An Unexpected Return

di David19494
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Coming Back Home ***
Capitolo 2: *** Reunited Family ***
Capitolo 3: *** Furinkan Idol ***



Capitolo 1
*** Coming Back Home ***


Ehilà, cari lettori e lettrici!
Ecco a voi la mia seconda fanfic :D
Dunque... è passata una sola settimana dal matrimonio fallito di Ranma e Akane.
La ragazza col caschetto è ormai decisa a rompere il fidanzamento, ma un inaspettato arrivo dal passato cambierà radicalmente le carte in tavola...
Spero di avervi incuriosito! Se sì, leggete il primo capitolo ;)
 
 
 
CAPITOLO 1 - Coming Back Home
 
 
 
Stufa.
Ecco come mi sento. Credo di essere sull’orlo di un esaurimento nervoso.
Mi sono stancata di vedere litigare mia sorella e quello che sarebbe dovuto diventare da domenica scorsa il mio ‘cognatino’. È da quel DANNATO giorno che la situazione è precipitata.
Le loro liti non fanno altro che fracassarmi il cervello.
Di questo passo temo che le mie fortune diventeranno nulle in poco tempo.
Già... se quei due si fossero sposati, ora, a distanza di sette giorni, mi ritroverei sicuramente a contare tutte le banconote guadagnate da quegli ingenui della scuola. Ma SCIAGURATAMENTE ci hanno pensato il senpai e gli altri pretendenti a rovinarci la festa...
Però, devo dire la verità, stamattina STRANAMENTE non ho assistito a nessuna disputa. Sarà forse il primo sintomo di indifferenza tra i due? Oppure avranno finalmente capito che non sono fatti solamente per litigare ogni santo giorno...
E adesso? Mi trovo chiusa in camera senza far nulla quando sono appena scoccate le 11 del mattino.
 
Nabiki Tendo, tranquillamente seduta sulla sedia della sua scrivania a ‘far finta’ di leggere un libro d’avventura che le aveva prestato Kuno, avvertì un ‘toc-toc’ proveniente dalla porta della sua camera.
 
Sospirò lievemente e disse -Avanti- con il suo solito tono glaciale.
 
La porta si aprì quel tanto che bastò a Nabiki per osservare la sorella maggiore fare capolino da dietro il legno.
 
-Nabiki, ti dispiacerebbe andare a comprare una confezione di riso al supermercato? Purtroppo ho ancora molto da fare con il bucato, altrimenti sarei andata io-
 
La diciottenne chiuse gli occhi come esasperata: però non poteva certamente sfogare tutto sull’adorabile Kasumi.
 
-Beh, sono arrivata ad un punto cruciale con questo libro e non vorrei di certo fermarmi sul più bello...- la sua scusa sortì l’effetto desiderato.
 
La maggiore le sorrise come per rassicurarla e se ne andò, uscendo nella stessa maniera in cui era entrata.
 
 
Pochi secondi dopo, la seconda delle Tendo poté udire dal corridoio che la sorella aveva girato il favore a Ranma.
 
Il ragazzo col codino accettò senza troppi complimenti, si fece dare i soldi da Kasumi e uscì di casa.
 
 
-Bwaaa, Saotome! Come dobbiamo fare con quei due?- piagnucolò il signor Tendo, mentre giocava a shogi con un panda gigante.
 
Genma estrasse uno dei suoi cartelli con su scritto "Non chiederlo a me! Sono solo un indifeso animale domestico".
 
Il povero Soun chinò il capo esasperato con un gocciolone dietro la nuca.
 
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Il fischio di un treno in arrivo alla stazione ferroviaria di Nerima si fece udire incontrastato. Dal veicolo a rotaie uscirono come sempre molte persone, tra viaggiatori e turisti di vario genere.
 
-Sakamoto, Yagami! Da adesso in poi continuerò a piedi. Voi invece fareste meglio a prendere un taxi... non credo che vogliate farvi più di dieci chilometri a piedi!- era lo voce di un ragazzo sul metro e 85, fisico pressoché perfetto, dagli occhi color nocciola coperti da un paio di occhiali da sole e capelli castani a caschetto.
 
-Ok, ma si può sapere perché chiami me e Soichiro per cognome anche qui?- domandò Sakamoto, dall’alto del suo metro e 95 di altezza. Oltre ad essere muscoloso, aveva capelli castano-rossi, occhi grigi e una carnagione più scura rispetto agli altri due.
 
-Già, Eiji ha ragione. Me lo chiedo anch’io!- fece Yagami, allargando le braccia. Nonostante fosse alto 1.70, disponeva di un fisico ben scolpito e slanciato, portava lunghi capelli neri legati in un codino ed aveva occhi scuri.
 
Tutti e tre indossavano una tuta sportiva blu e portavano, chi in spalla, chi in mano, dei grossi zaini.
 
-Tra compagni di squadra ci si chiama così, ancora non l’avete capito? Eppure sono due anni che stiamo insieme!- rispose il castano, alzando l’indice come fa un insegnante mentre spiega la lezione ai suoi alunni.
 
-Ma non stiamo facendo una partita! Va bene, ci vediamo domani alla nuova scuola. Mi raccomando, quando torni a casa dovresti riposarti, dopo il viaggio che abbiamo fatto dalla Corea!- disse il più alto, richiamando poi a gran voce un taxi che stava transitando nelle vicinanze.
 
-Ok, lo farò! A domani, ragazzi!- concluse salutandoli, prima di allontanarsi dalla stazione e prendere la via di casa.
 
Sto arrivando, papà! Non vedo l’ora di rivedere te e le mie bellissime sorelle!
 
