passato è venuto a
trovarmi.” disse CJ
con voce ferma.
“Cosa?
Vuoi dire che quella gilda è qui in
città?” chiese Aika e lui
annuì.
“Uhm...
vieni, dobbiamo parlarne con gli altri.” disse Aika e
andò nel
salone, seguita da CJ.
La
master utilizzò la stessa tecnica dell'altra volta per
togliere
tutti i suoni presenti e, non appena tutti furono attorno a lei,
disse “Ragazzi, purtroppo dobbiamo interrompere i
festeggiamenti.”
e, vedendo gli sguardi confusi degli altri, continuò
“Pochi minuti
fa, CJ e Angel sono stati attaccati dall'Alpha Team, un gruppo di
maghi che principalmente, uccide le altre persone”.
“Perchè
sono qui?” chiese Edward.
“Sono
qui per me.” disse CJ e tutti si voltarono verso di lui
“Una
volta ero un membro dell'Alpha Team”.
La
sorpresa fu generale ma nessuno osò fiatare, allora fu Aika
a
parlare “E' vero, faceva parte di quel gruppo, ma non ha mai
ucciso
nessuno e adesso lui fa parte di Last Hope, quindi se quegli stupidi
intendono ferire un nostro compagno, avranno l'accoglienza che si
meritano!”
Un
coro di urla accolse le sue parole e lei, dopo che le urla furono
cessate, continuò “Attualmente, la sede dell'Alpha
Team si trova
in una vecchia città abbandonata nella fascia sconosciuta,
poco
oltre il confine. Di per se il gruppo non vanta tanti membri, ma
adesso, stando alle mie informazioni, hanno ingaggiato un enorme
gruppo di mercenari potenziati”.
“Potenziati?”
chiese Anya.
“Sì,
tu li conosci molto bene Anya, sono gli stessi mercenari che hanno
sterminato le tue sorelle amazzoni.” speigò Aika e
Anya sgranò
gli occhi. “In più sono stati geneticamente
potenziati, a livello
di forza e velocità, dalla stessa organizzazione che ha
fatto degli
esperimenti su di te, Zero.” e l'albino, sentendo quelle
parole,
sorrise dicendo “Beh spero che non sia un problema se mi
unisco a
questa guerra”.
Molte
dei maghi presenti si offrirono di andare ad affrontare l'Alpha Team
ma Aika aveva altri piani in mente “So che vorreste tutti
menare un
po' le mani, ma ho già scelto i due team che prenderanno
parte alla
battaglia contro l'Alpha Team e questi due team sono il team Nature
Queen e il team Cross Warriors”.
Tutt'attorno
a lei comparvero sguardi delusi. La master andò nel suo
ufficio,
seguita dai due team scelti più Zero.
“Ehi
tu non fai parte dei due team.” disse Aika rivolgendosi a
Zero e
lui “Spiacente, ma sono appena diventato un membro del team
Cross
Warriors. Giusto Hayato?”
Di
fianco a Zero, Hayato annuì sorridendo.
“Confermo.”
disse Hayato “Durante la festa ho notato Zero e gli ho
offerto un
posto nel team. Anche Anya e Miwako sono d'accordo”.
“Uff...
e va bene.” disse Aika “Passando alle cose serie,
ora vi dirò
chi sono i vostri avversari. Appena arrivati in città,
dovrete
scontrarvi con i mercenari e, stando agli ultimi rapporti, ce ne sono
circa trecento”.
“Me
ne occupo io.” disse Anya, ansiosa di vendicare le sue
compagne.
“Mettiti
in fila sorella, se quei soldatini del cavolo possono darmi delle
informazioni sull'organizzazione che ha giocato col mio cervello,
sarò io a strapazzarli per bene.” disse Zero.
“Tsk,
resto anch'io ad affrontare i soldati. Due teste calde come voi
finirebbero per farsi ammazzare.” aggunse Miwako squadrando
gli
altri due.
“Grazie
mille principessa.” disse Zero dandogli delle pacche sulla
testa
come se fosse un cane.
“Ok,
passando oltre, il gruppo più forte è composto da
cinque persone:
la caposquadra Collux, usa un potere oscuro che le permette di
controllare le altre persone; Sarah Casher, esperta spadaccina,
possiede una spada in grado di uccidere un drago con un colpo; LUX,
è
il classico ammasso di muscoli ed è facile da abbindolare,
predilige
gli scontri in acqua; Turks Apache, maestro del combattimento corpo a
corpo, a quanto pare è secondo solo a Collux; Danis, non
è un umano
e combatte usando svariati tipi di illusioni. Ecco, questi erano i
membri più forti dell'Alpha Team.” disse Aika
sfogliando il suo
block-notes.
“Io
mi prendo Turks.” disse Hayato con sguardo serio
“Ha ucciso un
maestro di arti marziali che era mio amico. Ora posso
vendicarlo”.
“La
spadaccina l'affronterò io da solo.” disse Amlach.
“Quel
tipo che usa le illusioni me lo prendo io.” disse Misaki.
“Il
tizio che usa l'acqua sarà il mio avversario.”
disse Giada
scrocchiandosi le dita “Se si combatte in acqua non
avrò troppi
problemi!”
“Resta
solo Collux.” disse Aika “CJ e Angel, a voi il
compito di
sconfiggerla”.
“Sì!”
dissero i due.
“Bene,
preparatevi, partirete immediatamente!” disse Aika e
congedò i due
team.
Non
passarono pochi secondi, che Hanako entrò nel suo ufficio
per
comunicargli la nascita del team Satan Tail, composto da lei, Hiro,
Hana (che le era stata affidata da Misaki), Miyuki e Rahl. Il nome
del team era stato deciso arbitrariamente da Hanako, ma a Rahl e
Miyuki non era importato molto.
Dopo
essersi salutati con gli altri e aver recuperato i loro compagni
animali, i due team partirono alla volta della stazione di Zafirus
dove avrebbero preso un treno che li avrebbe portati ai confini del
regno e da lì, sarebbero andati a piedi alla
città abbandonata di
Virez, sede dell'Alpha Team.
Aika
era seduta ad un tavolo, mentre osservava i maghi rimasti in gilda
che cercavano di passare il tempo bevendo, giocando a carte o andando
in una delle stanze speciali. La porta si aprì lentamente e
Aika si
voltò a vedere chi fosse. Rimase sorpresa nel vedere Ashuros
insieme
ad un ragazzo dai capelli azzurri con un paio di occhiali da
snowboard sugli occhi.
“Ashuros?”
disse lei alzandosi.
“Il
solo e l'unico! Ho trovato un nuovo membro per la gilda.”
disse
Ashuros, poi indicando il ragazzo dietro di lui, aggiunse “Vi
presento Ryu!”
Il
ragazzo si presentò subito agli altri e, mentre lui e gli
altri
socializzavano, Aika raggiunse Ashuros e, sottovoce, gli disse
“Non
so cosa tu stessi per dire l'altra volta e non farò domande
riguardo
il tuo passato... ma se scopro che sei una spia di Ruganax o di chi
altri, io ti uccido... hai capito?”
“Certo
nessun problema!” disse Ashuros sorridendo
“Piuttosto, come mai
non ci sono tre team?”
“Uh?
Vorrai dire due team.” disse Aika, tornando quella di sempre.
“No,
mancano tre team. Il team Nature Queen, il team Cross Warriors e il
team... Burning Star.” disse Ashuros, guardandosi attorno,
per poi
notare l'espressione sconvolta di Aika “Qualche
problema?” chiese
lui.
“Non
ci credo! Non dirmi che quei quattro stupidi...!!!”
urlò la
ragazza.
Intanto,
lungo la via per Zafirus...
“Fate
piano mi raccomando...” disse un bambino sul dorso di un orso
polare, voltandosi per vedere se i suoi compagni lo stavano seguendo.
Dietro di lui c'erano un ragazzo e due ragazze.
“Noi
ci siamo Kira.” disse la ragazza in fondo.
“Nikora
vuoi spiegarmi perchè stai così
indietro?” chiese Kira.
“Perchè
so che quel pervertito di Yukiteru ne approfitterebbe per palparmi il
sedere!” rispose Nikora.
“Ma
non è vero!” disse Yukiteru “Fede dille
qualcosa!”
“Mi
dispiace Yukiteru, ma sembra che sia impossibile farle cambiare
idea.” disse Fede facendo spallucce.
I
quattro ragazzi erano nascosti dietro ad alcuni cespugli e stavano
pedinando i due team che avrebbero affrontato l'Alpha Team.
“Se
ci scoprono siamo fritti.” disse Yukiteru.
“Dobbiamo
restare a debita distanza, tra di loro ci sono due draghi e un
licantropo.” disse Kira.
“Ehi
ragazzi, come facciamo a seguirli dopo?” chiese Nikora.
“Dobbiamo
salire sul treno.” le disse Fede che rimase scioccata nel
vedere
l'amica diventare verde e combattere contro l'impulso di vomitare.
“N...
non dirmi che patisci i mezzi Nikki!” disse Yukiteru.
“Sì...
è... così... burf... aiuto...” disse
Nikora.
“Se
prima era difficile ora è quasi impossibile
seguirli...” disse
Kira.
“Eh
eh eh...” rise Fede, mentre un gocciolone cadeva sulle loro
teste.
*
* *
Intanto,
nella città di Virez, dentro una stanza oscura...
“E
così quegli idioti stanno venendo proprio qui! Ah ah ah
ah!!!”
rise Collux.
“Bene
altre vittime per me!” disse contento LUX.
Collux
si voltò verso una sedia in un angolo della stanza dov'era
seduto un
ragazzo e gli disse “Non sei contento? Presto rivedrai la tua
sorellina”.
Il
ragazzo si alzò e sorrise, dicendo “Non vedo
l'ora. E' da tanto
tempo che sogno di rivederti cara Angel...”
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Chaos
capitolo a tempo record!!! Dunque vi è piaciuto? Spero di
sì. Dal
prossimo capitolo, inizierà ufficialmente la saga dell'Alpha
Team!!!
Durerà sui tre capitoli e ci saranno anche altri passati
extra ;)
beh io vi saluto e ci vediamo alla prossima chaos!!!
P.S:
scusate se non vi ho avvertiti ma l'ho scritto tutto d'un fiato XD la
prossima volta cercherò di avvisarvi anzitempo. CHAOS!!!
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Capitolo 8 *** Capitolo 7 ***
Chaos
come va? Ragazzi tento di battere il record, la sfida è: IO
vs Bolt!
Vediamo chi vince XD adesso non vi do neanche il tempo di recensire
che c'è già un nuovo capitolo! Bene, dato che
questo sarà un
capitolo di preparazione (non ce la facevo a fare solo un maxi
capitolo XD) agli scontri del prossimo capitolo, vi auguro subito
una buona lettura!!!
P.S:
perdonatemi per il capitolo corto >.<
Capitolo
7
I
due team incaricati di sconfiggere l'Alpha Team erano partiti da
pochi minuti e, a quanto pare, il team Burning Star aveva deciso di
seguirli, disubbidendo agli ordini di Aika, che, in quel momento,
stava dando non pochi problemi agli altri maghi.
“Grraaaaaaaaaaaaaahhh!!!!
Io li uccido!!!” urlò Aika, cercando di
raggiungere la porta
d'ingresso, ma a bloccarla, o almeno nel tentativo di bloccarla,
c'erano gli altri maghi, preoccupati per la salute dei loro compagni.
Aika
avanzava lentamente dato che aveva sette maghi che la bloccavano:
Ashuros e Ryu le tenevano le braccia, Hiro e Rahl le tenevano le
gambe ma venivano trascinati sul pavimento come niente, Leo le teneva
la vita, mentre Lya e Zafrina cercavano di bloccarla dal davanti,
mettendole le mani sulle spalle e cercando di fare attrito con i
piedi. Oltre a questi blocchi fisici, Miel cercava di fermarla con
dei tentacoli d'ombra, Hana cercava di fare lo stesso usando dei
tentacoli d'acqua e Miyuki le imitava usando dei tentacoli di sangue.
Poco più avanti, Kay creava diverse barriere, mentre Tsuki,
Yelle,
Hanako e Lyra puntellavano la porta con tutto quello che gli capitava
sotto mano. Seduti al bancone del bar, stavano Edward, Erika, Penny e
Arya.
“Ehi
vecchietto ti sbrighi?!?” urlò Yelle rivolgendosi
a Edward.
“Sta
zitta ragazzina, io creo veleni, non sonniferi!”
urlò di rimando
Edward, mentre cercava di creare un sonnifero abbastanza potente da
stendere Aika.
“Ehi
Angel ti vedo stanco!” disse Erika rivolgendosi a Leo.
“E'
solo... una tua... impressione!” urlò di rimando
Leo.
“Coraggio
Aika, infondo sono tuoi amici. Perdonali!!!” cercò
di convincerla
Hiro.
“E'
inutile... questa non la fermi manco a colpi di cannone!”
disse
Rahl.
“Penny
che stai facendo?” chiese Miel, voltandosi verso l'amica.
“Sto
immortalando la scena con un bel disegno, così, in un futuro
prossimo, potremo riderci su!” disse candida Penny.
“Se
non fermiamo subito Aika non ci sarà nessun
futuro!” la rimproverò
Ashuros.
“Ehi
mozzarella sta zitto e pensa a bloccare questa furia!” gli
urlò
contro Ryu.
“Piantatela
voi due!” li sgridò Lya “Abbiamo
già abbastanza problemi!”
“Ehi
ragazzi lasciatela andare, mi è venuta un'idea!”
disse Kay.
“Ma
ti sei bevuta il cervello???” le urlò contro
Zafrina.
“Cosa
ti hanno fatto quei ragazzi per meritarsi la morte?” chiese
Tsuki,
alludendo al team Burning Star.
“Tra
di loro c'era anche un bambino, non possiamo lasciare che Aika lo
uccida!” urlò Lyra.
“Fate
come vi ho detto!” urlò Kay e gli altri, tremando
al pensiero
delle conseguenze, lasciarono andare Aika che scattò
più veloce
della luce contro la porta ma si schiantò contro una
barriera di Kay
che disse “BARRIER BOX!!!” e una scatola fatta
interamente di
barriere, circondò Aika che, con sguardo assassino,
iniziò a
tempestarla di pugni.
“Ehi
Kay bella mossa!” si complimentò Arya.
“Quanto
pensi che durerà la tua barriera?” chiese Miyuki.
“Guarda
che le mie barriere sono indistruttibili!” disse Kay,
dopodiché
Aika colpì la barriera con incredibile potenza, facendola
tremare.
Kay guardò per qualche secondo la barriera e poi si corresse
“Mezz'ora al massimo...” e un gocciolone cadde
sulla testa dei
presenti, mentre Aika continuava ad imprecare e colpire la barriera.
Intanto,
su di un treno diretto ai confini del regno, i due team (ufficiali)
mandati ad affrontare l'Alpha Team, stavano preparando un piano che
si rilevò semplice e brutale: entrare in città,
eliminare tutti i
nemici e tornare a casa. Il piano era stato messo ai voti e tutti
avevano votato per quello.
Qualche
carrozza più indietro, il terzo team (non ufficiale) stava
riposando, in attesa di giungere alla meta. Kira aveva proposto di
scendere alla fermata prima per poi raggiungerli a piedi e Nikora lo
aveva abbracciato, venerandolo come un salvatore dato che non faceva
altro che contorcersi in preda alla nausea, sotto lo sguardo
divertito di Yukiteru che la sfotteva di brutto (poi non chiediamoci
perchè gli OC muoiono prematuramente...).
Il
viaggio durò circa quattro ore e, mentre Kira & co
scendevano
alla penultima fermata, gli altri due team scesero al capolinea,
ritrovandosi in una landa desolata dove vi erano pochissime case.
“Che
posto raccapricciante...” disse Misaki.
“Queste
case sono state abbandonate da tempo. I treni arrivano fino a qui
solo su prenotazione speciale, in questo caso, è stata Aika
a
prenotare il viaggio.” spiegò Hayato.
I
ragazzi iniziarono a camminare verso la città che si vedeva
all'orizzonte. Dopo circa due ore di camminata, arrivarono vicino
alla città, scoprendo che, l'ingresso principale, era
presidiato da
dei mercenari, già pronti allo scontro. Uno di questi
uomini,
tramite un rudimentale megafono, gli urlò “Voi
siete i maghi di
Last Hope giusto?” e i soldati tutt'attorno si misero a
ridere “Sì
siamo noi!” urlò CJ.
“Ah
bene vi stavamo aspettando!” disse il soldato
“Collux ci ha detto
di far passare tutti quelli che erano intenzionati ad affrontare
l'Alpha Team, mentre gli altri dovranno restare qui a giocare con
noi!”
Sentendo
quella frase, tre maghi si fecero avanti.
“Bene.
Finalmente posso scatenarmi!” disse Anya estraendo la sua
ascia.
“Mi
dispiace per voi ragazzi, ma ora sperimenterete la mia ira sulla
vostra pelle!” disse Zero, mettendosi le cuffie.
“Uffa...
vedete solo di non strafare che non ho per niente voglia di
trascinare i vostri corpi esanimi...” disse Miwako creando
una
falce di sangue.
I
due team si avvicinarono all'esercito che si divise in due per
permettere il passaggio di Hayato e del team Queen Nature. Hayato,
prima di andare si girò verso i suoi compagni e gli disse
“Ci
vediamo più tardi.” e gli altri gli sorrisero,
facendogli il segno
dell'ok con la mano.
Non
appena i sei furono passati, i soldati circondarono in fretta i tre
maghi rimasti e sguainarono le loro armi. I tre si guardarono
attorno, Anya aveva uno sguardo eccitato, mentre Zero e Miwako
mantenevano il loro sguardo annoiato.
Nello
stesso istante, tutti i soldati scattarono verso i tre ad una
velocità sovrumana e la battaglia ebbe inizio.
*
* *
CJ
e i suoi compagni correvano per le vie di quell'enorme
città. Il
ragazzo desiderava ardentemente sconfiggere Collux per poter essere
finalmente libero dal passato e quel giorno ci sarebbe riuscito!
Di
colpo il terreno sotto i loro piedi franò e tutti caddero
sopra
degli affilatissimi spuntoni, venendo trapassati in più
punti e
morendo sul colpo...
“Ragazzi
svegliatevi!!!” urlò CJ e i suoi compagni si
ridestarono dalla
trance guardandosi attorno confusi.
“Ma
cosa...?” iniziò Angel ma CJ le rispose subito
“Un'illusione ed
è stato quel tipo a crearla!” disse indicando una
creatura seduta
sul tetto di una casa poco avanti a loro. Non doveva superare il
metro e venti e indossava una lunga veste argentata e una maschera,
sempre argentata, che ricordava una farfalla. L'essere rise di gusto
e disse “Ciao CJ è da un pezzo che non ci vediamo!
Se non ci fossi
stato tu, a quest'ora i tuoi amici sarebbero tutti morti! Come sono
sfortunata! AH AH AH AH AH AH AH!!!”
“Così
è lui il tipo che crea le illusioni.” disse Misaki
alzandosi in
piedi “Bene quindi è il mio turno! Voi andate
avanti, a lui ci
penso io.” disse Misaki e gli altri andarono avanti.
“Massacralo
un po' anche da parte mia.” le disse Amlach prima di seguire
gli
altri e lei, guardandolo allontanarsi, sorrise e disse
“Contaci!”
“AH
AH AH AH AH come sono fortunato!!!” disse Danis
“Ora che è
rimasta solo una ragazza, vincere sarà una passeggiata. Ti
farò
patire le pene dell'inferno!”
“Tsk...
non riesco neanche a capire se sei un maschio o una
femmina...”
disse Misaki “... comunque hai ragione, se fossi rimasta in
gruppo,
non mi sarei potuta scatenare.” e dietro di lei, due enormi
ammassi
di roccia si sollevarono in aria “Coraggio farfallina, fatti
sotto!!!” e scaraventò i due massi contro Danis
che li accolse
sorridendo...
*
* *
I
maghi rimasti, mentre correvano, sentirono un forte rumore provenire
dalle loro spalle.
“Sembra
che Misaki ci stia dando dentro!” disse Giada.
“Di
sicuro non avrà problemi contro quell'esserino!- aggiunse
Angel.
“Non
sottovalutate quella creatura.” disse CJ “Le sue
illusioni sono
molto pericolose”.
Giada
ed Angel annuirono, quando Amlach li fermò urlando
“Aspettate, c'è
qualcuno!”
Poco
avanti a loro, il terreno venne distrutto da un potente getto d'acqua
dalla quale uscì un uomo. Era grosso e alto più
di due metri,
indossava solo un costume da bagno nero e una maschera blu che
ricordava il muso di uno squalo, da cui uscivano dei lunghi capelli
neri. L'uomo rise e urlò “Finalmente! Ero stufo di
aspettare
luridi vermi! Ora fatevi sotto e affrontate la vostra fine!”
e si
lanciò contro il gruppo.
Giada
gli corse incontro urlando “NATURE DRAGON'S ROCK
FIST!!!” e lo
colpì in pieno allo sterno con un pugno avvolto da uno
spesso strato
di terra. L'uomo venne scaraventato a terra ma si rialzò
subito
ridendo.
“Tu
devi essere LUX, quindi sei il mio avversario.” disse Giada,
per
poi rivolgersi ai suoi amici “Questo qui è mio,
voi andate avanti
e sconfiggete gli altri!”
Il
gruppo fu di nuovo costretto a lasciare indietro uno dei suoi, ma lo
sguardo determinato di Giada li esortò a continuare senza
preoccuparsi per lei.
LUX
rise e poi, guardando Giada, disse “Ma che bel bocconcino.
Sarà un
immenso piacere strapparti la carne di dosso pezzo per pezzo, e
infine mangiarla AH AH AH AH AH AH AH AH!!!!” e
scattò di nuovo
verso Giada che si preparò a riceverlo...
*
* *
“Ehi
ragazzi pensate che Giada ce la farà?” chiese
Angel.
“E'
una nostra compagna, dobbiamo creder in lei!” disse Hayato.
“Hai
ragione!” disse Angel.
Stavano
correndo quando ebbero tutti un brutto presentimento e si gettarono
di alto appena in tempo per evitare una lunga lama infuocata che fuse
il terreno al suo passaggio. I quattro guardarono davanti a loro e
videro una ragazza che teneva in mano una katana fatta interamente di
fiamme. Indossava un corpetto grigio e degli stivali del medesimo
colore in più aveva una maschera, da cui uscivano dei
capelli
castani, che le copriva la parte superiore del viso, era rossa e,
intorno agli occhi, gialla, in più aveva due spuntoni sui
alti.
“CJ...”
disse semplicemente quella.
“Tu
sei... Sarah.” disse CJ “Perchè sei
ancora dalla parte di quella
strega? Perchè non ti ribelli?”
“Non
so di cosa tu stia parlando.” disse Sarah “Il mio
unico
obbiettivo è ucciderti!” e, dopo aver coperto la
distanza che li
separava in un attimo, cercò di colpirlo dall'alto con la
sua lama
infuocata che però venne intercettata da un'altra katana. La
ragazza
volse il suo sguardo a destra e vide Amlach intento a colpirla con
un'altra katana ma lei, con un balzo all'indietro, riuscì ad
evitarlo e si mise in guardia.
“Voi
avanzate.” disse Amlach “La spadaccina è
mia”.
Angel
e Hayato annuirono e andarono avanti mentre CJ gli disse
“Amlach ti
prego non ucciderla, è una mia amica e in questo momento non
è in
se.” Amlach non rispose e CJ, sperando nel suo compagno,
proseguì,
seguito da uno sguardo carico di odio di Sarah.
Amlach
guardò la lama della katana con cui aveva fermato il colpo
precedente e notò che il ferro della sua lama, si era
leggermente
fuso “Mi dispiace CJ.” disse Amlach, mentre si
metteva in
posizione di combattimento “Questa ragazza ha tutte le
intenzioni
di uccidermi e non so se potrò... o vorrò
trattenermi!” dopodichè
partì all'attacco, imitato da Sarah che gli corse incontro.
Dopo
una breve corsa, le loro lame si incrociarono...
*
* *
Ormai
erano rimasti in tre e nessuno dei tre parlava. Raggiunsero un'enorme
piazza circolare al cui centro stava un uomo seduto a terra a gambe
incrociate e le braccia incrociate sul petto. Aveva i capelli neri
cortissimi e il viso era coperto da una maschera formata da due V di
roccia collegate tra di loro da dei pezzi gialli, indossava una
canottiera gialla, dei pantaloni neri, dei bracciali e degli stivali
neri.
Prima
che CJ o Angel potessero dire qualcosa, Hayato era già di
fronte a
lui e gli disse “Turks Apache immagino”.
Turks
si alzò pigramente e con voce calma disse
“Finalmente un
avversario. Se restavo fermo ancora un minuto, radevo al suolo al
città”.
“Tu
hai ucciso il maestro Rijing giusto?” chiese Hayato con voce
ferma.
Gli
occhi di Turks si illuminarono e disse “Grande scontro
quello! Era
davvero un temibile avversario, ma alla fine ha ceduto sotto i miei
colpi”.
“Bene
allora... potrò finalmente vendicarlo!” disse
Hayato guardandolo
con uno sguardo carico d'ira.
“Begli
occhi ragazzo, forse tu sarai un degno avversario... anzi togli il
“sarai”... tu SEI un degno avversario!” e
si tolse i bracciali,
lanciandoli contro una casa che crollò all'impatto. Stessa
sorte
toccò ad un'altra casa colpita dai suoi stivali.
Angel
rimase a bocca aperta, ma CJ fu lesto ad afferrarle la mano e
proseguire oltre.
“Se
restiamo troppo vicini a quelli, rischiamo grosso!” e si
allontanarono, proseguendo il loro cammino verso il QG dell'Alpha
Team.
Hayato
e Turks si guardarono per qualche secondo, dopodichè si
allontanarono l'uno dall'altro e si misero in posizione da
combattimento.
“Coraggio
ragazzo! Fa in modo che questo scontro sia leggendario!!!”
urlò
Turks e la proiezione di un grosso drago (tipo il drago Shenron) nero
dagli occhi rossi apparve dietro di lui.
“Stai
a vedere. Farò sì che questo sia il tuo ultimo
combattimento!”
urlò di rimando Hayato e la proiezione di una grossa tigre
dagli
occhi verdi apparve dietro di lui.
Le
due bestie ruggirono e i due guerrieri scattarono come molle verso un
combattimento che li avrebbe portato oltre i loro stessi limiti...
*
* *
CJ
e Angel arrivarono al QG dell'Alpha Team, un grosso castello
decadente. Entrarono dal portone principale e si trovarono in ampio
salone grosso tre volte quello della loro gilda. Era spoglio di
qualsiasi mobile o decorazione ed era molto polveroso. I due ragazzi
notarono subito due figure dall'altro lato del salone. La prima era
una donna ed indossava una lunga veste nera che però si
tolse subito
mostrando una leggera armatura viola e blu. Aveva dei lunghi capelli
corvini legati in una coda e indossava una maschera completamente
nera con due grosse corna. La seconda figura, invece, era un ragazzo
dai capelli neri e dagli occhi verdi. Indossava un giaccone nero e
dei jeans, mentre ai piedi portava i gambali di un'armatura neri.
CJ
rimase sorpreso, non dal fatto di trovare qualcun'altro insieme a
Collux, ma dal fatto che quel ragazzo era uguale a Angel che, in quel
momento, osservava con occhi sgranati quel ragazzo.
“Ehi
Angel che succede?” chiese CJ ma la ragazza non gli rispose
ed
iniziò a camminare verso il moro dicendo “Zero...
fra...
fratello...” CJ rimase sconvolto. Angel aveva un fratello?
Non
glielo aveva mai detto.
Il
moro, per tutta risposta sorrise e si avvicinò ad Angel,
dopodiché
l'abbracciò e lei fu ben contenta di ricambiare
quell'abbraccio,
iniziando, senza volerlo, a piangere.
Zero
si girò verso Collux e le disse “Lascio a te il
ragazzo.” e,
insieme a Angel, si dissolse nell'aria come fumo.
CJ
urlò a pieni polmoni “ANGEL!!!” poi
sentendo Collux ridere,
disse “Dimmi dove l'ha portata!”
“Probabilmente
a fare quattro chiacchiere tra fratelli ma sta tranquillo non dovrai
più preoccuparti della tua amica, perchè tu
morirai qui e ora!” e
puntò un tridente nero dalle lame dorate contro CJ che per
tutta
risposta, piegò le gambe e poggiò un pugno a
terra “BLOOD FIRE.”
e le vene del suo corpo iniziarono a risplendere di un forte bagliore
rosso “Speravo di poter combattere con calma e senza osare
troppo...” disse CJ alzando lo sguardo su Collux
“... ma a quanto
pare dovrò impegnarmi al massimo fin dall'inizio!”
e, con uno
scatto rapidissimo, corse verso Collux...
*
* *
Angel
e suo fratello erano in cima ad una delle torri del castello e
stavano parlando dei vecchi tempi, quando udirono un'esplosione
provenire dal piano inferiore.
“CJ!
Devo andare ad aiutarlo!” disse Angel ma Zero la
bloccò dicendole
“Mi vuoi abbandonare di nuovo?”
Angel
non disse nulla. Era combattuta e quel dubbio le fece commettere
l'errore di dare le spalle al fratello che fece comparire una lunga
spada. Si alzò in piedi e si avvicinò a Angel,
dicendole “Tu ed
io non ci separeremo mai più!” per poi menare un
fortissimo colpo
dall'alto, diretto verso il collo di Angel...
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Record!!!!!
2 CAPITOLI IN UN GIORNO!!!! Ora vi lascio perchè sono
mentalmente
esaurito XD alla prossima CHAOS!!!
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Capitolo 9 *** Capitolo 8 ***
Chaos
come va? Spero tutto bene. Allora? Che ve ne pare dei vari scontri?
Se devo scegliere il mio preferito, di sicuro è quello di
Amlach, mi
dispiace ma un sano combattimento di spade spacca sempre XD beh, vi
avviso che in questo capitolo, ci saranno principalmente
combattimenti, con qualche piccola pausa ma niente di assurdo. Bene,
non vi trattengo oltre e vi auguro una buona lettura!!!
Capitolo
8
Un
tempo, la città di Virez era rinomata per le sue miniere, ma
da
quando si erano esaurite, cento anni fa, la gente aveva iniziato ad
andarsene e, in poco tempo, era diventata una città deserta,
ma le
sue alte mura resistevano ancora, e proprio quelle possenti mura
vennero scosse da un leggero tremore, dovuto ad un'esplosione
proveniente dall'esterno.
Anya
combatteva come una furia. Nel giro di pochi minuti aveva
già ucciso
una settantina di soldati che non riuscivano minimamente a
contrastarla. Se per caso i suoi avversari avevano uno scudo, lei
usava un martello per distruggerglielo, se i nemici cercavano di
colpirla da lontano, lei trasformava la sua ascia in un'enorme
balestra con cui scoccava una miriade di frecce che si conficcavano
sempre nel cuore dei nemici.
Anya
volteggiò sulle teste di una decina di soldati,
trasformando, nel
mentre, la sua ascia in una spada lunga. Non appena toccò
terra,
ruotò rapidamente su sé stessa, tagliando la
testa a tutti i
soldati attorno a lei, e non diede neanche il tempo ai corpi di
toccare terra che si era già buttata in un altro scontro.
Dal
nulla, qualcuno le lanciò una grossa ascia e lei, senza
neanche
voltarsi, la deviò con un colpo di spada. Solo quando l'arma
cadde a
terra, Anya si girò per fronteggiare il suo avversario e
vide che si
trattava dello stesso uomo che gli aveva urlato con il megafono.
“Oh
guarda cosa abbiamo qui... un'amazzone!” disse l'uomo
sghignazzando.
Anya
si limitò a fissarlo con sguardo assassino per poi dire
“Quindi
siete stati voi a sterminare la tribù...”
L'uomo
rise di gusto e disse “Mi chiedi se siamo stati noi? Io
stesso ho
staccato la testa alla loro regina! Com'è che si chiamava?
Pel...
Pan... uhm... Pentesilea! Ecco questo era il suo nome! Mi sono anche
preso un souvenir!” e mostrò ad Anya una spada
corta che la
ragazza riconobbe subito come la spada della sua amata regina.
Anya
rimase sconvolta e l'uomo ne approfittò per scattare in
avanti e
colpirla con un affondo basso, ma per fortuna, grazie al suo istinto,
Anya riuscì a spostarsi lateralmente, procurandosi solo un
graffio
superficiale all'anca destra. L'uomo si portò la lama alla
bocca e,
osservando il sangue di Anya, sorrise “Questo non
è che l'inizio.
Presto o tardi ti riunirai alla tua regina e...!” la frase
gli morì
in gola.
Davanti
a lui, Anya aveva trasformato la spada lunga in un'enorme spadone a
due mani nero, ornato di diversi teschi e ossa, che emanava puro
intento omicida “Quest'arma si chiama Soul Vengeful (anima
vendicativa)... ed è una delle mie armi più
forti... ogni volta che
l'ho usata... nessuno è mai sopravvissuto... e oggi non
sarà
diverso.” e si lanciò all'attacco.
L'uomo
vedendola arrivare si mise in guardia e, non appena lei
cercò di
colpirlo dall'alto, lui mise la spada orizzontalmente in modo da
bloccare l'arma -Questo è un ricordo della sua regina, non
avrà di
certo il coraggio di romperlo!- pensò l'uomo, ma i suoi
calcoli
erano completamente errati, perchè l'unico pensiero di Anya
in quel
momento era -Se la mia regina non potrà più usare
quella spada,
allora nessuno potrà usarla!- e calò il suo
grosso spadone,
distruggendo la spada della regina e tagliando perfettamente a
metà
l'uomo che aveva avuto la sfortuna di capitare contro uno dei dodici
guerrieri più forti del regno.
Anya,
prese in mano un frammento della spada della sua regina e, guardando
il cielo, pensò -Mia regina, vi ho finalmente vendicato!- e,
ricordandosi del perchè fosse lì, si
rigettò nella mischia,
affettando a destra e a manca con la sua arma.
A
una trentina di metri da lei, stavano un ragazzo ed una ragazza,
schiena contro schiena, circondati da una trentina di soldati morti.
Oltre ai cadaveri, c'erano anche diversi soldati ancora perfettamente
sani, che però non osavano avvicinarsi ai due.
“Ehi
principessa mi sto annoiando... che ne dici di finire in
fretta?”
chiese Zero guardando con superficialità i soldati davanti a
lui.
“D'accordo.
Hai qualcosa in mente?” chiese Miwako.
“Oh
sì che ce l'ho...” disse Zero con un sorriso
sadico sul volto “...
pensi di riuscire a circondarci di tante piccole sfere di
sangue?”
“Sta
a vedere.” disse Miwako e, con un gesto della mano,
richiamò a sé
il sangue di tutti i soldati morti attorno a loro e lo divise in un
centinaio di sfere, grandi quanto una pallina da tennis, mettendole
in modo da formare un cerchio attorno a sé e al suo compagno.
“Perfetto.”
disse Zero ed iniziò a camminare in tondo, dando dei piccoli
colpetti alle sfere che, man mano che lui le colpiva, venivano
sparate ad una velocità incredibile e, non appena
impattavano contro
un soldato, generavano una potentissima onda d'urto che, oltre ad
uccidere il soldato e i compagni più vicini a lui,
scaraventava a
terra anche i soldati più distanti. A Zero gli ci vollero
circa
trenta secondi per fare il giro completo, al termine del quale, circa
centocinquanta soldati erano a terra, ma solo poco più della
metà
di essi erano morti, mentre gli altri erano solo o svenuti o
doloranti a terra.
“Niente
male.” disse Miwako.
“Grazie,
se ora tu fossi così gentile...” disse Zero e
Miwako, capendo il
senso della frase, creò diversi coltelli con il sangue dei
nemici,
li fece salire in cielo e, dopo avergli fatto puntare la lama verso
il terreno, li fece cadere a terra, trafiggendo parecchi nemici e
uccidendone un gran numero.
“Complimenti.”
disse Zero, ma di colpo sentirono qualcuno applaudire, si girarono e
videro un ragazzo dai capelli blu a caschetto con gli occhi verdi.
Indossava delle scarpe da ginnastica nere, dei pantaloni grigi che
arrivavano fin sotto le scarpe e una t-shirt a strisce bianche e
rosse. Il ragazzo guardò i due ragazzi con sguardo divertito
e Zero
disse “Seven.” e il ragazzo “Vedo che ti
ricordi come mi
chiamo, bene!”
“Chi
è?” chiese Miwako.
“Un
altro ragazzo che, come me, ha subito esperimenti sul cervello, ma a
differenza del sottoscritto, ha giurato fedeltà
all'organizzazione.”
spiegò Zero.
“Un
nemico?” chiese Miwako, creando nel frattempo due spade, e
Zero
annuì.
“Mi
spiace per voi...” disse Seven “... ma ora
morirete.” e dal
terreno fece uscire due grossi spuntoni che puntarono subito Zero e
Miwako. Zero distrusse uno spuntone con un pugno fracassandolo,
mentre Miwako tagliò l'altro in tante piccole fette spesse
al
massimo qualche centimetro.
“Oh
complimenti siete davvero bravi!” disse Seven sorridendo.
“Che
magia usa?” chiese Miwako “Controllo della
terra?”
“Più
o meno... possiede un potere simile alla telecinesi ma molto
più
preciso.” spiegò Zero.
“Non
fa alcuna differenza, lo affronto io.” disse Miwako e
partì
all'attacco. Zero, vedendola correre, le urlò
“Brutta stupida
aspetta!!!”
Miwako
saltò in alto e cerco di colpire Seven con le sue spade ma,
con
grande sorpresa della ragazza, le spade tornarono liquide e la
avvolsero come delle corde, bloccandole i movimenti e facendola
cadere a terra.
“Addio.”
sibilò Seven e cercò di colpire Miwako con una
spada presa per
terra, ma Zero fu abbastanza rapido da lanciargli contro un sasso e
Seven preferì bloccarlo con la sua telecinesi, per poi
rispedirlo al
mittente, ma Zero si era già avvicinato a lui e aveva
recuperato
Miwako, liberandola dalle corde di sangue.
-Presi!-
pensò Seven e i due maghi vennero chiusi dentro una scatola
fatta di
roccia e acciaio preso dalle varie armi e armature dei soldati morti.
“Tsk,
se pensa che questo basti a...” iniziò Zero ma
qualcosa, o
meglio... qualcuno, si aggrappò al suo braccio. Dentro
quella
scatola non si vedeva niente, ma Zero riusciva a sentire chiaramente
il respiro irregolare di Miwako “Ehi tutto bene?”
chiese lui, ma
la ragazza non rispose e si strinse ancora di più contro di
lui.
-Stai
a vedere che questa ragazza di ghiaccio ha paura del buio...-
pensò
Zero e, non sapendo cosa fare, le diede delle piccole pacche sulla
testa dicendole “Coraggio principessa, sta
tranquilla.” ma lei
non si calmava e, anzi, aveva iniziato a piangere silenziosamente.
Zero, per qualche strana ragione, si sentì strano.
Tirò fuori dalla
tasca dei pantaloni il suo MP3 e lo diede a Miwako,
dopodichè, prima
di metterle le cuffie, le disse “Ora voglio che tu tenga gli
occhi
chiusi e che ti concentri solo sulla musica che sentirai. Hai
capito?” e Miwako annuì tremando.
Il
ragazzo le mise le cuffie sulle orecchie e lei, dopo qualche secondo,
sembrò calmarsi, allora Zero tirò un fortissimo
pugno contro una
parete della scatola, riducendola in briciole, dopodichè
uscì,
lasciando che Miwako si riposasse e riottenesse un po' di auto
controllo.
“Che
c'è Zero? Ti vedo stanco!” lo schernì
Seven che però si accorse
subito di aver sbagliato aggettivo. Zero non era stanco... era
semplicemente incazzato nero e lo si poteva capire dal fatto che le
pupille degli occhi fossero due minuscoli puntini e che una strana
aura avesse iniziato a vorticargli attorno.
“C...
cosa...?” disse Seven ma, in meno di un secondo, si
ritrovò
sdraiato a terra e impossibilitato a muoversi. Sembrava che un enorme
macigno lo stese schiacciando ma sopra di lui, in realtà,
non c'era
niente.
“Cosa...
succede...?” chiese Seven, mentre Zero camminava lentamente
verso
di lui.
“In
ogni singolo momento, noi siamo sotto l'effetto di un vettore...
chiamato forza di gravità.” disse Zero, indicando
il cielo.
Seven
sgranò gli occhi e disse “Non è...
possibile... tu controlli...
la gravità...?”
Zero
non rispose e si limitò ad alzare un piede e tenerlo a pochi
centimetri di distanza dal collo di Seven, poi chiese “Cosa
credi
che succederà quando io lascerò andare il mio
piede e lui,
potenziato dal suo vettore e dalla forza di gravità,
toccherà il
tuo collo?”
Seven
sbiancò e iniziò ad implorare pietà ma
Zero non lo ascoltava e,
dopo aver gettato un'occhiata verso la scatola dove Miyuki era
rimasta, lasciò che la gravità facesse il suo
dovere e calò il
piede sul collo di Seven, distruggendoglielo e spappolando tutto il
corpo del nemico. Nel terreno si crearono enormi crepe e ci fu anche
una debole scossa di terremoto.
Molti
dei soldati lì attorno si spaventarono e corsero via. Zero
guardò
ciò che restava di Seven e disse “Tsk... che
scontro noioso...”
dopodiché si avvicinò alla scatola e vide uscire
Miwako con gli
occhi rossi e le sue cuffie appese al collo. La ragazza, leggermente
rossa in viso, gli disse “Non devi dirlo a nessuno...
intesi?” e
lui, sorridendo, disse “Tranquilla principessa frignona,
sarà il
nostro piccolo segreto.” e ripresero, come se niente fosse, a
massacrare i mercenari rimasti.
*
* *
Era
in mezzo ad una piazza. Tutt'attorno a lei c'erano delle persone che
la guardavano come un mostro insultandola e tirandole dei sassi. La
bambina piangeva ma nessuno andava ad aiutarla e lei continuava ad
urlare “Mamma! Papà!” ma nessuno
accorreva in suo aiuto.
All'improvviso un uomo si avvicinò a lei e la bambina disse
felice
“Papà sei arrivato!” ma lui, con sguardo
serio, le disse “Mi
dispiace, ma tu non sei più mia figlia!” e la
colpì alla spalla
destra con un coltello, provocandole un dolore lancinante.
Misaki
si gettò a terra urlando per il dolore e tenendosi la spalla
destra
da cui fuoriusciva del sangue. Una essere alto poco più di
un metro
volteggiava sopra di lei ridendo, poi disse “Oh ma che
passato
terribile che hai avuto! Rifiutata dai tuoi stessi genitori a causa
dei tuoi poteri! AH AH AH AH AH!!! Che cosa divertente!!!”
Misaki
lo guardò con odio e urlò “Maledetto
bastardo!!!” e gli scagliò
contro un blocco di roccia ma lui, a contatto con esso, si dissolse
come fumo e la ragazza pensò -Maledizione, un'altra volta!-
Ormai
era la quinta volta che quell'essere usava le sue illusioni per
confonderla e ferirla con attacchi a sorpresa. Misaki aveva diversi
tagli su tutto il corpo causati dalle lame di vento del nemico e, per
quanto lei si sforzasse, non riusciva a controllarlo telepaticamente.
I suoi poteri sembravano scomparire dentro quelle fortissime
illusioni.
Misaki
sentì di colpo un fruscio alle sue spalle e si
girò, pronta ad
usare i suoi poteri per spappolare il nemico, ma rimase completamente
sorpresa nel vedere davanti a sé Amlach ricoperto di ferite.
“Amlach?”
chiese Misaki e il ragazzo, sbuffando, disse
“Cos'è? Ne hai prese
così tante che non riconosci i tuoi compagni di
team?”
Misaki
non rispose per qualche secondo, poi disse “C... certo che
no! E'
solo che... non mi aspettavo di vederti qui...”
“Uff...
che ragazza noiosa. Va beh, ormai sono qui e tanto vale
aiutar...!!!”
non potè finire la frase perchè una lama di vento
lo colpì alla
schiena verticalmente, recidendogli la spina dorsale. Il ragazzo
cadde in avanti e Misaki fu veloce ad afferrarlo, dopodichè
lo
adagiò delicatamente a terra. La ragazza aveva le lacrime
agli occhi
e non riusciva a parlare vedendo il volto del suo compagno ridotto ad
una smorfia di dolore. Ormai in preda alla disperazione, Misaki
nascose il volto nelle mani e iniziò a piangere
copiosamente, mentre
gli occhi di Amlach si chiudevano lentamente e, nello stesso momento,
il membro dell'Alpha Team compariva dietro a Misaki.
L'essere
alzò la mano destra creando una lama di vento simile ad una
motosega
circolare, mentre con l'altra faceva scomparire il corpo illusorio di
Amlach e, dopo aver visto la schiena indifesa di Misaki, disse
“Addio
ragazzina...”
“Uh
uh uh uh uh uh...”
L'essere
si bloccò istintivamente, sentendo quella strana risata
provenire da
Misaki. Stava per allontanarsi quando si sentì completamente
bloccato e impossibilitato a muoversi “Cosa...?”
disse lui.
Misaki,
lentamente, si alzò e iniziò a dondolare
lateralmente, fino a che
non si girò di colpo e al nemico per poco non venne un
infarto.
Misaki aveva uno sguardo da pazza squilibrata e un sorriso da maniaca
omicida, con gli occhi iniettati di sangue.
“Tiii...
hoo... preesoo...” disse lei, canticchiando.
“Co..
come...” iniziò il nemico ma lei lo
bloccò subito.
“Povero
sciocco... credevi davvero che sarei cascata in un trucchetto da due
soldi come quello?”
“Ma...
ma... tu stavi piangendo! La tua disperazione era vera!!!”
urlò
l'essere.
“Sai
vivendo senza genitori... si imparano molti trucchi...” disse
lei,
mostrando un sorrisetto sadico.
“Tu...
tu... hai osato prendere in giro me? Danis? Uno dei cinque membri
più
forti dell'Alpha Team!!!” urlò l'essere che,
finalmente, aveva un
nome.
“Ih
ih ih il bue che da del cornuto all'asino.” disse Misaki poi,
tendendo una la mano destra verso Danis, scioccò le dita e
il piede
destro del nemico esplose, scatenando un urlo raccapricciante.
“Maledetta!!!
Cosa mi stai facendo?!?” urlò Danis in preda al
dolore.
“E'
uno dei miei attacchi più letali... PSYCHIC EXPLOSION...
praticamente sfrutto la mia telecinesi per disintegrarti il
corpo.”
disse Misaki con un sorriso, poi schioccò di nuovo le dita
e,
stavolta, fu la mano destra ad esplodere, facendo urlare ancora di
più Danis.
“Dannata...
puttana!!!” urlò Danis e Misaki, per tuta
risposta, gli fece
esplodere il ginocchio sinistro.
“Oh...
quasi mi dimenticavo!” disse Misaki dandosi un colpetto sulla
fronte. Si avvicinò al nemico e gli tirò cinque
pugni ben assestati
al costato “Avevo promesso ad Amlach che ti avrei colpito
anche da
parte sua e questo è molto più nel suo
stile!”
Danis
iniziò a ridere come un pazzo in preda ad una crisi e
urlò “Io ti
ucciderò!!! Ti farò sprofondare nella
disperazione!!! Tu lurida
put...!!!” non finì la frase che Misaki gli fece
esplodere la
lingua, con sua somma soddisfazione.
Ormai
il nemico era allo stremo e Misaki, voltandosi ed iniziando a
camminare, schioccò un ultima volta le dita. Danis esplose
in un
enorme fiore color cremisi. La ragazza, senza neanche voltarsi, disse
“Un'altra cosa... solo io ho il diritto di uccidere
Amlach.” e si
allontanò sorridendo.
*
* *
Blu.
Tutt'attorno a lei era blu. Giada era dentro un'enorme massa d'acqua
e non riusciva a vedere quasi niente a causa del colore così
scuro
di quell'acqua. La giovane dragon slayer stava galleggiando in
quell'enorme massa d'acqua da dieci minuti e si era creata una bolla
d'aria intorno alla testa per poter respirare. Sul corpo aveva
diversi graffi... e morsi.
Il
suo avversario era più temibile di quanto si aspettasse e
quel
“terreno” lo avvantaggiava, anzi... li
avvantaggiava dato che,
dopo aver creato quell'ammasso d'acqua, l'uomo aveva gentilmente
invitato un grosso squalo bianco che lo aiutava negli attacchi. Con
la coda dell'occhio vide un movimento alla sua sinistra e, girandosi,
urlò “NATURE DRAGON'S LANCE!!!” e dalle
sue mani partirono
diverse lance di roccia che, prima di raggiungere l'obbiettivo,
vennero distrutte da qualcosa estremamente veloce che Giada non
riuscì a seguire con lo sguardo.
-Tsk...
i miei attacchi non vanno mai a segno!- pensò Giada.
“Ciao
bellezza!” urlò LUX dietro di lei, colpendola con
un pugno alla
schiena e mandandola alla deriva nell'acqua.
-Invece
i loro vanno sempre a segno! Dentro l'acqua non riesco a sentire
niente e non riesco a percepire esattamente i loro movimenti che sono
anche incredibilmente veloci!- pensò Giada, ma poi,
l'illuminazione!
-Un
attimo! Io sono il dragon slayer della natura, e l'acqua è
un
elemento della natura! Quindi...- poi, dopo aver fatto scomparire la
bolla d'aria, iniziò a bere l'acqua, rischiando di vomitare
perchè
sapeva troppo di pesce.
“Ehi
che diavolo sta succedendo?!?” urlò il nemico,
notando che l'acqua
stava diminuendo, ma poi si accorse di Giada e cercò subito
di
colpirla allo stomaco con un pugno. Il colpo arrivò secco
ma, con
grande sorpresa dell'uomo, Giada aveva parato il suo incredibile
pugno con la mano destra.
-Mi
dispiace per te, ma ora sono io la regina dell'acqua!- pensò
la
ragazza, dopodichè colpì in pieno la maschera blu
di LUX con un
calcio, distruggendola, e spedendo l'uomo fuori dalla bolla d'acqua,
contro una casa che crollò in pochi secondi.
Giada
sorrise vedendo quella scena, ma comunque non perse di vista lo
squalo bianco che, intanto, stava cercando di aggirarla per prenderla
alle spalle. Cosa che avvenne dopo pochi secondi, ma Giada era pronta
e carica.
La
ragazza si girò velocemente e, dopo aver inarcato la
schiena,
scaricò una grande quantità di potere magico
dalla bocca, urlando
“NATURE DRAGON'S ROAR!!!” e un enorme vortice
d'acqua, unito a
delle schegge di roccia e lame di vento, colpì in pieno lo
squalo,
ferendolo gravemente e spedendo anche lui fuori dalla bolla d'acqua
che perse la sua forma ed esplose.
Giada
atterrò elegantemente sui piedi e si guardò
attorno, notando che le
case tutt'attorno erano quasi tutte distrutte. Stava per andarsene,
quando sentì il pianto di un uomo alle sue spalle. Si
girò e vide
LUX che stava piangendo vicino al cadavere del suo squalo, urlando
“Dentino!!! Cosa ti ha fatto?!? Coraggio Dentino
resisti!!!” poi
si accorse di Giada e, guardandola con odio, disse “Guarda
cosa hai
fatto a Dentino!!!”
La
reazione di Giada in quel momento, con tutte quelle possibili, fu una
semplice frase “Che cazzo di nome è
Dentino?” e LUX si arrabbiò
non poco, urlando come un pazzo e gonfiando i muscoli,
dopodiché
disse “Adesso io ti divoro!!!” e, mostrando una
lunga fila di
denti affilatissimi, partì all'attacco.
Giada,
malgrado fosse piena di potere magico, non riuscì a
prepararsi in
tempo e LUX, approfittandone, l'addentò alla spalla
sinistra, ma si
accorse che la ragazza era riuscita, all'ultimo, a creare un debole
strato di roccia che si stava già crepando.
I
denti di LUX riuscirono a raggiungere, anche se di poco, la morbida
pelle di Giada, facendo fuoriuscire un po' di sangue che l'uomo fu
lesto ad ingoiare per poi dire “Hai un sangue veramente
dolce,
divorarti sarà ancora più appagante!” e
fece più forza con la
sua bocca.
“Fai
attenzione, perchè il tuo pasto potrebbe essere
coriaceo!” urlò
Giada e, dal quel poco di roccia che restava sulla spalla, fece
uscire delle piccole punte che tagliarono la lingua di LUX ferendolo
anche alle guance. L'uomo indietreggiò urlando e sputando
sangue
mentre Giada, dopo aver accumulato tutto il suo potere nel mano
destra, creò una grossa spada di roccia e legno, circondata
da due
spirali d'acqua e da un piccolo turbine di vento.
LUX
non si era minimamente accorto della minaccia incombente e continuava
a non accorgersene, così Giada colse l'occasione e, dopo
aver fatto
un piccolo salto in alto, calò la spada sul suo nemico,
urlando
“DRAGON SLAYER'S SECRET ART: SUPREME SWORD OF
NATURE!!!”
Solo
all'ultimo LUX si accorse dell'attacco ma era troppo tardi. La spada
lo colpì in pieno, tagliandolo e distruggendolo nello stesso
momento. Non appena la spada toccò terra, ci fu
un'esplosione di
lame di vento che fecero a pezzi quel che rimaneva di LUX,
cancellando completamente la sua esistenza.
Giada
cadde a terra sfinita e dolorante, tenendosi la spalla sinistra che
continuava a sanguinare. Dopo qualche minuto riuscì a
mettersi a
sedere e iniziò a riprendere fiato e potere magico,
sgranocchiando
qualche roccia lì vicino, poi volse il suo sguardo verso il
punto in
cui LUX era scomparso e disse “Spiacente, ma ero un osso
troppo
duro per i tuoi fragili denti.” e si rialzò,
iniziando poi a
camminare verso il QG dell'Alpha Team.
*
* *
Seduto
sul tetto di una veccia chiesa, un grosso lupo osservava lo scontro
tra due incredibili guerrieri. Il primo era un ragazzo e usava tre
katana, mentre il suo avversario era una ragazza ed usava una katana
la cui lama era fatta interamente di fiamme.
Amlach
e Sarah si scambiarono un'altra serie di attacchi per poi
distanziarsi subito dopo. Entrambi erano ancora nel pieno delle forze
e nessuno dei due aveva subito ferite mortali o pesanti, ma per
quanto potessero sembrare alla pari, Amlach era in netta
difficoltà.
Il
ragazzo guardò le lame delle sue spade e notò
che, ormai, non erano
più tanto affilate a causa del calore sprigionato dall'arma
della
sua avversaria.
-Così
non va... anche se dovessi riuscire a colpirla, non riuscirei ad
infliggerle una ferita abbastanza profonda... punterò tutto
sul
prossimo attacco!” pensò il ragazzo,
dopodichè scattò in avanti
distendendo le braccia verso l'esterno con il dorso delle spade
ricolto verso Sarah che cercò di intercettarlo con un
affondo.
Amlach,
senza neanche rallentare, si abbassò e, dopo aver fatto
ruotare di
180 gradi i polsi, chiuse di colpo le braccia in avanti, cercando di
tagliare Sarah a metà all'altezza della vita, urlando
“TWIN
WOLVES!!!”
Sarah
osservò le due katana avvicinarsi e le sembrò che
ciascuna di esse
si trasformasse in un lupo dai denti affilati pronto ad azzannarla,
ma essendo abituata agli scontri, riuscì ad anticiparlo e
fece un
piccolo salto all'indietro, riuscendo ad evitare il grosso del colpo
e procurandosi solo due taglietti sul corpetto.
Ora
Amlach aveva le braccia incrociate e un forte bagliore
guizzò nei
suoi occhi. Stringendo con più forza le sue armi, disse
“Non mi
scappi!!!” e, dopo aver ruotato di nuovo i polsi,
sfruttò lo
slancio iniziale per avvicinarsi velocemente a Sarah e cercò
di
colpirla di nuovo con lo stesso colpo.
“Folle.”
sibilò semplicemente Sarah dopodichè, tenendo la
sua arma solo con
la mano sinistra, ruotò il polso in modo tale da far puntare
la lama
verso il basso e la conficcò nel terreno. Le lame di Amlach
cozzarono contro di essa e lo slancio del ragazzo gli impedì
di
ritrarle in fretta, perciò iniziarono a fondere ad alta
velocità.
-Maledizione!-
pensò Amlach e cercò di spostarsi di lato, ma un
sorriso della sua
avversaria lo fece sbiancare. Sarah alzò il braccio destro e
con
esso, facendogli percorrere un'ampia curva, colpì con tutta
la sua
forza il dorso della sua lama, infondendogli un'incredibile spinta e
facendole fare a sua volta una curva verso l'alto.
Le
due katane di Amlach vennero completamente spezzate da quella potenza
e la stessa sorte toccò alla katana che teneva in bocca, con
cui
aveva cercato di deviare il colpo, ma senza successo. Dopo neanche un
secondo, la lama di fuoco puntava verso il cielo e un lungo squarcio
rosso si disegnò sul petto di Amlach, a partire dall'anca
destra,
fino a raggiungere la spalla. Il ragazzo sgranò gli occhi e,
lentamente, volse il suo sguardo verso la ferita da cui stava uscendo
una grande quantità di sangue. Le gambe gli cedettero e
cadde in
ginocchio, mentre Sarah lo guardava con sguardo annoiato.
“Sei
debole.” disse lei, poi, dopo aver rinfoderato la lama, si
voltò
ed iniziò ad allontanarsi, mentre Amlach, ormai allo stremo,
cadeva
a terra.
-Ho...
perso...?- pensò il ragazzo, quando un piccolo pezzo di
metallo si
conficcò a pochi centimetri dalla sua faccia. Amlach
guardò quel
pezzo di ferro e riconobbe la punta di una delle sue tre spade. Il
ferro era ancora lucido e lui, rispecchiandosi in esso,
ripensò al
momento in cui aveva ricevuto quelle tre katana.
Flash-back
“Amlach!
Vieni qui!” urlò un uomo e un ragazzino si
avvicinò di corsa a
lui dicendo “Sì padre?”
“Tieni,
queste sono per te!” disse l'uomo sorridendo, dandogli tre
katana
nuove di zecca “Un giorno diventerai un valorosissimo
guerriero e
queste tre spade ti aiuteranno nel momento del bisogno!”
“Grazie
padre! Le tratterò con il massimo riguardo e le
alzerò al cielo non
appena raggiungerò il livello massimo come
guerriero!” disse
Amlach euforico.
“Questo
è lo spirito giusto figlio mio!”
Fine
flash-back
Una
piccola lacrima scese sulla guancia del ragazzo, poi gli venne in
mente una frase pronunciata da una ragazza dagli occhi a croce -Vedi
di non farti ammazzare, quello è un privilegio che spetta a
me.- e
Amlach sorrise pensando -Misaki, non ti bastava farti scarrozzare sul
mio lupo... ora invadi pure i miei pensieri eh. Ma in fondo... una
promessa è una promessa... no?-
Sarah
stava camminando lentamente, quando sentì un fortissimo
ruggito alle
sue spalle che le fece accapponare la pelle e la costrinse a girarsi
di colpo estraendo la sua arma. La ragazza rimase a bocca aperta nel
vedere Amlach in piedi, affiancato dal suo lupo gigante.
“Hai
intenzione di interferire?” chiese Sarah rivolgendosi
all'animale.
Quello non rispose a lei, ma chiese ad Amlach “Sei
pronto?” e lui
“Certo”.
Il
lupo emise un lungo ululato e sulla sua fronte comparve un cerchio
luminoso da cui uscì l'impugnatura di una spada. Amlach
l'afferrò
con forza e il lupo venne avvolto da una forte luce argentata, in
seguito la luce venne completamente assorbita dalla lama della nuova
katana di Amlach. La lama era argentata, la guardia aveva le
sembianze di una testa di lupo e l'impugnatura era bianca.
“Il
suo nome è Zanna Notturna ed è l'arma che
rappresenta il mio
spirito.” disse Amlach, puntando l'arma contro Sarah.
“Tsk...
è solo un'altra arma. Distruggerò anche
quella.” e, allungando la
sua lama, fece un affondo che venne prontamente deviato da Amlach.
Sarah rimase sorpresa nel vedere che, nel punto in cui la sua lama
aveva toccato quella di Amlach, le fiamme si erano fatte più
deboli.
Il
ragazzo passò al contrattacco e cercò di colpirla
dal basso
muovendo il braccio velocemente a destra e sinistra, in modo da
creare l''illusione che ci fossero cinque lame. Il colpo fu
rapidissimo e Sarah non riuscì ad evitarlo, infatti, cinque
lunghi
tagli comparvero sul suo petto.
-Com'è
possibile?- pensò lei -Come può combattere con
una ferita come
quella?- e solo allora si accorse che la ferita sul petto di Amlach
si era già richiusa.
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Precisazione:
quello che state per leggere potrebbe scatenare in voi istinti
omicidi verso di me, quindi se non volete diventare killer, saltate
questa parte ^.^
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“Hai
perso.” disse il ragazzo che, intanto, si era portato dietro
di
lei. Sarah si voltò di scatto e vide Amlach con la katana
tenuta
sopra la testa avvolta da uno strano fumo argentato. Il ragazzo la
guardò con uno sguardo freddo e abbassò di colpo
la spada dicendo,
con voce calma “GETSUGA TENSHOU!”
Un'enorme
quantità di energia scaturì dalla sua katana e,
oltre a trapassare
Sarah, distrusse tutto ciò che c'era dietro di lei. La
maschera di
Sarah si ruppe e i frammenti caddero a terra, mostrando un paio di
occhi marroni che fissavano sorpresi Amlach, mentre un rivolo di
sangue usciva dalla sua bocca e gocciolava a terra.
Si
portò una mano sul petto e poi davanti alla faccia. Sorrise
mesta
vedendo la mano sporca di sangue... il suo sangue. Si lasciò
cadere
all'indietro e non sentì niente quando toccò il
terreno.
Amlach
fece tornare la sua katana un lupo poi si mise di fianco a Sarah e le
disse “Sei stata una valorosa avversaria”.
Lei
gli sorrise poi, dopo aver tossito e sputato parecchio sangue, gli
disse “Anche tu... senti... vorrei chiederti un... un
favore...”
cercò di riprendere fiato, sentendo le forze venirle meno
-... per
favore... proteggi... CJ... è... un mio caro amico... e
io... sono
stata così debole... da cadere sotto il... controllo di
Collux...”
e, senza volerlo, iniziò a piangere silenziosamente,
però continuò
“... probabilmente... sarà sconvolto... dalla mia
morte... ma
vorrei che tu... e i tuoi compagni... gli steste vicini...”
poi
tossì ancora, sputando sangue ed iniziando ad ansimare
“...
un'ultima cosa... prendi la mia... la mia … spa... da...
è...
tua...”
Amlach
la guardò senza fiatare poi, sentendo il suo respiro
fermarsi del
tutto, le chiuse gli occhi con una mano e disse “Te lo
prometto.”
poi, dopo aver preso la sua katana di fuoco, si diresse verso il QG
dell'Alpha Team.
*
* *
Erano
passati solo pochi minuti dall'inizio dello scontro ma dando anche
solo uno sguardo al paesaggio circostante, si poteva capire quanta
energia fosse stata usata e quanta foga fosse stata messa in quei
primi attacchi. Il terreno era distrutto e, nel raggio di 300 metri,
le case erano per lo più a pezzi. Nonostante fossero stati
solo
pochi colpi, sui loro corpi erano già visibili diversi
lividi, ma il
loro spirito non gli faceva neanche calcolare quelle cose da niente.
Hayato
e Turks erano al centro della piazza in cui avevano iniziato
quell'incredibile scontro. Dopo qualche secondo, passato ad
osservarsi, Turks fece cenno con la mano ad Hayato di farsi sotto e
il ragazzo non si fece attendere. Con uno scatto incredibile, Hayato
si ritrovò di fronte a Turks e cercò di colpirlo
dal basso con il
pugno destro mirato alla mascella, ma Turks usando la mano destra,
deviò il colpo con facilità, allontanando il
pungo da lui, in
seguito si abbassò e, ruotando in senso orario,
cercò di colpire
con una spazzata Hayato che però sfruttò la
spinta infertagli da
Turks al pugno e, ruotando nello stesso senso del nemico,
saltò e
cercò di colpirlo con un calcio rotante alto.
Essendo
che Turks si era abbassato per eseguire la spazzata e Hayato era
saltato per colpirlo con un calcio alto, i due colpi non si trovarono
e, avendo compiuto entrambi un giro e mezzo, si ritrovarono schiena
contro schiena. Avevano entrambi il respiro calmo e controllato come
se quello non fosse uno scontro ma un semplice allenamento.
Dopo
qualche secondo di stallo, Hayato poggiò le mani aperte a
terra e,
sfruttandole come perno di rotazione, cercò di colpire Turks
con una
serie di calci, il quale ne incassò un paio, ma il terzo
riuscì a
bloccarlo con entrambe le mani, afferrandolo per la caviglia. Dopo un
momento di assoluta calma, Turks sollevò di peso Hayato e lo
scaraventò lontano, dopodichè assunse una
posizione simile a quella
di un centometrista alla partenza e, sia i piedi che le mani, vennero
ricoperti da uno strato di pietra e disse “ROCK
FIGHTER.”
dopodichè scattò come una molla verso Hayato che
stava ancora
volando a 50 centimetri dal terreno.
Hayato
dava le spalle al terreno e, facendo una capriola all'indietro,
toccò
per terra con i piedi e cercò di rallentare. Ci
riuscì, ma
all'ultimo sia accorse che Turks era vicinissimo a lui e stava per
colpirlo con un pugno al volto. Essendo troppo instabile, Hayato non
potè fare altro che incrociare le braccia davanti al volto e
sperare, così facendo, di bloccare il colpo dell'avversario.
Il
colpo arrivò secco e preciso e Hayato sentì una
potenza fuori dal
comune scaturire da quel pugno che lo scaraventò a terra,
facendolo
strisciare sulla schiena per almeno venti metri. Dopo essersi
fermato, Hayato si rialzò barcollante, ma in meno di un
secondo,
Turks lo colpì con un braccio teso alla gola scaraventandolo
( e
siamo a tre...) contro una serie di case. Hayato bucò sedici
muri,
poi impattò contro qualcosa di più resistente e
si fermò, cadendo
a terra.
Rimase
fermo per qualche secondo, cercando di riprendere fiato, poi si
alzò
e osservò il suo avversario che stavolta non si era mosso
-Cosa
diamine erano quei colpi? Mai visto niente di simile... se ne prendo
altri per me è al fine! Devo impedirgli di attaccare,
tempestandolo
di colpi!- pensò Hayato e partì alla carica
contro Turks.
Non
appena fu abbastanza vicino, iniziò a mitragliarlo con una
serie di
pugni talmente veloci che le sue braccia scomparivano quasi del
tutto. Purtroppo per lui, però, Turks riusciva a parare
tutti i suoi
colpi sfruttando anche la resistenza delle sue braccia di pietra e,
dopo alcuni istanti, Hayato era senza fiato e le sue mani erano
rovinate in più punti a causa dell'impatto con la pietra. Il
giovane
si distanziò di qualche metro per riprendere fiato ma Turks
non
gliene diede il tempo e fece uscire diversi spuntoni di roccia dal
terreno, così Hayato fu costretto a saltare da una parte
all'altra
per evitare quegli spuntoni e questo non faceva altro che fargli
spendere le poche energie rimaste.
Dopo
pochi minuti, i movimenti di Hayato si fecero più lenti e
uno
spuntone di roccia lo colpì in pieno al torace, ma aveva la
punta
piatta quindi, oltre all'impatto, scaraventò Hayato a 50
metri
d'altezza. Il ragazzo, ritrovatosi così in alto sorrise e
disse “Il
cielo è il regno dell'aquila...” poi volse lo
sguardo a terra,
verso Turks. Quanto l'ascesa cessò, Hayato puntò
il piede destro
verso Turks e iniziò a ruotare in senso orario, diventando
una
specie di trivella e partì all'attacco verso il suo
avversario,
urlando “EAGLE'S SKY DRILL!!!”
Turks
cercò di intercettare il colpo di Hayato con un fortissimo
pugno. Le
due mosse si scontrarono e il terreno sotto di loro si crepò
in
diversi punti. La copertura di pietra di Turks cedette e lui, a causa
del contraccolpo, venne sbalzato all'indietro di qualche metro.
L'uomo sorrise e ripartì subito verso Hayato. I due si
scambiarono
diversi colpi e andarono tutti a segno, ormai pensavano solo a
colpire e non a difendersi.
Ad
un certo punto, Turks cercò di colpire Hayato con un dritto
e
Hayato, dopo essersi abbassato per schivare il colpo,
sfruttò
un'apertura dell'avversario per colpirlo alla spalla destra
rompendogliela. Turks indietreggiò di qualche metro ma poi,
spinto
dallo spirito della battaglia, si fece di nuovo avanti e
combatté
usando solo il braccio sinistro. Ormai Hayato riusciva a parare e
colpire contemporaneamente e, non appena Turks venne spinto
all'indietro da uno dei suoi colpi, caricò un fortissimo
pugno
intriso di energia.
Nell'istante
in cui lo scagliò, fece ruotare anche il braccio, creando un
piccolo
turbine attorno al pugno che colpì in pieno lo sterno di
Turks,
fracassandolo e penetrando nella sua cassa toracica. L'avversario lo
guardò con uno sguardo che esprimeva sia gioia si sorpresa
poi disse
“E' stato... un incontro... leggendario...” poi
spirò,
mantenendo quel sorriso sulla faccia che aveva tanto sorpreso Hayato.
Il
ragazzo, dopo aver chiuso gli occhi al cadavere, fece un inchino e si
diresse verso la sede dell'Alpha Team, come se quello appena
disputato non fosse stato altro che un semplice allenamento.
*
* *
CJ
e Collux stavano combattendo corpo a corpo da diversi minuti e
nessuno dei due cedeva. D'un tratto Collux avvertì come un
brivido
lungo la schiena e si girò verso l'entrata del castello.
“Dove
stai guardando? Il tuo avversario è qui!” le
urlò CJ facendogli
un cenno con la mano.
“Devo
complimentarmi con i tuoi compagni... sono riusciti ad uccidere tutti
e quattro i membri dell'Alpha Team più forti dopo di
me...” disse
Collux sogghignando.
Sentendo
quelle parole, il cuore di CJ perse un colpo “Uccidere
tutti...?”
ripete lui confuso
“Esatto!
A quanto pare non hanno avuto pietà. Su quattro avversari,
due di
essi sono stati completamente distrutti a livello fisico. Che
peccato... il cadavere di Sarah è ancora
integro...” disse Collux,
fingendosi dispiaciuta.
“Cosa...”
disse CJ poi, stringendo i pugni, pensò -Amlach... che cosa
hai
fatto?-
“Beh
tanto meglio così. Ora, finalmente, potrò
usarla...” disse Collux
e, con un semplice schiocco delle dita, fece comparire davanti a se
le quattro maschere che in precedenza appartenevano a Danis, LUX,
Turks e Sarah.
“Cosa
stai facendo?” chiese CJ, mentre un brutto presentimento si
faceva
largo nella sua mente.
“ANCIENT
ELEMENTAL COPIES!!!” urlò Collux e dalle quattro
maschere
comparvero quattro copie della donna, ognuna delle quali indossava
una delle maschere. Tutte e quattro le copie avevano in mano un
tridente: quella dell'aria aveva un tridente d'acciaio avvolto da un
turbine di vento, quella dell'acqua aveva un tridente d'acciaio
avvolto da due spirali d'acqua, quella della terra aveva un tridente
fatto interamente di roccia, mentre quella del fuoco aveva un
tridente fatto interamente di fiamme.
“AH
AH AH AH AH!!! Buon divertimento CJ!!!” urlò
Collux dopodichè
diede le spalle al ragazzo e se ne andò.
“Ehi
aspetta!!!” urlò CJ ma le quattro copie di Collux
lo attaccarono
contemporaneamente, mettendolo a dura prova. Per diversi minuti CJ
non fece altro che subire gli attacchi di quelle quattro, un colpo a
sorpresa della copia dell'acqua, lo fece schiantare contro una
colonna di roccia. Il ragazzo cadde a terra e poi osservò le
quattro
copie che si avvicinavano lentamente, pensando che quella fosse la
sua fine.
“LIGHTING
DRAGON'S ROAR!!!”
Un
enorme cono di fulmini distrusse l'ingresso del castello, facendo
allontanare le quattro copie che si misero in guardia. CJ
guardò
confuso verso l'ingresso, ormai avvolto dal fumo, e vide comparire
quattro persone, che lui conosceva molto bene -Cosa ci fanno loro
qui?-
“Tsk
guarda che casino! Sai fare solo danni razza di pervertito!”
urlò
una ragazza bionda.
“Almeno
io non patisco i mezzi signorina 'Aiutatemi sto vomitando
l'anima'!”
urlò di rimando un ragazzo moro.
“Volete
stare zitti! Sembrate due bambini!” li sgridò un
bambino in groppa
ad un orso polare.
“Beh
tu sei l'ultimo che può fare questo genere di
osservazioni...”
disse una ragazza castana.
“Già
Fede ha ragione!” concordò la bionda.
“Tsk,
per una volta sono d'accordo con te Nikki.” aggiunse il
ragazzo.
“Comunque
Nikki ha ragione Yukiteru, hai fatto un macello.” disse Fede.
“Ok
la prossima volta ci pensa Kira va bene?” disse esasperato
Yukiteru.
“Ehi
CJ, vedo che ti serve una mano.” disse Kira, volgendosi verso
CJ.
“Cosa
ci fate qui?” chiese CJ.
“Ti
salviamo il culo no?” disse Nikora.
“Qui
ci pensiamo noi, vai da Angel, ho un brutto presentimento.”
disse
Fede.
“Ma
siete sicuri?” chiese CJ.
“Amico
stai parlando col team numero uno della gilda!” disse
Yukiteru
gonfiando il petto (sì numero uno perchè
sarà il primo ad essere
trucidato da Aika...).
“Ok...
allora io vado. Mi raccomando fate attenzione!!!”
urlò CJ per poi
correre verso le scale che portavano alle torri.
“Bene
ragazzi...” disse Nikora estraendo la sua katana ed
osservando le
quattro copie che si stavano avvicinando “...vogliamo
scatenarci?”
e un inatteso scontro quattro vs quattro ebbe inizio...
*
* *
La
lama scendeva. Scendeva velocemente. Angel stava dando le spalle al
suo amato fratello che in quel momento stava per tagliargli la testa.
Un secondo prima che la lama toccasse il collo di Angel, Zero disse
“Addio sorellina.” e la lama colpì il
bersaglio.
La
spada si conficcò fin nel pavimento e Zero iniziò
a ridere come un
pazzoide, urlando “Sì finalmente è
mio!!! AH AH AH AH AH AH!!! Il
potere supremo che ho cercato per tutti questi anni è
finalmente
mio!!!” ma un rumore metallico lo distolse dai suoi pensieri.
Il
ragazzo guardò a terra e vide la punta di una spada, la sua
spada.
Zero non capì ed osservò la sua arma notando che,
effettivamente,
non aveva più la punta e quando vide Angel alzarsi
sbiancò
completamente.
Angel
si girò verso il fratello e, solo allora, lui
notò che la pelle di
Angel era interamente coperta da scaglie di ferro “IRON
DRAGON'S
SCALES.” disse la ragazza.
“Tu...
tu...” iniziò Zero ma Angel lo anticipò
“Sì lo sapevo. Sapevo
che eri ancora sotto il controllo di Aknos, ma volevo esserne
certa”.
“Dannata!
Consegnami il tuo potere!” urlò Zero con una voce
che non era sua.
“Aknos...
finalmente ti riveli.” disse Angel, poi partì
all'attacco urlando
“IRON DRAGON'S SWORD!!!” e trasformò il
suo braccio in un grosso
spadone seghettato ma quando fu a pochi centimetri da Zero, esso
mostrò uno sguardo spaventato e disse
“Sorellina... aiutami...”
Angel
si bloccò di colpo e Zero ne approfittò per
colpirla in faccia con
un globo fatto di uno strano fumo nero. La ragazza cadde di schiena e
poi disse “Mi hai ingannata!”
“UH
UH UH UH povera Angel non riesci proprio a fare del male a tuo
fratello, sopratutto quando ti guarda con quello sguardo
terrorizzato...” disse Zero.
“Maledetto,
lascia andare mio fratello!!!” urlò Angel
alzandosi.
Zero
si prese di colpo la testa con le mani e urlò
“Sorellina!
Aiutami!!!” e lei “Fratello!!!” e in men
che non si dica, Zero
la colpì di nuovo in faccia scaraventandola contro un
armadio.
“UH
UH UH UH vedi? Sei troppo dolce Angel. Tu non potrai mai picchiare
tuo fratello!” disse Zero ridendo, ma una voce
interferì nei suoi
pensieri “NEO FIRE DRAGON'S JET FIST!!!”
Zero
si girò appena in tempo per vedere una piccola sfera di
fuoco,
simile a un pugno, che lo colpì ad una velocità
allarmante. Il
ragazzo venne fatto schiantare contro una parete e, tenendosi il
petto disse “Tu qui?!?”
Davanti
a lui stava CJ che lo guardava con uno sguardo carico di rabbia.
Dietro di lui Angel disse “CJ! Stai bene?”
“Sì
sto bene. Tu piuttosto, tutto ok?” chiese CJ avvicinandosi
alla
ragazza.
“Sì
è tutto apposto.” rispose lei sorridendo.
“Bene,
ora se non ti dispiace...” disse CJ scrocchiandosi le dita
“...
faccio a pezzi questo bastardo!” e fece un passo in avanti,
ma
Angel si frappose tra lui e Zero dicendo “Ti prego non farlo!
E'
mio fratello! Devo aiutarlo!”
CJ
stava per controbattere, quando notò un movimento alle
spalle della
ragazza e quindi, agendo d'istinto, la spinse rudemente di lato,
facendola cadere a terra, poi sentì un forte dolore al petto.
Angel
era a terra e, dopo essersi sollevata un po', la prima cosa che vide
fu CJ che cadeva all'indietro con dei dardi neri conficcati nel
torace. La ragazza volse il suo sguardo a destra e vide Zero con in
mano una strana balestra fatta dello stesso fumo nero che aveva usato
prima.
Il
corpo di CJ cadde a terra e Angel si precipitò su di lui
“CJ!!!
Ehi CJ stai bene?!?” urlò lei, prendendogli il
viso tra le mani,
ma non ricevette risposta. Silenziose lacrime iniziarono a rigargli
il viso mentre una sonora risata echeggiava nella stanza “AH
AH AH
AH AH AH come sei patetica!!! Non riesci a combattere contro tuo
fratello e i tuoi amici vengono feriti al posto tuo! AH AH AH AH AH
questo è il massimo!!!”
“Fai
silenzio.” disse Angel e un'onda d'urto scaturì da
lei, facendo
zittire all'istante Zero che rimase a bocca aperta: una strana
energia circondava sua sorella, sembrava fuoco, ma allo stesso tempo
era anche acqua, aria, terra, fulmine, ghiaccio, luce, ombra, legno,
acciaio e tanti altri elementi. La ragazza sia alzò
lentamente
continuando ad osservare il corpo immobile di CJ.
“Non
potrò mai perdonarti.” disse Angel e l'energia
attorno a lei si
ingrandì e sulla sua pelle comparvero delle squame di drago,
i suoi
canini si affilarono e gli occhi divennero di un color arcobaleno,
dopodiché si voltò verso Zero che, con voce
tremante, disse “Così
è questa... è questa la leggendaria... DRAGON
FORCE!”
“E
sia Aknos... combatterò...” disse Angel
“... ma stai pur certo
che se non riuscirò a salvare mio fratello... io
verrò a
cercarti... e quando ti avrò trovato... ti
ucciderò!” e Zero,
ridendo, si avvolse di quello strano fumo nero. Angel
percepì
chiaramente il suo potere magico che aumentava “Coraggio
Angel,
mostrami il potere definitivo dei draghi!!!”
I
due si misero uno davanti all'altra. Pochi centimetri di distanza. Lo
sguardo di lei carico di ira. Lo sguardo di lui carico di
malvagità.
Sorella e Fratello. Bene e Male. Draghi e Demoni. L'antica battaglia
si svolgeva un'ultima volta.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Chaos
piaciuto il capitolo? Spero di sì. Bene, visto che mi ci
sono volute
diverse ore di lavoro, penso di aver fatto un buon lavoro ma siete
che voi che dovete giudicare. Aspetto con ansia le vostre recensioni.
Alla prossima chaos!!!
P.S:
con il prossimo capitolo si conclude la saga dell'Alpha Team!!!
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 9 ***
Chaos
come va? Spero tutto bene. Dunque per iniziare con il piede giusto,
voglio ringraziare 46fede per l'aiuto che mi ha dato nello scorso
capitolo. Thank You Fede! Ringrazio inoltre Cristo96 per l'Alpha
Team, dato che è stato lui a fornirmi i cattivoni di turno e
Dentino
(io apro ora una votazione: chi vuole Dentino come mascotte della
gilda? :D)
Bene,
finiti i ringraziamenti, vorrei passare ad alcune spiegazioni: il
Getsuga Tenshou di Amlach l'ho aggiunto perchè, se non
sbaglio,
significa “Zanne di luna che squarciano i cieli” e
dato che
Amlach è un licantropo e quando c'è la luna piena
è più forte, mi
sembrava azzeccata come cosa ^.^
Ok,
il tempo delle cose inutili è finito e mi sembra giusto
iniziare col
nuovo capitolo! Vi ricordo che con questo si concluderà la
saga
dell'Alpha Team, perciò vi auguro una buona lettura!!!
Capitolo
9
Angel
era davanti a suo fratello. Finalmente, dopo diversi anni era
riuscita a ritrovarlo e ora doveva combattere proprio contro di lui,
anche se sapeva che in realtà suo fratello era controllato
dal
potente demone Aknos. Volse leggermente lo sguardo a destra e vide il
corpo di CJ ancora fermo a terra. Strinse i pugni. Zero, notando la
sua tristezza fece per parlare, ma un cazzotto lo prese in pieno viso
facendolo volare contro una parete.
Zero
si rialzò subito e iniziò a massaggiarsi il naso,
ma non ebbe
neanche un secondo di pausa, perchè Angel gli fu subito
addosso e lo
colpì con una potente ginocchiata, spedendolo oltre la
parete e
facendolo cadere di sotto.
Il
ragazzo atterrò in piedi senza problemi e alzò
subito lo sguardo,
in tempo per vedere Angel che, senza paura, saltava giù
dalla torre
e lo raggiungeva. Ora erano di nuovo uno di fronte all'altra.
Zero
applaudì e disse “Veramente eccezionale Angel! Mi
hai davvero
sorpreso! Non credevo che tu fossi...” la frase venne
interrotta da
Angel che urlò “FIRE DRAGON'S ROAR!!!” e
un potente cono di
fiamme investì in pieno Zero, distruggendo anche diverse
case dietro
di lui.
Si
alzò un grosso polverone e Angel, che non voleva perdere
neanche un
secondo di tempo, mosse velocemente un braccio generando una forte
corrente d'aria che disperse il fumo e la ragazza notò che
suo
fratello era scomparso.
“Muori
Angel!” urlò Zero dietro di lei. Il ragazzo aveva
sfruttato il
polverone per portarsi alle spalle di Angel e ora stava cercando di
colpirla con il braccio destro a mo di lancia, urlando
“DARKNESS
LANCE!!!”
“I
dragon slayer hanno un ottimo olfatto.” disse Angel e non
appena il
colpo la toccò, si dissolse in uno strano fumo nero. Zero
rimase
sconcertato e disse “Oscurità? No... queste sono
ombre!” e Angel
riapparve dietro di lui urlando “SKY DRAGON'S WINGS
ATTACK!!!”
Zero
venne investito da due potenti colpi d'aria che lo fecero schiantare
contro una casa.
Stranamente
il ragazzo si alzò subito e Angel notò che,
malgrado tutti quei
colpi, aveva subito pochissimi danni. Lui sorrise e disse “Il
mio
DARKNESS COAT assorbe la maggior parte dei danni proteggendomi! Quei
deboli attacchi non potranno mai fare abbastanza! AH AH AH
AH!!!”
Angel
non si scompose e si avvolse completamente di fiamme e fulmini, per
poi iniziare a brillare di una forte luce, lasciando interdetto Zero
che disse “Cosa stai facendo?” e lei “Me
lo hai appena detto
no? Con quei deboli attacchi non ti batterò mai,
perciò devo
renderli più forti”.
Zero
sembrò non capire e Angel, sfruttando quel momento di
distrazione,
inarcò la schiena per poi urlare “HOLY LIGHTING
FLAME DRAGON'S
ROAR!!!” e un enorme cono di fiamme, luce e fulmini esplose
davanti
a lei, devastando completamente tutto ciò che aveva avuto la
sfortuna di trovarsi sulla sua strada. Angel individuò
facilmente il
corpo di suo fratello steso a terra e notò che quello strano
fumo
era scomparso.
La
ragazza si avvicinò lentamente ma all'ultimo Zero si
rialzò e saltò
in alto, per poi iniziare a creare una gigantesca sfera di fumo nero.
Il ragazzo guardò con odio Angel e urlò
“Questa è la forma più
oscura dell'ABYSS BREAK!!! Ti distruggerò una volta per
tutte!!!”
e scagliò quell'enorme sfera contro Angel, urlando
“DARKNESS
BREAK!!!”
La
ragazza chiuse gli occhi e ripensò a diverse cose passate:
la sua
vita con il fratello, la loro separazione, il suo allenamento...
ripensò a diversi eventi importanti della sua vita fino ai
più
recenti quando aveva incontrato un ragazzo di nome CJ e, insieme,
erano entrati a far parte di Last Hope.
“Mi
dispiace...” disse lei “... ma non posso permettere
che tu faccia
del male ai miei compagni e alle persone innocenti!” e
inarcò di
nuovo la schiena, accumulando tutto il suo potere magico in quel
colpo, per poi farlo esplodere dalla sua bocca urlando “QUEEN
DRAGON'S ULTIMATE ROAR!!!” e un enorme cono arcobaleno
illuminò il
cielo, vaporizzando l'attacco dell'avversario e colpendo in pieno il
ragazzo.
Angel
cadde in ginocchio sfinita, mentre il suo aspetto tornava quello di
sempre. Poco avanti a lei, si schiantò Zero ormai svenuto e
non più
avvolto da quello strano fumo oscuro. La ragazza, ormai allo stremo,
richiamò a sé le ultime energie e si
avvicinò al fratello. Zero
era ricoperto di ferite, ma almeno era vivo.
“Fratello...”
disse Angel poi le gambe le cedettero e lei si preparò al
colpo per
terra, ma con sua somma sorpresa, qualcuno le impedì di
cadere.
Angel si girò e vide il sorriso di Giada che la
aiutò a sedersi.
“Giada
stai bene?” chiese subito Angel.
“Sì
tranquilla non preoccuparti! Tu, invece, mi sembri messa
male.”
disse Giada, notando le diverse ferite sul corpo dell'amica.
“Ah
non preoccuparti per me, piuttosto è CJ che...!”
la frase le morì
in gola “CJ!!! Presto dobbiamo aiutarlo è ferito
gravemente!!!”
“Tranquilla
è fuori pericolo.” disse una voce dietro di lei.
Angel si girò e
fu ben felice di vedere Misaki, Miwako, Hayato, Anya, Zero e Amlach,
con quest'ultimo che portava in spalle CJ.
“Usando
i miei poteri ho bloccato l'emorragia, ora dipende dalla sua forza di
volontà.” disse Miwako.
Angel
la abbracciò dicendo “Ti ringrazio di
cuore!” poi si accorse di
una cosa “Gli altri dove sono?”
Un
muro del castello, in quel momento crollò e dalle macerie
uscì uno
Yukiteru gasatissimo che stava letteralmente friggendo la copia
dell'acqua di Collux. Non appena la copia raggiunse il suo limite, la
maschera si ruppe e con essa anche il corpo.
Il
ragazzo si guardò attorno insoddisfatto e disse
“Ma che noia! Non
c'è nessuno che possa competere con il
sottoscritto?” poi notò
Amlach e gli urlò “Tu affrontami! Sei parecchio
forte e io non mi
sono scatenato abbastanza!” ma un'occhiataccia di Amlach
bastò a
fargli cambiare idea.
Dopo
alcuni minuti arrivarono anche Nikora, Kira e Fede. Avevano qualche
graffio e livido ma niente di serio.
“Com'è
andata?” chiese Yukiteru vedendoli arrivare.
“Secondo
te? Li abbiamo spazzati via!” disse Nikora tutta contenta.
Tutti
si misero a ridere, tranne Miwako e Amlach che rimasero in silenzio,
ma poi, all'improvviso, un'onda d'urto scaraventò tutti a
terra.
“Tu...”
disse una voce che Angel riconobbe subito. La ragazza riuscì
ad
alzarsi sui gomiti e vide davanti a lei Zero/Aknos avvolto di nuovo
da quello strano fumo nero. Il team Burning Star, essendo
più fresco
e riposato degli altri, si rialzò subito ma Zero/Aknos li
stese di
nuovo con alcuni globi di fumo nero che esplosero a contatto con i
maghi.
“Fratello...
riprenditi!” urlò Angel.
“Tu...
il tuo potere... dammelo!” urlò il fratello e
iniziò ad
avvicinarsi lentamente per afferrarla con una mano alla gola. Angel
era esausta e non riusciva a muoversi. La mano di suo fratello si
avvicinava ma quando essa fu a pochi centimetri dalla gola di Angel,
venne bloccata da un'altra mano.
Angel
e suo fratello si girarono nello stesso momento e videro CJ in piedi.
Respirava affannosamente e le gambe gli tremavano ma ebbe la forza di
sollevare la mano destra e di colpire Zero/Aknos con un pugno sul
naso, rompendoglielo e spedendolo contro una roccia.
“Fammi
un favore...” disse CJ, rivolgendosi ad Angel “...
se hai altri
parenti così problematici... fammelo sapere prima, che
così almeno
mi preparo ad essere attaccato”.
Angel
rise a quella battuta poi, sorridendogli, gli disse “Sono
contenta
di vederti in piedi!” e lui “Non era il primo
attacco al cuore
che ricevevo”.
CJ
si avvicinò a lei e le tese una mano, lei la strinse e lui
l'aiutò
ad alzarsi, però, vedendo che le gambe non le rispondevano a
dovere,
le prese il braccio sinistro e se lo mise intorno al collo per
impedire che cadesse e, insieme, si avvicinarono a Zero/Aknos che era
ancora a terra. Il ragazzo guardò sua sorella e, sorridendo,
disse
“Sorellina...”
CJ
si arrabbiò subito e gli urlò “La vuoi
smettere di prenderla in
giro? Perchè non esci da quel corpo e...!” ma
Angel lo bloccò “No
CJ... lui è quello vero... è mio
fratello...”
Sotto
gli occhi increduli di Angel, il corpo del fratello iniziò a
dissolversi, diventando pian piano come quel fumo nero che usava per
combattere. Angel sbiancò completamente e guardò
CJ con sguardo
supplichevole, lui capì subito cosa voleva e, anche se era
un po'
restio a farlo, la poggiò delicatamente a terra vicino al
fratello.
Angel abbracciò il fratello e gli disse “Stai
tranquillo Zero...
un giorno ti riporterò a casa... devi solo avere ancora un
po' di
pazienza”.
Il
fratello non disse niente ma si limitò a sorriderle per poi
scomparire del tutto. CJ guardò la compagna e disse
“E' morto...?”
ma lei negò con la testa e disse “Aknos lo ha
richiamato a sé...”
CJ
si avvicinò alla ragazza e la aiutò, di nuovo, ad
alzarsi, mentre
vicino a loro anche i loro compagni iniziavano a riprendersi.
“Ehi
dov'è andato quel maledetto?” chiese Nikora.
“Se
ne è andato... di nuovo...” disse mesta Angel.
I
ragazzi si aiutarono tra di loro per bendare eventuali graffi, ma ad
un certo punto CJ notò la katana che Amlach teneva su un
fianco e si
ricordò di averla vista in mano a Sarah prima di proseguire
oltre.
Un lampo illuminò la sua mente e lui, senza preavviso, corse
verso
Amlach e lo colpì al volto con un pugno, sotto lo sguardo
attonito
degli altri.
“Che
stai facendo CJ?” gli urlò Angel, ma il ragazzo
non la sentì e
continuò a colpire Amlach, con diversi pugni in faccia, che
non
cercò neanche di difendersi. Ci vollero Zero e Hayato per
staccarlo
da Amlach. Misaki si mise subito vicino ad Amlach e gli chiese
“Ehi
tutto apposto?” ma lui non rispose e si alzò in
piedi, dopodichè
disse a Zero e Hayato “Lasciatelo andare”.
I
due ragazzi lo guardarono chiedendosi se non avesse preso troppe
botte in testa, ma un'occhiataccia di Amlach li convinse ad obbedire.
Non appena libero, CJ fece qualche passo in avanti, poi si
fermò e
iniziò a guardare con odio Amlach che non si scompose e,
dopo averla
estratta, lanciò la katana infuocata ai piedi di CJ,
dicendogli
“Avanti, prendila”.
CJ
agì meccanicamente e, abbassandosi, prese la katana con
entrambe le
mani, puntandola verso Amlach. Il ragazzo, dal canto suo,
aprì le
braccia come a voler abbracciare CJ, ma le sue parole cancellarono
quell'ipotesi “Avanti fallo. Uccidimi e vendica la tua
amica”.
Tutti
rimasero a bocca aperta. Era impazzito? Voleva davvero morire? CJ lo
guardò mostrando solo odio e, dopo aver fatto un respiro
profondo,
iniziò ad avvicinarsi ad Amlach. Misaki, vedendolo arrivare,
si
frappose tra lui e Amlach, imitata subito da Angel.
“CJ
fermati, non puoi farlo!!!” urlò Angel.
“Sicuramente
Amlach avrà del suo meglio per non ucciderla!”
aggiunse Misaki, ma
CJ non le sentiva e continuò la sua avanzata verso Amlach
che, con
poca grazia, spinse via lateralmente le due ragazze.
Amlach
rimase fermo sul posto e CJ si mise di fronte a lui, tutt'attorno
nessuno osava fiatare, anche se Yukiteru, Hayato e Zero si stavano
già preparando per bloccare CJ, il quale alzò di
scattò la katana
e la calò con la stessa velocità.
Misaki
urlò, mentre Yukiteru scattava in avanti, ma solo all'ultimo
sia
accorsero che CJ aveva già fermato la lama infuocata a pochi
centimetri dal volto di Amlach il quale lo guardava con sguardo
freddo.
“Eri
davvero pronto a morire?” chiese CJ senza guardarlo.
“Sì.”
rispose secco Amlach “Mi avevi chiesto di risparmiarla, ma io
l'ho
uccisa. Ho tradito la tua fiducia”.
CJ
non disse nulla e gli diede la katana, poi si girò e si
allontanò
da lui, dicendo “Probabilmente ha ragione Misaki... hai
cercato di
fare del tuo meglio... ma evidentemente non è
bastato”.
Angel
stava per dirgli qualcosa, ma Fede gli mise una mano sulla spalla e
le disse “E' meglio lasciarlo da solo... vi sono dei momenti
in cui
la solitudine è la migliore cura.” Angel
annuì e tornò a fissare
la sagoma di CJ che si allontanava.
Di
colpo, un enorme masso cadde a pochi metri dal ragazzo che si
spaventò non poco e indietreggiò di qualche metro
dicendo “Ma che
cazzo succede?!?”
L'evento
si ripetè diverse volte con alberi, pezzi di tetti,
statue... i
ragazzi si guardarono tra loro confusi, poi notarono qualcosa che si
stava avvicinando dal fondo della strada. Era un'enorme chimera, alta
almeno cinque metri, aveva la testa, il busto e le zampe anteriori di
leone, le zampe posteriori da drago, la coda era un grosso serpente
nero e aveva due grosse ali come quelle di un'aquila. Con un solo
balzo, la creatura azzerò la distanza e una voce fece
raggelare
tutti i presenti “Vooooiiiii...”
Con
somma sorpresa, e muto terrore, dalla criniera del leone
uscì Aika e
a nessuno sfuggì il fatto che i suoi lunghi capelli viola
stessero
vorticando in aria e una grossa aura dello stesso colore la
avvolgeva. La giovane master posò lo sguardo sui suoi
compagni che
rabbrividirono dal primo all'ultimo.
“Quattro
di voi non dovrebbero essere qui...” disse Aika
“... se si
faranno avanti ammettendo il loro errore la loro punizione non
sarà
mortale ma... se dovrò cercarvi ancora... rimpiangerete il
giorno in
cui mi avete incontrato...”
Quattro
maghi in particolare stavano sudando freddo, anzi si può
dire che le
loro gocce di sudore fossero dei veri cubetti di ghiaccio.
Kira
si fece avanti e disse “Master... sono stato io a convincere
i miei
compagni a seguirmi... la colpa è solo mia.” e
Aika lo guardò
intensamente, ma prima che potesse fiatare, Yukiteru si fece avanti e
disse “Aika non ascoltare questo bambino, non potrebbe mai
infrangere delle regole, qualunque esse siano, ma un ragazzo come me
lo farebbe eccome! Sono io che li ho convinti!”
“Tsk,
che discorso del cavolo! E' ovvio che solo chi ha una mente come la
mia potrebbe convincere gli altri a seguirlo. Io li ho
convinti.”
disse Nikora incrociando le braccia al petto.
“Non
è vero, sono stata io a volerli seguire! Master loro mi
hanno
seguita solo per controllare che non mi facessi del male, la colpa
è
solo mia.” disse Fede.
Aika
li guardò a uno a uno poi sospirò “E va
bene... per questa volta
vi perdono.” e i quattro maghi si abbracciarono felici di non
essere stati catturati e torturati.
“Ma
state tranquilli che non ne uscirete illesi uh uh uh...”
aggiunse
Aika, voltandosi e salendo in groppa alla chimera “Su
andiamo! Il
treno parte tra poco!” e tutti annuirono iniziando a
seguirla,
tranne Nikora che divenne verde e Yukiteru fu costretto a portarla in
spalla.
*
* *
Una
donna con indosso una maschera nera osservava il gruppo di maghi
allontanarsi dalla città e disse “Maledizione!
Quel dannato CJ è
ancora vivo mentre quell'inutile Zero non è neanche riuscito
a
uccidere quella ragazzina!”
“Madame
Collux immagino...” disse una flebile voce dietro di lei.
Collux
si girò di scatto e si ritrovò davanti un uomo
sulla cinquantina.
Aveva dei lunghi capelli neri raccolti in una coda che gli cadeva
sulla schiena, un paio di baffi del medesimo colore che si univano
alle basette e due occhi azzurri. Indossava uno smoking, una bombetta
nera sulla testa e delle scarpe eleganti nere, in più nella
mano
destra teneva un ombrello, mentre nella mano sinistra teneva un
agenda di pelle nera.
“Tu
chi diavolo sei?” chiese Collux.
“Mi
presento, il mio nome è Irginus e avrei una proposta
alquanto
allettante da farle. Lor signora è disponibile a
sentirla?” chiese
l'uomo inchinandosi.
“Tsk
avanti spara!” disse bruscamente Collux.
“I
miei più sentiti ringraziamenti! Quantunque...”
disse Irginus
aprendo l'agenda “... il mio sommo maestro è molto
interessato al
suo magnifico potere e si chiedeva se le aggradava diventare un
membro della sua nuova gilda”.
“E
chi sarebbe questo gran maestro?” chiese Collux.
“Oh
il mio maestro e padrone ha diversi nomi, ma voi dovreste conoscerlo
come... Ruganax.” disse Irginus e Collux, sentendo quel nome,
sbiancò.
“Ru...
Ruganax?”
“Corretto!
Il possente Ruganax sta creando una gilda che possa contrastare ed
annientare la gilda Last Hope, creata di recente dalla sua nemesi
Aika. Se non vado errato, voi avete appena avuto un leggero disguido
con quei gentiluomini.” disse Irginus.
“Tsk
non me ne parlare... e va bene accetto! Entrerò in questa
maledetta
gilda ma ad una condizione!” disse Collux, avvicinandosi
all'uomo,
notando che era parecchio alto.
“E
quale sarebbe?” chiese Irginus.
“Quando
dovremo uccidere quei bastardi... voglio essere io quella che
ucciderà CJ!” disse Collux.
“Oh
pensò che al padrone non darà fastidio una
bazzecola come questa.
Bene dunque, vogliamo andare?” disse Irginus iniziando a
camminare
e Collux lo seguì.
*
* *
Il
viaggio di ritorno fu veloce ed indolore, a parte il fatto che CJ non
aveva mai parlato e Nikora aveva passato tutto il tempo a rimettere
di stomaco.
Dopo
quattro ore di viaggio, il gruppo raggiunse finalmente la sua amata
gilda. I maghi, ansiosi di rilassarsi, entrarono di corsa, ma
rimasero sorpresi, e anche impauriti, nel vedere che tutti gli altri
maghi erano ridotti male. Non c'era nessuno di illeso e se qualcuno
non aveva un livido visibile, aveva dei graffi o delle fasciature.
“Ma
che cosa è successo?” chiese Giada guardandosi
attorno.
“Ah
senza volerlo ho massacrato i vari membri della gilda che cercavano
di impedirmi di venirvi a cercare eh eh eh!” disse Aika
sorridendo
come se nulla fosse.
-Come
sarebbe a dire... senza volerlo?- pensò Giada mentre un
gocciolone
cadeva sulla testa dei nuovi arrivati.
Aika
si diresse verso il suo ufficio e, prima di entrare, fece un cenno al
team Burning Star di seguirla. I quattro maghi deglutirono
all'unisono e, dopo aver chiamato a raccolta tutte le
divinità del
mondo, entrarono nell'ufficio della master. Intanto gli altri
chiacchieravano e si raccontavano quanto successo.
“Mmm...
ehi Amlach cos'è successo alle tue spade?” chiese
Edward
avvicinandosi al ragazzo.
“Secondo
te vecchio? Le avrà rotte!” lo schernì
Yelle volandogli sopra la
testa.
“Beh
scusa tanto se non sono un indovino!” gli urlò
Edward.
Sentendo
la domanda di Edward, le orecchie di una ragazza si drizzarono di
colpo e, nel giro di un secondo, era seduta di fianco ad Amlach. Il
ragazzo si girò verso di lei e disse “Ah... ciao
Hana”.
La
ragazza arrossì un po' poi, senza guardarlo direttamente
negli
occhi, gli disse “Ehm... ciao Amlach... ben tornato... ehm...
ecco... ho sentito che non hai più le tue
katana...”
“Già...
ora ne ho una sola. Le altre due dovrò comprarle.”
disse Amlach,
poi voltandosi, si accorse che la ragazza si era alzata e stava
correndo a tutta velocità verso l'uscita.
Hana
stava per aprire la porta, quando un'altra ragazza la colpì
al volo
con un calcio volante, spedendola contro un tavolo. Misaki
mostrò un
sorriso sadico e corse fuori dalla gilda ma Hana, capendo che l'altra
aveva avuto la sua stessa idea, si rialzò subito e
partì
all'inseguimento.
Poco
lontano da Amlach, Ashuros era seduto ad un tavolo con Zero e Leo.
“Ehi
Zero posso farti una domanda?” chiese Ashuros.
“Certo.”
disse Zero, bevendo un sorso di latte.
“Ma
tu non avevi un paio di cuffie?” chiese nuovamente Ashuros.
Zero
sgranò gli occhi sputando in faccia all'albino il latte, poi
iniziò
a darsi dei colpetti sulle tasche dei pantaloni, sul collo e sulle
orecchie. Solo in quel momento si accorse di non avere né le
cuffie
né l'MP3.
“Maledizione
ce li ha ancora la principessa!!!” urlò Zero
alzandosi.
“Principessa?”
dissero Ashuros e Leo in contemporanea ma Zero se ne era già
andato,
diretto ad un tavolo dove erano sedute Miwako, Giada, Miyuki e Lyra.
Il ragazzo individuò subito le sue cuffie appese al collo di
Miwako.
“Ehi
principessa quelle sono mie” disse Zero indicando le cuffie.
“Ah
giusto. Ecco tieni.” disse la ragazza e gli ridiede le
cuffie,
dopodiché Zero si allontanò. Miwako fece per
parlare, ma notò gli
sguardi maliziosi delle tre amiche.
“Come
mai ti ha chiamato... principessa?” chiese Giada.
“Non
c'è un motivo particolare. E' lui che ha deciso di chiamarmi
così.”
disse Miwako.
“E
a te non da fastidio?” chiese Lyra.
“Perchè
dovrebbe?” chiese Miwako e le altre tre sorrisero
maliziosamente,
lasciando Miwako non poco confusa.
Intanto
nella stanza di allenamento Miel si stava esercitando con i portali
mentre Ryu faceva a pezzi alcuni manichini con delle lame di ghiaccio
che gli uscivano dalle braccia.
Miel,
rimasta senza fiato disse “Ehm... Ryu non è che mi
passeresti un
asciugamano?” ma arrossì subito, vedendo che il
ragazzo era a
torso nudo, ma continuava a tenere gli occhialini sugli occhi.
“Uh?
Ah si certo.” disse Ryu prendendo un asciugamano e
avvicinandosi a
Miel per darglielo, ma a pochi metri da lei, si bloccò di
scatto
iniziando a balbettare. Miel, notando quel comportamento gli chiese
se ci fosse qualcosa che non andava e si preoccupò ancora di
più,
vedendo che dal suo naso uscivano due piccole scie di sangue.
“I...
i... i... tu... tuoi... vestiti...” disse Ryu arrossendo e
Miel
capì. I suoi vestiti scuri erano fatti d'ombra e quando lei
si
stancava troppo, essi scomparivano, lasciandola in intimo. La ragazza
guardò in basso e notò che ora indossava solo un
reggiseno bianco e
delle mutandine del medesimo colore.
Per
qualche secondo nessuno dei parlò poi Miel, troppo
imbarazzata cadde
di schiena a terra, rossa in viso e Ryu, vedendola in quello stato,
si avvicinò preoccupato, mentre cercava di fermare il sangue
dal
naso.
La
porta della stanza si aprì di colpo ed entrò una
Penny tutta felice
per aver finito un disegno ma la prima, e forse unica, cosa che vide
fu la sua amica seminuda distesa a terra e un ragazzo a torso nudo
vicino a lei. La sua mente non ebbe difficoltà ad
immaginarsi le più
assurde spiegazioni e la prima frase che le uscì dalla
bocca,
ovviamente la meno azzeccata, fu “Ryu tu... tu... cosa stai
facendo
a Miel?!?” e iniziò a lanciargli contro diversi
pesi.
“Ma
che... niente lo giuro!!! Non ho fatto niente!!!”
urlò Ryu e le
sue urla attirarono l'attenzione di altri maghi, infatti, entrarono
anche Lya e Erika.
“Ma
che succede?” chiese Erika.
“Quel
porco di Ryu voleva approfittare di Miel mentre era svenuta!”
disse
Penny lanciando un bilanciere. Lya, senza dire niente tirò
fuori il
suo spadone ed iniziò ad inseguire Ryu per tutta la stanza
mentre
Erika e Penny cercavano di svegliare la povera Miel.
Un
suono acuto attirò l'attenzione di tutti che andarono nella
sala
principale e videro Aika in piedi su di un tavolo e il team Burning
star dietro di lei. Tutti e quattro i maghi avevano un'aura nera che
gli vorticava attorno e sembrava che gli avessero strappato l'anima a
morsi.
“Bene
ragazzi ora vi farò una semplice domanda! Di che colore la
volete la
vostra stanza?- chiese Aika e i vari maghi la guardarono confusi.
“Scusa
quale camera?” chiese Rahl.
“Come
quale stanza? Ma quella in cui dormirete nei nuovi dormitori della
gilda! Il team Burning Star si è gentilmente offerto di
preparare
personalmente le varie stanze nel modo in cui preferite,
perciò
sotto con le richieste!” disse Aika e sul volto di tutti i
maghi
comparve un sorrisetto malvagio.
*
* *
Nel
frattempo, in un'oscura grotta della fascia oscura.
“E
così tu saresti Ruganax?” chiese Collux osservando
la figura
avvolta nell'oscurità.
“Esatto.
Tu invece devi essere Collux. E' un piacere averti qui!”
disse
Ruganax.
“Sì
come vuoi...” disse Collux poi, guardandosi attorno, disse
“Beh?
Sono l'unica ad essere stata arruolata?”
“Spiacente
ma non sei l'unica” disse una voce dietro di lei.
Collux
si girò e vide lo stesso ragazzo con cui aveva formato
un'alleanza
qualche ora prima “Zero? Tu qui?”
“Indovinato!
Irginus è venuto anche da me.” disse Zero.
“Tsk..
siamo comunque solo in tre!” protestò Collux.
“Ogni
cosa a suo tempo Collux.” disse Ruganax “Abbiamo
ancora sei mesi
di tempo per formare la più forte gilda
dell'oscurità!”
“E
quale sarebbe il nome di questa gilda?” chiese Zero.
“Eternal
Darkness!” disse Ruganax.
Qualcuno
nell'ombra applaudì e Collux, imitata da Zero, si
girò verso
l'origine del suono. Vide una figura incappucciata avvolta da un
mantello nero avvinarsi sorridendo e Ruganax, ricambiando il sorriso,
disse “Ben arrivato figlio mio!”
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Chaos
piaciuto il capitolo? Spero di sì malgrado sia stato un po'
sottotono...potevo fare di meglio...beh lascio a voi i vari insulti e
ci vediamo alla prossima. CHAOS!!!
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Capitolo 11 *** Capitolo 10 ***
Chaos
come va? Spero tutto bene! Finalmente le vacanze :D ma purtroppo per
alcuni di noi, ci sono gli stage scolastici, quindi dobbiamo anche
andare a lavorare :( ma comunque sia, ora spiegherò
brevemente la
struttura delle saghe: praticamente io cercherò di far
affrontare ai
vostri OC il loro passato (va da se che se l'OC non ha avuto un
passato traumatico, triste, ecc... non credo di riuscire a fargli
affrontare qualcuno in particolare...) e ovviamente lo affronteranno
come team (infatti cercherò di far affrontare il passato a
gruppi
come CJ, Angel, Anya, Zero);
seconda
cosa, le “saghe” dureranno al massimo cinque
capitoli (per
sicurezza) e ognuna di esse sarà divisa da un capitolo
transitorio,
come quello che state per leggere, ma alla fine del capitolo
transitorio, si potrà già capire quali OC saranno
i protagonisti
della saga successiva ^.^ mmm penso di aver detto troppe cose ma
spero che siate riusciti a seguirmi XD beh io vi saluto e ci vediamo
al fondo del capitolo! Buona lettura!!!
Capitolo
10
Ormai
erano passati già diversi giorni dallo scontro con l'Alpha
Team e la
vita alla gilda scorreva tranquilla e spensierata. La porta di
ingresso si aprì ed entrò, volando, una giovane
ragazza dai capelli
bianchi. La giovane si guardò attorno e notò che
c'erano poche
persone ed erano tutte molto stanche e svogliate, diede un'occhiata
all'orologio appeso alla parete e scoprì che erano solo le
sette e
mezza del mattino.
La
ragazza volò fino ad un tavolo dov'erano sedute due ragazze:
la
prima era piuttosto bassa e aveva dei lunghi capelli arancioni che
gli arrivavano alla vita, mentre l'altra aveva i capelli color verde
acqua e una lunga cicatrice sulla guancia destra.
“Arya!
Tsuki! Buongiorno!” disse felice l'albina avvicinandosi.
“Uh?
Oh buongiorno Yelle!” disse la prima sollevando pigramente la
testa.
“Dai
cos'è questa lentezza?” chiese Yelle.
“Non
sono neanche le otto di mattina... è normale che sia a
pezzi.” si
giustificò Arya.
“Uhm...
e tu Tsuki? Anche tu sei a pezzi?” chiese Yelle voltandosi
verso
l'amica, notando che stava mangiando una grossa fetta di una torta al
cioccolato.
“Nah...
mi ero alzata presto per preparare una torta al cioccolato con panna
e fragole.” disse Tsuki sorridendole, ma Yelle non disse
nulla e
solo in quel momento Tsuki notò che l'amica stava fissando
con occhi
brillanti la sua fetta di torta.
“Ehm...
ne vuoi un pezzo?” chiese Tsuki e Yelle iniziò ad
annuire senza
distogliere lo sguardo dalla fetta di torta, mentre un filo di bava
le scendeva dal bordo della bocca. Tsuki tirò fuori un porta
torte e
tolse il coperchio, in quel momento un invitante profumo di
cioccolato iniziò a diffondersi nella aria e Yelle lo
aspirò tutto,
iniziando a sbavare copiosamente. Tsuki fece comparire un piattino ed
un coltello, tagliò una fetta di torta e la porse all'amica
che la
sbranò senza troppe cerimonie, lasciando un po' interdette
le
amiche.
“Ah
giusto... gnam... perchè ti sei alzata... gnam... anche se
volevi
dormire Arya?” chiese Yelle continuando a mangiare la torta.
“Per
colpa di quelle due...” disse Arya indicando altre due
ragazze
sedute al bancone del bar intente a sfidarsi a braccio di ferro
“Abbiamo le stanze vicine e fanno un gran
baccano...”
Yelle
non rimase per niente sorpresa nel vedere Zafrina e Kay che si
sfidavano, accadeva di continuo ormai. Finì di mangiare la
torta e,
dopo aver ringraziato Tsuki, si avvicinò a Zafrina e Kay e
chiese
“Adesso perchè vi state sfidando?”
“Se
vinco io... lei dovrà cambiare stanza!” disse
Zafrina guardando
male Kay.
“Come
mai?” chiese Yelle.
“Perchè
russa!” disse Zafrina.
“Io
non russo! Sei tu che hai il sonno più leggero di una
formica
anoressica!” disse Kay.
Yelle
le guardò per qualche altro secondo poi si
allontanò sospirando e
iniziò a guardarsi attorno. Oltre a loro cinque c'erano
Ashuros e
Leo che stavano giocando a carte e, a giudicare dalle imprecazioni di
Ashuros, l'albino stava perdendo di brutto; Miyuki era seduta ad un
tavolo e stava affilando la sua accetta.
Yelle
si avvicinò a Miyuki e le disse “Buongiorno
Miyuki!”
“Buongiorno.”
disse seccamente Miyuki senza smettere di affilare la sua accetta.
Yelle
non provò neanche a chiederle qualcosa perchè
sapeva che non
avrebbe dato vita ad una discussione, ma ad una semplice serie di
botta-risposta. Sì allontanò sconsolata ed
annoiata, quando la
porta della gilda si aprì di nuovo ed entrò
Edward, seguito da Rahl
e Hiro.
“Ehi
Edy finalmente sei arrivato!” disse Yelle avvinandosi e Rahl,
sentendo quel soprannome, si mise una mano davanti alla bocca per non
ridere.
“Amico
non sapevo che il tuo soprannome fosse Edy!” disse Hiro,
dando
delle pacche sulla spalla a Edward che si affrettò a
correggerlo
“Infatti non è il mio soprannome! E' solo questa
ragazzina che mi
chiama così!”
“Uffa
come sei noioso Edy! E poi cosa c'è di brutto in
“Edy”? A me
piace!” disse Yelle gonfiando le guance.
“Solo
perchè piace a te, non significa che piaccia anche a
me!” disse
Edward, per poi andare a sedersi ad un tavolo.
“Uhm...
oggi è più burbero del solito!” disse
Yelle sovrappensiero.
“Perchè
di solito com'è?” chiese Hiro.
“Beh...
meno burbero!” disse semplicemente Yelle sorridendo.
“Forse
gli è successo qualcosa.” disse Rahl osservando
Edward.
“Uhm...
probabilmente si è svegliato col piede sbagliato.”
ipotizzò
Yelle.
“Sarà...
comunque mi dispiace vedere un amico ridotto
così.” disse Hiro.
“Ci
sono! Dobbiamo fargli fare qualcosa in modo che si
distragga!”
disse Yelle, per poi volare verso la bacheca delle missioni.
“Cosa
hai in mente?” chiese Rahl.
“Cercherò
una missione che gli piaccia così, almeno per un po',
smetterà di
comportarsi come un orso bruno.” spiegò Yelle.
“Sì
mi sembra un buon piano.” disse una voce femminile alla sua
sinistra.
Yelle
per poco non si prese un infarto e disse “Aika! Che ci fai
qui?”
“Beh
tanto per cominciare sono la master della gilda e, seconda cosa, io
qui ci vivo.” disse Aika grattandosi la testa con fare
svogliato.
Yelle la osservò per un attimo e capì che la
master si era appena
alzata, tant'è che indossava solo delle ciabatte rosse, dei
pantaloncini corti blu e una maglietta a maniche corte bianca, in
più
aveva i capelli tutti arruffati.
“Ehm...
Aika... perchè sei vestita così?”
chiese Yelle.
“Uh?
Questo è il mio pigiama.” disse Aika sbadigliando,
mentre si
guardava attorno, poi aggiunse “Vedo che stamattina siamo un
po'
pochi eh”.
“Per
caso sai dove sono gli altri?” chiese Hiro.
“Beh...
che io sappia CJ, Amlach, Angel, Misaki, Hayato e Giada sono andati
ad addestrarsi nella fascia sconosciuta; Anya è partita per
andare a
rendere omaggio alle sue sorelle; Zero e Miwako sono partiti ieri per
una missione... e Nikora, Yukiteru, Kira e Fede sono andati in un
centro termale.” disse Aika.
“Come
sarebbe a dire un centro termale?” chiese Yelle.
“Beh
hanno faticato parecchio in questi giorni per prepararvi le vostre
stanze. Mi sembrava giusto concedergli un po' di riposo.”
disse
Aika.
-Ma
questa è davvero la stessa ragazza che l'altro giorno ci ha
massacrato senza ritegno?- fu il pensiero comune di Hiro, Yelle e
Rahl.
“Bene
vi saluto e vi auguro buona giornata!” disse Aika,
dirigendosi
verso la piscina.
La
mattinata trascorse tranquilla e, pian piano, arrivarono tutti gli
assenti. Hiro stava ancora parlando con Rahl, quando da dietro di
lui, arrivò Hanako che disse “Su in piedi ragazzi!
Si parte per
una missione!”
“Ah
sì? Quale?” chiese Hiro.
“Non
l'ho ancora decisa, ma comunque dovevo pur avvisarvi che stiamo per
partire.- disse Hanako.
“Ok,
per me non c'è problema.” disse Rahl.
“Bene,
Rahl tu va a chiamare Miyuki, mentre tu Hiro va a cercare
Hana.”
disse Hanako.
“Ehm...
per quanto riguarda Hana, potrebbero esserci dei problemi...”
disse
Hiro.
“Uh?
Che genere di problemi?” chiese Hanako.
“Stamattina,
mentre venivamo qua, l'abbiamo vista in piedi di fronte al negozio
dell'armaiolo. Le abbiamo chiesto cosa aspettasse e lei ci ha detto
che aveva commissionato una spada al fabbro e che era in attesa di
ritirarla.” spiegò Hiro.
“Beh
non mi sembra che sia un grande problema.” disse Hanako.
“Il
fatto è che la spada sarà pronta stasera e lei
non aveva la minima
intenzione di spostarsi da li.” disse Hiro.
“Ma
che...” iniziò Hanako poi sospirò
“... ok... vorrà dire che
andremo domani in missione”.
“Ok.”
disse Hiro sorridendo, per niente sconvolto dalla notizia. Hanako
urlò a Rahl che la missione era annullata e poi, dopo
essersi
guardata attorno, disse a Hiro “Ehi ti ricordi di quel tizio
col
mantello che voleva farti fuori?”
“Il
tizio incappucciato che usava il potere dello spazio? Sì
certo che
me lo ricordo. Perchè?” chiese Hiro.
“Perchè
sento una flebile traccia del suo odore in questa stanza.”
disse
Hanako continuando a guardarsi attorno.
“Cosa?
Ne sei sicura?” chiese Hiro.
“Sì.
I dragon slayer hanno un buon olfatto e sono sicura al 100% di quello
che dico.” disse Hanako.
“Scusa
hai per caso parlato di un tizio incappucciato che usava una magia
dello spazio?” chiese una ragazza avvicinatasi al tavolo.
Hanako e
Hiro si girarono velocemente e si trovarono di fronte Lyra, Miel e
Lya.
“Cosa
sapete di quel tizio?” chiese Lya sedendosi di fianco a
Hanako.
“Niente
di che. Lo abbiamo incontrato solo una volta e quell'unica volta ha
cercato di far fuori Hiro.” spiegò Hanako
“Perchè? Voi lo
conoscete?”
“No,
anche noi lo abbiamo incontrato solo una volta.” disse Miel.
“In
quell'occasione ci aveva rubato qualcosa e dopo un breve scontro ci
ha ridato gli oggetti e ci ha consigliato di entrare a far parte di
questa gilda.” aggiunse Lyra.
“Uhm...
qualcosa non quadra. Perchè mai dovrebbe consigliarvi di
entrare in
una gilda? Secondo, se per caso quel tizio fosse un membro di questa
gilda, perchè avrebbe dovuto uccidere Hiro?” disse
Hanako.
“Non
lo so... forse qualcuno con un doppio fine.”
ipotizzò Miel.
“Uhm...
esclusi noi cinque chi è che non è stato
contattato da uno della
gilda?- chiese Hiro.
“Vediamo...
tra le persone presenti mi sembra che tutti sano stati contattati da
Aika o da qualcuno della gilda.” disse Lyra.
“No
aspetta... non tutti i presenti... c'è una persona che non
rientra
in quel gruppo.” disse Lya. Gli altri la guardarono ma lei si
era
già alzata e si stava avvicinando ad un tavolo dove due
ragazzi
stavano giocando a carte. Si fermò di fianco a loro e disse
“Ashuros, posso parlarti un secondo?”
“Uh?
Ah sì certo.” disse Ashuros alzandosi e passando
le sue carte a
Erika che passava di lì per caso “Erika gioca tu
al mio posto”.
“Uh?
Perchè?” chiese Erika ma Ashuros si era
già allontanato insieme a
Lya.
“Coraggio
cercherò di non umiliarti troppo.” disse Leo
sorridendole.
“Interessante,
a quanto pare qui c'è qualcuno che vuole prenderle di santa
ragione.” disse Erika e iniziò a giocare.
Intanto
Ashuros e Lya si erano allontanati un po'.
“Allora?
Di che volevi parlare?” chiese Ashuros.
“Dimmi
Ashuros... tu come hai fatto a sapere dell'esistenza della
gilda?”
chiese secca Lya guardandolo dritto negli occhi.
“Perchè
me lo chiedi?”
“Curiosità.”
disse semplicemente Lya.
“Uhm...
ok te lo dirò.” disse Ashuros
“Potrà sembrarti strano, ma ho
combattuto con uno strano tizio incappucciato che poi mi ha parlato
di Aika e della gilda che stava creando”.
Lya
sgranò gli occhi, ma si ricompose subito “Ah, che
strano e non ti
ha detto nient'altro?”
“No.
Perchè? Doveva?” chiese Ashuros ma Lya si
allontanò dicendo “No
no, sta tranquillo e grazie!”
Ashuros
la guardò allontanarsi, poi decise di tornare a giocare a
carte ma,
al posto di Leo e Erika, trovò Penny e Ryu intenti a giocare.
“Ehi
ghiacciolo dove sono andati Angel e Erika?” chiese Ashuros.
“Di
colpo è arrivata Yelle e gli ha detto che aveva trovato una
missione
per il loro team, così sono partiti... e comunque non mi
chiamo
ghiacciolo razza di fantasmino!” urlò di rimando
Ryu.
“Ehi
Ryu non distrarti e gioca!” lo ammonì Penny.
“Ma
tu non eri incavolata a morte con lui?” chiese Ashuros,
alludendo
all'incidente di qualche giorno prima.
“Sì,
ma poi Miel mi ha spiegato come è andata in
realtà e allora l'ho
perdonato.” disse Penny, per poi mostrare quattro carte a Ryu
e
aggiunse “Poker d'assi”.
“Ma
non è possibile!!! E' la terza volta che vinci con un
poker!!!”
urlò scandalizzato Ryu.
“Tsk
prendersela tanto per un gioco di carte.” lo prese in giro
Ashuros.
“Angel
mi ha detto che prima hai perso con un poker.” disse Penny.
“Quello
ha più fortuna che anima!” urlò Ashuros.
“Ehi
mi hai appena detto di non prendermela per un gioco di
carte!”
disse Ryu.
“Sta
zitto ghiacciolo! Cos'è cerchi botte? Vieni qui che ti do un
bel
poker di cazzotti!” lo provocò Ashuros e la rissa
tra i due scattò
dopo pochi secondi, coinvolgendo anche Rahl, Hiro, Hanako e Aika,
più
qualcun'altro.
Intanto,
al tavolo di Lya.
“Allora?”
chiese Miel.
“Dice
che anche lui ha combattuto con il tizio incappucciato.”
spiegò
Lya.
“Uhm...
la situazione si fa complicata.- disse Lyra.
“Già...”
disse sconsolata Miel.
“Che
facciamo adesso?” chiese Lyra.
“Aspettiamo
che ritorni. Se abbiamo fortuna lo troveremo e così potremo
smascherarlo.” disse Lya e le altre due annuirono.
*
* *
Nel
frattempo, in una piccola cittadina a qualche chilometro da Zafirus.
Il team Caos Wind stava camminando tranquillamente per la via
principale.
“Certo
che viaggiare su di un cerbero è davvero figo!”
disse Yelle.
“Già,
non male come mezzo di trasporto.” aggiunse Edward.
“Tsk
la prossima volta prendiamo il treno. Ho le gambe a pezzi per lo
sforzo.” disse Leo massaggiandosi le gambe.
“Almeno
così possiamo concludere prima la missione.” lo
consolò Erika.
“Sarà
come dici tu... piuttosto com'è che si chiama sta
città?” chiese
Leo.
“Rivinst.”
disse Edward leggendo il foglio della missione.
“Yelle
non ci ha detto niente riguardo la missione. Qual'è il
nostro
incarico?” chiese Erika.
“A
quanto pare qualcuno sta attentando alla vita della figlia del
sindaco. Noi dobbiamo sia proteggere la figlia che eliminare il
sicario.” spiegò Edward.
“Uhm...
io direi di dividerci in due gruppi. Il primo si occuperà
del
sicario, mentre il secondo proteggerà la figlia.”
disse Yelle.
“Buona
idea Yelle.” disse Erika.
“Ok,
allora io e la ragazzina ci occupiamo del sicario, mentre voi due
proteggete la figlia.” disse Edward e gli altri annuirono.
Dopo
circa venti minuti arrivarono al municipio e furono subito accolti
dal sindaco, un uomo alto e snello sulla trentina, molto giovane per
essere un sindaco, dai corti capelli neri e dagli occhi verdi.
“Benvenuti!
Dovete essere i maghi di Last Hope dico bene?” disse il
sindaco.
“Sì,
siamo noi.” disse Edward.
“Oh
finalmente vi stavo aspettando! Io sono il sindaco di questa
città,
potete chiamarmi Robert!” disse il sindaco.
“Piacere
Robert. Senti non è che potremmo iniziare subito col
lavoro?”
chiese Yelle, visto che si stava annoiando non poco.
“Oh
ma certamente! Prego seguitemi!” disse Robert e
iniziò a camminare
lungo un corridoio del municipio, seguito dai maghi. Li condusse in
una grossa stanza adibita a parco giochi personale per sua figlia,
una bambina di appena otto anni. Aveva dei lunghi capelli castani e
un paio di chiarissimi occhi azzurri, indossava un vestitino verde e
delle scarpette nere.
“Mandy
vieni qui!” disse Robert e la bambina, vedendolo,
buttò a terra un
pupazzo e corse da lui, per poi abbracciarlo con forza
“Questa è
la gioia della mia vita, vi presento mia figlia, Mandy!”
“Piacere
Mandy!” disse Yelle avvicinandosi in volo e la bambina rimase
a
bocca aperta, dicendo poi “Uaaaah un altro mago!”
“Uh?
Un altro mago?- chiese Yelle confusa.
“Sì,
beh... dovete sapere che anche mia figlia è un mago, anche
se non
controlla appieno i suoi poteri.- spiegò Robert.
“Fantastico!
E che potere hai piccolina?” chiese Yelle guardando Mandy. La
bambina sorrise e puntò una mano verso una macchinina di
ferro a
terra. Dopo pochi secondi, la macchinina iniziò a muoversi e
si
sollevò da terra per poi finire nella mano della bambina.
“Magnetismo.”
disse Edward.
“Già!”
disse Robert con fare orgoglioso.
“Bene
Mandy, vogliamo andare a fare un giro?” chiese Erika.
“Sìììì.”
rispose felice la bambina.
Il
gruppo uscì dal municipio e si divise come da programma. Leo
e Erika
portarono Mandy a un vero parco giochi dove iniziò a giocare
con
altri bambini mentre loro la osservavano seduti sotto un albero. Poco
lontano da loro, sui tetti delle case, stavano Edward e Yelle che
stava setacciando in volo i dintorni per individuare dei tizi
sospetti.
In
cima ad un campanile, poco lontano da loro, un uomo sorrise, mentre
con un binocolo osservava prima Mandy poi Leo e Erika ed infine Yelle
e Edward, soffermandosi di più su quest'ultimo.
“Guarda guarda chi
si vede... eh eh eh... è da parecchio tempo che non ci
vediamo, caro
il mio assassino”.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Chaos
piaciuto il capitolo? Spero di sì! Dunque, malgrado sia un
po'
breve, spero di aver fatto un buon lavoro con i vari personaggi.
Dimenticavo, ho modificato l'ultimo capitolo, aggiungendo al fondo
una richiesta, ma la ripeterò qui: di che colore la volete
la vostra
stanza? E in più: volete qualche oggetto in particolare
dentro di
essa?
Beh
io vi saluto e ci vediamo alla prossima. CHAOS!!!
|
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Capitolo 12 *** Capitolo 11 ***
Chaos
come va? Spero tutto bene. Dunque, da questo capitolo inizia
ufficialmente la saga dell'assassino (scusate il nome banale e
scontato, ma non mi veniva in mente altro) e durerà sui tre
capitoli
(più o meno come l'altra saga). Bene, non vi trattengo oltre
e vi
lascio al capitolo! Buona lettura!!!
P.S:
questo capitolo sarà molto breve, gomen >.<
Capitolo
11
Leo
e Erika erano seduti all'ombra di una grossa quercia. I loro sguardi
erano puntati su una bambina di otto anni dai lunghi capelli castani
di nome Mandy. La bambina, in quel momento, stava giocando con altri
bambini e sembrava divertirsi molto. Leo volse una rapida occhiata a
Erika e le disse “Non sapevo che fossi così brava
a trattare con i
bambini”.
“Cosa
ti fa credere che io sappia trattare con i bambini?” chiese
Erika,
senza distogliere lo sguardo da Mandy.
“Beh,
tanto per cominciare, quando le hai chiesto se voleva andare in un
vero parco giochi, sembravi davvero una mamma alle prese con sua
figlia, poi mentre venivamo qua l'hai sempre tenuta per mano e Mandy
ha sempre sorriso malgrado fosse in compagnia di una persona
conosciuta da poco. Perdona la mia testardaggine, ma secondo me tu ci
sai fare!” spiegò Leo tornando ad osservare Mandy.
“Certo
che a te non sfugge proprio niente eh?” disse Erika
sorridendo
“Diciamo che è stata mia nonna ad insegnarmi come
trattare con i
bambini”.
“Tua
nonna?” chiese Leo, tornando ad osservarla.
“Già.
Devi sapere che i miei genitori litigavano spesso e io ero sola tutti
i giorni, visto che nessuno dei due voleva darmi attenzioni. La
salvezza l'ho trovata nella mia nonna materna, passavo con lei tutti
i week-end nella sua casa in campagna e mi divertivo un mondo. Lei mi
ha dato tutto l'amore che i miei genitori non erano riusciti a darmi
e a me bastava.” disse Erika, guardando con sguardo
malinconico una
bambina che giocava con i suoi nonni “Purtroppo anche le cose
belle
finiscono. Quando avevo dodici anni, mia nonna morì e io non
avevo
la minima intenzione di tornare a soffrire a causa dei miei genitori
così, una notte d'estate, scappai di casa e non feci
più ritorno.
Dopo circa un mese incontrai un drago di nome Chaoronix che mi prese
con sé e mi insegnò la magia del Caos”.
“Una
storia molto triste... mi dispiace per tua nonna.” disse Leo.
“Tranquillo
tu non hai colpe... se i miei genitori si fossero comportati meglio,
io non sarei scappata di casa, non avrei imparato la magia del Caos e
avrei vissuto una vita tranquilla e ordinaria.” disse Erika
abbassando lo sguardo.
“Già
hai ragione, ma...” iniziò Leo,
dopodiché le arruffò i capelli
con una mano. Lei lo guardò confusa e lui, sorridendo,
aggiunse -...
se tu non fossi scappata di casa, non saresti mai entrata a Last Hope
e non ci saremmo potuti incontrare!”
Erika
lo guardò, arrossendo leggermente, e Leo, arrossito pure
lui, si
affrettò a precisare “Ehm... intendevo noi come
team... cioè...
io, te, Edward e Yelle... sì insomma...” e si
voltò, dando le
spalle a Erika che fece una piccola risata, dopodichè,
tornando a
fissare Mandy, disse “Immagino che uno come te, invece, abbia
avuto
un'infanzia più movimentata.” ma non ricevette
risposta e allora
si voltò verso Leo.
Il
ragazzo stava fissando il cielo con sguardo malinconico, quasi
triste, e Erika si morse un labbro capendo di aver toccato un tasto
dolente.
Stava
per scusarsi quando Leo iniziò a parlare “Da
piccolo vivevo in un
villaggio tra le montagne nell'estremo sud del regno. Eravamo molto
isolati ma sapevamo cavarcela, vivendo di raccolta e pesca. A noi ci
bastava. Per quanto possa sembrare strano, eravamo un villaggio che
credeva nelle divinità e una volta all'anno offrivamo delle
offerte
a queste divinità. Anch'io, malgrado fossi molto piccolo,
ero
affascinato da queste divinità, anche se non le avevo mai
viste, e
continuavamo a vederle come le protettrici della vita”.
Leo
fece una pausa e, dopo un respiro profondo, riprese “Avevo
sei anni
quando avvenne la tragedia. Dal nulla sbucarono decine e decine di
demoni che iniziarono a bruciare le case e a rapire le persone. In
quel momento ero da solo in casa, che venne colpita da un forte
attacco e crollò su sé stessa, io me la cavai, ma
le mie gambe
erano bloccate da alcune assi del soffitto crollato. Iniziai a
chiedere aiuto e dopo pochi secondi vidi arrivare mia madre e mio
padre che cercarono subito di liberarmi, ma senza successo. Da dietro
di loro apparve un demone dalle sembianze di un lupo che
iniziò ad
avvicinarsi lentamente, mio padre cercò di fermarlo, ma
venne
colpito e sbattuto a terra vicino a mia madre. Lei non
calcolò
minimamente il demone e cercò ancora di salvarmi. Il demone
era
ormai vicinissimo quando di colpo, due fulmini illuminarono il cielo
e apparvero loro”.
“Loro?”
disse Erika con un filo di voce.
“Erano
due. Avevano fattezze umane e indossavano delle bellissime tuniche
blu e sopra di esse delle armature di un metallo bianchissimo.
Avevano entrambi dei lunghi capelli bianchi e degli occhi azzurri, in
più avevano, tutti e due, un paio di enormi ali di piume
bianche
come la neve. Rimasi a bocca aperta nel vedere quei due esseri
così
belli, convinto che fossero arrivati per proteggerci, ma capii subito
che non erano lì per quello. Uno dei due alzò le
braccia al cielo e
urlò 'Questo villaggio è impuro e va cancellato!'
per qualche
secondo non successe niente ma poi, il cielo si fece scurissimo e
decine di fulmini caddero a terra, distruggendo tutto. Uno si
abbatté
proprio davanti a me ma i miei genitori mi fecero da scudo e vennero
vaporizzati nel giro di un millisecondo. L'impatto scagliò
in aria
diverse rocce e una di esse mi colpì sulla fronte, facendomi
svenire. Mi risvegliai e notai subito che non ero più nel
villaggio,
ma ero sdraiato in un prato poco lontano. Tutto il corpo mi faceva
male e, passandomi una mano sulla fronte, capii che qualcuno mi aveva
fasciato la testa, un'ulteriore conferma venne dal fatto che anche le
mie gambe erano piene di bende e garze. Mi guardai attorno e rimasi
completamente sconvolto nel constatare che il villaggio era stato
pressoché spazzato via. Sentii dei passi dietro di me, mi
girai e
vidi un demone. Aveva le fattezze di un lupo, e indossava una strana
armatura di cuoio nero, in mano aveva delle pagnotte di pane un po'
bruciacchiate che mi porse, dicendomi di mangiarle perchè
dovevo
recuperare le energie. Io mangiai in silenzio, non capivo
più
niente, sembrava che il mondo fosse impazzito. Prima due angeli, che
rappresentavano la lealtà e la giustizia, uccidevano tutti
gli
abitanti del mio villaggio e poi un demone, che dovrebbe essere
malvagio, mi salvava la vita. Il demone si chiamava Worjin e mi prese
con sé. Da quel giorno mi allenai come un pazzo per
apprendere la
magia di evocazione dei demoni, fu lui a darmi il nome Angel
Deathing.” concluse Leo che, vedendo lo sguardo triste di
Erika
cercò di sdrammatizzare, dicendo “Su coraggio...
non fare quella
faccia... poteva andarmi peggio no? P... perchè non torniamo
ad
occuparci della missione?” e tornò a guardare i
bambini che
giocavano.
Leo
non ricevette risposta e stava per tornare a guardare Erika, quando
sentì un forte calore sul collo e sulla schiena.
Erika
non sapeva perchè ma lo aveva abbracciato. Si era avvicinata
da
dietro e gli aveva cinto il collo con le braccia, stringendolo in
quell'abbraccio. Rimasero fermi così per qualche secondo poi
Erika
disse “Mi dispiace... se non ti avessi detto quella stupida
frase
non avresti dovuto ripensare a quel giorno...”
Leo
si limitò a darle delle piccole pacche sulla testa con la
mano
sinistra, poi disse “Nah sta tranquilla... quello
è il passato e a
me importa molto di più il presente. Non hai
colpe”.
Erika
sorrise e, dopo aver sciolto l'abbraccio, gli chiese “Quindi
Angel
non è il tuo vero nome?”
“Già...
il mio vero nome è... Leo.” disse il ragazzo.
“Carino
come nome.” disse Erika sorridendo.
“Già
è carino... ma ti consiglio di scordarlo alla
svelta.” disse Leo
con uno strano bagliore rosso negli occhi.
“Ehm...
ok.” disse Erika.
“Scusami
Erika...” disse una voce femminile vicino a loro. I due si
voltarono e videro Mandy.
“Sì
Mandy cosa c'è?” chiese Erika sorridendole.
“Mi
sono tagliata...” disse Mandy e le mostrò un
piccolo taglietto
sulla mano destra.
“Oh
è meglio metterci subito un cerotto. Vieni qui.”
disse Erika.
Leo
osservò Erika mentre metteva un cerotto sul taglietto e
rassicurava
la bambina con parole dolci. Sorrise pensando -Eh sì
Erika... tu ci
sai proprio fare con i bambini-.
Intanto,
sui tetti delle case poco lontani, Yelle stava tornando da Edward.
“Hai
notato qualcuno o qualcosa di sospetto?” chiese Edward.
“No
niente di niente... però in compenso ho individuato un
bellissimo
negozio di dolci! Dopo ci andiamo!” disse Yelle.
“Ma
vuoi concentrarti un po' sulla missione?” chiese Edward,
ormai al
limite della sopportazione.
“Uffa
come sei noioso! Ma pensi solo al lavoro?” chiese Yelle.
“Dobbiamo
eliminare un uomo. Non c'è tempo per le
distrazioni.” disse Edward
con tono freddo e Yelle, per la prima volta, ebbe paura della sua
voce, ma non volle darlo a vedere e si allontanò in volo
dicendo
“Allora perchè non te lo cerchi da solo il
bersaglio?” e Edward
non disse nulla, limitandosi a guardarla mentre si allontanava.
*
* *
“Stupido
Edward, non sa stare agli scherzi e pensa solo al lavoro!
Perchè
diavolo ho accettato di formare un team con lui?” disse Yelle
mentre volava senza meta per la città. D'un tratto, da un
vicolo
sotto di lei, giunse una voce femminile che chiedeva aiuto. L'albina
si avvicinò velocemente e vide una donna sulla trentina
incastrata
sotto una cassa di legno, aveva i capelli blu corti e gli occhi
verdi, indossava una maglietta a maniche lunghe grigia e dei
pantaloncini corti neri. Yelle atterrò a pochi metri da lei
e le
corse incontro “Ehi stai bene?”
“Questa
cassa mi sta schiacciando la caviglia, che dolore!” disse la
donna.
“Tranquilla
ti aiuto io!” disse Yelle, avvicinandosi alla cassa.
“Uh
uh veramente vorrei sapere chi aiuterà te!” disse
la donna e
Yelle, prima che riuscisse a fare qualcosa, venne colpita alle spalle
da una grossa sfera verde liquida. All'impatto la sfera si sciolse su
di lei, ricoprendola con qualcosa che sembrava fango ma era molto
più
denso.
“Ma
cosa...?” disse Yelle, mentre cercava di liberarsi da quella
strana
roba.
“Spiacente
ma non è così facile liberarsi del mio acido.-
disse una voce
maschile. Yelle riuscì ad alzare un poco lo sguardo e vide,
dietro
alla donna che si era liberata da sola, un uomo che doveva avere al
massimo cinquanta anni, aveva i capelli corti e grigi e gli occhi
erano dello stesso colore, indossava un cappotto nero, dei pantaloni
neri e delle scarpe nere.
“Chi
sei tu?” chiese Yelle.
“Oh
tu puoi chiamarmi Crotalux.” disse l'uomo “Mentre
quest'affascinante creatura è la mia assistente,
Jenny”.
“Perchè
mi avete attaccata?” chiese Yelle, cercando ancora di
liberarsi.
“Oh
è molto semplice, noi siamo i sicari mandati qui per
eliminare il
sindaco!” disse Crotalux.
“Eh?
Come il sindaco? Non volevate eliminare sua figlia?” chiese
Yelle
ormai molto confusa.
“Siamo
piuttosto ingenui eh.” disse Jenny ridendo.
“Questa
è l'idea che si è fatto il sindaco, ma faceva
tutto parte del
nostro piano.” disse Crotalux “Ora elimineremo te
che sei di
sicuro la più veloce, dato che puoi volare, e poi andremo
dal
sindaco per concludere il nostro lavoro”.
“Maledetto!”
urlò Yelle che, visto che la forza fisica non bastava,
cercò di
fare a pezzi quella strana roba con il suo vento, ma stranamente, non
riuscì a creare neanche un venticello “Che... che
mi succede?”
“Ah
ah ah spiacente mia cara, ma quello è uno speciale acido che
non
corrode la pelle, bensì i poteri. Finché ce lo
avrai addosso, non
potrai più usare la magia.” disse Crotalux poi
puntò la mano
destra verso Yelle, uno strano liquido verde e bianco
ricoprì
completamente la sua mano, poi disse “Addio”.
Yelle
non sapeva cosa fare, aveva paura e riuscì a dire solo una
parola
“EDWARD!!!”
“ACID
RIFLE!!!” urlò Crotalux e tantissime sfere di
acido partirono in
direzione di Yelle, creando un denso fumo verde corrosivo.
Yelle
si sentiva stranamente leggera, le sembrava di volare. Aprì
leggermente gli occhi e si accorse di essere davvero in aria, ma
qualcosa la teneva per la vita, girò di poco la testa e vide
un
ragazzo che la teneva con un braccio. Il ragazzo le sorrise e disse
“Ma allora te lo ricordi il mio nome per intero!”
“E...
Edward!!!” urlò Yelle felice di vedere un volto
familiare.
Edward
atterrò sul tetto sopra il vicolo e posò a terra
Yelle, aiutandola
a levarsi di dosso l'acido anti-magia.
“Grazie
per avermi salvata...” disse timidamente Yelle che non aveva
il
coraggio di guardarlo negli occhi, ripensando alla scenata di pochi
minuti prima.
“Siamo
compagni di team dopotutto. Se non ti salvo io chi altri può
farlo?”
disse Edward.
Yelle
stava per rispondergli, quando poco avanti a loro comparvero Crotalux
e Jenny. Il primo guardò Edward e gli mostrò un
grosso sorriso, poi
disse “Edward! Quanto tempo ragazzo!!!”
Edward
guardò per qualche secondo l'uomo poi disse
“Maestro Crotalux.”
e il cuore di Yelle perse un colpo “Edward... tu conosci quel
tizio?”
“Sì
lo conosco. E' stato il mio mentore per diversi anni, in più
è lui
che mi ha insegnato la magia del veleno.” spiegò
Edward, lasciando
Yelle a bocca aperta.
“Uno
dei miei migliori allievi!” aggiunse Crotalux ridendo
“L'unico
che abbia veramente meritato il titolo di assassino, anche se tu
avevi quel soprannome ben prima di conoscermi. Dico bene?”
Yelle
guardò confusa il compagno e disse “Di che cosa
sta parlando?”
“Ma
come Edward non glielo hai detto?” chiese Crotalux e Edward
fu
veloce a dirgli “Taci!”
“Ah
ragazza mia...” disse Crotalux guardando Yelle “...
tu non sai
proprio niente del tuo compagno nevvero?” Yelle non rispose e
Crotalux, capendo di aver fatto centro, continuò
“Il qui presente
Edward è un famosissimo killer! Ha ucciso centinaia di
persone e la
prima di esse è stata la sua dolce sorellina!”
Yelle
sbiancò di colpo e guardò con uno sguardo
spaventato Edward. E'
vero, lei sapeva che Edward aveva ucciso qualcuno ma non sapeva che
in realtà avesse compiuto un massacro e che avesse ucciso
sua
sorella.
“Crotalux...
te lo dissi il giorno in cui decisi di diventare tuo allievo e te lo
dirò di nuovo adesso... io non ho ucciso mia
sorella.” disse
Edward con voce calma.
“Beh
ognuno è libero di pensare quello che vuole.”
disse Crotalux per
poi aggiungere “Ma è giunto il momento di parlare
d'affari.
Edward, tu eri un killer abilissimo. Ritorna da me e farò in
modo
che il tuo nome venga temuto da tutti i re della fascia
umana!”
Edward
fece un passo in avanti e Yelle credette che lui accettasse, ma il
ragazzo, dopo essersi acceso una sigaretta, disse “Ehi
vecchio...
non me ne può più fregare un cazzo del titolo di
miglior killer del
regno! Ormai ho voltato pagina, adesso appartengo a Last Hope e
questo è un dato di fatto”.
“Ragazzino
come ti...!” iniziò Jenny ma Crotalux la
bloccò con un braccio
per poi dire “Vedo che ormai sei diventato un uomo Edward.
Benissimo, allora perchè non mi mostri il frutto dei tuoi
allenamenti?” e lo stesso liquido verde e bianco di prima gli
ricoprì le braccia.
“Tsk,
non potevo chiedere di meglio vecchio!” disse Edward e un
veleno
rosso e nero gli ricoprì le mani, iniziando a gocciolare sul
tetto
“Ehi Yelle...”
“Sì...
cosa c'è Edy... ehm... Edward?” disse Yelle
alzandosi in piedi.
“E'
probabile che quella donna romperà non poco le scatole
durante il
combattimento, ti dispiacerebbe occuparti di lei?” chiese
Edward.
Yelle
lo guardò per qualche secondo, poi sorrise e rispose
“Certo!
Lascia fare a me Edy!” e partì all'attacco verso
Jenny che iniziò
a saltare da un tetto all'altro. Mentre cercava di colpirla, Yelle
pensò -Non ce niente da temere... ormai Edward è
un nostro compagno
e posso fidarmi di lui!-
Crotalux
e Edward si osservarono per qualche secondo, poi Crotalux
scoppiò a
ridere e disse “Certo che ti sei proprio rammollito Edward o
dovrei
dire Edy? AH AH AH!!!” ma Edward lo fece tacere subito,
lanciandogli un pugnale di veleno che Crotalux schivò senza
problemi.
“Spiacente
vecchio... ma solo quella ragazzina ha il diritto di chiamarmi
Edy.”
e scattò in avanti, imitato subito da Crotalux.
Maestro
Vs. Allievo! Lo scontro tra gli assassini inizia!!!
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Chaos
piaciuto il capitolo? Dunque se mi sono divulgato troppo nelle scene
pucciose (...aiuto il diabete...) fatemelo sapere subito che
così
almeno le ridimensiono un po' XD beh purtroppo da domani inizio a
lavorare perciò gli aggiornamenti rallenteranno... ma
cercherò di
fare il più in fretta possibile!
Ci
vediamo alla prossima chaos!!!
|
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Capitolo 13 *** Capitolo 12 ***
Chaos
come va? Spero tutto bene. Lo so che sono in ritardo rispetto al
solito, ma lo stage mi tiene impegnato fino alle sette di sera e
parte del tempo libero lo uso per creare la nuova storia OC con
BlackRose che ringrazio per l'aiuto ^.^ bene, non voglio distrarvi
più di tanto, quindi vi lascio subito al nuovo capitolo.
Buona
lettura!!!
P.S:
purtroppo anche questo capitolo sarà breve ma ci saranno
più
scontri ^.^
P.P.S:
la saga durerà quattro capitoli e non tre.
Capitolo
12
Yelle
continuava a volare, lanciando occasionalmente qualche forte folata
di vento, sempre schivata da Jenny che non la smetteva di saltare da
un tetto all'altro.
“Fermati
brutta strega!!!” urlò Yelle.
“Te
lo scordi mocciosa!!!” le urlò di rimando Jenny.
Ormai
erano arrivate ai confini della città e si vedevano
già i campi e i
boschi che si trovavano attorno alla cittadina. Giunta all'ultima
casa, la donna fece un salto molto lungo, atterrò con grazia
in un
prato e si mise a correre, per poi fermarsi in una grossa radura di
un bosco. Yelle fu veloce a raggiungerla.
“Finalmente
hai deciso di affrontarmi!” disse Yelle.
“Uh
uh uh... adesso ti farò abbassare la cresta.”
disse Jenny, poi
alzò la mano destra e urlò “GHOST
BODY!” ma non accadde nulla e
Yelle iniziò a ridere.
“Ah
ah ah cos'era quella? Una magia? Mi sa che hai fatto
cilecca!”
disse Yelle.
“E
allora perchè non vieni a farti sotto?” chiese
Jenny.
Yelle
partì subito all'attacco e cercò di colpire Jenny
con un calcio
che, con grande sorpresa di Yelle, passò attraverso il corpo
della
donna, senza arrecare nessun danno.
“Ma
cosa...?” disse Yelle incredula.
“Che
c'è mocciosa? Già finito?” la
provocò Jenny.
Yelle
cedette subito alla provocazione e cercò di colpirla con una
serie
di calci e pugni che però fallivano sempre, così
si allontanò un
po' e usò la sua magia per cercare di colpire la donna con
delle
lame di vento o dei piccoli tornado, ma l'effetto era lo stesso e
Jenny non si era mossa di un millimetro.
“Certo
che anche tu come maga non sei un granché!!!” la
schernì Jenny.
Yelle
non rispose ma si limitò ad alzare entrambe le mani al cielo
e una
forte corrente si creò attorno a lei. Jenny non mosse un
muscolo e
si limitò ad osservare Yelle che, dopo alcuni minuti,
abbassò
lentamente il braccio sinistro, tenendo puntato verso il cielo solo
quello destro.
“Ora
vedremo se la mia magia non è davvero un
granché.” disse Yelle.
La
mano destra, che fino ad ora aveva tenuto aperta, iniziò
pian piano
a chiudersi e nel contempo, il cielo si fece scuro e, sopra a Jenny,
le nuvole iniziarono a vorticare in cerchio, creando quella che
sembrava la punta inferiore di un tornado nero.
Jenny
guardò verso l'alto preoccupata e disse “Il vento
è... nero?”
Yelle
sorrise e parlò, ma le sue parole non erano dirette a Jenny
“E
così il tuo maestro era un assassino eh Edy? Beh non sei
l'unico ad
avere avuto un maestro con i fiocchi!” poi tornò a
guardare Jenny
“Ora vedrai cosa succede a chi fa arrabbiare l'allieva di un
cacciatore di dei!!!” poi abbassò di colpo il
braccio destro
urlando “GOD SLAYER'S SECRET ART: ANCIENT TORNADO
DRILL!!!” e un
enorme tornado nero partì dal cielo diretto verso Jenny.
L'impatto
fu devastante e molte piante e rocce vennero spazzate via, creando un
grosso polverone.
Yelle
cadde in ginocchio sfinita fissando, soddisfatta, il polverone e,
dopo aver ripreso un po' di fiato, disse “Allora? Che te ne
pare?
Eh eh eh...”
“Niente
male mocciosa.” disse una voce femminile che fece
completamente
sbiancare Yelle. Dal polverone uscì, levitando, Jenny che
aveva
riportato solo qualche graffio e i vestiti un po' rovinati, ma niente
di più.
“Non...
è... possibile...” disse Yelle sconvolta.
“Spiacente
mocciosa... ma ho vinto io!” disse Jenny, per poi avvicinarsi
a
Yelle e posarle un dito sulla fronte dicendo “GHOST
TOUCH”.
Gli
occhi di Yelle si fecero completamente neri e poi cadde a terra
svenuta. Jenny rise per qualche secondo poi si caricò Yelle
in
spalla e si diresse verso la città da cui era appena uscita.
*
* *
Il
camino alla sua sinistra venne colpito da una sfera verde e si
sciolse in pochi secondi. Altre sfere cercarono di colpirlo, ma lui
riuscì ad evitarle tutte senza problemi.
Ormai
erano da qualche minuto che Edward era costretto a schivare quelle
fastidiose sfere d'acido. Crotalux si era sistemato in cima ad un
campanile e continuava a lanciare sfere di acido e sfere di acido
sciogli-magia.
-Se
una di quelle mi prende, per me è la fine.- pensò
Edward
riparandosi dietro un grosso camino. Per fortuna la zona era riuscito
ad attirarlo in una zona abbandonata della città quindi non
c'era il
rischio di ferire qualcuno.
Sbucò
di colpo da dietro il camino e lanciò un paio di pugnali
velenosi
che però vennero sciolti da una nebbia verde che vorticava
attorno
alla cime del campanile.
-Maledizione!
La sua Acid Mist è troppo corrosiva, dovrei riuscire ad
avvicinarmi
un po' ma correrei il rischio di essere colpito da una delle sue
sfere.- pensò Edward.
“Ehi
Edward perchè non approfittiamo di questo momento per
ricordare i
bei vecchi tempi?” chiese Crotalux ma Edward non rispose e
allora
l'uomo disse “Andiamo non farti pregare! Ho capito, hai
bisogno di
una spinta alla memoria eh. Vediamo... ah sì, ti ricordi di
quando
hai dovuto eliminare quell'uomo davanti alle sue figlie? AH AH AH Le
loro facce erano un tripudio di rabbia e terrore verso di
te!!!”
Edward
non rispose ma si poteva vedere chiaramente che si stava incazzando.
Creò una lancia di veleno e la scagliò sopra il
campanile, non
appena fu esattamente sopra, Edward urlò “POISON
RAIN!!!” e la
lancia si divise in tante piccole gocce di veleno e iniziarono a
cadere addosso a Crotalux che venne protetto dalla sua nebbia acida.
“Aspetta
aspetta ne ho un'altra! Ti ricordi di quella volta che hai ucciso
più
di cento persone quando in realtà dovevi ucciderne una sola?
AH AH
AH Avevi avvelenato il cibo a tutti solo per il piacere di
farlo!”
Edward
stava per urlargli di tutto, quando notò un particolare. La
nebbia,
per proteggere Crotalux dalla pioggia velenosa, si era convogliata
per qualche secondo sopra al campanile, lasciando sguarnita la parte
inferiore. Il ragazzo si guardò attorno e, fortunatamente,
individuò
un geco attaccato ad un muro. Edward si voltò verso Crotalux
e fece
uscire dalle mani un fumo viola dicendo “POISON
MIST.” poi scattò
verso il geco e lo afferrò al volo, per poi nascondersi
dietro ad un
camino. Intanto, Crotalux, per niente intimorito dalla nebbia
velenosa che veniva annullata dalla sua nebbia acida, continuava a
narrare altri eventi passati del lavoro di Edward. Dopo qualche
minuto, la nebbia di Edward si diradò e Crotalux vide il
ragazzo
seduto sopra ad un muretto che si fumava tranquillamente una
sigaretta.
“Edward
non sono nato ieri, so che quella è una POISON
COPY.” disse
Crotalux con fare annoiato.
“Spiacente
vecchio ma io sono quello vero! Non darei mai una delle mie sigarette
ad una copia.” disse Edward sorridendo, per poi creare
un'altra
lancia di veleno e ripetere lo stesso attacco di poc'anzi.
“Sei
noioso Edward, perchè non provi con
qualcos'altro?” chiese
Crotalux sbadigliando, ma poi di colpo sul suo volto comparve
un'espressione di puro dolore. Si guardò la caviglia destra
dove
sentiva quel dolore lancinante e vide un geco viola che lo stava
mordendo “Ma cosa?!?” e staccò di colpo
l'animale, sciogliendolo
con il suo acido.
“Mi
dispiace vecchio... ma ho vinto io.” disse Edward e Crotalux,
prima
che potesse ribattere, si sentì debole e cadde dal
campanile,
schiantandosi sul tetto dove si trovava Edward.
“Maledetto...
cosa hai fatto...?” chiese Crotalux dolorante.
“E'
un trucchetto che ho imparato di recente. Quell'adorabile geco che
hai ucciso, lo avevo infettato poco fa col mio veleno, sfruttando la
mia nebbia come copertura. Ho fatto sì che iniziasse a
sviluppare
tossine molto letali e ho potuto controllarlo infettandogli il
cervello con un veleno speciale. Non penso che ci sia bisogno di
dirti cos'è successo quando ti ha morso...”
spiegò Edward e
Crotalux iniziò a urlare per qualche secondo, poi le sue
urla si
trasformarono in una malvagia risata, scioccando Edward.
“Uh
uh uh povero Edward...” disse Crotalux.
“Impossibile!
Una persona normale sarebbe morta con quel veleno in corpo!”
disse
Edward.
“Oh
ma io non sono più una persona normale...” disse
Crotalux, per poi
inarcare la schiena all'indietro e urlare “ACID
DRAGON'S...”
Edward
sbiancò e disse “Crotalux... tu sei... un dragon
slayer?!?”
“...ROAR!!!”
finì di urlare Crotalux e un grosso cono di acido verde
scaturì
dalla sua bocca diretto verso Edward che, per il rotto della cuffia,
riuscì a schivarlo. Tutto ciò che venne colpito
da quell'attacco,
si sciolse nel giro di un secondo.
“Uh
uh uh sorpreso Edward?” chiese Crotalux e Edward gli rispose
“Tsk... cosa non faresti pur di vincere... sei diventato un
dragon
slayer di Seconda Generazione?”
“Indovinato!
Ho ottenuto una gemma speciale in cui erano racchiusi i poteri del
drago dell'acido e ho ottenuto questi nuovi poteri!” disse
Crotalux, per poi voltarsi verso destra e dire “Uhm... sembra
che
abbia finito”.
Edward
non capì il senso di quella frase ma poi, vicino a Crotalux,
comparve Jenny con Yelle, ancora svenuta, in spalla.
“Yelle!”
urlò Edward ma né Jenny né Crotalux lo
degnarono di uno sguardo.
“Allora?”
chiese Crotalux.
“Uh
uh uh ho fatto quanto mi hai detto, ho eliminato il sindaco e ho
recuperato queste.” disse Jenny mostrando due pietre bianche
perfettamente sferiche.
“Cosa...
il sindaco è morto?” chiese Edward sconvolto.
“Indovinato
ragazzino.” disse Jenny sorridendo per poi sgranare di colpo
gli
occhi, imitata subito da Edward.
La
donna si voltò lentamente verso Crotalux e vide il suo
braccio
destro che le stava trapassando la cassa toracica “Grazie
mille per
l'aiuto Jenny, ora puoi anche morire.” disse Crotalux e le
strappò,
letteralmente, il cuore dal petto.
“Eh...?”
riuscì a dire la donna, prima di cadere a terra insieme a
Yelle.
Crotalux si chinò e raccolse le due pietre bianche, poi
spremette il
cuore di Jenny e fece colare il sangue su di esse. Edward
osservò
scioccato la scena, poi Crotalux, tenendo una pietra per mano, le
alzò al cielo e urlò “Tutto
è pronto!!! Ora...!!!” ma un'altra
voce terminò la frase al suo posto “... ti
beccherai un bel
cazzotto in faccia!!!”
Crotalux
si voltò di scatto, appena in tempo per vedere un gorilla
rosso
avvolto dalle fiamme che lo colpì in faccia con un pugno,
scaraventandolo contro una casa che crollò all'impatto.
Edward
si voltò verso sinistra e vide Leo avvicinarsi sorridendo,
mentre il
suo gorilla prendeva in braccio Yelle e la adagiava vicino a lui, per
poi scomparire in una nuvola di fumo.
“Angel!
Sono contento di vederti!” disse Edward.
“Tsk,
senza di me non sapete proprio fare niente eh.” rispose Leo
“Che
è successo a Yelle?”
Edward
si avvicinò a Yelle e le alzò lentamente la testa
e lei aprì gli
occhi “E... dy...?”
Edward
tirò un sospiro di sollievo “Sì sono
io. Guarda in che stato sei
ragazzina!” disse cercando di sdrammatizzare e la ragazza
abbozzò
un sorriso.
“Uhm...
a quanto pare sei debilitata, forse posso aiutarti.” disse
Edward e
le mise l'avambraccio davanti alla bocca, dicendo “Avanti
mordimi”.
“Eh?”
disse Yelle e lui “Sta zitta e mordi! Devi ingerire uno
speciale
veleno”.
“Ma
perchè devo morderti?” chiese Yelle.
Edward
arrossì leggermente e disse “Perchè
l'altro metodo è troppo
imbarazzante! Mordi e falla finita!” intanto Leo se la rideva
sotto
i baffi.
Yelle
morse con forza il braccio di Edward e ne bevve il sangue, dopo pochi
secondi si alzò da sola, nel pieno delle forze.
“Wow
grazie Edy! Come hai fatto?”
“Nel
sangue era presente uno speciale veleno che ti da energie, ma tra
qualche ora sarai più a pezzi di prima.”
spiegò Edward e Yelle
iniziò a colpirlo dicendo “Tu maledetto, mi hai
dato una droga!”
Edward
non si preoccupò tanto di quei colpi e chiese a Leo
“Dov'è
Erika?”
“Abbiamo
sentito diversi rumori e alcune guardie ci hanno detto che il sindaco
era morto, così lei è rimasta con Mandy per
calmarla, mentre io
sono venuto qua ad aiutarvi.” spiegò Leo.
“Capisco...
beh meglio così.” disse Edward “Ora
è meglio andare”.
“Ma
come? Ve ne andate di già?”
Tutti
e tre si voltarono e videro Crotalux in piedi poco avanti a loro.
“Tsk,
il colpo di prima non ti è bastato?” chiese Leo.
“No
per niente.” disse Crotalux sorridendo “Ma non
potrò chiedere il
bis, visto che tra poco morirete tutti.” e alzò di
nuovo al cielo
le due pietre che iniziarono a brillare di un bagliore rosso che in
breve tempo divenne accecante, poi si sentirono due tuoni, ed erano
vicinissimi.
Edward
e gli altri si erano coperti gli occhi per proteggersi dalla luce e
quando tornarono a vedere, videro il cielo completamente scuro e
Crotalux che rideva come un pazzo.
“Che
ha da ridere quello?” chiese Yelle.
“Non...
è... possibile...” disse Leo e i suoi due compagni
si voltarono
verso di lui, notando che stava tremando e fissava un punto in alto.
I due seguirono il suo sguardo e rimasero a bocca aperta.
Poco
sopra a Crotalux stavano due figure. Erano un uomo ed una donna,
avevano entrambi gli occhi azzurri e dei lunghi capelli bianchi,
indossavano delle armature bianche e sotto di esse si potevano vedere
delle tuniche blu, in più entrambi avevano un paio di ali di
piume
bianche.
“Finalmente
siamo svegli sorella.” disse il primo.
“Hai
ragione fratello.” disse la seconda sorridendo.
“Cosa...
chi sono quelli?” chiese Yelle.
Entrambi
gli esseri si voltarono verso di lei e il primo disse “Noi
siamo
angeli. Io mi chiamo Finilion, mentre lei è mia sorella,
Faniria”.
“Degli
angeli? No impossibile!” disse Edward.
“Invece
è così.” disse Finilion “Noi
siamo angeli celesti che viaggiano
per il mondo con lo scopo di cancellare il male”.
Nessuno
fiato per qualche secondo, poi Leo disse “Voi bastardi avete
distrutto il mio villaggio!!!”
“Oh
mi ricordo di te. Sei quel ragazzo impuro che è stato
protetto dai
suoi impuri genitori.” disse Faniria sorridendo.
“Perchè?
Perchè li avete uccisi???” chiese Leo.
“Perchè
era una zona impura.” disse Finilion “Devi sapere
che il nostro
metodo di giudizio è molto rigido e ci è stato
insegnato da nostro
padre, anche se gli altri angeli lo ritenevano eccessivo e per questo
ci condannarono al sonno eterno, sigillandoci dentro quelle due
pietre”.
“Ma
grazie a quell'uomo ora siamo liberi e secondo il codice degli
angeli, dobbiamo ubbidirgli.” aggiunse Faniria.
“Esatto
ora dovete ubbidirmi!!!” disse felice Crotalux “Il
mio primo
ordine è... eliminate il caos da questa
città!”
“D'accordo.”
disse Finilion, per poi voltarsi verso la zona abitata della
città
“Rilevo una concentrazione di caos in quella
direzione”.
Leo
seguì il suo sguardo e sbiancò -Da quella parte
c'è... Erika!!!-
Finilion
alzò un braccio al cielo e dei piccoli fulmini iniziarono a
vorticargli attorno al braccio, poi disse “Dobbiamo
cancellare il
caos”.
“FERMO!!!”
urlò Leo ma Finilion lo ignorò completamente e un
fulmine partì
dal suo braccio diretto in cielo. Le nubi iniziarono ad illuminarsi e
la luce si spostò attraverso le nubi, verso la
città. Leo e gli
altri seguirono col fiato sospeso quella luce che, non appena fu
arrivata sopra la città, scaturì in un enorme
fulmine che si
schiantò a terra generando una fortissima esplosione.
Leo
cadde in ginocchio, mentre Edward e Yelle osservavano la scena
scioccati.
Finilion
chiuse un attimo gli occhi poi, riaprendoli, disse “Non
rilevo
nessuna forma di caos in quella zona. Missione compiuta”.
“Voi...!!!”
sibilò Leo.
Tutti
si voltarono verso di lui e i suoi compagni rimasero intimoriti da
quella voce che non sembrava più la usa.
Un
uomo e una donna che lo proteggono e sorridono prima di scomparire in
un lampo accecante...
“VOI...!!!”
disse di nuovo Leo alzandosi in piedi e continuando a dare le spalle
agli angeli, mentre i suoi capelli iniziavano ad allungarsi pian
piano e a tingersi di nero e tutte le sue cicatrici si riaprivano,
facendo uscire una grossa quantità di sangue.
L'abbraccio
di una ragazza che solo in quel momento aveva capito di amare...
“GWOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHH!!!!!!!!”
Un'enorme
colonna di fiamme scarlatte si creò attorno a Leo e
continuò ad
ingrandirsi. Yelle e Edward si allontanarono in fretta per non essere
colpiti da quelle fiamme e lo stesso fecero Crotalux e gli angeli.
Dentro quella colonna di fuoco si potevano ancora sentire le atroci
urla di Leo che non smisero neanche per un secondo.
“Che
gli sta succedendo?” chiese Yelle.
“Non
lo so. E' la prima volta che lo vedo così!”
rispose Edward.
Dopo
pochi istanti, la colonna scomparve così com'era venuta,
permettendo
a tutti di guardare quello che, ormai, non era più Leo.
Al
suo posto vi era una creatura umanoide dai lunghi capelli neri e
dagli occhi gialli. Tutto il suo corpo era coperto da una specie di
armatura ossea e in diverse parti del corpo vi erano degli spuntoni
affilati fatti di cristallo nero, il materiale del suo pugnale. Anche
gli artigli delle mani e dei piedi erano fatti dello stesso
materiale, così come le due grandi corna. L'unico oggetto
che poteva
far capire che fosse Leo erano i suoi pantaloni strappati in
più
punti che gli coprivano le gambe.
La
creatura era leggermente piegata in avanti e non si muoveva di un
millimetro, ma non appena Finilion provò ad aprir bocca, la
creatura
si girò di scatto guardandolo con i suoi occhi gialli,
mentre dalla
sua bocca usciva un denso fumo nero ogni volta che espirava.
La
creatura si piegò ancora di più e due enormi ali
di pipistrello
rosse gli uscirono dalla schiena, dopodichè si
alzò lentamente in
volo e non appena fu all'altezza degli angeli, ruggì a pieni
polmoni
generando un'onda d'urto che fece cadere a terra Yelle, Edward e
Crotalux e fece indietreggiare un po' i due angeli.
I
due angeli si misero in posizione da combattimento e la creatura li
osservo per qualche secondo poi, con una voce che sembrava uscire
direttamente dalle viscere dell'inferno, urlò “IO
VI UCCIDERO'
TUTTI!!!” e scomparve di colpo, ricomparendo, nel giro di un
millesimo di secondo davanti a Finilion per poi colpirlo con un pugno
in pieno volto che lo scaraventò a diverse centinaia di
metri di
distanza.
Faniria
non ebbe neanche il tempo di capire che cosa fosse successo che la
creatura, ruotando su sé stessa, la colpì con un
calcio facendole
subire la stessa sorte del fratello.
La
creatura rimase ferma per un secondo, poi partì a
velocità
supersonica nella direzione in cui aveva scagliato i due angeli.
Yelle
e Edward rimasero a bocca aperta nel vedere quella scena, ma poi
Edward si riprese e guardando Crotalux gli chiese “Sei
soddisfatto?
Hai liberato due esseri malvagi e grazie a loro un nostro compagno si
è trasformato in demone!”
“Uh
uh uh non è affar mio! Ciò che conta è
che il vostro amico li
sconfigga!” disse Crotalux e Edward disse
“Maledetto! Non
vorrai...?”
*
* *
Faniria
si alzò a fatica, aiutata dal fratello e gli chiese
“Cos'è quella
cosa?”
“A
quanto pare quel ragazzo può trasformarsi in un demone
anziché
evocarlo...” disse Finilion “... la rabbia che ha
provato poco fa
deve avergli permesso di attingere al “suo”
potere”.
“Di
chi stai parlando?” chiese Faniria.
Poco
avanti a loro si schiantò qualcosa e dal piccolo cratere
creatosi,
uscì quello che una volta era Leo. La donna notò
uno strano
bagliore rosso sulla fronte della creatura.
Finilion
si fece avanti e fece comparire una spada bianca che puntò
verso la
creatura, poi disse “E' sempre stato il mio sogno poterti
eliminare”.
Faniria
riuscì a mettere a fuoco il simbolo sulla fronte della
creatura e
sbiancò all'istante nel riconoscere un numero a tre cifre
che era
sinonimo di caos e distruzione: 666, il numero della bestia.
Finilion
non si scompose minimamente e disse “Mostrami quanto vali...
Satana!!!”
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Chaos
piaciuto il capitolo anche se breve? Spero di sì anche
perchè le
scene da OMG O.O c'erano XD ma comunque sia, spero che comunque non
vi abbia portato al suicidio. Come detto all'inizio la saga
durerà
quattro capitoli, a causa della lunghezza del primo e del secondo
capitolo, mi scuso ancora per il disagio.
Beh
io qui ho finito e ci vediamo alla prossima! CHAOS!!!
P.S:
anche qui mi sa che ho esagerato con il romanticismo...
|
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Capitolo 14 *** Capitolo 13 ***
Chaos
come va? Spero tutto bene. Lo so, rispetto ai miei standard sono
parecchio in ritardo... ma conto sul fatto che, grazie a tutte le
storie a OC presenti su questo fandom, non vi siate annoiati troppo
^.^ bene direi che possiamo iniziare subito con il penultimo capitolo
di questa saga e anche in questo capitolo, i nostri amici
picchieranno come dannati XD buona lettura!!!
Capitolo
13
Due
esseri alati volteggiavano in cielo, scagliando diversi fulmini
azzurri dalle braccia verso le case sottostanti, nel vano tentativo
di colpire una creatura che continuava a muoversi rapidamente, senza
mai fermarsi.
La
creatura, ad un tratto, dispiegò le sue enormi ali di
pipistrello
rosse e si alzò in volo, raggiungendo in breve tempo i suoi
due
avversari per poi iniziare a colpirli con gli affilatissimi artigli
neri di cui era provvista. I due esseri alati cercarono di colpirla a
loro volta, usando delle spade bianche ma ogni colpo andava a vuoto o
veniva parato dall'avversario.
I
due guerrieri alati decisero di allontanarsi, prendendo più
quota,
mentre la creatura tornò a terra, iniziando ad osservarli
con uno
sguardo carico di odio e rabbia.
“Che
cosa facciamo? Quella cosa è dannatamente forte!”
disse uno dei
due esseri alati, una ragazza incredibilmente bella.
“Stai
calma, Faniria.” rispose l'altro “E' vero,
è molto forte, ma
anche noi lo siamo”.
“Hai
qualche idea, Finilion?” chiese Faniria.
“Usa
la LIGHT TRAP.” disse Finilion.
“Ok.”
rispose l'altra, poi, in contemporanea, si lanciarono verso la
creatura che, vedendoli arrivare, si lanciò contro di loro a
sua
volta. Quando erano ormai vicinissimi, Finilion si mise davanti a
Faniria ed evocò uno scudo bianco che usò per
bloccare l'avanzata
della creatura.
Anziché
allontanarsi e tentare un altro attacco, la creatura preferì
iniziare a tempestare di pugni lo scudo, facendolo crepare pian
piano.
“Ora!!!”
urlò Finilion, per poi allontanarsi di colpo dalla creatura
che si
guardò attorno, accorgendosi di essere dentro ad una specie
di
gabbia fatta da quattro grossi anelli di luce, incrociati tra loro
con lui al centro (uno verticale, uno orizzontale e due diagonali).
Non appena cercò di uscire da quella gabbia, passando
attraverso gli
spazi tra gli anelli, prese una forte scossa elettrica che lo fece
indietreggiare, facendolo tornare al centro di quella gabbia. La
creatura guardò in alto e vide Faniria con entrambe le mani
aperte
puntate verso di lui.
“Mi
dispiace ma... hai perso!” disse Faniria per poi chiudere di
colpo
le mani. Nello stesso istante i quattro anelli di luce iniziarono a
vorticare sul loro asse e in men che non si dica, la creatura si
ritrovò dentro una sfera luminosa che, pian piano,
iniziò a
stringersi.
“Quella
è una tecnica che non lascia via di scampo. Addio, Angel
Deathing.”
disse Finilion con voce calma ma di colpo, i quattro anelli di luce
si bloccarono, e i due angeli rimasero attoniti. Leo aveva fatto
scomparire le sue ali, sostituendole con due braccia addizionali ed
aveva bloccato gli anelli a mani nude, un anello per mano, e ora
guardava i due angeli con un ghigno malefico sul volto.
“Impossibile!”
urlò Finilion e Leo, stufo di quel gioco,
frantumò i quattro anelli
e scomparve in batter d'occhio, riapparendo di fronte a Faniria che
lo guardava terrorizzata. Ora aveva di nuovo le due ali da
pipistrello.
Leo
sorrise e sibilò “Debole...”
dopodichè creò un globo di fuoco
nero nella mano destra e lo usò per colpire Faniria. Al
contatto con
l'angelo, il globo esplose scagliando Faniria a terra, mentre Leo
atterrò con grazia su un tetto.
Finilion
guardò con odio Leo e scagliò un fulmine contro
di lui urlando
“Muori maledetto demone!!!”
Leo
lo fissò con sguardo carico di... noia, sì noia,
ormai era stufo di
giocare con quei colombi troppo cresciuti. Alzò pigramente
il
braccio destro e il fulmine colpì in pieno la mano, senza
però
causare il ben che minimo danno, causando lo stupore di Finilion che,
dopo qualche istante di sgomento, si mise a ridere istericamente.
“Ah
ah ah scommetto che non ci reputi degni di affrontarti, vero? Bene
allora da adesso in avanti faremo sul serio!!!”
urlò Finilion e
fece comparire nella mano destra una piccola pietra, di forma
esagonale, blu che conficcò nell'armatura, all'altezza del
cuore.
Per
qualche secondo non accadde nulla ma all'improvviso, da quella pietra
azzurra, scaturì un'onda d'urto devastante che
spazzò via le case
vicino e costrinse Leo ad allontanarsi con un grosso salto.
“Cosa
c'è? Hai forse... paura?” chiese Finilion con un
sorrisetto
irritante sul viso.
Leo
lo ignorò beatamente e partì subito all'attacco,
cercando di
colpire l'angelo con un pugno che però, con grande sorpresa
di Leo,
scomparve e di colpo si sentì tirare per la caviglia destra.
Leo si
voltò indietro e vide Finilion che lo teneva con la mano
sinistra
per la caviglia. L'angelo sorrise per un secondo e in seguito
scaraventò Leo contro una casa, distruggendola e creando un
cratere
nel terreno. Leo si rialzò pressoché subito ma
non vide più
l'angelo e sentì un'altra onda d'urto provenire dalla sua
sinistra,
si voltò e vide Finilion davanti a sua sorella, anch'essa si
era
messa una pietra nell'armatura.
“Uffa
Finilion, ti avevo detto di avvisarmi se dovevamo
scatenarci!!!”
protestò Faniria.
“E'
vero hai ragione, per farmi perdonare ti concedo il primo vero
attacco.” disse Finilion, per poi indicare, con un gesto
plateale,
Leo, il quale rimase fermo in posizione di difesa, avvicinando le
braccia al viso, come se fosse un pugile.
“Oooooh,
sembra che tu voglia un combattimento corpo a corpo! Bene, ti
accontenterò!!!” urlò Faniria e si
scagliò a tutta velocità
contro Leo, iniziando a tempestargli le braccia con una serie
pressoché infinita di pugni.
Tutti
quei colpi stavano velocemente rompendo la corazza ossea di Leo che
cercava in qualche modo di difendersi ma la sua avversaria era
mostruosamente forte e non gli lasciava un attimo di tregua.
All'improvviso, però, Faniria bloccò un pugno
contro l'avambraccio
sinistro di Leo e, anziché colpirlo, lo afferrò e
glielo strappò
con un solo, violento strattone.
Leo
digrignò i denti e si allontanò velocemente,
dopodiché si guardò
il braccio sinistro che risultava mancante dal gomito in
giù. Alzò
lo sguardo furioso, appena in tempo per vedere arrivare il suo
braccio lanciato ad alta velocità contro la sua faccia. Leo
si
inclinò leggermente verso destra per evitarlo ma con la coda
dell'occhio riuscì a vedere che Faniria si era
già portata sul suo
lato sinistro e prima che potesse muovere un solo muscolo, la bionda
lo colpì con un calcio laterale all'altezza del collo,
distruggendo
la corazza ossea e scaraventando Leo attraverso una trentina di case,
che per fortuna erano disabitate perchè se no ci sarebbe
stata una
strage di innocenti.
Leo
piantò il suo unico braccio a terra e, dopo diversi metri,
riuscì a
fermarsi. Aveva il fiatone e stava perdendo molto sangue dalla ferita
al braccio in più doveva avere due o tre vertebre cervicali
gravemente danneggiate. Si rialzò a fatica e, all'ultimo
avvertì
qualcosa di molto pericoloso davanti a lui, alzò lo sguardo
e si
ritrovò a pochi centimetri dal volto, la mano destra di
Faniria, con
le dita distese in avanti a mo di lancia, diretta verso il suo occhio
destro. Grazie ai suoi riflessi, Leo riuscì a scansarsi di
lato, ma
questo non impedì a Faniria di spezzargli il corno destro
che volò
in alto per poi conficcarsi nel terreno.
Leo
notò che Faniria aveva usato troppo slancio per l'ultimo
attacco,
così piantò con forza il piede sinistro a terra e
lo usò per
lanciarsi a sua volta contro l'avversaria. Creò un altro
globo
oscuro nella mano destra e lo fece esplodere in faccia a Faniria,
creando parecchio fumo nero. Leo guardò il fumo ma qualcosa
lo
preoccupò subito, poco prima, usando lo stesso attacco,
aveva
scaraventato Faniria a terra, mentre ora sentiva che la sua mano
destra stava ancora toccando qualcosa. Il fumo si diradò e
il demone
sgranò gli occhi, riconoscendo il profilo dell'angelo che,
in quel
momento stava sorridendo, senza preoccuparsi del colpo appena
ricevuto.
“Tutto
qui?” chiese Faniria.
Leo
sgranò gli occhi attonito e si allontanò con
diversi salti, per poi
spiccare il volo e allontanarsi ancora di più. Quando fu
abbastanza
lontano, si rigenerò il braccio mancante e la corazza del
collo ma
all'improvvisò precipitò a terra come se fosse
stato schiacciato da
qualcosa. Riuscì lentamente a mettersi in ginocchio e vide
davanti a
lui Finilion che recitava una strana formula magica, poi il suo
sguardo si posò a terra e vide che era all'interno di una
stella di
luce incisa nel terreno che sembrava avere un effetto paralizzante su
di lui.
“Spiacente
ma non abbiamo più voglia di giocare.” disse
Finilion sorridendo
“Questo qui sarà davvero l'ultimo
attacco”.
Leo
guardò in alto e vide Faniria che stava pian piano creando
una sfera
di luce azzurra nelle sue mani. La bionda lo guardò per
qualche
secondo poi, sorridendo, disse “Bye bye!” e
scagliò la sfera
azzurra contro Leo.
Ormai
la sfera era vicinissima a Leo che non riusciva a muoversi, quando si
sentì “CAOS DRAGON'S ROAR!!!” e un
enorme cono di fumo nero e
fulmini rossi colpì in pieno la sfera facendone deviare la
traiettoria e indirizzandola contro il terreno a qualche metro da
Leo.
Leo
e i due angeli si girarono verso il punto da cui era scaturito
l'attacco e videro una ragazza dai capelli castani che sorrideva
beffarda. Finilion spezzò l'incantesimo che teneva
prigioniero Leo e
si alzò in volo, avvicinandosi alla sorella.
“Fratello,
ma lei non doveva essere morta?!? L'avei colpita con il tuo
fulmine!!!” disse Faniria.
“A
quanto pare ci ha fregati...” disse Finilion senza scomporsi.
La
ragazza si avvicinò a Leo che la guardò con
sguardo confuso e...
preoccupato, dato che attorno alla ragazza aleggiava un'aura nera. La
castana si piazzò davanti a lui, gli mise le mani sulle
spalle e,
dopo aver inarcato la schiena all'indietro, gli tirò una
potentissima testata sulla fronte che generò una piccola
onda d'urto
e crepò il terreno sotto di loro, mentre urlava
“Brutto idiota!!!”
I
due angeli guardarono sconvolti la scena, mentre Leo cadeva di
schiena a terra. Finilion notò subito che il 666 sulla
fronte del
demone, stava scomparendo.
Leo
si rialzò a fatica massaggiandosi la fronte e i suoi occhi,
intanto,
tornarono ad essere rossi come al solito, ma per il resto rimase
uguale. Guardo la ragazza davanti a se e disse
“Erika?”
La
sua compagna di team gli sorrise e disse “Certo e chi se
no?”
“Ma...
ma... il fulmine... ti aveva colpito e l'angelo...” disse Leo.
“Ah
ah ah ingannare quei piccioni troppo cresciuti è stato fin
troppo
semplice. Mi ero accorta subito della loro presenza proprio come loro
si erano accorti di me, così, usando il mio potere, sono
riuscita a
creare il caos nelle loro menti che gli ha fatto credere di avermi
eliminata!” spiegò Erika gonfiando il petto.
“Wow...
e Mandy?” chiese Leo.
“Sta
bene, è solo un po' scossa.” rispose
Erika”Bene, ora che sono
qui, devo menare un po' le mani.” e si scrocchiò
le dita guardando
i due angeli.
Faniria
la osservò sorridendo ma d'un tratto si fece seri e disse
“Tu
ragazzina... per caso sei una dragon slayer?”
“Uh?
Sì sono la dragon slayer del caos. Perchè vuoi
saperlo?” chiese
Erika.
“Perché
hai la stessa aura caotica del drago Chaoronix.” disse
Faniria con
calma.
“Chaoronix...
tu lo conosci?” chiese Erika.
“Certo
che lo conosco, dopotutto... sono stata io ad ucciderlo!”
disse
Faniria con uno sguardo sadico sul volto.
