Nel bagno una sera

di kuccioladisincro_2000
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO

Ok. Lei è Giulia. Una ragazza solare ed allegra, sempre con il sorriso sulle labbra e che ride delle sue figuracce. Almeno fino a quando non entrò in bagno quella sera.
Giulia doveva andare al bagno. Allora si alzò senza dire niente mentre Francesca le parlava. Le amiche si guardarono male (o almeno tentarono di guardarsi male facendosi smorfie) ma poi vinse Giulia che se ne andò in bagno. Ovviamente correndo. Perché lei è Giulia.
Comunque entrò in bagno e si accorse che non c’ era la carta igienica. Ovviamente iniziò a parlare da sola:
“Ma non è possibile! E adesso che faccio? Vediamo se al bagno dei maschi c’ è… tentar non nuoce e poi se c’ è qualcuno non lo vedo più quindi… SCIALLA!”
Entrò quindi nel bagno dei maschi “C’ È QUALCUNO?” urlò. Proprio in quel momento usci dal bagno un ragazzo dagli occhi blu. Louis Tommlinson.
Giulia sorrise. “Cercavo Carta Igienica” “È una persona?” “No è finita la carta igienica nel bagno delle femmine e sono venuta ad elemosinarla” spiegò, come se fosse un discorso normale. Ma Giulia non è normale, quindi.
Louis corrugò la fronte, non capendo se stesse scherzando, come lui e la strana ragazza gli avrebbe chiesto l’ autografo. Ma Giulia diceva sul serio. Quindi prese la carta igienica e se ne tornò nel bagno delle ragazze, con Louis che la guardava sconcertato.
Quando tornò nel bagno Giulia capì seriamente quello che aveva fatto. Insomma oltre alla figuraccia aveva anche parlato con il suo idolo e non gli aveva nemmeno chiesto l’ autografo!
Uscì dal bagno e tornò dalle sue amiche. Elisabetta la guardò e disse “Ti sei persa?” allora Giulia rispose “No, ho incontrato Louis Tommlinson in bagno” “Ovvio Giulia, stai bene si?” “Ti giuro Ludo che l’ ho visto!” “Giulia lo sappiamo che avevi qualche cosa di strano fin dall’ inizio ma adesso…. ti sei fatta?” chiese Elisabetta. Francesca la guardò preoccupata e Giulia fece una smorfia a tutte e cinque le sue fantastiche compagne di scuola. Samira invece si girò ed indicò una figura col cappuccio “Mi sa che hai ragione Giulia il tuo Louis sta uscendo adesso dal bagno."
“Allora era lui Betta, te lo avevo detto!” rise Carmina. “Quindi anche Giulia ha ragione” sorrise Elisabetta. Anche le altre si unirono al sorriso.
Ma non sapevano se lo avrebbero rivisto. Non sapevano nemmeno se si sarebbe ricordato di quella strana ragazza in bagno.
In realtà non sapevano nemmeno se loro si sarebbero ricordato del ragazzo che faceva battere i loro cuori e le faceva sorridere.

Una sola cosa era certa: quello era solo l’ inizio dell’ avventura.

MA CIAOOOO

 

Ed eccomi qui con una nuova FF!
Non ho niente da dire sul capitolo... Spero solo vi sia piaciuto!
Solo una cosa: continuo a 2 RECENSIONI.
Se volete passare all' altra mia FF,  eccola: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1817611&i=1
Gradirei che se passaste mi lasciaste anche un qualche commento, visto che è la prima che scrivo e vorrei sapere i vostri pareri...
A presto (solo se scrivete 2 recensioni)

kucciola






 


 


 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


 
HI, CAN I HELP YOU?