_________________________________________
 
 
Uscire è una grande occasione per allentare un po’ la tensione... soprattutto la domenica mattina, con nessuno a darmi fastidio in mezzo alla strada.
Possibile che da quel maledetto giorno la situazione sia peggiorata? Infondo io non c’entro niente. È sempre quel maschiaccio impertinente che deve trovare un pretesto per malmenarmi! Dal matrimonio fallito è ogni singolo secondo di cattivo umore, mi evita sia a casa che a scuola. E, ovviamente, le uniche volte che ci parliamo in faccia finiamo per litigare.
Sento che prima o poi esploderò, non resisterò a lungo. Sono come una bomba ad orologeria...
 
Ranma impiegò cinque minuti per arrivare al supermercato e comprare il riso.
 
 
Sulla strada di casa però...
 
-Ehi Akane, guarda chi c’è...- il codinato sentì forte e chiaro la voce squillante che proveniva dalla sua destra.
 
Il codinato girò il capo in quella direzione e vide tre ragazze di sua conoscenza con in mano molte buste di un centro commerciale.
 
-Ciao Ranma!- esordì Sayuri, facendo un cenno con la mano.
 
-Salve ragazze- rispose lui, fissando quella al centro.
 
Akane evitò lo sguardo del codinato.
 
Avevo programmato di passare almeno una mattinata tranquilla, e invece ecco che il ‘mio fidanzato’ mi appare davanti anche fuori casa. Non lo reggo più il suo sguardo.
Domenica avrebbe potuto sposarmi invece di andare dietro alla Nan-nichuan insieme agli altri scemi.
Se mi amasse, a quest’ora saremmo marito e moglie.
Già... SE mi amasse: ma è evidente il contrario.
Non fa altro che insultarmi e farmi soffrire per poi affermare che sono io ad ucciderlo di botte!
Eppure quel giorno, al monte Hooh, avevo realmente creduto che lui mi volesse bene.
E mi sono sbagliata. Come sempre, d’altronde.
Ma adesso ho deciso: non piangerò più per lui.
Dirò a papà e al signor Genma di rompere il fidanzamento, quando tornerò a casa.
La mia sopportazione è giunta al limite.
 
Yuka e Sayuri si accorsero subito dello stato d’animo dei loro compagni di classe.
 
-A quanto pare, qui ci sono due persone che dovrebbero chiarire delle cose! Forza, andiamo Sayuri!- disse Yuka, con un finto tono sbadato.
 
-Aspettatemi!- urlò Akane, ma la sua protesta fu vana poiché le amiche avevano già girato l’angolo in fondo alla strada.
 
A questo punto dovrò evitarlo, come ho fatto fino ad ora.
 
La ragazza dai capelli blu-neri ignorò dunque la presenza del codinato e lo superò come se nulla fosse.
 
Accidenti, come è cocciuta questa ragazza!
 
Ranma la guardò con la coda dell’occhio allontanarsi pian piano da lui e decise di seguirla.
 
-Adesso basta, Akane!!- urlò lui, facendola fermare. -Sei ancora arrabbiata per il matrimonio fallito? Se è così, ti consiglio di smetterla! Quante volte devo dirti che la colpa non è mia?! Sono stufo di essere evitato ingiustamente ogni volta!-

Akane si voltò, aveva uno sguardo furente.

-Non è colpa tua?! Ti ha dato di volta il cervello? Spiegami una buona volta perché hai pensato all’acqua maledetta invece che al matrimonio!- sbraitò lei, dopo essersi avvicinata per fronteggiarlo meglio.
 
Già, forse hai ragione... ma avevo bisogno dell’acqua che avrebbe annullato la mia maledizione! Non potevi sposare me, un mezz’uomo che ti avrebbe resa infelice per tutta la vita!

Il moro restò a guardarla con bocca semichiusa per qualche secondo, dopodiché parlò.
 
-Ti rendi conto che quell’acqua mi avrebbe ridato la normalità che cercavo da due anni?! Per me era di importanza quasi vitale!-
 
La ragazza, a capo chino, digrignò i denti: stava incominciando a tremare dalla rabbia.
Rialzò lo sguardo verso Ranma.
 
-Ascoltami ben...- la lite si interruppe sul nascere. Akane aveva visto un cosa e si era bloccata a fissarla.
 
Ranma, dopo essersi voltato, capì che era qualcuno e non qualcosa. Dedusse che si trattasse di uno sportivo, avendo visto il suo abbigliamento.
 
-Akane?!- esclamò l’individuo, rimasto a bocca aperta.
 
Quella voce... non può essere! È-è tornato...
 
La mora avanzò lentamente verso lo sconosciuto, con espressione stupefatta.
 
Si conoscono? Ma chi può essere?
 
Il codinato restò a fissare la fidanzata che si avvicinava sempre più a quel ragazzo.
 
-Nobuki... sei t-tu?- chiese lei, indicandolo con la mano tremante.
 
-Ma allora non sono poi cambiato così tanto in due anni e passa...- fece il castano, con fare divertito. -Sapevo che avevi tagliato i capelli, ma non pensavo fossero così corti!-
 
-Sbaglio o ci siamo già visti da qualche parte?- domandò Ranma all'improvviso, confuso.
 
-OH, FRATELLONE!- Akane gli saltò letteralmente al collo, cadendo a terra insieme a lui.
 
-CHE COSA?! Ho sentito bene??- il codinato aveva gli occhi fuori dalle orbite.
 
I due si alzarono da terra e Nobuki, ancora stretto ad Akane, prese la parola.
 
-È normale che mi trovi familiare... mi chiamo Nobuki Tendo, e Akane è mia sorella. Tu devi essere Ranma Saotome, vero?-

Non posso crederci... ma come fa a conoscermi?!

-Esatto... non avrei mai immaginato che Kasumi, Nabiki e Akane avessero un fratello... sei forse il maggiore?- chiese Ranma, con ancora l’espressione stupita dipinta sul volto.

Nobuki si tolse gli occhiali da sole: al codinato parve di vedere una persona che conosceva da tempo.

-Mi trovi così vecchio, caro ‘cognatino’? Sono il secondo, ho 18 anni- il suo ghigno sul volto era così familiare.