Il
cuore di Erika perse un colpo sentendo quelle parole. Non poteva
essere vero, suo padre era uno dei draghi più forti al
mondo... come
poteva essere sconfitto da un avversario come quella? Era davvero
così forte quella donna? Ora come ora non le importava, in
quel
momento, nella sua mente, balenò una sola parola: vendetta!
“Angel...”
disse la ragazza e il suo compagno si girò verso di lei,
restando
intimorito dall'enorme quantità di caos che le vorticava
intorno
“... il bell'imbusto è tuo, ma la stronza arpia...
è tutta
mia!!!” e con un poderoso salto fu subito davanti a Faniria
che
rimase per un attimo sorpresa dalla sua velocità.
Erika
colpì in pieno l'avversaria al busto con entrambe le mani
urlando
“CAOS DRAGON'S CLAWS!!!” e spedì
l'angelo a terra, dopodichè,
non appena toccò terra, partì subito alla ricerca
della sua
avversaria.
Finilion,
atterrò davanti a Leo e si guardarono per qualche secondo.
“E
così hai riottenuto la tua volontà...”
disse Finilion.
“A
quanto pare sì.” disse Leo con noncuranza, per poi
guardarsi le
braccia, rimanendo sorpreso dal suo nuovo aspetto.
“Bene,
così sarà ancora più facile
eliminarti! Senza la indole aggressiva
di Satana, ti sarà impossibile anche solo
colpir...!!!” non finì
la frase perchè Leo lo colpì in pieno sul naso
con un pugno,
facendolo indietreggiare di qualche metro.
“Ehi
razza di tacchino...” disse Leo massaggiandosi la mano
“... mi
dispiace per te, ma io faccio a botte ogni singolo giorno in quella
gilda di matti. Ora che ho di nuovo il controllo sul mio corpo... ti
farò a pezzi e potrò finalmente vendicare i miei
genitori!”
“Eh
eh eh... coraggio essere impuro, fammi vedere fin dove la tua
insolenza può arrivare!” urlò Finilion
e si rigettarono l'uno
contro l'altro in quello che probabilmente sarebbe stato il loro
ultimo scontro.
*
* *
In
una zona non molto distante dal dove si stavano scontrando Leo e
Erika, non c'era più niente, le case erano state per lo
più
distrutte, anzi, sciolte.
Al
centro di un enorme spiazzo, si ergeva solo un campanile dove era
appollaiato Crotalux che si divertiva ad osservare i suoi due
avversari che cercavano in tutti i modi di tirarlo giù.
L'uomo si
era trincerato per bene, su tutta la superficie che circondava il
terreno aveva cosparso un acido altamente corrosivo che scioglieva
tutto ciò con cui entrava in contatto, il campanile era
cosparso di
acido corrodi-poteri e intorno alla punta era presente una grossa
quantità della sua nebbia acida.
“Certo
che quel fossile gioca sporco!” disse Yelle, mentre si sedeva
su un
tetto al limite dello spiazzo.
“Sta
prendendo tempo, non è interessato a noi.” disse
Edward.
“Tsk,
tipico dei vecchi, credono di essere i migliori e non si filano i
giovani manco di striscio!”
“Posso
chiederti una cosa? Perchè mi chiami vecchio anche se ho
solo
qualche anno in più di te?” chiese Edward.
“Ah
nessun motivo in particolare, io considero vecchi tutti quelli che
sono nati prima di me.” disse Yelle sorridendo e lasciando
Edward
sconcertato dalla sua mentalità.
“Piuttosto
Edy... hai escogitato qualcosa per buttarlo giù da quel
campanile?”
chiese la ragazza.
“Uhm...
ci sto ancora lavorando, purtroppo tutti quei vari acidi sono davvero
un ostacolo fastidioso.” disse Edward facendo vagare il suo
sguardo
dallo spiazzo al campanile a Crotalux che non la smetteva di
sorridere.
“Perchè
non passiamo da dentro il campanile?”
“Perchè
l'acido a terra ci scioglierebbe in pochi secondi...”
“Perchè
semplicemente non buttiamo giù il campanile?”
“Perchè
c'è l'acido che annulla i poteri...”
“Perchè
non miriamo direttamente a lui?”
“Perchè
la nebbia scioglie gli attacchi prima che lo raggiungano...”
“Perchè
non riesci a ideare un piano?-
“Perchè
una petulante ragazzina mi sta martoriando l'anima...-
“Uff...”
sbuffò Yelle per poi sdraiarsi a pancia in su, iniziando ad
osservare il cielo “... sai una volta ho sognato che volavo
alta
nel cielo e di colpo perdevo i poteri e precipitavo a terra,
schiantandomi... poi mi sono svegliata”.
Edward
la guardò con un espressione del tipo 'Che cazzo me ne
frega?' ma
Yelle non lo notò e aggiunse “Mi chiedo che razza
di cratere abbia
fatto cadendo da così in alto”.
Edward
rimase qualche secondo in silenzio, ripensando alle parole della
ragazza, quando all'improvviso vide la luce! Prese per le spalle
Yelle, che lo guardò confusa, e iniziò ad
agitarla avanti e
indietro, dicendo “Non ci credo per una volta hai detto
qualcosa di
incredibilmente utile!!!”
Yelle
arrossì leggermente e disse “Beh... non
c'è di che, io... ehi un
attimo... come sarebbe a dire 'per una volta'?!?”
“Non
c'è tempo per quello, presto trattieni il fiato!”
disse Edward e
Yelle lo fece, dopodiché il ragazzo creò una
densa nube di veleno
che coprì interamente la casa e quelle che la affiancavano.
Crotalux
rimase un attimo sorpreso da quella mossa e rimase a fissare la nube
per cercare di distinguere le due sagome dei suoi avversari ma non vi
riuscì, così usò il suo soffio del
drago d'acido per disperdere la
nube e sciogliere la casa, ma di Edward e Yelle non vi era traccia.
L'uomo
non si mosse di un millimetro, sapendo che quella era con tutta
probabilità, una trappola per farlo uscire allo scoperto e
affrontarlo, ma purtroppo non sapeva che i due maghi di Last Hope
avevano ben altre idee.
A
circa mille metri d'altezza, Yelle e Edward stavano progettando il
loro attacco.
“Ma
che razza di idea sarebbe?” chiese Yelle scandalizzata.
“So
che può sembrare una follia, ma è l'unico modo
per poterlo
colpire.” disse Edward.
“Che
succede se fallisci? Io non ci voglio venire al tuo
funerale!”
disse Yelle.
“Gentile
da parte tua preoccuparti per me, ma ormai ho deciso!” disse
Edward
sorridendo.
“Va
bene... fa quello che vuoi, però non venire a piangere da me
se ti
fai male!- disse Yelle.
Edward
sorrise e, dopo averle scompigliato un po' i capelli con una mano, le
disse “Sono pronto... lanciami!” e Yelle,
sfruttando i suoi
poteri, lo fece ruotare in aria di 180°, creando una grossa
folata
di vento sui piedi di Edward dandogli una spinta assurda e spedendolo
dritto verso il campanile.
Edward
viaggiava ad una velocità folle e in pochi secondi avrebbe
raggiunto
l'obbiettivo. Fece fuoriuscire un sacco di veleno da suo corpo che
assunse la forma di un'armatura medievale e si solidificò.
-E'
vero questa idea è folle, ma è l'unica che ci
permetterà di
superare quella nebbia e la mia POISON ARMOR ci darà una
garanzia in
più!- pensò Edward, dopodichè
incrociò le braccia davanti al viso
e si preparò all'impatto.
Solo
all'ultimo Crotalux alzò lo sguardo, dopo aver sentito un
sibilo ma
ormai era troppo tardi. Edward prese in pieno il tetto del campanile
ad una velocità assurda, distruggendolo e investendo anche
Crotalux
ma non si fermò e, usando Crotalux come scudo,
sfondò tutti i piani
del campanile che collassò su sé stesso, facendo
scomparire gran
parte dell'acido e sollevando un polverone.
Yelle
raggiunse il luogo dello schianto e atterrò iniziando a
guardarsi
attorno preoccupata, dato che di Edward non c'era traccia. Di colpo
vide una figura barcollante venirle incontro e si mise subito in
guardia. Guardia che scomparve nell'immediato momento in cui
riconobbe il viso di Edward, il ragazzo aveva tutti i vestiti
strappati ed era pieno di ferite grondanti di sangue ma sembrava non
curarsene tanto.
“Edward!”
urlò Yelle avvicinandosi al ragazzo e abbracciandolo
all'altezza
degli addominali.
Il
ragazzo soppresse un urlo di dolore e, con gentilezza,
allontanò
Yelle, dicendo “Scusami ragazzina, ma non c'è una
parte del mio
corpo che non mi faccia male”.
Yelle
lo guardò per qualche secondo sorridendo poi, con
disinvoltura, gli
diede una salutare pacca sulla spalla che fece imprecare non poco il
ragazzo “Perchè cazzo lo hai fatto?!?”
“Te
lo avevo detto no? Se ti fai male, non venire a piangere da
me!”
disse Yelle.
“Bah,
piuttosto, dov'è Crotalux?” chiese Edward e i due
si misero a
cercarlo. Dopo qualche minuto lo trovarono sotto un pezzo di muro,
non aveva più la gamba destra e il braccio sinistro era
piegato con
un'angolazione innaturale.
“Spiacente
vecchio, ma hai perso.” disse Edward sorridendo, ma il suo
sorriso
gli morì sulle labbra non appena vide il corpo del suo ex
maestro
diventare completamente verde per poi sciogliersi a terra.
“Che
diavolo è?” chiese Yelle.
“Una
ACID COPY... ci ha fregati!” disse Edward iniziando a
guardarsi
attorno per trovare delle tracce.
“Potrebbe
essere andato ovunque...” disse Yelle.
“No...
è andato dagli angeli, quel bastardo vuole attingere al loro
potere!
Per questo li ha fatti scontrare con Angel!”
spiegò Edward.
“Cosa?
Ma ha già i poteri di un drago, se aggiunge anche quelli di
un
angelo diventerà inarrestabile!” disse Yelle
dopodichè alzò
entrambi in aria e, notando una serie di esplosioni poco lontane da
loro, andarono in quella direzione, sperando di essere ancora in
tempo.
*
* *
Erika
e Faniria erano una di fronte all'altra in mezzo alle macerie di
diverse case, tutte e due avevano diverse ferite sul corpo, ma quelle
di Erika sembravano più serie, anche se la ragazza non se ne
curava
minimamente, mentre quelle di Faniria sembravano per lo più
graffi
ed escoriazioni.
“Sai...
non credevo che un'impura come te sarebbe stata in grado di
ferirmi.”
disse Faniria ma Erika non le rispose, anzi, le corse incontro e
appena fu abbastanza vicina, creò due enormi fruste di caos
e urlò
“CAOS DRAGON'S WINGS ATTACK!!!”
Le
due fruste si incrociarono tra di loro proprio davanti a Faniria che
non fece niente per evitarle e subì in pieno l'attacco.
Erika,
notando che la sua avversaria non evitava i suoi attacchi
così ne
approfittò subito e urlò “CAOS DRAGON'S
ROAR!!!” e il cono di
caos andò a segno senza che Faniria facesse nulla per
evitarlo.
-Pensi
di essere tosta vero?- pensò Erika -Bene, questa tua
sicurezza sarà
la tua fine!-
Si
avvicinò velocemente alla nemica, che non la smetteva di
osservarla
divertita, e avvicinò le mani una all'altra, davanti al
petto,
dopodichè iniziò a creare una piccola sfera nera
circondata da
fulmini rossi.
“Immagino
che non eviterai neanche questo colpo.” disse Erika.
“Indovinato!
Non ne vedo il bisogno.” rispose candida Faniria.
“Bene...”
disse Erika mentre un sorriso malvagio compariva sul suo viso
“...
allora beccati questo! DRAGON SLAYER'S SECRET ART: CAOS
SPHERE!!!”
e lanciò quella piccola sfera contro Faniria che, malgrado
avesse
detto che non lo avrebbe evitato, fece comparire uno scudo bianco e
lo usò per proteggersi, ma con sua grande sorpresa, la sfera
passò
attraverso lo scudo, come se fosse intangibile ed entrò
anche nel
corpo di Faniria senza però uscirne.
Faniria
attese qualche secondo poi scoppiò in una grassa risata
“AH AH AH
e questo sarebbe un attacco?!? AH AH AH mi fai troppo
ridere!!!” ma
poi, senza un motivo apparente, si tirò un pugno sul naso
rompendoselo.
L'angelo
rimase un attimo stordita dal colpo poi disse “Che... che
cosa
succede?” e la sua mano sinistra le agguantò la
gola iniziando a
stringere “Non... non controllo... il mio corpo!!!”
“Uh
uh uh indovinato... il tuo corpo ormai non ti appartiene
più, ormai
è il caos a controllarlo e il caos porta solo... morte e
distruzione!” disse Erika, mostrandole un ghigno inquietante.
“Cosa...
gah... aiuto... non respiro...” sibilò Faniria e
sgranò gli occhi
non appena vide la sua mano destra che teneva una spada puntata al
suo petto “... no... no... ti prego...”
“Questo
è per Chaoronix.” disse Erika e la spada
affondò fino
all'impugnatura nel petto di Faniria che sgranò gli occhi
più del
normale mentre un rivolo di sangue le usciva dalla bocca. La mano
però non si fermò e continuò a
pugnalarla al petto fino a quando
l'angelo non smise di muoversi.
Erika
si avvicinò al corpo inerme della sua avversaria e, malgrado
non lo
meritasse, le chiuse gli occhi e recitò una breve preghiera.
“Complimenti,
sei riuscita ad uccidere un angelo!” disse una voce maschile
dietro
di lei. Erika si girò rapidamente e si trovò
davanti un uomo dai
corti capelli grigi con indosso un cappotto nero che le sorrideva.
“Tu
chi sei?” chiese la ragazza.
“Oh,
puoi chiamarmi Crotalux.” rispose l'uomo poi si
avvicinò al corpo
di Faniria e le tolse la pietra azzurra dall'armatura. Erika si
avvicinò a lui chiedendogli cosa stesse facendo e lui, per
tutta
risposta, si girò e la colpì con un
pugnò allo stomaco, facendola
piegare in due.
“Spiacente
signorina, ma l'altro angelo è parecchio lontano da qui e
devo
raggiungerlo il prima possibile.” dopodichè si
allontanò di
corsa.
-Angel...
fai attenzione...- pensò Erika cercando di rialzarsi.
*
* *
Lo
scontro tra Leo e Finilion stava andando per le lunghe. Nessuno dei
due voleva cedere e nessuno dei due aveva subito ferite abbastanza
serie per tentare un colpo mortale. Ora i due avversari erano
entrambi in volo a circa cinquanta metri di distanza e nessuno dei
due sembrava intenzionato ad attaccare.
“Uhm...
così non la finiremo mai.” disse Finilion
“Ehi demone che ne
dici di un unico colpo per decidere il vincitore di questo
confronto?”
“Un
unico colpo?” chiese Leo.
“Esatto.
Ciascuno di noi userà il suo attacco più forte
così sapremo se
sarà il demone o l'angelo a trionfare.” disse
Finilion.
“Sembri
molto sicuro di te... ok ci sto!” disse Leo ed entrambi
atterrarono, mantenendo una distanza di circa trenta metri.
Finilion
non perse tempo e creò subito una lancia bianca per poi
infondere
dentro a quell'arma tutto il suo potere magico che si presentava come
una tempesta di fulmini azzurri. Leo rimase un attimo affascinato da
quella scena, la lancia che teneva in mano Finilion brillava di una
fortissima luce azzurra e da essa uscivano dei piccoli fulmini che
sfrigolavano a contatto col terreno o con il corpo dell'angelo.
“HOLY
LANCE.” disse Finilion “Questo è il mio
attacco più potente. Le
creature demoniache vengono letteralmente polverizzate da questo
attacco, non importa quanto forti esse siano!”
“Oooooh
interessante, allora dovrò rispondere con il mio attacco
più
potente.” disse Leo e lanciò a Finilion uno
sguardo talmente serio
che l'angelo si convinse subito delle sue parole.
-Sta
dicendo la verità... userà un attacco
incredibilmente potente e il
suo sguardo... è lo sguardo di uno che sa di non poter
perdere-.
“Arrivo
dannato angelo!!!” urlò Leo.
“Mi
dispiace ma non ti darò il tempo di attaccare!”
urlò di rimando
Finilion e scagliò la sua lancia con tutta la forza di cui
disponeva. L'arma bianca viaggiò rapidissima e, non appena
fu a
pochi centimetri da Leo, esplose generando una gigantesca sfera di
fulmini e sollevò un polverone nero.
Finilion
guardò compiaciuto la scena -Mi dispiace demone... ma non ho
mai
detto che la mia lancia serva solo a trapassare-.
Il
fumo iniziò a diradarsi lentamente, facendo vedere piano
piano il
terreno che non era stato minimamente intaccato dall'attacco
dell'angelo che sorrise pensando -Bene, nessun effetto collaterale,
la mia lancia distrugge il male, ma tutto il resto non viene
minimamente intaccato-.
Il
fumo si diradò ancora di più e Finilion, in preda
all'impazienza
fece un passo in direzione del fumo, ma non appena ebbe mosso il
piede, sentì una fitta lancinante al petto,
abbassò lentamente lo
sguardo e rimase completamente scioccato non appena vide un pugnale
di cristallo nero conficcato nel suo petto. Quella piccola arma aveva
facilmente trapassato la sua armatura e dalla ferita usciva
silenziosamente parecchio sangue.
-Come...
come può essere...?- pensò Finilion,
alzò di nuovo lo sguardo e,
lentamente, sgranò gli occhi nel vedere una figura uscire
dal fumo,
era una ragazzo dai corti capelli rossi e con gli occhi del medesimo
colore e portava solo un paio di pantaloni di pelle rovinati.
“Tu...
non sei...” disse Finilion.
Leo
lo guardò per qualche secondo e sorrise,
dopodiché, disse “Già,
non sono ancora morto”.
“Ma
come può essere... io ti ho colpito... con la mia tecnica
più
forte...” disse Finilion.
“Sì
è vero, mi hai colpito... ma sei stato proprio tu a dirlo
no? 'Le
creature demoniache vengono letteralmente polverizzate da questo
attacco, non importa quanto forti esse siano!', beh non so se lo hai
notato ma io sono solo un semplice umano, quella lancia ha solo
distrutto quella corazza, facendomi tornare normale.” disse
Leo,
senza perdere il suo sorriso.
“Non
è possibile... ma... quello sguardo... era così
vero...” disse
Finilion, ormai a corto di fiato.
“Oh
quello non è stato difficile, devi sapere che io sono un
ottimo
giocatore d'azzardo e fare una faccia da poker mi viene naturale...
in realtà... neanch'io sapevo se sarei morto o meno con quel
colpo,
è stato un azzardo da tutto o niente.”
spiegò Leo.
“Ah...
sembra che... tu mi abbia... fregato...” sibilò
l'angelo, prima di
crollare a terra. Leo si avvicinò e constatò che
il suo avversario
aveva smesso di respirare. Si chinò leggermente su di lui e
recuperò
il suo pugnale che però iniziò a brillare di una
forte luce bianca.
Ci
fu un flash accecante e, senza neanche accorgersene, Leo ora teneva
il suo pugnale nella mano destra e una spada corta di cristallo
bianco nella mano sinistra.
Leo
rimase sorpreso da quella nuova arma, ma non ebbe tempo né
di
provarla, né di riposarsi, perchè qualcuno lo
colpì con forza
sulla schiena, scaraventandolo oltre il corpo di Finilion.
Leo
si rialzò subito ma non fu un gesto volontario, fu un
movimento
automatico, meccanico, non suo... si mise subito in guardia brandendo
le due armi e vide vicino al corpo dell'angelo Crotalux.
“Tu!
Maledetto bastardo!” urlò Leo.
“Oh
ciao piccolo demone, devo ringraziarti, senza il tuo aiuto e quello
della ragazza non sarei mai riuscito a sconfiggerli.” disse
Crotalux sorridendo.
“Cosa?”
disse Leo confuso.
Crotalux
si chinò su Finilion e recuperò la pietra azzurra
“Devi sapere
che, malgrado avessero giurato lealtà a me, non mi avrebbero
mai
dato queste pietre che custodiscono i loro poteri... una cosa come
Codice Angelico o stronzate simili! Ma ora... grazie a voi... sono
mie!” e si posò le due pietre sullo sterno, una
sotto l'altra.
Si
fusero con esso. Crotalux urlò a pieni polmoni e dalle sue
braccia
scaturirono tantissimi fulmini che questa volta non erano azzurri ma
verdi. Dopo qualche secondo riottenne il controllo e fissò
Leo con
uno sguardo strafottente.
“Uh
uh uh... ora... perchè non giochiamo un po'?”
chiese Crotalux.
-Maledizione...
il potere magico è quasi esaurito, mentre lui ne ha una
scorta
incredibile...- pensò Leo.
“Che
c'è, da solo non ce la fai?” lo provocò
Crotalux ma all'ultimo,
sopra di lui, apparvero tre ombre che urlarono:
“POSION
RIFLE!!!”
“CAOS
DRAGON'S ROAR!!!”
“WIND
CUTTER!!!”
I
tre attacchi colpirono tutti lo stesso punto creando una grossa
esplosione, ma Crotalux era riuscito ad evitarli con un salto
all'indietro.
Leo
si alzò a fatica e quando stava per cadere, qualcuno lo
aiutò a
stare in piedi. Il ragazzo si voltò alla sua destra e vide
il viso
sorridente di Erika, era ferita e piena di lividi, ma almeno era
viva.
“Ehi
Edy sembra che dovremo fare sul serio”.
“Che
c'è hai paura ragazzina?”
“Tsk
sta a vedere!”
Leo
non dovette neanche voltarsi per riconoscere i suoi compagni di team
che, all'unisono, gli chiesero “Angel tutto a
posto?”
“Certo,
per chi mi avete preso?” disse lui sorridendo.
“Bene,
perchè adesso la situazione si farà
dura.” disse Edward.
“Quando
mai non lo è?” chiese Leo affiancando l'amico,
anch'esso pieno di
ferite.
“Questa
è l'ultimo scontro. Se lo sconfiggiamo... possiamo tornare a
casa.”
disse Erika.
“Non
vedo l'ora! Su, sconfiggiamo quel rudere e chiudiamo la
partita!”
urlò Yelle.
“Uh
uh uh... credi davvero che sia una buona idea Edward?” chiese
Crotalux.
“Che
vuoi dire?” chiese a sua volta il ragazzo.
“Oh
beh... credevo che ti interessasse ritrovare tua sorella.”
disse
Crotalux con un ghigno malefico sul volto.
“Non
cascherò più nei tuoi trucchetti vecchio!
Mettitelo in testa! In
più non sei mai stato in grado di trovare una prova che ci
aiutasse
a trovare il luogo in cui era prigioniera!” urlò
Edward.
“Oooooh
ma io so dove si trova...” disse Crotalux mostrando il
più
terrificante dei ghigni “... in fondo... sono stato io a
rapirla!”
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Chaos
piaciuto il capitolo? Spero di sì. In questo cap come avete
visto,
si sono viste botte da orbi un po' ovunque, ma spero che la
qualità
del capitolo non ne abbia risentito ^.^ vi chiedo ancora scusa per il
ritardo ma purtroppo ho pochissimo tempo ultimamente. Beh adesso vi
lascio e ci vediamo alla prossima con l'ultimo capitolo di questa
saga!!! CHAOS!!!
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Capitolo 15 *** Capitolo 14 ***
Chaos come va? Spero tutto bene! E' passato un po' di tempo dall'ultimo aggiornamento di questa fic ma sapete com'è...estate...stage...vacanze...stage...effettivamente ho passato più tempo al lavoro che altro XD ma basta perdere tempo e dedichiamoci all'ultimo capitolo di questa saga! BUONA LETTURA!!!
P.S: avviso agli amanti della pucciosità, questo capitolo è per voi XD
Capitolo 14
Edward fissava il suo maestro con gli occhi sgranati. L'ultima frase dell'uomo lo aveva sconvolto. Com'era possibile che l'avesse rapita lui e soprattutto, anche se fosse vero, com'era possibile che non si fosse mai accorto di nulla?
-Sei stato...tu?- chiese il mago del veleno
Crotalux annuì sorridendo per poi mettersi a ridere -Ah ah ah dovresti vedere la tua faccia ah ah ah!!!- (n.d.me: ok ok piccola nota personale...ma quanto mi è venuto stronzo Crotalux? XD)
Yelle osservò l'uomo ridere e ripensò alle sue parole “...e la prima di esse è stata la sua sorellina...” poi, facendo un passo in avanti, disse -Allora anche prima hai mentito! Edward non ha ucciso sua sorella!-
-Oh sei parecchio sveglia eh.- disse sarcastico Crotalux
-Perchè l'hai rapita?- chiese Yelle
-Semplice, perchè volevo che Edward lavorasse per me!- disse Crotalux
-Cosa? Edward?- disse Erika che ancora non sapeva della storia completa
-Dopo ti spiegherò tutto.- le disse Yelle, per poi tornare ad osservare Crotalux -Prima occupiamoci di lui.- ma Edward la fermò con un braccio e chiese all'uomo -Dove...si trova.-
I suoi compagni si sorpresero subito della sua voce. Il ragazzo che di solito aveva sempre una voce allegra e vivace, ora aveva un tono profondo e...tremendamente freddo.
-E secondo te lo vengo a dire proprio a te?- chiese Crotalux guardandolo con uno sguardo sia sorpreso che divertito
-Ti ho chiesto...dove.- ripeté Edward iniziando a camminare lentamente verso di lui
-Uh uh uh dovrai farmi vuotare il sacco!- disse Crotalux per poi inarcare la schiena e urlare -ACID DRAGON'S ROAR!!!- un gigantesco cono di acido verde scaturì dalla sua bocca ma questo, rispetto ai ruggiti precedenti, non era di solo acido, bensì di fulmini verdi e acido.
I quattro maghi saltarono di lato evitando il colpo che sciolse senza problemi la strada e alcune case. Erika cercò subito con l'olfatto Crotalux e lo individuò a circa tre metri da terra. Ora l'uomo aveva due grosse ali d'angelo verdi.
-Tsk...allora ha davvero assorbito i poteri degli angeli.- disse Erika
-Beh non saranno due gemme del cavolo a farlo vincere!- disse Leo estraendo il suo pugnale, per poi evocare un grosso centopiedi viola dagli occhi rossi con due ali nere da pipistrello -Attaccalo!- urlò il ragazzo e l'insetto infernale partì subito verso il nemico.
Crotalux, vedendolo arrivare, puntò l'indice destro verso il demone e sparò una piccola scarica elettrica verde che, a contatto con l'esoscheletro viola, lo sciolse in un secondo. La creatura, priva di testa, cadde rovinosamente su di un tetto e dopo qualche secondo smise di muoversi per poi scomparire.
-Non lo faranno vincere...ma di sicuro lo aiutano...- disse Erika con tono sarcastico
-Ah ah ah coraggio ragazzi, divertiamoci ancora un po'!- urlò Crotalux battendo le mani, per poi dire a Edward -Ma prima le cose serie. Ragazzo, ti ricordi come hai scoperto i tuoi poteri?-
Edward lo fissò per qualche secondo iniziando, pian piano, a ricordare...
Flash-back
Due bambini camminavano in un bosco sotto la pioggia. Entrambi indossavano un mantello nero con cappuccio e, mentre il primo dei due, un bambino dai capelli castani portava sulle spalle uno zaino bruciacchiato che sembrava parecchio pesante, il secondo bambino, o per meglio dire, una bambina dai capelli dello stesso colore non portava niente e teneva per mano il primo.
-Fratellone...dov'è la mamma?- chiese la bambina
Il fratello della bambina si girò verso di lei e, sorridendole, disse -Ehm...la mamma è partita e noi la stiamo raggiungendo. Cerca di resistere ancora un po' ok, Amamya?- e la bambina per tutta risposta annuì. Il bambino si morse il labbro inferiore. Non aveva ancora trovato il coraggio di dirle che ormai i loro genitori erano morti ma sapeva anche che se glielo avesse detto ne avrebbe risentito enormemente.
Davanti a loro spuntò un serpente, non era molto grosso ma il bambino capì subito che si trattava di un serpente velenoso. L'animale rimase fermo qualche secondo, per poi scattare verso una lepre e morderla sulla schiena avvelenandola.
I due bambini proseguirono e, dopo essersi fermati per mangiare qualcosa, trovarono un altro ostacolo: un brigante. Era un uomo muscoloso e teneva in mano una spada. Senza motivo, l'uomo si lanciò contro di loro e il bambino scostò violentemente la sorella per salvarla, finendo però ferito all'occhio sinistro.
Il bambino urlò per il dolore ma riuscì ad evitare all'ultimo un altro colpo di spada. Si rialzò dolorante e vide che l'uomo aveva perso interesse verso di lui e si stava dirigendo verso sua sorella.
-Fermati!- urlò il bambino ma l'uomo non lo sentì nemmeno e continuò ad avvicinarsi a Amamya rimasta paralizzata dal terrore che però riuscì ad urlare -EDWARD!!!-
Edward buttò a terra lo zaino e corse verso l'uomo. In quei pochi metri che lo distanziavano dal nemico gli tornarono in mente diverse immagini della sua infanzia trascorsa con suo padre, un abile cacciatore, che gli chiedeva sempre -Edward, lo sai perchè molti animali si tengono alla larga dai serpenti o dagli scorpioni?- e Edward rispondeva sempre -Sì perchè percepiscono il pericolo del veleno.- e suo padre -Ah ah indovinato, per quanto possa essere un orribile mezzo per uccidere...il veleno può rivelarsi anche un ottimo mezzo per proteggere qualcosa o qualcuno.-
Quando si ritrovò ad appena un metro di distanza, Edward sentì uno strano formicolio alla mano destra e, guardandola di sfuggita, vide una strana sostanza viola uscire dalla sua pelle. Non sapeva cosa fosse ma non gli importava, in quel momento voleva solo salvare sua sorella.
L'uomo avvertì come un brivido viscido lungo la schiena e si girò all'istante menando un colpo laterale con la sua spada. Il colpo raggiunse Edward e lo tagliò in due all'altezza del cuore. L'uomo parve rassicurarsi per qualche secondo am il suo sorriso divenne una muta espressione di dolore non appena vide Edward ancora intero che aveva ala sua mano destra conficcata nel suo stomaco. Con la coda dell'occhio vide le due parti del bambino a terra sciogliersi in una strana sostanza viola.
Edward estrasse la mano dal corpo dell'uomo e cadde all'indietro di schiena iniziando ad ansimare mentre il corpo senza vita dell'uomo cadeva di fianco a lui.
“Che cosa...è successo...?” si domandò Edward prima di chiudere gli occhi e perdere conoscenza.
Fine flash-back
Edward strinse i pugni ripensando alla sua prima vittima ma, intanto, intorno a lui lo scontro continuava.
Yelle si portò velocemente dietro al nemico e urlò -NO AIR ZONE!!!-
Crotalux sembrò non risentire particolarmente della mancanza di ossigeno. Si girò velocemente verso Yelle e, con un gesto velocissimo, la afferrò con la mano destra la gola. Yelle interruppe subito il suo incantesimo e portò entrambe le mani alla gola, cercando di liberarsi da quella presa.
Edward prese la mira e lanciò in rapida successione diversi coltelli velenosi contro la schiena di Crotalux. Le ali di quest'ultimo, però, divennero liquide e assunsero la forma di uno scudo semi sferico contro la quale i coltelli di Edward rimbalzarono.
-Maledetto lasciala andare!- urlò il ragazzo creando una spada di veleno e lanciandosi contro il nemico.
Crotalux non lo calcolò manco di striscio e continuò a fissare Yelle, a sua volta, che lo guardava terrorizzata dato che, per qualche strana ragione, non riusciva ad usare di nuovo i suoi poteri.
-Scusami un secondo ragazzina.- disse l'uomo e chiuse un secondo gli occhi. Nello stesso istante, le sue ali si staccarono da lui e diventarono due serpenti verdi che si avventarono contro i compagni di Yelle: uno contro Edward e uno contro Erika e Leo.
Crotalux annuì soddisfatto osservando le sue creature, dopodiché tornò a concentrarsi su di Yelle.
-E' un vero peccato...rovinare un così bel corpicino...- disse l'uomo prima di iniziare a far fuoriuscire un po' di acido dalla mano destra.
Yelle, sentendo la pelle della gola iniziare a corrodersi, urlò a squarciagola. Era un dolore atroce e Crotalux sembrava intenzionato a farglielo sentire a lungo ma una voce fredda urlò -HYDRA!!!-
Un drago viola serpentiforme azzannò il braccio di Crotalux costringendolo a mollare la presa. Stavolta fu l'uomo ad urlare per il dolore e, con un salto, arrivò in cima ad un tetto osservando incredulo la scena. Dietro a Edward era comparso una specie di drago serpentiforme a cinque teste e sembrava interamente fatto di veleno. Di fianco al ragazzo, l'uomo riconobbe il suo serpente praticamente spappolato.
“Tsk...da quanto non vedevo l'HYDRA...”
Crotalux posò il suo sguardo sul suo braccio e notò, con orrore, che stava lentamente marcendo e senza esitazione creò una spada d'acido e se lo taglio all'altezza della spalla. Grazie al potere angelico, il moncherino cicatrizzò subito e poté trarre un sospiro di sollievo.
Edward non lo calcolò minimamente e, dopo aver fatto scomparire l'HYDRA, corse subito da Yelle restando però completamente sconvolto. La usa compagna di team era a terra agonizzante. La gola era ridotta malissimo e, malgrado la giugulare non fosse stata troppo danneggiata, la ragazza non riusciva a parlare e tossiva parecchio sangue sporcando i suoi candidi capelli.
Il ragazzo si inginocchiò vicino a lei e le sollevò il busto tenendola con un braccio dietro la schiena.
-Ehi Yelle...- disse Edward ma come risposta ottenne solo un debole verso di dolore e uno sguardo altrettanto carico di dolore. Il ragazzo si girò verso i suoi compagni, che avevano appena eliminato il serpente, e urlò -ANGEL!!! ERIKA!!! VENITE QUI!!!-
I due accorsero subito, restando a loro volta sconvolti dalle condizioni di Yelle, ma non era l'unica cosa che li preoccupava perchè anche lo sguardo di Edward era preoccupante, sicché sembrava estremamente preoccupato come non lo avevano mai visto.
-Conoscete un incantesimo di cura...vero?- chiese speranzoso Edward
Erika abbassò lo sguardo addolorata mentre Leo, semplicemente, negò con la testa.
Edward deglutì lentamente, tornò ad osservare la sua compagna, che continuava ad avere quello sguardo così pieno di dolore, e chiuse gli occhi maledicendo la sua debolezza.
“Maledizione! Prima mia sorella e ora Yelle! Perchè non riesco a proteggere nessuno?!?”
-Ehi Edy! Che ha la tua amichetta? Il gatto le ha mangiato la lingua? AH AH AH!!!- urlò Crotalux dall'alto della sua posizione, mentre si creava un braccio artificiale d'acido.
Erika e Leo si girarono verso di lui, leggermente stufi della sua voce ma, solo per un attimo, avvertirono un istinto omicida puro e irrefrenabile provenire da dietro di loro. Si voltarono lentamente verso Yelle e Edward e videro il ragazzo in piedi con una strana aura viola e nera tutt'attorno a lui.
Straziante. Un dolore che lo divora da anni ogni volta che uccide qualcuno...
TU-TUM
Inarrestabile. Centinaia di persone che periscono a causa del suo veleno...
TU-TUM
Violenta. Le morti atroci che ha distribuito indiscriminatamente...
TU-TUM
Sempre presente. Un desiderio che non lo abbandona mai...neanche quando dorme...
TU-TUM
Senza pietà. Ogni persona è un bersaglio...e il bersaglio va eliminato...
TU-TUM
Edward si portò una mano sul cuore e chiuse gli occhi.
* * *
-Ehi...da quanto tempo...Edward...- disse una voce
Edward riaprì gli occhi e si ritrovò in un luogo sconosciuto. Era su una piccola roccia nera piatta nel mezzo di uno sconfinato mare di veleno bollente. Pochi metri davanti a lui, c'era un'altra roccia e, sopra di essa, vi era seduta una ragazza interamente fatta di veleno.
-Chi sei tu?- chiese Edward
-Ma come...non mi riconosci? Eppure io ti conosco da circa dieci anni.- disse la ragazza sorridendo. A Edward non piaceva il suo tono, era troppo sicuro di se e strafottente.
-Spiacente ma io non ti ho mai visto.- disse Edward
-Uh uh uh forse è il caso di fare un salto nei ricordi...per la precisione il giorno in cui ci incontrammo per la prima volta! - urlò la ragazza e Edward, sentendo quelle parole, iniziò a ricordare...
Flash-back
Edward correva a perdifiato in una foresta. Era scomparsa. Sua sorella era scomparsa!
“Dove sei? Dove diavolo sei?”
Corse per diverse ore, finchè non incappò in un gruppo di soldati
-Ehi, avete visto una bambina dai capelli castani?- chiese Edward
-Uh? Sì, prima un uomo la stava trasportando su un cavallo. Eh eh eh la piccola si dibatteva allegramente.- disse un soldato
-Cosa...? Perchè non lo avete...fermato?- chiese Edward sconvolto
-Semplice, quell'uomo ci ha dato la bellezza di 1000 monete d'oro! Cos'è? La cosa non ti aggrada piccoletto?- disse un altro soldato
“Non lo hanno fermato...lo hanno lasciato andare...” si ripeté in testa Edward continuando ad osservare i soldati con sguardo sconvolto.
“Allora perchè non li uccidi?” disse una voce dentro la sua testa “Sono inutili...insignificanti...non servono a nulla...quindi uccidili....uccidili come quando uccidesti quel brigante un anno fa! Usami...sfruttami...accettami!!!” continuò ad urlare la voce e Edward chiuse gli occhi sperando che smettesse.
Dopo qualche secondo, che al bambino parvero delle ore, riaprì gli occhi e rimase pietrificato nel vedere tutti i soldati a terra in grosse pozze di veleno viola.
-Cos'è...successo?- disse Edward
“Semplice...li abbiamo uccisi!” disse la voce
-Chi sei?- chiese Edward
“O tranquillo...avremo modo di conoscerci meglio...perchè d'ora in poi, sarò sempre con te...e non ti abbandonerò mai!!! Ah ah ah!!!”
Fine flash-back
Edward tornò a fissare la figura seduta di fronte a lui e disse -Così sei stato tu quel giorno ad uccidere i soldati.-
-Oh no....non li ho uccisi io...sei stato tu ad ucciderli, io ti ho solo dato una spintarella e mi sembra che tu ne abbia bisogno anche adesso.- disse la ragazza
-Prima dimmi chi diavolo sei!- urlò Edward ormai al limite della sua pazienza
La ragazza si tuffò nel veleno e riemerse davanti a Edward sorridendo, poi disse -Io sono la tua sete di sangue.-
-Cosa...- disse Edward incredulo
-Devi sapere che ogni volta che qualcuno uccide: una persona...un animale...un demone...eccetera eccetera...nel profondo della sua anima nasce la sua sete di sangue. Ci sono quelle che scompaiono dopo poco tempo e quelle che restano per sempre, come me ad esempio.- spiegò la ragazza -Attualmente...io potrei tranquillamente prendere possesso del tuo corpo e farti uccidere tutti i tuoi compagni ma poi, probabilmente, ti toglieresti la vita e io non voglio scomparire.-
-Come puoi avere tutto questo potere.- disse Edward -Io non sono mai ricorso al tuo aiuto.-
-Oh è qui che viene il bello...ogni volta che uccidevi qualcuno...inconsciamente, mi rendevi più forte ma dopotutto...tu hai sempre voluto uccidere perciò ci guadagnavamo entrambi.- disse la ragazza sorridendo
-Io non ho mai voluto uccidere quelle persone, lo facevo per i soldi e nient'altro.- disse Edward
-Allora permettimi una domanda...grazie al tuo potere saresti potuto entrare nell'esercito oppure ti saresti potuto trovare un lavoro semplice, cercando di tanto in tanto informazioni su tua sorella...e allora io ti chiedo: perchè hai scelto proprio la strada dell'assassinio?-
Edward rimase spiazzato da quelle parole...la ragazza aveva ragione. Perchè aveva preso quella strada? Sì è vero, molte persone lo chiamavano assassinio perchè credevano che avesse fatto fuori sua sorella ma non era un motivo sufficiente...eppure lui aveva deciso di continuare ad uccidere.
Sentì una mano appoggiarsi sulla spalla e vide la ragazza che continuava a sorridere -Se non sbaglio...poco fa hai detto: “Ormai ho voltato pagina, adesso appartengo a Last Hope e questo è un dato di fatto.” e se continuo a non sbagliarmi, i tuoi amici sono un po' in difficoltà. TI conviene andare ad aiutarli ma stai tranquillo, ti darò un po' del mio potere.-
-Perchè mi aiuti?- chiese Edward
-Perchè io sono una parte di te...ti darò il mio potere ma ad una condizione.- disse la ragazza
-Quale sarebbe?-
-Voglio che tu uccida Crotalux...mi sta davvero antipatico!- disse la ragazza
Edward sorrise e disse -Beh...penso che di poterti accontentare.-
-Oh so che lo farai...in bocca al lupo.- disse la ragazza sorridendo
* * *
Edward riaprì gli occhi e vide davanti a se Leo e Erika che lo guardavano preoccupati
-Edward...tutto bene?- chiese Leo
-Sì sto bene...per favore ragazzi...prendete Yelle e allontanatevi...- disse Edward per poi saltare sullo stesso tetto dove si trovava Crotalux.
-Ehi Edward! Dormito bene!- disse Crotalux
-Io ti ucciderò e per la prima volta sarò estremamente felice di uccidere qualcuno.- disse Edward facendo fuoriuscire una grossa quantità di veleno dall'intero corpo.
Crotalux lo fissò pensando “Di nuovo l'HYDRA? Povero sciocco, lo stesso attacco non funziona due volte!” dopodiché creò a sua volta un drago serpentiforme a tre teste, dicendo -ACID HYDRA. Qualunque cosa tu faccia, io la posso fare meglio.- ma la sua sicurezza crollò dopo pochi secondi non appena capì cosa stava facendo Edward.
Dietro al ragazzo si stava formando la parte superiore di un corpo umano. Era alta almeno cinque metri e, mentre la testa e le mani avevano fattezze scheletriche, il resto del corpo sembrava quasi una tunica, dalla schiena di quella creatura sbucarono due grosse ali. Edward sorrise e disse -E' la prima volta che lo uso perciò non ha un nome...pensò che lo chiamerò...BLOODLUST- (Sete di Sangue)
-Cos...cos'è quella creatura?- chiese Crotalux
-E' semplicemente...la mia sete di sangue.- disse Edward iniziando a camminare verso l'uomo con la figura che lo seguiva strisciando sul tetto e lasciando una scia di veleno dietro di se.
-Tsk...non sarà quella cosa a salvarti! Urlò Crotalux scagliando il suo attacco contro Edward che mise il braccio destro davanti al petto e la creatura dietro di lui, lo imitò mettendo il braccio destro tra Edward e l'ACID HYDRA, proteggendo il mago del veleno.
Dopo qualche secondo di stallo, Edward tirò, con la mano sinistra, un pugno avanti a se, ma non successe niente, completamente diverso fu il risultato del pugno di BLOODLUST che distrusse una delle teste del mostro di Crotalux.
-Uh uh uh hai già dimenticato? Se distruggi una delle teste...ne ricrescono altre due.- disse Crotalux e, nello stesso momento, le teste del mostro aumentarono da due a quattro ma Edward non se ne curò e continuò, tramite BLOODLUST, a distruggere le teste del mostro causandone un continuo aumento. Dopo pochi minuti l'ACID HYDRA possedeva trenta teste.
-Ah ah ah ma lo capisci quando una tattica è inutile? Santo cielo Edward credevo di averti addestrato meglio!- disse Crotalux
-Se ti avessi attaccato a piena potenza fin da subito...mi sarei annoiato. Ora possiamo iniziare.- disse Edward scrocchiandosi le nocche.
Crotalux incrociò le braccia al petto ma, prima di farlo, potenziò il suo mostro con i fulmini angelici -Ok Edward, vieni pure. Ti aspetto!-
-Ti pentirai di avermi sottovalutato.- disse Edward dopodichè, tra lui e BLOODLUST, comparve l'HYDRA che però venne subito assorbita dalla prima creatura.
Crotalux continuò a fissare Edward e la sua creatura, non capendo quale fosse lo scopo del ragazzo.
Di colpo, alle spalle di BLOODLUST, si creò un enorme ammasso di veleno che, pian piano, iniziò ad assumere un aspetto serpentiforme, cosa che spaventò non poco l'ex-maestro di Edward.
-Di norma la mia HYDRA è tre volte la mia altezza. Indovina cosa succede quando ad usarla è il mio BLOODLUST.- disse Edward con uno strano bagliore rosso negli occhi, mentre il suo attacco più potente finiva di completarsi: un hydra interamente fatta di veleno alta quindici metri.
Crotalux rimase a bocca aperta mentre Edward si accese una sigaretta e disse -Mi dispiace vecchio...ma la nuova generazione prende il posto di quella vecchia.- dopodichè fece il gesto inequivocabile del taglia gole, imitato da BLOODLUST e la gigantesca hydra si avventò contro Crotalux che non poté fare nulla per fermarla. Lui e il suo mostro vennero completamente spazzati via. Il palazzo sopra la quale stavano combattendo crollò sotto la potenza dell'attacco di Edward e lui fece in tempo a saltare su un altro tetto prima di cadere in mezzo alle macerie.
Il ragazzo attese finchè il polverone sollevatosi non si disperse nell'aria, dopodichè raggiunse le macerie della casa e individuò subito il corpo di Crotalux. L'uomo era di nuovo senza braccio destro e aveva le gambe schiacciate da un pezzo di muro, in più gran parte della sua pelle si stava corrodendo a causa del veleno.
-Eh eh eh...niente male...Edward...- disse Crotalux tossendo un po' di sangue
-Ti ho battuto, ora dimmi dove si trova Amamya.- disse Edward
-Troppo facile così...ti darò...solo un piccolo indizio...- disse Crotalux -Fai attenzione alle marionette.-
Edward sgranò gli occhi -L'hai consegnata a lui?-
-Non gliel'ho consegnata...se le è presa con la forza. Il potere degli angeli mi serviva per batterlo ma...ora come ora...sei molto più forte di me.- disse Crotalux
Edward notò che le due pietre erano scomparse ma non ci diede troppa importanza e si concentrò su Crotalux -Dove si trova quel pazzoide.-
-Nella fascia...oscura.- disse Crotalux -Ah sembra che il mio momento sia arrivato...beh Edward, è stato un piacere combattere un'ultima volta con te. Voglio farti un regalo, nella tasca della mia giacca c'è una fiaschetta con dentro un liquido blu...versalo sulla ferita della ragazzina e la sua pelle si rigenererà...-
-Grazie...-
-Fai attenzione...ora sei tu il maestro...non permetterti di perdere mi...raccomando...- disse con un filo di voce l'uomo prima di chiudere gli occhi per l'ultima volta.
Edward prese la fiaschetta e, oltre ad essa, trovò una foto che raffigurava lui all'età di quindici anni, Crotalux e un altro bambino dai capelli neri con gli occhi azzurri. Fissò di Crotalux, iniziando a ricordare il momento in cui lo aveva incontrato.
Flash-back
Edward era seduto a terra contro una parete. Era già passato un anno da quando sua sorella era stata rapita e non l'aveva ancora ritrovata.
Una persona si fermò davanti a lui. Edward alzò lo sguardo e vide un uomo dai capelli grigi sorridergli -So che stai cercando una persona.-
-Come lo sai.- disse Edward fissandolo in malo modo
-Ho le mie fonti.- disse l'uomo sorridendo -Se vuoi...posso darti una mano.-
-Come?-
-Ti insegnerò ad usare il tuo potere e ti aiuterò a cercare quella persona.- disse l'uomo
-Come ti chiami?-
-Puoi chiamarmi...Crotalux.- disse l'uomo sorridendo e porgendogli la mano
Edward, per la prima volta da diverse settimane, sorrise per la prima volta e strinse la mano dell'uomo che, da lì per sette anni, avrebbe chiamato Maestro.
Fine flash-back
Edward coprì interamente il corpo di Crotalux con del veleno per impedire che potessero usarlo per vari scopi, dopodichè, fiaschetta in mano, corse a cercare i suoi compagni. Li trovò vicino a una fontana ormai prosciugata.
-Come sta?- chiese Edward
-Il dolore non accenna a diminuire e continua a tossire sangue.- disse Erika
-Ho la soluzione, fatela sdraiare.- disse Edward e i due eseguirono. Il ragazzo mise un po' di crema blu sulla gola di Yelle e la spalmò con una delicatezza e una calma che non sembravano sue. Dopo pochi secondi, la crema venne completamente assorbita dalla pelle, ormai completamente rigenerata, e Yelle si rialzò da sola, sotto gli sguardi scioccati dei suoi compagni.
-Stai...bene?- chiese Edward ancora scosso
-Sì ora sto molto meglio! Il dolore è svanito!- disse Yelle per poi lanciarsi contro Edward, chiudendogli il collo in un abbraccio – Grazie per avermi salvata Edy.-
Il ragazzo, rosso in viso, ricambiò l'abbraccio e disse -Te l'ho già detto, chi può salvarti se non io?-
Erika fissò i suoi due compagni e un sorriso malizioso apparve sul suo viso. La giovane dragon slayer prese Leo per un braccio e iniziò a trascinarlo dicendo -Su Angel! Dobbiamo andare a recuperare Mandy!-
-Aspetta! Mi fai male! Ahi!- protestò il ragazzo senza però opporre una vera e propria resistenza. Dopo pochi minuti, non si sentirono più le lamentele dell'evocatore e Yelle e Edward rimasero soli. Edward sciolse l'abbraccio e si sedette sul bordo della fontana per recuperare fiato dato che lo scontro con Crotalux lo aveva particolarmente sfiancato, invece, Yelle rimase in piedi di fronte a lui iniziando a fare dei respiri profondi.
All'inizio il ragazzo non le prestò particolarmente attenzione ma dato che i respiri di Yelle divennero molto più rumorosi, alzò lo sguardo e disse -Ehi ragazzina che sta...?- ma uno schiaffo a cinque dita sulla guancia destra troncò brutalmente il suo discorso.
Edward si portò la mano sulla guancia rossa e guardò allibito Yelle che urlò -Questo è per avermi sgridata solo perchè volevo andare in un negozio!- e tirò un altro schiaffo, stavolta sulla guancia sinistra -Questo è per non avermi detto che hai ucciso centinaia di persone!- dopodiché afferrò Edward per la maglietta, poco sotto al mento, e lo avvicinò a se.
Edward era letteralmente terrorizzato dalla rabbia della ragazza e temette seriamente per la sua vita ma non appena Yelle parlò di nuovo, lo fece a bassa voce -...e questo è per avermi salvata.- e premette con forza le sue labbra su quelle del ragazzo che sgranò gli occhi avvertendo quel contatto ma dopo pochi secondi li chiuse e, cingendo al vita di Yelle con le braccia, se la avvicinò ancora di più.
Rimasero fermi così per almeno due minuti poi la mancanza di fiato li costrinse a separare le labbra. Edward poggiò la sua fronte contro quella di Yelle e, sorridendo, disse -Se questo è il premio per il tuo salvataggio, ti salverò ogni singolo giorno.-
-Eh eh potresti salvarmi da una grossa torta al cioccolato che vendono in un certo negozio di questa città.- disse Yelle sorridendo
Edward, capendo dove la ragazza voleva andare a parare, si alzò di scattò prendendola in braccio e disse -Ok ragazzina golosa, andremo in questo benedetto negozio.- e iniziò a camminare verso la zona abitata della città
Yelle notò subito che Edward stava zoppicando e gli chiese -Edy sei ferito ad una gamba?-
-Probabilmente ho il femore destro rotto ma non me ne preoccupo troppo.- rispose il ragazzo sorridendole
Un gocciolone cadde sulla testa di Yelle che disse -Edy...tu non sei normale.- e lui -Lo so e sono fiero di non esserlo!-
* * *
Dopo circa mezz'ora tutti e quattro i membri del team Caos Wind raggiunsero il municipio scoprendo, con sorpresa, che il sindaco era ancora vivo e che Jenny, in realtà, lo aveva fatto solo svenire.
Tutti e quattro furono curati e bendati, alla fine Edward aveva davvero una frattura al femore destro e tutti si misero a ridere non appena un'infermiera cercò di fargli un'iniezione e lui, gentilmente, declinò l'offerta urlandogli contro di tutto e di più.
Mandy, non appena venne a sapere che i quattro maghi sarebbero dovuti partire, chiese a Erika e Leo di accompagnarla ancora una volta ai giardinetti. I due accettarono volentieri e ora eccoli di nuovo lì, seduti uno di fianco all'altra sotto lo stesso albero.
-Così è finito tutto per il meglio eh.- disse Leo
-Già...anche se qualche bello spavento ce lo siamo preso.- disse Erika
-Eh già...- disse Leo ripensando a quando Finilion aveva scagliato un fulmine nella zona dove si trovava Erika
-Posso farti una domanda?- chiese Erika
-Certo.-
-Non ti avevo mai visto trasformato in quella cosa...- disse Erika alludendo alla sua forma demoniaca -...per caso è successo qualcosa di particolare che ti ha fatto trasformare?-
“Cazzo e ora che le dico? Uhm...credevo che tu fossi morta. No no troppo drammatico. Semplicemente volevo trasformarmi. Che scusa ridicola! Puoi fare di meglio!” iniziò a pensare Leo mentre Erika lo fissava curiosa “Mi sono disperato perchè credevo che il nostro obbiettivo fosse stato eliminato. E chi sono, un freddo calcolatore? Cavolo è difficile...”
-Allora?- disse Erika
-Ehm...non lo so...forse il fatto di aver visto quegli angeli mi ha fatto arrabbiare...- disse Leo
-Ah...capisco...- disse Erika tornando a guardare Mandy
“Idiota idiota idiota!!! Non potevi dirle solo la verità?!?” pensò Leo maledicendosi
“In fondo è la cosa più ovvia...chissà cosa mi aspettavo...” pensò Erika
Leo tirò fuori una moneta e pensò “Se esce testa gli dico la verità, se esce croce non dico niente.” dopodiché lanciò la moneta e, quando la prese, guardò il segno. Croce.
“Maledizione...perchè non rispetto neanche le mie regole?” pensò il ragazzo iniziando ad avvicinarsi a Erika per poi dirle -Erika?-
-Uh?- disse la ragazza girandosi ma prima che potesse aggiungere qualcosa, Leo le mise le mani sulle spalle e la baciò nel silenzio più assoluto.
Il corpo di Erika si irrigidì ma dopo pochi secondi si sciolse e ricambiò più che volentieri quel contatto. Dopo che si furono allontanati, di pochi centimetri, Erika gli chiese sorridendo -Questo cosa significherebbe?-
-Semplice! Significa che sono disposto a trasformarmi in un demone assetato di sangue se qualcuno osa farti del male.- disse Leo sorridendole per poi baciarla di nuovo, stavolta sulla guancia.
Erika non disse nulla e si limitò ad abbracciarlo posando l'orecchio sul cuore che batteva calmo e tranquillo anche se lei non sapeva che, fino a pochi secondi prima, batteva ad una velocità allarmante.
* * *
Dopo circa un giorno di viaggio, i quattro raggiunsero la gilda e, ad accoglierli, trovarono Aika
-Yelle sei tornata!- disse la master abbracciandola -Mi sei mancata!-
-Anche tu mi sei mancata Aika!- disse Yelle sorridendole
-Ehi Edward!- urlò Jin avvicinandosi al gruppo
Edward gli diede il cinque e disse -Oi Jin ti vedo in forma.-
-Le terme hanno fatto il loro dovere! Ora combattiamo, sono in astinenza!-
-Non chiedo di meglio!- disse Edward e una nuova rissa scoppiò all'interno della gilda, rissa alla quale, ovviamente, presero parte la maggior parte dei maghi.
Leo e Erika si sedettero ad un tavolo e, dopo pochi secondi, arrivò Ashuros con un mazzo di carte in mano che disse -Coraggio Angel giochiamo. Stavolta non perderò di sicuro!-
-Quando vuoi Ashuros!- disse Leo sorridendo e iniziando a giocare insieme a Erika e Ashuros
Aika si andò un attimo a sedere sul bancone del bar e, fissando i suoi compagni mentre si divertivano, non potè fare a meno di chiedersi “Mi chiedo quanto durerà ancora questa pace...”
* * *
[ Sede della gilda oscura Eternal Darkness. Fascia Oscura]
-Prego mi segua.- disse Irginus
-Ehi razza di pinguino non mi hai ancora detto perchè mi hai portato qui.- disse un ragazzo.
-Oh master Ruganax le spiegherà ogni cosa messer Hartem.- disse Irginus
Il ragazzo che rispondeva al nome di Hartem era un giovane ragazzo di circa vent'anni. Aveva dei corti capelli neri e due grossi occhi azzurri. Indossava una tunica rossa con cappuccio e aveva uno zaino nero in spalla. Subito dietro di lui vi era una ragazza dai lunghi capelli castani legati in una coda alta e aveva solo l'occhio destro aperto, di un acceso verde. Anch'essa aveva la stessa tunica di Hartem e portava uno zaino grigio
I tre arrivarono in una grossa stanza di pietra e una voce nell'oscurità disse -Benvenuti benvenuti!-
-Ruganax immagino.- disse Hartem -Allora...perchè mi hai chiamato qui?-
-Volevo chiederti se ti...anzi...vi andrebbe di unirvi alla mia gilda.-
-Oh parla al singolare. Questa ragazza è sotto ipnosi e non capisce nulla.- disse Hartem dando delle pacche sulla testa della ragazza -Piuttosto...ci dev'essere qualcosa sotto se vuoi proprio me.-
-Oh sì che c'è...devi sapere che tuo padre...un certo Crotalux è stato appena ucciso dal tuo vecchio amico Edward Yoshina.- disse Ruganax
-Cosa?!? Com'è possibile?!?- urlò Hartem
-Confermo quello che ha appena detto il maestro.- disse Irginus
-Tu sta zitto!- urlò Hartem
-Vedo che la grinta non ti manca ragazzo. Unisciti a me e potrai ottenere la tua vendetta.-
-Uh uh uh vendetta? Sì probabilmente hai ragione ma non voglio vendicare mio padre...voglio vendicarmi del fatto che Edward lo ha ucciso prima di me!- disse Hartem sorridendo
-Affare fatto allora!- disse Ruganax sorridendo
Hartem si girò verso la ragazza e disse -Sei contenta mia graziosa marionetta? Presto rivedrai il tuo fratellone.- e se ne andò seguito a ruota dalla ragazza che non mostrava alcuna emozione
-Irginus.- disse Ruganax
-Sì mio signore?-
-Le hai recuperate?-
-Certamente maestro. E' stato difficile rubarle mentre l'edificio crollava ma niente di impossibile.- disse Irginus mostrando al master due piccole pietre azzurre.
-Eccellente, con queste creeremo una creatura potentissima e a proposito...a che punto è il rito per svegliare gli arcidemoni?-
-Entro due giorni dovremmo essere in grado di risvegliare il primo.-
-Ottimo. Non appena si sveglia mandatelo subito nella fascia umana. Vedremo se Aika e i suoi riusciranno a cavarsela di nuovo!-
-Come lei comanda master Ruganax.- disse Irginus per poi uscire dalla stanza
Dopo che se ne fu andato Ruganax disse -Allora? Perchè non esci da li?-
-Da un angolo completamente in ombra uscì un ragazzo avvolto in un mantello nero con cappuccio che sorrise -Padre perchè non mandate me a eliminare i maghi di Aika?-
-Calmati figlio mio. Presto avrai il tuo momento e quando esso arriverà, tu potrai distruggere tutta la fascia degli uomini compreso quel ragazzo...com'è che si chiamava?-
-Ashuros. Ashuros Bleeder!- disse il ragazzo sorridendo e pregustando il momento in cui l'avrebbe potuto affrontare di nuovo.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Chaos piaciuto il capitolo? Spero di sì anche perchè il mio diabete sarebbe morto invano XD come detto a inizio capitolo questo era un capitolo leggermente puccioso...leggermente...
Un piccolo avviso. Attualmente io ho la descrizione delle camere di Hayato, Misaki, Amlach, CJ, Miel, Lya, Arya, Yelle, Miwako, Edward, Yelle, Giada, Angel e Leo. Gli altri se vogliono, mi lascino la descrizione nella recensione di questo capitolo :) e se per caso qualcuno me l'aveva mandata via mp...chiedo perdono ma devo averlo perso...anch'io sbaglio.
Spero che recensirete in tanti e ci vediamo al prossimo capitolo transitorio. CHAOS!!!
P.S: il link qui sotto è una pagina di un manga che serve per rendere l'idea della sensazione che ha provato il bandito quando Edward lo ha attaccato da dietro ;)
http://www.google.it/imgres?hl=it&biw=1280&bih=571&tbm=isch&tbnid=l9lVNdoeD8sWOM:&imgrefurl=http://www.mangapanda.com/assassination-classroom/38/10&docid=uTY3Zy0npcIHtM&imgurl=http://i2.mangapanda.com/assassination-classroom/38/assassination-classroom-4048847.jpg&w=800&h=1190&ei=9UH5Ue-MCY_14QTAvoGIDg&zoom=1&iact=rc&dur=266&page=2&tbnh=147&tbnw=99&start=28&ndsp=40&ved=1t:429,r:39,s:0,i:207&tx=37&ty=48
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Capitolo 16 *** Capitolo 15 ***
Chaos
come vanno le vacanze? Spero tutto bene :D bene, siamo arrivati ad un
altro capitolo di pausa mentre nel prossimo capitolo, ci
sarà
l'inizio di una nuova saga sul passato di alcuni OC. Quali? Lo
capirete (spero) alla fine XD ma basta perdere tempo e iniziamo col
capitolo che si prospetta lungo e faticoso...
Capitolo
15
Un
ragazzo incappucciato camminava dentro un accampamento nella fascia
oscura. Tutt'attorno a lui vi erano diverse tende costruite alla meno
peggio ed era pieno di veri demoni indaffarati a fare di tutto e di
più. Quelli che vedevano il ragazzo si facevano da parte e
qualcuno
si inchinava pure mentre altri semplicemente lo fissavano.
Nonostante
fosse notte fonda, la luna era piena e illuminava tutto
l'accampamento più di quanto facessero i vari focolari
sparsi in
giro. In alto nel cielo si potevano vedere diversi serpenti giganti
fluttuare nell'aria come se stessero nuotando, lanciando di tanti in
tanto dei versi acuti.
Dopo
alcuni minuti, il ragazzo raggiunse un cancello fatto d'ossa davanti
alla quale vi erano due demoni dalle sembianze di tori entrambi
muniti di ascia e scudo. Oltre il cancello si poteva vedere un lungo
percorso di roccia che portava ad un grosso castello dall'aspetto
lugubre, situato al centro di un lago verde scuro.
Il
primo dei due demoni si fece avanti e disse “Fermati.
Dobbiamo
verificare la tua identità.” e iniziò a
scrutare il ragazzo.
Indossava degli stivali neri, un paio di pantaloni neri con una
katana nera appesa alla vita e tutto il resto era coperto da un
mantello nero con cappuccio. Il demone si fece avanti per scostargli
il cappuccio ma il ragazzo gli mise una mano sul petto e disse
“SWITCH”.
Il
demone sparì nel nulla lasciando al suo posto un sassolino
che
rotolò a terra. Il ragazzo fissò l'altro demone,
che aveva iniziato
a tremare, e chiese “Vuoi controllare anche tu?”
“Ehm...
no no... ci scusi per il disturbo signorino. Prego, entri
pure.”
disse il demone per poi tirare una leva che fece rientrare il
cancello nel terreno. Il ragazzo avanzò lentamente iniziando
a
fissare il castello che sembrava interamente scavato nella roccia.
-Gli
umani si stupirebbero se gli dicessi che, fino a due giorni fa, qui
c'era una montagna.- pensò il ragazzo.
Dopo
pochi minuti raggiunse il portone principale, anch'esso fatto di
roccia che si aprì non appena gli fu a un metro di distanza.
L'interno
del castello non era molto diverso dall'esterno. Tutto era fatto di
roccia e le uniche cose che “abbellivano” quel
posto erano dei
tappeti rossi e i vari candelabri appesi alle pareti. In breve tempo
arrivò un uomo vestito elegantemente che, dopo un breve
inchino,
disse “Oh bentornato padron A...!” ma il ragazzo lo
fulminò con
lo sguardo e disse “Irginus lo sai che non voglio essere
chiamato
così! Piuttosto, dov'è mio padre”.
“Master
Ruganax sta tenendo una riunione con i suoi generali in questo
momento. Dovrebbe finire a breve.” disse Irginus.
“Tsk...
che rottura. A che punto è il procedimento di risveglio del
primo
arcidemone?” chiese il ragazzo.
“Guarda
che io sono già sveglia.” disse una sensuale voce
femminile alla
sua destra.
Il
ragazzo e Irginus si voltarono in quella direzione e videro, al
centro di un corridoio, una ragazza dalla bellezza disarmante.
Il
ragazzo si concentrò subito su quella bellezza, che non
doveva avere
più di venti anni, registrando tutti i pregi di quel corpo,
come ad
esempio la pelle candida e chiara senza neanche un'imperfezione, i
glaciali occhi viola e i lunghi capelli neri lasciati liberi sulla
schiena.
La
ragazza iniziò a camminare lentamente verso di lui, facendo
muovere
in modo sensuale il lungo abito nero senza spalline che, partendo dal
suo abbondante seno, scendeva fino alle caviglie e aveva anche uno
spacco laterale.
Arrivata
di fronte al ragazzo, leggermente più alto di lei,
guardò Irginus e
gli disse “Puoi andare Irginus.” l'uomo dopo un
breve inchino,
fece dietro front e scomparve nel buio di un corridoio.
“Bene,
ora siamo soli.” disse la mora.
“Victorias.
Quanto tempo.-” disse il ragazzo sorridendo.
“Troppo!”
disse la ragazza facendosi vicina a lui “Perchè
non andiamo a
recuperare il tempo perso?” chiese poi con un tono
particolarmente
malizioso mentre si leccava le labbra.
“Spiacente,
ma gli affari vengono prima del divertimento.” disse il
ragazzo
sorridendo e allontanandola un poco.
“Uffa,
noi sei carino!” si lamentò Victorias mettendo il
broncio.
“Scusami,
non fare così.” disse il ragazzo alzandole il
mento con un dito
“Forse so come fare a farmi perdonare”.
“Ah
sì? Sentiamo.” disse la mora sorridendo.
“Penso
che tu abbia saputo delle mie piccole... 'bravate' nella fascia degli
uomini.” disse il ragazzo.
“Certo,
tutti lo sanno e ancora mi sfugge il motivo per la quale tu abbia
indotto quelle tre ragazze ad unirsi a Last Hope. Potevi benissimo
lasciarle stare così la gilda sarebbe stata più
debole.” disse la
ragazza.
“Vero...
ma poniti questa semplice domanda: in un'organizzazione,
cos'è che
spaventa di più i suoi membri? Un attacco frontale del
nemico o...
un attacco dall'interno?”
La
ragazza si fece attenta e disse “Penso di sapere dove tu
voglia
andare a parare...”
“Uh
uh uh quelle povere ragazze saranno il mio strumento di
distruzione.”
disse il ragazzo.
“E
come pensi di usarle?” chiese Victorias appoggiandosi a lui.
“Spiacente
ma non posso dirtelo...” disse il ragazzo sorridendo .
“Oh
neanche un indizio piccolo piccolo?” chiese la mora mentre
con una
mano iniziava, pian piano ad abbassarsi il vestito, mostrando ancora
di più il suo seno.
Il
ragazzo sorrise malizioso e disse “Va bene hai vinto
tu.” e da
sotto il mantello tirò fuori una vecchia pergamena che porse
a
Victorias la quale la prese subito e la srotolò, restando
sorpresa
dal suo contenuto.
L'intera
pagina raffigurava una specie di lupo mannaro nero con sei occhi e le
zanne gialle mentre stava uscendo dall'ombra di un sasso. Sotto al
disegno vi erano alcuni simboli illeggibili per gli umani ma non per
i demoni.
La
ragazza lesse velocemente i simboli e un ghigno malefico si fece
strada sul suo viso “Hai davvero intenzione di...?”
iniziò lei
ma si ritrovò incatenata in un abbraccio e costretta a
fissare due
brillanti occhi rossi “Sì, evocherò
quel demone e, come c'è
scritto su quella pergamena, non appena verrà evocato
eliminerà
tutte le persone legate alle persone usate per evocarlo... e quali
persone possono essere legate ad esse... se non i loro compagni di
gilda?”
“Ma
quelle ragazze moriranno durante il processo.” disse
Victorias.
“Così
la gilda sarà più debole.” disse il
ragazzo facendole il verso.
“Sei
veramente malvagio.” disse Victorias sorridendogli.
“Lo
so, e non mi stancherò mai di esserlo!” disse il
ragazzo per poi
pronunciare “SWITCH.” ed entrambi svanirono
lasciando al loro
posto due spade che caddero rovinosamente a terra.
I
due apparvero in mezzo ad una stanza del castello. Era spoglia fatta
eccezione per un letto a due piazze al centro di essa.
“Vogliamo
iniziare?” chiese il ragazzo.
“Ma
non avevi detto: prima gli affari?”
“Penso
di avere tutto il tempo che voglio.” disse il ragazzo
sorridendo
per poi adagiarla sul letto e spegnere l'unica candela presente nella
stanza.
*
* *
Tre
giorni erano passati dal ritorno del team Caos Wind ed era da tre
giorni che pioveva senza sosta e, quella sera in particolare, c'erano
anche parecchi fulmini.
Una
ragazza dai corti capelli neri, con uno spadone sistemato sulla
schiena, uscì da una delle tante taverne presenti a Zafirus.
Si
fermò subito, sotto la tettoia della taverna, e chiuse gli
occhi
iniziando ad ascoltare il rumore della pioggia che tanto amava. Dopo
qualche secondo di immobilità decise di incamminarsi verso
il
dormitorio femminile della gilda e, dopo pochi passi, era
già
fradicia, ma non ci fece molto caso continuando a camminare senza
esitazione.
Purtroppo
il dormitorio si trovava dall’altra parte della
città e le ci
vollero diversi minuti per raggiungere le mura quando ad un certo
punto starnutì un paio di volte.
-Maledizione.
Spero di non beccarmi un accidente!- pensò la ragazza ma
all’improvviso sentì qualcosa di caldo sulla testa
e, guardando in
alto, vide che si trattava di una giacca nera.
“Non
sapevo che i draghi prendessero il raffreddore.” disse una
voce
alla sua destra.
La
ragazza si girò subito, trovandosi di fronte un ragazzo dai
corti
capelli bianchi e gli occhi rossi come i suoi “Ashuros. Cosa
ci fai
qui?” chiese la ragazza.
“Calorosa
come sempre eh Lya?” disse Ashuros “Per rispondere
alla tua
domanda, sono appena tornato da una missione e stavo tornando al
dormitorio.”
“Capisco.”
disse Lya prima di lanciargli la giacca e riprendere il suo cammino
ma dopo appena un passo si ritrovò di nuovo la giacca in
testa.
“Penso
che quella serva di più a te.” disse Ashuros
passandole davanti e
solo allora Lya notò che nel raggio di un metro attorno ad
Ashuros
non pioveva.
“Tsk
perché non usi la tua magia anche su di me?”
chiese Lya.
“Oh
scusa, credevo che una ragazza come te non accettasse aiuto.”
disse
Ashuros sorridendo per poi creare una piccola pallina grigia e
lanciarla a Lya. La ragazza la prese al volo e attorno a lei si
creò
una specie di colonna che la isolava completamente dalla pioggia.
“Grazie.”
disse la ragazza passando ad Ashuros la sua giacca e riprendendo il
cammino verso i dormitori.
Dopo
una decina di minuti raggiunsero l’enorme collina sulla quale
sorgevano i due dormitori della gilda. Quello femminile era in cima
e, sotto raccomandazione di Nikora, era circondato da filo spinato
mentre quello maschile si trovava ai piedi della collina.
“Ci
vediamo!” disse Ashuros dirigendosi verso il dormitorio
maschile.
Lya
alzò solo un braccio in segno di saluto e poi si
avviò verso il suo
dormitorio.
*
* *
Ashuros
entrò in camera sua, cercando di non chiudere la porta
troppo forte,
dopotutto erano le due del mattino come si poteva leggere sui diversi
orologi appesi alla parete. Il ragazzo fissò per qualche
secondo le
pareti color pesca piene di orologi digitali e analogici, assaporando
il ticchettio delle lancette, dopodiché si diresse verso il
suo
letto e, dopo aver buttato la katana e la giacca sulla poltrona li
vicino, ci si lasciò cadere senza esitazione cercando di
addormentarsi il prima possibile ma il suo desiderio venne subito
infranto da qualcuno che bussò alla sua porta.
Ashuros
sospirò sonoramente e andò ad aprire la porta,
ritrovandosi davanti
uno dei rissaioli per eccellenza della gilda “Yukiteru? Che
vuoi a
quest’ora?”
“Ciao
Ashuros scusa se ti disturbo, ma avrei bisogno di un
consiglio.”
disse Yukiteru.
“Un
consiglio? Su che cosa?” chiese Ashuros.
“Ehm...
ecco...” iniziò Yukiteru leggermente rosso in viso
“… a
proposito di una ragazza”.
“Una
ragazza? Oh oh il nostro drago del fulmine si è
innamorato!” disse
Ashuros.
“Ssst
fa silenzio!”
“Ok
ok ma perché proprio ora?” chiese Ashuros.
“Cos’è?
Ti devo chiedere suggerimento in gilda davanti a lei?” chiese
Yukiteru.
“Quindi
fa parte della gilda eh? Va bene, entra pure.” disse Ashuros
e il
mago del fulmine e della luce entrò, uscendo qualche minuto
dopo.
“Grazie
mille Ashuros! A domani!” salutò Yukiteru andando
verso la sua
stanza.
-Finalmente
posso dormire!- pensò Ashuros ma, quando orma era
vicinissimo al
letto, qualcuno bussò di nuovo alla porta. Esasperato,
Ashuros andò
alla porta, la aprì e si trovò di fronte un
ragazzo a torso nudo.
“Ehi
Ashuros! ”disse il ragazzo.
“Hiro?
Perché sei qui?” chiese Ashuros.
“Avrei
bisogno di un consiglio e tu mi sembri una persona
affidabile.”
disse Hiro sorridendo.
-Dev’essere
uno scherzo…- pensò Ashuros prima di chiedere
“Riguarda una
ragazza?”
“Wow
come facevi a saperlo?”
“Intuito…”
disse Ashuros -… e tanta sfiga…- per poi fare
entrare Hiro ma,
mentre stavano parlando, si sentì un urlo provenire da
qualche
camera più in là.
[Qualche
minuto prima]
Edward
aprì gli occhi, svegliato da un tuono particolarmente
potente.
Sospirò e iniziò a guardarsi attorno, sperando di
riprendere sonno
il prima possibile. La sua camera aveva, come molte altre camere, le
pareti viola e, sotto sua richiesta, vi erano presenti: un minibar,
una dispensa a muro piena di veleni di sua creazione e non, un sacco
da box e le solite cose come una poltrona, una libreria e un letto
abbastanza largo.
Il
ragazzo cercò di alzarsi ma qualcosa lo bloccava,
precisamente gli
bloccava il braccio destro e sentiva anche una certa pressione sul
torace. Lentamente, volse lo sguardo verso il suo braccio destro ma
trovò la visuale ostruita da una ragazza dai lunghi capelli
bianchi
addormentata dolcemente proprio sul suo braccio.
Edward
la fissò per qualche secondo, dopodiché si
tirò un pizzicotto
sulla guancia sinistra con la mano libera e, capendo che non era un
sogno, la sua reazione fu tranquilla e senza esagerazioni.
“AAAAAAAAAAAAHHH!!!!!”
urlò a pieni polmoni cadendo di schiena dal letto e
svegliando la
ragazza che, stropicciandosi gli occhi, guardò il ragazzo a
terra e
chiese “Edy perché mi hai svegliata? Dormivo
così bene!”
Edward
si sedette per terra e disse “Oh scusami Yelle non era mia
intenzione ma vorrei farti una piccolissima domanda… che
cazzo ci
fai tu qui?!?”
“I
fulmini mi spaventano e non riesco a dormire.” rispose
tranquillamente Yelle “Così ho pensato:
“Ehi caso mai se mi
metto vicino a qualcuno riuscirò a dormire!” e
infatti stavo
dormendo senza problemi”.
“Non
potevi andare a dormire con Erika?” chiese Edward.
“Non
volevo disturbarla. Per caso… non ti piace la mia
compagnia?”
chiese Yelle fissandolo con occhi da cucciola.
“Ehm…
no non è questo! E’ solo
che…” iniziò Edward quando si
sentirono delle voci provenire da oltre la porta.
“Edward
tutto bene?”
“Ti
abbiamo sentito urlare”.
“Possiamo
entrare?”
“No
no! Non è niente! Solo un incubo!” urlò
Edward ma il suo urlo
venne coperto da un tuono e i ragazzi al di là della porta,
non
sentendo nessuna risposta, entrarono.
Il
primo ad entrare fu Hayato, seguito da Kira, Rahl e CJ che fu il
primo a parlare “Ehi Edward perché hai
urlato?” ma il suo
sguardo, così come quello degli altri cadde sulle lenzuola
di Edward
che si stavano muovendo.
“Edward…
cosa c’è li sotto?” chiese Rahl.
“N…
niente di niente!” disse Edward sorridendo ma le sue buone
intenzioni vennero mandate a benedire da Yelle che uscì di
colpo da
sotto le lenzuola e disse “Edy ma sei matto? Vuoi
soffocarmi?”
poi, finalmente, si accorse degli altri ragazzi, le cui mascelle
stavano toccando terra, e disse “Oh ciao ragazzi! Come mai
tutti
qui?”
“Edward?
Devi dirci qualcosa?” chiese Hayato guardando il mago del
veleno.
“Ehm…
veramente…” disse Edward.
“Su
su lasciamoli soli.” disse Kira iniziando a tirare per la
maglietta
Hayato e CJ “In fondo un ragazzo e una ragazza meritano un
po’ di
privacy ogni tanto.” e fece l’occhiolino a Edward
che lo fissò
allibito “Aspetta! Noi non…!”
“Tranquillo
domani ci racconterai tutto!” disse CJ prima di chiudere la
porta.
Yelle
fissò Edward che aveva un’aria particolarmente
preoccupata e
chiese “Tutto bene?”
Il
ragazzo la fissò a sua volta e, malgrado nella sua mente si
accalcassero insulti e imprecazioni di ogni tipo, si limitò
a dire
“Niente di niente… torniamo a dormire.”
e si sdraiò di nuovo
nel letto. Yelle non si fece attendere neanche un secondo e si
sistemò di nuovo sopra il braccio di Edward, addormentandosi
all’istante.
*
* *
Il
mattino dopo, finalmente aveva smesso di piovere e un ragazzo dai
corti capelli neri con diversi tatuaggi e cicatrici a coprirgli il
corpo, si trovava ancora nel dormiveglia ma fu gentilmente svegliato
da due voci femminili.
“Amlach!
Svegliati stupido lupo!” urlò una ragazza.
“Ehm…
Amlach svegliati per favore.” disse un’altra.
Il
ragazzo aprì di scattò gli occhi e li
piantò subito sulle due
ragazze di fianco al suo letto. La prima, con indosso una divisa
scolastica, lo fissava con aria di rimprovero, mente la seconda,
leggermente rossa in viso lo fissava con uno sguardo che sembrava
quasi preoccupato.
Amlach
chiuse un secondo gli occhi dopodiché si alzò
lentamente,
sbadigliando nel mentre e si concentrò sulle due ragazze
davanti a
lui “Misaki… Hana… cosa ci fate in
camera mia?”
“Che
domande! Siamo venute a svegliarti! Così possiamo andare a
fare
colazione!” rispose Misaki.
“Giratevi.”
disse secco Amlach e le due eseguirono con un certo timore. Dopo
pochi secondi sentirono uno strano rumore dietro di loro per poi
essere alzate da terra. Iniziarono a dibattersi e scoprirono che
Amlach si era trasformato in licantropo e le aveva sollevate
tenendole per il colletto.
Il
lupo si avvicinò alla porta, usò la sua ombra per
aprirla e
depositò delicatamente Hana in corridoio,
dopodiché chiuse la porta
a chiave.
“Ehm…
Amlach? Perché l’hai chiusa fuori?”
chiese Misaki anche se nel
profondo era felice di ciò.
“Lei
non sa volare.” rispose Amlach.
“Eh?”
fece Misaki un secondo prima di essere scagliata fuori dalla finestra
“Aaaaaaah!!!” urlò la ragazza prima di
iniziare a levitare a
pochi centimetri dl terreno.
“Ehi
ma sei diventato matto?!?” urlò Misaki.
“Aspettatemi
di sotto.” disse Amlach, tornato normale, dalla finestra,
dopodiché
la chiuse. Il ragazzo si mise la sua solita maglietta con il drago e
il lupo intenti a combattere e fissò un vecchio disegno di
famiglia
appoggiato sul comodino di fianco al letto. Lo prese in mano e
fissò
attentamente ogni singola persona disegnata, dopodiché lo
rimise al
suo posto e si diresse verso la sua scrivania di legno intagliata e
prese le tre katana in cima al mucchio di spade. La prima di esse era
quella che aveva guadagnato dallo scontro con Sarah mentre le altre
due gliele avevano regalate Hana e Misaki.
La
prima gli aveva regalato una katana con l’impugnatura e il
fodero
blu scuro, la guardia a forma di pinne di squalo e con la lama grigia
con striature azzurre, mentre Misaki gli aveva preso una katana dal
fodero nero con dei simboli dorati, la guardia circolare dorata,
l’impugnatura nera e la lama nera con riflessi dorati.
Le
sistemò a ventaglio sul fianco destro e uscì
dalla stanza
dirigendosi poi verso la gilda insieme a Misaki e Hana.
*
* *
Intorno
ad un tavolo, erano radunate diverse ragazze, ma solo due erano
sedute. La prima aveva dei corti capelli neri, gli occhi gialli e il
braccio destro era meccanico, mentre la seconda aveva
anch’essa i
capelli neri ma più lunghi, gli occhi color cioccolata e la
pelle
pallida.
“Keh!
Ti batterò in meno di cinque minuti Miyuki!” disse
la seconda.
“Non
credo Zafrina.” disse la seconda con un tono particolarmente
freddo
e distaccato.
Dietro
a Miyuki c’era una ragazza dagli occhi blu con una spada
sulla
schiena che sembrava particolarmente ansiosa “Dai Miyuki
vinci e
incassiamo la vincita!”
Dietro
a Zafrina, invece, vi erano tre ragazze: la prima di esse aveva un
cronometro in mano, le orecchie a punta e gli occhi neri con diverse
striature viola; la seconda aveva i capelli arancioni lunghi fino
alla vita, un grosso fiocco bianco dietro la testa e ed era
particolarmente bassa, mentre la terza aveva dei lunghi capelli
bianchi, gli occhi neri e una cicatrice bianca sotto l’occhio
destro.
“Stai
pronta a prendere il tempo Tsuki!” disse Zafrina rivolgendosi
alla
prima ragazza.
“Tranquilla
Zafrina, sono pronta.” disse Tsuki a sua volta.
“Forza
Zafrina guadagniamo quelle monete d’oro!” disse la
seconda
ragazza.
“Ci
penso io Arya!” disse Zafrina alla seconda ragazza poi si
rivolse
all’ultima “Sta a vedere come si vince
Kay”.
“Sono
proprio ansiosa di vederti con la faccia a terra.” disse Kay
mostrando un sorriso strafottente.
“Ok.
In posizione.” disse Tsuki e le due ragazze sedute misero il
braccio destro sul tavolo, poggiando sul gomito e stringendosi la
mano “Pronte… via!” disse Tsuki e
avviò il cronometro.
“Mi
dispiace per te Miyuki… ma è difficile battermi a
braccio di
ferro.” disse Zafrina.
“Spiacente
ma attualmente… ce l’ho io un braccio di
ferro.” disse Miyuki e
con un leggero sforzo scagliò Zafrina contro il muro,
lasciando
tutte le altre basite, tranne Kay che se la rideva.
“Yeeeh!
Grande Miyuki!” urlò la ragazza con la spada.
“Sigh…
e va bene Hanako… ecco le tue monete.” disse Arya
porgendo ad
Hanako dieci monete d’oro.
“Grazie!”
disse Hanako sorridendo, dopodiché ne prese una, la
scartò,
mostrando un disco di cioccolato al latte, e lo mangiò in un
solo
colpo, mentre la povera Arya si limitò a fissarla.
“Quanto
è durata?” chiese Kay a Tsuki.
“Due
minuti e trentanove secondi.” rispose la leader del loro team.
“Ah
ah ah fai pena Zafrina!” disse Kay.
Zafrina
si limitò a sbuffare dopodichè si andò
a sedere al bancone del
bar.
“Hai
sottovalutato la tua avversaria.” disse una voce alla sua
destra.
Zafrina si voltò in quella direzione e si trovò
davanti la master
della gilda.
“Aika,
lo sai che non sopporto le persone mi dicono cosa ho
sbagliato.”
disse Zafrina fissandola con sguardo torvo.
“Tranquilla,
me lo ricordo. E’ solo che volevo infastidirti un
po’!” disse
Aika sorridendo “Ma vedo che non è stata una
grande idea quindi ti
offro una missione”.
“Una
missione?” chiese Zafrina.
“Sì.
Perché non vai in cerca di membri per la gilda? Caso mai
incontrerai
il tuo amore.” disse Aika con sorriso malizioso.
“Tsk
e va bene ma lo faccio solo perché sei la master e non per
trovare
qualcuno che mi…” iniziò Zafrina ma
troncò la frase a metà
girandosi, palesemente rossa in viso, e dirigendosi verso
l’uscita.
“Mi
sa che è parecchio felice di andare in missione.”
disse Aika, poi
notando una ragazza seduta poco lontano, la chiamò a
sé “Giada!
Vieni qui un attimo!”
La
dragon slayer della natura si avvicinò a lei e chiese
“Sì, cosa
c’è master?”
“Accompagna
Zafrina a trovare membri… non voglio che mi scateni un
magnitudo
dodici in piena Zafirus.” disse Aika.
“Ok
nessun problema! Sarà divertente!” disse Giada per
poi seguire
Zafrina ed uscire dalla gilda, nello stesso istante in cui
entrò
Miel, seguita a ruota da Penny che sembrava supplicarla.
“Ti
prego Miel!”
“Ho
già detto di no Penny, non insistere!” disse Miel.
“Andiamo!
E’ una cosa di pochi minuti!” disse Penny.
“Pochi
minuti un corno e poi mi vergogno troppo quindi no!” disse
Miel per
poi sedersi vicino ad Aika.
“Qualche
problema?” chiese Aika.
“Sì
Miel non vuole farmi da modello per un disegno!”
protestò Penny.
“Dov’è
il problema?” chiese ancora Aika.
Penny,
allora, mostrò un lungo abito nero con striature viola senza
spalline e disse “Non vuole indossare questo bellissimo
abito!”
Miel
arrossì leggermente e disse “Io non lo metto
quello! Detesto quel
genere di cose!”
“Andiamo!
Ti ho anche fatto un buco per la tua coda da tigre!” disse
Penny
mostrando il foro sul retro del vestito.
“Non
m’importa! Io non lo metto! Punto!” disse Miel poi
chiese a Aika
“Ci sono dei ghiaccioli?”
“Purtroppo
no… devo andare a comprarli. Se vuoi
c’è un po’ di frutta.”
disse Aika.
“Uffa…
io volevo un ghiacciolo.” disse Miel.
In
quel momento passò Ashuros che le disse “Se vuoi
del ghiaccio è
appena entrato mister granita.” alludendo ad un ragazzo che
indossava degli occhiali da snowboard.
“Ti
ho sentito razza di fantasmino!” urlò a sua volta
il ragazzo.
“Ryu!
Che tempismo!” disse Aika “Vieni qui!”
“Cosa
c’è?” chiese Ryu.
“Non
è che potresti fare dei ghiaccioli con questa
frutta?” chiese
Aika.
“Cosa?
Non sono mica un gelataio ambulante!” si lamentò
Ryu.
Fu
di nuovo Ashuros a parlare “La verità è
che non ce la fai!”
“Grr!
Dammi quella frutta!” disse Ryu andando dietro al bancone e,
dopo
pochi minuti, aveva preparato una ventina di ghiaccioli. Ne diede uno
a Miel e uno a Aika.
“Buono!
L’arancia mi piace tantissimo!” disse Aika.
“Ti
ringrazio.” disse Ryu “Piace anche a te Miel non
è vero?”
chiese Ryu sorridendo a Miel che arrossì non poco
“C… come fai a
dirlo?”
“Beh…
ehm… stai scodinzolando…” disse Ryu
indicando la coda della
ragazza che, effettivamente, si stava muovendo a destra e a sinistra
molto velocemente.
Miel
arrossì ancora di più mentre fissava imbarazzata
la sua stessa
coda. Si alzò di scatto, afferrò qualche
ghiacciolo e scattò in
direzione della stanza relax.
“Forse
non dovevi dirglielo…” disse Aika.
“Lo
penso anch’io.” concordò Ryu.
Intanto,
a qualche tavolo di distanza…
“Ehi
Ashuros posso chiederti un favore?” chiese Penny.
“Quale
sarebbe?”
“Pensi
di riuscire a convincere Miel a indossare questo vestito?”
chiese
Penny mostrando l’abito.
“Ah
ah ah non credo, è probabile che mi ucciderebbe al primo
tentativo.”
disse Ashuros.
“Cos’è
neanche a te piace questo vestito? Bene! Vorrà dire che lo
brucerò!”
disse Penny per poi mettere il broncio.
“Dai
non fare così. Puoi sempre chiedere a qualcun
altro.” disse
Ashuros ma la ragazza non rispose e gli diede le spalle
-Uhm… e
adesso come faccio… aspetta forse lo so.-
dopodichè tirò fuori
dallo zainetto una tavoletta di cioccolato “Ehi Penny vuoi
del
cioccolato al latte?”
La
ragazza, sentendo la parola magica “cioccolato” si
girò di
scattò e annuì sorridendo, dimenticandosi
completamente del
vestito. Ashuros le lanciò la tavoletta e la ragazza
iniziò subito
a sgranocchiarla.
“Ti
sei appena guadagnato la mia simpatia!” disse Penny
interrompendo
per un secondo il suo pasto.
Ashuros
sorrise e pensò -Incredibile come un po’ di
cioccolato renda più
felici le persone…-
Qualche
metro dietro al ragazzo. Tre ragazze stavano chiacchierando
allegramente tra di loro e l’argomento principale era la
relazione
tra una delle ragazze e un altro membro della gilda.
“Così
ora tu e Angel state insieme eh?” chiese una ragazza con una
grossa
ascia bipenne sulla schiena.
“Ehm…
sì.” rispose timidamente la ragazza di fronte a
lei.
“Oh
Erika sono così felice per te!” disse
un’altra ragazza.
“Dai
fede, così mi metti in imbarazzo.” disse Erika.
“Ma
dobbiamo pur farti complimenti! Giusto Anya?” disse Fede e la
ragazza con l’ascia annuì.
“In
realtà vorrei che anche Miwako aprisse il suo cuore.
E’ chiaro
come il sole che lei e Zero sono fatti l’una per
l’altra.”
disse Anya.
“Mi
hai chiamata?” fece Miwako comparendo dietro
all’amazzone,
facendole prendere un infarto.
“Aaaah!
Miwako vuoi farmi morire?”
“No.”
disse Miwako per poi sedersi vicino a Erika che, come Fede e Anya,
notò subito che aveva le cuffie di Zero appese al collo.
“Ehi
Miwako… quelle sono le cuffie di Zero vero?”
chiese Fede.
“Sì,
sono le sue.” confermò Miwako.
“Andiamo
Miwako ammettilo! Ti piace Zero!” sbottò Anya
colpendo con un
pungo il tavolo, rischiando di distruggerlo.
Miwako
la fissò per qualche secondo, dopodiché disse
“Mi piace…” e
prima che le altre potessero gioire della sua frase, aggiunse
“…
la musica del suo mp3”.
“EH?”
fecero Fede, Anya e Erika.
“Mi
piace la musica che ascolta, quindi quando ne ho voglia, vado da lui
e gli prendo le cuffie e l’mp3.” spiegò
Miwako.
“Sei
senza speranza…” disse Anya sbattendo al testa sul
tavolo.
Erika
sorrise quando notò Leo dirigersi verso la stanza di
allenamento
estremo così gli andò incontro “Ehi
Angel!”
“Ciao
Erika! Come stai?” chiese Leo sorridendo.
“Tutto
bene!” disse Erika sorridendo a sua volta poi il suo sguardo
cadde
sullo zaino che il ragazzo si portava appresso “Stai andando
in
missione?”
“No,
vado ad allenarmi per qualche giorno nella fascia sconosciuta. Non
voglio trasformarmi di nuovo e perdere il controllo.” disse
Leo.
“Credevo
ti piacesse essere preso a testate da me.” disse Erika
sorridendo.
“Di
sicuro mi piace ma alla lunga la mia testa potrebbe
risentirne.”
disse Leo buttandola sul ridere.
“Ah
ah d’accordo, buona fortuna.” disse Erika per poi
dargli un bacio
sulla guancia, il tutto sotto lo sguardo di mezza gilda ma a lei gli
importava ben poco.
Leo
salutò Erika e altri membri della gilda,
dopodichè attraversò la
porta/portale e fu subito nella fascia sconosciuta.
-Devo
diventare più forte…- pensò Leo per
poi prendere la spada bianca
-… e devo imparare ad usare anche questa!-
*
* *
Giada
e Zafrina stavano camminando tranquille per le vie di Zafirus. La
prima fissava le varie vetrine dei negozi sorridendo, mentre la
seconda lanciava delle occhiatacce ai vari ragazzi che
indietreggiavano sempre o distoglievano lo sguardo per paura.
La
signora delle catastrofi sospirò pensando -Non
c’è nessuno con un
po’ di spina dorsale-.
“Senti
Zafrina, come li troviamo dei nuovi membri?” chiese Giada.
“Che
ne so, proviamo a...” iniziò Zafrina ma il
vociferare di diverse
persone messe in cerchio attirò al sua attenzione.
Le
due ragazze si avvicinarono e Giada chiese ad un signore
“Scusi,
cosa sta succedendo?”
“Poco
fa un ragazzo ha sfidato un famoso mercenario a duello e ora stanno
combattendo.” spiegò l’uomo.
Giada
alzò un po’ il terreno sotto i suoi piedi
così, lei e Zafrina,
poterono assistere al combattimento.
I
due sfidanti erano a pochi metri l’uno dall’altro.
Il primo,
probabilmente il mercenario, era un uomo sulla quarantina, pelato con
gli occhi neri e indossava un’armatura di ferro nero, mentre
il suo
avversario era un ragazzo dai capelli blu scuro legati in una treccia
con gli occhi rossi le cui iridi erano allungate come quelle di un
gatto. Era parecchio alto e aveva un fisico allenato con le spalle
larghe anche se non in modo eccessivo. Indossava delle scarpe da
ginnastica blu, un paio di jeans dello stesso colore, due cinture che
però passavano solo per alcuni passanti dei jeans, una
maglietta
nera e, sopra di essa, un giacchino nero lungo fino a metà
busto con
le maniche larghe e lunghe fino oltre le mani.
Il
ragazzo teneva nella mano destra una strana arma. Aveva
l’impugnatura
di una katana e la guardia era molto grande e aveva una forma ovale,
e, al posto della lama, vi era una specie di frusta composta da varie
placche affilate sui alti. Le placche avevano una forma rettangolare
ma uno dei due alti più corti era fatto a punta verso
l’esterno
mentre sull’altro lato, la punta era verso
l’interno, in più, le
varie placche, erano collegate tra di loro da quello che sembrava
fuoco blu. (se non avete capito come è fatta
l’arma, guardate la
spada di EVE di Soul Calibur).
“Coraggio
vecchio, mostrami il tuo potere.” disse il ragazzo mostrando
un
ghigno strafottente.
L’uomo
scattò subito verso di lui, trasformando il suo braccio in
uno
spadone e cercò di colpirlo dall’alto ma il
ragazzo scansò di
lato e lo colpì con una frustata alla caviglia destra,
recidendogli
il tendine. L’uomo cadde a terra e ammise la sconfitta. Il
ragazzo,
sempre con il ghigno sul volto, rinfoderò la frusta, le cui
placche
si incastrarono dentro la guardia, appendendola alla cintura che
pendeva verso destra e prese uno zaino da terra sistemandoselo sulle
spalle, dopodichè se ne uscì dal cerchio di
persone.
“Hai
visto? Quel ragazzo è parecchio forte!” disse
Giada.
“Sì
ho visto. Andiamo a parlarci.” disse Zafrina e le due
andarono di
corsa dal ragazzo.
“Ehi
tu, sei piuttosto forte!” disse Giada parandosi di fronte al
ragazzo il quale ghignò compiaciuto e disse “Lo
so! Ero venuto in
questa città per trovare maghi forti ma sono rimasto un
po’
deluso”.
“Perché
non ti unisci a Last Hope? Troverai un sacco di maghi forti da
sfidare!” disse Giada.
“Sul
serio?” chiese il ragazzo.
“Certo!
La nostra sede è a pochi minuti fuori città. Se
ci vai, digli che
ti mandato Giada, che sarei io, e Zafrina.” disse Giada.
“Ok,
lo farò, comunque io mi chiamo Shi, Shi Kurai.”
disse il ragazzo
mostrando l’ennesimo ghigno dopodichè si diresse
verso il portone
indicato da Giada.
“E
uno è andato!” disse Giada facendo il segno di
vittoria a Zafrina
“Però è un
peccato…”
“Cosa?”
chiese Zafrina.
“Non
era il mio tipo… se fosse stato un mago del fuoco ci avrei
fatto un
pensierino.” disse Giada.
“Oh
non sapevo che anche tu stessi cercando il cavaliere
azzurro.”
disse Zafrina con un sorriso malizioso.
Giada
arrossì leggermente e disse “N… non
è come sembra! Io… io…
devo andare!” e scattò a tutta
velocità, distanziando in breve
tempo la campagna che per poco non si mise a ridere.
“Keh,
delle volte sembra proprio una bambina.” disse Zafrina quando
qualcuno si scontrò con lei da dietro. La ragazza cadde in
avanti e,
inavvertitamente, posò con violenza le mani a terra,
generando una
breve scossa di terremoto.
“Ehi
che cos’è successo?” disse una voce
dietro di lei. La ragazza si
girò e vide una ventina di uomini armati. Evidentemente era
stato
uno di loro a spingerla.
“Non
lo so.” disse un altro poi vide Zafrina a terra e aggiunse
“Dev’essere stata lei! Appena ha toccato il terreno
è partita la
scossa”.
“Sì
dev’essere così! Ehi ragazzina preparati, ora ti
insegneremo a non
spaventare più la gente!”
-Questi
sono completamente fuori.- pensò Zafrina con un sorriso
mentre si
alzava -Vogliono combattere? Ci sto!- e stava già per
generare
un’altra scossa quando una voce arrivò dietro di
lei.
“Cos’abbiamo
qui?”
Gli
uomini alzarono la testa e Zafrina si girò per fronteggiare
un
ennesimo avversario ma dovette ricredersi subito.
La
voce apparteneva ad un ragazzo della sua età abbastanza
muscoloso e
alto poco più di lei. Indossava delle scarpe da ginnastica
bianche,
dei pantaloncini di jeans, una maglietta a maniche corte nera
provvista di cappuccio e un cappellino con visiera bianco. Malgrado
il cappello e il cappuccio, Zafrina poté vedere due
brillanti occhi
verdi e dei cortissimi capelli neri.
Il
ragazzo lanciò in alto una moneta e la prese al volo senza
neanche
guardare, dopodiché disse “Mi sembra di capire che
voi stiate
importunando questa ragazza”.
“Ehi
moccioso sparisci! Questa ragazza si diverte a scatenare scosse
sismiche!” disse un uomo estraendo una spada a una mano.
“Oh
si tratta di quello? Allora devo informarvi che sono stato io a
produrla.” disse il ragazzo sorridendo.
Zafrina
lo fissò incuriosita. Cosa sperava di ottenere mentendo?
“Per
caso stai cercando di salvare la tua amichetta?” chiese
l’uomo
con la spada “Allora mostraci il tuo potere”.
“Ok,
ma poi non venite a piangere da me.” disse il ragazzo,
dopodichè
alzò il piede destro e colpì il terreno. Per
qualche secondo non
accadde nulla ma poi, iniziò un’altra scossa
sismica e da sotto il
suo piede partì una crepa nel terreno che passò
vicino a Zafrina
per poi dividersi in due e circondare il gruppo di uomini.
Non
appena l’accerchiamento fu completo, il terreno sulla quale
si
trovavano quegli uomini sprofondò di diversi metri,
intrappolandoli.
“Quello
è…!” disse Zafrina allibita.
“Il
tuo potere… già!” disse il ragazzo
avvicinandosi.
“Come
hai fatto a...?”
“E’
il mio potere. Io posso copiare qualunque potere che vedo e renderlo
anche più forte.” spiegò il ragazzo
“Ti chiedo scusa per
avertelo copiato, io sono Vaiter Cromo, ma chiamami Vaiter”.
“Nome
particolare.” disse Zafrina.
-Colpa
di chi mi ha creato che aveva poca fantasia...- pensò il
ragazzo
prima di dire “Ehm... già molto particolare. Posso
sapere, invece,
qual è il tuo?”
“Zafrina
McConner”.
“La
Distruttrice.” aggiunse Vaiter sorridendo.
“Precisamente.”
disse Zafrina per poi aggiungere “Non so se tu possa essere
considerato forte o meno... ma ti andrebbe di unirti a Last Hope, la
gilda che combatte contro i demoni?”
“Certo,
perché no? Così se ne avrai bisogno
potrò aiutarti di nuovo.”
disse Vaiter sorridendo e per risposta si beccò un pugno
nello
stomaco che lo fece piegare in due.
“Probabilmente
lo capirai da solo ma... io non ho bisogno di aiuto. Chiaro?”
disse
Zafrina.
“Messaggio...
ricevuto...” disse Vaiter per poi iniziare a seguire una
Zafrina
divertita e seccata allo stesso tempo.
*
* *
Giada
smise di correre dopo pochi minuti, accortasi che Zafrina non
l’aveva
seguita.
-Che
stupida, perché sono scappata? Ora se provocherà
dei disastri la
master mi ucciderà!- pensò la bionda -Beh tanto
vale trovare
qualcuno da far unire alla gilda.- e iniziò a guardarsi
attorno
nella speranza di trovare qualcuno di interessante ma non
individuò
nessuno, così decise di uscire dalla città e
andare in un bosco lì
vicino.
-Entrerò
in sintonia con la natura e cercherò qualcuno di potente
nelle
vicinanze.- pensò Giada ma non appena raggiunse la radura
centrale,
vide un ragazzo sdraiato sotto ad un albero intento a dormire.
Da
quel che poteva vedere era particolarmente alto e non aveva un fisico
imponente, ma comunque ben allenato. Indossava delle scarpe da
ginnastica rosse, dei jeans neri e una specie di giacca rossa che
aveva la cerniera in diagonale, partendo dalla spalla destra, e per
finire un paio di occhiali con la montatura nera. I suoi capelli
erano argentati e lunghi fino alle spalle, completamente spettinati.
-Che
bel ragazzo.- pensò Giada -Dimenticavo, il rituale!- e si
diresse
verso l’albero sotto la quale era sdraiato il ragazzo
“Ehm...
scusa”.
Il
ragazzo aprì gli occhi per guardare Giada e la ragazza
rimase
particolarmente affascinata dagli occhi viola del ragazzo.
“Cosa
vuoi?” chiese il ragazzo.
“Scusami
se ti ho svegliato, ma ho bisogno di quest’albero per una
cosa.”
spiegò Giada indicando il suddetto albero.
Il
ragazzo fissò prima la ragazza poi l’albero ed
infine di nuovo la
ragazza, poi disse “E’ tuo?”
“Uh?
No non è mio.” disse Giada.
“Allora
non rompere e aspetta che io mi sia riposato abbastanza.”
disse il
ragazzo.
“Cosa?
Ehi dico ma con che tono mi parli?” disse Giada fissandolo
male.
“Senti
ragazzina su questo albero non c’è scritto il tuo
nome e siamo in
un paese libero, quindi fino a prova contraria posso sdraiarmi dove
voglio e parlarti come meglio credo.” disse il ragazzo.
-Ok
uno a zero per lui...- pensò Giada “Ok almeno si
può sapere
quanto tempo ci vorrà?”
“Penso
fino a quando non tornerà Spyd.” disse il ragazzo.
“Chi
è Spyd?” chiese Giada e una voce molto vicina,
alla sua destra
disse “Io sono Spyd!”
La
ragazza si voltò subito e cercò qualcuno con lo
sguardo ma non vide
nessuno. Solo dopo pochi secondi si accorse di una adorabile
tarantola nera, grossa come una mela, appoggiata sopra la sua spalla
che la fissava con i suoi sette occhi rossi. Il ragno alzò
le due
zampe davanti e disse “Salve come va?”
Giada
non disse nulla limitandosi a fissare quel
“piccolo” animaletto e
iniziò a tremare leggermente. Il ragno non ricevendo
risposta, si
avvicinò di più e iniziò a camminarle
sulla faccia fermandosi
sulla fronte dove disse “Non mi sembra che abbia la febbre.
Non
capisco cos’abbia. Ehi Michael dammi una mano”.
Il
ragazzo si alzò pigramente e si avvicinò a Giada
che non la
smetteva di tremare manco fosse un cellulare con il vibra attivo.
Spyd con un balzo arrivò sulla testa del ragazzo e riprese a
fissare
Giada.
“Ehi
che ti prende?”
Giada
finalmente smise di tremare e tornò a guardare avanti a
sé,
scoprendo che i loro visi erano terribilmente vicini. La ragazza
arrossì di colpo e si allontano di qualche passo poi
indicò il
ragno e disse “Que... quello... è …
è...”
“Questo
è Spyd ed è il mio compagno di
viaggio.” spiegò con noncuranza
Michael.
“P...
piacere...” disse Giada.
“Il
piacere è tutto mio signorina!” disse cordialmente
il ragno.
“Bene,
ora che ho ritrovato il mio compagno, puoi usare questo albero come
meglio credi.” disse il ragazzo e fece per allontanarsi ma
Giada lo
fermò “Sei un mago vero?”
Il
ragazzo si girò verso di lei e, sorridendo disse
“Indovinato.
Michael Erven, God Slayer del fuco, al tuo servizio.” e fece
un
elegante inchino.
“God
slayer del fuoco? Quindi sei parecchio forte!” disse Giada
sorridendo.
“Il
God Slayer più forte sulla piazza.” disse Michael
sorridendo.
“Ora
non esagerare... comunque sia io sono Giada Angeles ma puoi chiamarmi
Gigi.” disse la ragazza sorridendo.
“Piacere,
il mio nome lo sai già ma puoi chiamarmi Mike.- disse
Michael.
“Va
bene... senti non è che ti andrebbe di unirti a Last Hope?
La gilda
di questa città.” chiese Giada.
“Una
gilda eh... perchè no? Solo una cosa, i ragni sono
ammessi?”
chiese a sua volta Michael indicando il suo ragno che fissava Giada
con uno sguardo supplichevole.
“Certo
che sì!” disse Giada. Avrebbe detto qualunque cosa
pur di farlo
unire alla gilda e sventare così una possibile punizione da
parte
della master.
“Ok,
allora ci sto!” disse Michael sorridendo e iniziarono ad
avviarsi
verso la gilda.
-Certo
che quell’albero fa miracoli! Non ho neanche dovuto usare il
mio
potere!- pensò Giada sorridendo.
*
* *
Shi
stava camminando tranquillo lungo un sentiero poco fuori da Zafirus.
Aveva chiesto alcune indicazioni ai paesani e finalmente aveva
trovato la strada per Last Hope.
Si
guardò attorno contemplando il panorama con un ghigno,
quando notò
una ragazza seduta sul margine di un fiume con le gambe a mollo. La
ragazza aveva la pelle chiara, dei lunghi capelli biondo platino
raccolti in una coda alta e parecchio spinosi (ciuffi a punta), ma si
potevano vedere due trecce nere che partivano da sotto le orecchie e
cadevano sul davanti. Aveva le orecchie leggermente a punta e Shi
riuscì a vedere anche il numero 69 tatuato sul lato destro
del collo
e la cicatrice che le scendeva dalla tempia destra fino alla guancia.
Il
ragazzo rimase fermo qualche secondo a scrutarla per bene e, non
appena vide la lunga katana nera sulla schiena e lo spadino appeso ad
un fianco dal manico bordeaux, decise di provare una pazzia.
Silenziosamente tirò fuori la sua frusta e con un
rapidissimo
movimento, scagliò un attacco a sorpresa contro la ragazza.
-Vediamo
se la mia intuizione è giusta.- pensò Shi con un
ghigno mentre la
punta della sua frusta si avvicinava velocemente alla ragazza.
La
ragazza non si mosse fino all’ultimo secondo quando, senza
neanche
vedere l’attacco, inclinò la testa da un lato,
evitando la frusta,
dopodichè estrasse il suo spadino e con un secco colpo
laterale,
deviò interamente l’attacco di Shi, il quale la
fissò mostrando
un ghigno di sfida.
-Non
lo ha neanche visto arrivare eppure è stata in grado di
evitarlo e
deviarlo... lo sapevo, è in gamba!- pensò il
ragazzo.
La
ragazza si alzò in piedi e si girò verso Shi che
poté finalmente
osservarla per intero. La ragazza aveva due occhi color grigio scuro
imperturbabili che lo fissavano senza nessuna emozione apparente. Sul
dorso della mano sinistra aveva tatuato un albero per metà
vivo e
metà morto. Le due trecce nere finivano
all’altezza dell’ombelico
e aveva anche un ciocca nera che le cadeva sulla fronte.
Shi
rinfoderò la sua frusta e notò due particolari:
il primo era che la
ragazza era scalza e secondo, il suo braccio sinistro era ricoperto
da placche di metallo scuro che sembravano letteralmente trapiantate
dentro ad esso.
“Perché
mi hai attaccata.” disse la ragazza con voce fredda iniziando
a
camminare verso di lui.
“Volevo
solo testare la tua forza.” disse Shi ghignando e osservando
i
particolari vestiti della ragazza. Escludendo i piedi scalzi, la
ragazza indossava: dei pantaloni neri opaco, la gamba destra era
coperta fino a sotto il ginocchio mentre quella sinistra fino al
fondo della coscia; una fasciatura bianca che le copriva il seno e,
sopra di essa, un gilet nero senza maniche che le arrivava fino
all’ombelico; poco sopra la caviglia sinistra portava un
bracciale
nero a forma di spirale, mentre sul braccio destro aveva un lungo
bracciale nero e lucido che partiva dal polso e arrivava fino a sopra
il gomito, chiuso in alto e in basso da delle cinghie color bronzo.
La
ragazza, all’ultimo, scattò verso di lui e
cercò di colpirlo con
un affondo, sempre usando il suo spadino, ma Shi scansò di
lato
senza problemi e fece di nuovo scattare la sua frusta.
I
primi minuti di scontro furono un susseguirsi di parate e schivate
senza che nessuno dei due riuscisse a mandare a segno un colpo.
Dopo
essersi distanziati di qualche metro, Shi, sempre con un ghigno
stampato sulla faccia, decise di impegnarsi un po’ e i suoi
occhi,
precisamente le pupille, diventarono due mirini circolari con una
croce e riprese il suo attacco.
Dopo
essersi avvicinato un po’, scagliò la punta della
frusta verso la
ragazza ma all’ultimo, con un movimento di polso, fece
cambiare
direzione all’arma dirigendola verso destra. La ragazza
fissò la
frusta muoversi come un serpente e, dopo pochi secondi, si
ritrovò
circondata. Shi era riuscito a dare un effetto alla sua arma che si
era mossa intorno alla ragazza come una spirale ma per far
ciò,
aveva dovuto distanziare le placche tra di loro più del
normale,
però ora cinque di esse erano pronte per colpire la ragazza.
Con un
rapido strattone del braccio, la frusta si strinse intorno alla
ragazza come un serpente e le cinque lame avrebbero dovuto ferirla di
sicuro, ma accadde qualcosa che fece sgranare gli occhi a Shi, senza
però rimuovergli il ghigno.
La
ragazza fece un piccolo salto in alto e bloccò tutte e
cinque le
lame in questo modo: quella più bassa la
schiacciò a terra con il
piede destro, la seconda la bloccò tra l’alluce e
l’indice del
piede sinistro, la terza la defletté sfruttando le placche
metalliche sul braccio sinistro, la quarta la deviò usando
lo
spadino con la mano destra, mentre la quinta la bloccò
addentandola.
Per
qualche secondo nessuno fiatò poi Shi rinfoderò
di nuovo la sua
arma e disse “Tu verrai con me a Last Hope!”
“Perché
dovrei?” chiese la ragazza.
“Perché
sei forte e credo che una persona forte sia parecchio utile, in
più
se per caso hai un sogno potresti realizzarlo!” disse Shi
mostrando
quello che doveva essere il ghigno che sostituiva il sorriso.
La
ragazza rimase in silenzio per qualche secondo poi disse
“Accetto”.
“Bene!
Io sono Shi, Shi Kurai.” disse il ragazzo e le tese la mano.
“Byakuya
Okurukma.” rispose fredda la ragazza senza muoversi.
“Un
po’ freddini eh.” disse Shi “Va beh, non
posso farci niente.
Già che ci siamo... ti va di formare un team?”
“Un
duo.” disse Byakuya.
“Un
duo?”
“Sì.
Solo noi due. Troppe persone non vanno bene.”
spiegò Byakuya.
“Ehm...
ok per me va bene!” disse Shi ghignando per poi riprendere la
strada per la gilda, seguito da una silenziosissima Byakuya.
-Se
sarà così per sempre... la vedo buia.-
pensò Shi.
*
* *
Ormai
si erano già fatte le undici e una ragazza dai lunghi
capelli
azzurri stava correndo come una matta per le vie di Zafirus.
-Maledizione
mi sono svegliata tardi! Avevo promesso a Penny di aiutarla a
convincere Miel!- pensò la ragazza girando bruscamente un
angolo ed
evitando al pelo una donna anziana con le borse della spesa.
La
ragazza non si fermò mancò per un secondo ma
gridò “Mi scusi!”
Dopo
l’ennesima curva si trovò vicinissima ad un
ragazzo e gli urlò
“Spostati!!!” ma quello non lo fece, malgrado
l’avesse vista e
si scontrarono senza troppe cerimonie.
“Ahia...”
disse la ragazza massaggiandosi la testa “... ma si
può sapere
perché non ti sei spostato?!?”
“Avrei
potuto... ma non ne avevo voglia e non credo che un impatto del
genere possa averti fatto così male.” disse il
ragazzo
rialzandosi.
La
ragazza lo fissò per qualche secondo, meditando sulle
possibili
parole da dirgli. Il ragazzo era parecchio alto, aveva i capelli
corti e neri, gli occhi verde scuro e aveva la pelle molto chiara.
Indossava dei sandali blu, un paio di pantaloni marroni stretti, una
maglietta senza maniche marrone, sopra di essa un gilet aperto senza
maniche di colore blu e una sciarpa leggera dello stesso colore del
gilet e dei sandali.
“Comunque
mi dispiace se ti sei fatta male.” disse il ragazzo mostrando
un
sorriso a trentadue denti “Non era mia intenzione
ferirti”.
La
ragazza sospirò per poi ricambiare il sorriso “Dai
non fa niente,
in fondo sono io che correvo come una pazza. Mi chiamo Lyra
Yoshina”.
“Piacere
Lyra, io sono Stefan Joken.” disse il ragazzo sorridendo
quando
d’un tratto si sentì un verso acuto e un falco
marrone si adagiò
sulla spalla destra del ragazzo “Questo, invece, è
il mio
compagno: Vivos”.
“Che
bel falco!” disse Lyra iniziando subito ad accarezzare
l’animale.
“Già,
è il mio compagno da anni ormai... ma tornando a noi, non
andavi di
fretta?” disse il ragazzo.
“Cavolo
me ne ero dimenticata! Devo raggiungere la gilda il più
presto
possibile!” disse Lyra agitandosi.
“Tranquilla,
lascia fare a me. Devo pur farmi perdonare no? Su dimmi,
dov’è la
gilda?” chiese Stefan.
“Ehm...
su quella collina la ma...” iniziò Lyra ma Stefan
la interruppe
prendendola in braccio e iniziando a correre... molto più
velocemente di lei. Era un fulmine e, infatti, dopo pochi minuti
furono davanti alla gilda.
“Wow
sei parecchio veloce!” si complimentò Lyra.
“Beh
la velocità è il mio forte.” disse
Stefan per poi mostrarle delle
scariche elettriche tra le dita.
“Sei
un mago del fulmine?” chiese Lyra e Stefan annuì
sorridendo
“Allora devi unirti a Last Hope! Abbiamo sempre bisogno di
nuovi
maghi!” aggiunse Lyra sorridendogli.
Stefan
arrossì leggermente ma poi si riprese e disse “Mi
piacerebbe
molto!”
“Evviva!”
disse Lyra sorridendo di nuovo e riprendendo ad accarezzare Vivos
quando una voce familiare la sorprese alle spalle.
“LYRA!!!”
urlò Giada correndole incontro.
“Giada!”
urlò a sua volta Lyra abbracciando l’amica. Le due
ragazze si
presentarono ai ragazzi new entry della gilda e il momento critico
arrivò quando Stefan e Michael si presentarono. Il primo
inchiodò
gli occhi su Spyd e iniziò a balbettare “Que...
quello... è...
un... è... un... ragno?”
Michael
prese in mano Spyd e, guardando l’aracnide, disse
“Otto zampe,
sette occhi, due zanne, peli neri sul corpo, spara ragnatele... si
è
decisamente un ragno”.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!!!”
urlò a pieni polmoni Stefan iniziando a scagliare saette
contro Spyd
che venne prontamente difeso da uno scudo di fiamme nere di Michael.
“Meno
male che i ragni erano ben accetti...” disse Michael
guardando
torvo Giada che arrossì leggermente.
“Cercando
di scappare alla furia di Stefan, Michael entrò dentro la
gilda ma
non appena ebbe varcato la soglia, una saetta colpì il
pavimento
vicino a lui facendolo cadere e scaraventando il povero Spyd sulla
testa di una ragazza bionda con una katana di scaglie di drago appesa
alla vita, seduta vicino a Fede.
“Fede...
sei tu che mi stai solleticando la testa?” chiese la ragazza
con un
leggero tono terrorizzato.
“Nikki...
cerca di non muoverti... in questo momento... beh... tu...”
iniziò
Fede, anch’essa terrorizzata, cercando di scegliere le parole
adatte.
“HAI
UN FOTTUTO RAGNO IN TESTA, KYAAAAA!!!!!” urlò
scandalizzata Kay
saltando su di un tavolo e creando una barriera.
Nikora
vide di colpo sette occhi rossi che la fissavano dalla sua fronte e
Spyd disse “Piacere, io sono Spyd!”
“AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!”
urlò Nikora iniziando a sputare magma ovunque. Per fortuna
alcuni
maghi agirono prontamente. Hana e Ryu usarono i loro poteri per
fermare il magma mentre Ashuros cercò di raffreddarla
facendola
avanzare nel tempo, ma la situazione degenerò quando Nikora
colpì
il ragno con il dorso della mano scagliandolo sulla faccia di
Yukiteru che iniziò ad urlare istericamente e a correre per
tutta la
gilda.
“Qualcuno
lo fermi!” urlò Amlach cercando di fermarlo con la
sua ombra ma
senza successo.
La
situazione raggiunse il picco di pericolosità quando
Yukiteru venne
colpito in faccia da una sedia scagliata da Misaki e il povero Spyd
volò verso l’ufficio di Aika che uscì
proprio in quel momento
dicendo “Ehi potete fare un po’ di...!”
La
frase le morì in gola non appena sentì qualcosa
di peloso
solleticargli la lingua. Misaki aveva appena fatto il miglior
canestro della sua vita scagliando Spyd dritto in bocca ad Aika che
rimase immobile con la bocca aperta da cui uscì Spyd dicendo
“Che
denti puliti”.
Il
tempo parve fermarsi e non era opera di Ashuros. Tutti si zittirono
iniziando a fissare Aika...
Fuori
dalla gilda, Zafrina e Vaiter stavano per entrare quando sentirono un
poderoso
“KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!”
seguito da una scossa sismica.
I
due si guardarono interdetti.
“Sei
stata tu?” chiese Vaiter.
“Credevo
che fossi stato tu...” disse Zafrina. I due entrarono
titubanti
ritrovandosi di fronte ad una scena sia comica che preoccupante.
Aika
stava gattonando a terra leccando il pavimento e piangendo come una
fontana. Poco dietro di lei, un ragazzo dai capelli argentati stava
accarezzando una tarantola nera mentre Giada cercava di calmare
alcuni maghi desiderosi di spiaccicare l’aracnide.
“Mi
sono persa qualcosa?” chiese Zafrina.
“Forse
una o due cosette...” le disse Tsuki avvicinandosi.
Dopo
un paio di ore, i maghi riuscirono a calmarsi, soprattutto Kay,
Yukiteru e Stefan. I nuovi arrivati: Shi, Stefan, Michael, Byakuya,
Vivos e Spyd erano stati presentati alla gilda e la situazione era
ritornata alla normalità ma la calma era destinata ad essere
infranta di nuovo.
La
porta della gilda si aprì ed entrarono quattro persone, una
ragazza
e tre ragazzi. (avviso: sfilza di descrizioni in arrivo!)
La
ragazza era alta sul metro e sessanta ed era magra. Aveva dei corti
capelli arancioni che le arrivavano alle spalle e tendevano al rosso,
due grossi occhi rossi dalle sfumature nere con una croce bianca al
centro della pupilla con gli estremi allungati che le arrivavano fino
al bordo della pupilla. Indossava una canottiera bianca con su
scritto Atalante, un paio di jeans la cui gamba destra copriva poco
oltre al fondo schiena (uno o due cm in più di uno slip)
mentre la
gamba sinistra, lunga fino alla caviglia, aveva diversi strappi, e
per finire un paio di scarponcini marroni che le arrivavano fino al
polpaccio.
Il
primo dei tre ragazzi, che sembrava particolarmente timido visto il
modo in cui guardava gli altri, non era molto alto e aveva un fisico
magro e poco muscoloso. I suoi occhi erano blu accesso e aveva i
capelli biondi e corti, tirati in su con il gel. Indossava delle
scarpe da ginnastica nere, una tuta bianca e una fascia nera sulla
fronte sulla quale era rappresentato un ghepardo.
Il
secondo, parecchio più alto e dal fisico muscoloso, aveva
dei lunghi
capelli neri legati in una coda di cavallo e gli occhi del medesimo
colore. Indossava degli scarponi neri, un paio di pantaloni militari
e una maglietta bianca con sopra disegnato un grizzly nero. Appesi
alla vita aveva due pugnali da combattimento e sul braccio destro
aveva tatuato un cobra arrotolato intorno al braccio dal polso alla
spalla.
L’ultimo
dei ragazzi era alto come il secondo ma dal fisico meno pompato. La
cosa che saltò subito all’occhio furono le tre
cicatrici che gli
passavano sull’occhio destro. I suoi occhi erano dorati e la
pupilla era a forma... quadrata, mentre i capelli erano verdi e
corti, spettinati. Indossava una giacca grigia con sopra disegnato
una tigre nera dalla strisce rosse, dei pantaloni neri e delle scarpe
nere. Appeso al collo portava un dente di coccodrillo nero.
CJ
si alzò e fece per dirigersi verso la ragazza con ovvie
intenzioni
visto il sorriso malizioso che gli occupava metà faccia ma
Angel,
seduta di fianco a lui, era di un altro avviso e, dolcemente, gli
pestò il piede destro con il suo piede sinistro ricoperto di
acciaio. Il ragazzo stava per urlare ma la regina dei draghi gli
tappò la bocca con la mano sinistra e gli fece uno sgambetto
da
dietro facendogli sbattere la testa sulla panchina, mettendolo a
nanna. Il tutto era avvenuto nel più totale silenzio e Angel
non
aveva mai perso il sorriso, malgrado fosse un sorriso sadico.
“Piacere
io sono Kaname Yamamoto e voglio unirmi a questa gilda!”
disse la
ragazza fermandosi di fronte ad Aika la quale la fissò
sorridendo e
disse “Certo, sei la benvenuta!”
“Io
mi chiamo... Martin Lovens e... vorrei... unirmi a questa
gilda...”
disse il primo dei ragazzi a voce bassissima.
“Mi
chiamo Zack Roinferg e sono qui per lo stesso motivo!” disse
il
secondo.
“Jeff
White onorato di conoscerla. Chiedo di potermi unire a questa
gilda.”
disse il terzo.
Aika
acconsentì a tutte le richieste, dopodichè decise
di tornare nel
suo ufficio e, per la seconda volta, la situazione tornò
normale.
Aika
stava scrivendo alcune cose sul suo block-notes quando entrarono Shi
e Byakuya, il primo ghignando e la seconda con sguardo spento.
“Master,
volevamo informarti che creeremo un team di due.” disse Shi.
“Oh
bene! Come si chiamerà?” chiese Aika.
“Non
mi piacciono le cose elaborate perciò si chiamerà
semplicemente
Double Warrior.” disse Shi.
“Ok,
Double Warrior sarà!” disse Aika sorridendo,
dopodichè i due
uscirono dall’ufficio, lasciando la master alle sue faccende.
*
* *
Lya
era seduta al bancone del bar con una bottiglia di vodka davanti a
lei e un bicchiere in mano. Vuotò il bicchiere in un colpo
solo e
poi sorrise. Quel liquore la metteva di buon umore e non era neanche
troppo forte ma purtroppo era finito. Stava per alzarsi quando
un’altra bottiglia apparve davanti a lei e un ragazzo si
sedette
alla sua destra, anche lui con un bicchiere in mano.
“Mi
hanno detto che reggi bene!” disse Zack.
Lya
lo fissò per qualche secondo e disse “Ti hanno
detto bene”.
“Bene,
che ne dici di bere qualcosa?” disse Zack e le
riempì il
bicchiere.
-Nei
suoi occhi non vedo cattive intenzioni... tanto vale assecondarlo.-
pensò Lya per poi iniziare a bere.
Dopo
circa venti minuti e dieci bottiglie, i due si erano sciolti un
po’.
Nessuno dei due era ubriaco ma sembravano più rilassati e
Lya,
stranamente, sorrideva ad alcune battutine di Zack.
Su
di un tavolo poco lontano, un bicchiere iniziò a regredire
al suo
stato precedente al vetro ovvero la sabbia...
*
* *
Miel
era nella stanza degli allenamenti quando sentì una flebile
voce
dietro di lei “Tu... s... ei Miel... giusto?”
La
ragazza si girò e si trovò di fronte Martin con
lo sguardo fisso a
terra.
“Sì
sono io.” rispose Miel.
“Ecco...
volevo... chiederti una... cosa.- disse Martin alzando leggermente lo
sguardo.
Miel
di solito si trovava a disagio nel parlare con i ragazzi... ma con un
ragazzo così timido era praticamente impossibile!
“Nessun
problema, chiedi pure!” disse Miel sorridendo.
Martin
arrossì vistosamente dopodichè portò
le mani dietro alla schiena e
si sentì il rumore di una cerniera. Miel si
preparò ad ogni
evenienza ma rimase sorpresa nel vedere una coda di ghepardo sbucare
da dietro a Martin.
“Ecco...
ho visto che... anche tu hai una coda e... mi chiedevo... ehm... per
caso sai come farla sparire?” chiese Martin.
“Oh...
beh... devi sapere che io mi posso trasformare in una tigre se
voglio... forse tu ti puoi trasformare in un ghepardo.” disse
Miel
sorridendo ma rimase turbata nel vedere Martin in un angolino con
un’aura nera intorno.
“Io...
non ci riesco...” disse il ragazzo.
“Ehm...
forse c’entra con il tuo potere. Cosa sai fare?- chiese Miel.
“Controllo
la cenere...”
“Ehm...
potere... particolare eh eh!” disse Miel ma così
dicendo non fece
che aumentare l’aura nera intorno a Martin.
“Faccio
schifo... non so trasformarmi... e il mio potere è
inutile...”
Un
gocciolone cadde sulla testa di Miel che lo fissava senza sapere cosa
fare.
“Se
vuoi... possiamo allenarci insieme!” propose Miel e Martin,
finalmente, parve illuminarsi “Davvero?”
“Certo!
Così diventeremo entrambi più forti!”
disse Miel.
“Grazie!
Grazie!” disse Martin sorridendo e stringendole le mani per
poi
aggiungere “Solo... non ti arrabbiare se non sono
forte...”
Miel
sospirò sorridendo e, dopo avergli messo una mano sulla
testa gli
disse “Tranquillo, non lo potrei mai dire.” e
rimase sia felice
che imbarazzata nel sentire le fusa da parte di Martin.
A
qualche metro di distanza un sacco da boxe si ricoprì di un
sottile
strato di brina...
*
* *
Lyra
era seduta ad un tavolo intenta ad accarezzare Vivos, il falco di
Stefan, quando davanti a lei si sedette Jeff.
“Ciao,
scusami per il disturbo ma avrei bisogno di un consiglio.”
disse il
ragazzo.
“Certo,
chiedi pure.” disse Lyra sorridendo.
Jeff
posò sul tavolo un procione dagli occhi neri e le chiese
“Credi
che abbia la febbre?”
Due
tavoli più in la Penny nascose i suoi pastelli e
iniziò a fissare
male l’animale.
Lyra
rimase un attimo interdetta dalla domanda ma si concentrò
subito sul
procione iniziando ad analizzarlo.
“Uhm...
forse ha qualche linea ma niente di grave.” disse la ragazza.
“Oh
ti ringrazio di tutto cuore! Sai io adoro gli animali e questo
è
solo uno dei miei compagni.” disse Jeff sorridendo.
“Davvero?
Quanti ne hai?” chiese Lyra entusiasta.
“Un
centinaio!” disse Jeff “Tutti diversi
l’uno dall’altro”.
“Fantastico!
Anch’io adoro gli animali... non è che
potresti...?”
“Se
vuoi posso accompagnarti quando vuoi. Ora come ora si trovano in una
sorta di parco in un altro regno ma con la mia magia dello spazio
saremo lì in un secondo!” disse Jeff sorridendo.
“Davvero?
Che bello, io... un attimo... magia dello spazio?” chiese lei
sospettosa.
“Sì
magia dello spazio.” ripeté Jeff
dopodichè prese il procione e lo
calò in una specie di buco blu, dopo pochi secondi il
procione
ricomparve sulle ginocchia di Lyra la quale sospirò
rilassandosi
-Non è la stessa magia del ladro incappucciato-.
“Allora?
Quando vorresti vedere i miei compagni?” chiese Jeff
riprendendo in
braccio il procione.
“Domani
può andare?” chiese Lyra.
“Vada
per domani!” disse Jeff sorridendo.
A
qualche metro di distanza l’aria iniziò a
caricarsi di elettricità
e alcuni maghi fissarono Yukiteru, dimenticandosi del fatto che non
era più l’unico mago del fulmine...
*
* *
Il
giorno dopo, uno sconsolato Zero camminava verso la gilda quando vide
Ashuros, Ryu e un mago che non aveva mai visto, intenti a parlare
vicino ad una roccia.
“Ehi
Ashuros.” disse Zero avvicinandosi al gruppo e dando il
cinque
all’albino.
“Buongiorno
Zero. Ti presento Stefan, un nuovo acquisto.” disse Ashuros
indicando Stefan il quale salutò Zero stringendogli la mano.
“Ok,
è ufficiale quei tre sono dei demoni!”
sbottò Ryu.
Zero
indicò Ryu fissando Ashuros con sguardo interrogativo.
L’albino
gli spiegò gli ultimi avvenimenti.
“Oh
capisco... tre nuovi tizi vi hanno rubato le ragazze.” disse
Zero
sorridendo.
Ryu
e Stefan arrossirono e dissero “Non sono le nostre
ragazze!”
“Esatto
non lo sono quindi smettetela di agitarvi tanto!” li
rimproverò
Ashuros.
“Di
un po’ ma a te non piaceva Lya?” chiese Ryu.
“No.”
rispose semplicemente Ashuros.
“Cosa?
Ma se ieri mattina le hai anche creato un incantesimo per proteggerla
dalla pioggia!” disse Ryu.
“Primo:
se essere gentile significa provarci con le ragazze, da domani le
prenderò a cazzotti in faccia, secondo... come fai a
saperlo?”
chiese Ashuros.
“Ero
sveglio e per caso vi ho visti ma non è questo il punto!
Quei tre
non mi piacciono!” disse Ryu.
“Non
possiamo mica picchiarli solo perché non ti
piacciono.” disse
Stefan.
“Non
sto dicendo di picchiarli! Sto proponendo di tenerli d’occhio
per
sicurezza.” spiegò Ryu.
“Ok
faremo così ora però me ne vado.” disse
Ashuros andando verso la
gilda insieme a Zero.
“Non
sembra molto preoccupato.” disse Stefan.
“Ti
sbagli. Quel fantasmino è il più preoccupato tra
di noi.” disse
Ryu sorridendo.
Ashuros
e Zero entrarono dentro la gilda e Zero chiese “Ti va di
andare in
missione?”
“Certamente.
Quale prendiamo?” chiese a sua volta Ashuros.
“Tu
inizia a guardarle. Io vado a recuperare le mie cuffie!”
disse Zero
dirigendosi verso Miwako.
Ashuros
lo fissò mentre si allontanava e un sorriso si dipinse sul
suo
volto. Si avviò verso la bacheca delle missioni quando vide
Lya
intenta a chiacchierare con Zack.
“Penny
vieni qui un attimo!” disse l’albino e la ragazza,
seduta pochi
metri più in là, si avvicinò a lui
“Cosa c’è Ashuros?”
“Tieni
d’occhio Zack. Non mi fido di lui”.
Un
sorriso malizioso comparve sulle labbra di Penny che disse
“Oh
siamo gelosi eh. Il compenso?”
“Dieci
tavolette di cioccolata”.
“Venti”.
“Quindici.
Ultima offerta”.
Penny
ci pensò su per poi dire “Andata!”
“Bene,
grazie dell’aiuto.” disse Ashuros per poi congedare
la sua
insospettabile informatrice, dopodichè tornò a
fissare Lya -Meglio
controllare...- pensò il ragazzo dopodichè il suo
occhio destro
divenne grigio e la pupilla si trasformò in due lancette di
orologio
che iniziarono a roteare per poi fermarsi di colpo.
Uno
strano sorriso si fece largo sulle sue labbra e pensò -Ci
sarà da
divertirsi.- dopodichè arrivò Zero e cercarono
una missione da
svolgere.
A
qualche metro di distanza, Aika chiese a Nikora “Ehi Nikki
potresti
andare a comprare della frutta? Ieri l’abbiamo
finita”.
“Perché
proprio io?” chiese Nikora.
“Perché
mi hai quasi bruciato la gilda con il tuo magma.” rispose
Aika.
“Ah
già... e va bene...” disse Nikora alzandosi per
poi avviarsi verso
l’uscita quando vide Miwako alle prese con alcune ragazze che
sembrava la stessero pressando.
“Miwako
la master vuole che vieni con me a comprare della frutta!”
disse
Nikora tirandola per un braccio.
“Ok...”
disse Miwako lasciando le ragazze senza fonte di gossip.
Mezz’ora
dopo le due ragazze stavano camminando per le vie di Zafirus con dei
sacchetti di carta in mano.
“Ti
ringrazio per l’aiuto Miwako. Da sola non ce
l’avrei fatta.”
disse Nikora.
“Di
niente. Quelle ragazze stavano iniziando a darmi leggermente sui
nervi...” disse Miwako.
All’improvviso
si scontrarono con un vecchietto che trasportava alcune spade,
facendolo cadere a terra.
“Oh
mio dio mi dispiace. Sta bene?” chiese Nikora.
“Sì
sì stai tranquilla. Queste vecchie ossa hanno visti peggio
oh oh!”
disse il vecchio rialzandosi a fatica. Le due ragazze posarono i
sacchetti e lo aiutarono a riprendere quella decina di spade.
“Grazie
mille, siete state gentilissime!” disse il vecchio per poi
allontanarsi.
“Bene,
meglio tornare alla gilda.” disse Nikora e le due ripresero
la
strada.
Dietro
di loro, il vecchio con le spade si infilò in un vicolo e
una voce
nell’ombra gli chiese “Allora? Lo hai
preso?”
“Sì...
l’ho preso...” disse il vecchio mostrando delle
spade su cui vi
erano delle piccole gocce di sangue, souvenir del precedente scontro
con le due ragazze “... ora vi prego... dove si trova mia
moglie?”
Qualcuno
nell’ombra gli lanciò una chiave “Un
magazzino a nord della
città”.
Il
vecchio prese la chiave e corse via -Perdonatemi ragazze...
pregherò
per voi-.
Dall’ombra
del vicolo uscì un uomo con indosso un mantello grigio con
cappuccio. L’uomo prese una piccola sfera trasparente e disse
“Qui
Four, le ho trovate”.
Una
voce gracchiò dalla sfera “Ricevuto Four.
Riunisciti a Three e
Five, dopodichè procedete il piano”.
“Ricevuto.”
disse Four dopodichè scomparve di nuovo nell’ombra
del vicolo.
*
* *
[Sede
della gilda oscura Eternal Darkenss]
“Ricevuto
Four. Riunisciti a Three e Five, dopodichè procedete con il
piano.”
disse un ragazza con indosso un mantello blu scuro con cappuccio da
cui uscivano libere alcune ciocche dorate.
“Ricevuto.”
gracchiò la voce di Four e la comunicazione venne interrotta.
La
ragazza si girò su sé stessa e iniziò
a camminare per i corridoi
di quell’enorme castello fino a quando non raggiunse un
enorme
portone nero. Bussò tre volte e una voce da dentro disse
“Avanti”.
La
ragazza entrò, ritrovandosi in un’enorme stanza
circolare. Al
centro di essa vi era un tavolo di legno nero alla quale erano sedute
diverse persone. Si avvicinò ad una persona in particolare,
un uomo
avvolto in un mantello bianco con cappuccio e gli sussurrò
qualcosa
nell’orecchio. L’uomo sorrise e, dopo essersi
alzato, disse “Mi
duole lasciare la riunione così all’improvviso, ma
i miei
sottoposti hanno finalmente trovato l’elemento
campione”.
Seduto
su di un trono poco distante dal tavolo, una figura avvolta in un
mantello nero con ampio cappuccio disse “D’accordo
Arkens,
rimanderemo la riunione. Vai e non deludermi”.
L’uomo
e la ragazza si avviarono verso il portone e prima di uscire si
inchinarono dicendo “Master Ruganax.”
dopodichè uscirono.
In
breve tempo, tutte le persone uscirono dalla stanza, lasciando
Ruganax da solo ma all’ultimo entrò un ragazzo con
mantello nero
seguito da una bellissima ragazza.
“Figlio
mio, Victorias! Entrate, entrate!” li incitò
Ruganax.
“Padre.”
disse il ragazzo inchinandosi.
“Master
Ruganax.” disse Victorias imitando il ragazzo.
“Allora?
Come procede il tuo piano?” chiese il ragazzo.
“A
meraviglia! L’ultima delle nostre spie si è
infiltrata con
successo a Last Hope e quella sciocca di Aika non sospetta di
nulla”
disse Ruganax “Il tuo invece?”
“Sta
andando tutto liscio come l’olio... sono venuto a chiederti
il
permesso di inviare Victorias nella fascia degli umani.”
disse il
ragazzo.
“Permesso
accordato. Vai Victorias e rendi onore agli arcidemoni!”
disse
Ruganax e la ragazza dopo un breve inchino uscì dalla stanza.
“Lo
sai che il tuo piano fallirà vero?” disse Ruganax.
“E’
probabile ma se tutto va bene, grazie a Arkens e i suoi uomini,
alcuni dei membri più forti della gilda saranno assenti e
Victorias
avrà campo libero”.
“Bene.
Se tutto va bene, la mia spia più brava prenderà
la testa di Aika
entro una settimana AHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!!”
Le
risate di Ruganax echeggiarono per tutto il castello preannunciando
una delle sfide più difficili che Last Hope avrebbe mai
dovuto
affrontare...
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Cosa?
E’ finita? E’ davvero finita?
AHAHHAHAHAHAAHAHAHAHAH non ci credo
ce l’ho fatta XD sembrava infinito come capitolo ora
però
muoio...recensite numerosi mi raccomando :D ma prima di salutarvi:
due avvisi
-
Zero3993 inizierà a disegnare per questa
storia e non più per Fairy Tail of the Dead spiacente e
inizierà dal prossimo capitolo. Doveva iniziare con questo
ma avuto dei problemi familiari perciò...
-
Sempre per Zero3993 ho scoperto che lui ha scritto
(sta scrivendo) una storia originale di fantascienza e penso che gli
farebbe comodo una vostra visita ;) magari anche una recensione :D
Bene
io ho finito e ci vediamo alla prossima chaos!!!
|
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Capitolo 17 *** Capitolo 16 ***
Chaos come va? Spero
tutto bene
^.^ purtroppo è ricominciata la scuola D: ma basta con
questi
discorsi tristi e immergiamoci subito nel capitolo che
adotterà un
nuovo stile ovvero la narrazione su due fronti. Spiegazione: nelle
prime due saghe sui passati di alcuni OC, mi sono reso conto che gli
altri venivano completamente ignorati e così mi son detto
“Perché
non divertirsi anche con
loro?” perciò d’ora in
poi oltre alla classica saga sul passato di alcuni OC (ormai mio
marchio di fabbrica XD), ci sarà una saga parallela che
prenderà in
considerazione altri OC ^.^ è pur sempre un esperimento, sia
chiaro
XD bene mi sono dilungato anche troppo. Vi auguro subito buona
lettura!
Capitolo 16
Era da circa
mezz’ora che
Ashuros e Zero erano davanti alla bacheca delle missioni e ancora non
avevano deciso.
“Vogliamo darci
una mossa
Zero?” chiese il mago del tempo.
“Senti io ho
già proposto una
missione.” disse Zero indicando la suddetta missione.
“Andare a
picchiare degli orsi
dall’altra parte del Regno non è una
missione!” protestò
Ashuros per poi prenderne una a caso e darla al compagno
“Faremo
questa”.
“Quindi
preferisci andare a
fare da guardia del corpo alla zia di un conte?” chiese Zero
con un
leggero tono ironico.
Ashuros lesse velocemente
il
foglio di carta dopodichè lo rimise nella bacheca
“Ok vada per gli
orsi.” disse il ragazzo mentre Zero se la rideva, quando
d’un
tratto la porta della gilda si aprì di colpo ed
entrò un
pipistrello nero con diversi ciuffi viola. Il piccolo roditore
volante si precipitò contro Zero e gli afferrò
due ciocche di
capelli per poi tirargliele.
Zero si lasciò
sfuggire un
piccolo urlo di dolore e cercò di scacciare il pipistrello
che
iniziò a volargli attorno.
“Ma
cos’è?” chiese
Ashuros.
“Se non sbaglio
è il
pipistrello di Miwako... aspetta... non mi dirai che...”
iniziò
Zero fissando male il pipistrello “... quella maledetta ha
mandato
il suo animale a rubarmi le cuffie! Spiacente ma non
l’avrà vinta
così facilmente!”
Un gocciolone cadde sulla
testa
di Ashuros che cercò un’ipotesi migliore
“Forse sta cercando di
dirci qualcosa... guarda sta andando di nuovo verso la
porta”.
Ashuros e Zero uscirono
dalla
gilda e seguirono il pipistrello per qualche minuto, fino ai piedi
della collina dove notarono qualcosa di strano. C’erano
quattro
sacchetti di carta buttati a terra e diversi frutti, spappolati e
non, disseminati lì attorno.
“Ma che
è successo qui? Una
battaglia alla frutta?” disse Zero raccogliendo una mela.
“Non lo so...
controlliamo.”
disse Ashuros e questa volta fu il suo occhio sinistro a diventare
grigio con la pupilla che si trasformava in due lancette
d’orologio.
Dopo qualche secondo guardò Zero parecchio preoccupato
“Tre
persone hanno rapito Miwako e Nikora!”
“Cosa?!? Ma
com’è possibile
che siano riuscite a sopraffarle?” chiese Zero allarmandosi.
“Non le hanno
affrontate... non
direttamente almeno. Ho visto uno squarcio del passato e le ho viste
accasciarsi a terra mentre camminavano, dopodichè sono
comparse tre
persone incappucciate e le hanno portate via.”
spiegò Ashuros.
“Dobbiamo
subito avvisare la
master!” disse Zero iniziando a correre verso la gilda.
Gli ci vollero appena due
minuti
per raggiungere la gilda e neanche dieci secondi per precipitarsi
nell’ufficio di Aika.
“Ashuros! Zero!
Ma cosa...?!
iniziò Aika ma Ashuros fu veloce a spiegare “Tre
persone hanno
rapito Miwako e Nikora!”
“Cosa?
Quand’è successo?!?”
chiese Aika allarmata alzandosi dalla sua sedia.
“Circa venti
minuti fa.”
disse Ashuros -Con il mio potere posso dire
quant’è successo, ma
non so dirti dove siano andati.-
“Maledizione...”
disse Aika
stringendo i pugni e abbassando lo sguardo, rialzandolo pochi secondi
dopo. Gli occhi carichi di determinazione. Quelle due ragazze avevano
deciso di aiutarla nella sua guerra con Ruganax e non le avrebbe mai
lasciate in balia dei nemici! “Chiamate il resto del team
Burning
Star!”
Dopo pochi minuti, Kira,
Fede e
Yukiteru si trovavano nell’ufficio di Aika, insieme a Zero e
Ashuros. I tre vennero subito messi al corrente della situazione e
Yukiteru si incazzò non poco “Che diavolo ci
facciamo ancora
qui?!? Inseguiamoli!”
“Calmati
Yukiteru, agire senza
pensare ti porterebbe alla disfatta.” lo ammonì
Kira malgrado
anche lui fosse propenso ad un inseguimento.
“Tranquillo,
non vi tratterrò
a lungo.” disse Aika “Ora come ora non sappiamo chi
siano le
persone che hanno capito le nostre compagne perciò agite con
prudenza. Purtroppo Hayato e Anya sono partiti giusto ieri,
perciò
non potranno affiancarvi in questa missione. Kira, se per caso questa
missione dovesse prendere più tempo del previsto, mandami un
messaggio attraverso le stelle”.
“Ricevuto.”
disse Kira.
“Bene potete
andare!
Riportatele a casa!” disse Aika.
“Sarà
fatto!” disse Yukiteru
precipitandosi fuori dalla porta, seguito da Zero e poi dagli altri
tre.
Aika sospirò
pesantemente
-Maledizione questa non ci voleva!- e lo sguardo le cadde su alcune
antiche pergamene, vecchie di almeno duecento anni. Ne prese una e
lesse distrattamente le varie rune che vi erano scritte, ormai le
conosceva a memoria.
Stando a quanto scritto,
Ruganax,
durante l’ultima guerra, non aveva usato il suo asso nella
manica:
gli arcidemoni. Non si sapeva quasi nulla di loro, tranne che il loro
potere era tale da spazzare via le montagne. Lei ne aveva affrontati
alcuni ma non i più forti -Spero solo che non decida di
usarli...
non oso immaginare quanta distruzione porterebbero...-
In quel momento qualcuno
bussò
alla porta e Aika disse “Avanti”.
La porta si
aprì e, in quella
piccola stanza, fece capolino Kaname. La ragazza si avvicinò
alla
master e disse “L’altro giorno non abbiamo avuto
modo di
conoscerci bene.” e le tese la mano.
Aika le sorrise e strinse
la
mano, rimanendo sorpresa nel sentirla stringere parecchio.
“So che tu sei
la master... ma
non credere di potermi dare ordini come ti pare, capito?”
disse
Kaname fissandola con aria di sfida e restando sorpresa a sua volta
nel sentire la stretta ricambiata.
“Bene,
vorrà dire che quando
dovrò darti un ordine, userò direttamente le
maniere forti.”
disse Aika sorridendo.
Kaname sorrise a sua
volta
dopodichè si diresse verso la porta. Aika la
chiamò per nome ma la
ragazza non si girò, allora Aika prese un foglio di carta da
terra,
lo appallottolò e glielo tirò in testa.
“Perché
me lo hai tirato?”
chiese Kaname.
“Non mi
sentivi.” disse Aika.
“Ah giusto, non
te l’ho
ancora detto, io sono sorda ma so leggere alla perfezione il
labiale.” spiegò Kaname.
“Ah scusami non
lo sapevo...”
disse Aika.
“Tranquilla, ci
sono abituata.”
disse Kaname, dopodichè uscì.
* * *
Ashuros e gli altri erano
di
nuovo ai piedi della collina e sia Kira che Yukiteru, stavano
annusando l’aria in cerca di una traccia. Per questa
missione, Kira
aveva deciso di non portare con sé il suo orso dato che,
essendo una
missione di salvataggio e forse sarebbero dovuti ricorrere a
strategie silenziose, un animale così grosso attirava un
po’
troppo l’attenzione.
“Trovata!”
urlò Yukiteru
“Sono andati verso la... stazione ferroviaria?”
“Sbrighiamoci!
Penseremo dopo a
sorprenderci.” disse Zero dopodichè iniziarono a
correre verso la
stazione.
La raggiunsero in pochi
minuti
grazie alla magia di potenziamento di Kira e si trovarono di fronte
ad una situazione alquanto strana. Tutte le persone presenti nella
stazione erano addormentate a terra e se la dormivano alla grande.
“Dev’essere
la stessa magia
che ha steso Nikki e Miwako.” disse Fede guardandosi intorno.
“Ashuros pensi
di poter
scoprire dove sono andati?” chiese Zero.
“Ci
provo.” disse l’albino
e, fissando un punto indefinito davanti a sé, il suo occhio
sinistro
diventò di nuovo grigio e rimase così per almeno
un minuto quando,
con grande sorpresa degli altri, Ashuros cadde in ginocchio ansimando
e sanguinando dall’occhio sinistro che era diventato
completamente
nero.
“Ehi tutto
bene?” chiese
Yukiteru aiutandolo ad alzarsi poi vide l’occhio sinistro e
aggiunse “Ashuros... il tuo occhio...”
“Sto bene non
preoccuparti.
Quel potere richiede parecchia energia e se lo uso troppo tempo perdo
la vista per almeno ventiquattro ore. Domani ci vedrò di
nuovo
comunque sono riuscito a vederle. Sono state caricate su un treno
speciale, probabilmente appartenente a quelle persone.”
spiegò
Ashuros.
“Perfetto!
Inseguiamoli!”
disse Yukiteru dirigendosi verso il primo treno che gli era capitato
sott’occhio.
“Quindi sai
guidare un treno?”
chiese Fede fissando curiosa l’amico.
“Ceeeerto
che… no...” disse
Yukiteru facendo finire a gambe all’aria i suoi compagni.
“Almeno pensa
prima di partire
in quarta!” lo rimproverò Kira per poi
massaggiarsi la fronte
“D’accordo, cerchiamone uno alimentato a magia.
Dovremmo essere
in grado di attivarlo.” e gli altri annuirono per poi
iniziare a
controllare tutti i treni presenti in stazione.
* * *
Nikora riaprì
lentamente gli
occhi. La testa le doleva in maniera incredibile, manco le fosse
passato sopra un treno pieno di mattoni. Voltò di poco la
testa e, a
poco a poco, mise a fuoco il posto in cui si trovava. Era dentro una
cabina, una cabina di un treno a giudicare dal design e dal rumore
che proveniva da fuori. La prima cosa che notò era che non
aveva i
soliti problemi legati ai mezzi di trasporto.
Un’altra fitta
alla testa la
fece distogliere da quelle cose pressoché secondarie.
Cercò di
portarsi una mano sul punto che le doleva ma scoprì che era
bloccata. Guardò sia a destra che a sinistra e vide che sia
i polsi
che le caviglie erano bloccate da delle specie di cinghie bianche che
brillavano di una strana luce. Era in posizione verticale, con le
braccia e le gambe messe a mo’ di X, legata ad una piastra di
legno
o almeno credeva fosse legno, in più la sua spada di scaglie
di
drago era scomparsa.
Un mugolio
attirò la sua
attenzione e, dopo essersi voltata completamente a destra, vide
Miwako nella sua stessa situazione.
“Miwako. Ehi
Miwako!” disse
Nikora svegliando del tutto la maga del sangue.
“Nikora? D...
dove siamo?”
chiese la mora sbattendo qualche volta le palpebre per mettere a
fuoco la cabina.
“Siete sul
nostro treno
privato.” disse una voce femminile proveniente da un angolo
buio
dall’altra parte della cabina.
Le due ragazze spostarono
subito
lo sguardo verso quell’angolo da cui uscì una
figura avvolta in un
mantello verde scuro con cappuccio calato sul viso che permetteva di
vedere solo il sorriso beffardo della ragazza.
“Chi sei
tu?” chiese Nikora
fissando la ragazza con rabbia.
“Il mio vero
nome non posso
dirtelo... ma puoi chiamarmi Three.” disse la ragazza
incappucciata.
“Three?”
disse Miwako. Solo
per un attimo le tornò alla mente il ragazzo che aveva
affrontato
insieme a Zero tempo addietro quando era andata ad affrontare
l’Alpha
Team “Per caso fai parte della stessa organizzazione di
Seven?”
“Sei sveglia
ragazzina! Hai
indovinato!” disse una voce, stavolta maschile, proveniente
da
dietro la ragazza incappucciata la quale si spostò
lateralmente per
permettere a Miwako e Nikora di vedere il nuovo arrivato,
cioè un
ragazzo, poco più alto di Three, avvolto in un mantello
viola scuro
con cappuccio da cui uscivano alcune ciocche bionde “Mi
presento,
sono Five!” disse il ragazzo sorridendo.
“Per caso
avevate finito la
fantasia per i nomi?” disse Nikora cercando di farli
spazientire,
senza successo però.
“Ah ah ah buona
questa!
Effettivamente potevamo sforzarci un po’ di
più!” disse il
ragazzo per poi rivolgersi a Miwako “Ho sentito parlare di
te. Sei
quella che ha affrontato Seven... e Zero ha combattuto al tuo
fianco”.
Miwako si fece subito
attenta.
Quei tipi conoscevano Zero e, da quanto si ricordasse, il suo
compagno le aveva detto che un tempo faceva parte della stessa
organizzazione di Seven, quindi anche quei due dovevano essere suoi
compagni.
Il ragazzo
notò il suo sguardo e
disse “Tranquilla, non abbiamo nulla contro di te.
E’ Zero che
merita più rancore”.
“Per quale
motivo. Perché vi
ha abbandonati?” chiese Miwako.
“Uhm...
sì e no! I dieci
migliori tra di noi ottengono un numero in base al loro livello di
potere. I numeri vanno da zero a nove e, come puoi ben immaginare, lo
Zero che conosci tu era il più forte tra di noi.”
iniziò a
spiegare il ragazzo, sedendosi su una sedia fissata alla parete
“Era
una forza della natura, nessuno poteva competere con lui ma,
ahimè,
decise di smettere di lavorare per il capo e se ne andò!
Devi sapere
che noi abbiamo due regole ferree. La prima regola che ci siamo
imposti è che quando qualcuno vuole andarsene, deve prima
affrontare
gli altri nove e sconfiggerli ma lui è scappato di nascosto
perciò
siamo rimasti in nove!”
“Ma la smetti
con questa
lagna?” disse Nikora sbadigliando
“Perché non lo avete
semplicemente rimpiazzato?”
“Qui entra in
gioco la seconda
regola. Finché un numero è in vita, non
può essere sostituito,
quindi o Zero muore o si comporta da uomo e ci affronta tutti e nove
faccia a faccia.” disse Five.
“Nove? Quindi
c’è un altro
Seven.” disse Miwako.
Five sorrise e disse
“Di nuovo
corretto! Giusto un mese fa è arrivato un nuovo prodigio a
cui è
stato subito assegnato il nome One, ovvero il più forte tra
di noi,
facendo così retrocedere tutti i membri dal precedente One
fino a
Six. Prima del suo arrivo io ero Four e la bellezza qui presente era
Two. E’ assai probabile che se fosse tutto come al solito, si
sarebbe conteso il nome Zero”.
Miwako ebbe un brivido
lungo la
schiena. Un mago tale da competere con il potere dei vettori di Zero?
Doveva essere davvero un mostro. La ragazza cercò subito di
far
uscire un po’ di sangue, mordendosi le labbra, ma si accorse
che il
sangue non le rispondeva.
“E’
inutile. Quelle speciali
piastre magiche bloccano il vostro potere.” disse Three
avvicinandosi a Miwako.
“State
tranquille, non vi verrà
fatto alcun male... all’inizio almeno ah ah ah!!!”
disse Five.
Miwako e Nikora si
scambiarono
un’occhiata preoccupata. Non solo erano senza i loro poteri
ma
erano anche in compagnia di due maghi particolarmente forti. Non
proprio una bella situazione...
* * *
Yukiteru, insieme agli
altri,
stava viaggiando a velocità elevata, a bordo di una
locomotiva
magica. Avevano deciso di fare a turno per alimentare il mezzo,
così
da non essere troppo stanchi una volta trovato il nemico. In quel
momento era Fede ad alimentare la locomotiva e, di lì a
breve,
sarebbe toccato a Kira.
Ashuros si
avvicinò a Zero e,
sottovoce, gli disse “Ehi ho un brutto presentimento per
quanto
riguarda questa missione”.
“Toglimi una
curiosità... quei
tre tizi che hanno rapito Miwako e Nikora indossavano dei mantelli.
Di che colore erano?” chiese Zero continuando a fissare fuori
dal
finestrino.
“Viola scuro,
verde scuro e
grigio.” disse Ashuros.
Zero sorrise e disse
“Three...
Four... Five...”
“Hai detto
qualcosa?” chiese
Ashuros.
“No, niente di
niente.” disse
Zero per poi andare a sedersi in un angolo -Stando alle regole...
dovrei essere l’unico Zero ma niente esclude il fatto che
durante
la mia assenza siano cambiati gli altri nove. Di sicuro
c’è un
nuovo Seven ma bisogna vedere se c’è stata una
retrocessione o un
avanzamento-.
Il cielo
iniziò pian piano ad
oscurarsi mentre Zero ripensava agli anni passati, quando ancora
combatteva fianco a fianco con quelli che lui considerava fratelli e
sorelle...
- - - (quando
compariranno i tre
trattini, sarà un cambio di luogo ma anche di saga)
Una nuova rissa era
scaturita a
Last Hope e molti dei maghi presenti vi avevano ovviamente preso
parte. Purtroppo, in mezzo a tutto quel caos, nessuno si era reso
conto dei fili del tradimento che, come un burattinaio muove le sue
marionette, avrebbero condotto la gilda verso una situazione davvero
difficile.
“Tutto va
secondo i piani Lady
Victorias.” disse una voce nell’oscurità
della gilda,
rivolgendosi ad una piccola sfera di cristallo dentro la quale si
poteva vedere il bellissimo volto di una ragazza, la quale disse
“Eccellente. Proprio come predetto dal principe, alcuni dei
maghi
più forti sono andati via e ora la gilda è
più debole e
vulnerabile. Mi raccomando non deludermi! Di agli altri di stare in
guardia e... occupati anche del nostro asso nella manica”.
“Non si
preoccupi, non
falliremo.” disse la figura nell’ombra prima di
interrompere la
comunicazione e mettere via la sfera, per poi concentrarsi sulla
rissa. In particolar modo iniziò a fissar un certo mago del
ghiaccio
che indossava degli occhiali da snowboard.
-Uh uh uh... divertiti
finché
puoi Ryu. Presto... presto il tuo lato nascosto verrà
finalmente
alla luce!-
- - -
[Il giorno dopo]
Miwako e Nikora erano a
pezzi.
Quelle cinghie non solo bloccano i loro poteri ma erano alimentati
dalla loro energia perciò si stavano lentamente indebolendo.
Erano scesi dal treno in
mezzo ad
un canyon roccioso e i loro tre carcerieri, Three, Five e un ragazzo
di nome Four, prima gli avevano legato le mani dietro la schiena e le
caviglie erano collegate da una piccola corda magica
cosicché non
potessero fare passi troppo lunghi, dopodichè le avevano
condotte
attraverso un piccolo sentiero fino ad arrivare di fronte ad un
enorme portone d’acciaio il quale si aprì
silenziosamente,
scendendo nel terreno.
Oltre la soglia,
trovarono una
cinquantina di soldati vestiti con divise bianche, armati di spada e
scudo. Davanti ai soldati vi erano altre due figure incappucciate.
La prima, parecchio alta e dai tratti maschili, indossava un mantello
bianco, mentre la seconda, che a giudicare dal seno doveva essere una
ragazza, indossava un mantello blu scuro.
L’uomo
andò incontro alle
ragazze e disse “Benvenute mie care o dovrei dire...
bentornate!!!”
Le due ragazze lo
fissarono
confuse. Bentornate? Quando mai erano state in quel posto?
“Uhm...
sembrate piuttosto
confuse. Su venite, forse vedendo questo posto vi ricorderete di
qualcosa.” disse l’uomo iniziando poi a camminare
lungo un
corridoio interamente fatto di ferro, seguito dalla ragazza col
mantello blu poi Three, Miwako e Nikora e, a chiudere la fila, Four e
Five.
“Sapete... sono
passati anni
dall’ultima volta che vi ho viste!” disse
l’uomo poi girandosi
verso Nikora le disse “Come sta Magnus?”
Nikora si sorprese
“Conosci
Magnus?”
“Certo che lo
conosco! In fondo
lui è...” iniziò l’uomo ma
all’ultimo cambiò argomento “...
ma dove sono finite le buone maniere? Non mi sono presentato: mi
chiamo Arkens”.
“Hai detto che
sono passati
anni... ma io non ricordo nulla di questo posto.” disse
Miwako.
“Evidentemente
soffri di
amnesia ma sta tranquilla, ti guariremo noi.” disse Arkens
prima di
fermarsi davanti ad un altro portone di ferro che iniziò ad
aprirsi
sprofondando nel terreno. Il corridoio venne avvolto da una forte
luce verde.
Arkens si mise con la
luce alle
spalle e, alzando le braccia, disse “Bentornata a casa
Miwako!”
Nikora e Miwako fissarono
a bocca
aperta la stanza dietro a Arkens. Entrambe avevano lo sguardo
terrorizzato. Nikora si portò le mani davanti alla bocca.
Miwako
cadde in ginocchio e iniziò a balbettare frasi sconnesse
iniziando a
piangere silenziosamente.
Non erano più
nella fascia degli
uomini... e nemmeno in quella sconosciuta o in quella oscura... erano
finite direttamente all’inferno...
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Chaos piaciuto il
capitolo? Spero
di sì ^.^ chiedo venia per il capitolo breve ma se fossi
andato
avanti ancora un po’, avrei poi dovuto interrompere nel bel
mezzo
delle scene chiave di questa saga così ho optato per
terminare
prima, lasciandovi leggermente (si fa per dire) sulle spine :D
aspetto con ansia le vsstre recensioni e ci vediamo alla prossima,
chaos!!!!
P.S: ringrazio di cuore
Zero3993
per il disegno!
|
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Capitolo 18 *** Capitolo 17 ***
CAPITOLO
17
Che
posto era quello? Da quale incubo era saltato fuori? Non aveva mai
visto nulla di simile e questo la spaventava.
Benvenute
mie care o dovrei dire... bentornate!!!
Le
parole di Arkens risuonavano ancora nella sua testa e non riusciva a
pensare ad altro. Ora avvertiva una strana sensazione, era quasi un
deja-vu ma molto sfocato. Forse era collegato ai suoi primi anni di
vita che non riusciva a ricordare. Non lo sapeva. Tutto ciò
che
voleva, in quel momento, era svegliarsi da quell'incubo ritrovandosi
in camera sua per poi dirigersi alla gilda e buttarsi in una delle
solite risse che tanto adorava.
Purtroppo
per lei quello non era un sogno da cui poteva svegliarsi. Era
un'orribile realtà che le aveva appena trasmesso una
sensazione di
paura e confusione come niente prima d'ora era riuscito a
trasmetterle.
Nikora
volse lentamente lo sguardo verso la sua compagna la quale era
completamente distrutta. Aveva lo sguardo spento e fissava un punto
indefinito davanti a lei pronunciando frasi sconnesse e piangendo
silenziosamente.
“Oh
Miwako, ti sei già messa a piangere? Non credevo fossi
così
sentimentale.” disse Arkens con un ghigno per poi fare un
cenno
agli altri “Su, facciamo un giro turistico così le
nostre ospiti
potranno ambientarsi meglio”.
Detto
ciò, l'uomo diede loro le spalle e iniziò a
camminare, seguito a
ruota dalla ragazza incappucciata. Per Nikora e Miwako ci vollero
delle pacche sulla schiena per farle muovere. La bionda
iniziò a
sperare con tutto il cuore che quello che le si parava di fronte
fosse in realtà un'illusione creata da un mago o un demone.
Non
accadde nulla. Semplicemente entrarono in quell'enorme sala dalle
pareti d'acciaio. Era alta circa trenta metri e larga almeno cento.
Davanti a loro, a un'ottantina di metri, Nikora vide un'altra porta
uguale a quella che avevano appena superato e l'istinto le disse che
si stavano dirigendo verso quella porta ma prima avrebbe dovuto
attraversare quella sala infernale.
Intorno
a lei vide diversi scienziati con indosso il classico camice bianco.
C'era chi controllava i dati su un monitor, chi segnava qualcosa su
dei fogli e chi sistemava dei circuiti. La gran parte della stanza
era occupata da delle imponenti strutture di acciaio che arrivavano
fino al soffitto. Appesi alle travi orizzontali di quelle strutture
vi erano delle grosse capsule cilindriche di vetro, alte due metri e
piene di uno strano gel liquido verde. Dovevano essercene all'incirca
un migliaio ma la cosa più preoccupante e terrificante era
quello
che c'era dentro quelle capsule.
All'interno
di ciascuna di quelle capsule c'era la sua amica. Miwako. Centinaia
di Miwako. Tutte perfettamente uguali alla sua compagna di gilda.
Indossavano tutte lo stesso vestito: una specie di tuta di neoprene
che gli copriva solo il busto lasciando testa, gambe e braccia
scoperte.
I
capelli neri fluttuavano come alghe in mezzo a quel liquido verde
mentre una piccola mascherina posta sulla bocca permetteva una
corretta respirazione. Diverse flebo erano collegate alle braccia
così come nella schiena e un piccolo monitor posto davanti a
ciascuna capsula mostrava il battito cardiaco e la pressione.
Nikora
e Miwako si guardarono attorno spaesate. Non potevano, e non
volevano, crederci. Com'era possibile? Sembrava una scena uscita
fuori da un film di fantascienza eppure stava accadendo davanti a
loro.
“Bentornato
Master.” dissero tre voci femminili in coro. Le due maghe di
Last
Hope guardarono in avanti restando scioccate nel vedere tre ragazze
uguali in tutto in per tutto a Miwako. Sulla loro tuta erano presenti
dei numeri: 012, 013 e 014.
“Buongiorno
ragazze, per favore accompagnate Three, Four e Five alle loro stanze.
Hanno appena compiuto una missione e devono riposarsi.” disse
l'uomo e le tre, dopo un inchino, fecero strada ai tre rapitori.
“Bene,
vogliamo continuare il tour?” chiese Arkens sorridendo per
poi
riprendere il cammino. Dopo tre eterni minuti furono fuori da quella
stanza e le due ragazze riuscirono a prendere un po' del loro
autocontrollo.
Furono
condotte in quella che sembrava una sala adibita alle riunioni.
Pareti bianche e spoglie, un grosso tavolo di legno con una decina di
grosse sedie di legno tutt'attorno. Miwako e Nikora vennero fatte
sedere mentre Arkens si diresse verso un piccolo mobiletto di legno
dalla quale estrasse tre bicchieri di vetro.
“Volete
qualcosa da bere? Vodka, Gin, Rum... abbiamo di tutto.” disse
Arkens con una disinvoltura disarmante.
Nessuna
delle due fiatò.
“Uhm...
forse dell'acqua naturale? Oppure un succo di frutta?”
continuò a
chiedere Arkens ma nessuna delle due parlò.
“Oh
andiamo sembra quasi che abbiate visto un fantasma. Sì,
abbiamo
creato delle copie di Miwako e allora? Non mi sembra una cosa
così
sconvolgente.” disse Arkens vuotando un bicchiere pieno di
vodka in
un solo sorso.
“NON
TI SEMBRA UNA COSA COSI' SCONVOLGENTE?!?” urlò
Nikora alzandosi di
colpo e facendo cadere la sedia “Come puoi dire una cosa del
genere? Ho viaggiato molto e posso dire di non aver mai visto nulla
di così terrificante!!!”
“Suvvia
sono sicuro che al mondo esiste qualcosa di molto peggio. Ti
consiglierei la Fascia Oscura, li trovi delle cose veramente fuori
dall'ordinario.” ribattè Arkens con un sorriso
“E poi da te non
me lo aspettavo Nikora! Definire terrificanti i cloni della tua
sorellina. Non si fa. Non si fa!”
Nikora
e Miwako rimasero a bocca aperta nell'udire quelle parole.
“S...
sorellina?” ripetè Nikora credendo di aver sentito
male.
“Oh
diavolo... non vi ricordate proprio niente eh? Beh vorrà
dire che vi
rinfrescherò un po' la memoria. Sarà una cosa
lunga perciò ti
consiglierei di sederti.” disse Arkens per poi voltarsi verso
la
ragazza incappucciata e chiederle “Two, saresti
così gentile da
rimetterle in piedi la sedia?”
Two
non disse nulla e si limitò a rimettere in piedi la sedia
per poi
farcisi accomodare Nikora, dopodichè tornò alle
spalle di Arkens.
“Uhm...
come posso iniziare? Ah ecco! Ci sono! Tutto ha avuto inizio
all'incirca vent'anni fa. Voi non eravate ancora nate ma questo
laboratorio era già in costruzione. Ai tempi ero un giovane
ricercatore e stavo lavorando sull'invecchiamento e su una possibile
cura per impedirlo... in un certo senso stavo cercando la fonte
dell'eterna giovinezza benchè non creda minimamente in
leggende
frivole come quella”.
L'uomo
si alzò iniziando poi a camminare intorno al tavolo e
continuando a
narrare il passato.
“Da
queste parti c'era un vulcano. Non era enorme ma era comunque attivo
e lì trovammo Magnus, il drago del sangue e del magma.
Stranamente
non ci attaccò! Era un drago pacifico e non ci avrebbe fatto
nulla
di male ma ci chiese comunque di lasciarlo in pace. Io, incuriosito
dai draghi, gli chiesi quanti anni potesse vivere un drago e lui mi
rispose che un drago anziano poteva raggiungere anche i duemila anni.
Restai senza parole. Avevo trovato la soluzione per impedire a noi
umani di morire così in fretta e così gli chiesi
dei campioni di
sangue per poterlo analizzare. Lui accettò ma decise di
seguirci per
accertarsi del fatto che non stessimo creando un'arma
anti-drago”.
Arkens
si fermò dietro Nikora e le mise le mani sulle spalle senza
però
fare alcuna forza.
“Per
farlo prese sembianze umane e, incredibilmente, si innamorò
di una
ricercatrice della mia squadra. Si chiamava Susan. In pochi mesi
divennero molto intimi e si misero insieme. Tre anni dopo, quando la
nostra ricerca stava dando buoni risultati, dalla loro relazione
nacque una bambina. Decisero di chiamarla... Nikora”.
La
bionda sgranò di colpo gli occhi “Che stai
dicendo? Vorresti dire
che Magnus è mio padre?”
“Proprio
così! Ma su questo ci torneremo dopo. Dov'ero rimasto? Ah
ecco mi
ricordo. Dunque, le nostre ricerche erano a buon punto ma non
riuscivamo ad unire il sangue e quindi la durata vitale dei draghi ad
un umano. Per puro caso vidi alcune analisi del tuo sangue e scoprii
che dentro di te scorrevano sangue umano e sangue di drago!
Così
cercammo di creare un umano partendo da un embrione modificato con
sangue di drago e qui entri in scena tu Miwako.” disse l'uomo
indicando poi la mora.
“Mi
stai dicendo che sono nata da una provetta'” chiese Miwako
fissandolo con odio.
“Oh
no, l'embrione aveva comunque bisogno di svilupparsi perciò
ci
serviva una donna. Per fortuna un'altra ricercatrice si
offrì
volontaria. Si chiamava Miwako e quella croce nera che porti al collo
apparteneva a lei.” spiegò Arkens
“Ecco... non so se siete
mentalmente pronte per sapere come nascono i bambini perciò
ti posso
dire solo che lei era tua madre. Purtroppo per noi però il
risultato
fu un fallimento in quanto tu nacqui con il potere del sangue ma
senza il potere derivante dal sangue di drago. Eri una maga come
tante ma tua madre ti tenne con se come se nulla fosse. Le cose
andarono per bene per qualche anno ma poi Magnus scoprì
alcuni file
riguardanti un progetto segreto per clonare le persone... il soggetto
che volevamo clonare non eri tu Miwako, ma bensì
Nikora”.
Le
due ragazze si scambiarono un'occhiata preoccupata. Arkens
tornò a
guardare Nikora.
“Magnus
tornò immediatamente in forma di drago e iniziò a
seminare il
panico intimando a tua madre di prenderti e scappare via. Nella fuga
però venne ferita gravemente e morì poco dopo.
Tuo padre allora
smise di attaccarci e ti prese con se, volando via. Non lo rividi mai
più e questo ci portò a dover apportare delle
modifiche al
progetto. Ora il soggetto campione per la clonazione era Miwako e,
malgrado le proteste di sua madre, i piani ali non vollero sentire
ragioni. Gli anni passarono e il progetto di clonazione procedeva
bene ma tua madre non poteva tollerare oltre i test che eseguivamo su
di te così una notte ti portò via. I soldati vi
trovarono e
uccisero tua madre mentre tu rimasi ferita gravemente. La cicatrice
sul tuo braccio destro è un ricordo di quella notte. Inoltre
perdesti la memoria a causa dello choc così decidemmo di
lasciarti
andare in quanto il progetto era ormai prossimo a compiersi”.
Miwako
portò lo sguardo sul suo braccio destro. Ora capiva tutto.
Il perché
di quella cicatrice e del suo nome. Evidentemente sua madre prima di
morire le aveva dato quella croce e lei aveva deciso di chiamarsi
Miwako solo perché era il nome inciso sul retro di quella
croce.
“Non
ti dirò il tuo vero nome perché tu ora sei Miwako
e questo è un
fatto.” concluse Arkens tornando ad accomodarsi.
“Hai
detto che avete deciso di lasciarla in pace... quindi perché
ci
avete rapite?” chiese Nikora.
“Beh,
diciamo che ci sono state delle complicazioni.” disse Arkens
“In
pratica ci servono altri campioni di sangue dal soggetto originale e
poi chissà... magari potremmo anche farle tornare la
memoria! Per
quanto riguarda te... hai solo avuto la sfortuna di trovarti nel
posto sbagliato al momento sbagliato”.
“Questa
è una balla bella e buona...” commentò
Nikora assottigliando lo
sguardo.
“Ah
ah ah ah! Brava hai indovinato! La verità è che
appena abbiamo
trovato Miwako abbiamo visto che eri nella sua stessa gilda e abbiamo
pensato che sarebbe stata una buona idea rapirti così da
riprendere
il progetto originale di clonazione.” confessò
Arkens ghignando.
“Come
se te lo lasciassi fare!” urlò la dragon slayer
per poi saltare
sul tavolo e lanciarsi addosso all'uomo. Inaspettatamente una frusta
di sangue le avvolse le gambe, bloccando il suo slancio e facendola
cadere di faccia sul tavolo.
Nikora
alzò lo sguardo e vide che la frusta stava uscendo da una
ferita sul
braccio della ragazza chiamata Two.
“Keh,
mossa sbagliata! Il sangue mi rende più forte!”
disse la bionda
per poi tentare di mordere la frusta ma stavolta fu Arkens a fermarla
colpendola con un pugno allo stomaco e spezzandole il fiato.
“Mi
spiace mia cara, ma voi due ci servite perciò non posso
permetterti
di fuggire.” disse l'uomo prima di togliersi il cappuccio
mostrando
un viso giovane ma dai tratti duri. I glaciali occhi grigi fissarono
la giovane maga intenta a riprendere fiato e non potè
trattenere un
ghigno che non faceva presagire nulla di buono...
Si
passò un mano tra i corti capelli biondi poi
ordinò a Two di
portarle nelle celle sotterranee. La giovane incappucciata
creò
un'altra frusta di sangue con la quale legò Miwako e le
trascinò,
di peso, in un livello sotterraneo del laboratorio dove alcuni
soldati le chiusero in due celle una di fronte all'altra.
Erano
delle semplici celle con le sbarre di ferro ma a causa delle manette,
le due maghe erano ormai troppo deboli per tentare qualsiasi tipo di
fuga.
“Scusami...”
biascicò Nikora guardando il pavimento.
Miwako
alzò la testa in direzione della voce. Quei sotterranei
erano bui e
non c'era neanche una fonte di luce. Era terrorizzata. Si
ricordò di
quando aveva affrontato Seven insieme a Zero e si era ritrovata in
una situazione simile ma ora non c'era il suo compagno a calmarla e
questo non faceva altro che aumentare l'angoscia di quel momento.
“Perchè...
ti scusi...?” chiese la mora cercando di mantenere la calma
ma
Nikora percepì la paura nella sua voce.
“Perchè
sono una dragon slayer e non sono riuscita a percepire i nostri
rapitori... se fossi stata più attenta ci saremmo potute
difendere.”
spiegò Nikora visibilmente addolorata da quel fatto.
“Non
ti preoccupare... non è colpa tua... vedrai che verranno a
salvarci... sì, Zero verrà a salvar...
ci...”
Nikora
alzò leggermente lo sguardo. Poteva sentire distintamente i
singhiozzi della compagna e non poteva fare nulla per aiutarla.
L'unica cosa che poteva fare era credere nei suoi compagni.
Sicuramente sarebbero arrivati per salvarle.
*
* *
Two
camminava lungo un corridoio del laboratorio. Le era stato concesso
un periodo di riposo in quanto, secondo Arkens, i compagni delle due
maghe sarebbero arrivati di li a poco.
Raggiunse
una porta al fondo al corridoio davanti alla quale erano posizionate
due copie di Miwako la quale la salutarono con un inchino. La giovane
le ignorò completamente ed entrò nella stanza che
altri non era che
una specie di dormitorio.
C'erano
dieci letti, cinque per lato, un grosso tavolo di legno con dieci
sedie, alcuni mobili per i vestiti e nessuna finestra. L'unica fonte
di luce erano quattro lampade poste sul soffitto che comunque
illuminavano tutta la stanza.
Oltre
a lei erano presenti alte quattro persone: Three, Four, Five e una
ragazza che indossava un mantello giallo con cappuccio. Stranamente
nessuno di loro si era tolto il mantello. Al massimo si erano calati
il cappuccio come ad esempio Five.
Il
giovane dai lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri sorrise alla
nuova arrivata e le disse “Bentornata sorella!
Com'è andata la
riunione?”
Two
si abbassò il cappuccio mostrando una chioma bionda uguale a
quella
del fratello solo che lei aveva l'occhio destro azzurro mentre il
sinistro era coperto da una benda nera. Entrambi avevano la stessa
carnagione abbronzata ma mentre Five era alto un metro e ottanta, lei
era alta a malapena un metro e settanta.
“E'
andata bene. Arkens ha spiegato alle due come stanno le cose e ora
sono chiuse in cella.” disse gelida la bionda andando poi a
sdraiarsi su un letto. Dalla sua posizione potè vedere suo
fratello
intento a giocare a carte con Four e Three mentre la ragazza con il
mantello giallo era sdraiata su un letto sull'altro e lato persa
nella lettura di un libro.
“Ehi
Six, ti consiglio di prepararti. Tra poco avremo visite.”
disse
Five scoccando un'occhiatina alla ragazza.
“Io
sono sempre pronta Five, dovresti saperlo bene.” rispose
l'altra
chiudendo il libro “E comunque... sono arrivati”.
Nessuno
degli altri quattro potè fiatare che una grossa esplosione
scosse
l'intera struttura.
“Keh,
sembra che sia il nostro momento!” disse Three alzandosi
“Dove
sono Seven, Eight e Nine?”
“Seven
è stato convocato da Arkens mentre Eight e Nine stanno
facendo una
partitella a basket. Lo sai come sono fatti quei due.” disse
Five
sistemandosi il cappuccio.
“Six,
vai ad avvisare quei due! Seven ci raggiungerà non appena
avrà
finito!” ordinò Three prima di uscire di corsa
dalla stanza
seguita a ruota da Four e Five.
“Quanta
agitazione. Tu non vai?” chiese Six rivolgendosi a Two.
La
bionda si alzò lentamente e, dopo essersi calata il
cappuccio sul
viso, uscì dalla stanza imitata poco dopo da Six. L'idea di
dover
affrontare un suo ex compagno non la stuzzicava neanche un po' ma
doveva proteggere il progetto di Arkens e lo avrebbe fatto a costo
della vita.
[20
minuti prima dell'esplosione – fuori dall'entrata principale]
Tre
ore. Ci erano volute tre ore per raggiungere il punto in cui Nikora,
Miwako e i loro rapitori erano scesi. Grazie ai sensi da dragon
slayer di Kira e Yukiteru, i cinque maghi non erano andati oltre ma
ormai il sole stava tramontando.
Sempre
grazie ai sensi sviluppati dei due maghi, il gruppetto aveva seguito
la scia lasciata dalle loro compagne ma si erano subito trovati di
fronte a un centinaio di soldati armati di scudo e spada.
Ora
i cinque erano finalmente in vista del portone ma avevano perso
troppo tempo nel gestire quelle guardie.
“Non
mi sembra ci siano troppe guardie. Direi che possiamo
avanzare.”
disse Fede ai suoi compagni nascondendosi poi dietro ad una roccia.
“Aspetta,
di sicuro ci stanno tendendo un'imboscata. E' impossibile che lascino
l'entrata principale così sguarnita.”
osservò Zero. Se c'era una
cosa che sapeva benissimo era che Arkens non lasciava mai nulla al
caso e anche se aveva sacrificato cento soldati di sicuro aveva un
asso nella manica.
“Confermo.
Ci sono una trentina di soldati appostati tra le rocce.”
disse una
voce femminile alle loro spalle che li fece voltare all'istante.
Davanti a loro videro una ragazza alta sul metro e settanta, dalla
corporatura snella e la carnagione chiara.
Aveva
dei corti capelli neri che le arrivavano fino alle spalle con un
grossa ciocca bianca davanti sulla sinistra. Gli occhi erano come il
ghiaccio e quello destro era attraversato da una cicatrice.
Indossava
una leggera armatura femminile
argentata, degli
stivali alti fino al ginocchio neri con moltissimi lacci, guanti neri
lunghi aperti, una larga cintura in vita di cuoio dov'era
appesa una specie di tasca, sulle spalle portava
un lungo mantello nero allacciato davanti lungo fino a terra,
decorato all'interno con degli
strani
segni.
La
cosa che però catturò maggiormente l'attenzione
dei cinque maghi fu
la lucertola antropomorfa alta un metro e ottanta, dalle scaglie
verde scuro e protetta da un'armatura di cuoio nero. Come tocco
finale il rettile portava due katana appese alla vita.
“E
tu saresti...?” chiese Ashuros portando lentamente una mano
sull'elsa della sua katana. Come uno specchio, anche la lucertola
umanoide portò le mani sulle sue armi.
“Mi
chiamo Lias Arbadel e questo è un mio caro amico:
Shin-San!”
rispose la ragazza sorridendo ed indicando la lucertolona “ E
voi
siete maghi di Last Hope, giusto?”
“Sì
e attualmente siamo in missione quindi se potessi levarti dalle
scatole...” disse Yukiteru con acidità. Una sua
compagna era in
chissà quale brutta situazione e lui non poteva starsene
lì a
perdere tempo con una ragazza appena conosciuta e con la sua
lucertola extra large.
“Lo
so, proprio per questo vi ho messo in guardia sulla prossima
imboscata.” disse Lias.
“Giusto
per sapere come avresti fatto a scoprire che ci sono trenta soldati
pronti ad attaccarci?” chiese Ashuros.
“Li
ho visti attraverso gli occhi di Gref.” disse Lias sorridendo.
“E
chi sarebbe questo Gref?” chiese Yukiteru prima che un'enorme
creatura atterrasse dietro a Lias: un grifone. Era alto più
di due
metri e aveva il pelo marrone tranne che sulla testa d'aquila dove le
piume erano bianche come la neve.
“Lui
è Gref ed è un mio compagno. Per l'esattezza uno
dei tanti che
posso evocare.” spiegò Lias.
“Evocare?”
ripetè Fede curiosa.