-Non dirmi c-che...- fece Ranma, indicandolo e deglutendo nervosamente.

-Sì, io e Nabiki siamo gemelli-
 
 
 
 
TO BE CONTINUED
 
 
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Ok ok, ora so che mi criticherete per questa mia scelleratezza! xD
Vi sarete sicuramente chiesti come mi sia venuta in mente questa pazza idea? Beh, sto semplicemente immaginando come sarebbero andate le cose con un fratello in più per Akane xD
Non vi dico più nulla, ma solo di non fidarvi delle apparenze! :D
Sayonara,
David
 

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Capitolo 2
*** Reunited Family ***


Rieccoci finalmente, amici xD
Per via della poca ispirazione ma soprattutto del pochissimo tempo libero pubblico solo ora la storia, dovete perdonarmi! Pensavo di potercela fare nei giorni delle festività dei morti, ma purtroppo no!
Vi lascio dunque alla lettura del secondo capitolo :D




CAPITOLO 2 - Reunited Family

 
 
 
Non ci posso credere... Nabiki ha un gemello! Ora cosa succederà?

Ranma era rimasto basito davanti alla rivelazione del castano che gli era di fronte.

-Incredibile... ma come mai ho scoperto solo ora che avete anche un altro fratello, eh Akane?- domandò il codinato, rivolgendosi alla coetanea.

Cosa gli dico?!

-Io...-

Nobuki la interruppe con un cenno della mano.
 
-Spiegherò tutto a casa davanti a tutti, ok Ranma?-

-Come vuoi, Nobuki- rispose Ranma, prima di incamminarsi verso il Dojo con i due fratelli ritrovati.


Dopo qualche minuto arrivarono a destinazione. Percorsero il vialetto e si fermarono alla porta di ingresso.

-Sei pronto, fratellone?- chiese Akane, alzando la testa verso il fratello.

-Ovviamente, guardate adesso cosa faccio...- rispose lui, assolutamente a suo agio, aprendo la porta scorrevole prima di gridare:

-SONO A CASA!-
 
Si udirono, dopo qualche secondo, alcuni tonfi provenienti dalla sala da tè, dove si trovavano Genma-panda e Soun.

Quest’ultimo si precipitò all’ingresso.
Rimase paralizzato.

-Papà! Come va?- fece il nuovo arrivato, posando a terra i borsoni.

-Ma allora non era una mia impressione, sei stato tu ad urlare! Oh figliolo, bentornato!- sbraitò in lacrime il signor Tendo, prima di saltare addosso al figlio.

-Oh cielo.. fratellino, sei proprio tu?- esordì Kasumi con una mano sulla bocca, appena arrivata dalla cucina.

Nobuki in qualche modo riuscì a strapparsi dalla morsa del padre e guardò la sorella maggiore.

-Kasumi, sei sempre bellissima- disse lui, andandola ad abbracciare.
 
________________________________
 
 
Da qualche minuto ho cominciato a leggere davvero questo libro del senpai, visto il mio continuo annoiarmi.

-SONO A CASA!-
 
Quest’esclamazione dal piano inferiore fece sobbalzare Nabiki sulla sua sedia con le rotelline ai piedi.
 
Questa voce... no dai, non può essere mio fratello!
 
Con questo pensiero nella testa, Nabiki si alzò e uscì con calma dalla sua camera.
Arrivata alle scale si affacciò quel tanto che bastava per intravedere suo fratello gemello che veniva quasi soffocato dal padre. La ragazza col caschetto castano spalancò gli occhi, stupefatta.
 
È tornato davvero. Senza avvertire nessuno.
 
Cominciò a scendere le scale come un automa, con lo sguardo puntato su Nobuki che  era tra le braccia della sorella maggiore.
 
Lei ruppe il ghiaccio con un timido -Ehilà-.

Nobuki sciolse l’abbraccio e si girò dalla parte della gemella.

-Sorellina, ti trovo in forma- fece lui, sorridente.

-Anche tu- fu la risposta semplice ma allo stesso tempo contenuta di Nabiki.

-Allora, non si saluta?- disse Nobuki, allargando le braccia.

Nabiki esitò un momento, poi corse tra le braccia del gemello e si strinse a lui.

-Sono felice che tu sia tornato- disse lei, anche se moderatamente. D’altronde non piagnucolava come le sue sorelle.

È strano l’atteggiamento di Nabiki. Non l’ho mai vista così, così... fragile.
 
Ranma era rimasto a bocca aperta davanti alla scena dell’incontro tra i due gemelli.

-Dimmi un po’, Akane: sta bene tua sorella?- chiese nell’orecchio della ragazza col caschetto.

-Ma certo, baka! Devi sapere che Nobuki è l’unico essere umano, dopo la morte della mamma, capace di far cadere la barriera caratteriale di ghiaccio che Nabiki mantiene salda-

Quella affermazione lo colpì e non poco. Pensò che quella giornata stava diventando fin troppo piena di sorprese inaspettate.
 
-Chi c’è?- chiese la signora Nodoka, che era appena arrivata nell’ingresso.

Nobuki la salutò facendo un leggerissimo inchino in segno di rispetto, prima di spiegarle il tutto.

-Davvero? Questa mi è nuova! Non sapevo che avessi un figlio maschio, Soun- fece lei, rivolgendosi al capofamiglia.
 
-Perché non posi le valigie in camera e ci raggiungi a tavola per un tè?- propose Kasumi, con la sua solita dolcezza.

-Ok, vado e torno. Ranma, mi dai una mano?- disse Nobuki, riprendendo in mano un borsone e uno zaino e porgendone un terzo al codinato.
 
Ranma accettò il favore e salirono al piano superiore.
 
 
La camera di Nobuki era ignota ai Saotome: questa si trovava in soffitta, che si raggiungeva con dieci gradini in legno affianco alla camera di Kasumi, nell’angolo tra quest’ultima e quella degli ospiti. La stanza non era molto grande, ma comunque confortevole: vi erano un futon adiacente al muro, una piccola scrivania bassa vicino alla finestrella che dava al tetto, un armadio e una cassettiera in legno.
 
-Cavoli, pensavo che qui ci fosse una normalissima soffitta!-

-Possibile mai che in due anni che vivi in questa casa non ci sei mai entrato? Mia sorella viene qui due volte a settimana per rassettarla- spiegò il diciottenne, dopo aver riposto le sue cose.

-Forse hai ragione... ma il fatto è che sono stato molto, come dire, impegnato in questo periodo!- rispose Ranma, prima di cominciare a ridere insieme al castano.
 
Dopo questa breve conversazione i due ragazzi scesero in sala da tè.

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L’orologio segnava mezzogiorno in punto quando Nobuki varcò la soglia della porta scorrevole della sala.
 
La sua attenzione fu subito catturata da un panda gigante.
 
Ma allora Nabiki non diceva pazzie, Ranma e suo padre non sono normali!
 
-Lei deve essere il signor Saotome, giusto?- esordì Nobuki, sedendosi nel suo vecchio posto a tavola.

"Come fai a saperlo??" recitava la scritta di un cartello in legno tirato fuori dal panda.
 
-Beh, devo dire una cosa che non sanno nemmeno papà, Kasumi e Akane: in questi due anni sono stato in contatto con Nabiki via lettera... quindi diciamo che so un bel po’ di cose sulle avventure di Ranma, Akane e i loro pretendenti... e ovviamente sono a conoscenza delle maledizioni dei Saotome- spiegò il nuovo arrivato, prima di sorseggiare una tazza di tè.
 
-È vero, figliola?- chiese Soun, rivolto a Nabiki.
 
Quest’ultima annuì semplicemente col capo.
 
-Bobooooo!!- il panda, che aveva le mani sulle guance in segno di stupore, fu subito sommerso dall’acqua calda di una teiera gettatagli in testa dal figlio.


-Argh, figlio degenere, non potevi prendere dell’acqua meno bollente?- si lamentò Genma, appena tornato umano.
 
Fermò la sua rabbia ad un tratto.
 
Aspetta un momento! Non ho pensato ad una cosa: ma se Soun aveva un erede maschio, perché ha fatto in modo che Ranma e io venissimo qui?!


-Ehi Tendo! Ora dovrai spiegarmi un po’ di cose!- fece Saotome, avvicinandosi con aria minacciosa al suo amico.
 
-Non si preoccupi signor Genma, non ho avuto, non ho ora e mai avrò alcuna intenzione di ereditare la palestra di mio padre, se è questo che la turba- l’intervento di Nobuki accese una fiamma di speranza in Saotome.

Nobuki, a quel punto, tirò fuori dal nulla un pallone da pallacanestro e lo fece girare sulla punta dell’indice della mano destra.
 
-Che significa, ragazzo?- domandò Genma, curioso.
 
-La mia passione è il basket! Non impazzisco per le arti marziali... è per questo che non ho accettato di ereditare la palestra, capite?- la sua affermazione colse gli ospiti di sorpresa.
 
Al fratello di Akane piace il basket, ecco perché indossa quella tuta sportiva!

Ranma stava ascoltando con molta attenzione.

-Incredibile, non l’avrei mai immaginato!- esclamò Genma, piacevolmente stupito. -È per questo che non mi hai detto niente di lui, vero Tendo?-

-Già! Tanto ve l’avrei presentato quando sarebbe ritornato a casa- rispose Soun, mettendosi una mano dietro la nuca.
 
-Ora, se volete, vi dirò tutto su di me- fece il giovane Tendo. Iniziò il suo racconto.
 
Nobuki, subito dopo la morte della madre, fu l’unico, insieme a Kasumi che doveva badare alla casa, a cercare di tirare avanti senza piangersi ulteriormente addosso.
Le due che l’avevano presa peggio furono Nabiki e Akane, oltre a Soun, ovviamente.
La ragazza col caschetto blu-nero non fu subito avvertita del decesso, poiché all’epoca aveva solo 5 anni. Le era stato detto che la mamma era andata in un posto e che sarebbe ritornata un giorno molto lontano.
Nabiki, proprio per il trauma causato da quella morte, diventò col passare dei giorni sempre più fredda e calcolatrice con gli altri.
Giorno dopo giorno, Nobuki cominciò ad innamorarsi degli sport che in un primo momento riteneva utili a sfogarsi ed a scaricare la tensione. Stessa cosa fece Akane, ma con le arti marziali.
Il ragazzo però apprezzò in modo particolare la pallacanestro, vista per la prima volta in TV quando aveva 10 anni. Soun non fu sfavorevole riguardo la scelta di Nobuki, ovvero quella di fare il cestista professionista da grande, poiché aveva già stipulato l’accordo di unire la propria palestra con quella di Genma Saotome facendo sposare suo figlio con una delle proprie ragazze.
Appena giunto al liceo, Nobuki si iscrisse al Club di basket del Furinkan. All’inizio del secondo anno scolastico, però, il professore di educazione fisica e allenatore del Club, il signor Konno, ebbe una dura discussione con il giovane Tendo.

-... e fu così che decisi di cambiare aria, scegliendo la scuola superiore a Seoul che frequentavano i miei amici d’infanzia, Sakamoto e Yagami. Mi sono trovato benissimo laggiù, abbiamo vinto campionati su campionati e siamo diventati la miglior squadra, a livello liceale, del Paese- finì Nobuki, prima di terminare di bere il tè.

-Ma ora dicci perché sei tornato proprio in questo periodo... siamo nel bel mezzo dell’ultimo trimestre- la richiesta di Nabiki fece calare uno strano silenzio sulla sala da pranzo.
 