A
risponderle fu proprio Shin-San e la cosa li sorprese non poco
“Dovete sapere che lei è una domatrice di
creature. Può evocare
diverse creature con la quale ha stretto un legame e Gref è
quella
con cui ha il legame più profondo. Ha un legame addirittura
con dei
draghi”.
“Draghi?”
esclamarono all'unisono Yukiteru e Kira avvicinandosi alla giovane
che li fissò confusa.
“Noi
due siamo dei dragon slayer e vorremmo sapere se hai un legame con
uno dei nostri genitori.” spiegò Kira.
“Ecco...
non saprei. Posso evocare un drago del fuoco, uno dell'acqua, uno
dell'aria, uno del veleno e uno del ghiaccio.” disse Lias ed
entrambi i dragon slayer sospirarono. I loro genitori non erano tra
di loro.
“E'
strano.” commentò Shin-San.
“Che
cosa è strano?” chiese Kira voltandosi verso il
rettile.
“Lias
ha una specie di influenza su dragon slayer e maghi con poteri legati
ad animali eppure voi non ne sembrate affatto contagiati.”
spiegò
il rettile.
“Oh
è merito di una magia della nostra Master. Nella nostra
gilda c'è
la Dragon Slayer regina e ha un effetto simile su tutti i dragon
slayer perciò Aika ha deciso di applicare un incantesimo su
tutti
noi per impedirci di fare cose strane.” spiegò
Yukiteru.
“Uhm...
capisco, una tattica azzeccata.” commentò Shin-San
“E
comunque... ragazzino potresti levare la mano dalla tua
katana?”
chiese poi fissando Ashuros il quale, con un sorriso fintissimo, gli
rispose “Devi scusarmi ma mi si è addormentata la
mano e sembra
che non potrò spostarla... ma perché non mi dai
un buon esempio e
togli le tue zampe dalle tue armi?”
“Chiedo
venia ma credo di avere il tuo stesso problema.”
sibilò Shin-San
mentre tra i due iniziavano a scaturire scintille.
“Ehm...
Ashuros? Qualche problema?” chiese Zero leggermente
preoccupato.
“Oh
a parte il fatto che è uguale ai demoni che hanno attaccato
la città
direi che è tutto a posto.” disse Ashuros
sorridendo.
I
suoi compagni si guardarono tra di loro per poi spostare lo sguardo
su Shin-San il quale li resse senza problemi. All'ultimo Lias si
frappose tra loro e disse “Non fatevi strane idee! Shin-San
è con
me da una vita e non farebbe mai del male a qualcuno!”
“Bene,
proverò a crederci.” disse Ashuros per poi
guardare Kira “A che
punto sei?”
“Ho
agganciato tutti i nemici.” disse il ragazzino ghignando per
poi
urlare “STAR DRAGON'S METEOR STORM!!!”
Sopra
di loro il cielo andava man mano scurendosi e ciò permise ai
maghi
di vedere chiaramente una trentina di punti luminosi che diventarono
più grandi man mano che si avvicinarono al terreno. Meteore.
Ogni
singola meteora, grossa quanto un cavallo, colpì un soldato
nascosto
tra le rocce, eliminando in pochi secondi tutti i nemici nelle
vicinanze. Lias fissò a bocca aperta le vaie colonne di fumo
che
erano venute a crearsi “Incredibile...”
“Bene,
ora possiamo procedere!” disse Yukiteru correndo a perdifiato
verso
l'enorme portone d'acciaio. Quando fu a pochi passi dal suo
bersaglio, scagliò un potente soffio del drago che distrusse
l'entrata come se niente fosse.
“Almeno
siamo sicuri di averli avvisati del nostro arrivo.”
commentò Fede
mentre il fumo si diradava.
Il
gruppo con la new entry Lias, si avviarono verso l'interno ma
all'ultimo dal fumo sopraggiunse una figura avvolta in un mantello
giallo con cappuccio calato sul viso.
“Quanto
tempo Zero.” disse la ragazza fissando l'albino.
“Five,
è un piacere rivederti. Ci sei solo tu?” chiese
Zero.
“Non
sono più Five. Ora sono Six. Gli altri vi stanno aspettando
ed è
mio dovere accompagnarvi da loro.” spiegò Six
prima di puntare la
mano destra verso i maghi e recitare una strana formula magica.
All'improvviso,
i sei maghi, Shin-San e Gref iniziarono a levitare in aria, avvolti
da una strana aura viola. Il rettile afferrò Lias per un
polso e la
maga cinse Gref con l'altro braccio dopoché svanirono tutti
in un
flash viola insieme a Six.
*
* *
Zero
si risvegliò di colpo in una strana stanza. Il pavimento era
in
legno ed era molto lucido. Le pareti tutt'attorno erano di ferro e la
stanza era alta almeno quattro metri. L'unica fonte di luce era
un'enorme lampada posta al centro del soffitto.
L'albino
si guardò attorno cercando una via di fuga e la
trovò in una grossa
porta di ferro la quale era però sorvegliata da due ragazzi.
Il
primo, alto almeno due metri indossava un mantello rosso con
cappuccio mentre il secondo decisamente più basso ma
comunque più
alto di Zero, indossava un mantello azzurro con cappuccio.
“Eight
e Nine, noto che lavorate ancora in coppia.” disse l'albino
fissando i due ex compagni.
“Ne
è passato di tempo Zero.” disse Nine con un tono
di voce molto
basso prima di togliersi il mantello.
“E'
tempo di farti ripagare il debito.” disse invece Eight con un
tono
di voce molto più duro per poi levarsi a sua volta il
mantello.
“Vedo
che il vostro amore per il basket non è cambiato
affatto.” disse
Zero fissando le loro divise da basket bianche. Quella di Nine aveva
i dettagli in azzurro, come lo erano i suoi capelli e i suoi occhi,
mentre quelli di Eight erano rossi così come i suoi capelli
e gli
occhi.
Eight
mostrò all'albino una palla da basket e iniziò a
palleggiare
“Chiudiamola qui Zero”.
“Beh,
vogliate scusarmi ma devo andare a salvare una mia compagna...
perciò
non restateci male se ci andrò giù
pesante!”
*
* *
Kira
si guardò attorno confuso. Si trovava nello spazio.
Incredibile a
dirsi ma era così. In quel momento era in piedi su un
piccolo
asteroide alla deriva e da lì poteva distintamente vedere la
luna e
il pianeta sulla quale viveva.
“Ehi
bambino.” disse una voce alle sue spalle e già il
fatto che
potesse sentire le voci nel vuoto lo lasciò parecchio
perplesso.
Su
un asteroide poco lontano vide un ragazzo che indossava un mantello
marrone con cappuccio a coprigli gli occhi dalla quale però
vide
uscire una lunga treccia verde.
“Io
sono Seven e sarò il tuo avversario. Questo spazio
così come quelli
dove stanno combattendo i tuoi compagni sono stati creati da Six e se
riuscirai a battermi, tornerai nel mondo reale.”
spiegò il
ragazzo.
“Uhm...
non so se tu lo abbia fatto apposta a creare un terreno di scontro
così ma sappi che mi stai solo avvantaggiando.”
disse Kira.
“Se
la pensi così, libero di farlo.” disse Seven prima
di puntare un
dito contro il bambino. Dalla punta del dito partì un
piccolo raggio
laser rosso che distrusse l'asteroide sulla quale si trovava Kira,
scagliando Kira a diversi metri di distanza.
Il
bambino si accorse subito di un grosso svantaggio. Non c'era
gravità
e lui non aveva mai combattuto in simili situazioni.
“Sembra
che tu ti sia sopravvalutato.” commentò Seven
“E questo ti
porterà alla sconfitta.”
*
* *
Lias
era confusa. Molto confusa. Come ci era arrivata in un deserto? Anche
Shin-San e Gref erano alquanto confusi e continuavano a guardarsi
attorno cercando di capire qualcosa.
“Ehi
ehi, seriamente? Tre avversari? Six mi sopravvaluti un po'
troppo!”
urlò una voce davanti a loro e i tre solo allora si
accorsero di un
ragazzo biondo e dagli occhi azzurri che indossava un mantello viola
scuro.
“Un
nemico!” disse Shin-San prima di estrarre le sue katana.
“Oh
piacere di conoscervi! Mi chiamo Five!” disse il ragazzo
sorridendo
“Scusate ma devo uccidervi”.
“Eh?”
fece appena in tempo a proferire Lias prima che un tentacolo di
sabbia le afferrasse la caviglia e iniziasse a trascinarla nel
terreno. Gref agì tempestivamente e, dopo averla afferrata
per le
spalle, si alzò in volo, liberandola da quella trappola.
Five
fischiò colpito dopodiché creò altri
tentacoli di sabbia molto più
grossi del precedente e, con uno di essi, riuscì a colpire
il
grifone scaraventandolo a terra. Shin-San fu subito vicino a Five per
tentare di colpirlo con le sue due armi ma un muro di sabbia si
parò
tra lui e l'avversario.
“Spiacente
ma io sono un mago della sabbia e regno su questo deserto.”
commentò Five. Erano appena finiti nel suo territorio.
*
* *
Yukiteru
riaprì gli occhi e la prima cosa che pensò fu
-Fanculo a quella
stronza col mantello giallo...-
Lentamente
si alzò in piedi e potè constatare di essere in
un luogo parecchio
interessante. Una centrale elettrica. Intorno a lui riconobbe vari
macchinari che aveva già visto in passato e, stranamente gli
venne
anche un po' fame. In fondo lui si nutriva di elettricità
così si
avvicinò ad un alternatore e ci posò la mano
sopra. Un umano
normale sarebbe rimasto folgorato da quella scossa ma lui,
semplicemente, divorò le scariche elettriche
finché non si sentì
sazio.
“Ah
ci voleva proprio ma... perché diavolo mi ha teletrasportato
in una
centrale elettrica?” si chiese il moro guardandosi attorno
senza
riuscire ad identificare una porta o una qualche via di uscita.
“Per
darti una minima possibilità di vittoria.” disse
una voce maschile
sopra di lui.
Il
dragon slayer alzò immediatamente lo sguardo e vide un
ragazzo con
indosso un mantello grigio e il cappuccio calato sul viso.
“Tsk,
certo che voi non avete proprio fantasia con i vestiti.”
commentò
Yukiteru mentre alcune scariche elettriche iniziavano a scorrere
lungo le sue braccia “Lasciami indovinare... devo spaccarti
la
faccia per poter uscire di qua”.
“Io
sono Four e... sì, devi battermi per poter tornare nel mondo
reale.”
spiegò il giovane saltando giù ed atterrando a
pochi metri da
Yukiteru.
“Bene,
allora... con permesso!” disse Yukiteru prima di sparare una
scossa
elettrica dal braccio destro verso il suo avversario ma, con sua
somma sorpresa, il raggio cambiò traiettoria andando a
colpire uno
dei tanti pali di ferro presenti in quella stanza.
“Non
puoi usare l'elettricità a distanza. Questa stanza
è piena di
parafulmini.” lo informò Four.
“In
tal caso...” sibilò Yukiteru prima di corrergli
incontro e
colpirlo al volto con un pugno avvolto dalla sua
elettricità. Four
parò il pugno con la sua mano aperta e il moro
ghignò “Beccati
questa scossa!”
L'intero
corpo di Four venne percorso da una forte scossa elettrica ma
stranamente non batté ciglio, anzi, colpì
Yukiteru sulla guancia
destra con un pugno che lo fece indietreggiare di qualche metro.
“Ma
che diavolo? Perchè non ti sei fatto niente?”
chiese Yukiteru
quando Four, cogliendolo impreparato, allungo il braccio destro e
afferrò il moro alla gola iniziando a strozzarlo.
“Spiacente
ma ora sono fatto di gomma e la tua elettricità non
può farmi
nulla.” spiegò Four mentre un tetro bagliore rosso
si intravedeva
sotto il cappuccio “La vittoria è mia”.
*
* *
Fede
si guardò attorno massaggiandosi la testa. Era stata
teletrasportata
in quella specie di galleria a testa in giù e aveva sbattuto
la
testa sul cemento. Ovviamente non era una ferita grave. In passato
aveva subito di peggio.
Creò
una piccola sfera di fuoco nella sua mano e potè constatare
di
trovarsi in un tunnel buio e freddo. Non riusciva a vedere le pareti
e nemmeno il soffitto per non parlare di una possibile via di fuga.
“Benvenuta.”
proferì una voce femminile nell'oscurità
“Io sono Three e sei
stata scelta come mia avversaria”.
Fede
ruotò verso il punto in cui, secondo lei, aveva origine la
voce e la
lanciò una sfera di fuoco che esplose a mezz'aria
illuminando
completamente quella parte di tunnel per qualche secondo. La ragazza
era riuscita a vedere una parete così vi si
avvicinò e ci si
appoggiò con la schiena.
Un'improvvisa
fitta al braccio destro però la fece sobbalzare. Avvicinando
la sua
piccola sfera di fuoco, vide un ago lungo e sottile conficcato a
metà
strada tra gomito e spalla. Lentamente lo estrasse digrignando i
denti per il dolore. Dopo averlo estratto lo gettò a terra
senza
pensarci ma si accorse subito di una cosa: il suo braccio non
rispondeva più bene ai suoi comandi.
“Quello
è uno dei miei speciali aghi. E' grazie a quelli che ho
fatto
addormentare le tue amiche senza che potessero fare nulla.”
disse
Three dall'oscurità “Ora sarai tu a provare questa
mia arte e mi
dispiace dirtelo ma per te c'è il sonno eterno!”
“Quindi
sei stata tu...” sibilò Fede mentre i suoi lunghi
capelli castani
iniziavano a vorticare nell'aria e diverse sfere di fuoco comparivano
tutt'attorno a lei.
Dal
suo nascondiglio, Three potè chiaramente vedere l'odio negli
occhi
di Fede.
“Ti
brucerò finché non chiederai perdono!”
*
* *
L'ultimo
a riprendersi fu Ashuros il quale si ritrovò in una specie
di
laboratorio. Intorno a lui c'erano diverse capsule piene di gel verde
e nient'altro. Si avvicinò ad una di quelle capsule e
constatò che
erano vuote ma, guardando il pavimento, notò diverse gocce
di quella
roba verde che creavano una specie di scia.
L'albino
seguì la scia con lo sguardo arrivando ad una ragazza dai
corti
capelli neri che gli dava le spalle.
“Miwako?”
chiese Ashuros leggermente confuso. Che diavolo ci faceva lì
Miwako?
L'albino
fa abbastanza lesto da gettarsi a terra prima che una lancia di
sangue si conficcasse nella capsula dietro di lui. Si rialzò
subito
estraendo nel contempo la sua katana. Ora la ragazza che era uguale
in tutto e per tutto a Miwako aveva creato una falce di sangue e si
stava avvicinando al mago del tempo.
“Ehi
Miwako ma che ti prende?” le chiese Ashuros prima di parare
un
colpo di quella falce.
“Lei
non è la Miwako che conosci.” disse una ragazza
con mantello blu
scuro sulle spalle e cappuccio calato sul volto appena apparsa dietro
a quella non-Miwako “Io sono Two e per ordine di Arkens devo
eliminarti”.
“Beh
mettiti in coda, non sei l'unica a volermi uccidere.” disse
Ashuros
con un ghigno che si spense nell'esatto momento in cui vide un'altra
decina di ragazze uguali a Miwako arrivare alle spalle della ragazza
incappucciata.
“Vorrà
dire che salterò la fila.” sibilò Two
prima di creare una katana
di sangue.
*
* *
In
una sala monitor, Arkens batté le mani come se si trovasse a
teatro.
Nei vari monitor erano visibili i diversi scontri in atto e dietro di
lui c'era Six intenta a meditare per poter mantenere i campi di
battaglia.
“Sembra
proprio che ci sarà da divertirsi!” disse l'uomo
soddisfatto per
poi guardare una figura appoggiata contro il muro. Era un ragazzo ed
indossava un mantello nero con cappuccio “Non vieni a vedere,
One?”
“Non
mi interessa. Avvisami solo quando potrò affrontare Zero uno
contro
uno.” disse il giovane prima di uscirsene dalla stanza.
-Il
titolo di Zero sarà mio e di nessun altro!-
-
- -
Ormai
era calata la sera su Last Hope. Tutti erano stati avvisati della
missione di Zero e gli altri e diversi maghi si erano lamentati per
non averli potuti accompagnare. Ovviamente Aika li aveva calmati
spiegandogli che troppe persone avrebbero solo fatto casino e quella
era una missione delicata.
Ora
molti maghi erano tornati nei dormitori ma c'erano ancora alcuni
ragazzi che facevano le ore piccole.
“Finito!”
esclamò Penny entusiasta nell'ammirare il disegno appena
finito.
Davanti a lei Yelle esclamò contenta mentre Edward, che
aveva dovuto
posare insieme alla maga del vento, si accasciò al suolo
distrutto.
Era rimasto fermo per tre ore e le sue ossa chiedevano pietà
mentre
il suo stomaco reclamava dell'alcool.
“Waaah!
Penny sei bravissima!” disse Yelle abbracciando l'amica.
“Grazie
e voi due siete stati molto gentili a posare per me! Ecco te lo
regalo!” disse la giovane artista porgendole il disegno. Cosa
che
fece contentissima Yelle.
“Grazie
mille Penny! A domani! Su vecchietto muoviti!” disse Yelle
dirigendosi verso l'uscita e trascinando il mago del veleno per una
gamba.
“Bene,
ho finito! Miel possiamo...!” iniziò Penny ma si
accorse del fatto
che la sua amica era scomparsa. Dopo aver posato i suoi pastelli, si
sistemò i suoi capelli color lilla nei suoi classici chignon
ai lati
della testa dopodichè iniziò a cercare la maga
dell'ombra.
“Ehi
Tsuki, hai visto Miel?” chiese poi alla maga della creazione
seduta
ad un tavolo.
“Uh?
Mi sembra di averla vista uscire poco fa insieme a Martin.
Penny
iniziò a preoccuparsi. Ashuros le aveva chiesto di
controllare la
situazione e, ora come ora, le tre ragazze che doveva sorvegliare:
Miel, Lya e Lyra erano assenti.
-Maledizione!
Se non svolgo bene l'incarico non avrò le tavolette di
cioccolata!-
pensò la viola disperandosi quando vide all'improvviso Ryu e
gli si
precipitò addosso “Ryu! Devi aiutarmi a trovare
Miel!”
“Perchè?
E' uscita poco fa con Martin e probabilmente la sarà
accompagnando
al dormitorio.” rispose il mago del ghiaccio leggermente
seccato
dalla cosa.
“Bene,
vorrà dire che la cercherò da sola!”
sbottò Penny prima di
precipitarsi fuori dalla gilda.
“Ehi
Ryu, tutto bene?” chiese Giada avvicinandosi al ragazzo per
poi
aiutarlo ad alzarsi.
“Sì
tranquilla, sto bene. Ora me ne torno al dormitorio.
Buonanotte!”
disse Ryu per poi uscire dalla gilda ma non appena ebbe fatto pochi
passi, estrasse dalla tasca dei pantaloni un fogliettino che aveva
trovato poco prima.
Lo
aprì e rilesse il contenuto per essere sicuro di aver capito
bene:
Ryu, tra poco
uscirò con Martin
e mi farò accompagnare al dormitorio. Per favore
incontriamoci alla
roccia del lupo nel bosco poco lontano dalla gilda. Devo parlarti.
Miel.
Ryu
fissò quel biglietto per qualche secondo per poi dirigersi
verso il
bosco che si trovava alle spalle della gilda. Non sapeva
perché ci
stava andando. In fondo Miel ormai si trovava più che bene
con
Martin. In appena due giorni quel ragazzo senza neanche un po' di
attributi era riuscito ad avvicinarsi a lei come se niente fosse.
-Probabilmente
mi vorrà dire della loro relazione.- pensò
il giovane inoltrandosi nella boscaglia anche se c'era qualcosa che
non gli quadrava. Miel non era di certo il tipo da urlare le cose in
faccia e davanti a tutti ma non era neanche quel tipo di persona che
organizza tutto in segreto.
Dopo
alcuni minuti raggiunse finalmente la roccia la cui forma ricordava
molto la testa di un lupo e, sopra ad essa, vide una figura seduta.
“Miel?”
chiese Ryu avvicinandosi un poco alla figura la quale si
girò verso
di lui.
“Spiacente.
Hai sbagliato persona.” disse la figura e, prima che il
ragazzo
potesse mettersi in guardia, cadde in ginocchio con le braccia
costrette al corpo ed impossibilitato a muoverle.
“C...
che diavolo...?!?” iniziò Ryu cercando di
liberarsi ma senza
successo.
“Oh
mio caro Ryu. Sei stato così facile da
abbindolare...” disse la
figura scendendo dalla roccia mettendosi così
sotto la
luce della luna
piena. Ryu rimase colpito dalla bellezza di quella ragazza: capelli
lunghi e neri, occhi viola, un vestito nero elegante e un seno di
tutto rispetto. Di sicuro era una bella ragazza.
“Mi
presento, sono Victorias, uno degli arcidemoni.” disse la
donna
mostrando un sorriso che mise i brividi al mago del ghiaccio.
“Cosa
vuoi da me? E cosa hai fatto a Miel?” sbottò Ryu
cercando di
rialzarsi ma qualcosa lo fece tornare in ginocchio. Solo in quel
momento le catene che lo tenevano bloccato diventarono visibili e,
seguendole con lo sguardo, Ryu scoprì che partivano tutte la
palmo
della mano destra di Victorias.
“Per
quanto riguarda la tua amichetta, non verrà. Ha altro a cui
pensare
mentre nel tuo caso... io voglio te o per meglio dire il demone
dentro di te!” spiegò Victorias mantenendo quel
sorriso per poi
avvicinarsi al ragazzo e togliergli gli occhiali da snowboard.
La
ragazza rimase colpita dallo sguardo glaciale di Ryu. Quegli occhi
arancioni erano una cosa molto rara e non riuscì a non
restare
attratta da quello sguardo.
“Ah
non mi guardare così, rischi di accendere i miei desideri
carnali
più profondi.” disse la mora leccandosi le labbra.
“Tsk,
hai detto che vuoi il demone dentro di me... beh mi dispiace per te
ma dentro di me non c'è nessun demone.” disse Ryu
voltandosi di
lato.
“Oh
non mi piacciono le bugie Ryu.” disse Victorias avvicinandosi
ancora di più al giovane “Ma non temere,
farò in modo di
convincerti de contrario.” e detto ciò lo
baciò sulle labbra. Il
mago del ghiaccio sgranò gli occhi per la sorpresa ma non
riuscì a
sottrarsi al quel contatto a causa delle catene.
Restarono
fermi in quella posizione per una decina di secondi poi Victorias
sciolse il contatto e si allontanò di qualche passo. Ryu
cercò
subito di dirle qualcosa ma un'improvvisa fitta al petto gli
spezzò
il fiato costringendolo al silenzio.
In
pochi secondi il suo corpo venne scosso da diversi spasmi mentre i
capelli iniziavano a diventare blu notte.
“C...
cosa... mi hai... fatto...?” biascicò Ryu in preda
a quegli
spasmi.
“Non
è ovvio? Ho risvegliato il tuo demone.” disse
Victorias con un
ghigno.
Ryu
non riuscì a controbattere. La vista iniziò ad
appannarsi
velocemente e poi... il nulla.
“Come
ti senti?” chiese Victorias ritirando le sue catene.
“Una
meraviglia.” rispose il ragazzo il cui sguardo ora era molto
più
duro. Quello non era più Ryu.
“Quindi
tu saresti il Demone di Ghiaccio eh? Ti chiamerò ancora Ryu
per
comodità.” disse Victorias ghignando
“Ora voglio che tu vada
alla gilda ed uccida Aika. Portami la sua testa”.
“Come
desidera mia signora.” disse Ryu con un ghigno sadico prima
di
voltarsi e dirigersi verso la gilda.
Victorias
lo fissò soddisfatta mentre si allontanava e si chiese se
anche gli
altri avessero finito il loro compito.
*
* *
“Ehi
Martin manca ancora molto?” chiese Miel fissando il ragazzo
che le
camminava di fianco. Il ragazzo iniziò a sudare freddo e,
inchinandosi svariate volte, le chiese scusa.
“Manca
poco te lo giuro!”
“Ok
ok stai tranquillo, era solo per sapere.” disse Miel
sorridendo. I
due ripresero a camminare lungo quel sentiero che li avrebbe portati
al centro del bosco dietro la gilda. 'un tratto, Miel tese le
orecchie guardò dietro di lei.
“Qualche
problema?” chiese Martin.
“No...
è che mi sembrava di aver sentito qualcosa...”
disse Miel
scrutando l'oscurità.
Dopo
qualche secondo, si decise di essersi sbagliata e seguì
Martin il
quale, stranamente, stava sorridendo.
“Perchè
sei contento?” chiese Miel.
“Perchè
tra poco vedrai qualcosa di bellissimo!” esclamò
Martin contento
“Ecco, siamo arrivati!”
Miel
osservò curiosa davanti a se e rimase sorpresa dalla scena
che le si
parava di fronte. Erano al limitare di una grossa radura circolare.
Sul terreno erano stati tracciati diversi cerchi concentrici e degli
strani simboli che non riconobbe. Al
centro della radura c'erano tra grosse lastre di pietra sistemate ai
vertici di un triangolo e su due di quelle pietre, Miel riconobbe Lya
e Lyra incatenate ad esse.
“Lya!
Lyra!” urlò Miel avvicinandosi alle due compagne
ma all'ultimo le
mancò il respiro. Si portò istintivamente le mani
alla gola ma non
trovò nulla di anomalo eppure qualcosa le impediva di
respirare
correttamente. Diede
alcuni colpi di tosse e, dalla sua bocca, vide uscire della polvere
nera e grigia. Cenere.
Un
brivido gelido le percorse la schiena mentre Martin le si parava di
fronte. Un ghigno sadico sul volto e uno sguardo che le mise addosso
una paura mai provata.
“Ebbene
Miel? Ti soddisfa la vista?” chiese il ragazzo caricandosela
in
spalla. Miel ormai era senza fiato e stava soffocando. Non
riuscì
neanche ad evocare un piccolo portale d'ombra
per fuggire.
Martin
la appoggiò contro l'ultima roccia libera e da essa uscirono
delle
catene che avvolsero completamente Miel. Non appena fu soddisfatto
delle catene, Martin sciolse la sua magia e Miel potè
tornare a
respirare.
“Che
stai facendo Martin? Cosa significa tutto questo?!?”
urlò Miel
cercando di liberarsi ma si accorse subito del fatto di essere
completamente priva di potere magico.
“Per
favore, chiamami pure con il mio vero nome.” disse il ragazzo
sorridendo mentre uno strato di cenere lo avvolgeva completamente.
Dopo qualche secondo, la cenere scomparve mostrando a Miel il nuovo
aspetto del ragazzo che ora era alto un metro e ottanta, dal fisico
scolpito e la carnagione chiara. Inoltre
aveva un aspetto più maturo e doveva avere intorno ai
trent'anni.
Aveva
dei lunghi capelli neri tenuti perfettamente in ordine e gli occhi
neri come la pece. Indossava degli stivali marroni, dei pantaloni
neri, una camicia bianca, un cappotto nero e un paio di guanti neri.
“Puoi
chiamarmi Demon.” sibilò l'uomo e a Miel per poco
non le si fermò
il cuore.
“D...
Demon...?” ripetè la bionda iniziando a dimenarsi
come se stesse
andando a fuoco “NO! Vattene via! Lasciami
andare!!!”
Demon
sorrise compiaciuto per poi metterle una mano sulla guancia. Miel
cercò di allontanarsi il più possibile. Negli
occhi si poteva
leggere il terrore che stava provando e se avesse potuto sarebbe
scappata il più lontano possibile.
“Oh
mia cara Miel, così mi spezzi il cuore!” disse
Demon recitando un
malessere al cuore per poi tornare a ghignare.
“Ehi
bastardo...” sibilò Lya dietro di lui appena
svegliatasi.
“Oh
ben svegliata Lya. Dormito bene?” chiese Demon avvicinandosi
alla
dragon slayer della notte.
“Dove
mi hai portato... e come hai fatto a mettermi K.O. non ricordo di
essermi avvicinata a te!” sbottò Lya cercando di
liberarsi ma le
catene non cedettero.
“Oh
per quello sono innocente.” disse Demon alzando le mani
“Dovresti
chiedere a lui.” e indicò un ragazzo seduto sotto
un albero poco
lontano il quale si alzò per poi avvicinarsi al gruppetto.
Lya
lo fissò a bocca aperta “Zack...?”
“Indovinato.”
disse Zack sogghignando “Devo dire che ci sono volute fin
troppe
bottiglie di alcool corretto per farti andare nel mondo dei
sogni”.
La
ragazza lo fissò allibita ma poi iniziò a
ricordare. Era uscita per
andare a bere qualcosa in un bar e li aveva incontrato Zack.
I due avevano iniziato a bere e poi le si era appannata la vista ed
era crollata.
“Come
hai potuto, maledetto bastardo!!!” sbottò la mora.
“Oh
mi dispiace ma non sarebbe proprio potuta durare la nostra
storia.”
commentò Zack “Infondo mio padre ha eliminato il
tuo”.
“C...
cosa...? Tuo padre era quel drago della luce?!?” chiese Lya
sconvolta.
“Indovinato!
Io sono un dragon slayer della luce e mio padre mi ha ordinato di
eliminarti.” spiegò Zack “Ma una
simpatica persona mi ha offerto
molti più soldi per uccidere mio padre e in seguito portarti
qui”.
“Hai
ucciso il tuo drago...?” sibilò Lya la cui rabbia
stava aumentando
e non di poco.
“Già,
nel sonno era fin troppo vulnerabile.” disse Zack ampliando
il
ghigno per poi posare lo sguardo su Lyra che si era appena svegliata
“Bene ora si è svegliata anche l'ultima!”
La
maga del Take Over si guardò attorno confusa e chiese
“Che sta
succedendo? Perchè siamo incatenate!” e anche lei
si accorse di
non avere neanche un briciolo di potere magico.
“Per
farla breve, mia cara, siete cadute nella nostra trappola.”
disse
una voce a lei familiare. Da dietro la sua roccia apparve il mago
dello spazio con cui aveva passato tanto tempo in quei due giorni.
“Jeff?
No... cosa significa? In che senso trappola?” chiese Lyra
trattenendo le lacrime.
“Mi
dispiace ma sei troppo ingenua per poter comprendere il nostro
progetto.
Finalmente
potrò tornare al mio vero potere.” disse Jeff
passandosi una mano
tra i corti capelli verdi per poi creare una sfera di fuoco nella
mano destra. Come ultima “modifica” si
passò una mano su una
delle cicatrici che aveva sotto l'occhio destro e quella
svanì nel
nulla, lasciandone due.
Lyra
sgranò gli occhi sorpresi poi di colpo ebbe l'illuminazione.
“Tu...
tu sei quel mago del fuoco che ha distrutto il mio bosco ed ha ucciso
il mio amico!!!”
“Oh
ma allora lo sai usare quel cervello che ti ritrovi.” disse
Jeff
ghignando.
“Cosa
volete da noi?” chiese Lya fissando con odio Zack.
“Oh
tranquilla, tra poco capirai tutto.” disse il mago della luce
prima
di estrarre dalla sua giacca una pergamena. Gli
altri due uscirono dal triangolo inciso nel terreno e, dopo che ebbe
pronunciato una lunga formula in lingua antica, anche Zack ne
uscì
fuori.
“Ehi!
Che volete fare?!?”
urlò Miel quando all'improvviso le tre pietre iniziarono a
brillare
di uno strano bagliore blu. Dalla base di ciascuna pietra
scaturì
una striscia luminosa che andò verso il centro del
triangolo,
unendosi alle altre due. Non appena si furono incontrate, dal centro
del triangolo si generò un portale circolare dal raggio di
un metro.
Dal
portale iniziò a fuoriuscire un grosso cristallo nero ma man
mano
che usciva, delle fitte di dolore sempre più forte
tempestavano il
corpo delle tre ragazze che non poterono trattenere le urla. Il
processo durò circa tre minuti e alla fine le maghe non
avevano
neanche più la voce per urlare.
I
tre maghi oscuri osservarono compiaciuti il cristallo e si
avvicinarono alle tre ragazze la cui pelle aveva preso un colorito
molto pallido.
“Mi
sa che gli resta poco da vivere.” disse Demon leggermente
contrariato della cosa.
“Che
vuoi farci? Il processo di evocazione ha prosciugato interamente le
loro energie. E' un miracolo che respirino ancora.” disse
Jeff.
“Ehi
voi!!!” urlò una ragazza dal limitare della radura
e Zack disse
“Guarda guarda se non è la piccola
Penny”.
“Che
cosa gli avete fatto?!?” urlò ancora Penny.
“La
domanda è: cosa faremo a te?” disse Jeff prima di
scagliarle
contro una sfera di fuoco. Penny purtroppo aveva la guardia abbassata
e quella sfera esplose senza problemi, investendola con le sue
fiamme.
“Keh,
problema risolto.” disse Jeff notando poi che il cristallo
stava
iniziando a creparsi “Bene, manca poco ormai”.
“Ehi,
mago da strapazzo.” sibilò una voce maschile dal
fumo creato dalla
sfera di fuoco. I tre maghi si girarono verso quel punto e dal fumo
uscirono Michael
e Stefan. Dietro di loro Penny era perfettamente illesa.
“E
quello sarebbe un incantesimo del fuoco?” chiese Michael
“Fai
proprio pena”.
“Michael,
spero non ti dispiaccia, ma quel bastardo è mio.”
sibilò Stefan
iniziando a caricarsi di elettricità.
“Il
mago della cenere è mio! Ha fatto soffrire la mia
Miel!” urlò
Penny indemoniata.
“Quindi
a me tocca il bellimbusto con i due coltelli?” chiese Michael
e gli
altri due annuirono “Oh beh, tanto meglio”.
Jeff
ghignò soddisfatto e, creando una sfera di fuoco, chiese
“Signori,
vogliamo dare il via alle danze?”
Demon
creò un grosso tentacolo di cenere e disse “Manca
poco alla
rottura del cristallo. Divertiamoci un po'”.
“Coraggio
caro il mio God Slayer, vediamo quanto vali!”
*
* *
Aika
aveva uno strano presentimento. C'era qualcosa che non andava ma non
riusciva a capire cosa. Seduta sul bancone del bar della gilda, si
guardò attorno. Ormai erano rimasti solo Amlach, Giada,
Tsuki e Shi
mentre tutti gli altri erano già andati a dormire o almeno
così
credeva lei.
Il
portone della gilda si spalancò di colpo ed entrò
Ryu. Gli altri lo
fissarono leggermente confusi. Prima di tutto ora aveva i capelli blu
e secondo... non indossava più i suoi occhiali e i suoi
occhi
arancioni misero in soggezione i presenti.
“Ryu?
Che succede?” chiese Aika alzandosi in piedi.
Ryu
non le rispose, limitandosi a scagliarle contro un pugnale di
ghiaccio che, all'ultimo, venne distrutto da una delle fruste di Shi.
“Ehi
amico, che diavolo ti prende?” chiese il mago guerriero
estraendo
anche l'altra frusta mentre Amlach estraeva le sue tre katana.
“Quello
non è lo stesso Ryu che conosciamo.” disse Giada
“La terra mi ha
detto che ora è un demone...”
Amlach
si infilò una katana tra i denti e si preparò ad
attaccare “Beh
se è un demone va eliminato!” ma prima che potesse
scattare in
avanti, un verso agghiacciante, simile all'incrocio tra un ruggito ed
un ululato, squarciò il silenzio della notte.
Tutti
i presenti, tranne Ryu, provarono per un attimo un'inspiegabile
sensazione di paura.
Il
Demone di Ghiaccio ampliò il suo sadico ghigno e disse
“E' nato un
nuovo demone”.
Angolo
del mega ritardatario:
Ehm...chaos?
*evita un coltello da lancio* si lo so! Lo so! Sono in mega iper
ritardo! Molti di voi probabilmente non si ricordano nemmeno questa
fic e alcuni utenti forse non l'hanno mai vista O.O è
passato fin
troppo tempo dall'ultimo aggiornamento ma spero che questo breve
capitolo vi abbia un minimo soppresso la vostra sete di sangue nei
miei confronti ^^”
Ora
un paio di accorgimenti:
1)
per Jeo 95 e Whiteney Black: spero di avervi soddisfatte con questa
specie di ingarbugliamento dei vostri passati e più per
Whiteney,
spero che il passato ti abbai soddisfatto un minimo (cosa molto
difficile dato che faceva pena...)
2)
per PRINCE_OF_THUNDER: prima che tu dica “Handry guarda che
Yukiteru ha il potere della luce e dei fulmini” io ti dico
già LO
SO non sono idiota, li ricordo i poteri. Dai tempo al tempo e vedrai
u.u
3)
per tutte le appassionate di Kuroko no basket (non saprei dire se ci
sono dei ragazzi appassionati) come ad esempio TheWereWolf e Jeo 95:
i fantomatici giocatori di basket Eight e Nine li avete riconosciuti?
Se avete dei dubbi ve li spiego io: sono proprio
Tetsuya
Kuroko e Taiga Kagami!!! Ora
mi divertirò uhuhuhuhuhuuhuh....
Qui
concludo i ragguagli e vi auguro delle felici vacanze estive! Ci
vediamo alla prossima!!!
CHAOS!!!
P.S:
ammettetelo, siete dovuti andare a rileggere i precedenti capitoli
eh? XD
|
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Capitolo 19 *** Capitolo 18 ***
Capitolo
18
Il
silenzio tornò sovrano. Tutti i maghi presenti nella sala,
fatta
eccezione per Ryu, erano ancora scossi a causa dello strano ruggito
appena udito.
Aika
fu la prima a riprendersi e, fissando il mago del ghiaccio con
sguardo fermo, gli chiese “Cosa intendi per nuovo
demone?”
“Esattamente
quello che ho detto. Un nuovo demone è nato... e per
inciso... si
tratta di un arcidemone.” spiegò Ryu mantenendo il
suo ghigno.
I
quattro maghi che lo avevano circondato non sembrarono preoccuparsi
molto di quell'informazione ma per Aika, la storia era completamente
diversa.
“C...
cosa hai detto?”
Tsuki
si voltò preoccupata verso la giovane sacerdotessa e le
chiese
“Aika... che cosa sono gli arcidemoni?”
Aika
deglutì prima di risponderle “Sono il rango
più alto tra le fila
dei demoni. Un solo arcidemone potrebbe tranquillamente radere al
suolo una città come Zafirus nel giro di poche ore. In
passato
quando affrontai Ruganax, ai suoi ordini aveva una decina di
arcidemoni e bastarono quegli esseri a spazzare via metà del
nostro
esercito... e credevo di averli sigillati definitivamente!”
“Li
avevi sigillati ma anche i sigilli più potenti hanno un
punto di
rottura.” disse Ryu per poi portarsi due dita sulle labbra
“Inoltre, in un modo molto appagante, sono stato messo al
corrente
del piano del mio signore e posso rivelarvi che questo nuovo
arcidemone è tra i più forti mai
esistiti”.
“Come
avresti... o per meglio dire avreste fatto a creare un arcidemone dal
nulla?” chiese Aika allorché Shi chiese
“Avreste? Significa che
non è da solo?”
“No.”
rispose Giada “Posso percepire un potere magico incredibile
poco
lontano da qui... inoltre li vicino ci sono Penny, Miel, Stefan, Lya,
Lyra, Michael, Martin, Zack e Jeff ma c'è qualcosa di
strano... il
potere magico di Miel, Lya e Lyra è pressoché
inesistente e gli
altri si stanno... affrontando?”
In
quel momento Ryu non potè trattenere una risatina per poi
voltarsi
verso la bionda e dirle “Indovinato... mi chiedo
perché!”
“Ci
hanno tradito...” sibilò Tsuki e il ghigno sadico
di Ryu le diede
ragione.
“Dovete
sbrigarvi... le vostre compagne sono in situazione alquanto...
spiacevole.” disse Ryu e, tempo zero, Tsuki fu davanti a lui.
La
mano destra venne ricoperta da una spessa armatura di acciaio con la
quale colpì il suo ex-compagno in pieno volto.
“Keh.
Un colpo davvero privo di forza.” sibilò Ryu e
tutti i presenti
sgranarono gli occhi per la sorpresa, Tsuki per prima che, dopo aver
tolto la mano, potè constatare i danni provocati: neanche un
graffio.
Al
contrario, l'armatura da lei creata era gravemente danneggiata e si
sgretolò nel giro di pochi secondi. Ryu la guardò
con sguardo
trionfante prima di afferrarla per la gola e sollevarla di peso da
terra.
Nello
stesso istante, una decina di grosse radici emersero dal terreno,
immobilizzandolo completamente e iniziando a stritolarlo.
“Lasciala
andare immediatamente!” urlò Giada creando una
lama di vento nella
mano destra.
“Come
vuoi tu.” disse Ryu con un ghigno prima di congelare
completamente
le radici che andarono in frantumi pochi istanti dopo. Prima che gli
altri potessero reagire, il demone scagliò Tsuki contro
Giada,
centrandola in pieno e facendole cadere entrambe a terra.
Il
mago del ghiaccio non si preoccupò neanche dell'imponente
ombra che
si era portata alle sue spalle e non cercò neanche di parare
i due
fendenti diretti verso le sue spalle. Amlach rimase incredulo nel
vedere le sue katana rimbalzare contro la pelle del moro.
“Che
diavolo di pelle ha?” chiese Amlach allontanandosi di qualche
passo.
“Non
lo so e non mi interessa!” urlò Shi prima di
menare diverse
sferzate con le sue fruste ma, come gli attacchi precedenti, neanche
questi riuscirono a scalfire la pelle di Ryu il quale, con un
movimento del braccio, creò una vera e propria tormenta di
ghiaccio
che, oltre a congelare parte della stanza di fronte a lui,
scagliò
Shi contro la parete.
Senza
perdere tempo, ruotò su se stesso, afferrando Amlach per la
faccia e
sollevando anche lui senza alcuno sforzo. Il mago dell'ombra
cercò
di tagliargli il braccio con le sue katana ma nessun colpo
sortì
l'effetto desiderato.
Ryu
mostrò di nuovo il suo sadico ghigno per poi rafforzare la
presa sul
cranio di Amlach che lasciò andare le sue armi per tentare
di
liberarsi con la sola forza ma neanche così
riuscì a riottenere la
libertà.
“Che
ne dici di addormentarti?” chiese Ryu e, dalla sua mano,
iniziò a
fuoriuscire un sottile strato di ghiaccio che andò pian
piano a
ricoprire la testa di Amlach, iniziando poi a coprire il resto del
corpo.
“Mi
stai deludendo Aika. I tuoi compagni vengono sopraffatti da un demone
e tu non fai nulla per aiutarli?” chiese Ryu voltandosi verso
la
master, restando poi confuso nel vedere un sorrisetto sulle sue
labbra.
“Penso
che tu abbia avuto accesso alle memorie di Ryu, no? Quindi dovresti
sapere bene che con loro non si scherza.” disse Aika
ampliando il
suo sorriso e, nel contempo, Ryu iniziò a sentire il
ghiaccio
creparsi sempre di più.
Il
demone tornò subito a concentrarsi su Amlach che ormai si
era
completamente trasformato in un lupo bipede alto poco più di
due
metri. Il licantropo lo fissò con uno sguardo di puro odio
prima di
alzare un braccio e colpirlo con un'artigliata che, finalmente,
riuscì a creare delle crepe sulla pelle del suo avversario.
Ryu
ci mise pochi secondi a rialzarsi ma, prima che potesse
contrattaccare, due fruste a lui familiari gli bloccarono le braccia.
Lentamente, volse lo sguardo alla sua sinistra e vide il ghigno
vittorioso di Shi.
Ryu
non potè neanche provare a liberarsi che si trovò
una decina di
candelotti di dinamite vicino ai piedi. Davanti a lui, a distanza di
sicurezza, Tsuki lo salutò con la mano prima che gli
esplosivi
detonassero, avvolgendo il demone con le fiamme. Una grossa nuvola di
fumo oscurò la visuale dei maghi ma dopo pochi secondi,
seppur
barcollante, da essa ne uscì fuori Ryu. La canotta nera era
ormai
ridotta a brandelli e il suo fisico era pieno di bruciature.
“Non
male come colpo.” disse Ryu ghignando “Ma dovrete
fare molto più
di così”.
“Nessun
problema.” disse Tsuki sorridendo e indicando un punto sopra
di
lui.
Il
mago del ghiaccio alzò lo sguardo giusto in tempo per vedere
Giada
armata di una grossa spada fatta di roccia e radici, avvolta da due
spirali d'acqua e lame di vento.
“Prendi
questo!!! DRAGON SLAYER'S SCRET ART: SUPREME SWORD OF
NATURE!!!”
urlò la bionda a pieni polmoni prima di calare il colpo.
Come negli
altri asi, Ryu non cercò di parare il colpo ma si
lasciò colpire in
piena faccia. L'impatto, oltre a distruggere gran parte del
pavimento, generò un sacco di lame di vento che tempestarono
il
corpo di Ryu, provocandogli diversi tagli.
Amlach
tornò in forma umana e si avvicinò al cratere
creato dall'attacco
di Giada. Shi e Tsuki lo imitarono subito, finendo ad osservare il
corpo immobile di Ryu ricoperto di tagli tra cui quello che spiccava
di più era un taglio perfettamente dritto che partiva dalla
fronte e
finiva poco sotto lo sterno.
“Lo
abbiamo sconfitto?” chiese Tsuki.
“Direi
di sì... chi sopravviverebbe a...!!!” prima che
Amlach potesse
finire la frase, i suoi istinti animali, così come quelli di
Giada,
li avvisarono di un pericolo incombente ma entrambi avevano
già
consumato parecchie energie e non riuscirono a reagire in tempo.
Dal
terreno fuoriuscirono diversi spuntoni di ghiaccio che colpirono
tutti e quattro i maghi, ferendoli gravemente e scaraventandoli a
terra. Aika volse lo sguardo verso il cratere dalla quale
uscì Ryu.
“Ve
l'ho detto, dovrete impegnarvi molto più di così
per sconfiggermi.”
sibilò il ragazzo per poi rivolgersi a Aika
“Guarda! Quattro dei
tuoi maghi più valorosi sconfitti in pochi minuti! Non oso
immaginare il massacro che farà l'arcidemone visto che, a
difesa di
Zafirus, non restano che una manciata di maghi”.
“Di
certo non gli renderanno la vita facile.” disse Aika
camminando sul
bancone del bar.
“Sei
fin troppo tranquilla... hai lasciato che i tuoi amici venissero
sconfitti senza provare a far nulla per impedirlo.” disse Ryu
sospettoso e, non appena vide di nuovo il sorriso di Aika,
capì
tutto “Poteri telepatici eh?”
“Indovinato.
Mentre loro ti tenevano impegnato, ho mandato un messaggio telepatico
a tutti gli altri membri della gilda per avvisarli del
pericolo.”
spiegò Aika.
“Resta
il fatto che sono troppo pochi per fronteggiare il potere
dell'arcidemone.” ribattè Ryu.
“Forse
hai ragione ma... com'è che dico sempre? Le porte di Last
Hope sono
sempre aperte!” disse Aika.
Ryu
rimase qualche secondo in silenzio contemplando quelle parole poi le
chiese “Hai arruolato dei nuovi maghi?”
“Indovinato
di nuovo.” disse Aika con un ghigno per poi avviarsi verso la
porta
“Ora scusami ma ho un impegno”.
“Ehi,
guarda che io sono ancora in piedi!” urlò Ryu
creando una spada di
ghiaccio.
“Lo
so ma si da il caso che il tuo avversario... sia lui.” disse
Aika
indicando un punto dietro di Ryu. In quel preciso istante, il mago
del ghiaccio avvertì un enorme potere magico alle sue spalle
e, dopo
essersi voltato, si ritrovò faccia a faccia con un grosso
gorilla
rosso ricoperto di spuntoni ossei che lo colpì con un pugno
al
torace, facendolo schiantare contro una parete.
“Che
cosa abbiamo qui? Un demone che si è spinto fin troppo
oltre?”
chiese una voce maschile alle spalle del gorilla che svanì
in una
grossa fiammata.
Aika
sorrise molto volentieri al ragazzo che aveva appena parlato. Non era
passato molto dalla sua partenza ma era comunque molto contenta di
vederlo.
“Ben
tornato Angel. Ti sei allenato per bene?” chiese Aika.
Il
giovane annuì sorridendo. Benchè fosse il solito
Leo, aveva
qualcosa di diverso a cominciare dai suoi capelli non più
rossi come
il fuoco. Ora erano bianchi sul lato destro e neri sul lato sinistro
mentre l'occhio destro ora era azzurro e non più rosso come
il
sinistro.
Nella
mano sinistra stringeva il suo fidato pugnale di cristallo nero
mentre, appesa alla vita, era visibile la spada di cristallo bianco
donatagli dall'angelo che aveva sconfitto tempo addietro.
“Vai
pure Aika, di lui posso occuparmene io.” disse Leo e la
master
annuì per uscire dalla gilda, diretta verso il bosco poco
lontano.
Intanto anche Amlach e gli altri si erano rialzati e, come con Aika,
Leo li aveva rassicurati di potersela cavare da solo così i
quattro
si erano diretti verso la città.
“Così
pensi di potermi battere?” chiese Ryu divertito
“Non ce l'hanno
fatta in quattro. Cosa ti fa pensare di essere migliore di
loro?”
“Niente
di particolare. Solo... la mia esperienza con i demoni.”
disse
Angel prima di conficcarsi il pugnale nel torace sotto lo sguardo
sorpreso di Ryu. Stranamente, dalla ferita non uscì neanche
una
goccia di sangue mentre il pugnale venne completamente assorbito dal
corpo di Leo che venne avvolto da delle fiamme scarlatte.
Gli
occhi e i capelli si tinsero nuovamente di rosso mentre dei piccoli
spuntoni rossi iniziarono a ricoprirgli le braccia e il torace.
Lentamente, i due si avvicinarono l'un l'altro finché non
furono a
pochi centimetri di distanza.
Il
terreno dietro a Leo iniziò pian piano a bruciacchiare
mentre quello
dietro a Ryu si ricoprì all'istante di uno strato di
ghiaccio.
“Raffredderò
molto volentieri i tuoi bollenti spiriti.” sibilò
Ryu ghignando
sadicamente.
“Ti
consiglio di non scherzare col fuoco... rischi di bruciarti.”
ribattè Leo con lo stesso ghigno dopodichè il
loro scontro ebbe
inizio.
*
* *
“Che
cazzo di creatura è quella?” chiese Michael
osservando l'essere
appena uscito dal grosso cristallo nero, ormai ridotto in tanti
minuscoli frammenti.
“Deve
trattarsi di un demone ma non ho mai visto niente di simile.”
commentò Stefan osservando la creatura.
Il
suddetto demone, era un grosso lupo bipede alto circa tre metri. Il
pelo era di un blu scuro tendente al nero mentre gli occhi, che erano
sei, erano completamente rossi. I vari denti affilati come zanne
erano gialli ed erano attraversati da delle piccole scariche
elettriche. La coda era più lunga di quella di un semplice
lupo ed
era molto più grossa.
Non
appena il demone era uscito dal cristallo, aveva ruggito a pieni
polmoni, costringendo i maghi presenti a tapparsi le orecchie.
Malgrado fosse passato un minuto abbondante dalla sua
“nascita”,
il demone non si era ancora mosso di un millimetro, restando fermo al
centro della radura.
Jeff
si avvicinò a lui lentamente e, non appena gli fu davanti,
si esibì
in un lungo inchino dicendo “E' un onore poterla conoscere,
arcidemone”.
Il
demone parvi ridestarsi dal suo incantamento e si voltò in
direzione
del mago del fuoco. Dopo un breve ringhio gli disse “Umano,
chiamami con il mio nome e cioè Almarok”.
Jeff
sorrise e si corresse immediatamente “Perdonate la mia
mancanza di
rispetto, Lord Almarok. So di non essere la persona più
adatta a
dirvelo ma... benvenuto nella fascia degli uomini”.
“Per
questa volta passerò oltre.” disse Almarok prima
di posare lo
sguardo sulle tre ragazze ancora incatenate “Queste tre umane
sono
un sacrificio per me?”
“No
mio signore, sono le tre umane grazie alla quale è nato lei.
Infatti
voi siete la perfetta unione dei loro poteri.” disse Jeff
“Ma la
città qua vicino è piena di umani e potete
saziarvi della loro
carne come meglio credete”.
“Eccellente.
Non appena avrò finito il mio pasto partiremo per la fascia
dei
demoni.” disse Almarok prima di dirigersi verso Zafirus.
“Come
desidera, Lord Almarok.” disse Jeff con un sorriso prima di
tornare
dai suoi due compagni.
“Quindi
quello sarebbe un nuovo arcidemone?” chiese Demon.
“Sì,
ora come ora è un cucciolo ma non appena sarà
arrivato nella fascia
dei demoni, Master Ruganax lo metterà al corrente di tutto
quanto.”
spiegò Jeff prima di voltarsi verso Stefan
“Abbiamo un po' di
tempo per divertirci con loro”.
“Eccellente!”
urlò Zack prima di scagliarsi contro Michael che non si fece
trovare
impreparato. Da una piccola sfera di fuoco nero creò una
grossa
falce di fiamme con la quale cercò di colpire Zack il quale
evitò
agilmente tutti i suoi colpi, allontanandosi nel mentre da lui.
Michael
non ci pensò due volte ad inseguirlo nel fitto della
boscaglia. Lui
non era di certo il tipo che lasciava andare i suoi avversari senza
averli gonfiati di botte.
“Maledizione,
quel demone si sta dirigendo verso Zafirus.” disse Penny
quando una
voce risuonò nella sua mente -Penny, mi senti?-
“Aika?”
chiese Penny e Stefan si girò confuso verso di lei
“La master mi
sta parlando telepaticamente.”
-Penny,
ascoltami bene. Abbiamo saputo dell'apparizione di un arcidemone
vicino a voi. Lo hai visto?- chiese Aika.
-Sì,
un grosso lupo bipede con sei occhi. Impossibile non riconoscerlo ma
ora si sta dirigendo verso Zafirus.- disse Penny mantenendo lo
sguardo su Demon.
-Perfetto.
Da quanto posso percepire, tu, Michael e Stefan siete impegnati con i
tre traditori. Per favore teneteli impegnati ma non esponetevi
troppo. Sono maghi molto forti.- disse Aika prima di interrompere la
comunicazione.
Penny
strinse i pugni avanzando lentamente verso il suo avversario. Poteva
essere forte quanto voleva ma non si sarebbe mai tirata indietro.
Quell'uomo aveva fatto del male alla amica più preziosa e
quello era
più che sufficiente per farla lottare fino all'ultimo.
“Bene
bene, vediamo se sei in grado di vendicare la morte della tua
amichetta.” disse Demon con un ghigno e a quelle parole Penny
raggelò.
“La...
morte...?” ripetè la giovane maga sentendo le
gambe sempre più
deboli.
“Quel
processo di evocazione ha prosciugato completamente le loro energie.
E' solo una questione di secondi prima che si spengano del
tutto.”
spiegò Demon mentre diverse lame di cenere si formavano
intorno a
lui “E' un vero peccato che tu non possa salutarla un'ultima
volta”.
Con
un semplice cenno della testa, tutte le lame di cenere saettarono
verso Penny ma, prima che potessero colpirla, un imponente geyser di
acqua bollente scaturì dal terreno, spazzando via le lame e
proteggendo la ragazza.
“Che
diavolo succede?” esclamò Demon prima che un
secondo scaturisse
dal terreno sotto i suoi piedi, sollevandolo a diversi metri di
altezza e scaraventandolo a diversi metri da Penny. Il mago della
cenere si rialzò subito e notò immediatamente una
piccola fatina
posizionata sulla spalla destra di Penny.
Era
alta una quindicina di centimetri ed era fatta interamente d'acqua.
Era pressoché trasparente tranne gli occhi che erano blu
come il
fondo dell'oceano.
“Grazie
dell'aiuto, Belahys.” disse Penny continuando a fissare il
suo
avversario.
“Non
c'è di che Penny. Sai che puoi sempre contare su di me e
sulle
altre.” le disse la fatina dell'acqua prima si sollevarsi in
volo e
ritornare ad essere semplice acqua.
La
maga indicò il terreno intorno a Demon e disse
“Non puoi
controllare la cenere bagnata eh?”
Il
mago oscuro assottigliò lo sguardo. Ci aveva azzeccato in
pieno ma
doveva trovare un modo per poterla raggirare e sconfiggerla.
-Devo
aspettare che l'acqua venga assorbita dal terreno così
potrò
utilizzare di nuovo tutta la cenere... ma fino ad allora
dovrò farne
a meno.- pensò Demon prima di correre verso Penny la quale
non si
fece attendere.
Velocemente
poggiò una mano sul terreno e, davanti a lei, si
creò uno spesso
muro di roccia che frenò l'avanzata di Demon. Il mago
però non
desistette e girò subito attorno all'ostacolo, preparandosi
a
colpire la sua avversaria ma di Penny non c'era più alcuna
traccia.
“Sono
qui idiota!” urlò la ragazza per poi saltare
dall'alto del muro di
roccia e colpirlo con un calcio dritto sul naso. Il colpo gli fece
perdere l'equilibrio e caddero entrambi a terra ma Penny si
rialzò
immediatamente. Ora sulla sua spalla c'era una fatina fatta
interamente di terra, roccia e sabbia che sembrava compiaciuta
dall'operato della ragazza.
“Non
male Penny! Quello sì che era un calcio!” si
complimentò la
fatina sorridendo.
“Grazie
Ashyan.” disse Penny mantenendo uno sguardo duro
“Dobbiamo
concludere al più presto lo scontro”.
In
quel momento, un pugnale fatto interamente di cenere le
passò a
pochi millimetri dalla guancia sinistra, conficcandosi in un tronco.
Prima che Demon potesse scagliarne altri, Penny colpì il
terreno con
un pugno e una grossa voragine si creò sotto l'uomo che, al
pelo,
riuscì ad aggrapparsi ad una sporgenza.
“Questa
è la tua fine!” urlò Penny ma uno
strano ghigno sulle labbra di
Demon la fece tentennare e quell'esitazione le costò caro in
quanto
un pugnale di cenere le si conficcò nella spalla destra da
dietro e,
mentre tentava di estrarlo, il mago oscuro si issò fuori
dalla
voragine e la colpì con un calcio.
“Non
sottovalutarmi, mocciosa. Sono un mago da molto tempo più di
te e
non sarò sconfitto da una sempliciotta come te.”
sibilò Demon ma
il suo momento di trionfo durò poco in quanto una freccia
gli si
conficcò nella coscia sinistra.
Imprecando
ad alta voce, l'uomo la estrasse immediatamente restando sorpreso nel
constatare che si trattava di una freccia fatta d'ombra la quale si
dissolse nell'aria. Velocemente, si voltò in direzione delle
tre
grosse pietre poste al centro della radura constatando che le tre
maghe usate per l'evocazione dell'arcidemone erano scomparse.
“Demon!!!”
urlò una voce femminile alle sue spalle che lui conosceva
fin troppo
bene. Girò su se stesso brandendo due pugnali di cenere e
ritrovandosi faccia a faccia con Miel la quale impugnava due daghe
fatte d'ombra.
Grazie
al suo slancio, la bionda fu più veloce a colpire e, con
estrema
precisione, colpì il nemico sul torace disegnando una grossa
X. Il
mago oscuro indietreggiò tenendosi una mano sulla ferita
mentre Miel
cadde rovinosamente a terra.
“Tsk...
maledetta... sei ancora viva?” chiese Demon trasformando il
suo
pugnale in una spada.
“Non...
ti permetterò... di ferire... la mia amica!”
rispose seccamente
Miel cercando di rialzarsi.
“Molto
bene, allora farò fuori te per prima.”
sibilò l'uomo alzando la
spada, pronto per darle il colpo di grazia.
Purtroppo
per lui, si era messo contro le maghe sbagliate in quanto dei grossi
tentacoli d'acqua fuoriuscirono dal terreno, avvolgendolo
completamente fino a creare una grossa sfera d'acqua.
“Per
fortuna qua ci sono molte falde acquifere.”
commentò Belahys
sedendosi sulla spalla di Penny.
“Ora
è il mio turno!” commentò un'altra
fatina, fatta interamente di
fuoco e il suo ghigno preoccupò non poco Demon.
“Questo
è ciò che meriti per aver fatto del male ad una
mia amica e per
averci traditi!” disse Penny prima di alzare il braccio
sinistro in
direzione di Demon. In pochi istanti, l'acqua iniziò a
scaldarsi
fino a bollire e il mago oscuro iniziò a dimenarsi come se
avesse il
diavolo in corpo.
La
tortura durò solo una manciata di secondi ma fu sufficiente
per
farlo cadere a terra esausto. La stessa sorte toccò a Penny.
Utilizzare i poteri di due fatine in contemporanea le prosciugava una
grossa quantità di energia. Dopo qualche secondo si
sentì tirar su,
ritrovandosi seduta vicino alla sua amica che la fissò
sorridendo.
Penny
riuscì a stento a trattenere le lacrime e si
limitò ad abbracciarla
con tutte le forze che le restavano. Abbraccio che venne prontamente
ricambiato dall'amica.
“Sei
ancora viva.” disse Penny “Sono così
felice...” e le lacrime
iniziarono a scendere lungo le guance.
“Di
certo non me ne andrò così facilmente.”
commentò Miel con un
sorriso “Ho ancora troppe cose da fare”.
Penny
si scostò di poco dall'amica e, con un sorriso malizioso, le
chiese
“Come ad esempio metterti insieme a Ryu?”
“C...
che vorresti dire?” chiese a sua volta Miel visibilmente in
imbarazzo mentre la sua coda tesa si muoveva a scatti.
“Oh
andiamo, credi che non l'abbia ancora capito. Voi due vi piacete e
non so se te ne sei accorta, ma era super geloso in questi
giorni.”
spiegò Penny facendole l'occhiolino. Miel volse lo sguardo
altrove
cercando un modo per sviarla da quel discorso ma ci pensò
Penny a
quel problema.
“Ora
che ci penso... dove sono finite Lyra e Lya?”
“Credo
che siano andate a pareggiare i conti.” ipotizzò
Miel con un
sorrisetto che svanì pochi secondi dopo non appena si
accorse del
fatto che Demon si stava dissolvendo in cenere.
“Una
copia?” ipotizzò Penny.
“Già...
dove diavolo sarà finito quel bastardo?”
*
* *
Nel
profondo del bosco era in atto un combattimento serrato tra due maghi
dall'incredibile potere distruttivo. Un dragon slayer e un god
slayer. Entrambi non esitavano a mostrare il loro potere
all'avversario e ciò aveva causato la distruzione
dell'ambiente
circostante, trasformando quella parte di bosco in uno spiazzo privo
di vegetazione e tappezzato di crateri.
“Ci
sai fare ragazzino.” disse Zack camminando in cerchio attorno
al
god slayer delle fiamme.
“Tu,
invece, fai schifo. Mi chiedo quanto fosse disperato quel drago per
aver scelto te come suo allievo.” commentò
acidamente Michael
seguendolo con lo sguardo.
“Tsk,
ti farò rimangiare queste parole! Io sono il miglior dragon
slayer
vivente e presto te ne accorgerai!” urlò Zack
prima di saltare in
alto e tentare di colpire Michael con il suo soffio del drago.
Il
raggio di luce venne prontamente bloccato da uno scudo di fiamme nere
che divorarono la luce in pochi secondi. Michael si voltò
all'improvviso in direzione di Zack, ancora a mezz'aria, e gli
scagliò contro una grossa sfera di fuoco nero che lo
colpì di
striscio, causandogli diverse scottature sul braccio destro.
Il
dragon slayer della luce non se ne curò minimamente e, non
appena
ebbe messo piede a terra, scattò in avanti estraendo nel
contempo i
suoi due grossi pugnali. Il suo avversario, nello stesso istante,
creò una grossa falce con la quale parò i primi
colpi di Zack.
Michael
si accorse subito del fatto che le sue fiamme non riuscivano a
fondere le lame di Zack le quali erano ricoperte da strani simboli
bianchi. I due continuarono a scambiarsi colpi per diversi minuti
senza che nessuno dei due riuscisse a prevalere sull'altro.
All'improvviso
Zack lanciò in alto i suoi pugnali e unì le sue
mani come a voler
pregare. Michael si accorse subito di quello che aveva in mente di
fare e si allontanò di qualche metro. Il dragon slayer
aprì le mani
avanti a se, creando una grossa sfera di luce, e urlò
“WHITE
DRAGON'S HOLY RAY!!!”
Dalla
sfera scaturirono un centinaio di raggi di luce che puntarono
Michael. Il giovane saltò di lato per evitarli ma i raggi,
anziché
colpire il terreno, cambiarono traiettoria e colpirono in pieno il
god slayer, creando diverse piccole esplosioni.
L'attacco
continuò per una manciata di secondi ma alla fine, Michael
era
disteso a terra con diverse bruciature sul corpo e i vestiti
rovinati.
Pian
piano, si rialzò anche se barcollante e si
scrocchiò il collo per
poi spolverarsi i vestiti.
“Forse
devo ricredermi...” disse Michael “... qualcosa di
buono lo sai
fare”.
“Eh
eh eh... finalmente lo hai capito. Ora che ne dici di concludere lo
scontro?” chiese Zack mostrando un ghigno sadico.
Michael
lo fissò in silenzio per qualche secondo
dopodiché gli diede le
spalle e, dopo aver alzato un braccio, disse “E' tutto
tuo”.
Zack
non capì il senso di quella frase ma i suoi sensi sviluppati
accorsero in suo aiuto in quanto, mosso dall'istinto, si
girò di
centottanta gradi, incrociando i due pugnali in alto. Giusto in tempo
per parare il fendente lanciato da Lya con il suo spadone.
“Cosa?
Ancora tu?” disse Zack con gli occhi sgranati
“Dovresti essere
morta!”
“Beh
mi dispiace ma non lo sono!” ribattè Lya mettendo
ancora più
forza nelle braccia e costringendo Zack a mettersi in ginocchio. Il
ragazzo notò subito che i suoi pugnali, malgrado
l'incantesimo della
luce, si stavano pian piano crepando.
-Maledizione!
Da dove prende tutta questa forza?!? Dovrebbe essere stremata dopo
l'evocazione!- pensò Zack riuscendo poi ad allontanarsi
dalla sua
avversaria.
“Immagino
che tu ti stia chiedendo come abbia fatto a recuperare il mio
potere...” disse Lya fissandolo con uno sguardo assassino
“Beh,
se quelle catene non fossero andate in frantumi subito dopo
l'evocazione, sarei ancora incatenata a quella roccia ma ora che sono
libera, posso ricaricarmi quanto mi pare e piace dato che siamo nel
cuore della notte”.
Solo
in quel momento Zack capì in che brutta situazione era
finito. Se si
trattava solo di Michael, poteva gestire lo scontro senza problemi ma
ora che c'era anche Lya, la dragon slayer della notte, la situazione
era ribaltata.
“Se
ci fossimo scontrati di giorno, probabilmente mi avresti battuta
senza problemi.” ammise Lya rinfoderando il suo spadone. Zack
non
potè che cercare immediatamente una via di fuga. Non era un
idiota e
sapeva benissimo di non avere alcuna chance contro di lei ora che
poteva contare su una riserva di magia praticamente infinita.
“Credi
davvero che ti lascerò andare?” chiese Lya la
quale si era già
portata davanti al suo avversario. Prima che Zack potesse mettersi in
posizione difensiva, la ragazza lo colpì con un pugno,
avvolto da
un'aura oscura, dritto sul naso scaraventandolo a diversi metri di
distanza.
“Maledetta
ragazzina!” ringhiò Zack per poi sputare un po' di
sangue “Non
credere di potermi sconfiggere con così poco!”
“Lo
so benissimo ed è per questo che ti mostrerò
qualcosa di
estremamente potente...” sibilò Lya mentre una
grossa aura nera la
avvolgeva, lasciando visibili solo i bagliori rossi dei suoi occhi.
Zack, così come Michael, sentì un brivido lungo
la schiena e rimase
a bocca aperta nel vedere l'aura oscura crescere sempre di
più.
Michael,
istintivamente, creò una falce di fiamme nere ma non
cambiò
posizione per un semplice motivo: aveva paura. Era la prima volta che
gli capitava di provare qualcosa di simile ma sapeva benissimo che si
trattava di paura.
L'aura
oscura ormai era enorme. Alta almeno una decina di metri e lunga una
dozzina. Uno strano ringhio fuoriuscì da essa e Zack
sbiancò
completamente. Aveva già sentito un verso simile e sapeva
bene a
cosa apparteneva.
Lentamente
la foschia iniziò a diradarsi mostrando un gigantesco drago
dalle
scaglie completamente nere e dagli occhi rossi. Sotto lo sguardo
esterrefatto di Michael e Zack, il grosso rettile distese le sue
grosse ali e mosse la sua coda come una frusta, tagliando di netto un
albero che crollò al suolo.
“Si
è trasformata in un drago?” chiese Zack anche se
sapeva bene che
nemmeno Michael avrebbe potuto dargli una risposta.
Malgrado
la sua enorme stazza, Lya fece uno scatto in avanti e
schiacciò Zack
con una zampa, senza però ucciderlo, lasciando visibile solo
la
testa. Il dragon slayer rimase sorpreso dall'incredibile controllo
che riusciva a mantenere in quella forma.
Lya
alzò lentamente il muso e, aprendo di poco le fauci,
iniziò ad
accumulare una grossa quantità di energia oscura.
-Merda!
Sta preparando il suo soffio!- pensò Zack cercando di
liberarsi ma
per lui era impossibile spostare un drago, sopratutto se furioso come
lo era Lya in quel momento.
In
pochi istanti, Lya finì di accumulare potere magico e
tornò a
fissare Zack con uno sguardo carico di odio. Lentamente
spalancò le
fauci e un enorme raggio di energia oscura colpì il terreno,
creando
un'enorme esplosione nera che scaraventò Michael a diversi
metri di
distanza e causò una piccola scossa di terremoto.
Un'enorme
colonna di fumò iniziò a salire verso il cielo
mentre Lya
riprendeva la sua forma originale.
La
giovane dragon slayer cadde in ginocchio a pochi metri dal cratere
fumante. Era a corto di fiato e la fronte era impregnata di sudore.
Quella trasformazione era una delle sue carte vincenti ma le causava
un prosciugamento istantaneo delle energie.
Dopo
qualche secondo aprì la bocca ed iniziò ad
aspirare quella che
sembrava semplice aria anche se in realtà era l'essenza
della notte
e, grazie a quell'energia, fu di nuovo piena di energie. Un rumore
sospetto la fece voltare verso alcuni cespugli dalla quale, seppur
barcollante, uscì Michael.
“Certo
che non sai proprio contenerti eh? Quell'attacco era incredibilmente
potente!” commentò Michael avvicinandosi al
cratere.
“Scusa.”
disse Lya alzandosi in piedi “In quel momento non ero in
me...”
“Non
preoccuparti. Almeno lo hai sconfitto.” disse Michael
incrociando
le mani dietro alla testa.
“Sì
l'ho sconfitto... ma non l'ho ucciso. Guarda nel cratere.” lo
invitò Lya e il god slayer, leggermente curioso,
seguì il suo
consiglio. Dovette aspettare qualche secondo per far sì che
il fumo
si diradasse ma poi lo vide: un braccio di Zack e, inspiegabilmente,
si stava dissolvendo diventando cenere.
“Cenere?
Ma non era un mago della luce?” chiese Michael.
“Quel
tizio di nome Demon deve averlo sostituito con una copia di cenere
poco prima del mio attacco.” ipotizzò Lya per poi
voltarsi verso
il bosco “Credo che ora andrà da Jeff e
Lyra”.
“Molto
bene, allora andiamo a rompergli le uova nel paniere.”
propose
Michael prima di scattare nella direzione indicata da Lya, seguito a
ruota dalla dragon slayer.
*
* *
L'ultimo
traditore di Last Hope era Jeff. Un mago del fuoco che in quel
momento si stava confrontando con un'altra magia distruttiva quanto
la sua: la magia del fulmine. Il suo avversario era veloce ed
incredibilmente preciso con gli attacchi ma mancava di esperienza e
per questo non riusciva a portare a segno molti attacchi.
“Sembra
che tu non sia molto abituato a combattere, Stefan.”
notò Jeff
evitando l'ennesimo pugno del moro.
“Beh,
sono un pacifista e detesto combattere perciò ti sarei molto
grato
se ti arrendessi all'istante!” esclamò Stefan
prima di scagliargli
contro una scarica elettrica che venne facilmente bloccata da un muro
di fiamme.
“Ecco
spiegata la tua forza pressoché inesistente.”
commentò acidamente
Jeff prima di creare diverse sfere di fuoco che scagliò
contro
Stefan ma, purtroppo per lui, il mago del fulmine era troppo veloce
per farsi colpire da simili attacchi.
-Maledizione...
non riesco a colpirlo duramente come vorrei.- pensò Stefan
evitando
alcune sfere di fuoco -Devo cercare di sorprenderlo... ma come?-
Jeff
continuò con il suo attacco per qualche secondo,
dopodiché creò
una lunga sfera di fuoco nella mano destra ma prima che potesse
attaccare, un dolore lancinante gli bloccò la gamba destra.
Istintivamente portò una mano sulla zona dolorante e
sentì subito
il calore del suo sangue scorrere lungo la gamba.
Guardando
la ferita si accorse subito del fatto che si trattasse di un morso e
capì subito chi era l'artefice di quell'attacco.
“Quindi
sei ancora viva.” sibilò Jeff voltandosi verso
Stefan al cui
fianco era comparso un lupo nero dai denti elettrici. Il lupo dopo un
breve ululato si trasformò, assumendo le sembianze di una
ragazza.
“Lya!!!
Stai bene?” chiese subito il mago del fulmine avvicinandosi
alla
ragazza.
“Sì,
sto bene.” rispose la ragazza sorridendogli “Mi
dispiace di
averti fatto preoccupare...”
“Stai
tranquilla. L'importante è che tu sia sana e
salva.” disse Stefan
mettendole una mano sulla spalla per poi darle le spalle e piegare di
poco le gambe “Salta su”.
“C...
che cosa hai detto?” chiese Lyra leggermente rossa in volto.
“Beh...
sei comunque debole attualmente e quel maledetto potrebbe mirare a
te. Io sono veloce e di certo non mi colpirà!”
spiegò Stefan
senza voltarsi. Non voleva che Lyra notasse il rossore sulle sue
guance.
“O...
ok”.
Lyra
salì velocemente sulla schiena di Stefan e gli cinse il
collo con le
braccia e la vita con le gambe, cercando di non fargli male.
“Ah,
una giovane coppia di innamorati. Che gioviale visione.”
commentò
Jeff con un sorriso e i due maghi urlarono “Noi non siamo
innamorati!!!”
Stefan
fu costretto fin da subito ad evitare una pioggia di sfere infuocate.
Erano più piccole delle precedenti e meno potenti ma molto
più
rapide e precise ed erano tutte indirizzate a lui.
-Come
pensavo, non gliene frega nulla di Lyra. Sta attaccando con ancora
più accanimento.- pensò Stefan quando Lyra gli
sussurrò
all'orecchio “Corri dritto contro di lui e, non appena
cercherà di
darti il colpo finale, girati in modo che la mia schiena punti quel
bastardo”.
“Cosa?!?
Ma sei impazzita?” esclamò Stefan visibilmente
contrario a quella
tattica ma Lyra non accettava repliche “Tu fallo e
basta!”
Stefan
scosse la testa ma decise di seguire la tattica della sua compagna e,
come previsto da Lyra, non appena il giovane si fu scagliato contro
il mago del fuoco, questi creò all'istante una grossa sfera
di fuoco
che scagliò contro i due maghi.
“Ora!!!”
urlò la ragazza e Stefan, senza fermarsi, ruotò
sul suo asse di
centottanta gradi e, solo per un secondo, Lyra brillò di una
forte
luce arcobaleno. La sfera li prese in pieno generando una
potentissima esplosione che bruciò tutta l'erba attorno.
“Una
fine degna per due innamorati.” disse Jeff con un ghigno
sulle
labbra che morì all'istante non appena vide una figura
uscire dal
fumo e scagliarsi contro di lui.
Ancora
sotto lo scattò iniziale, Stefan era era ancora voltato
all'indietro
e, sulla sua schiena non c'era più Lyra ma una grossa
tartaruga di
terra il cui guscio era variopinto come un arcobaleno. Prima che Jeff
potesse creare un'altra sfera di fuoco, Jeff ruotò
nuovamente su se
stesso e gli puntò la mano destra contro.
“Questa
è la fine! THUNDERING RAGE OF THE DRAGON!!!”
urlò Stefan un
istante prima che un grosso drago serpentiforme, fatto interamente di
elettricità, scaturisse dalla sua mano dirigendosi verso il
mago del
fuoco.
Jeff
incrociò le braccia davanti al volto in un vano tentativo di
proteggersi ma, prima che il drago potesse colpirlo, uno spesso
strato di cenere si frappose tra lui e l'attacco, proteggendolo.
Stefan
e Lyra, tornata alla sua forma umana, sgranarono gli occhi per la
sorpresa nel vedere Zack e Demon in piedi vicino al loro compagno.
“Che
ci fate voi due qui?” chiese Jeff “Avete
già sconfitto quei
ficcanaso?”
“Purtroppo
no.” ammise Demon “Quella gattina è
venuta ad ostacolarmi”.
“Stesso
discorso per me... Lya era troppo forte.” spiegò
Zack visibilmente
provato.
“Tsk,
capisco... beh ritiriamoci.
Ormai Almarok avrà già iniziato il suo
attacco.” disse Jeff e,
dopo aver creato un tunnel dimensionale
nel terreno, ci saltò dentro, seguito a ruota dagli altri
due.
Non
appena il tunnel si chiuse, arrivarono Lya e Michael che andarono
subito a sincerarsi
delle condizioni dei loro compagni.
“Sto
bene, non preoccuparti.” disse Lyra sorridendo a Lya che
sospirò.
Era felice di saperlo ma non voleva darlo a vedere e lo stesso fece
quando arrivarono anche Miel e Penny, entrambe
ferite e barcollanti.
“Ce
ne avete messo di tempo.” commentò Michael
ricevendo
un'occhiataccia da parte di Penny che disse “Miel era debole
e
continuava ad inciampare!”
“Ah
quindi nulla di nuovo.” aggiunse Lya con un piccolo ghigno
sulle
labbra generando delle sane risate tra i vari maghi.
“Ragazzi,
che facciamo con quel demone lupo?” chiese Miel
“Non possiamo
lasciarlo scorrazzare in giro come se nulla fosse”.
“Tranquilla,
ci avrà già pensato Aika!” la
rassicurò Penny “Ora dirigiamoci
verso la gilda, dobbiamo riposare”.
“Voi
andate pure.” disse Lya “Io non sono ferita e sono
nel pieno
delle forze. Andrò a dare una mano agli altri”.
“Vengo
con te.” aggiunse Michael “Non mi sono stancato
molto prima”.
“D'accordo,
se succede qualcosa invierò il mio falco ad
informarvi.” disse
Stefan prima di dirigersi verso la gilda insieme a Miel, Lyra e
Penny.
“Bene,
muoviamoci.” disse Lya prima di fiondarsi nella foresta in
direzione di Zafirus.
*
* *
Una
grossa figura si aggirava intorno ad uno dei grossi portoni che
consentivano l'accesso alla città di Zafirus. Era molto
grossa e
aveva le fattezze di un lupo bipede ma riusciva comunque a muoversi
senza emettere quasi alcun suono.
-Quindi
questa è la città di Zafirus, eh? Sarà
un giochetto raderla al
suolo.- pensò Almarok mostrando i suoi denti affilati come
rasoi.
Il
grosso demone saltò sopra ad uno degli alberi più
grandi e squadrò
attentamente la zona dall'alto della sua posizione: dal portone al
bosco c'erano circa un centinaio di metri privi di vegetazione ed era
uno spazio circolare. Poco lontano dal limitare del bosco, c'era
un'altura completa spoglia ma che si estendeva per almeno uno o due
chilometri. Al demone parve quasi che il terreno fosse stato rialzato
data la ripidità delle pareti rocciose.
-Andrà
bene.- pensò prima di correre a gran velocità
verso quell'altura e
saltare in cima ad essa senza alcuno sforzo. Lentamente volse il suo
sguardo verso Zafirus e, dopo aver alzato le braccia al cielo,
recitò
una formula in una strana lingua. Pochi istanti dopo, una densa
nebbia nera avvolse glli alberi di fronte al portone, fino a renderli
invisibili agli occhi delle guardie che, dopo essersi accorte di
quello strano fenomeno, non esitarono a dare l'allarme.
“Keh
keh... addio umani. La vostra città non esisterà
più all'alba.”
disse Almarok per poi fissare la nebbia ed urlare “AVANTI
FIGLI
MIEI!!! SPAZZATE VIA QUELLA LURIDA CITTA'!!!”
Nel
giro di pochi secondi, dalla nebbia iniziarono a fuoriuscire decine
di demoni uguali ad Almarok con la sola differenza che i suoi
“figli”
avevano solo due occhi e non sei. Con un ruggito corale, i demoni
scattarono verso la città, chi correndo su quattro zampe e
chi su
due.
I
demoni in prima fila si accorsero subito di due figure intente a
camminargli incontro. Non appena furono a una ventina di metri,
riuscirono a vederle nitidamente. Erano due ragazze.
La
prima era alta sul metro e settanta ed aveva un fisico sinuoso alla
carnagione chiara. La leggera brezza serale faceva oscillare i suoi
lunghi capelli neri come la pece e lunghi fino alle ginocchia mentre
i suoi occhi bianchi come la neve scrutavano i vari demoni davanti a
lei. Indossava dei semplici stivaletti neri, un paio di pantaloncini
corti rossi e una canottiera arancione che aderiva bene al suo seno.
La
seconda era poco più alta, dal fisico slanciato ma privo di
seno e
dalla carnagione chiara. I lunghi capelli avevano la stessa
tonalità
di rosa dei fiori di ciliegio mentre gli occhi erano azzurri come il
cielo. Indossava una giacca blu scuro lunga fino a metà
coscia
chiusa davanti da dei bottoni gialli e, sotto di essa, portava un
vestito rosso che le arrivava fino alle ginocchia. Per concludere, ai
piedi calzava degli stivali marroncini alla vittoriana.
“Quindi
avevi ragione! Ho fatto bene a fidarmi del tuo udito.” disse
la
rosata
sorridendo all'altra.
“Per
fortuna siamo arrivate in tempo.” disse la mora con un filo
di
tensione nella voce “Sei
pronta, Layla?”
“Certamente
Lidya!”
disse la rosata creando delle spesse fruste fatte interamente di
luce. I primi demoni non esitarono a saltarle addosso ma, nel giro di
un secondo, si ritrovarono immobilizzati dalle suddette fruste.
Un
secondo gruppo di demoni cercò di attaccarla dall'alto ma un
rumore
acutissimo li fece cadere a terra in preda a spasmi incredibili.
Tutti i demoni portarono le mani sulle orecchie e iniziarono a
dimenarsi come se avessero appena preso la scossa.
Layla
si voltò e vide la sua compagna intenta a produrre quel
suono tanto
odiato dai demoni. Essendo degli ultrasuoni, lei non ne risentiva
minimamente ma i demoni, il cui udito era ben sviluppato, era come un
veleno.
“Bene,
li abbiamo in pugno!” commentò Layla eliminando
altri demoni con
le sue fruste ma si
accorse subito di un gruppo di demoni che, dopo aver inarcato la
schiena, scagliò contro di loro dei potenti raggi di
oscurità.
La
rosata non riuscì a mettersi in guardia ma in suo aiuto
arrivò
Lidya che, muovendosi alla velocità del suono, la
afferrò per la
vita e si spostò di qualche metro, evitando così
gli attacchi.
“C'è
mancato poco.” commentò la mora.
“Quello
assomigliava ad un attacco dei dragon slayer.”
notò Layla “Che
razza di demoni sono?”
“Non
lo so ma sono tanti... e continuano ad arrivare.”
osservò Lidya
mentre dalla nebbia oscura continuavano ad uscire decine di quei
demoni.
Un
demone ripresosi dallo stordimento, cercò di colpirle alle
spalle
con un'artigliata ma una freccia gli si conficcò
precisamente tra i
due occhi, uccidendolo sul colpo. Il corpo del demone si dissolse
nell'aria mentre ad altri demoni toccava la stessa sorte.
“Ma
chi è?” chiese Layla guardandosi attorno.
“Queste
frecce le sta scoccando qualcuno dall'alto delle mura.” disse
Lidya
fissando la cima delle mura ed individuando una ragazza dai
lunghi capelli arancioni.
In
quel momento, il portone della città iniziò ad
aprirsi per
permettere ad una trentina di ragazzi di uscire.
“Sono
i maghi di Last Hope.” disse Lidya ascoltando le urla gioiose
dei
cittadini e delle guardie della città “Sembra che
questa battaglia
non sarà così dura”.
Dal
gruppo di ragazzi, si distaccarono tre ragazze che corsero verso le
due maghe e la prima di esse, una giovane dai lunghi
capelli scarlatti urlò “Voi due, spostatevi
immediatamente!”
Lidya
afferrò nuovamente Layla e si portò alle spalle
delle tre ragazze
che si fermarono immediatamente.
“Erika!
Hanako! ORA!!!” urlò la rossa e tutte e tre, nello
stesso istante,
inarcarono la schiena.
“CAOS
DRAGON'S...!!!”
“DEMON
DRAGON'S...!!!”
“QUEEN
DRAGON'S...!!!”
“...ROAR!!!”
urlarono all'unisono le tre ragazze riversando all'esterno il loro
potere magico sotto forma di tre raggi di energia che crearono una
gigantesca esplosione, eliminando un centinaio
di demoni.
“Tutto
bene?” chiese la rossa rivolgendosi alle due ragazze soccorse
“Io
mi chiamo Angel e sono...”
“...
una maga di Last Hope. Lo sappiamo già.” disse
Lidya “Anche noi
domani faremo parte della gilda, abbiamo già parlato con
Aika”.
“Bene,
questo facilita le cose, novellina!” disse Angel con un
ghigno
bastardo “Ora basta poltrire e date una mano a spazzare via
quei
demoni!”
“Angel,
ne arrivano ancora!” urlò Erika scagliando un
altro soffio.
“Bene,
lasciateli a me!” disse Hanako estraendo la sua spada per poi
gettarsi nella mischia. In
poche mosse riuscì a mozzare la testa a diversi demoni ma,
benchè
fosse così gasata, i suoi avversari erano fin troppi.
“INFERNAL
EXPLOSION!!!” urlò una voce maschile e una
gigantesca palla di
fuoco si abbatté a pochi metri dalla dragon slayer,
incenerendo
diversi demoni.
“Rahl!
Razza di idiota! Vuoi per caso farmi arrosto?”
urlò Hanako in
direzione del ragazzo demone il quale era già impegnato in
un altro
scontro.
“Sei
stata troppo precipitosa.” sibilò una voce
femminile alle sue
spalle e Hanako non dovette neanche girarsi per riconoscere la sua
compagna “Miyuki, sei l'ultima che può dirmi una
cosa del genere!”
Le
due iniziarono a farsi largo tra i vari demoni menando colpi con
spada e accetta mentre Rahl inceneriva tutti quelli che tentavano di
colpirle alle spalle.
Un
demone, notando i tre, urlò “Restate compatti e
cercate di
prenderli dai lati! Mirate prima al mago del fuoco!!!”
-Uhm...
quindi non sono degli idioti. Dobbiamo cercare di creare un po' di
scompiglio nel mezzo.- pensò Angel prima di urlare
“Create
quanta più confusione potete nella loro formazione! Non
concentratevi solo sulla prima linea!”
“Come
desidera, altezza!” disse un ragazzo castano sistemandosi il
suo
berretto rosso “Ehi Wedard, sei con me?”
“Mi
chiamo Edward e comunque sì, sono con te! Yelle, dacci una
spinta!”
urlò il mago del veleno e, poco dietro di lui, una giovane
albina si
alzò in volo.
“Ricevuto
Edy! Preparatevi per un bel volo!” esclamò la
ragazza prima di
sollevarli con una folata di vento, facendoli finire in mezzo ai
demoni. I due maghi si divisero immediatamente e si scatenarono. CJ
attivò la sua modalità BLOOD FIRE e
iniziò a colpire tutti i
demoni nelle vicinanze, spaccandogli il cranio o la cassa toracica.
Edward,
invece, creò due spade di veleno con le quali fece dei
piccoli tagli
sulle braccia dei demoni che si sciolsero nel giro di pochi secondi.
La
maga del vento, alzandosi a diversi metri dal terreno,
continuò a
scagliare delle lame di vento in diverse direzioni, causando numerose
vittime tra le fila dei demoni.
Una
ventina di demoni riuscì ad oltrepassare la linea formata
dalle tre
dragon slayer ma andò a sbattere contro qualcosa di
invisibile.
“Spiacente
ragazzi, ma di qua non si passa.” disse una giovane ragazza
dai capelli albini camminando poco sopra di loro su qualcosa di
invisibile. Prima che i demoni potessero tentare di attaccarla, si
verificò una breve scossa di terremoto che bastò
a creare una
voragine sotto di loro.
Solo
uno di essi riuscì ad aggrapparsi in tempo ma una lama
invisibile
gli tagliò di netto le braccia, facendolo precipitare
nell'oblio.
“Ehi,
perché continui a copiare il mio potere?”
urlò una ragazza mora
visibilmente arrabbiata.
“E
dai Zafrina, il tuo potere è molto pratico in queste
situazioni!”
si scusò il ragazzo.
“Vaiter,
lasciala stare. E' un'ochetta che non sopporta di essere
superata.”
spiegò l'albina con un ghigno strafottente.
“Kay,
maledetta! Perchè non vieni a dirmelo in faccia?”
chiese Zafrina
pronta a fare a botte malgrado fossero entrambe nel bel mezzo di una
battaglia.
“Dopo
potrò massacrarti quanto vorrai ma ora dobbiamo darci da
fare
inoltre non so quante frecce abbia ancora Arya.” disse Kay
alludendo alla loro compagna appostata sulle mura. Poco
lontano da loro, alcuni demoni iniziarono a levitare nel vuoto e
molti di essi implosero dall'interno mentre i pochi rimasti furono
colpiti da delle lame d'acqua che li tagliarono a metà.
“Hana,
devi essere più veloce! Ci sono fin troppi demoni e non
posso
andarci piano solo perché ci sei tu!”
urlò una ragazza vestita
con una divisa scolastica.
“D...
d'accordo. Farò del mio meglio!” rispose
timidamente l'altra
ragazza creando più lame d'acqua ed eliminando diversi
demoni
“Misaki... pensi che Amlach stia bene?”
“Tsk,
quell'idiota starà ancora ronfando oppure sarà
rimasto alla gilda!
Dopo lo concerò per le feste!” disse Misaki
sollevando un altro
gruppo di demoni ma, prima che potesse eliminarli lei stessa,
un'ombra
velocissima tagliò la testa a tutti i nemici che si
dissolsero
nell'aria.
Misaki
fissò furibonda l'alta ragazza bionda intenta a darle le
spalle ed
urlò “Byakuya! Vatti a cercare le tue prede da
sole!”
“Sei
troppo lenta.” sibilò la bionda prima di
conficcare la sua katana
nera nel cuore di un altro demone.
Prima
che Misaki potesse ribattere, un missile esplose poco lontano da lei
e, grazie ad un muro d'acqua creato da Hana, non venne investita
dall'ondata di calore.
“Scusami
Misaki! Non l'ho fatto apposta!” urlò una ragazza
poco lontano da
lei e la maga della mente, voltandosi verso l'origine della voce,
ghignò.
“Quindi
sei già tornata, eh Anya?”
Il
bazooka della ragazza dai lunghi capelli arancioni si
trasformò in
una grossa ascia bipenne e la giovane, sorridendo, disse “La
missione era più facile del solito così siamo
tornati prima!” e,
veloce come un fulmine, un ragazzo dai capelli neri atterrò
poco
lontano da lei, eliminando un demone con un pugno dall'incredibile
potenza.
“Hayato!
E' bello rivederti!” disse Edward avvicinandosi al giovane
maestro
di arti marziali “Devo darti delle brutte notizie: Miwako e
Nikora
sono state rapite”.
“Che
cosa? Quando?” chiese Hayato colpendo un altro demone.
“L'altro
giorno, poco dopo la vostra partenza. Il team Burning Star, Zero e
Ashuros sono già partiti per salvarle.”
spiegò il castano.
“Bene
almeno sono in buone mani. Questi demoni qua, invece, da dove
spuntano?” chiese Hayato.
“Non
lo sappiamo ancora. Sappiamo solo che sono generati da quella
nebbia.” disse Edward quando una grossa esplosione
investì i
demoni vicini e Hanako si avvicinò ai due.
“Avete
visto Hiro? Non lo vedo da nessuna parte.” chiese
la ragazza ma gli altri due negarono con la testa “Tsk, ma
dove
diavolo si è cacciato?”
Purtroppo,
a causa del caos che si stava generando attorno a loro, nessuno dei
maghi riuscì a sentire i rumori provenienti dal profondo del
bosco
non ancora
oscurato
dalla nebbia. In
quel momento, Hiro era impegnato in un duello contro una figura
avvolta da delle vesti nere e con il volto coperto da una maschera.
Il
giovane stava
combattendo con le sue due armi divine e la cosa che lo sorprendeva
di più era che anche il suo avversario possedeva la sua
spada.
“Come
fai ad avere anche tu la
Kusanagi
no tsurugi?” chiese il ragazzo ma come risposta ricevette un
affondo, prontamente deviato dal suo scudo di Yata. Purtroppo per
lui, il suo avversario era armato con due katana e la seconda, dalla
lama rossa e nera sembrava quasi urlare
di disperazione.
-Ma
che razza di arma è quella?- si chiese Hiro evitando al
pelò un
fendente per poi tentare un affondo a sua volta, anch'esso parato
-Devo
sbrigarmi a finire con questo qui! Devo andare ad aiutare i miei
amici!-
Senza
perdere tempo, Hiro si gettò addossò al suo
assalitore e, dopo aver
deviato le sue due armi, lasciò andare la sua spada e
colpì
l'avversario con
una gomitata sulla maschera.
Il
nemico si lasciò sfuggire un gemito di dolore ma
ciò sufficiente
per far capire a Hiro che si trattava di una ragazza ma, prima che
potesse chiederle qualcosa, la ragazza si girò e
svanì
nell'oscurità della notte, lasciando il ragazzo con diverse
domande
senza risposta.
“Mi
chiedo chi fosse... beh non ho tempo per pensarci! Devo
andare!”
esclamò il giovane prima di dirigersi verso i suoi compagni.
Dal
suo riparo dietro ad un albero, la giovane spadaccina si tolse la
maschera lasciando visibili i
suoi grandi occhi rossi dalle striature nere. La maga si morse il
labbro per la mancata vittoria e disse “Maledetto, la
prossima
volta ti eliminerò... devo
farlo per Master Ruganax”.
Per
fortuna Hiro non aveva deciso di seguirla perché altrimenti
sarebbe
rimasto piuttosto scioccato nello scoprire che la sua assalitrice
altri non era che la sua compagna di gilda Kaname.
*
* *
Dall'alto
della sua posizione, Almarok
fissò i maghi di Last Hope intenti a combattere contro
i suoi figli e ghignò soddisfatto nel vedere che, anche se
poco alla
volta, i maghi venivano respinti verso la città.
“Sciocchi,
non potrete mai trionfare. Finché non lo deciderò
io, i miei figli
continueranno a nascere.” disse Almarok per poi lanciare un
lungo
ululato al cielo ma qualcuno era pronto per affrontarlo e si stava
avvicinando.
Senza
neanche voltarsi, l'arcidemone mosse ritmicamente le orecchie
individuando tutti i rumori più vicini seppur minimi.
-Due...
no, tre umani alle mie spalle.- pensò Almarok prima di
girarsi. Non
gli ci volle neanche un secondo per individuare i tre ragazzi che gli
stavano camminando incontro. Erano uno di fianco all'altro e non
sembravano minimamente preoccupati dal loro avversario.
Il
ragazzo al centro era parecchio alto, un metro e ottantacinque circa,
e aveva il fisico non troppo muscoloso dalla carnagione chiara. I
corti capelli neri a punta erano disordinati mentre i suoi occhi
erano coperti da un paio di occhiali da sole dalla montatura a V con
le lenti rotonde e gialle che impedivano di vedere il colore degli
occhi. Indossava degli stivali neri, un paio di pantaloni marroni e
un lungo cappotto rosso. Le mani erano coperte da due guanti diversi:
quello sinistro era di pelle nera ed era borchiato mentre quello
destro era sempre di pelle nera ma non aveva le borchie e gli
lasciava scoperti l'indice e il mignolo. A concludere il suo
vestiario c'era un orecchino d'oro sul lobo dell'orecchio destro.
“Ehi
Enor, quindi quello sarebbe un arcidemone? Me lo immaginavo
diverso.”
disse il moro rivolgendosi al ragazzo che camminava alla sua destra.
Il
suddetto ragazzo era alto sul metro e ottanta ed aveva un fisico
atletico e ben allenato. La carnagione chiara faceva risaltare i suoi
capelli biondi lunghi fino a poco prima delle spalle mentre non
risaltavano molto i suoi glaciali occhi grigi. A differenza del suo
compagno, il biondo vestiva in maniera molto più semplice:
una
maglietta bianca a maniche corte, un paio di jeans azzurri e delle
scarpe da ginnastica nere.
“Non
è un mio problema, Rex.” rispose il biondo
“E' colpa tua che ti
immagini chissà quale creaturina delle fiabe”.
Rex
esibì un sorrisetto soddisfatto. Viaggiavano insieme da
tanto tempo
e, benchè conoscesse la sua vera natura, si divertiva molto
nel
vederlo così gentile e simpatico. Velocemente, il moro si
girò
verso il suo altro compagno e gli chiese “Ehi Draco, sei
pronto?”
“Tsk
mi sorprendi Rex. Dovresti sapere che sono sempre pronto a far
soffrire qualche demone.” sibilò l'altro.
Il
terzo ragazzo, che aveva evidenti tendenze omicide verso i demoni,
era alto come Enor ma dalla carnagione molto più pallida. I
capelli
erano neri come le ali dei corvi ed erano rasati sui lati mentre
dietro erano legati in piccolo codino. Gli occhi erano rosso sangue
ed erano fin troppo simili a quelli di un serpente. Sul sopracciglio
destro portava un piercing mentre sul lobo dell'orecchio sinistro
aveva un orecchino. Indossava degli stivali neri con delle cinghie,
un paio di pantaloni neri e larghi, una lunga fascia viola avvolta
attorno alla vita che penzolava sul fianco destro, una cintura
marrone da militare a cui erano appese diverse tasche, un paio di
guanti neri e, per concludere, una canotta nera con la manica destra
lunga e larga ma priva della manica sinistra che lasciava visibile il
tatuaggio di un'hydra a sette teste il quale, stranamente, sembrava
possedere vita propria.
“Umani,
sembra proprio che voi abbiate tendenze suicide se decidete di
avvicinarvi così tanto a me.” disse Almarok
mostrando le zanne ma,
prima che potesse muovere un solo muscolo, sei proiettili lo
colpirono in testa, uno per occhio.
“In
realtà siete voi demoni che avete delle tendenze suicide se
decidete
di avvicinarvi così tanto alle nostre
città.” disse Rex
ricaricando la sua magnum calibro 45 interamente fatta d'acciaio
fatta eccezione per l'impugnatura di legno “Non ti
permetterò di
portare il caos a Zafirus”.
“Bene
Rex, ora se non ti dispiace andrò ad ucciderlo!”
esclamò Draco
prima di scagliarsi contro l'arcidemone il quale aveva ancora le mani
sulle ferite. Senza rallentare, il moro si tolse il guanto destro e
un denso liquido nero gli avvolse completamente la mano.
“POISON
DRAGON'S SPEAR!!!”
Dopo
aver puntato le dita contro l'arcidemone, come se la sua mano fosse
una lancia, Draco scagliò il suo attacco, trapassando il
nemico
all'altezza del torace e facendo schizzare del sangue nero sul
terreno e sui suoi vestiti.
La
combo però non era ancora finita in quanto una strana sfera
circondò
la testa di Almarok. Era per lo più invisibile ma alcune
crepe erano
disseminate lungo il perimetro di quella sfera, permettendo
così
agli altri di vederla.
Enor
schioccò le dita e la sfera esplose senza però
causare alcuna
fiammata. L'esplosione, però, era riuscita a distruggere la
testa
dell'arcidemone senza alcun problema. Prima che il sangue di Almarok
potesse bagnarlo completamente, Draco estrasse il suo braccio e si
allontanò di qualche metro.
“Tsk,
già finito? Che scontro di merda. Non mi sono neanche
scaldato.”
si lamentò Draco passando una mano sui vestiti sporchi.
“Dai
non farne una tragedia.” disse Rex sorridendo
“Enor, avresti
anche potuto evitare di usare il tuo potere del vuoto. Lo scontro era
già finito”.
“Lo
so, ma di solito la nostra combo è composta da tre
attacchi.”
ricordò Enor.
“Ok
ok non preoccuparti.” disse Rex “Ora la nebbia
dovrebbe essere
svanita, giusto?”
I
tre maghi si accorsero però del fatto che la nebbia era
ancora lì e
i demoni non accennavano a diminuire. Istintivamente, Draco
cercò
con lo sguardo il corpo di Almarok notando che era scomparso.
“Eppure
il mio veleno lo ha sciolto... come fermiamo quella cazzo di
nebbia?”
“Semplice,
dovete eliminarmi.” sibilò una voce alle loro
spalle e, prima che
i tre potessero girarsi, furono sollevati dal terreno da tre
tentacoli d'ombra usciti dal terreno.
Davanti
a loro videro, intento a sogghignare, Almarok ma la cosa strana era
che aveva di nuovo la testa perfettamente rigenerata e non aveva
più
il buco nel torace.
“Cosa?
E' ancora vivo?” esclamò Rex prima di sparargli
altri sei colpi,
stavolta tutti e sei indirizzati al cuore. L'arcidemone non
batté
ciglio e, dopo pochi secondi, i se buchi si rimarginarono senza
problemi.
“Quindi
i colpi leggeri non funzionano con te? Molto bene!”
esclamò Draco
per poi provare un altro attacco “POSION DRAGON'S
ROAR!!!”
Almarok
venne colpito in pieno dal cono di veleno nero e i tre tentacoli
d'ombra si dissolsero, liberando così i tre maghi ma, sotto
lo
sguardo sorpreso di Draco, l'arcidemone era ancora in piedi. Senza
aspettare un alto attacco, Enor creò un'altra sfera di vuoto
che
inglobò l'intero corpo dell'arcidemone.
L'esplosione
causò molta più distruzione della precedente ma,
benchè avesse
elle gravi ferite su tutto il corpo, Almarok non cedette terreno anzi
iniziò ad avanzare verso di loro.
Draco,
visibilmente inferocito, gli si scagliò contro e, con dei
rapidi
movimenti, gli tagliò le braccia ma, come se nulla fosse,
dai
moncherini fuoriuscirono due nuove braccia.
“C'è
qualcosa che non quadra...” commentò Enor fissando
il loro
avversario.
“L'ho
notato anch'io. Il veleno di Draco avrebbe dovuto eliminarlo o
comunque impedirgli di usare la magia eppure non sortisce alcun
effetto.” aggiunse Rex sparando altri sei colpi.
Almarok
si fermò e non potè trattenere delle grasse
risate “Voi umani
siete così idioti! Non vi siete neanche resi conto del mio
potere!”
Draco
era ormai prossimo ad attaccarlo nuovamente ma si fermò
all'ultimo
“Ragazzi, mi sa che questo qui è bello
tosto”.
Almarok
si voltò verso di lui e gli chiese “Hai finalmente
capito con chi
hai a che fare?”
“Più
o meno.” commentò Draco leccandosi le labbra
“Questa è la prima
volta che mi scontro con un demone immortale”.
-
- -
Un
deserto era il terreno perfetto per un rettile dal sangue freddo. Il
sole cocente non sortiva alcun effetto e i movimenti sulla sabbia non
erano troppo difficoltosi. Se fosse stato da solo, Shin-San si
sarebbe potuto occupare senza problemi del nemico ma in quel momento
era impegnato a proteggere Lias dai continui attacchi di Five.
Il
grifone della maga, Gref, era impegnato in cielo ad evitare diversi
tentacoli di sabbia e non poteva avvicinarsi né ai suoi
compagni né
al nemico che non accennava a rallentare il ritmo dei suoi attacchi.
“Dobbiamo
cercare di avvicinarci a lui.” spiegò Shin-San
tagliando
l'ennesimo golem di sabbia. Ormai anche lui stava esaurendo le forze
ma non poteva mostrarsi debole. Dietro di lui, Lias prese uno strano
amuleto rosso e gli disse “Dobbiamo andarci giù
pesante. Ha già
sconfitto Lamia e questo caldo mi sta prosciugando le
energie”.
“D'accordo!
Guadagnerò del tempo, tu pensa all'evocazione!”
disse Shin-San
lanciandosi in avanti ed eliminando una mezza dozzina di golem.
Lias
alzò il talismano verso il cielo e, compiendo un ampio gesto
con il
braccio, urlò “Apriti, portale del fuoco! Potente
creatura, resta
fedele al nostro patto e compari al richiamo di colei che pronuncia
il tuo nome! Vieni a me, Berial!!!”
Davanti
a lei si creò un grosso cerchio magico rosso e, come se
fosse un
portale, da esso uscì un grosso centauro fatto interamente
di
fiamme. Indossava una corazza piena di spuntoni e la sabbia sotto i
suoi piedi parve diventare magma.
“Berial!
Attacca quel mago con tutta la tua potenza!!!”
urlò Lias prima di
cadere in ginocchio e il demone, dopo aver individuato Five,
creò
una grossa spada di fuoco con e caricò a testa bassa.
Five
creò immediatamente un enorme muro di sabbia ma per la spada
del
demone, quel muro aveva la stessa consistenza del burro e lo
distrusse senza troppi problemi. L'onda d'urto scagliò Five
a
diversi metri di distanza ma il mago riuscì comunque ad
atterrare in
piedi.
Senza
esitare. Il mago della sabbia creò dei grossi tentacoli di
sabbia
con la quale immobilizzò il demone ma si accorse subito del
suo
tremendo errore. Una grossa ombra planò su di lui e, in
mezzo
secondo, si ritrovò a diversi metri dal terreno.
Sotto
di lui vide Shin-San correre verso un punto preciso quando
urlò
“Gref! Ora!”
Prima
che Five potesse capire qualcosa, il grifone scese in picchiata per
poi lasciarlo andare dritto contro il terreno. Non potè
nemmeno
tentare di creare una protezione di sabbia che si trovò
davanti a
Shin-San. Le due katana pronte a colpire.
-Ah...
lo sapevo che tre nemici erano troppi...- pensò Five con un
sorriso
prima che una grossa X rossa comparisse sul suo petto. L'impatto con
il suolo creò un piccolo cratere e il rettile gli fu subito
sopra,
pronto a dargli il colpo di grazia.
“Shin-San!
Fermo, non ucciderlo!” urlò Lias avvicinandosi ai
due con Gref al
suo fianco.
“Lias,
è un nostro nemico.” osservò Shin-San.
“Lo
so ma non per questo dobbiamo ucciderlo. Non dobbiamo diventare come
loro.” spiegò Lias aiutando Five a sedersi.
“Eh
eh eh... sei strana ragazzina. Chiunque mi avrebbe ucciso seduta
stante.” disse il mago della sabbia.
Nel
mentre, il deserto iniziò pian piano a svanire e i quattro
si
ritrovarono in una grossa stanza bianca priva di finestre o altro.
Solo una porta nera stonava con quel posto così pacifico.
“Potete
andarvene...” disse Five “... immagino che i vostri
amici abbiano
bisogno di aiuto”.
Lias
annuì e, con Shin-San e Gref al suo seguito, si
precipitò fuori
dalla stanza. Ora doveva solo trovare i suoi nuovi compagni.
*
* *
L'assenza
di gravità era una sensazione incredibile. Potevi saltare
dove
volevi e sollevare oggetti incredibilmente pesanti. Pochi erano i
maghi che avevano già avuto modo di combattere in un simile
ambiente
e, purtroppo per lui, Kira non era uno di questi.
Il
giovane mago stava combattendo in un campo di asteroidi da diversi
minuti ormai e il suo avversario lo aveva messo alle strette
più e
più volte. Ogni volta che si riparava dietro ad un
asteroide, Seven
distruggeva il suo riparo con dei laser e, a causa dell'esplosione,
Kira veniva sbalzato verso altri asteroidi.
Era
riuscito a portare a segno pochi attacchi ma ad un caro presso.
Lentamente volse lo sguardo verso la sua spalla destra dove ora vi
era un buco causato da uno di quei laser. La ferita era stata anche
cauterizzata dal calore perciò non doveva preoccuparsi di
una
possibile infezione ma in compenso non poteva più muovere
liberamente il braccio.
Con
la coda dell'occhio notò che era incredibilmente vicino alla
luna
così, dandosi una piccola spinta con le gambe, raggiunse il
satellite naturale del pianeta rallegrandosi di ritrovare un minimo
di gravità anche se poca.
Davanti
a lui atterrò Seven che lo fissò senza dir nulla.
“Questo
spazio non esiste nella realtà perciò
è un'illusione.” disse
Kira “Mi chiedo quanti danni potrà sopportare
prima di
collassare”.
“Non
porti domande inutili.” lo apostrofò Seven
“Perchè tanto
morirai prima di trovare le risposte”.
“Molto
bene, vediamo se la tua previsione ti darà
ragione!” disse Kira
prima di scagliare un potente soffio in direzione di Seven. Il
terreno venne distrutto senza problemi e Seven prese a piroettare nel
vuoto senza controllo, riuscendo però a sparare un laser
dalla mano
destra che colpì di striscio Kira sulla coscia destra.
-Devo
finirlo ora che non può muoversi liberamente!-
pensò Kira prima di
cercare di colpire nuovamente con un altro soffio. Quell'attacco era
molto potente e non consumava troppa energia come gli altri, inoltre,
benchè si trovasse nello spazio aperto, non poteva
ricaricare il suo
potere con delle illusioni.
L'attacco
colpì Seven in pieno ma non bastò a mandarlo K.O.
e l'avversario
approfittò di quel momento per scagliare una decina di laser
all'indirizzo di Kira che nulla potè fare per evitarli data
la loro
velocità.
A
differenza degli altri laser, questi crearono delle piccole
esplosioni sul corpo di Kira ma il bambino, anziché
barcollare o
indietreggiare, unì le mani davanti a sé e
sibilò “DRAGON
SLAYER'S SECRET ART...”
Seven
sgranò gli occhi per la sorpresa non appena si accorse
dell'enorme
quantità di energia che stava affluendo nelle sue mani.
Quando il
bambino riaprì gli occhi, erano completamente neri e
dall'iride
bianca.
“...BIG
BANG...”
Seven
per poco si soffocò da solo per la sorpresa. Voleva davvero
ricreare
il Big Bang? Non sapeva a cosa andava incontro? Per l'agitazione,
sbatté contro un asteroide e si lanciò subito
verso Kira urlando
“Fermati, razza d'idiota!!!” ma solo quando fu a
pochi metri da
lui si accorse del sorrisetto sulle labbra di Kira.
Senza
dargli tempo di agire, Kira distese le braccia avanti a sé e
urlò
“...DESTRUCTIVE COMET!!!”
Un'enorme
raggio di energia pura scaturì dalle sue mani, spazzando via
completamente il suo avversario e parte del satellite. Non appena
ebbe compiuto l'attacco, Kira crollò a terra esausto mentre
lo
spazio circostante diventava una grossa sala bianca chiusa da una
porta nera. Di Seven non vi era traccia.
“Keh...
fregato da un bluff. Che sconfitta disonorevole” disse Kira
prima
di uscire dalla porta.
*
* *
Three
aveva paura. Molta paura. Non le era mai capitato di provare
così
tanta paura eppure la stava provando proprio in quel momento, mentre
combatteva contro quella che sembrava una ragazza gentile e innocua.
Da
quando era iniziato lo scontro, la sua avversaria aveva scagliato una
quantità incredibile di sfere di fuoco in tutte le direzioni
arrivando a sfiorarla in più di un'occasione. Oramai avrebbe
dovuto
raggiungere il suo limite ma non vi era alcun segno di stanchezza o
affaticamento sul suo volto.
-Tsk,
questa maledetta è più coriacea del normale. Non
riesco a prendere
bene la mira per i miei aghi.- pensò Three quando una sfera
di fuoco
le esplose fin troppo vicino ad una gamba -Inoltre sembra quasi che
stia diventando più precisa ogni secondo che passa-.
Di
colpo Fede smise completamente di attaccare, lasciando qualche sfera
di fuoco intorno a sé.
“Perchè
le avete rapite?” chiese la castana.
“Come
se potesse importarti!” rispose Three muovendosi
nell'oscurità “Se
anche te lo dicessi cosa cambierebbe?”
“Semplice,
cambierebbe la tua fine.” ribattè Fede digrignando
i denti “Non
permetterò che facciate del male alle mie amiche. Ora loro
sono la
mia famiglia e le proteggerò a tutti costi!”
Prima
che Three potesse ribattere, dal terreno fuoriuscirono due spessi
muri di fuoco che, uniti ai due muri di pietra, crearono una specie
di arena quadrata con la sola differenza che ora non c'era
più
neanche uno straccio d'ombra.
Three
si guardò attorno in cerca di una via di fuga ma non vide
nulla che
somigliasse a ciò. Con le spalle al muro, la maga estrasse
tre
lunghi aghi e li puntò verso Fede con l'intenzione di
spaventarla ma
sapeva benissimo che non ce l'avrebbe fatta.
Senza
esitare, Fede fece scaturire dal palmo della sua mano una grossa
fiammata che avvolse completamente il braccio di Three, sciogliendo
gli aghi e ustionandole la pelle. La maga oscura cadde a terra
tenendosi il braccio ustionato.
Fede
iniziò ad avvicinarsi lentamente e chiese “Dove
sono?”
“Tsk,
vaffanculo!” urlò Three estraendo altri aghi ma a
questo giro fu
la sua gamba destra a finire ustionata. La maga inarcò di
colpo la
schiena facendo cadere il cappuccio e mettendo a nudo una corta
chioma nera.
Solo
per un secondo, fede si rispecchiò nelle due pozze color
ghiaccio
della sua nemica e le chiese nuovamente “Dove sono?”
Three
si morse fortemente il labbro fino a farlo sanguinare ma,
anziché
risponderle, le conficcò all'improvviso un ago tra la spalla
destra
e la base del collo sussurrando “Ti ho presa... uh uh
uh...”
Fede
non batté ciglio e la afferrò per la faccia,
rafforzando la presa.
“Mi
hai tolto le parole di bocca.” sibilò la castana
prima di
avvolgerla completamente con le sue fiamme. Le urla di dolore di
Three echeggiarono per la galleria mentre il suo corpo veniva
consumato lentamente dalle fiamme.
La
galleria buia si trasformò in una grossa stanza bianca con
una porta
nera posta al centro di una parete. Fede era in ginocchio. Lo sguardo
basso puntato sulle ceneri fumanti di Three. Delle lacrime solitarie
rigarono le guance della maga del fuoco.
-L'ho
fatto di nuovo... ho ucciso di nuovo qualcuno...-
*
* *
Ashuros
non era per niente in una bella situazione. Ai suoi piedi giacevano i
cadaveri di cinque cloni di Miwako ma ne restavano altri sei oltre a
Two la quale non aveva ancora mosso un dito, limitandosi a fissarlo.
“Non
è buona educazione fissare le persone, lo sai?”
chiese Ashuros
evitando alcuni colpi.
“E'
inutile cercare di provocarmi. Sappiamo bene che non puoi andare
avanti all'infinito e quando avrai finito con loro sarai troppo
stanco per difenderti da me.” disse Two.
“Tsk,
maledetta bastarda.” sibilò Ashuros prima di
mozzare la testa al
sesto clone. Le altre Miwako crearono subito delle catene di sangue
con le quali cercarono di immobilizzarlo ma il mago del tempo
riuscì
ad evitare tutte e cinque le catene senza dover ricorrere al suo
potere.
Purtroppo
per lui i cinque cloni iniziarono a colpirlo dal suo punto cieco
ovvero il fianco sinistro dato che il suo occhio era ancora sotto
l'effetto del suo potere.
-Maledizione...
sono al limite ma non posso utilizzare troppo potere. Devo finire il
tutto in un secondo!- pensò Ashuros prima di scoccare le
dita ed
urlare “TIME BLOCK!!!”
Quando
Two si rese conto di quelle parole, i rimanenti cloni di Miwako erano
già riversi in una pozza del loro stesso sangue mentre
l'albino era
in ginocchio con il fiatone.
“Mossa
azzeccata... ma anche molto stupida.” commentò Two
avvicinandosi
al ragazzo “Game over”.
“Spiacente,
non oggi.” ribattè Ashuros prima di conficcarle la
sua katana
nella coscia destra. Two cadde di schiena lanciando diverse
imprecazioni e bestemmie ma ebbe la mente abbastanza lucida da creare
un tentacolo di sangue con la quale colpì Ashuros, riuscendo
ad
allontanarlo da lei.
“Maledetto!
Dovresti essere senza forze!” urlò Two fermando
l'emorragia con il
suo potere. Ora la ferita era chiusa ma le faceva un male cane dato
che l'osso era rotto.
“Eh
eh eh... si vede che non mi conosci bene.”
commentò Ashuros
alzandosi in piedi “Sono pieno di sorprese”.
Two
strinse i denti e, dopo essersi alzata grazie a due tentacoli di
sangue, si avvicinò ad un piccolo monitor a parete.
“Ora
ne ho abbastanza! E' ora di utilizzare il nostro
esperimento.”
sibilò la ragazza prima di digitare un codice sullo schermo.
Il
soffitto si aprì lentamente e una grossa capsula piena di un
denso
liquido nero venne calata nella stanza.
Ashuros
rimase sorpreso nel vedere che quella strana sostanza si stava
muovendo come dotata di vita propria. Two digitò un altro
codice e
la capsula si aprì da sopra. La sostanza al suo interno
uscì
lentamente, depositandosi sul terreno. Dopo alcuni secondi di
immobilità, la sostanza prese la forma di una specie di
spettro alto
due metri, interamente nero fatta eccezione per una maschera
circolare bianca provvista di tre buchi circolari posti a triangolo.
“E
questo cosa sarebbe?” chiese Ashuros puntando la katana
contro lo
slime.
“La
nostra carta vincente.” spiegò Two con un ghigno
prima di colpire
lo slime con una frusta di sangue “Coraggio,
eliminalo!!!”
Lo
slime allungo quello che doveva essere il suo collo fino a portare la
faccia a pochi centimetri dal volto di Ashuros. Dopo qualche secondo
si girò verso Two che, leggermente confusa, gli chiese
“Ti ho
detto di eliminarlo! Che problema c'è?”
Lo
slime non emise alcun suono limitandosi a creare un lungo tentacolo
con la quale afferrò Two per la gola, iniziando a
strangolarla. La
maga del sangue lasciò andare subito la sua frusta e
cercò di
liberarsi da quel tentacolo ma non appena le sue mani toccarono lo
slime, non fu più in grado di liberarle.
Messa
alle strette, la ragazza creò un lungo tentacolo di sangue
dalla
schiena e con esso colpì il soffitto, facendo crollare
alcuni pezzi
di metallo sul tentacolo fino a tagliarlo. Lo slime con la maschera
non si preoccupò minimamente del danno e cercò
subito di afferrarla
con altri tentacoli ma Two si rialzò subito e corse fuori
dalla
stanza distruggendo l'entrata e facendo crollare il soffitto.
-Questo
dovrebbe farmi guadagnare qualche minuto. Devo correre ad avvisare
Arkens immediatamente.- pensò la bionda prima di iniziare a
correre
lungo il corridoio.
Lo
slime, intanto, si era nuovamente girato verso Ashuros che non si era
mosso di un millimetro. Non appena gli fu nuovamente vicino, dalla
maschera fuoriuscirono delle parole “Io no fare
male...”
Ashuros
lo fissò qualche secondo per poi sospirare e rinfoderare la
sua
katana. Aveva capito che quella cosa non aveva cattive intenzioni ed
era lungi dal fargliene avere. Dopo un leggero inchino con il capo,
lo slime inglobò l'albino in un battito di ciglia
confinandolo in
una specie di bozzolo.
Per
qualche minuto non accadde nulla dopodichè lo slime
tornò alla sua
forma originaria, permettendo così ad Ashuros di respirare.
“Coff
coff!!! Potevi avvisarmi almeno!” esclamò l'albino
“Stavo per
morire asfissiato!”
“Chiedo
scusa. Non era mia intenzione farti del male.” disse lo slime
osservandolo.
“Perchè
ora parli così bene?” chiese Ashuros leggermente
sorpreso.
“Perchè
ho memorizzato la tua lingua non appena ho avuto accesso alla tua
mente. Ora conosco tutto quello che conosci tu, Ashuros.”
spiegò
lo slime.
“Tutto?
Significa che sai anche...?” iniziò Ashuros ma lo
slime lo
precedette “Sì, so anche chi sei in
realtà ma non preoccuparti.
Non dirò nulla ad Aika o agli altri membri della
gilda”.
“Te
ne sono grato... ehm... non ho afferrato il nome”.
“Il
mio nome è troppo lungo nella vostra lingua. Puoi chiamarmi
Dorein.”
disse lo slime “Inoltre è meglio cambiare forma.
In questo stato
non passerei di certo inosservato”.
Sotto
lo sguardo sorpreso del mago del tempo, Dorein cambiò forma,
assumendo le fattezze di un ragazzo alto sul metro e ottanta e dal
fisico scolpito. La carnagione era fin troppo pallida ma comunque
accettabile a differenza degli occhi completamente neri escluse le
iridi bianche. I capelli erano bianchi come quelli di Ashuros ma poco
più lunghi e folti.
I
suoi vestiti ora erano un paio di stivali, dei pantaloni, una giacca
e dei guanti. Tutto completamente nero e la cosa strana è
che
sembrava quasi una tuta da un pezzo solo data la mancanza di
qualsivoglia zip o cucitura che fosse.
“Ora
dovrebbe andare.” disse Dorein scrocchiandosi il collo
“Anche le
ossa sono state riprodotte perfettamente”.
“Carino
come trucco.” ammise Ashuros avvicinandosi alla porta
bloccata “Ora
che ne dici di uscire di qua? Dopo mi spiegherai che cosa ci facevi
dentro quella capsula”.
Dorein
non disse nulla, limitandosi a trasformare il suo braccio destro in
una grossa trivella con la quale iniziò a farsi strada
attraverso i
detriti che bloccavano l'uscita.
*
* *
Un'improvvisa
scarica elettrica percorse la stanza ove si stava svolgendo un altro
scontro. Alcuni dei parafulmini entrarono subito in azione e, prima
che la scarica elettrica potesse raggiungere il suo bersaglio, fu
subito assorbita.
-Tsk,
devo fare qualcosa per quei parafulmini...- pensò Yukiteru
-... anzi
meglio di no, sprecherei soltanto le mie energie e tanto
l'elettricità non ha effetto sul quel bastardo-.
Il
moro evitò un calcio del suo avversario e si
avvicinò con strema
rapidità per poi colpirlo con una gomitata sullo sterno.
Four
incassò il colpo senza problemi e ricambiò il
colpo con una
gomitata sul naso che fece barcollare Yukiteru.
Il
giovane dragon slayer scattò nuovamente in avanti caricando
un pugno
che iniziò a brillare di un forte bagliore. Four lo attese
senza
batter ciglio ma solo all'ultimo si accorse che quella non era
elettricità bensì luce. Il pugno lo
colpì in pieno sulla bocca
dello stomaco spezzandogli il fiato ma, inspiegabilmente non
riuscì
a cadere in ginocchio. Era come se fosse congelato.
“Quello
è un sigillo sacro.” disse Yukiteru indicando il
sigillo apparso
sul corpo di Four “Ora come ora non puoi più
muoverti liberamente
e questo significa che la vittoria è mia!”
Il
moro caricò un altro colpo e colpì Four dritto
sulla fronte ma il
risultato di quell'attacco fu completamente opposto a quanto da lui
sperato. Sotto lo sguardo divertito dell'avversario si gettò
in
ginocchio tenendosi la mano destra visibilmente rossa e
lanciò
alcune imprecazioni al cielo.
“Che
diavolo ha la tua pelle?!? Non dovresti essere fatto di
gomma?”
chiese Yukiteru alzandosi.
“Ora
non più. Si da il caso che io possa assumere le
proprietà di
qualunque materiale con cui entro in contatto.”
spiegò Four.
-Maledizione.
La faccenda si fa complicata... un attimo! Se ora è fatto di
ferro...- pensò Yukiteru prima di posare una mano sul petto
di Four
e colpirlo con una forte scarica elettrica. Stavolta
l'elettricità
attraverso completamente il corpo di Four facendolo urlare per il
dolore ma, a causa della potenza dell'attacco, il sigillo bianco
svanì e il ragazzo potè di nuovo muoversi a suo
piacimento.
“Tsk,
indipendentemente dal tuo potere hai la pellaccia dura, eh?”
commentò Yukiteru con un ghigno.
“Sembra
quasi che tu ti stia divertendo.” ribattè Four.
“Non
vedo perché dovrei disperarmi in questa situazione. Certo,
le mie
due compagne sono in pericolo ma non si faranno di certo ammazzare da
dei sempliciotti come voi.” disse Yukiteru sorridendo.
“Sei
strano... ma non per questo ti lascerò passare. Devi ancora
sconfiggermi.” sibilò Four prima di mettersi n
posizione di
combattimento.
Yukiteru
continuò a sorridere e disse “Sapevo che l'avresti
detto ma ora
che conosco il tuo potere, posso sconfiggerti in una mossa”.
“Provaci.”
lo invitò Four e Yukiteru fu ben felice di accontentarlo.
Rapidamente portò la mano destra avanti a sé con
il palmo della
mano rivolto verso l'alto. Un forte bagliore bianco circondò
la mano
così come il braccio e, nello stesso istante, un cerchio
magico
bianco apparì sotto i piedi di Four, bloccandogli di nuovo i
movimenti.
Prima
che l'avversario potesse aprir bocca, il dragon slayer portò
la mano
sinistra sopra quella destra, con il palmo rivolto verso il basso.
L'intero braccio venne pervaso dall'elettricità e un cerchio
magico
giallo apparì sopra la testa di Four. Dal suddetto cerchio,
iniziarono a fuoriuscire delle piccole scariche elettriche che si
collegarono a dei piccoli raggi di luce bianca fuoriusciti dal
cerchio bianco. Nessuno di essi però stava toccando Four il
quale
era ancora illeso e all'oscuro di quell'attacco.
“La
vittoria è mia.” disse Yukiteru sorridendo ma con
lo sguardo serio
“DRAGON SLAYER'S SECRET ART: JUDGEMENT OF THE HOLY
THUNDER!!!”
I
due cerchi magici saettarono uno contro l'altro, scontrandosi
all'altezza del cuore di Four creando una grossa esplosione che
inghiotti il suo avversario e gran parte della stanza. Una piccola
scossa di terremoto fece cadere alcuni parafulmini mentre Yukiteru
cadde a seduto a terra intento a riprendere fiato.
La
centrale elettrica svanì nel nulla lasciando spazio ad una
grossa
stanza bianca chiusa da una spessa porta nera. Il dragon slayer si
alzò barcollante, dirigendosi verso la porta quando una voce
gli
chiese “Perchè non mi hai ucciso?”
Yukiteru
si girò verso il copro ferito di Four e gli disse
“La luce non è
fatta per uccidere e io non intendo ucciderti dato che tu non avevi
intenzione di uccidere me”.
“Cosa?
Come hai...?” iniziò Four ma Yukiteru gli diede
subito la risposta
“Grazie ai miei sensi sviluppati riesco anche a percepire
quando
qualcuno ha degli istinti omicidi verso di me e... tu non avevi nulla
di tutto ciò nei miei confronti. Ero uno sfidante come un
altro”.
“Keh...
sei davvero strano.” commentò Four concedendosi un
sorriso “Le
tue amiche si trovano nelle segrete del laboratorio. Appena esci di
qui gira a sinistra e appena trovi delle scale che scendono,
prendile”.
“Wow,
grazie mille dell'informazione! Ti devo un favore!”
esclamò
Yukiteru prima di precipitarsi fuori dalla porta.
-Un
favore eh?- pensò Four -Se non ti dispiace... sconfiggi
Arkens...-
*
* *
Un
campo da basket chiuso in una scatola di ferro. Di certo non era il
campo di battaglia ideale per molti tipi di combattenti ma era lo
spazio perfetto per due maghi con la passione per il basket,
soprattutto se potevano usarlo a proprio vantaggio per sopraffare il
loro avversario.
Benché
fossero i due più deboli del gruppo, Eight e Nine
compensavano le
loro debolezze nei combattimenti a squadre e questo Zero lo sapeva
fin troppo bene dato che aveva combattuto al loro fianco per diverso
tempo.
La
loro tattica non era cambiata negli anni. Senza dirsi nulla, Eight
scagliava la palla da basket contro una prete con una potenza
inaudita e la palla iniziava a rimbalzare velocemente per tutta la
stanza diventando quasi invisibile ma i colpi contro le pareti di
ferro echeggiavano con un ritmo sempre più veloce.
Zero,
a causa della distrazione provocata dal rumore incessante, doveva
mettere tutto se stesso nel calcolo della traiettoria della palla
perché sapeva benissimo che, benchè fosse una
semplice palla, se
l'avesse colpito non ne sarebbe uscito illeso.
Con
la coda dell'occhio Zero notò l'assenza di Nine e si morse
le labbra
maledicendo la sua stupidità. Dopo aver evitato per
l'ennesima volta
la palla, Zero si ritrovò davanti Nine che lo
colpì alla cassa
toracica con il palmo della mano destra, creando una vera e propria
onda d'urto lineare che lo scagliò contro una parete.
Prima
ancora che Zero toccasse il pavimento, Nine afferrò la palla
con una
mano e la ripassò a Eight il quale riprese a palleggiare
come se
nulla fosse.
“Kah,
davvero niente male.” si complimentò Zero
rialzandosi. Benchè gli
avesse fatto dei complimenti, il ragazzo stava cercando un modo per
eludere il potere di Nine ovvero la capacità di annullare la
propria
esistenza. Non solo diventava invisibile all'occhio umano ma non
faceva il ben che minimo errore e non poteva essere individuato fino
a quando non smetteva di utilizzare il suo potere. L'unica cosa che
Zero sapeva era che lui era in quella stanza ma non sapeva la sua
posizione esatta.
“Dacci
un taglio.” disse Eight “Lo so bene che stai
cercando un modo per
sconfiggerci ma non te ne darò il tempo!” e
scagliò nuovamente il
pallone contro una parete.
Zero
fu costretto nuovamente a evitare quella specie di bolide impazzito.
-Ed
ecco che entra in scena anche il potere di Eight... la manipolazione
dell'attrito. Non solo è in grado di rimuovere l'attrito
dell'aria
dalla palla, rendendola estremamente veloce, ma può anche
rimuovere
l'attrito generato dalle pareti in modo tale che la palla non perda
velocità ma che invece ne guadagni ad ogni rimbalzo. Se
decidesse di
combattere in uno scontro corpo a corpo potrebbe mettermi in seria
difficoltà anche da solo.- pensò Zero prima di
saltare all'indietro
ed evitare sia Nine che la palla.
-Devo
cercare di bloccare Nine in modo tale da potermi concentrare sulla
palla.- pensò l'albino quando ecco l'illuminazione. Senza
pensarci
troppo, il mago dei vettori si portò al centro della stanza
e colpì
il terreno con il piede, creando della grosse crepe in tutto il
pavimento. Prima che Eight potesse dire qualcosa, Zero ruotò
su se
stesso individuando Nine.
Purtroppo
per lui, non aveva previsto quel genere di attacco ed era inciampato
in una delle crepe, smettendo anche di usare il suo potere. Zero ne
approfittò all'istante e, dopo aver evitato di nuovo la
palla, colpì
Nine con un calcio allo stomaco, spedendolo contro la parete di ferro
e mandandolo K.O.
Eight
prese al volo la palla ma, anziché scagliarla di nuovo, se
la mise
sotto il braccio e si avvicinò a Zero.
“Immagino
che la vittoria sia tua.” disse Eight e Zero, con un
sorrisetto,
gli chiese “Los ai vero che in un corpo a corpo potresti
battermi?”
“Sì
lo so... ma io e Nine ci eravamo prefissati di sconfiggerti insieme.
Non sarebbe giusto nei suoi confronti.” spiegò
Eight.
“Ecco
cosa mi piace di te: ci tieni ai tuoi compagni. L'unica cosa che non
capisco è perché sembri perennemente incazzato
con tutti...”
disse Zero.
“Fatti
gli affari tuoi che è meglio! Non dovevi andare a salvare le
tue
amiche?” chiese Eight prima di indicargli la porta
“Sono nei
sotterranei”.
Zero
lo ringraziò stringendogli la mano ma prima che lo lasciasse
andare,
Eight lo scagliò di lato. Quando Zero riuscì a
rimettersi seduto,
notò con orrore che un ragazzo avvolto in un mantello nero
cappuccio
aveva appena trapassato il petto di Eight con una mano.
“One...”
sibilò Eight tossendo del sangue “Che stai...
facendo...”
“Non
sopporto chi mostra pietà verso il nemico.”
sibilò One prima di
estrarre il braccio dal petto di Eight e lasciarlo accasciare al
suolo.
“E
tu chi saresti? Non ti ho mai visto prima.” disse Zero
mettendosi
tra il nuovo arrivato e la porta.
“Sono
il nuovo One.” si presentò l'altro “Ma
in realtà dovrei essere
Zero”.
Zero
mostrò un piccolo ghigno. In fondo se l'era immaginato. La
peggiore
delle ipotesi si era avverata e ora doveva affrontare un mago con un
potere pari al suo e lui non poteva perdere altro tempo. All'ultimo,
però tra i due si frappose Nine che disse “Vai
Zero. A lui posso
pensarci io”.
“Non
dire idiozie! Senza Eight non puoi batterlo!”
protestò Zero.
“Lo
so bene ma lui ha ucciso il mio migliore amico e devo almeno
provarci. Probabilmente fallirò ma almeno potrò
farti guadagnare
abbastanza tempo... ora va”.
Zero
si limitò ad annuire e corse fuori dalla stanza, alla
ricerca delle
sue compagne.
“Sai
di non potermi sconfiggere eppure ci provi lo stesso?” chiese
One
divertito.
“Se
non lo facessi Eight verrebbe a prendermi a calci in culo.”
ribattè
Nine.
“Come
vuoi tu... sarà una morte lenta e dolorosa!”
*
* *
“Ehi...
psst... svegliati...”
Quando
Nikora riaprì gli occhi, per poco non le prese un coccolone
nel
vedere una lucertola umanoide a pochi centimetri dal suo volto.
“Non
urlare.” la anticipò Shin-San intento a liberarla
dalle catene.
“Chi
sei?” chiese Nikora sentendo le braccia libere.
“Lui
è Shin-San...” disse una ragazza intenta a
liberare Miwako “...
e io mi chiamo Lias, siamo qui per aiutarvi”.
“Non
vi conosco... fate parte della gilda?” chiese Nikora
sedendosi a
terra. Quelle maledette catene le avevano prosciugato le energie.
“Non
ancora.” rispose Lias sorridendo “Fuori dal
laboratorio abbiamo
incontrato alcuni dei vostri compagni e abbiamo deciso di unirci a
loro per aiutarvi”.
“So
che la mia richiesta potrà sembrarti... strana e
raccapricciante
ma... potrei bere un po' del tuo sangue?” chiese Nikora
sorprendendo i due soccorritori “Sono una dragon slayer del
sangue
e del magma e non credo che qui vicino ci sian del magma”.
“Ah
capisco. Sì non preoccuparti, ti
aiuterò.” disse Lias sorridendo
prima di farsi un tagli sul braccio destro dalla quale Nikora bevve
avidamente per qualche minuto. Quando la sua ricarica fu completa, la
bionda si alzò di buona lena scrocchiandosi le nocche
“Bene, ora
devo scatenarmi!”
“Ehm...
abbiamo recuperato questa. E' tua per caso?” chiese Lias
mostrandole la sua katana di scaglie di drago.
Nikora
la afferrò all'istante e, con un ghigno sadico sulle labbra,
disse
“Grazie mille Lias, ora vorrai scusarmi ma devo andare ad
uccidere
qualche bastardo...” e si avviò verso l'uscita.
Non appena fu
uscita dalle segrete, si ritrovò davanti alcuni soldati che
rimasero
impauriti dall'aura omicida della ragazza.
Senza
esitare, la maga creò delle lame di sangue sulle braccia ed
iniziò
a mietere vittime tra i nemici arrivando a bere il sangue dalle
ferite per ricaricarsi costantemente. In pochi istanti, tutti i
soldati nelle vicinanze erano ormai diventati dei freddi cadaveri e
Nikora era lungi dall'essere soddisfatta.
Con
la coda dell'occhio notò un altro gruppo di soldati venirle
incontro
ma, prima che potesse attaccarli, dei pugnali di sangue si
conficcarono nelle teste dei primi nemici. La bionda si girò
per
ritrovarsi di fronte a Miwako. La sua compagna era barcollante ma la
sua aura omicida poteva competere senza problemi con la sua.
“Spero
non ti dispiaccia se mi sfogo un po' su di loro...”
sibilò Miwako
prima di creare una grossa falce di sangue e Nikora le disse
“Oh,
serviti pure... sorellina”.
Le
due si gettarono senza esitazione nella mischia sotto lo sguardo
sconvolto di Lias e Shin-San che, incredibile ma vero, se ne stavano
a distanza di sicurezza per paura di incappare nella loro furia.
Nikora
dopo aver eliminato l'ennesimo nemico, percepì dei passi
provenienti
da un corridoio sulla destra. Senza pensarci due volte, si
avvicinò
al corridoio e lo imboccò apertamente colpendo il primo
essere
vivente con un pugno bello forte.
Un
secondo prima di scaraventarlo in fondo al corridoio, Nikora
riuscì
a vedere nitidamente lo sguardo sorpreso di Yukiteru che chiedeva
“Perchè?”
La
giovane rimase con il braccio disteso per qualche secondo, fissando
con sguardo incerto il polverone venutosi a creare al fondo del
corridoio. Alle sue spalle arrivò Miwako che le chiese
“Quello non
era Yukiteru?”
“E
io che speravo di aver visto male...” commentò
Nikora prima di
avvicinarsi al polverone dalla quale uscì Yukiteru. Un bel
segno
rosso sul naso.
“Ma
ti ha dato di volta il cervello?!? Che cazzo ti metti a colpire la
gente così a caso!!!” sbottò Yukiteru
ma, anziché ricevere delle
scuse, si sentì urlare “Non è colpa mia
se sei così ottuso da
tenere la guardia abbassata in territorio nemico!!! Non sai mai cosa
può capitarti!!!”
Lias
si avvicinò a Miwako, intenta ad osservare il battibecco tra
i due,
e le chiese “Ehm... fanno sempre così?”
e la mora si limitò ad
annuire.
“Tsk,
ci rinuncio... e dire che ero venuto qua per salvarti!”
ammise
Yukiteru.
Nikora
arrossì leggermente e disse “N... non ce n'era
bisogno. So
cavarmela da sola!”
“Certo
certo, come vuoi tu. Vallo poi a dire anche a Kira e Fede.”
disse
Yukiteru facendole l'occhiolino “Ora possiamo anche andare a
cercare gli altri!”
Non
appena il gruppo si fu avviato lungo il corridoio, Nikora si
avvicinò
a Yukiteru e gli sussurrò “Grazie...”
Stavolta
fu il dragon slayer ad arrossire e si limitò ad annuire
velocemente
perché sapeva benissimo che se avesse provato a dirle
qualcosa,
avrebbe di sicuro sbagliato le parole.
Non
appena i cinque ebbero raggiunto una grossa stanza piena scaffali
pieni di provette e computer, sull'altro lato della stanza si
aprì
una porta e Miwako non seppe spiegarsi il motivo del forte calore che
le avvolse il cuore nel momento in cui riconobbe Zero.
L'albino
per tuta risposta, si diresse di corsa verso i suoi compagni e la
abbracciò sotto lo sguardo sorpreso di Nikora e Yukiteru.
Lias
invece arrossì leggermente a quella scena ma si disse che
era
normale per due fidanzati perché, ai suoi occhi, quei due
erano due
piccioncini.
“Quindi
sei viva, eh principessa.” disse Zero e non potè
trattenere un
sorriso nel sentire il suo abbraccio ricambiato.
“Io...
io... volevo ascoltare ancora la tua musica.” disse Miwako
rossa in
volto. Aveva detto la prima cosa che le era venuta in mente e, per
qualche motivo a lei sconosciuto, si diede della vigliacca.
Prima
che Zero potesse ribattere, una voce alle sue spalle rovinò
quel
momento così romantico.
“Ma
che bella scenetta. Quasi quasi mi commuovo.”
“One...”
sibilò Zero lanciandogli un'occhiataccia “Che ne p
stato di Nine?”
“Tu
che ne pensi?” chiese a sua volta One mostrando la sua mano
sporca
di sangue.
-One?-
pensò Miwako -Quindi è lui il mago con un potere
pari a quello di
Zero?-
“Yukiteru,
trova Kira, Ashuros e Fede e portali fuori di qui.”
ordinò Zero
avvicinandosi a One.
“Cosa?
Perchè? Non vorrai mica restare qui da solo!”
protestò Yukiteru
ma un'occhiataccia di Zero lo zittì all'istante.
“Ho
detto di andare. Questa è una questione tra me e
lui”.
Yukiteru
sbuffò contrariato ma si diresse comunque verso un'altra
uscita,
seguito a ruota da Nikora, Lias e Shin-San. La bionda si accorse
subito dell'assenza di Miwako ma non disse nulla in quanto quella era
una sua scelta.
“Principessa...
anche tu.” disse Zero rivolgendosi a Miwako la quale, per
tutta
risposta, creò una falce di sangue.
“Questi
tizi hanno ucciso mia madre.” spiegò Miwako con
voce fredda “Non
me ne andrò di qua finché non saranno tutti
morti”.
“Coraggio
Zero, non farti pregare.” disse One con un ghigno
“Ricordati di
Eight e Nine”.
Zero
chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Quando li
riaprì, il
suo era uno sguardo serio. Lo sguardo di un uomo pronto a combattere
al massimo delle sue capacità.
“Risolviamo
questa faccenda alla svelta. Miwako, conto su di te.” disse
Zero e
la mora annuì preparandosi ad attaccare.
“Coraggio!
Mostrami il tuo potere! Mostrami se sei davvero degno del titolo di
Zero!” urlò One prima di scagliarsi contro il suo
più odiato
avversario.
-
- -
La
luna piena era uno spettacolo senza eguali. Molte storie erano nate
guardando quel cerchio così luminoso ma poche erano vere.
Quella
luce così inebriante era in grado di catturare l'attenzione
di tutti
che fossero essi umani o demoni e gli arcidemoni non erano
un'eccezione.
Seduta
in cima ad una grossa roccia, una donna osservava la luna beandosi
dei suoni generati dalla battaglia in corso davanti a Zafirus.
-Uh
uh uh... che meraviglia. Sembra proprio che il piano del mio signore
andrà a buon fine... e pare anche che Almarok abbia trovato
degli
umani con cui divertirsi!- pensò la mora sorridendo.
Una
voce femminile ruppe quel momento di serenità ma per la
donna era
tutt'altro che spiacevole quell'incontro.
“Victorias.
E' un piacere rivederti. Quanto tempo è passato dal nostro
ultimo
incontro?”
“Circa
duecento anni... per caso hai la memoria corta? In fondo sei stata tu
a sigillarmi...” disse la donna osservando la ragazza dai
lunghi
capelli viola “... cara la mia Aika”.
“Eh
eh eh... ti chiedo scusa ma tra documenti e fatture varie ho
dimenticato un bel po' di cose.” disse Aika con un sorriso.
“Tsk,
spavalda come al solito eh? Beh così mi ahi solo facilitato
il
compito! Ora ti eliminerò e così Master Ruganax
mi donerà questo
regno come ricompensa!” esclamò Victorias facendo
fuoriuscire
delle catene dal suo corpo.
“Uff...
sempre tutti a volermi uccidere. Mai nessuno che si ricordi che solo
Ruganax può uccidermi.” disse Aika scrocchiandosi
le dita
“Comunque, se è uno scontro quello che vuoi, non
mi tirerò
indietro. Te la farò pagare per quello che hai fatto a
Ryu!”
Aika
finalmente scende in campo! La master di Last Hope sfodera gli
artigli!
Angolo
dell'autore:
Ben
trovati!!! .... che iniziò di merda, sono troppo abituato
ormai...
va beh, ricominciamo.
Chaos,
come va? Piaciuto il capitolo di 34 pagine? Sì avete letto
bene 34
pagine! Ora che vi siete un attimo ripresi da questo shock(?)
voglio subito scusarmi per il ritardo che ho avuto nel pubblicare
questo capitolo ma la mia nuova original mi ha portato via
più tempo
del previsto ^^”
Altro
avviso: domani me ne vò in vacanza per una settimana
(sì anche io
necessito di un po' di riposo) perciò niente aggiornamenti
fino alla
settimana prossima e ve lo dico già: non so cosa
aggiornerò né
quando aggiornerò perciò che nessuno mi chieda
“Quando pubblichi
il nuovo capitolo?”
Piccolo
spoiler: non sarà La nostra gilda :P
Ora
aspetto ansioso le vostre recensioni e ci vediamo con il prossimo
capitolo con cui si concluderà questo esperimento della
doppia-saga!
Buone
vacanze a tutti e ci vediamo alla prossima!!! CHAOS!!!
|
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Capitolo 20 *** Riassunto storia ed elenco personaggi ***
CHAOS!!!
Dopo quest'inizio da bastardi (sto ancora ridendo come un idiota)
eccomi qua con il vero avviso!
Chiacchierando
con StelladelLeone, mi è stato fatto notare che, con 19
capitoli già
pubblicati e una quarantina di OC inseriti, non tutti sono in grado
di ricordarsi di tutto quanto, soprattutto gli OC che sono uno
diverso dall'altro. Quindi, grazie a questa chiacchierata, ho deciso
che, tra una saga e l'altra, nel capitolo di
transizione/passaggio/pausa, metterò all'inizio o alla fine
un
riassunto di quanto accaduto finora nei vari capitoli più
l'elenco
di tutti i personaggi attualmente presenti (saranno presenti: nome,
cognome, proprietario, aspetto fisico, potere, vestiario e qualche
info generale su di lui)
Bene,
ora che gli avvisi sono finito, passiamo al riassunto! Questo
sarà
l'unico “capitolo” contenente solo ed
esclusivamente il riassunto
degli episodi precedenti.
P.S:
questo riassunto comprende anche l'ultimo capitolo di 34 pagine dove
si svolgono molti scontri perciò chi non l'avesse letto
è avvertito
della presenza di spoiler!
RIASSUNTO
DELLA STORIA FINO AD ORA:
Dopo
anni passati in pace e serenità, il mondo di Mera viene
scosso da un
improvviso avvenimento: il demone Ruganax si è risvegliato
dal suo
sonno e, insieme a lui, anche la sacerdotessa Aika, colei la quale lo
aveva sigillato, si risveglia dal suo sonno.
La
giovane sacerdotessa informa il re di Zafirus, la città
più
importante degli umani, che lei e Ruganax sono legati da un
sortilegio per la quale se a uno dei due succede qualcosa, anche
all'altro accade la medesima cosa.
Decisa
a fermare Ruganax, prima che possa devastare Mera, Aika decide di
creare una gilda della luce per fronteggiarlo e inizia un viaggio di
una settimana per reclutare i primi maghi validi per la causa. A lei
si uniscono maghi dai poteri, caratteri e sogni diversi ma tutti
accomunati dal voler proteggere l'umanità. I primi maghi ad
unirsi
alla sua causa sono: Edward, Amlach, Yukiteru, Giada, Miel, Angel
(Leo), Tsuki, CJ, Zafrina, Kay, Hayato, Lya, Lyra, Miwako, Yelle,
Erika, Angel, Misaki, Anya, Kira, Fede, Nikora e Arya insieme ai loro
compagni animali.
Dopo
una settimana, nella città di Zafirus, nasce la gilda Last
Hope il
cui scopo sarà quello di fermare Ruganax il quale lancia
subito un
attacco contro la neo gilda. I maghi, già divisi in team, si
dirigono verso i cinque portoni che permettono l'ingresso nella
città.
Dopo
diversi combattimenti serrati, la gilda riporta la sua prima
importante vittoria e ai maghi di Last Hope si aggiunge Ashuros, un
mago del tempo accorso in aiuto dei maghi. Dopo una settimana di
relax, Aika mostra ai maghi la sede della loro gilda e manda alcuni
maghi alla ricerca di nuovi membri da arruolare mentre, grazie ad un
incantesimo, scopre che vi sono due maghi nel territorio dei demoni
intenti a combattere.
Contemporaneamente,
un giovane mago viene attaccato poco lontano da Zafirus da un nemico
incappucciato ma riesce a sopravvivere grazie all'intervento di una
dragon slayer. Al termine della giornata: Zero, Rahl, Hana, Penny,
Hiro, Hanako e Miyuki entrano a far parte della gilda che ora, Master
compresa, conta trentadue elementi.
Dopo
qualche giorno, alla gilda si unisce un nuovo elemento di nome Ryu ma
la tranquillità della gilda viene scossa quando l'Alpha
Team, delle
vecchie conoscenze di CJ, tornano a perseguitarlo. Il giovane,
insieme a Zero, Miwako, Anya, Hayato, Amlach, Giada, Angel, Misaki,
parte alla volta del QG dell'Alpha Team ovvero una vecchia cittadina
abbandonata circondata da un gran numero di mercenari assoldati da
Collux, il comandante dell'Alpha Team. Tra questi mercenari vi
è
Seven, una vecchia conoscenza di Zero.
Il
trio composto da Zero, Miwako e Anya, resta indietro per affrontare i
mercenari, mandando avanti gli altri i quali si scontrano con i vari
membri dell'Alpha Team e, alla fine, solo CJ e Angel arrivano al QG
dove trovano Collux e Zero, il fratello di Angel, controllato da un
demone molto potente.
Angel
viene separata da CJ il quale inizia a combattere contro Collux.
Angel, nel contempo, si decide a combattere contro suo fratello per
poterlo liberare dall'influenza del demone. Nel mentre, in aiuto di
CJ, arriva il team Burning Star, composto da Yukiteru, Nikora, Kira e
Fede, il quale li aveva seguiti disubbidendo agli ordini di Aika.
CJ
raggiunge Angel e si becca un colpo mortale da parte di Zero. Questo
fatto permette a Angel di liberare la dragon force con la quale
sconfigge il gemello il quale però svanisce nel nulla senza
che lei
possa salvarlo. Aika raggiunge tutti i maghi e ordina ai quattro
fuggiaschi di ristrutturare le varie camere dei loro compagni.
Collux,
l'unica ad essere scappata, viene avvicinata da un individuo di nome
Irginus il quale la invita al cospetto di Ruganax. La giovane
accetta, diventando un membro della gilda oscura Eternal Darkness
insieme al gemello di Angel.
A
Last Hope passano un po' di giorni di pace senza che nessuno venga
attaccato. Una mattina, per sollevare il morale al suo compagno
Edward, la maga del vento Yelle decide di andare in missione. I due
partono insieme a Erika e Angel (Leo) alla volta di Rivinst.
Nel
contempo, alla gilda, si scopre che il tizio incappucciato che ha
attaccato Hiro, è la stessa persona che ha 'invitato' Lya,
Lyra e
Miel ad unirsi alla gilda. Il team Coas Wind, nel frattempo, va dal
sindaco della città che gli spiega la missione: proteggere
sua
figlia da alcuni assassini.
I
quattro maghi si dividono in due gruppi. Angel (Leo) e Erika iniziano
a sorvegliare la bambina mentre Yelle e Edward controllano la
situazione dai tetti. Dopo un breve litigio, Yelle si allontana da
Edward finendo preda di due sicari: Crotalux e Jenny.
Prima
che l'assassino possa eliminarla, Edward accorre in suo soccorso e la
salva. Si viene a scoprire che Crotalux è in
realtà il mentore di
Edward che gli ha insegnato le varie tecniche di assassinio. Yelle
viene inoltre a conoscenza del fatto che la sorella di Edward
è
scomparsa e si crede che sia stato proprio Edward ad eliminarla.
Dopo
un breve scontro, Yelle viene sconfitta da Jenny la quale
però viene
uccisa dallo stesso Crotalux. Angel (Leo) interviene per fermarlo ma
non riesce ad impedirgli di attivare due pietre che richiamano due
angeli. I due esseri alati, coloro i quali avevano raso al suolo di
villaggio di Angel (Leo), attaccano la zona dove si trova Erika e il
giovane, credendola morta, ottiene un nuovo potere, permettendo
così
di poter utilizzare i poteri di Satana.
Mentre
il nuovo Angel (Leo) combatte con i due angeli, Edward e Yelle se la
vedono con Crotalux ma senza riuscire a sopraffarlo. Dopo che Angel
(Leo) e Erika, accorsa in suo soccorso, sconfiggono gli angeli,
Crotalux ruba il potere dei due sconfitti, ottenendo un potere
incredibile.
Durante
il combattimento, Yelle viene ferita gravemente e Edward si ritrova a
parlare con la sua “Sete di sangue” la quale gli
conferisce un
incredibile power up grazie alla quale sconfigge Crotalux.
L'ex-maestro, prima di morire gli rivela sua sorella è viva
ma è
tenuta prigioniera da suo figlio, un vecchio compagno di Edward.
Grazie ad un siero di Crotalux, Yelle viene salvata e i quattro maghi
ritornano a Last Hope. Nel contempo, il figlio di Crotalux si unisce
alla gilda di Ruganax.
Dopo
qualche giorno, nella fascia oscura, il tizio incappucciato autore
dell'attacco a Hiro si scopre essere il figlio di Ruganax. Mentre si
dirige verso la stanza del demone, il ragazzo incontra Victorias, uno
degli arcidemoni risvegliati da Ruganax per la sua guerra.
Anzichè
andare da Ruganax, il ragazzo si ferma con Victorias e le spiega il
suo piano per eliminare Last Hope. Nello stesso momento, a Zafirus,
Zafrina e Giada vengono inviate a reclutare nuovi maghi. In pochi
minuti, Shi, Vaiter e Michael diventano membri effettivi di Last Hope
e Shi, lungo la strada per la gilda, incontra una giovane di nome
Byakuya e la invita ad unirsi alla gilda.
Intanto
in città, Lyra incontra un ragazzo molto veloce di nome
Stefan che
la accompagna fino a Last Hope, decidendo poi di unirsi alla gilda.
Dopo qualche minuto di caos nella gilda causato dal ragno di Michael,
quattro nuovi maghi si uniscono alla gilda. Una ragazza sorda di nome
Kaname e tre ragazzi: Jeff, Martin e Zack.
Verso
la fine della giornata, la gilda conta quarantuno membri effettivi ma
due di essi, Miwako e Nikora, vengono rapite dagli ex compagni di
Zero che parte insieme ad Ashuros, Yukiteru, Fede e Kira per
salvarle.
Il
leader dei nemici, un uomo di nome Arkens, rivela a Miwako e Nikora
il loro passato di cui non ricordavano nulla e si viene a scoprire
che, in un certo senso, sono sorelle. Il gruppo di salvataggio,
davanti alla base nemica, incontra Lias, una domatrice di mostri che
si unisce a loro per salvare le loro compagne.
Grazie
ad una magia del nemico, i vari maghi vengono separati e costretti a
combattere contro i vecchi compagni d Zero. Dopo delle estenuanti
battaglie, i maghi superano la prova e Lias riesce a liberare Nikora
e Miwako mentre Ashuros incontra una strana creatura di nome Dorein
che decide di accompagnarlo.
Dopo
il ritrovamento con Miwako, Zero manda via tutti restando insieme
alla ragazza per fronteggiare One, un mago con il suo stesso livello
di potenza.
Contemporaneamente,
alla gilda, si scopre del tradimento di Jeff, Martin, il cui vero
nome è Demon, e Zack i quali dopo aver ingannato Miel, Lyra
e Lya,
le usano per evocare un nuovo arcidemone dalle sembianze di lupo.
L'arcidemone si dirige verso la città mentre i tre traditori
se la
vedono con penny, Michael e Stefan accorsi in soccorso delle
compagne.
Grazie
all'intervento delle suddette maghe, i vari scontri si concludono a
favore di Last Hope. Nel mentre, davanti alla città,
l'arcidemone
evoca una fitta nebbia dalla quale escono centinaia di demoni simili
a lui Ad attenderli vi sono due nuove maghe di Last Hope più
tutti
gli altri maghi che ingaggiano uno scontro serrato per proteggere la
città.
Intanto
l'arcidemone viene attaccato da tre nuovi maghi che cercano di
eliminarlo in fretta ma senza successo arrivando alla conclusione
provvisoria che lui sia immortale. Per concludere, Ryu, trasformato
in una specie di demone da Victorias. Si dirige verso la gilda dove
sconfigge Amlach, Giada, Tsuki e Shi.
La
master della gilda si allontana, lasciando Ryu a Angel (Leo) appena
tornato da un intenso allenamento e trova Victorias in una radura,
preparandosi per la battaglia.
ELENCO
DEI PERSONAGGI:
(N.B:
i dati sono molto superficiali e per i maghi che si sono visti poco
ce ne saranno di meno. Non sono in un ordine specifico. I poteri sono
aggiornati rispetto a quanto visto finora perciò non saranno
quelli
completi, non per tutti almeno)
AIKA
– andry_94_hell
Aspetto
fisico: alta sul metro e sessantacinque, dalla carnagione rosea e dal
seno piatto. Lunghi capelli viola e occhi del medesimo colore.
Vestiario:
vario ma predilige un kimono da cerimonia rosso e dei sandali.
Potere:
diversi poteri tra cui magia della nebbia, intangibilità,
materializzazione e smaterializzazione di piccoli oggetti.
Info:
è la master di Last Hope. Benchè sia una
ragazzina, ha combattuto
testa a testa con Ruganax nella precedente guerra riuscendo ad
imprigionarlo. Non si sa nulla del suo passato. E' molto legata a
tutti i suoi compagni e non li considera i 'suoi maghi'
bensì la sua
famiglia. Benchè abbia deciso di lasciar correre, non si
fida
appieno di Ashuros. Attualmente sta per iniziare uno scontro contro
l'arcidemone Victorias.
ASHUROS
BLEEDER – andry_94_hell
Aspetto
fisico: alto sul metro e ottanta, fisico scolpito e carnagione
pallida. Capelli corti bianchi e occhi rossi.
Vestiario:
giacca
di pelle nera, jeans neri, un paio di guanti di pelle, senza dita,
neri e un paio di scarponi neri, in più tiene
legata alla vita una katana dall'impugnatura e dalla custodia nere.
Potere:
mago del tempo. Può bloccare il tempo così come
vedere nel passato
e nel futuro. Abile spadaccino.
Info:
si sa poco di lui. Aika crede che lui nasconda qualcosa dato che, a
quanto pare, ha molti più anni di quanti non ne dimostra. Ha
una
certa intesa con Yukiteru, Edward e Angel (Leo) inoltre sembra che
provi qualcosa per Lya, seppur lo neghi apertamente. E' il rivale di
Ryu e i due si insultano sempre senza problemi arrivando anche a
generare delle risse. A quanto pare il figlio di Ruganax vuole
eliminarlo ma non si sa il perché. Non fa parte di alcun
team.
Attualmente è impegnato nella missione di recupero di Nikora
e
Miwako ed è insieme a Dorein.
DOREIN
– andry_94_hell
Aspetto
fisico: slime nero che può assumere qualunque forma. Nella
sua forma
gelatinosa ha una maschera bianca con tre buchi mentre la forma umana
è quella di un giovane alto sul metro e ottanta e dal fisico
scolpito. Carnagione molto pallida, occhi completamente neri dalle
iridi bianche e capelli bianchi di lunghezza media.
Vestiario:
un
paio di stivali, dei pantaloni, una giacca e dei guanti. Tutto
completamente nero e la cosa strana è che sembra
quasi una tuta da un pezzo solo data la mancanza di qualsivoglia zip
o cucitura.
Potere:
slime con capacità di mutare il proprio corpo.
Info:
comparso nell'ultimo capitolo, era imprigionato in una capsula ed
è
stato liberato da Two che gli ha ordinato di attaccare Ashuros.
Dorein però ha attaccato lei e, dopo essersi chiarito con il
mago de
tempo, si è alleato con lui. Attualmente è
insieme ad Ashuros nella
base nemica.
MICHAEL
ERVEN – andry_94_hell (è di mio cugino)
Aspetto
fisico:
particolarmente alto ma
non ha
un fisico imponente, per
quanto
ben allenato. I suoi capelli sono
argentati e lunghi fino alle spalle, completamente spettinati. Occhi
viola.
Vestiario:
scarpe
da ginnastica rosse, jeans neri, una specie di giacca rossa che ha
la cerniera in diagonale, partendo dalla spalla destra, e per finire
un paio di occhiali con la montatura nera.
Potere:
God Slayer del fuoco.
Info:
uno degli ultimi maghi ad essersi unito a Last Hope. Viene reclutato
da Giada e nel suo primo giorno scatena un pandemonio a causa del suo
animaletto domestico: una tarantola. Non ha dei legami particolari ma
aiuta comunque la gente in difficoltà come ad esempio Lya
nello
scontro contro Zack. I suoi compagni di team sono Stefan e Vaiter.
Attualmente si sta dirigendo insieme a Lya verso le mura della
città
per aiutare gli altri maghi contro i demoni.
GIADA
ANGELES – AngelWings_DwarfGigi4
Aspetto
fisico: "alta"
poco
più di un metro e sessanta, peso
nella norma e
dal seno
prosperoso. Occhi
azzurri, capelli biondo miele e delle guanciotte rosa.
Vestiario:
delle
ballerine nere, dei pantaloncini jeans scuro e una maglia senza
spalline blu.
Potere:
Dragon Slayer della natura. Ha il controllo sulle piante, sull'acqua,
sull'aria e sulla terra ma non sul fuoco. Può cibarsi di
questi
quattro elementi per ricaricarsi.
Info:
una delle prime maghe ad essersi unita alla causa di Aika insieme ad
Amlach. Fin da subito si è dimostrata uno degli elementi
più forti
della gilda. Ha combattuto contro LUX nella battaglia contro l'Alpha
Team, sconfiggendolo con una tecnica speciale. E'
stata lei ad arruolare Michael nella gilda e sembra che l'incontro
con il mago del fuoco sia stati di suo gradimento. E' molto amica di
Miel e Tsuki. I suoi compagni di team sono Amlach, Angel, CJ e
Misaki. Attualmente si
sta dirigendo verso la città insieme a Amlach, Shi e Tsuki
per
aiutare i suoi compagni nella battaglia contro i demoni.
CHRISTOPHER
JEREMIA WILLSOCK (CJ) – Cristo96
Aspetto
fisico: un
ventenne
alto sul
metro e novanta,
dai capelli castano chiaro perennemente spettinati
e gli occhi verde acqua. Ha un fisico secco, ma definito e gli zigomi
alti. Ha una cicatrice all'altezza del cuore e un tatuaggio
a forma di drago sul braccio sinistro. Il drago è a spirale
e dalla
spalla si avvolge fino alla mano, dove vi è la testa.
Vestiario:
un paio di pantaloni semplici, una t-shirt
viola ed una giacca bianca sempre aperta. Porta sempre con
sé un
berretto rosso.
Potere:
ha
il cuore di un drago grazie al quale può generare fuoco che
potenzia
i suoi pugni e calci aumentando danno, velocità e bruciando
i
nemici. Può anche usare il cuore come una pompa per attivare
un'abilità chiamata Blood Fire: il suo sangue si infuoca e ciò
gli garantisce una potenza ed una velocità maggiori.
Info:
è stato uno dei primi maghi ad essere arruolato da Aika la
quale lo
ha salvato da Collux. E'
stato lui ad arruolare Angel e ne è rimasto colpito fin da
subito.
Durante la battaglia contro l'Alpha Team, ha affrontato Collux per
poi andare a dar man forte ad Angel contro Zero, ricevendo
però una
ferita mortale. Sembra
provare dei sentimenti, ricambiati, per Angel benchè non
esiti a
provarci con le nuove ragazze che arrivano in gilda. Il suo potere
particolare lo rende uno dei maghi più adattabili della
gilda ed è
molto veloce ad ideare buone strategie. I suoi compagni di team sono
Giada, Amlach,
Misaki
e Angel. Attualmente si trova davanti alla città intento ad
affrontare i demoni insieme ai suoi compagni.
ZAFRINA
McCONNER – bice_97
Aspetto
fisico:
capelli neri come le ali dei corvi. Gli
occhi grandi e marrone cioccolata. Le
labbra sono carnose e rosse come il sangue. Non
è molto alta, circa 166 cm, è molto formosa e ha
un tatuaggio a
forma di drago che le si arrampica per l'avambraccio destro. E'
magra, le gambe sono sensuali e muscolose, come anche le braccia. La
carnagione è pallida come la luna e la rende molto bella.
Vestiario:
veste
un top nero mono-spalla
oppure un corpetto di pelle, sempre nero ed entrambi valorizzano le
sue forme. Shorts
che le arrivano a malapena a metà coscia e che la coprono
abbastanza
per nascondere il coltello a serramanico che nasconde e ai piedi
delle
scarpe con
tacco nere, aperte sul davanti e ai lati che si chiudono con un
laccio dietro la caviglia.
Potere:
può
controllare tutti i disastri naturali possibili ed immaginabili. Le
basta un non nulla per scatenare una scossa sismica.
Info:
è stata la prima ad essere arruolata da Aika. Dopo qualche
secondo
di indifferenza si è dimostrata interessata alla causa.
Lungo il
viaggio per Zafirus ha conosciuto Kay con la quale ha creato un team.
Benchè il suo potere la renda estremamente pericolosa, non
ha ancora
avuto modo di mettersi in mostra ma i suoi compagni sanno di cosa
è
capace. Si deve a lei l'arruolamento di Vaiter il quale pare essersi
affezionato a lei. Sempre incline a fare a botte, soprattutto con
Kay, non si tira mai indietro. Le sue compagne di team sono: Arya,
Kay e Tsuki. Attualmente è impegnata nella battaglia con i
demoni di
fronte alla città.
YELLE
MINYA – Wilwarind86
Aspetto
fisico: alta
166 centimetri,
capelli lunghi e
bianchi,
grandi
occhi
viola. Ha
una carnagione chiara e un fisico sinuoso.
Vestiario:
T-shirt
color lilla, pantaloncini neri corti e
delle scarpe da ginnastica.
Potere:
maga dell'aria. Può levitare e creare zone in cui l'aria
è assente
inoltre conosce anche un incantesimo da God Slayer.
Info:
è stata una delle prime maghe ad essersi unita ad Aika. Fin
da
subito si è dimostrata molto aperta alle nuove amicizie e si
è
subito trovata a suo agio con Edward con cui, più volte,
nascono dei
botta e risposta leggermente comici. Cerca sempre di aiutare i suoi
amici come può ed è molto golosa. Malgrado la
sconfitta contro
Jenny, ha aiutato Edward nello scontro finale contro il suo
ex-mentore finendo però in fin di vita, si è
salvata grazie a
Edward per la quale prova dei forti sentimenti ricambiati. I due
attualmente fanno coppia e fanno parte dello stesso team di Angel
(Leo) e Erika. Attualmente sta combattendo contro i demoni di fronte
a Zafirus.
ANGEL
STRONG – PiccolaLii22
Aspetto
fisico: lunghi
capelli scarlatti ricci/boccolosi (sono lunghi fino alla vita, e
adora avere una pettinatura diversa ogni giorno) e occhi di un blu
elettrico. Fisico sinuoso
e dal seno formoso.
Vestiario:
leggins
con ricamato l'universo sopra, scarpe da ginnastica dello stesso
motivo e canottiera lunga (tipo vestitino) bianca e felpa dello
stesso motivo dei leggins e delle scarpe, però col cappuccio
peloso
e bianco.
Potere:
è la Dragon Slayer regina. Sua madre era la regina dei
draghi e lei
può utilizzare tutti i poteri dei vari Dragon Slayer.
Info:
Maga arruolata da CJ lungo la strada per Zafirus. Fin da subito ha
avuto una forte influenza sul ragazzo e ha deciso di creare un team
con lui. E' considerata la Dragon Slayer più forte e ha dato
prova
del suo potere sconfiggendo il suo fratello gemello e salvando
così
CJ da morte certa. Prova dei forti sentimenti per CJ e questi sono
ricambiati. I suoi compagni di team sono Amlach, CJ, Giada e Misaki.
Attualmente sta comandando al difesa dei maghi contro i demoni, al di
fuori di Zafirus.
ANYA
VON KLEIST – FairyQueen_Titania
Aspetto
fisico:
E' alta 1, 67 m
e
ha delle forme morbide sebbene non sia grassa. Ha gli occhi verdi e i
capelli arancioni e abbastanza mossi che tiene legati in un' alta
coda, ha anche delle lentiggini. Il suo corpo è pieno di
cicatrici
più o meno rimarginate. Ha 21 anni.
Vestiario:
Un paio di stivali di cuoio marroni bassi e che arrivano appena al di
sopra del ginocchio, una gonna corta dello stesso colore, delle fasce
bianche che coprono il seno e un gilet marrone.
Potere:
maga guerriera che utilizza una grossa ascia bipenne. L'arma
può
trasformarsi in qualsiasi arma, bianca o da fuoco, di cui ha bisogno.
Info:
Arruolata da Aika insieme ad Hayato, ha iniziato a viaggiare fin da
subito con lui. In seguito hanno reclutato Miwako in un bosco. E' una
delle maghe più adattabili grazie alla sua arma e discende
da una
stirpe di amazzoni. Ha avuto modo di vendicare le sue sorelle
eliminando i mercenari che le avevano uccise, durante la battaglia
contro l'Alpha Team. E' molto legata ai suoi compagni di team e cerca
sempre di convincere Miwako ad accettare i suoi sentimenti per Zero.
I suoi compagni di team sono Hayato, Miwako e Zero. Attualmente
è
appena tornata da una missione e si è subito unita allo
scontro
davanti a Zafirus.
AMLACH
LUMBAR – TheWerewolf
Aspetto
fisico: molto
alto, palestrato, occhi azzurro-ghiaccio con capelli corvini corti,
naso dritto e labbra sottili. Ha diverse cicatrici tra cui una lunga
quasi tutta la schiena e una da bicipite fino a metà braccio
sulla
parte destra. Ha dei tatuaggi: un lupo sul bicipite sinistro, un
drago sul polpaccio destro e il simbolo del clan sul petto,
all'altezza del cuore (è un teschio con due katana
incrociate
dietro, con un lupo che appoggia la zampa destra sul teschio).
Vestiario:
maglietta
a mezze maniche nera con un drago e un lupo che combattono sulla
schiena, pantaloni neri lunghi
fino al ginocchio con una catenella sul fianco, tre katana
disposte
a ventaglio sul fianco destro
e all'occorrenza
occhiali neri alla RayBan. Indossa stivali neri e una collana con
ciondolo tribale di un lupo.
Potere:
licantropo
e tutto ciò che ne deriva (si può trasformare
sempre), in grado di
domare i lupi e capirli. Controlla le ombre inconsapevolmente (nel
senso che lui pensa solamente qualche azione che coinvolgo le ombre e
queste ultime gli "obbediscono”) e utilizza le sue katana
in caso di combattimento serio.
Info:
Arruolato da Aika
insieme a Giada, si dimostra freddo con tutti fin da subito senza
però riuscire ad allontanarli definitivamente. Sulla via per
Zafirus
lui e Giada arruolano Misaki, una giovane maga che inizia a
perseguitarlo dappertutto, compresa camera sua. Nello scontro con
l'Alpha Team ha affrontato Sarah la quale lo ha costretto ad
utilizzare una delle sue tecniche più potenti. Nello scontro
ha
perso le sue tre katana di cui una è stata sostituita dalla
katana
di fuoco di Sarah. Le altre due gli sono state regalate da Misaki e
Hana, una sua vecchia amica la quale prova dei forti sentimenti nei
suoi confronti così come Misaki stessa. I suoi compagni di
team
sono: CJ, Giada,
Misaki
e Angel. Attualmente si sta dirigendo con Giada, Shi e Tsuki verso lo
scontro fuori da Zafirus.
HANA
AKAI – NaruHinaEli (ora appartiene a TheWerewolf)
Aspetto
fisico: occhi perlacei con capelli
blu lunghi e
dritti con frangetta. Alta circa 1,70 m con seno prosperoso.
Vestiario: leggins
fino alle ginocchia neri con maglietta-vestitino celeste con
scarpe da ginnastica bianche. Indossa una borsa a tracolla sportiva.
Potere:
maga dell'acqua. Può creare e controllare grosse
quantità d'acqua.
Può anche
combattere con dei kunai che
tiene nella borsa a tracolla.
Info:
vecchia conoscenza di Amlach, viene reclutata da quest'ultimo insieme
a Misaki la quale la identifica subito come una rivale. Hana prova
dei forti sentimenti per il licantropo ma quest'ultimo sembra non
accorgersene. E' stata lei a regalargli una delle sue nuove katana. I
suoi compagni di team sono Hiro, Rahl, Hanako e Miyuki. Attualmente
sta combattendo davanti a Zafirus contro i demoni.
TSUKI
KIMURA – FairyLucy94
Aspetto
fisico: occhi neri
con lunghe striature viola, se guardati in controluce si vede nei
suoi occhi una rosa color porpora. Naso
dritto e leggermente all'insù. Labbra
rosee, piene, non troppo sottili e neanche troppo carnose, orecchie
a punta. Capelli color verde acqua acceso corti e scompigliati con un
taglio da maschiaccio. Non è molto alta ma il fisico minuto
è ben
allenato e dal seno formoso. Ha una lunga cicatrice sulla guancia
destra.
Vestiario:
lunga giacca nera aperta sul davanti,
gonna nera corta a
balze, stivali
e calze nere fino alla coscia.
Potere:
potere della creazione/immaginazione. Può creare tutto
ciò che
vuole con il pensiero e può anche potenziare il proprio
fisico o
curare le ferite.
Info:
è stata una delle ultime due maghe ad unirsi ad Aika prima
della
creazione di Last Hope. Insieme ad Arya si è unita subito a
Zafrina
e Kay per formare un team. E' stata subito nominata leader del
gruppo, con sua somma sorpresa, ma ha accettato senza esitazione. Non
ha avuto particolar modo di farsi valere. Mentre davanti a Zafirus
iniziava lo scontro con i demoni, lei ha combattuto contro Ryu ma
è
stata sconfitta insieme a Shi, Amlach e Giada. Le sue compagne di
team sono Zafrina, Arya e Kay. Attualmente si sta dirigendo verso le
porte di Zafirus per dar man forte ai suoi compagni.
EDWARD
YOSHINA – Edward_Yoshina (ora
appartiene a FairyLucy94)
Aspetto
fisico: 21
anni, 175 cm, fisico normale. Capelli
riccioli e lunghi legati in una crocchia, occhi verdi. Una cicatrice
sull'occhio sinistro (che non lo ha reso cieco) e varie cicatrici
sulle
braccia.
Simbolo della gilda nel polso sinistro, una lettera "A"
tatuata nel polso destro, iniziale del nome della sorella.
Vestiario:
sempre
sportivo. Scarpe da ginnastica, pantaloni corti o pantaloni della
tuta e maglietta
a maniche corte. All'occorrenza felpa (rigorosamente con il
cappuccio) sempre a maniche tirate su, se fa freddo allora indossa il
cappuccio.
Potere:
mago del veleno. Può creare qualsiasi tipo di veleno ed
è immune a
tutti i veleni.
Info:
Arruolato da Aika subito dopo Yelle, si è ritrovato in un
continuo
botta e risposta con l'albina, affezionandocisi pian piano. Ex
assassino di fama mondiale è alla disperata ricerca di sua
sorella.
Estremamente
freddo se la situazione lo richiede. Nello scontro con il suo mentore
è riuscito a sconfiggerlo scoprendo un nuovo lato del suo
potere: la
sete di sangue. Prova dei forti sentimenti per Yelle ricambiati dalla
compagna. I suoi compagni di team sono Yelle, Angel (Leo) e Erika.
Attualmente è impegnato nello scontro fuori da Zafirus.
MIWAKO
– Whiteney Black
Aspetto
fisico: pelle bianca, capelli viola e neri, scalati e lunghi fino
alle spalle, occhi rossi come il sangue, palpebre sempre mezze
calate. Altezza nella media. Magra, non ha un seno abnorme ma
apprezzabile.
Vestiario:
non indossa mai delle gonne o dei vestiti, solo pantaloni (Lunghezza
minima: sopra il ginocchio) e delle magliette di tutti i tipi, basta
che abbia la manica del braccio destro lunga. Scarpe comode, niente
tacchi. Porta una croce nera al collo.
Potere:
dominatrice del sangue. Riesce a dominare il flusso sanguigno delle
persone -potendole far muovere a proprio piacimento- solo se
è
riuscita ad assaggiare anche una sola goccia del sangue della
persona. Può usare il sangue dei nemici -o anche il suo,
ferendosi e
facendone uscire un po'- per creare varie armi.
Info:
maga arruolata da Hayato e Anya dopo che aveva eliminato alcuni
malintenzionati. Non si è mai dimostrata molto vivace ma
comunque ha
combattuto per proteggere i suoi compagni e portare alla vittoria
Last Hope. Dopo l'arrivo di Zero nel team, ha iniziato ad
interessarsi a lui continuando a dire che l'unica cosa che le
interessava era la musica ascoltata dal ragazzo. Ha affrontato Seven,
durante la battaglia dell'Alpha Team, insieme a Zero e sono riusciti
a sconfiggerlo seppur il nemico l'avesse messa in seria
difficoltà.
E' stata rapita insieme a Nikora dagli ex compagni di Zero e il capo
di essi le ha rivelato che lei è una sorta di vita
artificiale
seppur nata da una donna. Nella base nemica ha visto anche centinaia
di suoi cloni ed ha scoperto che il suo potere del sangue deriva dal
padre di Nikora perciò le due sono come sorelle. Dopo essere
stata
liberata da Lias, ha iniziato ad eliminare i vari soldati nemici per
potersene andare e si è riunita a Zero. Attualmente sta per
affrontare One insieme a Zero nella base nemica.
MISAKI
SHOKUHOU – Heartly
Aspetto
fisico: capelli biondi e lunghi. Occhi di un marrone chiaro, la
particolarità dei suoi occhi è che la pupilla
è a forma di croce
con gli angoli arrotondati (intendo gli angoli all'incrocio delle due
righe che formano la croce). Non molto alta e dalla carnagione
chiara, seno quasi inesistente.
Vestiario:
indossa sempre delle divise scolastiche femminili i cui colori
variano di tanto in tanto, insieme a delle scarpe comode.
Potere:
potere
della mente. Può sollevare oggetti con la telecinesi e
utilizzarla
anche per danneggiare i nemici dall'interno. Può anche
teletrasportarsi portando con sé più persone. Con
il suo controllo mentale può muovere una persona come
desidera lei.
Info:
maga arruolata da Amlach e Giada. Fin
da subito ha iniziato a “perseguitare” Amlach
arrivando ad
intrufolarsi in camera sua per svegliarlo. Durante la battaglia
contro l'Alpha Team, lei ha affrontato uno strano essere di nome
Danis che ha cercato di sopraffarla con le sue illusioni. Durante lo
scontro è uscito allo scoperto il lato sadico e violento
della
ragazza che ha fatto, letteralmente, esplodere il nemico. Non
è
stata particolarmente felice dell'arrivo di Hana in quanto sembrava
molto legata con Amlach. Le sue sembrerebbero rivali in amore e sono
rimaste un giorno intero fuori da un negozio in attesa che le katana
preparate per Amlach fossero pronte. I suoi compagni di team sono:
Amlach, CJ, Angel e Giada. Attualmente è impegnata nello
scontro
fuori dalle mura di Zafirus contro i demoni.
HAYATO
– Ranma_chan
Aspetto
fisico:
un ragazzo affascinante, dai capelli neri e scompigliati, ha un viso
dolce che può assomigliare a quello di un bambino, ma se lo
si
guarda bene, si possono notare i tratti che lo rendono adulto,
specialmente quando è serio. Ha gli occhi di colore verde
smeraldo
che si intonano molto con la sua carnagione rosea e i capelli scuri.
Fisico
scolpito ed allenato.
Vestiario:
T-shirt bianca a maniche corte con rappresentato il disegno di
un'aquila al centro di essa. I pantaloni sono lunghi fino al
ginocchio, solitamente neri e indossa un paio di scarpe da tennis
bianche, che adora perchè per lui sono davvero comode.
Potere:
Il
suo potere risiede nel corpo, è un combattente straordinario
quando
si parla di "Kung Fu", egli usa lo spirito in modo che
possa fondersi con la forza, quindi quando vi è in corso una
lotta
usa molta concentrazione e diventa quasi del tutto imbattibile,
sprigiona una forza immane, soprattutto quando si lascia trasportare
dai sentimenti.
Info: mago arruolato
da Aika insieme a Anya dopo una rissa in un bar. Non ha memoria del
suo cognome e non gli interessa scoprirlo. Non si è
dimostrato
interessato alla gilda fin da subito ma non appena ha saputo di
Ruganax e del destino di Aika, ha deciso di restare a Last Hope per
aiutarla. Insieme ad Anya ha arruolato Miwako e ha svolto diverse
missioni insieme all'amazzone. Durante la battaglia con l'Alpha Team,
ha affrontato un mago della terra e maestro di arti marziali: Turks.
Dopo un incredibile scontro, Hayato riesce a sconfiggere l'avversario
per poi dirigersi dai suoi compagni. I suoi compagni di team sono
Zero, Miwako e Anya. Attualmente è appena tornato da una
missione ma
si è subito buttato nello scontro alle porte di Zafirus.
KIRA
ASARUTA – Adele Vergas
Aspetto
fisico: ha
i capelli marroni disordinati,occhi verdi. Essendo
un bambino non è molto alto e il fisico non è
muscoloso ma magro.
Ha la carnagione chiara.
Vestiario:
Ha una canottiera verde scuro e dei pantaloni che gli arrivano alle
ginocchia e porta un paio di infradito
Potere:
Dragon Slayer delle stelle. Può avvalersi delle stelle anche
per
mandare messaggi ai suoi compagni inoltre non può
ricaricarsi con
delle stelle create dalle illusioni.
Info:
giovanissimo mago arruolato da Aika in cima ad una montagna. Malgrado
la giovane età, è molto agguerrito e sa ideare
delle buone
strategie anche nei momenti più difficili. E' stato lui a
trovare ed
arruolare Yukiteru. Nella battaglia contro l'Alpha Team, lui e i suoi
compagni sono sgattaiolati fuori dalla gilda disubbidendo ad Aika e
sono andati a dare una mano a CJ affrontando Collux al suo posto.
Dopo
il rapimento di Nikora e Miwako, è partito per andare a
salvarle.
Dopo essere stato diviso dai suoi compagni, si è ritrovato a
combattere con il nuovo Seven, un mago dei laser. Con una tattica
basata sull'inganno, è riuscito ad eliminare il suo
avversario.
Attualmente si trova nella base nemica e sta cercando i suoi
compagni.
ERIKA
CHAOTIC - _BlackRose_FairyTail
Aspetto
fisico: diciassette
anni, i capelli sono castani e anche gli occhi e la carnagione
è
olivastra, i
capelli sono a caschetto lunghi poco oltre le orecchie. Carnagione
chaira e fisico allenato.
Vestiario:
camicia
molto scollata con un top sotto, jeans e converse bianche e un
rosario con una
perla nera.
Potere:
Dragon Slayer del caos. Può percepire il caos e crearlo
attorno a sé
per depistare gli inseguitori o i sensi sviluppati degli avversari.
Il caos è rappresentato come fumo nero misto a fulmini rossi.
Info:
Maga arruolata da Aika. Si è unita fin da subito al gruppo
di Edward
e Yelle. Non appena Angel (Leo) si è unito al loro gruppo,
Erika è
rimasta particolarmente interessata a lui. Durante lo scontro con
l'ex mentore di Edward, è stata creduta morta a causa di un
attacco
dei due angeli e ciò ha fatto scatenare Angel (Leo). Dopo il
suo
ritorno, ha affrontato uno dei due angeli, riuscendo a sconfiggerla
in poco tempo. Dopo la morte di Crotalux, è ritornata
insieme a
Angel (Leo) dalla bambina che dovevano proteggere e lì si
sono
dichiarati il loro amore. Ora i due sono fidanzati e fanno parte del
team Caos Wind insieme a Yelle e Edward. Attualmente sta combattendo
in prima linea davanti a Zafirus.
LYA
PENDRAGON – Ryu Shibuya
Aspetto
fisico:
corpo ben proporzionato, è magra ed è alta 1.80 m.