-È cominciato tutto tre giorni fa. - iniziò il castano - Stavamo facendo gli allenamenti pomeridiani, quando ad un tratto è arrivato in palestra un assistente tecnico che chiedeva di me: mi ha detto che qualcuno voleva parlarmi al telefono. Dall’altra parte della cornetta c’era un uomo che diceva di parlarmi dal liceo Furinkan; costui mi ha riferito che il prof Konno è stato licenziato una settimana fa ed ha voluto a tutti i costi che io tornassi a giocare per il liceo più prestigioso di Nerima, anche se per poco tempo, visto che sono del terzo anno. Colui che mi ha chiesto di tornare a casa è Murasami, il nuovo prof di educazione fisica: lo conoscete, vero?- domandò infine agli altri tre liceali seduti intorno al tavolo.

-Sì certo, è molto bravo!- rispose Akane.
 
-Dopo averci pensato un minuto, ho accettato la richiesta, entusiasta di ritornare a casa e di riabbracciare voi. Sakamoto e Yagami si sono offerti di seguirmi per venire a vincere il campionato primaverile giapponese-
 
-Ma allora perché non ci hai avvertiti del tuo imminente ritorno?- domandò Soun, inarcando un sopracciglio.

-Beh, volevo farvi una sorpresa... ecco tutto- fece Nobuki, guardando dapprima il padre, poi le sorelle.
 
-Ho capito... ANCHE SE NON RIESCO ANCORA A CREDERE CHE IL MIO RAGAZZO SIA TORNATO DA ME!- piagnucolò il capofamiglia, com’era di suo solito.
 
 
Dopo quel buffo piagnisteo, Nobuki chiese a Ranma di trasformarsi in ragazza.
 
-Mi dispiace, ma da una settimana sto cercando in tutti i modi di non toccare più l’acqua fred... È GELIDAAA!- sbraitò l’ormai Ranma-chan, dopo essere stata investita da un secchio d’acqua di infima temperatura gettato spudoratamente da Genma.
 
-Razza di deficiente! Io ti ammazzo!- esclamò furente la rossa, iniziando a combattere col padre nel giardino.
 
A Nobuki comparve un grosso gocciolone dietro la nuca.
 
-Oh non devi stupirti fratellino, lo fanno ogni giorno!- disse Nabiki, la quale sembrava aver ripreso del tutto la sua calma naturale.
 
Chissà... forse, ora che è tornato mio fratello, a scuola comincerò di nuovo a guadagnare qualcosa vendendo le sue foto alle ragazze del terzo che in prima sbavavano per lui!

-A cosa stai pensando con quella faccia maliziosa, sorellina cara? Questa volta non trufferai nessuno con le mie foto! Speravi che mi fossi dimenticato della tua stramaledetta mania di fare soldi, eh? Dì la verità!- Nobuki aveva una sola caratteristica in comune con la gemella: l’intelligenza.
 
Che gioia! Ora la famiglia è finalmente riunita... anzi no... manchi solo tu, mamma.
 
Akane diede uno sguardo al cielo, prima di essere chiamata a tavola con gli altri per il pranzo.
 
La giornata passò velocemente per lasciare spazio alla notte.
 
_____________________________
 
 
La mattina della nuova settimana, allo stesso tempo, non si fece attendere.
 
Questa volta ad uscire di casa non erano più in tre, ma in quattro.
 
-Sai, mi fa un certo effetto andare a scuola insieme, Nobuki, sono passati due anni dall’ultima volta!- asserì Akane, mentre camminavano in direzione del Furinkan.
 
-Beh, dovrai abituartene, scema, almeno per i prossimi due mesi!- sostenne Ranma, che camminava come al solito sulla ringhiera del canale cittadino.
 
-Guarda che l’unico scemo qui in mezzo sei tu!- ribatté lei imbronciata, facendogli la linguaccia.
 
 
In poco tempo arrivarono nell’atrio esterno della scuola.
 
-Ehi ragazze, guardate chi c’è...- disse Nabiki, rivolta alle compagne di terza.
 
Queste ultime si girarono nella direzione dei gemelli e presero a fissare quello maschio.
 
-Ma tu sei Tendo!- disse una, tremando dalla gioia.
 
Improvvisamente le ragazze cominciarono ad urlare impazzite.

-È davvero così amato tuo fratello, Akane?- chiese Ranma.

-Prima che se ne andasse all’estero era lo studente più popolare della scuola!- rispose lei, mentre guardava la folla in festa.
 
Nobuki fu presto raggiunto anche dai suoi due amici.
 
-Buongiorno ragazzi, come vi trovate qui a Nerima?- domandò lui, dopo averli salutati.
 
-Tutto bene per ora!- fu la risposta di Sakamoto.
 
-Ehi Nobuki, guarda quello, chi è?- disse Yagami, indicandogli un ragazzo dall’aria superba che si stava avvicinando a loro.

-Ma grazie! Non sapevo che mi stimavate fino al punto di organizzare una parata in mio onore!- fece Tatewaki Kuno, ridendo poi sguaiatamente.
 
-Guarda, guarda chi si rivede!- esclamò Nobuki, ironico.
 
-Aspetta, io ti conosco....non può essere! Sei Nobuki Tendo?!- si stupì Aristocrat.
 
-In carne ed ossa, Kuno!-
 
 
 
 
TO BE CONTINUED
 
 
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Ehilà, lettori!
Allora, che ve ne pare? Aspetto i vostri commenti!
Alla prossima! :D
David

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Capitolo 3
*** Furinkan Idol ***


Ehilà belli! Avendo ripreso dopo un anno e mezzo la mia prima fanfic Wi20YL, ho deciso di fare lo stesso con la seconda.
Ripartiamo dunque dal 3° capitolo!
Buona lettura ;)
 
 
 
 
CAPITOLO 3 – Furinkan Idol
 
 
 
 
Kuno era rimasto stupito e non poco dal ritorno inaspettato di Nobuki Tendo.
 
-Che diamine ci fai qui, Tendo? Sentiamo.- gli chiese poi, con tono di superbia, ritirando la sua spada.
 
-I casi della vita, amico... Vedo che non sei cambiato nemmeno di una virgola.- rispose Nobuki, sfidandolo con lo sguardo.
 
-Il Tuono Blu è sempre il Tuono Blu!- fece il figlio del preside, sguainando nuovamente il legno al cielo.
 
Nobuki scoppiò a ridere. -Tuono Blu?? Ma non ti chiamavi Meteora prima che me ne andassi? Che ridere!-

Aristocrat digrignò i denti.
 
Dannazione, questo qui doveva tornare proprio adesso?
 
Prima di partire per la Corea, il giovane Tendo era sempre stato una spina nel fianco per Kuno. Litigavano spesso per via della cotta che il campione di Kendo aveva per Akane, Nobuki era molto possessivo e si arrabbiava anche per un semplice saluto. Appena dopo la sua partenza, Tatewaki tenne addirittura un discorso riguardante il gemello di Nabiki e la stessa Akane.
 
------INIZIO FLASHBACK------
 
Tutti gli studenti del Furinkan si trovavano nella palestra per l’assemblea di inizio trimestre. Ad un tratto Kuno salì sul palco, si posizionò davanti al microfono e cominciò a parlare.

-Bene amici, il destino è stato clemente con noi. Ora che è andato via Nobuki Tendo, la sua graziosa sorellina è finalmente libera, ma ad una condizione...- si interruppe, prima di sbattere la mano destra sul banco su cui era posto il microfono. -La punizione celeste è lenta, ancorché inesorabile. Se volete uscire con Akane Tendo, dovete combattere con lei e dovete vincere! Io, Tatewaki Aristocrat Kuno, non permetterò che gli appuntamenti con lei vengano presi in altro modo!- concluse l’allora diciassettenne, ottenendo numerosi applausi da parte dei ragazzi presenti in palestra.
 
------FINE FLASHBACK------
 
-Cosa c’è, perché mi guardi così?- ricominciò Nobuki, inarcando un sopracciglio, rivolto a Kuno.
 
-Niente. Dimmi tu perché dovrei perdere il mio prezioso tempo con te, Tendo?- rispose, rinfoderando la spada.
 
-Ma se stai facendo tutto tu...- Nobuki, anche se erano quasi due anni che non lo vedeva, non aveva dimenticato affatto che strano ragazzo era il suo compagno di scuola.
 
A rompere quel clima di ostilità fu la comparsa davanti a tutti dell’uomo che tanto aveva voluto il ritorno in città del giovane Tendo. Era abbastanza alto, con un fisico ben scolpito, capelli neri e occhi dello stesso colore del suo pantalone verde scuro, e indossava una canotta bianca sulla quale dondolava un fischietto.
 
-Ah, finalmente sei arrivato Nobuki Tendo, ti aspettavamo con ansia! Piacere, io sono il professor Murasami.- esordì il moro, tendendo sorridente la mano verso il nuovo arrivato.
 
Nobuki ricambiò la stretta. -Il piacere è tutto mio prof, sono felice di essere di nuovo qui. Oh, già che ci sono, le presento Eiji Sakamoto e Soichiro Yagami: anche loro due vorrebbero giocare per il Furinkan.- disse poi, indicando i suoi amici.
 
-Bene bene, servivano forze fresche, sebbene per noi anche tu da solo potresti farci vincere il campionato! Ho visto alcune tue partite in videocassetta e mi è stato impossibile non notare la tua bravura.- esclamò il prof, entusiasta, ricevendo poi lusingati ringraziamenti dal suo interlocutore.
 
Dopo ciò, suonò la campanella di inizio delle lezioni e tutti i nostri amici si recarono nelle rispettive classi. Inutile dire che Nobuki, quando ritrovò i suoi vecchi compagni della sezione E, fu sommerso da un abbraccio collettivo, soprattutto dalla parte femminile.
 
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La mattinata al Furinkan trascorse tranquilla e arrivò il momento di assalire la mensa per gli studenti più affamati.
 
-Fate largo, ho fame!- urlò Ranma, cercando di muoversi velocemente in mezzo alla marmaglia generale che si era creata davanti al bancone dei panini con carne.
 
-Calmatevi, uno alla volta, per piacere!- fu la supplica di una delle venditrici poste dietro il bancone: per quelle poverette ogni giorno all’ora di pranzo vi era una nuova estenuante fatica.
 
Riuscito ad accaparrarsi il suo pranzo, il codinato, insieme ai suoi compagni Hiroshi e Daisuke, si affacciò ad una delle finestre che davano al cortile.
Sulla terra battuta vi era un gruppetto di persone, tra le quali Ranma poté scorgere il suo ‘cognato’, sconosciutogli fino al giorno prima, intento a ricevere numerosi complimenti dalle ragazze che erano lì presenti con lui.
 
-Certo che il ritorno di Nobuki Tendo ha letteralmente rivitalizzato il Furinkan!- esclamò Daisuke, prima di addentare il suo panino.
 
-Puoi dirlo forte amico. Ultimamente questa scuola era diventata un mortorio! Tu che ne pensi, eh Ranma?- fece Hiroshi, rivolgendosi al compagno vestito alla cinese.
 
Ranma non rispose. Fissava pensieroso il punto in cui prima si trovava Nobuki, che si era nel frattempo diretto in palestra con i suoi due amici e il prof Murasami.
 
L’idolo della scuola. Questo ragazzo ha qualcosa di misterioso. Come mai perfino Kuno, che fa lo sbruffone con tutti, appena l’ha visto è rimasto di sasso, come se fosse quasi... impaurito?
 
-Ranma? Ehi Ranma! Ci sei?- urlò Hiroshi all’amico. Lo stava chiamando già da una decina di secondi.
 
-Scusatemi ragazzi, ci vediamo dopo!- sviò il moro, dileguandosi giù per le scale prima che i suoi compagni potessero protestare.
 