I suoi capelli sono neri, corti sistemati in un caschetto
perennemente spettinato e gli occhi sono rossi. Ha una cicatrice sul
collo. Da lontano sembra un ragazzo.
Vestiario:
Felpa
nera, con un lupo tribale di colore bianco sulla schiena.
Pantaloncini corti, di jeans blu e stivaletti neri leggermente aperti
con delle catene al posto dei lacci. Porta sempre con se una spada
nera con riflessi violacei di grosse dimensioni. Al collo porta un
artiglio di drago.
Potere:
Dragon Slayer della notte. È in grado di vedere al buio e
con uno
sguardo riesce a comprendere i sentimenti e le intenzioni di chi le
sta attorno. Distingue il bene dal male, la verità dalle
bugie.
Combatte con la spada e con due pugnali che tiene sempre legati alla
vita. è in grado di dare qualsiasi consistenza
all’oscurità e
forma oltre ai classici attacchi da Dragon Slayer. Può
trasformarsi
in un drago nero.
Info:
E' una delle tre maghe che sono state invitate ad unirsi alla gilda
da uno strano ragazzo incappucciato che, dopo avergli rubato delle
cose ed averle affrontate, gli ha parlato di Aika e della sua
missione. Seppur non interessata all'idea, si è unita a Miel
e Lyra
formando il team Shadow Roar. Durante il primo scontro contro i
demoni, è stata salvata da Ashuros e pensa che ci sia
qualcosa di
strano in lui. Con
l'arrivo in gilda di Zack, si è avvicinata a quest'ultimo ma
alla
fine si è scoperto che Zack era una spia di Ruganax e che
suo padre,
un drago bianco, aveva eliminato il padre di Lya, il drago della
notte. Dopo essere stata usata per evocare un nuovo arcidemone, si
è
diretta verso lo scontro tra Zack e Michael aiutando quest'ultimo a
sconfiggere il nemico. Le sue compagne di team sono Miel, Lyra e
Penny. Attualmente si sta dirigendo verso la battaglia fuori da
Zafirus insieme a Michael.
KAY
MORI – Dragon_Flame_
Aspetto
fisico: E' una ragazza alta un metro e settanta e formosa, con la
pelle chiara, ma non troppo. Ha i capelli bianchi, mossi, che
ricadono sulla schiena in ciuffi scomposti, e un paio di affilati
occhi neri come la pece, i lineamenti del viso sono decisi, e sul
volto, sotto l'occhio destro ha una puntellata cicatrice,
completamente bianca, non ha una forma ben precisa, è a
più punte e
ricopre quasi tutto lo zigomo.
Vestiario:
una camicetta nera delle mezze maniche semitrasparente, che lascia
intravedere il bichini di un costume (anch'esso nero) sotto, ha dei
pantaloni di pelle neri, che sono legati in vita da una doppia catena
tenuti a mo di cintura, e un paio di sandali, questa volta bianchi,
con un tacco a spillo, che si chiudono con una cinghia sulla
caviglia.
Potere:
Kay può creare e manovrare degli oggetti composti da un
materiale
estremamente resistente ed invisibile. Predilige grosse lame
circolari e cubi che, piazzandoli in aria, può usare per
spostarsi
velocemente.
Info:
maga arruolata da Zafrina, la sua rivale. Dopo un breve scontro tra
le due, l'albina ha deciso di seguire Zafrina fino a Zafirus dove si
è unita a Last Hope. All'inizio ha avuto diversi battibecchi
con la
mora per decidere chi fosse la leader del loro gruppo ma, grazie ad
uno stratagemma di Arya, entrambe le ragazze hanno optato per Tsuki.
E' a conoscenza del potere di Arya ma ha preferito non parlarne con
Aika. Non perde occasione di venire alle mani con Zafrina o di
sfotterla ogni volta che le succede qualcosa. Le sue compagne di team
sono Arya, Tsuki e Zafrina. Attualmente sta combattendo davanti a
Zafirus contro i demoni.
FEDE
SHERMAN – fede_piccola96
Aspetto
fisico: carnagione chiara e dal fisico sinuoso e magro. Ha dei grossi
occhi color cioccolata e dei lungi capelli castani che le arrivano
fino in fondo alla schiena.
Vestiario:
scarpe da ginnastica, pantaloncini in jeans e canotta.
Potere:
maga del fuoco. Può creare una grossa quantità di
fiamme dal potere
estremamente distruttivo quanto quello di un Dragon Slayer ma teme di
uccidere qualcuno a sangue freddo.
Info:
maga del fuoco dal passato oscuro. E' stata arruolata da Nikora lungo
la strada per Zafirus e si è subito affezionata ai suoi
compagni.
Più volte è lei che calma, o cerca di calmare,
Nikora quando è
infuriata con Yukiteru. Durante la battaglia con l'Alpha Team, ha
aiutato CJ affrontando Collux al suo posto insieme ai suoi compagni
di team. Non appena Nikora e Miwako sono state rapite, si è
subito
proposta per andare a salvarle, decisa a non perdere i membri della
sua nuova famiglia. Dopo essere stata divisa dai suoi compagni, si
è
ritrovata contro Three, colei che ha mandato K.O. Nikora e Miwako
durante il rapimento. Accecata dalla rabbia, Fede è riuscita
a
trionfare nello scontro eliminando l'avversaria in un modo lento e
doloroso. I suoi compagni di team sono Kira, Nikora e Yukiteru.
Attualmente è nella stanza dove ha ucciso Three in preda ad
una
crisi.
LYRA
YOSHINA – mbpika
Aspetto
fisico: capelli
ondulati azzurri lunghi fino alla vita, occhi verde chiaro, alta
circa 1.65 m,
con un corpo a clessidra ben bilanciato.
Vestiario:
indossa
dei pantaloni blu attillati, una maglietta bianca con una croce sul
fianco destro e una collana d’argento con un piccolo ciondolo
che
raffigura una fenice.
Potere:
Take Over animale. Può trasformarsi in diversi animali che
hanno
vari poteri. La sua trasformazione più famosa è
un lupo con poteri
elettrici ma ne ha molte altre.
Info:
come
Lya, anche lei è stata informata della missione di Aika dal
ragazzo
incappucciato. A differenza della Dragon Slayer, si è subito
dimostrata interessata alla cosa e ha stretto amicizia con Miel. Non
ha avuto particolare modo di farsi valere nei primi tempi di Last
Hope. E' stata lei ad arruolare Stefan dopo che questi l'aveva
accompagnata alla gilda. Con l'arrivo di Jeff, si è
avvicinata molto
a lui attratta dalla sua passione per gli animali ma è stata
ingannata ed usata come sacrificio per evocare un nuovo arcidemone.
Dopo essersi ripresa, è andata in aiuto di Stefan e insieme
hanno
fatto battere in ritirata Jeff. Tra lei e Stefan sembra esserci
qualcosa ma nessuno dei due vuole ammetterlo. Le sue compagne di team
sono Miel, Penny e Lya. Attualmente si sta dirigendo verso la gilda
insieme a Stefan, Penny e Miel.
ARYA
– Arya_chin
Aspetto
fisico: viene
spesso presa in giro perchè è bassa, ha i capelli
arancioni lunghi
fino ai fianchi e i due occhi azzurri. Ha
il fisico minuto e la carnagione chiara.
Vestiario:
ha
un grande fiocco dietro la testa bianco poi un vestito che finisce un
po'
prima delle ginocchia sull'arancione, un braccialetto all'altezza
della spalla e degli stivaletti bianchi.
Potere:
energia Zero. E' un'energia estremamente potente e distruttiva ma non
riesce ancora a controllarla e non ricorda mai cosa succede quando la
sua. Non sapendo ancora padroneggiarla, utilizza un arco con svariati
tipi di frecce.
Info:
insieme a Tsuki, è stata l'ultima ad unirsi a Aika prima
della
creazione della gilda. Seppur sembri una bambina indifesa, durante il
primo scontro a Zafirus, è riuscita ad eliminare un enorme
demone
grazie al suo potere nascosto, sorprendendo Zafrina e le altre due
compagne. Durante
gli ultimi avvenimenti, si è diretta verso l'esterno di
Zafirus per
affrontare i demoni in arrivo, posizionandosi sulle mura e iniziando
a scagliare le sue frecce. Le sue compagne di team sono Tsuki,
Zafrina e Kay. Attualmente sta combattendo contro i demoni fuori da
Zafirus.
SHI
KURAI – pit12
Aspetto
fisico: alto 180 cm, fisico ben allenato e spalle abbastanza larghe
ma non eccessivamente, ha i capelli abbastanza lunghi che tiene
sempre legati in una treccia di colore blu scuro tendente al viola,
gli occhi di uno strano colore rosso e l'iride invece che circolare
è
allungata (tipo quelli di un gatto), ha una grossa cicatrice che
parte dalla dalla mano destra e che arriva fino alla mano sinistra
passando per tutto il braccio e sopra le spalle simile ad una grossa
lingua di fuoco che però non ricorda come si è
procurato.
Vestiario:
maglietta nera senza maniche con sopra un giacchino blu lungo fino a
metà del busto con maniche lunghe fin oltre le mani verso la
fine si
allargano un po' (come i palloncini) ma la parte interna è
aperta
per far consentire i movimenti delle mani nel afferrare le cose e un
jeans blu come le scarpe da ginnastica. Inoltre porta due cinture
nera abbastanza lunga che passano solo per alcuni passanti dei jeans
e pendono verso sinistra e verso destra, su quella di destra viene
riposto il manico di una frustra, invece dietro ha attaccato un
piccolo zainetto dove tiene la seconda frusta anche se però
la usa
solo in situazioni di estremo pericolo.
Potere:
usa due fruste a placche nere, le placche sono piatte e affilate ai
lati a forma di rettangolo soltanto che la parte davanti è a
punta e
quella dietro è a punta rivolta verso l'interno e sono
collegate tra
loro con qualcosa di simile al fuoco solo di colore blu,
l'impugnatura è simile a quella di una katana solo che la
parte in
alto è composta da un cerchio quasi ovale dentro a cui viene
avvolta
la frusta tramite un meccanismo quando non è utilizzata e
gli occhi
in battaglia hanno la capacità di cambiare la forma
dell'iride che
assume la forma di una mirino rendendo i suoi colpi estremamente
precisi.
Info:
mago
guerriero arruolato da Zafrina e Giada dopo aver sconfitto un
mercenario. Ha sempre un ghigno stampato sulle labbra e non disdegna
le sfide
con gente forte. A lui si deve l'arruolamento
di Byakuya
dopo un breve scontro con
la maga. Lungo la strada, i due decidono di formare un duo. Durante
gli ultimi avvenimenti, è stato sconfitto da Ryu nella
gilda. La sua
compagna di team è Byakuya. Attualmente si sta dirigendo
verso lo
scontro fuori da Zafirus.
LIAS
ARBADEL – The_Visored_Story_Teller
Aspetto
fisico: ha 18 anni, è alta 1,70 m,
ha i capelli neri con riflessi blu lunghi fino a poco più
delle
spalle, sul lato sinistro sul davanti ha una ciocca bianca, occhi
azzurro ghiaccio e una cicatrice sull'occhio destro; ha una
corporatura snella, piacevoli curve.
Vestiario:
indossa una leggera armatura femminile argentata, degli stivali alti
fino al ginocchio neri con moltissimi lacci, guanti neri lunghi
aperti, una larga cintura in vita di cuoio dove è appesa una
specie
di tasca nella quale tiene i talismani per le evocazioni, sulle
spalle ha un lungo mantello nero allacciato davanti lungo fino a
terra.
Potere:
evocatrice/domatrice di mostri. Può evocare diversi tipi di
creature, dai demoni agli animali mitologici, e farli combattere per
lei. Con sé ha sempre un grifone di nome Gref e una
lucertola
umanoide di nome Shin-San.
Info:
una delle ultime maghe ad essersi unita a Last Hope, seppur non in
via ufficiale. Ha deciso di aiutare Zero e gli altri nella missione
di salvataggio di Nikora e Miwako e, come gli altri, è stata
teletrasportata in una zona nuova per un combattimento. Il suo
avversario, un mago della sabbia di nome Five, è stato
sconfitto
dopo una combinazione tra Shin-San, Gref e un demone di fuoco evocato
da Lias. Dopo essere tornata nella base nemica, ha trovato e liberato
Nikora e Miwako. Non fa ancora parte di nessun team. Attualmente sta
cercando una via di uscita dalla base insieme a Yukiteru e Nikora.
DRACO
NAGHINI – Black Shade
Aspetto
fisico: Alto 1.80, atletico, capelli nero corvino sempre
scompigliati rasati a lato e legati dietro con un codino corto, occhi
come quelli di un serpente di un intenso rosso sangue, piercing sul
sopracciglio destro e orecchino al lobo sinistro, ha un tatuaggio che
rappresenta un Hydra a 7 teste lungo tutto il braccio sinistro.
Vestiario:
stivali neri da militare, pantaloni neri larghi, in vita una lunga
fascia viola che penzola sul fianco destro e una cintura colle
tasche, canotta nera con la manica destra lunga e larga e senza
quella sinistra, guanti di pelle nera.
Potere:
Dragon Slayer del veleno. Combatte utilizzando il veleno che, a detta
di Draco e dei suoi compagni, dovrebbe sciogliere interamente il
nemico.
Info:
uno degli ultimi tre maghi ad essere accorsi in aiuto di Last Hope.
Insieme ai suoi compagni, Enor e Rex, ha attaccato l'arcidemone
Almarok per fermarlo ma, dopo una breve analisi, Draco ha affermato
che l'arcidemone è immortale. I suoi compagni di team sono
Rex e
Enor. Attualmente sta combattendo contro Almarok poco lontano da
Zafirus.
ENOR
XENOS – The Gamer
Aspetto
fisico: Alto 180 cm, atletico, occhi grigi e capelli di lunghezza
media (nel senso, non troppo corti) e biondi. Carnagione pallida.
Vestiario:
Maglietta bianca a maniche corte e jeans azzurri. Ai piedi delle
scarpe da ginnastica.
Potere:
può creare delle esplosioni e delle barriere di vuoto.
Info:
mago accorso in soccorso di Last Hope. Ha attaccato Almarok insieme
ai suoi due compagni ma nessun attacco è riuscito ad
eliminarlo. I
suoi compagni di team sono Rex e Draco. Attualmente sta combattendo
contro Almarok poco lontano da Zafirus.
REX
ORAGE – Death the Simon
Aspetto
fisico: capelli neri a punta disordinati,occhi spaiati il sinistro
giallo e il destro rosso, alto circa un metro e 85 cm.
Vestiario:
lungo capotto rosso,pantaloni marroni, un guanto borchiato sulla mano
sinistra, un guanto sulla mano destra che copre il pollice,il medio e
l’anulare. Orecchino sul lobo destro dell’orecchio,
stivali neri,
occhiali da sole dalle lenti rotonde e gialle con una montatura a
“V”
Potere:
una magnum da sei colpi che usa con incredibile precisione.
Info:
terzo mago del mago che ha deciso di affrontare Almarok. Con la sua
precisione ha subito accecato l'arcidemone ma non è comunque
riuscito ad eliminarlo. Ha capito che qualcosa non andava quando il
veleno di Draco non lo ha sciolto. I suoi compagni di team sono Draco
e Enor. Attualmente sta combattendo con Almarok poco lontano da
Zafirus.
LAYLA
LASTEDAN – Cherry Eucliffe
Aspetto
fisico: lunghi capelli rosa come i fiori di ciliegio e i occhi
azzurri, ha un fisico slanciato ma senza seno. Ha sedici anni.
Vestiario:
indossa
una giacca lunga fino a metà coscia blu notte chiusa con
bottoni di
lato gialli e sotto porta un vestito rosso che finisce sulle
ginocchia, indossa degli stivali marroncini alla vittoriana.
Potere:
maga della luce. Può plasmare la luce per farle assumere
varie
forme. Attualmente la sua per creare delle fruste.
Info:
è stata una delle due maghe ad intercettare l'attacco dei
demoni,
dando così il tempo agli altri maghi di Last Hope di
raggiungerle.
Malgrado lo scontro serrato non si è minimamente spaventata
e si è fatta valere. Non fa parte di nessun
team.
Attualmente sta ancora combattendo di fronte a Zafirus.
LIDYA
LOXAR – Like_The_moon
Aspetto
fisico: capelli
nero pece e gli occhi bianchi.
Alta 1,67 m.
Ha 19 anni. Carnagione chiara.
Vestiario:
Pantaloncini
corti neri o rossi. Canotte colorate e camicie aperte a quadrettini.
Con degli stivaletti-scarpe nere.
Potere:
maga del suono. Combatte con attacchi sonori e può udire
suoni,
anche deboli, a grandi distanze.
Info:
insieme a Layla ha intercettato l'avanzata dei demoni verso Zafirus.
Si è accorta per prima dell'arrivo dei maghi di Last Hope e
quindi
ha continuato a combattere. I suoi attacchi ad ultrasuoni sembrano
particolarmente efficaci sui demoni. Non fa parte ancora di nessun
team. Attualmente
sta ancora combattendo di fronte a Zafirus.
RAHL
NAVOK – fastDoubleX
Aspetto
fisico: corporatura
media, capelli neri e lunghi, braccio e parte del viso destro
"demoniaci". Se lo desidera e se riesce a mantenere il
controllo può far ritornare normale il braccio demoniaco.
Vestiario:
pantaloni
lunghi ma strappati (pantaloncini), maglia corta e mezza tunica sopra
di color argento. Porta
degli stivali neri ai piedi.
Potere:
mago del fuoco. Può controllare delle potenti fiamme,
inoltre è
anche un negromante e può resuscitare gli umani
così come i demoni
seppur per un breve lasso di tempo.
Info:
arruolato da Aika insieme a Miyuki, si trovava nella fascia oscura
per un motivo sconosciuto e ha aiutato Miyuki salvandola dall'attacco
di un grosso numero di demoni. Dopo essersi unito a Last Hope ha
iniziato ad aprirsi pian piano con altri maghi mantenendo comunque
una specie di intesa con Miyuki la quale lo considera ancora un
demone. I
suoi compagni team sono: Hiro, Hana,
Miyuki
e Hanako. Attualmente sta combattendo contro i demoni fuori da
Zafirus.
ZERO
SPEEDER – Zero3993
Aspetto
fisico: 1.76
m , occhi azzurri, capelli bianchi a caschetto, fisico normale
e
carnagione chiara.
Vestiario:
Jeans
, Maglietta ( Casual ), e
scarpe da ginnastica.
Potere:
mago dei vettori. Può
manipolare a suo piacimento qualsiasi cosa generi una forza
vettoriale (es: velocità, accelerazione, forza, spostamenti
d'aria,
spinte, flussi, traiettorie ecc...)
Info:
mago arruolato da Ashuros subito dopo il primo scontro di Last Hope.
Dopo essersi unito alla gilda, ha deciso di far parte del team Cross
Warriors insieme a Miwako, Hayato e Anya. Con la maga del sangue ha
instaurato subito uno strano legame arrivando a chiamarla ogni volta
'principessa'. Durante la battaglia con l'Alpha Team ha eliminato
Seven dopo che quest'ultimo aveva mandato in crisi Miwako chiudendola
in una scatola di roccia. Con il tempo i due si sono avvicinati senza
però dire nulla agli altri. Dopo il rapimento dio Miwako e
Nikora, è
partito per andare a salvarle, scoprendo di dover affrontare i suoi
ex compagni. Dopo essere stato teletrasportato da Six, si è
ritrovato ad affrontare Eight e Nine riuscendo però a
sconfiggerli
senza eliminarli. Quando ormai era prossimo ad andarsene, è
arrivato
One che ha eliminato senza esitazione Eight. Zero ha
avuto modo di allontanarsi dopo che Nine ha deciso di fermare One.
Girando per la base, ha ritrovato Miwako ma One lo ha raggiunto dopo
aver eliminato anche Nine. I suoi compagni di team sono Hayato, Anya
e Miwako. Attualmente sta per affrontare, insieme a Miwako, One.
HANAKO
SUZUKI – LucyEucliffe
Aspetto
fisico: Alta,
magra, lunghi capelli neri, occhi blu profondo.
Vestiario:
Top
blu profondo, pantaloncini neri, scarpe
da ginnastica e
una spada sulla
schiena.
Potere:
Dragon Slayer dei demoni. Il suo potere viene rappresentato come
delle fiamme scarlatte e può divorare le fiamme
così come gli
attacchi dei demoni. E' anche un'ottima spadaccina.
Info:
è la maga che ha salvato Hiro dal ragazzo incappucciato. Dopo
averlo fatto ritirare, si è diretta verso Zafirus insieme a
Hiro il
quale particolarmente interessato a stringere amicizia con lei. Alla
gilda ha avuto modo di formare un team ma senza potersi far valere in
particolari situazioni. I suoi compagni di team sono Rahl, Hiro, Hana
e Miyuki. Attualmente sta combattendo contro i demoni fuori da
Zafirus.
MIYUKI
SHIMIKURU – midori no yume
Aspetto
fisico: alta
e con curve non eccessive ma decisamente apprezzabili; capelli corti
neri e occhi gialli; ha perso il braccio destro perciò
è stato
sostituito con un braccio robotico che è collegato al suo
cervello
per questo riesce a muoverlo liberamente e ci si ripara dagli
attacchi perchè è forgiato con un metallo che
annulla la magia
altrui se viene in contatto con essa. Ha il tatuaggio della gilda tra
le scapole, sulla schiena.
Vestiario:
porta
un giubbotto corto militare con sotto un top bianco-panna, dei
pantaloni corti blu scuri con delle calze alte fino a metà
coscia
rosse, degli scarponcini marroni, una sciarpa rossa spenzolante, una
cintura con appesi nei sacchettini con medicamenti
e un guanto nero alla mano destra per coprire il braccio meccanico.
Potere:
pieno
controllo del sangue, proprio e altrui, per poterlo usare nei modi
più disparati (controllo del sangue dell'avversario in modo
da
controllarne anche il corpo per poterlo poi uccidere anche solo
bloccandone l'afflusso agli organi, con il sangue fuoriuscente da una
ferita può creare oggetti solidi quali armi da taglio e da
fuoco o
può scagliarlo contro il nemico sotto forma di bombe oppure,
avendo
una grande conoscenza dell'anatomia umana e animale, può
curare le
ferite bloccando i vari flussi di sangue e riparando gli organi e
tessuti danneggiati,
può anche far esplodere le persone). Come
arma usa un'accetta.
Info:
maga arruolata da Aika e salvata da Rahl nella fascia oscura dopo che
aveva eliminato diversi demoni. Prova un'irrefrenabile odio per i
demoni ma ha deciso di lasciar correre per quanto riguarda Rahl,
benchè non si fidi ancora al cento per cento. E' ancora
molto fredda
con la maggior parte dei suoi compagni ma non ha comunque rifiutato
di unirsi a Hanako. I suoi compagni di team sono Hanako, Hana, Rahl e
Hiro. Attualmente sta combattendo in prima linea contro i demoni
fuori da Zafirus.
RYU
HISAME – LaKraff44
Aspetto
fisico: è
alto sugli 1.76 , con un fisico atletico. Ha gli occhi arancioni, ma
non ama molto far vedere il loro colore. Ha una pelle chiarissima,
quasi bianca e i suoi capelli sono azzurri chiari con delle sfumature
celesti
e perennemente in disordine.
Ce li ha un po’ “movimentati”.
È un ragazzo di bell’aspetto,
ma non apprezza le troppo attenzione da parte delle pervertite.
Vestiario:
indossa
un giubbotto nero e bianco con un cappuccio peloso del medesimo
colore che porta quasi sempre. Pantaloni
lunghi
di colore nero con tre strisce di colore rosso, bianco e blu ai lati
dei pantaloni. Per le scarpe delle nike bianche e nere. Attorno alla
vita ha un marsupio bianco e un po’ rosso. Ha un paio di
occhiali
che si usano per fare snowboard che tiene sulla testa.
Potere:
mago del ghiaccio. Può creare diversi oggetti col ghiaccio e
svariati attacchi. Dentro di lui dimora un demone del ghiaccio e
quando prende il sopravvento la pelle diventa dura come il ghiaccio
quasi impossibile da intaccare.
Info:
mago
arruolato da Ashuros e fin da subito suo rivale. I due bisticciano
sempre e molte volte vengono alle mani. E' molto timido con gli altri
e indossa sempre i suoi occhiali perché ha paura dei
commenti sui
suoi occhi. Prova dei sentimenti per Miel e questi sono ricambiati ma
nessuno dei due sembra avere il coraggio di dichiararsi. Con l'arrivo
di Martin, ha iniziato ad essere più freddo del solito,
arrivando ad
ignorare una richiesta di Penny per trovare Miel. Dopo essere stato
ingannato da Victorias, il suo demone interiore è stato
risvegliato
e si è diretto verso la gilda dove, dopo
un breve scontro, ha sconfitto Amlach, Giada, Shi e Tsuki. Prima di
poter attaccare Aika, però, è intervenuto Angel
(Leo). Non fa parte
di nessun team. Attualmente sta combattendo contro Angel (Leo) alla
gilda.
KANAME
YAMAMOTO – oSiRiS
Aspetto
fisico: una
ragazzina di 159 cm, con un seno nè
grande nè
piccolo, pelle chiara, occhi grandi rossi con alcune sfumature nere.
All'interno
dell'occhio c'è una specie di croce allungata sulle punte e
tondeggiata ai lati bianca, lunghe ciglia nere, capelli corti fino
alle spalle, arancione tendente al rosso e un piccolo e tenero nasino
all'insù. E'
magra ed
è sorda.
Vestiario:
pantaloni
di jeans attillati
con
una gamba tagliata
fino al sedere e piena
di vari strappi
poi stivaletti marroni fino al polpaccio e
una canottiera bianca con sopra scritto Atalante.
Potere:
combatte con due spade magiche.
Info:
si è unita alla gilda insieme a Jeff, Martin e Zack ma
nessuno sa
che anche lei fa il doppio gioco dato che ha cercato di eliminare
Hiro mentre gli altri combattevano contro i demoni fuori da Zafirus.
Non si è fatta vedere in volto dal ragazzo ma ha giurato di
eliminarlo. Non fa parte di alcun team. Attualmente è nella
foresta
vicino al terreno di scontro tra i demoni e Last Hope.
STEFAN
JOKEN – Cogito
Aspetto
fisico: È
alto, con i capelli neri corti, la pelle chiara; ha un fisico poco
muscoloso e piuttosto magro. Nonostante ciò è
molto forte. I suoi
occhi sono verde scuro.
Vestiario:
Porta
un gilet aperto senza maniche blu, con sotto una maglia senza maniche
marrone. Un paio di pantaloni stretti marrone scuro, dei sandali blu
ed una sciarpa leggera anche lei blu. Ha un tatuaggio lungo tutto il
braccio destro con scritta una frase in una lingua antica.
Potere:
mago del fulmine. Può muoversi veloce come un fulmine e
controllare
l'elettricità.
Info:
si è unito a Last Hope dopo aver accompagnato Lyra
alla gilda. Dopo un attimo di caos dovuto al ragno di Michael, ha
stretto amicizia con lui. Prova dei sentimenti per Lyra e la comparsa
di Jeff non lo ha reso molto felice, anzi lo reso molto geloso.
Grazie al suo intuito è riuscito ad accorrere in fretta per
proteggere Penny dall'attacco dei tre traditori dopodichè si
è
scontrato con Jeff, riuscendo a sconfiggerlo grazie all'aiuto di
Lyra. I suoi compagni di team sono Vaiter e Michael. Attualmente si
sta dirigendo verso la gilda con Miel, Penny e Lyra.
HIRO
IZANAGI – EmanueleBixx
Aspetto
fisico: capelli neri corti e spettinati,
occhi neri e muscoloso. Carnagione
chiara e altezza nella media.
Vestiario:
Indossa solo dei sandali e dei pantaloni bianchi.
Potere:
combatte con due armi magiche: uno scudo indistruttibile e una spada
in grado di separare l'anima dal corpo della vittima.
Info:
è stato attaccato dal ragazzo incappucciato
perché ritenuto una
minaccia ma grazie a Hanako si è salvato. Ha già
stretto amicizia
con molti maghi della gilda grazie al suo carattere gioioso ma
preferisce ancora la compagnia di Hanako. Durante lo scontro fuori da
Zafirus è stato attirato nel bosco e ha combattuto con una
ragazza
incappucciata la quale possedeva una spada uguale alla sua. Non sa
che si tratta della sua compagna Kaname. I suoi compagni di team sono
Rahl, Hana,
Miyuki
e Hanako. Attualmente si è appena unito ai suoi compagni
nello
scontro contro i demoni.
VAITER
CROMO – Riki_94_Ppsh
Aspetto
fisico:
abbastanza muscoloso e alto un
metro e ottanta.
Due
brillanti occhi verdi e dei cortissimi capelli neri.
Vestiario:
scarpe
da ginnastica bianche, dei pantaloncini di jeans, una maglietta a
maniche corte nera provvista di cappuccio e un cappellino con visiera
bianco.
Potere:
copia. Può copiare e potenziare i poteri che vede.
Info:
mago arruolato da Zafrina dopo che, copiandole il potere, ha
sconfitto un gruppetto di mercenari. Malgrado la potenza del suo
potere, è un sempliciotto e non sembra preoccuparsi di
molto,
esclusa la rabbia di Zafrina. Benchè si sia 'affezionato' a
lei ha
deciso di unirsi a Michael e Stefan. E' l'unico personaggio che sa di
essere stato creato (una specie di Deadpool per intenderci). I suoi
compagni di team sono Stefan e Michael. Attualmente sta combattendo
contro i demoni davanti a Zafirus.
BYAKUYA
OKURUMA – ergo
Aspetto
fisico: E'
piuttosto alta, circa 180 cm; slanciata abbastanza magra ma molto
atletica. La carnagione chiarissima. Ha i capelli lunghi fino a
metà
schiena, biondo platino con una ciocca nera davanti; sono spinosi
(non so bene come definire, nel senso che sono divisi in più
ciocche
che finiscono a forma appuntita), li tiene quasi sempre legati con
una coda alta. Inoltre ha due trecce nere che partono sotto ogni
orecchio e finiscono
all'altezza dell'ombelico.
Ha un tatuaggio sul dorso della mano che rappresenta un albero per
metà vivo e per metà secco, uno sul lato destro
del collo con il
numero 69; una cicatrice sulla tempia destra, che termina all'altezza
della guancia e due grandi di un insolito color carbone sulla
schiena. L'avambraccio sinistro è parzialmente ricoperto di
metallo
scuro a causa di una ferita fatta durante l'infanzia. I suoi occhi
sono molto impressionanti, grigi
scuri imperturbabili. Ha le orecchie leggermente appuntite ed anche i
canini lo sono un po' più del normale.
Vestiario:
Ha
la mania di stare a piedi scalzi altrimenti
porta degli stivali marrone scuro un po' rovinati. Dei pantaloni neri
opachi, lunghi da un lato fino a fine ginocchio e dall'altro a fine
coscia, sono tenuti in vita da una cucitura a croce. Porta una fascia
biancastra per coprire il seno, con sopra un gilet nero senza maniche
lungo fino all'ombelico. Poco sopra la caviglia sinistra porta un
bracciale nero a spirale, sul braccio destro invece, un bracciale
lungo dal polso fino a una decina di centimetri sopra l'avambraccio
in cuoio nero lucido chiuso in alto e in basse da delle cinghie color
bronzo. Tiene sempre con lei una spada nera molto lunga ed uno
spadino corto con l'impugnatura bordeaux.
Potere:
abilissima spadaccina, sa combattere con la katana e lo spadino da
soli o anche usandoli insieme.
Info:
arruolata da Shi dopo un breve scontro con lui, è stata lei
a
proporre di formare un duo. E' molto fredda e silenziosa anche con
Shi che però non si lamenta. Nello
scontro davanti a Zafirus ha eliminato molti demoni con
un'incredibile velocità 'rubando' le uccisioni a Misaki. Il
suo
compagno di team è Shi. Attualmente sta combattendo contro i
demoni
di fronte a Zafirus.
PENNY
BEATINGHEART – ShiningCrow
Aspetto
fisico: è
alta 1.65, ha un fisico esile, con un seno non eccessivo e vita molto
stretta. I suoi capelli sono lilla con sfumature azzurre e lei li
porta quasi sempre raccolti in due piccoli chignon posti ai due lati
della testa, da cui lascia liberi alcuni ciuffi che le incorniciano
il viso a forma di cuore. Ha grandi occhi azzurri e innocenti, che
però lanciano occhiate di fuoco quando si arrabbia. La sua
carnagione è molto chiara e luminosa.
Vestiario:
solitamente
indossa un vestitino corto (che le arriva a metà coscia) e
senza
spalline, aderente dalla vita in su mentre dalla vita in giù
è
morbido. Esso è lilla molto chiaro nella parte alta e bianco
nella
parte bassa. Indossa sempre un ciondolo d'argento decorato,
all'interno del quale è conservata una foto dei suoi
genitori. Porta
orecchini pendenti d'argento. Solitamente ha con sè anche
una borsa
nella quale ripone con cura religiosa tutto l'occorrente per
disegnare, in modo da averlo a portata di mano ogni volta che ha
un'ispirazione.
Potere:
può evocare quattro fatine, ciascuna legata ad un elemento
(fuoco,
aria, acqua e terra) e può utilizzare dei poteri
legati a quell'elemento.
Info:
grande amica di Miel, si è unita alla gilda dopo il primo
scontro a
Zafirus. Si è unita subito al team di Miel e ha avuto modo
di
'torturarla' costringendola a vestirsi con abiti eleganti. E' una
delle prime ad accorgersi della cotta che la sua amica ha per Miel e
cerca sempre di spingerla verso di lui. Sotto consiglio, e lauto
pagamento in cioccolata, di Ashuros, ha tenuto un occhio addosso a
Martin riuscendo così ad intervenire quasi subito. Dopo
essere stata
salvata da Michael e Stefan, ha affrontato Demon in duro scontro
dalla quale è uscita vittoriosa grazie anche all'aiuto di
Miel. Le
sue compagne di team sono Miel, Lyra e Lya. Attualmente si sta
dirigendo verso la gilda insieme a Miel, Lyra e Stefan.
MIEL
LITHIEN - StelladelLeone
Aspetto
fisico: bassa, con un corpo nella norma, leggermente minuto, ma ben
allenato; ha
un seno prosperoso; capelli lunghi biondo-ramato e mossi, spesso in
disordine; occhi blu mare, più grandi del normale con la
pupilla
leggermente ovale; qualche lentiggine sulle guance e canini
leggermente affilati e acuminati. Possiede inoltre due tenere
orecchie e una lunga coda di cui è molto orgogliosa da
tigre. Sui
due polsi ha delle specie di "tatuaggi" neri: due
“bracciali” formati da una semplice decorazione
floreale; quando
usa i suoi poteri, queste decorazioni prendono vita e si espandono in
un intrico di linee e semplici ed eleganti disegni floreali nerastri
dalla punta delle dite alla spalla, mentre sul viso compaiono,
esattamente sotto gli occhi, sopra le guance, due o tre foglie
sottili nere, come le decorazioni sul braccio.
Vestiario:
in
battaglia evoca una lungo mantello nero con un cappuccio che le copre
per metà il viso; una canottiera nera che si allaccia dietro
al
collo e lascia libere la braccia di muoversi e la schiena scoperta
quasi per intero, dei pantaloni attillati neri, e degli scalda
muscoli bianchi sugli avambracci per coprire i tatuaggi. Inoltre
porta una cintura larga in pelle marrone, una borsa a tracolla,
ampia, in tela e degli stivali, anch’essi neri. Quando non
deve
combattere veste leggins con felpone con il cappuccio, mentre ai
piedi ballerine o scarpe in tela; e ovviamente cavigliere e
braccialetti. Completamente impedita sui tacchi e non è un
amante
del trucco, si sente a disagio e lo metto solo se obbligata. Quando
deve leggere o fare altre attività in cui i suoi lunghi
capelli sono
d’impiccio, li lega in una coda o in una treccia laterale con
semplice fiocco rosso.
Potere:
maga dell'ombra. I suoi vestiti da battaglia sono fatti d'ombra e
può
plasmare l'ombra per creare armi o altre cose utili. Può
anche usare
dei portali d'ombra per teletrasportarsi in varie zone. Quando
finisce l'energia magica, i vestiti svaniscono e lei resta in intimo.
Info:
è la terza maga ad essere stata invitata dal ragazzo
incappucciato.
Come Lyra si è unita subito alla causa di Aika, perdendosi
svariate
volte lungo la strada. Ha creato il tea insieme a Lyra e Lya e,
durante il primo scontro in città ha rischiato di morire a
causa di
un enorme demone. Dopo
lo scontro, ha reclutato la sua vecchia amica Penny, invitandola ad
unirsi al suo team. Sì è dimostrata molto felice
nello stare vicino
a Ryu, come dimostrava la sua coda, ma non ha avuto ancora il
coraggio di dirgli qualcosa malgrado provi qualcosa per lui. Come le
sue due compagne, è stata ingannata dai tre traditori e
Martin ha
gettato la maschera, dicendo di chiamarsi Demon, un uomo che un tempo
ha perseguitato Miel. Grazie all'intervento di Penny, la maga
dell'ombra è stata in grado di riprendersi e di aiutarla
nello
sconfiggere Demon. Le sue compagne di team sono Penny, Lya e Lyra.
Attualmente si sta dirigendo verso la gilda con Penny, Stefan e Lyra.
YUKITERU
YAGAMI – PRINCE_OF_THUNDER
Aspetto
fisico: altezza 1.80 m,
muscoli ben definiti, occhi
neri, capelli
nero scuro e carnagione
abbronzata ed un tatuaggio con le lettere in gotico " B.A.N "
che rispettivamente sono le
iniziali del
nome del fratellino, del fratello maggiore e della madre, questo
tatuaggio si trova nel avambraccio destro.
Vestiario:
Canotta
rossa tipica cinese, polsino destro nero, pantaloni larghi
bianchi, sandali blu
e 3 orecchini a cerchietto d'oro.
Potere:
Dragon Slayer dei fulmini e della luce. Può utilizzare
entrambi i
poteri nello stesso istante ma la sua energia si consuma prima.
Info:
mago arruolato da Kira lungo la strada per Zafirus. Fin da subito non
ha avuto vita facile con Nikora data la situazione imbarazzante nella
quale è capitato al loro primo incontro. Malgrado tutto
questo prova
dei sentimenti per lei ma continua a litigarci e finirci a botte.
Durante la battaglia contro l'Alpha Team ha disubbidito a Aika
andando ad aiutare CJ contro Collux. Per punizione ha dovuto
ristrutturare le camere dei suoi compagni insieme a Fede, Kira e
Nikora. Dopo che la sua compagna di team e Miwako sono state rapite,
non ha esitato ad andare a salvarle insieme ai suoi compagni. Dopo
essere stato separato dagli altri, ha dovuto affrontare Four che lo
ha messo parecchio in difficoltà senza però
riuscire a
sconfiggerlo. Alla fine, Four gli ha rivelato la posizione di Nikora
e Miwako. Dopo essersi ritrovato insieme alle sue compagne e Lias, ha
avuto un breve momento romantico con Nikora, interrotto dall'arrivo
di One. I suoi compagni di team sono Kira, Nikora e Fede. Attualmente
sta cercando una via di fuga dalla base insieme a Nikora e Lias.
ANGEL
DEATHING – Alphias95
Aspetto
fisico: fisico
abbastanza scolpito ma indebolito dalle varie ferite subite nel
tempo, occhi rosso acceso e capelli a spazzola rossi come gli occhi,
con qualche ciocca bianca alto 1.80 ha un tatuaggio tribale tutto
sulla spalla sinistra. Dopo
il ritorno dalla fascia sconosciuta, i capelli sono metà
bianchi e
metà neri mentre un occhio è diventato azzurro.
Vestiario:
vestito
lungo nero (spolverino), pantaloni di pelle neri, scarponi neri e un
collare borchiato. Porta sempre legato alla vita un pugnale di
cristallo nero. Dopo
lo scontro con gli angeli ha guadagnato una spada di cristallo
bianco.
Potere:
evocatore di demoni. Con il suo pugnale può evocare diversi
tipi di
demoni e comandarli per un tempo limitato inoltre può
fondersi col
pugnale per trasformarsi e acquisire le abilità del demone
da lui
desiderato. Non ha ancora utilizzato la spada di cristallo bianco.
Info:
mago arruolato da Aika prima della nascita di Last Hope. Un tempo si
chiamava Leo Sartil ma dopo la distruzione del suo villaggio ha
cambiato nome e solo Aika e Erika conoscono il suo vero nome. Fin da
subito si è trovato bene con Erika iniziando a provare
qualcosa per
lei. Durante lo scontro contro l'ex mentore di Edward, ha affrontato
i due angeli responsabili della distruzione del suo villaggio,
ricorrendo ai poteri di Satana per sconfiggerli. Dopo la battaglia,
ha avuto modo di dichiararsi a Erika dopodichè è
partito per
allenarsi. E' ritornato nel momento cruciale, salvando Aika
dall'attacco di Ryu e permettendo così alla master di
andarsene. I
suoi compagni di team sono Erika, con cui è fidanzato,
Edward e
Yelle. Attualmente sta combattendo contro Ryu alla gilda.
NIKORA
INUZUKI – Jeo95
Aspetto
fisico: ha
17 anni, è bionda dai
capelli lunghi con
gli occhi azzurri, ha un seno prosperoso è alta e slanciata.
Vestiario:
indossa
un top azzurro e bianco, che le lascia scoperta la pancia. Una gonna
bianca con sotto dei pantaloncini neri e scarpe nere da ginnastica.
Potere:
Dragon Slayer del magma e del sangue. Può utilizzare
entrambi i
poteri ma ciò la fa stancare più in fretta
inoltre è un'abile
spadaccina e può combattere con una katana creata dalle
scaglie di
drago.
Info:
maga arruolata da Aika, ha poi incontrato Fede e l'ha invitata ad
unirsi alla gilda. Dal suo primo incontro con Yukiteru lo ha
etichettato come pervertito ma è riuscita comunque a
lavorare
insieme a lui. Durante la battaglia contro l'Alpha Team ha aiutato CJ
combattendo contro Collux beccandosi poi la punizione di Aika. E'
stata rapita insieme a Miwako e le è stato spiegato che il
drago che
l'ha cresciuta è davvero suo padre inoltre Miwako
è stata creata
basandosi sul suo sangue e questo le lega quasi come sorelle. Dopo
essere stata portata nelle segrete, è stata liberata da Lias
iniziando poi a massacrare i soldati che tentavano di fermarla. Dopo
aver, inavvertitamente, colpito Yukiteru, si è concessa un
brevissimo momento romantico con lui. I suoi compagni di team sono
Yukiteru, Fede e Kira. Attualmente sta cercando una via di fuga dalla
base nemica insieme a Yukiteru e Lias.
LA
GILDA CONTA TUTT'ORA 46 MEMBRI EFFETTIVI
Bene,
ora che mi sono sparato 20 pagine di riassunto in appena 3 ore, credo
che andrò a suicidarmi... oppure giocherò a Dark
Souls 2, non
saprei. Intanto spero che questa cosa vi sia tornata utile, anche
alle persone che vorrebbero partecipare ma non se la sentono di
leggersi 19 capitoli tutti d'un fiato.
Ora
vi saluto e vi lascio con questa piccola perla di verità...
|
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Capitolo 21 *** Capitolo 19 ***
Capitolo
19
Kira
correva. Il giovane dragon slayer sentiva distintamente l'odore dei
suoi compagni ma le continue esplosioni che stavano percuotendo la
base, non facevano altro che disperdere nell'aria un denso fumo che
lo ostacolava.
Ovviamente
aveva incontrato diversi soldati nemici e li aveva sconfitti senza
troppe complicazioni. Quelle erano arrivate nel momento in cui aveva
trovato i primi cloni della sua compagna di gilda. Seppur a
malincuore, aveva eliminato anche quei corpi privi d'anima.
Non
appena ebbe ucciso l'ennesimo clone, il suo naso percepì un
odore
familiare ed era molto vicino.
-Fede!
Dev'essere vicina!-
Il
buon olfatto del mago lo portò all'entrata di una stanza
simile a
quella dove aveva combattuto contro Seven e, al centro di essa, vide
la sua amica in ginocchio di fronte ad un mucchio di cenere.
Nell'aria aleggiava un odore acre molto forte: carne bruciata.
Il
moro si avvicinò lentamente alla sua compagna, guardandosi
attorno
con circospezione. Poteva trattarsi di una trappola.
“Fede?”.
La voce del mago non sembrò raggiungere la ragazza che si
girò
comunque, fissandolo con sguardo spento. Kira si fermò sul
posto.
Non le aveva mai visto quello sguardo e questo lo spaventava.
“Sei
ferita?”
Fede
continuò a fissarlo in silenzio mentre lacrime silenziose
continuavano a rigargli il viso. Il dragon slayer si stava
leggermente innervosendo così, nel tentativo di svegliarla
dalla
trance, le chiese che cosa fosse il mucchietto di cenere ancora
fumante davanti a lei.
La
maga del fuoco tornò a fissare quella polvere nera e grigia
e,
indicandola, disse “Lei è Three... è
colpa sua... Nikora e Miwako
sono state catturate a causa della sua magia... io l'ho
uccisa...”
Kira
rimase in silenzio per qualche secondo poi le rivolse una domanda che
la lasciò sgomenta.
“Ok,
e dove sarebbe il problema?”
Fede
si voltò ad osservarlo. Nei suoi occhi sembrava essersi
riacceso
qualcosa ma era lungi dall'essere quella di sempre.
“Io
ho ucciso il mio avversario perché altrimenti lui avrebbe
ucciso
anche me. Stessa storia per te. L'hai uccisa per vendetta? Per
difenderti? Per puro divertimento? Non importa! Lei è morta
e tu sei
viva quindi puoi ancora salvare Miwako e Nikora. Non è per
questo
che sei venuta con noi?”
Gli
occhi di fede si inumidirono nuovamente ma questa volta, insieme alle
lacrime arrivarono anche i singhiozzi. Kira si fece più
vicino e la
maga del fuoco iniziò a piangergli addosso. Sospirando, il
bambino
le diede qualche pacca sulla testa.
“Spero
di non diventare così problematico quando
crescerò...”
“Io...
ti chiedo scusa.” disse Fede rialzandosi in piedi e
asciugandosi le
lacrime “Mi sono fatta abbattere dalla morte di un nemico...
forse
non sarei dovuta venire...”
“Non
dire stupidaggini.” la apostrofò Kira
“Nikora è una tua amica e
compagna di team. Non dovresti essere da nessun'altra parte se non
qui.”. La maga apprezzò quelle parole e,
sorridendo, annuì.
I
due maghi uscirono dalla stanza e Kira annusò nuovamente
l'aria. Da
qualche parte doveva esserci un grosso incendio dato il calore e la
quantità di fumo. Notò che Fede era rimasta
scioccata nel vedere i
cadaveri dei cloni di Miwako.
“Sono
dei cloni privi d'anima. Non hanno nulla a che vedere con la nostra
amica perciò non trattenerti con loro.”
spiegò il moro prima di
voltarsi verso un muro “Lo senti anche tu?” chiese
poi fissando
il suddetto muro al fondo del corridoio.
“Che
cosa?” chiese a sua volta la maga del fuoco tendendo le
orecchie.
Non sentiva nulla di strano.
“Qualcosa
sta venendo da questa parte... sfondando diversi muri.”
spiegò
Kira e, un secondo più tardi, il muro da lui osservato,
esplose in
diversi detriti. Le prime cose che i due maghi videro furono una
maglietta grigia e dei capelli neri.
“E'
Miwako! Dobbiamo bloccarla!” urlò il dragon slayer
saltando in
avanti ed intercettando il corpo della sua amica. Fede, posizionatasi
dietro di lui, lo prese a sua volta e, facendo forza sulle gambe,
riuscì a diminuire la velocità, attutendo
così il colpo contro il
muro dietro di loro.
I
due, dopo essersi ripresi dalla botta, si concentrarono sulla
compagna. Il ventre era coperto da varie ustioni e, a giudicare da un
grosso livido, doveva avere qualche costola rotta. La maga del sangue
riaprì lentamente gli occhi per poi sgranarli di colpo.
“Kira?
Fede? Che ci fate qui?”
“Siamo
venuti a salvarvi.” rispose Kira aiutandola ad alzarsi
“Chi
diavolo ti ha ridotto così?”
Miwako
si curò le varie ustioni sul ventre, non riuscendo
però a
rimarginarle del tutto. Sembrava stanca ed entrambi i suoi compagni
se ne accorsero. La maga del sangue volse uno sguardo verso il muro
distrutto dalla quale provenivano rumori di uno scontro.
“Un
mostro.” sibilò prima di avviarsi verso il buco
nel muro, seguita
a ruota da Kira e Fede.
Pochi
secondi dopo, si ritrovarono in un'enorme stanza piena di scaffali
distrutti e computer fatti a pezzi. Al centro di essa stavano
combattendo due maghi. Uno di essi era Zero ed aveva il corpo
ricoperto di piccoli tagli, ma soprattutto lividi, mentre il suo
avversario era uno sconosciuto per Kira e Fede.
Indossava
una divisa blu all'esterno e bianca all'interno, delle scarpe da
ginnastica bianche con dei lacci neri e portava un grosso paio di
cuffie rosse sulle orecchie. I brillanti occhi azzurri erano
concentrati su Zero, pronti a cogliere anche il più piccolo
dei
cambiamenti, mentre i lunghi capelli biondo platinati erano legati in
una treccia che gli arrivava alle caviglie.
Non
era molto alto ma aveva un fisico tonico e la carnagione abbronzata
metteva in risalto i suoi occhi. Stava sorridendo all'indirizzo di
Zero e, solo dopo pochi secondi, Kira e Fede si accorsero del fatto
che quel misterioso avversario non aveva neanche un graffio.
“Chi
diavolo è?” chiese Kira fissando il biondo.
“Si
chiama One ed è estremamente potente, almeno quanto
Zero.” spiegò
Miwako sorprendendo gli altri due. In quel momento, Zero
scattò
verso il suo avversario, distruggendo il pavimento d'acciaio. Non
appena gli fu davanti, cercò di colpirlo con un calcio
laterale alla
testa ma One alzò il braccio sinistro per proteggersi.
L'arto
si ricoprì interamente di una strana energia arancione che
aderì al
corpo, facendolo sembrare rovente. Il calcio di Zero venne bloccato
senza problemi.
“Come
ha fatto a bloccarlo? Avrebbe dovuto essere spazzato via!”
disse
Fede osservando la scena incredula.
“E'
un mago dell'energia.” spiegò Miwako
“Riesce a contrastare
quegli attacchi impregnando il suo corpo di energia con la quale si
oppone ai vettori di Zero. Inoltre...”
Zero
si allontanò con un balzo dal suo avversario e Kira
notò che nel
punto in cui l'aveva colpito, i jeans erano bruciacchiati
così come
la pelle.
“...
quell'energia infligge anche dei danni a Zero che non riesce a
difendersi in tempo dato che impiega il suo potere per potenziare
l'attacco.” concluse Miwako osservando l'albino.
“Quindi
Zero subisce dei danni anche quando attacca? Non può
attaccarlo
dalla distanza?” chiese Fede ma Miwako negò con la
testa “Ogni
volta che ci prova, One contrasta l'attacco con un attacco
energetico, inoltre può muoversi rapidamente come
Zero”.
Kira
e Fede tacquero, limitandosi a fissare lo scontro.
One
scagliò una sfera di energia in direzione di Zero che, senza
problemi, ne deviò la traiettoria verso l'alto. Un istante
dopo, il
suo avversario era già sotto di lui e cercò di
colpirlo con un
pugno al volto ma si bloccò a pochi millimetri dal bersaglio.
“Bene
così, gli ha annullato il vettore!”
esultò Kira ma, prima che
potesse anche solo sperare in una ripresa, la sfera di energia
scagliata in precedenza da One colpì Zero sulla schiena,
creando una
piccola esplosione.
“La
sfera? Ma Zero non l'aveva deviata?” disse Fede osservando il
suo
compagno dolorante.
“Quel
maledetto può controllare l'energia perciò
è anche in grado di
controllare i suoi attacchi a suo piacimento... e Zero non riesce a
stargli dietro.” spiegò Miwako prima di creare una
falce di
sangue.
“Non
possiamo restare qui a guardare! Dobbiamo dargli una mano!”
urlò
Kira prima di lanciarsi verso One, seguito da Fede.
“Fermi!
Non potete fargli nulla con i vostri poteri!!!”
urlò Miwako ma
ormai era troppo tardi. I suoi due compagni avevano già
iniziato
l'attacco.
“STAR
DRAGON'S ROAR!!!”
“HEEL
EXPLOSION!!!”
Un
grosso cono di energia stellare e una sfera di fiamme scarlatte
partirono verso One il quale, sorridendo, si voltò a
fronteggiarli,
portando le mani davanti al volto. Inspiegabilmente, i due attacchi
si diressero verso le sue mani ricoperte di energia.
Prima
che Kira e Fede potessero capire qualcosa, i loro attacchi vennero
interamente assorbiti dalle mani di One che mostro un sorriso
compiaciuto.
“Ma...
come ha fatto...?” chiese Kira fissando allibito il suo
avversario
quando Zero gli urlò “Tutti gli attacchi basati
sull'energia
possono essere assorbiti da lui! I vostri poteri non possono
sconfiggerlo, andatevene!!!” ma ormai One stava
già per colpire.
Solo
all'ultimo secondo Fede si accorse di avere il nemico di fronte a
lei. Le dita della mano destra puntate in avanti come una lancia e
ricoperte di energia.
Istintivamente,
chiuse gli occhi e attese il colpo che le avrebbe portato via la vita
ma, anziché un dolore lancinante, sentì uno
strano calore sulla
faccia. Lentamente, riaprì gli occhi, ritrovandosi la mano
di One a
pochi centimetri dal volto.
Il
braccio era interamente ricoperto di sangue e, in quel momento,
fuoriusciva dalla schiena di Miwako, precisamente dalla scapola
sinistra. Il calore che sentiva sul viso era il sangue della sua
compagna che le era schizzato addosso nel momento in cui One l'aveva
trafitta.
Per
qualche secondo nessuno fiatò poi fu proprio Miwako a
parlare
“Finalmente... ti ho... preso...” e, seppur
malamente, riuscì a
trafiggergli la spalla destra con un piccolo pugnale di sangue che si
sciolse pochi secondi dopo.
One
non batté ciglio e, senza mezzi termini, tirò
fuori il braccio dal
corpo della maga che si accasciò al suolo sotto lo sguardo
sconcertato dei suoi compagni. Zero fu il primo a riprendersi dallo
shock e corse immediatamente verso One per cercare di colpirlo
nuovamente, ma questi si allontanò con un salto.
L'albino,
anziché inseguirlo, si inginocchiò vicino a
Miwako, girandola
lentamente. In pochi secondi, anche Kira e Fede le furono accanto. La
situazione non era delle migliori: un polmone era gravemente
compromesso e non sembrava cosciente.
“Respira
a malapena...” disse Fede stringendo i denti.
“Trovate
Nikora.” sibilò Zero alzandosi in piedi
“Ha un potere simile al
suo... forse può aiutarla”.
“E
tu cosa...?” Kira si zittì nel medesimo istante in
cui incrociò
lo sguardo di Zero. Quello non era uno sguardo qualsiasi, era pieno
di odio e follia. Che li considerasse la causa di tutto? In fondo se
non ci fossero stati loro due, Miwako non si sarebbe dovuta
sacrificare per proteggere Fede.
Nonostante
quei pensieri, Kira annuì lentamente e aiutò Fede
a caricarsi
Miwako sulle spalle, dopodichè si diressero verso la porta
indicatagli dall'albino il quale disse “Conto su di
voi”.
Quelle
parole rassicurarono il piccolo dragon slayer. Quello sguardo non era
per lui e nemmeno per Fede... era per One. Il mago dell'energia, in
quel momento, se la stava ridendo sotto i baffi e, non appena Kira e
Fede furono usciti dalla stanza, disse “Mi dispiace molto
aver
fatto del male alla tua fidanzatina! Avrei voluto ucciderla per
ultima, dopo averti ucciso di fronte a lei, ma immagino che non si
possa avere tutto dalla vita”.
Non
ricevendo risposta, si voltò verso l'albino. Zero, senza dir
nulla,
si mise le cuffie sulle orecchie ed estrasse il suo MP3 dalla tasca
dei jeans, staccando le suddette cuffie per poi riattaccarle su un
altro attacco posto dal lato opposto.
La
luce del display passò dall'azzurro cielo al rosso sangue e
una voce
trillò allegra nelle cuffie: “Zero! Che sorpresa!
Se stai
ascoltando questo messaggio significa che hai trovato un avversario
con i contro-coglioni e hai bisogno di una mano! Ovviamente te la
darò io! Te lo dissi quando ti diedi questo MP3 e te lo
dirò anche
adesso: la tua capacità di calcolo dei vettori si
amplierà di dieci
volte, garantendoti un potere inimmaginabile ma, ovviamente, questo
potere potrebbe anche ucciderti se lo userai troppo. Il tempo limite
è di dieci minuti! Buona fortuna!”
One
alzò un sopracciglio. Aveva sentito anche lui quella voce e,
senza
alcun dubbio, apparteneva ad Arkens. Di certo quella registrazione
risaliva a qualche anno addietro, prima del suo ingresso
nell'organizzazione.
Non
potè porsi alcuna domanda riguardante il
“potenziamento” che
Zero avrebbe ricevuto, dato che il suo avversario era scomparso nel
nulla. Con la coda dell'occhio, notò un movimento alla sua
destra e,
dopo che ebbe ruotato la testa, si ritrovò a tu per tu con
il pugno
di Zero.
Il
colpo echeggiò per la stanza e One venne scaraventato contro
una
parete, creando una specie di cratere dentro ad essa. Il metallo di
per sé non era troppo resistente ma One, grazie alla sua
esperienza,
aveva ridotto l'impatto del colpo, riducendo i danni subiti ma
tuttavia sputò del sangue per terra.
-Che
diavolo è successo?- si domandò One fissando il
suo avversario -Non
sono riuscito ad avvertire la sua presenza... e nemmeno l'energia
scaturita dai suoi muscoli-.
Prima
che potesse ideare un contrattacco, Zero svanì di nuovo dal
suo
campo visivo e solo l'istinto lo fece buttare a destra, evitando al
pelo un calcio dell'albino che frantumò il pavimento senza
alcun
problema, svanendo subito dopo. One fece appena in tempo a rialzarsi
che l'albino lo colpì con un pugno in mezzo alle scapole,
troncandogli il fiato e spedendolo nuovamente contro una parete,
distruggendola.
Zero
iniziò a camminare lentamente verso la voragine nella
parete,
scrocchiandosi le nocche. Non appena fu davanti al buco,
guardò One
ancora disteso a terra nell'altra stanza.
“Dieci
minuti...” ripetè Zero con gli occhi rossi come il
sangue “...
sono più che sufficienti!”
*
* *
La
porta venne tagliata in tanti pezzetti che caddero al suolo
tintinnando come monete. Ashuros entrò per primo, seguito a
ruota da
Dorein che, senza alcuno sforzo, teneva un soldato sollevato per la
gola.
“Ecco
qui la sala di sorveglianza.” disse il mago del tempo,
osservando i
vari monitor “Da qui dovremmo essere in grado di trovare gli
altri
e anche una via d'uscita”.
“Che
facciamo con lui?” chiese Dorein fissando il soldato ormai
prossimo
alla morte, dato l'ampio taglio sul petto.
Ashuros
fissò l'uomo senza batter ciglio per poi sedersi di fronte
ad un
computer “Fanne ciò che vuoi”.
Dorein
si limitò a sciogliere la sua mano che ritornò
slime, ricoprendo
interamente il nemico. Nel silenzio della piccola stanza
risuonò il
rumore di ossa fratturate e, nel giro di pochi secondi, l'intero
corpo del soldato venne assorbito dall'albino.
“Dunque,
cosa cerchiamo esattamente?”
“Non
mi hai sentito? Dobbiamo trovare gli altri e una via di
fuga.”
ripetè Ashuros controllando le varie telecamere disposte per
l'installazione.
“Se
non ricordo male, tre di loro sono dragon slayer e Zero controlla i
vettori... potrebbero tranquillamente crearsi la loro via di
fuga.”
commentò Dorein.
Effettivamente
aveva ragione ma ormai erano lì, tanto valeva sfruttare
l'occasione.
In pochi istanti individuò Kira, Fede e Miwako, allarmandosi
del
fatto che Miwako era gravemente ferita. Lì vicino vide anche
delle
casse audio usate per comunicare in tutta la base così, dopo
aver
isolato quelle casse, prese un piccolo microfono e disse
“Kira,
riesci a sentirmi?”
Nello
schermo, vide Kira e Fede fermarsi di colpo.
“Ashuros?
Dove sei?” chiese il bambino individuando la cassa audio.
“Nella
sala della sicurezza. Sto controllando i vari monitor. Cos'è
successo a Miwako?”
“E'
stata ferita dal nemico e rischia grosso. Dobbiamo trovare Nikora,
forse può aiutarla con il suo potere.”
spiegò Kira.
“Uhm...
devo ancora trovare Nikora. Restate lì, vi mando un amico
che
potrebbe curarla.” disse Ashuros prima di guardare Dorein
che,
annuendo, uscì dalla stanza, dirigendosi verso i tre
“Se vedete
una strana poltiglia nera, non attaccatela”.
“D'accordo.
Intanto cerca Nikora e gli altri. Dovrebbe essere insieme a Yukiteru
e Lias da quello che sente il mio naso.” disse Kira prima di
aiutare Fede a sistemare Miwako a terra.
Ashuros
iniziò ad osservare velocemente le visuali di tutte le
telecamere
rimaste quando finalmente trovò Yukiteru e le altre due,
intenti a
combattere contro dei soldati, ma soffocò un'imprecazione
nel vedere
la cassa audio squagliata dal magma di Nikora. Ora non poteva
più
contattarli.
Sospirando,
guardò la visuale delle telecamere poste lungo il corridoio
che
stavano percorrendo fino a quando non sbucò in una grossa
stanza
completamente vuota. Al centro di essa, seduto a gambe incrociate,
c'era un uomo.
-Mi
sa che quei tre stanno per finire in bocca al lupo.- pensò
l'albino
prima di tornare sulla telecamera vicino a Kira “Non sono
troppo
lontani da voi ma non so dirvi la strada, molte telecamere e casse
audio sono state distrutte, inoltre stanno per entrare in una grossa
stanza dove c'è un tizio seduto. Non vorrei azzardare niente
ma mi
sembra molto forte”.
“Ricevuto.
Noi resteremo qui fino all'arrivo del tuo amico poi andremo da loro.
Raggiungici lì.” disse Kira per poi sedersi di
fianco a Miwako.
Ashuros
annuì e spense il microfono. Dal computer alla quale era
seduto, si
spostò ad un'altra postazione, iniziando ad aprire varie
cartelle
contenenti vari dati. Ne trovò una dal nome interessante:
Progetto
Ten. La aprì ma si trovò di fronte ad una
richiesta di password.
-Maledizione,
non ho ancora riacquistato la vista e non posso usare il mio
potere...- pensò l'albino prima di spostare tutte le
cartelle
interessanti in una chiavetta USB trovata in un cassetto. Una volta
tornato alla gilda ci avrebbe dato un'occhiata.
Prima
di uscire dalla stanza, si voltò e, con un movimento della
mano,
tutti i macchinari presenti avanzarono velocemente nel tempo, fino a
diventare degli ammassi di polvere e ruggine.
*
* *
L'ennesimo
soldato si accasciò al suolo. Sul petto, un grosso taglio
aperto
dalla katana di Nikora che, continuando a mietere vittime, non
abbandonava il suo sorrisetto sadico, spaventando leggermente Lias.
“Ora
mi sento leggermente meglio.” disse la bionda menando un
fendente a
vuoto per pulire la sua arma dal sangue.
“Nikora,
cerca di calmarti. Ho come l'impressione che la cosa ti stia
sfuggendo di mano.” disse Yukiteru visibilmente preoccupato
per
lei. Non gli era mai capitato di vederla così, nemmeno
contro i
demoni o quando avevano affrontato Collux.
“Tranquillo,
mi calmerò non appena avrò messo le mani su quel
bastardo di
Arkens...” sibilò Nikora prima di iniziare a
fiutare l'aria
“Guarda un po' se non è lui!” e
iniziò a correre lungo il
corridoio, seguita a ruota da Yukiteru, Lias e i suoi due compagni.
Dopo
pochi secondi, sbucarono in un'enorme stanza, completamente vuota.
Davanti a loro, seduto a gambe incrociate, videro Arkens intento a...
dormire? La grossa bolla che gli usciva dal naso e il fatto che
stesse russando alla grande, non fecero altro che rafforzare
quell'assurda ipotesi.
“Ma
ci sta prendendo per il culo?” urlò Nikora prima
di scagliarsi
contro di lui, cercando di tagliarlo a metà con la sua
katana ma,
all'ultimo, Arkens svanì dalla sua visuale e il suo colpo
andò a
colpire il pavimento, creando un grosso squarcio nel metallo.
“Dov'è
finito?” chiese Lias guardandosi attorno, individuando poi il
nemico poco distante da Nikora, ancora seduto a terra ma finalmente
sveglio.
“Ehi
Nikora, sei impazzita? Non si attacca la gente che dorme!” la
rimproverò Arkens alzandosi in piedi. La bionda lo
fulminò con lo
sguardo, squadrandolo nel mentre, da capo a piedi. L'uomo indossava
una specie di tuta da motociclista nera provvista di spesse
protezioni blu su spalle, ginocchia, nocche delle mani, gomiti e
inguine.
Arkens
sbadigliò sonoramente e, sorridendo, disse “Vedo
che avete
sconfitto i vostri avversari e siete riusciti a liberarle... inoltre
se Miwako non è con voi, significa che sta affrontando One
insieme a
Zero”.
Shin-San,
ignorando le sue parole, portò lentamente le mani sulle
impugnature
delle sue armi ma Arkens, senza neanche guardarlo, gli disse
“Lucertolone, ti sconsiglio caldamente di farlo.”
e, prima che il
rettile potesse decidere sul da farsi, Nikora lo precedette, colpendo
Arkens al volto con un pugno ricoperto di magma.
Il
suo sorriso trionfante si spense non appena si accorse del fatto che
il colpo non aveva sortito alcun effetto sull'avversario e che il suo
magma stava scivolando sulla tuta, andando poi a sciogliere il
pavimento. Prima che potesse tentare un secondo colpo, Arkens le
afferrò il polso e gli torse il braccio dietro la schiena,
facendo
arrivare il polso tra le scapole.
Nikora,
tuttavia, non emise neanche un lamento e cercò di colpirlo
nuovamente con delle lame di sangue che le uscirono dalla schiena ma
il biondo si allontanò senza problemi con dei piccoli balzi.
“Che
c'è? Non hai le palle di affrontarmi apertamente?”
gli chiese la
bionda voltandosi verso di lui. Arkens, per tutta risposta, le
mostrò
un sorrisetto irritante che la fece innervosire ancora di
più. Senza
attendere oltre, scattò nuovamente verso di lui, ricoprendo
la sua
katana di magma ma all'ultimo, sorprendendo Arkens, si gettò
di
lato, giusto in tempo per evitare un grosso raggio elettrico che
colpì l'avversario in pieno.
Yukiteru
osservò soddisfatto il nemico immobile, convinto del fatto
che il
suo fulmine fosse bastato ma non appena vide il sorrisetto di Arkens,
si convinse del contrario. Era già la seconda volta che i
suoi
attacchi elettrici non servivano a niente!
“Beh,
se l'elettricità non ti fa niente...”
iniziò il moro, creando una
grossa sfera di luce bianca “... vediamo come te la cavi con
la
luce!!!” e la scagliò a tutta velocità
contro il nemico che non
fece nulla per evitarla. La sfera esplose al primo contatto con
Arkens, creando una grossa cortina di fumo.
Un
rumore di passi risuonò nel silenzio della stanza e i maghi
di Last
Hope rimasero sorpresi nel vedere Arkens uscire dal fumo,
perfettamente intatto e senza neanche un graffio.
“E'
uno scherzo vero?” chiese il moro notando poi un movimento
alle
spalle di Arkens che si girò su se stesso per contrastare
l'assalto
di Shin-San. Il biondo riuscì ad afferrarlo per i polsi
prima che
potesse menare due colpi dall'alto e, senza neanche pensarci, lo
colpì con una ginocchiata sullo sterno.
Una
grossa onda d'urto scaturì dalla schiena del rettile prima
che
vomitasse una grossa quantità di sangue. Arkens, allora, lo
sollevò
di peso e lo scagliò contro una parete, ammaccandola
pesantemente.
“Shin-San!!!”
urlò Lias inginocchiandosi di fianco al suo amico mentre
Gref si
alzò in volo per poi scendere in picchiata su Arkens. L'uomo
ghignò,
evitando all'ultimo il becco affilato del grifone per poi colpirlo
con una gomitata sulla spina dorsale.
In
contemporanea con l'urlo di Gref, si sentì anche un altro
grido.
Nikora e Yukiteru si voltarono verso Lias la quale era a terra e si
teneva una mano sulla schiena, nello stesso punto dove era stato
colpito Gref.
“Ma
che le prende?” chiese Nikora visibilmente confusa.
“Se
non sbaglio aveva detto di potersi 'collegare' con i suoi compagni in
modo da condividere visuali, sensazioni e cose simili... credo che
anche il dolore che provano le sue creature lo provi anche
lei.”
spiegò Yukiteru prima di scattare verso Arkens “Se
uccide quel
grifone per lei si metterà male! Dobbiamo
fermarlo!!!”
I
due si lanciarono sull'avversario cercando di colpirlo con calci e
pugni ma nessun colpo sembrò aver effetto. Arkens se ne
stava lì,
in piedi, incassando colpo dopo colpo senza batter ciglio. I due,
notando che Gref si era allontanato, lo imitarono, riacquistando una
distanza di sicurezza.
“Non
riesco a capire che potere stia utilizzando.” disse Nikora
osservando il biondo.
“Sembra
quasi una specie di invincibilità o qualcosa di
simile.” ipotizzò
Yukiteru.
“Hai
indovinato!” esclamò Arkens sorridendo
“Però bisogna essere
precisi: io possiedo due poteri, ovvero quello che mi consente di
avere una difesa impenetrabile e quello che, invece, mi permette di
avere un attacco imparabile”.
“Se
quello che ha detto è vero, siamo messi male.”
disse Yukiteru ma
Nikora non gli diede ascolto. La sua mente era concentrata su un
minuscolo particolare, ma dalla sua posizione non poteva accertarsi
di nulla.
Iniziò
così a camminare in circolo attorno ad Arkens che, come
previsto
dalla bionda, non si girò verso di lei, lasciando la schiena
in
bella vista e quella sua fiducia ben presto si rivoltò
contro di
lui. Nikora individuò dei minuscoli graffietti sul gomito
con la
quale aveva colpito Gref e ne trovò anche sul ginocchio che
aveva
steso Shin-San.
-Quando
attacca il suo scudo non è attivo.- dedusse la bionda ma
c'era
dell'altro. Aveva notato qualcosa di strano nell'atteggiamento di
Arkens. Aveva apertamente detto di avere una difesa impenetrabile e,
a suo favore, andava detto che nessun attacco andato a segno aveva
sortito effetto eppure c'erano state due occasioni dove aveva
apertamente schivato o bloccato il colpo e cioè quando lei
lo aveva
attaccato con la sua katana così come quando Shin-San lo
aveva
assalito alle spalle.
Nikora
sgranò gli occhi per la sorpresa. Aveva finalmente capito il
punto
debole di Arkens e Yukiteru sembrò accorgersene
perché le chiese
“Hai capito qualcosa?”
Arkens
si girò verso di lei e il sorrisetto che vide sulle sue
labbra non
gli piacque neanche un po'.
“Oh
sì.” disse lei ampliando il sorrisetto
“Yukiteru, come te la
cavi con le spade?”
“Così
così... perché?” chiese il ragazzo.
“Perchè
oltre a non poter attivare il suo scudo quando attacca, Arkens non lo
può attivare quando a colpirlo è qualcosa di
normale e non magico.
Pensaci bene, tutti gli attacchi magici non hanno avuto effetto ma
quando ho provato a colpirlo con la katana si è subito
spostato.”
spiegò Nikora prima di indicare le katana di Shin-San
“Prendile
tu”.
Il
moro ubbidì, brandendo le due armi del rettile e
destreggiandosi per
qualche secondo con esse.
“Hai
davvero un ottimo spirito d'osservazione.” si
complimentò Arkens,
sorridendo alla bionda la quale rispose “Merito di mio padre.
Forse
mi ha preparato per il giorno in cui ti avrei preso a calci sulle
gengive”.
Arkens
scoppiò in una grassa risata in attesa che lo scontro
riprendesse
“Bene, vediamo allora se ti ha istruito anche per il dolore
che
stai per sperimentare!”
-
- -
“Sembra
che davanti alla città ci stiano dando dentro...”
disse Miel
tendendo le orecchie. I rumori della battaglia si sentivano appena a
quella distanza ma con il suo udito sviluppato poteva sentirli
benissimo.
“Probabilmente
l'arcidemone sta causando parecchi problemi ma ora anche Lya e
Michael si saranno uniti agli altri.” disse Lyra camminando
davanti
agli altri tre.
Miel
annuì lentamente. I suoi sensi erano occupati in quel
momento e non
a causa della battaglia. Aveva individuato altri rumori, gente che si
muoveva verso la battaglia, quattro elementi al massimo. Non era
riuscita a capire chi fossero ma in compenso era risalita al loro
punto di partenza: la sede della gilda.
I
quattro raggiunsero dopo pochi minuti la piccola costruzione di legno
e notarono delle piccole gocce di sangue che si dirigevano verso
Zafirus. Miel non seppe dire a chi appartenevano, ma di sicuro erano
dei suoi compagni e la cosa non le piacque per niente.
“Meglio
andare in infermeria. Di certo ci saranno delle pozioni per le nostre
ferite, così potremo andare ad aiutare gli altri!”
disse Penny
aprendo la porta, restando poi pietrificata sul posto. Stefan
notò
l'espressione di pura sorpresa sul suo volto e si avvicinò a
lei.
Capì immediatamente che cosa l'aveva sorpresa.
La
gilda era completamente devastata. Sembrava quasi che fosse scoppiato
un incendio e che fosse stato estinto da un'improvvisa era glaciale.
Tavoli ridotti in cenere, il bancone del bar completamente
ghiacciato, le travi del soffitto ancora avvolte da alcune fiamme e
vere e proprie colonne di ghiaccio che collegavano il soffitto con il
pavimento.
Al
centro dell'enorme salone, vi erano due ragazzi intenti a combattere
l'uno contro l'altro. Il primo, dai capelli scarlatti, controllava il
fuoco mentre il suo avversario, dai capelli blu, era un mago del
ghiaccio.
Penny
riconobbe subito Leo e Ryu, domandandosi subito perché
stessero
combattendo. Purtroppo, il suo istinto l'avvertì troppo
tardi di un
elemento importante: Miel.
La
maga si girò rapidamente, sperando di poter impedire a Miel
di
assistere a quello scontro ma ormai la maga delle ombre era
già
sull'uscio della porta, gli occhi carichi di sorpresa e paura.
“Ryu?
Perché sta combattendo contro Angel?!?” chiese
Miel iniziando ad
avanzare pian piano verso i due ma all'ultimo una piccola sfera di
fuoco le esplose davanti ai piedi.
“Non
avvicinarti!” le intimò Leo scoccandole
un'occhiata intimidatoria,
prima di tornare a concentrarsi sul suo avversario.
“Che
stai dicendo? Perchè non dovrei e perché stai
combattendo contro
Ryu!” urlò Miel mentre Penny e Lyra si
avvicinarono leggermente
alla compagna.
“Non
è più il Ryu che conosci. E' stato trasformato in
un demone.”
spiegò Leo avvolgendo i suoi pugni con delle fiamme per poi
lanciarsi contro Ryu che, dopo aver creato due grosse spade di
ghiaccio, iniziò un combattimento serrato con l'avversario.
Miel
osservò senza parole i due, intenti a scambiarsi colpi per
lo più
mortali. Leo cercava costantemente di colpire i punti vitali di Ryu
che, per tutta risposta, cercava di mozzargli la testa o un arto con
le sue spade.
“Miel,
dobbiamo andarcene. Rischiamo di finire coinvolte e, attualmente, non
siamo abbastanza in forma per uno scontro simile.” disse
Penny
cercando poi di afferrare Miel per un braccio ma all'ultimo istante,
vide la sua amica allontanarsi di corsa da lei. Stava correndo verso
Ryu.
“Fermati
Miel!!! Rischi di farti uccidere!!!” le urlò Penny
ma Miel non la
sentì minimamente. Davanti a lei, Ryu lasciò
andare una delle sue
spade per tirare un pugno a Leo il quale, per difendersi,
incrociò
le braccia davanti al volto. Il colpo venne bloccato senza problemi
ma Leo venne scagliato dall'altra parte della stanza.
Senza
dargli il tempo di riprendersi, Ryu rafforzò la presa
sull'altra
spada e si scagliò contro di lui ma, dopo pochi passi, una
figura si
frappose tra lui e Leo. Le braccia aperte verso l'esterno, come a
volerlo abbracciare.
“Ryu...
ti prego fermati...” il tremore della voce di Miel tradiva la
sua
apparente calma. Il mago del ghiacciò assottigliò
lo sguardo prima
di fermarsi di fronte alla ragazza. Lentamente, alzò la
spada,
pronto a colpirla.
“Ryu...
non farti corrompere... lo so che puoi farcela...”
biascicò Miel
prima di chiudere gli occhi. Stranamente, non avvertì nessun
movimento davanti a sé e, dopo aver riaperto gli occhi, si
accorse
del fatto che alcuni ciuffi dei capelli di Ryu stavano tornando
azzurri.
“M...
Miel...?” disse Ryu allentando la presa sulla spada. Gli
occhi
della ragazza si inumidirono e lei annuì sorridendo.
Fece
un passo verso di lui ma, prima che potesse sperare di abbracciarlo,
vide un rivolo di sangue colare dall'angolo della bocca di Ryu.
Un'espressione di dolore sul volto. Miel abbassò lo sguardo
e vide
due spade infuocate che, passandole ai lati, entravano nel corpo di
Ryu, incrociandosi al suo interno.
Alle
sue spalle, Leo sibilò “Grazie per averlo
distratto, Miel.” ed
estrasse le due spade, facendo schizzare il sangue di Ryu sul
pavimento. I suoi capelli tornarono immediatamente blu e, senza
esitare, colpì Miel al costato con un pugno.
Il
colpo le mozzò il fiato e la scaraventò contro la
parete dietro di
lei, distruggendola. Leo, nel mentre, si era spostato da dietro la
ragazza e, arrivando da sinistra, colpì Ryu con un calcio
avvolto
dalle fiamme, spedendolo oltre il bancone del bar.
Penny,
così come Stefan e Lyra, non poterono far altro che
assistere alla
scena in silenzio. Era accaduto tutto troppo velocemente e le
sorprese non erano finite: Miel, distruggendo la parete, era stata
assorbita da una strana membrana multicolore che sembrava possedere
vita propria.
“C...
cosa? Dov'è finita Miel?!?” urlò Penny
fissando quella strana
membrana.
“Dev'essere
la magia di cui ci ha parlato Aika il primo giorno.”
spiegò Lyra
e, notando gli sguardi confusi di Stefan e Penny, aggiunse
“Questa
stanza, in realtà, non si trova qui ma da qualche altra
parte e lo
stesso discorso vale anche per le altre stanze. Evidentemente ciascun
posto è avvolto da quella magia dello spazio in modo da
consentire
il passaggio tra una stanza e l'altra... Miel dev'essere stata
spedita da qualche parte ma non saprei dire dove”.
“Merda!
Dobbiamo andare ad aiutarla!” esclamò Penny prima
di avviarsi
verso la porta, seguita da Stefan e Lyra. In tre ci avrebbero messo
meno tempo.
Leo
li osservò andar via, per poi avvicinarsi al bancone del
bar. Con
estrema calma, prese l'unico sgabello intatto e ci si sedette sopra.
Un secondo dopo, dall'altra parte del bancone, Ryu si alzò
barcollante ma con uno sguardo carico di odio.
“Ti
dirò... quanto sto per fare, farà più
male a me di quanto non ne
farà a te.” disse Leo alzando la mano destra con
le dita pronte a
schioccare.
Ryu
lo guardò con sguardo confuso ma poi capì. Quando
era stato
scagliato oltre al bancone, era cozzato contro le mensole dove erano
posizionate molte bevande. Vodka, gin, tequila, birra, vino e molte
altre bevande ora gli impregnavano i vestiti e gli bagnavano la
pelle.
Tutte
quelle bevande avevano un filo conduttore: erano bevande alcoliche e
l'alcool era un liquido fin troppo infiammabile. Alzò lo
sguardo su
Leo, digrignando i denti nel vedere un ghigno trionfante sulle sue
labbra.
“Te
l'ho detto no? Scherzando col fuoco, rischi di scottarti.”
disse
Leo prima di schioccare le dita. Una piccola fiammella andò
a
depositarsi sul bancone impregnato di alcool e, solo per un secondo,
un grosso bagliore illuminò interamente la stanza prima che,
un'esplosione altrettanto grossa, avvolgesse i due maghi nelle
fiamme.
Le
fiamme divamparono per buona parte della sala ma improvvisamente si
estinsero da sole. Tranquillamente seduto sul suo sgabello, Leo si
sporse oltre il bancone, osservando compiaciuto il corpo carbonizzato
di Ryu i cui capelli, seppur neri per la maggior parte, erano tornati
azzurri.
“E
poi dicono che l'alcool crea solo problemi.” disse Leo
sorridendo
prima di sollevare il corpo del suo compagno. Non appena fu uscito
dalla gilda, tornò umano ed iniziò a dargli delle
pacche sul corpo
e sul viso per togliergli la fuliggine di dosso.
-Bene,
ora vediamo di trovare gli altri.- pensò il giovane prima di
caricarsi Ryu sulla schiena ed inoltrarsi nella boscaglia.
*
* *
La
battaglia di fronte a Zafirus ormai stava pian piano volgendo al
termine ma non a favore di Last Hope. Da pochi minuti, ai vari
difensori, si erano aggiunti altri sei maghi: Lya, Michael, Giada,
Amlach, Shi e Tsuki ma anche con i loro sforzi, non c'era stato modo
di contrastare del tutto i demoni, i quali continuavano ad uscire
dalla nebbia oscura.
Nessuno
dei maghi presenti, troppo impegnati a sopravvivere, si accorse
dell'ennesima esplosione scaturita non molto lontano da loro, su una
grossa altura.
In
quel punto, il creatore di tutti quei demoni, l'arcidemone Almarok,
stava affrontando tre maghi che, intuendo fosse lui l'origine di
quell'assalto, avevano deciso di affrontarlo.
L'arcidemone,
in quel momento, cercò di colpire Rex con un raggio di
oscurità ma
il pistolero riuscì ad evitare il colpo senza problemi. Si
mise
subito in posizione di tiro, tuttavia non premette il grilletto.
Almarok,
credendo che si fosse arrestato per la paura, rise compiaciuto ma un
secondo dopo, una grossa sfera di veleno lo colpì in testa,
ricoprendolo di liquido nero. Dietro di lui, Draco ghignò
ben
sapendo che non sarebbe servito a niente.
Come
previsto, l'arcidemone si liberò facilmente del veleno,
urlando per
la rabbia. Voltandosi verso il dragon slayer del veleno, venne
rinchiuso in una sfera di vuoto, che esplose creando un piccolo
cratere nel terreno. Neanche quel colpo servì a nulla, in
quanto
Almarok uscì dal cratere. Neanche una ferita sul suo corpo.
“La
cosa sta andando per le lunghe.” disse Rex sbadigliando.
“Quel
maledetto non vuole proprio crepare!” sibilò Draco
visibilmente
innervosito dalla cosa.
“Se
è come hai detto tu, la vedo molto difficile. Non ho mai
affrontato
un essere immortale.” disse Enor, fissando Almarok.
L'arcidemone
sorrise compiaciuto nel vedere le loro espressioni per nulla serene,
tranne quella di Rex che sembrava rilassato. Evidentemente non
sentiva la tensione del momento oppure era così di natura.
“Nessun
umano può sperare di poter sconfiggere un arcidemone e ora
capirete
anche il perché!” urlò Almarok prima di
conficcare le mani nel
terreno. I tre si guardarono attorno, sicuri che li avrebbe attaccati
di lì a poco, invece non successe nulla, o almeno
così credevano.
Senza
capacitarsi del perché, si ritrovarono le braccia costrette
lungo il
corpo, impossibilitati a muoverle ed era come se un grosso serpente
li stesse stritolando. Rex, sforzando un po' i muscoli del collo,
riuscì a ruotare la testa e notò con sorpresa che
le loro ombre
erano effettivamente ghermite da dei tentacoli.
“Ma
che diavolo succede? Sono le nostre ombre ad essere
attaccate?”
chiese il moro tornando a fissare Almarok che, ghignando, gli rispose
“E' uno dei miei tanti poteri. Posso colpire o immobilizzare
le
vostre ombre in modo tale che il corpo ne risenta in ugual modo. E'
anche un ottimo metodo per sfuggire al noioso veleno del tuo
compagno”.
“Tsk,
è pieno di sorprese. Si vede che non può batterci
senza di esse.”
commentò Draco cercando di liberarsi, ma senza successo.
Almarok
allungò le unghie delle sue mani, fino a farle diventare
delle
piccole spade. Lentamente, iniziò a camminare verso i tre,
pregustando il momento in cui li avrebbe squartati come vitelli.
A
nulla valsero le esplosioni, ora più deboli, di Enor e i
soffi del
drago di Draco. Almarok non si fermava, al massimo veniva rallentato
per qualche secondo e ormai li separavano solo una ventina di metri.
“Ehi
Rex, mi secca ammetterlo, ma qui c'è bisogno del tuo vero
potere.”
sibilò Draco voltandosi verso di lui.
“Ne
sei sicuro? Sappiamo tutti com'è andata l'ultima
volta.” ribattè
Rex mentre la presa dei tentacoli si rafforzava. Chiuse per un
secondo gli occhi, decidendo sul da farsi. Erano abbastanza lontani
dalla città e, grazie ai loro poteri, sia Draco che Enor si
sarebbero salvati. Riaprì gli occhi, fissando intensamente
l'arcidemone “Preparatevi al botto!” e
iniziò ad inarcare la
schiena ma, prima che potesse concludere il suo misterioso attacco,
tra lui e Draco partì un raggio di oscurità che
colpì Almarok in
pieno petto, scagliandolo a diversi metri di distanza.
I
tre ragazzi sentirono la presa svanire e furono di nuovo liberi di
muoversi. Draco si voltò immediatamente per scoprire chi li
avesse
aiutati. Impiegò mezzo secondo ad individuare una giovane
intenta a
camminare verso di loro.
Era
una ragazza alta sul metro e sessantacinque, dal fisico magro e la
carnagione rosea. I brillanti occhi, di un verde smeraldo misto al
giallo, brillavano nell'oscurità mentre i lunghi capelli
neri dalle
punte castano chiaro, erano legati in una coda bassa che le arrivava
vicino alle caviglie.
Indossava
una canottiera bianca che le copriva il seno, un paio di pantaloni
“pinocchietti” neri e delle scarpe da ginnastica
bianche.
Le
mani erano avvolte dalla stessa oscurità degli attacchi di
Almarok.
“E
tu chi cazzo sei?” chiese il mago del veleno assottigliando
lo
sguardo. La giovane si limitò a scoccargli un'occhiataccia
per poi
ignorarlo completamente, superando i tre. Draco non la prese per
nulla bene e cercò subito di afferrarla per un braccio ma,
improvvisamente, si sentì nuovamente bloccato e questa volta
l'intero corpo non si muoveva.
-Che
diavolo succede? Non riesco neanche a parlare!-
“Ti
ho bloccato io.” disse la ragazza senza voltarsi
“Il tuo veleno
maledetto ha preso il posto del tuo sangue ma nella mente non scorre
niente, perciò posso controllarti come voglio”.
“Mailar,
lascialo andare. Non è lui il nostro nemico.”
disse una voce
maschile alle spalle dei tre. Rex si girò per fronteggiare
il nuovo
arrivato e si ritrovò un giovane sorridente, intento a
tendergli la
mano “Vi chiedo scusa per il suo comportamento. E' meglio non
darle
fastidio”.
Era
un ragazzo alto poco più di un metro e ottanta, dal fisico
asciutto
e dalla carnagione leggermente abbronzata. Aveva
dei corti capelli rossi come il fuoco mentre gli occhi erano di un
blu intenso, simile a quello delle acque profonde. Indossava una
maglia a maniche corte bianca, dei jeans neri e un paio di stivali di
cuoio neri.
Rex
ricambiò il sorriso e gli strinse la mano, per poi indicare
Mailar
“Una maga mentale?”
Il
rosso annuì “Ha anche qualche piccolo trucchetto
ma non sarò io a
rovinarvi la sorpresa. Mi chiamo Drake, sono un mago venuto qui per
unirmi a Last Hope”.
“Io
mi chiamo Rex. Lui è Enor e il ragazzo che la tua amica ha
bloccato
si chiama Draco.” disse il moro. In quel momento, Mailar
lasciò
andare Draco che, se non ci fosse stato Enor, avrebbe nuovamente
tentato di avvicinarsi a lei.
“Siamo
qui per darvi una mano. Mailar è riuscita ad entrare per
qualche
secondo nella mente dell'arcidemone e ha scoperto come
batterlo.”
spiegò Drake per
poi afferrare la canna della pistola di Rex con una mano. Il moro
fissò la sua mano confuso, restando poi sorpreso nel vedere,
nell'altra mano, una copia esatta della sua magnum.
“Non
male come potere.” disse Rex sorridendo prima di voltarsi
verso
Almarok che si era appena rialzato. I tre maghi che lo avevano
affrontato per primi, rimasero
sorpresi nel vedere che le ferite sul petto dell'arcidemone non si
erano rimarginate.
“E'
immune a tutti i poteri, tranne i suoi stessi poteri.”
spiegò
Mailar prima di creare dei tentacoli di oscurità con i quali
tentò
di immobilizzare Almarok. L'arcidemone, tuttavia, riuscì ad
evitarli
senza problemi con un balzo ma, non appena ebbe toccato nuovamente il
terreno, dodici
proiettili lo colpirono nelle gambe, distruggendogli le ossa e
facendolo cadere al suolo.
Rex
e Drake si scambiarono uno sguardo di intesa prima che Draco,
saltando in alto, scagliasse una grossa sfera di veleno addosso ad
Almarok. Il demone lupo ghignò. Quel colpo non avrebbe avuto
effetto
ma all'ultimo vide la ragazza saltare proprio dietro alla sfera.
Il
colpo lo prese in pieno e, contrariamente a quanto da lui immaginato,
il veleno corrose pesantemente il terreno, facendolo quasi affondare.
In
pochi secondi si ritrovò con metà del corpo
sprofondato in quel
liquido corrosivo ma la sua preoccupazione era un'altra. Davanti a
lui vide Mailar pronta a colpirlo con delle lame di oscurità.
-Sciocca,
posso ancora difendermi con le braccia!- pensò Almarok ma
prima che
potesse sollevarle, due sfere di vuoto le inglobarono, esplodendo un
istante dopo. Ora
aveva solo dei moncherini e la sua rigenerazione non avrebbe fatto in
tempo ad agire. Senza esitare, aprì la bocca e un grosso
tentacolo
di oscurità uscì da essa, bloccando Mailar, colta
alla sprovvista.
Il
tentacolo la sollevò senza alcun problema e la
scagliò addosso agli
altri maghi.
Prima
che potessero nuovamente attaccarlo, Almarok riuscì a
rigenerare i
suoi arti ed uscì dal veleno, mettendosi nuovamente in
posizione di
combattimento.
“E'
davvero un osso duro. Non a caso è un arcidemone.”
commentò
Drake, trasformando la pistola in una spada a doppio filo.
“Se
è come ha detto Mailar, solo i suoi poteri possono
sconfiggerlo.”
disse Rex ed Enor chiese
“Inoltre lei può copiare i vari poteri. Non
potrebbe unire il
veleno di Draco con quell'oscurità?”
“Non
può farlo.” sentenziò immediatamente
Draco “Il mio veleno
annulla gli altri poteri, non può mischiarsi ad
altri”.
“Dobbiamo
solo tenerlo occupato fino all'alba.” disse Mailar
“Di notte è
praticamene invincibile, ma con la luce del sole, diventa vulnerabile
a tutti i poteri”.
Almarok
strinse i denti. Aveva scoperto il suo punto debole più
grande e, a
giudicare dal colore del cielo, all'alba mancava veramente poco.
Doveva eliminarli in fretta così da poter andare in prima
linea e
invadere Zafirus. Grazie al suo collegamento con la nebbia oscura,
scoprì che i maghi stavano indietreggiando ma riuscivano
comunque a
difendersi fin troppo bene.
Una
strana sensazione lo riportò alla realtà.
Avvertiva qualcosa che
conosceva bene essendo un demone: sete di sangue. Davanti a lui, vide
una strana aura nera formarsi attorno a Draco. Quella strana aura
prese le sembianze di un grosso serpente a otto teste nero e dagli
occhi scarlatti.
Il
mago del veleno si scrocchiò le dita e, ghignando, disse
“Bene,
questo significa che dobbiamo continuare a massacrarlo fino all'alba.
Penso proprio che mi divertirò!”
-
- -
Una
nuova esplosione scosse le fondamenta della base di Arkens. Soldati e
scienziati correvano in tutte le direzioni, sperando di poter fuggire
da quell'inferno che si sarebbe rivelato la loro tomba. Lungo un
corridoio, una parete esplose, investendo alcuni soldati con i
detriti ed uccidendoli sul colpo.
Sopra
ai loro cadaveri, oltre alle macerie, vi era One con diverse ferite
sul corpo. Il mago dell'energia si rialzò dopo pochi
secondi,
scagliando alcune sfere nel buco da lui creato. Nuove
esplosioni risuonarono oltre il muro ma una figura estremamente
veloce si portò sul fianco di One, colpendolo con un pugno e
scaraventandolo addosso ad alcuni soldati rimasti pietrificati dalla
paura.
“Levatevi
di mezzo!” urlò One prima di polverizzarli con un
attacco. Senza
perdere tempo, ruotò su se stesso e scagliò un
raggio verso il
soffitto, sfiorando la testa del suo avversario. Una piccola nube di
fumo gli permise di allontanarsi.
Purtroppo
per lui, l'avversario gli fu subito addosso e lo colpì con
una
ginocchiata in mezzo alle scapole, mozzandogli il fiato e facendolo
cadere a terra. Di certo Zero non ci andava giù leggero con
lui. One
si rialzò barcollante ed osservò l'albino con
disprezzo.
-Ormai
dovrebbe essere arrivato al suo limite.- pensò il biondo e,
come se
avesse previsto tutto, un rivolo di sangue colò dal naso di
Zero che
si pulì velocemente con il dorso della mano. One
ghignò e, senza
attendere oltre, si lanciò nuovamente contro Zero iniziando
a
tirargli diversi pugni e calci ma nessuno di essi andò a
segno e
Zero, col palmo della mano, lo colpì sullo sterno, scagliandolo
in fondo al corridoio.
“Keh,
sei arrivato al tuo limite ma sei ancora un mostro. A quanto pare
dovrò ricorrere anch'io alla mia ultima risorsa!” disse
One prima di ricoprire interamente il suo corpo con la sua energia,
tranne gli occhi che iniziarono a brillare di un intenso bagliore
azzurro. Ormai i tratti del volto erano indefiniti e, benchè
parlasse, Zero non vedeva alcun movimento della mascella.
“Ora
scopriremo chi tra di noi è il migliore!”
urlò One prima di
svanire nel nulla. Un battito di ciglia dopo cercò di
colpire Zero
con un
calcio laterale all'altezza della testa ma l'albino riuscì a
parare
il colpo con il braccio destro. Tutte le ossa del suo arto tremarono
per quel colpo e lui strinse i denti per riuscire a fermarlo.
Ancor
prima che potesse contrattaccare, One lo cercò di colpire
con
l'altra gamba, alla bocca dello stomaco ma Zero gli afferrò
il piede
con l'altra mano e, dopo averlo sollevato di peso, lo sbatté
con
forza sul pavimento che cedette, facendoli cadere in una stanza buia.
I
due si rialzarono subito e One, non avendo alcuna voglia di
combattere al buio, scagliò quattro sfere negli angoli alti
della
stanza e, grazie ad esse, furono in grado di vedersi nitidamente.
Dopo
alcuni secondi passati a studiarsi, i due si lanciarono l'uno contro
l'altro, scambiandosi diversi colpi che andarono a segno ma nessuno
dei due cedette terreno e lo scontro continuò. Ad
un certo punto, entrambi si colpirono al volto con un pugno e il
terreno sotto i loro piedi si crepò pesantemente, causando
una
piccola scossa sismica.
I
due si allontanarono di qualche passo e Zero tossì un po' di
sangue.
One non perse tempo e gli assestò un montante al mento,
creando
un'esplosione all'impatto. Zero
fu scagliato in aria ma questo gli permise comunque di colpire One,
che era saltato per infierire, con una gomitata sul naso,
rispendendolo al suolo.
Zero
rovinò a terra poco dopo, tossendo altro sangue. Ormai i
dieci
minuti erano passati e lui stava iniziando a sentire gli effetti
collaterali del suo potenziamento ma non poteva fermarsi. One era
ancora in piedi.
Il
suo avversario, dopo essersi massaggiato il volto, creò una
frusta
di energia e la scoccò in direzione di Zero, riuscendo a
prenderlo
per la caviglia destra. Senza alcuna difficoltà, One lo
sollevò di
peso e lo fece sbattere contro il pavimento e contro le varie pareti,
ammaccandole ad ogni colpo.
All'ennesimo
schianto, Zero riuscì ad “atterrare” in
piedi e, dopo aver
piegato le gambe, si lanciò contro One il quale, non
riuscendo a
deviarne la traiettoria con la frusta, si beccò un braccio
teso alla
gola che lo spedì contro la parete alle sue spalle,
facendogli
perdere la presa sulla frusta la quale svanì nel nulla.
I
due rimasero a terra ansimanti. Ormai avevano raggiunto il loro
limite e lo sapevano bene. One, che era molto vicino ad una parete,
la usò come sostegno per rialzarsi ma le sue gambe tremavano
e aveva
il fiatone.
Zero,
dopo essersi messo in ginocchio, provò a rialzarsi ma le
gambe non
riuscivano a reggere lo sforzo così cadde nuovamente in
ginocchio.
Tossì nuovamente sangue e, seppur a malincuore, si tolse le
cuffie,
avvertendo subito una specie di sollievo.
“Eh
eh eh... ormai non ce la fai più. Coraggio, ammetti che sono
io
l'unico meritevole di portare il titolo di Zero!” disse One
mentre
la sua armatura energetica andava via via svanendo, mettendo a nudo
un corpo pieno di ferite.
L'albino
non rispose, limitandosi a fissare il pavimento semi distrutto. One
ghignò vittorioso ed iniziò a camminare verso il
suo nemico,
fermandosi poi a pochi passi da lui. Stranamente, anche lui
tossì un
po' di sangue senza perdere il suo ghigno.
“Ho
vinto io!!!” urlò il biondo alzando le braccia al
cielo ma
un'incredibile fitta di dolore lo pugnalò al petto. Con gli
occhi
sgranati, abbassò lo sguardo restando a bocca aperta nel
vedere Zero
con le mani poggiate ai alto del suo costato, negli stessi punti dove
sentiva quella fitta di dolore.
Non
riuscì a proferire parola in quanto vomitò una
grossa quantità di
sangue addosso al suo avversario che, seppur barcollante, rimase in
piedi, osservandolo con sguardo serio.
“Bas...
tardo... cosa hai... bleargh!!!” One non riuscì a
continuare, gli
sembrava quasi che gli avessero appena strappato via il cuore.
“Ti
ho appena colpito ai fianchi con due colpi di egual potenza. I tuoi
polmoni ed il tuo cuore sono gravemente danneggiati, probabilmente
morirai tra pochi minuti.” spiegò Zero lasciando
One senza parole
e con il terrore negli occhi “Tuttavia, non sono come te
perciò
non ti farò soffrire”.
Prima
che One potesse reagire, Zero gli conficcò l'indice destro
nel
corpo, all'altezza del cuore. Il sangue iniziò a fluire da
quella
ferita ma One non sembrò risentirne.
“Cosa
succederebbe se facessi scorrere tutto il tuo sangue al contrario e
con una potenza estremamente maggiore?” chiese Zero con un
piccolo
sorrisetto sulle labbra. One lo fissò con sguardo implorante
non
riuscendo a proferir parola.
Zero
si limitò a chiudere gli occhi e, nel silenzio della stanza,
risuonò
un rumore orribile simile a quello di un gavettone. Un gavettone
pieno di sangue, organi e ossa completamente distrutte. Quando ebbe
riaperto gli occhi, Zero era circondato dal sangue di One.
Grazie
alla sua magia dei vettori aveva fatto letteralmente esplodere il
corpo del suo nemico, verniciando il pavimento con quel liquido rosso
tranne la parte dietro di lui, protetta dalla sua magia.
Con
calma, si pulì dal sangue di One che gli aveva vomitato
addosso
prima e si diresse verso l'uscita. Prima di abbandonare quella
stanza, si voltò un'ultima volta verso il punto in cui era
morto il
suo avversario.
“Spiacente,
non eri abbastanza forte”.
*
* *
Lias
era senza parole. Lo scontro di fronte ai suoi occhi era la cosa
più
incredibile che avesse mai visto. La giovane si era già
ripresa dal
dolore causato dal collegamento con Gref ma non era intervenuta nella
battaglia, ben conscia del fatto che non avrebbe potuto far molto.
A
una decina di metri da lei, Nikora e Yukiteru erano impegnati in uno
scontro serrato con Arkens che, da quando la bionda aveva scoperto il
suo punto debole, aveva deciso di combattere solo in offensiva e le
varie ferite sul suo corpo, così come sui corpi dei due
maghi di
Last Hope, erano una chiara prova di ciò.
Il
dragon slayer dei fulmini cercò di colpirlo con le due
katana di
Shin-San rivestite con uno strato di elettricità, ma Arkens
lo evitò
e lo colpì al torace con un pugno, incrinandogli qualche
costola. Il
moro indietreggiò barcollando ma rimase comunque in
posizione da
combattimento.
“I
vostri corpi sono davvero resistenti.” si complimento Arkens
“Una
persona normale sarebbe già collassata al primo
colpo”.
Yukiteru
ghignò e disse “Merito dell'addestramento dei
nostri genitori!”
e si lanciò nuovamente all'attacco, stavolta insieme a
Nikora che
cercò di colpire Arkens alle spalle. L'uomo non si fece
cogliere
impreparato e, dopo aver afferrato il polso sinistro di Nikora
così
come quello di Yukiteru, ruotò su se stesso, scagliando i
due
avversari in direzioni opposte.
Nessuno
dei due risentì minimamente di quel lancio e furono subito
pronti
per riprendere. Nikora rivestì la sua katana con del magma e
tentò
un affondo ma Arkens schivò di lato, finendo però
preda di Yukiteru
che riuscì a colpirlo sulla spalla destra con una delle due
spade.
Stringendo
i denti per il dolore, Arkens si girò verso il moro e lo
colpì
nuovamente al costato ma stavolta trovò una difesa elettrica
ad
attenderlo. L'elettricità si trasferì nel suo
corpo, folgorandolo e
facendolo urlare per il dolore.
“Maledetto
ragazzino, sei rimasto scoperto di proposito.” disse Arkens
ansimando per il dolore.
“Indovinato
vecchio, anche se il tuo colpo mi ha comunque raggiunto, fa un male
cane!” ribattè Yukiteru sorridendo.
Nikora,
sfruttando la distrazione, cercò di tagliare le gambe ad
Arkens che,
sentendola arrivare, saltò e la colpì con un
manrovescio al volto,
spedendola ad una decina di metri di distanza. La
bionda si rialzò dopo pochi secondi, portandosi una mano
sulla
guancia rossa.
“Ehi
maledetto, non te l'hanno insegnato che le ragazze non si toccano
neanche con un fiore?” gli chiese Nikora.
“Scusa
ma io vedo solo una
maga manesca che non ha nulla di femminile.” rispose Arkens
sorridendo e Yukiteru “Ah! L'ho sempre detto io! Finalmente
qualcuno che la pensa come me!”
Nikora
lo fulminò con un'occhiataccia per poi lanciarsi addosso ad
Arkens,
menando un fendente dall'alto. L'uomo, malgrado avesse un buono
spiraglio per colpirla, non lo fece in quanto sapeva che Nikora non
aspettava altro.
Decise
quindi di allontanarsi dalla bionda, restando poi con un ginocchio a
terra e i muscoli delle gambe tesi, pronti a qualsiasi evenienza.
Osservò
attentamente i suoi avversari. Yukiteru non sembrava essere abituato
alle spade e questo lo rendeva più debole di Nikora che,
invece,
aveva molta esperienza con la sua katana.
Decise
di occuparsi prima del moro, in modo tale da potersi concentrare poi
esclusivamente sulla bionda. I due maghi di Last Hope, dopo essersi
sussurrati qualcosa, corsero verso di lui, allargandosi poi ai lati:
un attacco a tenaglia.
Yukiteru
cercò di colpirlo alle gambe con le spade posizionate
orizzontalmente una sopra l'altra mentre Nikora, sorprendendo Arkens,
gli corse incontro con la katana nel fodero, sul fianco destro, e la
mano sinistra sull'impugnatura. L'uomo riconobbe subito quello
speciale stile di combattimento, si trattava di una tecnica d
estrazione della spada dato che, nel momento dell'estrazione, il
colpo aveva maggior velocità e potenza rispetto ad un colpo
normale.
Nikora
puntava al fatto che Arkens saltasse per evitare il colpo di
Yukiteru, in modo tale da poterlo colpire rapidamente prima che
potesse portarsi fuori dal suo raggio d'azione. L'uomo
capì subito quale fosse il suo obbiettivo e decise di
accontentarla,
aveva ancora un asso nella manica.
Senza
esitare, Arkens saltò a mezz'aria, colpendo poi una katana
di
Yukiteru con il piede, mandandola in frantumi. Come previsto, Nikora
estrasse velocemente la sua katana, cercando
di colpirlo ma Arkens, stranamente, non cercò di evitarla,
anzi,
sfruttando la spinta scaturita dal colpo all'arma di Yukiteru, l'uomo
riuscì a fare una capriola al contrario e, con la punta
dello stesso
piede, riuscì a colpire la katana, deviandone la traiettoria.
Nikora
osservò incredula la scena e, prima che potesse attaccare
nuovamente, Arkens atterrò vicino a lei, colpendola poi con
un pugno
nel costato e scagliandola in aria. Dietro di lui, Yukiteru
cercò di
trafiggerlo con l'unica katana rimastagli ma Arkens lo aveva previsto
e, ruotando in senso orario, colpì la lama con il dorso
della mano
destra, distruggendo anche quell'arma.
Il
moro non si lasciò scoraggiare e, lasciando cadere
ciò che rimaneva
della katana, caricò
un pugno rivestito di elettricità. Grazie alla sua
velocità, riuscì
a colpire Arkens ad una spalla ma l'uomo, ignorando il dolore e
l'elettricità, lo colpì a sua volta con un calcio
al costato,
facendolo finire vicino a Lias.
“Tutto
bene?” chiese la ragazza avvicinandosi a lui.
“Sì,
al massimo qualche osso rotto.” commentò Yukiteru
mettendosi a
sedere. Poco lontano da lui, Nikora aveva già ripreso a
combattere
contro Arkens. Il
dragon slayer osservò attentamente i movimenti dei due
avversari.
Nikora era visibilmente più agile di Arkens che
però compensava
quello svantaggio con l'esperienza.
C'era
comunque qualcosa che non gli tornava. Arkens avrebbe potuto
benissimo incalzarla
con una serie di attacchi rapidi dato il suo fisico allenato, eppure
si ostentava ad evitare i vari colpi di Nikora, utilizzando il suo
potere per deviare quelli più pericolosi, inoltre, a suo
parere,
quel potere offensivo non era così incredibile.
Fu
pensando a quel potere che a Yukiteru venne l'illuminazione. Arkens
gli aveva spiegato che possedeva l'attacco più forte ma non
aveva
mai detto di averlo usato. Il
suo potere poteva essere utilizzato in piccole quantità,
perciò
poteva anche essere caricato in un solo colpo!
In
quel momento, Nikora tentò un altro affondo e Arkens
ruotò in senso
antiorario su sé stesso. Yukiteru fu in grado di vedere un
piccolo
ghigno sulle sue labbra ma non potè avvisare la compagna del
pericolo.
L'uomo
deviò leggermente la traiettoria dell'arma con la mano
sinistra ma
non la lasciò andare, bensì la strinse
saldamente. Prima che Nikora
potesse provare a tagliargli le dita o a ritrarre la katana, Arkens
concluse la sua rotazione, colpendo la lama con il pugno destro
avvolto da una densa aura grigia.
L'impatto
provocò un potente onda d'urto che scaraventò
Nikora a terra. La
ragazza, per nulla ferita, si rialzò immediatamente e si
accorse
subito del fatto che ora, la sua katana, era in mano ad Arkens e,
cosa più preoccupante, era gravemente danneggiata.
Alcuni
frammenti di scaglie di drago caddero a terra. L'uomo
osservò
affascinato l'arma della bionda “Incredibile, anche dopo un
colpo
come quello, sono riuscito solo a danneggiarla senza distruggerla. Le
scaglie di drago sono davvero resistenti!” e
lasciò cadere a erra
l'arma, dandole poi un calcio per farla arrivare vicino a Nikora
“Su
prendila, al prossimo attacco te la distruggerò”.
La
dragon slayer fissò senza parole la sua arma. Sul lato
sinistro
mancano diversi pezzi e molte crepe erano apparse lungo tutta la
lama, fino a raggiungere la guardia. Si morse con forza un labbro
fino a farlo sanguinare dopodichè afferrò la
katana, rivestendola
con uno strato di sangue.
“Al
prossimo attacco ti ritroverai senza braccia.”
sibilò Nikora
mostrando i canini.
Il
suo avversario le mostrò un sorriso che non le piacque per
niente
ma, qualunque cosa avesse in mente, venne fermato da Yukiteru. Un
grosso cerchio magico giallo apparve sopra di lui mentre, un cerchio
bianco, apparì sottò i suoi piedi.
Arkens
si girò verso Yukiteru il quale stava preparando il suo
attacco con
un ghigno stampato sul volto.
“E'
inutile che ci provi.” disse Arkens “Ho ancora il
mio scudo
impenetrabile e gli attacchi magici come quello non avranno
effetto”.
“Keh,
non si può mai sapere, giusto?” chiese Yukiteru
prima di
concludere il suo attacco “DRAGON
SLAYER'S SECRET ART: JUDGEMENT OF THE HOLY THUNDER!!!”
I
due cerchi magici si scontrarono all'altezza del cuore di Arkens,
generando una grossa esplosione che fece tremare l'intera stanza. Un
denso fumo venne a crearsi nel punto dell'esplosione ma una sonora
risata rivelò subito l'esito di quell'attacco. L'avversario
uscì
senza problemi dal piccolo cratere venutosi a creare, togliendosi la
polvere di dosso.
Yukiteru
crollò in ginocchio, cercando di riprendere fiato. Aveva
usato la
sua tecnica segreta due volte in poco tempo e non aveva avuto modo di
ricaricarsi. Cercò subito di assorbire un po' di luce ma
Arkens lo
afferrò per la gola, sollevandolo dal terreno.
“Game
over. Se mi avessi ascoltato avresti potuto continuare a
combattere.”
disse Arkens, prima di scrutare meglio il viso del giovane
“La tua
faccia... mi sembra di averla già vista. Hai per caso un
gemello?”
“No...
quando
hanno fatto questo magnifico volto... hanno gettato lo
stampino...”
rispose Yukiteru ghignando seppur con grande difficoltà.
“Oh
beh, tanto meglio.” disse Arkens con leggerezza
“Allora non mi
tratterrò oltre.” ma prima che potesse stringere
ulteriormente la
presa, avvertì un pericolo alle sue spalle. Lasciando
andare il moro, si voltò verso Nikora e una lunga lama di
sangue gli
trapassò la spalla destra.
Arkens
urlò per il dolore e vide che Nikora aveva usato il
rivestimento di
sangue sulla katana per prolungare la lama, in modo da poterlo
colpire senza muoversi. La bionda, senza esitare, avvolse la katana
col magma ma prima che potesse raggiungere Arkens, questi si
liberò
distruggendo la lama di sangue con un pugno, estraendo poi il pezzo
di lama dalla sua spalla.
L'uomo
si allontanò di qualche passo mentre Yukiteru si rialzava.
Nikora si
avvicinò al ragazzo e gli chiese “Pronto per
l'ultimo attacco?”
“Ovviamente!
Io sono nato pronto!” esclamò Yukiteru sorridendo.
“Tsk,
non vi
arrendete mai, eh?” disse Arkens leggermente innervosito
“Vorrà
dire che concluderemo il tutto ora!” e si scagliò
contro di loro,
caricando entrambi i pugni di energia -Poveri illusi, scommetto che
vorranno attaccarmi con un soffio del drago o altro ma non sanno che
posso passare dal potere d'attacco a quello di difesa in una frazione
di secondo!-
Come
previsto, i due dragon slayer inarcarono la schiena, iniziando ad
accumulare potere magico.
“BLOOD
MAGMA DRAGON'S...!!!”
“HOLY
LIGHTING DRAGON'S...!!!”
-Perfetto!
Ora non devo fare altro che...!- l'espressione di Arkens divenne la
maschera della sorpresa. Gli occhi erano sgranati e la bocca
semiaperta in un'espressione muta.
Non
riusciva ad attivare il suo scudo.
Una
piccola fitta di dolore gli fece portare lo sguardo sulla ferita alla
spalla dove, con ancor maggior sorpresa, vide una piccola scheggia.
Era un minuscolo frammento di una scaglia di drago. Fu pochi istanti
prima dell'attacco dei due dragon slayer che riuscì a capire
tutto.
Nikora
aveva capito fin da subito che non potevano sconfiggerlo
semplicemente attaccandolo con le spade e sapeva anche che il potere
di Arkens poteva essere caricato così, seppur a malincuore,
aveva
danneggiato la sua spada e,
quando aveva prolungato la lama col sangue, aveva messo alcuni
frammenti di scaglia nella punta, rilasciandoli nel suo corpo al
momento giusto. Seppur piccola, quella scheggia era comunque una lama
e il suo scudo non poteva difendersi dalle lame, né poteva
essere
attivato se delle lame erano presenti nel suo corpo.
Spostò
nuovamente lo sguardo sui suoi due avversari e sorrise. Alle spalle
di Nikora gli parve di vedere proprio Magnus, il drago con la quale
aveva vissuto momenti divertenti ma anche tristi.
-Complimenti
Magnus, l'hai cresciuta veramente bene...-
“...
ROAR!!!”
I
due attacchi si unirono in un unico cono di energia composto da
quattro elementi e creò un'incredibile esplosione. Gref si
mise di
fornte a Lias e Shin-San per proteggerli dall'onda d'urto che
comunque riuscì a spostarli di diversi metri. Una densa
coltre di
fumo invase gran parte della stanza e i due figli dei draghi,
ansimanti e privi di forze, osservarono quel denso fumo.
Ci
vollero diversi secondi, ma alla fine il fumo si diradò
completamente e, al centro dell'enorme cratere creatosi nel
pavimento, non videro nulla che potesse ricordare una figura umana.
Arkens era svanito nel nulla.
“Abbiamo...
vinto?” chiese Yukiteru riprendendo fiato.
“Devo
farvi i miei complimenti, avete ridotto Arkens ad uno
straccio.”
disse una voce femminile alle loro spalle e i vari maghi presenti si
voltarono in quella direzione. A pochi metri da loro, una ragazza
avvolta in un mantello giallo con cappuccio teneva Arkens su una
spalla. Il braccio destro dell'uomo era stato distrutto fino al
gomito.
“Ehi!
E' quella maledetta che ci ha separati!!!” urlò
Yukiteru
indicandola.
“Sì
sono io, mi chiamo Six.” ribattè lei con voce
calma “Avete
sconfitto il nostro capo, la vittoria è vostra. Ora, con
permesso...” e svanì nel nulla insieme ad Arkens.
“E
ora dove diavolo sono...?” iniziò Nikora ma un
giramento di testa
le fece perdere l'equilibrio. Prima
che cadesse a terra, Yukiteru le prese un braccio e lo fece passare
intorno al collo, aiutandola a stare in piedi “C... che stai
facendo?” chiese poi lei, voltandosi verso di lui.
“Mi
sembra ovvio! Ti aiuto a non cadere.” rispose Yukiteru
voltandosi
verso la bionda, accorgendosi poi di un particolare. Erano fin troppo
vicini. All'unisono, si voltarono in direzioni opposte, rossi in
volto ma Yukiteru non la lasciò comunque andare.
“G...
grazie per l'aiuto.” disse Nikora.
“D...
di niente. Un vero uomo aiuta sempre i suoi compagni.”
ribattè
Yukiteru. Nikora si voltò verso di lui e, senza dir nulla,
gli leccò
via un po' di sangue dalla guancia, facendolo trasalire “CHE
DIAVOLO STAI FACENDO?!?”
“Beh,
che c'è? Io
mi ricarico col sangue! Hai appena detto che un vero uomo aiuta
sempre i suoi compagni!” ribattè Nikora tornando a
voltarsi
“Questo significa che, oltre ad essere un pervertito maniaco,
sei
anche un bugiardo!”
“Io
sarei il pervertito? Mi hai appena leccato la guancia!”
ribattè a
sua volta Yukiteru, ora leggermente più incazzato.
“La
prossima volta ti azzannerò direttamente alla gola se
preferisci!!!”
sbottò Nikora quando una voce, a loro familiare, li
interruppe
“Ehm... momento sbagliato?”
I
due si voltarono verso la porta dalla quale erano entrati e videro
Kira, Fede ed uno strano ragazzo albino che portava sulle spalle
Miwako. Il
dragon slayer delle stelle alzò una mano verso di loro
“State
tranquilli, prendiamo Lias con noi e poi vi lasciamo la vostra
privacy”.
Lias,
aiutando Shin-San, si avvicinò agli altri e disse
“L'amore è una
cosa meravigliosa, non dovreste vergognarvi”.
“N...
non è come pensi!” disse Yukiteru, lasciando
andare Nikora, la
quale cadde a terra.
-Calmati
Nikora... stai calma... conta fino a mille e poi, se sarai ancora
incazzata con lui, saltagli alla gola...- pensò la bionda
mettendosi
in ginocchio -Uno... due... tre... mille!!!- per poi saltare,
letteralmente, addosso a Yukiteru, mirando alla gola con i denti ma
il suo istinto omicida venne soppresso dalla visione di Miwako.
Lasciando
andare il moro, si avvicinò all'albino, che si
presentò come
Dorein, e chiese “Sta bene?”
“Sì,
ha rischiato
parecchio, ma grazie a Dorein si è salvata.”
spiegò Fede. Nikora
chiuse gli occhi, sospirando ma
una voce alquanto flebile la costrinse a riaprirli subito
“N...
Nikora...?”
Miwako
si era appena svegliata e sembrava completamente priva di forze.
Dorein la fece scendere, sorreggendola per farla stare in piedi
mentre gli altri esultarono nel vederla di nuovo in piedi, seppur a
fatica.
“Dov'è...
Zero...?” chiese la mora, fissando gli altri. Yukiteru e Kira
si
scambiarono un'occhiata e il bambino disse “E' rimasto a
combattere
contro One ma non so come stia andando”.
Tuttavia,
i tre dragon slayer iniziarono a sentire un rumore di passi
proveniente dal corridoio dalla quale erano arrivati. Kira si mise
davanti, pronto ad intercettare qualsivoglia nemico ma
il suo olfatto lo rassicurò immediatamente.
Dall'ombra
del corridoio, ferito e malconcio, uscì Zero. L'albino aveva
un
sorriso sereno sul volto e, sia Kira che Fede, gli andarono incontro,
aiutandolo ad avanzare.
“Ben
tornato Zero! Se tu sei qua significa che...”
iniziò Yukiteru e
Zero concluse subito “One è morto, non dobbiamo
più preoccuparci
di lui”.
Gli
altri annuirono, rasserenati da quella notizia e, mentre Lias cercava
di convincere Nikora a farsi portare in groppa da Gref, Miwako si
voltò verso Zero, iniziando a camminare verso di lui per poi
saltargli addosso. L'albino cadde a terra, trascinandola con
sé, e,
sorridendo, disse “Immagino che tu voglia le mie cuffie per
calmarti”.
Miwako
sorrise a quelle parole e, dopo aver negato con la testa, gli
cinse il collo con le braccia e gli diede un bacio a freddo sulle
labbra. L'albino sgranò gli occhi per la sorpresa ma
non si ritrasse da quel contatto, cingendole a sua volta la vita con
le braccia.
Davanti
a loro, Yukiteru iniziò a voltarsi, non sentendo
più rumori, ma
Fede gli afferrò con forza la testa e lo fece tornare a
guardare in
avanti. Quei due meritavano davvero un po' di privacy.
Dopo
qualche secondo, Miwako si allontanò di qualche centimetro
per poi
abbracciarlo. “In questo momento voglio solo stare con
te.” disse
la ragazza e, prima che Zero potesse dire qualcosa, una voce maschile
disse “Vi ricordo che la base sta cadendo a pezzi, sarebbe
meglio
andare”.
Zero
e Miwako alzarono lo sguardo, ritrovandosi di fronte Ashuros che li
fissava dall'alto.
“Sai,
per essere un mago del tempo hai davvero un pessimo
tempismo.”
commentò Zero ghignando, per poi alzarsi insieme a Miwako. I
vari maghi si diressero verso l'uscita posta dall'altra parte della
stanza e, dopo alcuni minuti, riuscirono a trovare il cancello
principale, che venne prontamente distrutto da Dorein.
Non
appena furono fuori, si accorsero che il sole stava per sorgere e
Nikora si voltò verso la struttura alle loro spalle
“Che ne sarà
di tutti quei cloni?”
“La
struttura sta sprofondando, verranno schiacciate dalle
macerie.”
spiegò Ashuros senza voltarsi.
“Capisco...”
sussurrò la dragon slayer, camminando vicino a Miwako. Ora
come ora,
si sentiva molto più legata a lei e
avrebbe fatto di tutto per aiutarla, così come Miwako
avrebbe fatto
di tutto per aiutare lei.
“Bene,
ora possiamo tornare alla gilda! Dobbiamo festeggiare la riuscita
della missione!” esultò Yukiteru e tutti gli altri
approvarono
alla grande quella proposta.
*
* *
A
qualche
chilometro dalla base ormai persa, Six adagiò Arkens al
suolo. Gli
aveva fasciato il moncherino al braccio destro ma aveva bisogno di un
vero medico. Un rumore sospetto la fece voltare e si ritrovò
faccia
a faccia con Two. Alle sue spalle vi erano anche Five e Four.
“Siete
ancora vivi.” commentò Six.
“Sì,
di certo non grazie a te. Come sta il boss?” chiese Two
avvicinandosi ad Arkens che si svegliò in quel momento
“Keh, mi fa
piacere rivedervi... gli altri?”
Two
rimase in silenzio così come gli altri.
“Capisco...
mi
sorprende che voi due siate venuti fin qua.” disse Arkens
fissando
Four e Five il quale sorrise e disse “Ci hai pur sempre
salvato la
vita e noi ti abbiamo giurato eterna fedeltà... ma ho
comunque
sperato in una tua sconfitta”.
Arkens
rise di gusto a quelle parole mentre Two gli chiudeva la ferita con
il suo potere. Dietro di loro arrivò un uomo vestito da
maggiordomo:
Irginus.
“Master
Ruganax gradirebbe il vostro rientro. Deve fare un annuncio
importante.” disse Irginus prima di creare un portale
nell'aria.
Arkens, aiutato da Two si diresse verso il portale e, prima di
entrarci, pensò -Ci rivedremo ancora, Nikora.- ed
entrò, seguito
dai suoi compagni.
-
- -
Il
sole era ormai prossimo a sorgere e Almarok iniziava già a
risentirne. I suoi demoni stavano venendo respinti e la nebbia ormai
si stava diradando, inoltre il suo potere rigenerativo stava
cominciando ad esaurirsi.
Dei
proiettili lo colpirono alla spalla destra, facendolo ringhiare per
il dolore e, quando tentò di colpire Rex, questi venne
protetto da
una barriera creata da Enor. L'arcidemone
imprecò apertamente verso il cielo e decise di concentrarsi
sugli
altri avversari, soprattutto sul ragazzo assetato di sangue e la
ragazza con i suoi stessi poteri.
I
due,
in quel momento, lo attaccarono con due soffi del drago, ma Almarok
riuscì ad evitarli con un balzo, beccandosi una freccia nel
ginocchio che esplose al contatto con la carne. A
una decina di metri da lui, Drake incoccò un'altra freccia
nel suo
arco nero e la punta di essa iniziò a risplendere.
La
scoccò mirando al petto del nemico che, notando quanto fosse
pericolosa, decise di entrare in un portale d'ombra, evitando
l'attacco. Prima
che il ragazzo potesse trasformare l'arco in qualcos'altro, Almarok
uscì dalla sua ombra e lo colpì con un'artigliata
al petto.
Il
giovane cadde all'indietro, sorpreso del fatto che il suo corpo era
paralizzato ma poi vide delle piccole scariche elettriche sulle
unghie dell'arcidemone il quale si apprestò a trafiggerlo al
cuore.
Contrariamente
da quanto lui immaginato, Drake alzò di scatto una gamba,
colpendolo
al mento e facendolo barcollare.
L'arcidemone
si accorse della presenza di Mailar che, dopo aver ripreso il suo
potere originale, stavo controllando il corpo di Drake. Il ragazzo
sorrise al suo indirizzo e finì di trasformare l'arco in una
spada.
“Potresti
darmi ancora un aiutino?” chiese Drake Mailar, con un
movimento
delle dita, lo fece alzare di scatto, riuscendo a fargli colpire
Almarok con la sua lama. L'avversario
si allontanò di qualche passo, avvertendo poi una presenza
sopra di
sé.
Alzò
lo sguardo e vide Draco piombargli addosso con le mani ricoperte di
veleno plasmato per diventare delle lame. Il mago del veleno
cercò
di conficcargli le mani nel cranio ma Almarok riuscì ad
azzannargli
il braccio destro, scagliandolo poi a qualche metro di distanza.
Sputò
un po' di veleno insieme a gran parte dei suoi denti sciolti mentre
Draco, tenendosi il braccio ferito, si rialzò con il solito
ghigno
sadico sulle labbra.
“Sarai
anche un arcidemone ma finalmente il mio veleno inizia ad avere
effetto!” esclamò il giovane, prima che Rex
piantasse altri
proiettili nel corpo del nemico. Il
grosso lupo riuscì a richiudere parzialmente tutte le
ferite,
facendosi anche crescere dei nuovi denti.
Stava
di nuovo per lanciarsi all'attacco, quando avvertì una
sensazione
orribile. Come se tanti piccoli spilli gli stessero trapassando la
schiena. Si voltò lentamente e, con orrore, notò
che il sole era
ormai sorto.
“Il
sole è sorto!” urlò Drake
“Ora è vulnerabile, colpitelo con
tutto ciò che avete!!!” e scagliò altre
tre frecce addosso al
nemico, mentre Rex gli sparò il suo ultimo caricatore. Almarok
sacrificò il braccio sinistro per proteggersi il volto e
bloccò sia
le frecce che i proiettili che, comunque, gli distrussero l'arto.
Fu
il turno di Enor che, dopo averlo chiuso in tre sfere di vuoto, le
fece esplodere una dopo l'altra, partendo da quella più
interna. Dal
fumo che venne a crearsi uscì un Almarok pieno di ferite ma
l'assalto non era ancor ferito in quanto Draco e Mailar, la quale gli
aveva copiato il potere, lo colpirono con due soffi velenosi,
sommergendolo di veleno.
L'enorme
mole di veleno si appiattì subito sul terreno, iniziando a
sciogliere anche quello.
“E'
finalmente morto, quel bastardo?” chiese Draco sputando sul
veleno
altro veleno. I suoi sensi da drago però, gli risposero di
no e,
girandosi velocemente, lo vide sul bordo dell'altura. Gran parte dei
suoi muscoli erano in bella vista e il braccio sinistro era ormai
andato ma era ancora vivo.
“Luridi
umani, non è ancora finita. Un giorno vi divorerò
tutti!” urlò
Almarok prima di gettarsi di sotto. Draco lo inseguì subito
ma
appena si sporse, vide che era già scomparso.
“Bene,
direi che il nostro lavoro è finito...” disse
Drake, sentendo in
lontananza grida di giubilo “... e direi che anche gli altri
se la
sono cavata!”
“Penso
che tu abbia ragione, ora possiamo anche andare alla sede della
gilda.” disse Rex “Prima di tutto dobbiamo parlare
con Master
Aika”.
*
* *
Un
altro scontro, ugualmente importante, doveva ancora concludersi.
Nel
bosco, non troppo lontano dalla gilda, due figure femminili si
stavano ancora dando battaglia. Il
paesaggio intorno a loro sembrava simile a quello che ci si poteva
aspettare dopo il passaggio di un tifone.
Tantissimi
alberi erano stati sradicati o distrutti e il terreno erano pieno di
piccoli crateri ancora fumanti. Le due avversarie, invece, avevano i
corpi ricoperti di piccole ferite ma nulla di rilevante.
“Ti
ricordavo più forte, Aika.” disse Victorias
leccandosi le labbra.
Davanti
a lei, con due grosse ali di nebbia sulla schiena, Aika sorrise e
disse “Oh scusami, il fatto è che picchi come una
bambina perciò
devo adeguarmi al tuo misero livello”. Lo sguardo di
Victorias si
indurì di colpo e sibilò “Bada a come
parli, umana! Così
come ho tramutato quello sciocco di
Ryu in
un demone, posso rifarlo anche con altri membri della tua
gilda!”
Stavolta
fu lo sguardo di Aika ad indurirsi ma la voce che si sentì
non fu la
sua “Quindi sei stata tu... a trasformalo?”
Aika,
così come Victorias, si voltarono verso alcuni alberi e, da
dietro
ad uno di essi, uscì Miel. La ragazza aveva un grosso taglio
sul
braccio destro ma per il resto erano ferite di poco conto.
“Miel?
Cosa ci fai qui?” chiese Aika preoccupata per l'amica che
rispose
“Ryu mi ha attaccata e quando ho sfondato una parete della
gilda,
mi sono ritrovata poco lontana da qui...”
Victorias
scoppiò in una sonora risata e disse “Quindi Ryu
ha comunque
affrontato i suoi compagni? Questo sì che è
divertente!”
“Non
ti perdonerò mai...” sibilò Miel mentre
le ombre attorno a lei
iniziavano pian piano ad avvolgerla, partendo dalle gambe. Quel fatto
allarmò parecchio Aika ma qualcosa le diceva che, quello
strano
fenomeno, era una decisione di Miel.
Le
ombre avvolsero interamente Miel e la figura iniziò a
crescere
lentamente, sotto lo sguardo sorpreso dell'arcidemone. La coda si
allungò di parecchio e le orecchie da tigre crebbero insieme
al
corpo che si posizionò
su quattro zampe.
La
prima cosa che tornò visibile furono i due occhi azzurri
dalla
pupilla allungata che gelarono il sangue di Victorias. In pochi
istanti, l'intero corpo di un'enorme tigre dal manto azzurro fu reso
visibile e un potente ruggito scosse le ossa delle due ragazze
vicine.
Senza
esitare un solo istante, Miel scattò a piena potenza contro
Victorias la quale cercò di intercettarla con delle catene
ma la
tigre le evitò senza alcun problema, riuscendo poi ad
abbatterla con la sua mole, schiacciandola contro il terreno con una
zampa.
L'arcidemone
tentò nuovamente di colpirla con delle catene, ma Miel
usò l'altra
zampa per distruggerle senza problemi e, sotto
lo sguardo scioccato di Aika, azzannò il volto di Victorias,
iniziando a reciderle le carni e facendo schizzare il suo sangue.
L'arcidemone
iniziò ad urlare per il dolore e Miel, come se fosse
posseduta,
iniziò ad infierire anche con gli artigli, andando a
dilaniare il
petto e la faccia della donna che, con tutto l'odio che provava,
urlò
“Lurida umana, muori tra le più atroci
sofferenze!!!” e le
avvolse due catena attorno al torace che la folgorarono, facendola
ruggire per il dolore ma non mollò la presa e
continuò ad infierire
sulla donna.
Fu
quando strappò via un occhio a Victorias, che l'arcidemone
fece
uscire alcune catene nere dal suo petto. Tutte terminavano con un
peso e il rumore delle costole che si spezzavano echeggiò
nella
piccola radura mentre Miel veniva scagliata oltre Aika, abbattendo un
albero.
L'enorme
animale si rialzò incerto sulle quattro zampe e riprese ad
avanzare
verso il suo nemico ma Aika le si parò di fronte, posandole
una mano
sulla fronte. La maga delle ombre tornò, lentamente, alla
sua forma
umana. Stava piangendo.
“Aika...
lei... lei... ha fatto del male... a Ryu... io... io...” la
stanchezza e le ferite prevalsero sulla volontà di Miel che
svenne
tra le braccia della master. Dietro
di lei, Victorias si rialzò tenendosi una mano sull'orbita
ormai
vuota ed urlò “Spero che muoia tra qualche
settimana, continuando
a soffrire tutti i giorni! Quella lurida gattaccia
rimpiangerà il
giorno in cui mi ha...!!!”
“Taci”.
Le
labbra di Victorias si serrarono all'istante. Il cuore aveva preso a
batterle nel petto come se stesse per esplodere e solo in quel
momento si accorse che tutti
i rumori del bosco erano cessati. Il fruscio delle foglie, i versi
degli insetti e quelli degli uccelli notturni. Sembrava quasi che la
foresta fosse morta di colpo.
Pian
piano, iniziò a sentire freddo ma non era dovuto alle basse
temperature, quanto più alla paura che le stava stringendo
il cuore.
Davanti a lei, Aika, posò, con estrema delicatezza, Miel sul
terreno, scostandole una ciocca dei suoi capelli biondo-ramati dalla
fronte.
“Hai
lottato come una vera tigre Miel, ora riposati.”
sussurrò la
giovane per poi girarsi verso Victorias la quale non potè
far altro
che pentirsi di aver appena risvegliato un nemico troppo pericoloso.
Le
ali di nebbia si erano dissolte nel nulla, lasciando spazio ad
un'aura nera come la pece, contornata di rosso. L'aura andò
ad
espandersi, fino a coprire gran parte della radura e, man mano che si
espandeva, degli occhi completamente rossi si aprivano in
quell'oscurità, emettendo dei versi per nulla rassicuranti.
Quando
l'aura si fermò, vi erano dodici paia di occhi, alcuni
più in alto
e più grossi mentre altri erano più in basso
perfino di Aika la
quale si tolse la parte superiore del suo kimono, lasciandolo a
penzoloni dietro alle gambe.
La
grossa fascia bianca che le copriva il seno era strappata su un
fianco ma Aika se la strappò senza mezzi termini, lasciando
Victorias leggermente confusa. Prima che potesse fare qualsiasi cosa,
Aika recitò una stra formula in lingua antica per poi essere
avvolta
da uno strano bagliore rosso.
Dopo
pochi secondi, il bagliore svanì e dodici sottili linee
rosse
apparvero sul corpo di Aika: due sulle mani, due sugli avambracci,
due sulle spalle, due sulle clavicole, due poco sotto il seno e due
ai lati dell'ombelico. Di
punto in bianco, da queste linee rosse iniziò a fuoriuscire
del
sangue che colò sul terreno ma, oltre al liquido rosso,
uscirono
anche dei fogli di carta.
Erano
larghi una decina di centimetri e lunghi venti. Non appena furono
interamente usciti dal corpo di Aika, le ferite riassorbirono il
sangue e si chiusero mentre i dodici foglietti iniziarono a volarle
intorno.
Lentamente,
la ragazza i rimise il kimono per poi aprire le mani con i palmi
rivolti verso il cielo. I dodici foglietti di andarono a posare su di
esse, dividendosi in due gruppi da sei. Erano interamente bianchi,
fatta eccezione per un simbolo nero disegnato sopra ad essi e ogni
simbolo era diverso dall'altro.
Victorias,
senza volerlo, iniziò a piangere e cadde in ginocchio,
iniziando a
chiedere pietà “Ti prego, non usarli, ti prego,
non voglio più
provare un simile dolore... ti supplico! Me ne andrò e non
mi vedrai
mai più, promesso!!!”
Lo
sguardo di Aika non si addolcì neanche lontanamente e, sfogliando
i vari foglietti, disse “Con chi potrei iniziare? Nezumi
mi sembra una buona scelta. Sì, penso che
inizierò con lui.” e,
dopo aver messo tutti gli altri foglietti nella mano sinistra,
alzò
un solo foglietto “Mostrati a me, spirito guardiano del
topo!”
Il
foglietto iniziò a brillare, trasformandosi poi in una
pallina
luminosa grossa quanto una mano che assunse le sembianze di un topo.
Quando il bagliore svanì, un roditore dal pelo grigio si
posò sulla
mano di Aika. Aveva
gli occhi completamente neri e i baffi bianchi. Alle orecchie portava
due piccoli orecchini d'oro e la coda era interamente rivestita del
prezioso materiale mentre una specie di piccolo gilet rosso era il
suo unico indumento.
“Oh,
quanto tempo Aika! Sono anni che non mi evochi!”
esclamò il topo
alzandosi sulle zampe posteriori ma il suo tono gioviale
svanì non
appena vide lo sguardo di Aika. Senza dir altro, si voltò
verso
Victorias e chiese “Posso procedere?” e
la sua padrona, con voce glaciale, disse “Sì,
eliminala”.
Il
roditore saltò a terra ed iniziò a squittire
senza alcun apparente
motivo ma, dopo pochi secondi, una trentina di piccoli portali magici
apparirono ai suoi alti e, da ognuno di essi, uscirono decine e
decine di topi i cui colori variavano dal bianco al marrone al grigio
al bianco.
Tutti
i roditori iniziarono a zampettare velocemente
verso
Victorias che, dopo aver creato decine di catene, iniziò a
frustare
il terreno, distruggendo i loro piccoli corpi ma si accorse dopo
pochi secondi che, molti di quei roditori si erano attaccati ad esse
e le stavano rosicchiando senza problemi. Cambiò tattica e
creò
diverse catene elettrificate ed infuocate ma ormai i topi erano
troppo vicini e alcuni di essi le saltarono sul braccio destro,
iniziando a divorarla.
Senza
alcuna ombra di esitazione, Victorias avvolse sue catene intorno al
braccio e se lo strappò via, gettandolo addosso ai topi che
lo
divorarono interamente in pochi istanti. I
piccoli mammiferi si voltarono verso di lei, con i musetti sporchi di
sangue e, anziché assalirla di nuovo, tornarono dentro ai
piccoli
portali che svanirono nel nulla.
Nezumi
saltò sulla spalla di Aika che, nel mentre, aveva estratto
un altro
foglietto “E' il tuo turno, Kokku.
Mostrati a me, spirito guardiano del gallo!”
Il
foglietto, come il precedente, brillò
di luce bianca e diventò una sfera, stavolta grossa quanto
un'anguria che, in pochi istanti, assunse la forma di un gallo. Il
pennuto andò ad adagiarsi sull'altra spalla di Aika.
Benchè
fosse un semplice gallo, la sua cresta era dorata e le piume
variavano dal verde smeraldo fino al dorato, risplendendo sotto i
primi raggi di luce del sole. Con i suoi occhi rossi, il gallo
guardò
Aika “Oh Aika! Quindi ti sei ricordata di noi alla fine!
Sempre
detto che non c'è da fidarsi di voi umani, siete troppo
smemorati!”
“Kokku,
finisci il nemico.” sibilò Aika e il
gallo, individuando Victorias disse “Ricevuto”.
Saltò
giù dalla spalla ed aprì le ali verso l'esterno.
Tutte le piume
iniziarono a brillare di luce propria e una piccola sfera di luce si
creò davanti al suo becco, diventando via via sempre
più grossa.
“Penso
che tu ti ricordi di Kokku.” disse Aika, fissando Victorias
“In
fondo, ha spazzato via duemila demoni con un solo colpo e penso che
tu ti ricordi bene qual'è il suo effetto più
forte”.
Victorias,
tenendosi il moncherino, iniziò a singhiozzare. Sapeva fin
troppo
bene che il potere di quel gallo era legato alla luce solare e, se il
sole stava sorgendo, il suo potere offensivo era mille più
forte del
normale.
Quando
il gallo ebbe finito la carica, aprì di scatto il becco e
l'ultima
cosa che Victorias vide fu un flash accecante. Un cono di luce di
dimensioni abnormi investi l'arcidemone, devastando anche il bosco
alle sue spalle. L'attacco duro una manciata di secondi ma furono
più
che sufficienti per creare una linea di terra devastata lunga una
ventina di chilometri e larga uno.
Di
Victorias, nessuna traccia.
Lo
sguardo di Aika parve rasserenarsi
e alle
sue spalle arrivarono Stefan, Penny e Lyra che fissarono a bocca
aperta la devastazione davanti a loro. Nessuno
dei tre osò fiatare ma Penny si avvicinò
preoccupata a Miel,
sospirando di sollievo nel constatare che era ancora viva.
“Lyra,
vedo che anche tu sei sana e salva.” disse Aika, girandosi
verso la
maga del take over e sorridendole.
“Aika,
sei stata tu a lanciare quell'attacco?” chiese Stefan
leggermente
intimorito. La master annuì sorridendo “Un certo
arcidemone
meritava un trattamento speciale”. La ragazza fece appena due
passi
per poi crollare in avanti ma l'intervento del mago del fulmine le
impedì di sbattere il volto sul terreno. Si era addormentata.
A
qualche
metro di distanza, Penny scoppiò in una breve risata
“Abbiamo
davvero un ottimo master!” e nessuno osò mettere
in dubbio quelle
parole. Qualche
istante dopo, arrivò anche Leo, insieme a Ryu, e tutti
furono felici
di vederlo sano e salvo.
“Ora
che si fa?” chiese Penny, aiutando Stefan a caricarsi Miel
sulle
spalle mentre Lyra prendeva Aika.
“Direi
di tornare alla gilda, probabilmente anche gli altri andranno
lì.”
propose Leo e gli altri annuirono.
*
* *
Dopo
circa tre ore, tutti i maghi di Last Hope, esclusi quelli in
missione, erano nella sala della gilda. Tutti erano visibilmente
scontenti del fatto che, dopo una battaglia assurda come quella che
era appena termitana, non potevano neanche bere qualcosa dato che era
stato tutto distrutto da un certo mago e gli sguardi di rimprovero
indirizzatati a Leo facevano ben capire chi fosse.
“Bene
ragazzi!” disse Aika, appena svegliatasi, salendo sul bancone
semi
distrutto del bar “Prima
di tutto, vorrei dire grazie a tutti quanti voi per aver difeso la
città con successo, avete fatto un lavoro con i
contro-fiocchi!”
I
maghi lì riuniti esultarono, chi più e chi meno
sia per le ferite
riportate sia per il poco entusiasmo che provavano di solito.
“Come
saprete, tre dei nostri compagni si sono rivelati essere dei
traditori ma sono stati prontamente sconfitti e questo è
ciò che si
meritano! Ora, vorrei presentarvi adeguatamente i nostri nuovi
membri, che ci hanno aiutato nella battaglia di poc'anzi!”
disse
Aika e alcuni dei maghi si fecero avanti.
Mailar,
Draco, Rex, Enor, Drake, Layla e Lidya vennero accolti con urla
gioiose e applausi ma ovviamente gente come Draco e Mailar non
sembrarono apprezzare tutta quella attenzione.
“Ora
devo avvisarvi che da domani ricominceranno i lavori di
ristrutturazione e il nostro caro Angel darà una
mano!” aggiunse
Aika lanciando un'occhiata a Leo che annuì in silenzio
“Per
concludere, esultiamo tutti insieme perché i nemici sono
stati
nuovamente respinti e Last Hope ha vinto ancora!!!”
Tutti
quanti, sempre escludendo i soliti guastafeste solitari e sempre
incazzati, esultarono a gran voce. Aika aveva ragione, Last Hope era
ancora in piedi ma mai, come adesso, il nemico era arrivato tanto
vicino alla vittoria e, se non ci fossero stati i nuovi arrivi,
probabilmente molte persone innocenti sarebbero morte.
Aveva
vinto ma... per quanto tempo avrebbero continuato a vincere?
*
* *
Urla
indemoniate echeggiavano nelle segrete della gilda Eternal Darkness.
Dentro una capsula di vetro, pena di liquido azzurro, c'era Victorias
che, a vederla ora, non ricordava minimamente una bella donna ma
bensì una vecchia strega che si era appena gettata nel magma.
Una
risata fragorosa risuonò tra le pareti di roccia e un
ragazzo
avvolto in un mantello nero si fece beffe della donna “Sei
davvero
ridotta male, Victorias!”
“Taci!!!
Voglio
la mia vendetta!!! Voglio eliminare quell'insulsa sacerdotessa e
anche quella gattaccia!!!” tuonò la donna urlando
poi per il
dolore. Oltre al braccio destro e all'occhio sinistro mancanti, aveva
la pelle piena di bruciature, la cassa toracica era gravemente
danneggiata e i
suoi capelli erano per lo più andati.
“Ora
come ora puoi solo stare lì a rigenerarti. Ti
farò sapere notizie
da Ruganax.” disse il giovane prima di uscire dalla sala.
Lungo un
corridoio incontrò Five e Two, chiedendogli come stesse
Arkens.
“Sta
bene.” disse Two “Si riprenderà in
qualche giorno”.
“Molto
bene, Ruganax ha bisogno di tutti gli alleati disponibili!”
disse
il ragazzo sorridendo
prima di oltrepassarli ed entrare in una grossa sala. La sala di
Ruganax dove, il suddetto master, se ne stava seduto sul suo trono
nell'ombra.
“Entrambi
le missioni sono fallite.” disse Ruganax “Per lo
meno abbiamo
recuperato dei dati e u centinaio di cloni di quella ragazza, li
useremo per creare dei nuovi demoni”.
“Buona
idea, tutta via ora Last Hope ha nuovi maghi e Aika ha deciso di
combattere seriamente.” disse il giovane, ripensando al
rapporto di
Victorias.
“Anche
noi se è per questo ma abbiamo bisogno di ancora
più rinforzi e
penso di sapere dove trovarli.” disse Ruganax i cui denti
bianchi,
affilati come rasoi, vennero messi in mostra da un sorriso sadico.
“E
dove, di grazia?” chiese il ragazzo.
“Vicino
alla fascia sconosciuta, in due regni diversi, vi sono due gilde
oscure particolarmente votate ad eliminare umani. Sembrano
più
attratte dai demoni.” spiegò Ruganax
“Prendi un arcidemone e
mandalo in una gilda oscura per convivere quegli sciocchi ad unirsi a
noi, tu andrai nell'altra!”
Il
ragazzo fece un inchino ed uscì dalla stanza, trovandosi
Irginus di fronte.
“Chiama
Aghisa, ho un compito per lei.” sibilò il giovane
con un sorriso
inquietante. Era ora di fare sul serio e uno dei cinque arcidemoni
più forti faceva proprio al caso suo.
Angolo
dell'autore:
Questo
capitolo fa schifo. Se
siete arrivati fino a qua, vi siete appena tirati 32
pagine (già niente di assurdo) di inutilità fatta
a capitolo!
Non
so perché ma questo capitolo mi dice veramente poco poi
sarete voi a
giudicare. Mi scuso subito con i proprietari degli OC che non sono
apparsi in questo capitolo ma non potevo di nuovo metterli tutti...
soprattutto per quelli che mi hanno mandato nuovi OC (siete 7 o 8) ne
ho potuti aggiungere solo due in quanto gli altri sono arrivati dopo
che avevo già deciso alcune cose.
Nel
prossimo capitolo ci saranno tutti, promesso. Inoltre in questo
capitolo sono presenti 2/3 citazioni o scene copiate da altri anime e
manga, vediamo se le riconoscete! Chiedo scusa per averle copiate ma
erano troppo belle e perfette per il momento!
Ultimo
avviso e più importante: NON AGGIORNERO' PIU' NULLA FINO AL
10 DI
SETTEMBRE o giù di lì per alcune cose che non sto
qua ad annoiarvi,
perciò fatevi bastare queste 32
(ora 33)
pagine!
Ultimissima
cosa: dato che ormai sono già 19 capitoli (21 con riassunto
e
prologo) e gli oc ormai supereranno i 50, voglio farvi un regalo:
potete, nella recensione, farmi una domanda qualunque sulla fic
(spoiler, curiosità, ecc...) e io vedrò se
potrò rispondervi ^^
Alla
prossima, chaos!!!
P.S:
chiedo venia per eventuali errori di grammatica ma in 32 pagine
può
sfuggirmi di tutto!
|
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Capitolo 22 *** Capitolo 20 ***
Capitolo
20
La
domenica era il giorno preferito di moltissime persone. I vari negozi
erano chiusi, le famiglie potevano riunirsi dopo una settimana
sfiancante e divertirsi tutti insieme, lasciando da parte la fatica e
il duro lavoro.
“Maledizione,
non ne posso più di lavorare!!!”
Tuttavia
non tutti potevano godersi quella giornata.
“Smettila
di lamentarti e passami un'altra asse di legno.” disse Amlach
visibilmente seccato, lanciando un'occhiataccia alla bionda che
levitava dietro di lui. Misaki sbuffò sonoramente e, con il
suo
potere, alzò una grossa asse di legno, accostandola poi alla
parete.
Il moro ringraziò e iniziò a fissarla con chiodi
e martello.
“Ehi,
Amlach! Vuoi fare una pausa?” chiese Hana, mostrandogli una
bottiglia d'acqua.
“Sì
grazie, arrivo subito.” disse il licantropo per poi guardare
Misaki. La maga sospirò e fece scendere il ragazzo, rimasto
a
mezz'aria fino a quel momento, per poi scendere a sua volta. Entrambi
presero un bicchiere d'acqua, osservando l'interno della gilda.
La
grossa sala ove, solitamente, i maghi di Last Hope trascorrevano
delle piacevoli ore di relax, bevendo, mangiando o semplicemente
chiacchierando, era in completa ristrutturazione.
Dopo l'ultimo
assalto dei demoni, avvenuto due giorni prima, l'intera stanza era
stata ridotta ad un campo di battaglia così Aika aveva
ordinato ai
vari maghi di occuparsi della sua ristrutturazione. Ovviamente non
tutti erano stati d'accordo ma non avevano potuto ribattere.
“Ehi,
vedete di non oziare troppo. Fino a quando la gilda non
tornerà come
prima, non potremo divertirci!” disse un ragazzo
avvicinandosi a i
tre.
“Oh
CJ! Non preoccuparti, stanno solo bevendo un sorso d'acqua.”
lo
rassicurò Hana, osservando poi il piccolo carretto pieno di
pietre,
spinto dal castano “A che servono le pietre?”
“Per
il caminetto.” spiegò il ragazzo “Le
vecchie pietre sono state
completamente congelate e non erano riutilizzabili”.
“Muoviti
CJ! Il caminetto non si costruirà da solo!” lo
richiamò Angel,
trasportando due sacchi di cemento, seguita a ruota da Hayato,
intento a trasportarne quattro.
“Sì
sì, arrivo. Ma perché non risolvono il tutto con
una magia?”
chiese CJ sbuffando e Hayato, sorridendo, rispose
“Perchè così
possiamo rafforzare il nostro corpo. E' già tanto che Aika
ci abbia
permesso di utilizzare i nostri poteri”.
Il
mago del fuoco alzò gli occhi al cielo, per poi spingere
nuovamente
il carretto. Amlach lo osservò per qualche secondo quando
qualcos'altro catturò la sua attenzione “Stiamo
per finire le assi
di legno”.
“Vado
a riferirlo a Gigi.” disse Hana per poi allontanarsi, mentre
gli
altri due maghi ripresero a lavorare. La maga dell'acqua si
avvicinò
all'uscita, evitando al pelo Hiro. Il ragazzo si scusò per
la fretta
e uscì prima di lei, trasportando sulla schiena un grosso
cesto
pieno di legna rovinata. Hana lo seguì pochi secondi dopo.
Fuori
dalla gilda, subito sulla destra, c'era un grosso focolare ravvivato
da Rahl dove veniva bruciata la legna inutilizzabile, insieme ai vari
mobili distrutti. Sulla sinistra, invece, Giada e Mailar, la quale le
aveva copiato i poteri, stavano facendo crescere degli alberi.
Non
appena ebbero finito, Byakuya e Hanako li tagliarono con una
precisione incredibile, creando così delle nuove assi di
legno. In
pochi istanti, Leo, aiutato da due grossi demoni gorilla, le
caricò
su tanti piccoli carretti.
“Non
abbiamo ancora finito?” chiese Giada con le lacrime agli
occhi “Il
mio cuore non potrà sopportare ancora questo
dolore!”
“Credo
che ci vorrà ancora un po'...” commentò
Hanako, asciugandosi la
fronte.
“Angel,
ad Amlach servono delle altre assi.” disse Hana avvicinandosi
ai
compagni. Il mago evocatore annuì e, guardando uno dei suoi
demoni,
disse “Prendi un carretto e portalo ad Amlach.” e
la creatura
eseguì.
“Come
sta andando?” chiese Leo.
“Il
pavimento è come nuovo ma per le pareti ci metteremo un po'.
Tra
poco ci sarà anche il cambio con gli altri.”
spiegò Hana.
Quella
era stata una gran bella idea. Anziché utilizzare tutta la
manodopera possibile, Aika aveva deciso che solo una ventina di maghi
avrebbero lavorato nello stesso momento per poi congedarsi a
metà
giornata e lasciare il resto agli altri maghi.
“Ehi
ragazzi! Ho fatto un po' di acquisti!” urlò una
ragazza,
atterrando a pochi metri da loro con il suo grifone. Una lucertola
umanoide scese dall'animale insieme alla ragazza che aveva urlato.
“Bentornata
Lias!” disse Giada sorridendo “Cos'hai
comprato?”
“Un
po' di viveri e bevande energetiche per tutti.”
spiegò la
domatrice sorridendo, per poi passarle un succo di frutta alla pesca
che la bionda bevve tutto d'un fiato.
I
vari maghi presenti presero qualcosa da bere o da sgranocchiare,
dopodichè Lias entrò nella gilda, portando
qualcosina agli altri
maghi. Ad un certo punto, però, notò Penny
intenta a sbirciare
dentro l'infermeria.
“Ehi
Penny, cosa stai...?” iniziò Lias ma la compagna
le tappò la
bocca intimandole con lo sguardo di far silenzio. Un grosso punto
interrogativo comparve sulla testa di Lias che si limitò ad
annuire.
Penny
tornò immediatamente a sbirciare e l'amica, ora molto
curiosa,
sbirciò a sua volta. La prima cosa che vide furono i vari
lettini
dell'infermeria. Sul più vicino c'era distesa Miwako,
intenta a
dormire profondamente. Benchè fosse tornata tutta intera,
Aika le
aveva imposto di restare a riposo per qualche giorno.
La
cosa che però catturò maggiormente l'attenzione
di Lias fu la
presenza di Miel e Ryu, seduti una di fianco all'altro, sullo stesso
lettino. La maga delle ombre aveva il braccio sinistro ingessato e
diverse bendature sul corpo mentre Ryu sembrava il cosplay di una
mummia: interamente bendato fatta eccezione per l'occhio sinistro, i
capelli e la bocca.
“Quindi
quella lì ti ha fatto il lavaggio del cervello con un
bacio?”
chiese Miel, fissando il cielo fuori dalla finestra.
“Sì...
anche se, in teoria, ha solo suscitato il demone dentro di me a
uscire in quel momento... mi dispiace, arei dovuto
dirtelo...”
disse Ryu, tenendo lo sguardo basso, quando avvertì un
calore
rassicurante sulla sua mano sinistra.
Spostò
leggermente lo sguardo e vide che Miel aveva posato la mano destra
sulla sua. Senza neanche pensarci troppo, le strinse dolcemente la
mano e la “presa” fu subito ricambiata.
Miel
si voltò verso di lui, osservando per qualche secondo
quell'occhio
arancione che l'aveva colpita fin da subito “Mi piace molto
il
colore dei tuoi occhi”.
“Davvero?”
chiese Ryu sorpreso. Di solito le persone erano piuttosto intimorite
da esse.
Miel
annuì sorridendo “Non capisco perché tu
debba tenerli coperti con
quegli occhiali da snowboard, nessuno ti dirà niente, anzi,
sono
sicura che piaceranno a molti”.
“Forse
hai ragione.” ammise Ryu, accennando un sorriso.
“E
per la storia del bacio...” riprese Miel lasciando il mago
del
ghiaccio sulle spine “... non farne una tragedia. La cosa mi
da
fastidio ma in quel momento eri da solo contro un arcidemone. E' un
miracolo che non ti abbia ucciso in quel momento”.
-Smettila
di girarci attorno e bacialo!!!- pensò Penny, mordendo il
suo album
dei disegni.
Ryu
annuì, leggermente sollevato dalla cosa. Almeno non era
arrabbiata
con lui. Incrociò nuovamente lo sguardo con la ragazza e,
sotto le
bende, non potè fare a meno di arrossire, notando quanto
fosse
vicina. La stessa reazione si potè vedere sulle guance di
Miel.
-Dai,
andiamo... potete farcela!- pensò penny, prendendo in mano
una
matita.
I
due maghi si osservarono per qualche secondo, iniziando lentamente ad
avvicinarsi, sotto lo sguardo elettrizzato di Penny e quello
affascinato di Lias.
Nel
silenzio dell'infermeria, le loro labbra si unirono. Entrambi
chiusero gli occhi ma Ryu, prima di farlo, notò con la coda
dell'occhio che Miel stava scodinzolando ma si trattenne dal
farglielo notare. Niente doveva rovinare quel momento.
Lias
li osservò per qualche secondo, accorgendosi poi del fatto
che Penny
era completamente impegnata a rappresentare quella scena su di un
foglio. Le stava venendo anche bene tra l'altro.
Ryu
e Miel rimasero fermi in quella posizione per qualche secondo, quando
la porta si aprì di botto e Aika entrò
velocemente, senza rendersi
conto di quanto stava accadendo.
“Ehi,
ragazzi! Come vanno le ferite?” chiese la master sorridendo,
per
poi notare Miel e Ryu seduti vicini, intenti a fissarla con sguardo
imbarazzato.
“Ehm...
ho interrotto qualcosa?”
“Aika,
brutta scema! Ora non potrò concludere il disegno del loro
primo
bacio!” protestò Penny entrando nella stanza
agitando le braccia.
“P...
primo bacio?!? Non lo sapevo!!!” si difese Aika cercando di
calmare
Penny quando Miel chiese “Penny... ci stavi
spiando?”
“Io...
ehm...” disse Penny forzando un sorriso per poi scattare
fuori
dall'infermeria, trascinando con sé Lias. Miel
sospirò sonoramente,
per poi accorgersi di Aika la quale si era inchinata “Vi
chiedo
scusa! Avrei dovuto bussare!”
“M...
master! Non essere ridicola! Questa è la tua
gilda!” disse Miel
visibilmente a disagio.
“Ammettilo
che volevi continuare!!!” urlò Penny a distanza di
sicurezza. Miel
si rabbuiò per un istante, creando una spada d'ombra ed
alzandosi
dal lettino “Ora la uccido...” ed uscì
dall'infermeria,
lasciando Aika in compagnia di Ryu e Aika.
“Così
tu e Miel siete diventati più intimi, eh?” chiese
Aika con uno
strano sorrisetto sulle labbra. Ryu arrossì nuovamente ma,
prima che
potesse parlare, Aika alzò una mano per fermarlo
“Non
preoccuparti, non devi per forza rispondermi. L'importante è
che,
finalmente, tu ti senta parte di qualcosa e questo mi rende molto
felice”.
Il
mago del ghiaccio si limitò a sorriderle. La master si
spostò
vicino a Miwako che si era appena svegliata.
“Come
ti senti?”
“Molto
meglio.” rispose Miwako “Ormai non sento
più alcun tipo di
dolore”.
“Meno
male. Non hai idea della paura che ho avuto non appena vi ho visti
tornare conciati così male.” disse Aika sedendosi
ai piedi del
lettino.
“Mi
dispiace di avervi fatto preoccupare...” disse Miwako.
“Ah,
non preoccuparti. Nemmeno io avrei mai potuto prevedere una cosa
simile... e comunque c'è qualcuno che vorrebbe
vederti!” disse
Aika, per poi indicare la porta. La maga del sangue si girò
verso di
essa e vide Anya, Hayato e Zero sull'uscio della porta. Tutti e tre
sorridenti.
“Ragazzi...”
“Bene,
vi lascio soli!” esclamò Aika, per poi superare i
tre ed andarsene
nel suo studio.
“Ci
dispiace non essere venuti prima... con i lavori di ristrutturazione
e quant'altro non abbiamo avuto molto tempo.”
spiegò Hayato
grattandosi una guancia mentre Anya si limitò ad abbracciare
Miwako,
lasciandola sorpresa.
“Tu
sei una delle poche vere amiche che ho... non farmi preoccupare
così
mai più!” disse l'amazzone rafforzando leggermente
la presa.
Miwako,
stranamente, sentì gli occhi pizzicare ma riuscì
comunque a
ricambiare l'abbraccio. Purtroppo per lei, quel momento di purezza
durò pochi secondi, dato che Anya le cinse il collo con un
braccio
e, pizzicandole dolcemente la guancia con la mano libera, le chiese
“E così tu e Zero avete deciso di fare un passo in
avanti, eh? Lo
dicevo io che voi due eravate fatti l'uno per l'altra!”
La
maga del sangue arrossì immediatamente e si voltò
nella direzione
opposta rispetto ad Anya che, sorridendo, chiese “Non conosci
il
detto 'Chi tace acconsente'?”
“E...
e se anche fosse?” chiese la mora, spostando lo sguardo su
Zero il
quale ricambio lo sguardo sorridendo. Miwako sorrise a sua volta,
dando un'ulteriore conferma alla sua compagna.
“Bene,
è ora di tornare al lavoro! Voglio finire quanto
prima!” esclamò
Anya alzandosi dal lettino per poi guardare Ryu e dirgli
“Ehi, il
colore del tuo occhio non è affatto male!”
Ryu
le sorrise di rimando e, non appena furono usciti, prese in mano i
suoi occhiali da snowboard.
-Credo
proprio che non mi serviranno più...- pensò il
ragazzo per poi
ricoprirli con un sottile strato di ghiaccio e gettarli in un cestino
poco lontano. Ormai sapeva di non dover più temere il
giudizio dei
suoi compagni.
Per
tutt'altra questione, invece, Penny doveva temere Miel che, malgrado
le varie ferite, la stava inseguendo da diversi minuti. La giovane
disegnatrice accelerò la corsa e, correndo a zig zag tra gli
alberi
del bosco in cui era finita, riuscì a nascondersi dietro ad
una
grossa quercia.
La
maga delle ombre le sfrecciò di fianco, continuando a
correre in
mezzo agli alberi. Per fortuna la rabbia, oppure il desiderio di fare
a pezzi il disegno, le aveva dato lo svantaggio di non far troppo
affidamento sui suoi sensi sviluppati, altrimenti si sarebbe accorta
subito della sua presenza.
Penny
vide la sagoma della sua amica svanire nell'oscurità e
potè tirare
un sospiro di sollievo.
“Cosa
le hai fatto per farla irritare così tanto?”
chiese una voce
maschile alle sue spalle.
La
giovane si voltò di scatto, trattenendo a stento un urlo, e
la prima
cosa che le venne in mente fu quella di mandare a quel paese l'albino
che le aveva appena fatto prendere un infarto.
“Ashuros,
che diavolo ci fai qui?”
“Ti
ho portato le barrette di cioccolata che ti avevo promesso prima di
partire. Da quanto mi hanno riferito, te le sei meritate.”
spiegò
Ashuros porgendole un sacchetto di carta.
Gli
occhi della ragazza si illuminarono e, dopo aver strappato di mano il
sacchetto all'albino, lo aprì, osservando con sguardo
sognante le
barrette di cioccolata presenti al suo interno.
“Bene,
il mio conto è saldato.” disse Ashuros per poi
voltarsi e
dirigersi verso la gilda, quando all'improvviso la vista gli si
annebbiò e le gambe gli cedettero. Si appoggiò
all'albero più
vicino e, per motivi a lui sconosciuti, si ritrovò con il
fiatone.
Si
portò la mano destra davanti al volto e sgranò
gli occhi per la
sorpresa e l'orrore nel vedere che la sua mano era pressoché
scheletrica, priva di carne e pelle.
“Ehi
Ash, tutto bene?”
L'albino
si girò di scatto, notando che Penny era dietro di lui ed
era anche
preoccupata.
“Sì,
sto bene, solo un giramento di testa.” disse Ashuros forzando
un
sorriso e, prima che Penny potesse indagare oltre, una voce
risuonò
nel bosco “Eccoti qua, razza di ficcanaso maniaca dei
disegni!!!”
“Scusa
ma devo andare!” urlò Penny prima di riprendere a
correre con Miel
alle calcagna. Ashuros le osservò per qualche secondo,
portando poi
lo sguardo sulla sua mano. Era tornata normale.
Chiuse
gli occhi, facendo un bel respiro profondo.
-Quindi...
hai deciso di uscire dall'ombra nella quale sei caduto?-
*
* *
Ci
vollero altri due giorni, ma alla fine la gilda era di nuovo come
prima!
“Bene,
faccio i miei più sinceri complimenti a tutti voi! Avete
lavorato
duramente e si vede! Ora, per celebrare la rinascita di questo posto,
facciamo festa!!!” urlò Aika, ricevendo grida di
approvazione da
parte di tutti.
Come
da tradizione, non passarono che pochi minuti prima che una nuova
rissa scoppiasse al centro della sala e che molti dei presenti ci
prendessero parte.
Tuttavia,
c'erano alcune persone che preferivano occuparsi d'altro e, una di
queste, era Yelle. La maga dell'aria era in piedi davanti ad un
tavolino, posto poco lontano dalla rissa. Alla sua destra erano
seduti Edward e Drake, che aveva già stretto amicizia con
molti dei
maghi, mentre alla sua sinistra c'era Lyra.
“Ehi
ragazzina, perché diavolo ci hai chiamato qui?”
chiese Edward,
leggermente annoiato.
“Ora
lo scoprirai, Edy!” disse la maga tutta emozionata
“E' una cosa
che ho notato da poco e tu, Drake, ne sarai testimone!”
“Non
credo di avere un ruolo cruciale in tutto ciò... ma se ti
rende
felice, vai avanti.” disse Drake sorridendo, ricevendo una
veloce
occhiataccia da parte di Edward.
“Dunque,
prima di tutto, come vi chiamate?” chiese Yelle, indicando il
mago
del veleno e la maga del Take Over.
“Edward...”
rispose il primo, ancora più annoiato.
“Lyra.”
rispose la seconda, leggermente confusa per quella domanda. Che in
realtà soffrisse di amnesia?
“Bene,
mentre il vostro cognome?” chiese ancora Yelle.
“Yoshina.”
dissero i due in coro per poi scambiarsi un'occhiata sorpresa,
lasciando leggermente sorpreso anche Drake.
“Lo
sapevo!!! Non me l'ero immaginato! Voi due avete lo stesso cognome!
Significa che siete parenti?” chiese Yelle ancora
più emozionata.
“Ne
dubito fortemente...” commentarono i due Yoshina in coro,
smontando
la vivacità di Yelle.
“Io
ho solo una sorellina e non si chiama Lyra, inoltre non è
una maga.”
spiegò Edward, bevendo un bicchiere di vino.
“Io,
invece, non ho mai avuto fratelli... forse siamo parenti alla
lontana.” ipotizzò Lyra battendosi un dito sul
mento “Fa
comunque piacere incontrare uno di famiglia!”
Edward
la osservò per qualche secondo poi, sorridendo, disse
“Immagino
che tu abbia ragione”.
“Ehi
ragazzi! Non venite a divertirvi anche voi?” chiese un
ragazzo
avvicinandosi con un'andatura barcollante.
“Rex...”
iniziò Drake “... sei ubriaco?”
“Ubriaco?
Ma va!!!” disse Rex agitando una mano come a voler scacciare
qualcosa. Dietro di lui apparve Enor che, a quanto pare, stava
cercando di convincerlo a tornare nei dormitori.
“Sei
impazzito Enor?!? Questa è una delle feste più
belle degli ultimi
tempi!!! Non me ne andrò prima di aver fatto un bel po' di
baldoria!!!” urlò Rex sorridendo.
“Secondo
me ne hai già fatta abbastanza...”
commentò Enor con un
sorrisetto tirato ma Rex, sotto gli effetti dell'alcool,
ribattè
“Non sia mai che il Re della Tempesta abbandoni una festa per
primo!”
I
maghi più vicini a lui si girarono contemporaneamente nella
sua
direzione, lasciando sorpresa Yelle che aveva solo inclinato la testa
di lato.
“Il
Re della Tempesta?” chiese Michael fissando il pistolero.
“Quel
famoso ricercato con un potere magico estremamente potente?”
aggiunse Stefan, mentre delle piccole scariche elettriche si
formavano sulle sue braccia.
Davanti
ai due si palesò Shi, con un sorriso poco rassicurante sulle
labbra,
intento a scrocchiarsi le nocche.
“Quindi
sei un mago con i contro fiocchi eh? Vediamo quanto vali!”
disse il
blu prima di lanciarsi addosso a Rex, imitato da altri maghi. Enor si
spostò all'ultimo per due motivi: il primo era che Rex
poteva
tranquillamente cavarsela da solo, seppur ubriaco, e il secondo,
motivo più importante, era che c'era qualcun altro che
doveva essere
fermato.
Volse
velocemente lo sguardo verso un punto abbastanza lontano dalla rissa,
individuando Miyuki intenta a lucidare la sua accetta. Di fronte a
lei arrivò Draco e il suo sguardo era tutto
fuorché amichevole.
La
maga del sangue alzò lo sguardo, incrociandolo con quello di
Draco.
Dopo neanche un secondo, lo riportò sulla sua accetta,
continuando
ad affilarla.
“Ehi,
mocciosa... non mi piace per niente il tuo sguardo.”
sibilò Draco.
“Invece
la tua faccia mi fa ribrezzo, ma non per questo vengo a darti
fastidio.” ribattè Miyuki senza interrompere il
suo lavoro.
“Bada
a come parli, potrei seriamente arrabbiarmi.” disse Draco,
iniziando lentamente ad accumulare potere magico.
“Oh
che paura...” disse Miyuki poco convinta, prima i puntargli
la lama
della sua arma alla gola “Che ne dici se ti stacco
direttamente la
testa?”
Draco
mostrò un ampio ghigno per poi addentare la lama che
iniziò a
sciogliersi pian piano. Miyuki alzò un sopracciglio e, dopo
aver
ritirato l'arma, osservo i danni provocati da quella specie di acido.
“L'avevo
appena finita di affilare...” sibilò Miyuki prima
di ricoprirla
con uno strato di sangue e menare un fendente al collo di Draco che
rimase impassibile. La ragazza sgranò gli occhi per la
sorpresa nel
vedere che il sangue era svanito nel nulla a contatto con la pelle
del mago del veleno. La lama, non essendo più affilata, non
sortì
alcun effetto.
“Quindi
la tua pelle annulla il mio potere...” disse Miyuki creando
una
piccola sfera di sangue nella mano sinistra. Il ghignò di
Draco si
ampliò ulteriormente “Se lo hai capito
perché vuoi utilizzarlo
nuovamente?”
Solo
per un secondo, il suo sguardo si incrociò con quello di lei
e,
grazie al suo istinto, riuscì a capire cosa aveva in mente.
Un
istante dopo, Miyuki scagliò la sfera tra i piedi di Draco,
crepando
pesantemente il pavimento e facendogli perdere l'equilibrio.
Il
ragazzo incrociò all'istante le braccia davanti al volo dato
che
sapeva già cosa stava per succedere e, precisa come un
orologio,
Miyuki lo colpì sulle braccia con il suo braccio meccanico,
scagliandolo dall'altra parte della stanza. Tuttavia,
anziché
schiantarsi contro una parete, Draco venne fermato al volo da Enor
che lo aiutò a rimettersi in piedi.
“Ehi
che succede qui?” chiese Miwako avvicinandosi a Miyuki.
“Tsk,
ecco un'altra mocciosa del sangue.” sibilò Draco
massaggiandosi un
polso.
Miwako
si voltò nella sua direzione, lanciandogli un'occhiataccia
ma fu
qualcun altro a dare fiato alla bocca. Zero si interpose tra i due e,
fissando Draco gli chiese “Come l'hai chiamata,
scusa?”
“Per
caso hai qualche problema?” chiese a sua volta Enor,
fissandolo in
malo modo. Di fianco a Zero arrivarono anche Miwako e Miyuki.
“Sembra
che qualcuno stia cercando di attaccar briga...”
commentò Miyuki
fissando Draco che non ebbe problemi a sostenere il suo sguardo.
“Può
darsi... come può darsi anche che voi siate in cerca di
guai.”
ribattè Draco iniziando a togliersi un guanto per poi
fermarsi quasi
subito, avendo notato un particolare alquanto fastidioso. Quello non
era un ipotetico scontro due contro tre ma uno scontro due contro
nove, dato che anche Hanako, Hana, Rahl, Hayato, Hiro e Anya si erano
avvicinati ai loro compagni di team, pronti a dar man forte.
Draco
si voltò lentamente verso Enor il quale scosse la testa. Non
era uno
scontro alla loro portata, per quanto Draco potesse annullare le
altre magie, Miyuki avrebbe potuto colpirlo, mentre Enor, seppur
avesse utilizzato i suoi scudi di vuoto, sarebbe stato controllato da
Miyuki e Miwako attraverso il suo sangue.
“Ehi
smettetela subito!” intervenne Aika, frapponendosi tra le due
fazioni “Dovreste sapere la regola! Le risse sono ben accette
ma da
molti di voi sento provenire un istinto omicida! Se proverete a
combattervi utilizzando la magia o combattere con lo scopo di
eliminarvi, sarete banditi dalla gilda e sbattuti in
prigione!”
Molti
dei maghi coinvolti parvero calmarsi benchè Draco fu
l'ultimo a
gettare la spugna. Imprecando, si voltò e si diresse verso
l'uscita
della gilda, seguito da Enor.
-Maledizione...
la situazione sta degenerando.- pensò Aika prima di
dirigersi verso
il suo studio -Devo pensare ad una soluzione per fargli scaricare la
loro energia-.
Malgrado
quel piccolo diverbio tra alcuni maghi, la rissa non si era fermata,
riuscendo a trascinare al suo interno altre persone. Gli unici che,
tuttavia, se ne erano ancora tenuti fuori, erano Kira e Fede, seduti
ad un tavolo ed intenti a chiacchierare con Layla.
“Il
tuo potere è davvero molto bello!” si
complimentò Fede,
osservando la maga della luce intenta a tracciare nell'aria dei
cerchi luminosi con una piccola frusta.
“Ti
ringrazio Fede!” disse Layla sorridendole
“Però è molto più
debole dei vostri...”
“Non
ti preoccupare di quello.” disse Kira “Scommetto
che in uno
scontro uno contro uno ci daresti parecchio filo da torcere!”
“Grazie
per il complimento, Kira!” disse Layla sorridendo prima che
il loro
tavolo venisse distrutto da un ragazzo scagliato fuori dalla rissa. I
tre maghi ancora seduti si chinarono in avanti. Kira e Fede
riconobbero subito Rex che bofonchiò “Ah... appena
mi sfideranno
in una prova di tiro, gli farò vedere io!”
Kira
stava per chiedergli come ci fosse finito lì ma Fede lo
colpì
leggermente sul braccio. Il bambino la guardò e vide che
stava
osservando Layla, così la imitò, restando
alquanto basito.
Layla
stava osservando Rex con sguardo sognante completo anche di stelline
vicino agli occhi. Senza esitare, lo aiutò a rialzarsi e il
ragazzo
la ringraziò sorridendo.
“Non
preoccuparti, non hai che da chiedere!” esclamò
Layla ampliando il
suo sorriso quando, all'improvviso, un pezzo di sedia colpì
Rex in
testa facendolo barcollare avanti e indietro.
“Ah
ah ah!!! Preso in pieno!” esclamò Hiro sorridendo.
Kira
fu tentato di rimproverarlo ma, ancora una volta, Fede
attirò la sua
attenzione, indicando Layla e stavolta rimase particolarmente
terrorizzato nel vedere lo sguardo da psicopatica della maga della
luce.
“COME.
HAI. OSATO!!!” urlò Layla prima di scagliarsi
addosso a Hiro,
afferrandolo per la faccia e schiantandolo al suolo con una
facilità
estrema, per poi sollevarlo e lanciarlo addosso ad altri maghi,
facendo strike. Sotto lo sguardo attonito di Rex, Kira e Fede, la
giovane iniziò a far a botte con tutti i maghi che le
capitavano
davanti.
*
* *
Tsuki
finì di preparare la sua torta al cioccolato e
ammirò soddisfatta
la sua opera. Per fortuna aveva fatto mettere tutto il necessario per
cucinare in camera sua. Di colpo sentì bussare alla porta.
La
ragazza andò ad aprire, ritrovandosi faccia a faccia con
Nikora e
Lidya.
“Ehi
ragazze, che succede?” chiese Tsuki.
“Stiamo
andando alla gilda, oggi c'era una festa per festeggiare la fine dei
lavori.” disse Nikora sorridendo “Sono abbastanza
sicura che sia
già scattata una rissa e io non sono lì a
godermela!”
“Ah
è vero, me l'ero dimenticato.” disse Tsuki
“Scusa ma ora devo
finire di preparare la mia torta, verrò più
tardi”.
“Ok,
a dopo!” disse Nikora prima di salutarla ed allontanarsi
insieme a
Lidya.
La
maga della creazione posò la torta su un piccolo tavolino ed
andò
in bagno per darsi una rinfrescata al viso. Ci mise circa un minuto
ma non appena uscì, scoprì, con orrore, che la
sua torta era
svanita e che, di fianco al tavolino c'era Dorein.
Non
aspettandosi di ritrovarselo in camera sua, si lasciò
sfuggire un
grido che soppresse quasi subito con l'ausilio delle mani. Il
compagno inarcò un sopracciglio, leggermente confuso per
quella
reazione.
“Perchè
hai urlato?”
“E
me lo chiedi pure?” chiese a sua volta Tsuki “Mi
hai fatto
prendere un colpo!”
“Scusa,
non era mia intenzione.” disse Dorein con sguardo neutro,
quando
qualcuno bussò nuovamente alla porta. Tsuki si
guardò attorno in
cerca di una via di fuga dato che sapeva bene che se qualcuno avesse
visto Dorein in camera sua avrebbe iniziato a pensare a di tutto e di
più.
Erika
aprì di scatto la porta, individuando subito Tsuki di fronte
al suo
armadio.
“Tsuki...
tutto bene? Ti ho sentita urlare.” disse Erika ma Tsuki,
sorridendole, disse “Tranquilla Erika nulla di grave! Era...
solo
un ragno!”
“Oh...
ok, allora torno in camera mia.” disse Erika sorridendo, per
poi
chiudere la porta.
Tsuki
tirò un sospiro di sollievo prima di aprire le ante del suo
armadio,
notando poi che Dorein aveva preso le sembianze di un cappotto nero.
“Ti
dispiacerebbe uscire?” chiese Tsuki facendosi da parte e il
ragazzo, tornato alla forma umana, uscì dall'armadio. La
ragazza,
pochi secondi dopo, si ricordò di un altro particolare
“Ehi, dov'è
finita la mia torta?”
Dorein
la osservò per qualche secondo dopodichè fece
uscire, attraverso la
cassa toracica, un piatto di vetro dove, in precedenza, era presente
la torta.
“Molto
nutriente.” commentò Dorein porgendole il piatto.
Tsuki
lo pese per poi appoggiarlo nuovamente sul tavolino “L'hai
mangiata?”
“Più
che altro assimilata e non avrei ami detto che: zucchero, uova,
latte, farina e cacao, messi insieme, fossero così
nutrienti.”
spiegò Dorein.
“Se
vuoi posso fartene un'altra.” disse Tsuki sorridendo
“Preferisco
prepararle alla vecchia maniera, ma se hai tanta fame...” e
materializzò una torta uguale alla precedente nella mano
destra.
Passò
appena un secondo prima che la ragazza avvertisse una sensazione
viscida sul braccio destro e, volgendo lentamente lo sguardo,
scoprì
che il braccio destro di Dorein era diventato slime puro e le stava
avvolgendo interamente l'arto, assimilando nel mentre il dolce.
“AAAAAAAAAH!!!
Lasciami subito!!!” urlò Tsuki cercando di
togliersi quella
poltiglia di dorso.
“Sta
per entrare qualcuno.” commentò Dorein, per nulla
preoccupato
della sua reazione.
“EH?”
La
porta si aprì di colpo e Lya entrò con passo
pesante, scrutando
attentamene la stanza. Tsuki era scomparsa eppure il suo odore era
ancora presente nell'aria.
“Ehi
Tsuki... ci sei?” chiese la dragon slayer, portando una mano
sull'elsa del suo spadone.
“S...
sì! Sono in bagno, va tutto bene!” rispose Tsuki
da dietro la
porta.
“Sicura?
Eppure hai appena urlato...” commentò Lya
avvicinando una mano
alla maniglia ma Tsuki urlò “HO DETTO CHE VA TUTTO
BENE!!!”
La
maga della notte allontanò la mano dalla maniglia
-Dev'essere in
quel periodo del mese...- ed uscì dalla stanza, chiudendosi
la porta
alle spalle.
Dopo
qualche secondo, Tsuki sbirciò fuori dal bagno, accertandosi
che se
ne fosse andata, ed uscì. Si guardò il braccio
destro, notando che
una strana armatura nera gliel'aveva completamente coperto.
“Dorein...
ti dispiacerebbe?” chiese Tsuki con un sorriso tirato e
l'armatura
si sciolse, assumendo nuovamente le fattezze di un ragazzo.
“Sei
stata molto veloce a nasconderti.” si complimentò
Dorein.
“Sta
zitto...” sibilò Tsuki osservandolo mentre andava
ad osservare il
panorama dalla finestra “Dovresti imparare ad avere un po'
più di
tatto, sai?”
“In
che senso?”
“Caso
mai imparando a non assalire le persone con il tuo slime!”
iniziò
Tsuki.
“Ops,
ho dimenticato un pezzetto.” disse Dorein e, prima che Tsuki
potesse solo pensare a dove fosse finito, si vide un piccolo pezzetto
di slime nero colarle davanti all'occhio destro.
“AAAAAAAAAAH!!!
Che schifo!!! Sembra una lumaca!!!” sbottò Tsuki
afferrando il
suddetto pezzetto di slime e scaraventandolo in faccia a Dorein che
si limitò a riassorbirlo.
Tsuki
sentì all'improvviso un rumore di passi e, pochi istanti
dopo, Lya
entrò nuovamente nella stanza, insieme ad Erika. Le due
videro
subito una Tsuki sorridente intenta a mangiare una fetta di torta
vicino alla finestra aperta.
“Oh
ciao ragazze, volete favorire?” chiese Tsuki indicando la
torta sul
tavolino.
“No
grazie... sicura che vada tutto bene?” chiese Lya scrutandola
attentamente e mettendola in soggezione. I suoi occhi rossi non
ispiravano di certo calma e pace interiore.
“Certo
che va tutto bene! Finisco di mangiare questa fetta di torta e poi
vado alla gilda.” disse Tsuki sorridendo e Erika
“Ok, allora noi
iniziamo ad andare. Ci vediamo lì!” ed
uscì salutando, insieme a
Lya.
Tsuki
ingoiò rapidamente un pezzo di torta e si portò
le mani nei
capelli. Aveva appena gettato un suo compagno giù dalla
finestra e
lo aveva fatto senza pensarci. Immaginandosi la scena, si sporse
leggermente dalla finestra, guardando di sotto e restando sorpresa
nel vedere che non vi era traccia di Dorein. Pochi secondi dopo vide
Lya e Erika dirigersi verso la gilda.
“Ma
dov'è finito?” chiese a sé stessa Tsuki
e, un istante dopo, si
ritrovò con il volto di Dorein a pochi centimetri da suo
“Sono
rimasto attaccato al muro”.
A
sto giro Tsuki si trattenne dall'urlargli in faccia e si
massaggiò
le tempie per calmarsi, sotto lo sguardo curioso di Dorein.
“Meglio
fare qualcosa... mi accompagni alla gilda? Voglio vedere se
c'è
qualche missione interessante...” disse Tsuki e Dorein
annuì
mostrando un piccolo sorriso.
I
due si avviarono verso la gilda ma né Tsuki né
Dorein si accorsero
di essere osservati. Nascosta dietro alla tenda della sua camera,
Kaname osservò i due maghi allontanarsi, soffermandosi per
diverso
tempo su Dorein.
-Quell'essere
potrebbe essere alquanto pericoloso... devo avvertire subito Master
Ruganax!-
Dopo
circa un quarto d'ora raggiunsero la sede di Last Hope e, la prima
cosa che notarono, furono i vari segni post-rissa, ovvero: tavoli e
sedie messi alla rinfusa o distrutti, persone che si massaggiavano
varie parti del corpo e i classici rissaioli fermi a bere qualcosa.
“Uhm...
se non sbaglio ieri sono arrivate delle nuove missioni, vediamo un
po' cosa c'è.” disse Tsuki avvicinandosi alla
bacheca degli
incarichi. Iniziò a leggere i vari incarichi, fino a quando
non ne
trovò uno particolarmente interessante.
“Eliminare
la gilda oscura Empty Scream che sta causando disordini di vario
genere nell'estremo sud-ovest del regno di Infirnus...” lesse
Tsuki
avvertendo, dopo pochi secondi, almeno quattro sguardi sulla sua
schiena. Si girò lentamente e scoprì che gli
sguardi appartenevano
alle sue tre compagne di team, sedute ad un tavolo non troppo
lontano, e a Yukiteru, seduto al bancone del bar con una bottiglia di
birra in mano.
“Ho...
ho detto qualcosa di strano?” chiese Tsuki leggermente
preoccupata.
“Come
hai detto che si chiama la gilda oscura?” chiese Yukiteru.
“Empty
Scream...” ripetè Tsuki, ricontrollando il nome.
Yukiteru strinse
all'istante la bottiglia, distruggendola e procurandosi alcuni tagli
sul palmo della mano ma non se ne curò minimamente. Zafrina,
nel
frattempo, si era alzata e si era avvicinata a Tsuki, strappandole di
mano il foglio.
“Quei
maledetti sono ancora vivi?”
“Li
conosci?” chiese Tsuki per poi notare gli sguardi di Arya e
Kay “Li
conoscete?”
Tutte
e tre annuirono ma nessuna disse perché. Solo Yukiteru
andò oltre
quel punto “Quei bastardi hanno rapito mia madre mio fratello
maggiore quando ero ancora piccolo, ora potrò
vendicarmi!”
“Mettiti
in fila, sarò io a spaccargli i denti a quelli
là!” si intromise
Zafrina.
“Levati
dalle scatole, quel compito spetta a me!” aggiunse Kay e la
situazione stava degenerando nuovamente ma Dorein propose
“Perchè
non andiamo tutti insieme? Essendo una gilda oscura ci saranno
parecchi maghi e tutti avranno la propria fetta di... bersagli, per
così dire”.
“Penso
che Dorein abbia ragione.” commentò Arya
“Litigare qui non
servirebbe a nulla...”
“Tsk,
d'accordo, vorrà dire che andremo tutti e sei.”
concesse Zafrina
benchè seccata dalla cosa.
“Vorrai
dire sette, giusto?” commentò un ragazzo alle sue
spalle. La maga
dei cataclismi si girò, ritrovandosi di fronte a Vaiter che
le
sorrideva sereno “Perchè diavolo dovresti venire
anche tu?”
“Perchè
ho già prenotato quella missione, dietro il foglio
c'è il mio nome.
Quindi, se volete andare, dovete per forza portarmi con voi.”
spiegò Vaiter -Bravo scrittore, ottima mossa precauzionale!-
Zafrina
serrò i denti, conscia del fatto di non poter ribattere
ulteriormente, così si limitò a dare il suo
assenso alla cosa. Di
certo se ne sarebbe ricordata.
“Bene,
allora vado a dirlo a Aika.” disse Tsuki prima di
allontanarsi e
ritornare dopo qualche minuto.
“Sicuro
di farcela? Non ti sei ancora ripreso dall'ultima missione.”
commentò Arya osservando Yukiteru che annuì
sorridendo “Anche se
avessi tutte le ossa rotte non rinuncerei a questa missione per nulla
al mondo”.
“Non
venire a lamentarti se poi ti ritrovi con il culo a terra.”
commentò Zafrina scoccandogli un'occhiata divertita.
“Vedremo
chi finirà col fondo-schiena a terra.”
ribattè Yukiteru
sostenendo il suo sguardo.
“Bene
allora! In marcia!” disse Tsuki alzando le braccia con fare
vittorioso.
Intanto,
alla gilda, Aika aveva un annuncio da fare. Dopo aver chiesto il
silenzio di tutti, salì sul bancone del bar e disse
“Da quanto mi
è sembrato di capire, alcuni di voi hanno
difficoltà a relazionarsi
con gli altri o hanno dei seri problemi di autocontrollo!” e,
prima
di continuare, scoccò un'occhiata ai diretti interessati
“Perciò,
ho ideato una simpatica soluzione che metterà tutti
d'accordo! Un
bel torneo a squadre!”
“Un
torneo?” chiese Amlach, visibilmente felice della proposta.
“Sì,
un torneo a squadre, coppie per meglio dire! Avrà inizio
domani
mattina e chiunque voglia partecipare, non ha che da dirlo,
ovviamente dovrete trovarvi un partner per poter gareggiare.”
spiegò Aika “Ora potete tornare al vostro Relax!
Entro stasera
voglio la lista dei partecipanti!” e se ne tornò
nel suo ufficio
-Spero che quest'idea serva a farli scaricare un po'...-
-
- -
Il
regno di Taundrus era uno dei regni più inospitali della
fascia
degli uomini. Situato ad est rispetto al regno di Aquirus, vantava la
presenza di enormi tundre congelate e, rispetto agli altri regni,
lì
l'inverno durava circa dieci mesi. Gli altri due erano per l'autunno.
Da
quando era stato creato, nessuno scienziato o teorico o mago era mai
riuscito a spiegare il perché di quello strano clima, eppure
gli
abitanti si erano subito abituati a quell'ambiente così
inospitale.
Gli
abitanti più coraggiosi erano quelli che erano riusciti ad
adattarsi
al clima pur essendo molto vicini alla fascia sconosciuta e questo
aveva portato alla nascita di un singolare sistema politico ovvero la
creazione di tre capitali: una per il nord, una per il centro e una
per il sud, la più importante.
La
città di Cassandrium era la più grande delle tre
capitali ma non
per questo la più potente dato che, per timore delle bestie
sconosciute, molti soldati se ne erano andati, costringendo il
reggente della città a far uso di vari mercenari spietati.
La
cosa era andata avanti per diversi anni senza alcun problema ma,
negli ultimi due anni, i mercenari erano stati comprati da una
potenza ancora maggiore. La gilda oscura Ice Fang. Questo gruppo di
maghi oscuri si era instaurato nella città, trasformandola
nel loro
quartier generale e, di lì a poco, avevano portato la zona
sud del
regno alla rovina.
Ormai
i cittadini vivevano nel costante terrore e nessuno osava neanche
alzare lo sguardo di fronte a quei tiranni. Tutti avevano ormai perso
la speranza. Benchè fosse praticamente affacciata sulla
fascia
sconosciuta, la città era sprovvista di mura difensive e
questo
aveva permesso una rapida espansione della periferia.
Tra
quelle piccole casette e persone ormai abbandonate a se stesse,
camminava una ragazza dal fisico magro, ma con un seno prosperoso, e
dalla carnagione pallida. I grandi occhi dorati creavano un perfetto
contrasto con i suoi lunghi capelli ricci ramati. Indossava una corta
mantellina bianca, provvista di cappuccio, dai bordi neri. Sotto ad
essa portava un top nero che le arrivava fino a sopra all'ombelico e,
tramite delle piccole strisce di stoffa bianca, si collegava alla
corta gonna bianca.
Sopra
alla gonna erano presenti quattro grosse fasce di stoffa bianche dai
bordi neri. Due davanti e due dietro e le arrivavano fino alle
caviglie. Infine, ai piedi calzava dei sandali neri con tacco dalla
quale partivano delle bende bianche che le arrivavano fino al
ginocchio, ove diventavano nere.
La
giovane camminava tranquillamente per quelle strade semi desolate
quando notò qualcosa di assolutamente imperdonabile. Tre
uomini
avvolti in un mantello nero avevano circondato una bambina che
stringeva tra le mani una pagnotta di pane e sembravano intenzionati
a portargliela via ma non per mangiarla, bensì per farle un
dispetto.
“Ehi,
lasciatela stare.” disse la rossa avvicinandosi ai tre che si
girarono verso di lei.
“E
tu chi saresti, bellezza?” chiese il primo dei tre, facendo
sogghignare i suoi due compagni, e posandole una mano sulla spalla.
La ragazza gli prese la mano e la tolse delicatamente
“Gradirei non
essere toccata e che lasciaste andare quella bambina. Non mi sembra
una ladra o una criminale”.
“Forse
hai ragione... o forse no! Devi essere nuova di queste parti
perché
altrimenti sapresti che siamo noi a decidere cosa fare e quando
farlo!” le urlò l'uomo, mostrando il tatuaggio dei
denti di una
tigre azzurri sulla guancia destra. Un membro di Ice Fang.
La
ragazza fece un respiro profondo, incatenando poi i suoi occhi dorati
in quelli neri di lui “Vedo che non c'è altra
scelta.” e, sotto
lo sguardo terrorizzato dei tre uomini, la faccia le si
trasformò
nella testa di un ragno e dalla schiena le uscirono otto zampe da
aracnide.
Nessuno
dei tre provò ad affrontarla e se la diedro subito a gambe.
La
bambina, rimasta pietrificata per la paura, chiuse gli occhi ma, dopo
pochi secondi, sentì “Puoi aprire gli occhi, se ne
sono andati”.
La
bambina riaprì i suoi occhioni azzurri e notò che
la ragazza era
tornata normale.
“Sei...
sei... un ragno?” chiese la bambina, facendo sorridere la
ragazza
che disse “No tranquilla, era solo un'illusione per far
allontanare
quei brutti tipi. Ora puoi tornare a casa”.
“Grazie
mille, signora-ragno!” disse la bambina prima di allontanarsi
salutandola con la mano, rubando alla rossa un altro piccolo sorriso.
“Aiutare
una bambina in difficoltà, che nobile gesto.”
disse una voce
femminile alle sue spalle. La rossa si girò all'istante,
ritrovandosi di fronte ad una ragazza della sua età.
La
carnagione era cadaverica e gli occhi di un intenso blu notte
sembravano spenti, come morti. I capelli erano rosso fuoco e, fatta
eccezione per la grossa ciocca che le copriva l'occhio destro, erano
raccolti in una lunga treccia che le arrivava fino al fondo-schiena.
Indossava un abito gothic lolita nero composto da un corpetto con le
maniche a sbuffo, che metteva in risalto il suo abbondante seno, una
gonna a balze che le arrivava fino alle ginocchia, dei guanti di seta
lunghi fino ai gomiti e degli stivali lucidi con zeppa.
“Chiunque
l'avrebbe fatto.” disse la maga delle illusioni.
“Se
questo è ciò credi, non ribatterò
ulteriormente, Leya Kazuhiko.”
disse la seconda ragazza, lasciando sorpresa la maga.
“Come
consoci il mio nome?” chiese Leya.
“Il
mio master conosce tutto di tutti.” spiegò la
rossa togliendosi un
guanto e mostrandole un tatuaggio sul dorso: un sole alato.
“Sei
una maga di Last Hope?” chiese Leya sorpresa.
“Sì,
mi chiamo Charlotte e sono un'emissaria di Aika, la master della
gilda.” spiegò la ragazza “Sono venuta
fin qua per una missione
speciale e il tuo aiuto potrebbe servirmi”.
“Che
tipo di missione?” chiese Leya.
“Questo
lo saprai in un secondo momento. Se sei interessata, vieni alla
locanda 'Orso addormentato' stasera alle nove.” disse
Charlotte,
prima di voltarsi e allontanarsi in silenzio. Leya la
osservò
attentamente e capì subito due cose. La prima era che non
emetteva
alcun suono, quasi come un fantasma, e la seconda era che quella
messaggera era una dragon slayer.
*
* *
Benchè
fosse ormai in rovina, la città era ancora provvista di
arrampicatori sociali che avevano giurato eterna fedeltà
alla gilda
oscura senza un attimo di esitazione, ricevendo in cambio un ottimo
status sociale e la protezione da parte dei maghi.
Alcuni
due questi nobili aveva fatto costruire le loro ville in periferia e
fu proprio la porta di una di queste ville, una grossa costruzione a
due piani interamente bianca, ad esplodere, scagliando varie schegge
in strada, oltre al cadavere di un membro di Ice Fang.
Intorno
al corpo senza vita dell'uomo si riunirono una decina di suoi
compagni, tutti con un mantello nero a coprirgli il corpo. Quello che
doveva essere il capo urlò al cielo “Chi cazzo ha
osato farlo
fuori?!?” per poi voltarsi verso la casa “Esci
fuori,
maledetto!!! Assaggerai le mie fiamme!!!” e creò
una sfera di
fuoco nella mano destra.
Una
folle risata echeggiò nella strada, facendo venire i sudori
freddi
alla maggior parte dei presenti. Nel silenzio che seguì, si
udirono
dei passi. Lenti. Ritmati. Accompagnati dal cigolio delle assi di
legno del pavimento. L'interno della casa era buio ma tutti e dieci i
maghi furono in grado di vedere due grandi occhi rossi come il sangue
che li scrutavano dall'oscurità.
In
seguito furono visibili i denti bianchi che formavano un sorriso
folle e psicopatico. Man mano che i passi e quei folli occhi si
avvicinavano, la sfera di fuoco perse intensità, fino a
svanire del
tutto insieme al coraggio di quei maghi.
Nell'oscurità
iniziò a stagliarsi la forma di una ragazza ma, prima del
suo corpo,
fu visibile la canna di un fucile nero. I vari maghi oscuri fecero in
tempo a sgranare gli occhi prima che una raffica di proiettili
scaturisse dalla canna dell'arma, trucidandoli tutti all'altezza del
cuore.
I
corpi ormai privi di vita si accasciarono al suono senza emettere un
suono mentre una nuova risata risuonò per la strada. Dalla
grossa
villa bianca uscì, come previsto, una ragazza, alta sul
metro e
settantacinque e dal fisico atletico, che, a detta di molti, era di
una bellezza invidiabile. I lunghi capelli azzurri erano legati in
due trecce basse che le arrivavano fino alle ginocchia mentre davanti
aveva una frangetta scalata. Le labbra erano coperte da un rossetto
rosso fuoco e, sul naso e sulle guance, erano visibili delle
lentiggini.
Indossava
un reggiseno interamente nero, tranne per la coppa destra che era a
righe verticali fucsia, che le copriva il seno abbondante; dei
pantaloncini cortissimi a vita alta fucsia con una grossa cintura di
pelle nera, una calza fucsia che le arrivava a metà coscia
sulla
gamba sinistra, una calza a rete nera attillata sulla destra, mentre
ai piedi calzava degli scarponcini militari neri e, infine, al collo
portava un paio di collane borchiate e una terza a cui era appeso un
ciondolo a forma di farfalla.
L'azzurra
rise nuovamente, prima di avvicinarsi al cadavere del capo e tirargli
un calcio in faccia.
“Cos'è
che dovrei assaggiare?” chiese la ragazza e, ovviando al
fatto che
fosse morto, si chinò su di lui afferrandogli la mandibola
con le
mani per poi iniziare a muoverla su e giù, parlando con voce
modificata “Oh nulla bella signorina! Sono stato uno stupido
a
pensare di poterla sconfiggere!”
“Ecco
bravo! L'hai detto capo!” esclamò l'azzurra con la
sua solita voce
prima di rialzarsi in piedi “Ehi Fujiko, devo darti ragione!
Assaltare le case di questi vecchi rincoglioniti è davvero
molto
divertente!!!”
Dalla
casa uscì una piccola farfalla arcobaleno che
iniziò a girarle
intorno alla testa, strappandole un ghignetto sadico. Dopo qualche
secondo, dalla casa, uscì un'altra ragazza, più
bassa dell'azzurra,
dal fisico snello e slanciato e con il seno prosperoso.
I
capelli erano neri e lisci, lunghi fino alle spalle, con tre righe
bianche orizzontali presenti sulla sinistra. Gli occhi erano due
pozze nere, lo stesso colore della cravatta che portava sopra alla
camicia bianca. La parte inferiore del corpo era coperta da una gonna
scozzese abbinata a degli stivali blu e a delle calze lunghe nere.
Sul dito medio di entrambe le mani portava un anello.
La
mora alzò una mano verso il cielo, frapponendo fra lei e il
sole un
piccolo diamante che aveva appena preso dalla cassaforte. Un ampio
sorriso si formò sulle sue labbra e, dopo esserselo messo in
tasca,
disse “Te lo avevo detto, Ireth. Con i ricchi nobili ci si
diverte,
e soprattutto, ci si guadagna di più!”
“Guarda
che con tutti quei soldi non crescerai in altezza.”
commentò Ireth
lanciandole un'occhiata divertita. Fujiko le sorrise di rimando e le
chiese “Credi davvero che, uccidendo tutti quelli che ti
capitano
davanti, troverai un fidanzato?”
“Ah!
Colpita e affondata!” esclamò un gatto volante
color cobalto
sbucato alle spalle di Fujiko. Gli occhi color cenere del gatto si
incrociarono con quelli rossi di Ireth e, in meno di un secondo, le
sue ali svanirono e si rifugiò dietro alle gambe di Fujiko.
“Ireth
Alcarìn e Fujiko Ohioshi, trovarvi è stato
più facile del
previsto.” disse una ragazza vestita di nero avvicinandosi
alle
due.
“Oh?
Stai andando ad un funerale, carina?” chiese Ireth fissando
gli
abiti gothic lolita della nuova arrivata.
“Mi
sembra di capire che tu ci stia cercando. Vuoi catturarci?”
chiese
Fujiko con un sorriso mentre Ireth portava una mano sull'impugnatura
del fucile “Oppure sei in cerca di informazioni? Sappi che ti
costeranno parecchio”.
“Ho
tutte le informazioni di cui necessito.” rispose la ragazza
senza
scomporsi “Mi chiamo Charlotte e sono una maga di Last
Hope”.
Ireth
e Fujiko parvero interessarsi di più alla questione.
“Un
luogo dove vieni pagata.” commentò Fujiko con un
sorriso.
“Dove
vieni pagata per uccidere!” aggiunse Ireth visibilmente
euforica
“Sentiamo la tua offerta, rossa!”
“Le
spiegazioni a più tardi.” disse Charlotte dando le
spalle alle due
“Stasera alla nove fatevi trovare alla taverna 'Orso
addormentato',
lì vi spiegherò tutto.” e si
avviò lungo la strada.
“Che
facciamo? Ci andiamo?” chiese Fujiko osservando la sua
compagna che
si sistemò il fucile a tracolla “Se una maga di
quella gilda è
venuta apposta per noi, significa che ha un lavoro sporco per noi,
dove dovremo probabilmente uccidere un sacco di gente!!! Sarei una
perfetta idiota a non andarci!!!” e si avviò lungo
la strada,
seguita a ruota dalla mora.
*
* *
La
taverna 'Orso Addormentato era una delle più grandi della
periferia
e aveva un grosso vantaggio, ovvero che i maghi di Ice Fang non la
frequentavano molto, preferendo locali più sfiziosi e
forniti.
Tuttavia non mancavano casinisti di vario genere e teppisti
occasionali che, sotto l'effetto dell'alcool, facevano cose non
proprio legali o sobrie.
Benchè
fossero solo le nove meno un quarto, la grossa sala era già
piena e
un uomo sulla quarantina, con una folta barba nera, si alzò
di
scatto esultando per la sua vittoria a carte. Vagando con lo sguardo
per la sala, individuò, seduta ad un tavolo abbastanza
isolato, una
giovane ragazza.
Uno
strano sorriso gli increspò le labbra ed iniziò
ad avviarsi verso
di lei, scoprendone, man mano che si avvicinava, i pregi.
Non
era molto alta ed era magra, ma con le curve giuste, senza esagerare.
La pelle era talmente chiara da mettere in risalto le lentiggini
presenti sugli zigomi e sul naso. I lunghi capelli color blu notte
erano mossi e le arrivavano fino a metà della schiena mentre
gli
occhi, in netto contrasto con i capelli, erano grigi. Aveva un
piercing sul sopracciglio destro mentre un altro era presente sulla
parte superiore dell'orecchio sinistro.
Indossava
delle scarpe bianche e basse, un paio di jeans chiari, una maglietta
bianca con scollo a V e, sopra ad essa, una felpa grigia aperta e
provvista di cappuccio calato sulla fronte che lasciava comunque
fuoriuscire alcune chiocce di capelli. Sul fianco destro era visibile
una corda appesa e pronta ad essere usata.
“Ehi
dolcezza, ma lo sai che hai dei bellissimi occhi?” chiese
l'uomo,
avvicinandosi al tavolo. La ragazza lo fissò per appena un
secondo,
prima di abbassare lo sguardo e iniziare a torturarsi le mani,
arrossendo.
“G...
grazie.” disse la ragazza.
“Oh
sei timida? Ma che carina! Permettimi di aiutarti ad ambientarti
meg...!” le sue parole furono soppresse da un debole ringhio
che
arrivò da sotto il tavolo. L'uomo abbassò lo
sguardo, giusto in
tempo per vedere una tigre color curry uscire da sotto al tavolo con
i denti ben in mostra.
L'uomo
soffocò un'imprecazione ed iniziò ad
indietreggiare ma qualcuno gli
fece lo sgambetto, facendolo finire con la schiena a terra. L'ubriaco
volse lo sguardo da un lato giusto in tempo per vedere una scarpa con
tacco rossa diretta verso la sua faccia. Il calcio lo spedì
direttamente nel mondo dei sogni.
“Che
non ti venga in mente di avvinarti nuovamente a lei...”
La
ragazza seduta al tavolo richiamò la tigre per poi spostare
lo
sguardo sulla ragazza che aveva messo K.O. l'ubriaco e che gli aveva
intimato, seppur fosse svenuto, di starle alla larga.
Era
alta sul metro e sessantacinque, dal fisico sinuoso e con il seno
nella norma. I lunghi boccoli biondi erano legati in una coda alta e
creavano una buona combinazione con gli occhi, dalla pupilla felina,
che erano di due colori diversi. L'occhio sinistro era blu mentre
quello destro era verde ed era attraversato da una sottile striscia
nera che, partendo dalla fronte, le arrivava fino al fondo del viso.
Oltre
alle scarpe con tacco rosse, indossava anche un lungo abito rosso
senza maniche che, all'altezza dei polpacci, si allargava come un
fiore e, sopra ad esso, un mantello nero con cappuccio.
La
bionda si voltò verso la ragazza dagli occhi grigi e, con
voce
seria, disse “Aileen! Devi imparare a difenderti da sola! Non
ci
sarà sempre Curry a proteggerti!”
La
ragazza abbassò lo sguardo e disse “Scusami... hai
ragione
Yu-chan...”
Lo
sguardo di 'Yu-chan' si addolcì leggermente e, dopo essersi
seduta
di fianco all'amica, le diede una piccola pacca sulla testa
“Dai,
non preoccuparti, fino a quando sarò con te, non dovrai
preoccuparti”. Aileen alzò lo sguardo
sorridendole. Poteva
sembrare seria o scorbutica ma in realtà era una brava
ragazza e lei
le voleva bene.
Dopo
aver annuito, spostò lo sguardo sul braccio destro
dell'amica. Era
completamente nero, dalla punta delle dita fino al gomito, dalla
quale partivano delle lingue di fuoco nere che andavano a finire
sotto il vestito.
“Come
va con quella cosa?” chiese Aileen.
“Ah,
non preoccuparti. Non è avanzata ultimamente. E' un buon
segno!”
disse la bionda quando, davanti a loro, si palesò una
ragazza dai
capelli rossi con dei vestiti dark.
“Vedo
che siete in anticipo.” commentò la rossa.
“Non
dovevamo?” chiese 'Yu-chan' con un tono più
distaccato.
“Seguitemi.”
disse solamente Charlotte prima di avviarsi verso una porta posta
vicino al bancone del bar. Le due ragazze e la tigre la seguirono in
silenzio.
La
maga di Last Hope lanciò un'occhiata al barista che
annuì un paio
di volte prima di passarle una chiave sul bancone. La giovane la
prese ed aprì la porta, facendo entrare le due amiche per
prime.
Si
ritrovarono in una stanza di medie dimensioni, sprovvista di finestre
e con un piccolo candelabro appeso al soffitto come unica
illuminazione, tra l'altro anche debole, dato che gli angoli bassi
della stanza erano completamente bui.
Davanti
a loro videro un tavolo di legno e, intorno ad esso, sette sedie. Una
a capo tavola e le altre sei sui lati più lunghi.
“Accomodatevi.”
disse Charlotte, prendendo il posto di capo tavola. Le due amiche si
scambiarono un'occhiata per poi sedersi una di fianco all'altra.
“Ehm...
aspettiamo qualcuno?” chiese timidamente Aileen e Charlotte
si
limitò ad annuire. Dopo circa dieci minuti qualcuno
bussò alla
porta ed entrarono tre ragazze, già incontrate in precedenza
da
Charlotte.
La
rossa invitò le nuove arrivate a sedersi e quelle non si
fecero
attendere. Restava una sola sedia vuota.
“Chi
stiamo aspettando?” chiese Fujiko osservando Charlotte ma
Leya
disse “Nessuno, l'ultima persona è già
in questa stanza.” e
volse lo sguardo verso un angolo buio della stanza dalla quale
apparve una ragazza avvolta in un mantello nero.
Era
molto alta, un metro e ottantacinque almeno, dalla carnagione uguale
a quella di Charlotte e dal fisico snello. Il viso dai lineamenti
delicati era incorniciato da dei capelli medio-lunghi di un biondo
talmente chiaro da sembrare bianco. Le labbra sottili erano coperte
da un rossetto viola, lo stesso colore del suo occhio sinistro,
mentre quello destro era nero.
In
testa portava la parte superiore del cranio di un grosso lupo, mentre
il seno era coperto da delle bende viola e sulle amni indossava dei
guanti senza dita neri. La parte inferiore del corpo, invece, era
coperta da dei pantaloni larghi neri e da dei sandali viola con tacco
basso. Alla vita erano appese due asce gemelle interamente nere e,
sul braccio destro, era attorcigliato un serpente nero con la testa
appoggiata sulla spalla.
La
bionda si sedette all'ultimo posto libero e disse “Sisara
Xero.
Piacere”.
“Bel
copricapo, sorella!” disse Ireth con le labbra piegate in un
sorriso folle.
“Ora
che ci siamo tutte, potete presentarvi.” disse Charlotte. Le
varie
presenti iniziarono a dire i propri nomi e, quando fu il turno di
'Yu-chan', ovvero Kaori Yuno, Fujiko e Ireth si accorsero delle
orecchie a punta della bionda.
“Bene,
ora vi spiegherò il motivo per la quale vi ho convocate
qui.”
iniziò Charlotte “Come ben saprete, la gilda
oscure Ice Fang ha
preso il controllo di questa zona e l'ha portata alla rovina.
Normalmente basterebbe un solo mago per spazzarla via definitivamente
ma ci sono giunte delle voci alquanto preoccupanti”.
“Penso
di poterle immaginare.” disse Fujiko “Hanno
ricevuto dei
rinforzi?”
Charlotte
annuì “Della peggior specie. A quanto pare,
Ruganax vuole farli
diventare suoi alleati e ha inviato un piccolo contingente di
demoni... comandato da un arcidemone”.
Kaori
sgranò gli occhi, stringendo nel contempo i pugni, mentre
Ireth
ampliò il suo sorriso ed esclamò “AH!
Più bersagli per me!!!”
“Ormai
lo avrete capito. La gilda Last Hope chiede il vostro aiuto per
spazzar via la gilda oscura Ice Fang. Se poi vorrete, potrete entrar
a far parte della nostra gilda.” disse Charlotte, attendendo
la
risposta delle ragazze, che non tardò ad arrivare.
Tutte
e sei diedero il loro consenso, chi per un motivo e chi per un altro
ma tutte erano pronte ad affrontare la gilda oscura e i demoni di
Ruganax.
“Bene,
domani mattina daremo il via alla missione.” disse Charlotte,
ricevendo cenni di assenso dalle altre e urla di gioia da parte di
Ireth.
*
* *
Nelle
segrete del castello, che troneggiava sulla città di
Cassandrium, un
uomo tremava e temeva per la sua vita. Due uomini lo tenevano
inginocchiato a terra davanti ad una porta, dietro alla quale si
sentivano dei rumori agghiaccianti.
“Vi
prego, lasciatemi andare! Siete miei compagni, no?”
piagnucolò
l'uomo, osservando i due uomini che non batterono ciglio.
La
porta si aprì verso l'interno e l'uomo, in preda al panico,
venne
gettato all'interno della cella. La porta si chiuse, confinandolo in
quell'oscurità. Davanti a sé avverti qualcosa
muoversi e una voce
femminile gli chiese “Porrò anche a te la domanda
che ho posto ai
tuoi compagni. Se risponderai adeguatamente, non morirai”.
L'uomo
annuì pregando per la sua anime.
“Perchè
siete tornati qua piagnucolando con la coda tra le gambe?”
“N...
noi... abbiamo incontrato una ragazza che... che... si è
trasformata
in una strana creatura metà ragno e metà donna!!!
Non avevamo visto
nulla di simile!” spiegò l'uomo piangendo.
“Molto
bene, risposta esatta... ed è la stessa che mi hanno dato i
tuoi
compagni.” sibilò la voce femminile.
“Eh?”
La
testa dell'uomo venne staccata di netto dal suo corpo con una forza
erculea. Nel buio della cella iniziò a sentirsi il rumore
dei denti
che facevano a pezzi la carne e le ossa. Qualcuno bussò alla
porta e
chiese “Potente Aghisa, quali sono i suoi ordini?”
“Eh
eh eh... a quanto pare qualcuno ha eliminato una decina dei nostri.
Sembra che questo posto sarà più divertente del
previsto. Preparate
i prigionieri! Domani mattina li giustizierò nella piazza
principale... personalmente”.
“Come
desidera.” disse il soldato oltre la porta prima di
allontanarsi.
-Venite
a me, maghi di Last Hope!!! Venite ad abbracciare la morte che tanto
vi reclama!!!-
Una
risata demoniaca echeggiò nel castello, scuotendolo fino
alle
fondamenta.
Angolo
dell'autore:
Chaos a tutti!!! Come va la scuola? Bruttissima
farse, vero? XD Scherzi a parte, spero che stiate
sopravvivendo!
Dunque dunque dunque!!! Ho diverse cose da dire e,
per iniziare: 20 capitoli effettivi!!! E' un traguardo mai raggiunto
da una fic ad OC su questo fandom!!! Ringrazio tutti coloro che
seguono questa fic e che recensiscono, siete i migliori!!!
Punto
numero due! Il torneo! Oh, qua ci divertiamo! Dato che, a sto giro,
c'è una doppia trama esterna al grosso della gilda, ho
deciso di
mettere in atto questa cosa del torneo perciò, nella
recensione,
scrivetemi se volete che il vostro OC prenda parte al torneo e, se
volete, anche il suo partner. Ovviamente cercherò di
accontentare
quanta più gente possibile e, se non me lo direte ma i
numeri non
quadreranno, sceglierò io gli OC e i vari partner u.u spero
che
quest'ideuzza vi piaccia e lo dico subito! SO CHE VI PAICCIONO MOLTO
I COMBATTIMENTI SCRITTI DA ME E CHE, MOTLE VOLTE, DURANO PARECCHIO,
MA ESSENDO UN TORNEO RACCHIUSO IN TRE/QUATTRO CAPITOLI, A STO GIRO
SARANNO PIU' RAPIDI (e non per questo meno fighi!)
Punto
number three: spero di aver reso bene tutti gli OC (LI HO MESSI TUTTI
YEAH!!!) soprattutto le sei ragazze apparse alla fine, dato che il
primo impatto è il più importante!
Aspetto
le vostre recensioni e ci vediamo alla prossima! CHAOS!!!
P.S:
anche avendo nelle orecchie la canzone Warriors (tratta dal nuovo
trailer di League of Legends), sono riuscito a scrivere solo 23
pagine... sto perdendo il mio tocco magico/sadico/masochista...
P.P.S:
questo sarà l'unico capitolo di transizione sprovvisto di
riassunto
ed elenco personaggi. Dal prossimo sarà regolare con i vari
aggiornamenti!
|
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Capitolo 23 *** Capitolo 21 ***
Capitolo
21
Tsuki,
ormai, era sull'orlo di una crisi isterica. Erano già
passate tre
ore da quando lei e il suo team, con l'aggiunta di Dorein, Vaiter e
Yukiteru, erano saliti sul treno che li avrebbe condotti nel regno di
Infirnus.
Tre
ore che, per la giovane maga, erano sembrate trenta. Lei si aspettava
un qualche tipo di discorso da parte degli altri riguardo al motivo
che li aveva spinti a partecipare a quella missione ma, non appena
erano saliti sul treno, Zafrina era andata a sedersi in fondo e
nessuno aveva avuto il coraggio di sedersi vicino a lei, vista
l'enorme aura nera che la circondava.
Yukiteru
si era seduto dalla parte opposta del corridoio che divideva le due
serie di posti, ma anche lui era risultato inavvicinabile, causa
scariche elettriche presenti nell'aria.
Kay,
com'era prevedibile, si era andata a sedere nell'angolo opposto
rispetto a Zafrina e, per passare il tempo, si era messa a
tagliuzzare i sedili vuoti con delle piccole lame circolari create da
lei.
Tsuki,
Dorein, Vaiter e Arya si erano seduti vicino a lei, dall'altra parte
del corridoio, e la ragazza dai lunghi capelli arancioni,
contrariamente al suo solito carattere, era rimasta in silenzio tutto
il tempo, osservando con sguardo malinconico il paesaggio fuori dal
finestrino. Vaiter, d'altro canto, era caduto in letargo non appena
il treno era partito e non si era ancora svegliato.
Tsuki
aveva cercato più volte di coinvolge Arya in una
conversazione ma
tutti i suoi tentativi non avevano dato frutti, e di sicuro Dorein
non era di grande aiuto.
“Tra
circa mezz'ora dovremmo esserci.” commentò Dorein.
“Come
fai a dirlo?” chiese Tsuki, quasi commossa dal poter
finalmente
avere una conversazione.
“Abbiamo
superato da non molto il confine e questo treno va diretto verso la
zona sud-ovest del regno.” spiegò l'albino.
“Capisco...”
disse Tsuki, ormai rassegnata all'idea di dover trascorrere altri
trenta minuti nel silenzio più totale. Dopo quel lasso di
tempo,
praticamente interminabile, i sette maghi scesero dal treno e furono
subito accolti da una scena di rara desolazione.
La
stazione era per lo più vuota. C'erano giusto due donne
dietro al
bancone principali e non sembravano neanche molto contente di essere
lì.
“Ehm...
scusate, potremmo chiedervi un'informazione?” chiese Tsuki
avvicinandosi al bancone e la più anziana delle due, una
donna sulla
cinquantina dai lunghi capelli neri e gli occhi del medesimo colore,
rispose “Certo, purché sia veloce... tra poco la
stazione chiude”.
“Siamo
maghi di Last Hope... siamo venuti qua per risolvere il problema
della gilda oscura che si è stanziata in questa
zona.” spiegò la
maga della creazione e la donna, sgranando gli occhi per la sorpresa,
aprì le braccia e urlò “Oh Lucy! Sei
sempre la solita burlona!”
e l'abbracciò sotto gli sguardi confusi degli altri maghi.
Tsuki
fu sul punto di scostarla con le buone ma la donna le
sussurrò
nell'orecchio “Andate alla taverna del paese. Un uomo dalla
lunga
barba bianca. Parlate con lui.” per poi scostarsi e,
mostrando un
finto sorriso, aggiungere “Sarete stanchi. La taverna
è sul lato
destro della via principale, subito dopo il fabbro”.
“Ehm...
grazie dell'informazione.” disse Tsuki sorridendo per poi
uscire
dalla stazione insieme agli altri. La situazione gli sembrò
estremamente simile a quella vista nella stazione. Le varie case
avevano tutte le finestre chiuse, alcune addirittura sprangate da
assi di legno, e solo alcuni gatti randagi erano visibili poco fuori
da alcuni vicoli.
“Che
desolazione...” commentò Arya, notando poi i resti
di una
bancarella ridotta in frantumi.
“Evidentemente
hanno paura di quei bastardi.” disse Yukiteru
“Scommetto che sono
costantemente perseguitati”.
“Grazie
per l'informazione Sherlock.” commentò Zafrina
prima di avviarsi,
a passo spedito, verso la taverna.
Ci
vollero pochi minuti per trovarla. Per fortuna il fabbro era uno dei
pochi che non si era lasciato intimorire dai maghi oscuri e i colpi
di martello sull'incudine erano udibili anche dalla stazione.
Senza
mezzi termini, Zafrina diede un calcio violento alla porta della
taverna e i pochi clienti presenti si girarono spaventati verso la
porta. Il barista fu il primo a riprendersi e, seppur titubante,
chiese “B... buongiorno! Cosa posso darvi da bere?”
La
mora non se lo filò manco di striscio e, dopo averlo
individuato,
andò a sedersi al tavolo di un anziano signore dalla lunga
barba
bianca. L'uomo bevve un sorso di birra dal suo boccale e, dopo
essersi pulito i baffi con un dito, chiese “Oh ma che
sorpresa! E'
la prima volta che una giovane ragazza viene a sedersi al mio tavolo.
Dimmi, cosa posso fare per te?”
“Empty
Scream. Dov'è la loro base?” chiese a bruciapelo
Zafrina e tutti i
presenti, escluso il vecchio, sbiancarono. Vaiter lanciò una
monetina in aria e, riafferrandola al volo, si avvicinò a
Zafrina,
sussurrandole “Ehi, forse sei stata un po' troppo diretta...
quel
nome li ha spaventati a morte”.
“Non
sono affari nostri.” commentò Kay sedendosi,
incredibilmente,
vicino a Zafrina “Avanti vecchio, dicci quello che sai su
Empty
Scream”.
L'uomo
sorrise sotto i baffi e, guardando gli altri maghi, chiese
“Non vi
accomodate anche voi?” poi si voltò verso il
barista e gli fece un
cenno della testa. Il barista annuì e, dopo aver scavalcato
il
bancone, andò vicino alla porta, aprendola leggermente.
“Bene,
ora che abbiamo il nostro palo... possiamo discutere.” disse
il
vecchio “Il mio nome è Oscel e sono... o meglio...
ero il sindaco
di questa cittadina. Mesi or sono, sono apparsi dal nulla questi
maghi oscuri, gridando ai quattro venti di far parte della gilda
oscura Empty Scream. All'inizio credevamo che ci stessero facendo uno
scherzo di cattivo gusto, non avevamo mai sentito nominare quella
gilda, ma poi... è arrivato lui”.
“Di
chi parli?” chiese Tsuki.
“Di
un ragazzo, un mago per la precisione. Ha usato la sua magia per
distruggere i raccolti di quest'anno e tanto è bastato per
spaventare tutti quanti... non avevamo mai visto nulla di
simile.”
continuò Oscel “Sembrava quasi che il Diavolo in
persona lo
accompagnasse”.
“Che
tipo di potere aveva?” chiese Yukiteru, interessato a quel
ragazzo.
Ovviamente lo vedeva solo come un buon avversario con cui scontrarsi.
“Per
distruggere i raccolti ha usato una semplice magia del fuoco, roba
che chiunque può imparare, ma la cosa terrificante
è stata la
nebbia che ha usato dopo.” spiegò Oscel
“Alcuni dei nostri
concittadini hanno provato a fermarlo, e tra di loro c'erano anche
dei maghi, ma lui li ha eliminati tutti grazie a una strana nebbia
nera. Non appena sono entrati in contatto con essa, si sono
accasciati al suolo e sono morti”:
“Una
magia oscura.” disse Kay riflettendo “Non ho mai
sentito di una
nebbia mortale, forse si tratta di una lost magic”.
“No,
non è una lost magic. E' una magia creata da qualcuno in
quest'era.”
disse Dorein, attirando l'attenzione degli altri su di sé
“Quando
ero ancora in quella capsula, mi hanno fatto vari esperimenti,
arrivando ad utilizzare lost magic e magie mortali. Da quanto
ricordo, non avevano nulla del genere e neanche nei libri della
biblioteca di Zafirus ho trovato richiami a una simile magia”.
“Wow...
non male!” si complimentò Vaiter -Non c'avevi
proprio nulla da
fare, eh?-
“Io
non so se sia una lost magic e non mi interessa saperlo.”
disse
Oscel “L'unica cosa che so è che da quando sono
arrivati, tutti i
paesi della zona sono caduti sotto il loro dominio e ormai la
situazione non è più sostenibile... hanno anche
ucciso mio figlio e
rapito la mia nipotina...”
“Senti
vecchio, non me ne frega niente dei tuoi problemi personali. Dicci
solo dove si trovano quei bastardi e noi provvederemo a spazzarli
via.” sbottò Zafrina.
L'uomo
annuì lentamente per poi dire “Non troppo lontano
da qui, circa
cinque chilometri, c'è la loro base, un castello neanche
troppo
grande, ma tutt'attorno all'edificio ci sono diversi avamposti,
disposti a cerchio. Tutti gli avamposti di un determinato cerchio
sono collegati da tra di loro da delle spesse mura di roccia. Se un
avamposto cade, tutti gli altri vengono a saperlo subito e vengono
inviati rinforzi in quel determinato avamposto”.
“Interessante,
credo già di sapere come agire.” sibilò
Zafrina con un ghigno fin
troppo inquietante. Dopo aver chiesto rapidamente la direzione della
base, la mora uscì dalla taverna senza neanche aspettare gli
altri e
Tsuki fu la prima a seguirla, imitata poi dagli altri.
“Zafrina,
fermati subito.” disse Tsuki frapponendosi tra la compagna di
team
e la base nemica.
“Levati
di mezzo, voglio andare a spazzare via quei maledetti il prima
possibile!” disse Zafrina, per nulla disposta a perdere
ulteriore
tempo, ma l'aura nera che avvolse interamente la leader del suo
gruppo le fece capire che da lì non si sarebbe mossa.
“Ascoltami
bene Zafrina...” iniziò Tsuki mostrandole un
sorriso solare “...
tu non vai da nessuna parte finché non te lo dico io. Siamo
una
squadra e come tale agiremo. Non stiamo andando a raccogliere
margherite ma dovremo scontrarci con una gilda oscura. Solo
perché
sono umani, non vuol dire che non sono pericolosi, Yukiteru
può
confermartelo dato che è tornato dall'ultima missione
ridotto ad uno
straccio”.
Zafrina
sostenne lo sguardo della compagna e ribatté “Tu
non puoi capire
quello che quei bastardi mi hanno fatto. Io voglio solo spazzarli via
per sempre!”
“Non
posso capire? Benissimo.” disse Tsuki prima di avviarsi fuori
dalla
cittadina, seguita dagli altri. Non appena furono vicini ad un prato,
la ragazza si sedette a gambe incrociate per terra e guardò
Zafrina
“Coraggio, spiegami perché vuoi spazzarli via
così
disperatamente”.
“Perché
mai dovrei venire a dirti i miei motivi?” chiese Zafrina,
alzando
un sopracciglio.
“Perché
sono la leader del tuo team... e anche una tua amica.” disse
Tsuki,
sorprendendo la mora. Zafrina la fissò dritta negli occhi ma
non
lesse alcuna traccia di menzogne. Era sincera.
“Ascoltami...”
riprese Tsuki “Ciascuno di noi si è unito a Last
Hope per un
motivo ben chiaro, alcuni semplicemente per aiutare, altri per
ritrovare qualcuno a loro caro e altri ancora solo per eliminare quei
demoni. Io non voglio costringerti a rivelarci tutto, ma non voglio
neanche lasciarti andare senza dir nulla. Se ti dovesse accadere
qualcosa, io, Arya e anche Kay, non potremmo mai
perdonarcelo”.
Zafrina
rimase per diversi secondi in silenzio, continuando a fissare Tsuki
che sosteneva tranquillamente il suo sguardo.
“Beh,
qua il problema non è solo lei...” si intromise
Kay, andando a
sedersi sotto un albero. Zafrina, Tsuki e gli altri si girarono verso
di lei e l'albina, dopo essersi passata un dito sulla cicatrice che
le ricopriva quasi tutto lo zigomo destro, disse “Mia madre
era una
maga molto potente, fu lei ad insegnarmi ad usare il mio potere. Fino
ad undici anni, la mia vita andò avanti senza problemi ma
poi...
arrivarono quei maledetti maghi di Empty Scream, dicendo di avere il
diritto sui poteri di mia madre, quasi come se fosse uno dei loro
strumenti. Quando ci attaccarono, utilizzai il mio potere al massimo
della potenza ed uccisi diversi maghi oscuri ma per fermarmi, mia
madre perse la vita...”
“Kay...
mi dispiace, non lo sapevo...” disse Arya avvicinandosi a lei
ma
l'albina alzò una mano per fermarla “Non ho
bisogno della vostra
compassione, ce l'ho fatta ad andare avanti fino ad oggi e sono
sicura che mi sentirò meglio dopo che quei maledetti saranno
morti
dal primo all'ultimo. Piuttosto Arya... tu perché sei voluta
venire?”
Gli
sguardi dei presenti si spostarono sulla maga dai lunghi capelli
arancioni che si sentì subito in imbarazzo ma, torturandosi
nel
mentre le mani, riuscì a dire “Io... ho perso i
miei genitori
quand'ero piccola e sono stata affidata ad un orfanotrofio. Un giorno
sono venuti alcuni uomini di Empty Scream, spacciandosi per
benefattori, e mi hanno portata con loro, segregandomi in un grosso
laboratorio dove mi hanno fatto vari esperimenti a causa del mio
potere. Un giorno, però, il laboratorio è stato
distrutto da
qualcuno e io e gli altri bambini siamo riusciti a scappare. Io...
non voglio una vera e propria vendetta, ma voglio fermare quei maghi
oscuri ed impedirgli di fare esperimenti su altri innocenti”.
“Bisogna
ammettere che sei stata davvero fortunata a fuggire.”
commentò
Vaiter “Mi chiedo chi ti abbia aiutato”.
“Sono
stata io...”
Arya,
così come tutti gli altri, si girò sorpresa verso
Zafrina la quale,
tuttavia, aveva volto lo sguardo da un'altra parte.
“Io
e mia sorella siamo cresciute in un laboratorio gestito da quei
bastardi. Erano interessati ai nostri poteri ma gli esperimenti erano
troppo traumatici e devastanti per il fisico. Mia sorella
morì a
causa degli sforzi eccessivi e io utilizzai il mio potere per
spazzare via quel laboratorio... nei mesi successivi trovai altri
laboratori e tutti subirono la stessa sorte. Credevo di aver
eliminato tutti quei maledetti... ma evidentemente alcuni si devono
essere salvati”.
Arya
si avvicinò timidamente alla mora e sotto lo sguardo
sorpreso di
Tsuki, Vaiter e Yukiteru, e quello divertito di Kay, la
abbracciò.
“Ehi!
Levati subito!” sbottò Zafrina cercando di
levarsela di dosso ma
Arya, per quanto le fosse possibile, rafforzò la presa e
disse
“Grazie per avermi liberata”.
“Non
l'ho mica fatto per te!”
“Non
importa, mi hai liberato e per questo ti ringrazio.” disse
Arya
sorridendo per poi scostarsi di qualche metro, conscia di non dover
osare troppo con la sua compagna.
“Ma
quindi anche la potentissima Distruttrice ha un cuore sotto quella
scorza d'acciaio!” commentò Vaiter con un ghigno,
beccandosi un
cazzotto sul naso, un secondo dopo.
“Bene,
ora possiamo andare!” disse Tsuki sorridendo agli altri.
“Quindi?
Non cerchi di fermarmi o altro?” chiese Zafrina dubbiosa.
“Non
vedo perché dovrei. Hai le tue motivazioni e non sono per
nulla
futili, perciò ti aiuterò volentieri inoltre...
sei una sottospecie
di cataclisma con le gambe, come potrei mai fermarti?”
spiegò
Tsuki facendole l'occhiolino per poi guardare gli altri
“Siete
pronti?” e tutti annuirono senza esitazione.
Dopo
circa mezz'ora di camminata, il gruppo di maghi giunse in vista del
primo avamposto. Era una specie di accampamento, composto da circa
una trentina di tende normali e tre molto più grosse.
L'intero
complesso era circondato da spesse mura di roccia, su cui erano
appostate delle sentinelle, e dal lato sinistro, così come
da quello
destro, partivano delle mura, dello stesso spessore, che andavano a
collegarsi con altri avamposti.
“Uhm...
davvero ben fortificato come accampamento.”
commentò Yukiteru,
volgendo lo sguardo lungo le mura.
“Tsk,
non basteranno alcuni pietroline a fermarmi.” disse Zafrina
scrocchiandosi le nocche ma Tsuki la fermò
“Aspetta, escogitiamo
un piano prima...”
“Che
piano vorresti ideare? Carichiamo a testa bassa, spazziamo via
l'accampamento e tutti i rinforzi che arrivano e poi ci dirigiamo al
secondo anello di difesa.” disse Vaiter e Zafrina,
incredibilmente,
si trovò d'accordo con lui.
“Oscel
ci ha detto che se un avamposto viene attaccato, richiedono
rinforzi... il fatto è che non sappiamo che genere di
rinforzi
potrebbero arrivare né che tipo di soldati ci siano.
Potrebbero
essere dei maghi potenti e ciò non va escluso.”
disse Tsuki per
poi indicare Zafrina, Kay e Yukiteru “Voi tre, spostatevi ad
un
altro accampamento ed attaccatelo. Non appena i soldati qua davanti
si saranno spostati, noi entreremo e attaccheremo un altro
accampamento, facendoli confondere, poi ci divideremo
ulteriormente”.
“Uhm...
non male come piano. Possiamo fare a pezzi molti nemici e li facciamo
anche cadere nel caos!” si complimentò Yukiteru.
“Vedete
solo di non andare ad attaccare un accampamento isolato, dovete
averne vicino uno già distrutto o che sia sotto attacco. Se
vi
circondano potrebbero essere guai.” disse Tsuki e gli altri
annuirono, dopodiché, i tre da lei nominati, si
allontanarono,
dirigendosi verso un altro accampamento.
“Qualcosa
non mi convince...” disse Vaiter.
“Che
cosa?” chiese Tsuki. Era meglio chiederglielo per evitare
rimpianti
di vario genere.
“Quei
soldati là in fondo... non ti sembrano anche a te... dei
bambini?”
chiese Vaiter sorprendendo Arya e Tsuki.
“Ha
ragione. L'altezza e il fisico non possono appartenere a dei maghi
adulti, devono avere al massimo sedici anni.” disse Dorein
assottigliando lo sguardo.
In
quel momento, una forte scossa sismica fece tremare il terreno e una
potente esplosione sollevò una colonna di fumo ad est.
Zafrina e gli
altri avevano iniziato l'attacco e, come da copione, i soldati
iniziarono a correre verso quell'accampamento, lasciando solo una
mezza dozzina di sentinelle.
“E'
la nostra occasione, andiamo!” disse Tsuki prima di creare
due
cavalli. Sul primo salirono lei e Arya che imbracciò il suo
arco,
mentre sul secondo salirono Vaiter e Dorein che si sciolse, assumendo
le fattezze di uno zainetto e attaccandosi alla schiena del compagno.
Com'era
prevedibile, le uniche sei sentinelle rimaste li videro subito e due
di esse saltarono giù dalle mura, atterrando senza problemi.
Non
appena furono abbastanza vicini, Tsuki scoprì che si
trattava
davvero di due ragazzi molto giovani.
Entrambi
avevano dei corti capelli neri e il volto coperto da una maschera
completamente bianca, senza buchi per gli occhi. Il loro
equipaggiamento era lo stesso: una specie di armatura di cuoio bianca
rinforzata, su spalle, ginocchia e torace, con delle parti
metalliche.
Il
primo dei due alzò il braccio destro verso il cielo e, dopo
averlo
abbassato di colpo, una forte folata di vento investì i
quattro
maghi scaraventando in aria loro e i cavalli. Il secondo ragazzo,
approfittandone, creò una grossa sfera di fuoco e la
scagliò contro
Tsuki la quale, con un movimento del braccio, creò un muro
d'acciaio
contro la quale si schiantò la sfera.
Arya
riprese in mano il suo arco e, sporgendosi dal muro, scagliò
una
freccia elettrica contro il mago del vento ma una nuova sfera di
fuoco intercettò il suo attacco. Le altre quattro sentinelle
raggiunsero i loro due compagni e scattarono verso i quattro maghi.
Dorein
e Vaiter superarono il muro d'acciaio e, mentre il primo si
trasformò
nella sua forma slime, il secondo creò un grosso spadone
d'acciaio
con la quale cercò di colpire dall'alto il primo avversario
il
quale, sorprendendolo, lo fermò a mani nude.
“Chi
diavolo sono questi tizi?” chiese Vaiter, osservando il suo
spadone
ridotto in frantumi.
Dorein,
d'altro canto, riuscì ad intrappolare due sentinelle, con lo
slime
ma una di esse lo congelò, riuscendo poi a liberarsi. Lo
slime
indietreggiò di qualche metro, creando poi diversi tentacoli
neri
che però non riuscirono a colpire nessuno.
Tsuki
creò altre mura d'acciaio, riuscendo ad intrappolare le
quattro
sentinelle che gli erano corse incontro ma una forte esplosione
distrusse una parete, liberandole.
-Fuoco,
vento, ghiaccio, esplosioni... hanno un assortimento di poteri
davvero ampio.- pensò Tsuki evitando una lama di vento.
Arya
notò che solo una delle sentinelle non aveva ancora
attaccato,
limitandosi ad osservarli. Senza esitare, incoccò una
freccia e la
scagliò contro quel soldato, un ragazzo dai corti capelli
biondi,
che non si mosse fino all'ultimo secondo quando la freccia si
bloccò
a mezz'aria.
Sotto
lo sguardo sorpreso della maga, la freccia ruotò in aria e
partì
verso di lei, sfiorandole la spalla destra e procurandole un leggero
taglio.
-Anche
poteri mentali?-
Vicino
a lei, Vaiter si beccò un pugno sul torace che lo
scaraventò
all'indietro ma questo gli permise di mettere tra lui e il suo
avversario la giusta distanza. Prima che il soldato potesse
avvicinarsi, il mago di Last Hope caricò un pugno e lo
sferrò
dritto in faccia al nemico.
Il
colpo disintegrò completamente la testa nel nemico,
scaraventando il
cadavere contro il portone dell'accampamento. La sentinella con il
controllo del ghiaccio si lanciò contro di lui ma una
sottilissima
lama nera le si conficcò nella gola, uccidendola.
Dorein
non si curò minimamente del cadavere e si
concentrò sul soldato con
il potere delle fiamme che cercò di distruggerlo con una
pioggia di
sfere infuocate ma quell'attacco non sortì alcun effetto e
lo slime
ne approfittò per inglobarlo ed assorbirlo completamente.
Ora
ne restavano solo tre e per Tsuki era il momento di finirla
lì. Dopo
aver posato le mani per terra, chiuse gli occhi e si
concentrò
intensamente. Il terreno sotto i piedi dei suoi avversari si
trasformò in sabbia e loro persero l'equilibrio.
Il
mago del vento si beccò una freccia in mezzo agli occhi,
accasciandosi nella sabbia senza emettere alcun suono. Restavano solo
quello delle esplosioni e quello con il potere mentale che si
sollevò
in volo grazie ai suoi poteri.
Dopo
essersi scambiato un cenno del capo con il suo compagno, il mago in
volo si allontanò velocemente mentre l'altro sotto lo
sguardo
attonito dei maghi di Last Hope, si portò le mani sulla
faccia e si
fece esplodere senza alcuna esitazione.
Tsuki
e Arya si guardarono tra di loro, leggermente scosse da quel gesto
mentre Dorein si avvicinò alla sentinella che aveva ucciso
con una
lama e le tolse la maschera, scoprendo che si trattava di una ragazza
dai corti capelli rossi e gli occhi verdi.
Alla
base del collo vide uno strano collare metallico con una pietra
gialla che si stava spegnendo, diventando pian piano nera.
“Erano
controllati da questi.” disse l'albino, staccando il collare
dal
corpo della ragazza e mostrandolo agli altri.
“Quindi
qualcuno li ha utilizzati... per combattere?” chiese Arya,
conscia
del fatto che quel destino sarebbe potuto toccare anche a lei.
Dorein
annuì quando la sua attenzione venne catturata da
qualcos'altro.
Senza dir nulla, si abbassò sul corpo della ragazza morta e
le
strappò via l'armatura dal braccio destro, mostrando la
pelle rosea
della ragazza attraversata da delle strane vene azzurre.
“Che
cosa le è successo?” chiese Vaiter, avvicinandosi
al cadavere.
Dorein
trasformò la sua mano destra in slime e lo fece passare
sotto
l'armatura, spalmandolo sul torace fin quando non trovò
qualcosa di
strano. Nel silenzio più totale, i suoi tre compagni udirono
un
rumore macabro, come se avesse appena strappato della carne con la
sola forza.
Dopo
pochi istanti, Dorein tirò fuori una strana gemma azzurra
sporca di
sangue “Era conficcata nel suo sterno ed era la fonte dei
suoi
poteri”.
“Come
sarebbe a dire... la fonte dei suoi poteri? Significa che lei non era
una vera maga?” chiese Tsuki e Dorein annuì
“Le hanno ficcato
questa nel corpo per darle i poteri e poi l'hanno controllata con
quel collare. Sembra quasi che stiano creando dei maghi per
combattere”.
Tsuki
rimase qualche secondo in silenzio, per poi avviarsi verso l'interno
dell'accampamento.
“Dobbiamo
sbrigarci, gli altri potrebbero aver bisogno di supporto.”
disse
Tsuki, seguita a ruota dagli altri tranne Dorein. Lo slime
osservò
qualche secondo il corpo della ragazza trasformando, nel mentre, il
suo braccio e avvicinandolo alla testa della rosa ma un'improvvisa
fitta alla testa lo fece barcollare all'indietro.
Fiamme.
Tutt'attorno c'erano solo fiamme.
Non
sentiva le gambe. La testa gli doleva.
Davanti
ai suoi occhi apparì uno strano liquido nero, poi una
maschera
bianca.
“Chi
sei... tu?”
La
maschera si inclinò leggermente poi le fiamme svanirono e
l'oscurità
lo avvolse.
“Dorein?”
L'albino
si girò di scatto e vide Tsuki. Aveva uno sguardo
preoccupato e lo
fissava in attesa.
“Cosa
c'è?” chiese il ragazzo, girandosi completamente
verso di lei.
“Niente,
è che... non rispondevi e te ne stavi qui
immobile...” disse la
ragazza per poi indicare la colonna di fumo “Dobbiamo
raggiungere
gli altri”.
Dorein
annuì e si avviò verso l'altro accampamento,
insieme a Tsuki,
Vaiter e Arya ma all'ultimo lanciò un'occhiata al corpo
della
ragazza.
-Cosa
diavolo era quello?-
[Pochi
minuti prima – Accampamento scelto da Yukiteru, Zafrina e Kay]
“Ci
sono circa trenta soldati.” disse Yukiteru, scrutando
attentamente
l'accampamento dalla cima della collina su cui si erano appostati.
“Sono
tutti maghi, o comunque la maggior parte.”
commentò Kay, notando
che alcuni di loro stavano usando dei poteri. C'era chi levitava, chi
tagliava della legna con delle lame di vento e chi creava acciaio dal
proprio corpo.
“Sembrano
tutti ragazzi ma a parte i capelli non vedo tratti
distintivi.”
continuò il dragon slayer, individuando un mago dei fulmini
e
ghignando tra sé e sé. Quello sarebbe stato un
suo avversario.
“Se
è vero che manderanno dei rinforzi, contatene molti di
più di
trenta.” disse Zafrina, tenendo gli occhi puntati su uno
stendardo
raffigurante lo stemma di Empty Scream: un teschio con la bocca
aperta e dei rovi che uscivano da essa.
“Bene,
direi che possiamo iniziare!” disse il ragazzo, iniziando ad
accumulare potere magico.
Zafrina
annuì e, dopo essere saltata in avanti, calò un
potente pugno sul
terreno, generando una scossa sismica che creò diverse crepe
nel
terreno le quali raggiunsero le basi dell'accampamento. Le mura di
roccia iniziarono a barcollare e quella frontale, insieme al portone,
crollò su sé stessa, schiacciando una mezza
dozzina di soldati.
Prima
che gli altri potessero capire qualcosa, Yukiteru imitò la
compagna
e, dopo aver creato un'enorme sfera elettrica, la scagliò
nell'accampamento nemico. La sfera viaggio velocissima e si
schiantò
su una grossa tenda la quale, essendo probabilmente la tenda usata
come magazzino, esplose con un boato assurdo, generando un'esplosione
enorme e un'imponente colonna di fumo nero subito dopo.
Tre
soldati erano rimasti uccisi nell'esplosione mentre altri quattro
erano avvolti dalle fiamme. In loro soccorso arrivò un
soldato che
li avvolse con delle sfere d'acqua, spegnendo le fiamme.
Dopo
il disorientamento iniziale, i vari soldati rimasti si ripresero ed
individuarono i tre maghi di Last Hope, ormai vicinissimi
all'accampamento. Kay fu la prima ad attaccare e, dopo aver creato
sei lame circolari invisibili, le scagliò in avanti.
Di
tutte le lame, solo due raggiunsero i loro bersagli, mozzandogli di
netto la testa, mentre gli altri quattro furono abbastanza agili da
gettarsi di lato. Rimasti in diciannove, i soldati passarono al
contrattacco e uno di essi, dopo aver creato due spade d'acciaio dal
proprio corpo, si lanciò contro l'albina.
Le
sue lame si scontrarono con una barriera invisibile e, prima che
potesse tentare un secondo attacco, due lame lo colpirono dai lati,
mozzandogli le gambe e la testa. Kay ghignò mentre altri
soldati si
lanciavano contro di lei, cercando anche di prenderla dai fianchi.
Due
di essi, troppo concentrati su di lei, vennero centrati in pieno da
un cono di fulmini che li fulminò all'istante, uccidendoli.
Yukiteru
si lanciò contro gli altri, sicuro di poterne far fuori
altri ma
davanti a lui si frappose un soldato leggermente più grosso
degli
altri.
Il
soldato, senza alcun timore, caricò a testa bassa il dragon
slayer
che venne letteralmente spazzato via da qualcosa.
“Che
diavolo...?!?” urlò Yukiteru alzandosi -Non mi ha
colpito
direttamente con il suo corpo... qualcosa lo sta proteggendo-.
Il
soldato, approfittando della sua momentanea immobilità, lo
caricò
nuovamente e Yukiteru cercò di colpirlo con un tridente di
elettricità ma il colpo venne dissolto nell'aria a pochi
centimetri
dal corpo del nemico. Il moro, allora saltò in alto e, a
mezz'aria,
ruotò il corpo in avanti.
Ora
il soldato, che non si era ancora fermato, gli dava le spalle e il
ragazzo ne approfittò colpendolo alle spalle con un raggio
di luce
che gli trapassò il torace, facendolo cadere a terra.
Yukiteru
riuscì ad atterrare in piedi ma si ritrovò subito
sotto l'attacco
di due soldati con il potere dell'acqua che lo chiusero dentro ad una
grossa sfera d'acqua. Il ragazzo cercò di liberarsi ma
né i suoi
fulmini né la sua luce riuscirono a distruggere la sfera.
In
suo aiuto arrivò Zafrina che, con un gesto rapidissimo del
braccio,
estrasse il suo coltello a serramanico che teneva nascosto nei suoi
shorts e con esso, tagliò la gola ai due soldati troppo
concentrati
a mantenere la sfera attiva.
Dietro
di lei arrivò un nemico che cercò di colpirla con
una spada di
veleno ma, dopo alcune schivate, Zafrina lo colpì con un
pugno in
faccia e si poté tranquillamente sentire il rumore delle sue
ossa
che si rompevano.
L'avversario
cadde al suolo di schiena, mentre un suo compagno cercava di
vendicarlo, attaccando Zafrina con dei fulmini i quali vennero
mangiati al volo da Yukiteru. Il dragon slayer creò un altro
tridente di fulmini e, dopo che lo ebbe scagliato contro il primo
avversario, il suo attacco si trasmise anche ad altri nemici,
uccidendone sei.
Ne
restavano solo sei di soldati ma, per loro fortuna, arrivarono altri
rinforzi e la loro prima mossa fu quella di scagliare delle sfere di
fuoco verso i tre maghi che, riunitisi in un unico gruppo, vennero
protetti da delle barriere di Kay.
“Ecco
i famigerati rinforzi.” commentò Zafrina,
scrutando i vari soldati
che stavano attaccando le barriere della sua compagna. Oltre alle
sfere di fuoco, si erano aggiunti vari fulmini, spuntoni di roccia e
lame di vento.
“Devo
dire che hanno radunato un gran numero di maghi.” disse
Yukiteru
“Se ci sono circa trenta soldati per avamposto, qua
potrebbero
esserci più di trecento soldati, anzi, facciamo
cinquecento”.
“Inoltre
sono addestrati bene, non ho sentito un verso di dolore e non si sono
neanche fatti un cenno di qualche tipo, eppure riescono ad agire in
perfetta coordinazione.” osservò Kay.
Di
colpo, alcune sfere oscure di piccole dimensioni, si schiantarono
contro le barriere e i ragazzi rimasero sorpresi non per l'attacco in
sé ma per via di chi aveva scagliato quelle sfere.
A
circa venti metri d'altezza, una decina di demoni dalle fattezze di
rettili con grosse ali nere, iniziò un vero e proprio
assalto,
continuando a tempestare le barriere con i loro attacchi.
“Che
diavolo ci fanno dei demoni qua?” chiese Yukiteru, sapendo
che le
sue compagne non sapevano la risposta.
“Non
vorrei azzardare nulla... ma mi sa che questi bastardi si sono
alleati con Ruganax e i suoi demoni.” ipotizzò Kay
creando nel
mentre delle lame circolari.
“Non
importa perché sono qui! L'importante è spazzarli
via!” urlò
Zafrina “Kay, tienici sollevati a mezz'aria!”
Per
una volta Kay non ribatté nulla e creò un ripiano
invisibile sopra
alla quale andarono lei, Yukiteru e Zafrina. La mora, dopo essersi
concentrata, alzò le mani al cielo e urlò
“EARTH'S RAGE!!!”
Il
terreno subì una nuova scossa ma questa volta, dalle varie
crepe,
fuoriuscirono vere e proprie ondate di magma che investirono la
maggior parte dei soldati, bruciando le tende e liquefacendo le mura
di pietra.
“Per
una volta ne hai fatta una giusta!” commentò
sarcasticamente Kay
per poi disattivare le barriere e scagliare le sue lame contro i
demoni che vennero uccisi da esse. Ne rimasero solo una manciata ma
ci pensò Yukiteru con i suoi raggi di luce ad eliminarli.
“Bene,
restano solo quei tre soldati!” disse il moro, alludendo a
tre
ragazzi rimasti a mezz'aria grazie ai loro poteri telepatici. Due di
essi, sfruttando i suddetti poteri, fecero in modo di direzionare la
lava verso Zafrina e gli altri ma due frecce si conficcarono nelle
loro gambe, facendogli perdere la concentrazione.
Kay
ne approfittò subito e scagliò due lame che
tagliarono a metà i
due nemici. L'ultimo rimasto volse lo sguardo verso destra e vide
Arya appostata in cima alla collina. Da dietro alla ragazza
arrivarono anche Tsuki, Dorein e Vaiter.
Il
soldato, capendo di non potercela fare, si girò e si
allontanò in
fretta, evitando alcuni fulmini scagliati da Yukiteru.
Dopo
qualche minuto, i vari maghi si riunirono in cima alla collina dalla
quale Zafrina e gli altri avevano attaccato l'accampamento.
“Cosa?
C'erano dei demoni?” chiese Tsuki, sorpresa da quella notizia.
“Sì,
dello stesso tipo che abbiamo affrontato a Zafirus il primo giorno
che ci siamo incontrati.” spiegò Zafrina
“Non erano molti ma di
sicuro ce ne saranno altri”.
“Keh,
non chiedo di meglio! Uccidere degli umani non è nel mio
stile.”
commentò Vaiter -Ma prima ho spappolato il cranio a uno! Mi
sa che
l'autore ha le idee confuse...-
“Questo
potrebbe complicare le cose...” disse Tsuki “Non
sappiamo cosa
potremmo trovarci a dover affrontare”.
“Non
importa, noi spazzeremo via chiunque si sia alleato con questi
maledetti. Se sono demoni, tanto meglio.” disse Zafrina
agitando
una mano in aria.
Tsuki
annuì lentamente, per poi avviarsi verso l'interno della
zona
nemica. Le cose si stavano facendo più serie del previsto.
Erano
arrivati lì credendo di dover affrontare una semplice gilda
oscura e
ora sapevano che i soldati nemici erano dei ragazzi trasformati in
maghi e controllati contro la loro volontà, senza contare
che
c'erano anche i demoni tra le loro fila.
“Ragazzi...
se potete... cercate di uccidere il minor numero possibile di soldati
umani.” disse Arya, precedendo Tsuki.
“Perché
dovremmo? Sono semplici pupazzi nelle mani del nemico.” disse
Dorein, sorprendendo la compagna che però ribatté
“Lo so
benissimo, ma forse non sono qui per loro scelta! Forse esiste un
modo per renderli liberi da quei collari senza ucciderli!”
Dorein
la osservò per qualche secondo per poi limitarsi ad un
semplice
cenno del capo.
Il
gruppo riprese il suo cammino, scoprendo che, a circa cento metri
dalle mura, procedendo verso la base principale, il terreno era stato
scavato e ora loro si trovavano sul bordo di un enorme conca
circolare. Il terreno era pieno di buchi e crepacci e gli alberi
morti erano l'unica cosa che abbelliva il panorama.
Dalla
loro posizione era visibile il castello al centro della conca e,
tutt'attorno ad esso, c'erano centinaia di demoni e soldati intenti a
scavare o a compiere altri doveri. Il cielo era sorvolato da un
centinaio di demoni con le ali e c'era anche un enorme serpente come
quelli che avevano attaccato Zafirus.
Dal
terreno, vicino al castello, fuoriuscivano vari gas velenosi e
diverse macchine erano all'opera per rimuovere detriti o per bruciare
gli alberi che venivano abbattuti dai demoni.
“Prima
ho detto cinquecento soldati... volevo dire mille... e aggiungiamoci
anche cinquecento demoni...” disse Yukiteru, rimasto a bocca
aperta
come tutti gli altri.
“Attenzione!
Stanno arrivando dei demoni!” disse Kay indicando un punto
poco
lontano dove erano visibili una cinquantina di minotauri diretti
verso di loro ma per fortuna non li avevano ancora individuati.
Tsuki
agì in fretta e, dopo aver individuato un buco nel terreno,
fece
entrare tutti lì dentro e Dorein, dopo aver trasformato il
suo
braccio in una trivella, scavò un tunnel in modo che i
demoni, se si
fossero affacciati, non li avrebbero visti.
I
sette maghi rimasero nel silenzio più assoluto, mentre il
terreno
tremava leggermente al passaggio dei demoni. Dopo pochi minuti, il
silenzio tornò sovrano.
“La
situazione è decisamente diversa da quanto
immaginata.” disse
Vaiter “Che facciamo?”
“Non
lo so... non sappiamo nulla di questa zona e se tentassimo un attacco
frontale, verremmo sconfitti presto o tardi...” disse Tsuki
“Dobbiamo cercare di entrare dentro al castello”.
“E
come facciamo? Hai visto ciò che si frappone tra noi e il
castello.”
disse Kay ma, prima che Tsuki potesse risponderle, Yukiteru disse
“Silenzio. Arriva qualcuno”.
Dorein
distaccò una minuscola parte del suo corpo, grossa come un
occhio e
la lanciò vicino al bordo del buco. La piccola parte di
slime
assunse le sembianze di un ragno e, tramite i suoi otto piccoli
occhi, trasmise a Dorein le immagini di un demone toro intento ad
abbattere un albero.
Il
ragazzo guardò gli altri e disse “Aspettate
qui.” e, tornato in
forma di slime, uscì silenziosamente dal buco, assalendo poi
il
demone.
Gli
altri rimasero in silenzio e, dopo circa un minuto, il demone si
sporse nel buco dicendo “Ora controllo questo corpo,
andrò in un
accampamento e raccoglierò delle informazioni. Voi non
muovetevi da
qui”.
Tsuki
e gli altri decisero di seguire il suo consiglio e rimasero
lì in
attesa per oltre un'ora. Finalmente, Dorein tornò da loro,
assumendo
le sue solite sembianze e gli altri lo guardarono curiosi di sapere
che cosa avesse scoperto.
“A
quanto pare, i demoni sono arrivati pochi giorni fa e hanno iniziato
a lavorare insieme agli umani sotto ordine del master di Empty
Scream. Inoltre, un pezzo grosso dell'esercito di Ruganax è
ancora
nel castello, in attesa di ordini. Il loro scopo, da quanto ho
capito, è quello di riesumare un antico manufatto demoniaco
sepolto
in questa zona. Quel manufatto serve per creare od evocare dei demoni
estremamente potenti. Useranno i soldati controllati come sacrifici
per evocarne un gran numero.” spiegò Dorein
“Ho anche scoperto
un modo per entrare nel castello. Molte gallerie sono collegate tra
di loro, ci basterà raggiungerne una e potremo raggiungere
il
castello da sotto terra, senza dover affrontare tutti i demoni e i
soldati presenti in superficie”.
“Che
mi dici della gilda vera e propria?” chiese Yukiteru.
“Un
semplice castello ma ha lo stesso sistema della nostra, alcune porte
conducono in altri posti, evidentemente gli servono per rifornirsi o
immagazzinare delle risorse.” spiegò l'albino
“Purtroppo, i
maghi di classe S di Empty Scream sono tutti presenti nella sede e
non se ne andranno tanto presto”.
“Bene,
tanto meglio per noi! Li spazzeremo tutti via in un colpo!”
disse
Zafrina, particolarmente felice per quella notizia.
“Cosa
facciamo Tsuki?” chiese Arya, guardando la diretta
interessata,
imitata subito dagli altri.
-L'idea
delle gallerie è buona ma poi dovremo affrontare i maghi di
classe S
e i rinforzi non tarderanno ad arrivare... dobbiamo allontanarli dal
Master.- pensò Tsuki prima di alzare lo sguardo sui suoi
compagni
“Ragazzi, ho un piano e penso proprio che vi
piacerà!”
-
- -
Zafirus,
ormai, viveva nella continua ansia. I demoni potevano attaccare da un
momento all'altro e ormai la tensione era alle stelle. Nessuno
avrebbe mai immaginato di poter assistere ad un torneo indetto dalla
gilda della sacerdotessa Aika ma, incredibilmente, l'afflusso di
gente non era affatto mancato.
Grazie
al potere di alcuni maghi del castello e ad alcuni membri di Last
Hope, era stata creata un'enorme arena di fianco alla città,
con
tanto di mura protettive e una strada che conduceva gli spettatori
dalla città all'arena.
Fatta
interamente di roccia, era abbellita da diversi stendardi colorati
raffiguranti lo stemma della città della capitale. In
un'apposita
tribuna era seduto il sovrano di Zafirus insieme ad alcuni
aristocratici e, ovviamente, la master di Last Hope.
Quanto
l'intera arena fu riempita, con oltre un milione di spettatori, Aika
si alzò in piedi e, prendendo un microfono, urlò
“Buongiorno a
tutti!!! Spero che siate pronti ad un po' di sano
spettacolo!!!”
Un
coro di urla gioiose accolse le sue parole e la ragazza, spostando lo
sguardo tra la folla, individuò alcuni dei membri della sua
gilda
che avevano deciso di non partecipare al torneo, oppure non erano
riusciti causa posti terminati.
“Molto
bene, non perdiamo altro tempo!!! Ecco a voi i maghi che oggi e
domani si sfideranno in questa serie di scontri a squadre!!!”
urlò
Aika e, esattamente sotto la tribuna, si aprì un portone di
legno.
Sui
vari monitor presenti nell'arena, così come quelli presenti
in
città, vennero mostrati i primi maghi, seguiti subito dopo
dai vari
compagni. Dopo pochi secondi, un totale di quattordici maghi erano
allineati, uno di fianco all'altro, con la fronte rivolta verso Aika.
“Ed
ora, ecco a voi il tabellone con gli accoppiamenti!!! Voglio
informarvi che tutte le estrazioni sono state puramente
casuali!!!”
aggiunse ancora la master e, nello schermo sotto la tribuna,
apparì
il famigerato tabellone.
Molti
dei maghi presenti, così come la maggior parte degli
spettatori,
rimasero sorpresi nel veder quegli abbinamenti, soprattutto per le
due squadre i cui componenti erano sconosciuti.
“Non
ci credo... dobbiamo affrontare Amlach al nostro primo
incontro?!?”
esclamò Misaki portandosi le mani nei capelli.
“Questo
non va bene... io non voglio fargli del male...” aggiunse
Hana,
visibilmente scontenta del sorteggio.
“Voi
due, vedete di non lamentarvi e impegnatevi nell'incontro.”
disse
Amlach avvicinandosi alle due “Se non lo farete, vi
farò pentire
di aver partecipato al torneo.” e portò una mano
sull'elsa di una
katana. Le due ragazze si guardarono per qualche secondo e alla fine
annuirono.
“Ora
però devi dirmi perché hai deciso di partecipare
con Nikora!”
disse Misaki, indicando la dragon slayer.
“Perché
ieri mi avete assillato per ben due ore con questa storia del torneo!
I vostri battibecchi mi stanno portando all'esasperazione e ora
imparerete a lavorare in squadra. Ho scelto Nikora solo
perché
voleva menare un po' le mani e perché era alla ricerca di un
compagno.” spiegò il ragazzo, assottigliando lo
sguardo.
“Ok,
signore e signori, è tempo di iniziare! Invito tutti i
partecipanti
a lasciare l'arena tranne i quattro maghi impegnati nel primo
match!”
disse Aika e i maghi fecero come richiesto, lasciando in campo Draco
e Enor, da una parte, e Shi e Byakuya, dall'altra.
“Keh,
questa è quella che io chiamo fortuna! Posso fare a pezzi
qualcuno
fin da subito!” disse Draco mostrando un ghigno inquietante,
ma né
Shi né Byakuya batterono ciglio.
“Ora
andrò a spiegare le regole!” riprese Aika
“Per prima cosa: non
potete uccidere i vostri avversari! Chi lo farà,
verrà bandito
dalla gilda, catturato e imprigionato a vita! La seconda regola: se
una squadra si arrende, l'incontro termina all'istante! Terza ed
ultima regola: l'intervento in campo di altri maghi, sancirà
un'immediata squalifica per la squadra supportata e il mago
responsabile verrà punito severamente!”
I
quattro maghi in campo annuirono e Aika, dopo aver alzato una mano
verso il cielo, urlò “Che l'incontro abbia
inizio!!!”
Draco
non perse neanche un secondo e si scagliò immediatamente
contro i
due avversari. Byakuya fece un passo in avanti ma Shi le disse
“Mi
occupo io di lui, tu pensa all'altro”.
La
bionda si limitò a scattare in avanti e, quando fu vicino a
Draco,
scansò lateralmente, continuando la sua avanzata verso Enor
che, con
un movimento del braccio, creò una barriera tra lui e la
ragazza.
Byakuya
non rallentò minimamente e, dopo aver fatto alcuni gesti con
le
mani, scagliò una strana sfera nera che, impattando con la
barriera
di Enor, oltre a renderla visibile, la distrusse nel giro di pochi
istanti, liberando la strada alla ragazza.
Enor
sembro leggermente sorpreso ma decise di passare subito al
contrattacco, cercando di intrappolare Byakuya in una sfera di vuoto,
ma purtroppo per lui, la ragazza iniziò a scattare anche di
lato,
continuando a cambiare traiettoria e avvicinandosi nel mentre.
All'ultimo,
la ragazza mise mano al suo spadino e alla sua spada nera ma,
anziché
attaccare, si fermò e saltò all'indietro. Il
terreno dove si
trovava un secondo prima, esplose, senza tuttavia generare delle
fiamme.
“Avevi
già previsto quell'attacco?” chiese Enor, fissando
la sua
avversaria.
“Tu
hai un buon controllo sul tuo potere. Mi hai lasciata avvicinare di
proposito.” disse Byakuya con sguardo neutro prima di
rinfoderare
lo spadino.
Enor
la fissò per qualche secondo, riflettendo sul da farsi -E'
molto
veloce ed agile... se non mi concentro abbastanza rischio di
tagliarle un arto o peggio... se però la lascio avvicinare
troppo,
potrebbe utilizzare di nuovo quella strana magia oscura. Devo pensare
a qualcosa e in fretta-.
Intanto,
poco lontano dai due, Shi stava continuando ad evitare gli attacchi
di Draco che si limitavano a dei pugni avvolti con il suo veleno o
delle lame ricurve velenose che gli fuoriuscivano dagli avambracci.
“Cos'è?
Non sai far altro che scappare?” chiese Draco cercando di
innervosire l'avversario ma senza successo. Quando però il
dragon
slayer fece un passo in avanti, qualcosa di estremamente rapido gli
avvolse la caviglia della gamba destra e, con uno strattone, lo fece
cadere di schiena a terra.
Draco
si rialzò subito, notando Shi intento a rinfoderare la sua
frusta.
Un ghigno vittorioso sulle sue labbra.
“Scusa,
hai detto qualcosa?” chiese il mago guerriero portando una
mano
vicino all'orecchio.
Una
vena iniziò a pulsare sulla fronte che, per tutta risposta,
si
scagliò di nuovo contro il suo avversario, tendendo bene le
orecchie. Shi, d'altro canto, estrasse entrambe le fruste e
iniziò a
menare diverse sferzate, avanzando velocemente.
Il
dragon slayer si ritrovò in difficoltà quando
capì l'abilità di
Shi. Il suo avversario, infatti, menava dei colpi con il solo scopo
di ferirlo ma, inspiegabilmente, senza muovere le braccia, all'ultimo
le fruste cambiavano direzione, sfiorando per pochi millimetri.
L'eccessiva
concentrazione su quei colpi, fece distrarre Draco che, all'ultimo,
riuscì tuttavia ad evitare un calcio di Shi diretto al
torace.
“Credi
che non conosca le tue abilità?” chiese Shi,
fissando il suo
avversario “So bene che puoi 'sentire' i miei muscoli e
prevedere
che cosa farò ma, purtroppo per te, le fruste sono come
delle
protesi aggiuntive per le mie braccia e non hanno muscoli”.
-Tsk...
la sua abilità nel muovere quelle fruste è un
problema. Se mi
concentro troppo su quelle, cercherà di colpirmi in un punto
dove ho
la pelle coperta, e se mi concentro su di lui, mi colpirà
con le sue
fruste. Di solito non sarebbe un problema ma quelle lame sono
resistenti e il mio veleno impiegherebbe circa due, o forse tre,
secondi a scioglierle. In quel lasso di tempo potrebbero
tranquillamente colpire un punto vitale-.
Dopo
aver pensato alle varie possibilità, Draco mostrò
nuovamente un
ghigno e, dopo aver inarcato la schiena, scagliò in avanti
il suo
soffio di veleno, mancando Shi e colpendo il terreno a destra che
venne ricoperto di veleno.
Ripeté
l'attacco una seconda volta, stavolta mirando a sinistra.
Alla
fine, Shi era circondato dal veleno e poteva solo avanzare verso
Draco o indietreggiare. Il dragon slayer non gli diede il tempo di
riflettere e scattò subito verso di lui, fregandosene
altamente
delle fruste.
Come
previsto, Shi sacrificò alcune delle sue lame, riuscendo
però a
ferire Draco in alcuni punti, soprattutto sulle gambe. Quando furono
ormai vicinissimi, il dragon slayer si tolse il guanto destro e
colpì
Shi con un pugno allo sterno.
“Eh
eh... ti ho preso, ormai ho vinto!” disse Draco ghignando ma
il
ghigno di Shi lo confuse non poco. Un istante dopo, Shi lo
colpì con
una violenta ginocchiata al mento, facendolo indietreggiare di
diversi metri.
Il
mago del veleno tornò ad osservare immediatamente Shi e
notò che i
vestiti del ragazzo non erano minimamente intaccati.
-Che
diavolo succede? Il mio veleno avrebbe dovuto corrodergli i vestiti
ed infettarlo!- pensò Draco, cercando di capire quale fosse
la
soluzione ma Shi, indicandosi il petto, disse “Esistono dei
sarti
davvero incredibili, non è vero?”
Draco
sgranò gli occhi per la sorpresa e chiese “Non
dirmi che stai
indossando...?”
“Indovinato,
questi sono dei vestiti fatti con lo stesso materiale dei tuoi,
quindi il tuo veleno non può farci nulla.” disse
Shi ampliando il
suo ghigno.
“Come
diavolo fai ad averli? Hai scoperto solo poco fa che ti saresti
dovuto scontrare con me!” sbottò Draco.
“Vero,
ma si da il caso che tu, ieri, sei stato il primo ad iscriverti al
torneo. Ci sono molti maghi pericolosi nella nostra gilda, ma tu hai
uno dei poteri più pericolosi, così, dopo essermi
iscritto, sono
andato dal sarto più famoso di Zafirus e, in poche ore, mi
ha
preparato questo completo.” spiegò Shi
“Ora vediamo come te la
cavi!”
Byakuya,
notando che il suo compagno stava tenendo testa a Draco, decise di
aumentare il ritmo e, senza esitazione, si scagliò contro
Enor,
saltando all'ultimo. Il ragazzo alzò le braccia e
creò uno scudo di
vuoto. La bionda non esitò un secondo a conficcare la sua
katana
nera nello scudo.
Contrariamente
da quanto previsto da Enor, il suo scudo andò in frantumi
insieme
alla katana di Byakuya che, tuttavia, andò fino in fondo con
l'attacco, procurandogli un taglio sulla guancia destra e sul torace
grazie a ciò che era rimasto della lama, vicino alla guardia.
Enor
non se ne curò minimamente e cercò di colpirla
con delle lame di
vuoto. La ragazza riuscì ad evitarle, procurandosi solo dei
leggeri
tagli. Dopo essere atterrata in piedi, scattò nuovamente
verso il
suo avversario che si era girato, dandole le spalle.
Byakuya
lasciò andare l'elsa della sua spada e tirò fuori
lo spadino,
cercando di colpire Enor con un affondo.
-Con
quest'attacco si deciderà tutto!- pensò Enor
prima di creare delle
lame di vuoto davanti a lui.
Dal
punto di vista di Byakuya, la ragazza rimase completamente sorpresa
nel vedere degli schizzi di sangue fuoriuscire dal corpo
dell'avversario. Enor si era colpito da solo, facendo passare le sei
alme di vuoto a stretto contatto con il suo corpo, in modo tale che
la bionda non potesse prevederne la traiettoria.
Due
lame gli erano passate sulle spalle, mentre le altre quattro nei
fianchi, procurandogli dei tagli non troppo seri. Impossibilitata a
fermarsi, la ragazza venne colpita da tutte e sei le lame che le
procurarono dei tagli profondi sulle braccia e sulle gambe.
Enor
ruotò su sé stesso e con un schiocco delle dita,
creò una sfera di
vuoto intorno all'avambraccio destro dell'avversaria. L'esplosione
della sfera fece crepare pesantemente le ossa e Byakuya fu costretta
a lasciar andare lo spadino.
La
bionda cadde a terra di faccia mentre Enor finì in
ginocchio,
tenendosi una mano su una ferita alla spalla.
“Hai
combattuto bene...” disse Enor.
“Anche
tu...” disse Byakuya, conscia di aver perso.
Ormai
anche Shi e Draco erano alle battute finali. Il dragon slayer ormai
aveva imparato ad evitare i vari attacchi delle fruste di Shi, anche
se uno di essi era riuscito a recidergli un nervo nel polso destro.
Dall'altro
lato, invece, Shi stava pian piano finendo le energie. La sua
resistenza fisica non era delle migliori e, anche se usare le fruste
non richiedeva troppo sforzo, uno scontro prolungato gli avrebbe
fatto utilizzare tutte le energie.
Il
momento decisivo arrivò quando Draco afferrò al
volo due lame delle
fruste di Shi e, anziché tentare di scioglierle interamente,
tirò a
sé l'avversario, afferrando poi altre due lame,
più vicine alla
guardia.
Ripeté
lo stesso procedimento per quattro volte e, alla fine, tra lui e Shi
c'erano appena due metri. Il mago guerriero tentò un'ultima
mossa
avvicinando di scatto tutte le lame tra di loro ma Draco
scattò
nello stesso istante verso di lui ed afferrò le guardie
delle due
armi, sciogliendole.
Shi
lo fissò ghignando e, lasciando andare le armi, disse
“Mi
arrendo”.
Draco
lo fisso sorpreso e chiese “Perché cazzo ti sei
arreso? Hai
paura?”
“No,
ma mi sembra inutile andare oltre. Le mie armi sono ormai
inutilizzabili e, contro un dragon slayer, potrei ben poco in un
corpo a corpo.” spiegò Shi mantenendo il suo
ghigno per poi andare
da Byakuya ed aiutarla ad alzarsi, mentre Aika urlava “Il
primo
scontro è finito! I vincitori sono Enor e Draco e avanzano
al
secondo turno!!!”
“Bene,
il primo scontro è andato.” disse Enor
avvicinandosi a Draco che,
tuttavia era scontento di ciò. Il suo avversario si era
arreso di
sua spontanea volontà e quindi non era una vittoria totale.
A
nulla valsero i tentativi di Enor per convincere Draco a stringere la
mano ai suoi avversari. Il dragon slayer del veleno se ne
andò
praticamente subito, raggiungendo una delle tribune speciali
riservate ai partecipanti al torneo, poste ai fianchi della tribuna
reale.
Dopo
l'aggiornamento del tabellone per i match, altri quattro maghi fecero
il loro ingresso e, le urla gioiose delle varie ragazze per Amlach e
i fischi dei ragazzi per Nikora non fecero molto bene al morale di
Misaki e Hana.
“Ma
che cavolo... sembrano quasi delle celebrità...”
commentò
seccamente la bionda, maledicendo il momento in cui Amlach aveva
iscritto lei in squadra con Hana.
“Dobbiamo
impegnarci per vincere... però non facciamo troppo male ad
Amlach.”
disse Hana, leggermente nervosa per il dover affrontare proprio lui.
“Tsk,
io non mi tratterrò neanche un po' con quel maledetto. E'
fortunato
per la presenza della prima regola!” ribatté
Misaki incrociando le
braccia al petto.
Pochi
secondi dopo, Aika diede il via al secondo match e, sia Nikora che
Amlach rimasero sorpresi nel vedere che entrambe le ragazze si erano
accanite sulla bionda.
-Non
ci hanno neanche provato ad affrontarmi...- pensò Amlach,
osservando
Nikora mentre evitava dei kunai scagliati da Hana e delle schegge di
pietra scagliate da Misaki.
La
dragon slayer, dopo l'ennesima schivata, si scagliò contro
Hana la
quale creò una grossa quantità d'acqua e la
scagliò contro la
bionda, la quale evitò di lato, per poi essere colpita alle
spalle
proprio da quella sfera d'acqua.
Amlach
osservò la scena e capì subito che non era stata
Hana a colpirla,
bensì Misaki che aveva controllato la sfera d'acqua subito
dopo che
Nikora l'aveva evitata.
Il
ragazzo decise quindi di scendere in campo e, dopo aver estratto le
sue tre spade, si scagliò contro Misaki, cercando di
tagliarla sulle
braccia.
“Tsk,
attaccare una povera ragazza indifesa! Sei proprio un bruto!”
commentò Misaki prima di bloccarlo interamente con i suoi
poteri. Il
ragazzo rimase in silenzio e quello fece subito alzare la guardia a
Misaki che, saltando all'indietro, evitò al pelo un
tentacolo
d'ombra.
Amlach,
riottenuto il controllo del suo corpo, scattò in avanti,
cercando di
colpirla con un affondo ma la bionda scansò di lato. Il
ragazzo,
sorprendendola, ruotò su sé stesso e, notando che
Misaki era fuori
dal suo raggio d'azione, scagliò la katana contro la
compagna.
La
alma venne prontamente bloccata a mezz'aria da Misaki che,
così
facendo, si era portata nel raggio d'azione di Nikora la quale la
colpì alla caviglia destra con una lama di sangue.
Stringendo
i denti per il dolore, Misaki si alzò in aria e vide Hana
costretta
a difendersi da del magma che la costringeva ad usare la sua acqua
per raffreddarlo.
-Maledizione,
stanno cercando di prenderci una alla volta.- pensò Misaki,
evitando
un cono di sangue scagliato da Nikora. Dietro di lei arrivò
Amlach
che le procurò due tagli sulle spalle.
La
bionda, tuttavia, colse l'occasione al volo e, dopo averlo bloccato a
mezz'aria, lo scagliò rapidamente contro Nikora la quale
dovette
afferrarlo al volo per impedirgli di finire nel magma.
“Hana!!!
Ora!!!” urlò Misaki e, dopo aver sollevato la
compagna in aria,
questa creò un'enorme massa d'acqua che venne scagliata
contro i due
avversari, raffreddando il magma e facendoli impattare contro lo
spesso muro che delimitava l'arena.
Nikora
fu la prima a riprendersi e, grazie ai suoi sensi sviluppati,
percepì
subito l'arrivo di alcuni kunai che vennero prontamente deviati dalla
sua fidata katana.
Amlach
fissò le sue due avversarie ancora a mezz'aria e disse a
Nikora
“Copri il terreno con del magma. Misaki sarà
costretta ad usare
parte del suo potere per tenere Hana in aria e non potrà
concentrarsi appieno su di noi”.
“Ricevuto!”
disse la bionda prima di scagliare diversi soffi di magma sul
terreno, lasciando Misaki e Hana con poche possibilità a
disposizione.
“Ehi
Hana, la tua acqua puoi crearla molto fredda?” chiese Misaki
osservando il magma.
“Uh?
Sì... perché?” chiese Hana.
“Tu
creane una grossa quantità, dopodiché scagliala
contro il magma!”
disse Misaki per poi sollevare una grossa quantità di magma
e fargli
assumere la forma di vari spuntoni. Ad un cenno con la sua compagna,
la bionda li scagliò verso Amlach e Nikora e Hana li
raffreddò con
la sua acqua.
“Attento,
il magma solidificato è estremamente duro!” disse
Nikora deviando
alcuni spuntoni con la sua katana ed evitando gli altri.
Amlach
non la ascoltò minimamente e iniziò a saltare sui
vari spuntoni a
mezz'aria, avvicinandosi alle due ragazze.
Misaki
lo vide arrivare e, quando fu abbastanza vicino, urlò
“Mi dispiace
Amlach, ma non riuscirai mai ad avvicinarti abbastanza!”
“Oh,
davvero?” chiese Amlach con un ghigno e solo allora Misaki e
Hana
si accorsero di un particolare. Durante la sua corsa sugli spuntoni
di magma solidificato, il ragazzo aveva cambiato le spade.
Quella
di fuoco, che aveva ottenuto da Sarah tempo addietro, di solito la
teneva stretta tra i denti ma ora la teneva salda nella mano destra.
Prima che Misaki potesse fermarlo, Amlach colpì l'aria con
un
affondo e la lama di fuoco si allungò di diversi metri.
Vedendo
la sua compagna sulla traiettoria della lama, Hana creò una
sfera
d'acqua e la scagliò contro la lama di fuoco ma Misaki
urlò
“Aspetta idiota!!! Non colpirla...” ma ormai era
troppo tardi.
La
sfera colpì la lama, spegnendola, ma generò anche
una densa cortina
di vapore che fece perdere il contatto visivo con Amlach.
Misaki
rimase qualche secondo in attesa e, all'ultimo, una grossa ombra
oscurò la sua figura. Lei e Hana alzarono lo sguardo e
videro
Amlach, ora trasformato in un lupo bipede, pronto a colpirle con i
suoi artigli ma la bionda lo bloccò a mezz'aria e Hana gli
scagliò
contro dei Kunai, ferendolo alle braccia.
“Bene,
lo abbiamo pre...” le parole morirono in bocca a Misaki
-Dov'è
Nikora?-
Come
se l'avesse chiamata, la dragon slayer del sangue e del magma
saltò
dietro di loro e, prima che Misaki potesse girarle, vennero entrambe
colpite alla schiena con due potenti pugni avvolti da del sangue
bollente.
Ormai
al limite del suo potere, Misaki cadde a terra insieme a Hana e, per
loro fortuna, Nikora aveva fatto muovere il magma, lasciando del
semplice terreno caldo.
Amlach
e Nikora atterrarono poco lontani da loro e, notando il loro stato,
alzarono le braccia in segno di vittoria.
“Il
secondo scontro è concluso!!! I vincitori sono...”
iniziò Aika
indicando i suddetti “... Amlach e Nikora!!!” e la
folla scoppiò
in un altro boato di gioia, anche se c'erano molti che urlavano i
loro complimenti anche a Misaki e Hana le quali si erano appena
alzate.
Amlach
le osservò in silenzio ma Nikora gli tirò una
gomitata al costato,
indicando le due ragazze. Il moro sbuffò e, dopo essersi
avvicinato
alle due, disse “Avete combattuto bene, è stato un
bello scontro”.
Le
due arrossirono, voltandosi poi da un'altra parte ma poi Misaki disse
“Quindi ho combattuto meglio di lei, no?”
“Ma...
abbiamo lottato come una squadra!” disse Hana.
“Non
importa, potevamo vincere se non era per te!”
ribatté Misaki e
Amlach si maledisse per aver aperto bocca.
Intanto
che i quattro uscivano dall'arena, dirigendosi alle tribune, Aika
parlò di nuovo “Bene, spero che questi scontri
siano stati di
vostro gradimento! Ora è tempo per il terzo match!”
Rex
e Layla furono i primi ad entrare, ricevendo vari elogi dagli spalti,
anche se il pubblico esplose nel momento stesso in cui Lyra e Lya
misero piede nell'arena.
“Beh...
sono di sicuro più famose di noi.”
commentò Rex, immaginandosi la
reazione della folla se avesse urlato che lui era il Re della
Tempesta.
“Sono
sicura che ci faremo valere lo stesso!” disse Layla
fissandolo con
gli a cuoricino.
“Se
lo dici tu...” commentò il moro, leggermente
intimorito dal
comportamento di quella ragazza.
Non
appena Aika ebbe dato il via all'incontro, Rex tirò fuori la
sua
fedele magnum e sparò sei colpi in rapida sequenza, mirando
a Lya
che riuscì a deviarli tutti con il suo spadone.
Invece
Layla si era mossa per intercettare Lyra, trasformata in lupo dalle
zanne elettriche. L'animale evitò senza problemi le due
fruste di
luce utilizzate dall'avversaria la quale, all'ultimo, ne
creò una
per dito, riuscendo a controllarle fino a circondare Lyra.
La
maga del Take Over, notando la situazione pericolosa, si
trasformò
in un falco e, muovendosi rapidamente, uscì fuori da quella
specie
di gabbia, alzandosi in cielo, per poi scendere in picchiata e ferire
Layla al braccio destro con i suoi artigli.
La
maga della luce tornò ad utilizzare due fruste ma ne
usò una sola,
facendola muovere come una spirale intorno a lei. Lyra, d'altro
canto, ne approfittò subito e, dopo essersi trasformata in
un cervo,
caricò a testa basta Rex, il quale riuscì ad
evitarla al pelo.
Layla
sgranò gli occhi per la sorpresa e, notando che Rex stava
per essere
colpito da Lya, gli avvolse una frusta di luce intorno alla caviglia
e lo tirò verso di sé, facendogli schivare
così il fendente della
dragon slayer.
“Mi
dispiace moltissimo, Rex! Non avrei mai immaginato che ti avrebbe
attaccato a tradimento!” disse Layla, aiutandolo a rialzarsi.
“Ah,
non preoccuparti, tanto mi ha mancato.” disse Rex sorridendo
e
ricaricando la sua pistola nel mentre. Le loro avversarie non gli
diedero ulteriore tempo per rifiatare e Lyra, trasformata di un
leopardo delle nevi, fu la prima ad attaccare, avventandosi su Layla
che frappose fra lei e i denti dell'animale una frusta di luce la
quale, come animata di vita propria, avvolse il muso di Lyra.
“Non
ti lascerò più attaccare Rex!” disse
Layla creando un'altra
frusta di luce con la quale iniziò a menare diverse
sferzate,
procurando alcune bruciature sul corpo della sua avversaria che, per
liberarsi della frusta, tornò in forma umana, allontanandosi
poi di
qualche metro.
Poco
lontano, Rex finì un altro caricatore, dovendo quindi
evitare i vari
colpi dello spadone di Lya che non esitava ad incalzarlo
incessantemente. Il ragazzo, saltando all'indietro, ricaricò
al volo
la magnum, come ebbe posato un piede a terra, sparò tutti e
sei i
colpi, mirando alle gambe di Lya.
La
dragon slayer saltò in alto e menò un fendente
laterale. Rex lo
evitò abbassandosi ma l'attacco della ragazza non era ancora
finito
dato che, atterrando, continuò ruotando su sé
stessa, cercando di
colpire Rex alle gambe.
Il
ragazzo fu sul punto di saltare in alto ma si accorse di un
particolare. Lya stava tenendo lo spadone solo con la mano sinistra
mentre la mano destra era nascosta dal suo corpo. Se fosse saltato
semplicemente in alto, lo avrebbe colpito al volo con un attacco da
dragon slayer.
-Spiacente,
ma non posso permetterlo.- pensò il ragazzo saltando
all'indietro.
Tuttavia, non appena Lya si fu girata un po' di più verso di
lui,
Rex capì di essersi dimenticato di un particolare.
“NIGHT
DRAGON'S...!!!”
-Merda...-
“...
ROAR!!!”
Il
cono di oscurità prese in pieno il ragazzo che era riuscito
ad
incrociare le braccia davanti al volto all'ultimo. Il colpo lo fece
finire contro il muro di roccia, senza tuttavia creare delle crepe,
grazie ad una magia auto-rigenerativa presente nella roccia.
Layla,
così come Lya, Lyra e la maggior parte degli spettatori,
rimase
spiazzata nel vedere che gli avambracci di Rex erano ricoperti da
delle squame di diamante.
Seduti
nella tribuna dei partecipanti, Enor e Draco mostrarono uno strano
sorriso e il dragon slayer del veno disse “Quindi... ha
deciso di
usare quel potere?”
Nell'arena,
Rex rinfoderò la sua magnum, tanto aveva capito di non poter
far
troppo affidamento sulla sua arma per sconfiggere Lya. Il ragazzo
mostrò uno strano sorriso e, dopo aver alzato le braccia,
chiese
“Vogliamo riprendere?”
“Tu...
sei un dragon slayer?” chiese Lya alzando un sopracciglio.
Rex
non rispose e, scattando verso di lei, cercò di colpirla con
un
pugno rivestito di diamante ma Lya si parò con il suo
spadone,
venendo tuttavia scagliata a diversi metri di distanza.
Il
ragazzo non le diede il tempo di riprendersi e, dopo aver inarcato la
schiena, urlò “DIAMOND DRAGON'S ROAR!!!”
Un
grosso cono di schegge di diamante scaturì dalla sua bocca,
dirigendosi verso Lya la quale puntò un ginocchio a terra e
incrociò
le braccia davanti al volto. Un istante dopo, Lyra si frappose tra
lei e l'attacco, dandogli le spalle, per poi trasformarsi in una
tartaruga di terra dal guscio arcobaleno.
L'impatto
distrusse parte del terreno ma le due ragazze furono subito in piedi,
anche se Lyra era leggermente acciaccata. Layla saltò in
avanti e,
menando due sferzate con le sue fruste, colpì entrambe al
volto,
provocandogli delle leggere bruciature.
Intanto,
Rex si era portato vicino allo scontro. Il suo braccio destro era
diventato completamente nero ed avvolto da una strana luce bianca.
“DIAMOND
DRAGON'S SHINING EXPLOSION!!!”
Lya
lasciò andare lo spadone e diede uno spintone a Lyra per
spostarla
dalla traiettoria del colpo, dopodiché scattò in
avanti, avvolgendo
il suo braccio destro nell'oscurità.
“NIGHT
DRAGON'S SILENT SLASH!!!”
I
due colpi cozzarono l'uno contro l'altro e il terreno sotto di loro
si crepò pesantemente. Un forte bagliore si creò
sul braccio di
Rex, generato da delle strane fiamme bianche.
Il
ragazzo, malgrado la luce, riuscì a vedere il ghigno sul
volto di
Lya che urlò “Lyra! Adesso!!!” e, da
sopra di lei, balzò la sua
compagna, ora tornata un lupo.
L'animale
aprì le fauci per azzannare Rex al volto ma il ragazzo
frappose il
braccio sinistro tra id enti del lupo e la sua faccia. Lyra non se ne
preoccupò e, anche a costo di creparsi i denti,
azzannò
l'avambraccio protetto dell'avversario.
Vedendola
come un ostacolo, Rex spostò il braccio lateralmente ma Lyra
non lo
lasciò andare e allora il ragazzo capì. Tornando
a guardare Lya,
notò che aveva caricato il braccio sinistro con parecchio
potere
magico.
-Quindi
è a questo che miravano?- pensò il ragazzo,
pronto a ricevere il
colpo ma, all'ultimo, una frusta di luce bloccò il braccio
di Lya,
impedendole di attaccarlo. Rex si voltò leggermente verso
destra e
vide Layla ormai allo stremo mentre faceva di tutto per trattenere
Lya.
Senza
esitare, Rex caricò il suo potere magico nella bocca e,
messa alle
strette, Lya fece lo stesso.
“DIAMOND
DRAGON'S...!!!”
“NIGHT'
DRAGON'S...!!!”
I
due avversari scagliarono entrambi i loro soffi a pochi centimetri di
distanza.
“...
ROAR!!!”
L'esplosione
che ne scaturì investì tutti e quattro i maghi,
crepando il terreno
e generando una breve scossa sismica.
L'intera
arena osservò senza fiatare l'enorme colonna di fumo nero
venutasi a
creare, attendendo di scoprire chi avesse vinto.
Dopo
qualche istante, quattro figure apparvero alla vista degli
spettatori.
Rex
e Layla erano ridotti ad uno straccio alla stessa maniera di Lya e
Lyra e nessuno sembrava voler cedere ma, alla fine, la maga del Take
Over cadde in ginocchio col fiatone e Lya capì che non
avrebbe
potuto combattere ancora.
“L'incontro
finisce qua!!!” urlò Aika “I vincitori
sono Rex e Layla che
passano al secondo turno!!!”
La
folla esplose in un coro di applausi mentre i due vincitori
festeggiavano per la vittoria. Dopo qualche secondo, tuttavia,
andarono da Lya e Lyra e gli strinsero la mano, complimentandosi con
loro.
Anziché
alle tribune, furono costretti a dirigersi verso l'infermeria per
alcune cure e medicazioni. Nel mentre, quattro nuovi maghi erano
entrati nell'arena.
“Ehi...
Miel...” disse Penny, leggermente nervosa.
“Sì,
penny?” disse l'amica, volgendo lo sguardo verso di lei.
“Dici
che abbiamo fatto bene ad iscriverci a questo torneo?” chiese
la
maga delle fatine, ricambiando lo sguardo.
“Assolutamente!
Così vedranno quanto siamo forti e sarà anche un
modo per
allenarci.” rispose la ladra sorridendo.
“Allora
mi sa che abbiamo avuto molta sfortuna...”
commentò Penny,
osservando Zero e Miyuki, entrambi avvolti da una strana aura
omicida.
Un
gocciolone cadde sulla testa della maga dell'ombra che disse
“Mi sa
che vogliono scontrarsi con Enor e Draco... ma per farlo dovranno
prima battere noi!”
Intanto
sugli spalti, Anya chiese a Miwako “Ehi, come mai non ti sei
iscritta insieme a Zero per il torneo?”
“Aika
ha preferito che mi riposassi ancora un po'... inoltre quel mago del
veleno ha attaccato briga con Miyuki, mi sembra giusto che sia lei a
concludere la cosa.” disse la maga del sangue, osservando i
suoi
due compagni intenti a riscaldarsi.
“Sarà...
ma credo che ci siano altri che non l'hanno presa bene come
te.”
commentò Anya, voltandosi. Miwako la imitò e vide
Rahl, Hiro,
Hanako e Giada con una strana aura blu tutt'attorno.
“Non
hanno fatto in tempo?”
“Già...”
disse Anya con un sorriso mentre i quattro interessati restavano in
quello stato di zombie.
In
quel momento, Aika diede il via allo scontro e Miel, senza perdere
tempo, si lasciò cadere all'indietro, svanendo nella sua
stessa
ombra.
La
ragazza si ritrovò completamente avvolta
nell'oscurità. Per lei,
quel mondo, era quasi una seconda casa. Solo lei poteva accedervi e,
quasi come uno scherzo del destino, le ombre da cui poteva uscire,
che nel mondo reale erano nere, lì erano bianche e
brillavano.
In
un certo senso, le sembrava di nuotare dentro quell'oscurità
ma non
le dava alcun fastidio. Le bastava decidere una direzione e il suo
intero corpo si muoveva come mosso da una strana forza.
-Bene,
ora cerchiamo di attaccarli.- pensò Miel alzando lo sguardo
e
restando spiazzata nel vedere che, le uniche ombre possibili erano
quella di Penny e le ombre create dalle mura a causa del sole o di
alcuni stendardi.
-Dove
sono le ombre di Zero e Miwako?- si chiese la bionda quando,
all'improvviso, vide l'ombra di Penny schizzare via, finendo dentro
quella di un muro.
-Penny!
Devono averla attaccata!- pensò Miel, avvicinandosi a
quell'ombra e
facendo uscire la testa “Ehi Penny! Tutto a posto?”
“Sì,
io sto bene. Mi sa che la tua tattica non funzionerà
molto.” disse
l'amica e Miel, dopo essersi girata verso i loro avversari,
capì
come mai non vedeva le loro ombre.
A
causa del sole, le loro ombre erano puntate in avanti, e Miyuki,
mettendosi davanti a Zero, aveva 'unito' le loro ombre per poi
inginocchiarsi e toccare l'ombra con il suo braccio metallico.
“Quel
braccio blocca la magia, quindi finché toccherà
l'ombra non potrò
usarla per attaccarli.” disse Miel, uscendo del tutto
“Penny,
lanciagli contro una sfera di fuoco”.
L'amica
annuì e, dopo aver schioccato le dita, sulla spalla destra
apparì
la fatina fatta di fuoco “Coraggio Fiamilis,
attacca!”
“Come
desideri!!!” disse la fatina per poi generare una sfera di
fuoco
bella grande e scagliarla contro Zero e Miyuki. A causa dell'attacco,
i due maghi persero di vista Miel e Penny e la loro ombra si
portò
alle loro spalle.
“Tu
occupati della sfera di fuoco.” disse Zero per poi voltarsi
verso
l'ombra, dalla quale stava uscendo Miel, armata di arco grazie alla
quale scagliò una freccia. L'attacco venne dissolto da Zero
e la
stessa sorte toccò alla sfera di fuoco non appena venne in
contatto
con il braccio metallico di Miyuki.
“Penny!
Adesso!!!” urlò Miel e diversi spuntoni di roccia
fuoriuscirono
dal terreno, creando diverse ombre e costringendo i due maghi a
mettersi schiena contro schiena.
Miel
saltò dentro un'ombra, per poi fuoriuscire davanti a Miyuki
e
cercare di colpirla con due daghe fatte d'ombra. La maga del sangue
non si fece cogliere impreparata e, con la sua nuova accetta, devio
entrambi gli attacchi.
La
maga dell'ombra tornò nel suo mondo e diverse frecce di
roccia
saettarono contro Miyuki la quale, dopo essersi abbassata,
lasciò a
Zero il compito di occuparsene. Il ragazzo le bloccò tutte a
mezz'aria e le rispedì al mittente, distruggendo alcuni
golem di
roccia.
Questo,
tuttavia, permise a Penny, rimasta al sicuro, di sferrare un nuovo
attacco e un grosso spuntone di roccia fuoriuscì dal terreno
proprio
davanti a Miyuki, ancora abbassata. La ragazza contrastò
subito
l'attacco con il suo braccio meccanico ma, malgrado distruzione dello
spuntone, l'impatto fu abbastanza forte da sbalzarla indietro.
Miyuki,
per non cadere posò la mano meccanica sulla gamba di Zero e
Penny
non si fece perdere quell'occasione. Un nuovo spuntone
fuoriuscì
davanti al ragazzo che, ancora in contatto con Miyuki, non
poté far
altro che incrociare le braccia davanti al petto.
Lo
spuntone, sprovvisto di punta per perforare, colpì il
ragazzo con
violenza e lo scaraventò a diversi metri di distanza,
facendo cadere
a terra Miyuki. Miel, fuoriuscita da un'ombra, si avventò
sull'avversaria che, sentendola arrivare, girò su
sé stessa e,
alzando il braccio meccanico, riuscì a bloccare un fendente.
La
spada d'ombra svanì nel nulla ma Miel, con l'altra mano, ne
creò
un'altra e riuscì a ferire l'avversaria alla spalla
sinistra.
Miyuki, senza esitare, la fissò intensamente e Miel si
ritrovò
paralizzata. Il suo corpo agì contro la sua
volontà e si alzò in
piedi, permettendo così alla maga del sangue di rialzarsi.
Dopo
pochi istanti, uno spuntone di roccia creato in precedenza venne
distrutto da Penny che si schiantò addosso a Miel. Dai resti
dello
spuntone uscì Zero e, a giudicare dal gonfiore, doveva avere
l'avambraccio sinistro rotto.
“Puoi
fare qualcosa per questo?” chiese il ragazzo, fissando la sua
compagna la quale negò con la testa “Per le ossa
non posso fare
nulla... ti consiglierei del ghiaccio”.
Poco
lontano, Miel e Penny si rialzarono, sostenendosi a vicenda.
“Qui
il gioco si fa pesante.” commentò la ladra,
massaggiandosi un
braccio.
“Miel,
usiamo quella tecnica?” chiese Penny e l'amica
annuì, per poi
scomparire nuovamente nell'ombra.
Penny
schioccò nuovamente le dita e, sulla sua spalla, apparve una
fatina
fatta di aria i cui occhi brillavano di un intenso verde.
“Winirn,
crea una sfera d'aria attorno alla mia testa e poi elimina tutta
l'aria presente nella zona, lasciando gli spettatori fuori dal tuo
attacco!” disse la maga e la fatina annuì
sorridendo.
Zero
e Miyuki presero quanto più fiato possibile possibile
dopodiché
l'aria venne eliminata dalla loro zona. Miyuki provò subito
a
controllare Penny ma quella era già scomparsa, andando a
nascondersi
dietro a degli spuntoni di roccia.
I
due maghi si guardarono attorno, cercando di individuarla quando,
all'improvviso, Miel apparì dietro di loro e Zero non fece
in tempo
a bloccarla che la ragazza gli procurò dei tagli sulla
schiena per
poi scomparire nuovamente nell'ombra.
Miyuki
fece uscire un po' di sangue da quelle ferite, prima di rimarginarle,
e, con esso scrisse: MI RESTANO A MALAPENA DUE MINUTI. DOBBIAMO
TROVARE PENNY E METTERLA FUORI COMBATTIMENTO.
Zero
annuì e, senza esitare, colpì il terreno,
crepandolo pesantemente e
creando una piccola scossa di terremoto. I vari spuntoni di roccia
collassarono uno dopo l'altro e, alla fine, videro Penny intenta ad
allontanarsi da loro.
Miyuki
creò una sfera di sangue nella mano destra e Zero al
colpì con un
pugno, scagliandola contro Penny, la quale venne presa dietro alla
testa. Il colpo le fece perdere i sensi e la fatina dell'aria
svanì
nel nulla.
I
due maghi poterono riprendere fiato e, girandosi su sé
stessi, si
prepararono ad affrontare Miel. La maga dell'ombra fuoriuscì
dal
terreno insieme a tre tentacoli d'ombra che si abbatterono sui due
avversari.
Miyuki
ne distrusse uno con il suo braccio ma Miel era nascosta dietro ad
esso e riuscì a colpirla con un calcio in faccia, facendola
barcollare all'indietro. Purtroppo per lei, quel colpo non fu
abbastanza per mandarla al tappeto e, prima che potesse infilarsi
nell'ombra, Zero le fu addosso.
Con
una spazzata del braccio destro, la fece cadere all'indietro e, con
la mano sinistra la colpì al ventre, facendola schiantare
nel suolo.
Miel tossicchiò un po' di sangue e, un istante dopo, Miyuki
le punto
la sua accetta alla gola.
“Abbiamo
vinto.” disse la maga del sangue con sguardo fermo e,
chiudendo gli
occhi, Miel annuì.
Aika
si alzò in piedi e, dopo aver applaudito a tutti e quattro,
disse
“Il quarto incontro si è concluso e i vincitori
sono Zero e
Miyuki!!! Domani si scontreranno con Rex e Layla nel secondo
turno!!!”
“Quell'ultima
mossa è stata senza senso.” disse Miyuki e Miel,
sorridendo, disse
“Dovevo pur provarci”.
Miyuki
sospirò e l'aiutò ad alzarsi “Su...
andiamo in infermeria.
Quell'ultimo colpo di Zero deve averti ammaccato uno o due organi
interni”.
Intanto,
poco lontano, Zero aveva preso Penny in spalla, seguendo poi la sua
compagna in infermeria.
“Ok!
La metà degli scontri di oggi è andata ma, dato
che il terreno è
ridotto ad uno schifo, faremo dieci minuti di pausa. Giusto il tempo
di sistemarlo.” spiegò Aika e i vari spettatori
iniziarono a
chiacchierare tra di loro, commentando i vari scontri visti finora.
Nella
tribuna dedicata ai partecipanti, intanto, i vari maghi erano intenti
a parlare tra di loro, facendosi i complimenti.
“Complimenti
Nikora, sei avanzata al secondo turno!” si
complimentò Fede,
abbracciando la compagna che disse “Eh eh avevate dei dubbi?
Vi
ricordo che anche voi partecipate e voglio affrontarvi in
finale!”
“Ce
la metteremo tutta! Anche se... le nostre avversarie sono quelle
due...” commentò Kira, spostando lo sguardo su
Yelle e Angel che,
in quel momento, erano impegnati con altri due partecipanti.
“Quindi...
perché hai deciso di partecipare?” chiese Edward,
fissando la maga
del vento che lo fissò di rimando con uno sguardo duro.
“Perché
hai deciso di partecipare anche tu, accettando al volo la proposta di
questo qui!” spiegò Yelle, indicando CJ che,
cercando di calmarla,
disse “Ehi Belle, non c'è bisogno di scaldarsi
così tanto!”
“Ehi,
CD perché non ne resti fuori?” chiese Yelle,
fissandolo con
sguardo di sfida.
“Scusa,
come mi hai chiamato?” chiese a sua volta CJ, sostenendo lo
sguardo.
“CD!
Sai, CJ sembra tanto il nome di un dj fallito perciò ho
modificato
il tuo nome per renderlo più carino proprio come con Edy!
Inoltre i
CD sono utili, mentre tu...” iniziò Yelle ma Angel
si frappose tra
i due “Calma Yelle, il prossimo incontro è il
nostro e
comunque...” e spostò lo sguardo su CJ
“... lo stesso discorso
che ha fatto a Edward vale anche per te!”
CJ
si chiese cosa ci fosse di male nel fare squadra con un amico ma una
breve sirena indicò la ripresa del torneo e le due ragazze
si
avviarono verso l'entrata dell'arena.
“Spero
che ce la facciate ad arrivare in semifinale.” disse Angel.
“Perché
proprio in semifinale?” chiese Edward dubbioso e,
all'unisono, le
due ragazze si girarono sorridendo e dissero
“Perché così potremo
spezzarvi le ossa con le nostre mani.” e ripresero il cammino.
Edward
e CJ deglutirono per poi scambiarsi un'occhiata preoccupata, quando
la voce di Aika risuonò nell'arena “Ok,
è tempo di ricominciare!
Ecco a voi i quattro maghi che si affronteranno nel quinto
incontro!!!”
Angel,
Yelle, Kira e Fede fecero il loro ingresso, accolti dal boato della
folla che aveva anche preparato degli cartelloni di incitamento.
Subito
dopo il via dell'incontro, Yelle si alzò in volo e
creò subito dei
piccoli tornado, disseminandoli per l'arena, senza tuttavia attaccare
direttamente Kira o Fede. I due si guardarono attorno confusi,
mantenendo comunque la guardia alta.
Angel,
intanto, aveva caricato il suo potere e, dopo aver creato delle lame
d'acciaio, simili a shuriken, dal suo corpo, le scagliò
contro Kira,
il quale schivò senza difficoltà. Le lame,
tuttavia, finirono
dentro un tornado che le rispedì indietro e il bambino fu
costretto
a schivarle nuovamente.
In
quel momento, Fede e Kira, si accorsero del fatto che i tornado si
erano spostati e ora erano pressoché circondati. Le lame
continuarono a passare da un tornado all'altro, costringendo i due
maghi a schivarle di continuo.
La
situazione rimase invariata per qualche secondo ma alla fine, Kira,
scagliò un potente soffio del drago contro alcuni tornado,
spazzandoli via. Le lame, finendo in quella direzione, si
conficcarono nel muro e i due poterono tornare a concentrarsi sulle
loro avversarie.
Yelle,
dalla sua postazione sopraelevata, iniziò a scagliare
diverse lame
di vento ma Fede le intercettò tutte con delle sfere di
fuoco che
nullificarono i vari attacchi.
“Delle
semplici lame di vento non saranno un problema per me.” disse
Fede,
guardando Kira il quale capì di poterla lasciare a
combattere da
sola. Lui doveva occuparsi di Angel.
Il
bambino scattò verso la dragon slayer e cercò
subito di colpirla
con una serie di pugni ma la ragazza li evitò tutti senza
problemi,
colpendolo poi con un calcio al torace e costringendolo ad
allontanarsi.
“Spiacente,
ma non ti basterà il coraggio per sconfiggermi.”
disse Angel con
un sorrisetto sulle labbra prima di conficcare le mani nel terreno.
“IRON
DRAGON'S TRAP!!!”
Dal
terreno intorno a Kira fuoriuscirono diversi spuntoni d'acciaio che
lo chiusero in una sottospecie di piramide, bloccandolo al loro
interno. Un secondo dopo, alcuni di quegli spuntoni vennero fatti
esplodere dall'interno e il bambino uscì dalla prigione
senza
neanche un graffio.
“Vedi
di non sottovalutarmi. Solo perché sei la figlia della
regina dei
draghi, non significa che sei la più forte.” disse
Kira indicando
Angel.
“Bene,
staremo a vedere!” esclamò Angel per poi scattare
verso il bambino
e, dopo aver trasformato l'avambraccio destro in uno spadone
d'acciaio, tentare di colpirlo con un fendente.
Kira
evitò agilmente il colpo, scattando poi in avanti e colpendo
la
ragazza al ventre con un montante. Angel strinse i denti e, senza
esitare, alzò il ginocchio sinistro ma il bambino
evitò di lato,
rotolando un paio di volte e rialzandosi a distanza di sicurezza.
Angel
ruotò nella sua direzione ed avvolse entrambi le mani nelle
fiamme,
per poi saltare in avanti “FIRE DRAGON'S WING
ATTACK!!!”
Le
due lunghe fruste di fuoco che si diramarono dalle sue mani, si
incrociarono proprio davanti a Kira che incrociò le braccia
davanti
al petto ed incassò il colpo, ricevendo delle bruciature
sugli arti.
Notando
che Angel era ancora sotto l'effetto dello slancio in avanti, Kira
inarcò subito la schiena e urlò “STAR
DRAGON'S ROAR!!!” e un
grosso cono di energia nera tempestata di stelle si abbatté
contro
la ragazza la quale lo accolse con un sorriso.
Senza
esitare, Angel aprì la bocca e mangiò l'attacco
di Kira,
recuperando del potere magico.
Kira
si maledì per essere stato così stupido e
iniziò a pensare ad una
strategia per sconfiggere la sua avversaria. Sopra di lui, Yelle
evitò alcune sfere di fuoco scagliate da fede che, tuttavia,
non la
stava incalzando troppo, cercando piuttosto di preservare del potere
magico.
-E'
troppo lontana per sperare in un colpo preciso... se riducessi la
grandezza delle mie sfere per renderle più veloci,
probabilmente non
riuscirei ad arrecarle alcun danno significativo.- pensò
Fede,
mentre Yelle tornava a svolazzare in cerchio sopra di lei, quasi come
un avvoltoio.
La
maga del vento, dopo alcuni giri, decise di animare la situazione e
con alcuni movimenti delle braccia, creò delle potenti
folate di
vento. Fede fu costretta a coprirsi il colto con un braccio a causa
del polverone che quelle folate avevano sollevato.
Proprio
da quel polverone spuntò Yelle che, veloce come un'aquila,
colpì
l'avversaria con un pugno allo sterno. Fede incassò il colpo
e, a
costo di sacrificare la vista, avvicinò le mani al corpo di
Yelle e
creò due sfere di fuoco che esplosero all'istante.
Si
venne a creare una piccola nube di fumo dalla quale uscì
Yelle, con
la pelle delle braccia e dei fianchi leggermente ustionata.
“Ti
stai trattenendo?” chiese Yelle, fissando Fede.
“Neanche
troppo. In quel momento non ho avuto tempo per accumulare potere
magico.” spiegò Fede per poi creare una grossa
sfera di fuoco
nella mano destra e scagliarla con l'avversaria.
Yelle
la evitò senza troppe difficoltà ma, all'ultimo,
Fede schioccò le
dita e la sfera esplose in una miriade di sfere più piccole
che
iniziarono a piovere addosso alla maga del vento la quale
riuscì ad
evitarne alcune ma tre la colpirono al corpo, procurandole altre
bruciature.
“Non
ho ancora finito!” urlò Fede correndo esattamente
sotto Yelle per
poi colpire il terreno con un pugno “FLAME TOWER!!!”
Dal
terreno si sprigionò un'imponente torre di fuoco che
investì in
pieno Yelle, lasciando Fede illesa. La castana alzò lo
sguardo,
convinta di averla messa K.O. ma, con sua somma sorpresa, Yelle non
aveva subito alcun danno da quell'attacco.
“Ma
come...?”
“Spiacente
Fede, ma contro di me, il tuo potere è in svantaggio. Mi
è bastato
creare una zona priva d'aria per proteggermi, dato che le fiamme sono
alimentata dall'ossigeno.” spiegò Yelle sorridendo.
Fede
cercò di creare un'altra sfera di fuoco ma un grosso cono
d'acqua la
colpì in pieno insieme a Kira e i due vennero scaraventati
contro al
parete dell'arena.
Angel
si avvicinò velocemente e, dopo essersi scambiata uno
sguardo
d'intesa con Yelle, scagliò un altro soffio del drago
d'acqua contro
i due avversari. La maga del vento, prima che l'attacco colpisse Kira
e Fede, creò un grosso tornado e l'acqua venne assorbita ad
esso.
La
potenza del tornado, tuttavia, sollevò di peso anche i due
maghi che
vennero scaraventati al suo interno e Yelle fece il segno dell'ok ad
Angel la quale creò una grossa sfera elettrica nella mano
destra per
poi scagliarla contro il tornado.
L'elettricità
si trasmise in tutta l'acqua presente e, sia Fede che Kira, vennero
colpiti da quel potente attacco. Pochi istanti dopo, il tornado si
dissipò lasciando cadere a terra l'acqua e i due maghi i cui
vestiti
erano leggermente bruciacchiati.
Kira
provò a rialzarsi ma crollò nuovamente al suolo,
mentre Fede era
ormai fuori combattimento.
“Il
quinto incontro è concluso! Le vincitrici sono Angel e
Yelle!!!”
annunciò Aika e la folla applaudì per quella
vittoria, mentre
Edward e CJ si limitarono ad osservare la scena.
“Sono
davvero forti.” disse Edward.
“Meglio!
Così se lotteremo contro di loro, non dovremo
trattenerci!”
esclamò CJ, mentre due maghi facevano il loro ingresso
nell'arena,
salutandosi con Kira e le altre maghe.
Leo
e Erika alzarono le mani, ricevendo gli applausi e le urla di gioia
dagli spettatori, dopodiché volsero lo sguardo verso
l'entrata
dell'arena.
“La
prima squadra misteriosa tocca a noi.” disse Erika.
“Non
fa niente, batteremo chiunque ci capiti davanti.” disse Leo
con uno
strano ghigno, portando una mano sull'elsa del suo pugnale.
Dopo
qualche secondo, due figure apparvero nell'oscurità dietro
alla
soglia dell'entrata e, solo quando furono scesi in campo, tutti
poterono vedere i due ragazzi che avrebbero affrontato Leo e Erika.
Il
primo dei due era alto sul metro e settantacinque, dal fisico
piuttosto muscoloso e con la carnagione poco abbronzata. I corti
capelli erano spettinati tranne che per un ciuffo biondo davanti
sparato verso l'alto. Avvicinandosi ai suoi avversari, si
sistemò il
giubbotto di pelle nero che portava sbottonato, sotto al quale
indossava una maglietta arancione e grigia con la scritta 'Tasogare'.
Le gambe erano coperte da dei pantaloni coloro grigio cenere che gli
arrivavano fino alle ginocchia, mentre ai piedi calzava dei semplici
sandali neri.
“Sei
pronto, Nereo?” chiese il moro, spostando i suoi occhi gialli
sul
compagno che annuì.
Il
ragazzo che rispondeva al nome di Nereo, era un giovane di
diciassette anni circa, anch'esso alto un metro e settantacinque,
magro e dalla carnagione chiara. I capelli biondo cenere erano lunghi
fino alla base del collo e li portava sciolti dietro mentre davanti
aveva un corto ciuffo sparato all'indietro. Gli occhi erano di un
particolare grigio metallico e, sul sopracciglio sinistro, portava
quattro piercing. Altri elementi particolari della sua persona erano
il dilatatore nero sul lobo dell'orecchio destro e il tatuaggio nero
che gli partiva dal centro delle labbra e finiva sulla punta del
mento.
Il
suo vestiario, invece, era composto da: una maglietta grigia a
strisce nere senza maniche sopra alla quale indossava una giacca
beige dal piumino grigio sul cappuccio e sulle maniche. Un paio di
pantaloni beige erano tenuti su da una cintura nera dalla quale
partiva una catena che gli avvolgeva metà della gamba destra
per poi
attaccarsi ad un anello posto sopra una tasca dei pantaloni. Gli
ultimi vestiti erano un paio di infradito di cuoio nero con la suola
in legno chiaro e quattro bracciali d'argento, due per braccio.
“Quindi
sareste voi due i nostri avversari?” chiese Leo.
“Indovinato!
Io sono Midna Rallock, ma potete chiamarmi Zanth se volete, mentre il
mio amico si chiama Nereo Shiura e non preoccupatevi se non parla. E'
muto.” spiegò il moro sorridendo.
“Bene,
ora che vi siete conosciuti... potete combattere!”
urlò Aika,
dando il via al nuovo incontro.
Erika
e Leo rimasero in attesa dei loro avversari. Non li avevano mai visti
combattere e non conoscevano i loro poteri, mentre loro erano ormai
famosi e i loro poteri conosciuti.
“Uhm...
vediamo di scoprire cosa sanno fare!” disse Leo
all'improvviso, per
poi estrarre il suo pugnale e farsi un taglio sul torace. Subito
sopo, evoco tre grossi demoni rossi dalle sembianze di gorilla le cui
braccia erano avvolte nelle fiamme.
I
tre demoni si lanciarono contro i due ragazzi e Midna si mise
più
avanti rispetto al compagno.
“Beh,
non ha senso trattenersi!” disse il moro per poi inarcare la
schiena “TWILIGHT DRAGON'S...!!!”
Erika
sgranò gli occhi per la sorpresa, esclamando “Un
altro dragon
slayer?”
“...
ROAR!!!”
Un
enorme cono di fiamme dorate e nere scaturì dalla bocca del
ragazzo
e la loro potenza spazzò via in pochi istanti i tre demoni
di Leo
che si gettò di lato per evitare l'attacco, imitato da Erika.
La
ragazza, dopo essersi rialzata, scattò subito in avanti,
avvolgendo
le sue mani nel caos e sferrò una serie di pugni contro
Midna che li
bloccò con le mani ricoperte dalle sue fiamme.
Nereo
si girò verso Leo, il quale aveva già avocato
altri tre demoni
simili a centopiedi giganti blu. Il biondo saltò
all'indietro,
evitando le fauci di un demone, illuminandosi di uno strano bagliore
grigio.
Quando
riatterò, il suo aspetto era molto più giovane,
intorno ai tredici
anni. La folla rimase sorpresa di quel cambiamento e ancora
più
grande fu la sorpresa nel vedere il bambino estrarre due pistole nere
e sparare diversi colpi in testa ai demoni che riuscirono comunque a
resistere.
-Mi
dispiace, novellino, ma l'esoscheletro di questi insetti demoniaci
è
molto resistente.- pensò Leo, osservando il combattimento e
iniziando a pensare ad una buona strategia per sconfiggerlo in
fretta.
Nereo
smise quasi subito di sparare ed iniziò semplicemente ad
evitare i
prevedibili attacchi dei demoni, fino a quando non arrivò ad
una
conclusione.
Dopo
essere corso verso un demone, saltò sopra di lui e mise la
canna
delle due pistole a pochi millimetri dalla carne del demone. Premette
i grilletti più volte e i proiettili, alla fine, riuscirono
a
trapassare il corpo del nemico, uccidendolo.
-Ha
mirato alle giunture più scoperte dell'insetto. E' molto
abile...-
pensò Leo -... forse è il caso di passare ad un
livello superiore.-
e sfoderò la sua spada di cristallo bianco. I due demoni
rimasti
svanirono nel nulla e, al loro posto, apparì una grosso
angelo
interamente coperto da un'armatura bianca, ali comprese. Sugli
avambracci erano fissati due grossi scudi a torre bianchi e dorati.
“Coraggio,
attaccalo!” urlò Leo e l'angelo annuì,
scagliandosi contro Nereo
che, malgrado l'agilità, venne messo in seria
difficoltà.
Dietro
di lui, una potente esplosione scagliò Erika e Midna in
direzioni
opposte ma entrambi, non appena ebbero toccato terra, scattarono
nuovamente l'uno contro l'altra, scambiandosi dei colpi velocissimi,
senza tuttavia riuscire ad andare a segno con dei colpi vincenti.
Erika
si girò un attimo verso Leo, sorpresa da quella sua nuova
evocazione, e questo permise a Midna di colpirla allo stomaco con un
pugno avvolto dalle sue fiamme che le bruciò parte della
camicia
nera e anche un po' la pelle.
“Keh,
si vede che sei una dragon slayer.” disse Midna,
allontanandosi
“Una persona normale avrebbe subito delle ferite
più gravi”.
Erika
si passò una mano sul ventre, spegnendo delle minuscole
fiammelle
rimaste attaccate alla pelle.
-Il
suo potere è altamente distruttivo, devo riuscire a colpirlo
con il
prossimo attacco.- pensò la ragazza per poi lanciarsi contro
Midna e
cercare di colpirlo con un calcio basso.
Il
ragazzo saltò in alto per evitare il colpo ma Erika, con
incredibile
velocità, si rialzò subito e lo colpì
con un montante allo sterno,
spedendolo ancora più in alto. Senza attendere un secondo di
più,
la ragazza scagliò il suo soffio del drago verso l'alto.
Midna,
vedendolo arrivare, si avvolse completamente nelle sue fiamme e si
lasciò cadere all'interno dell'attacco. Con somma sorpresa
di Erika,
le fiamme dorate e nere divorarono il suo caos e il ragazzo
riuscì a
colpirla con un pugno al volto, rimanendo comunque leggermente ferito
dall'attacco della dragon slayer.
I
due avversari caddero al suolo nello stesso momento ma Erika fu la
prima a rialzarsi e cercò subito di concludere lo scontro.
Mentre
Midna era intento a rialzarsi, la ragazza si lanciò sopra di
lui e
lo colpì con i suoi artigli del caos, procurandogli dei
tagli
profondi sulla schiena.
Midna
non si diede per vinto e, sfruttando le fiamme nella mano destra come
propulsori, ruotò su sé stesso, colpendo Erika
sulla fronte con una
gomitata e procurandole un brutto taglio dalla quale iniziò
a
fuoriuscire del sangue che andò a finire sull'occhio destro,
costringendola a chiuderlo.
Il
ragazzo si lanciò nuovamente addosso a lei, ma una grossa
sfera di
fuoco passò davanti a lui, costringendolo a fermarsi. Midna
si girò
verso il punto dalla quale era arrivata la sfera e vide Leo
trasformato in un demone.
Ora
aveva la pelle rossa, così come i capelli e gli occhi e
diversi
spuntoni neri gli ricoprivano le spalle e la schiena. L'evocatore di
demoni dovette subito tornare a concentrarsi sul suo avversario che,
veloce come un fulmine lo colpì con un pugno al torace.
Ora
Nereo non era più un bambino di tredici anni, ma un ragazzo
di
ventitré anni circa, i cui capelli ora erano leggermente
più lunghi
e il ciuffo davanti gli cadeva sulla fronte.
Leo
si riprese subito e cercò di colpirlo con un pugno avvolto
da delle
fiamme ma Nereo lo deviò con un semplice tocco del dorso
della mano
sinistra e, subito dopo, distese lo stesso braccio, colpendolo al
volto.
-Keh,
per essere riuscito a sconfiggere uno dei miei angeli ed avermi messo
alle strette... è davvero forte, non c'è che
dire!- pensò Leo con
un ghigno per poi bloccargli un pugno con la mano aperta.
“Sembra
proprio che mi farai divertire molto di più di
Ryu.” disse il
ragazzo, cercando poi di colpire Nereo con una ginocchiata ma il suo
avversario fece un passo indietro, evitando il colpo, per poi
abbassarsi velocemente e colpirlo con un calcio basso sull'unica
gamba rimasta a sostenere il corpo.
Leo
perse l'equilibrio e, un istante dopo, Nereo lo colpì con un
altro
pugno, spedendolo contro la parete dell'arena. Pochi secondi dopo, lo
raggiunse Erika, evitando al pelo una grossa sfera di fiamme.
“Devo
dire che mi sto divertendo parecchio...” iniziò
Leo rialzandosi
“... ma credo sia ora di concludere lo scontro. Pronta per la
nostra mossa?”
Erika
annuì sorridendo e portò avanti il piede destro,
distendendo
all'indietro il braccio sinistro, con il palmo della mano rivolto
verso Leo.
Lo
stesso fece il ragazzo, muovendosi a specchio, cioè portando
avanti
il piede sinistro e distendendo all'indietro il braccio destro.
I
due maghi chiusero in contemporanea gli occhi e, dopo pochi secondi,
li riaprirono di colpo. Nello stesso istante, tra le loro mani si
creò una sfera di luce rossa circondata da fulmini neri.
Aika
si alzò dalla sedia, osservando colpita la scena
“Unison Raid?”
Midna
e Nereo si scambiarono un'occhiata d'intesa e si avvicinarono,
mettendosi esattamente davanti ai due, seppur con una trentina di
metri tra le due squadre.
“Sembra
che punteranno tutto su quest'attacco per concludere i giochi.
Mostriamogli che non abbiamo paura.” disse Midna e Nereo,
dopo
averlo fissato per qualche secondo, annuì, posizionandosi
alle sue
spalle.
Leo
ed Erika si guardarono per un istante e, dopo aver annuito
all'unisono, urlarono “CHAOTIC WRATH OF THE INFERNAL
DEMON!!!”
Muovendosi
in perfetta coordinazione, scagliarono in avanti una grossa lancia di
luce rossa avvolta dai fulmini neri che schizzò alla
velocità del
suono verso i loro avversari.
Ad
attenderla c'era Midna che, dopo aver avvolto le mani nelle sue
fiamme piegò leggermente le gambe, e allargò le
braccia. Dietro di
lui, Nereo puntò le gambe a terra e poggiò la sua
schiena contro
quella del compagno.
Quando
la lancia fu esattamente davanti a lui, Midna chiuse di scatto le
braccia ed afferrò la lama con le mani, stringendo la presa
per non
farsi perforare da quell'attacco che ebbe tuttavia la potenza
necessaria per spostarli all'indietro di peso.
Nereo
mise tutta la sua forza nella schiena e nelle gambe mentre Midna la
mise nelle braccia e, urlando con tutto il fiato che aveva in corpo,
spezzò la lancia, dissolvendola poi con le sue fiamme.
Entrambi
rimasero fermi con il fiatone e il dragon slayer si girò,
notando
che la parete dell'arena era ad appena mezzo metro da loro. Nereo
cadde seduto a terra, ritornando ad essere un diciassettenne mentre
Midna cadde in ginocchio “Non ce la fai più
eh?”
Nereo
non si girò neanche, continuando a riprendere fiato, ma si
limitò
ad alzare il pollice destro per poi ruotarlo verso il basso.
“Eh
eh immagino che non possiamo farci nulla, siamo stati sfortunati a
capitare proprio contro di loro.” commentò Midna
per poi fissare
Aika che capì e, dopo essersi rialzata, disse
“Ecco a voi i
vincitori del sesto incontro: Angel ed Erika!!!”
I
due vincitori, dopo i festeggiamenti iniziali, si avvicinarono a
Midna e Nereo e gli strinsero la mano, congratulandosi con loro. Il
pubblico iniziò ad applaudire per tutti e quattro i maghi,
facendo
anche i complimenti ai due nuovi arrivati che avevano combattuto
bene.
“Ok,
ora passeremo al penultimo scontro della giornata! Ecco a voi i
quattro maghi che si affronteranno nel settimo match!!!”
annunciò
Aika e, pochi istanti dopo, CJ, il quale mandava baci e occhiolini a
tutte le belle ragazze presenti tra il pubblico, Edward, Drake e
Mailar, fecero il loro ingresso nell'arena.
“Mailar,
io mi occupo di Edward, d'accordo?” chiese Drake e la
compagna
annuì, spostando lo sguardo su CJ.
Pochi
istanti dopo, l'incontro ebbe inizio e CJ svanì in un
battito di
ciglia. Mailar sgranò gli occhi per la sorpresa per poi
ruotare su
sé stessa, individuando il suo avversario che le
sferrò un
rapidissimo pugno dalla distanza.
Il
'colpo d'aria', unito alla classiche fiammelle derivanti dalla
modalità Blood Fire di CJ, colpì la ragazza sul
braccio destro. Il
ragazzo svanì nuovamente, lasciando solo delle piccole
tracce di
vapore che però consentirono a Mailar di intuire la
direzione nella
quale si era sposato il ragazzo.
Seguendo
quell'intuizione, Mailar si girò in quella direzione e
creò una
lama di vento nella mano destra, scagliandola pochi istanti dopo. CJ
la vide arrivare e sia abbassò all'ultimo evitando il colpo.
-Quindi
sta utilizzando i poteri di Belle?- si chiese CJ, riferendosi a
Yelle, evitando altre lame di vento che, pochi istanti dopo, si
trasformarono in veri e propri tornado diretti verso di lui. Il
ragazzo continuò ad evitarli, scagliando dei colpi di tanto
in tanto
che però venivano evitati da Mailar, data la distanza tra i
due.
-Come
diavolo fa ad evitare i miei pugni? Dovrebbero essere talmente veloci
da poter mettere in difficoltà un dragon slayer vero e
proprio.-
pensò CJ quando notò lo sguardo di Mailar. I suoi
occhi erano
contornati da uno strano bagliore viola.
-Aspetta...
non dirmi che...!- pensò CJ un istante prima che una lama di
vento
lo colpisse sulla coscia destra, facendolo cadere a terra -Quella
maledetta... mi sta leggendo il pensiero per capire quali saranno le
mie prossime mosse-.
Mentre
si rialzava, CJ lanciò un'occhiata al suo compagno e lo vide
impegnato in uno scontro corpo a corpo con Drake, che lo stava
incalzando con due katana parecchio affilate.
Il
mago del veleno evitò due fendenti laterali, per poi
scagliare dei
pugnali fatti interamente di veleno che vennero prontamente bloccati
da Drake. Edward cercò quindi di metterlo in
difficoltà creando una
copia di veleno che si lanciò addosso all'avversario.
Drake
evitò la copia all'ultimo e le tagliò di netto la
testa con un
fendente laterale, scattando poi in avanti, tentando un affondo.
Edward, contro ogni possibile logica, si lanciò contro di
lui e,
prima che Drake potesse deviare la traiettoria della sua arma, la
lama trapassò l'avversario al torace.
Il
pubblico rimase con il fiato sospeso ma Drake si accorse subito del
fatto che Edward non stava perdendo sangue ma veleno. Pochi istanti
dopo, Edward si sciolse, diventando veleno e riversandosi sulle
braccia e sulle gambe di Drake.
Con
somma sorpresa degli spettatori, Edward comparve alle sue spalle e
cercò di colpirlo con una spada di veleno ma il mago rimase
spiazzato nel vedere che Drake aveva trasformato le sue due spade in
due pistole e si era già girato verso di lui. A causa del
dolore
causato dal veleno, Drake non riuscì a prendere bene la mira
e, dei
cinque colpi sparati, solo uno raggiunse Edward, colpendolo alla
spalla destra.
L'ex-assassino
cadde a terra, tenendosi la spalla ormai sporca di sangue, ma fu
costretto a rialzarsi subito per evitare un fendente di Drake ora
armato di un'ascia bipenne.
Edward
si allontanò di qualche metro per poter fronteggiare al
meglio Drake
che, velocemente, trasformò l'ascia in un arco nero e
incoccò una
strana freccia la cui punta era a tre lame ricurve.
Il
mago della creazione scoccò la freccia dopo pochi istanti e
l'avversario fu rapido ad evitarla, spostandosi lateralmente ma il
ghigno sulle labbra di Drake gli fece capire di aver commesso un
errore.
Girando
su sé stesso, urlò “CJ!!!
Attento!!!”
Il
suo compagno non fece in tempo a girarsi, essendo troppo occupato a
combattere contro Mailar, e la freccia si conficcò nella
coscia
sinistra, facendogli stringere i denti per il dolore.
Un
istante dopo, venne sollevato in aria da un tornado e scagliato
contro Edward che, distratto da Drake, non fece in tempo ad evitarlo
e venne preso in pieno.
Mailar
si avvicinò al suo compagno e si appoggiò a lui,
riprendendo fiato.
“Dammi
un secondo... e poi ti curo...” disse la ragazza ma Drake
disse
“Non preoccuparti per me, hai dovuto combattere con il potere
di
qualcun altro mentre eri in collegamento telepatico con me. Cerca di
risparmiare energie, questo veleno non è letale ma debilita
la
vittima...”
Poco
lontano da loro, CJ si era tolto la freccia dalla gamba e Edward gli
aveva ricoperto le ferite sulle gambe con uno speciale veleno che
avrebbe soppresso il dolore per un breve lasso di tempo.
“Dobbiamo
finire lo scontro in fretta, se il dolore ritorna e ti cedono le
gambe, sarai in seria difficoltà.” disse Edward.
“Sì
sì ho capito.” disse CJ, per poi scoccare
un'occhiata ai loro
avversari “Senti un po'... ho un'idea”.
Mailar
e Drake li videro confabulare qualcosa tra di loro ma, prima che
potessero intervenire, Edward creò una grossa
quantità di veleno
che assunse le sembianze di un serpente a tre teste alto tre metri il
quale spezzò il contatto visivo tra le due squadre.
Da
dietro all'hydra comparve
CJ che scattò nuovamente contro Mailar, ritornando alla
situazione
precedente anche se la maga,
in quel momento, stava scagliando
molte meno lame
di vento, cercando solo i colpi sicuri.
-Non
sta pensando a nessun piano...- pensò Mailar -... l'unica
cosa che
vuole è... invitarmi a cena?-
Quel
pensiero le fece perdere temporaneamente la concentrazione e CJ ne
approfittò per colpirla sulla gamba destra con un calcio,
tornando
poi a distanza di sicurezza.
Drake,
d'altro canto, si era messo ad evitare le teste della creatura di
veleno, senza tuttavia cercare di tagliare le teste.
“Mi
dispiace ma so bene che all'hydra crescono due teste ogni volta che
ne perde una.” disse Drake per poi lanciarsi contro il corpo
principale, sfruttando un punto morto lasciato da due teste.
Edward
mostrò un ghigno inquietante per poi dire “Hai
ragione, basta
semplicemente che perda una testa.” e Drake, con la coda
dell'occhio, vide una delle due teste intenta strapparne via
un'altra, per poi scagliarla lontana.
Dal
corpo principale, fuoriuscirono all'istante due nuove teste e Drake,
troppo vicino per evitarle, venne preso al volo. Una testa lo
azzannò
alla gamba destra mentre l'altra lo prese al braccio sinistro.
Le
altre due teste ripiegarono verso il corpo e lo azzannarono sugli
ultimi due arti rimasti per poi sollevarlo in aria.
“CJ!!!
Ora!” urlò Edward e il compagno, dopo aver fatto
l'occhiolino a
Mailar, scattò verso l'hydra che, grazie alla sua coda, lo
scagliò
sopra a Drake. La ragazza cercò subito di bloccarlo con i
suoi
poteri mentali ma si ritrovò davanti ad una specie di un
blocco e il
ruggito di un drago la scagliò fuori dalla mente di CJ.
Il
ragazzo ruotò a mezz0aria, caricando il pugno destro e, non
appena
fu abbastanza vicino a Drake, urlò “NEO FIRE
DRAGON'S BURNING
RIFLE!!!” per poi colpirlo con tutta la sua forza nello
sterno,
ruotando il braccio nel mentre per infondergli più potenza.
Oltre
ad una grossa esplosione, il colpo distrusse anche le teste
dell'hydra e spedì Drake contro il corpo dell'hydra,
distruggendolo
e avvolgendo l'avversario nel veleno.
Mailar
cercò subito di colpirlo al volo, notando che ormai CJ era
stanco,
ma una strana sensazione le trapassò la schiena. Ignorando
gli
avversari, si girò di scatto e Edward la colpì
con un violento
calcio nello stomaco, facendola piegare in due per il dolore,
concludendo poi lo scontro con un colpo di taglio dietro al collo.
Gli
spettatori rimasero visibilmente sorpresi nel vedere due Edward in
campo ma, dopo pochi secondi, l'Edward posto dietro al corpo
dell'hydra diventò semplice veleno.
Aika,
sorridendo, pensò -Quando ha creato l'hydra si è
nascosto dentro di
essa, lasciando una copia al suo posto. Staccare una testa
dell'hydra, con al suo interno Edward, faceva parte del piano di CJ
che si è concentrato su qualcos'altro per non far scoprire a
Mailar
le loro mosse. Davvero niente male.- dopodiché si
alzò e disse “I
vincitori del settimo incontro sono Edward e CJ!!!”
I
due festeggiarono alzando le braccia al cielo per poi fissare Yelle e
Angel, sedute nella tribuna, e rivolgergli degli sguardi di sfida che
vennero prontamente ricambiati dalle due maghe.
Dopo
un po', quando i quattro maghi furono usciti dall'arena, Stefan e
Michael fecero il loro ingresso, salutando i vari spettatori che
erano ansiosi di scoprire la seconda squadra misteriosa.
“Bene,
infine eccoci giunti all'ultimo incontro della giornata!!! Ora, vi
presento gli ultimi due acquisti della gilda!!!”
urlò Aika e,
pochi istanti dopo, due ragazze fecero il loro ingresso nell'arena.
La
prima delle due era un po' bassina, magra e dal seno piccolo. I
lunghi capelli neri e lisci erano scalati e lasciati sciolti fino al
bacino. La frangetta era sfilzata in modo tale da intravedere la
fronte e i due ciuffi davanti alle orecchie erano bianchi,
intrecciati con dei capelli neri, formando due treccine, una per
lato. I grandi occhi blu oceano erano contornati da delle lunghe
ciglia nere.
La
corta gonna a piaghe nera, abbinata a delle calze a rete nere lunghe
fino a metà coscia e a degli stivaletti neri con tacco,
oscillò
leggermente, mossa dal vento che era venuto a sollevarsi, insieme al
medaglione d'argento che portava intorno al collo. La parte superiore
del corpo era coperta da una maglia bianca con le spalline larghe
sopra alla quale indossava un giubbotto di pelle nero sbottonato
davanti. Sull'orecchio destro portava un orecchino a forma di stella
mentre, quello sull'orecchio sinistro, era a forma di cerchio ed
erano entrambi d'argento.
La
mora fissò con sguardo freddo i suoi due avversari e li
liquidò con
un semplice “Tsk.” avviandosi poi nella direzione
opposta,
seguita dalla sua compagna.
La
suddetta compagna era una ragazza più alta di lei, magra,
formosa e
dalla pelle abbronzata. I corti capello rossi, lunghi fino alle
spalle, erano spettinati con un ciuffo che le copriva leggermente
l'occhio destro. Tra i capelli erano visibili delle perline nere e
viola, così come i suoi grandi occhi che erano di un intenso
viola,
quasi scintillante. Indossava un paio di lunghi jeans chiari un po'
strappati sulle cosce, abbinati a dei sandali col tacco di colore
nero. Per il busto, invece, aveva scelto un semplice bikini blu,
coperto da una camicetta di seta di un particolare bianco
semi-trasparente, con il colletto alto, le maniche arrotolate fino
alle spalle e legata sulla vita con un nodo al centro. Attaccato ai
jeans, sulla destra, era visibile un piccolo pugnale argentato.
La
rossa notò Stefan e Michael ed esclamò
“Oh che fortuna! Ci sono
capitati due ragazzi! Almeno non dovrò sentire i piagnistei
delle
ragazze che hanno paura di farsi male”.
Stefan
e Michael si avvicinarono e il mago dei fulmini tese la mano alla
rossa “Piacere di conoscervi, mi chiamo Stefan e lui
è Michael”.
“Oh,
il piacere è tutto mio.” disse la rossa
sorridendo, per poi
stringergli la mano “Mi chiamo Caramell Lione (va letto
Làioni) e
lei è la mia amica Nora Arion. Uhm... hai la mano molto
calda. Sei
un mago del fuoco?”
“Uh?
No, il mago del fuoco è lui.” disse Stefan
indicando Michael “Io
sono un amgo dei fulmini.” e, dopo aver detto quell'ultima
parola,
si accorse del fatto che Caramell stava tremando.
“Ah...
f... fulmini! F... fantastico potere! Complimenti!” disse la
rossa
prima di allontanarsi, di uno o due metri.
Michael
si avvicinò al compagno e gli disse “Credo che
abbia paura dei
fulmini... dovresti occupartene tu.” e il compagno
annuì, in fondo
sfruttare un punto debole non andava contro le regole.
Pochi
istanti dopo, il match ebbe inizio e Michael, senza aspettare i
comodi delle avversarie, creò una falce di fiamme nere per
poi
scagliarsi contro Nora la quale, dopo aver scansato di alto,
creò
delle piccole sfere di luce che saettarono contro l'avversario,
colpendolo su tutto il corpo.
Il
ragazzo capì di dover fare molta più attenzione
dato che quelle
sfere erano dure come l'acciaio e, dopo troppi colpi, avrebbe
iniziato a risentirne. Con un fendente, ne distrusse alcune e quelle
esplosero in vere e proprie bombe di luce, accecandolo
momentaneamente.
Approfittando
della debolezza dell'avversario, Nora si avvicinò
velocemente a lui
e, dopo aver creato un bastone di luce, menò un colpo
dall'alto,
colpendolo alla spalla destra, per poi colpirlo alle costole con un
affondo. Prima che potesse ritrarre l'arma, Michael la
afferrò,
avvolgendola con le sue fiamme nere.
La
ragazza lasciò andare il bastone e, saltando all'indietro,
sparò un
vero e proprio raggio di luce dalla mano destra che venne bloccato da
uno scudo di fiamme nere.
“Devo
ammettere che ci sai fare.” disse Michael, strofinandosi gli
occhi
per recuperare la vista “Ma che ne dici di questo?”
ed inarcò la
schiena, accumulando potere magico.
Nora
creò immediatamente una barriera di luce sferica intorno a
lei e, un
secondo dopo, Michael urlò “FIRE GOD'S
SCREAM!!!”
L'imponente
cono di fiamme nere investì in pieno la barriera di luce,
divorandola e colpendo la ragazza al suo interno.
Il
god slayer osservo compiaciuto il fumo nero venutosi a creare
dall'attacco ma un nuovo “Tsk.” gli fece sgranare
gli occhi.
“Tutto
qui? L'unica cosa che hai fatto è stata rovinarmi i vestiti
e
bruciacchiarmi la pelle.” disse Nora senza batter ciglio
“Forse
sei troppo sopravvalutato come mago”.
“Keh,
staremo a vedere ragazzina.” sibilò Michael per
poi creare una
nuova falce di fiamme e scagliarsi contro di lei.
Poco
lontano da loro, Caramell evitò una sfera elettrica
iniziando poi a
correre, evitando al pelo altre sfere. Stefan era quasi confuso da
quella situazione, non aveva fatto altro che scagliare sfere
elettriche e quella ragazza le aveva evita te urlando ogni volta che
le passavano vicino. Era davvero spaventata.
Dopo
un'ultima sfera, la ragazza inciampò in avanti per poi
inginocchiarsi, portando le mani sopra alla testa. Stefan rimase
interdetto per qualche secondo, ma alla fine avvolse il suo braccio
destro con l'elettricità e scattò in avanti.
“Nulla
di personale, ma devo andare ad aiutare Michael!” disse il
ragazzo
quando, all'ultimo istante, Caramell si voltò verso di lui,
mostrando un ghigno vittorioso e uno sguardo tagliente “Sei
mio!!!”
e posò la mano destra a terra.
Il
terreno ghiacciò all'istante e diversi spuntoni di ghiaccio
fuoriuscirono da esso, colpendo il ragazzo in più punti e
ferendolo
sulle gambe e sulle braccia. Stefan riuscì ad atterrare in
piedi ma
Caramell gli fu subito addosso e calando una mano verso il basso,
creò un grosso blocco di ghiaccio il quale si
schiantò sul terreno.
La
ragazza non si chiese neanche se l'attacco fosse andato a segno e
alzò subito lo sguardo, vedendo Stefan carico di
elettricità che la
colpì con un raggio elettrico, facendola cadere al suolo.
Caramell
si rialzò subito e, con uno schiocco delle dita,
trasformò tutto il
ghiaccio in acqua. Il liquido si raccolse attorno a lei, tornando
alla forma solida e proteggendola da un altro attacco elettrico
dell'avversario. Dopo aver posato le mani sul suo scudo, la ragazza
lo fece tornare allo stato liquido e, grazie ad esso, creò
un
tentacolo che afferrò Stefan al volo, facendolo schiantare
al suolo.
Il
ragazzo, tuttavia, riuscì a trasmettere la sua
elettricità
attraverso l'acqua e Caramell, essendo in contatto con il tentacolo,
venne colpita.
Il
pubblico esplose in un coro di urla e applausi, affascinato da
quell'incredibile scambio di colpi tra le due squadre.
“Sei
stata davvero brava a fingere.” si complimentò
Stefan,
rialzandosi.
“Grazie,
è una mia dote naturale.” disse Caramell con un
sorriso enigmatico
sulle labbra “Tuttavia, credo sia ora di concludere lo
show”.
Evitando
un fendente di Michael, Nora si avvicinò alla compagna e,
dopo uno
sguardo d'intesa, si scagliò contro Stefan, iniziando a
combattere
contro di lui. In suo soccorso arrivò Michael ma Nora
continuò a
scagliare sfere di luce contro Stefan schivando gli attacchi del god
slayer.
Stefan,
di colpo, smise di schivare e scagliò un potente raggio
elettrico
contro Nora la quale, costretta a bloccare un pugno avvolto dalle
fiamme nere, venne colpita in pieno, finendo poi in ginocchio.
Michael
ne approfittò subito e la colpì con un calcio al
volto, spedendola
a terra ma la ragazza si rialzò pochi secondi dopo,
pulendosi un
rivolo di sangue dalle labbra. Prima che i due ragazzi potessero
attaccarla di nuovo, Nora saltò all'indietro, raggiungendo
la sua
compagna.
Caramell,
sorridendo ai due, posò le mani in una grossa pozzanghera
d'acqua
che circondava Stefan e Michael come un cerchio.
“ICE
CAGE!!!”
L'acqua
si trasformò in ghiaccio e una dozzina di colonne di
ghiaccio
ricurve si alzarono verso il cielo, unendosi in un unico punto e
formando una vera e propria gabbia di ghiaccio.
“Ora
tocca a me.” sibilò Nora e, dopo aver creato una
piccola sfera di
luce nelle sue mani, scagliò una specie di laser che
andò a colpire
una colonna di ghiaccio.
Con
somma sorpresa dei due avversari, a contatto con la colonna, il
raggio si divise in altri aggi e ciascuno di essi andò a
colpire
altre parti di ghiaccio. I due furono ben presto costretti a schivare
diversi raggi di luce che continuavano a rimbalzare e a dividersi in
più parti.
-Stanno
usando la rifrazione della luce nelle colonne di ghiaccio. Se non le
distruggiamo sarà al fine.- pensò Stefan,
proteggendosi con un
manto di fulmini su tutto il corpo.
Purtroppo
per loro, non c'era più tempo. Come se fossero
sincronizzati, tutti
i raggi di luce puntarono verso l'alto, andando a colpire un grosso
cristallo di ghiaccio. Prima che Stefan o Michael potessero schivare,
dal cristallo partì un grosso raggio di luce che
colpì il terreno,
creando una grossa esplosione.
Nora
e Caramell si ripararono dietro ad uno scudo di ghiaccio creato da
quest'ultima, mentre la gabbia di ghiaccio diventava vapore.
La
grossa nube di fumo nero, misto a vapore, impiegò diversi
secondi a
diradarsi, ma alla fine, l'enorme cratere creato da quell'esplosione
fu reso visibile e la folla vide anche Stefan e Michael distesi sul
fondo, pieni di bruciature e ferite varie.
Il
mago dei fulmini era visibilmente svenuto, mentre Michael si stava
già rialzando, seppur a fatica.
Le
due ragazze osservarono il god slayer, intento ad arrampicarsi fuori
dal cratere, finché non se lo ritrovarono davanti.
“Sai,
sei il primo che resiste a quel colpo.” disse Caramell,
distendendo
una mano in avanti “Ma credo che sia ora di andare a
dormire.” e
dalla mano creò un grosso blocco di ghiaccio, simile ad un
rinoceronte, che colpì Michael in pieno torace, facendolo
volare
dall'altra parte dell'arena.
Aika
si alzò in piedi, pronta ad annunciare la fine del match, ma
notò
gli sguardi degli spettatori e, pochi istanti dopo, vide che Michael
era di nuovo in piedi, con le braccia avvolte dalle sue fiamme.
Il
ragazzo, si inginocchiò e, posando le mani a terra,
urlò “GOD
SLAYER'S SECRET ART: FATAL BREATH OF THE RENEGADE!!!”
Le
due avversarie, ebbero appena il tempo di vedere un cerchio magico
nero sotto i loro piedi, che un'imponente colonna di fiamme nere le
investì in pieno. L'attacco raggiunse le nuvole, svanendo
poi nel
nulla e generando una folata di vento caldo.
Caramell
e Nora erano state sollevate a diversi metri di altezza, ma la maga
del ghiaccio riuscì a trasformare il blocco di ghiaccio
utilizzato
in precedenza, in acqua. Il liquido attutì la loro caduta e
lenì il
dolore derivante dalle orribili bruciature che avevano sul corpo.
“Keh,
è davvero un mostro.” disse Caramell
“Concludiamo lo scontro con
un altro attacco!”
Nora
annuì e, nello stesso istante, crearono un arco.
Caramell,
nel suo arco di ghiaccio, incoccò una starna freccia dalla
punta
grossa e piatta, mentre la freccia di luce di Nora era lunga ed
affilata.
La
freccia di ghiaccio venne scoccata per prima, seguita a ruota
dall'altra che colpì al prima al volo, unendosi ad essa. La
freccia
di Caramell iniziò a brillare di un forte bagliore e Michael
incrociò le braccia davanti al petto per proteggersi.
L'impatto
generò un breve flash che accecò al folla ma,
dopo pochi secondi,
tutti poterono vedere i risultati dell'attacco combinato di Caramell
e Nora.
Il
god slayer era seduto contro la parete dell'arena e aveva diverse
schegge di ghiaccio conficcate nelle braccia ma per il resto non
sembrava aver subito nuovi danni. Lentamente, Michael si
tirò in
piedi ma una voce femminile pose fine alla questione.
“Basta,
l'incontro è finito! Le vincitrici sono Caramell e
Nora!!!” urlò
Aika.
Michael
volse lo sguardo verso di lei, per nulla contento della cosa, ma lo
sguardo serio della master impedì qualsiasi tipo di
obiezione.
Sputando
del sangue a terra, il mago delle fiamme si avviò all'uscita
dell'arena, mentre le due vincitrici festeggiavano e Stefan veniva
aiutato da alcuni soldati.
Dopo
pochi metri, vide Giada poggiata contro un muro, intenta a
fischiettare, con il suo lemure e il ragno di Michael, posati sulle
sue spalle.
“Quindi
hai perso?” chiese la bionda.
“Sì,
forse avrei dovuto lasciarti il posto. Di sicuro avresti
vinto.”
commentò l'albino passandole davanti.
“Forse
sì... o forse no, nessuno può dirlo.”
disse Giada sorridendo per
poi avvicinarsi al ragazzo e tirargli una manta sulla schiena
“Perciò
non demoralizzarti, ok?”
Dopo
pochi istanti, vide il compagno tremare e gli chiese “Ehi,
non ti
starai commuovendo, vero?”
“NON
MI STO COMMUOVENDO!!! MI HAI FATTO MALE, RAZZA DI NANETTA DA
GIARDINO!!!” sbottò Michael, girandosi di scatto.
“Cosa...
hai la sopportazione di un bambino... no aspetta... come mi hai
chiamata, sottospecie di fiammifero extra-large?!?”
ribatté la
bionda, mentre i due animaletti da compagnia se la ridevano alla
vista del battibecco.
Intanto,
nell'arena, risuonò ancora la voce di Aika.
“Per
oggi gli scontri sono conclusi!!! Ora verrà mostrato il
cartellone
aggiornato e domani si svolgeranno i quarti di finale!!!”
disse la
master e il cartellone venne nuovamente mostrato.
Molti
degli spettatori iniziarono a scommettere sulla possibile squadra
vincitrice, mentre i maghi pensavano a nuove tattiche da usare negli
scontri del giorno dopo.
Dall'alto
della sua postazione, Aika osservò i vari maghi che il
giorno dopo
avrebbero dovuto combattere di nuovo, sperando che quel metodo fosse
sufficiente a farli scaricare un po', evitando così nuove
tensioni
nella gilda.
-Non
ho ricevuto notizie dagli altri... spero vada tutto bene.-
pensò
Aika, volgendo lo sguardo al cielo ed osservando il cielo ormai
colorato dal tramonto.
-
- -
Il
sole ormai stava tramontando. Gli abitanti di Cassandrium erano
finalmente giunti alla fine della giornata.
Di
solito, l'unico motivo per cui attendevano la sera era che le guardie
diventavano più 'permissive' grazie all'alcool che bevevano
nelle
varie taverne, ma quel giorno era diverso.
Al
mattino, la maggior parte degli abitanti era stata costretta ad
assistere ad un'esecuzione pubblica. Tre uomini erano stati condotti
su un patibolo e, una persona completamente avvolta da un mantello
nero con largo cappuccio calato sul viso, era salita dopo di loro.
Dopo
alcuni minuti di silenzio, la persona, la cui voce faceva pensare ad
una donna, aveva urlato “Questo è solo uno
spuntino, Last Hope!”
e, senza alcuna difficoltà, aveva strappato le teste dei tre
uomini
con la sola forza del braccio destro, gettandole poi, una alla volta,
dentro un sacco nero.
Mentre
la folla veniva dispersa dai vari soldati, la donna aveva preso il
sacco ed aveva strappato via un occhio da una testa. Subito dopo, si
era avviata verso il castello, mangiucchiando l'occhio.
Ora,
quando finalmente tutti credevano di poter andare a dormire,
dimenticando gli orrori della giornata appena conclusa, le campane
della città risuonarono ancora una volta.
Una
nuova esecuzione pubblica.
I
soldati di Ice Fang iniziarono a disperdersi per la città,
costringendo tutti quelli che incontravano ad andare nella piazza
centrale.
In
cima al campanile più alto della città, una
ragazza osservava il
fermento per le strade, osservando con i suoi occhi blu i soldati
all'opera. I capelli rossi vennero mossi dalla leggera brezza serale,
tipica di quelle zone, quando alcune urla attirarono la sua
attenzione.
“Aiuto!!!
Yumak e gli altri sono stati uccisi!!!” urlò un
soldato,
avvicinandosi ad alcuni compagni che si precipitarono da lui.
“Chi
li ha uccisi?” chiese un altro soldato e quello disse
“Una
pazzoide con un fucile... aiuto!!! E' lei!!!” e
indicò un punto
dietro agli altri soldati che si girarono all'unisono.
Un
secondo dopo, tutte le loro teste caddero al suolo, tagliate di netto
dalle lame fuoriuscite dagli avambracci del soldato che li aveva
avvisati del pericolo. Nel silenzio della strada, il soldato
diventò
di sabbia, assumendo poi le sembianze di una ragazza dagli occhi
rossi con delle lunghe trecce azzurre.
Ireth
esibì un ghigno inquietante e, dopo aver dato un calcio ad
un
cadavere girò l'angolo e recuperò il suo fidato
fucile, volgendo
poi lo sguardo verso l'alto e facendo il segno dell'ok alla rossa.
Charlotte
annuì in silenzio e si girò verso una ragazza
seduta dentro al
campanile, intenta ad ammirare un piccolo diamante.
“Fujiko.
Manda il segnale”.
La
ragazza annuì e, da un secchio pieno d'acqua preparato in
precedenza, fece uscire il liquido, facendogli assumere le fattezze
di una piccola aquila. L'animale si librò in volo,
allontanandosi di
un centinaio di metri per poi tornare semplice acqua, cadendo in
mezzo ad una strada.
Nascosta
sotto una tettoia, Leya vide l'acqua cadere e si avviò verso
la
piazza centrale, unendosi alla folla. Mentre la piazza era ormai
visibile, la ragazza recitò una strana formula sottovoce e,
con
sommo terrore dei presenti, nel cielo apparirono diverse viverne
rosse, lunghe quindici metri.
Tutti
i soldati iniziarono a correre, urlando ordini e chiedendo aiuto,
mentre i cittadini cadevano nel panico più totale.
Le
urla di terrore arrivarono fino al castello che troneggiava sulla
città e i soldati li stanziati, sollevarono l'enorme grata
di ferro
che sostituiva il protone d'ingresso, facendo uscire altri maghi,
mandandoli come rinforzi.
Se
non fosse stato per la confusione generale, forse qualcuno si sarebbe
accorto di alcune impronte che comparivano sulla neve la ricopriva le
strade. Le impronte arrivarono fino ad una parete, in un angolo
abbastanza buio e, dal nulla, apparì Aileen.
La
ragazza si guardò rapidamente attorno, confermando di essere
riuscita a trovare un punto coperto, per poi tornare invisibile e
camminare lungo la parete, fino a raggiungere una grossa porta di
legno.
Dopo
aver controllato un'ultima volta la posizione e il numero dei
soldati, la ragazza fischiò sonoramente e molti dei nemici
guardarono nella sua direzione, senza tuttavia vedere nessuno.
Quando
furono sul punto di avvicinarsi alla ragazza, udirono una canto
melodioso che li catturò tutti all'istante. Voltandosi verso
la
grata ancora alzata, i vari soldati videro una ragazza dal lungo
vestito rosso con un mantello nero.
La
giovane, mentre cantava, ballava anche, muovendo le braccia con
movimenti secchi e precisi, fin quando non le portò entrambe
al
petto, coni gomiti vicini alle anche e le mani sulle guance.
Di
colpo, distese le braccia verso il cielo e dal terreno sotto i
soldati, fuoriuscirono delle lame di roccia che li trapassarono in
vari punti uccidendoli sul colpo. I maghi rimasti sui bastioni in
alto, si ripresero dall'ipnosi derivante dal canto ma, con dei gesti
più sinuosi e lenti delle braccia, la ragazza
creò delle folate di
vento che investirono i nemici, facendoli precipitare.
Quando
si fu accertata di aver fatto piazza pulita, Kaori Yuno si
guardò
attorno e, individuando poi il 'giaciglio' di Aileen, le fece un
cenno con la mano. La compagna tornò visibile e si avviarono
insieme
verso la porta.
“Curry
starà bene?” chiese Aileen, preoccupata per la sua
tigre.
“Non
preoccuparti, starà bene nel nascondiglio... e vedi di
concentrarti,
non è una missione da nulla.” disse la compagna,
aprendo il
protone. Stando alle informazioni di Charlotte, quella sera sarebbero
state uccise tre donne, catturate in precedenza.
Le
tre prigioniere erano tenute segregate nelle celle sotterranee del
castello e quel portone era la via più veloce passando
dall'esterno.
Le due maghe entrarono velocemente, richiudendo il portone.
“Non
so quanto tempo abbiamo, perciò, sbrighiamoci.”
sibilò Kaori Yuno
e l'amica annuì, diventando invisibile e avanzando
più velocemente.
Quei corridoi erano bui ma alcune torce appese alla pareti le
aiutarono a vedere meglio, benché la maga della danza non
avesse
problemi legati al buio.
Aileen
raggiunse un angolo e, dopo aver girato, si ritrovò alle
spalle di
due soldati, intenti a chiacchierare sui rumori sentiti fuori.
Velocemente, si avvicinò ai due e li colpì alla
base del collo,
tramortendoli.
La
compagna la raggiunse poco dopo e, dopo averli legati ed
imbavagliati, li chiusero in una cella. Proseguirono ancora lungo
quei corridoi ma alla fine si resero conto di aver perlustrato tutto
in lungo e in largo.
“Non
sono qui.” disse Aileen e l'altra annuì,
avviandosi poi verso
l'uscita “Devono averle già portate al
patibolo”.
Appena
uscite, si accorsero del fatto che le viverne stavano ancora
volteggiando nel cielo, quindi avevano ancora del tempo. Kaori Yuno
iniziò nuovamente a danzare, muovendosi in modo
più fluido rispetto
a prima ma anche più velocemente.
Con
un ultimo movimento, distese le braccia verso il cielo,
intrecciandole e portando le mani a mo di coppa. Dalle mani
partì
una piccola sfera di fuoco che, appena arrivata abbastanza in alto,
scoppiò generando una breve fiammata che però fu
ben visibile a
Charlotte.
“Se
ha usato il fuoco, significa che non le hanno trovate.” disse
Charlotte e, voltandosi nuovamente verso Fujiko, disse
“Muoviamoci.
Spero che le altre siano pronte.” e si avviarono lungo le
scale
interne del campanile.
Nella
piazza principale, intanto, le tre donne erano state condotte sul
patibolo, malgrado le viverne nel cielo e la donna incappucciata di
nero, stufa del gioco, cacciò un grido stridulo e demoniaco,
costringendo tutti a tapparsi le orecchie.
Le
viverne, dopo pochi istanti, si dissolsero nell'aria.
“Un'illusione?”
chiese un soldato e lei “Certo che era un'illusione. Tsk,
siete
inutili!”
Dopo
alcuni minuti, l'ordine fu ristabilito e le persone furono nuovamente
condotte nella piazza. La notizia dell'assalto al castello non
sorprese la donna che diede l'ordine di andare avanti con
l'esecuzione pubblica.
“Che
questo serva di lezione a tutti voi!!! Nessuno deve osare mancarmi di
rispetto!!!” urlò la donna, avvicinandosi alla
prima delle
prigioniere ma delle nuove urla la fermarono. Voltandosi verso la
folla, vide che le persone si stavano allontanando terrorizzate da
una ragazza la cui testa era uguale a quella di un ragno, con tanto
di zampe che le uscivano dalla schiena.
La
donna incappucciata sorrise, mostrando una bocca priva di labbra con
delle zanne affilate al posto dei denti. Con un solo balzo, la donna
raggiunse la ragazza-ragno, atterrando a due metri da lei.
La
giovane iniziò ad indietreggiare e l'avversaria
avanzò di aprì
passo, fino a quando, alle sue spalle, una piccola parte di terreno
non divenne sabbia, la quale tornò ad essere Ireth.
“Ehi,
sorella, un bel sorriso!!!” urlò l'azzurra,
nell'esatto momento in
cui la nemica si era voltata verso di lei, ficcandole poi la canna
del suo fucile in bocca per poi premere il grilletto, vuotandole il
caricatore tra le fauci.
Il
cappuccio, sulla nuca, venne completamente distrutto dai proiettili
che fecero schizzare parecchio sangue blu a terra, facendo fuggire le
poche persone rimaste lì vicino.
Il
corpo della donna cadde all'indietro e Leya, dopo aver sciolto
l'illusione del suo aspetto, si avvicinò alla compagna,
avviandosi
poi verso il patibolo, difeso da pochi soldati.
“Tsk,
che missione noiosa! Spider-girl, tu resta indietro, devo
scatenarmi!!!” urlò Ireth ma una strana risata
raffreddò i suoi
bollenti spiriti.
Le
due maghe si voltarono e, mentre Ireth ampliò il suo ghigno,
Leya
rimase leggermente sorpresa nel vedere la loro nemica di nuovo in
piedi. Eppure il sangue stava ancora colando dalle ferite.
“Tu
devi essere l'arcidemone... percepisco un forte potere magico
provenire da te.” disse Leya.
“Vedo
che siete informate.” sibilò la donna per poi
levarsi il mantello
da dosso, mostrando il suo vero aspetto, ovvero quello di una donna
sui trent'anni, con gli occhi arancioni simili a quelli dei rettili,
delle zanne gialle al posto dei denti, lunghi capelli neri legati in
una coda bassa e dal fisico snello.
La
carnagione cadaverica era in perfetto contrasto con i suoi vestiti
neri: degli stivali con delle cinghie d'acciaio, dei pantaloni corti
con dei teschi umani, probabilmente appartenuti a dei bambini, appesi
sui lati, un corpetto di pelle che metteva in risalto il seno e dei
para-braccia di cuoio nero sugli avambracci.
“Tutto
qui? I coccodrilli delle mie parti fanno più paura di
te.”
commentò Ireth, delusa dall'aspetto dell'arcidemone.
“Sono
Aghisa, e sono uno dei cinque arcidemoni più
forti!” sibilò
l'avversaria leccandosi, con una lunga lingua biforcuta, una goccia
di sangue blu sulla spalla.
“Le
sue ferite si sono rimarginate.” disse Leya, osservando bene
Aghisa.
“Non
me ne importa niente! Ora posso ferirla di nuovo!”
urlò Ireth ma,
un istante dopo, si beccò un cazzotto sul anso che la fece
volare
dall'altra parte della piazza, abbattendo una casa.
Aghisa
ruotò all'istante su sé stessa, staccando la
testa a Leya con un
pugno ma il corpo della maga si dissolse all'istante. L'arcidemone
non ci fece neanche caso e si girò verso il punto dove stava
poco
prima, individuando la sua avversaria.
L'arcidemone
fece un passo in avanti ma, all'ultimo girò di scatto la
testa verso
il patibolo e, prima che potesse aprir bocca, le teste dei soldati
vennero tagliate di netto.
Sul
patibolo apparì una ragazza con uno scalpo di lupo sulla
testa la
quale tagliò le catene delle prigioniere con le sue asce
gemelle,
ancora sporche di sangue.
“Andate
via. Ora.” disse Sisara, rivolgendosi alle tre donne che
scapparono
all'istante.
“Quelle
sono le mie prede!!!” urlò Aghisa, un secondo
prima di beccarsi un
cazzotto sulla faccia che la fece schiantare contro la casa dietro a
Leya.
Ireth
si scrocchiò le nocche della mano con cui aveva appena
colpito
l'arcidemone, mentre un ghigno più inquietante del solito
compariva
sulle sue labbra e una vena iniziava a pulsarle sulla fronte.
“Ehi,
troietta, non crederai davvero di avermi sistemata con un pugno
merdoso come quello di prima, non è vero?!?”
chiese l'azzurra
avviandosi verso la casa. All'ultimo, mise abbastanza forza nelle
gambe da sfondare il terreno e scattò verso la sua
avversaria,
colpendola dall'alto con un pugno fatto interamente d'acciaio.
L'impatto
crepò il pavimento della casa ma Aghisa non se ne
curò minimamente,
riuscendo a colpire Ireth con il dorso della mano sinistra,
spedendola attraverso una decina di case, scattando poi nella stessa
direzione.
Quando
le fu nuovamente sopra, urlò nuovamente, distruggendo i
vetri nelle
vicinanze ma, un istante dopo, Ireth le ficcò una mano in
gola e le
tirò fuori la lingua, strappandogliela.
“Che
succede troietta? Hai perso la lingua?” chiese Ireth per poi
tirarle una testa, facendola barcollare all'indietro. L'arcidemone si
riprese subito ma, alle spalle, Sisara la colpì rapidamente
con le
sue asce, tornando poi a una distanza di sicurezza.
Aghisa
si girò verso di lei ma, dall'alto, piombò
Charlotte che, con un
calcio, le schiacciò la testa nel suolo, schizzando sangue
ovunque.
Prima che la rossa potesse togliere la gamba, l'arcidemone
ruotò al
testa di centottanta gradi e le azzannò il piede, facendole
poi
perdere l'equilibrio.
Charlotte
non batté ciglio e, con un altro calcio, libero il piede,
lasciando
poi Aghisa alle prese con Ireth che, con il braccio destro
trasformato in una lama lunga e sottile, la trapassò tra le
scapole,
conficcandola nel terreno.
L'arcidemone
non urlò, conficcando le braccia nel terreno e facendo forza
per
rialzarsi. Una freccia di ghiaccio le si conficcò alla base
del
collo ma non si fermò, ruotando la testa verso Fujiko.
Prima
che Ireth potesse colpirla nuovamente, Aghisa urlò di nuovo,
producendo una vera e propria bomba sonora che scaraventò le
ragazze
contro le case lì attorno. Charlotte fu la prima a rialzarsi
insieme
a Ireth ma l'arcidemone era già saltato sopra ad una casa.
“Ehi
che fai, scappi?!?” urlò Ireth, imbracciando il
fucile.
“Perché
mai dovrei uccidervi tutte ora?” chiese Aghisa voltandosi
verso di
loro “So bene che ci sono altre due maghe con voi, ma ci
penseremo
io e i miei fratelli ad uccidervi tutte insieme!”
L'arcidemone
fece poi uscire due grosse ali scheletriche dalla schiena con la
quale si librò in volo, evitando una lama di
oscurità scagliata da
Sisara, e si diresse al castello.
“Quindi...
che si fa ora?” chiese Fujiko, per nulla interessata alla
cosa.
“Aspettiamo
Aileen e Kaori Yuno.” disse Charlotte con voce lapidaria
“Sa
quante siamo e probabilmente anche i nostri poteri. La affronteremo
nel castello”.
“Perché
ami dovremmo? Se ci sono dei demoni sarebbe meglio affrontarli dove
c'è più spazio.” osservò
Leya.
“E'
vero, ma nel castello, in una cella speciale, è rinchiuso un
mago
che potrebbe aiutarci, inoltre stando più vicine potremo
aiutarci
meglio.” spiegò Charlotte, avviandosi lungo la
strada.
“Un
mago?” chiese Sisara, camminando radente al muro.
“Sì,
si chiama Sebastian Gremory e suo padre era un demone.” disse
Charlotte, sorprendendo le altre, tranne Ireth, troppo impegnata ad
ideare qualche tortura per i suoi nemici.
“Non
corriamo il rischio che ci tradisca?” chiese Leya.
“Non
preoccupatevi. Se ci tradirà, lo ucciderò io.
Personalmente.”
sibilò Charlotte, mentre il sole era ormai prossimo a
svanire.
Il
giorno dopo avrebbero affrontato la loro sfida più grande
fino a
quel momento.
Angolo
dell'autore:
Chiedo
venia per la citazione a Daniel Bryan ma... 40 pagine superate! Siamo
a quota 42 per l'esattezza! Speravo nelle 50 pagine ma...
sarà per
la prossima volta!
Dunque
dunque dunque... intanto chiedo scusa al proprietario di Sebastian se
non ha visto il suo OC, ma lo vedrà di sicuro nel prossimo
capitolo
u.u
Spero
che i vari scontri del torneo (e il torneo in generale) vi siano
piaciuti finora perché io sono fuso mentre li scrivevo...
Ah,
piccolo avviso che è comunque segnato nelle
“regole” delle
recensioni. Il primo che mi riassume 42 pagine con “Bel
capitolo
ecc (per un totale di due cavolate)” farò passare
al suo OC dei
bruttissimi momenti!
Per
chi non dovesse ricordarsi alcuni OC, c'è sempre il capitolo
di
riassunto!
Intanto
vi saluto e ci vediamo alla prossima!!!
CHAOS!!!
P.S:
chiedo scusa per gli errori ma... oh, sono 42 pagine XD 43 ora!
|
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Capitolo 24 *** Capitolo 22 ***
Capitolo
22
Un'ombra
si muoveva silenziosamente sui tetti di Cassandrium. Era veloce e
riusciva a saltare tra i vari tetti con incredibile grazia, senza
attirare l'attenzione dei pochi membri di Ice Fang rimasti per
strada, intenti a pattugliare la zona.