 
Ranma arrivò in palestra in un batter d’occhio. Appena entrato, si vide arrivare un pallone da basket in faccia.
 
-Urgh, ma volete stare un po’ più attenti?!- sbottò il codinato, massaggiandosi il rossore sulla guancia sinistra.
 
-Scusalo Ranma, è una matricola. Non ha calibrato bene il passaggio, tutto bene?- fece Nobuki, che si era avvicinato all’amico.
 
-Sì tranquillo, ci vuole ben altro per mettermi KO.- sentenziò Ranma con fare sicuro di sé. -È il primo allenamento, vero?- chiese poi, guardando gli altri ragazzi disposti sul parquet.
 
-Già, anche se allenamento non è proprio la parola giusta. Stiamo solo imparando a conoscerci con gli altri membri della squadra, facendo una partitella di dieci minuti.- spiegò il diciottenne, prima di tornare nel rettangolo di gioco. -Bene ragazzi, ripartiamo dalla rimessa laterale. Attacchiamo!- era appena arrivato, ma sembrava che non avesse mai abbandonato il Furinkan, visto l’atteggiamento da leader che lo contraddistingueva.
 
Rimise la palla in gioco, affidandola a Yagami. Nella squadra di Nobuki vi erano lui, Sakamoto ed altri due veterani che frequentavano il terzo anno: la sfida era tra i giocatori del primo e del secondo anno e i più anziani.
 
Ranma osservava attentamente i movimenti di Nobuki.
 
Fu un'azione spettacolare. -Vola, Tendo!- urlò Yagami, alzando la palla a Nobuki, che con un grande salto la afferrò e la schiacciò di prima intenzione nel canestro avversario.
 
-YEAH!- esclamarono i suoi compagni di squadra, a pugni stretti. Nobuki ricambiò con il gesto dell’OK: le schiacciate facevano salire l’adrenalina a mille, soprattutto a chi le compiva.
 
Incredibile, ha fatto un salto degno di un artista marziale! Dopotutto proviene comunque da una famiglia di esperti in materia... non c’è dubbio, è fatto per la pallacanestro.
 
Ranma era rimasto a bocca aperta. -Allora, che te ne pare?- gli aveva chiesto Nobuki, guardandolo mentre indietreggiava verso la sua metà campo difensiva.
 
-Complimenti, davvero! Non ne capisco molto, ma il tuo talento è evidente- rispose il codinato, seriamente meravigliato.
 
Il gemello di Nabiki lo ringraziò con un pollice in su, gesto usato particolarmente nel gergo sportivo. Poi si fermò. -Aspettate un secondo. Ranma, vorresti provare a giocare anche tu?- chiese di botto al ragazzo appostato a bordo campo.
 
-Chi io? No dai, non sono molto bravo a basket...- fu la scusa di Ranma, che aveva una mano dietro la nuca mentre rideva con un gocciolone dietro la testa.
 
-Su, Nabiki mi ha detto che te la cavi bene in tutte le discipline sportive. Lei coach, è d’accordo? Tanto mancano solo due minuti.- fece Tendo, rivolgendosi al prof di educazione fisica.
 
-Ok, basta che non vi dilunghiate oltre i due minuti, visto che subito dopo cominceranno le lezioni pomeridiane.- rispose Murasami, tenendo in mano il suo fischietto.
 
-E va bene...- si arrese Ranma, entrando poi in campo.
 
Non mi farà male un po’ di movimento.
 
Entrò, al posto di una matricola, nella squadra avversaria a quella di Nobuki.
 
Nel frattempo si era creato all’ingresso della palestra un corposo gruppetto di ragazze, tutte lì per ammirare Nobuki. Si aggiunse a loro anche Akane insieme a Yuka e Sayuri.
 
-Ma che ci fa Ranma in campo?- si chiese lei, col sopracciglio inarcato.
 
 
-Bene Ranma, cominciamo! A voi la palla.- fece Nobuki, aspettando gli avversari in difesa.
 
-Saotome, marca tu Tendo, sembri conoscerlo meglio di noi!- gli disse uno dei suoi compagni, mentre portava palla.
 
-Ma se lo conosco da un solo giorno! Uffa, chi me l’ha fatto fare...- si disse Ranma sconsolato, prima di ricevere il pallone.
 
Si vide immediatamente arrivare di fronte il fratello della sua fidanzata. -Avanti!- gli disse il castano, coprendogli la visuale del canestro.
 
Ranma continuava a palleggiare senza idee, fino a quando non pensò di virare alla destra di Nobuki. Quest’ultimo però capì l’intenzione del codinato e gli rubò facilmente la palla, partendo poi subito all’attacco. Saotome imprecò e prese a rincorrere l’avversario, che con semplicità portava palla avvicinandosi pericolosamente all’area avversaria. Ranma però risultò più veloce e riuscì a mettersi davanti a Nobuki che, piacevolmente stupito, pensò di arrestare la sua corsa, sorprendendo di fatto l’avversario. -Sakamoto!- urlò il diciottenne, che, liberatosi, poté servire, con una mano sola, un assist perfetto al suo centro, che non esitò a segnare aiutandosi col tabellone.
 
-Acc...- farfugliò Ranma, irritato per aver perso il confronto diretto con Nobuki: anche se non era un combattimento, era comunque uno smacco per lui.
 
Ma ad un tratto la partita fu interrotta dall’intrusione in palestra di un omino che, per entrare, aveva fracassato una delle finestre.
 
-Ci mancava solo lui...- Ranma si mise una mano sulla faccia.
 
-Eheheh! Anche oggi bottino pieno, ragazzi!- esclamò divertito Happosai, prima di atterrare sul parquet di gioco. Prese a fissare il capitano del Club di basket. -Eh? Nabiki, perché ti sei travestita da uomo?- domandò ad un Nobuki rimasto con un grosso gocciolone dietro la nuca.
 