La
luna apparve dietro alcuni nuvoloni, illuminando lo scalpo di lupo
che la ragazza teneva sulla testa. Un'improvvisa folata di vento
gelido la costrinse a fermarsi, appoggiandosi ad un camino. Pochi
istanti dopo, sistemandosi il mantello nero fatto con pelle di
salamandra nera, riprese la sua avanzata, salendo in cima ad un
palazzo molto alto.
Finalmente,
l'enorme castello, utilizzato dalla gilda oscura come quartier
generale, apparve davanti a lei. Con il calar del sole, qualche mago
aveva utilizzato uno strano incantesimo e una fitta nebbia aveva
avvolto la città, lasciando scoperti solo i tetti
più alti, dove si
trovava lei in quel momento.
Sotto
di lei, la nebbia le impediva di vedere la strada ma sentiva
distintamente il vociferare dei nemici. Senza attendere oltre, si
lasciò cadere in avanti, atterrando su un tetto nascosto
dalla
nebbia, per poi scattare in avanti.
In
quel momento, Sisara, non stava guardando la strada ma stava
ascoltando l'oscurità. Quel potere così
sconosciuto le sussurrava
dove andare per non farsi scoprire, facendola muovere senza alcun
timore.
Dopo
pochi minuti, giunse all'ultima casa prima delle mura difensive del
castello. Oltre a quella barriera di roccia, c'era l'enorme cortile
dove le sue compagne, poche ore prima, avevano ucciso diversi nemici.
Si
sporse nuovamente in avanti ma, anziché lasciarsi cadere,
fece
uscire un tentacolo nero dalla strada che, dopo averla avvolta
intorno alla vita, la fece scendere, posandola delicatamente a terra.
I pochi metri che la dividevano dalle mura li percorse camminando
lentamente, dato che la neve produceva comunque un debole rumore e la
mancanza di ripari era a suo svantaggio.
Con
calma, si appoggiò con la schiena contro la fredda roccia e,
da
sotto i suoi piedi, si creò una piccola piattaforma
quadrata, fatta
interamente di oscurità. Restando attaccata alle mura,
quella strana
piattaforma iniziò a salire nel più completo
silenzio, portando
Sisara in cima.
I
capelli biondi, tendenti al bianco, vennero mossi da un'altra folata
di vento ma lei non se ne curò troppo, voltandosi invece
verso
destra dove un tenue bagliore era intento ad avvicinarsi.
Lei
si avviò verso quella debole fonte di luce e, a pochi metri
da essa,
udì “Non sto scherzando! Quei demoni secondo ci
mangeranno tutti!”
“Ah
ah ah! Sì certo, il grande Ruganax chiede un'alleanza con
noi solo
per mangiarci?”
“Questo
non lo so ma...!” il mago si interruppe all'istante e, come
il
compagno, sgranò gli occhi alla vista di Sisara. La giovane
alzò
leggermente la testa, scrutandoli con i suoi occhi di colori diversi
e, prima che i due potessero fiatare nuovamente, una strana ombra gli
arrivò alle spalle, afferrandoli per la testa e sollevandoli.
Sisara
si mosse in avanti e, con due rapidi movimenti, tagliò ad
entrambi
la gola con le sue asce gemelle fatte d'oscurità,
rinfoderando poi
le armi. Si sporse leggermente verso la strada dalla quale era
arrivata e, facendo cenno alla strana ombra dalla forma umanoide,
indicò le mura.
L'ombra
annuì e si gettò di sotto, atterrando senza fare
alcun rumore.
Neanche la neve si piegò sotto il suo peso inesistente.
Nascose i
due cadaveri in un vicolo e svanì nel nulla, dissolvendosi.
La
ragazza, allora, saltò nel cortile, atterrando su un cumulo
di neve
che altro non era se non l'ammasso di cadaveri dei membri di ice
Fang.
-Non
li hanno neanche sepolti...- pensò Sisara, avvicinandosi poi
alle
mura vere e proprie del castello. Velocemente, posò le mani
sulla
superficie liscia e chiuse gli occhi, restando in quella posizione
per diversi secondi.
Di
colpo, riaprì gli occhi, alzando lo sguardo verso l'alto.
-Terzo
piano...-
Senza
togliere le mani dalla parete, Sisara creò uno strano
portale
circolare davanti a lei e lo attraversò, ritrovandosi in una
grossa
stanza piena di casse e sacchi di farina. Il portale per il cortile
si richiuse alle sue spalle.
Velocemente,
si portò vicina alla porta, notando che era solo socchiusa
e, dopo
aver ascoltato l'oscurità, uscì senza alcun
timore, avviandosi a
passo spedito lungo il corridoio, illuminato solo da alcune torce.
Al
fondo del corridoio trovò delle scale che salivano al piano
superiore. Le salì velocemente, camminando rasente al muro,
ed
infine si appostò vicino al nuovo corridoio, scrutando a
destra e a
sinistra con la testa.
L'oscurità
le diede un'ulteriore conferma dell'assenza di nemici e la cosa la
fece insospettire non poco. Possibile che non ci fosse nessuno sul
quel piano?
Con
quella domanda in testa, Sisara salì fino al terzo piano,
soffermandosi sul pianerottolo dalla quale poteva imboccare un nuovo
corridoio o salire ulteriormente. Il suo bersaglio era sulla destra
ma, come immaginato da lei, c'erano parecchi nemici.
-Demoni...
dieci... no, quindici. Stanno pattugliando i corridoi e... uno di
loro è molto più forte degli altri. Dev'essere un
comandante o
qualcosa di simile.- pensò la bionda defilandosi per il
corridoio.
La
presenza di un tappeto blu l'aiutò a celare ulteriormente la
sua
presenza, ma, purtroppo per lei, aiutava anche i demoni.
Tuttavia,
lei non aveva bisogno di sentire con le orecchie per captare la
presenza dei suoi nemici. L'oscurità le comunicò
la posizione di
tutti i demoni presenti sul piano e, sfruttando alcune stanze vuote
per nascondersi, riuscì a raggiungere una stanza posta
sull'ala est
del piano.
Era
completamente spoglia tranne che per un ragazzo imprigionato alla
parete tramite cinque catene, una per arto più una intorno
alla
gola.
Era
costretto in ginocchio con le braccia alzate verso il cielo ma Sisara
immaginò che fosse alto sul metro e settantacinque.
Indossava delle
semplici scarpe bianche, abbinate a dei pantaloncini verdi che
permettevano di vedere la carnagione lattea del ragazzo.
Il
busto era coperto da una maglietta nera sopra alla quale indossava
una giacca del medesimo colore. Il volto era interamente coperto da
una maschera di ferro provvista solo di occhi ma, da dietro,
fuoriuscivano dei capelli rossi che ricadevano lungo la schiena.
Sisara
si avvicinò con passo felpato ma il ragazzo alzò
immediatamente la
testa. Entrambi si fissarono nell'assoluto silenzio e la ragazza si
posò un dito sulle labbra. Il prigioniero annuì.
La
maga dell'oscurità fece avvolgere le catene dal suo elemento
che le
fecero velocemente a pezzi, riducendole in polvere. Fu poi il turno
della maschera ma non la distrusse completamente, limitandosi a
spezzare le giunture ai lati, così da poterla rimuovere
normalmente.
“Chi
sei tu?” chiese il ragazzo, fissandola con i suoi occhi grigi.
“Mi
chiamo Sisara e sono qui per aiutarti. Ora è meglio
sbrigarsi.”
spiegò la bionda avviandosi verso la porta ma all'ultimo si
fermò.
Il ragazzo non si era ancora mosso.
“Chi
mi dice che tu non mi stia tendendo una trappola?”
La
ragazza rimase qualche secondo in silenzio, dopodiché gli
chiese “Se
avessi voluto ucciderti lo avrei fatto quando eri incatenato, non
credi?”
Il
ragazzo si limitò ad annuire in silenzio, legandosi poi i
capelli in
una coda bassa.
“Come
ce ne andiamo?” chiese il rosso, avvicinandosi alla porta ma
Sisara
lo allontanò di colpo “Stanno arrivando”.
“Chi?”
“I
demoni.” sibilò lei, estraendo le sue due asce
gemelle. In quel
momento non le veniva in mente soluzione migliore. I nemici erano tre
ma sarebbero passati solo uno alla volta dalla porta. La giovane si
apprestò ad avanzare per cogliere il primo nemico di
sorpresa ma il
ragazzo la fermò.
“A...
aspetta! Posso fare qualcosa io.” disse il rosso per poi
chiudere
gli occhi e concentrarsi “Digli che sono fuggito dalla
finestra”.
Sisara
parve non capire subito ma, sotto i suoi occhi, il ragazzo si
trasformò in un demone dalle fattezze di minotauro e lo
stesso
accadde a lei. I tre demoni entrarono in quel momento e notarono
subito l'assenza del prigioniero.
“Che
fine ha fatto il ragazzo?!” sbottò un demone,
fissando Sisara la
quale rispose “E' fuggito dalla finestra.” e
indicò la piccola
finestra rettangolare, aperta pochi istanti prima dal ragazzo.
“Maledizione!”
urlò il demone prima di precipitarsi fuori dalla stanza
insieme ai
suoi tre compagni.
Sisara
si girò verso il ragazzo, notando che era tornato un
semplice umano.
“Ottima
mossa.” si complimentò la ragazza.
“G...
grazie e... scusami per aver dubitato di te. Io sono...”
“So
già chi sei. Sebastian Gremory, figlio di un
demone.” spiegò
Sisara.
Sebastian
si rabbuiò all'istante ma cercò di non darlo
troppo a vedere “Sì,
sono io... perché sei venuta a salvarmi?”
“Perché
ci serve il tuo aiuto per sconfiggere la gilda di Ice Fang. Alla fine
della missione potrai entrare a far parte di Last Hope con
noi”.
“Ci?
Noi? Quindi non sei da sola?” domandò Sebastian.
“Sì,
ma rimandiamo a più tardi le spiegazioni. Ora
dobbiamo...!” iniziò
Sisara girandosi verso la porta e bloccandosi all'istante.
L'entrata
era bloccata da un demone.
Aveva
fattezze umanoidi, ma la pelle era verde spento e aveva cinque occhi
rossi in faccia, più molti altri occhi presenti su tutto il
corpo,
senza un ordine preciso. Il demone sorrise, mostrando gli unici
quattro denti di cui era provvisto: dei canini molto simili a quelli
dei serpenti.
“Guarda
guarda... il topolino sta scappando.” sibilò,
mentre tutti i suoi
occhi si spostavano su Sebastian.
Sisara
rimase in silenzio, cercando un modo per passare, ma in
realtà si
stava ponendo una semplice domanda: -Perché
l'oscurità non l'ha
percepito?-
“Mi
sembri confusa, ragazzina.” commentò il demone,
spostando gli
sguardi sulla maga “Ti stai forse chiedendo come mai non mi
avete
percepito?”
Sisara
assottigliò lo sguardo, stringendo la presa sulle asce, e,
in un
battito d'occhio, il demone svanì nel nulla.
“Lascia
che ti spieghi questo trucchetto...” disse il demone alle
spalle di
Sisara. La ragazza sgranò gli occhi per la sorpresa ma,
prima che
potesse girarsi, il nemico la colpì con un calcio alla
schiena,
facendola cadere a terra vicino alla porta.
Sebastian
cercò di aggirarlo ma quello strano demone, ruotando su
sé stesso,
lo colpì con un pugno sul braccio sinistro, facendolo finire
contro
la parete. Gli occhi del demone posti sul lato sinistro videro un
movimento e, senza alcuna difficoltà, si abbassò,
evitando un'ascia
scagliata da Sisara.
“Giusto!
La spiegazione! Perdonami per la mia misera memoria.” disse
il
demone “Io sono Jijis e posso teletrasportarmi in tutti i
posti che
vedo”.
Sisara
non si preoccupò troppo di quella spiegazione. La porta era
alle sue
spalle, poteva fuggire, ma Sebastian era troppo lontano e Jijis non
l'avrebbe fatta agire indisturbata.
“Allora?
La tua grinta è già svanita?” chiese il
demone ghignando per poi
correrle incontro. La ragazza ne approfittò subito e, con
uno
schiocco delle dita, creò un'altra creatura umanoide fatta
di
oscurità.
La
creatura si frappose tra lei e Jijis, così da interrompere
il
contatto visivo ma, all'ultimo, notò che la mano destra del
demone
era visibile e c'era un occhio che la fissava.
Un
istante dopo, Jijis era davanti a lei e la colpì con un
pugno allo
stomaco, spezzandole il fiato e sollevandola dal pavimento. La
ragazza, tuttavia, riuscì a menare un fendente con l'altra
ascia, ma
il demone si spostò indietro, ricevendo solo un leggero
taglietto
sulla spalla sinistra.
“Spiacente,
ma per te è finita!” urlò il demone
scagliandosi in avanti,
mentre le unghie della mano destra diventavano lunghe ed affilate.
Sisara
alzò subito il braccio armato di ascia ma, prima che
potessero
scontrarsi, una grossa chioma rossa si frappose tra i due,
costringendo Jijis a indietreggiare. La chioma si animò
nuovamente e
si scagliò contro di lui, ma il demone riuscì a
gettarsi di lato,
evitandola.
Sisara
notò in quel momento che Sebastian si era ripreso ed era
proprio lui
a controllare i suoi capelli. Approfittando del suo attacco,
recuperò
l'altra ascia e si avvicinò alla finestra.
Jijis
la vide e si teletrasportò davanti a lei ma il suo colpo
venne
parato dalle armi della ragazza che, facendo un po' di forza con le
braccia, lo fece cadere di sotto.
“Abbiamo
guadagnato un po' di tempo, ora andiamocene.” disse Sisara,
uscendo
dalla stanza insieme a Sebastian. Purtroppo per loro, dopo pochi
metri, incontrarono un altro demone particolare.
Questo
nuovo nemico era una sottospecie di geco enorme, dalla pelle viola
chiazzata di macchie nere. Gli enormi occhi rossi brillavano
nell'oscurità, mentre il demone avanzava con le sue sei
zampe
provviste di artigli.
Quando
fu abbastanza vicino, Sisara e Sebastian videro le sue due lunghe
code piene di piccoli spuntoni ossei.
“Quindi
Jijis si è fatto sfuggire l'intrusa e il
prigioniero...” commentò
il geco gigante “Vorrà dire che vi
fermerò io”.
“Ehi
Giecas, fatti da parte, loro sono le mie prede!" sbottò Jijis
alle
spalle dei due ragazzi e solo Sebastian si girò di scatto,
appoggiando la schiena contro quella di Sisara.
“Vorrà
dire che ce li divideremo.” disse Giecas e il compagno
sbuffò
annoiato “Tsk, tu almeno lei la puoi uccidere, io devo
catturarlo
vivo!”
-Neanche
lui è stato percepito dall'oscurità... devono
avere un qualche tipo
di talismano che li rende invisibili o qualcosa del genere.-
ipotizzò
Sisara, quando l'oscurità l'avvertì di qualcosa.
“Spiacente,
ma difficilmente riuscirete a sconfiggerci in tempo...”
“Oh?
E come mai? Hai chiamato dei rinforzi?” domandò
Giecas, quando una
grossa esplosione fece tremare il castello.
“Sei
bravo ad indovinare.” si complimentò Sisara
“Vediamo se sei
altrettanto bravo a combattere.” e si scagliò
verso il suo nemico,
mentre Sebastian fece lo stesso con Jijis.
Una
risata folle echeggiò nel cortile del castello, sovrastando
la
raffica di fucile automatico che uccise alcuni maghi di Ice Fang. Dal
polverone venutosi a creare subito dopo l'esplosione del cancello,
uscì Ireth, particolarmente eccitata dall'idea di uccidere
così
tante persone.
“Ireth,
ricordati il piano.” disse Charlotte alle sue spalle,
superandola
con calma.
“Sì
sì lo so!!! Uccidere tutti e fare festa!!!”
urlò Ireth con un
ghigno folle sulle labbra.
Charlotte
si girò verso l'azzurra che si affrettò ad
aggiungere “Senza
uccidere i propri compagni... bleah...”
Dietro
di lei arrivò anche Fujiko che, senza troppo entusiasmo,
iniziò un
combattimento corpo a corpo con alcuni maghi, usando delle spade di
ghiaccio.
Un
lungo ruggito squarciò l'aria e le tre maghe alzarono lo
sguardo
verso l'alto, individuando un demone in cima ad una delle torri. Il
nemico, pesantemente corazzato, si lasciò cadere di sotto.
Al
suo atterraggio, crepò pesantemente il terreno ma si
sollevò senza
alcuna difficoltà. Era alto almeno due metri, interamente
ricoperto
da un'armatura grigia, e armato con due grossi spadoni dal filo
rovinato e incrostato di sangue.
Da
sotto l'elmo fuoriuscì una voce che non aveva nulla di umano
e,
puntando lo spadone destro verso Charlotte, disse “Voi avete
osato
attaccarci! Ora vi farò a pezzi!!!”
Ireth
fece un passo in avanti ma Charlotte tese un braccio, bloccandola.
“Lui
lasciatelo a me. Voi dovete procedere all'interno.” disse la
ragazza, avviandosi poi verso il demone corazzato che, perdendo del
tutto la pazienza, caricò l'avversaria a testa bassa.
Charlotte
si fermò dopo qualche passo e il nemico saltò in
avanti menando poi
due colpi dall'alto con tutta la sua potenza.
La
ragazza alzò lo sguardo e, senza alcun problema,
bloccò i due
spadoni a mani nude. I vari soldati lì presenti,
così come il
demone, sgranarono gli occhi per la sorpresa, mentre Fujiko
fischiò
per la sorpresa e Ireth iniziò a fremere per l'eccitazione.
Charlotte
soffiò sulla ciocca che le copriva l'occhio destro e, senza
batter
ciglio, chiuse di scatto le mani, distruggendo gli spadoni.
L'avversario indietreggiò di qualche passo ma Charlotte
azzerò
all'istante la distanza che li separava e lo colpi con un pugno al
ventre, distruggendogli l'armatura e trapassandogli le carni.
Dal
foro fuoriuscì una grossa quantità di sangue e il
nemico urlò per
dolore, riuscendo tuttavia a creare una strana spada seghettata nella
mano destra. Prima che Charlotte potesse muoversi, il demone gliela
conficcò tra il collo e la spalla destra, facendo
fuoriuscire la
lama dall'anca sinistra.
“Eh
eh eh... un nemico in meno!” esultò l'uomo
trattenendo il dolore.
“Sì...
hai ragione...” commentò Charlotte fissandolo
dritto negli occhi e
facendolo sussultare. Prima ancora che gli altri potessero concepire
quella scena, la ragazza alzò il braccio ancora conficcato
nel corpo
del nemico, aprendolo completamente in due.
Organi
spappolati e litri di sangue si riversarono sulla neve, mentre la
maga di Last Hope rimuoveva la spada dalle sue carni.
“Uno
in meno.” sibilò la rossa, voltandosi poi verso
gli altri soldati,
visibilmente terrorizzati.
“E'...
è un mostro!!!” urlò un soldato.
“Non
sono un mostro.” commentò Charlotte creando una
sfera di fuoco
viola nella mano destra “Sono solo una non-morta”.
I
soldati iniziarono lentamente ad indietreggiare e, allo stesso modo,
lei iniziò ad avanzare.
“Ireth,
Fujiko. Andate”.
Le
due annuirono e si precipitarono all'interno del castello, eliminando
i pochi soldati rimasti a difendere la porta.
Avvertendo
l'esplosione proveniente dall'esterno, Leya si girò
leggermente,
ascoltando poi le urla dei nemici nel cortile.
Il
loro piano era tanto semplice quanto brutale. Dopo la liberazione di
Sebastian da parte di Sisara, le altre sarebbero entrate in azione.
Charlotte, Ireth e Fujiko avrebbero attaccato frontalmente, mentre
lei, Aileen e Kaori Yuno si sarebbero infiltrate nel castello,
sconfiggendo i vari nemici e dando supporto a Sisara.
La
giovane maga riprese il suo cammino lungo il corridoio, facendo
attenzione a non calpestare alcuni avversari sdraiati a terra. Tutti
quanto remavano e avevano la bava alla bocca, segno che le illusioni
di Leya li avevano messi del tutto fuori combattimento.
Quando
girò un angolo, tuttavia, si ritrovò di fronte ad
un nuovo
avversario ma non era umano.
La
pelle nera era coperta da tantissimi rovi viola pieni di spine che
gli avvolgevano completamente le braccia, il busto e la testa,
lasciando visibili solo gli occhi verdi. La parte inferiore del corpo
era una semplice coda di serpente nera lunga tre metri.
“Mi
era parso di avvertire una strana presenza...”
commentò Leya,
fissando quella strana creatura.
Il
demone spostò lo sguardo lungo il corpo della ragazza e, di
punto in
bianco, scattò in avanti, sorprendendo la ragazza con la sua
velocità. Quando le fu praticamente davanti, la
colpì con una
sferzata usando la coda e scagliandola all'indietro di qualche metro.
Leya
si riprese all'istante e con un movimento del braccio, creò
alcune
copie di sé stessa, scattando poi in avanti ad esse. Tutte e
cinque
le Leya iniziarono a correre a zig zag, cercando così di
confondere
il nemico.
Il
demone tuttavia, non seguì nessuna di esse con lo sguardo e
menò un
colpo laterale basso con la coda, colpendole tutte alle caviglie. Le
quattro copie svanirono subito mentre Leya cadde a terra, venendo
subito avvolta dalla coda.
“Ora...
muori...” sibilò il demone, iniziando a
stritolarla.
Leya
cercò di resistere alla presa ma era troppo forte. In pochi
istanti
si ritrovò a corto di energie e la vista iniziava ad
annebbiarsi.
“Addio...”
disse il demone rafforzando di colpo la presa ma, nel silenzio del
corridoio, si udì un raccapricciante rumore di carne
lacerata e
l'avversario, lasciando andare Leya, indietreggiò, urlando
per il
dolore.
Sulla
sua coda erano visibili alcuni buchi dalla quale fuoriusciva un denso
liquido blu.
Il
demone guardò la sua avversaria con sguardo furioso, notando
dei
piccoli spuntoni ossei comparsi sulle braccia della ragazza.
Leya,
incrociò le braccia davanti al volto e due lunghe lame ossee
fuoriuscirono dai suoi avambracci, passando rasenti ai dorsi delle
mani. Con dei movimenti secchi e precisi, distese le braccia ai lati,
creando due profondi tagli nelle pareti del corridoio.
“Tu...
che cosa sei?” chiese il demone, fissando gli occhi della
giovane.
“E'
un vero peccato che tu mi abbia trovato da sola... ora non
dovrò
trattenermi...” sibilò Leya per poi scagliarsi
contro il suo
nemico che si preparò allo scontro.
Intanto,
dall'altra parte del castello, Aileen e Kaori Yuno si erano
intrufolate con successo, mettendo K.O. i pochi soldati rimasti a
guardia delle mura, dato che la maggior parte dei maghi di Ice Fang
era accorsa al cancello principale subito dopo l'esplosione.
“Ricordati.
Dobbiamo sconfiggere tutti.” disse Kaori Yuno, camminando con
passo
spedito, mentre la compagna annuiva dietro di lei.
Entrambe
sapevano che Aileen non era incline ad uccidere le persone
perciò si
limitava a stenderle ma andava bene comunque. L'importante era
sconfiggere tutti i membri della gilda oscura, demoni compresi.
La
maga della danza si arrestò all'istante, subito dopo aver
voltato un
angolo, notando che tre demoni toro l'avevano individuata. I tre
nemici la caricarono subito ma lei si mise a danzare nello stesso
istante.
Quando
furono ormai a pochi metri, Kaori Yuno distese le braccia in avanti e
delle scariche elettriche iniziarono a manifestarsi sulle punte delle
dita. Il primo demone toro alzò la sua grossa ascia per
colpirla ma
qualcosa lo colpì al ventre, interrompendo l'attacco.
Un
istante dopo, Kaori Yuno posò le mani sul demone che venne
folgorato
all'istante, crollando successivamente a terra. I due compagni
cercarono di vendicarlo subito ma qualcosa, o per meglio dire
qualcuno, li colpì alla schiena, facendoli voltare.
Non
vedendo nessuno, i due tornarono a concentrarsi sulla loro avversaria
la quale, con dei movimenti particolari delle braccia e delle gambe,
che si muovevano prima velocemente, rallentando successivamente, fece
fuoriuscire delle lame d'ombra dal terreno, decapitandoli.
“Aileen,
tutto bene?” chiese Kaori Yuno e, dietro ai cadaveri dei
demoni,
apparve la sua compagna “Sì, sto bene... per
fortuna non mi
avevano avvertita prima”.
La
bionda annuì avviandosi poi lungo il corridoio. Stranamente
non
avvertiva altri demoni minori e neanche dei semplici umani. Dopo
qualche minuto di semplice girovagare, si ritrovarono di fronte ad un
portone di legno dai cardini di ferro.
Entrambe
avvertivano qualcosa oltre quella porta.
“Credo
che abbiamo trovato l'arcidemone.” commentò Kaori
Yuno, aprendo il
portone per poi tapparsi all'istante il anso con una mano, imitata da
Aileen. Un insopportabile odore di sangue misto a chissà
cos'altro
le aveva investite all'istante, lasciando alla loro immaginazione il
compito di dedurre che cosa ci fosse laggiù.
Kaori
Yuno fece cenno alla sua compagna di indietreggiare e,
successivamente, eseguì di nuovo i movimenti di danza che
usava per
l'elemento dell'aria. Muovendo le braccia in avanti, come se stesse
abbracciando qualcuno, generò una folata di vento che
disperse il
fetore, permettendo anche un cambio d'aria.
Le
due ragazze si scambiarono una rapida occhiata dopodiché
scesero
lungo la scala di pietra celata nell'oscurità.
Non
c'erano torce ma per Kaori Yuno non era un problema, infatti vedeva
bene i gradini, così come le pareti, mentre Aileen,
più
svantaggiata, scendeva tenendo una mano contro il muro.
Dopo
diversi minuti, Kaori Yuno vide la fine della discesa e lo
riferì
alla compagna. Non appena ebbero varcato la soglia di quell'enorme
stanza sotterranea, decine di torce si accesero, mostrando vere e
proprie montagnole di ossa umane con ancora alcuni pezzetti carne
attaccati.
Al
fondo della stanza, vi era un trono fatto d'ossa e, su di esso, vi
era seduta Aghisa, intenta a bere del sangue da un teschio umano.
“Raffinata
la tipa...” commentò Kaori Yuno, scrutando il
resto della stanza
per assicurarsi che non ci fossero altri nemici.
“Vi
stavo aspettando!” esclamò l'arcidemone gettando a
terra il
teschio “Come mai siete solo in due? Dove sono le
altre?”
“In
giro a far piazza pulita dei tuoi sottoposti.” rispose Kaori
Yuno
con un ghigno sulle labbra per poi togliersi il mantello, gettandolo
a terra. Aileen, intanto, si era spostata sulla sinistra.
-Questo
non va bene...- osservò la ragazza, spostando i suoi occhi
grigi sul
terreno -... ci sono troppe ossa per terra, se divento invisibile mi
sentirà di sicuro...-
“Keh,
vorrà dire che prima divorerò voi!”
urlò Aghisa scattando in
avanti, distruggendo il trono. Kaori Yuno si gettò di lato,
evitando
l'affondo del braccio dell'arcidemone il quale, tuttavia,
cambiò
all'istante traiettoria, riuscendo a colpirla sulla coscia destra.
La
bionda digrignò i denti ma riuscì a rialzarsi
subito, riacquistando
una distanza di sicurezza. Aghisa la fissò intensamente,
leccandosi
i denti con la lingua biforcuta, facendo uscire tre tentacoli fatti
d'ossa dalla schiena.
Kaori
Yuno, malgrado la ferita, riuscì ad eseguire diversi
movimenti
secchi e precisi con tutti e quattro gli altri, poggiando i pugni a
terra. Da dietro di lei fuoriuscì un'enorme massa di terra
che,
assunta la forma di un pugno, si abbatté sull'arcidemone,
crepando
pesantemente il terreno.
Pochi
istanti dopo, il pugno di terra venne distrutto dai tre tentacoli
ossei di Aghisa che sbucò fuori dal polverone venutosi a
creare,
colpendo l'avversaria con un pugno al ventre e spedendola contro una
montagnola di ossa.
Vedendola
immobile, Aghisa si girò verso Aileen e la
attaccò con i suoi tre
tentacoli ma, non appena essi ebbero toccato la pelle della ragazza
rimbalzarono, come se avessero colpito qualcosa di indistruttibile.
L'arcidemone
sgranò gli occhi per la sorpresa nel vedere i suoi stessi
tentacoli
ritorcersi contro di lei, avvolgendola. Aghisa li distrusse senza
troppi problemi grazie alla sua forza ma, non appena ebbe alzato lo
sguardo, vide la sua avversaria davanti a lei che la colpì
con un
calcio al volto, facendola girare di centottanta gradi.
Non
ebbe neanche il tempo di riprendersi dal colpo, che Kaori Yuno
rientrò nel suo campo visivo danzando. Con un movimento
veloce della
gamba, disegnò un semicerchio all'altezza del ventre,
generando una
vera e propria lama di fuoco che colpì Aghisa in pieno,
procurandole
una bruttissima bruciatura.
“Dannate!!!
Ve la farò pagare!!!” urlò
l'arcidemone, afferrandole entrambe
per la gola prima che potessero allontanarsi e iniziando a
strangolarle. Le due maghe iniziarono a colpirla con dei calci ma lei
rafforzò ancora la presa, facendole sbiancare.
All'improvviso,
il soffitto della stanza si crepò pesantemente fino a
crollare e
l'arcidemone, alzando lo sguardo, vide un ghigno sadico e due occhi
rossi a lei familiari.
Prima
ancora che toccasse il terreno, Ireth vuotò il caricatore
del suo
fucile addosso all'arcidemone, riuscendo a non colpire le sue due
compagne.
Aghisa,
per il dolore, lasciò andare la presa e Kaori Yuno, senza
esitare
fece degli ampi gesti con le braccia, generando poi un piccolo
tornado che scagliò l'arcidemone in alto, vicino al buco nel
soffitto, dalla quale sbucò Fujiko, armata di una spada di
ghiaccio,
che conficcò nel corpo dell'avversaria.
L'arcidemone
si schiantò al suolo, mentre le quattro maghe si mettevano
già in
posizione di combattimento.
“Ce
ne avete messo di tempo...” commentò seccamente
Kaori Yuno.
“Scusami
sorella, ma quegli stronzetti non ne volevano sapere di morire... li
ho convinti io!!!” spiegò Ireth ricaricando il
fucile.
“In
fondo siamo qui, no?” domandò Fujiko con uno
strano sorriso.
Kaori
Yuno sbuffò annoiata, quando, finalmente, Aghisa si rimise
in piedi
“Uh uh uh... che bello... ora ho quattro giocattoli
nuovi...”
“Ehi,
non sapevo fossi telepatica!!!” disse Ireth
“Anch'io ero felice
per il mio nuovo giocattolo e... guarda caso sei tu!!!”
“Vedremo
se manterrai quel tuo patetico ghigno una volta che ti avrò
strappato la testa!” urlò Aghisa, avvolgendosi in
uno strano fumo
nero. Sotto gli occhi sconcertati delle maghe, tranne Ireth che aveva
il solito sguardo da pazzoide, l'arcidemone crebbe di misura, fino ad
arrivare ad un'altezza di sei metri.
Ora
la pelle era nera con delle venature verdi, mentre per il resto non
era cambiato nulla.
“Ora
capirete come mai sono considerata uno dei cinque arcidemoni
più
forti!!!”
-
- -
Il
sole era già alto nel cielo, quando le porte dell'arena si
aprirono,
permettendo ai cittadini di entrare ed accomodarsi sugli spalti. I
maghi di Last Hope, come il giorno prima, erano mischiati alle
persone normali, fatta eccezione per quelli che erano ancora in gara.
Dopo
che tutti si furono accomodati, il tabellone del giorno prima venne
nuovamente mostrato sui vari schermi per qualche secondo.
Pochi
istanti dopo, Aika si alzò dalla sua postazione e disse
“Ben
ritrovati a tutti! Oggi assisteremo alla conclusione del torneo!!!
Quest'oggi si svolgeranno tutti gli scontri rimasti ma la finale,
salvo errori, la vedremo nel pomeriggio! Credo comunque che non ci
sia motivo di indugiare oltre!!! Entrino i primi maghi!!!”
Sotto
una pioggia di urla e applausi, Amlach e Nikora fecero il loro
ingresso, seguiti a ruota da Enor e Draco.
“Ehi
Am, lascia che sia io ad occuparmi del dragon slayer.” disse
Nikora, osservando il mago del veleno.
“Come
preferisci. Per me un avversario vale l'altro.”
ribatté il
ragazzo, portando le mani sulle sue fidate armi.
“Bene,
che il primo incontro dei quarti di finale... abbia
inizio!!!” urlò
Aika e la folla esplose in boato di gioia, mentre i quattro maghi in
campo si squadravano da capo a piedi.
I
primi a scattare furono Amlach e Draco, che si era tolto i guanti, i
quali corsero l'uno contro l'altro. Il primo aveva già
estratto le
sue tre katana, mentre il secondo aveva avvolto le mani nel suo
veleno.
“Keh!
Da quando sono arrivato, ho davvero combattere contro di te!”
urlò
Draco “Mandare K.O. un licantropo non capita tutti i
giorni!” e
menò un affondo con il braccio destro.
“Spiacente,
non ho tempo per te, moccioso.” sibilò Amlach e
prima che Draco
potesse fermarsi, dall'ombra del licantropo fuoriuscì un
sottile
tentacolo nero che lo colpì al ventre, senza fargli tuttavia
alcun
danno, e lo sollevò di due metri, permettendo allo
spadaccino di
avanzare verso Enor.
Il
mago del vuoto creò un muro con il suo potere giusto un
secondo
prima che Amlach lo colpisse con due fendenti dall'alto.
Draco
atterrò in quello stesso istante, ma una piccola sfera di
sangue lo
colpì in pieno tra le scapole, costringendolo a girarsi.
Nikora
lo stava fissando con un ghigno stampato sulle labbra e, menando
qualche colpo con la sua katana di scaglie di drago, chiese
“Tu non
ce l'avevi con le maghe del sangue?”
“Tsk,
e se anche fosse?” chiese a sua volta Draco iniziando ad
avvicinarsi alla bionda.
“Oh
niente di particolare... solo che così sarei più
spronata a
prenderti a calci in culo.” rispose Nikora, rivestendo la sua
katana con del magma.
Il
mago del veleno non volle perdere altro tempo in chiacchiere e si
scagliò contro la bionda, cercando di afferrarla con la mano
destra,
ma Nikora mise la katana orizzontalmente per pararsi.
Un
ampio ghigno si disegnò sulle labbra di Draco che fu ben
felice di
afferrare quell'arma. Come previsto, il magma divenne nero, quasi
marcio, e si staccò dalla lama, dissolvendosi.
Tuttavia,
lo stesso ghigno si formò sulle labbra di Nikora che, con
una
velocità incredibile, menò un fendente laterale e
Draco saltò
all'indietro, tenendosi la mano destra e digrignando i denti per il
dolore.
Un
brutto tagliò si era aperto sul palmo della mano, dalla
quale
fuoriusciva parecchio veleno viola, anziché sangue.
“Come
diavolo è possibile? Quella lama è entrata in
contatto con il mio
veleno.” sibilò Draco, osservando la sua
avversaria che,
puntandogli la katana contro, spiegò “Sono
spiacente, ma
quest'arma è fatta con le scaglie di mio padre e sono
temprate dalle
alte temperature e dall'enorme pressione che si trovano sotto la
crosta terrestre. Attualmente, nella nostra gilda, solo Aika
può
spezzarla... e non ne sono neanche sicura al cento per cento. Il tuo
veleno potrà anche annullare i miei poteri ma questa katana
non avrà
alcun problema!”
Draco
si limitò a fissarla in silenzio, scattando poi
all'improvviso in
avanti. Quando fu a pochi metri di distanza, creò una grossa
sfera
di veleno e la scagliò contro Nikora che la evitò
saltando
all'indietro.
-Quindi
questo tipo di attacco non può deviarlo con la sua katana...
o forse
è solo un modo per fregarmi?- si chiese Draco, iniziando a
camminare
intorno a Nikora.
La
bionda si accorse della sua insicurezza e, saltando in alto, gli
scagliò contro un cono di magma che venne però
evitato senza
problemi. La bionda lo attaccò altre volte, ma nessun
attacco andò
a segno.
Dopo
l'ennesimo soffio di magma evitato, Draco si accorse di un
particolare alquanto seccante. Era circondato dalla lava. Il grosso
cerchio di roccia fusa lo circondava completamente, ed era abbastanza
largo da impedirgli di superarlo con un semplice salto.
Davanti
a lui Nikora lo fissò con lo stesso ghigno di prima, per poi
scattare verso di lui, iniziando a sferrare una serie di affondi
incredibilmente veloci. Draco si ritrovò in
difficoltà nel momento
stesso in cui fu costretto a fare qualche passo indietro.
-Mi
sta spingendo verso il magma. Se provo a bloccare i suoi fendenti con
le mani, rischio di farmi tagliare qualche dito... ma se provo ad
attaccarla, lei si allontanerà subito percependo il
pericolo...-
pensò Draco iniziando a saltellare all'indietro, fermandosi
a pochi
centimetri dalla roccia fusa e facendo cenno alla bionda di avanzare,
mantenendo il ghigno sulle labbra.
Nikora
non si fece attendere e gli corse incontro e cercò di
colpirlo con
un altro affondo. Draco, piegamento leggermente le gambe, attese
l'attacco e, all'ultimo, le afferrò la katana con ambo le
mani,
ricoprendo la lama con il suo veleno.
La
maga del magma e del sangue non si fece intimorire e,
anziché tirar
via la spada, continuò con il suo attacco, trafiggendo Draco
alla
spalla destra. In quel momento, il veleno del dragon slayer,
superò
la guardia della katana e toccò le dita di Nikora,
infettandola.
La
bionda avvertì come una scossa elettrica lungo tutto il
braccio e,
dopo aver estratto la lama dalle carni del suo avversario, vide che
la sua mano destra stava diventando viola.
“Spiacente,
ma ho vinto io. Tra pochi minuti non riuscirai neanche a
muoverti.”
disse Draco tenendo la mano sinistra sulla ferita alla spalla.
“Forse
hai ragione... ma per allora ti avrò già fatto a
pezzi!” sibilò
Nikora scagliandosi nuovamente contro il suo avversario, nello stesso
istante in cui Amlach evitava una sfera di vuoto che lo avrebbe
altrimenti imprigionato.
La
gamba sinistra, così come il braccio destro, erano gonfi,
segno che
indicava la rottura delle ossa negli arti. Tuttavia riusciva ancora a
muoversi velocemente. Lo stesso non valeva per il suo avversario,
ancora illeso. Dopo aver capito che le sue katana non potevano
passare attraverso quegli scudi di vuoto, Amlach aveva optato per
attaccarlo con la sua ombra.
Tuttavia,
neanche quella scelta aveva portato ad un cambiamento nello scontro,
dato che neppure con gli attacchi più potenti riusciva ad
infrangere
le difese di Enor.
Tuttavia,
il moro si era accorto di una cosa. Quando cercava di attaccare il
mago del vuoto solo dal davanti, Enor creava delle barriere
più
spesse ma che lo proteggevano, per l'appunto, solo frontalmente,
mentre quando sferrava attacchi da più direzioni, creava una
cupola
difensiva, benché gli ci volesse qualche istante in
più a
prepararla e non poteva tenerla attiva come l'altra difesa.
Basandosi
su queste informazioni, Amlach iniziò a correre intorno al
suo
avversario, aumentando via via la velocità. Enor lo
seguì con lo
sguardo solo all'inizio ma smise quasi subito, capendo che si sarebbe
solo confuso nel seguirlo.
Grazie
alla sua calma, percepì alle sue spalle l'avvicinarsi del
suo
avversario e ruotò velocemente su sé stesso.
-Se
mantengo la calma posso bloccarlo con un semplice scudo.-
pensò Enor
sorprendendosi leggermente nel vedere un enorme licantropo nero
intento a colpirlo con i suoi artigli.
La
zampata venne bloccata e, prima che il licantropo potesse
allontanarsi, Enor lo chiuse dentro una sfera di vuoto, facendolo
esplodere. Sotto lo sguardo sorpreso dei presenti, il licantropo si
dissolse in una strana sostanza nera.
-Ombra...?-
pensò Enor prima che una grossa X rossa si disegnasse sulla
sua
schiena.
Il
mago si girò nuovamente e rimase spiazzato nel vedere
diversi Amlach
in forma umana completamente neri. Erano varie copie d'ombra ma
avevano le loro “ombre” connesse tra di loro.
Le
copie iniziarono a muoversi velocemente, continuando a cambiare
traiettoria e Enor si difese con una barriera a cupola.
-Finché
resto qua dentro non può colpirmi... l'ombra non
può passare
attraverso il mio vuoto.- si disse Enor ma, purtroppo per lui, Amlach
aveva molta più esperienza in combattimento.
Quando
una copia gli passò davanti, l'ombra svanì dalla
katana nella mano
destra, rivelando il metallo della vera arma e, sfruttando la luce
del sole, accecò Enor con un riflesso.
Il
mago del vuoto chiuse all'istante gli occhi ma, essendo stato colto
di sorpresa, non riuscì a mantenere la barriera attiva e
Amlach,
approfittandone all'istante, lo colpì allo stomaco con la
punta
dell'impugnatura della katana regalatagli da Misaki.
Il
suo avversario sgranò gli occhi per la sorpresa, tossendo un
po' di
sangue misto a saliva, per poi accasciarsi al suolo, svenuto.
“Bene...
e uno è andato.” commentò Amlach
voltandosi poi verso Nikora e
restando a bocca aperta per la sorpresa.
La
sua compagna aveva la pelle viola e sembrava ormai sul punto si
crollare a terra. Dall'altra parte, Draco aveva diversi tagli su
tutto il corpo, di cui uno, sul torace, era particolarmente grosso e
andava dalla spalla destra all'anca sinistra.
Il
mago del veleno si guardò attorno, notando che Enor era
stato
sconfitto, e capì di doversi sbrigare a sconfiggere la sua
avversaria. Dopo una serie di attacchi, era riuscito a dissipare il
magma che lo circondava, utilizzando il suo veleno, ma ormai stava
raggiungendo il limite fisico.
Conscio
delle sue attuali condizione, si lanciò contro Nikora,
ricoprendo le
braccia con il suo veleno e la bionda si preparò a
riceverlo,
alzando la spada sopra la testa e stringendola con entrambe le mani.
Draco
non se ne preoccupò molto. Un fendente dall'alto non lo
avrebbe
messo fuori combattimento, inoltre, evitandolo all'ultimo avrebbe
potuto mirare subito al corpo privo di difese dell'avversaria.
Tuttavia,
benché non fosse ancora a portata, Nikora iniziò
a calare la spada
e, lasciandola andare, la scagliò contro Draco che fu
costretto a
schivarla lateralmente, rallentando.
-Maledizione!
Per poco mi tagliava la testa in due!- notò il dragon slayer
del
veleno, ormai davanti a Nikora, per poi colpirla con un pugno sullo
sterno. Con sua somma sorpresa, Nikora gli afferrò il polso
con
entrambe le mani e urlò “Amlach!!!”
Draco
si diede mentalmente dell'idiota, girando la testa verso sinistra e
notando il suo avversario corrergli incontro, brandendo la lama di
Nikora.
-Non
l'ha lanciata per colpirmi... la voleva passare al suo compagno!-
Amlach,
ormai vicinissimo al mago del veleno, cercò di colpirlo con
un
affondo ma Draco, facendo perno sulla gamba indietro, ruotò
su sé
stesso e, trascinando con sé Nikora, la scagliò
contro il moro, che
fu costretto ad abbassare la lama per non ferire la sua compagna.
Entrambi
caddero a terra ma Amlach scostò immediatamente Nikora,
preparandosi
a vedersela con Draco, che si era già scagliato contro di
lui.
A
causa della gamba rotta, lo spadaccino non fece in tempo a mettersi
in guardia e Draco riuscì colpirlo con un gancio al volto,
infettandolo. Amlach digrignò i denti e, caricando il pugno
destro,
piegò all'indietro il braccio rotto.
Draco
non poté difendersi a causa dello slancio iniziale e si
beccò il
diretto sul naso, che lo fece volare a diversi metri di distanza,
rimbalzando un paio di volte sul terreno.
Amlach
si issò sulle gambe, barcollando leggermente, e fissando il
suo
avversario, già intento a rialzarsi.
I
due si scambiarono delle occhiatacce gelide ma la voce di Aika pose
fine alla questione.
“Basta
così! Proseguire non avrebbe senso! I vincitori sono Enor e
Draco!!!” urlò la master e i due si lasciarono
cadere in
ginocchio, mentre alcuni soldati entravano nell'arena per portarli in
infermeria dove i due vincitori sarebbero stati curati per il match
successivo.
Pochi
minuti dopo, i quattro maghi erano sdraiati su dei lettini e la frase
'I feriti devono riposare' non aveva senso per i loro compagni.
“Quindi
ti hanno sconfitto, eh? Allora non sei così
forte!” esclamò
Misaki ghignando vicino ad Amlach, mentre Hana sembrava preoccupata
per lui manco stesse rischiando la vita.
“Stai
zitta... io almeno ho vinto un match.” ribatté il
ragazzo con un
ghigno, facendo comparire una vena pulsante sulla fronte della bionda
che non poté ribattere.
Di
fianco a loro, Kira e Fede erano seduti accanto al lettino di Nikora,
che li fissava con uno strano sorriso sulle labbra.
“Beh...
mi sa che alla fine non potremo affrontarci in finale”.
“Vero...
ma voi siete riusciti ad avanzare al secondo turno. Noi siamo stati
sconfitti subito.” commentò Kira.
“Ha
ragione! Le nostre avversarie erano toste.” aggiunse Fede,
riferendosi a Angel e Yelle.
“Keh...
l'importante è aver perso con onore. Quei due là
non se la sono
cavata con poco!” disse Nikora, alzando la voce in modo tale
che
Draco e Enor potessero sentirla.
“Tsk...
hai la lingua lunga per essere una che è stata presa a calci
in
culo! Fosse stato per me, ti avrei lasciata morire!”
ribatté
Draco, mentre Enor rimase in silenzio, conscio del fatto che era
stato sconfitto e che la vittoria andava solo a Draco.
“Voi
due, vedete di riprendervi per la semifinale! L'idea di affrontarvi
mi stuzzica!” commentò Rex sorridendo. I suoi due
compagni
annuirono e, in quel momento, la voce di Aika risuonò
nell'arena
“Ora passeremo al secondo match dei quarti di
finale!”
“Devo
andare. A dopo!” disse il moro alzando una mano in segno di
saluto
per poi raggiungere l'entrata dell'arena, dove lo attendeva Layla.
I
loro avversari erano già pronti e, non appena Rex e Layla
ebbero
fatto il loro ingresso, la master della gilda diede il via
all'incontro.
Rex
fissò attentamente i suoi due avversari. Zero e Miyuki erano
due
nemici ostici ed entrambi avevano diversi assi nella manica.
“Rex...
se vuoi posso vedermela io con Zero.” disse Layla, fissando
l'albino con sguardo serio.
“Ne
sei sicura?” domandò il moro, estraendo la sua
magnum e, vedendo
Layla annuire, si preparò ad affrontare Miyuki. La maga del
sangue,
in quel momento, iniziò a correre contro di loro, mentre
Zero rimase
indietro, intento ad osservare.
Rex
non perse tempo e sparò sei colpi contro la ragazza, mirando
alle
gambe, ma l'avversaria schivò senza problemi, iniziando a
correre a
zig-zag. Il moro fece un cenno alla sua compagna, che scattò
in
avanti, per poi tornare a sparare a Miyuki.
La
maga del sangue creò uno scudo rosso nella mano sinistra,
con cui
bloccò i vari proiettili e, non appena fu vicina a Layla,
trasformò
lo scudo in una spada, con la quale cercò di attaccarla, ma
una
nuova serie di proiettili colpirono l'arma, deviandone la traiettoria
permettendo così a Layla di proseguire.
“Sei
davvero bravo con quella pistola.” si complimentò
Miyuki, facendo
tornare la spada del semplice sangue.
“Ti
ringrazio! Di solito tu non combatti con un'accetta?”
domandò Rex,
ricaricando la sua arma.
“Con
i tuoi proiettili potresti distruggerla, e se ti colpissi, potresti
distruggerla con le tue scaglie di diamante.”
spiegò Miyuki “Non
preoccuparti, non sarà necessaria per
sconfiggerti.” e si scagliò
contro il suo avversario.
Rex,
nel momento stesso in cui la ragazza fu troppo vicina, ebbe alcune
difficoltà a mirare. La sua arma non era troppo lunga e,
piegando il
polso, poteva benissimo mirare ai lati, ma Miyuki era molto veloce e
non gli avrebbe dato il tempo per ricaricare.
Sparato
l'ultimo colpo, deviato dal braccio metallico dell'avversaria, Rex
lasciò cadere l'arma e l'attacco con un soffio di diamante.
Miyuki,
malgrado avesse proteso il braccio artificiale in avanti,
subì
diversi danni, venendo scagliata all'indietro.
La
ragazza si rialzò quasi subito, sistemandosi la sciarpa, per
poi
creare un vero e proprio fucile da cecchino fatto interamente di
sangue, con la quale iniziò a sparare a Rex. Il mago si
rivestì di
scaglie di diamante e i proiettili di sangue bucarono solo i vestiti,
macchiandolo.
“Versatile
come potere... ma contro di me è inutile.” disse
Rex, leggermente
seccato per i vestiti rovinati.
“Ne
sei certo?” chiese Miyuki e, distendendo il braccio sinistro
in
avanti, controllò il sangue rimasto addosso a Rex,
facendogli
prendere la forma di una catena che bloccò il ragazzo.
Dopo
lo stupore iniziale, il dragon slayer cercò di liberarsi, ma
la
catena, stranamente, si modificava, adattandosi a lui e rendendo vani
i suoi sforzi. Se cercava di rilassare i muscoli, la catena si
accorciava, ma se provava a gonfiare i muscoli, si allungava.
Miyuki,
approfittandone, corse contro di lui e gli assestò un pugno
sulla
guancia sinistra. Le squame di diamante vennero distrutte dal braccio
metallico senza alcuna resistenza e, tirandolo a sé con
l'altro
braccio, lo colpì altre volte al volto.
Dopo
l'ennesimo pugno, Rex inarcò la schiena ma,
anziché scagliare un
soffio del drago, colpì Miyuki sul anso con una testata,
facendola
barcollare all'indietro. Approfittandone, il ragazzo
trasformò il
braccio destro in uno spadone di diamante, grazie alla quale
riuscì
tagliare la catena di sangue.
Subito
dopo tentò di colpire Miyuki, ma la ragazza
bloccò il colpo
afferrando lo spadone col braccio metallico e, stringendo un po', lo
distrusse completamente. Rex indietreggiò di qualche metro,
lanciando un'occhiata alla sua compagna.
Layla
era impegnata con Zero, cercando di colpirlo con le sue fruste di
luce, ma l'albino deviava tutti i colpi senza neanche toccarli,
limitandosi a guardarla con sguardo annoiato.
-Lui
è di sicuro l'avversario più problematico...-
pensò Rex, evitando
al pelo una freccia di sangue scagliata da Miyuki. Ne evitò
altre
tre ma poi si bloccò all'istante, senza muovere
più un muscolo.
“C...
che succede?”
“Mi
sono stancata di giocare con te.” sibilò Miyuki,
camminando verso
di lui “Ora ti sconfiggerò e poi mi
occuperò della tua compagna”.
Layla
si accorse del suo compagno in difficoltà ma non smise di
attaccare
Zero.
-Se
dovessi smettere di attaccarlo per correre ad aiutare Rex... mi
fermerebbe di sicuro. Devo trovare un modo per fregarlo.-
pensò la
maga della luce, accorgendosi poi di una cosa. Zero non stava
'bloccando' le sue fruste, ma ne deviava la traiettoria,
indirizzandole verso il cielo o le pareti dell'arena.
Immaginando
una possibile tattica, Layla scagliò una nuova frusta di
luce contro
Zero, il quale la deviò come da copione ma, essendo
'concentrato'
sulla sua avversaria, non si accorse delle sue reali intenzioni.
La
frusta, infatti, non si era fermata, bensì, allungandosi, si
stava
dirigendo verso Miyuki. Purtroppo per Layla, la concentrazione
necessaria a muovere la frusta le impedì di attaccare con
altre
fruste e questo permise a Zero di intuire il suo piano.
Girandosi
rapidamente, il ragazzo notò che la frusta aveva ormai
raggiunto la
sua compagna. Non fece in tempo ad avvisarla del pericolo, che la
frusta colpì Miyuki sugli occhi, facendola urlare per il
dolore.
Rex,
ora libero dal controllo della maga del sangue, ne
approfittò
all'istante e la colpì con un pugno nello stomaco,
sollevandola da
terra e scagliandola a diversi metri di distanza.
Zero,
con un solo salto, raggiunse la sua compagna, afferrandola al volo ed
atterrando a distanza di sicurezza. Rex recuperò velocemente
la sua
magnum e cercò di colpirlo con alcuni proiettili, ma vennero
tutti
bloccati a mezz'aria.
-Come
immaginavo... i proiettili non servono a nulla contro di lui. Devo
passare a qualcosa di più potente.- pensò Rex per
poi creare una
piccola sfera di diamante nelle mani, il cui nucleo emanava un forte
bagliore bianco.
Puntando
Zero, che si era posizionato davanti a Miyuki, Rex scagliò
la sfera,
urlando “DIAMOND DRAGON'S CONFLAGRATION!!!”
La
sfera sfrecciò verso il suo bersaglio, raggiungendolo in un
istante.
Zero si voltò verso l'attacco, pronto a fermarlo a mezz'aria
come i
proiettili, ma, all'ultimo, una frusta di luce colpì al volo
la
sfera di diamante la quale brillò di un intenso bagliore
bianco, un
secondo prima di esplodere.
L'esplosione
generò delle intense fiamme bianche e una breve scossa
sismica. Il
pubblico rimase in silenzio, ansioso di sapere se l'attacco fosse
andato a segno. L'enorme polverone venuto a crearsi, si
diradò in
pochi secondi, permettendo a tutti di osservare il grosso cratere
fumante.
Rex
pensò di averlo colpito ma poi lo vide. Zero era in piedi
sull'unico
pezzo di terra presente nel cratere. Aveva le braccia incrociate
davanti al volto con diverse bruciature su di esse, mentre Miyuki,
dietro di lui, non era stata raggiunta dalle fiamme.
“Davvero
niente male... quel colpo è stato incredibilmente veloce.
Per poco
non facevo in tempo a difendermi.” si complimentò
Zero distendendo
le braccia lungo il corpo.
Il
dragon slayer rimase sorpreso nel vedere che era ancora in grado di
combattere, ma lo stesso non si poteva dire di Miyuki, ancora
accovacciata a terra con gli occhi chiusi.
Prima
che potesse pensare a qualche tattica, Zero scattò verso di
lui,
raggiungendolo in un batter d'occhio, e lo colpì con un
pugno sullo
sterno. L'impatto crepò pesantemente sia il terreno che
l'armatura
di Rex.
-E'
riuscito a danneggiare le mie scaglie di diamante? Che forza
mostruosa...- pensò Rex prima di tirargli un pugno a sua
volta,
mancandolo al pelo.
“Spiacente,
ma nel corpo a corpo sono in vantaggio!” esclamò
Zero
assestandogli un altro pugno, stavolta alla bocca dello stomaco.
Rex
strinse i denti e fece di tutto per non svenire. Quei colpì
non
erano problematici tanto per le scaglie di diamante, quanto i suoi
organi interni. Ciascun colpo raggiungeva l'interno del suo corpo,
danneggiandolo ancora di più.
-Meglio
così... se lui pensa a me, Layla potrà...-
“...
occuparsi di Miyuki, non è così?”
domandò Zero, sorprendendolo
“Devi sapere che poco fa, mentre l'esplosione si stava ancora
diramando, Miyuki mi ha sussurrato 'A quella stronza le spacco il
naso...' e non vedo perché dovrei toglierle questa
opportunità!”
Rex,
in quel momento, vide Layla saltare verso Miyuki, preparandosi a
colpirla con due fruste di luce.
“Layla!
Non farlo!!! E' una trappola!!!”
Purtroppo
per lei, Miyuki fu più veloce della sua capacità
di ragionare e,
rialzandosi di scatto, aprì gli occhi, ora iniettati di
sangue, e
colpì la maga della luce sul naso con il braccio di metallo.
Anziché
scagliarla via, però, le fece anche lo sgambetto con la
gamba destra
e, sfruttando la sua forza, le conficcò la testa nel
terreno,
mandandola K.O.
Il
dragon slayer del diamante non ebbe tempo per pensare alla sua
compagna, che Zero, dopo aver fatto un passo indietro, lo
colpì con
un calcio alto, mirando alla testa. Rex riuscì ad alzare il
braccio
sinistro per difendersi ma la potenza del colpo lo scagliò
dall'altra parte dell'arena.
Dopo
pochi secondi, si riprese dallo stordimento, posando lo sguardo sul
suo braccio. Era tutto in ordine, tranne che per le ossa rotte che
gli fuoriuscivano dall'avambraccio, esattamente a metà tra
polso e
gomito.
Il
sangue gli sporcò velocemente la giacca, mischiandosi ai
rimasugli
del sangue di Miyuki, fino a colare a terra, creando una piccola
pozzanghera.
“Ti
arrendi?” chiese Zero, avvicinandosi a lui.
“Ti
sembro uno che vuole arrendersi?” chiese di rimando Rex,
alzandosi
con la schiena attaccata alla parete dell'arena.
“No,
ma mi sembrava corretto chiedere. Miyuki?”
Da
dietro all'albino spuntò fuori Miyuki, benché con
gli occhi
socchiusi, che si avvicinò a Rex. Il dragon slayer
rivestì la sua
pelle nuovamente con le scaglie di diamante ma, con un pugno
assestato bene, la ragazza gli spezzò il fiato, facendolo
tornare
normale.
“Aika,
non credi che...?” iniziò Zero, fissando la master
con sguardo
eloquente che, annuendo, urlò “Il secondo incontro
termina qui!!!
I vincitori sono Zero e Miyuki!!!”
La
folla esplose in urla di gioia e congratulazioni varie per tutti e
quattro i maghi che avevano appena combattuto. Benché con
dispiacere, Miyuki creò una specie di 'ingessatura' con del
sangue,
steccando così il braccio di Rex.
“Rex...
mi dispiace... abbiamo perso...” si scusò Layla,
con metà faccia
fasciata e gli occhi prossimi alle lacrime.
“N...
non fa niente, tranquilla! Erano molto forti!” disse Rex
cercando
di calmarla.
“Quindi...
non sei arrabbiato con me?”
“Certo
che no, non perché dovrei...!” ma l'abbraccio fin
troppo caloroso
di Layla impedì a Rex di concludere la frase, trasformandola
in un
urlo di dolore.
Zero
e Miyuki osservarono la scena interdetti ma poi decisero di lasciarli
soli, dirigendosi verso l'infermeria. Tra non molto, avrebbero preso
parte alla semifinale e dovevano essere pronti.
Intanto,
nella tribuna speciale, il re era molto felice dell'intrattenimento.
“Beh,
devo ammetterlo, sacerdotessa Aika, avete trovato dei maghi che sanno
davvero il fatto loro!”
“La
ringrazio! Purtroppo diversi maghi sono in missione, altrimenti il
torneo sarebbe stato ancora più grande ed
emozionante!” spiegò
Aika sorridendo, notando poi qualcosa, o per meglio dire qualcuno,
seduto in cima all'arena, vicino ad una statua raffigurante un antico
dio.
“Qualche
problema?” chiese il re, notando il suo sguardo.
“Oh,
niente di importante. Su, è ora di passare al terzo
incontro!” lo
rassicurò la ragazza, alzandosi poi in piedi ed urlando
“Bene! Ora
sappiamo quali saranno le prime due squadre ad accedere alle
semifinali! Adesso scopriremo quali saranno le altre due!!!”
Mentre
il pubblico era intento ad applaudire e acclamare i nuovi
combattenti, il tabellone venne mostrato un'altra volta, mostrando la
situazione attuale delle squadre.
Pochi
istanti dopo, Angel, Yelle, Erika e Leo fecero il loro ingresso
nell'arena, facendo scatenare ancora di più il pubblico.
“Non
l'avrei mai detto che saremmo stati avversari.” disse Leo,
guardando Yelle che, volteggiando sopra alla compagna, disse
“Già,
neanche io! Spero che non vi tratterrete solo perché siamo
compagni
di team!”
“Non
ti preoccupare Yelle, ti affronteremo al massimo delle nostre
possibilità... ovviamente senza ucciderti.” disse
Erika, facendole
l'occhiolino.
Yelle
le sorrise di rimando e Aika poté dar via all'incontro.
Le
due squadre non persero neanche un secondo del loro tempo. Yelle si
alzò in volo e scagliò diverse lame di vento
contro Erika la quale
le intercettò con un soffio del drago, cercando anche di
colpire la
maga dell'aria, che però evitò senza problemi.
Nello
stesso istante, Leo aveva evocato tre grossi demoni simili a ragni
rossi e neri, ma pesantemente corazzati. I tre aracnidi si
avventarono su Angel ma al ragazza, dopo aver trasformato il braccio
destro in uno spadone d'acciaio seghettato, tagliò a
metà il primo
dei nemici, per poi saltare in alto e colpirli con un soffio del
drago d'acciaio.
I
due ragni, incredibilmente, resistettero all'attacco e le sputarono
addosso una strana ragnatela rossa che, oltre a bloccarla,
iniziò ad
ustionarle la pelle.
Angel
strinse i denti e, dopo aver fatto tornare normale il braccio,
afferrò le due ragnatele, iniziando poi a ruotare su
sé stessa,
trascinando con sé i due nemici. Dopo pochi secondi,
l'incredibile
forza centrifuga fece spezzare le ragnatele e i due demoni vennero
scagliati contro la parete dell'arena, per poi essere finiti da un
soffio del drago di magma.
La
dragon slayer regina dovette subito tornare a concentrarsi su Leo
che, approfittando della distrazione creata dai suoi demoni, si era
avvicinato all'avversaria. Angel evitò al pelo un affondo
del
ragazzo e, allontanandosi di qualche metro, chiese “Da quando
usi
quel pugnale per il corpo a copro?”
“Bisogna
sempre provare nuove cose, altrimenti che gusto
c'è?” ribatté Leo
ghignando “Ma penso che tu abbia ragione, è meglio
passare alle
cose classiche!” e si conficcò il pugnale nel
torace, assorbendolo
all'istante.
Subito
dopo, si tolse lo spolverino, gettandolo a terra, e scattò
verso
Angel, ricoprendo le braccia con degli spuntoni neri dalle venature
rosse. La ragazza lo aspettò, creando delle lame di ghiaccio
dagli
avambracci.
Leo
cercò subito di colpirla con dei diretti al volto, ma Angel,
schivandoli tutti, riuscì a procurargli dei tagli sulle
braccia con
le sue lame, le quali iniziarono pian piano a sciogliersi.
“Vedo
che il ghiaccio con te non funziona!” esclamò
Angel, per poi
saltare in alto e scagliargli addosso una grossa sfera di acqua. Leo
non fece in tempo ad evitarla e venne preso in pieno.
Scuotendo
la testa per riprendersi, Leo si rialzò quasi subito e
creò una
strana spada ossea nella mano destra, avvolgendola con delle fiamme.
Angel gli si lanciò contro, rivestendo la sua pelle con
delle
scaglie di diamante come Rex, per poi cercare di colpirlo con una
gomitata al volto.
Leo
si abbassò velocemente, evitando il colpo e cercò
di colpirla con
un affondo, ma Angel afferrò la spada con la mano libera,
bloccandola. Il calore attraverso le scaglie di diamante, ma lei non
se ne preoccupò affatto.
Il
ragazzo lasciò andare la lama con una mano e, con la
sinistra,
afferrò Angel alla gola, sollevandola dal suolo, per poi
schiantarla
a terra. La ragazza incassò la botta ma non
lasciò andare la lama,
conscia del fatto che Leo l'avrebbe usata subito per trafiggerla.
Un'improvvisa
folata di vento colpì in pieno Leo, sollevandolo dal suolo.
Il
ragazzo fece uscire dalla schiena dei tentacoli ossei che
usò per
ancorarsi al terreno e, con incredibile precisione, scagliò
la spada
addosso a Yelle.
La
maga dell'aria evitò l'arma senza problemi ma, nel farlo, si
rese
vulnerabile ad un attacco di Erika, che la colpì con degli
artigli
di caos, spedendola vicino alla sua compagna.
“Devo
ammetterlo! Questo scontro è incredibilmente
divertente!” esclamò
Angel rialzandosi, per poi aiutare la sua amica.
Erika
e Leo si scambiarono un'occhiata compiaciuta. Evidentemente anche a
loro il match stava piacendo, e non poco! Dopo qualche secondo di
pausa, le due squadra scattarono nuovamente l'una contro l'altra.
Erika
saltò in alto, creando due grosse fruste di caos dalle mani.
“CAOS
DRAGON'S WINGS ATTACK!!!”
Le
due grosse fruste saettarono verso Yelle ma una strana cupola di
vento si creò attorno a lei e i due attacchi vennero deviati
verso
l'alto dall'aria. La maga dell'aria sorrise all'indirizzo di Erika e
le disse “Mi dispiace, ma conosco bene il tuo
potere!” e le
scagliò contro una lancia di vento.
Erika
la aspettò immobile e, all'ultimo, colpì il
terreno con un pugno
avvolto dal caos. Dal suolo fuoriuscì una specie pilastro di
fumo
nero avvolto da fulmini neri che dissolse del tutto la lancia,
sorprendendo Yelle.
“Credo
che la cosa sia reciproca. Siamo pur sempre compagne di
team.”
disse Erika ghignando.
La
maga dell'aria si sollevò ancora più in alto e,
con un movimento
del braccio, creò un enorme tornado, che scagliò
contro la sua
avversaria. Erika, anziché allontanarsi, corse verso
l'attacco e ci
salto dentro.
-I
tifosi sono protetti da una speciale barriera di energia
perciò
posso scatenarmi!- pensò Erika un attimo prima di scagliare
il suo
soffio del drago verso l'esterno. Come conseguenza del suo attacco,
il tornado di Yelle non fece altro che amplificarlo e quell'attacco
di caos colpì sia Yelle che Angel, distratta da Leo.
Il
ragazzo, approfittandone, scattò verso la sua avversaria e
la colpì
con una sfera di fuoco infernale a distanza zero, ustionandole il
braccio destro e spedendola addosso a Yelle. Il tocco finale
arrivò
per mano di Erika che, seppur confusa dal giramento di testa,
riuscì
a scagliare un altro soffio del drago contro le due.
La
dragon slayer del caos atterrò in piedi finendo
però subito in
ginocchio con uno strano senso di malessere allo stomaco.
Leo
le andò vicino per sincerarsi delle sue condizioni ma, un
istante
dopo, una grossa esplosione investì la sua compagna,
facendola
finire contro la parete dell'arena, sotto lo sguardo scioccato del
ragazzo che, voltandosi a sinistra, vide Angel già in piedi,
mentre
Yelle, piena di ferite, era sdraiata dietro di lei.
-Come
pensavo... Yelle ha cercato di proteggere la sua compagna incassando
la maggior parte dell'attacco.- pensò Leo, mentre una spessa
corazza
ossea iniziava a ricoprire il suo corpo.
Sia
Yelle che Erika, ancora stordita dall'attacco, provarono per un
attimo paura nel vedere il loro compagno ridotto come tempo addietro
contro gli angeli, anche se, questa volta, non c'era nessun numero
sulla sua fronte.
Angel
ghignò alla vista di quell'armatura e, girandosi verso
Yelle, disse
“Tu resta qui, ok? Concluderò tutto ora!”
Yelle
annuì ma prima di lasciarla allo scontro,
richiamò a sé un po' di
vento e la dragon slayer, intuendo, assorbì tutta l'aria,
ricaricandosi. Intanto, Leo si era avvicinato ad Erika, ridotta
abbastanza male dopo quell'esplosione.
“Cerca
di riposare. O la va o la spacca.” commentò Leo
rialzandosi.
“Metticela
tutta! Puoi vincere!” lo incoraggiò la compagna,
tenendosi la
spalla destra.
Leo
annuì e si voltò verso la sua avversaria,
iniziando a camminare
verso di lei. Lo stesso fece Angel che, sotto lo sguardo stupito e
affascinato dei presenti, ricoprì il suo corpo di scaglie,
mentre
una strana energia multicolore iniziò a vorticarle intorno.
-Dragon
Force, eh?- pensò Aika, sorridendo alla sua compagna
-Vediamo un po'
come la gestisce-.
Nello
stesso istante, i due avversari scattarono l'uno contro l'altra,
tirandosi un pugno. Entrambi colpirono il bersaglio sulla guancia
destra, crepando il terreno sotto ai loro piedi.
Dopo
un secondo di immobilità, si allontanarono di scatto e Angel
scagliò
una grossa sfera di energia addosso a Leo che, senza batter ciglio,
la colpì col dorso della mano sinistra, dissolvendola.
Il
ragazzo passò dunque all'attacco e scagliò un
raggio di energia
rossa dalla bocca. Angel incrociò le braccia davanti al
volto e,
venendo tuttavia sospinta all'indietro di diversi metri, resistette
all'attacco, procurandosi delle leggere bruciature.
-Sembra
che qui dovremo passare subito alle maniere forti.- pensò la
ragazza, iniziando ad accumulare potere magico. Leo se ne accorse e
scattò all'istante verso di lei.
Con
dei movimenti incredibilmente rapidi, le procurò diversi
tagli sul
corpo grazie ai suoi artigli neri, ma, nel contempo, Angel lo
colpì
con dei pugni d'acciaio, crepandogli l'armatura ossea in più
punti.
Con
un calcio ben piazzato, Leo la scagliò addosso a Yelle, ma
Angel
iniziò a levitare, alzandosi in aria, fino a trenta metri
circa. Il
ragazzo, capendo di doversi spostare alla sua altezza per continuare,
fece uscire dalla schiena due grosse ali da pipistrello nere e si
alzò in volo.
I
due avversari ripresero a combattere, svanendo alla vista dei tifosi
ma non agli occhi allenati dei maghi che continuavano a seguirli
senza perdersi una solo mossa. Dopo pochi secondi, i due si fermarono
di scatto.
Leo
era riuscito ad immobilizzare Angel a mezz'aria bloccandole le
braccia dietro alla schiena con le mani e le gambe con due tentacoli.
Senza darle il tempo di colpirlo, le cinse il busto con le braccia,
iniziando a stritolarla, per poi scendere in picchiata verso il
suolo.
Ad
un metro dallo schianto, Leo la lasciò andare, evitando
l'impatto,
mentre la ragazza colpì il terreno con violenza, creando un
piccolo
cratere. Il ragazzo, atterrato poco lontano, si avvicinò
alla sua
avversaria ma, quando su sul punto di afferrarla, un fulmini lo
colpì
in pieno, folgorandolo.
Leo
cadde in ginocchio, paralizzato da quell'attacco, e Angel si
rialzò
in quell'istante. Un grosso taglio era visibile sulla tempia destra
ma la ragazza sembrava non preoccuparsene troppo. Senza esitare,
afferrò il suo avversario per le corna di cristallo nero e
lo
scagliò in cielo.
“E'
ora di concludere la faccenda!!!” urlò Angel
portando le mani sul
lato destro del corpo “DRAGON SLAYER'S SECRET
ART...!!!”
-Vuole
usare usare una tecnica del drago distruttore mentre ha la Dragon
Force attiva?!- pensò Erika con gli occhi sgranati,
alzandosi poi
verso Leo, restando ancora più sorpresa.
Il
ragazzo si era già ripreso dalla paralisi e, al posto delle
ali da
pipistrello, erano apparse sei grosse ali d'angelo bianche, inoltre,
le varie parti di cristallo nero della sua armatura, erano diventate
bianche.
Leo
posò lo sguardo sulla sua avversaria e avvolse la mano
destra nelle
fiamme bianche, mentre quella sinistra nelle fiamme nere.
“Vediamo
come te la cavi contro di questo!!! FALL OF THE BLACK
ANGEL!!!”
urlò Leo per poi scendere nuovamente in picchiata contro la
sua
avversaria, tendendo le braccia verso di lei e ruotando sul suo asse,
creando così una spirale di fiamme nere e bianche.
Angel
attese fino all'ultimo, accumulando sempre più potere
magico, e,
quando Leo fu ad un metro da lei, ruotò su sé
stessa, creando una
spada di pura energia nelle mani e sferrando un fendente con essa.
“...
SWORD OF CREATION!!!”
La
spada colpì l'avversario in pieno sui pugni. L'impatto
creò
un'esplosione accecante, abbastanza potente da far tremare l'intera
città per qualche secondo. Un'imponente colonna di fumo nero
si creò
al centro dell'arena e, malgrado le urla di entusiasmo udibili poco
prima, ora gli spalti erano piombati nel silenzio più
assoluto.
I
vari maghi della gilda, Edward e CJ soprattutto, fissavano a bocca
aperta il fumo intento a diradarsi, curiosi di sapere chi avesse
avuto la meglio in quel terribile scontro.
Dopo
circa un minuto, tutti poterono vedere i risultati di quei due
attacchi: Leo era in piedi, pieno di ferite su tutto il corpo e privo
della sua armatura demoniaca, con le sue due armi a terra, mentre
Angel, anch'essa ricoperta di ferite, aveva le mani completamente
ustionate e sembrava sul punto di svenire.
Attimi
di silenzio trascorsero, senza che nessuno dei due si muovesse,
quando Angel, alzando di poco lo sguardo, notò una cosa e
non poté
fare a meno di sorridere.
“Keh...
pur di non cadere... hai preferito svenire in piedi, eh?”
Aika
sgranò leggermente gli occhi per la sorpresa e, con un solo
balzo,
atterrò tra i due avversari, avvicinandosi poi a Leo.
Effettivamente
il ragazzo aveva gli occhi semi aperti e completamente bianchi.
La
master gli schioccò le dita davanti alla faccia, ma non ci
furono
reazioni. Spostando lo sguardo su Erika, notò che non si era
ancora
rialzata, così come Yelle.
“Beh,
mi sa che la questione finisce qui... le vincitrici sono Angel e
Yelle!!!” urlò la master distendendo un braccio
verso le due
dirette interessate, che vennero acclamate da tutti i tifosi,
così
come Leo ed Erika.
Edward
e CJ fissarono i soldati intenti ad aiutare le loro compagne a
raggiungere l'infermeria, dall'alto della tribuna riservata ai
partecipanti.
“Quindi
ce l'hanno fatta.” commentò Edward, accendendosi
una sigaretta.
“Beh,
devo ammetterlo... ero in dubbio su questo incontro. Bengie e Efina
sono due avversari temibili, non lo pensi anche tu?”
domandò CJ.
Edward
tralasciò il fatto che avesse sbagliato il nome dei suoi
compagni di
team e, voltandosi verso un'altra parte, disse
“Già, lo sono... ma
ora dobbiamo occuparci di quelle due novelline”.
CJ
seguì il suo sguardo, soffermandosi su Caramell e Nora, le
loro due
future avversarie e, squadrandole da capo a piedi, disse
“Devo dire
che non sono niente male!”
Edward
alzò gli occhi al cielo, tornando poi a fissare l'interno
dell'arena, il quale stava venendo 'riparato' da alcuni maghi di
corte.
“Beh,
meglio avviarsi verso l'entrata. Almeno inizieremo prima e
concluderemo prima.” sibilò l'ex-assassino,
allontanandosi dalla
tribuna con CJ subito dietro di lui.
Dopo
diversi minuti, Aika tornò al suo posto, notando con piacere
che
l'arena era stata ripristina completamente. Alzando un braccio,
urlò
“Bene, eccoci all'ultimo scontro dei quarti di finale!!! Che
entrino i quattro partecipanti!!!”
Edward
e CJ entrarono pochi istanti dopo nell'arena, ricevendo una pioggia
di applausi dagli spalti. Caramell e Nora li raggiunsero poco dopo,
andando a posizionarsi dalla parte opposta dell'arena.
Aika
non perse tempo e diede subito il via all'incontro. CJ, imitandola,
non rimase fermo neanche un secondo e scattò verso le due
avversarie. Caramell, accogliendolo con uno strano sorriso,
posizionò
le mani a terra e creò un alto muro di ghiaccio tra di loro,
girandosi poi verso destra, mentre Nora si girò a sinistra.
-Può
essere veloce quanto vuole, ma dovrà passare davanti a noi
per
raggiungerci. Il muro è troppo alto per superarlo con un
salto.- si
disse Caramell, creando intanto una lama di ghiaccio nella mano
destra.
Come
previsto, CJ si fece subito vedere, comparendo davanti a Nora, seppur
a circa tre metri di distanza. La maga della luce non si fece
attendere e, rivestendosi di un manto luminoso, scattò in
avanti.
Come
ebbe messo la faccia oltre il muro di ghiaccio, si ritrovò
una lama
di veleno vicino alla spalla destra. La ragazza ebbe tutto il tempo
per notare Edward con la coda dell'occhio e aumentare la
velocità,
schivando così la lama e colpendo CJ con un pugno allo
stomaco.
Il
ragazzo incassò bene il colpo e riuscì a colpirla
con un calcio
basso in risposta. Nora non perse l'equilibrio, e accumulando potere
magico nella mano sinistra, sferrò un pugno diretto al volto
del
ragazzo che, senza alcun problema, inarcò la schiena
all'indietro,
evitando il colpo.
“Senti,
non è che puoi vedertela con Edward? Mi sembra di combattere
contro
una bambina.” commentò CJ con un ghigno,
riferendosi al loro
divario in altezza.
Nora
non la prese proprio bene e, schioccando le dita, creò un
piccolo
flash che accecò temporaneamente il ragazzo per poi colpirlo
con una
spazzata bassa della gamba, facendolo finire con il sedere per terra.
CJ
si strofinò gli occhi per poter tornare a vedere e, la prima
cosa
che vide, fu lo sguardo compiaciuto della sua avversaria.
“Scusa
potresti affrontare Caramell? Mi sembra di combattere contro uno
sbruffone.” commentò la ragazza, fissandolo mentre
si rialzava.
CJ
si sistemò il berretto rosso e, scrocchiandosi le nocche,
disse “Ok,
lo ammetto Sora... ti ho sottovalutata”.
La
ragazza non stette neanche a dirgli il suo nome giusto, preferendo
scattare verso di lui e cercare di colpirlo con un bastone fatto di
luce. CJ evitò agilmente il primo affondo scansando di lato,
per poi
tentare di colpirla con un pugno al volto.
Nora
svanì istantaneamente in un flash e, prima che CJ potesse
girarsi
per parare il colpo, lo colpì alla schiena con un colpo
dall'alto,
prendendolo tra le scapole. Il ragazzo ruotò su
sé stesso,
abbassandosi nel mentre, e cercò di colpirla con una
spazzata
laterale, come aveva fatto lei poco prima.
Nora
intuì la sua tattica e saltò in alto evitando il
colpo ma, essendo
a mezz'aria, non poté evitare il pugno che la
colpì in pieno petto
spedendola a diversi metri di distanza.
-Quel
ragazzo... ha bloccato la spazzata non appena mi ha visto saltare...
e ha usato quella gamba come appoggio per sporgersi in avanti e
colpimi-.
La
ragazza si rialzò lentamente, massaggiandosi il punto
colpito, per
poi creare due grossi shuriken a tre lame di luce. CJ, intuendo che
la situazione si stava facendo seria, attivò la sua
modalità Blood
Fire e delle piccole colonnine di vapore iniziarono a fuoriuscire dal
suo corpo.
Nora
lo fissò per qualche secondo in silenzio,
dopodiché saltò in alto
e scagliò entrambi gli shuriken verso CJ. Le due armi
sfrecciarono
velocemente verso il loro bersaglio, compiendo due curve ai suoi lati
ma, di colpo, svanirono.
CJ
sgranò gli occhi per la sorpresa, credendo che si fossero
dissolti
per volontà o distrazione della sua avversaria, ma, pochi
istanti
dopo, due profondi tagli si crearono sulle sue spalle, schizzando
sangue tutt'attorno.
Il
ragazzo si girò all'istante ma non vide niente o nessuno.
Edward era
impegnato ad evitare dei pugnali di ghiaccio scagliati da Caramell la
quale sembrava interessata solo all'ex-assassino.
-Cosa
diavolo mi ha colpito?- si domandò CJ poco prima che altrui
due
tagli si aprissero sulle cosce, spargendo ancora più sangue.
“Cosa
c'è? Ti senti talmente superiore da lasciarti colpire senza
reagire?” domandò Nora con uno strano ghigno sulle
labbra. CJ non
se ne preoccupò troppo e svanì nel nulla,
lasciando del vapore al
suo posto, riapparendo di fronte alla sua avversaria.
Il
ragazzo cercò di colpirla direttamente con due pugni, ma
Nora svanì
nuovamente in un flash, spostandosi di diversi metri indietro. CJ
assottigliò lo sguardo e cercò di nuovo di
avvicinarsi per
colpirla, ma ogni volta la sua avversaria svaniva e si portava ad una
distanza di sicurezza.
In
quell'istante, due tagli si formarono sulla schiena di CJ, creando
una X rossa ma il giovane non si girò neanche per
controllare.
Doveva cercare di capire cosa stesse succedendo.
Dopo
aver fatto un respiro profondo, svanì nuovamente nel nulla,
spostandosi sul lato sinistro della sua avversaria, mantenendo
comunque una certa distanza, per poi tirare un pugno in avanti.
Il
colpo di fiamme che scaturì dal suo pugno
sfrecciò velocemente
contro il bersaglio ma, a pochi centimetri dall'obbiettivo, si
schiantò contro qualcos'altro, creando un piccolo flash.
Il
ragazzo alzò un sopracciglio e, spostandosi in un altro
punto,
ripeté l'attacco che ebbe lo stesso finale di prima.
Riprovò altre
tre volte, ma alla fine i suoi occhi si erano abituati a vedere
quella 'difesa'.
“I
tuoi shuriken, eh?” domandò CJ, sorprendendo
leggermente Nora
“Essendo fatti di luce... puoi 'dissolverli' alla luce del
sole,
per poi materializzarli dove occorre, ad esempio per ferirmi
all'improvviso o proteggerti dai miei attacchi”.
“Vedo
che sei un ottimo osservatore...” si complimentò
Nora “... mi
chiedo se il tuo amico sia altrettanto abile”.
CJ
spostò leggermente lo sguardo e notò con
sorpresa, che il suo
compagno era in netta difficoltà contro Caramell.
Il
mago del veleno, infatti, aveva diversi tagli su tutto il corpo,
mentre Caramell era aveva solo un taglio sull'avambraccio destro che
aveva congelato con il suo stesso potere.
La
ragazza scattò nuovamente verso il suo avversario e, creando
una
catena di ghiaccio, cercò di colpire Edward che
però si abbassò
velocemente, evitando il colpo, scagliando poi due pugnali di veleno,
mirando alle gambe di Caramell.
La
ragazza si concentrò velocemente e ricoprì le
gambe con uno strato
di ghiaccio, sulla quale i pugnali di Edward rimbalzarono. Un secondo
dopo, fece diventare il ghiaccio del semplice vapore acqueo e riprese
ad attaccare l'avversario.
-Se
provo a toccarla o ad afferrare le sue armi, mi congelerà...
ma se
per caso dovessi riuscire a colpirla con del veleno,
ghiaccerà il
veleno.- ricapitolò Edward, evitando le sferzate della
catena -Devo
trovare uno modo per sopraffarla... e in fretta!-
Evitando
l'ennesimo colpo, il ragazzo scagliò un altro pugnale di
veleno e
Caramell, come prima, rivestì la gamba di ghiaccio ma, con
sua somma
sorpresa, il pugnale passò attraverso il ghiaccio come se
fosse
burro, e si conficcò nella gamba.
La
ragazza digrignò i denti per il bruciore derivante dal
veleno per
poi congelare del tutto quella parte della gamba, rimuovendo il
veleno, ma ciò non impedì al veleno di
diffondersi per tutto
l'arto.
“Perché
il ghiaccio non ha più effetto?”
domandò Caramell, fissando
Edward che, con un ghigno sulle labbra, spiegò
“Devi sapere che le
tossine dei veleni risentono molto delle basse o delle alte
temperature, infatti prima con il tuo ghiaccio le neutralizzavi senza
problemi, ma esistono degli speciali veleni adatti a queste
situazioni”.
Il
ragazzo si accese una sigaretta, indicando poi la gamba di Caramell e
riprendendo a spiegare “Quel veleno è
più caldo degli altri e ciò
gli consente di superare le tue difese di ghiaccio... purtroppo
questi speciali veleni sono più complicati da preparare,
dato che
potrei crearlo troppo caldo, distruggendo così le
tossine”.
L'avversaria
si limitò ad ascoltarlo in silenzio, per poi posare entrambe
le mani
a terra “Immagino che questo veleno mi paralizzerà
o mi renderà
impossibile combattere... perciò cercherò di
concludere il tutto
ora!”
Il
terreno davanti a lei iniziò a ghiacciarsi velocemente,
creando una
vera e propria scia di ghiaccio che si diresse verso Edward,
dividendosi davanti a lui, per poi ricongiungersi alle sue spalle.
Dal ghiaccio fuoriuscirono diversi lupi che balzarono addosso
all'avversario, ma Edward riuscì a creare una grossa hydra
di veleno
a tre teste e, grazie a lei, fu in grado di proteggersi dall'assalto.
Contrariamente
a quanto previsto dall'ex-assassino, i lupi si sciolsero all'istante,
diventando acqua e imprigionandolo in una grossa sfera liquida.
Attraverso l'acqua, Edward riuscì a vedere il sorriso di
Caramell
che, con un semplice schiocco delle dita, trasformò l'acqua
in
ghiaccio, congelandolo sia il ragazzo che l'hydra.
“Preso!”
esclamò la ragazza, ma una voce maschile alle sue spalle la
sorprese
“Sembra che il mio veleno abbia fatto effetto”.
Caramell
si girò all'istante ma non vide nessuno.
“Mi
spiace per te, ma il veleno con cui ti ho infettato sta 'uccidendo'
il tuo senso della percezione dello spazio... tra poco non riuscirai
neanche a capire dove ti trovi.” disse Edward alle sue
spalle, ma
quando la ragazza si girò verso di lui, non lo vide.
“Quindi...
ho congelato una copia?” domandò Caramell la cui
vista iniziava
piano piano ad annebbiarsi. Doveva sbrigarsi a concludere lo scontro.
Edward
annuì, benché non la ragazza non potesse vederlo,
per poi colpirla
con un pugno ben assestato allo stomaco. Caramell si piegò
in due
per il colpo subito, ma riuscì comunque ad indietreggiare di
diversi
metri.
“Nora!!!
La gabbia!!!” urlò la maga del ghiaccio,
richiamando l'attenzione
della sua compagna ancora intenta a combattere contro CJ. La maga
della luce si spostò rapidamente vicino a Caramell e lo
stesso fece
il ragazzo con Edward.
Prima
che i due ragazzi potessero creare una strategia, Caramell
creò una
grossa gabbia di ghiaccio come aveva fatto contro Stefan e Michael,
imprigionandoli e Nora scagliò all'istante alcuni raggi di
luce che
iniziarono a rimbalzare di colonna in colonna.
“Edward,
ho bisogno che mi copri!” urlò CJ evitando alcuni
raggi di luce.
Il
mago del veleno annuì e, scagliando delle strane lame
circolari di
veleno, riuscì a deviare i raggi di luce prima che
colpissero il suo
compagno, sacrificando però la sua difesa.
CJ
tornò in modalità Blood Fire e scattò
in avanti il più
rapidamente possibile, raggiungendo la colonna di ghiaccio che lo
separava dalle due avversarie. Nora lo fissava con sguardo serio,
attendendo la sua mossa, mentre Caramell era ormai prossima a
crollare a causa del veleno.
Il
ragazzo posò la mano sinistra sulla colonna, caricando il
pugno
destro, e chiuse gli occhi. Edward venne colpito da due raggi di luce
sulla schiena ma riuscì a restare in piedi per poter
scagliare altre
lame e proteggere il suo compagno.
Dopo
pochi secondi, CJ aprì gli occhi di scatto e
colpì la colonna di
ghiaccio con tutta la sua forza. Delle leggere fiamme avvolsero il
suo intero braccio per un istante, ma alla fine riuscì a
distruggere
la colonna, scagliando schegge tutt'attorno.
Nora,
notando che il suo vero obiettivo era la sua compagna,
scattò in
avanti ma, all'ultimo, CJ si abbassò, permettendo ad una
freccia di
veleno di colpire la maga della luce, rimasta sorpresa da
quell'attacco.
La
freccia si conficcò nella spalla destra della ragazza,
facendola
indietreggiare vicino a Caramell. Caricando entrambi i pugni, CJ fece
un ultimo scatto in avanti e le colpì entrambe alla bocca
dello
stomaco, sollevandole dal terreno e scagliandole in aria.
Le
due ragazze finirono contro la parete dell'arena, cadendo poi a
terra. Caramell rimase immobile, ormai sopraffatta dal veleno, mentre
Nora riuscì a girarsi verso CJ, per nulla preoccupato da un
prolungamento dell'incontro.
La
maga provò subito a rialzarsi, ma scoprì di avere
il corpo
completamente paralizzato a causa del veleno con cui era fatta la
freccia che l'aveva colpita.
Notando
la situazione, Aika si alzò in piedi e annunciò
“L'ultimo
incontro dei quarti di finale termina qui!!! I vincitori sono Edward
e CJ!!!”
La
folla applaudì calorosamente a tutti e quattro i maghi e
urlò i
suoi complimenti per i due vincitori, che vennero poi aiutati dai
soldati a raggiungere l'infermeria insieme a Caramell e Nora.
Non
appena furono usciti dall'arena, si trovarono di fronte a Yelle e
Angel.
“Quindi
ce l'avete fatta anche voi.” commentò Angel con un
sorriso,
fissando il suo compagno di team che, rispondendo al sorriso, disse
“Beh, volevate affrontarci in semifinale, no?”
“Spero
che non ti metterai a piangere quando ti prenderò a calci,
Edy!”
esclamò Yelle, svolazzando intorno al compagno che, dopo
essersi
distaccato dal soldato, ribatté “La cosa
è reciproca, ragazzina!”
Aika,
intanto, aveva annunciato che le due semifinali si sarebbero svolte
dopo una breve pausa, giusto il tempo di far riprendere al meglio i
vari maghi, dopodiché saluto il re, svanendo nel nulla come
se fosse
nebbia.
Il
sovrano si domandò dove fosse andata ma nessuno seppe dargli
una
risposta. Quello che nessuno dei presenti poteva sapere, era che la
master della gilda si era materializzata in cima all'arena, vicino
alla statua dell'antico dio.
In
meno di un secondo, individuò un ragazzo seduto sul bordo
dell'arena, con le gambe a penzoloni. Era alto poco più di
un metro
e settanta, dal fisico magro con pochi muscoli e la carnagione
chiara.
I
corti capelli neri scompigliati erano mossi dalla leggera brezza che
soffiava là in alto, facendo oscillare anche i due bastoni
di legno
che portava incrociati sulla schiena, sopra al cappotto nero. Sulla
spalla sinistra era visibile uno spallaccio argentato che risaltava
bene con i capelli.
Le
gambe erano fasciate da dei pantaloni blu scuro, mentre la mano
destra era coperta da un guanto metallico nero.
“Katsu
Itsuna, che sorpresa vederti qui.” proruppe Aika,
avvicinandosi
pian piano al ragazzo che, lentamente, si voltò verso di
lei,
fissandola con i suoi freddi occhi color ambra.
“Aika...
a cosa devo il piacere di questa visita?” chiese il ragazzo
con uno
strano sorriso enigmatico sulle labbra.
“Oh,
niente di particolare! Mi domandavo che cosa fossi venuto a fare qui,
ma ora credo di saperlo... volevi goderti un torneo come si deve,
eh?” commentò la ragazza sedendosi vicino a lui,
notando così gli
stivali neri con cerniera bianca del ragazzo.
“Un
futile modo per passare il tempo.” disse il ragazzo,
sistemandosi
il gilet nero che portava sotto al cappotto, sotto alla quale portava
anche una camicia bianca “In una biblioteca potrei fare
qualcosa di
interessante almeno”.
“Oh,
come siamo schietti...” lo canzonò Aika con un
ghigno sulle labbra
“Non l'avrei mai detto che il ragazzo più
intelligente del mondo,
famoso per le sue doti da ladro, i suoi poteri e la sua... paura,
fosse così scontroso!”
“Invece
io non avrei mai detto che tu saresti riuscita a convivere con delle
ragazze, data la tua sindrome di inferiorità per quanto
riguarda la
grandezza del seno. Conosco un ottimo chirurgo se vuoi.”
ribatté
Katsu mantenendo il sorriso e facendo comparire una vena pulsante
sulla fronte di Aika.
“Mi
sembra di capire che tu sia in cerca di guai...”
“Oh
la ricerca di guai è una delle forze principali che fanno
muovere
questo mondo. Sappiamo entrambi come andrebbe a finire se passassimo
alle maniere forti”.
“Bene,
allora perché non la risolviamo in maniera pacifica? Che ne
dici
degli scacchi?” domandò Aika, suscitando
leggermente l'attenzione
del ragazzo “Se vinco io, la smetterai di lanciarmi quelle
odiose
frecciatine... e ti unirai alla mia gilda”.
“Cosa
ti fa pensare che io voglia unirmi alla tua gilda? Lavoro da
solo.”
rispose seccamente Katsu, tornando a guardare l'arena.
“Forse
il fatto che io so dove si trova quel demone?”
Il
ragazzo si girò verso di lei, fissandola con quegli occhi
freddi, e
le chiese “Come fai a saperlo? Neanche io ho scoperto dove si
trova”.
“Spiacente,
non posso divulgare tali informazioni.” proferì
Aika mantenendosi
sul vago. Il ragazzo la fissò ancora per qualche secondo per
poi
alzarsi in piedi “D'accordo, giochiamo a scacchi... ma se
vinco io,
tu mi dirai dove si trova”.
“Ok,
andata!” esclamò la ragazza, rialzandosi
velocemente “Ti
dispiace se giochiamo da te?”
Katsu
alzò un sopracciglio ma, con un movimento del braccio,
creò un
portale ovale nell'aria e, insieme ad Aika, lo attraversò. I
due si
ritrovarono in un mondo uguale al precedente ma con due grosse
differenze.
La
prima era che i colori erano più spenti e la seconda era che
non
c'era anima viva in giro.
“Bene,
qua potremo giocare in santa pace... anche se sarà una cosa
rapida!”
disse Aika, per poi schioccare le dita. Al centro dell'arena
comparì
una grossa scacchiera con i relativi pezzi.
I
pedoni erano dei semplici soldati con spada e scudo, le torri erano
delle sottospecie di golem, i cavalli erano rappresentati come dei
centauri armati di tridente, mentre gli alfieri erano pesantemente
corazzati e armati di alabarda. I re e le regine non avevano aspetti
particolari.
“A
te l'onore della prima mossa!” disse la ragazza, andando a
posizionarsi su una specie di torretta posta dietro allo schieramento
nero.
“Una
scacchiera grossa, dei grossi pezzi... sì, la tua sindrome
dell'inferiorità è davvero una brutta cosa. Mi
piacerebbe fare
degli esperimenti su questo tuo lato.” disse il ragazzo,
scoccando
così l'ennesima frecciatina.
Aika
questa volta non la prese benissimo ma, mantenendo uno strano sorriso
sulle labbra, disse “Bada a quello che fai. Questa non
è una
semplice partita di scacchi! Ora siamo due veri e propri dei che
comandano due eserciti!”
“Non
sapevo fossi anche megalomane.” aggiunse Katsu, prendendo
posizione
sulla sua torretta “Ma comunque sia... pedone in
B-4”.
Come
pronunciò quelle parole, il pedone nella casella B-2 si
alzò e
camminò fino alla casella indicata dal ragazzo, rimettendosi
poi in
ginocchio.
Aika
esibì uno strano ghigno e, alzando una mano, disse
“Vedo che non
sei entrato nell'ottica di questa megalomane. Pedone in E-7...
elimina il re nemico!!!”
Katsu
sgranò leggermente gli occhi, immaginando che fosse un modo
futile
per distrarlo ma, incredibilmente, il pedone selezionato da Aika si
alzò e, correndo verso l'esercito nemico, salto oltre al
pedone che
gli stava di fronte e, con un semplice fendente, tagliò di
netto la
testa al re bianco, facendola ruzzolare a terra.
“Credo
che questo sancisca la mia vittoria.” disse Aika con un
sorriso
sulle labbra.
Il
ragazzo rimase in silenzio, intento a fissare la scacchiera e la
testa del suo re separata dal suo corpo “Immagino che con
quella
frase di prima... tu volessi dire che potevamo controllare
liberamente i nostri 'soldati'...”
“Indovinato!
Avresti potuto semplicemente dire al tuo pedone di difendere il re,
oppure a qualche altro pezzo.” spiegò Aika,
scendendo dalla
torretta e smaterializzando la scacchiera con uno schiocco delle dita
“Dopo il torneo vieni pure alla gilda per farti mettere il
marchio!”
Katsu
annuì per poi creare un altro portale dalla quale
uscì insieme alla
master, la quale svanì nell'aria come nebbia.
“Una
mentalità così semplice... eppure così
pericolosa...” sussurrò
il ragazzo, svanendo alla vista delle tribune “Sembra proprio
che
con lei dovrò impegnarmi per superarla”.
“Ah,
sacerdotessa Aika! Ben tornata!” disse il re, sorridendo alla
ragazza che, inchinandosi leggermente, disse “Mi scuso per
l'attesa. Il torneo riprenderà subito!”
Dopo
essersi sistemata davanti alla sua poltrona, la master alzò
un
braccio e urlò “Spero che siate tutti pronti!!!
Ora passiamo al
terzo turno, le semifinali!!!”
La
folla esplose come al solito in urla di gioia e applausi, mentre il
tabellone del torneo veniva mostrato un'altra volta sugli schermi.
“Che
entrino i quattro maghi!!!”
Zero
e Miyuki furono i primi ad entrare, seguiti a ruota da Draco ed Enor.
Le due squadre si scambiarono occhiatacce di fuoco e Draco,
ghignando, disse “Bene bene, ora posso spedire un'altra
maghetta
del sangue in infermeria!”
“Fossi
in te farei attenzione... potrei ridurti talmente male da doverti
portare direttamente in ospedale.” sibilò Miyuki.
Aika
alzò la mano destra e, calandola di colpo, urlò
“Che la prima
semifinale... abbia inizio!!!”
-
- -
“Siete
tutti pronti?” chiese Tsuki, voltandosi all'indietro. Era
buio
pesto in quel tunnel, ma ormai si erano talmente abituati
all'oscurità da riuscire a vederci senza problemi. I suoi
compagni
annuirono e lei, con un semplice pugno, colpì la prete di
terra
davanti a lei, sgretolandola.
La
maga della creazione sporse la testa fuori dal tunnel e
scoprì con
piacere di essere arrivata in un altro tunnel ma, a differenza di
quello scavato da loro, quello era illuminato e molto più
largo.
Quando
i suoi compagni avevano scoperto di dover, letteralmente, scavare un
tunnel sotto terra, per tutta la notte, per avvicinarsi alla base
nemica, non erano stati molto felici, ma le parole successive di
Tsuki li avevano rincuorati.
“Combattere
all'esterno sarebbe inutile. Ci circonderebbero in pochi istanti e
per noi sarebbe la fine. Se combatteremo nei tunnel scavati da loro
potremo bloccarli ed eliminarli più velocemente man mano che
ci
avvicineremo al castello! Così facendo, i maghi di classe S
verranno
a fermarci e il master resterà privo di difese!”
Tsuki
scese per prima nel nuovo tunnel, seguita a ruota da Dorein e poi
tutti gli altri. Un demone toro li individuò quasi subito ma
una
lama circolare invisibile scagliata da Kay gli staccò di
netto la
testa.
“Ora
resta un solo problema...” disse Yukiteru annusando l'aria
“...
non sappiamo quale sia la via più veloce per il
castello”.
“Da
una parte c'è il castello, dall'altra un deposito di
minerali e
rocce, dalla quale poi parte una via per il castello. In qualunque
caso dovremmo riuscire a raggiungere la base nemica, ma ci sono molte
diramazioni.” spiegò Dorein, ripensando a tutto
quello che aveva
visto durante la notte.
“Una
via vale l'altra per me.” sbottò Zafrina
“Ci siamo mossi
lentamente come delle lumache per non fare rumore! Ora devo
scatenarmi!”
In
quel momento, due soldati di Empty Scream apparvero dal nulla e,
notando i maghi, uno dei due scattò verso una campana,
colpendola
con un pugno, facendo scattare l'allarme.
Zafrina
si lanciò sul soldato rimasto indietro che cercò
di fermarla con
delle lame di ferro uscire dalle mani, ma la ragazza gli
afferrò la
faccia con una mano e generò un piccolo sisma nel cranio del
nemico,
facendolo esplodere.
“Zafrina!
Ti ho detto di non eliminarli!” urlò Arya
incoccando una freccia
nel suo arco.
“Mi
spiace, ma ora come ora non posso trattenermi!”
urlò di rimando la
maga dei cataclismi, ripetendo l'attacco sull'altro nemico,
uccidendolo.
Come
previsto, una trentina di soldati arrivò in pochi secondi,
bloccando
del tutto una delle due vie.
“Beh,
credo che di là ci sia il castello.”
commentò Vaiter.
“Credo
che tu abbia ragione.” ammise Tsuki, pronta a combattere ma,
all'ultimo, un raggio di energia arancione scaturì alle
spalle dei
soldati, uccidendoli.
Il
colpo era inclinato in modo tale da colpire il tunnel in alto sopra
Tsuki e gli altri. L'impatto del raggio creò una grossa
esplosione e
diversi pezzi di roccia e terra crollarono addossò ai maghi
di Last
Hope che li evitarono gettandosi in avanti o indietro.
Dopo
pochi secondi, tempo che la polvere si posasse a terra, Tsuki
scoprì
di essere rimasta con Arya, Dorein e Yukiteru, mentre Zafrina, Kay e
Vaiter erano dall'altra parte della frana.
“Zafrina!
Kay! Mi sentite?” urlò Yukiteru, dando un colpo al
muro di roccia
e terra.
“Sì
ti sentiamo!” urlò di rimando Kay, spolverandosi i
vestiti dalla
polvere, mentre Zafrina e Vaiter si rialzavano.
Tsuki
si girò verso l'origine dell'attacco e rimase alquanto
disgustata
dalla scena, così come Arya.
L'autore
di quell'attacco era un uomo enorme, alto sui due metri,
incredibilmente grasso e dalla carnagione cadaverica. Indossava solo
dei pantaloni laceri neri abbinati a degli stivali del medesimo
colore, mentre l'avambraccio destro era coperto da uno strano
macchinario, simile ad un cannone o ad un fucile, su cui erano
visibili delle lucine arancioni.
La
faccia era coperta quasi tutta da una strana maschera grigio scura
che lasciava visibile solo l'occhio sinistro, interamente nero, e
parte della testa, attraversata da orribili cicatrici.
“Guarda
un po'... dei topolini sono sgattaiolati nelle nostre
gallerie!”
esclamò l'uomo scoppiando in una grassa risata che mise i
brividi
alle due ragazze.
“Ehi
Tsuki! Allontanati dal muro che adesso lo distruggo!!!”
urlò
Zafrina, ma la compagna urlò di rimando “No! Voi
procedete per
quella via! Così non potremo essere presi alle
spalle!”
Zafrina
sembrò contraria all'idea ma alla fine scattò
lungo la galleria,
con Kay e Vaiter subito dietro.
Intanto,
i loro quattro compagni stavano ancora osservando il loro avversario
che, avvicinandosi a loro, schiacciò il cranio di una
ragazza
rimasta coinvolta nel suo attacco, uccidendola definitivamente.
“Chi
diavolo è quel ciccione?” chiese Yukiteru,
indicando il suddetto
interessato.
“Tieni
a freno la lingua, moccioso! Sono Qwavish, uno dei maghi di classe S
di Empty Scream!” urlò l'uomo, indicando il dragon
slayer con
l'arma montata sull'avambraccio destro.
“Un
mago di classe S? Benissimo!!!” esclamò Yukiteru
scrocchiandosi le
nocche, notando poi lo strano sguardo che il nemico gli stava
rivolgendo.
“Tu...
hai per caso un fratello maggiore?” chiese Qwavish,
assottigliando
l'occhio e Yukiteru, sgranando gli occhi, chiese “Lo
conosci?!?
Dimmi dove si trova!!!”
“Calmati
Yukiteru... se è vero che lo hanno catturato, lo avranno
segregato
nelle celle sotterranee del castello.” disse Dorein, fissando
con
sguardo neutro l'avversario. Yukiteru strinse i pugni e
scattò in
avanti, caricandosi di elettricità, passando di fianco a
Qwavish che
lo lasciò passare senza problemi.
“Yukiteru!
Aspetta!!!” urlò Tsuki ma il compagno non la
ascoltò, continuando
ad avanzare. La maga della creazione, allora, cercò di
seguirlo, ma
il nemico le puntò contro la sua arma e le sparò
un raggio di
energia arancione.
La
maga evitò il colpo senza problemi ma il pavimento cedette
sotto ai
suoi piedi e finì in un altro tunnel, riuscendo a rotolare
di lato
prima che le macerie la schiacciassero. Di sopra, Arya
guardò
scioccata il pavimento ormai crollato e urlò il nome della
sua
compagna, ma non udì risposta.
“Oh,
che peccato! Un topolino è rimasto schiacciato!”
esclamò Qwavish.
“Dorein...
tu vai avanti e cerca Yukiteru.” disse Arya, fissando
l'avversario
con sguardo truce.
“E
Tsuki?”
“Sono
sicura che sia ancora viva, ma Yukiteru sta andando dritto al
castello e potrebbe aver bisogno di una mano.”
spiegò Arya.
Lo
slime parve pensarci un attimo, ma alla fine corse in avanti,
evitando il buco nel pavimento. L'avversario cercò di
colpirlo con
un raggio di energia, ma una freccia incredibilmente veloce gli
passò
davanti agli occhi, rigandogli la maschera, e costringendolo a fare
un passo indietro, permettendo a Dorein di passare.
“La
tua avversaria sono io!” esclamò Arya, incoccando
un'altra freccia
e scagliandola contro l'avversario. Qwavish, malgrado la mole,
riuscì
ad evitarla scansando di lato per poi sparare un raggio di energia.
Arya
si gettò a terra, evitandolo, per poi rialzarsi e scagliare
in
rapida successione tre frecce, ma nessuna di esse colpì
l'avversario
che le deviò tutte colpendole con la sua arma.
La
maga, allora, incoccò una freccia speciale che, dopo essere
stata
scagliata, si divise in una decina di frecce di luce, le quali
saettarono tutte verso Qwavish. L'uomo puntò l'arma in
avanti e creò
una starna barriera di luce arancione contro la quale le frecce di
luce rimbalzarono, dissolvendosi a mezz'aria.
“Perché
non usi la tua vera magia?” chiese l'avversario, sorprendendo
Arya
“Tu... conosci la mia vera magia?”
“L'energia
Zero, un potere incredibilmente distruttivo! La mia energia
è una
versione controllabile della tua!” spiegò Qwavish
“Mi ci sono
voluti anni di esperimenti, ma alla fine sono riuscito a
controllarla!”
“Un
attimo... esperimenti? Vuoi dire che sei stato tu a fare degli
esperimenti su di me?!”
“Indovinato!
Sono uno dei maggiori esperti dell'energia Zero e quando sei riuscita
a fuggire, credevo fosse tutto finito, ma con i dati a mia
disposizione, sono riuscito ad ottenere questo potere!!!”
urlò
Qwavish per poi sparare velocemente un raggio di energia che
colpì
Arya sul braccio, distruggendole il braccialetto.
“Quel
braccialetto ti impediva di mostrare il tuo massimo potenziale!
Ora... mostrami di cosa sei capace!” urlò l'uomo
cercando di
colpirla nuovamente con dei raggi di energia, ma la ragazza
riuscì
ad evitarli, inciampando però alla fine e perdendo il suo
arco.
Arya
si rialzò subito per recuperarlo, ma Qwavish lo distrusse
con un
raggio di energia che creò un'esplosione abbastanza potente
da
scaraventare Arya contro la parete del tunnel.
“Ora
non hai più armi... combatti seriamente e mostrami il tuo
potere!”
la incitò nuovamente il nemico. Dal polverone venutosi a
creare,
scaturì una sfera di energia che colpì Qwavish in
pieno,
scagliandolo lontano.
L'uomo
si rialzò lentamente, individuando Arya con una sfera di
energia
nella mano destra. La sfera era composta da diversi colori,
dall'azzurro del bordo, passando per il blu fino al nero del nucleo.
Sotto
la maschera, Qwavish ghignò compiaciuto nel potere vedere
nuovamente
l'energia Zero.
“Sì!
Finalmente! Ora mostrami come sai usarlo!!!”
Arya
strinse i denti e, concentrandosi, si scagliò contro il suo
avversario.
L'ennesimo
demone toro venne tagliato di netto a metà da una lama
scagliata da
Kay, mentre Zafrina e Vaiter si occupavano di due tunnel, facendo
crollare il soffitto, in modo da bloccarli.
“Certo
che questa via è piena di diramazioni.”
notò Vaiter,
allontanandosi da alcune macerie.
“Non
lamentarti. Almeno possiamo eliminare più demoni.”
lo canzonò
Zafrina, avviandosi lungo il tunnel principale, sbucando poco dopo in
un enorme magazzino pieno di scatoloni e carrelli da miniera
straripanti di pietre preziose.
Zafrina
e Kay rimasero leggermente colpire alla vista di quel luccichio,
mentre Vaiter si preoccupò di trovare subito la via per il
castello
ma, non appena fu vicino ad un tunnel, una lama venne scagliata
dall'ombra e riuscì ad evitarla al pelo, saltando
all'indietro.
Le
sue due compagne accorsero subito, notando la lama svanire come se
fosse fumo, e si misero vicino a Vaiter, individuando il nemico. Era
un uomo parecchio alto coperto interamente da un mantello grigio
lacero, che però non lasciava visibile neanche un lembo di
pelle.
“Intrusi.
Ciò è imperdonabile. Devo eliminarvi prima che il
master venga a
saperlo.” sibilò l'uomo “Non vi
avvicinerete al Nemesias”.
“Nemesias?”
domandò Vaiter e Kay disse “Dev'essere
quell'affare per evocare
demoni più potenti”.
Zafrina
esibì un ghigno piuttosto inquietante e, scrocchiandosi le
nocche,
disse “Sembra che abbiamo trovato qualcosa di interessante!
Facciamo a pezzi questo buffone e dirigiamoci verso il
Nemesias!”
“Sciocca
insolente!” sbottò l'uomo, scagliando dal mantello
alcune lame
seghettate che vennero prontamente evitate da tutti e tre i suoi
avversari. Kay scagliò delle lame invisibili come risposta,
ma
quelle passarono attraverso il nemico, tagliando alcune casse dietro
di lui.
“Keh,
immagino che tu sia un mago di classe S...”
“Indovinato.
Sono Skuas, guardiano del Nemesias.” spiegò l'uomo
dissolvendosi
per poi apparire su delle casse più in alto.
Vaiter
e Zafrina si prepararono ad attaccarlo, ma Kay alzò un
braccio per
fermarli “Voi andate, a lui ci penso io”.
“Cosa?
Perché mai dovrei lasciartelo?!”
domandò Zafrina e l'albina,
voltandosi verso di lei, disse “Perché non
sappiamo cosa sia
questo affare per evocare i demoni! Potrebbe volerci un enorme potere
magico per distruggerlo e tu ce l'hai!”
Zafrina
la fissò per qualche secondo poi, dirigendosi verso il
tunnel, disse
“Andiamo Vaiter.” e il ragazzo, visibilmente,
sorpreso, la seguì.
“Strano...
come mai li hai lasciati andare?” domandò Kay
sospettosa, fissando
il suo avversario.
“L'animaletto
del master deve mangiare ogni tanto.” spiegò Skuas
“Io mi
occuperò di te e poi getterò il tuo cadavere
nelle sue fauci”.
Kay
soffocò una risatina per poi creare diverse lame intorno a
lei.
“Voglio
proprio vedere come farai ad eliminarmi... secondo me sei tutto fumo
e niente arrosto!” disse Kay, ghignando.
L'uomo
si dissolse nuovamente e riapparve alle sue spalle, notando che la
ragazza si era già girata per affrontarlo.
“Coraggio,
mister mago di classe S, giochiamo!!!”
Tsuki
riaprì lentamente gli occhi. La testa le faceva un male cane
e
sentiva il sangue colarle sulla guancia destra. Evidentemente, nella
caduta si era tagliata sulla fronte.
Si
rialzò lentamente, guardandosi attorno. Si trovava in un
tunnel
alquanto strano. Era ben scavato, con torce poste su ambo i lati e
ogni quattro metri, inoltre tendeva verso il basso.
-Chissà
dove porta...- pensò la ragazza, mentre, sopra di lei,
sentiva
diverse esplosioni. Evidentemente i suoi compagni stavano ancora
combattendo contro Qwavish.
Tenendosi
la spalla sinistra con la mano destra, iniziò ad avanzare
lungo quel
tunnel. L'istinto le diceva che era la cosa giusta da fare,
così
decise di fidarsi e, dopo diversi minuti, giunse di fronte ad un
portone di ferro.
Senza
alcuna difficoltà, creò una chiave adatta al
portone e lo aprì,
facendo un po' di forza per aprirlo. L'interno della stanza era
completamente buio ma Tsuki vide una figura seduta a terra davanti a
lei.
Dopo
aver creato una torcia nella mano sinistra, la ragazza entrò
e il
suo cuore perse un battito.
Seduto
davanti a lei, c'era un vecchio uomo dai capelli grigi lunghi fino
alla schiena. Era molto magro, segno di una lunga prigionia, e aveva
il corpo ricoperto di lividi. La barba grigia, unita ai baffi,
copriva le labbra dell'uomo, mentre la frangetta copriva gli occhi.
Indossava solo dei pantaloni neri sporchi e rovinati.
“Marihito...?”
sussurrò Tsuki con gli occhi umidi. L'uomo alzò
di poco lo sguardo,
fissandola con i suoi occhi neri, che sgranò
all'inverosimile non
appena la vide “Tsuki?!”
La
ragazza lasciò andare all'istante la torcia e si
precipitò
dall'uomo, abbracciandolo con tutte le sue forze, venendo ricambiata
all'istante.
“Che
cosa ci fai qui?” chiese l'uomo, visibilmente preoccupato.
“Faccio
parte di Last Hope, una gilda della luce, e sono qua con i miei
compagni per sconfiggere Empty Scream!” spiegò
rapidamente Tsuki,
aiutandolo ad alzarsi, ma l'uomo, scostandola appena, disse
“Devi
andartene subito da qui! E' troppo pericoloso!”
Prima
che Tsuki potesse chiedergli qualche spiegazione, uno strano rumore
catturò la sua attenzione e, girandosi verso l'uscita,
scoprì che
era bloccata da una strana creatura.
Aveva
una forma umanoide e, forse, si trattava davvero di un umano,
benché
l'aspetto suggerisse tutt'altro. Il braccio destro era ricoperto da
delle squame blu scuro, con la mano attraversata da delle vene nere;
quello sinistro sembrava 'normale' tranne che per le cuciture che
tappezzavano la carnagione cadaverica; Il busto aveva tre buchi sul
pettorale destro, rendendo visibili le costole, mentre il ventre
sembrava ricoperto da una corazza di roccia; le gambe erano uguali a
quello di un licantropo, con i peli neri e gli artigli rossi, ed
erano fasciate da dei pantaloni bianchi, dalla quale fuoriusciva una
grossa coda rossa di scorpione, il cui pungiglione penzolava sopra la
testa.
La
testa, che ricordava per l'appunto quella di un ragazzo, aveva una
cucitura che partiva dalla fronte, scendendo tra i due occhi, per poi
tagliare sulla guancia destra. I capelli erano verde bosco e lunghi
fino alle spalle, che però non riuscivano a nascondere le
orecchie a
punta.
Gli
ultimi tratti distintivi di quella strana creatura erano i denti da
squalo ben in vista e gli occhi simili a quelli dei serpenti,
azzurri.
La
creatura fissò intensamente Tsuki, mettendola in soggezione
e, senza
dir nulla, cercò di trafiggerla con il suo pungiglione. La
ragazza
gettò di lato Marihito e si abbassò, evitando il
pungiglione, per
poi scattare in avanti e, dopo aver creato una spada nella mano
destra, cercare di trafiggerlo a sua volta.
La
pelle del ragazzo si ricoprì all'istante di acciaio e la
spada di
Tsuki si infranse contro di essa, sorprendendola. Un istante dopo, la
creatura la colpì con un pugno al volto, schiantandola
contro la
parete.
La
ragazza rimase completamente stordita da quel colpo, ma
riuscì a
rialzarsi in qualche modo, tenendo una mano appoggiata alla parete.
La creatura cercò nuovamente di colpirla con il suo
pungiglione ma
il vecchio si mise in mezzo e la coda si fermò all'istante.
“Levati.”
sibilò la creatura per poi colpirlo con una sferzata della
coda,
sbattendolo a terra.
Approfittando
della sua distrazione, Tsuki creò una granata nella mano
destra e la
lanciò tra i piedi della creatura. L'esplosivo
creò una discreta
esplosione ma né lei ne il vecchio rimasero coinvolti.
Tsuki
si avvicinò a Marihito ma, dal polverone venutosi a creare,
sbuco il
braccio destro della creatura che la afferrò per la gola e
la
sollevò di peso, iniziando a stritolarla. La ragazza
creò due
pugnali nelle mani e li conficcò nel braccio del nemico il
quale non
batté ciglio, limitandosi a rafforzare la presa.
“Ti
prego! Lasciala andare!” urlò Marihito, cercando
di rialzarsi.
“E'
un'intrusa. Devo eliminare gli intrusi.” sentenziò
la creatura
quando, dal nulla, sbucò un tentacolo nero che gli
tagliò di netto
il braccio destro all'altezza del gomito, facendo schizzare dello
strano sangue nero per la stanza.
La
creatura si fissò impassibile il moncherino, mentre Tsuki
gettava
via l'arto amputato, tossendo e riprendendo fiato.
Dopo
qualche secondo, alzò lo sguardo verso l'uscita e vide
Dorein con il
braccio sinistro ancora trasformato in tentacolo. Lo slime,
vedendola, allungo il tentacolo e la sollevò dal terreno
portandosela contro il petto.
“D...
Dorein? Sei davvero tu?” chiese la ragazza, ancora
frastornata
dalla botta.
“Sì,
sono io. Arya sta combattendo contro Qwavish e mi ha detto di seguire
Yukiteru.” spiegò Dorein, senza distogliere lo
sguardo dalla
creatura che si era già fatta ricrescere l'arto reciso.
“P...
perché sei qui, allora?” domandò Tsuki,
seppur fosse felice di
vederlo.
“Credevo
che per gli umani fosse normale darsi delle
priorità.” disse
Dorein con leggerezza, senza rendersi conto del rossore che era
comparso sulle guance della sua compagna.
“P...
p... priorità?”
Il
ragazzo annuì lentamente “Avevi appena subito un
attacco. Dovevo
vedere se stavi bene e ho trovato un tunnel che si collegava con
quello dov'eri finita”.
La
creatura, stufa di ascoltarlo, sferrò un nuovo colpo col
pungiglione, mirando a Tsuki, ma Dorein lo afferrò al volo
con la
mano destra, iniziando a stringere fino a crepare l'esoscheletro.
“Dorein...
puoi mettermi giù!” disse la ragazza, rendendosi
conto di essere
sollevata dal terreno e bloccata contro il petto del ragazzo che,
però, non la lasciò andare, creando invece un
tentacolo dalla
schiena con la quale recuperò Marihito.
La
creatura inclinò leggermente la testa e allungò
di colpo le unghie
delle mani, rendendole dei veri e propri rasoi, per poi scattare
verso Dorein. Il ragazzo si girò, dandogli il lato destro e
divise
il braccio destro in tre tentacoli, con la quale iniziò a
combattere.
“Tsuki,
prendi l'uomo e vattene da qui. Di lui me ne occupo io.”
disse
Dorein, posandola vicino a Marihito, per poi tornare alla forma slime
e avventarsi addosso alla creatura che balzò all'indietro,
attaccandosi al soffitto.
La
ragazza annuì e, dopo aver fatto alzare l'uomo, corse lungo
il
corridoio, mentre il suo compagno iniziava un acceso scontro con la
creatura.
“Chi
diavolo era quello?” domandò Marihito e Tsuki
rispose con un
semplice “Un mio compagno! Puoi fidarti!”
L'uomo
sorrise e, dandole una pacca sulla testa, disse “Sei davvero
cambiata Tsuki. Ne sono più che lieto”.
La
ragazza gli sorrise di rimando, per poi chiedergli che cosa ci
facesse lì. Trovarlo in una cella non era stata di sicuro
una bella
sorpresa.
“Mi
hanno rapito tempo fa... il master della gilda era interessato al mio
filtro della morte...” spiegò l'uomo con voce
stanca “Ora lo
stanno usando per soggiogare i paesi vicini. Devono essere
fermati!”
“D'accordo!
Come facciamo?” chiese allora Tsuki, curandosi nel mentre le
ferite
più lievi.
“Dobbiamo
raggiungere i sotterranei del castello. Lì stanno producendo
il
filtro. Se distruggiamo la base, poniamo fine a tutto
questo.”
spiegò l'uomo cambiando direzione ed infilandosi in un
tunnel, con
la sua ex-allieva dietro di lui.
La
ragazza si voltò un'ultima volta indietro e pensò
-Dorein... fai
attenzione!-
Yukiteru
sfondò il portone di legno con un raggio elettrico,
precipitandosi
poi nel salone del castello. Lo trovò completamente vuoto e
la cosa
non gli piacque neanche un po'.
Aveva
raggiunto il castello poco prima, iniziando a setacciare le segrete,
ma non aveva trovato nessuno che corrispondesse a suo fratello o a
sua madre.
-Che
li abbiano già...?- si chiese Yukiteru ma scosse all'istante
la
testa. Non doveva pensare a quelle cose. Finché non vedeva i
loro
cadaveri, c'era una possibilità che fossero ancora vivi.
Iniziò
a cercare nelle varie stanze ma, stranamente, erano tutte vuote.
Sembrava quasi che tutti i demoni ed i soldati fossero stati
assegnati alle miniere e questo poteva girare a suo vantaggio.
Dopo
diversi minuti di ricerca, trovò uno strano protone di
legno,
dipinto di azzurro con i dettagli dorati. Lo aprì senza
timore,
ritrovandosi di fronte a qualcosa che lo lasciò sorpreso.
Oltre
al portone c'era un enorme prato tempestato di fiori di vario genere
e il sole illuminava tutta la pianura. Yukiteru si girò
notando che
la porta dalla quale era entrato, si trovava nel bel mezzo della
pianura.
“Sembra
la magia della nostra gilda...” disse il ragazzo guardandosi
attorno individuando un piccolo villaggio. Ricoprendosi con dei
fulmini, saettò verso quelle casette e, quando fu abbastanza
vicino,
capì che qualcosa non andava.
“Ma
questo... è il villaggio dove sono nato...”
Fermandosi
vicino alle prime case, iniziò a camminare per la via
principale,
notando che tutte le case erano vuote, finché non raggiunse
la
piazza principale e lì, credette per un attimo di morire.
Al
centro della piazza, c'era un enorme palo di legno. Alla base del
palo c'era una catena che si collegava ad una cavigliera. La
cavigliera si trovava sulla caviglia destra di una donna sulla
quarantina dai capelli castani, vestita come una contadina, dalla
carnagione rosea.
Yukiteru
si avvicinò lentamente e, quando fu ad un paio di metri,
sillabò
“Mam... ma...?”
La
donna alzò leggermente gli occhi, guardandolo con degli
occhi neri
uguali a quelli del ragazzo. I due si fissarono in silenzio per
qualche secondo, quando la donna, alzandosi in piedi, urlò
“Yukiteru!!!”
Il
ragazzo scattò in avanti e abbracciò la donna,
iniziando a piangere
come un bambino, mentre la madre gli accarezzava i capelli e piangeva
insieme a lui.
“Ti
ho ritrovata... finalmente ti ho ritrovata!” disse Yukiteru
sorridendo, per poi scostarsi da lei e chiederle
“Perché hai
questa catena alla caviglia? Aspetta che ti libero!”
“No,
Yuki! Aspetta...!” urlò la madre ma una sfera di
energia oscura
colpì il ragazzo alle spalle, scagliandolo contro una casa.
“Chi
cazzo è che osa entrare nella mia stanza?”
domandò un ragazzo,
avvicinandosi alle macerie dalla quale uscì Yukiteru,
visibilmente
incazzato nero ma la sua rabbia svanì nello istante in cui
riconobbe
il ragazzo.
Era
poco più alto di lui ma dal volto pressoché
uguale, solo con i
capelli poco più corti.
“A...
Alexander?”
Il
ragazzo che lo aveva colpito sgranò gli occhi per la
sorpresa e,
indicandolo, disse “Yukiteru!!! Ma sei proprio tu?!? Ah ah ah
vieni
qui!!! Fatti abbracciare!!!”
Il
mago del fulmine non se lo fece ripetere e si fiondò addosso
al
ragazzo, abbracciandolo e venendo subito ricambiato.
“Fratellone!
Ho ritrovato anche te! Sono così felice!!!”
urlò Yuktieru e
Alexander, con un sorriso sulle labbra disse “Anch'io sono
felice
di averti ritrovato, fratellino! Dimmi, cosa ci fai qui?”
“Sono
qui con i miei compagni per sconfiggere la gilda di Empty Scream! Ho
preso parte a questa missione perché volevo ritrovarvi e ci
sono
riuscito! Ora non dobbiamo far altro che sconfiggere il master! Visto
che non hai le catene, sai portarmi da lui?”
domandò Yukiteru,
notando poi un particolare.
Sua
madre, non appena era arrivato Alexander, era impallidita e aveva
iniziato a tremare.
“Ma
certamente!” esclamò Alexander, posandogli una
mano sul petto “Il
master è di fronte ai tuoi occhi”.
Il
cuore di Yukiteru perse un colpo e il ragazzo sbiancò
all'istante.
“...
eh...?”
Dalla
mano poggiata sul petto del fratello, Alexander generò una
grossa
esplosione nera che scagliò Yukiteru oltre tre case,
incenerendogli
la maglietta e ustionandogli il petto.
Il
dragon slayer rimase con gli occhi aperti a fissare il cielo, mentre
Alexander si avvicinava a lui.
“No...
non è vero... è uno scherzo...”
biascicò Yukiteru rialzandosi
“Dimmi che è uno scherzo!!!”
“Spiacente,
ma non mi sono mai piaciuti gli scherzi.” disse Alexander
sorridendo, per poi guardarsi attorno “Non vedo nostro
fratello
minore! L'hai lasciato alla gilda?”
Yukiteru
strinse i denti quasi fino a creparli e urlò
“Bobby è morto molto
tempo fa!!! Il suo unico sogno era di ritrovarvi e ora tu mi vieni a
dire che sei diventato il master della gilda oscura che ha rovinato
le nostre vite?!?”
“Oh...
quindi è morto? Peccato.” commentò
Alexander con sguardo neutro,
scioccando il fratello.
Prima
che Yukiteru potesse urlargli qualcosa, una voce a lui familiare
risuonò nell'aria “Vedi di occuparti in fretta
dell'intruso.
Master Ruganax odia i ritardi”.
Il
dragon slayer alzò lo sguardo, individuando un ragazzo
avvolto in un
mantello nero con cappuccio, seduto in cima ad una casetta
lì
vicino. Sul lato destro portava una katana interamente nera, mentre
alcune ciocche bianche fuoriuscivano da sotto il cappuccio.
Alexander
gli sorrise e disse “Non preoccuparti, non ci
vorrà molto! Tu e
Master Ruganax non resterete delusi!”
Il
nuovo arrivato si girò verso Yukiteru e il mago di Last Hope
vide
due occhi rossi come il sangue ma c'era qualcos'altro di inquietante.
La
voce era uguale, il fisico anche ma soprattutto il profumo. Con i
suoi sensi di dragon slayer Yukiteru ne era certo, ma sperava con
tutto sé stesso di sbagliarsi.
Il
cuore gli batteva all'impazzata ma riuscì a sillabare una
semplice
parola. Un nome.
“Ashuros...?”
Angolo
dell'autore:
BUONE
FESTE A TUTTI QUANTI!!! SPERO PASSIATE UN FELICE NATALE E UN BUON
CAPODANNO!!!
QUESTO
CAPITOLO DI 44 PAGINE (Sì, ESATTO, NUOVO RECORD) E' IL MIO
REGALO
PER VOI!!! XD
Ora,
è tempo di tante parole perciò mettetevi comodi
u.u
1)
in questo cap ci sarebbero dovute essere anche le due semifinali ma
non avrei fatto in tempo per Natale, perciò le
metterò nel prossimo
cap!
2)
Sicché ho notato di non aver spiegato una cosetta, al
dirò qua: le
tre saghe (Tsuki&co – torneo –
Charlotte&co) si svolgono
in due giorni ma con sbalzi temporali diversi.
Mi
spiego: la saga di Charlotte & co, ad esempio si svolge
partendo
dalla fine del primo giorno (cap 21) e continua nella notte tra il
primo e il secondo giorno (cap 22 ovvero questo); la saga del torneo
si svolge durante i due giorni, così come la saga di Tsuki
& co,
perciò, nel prossimo cap (ove si concluderanno scontri e
cose
varie), la saga di Charlotte sarà ambientata ancora durante
la notte
tra il primo e il secondo giorno, mentre le altre due si svolgeranno
nel secondo giorno (durante le ore diurne)
E'
un po' complicato, ma se avete bisogno, chiedete pure u.u vi
spiegherò meglio.
3)
Ecco la notizia che più mi interessa. L'altro giorno ho
pensato
“Quelli che vogliono il nuovo cap, devono solo aspettare,
senza
poter far nulla.” e questo, a mio parere, è
snervante o comunque
può dar fastidio star lì ad aspettare e basta,
attendendo di
scoprire cosa succederà (manco fosse un manga
però va beh)...
Quindi
ho pensato “Facciamo in modo di coinvolgerli!” ed
ecco la mia
idea (malsana): una 'competizione' di immagini!!! In pratica, ogni
cap, io sceglierò un OC a caso tra tutti quelli presenti
nella fic,
e metterò la descrizione fisica e il vestiario del suddetto
OC. Chi
vorrà partecipare, dovrà fare un disegno dell'OC
ma non per forza!
Infatti potrà scegliere di cercare un'immagine
già pronta o di
photo shoppare un'immagine pronta per adattarla!
Regole
precise:
a)
si può partecipare con una sola cosa alla volta: o disegno o
immagine pronta o immagine photo shoppata.
b)
nessuno vi vieta di farvi aiutare da qualcun altro per realizzare il
disegno o immagine che sia.
c)
possono partecipare anche gli utenti che non partecipano alla fic (se
caso mai gli piace disegnare, sono liberi di partecipare).
d)
non sono ammessi gli 'avatar', quei personaggi piccoli che si possono
creare su alcuni siti speciali.
e)
Dovrei dire “obbligatoria recensione per
partecipare” ma siamo
sotto Natale, perciò, se qualcuno vuole partecipare
può dirmelo
anche via mp.
f)
Valuterò io il vincitore e qua c'è la classifica
delle
'valutazioni': disegni (fatti partendo da zero) VALGONO DI PIU' delle
immagini photo shoppate che VALGONO DI PIU' delle immagini
già
pronte. Quindi se mi inviate una photo shop bellissima ma
c'è un
disegno altrettanto bello, vince il disegno.
g)
con immagini pronte mi riferisco a delle immagini che corrispondo
bene all'OC quindi sia vestiario che aspetto fisico.
h)
le immagini/disegni, inviatemeli via mp, oppure datemi il link del
disegno/immagine qualora aveste deviantart o simili
Ora
vi starete chiedendo: eh, noi partecipiamo ma alla fine a che serve?
La risposta è semplice: nel 2015 (suona figo
così) creerò una
raccolta di OS dedicate a La nostra gilda (saranno solo One Shot dato
che potrebbero essere carine, visto il gran numero di OC) e, di volta
in volta, il vincitore della 'gara' potrà scegliere che tipo
di OS
vorrà, specificando anche gli OC da far partecipare, e io la
scriverò, aggiungendola poi alla raccolta.
Il
vincitore, di volta in volta, verrà presentato con tanto di
immagine/disegno, nel capitolo successivo della fic originale.
Spero
che quest'idea malsana possa intrigarvi un pochino, se poi
vedrò che
non funge, la cancellerò. Perciò direi che
possiamo passare con la
scelta del primo OC!
Uhm...
essendo la prima volta, partiamo con “Aika”! Don't
worry, dalle
prossime volte, estrarrò a caso i vostri OC.
“Aika”
Aspetto
fisico: alta sul metro e sessantacinque, carnagione rosea e seno
piatto. Lunghi capelli viola (libera scelta per acconciatura) e occhi
del medesimo colore.
Vestiario:
A questo giro vi lascio libera scelta ^^
Bene!
Le notizie sono finite e siamo a 45 pagine yeeeeh! Ora posso
salutarvi in tranquillità augurandovi buone feste e ci
rivediamo nel
2015!!!
Alla
prossima!!! CHAOS!!!
|
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Capitolo 25 *** Capitolo 23 ***
Capitolo
23
La
città di Cassandrium era nel caos più totale. Da
circa un'ora,
diverse esplosioni facevano tremare le mura del castello, sede della
gilda Ice Fang, facendo scappare gli abitanti lì vicini che,
a loro
volta, causavano un fuggi fuggi generale.
I
vari maghi oscuri non erano in grado di riportarli all'ordine, dato
che il grosso del loro gruppo era stato inviato al castello per
fronteggiare le maghe di Last Hope che li avevano attaccati.
Un
forte boato echeggiò nel cortile del castello e, molti dei
maghi
presenti, volsero lo sguardo verso l'alto, evitando poi al pelo
alcuni detriti scagliati dal tetto. Essendo strutturato per essere
difeso da ogni punto, il castello aveva un tetto lineare, con diversi
merli tutt'attorno per scagliare delle frecce agli assalitori.
In
quel momento, tuttavia, il tetto non era altro che una specie di ring
per due avversari che avevano distrutto la pavimentazione di roccia
con i loro attacchi. Il primo era chiaramente un demone, visti tutti
gli occhi presenti sul suo corpo, mentre il suo avversario era un
ragazzo.
L'imponente
chioma rossa del giovane si scagliò contro il demone, ma
questi
svanì nel nulla, riapparendo qualche metro a destra. Senza
esitare,
si scagliò contro il ragazzo, il quale richiamò
la sua chioma che
lo avvolse interamente, proteggendolo da una serie di pugni.
“Mi
stai deludendo, Sebastian!” urlò il demone,
allontanandosi di
qualche metro “Mi aspettavo molta più resistenza
da parte tua,
invece non fai altro che attaccare con i tuoi capelli!”
Sebastian,
si limitò a restare in silenzio, cercando di colpirlo
nuovamente con
la sua chioma, senza tuttavia riuscirci.
-Non
va bene. Di questo passo non riuscirò mai a batterlo.-
pensò il
ragazzo -I miei poteri mentali non funzionano su di lui e i miei
capelli da soli non basteranno...-
“Coraggio!
Mostrami i poteri che hai ereditato dal tuo paparino!” lo
incitò
Jijis, evitando per l'ennesima volta la chioma del ragazzo.
Sebastian
sgranò di colpo gli occhi ma li richiuse all'istante,
portandosi le
mani sulle orecchie per non sentirlo. Iniziando ad agitare la testa
come a voler scacciare qualcosa, perse il controllo sui suoi capelli
che, dopo essersi fermati, tornarono alla loro lunghezza naturale,
cadendogli lungo la schiena.
Jijis
sbuffò. Era visibilmente seccato da quel comportamento ma si
ricordò
di non poterlo uccidere. Tra non molto sarebbero venuti a prelevarlo
e allora si sarebbe tolto un fastidio di dosso.
Lentamente,
si avvicinò al ragazzo e, afferrandogli i capelli con la
mano
destra, lo alzò senza alcuno sforzo. Sebastian
digrignò i denti per
il dolore ma si ostinò a tenere gli occhi chiusi.
Jijis
si leccò i denti con la lingua biforcuta e, senza attendere
oltre,
iniziò a colpirlo con dei pugni in faccia, continuando ad
incitarlo
affinché utilizzasse i suoi poteri demoniaci.
Sebastian
non sentiva quei colpi o per meglio dire, li sentiva sotto tutt'altra
forma. Nella sua mente erano visibili solo dei colpi di frusta che si
ripercuotevano sul suo corpo, aprendogli la pelle e squarciandogli le
carni.
“Coraggio!
Usa il tuo vero potere!!!” echeggiava una voce roca
nell'ombra
dalla quale proveniva la frusta.
“No...
no... non voglio...”
Altri
colpi di frusta si abbatterono su di lui, facendolo cadere in una
pozza del suo stesso sangue.
“Allora
sei inutile. Ti ucciderò così come ho ucciso tua
madre!!!”
Sebastian
aprì di scattò gli occhi e Jijis si
bloccò all'istante, percependo
un brivido di gelo lungo la schiena. Quell'attimo di distrazione
permise al ragazzo di allungare i suoi capelli, creando una grossa
mano con la quale cercò di schiacciare il nemico.
Il
demone, tuttavia, riuscì a riprendersi dall'incantamento e,
sfruttando un occhio posto sulla caviglia destra, si
teletrasportò
sul limitare del tetto, cadendo poi seduto a terra.
Notando
che Sebastian si era fermato nuovamente, Jijis si guardò il
braccio
destro. Stava sudando.
-Non
sono stanco... e i miei sudori sono troppo freddi...- pensò
il
demone, portando lo sguardo sul suo avversario -E' stato lui! In quel
momento... mi ha spaventato?!-
Nel
silenzio della notte, disturbato unicamente dai rumori della
battaglia nel cortile principale, si udì una risata. Era
leggera ma
incredibilmente inquietante e ciò allarmò Jijis,
il quale si
rialzò, flettendo le gambe e preparandosi allo scontro.
Sebastian,
che mostrava un ghigno poco rassicurante, ruotò di scatto la
testa
verso il nemico, facendolo sobbalzare a causa del sinistro luccichio
nei suoi occhi. Prima ancora che il demone potesse aprir bocca, da
sotto di lui fuoriuscirono delle lunghe ciocche di capelli che
riuscirono a procurargli diversi tagli sulle gambe.
Jijis
ne approfittò subito e scattò in avanti, cercando
di colpire
Sebastian al volto con un pugno, ma i capelli del ragazzo gli
avvolsero il polso, bloccando il colpo. Il demone, tuttavia,
aprì la
mano, mostrando un altro occhio e facendo ampliare il ghigno a
Sebastian.
Un
istante dopo, Jijis si teletrasportò a pochi centimetri
dall'avversario, riuscendo a colpirlo al mento con un diretto. Il
ragazzo, approfittando dello slancio del demone, richiamò i
suoi
capelli, creando una specie di sfera attorno a loro, bloccando la
visuale agli occhi del nemico.
“Scacco
matto!” sibilò Sebastian e i suoi capelli si
avventarono su Jijis,
creando una specie di bozzolo. Il ragazzo, però, li sciolse
subito,
capendo che il suo avversario non era più lì, ed
individuò un
piccolo buco nel pavimento.
Poco
lontano da lui, attraverso lo squarcio nel pavimento che avevano
usato per salire sul tetto, riapparve Jijis. Il demone sembrava
preoccupato dalla situazione ma preferì sviare i suoi
pensieri su
qualcos'altro.
“Vedo
che finalmente ti stai decidendo a fare sul serio. Ora mostrami i
tuoi poteri demoniaci!”
“Ah?
Per tua informazione, la manipolazione dei capelli l'ho ereditata da
quello stronzo di mio padre... perciò non vedo dove sia il
problema.” commentò Sebastian facendo spallucce e
fissando il suo
avversario con uno sguardo di superiorità.
Jijis
sembrò spazientirsi e, puntandogli un dito contro,
urlò “Non
prendermi in giro, moccioso! Sto parlando della fiamma nera! Mostrami
Amaterasu, se sei davvero in grado di usarla!”
Sebastian
non perse il suo ghignò e, semplicemente, si
grattò la testa con
fare svogliato. L'avversario fece un passo in avanti e, un istante
dopo, fu costretto a teletrasportarsi sulla sinistra per evitare la
chioma del ragazzo.
I
capelli, anziché fermarsi, si allungarono ancora di
più e si
scagliarono nuovamente sul nemico che fu costretto a teletrasportarsi
di nuovo. La cosa si ripeté altre volte, ma Jijis si accorse
subito
di una cosa: Sebastian non stava usando tutti i capelli per
attaccarlo, ma solo un terzo circa.
Gli
altri erano rimasti lungo la schiena del ragazzo ma l'afflusso magico
continuo attraverso essi non passò inosservato allo sguardo
attento
del demone che capì al volo la tattica.
Sebastian
stava preparando una specie di rete sul pavimento, allungando alcuni
capelli in modo tale da non rendere visibile la trappola.
-Ne
sta preparando più di una... probabilmente alcuni capelli
sono
nascosti anche sotto il pavimento per tentare un attacco a sorpresa
come prima...-
Jijis
si teletrasportò su un merlo posto ad un angolo del tetto e
vi si
sedette sopra, fissando Sebastian con un sorriso.
Il
giovane rimase qualche secondo in attesa ma, vedendolo immobile,
decise di attaccare per primo. La sua chioma si trasformò in
un'enorme testa di leone che si schiantò contro il nemico,
distruggendo l'intero angolo del tetto e scagliando detriti ovunque.
Quando
i capelli si allontanarono dal punto dell'impatto, Sebastian
sgranò
gli occhi per la sorpresa, mantenendo comunque il suo ghigno.
Jijis
era perfettamente immobile ed era ancora seduto, solo che era seduto
a mezz'aria. Il sorriso ancora ben visibile sulle sue labbra.
“Mi
hai mancato! Riprova, sarai più fortunato!”
Sebastian
non si fece attendere e tentò di schiacciarlo ma i suoi
capelli
passarono attraverso il nemico, danneggiando ulteriormente quel punto
del tetto. Jijis, prima ancora che i capelli si ritirassero, si
teletrasportò davanti al ragazzo, accucciato per evitare il
contatto
fisico.
“Ehilà!”
salutò il demone per poi colpirlo con un pungo al mento che
lo fece
indietreggiare di qualche passo.
“Bel
trucchetto che stai usando!” si complimentò
Sebastian per poi far
uscire diversi capelli dal pavimento ma tutti quanti i suoi attacchi
passarono attraverso il nemico, il quale mostrò i suoi
quattro denti
in un inquietante sorriso.
Il
ragazzo non demordette e continuò ad attaccare il suo
avversario,
senza riuscire tuttavia a toccarlo. Jijis, d'altra parte,
continuò a
colpirlo con dei pugni incredibilmente potenti ma nessuno di essi
bastò a garantirgli la vittoria.
“Tsk,
sei parecchio debole per essere un demone!” disse Sebastian
ghignando all'indirizzo dell'avversario che, mostrando un ghigno
simile, si allontanò di qualche metro.
“Vedo
che il fiato da sprecare non ti manca, molto bene”.
Prima
ancora che Sebastian potesse disporre i suoi capelli per difendersi,
Jijis si teletrasportò davanti a lui e lo colpì
con un montante
alla bocca dello stomaco. Il colpo fu molto più potente dei
precedenti e il ragazzo venne sollevato di diversi centimetri dal
terreno, tossendo sangue misto a saliva.
“Sembra
che tu non l'abbia ancora capito, ma io non posso esagerare con te
perché ci servi vivo. Mi basterebbe una mano sola per
ucciderti.”
spiegò Jijis mostrando la lingua biforcuta.
“Un
vero peccato eh?” domandò Sebastian, cercando di
avvolgerlo con i
suoi capelli, senza tuttavia riuscirci. Doveva cercare di capire come
mai fosse diventato intangibile. Che fosse un suo potere?
Prendendo
un po' di rincorsa, Jijis lo colpì con un calcio sul volto,
facendolo finire a terra e i capelli di Sebastian si accasciarono al
suolo, accorciandosi pian piano. Il demone sembrò
compiaciuto della
cosa e, dopo essersi avvicinato, iniziò a colpirlo con vari
calci,
mirando al costato e all'addome.
“Che
c'è moccioso? Hai già finito di abbaiare a
sproposito?”
Quando
gli fu esattamente sopra, lo risollevò come poco prima,
tenendolo
per i capelli, ma questa volta il ghigno sadico era presente fin
dall'inizio.
“Eh
eh... cattura completata!”
Jijis
non capì subito il significato di quelle parole, ma non
appena cercò
di teletrasportarsi, scoprì con orrore che non poteva farlo.
Qualcosa lo stava bloccando.
Istintivamente,
chiuse tutti quanti i suoi occhi e, un secondo dopo, con estrema
precisione, si tagliò il braccio destro, a metà
tra il gomito e la
spalla, teletrasportandosi poi a distanza di sicurezza.
Sebastian
lo osservò qualche secondo ghignando, mentre l'arto di Jijis
era
rimasto a mezz'aria.
“Maledetto...
quando ti ho afferrato, hai infilato uno dei tuoi capelli sotto la
mia pelle...” sibilò il demone.
“Indovinato!
Ora sono sicuro che se ti afferrò puoi teletrasportarti, ma
se i
miei capelli entrano più a fondo nel tuo corpo, non puoi
andare da
nessuna parte.” disse il ragazzo, stritolando l'arto con i
suoi
capelli e facendo colare il sangue attraverso essi “E ora ti
resta
un solo braccio”.
“Lo
pensi veramente?” domandò Jijis sorridendo per poi
farsi ricresce
all'istante il braccio destro, con tanto di occhi “Sono
spiacente,
ma io e Giecas siamo stati creati attraverso le cellule della grande
Aghisa!”
Sebastian
si limitò a fissarlo con il solito ghigno stampato sulle
labbra e il
demone, approfittando di quella pausa, chiuse nuovamente tutti gli
occhi, iniziando a respirare lentamente.
Dopo
appena un minuto, tutti gli occhi si riaprirono di scatto e ora
brillavano di un tetro bagliore rossastro.
“Ora
non potrai più fregarmi con i tuoi fastidiosi
capelli.” commentò
Jijis scrocchiandosi le nocche “Adesso che ho completamente
aperto
i miei occhi, posso rivelare l'afflusso di magia attraverso il tuo
corpo, perciò, anche se si tratterà di un solo
capello, saprò
individuarlo!”
Sebastian
fischiò ammirato e, un secondo dopo, allungò i
suoi capelli,
facendogli assumere le sembianze della testa di un leone. Il demone
gli corse incontro e il ragazzo non esitò a scagliargli
contro la
sua chioma ma Jijis aveva già notato la manciata di capelli
che,
singolarmente, si stava allargando sui lati per tentare di
afferrarlo.
-Povero
idiota... credevi davvero che potessi concentrarmi solo in una
determinata direzione?- pensò Jijis ghignando -Posso
tranquillamente
vedere il potere magico che scorre in tutti i tuoi capelli!-
Solo
dopo qualche secondo si accorse del dolore lancinante che gli stava
attanagliando le viscere.
Vomitando
una grossa quantità di sangue, abbassò lo sguardo
e vide una lama
di fiamme nere conficcata all'altezza del suo stomaco. Sgranando gli
occhi per la sorpresa, seguì la lama con lo sguardo,
giungendo alla
mano destra di Sebastian.
“Ma...
quando...”
“Eri
talmente concentrato sui miei capelli che non ti sei neanche accorto
dell'afflusso magico nella mia mano.” commentò
Sebastian ampliando
il suo ghigno “Infondo eri convinto che avrei combattuto
usando
solo la mia chioma e nient'altro”.
Jijis
vomitò altro sangue, mentre le fiamme nere iniziavano pian
piano a
bruciargli il corpo dall'interno. Il ragazzo dissolse la katana e i
suoi capelli si unirono in un unico fascio, puntellato di spuntoni
affilati.
“Scacco
matto.” sibilò Sebastian per poi colpire Jijis con
i suoi capelli,
trapassandolo in più punti. Il giovane mago era pronto a
gettarlo
nel cortile, ma una voce femminile urlò
“SEBASTIAN!!!”
Il
ragazzo si girò verso il buco attraverso la quale era
arrivato sul
tetto e, ghignando, spostò lo sguardo sul cadavere di Jijis.
“Perdonami,
cambio di piani.” commentò per poi scagliare il
corpo del suo
avversario contro il pavimento, distruggendolo interamente. Dopo che
il polverone venutosi a creare si fu diradato, Sebastian si
calò
giù, individuando un braccio di Jijis che sbucava da sotto
alcune
macerie.
Lentamente,
scrutò il corridoio nella quale era finito,
finché non individuò
due occhi intenti a fissarlo.
“Tutto
bene?” domandò Sebastian, tendendo una mano verso
la figura a
terra.
[Qualche
minuto prima...]
Due
lunghe code viola irte di piccoli spuntoni ossei colpirono la parete
di roccia, scagliando innumerevoli schegge verso una ragazza che
venne prontamente protetta da dei sottili tentacoli neri, i quali
deviarono tutte i colpi in arrivo, facendo cadere i frammenti a
terra.
Senza
aspettare un altro attacco, la ragazza si scagliò contro il
suo
avversario, un grosso geco a sei zampe, e, con le sue due accette
fatte interamente di oscurità, cercò di colpirlo
sulla testa
dall'alto.
La
creatura, tuttavia, riuscì a balzare all'indietro e, mentre
si
trovava ancora a mezz'aria, sputò una grossa
quantità di saliva
verde contro l'avversaria. Rapidamente, la maga posò una
mano a
terra e un muro di oscurità bloccò l'attacco,
venendo però sciolto
da esso.
“Mi
chiedo per quanto potrai difenderti con la tua
oscurità.” sibilò
il geco, iniziando a muovere le code come due fruste, facendole
schioccare in direzione della ragazza.
Sisara
non lo degnò di alcuna risposta, domandandogli
“Tu, invece, credi
di avere abbastanza saliva?”
“Non
devi preoccuparti per me. Quella saliva è prodotta dal mio
corpo e,
se serve, posso usare parte della mia energia per crearne ancora e
ancora.” spiegò Giecas “Tu, d'altro
canto, non disponi di una
fonte inesauribile di energia e dato che la tua magia non è
quella
degli Slayer, non puoi cibarti dell'oscurità per
ricaricarti”.
Sisara
non batté ciglio. Quel demone aveva ragione, lei non poteva
andare
avanti all'infinito, anche perché le sue compagne non
potevano
aspettarla tutta la notte. Il piano doveva concludersi nel giro di un
paio d'ore al massimo ma, stando a quanto gli stava dicendo
l'oscurità, tutte loro erano impegnate in alcuni scontri.
-Devo
cercare di finire questa lucertola per poi andare da Sebastian e in
seguito riunirmi con Charlotte e le altre.- si disse Sisara per poi
muovere di colpo le braccia in avanti.
Un
secondo dopo, dalla sua ombra fuoriuscirono due grossi serpenti che
si avventarono contro il suo avversario. Giecas non
indietreggiò e,
sferzando diverse volte le sue code, riuscì a distruggere la
testa
dei serpenti, che si dissolsero a mezz'aria, permettendogli di
osservare il corridoio completamente vuoto.
Alle
sue spalle, Sisara calò due potenti colpi con le sue asce
ma, con
sua sorpresa, Giecas alzò le zampe posteriori e le
afferrò i polsi,
bloccando i due colpi.
La
ragazza portò lo sguardo sulla testa del nemico e vide che
la stava
fissando senza neanche girare la testa. I suoi occhi, infatti, erano
molto grandi e posti sui lati, così da garantirgli una
visione
pressoché completa dell'ambiente circostante.
Il
demone, approfittandone, calò le due code sulle spalle di
Sisara,
procurandole diversi tagli ma lei, senza badarci troppo,
evocò altri
due serpenti dalla sua ombra che azzannarono Giecas alle zampe,
costringendolo a mollare la presa.
Purtroppo
per Sisara, il demone riuscì ad afferrarla nuovamente ad un
polso
con una coda e, senza alcuno sforzo, la scagliò in fondo al
corridoio, esattamente dov'era prima.
La
maga delle tenebre si rialzò quasi subito e, guardandosi
attorno,
sputò un po' di sangue, pulendosi poi le labbra con il dorso
della
mano destra.
-Da
questa parte del corridoio non ci sono vie di uscita. Non solo mi sta
trattenendo ma mi sta anche impedendo di andare ad aiutare
Sebastian.- pensò Sisara rigirandosi le asce tra le dita
-Devo
finirlo in fretta e per farlo devo privarlo di quelle zampe!-
Scattando
nuovamente verso il nemico, richiamò una grossa
quantità di
oscurità che l'avvolse completamente, facendola sembrare
un'ombra, e
preparò le asce per un colpo a X, incrociando le braccia al
petto.
“Immagino
che tu voglia proteggerti dalla mia saliva.” disse Giecas
gonfiando
le guance -Mi dispiace per te, ma posso renderla molto più
letale di
prima!- e, quando Sisara fu ad un metro di distanza, sputò
alcune
gocce di saliva, solo che queste erano più veloci e piccole.
Senza
neanche rallentare, trapassarono il corpo di Sisara all'altezza del
petto, sbalzandola all'indietro ma, con somma sorpresa di Giecas, il
copro della giovane si dissolse nell'aria e solo all'ultimo
notò un
movimento rasente al pavimento.
La
vera Sisara distese le braccia con lo scopo di tagliargli la testa
all'altezza della mandibola. Era troppo tardi per usare le code. Se
voleva salvarsi doveva per forza usare le sue zampe anteriori ed era
questo che sperava la ragazza.
Tuttavia,
quando le sue braccia furono distese completamente, disegnando una X,
colpì soltanto l'aria.
Giecas
aveva assunto una posizione eretta, restando in piedi grazie alle
sole zampe posteriori. Prima che il demone potesse schiacciarla con
le altre zampe, un tentacolo di oscurità afferrò
Sisara per la vita
e la tirò via, facendola atterrare in piedi.
“Astuta.”
disse il demone “Ti sei avvolta con le tue tenebre per farmi
pensare ad un qualche tipo di difesa ma in realtà ti sei
fatta
sostituire da una specie di copia mentre tu, sfruttando
l'oscurità
tutt'attorno, ti sei abbassata per un attacco a sorpresa”.
Sotto
gli occhi leggermente sorpresi di Sisara, il demone mutò
parzialmente il suo aspetto: le zampe posteriori cambiarono
muscolatura, diventando simili alle gambe di un umano, e lo stesso
fecero le altre quattro zampe, diventando però simili a
braccia.
Anche gli occhi si spostarono in avanti, andando a posizionarsi come
in un qualunque altro corpo.
Ora
il demone era alto più di due metri e Sisara ne dedusse che,
da lì
in poi, sarebbe cambiato anche il suo modo di combattere. Un altro
indizio per quel suo pensiero era il fatto che ora, le due code,
erano distese a terra, quasi come sostegni.
Giecas
iniziò ad avanzare, modificando ulteriormente le sue
braccia,
rendendole più muscolose e provviste di lunghi artigli neri,
ma la
maga non si mosse di un millimetro, continuando a pensare ad un piano
per eliminarlo.
Rinfoderando
temporaneamente le sue asce, evocò una grossa figura
umanoide senza
volto e la mandò contro Giecas il quale, con un movimento
secco di
un braccio, tagliò la testa alla figura, che però
si rigenerò
all'istante.
Leggermente
sorpreso, il demone iniziò a combattere contro quella
creatura di
oscurità che però non sembrava spinta a
sconfiggerlo, pareva più
intenta a fermarlo in quel punto, senza permettergli di avanzare.
Dietro
alla creatura, Sisara era impegnata a concentrarsi sia per continuare
a far affluire potere magico nel suo difensore, in modo tale da
continuare a rigenerarlo, sia a trovare un modo per sconfiggere
Giecas.
-Quelle
braccia potrebbero essere un problema. Se sbaglio anche solo una
mossa per me è la fine.- pensò la ragazza per poi
schioccare le
dita e far dissolvere la creatura. Subito dopo, corse verso il suo
avversario -Tenterò con quella mossa!-
Giecas
non si fece cogliere impreparato e, con le braccia inferiori,
cercò
di colpirla con dei veloci affondi ma Sisara scese più
velocemente
del previsto, menando i due colpi verso le gambe del nemico.
Il
demone fu sul punto di indietreggiare ma, all'ultimo, vide che dal
soffitto era sbucata una copia di Sisara, interamente fatta di
oscurità, la quale stava per colpirlo con lo stesso attacco
dell'originale, solo che il bersaglio della copia erano le braccia
superiori.
-Un
attacco a specchio?- si domandò Giecas un secondo prima che
la copia
gli recidesse le braccia superiori e Sisara gli conficcasse le sue
asce nelle ginocchia, facendolo urlare di dolore.
La
copia si dissolse all'istante così Giecas, cadendo
all'indietro, si
preoccupò solo dell'originale e, veloce come un fulmine,
cercò di
colpirla con delle sferzate utilizzando le sue code ma un altro
tentacolo di oscurità trasse in salvo la maga.
“Bene
e ora...!” iniziò Sisara ma un'improvvisa fitta di
dolore la colpì
alle gambe e, abbassando lo sguardo, scoprì che diversi
spuntoni
ossei erano conficcati in vari punti dalle cosce in giù.
La
maga cadde a terra di schiena in contemporanea con Giecas ma, dopo
pochi istanti, riuscì a puntare i gomiti a terra, alzando il
busto.
Dalle varie ferite sulle sue gambe stava sgorgando parecchio sangue e
il dolore era insopportabile.
Spostando
lo sguardo su Giecas, notò che sulle sue code erano
scomparsi i
piccoli spuntoni ossei. Glieli aveva scagliati nel momento in cui era
stata tratta in salvo dal tentacolo di oscurità.
“Maledetto
bastardo...” sibilò la ragazza, utilizzando alcuni
tentacoli per
rimuovere gli spuntoni e, successivamente, avvolgersi le gambe con
dell'oscurità. Tentò di alzarsi in piedi ma il
dolore la fece
crollare subito, costringendola ad appoggiarsi contro il muro.
Il
volto era ormai pallido e aveva il fiatone, inoltre stava pian piano
finendo il potere magico.
-Almeno
sono riuscita a tagliargli due braccia...- pensò sollevata
Sisara
ma, purtroppo per lei, Giecas si alzò in quel momento e
presa per
terra gli arti recisi. Sotto lo sguardo ormai stanco di Sisara, le
braccia, posizionate vicine ai punti di recisione, si riattaccarono
al corpo del nemico come se nulla fosse.
“Complimenti
per l'attacco. Se solo fossi riuscita a recidermi tutti gli arti,
avresti di sicuro vinto.” si complimentò Giecas
“Ma purtroppo
per te, ora devi morire”.
Ormai
Sisara era allo stremo. Non temeva molto al morte ma il fatto di
darla vinta a quell'essere le dava un immenso fastidio.
-Sembra
proprio che dovrò puntare su quest'ultimo attacco.-
pensò mesta la
ragazza, rialzandosi con l'aiuto di alcuni tentacoli. Due di essi si
avvolsero intorno alle sue gambe. Il dolore non diminuiva ma almeno
poteva restare in piedi.
Chiuse
lentamente gli occhi e Giecas si arrestò di colpo,
avvertendo
qualcosa di anomalo. Il potere magico di Sisara si stava espandendo
rapidamente e diversi simboli neri apparvero su tutto il suo corpo,
iniziando a muoversi come se fossero dotati di vita propria.
La
ragazza prese in mano le sue due asce e iniziò a farle
roteare nelle
mani.
“E'
vero, io non sono né una dragon slayer né una god
slayer né una
demon slayer... ma ciò non significa che io non conosca
qualcuna
delle loro mosse.” sibilò Sisara alzando lo
sguardo sul suo
avversario e afferrando di colpo le due asce, ora avvolte da una
densa aura di oscurità.
Giecas
sgranò gli occhi per la sorpresa e fece per indietreggiare,
ma
diversi tentacoli di oscurità fuoriuscirono dalla sua stessa
ombra,
bloccandogli le code e le gambe. Nello stesso momento, Sisara
scagliò
le sue due asce, mirando alle braccia inferiori.
“Con
queste ti prenderò di sicuro!” ghignò
Sisara.
Le
due armi crearono un grosso spostamento d'aria, lasciando una scia
oscura dietro di loro e di certo avrebbero colpito il bersaglio.
Tuttavia,
Giecas si concesse un piccolo ghigno e, in un istante,
riportò le
braccia inferiori alla loro grandezza originaria, distendendole lungo
il copro ed evitando così le due asce.
“Peccato,
ma se questa era la tua mossa spec...!” Giecas smise di
parlare nel
momento stesso in cui vide una grossa quantità di potere
magico
convergere nel pugno destro di Sisara, interamente avvolto
dall'oscurità.
“DARKNESS
DEMON'S...!!!”
Dopo
aver ruotato il busto verso destra, Sisara distese il braccio destro
in avanti.
“...
BLACK SNAKE!!!”
L'oscurità
scaturita dal pugno assunse le sembianza di un enorme serpente che si
scagliò velocemente contro Giecas, ruotando di novanta gradi
sul suo
asse e aprendo le fauci per azzannarlo sui fianchi.
Giecas,
dopo lo stupore iniziale, tornò in sé e,
trasformando ancora una
volta le braccia inferiori, le distese verso l'esterno, bloccando le
fauci del serpente che, tuttavia, continuò a stringere per
riuscire
ad azzannarlo.
“Mi
dispiace! Ma dovrai fare meglio di così!”
urlò Giecas restando
tuttavia confuso dal piccolo sorrisetto di Sisara la quale
sibilò
“Non avevo detto che con quelle asce ti avrei preso di
sicuro?”
Il
demone sgranò gli occhi e, velocemente, ruotò la
testa di lato,
notando che l'oscurità presente sulle asce si era
trasformata in due
tentacoli i quali si erano attaccati al muro e, in quel momento,
avevano scagliando nuovamente le asce verso di lui.
Le
code erano bloccate e le braccia superiori non avrebbero mai fatto in
tempo.
Le
due armi lo colpirono con precisione chirurgica sulle braccia
inferiori, tagliandogliele di netto e spianando così la
strada al
serpente che chiuse di scatto la bocca, distruggendo il busto di
Giecas e spezzandogli così il corpo a metà.
La
parte superiore del copro cadde a terra con un tonfo, schizzando
sangue ovunque, mentre le gambe si accasciarono silenziosamente,
collassando sulle code.
Il
grosso serpente di oscurità si dissolse nell'aria e Sisara
cadde a
terra di faccia, iniziando ad ansimare pesantemente per la
stanchezza. Nella caduta, il cranio di lupo era scivolato lontano da
lei, ma in quel momento non le importava molto. Aveva eliminato il
suo nemico e quella era la cosa più importante.
“Tu...
dannata... umana...”
La
ragazza sgranò gli occhi per la sorpresa e alzando
leggermente la
testa, notò che Giecas era ancora vivo e, sfruttando il
braccio
destro, si stava trascinando verso di lei.
“Io
ti ucciderò... qui e ora...”
-Maledizione...-
Sisara ormai non sapeva più cosa fare. Quell'ultimo attacco
l'aveva
privata di tutto il suo potere magico e ora non riusciva neanche a
muoversi.
Giecas
si avvicinò ancora di qualche metro ma all'ultimo,
l'oscurità
sussurrò qualcosa a Sisara che, dopo aver preso fiato,
urlò
“SEBASTIAN!!!”
Il
demone parve non sentirla neanche ma, dopo pochi istanti, il soffitto
sopra di lui cedette e una grossa quantità di roccia lo
seppellì
del tutto, uccidendolo definitivamente.
Sisara
tossì a causa della polvere ma alla fine riuscì a
mettere a fuoco
la montagnola di detriti davanti a lei dalla quale sbucava un braccio
di Jijis, l'avversario di Sebastian.
Proprio
il ragazzo, subito dopo, saltò già nel corridoio
e, guardandosi
attorno, la vide a terra. Dopo essersi avvicinato, le tese una mano e
le domandò “Tutto bene?”
“A
te come sembra?” domandò secca Sisara, mentre il
ragazzo, con un
po' di imbarazzo, la aiutava ad alzarsi, facendole passare un braccio
intorno al collo per sorreggerla “S... scusa... non volevo
offenderti”.
“Non
mi hai offesa.” disse Sisara, spostando lo sguardo sulla
montagnola
di detriti “L'importante è che li abbiamo
eliminati”.
Sebastian
annuì, avviandosi poi verso le scale ma, poco davanti a
loro, il
pavimento esplose, scagliando detriti ovunque e facendoli cadere
all'indietro, con sommo odio di Sisara.
Rialzandosi,
i due notarono attraverso il polverone una ragazza, la quale si
girò
di scatto verso di loro.
“E
lei chi è?” domandò Sebastian
leggermente intimorito.
“Una
nostra compagna... che ha finalmente deciso di mostrare la sua vera
faccia.” spiegò Sisara, facendo cenno al ragazzo
di avvicinarsi
alla nuova arrivata.
[Qualche
minuto prima...]
Leya
affettò rapidamente diversi rovi scagliati dal suo
avversario,
scattando poi verso di lui ma venendo poi respinta dalla possente
coda di rettile.
La
ragazza aveva le braccia piene di lividi e un piccolo taglio sulla
guancia destra, un regalino dei rovi controllati dal demone di fronte
a lei che, malgrado l'ostentato silenzio da quando aveva rivelato il
suo potere, non sembrava intento a lasciarla vincere.
Il
demone passò a sua volta all'attacco e dalle braccia si
districarono
una dozzina di rovi che si conficcarono nel terreno.
Leya,
dopo pochi secondi, avvertì un leggerò tremolio
nel pavimento e,
saltando in alto, evitò il grosso dell'attacco, procurandosi
tuttavia dei graffi sulle gambe. La giovane, ruotando su sé
stessa,
tagliò di netto tutti i rovi e, non appena ebbe toccato
terra, compì
un movimento simile al lancio del giavellotto, scagliando una lunga
lama d'ossa addosso al suo avversario che, non riuscendo a mettersi
in posizione di difesa, venne trapassato alla spalla destra.
Il
demone mugugnò per il dolore, estraendo nel contempo la lama
e
gettandola a terra, ma non si scompose più di troppo,
limitandosi ad
osservare la sua avversaria.
“Non
mi sembri molto partecipe.” commentò la rossa,
scostando una
ciocca di capelli da davanti agli occhi.
“Qual'è...
il tuo nome...?” domandò il demone, restando
perfettamente
immobile.
“Perché
mai vorresti saperlo?”
“Perché
un carnefice... adora sapere il nome delle sue vittime...”
spiegò
il nemico assottigliando lo sguardo.
Un
piccolo ghigno si disegnò sulle labbra della maga che disse
“Ma
che coincidenza, stavo pensando la stessa cosa. Mi chiamo Leya,
dragon slayer delle ossa”.
“Sanguish,
demone scelto dalla grande Aghisa.” si presentò a
sua volta il
demone, distendendo di colpo le braccia verso l'esterno ed allungando
tutte quante le spine presenti sui rovi.
Velocemente,
azzerò la distanza tra di loro e cercò di colpire
Leya con diversi
pugni e colpi di taglio. La maggior parte degli attacchi andarono a
segno ma, allo stesso modo, la maggior parte dei fendenti della maga
raggiunsero il nemico, procurandogli diversi tagli, anche profondi,
dalla quale iniziò a colare parecchio sangue.
Quasi
in simultanea, i due balzarono all'indietro, riottenendo una distanza
di sicurezza, ma Leya, convinta del fatto che tutte quelle ferite
dovessero aver causato un qualche tipo di danno, lo incalzò
nuovamente, cercando di trafiggerlo all'altezza del cuore.
Dopo
aver deviato i primi colpi, Sanguish sfruttò la sua coda e,
balzando
all'indietro con essa, si portò fuori dalla portata di Leya,
riuscendo subito ad avvolgerle un rovo intorno al braccio destro.
Prima
che la maga potesse liberarsi, il demone la scagliò contro
il muro
alla sua sinistra e in seguito, avvicinandosi allo stesso muro,
ruotò
su sé stesso, scagliandola contro l'altro muro e facendole
distruggere parte della parete insieme a diverse finestre.
Leya
si arrestò contro la parete in fondo al corridoio,
distruggendo una
grossa statua raffigurante una specie di angelo.
Sanguish
sembrò soddisfatto dell'attacco, ma quando tentò
di ritrarre il
rovo, avvertì una forte resistenza. Qualcosa o, per meglio
dire,
qualcuno, lo stava trattenendo.
Nel
polverone venutosi a creare, si accesero due bagliori dorati e una
voce sibilò “Dimenticavo... ora che non
c'è nessuna delle mie
compagne con me... non devo trattenermi”.
Un
secondo dopo, il demone venne strattonato verso il polverone dalla
quale fuoriuscì Leya, la quale ora aveva diversi graffi su
tutto il
corpo, che lo colpì in piena faccia con il pugno sinistro,
ricoperto
di piccole lame ossee.
Il
colpo fu abbastanza potente da spezzare di netto il rovo che Sanguish
aveva usato per scagliare la ragazza e il corpo del demone
rimbalzò
più volte sul pavimento, conficcando poi le braccia nel
suddetto per
fermarsi.
Ora
l'occhio destro non era più visibile e il cranio, nel punto
dov'era
stato colpito, era gravemente deformato ma il demone, tuttavia,
rimaste sveglio, senza cadere al suolo.
“Notevole
potenza...” sibilò Sanguish scuotendo leggermente
la testa.
“Notevole
resistenza.” ribatté Leya ricoprendo anche l'altra
lama di piccole
ossa “Se ti colpirò con queste lame, non
avrò problemi a
polverizzarti le ossa”.
“Vedremo...”
commentò il demone, un secondo prima che la ragazza
scattasse
nuovamente contro di lui, cercando di colpirlo con un diretto destro.
Sanguish, per proteggersi, fece una capriola a mezz'aria e,
conficcando le dita nel pavimento, calò un possente colpo
dall'alto
con la sua coda, la quale si schiantò contro il pugno di
Leya.
Il
terreno sotto di loro si crepò pesantemente ed entrambi
vennero
sbalzati all'indietro e Leya, fermandosi dopo pochi metri, si
guardò
il pugno destro.
-Non
ho avvertito la presenza di ossa nella sua coda... possibile che
siano solo muscoli?-
Notando
che il suo avversario si era fermato ad osservarla, Leya strinse i
pugni e scattò nuovamente verso di lui.
-Se
la coda non ha delle ossa al suo interno, dovrò mirare solo
al busto
e alla testa.- pensò la ragazza, prima di iniziare a
sferrare una
serie di pugni incredibilmente veloci.
Sanguish,
a differenza di prima, non utilizzò le braccia per deviare
gli
attacchi, bensì la sua grossa coda, grazie alla quale
poté
sopravvivere alla prima serie di pugni, passando poi al contrattacco.
Cogliendo
alla sprovvista Leya, attaccò con un affondo di coda,
colpendola
dritta sullo sterno, spezzandole il fiato. La ragazza
boccheggiò
alla ricerca di aria, riuscendo tuttavia a restare in piedi.
Il
demone ruotò nuovamente su sé stesso e,
colpendola al volto, la
spedì contro il muro già semi-distrutto,
scagliandola così nel
piccolo cortile all'esterno, posto sul retro del castello.
Lentamente,
Sanguish uscì nel cortile, notando Leya sdraiata a qualche
metro da
lui. Assottigliò lo sguardo, domandandosi se fosse
già finito lo
scontro ma, non appena ebbe mosso la coda per spostarsi, dalla
schiena della ragazza fuoriuscirono due enormi zampe di drago
scheletriche.
Il
demone sobbalzò per lo spavento ma, quando le due braccia si
avventarono contro di lui, si dissolsero nell'aria, sorprendendolo
nuovamente.
“Un'illusione...”
sibilò Sanguish abbassando lo sguardo e beccandosi un pugno
dritto
sul naso che gli fece letteralmente esplodere la testa, schizzando
sangue su tutto il muro alle sue spalle.
Leya
rimase qualche secondo con il braccio disteso in avanti, lasciandolo
poi cadere lungo il fianco. Usare quell'illusione era stata una buona
mossa, ma per garantire un buon effetto, aveva usato molto potere
magico.
Tirando
un sospiro di sollievo, la ragazza si permise un piccolo sorriso
-Bene, ora devo riunirmi alle altre.- ma, un secondo dopo, la coda di
Sanguish le avvolse interamente il busto, bloccandole le braccia.
Il
demone alzò le braccia, pronto per trafiggerle la testa con
le mani,
ma gli occhi di Leya si circondarono di un debole bagliore bianco e
gli arti dell'avversario esplosero in più punti, piegandosi
e
mettendo in mostra le ossa spezzate.
La
coda allentò leggermente la presa e la ragazza ne
approfittò per
liberarsi definitivamente, compiendo un balzo per mettere tra lei e
il suo avversario qualche metro, poggiando poi un ginocchio a terra.
-Che
diavolo succede? Gli ho distrutto la testa... dovrebbe essere
morto...- pensò Leya, osservando guardinga Sanguish, il cui
corpo
non si era ancora accasciato al suolo.
Dopo
qualche secondo, dal collo del demone fuoriuscirono diversi rovi e,
da essi, spuntò una sottospecie di rana viola dal cui corpo
venivano
generati proprio quei rovi.
I
grandi occhi verdi dell'anfibio si posarono su Leya e, con voce
acuta, le disse “Maledetta... hai distrutto uno dei miei due
corpi
ospiti”.
“Corpi
ospiti?” domandò Leya, pur avendo intuito a cosa
si riferisse.
“Sì,
ospiti. Questo umano e questa sanguisuga demoniaca erano i miei corpi
ospiti e aveva deciso di unirli in un unico corpo.”
spiegò
Sanguish sbattendo più volte gli occhi, per poi rientrare
dentro al
busto “Sembra proprio che dovrai diventare il mio nuovo corpo
ospite”.
-Non
ci contare troppo!-
Leya
evitò senza problemi una grossa quantità di rovi,
riuscendo poi ad
avvicinarsi al nemico e trafiggergli i polmoni con due lame ossee
fuoriuscitele dagli avambracci. Purtroppo per lei, quell'attacco non
sorti effetto e, dopo essere stata afferrata alla caviglia dalla
coda, venne sollevata da terra, venendo poi sbattuta al suolo con
incredibile potenza.
“Ostinato
il bastardo.” sibilò Leya per poi afferrare la
coda e conficcarci
dentro le dita, riuscendo così a togliersela dalla caviglia,
facendo
poi subire al suo avversario lo stesso trattamento, solo che non si
limitò a schiantarlo al suolo una volta, ma lo fece per ben
cinque
volte, lanciandolo poi di nuovo dentro al corridoio dove aveva avuto
inizio il loro scontro.
La
ragazza lo seguì immediatamente e, non appena ebbe messo
piede nel
corridoio, un rovo le trapassò la coscia sinistra, facendole
stringere i denti per il dolore. La dragon slayer, tuttavia,
riuscì
a girarsi verso il nemico e a scagliarli contro due lame ossee
rotanti che tranciarono via le braccia di Sanguish, facendole cadere
a terra.
-Se
voglio concludere lo scontro, devo disfarmi di quella rana.-
pensò
Leya tagliando il rovo ancora conficcato nella sua gamba, per poi
estrarlo e gettarlo a terra.
Sanguish
si raccolse sulla sua coda e, usandola come molla, balzò in
avanti,
facendo fuoriuscire diversi rovi dal collo e dai moncherini delle
braccia. Leya lo attese con le braccia alzate ma, quando il demone fu
ad appena un metro da lei, si abbassò di scatto, creando una
lama
ossea molto larga nel braccio destro e conficcandola nel corpo del
nemico, all'altezza della vita.
Per
quanto fosse larga, comunque, la lama non riuscì a tagliare
in due
il nemico ma Leya non voleva tagliarlo, voleva solo rendere
più
piccola la zona dove la rana poteva nascondersi e questo Sanguish lo
capì troppo tardi.
Grazie
ai suoi sensi sviluppati, Leya percepì il battito del cuore
di
Sanguish poco sotto la base del collo e, caricando il pugno sinistro,
ora ricoperto di piccole lame ossee, colpì violentemente il
busto
del nemico, crepando il pavimento sotto di sé e scagliandolo
contro
il soffitto.
La
potenza del colpo fu tale da distruggere il soffitto di pietra,
facendo raggiungere a Sanguish addirittura il terzo piano.
Leya,
non convinta appieno di averlo fatto fuori, saltò in alto,
raggiungendo l'ultimo piano, trovandosi di fronte a diverse macerie
dalla quale spuntavano i resti di altri due demoni.
Avvertendo
un movimento alle sue spalle, la ragazza si girò di scatto,
bloccandosi subito dopo aver riconosciuto Sisara insieme ad un
ragazzo, probabilmente l'obbiettivo della missione.
“E
lei chi è?” domandò Sebastian
leggermente intimorito.
“Una
nostra compagna... che ha finalmente deciso di mostrare la sua vera
faccia.” spiegò Sisara, facendo cenno al ragazzo
di avvicinarsi
alla nuova arrivata.
Leya
rimase leggermente scossa dal fatto che l'avessero vista in quella
forma e, quando fu sul punto di andarsene, Sisara le disse
“E'
inutile che te ne vai, le altre sanno già del tuo vero
potere”.
“Come
avete fatto a scoprirlo?” domandò Leya,
leggermente più calma di
prima.
“Le
tenebre me l'hanno detto e io l'ho detto alle altre, ma non
preoccuparti, sanno solo quello. Il tuo vero nome è al
sicuro.”
spiegò la maga dell'oscurità.
Leya
annuì silenziosamente, incredibilmente sollevata da
ciò. Le sue
compagne sapevano del suo potere, eppure non avevano cercato di
allontanarla o di lasciarla indietro. L'avevano trattata come una
ragazza qualsiasi.
“Ti
ringrazio.” disse Leya, ruotando poi su sé stessa
e scagliando un
pugnale osseo addosso a Sanguish, trafiggendo la piccola rana,
intenta a saltarle addosso, e conficcandola nel muro.
Sebastian
osservò incredulo la scena ma preferì non fare
domande. Non era il
caso.
“Ora,
andiamo da Charlotte e dalle altre.” disse Leya e Sisara
annuì,
facendo cenno al ragazzo di avviarsi verso le scale.
Combattere
contro un arcidemone, di sicuro, non era una cosa facile e questo, le
quattro maghe di Last Hope, lo stavano capendo molto in fretta.
Malgrado
avessero dalla loro il vantaggio numerico, nessuna di loro era
riuscita ad assestare un colpo mortale ai danni di Aghisa che, al
contrario, era riuscita a colpirle più volte, provocando
vari danni.
Nascosta
dietro ad una montagnola di ossa, Kaori Yuno era intenta ad osservare
l'arcidemone, impegnato ad affrontare Ireth.
“Così
non va... lo scontro sta andando avanti da diverso tempo eppure non
riusciamo a tirarla giù.” bofonchiò la
maga degli elementi e
Fujiko, dietro di lei, disse “Beh, è pur sempre un
arcidemone.”
e a Kaori Yuno non piacque affatto il tono saccente della compagna,
ma preferì rimanere in silenzio.
“Cosa
dobbiamo fare?” domandò Aileen, torturandosi le
mani. Non era
riuscita a combinare molto e il fatto di essere davanti ad una specie
di vicolo cieco la innervosiva.
“Gli
attacchi a caso non servono a nulla con lei.” disse Kaori
Yuno
“Dobbiamo mirare a dei punti vitali scoperti, come ad esempio
la
spina dorsale. Fujiko, io e te penseremo a distrarla insieme a Ireth,
mentre Aileen la colpirà alla base del collo”.
Le
due maghe annuirono e Aileen diventò invisibile, iniziando
poi a
spostarsi lungo il muro della stanza. Grazie ai precedenti attacchi,
gran parte del pavimento era stato liberato dalle ossa e ora poteva
muoversi più liberamente.
In
quel momento, Ireth evitò di essere schiacciata da un pugno
di
Aghisa e, saltandole sul braccio, le conficcò i due
avambracci,
trasformati in due lame d'acciaio affilate, nella carne.
L'arcidemone,
tuttavia, si limitò a schiacciarla contro la parete, notando
poi che
la ragazza si era trasformata in sabbia, riassumendo la sua forma una
volta toccato il pavimento.
“Ehi
stronzetta, qual'è il problema?” Non riesci a
colpirmi?” domandò
Ireth mostrando il dito medio della mano destra.
Aghisa
assottigliò lo sguardo e, dalla bocca, scagliò
diverse sfere di
energia nere che, a contatto con la parete o il pavimento, esplosero,
creando dei fori nella roccia.
Ireth
fissò per qualche secondo quei fori, intuendo che, se fosse
stata
colpita da una di quelle sfere, se la sarebbe vista brutta... e
questo non fece altro che far ampliare il suo ghigno.
Prima
ancora che la ragazza potesse attaccare nuovamente il demone, alcune
lame d'acqua colpirono Aghisa sulle gambe e sulle braccia, riportando
la sua attenzione su Kaori Yuno, uscita allo scoperto e ora provvista
di due ventagli rossi dai dettagli dorati.
L'arcidemone
ringhiò all'indirizzo della maga e aprì
nuovamente le fauci per
scagliare delle sfere oscure, tuttavia Fujiko, sbucata vicino ad
Ireth, prese il controllo dell'acqua usata poco prima dalla compagna
e, dopo aver avvolto la testa dell'arcidemone, fece ghiacciare
l'acqua.
-Ha
funzionato?- pensò Kaori Yuno, percependo con i suoi sensi i
movimenti di Aileen alle spalle dell'arcidemone. Aghisa era crollata
sulle sue ginocchia e non stava muovendo neanche un muscolo.
Lentamente,
portò lo sguardo su Fujiko e, con un cenno della testa, le
diede il
via libera.
La
compagna annuì e, sfruttando un po' di acqua non ghiacciata,
la
solidificò, creando una katana di ghiaccio. Aileen, solo per
un
secondo, tornò visibile ma, quel singolo secondo,
bastò ad Aghisa
per distruggere il giaccio con un potente urlo, creando un'onda
d'urto che fece cadere a terra Ireth, Kaori Yuno e Fujiko, ma non
Aileen, la quale si trovava alle spalle dell'arcidemone.
Aghisa,
velocemente, ruotò su sé stessa ed
afferrò la maga, bloccandola
completamente, con la sua mano destra, alzandola poi e portandosela
davanti alla faccia.
“Avrei
voluto mangiarti... ma credo che mi limiterò ad ucciderti
velocemente!” urlò l'arcidemone, tornando a
voltarsi verso le
altre maghe e scagliando Aileen dall'altra parte del muro.
Fujiko,
un secondo prima che la compagna venisse scagliata, riuscì a
trasformare la katana in acqua, avvolgendo il corpo di Aileen. La
maga dell'invisibilità, tuttavia, trapassò la
parete, facendola
collassare su sé stessa e venendo così divisa
dalle altre.
“Aileen!!!”
urlò Kaori Yuno rialzandosi, mentre Ireth rivestiva la sua
pelle
d'acciaio.
“Non
preoccuparti, dovrebbe essere ancora viva.” disse Fujiko
richiamando a sé il ghiaccio presente nella stanza
“Ora però
dobbiamo occuparci del nostro bersaglio”.
“Essere
sopravvissuta ad un colpo del genere... di sicuro starà
piangendo
come una bambina per il dolore.” ghignò Aghisa,
iniziando ad
avanzare verso le tre maghe.
Kaori
Yuno strinse forti i denti, ma alla fine si girò per
affrontarla,
trucidandolo con i suoi occhi bramosi di sangue “Io ti
farò a
pezzi!”
Aileen
riaprì lentamente gli occhi, abituandosi lentamente alla
luce fioca
prodotta dalle poche torce appese alle pareti.
Mettendosi
seduta, si guardò attorno, scoprendo di essere finita in
un'altra
stanza, più piccola di quella dove stava affrontando Aghisa,
piena
di strumenti per le torture. Erano tutti sporchi di sangue ormai
secco e, ad una prima vista, non vi era nessuno nei paraggi.
Pochi
secondi dopo, però, il portone di legno posto poco lontano
da lei si
aprì e due figure fecero il loro ingresso nella stanza.
La
prima delle due era una bambina sui dodici anni, dalla pelle chiara e
dal fisico magro. I vispi occhi color verde erano incorniciati da dei
lunghi capelli mossi arancio/rossi che risaltavano grazie al
vestitino bianco, con dei piccoli fiorellini ricamati, abbinato a
delle scarpette nere. La cosa inquietante del suo vestiario era che
il candido abito era in parte macchiato di sangue.
La
seconda figura, invece, era un ragazzo alto sul metro e ottanta, dai
lineamenti duri e con una cicatrice che gli attraversava
verticalmente la faccia, passando in mezzo agli occhi color zaffiro.
Il fisico scolpito era coperto da una canotta blu abbinata a dei
pantaloni larghi grigi, lo stesso colore degli scarponcini. I corti
capelli neri erano spettinati tranne che per una ciocca che gli
cadeva in mezzo alle sopracciglia, coprendo in parte la cicatrice.
Aileen
si rialzò lentamente, facendo gocciolare dai suoi capelli un
po'
d'acqua che l'aveva salvata dall'impatto.
I
tre si fissarono in silenzio per diversi secondi. Gli occhi sgranati
e le facce sorprese.
“Akira...
Kenta...” sussurrò Aileen portandosi una mano a
coprire la bocca.
“Aileen...”
disse il ragazzo di nome Kenta, assumendo poi uno sguardo...
contrariato?
“Aileen!!!”
urlò la bambina, lanciandosi addosso alla ragazza, e
facendola
cadere a terra di nuovo. La maga dell'invisibilità
ricambiò
prontamente l'abbraccio, accarezzando i capelli della bambina la
quale si era messa a ridere “Non credevo che ti avrei
più
rivista!”
Dopo
essersi scostata da Aileen, Akira la aiutò ad alzarsi e,
girandosi
verso Kenta disse “Hai visto? E' Aileen! Ora possiamo tornare
ad
essere un trio come un tempo!”
“Akira...
allontanati da lei.” sibilò Kenta, materializzando
una spada
dall'aspetto mostruoso. Era interamente nera e sembrava fatta di ossa
umane a giudicare dal teschio usato come pomolo e le costole
incastonate nella guardia.
“Kenta...
cosa stai facendo?” domandò Akira indurendo lo
sguardo.
“Lei
è un'intrusa e ci è stato ordinato di eliminare
tutti gli intrusi,
nessuno escluso.” spiegò Kenta puntando la lama
contro Aileen che
lo fissò senza parole “Kenta ma che stai dicendo?
Non mi
riconosci?”
“E'
inutile Aileen...” iniziò Akira “Quando
è arrivata qui
quell'Aghisa ha fatto un lavaggio del cervello a tutti coloro che non
erano d'accordo sul fatto di allearsi con i demoni. Io ho fatto buon
viso a cattivo gioco ma Kenta...”
Aileen
spostò lo sguardo sul ragazzo che un tempo l'aveva salvata e
percepì
una grossa quantità di potere oscuro scaturire dalla sua
arma.
“Magia
dell'odio.” l'anticipò Akira “Sfruttando
il suo odio, può
creare ciò che più gli aggrada”.
Ormai
Aileen non sapeva più cosa pensare. Lei non voleva
assolutamente
affrontare Kenta ma lui non sembrava dello stesso avviso, anzi,
sembrava intenzionato ad eliminarla a tutti i costi.
“Aileen...
resta indietro.” commentò Akira mentre alcuni
strumenti di ferro
iniziavano a levitare a mezz'aria per poi frantumarsi e diventare
tante schegge metalliche affilate “A lui ci penso
io!”
“Akira...?”
iniziò Aileen restando leggermente intimorita dal ghigno
apparso
sulle labbra della bambina. Per un attimo le tornò in mente
Ireth.
“Quindi...
hai deciso di tradire la potente Aghisa?” domandò
Kenta stringendo
la presa sull'elsa del suo spadone.
“In
realtà stavo solo attendendo il momento propizio per
andarmene da
questa gilda.” spiegò Akira, iniziando a far
roteare le schegge
“Meglio tardi che mai, no?”
Di
fianco a lei si posizionò Aileen, i cui occhi grigi erano
incatenati
a quelli blu dell'amico.
“Aileen,
resta dietro di me, non sei in grado di affrontarlo.”
l'ammonì
Akira ma la ragazza scosse la testa “E' anche un mio amico e
devo
aiutarlo come meglio posso!”
Akira
rimase in silenzio, limitandosi ad ampliare il suo ghigno, per poi
scagliare le sue schegge verso Kenta, nello stesso momento in cui
Aileen diventava invisibile.
“Questo
potrebbe essere l'ultima volta che ci vediamo, Kenta...”
iniziò
Akira “... perciò, vediamo di
divertirci!!!”
-
- -
Malgrado
l'incredibile calore generato dal sole, numerose persone affollavano
le piazze di Zafirus. Tutti coloro che non erano riusciti ad entrare
nell'arena per poter assistere al torneo indetto dalla gilda Last
Hope dovevano accontentarsi degli enormi schermi posizionati per la
città.
In
quel momento, tutti gli occhi erano puntati sullo scontro in atto, la
prima delle due semifinali, ovvero Zero e Miyuki contro Draco ed
Enor.
Lo
scontro era già iniziato da diversi minuti ma Draco era
già sul
punto di perdere del tutto la pazienza.
“POISON
DRAGON'S ROAR!!!”
L'imponente
cono di veleno si abbatté sul terreno, mancando il bersaglio
che,
avvicinatosi velocemente, colpì Drago sullo sterno con un
pugno,
facendolo indietreggiare di alcuni metri.
Zero
sembrava particolarmente a suo agio in quello scontro e il sorrisetto
sincero sulle sue labbra rafforzava quest'ipotesi.
“Levati
di mezzo!” urlò Draco, ricevendo come risposta una
breve risata da
parte di Zero.
Non
appena lo scontro era iniziato, Enor e Draco si erano lanciati
rispettivamente contro Zero e Miyuki ma i loro avversari, all'ultimo,
si erano scambiati di posto, iniziando poi a combattere.
Draco,
per quanto volesse vincere, desiderava ardentemente sconfiggere la
maga del sangue. Zero era il bersaglio di Enor ma in quel momento non
poteva permettersi di distrarsi, visto il pericolo che rappresentava
la sua avversaria.
Inoltre,
per concludere in fretta lo scontro, Draco si era tolto subito la
canotta e i guanti, in modo tale da avere una maggiore
possibilità
di infettare Zero con il suo veleno, peccato che l'albino era
riuscito a recuperare i guanti.
Essendo
quei guanti fatti di uno speciale materiale che non veniva corroso
dal veleno di Draco, ora Zero era in grado di colpirlo con i pugni
senza alcun problema e, ogni volta che il dragon slayer del veleno
cercava di colpirlo, lui si limitava ad allontanarsi con un balzo.
-Devo
riuscire ad avvicinarmi a lui... ma quel maledetto riuscirà
sempre
ad anticiparmi.- pensò Draco, mentre Zero si limitava a
fissarlo
dalla distanza.
Dopo
aver riflettuto su una possibile tattica, il dragon slayer
scattò
verso l'albino e cercò di colpirlo con un affondo della
mano. Zero
scansò il colpo di lato e Draco, cogliendo l'occasione al
volo,
ricopri il busto di veleno, facendo fuoriuscire dei lunghi spuntoni
di liquido velenoso.
Zero
sgranò leggermente gli occhi per la sorpresa ma
riuscì comunque ad
applicare abbastanza forza nelle gambe in modo tale da far crepare il
terreno e far così sprofondare Draco di qualche metro.
Il
dragon slayer maledì il suo avversario e, con un solo balzo,
riuscì
ad uscire dalla “trappola” di Zero, ricevendo un
pugno dal
suddetto albino. Draco, tuttavia, aveva già percepito il
movimento
dell'avversario così, incassando il pugno con le braccia
incrociate
davanti al volto, riuscì tuttavia a colpirlo con un calcio
sulla
coscia destra.
Draco
venne scagliato contro la parete dell'arena ma si rimise subito in
posizione di combattimento, notando che Zero non si era mosso.
-Quando
mi ha colpito con quel calcio la sua forza è aumentata
all'improvviso.- pensò l'albino spostando lo sguardo dalla
sua gamba
a Draco -Che abbia fatto qualcosa con il suo veleno?-
“Che
succede?” domandò Draco con un ghigno sulle labbra
“Qualche
problema?”
Zero
si limitò a sbuffare per poi lanciarsi addosso a lui.
Entrambi i
contendenti caricarono il loro pugno destro ma, quando i due colpi
impattarono tra di loro, stranamente Draco non venne sbalzato
all'indietro e il terreno sotto ai loro piedi si crepò
leggermente.
“Quindi
avevo ragione... il tuo veleno può anche
potenziarti.” disse Zero
indietreggiando di qualche passo.
“Non
è un vero e proprio potenziamento...”
iniziò Draco rivestendo le
braccia di veleno per poi scagliarsi addosso a Zero “... e
non vedo
perché dovrei spiegarti il mio potere!”
I
due iniziarono a scambiarsi diversi colpi benché nessuno
riuscisse a
colpire l'avversario ma Zero notò subito che Draco era
diventato più
veloce e reattivo, infatti, non appena cercava di allontanarsi, il
dragon slayer si muoveva come un'ombra, azzerando subito la distanza.
Non
appena i loro pugni cozzarono l'uno contro l'altro per l'ennesima
volta, Zero piegò all'indietro il braccio sinistro e
tentò di
colpire Draco con un affondo della mano.
Il
dragon slayer del veleno sgranò gli occhi per la sorpresa e
si
allontanò con un solo balzo, mentre una goccia di sudore gli
scendeva lungo la guancia.
“Che
succede?” domandò Zero con un sorriso sulle labbra
“Qualche
problema?”
“Quel
colpo... era intriso di istinto omicida...” iniziò
Draco “Volevi
per caso uccidermi?”
“Oh
tranquillo. Contavo molto sui tuoi sensi sviluppati.”
spiegò Zero
fissandolo con sguardo di superiorità “Ma sai...
mi stavi troppo
vicino!”
Una
vena iniziò a pulsare sulla fronte di Draco mentre il suo
tatuaggio
di un'hydra a sette teste, in costante movimento sul suo corpo,
iniziava ad ingrandirsi.
Senza
proferir parola, il dragon slayer azzerò nuovamente la
distanza
caricando nel mentre il pugno destro. Zero lo imitò subito e
scagliò
il colpo nello stesso istante dell'avversario ma, con sua somma
sorpresa, la potenza di Draco sembrava aumentata a dismisura.
Contro
ogni aspettativa, Zero venne scagliato contro la parete dell'arena,
creando un polverone a causa dell'impatto, cosa che fece ghignare
Draco, già intento a pregustare la vittoria, ma, grazie ai
suoi
sensi sviluppati, riuscì a sentire una specie di voce
registrata.
“Zero!
Questa è la seconda volta che ci sentiamo, non è
vero? Sempre alla
ricerca di avversari belli potenti, eh? Solita storia: potenza
inimmaginabile per dieci minuti! Occhio ai possibili postumi!”
Mentre
il polverone era ancora intento a diradarsi, Draco notò due
bagliori
rossi.
“E
va bene, fottuto rettile...” iniziò Zero
fulminandolo con i suoi
occhi rossi “... vediamo quanto riesci a farmi
incazzare!”
Draco
esibì un ghigno pari a quello dell'albino, mentre il
tatuaggio era
ormai grande come tutto il suo petto, per poi scagliarsi con tutto il
corpo contro il suo avversario.
Ad
una trentina di metri da loro, invece, Miyuki e Enor erano intenti a
bersagliarsi dalla distanza.
La
prima continuava a scagliare dei coltelli di sangue che, una volta
distrutti da Enor e dalle sue barriere di vuoto, tornavano semplice
sangue e Miyuki lo sfruttava nuovamente, riuscendo così a
non
sprecarne troppo.
Enor,
invece, era impegnato su due fronti. Infatti, mentre Miyuki si
limitava a schivare o a distruggere le lame di vuoto con il suo
braccio meccanico, lui aveva preferito difendersi con delle barriere,
riuscendo così a mantenere intatta la sua energia fisica.
Tuttavia,
lui sapeva benissimo che Miyuki lo stava sottovalutando. Era solo
questione di tempo e, di punto in bianco, la ragazza l'avrebbe
bloccato controllando il sangue all'interno del suo corpo.
-Devo
finire l'incontro con un solo colpo, così da non lasciarle
campo
libero con il suo potere.- pensò Enor cercando di
imprigionarla
dentro a delle sfere di vuoto ma, prima che potessero esplodere,
vennero distrutte dal braccio meccanico di Miyuki.
Se
si fosse trattato di uno scontro all'ultimo sangue, Enor avrebbe
potuto far apparire delle lame direttamente dentro a Miyuki, ma
così
facendo l'avrebbe uccisa e non poteva farlo.
Miyuki,
dopo aver creato nuovamente dei coltelli con il suo sangue, li
scagliò contro Enor che, al posto di distruggerli con una
barriera,
li rinchiuse in una sfera di vuoto, facendoli tornare sangue liquido,
dopodiché spostò la sfera alle sue spalle.
La
maga del sangue si accorse subito di non poter più contare
su quel
sangue in quanto, non appena cercava di controllarlo, si scontrava
con la sfera di vuoto, tornando semplice sangue.
Senza
batter ciglio, fece fuoriuscire altro sangue da una ferita sul
braccio sinistro con la quale creò una grossa sfera di
sangue. La
maga aveva decisamente perso un po' di colore, diventando
più
pallida, ma la cosa non sembrava disturbarla.
Senza
esitare, scagliò la grossa sfera di sangue addosso ad Enor
che creò
una barriera di vuoto per proteggersi, ma solo all'ultimo si accorse
di essere caduto nella trappola dell'avversaria.
La
sfera di sangue, infatti esplose in volo, spargendo sangue ovunque,
coprendo così la barriera di Enor ed oscurandogli
così la visuale.
Istintivamente, il ragazzo saltò indietro e, un secondo
dopo, la
barriera venne distrutta dal braccio meccanico di Miyuki che
continuò
ad avanzare, richiamando tutto il sangue intorno a lei.
Senza
dargli tregua, la ragazza scagliò di nuovo il sangue in
avanti e
Enor creò un'altra barriera, indietreggiando poi di nuovo.
Miyuki
ripeté il procedimento ma questa volta, Enor
bloccò il sangue
dentro ad un'altra sfera di vuoto, molto più grossa
dell'altra.
Quando
fu sul punto di spostarla dietro di sé, in modo tale da
tenerla
lontana da Miyuki, la ragazza distese il braccio metallico in avanti,
come a voler colpire la sfera, e, sorprendendo tutti, la sua mano si
staccò dall'arto, colpendo la sfera a mezz'aria,
distruggendola.
Con
uno schiocco delle dita, il sangue si scagliò addosso ad
Enor,
immobilizzandolo tranne che sulle amni, coperte da delle sfere di
vuoto. Il ragazzo iniziò subito ad estendere la barriera al
resto
del corpo ma Miyuki aveva ormai azzerato e, non potendo contare su un
pugno, lo colpì con un braccio teso alla gola, usando il
braccio
metallico.
Enor
volò a diversi metri di distanza, cadendo a terra di
schiena. Dopo
qualche secondo, riaprì gli occhi, iniziando a tossire a
causa della
botta subita alla gola ma, prima che potesse rialzarsi, Miyuki
saltò
su di lui e lo colpì con una sfera di sangue sullo sterno,
spezzandogli nuovamente il fiato.
Il
ragazzo annaspò alla ricerca d'aria, cercando tuttavia di
chiudere
Miyuki in una sfera di vuoto ma, purtroppo per lui, la ragazza
poggiò
il braccio metallico sul suo corpo, annullandogli i poteri.
“Ho
vinto io.” proferì Miyuki con sguardo neutro
mentre i suoi occhi
iniziavano a brillare di un tenue bagliore rosso. Enor
percepì
all'istante il corpo irrigidirsi e un dolore lancinante ai polmoni e
al cuore.
Dopo
qualche secondo di agonia, il mago del vuoto perse definitivamente i
sensi e, per sicurezza, Miyuki lo bloccò con una catena di
sangue,
mettendogli un pezzo del suo braccio sotto la maglietta,
così da
impedirgli di usare i suoi poteri qualora si fosse svegliato prima
della fine del match.
“Per
fortuna ho chiesto ad Amlach di modificarmi il braccio.”
disse
Miyuki mentre riagganciava la mano al braccio, aprendola e
chiudendola più volte per constatare che funzionasse.
Un
assordante ruggito le fece drizzare le orecchie e, voltandosi verso
Zero e Draco, vide un'enorme hydra a sette teste dalle scaglie nere
posizionata dietro al mago del veleno, il cui ghigno vittorioso
faceva pensare ad una possibile arma segreta.
Velocemente,
la ragazza si avvicinò al suo compagno e gli
domandò “Mi sono
persa qualcosa?”
“A
quanto pare il suo tatuaggio è 'vivo' e si è
trasformato in quella
bestia lì.” spiegò Zero con voce
neutrale “Nulla di eclatante”.
Miyuki
alzò un sopracciglio e, un secondo dopo, si
abbassò di scattò,
evitando al pelo delle lame velenose scagliate da Draco.
“E'
diventato più veloce”.
“Non
solo. La sua forza e sua resistenza sono anche aumentate.”
aggiunse
Zero.
Prima
che i due potessero mettere a punto una strategia, l'hydra
avanzò
leggermente e le varie teste cercarono di investirli con delle
potenti fiammate.
“Non
solo è enorme, ma sputa pure fuoco...”
iniziò Zero mentre con i
suoi poteri annullava tranquillamente le fiamme “... inoltre
se gli
tagliamo una testa è probabile che ne spunteranno altre
due”.
Miyuki
annuì per poi scattare contro l'hydra passando sulla destra,
con la
sfera di sangue dietro di lei. Tre delle teste si voltarono verso di
lei e, prima che le fiamme potessero raggiungerla, la maga
plasmò la
sfera in modo da renderla uno scudo piatto.
Il
sangue iniziò a bollire per il calore ma non
cambiò forma, restando
a difesa di Miyuki che, in pochi secondi raggiunse la base
dell'animale. Le tre teste che l'avevano attaccata smisero di sputare
fuoco e cercarono di azzannarla.
La
ragazza evitò agilmente le prime due, saltando poi sulla
terza e
ficcandole il braccio meccanico nell'occhio destro. Conscia che non
fosse sufficiente per metterla K.O., inserì l'intero braccio
nel
cranio dell'animale, trapassandogli il cervello.
La
testa emise uno strano gemito e si accasciò al suolo, mentre
le
altre due si avventavano sulla maga, venendo però bloccate
dalla
sfera di sangue che esplose davanti a loro, diventando una specie di
collante.
La
ragazza estrasse il braccio sporco di sangue dalla testa dell'hydra
e, avvertendo un brivido lungo la schiena, si girò di
scatto,
bloccando con il braccio meccanico un pugno di Draco che, ghignando,
le afferrò il suddetto braccio e la proiettò in
aria, facendola
schiantare al suolo di schiena.
Subito
dopo, facendo fuoriuscire una lunga lama ricurva dall'avambraccio
destro, Draco taglio la testa morta alla base, facendo così
fuoriuscire due nuove teste, entrambe vive.
Un
nuovo ruggito attirò la sua attenzione e, girandosi,
notò due teste
cadere al suolo. Sopra ad una di esse vi era Zero, con il pugno
ancora poggiato sulle squame distrutte dell'animale.
-Stanno
evitando in tutti i modi di tagliare le teste.- pensò il
mago del
veleno con un ghigno per poi scattare verso Zero, venendo tuttavia
bloccato da una frusta di sangue che gli bloccò la caviglia
destra.
Draco
si girò subito per contrastare Miyuki ma, così
facendo, permise a
Zero di avvicinarsi a lui, evitando due teste pronte ad azzannarlo.
Il mago dei vettori tentò di colpire Draco con un pugno ma
il dragon
slayer fece un passo indietro e lo colpì a sua volta con un
calcio,
scagliandolo addosso a Miyuki e facendoli finire a diversi metri di
distanza.
I
due maghi si rialzarono quasi subito e Draco, notando che la
posizione era perfetta, schioccò le dita. Nello stesso
istante,
tutte le teste dell'hydra si girarono verso Zero e Miyuki e i loro
occhi si illuminarono di un tenue bagliore dorato.
I
due maghi si sentirono subito strani e, sotto gli sguardi attoniti
della folla, iniziarono a pietrificarsi, partendo dalle gambe. Nel
giro di qualche secondo, diventarono due statue di pietra.
Draco
alzò le braccia al cielo in segno di vittoria e, guardando
Aika,
chiese “Non dovresti dire qualcosa?”
La
master annuì sorridendo e disse “Ti sconsiglio di
sottovalutare i
tuoi avversari!”
Non
capendo, Draco tornò ad osservare Zero e Miyuki, scoprendo
che sul
corpo di quest'ultima stavano comparendo diverse crepe. Dopo una
manciata di secondi, la pietrificazione svanì, facendo
cadere a
terra della polvere grigia e la ragazza si tolse dalle spalle i
rimasugli di polvere.
“Ma...
che diavolo...?” iniziò Draco, notando poi Miyuki
che, toccando
Zero col braccio meccanico, lo liberò dalla pietrificazione,
facendogli tossire un po' di polvere.
-Ancora
quel braccio!- pensò adirato Draco ordinando alla sua hydra
di
attaccarli. L'animale obbedì subito e si lanciò
addosso ai due
avversari.
Zero,
vedendola arrivare, si scrocchiò il collo e colpì
il terreno con un
calcio, creando uno squarcio nel terreno esattamente sotto all'hydra.
L'animale non riuscì a fermarsi in tempo e
precipitò nella
voragine.
Subito
dopo, posando le mani a terra, Zero richiuse lo squarcio dalla quale
fuoriuscì un verso disumano, generato dall'animale
schiacciato tra
le due pareti di roccia. Da una delle piccole crepe rimaste nel
suolo, sbucò l'animale, tornato ad essere un tatuaggio, e si
riposizionò sul corpo di Draco, la cui pazienza ormai era
finita da
un bel po'.
Zero
scattò verso di lui prima ancora che potesse muoversi ed
iniziò a
scambiare nuovamente dei pugni con lui, senza tuttavia colpirlo.
-Ho
ancora pochi minuti prima che l'effetto del power up svanisca...-
pensò Zero evitando delle lame scagliate da Draco.
Il
dragon slayer cercò anche di colpirlo con alcuni calci ma
l'albino
non fece altro che indietreggiare, cercando di farlo cadere creando
delle crepe nel terreno. Draco, tuttavia, balzò in alto e
gli
scagliò addosso un cono di veleno.
Zero
lo evitò gettandosi di lato ed atterrò in
ginocchio. Ebbe appena il
tempo di alzare la testa per trovarsi a tu per tu con il pugno di
Draco.
Tuttavia,
il colpo si fermò ad una manciata di millimetri dal naso di
Zero e
il braccio di Draco cadde lungo il fianco, quasi fosse privo di vita.
Il dragon slayer sgranò gli occhi e, ruotando la testa verso
il
braccio, notò che tra la spalla e la scapola era conficcato
una
specie di ago lungo una quindicina di centimetri.
Era
fatto interamente di sangue ma, vicino alla sua carne, era avvolto da
uno strano tessuto.
Ruotando
il busto, Miyuki entrò nel suo campo visivo e
notò che, nella mano
destra, teneva la sua accetta insieme ad una canotta strappata. La
sua canotta.
Solo
in quel momento Draco si rese conto che anche il braccio sinistro non
rispondeva più e, prima che potesse evitarli, due aghi si
conficcarono nelle sue cosce, facendolo cadere in ginocchio.
Miyuki
si avvicinò lentamente, gettando a terra ciò che
restava della
canotta e lanciò un'occhiata eloquente a Zero, intento a
spegnere il
suo MP3. L'albino ricambiò lo sguardo e, alzando una mano,
disse “E'
tutto tuo”.
La
ragazza si piazzò di fronte a Draco, ricevendo
un'occhiataccia di
fuoco da quest'ultimo, caricando il braccio destro e, all'ultimo,
disse “La prossima che attaccate briga... fatelo con qualcuno
che
sapete di poter sconfiggere”.
Un
secondo dopo, colpì Draco con tutta la sua forza sul naso,
spedendolo oltre Zero e facendolo finire vicino ad Enor, ancora privo
di sensi, dopodiché si avvicinò al suo compagno e
lo aiutò a
rialzarsi.
Il
coro esplose in una marea di applausi e fischi mentre Aika, alzando
il braccio, urlò “L'incontro è
finito!!! I primi due maghi ad
accedere alla finale sono Miyuki e Zero!!!”
Gli
applausi andarono avanti per un bel po', accompagnando l'uscita di
Zero e Miyuki ma anche quella di Enor e Draco che, malgrado il calore
della follia, era particolarmente incazzato e se ne uscì a
passo
veloce, uscendo poi direttamente dall'arena.
“Se
n'è andato?” domandò Rex a Enor,
intento a ricevere alcune
bendature.
“Sì,
sarà andato a scaricarsi altrove. La sconfitta non
è stata di certo
un toccasana per il suo carattere.” commentò Enor.
Rex
soffocò una leggera risata e disse “Effettivamente
hai ragione.
Speriamo solo che non distrugga un palazzo o due”.
In
quel momento la voce di Aika si udì nuovamente nell'arena
“Ora
passeremo alla seconda ed ultima semifinale! Chi dovrà
affrontare
Zero e Miyuki per il titolo di 'duo più forte'? Lo
scopriremo tra
poco!!!”
Acclamati
da tutti gli spettatori, Edward e CJ entrarono nell'arena, con il
secondo che faceva occhiolini a tutte le belle ragazze sedute sugli
spalti. Subito dopo, con un boato generale dei vari ragazzi, Angel e
Yelle scesero in campo, salutando tutti gli spettatori, per poi
pararsi di fronte ai loro avversari.
“Mi
raccomando, non osate nemmeno trattenervi.” disse Angel,
fissando
CJ dritto negli occhi.
“Non
temere...” iniziò Edward “... non
è tra le nostre opzioni. Se
volete ritirarvi potete farlo adesso”.
“Spiacente
Edy ma non ci intimorisci. Quanto questo scontro sarà
finito, noi
saremo in piedi e voi a terra!”
Aika
attese ancora qualche secondo, in modo tale che le due squadre
finissero di discutere, dopodiché diede il via all'incontro.
Al
contrario dello scontro precedente, nessuno dei quattro
scattò in
avanti come una furia. Diversamente dal previsto, Edward e CJ si
separarono, imitati da Yelle e Angel, in modo tale da poter iniziare
due scontri uno contro uno separati.
Dopo
un cenno d'intesa con Edward, CJ attivò direttamente la sua
modalità
BLOOD FIRE e scattò velocemente contro Angel, la quale,
attendendolo, si ricoprì la pelle di scaglie d'acciaio.
Edward,
invece, si tenne a distanza dalla sua avversaria e le
scagliò contro
diversi pugnali di veleno. Yelle, senza spostarsi, con un movimento
delle braccia bloccò i pugnali a mezz'aria che, dopo essersi
girati
verso Edward, saettarono verso di lui.
L'ex-assassino
mostrò un leggero ghigno e, senza batter ciglio,
afferrò le sue
stesse lame al volo, facendole poi tornare allo stato liquido. Subito
dopo, il mago saltò in alto e, dalle braccia, fece
fuoriuscire una
mezza dozzina di catene alle quali erano appese delle piccole sfere
chiodate.
Usandole
come delle fruste, Edward scagliò quelle sfere vicino a
Yelle,
circondandola in breve tempo. La maga dell'aria le guardò
confusa,
domandandosi se la vecchiaia non stesse giocando brutti scherzi al
suo compagno.
Edward
atterrò subito dopo e, ritirando le catene dentro di
sé, incrociò
le braccia al petto “Sei pronta a giocare?”
“Quando
vuoi Edy!” rispose Yelle con sguardo determinato e il mago
del
veleno, schioccando le dita, disse “Oh... ma io ho
già iniziato”.
Yelle
notò subito che le sfere di veleno piantate nel terreno
stavano
leggermente sprofondando, così, ipotizzando un attacco da
sottoterra, si alzò in volo ma, sorprendendola, alcune sfere
spararono alcuni dei loro spuntoni addosso alla maga, costringendola
a tornare a terra.
Yelle
rimase in silenzio, osservando sia le sfere a terra, ora tornate allo
stato “dormiente, sia Edward che, con le braccia incrociate
al
petto, la fissava con un ghigno sulle labbra.
-Vuole
impedirmi di alzarmi in volo? Mi dispiace Edy, ma questa tattica non
funzionerà!- pensò la maga del vento per poi
scagliare delle
potenti folate di vento contro le sfere chiodate a terra.
Contrariamente a quanto sperato, nessuna delle sfere venne spostata,
così Yelle decise di scagliare delle lame di vento circolari
ma, non
appena ebbe scagliato la prima, riuscì all'ultimo ad evitare
un
pugnale di veleno scagliato da Edward.
Il
ragazzo si era leggermente avvicinato all'avversaria e, in entrambe
le mani, aveva preparato dei pugnali da lancio, pronto a cogliere il
minimo segno di distrazione da parte di Yelle.
La
maga del vento, indecisa sul da farsi, creò una serie di
lame di
vento e ne scagliò la metà addosso a Edward,
mentre le altre furono
indirizzate verso le sfere a terra.
Il
mago del veleno evitò senza problemi l'attacco nemico,
mentre le
sfere a terra vennero tagliate di netto ma, con somma sorpresa di
Yelle, si conficcarono nuovamente nel terreno e, nel punto dov'erano
prima, ne fuoriuscirono delle altre.
“Dovrai
impegnarti un po' di più.” la ammonì
Edward mantenendo il ghigno
sulle labbra.
Una
vena iniziò a pulsare sulla fronte di Yelle che, disposta a
tutto
pur di non perdere, creò un vero e proprio tornado intorno a
lei e,
mantenendosi al suo interno, si alzò in volo. Le sfere di
veleno
scagliarono altri piccoli spuntoni addosso alla maga, ma il forte
vento deviò la traiettoria di tutti i colpi, consentendole
di
arrivare ad una ventina di metri d'altezza senza problemi.
La
maga esibì un sorriso soddisfatto e il suo avversario,
capendo di
dover passare ad un'altra tattica, schioccò le dita. Le
varie sfere
di veleno sparse sul terreno si sciolsero nello stesso istante,
andando ad unirsi in una grossa massa liquida che, in pochi secondi,
assunse le sembianze di un grosso falco.
Il
volatile si librò in volo, scagliandosi addosso a Yelle la
quale
cercò di intercettarlo con delle folate di vento. Il falco
non ne
risentì minimamente e, sfruttando quelle folate,
iniziò a compiere
dei cerchi intorno alla ragazza, cambiando direzione di colpo e
costringendola a chiudersi dentro ad una sfera di vento.
Edward,
avendo previsto una mossa simile, creò una lancia di veleno
e,
prendendo bene la mira, la scagliò contro la sfera
protettiva di
Yelle. Il veleno, a contatto con l'aria, si dissolse, creando una
nebbia velenosa tutt'attorno a Yelle, ancora protetta dalla sua
barriera.
La
sua sfera di vento, contrariamente a quello che molti potevano
pensare, non respingeva le cose, bensì triturava tutto
ciò che
entrava in contatto con essa, grazie alle migliaia di minuscole lame
che la componevano e che continuavano a spostarsi rapidamente.
Perciò, la nebbia non venne mossa di un millimetro,
limitando del
tutto il campo visivo della ragazza.
Se
avesse voluto spazzare via la nebbia, avrebbe dovuto creare altro
vento e in quel momento non poteva permetterselo. Mantenere attiva la
barriera la costringeva a concentrarsi molto su di essa e il suo
avversario non si sarebbe di certo fatto scappare la minima occasione
per colpirla.
-Maledizione...
probabilmente Edy sta già preparando qualche attacco per
prendermi
alla sprovvista. Almeno Angel potrà darmi una mano se...-
Yelle
si irrigidì di colpo. Solo in quel momento si era accorta di
qualcosa che non andava. La sua barriera, in teoria, non produceva un
forte rumore e quindi i rumori dell'arena sarebbero dovuti arrivarle
tranquillamente alle orecchie, invece non sentiva niente.
Solo
un ronzio.
Era
indubbiamente un ronzio l'unico suono che riusciva a cogliere e
proveniva da tutte le direzioni. Confusa, si avvicinò al
limite
della barriera e avvicinò l'orecchio, sentendo il rumore del
ronzio
aumentare.
Quella
non era nebbia. Era uno sciame di minuscoli insetti di veleno che,
con lo sbattere delle loro ali, la stavano praticamente isolando dal
resto dell'arena, impedendole di unire qualsiasi suono.
“Angel!!!”
urlò Yelle ma non udì alcuna risposta. Il ronzio,
oltre che
bloccare i suoni in entrata, bloccava anche quelli in uscita.
Malgrado i sensi sviluppati della sua amica, il casino generato dalla
folla e quel ronzio non le avrebbero permesso di udire le urla della
sua amica.
Yelle
si guardò attorno preoccupata. Se avesse rimosso la
barriera, tutti
quegli insetti avrebbero potuto pungerla, arrivando ad avvelenarla e
sapeva che Edward poteva creare diversi veleni non letali ma
altrettanto utili.
Doveva
pensare ad una soluzione.
Nel
contempo, Angel evitò alcuni pugnali di veleno, ricevendo
però una
ginocchiata nella schiena. La ragazza si girò subito, ma CJ
si era
già allontanato a gran velocità. Da quando Edward
si era unito allo
scontro, la dragon slayer aveva riscontrato diversi problemi,
soprattutto per il fatto che se cercava di bere il veleno di Edward,
CJ ne approfittava subito, riuscendo a colpirla in punti vitali.
“Credevo
che voleste risolvere il tutto con due scontri separati.”
disse
Angel, indietreggiando leggermente, in modo tale da avere tutti e due
i ragazzi nel suo campo visivo.
“L'idea
iniziale era quella, ma vedendo gli altri due finalisti... abbiamo
pensato che sarebbe stato meglio risolvere la faccenda rapidamente,
in modo tale da non consumare troppe energie.”
spiegò CJ per
svanire nel nulla e riapparire alle spalle della ragazza.
Il
giovane cercò di colpirla con un rapidissimo pugno alla
testa ma
Angel si abbassò rapidamente e cercò di colpirlo
con un calcio al
ventre. CJ fece un passo indietro e bloccò senza problemi il
colpo,
ma un secondo dopo venne colpito da una scarica elettrica che lo
costrinse ad allontanarsi.
“Per
un attimo mi ero dimenticato del tuo potere.”
commentò CJ
riassumendo una posizione di combattimento per poi scattare
nuovamente contro la sua avversaria, iniziando a spostarsi
rapidamente intorno a lei, cercando di colpirla con i suoi pugni
potenziati.
Angel
si limitò a portarsi le braccia vicino al volto e a
rafforzare le
scaglie d'acciaio, mantenendo lo sguardo su Edward. CJ era pericoloso
ma finché restava con quella difesa, non doveva temerlo. Il
problema
era il mago del veleno.
Notando
che Angel non lo stava prendendo in considerazione, CJ
mostrò uno
strano ghigno e, dopo averle colpito un braccio con un calcio, si
portò rapidamente alle sue spalle, portando entrambe le
braccia
all'indietro.
I
sensi sviluppati di Angel la avvertirono troppo tardi del pericolo e
CJ la colpì con entrambe le mani sulla schiena, spezzandole
sia le
scaglie d'acciaio sia il fiato. Edward, notando la mossa del
compagno, scattò subito in avanti e, avvolgendo il braccio
destro
nel veleno, colpì la ragazza con una gomitata sullo sterno.
Tuttavia,
prima che potesse ritrarre l'arto, se lo ritrovò congelato
insieme
al veleno e Angel, con un ghigno sulle labbra, lo colpì alla
bocca
dello stomaco con un pugno avvolto da delle fiamme.
Edward
strinse i denti per i dolori e l'avversaria sibilò
“Che tu sia
l'originale o una compia non mi importa, in entrambi i casi io ci
guadagno!”
Il
mago del veleno si maledì per non aver mandato avanti una
copia di
veleno ma, se l'avesse fatto, Angel l'avrebbe divorata, recuperando
gran parte del suo potere magico, dato che quel veleno era
già di
per sé magico.
Sfruttando
il potere magico presente nelle fiamme, Angel creò una
grossa
esplosione che scaraventò Edward direttamente contro lo
sciame di
insetti da lui creato ma, per sua fortuna, CJ lo bloccò a
mezz'aria,
atterrando poi insieme al compagno, intento a sciogliersi il giacchio
dal braccio con un veleno speciale.
“Era
quasi riuscita a fregarci!” commentò CJ pronto per
riprendere il
combattimento, quando un vento particolarmente freddo iniziò
a
soffiare nell'arena. Sia Angel che i due ragazzi alzarono lo sguardo
al cielo, notando che si stava rannuvolando.
Le
nuvole sopra di loro iniziarono a creare una specie di turbine e una
voce echeggiò “GOD SLAYER'S SECRET
ART...!!!”
Edward
sgranò gli occhi per la sorpresa
“Yelle?!”
“...
ANCIENT TORNADO DRILL!!!”
Dalle
nuvole si creò un vero e proprio tornado nero, la cui base
si
scagliò verso il suolo, distruggendo la barriera di Yelle e
lo
sciame di insetti di Edward. La potenza dell'impatto generò
una
forte onda d'urto che scagliò i due maghi contro la parete
dell'arena e costrinse i vari maghi del re a creare una barriera in
modo tale che gli spettatori non venissero investiti dal forte vento.
Dopo
diversi secondi, l'enorme polverone venuto a crearsi si
diradò,
permettendo di osservare il grosso cratere creato da Yelle che,
volteggiando a pochi centimetri dal suolo urlò
“Questa me la paghi
Edy! Ora fatti sotto se ne hai il coraggio!!!”
Un
secondo dopo, tuttavia, si beccò uno scappellotto sulla nuca
da
parte di Angel che le urlò “Ma sei impazzita?!?
Volevi per caso
beccare anche me?!?”
“Na~h!
Contavo sui ottimi riflessi!” spiegò Yelle con un
sorriso
innocente sulle labbra “Inoltre dovevo liberarmi di quel
fastidioso
sciame!”
“Ma
non potevi semplicemente allargare la barriera in modo tale da
distruggere quegli insetti?” domandò Angel
esasperata, notando che
Yelle si era messa a fissare il cielo battendosi un dito sul mento.
“Ehi...
niente male come idea!” disse l'albina facendo finire gambe
all'aria la compagna che, rialzandosi subito dopo, indicò i
loro
avversari “Cerchiamo di concludere in fretta lo scontro... mi
sta
venendo una crisi...”
“E
quella pazza scatenata sarebbe nel tuo team?”
domandò CJ al
compagno.
“Sì...”
“E
fa sempre così?”
“Sì...”
CJ
si limitò ad annuire in silenzio e Edward lo ringrazio per
quello,
creando poi dei nuovi coltelli di veleno “Dato che non
possiamo
sperare di isolarne di nuovo una, diamo il tutto per tutto e
concludiamo la faccenda”.
“Detto
fatto, Ed!” esclamò CJ scrocchiandosi le dita per
poi azzerare la
distanza con Angel, iniziando un combattimento serrato con la regina
dei dragon slayer. La maga, per tutta risposta, ricoprì il
corpo di
veleno, costringendo CJ a mirare al busto o alle parti coperte dai
vestiti, diventando così più prevedibile,
infatti, ora che Angel
poteva concentrarsi solo su di lui, non aveva problemi a parare o
deviare la maggior parte dei colpi.
Il
ragazzo tuttavia riuscì a sorprenderla e, dopo averle tirato
un
pugno al volto, prontamente deviato con una mano, caricò la
ragazza,
riuscendo così a colpirla con una ginocchiata al ventre.
Angel
ne approfittò subito e, tenendolo con la mano destra per i
vestiti,
lo colpì con un'altra scarica elettrica, facendogli
digrignare i
denti per il dolore. Anziché crollare al suolo,
però, CJ riuscì a
tirarle una testata sul naso, facendo poi un balzo all'indietro.
Dopo
lo stordimento iniziale, Angel colpì il terreno con le mani
e,
tutt'attorno a lei, scaturirono dei geyser d'acqua. CJ
riuscì ad
evitarli tutti ma non si accorse della sua avversaria che, dopo aver
accumulato del potere magico, gli scagliò contro un raggio
di luce
veloce e preciso, procurandogli una brutta bruciatura sulla coscia
destra.
Il
ragazzo riuscì incredibilmente a non cadere e, sfruttando la
modalità BLOOD FIRE ancora attiva, si portò alle
spalle di Angel,
colpendola con la gamba ferita su un fianco. Entrambi provarono una
fitta di dolore ma la più veloce e riprendersi fu la dragon
slayer
che, girandosi verso di lui, lo colpì con una sfera di fuoco
sul
petto, scagliandolo a diversi metri di distanza.
“Angel!!!”
La
ragazza si girò tempestivamente verso la sua compagna,
notando che
aveva due chiazze viola sul braccio destro e una sul ventre. Edward
era riuscito ad infettarla con il suo veleno, ricevendo però
diversi
attacchi dalla maga del vento, dati i vari tagli presenti sul suo
corpo.
Lo
sguardo dell'albina le fece intuire subito quale fosse il suo piano
e, dopo aver inarcato la schiena, scagliò addosso al mago
del veleno
un imponente cono di fiamme che venne potenziato da una potente
folata di vento creata da Yelle.
L'enorme
attacco si avvicinò rapidamente a Edward che, concentrandosi
al
massimo, creò un'enorme hydra fatta di veleno e la
scagliò in
avanti, proteggendosi dall'attacco.
-La
loro potenza combinata è superiore alla mia! Mi sa che
questo è il
massimo che posso fare!- pensò Edward per poi scagliare un
pugnale
di veleno alla sua sinistra e, in seguito, trasferire tutto il suo
potere magico alla sua creatura.
L'hydra,
ruggendo, si fece strada attraverso le fiamme, e si scagliò
addosso
a Yelle. La maga del vento creò la barriera attorno a
sé e
l'animale l'addentò senza esitazione. La prima testa venne
completamente distrutta ma ne spuntarono due al suo posto e Yelle
ormai era in ginocchio a causa del veleno debilitante con cui l'aveva
infettata Edward.
Voltandosi
verso l'amica, le scagliò addosso una grossa lama di vento e
la sua
barriera cedette, permettendo all'hydra di abbattersi sull'albina.
Angel si concentrò sulla lama di vento e, senza esitare, la
ingerì,
riottenendo parte del suo potere magico.
Quando
riportò lo sguardo sulla compagna, la vide svenuta in mezzo
ad una
pozzanghera di veleno che non sembrava arrecarle alcun danno.
Girandosi verso Edward, notò che si era seduto contro la
parete
dell'arena e che aveva il fiatone, così si
avvicinò a lui.
“Abbiamo
vinto noi.” proferì la maga ma, notando il
sorrisetto di Edward,
non poté fare a meno di domandarsi se effettivamente
avessero vinto.
D'impulso, si girò verso il punto dove aveva scagliato CJ.
Il
ragazzo era scomparso.
Avvenne
tutto nel giro di un secondo.
Angel
ricoprì tutto il suo corpo di scaglie di diamante e
ruotò su sé
stessa, cercando di tirare un pugno in avanti. CJ, apparso dietro di
lei, caricò un pugno a sua volta e l'impatto dei due colpi
destabilizzò la ragazza che venne colpita con un calcio
laterale,
finendo a diversi metri da Edward.
Prima
ancora che potesse toccare il suolo, CJ le afferrò la testa
e, dopo
averla sollevata, la colpì con cinque pungi sul volto,
crepando le
scaglie di diamante e procurandosi diversi tagli sulle nocche.
Angel,
malgrado i colpi, riuscì ad atterrare in piedi e
notò che, sulla
gamba destra di CJ, la bruciatura ora era completamente viola e da
tutto il suo corpo fuoriusciva più vapore del solito.
“Mentre
concentravate i vostri sforzi su di me, l'ho colpito con uno speciale
veleno.” spiegò Edward poco lontano da lei
“Ora non ha più
freni inibitori e per i prossimi minuti sarà davvero una
spina nel
fianco”.
“Tsk,
staremo a vedere.” bofonchiò Angel per poi
ricoprirsi di
elettricità e svanire nel nulla insieme a CJ. I due
iniziarono ad
comparire e svanire in vari punti dell'arena, scambiandosi dei
rapidissimi colpi.
Dopo
alcuni scambi, tuttavia, Angel capì che CJ era nettamente
superiore
in quanto a velocità e capacità di combattimento
corpo a corpo,
infatti, mentre lei riusciva a colpirlo una manciata di volte, lui
ricambiava con almeno cinque colpi secchi e precisi e questo non
faceva altro che minare la sua resistenza.
All'improvviso,
si spostò al centro dell'arena ed iniziò ad
accumulare potere
magico, facendo svanire le sue scaglie di diamante. CJ si accorse
subito della cosa e iniziò a tempestarla di colpi dalla
distanza,
scagliando delle piccole sfere di fuoco dai suoi pugni, ma nessun
colpo era sufficiente per mandarla al tappeto.
-Devo
per forza colpirla direttamente.- pensò CJ -Poco importa, la
colpirò
e poi mi allontanerò subito!-
Caricando
il pugno destro con tutta la sua forza, CJ si portò davanti
a Angel
e la colpì alla bocca dello stomaco, sgranando subito dopo
gli
occhi.
Non
riusciva a muoversi.
Una
leggera risata gli fece posare lo sguardo su Angel che, alzando la
testa, disse “Ti ho preso.” e solo allora CJ
notò degli strani
simboli bianchi sul corpo dell'avversaria.
“I
simboli sacri del drago bianco tolgono la libertà a chiunque
venga
marchiato con essi, ma non è detto che il bersaglio debba
essere
marchiato con essi direttamente.” spiegò Angel
ampliando il
sorriso e caricando nel mentre il pugno destro con tutto il potere
magico che le era rimasto.
CJ
'spense' la sua modalità speciale e, ricambiando il sorriso,
disse
“Beh... è stata davvero una bella lotta!”
La
ragazza annuì e, a bassa voce, disse “La prossima
volta, vedi bene
di scegliere con più attenzione il tuo partner.” e
lo colpì sul
torace con il pugno destro, scagliandolo senza troppe cerimonie di
fianco a Edward.
CJ
malgrado avesse una forza fisica e di volontà invidiabile,
crollò
al suolo privo di sensi e Aika, alzandosi, urlò
“La seconda
semifinale termina qui!!! Le vincitrici sono Angel e Yelle che
affronteranno Zero e Miyuki nella finale!!!”
La
folla sommerse i quattro maghi di applausi, fischi e complimenti e i
suddetti ricambiarono salutando tutte le persone presenti,
dirigendosi poi verso l'uscita. Yelle era riuscita a convincere
Edward a farsi portare sulla schiena, mentre CJ, la cui gamba era
tornata dolorante, aveva dovuto chiedere ad Angel una mano.
“Quindi
è finita, eh?” domandò Leo,
avvicinandosi ai suoi due compagni di
team insieme ad Erika.
“Keh,
non potevamo farci molto.” disse Edward abbozzando un sorriso
e
Yelle aggiunse “Dobbiamo rifarlo però! La prossima
volta voglio
fare squadra con Edy e affrontarvi!”
“Non
vedo l'ora!” rispose Erika sorridendo, accompagnandoli poi
verso
l'infermeria, dove trovarono altri maghi.
“Quindi
sarete voi le nostre avversarie?” domandò Zero,
scoccando
un'occhiata eloquente alle due.
“Puoi
scommetterci.” rispose Angel parandosi di fronte a lui,
mentre
Yelle e Miyuki fiancheggiavano i rispettivi partner.
“Bene,
che vinca il migliore.” disse l'albino, tendendo una mano
alla
dragon slayer che, stringendola, commentò “Grazie,
lo faremo di
certo!”
Nel
mentre, Aika si era allontanata un attimo dalla sua postazione per
sgranchirsi le gambe, quando una voce maschile giunse alle sue spalle
“Master?”
La
ragazza si voltò all'indietro, notando una figura appostata
all'ombra di una statua.
“Oh,
sei tu... come mai sei qui?” domandò Aika,
sorridendo alla figura
che le lanciò una lettera chiusa da un sigillo di cera
dorata.
“E'
stata convocata.” spiegò il ragazzo
“Luogo e giorno sono segnati
sulla lettera”.
“Perfetto,
grazie mille.” disse Aika “Quando vorrai, non
esitare a bussare
alla porta della gilda!”
“Lo
terrò a mente, Master.” sibilò il
ragazzo per poi svanire nel
nulla, come se non ci fosse mai stato.
-Un
consiglio dei sacerdoti... dev'essere qualcosa di serio.-
pensò Aika
-Mi sa che Ruganax sta preparando qualcosa di grosso...-
-
- -
Non
era passato molto da quando Tsuki e l'uomo di nome Marihito se
n'erano andati ma a Dorein importava ben poco. L'avversario con la
quale stava combattendo non era per nulla debole e, se l'avesse
lasciato andare, li avrebbe raggiunti in breve tempo.
Malgrado
lo spazio angusto nella quale stavano combattendo, nessuno dei due
dava cenni di affaticamento. Dorein continuava a combattere passando
dalla forma umana a quella slime, variando tra tentacoli, lame e
attacchi dalla distanza, mentre la creatura aveva sfoderato diversi
poteri, benché nessuno di essi fosse effettivamente servito
a
qualcosa.
In
quel momento, la creatura allungò i suoi artigli, che
iniziarono a
brillare di un tenue bagliore viola, e attaccò Dorein senza
fermarsi. L'albino sgranò gli occhi, incredulo nel vedere
che non
riusciva a rimarginare le ferite procurategli da quegli artigli.
-Deve
avergli dato un qualche effetto particolare che agisce sulla mia
struttura fisica.- pensò lo slime assumendo la forma umana e
creando
una spada solida. Contrariamente al suo stile, iniziò a
combattere
come un umano, ma capì subito che quegli artigli potevano
tranquillamente distruggere la sua lama.
“Sembra
che questo genere di attacco funzioni su di te.”
sibilò la
creatura per poi scagliare una sottospecie di urlo composto da
ultrasuoni che spazzò via Dorein, facendolo finire contro
una parete
rocciosa.
L'albino
si portò una mano vicino alla bocca, notando con sorpresa
che era
sporca di sangue. Sangue rosso.
La
cosa sorprese anche la creatura che disse “Non credevo che tu
fossi
un umano”.
“Un...
umano...?” ripeté Dorein quando un'improvvisa
emicrania gli fece
portare le amni sulle tempie. Cadendo in ginocchio, strinse i denti
con tutta la sua forza e iniziò a dimenarsi come un ossesso,
mentre
nella sua mente iniziavano ad accumularsi immagini su immagini, senza
quasi nessun filo logico.
Di
colpo, tutto divenne completamente nero...
Aprì
gli occhi lentamente, richiudendoli di scatto a causa della luce del
sole che filtrava attraverso le tende della camera. Sentiva caldo e
aveva fame.
Si
alzò pigramente, facendo cadere a terra le coperte del
letto.
Avvicinandosi allo specchio, notò che l''immagine era come
disturbata, quasi fosse il suo riflesso in uno specchio d'acqua
costantemente bersagliato da dei sassi.
Non
si pose nessuna domanda e uscì. Si trovava in una specie di
laboratorio. Avanzava lungo il corridoio dalle pareti bianche ma non
era lui a camminare, il corpo si stava muovendo da solo.
Dopo
diversi secondi, aprì una porta. A pochi metri da lui
c'erano un
uomo e una donna ma i loro volti erano completamente scuri.
“Ah,
Alan, ben svegliato!” disse la donna. Lo aveva chiamato Alan.
“Figliolo,
tra poco inizierà l'esperimento su Dorein. Vai a prendere
posto
dietro al vetro protettivo.” disse l'uomo. Esperimento su
Dorein?
Lui era Dorein, perché dovevano fare degli esperimenti su di
lui?
Si
girò verso la porta dalla quale era entrato ma, non appena
ebbe
varcato la soglia, una forte luce lo accecò. Riaprendo gli
occhi, si
ritrovò nello stesso corridoio, martoriato dalle fiamme.
Si
mise a correre. Superò alcuni scienziati morti carbonizzati
ed entrò
nella stanza di poco prima. L'uomo che l'aveva chiamato 'figliolo'
giaceva a terra in una pozza del suo stesso sangue, mentre la donna
era stata tagliata a metà all'altezza della vita.
Qualcosa
lo colpì sulle spalle e il dolore lo paralizzò.
Fiamme,
vedeva solo fiamme davanti a lui. D'un tratto, una maschera bianca si
palesò di fronte ai suoi occhi.
“Dorein?”
La
maschera si inclinò leggermente di lato,
dopodiché l'oscurità lo
avvolse.
Quando
la luce tornò ad illuminarlo, era chiuso dentro ad una teca
cilindrica. Abbassò lo sguardo, notando che era diventato
slime
nero. Era diventato Dorein.
“Ma
salve, mio caro amico.” disse un uomo davanti alla teca
“Il mio
nome è Arkens e sono sicuro che ci divertiremo come
matti!”
L'immagine
dell'uomo svanì nel nulla e si ritrovò in uno
spazio completamente
nero. Davanti a lui levitava la maschera bianca di Dorein.
“Chi
sei tu?”
“Io
sono Dorein.” rispose la maschera “Io sono il nuovo
te”.
“Il
nuovo... me?”
“Sì,
un tempo eri Alan, ma poi sei morto in quel laboratorio. Ho cercato
di salvarti, ma non ci sono riuscito, così mi sono fuso al
tuo
corpo.” spiegò la maschera “Ora siamo un
solo essere. Noi siamo
Dorein”.
Rimase
in silenzio per diversi secondi poi chiese “Io... non esisto
più?”
“Questa
domanda non ha risposta. Nel processo di fusione e assimilazione, hai
perso le tue emozioni. Da quando Arkens ci ha trovato, tu hai
controllato il corpo come se nulla fosse a causa della mancanza di
memorie della tua vita passata. Ora quelle memorie sono
tornate”.
“Quindi...
quell'aspetto che assumo...”
“E'
un ricordo genetico del tuo vecchio corpo, conservato dentro di me.
Quando più lo desideri, puoi assumere quella forma ma non
è il tuo
vero corpo”.
“Posso
riottenerlo?”
Era
strano, si sentiva completamente a suo agio in quella situazione.
“Per
un tempo limitato, ma dobbiamo come una sola
entità.” spiegò la
maschera “Ora lotteremo insieme”.
“Solo
una domanda... perché il nome Dorein?”
La
maschera rimase silenziosa per diversi secondi ma alla fine disse
“E'
il nome che mi hanno dato i tuoi genitori. Un giorno ti
spiegherò
meglio”.
“Alan...”
La
creatura alzò leggermente il capo. Da ormai due minuti, il
suo
avversario non si era mosso, restando in ginocchio. Normalmente se ne
sarebbe andato, eppure era rimasto incuriosito da quella creatura
così tanto diversa da lui.
“Alan?”
ripeté la creatura, alzandosi in piedi.
“No...
mi sono sbagliato... io sono Dorein.” sibilò il
ragazzo
rialzandosi e sorprendendo la creatura. I capelli candidi si stavano
scurendo velocemente, diventando castano chiari, mentre gli occhi ora
avevano la sclera bianca e la pupilla era azzurra come il ghiaccio.
La
carnagione divenne rosea e i vestiti cambiarono forma, diventando un
giubbotto senza maniche, un paio di jeans, degli scarponcini e un
paio di guanti senza dita, tutti rigorosamente neri.
Nella
mano destra ora stringeva una maschera bianca con tre fori circolari.
Dorein
fissò lentamente la maschera e uno strano ghigno
increspò le sue
labbra “No... mi sono sbagliato ancora...”
“Cosa
stai dicendo?” domandò la creatura. Che fosse
impazzito a causa
del suo attacco? Ma allora perché si era trasformato?
Il
ragazzo indossò lentamente la maschera e, mentre due
bagliori
azzurri iniziavano ad intravedersi attraverso due dei fori, disse
“Noi siamo Dorein!”
Tsuki
si arrestò di colpo, girandosi di scatto. Marihito si
voltò a sua
volta verso di lei, fissandola preoccupato “Tsuki... va tutto
bene?”
“Sì...
ho solo percepito qualcosa di strano...” disse la ragazza
riprendendo a correre lungo la galleria che li avrebbe condotti
dentro al castello.
Lungo
la strada avevano notato alcuni corpi carbonizzati a terra. Yukiteru
doveva essere passato di lì.
Quando
furono davanti ad un bivio, Tsuki notò delle impronte,
probabilmente
del suo compagno, che andavano a destra, verso il castello vero e
proprio, mentre Marihito andò a sinistra, dicendo che era la
via più
diretta per la zona dei sotterranei adibita alla creazione del siero.
“Dici
che basterà distruggere la struttura?”
domandò Tsuki e Marihito,
annuendo, spiegò “Quando mi hanno catturato, sono
riuscito a
convincerli che non potevo rivelare la formula altrimenti sarei morto
prima di completare la formula. Dopo quel momento, mi han fatto
creare un siero base e loro lo stanno riproducendo però non
sanno
ancora come crearlo da soli”.
Tsuki
annuì ghignando. Il suo ex-mentore non aveva perso di certo
il tocco
e sapeva ancora cavarsela in diverse situazioni.
Purtroppo
per loro, quello che lui non sapeva era che, a guardia della zona
dove producevano il siero, c'erano una guarnigione di soldati
speciali. Le loro armature bianche costrinsero Tsuki ad arrestare la
corsa e a creare una barriera d'acciaio per Marihito.
“Bambini
trasformati in maghi e costretti a combattere... che
orrore...”
commentò l'uomo fissando le maschere vuote dei loro
avversari.
“Sai
di loro?”
Marihito
annuì “Ne ho visti a decine negli ultimi mesi.
Durante le mie 'ore
d'aria' mi portavano a controllare che il siero non fosse stato
alterato e mi capitava spesso di incontrare gruppi di questi
soldati”.
“Sai
se c'è un modo per farli tornare come prima?”
domandò Tsuki,
speranzosa per una risposta positiva ma il suo ex-mentore scosse la
testa “Non mi hanno ami parlato di quel progetto
perciò non so se
ci sia un modo per invertire il procedimento e farli tornare
normali”.
I
primi tre avversari, di punto in bianco, fecero dei passi in avanti e
scagliarono degli spuntoni di ghiaccio dalle mani. Marihito si
riparò
dietro alla barriera creata da Tsuki, mentre la ragazza, dopo aver
creato uno spadone, distrusse tutti gli spuntoni con dei potenti
fendenti.
-Saranno
almeno una trentina. Da sola ci metterò troppo tempo a
sconfiggerli
e devo anche proteggere Marihito.- pensò la ragazza quando,
all'improvviso, una delle entrate laterali nella stanza dove si
trovavano esplose generando un boato.
Le
fiamme investirono tre nemici troppo vicini alla porta, mentre gli
altri si allontanarono per tempo.
“Nel
denso fumo venutosi a creare, una voce maschile urlò
“Oh yeah!
Questa è quella che io chiamo un'entrata in scena very
cool!!!”
Dopo
qualche istante, Tsuki e Marihito individuarono il possessore di
quella voce, ovvero un ragazzo alto sul metro e settanta dal fisico
magro e con la corporatura esile. Il volto dai tratti delicati era
contornato da dei capelli rosso chiaro, quasi rosa, lunghi fino al
collo che creavano uno strano contrasto con l'occhio sinistro di un
verde brillante, mentre il destro era coperto da una benda nera. Si
girò leggermente verso i soldati nemici, mostrando anche due
orecchini bianchi ed esibì uno strano sorriso.
Menando
un fendente con la sua katana dall'impugnatura rossa, disperse del
tutto il fumo, rendendo visibili i suoi stivali rossi lunghi fino
alle caviglie, abbinati a dei pantaloni neri lunghi fino alle
ginocchia e ad un gilet nero dai riflessi bordeaux, sotto alla quale
portava una camicia beige col colletto rialzato e, attorno ad esso,
un fiocco sciolto nero e rosso.
Dopo
essersi sistemato la tuba nera con fascia rossa sulla testa e i
guanti di stoffa nera, si girò verso Tsuki e disse
“Guarda guarda
che bel bocconcino appetitoso!”
Alle
sue spalle spuntò una ragazza che gli menò un
pugno sulla nuca,
facendolo saltellare in avanti per il dolore.
“Levati
di mezzo, mi limiti la visuale.” sibilò la ragazza
con voce
fredda, posando i suoi occhi grigi su Tsuki la quale avvertì
una
strana sensazione lungo la schiena. I capelli della nuova arrivata
erano rosa scuro ed arruffati e le arrivavano a malapena alla base
del collo.
Il
fisico mingherlino dalla carnagione rosea era coperto da un top
rosso, che le lasciava scoperta la maggior parte della vita, abbinato
a dei pantaloncini di jeans blu e a degli stivali neri allacciati
davanti, alti fino alle ginocchia. Gli avambracci erano coperti da
delle 'maniche' nere che, dai gomiti, arrivavano fino alle mani, dove
si allacciavano alle dita medie con un anello.
Gli
ultimi elementi visibili del suo vestiario erano il lungo mantello
nero provvisto di cappuccio, in quel momento lasciato lungo la
schiena, che le copriva le spalle e due accessori, ovvero: un anello
con una pietra verde acqua, posto sull'anulare destro, e un
medaglione antico con un grosso opale appeso al collo.
“Quel
colpo mi ha davvero fatto male, my friend!” si
lamentò il ragazzo
girandosi verso la rosata che, fulminandolo con lo sguardo,
sibilò
“Non siamo amici, ficcatelo in quella zucca vuota”.
“Yes
yes, come vuoi tu, Zoe.” si rassegnò il ragazzo
gonfiando le
guance e tornando a fissare i soldati nemici, mentre la ragazza
tornò
a guardare Tsuki e Marihito, decidendo poi di avvicinarsi a loro.
Tsuki
rimase leggermente colpita nel vedere che, malgrado stesse camminando
velocemente, Zoe aveva una postura elegante. Sembrava quasi una
nobildonna.
“Chi
siete voi?” domandò Zoe, arrestandosi a pochi
metri da loro,
mentre il ragazzo armato di katana si lanciava nella mischia.
“Io
sono una maga di Last Hope e lui è un mio caro
amico.” spiegò
Tsuki, sostenendo lo sguardo dell'altra ragazza. E' vero che avevano
'accidentalmente' ucciso tre soldati, ma non poteva fidarsi appieno.
“Una
gilda della luce, eh? Beh, scopriremo subito se stai
mentendo.”
commentò Zoe e, con incredibile velocità, mise
una mano sulla
spalla di Tsuki, facendola sussultare. Il contatto durò una
manciata
di secondi appena e, quando ebbe tolto la mano, la rosata disse
“Dici
il vero. La tua anima è pura e non è diretta
verso l'oscurità”.
“Cosa...?”
iniziò Tsuki ma Zoe la anticipò “Magia
delle anime. Ti basti
sapere questo. Ora occupiamoci di questi tizi”.
Senza
aspettare la risposta di Tsuki, Zoe scattò in avanti e nella
mano
destra creò una sfera di una strana luce azzurra. Da essa
scaturì
una frusta con la quale menò una sferzata laterale.
Riuscì
a colpire almeno una quindicina di nemici ma la frusta passò
attraverso di essi, senza provocare alcun danno. Tuttavia, dopo pochi
istanti, i soldati colpiti caddero in ginocchio, con dei forti
tremiti lungo tutto il corpo.
“Ehi,
spadaccino, tocca a te!” urlò Zoe e il ragazzo,
sorridendo, scattò
verso i nemici in ginocchio, urlando “Te l'ho già
detto, my
friend, il mio nome è Rin!”
Con
dei rapidissimi fendenti, decapitò tutti e quindici i
soldati,
sorprendendo gli ultimi rimasti che si avventarono su di lui, ma una
sfera di fuoco rosso scuro apparì davanti a loro,
arrestandoli.
Tutti
i nemici rimasti fissarono senza dir nulla quella sfera e il ragazzo
ne approfittò all'istante, tagliandogli di netto la testa.
“Easy!”
esclamò Rin rinfoderando la spada e girandosi verso gli
altri.
“Siete
davvero forti.” disse Tsuki. Il fatto che avessero ucciso
tutti i
nemici le dispiaceva, ma in quel momento aveva bisogno di tutto
l'aiuto possibile “Cosa ci fate qui?”
“Sto
cercando delle persone.” spiegò velocemente Zoe
“Sapete dirmi se
avete visto dei prigionieri nelle gallerie?”
“No,
solo soldati o demoni.” spiegò la maga di Last
Hope “In questo
momento sto andando nei sotterranei del castello a distruggere delle
macchine per la produzione di un siero mortale, potreste darci una
mano?”
“Un
filtro mortale? That's very dangerous!” commentò
Rin portando una
mano sulla sua katana “Un sindaco di un paese non molto
lontano da
qui ci ha chiesto di fermare questa gilda! Potremmo unire le
forze!”
Zoe
rimase diversi secondi in silenzio e alla fine, voltandosi verso i
cadaveri dei nemici, disse “D'accordo vi aiuterò,
ma poi andrò a
cercare le segrete del castello”.
“D'accordo!”
acconsentì Tsuki sorridendo, dopodiché i tre
maghi si avviarono al
seguito di Marihito.
Yukiteru
stava ancora fissando il ragazzo vestito di nero apparso poco prima.
Tutto ciò che riusciva a pensare, lo ricollegava al suo
compagno di
gilda Ashuros ma non poteva essere lui.
Con
tutto il cuore, il dragon slayer sperava di sbagliarsi, eppure la
voce, i capelli, gli occhi, la katana, l'odore. Era uguale in tutto e
per tutto al mago del tempo.
“Bene,
allora vi lascio alle vostre discussioni familiari.”
commentò
l'albino alzandosi in piedi.
“Ehi,
aspetta!!!” urlò Yukiteru ma quello si
limitò a schioccare le
dita, sussurrando “SWITCH!” e svanì nel
nulla, lasciando al suo
posto un sassolino che cadde a terra.
“Ok,
fratellino, vogliamo riprendere?” domandò
Alexander con uno strano
ghigno sulle labbra, mentre Yukiteru si avvolse all'istante di
elettricità.
“Dimmi
subito che è un fottutissimo scherzo!!!”
“Uhm...
per caso sei diventato più stupido negli anni?”
domandò il master
di Empty Scream, scagliandosi addosso al fratello e colpendolo al
volto con un pugno avvolto da delle fiamme nere “Ti ho
già detto
che non mi piacciono gli scherzi”.
Il
dragon slayer cercò di riprendersi ma la sua mente era nel
caos più
totale e non riuscì a mandare a segno neanche un colpo,
venendo di
nuovo scagliato contro un'altra casa.
“Maledizione...
che diavolo ti hanno fatto?” domandò Yukiteru
più a sé stesso
che al fratello che comunque gli rispose “Mi hanno solo
aperto gli
occhi! Ora possiedo un potere che non ti immagini!”
“Sei
completamente impazzito...” sibilò Yukiteru
rialzandosi “Se non
posso salvarti, salverò almeno nostra madre e la
porterò al
sicuro!” dopodiché inarcò la schiena e
scagliò un cono di
fulmini contro il fratello che, lasciandolo senza parole,
divorò
interamente l'attacco.
“Ah,
ci voleva proprio!”
“Tu
sei... un dragon slayer?” domandò Yukiteru,
dandosi mentalmente
dell'idiota. Suo fratello fino ad ora aveva utilizzato solo delle
fiamme nere. Non poteva essere anche un dragon slayer.
“Oh
no, nulla di così infimo. Io sono un god slayer.”
spiegò
Alexander con un ghigno “Il god slayer più forte
di tutti!” e
scagliò una sfera di elettricità nera addosso a
Yukiteru che,
anziché cercare di divorarla, si gettò di lato,
evitandola.
-Quell'elettricità...
era pervasa da un potere oscuro...- pensò il dragon slayer
rialzandosi.
“Secoli
or sono, esisteva un dio minore. Era più debole degli altri
e
adorava fare gli scherzi a tutti loro.” iniziò
Alexander,
avvicinandosi al fratello “Continuando a fare quegli scherzi,
arrivò al punto di ingannare i suoi fratelli sempre
più facilmente,
finché non riuscì addirittura ad assumere il loro
aspetto o a
copiare i loro poteri! Quel dio divenne ben presto uno dei
più
potenti grazie ai suoi poteri e io ho ereditato quei poteri!”
“Un
dio copia?” domandò Yukiteru “Tsk,
allora non sei nulla di
eccezionale. L'originale resterà sempre
superiore!” e si scagliò
addosso a lui, cercando di colpirlo con un pugno avvolto
dall'elettricità.
Alexander
mimò alla perfezione il colpo e fu lui a prevalere, colpendo
subito
dopo il fratello con un calcio al ventre.
“Mi
dispiace, ma la mia magia non mi fa diventare inferiore a te,
bensì
superiore!” spiegò il master, saltando poi addosso
al fratello
che, sorprendendolo, lo colpì con una sfera di luce sul
torace,
facendola esplodere e scandagliandolo a diversi metri di distanza.
Rialzandosi,
Yukiteru avvolse il braccio destro nella luce e quello sinistro
nell'elettricità “Lascia che anche nostro fratello
si unisca alla
questione”.
Con
una leggera risata, Alexander si rialzò pulendosi i
pantaloni neri e
disse “Capisco, quindi nostro fratello era un mago della
luce.
Triste destino che sia stato il primo a raggiungere
l'oscurità
eterna, eh?”
“Non
osare parlare di lui.” sibilò Yukiteru
lanciandogli
un'occhiataccia.
“Ah
ah ah! Ok ok, fratellino, ma allora perché non lo tagliamo
direttamente fuori dalla questione?” domandò
Alexander e, notando
lo sguardo confuso di Yukiteru, tirò fuori dal lungo
giubbotto rosso
due daghe corte, facendole roteare in aria, per poi aggiungere
“Questo dio non sapeva solo copiare gli altri... poteva anche
creare delle copie!”
Yukiteru
sgranò gli occhi per la sorpresa ma, prima che potesse
agire,
avvertì una fitta di dolore immenso alla spalla destra. Un
tonfo
giunse al suo orecchio destro e, girandosi, notò che il suo
braccio
era a terra, tagliato di netto vicino alla spalla.
Un
enorme schizzò di sangue scaturì dalla ferita,
macchiando il
terreno e facendo urlare la madre dei due ragazzi. Cadendo in
ginocchio, Yukiteru notò che dietro di lui c'era un altro
Alexander,
il quale svanì, diventando fumo nero.
“E'
davvero un peccato Yuki...” ammise il fratello avvicinandosi
“Forse
nella prossima vita saremo alleati”.
Yukiteru
provò a parlare ma vomitò un po' di sangue e
crollò al suolo,
affondando il volto nella polvere della piazza. Gli occhi iniziarono
lentamente a chiudersi, mentre in lontananza si udivano le urla della
madre.
-Mi
dispiace... Bobby...- pensò il moro, chiudendo del tutto gli
occhi.
“Per
cosa sei dispiaciuto?” domandò una voce maschile.
Yukiteru
si svegliò di colpo, ritrovandosi in uno spazio luminoso.
Stava
levitando nel nulla, eppure la cosa non lo disturbava affatto. Il
moro si guardò attorno, finché non
individuò un bambino.
Era
pressoché uguale a lui, solo con i capelli poco
più lunghi e i
tratti del viso più delicati.
“E'
da un pezzo che non ci vediamo, eh, fratellone?”
domandò il
bambino sorridendo.
“B...
Bobby?” domandò Yukiteru, notando che il copro del
bambino era
fatto di pura luce.
“E
chi altri potrei essere?” domandò a sua volta il
bambino,
scoppiando poi in una serena risata.
Yukiteru
rimase in silenzio per qualche secondo, dopodiché disse
“Quindi
sono morto... proprio ora che avevo trovato nostra madre e
Alexander...”
“Sì,
lo so. Ho visto tutta la scena... non me lo sarei mai aspettato da
nostro fratello.” commentò Bobby “Dammi
la mano destra”.
Yukiteru
alzò un sopracciglio confuso e solo in quel momento
scoprì che
aveva ancora il braccio destro. Lentamente, lo distese in avanti e
Bobby prese la mano del fratello tra le sue. Da esse, iniziò
a
scaturire un forte bagliore.
“Noi
siamo fratelli... e i fratelli si aiutano a vicenda, no?”
domandò
Bobby sorridendo.
Alexander
era ormai di fronte alla madre ancora disperata per la sorte toccata
a Yukiteru, quando un grosso boato scaturì alle spalle del
ragazzo,
accompagnato da una vera e propria esplosione di luce.
Il
master di Empty Scream si voltò all'indietro e, allargando
il ghigno
all'inverosimile, sibilò “O~h? Questo
sì che è interessante!!!”
Angolo
dell'autore:
Good
afternoon e BUONA PASQUA!!!
Il
capitolo sarebbe dovuto uscire negli scorsi giorni, al massimo ieri,
ma ho avuto alcuni problemi e quindi il capitolo ve lo beccate dentro
l'uovo di pasqua!
Ora,
ci saranno mille mila comunicazione importanti, perciò
mettetevi
comodi e leggetele con attenzione!
1)
Questo capitolo, in teoria sarebbe dovuto arrivare sulle 75 pagine e
oltre, in modo tale da concludere tutte le saghe in un colpo solo, ma
ci sarebbe voluto molto più tempo così ho deciso
di 'dividerlo' in
due cap, perciò nel prossimo capitolo si
concluderà il tutto delle
tre saghe.
2)
Ovviamente, gli OC che sono comparsi maggiormente in questo
cap,
come ad esempio Sisara, Sebastian, ecc... nel prossimo cap avranno
molto meno spazio, in modo tale da lasciarlo a tutti quelli che in
questo cap sono a malapena comparsi o nominati, perciò non
voglio
sentire polemiche.
3)
Per chi credeva che questa fic fosse un luogo di pace e
prosperità,
dovrà ricredersi, in quanto, pure in questa fic,
inizierò ad
uccidere degli OC (Ah, la soddisfazione nello scrivere certe cose) ma
non andrò a cazzo di cane, bensì
sfoltirò gli oc in modo tale da
eliminare coloro che, dopo aver lasciato l'oc, non si sono
più fatti
sentire, come ad esempio: Kira, Kay, Hana, Penny, Enor e molti altri.
Per alcuni di loro ho già avuto il consenso mentre per altri
so che
hanno problemi o cose simili, perciò sono temporaneamente
perdonati.
SIETE STATI AVVISATI!
4)
Tanto per, mi sono fatto un account Ask, così se
volete chiedere
delle cose non pertinenti a determinati argomenti, potete farlo qui:
http://ask.fm/Smiling_Mask
5)
Faccio che avvisarvi qua così siete contenti: causa
università e
mille altre cose, ho ormai poco tempo per scrivere, perciò i
capitoli usciranno più a rilento del solito. Inoltre, il
prossimo
capitolo di questa fic arriverà tra un bel po', devo pur
dedicarmi
alle altre u.u
6)
GARA
DI DISEGNI!!! FINALMENTE SCOPRIREMO CHI HA VINTO!!!
ECCO
A VOI IL DISEGNO VINCITORE!!!!
Lilu_wolf!!!
CONGRATULAZIONI!!!
Un
sentito ringraziamento va anche agli altri utenti che hanno deciso di
partecipare a questa prima gara! Di seguito, i loro disegni (ordine
sparso, sia chiaro)!
Jeo
95!!!
StelladelLeone!!!
kisskiss_Hikari!!!
kaori_kuran!!!
dragun95
(che però non mi ha risposto alla domanda sul poter
pubblicare il
disegno, perciò non sarà reso visibile)!!!
7)
Solo per Lilu_wolf, hai vinto la prima gara, perciò puoi
richiedermi
una One-shot ambientata in questa fan fiction con i suoi OC! Non
appena vorrai, contattami in privato via mp e dimmi pure che genere
di OS vuoi, così vedremo il da farsi ^^
8)
Sempre per la gara di disegni, mi sembra giusto andare avanti! Il
prossimo OC selezionato è... Edward Yoshina!!! Ecco a voi le
sue
caratteristiche!
Aspetto
fisico: 21
anni, 175 cm,
fisico normale. Capelli
riccioli e lunghi legati in una crocchia, occhi verdi. Una cicatrice
sull'occhio sinistro (che non lo ha reso cieco) e varie cicatrici
sulle braccia.
Simbolo della gilda nel polso sinistro, una lettera "A"
tatuata nel polso destro.
Vestiario:
sempre sportivo. Scarpe da ginnastica, pantaloni corti o pantaloni
della tuta e maglietta a maniche corte. All'occorrenza felpa
(rigorosamente con il cappuccio) sempre a maniche tirate su, se fa
freddo allora indossa il cappuccio.
Come
sempre, se volete partecipare, fatemelo sapere ^^
9)
Ultimo avviso: il prossimo capitolo pubblicato sarà
probabilmente la
ONE SHOT richiesta da Lilu_wolf.
Bene,
direi che abbiamo concluso ma mi sarò di certo dimenticato
qualcosa... ne sono certo... beh, con questo concludo e vi auguro
ancora una buona pasqua!!!
|
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Capitolo 26 *** Capitolo Extra 1 ***
Capitolo
Extra 1
Richiesto
da: Lilu_wolf
OC
Selezionati: Ashuros,
Aika,
Zero, Ryu, Zoe, Penny, Yelle, Edward
Collocazione
temporale:
Dopo le saghe del
torneo, della gilda oscura Ice Fang e della gilda oscura Empty
Scream.
Eccoci
qua con il capitolo premio per Lilu_wolf! Chiedo scusa per il ritardo
ma ho avuto svariate cose da fare (nuove fic da creare) e vi sono
stati dei ritardi nelle comunicazioni tra me e la vincitrice. Spero
comunque che possiate divertirti!
Un'innocua
caccia al tesoro
Tutti
quanti gli abitanti di Zafirus conoscevano la gilda di Last Hope. Nel
giro di pochi mesi, i maghi della gilda avevano salvato la
città
diverse volte e si erano guadagnati la fiducia da parte di tutti i
cittadini.
Ovviamente,
essendo la città ove era presente la sede della gilda, tutti
sapevano anche che quei ragazzi potevano essere scalmanati e
piuttosto vivaci...
“Razza
di fantasmino stai cercando botte?!”
“Problemi
ghiacciolo? O il sole ti ha sciolto quel poco di cervello che
avevi?!”
… ma
quel giorno in particolare si stavano toccando nuove vette.
“Volete
farla finita? State diventando noiosi”.
Ashuros
e Ryu si girarono in contemporanea verso Zoe, scoccandole
un'occhiataccia “Taci principessina! Non sono affari
tuoi!” e
riprese ad insultarsi scrocchiandosi intanto le nocche.
Zoe
chiusi gli occhi cercando con tutta sé stessa di lasciarsi
trasportare. Non ci riuscì.
In
meno di un secondo, afferrò una sedia di segno e la
spaccò in testa
a Ryu, facendogli sbattere la faccia sul tavolo. Ashuros, per tutta
risposta, scoppiò a ridere senza freni, ricevendo a sua
volta una
sedia in faccia che lo fece volare oltre il bancone del bar, mancando
per pochi centimetri Aika, seduta sopra ad esso.
La
Master di Last Hope aveva gli occhi chiusi e teneva in mano una tazza
ricolma di caffè ma un leggero tremolio le scuoteva l'intero
corpo.
Un avena iniziò a pulsare sulla fronte e si disse -Sono solo
le otto
e mezza del mattino...-
Alla
sua sinistra, non molto lontano, Yelle svolazzò in alto
mostrando ad
Edward una bottiglia di liquore.
“Dammela
immediatamente, ragazzina!” urlò il ragazzo,
visibilmente
preoccupato per il suo liquore d'importazione mentre la ragazza se lo
lanciava da una mano all'altra.
“No!”
disse Yelle con sguardo divertito “Hai preferito comparti
questa
stupida bottiglia piuttosto che una torta da mangiare insieme a
me!”
Edward
maledisse il momento in cui aveva deciso di andare a fare compere
insieme a Yelle e cercò di afferrare la bottiglia facendo
uscire un
piccolo tentacolo di veleno dalla sua mano, ma la ragazza si
abbassò
velocemente di quota e scattò in avanti, volando rasente
agli
sgabelli posti vicino al bancone.
Passò
di fronte a Aika senza degnarla neanche di uno sguardo e
scompigliandole i capelli, mentre una seconda vena iniziava a pulsare
sulla fronte della Master.
Yelle
continuò a volare in avanti, girandosi però verso
Edward “Ah ah
ah! Prova a prendermi vecchietto!”
“Brutta
idiota guarda dove voli!” le urlò di rimando
Edward accortosi di
un ostacolo poco più avanti. Yelle tornò a
guardare in avanti,
giusto in tempo per far cozzare la sua testa contro quella di Zero,
intento a bersi un bicchiere di latte in santa pace.
L'impatto
fece crollare al suolo il mago dei vettori mentre Yelle
piroettò in
avanti svariate volte, centrando in pieno penny, completamente
assorta dai suoi disegni. L'impatto mandò in frantumi lo
sgabello
sottostante e le due si ritrovarono sdraiate a terra con la testa
dolorante.
“Che
botta...” sussurrò Penny ancora stordita per la
botta.
“Scusami
Penny... stavo giocando con Edy per non dargli la sua bottiglia
e...”
come mai la bottiglia era diventata così leggera?
Lentamente,
Yelle spostò lo sguardo verso la sua mano destra e
scoprì con
orrore che stava stringendo solo il collo della bottiglia. Tutto il
resto era andato in frantumi sul bancone e il liquido al suo interno
si era completamente sparso su di esso e per terra.
Penny
si accorse subito di quell'ultimo particolare e si rialzò
velocemente, sbiancando un secondo dopo. Il liquore di Edward aveva
avuto modo di bagnare del tutto il suo prezioso block-notes e i suoi
pastelli.
“Il
mio blocco per i disegni!!!” urlò Penny con le
lacrime agli occhi
sollevando i suoi fogli ormai zuppi di alcool.
“Il
mio liquore!!!” urlò a sua volta Edward
raccogliendo un coccio di
vetro.
“YELLE
QUESTA ME LA PAGHI!!!” urlò la ragazza dai capelli
fucsia
scoccando alla maga del vento un'occhiata di fuoco.
“Perché
io? E' Zero che mi ha fatta cadere!” si difese Yelle
indicando
l'albino intento a rialzarsi che, fissandola con sguardo allibito,
ribatté “Che colpa ne ho io?! Hai solo da guardare
dove voli!”
“Tu
hai il potere di fermare un proiettile e non riesci ad evitare un
ragazza che ti viene addosso in linea retta?”
protestò Yelle ma la
discussione era lungi dal concludersi lì “Senti
non so che
problemi tu abbia ma dovrebbero metterti al guinzaglio se causi
questi problemi ogni volta che voli!”
“Ehi
Zero, per quanto sia tremendamente dispiaciuto per il mio liquore,
non devi permetterti di parlare così alla ragazzina, sono
stato
chiaro?” sibilò Edward finendo faccia a faccia con
l'albino.
“Yelle,
non credere che lascerò correre la cosa! Mi devi un
block-notes
nuovo di zecca e anche dei nuovi pastelli!” ruggì
Penny evocando
la sua fatina dell'acqua.
Yelle
si voltò a fronteggiarla “Ti ho già
detto che non centro nulla!
Poi scusa, con tutti i posti che c'erano proprio sul bancone del bar
dovevi metterti a disegnare?”
Una
terza vena iniziò a pulsare sulla fronte di Aika che si
ripeté
-Sono solo le otto e mezza...-
Ashuros
si rialzò in quel momento e guardò alla sua
destra, notando il
battibecco dei suoi quattro compagni.
“Sembra
che la situazione si stia scaldando.” commentò il
mago del tempo,
ricevendo da parte Ryu un pugno in piena faccia “Questo
è per aver
riso di me poco fa!”
“Vi
ho detto di piantarla! Sembrate due mocciosi!”
tuonò Zoe
sollevando un'altra sedia con una mano. In quel preciso momento, una
sfera d'acqua scagliata da Penny, che aveva bellamente mancato Yelle,
passò in mezzo ai due ragazzi e colpì in pieno
Aika, bagnandola
dalla punta dei piedi ai capelli che le ricaddero sugli occhi.
Il
tempo parve fermarsi e la colpa non era di Ashuros.
Aika
abbassò leggermente lo sguardo sulla sua tazza di
caffè, notando
che era ormai piena di acqua e che il suo nettare era stato
orribilmente annacquato. Con calma, scese dal bancone, non senza
gettare la tazza dietro di sé, e si incamminò
verso il suo ufficio,
sotto lo sguardo visibilmente terrorizzato degli altri maghi.
La
ragazza entrò e si chiuse la porta alle spalle.
“L'ha
presa bene...” commentò Tsuki con un sorriso
tirato prima che la
porta si riaprisse di colpo e sette lunghi tentacoli di seta
fuoriuscissero dall'ufficio, immobilizzando i sette sciagurati per
poi trascinarli dentro, richiudendo la porta subito dopo.
Dopo
qualche attimo di incertezza, Giada le chiese “Sicura che
l'abbia
presa bene...?”
“Sono
solo le otto e mezza del mattino!” sbraitò Aika
seduta alla sua
scrivania, mentre i sette maghi erano allineati davanti a lei, senza
il coraggio di guardarla dritta negli occhi.
“Capirei
se aveste iniziato a far casino alle undici o anche solo alle
dieci... ma prima delle nove non posso proprio accettarlo!
C'è gente
là fuori che sta ancora dormendo e voi state già
tirando su un
putiferio!”
“Se
mi è concesso...” iniziò Zoe ricevendo
un'occhiata penetrante da
parte di Aika “... i... io ho cercato di fermare quei
due...”
“Ho
notato! Hai solo spaccato due sedie senza neanche riuscire a
calmarli!” osservò Aika facendole pentire di aver
aperto bocca.
Dopo
un lungo sospiro, Aika tirò fuori da un cassetto un foglio
di carta
“Non mi lasciate altra scelta! Normalmente vi avrei solo
rimproverato ma dovete appianare le vostre divergenze e avete anche
osato rovinare il mio caffè perciò andrete in
missione tutti
insieme... e dato che mi avete pure lavata da capo a piedi, non
riceverete alcun compenso!”
Sei
dei maghi allineati si girarono lentamente verso Penny, scoccando
svariate occhiatacce ma la maga delle fatine abbassò
prontamente lo
sguardo e fece di tutto per non avvertire le auree omicide dei suoi
compagni.
“Partirete
subito.” aggiunse poi Aika consegnando il foglio di carta ad
Ashuros “Troverete tutte le informazioni necessarie
lì sopra. Ora
sparite!”
I
sette maghi uscirono velocemente dall'ufficio di Aika, richiudendosi
la porta alle spalle. La ragazza fissò per qualche secondo
la porta
per poi sprofondare nella poltrona “Sigh... ho bisogno di una
vacanza...”
“Fantastico...
e io che volevo passare la giornata a degustare quel
liquore...”
commentò Edward camminando con le mani in tasca verso la
stazione
ferroviaria.
“Non
farla tanto tragica Ed, prima finiamo e prima potremo
tornare...”
disse Ashuros di fianco a lui, con Zero che annuì, troppo
preso ad
ascoltare la sua musica.
“Di
grazia che dobbiamo fare?” domandò Ryu e il mago
del tempo, dopo
aver preso in mano il foglio ne lesse il contenuto “A quanto
pare
in un villaggio parecchio lontano da qui devono compiere un
sacrificio al dio del vulcano gettando alcuni ingredienti nel
magma... ma i suddetti ingredienti sono rari e difficili da
recuperare. Dovremo semplicemente trovarli e recuperarli”.
“E~h?
Tutto qua?” chiese Yelle “Allora è
facile!”
“Non
abbassare la guardia. E' stata master Aika a consegnarci questa
missione, dev'esserci qualcosa sotto.” osservò Zoe
camminando
davanti a tutti con passo svelto, mentre Penny restava infondo al
gruppo, ancora intimorita dall'aura malvagia degli altri.
I
sette maghi salirono controvoglia sul treno e furono costretti a
viaggiare per ben sei ore, senza fermarsi.
“Se
passo ancora un'ora su questo treno uccido qualcuno...”
sibilò
Edward battendo nervosamente le dita sul bracciolo del suo posto. Non
era l'unico ad essere alquanto provato dal viaggio.
Ashuros
e Ryu avevano giocato a carte, fatto degli indovinelli, mimato
qualcuno dei loro compagni ma alla fine erano rimasti senza idee
restando a fissare il paesaggio. Per puro miracolo non si erano messi
a bisticciare.
Zero
aveva passato tutte e sei le ore ad ascoltare la musica con
conseguente sgomento dei suoi compagni di viaggio -Che razza di
autonomia ha quell'MP3?!-
Penny
aveva trovato rifugio nel disegno, utilizzando solo una matita e
alcuni vecchi fogli che si portava dietro, ma di certo non era la
stessa cosa che con i suoi pastelli e i suoi fogli nuovi. Cosa che
non mancava di ripetere ogni volta che sbagliava qualcosa.
Zoe
aveva passato il tempo dormendo o leggendo un libro che si era
portata dietro e sembrava la più tranquilla insieme a Zero.
Yelle
era ad un passo dal suicidio.
Dopo
solo dieci minuti aveva iniziato a chiedere “Tra quanto
arriviamo?”
e la cosa aveva gettato lo sconforto più totale sugli altri.
Dopo
un'ora di viaggio aveva iniziato a imitare i versi degli animali,
dopo due aveva provato a dormire in svariate posizione, dopo tre
aveva giocato a carte con Ashuros e Ryu annoiandosi subito, dopo
quattro aveva letteralmente iniziato a mordicchiare la sua poltrona e
da ormai due ore si era piantata con la fronte contro il vetro,
fissando con occhi sgranati il panorama in movimento.
“Ehi,
dovresti provare a distrarla con qualcosa...”
suggerì Ashuros
lanciando una rapida occhiata alla ragazza.
Edward
fece lo stesso ma poi negò velocemente con la testa
“L'ultima
volta che era ridotta in questo stato ho provato ad aiutarla. Mi ha
iniziato a mordere la testa credendomi un biscotto gigante...”
Un
gocciolone cadde sulla testa degli altri e, per loro fortuna, il
treno arrivò a destinazione pochi minuti dopo.
I
maghi scesero velocemente e Yelle iniziò a volare come una
pazza in
tutte le direzioni possibili, beandosi della libertà
riconquistata.
Dopo mezz'ora passata ad inseguirla, Edward se la mise in spalla come
durante il loro primo incontro e si incamminò con gli altri
verso la
casa del sindaco.
Quest'ultimo,
un uomo sulla settantina, completamente calvo ma con una folta barba,
li accolse calorosamente offrendogli il pranzo, benché
fossero ormai
le due passate e, mentre erano seduti a tavola, gli elencò
gli
ingredienti da trovare.
“Uno
si trova a sud, in una grossa palude. Si tratta di una grossa
sanguisuga nera tigrata. Il secondo ingrediente è un frutto
simile
ad una pesca ma completamente rossa che cresce in una foresta ad est
mentre l'ultimo ingrediente è un animale simile ad un polpo
che però
vive nel cuore della montagna ad ovest.” spiegò
l'uomo
sorseggiando del vino “Quando li avrete trovati, tornate qui
così
potremo recarci al vulcano a nord e compiere il sacrificio delle
offerte!”
“Delle
offerte alquanto particolari.” osservò Zero
facendo ridere l'uomo
“Ah ah lo so, ma questa è la tradizione e ormai ha
decine e decine
di anni sulle spalle!”
Consumato
il pasto, i maghi di Last Hope tornarono in strada per affrontare un
problema alquanto delicato.
“Chi
prenderà cosa?” domandò Penny lanciando
una rapida occhiata ai
suoi compagni.
“Io
andrò insieme a questi due a cercare quel polpo nella
montagna.”
iniziò Zoe indicando Ashuros e Ryu “Come ha detto
Aika, dobbiamo
appianare le nostre divergenze. Se posso permettermi, Yelle dovrebbe
andare con Penny mentre Zero con Edward.”
dopodiché si allontanò
insieme ai suoi due compagni, lasciando gli altri quattro da soli.
Penny
e Yelle si scambiarono una rapidissima occhiata “Noi
prendiamo la
pesca!” e si misero a correre verso la foresta prima che
Edward e
Zero provassero a fregarle.
“Quindi
a noi tocca la palude...” commentò Zero.
“Questa
giornata migliora di minuto in minuto...” aggiunse Edward per
poi
incamminarsi verso il punto indicato dal sindaco. Quale modo migliore
per passare un lunedì pomeriggio se non sguazzare in mezzo
ad una
palude cercando sanguisughe?
Zoe
fissò impassibile l'enorme montagna che si stagliava verso
il cielo.
Davanti a lei, un'enorme grotta che portava verso il cuore della
montagna, dove avrebbero trovato il loro obbiettivo.
“Tsk...
mi sembra quasi una caccia al tesoro questa buffonata.”
commentò
Ryu sbadigliando.
“E'
anche colpa tua se dobbiamo prendere parte a questa
buffonata.”
disse Ashuros finendo faccia a faccia col mago del ghiaccio
“Problemi
ghiacciolo?”
“Il
mio unico problema è una mozzarella ambulante!”
Zoe
si massaggiò lentamente le tempie. La sua pazienza stava
venendo
messa a dura prova ma non l'avrebbe data vinta a quei due.
Si
girò verso i suoi compagni e disse “Ascoltate...
abbiamo appena
passato sei ore su un treno, dobbiamo entrare in una grotta a cercare
un polpo da portare in cima ad un vulcano. Se alla lista dobbiamo
aggiungerci i vostri continui battibecchi, posso assicurarvi che
entreremo in tre ma solo io uscirò camminando sulle mie
gambe...
sono stata chiara?”
Ashuros
e Ryu deglutirono sonoramente, limitandosi poi ad annuire. Dopo un
respiro profondo, Zoe entrò nella grotta e i due la
seguirono,
accorgendosi subito di una cosa.
“E'
molto buio qui dentro...” commentò Ryu e Ashuros
“Meno male che
ci sei tu, Sherlock...”
Effettivamente
era davvero buio, troppo buio.
“Ashuros,
per caso puoi fare qualcosa?” domandò Zoe
camminando lentamente in
avanti. L'unica cosa che venne in mente al ragazzo fu di utilizzare
il suo occhio per vedere nel futuro le varie possibilità e
così
fece.
Un
secondo troppo tardi però.
“Zoe
aspet...!”
“KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA.......!!!”
SPLAT!!!
“E'
caduta.” osservò Ryu.
“Lo
so...”
“Quel
rumore alla fine... non era acqua”.
“Lo
so...”
“Fango?”
Ashuros
annuì.
“Oh...
te la farà pagare per questo, lo sai vero?”
“Lo
so...”
“Sarà
meglio andare a vedere come sta...” propose il mago del
ghiaccio e
i due, grazie alle indicazioni di Ashuros, scesero lungo la parete
rocciosa, saltando poi nel grosso laghetto fangoso con il fango che
gli arrivò velocemente fino alle cosce.
“Dove
sarà finita Zoe?”
Ashuros
notò delle bollicine nella superficie melmosa e, dopo aver
infilato
lì il braccio, tirò fuori una Zoe completamente
ricoperta di fango.
La giovane aprì lentamente gli occhi e tutto ciò
che sussurrò fu
“Usciamo di qui... ORA”.
Tenendola
in braccio, l'albino guadagnò la riva in poche falcate, non
senza
faticare a causa del livello della melma. La ragazza si tolse di
dosso quanta più sporcizia possibile ma i suoi vestiti erano
definitivamente rovinati.
Per
loro fortuna, l'oscurità non era più un problema
grazie a dei
grossi cristalli gialli che illuminavano le pareti, dando al trio
un'idea di dove fossero.
“La
strada continua di lì.” disse Ryu indicando un
cunicolo che
partiva da quell'enorme caverna, mentre si toglieva gli stivali per
far fuoriuscire il fango.
Zoe
non disse nulla e, semplicemente, si incamminò lungo il
cunicolo,
con Ashuros e Ryu subito dietro. I due ragazzi decisero di restare in
silenzio, onde evitare di innervosire ulteriormente Zoe. Ci tenevano
ancora alle loro gambe.
Penny
e Yelle camminavano tranquille lungo un sentiero in mezzo a quella
moltitudine di alberi. I raggi del sole filtravano attraverso le
fronde ma per fortuna la calura non era così insopportabile.
“Mi
sto annoiando...” esordì Yelle levitando a pancia
in su.
“Non
ci posso fare nulla.” commentò Penny
“Dovresti invece essere un
minimo più felice, ci siamo evitate il polpo e la
sanguisuga”.
“Lo
so però mi annoio!” protestò Yelle
scuotendo le braccia “Avrei
preferito una missione dove dovevamo far fuori schiere di demoni di
Ruganax!”
“Su
questo mi ritrovo d'accordo con te...”
Le
due continuarono a camminare per diversi minuti ma, di punto in
bianco, lo stomaco di Yelle iniziò a brontolare.
“Abbiamo
mangiato neanche un'ora fa.” puntualizzò Penny con
sguardo
annoiato intuendo già cosa avrebbe detto Yelle.
“Ma
io ho fame! Quel pasto era misero!”
-Uno
a zero per me...- pensò Penny per poi dirle “Beh
non so cosa
dirti, guarda qua attorno se vedi dei frutti”.
Yelle
si sollevò a diversi metri da terra, guardando gli alberi
intorno a
lei, finché non individuò un pesco non molto
lontano. Velocemente,
volò fino all'albero e osservò attentamente i
vari frutti.
“Penny,
queste pesche mi sembrano mature!” urlò poi
l'albina afferrandone
una ma, quando tentò di strapparla via dal ramo, non ci
riuscì “Ma
che...?!”
Riprovò
subito dopo afferrandolo con entrambe le mani, ma la pesca non ne
volle sapere di staccarsi dal ramo. Dopo svariati strattoni, Yelle la
lasciò andare allontanandosi di qualche metro.
“Non
credere che sia finita qua!” esclamò la maga del
vento creando
delle lame circolari d'aria intorno a lei. Penny la fissò in
silenzio ma qualcosa le stava urlando di scappare.
Forse
l'istinto di sopravvivenza o il suo sesto senso; qualunque cosa
fosse, comunque, non era per nulla tranquilla in quella situazione.
Yelle
ruotò su sé stessa e scagliò tutte le
lame di vento contro
l'albero. In pochi istanti, diversi frutti e rami cascarono per terra
e la giovane si beò di quella vista, scendendo vicino a
Penny.
“Vuoi
favorire?” chiese l'albina sorridendo quando un sonoro crack
si udì
nell'aria e, davanti a loro, cascò un grosso bozzolo
marrone. In
pochi secondi, decine e decine di calabroni fuoriuscirono dal loro
nido appena distrutto.
Le
due ragazze sbiancarono nel giro di un secondo e, altrettanto
velocemente, scapparono lungo il sentiero senza mai voltarsi. Yelle,
sfruttando il fatto di essere a mezz'aria, scagliò diverse
lame e
folate di vento dietro di sé ma non fece altro che
peggiorare la
situazione dato che dai vari alberi colpiti fuoriuscirono altri
insetti visibilmente seccati dalla cosa.
“La
vuoi finire?!? Stai facendo incazzare tutti gli insetti della
foresta!!!” urlò Penny senza voltarsi per paura
dell'enorme sciame
alle sue spalle.
“Scusa
non l'ho fatto apposta!!!” si giustificò Yelle
continuando a
volare in avanti. Di colpo, Penny notò un lago sulla destra
e corse
in quella direzione “Crea due bolle d'aria intorno alle
nostre
teste!”
Yelle
eseguì all'istante e, un secondo dopo, le due si gettarono
in acqua,
nuotando verso il fondale.
Indicando
la riva opposta alla sua compagna, Penny nuotò in quella
direzione e
Yelle la seguì dopo pochi secondi. Ci vollero diversi
minuti, ma
alla fine le due maghe di Last Hope riemersero dall'acqua,
sdraiandosi sulla spiaggia per riposarsi.
“Non
tenterò mai più di prendere una
pesca...” commentò Yelle
riprendendo fiato, notando poi Penny che le dava le spalle con
un'aura oscura tutt'attorno “P... Penny...?”
La
maga delle fatine si girò lentamente, mostrandole la sua
borsa a
tracolla completamente bagnata.
Un
urlo demoniaco squarciò il silenzio del bosco.
“I
MIEI DISEGNI!!!”
Edward
si girò di scatto, fissando il cielo con sguardo confuso.
Zero si
fermò e gli chiese “Hai sentito
qualcosa?”
“Credo
di aver sentito qualcuno urlare... e aveva tutta l'aria di essere
Penny.” spiegò il mago del veleno.
“Difficile...
siamo a diversi chilometri di distanza ormai. Non può aver
urlato
così forte.” commentò Zero, non
consapevole di quanto successo
alla sua compagna, per poi riprendere a camminare su quel sentiero
circondato da alberi sempre più sinistri e morenti.
Dopo
variati metri, una fitta nebbia arrivò dal nulla, coprendo
quasi del
tutto il terreno. I due ragazzi imprecarono sotto voce ma
continuarono ad avanzare, finché non videro una sagoma
avanzare
verso di loro.
Edward
ricoprì le mani di veleno ma non appena la figura fu
abbastanza
vicina, si rilassò leggermente. Infondo era solo una
vecchietta.
Un'inquietante
vecchietta vestita di nero con un serpente sulla spalla destra e un
cesto pieno di funghi, ma pur sempre una vecchietta.
“Oh
oh oh! Cosa ci fanno due bei giovanotti come voi da queste
parti?”
domandò la donna alzando leggermente la testa per guardarli
bene
negli occhi.
“Siamo
qui per il sindaco per trovare una sanguisuga da sacrificare nel
vulcano.” spiegò Edward e la vecchietta,
illuminandosi
leggermente, si girò indietro e indicò il
sentiero, ormai pressoché
coperto dalla nebbia.
“Se
è quella particolare sanguisuga che volete, proseguite in
quella
direzione. Grazie ad un composto della sua pelle, la nebbia non si
forma nella zona in cui si sposta, perciò non appena vedrete
una
zona senza nebbia, saprete dove cercare”.
“Grazie
mille.” ringraziò Zero per poi riprendere a
camminare.
“Ah
mi raccomando, fate attenzione ai non-morti! A loro non piacciono gli
estranei!”
Edward
e Zero si girarono di scatto ma della vecchietta non c'era
più
traccia e la cosa non era per nulla piacevole.
“Sbaglio
o ha detto... non-morti?” domandò Zero continuando
a fissare la
strada.
“Non
sbagli... ma ciò non toglie che dobbiamo cercare quella
sanguisuga e
poi potrebbe essere solo una storiella del villaggio. Non ne ho mai
incontrati di non-morti.” commentò Edward
accendendosi una
sigaretta.
“Devo
ricordarti Charlotte?”
“...
non-morti affamati di cervello...”
“Oh,
ora sei stato molto più chiaro.” disse
sarcasticamente Zero
riprendendo a camminare.
I
due continuarono ad avanzare per diversi minuti quando all'improvviso
avvertirono una sensazione viscida intorno alle caviglie e ai piedi.
Zero alzò una gamba e vide che la sua scarpa era ricoperta
di melma
e fango.
Era
appena entrati nel cuore della palude e l'odore presente nell'aria
era a dir poco nauseante. Il mago dei vettori guardò verso
il suo
compagno poco dietro di lui e sgranò gli occhi per la
sorpresa nel
vedere alcune sagome alle sue spalle, avvolte nella nebbia.
L'albino
si strofinò violentemente gli occhi e quando li
riaprì, le figure
erano svanite nel nulla.
-Sarà
la stanchezza...- si disse Zero per poi continuare a camminare in
quella melma. Ovviamente non era l'unico ad essere con i nervi a fior
di pelle.
Era
ormai da diversi minuti che Edward percepiva qualcosa in movimento
attorno a loro, ma ogni volta che guardava, non vedeva assolutamente
nulla. Di colpo ordinò a Zero di fermarsi e tese le orecchie.
Dei
passi nella melma dietro di loro si udirono per appena un secondo
prima di fermarsi.
I
due maghi deglutirono e si voltarono leggermente ma, come al solito,
non videro nulla.
“Qualcosa
non va...” commentò Edward assottigliando lo
sguardo. Zero alzò
leggermente il braccio per poi muoverlo di scatto di lato, dissipando
momentaneamente la nebbia, ma quei pochi secondi furono più
che
sufficienti per individuare i diversi zombie sdraiati nel fango con
la carne putrefatta e le orbite vuote fisse su di loro.
I
due maghi rimasero in silenzio per qualche secondo.
“Io
non ho visto niente...” sussurrò Zero e riprese a
camminare ma non
appena uno zombie gli sfiorò la caviglia, fece un salto in
alto di
almeno due metri e quando toccò terra, tirò un
calcio abbastanza
forte da scaraventare in aria grandi zolle di terreno e melma mista a
zombie.
“CORRI!!!”
Edward
lo seguì a ruota nella melma mentre alle loro spalle i vari
zombie
iniziavano a rialzarsi e ad inseguirli.
“Che
cazzo di palude è mai questa?!” urlò il
mago dei vettori
continuando a fendere la melma e la nebbia con dei pugni per poter
correre più agevolmente.
Un
numeroso gruppo di zombie spuntò di fronte a loro e il mago
del
veleno scagliò contro di loro diversi coltelli da lancio
che, per la
loro immensa gioia, non sortirono il ben che minimo effetto,
rendendoli solo degli zombie ricoperti di veleno.
“Complimenti
mister assassino!” tuonò Zero scaraventandoli in
aria con un
calcio potenziato.
“Non
rompere! Io uccidevo la gente viva! Per dei non-morti cerca un cazzo
di esorcista!” ribatté Edward limitandosi a
correre.
Dopo
svariati minuti passati a correre e a scaraventare zombie in aria, i
due si accorsero che la nebbia era svanita e che quindi la sanguisuga
era nelle vicinanze. Si girarono velocemente e scoprirono che tutti
gli zombie erano svaniti in mezzo agli alberi.
“Sembra
che qua non possano venire.” dedusse Zero riprendendo fiato
per poi
sedersi a peso morto su una grossa radice.
“Speriamo...
ora iniziamo a cercare quella sanguisuga.” disse Edward e,
dopo
essersi messo controvoglia a carponi, iniziò a muovere le
mani nella
melma per cercarla. Zero rimase qualche secondo ad osservarlo poi gli
disse “Senti... ammetto di essere dispiaciuto per quello che
ho
detto a Yelle stamattina”.
“Ah
non preoccuparti... so bene quanto possa essere difficile da
gestire.” commentò Edward agitando una mano in
aria “Diciamo che
anche io non sono stato proprio... educato, ma ero ancora irritato
per via del liquore”.
“Posso
capirti credo...” ammise Zero “Toglimi una
curiosità... perché
stai camminando a quattro zampe nella melma?”
“Per
cercare quella maledetta sanguisuga...” sibilò
Edward non proprio
contento di essere l'unico intento a lavorare.
“Ah
ok... no perché sai... la sanguisuga in questione
è su
quell'albero.” disse Zero indicando un albero abbattuto dove,
sul
suo tronco, era visibile una grossa sanguisuga nera tigrata.
Edward
la fissò nel più assoluto silenzio per poi
spostare lo sguardo sul
suo compagno.
“Quando
l'hai notata?”
“Dopo
che ti sei messo a sguazzare nella melma...”
“Potevi
avvisarmi”.
“Mi
sembravi a tuo agio”.
“Questa
me la pagherai...”
“Non
vedo l'ora!” commentò Zero e il suo compagno si
alzò per andare a
prendere la sanguisuga che, come una molla, gli balzò
addosso,
inglobando la mano dentro di sé.
Dopo
i primi attimi di stupore, Edward l'afferrò per la coda e
iniziò a
tirare con tutte le sue forze, senza riuscire a toglierla e da
lì
iniziò ad agitarsi come un indemoniato nella melma, sotto lo
sguardo
neutrale di Zero che gli urlò “Ricordati di non
scioglierla col
tuo veleno! Ci serve!”
Sistemandosi
meglio sulla radice, fissò ancora il suo compagno alle prese
con
quella titanica bestia e si chiese -Chissà gli altri cosa
stanno
facendo...-
Ashuros
fu il primo ad entrare in quell'enorme grotta dal soffitto a volta
tempestato di cristalli. Attualmente l'albino si trovava sull'unico
spiazzo di terra, circondato da fango che ricopriva interamente il
resto del terreno.
Ryu
e Zoe, ancora incazzata nera con il mondo per quanto successo poco
prima, arrivarono poco dopo e il mago del ghiaccio vide poco lontano
un movimento nel fango. Dopo pochi secondi, un polpo grosso quanto
una gallina saltò fuori dal fango e si arrampicò
sulla parete
rocciosa opposta ai maghi, andando ad infilarsi in una piccola grotta
posta ad almeno quattro metri di altezza.
“Beh,
per trovarlo lo abbiamo trovato... ora non ci resta che
prenderlo.”
disse Ashuros iniziando a camminare nel fango che, per fortuna, gli
arrivava solo fino alle caviglie. Ryu lo seguì subito dopo
mentre a
Zoe ci vollero diversi secondi per convincersi che quella missione
sarebbe effettivamente servita a qualcosa.
“Come
ci disponiamo per prenderlo? La parete è piuttosto
scivolosa.”
osservò Ryu pensando poi di creare una sorta di scala di
ghiaccio
per arrivare fino a lì. Zoe gli diede il via libera ma solo
lei
sarebbe salita, così da lasciarli lì nel caso in
cui il polpo
tornasse di nuovo nel fango.
Ryu
annuì e le creò una scala a pioli di ghiaccio.
Zoe salì
rapidamente e, per sua fortuna, la grotta era abbastanza grande da
permetterle di restare in piedi ma i cristalli erano più
rari e
quindi la luminosità non era delle migliori.
Sfruttando
il suo potere, individuò un'anima davanti a lei ma, prima
che
potesse afferrare il polpo, lui afferrò lei, avvolgendosi
completamente intorno alla sua testa e costringendola a dimenarsi
come una pazza.
“Mi
chiedo quanto ci vorrà a trovarlo”.
“Rilassati
ghiacciolo, non ci vorrà molto”.
Zoe
iniziò a tirare diverse testate contro la parete rocciosa ma
il
polpo non mollò la presa e ormai il fiato stava finendo.
“Credi
che possa aver bisogno di una mano?”
“Non
saprei...” iniziò Ashuros alzando lo sguardo
giusto in tempo per
vedere Zoe cadere di schiena addosso a loro, schiacciandoli nel
fango.
Con
un ultimo strattone, Zoe tirò via il polpo per poi
riprendere fiato.
Solo dopo qualche secondo si accorse del suo presunto materasso e non
poté trattenere un piccolo ghigno nel vedere Ashuros e Ryu
pieni di
fango ma la sua allegria svanì nell'esatto momento in cui li
vide
ridere sotto i baffi.
“Cosa
c'è di così divertente?”
Ryu
creò un piccolo pezzo di ghiaccio e, usandolo come specchio,
Zoe
notò che il polpo le aveva lasciato diversi segni sulla
pelle per
colpa delle sue ventose.
Una
grossa vena iniziò a pulsarle sulla fronte e
sibilò “Non una
parola su quanto accaduto oggi...”
I
due annuirono cercando di trattenersi e, dopo essersi calmati,
cercarono un modo per uscire da lì.
“Penny!
Lo vedo! Vedo l'albero!” urlò Yelle con le lacrime
agli occhi
indicando un grosso pesco in cima ad una collinetta dove erano
presenti diverse pesche rosse.
Penny
per poco non cadde in ginocchio. Finalmente erano arrivate. Il solo
raggiungere quell'albero era stata un'impresa. Non solo avevano fatto
incavolare tutti gli insetti della foresta, ma anche dei grossi
coccodrilli in riva al lago.
Invece
ora erano lì, fuori dal bosco con la collina di fronte agli
occhi,
circondata da girasoli. Enormi girasoli, alti almeno cinque metri.
-Perché
qualcosa mi dice che non sono semplici girasoli?- si domandò
Penny
iniziando a camminare in mezzo a quelle enormi piante “Yelle!
Non
toccare niente di niente! Hai capito?”
Stranamente,
non ricevette alcuna risposta e la cosa non le piacque per niente,
portandola ad immaginare una serie di situazioni collegate tra di
loro.
Niente
risposta.
Niente
Yelle.
Yelle
intenta fare altro da qualche parte.
Disastro
imminente.
Penny
si girò all'istante con il cuore che le batteva a mille e
rimase
senza parole nel constatare che la sua amica era ancora lì
vicino a
lei, solo che un girasole aveva ben pensato di mangiarsela e ora, dai
petali gialli chiusi come una bocca, spuntavano solo le gambe di
Yelle, intenta ad agitarle come due fruste.
“Fiuuu...
per un attimo ho creduto che fossi scomp... CHE CAZZO E' QUEL
FIORE?!?”
In
meno di un secondo, Penny evocò la sua fatina del fuoco ma
Yelle,
non avendola sentita, iniziò a scagliare diverse lame di
vento dalle
gambe, costringendo l'amica a ritirarsi dietro ad una grossa roccia
lì vicina.
“Yelle
fermati o non potrò aiutarti!!!” urlò
Penny sbucando da dietro
alla roccia per poi tornare subito al riparo, evitando una lama di
vento.
Dopo
svariati tentativi di farla calmare, Penny perse definitivamente la
pazienza e ordinò alla sua fatina di distruggere le piante
lì
vicine, dato che anche altri girasoli avevano iniziato a muoversi.
La
fatina annuì sorridendo e creò diverse sfere di
fuoco che scagliò
intorno a loro, bruciando i vari girasoli carnivori. Dopo pochi
secondi, le fiamme si estinsero e Yelle cadde a terra, venendo subito
soccorsa dall'amica che non poté fare a meno di mettersi a
ridere.
“P...
perché ridi?!” sbottò Yelle pulendosi
la faccia dalla fuliggine,
per fortuna non era rimasta ustionata.
“I
tuoi capelli!” urlò Penny con le lacrime agli
occhi e solo allora
Yelle capì che, a causa del calore, i suoi capelli dovevano
essere
una cosa inguardabile così cercò di porvi rimedio
all'istante
pettinandoli con le mani ma una sfera d'acqua la prese in pieno,
appiattendoli di colpo.
“Grazie...”
“Non
c'è di che!” trillò Penny sorridendo
“Vedila anche come una
piccola vendetta per i miei disegni!”
Dopo
pochi istanti di serietà, le due scoppiarono a ridere e,
dopo
essersi rialzate, si precipitarono verso l'albero per raccogliere
quella pesca tanto agognata. Nessuno dei frutti era diverso
dall'altro, così presero il primo che gli capitò
sotto mano e,
benché fosse stanca, Yelle riuscì a portare tutte
e due in volo
fino al paese.
Le
due si accasciarono su una panchina davanti alla casa del sindaco,
cercando di ignorare i vari sguardi che i paesani scoccavano nella
loro direzione. Infondo due ragazze bagnate da capo a piedi
attiravano leggermente l'attenzione, soprattutto quando non
sembravano propriamente felici di ciò.
Dopo
qualche minuto, video arrivare Ashuros insieme a Ryu e Zoe e, notando
com'erano ridotti, capirono che a loro era andata quasi bene.
“Avete
trovato il polpo?” domandò Penny e Ryu
annuì mostrandole una
gabbietta di ghiaccio con l'animale al suo interno.
“Zoe
cosa ti è succ...?” fece per chiedere Yelle ma la
compagna sibilò
“Non voglio parlarne...” e si andò a
sedere di fianco a lei,
abbandonandosi contro lo schienale.
Non
passò molto prima che anche Edward e Zero si unissero a
loro, solo
che il mago del veleno stava venendo trasportato in spalla ed era
visibilmente pallido.
“Ma
che diavolo...” iniziò Yelle visibilmente
allarmata e Zero, per
tutta risposta, le gettò in grembo una grassa sanguisuga che
non
riusciva neanche più a muoversi.
“Ha
bevuto troppo sangue credo...” ipotizzò Zero
adagiando Edward
vicino a Yelle che andò subito a sincerarsi delle sue
condizioni
insieme a Penny.
“Direi
che ci siamo tutti.” disse Zoe per poi alzarsi ed entrare
nella
casa del sindaco, seguita dagli altri. Dopo qualche minuto di attesa,
l'uomo li accolse con un caloroso sorriso che scaturì in una
sonora
risata non appena vide com'erano ridotti.
“Complimenti,
avete completato il compito! Ora date pure le offerte alle mie
cameriere, li prepareranno per il sacrificio.” disse l'uomo e
i
maghi eseguirono, seguendolo poi in una grossa stanza con un tavolo
coperto da una tovaglia bianca dov'era presenti una sedia da un lato
e sette dall'altro.
Il
sindaco andò a sedersi sulla sedia solitaria e fece
accomodare i
maghi di Last Hope, ormai speranzosi di poter tornare a casa per
rilassarsi.
“Devo
farvi i miei complimenti! Ero un po' dubbioso all'inizio, se devo
essere sincero!” disse l'uomo, quando le cameriere tornarono
con...
dei piatti e un bicchiere pieno di succo?
Ai
vari maghi ci vollero pochi secondi per riconoscere i tentacoli del
polipo, ora cotti in padella con del sugo di pomodoro; il corpo della
sanguisuga, probabilmente cotto al forno con contorno di patate, ed
infine la pesca rossa, trasformata in succo.
“Ma...
ma... ma...” iniziò Yelle indicando le varie
pietanze e l'uomo
sorridendo, schioccò le dita, trasformandosi in Aika.
“Vi
ringrazio per aver trovato questi ingredienti! Malgrado sia
conosciuta la loro zona, sono estremamente rari o comunque ben
difesi.” spiegò la master mangiucchiando un
tentacolo “Devo dire
che sono buonissimi!”
“Ma
quindi... la storia della missione...” balbettò
Ashuros ricevendo
come risposta “Il sindaco è andato ad una riunione
importante e
oggi l'ho sostituito io, così ne ho approfittato per farvi
calmare
un po'! Ottimo lavoro non è vero? Sono nata per
recitare!”
Le
reazioni furono immediate.
Yelle
scoppiò a piangere gettandosi addosso a Edward, non ancora
ripresosi
dal sangue mancante; Zoe fissò interdetta la master, tirando
poi una
sonora testata al tavolo; Zero si limitò a scivolare lungo
lo
schienale, finendo sotto il tavolo; Penny la fissò senza dir
nulla
con la disperazione negli occhi, mentre Ryu e Ashuros si accasciarono
schiena contro schiena, senza riuscire a parlare.
“Oh
non fatela così tragica... vedetelo come un compenso per il
mio
caffè di stamattina!”
*
* *
Un
nuovo sole sorgeva su Zafirus. Malgrado l'ora, i mercati erano
già
vivi e le strade piene di gente, intente a fare la spesa o a
lavorare. Stranamente, nessuno di loro udì schiamazzi
provenienti
dalla gilda di Last Hope, eppure erano già le otto e mezza!
Aika
fissò con un ampio sorriso la sala della gilda.
Erano
presenti già diversi maghi ma nessuna rissa sembrava in
procinto di
scatenarsi e nessuno urlava.
Zero
era comodamente seduto ad un tavolo, dove Penny stava disegnando sui
suoi nuovi fogli da disegno.
Edward
sonnecchiava lì vicino, Yelle mangiava una torta cucinata da
Tsuki,
Zoe era intenta a leggere silenziosamente un libro al bancone del bar
mentre Ashuros e Ryu... si fissavano in cagnesco.
-Non
dirmi che quei due non hanno ancora imparato la lezione...-
pensò
Aika assottigliando lo sguardo.
I
due continuarono a fissarsi per qualche secondo nel più
completo
silenzio.
“Al
tre...” disse Ashuros e Ryu annuì
“Uno... due... tre!”
Entrambi
calarono le loro carte e Ryu sgranò gli occhi per la
sorpresa “Di
nuovo poker! Stai barando mozzarellina!”
“Sei
solo tu che hai tanta sfortuna, razza di ghiacciolo!”
ribatté
Ashuros e Zoe era già propensa a tirare degli sgabelli
addosso ai
due. Il guaio era che altri maghi si stavano avvicinando ai due e non
sembravano proprio propensi a fermarli.
“Fermatevi
tutti all'istante!!!” urlò Aika e tutti i maghi
raggelarono
voltandosi verso la master che, sospirando, aggiunse “Siete
una
cosa impossibile! Fate partire questa dannata rissa e concludiamo qui
la faccenda!!!”
Con
un urlo di gioia, tutti i principali rissaioli della gilda iniziarono
la prima rissa della giornata alla quale, ovviamente prese parte
anche la master.
Certe
cose non potevano essere cambiate, in nessuna maniera.
Angolo
dell'autore:
Good
evening!
Spero
che questa shot demenziale e scritta male (ormai ho perso il tocco
per certe cose...) vi sia piaciuta anche in minima parte! Non temete!
Per la fine di agosto dovrebbe arrivare il capitolo nuovo vero e
proprio!
Inoltre,
ricordo che la gara per i disegni di Edward è ancora attiva
e per
ora solo kaori_kuran (che mi ha già inviato il disegno) e
Master
Chopper parteciperanno! In teoria anche Lilu_wolf mi ha inviato un
suo disegno ma a questo giro non parteciperà,
perciò la gara resta
un duello per ora!
Spero
ancora che la shot vi sia piaciuta (soprattutto a Lilu_wolf) e ci
vediamo alla prossima!
|
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Capitolo 27 *** Capitolo 24 ***
Capitolo
24
I
versi dei gabbiani, così numerosi ed insistenti le fecero
aprire gli
occhi. Un'improvvisa fitta alla testa la svegliò del tutto,
stordendola per il dolore e facendole sputare un po' di acqua salata.
Cercò di guardarsi attorno, vedendo solo degli alberi,
alcuni
cespugli e i gabbiani che volavano in cielo, sospinti dalla brezza
marina.
L'inconfondibile
profumo del sale le invase le narici e pian piano l'aiutò a
ricordare. Era vicino al covo della sua gilda di ladri che dava su
un'alta scogliera. Improvvisamente alcune immagini le balenarono
nella mente.
Il
portone della gilda che veniva letteralmente distrutto. La polizia
che entrava cercando di arrestarli tutti. Una corsa senza meta per
scappare e poi il vuoto sotto ai suoi piedi. Kenta che si gettava per
salvarla.
Sgranò
gli occhi per lo shock -Kenta!-
“Ehi
qua ne abbiamo preso uno. Ne avete trovati altri?”
domandò una
voce oltre il cespuglio facendola sussultare. Aileen attivò
all'istante il suo potere e divenne invisibile, sporgendosi
leggermente oltre le foglie.
Quello
che vide le fece perdere un battito. Il suo migliore amico, Kenta,
stava venendo ammanettato da alcuni poliziotti. Si guardò
attorno
cercando di pensare ad un modo per salvarlo, ma all'ultimo
notò che
il suo sguardo era diretto verso di lei e le stava chiedendo di non
muoversi.
Aileen
provò ad ignorarlo facendo qualche passo in avanti ma lo
sguardo di
Kenta si indurì leggermente, facendola desistere. Nel
più completo
silenzio lo vide entrare dentro ad una carrozza usata per il
trasporto dei prigionieri, svanendo poi all'orizzonte.
Un'altra
fitta alla testa la fece cadere in ginocchio mentre una voce
femminile iniziò ad urlare nella testa.
“...leen!”
“Aileen!”
“AILEEN!!!”
La
ragazza si riprese giusto in tempo per gettarsi di lato, evitando un
grosso shuriken a tre lame fatto di materia oscura. Dopo essersi
rimessa in piedi, spostò lo sguardo sul suo avversario:
Kenta, colui
che era stato il suo migliore amico per diversi anni e che ora era
diventato un pupazzetto nelle mani di un arcidemone.
“Spostati
Aileen!” urlò Akira alle sue spalle scagliando
diverse lame di
ferro arrugginite addosso a Kenta che, creando un grosso scudo a
torre, riuscì a difendersi da tutti gli attacchi della
bambina. Dopo
aver gettato via lo scudo, il ragazzo impugnò la sua spada e
si
lanciò addosso alle due avversarie.
Akira
incrociò velocemente le braccia davanti al volto e tutti i
pezzi di
metallo e di legno presenti davanti a lei si frapposero tra di loro,
ostacolando l'avanzata di Kenta che fu costretto a distruggerli tutti
con la sua arma, mentre Aileen diventò nuovamente invisibile
cercando di aggirarlo ma il ragazzo si voltò rapidamente
verso di
lei e cercò di colpirla con un fendente dall'alto.
La
maga fece un ampio balzo all'indietro ed evitò il colpo,
tornando
visibile -Mi ero dimenticata dei suoi occhi... possono vedermi anche
quando attivo il mio potere...-
“E'
inutile che provi ad affrontarmi. Non potrai mai
sconfiggermi.”
sibilò Kenta fissandola con gli occhi iniettati di sangue,
evitando
poi alcune schegge di ferro scagliate da Akira che tornò ad
affiancare Aileen.
“Hai
un piano?” domandò la bambina continuando comunque
a mantenere lo
sguardo su Kenta, accompagnato da un ghigno non proprio rassicurante.
Aileen non seppe risponderle, afferrando nel mentre la corda che
teneva appesa sul fianco “Riesci ad impegnarlo?”
Akira
ampliò il suo ghigno “Quando ci hanno insegnato la
magia, io sono
risultata la migliore di tutti loro, Kenta compreso. Non
avrò
problemi!” e piegando leggermente le gambe, portò
le braccia verso
il corpo. Una leggera scossa sismica fece tremare la stanza
sorprendendo Aileen e, creando svariate crepe, diversi pezzi di
roccia si staccarono dalle pareti posizionandosi davanti alla
bambina.
Kenta
si posizionò con una guardia alta, stringendo con forza
l'impugnatura della sua arma con ambo le mani. Nello stesso istante,
tutte le rocce bersagliarono il ragazzo che, con dei movimenti ai
limiti dell'umano, le colpì tutte senza batter ciglio e
senza
muovere le gambe, sfruttando soltanto le braccia.
“Dimenticavo
che lui è risultato il miglior combattente di tutti i
prigionieri...” rammentò Akira creando altri
proiettili di roccia
e di ferro, continuando a scagliarli addosso al bersaglio
“Devo
ferirlo una sola volta e poi potrò ucciderlo”.
Aileen
sgranò gli occhi nell'udire quelle parole “Non
devi ucciderlo!
Dobbiamo salvarlo!”
“Aileen...
lo so che voi due siete molto legati e devi credermi, ho provato in
tutti i modi a farlo tornare in sé ma non c'è
stato verso di farlo
ragionare.” spiegò Akira guardando l'amica
“Neanche io vorrei
ucciderlo ma preferisco farlo io piuttosto che un arcidemone
cannibale che si diverte a veder soffrire noi umani”.
“Devo
provarci io! Tu non ucciderlo!” la implorò Aileen
preparando la
corda come un lazo “Ti prego!”
Akira
la fissò ancora per qualche secondo, sbuffando con sguardo
innervosito “E va bene... ma se dovesse tentare di ucciderti,
lo
eliminerò senza esitazione”.
Aileen
la ringraziò con un cenno del capo e si allargò
sulla destra,
venendo seguita dallo sguardo di Kenta che alla fine lo
riportò su
di Akira, il nemico più pericoloso dal suo punto di vista.
La
bambina, dopo aver creato un centinaio di lame metalliche e di
piccole rocce, iniziò a farle levitare in tutte le
direzione,
circondando lentamente il ragazzo ma senza avvicinarle troppo ad
Aileen.
Con
uno schiocco delle dita, tutti gli oggetti schizzarono verso il
centro e Kenta, diversamente da prima, fu costretto ad ruotare anche
su sé stesso riuscendo comunque a deviare o a distruggere
tutti i
colpi di Akira. Con la coda dell'occhio notò un altro
movimento e,
calando un potente colpo dall'alto, schiacciò al suolo la
corda di
Aileen, senza tuttavia riuscire a tagliarla.
La
ragazza ritirò subito la sua 'arma' e si preparò
a scagliarla
un'altra volta, mentre Akira risollevò tutti i frammenti a
terra
ancora utilizzabili. Capendo di essere in una situazione di stallo,
Kenta fece svanire la sua spada e creò due balestre da
polso,
anch'esse dall'aspetto grottesco e ne puntò una verso
Aileen, mentre
con l'altra mirò ad Akira.
Le
due rimasero in attesa, flettendo le gambe. Aileen poteva contare
sulla sua agilità per evitare gli eventuali dardi di quella
balestra, ma non era tanto sicura per Akira. La bambina poteva anche
avere un grande potere magico ma di certo non era così agile
da
poter evitare qualcosa di così veloce.
Contrariamente
a quanto immaginato da Aileen, Akira fece cenno a Kenta di avanzare
“Su, spara!”
Il
ragazzo non se lo fece ripetere e sparò un dardo mirando
alla testa
della bambina che, alzando una mano, bloccò il colpo a
mezz'aria,
facendolo ruotare verso Kenta per poi rispedirglielo indietro.
L'avversario inclinò leggermente la testa, evitandolo al
pelo e
sparò un altro dardo, ripetendo il gesto anche con l'altra
balestra.
Akira
bloccò nuovamente il colpo a mezz'aria mentre Aileen si
limitò a
schivarlo gettandosi di lato verso il muro opposto alla compagna.
-Se
ci troviamo su due lati opposti avrà di sicuro
più difficoltà nel
mirarci entrambe.- si disse Aileen preparando la sua corda. Kenta
rimase fermo per qualche secondo e alla fine puntò entrambe
le
balestre verso Akira, sorprendendole entrambe perché quella
era
un'ottima occasione per fermarlo.
-Perfetto,
se mira a me non potrà colpire Aileen e lei potrà
immobilizzarlo!-
pensò Akira preparandosi a scagliargli addosso delle lame di
ferro
ma all'ultimo bloccò qualunque idea di attacco, facendo
ghignare il
suo avversario.
“Se
mi manchi, riuscirai a controllare i tuoi attacchi, così da
non
colpire Aileen, e proteggerti nello stesso istante?”
domandò Kenta
fissando la bambina dritta negli occhi che, mantenendo in vista il
ghigno, sibilò “Tu sottovaluti il mio
potere”.
“Allora
mostrami cosa sai fare sotto pressione!” la incitò
Kenta scoccando
svariati dardi in rapida successione. Akira li bloccò tutti
a
mezz'aria seppur fossero molto più vicini rispetto a prima
e, dopo
averli puntati verso il suo avversario, glieli rispedì
mirando alle
gambe, così da non poter ferire Aileen che si
lanciò in avanti in
quel momento.
Kenta
ampliò in un istante il suo ghigno e, facendo un breve
scatto in
avanti, saltò in alto posando poi un piede su uno dei suoi
stessi
dardi e, usando una sola gamba, fece una capriola all'indietro,
tenendo le braccia puntate in avanti che, quando si ritrovò
con la
testa verso il basso, puntarono Aileen con somma sorpresa delle due
maghe.
Due
dardi vennero sparati senza esitazione e, mentre il primo
graffiò
Aileen sulla coscia destra, il secondo le colpì in pieno il
fianco
sinistro, facendo schizzare sangue tutt'attorno. La ragazza cadde a
terra urlando per il dolore ed estraendo rapidamente il dardo,
gettandolo poi lontano.
“Tu
maledetto bastardo!” tuonò Akira scagliando
rapidamente tutti i
suoi colpi addosso a Kenta che, senza batter ciglio, creò un
altro
scudo a torre davanti a lui, usandolo per proteggersi completamente.
La
bambina puntò entrambe le mani verso lo scudo facendolo a
pezzi in
pochi istanti ma, con sua somma sorpresa, Kenta era già
scomparso.
Prima ancora che potesse mettersi in posizione di difesa, un dardo
oscuro si conficcò nella sua coscia sinistra, facendola
cadere in
ginocchio all'istante.
Il
ragazzo le si lanciò addosso da quel lato, brandendo la sua
spada ma
quando fu prossimo a calare il colpo finale, una corda gli
bloccò la
lama, strappandogliela dalla mano. Kenta si girò infuriato
verso
Aileen vedendola in piedi seppur barcollante, con la corda ancora
stretta tra le mani.
“Sei
davvero un insetto fastidioso.” sibilò il ragazzo
cambiando
bersaglio per poi spararle addosso altri dardi che vennero
prontamente bloccati da Akira, la quale si beccò un calcio
in piena
faccia, venendo scagliata contro una parete già danneggiata.
La
bambina sputò un po' di sangue accasciandosi poi al suolo
mentre
Kenta iniziò ad avvicinarsi ad Aileen.
La
ragazza preparò nuovamente la sua corda e, quando Kenta
creò un
pugnale per colpirla dall'alto, lei la tese orizzontalmente,
bloccando la lama dell'avversario.
“La
tua corda forse è più fastidiosa di
te.” sputò il ragazzo
colpendola a tradimento con una ginocchiata allo stomaco. Aileen
colse al volo l'occasione e, dopo avergli afferrato la gamba con
entrambe le braccia, gli fece uno sgambetto all'unica gamba
d'appoggio, facendolo finire a terra.
La
ragazza si preparò quindi a legarlo con la sua corda ma
Kenta si
rialzò all'istante, balzando poi all'indietro e creando due
grosse
lance oscure. Aileen chiuse gli occhi preparandosi a ricevere il
colpo ma nell'aria risuonò l'urlo del suo ex-amico e,
riaprendoli di
scatto, lo vide cadere in ginocchio con delle lame di ferro
conficcate nelle gambe.
Dietro
di lui vide Akira ancora a terra ma con la testa leggermente alzata e
la mano destra puntata contro il loro avversario.
Prendendo
la palla al balzo, Aileen avvolse rapidamente Kenta con la sua corda
costringendogli le braccia al corpo, per poi schiacciarlo al suolo,
sedendosi sopra di lui “Kenta! Per favore torna in
te!”
“Levati
immediatamente!” urlò Kenta divincolandosi al
meglio delle sue
possibilità ma la ragazza non si fece disarcionare e gli
afferrò
con la forza la testa con le mani “Kenta non mi riconosci!
Sono
Aileen!”
“Lo
so chi sei! E devo eliminarti come richiesto dalla grande Aghisa!
Tutti gli intrusi e i ribelli devono essere eliminati!”
sbottò
Kenta cercando di gonfiare i muscoli per liberarsi ma senza successo.
Aileen
lo guardò fritto negli occhi “Kenta... non ricordi
il mio cognome?
Sei stato tu a darmelo...”
Aileen
e Kenta erano seduti su una panchina della gilda, intenti a
mangiucchiare qualcosa.
“Quindi
tu ti chiami Aileen ma non hai un cognome, giusto?”
domandò Kenta
con sguardo curioso e l'amica annuì. I due rimasero in
silenzio per
qualche minuto, quando Kenta esordì con
“Gray!”
Aileen
la guardò confusa “Gray?”
“Sì!
Il tuo cognome, d'ora in poi, sarà Gray!”
“Perché
Gray?” domandò Aileen.
“Perché
i tuoi occhi sono grigi e così non lo scorderò
mai!” spiegò
Kenta sorridendo. Aileen lo fissò per qualche secondo e alla
fine
sorrise anche lei “Aileen Gray... mi piace!”
“Aileen...”
sussurrò Kenta sorprendendo le due maghe. La ragazza seduta
sopra di
lui notò con sollievo che il sinistro bagliore nei suoi
occhi si
stava affievolendo sempre di più. Di getto, lo
abbracciò con tutte
le sue forze “Ehi Aileen mi fai male!”
La
ragazza lo lasciò andare asciugandosi poi qualche lacrima
“S...
scusa! E' che sono felice di averti ritrovato!”
“E
io sono felice di aver ritrovato te.” commentò il
ragazzo
sorridendo, per poi girarsi verso Akira “Scusami se ti ho
ferita!
Non ero in me in quel momento...” ma la bambina
scacciò qualcosa
con una mano “Non fa niente, l'importante è che
sei tornato in
te!”
Dopo
essersi alzata in piedi, Aileen liberò Kenta, aiutandolo ad
alzarsi
per poi abbracciarlo nuovamente, mentre Akira si portò
vicino a
loro, fissandoli con un ampio sorriso. Dopo essersi separati, il
ragazzo fece qualche passo indietro, spostando lo sguardo tra le
ferite delle sue due amiche.
“Io...
non so cosa dire... mi disp...!”
Una
grossa lama oscura gli perforò il torace da dietro,
schizzando una
grossa quantità di sangue addosso alle due maghe che
fissarono la
scena completamente shoccate. Kenta guardò prima la lama e
poi le
sue compagne, vomitando un'enorme quantità di sangue e
cadendo al
suolo di faccia, permettendo così ad Aileen e Akira di
vedere un
altro Kenta alle spalle dell'originale.
Quel
Kenta che aveva colpito il loro amico aveva gli occhi completamente
rossi e il suo intero corpo sembrava fatto di oscurità. Con
voce
roca, sibilò “Tsk, si vede che non eri di alcuna
utilità per la
grande Aghisa. I deboli devono essere eliminati!”
Senza
esitare, Akira frantumò la spada con cui Kenta era stato
trafitto e
scagliò i frammenti addosso al nuovo nemico che, con un
ampio balzo
all'indietro, riuscì ad evitare tutti i colpi, creando a sua
volta
due balestre da polso dall'aspetto molto più mostruoso con
cui
sparò, nel giro di pochi istanti, una decina di dardi contro
le due
maghe.
La
bambina provò a bloccarli tutti a mezz'aria ma, con sua
somma
sorpresa, nessuno di essi si fermò e Aileen fece appena in
tempo a
gettarsi contro di lei, trascinandola a terra così da
evitare i
colpi nemici che si conficcarono nella parete alle loro spalle,
dissolvendosi subito dopo.
“Spiacente,
ma il tuo potere non può influire su qualcosa che non ha una
consistenza solida. I miei dardi sono fatti di oscurità
magica, non
puoi fare nulla per fermarli.” spiegò il Kenta
oscuro ampliando il
suo ghigno.
“Akira,
cosa diavolo è quello?” domandò Aileen
preparando la sua corda.
“Non
lo so... so solo che ora lo ammazzo!” sbottò la
bambina con
sguardo inferocito sollevando svariate schegge di metallo che
scagliò
contro il suo bersaglio, il quale le deviò tutte con i suoi
dardi.
-Maledizione...
ormai tutti i miei colpi sono stati distrutti. Devo crearne altri
dalle pareti ma correrei il rischio di far crollare qualcosa.-
pensò
Akira fissando il nemico che riprese a scagliare dardi addosso ad
entrambe le maghe. Aileen si limitò ad evitare i colpi
cercando di
avvicinarsi. La ferita al fianco le faceva male ma non poteva
permettersi di fermarsi, non poteva aspettare l'aiuto di Kaori Yuno.
Con
un movimento fluido del braccio, menò una sferzata con la
sua corda
che colpì rapidamente il nemico sulla guancia. La figura
oscura si
voltò nuovamente verso di lei, cercando di colpirla con
altri dardi
ma, non appena la ebbero toccata, i dardi rimbalzarono su di lei
saettando addosso al Kenta oscuro che fu costretto ad evitare i suoi
stessi colpi.
“Ma
che diavolo...?”
“Sembra
che tu non conosca il mio vero potere.” commentò
Aileen indurendo
lo sguardo “Se si tratta di oggetti solidi e materiali, non
posso
farci nulla, ma essendo quei dardi parte del tuo potere magico, posso
ritorcerteli contro senza neanche guardarli”.
-Questa
mocciosa... il suo potere agisce su ciò che la bambina non
può
controllare. Sono una perfetta combinazione di difesa...-
pensò il
Kenta oscuro “Quando la grande Aghisa mi ha creato dentro
quel
ragazzo avrebbe dovuto darmi più potere per accedere ai suoi
ricordi. Avrei di sicuro preparato qualcosa per due insetti come
voi”.
Aileen
impugnò ancora la sua corda e si lanciò
nuovamente all'attacco,
mentre Akira, ormai prossima a seguirla, venne fermata proprio da
Kenta che le afferrò debolmente una caviglia.
“Aspetta...”
La
bambina si inginocchiò di fronte a lui “Non
parlare stupido. Devi
mantenere le forze”.
“Eh...
non sono un bambino... come te... so bene che or... mai non posso
farcela...” sussurrò Kenta cercando di riprendere
fiato “Fai a
pezzi il mio corpo...”
Akira
lo fissò shoccata “Cosa stai
farneticando?!”
Il
ragazzo la guardò sorridendo prima di vomitare altro sangue
“Con
le mie ossa... avrai abbastanza colpi per battere... quel demone...
almeno potrò aiutarvi...”
“Non
posso farlo. Sei mio amico.” obiettò Akira con
voce stranamente
calma “Se fossi ancora un nemico, non esiterei a farti
esplodere,
ma non posso farlo... non davanti ad Aileen”.
“Preferisci
rischiare di farla ferire... per mano di un demone uguale a
me...?”
domandò Kenta con sguardo ormai spento, facendole mordere il
labbro
inferiore. Lentamente, la bambina mise la mano a pochi centimetri dal
corpo del ragazzo “Qualche ultima parola...?”
“Colpisci
forte...!” sputò Kenta mostrando uno sguardo
determinato.
Un
raccapricciante rumore di carni lacerate e di ossa spezzate
risuonò
nella stanza, fermando sia Aileen che il demone i quali si girarono
verso Akira, sgranando gli occhi per la sorpresa nel vedere il suo
abito ormai lercio di sangue e almeno duecento frammenti ossei
levitare davanti a lei.
“Aileen...
levati.” sibilò Akira mostrando un ghigno da
psicopatica
praticamente uguale a quello di Ireth.
“Akira...
che cosa hai fatto...?” domandò Aileen osservando
i rimasugli
degli organi di Kenta ai piedi della bambina che non le diede
risposta, scagliando in avanti tutti i frammenti ossei. Prima ancora
che il demone potesse fare qualcosa, si ritrovò
completamente
circondato.
“Aileen,
Kenta ha deciso di darci una mano come ultimo atto di amicizia. Non
importa ciò che dirai, io eliminerò quel
bastardo.” disse Akira
riacquistando per un solo istante uno sguardo serio. La ragazza
fissò
prima la compagna poi il sangue a terra ed infine il demone che aveva
assunto del sembianze del suo amico “D'accordo... se si
tratta di
un demone, non mi tirerò indietro!” e, con dei
rapidissimi
movimenti, avvolse la gamba destra dell'avversario con la sua corda,
cogliendolo di sorpresa.
“Miserabile
insetto!” urlò il demone puntando il braccio
destro verso di lei
ma, con dei movimenti talmente rapidi da non poter essere visti
dall'occhio umano, decine di frammenti ossei lo colpirono tra la
spalla e il gomito, recidendogli di netto l'arto che cascò a
terra,
dissolvendosi in pochi secondi.
Il
demone urlò per il dolore volgendo lo sguardo verso Akira
che,
ampliando all'inverosimile il suo ghigno, sibilò
“Non
preoccuparti, presto anche quella insulsa cannibale finirà
all'inferno insieme a te!” e, schioccando le dita,
bersagliò il
corpo del nemico con tutti i frammenti delle ossa di Kenta,
distruggendogli facilmente la testa e il torace.
Il
nemico si accasciò al suolo, dissolvendosi più
lentamente del
braccio e alla fine di lui non rimase nulla. Aileen si
lasciò cadere
in ginocchio cercando di recuperare fiato, mentre Akira andò
a
sedersi di fianco a lei, poggiando la testa sulla spalla.
“E'
finita...” commentò la bambina con voce stanca e
l'amica annuì
“Sì... ora Kenta non soffrirà
più”.
Le
due rimasero in silenzio per qualche secondo ma alla fine Aileen si
rialzò e Akira a fare lo stesso “Su, troviamo le
altre. Potrebbero
aver bisogno di una mano contro quell'arcidemone”.
*
* *
L'ennesimo
colpo di Fujiko non sortì alcun effetto contro Aghisa. La
giovane
maga fece appena in tempo a creare un enorme muro di ghiaccio
così
da poter ridurre la potenza del pugno dell'arcidemone che la
colpì
in pieno, scagliandola dall'altra parte della stanza.
Aghisa
fece qualche passo in avanti ma all'ultimo si arrestò a
causa di un
forte dolore alla schiena. Come se nulla fosse, ruotò la
testa di
centottanta gradi e vide Ireth che aveva trasformato gli avambracci
in due grossi uncini d'acciaio con la quale si era attaccata alla
carne dell'arcidemone, recidendola nel mentre.
“Stai
diventando alquanto noiosa!” urlò Aghisa facendo
spuntare diversi
spuntoni ossei dalla schiena e costringendo l'azzurra a saltare via.
La maga trasformò quindi il suo corpo in
elettricità e usò la sua
elevata velocità per evitare un calcio di Aghisa che,
colpendo la
parete, la crepò pesantemente, facendo tremare l'intero
castello.
Avvertendo
un forte potere magico davanti a lei, riportò la testa al
posto
giusto e vide, poco lontana da lei, Kaori Yuno intenta a compiere la
danza del fuoco avvolta da una densa aura rossa. Quando l'arcidemone
fece per fermarla con un ruggito, Ireth la colpì con una
scarica
elettrica negli occhi facendola indietreggiare per il dolore.
“Maledetta!
Me la pagherai per questo!” urlò Aghisa aprendo un
terzo occhio
sulla fronte così da sopperire alla momentanea
cecità degli altri
due. Ireth le mostrò il suo classico ghigno e, a mezz'aria,
trasformò il suo corpo in aria, mantenendo comunque la sua
forma.
Quello
fu il segnale per Kaori Yuno che muovendo entrambe le braccia in
avanti, urlò “Infernal Guardian's
Assault!!!”
Dal
suo intero corpo scaturì una gigantesca tigre fatta
interamente di
fiamme che spalancò le fauci, inghiottendo la stessa Ireth,
sorprendendo così l'arcidemone. Ciò che
però Aghisa non poteva
sapere, era che la maga, all'interno della tigre, avrebbe
semplicemente alimentato le fiamme dell'attacco della sua compagna.
Con
un'improvvisa fiammata, la tigre crebbe di grandezza fino a superare
la grandezza dell'arcidemone e si abbatté sul bersaglio
generando
una vera e propria esplosione di fiamme che diedero fuoco a tutte le
ossa nelle vicinanze, mentre Fujiko controllò l'acqua vicina
a Kaori
Yuno per proteggerla dalle fiamme troppo vicine.
Le
due ragazze fissarono l'immenso incendio recuperando fiato e, in
mezzo alle fiamme, videro Ireth, il cui corpo era ora composto
proprio dal fuoco, avanzare verso di loro con un ghigno soddisfatto
sul volto.
“Eh!
L'abbiamo abbrustolita per bene la bastarda!”
esclamò Ireth
tornando al suo aspetto normale. Un ringhio sommesso, tuttavia, la
fece fermare sul posto. In una frazione di secondo, un'enorme mano la
schiacciò al suolo generando una forte onda d'urto che
scagliò
all'indietro Kaori Yuno e Fujiko.
“Vi
ucciderò...” sibilò Aghisa emergendo
dalle fiamme con delle
orribili ustioni su tutto il corpo e parte dei capelli carbonizzati
“Di voi non resteranno neanche le ossa!”
"Non
sembra proprio propensa a morire." commentò Fujiko alzandosi
a
fatica per poi richiamare verso di lei tutta l'acqua nelle vicinanze.
Kaori Yuno si rialzò subito dopo portandosi però
la mano destra
sull'occhio attraversato dalla linea nera.
Fujiko
parve notare il suo dolore e le domandò se andasse tutto
bene,
mantenendo comunque lo sguardo fisso sull'arcidemone. La compagna
annuì lentamente ma le sue orecchie si trasformarono pian
piano,
diventando uguali a quelle dei gatti.
"Sei
proprio sicura che vada tutto bene?" domandò ancora Fujiko
sostando lo sguardo su di lei e quella piccola distrazione venne
colta al volo da Aghisa che, distendendo il braccio destro,
provò a
colpirle dal loro lato sinistro con una violenza spazzata.
Mettendo
in mostra i canini appuntiti, Kaori Yuno si girò di scatto
verso la
mano dell'avversaria e, distendendo il braccio completamente nero,
bloccò l'attacco nemico senza batter ciglio. Il terreno
sotto ai
suoi piedi si crepò pesantemente mentre l'onda d'urto
costrinse
Fujiko a coprirsi il volto con le braccia.
Aghisa
osservò interdetta la sua avversaria che, lentamente,
voltò la
testa verso di lei, mostrandole due occhi iniettati di sangue "Mi
dispiace per te... hai appena perso la tua unica possibilità
di
farci fuori".
L'arcidemone
non sembro capire le sue parole ma, prima che potesse tentare un
nuovo attacco, la ragazza le saltò sul braccio iniziando a
correrle
incontro. Fujiko osservò la scena senza parole,
sorprendendosi nel
vedere che, continuando ad avanzare, Kaori Yuno aveva anche preso a
danzare.
Aghisa
cercò di afferrarla con la mano sinistra ma un grosso
tentacolo
d'acqua dalla punta di ghiaccio le trapassò il palmo,
impedendole di
muovere l'intero braccio. L'arcidemone volse quindi lo sguardo verso
Fujiko che le mostrò un sorriso enigmatico "Non mi sembra
corretto lasciarla combattere da sola." e, a rafforzare quelle
parole, Ireth, dopo aver trasformato le braccia in un enorme spadone,
le trapassò la caviglia destra, facendola ruggire per il
dolore.
L'azzurra
cadde poi in ginocchio con il fiatone cercando di non svenire, mentre
Kaori Yuno raggiunse la spalla dell'arcidemone in quel preciso
momento.
Dopo
aver fissato con sguardo feroce l'enorme mostro, la maga chiuse di
scatto i suoi ventagli e, su tutto il braccio di Aghisa, si accesero
le sue impronte, bruciando la carne dell'arcidemone dall'interno.
L'enorme
creatura scagliò un potente ruggito liberandosi la mano
sinistra con
la forza bruta per cercare di colpire Kaori Yuno ma la ragazza
saltò
in alto e, riaprendo i ventagli, riuscì a compiere alcuni
movimenti
della danza del vento, generando un tornando davanti a lei che,
colpendo l'arcidemone, lo fece crollare al suolo di schiena.
Un
grosso tentacolo d'acqua afferrò poi lei e Ireth,
riportandole
vicino a Fujiko "Notevole la vostra resistenza".
"Facci
l'abitudine." ribatté Ireth ritrovando il suo solito ghigno
"Non ho alcuna intenzione di morire per mano di una stronza come
quella!"
"Dobbiamo
fermarla in modo definitivo." commentò Kaori Yuno cercando
di
fermare il tremore del suo braccio maledetto ed osservando nel mentre
la loro avversaria intenta a rialzarsi. Fujiko, dopo qualche secondo
di silenzio, le chiese di creare una grossa quantità d'acqua.
"Hai
in mente qualcosa?" domandò la maga della danza iniziando
poi a
compiere dei movimenti fluidi con le braccia malgrado i vari dolori.
"Voi
dovete comunque recuperare un po' le forze. La terrò
impegnata e già
che ci sono la sconfiggerò." spiegò Fujiko con il
suo solito
sorriso prendendo il controllo dell'acqua appena creata dalla
compagna.
Chiudendo
gli occhi, si concentrò intensamente, facendo assumere
all'acqua la
forma di un grosso drago serpentiforme. Grazie al suo potere,
ghiacciò parte del liquido, creando una sorta di corazza per
la sua
creatura, mentre un leggero strato di vapore circondò
l'intero
corpo, facendogli assumere un'aria più minacciosa.
Senza
dir niente, il drago si abbatté contro Aghisa, cercando di
azzannarla alla gola, ma l'arcidemone lo afferrò con
entrambe le
mani vicino alla testa, cercando di farlo a pezzi con la sola forza
bruta. Il grosso animale acquatico, tuttavia, non perse quello
scontro di forza e, avvolgendo la coda intorno al braccio destro
dell'avversaria, ghiacciò parte dell'acqua creando degli
affilati
spuntoni che conficcò nella carne di Aghisa facendola urlare
per il
dolore.
-Stanno
mirando solo al mio braccio destro.- notò l'arcidemone,
liberandosi
l'arto con l'aiuto di una grossa coda da rettile appena spuntatale
dalla schiena. Il drago aprì nuovamente le fauci ma, a
differenza di
prima, non tentò di azzannarla, bensì
sparò un sottile raggio
d'acqua ad alta pressione.
Aghisa
fece appena in tempo ad inclinare la testa che il raggio d'acqua le
tagliò di netto l'orecchio sinistro, facendolo cadere a
terra
insieme a litri di sangue blu.
Mentre
l'arcidemone riprendeva a combattere con la creatura di Fujiko, Kaori
Yuno cercò di recuperare parte del suo potere magico,
pensando ad un
modo per sconfiggere definitivamente la loro avversaria. Volgendo lo
sguardo verso Ireth, la vide osservare con sguardo eccitato lo
scontro davanti a lei ma, così come le sue compagne, anche
quella
pazzoide aveva ormai raggiunto il suo limite e un chiaro segno erano
le ferite aperte sul suo corpo.
“Credevo
che tu fossi fatta di sabbia.” commentò Kaori Yuno
e Ireth ribatté
“Infatti è così miss danzatrice! Solo
che se raggiungo il limite
del mio potere magico non posso rimarginare le ferite perciò
le
lascio sanguinare! Figo vero?!”
“Sì,
davvero figo...” commentò Kaori Yuno senza alcun
entusiasmo
sgranando poi gli occhi “Ireth... tu puoi trasformarti in
un'altra
persona vero?”
“Certo
che posso!” confermò l'azzurra guardando la
compagna “Oltre a
copiare il suo aspetto posso anche accedere ai suoi segreti, ai suoi
poteri e via dicendo ma quella persona deve darmi il suo
consenso”.
“Allora...
diventa me!” le ordinò la bionda tenendosi il
braccio destro
“Copiami completamente da cima a fondo!”
“Hai
in mente qualcosa?” domandò Ireth ampliando il suo
ghigno. Kaori
Yuno annuì volgendo poi lo sguardo verso Aghisa
“Abbiamo una sola
possibilità, se falliamo, la situazione
precipiterà”.
La
compagna si limitò ad annuire e, dopo qualche secondo di
concentrazione, tornò ad essere semplice sabbia, assumendo
poi una
nuova forma con dei nuovi colori fino a diventare una copia perfetta
di Kaori Yuno che, d'altra parte, la osservò particolarmente
colpita
per la riuscita della copia.
“Sei
pronta?” le chiese poi, intuendo che la compagna avesse
già
appreso il suo piano. Ireth annuì con un ghigno e poi si
guardò il
seno, soppesandolo con le mani "Ma non ti stanno strette in
questo vestitino?"
"Taci
e segui il piano!" sibilò Kaori Yuno con un leggero rossose
sulle guance. Ireth si lasciò andare ad una breve risata
isterica ma
poi appoggiò la schiena contro quella della compagna "Quando
vuoi sorella!"
Nel
contempo, il drago d'acqua tirò una violenta testata contro
Aghisa
per cercare di buttarla a terra ma l'arcidemone non cedette ed
aprì
di scatto le fauci, scagliando un raggio di energia che
vaporizzò la
testa della creatura.
Fujiko
strinse i denti e cercò di far ricrescere la testa al drago.
Ci
riuscì, ma l'animale diventò leggermente
più piccolo visto che
quel raggio aveva completamente dissolto gran parte dell'acqua
colpita, impedendole di riutilizzarla.
Ruggendo
a pieni polmoni, l'arcidemone scagliò svariate sfere di
energia più
piccole dalla bocca che colpirono sia il drago che il terreno intorno
a Fujiko, scagliandola all'indietro. La ragazza però si
rialzò
subito e riuscì a mantenere il drago che si
avventò nuovamente
contro Aghisa, la quale però lo schiacciò al
suolo con entrambe le
mani, cercando di distruggerlo del tutto.
-Avrei
bisogno di più acqua per rallentarla al meglio, ma non
possono
interrompere Yuno mentre sta recuperando potere magico...- si impose
la maga quando iniziò ad avvertire qualcosa di strano alle
sue
spalle. Era come se dietro di lei si fossero create due
entità
perfettamente contrastanti, come la luce e l'ombra.
Si
voltò lentamente e rimase completamente senza parole nel
vedere due
Kaori Yuno intente a ballare a specchio anche se vi erano delle
piccole differenze tra le due.
Una
di loro era avvolta da un'aura bianca, mentre l'aura della copia era
nera come la pece. In contemporanera, distesero un braccio verso
Aghisa, sfiorandosi appena, poi una di loro lo spostò verso
l'alto
come a voler accarezzare il cielo, mentre l'altra si
abbassò,
sfiorando il pavimento con le dita.
Il
terreno iniziò a tremare lentamente mentre dall'arua bianca
si formò
una specie di angelo completamente bianco. Da quella oscura, invece,
si creò un demone e le due proiezioni si fusero lentamente
assieme,
diventando una grossa figura metà bianca, con un'ala
d'angelo ed
armata di spada, e metà nera, con un'ala da demone e una
mannaia
stretta nella mano. La creatura distese le ali, mentre, dalla vita in
giù, si collegò all'enorme aura generata dalle
maghe.
Le
due Kaori Yuno si voltarono poi verso l'arcidemone e concentrarono
tutto il loro potere in quell'unico attacco. Aghisa ruggì in
quel
momento, decisa a fermarle prima che mettessero in atto il loro
piano, ma Fujiko non era intenzionata a lasciarglielo fare,
così
trasformò il drago in semplice acqua e, sfruttando tutto il
suo
potere, generò dal basso due enormi lame di acqua ad alta
pressione
che tagliarono di netto le braccia all'avversaria, facendola urlare
in preda ad atroci dolori.
"Fujiko!
Levati!" urlarò la Kaori Yuno avvolta nell'aura bianca e la
maga dell'acqua fece come richiesto, correndo via. Con degli ultimi
movimenti, le due maghe danzanti chiusero le mani davanti a loro, per
poi aprirle rivolgendo i palmi verso Aghisa.
"Ancient
Dance of Life and Death!" urlarono le due maghe mentre la
creatura alle loro spalle incrociò le braccia al petto
"Purgatory's
Judgement!!!"
Con
un movimento fluido di tutto il corpo, la creatura di energia si
scagliò addosso ad Aghisa che scagliò un altro
raggio di energia in
preda al panico. La proiezione usò entrambe le sue armi per
dissolvere l'attacco nemico, incrociando poi nuovamente le braccia al
petto.
"Voi...
luridi vermi!!!" urlò l'arcidemone prima che l'attacco
nemico
la colpisse con un violentissimo colpo ad X sul torace, facendo
scaturire fiamme bianche e nere dalle ferite. L'impatto fu talmente
potente da scagliare l'enorme essere contro la parete alle sue
spalle, facendola finire in un'altra stanza, mentre svariati pezzi di
roccia crollarono dal soffitto.
Kaori
Yuno crollò al suolo insieme ad Ireth, tornata al suo
aspetto
originale, mentre Fujiko si avvicinò a loro barcollando,
sedendosi
poi di fianco alle compagne.
"E'...
finita?" domandò Fujiko riprendendo fiato.
"Direi
di sì..." sussurrò Kaori Yuno girandosi sulla
schiena e
chiudendo gli occhi.
"Oh?
Già finita? Peccato..." commentò Ireth con un
ghigno restando
a terra per riposare, quando delle voce giunsero alle loro orecchie.
Pochi istanti dopo, il muro crollato dietro di loro tremò
leggermente e alcuni massi andarono in fratumi, permettendo ad Aileen
ed una bambina di entrare.
"Aileen!"
esclamò Kaori Yuno cercandoi di alzarsi ma senza successo.
La
compagna corse verso di loro e l'abbracciò di slancio,
rincuorata
dal vederla ancora viva. La maga della danza rimase leggermente
interdetta ma poi sorrise e le diede delle leggere pacche sulla
schiena "Ok Aileen, ora puoi lasciarmi... sta diventando
imbarazzante come cosa..."
"Quindi
queste sono le tue amiche?" domandò Akira con un ghigno
sedendosi a terra e Aileen annuì, mentre Ireth si mise
seduta a sua
volta, rispecchiandosi del ghigno della bambina "Questa
piccoletta mi sta già simpatica!"
Prima
che Akira potesse ribattere, dall'alto arrivò un grosso
tentacolo di
oscurità e su di esso scivolarono Sisara, Leya e un ragazzo
dai
capelli rossi.
"Vedo
che anche voi ce l'avete fatta." proferì Sisara guardando le
compagne che annuirono.
"Lo
stesso vale per te." disse Kaori Yuno indicando Sebastian che si
presentò leggermente imbarazzato "Grazie per avermi salvato".
"Se
fosse stato per me non sarei mai venuta a salvarti!"
commentò
Ireth con uno sguardo divertito, beccandosi un pugno in testa da
parte di Kaori Yuno. Le varie maghe si scambiarono alcune
informazioni riguardo l'esito dei loro scontri, quando un ringhio
sommesso si udì nell'aria, facendole zittire all'istante.
"Se
non sbaglio... avete detto che l'arcidemone era stato sconfitto..."
commentò Leya voltandosi verso il buco nella parete dalla
quale era
arrivato il ringhio.
"Infatti
dovrebbe essere morta quella stronza... oh beh, altro divertimento!"
esclamò Ireth alzandosi in piedi, quando Charlotte si
lanciò dal
buco nel soffitto, atterrando davanti a loro e crepando il terreno.
La rossa guardò una ad una le varie maghe, soffermandosi poi
su
Akira e Sebastian "Vedo che siete sopravvissute e che avete
anche recuperato l'ostaggio. Notevole." commentò poi, senza
alcuna emozioni nella voce.
Un
nuovo ringhio si udì nell'aria e Charlotte si
girò verso la stanza
dov'era stata scagliata Aghisa "Sisara, fai uscire tutti da qua
e portali alla locanda. Tutti i maghi nemici sono stati eliminati
perciò non dovreste avere difficoltà".
La
maga dell'oscurità sembrò quasi restia ad
andarsene così ma ubbidì
annuendo per poi creare dei tentacoli di oscurità che
afferrarono
lei e gli altri, portandoli di sopra.
"Dite
che ce la farà? Aghisa è un osso duro".
Aileen
si girò verso Akira ma non seppe cosa dirle, mentre
Sebastian e le
altre iniziarono a camminare verso l'esterno del castello.
"Nessuno
di loro pare preoccupato... vuol dire che possiamo fidarci." la
rassicurò l'amica, per poi prenderla per mano ed uscire a
sua volta
da quel posto.
Nello
stesso istante, Charlotte si avvicinò al corpo di Aghisa,
ora
tornata alla sua grandezza originale.
"Aghisa,
uno degli arcidemoni di Ruganax." commentò la maga fissando
l'arcidemone mentre si rialzava con le braccia ormai rigenerate quasi
del tutto.
"Tu
eri insieme a quelle mocciose..." sibilò Aghisa per poi
scattare verso di lei, trapassandole il torace con un braccio "Ora
ti divorerò e poi andrò ad uccidere quei vermi!"
Charlotte
non batté ciglio e, dopo averle afferrato il braccio, glielo
strappò
di netto all'altezza dell spalla, facendola urlare per il dolore.
Subito dopo, avvolse il pugno destro con delle fiamme viola e
colpì
l'arcidemone al volto, facendolo finire a terra.
"Smettila
di resistere. Non hai possibilità di vittoria contro di me."
disse Charlotte "Se fossi stata al massimo del tuo potere,
avresti potuto tentare di affrontarmi ma anche in quel caso ti avrei
sconfitta..."
"Tu...
mi ricordo di te. Eri presente durante l'ultima guerra!"
ruggì
Aghisa rialzandosi "Charlotte, la messaggera della morte...
è
così che i demoni ti chiamavano".
"Ricordi
bene." si complimentò la rossa camminando verso di lei
"All'epoca i nostri soldati erano spaventati da voi arcidemoni,
ma ormai siete deboli. Siete solo un'ombra del passato ed è
tempo
per poi di morire".
Aghisa
indietreggiò ringhiando ma poi si lasciò andare
ad una grassa
risata, fermando Charlotte che si limitò a fissarla.
"Noi
eravamo gli esseri più potenti del sommo Ruganax! Eravamo i
demoni
più potenti!" urlò Aghisa "Io sono tutt'ora uno
degli
arcidemoni più forti! Ma ormai il nostro tempo è
finito... esseri
ben più forti sono diventati i generali del nostro signore e
padrone!"
"Chi
sono?" domandò Charlotte facendo alcuni passi verso di lei,
avvolgendosi nelle sue fiamme viola.
Aghisa
ridacchiò a quella domanda "Lo scoprirete presto... i Dodici
sono vicini a voi più di quanto possiate immaginare!" e alle
sue spalle si creò un portale oscuro all'improvviso.
"Spiacente,
Undead Dragon Slayer! La prossima volta forse riuscirai a prenderti
la mia anima!" sogghignò Aghisa per poi attraversarlo e
svanire
nel nulla. Charlotte lasciò uscire un ringhio sommesso dalla
gola e
si voltò, tornando nell'altra stanza e da lì al
piano di sopra.
Quando
uscì dal castello, vide Sebastian e le maghe vicino al
cancello,
intenti ad aspettarla.
"Ora
lo chiederò a tutti voi." proferì la zombie "Il
vostro
aiuto e i vostri poteri potrebbero aiutare Aika nella sua guerra
contro Ruganax. Vorreste unirvi a Last Hope?"
"Beh,
la nostra risposta la sai già." tagliò corto
Kaori Yuno con un
leggero sorriso, alludendo a lei e alle altre maghe che avevano
partecipato alla missione. Charlotte annuì e si
voltò verso
Sebastian che, dopo essersi grattato nervosamente la testa, disse
"Devo pur ripagare il debito che ho con voi in qualche modo e se
posso aiutarvi, sarò felicissimo di farlo".
"Io
vado dove va Aileen! Perciò se lei entrerà in
quella gilda, lo farò
anche io! Sarà come ai vecchi tempi!" esclamò
Akira facendo
sorridere l'amica.
"Molto
bene, allora mettiamoci in cammino. La strada è lunga."
disse
Charlotte e gli altri annuirono, iniziando a camminare lungo le
strade di quella città che, di lì a poco, si
sarebbe di sicuro
ripresa.
-
- -
Contriaramente
a quanto successo prima di ogni singolo sconto, in quel momento
l'arena era avvolta da un silenzio intenso, quasi surreale. I vari
maghi della gilda avevano preso posto nella tribuna speciale tranne
che per alcuni casi isolati e i cittadini si erano accomodati
nuovamente ai loro posti, attendendo che la finale iniziasse.
Dopo
qualche minuto di attesa, Aika si alzò e camminò
fino al margine
della tribuna speciale.
"In
questo torneo abbiamo assistito ad incontri incredibili ed
emozionanti! I maghi di Last Hope si sono dati battaglia fino
all'ultimo ma di tutti quelli che hanno partecipato, solo quattro di
loro sono arrivati in finale!" urlò Aika spostando
lentamente
lo sguardo sulla folla "E' giunto quindi il momento di scoprire
quale sarà il team che uscirà vincitore da questa
competizione! Per
primi, i vincitori del blocco A! Un team di calcolatori ma anche
feroci combattenti! Zero e Miyuki!"
La
folla si risvegliò completamente alla vista dei due maghi
che fecero
il loro ingresso nell'arena, sommergendoli di urla d'incitamento,
applausi e fischi. Dopo aver salutato distrattamente il pubblico, si
andarono a posizionare alla sinistra di Aika, fissando il portone di
ingresso per l'arena.
"E
adesso, le vincitrici del blocco B!" riprese Aika "Le
emozioni guidano le loro azioni e non si arrenderanno davanti a
nulla! Angel e Yelle!"
La
folla iniziò ad applaudire non appena le due maghe entrarono
nel
terreno di scontro, salutando il pubblico e i loro compagni seduti in
tribuna. Dopo qualche secondo, si posizionarono alla destra di Aika,
volgendo gli sguardi verso Zero e Miyuki.
"I
due team finalisti sono ora presenti perciò, senza perdere
ulteriore
tempo, diamo il via alla finale del torneo!" urlò Aika e la
folla scoppiò nuovamente, facendo tremare l'arena.
I
due team continuarono a fissarsi in silenzio, isolandosi
completamente dal resto del mondo. Gli applausi e le urla del
pubblico non arrivavano alle loro orecchie e i loro occhi erano fissi
sugli avversari.
"Pronta?"
chiese Angel e Yelle annuì sorridendo "Quando vuoi!"
La
dragon slayer annuì sorridendo e, dopo aver avvolto la mano
destra
in un forte bagliore bianco, la poggiò sul petto di Yelle,
creando
uno strano simbolo bianco sullo sterno della compagna,
dopodiché
fece lo stesso sul proprio corpo.
Dopo
alcuni secondi, i simboli smisero di brillare, restando comunque
visibili sui loro vestiti. Zero e Miyuki fissarono in silenzio la
scena, fino a quando il ragazzo non ipotizzò "Deve avere
usato
una magia di supporto, ma non riesco a capire che tipo di magia".
"Non
importa, se sarà un fastidio, la dissolverò con
il mio braccio."
lo rassicurò la compagna chiudendo la mano meccanica e
facendo
sfregare il metallo delle dita.
Dopo
essersi date il cinque, Angel e Yelle si voltarono nuovamente contro
i loro avversari e la maga del vento, dopo essersi alzata in volo, si
scagliò in avanti, creando un enorme spostamento d'aria.
Zero si
preparò a disperdere il vento ma un improvviso flash lo
colse
impreparato costringendolo a chiudere gli occhi e Yelle, passando
rapidamente tra lui e Miyuki, riuscì a sbalzarli in aria
senza
neanche toccarli.
Dalla
distanza, Angel scagliò quindi svariati spuntoni di ferro
dalle
braccia trasformate in arpioni ma, mentre Zero bloccò a
mezz'aria
tutti i colpi diretti verso di lui, Miyuki afferrò il primo
con il
braccio meccanico e lo usò per colpire tutti gli altri,
deviandoli
completamente.
Alle
loro spalle Yelle scagliò delle lame di vento ma neanche
questo
attacco servì a qualcosa visto che la maga del sangue le
dissolse
rapidamente con il suo arto meccanico dopo che Zero le ebbe bloccate
senza neanche batter ciglio.
"Dovrete
fare più di così per metterci in
difficoltà." commentò il
ragazzo voltandosi verso Angel per poi scattare verso di lei. La
dragon slayer si fece trovare pronta e, balzando all'indietro,
scagliò un grosso cono di fiamme dalla bocca. Zero lo
dissolse
prontamente con il suo potere ma poi si fermò, notando che
l'avversaria era svanita.
Senza
esitare, alzò lo sguardo e la vide a diversi metri d'altezza
ricoperta di fulmini. Angel si lanciò quindi in picchiata
per
provare a colpirlo con un calcio dall'alto ma il ragazzo la
bloccò a
mezz'aria, fermandola del tutto ancora prima che
l'elettricità
potesse sfiorarlo.
Tuttavia,
un grosso spuntone di roccia lo colpì nella schiena,
schiantandolo
contro la parete dell'arena, permettendo ad Angel di muoversi di
nuovo. La ragazza si girò poi verso Zero che si era
già rialzato,
dicendogli "E tu dovresti ricordarti che io non sono
un'avversaria facile!"
"Keh,
cercherò di ricordarmelo!" ribatté Zero
lanciandosi nuovamente
contro di lei.
Lontano
da loro, Miyuki osservava annoiata Yelle mentre le volava intorno,
scagliandole di tanto in tanto delle lame di vento che venivano
prontamente dissolte dall'arto metallico della maga del sangue.
"Stai
diventando ripetitiva." commentò Miyuki scrocchiando il
collo
"Perché non vieni qui così la facciamo finita?"
"E
dove sarebbe il divertimento?" domandò Yelle con un sorriso
"Ma
se credi che questi attacchi siano ripetitivi... come mai non hai
evitato l'ultimo?"
Miyuki
la fissò confusa ma all'improvviso un taglio si
aprì sulla sua
guancia destra, facendole sgranare gli occhi. Senza pensarci,
usò la
sua magia per curarsi, chiudendo la ferita ma ciò non
toglieva che
Yelle era riuscita a ferirla e non aveva neanche visto come.
L'avversaria
continuò a svolazzare a qualche metro da lei, restando ad
una
distanza tale da poter contrastare qualsiasi attacco di Miyuki. La
maga del sangue la seguì con lo sguardo, estraendo la sua
accetta ed
iniziando a rigirarsela tra le dita della mano.
Yelle
la osservò a sua volta con sguardo divertito, generando
delle
occasionali folate di vento che però non impensierivano
affatto la
sua avversaria, fino a quando svariati tagli non si aprirono sulle
gambe di Miyuki, sorprendendola nuovamente.
-Mi
sta attaccando senza darlo a vedere... quelle lame di vento
così
come le folate sono solo dei diversivi.- osservò Miyuki
creando una
serie di coltelli da lancio con un po' del suo sangue. Dopo aver
preso la mira, scagliò in rapida successione tutte le lame,
ma una
potente folata di vento generata da Yelle le sbalzò via
tutte
quante.
La
maga del sangue ripeté il gesto, creando però una
lunga lancia con
cui mirò alle gambe dell'avversaria ma anche quell'arma fu
fatta
volare a diversi metri di distanza, al che Yelle ne
approfittò e
scattò in avanti, generando un improvviso vuoto d'aria tra
lei e
Miyuki.
Il
vuoto attirò improvvisamente a sé Miyuki che non
riuscì a fermarsi
del tutto e Yelle, dopo aver annullato l'attacco, la colpì
in pieno
volto con entrambi i piedi, scagliandola all'indietro ma una frusta
di sangue le legò le caviglie trascinandola verso la maga
del sangue
che le lanciò la sua accetta, ferendola alla spalla destra
prima che
potesse reagire.
Yelle
allora recise la frusta con una lama di vento e si rialzò in
volo,
generando un grosso tornado davanti a lei che si abbatté
contro
Miyuki. La maga del sangue tirò un pugno al tornado con il
suo
braccio meccanico ma non riuscì ad annullarlo all'istante e
svariate
sferzate d'aria le ferirono il corpo in vari punti.
L'avversaria
si preparò ad attaccarla nuovamente ma svariate lame di
sangue le si
conficcarono nella schiena, facendole sputare del sangue a sua volta.
"Ma
che diavolo...?" iniziò Yelle girandosi di scatto, notando
che,
tutti i pugnali e la lancia che Miyuki aveva scagliato prima, erano
svaniti "Li hai scagliati apposta per potermi colpire in un
secondo momento, vero?"
"La
tua difesa era troppo forte." spiegò Miyuki iniziando a
curarsi
le ferite "Bisogna saper aspettare per poter sferrare un attacco
sicuro".
Yelle
parve divertita dalla cosa. Affrontare così tanti avversari
abili ed
esperti le stava mettendo in corpo un'incredibile quantità
di
adrenalina ed era intenzionata a ribattere colpo su colpo. Con dei
movimenti circolari delle mani, creò un tornado attorno a
Miyuki la
quale venne sollevata dal suolo dopo pochi istanti.
-Bene,
ora non può attaccarmi!- pensò Yelle lanciandosi
in avanti ma dal
tornado venne sparata una piccolissima sfera di sangue che le
bucò
la gamba destra, poco sotto il ginocchio. L'impatto la
destabilizzò
facendola cadere a terra e l'albina si portò subito le mani
sulla
ferita, digrignando i denti per il dolore.
In
alto, invece, Miyuki dissolse il tornado con il suo arto meccanico,
atterrando a pochi metri dall'avversaria. Yelle alzò la
testa per
osservarla e, prima che la maga del sangue potesse fare qualcosa, un
fulmine colpì il terreno in mezzo alle due ragazze,
catturando
l'attenzione di Miyuki che, solo in quel momento, notò Angel
voltata
verso di lei con un braccio disteso verso il cielo.
Quella
distrazione però costo cara alla dragon slayer che venne
colpita in
pieno petto da un pugno di Zero che la fece schiantare contro la
parete dell'arena, facendole sputare un po' di sangue.
"Non
dovresti guardare altrove." la ammonì il ragazzo con un
leggero
ghigno e la ragazza, dopo essersi massaggiata la testa,
diventò
ombra, apparendo in pochi istanti alle spalle di Zero per tentare di
colpirlo con un colpo di taglio alla base del collo ma l'albino si
chinò in avanti, evitando il colpo, per poi balzare in
avanti,
riportandosi a distanza di sicurezza.
Angel
non gli diede tregua e fece spuntare diversi spuntoni di roccia e
ferro dal terreno ma il ragazzo li evitò tutti saltando in
aria. La
dragon slayer si lanciò a sua volta in alto e gli fu addosso
ma Zero
la vide arrivare e la colpì con un pugno allo sterno,
sgranando però
gli occhi nel momento stesso in cui la vide schiantarsi al suolo.
La
folla si zittì per la sorpresa nel vedere anche lo stesso
Zero
cadere a terra senza controllo, ferendosi a causa degli spuntoni
sottostanti.
"Ma
che... diavolo...?"
"Dovresti
fare attenzione quando mi tocchi..." commentò Angel
rialzandosi
con un ghigno sul volto "I sigilli del drago bianco possono
essere applicati anche quando si viene colpiti, ho usato un metodo
simile in un altro scontro".
Zero
cercò di muoversi ma non vi fu verso. Il suo corpo era
completamente
bloccato e Angel aveva già avvolto il suo pugno con delle
potenti
fiamme per dargli il colpo finale. Quando fu ad una distanza
favorevole, saltò in alto per poterlo colpire ma un grosso
shuriken
di sangue rischiò di colpirla, in pieno, costringendola ad
annullare
l'attacco.
Lo
shuriken tornò nella mano di Miyuki che, evitando delle lame
di
vento di Yelle, si avvicinò a Zero, toccando il simbolo
luminoso sul
corpo con il braccio meccanico. Il sigillo di Angel svanì
nel nulla
e l'albino poté nuovamente alzarsi, ringraziando la compagna.
"Potremmo
avere un problema." ipotizzò Miyuki fissando Yelle mentre si
avvicinava alla compagna.
"Di
che tipo?" domandò Zero massaggiandosi il collo dolorante.
"All'inizio
Angel ha applicato un sigillo anche su Yelle e su sé stessa.
Quella
magia mi impedisce di controllare il loro sangue." spiegò
Miyuki con tono annoiato.
"Non
puoi annullarla con il tuo braccio?"
"Se
riuscissi a toccare i sigilli potrei spezzarli ma Yelle non lascia
mai scoperto quel punto." disse la compagna per poi prepararsi a
scattare "Dobbiamo provare ad attaccarle insieme".
Poco
lontano da loro, Angel si preparò a ricevere i loro
attacchi. Grazie
al suo udito aveva scoperto a cosa avrebbero puntato e ora sapeva
cosa fare per tentare di prolungare lo scontro.
A
differenza degli altri, lei poteva ricaricare il suo potere magico
mangiando qualcosa e ciò l'avvantaggiava ma se avesse subito
troppi
danni da Zero o Miyuki, sarebbe stato game over anche per lei.
"Yelle,
sei pronta?" domandò Angel e la compagna annuì
malgrado il
dolore alla gamba dove il suo sangue continuava a colare fino a
terra.
Nello
stesso momento, Miyuki ed Angel scattarono in avanti. La maga del
sangue imprecò sottovoce dato che, contro di lei, non poteva
usare
la sua magia ma doveva puntare tutto sul suo braccio meccanico e
sulle sue abilità nel corpo a corpo.
Creando
degli artigli di acciaio, Angel cercò di colpire Miyuki con
dei
rapidi affondi ma l'avversaria scartò di lato e le
afferrò il
braccio sinistro con entrambe le braccia, proiettandola poi a terra,
facendole impattare la schiena con il suolo.
Angel
restò senza fiato a causa del colpo ma ora era vicina alla
maga del
sangue, così scagliò un cono di fiamme dalla
bocca per provare a
colpirla. Miyuki, avendo immaginato una tattica simile, mise la mano
meccanica a pochi centimetri dalle labbra di Angel, annullando il
grosso dell'attacco ma il calore e le fiamme riuscirono a ferirla al
petto, sbalzandola poi all'indietro, dove Yelle la colpì con
una
ginocchiata nella schiena, ricevendo a sua volta un calcio laterale
da parte di Zero che la scagliò contro una parete, prendendo
poi
Miyuki per allontanarsi nuovamente dalle avversarie.
"Continuano
a proteggere i sigilli." notò la maga del sangue, fissando
Yelle mentre creava delle lame di vento che vennero prontamente
assorbite da Angel, facendole recuperare un po' di potere magico.
"E'
meglio cercare di concludere lo scontro in fretta. Noi non possiamo
ricaricarci come lei." propose Zero scrocchiandosi le nocche per
poi avviare il programma Berserker dal suo MP3, mentre Miyuki
annuì,
preparandosi a combattere al massimo delle sue potenzialità.
Poco
lontane, Angel e Yelle si scambiarono uno sguardo incredibilmente
serio ed agguerrito.
"Pronta?"
domandò Angel e l'amica annuì sorridendo. Il
corpo della dragon
slayer si ricoprì all'istante di squame di drago mentre una
densa
aura dai mille colori la avvolse completamente. Yelle, al contrario,
si concentrò intensamente e un fortissimo vento si
sprigionò da
tutto il suo corpo, facendole svolazzare i capelli come se fossero
dotati di vita propria.
Miyuki
fu la prima a scattare, correndo a piena velocità contro le
due
avversarie. Yelle cercò di bloccarla con delle violente
folate di
vento, ma lei creò dei piccoli spuntoni di sangue sotto alle
scarpe,
riuscendo a conficcarli nel terreno ad ogni, passo, senza rallentare.
Svariate
ferite si aprirono su tutto il corpo della maga, la quale non se ne
curò minimamente -Ora capisco come hai fatto a ferirmi
prima...
stavi usando l'aria intorno a me per attaccarmi a distanza zero!-
Quando
fu abbastanza vicina, Miyuki cercò di afferrare Yelle ma lei
si
spostò di lato ed Angel si fece avanti. La dragon slayer
cercò di
spostarsi sul lato non coperto dal braccio meccanico ma la maga del
sangue non le diede spazio d'azione e le fu addosso all'istante,
colpendola con un violento pungo al volto.
La
rossa strinse i denti e, riportando in avanti il corpo,
riuscì a
colpire Miyuki con una violenta scarica elettrica. L'avversaria non
parve risentirne troppo dell'attacco e, con la coda dell'occhio, vide
Yelle pronta a colpirla con delle piccole lame di vento circolari.
Non appena le ebbe scagliate, Miyuki fece uscire dei piccoli
tentacoli di sangue dalle sue ferite e colpì al volo tutte
le lame.
Angel
cercò di approfittarne per assorbire il sangue ma la mano
meccanica
di Miyuki si chiuse sulla sua faccia, stringendola con una forza
sovrumana. Tuttavia ciò lasciò la maga del sangue
scoperta e la
dragon slayer, dopo aver trasformato il braccio destro in una lancia
di diamante, riuscì a trapassarle la spalla sinistra.
Miyuki
afferrò la lancia con la mano e cercò di tirarla
fuori ma Angel ci
mise ancora più forza, facendola indietreggiare, mentre con
la mano
sinistra cercò di liberarsi la faccia dalla presa
dell'avversaria
che, per tutta risposta, rafforzò la stretta, facendola
sanguinare.
Una
grossa lama di vento ferì Miyuki sulla schiena che fu
costretta a
lasciare andare il volto di Angel per dissolvere un'altra lama in
arrivo. La dragon slayer allora ricoprì il braccio sinistro
di
fiamme per poi tentare di colpire la maga del sangue.
"Presa!"
urlò Angel ormai a pochi centimetri dalla faccia di Miyuki
che la
fissò senza batter ciglio "Che strano... stavo per dirlo io".
Angel
non fece neanche in tempo a comprendere quelle parole che cinque
sottili raggi luminosi azzurri le colpirono il braccio sinistro dal
fianco, bucandogli le carni e bruciandole all'istante, cauterizzando
le ferite.
La
dragon slayer urlò per il dolore interrompendo l'attacco ma
riuscì
comunque a vedere Zero con una sfera di luce azzurra posta sopra la
sua testa e un sinistro bagliore rosso nei suoi occhi.
"Che
diavolo è...?!" domandò Angel cercando di
sopportare il dolore
all'arto che cadde lungo il corpo, ormai reso inutilizzabile da quel
colpo.
"Plasma."
sussurrò Zero con un ghigno, facendole sgranare gli occhi
"Mi
dispiace per te, ma il calore può tranquillamente essere
manipolato
dal mio potere." e, dopo un attimo di concentrazione, dalla
sfera fece partire un raggio molto più grande e potente di
plasma,
mirando proprio ad Angel. Miyuki riuscì a rimuovere la
lancia dalla
spalla e si portò in fretta alle spalle dell'avversaria,
colpendola
con una lama di sangue per impedirle di muoversi.
L'attacco
ebbe l'effetto desiderato ed Angel sputò un po' di sangue,
barcollando in avanti, senza riuscire a proteggersi. Quando ormai
l'attacco di Zero era a pochi metri da lei, Yelle si piazzò
tra i
due, sorprendendo i vari maghi e, con due rapidi movimenti delle
braccia, creò due onde d'aria in avanti dall'incredibile
potenza.
I
due spostamenti d'aria impattarono contro il raggio di plasma
rallentandolo e, con somma sorpresa di Zero, iniziarono a
dissolverlo, rendendolo sempre più debole.
L'albino
fissò interdetto Yelle, notando che il suo fiato si stava
condensando come se fosse in pieno inverno.