-Lei è il maestro Happosai, vero? Comunque si sbaglia, io sono Nobuki, suo fratello gemello.- rispose lui, prendendo il suo asciugamano posto su una panca.
 
-Come, come?! Gemello hai detto? Ma come è possibile, da dove salti fuori?- gli chiese il vecchio, posando a terra il suo bottino.
 
-Sono tornato ieri dalla Corea. Mancavo a casa da due anni, signore.- fu la sua risposta, mentre si asciugava la fronte.
 
-Tuo padre non mi ha mai detto di avere un altro figl... ahiergh!!!- il vecchiaccio ricevette un pugno in testa da Ranma. -Restituisci subito la biancheria che hai rubato, razza di maniaco!- gli urlò poi. Happosai però si alzò e tirò fuori dal nulla un secchio pieno d’acqua che scaricò interamente sul povero ragazzo, che divenne automaticamente una lei.
 
-Adesso va meglio, zuccherino mio!- esclamò il pervertito lanciandosi al seno di Ranma-chan, che però lo spedì nell’atmosfera.
 
-Oh ragazza col codino, sei venuta a trovarmi a scuola! Quanto è casto il tuo amore...- Kuno era spuntato dal nulla e si stava avvicinando a grandi falcate verso la rossa. Un pallone però gli andò a finire dietro la testa.
 
-Ehi amico, cosa fai?- Nobuki aveva interrotto la corsa del campione di Kendo.
 
-Come hai osato, Tendo! Nessuno deve disturbarmi mentre sono impegnato con la ragazza col codino.- fece Tatewaki, guardando con astio il suo compagno di classe.
 
-Neanche la tua stupidità è rimasta invariata, anzi, dovrei dire che è cresciuta! Ora falla finita.- fece Tendo, privandosi dell’asciugamano.
 
-Adesso basta, mi hai veramente stancato... scusami Akane Tendo, ma devo massacrare tuo fratello!- disse Aristocrat, prima di tirar fuori la sua katana di legno e di dirigersi velocemente verso Nobuki. Kuno però non si accorse di un reggiseno lì a terra che evidentemente aveva lasciato Happosai. Ci scivolò sopra e, cadendo all’indietro, svenne tra le risate di tutti i presenti.
 
-Infondo mi sei mancato, Kuno!- esclamò Nobuki prima di unirsi alle altre risate.
Dopo ciò, il castano vide la sua gemella, con alcune cose in mano, parlare con il folto gruppo di ragazze.
 
-Forza belle, sono tutte foto di mio fratello mentre fa i pesi, un vero spettacolo! Soltanto 1000 yen l'una, è un affare.- disse la diciottenne, facendo l’occhiolino.
 
Nobuki corse subito da lei. -Ehi, Nabiki! Mi sembrava di averti detto che questa cosa mi dà tremendamente fastidio!- urlò molto irritato.
 
-Bene, per oggi basta così ragazze. A domani per i prossimi acquisti!- esclamò Nabiki, dopo aver venduto una decina di foto, prima di darsela a gambe per evitare le urla del fratello.
 
-Torna subito qui, scema!!- ma le sue proteste non servirono a nulla.
 
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-Hai capito? Non farlo mai più!- Per tutto il percorso di ritorno a casa i gemelli non fecero altro che litigare.
 
-E dai, fratellino, che ti costa? I soldi guadagnati dalle tue foto potrei prestarli anche a te, se vorrai... anzi no, non credo.- fece Nabiki, prima di entrare in casa.
 
Ranma era rimasto come uno scemo a fissare i due gemelli fare comunella e non si era accorto del triste stato d’animo che aveva Akane, la quale si trovava affianco a lui.
La ragazza col caschetto blu-nero stava ripensando alla decisione che aveva preso il giorno prima: quella di metter fine una volta per tutte al fidanzamento.
 
 
-Papà, signor Saotome, ho una cosa urgente da dire...- disse Akane ai due adulti, dopo aver radunato loro e tutti gli altri inquilini di casa intorno al tavolo della sala da tè.
 
Ranma non sospettava minimamente a cosa volesse alludere la sua fidanzata e se ne stava seduto al suo posto con l’espressione da disinteressato.
 
-Oh bambina mia, finalmente ti sei decisa a sposare Ranma, che gioia!- sbottò Soun, interrompendo la figlia.
 
-Non dire assurdità! Tutt’altro...- la ragazza prese un breve respiro. Ranma la guardò inarcando un sopracciglio. -...io voglio rompere il fidanzamento.-

Sulla sala piombò un silenzio tombale. Nodoka si mise le mani sulla bocca, così come Kasumi.
 
-La situazione è diventata insostenibile, non credo di poter sopportare oltre.- finì Akane, che aveva sudato sette camicie per pronunciare quelle parole. Soun e Genma, dal canto loro, erano rimasti pietrificati con sguardi che sembravano privi di vita.
 
-È davvero questo quello che vuoi Akane?- le domandò di botto Ranma, alzandosi in piedi.
 
Non credevo saresti arrivata a tal punto. Akane sei una stupida!
 
-Aspettate un attimo.- l’intervento di Nobuki fermò sul nascere quella che sarebbe diventata una lite furibonda.
 
 
 
 
TO BE CONTINUED
 
 
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Eccoci qua, ragazzi! Finisce finalmente questo benedetto 3° capitolo arrivato decisamente in ritardo. Riuscirà Nobuki a convincere Akane a ritornare sui suoi passi? Vedremo...
Volevo fare una precisazione: forse lo avrete già capito, ma la seconda parte del discorso che Kuno fa nell’assemblea al Furinkan, quello nel FLASHBACK, è presa interamente dal secondo episodio dell’anime “La Scuola Non è un Parco di Divertimenti!”.
Bene, detto ciò mi congedo, spero di aggiornare presto, anche se sarà difficile visto che sarò tartassato dallo studio per l’esame di Stato xD
Sayonara :D
-David

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