-Non
dirmi che...- pensò il mago notando poi la reazione tra i
loro
attacchi -Sta usando dell'aria sempre più fredda per tentare
di
indebolire il mio plasma... spiacente, ma non ti basterà
questo per
fermarmi.- e dalla sfera partirono sei piccoli raggi di plasma che,
passando ai lati, colpirono Yelle nei fianchi, facendole sputare un
po' di sangue, oltre a strapparle un urlo di dolore.
Tuttavia
la maga del vento non smise di attaccare e, sfruttando ancora
più
potere magico, circondò Zero con svariate sferzate e lame
d'aria,
riuscendo a ferirlo in diversi punti a causa della quantità
degli
attacchi. Il ragazzo si ritrovò, suo malgrado, costretto ad
annullare il suo attacco di plasma per poter annullare in un colpo
solo tutti quegli attacchi, restando poi barcollante e con un
giramento di testa.
-Maledizione...
non mi sono ancora ripreso da prima.- notò Zero mentre un
sottile
rivolo di sangue iniziò a colargli dal naso -Credo di avere
al
massimo cinque minuti di potenziamento. Dobbiamo sbrigarci a
concludere lo scontro!-
Allo
stesso modo, Yelle cadde in ginocchio, tenendosi le mani sui fianchi
feriti. Ormai anche lei aveva raggiunto il limite e non era neanche
sicura di poter ricaricare la sua compagna con altro potere magico.
Poco
dietro di lei, Angel si era voltata per fronteggiare Miyuki. Il suo
braccio meccanico restava uno dei problemi più grandi in
quell'incontro ma un match prolungato non l'avrebbe aiutata di certo.
-Devo
togliere di mezzo quel braccio, altrimenti non riuscirò mai
a
sconfiggerla.- pensò Angel cercando di colpirla con dei
calci
ricoperti di spine roventi. Miyuki ovviamente rimase sulla difensiva
usando il suo arto artificiale per parare tutti i colpi, cercando poi
di contrattaccare con dei rapidissimi colpi usando delle lame corte
di sangue, così da non permettere ad Angel di assorbirle.
Fu
durante uno di quegli attacchi che Angel si lanciò di sua
spontanea
volontà verso l'attacco di Miyuki. Non appena la lama di
sangue la
ferì alla spalla destra, la dragon slayer le tirò
una spallata,
dando la schiena al braccio meccanico, e la azzannò con
forza poco
sotto la spalla, facendole digrignare i denti per il dolore.
Miyuki
sgranò gli occhi subito dopo nel vedere una grossa macchia
viola
espandersi dal punto in cui era stata morsa.
-Sta
usando del veleno.- quel pensiero allarmò la maga del sangue
che,
con una violenta ginocchiata, si liberò dal morso
dell'avversaria e
usò il suo potere magico per contenere il veleno ma ormai il
suo
braccio sinistro era molto debole.
-Ora
dovrà per forza usare il braccio destro!- si disse Angel
notando
come, dopo tutti quegli attacchi, l'arto artificiale era pieno di
graffi ed ammaccature. Di certo non era al meglio delle sue
potenzialità e doveva approfittarne subito per
neutralizzarlo.
Miyuki
ormai aveva capito il piano di Angel ma in quel momento non poteva
fare nulla per fermarlo. Con il braccio sinistro praticamente
inutilizzabile, usare quello meccanico era l'unico modo per
continuare a combattere visto che, usando il suo sangue, avrebbe solo
rischiato di far recuperare potere magico alla sua avversaria.
Di
punto in bianco, colpì Angel con un violento pugno al volto,
facendola indietreggiare di qualche passo, al che la dragon slayer si
fece avanti e la colpì con un pugno a sua volta,
rivestendolo di
squame d'acciaio che procurarono diversi tagli sul volto di Miyuki.
La
maga del sangue le afferrò allora il polso destro e
provò a
colpirla con una ginocchiata al ventre ma uno strato di diamante
bloccò il colpo, intorpidendole la gamba a causa della botta.
Soffocando
un'imprecazione, Miyuki indietreggio di un paio di metri, caricando
il braccio destro e lo stesso fece Angel, piegando leggermente le
gambe e trattenendo il respiro.
-Ci
siamo, ora devo riuscire a distruggerglielo senza usare neanche un
po' del mio potere magico.- pensò la dragon slayer
stringendo i
denti per poi scagliarsi in avanti, distendendo il braccio per
colpire l'avversaria.
Miyuki
fece lo stesso e ruotò l'intero busto per dare
più potenza al suo
pugno. Era al corrente delle condizioni del suo arto artificiale ma,
in quello scontro, Angel non ne sarebbe uscita di sicuro con il
braccio ancora intero.
I
due pugni si scontrarono con violenza, generando un'onda d'urto che
fece cadere a terra Yelle e creò un piccolo cratere sotto di
loro.
Urlando con tutto il fiato che aveva in corpo, Angel cercò
di
metterci ancora più forza, cercando di spingere indietro
Miyuki, ma
la maga del sangue conosceva l'anatomia del corpo umano a memoria e,
nel modo in cui aveva tirato il pugno, aveva anche sistemato le gambe
in modo tale da non poter essere sospinta all'indietro.
Angel
strinse di colpo i denti, mordendosi con forza il labbro inferiore
mentre percepiva le ossa delle dita andare in frantumi, squarciando
la sua pelle dall'interno ma, dopo pochi istanti di scontro,
avvertì
un piacevolissimo rumore metallico e, alzando di poco lo sguardo,
vide diverse scintille scaturire da tutto il braccio meccanico di
Miyuki insieme a delle piccole colonnine di fumo.
Con
un ultimo sforzo, entrambe le maghe spinsero in avanti i loro corpi
e, come risultato di quella prova di forza, il braccio meccanico di
Miyuki andò in frantumi fino al gomito, mentre quello di
Angel si
spezzò di netto a metà tra il polso e il gomito,
schizzando sangue
ovunque.
Malgrado
la perdita del braccio, Miyuki cercò di colpire l'avversaria
con una
testata ma Angel intuì le sue intenzioni e inclinando il
busto di
lato, evitò il colpo, riuscendo poi a rifilarle una violenta
ginocchiata nel ventre, per poi alzare la gamba, distendendola, e
scagliarla dietro di lei, facendola schiantare a terra vicino a Zero.
La
regina dragon slayer crollò poi al suolo boccheggiando a
causa del
dolore e della fatica che stavano assalendo il suo corpo mentre il
pubblico, rimasto in silenzio fino a quel momento, scoppiava in
un'ondata di applausi ed incitamenti per i quattro maghi finalisti.
"Stai
bene?" domandò Zero alla sua compagna, aiutandola a
rialzarsi.
"Sì,
ma ora non ho più il braccio meccanico e non possiamo
più spezzare
i sigilli sui loro corpi." spiegò Miyuki fissandosi il
moncherino di metallo.
"Pazienza,
vorrà dire che vinceremo anche senza quel pezzo di ferro!"
esclamò Zero con un leggero sorriso, pulendosi poi un po' di
sangue
dal naso.
"Stai
sanguinando parecchio dal naso... hai raggiunto il tuo limite?"
"L'ho
già superato." sentenziò Zero con tono serio,
sorprendendo
leggermente la ragazza "Quanto tempo ti resta prima di
collassare al suolo?"
"Il
tempo di un ultimo attacco." azzardò l'albino, mentre la
vista
già iniziava ad annebbiarsi.
La
situazione di certo non era migliore per l'altro team. Yelle si era
avvicinata ad Angel ma non era in grado di ricaricarla con del potere
magico mentre la dragon slayer aveva entrambe le braccia
inutilizzabili e anche il suo potere magico era ormai prossimo ad
esaurirsi.
-Potrei
mangiare un po' di terra ma non mi darebbe abbastanza energie per
continuare lo scontro ancora per molto.- osservò Angel
cercando di
rialzarsi "Yelle, so di chiederti molto ma ti per favore, usa
tutto il potere magico che ti è rimasto per scagliarsi verso
di
loro".
"Hai
in mente un piano?" domandò Yelle con sguardo speranzoso,
rialzandosi a fatica, e l'amica annuì "E' un piano da tutto
o
niente..."
"Mi
piacciono gli azzardi!" commentò Yelle con un sorriso
"Lascia
fare a me, ti scaglierò come una palla di cannone!"
"Ci
conto!" ribatté Angel con un ampio sorriso, iniziando a
richiamare a sé tutto il potere magico che le era rimasto,
mentre
Yelle si posizionava dietro di lei.
Poco
lontano, Zero e Miyuki osservarono le azioni delle due avversarie e
il ragazzo creò una piccola sfera di plasma nella mano
destra
"Riesci ad usare il tuo braccio sinistro?"
La
maga del sangue annuì e, seppur a fatica, sollevò
il braccio,
creando una sfera di sangue sul palmo della mano.
"Uniremo
i nostri due attacchi." spiegò Zero "Probabilmente Angel
tenterà di colpirci ad impatto zero ed è quello
che faremo anche
noi. Se riusciamo a sconfiggerla, potrai gestire Yelle senza alcun
problema".
"Ricevuto."
sussurrò Miyuki per poi portare il braccio sinistro
all'indietro,
venendo imitata da Zero che fece lo stesso con il destro. Le sfere di
plasma e sangue si unirono in un'unica sfera di un rosso accesso che
sembrava pulsare come un cuore.
"Yelle!
Ora!" urlò Angel per poi rivestirsi completamente di
fulmini,
iniziando a correre verso i suoi avversari. La maga del vento
richiamò a sé tutto il potere che le era rimasto
e scagliò un
enorme tornado orizzontale in avanti, colpendo in pieno Angel che,
tenendo la testa puntata verso Zero e Miyuki, iniziò a
ruotare sul
proprio asse, diventando come una lancia di elettricità pura.
La
distanza tra di loro si azzerò in pochi istanti e,
rilasciando
ancora più energia, la dragon slayer urlò "Queen
Dragons's
Storm Horn!!!" mentre Zero e Miyuki distesero in avanti le
braccia, con la sfera che diventò ancora più
brillante "Blood
Heat Explosion!!!"
Nel
momento stesso in cui la sfera venne a contatto con
l'elettricità di
Angel, un fortissimo flash abbagliò completamente il
pubblico,
costringendo tutti i presenti a coprirsi il volto con le braccia, e
una fortissima esplosione lo seguì, facendo tremare l'arena
e
danneggiando gravemente anche la barriera magica posizionata dai
maghi del re.
Un'enorme
colonna di fumo si alzò dall'arena, coprendo interamente il
terreno
di scontro e lasciando gli abitanti col fiato sospeso. Aika, dalla
sua postazione, guardò in direzione di Penny che, annuendo,
richiamò
la sua fatina dell'aria, grazie alla quale dissipò l'enorme
colonna
di fumo con una forte folata di vento.
Un
enorme cratere si era formato nell'arena, occupando quasi interamente
il suolo usato per combattere e, su due lati opposti, vi erano i team
finalisti.
Da
una parte, Yelle stringeva tra le braccia Angel, la cui faccia era
una maschera di sangue, cercando di non farle perdere i sensi, mentre
dal lato opposto del cratere vi erano Zero, sdraiato a terra con seri
problemi a respirare, e Miyuki seduta a terra con il braccio sinistro
ricoperto di ustioni e sangue.
Aika
osservò attentamente i due team ma, all'ultimo, Miyuki
alzò a
fatica il braccio sinistro "Abbiamo perso".
Il
pubblico si sorprese nell'udire quelle parole e la maga del sangue,
abbassando il braccio, spiegò "Zero non può
più combattere e
io ho ormai raggiunto il mio limite. Se dovessi curarmi le ferite non
potrei comunque combattere contro Angel dato che rischierei di farle
recuperare il suo potere magico".
Aika
sorrise e, dopo essersi alzata, annunciò "Il torneo finisce
qua! Le vincitrici sono Yelle ed Angel!!!" facendo infuocare il
pubblico che iniziò ad applaudire più forte che
mai, mentre alcuni
maghi saltavano nell'arena per aiutare i loro compagni.
"Hai
combattuto malgrado avessi superato il tuo limite, davvero notevole."
si complimentò Miwako con Zero, mentre Hayato lo aiutava a
rialzarsi.
"Sai
come sono fatto, per me i limiti non sono altro che delle
stupidaggini." spiegò Zero ridacchiando, mentre Rahl aiutava
a
Miyuki a rialzarsi, la quale venne subito sommersa di complimenti da
parte di Hanako.
Dall'altra
parte, Edward e CJ stavano aiutando le loro compagne a mettersi in
piedi e a nulla valsero le proteste del mago del veleno che si
ritrovò suo malgrado a dover portare Yelle sulla schiena,
mentre
Misaki aiutava Angel con i suoi poteri.
"Un
attimo di attenzione per favore!" proferì Aika attirando
l'attenzione di tutti, per poi saltare giù nell'arena,
avvicinandosi
ad Angel mentre veniva bendata sul posto da Giada.
"Lo
scopo principale di questo torneo era quello di farvi scaricare un
po' la tensione accumulata in questi mesi ma serviva anche a rendervi
più forti e a spronarvi a combattere al meglio senza
arrivare al
punto di uccidere i vostri avversari!" spiegò la master
fissando i suoi compagni "Tuttavia, aveva ancora un altro
scopo... benché la nostra gilda stia diventando famosa, non
siamo
abbastanza per poter aiutare tutti e soprattutto non possiamo farlo
al meglio se restiamo sempre qui a Zafirus, perciò ho fatto
creare
un'altra sede della gilda, nell'estremo sud del regno".
I
vari maghi della gilda ascoltarono interessati quella notizia,
domandandosi dove volesse andare a parare la loro master.
"Ovviamente
è impossibile anche per me gestire al meglio due gilde..."
continuò la ragazza, fissando poi Angel dritta negli occhi
"...
ed è per questo che, qui e ora, nomino te, Angel Strong,
vice-master
di Last Hope e master della prima sede della gilda, congratulazioni!"
La
dragon slayer sgranò gli occhi per la sorpresa, fissando la
master a
bocca aperta, mentre CJ e gli altri iniziavano già a farle
tantissimi complimenti.
"Molti
di voi si saranno ormai affezionati a questa città
perciò non
obbligherò nessuno ma chi di voi volesse seguire Angel nella
nuova
sede, sarà libero di farlo. I dormitori sono già
stati preparati e
aspettano solo nuovi maghi!" aggiunse poi Aika, voltandosi verso
tutti gli altri maghi, tornando poi a guardare Angel "Allora?
Accetti la nomina?"
La
ragazza rimase senza parole per diversi secondi ancora ma alla fine
sorrise alla master annuendo per poi tenderle la mano "Ti
ringrazio di cuore per quest'opportunità! Non ti
deluderò!"
"So
che non lo farai." ribatté Aika sorridendole per poi
stringerle
la mano mentre il re e tutto il pubblico applaudivano per la buona
notizia. Dopo qualche minuto di festeggiamenti, Aika lasciò
andare
gli altri, dicendo loro di portare i quattro maghi in infermeria,
dopodiché si avviò verso la gilda, mentre l'arena
iniziava a
svuotarsi.
-Se
vogliamo sconfiggere Ruganax e prevenire tutti i suoi piani, dobbiamo
coprire un'area più vasta...- pensò la master
camminando lentamente
-Qualunque cosa succeda non gliela lascerò vinta e spero che
il
consiglio dei sacerdoti non sia portatore di cattive notizie...-
-
- -
Qualcosa
non andava.
Un'enorme
coda di scorpione cercò di infilzare una figura umanoide che
però
la evitò rapidamente, scartando di lato.
Era
da diversi minuti ormai che il suo istinto gli diceva che qualcosa
non andava.
La
figura scattò in avanti, creando una katana completamente
nera con
la quale tagliò di netto la coda alla base, facendola cadere
a
terra, evitando poi di essere afferrata da una mano ricoperta di
piccole lame.
Per
la precisione, da quando il suo avversario era diventato un umano ed
aveva indossato quella strana maschera bianca.
Lo
scontro tra Dorein e la creatura si era spostato nelle gallerie
scavate dagli umani controllati poco dopo che lo slime si era
trasformato in un umano vero e proprio, indossando nuovamente la sua
maschera bianca, cambiando completamente modo di fare.
Ora
aveva dei movimenti più fluidi e di sicuro più
umani rispetto a
prima, inoltre non compiva alcun movimento inutile, riuscendo ad
evitare gli attacchi dell'avversario per poi colpirlo con estrema
precisione.
"Curioso..."
commentò la creatura facendo uscire una coda di coccodrillo
dal suo
corpo "Quella strana crisi ti ha portato a questa trasformazione
ed è come se ora fossi una cosa completamente diversa".
"Osservazione
corretta." rispose Dorein con una voce doppia "Prima
lottavamo da soli, lottavamo come 'Alan', ma ora siamo un unico
essere nel corpo e nella mente e lottiamo come 'Dorein'. Noi siamo la
perfetta unione di umano e non-umano, un essere completo".
La
creatura inclinò il capo "Alan... Dorein... due nomi che non
mi
dicono nulla ma è comunque interessante visto che anche io
sono come
te: una perfetta unione di umano e non-umano".
"Errato.
Tu sei un esperimento. Probabilmente un tentativo fallito di creare
un nuovo tipo di Take Over, fallito miseramente."
puntualizzò
Dorein con voce piatta "La tua completa mancanza di un aspetto
umano perfetto è una prova".
La
creatura annuì "Puoi chiamarmi Taov oppure Esperimento
Genesis.
Il nostro master ha condotto personalmente alcuni esperimenti su di
me per darmi questo potere e mi ha affidato il compito di sorvegliare
quell'uomo scappato con la ragazzina. Ora dovrò eliminarti
per
recuperarlo".
"Libero
di provarci." sibilò Dorein facendo roteare la katana nella
mano destra per poi scattare in avanti, azzerando la distanza tra di
loro. Provò subito a colpirlo con un fendente laterale per
tagliarlo
a metà ma l'intero busto si rivestì di squame
dure come l'acciaio,
bloccando il fendente.
"Un
nuovo tipo di Take Over, la tua deduzione è corretta."
commentò
Taov per poi creare delle zampe, simili a quelle di una mantide
religiosa, dalle spalle con cui tentò di colpire Dorein
dall'alto ma
il ragazzo fece un ampio balzo all'indietro ed evitò il
colpo
"Tuttavia, lo scopo dell'esperimento non era creare un semplice
Take Over, bensì una magia adatta a tutto, capace di
adattarsi ad
ogni nemico".
Dorein
ascoltò silenziosamente la spiegazione dell'avversario,
scagliando
poi delle gocce di slime che, a mezz'aria, si trasformarono in
affilati shuriken neri. Taov li evitò tutti quanti,
facendoli
conficcare nella parete rocciosa alle sue spalle ma quelli tornarono
all'istante slime e cercarono di attaccarsi a lui, costringendolo ad
evitarli nuovamente, permettendo così a Dorein di
avvicinarsi a lui
e colpirlo con una violenta gomitata in pieno torace.
Il
colpo non parve avere chissà quale effetto e Taov si
rialzò subito,
cercando di colpirlo sia con le zampe da mantide che con la coda da
coccodrillo ma nessuno dei suoi attacchi andarono a segno.
-Credevo
che uno spazio così stretto avrebbe giocato a mio favore,
invece
neanche lui si trova in difficoltà.- pensò la
creatura allungando
di colpo gli artigli delle sue mani per poi scattare di lato,
iniziando a correre intorno a Dorein formando un cerchio perfetto.
Il
mago di Last Hope non batté ciglio e fece tornare la sua
katana un
ammasso di slime che fece allungare in avanti all'improvviso. Taov fu
costretto a fermarsi per evitare di essere colpito in testa ma, non
appena lo fece, azzerò all'istante la distanza tra di loro,
menando
una forte artigliata dall'alto.
Dorein
balzò all'indietro ma cinque linee sottili si formarono sul
suo
petto, venendo tuttavia ricoperte dallo slime che componeva i suoi
abiti.
"Malgrado
tu possa coprire quelle ferite, loro restano sul tuo corpo."
osservò Taov annusando l'aria "Posso sentire l'odore del
sangue".
Ignorando
quelle parole, Dorein riprese ad attaccare usando una katana con la
mano destra, mentre la mano sinistra la teneva indietro, usandola per
difendersi dagli eventuali del nemico che, in quel momento aveva
cinque arti con cui attaccarlo.
Due
fendenti dall'alto vennero bloccati dalla katana, la quale
tornò
slime, bloccando completamente le zampe da mantide. Taov
provò
quindi ad infilzarlo con i suoi artigli ma una grossa
quantità di
slime ricoprì il braccio sinistro di Dorein, prendendo la
forma di
una testa di drago la quale azzannò violentemente il nemico,
conficcando i denti in profondità.
Taov
vomitò parecchio sangue e, prima che potesse reagire a
quell'attacco, Dorein lo scagliò contro un muro, crepandolo
pesantemente, per poi far tornare il braccio sinistro al suo aspetto
normale.
La
creatura nemica si rialzò lentamente, osservando i vari
buchi nel
suo corpo. Senza alcuna difficoltà, li richiuse tutti,
fermando la
perdita di sangue, dopodiché guardò Dorein
"Attacchi del
genere sono inutili con me, ho un'alta capacità
rigenerativa".
Dopo
essersi avvicinato lentamente al ragazzo, Taov ruggì a pieni
polmoni, cercando di colpirlo con lo stesso attacco che, poco prima,
gli aveva provocato quella crisi. Tuttavia, questa volta, Dorein
creò
una sfera di slime intorno a sé e l'attacco non
sortì alcun
effetto.
Lo
slime si avventò poi su Taov, cercando di inglobarlo
completamente
ma la creatura lo fece a pezzi con i suoi artigli, che ora brillavano
di un tenue bagliore viola. I vari pezzi di slime caddero al suolo,
impossibilitati a tornare insieme e la creatura si voltò
verso
Dorein, fissandolo con sguardo confuso "Credevo di aver già
usato questo attacco con te e tu ti ostini a combattere con il tuo
slime?"
"Lo
slime è solo una forma del nostro potere." spiegò
Dorein
riassorbendo i vari pezzi "Anche se lo farai a pezzi, noi lo
assorbiremo nuovamente e continueremo ad utilizzarlo finché
non ti
avremo ucciso".
Nella
mano destra creò quindi una specie di frusta dentata mentre
nella
sinistra accumulò parecchio slime che iniziò a
gocciolare a terra.
Taov non ci fece troppo caso e fece brillare di viola anche la coda
di coccodrillo così come le lame delle zampe di mantide, per
poi
lanciarsi in avanti.
Dorein
cercò di colpirlo con una sferzata alle gambe, ma una rapida
artigliata fece a pezzi l'arma, facendo cadere pezzetti di slime
tutt'attorno. Taov continuò ad avanzare ruotando poi su
sé stesso
per colpire l'avversario con la coda, ma Dorein, dalla massa di slime
nella sua mano sinistra, fece uscire una specie di corda che si
attaccò al soffitto, sollevandolo appena in tempo per
evitare
l'attacco.
Taov
non dovette neanche guardarlo per capire dove fosse e,
istintivamente, alzò le zampe da mantide, parando una nuova
sferzata
della frusta del suo nemico. Dorein saltò poi verso di lui
e, grazie
alla corda attaccata al soffitto, riuscì a staccare un
grosso pezzo
di roccia che schiantò sulla testa di Taov aprendogli
un'enorme
ferita sulla fronte dalla quale iniziò a grondare parecchio
sangue.
Prima
ancora che la creatura potesse rimarginare la ferita, Dorein lo
avvolse completamente con dello slime e cercò di
schiacciarlo senza
dargli possibilità di fuga. Contrariamente a quanto sperato,
la
quantità di slime diventò sempre più
grande fino ad esplodere,
mostrando Taov con delle enormi ali di acciaio che gli spuntavano
dalla schiena.
La
creatura guardò Dorein dritto negli occhi "Queste banali
tattiche non basteranno per sconfiggermi." e scattò in
avanti,
aprendo le ali al massimo, mostrando che le piume di acciaio erano in
realtà affilate come delle spade.
Dorein
gli corse incontro a sua volta e all'ultimo saltò in alto
per
atterrargli alle spalle, ma Taov puntò un piede a terra e
girò su
sé stesso, riuscendo a ferire l'avversario sulla schiena con
diversi
tagli profondi.
Il
ragazzo si gettò in avanti per evitare un altro attacco e si
girò
verso il nemico, creando una lunga lancia dalla punta seghettata e
leggermente ricurva. Iniziò a farla roteare sul fianco
destro,
spostandola poi su quello sinistro, continuando a cambiare lato
sempre più velocemente, facendo un passo in avanti alla
volta.
Taov
lo attese piegando leggermente le gambe e avvolgendosi nelle sue ali
di metallo, pronto a proteggersi da ogni attacco in arrivo, mentre la
sua coda cambiò forma, diventando quella di un serpente con
lungo ed
affilato pungiglione in punta.
Dorein
se ne accorse ma non disse nulla né si fermò,
continuando a
camminare contro il suo avversario fino a quando non fu a pochi metri
da lui. Fermandosi di scatto, menò un potente fendente
laterale che
rimbalzò contro le ali di Taov ma, anziché
fermarsi, continuò a
colpirlo, menando dei fendenti sempre più veloci da tutte le
direzioni.
Il
nemico si ritrovò suo malgrado chiuso in difesa. Se avesse
cercato
di colpirlo con la sua coda, di sicuro Dorein l'avrebbe tagliata di
netto e far ricrescere un arto o una coda gli portava via tempo ed
energie perciò doveva fare attenzione ad ogni singola mossa.
Dopo
l'ennesimo colpo da parte di Dorein, le ali di Taov iniziarono ad
ammaccarsi. Non erano sul punto di andare in pezzi ma pian piano si
stavano riempiendo di leggeri graffi ed ammaccature, inoltre il mago
di Last Hope non sembrava per niente stanco.
Taov
iniziò quindi ad indietreggiare con calma ma ovviamente
Dorein
avanzava con lui, tenendolo costantemente sotto pressione.
-Credo
che dovrò puntare ad un'apertura tra un attacco e
l'altro...- pensò
il membro di Empty Scream aprendo uno strano occhio sulla fronte per
poi concentrarsi intensamente sui movimenti di Dorein. Erano
rapidissimi e ogni attacco seguiva l'altro con un ritmo
pressoché
perfetto ma ormai Taov aveva notato l'unico difetto di quella
tattica.
Dopo
ogni fendente, la lama di Dorein rimbalzava all'indietro e
ciò gli
comportava una perdita di quasi mezzo secondo prima dell'attacco
successivo. Taov tenne la bocca serrata, preparando una specie di
lama ossea sulla lingua, intingendola con la sua saliva viola.
Nel
momento stesso in cui Dorein menò un nuovo fendente, Taov
attese il
momento esatto il cui la lama toccò la sua ala e,
dispiegandola
all'improvviso, sbilanciò ancora di più
l'avversario, per poi
sputare la lama che si conficcò con precisione nella spalla
destra
di Dorein, sorprendendolo.
Il
mago di Last Hope modificò la lancia in uno scudo per
proteggersi
dalla sferzata di coda di Taov, mentre con la mano libera si tolse la
lama dalla spalla, sentendosi improvvisamente stordito.
-Una
lama avvelenata...- pensò il ragazzo e una voce dentro di
lui
aggiunse -Un
veleno potente, vuole concludere in fretta-.
Parando
una nuova sferzata, Dorein si fece nuovamente avanti e
schiacciò
Taov contro la parete usando lo scudo come un ariete. La creatura si
ritrovò impossibilitata ad attaccare e perciò
usò le sue braccia
per provare a spostare lo scudo ma da esso si formarono diversi
spuntoni che gli trapassarono il torace in diversi punti, facendogli
vomitare parecchio sangue.
Dorein
ne approfittò per far scorrere il suo slime dentro al corpo
di Taov
ma la creatura aprì la bocca generando una piccola sfera di
energia
rossa che azzannò, provocando una violenta esplosione che
fece
tremare l'intera galleria.
Parecchio
fumo riempì completamente quello spazio angusto mentre
alcuni pezzi
di roccia cadevano dall'alto e Taov si guardava il corpo parzialmente
distrutto. Non aveva più la cassa toracica e il braccio
destro,
oltre a gran parte della testa ma era ancora vivo incredibilmente.
Lentamente,
la sua carne iniziò a rigenerarsi mentre, con l'unico occhio
rimastogli, scrutò i dintorni alla ricerca di Dorein. Il
fumo iniziò
a dissiparsi e una sagoma umanoide si intravide poco lontano da lui.
Taov pensò di averlo eliminato ma nel momento stesso in cui
la vide
sciogliersi, diventando una specie di pozzanghera, capì di
aver
fallito.
La
pozzanghera iniziò a muoversi verso di lui e, quando fu a
pochi
centimetri dal nemico, si trasformò nella forma slime di
Dorein.
“Credo
che questa sia quella che gli umani chiamano fortuna...”
sussurrò
Dorein inclinando la maschera per poi assumere la sua forma umana dai
capelli bianchi e completamente impassibile “Quella forma la
posso
mantenere per un periodo limitato di tempo a quanto pare... e il
tempo è scaduto un attimo prima della tua
esplosione”.
Taov
lo ascoltò in silenzio, senza muovere un muscolo, ma quando
la sua
gola fu completamente rigenerata disse “Sì...
credo che gli umani
la chiamino fortuna...”
Dorein
alzò il braccio destro, trasformando la mano in una grossa
lama di
un'ascia “Credo che la vittoria spetti a me. E' stato un
combattimento... credo che si dica... appagante”.
Taov
annuì senza batter ciglio. Era strano. Una persona dovrebbe
spaventarsi quando la sua ora sta arrivando ma lui non era una
persona.
“Posso
farti una domanda?” chiese poi la creatura alzando lo sguardo
“Chi
sei tu?”
Dorein
lo fissò in silenzio per qualche secondo chiudendo gli
occhi. Quando
li riaprì, il suo sguardo sembrava quasi sereno e tranquillo
“Io
sono Dorein, mago di Last Hope. Niente di più”.
“Capisco...
allora, addio Dorein.” sussurrò Taov chiudendo gli
occhi, un
attimo prima che la lama dell'avversario calasse sulla sua testa,
tagliandola a metà. Dorein non tirò via la lama
ma la sciolse,
ricoprendo il corpo del nemico con il suo slime, assorbendolo
completamente nel giro di qualche minuto.
“Obbiettivo
eliminato.” disse poi guardandosi attorno “Ora devo
trovare Tsuki
e gli altri”.
*
* *
Un
grosso carrello da miniera venne tagliato perfettamente a
metà,
rovesciando a terra tutte le gemme preziose contenute al suo interno.
Subito dopo, diverse casse posizionate in vari punti di quel
magazzino subirono la stessa sorte, venendo fatte a pezzi da affilate
lame invisibili.
Era
da svariati minuti ormai che Kay aveva iniziato a combattere contro
il mago di Empty Scream ma non vi era stato verso di ferirlo del
tutto.
Il
suo avversario si materializzò in cima ad una pila di casse,
volgendo lo sguardo verso la maga di Last Hope “Sembra che tu
sia
in difficoltà. La cosa non mi sorprende. Maghi deboli come
voi
dovrebbero solo restarsene in città a bere e far
baldoria”.
“Ti
consiglio di non alzare troppo la cresta...”
sibilò Kay generando
svariate lame circolari che scagliò contro il nemico ma
tutte quante
passarono attraverso di lui senza arrecargli danno, dissolvendo
appena il suo corpo che tornò normale pochi istanti dopo.
-Tsk...
quel dannato corpo mi impedisce di danneggiarlo. Eppure deve esserci
un modo per colpirlo!-
Kay
era visibilmente stressata dall'andazzo dello scontro. Non solo non
poteva colpire il suo avversario ma lui non si degnava neanche di
attaccarla, non da quando aveva visto le sue barriere almeno.
-Forse
avrei dovuto tener nascosto quel lato del mio potere, così
da farlo
uscire allo scoperto...- si disse Kay fissando Skuas con sguardo
freddo. L'uomo era ancora avvolto nel suo mantello e non aveva ancora
mostrato il suo volto, non che la cosa importasse alla ragazza.
L'unica cosa che voleva era farlo fuori e concludere la missione.
“Quindi?
Hai già smesso di agitarti, ragazzina?”
domandò l'uomo
accucciandosi sulle casse di legno. Kay fece per rispondergli ma poi
notò la posizione su cui poggiava e quindi decise di provare
con
un'altra tattica. Intorno a lei creò diverse lame circolari
ma a
causa della polvere presente nel magazzino, la loro rotazione le rese
visibili agli occhi del nemico “Che principiante, hai usato
male il
tuo potere. Ora so perfettamente cosa vuoi fare”.
“Intendi
'colpirti fino a quando non finirai le energie per tenere il tuo
corpo intangibile'? Ma che bravo!” esclamò Kay
scagliando una dopo
l'altra tutte quelle lame. Ovviamente Skuas rimase fermo e ogni
singola lama gli passò attraverso.
“Credo
che sarai tu la prima a finire le ener...!” prima ancora che
l'uomo
potesse finire di parlare, due lame arrivarono alle sue spalle
distruggendo le casse su cui si era sistemato, facendolo cadere. Kay
ne approfittò subito e, saltando in alto, scagliò
una decina di
lame contro l'uomo che, per la prima volta, schivò le lame a
mezz'aria, ricevendo comunque alcuni tagli sulle braccia e sulle
gambe.
“Quindi
la mia intuizione era corretta.” commentò Kay con
un sinistro
luccichio negli occhi, fissando Skuas dall'alto “Tu non puoi
modificare il tuo corpo quando non sei fermo o quando sei a
mezz'aria. Per poterlo fare o per poter svanire devi essere coi piedi
per terra o su qualcosa di solido!”
“Notevole.”
commentò l'uomo rialzandosi e materializzando due coltelli
dalle
grosse lame nelle mani “Una mocciosa che riesce ad intuire il
mio
potere dopo un combattimento così breve... darti in pasto al
cucciolo del master mi sembra quasi uno spreco. Potremmo renderti
un'ottima schiava”.
Kay
digrignò i denti indurendo lo sguardo “Hai appena
segnato la tua
fine...” sibilò creando decine e decine di lame
intorno a lei
“Avevo in mente di ucciderti in modo rapido ed indolore... ma
ho
cambiato idea: la tua morte sarà lenta e dolorosa!”
“Keheheh!
Parole degne di una maga della luce, non è vero?”
domandò Skuas
calandosi il cappuccio, mostrando un volto attraversato da diverse
cicatrici incorniciate da dei lunghi capelli grigi e con due occhi
neri come la pece “Eppure credevo che fossimo noi i
cattivi”.
Kay
non si curò minimamente di quelle parole e
scagliò tutte le lame
insieme contro il bersaglio ma, come prima, nessuna di esse
riuscì a
danneggiarlo. La ragazza soffocò un'imprecazione e
saltò giù sul
pavimento, trucidandolo con lo sguardo “Perché non
mi affronti
faccia a faccia? Eppure sono solo una principiante!”
Skuas
ghignò divertito “Cosa c'è? Mi sembri
alquanto precipitosa ora,
per caso la storia degli schiavi ti dà fastidio? Oppure
è qualcosa
di più intimo? Brutte esperienze passate?”
“Stai
zitto...” ordinò Kay creando altre lame, molto
più grandi delle
precedenti “Voi bastardi sapete solo far soffrire gli altri
arricchendovi sulle loro morti e su tutte le vite che avete
rovinato!”
Un
coltello le si conficcò nella spalla destra facendole
sgranare gli
occhi per la sorpresa prima che un urlo atroce risuonasse nel
magazzino. La ragazza cadde in ginocchio estraendo la lama dalla sua
spalla per poi gettarla via. Skuas ampliò il suo ghigno
facendo
dissolvere il coltello per poi crearne un altro nella mano libera
“Devo dire che ti preferisco così aggressiva... e
così piena di
aperture!”
Kay
imprecò sottovoce rialzandosi ma tenendo la mano sinistra
sulla
ferita da cui colava parecchio sangue. Si era lasciata dominare dalle
emozioni come niente e l'avversario ne aveva subito approfittato,
infondo era un mago oscuro, per lui quelle situazioni erano solo
divertenti.
La
giovane maga si avvicinò quindi ad un carrello della miniera
e, dopo
un profondo respiro, tirò una violenta testata contro lo
spigolo di
ferro, facendo sussultare Skuas. Dopo qualche secondo, si
girò verso
di lui, leccando il sangue che le colava dalla ferita sulla fronte
che si era appena procurata.
“Ora
sto decisamente meglio.” commentò l'albina
ampliando il suo ghigno
mentre creava una piccola lama circolare sul palmo della mano destra,
per poi crearne altre tutt'intorno a lei. Skuas non batté
ciglio,
limitandosi a scagliarle addosso due pugnali che vennero prontamente
bloccati da una barriera invisibile creata da Kay.
“Credo
che sarà davvero una battaglia di resistenza.”
azzardò l'uomo
scrocchiandosi il collo per poi creare altri due pugnali “Mi
dispiace per te ma io non consumo molto potere magico,
perciò posso
andare avanti anche per diverse ore”.
“Oh
tranquillo, non ce ne sarà bisogno.” lo
rassicurò Kay facendo
ruotare le sue lame in modo che fossero tutte posizionate
verticalmente “Tra pochi minuti non esisterai
più”.
Skuas
alzò un sopracciglio, leggermente innervosito da
quell'atteggiamento, ma riuscì a mantenersi distaccato dalla
sua
presunta provocazione, iniziando a camminare contro di lei
“Bene,
allora perché non mi mostri cosa hai in mente di
fare?”
“Detto
fatto.” sibilò Kay per poi scagliare tutte le sue
lame contro di
lui facendo affondare nel terreno. Come se niente fosse, le lame
iniziarono a scavare dei sottili solchi nel suolo, girando
costantemente intorno a Skuas, cercando di tagliargli i piedi di
tanto in tanto ma senza riuscirci.
L'uomo
parve divertito dalla cosa ma fu una domanda di Kay a fargli perdere
il ghigno.
“Perché
non ti muovi di lì?”
“Eh!
Perché mai dovrei farlo?” domandò lui
di rimando “Standomene
fermo qui non subisco alcun danno e ti lascio sprecare il tuo potere
in tutta tranquillità”.
“Oh
ma che scusa divertente. La verità è che non puoi
muoverti finché
il tuo corpo non è tornato intero, non è
vero?” ipotizzò Kay e,
venendolo assottigliare lo sguardo capì di aver fatto centro
“Credevo che il tuo potere fosse più vantaggioso,
invece ha un
sacco di punti deboli”.
“Resta
il fatto che non puoi ferirmi.” osservò Skuas
ritrovando il suo
ghigno “Ovviamente neanche io posso farlo visto che le tue
barriere
ti proteggono, ma si da il caso che tra non molto arriveranno
parecchi soldati qui e da sola non riuscirai a gestirli
tutti”.
“Per
allora me ne sarò già andata.”
ribatté Kay per poi mostrargli
uno strano sorriso “Sai? Arrivando qui abbiamo fatto crollare
parecchi corridoi ma ci siamo accorti di una cosa... e cioè
che
questo non è il livello più basso delle
gallerie”.
Skuas
sgranò gli occhi nell'udire quelle parole e il sorriso di
Kay si
trasformò ben presto in un inquietante ghigno mentre altre
lame si
materializzavano intorno a lei. Dopo pochi istanti, un leggero
tremolio del suolo fece sussultare il suo avversario e gran parte del
terreno crollò.
Le
varie lame scagliate in precedenza da Kay avevano scavato nel suolo
lentamente fino ad arrivare ad un corridoio sottostante e, essendo
stato diviso a blocchi da quelle lame, il terreno non poteva restare
sullo stesso livello, così collasso in una manciata di
secondi e il
corpo di Skuas divenne tangibile all'istante.
Kay
non si lasciò sfuggire l'occasione e scattando in avanti
scagliò
tutte le sue lame contro di lui. Le prime due ad arrivare lo
colpirono al braccio sinistro, recidendoglielo all'altezza della
spalla, ma l'uomo non urlò né mostrò
segni di dolore, preferendo
concentrarsi sulla sua avversaria.
Il
terreno era stato fatto a pezzi ma anche un solo blocco, per lui,
andava bene uguale così posizionò entrambi i
piedi sullo stesso
pezzo di roccia e, quando tutte le altre lame erano a pochi
centimetri da lui, si smaterializzò in una nuvola di fumo
facendo
sgranare gli occhi a Kay.
Prima
ancora che la ragazza potesse arrestare la sua corsa, Skuas si
materializzò alle sue spalle con un pugnale stretto nella
mano
destra. Kay ruotò su sé stessa creando una
barriera dietro di lei
ma l'uomo aveva ormai scagliato il pugnale che la colpì nel
ventre,
conficcandosi fino all'impugnatura.
La
maga vomitò una grossa quantità di sangue ma
riuscì comunque a
creare una seconda barriera sotto di lei per non cadere di sotto,
mentre Skuas si allontanò di qualche passo, creando delle
bombe
fumogene nella mano che scagliò successivamente addosso
all'avversaria, circondandola in un'enorme nuvola di fumo.
Kay
trattenne a stento un urlo di dolore nel togliere il coltello dalla
sua pancia ma in qualche modo ci riuscì, mettendosi poi a
sedere
mentre i suoi abiti si tingevano pian piano di rosso.
-Merda!
Ho gettato al vento la mia occasione per eliminarlo! Ora non ho tempo
per riprovarci!- si rimproverò la giovane stringendo i denti
per poi
guardarsi attorno. Era completamente circondata dal fumo ma per lei
non fu un problema disperderlo grazie a delle lame.
Quando
si fu completamente diradato, cercò il suo avversario con lo
sguardo
ma vide solo una grossa chiazza di sangue nel punto in cui le aveva
scagliato le bombe fumogene.
Fu
forse l'istinto o forse la fortuna ma qualcosa le urlò di
gettarsi
di lato e così fece, evitando al pelo un affondo da parte di
Skuas.
L'uomo si girò verso di lei, cercando di ruotare il busto
per
trasformare il suo colpo in un fendente ma la ragazza aveva
già
creato una barriera davanti a lei che usò per proteggersi.
“Se
non posso ferirti, mi basterà bloccarti!”
urlò Kay tenendo gli
occhi aperti con fatica per poi trasformare la sua barriera in una
sorta di scatola dentro alla quale imprigionò Skuas,
così come
aveva fatto con Aika mesi addietro.
L'uomo
la fissò con sguardo furente. Era molto pallido e stava
sudando
parecchio a causa della perdita di sangue dal moncherino del braccio.
Provò a teletrasportarsi dissolvendosi in fumo ma si
ritrovò contro
una parete della prigione, tornando normale all'istante.
“Brava,
mi hai preso...” sputò l'uomo rialzandosi in piedi
“... ma ciò
non toglie che sono ancora vivo e se vuoi uccidermi dovrai entrare
qui dentro!”
Kay
gli mostrò nuovamente quel ghigno inquietante “Non
ce ne sarà
bisogno.” e schioccò le dita della mano destra,
materializzando
dei blocchi dentro alla prigione. Skuas se ne accorse e, nel giro di
qualche secondo, capì la tattica dell'avversaria.
La
ragazza continuò a creare altri cubi all'interno di quella
che,
ormai, si era trasformata in una bara.
“Il
mio potere mi consente di solidificare l'aria.”
spiegò Kay “E
quando è in quello stato, non può essere
respirata!”
“Tu...
maledetta mocciosa!!!” tuonò Skuas cercando di
liberarsi mentre lo
spazio dentro a quella scatola diminuiva sempre di più
insieme
all'ossigeno. Dopo pochi minuti, quando ormai entrambi erano allo
stremo delle forze, l'uomo si accasciò contro la parete
della
prigione e i suoi occhi si spensero lentamente.
Kay
fece un profondo respiro e dissolse la barriera ma, prima che Skuas
toccasse il terreno, una lama circolare lo tagliò a
metà
verticalmente, facendo riversare a terra litri di sangue insieme ad
organi fatti a pezzi.
“Giusto
per sicurezza...” commentò Kay crollando al suolo
“Maledizione,
ho perso troppo sangue... spero solo che quei due abbiano distrutto
quel maledetto affare...”
Un
potente ruggito scaturì dal corridoio dove erano scomparsi
Zafrina e
Vaiter, facendo tremare le pareti del magazzino.
Kay
imprecò nuovamente “Maledetta la mia
boccaccia...”
*
* *
"Zafrina...
so che non ti piace quando qualcuno ti mette fretta... ma dovresti
davvero darmi una mano ora!" urlò Vaiter cercando in tutti i
modi di tenere aperte le fauci di una grossa creatura che sembrava
alquanto affamata.
"Lo
so! Non mettermi fretta!" ribatté Zafrina cercando di
sollevare
la zampa della suddetta creatura che la stava schiacciando al suolo.
I
due maghi di Last Hope, dopo essersi separati da Kay, avevano seguito
quell'angusto corridoio scavato nella roccia, sbucando poi in
un'enorme caverna dal soffitto a cupola con la pavimentazione di
roccia finemente lavorata anche se rovinata dal tempo e ricoperta di
scheletri e vestiti strappati.
Il
pavimento arrivava solo a metà di quell'enorme spazio per
poi
lasciare spazio ad un abisso dalla quale fuoriusciva un forte
bagliore viola. I due si erano avvicinati al bordo della voragine e
avevano guardato giù, notando una strana roccia nera
perfettamente
rotonda con una gemma viola incastonata al centro e diversi simboli
incisi intorno ad essa.
Intuendo
che si trattasse del loro bersaglio, avevano cercato subito un modo
per distruggerlo ma qualcosa, che era rimasto nascosto sopra
l'entrata dalla quale erano arrivati, aveva altri piani in mente.
Vaiter era stato il primo a girarsi, sussultando alla vista di quella
grossa creatura simile ad un T-rex ma con il corpo rivestito da un
esoscheletro viola e blu, due enormi occhi rossi, delle zampe
anteriori grosse e provviste di affilati artigli, una lunga coda irta
di piccoli spuntoni ossei e due zampe provviste di chele che le
spuntavano dalla schiena.
Zafrina
aveva subito provato a colpirla per eliminarla in un colpo ma la
creatura si era dimostrata più resistente del previsto e nel
giro di
qualche minuto erano finiti in quella situazione.
Non
appena la maga era stata schiacciata da una zampa della creatura,
Vaiter aveva provato ad aiutarla ma aveva dovuto cambiare subito
strategia visto che per poco la creatura non lo ingoiava in un sol
boccone.
Ora
il mago era bloccato contro la parete rocciosa con le mani strette
intorno ai denti di quella bestia, cercando in tutti i modi di non
fargli chiudere le fauci, cosa che si stava facendo via via
più
complicata data la forza di quella creatura.
Zafrina
era anche in difficoltà a causa del peso sopra al suo corpo.
Quella
bestia non stava facendo troppa pressione ma la sua mole comportava
un peso altrettanto grande e la maga non riusciva a respirare bene.
-Fottutissimo...
bestione...-
La
maga dei cataclismi mise tutta la sua forza nella parte superiore del
corpo e riuscì, in qualche modo, a sollevare la spalla
destra, per
poi sbatterla con violenza sul pavimento, generando una scossa
sismica. Il breve terremoto fece crollare dei pezzi di roccia dal
soffitto che colpirono la creatura in diversi punti ma neanche uno di
essi riuscì a danneggiare il suo esoscheletro.
Quei
colpi, tuttavia, innervosirono il loro nemico che, solo per un
istante, allentò la presa delle fauci, permettendo a Vaiter
di
gettarsi di lato, facendo così sbattere il muso della
creatura
contro la parete rocciosa.
Ruggendo
a causa della botta, la creatura fece qualche passo indietro
scuotendo la testa, liberando così Zafrina che si
rialzò subito,
scrocchiandosi il collo "Bene, ora facciamo a pezzi questo
insetto troppo cresciuto e poi distruggiamo l'affare in fondo a
quella fossa!"
"Ricevuto!"
esclamò Vaiter per poi scattare verso la creatura insieme
alla
compagna che si spostò sul fianco sinistro del bersaglio. Il
mostro
spostò lo sguardo da lei a Vaiter e viceversa ma alla fine
optò per
la ragazza e tentò ci colpirla con una violenta artigliata
che venne
prontamente evitata.
Vaiter
allora si fece avanti e, passando sotto al muso della bestia, la
colpì con un pugno sulla gola. Avendo copiato i poteri di
Zafrina,
il ragazzo generò una sorta di scossa sismica nel corpo
della
creatura, facendole vomitare parecchio sangue ma ciò non
bastò a
sconfiggerla e, troppo distratto dalle zampe anteriori e dalla coda,
Vaiter non vide arrivare una chela che lo afferrò per la
vita,
schiantandolo poi al suolo.
Zafrina
cercò di aiutarlo colpendo il mostro sulle ginocchia con dei
calci
ma neanche con i suoi poteri riuscì a distruggere la corazza
nemica
e un colpo di coda la prese in pieno, aprendole diversi tagli sul
ventre.
Facendo
una capriola a mezz'aria, la maga si rimise subito in piedi e
osservò
il grosso animale mentre cercava di schiacciare Vaiter senza tuttavia
riuscirci.
-Qua
sotto non posso usare al meglio i miei poteri...- osservò
Zafrina
aprendo e chiudendo i pugni -I terremoti sono da escludere dato che
rischierei di seppellirci vivi, un'eruzione di magma farebbe solo
danni così come un'inondazione del resto... l'unica cosa che
possiamo fare è generare una tempesta di sabbia per
disorientarlo
per poi finirlo a suon di pugni e calci!-
Dopo
un profondo respiro, iniziò a muovere le braccia in circolo,
generando ben presto delle forti folate di vento che portarono
un'enorme quantità di sabbia nella stanza, continuando a
farla
vorticare senza freni
"Ohi
ma che stai facendo?!" urlò Vaiter coprendosi gli occhi con
un
braccio -Lo sapevo che dovevo portarmi il mio set per i castelli di
sabbia!-
"Zitto
e colpiscilo!" ribatté Zafrina "Non c'è altro che
possiamo fare ora come ora!" e scattò verso la grossa sagoma
della creatura, menando poi un violento pugno sulla gamba sinistra.
Il colpo fu abbastanza potente da generare una breve scossa sismica e
far cadere in ginocchio la bestia, facendola ruggire per il dolore.
Vaiter
tentò di mirare all'altra gamba ma la creatura lo
percepì e, con
una violenta sferzata della coda, riuscì a colpirlo in
testa,
aprendogli un brutto taglio sulla tempia, e scagliarlo contro la
parete, vicino all'entrata dalla quale erano arrivati.
Zafrina
lo vide schizzare via in mezzo alla tempesta di sabbia e fece appena
in tempo ad abbassarsi per evitare una seconda sferzata della
creatura. Provò quindi ad andare in mezzo alle zampe
posteriori per
colpire il ventre ma, con sua somma sorpresa, la bestia
balzò
all'indietro e la colpì con una violenta onda sonora.
La
maga venne scagliata via e finì sul margine del pavimento.
Ruotando
di poco la testa, vide con la coda dell'occhio degli strani fulmini
viola sotto di lei, notando che la gemma al centro della roccia nera
si era come attivata e tutti quei fulmini stavano completamente
cancellando la sabbia e i pezzi di roccia che cadevano lì
vicino.
-Maledizione...
se quella cosa si attiva del tutto chissà cosa potrebbe
accadere.-
pensò Zafrina alzandosi in piedi, senza accorgersi della
creatura
che si avvicinava a lei -Non sembra neanche avvicinabile, qualunque
cosa la tocca viene completamente cancellata... devo pensare a
qualcosa!-
Un
improvviso ringhio la mise in guardia e, girandosi di scatto, vide la
sagoma della creatura davanti a lei con una zampa alzata pronta a
colpirla. La maga alzò le braccia per difendersi, sapendo
benissimo
di non poter parare un colpo di quel genere con le sue sole forse ma
tanto valeva provare.
"Levati
di lì!!!" tuonò una voce maschile e, prima che la
ragazza
potesse reagire, Vaiter colpì la creatura nella schiena con
un
doppio calcio, scagliandola di sotto. Zafrina venne colpita di
striscio dalla coda della bestia, ma riuscì ad aggrapparsi
al
margine della fossa prima di precipitare.
Con
la coda dell'occhio vide qualcosa e, voltandosi appena, vide Vaiter
stretto da una chela della creatura mentre cadeva nel vuoto, con la
gemma viola che aveva iniziato ad emettere ancora più
fulmini.
"V...
Vaiter!!!" Zafrina cercò di allungare una mano la creatura
era
ormai troppo lontana anche solo per sperare di sfiorarla. Il ragazzo
colpì con una serie rapida di gomitate la chela che lo
teneva
prigioniero, riuscendo a spezzarla, grazie al potere di Zafrina, per
poi voltarsi verso la bestia che stava precipitando di schiena verso
la gemma.
-Alla
fine mi tocca morire precipitando verso una pietra luccicante insieme
ad una specie di dinosauro... morte alquanto particolare, non
c'è
che dire.- pensò il ragazzo -Mi chiedo cosa direbbe Zafrina
in
questo momento...-
"Vaiter!
Dobbiamo colpire la gemma attraverso il corpo di quella creatura!!!"
-Esatto,
direbbe una cosa del genere.- si disse il ragazzo con un leggero
sorriso sgranando poi gli occhi all'inverosimile -Ditemi che ho
sentito male...-
Alzò
lo sguardo all'istante perdendo dieci anni di vita nel vedere Zafrina
precipitare verso di lui con il pugno destro pervaso dal suo potere
magico.
"Muoviti
razza di idiota! Non avremo una seconda possibilità!"
urlò la
ragazza con sguardo determinato e, dopo lo sbigottimento iniziale,
Vaiter tornò in sé, caricando a sua volta il
pugno destro con tutto
il potere magico che possedeva.
Quando
ormai furono a pochi metri dalla gemma, Zafrina poggiò i
piedi sul
ventre della creatura che cercava in tutti i modi di fermarsi senza
tuttavia riuscirci. In pochi istanti, l'enorme corpo della bestia
impattò contro la grossa pietra nera e dalla gemma
fuoriuscirono
ancora più fulmini facendo ruggire a pieni polmoni la
creatura per
il dolore.
Zafrina
e Vaiter alzarono in contemporanea i pugni per poi calarli uno di
fianco all'altro urlando “Planet Crush!!!”
Nel
momento stesso in cui toccarono il corpo della creatura, una
potentissima scossa sismica fece tremare l'intera zona, creando
profonde nel terreno sia in superficie che nel sottosuolo, facendo
crollare alcune sezioni del castello. L'enorme bestia vomitò
una
quantità sconsiderata di sangue ma le scosse sismiche,
attraverso il
suo corpo, raggiunsero la gemma che si incrinò all'istante,
disperdendo ancora più fulmini nell'aria.
I
due maghi misero ancora più potere magico nei loro colpi e
da essi
si generò una potentissima onda d'urto che per poco non li
sbalzò
completamente via. La gemma si incrinò sempre di
più finché non
esplose in un abbagliante flash viola che scagliò in aria
sia
Zafrina che Vaiter facendoli tornare in cima alla fossa.
Entrambi
ruzzolarono per diversi metri, impattando contro la parete rocciosa
ma, dopo qualche secondo, furono di nuovo in piedi mentre il
terremoto cessava del tutto. Lentamente, i due si avvicinarono
barcollando al bordo della fossa e guardarono di sotto, scoprendo
che, sia la creatura che la gemma, erano completamente svaniti nel
nulla.
“Forse
quel cucciolotto è rimasto vaporizzato dalla gemma che poi
è
esplosa.” ipotizzò Vaiter massaggiandosi il collo
mentre Zafrina
fece spallucce “Chi se ne frega, l'importante è
che sia morto. Ora
torniamo da Kay, dobbiamo ancora trovare gli altri.” e si
incamminò
lungo il corridoio che li aveva portati lì, con Vaiter al
suo
seguito.
*
* *
“State
tutti bene?” domandò Tsuki cercando di dissipare
il fumo con una
mano, mentre con l'altra si copriva la bocca.
“Io
sì.” confermò Zoe massaggiandosi la
schiena dolorante a causa
della caduta appena fatta.
“Anch'io
sto bene.” aggiunse Marihito tossendo un po' di volte per
colpa del
fumo mentre di fianco a lui Rin si sistemò la tuba
“I'm fine! Ma
cosa diavolo è successo?”
"Una
scossa sismica... bella potente anche." spiegò Tsuki
pensando
immediatamente ad una certa maga dei cataclismi. Lentamente, si
alzò
in piedi, poggiando una mano contro una delle colonne di ferro che
aveva creato insieme ad una sorta di copertura metallica per
proteggerli dai detriti caduti dall'alto.
"E'
la prima volta che avverto una simile scossa." commentò
Marihito alzandosi in piedi con l'aiuto della ragazza "Ho come
l'impressione che qualcuno stia combattendo seriamente".
"That's
not fair!" urlò Rin gonfiando leggermente le guance "Anch'io
vorrei combattere con qualcuno ma dopo quei soldati non abbiamo
trovato più nessuno!"
"Tanto
meglio per noi così non avremo difficoltà nel
distruggere questo
posto." sibilò Zoe spolverandosi i vestiti per poi
riprendere a
camminare lungo quel corridoio, facendo attenzione ad eventuali
detriti o muri pericolanti.
Tsuki
e gli altri due la seguirono subito dopo e, man mano che avanzarono,
trovarono alcuni soldati schiacciati da pezzi di roccia. La maga di
Last Hope si maledì mentalmente per quanto stava accadendo.
Aveva
deciso di salvare tutti quei poveri bambini ma da quando era arrivata
insieme agli altri non ne aveva salvato manco uno.
-Spero
solo che vi sia un modo per liberarli...- si augurò la
giovane
continuando ad avanzare fino a quando Marihito, alzando la testa, non
udì un particolare suono che gli fece fare un rapido scatto
verso un
portone di legno.
Notando
che era chiuso, Tsuki trasformò il suo braccio destro in
acciaio
puro e, con un colpo secco, mandò in frantumi la serratura e
gran
parte del portone, aprendolo del tutto.
"Ci
siamo." annunciò Marihito entrando in quell'enorme
laboratorio
pieno di provette, strani macchinari ed un'enorme vasca circolare
piena di un denso liquido nero "Tsuki potresti creare delle
maschere antigas? Meglio non rischiare".
La
ragazza annuì e ne creò subito quattro, dandone
una a ciascuno dei
suoi compagni per poi indossare la sua "Abbiamo circa quindici
minuti d'aria pulita".
Marihito
annuì, iniziando a camminare in quell'enorme stanza dalle
pareti di
ferro, grazie alla quale si era salvata da quella potente scossa
sismica. I macchinari erano ancora in funzione e, da un grosso tubo
che terminava proprio sopra la vasca, cadevano piccole gocce di quel
liquido nero.
"Questo
è il siero della morte che ho creato..." spiegò
Marihito
fissando la vasca "In questa forma è pressoché
innocuo ma una
volta mischiato con un certo reagente, sprigiona una densa nebbia
nera che uccide tutto ciò che tocca: piante, animali, umani
e
perfino demoni. Queste provette..." e indicò un tavolo pieno
di
bottigliette con liquidi diversi "... contengono svariati
reagenti ma solo uno di essi ha avuto l'effetto desiderato".
"Quale
sarebbe questo reagente?" domandò Tsuki avvicinandosi al
tavolo
insieme a Zoe e Rin mentre Marihito prese una boccetta piena di un
liquido rosso.
L'uomo
si girò verso di loro "Sangue".
"Vuoi
dire che... bisogna aggiungere del sangue al tuo siero per farlo
diventare un'arma chimica?" domandò Zoe alzando un
sopracciglio
e l'uomo annuì "Stavo cercando di creare un siero per...
riportare in vita le persone ma non come zombie, bensì come
persone
vere e proprie. Ho passato anni a sviluppare quel siero ma alla fine,
tutto ciò che sono riuscito a creare, è stata
questa orribile
arma!"
"Non
vorrei mettere il naso nei tuoi affari, old man, ma riportare in vita
le persone non è tipo un taboo della magia?"
domandò Rin
guardandosi attorno con calma.
"Lo
so benissimo ma il tempo e la solitudine possono piegare la mente e
la volontà di semplice uomo come me." rispose Marihito
gettando
a terra la fialetta di sangue che andò in frantumi. In un
impeto di
rabbia, ribaltò il tavolo, rovesciando a terra tutti i
contenuti di
quelle provette, e le calpestò una ad una, frantumandole del
tutto.
Tsuki
si avvicinò lentamente e gli mise una mano sulla spalla,
facendolo
voltare verso di lei "Mi dispiace di averti lasciato da solo..."
L'uomo
sorrise sotto la maschera, chiudendola in un caldo abbraccio "No,
è stata colpa mia per essermi arrabbiata con te. Avrei
dovuto
rispettare le tue scelte".
Zoe
fissò la scena senza dire nulla mentre Rin stava pian piano
riempiendo la maschera di lacrime. Dopo essersi separati, Tsuki e
Marihito si guardarono attorno e l'uomo, indicando il grosso
macchinario che produceva il siero base, disse "Se distruggiamo
quello non potranno più produrre niente ma credo sia meglio
radere
completamente al suolo questo posto".
Tsuki
ghignò divertita "Mi piace come idea, dimmi solo cosa devo
fare
e farò terra bruciata!"
"No,
lo farò io." disse Marihito con sguardo serio "Creami
degli esplosivi e un detonatore per farli esplodere. Li
piazzerò in
determinati punti, dopotutto ho assistito alla costruzione di questo
attrezzo infernale e so dove colpire per distruggerlo del tutto".
La
ragazza lo osservò in silenzio ma alla fine creò
davanti a lei una
decina di panetti di esplosivo adesivo ed un detonatore nella sua
mano destra che diede poi all'uomo. Marihito la ringraziò e,
dopo
aver preso un paio di esplosivi, si avvicinò al macchinario
ma un
grosso shuriken si conficcò nella sua gamba destra in un
lampo,
facendolo urlare per il dolore.
Tsuki
sgranò gli occhi per la sorpresa e si girò di
scatto verso la
direzione dalla quale era stata lanciata l'arma, individuando dei
soldati nemici irrompere nella stanza da un'altra entrata. Senza
esitare, si lanciò contro di loro creando due spade corte e,
con dei
rapidissimi movimenti, fece dei profondi tagli dietro alle ginocchia
dei primi tre nemici, facendoli cadere a terra.
Non
voleva ucciderli. In quel momento era furente a causa dello shuriken
che aveva ferito Marihito ma non li avrebbe uccisi per nessun motivo.
Lei voleva liberarli e farli tornare dei semplici bambini, non poteva
ucciderli mentre erano delle marionette nelle mani di quei bastardi
di Empty Scream.
Purtroppo
per lei, però, Rin e Zoe non sembravano dello stesso avviso.
La
ragazza, sfruttando la sua frusta di luce eterea, colpì
almeno
cinque nemici e, come prima, quelli caddero in ginocchio senza
muovere un muscolo, venendo poi decapitati da dei rapidi fendenti di
Rin.
"Non
uccideteli! Sono controllati da qualcosa!" urlò Tsuki
evitando
uno spuntone di ghiaccio scagliato da uno di quei soldati.
"Cosa
dovremmo fare allora? Chiedergli di fermarsi?" domandò Zoe
con
tono sarcastico colpendone altri due con la sua frusta, salvo poi
essere costretta a gettarsi di lato per evitare una sfera di fuoco.
Rin
non poté neanche risponderle visto che era concentrato
nell'affrontare due soldati i quali avevano trasformato le loro
braccia in lame affilate. Il ragazzo creò una sfera di fuoco
rosso
scuro davanti a lui e i due nemici rimasero come incantati ma, prima
che lui potesse colpirli con la sua katana, un fulmine lo
colpì in
pieno, facendolo crollare in ginocchio.
I
due nemici, usciti dall'incantamento, alzarono le lame per colpirlo
ma un'armatura armata di scudo a torre e spada si mise davanti a Rin,
proteggendolo con il suo scudo per poi combattere contro quei due. Il
ragazzo si girò e vide Tsuki circondata da una decina di
quelle
armature che si lanciarono contro i soldati nemici.
"Smettete
di combattere! Ci penseranno le mie armature a gestirli!"
urlò
Tsuki creandone altre ma almeno tre di essi vennero fatte a pezzi da
una violenta esplosione e Zoe notò subito come le armature
stessero
cercando di combattere senza ferire i nemici che, d'altra parte,
lottavano col solo scopo di distruggere.
Intanto,
dopo essersi tolto lo shuriken dalla gamba, Marihito aveva
posizionato quasi tutti i panetti di esplosivo ma sapeva che, una
volta scappati dal laboratorio, i soldati li avrebbero tolti e
portati via. Scuotendo la testa, ne posizionò un altro
mentre
un'armatura veniva scagliata vicino a lui, frantumandosi in centinaia
di pezzi.
Tsuki
provò a combattere a sua volta mirando a stordire e mettere
fuori
combattimento quei bambini ma, ogni volta che provava a stenderne
uno, gli altri la attaccavano, rendendo vani i suoi sforzi.
-Devo
trovare il modo di spezzare il controllo su di loro.- si disse Tsuki
evitando una lama di vento mentre Rin le dava supporto ferendo i
nemici alle gambe. D'un tratto, la ragazza sgranò gli occhi
"Il
collare!"
Rin
e Zoe la fissarono confusi e Tsuki si affrettò a spiegare
"Sotto
al colletto del vestito c'è un collare con una gemma! E'
quello che
li controlla!"
Senza
dir nulla, Zoe colpì un nemico con la sua luce eterea e, una
volta
reso innocuo, Rin scattò verso quel soldato, recidendo con
dei
rapidi fendenti, il collare che portava al collo.
Il
soldato sussultò non appena i pezzi del collare ebbero
toccato il
pavimento e si guardò attorno, portandosi le mani sulla
maschera per
poi rimuoverla, mostrando il volto di una ragazzina dai corti capelli
rossi con dei grandi occhi viola "Dove... sono...?"
Tsuki
gioì internamente nel vedere che quella ragazzina sembrava
tornata
in sé e, dopo aver mandato un'armatura a proteggerla, le
urlò
"Vattene via subito! Sei in pericolo qua!"
La
ragazzina non sembrò capire, fissandola con sguardo confuso,
sussultando poi non appena l'armatura alle sue spalle venne fatta a
pezzi da un grosso spadone creato da uno degli altri soldati. La
piccola si girò terrorizzata e alzò le braccia
per proteggersi dal
secondo attacco ma uno spesso muro di ghiaccio si formò
davanti a
lei, deviando il fendente nemico.
Rin
sgranò leggermente gli occhi per la sorpresa "Awesome!
Ottima
mossa!" si complimentò per poi fare a pezzi il collare di
quel
nemico, rompendo il controllo anche su di lui.
Nel
giro di pochi minuti, subendo diverse ferite, i tre maghi riuscirono
a rimuovere i collari da tutti e ventisette i nemici rimasti che
erano venuti per affrontarli. Tsuki tirò un
sospirò di sollievo e,
dopo aver creato una sorta di piedistallo, ci salì sopra
"Ascoltatemi tutti! Io sono una maga di Last Hope, una gilda
della luce, e sono venuta qua con dei miei compagni per aiutarvi! Ora
ditemi, vi ricordate cosa vi è successo?"
Nessuno
dei presenti seppe darle una risposta. Molti dissero di essere stati
attaccati nelle proprie case, altri erano stati catturati mentre
giocavano nel bosco e così via.
-In
pratica non si ricordano del collare e di tutto il resto...- concluse
Tsuki battendosi un dito sul mento "Ora cercate di mantenere la
calma mentre vi spiego cosa vi è successo a grandi linee.
Siete
stati catturati da una gilda oscura che vi ha messo dei collari per
controllarvi. Sul vostro petto dovrebbe essersi una gemma incastonata
nel vostro corpo, quella è la fonte dei vostri poteri magici
ma non
dovete assolutamente toccarla! Non sappiamo cosa potrebbe succedere!"
I
vari ragazzini parvero intimoriti dalla cosa ma fecero come gli era
stato detto e mantennero la calma, senza toccare la gemma sul loro
petto. Intanto, Marihito aveva finito di piazzare gli esplosivi ed
era pronto a farli esplodere.
"Bene,
andiamocene da qui!" urlò Tsuki e, guidando i vari bambini,
uscirono dal laboratorio, continuando a correre finché non
tornarono
nella sala dove avevano incontrato Zoe e Rin.
Tsuki
creò un grosso muro di acciaio per bloccare il corridoio e,
dopo un
suo cenno, Marihito premette il pulsante del detonatore. Una violenta
esplosione si udì in lontananza e, nel giro di pochi
secondi,
violente fiamme si abbatterono contro il muro creato da Tsuki,
facendo tremare per diversi secondi le pareti del castello.
Quando
la scossa fu finita, Marihito tirò un sospiro di sollievo
"E'
finita... finalmente." ma qualcuno non la pensava come lui.
"No,
non è finita." lo corresse Tsuki "Dobbiamo ancora
sconfiggere il master della gilda e salvare gli altri bambini
controllati!"
"La
cosa non mi riguarda." sibilò Zoe avviandosi verso un'altra
porta.
"Cosa
vorresti dire?" domandò Tsuki "Non avevi detto che ci
avresti aiutato?"
"A
distruggere il siero, sì e l'ho fatto. Ora andrò
per la mia strada,
devo cercare le segrete del castello." spiegò la ragazza
reggendo lo sguardo della maga di Last Hope "Il resto della
vostra missione non mi interessa".
"Cerchi
qualcuno per caso? Perché qui non ci sono prigionieri a
parte questi
bambini ed una donna che, a quanto pare, è imparentata col
master di
Empty Scream." spiegò Marihito con voce calma, facendo
voltare
Zoe verso di lui "Nessun altro?"
"No."
rispose secco l'uomo incrociando le braccia al petto "Almeno,
non che io sappia. Questi maghi oscuri non sono tipi che fanno
prigionieri tanto facilmente".
La
ragazza sospirò pesantemente, volgendo lo sguardo verso il
corridoio
che voleva percorrere "Andrò a controllare per sicurezza".
"Verrò
con te, my friend! Un vero amico non abbandona gli altri!"
esclamò Rin avvicinandosi a lei. La ragazza non parve
entusiasta
della cosa ma non disse nulla, limitandosi a non ricambiare
l'entusiasmo del ragazzo.
"Aspetta!"
la fermò Tsuki facendola voltare ancora una volta "Grazie
per
il tuo aiuto con il siero ma vorrei chiederti una cosa. Come siete
arrivati qui? Se la via che avete preso è sicura
potrò far uscire
di qua almeno i bambini che abbiamo salvato adesso".
Zoe
non parve neanche rifletterci ed indicò il buco nella parete
dalla
quale erano arrivati poco prima "Andando da quella parte
troverete solo una galleria piena di morti. Seguitela e vi
porterà
oltre il primo anello di mura difensive, lì sarete di certo
al
sicuro".
Tsuki
le sorrise e annuì, volgendosi poi verso i bambini, creando
diverse
armature intorno a loro "Avete sentito, vero? Ora dovrete andare
lungo quella galleria e potrete uscire da qui. Le mie armature vi
proteggeranno e quando avremo finito qua torneremo a prendervi per
riportarvi dalla vostre famiglie".
I
vari bambini annuirono e, insieme alle armature, si avviarono lungo
la galleria, mentre Tsuki si voltò verso Marihito "Vai anche
tu".
"Mi
stai dicendo di lasciarti qui da sola?" domandò l'uomo
visibilmente contrario all'idea.
"Non
sono da sola." rispose Tsuki fissandolo dritto negli occhi "I
miei amici sono venuti qua insieme a me e ora stanno probabilmente
combattendo contro dei maghi oscuri! Devo andare ad aiutarli ma non
posso lasciare che tu mi segua, se ti dovesse succedere qualcosa non
potrei mai perdonarmelo!"
Marihito
rimase in silenzio per diversi secondi, sospirando pesantemente per
poi accarezzarle la testa "Sei davvero cambiata Tsuki..."
e, dopo averle sorriso, le diede le spalle "E sia, faremo come
vuoi tu. Vedi di fare attenzione!" avviandosi poi dietro ai
bambini e le armature, mentre Zoe e Rin si incamminavano lungo il
corridoio scelto dalla ragazza.
Tsuki
fece un respiro profondo e si guardò attorno "Ok, ora devo
trovare gli altri!"
*
* *
Alexander
era particolarmente estasiato da ciò che gli si apprestava
davanti
agli occhi. Da quando era diventato il master di Empty Scream non
aveva avuto molto tempo per divertirsi e i pochi scontri che lo
avevano divertito erano durati poco mentre ora si trovava di fronte
ad un avversario che forse poteva farlo divertire ancora di
più più:
suo fratello minore, Yukiteru.
Il
mago di Last Hope, in quel momento, era al centro di un'enorme
colonna di luce bianca che saliva fino al cielo dissipando le poche
nuvole presenti. I suoi capelli svolazzavano nell'aria senza
controllo così come parte dei suoi vestiti, mentre i suoi
occhi
erano fissi sul fratello.
Lentamente,
la colonna di luce iniziò a restringersi fino a svanire del
tutto,
facendo calare il silenzio sui due fratelli e sulla loro madre, la
quale fissava Yukiteru con sguardo sorpreso e felice nel vederlo
ancora in piedi.
In
un flash bianco, un braccio di pura luce si materializzò dal
moncherino di Yukiteru, sostituendo il braccio che Alexander gli
aveva reciso poco prima. Guardando il suo nuovo braccio, Yukiteru lo
sentì suo, come se fosse il suo vero braccio.
L'iride
del suo occhio destro diventò bianca e delle squame del
medesimo
colore apparvero sul lato destro del viso. Le toccò
delicatamente
con il suo nuovo braccio, mostrando uno strano sorriso, per poi
tornare a guardare suo fratello "Sembra proprio che Bobby non
voglia essere tagliato fuori dalla questione".
Il
ghigno di Alexander si ampliò e il ragazzo distese le
braccia verso
l'esterno "Allora perché non mi mostri cosa siete in grado
di
fare?"
Neanche
il tempo di dirlo che Yukiteru svanì nel nulla, facendo
sgranare gli
occhi al fratello, per poi colpirlo nella schiena con un violento
calcio che lo fece finire in mezzo al loro vecchio villaggio,
distruggendo diverse case.
Alexander
cercò di rialzarsi ma Yukiteru fu immediatamente sopra di
lui e lo
colpì con il braccio di luce in pieno stomaco, creando un
grosso
cratere. L'impatto generò una violenta onda d'urto e,
sputando
parecchio sangue, il master di Empty Scream si accorse del fatto che,
malgrado fosse fatto di luce, il braccio di Yukiteru era duro come
l'acciaio.
Yukiteru
balzò poi all'indietro e scagliò un grosso raggio
di luce dalla
mano ma il fratello saltò fuori dal cratere all'ultimo,
evitando
completamente il colpo, per poi scagliare delle sfere di fuoco nero
contro il suo avversario ma Yukiteru svanì nuovamente in un
flash,
riapparendo di fianco ad Alexander.
Prima
ancora che il mago oscuro potesse reagire, Yukiteru gli
afferrò la
giacca e, dopo averlo sollevato con un solo braccio, lo
schiantò nel
terreno, colpendolo con una violenta scarica elettrica ma, tutta
l'elettricità, venne divorata dal fratello.
“Hai
dimenticato, Yuki?” domandò Alexander togliendosi
il fratello di
dosso per poi rialzarsi “Posso divorare i tuoi poteri e
copiarli!”
e scagliò un grosso cono di fulmini neri dalla bocca.
Yukiteru
inarcò all'istante la schiena e scagliò un raggio
di luce bianca
che, scontrandosi con l'attacco del fratello, generò una
violenta
esplosione che fece crollare le case più vicine.
“Per
caso non te ne frega niente del passato, fratellino?”
domandò
Alexander camminando attraverso l'enorme polverone venutosi a creare
“Questo è il villaggio dove siamo
cresciuti!”
“Non
parlarmi del passato, Alex.” sibilò Yukiteru
davanti a lui, mentre
la polvere veniva dispersa da un leggero venticello “Da
quella
notte in cui tu e nostra nostra madre siete stati rapiti ho avuti
incubi di ogni tipo! Bobby soffriva anche più di me e
avevamo deciso
di diventare forti per potervi ritrovare e tornare a casa tutti
insieme! Invece scopro che il mio amato fratellone non solo
è
diventato un mago oscuro, ma è anche il master della gilda
che ha
rovinato le nostre vite!”
“Mi
stai davvero seccando con questa storia, lo sai?”
sputò Alexander
con un ghigno impugnando le sue due daghe “Te l'ho detto: mi
hanno
aperto gli occhi! Ora niente e nessuno potrà rovinare la mia
vita e
allearmi con Ruganax è solo una garanzia per essere lasciato
in pace
quando lui e i suoi demoni conquisteranno il mondo”.
“Non
solo hai dato la tua anima alla magia oscura... ma hai anche
intenzione di lasciar morire milioni di innocenti?!”
urlò Yukiteru
avvolgendosi nella sua elettricità “Ormai credo di
aver capito.
Davanti a me non c'è mio fratello ma solo un altro demone da
eliminare!”
Alexander
alzò un sopracciglio, ridacchiando un po' “Devo
dire che cambi
idea in fretta, quasi non ti riconosco, lo sai? Poco fa eri tutto
'abbracci e sorrisi' e ora vuoi eliminarmi a sangue freddo?”
Yukiteru
non gli rispose nemmeno e scattò verso di lui colpendolo con
una
gomitata in pieno petto che lo scagliò indietro di diversi
metri.
Alexander sputò altro sangue ma poi svanì in una
nuvola di fumo,
riapparendo alle spalle di Yukiteru il quale però si
girò in tempo
per bloccargli i polsi prima che potesse colpirlo con le daghe.
Il
master di Empty Scream esibì uno strano ghigno e, alle
spalle di
Yukiteru, apparve un altro Alexander che riuscì a colpire il
ragazzo
con le due lame, aprendogli una grossa X sulla schiena. Il mago di
Last Hope digrignò i denti per il dolore e, tenendo il primo
nemico
per i polsi, ruotò su sé stesso per poi
scagliarlo addosso al
secondo, facendogli schiantare entrambi contro una casa che
collassò
completamente nel giro di pochi secondi.
Uno
dei due Alexander svanì in una nuvola di fumo mentre l'altro
si
rialzò in piedi, scostando alcuni detriti “Wow
devo dire che ci
sai proprio fare! Non oso neanche immaginare a cosa vi siete
sottoposti tu e Bobby dopo il mio rapimento”.
“Ci
siamo allenati con dei draghi fino allo sfinimento per apprendere la
loro magia e benché Bobby sia morto...” Yukiteru
alzò il braccio
di luce stringendo il pugno “... farò in modo che
anche lui possa
farti una bella lezione!”
Alexander
si limitò a mostrargli uno strano sorriso per poi ricoprirsi
di
fulmini neri. In un istante, svanì nel nulla, portandosi sul
fianco
destro del fratello e cercò di infilzarlo con una daga ma il
dragon
slayer riuscì a deviare l'arma con il braccio di luce.
Tuttavia,
l'assalto di Alexander non era ancora concluso e, sfruttando il
fianco ormai scoperto, tentò con la seconda lama, riuscendo
a
conficcarla nel petto di Yukiteru che riuscì comunque a
balzare
indietro, impedendogli di colpire il cuore.
Il
mago oscurò guardò compiaciuto il sangue sulla
punta della sua daga
per poi indicare Yukiteru con essa “Beh? Tutto qui?”
Il
dragon slayer assottigliò lo sguardo e si lanciò
in avanti
scagliando un tridente di fulmini ma Alexander lo evitò
scartando di
lato, venendo tuttavia preso di sorpresa nel momento stesso in cui
l'attacco di Yukiteru tornò indietro, colpendolo nella
schiena.
Alexander
strinse i denti per il dolore ma poi mostrò un ghigno poco
rassicurante e, dopo aver rinfoderato le due daghe, alzò il
braccio
destro e scagliò un tridente di fulmini neri. Yukiteru lo
vide
arrivare e creò una sfera di luce con la mano destra che
usò per
difendersi dall'attacco, generando un'altra esplosione.
Dal
fumo venutosi a creare spuntò Alexander che, posizionando
una mano
sul petto del fratello, generò una potente fiammata che
investì
completamente Yukiteru, ustionandogli gran parte del corpo. Il mago
di Last Hope provò a reagire ma venne colpito da un piccolo
raggio
di energia oscura che gli bucò la spalla sinistra facendolo
urlare
per il dolore.
Alexander
si gettò nuovamente addosso a lui ma Yukiteru
reagì con una
violenta testata per poi colpirlo con il braccio di luce in pieno
petto. Il mago oscurò sputò un po' di sangue
sgranando gli occhi
subito dopo nel notare che non poteva più muovere il suo
corpo e uno
strano simbolo bianco era apparso nel punto in cui era stato colpito.
“Coloro
i quali vengono marchiati dal simbolo del drago bianco perdono ogni
libertà.” spiegò Yukiteru aprendo le
mani e creando un cerchio
magico di luce sotto al fratello e un cerchio magico di fulmini sopra
la sua testa “Dragon Slayer's Secret Art!!!”
Alexander
mostrò nuovamente il suo ghigno “Oh quindi
è così che finisce...
il buon Yuki che uccide suo fratello?”
Yukiteru
si morse con forza un labbro fino a farlo sanguinare, impossibilitato
a concludere l'attacco, quando una voce a lui familiare gli
risuonò
nella testa -Uccidilo!-
Il
moro si guardò attorno confuso -Uccidilo! Forza! Ormai non
puoi
salvarlo!-
“Bobby...?”
sussurrò Yukiteru ritrovandosi in quell'enorme spazio
luminoso con
il suo fratellino davanti a lui mentre lo fissava con sguardo irato.
“Cosa
stai aspettando? Devi ucciderlo!” urlò Bobby a
squarciagola
stringendo i pugni.
“Ma
è nostro fratello!” obiettò Yukiteru
“Anche se è un mago
oscuro non posso ucciderlo!”
Bobby
assottigliò lo sguardo e i suoi occhi diventarono
completamente neri
“Keh, sembra proprio che dovrò aiutarti anche in
questo.” e,
mostrando un inquietante ghigno, gli prese la mano destra. Yukiteru
avvertì subito una fitta incredibile a tutto il braccio e
finì in
ginocchio all'istante, cercando di liberarsi da quella stretta ma
senza successo.
“E'
tempo che anche tu capisca cosa significa essere un mago della
luce.”
sibilò Bobby per poi scoppiare a ridere.
Alexander
alzò un sopracciglio nel vedere suo fratello ridere come un
perfetto
psicopatico ma, quel breve attimo di distrazione, consentì
al master
di Empty Scream di liberarsi dal simbolo bianco usando delle fiamme
nere per poi allontanarsi di qualche metro mentre i due cerchi magici
creati da Yukiteru svanirono nel nulla.
Suo
fratello continuò a ridacchiare per diversi secondi senza
rendersi
conto di cosa stesse accadendo intorno a lui, finché
Alexander non
lo colpì in pieno con una grossa sfera di fiamme, facendolo
finire
contro una casa diroccata.
“Ehi~!
Sei già impazzito? Credevo che per impazzire in quel modo
bisognasse
almeno diventare vecchi.” commentò Alexander
giocherellando con
una fiammella nella mano destra.
“Hai
ragione ma sai... puoi impazzire più velocemente una volta
che
diventi un mago della luce.” spiegò Yukiteru con
una voce un po'
diversa, continuando a ridacchiare mentre si rialzava non curante del
colpo subito.
Alexander
fece per ribattere ma notò qualcosa di strano nel braccio di
luce di
Yukiteru. Lentamente, dentro all'arto, si stavano formando le ossa
del braccio ed erano completamente nere. Quando furono complete, il
mago di Last Hope alzò lo sguardo mostrando le squame sul
volto
diventate nere così come la sclera dell'occhio destro,
mentre
l'iride era rimasta bianca.
“Ho
come l'impressione che questa cosa non faccia parte del tuo vero
potere.” commentò il master fissando con sguardo
serio il fratello
che per tutta risposta, scattò in avanti e lo
colpì con un pugno in
pieno volto ad incredibile velocità, facendolo volare per
diversi
metri, fino a farlo schiantare contro la parete di una casa.
“Questo
l'ho sentito.” biascicò Alexander scrocchiandosi
il collo per poi
evitare un raggio di energia nera che disintegrò
completamente la
casa, scagliando detriti ovunque.
“Coraggio
fratellone... non vorrai mica scappare dal tuo amato
fratellino!”
urlò Yukiteru arrivando dall'alto per poi colpire il terreno
con un
calcio, mancando di pochi centimetri Alexander che si era spostato
con un rapido scatto.
“Non
scapperei mai da Yukiteru.” precisò il ragazzo
impugnando le sue
daghe “Inoltre sono abbastanza certo che tu non sia lui,
anche se
la tua voce ora mi ricorda qualcun altro”.
“Non
ci vediamo da quella nefasta notte e ti sei già dimenticato
della
mia voce?” domandò allora Yukiteru con un ghigno,
facendo sgranare
gli occhi al fratello. Il master, dopo la sorpresa iniziale, si
concesse una breve risata, mostrando un ghigno simile a quello di
Yukiteru “E' davvero bello rivederti, Bobby. Ora credo di
capire
tutto”.
“Buon
per te, peccato che ora morirai!” urlò Bobby per
poi scagliarsi in
avanti rivestendosi di fulmini. Lo stesso fece Alexander creando
però
un muro di ghiaccio nero tra di loro, costringendo Bobby ad aggirarlo
da destra ma, quando lo ebbe superato, non trovò nessuno,
ricevendo
all'istante un calcio dall'alto che gli schiacciò la testa
nel
terreno.
“Mmm
direi di no invece!” disse Alexander ridacchiando
“Perciò eccoti
la mia teoria!” e, piegando le gambe, balzò poi
all'indietro,
allontanandosi di qualche metro dal fratello “Voi due vi
siete
allenati insieme con due draghi, uno dei fulmini e uno della luce ma
mentre Yukiteru ha imparato ad usare i suoi poteri, tu ti sei fatto
corrodere dall'oscurità. Infondo, la luce genera
oscurità perciò
ogni mago di quell'elemento corre il rischio di essere corrotto da
quel potere oscuro e tu non sei un'eccezione come posso constatare.
Sei morto probabilmente in preda alla follia e Yuki ha appreso il tuo
potere ma, avendo combattuto principalmente con i fulmini, non ha mai
rischiato di venir corrotto... fino ad oggi”.
“Non
sei cambiato, sei sempre stato bravo a ragionare!” si
complimentò
Bobby facendo spallucce “Ma sai... hai mancato una parte,
ovvero
quella dove sei tu a permettere che Yukiteru venga corrotto
dall'oscurità! Senza di te non sarei mai riuscito a cedergli
il mio
vero potere!”
“Vero
ma questa volta sei tu ad esserti dimenticato di una cosa.”
osservò
Alexander con un leggero sorriso.
“E
quale sarebbe?”
Una
strana aura oscura circondò completamente il master di Empty
Scream
“Tu sei morto e io stavo combattendo contro Yukiteru
perciò, anche
a costo di spezzare tutte le ossa del suo corpo, farò in
modo che tu
svanisca per sempre”.
“Oh?
Adesso fai il fratello protettivo che pensa sempre agli
altri?”
domandò Bobby con un ghigno “Essere il master di
una gilda oscura
ti avrà anche aperto gli occhi ma ti ha causato dei seri
problemi di
identità!” e scagliò una serie di raggi
oscuri contro il fratello
che li evitò tutti con dei rapidi scatti.
Alexander
passò quindi all'attacco creando delle violente folate di
vento che
impedirono a Bobby di muoversi al meglio, riuscendo quindi a
bloccargli le gambe con del ghiaccio nero. Il dragon slayer
ringhiò
innervosito dalla cosa e scagliò un cono di fulmini contro
il
terreno per liberarsi.
I
due fratelli si scontarono poi a mezz'aria. Alexander cercò
di
colpire l'avversario con le sue daghe ma tutti i suoi colpi vennero
bloccati da degli artigli di luce creati da Bobby che, con un
affondo, riuscì a ferire il mago oscuro ad un fianco.
Cadendo
all'indietro, Alexander colpì Bobby sul mento con un calcio
dal
basso, per poi scagliargli le sue daghe addosso, conficcandole nelle
gambe del fratello che digrignò i denti soffocando
un'imprecazione.
Entrambi cascarono al suolo ma Alexander non ebbe problemi a
rialzarsi tempestivamente, mentre Bobby fu più in
difficoltà,
estraendo poi le daghe, distruggendole con i suoi fulmini.
“Sai,
erano un regalo di alcuni membri della gilda.”
commentò Alexander
scagliando diverse sfere di fuoco addosso al fratello per poi svanire
in una nuvoletta di fumo nero. Bobby scagliò un altro cono
di
fulmini annullando tutte le sfere di fuoco, dopodiché si
guardò
attorno, nel tentativo di individuare il suo avversario.
Non
fidandosi si Alexander, preferì saltare sul tetto di una
casa,
iniziando a scagliare fulmini e raggi di energia oscura tutt'attorno,
devastando quasi tutte le case del circondario.
-Dove
diavolo è finito?- si domandò Bobby mentre,
dentro di lui, Yukiteru
osservava tutto il combattimento senza riuscire a liberarsi da una
strana energia oscura che lo aveva come intrappolato.
-Fammi
uscire di qui Bobby! Questo non sei tu!-
-Taci!
Sono morto per colpa di quell'inutile drago ma ora potrò
finalmente
fare ciò che voglio... inoltre è anche nel mio
interesse
sconfiggere quell'insolente di nostro fratello.- spiegò
Bobby
continuando a scrutare i dintorni.
-Un
conto è volerlo solo battere ma tu vuoi ucciderlo! Non pensi
a
nostra madre?!-
-Tsk
per quanto mi riguarda possono morire entrambi. Una volta che li
avrò
uccisi troverò un modo per ricreare il mio corpo
così da poter
ritornare completamente in vita!-
Yukiteru
era senza parole. L'oscurità aveva davvero corrotto
così tanto il
suo fratellino? Si erano allenati insieme eppure non si era mai
accorto di nulla.
Prima
che potesse provare di nuovo a farlo ragionare, Alexander
apparì
alle spalle di Bobby e lo colpì con una sfera di fuoco a
distanza
zero, facendo cadere giù dal tetto. Una volta che si fu
schiantata,
il master saltò giù a sua volta e calò
un violento calcio avvolto
da fulmini neri che però venne bloccato dal braccio di luce
di
Bobby, il quale fissò il fratello con ghigno trionfante.
“Il
tuo dio non può nulla contro due draghi!”
urlò il ragazzo
afferrando Alexander per una caviglia per poi schiantarlo a terra
varie volte ma, con sua somma sorpresa, il suo nemico
scoppiò in una
nuvola di fumo e degli spuntoni di ghiaccio nero spuntarono dal
terreno, colpendolo in diverse parti del corpo.
Bobby
sputò un po' di sangue riuscendo comunque a distruggere
tutti quei
blocchi di ghiaccio con un'esplosione di fulmini dopodiché
si girò
verso l'origine di una risata divertita e non si sorprese neanche nel
vedere Alexander seduto su un cumulo di macerie intento a fissarlo.
“Non
sai proprio combattere a viso aperto eh?” lo
provocò Bobby
avvolgendosi nuovamente nell'elettricità mentre l'avversario
si levò
in piedi prendendo fiato.
“Coraggio
Yuki, cosa stai aspettando a riprendere il controllo sul tuo
corpo?”
domandò il master di Empty Scream, sorprendendo il suo
avversario
“Non vorrai dirmi che Bobby è davvero
così forte da poter
controllare uno come te!”
Il
suo avversario iniziò ad avanzare verso di lui con sguardo
divertito
“Stai solo sprecando fiato. Yukiteru non è debole,
è la mia magia
ad essere troppo forte per lui”.
“Allora
se non risponde tornerò al piano originale.”
concluse Alexander
con sguardo serio “Ti farò a pezzi
finché non deciderai di
restituirgli il corpo!” e scattò in avanti
assestandogli un pugno
devastante al costato che spezzò di netto almeno quattro
costole
facendo vomitare parecchio sangue al fratello.
Bobby
riuscì comunque ad afferrargli il polso e, usando il braccio
di
luce, gli tirò una gomitata sul braccio, spezzandogli
l'omero.
Alexander non parve risentirne troppo e continuò a
tempestare il
corpo del fratello di pugni, riuscendo a danneggiarlo sempre di
più,
fino a costringerlo ad allontanarsi grazie ai suoi fulmini.
“Cosa
c'è?” domandò poi il mago oscuro
aprendo le braccia “Non riesci
a combattere da uomo senza usare i poteri di Yukiteru? La tua magia
fa davvero così schifo?”
“Vedi
di stare zitto!” sibilò Bobby “Tu sei
l'ultima persona che può
parlare visto che copi i poteri degli altri e non lotti per niente
faccia a faccia!”
“Eppure
ora ti ho affrontato con le mie sole forze e tu ti sei
allontanato.”
osservò Alexander con un ghigno, facendo innervosire ancora
di più
Bobby. Il ragazzo fece per rispondergli a modo ma un improvviso
giramento di testa lo colse impreparato, facendolo barcollare sul
posto -Che diamine succede? Perché mi sento così
debole?-
“Qualche
problema con un corpo che non è il tuo?”
domandò Alexander con
sguardo divertito scagliando dei fulmini neri dalle mani. Bobby
tentò
di evitarli ma le gambe non gli risposero e venne colpito in piedi,
urlando per il dolore.
-Perché?!
Perché sento così tanto dolore? Il corpo di
Yukiteru dovrebbe
essere immune all'elettricità!- pensò Bobby
cercando di recuperare
il controllo su quel corpo che, ad un controllo più attento,
era sul
punto di collassare a causa dei vari danni subiti.
Alexander
si fece ancora avanti ma questa volta, dopo aver inarcato leggermente
la schiena, Bobby scagliò un enorme cono di energia oscura
dalla
bocca, centrando in pieno il fratello il quale però
continuò ad
avanzare, incrociando le braccia davanti al petto.
Bobby
concluse l'attacco riprendendo fiato e il fratello ne
approfittò per
colpirlo con una sfera di fiamme in pieno volto. Si avvicinò
ancora
a lui, sollevandolo per la gola e lo folgorò con i suoi
fulmini
neri, dopodiché lo lanciò in alto e
generò diverse lame di vento
nero con cui colpì il fratello in diversi punti, spargendo
parecchio
sangue a terra.
Quando
Bobby si schiantò al suolo, Alexander cadde in ginocchio,
respirando
a fatica -Devo dire... che ci va parecchio a tirarlo giù...
non a
caso si sono allenati con dei draghi!- pensò il ragazzo per
poi
urlare “Andiamo Yuki! Prima di distruggere completamente il
tuo
corpo voglio affrontare te ancora una volta!”
Bobby
si rialzò a fatica, sputando parecchio sangue mentre le ossa
nere
del suo braccio iniziavano ad incrinarsi.
-Bobby
adesso basta!- tuonò la voce di Yukiteru nella sua testa
-Questo è
il mio corpo! Il mio scontro! La mia missione! Non ti
permetterò di
andare avanti nel tuo folle piano! Sei mio fratello ma ho permesso
che l'oscurità ti corrodesse nel profondo e me ne rammarico
ma ciò
non significa che ti lascerò uccidere la nostra famiglia!-
-Loro
non sono la nostra famiglia! Non più!- ribatté
Bobby scuotendo la
testa mentre le ossa del suo braccio di luce iniziavano a sfaldarsi.
-Invece
lo sono e sarò io a sconfiggere nostro fratello e a farlo
rinsanire!-
Un
fulmine a ciel sereno colpì il corpo di Yukiteru e le ossa
nere si
dissolsero del tutto mentre lo spesso manto di elettricità
che lo
circondava diventò lentamente di un bianco accesso, facendo
sogghignare suo fratello.
“Così
ce l'hai fatta eh?” domandò Alexander
“Hai finalmente preso il
pieno controllo sul potere di Bobby”.
Yukiteru
aprì lentamente gli occhi, ora entrambi dalle iridi bianche,
e si
strappò via i vestiti laceri, restando a torso nudo,
mettendo così
in mostra la sua pelle coperta a tratti da scaglie bianche.
“Holy
Lightning Dragon Mode.” sentenziò Yukiteru con
voce calma
iniziando a camminare verso il fratello per poi sorridergli
“Anche
se siamo nemici... noto con piacere che hai cercato di
aiutarmi”.
“I
fratelli servono a questo, no?” domandò Alexander
con un leggero
sorriso venendo poi avvolto da una densa aura oscura che lo
coprì
completamente, mostrando solo due bagliori rossi al posto degli occhi
“Ma ora è il momento di concludere questa storia,
Yuki”.
“Non
potrei essere più d'accordo di così,
Alex.” annuì Yukiteru
ampliando il manto di fulmini bianchi per poi scattare contro il
fratello ad una velocità allarmante, colpendolo con una
decina di
rapidi pugni al volto, facendolo indietreggiare ad ogni colpo.
Alexander
ribatté con un calcio laterale avvolto da quella strana aura
oscura
che ustionò la pelle di Yukiteru, ma ricevette comunque un
contraccolpo elettrico da parte dei fulmini bianchi dell'avversario.
Yukiteru
si alzò poi in volo e lo stesso fece Alexander. I due
continuarono a
scontrarsi a mezz'aria usando i loro poteri al massimo delle loro
potenzialità. Yukiteru scagliò un tridente
elettrico più grosso
del normale che colpì in pieno il nemico facendolo
precipitare, ma
all'ultimo Alexander riprese quota e si abbatté contro il
fratello
avvolgendolo nella sua aura oscura per poi farla esplodere con un
violento boato.
Una
grossa nuvola di fumo nero si formò in aria e da essa
uscirono i due
sfidanti, cercando di colpirsi con dei pugni abbastanza potenti da
concludere lo scontro, ma ad ogni colpo subito, ribattevano con un
colpo ancora più forte, fin quando non si schiantarono
entrambi al
suolo, creando due piccoli crateri.
I
due rimasero a terra per diverso tempo, cercando di riprendere fiato.
Yukiteru aveva le gambe gravemente ferite e diverse costole rotte
mentre Alexander aveva il braccio destro ormai morto ed era a corto
di fiato.
Fu
proprio quest'ultimo a rialzarsi per primo, voltandosi verso il
fratello che stava iniziando a rialzarsi. Alexander accumulò
ancora
più potere magico e creò due lame corte di
acciaio nero,
incrociando le braccia al petto.
“God
Slayer's Secret Art...” sibilò poi scattando in
avanti e
materializzando una decina di copie di fianco a lui, sorprendendo il
fratello “... Illusion Death Dance!!!”
Tutte
le copie scattarono in contemporanea verso Yukiteru e lo colpirono
svariati fendenti ed affondi, aprendogli innumerevoli tagli su tutto
il corpo, spargendo litri di sangue a terra, per poi svanire alle sue
spalle, lasciando Alexander da solo, in ginocchio e con il fiatone,
mentre la sua aura oscura si disperdeva.
“Eh
eh eh... con questo... dovrei aver finito...”
biascicò il ragazzo
tossendo un po' di sangue ma alle sue spalle Yukiteru era ancora in
piedi. Un cerchio magico bianco si creò sotto al master di
Empty
Scream, facendogli sgranare gli occhi. Un altro si formò
sopra di
lui poi ne apparvero quattro intorno a lui, chiudendolo del tutto da
ogni direzione.
“Dragon
Slayer's... Secret Art...” sussurrò Yukiteru
cercando di restare
cosciente mentre i cerchi magici si caricavano di fulmini bianchi.
Alexander si guardò attorno mostrando un leggero sorriso
“Oh
beh... è stato divertente”.
Yukiteru
non poté ribattere a quelle parole e, con un movimento secco
delle
braccia, chiuse le mani a mo' di maglio “Divine Purgatory's
Sentence!!!”
I
sei cerchi magici brillarono intensamente e un'enorme colonna di luce
esplose arrivando fino al cielo, distruggendo tutto intorno nel
raggio di decine di metri, scagliando in aria lo stesso Yukiteru che
finì contro i resti di una casa.
L'enorme
fascio di luce continuò a risplendere per almeno un minuto
svanendo
poi di colpo, rilasciando un forte spostamento d'aria che
dissipò
completamente il polverone creato dall'attacco.
Dopo
qualche minuto di perfetto silenzio, alcune macerie vennero spostate
da sotto e Yukiteru uscì ricoperto di sangue e polvere dai
resti
dell'edificio. Il suo braccio destro ora era completamente umano e il
ragazzo aveva esaurito tutto il suo potere magico. Guardò
verso il
punto dove si era sprigionata quella colonna di luce e vide suo
fratello riverso a terra con gli abiti bruciati e la pelle ustionata.
Fece
qualche passo verso di lui ma poi lo sentì ridere lentamente
al che
si fermò, fissandolo con sguardo sorpreso mentre si
rialzava, seppur
a fatica.
“E'
stata... una riunione davvero... interessante...”
sputò Alexander
senza neanche guardare suo fratello “Questa vittoria
è tua Yuki...
ma non temere... non è finita...” e, dopo avergli
sorriso, svanì
in una nuvola di fumo nero.
Yukiteru
rimase immobile per diversi secondi, fissando il punto in cui suo
fratello era scomparso, senza dire nulla. Quando il dolore delle
ferite iniziò a farsi sentire, si incamminò verso
sua madre a cui
per poco non venne un infarto nel vederlo tornare ridotto
così male.
“Yuki!”
urlò la madre avvicinandosi a lui. Il ragazzo le sorrise e,
prima di
abbracciarla, spezzò la catena che la teneva bloccata a quel
palo di
legno. Per fortuna avevano combattuto abbastanza lontano da lei o se
la sarebbe vista brutta.
“Stai
bene? Riesci a camminare?” domandò allarmata la
madre e lui annuì
restando per qualche secondo abbracciato a lei, dopodiché si
alzò
in piedi con il suo aiuto.
“Ora
dobbiamo uscire da qui... anche se Alex se n'è andato i suoi
compagni potrebbero darci altri problemi.” disse il ragazzo e
la
donna annuì, mostrando un sorriso rassicurante
“Sei cresciuto
tanto, Yuki...”
“Tu
invece sei parecchio invecchiata.” commentò il
ragazzo con un
ghigno beccandosi un pugno in testa subito dopo per poi scoppiare a
ridere insieme alla madre.
Uno
dei suoi sogni si era avverato, ora non doveva fare altro che
ritrovare Alexander e riportarlo sulla retta via ma prima, doveva
ritrovare i suoi compagni e tornare a Last Hope.
*
* *
Le
pareti del castello avevano smesso di tremare da diversi minuti ormai
ma qualche esplosione lontana si udiva di tanto in tanto, sottoterra.
Tsuki
correva lungo i corridoi del castello, cercando i suoi compagni.
Sapeva che Dorein e Arya erano rimasti nelle gallerie a combattere e
che Zafrina, Vaiter e Kay erano probabilmente nella stessa posizione
ma non aveva più trovato modo di raggiungerle dato che un
pezzo di
muro aveva bloccato la via per tornare da loro.
La
ragazza si era quindi avventurata nel castello per vedere se erano
saliti anche loro, riuscendo anche a salvare diversi bambini dal
controllo dei collari nel mentre. Dopo averli liberati, li aveva
mandati tutti verso la galleria che li avrebbe portati da Marihito e
gli altri, augurandogli buona fortuna.
Una
cosa che Tsuki notò quasi subito fu la completa assenza di
demoni
nel castello. Non che la cosa le desse fastidio ma si era aspettata
qualche sorta di resistenza nemica o anche solo qualche demone,
invece aveva trovato solo dei bambini controllati.
-Devo
riuscire a trovare gli altri. Yukiteru potrebbe essere qua nel
castello come me visto che stava cercando i pezzi grossi della
gilda.- si disse la ragazza quando un'esplosione più forte
delle
altri la fece fermare di colpo. Si guardò attorno, cercando
di
capire l'origine di quel boato quando un'altra esplosione arancione
disintegrò parte del muro poco lontano da lei, facendo
cadere alcuni
candelabri appesi al soffitto che per poco non schiacciarono la
giovane maga.
Dopo
essersi rimessa in piedi, Tsuki si avvicinò all'enorme buco
nella
parete, scoprendo che dava su una grossa distesa desolata poco prima
della zona dove i demoni e i bambini controllati stavano scavando.
A
pochi metri dalle mura, tuttavia, c'era un enorme cratere fumante e,
sul bordo del suddetto cratere, c'era una ragazza dai capelli
arancioni in ginocchio, con diverse ferite su tutto il corpo.
Il
cuore di Tsuki perse un colpo nel riconoscere Arya ma, quando fece
per andare da lei, dal cratere, che a quanto pare era collegato alle
gallerie, uscì Qwavish, l'uomo che li aveva trovati nelle
gallerie
durante il loro arrivo. Anche il mago di classe S aveva diverse
ferite sul suo enorme corpo ma erano decisamente di entità
minore
rispetto a quelle della compagna di Tsuki.
Dopo
una breve risata, Qwavish puntò la sua arma fusa al braccio
destro
contro Arya e sparò un raggio di energia arancione che si
divise in
una dozzina di raggi più piccoli.
Arya
fece un respiro profondo e poggiò una mano a terra, creando
una
sfera di energia azzurra intorno a lei, grazie alla quale
riuscì a
deviare tutti gli attacchi in arrivo che rimbalzarono contro la
barriera, andando a colpire il terreno, generando così delle
piccole
esplosioni.
"Mi
stai deludendo!" urlò l'uomo facendo qualche passo verso la
ragazza "Hai usato l'energia Zero principalmente per difenderti,
attaccando pochissime volte!"
Arya
sembrava stremata ma riuscì comunque a rialzarsi, creando
una sfera
di energia nella mano destra. Dopo essersi concentrata, la
scagliò
contro il nemico ma, anziché andare dritta, la sfera
iniziò a
muoversi in modo imprevedibile intorno a lui, cercando all'improvviso
di colpirlo ma ogni volta Qwavish si girava per annullarla con la sua
magia e allora la sfera riprendeva a muoversi intorno a lui.
Stanco
di quel giochetto, l'uomo puntò la sua arma verso Arya e
sparò un
raggio di energia più grosso di quello di prima, ma questa
volta
davanti alla ragazza spuntò un muro d'acciaio che
subì il colpo al
posto suo, venendo disintegrato con incredibile facilità.
Qwavish
osservò la scena confuso, sentendo poi qualcosa cadere ai
suoi
piedi. L'uomo abbassò lo sguardo e fece appena in tempo a
notare tre
granate esplosive prima che esplodessero in un'enorme fiammata,
sbalzandolo all'indietro.
Arya
non riusciva a capire cosa stava accadendo ma, quando udì
dei passi
alle sue spalle, si girò di scatto, venendo chiusa in un
grosso
abbraccio da parte di Tsuki. La ragazza ricambiò volentieri
l'abbraccio della compagna di team che, dopo essersi scostata da lei,
la squadrò attentamente.
"Sei
ridotta ad uno straccio!" commentò Tsuki per poi metterle le
mani su alcune ferite, facendole richiudere.
"Lo
so... quel tizio è più forte di quanto sembri."
spiegò Arya
avvertendo un certo sollievo mentre Tsuki le chiudeva le ferite
peggiore grazie ai suoi poteri. Non ebbe però modo di
guarirla del
tutto in quanto un raggio di energia arancione venne sparato in cielo
dal cratere e, dopo pochi secondi, cambiò direzione, mirando
alle
due maghe.
Tsuki
afferrò la compagna e si gettò all'indietro,
evitando così il
colpo che però, colpendo il terreno generò una
forte esplosione la
cui onda d'urto le investì in pieno, scagliandole via.
Le
due maghe si rialzarono lentamente. Malgrado Tsuki avesse chiuso la
maggior parte delle ferite di Arya, la compagna era visibilmente
debole e il suo occhio sinistro non era più azzurro ma
giallo.
-Che
sia un effetto dovuto a quella strana magia?- si chiese Tsuki
tornando poi a fissare Qwavish. L'uomo sostenne il suo sguardo,
iniziando a ridacchiare "E così il topolino è
sopravvissuto
alla frana. Credevo di averti tolta di mezzo nelle gallerie ma a
quanto pare vuoi davvero morire per mano mia!"
"Spiacente
ma ho già degli impegni per il fine settimana e non posso
rimandarli." commentò Tsuki con un ghigno creando uno
spadone
di acciaio "Arya, affrontiamolo insieme e concludiamo la
faccenda!"
La
compagna la guardò per qualche istante ma alla fine
annuì decisa,
scattando poi verso Qwavish insieme a Tsuki a quale cercò di
aggirare il nemico sul lato sinistro, dove sembrava ancora umano.
Menando
un veloce fendente laterale, cercò di aprirgli la pancia ma
l'uomo
fece un rapido passo all'indietro, evitando il colpo,
dopodiché si
fece avanti e la colpì con il pugno sinistro ma
così facendo venne
colpito da Arya che gli aveva scagliato una sfera di energia Zero,
colpendolo alla gamba destra.
Qwavish
digrignò i denti e sparò un potente raggio di
energia verso la
ragazza ma lei lo evitò saltando di lato, mentre Tsuki lo
colpì al
braccio sinistro con il suo spadone, aprendo un grosso taglio poco
sotto la spalla dell'uomo che, ruotando il busto verso di lei,
tagliò
il terreno grazie al suo raggio di energia, generando una catena di
esplosioni.
Tsuki
gli corse incontro e saltò sopra di lui per evitare il colpo
ma,
dopo aver annullato il raggio, Qwavish le afferrò una
caviglia con
la mano sinistra e la schiantò di schiena a terra, facendole
sputare
un po' di sangue. L'uomo le puntò quindi l'arma in faccia ma
un'altra sfera di energia lo colpì alla gamba, facendolo
cadere in
ginocchio, permettendo così a Tsuki di rialzarsi ed
allontanarsi.
"Ora
mi avete davvero stufato..." sibilò Qwavish creando una
grossa
sfera di energia sopra di lui per poi scagliarla contro Tsuki che si
sorprese nel vedere quanto fosse lenta quella sfera.
L'attacco
la raggiunse dopo diversi secondi ma lei ebbe tutto il tempo di
evitarla allontanandosi con un rapido scatto, tuttavia la sfera non
esplose né si fermò, bensì
cambiò direzione e inseguì Tsuki, la
quale fu costretta a continuare a correre per non farsi colpire.
"Sei
davvero brava a correre topolina!" urlò Qwavish puntando
l'arma
verso Tsuki. Arya scattò in avanti per impedirgli di sparare
ma
all'ultimo l'uomo puntò l'arma contro di lei e la
colpì con
un'esplosione di energia ad una distanza quasi nulla.
L'enorme
esplosione inglobò completamente la ragazza e
disintegrò il terreno
alle sue spalle. Tsuki osservò la scena senza poter far
nulla a
causa di quell'enorme sfera che ancora la inseguiva.
Quando
le fiamme si furono dissipate, il corpo di Arya si mostrò
agli altri
due, facendo ghignare in modo soddisfatto Qwavish che, alzando il
braccio-cannone, colpì la ragazza al volto con esso,
facendola
finire a terra.
La
ragazza aveva l'intero corpo coperto di ustioni ed era scossa da
forti spasmi mentre la pelle ancora fumava a causa dell'attacco
appena subito. Qwavish rise di gusto a quella vista e la
colpì con
un calcio al ventre, facendola girare sulla schiena "Questo
è
ciò che succede quando non usi al meglio i tuoi poteri!"
Tsuki
scattò immediatamente verso di lui senza curarsi
dell'attacco alle
sue spalle.
"Non
osare toccarla, maledetto bastardo!" urlò rivestendo le sue
braccia di acciaio per poi colpirlo con dei violenti pugni al volto
che lo scagliarono a diversi metri di distanza, ammaccando la
maschera che gli copriva parte del volto. Senza fermarsi,
saltò in
alto e creò diverse granate che gli lanciò
addosso ma l'uomo si
riprese giusto in tempo per sparare un raggio di energia che le
distrusse tutte in volo, riuscendo anche a colpire Tsuki a mezz'aria
ad una spalla.
La
ragazza digrignò i denti per il dolore cadendo a terra ma un
altro
raggio la colpì nuovamente, bucandole la coscia destra. Un
urlo di
dolore risuonò nell'aria mentre Tsuki cercava di curarsi le
ferite
ma un terzo attacco la colpì, stavolta al braccio sinistro.
Il
dolore era sempre più forte e Tsuki non riusciva a
concentrarsi a
causa della rabbia che in quel momento le annebbiava la mente. Voleva
solo uccidere Qwavish, quello era il suo solo scopo in quel momento,
ma quella rabbia le impedì di avvertire la sfera di energia
avvicinarsi sempre di più.
"Addio,
topolina." sibilò Qwavish con un ghigno.
Tsuki
si girò di scatto, notando che la sfera era ormai a pochi
metri da
lei ma, con la gamba ferita in quel modo, non sarebbe mai riuscita ad
evitarla. Creò un muro di diamante per bloccare l'attacco ma
la sua
creazione venne distrutta all'istante, senza riuscire a fermare la
sfera.
Creò
altri muri ma tutti vennero distrutti uno dopo l'altro senza sortire
l'effetto desiderato.
"E'
tutto inutile! Esploderà solo quando colpirà te o
la tua
amichetta!" urlò Qwavish scoppiando a ridere per poi fare
qualche passo indietro, così da non essere coinvolto
nell'esplosione
che sarebbe scaturita dal suo attacco.
Tsuki
riuscì a mettersi in ginocchio ma ormai la sfera stava per
colpirla.
Chiuse gli occhi per non vederla arrivare, stringendo i denti nel
tentativo di resistere all'attacco.
All'ultimo
però la luce diventò più debole e la
ragazza riaprì gli occhi,
impallidendo nel vedere Arya davanti a lei con le braccia aperte
verso l'esterno e il la faccia rivolta verso la sfera.
"Scusami
Tsuki... sembra che non potrò più mangiare le tue
torte al
cioccolato..." sussurrò Arya con un timido sorriso.
"ARYA,
SPOST...!!!"
La
sfera colpì in pieno la maga, generando un flash arancione
abbagliante alla quale seguì un'esplosione incredibilmente
potente
che scaraventò in aria sia Tsuki che Qwavish malgrado si
fosse
allontanato. Il terreno tremò per diversi secondi e molte
gallerie
crollarono a causa di quella violenta scossa sismica, mentre
un'imponente colonna di fumo si innalzava verso il cielo dal cratere
venutosi a formare.
Passarono
diversi secondi, ma alla fine Tsuki riuscì a riprendere i
sensi,
portandosi una mano sulla fronte dove aveva sbattuto, aprendosi un
brutto taglio. Malgrado lo stordimento, si trascinò a fatica
fino al
margine del cratere.
Un'espressione
di pura disperazione si dipinse sul suo volto nel momento in cui non
vide il corpo di Arya.
Della
sua amica non era rimasto nulla.
Una
leggera risata si udì qualche metro dietro alla ragazza e
Qwavish si
rialzò in piedi, scostando alcuni detriti "Un vero peccato
che
sia morta, avrei voluto fare altri esperimenti sul suo potere... ah
se solo avesse saputo controllarlo".
Tsuki
rimase completamente immobile, continuando a fissare il fondo del
cratere, sperando di vedere la sua amica anche se ormai aveva capito
che non l'avrebbe più rivista.
Qwavish
si avvicinò a lei con sguardo divertito "Beh?
Dov'è finito il
tuo spirito combattivo? E' morto insieme a quella ragazzina?" e
scoppiò a ridere, beccandosi un cazzotto rivestito di
diamante in
pieno volto un secondo dopo.
Tsuki
cadde nuovamente a terra ma, usando una specie di stampella che aveva
appena creato, riuscì a rimettersi in piedi, iniziando poi a
zoppicare verso il suo nemico, fissandolo con uno sguardo carico di
odio.
Il
mago oscuro si rialzò tenendosi la mano sinistra sul volto.
Il pugno
di Tsuki era stato incredibilmente potente e gli aveva deformato
pericolosamente la maschera, impedendogli di respirare bene.
Ringhiando per la rabbia, alzò l'arma ma Tsuki
afferrò la bocca
della canna con la mano sinistra, anch'essa ricoperta di diamante, e
trucidò l'avversario con uno sguardo "Avanti, spara".
Qwavish
assottigliò lo sguardo ma non volle darla vinta alla ragazza
e, dopo
averla caricata, fece fuoco con la sua arma. All'impatto con la mano
di Tsuki, il colpo esplose, distruggendo completamente il braccio
dell'uomo che venne sbalzato indietro allo stesso modo di Tsuki.
Il
mago oscuro ora aveva solo un moncherino poco sotto la spalla destra
mentre la ragazza aveva la mano sinistra parzialmente distrutta. Le
erano rimaste tutte e cinque le dita ma, malgrado la protezione di
diamante, parte della carne era stata vaporizzata, mettendo in mostra
le ossa annerite dall'esplosione.
Il
dolore era pressoché insostenibile ma Tsuki
riuscì a rialzarsi,
avanzando poi verso il suo nemico, che si era rialzato a sua volta.
"Lurida
mocciosa... farò in modo che la tua morte sia lenta e
dolorosa!"
urlò Qwavish per poi cercare di colpirla con il pugno
sinistro ma,
malgrado la mano mal ridotta, Tsuki lo afferrò per il polso
con
entrambe le mani e, potenziando i suoi muscoli, gli strappò
via il
braccio sinistro, facendolo urlare per il dolore, usando poi lo
stesso braccio come una clava per colpirlo in faccia diverse volte.
Dopo
aver gettato via l'arto, tirò un calcio in pieno petto a
Qwavish,
usando la gamba ferita, riuscendo a farlo cadere a terra, gettandosi
poi sopra di lui. La ragazza alzò il pugno destro,
rivestendolo con
un'armatura di diamante “Questo è per
Arya!” e lo colpì con
inaudita potenza in pieno volto, crepando il terreno sotto di loro.
Tsuki
alzò poi il pugno sinistro, rivestendolo nuovamente di
diamante
malgrado l'orribile ferita “Questo è per
Zafrina!” e lo colpì
nuovamente.
“Questo
è per Kay! Questo è per Yukiteru!”
urlò poi colpendolo con altri
due pugni, spaccandogli sempre di più la faccia “E
questi...” la
ragazza fece un profondo respiro “Sono per tutti i bambini
che
avete catturato e che avete fatto morire!!!” ed
iniziò a
tempestarlo di pugni sempre più pesanti e potenti, arrivando
a
spaccargli completamente il cranio, schizzando sangue ovunque.
Dopo
l'ennesimo pugno, una mano le afferrò il polso destro,
fermando la
sua furia cieca ma la ragazza si girò verso l'intruso con
sguardo
iracondo.
Dorein
la fissò di rimando con il suo solito sguardo calmo
“Tsuki,
smettila. Ormai è morto.” e indicò
ciò che restava della testa
di Qwavish ma la ragazza non parve dargli retta e cercò di
liberarsi dalla presa del ragazzo che però la tenne
saldamente,
sollevandola poi di peso, poggiandola in piedi davanti a lui
“La
battaglia è finita, non c'è motivo di
continuare”.
Tsuki
lasciò cadere le braccia lungo il corpo, cercando di
riprendere
fiato e poggiando la testa contro il petto del ragazzo che, dopo
qualche secondo, udì dei deboli singhiozzi. La ragazza era
scoppiata
a piangere, cercando di fare meno rumore possibile.
“Io...
io... non ho...” biascicò in mezzo ai singhiozzi
“A... Arya...
lei... lei è...!”
“Arya
è viva.” sentenziò Dorein con voce
piatta facendole alzare la
testa di scatto con occhi sgranati. Il ragazzo distese il braccio
sinistro che si ingrandì parecchio diventando una specie di
enorme
baccello e da esso fece uscire Arya. La ragazza era svenuta e
gravemente ferita ma, stando a quanto diceva Dorein, era ancora viva.
“Ero
nelle gallerie qua vicino durante lo scontro e sono passato
attraverso le macerie poi ho avvolto Arya con il mio corpo quando
è
stata colpita da quella sfera, così l'ho salvata anche se ha
subito
parecchi danni.” spiegò il ragazzo mentre Tsuki
non riusciva a
trattenere le lacrime, lacrime di gioia. Si gettò a peso
morto su
Arya, poggiando un orecchio sul suo petto e il battito del cuore
dell'amica la rese incredibilmente felice.
Senza
pensarci, prese il volto di Dorein tra le mani e, dopo averlo
costretto ad abbassarsi, gli diede un rapido bacio sulle labbra,
abbracciandolo poi di slancio “Grazie! Grazie! Grazie
davvero!
L'hai salvata!”
Dopo
averlo lasciato andare tornò a concentrarsi su Arya,
cercando di
chiudere le ferite peggiori, senza accorgersi dello sguardo sorpreso
che si era formato sul volto di Dorein. Dopo qualche secondo, Tsuki
sospirò sollevata “Per fortuna non sembra in
pericolo di vita...
grazie ancora, Dorein!”
La
ragazza si voltò quindi verso il compagno, notando il suo
sguardo
ancora sorpreso e uno strano silenzio calò sui due. Nel giro
di un
secondo, Tsuki avvampò completamente “A... a...
aspetta! Io... io
non...!”
“Oh
ma che carina! Allora anche Tsuki conosce l'imbarazzo!”
commentò
una voce maschile poco lontana e i due, girandosi verso il castello,
videro Vaiter con Kay sulla schiena, e Zafrina camminare verso di
loro.
“Se
vuoi possiamo lasciarvi da soli ancora per un po'.” aggiunse
la
maga dei cataclismi con un ghigno e Kay, mostrando un ghigno uguale,
disse “Se non ricordo male la taverna aveva delle stanze
libere”.
Tsuki
diventò completamente rossa “N... non è
come pensate!!!”
“Cosa
non è come pensiamo?” domandò un'altra
voce maschile e tutti i
presenti, girandosi di scatto, rimasero sorpresi nel vedere Yukiteru
ridotto ad uno straccio accompagnato da una donna.
“Oh
Yukiteru, noto che sei stato pestato per bene!”
commentò Zafrina
ampliando il suo ghigno e il ragazzo sbuffò innervosito
“Ho
affrontato e sconfitto il master della gilda! Di sicuro ho combattuto
contro l'avversario più forte!”
“Yuki!
Non è educato urlare ad una ragazza!” lo
rimproverò sua madre
dandogli una botta sulla nuca e il ragazzo annuì
“Scusa mamma...”
Zafrina
e Kay scoppiarono a ridere come non mai ma quest'ultima dovette
smettere subito a causa delle gravi ferite che aveva riportato.
“Noi
abbiamo distrutto la pietra per creare demoni più
potenti.” spiegò
Vaiter -Grazie al cielo lo ha fatto notare...-
“N...
noi abbiamo distrutto il macchinario per la produzione del siero
della morte. Quella strana nebbia descritta dal sindaco era un
prodotto artificiale, non una magia.” spiegò Tsuki
cercando di
recuperare la calma anche se il rossore sulle guance non sembrava
intenzionato a svanire, mentre Dorein si era portato due dita sulle
labbra.
“Bene,
allora direi che abbiamo completato la nostra missione! E' ora di
tornare a casa!” esultò Yukiteru e gli altri
annuirono.
Il
viaggio di ritorno verso la cittadina dove erano scesi dal treno fu
alquanto piacevole. Dorein aveva creato dei grossi tentacoli dalla
sua schiena per portare Tsuki, Arya, Kay e Yukiteru mentre la madre
di quest'ultimo, Vaiter e Zafrina avevano deciso di tornare con le
loro gambe. Avevano incontrato parecchi soldati ma, a quanto pare,
nessuno di loro era più controllato dai collari.
I
demoni erano svaniti tutti nel nulla ma nessuno dei maghi si
domandò
il perché, preferendo raggiungere la cittadina dove, molti
bambini,
poterono riabbracciare i loro cari, tra cui Oscel, il sindaco.
Furono
preparati diversi carri per portare gli altri bambini a casa mentre
diversi medici si presero cura di Tsuki e gli altri feriti.
“Ah!
Dimenticato!” esclamò Tsuki catturando
l'attenzione degli altri
“Devo andare a recuperare Marihito!”
“Non
ce ne sarà bisogno.” spiegò una voce
femminile mentre la porta
della taverna si apriva. Tsuki sgranò gli occhi per la
sorpresa nel
vedere entrare Zoe insieme a Rin, Marihito e gli altri bambini.
“Ci
abbiamo già pensato noi, my friend!” aggiunse Rin
con un sorriso,
squadrando poi da cima a fondo i corpi di Zafrina e Kay, le quali non
parvero apprezzare appieno la cosa.
“Sei
ridotta ad uno straccio.” commentò Marihito con
tono divertito,
sedendosi di fianco a Tsuki che gli sorrise di rimando “Ho
passato
di peggio”.
“Ora
cosa farai?” domandò l'uomo, sistemandosi meglio
sulla sedia,
mentre Zoe e Rin si presentavano agli altri maghi di Last Hope.
“Torneremo
alla gilda... vuoi venire anche tu? Potremmo trovarti un alloggio a
Zafirus e la tua conoscenza potrebbe tornare utile.” propose
Tsuki
con un sorriso, facendo pensare l'uomo che, alla fine, annuì
lentamente “Ormai sono vecchio... è tempo che mi
ritiri a fare il
pensionato.” e scoppiò in una leggera risata,
mentre Zoe si
avvicinò ai due.
“Non
ho trovato chi cercavo in quel castello ma i tuoi compagni mi han
detto che, nella vostra gilda, potrei avere più occasioni
per
raggiungere il mio obbiettivo.” disse la ragazza e Tsuki
annuì.
“Molto
bene allora.” disse Zoe con voce seria “Gradirei
poter entrare a
far parte di Last Hope”.
“Me
too! Me too!” esclamò Rin saltellando intorno alla
ragazza “Non
potrei mai lasciarla andare da sola! She's my friend!”
“Ti
ho già detto che non sono tua amica.”
sibilò Zoe allontanandolo
con una mano mentre gli altri se la ridevano di gusto. Tsuki rise a
sua volta ma pian piano la stanchezza prese il sopravvento e, come
Arya, Yukiteru e Kay, cadde in un sonno profondo.
Gli
altri uscirono dalla stanza e scesero di sotto, iniziando a mangiare
e bere qualcosa.
“Quindi
è finalmente finita?” domandò Vaiter
“La gilda che tanto vi ha
fatto soffrire è finalmente distrutta?”
“Lo
sarà domani quando tornerò lì e
farò crollare il castello.”
spiegò Zafrina bevendo da un boccale di birra “Ma
per il resto...
sì, direi che li abbiamo spazzati via, questa volta per
davvero”.
“Però
è strano sai... continuo a pensare a quella gemma... non ha
lasciato
tracce quando è esplosa.” commentò
Vaiter e la ragazza parve
innervosirsi “Bah che importa? I bambini solo liberi, la
pietra è
distrutta e la gilda è stata sconfitta! Vittoria per
noi!”
Non
volendo accettare ulteriori discorsi, la ragazza iniziò a
bere e di
lì a poco nacque una vera e propria festa a cui
parteciparono tutti,
anche Tsuki e gli altri, decisi a non perdersi i festeggiamenti.
Avevano
compiuto la missione e i fantasmi del passato ora li avrebbero
lasciati in pace. Per loro quella era una grandissima vittoria.
*
* *
“Ah...
alla fine nessuno dei miei è sopravvissuto.”
commentò Alexander
seduto sul ramo di un albero poco lontano dalle mura di un
accampamento della sua ex-gilda “Anche Qwavish deve essere
morto, i
collari hanno smesso di funzionare... beh credo sia meglio fare
rapporto a Ruganax, di certo mi beccherò una bella
strigliata!” e
saltò giù dal ramo, fermandosi non appena
avvertì il terreno
tremare.
Poco
lontano da lui si aprì un buco nel terreno e una figura
umanoide
uscì da esso. Era completamente coperta da una corazza
simile ad un
esoscheletro viola, aveva grandi occhi rossi, una coda irta di spine
e due braccia addizionali munite di chele che gli spuntavano dalla
schiena.
Alexander
osservò sorpreso la creatura “Guarda te se non
è il mio
cucciolotto!” e la creatura corse da lui scodinzolando,
facendosi
accarezzare la testa.
“Per
fortuna almeno tu sei sopravvissuto e... cosa c'è
qui?” domandò
Alexander notando poi una strana gemma viola conficcata sulla schiena
della creatura. La gemmea brillava di un debole bagliore, mettendo
occasionalmente dei piccoli fulmini viola.
Uno
strano sorriso si formò sulle labbra del ragazzo
“Bene bene...
ecco qualcosa di interessante”.
“Master
Alexander?” domandò un uomo alle sue spalle
facendolo voltare.
“Ah
Irginus... ottimo tempismo, volevo giusto fare rapporto a
Ruganax!”
commentò il ragazzo con un sorriso e il maggiordomo
annuì, creando
un portale “Da questa parte allora. La vedo felice, master
Alexander”.
“Oh
puoi ben dirlo Irginus.” sibilò Alexander con un
ghigno sinistro
“Puoi ben dirlo”.
Angolo
dell'autore:
Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
anche La nostra gilda è tornata con un capitolo da ben 61
PA-GI-NE!!! Nuovo record per me! Completamente demolito il
precedente!!!
Dunque
dunque dunque!!! Tempo di annunci e congetture varie!
1)
Per prima cosa, direi di passare subito al vincitore (in questo caso
vincitrice) del secondo giro di gara di disegno che aveva come
soggetto Edward!
ECCO
A VOI IL DISEGNO VINCITORE!!!
kaori_kuran!!!!
CONGRATULAZIONI!!!
Ringrazio
anche Lilu_wolf per avermi inviato il suo disegno! Teoricamente
dovrebbero esserci stati altri due partecipanti ma non hanno mai
inviato il disegno ^^”
2)
Togliamoci di mezzo un'altra questione legata ai disegni! Il nuovo OC
da disegnare per il prossimo premio sarà: Miel Lithien!!! Ed
ecco a
voi le sue caratteristiche!
Aspetto
fisico: bassa, con un corpo nella norma, leggermente minuto ma ben
allenato. Seno prosperoso, capelli lunghi biondo-ramati e mossi,
spesso in disordine, occhi blu mare, più grandi del normale,
con la
pupilla leggermente ovale. Qualche lentiggine sulle guance, canini
leggermente affilati e acuminati. Orecchie e coda da tigre. Sui polsi
da delle specie di tatuaggi neri: due bracciali formati da una
decorazione floreale.
Vestiario
(qua potete scegliere voi quale versione disegnare o ricercare):
-
in battaglia: lungo mantello nero con cappuccio che le copre
metà
viso, canottiera nera che si allaccia dietro al collo e lascia libere
le braccia, pantaloni attillati neri, scaldamuscoli bianchi sugli
avambracci, cintura larga di pelle marrone, borsa a tracolla, ampia e
fatta di tela, stivali neri.
-
periodo di pace: leggings, felpone con cappuccio, ballerine o scarpe
in tela, cavigliere e braccialetti.
Bene!
Ecco a voi l'oc da disegnare! Vi ricordo che potete disegnare da voi
o farvi aiutare o trovare delle immagini già pronte o
modificarne
altre con photoshop!
3)
Riguardo kaori_kuran: hai vinto questo turno perciò puoi
scegliere
una one shot da commissionarmi con gli oc che vuoi che vengano usati
(puoi anche dirmelo per mp ovviamente)!
4)
Malgrado la mia nuova strategia di aggiornare le fic a rotazione, la
prossima fic che aggiornerò sarà di nuovo questa
qua con il
Capitolo Extra 2, ovvero la one shot commissionata da kaori.
5)
Come già detto, questo capitolo (che ho dovuto riscrivere
due volte)
vanta ben 61 pagine perciò cercate di sforzarvi un minimo
senza
lasciare le recensioni da 10/11 parole e basta! Inoltre, chi
vorrà
partecipare a questa fic DOVRA' DIMOSTRARMI ALMENO DI AVER LETTO IL
CAPITOLO, SENZA SBRIGARSI CON “CIAO BEL CAPITOLO, POSSO
PARTECIPARE? FAMMI SAPERE, CIAO!” PERCHE' IGNORERO' QUELLE
RECENSIONI. Siete stati avvisati.
6)
Per molti di voi che potrebbero non avere un'ottima memoria, il
prossimo capitolo ufficiale della fic, il capitolo 25, sarà
un
capitolo di intermezzo ma sarà anche provvisto del riassunto
e
dell'elenco personaggi aggiornato!!! Yeeeee! Così siete
contenti!
Detto
questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
See
you around!!!
|
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Capitolo 28 *** Capitolo Extra 2 ***
Capitolo
Extra 2
Richiesto
da: kaori_kuran
OC
Selezionati: Tsuki,
Dorein, Kay, Vaiter, Zafrina, Yukiteru, Arya, Zoe, Rin, Ireth,
Charlotte, Aileen, Fujiko, Sisara, Sebastian, Kaori Yuno, Leya +
diverse comparse
Collocazione
temporale:
AU scolastica ambientata ai giorni nostri
Eccoci
qua con il capitolo premio per kaori_kuran che ha voluto andare fuori
dagli schemi chiedendomi una one-shot scolastica con i vostri OC! Non
sono molto bravo in questo genere di fic perciò spero che vi
possa
piacere! Buona lettura!
Piccola
nota: essendo una scuola, sarebbe normale pensare a delle classi
secondo l'età ma avrei dovuto creare svariate classi
perciò, solo
in questa shot, tutti gli oc presenti avranno grosso modo la stessa
età, così da poter essere messi nella stessa
classe.
Seconda
piccola nota: Kaori Yuno qui verrà chiamata Yuno.
Una
normale giornata scolastica
"Aileen
muoviti o arriveremo in ritardo!" urlò una ragazza dai
capelli
biondi mentre correva sul marciapiede, facendo attenzione a non
finire addosso ai passanti.
"Ma
siamo già in ritardo, Yu-chan!" urlò di rimando
una ragazza
dai capelli blu qualche metro indietro, cercando di restare al passo
con la compagna che non sembrava proprio incline a rallentare.
"Non
importa! Prima arriviamo meglio è!" ribatté Yuno
evitando al
pelo una grossa pozzanghera per poi fermarsi davanti ad un semaforo
rosso, iniziando a battere nervosamente il piede a terra. Aileen la
raggiunse poco dopo cercando di riprendere fiato ma un istante dopo,
la luce verde del semaforo si accese e Yuno ripartì in
quinta
facendo disperare l'amica.
Le
due ragazze continuarono a correre come delle dannate raggiungendo
infine un enorme edificio bianco circondato da un muro di cinta. Il
cancello di ferro era ancora aperto, con somma felicità di
Yuno che
si fermò proprio davanti all'entrata, leggendo per un attimo
la
scritta in metallo che componeva un arco sopra al cancello: Last Hope
High School.
Emettendo
un lungo sospiro, Yuno si guardò attorno, scrutando
attentamente i
dintorni per individuare qualcuno. Non vedendo nessuno,
entrò nel
cortile della scuola con Aileen alle spalle, riuscendo ad arrivare
fino all'entrata vera e propria dell'edificio dove erano presenti
parecchi armadietti quadrati per le scarpe.
Entrambe
le ragazze si tolsero le scarpe da ginnastica indossando le scarpe
bianche obbligatorie a scuola, le quali completavano la divisa
scolastica composta da delle calze nere, una gonna nera lunga fino
alle ginocchia, una camicetta bianca per l'estate e un fiocchetto
rosso.
Sbadigliando,
Yuno riprese in mano la sua cartella nera e si avviò verso i
corridoi della scuola "Andiamo Aileen, forse riusciamo ad
arrivare prima dell'inizio della prima lezione".
"Spiacente,
ma prima dovrete andare da un'altra parte." sibilò una
fredda
voce femminile che le fece trasalire all'istante. Girandosi
lentamente, le due ragazze videro una loro coetanea appoggiata contro
il muro di fianco all'ingresso, intenta a fissarle intensamente con i
suoi occhi blu. La divisa era uguale alla loro, solo che lei aveva
una fascia arancione intorno al braccio destro.
"C...
Charlotte..." balbettò Aileen sapendo già che
cosa le sarebbe
successo.
"Ben
quindici minuti di ritardo." disse Charlotte guardando il suo
orologio da polso "Conoscete le regole. In presidenza. Ora".
Yuno
e Aileen abbassarono lo sguardo annuendo per poi dirigersi verso le
scale che le avrebbe portate fino al terzo piano, dove si trovava la
presidenza.
"Ah~
che rottura! Alla fine non ce l'abbiamo fatta..." commentò
Yuno
grattandosi svogliatamente la testa mentre la porta della presidenza
diventava sempre più visibile.
"Non
preoccuparti, magari non ci dirà niente..." provò
a
rassicurarla Aileen ma neanche lei sembrava tanto sicura delle sue
parole.
Quando
furono entrambe davanti alla porta, Yuno bussò un paio di
volte,
restando poi in attesa fino a quando una voce femminile, a lei fin
troppo familiare, si udì nell'aria "Avanti".
Le
due studentesse entrarono nell'ufficio della preside, una ragazza dai
lunghi capelli viola che all'apparenza sembrava più giovane
di loro,
e dopo un breve inchino fecero per sedersi su delle sedie poste
davanti alla scrivania della preside, solo che una di esse era
già
occupata da una ragazza dai canini sporgenti che trucidò
Yuno con
un'occhiataccia.
"Aghisa..."
sibilò la bionda ricambiando lo sguardo ostile per poi
sedersi di
fianco a lei insieme ad Aileen, la quale ormai era visibilmente a
disagio in quella situazione.
"Voi
due. Niente sfuriate nel mio ufficio." le ammonì all'istante
la
ragazza seduta dall'altra parte della cattedra e le due studentesse,
sbuffando, dissero "Sì, preside Aika".
"Molto
bene... ora passiamo al motivo per cui siete tutte e tre qui. Siete
arrivate in ritardo e lo sapete bene che certi comportamenti non sono
tollerati, così come non sono tollerate le risse, gli
schiamazzi, le
sigarette e tutto quel genere di cose. Ve lo ricordate, vero?"
domandò Aika con voce calma e le tre ragazze annuirono ma
solo
Aileen la guardò direttamente.
"Bene,
allora se lo sapete..." continuò Aika spostando lo sguardo
su
Yuno e Aghisa "... si può sapere perché questa
è la terza
volta che a voi due vi vedo qua dentro questa settimana?! E siamo
soltanto a martedì!!!"
Le
due continuarono a tenere lo sguardo distante dalla preside mentre
delle piccole gocce di sudore scendevano lungo i loro volti.
"Ieri
siete arrivate entrambe in ritardo come stamattina e nel pomeriggio
siete arrivate alle mani per colpa di una spallata!"
continuò
Aika battendo le mani sulla scrivania.
"A
tal proposito è stata la biondina che..." iniziò
Aghisa
venendo trucidata da un'occhiataccia da Aika "Se devi dire
qualcosa, alza la mano! Se non te ne fossi accorta siamo a scuola!"
Aghisa
chiuse di scatto la bocca alzando leggermente la mano destra mentre
Yuno faceva di tutto per nascondere il ghigno che le stava deformando
le labbra. Dopo essersi massaggiata le tempie, Aika diede il permesso
di parlare ad Aghisa.
"Come
stavo dicendo... è stata la biondina qui presente a colpirmi
con una
spallata mentre uscivo dal bagno e non si è neanche scusata,
ma di
quello non mi sorprendo visto il suo carattere." spiegò la
ragazza lanciando un'occhiata eloquente a Yuno che non poté
rimanere
zitta "Mi scuserò solo quando tu lo farai per prima! Mi
ricordo
ancora di quando mi hai fatta inciampare in mensa per chissà
quale
motivo!"
"Mi
annoiavo." ammise Aghisa con un ghigno e, prima che Yuno potesse
reagire, Aika colpì nuovamente la cattedra "Finitela! Questo
è
un liceo, non una scuola materna! Se proprio volete lottare
iscrivetevi ad un club sportivo e sfogatevi lì! Dovete solo
ringraziare che il vicepreside Ruganax è a casa in malattia
altrimenti vi avrebbe fatto mettere in ginocchio sui gusci di
pistacchio sul tetto della scuola sotto il sole a picco!"
Yuno
e Aghisa deglutirono nello stesso istante e ciò
portò la preside a
sospirare "Per fortuna Aileen è la prima volta che arriva in
ritardo perciò non ha motivo di essere punita come voi...
per questa
volta." e anche la diretta interessata si ritrovò a
deglutire.
Quando
ebbe finito di parlare, qualcuno bussò alla porta e
Charlotte entrò
poco dopo, portando con sé una ragazza dai lunghi capelli
azzurri e
dal ghigno inquietante.
Aika
maledì il giorno in cui aveva deciso di diventare preside
"Ireth...
anche lei è arrivata in ritardo?"
"No,
l'ho beccata con una bomboletta spray mentre sporcava le pareti della
palestra." spiegò Charlotte con tono piatto facendo
sogghignare
Aghisa e Yuno, mentre Ireth fece spallucce "Era un'opera d'arte
sorella e tu mi hai fermata sul più bello!"
"Danneggiare
le proprietà della scuola con della vernice spray per creare
delle
'opere d'arte' non ti esclude dalle regole scolastiche."
spiegò
Charlotte con tono freddo mentre Aika si massaggiava le tempie "Ok
basta così! Non ho né la voglia né la
pazienza di stare a sentire
i vostri discorsi perciò faremo così! Tutte e
quattro vi fermerete
dopo l'orario di lezione per lavare i muri verniciati da Ireth!"
Yuno
e Aghisa guardarono con occhi sgranati la preside, rivolgendo poi uno
sguardo carico d'odio alla ragazza dalle trecce azzurre che si
limitò
a fare spallucce con un ghigno. Aileen, invece, iniziò
seriamente a
preoccuparsi per la sua incolumità.
"Ora
andate in classe e giuro che se vi vedo qua dentro ancora una volta
vi farò rimpiangere le punizioni di Ruganax!"
sbottò Aika
indicando poi la porta "Charlotte, scortale fino alla loro aula,
voglio evitare altri problemi".
La
ragazza annuì e uscì dalla stanza, venendo
seguita a ruota dalle
altre quattro, le quali poi videro un ragazzo dai capelli bianchi
fermo ad aspettarle nel corridoio. Indossava la divisa scolastica
maschile, composta da scarpe bianche, pantaloni neri, camicia bianca
e cravatta rossa, oltre ad una fascia simile a quella di Charlotte
che, dopo un cenno del capo, disse "Ashuros, Aghisa deve tornare
in classe senza contrattempi, pensaci tu".
"Ricevuto."
annuì il ragazzo per poi avviarsi lungo il corridoio seguito
da
Aghisa che scoccò un'ultima occhiataccia a Yuno, la quale
ricambiò
senza problemi prima di seguire Charlotte insieme alle altre.
Camminarono
per pochi minuti, fino a raggiungere la porta di un'aula. Dopo che
Charlotte ebbe bussato, una voce maschile disse "Avanti." e
la giovane aprì la porta, facendo un breve inchino all'uomo
intento
a scrivere qualcosa alla lavagna.
"Professore
Marihito, ho le tre studentesse assenti." spiegò Charlotte
spostandosi di lato così da far entrare Yuno, Aileen ed
Ireth.
L'uomo le sorrise e ringraziò "Molto bene voi tre, andate a
sedervi e prendete appunti. Questo tipo di equazioni sono molto
complicate".
Yuno
e Aileen annuirono mentre Ireth andò semplicemente a sedersi
al suo
posto intanto che Charlotte usciva dall'aula chiudendosi la porta
alle spalle.
Yuno
lanciò una breve occhiata alla classe prima si camminare
verso il
fondo. Malgrado non fosse enorme, era confortevole come classe e
aveva quattro file da cinque banchi ciascuna.
Nella
prima erano seduti Zoe, Tsuki, Arya, Aileen e Dorein, ovvero gli
studenti più calmi della classe. Subito dietro di loro
c'erano la
stessa Yuno, Rin, Sisara, Leya e Kay, i quali erano più o
meno calmi
se lasciati stare ma ad esempio Yuno e Kay erano più
suscettibili di
altri.
Nella
terza fila, invece, c'erano Ireth, il cui banco era pieno di disegni
e incisioni varie, Vaiter, che fissava il cielo con espressione
vuota, Fujiko, intenta ad ammirare il piccolo gioiello che portava
appeso ad un braccialetto, e Sebastian, il quale non sembrava
particolarmente emozionato dalla lezione.
L'ultima
fila era per Yukiteru e Zafrina, già addormentati sul banco
a
quell'ora. Yuno alzò gli occhi al cielo a quella vista ma
non disse
niente e, dopo essersi seduta, aprì la cartella e prese un
quaderno,
iniziando a prendere appunti.
I
minuti sembravano non passare mai e dopo la prima mezz'ora buona
parte della classe stava già dando segni di cedimento
davanti a
tutte quelle equazioni. Marihito, di tanto in tanto, lanciava delle
occhiate alla classe, sospirando nel vedere che Ireth si era
addormentata a sua volta mentre gli altri si stavano facendo sempre
meno attenti.
Girandosi
di colpo, scagliò il gessetto in testa a Yukiteru,
svegliandolo
all'improvviso.
"Eh?!
C... cosa succede?! Presente!" borbottò il ragazzo
guardandosi
attorno con aria confusa, facendo sogghignare alcuni dei suoi
compagni, compreso il professore "Ben svegliato Yukiteru, ti ho
già segnato presente durante l'appello, non preoccuparti. Mi
chiedevo se potevi aiutarmi a risolvere quest'equazione di quarto
grado".
Yukiteru
fissò l'insieme di numeri e lettere alla lavagna con aria
assente,
grattandosi nervosamente la testa con una mano "Ehm... n... non
so quale sia la soluzione".
"Un
vero peccato... allora chiederò alla tua compagna." disse
Marihito e scagliò un gessetto in testa a Zafrina la quale
alzò di
scatto la testa "Terremoti! Vulcani! Tempeste!" e a questo
giro gli altri trattennero a stento delle risate.
"Zafrina,
questa è una lezione di matematica, non di scienze della
terra."
precisò Marihito con un leggero sorriso "Puoi aiutarmi a
risolvere quest'equazione?" e, come con Yukiteru, la reazione di
Zafrina non fu delle più brillanti "Ecco... io... non ho
seguito..."
"Capisco...
allora Ireth..." iniziò il professore fermandosi nel momento
stesso in cui vide la ragazza alzare un foglio di carta con su
scritto 'Non ho capito niente prof!'
Massaggiandosi
le tempie, l'uomo riprese a scrivere per qualche minuto, guardando
poi l'orologio "Beh direi che vi ho tartassati abbastanza, gli
ultimi dieci minuti ve li lascerò trascorrere in santa pace
in vista
di domani".
I
vari studenti si guardarono tra di loro confusi e alla fine Tsuki, la
rappresentante di classe, alzò la mano "Scusi professore,
cosa
intende dire con 'in vista di domani'?"
"Beh
ho notato che queste equazioni vi annoiano così ho pensato
di
preparare una bella verifica di due ore per domani, così da
concludere la faccenda." spiegò Marihito con un sorriso
sereno
facendo calare un silenzio di tomba nella classe.
"Chiedo
scusa professore..." iniziò Zoe alzando la mano "... sta
cercando di dirci che domani ci sarà una verifica di due ore
su
questi argomenti?"
"Precisamente."
sentenziò l'insegnante firmando il registro per poi prendere
la sua
borsa ed uscire dall'aula "Vedete di fare silenzio fino al suono
della campanella, mi raccomando!" chiudendo la porta con calma.
Un
innaturale silenzio tornò a regnare nell'aula mentre i vari
studenti
fissavano la porta della stanza, sperando di cuore di vedere
rientrare l'insegnante e sentire le fatidiche parole "Stavo solo
scherzando." ma dopo quasi tre minuti di attesa, la porta
continuò a restare chiusa, al che Yuno si alzò
lentamente e si
avvicinò alla cattedra.
La
ragazza prese in mano il registro e lo aprì, iniziando a
sfogliarlo
fino a fermarsi su una pagina specifica. Ciò che lesse la
fece
sbiancare completamente e, abbassando il registro, permise a Tsuki e
Arya di leggere a loro volta la piccola nota segnata per il giorno
dopo: 'Verifica di matematica dalle 10 alle 12. Argomento/i:
equazioni'.
"Alla
fine l'ha segnata veramente..." commentò Tsuki accasciandosi
sulla cattedra.
"But
that's not fair!" protestò Rin alzandosi in piedi "Oggi
abbiamo anche delle lezioni pomeridiane, non possiamo anche
prepararci per domani! It's impossible!"
"Deve
averla segnata dopo aver visto una certa mora intenta a dormire."
ipotizzò Kay con un sorrisetto poco rassicurante e Zafrina,
ormai
completamente sveglia, colse al volo la citazione "Ohi hai
qualche problema per caso?"
"Io?
Direi più che altro noi visto che grazie a te, Yukiteru e
Ireth
dobbiamo studiare per domani anziché rilassarci."
spiegò Kay
senza neanche guardarla e la cosa fece innervosire ancora di
più
Zafrina "Non fare tanto la santarellina! Scommetto che neanche
tu hai preso appunti!"
Kay
si girò verso di lei mostrandole un quaderno con tutti gli
esercizi
svolti alla lavagna, senza nascondere un ghigno vittorioso "Purtroppo
per te, io non sono una che dorme in classe".
Zafrina
fece per risponderle ma Tsuki batté violentemente le mani
“Ok ok
evitiamo altre discussioni! Il motivo per cui ha segnato una verifica
per domani non mi importa ma vorrei evitare di far finire la classe
nei guai a causa di urla e bisticci vari!”
“La
fai facile tu... passi tutto il tuo tempo libero a studiare e non hai
di certo problemi come alcuni di noi.” commentò
Yukiteru con
sguardo stanco “Io devo pregare ogni volta gli dei per avere
un
sei!”
“Al
posto di dormire potresti tentare di seguire le lezioni...”
commentò Dorein con voce piatta girandosi verso il compagno
di
classe che sbuffò sonoramente “Non è
colpa mia se quelle lezioni
sono soporifere!”
“Vuoi
dire TUTTE le lezioni?” domandò Zoe alzando un
sopracciglio.
“Quasi...
educazione fisica e storia sono quanto meno interessanti.”
rispose
Yukiteru facendo spallucce.
“Peccato
che abbiamo altre otto materie oltre a quelle...”
osservò
Sebastian con un sorriso tirato facendo ridacchiare alcuni compagni
di classe.
“Lezioni
soporifere o no... non ci resta che studiare a casa per domani. Le
materie di oggi non sono esattamente semplici...”
commentò Yuno
tornando a sedersi al suo banco per poi prendere un libro di inglese
dalla cartella.
“Ehm...
Yu-chan... io, te e Ireth dobbiamo fermarci dopo la fine delle
lezioni per punizione...” le ricordò Aileen
facendola pietrificare
all'istante.
“L'avevo
dimenticato...” sussurrò la bionda sbattendo la
fronte sul banco
mentre da dietro alcuni dei suoi compagni sogghignavano.
“Eddai
sorella, non sarà così male!”
commentò Ireth scoppiando poi a
ridere, al che Yuno si girò di scatto verso di lei
“Non potevi
proprio farne a meno di fare dei graffiti, vero?”
L'azzurra
fece nuovamente spallucce “Opere d'arte a mio avviso, per lo
meno
avrei reso più colorati i muri della scuola!”
Yuno
si massaggiò la fronte mentre Tsuki cercava di non perdere
la
pazienza. Era la rappresentante di classe insieme a Zoe e non era
raro che la preside chiedesse spiegazioni riguardo al comportamento
della loro classe.
-Decisamente
un buon modo per iniziare la giornata...- pensò la ragazza
tornando
a sedersi al suo banco. Di fianco a lei si avvicinò Zoe
“Tsuki, ti
ricordo che noi abbiamo quella riunione durante la pausa
pranzo”.
“Oh
no... dobbiamo proprio?” altra cosa che non sopportava di
quel
ruolo: le riunioni di istituto, soprattutto quelle durante la pausa
pranzo.
“Temo
di no. L'argomento è importante.”
spiegò Zoe con voce piatta e il
suo sguardo non accettava un 'no' come risposta.
“Ma
ho passato due ore a prepararmi il pranzo!”
protestò la compagna
senza tuttavia smuovere Zoe la quale negò con la testa
“Potrai
mangiare prima della riunione, dovresti avere circa cinque
minuti”.
“In
cinque minuti io riesco a malapena ad aprire il bento...”
mugugnò
Tsuki abbassando la testa.
“Se
vuoi puoi darlo a me.” disse Dorein con voce piatta dietro di
lei.
“Dorein...
lo so che ti piace la mia cucina ma non ti lascerei il mio pranzo
neanche per un dieci in tutte le materie!”
“E
dire che un bel dieci in educazione fisica potrebbe servirti, visto
il tuo successo negli sport.” scherzò Yukiteru,
attirando le ire
della ragazza su di sé “Guarda che non mi sono
scordata di quando
mi hai tirato quella palla in faccia!”
“Era
palla avvelenata per la miseria! Cosa dovevo fare, avvisarti che
stavo per colpirti e farti schivare il colpo?!”
ribatté Yukiteru
al che alcuni dei loro compagni si massaggiarono la fronte. Quei due
erano come cane e gatto quando si parlava di sport e ginnastica.
La
loro discussione venne interrotta dalla campanella che indicava il
cambio d'ora. Tsuki parve calmarsi e prese la sua cartella
“Andiamo,
dobbiamo raggiungere il laboratorio di economia domestica.”
lanciando poi un'occhiata a Yuno “Senza causare problemi.
Chiaro?”
Yuno
alzò gli occhi al cielo ma annuì e, insieme al
resto della classe,
andò nel laboratorio assegnato alla materia in questione.
L'enorme
stanza era provvista di grossi banchi da lavoro, forni, piccoli
lavandini e vari attrezzi per la cucina.
“Molto
bene studenti.” disse il loro insegnante, il professor
Crotalux
“Ora formate delle coppie e preparate tutto l'occorrente per
preparate dei dolci. Oggi ci dedicheremo a tiramisù e
crème
caramel”.
Nel
giro di qualche minuto, le coppie vennero formate: Tsuki e Arya, Zoe
e Rin, Aileen e Yuno, Kay e Zafrina (messe insieme per volere
dell'insegnante), Yukiteru e Dorein, Ireth e Fujiko, Sisara e Leya,
Vaiter e Sebastian.
“Bene,
ora decidete pure quale dolce preferite cucinare e mettetevi al
lavoro.” disse Crotalux mentre si metteva a leggere un libro
di
cucina dietro alla cattedra, lasciando lavorare gli studenti.
*
(Piccolo
avviso: le seguenti scene delle varie coppie si svolgeranno nello
stesso momento. Buona lettura!)
*
“Ok
Arya, faremo il tiramisù.” decise Tsuki fissando
la lavagna “Per
lo meno non rischieremo di creare una pappetta al posto di un
budino...”
“Va
bene.” annuì la compagna prendendo delle uova
“Come gestiamo i
compiti?”
“Tu
pensa a dividere i tuorli dagli albumi, io penserò a
preparare il
caffè per dopo.” spiegò la capoclasse e
la compagna si mise a
dividere come richiesto dalla ricetta, cercando di non mischiare i
due composti. Dopo alcuni minuti, il suo lavoro fu compiuto e
poté
iniziare a montare i bianchi a neve mentre Tsuki pensava ai rossi,
mischiandoli insieme a dello zucchero.
Dopo
aver unito il tutto insieme a del mascarpone, Arya iniziò a
mischiare per bene il composto creando una densa crema dall'aspetto
invitante mentre Tsuki preparò una teglia con dentro dei
biscotti
savoiardi imbevuti nel caffè. Cercando di distribuire la
crema in
modo unanime, le due ragazze riuscirono infine a creare un
tiramisù
dall'aspetto gradevole e come tocco finale diedero una spolverata di
cacao per poi mettere il tutto in frigo.
Arya
sospirò soddisfatta e, con un dito, prese un po' di crema
rimasta
nella ciotola, gustandola con piacere e pietrificandosi un istante
dopo con gli occhi semi-aperti.
Tsuki
parve notarlo e le chiese se andasse tutto bene.
“Tsuki...
quanto zucchero ci hai messo dentro...?”
La
compagna ci pensò su “Cinque cucchiai!”
e a sentire quel numero
per poco Arya non vomitò caramello misto a zucchero filato.
“E...
hai zuccherato anche il caffè...?”
“Sì,
perché? Il caffè di per sé
è amaro.” spiegò Tsuki con un
sorriso e Arya pregò che Crotalux non avesse problemi di
diabete.
*
Zoe
e Rin avevano deciso di preparare un tiramisù come le loro
compagne
solo che i problemi parvero sorgere fin da subito quando Zoe
provò a
montare i bianchi con un frullino elettrico, solo che,
anziché
venire su a neve, restavano allo stato liquido.
La
ragazza allora esaminò per bene il contenuto del recipiente
e vide
diverse macchioline arancioni.
“Rin...
hai separato per bene i rossi dai bianchi?”
domandò allora e il
ragazzo si grattò distrattamente la testa “Err...
yes, my friend.
Solo che... un rosso si è aperto a metà e mi
è finito in mezzo ai
bianchi così ho cercato di recuperarlo con un
cucchiaio”.
Zoe
si massaggiò la fronte chiudendo gli occhi “Beh
non dovrebbero
esserci troppi problemi... alla fine il sapore sarà lo
stesso.” e
continuò a lavorare fino a quando non passò la
crema al compagno
“Usa la frusta”.
“Oh
dear, non ti facevo tipa da certe cose.” scherzò
il ragazzo
ricevendo come scherzosa risposta un cucchiaio di legno in piena
fronte, provocandogli un grosso bernoccolo.
“Non
ho tempo per le tue scemenze...” sibilò Zoe con un
leggero tic
all'occhio “Ora mischia bene il tutto con la frusta, io penso
al
caffè.” e si mise davanti alla macchinetta. Visti
alcuni piccoli
incidenti avevano deciso di cambiare il metodo per fare il
caffè
utilizzando delle semplici cialde. Il problema più grande?
Chi
riforniva i laboratori mischiava spesso e volentieri le cialde per
quelle macchinette e quelle per il bar.
Zoe,
non avendo badato troppo alla cosa, non si accorse di aver preso una
cialda per il caffè decaffeinato ma continuò
imperterrita nella
preparazione del dolce e alla fine, fragoroso starnuto causato dal
cacao a parte, il tiramisù fu messo in frigo.
*
“Crème
caramel.” disse Yuno con tono deciso “Prepareremo
un semplici
budino, non dovrebbe essere troppo difficile!” ma Aileen
sapeva
bene che l'amica non era una cima in economia domestica e
più volte
aveva dovuto cercare, inutilmente, di rimediare ai suoi impasti
velenosi e tossici.
Senza
dire altro, Aileen accese il forno e lo settò alla
temperatura
ottimale per riscaldarlo, mentre Yuno si dedicò a prendere
delle
uova e una ciotola dove poterle poi unire insieme allo zucchero.
Aileen
ebbe un sussulto nel preparare il latte con la vaniglia quando vide
Yuno intenta a rompere il primo uovo.
“Yu-chan,
rompilo con...!” Yuno diede un colpo secco e deciso sul bordo
della
ciotola, mandando in frantumi l'uovo e spargendo il contenuto sul
bancone “... delicatezza...”
“Err...
uova troppo fragili?” balbettò Yuno con un sorriso
tirato
prendendone un altro mentre Aileen finiva di preparare il tegame con
latte e vaniglia. Preparato il tutto, misero a cuocere dello zucchero
per preparare il caramello e per poco Yuno non si ustionò
con il
pentolino visto che aveva le maniglie di ferro.
Dopo
quasi un'ora di preparazione, e sventati avvelenamenti, ebbero
preparato il loro budino e lo misero a raffreddare in uno speciale
frigorifero adibito a quei compiti così da poter evitare le
quattro
ore di attesa.
Mentre
Aileen si lavava le mani, Yuno sistemava alcune cose e la rassicurava
di aver già settato il refrigeratore.
Un
campanello d'allarme suono nella testa della ragazza ma per qualche
folle motivo lo ignorò.
*
“Crème
caramel”.
“Tiramisù”.
I
primi cinque minuti di 'lavoro di gruppo' furono un continuo
dibattito su quale dolce preparare. Nessuna delle due ragazze aveva
preferenze ma dato che Zafrina aveva proposto il Crème
caramel, Kay
si sentiva in dovere di darle contro proponendo l'altro dolce.
“Se
non ci diamo una mossa non finiremo in tempo...”
sibilò Zafrina
minacciando la compagna con una frusta metallica.
“In
tal caso muoviti e prendi i savoiardi. Sono essenziali per il
tiramisù.” sentenziò l'albina usando un
grosso cucchiaio di legno
come arma da difesa.
“Non
ci penso nemmeno! Prepareremo un budino!” ribatté
Zafrina con un
ringhio e Kay non parve cedere terreno “Posso al massimo
concederti
di leggere la ricetta del crème caramel ma noi prepareremo
un
tiramisù!”
Dopo
altri dieci minuti di discussione, entrambe decisero di preparare un
dolce a testa così da non avere alcun problema e
così si misero al
lavoro. Unico problema: entrambe volevano sabotare l'altra
così da
avere l'ultima parola sull'argomento e ciò non poteva che
portare
solo guai alle due...
*
Dopo
appena dieci minuti dall'inizio della preparazione del crème
caramel, Crotalux sentì una strana puzza di bruciato
provenire dal
banco di Yukiteru e Dorein, così si avvicinò ai
due, notando il
pentolino fumante.
“Ne
deduco che lì dentro ci fosse dello zucchero?”
Yukiteru
gli fece vedere il contenuto del pentolino cercando di non annusare
troppo. Quell'odore era alquanto nauseabondo.
“Non
sapevo che cucinassimo anche del catrame...” scherzo Crotalux
con
tono divertito “Oh beh, l'importante è che il
risultato finale sia
comunque decente.” e tornò a sedersi dietro la
scrivania.
“Non
abbiamo più zucchero.” osservò Dorein
fissando il suo compagno
che incrociò le braccia al petto “Non lo sapevo
ok? Altrimenti non
lo avrei usato tutto per fare del caramello...”
“Resta
il fatto che senza zucchero non possiamo avere del caramello e senza
caramello il crème caramel diventerà un semplice
budino alla
vaniglia.” spiegò Dorein con voce piatta ma
Yukiteru parve avere
un'idea e gli mostrò un piccolo tubetto dalla quale usciva
un denso
liquido marroncino.
“Lascia
fare a me! Ho tutto sotto controllo!””
esclamò Yukiteru con un
ampio sorriso e Dorein fece spallucce “Se lo dici
tu...”
*
“Che
ne dici se facciamo esplodere qualcosa dentro il forno?”
domandò
Ireth con un sorrisetto inquietante mentre giovava con alcune uova
lanciandole in aria come un giocoliere.
“Preferirei
di no.” disse Fujiko con un leggero sorriso “Il
forno ci servirà
per il bagnomaria del crème caramel, dopo potrai usarlo come
vorrai.” e la compagna dai capelli azzurri annuì
energicamente
perdendo la presa su due uova che andarono ad abbellire il tavolo da
lavoro.
“Abbiamo
altre uova...?” domandò Fujiko fissando le uniche
due rimaste in
mano ad Ireth la quale, mantenendo il sorrisetto, negò con
la testa.
“Perfetto...
credo che il nostro sarà solo un assaggio di
dolce...”
“Significa
che posso far esplodere qualcosa nel forno?”
“No...
significa che dovremo creare dei dolci grandi quanto un
pasticcino.”
spiegò Fujiko cercando di fare i calcoli per le dosi da
usare.
“Ooooh
capisco... e quando potrò...?”
“Dopo.”
fu la rapida risposta di Fujiko mentre cercava uno stampino adatto al
loro piccolo dolce.
*
Sisara
e Leya erano tra le più calme. Avevano deciso di comune
accordo di
preparare un tiramisù ma vi era un piccolo problema a monte.
“Dici
che dovremmo usare il cacao dolce o quello amaro?”
domandò Sisara
guardando i due piccoli contenitori e la sua compagna non seppe darle
una risposta adeguata “Credo vadano bene entrambi... possiamo
usarli tutti e due, no?”
Entrambe
avevano voti bassi in quella materia e il più delle volte
apportavano delle piccole modifiche alle ricette non essendo sicure
di quella originale.
Mettendo
da parte il cacao, che serviva solo alla fine, iniziarono a preparare
la crema principale ma anche in quel caso non andò tutto
bene.
“Leya,
abbiamo poco zucchero normale.” disse Sisara mostrando il
barattolo
semi-vuoto.
“Usa
lo zucchero di canna, andrà bene lo stesso.” disse
la compagna
iniziando poi a miscelare il tutto insieme alle uova e al mascarpone.
Il tocco finale arrivò al momento di mettere i savoiardi
nella
teglia.
“Non
credi che siano troppo spessi per essere intinti nel
caffè?”
domandò Leya osservando un biscotto mentre Sisara ci versava
sopra
del caffè.
“Pensi
che dovremmo sbriciolarli prima?” propose la compagna e Leya
annuì
iniziandoli a sbriciolare uno ad uno, senza rendersi conto che,
così
facendo il caffè non sarebbe stato trattenuto dai biscotti.
Alla
fine finirono il loro tiramisù modificato e diedero una
spolverata
di cacao dolce e amaro, mettendo poi il dolce in frigo.
*
“Quindi
il crème caramel è un budino alla vaniglia con
del caramello sopra,
no?” domandò Vaiter e Sebastian annuì
“Non lo hai mai
mangiato?”
“Non
sono un fanatico del caramello... è amaro!”
protestò il ragazzo
preparando le varie uova e lo zucchero.
“Credo
sia una questione di gusti... certe persone lo adorano più
dello
zucchero normale.” commentò Sebastian iniziando a
preparare la
crema mentre a Vaiter toccava lo sgradevole compito di preparare il
caramello.
“Che
odore...” bofonchiò Vaiter tappandosi il naso
“Non possiamo
preparare un semplici budino alla vaniglia?”
“Il
professore ci ha detto di preparare un tiramisù o un
crème
caramel... perché hai proposto il crème caramel
se non ti piace il
caramello?” domandò Sebastian leggermente confuso.
“Perché
nel tiramisù c'è il caffè... e il
caffè è amaro!” spiegò
Vaiter con un ampio sorriso mentre il suo compagno si massaggiava le
tempie “Tu e il tuo odio per le cose amare...”
“Almeno
io non ho paura di una frusta.” osservò Vaiter
prendendo in mano
l'utensile e Sebastian sussultò leggermente
“Tienila lontana! Non
oso immaginare cosa ci potresti fare! Scommetto che ci potresti
torturare qualcuno!”
“Tu
e la tua fobia... non è che ogni singolo oggetto
può essere usato
per torturare...”
“Il
vicepreside Ruganax mi ha messo in punizione e gli sono bastate due
gomme per farmi cadere in depressione!”
“Ok...
riformulando la frase: non è che ogni singolo oggetto, che
non sia
in mano a Ruganax, possa essere usato per torturare
qualcuno...”
“La
prossima volta prenditi tu la colpa... vedremo cosa ne penserai
poi...”
*
Quando
tutte le coppie ebbero concluso i loro dolci, l'insegnante
iniziò
una piccola lezione di storia riguardo proprio quei due dolci e,
com'era prevedibile, bastarono pochi minuti per mettere fuori gioco
metà della classe mentre l'altra metà lottava per
non cadere in un
sonno profondo.
Finalmente
arrivò il momento tanto atteso, e temuto, ovvero quello
della
degustazione dei dolci, dove Crotalux avrebbe assaggiato i vari dolci
preparati e avrebbe dato un voto ai vari studenti, alcuni dei quali
speravano disperatamente di prendere almeno una sessanta su cento,
vista la loro situazione.
“Bene,
direi che possiamo iniziare.” disse il professore per poi
andare da
Tsuki e Arya, osservando il loro tiramisù
“L'aspetto è ottimo,
non c'è che dire. Arya prendi una paletta e mettimene un
pezzetto in
un piattino”.
La
ragazza fece come richiesto e Crotalux annuì nel vedere che
il dolce
manteneva la sua forma senza sfaldarsi, il che era un'ottima cosa.
Prendendo poi un cucchiaino, ne prese un po' e lo mangiò
gustandolo
a fondo, salvo poi pietrificarsi all'istante come Arya.
“Tutto
bene?” domandò Tsuki e il professore, dopo aver
posato il
cucchiaino, riuscì ad ingoiare a fatica, con tanto di tic
nervoso
all'occhio destro “Quanto zucchero... ci avete
messo...?”
“Cinque
cucchiai per la crema e due nel caffè.” disse
Tsuki con un leggero
sorriso mentre Arya si portava le mani sulla bocca. Stava pregando
davvero con tutto il cuore che Crotalux non avesse problemi di
diabete.
L'insegnante
si limitò ad annuire e alla fine segnò il
punteggio sul registro,
avvisando gli studenti che alla fine avrebbe detto tutti i voti,
dopodiché passò alla seconda coppia e
osservò il tiramisù di Zoe
e Rin, annuendo per l'aspetto. Come con Arya, chiese una fetta del
dolce e Zoe fu lesta a servirgliela onde evitare di far combinare
qualcosa a Rin.
Il
professore assaggiò il dolce gustandolo meglio rispetto a
quello di
Tsuki e Arya ma un piccolo particolare non sfuggì alle sue
papille
gustative “Non sapevo che si usasse il caffè
decaffeinato.” e
Zoe sgranò leggermente gli occhi per la sorpresa mentre Rin
cercava
di non ridere alla vista della faccia sorpresa della compagna.
“Poco
male, alla fine il sapore non cambia neanche troppo ma di sicuro non
è un voto pieno.” disse Crotalux segnando il voto
per poi andare
dalla terza coppia mentre Rin si beccava un cazzotto in piena faccia.
Il suo sogghignare non era passato inosservato agli occhi di Zoe.
Yuno
ed Aileen erano intente a rimuovere il crème caramel dallo
stampino
ma, non appena lo ebbero girato, il budino cadde sul piatto
producendo un rumore alquanto strano, come se fosse duro come il
ghiaccio.
Le
due ragazze osservarono interdette il dolce mentre Crotalux provava a
prenderne un pezzo con un cucchiaino, constatando la sua consistenza
“Credo che questo sia il primo ghiacciolo al crème
caramel che
vedo in tanti anni di insegnamento.” scherzò poi
annotando il voto
per le due ragazze mentre Yuno toccava il dolce con un dito,
leccandosi poi il polpastrello “Però è
buono!”
L'insegnante
ridacchiò a quell'osservazione ma passò comunque
alla coppia
successiva, restando leggermente interdetto alla vista di due dolci
diversi per mano di Zafrina e Kay “Non vi avevo detto di
lavorare
in coppia?”
“Sì,
ma questa qui non ne voleva sapere di cucinare un dolce con me
così
ognuna di noi ha preparato il suo.” spiegò Kay
spingendo in avanti
il suo tiramisù, mentre Zafrina fece lo stesso con il suo
crème
caramel ancora nello stampino, non senza lanciare un'occhiataccia
alla compagna di classe.
Crotalux
sospirò leggermente. Sperava davvero di riuscire a farle
lavorare
insieme. Vane speranze le sue.
Senza
indugiare oltre, Zafrina preparò un piatto e capovolse il
suo dolce
salvo poi sgranare gli occhi per la sorpresa nel vederlo sciogliersi
senza mantenere la sua forma, con tanto di caramello misto a tutto il
resto.
“Mmm...
mi sa che non hai usato il latte giusto, vero?”
domandò allora
Crotalux annotando qualcosa sul registro mentre Zafrina fissava con
odio Kay, la quale faceva di tutto per NON nascondere il piccolo
ghigno sulle labbra.
“Ok,
ora proviamo il tuo tiramisù, Kay.” disse Crotalux
e assaggiò
anche il suo dolce ma, sgranando all'inverosimile gli occhi, dovette
lottare contro l'impulso di sputare quello che aveva in bocca. Dopo
quasi un intero minuto, riuscì a mandare giù
“Kay... c'è del
sale in questo tiramisù”.
L'albina
rimase a bocca aperta e prese subito il barattolo dello zucchero ma,
dopo aver assaggiato un pizzico di quella polverina bianca, si
accorse di quanto fosse salato e le venne in mente una sola parola
“Zafrina...” e a questo giro fu la compagna a non
nascondere il
ghigno vittorioso mentre Crotalux cercava di non pensare al
saporaccio di quel dolce.
Mentre
l'insegnante si avvicinava ai due ragazzi, Dorein guardò il
suo
compagno “Yukiteru, puoi dirmi cos'era quella crema nel
tubetto?”
Yukiteru
lo fissò con un sorrisetto vittorioso mentre preparava il
crème
caramel su un piatto “Caramello giù pronto, forse
non è come
quello fatto sul momento ma ci aiuterà a prendere un buon
vuoto!”
e gli passò il tubetto.
Dorein
lo aprì leggermente incuriosito e lo annusò,
leccandone poi un po'
da sul sito. Dopo un secondo appena, sgranò gli occhi
all'inverosimile “Questo non è
caramello...” e si voltò verso
Crotalux che stava già correndo verso la porta per dirigersi
verso
il bagno, coprendosi la bocca con una mano.
“E'
colla di pesce con qualche colorante...” concluse Dorein con
voce
piatta mentre Yukiteru fissava il professore scappare via.
“Dici
che ce la darà comunque la sufficienza?”
domandò allora il moro
con un sorriso tirato e Dorein si massaggiò lentamente il
naso per
evitare di rispondergli.
Quando
ormai la lezione stava per volgere alla fine, Crotalux
ritornò nel
laboratorio e tutti gli studenti notarono il suo pallore.
Evidentemente la colla di pesce non gli aveva fatto molto bene.
Si
portò davanti al banco di Ireth e Fujiko, fissando confuso
il
piccolo crème caramel preparato dalle due ragazze. Era
perfino più
piccolo di quelli confezionati che si trovavano nei supermercati.
“Mancanza
di uova.” fu la sola spiegazione di Fujiko mentre Ireth
continuava
a ridacchiare dietro di lei. Crotalux sospirò leggermente e
assaggiò
il dolce, finendolo con due bocconi ma si ritrovò
piacevolmente
sorpreso nel constatare che il sapore non era così male.
Segnando
il voto sul registro, passò alla penultima coppia e
osservò il
tiramisù di Sisara e Leya, le quali fissarono il professore
con
degli sguardi calmi. L'aspetto del dolce non era affatto male ma
erano ben visibili i biscotti sbriciolati sul fondo.
Appuntando
quella cosa, l'uomo si apprestò ad assaggiarlo ma dopo un
solo
secondo masticò qualcosa di croccante. Era come una polvere
leggermente più spessa e anche dolce ma era di sicuro
l'unica cosa
solida in quel dolce.
“Avete
usato dello zucchero di canna?” domandò Crotalux e
le due
annuirono “Capisco... quello zucchero non si scioglie bene
come
quello normale, perciò si rischia sempre di masticarlo come
nel mio
caso.” spiegò poi segnando il voto e passando
all'ultima coppia,
con suo sommo piacere.
Vaiter
e Sebastian spinsero in avanti il loro crème caramel e, dopo
una
brevissima preghiera, il professore lo assaggiò.
“E'...
buono.” disse poi dopo averlo gustato fino in fondo
“Non ho nulla
da dirvi se non che la parte sotto è leggermente
bruciacchiata ma
nulla di grave.” e segnò il voto mentre i due
ragazzi si davano il
cinque.
Finalmente,
era arrivato il momento dei voti ma dato che il professore era famoso
per i suoi colpi bassi, li segnò tutti quanti con un
commento di
fianco e lasciò il foglio con la copia dei voti sulla
scrivania,
incaricando Tsuki di leggerli al resto della classe mentre lui usciva
dall'aula per andare da un'altra classe.
Sospirando
leggermente, la ragazza si alzò e prese il foglio
“Ok, eccovi i
voti con annesso commento... Tsuki e Arya, settantanove su cento, la
prossima volta lasciate il dosaggio dello zucchero ad Arya.”
la
ragazza si zittì di colpo leggermente rossa in viso mentre
alcuni
dei suoi compagni ridacchiavano.
“Zoe
e Rin, novanta su cento, il caffè decaffeinato non
è famoso per i
suoi impieghi in cucina.” e Rin cercò nuovamente
di trattenersi
dal ridere, ricevendo un cazzotto sulla testa che per poco non lo
fece svenire.
“Aileen
e Yuno, settanta su cento, ghiacciolo al crème caramel...
ottimo
contro il caldo ma non adatto alla lezione.” e questa volta
fu il
torno di Yuno di arrossire leggermente mentre l'amica cercava di
consolarla.
“Kay,
sessantacinque su cento, il sale nel tiramisù... decisamente
no.
Zafrina, ottanta su cento, per un crème caramel conta anche
l'aspetto.” e Kay lanciò un'occhiata furente alla
sua compagna di
classe la quale la fissò con uno sguardo vittorioso.
“Yukiteru
e Dorein, sessanta su cento, colla di pesce al posto del caramello
bruciato. Non servono altri commenti.” e Yukiteru si
grattò
nervosamente la testa mentre gli altri studenti scoppiavano a ridere
per la sua idea culinaria.
“Ireth
e Fujiko, settantacinque su cento, un mini crème caramel ma
per lo
meno gustoso. Purtroppo volevo un crème caramel
normale.” e Fujiko
sospirò leggermente mentre Ireth la fissò per
qualche istante “Ora
posso...?”
“Sì,
puoi fare esplodere qualcosa nel forno.” disse Fujiko e la
ragazza
dai capelli azzurri ampliò il suo sorriso, preparando
qualcosa da
mettere nel forno.
“Sisara
e Leya.” continuò Tsuki “Settantacinque
su cento, zucchero
ottimo per il caffè filtrato sul fondo dei biscotti
sbriciolati.”
e nessuna delle due ebbe qualcosa da ridire. Per lo meno non avevano
usato colla di pesce.
“Vaiter
e Sebastian.” Tsuki inarcò un sopracciglio
“Novanta su cento,
bruciatura a parte è stato il migliore dolce della
giornata.” e i
due ragazzi esultarono nuovamente, ricevendo delle occhiatacce dalla
maggior parte dei loro compagni.
“Sigh...
beh non ci resta altro da fare che prendere e tornare in classe per
la prossima lezione...” commentò Tsuki tornando
poi al suo banco
da lavoro per recuperare la sua cartella.
Al
suono della campanella, gli studenti uscirono chiacchierando del
più
e del meno, commentando la lezione appena conclusa, quando uno di
loro notò un piccolo particolare.
“Ehi
Ireth, prima hai detto di far esplodere qualcosa nel
forno...”
disse Yukiteru facendo drizzare le orecchie a Tsuki che si
girò di
scatto verso l'azzurra, la quale mostrò un ampio sorriso
inquietante
“Esatto! Credo che ormai dovrebbe mancare poc...!”
Una
violenta esplosione si udì alle loro spalle e dal
laboratorio di
economia domestica fuoriuscì un denso fumo nero, facendo
scattare
subito dopo il sistema antincendio. I getti d'acqua dal soffitto
inzupparono per bene tutti i ragazzi nel giro di pochi secondi ed un
violento urlo barbarico risuonò per la scuola, sovrastando
anche la
campanella dell'allarme.
“IREEEEETH!!!!!”
“Ehi
ma la preside Aika dev'essere una maga!” esclamò
Ireth con il
sorriso inquietante ancora in bella vista “Come ha fatto a
capire
subito che sono stata io?” e davanti a lei, i suoi compagni
iniziarono lentamente a disperarsi, dal primo all'ultimo.
*
Il
sole stava ormai tramontando e alcuni corvi volavano pigramente nel
cielo. Ormai la giornata era finita e tutti gli studenti erano ormai
tornati a casa per potersi rilassare.
Tutti
tranne diciassette ragazzi allineati uno di fianco all'altro davanti
ad un enorme muro pieno di graffiti e scritte varie.
“Ma
perché alla fine siamo finiti in punizione anche
noi?” domandò
Yukiteru sfregando una spugna contro il muro mentre gli altri lo
imitavano cercando di pulire i graffiti di Ireth.
“Perché
siete stati beccati tutti vicini al luogo del misfatto e ora il
laboratorio sarà inagibile per almeno un mese.”
spiegò Charlotte
seduta poco dietro di loro su una sedia con un libro nella mano
destra e una spada di legno nella mano sinistra.
“Non
sai stare lontana dai guai, eh biondina?” commentò
Aghisa con un
ampio ghigno ricevendo un'occhiataccia da parte di Yuno che, per
tutta risposta, le tirò in faccia la sua spugna
“Hai ragione,
infatti sono sempre vicina a te! Strana la vita vero?”
-Oh
no...- fu il pensiero generale dei loro compagni eccetto che per
Ireth la quale fissò divertita la scena.
Aghisa
la fissò con sguardo furente e le tirò la spugna
in faccia a sua
volta “Vorresti dire qualcosa, biondina?!” e si
tirò su le
maniche per poi scrocchiarsi le nocche mentre Yuno pareva intenta ad
imitarla, quando un colpo di tosse le fermò del tutto.
Charlotte
era circondata da una densa aura nera e le fissava con gli occhi
completamente rossi “Sembra che voi abbiate davvero bisogno
di
calmarvi. Quando avrete finito di pulire il muro farete trenta giri
della palestra di corsa”.
Le
due la fissarono a bocca spalancata facendo ridacchiare Zafrina,
Ireth e pochi altri ma le loro risate cessarono nello stesso istante
in cui Charlotte parlò di nuovo “Intendevo tutti
quanti voi, non
solo loro due”.
“Ma
perché?!” domandò Tsuki allibita e
l'altra fu rapida a rispondere
“Nessuno di voi sembrava intenzionato a sedare la rissa, anzi
vi
stavate godendo lo spettacolo”.
“Ma...
ma... ma...”
“Meno
parole. Più sapone. Quei graffiti sono ostici.”
sibilò Charlotte
riprendendo a leggere mentre gli altri studenti iniziavano a dire le
loro preghiere per il test del giorno successivo.
*
“Prenderò
un voto bassissimo! Me lo sento!” piagnucolò
Yukiteru sbattendo la
testa sul banco mentre i suoi compagni si sedevano ai loro posti.
“Non
ho potuto ripassare niente... è la fine...”
commentò Sebastian
con sguardo angosciato “Mio padre mi
ucciderà...”
Ormai
consci del loro destino, i vari studenti rimasero in silenzio
aspettando l'arrivo del primo professore, quando Yuno notò
un
particolare “Dorein... ti vedo stranamente calmo...”
“Lui
è sempre calmo...” osservò Zafrina
senza alzare gli occhi dal
banco.
“Più
calmo del solito... non dirmi che sei riuscito a ripassare...”
“No,
non ho neanche aperto il quaderno.” spiegò Dorein
con voce piatta.
“Allora
ti sei arreso all'evidenza di prendere un'insufficienza come
me?”
domandò Yukiteru con un sorriso tirato.
“Neanche.
Non prenderò nessun voto negativo, perché non ci
sarà nessun
test.” spiegò Dorein preparando il suo quaderno di
inglese mentre
tutti lo fissavano scioccati.
“Dorein...
cosa vorresti dire...?” domandò Tsuki con sguardo
confuso.
“Oggi
è mercoledì e al mercoledì non abbiamo
matematica. Il professore
ci ha voluto fare uno scherzo”.
Un
silenzio di tomba calò nella classe venendo poi interrotto
dalle
urla di gioia dei vari ragazzi che si gettarono l'uno sull'altro per
abbracciarsi e piangere senza ritegno. La situazione sfuggì
leggermente di mano perché iniziarono a volare anche gomme,
cancellini e penne, fino a quando una gomma non colpì in
piena
fronte Aika, la quale era appena entrata.
Il
silenzio di tomba tornò a regnare sovrano mentre una vena
iniziava a
pulsare sulla fronte della preside.
“Ero
venuta ad informarvi che il professore di inglese è assente
e che lo
sostituirò per le prime due ore...”
sibilò la preside con sguardo
assetato di sangue mentre camminava verso la cattedra, dando poi
un'occhiata al registro “Oooooh? Una verifica? Eccellente, so
già
come passeremo le prossime due in allegria.” e si
voltò verso gli
studenti “Dividete i banchi e prendete un foglio protocollo.
E'
tempo di verifica!”
L'urlo
disperato degli studenti fece tremare l'edificio fino alle fondamenta
mentre due studenti camminavano per i corridoi.
“Hai
sentito anche tu?” domandò Ashuros.
“Sì,
niente di importante. Solo una classe alle prese con una
verifica.”
spiegò Charlotte con voce calma mentre un sottile sorrisetto
si
formava sulle sue labbra.
Angolo
dell'autore:
Non
mi sembra vero... è finita... credevo di non rivedere
più questo
angolo...
Chiedo
scusa ragazzi e ragazze ma questa one-shot mi ha prosciugato le
energie... scrivere una shot scolastica AU con tutti questi OC mi
sembrava normale all'inizio... non mi sono mai sbagliato
così
tanto...
Ora
metto questa regola. Ammesso e non concesso che i capitoli extra
vadano avanti, VIETO CATEGORICAMENTE di scegliere delle one-shot
AU... veramente, non credo di poterne scrivere un'altra, soprattutto
con così tanti OC...
Spero
comunque che la one-shot (orribile per quel che mi riguarda, ormai
non ho più il tocco) vi sia piaciuta, soprattutto spero sia
piaciuta
a kaori_kuran!
Ci
vediamo alla prossima!
See
you around and have a good night!
P.S:
secondo aggiornamento della serata! La prossima fic ad essere
aggiornata sarà: Cronache di sangue!
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