La giornata per Giulia era iniziata già male: la sera prima era uscita ed aveva fatto tardi. Ora, morta dalla stanchezza, era costretta a lavorare. Costretta per modo di dire, visto che lo faceva solo perché così poteva ammirare meglio gli attori. Si, perché la nostra Giulia lavorava in un bar a Cinecittà.
Comunque, quella mattina sorrideva cortese ai clienti e cercava di essere il più gentile possibile. Per fortuna nessuno le fece notare direttamente qualche errore nelle ordinazioni o Giulia sarebbe scoppiata e gliene avrebbe dette di tutti i colori.
All’ una arrivò il cast di Amici, che doveva fare alcune riprese, per mangiare. Era Venerdì, ciò significava che il giorno dopo ci sarebbe stato il finale e, con lui, gli ospiti d’ onore. Avevano voluto mantenere il segreto e non avevano svelato chi sarebbero stati. Stati perché avevano annunciato che erano più d’ uno.
Anche loro mangiarono e se ne andarono.
Giulia si guardò intorno, a destra, poi a sinistra e nessuno guardava quel piccolo bar. Finalmente si poté sedere. Chiuse anche gli occhi e si sarebbe di sicuro addormentata. Anzi, si addormentò.
Venne risvegliata da qualcosa che le tirava leggermente la manica della maglietta. Aprì gli occhi, piano piano, lasciandogli il tempo di svegliarsi. Subito dopo si ritirò indietro. Una bambina bellissima stava davanti a lei: aveva i capelli biondi e corti, gli occhi blu, come quelli di Louis Tommlinson. Si perse un’ attimo Giulia, in quegli occhi. Poi si riprese e guardò la bambina.
“Ciao!” la bambina la guardò male e rispose “H!”. evidentemente la bambina era inglese. “Hi! Are you speak italian? Can I help you?” le disse Giulia “Poco. Posso avere acqua? Mio fratello arriva ora… dopo paga!”. Giulia sorrise e si sarebbe anche messa a ridere se non fosse stato che non voleva essere scortese. “Vieni con me!” rispose “Il bicchiere d’ acqua è gratis, puoi prenderlo e poi aspettiamo tuo fratello insieme. What’s your name? How old are you?” chiese sempre Giulia. Cercava di farla sentire il più a suo agio possibile ma lei non sapeva parlare bene l’ inglese. No, non lo sapeva parlare affatto e se la cavava con i suoi ‘Come ti chiami?’ o ‘Come stai?’ ‘Quanti anni hai?’. Per fortuna la bambina non ci pensava. “Ho 9 anni” disse mostrando le nove dita delle mani. “Così!” e sorrise di quella affermazione.
Anche Giulia sorrise e non fece a meno di chiedere “Ma da quanto sei in Italia? Sai parli molto bene per essere straniera!”. La bimba la guardò male, poi disse, offesa “Io sono in Italia da due giorni – e le fece vedere due dita – ma non sono STRANIERA” finì con arricciare il naso, come se la disgustasse soltanto l’ idea.
Giulia le sorrise di nuovo e si schermì “Non è una brutta cosa, dai! Era un complimento, non ti preoccupare”, continuò a sorridere.
Parlarono per tutto il pomeriggio; la strana bimba era simpatica, un po’ eccentrica ma simpatica.
Giulia perse la concezione del tempo e si ritrovò che l’ orologio segnava le sei e Anne ci guardava facendo segni con la porta che avrebbe finito di spazzare e se ne sarebbe andata.
“Senti non è che ti sei confusa e tuo fratello ti aspetta in un’ altro posto?” chiese allora la ragazza guardando la bambina
I suoi occhi si riempirono di lacrime e fece una faccia torturata “Mi ha abbandonato? Mio fratello mi ha abbandonato? Sono cattiva, lo sapevo!” e così dicendo scoppiò a piangere. “Tesoro, sei bellissima e buonissima, davvero simpatica. Non ti preoccupare, vediamo se tuo fratello ti aspetta fuori, ti va? Oppure vogliamo provare a chiamarlo. Hai il suo numero?” le chiese gentilmente Giulia.
“Ho il numero di mamma nello zainetto però prima vediamo se mi aspetta fuori” disse la bambina e trascinò Giulia fuori dal locale.
‘Perquisimmo’ per così dire, tutta Cinecittà ma del fratello della piccolina nessuna traccia. Allora prese il numero della mamma di Phoebe dalla tasca dello zainetto e poi aspettò che la signora rispondesse.
Al terzo squillo rispose. Aveva una voce simpatica, almeno questo pensava Giulia in quel momento.
“Pronto, polizia? L’ha trovata la mia Lottie? “ “Scusa ma non sono della polizia e non conosco questa ragazza, mi spiace” “Oddio scusa è che ho litigato con mia figlia ed adesso se n’ è andata di casa! Ma lei, ha sbagliato numero?” “Non penso, lei ha una figlia di nome Phoebe?” “Si, ma mi devo preoccupare? Tutte le disgrazie a me oggi!” “Non si preoccupi, signora. È che ho trovato sua figlia da sola, probabilmente suo fratello se n’ è andato da Cinecittà perché non si trova e mi chiedevo se lei potesse venire a prenderla o mi potesse dare il numero di qualcuno che può riportarla a casa. Se vuole le faccio parlare con lei così si assicura che è tutto a posto, magari con lei la bimba si confiderà di più!” “Mia figlia non è una tipa timida, però dici che non trova più suo fratello? Ti, posso darle del tu? Ti dico subito il numero, se può scrivere…”giulia prese la sua borsa ed iniziò a frugarci dentro. Alla fine trovò una penna e poco dopo (più o meno dopo aver trovato carte di gomme, un libro sconosciuto, la macchinetta fotografica e varie penne) uscì anche un foglio. “Ci sono, signora, ci sono” “Bene allora il numero è **********.  Lo ripeto: **********. Se si è davvero perso sua sorella lo troverai attaccato al suo telefono sennò chiama il numero ********** ripeto, **********. Capito?” “Penso di si, signora. I numeri sono ********** e **********, giusto?” “Si va bene va bene. Allora attacco, arrivederci!”  “Arrivederci!” rispose Giulia educatamente. Arrivederci? Ma se non l’ avrebbe più rivista? Che strana donna, sembrava simpatica, ma strana… come la figlia.
Compose il numero, cercando di fare il più in fretta possibile ma sbagliò e dovette ricominciare daccapo.
Quando riuscì a premere ‘il tasto verde’ non dovette aspettare nemmeno uno squillo che la voce di un ragazzo rispose. “Pronto Liam, ci sei? L’ hai trovata? Oddio rispondi, cazzo!” a Giulia la voce sembrò familiare, come se la conoscesse da molto tempo, solo la voce non lui e che solo sentirla (la voce) le faceva bene.
“Si, scusa non sono il tuo amico, m-ma questo l’ avrai capito… volevo solo dirti che ho trovato Phoebe, perché è tua sorella, no? Siamo ancora a Cinecittà, ci possiamo vedere da qualche parte in particolare o la vieni a riprendere qui?” chiese un po’ impacciata. Il perché poi non lo sapeva nemmeno lei.
“No, cioè vengo io, non ti preoccupare, arrivo… arrivo, ARRIVO PHOEBE!”. Phoebe sorrise. “Allora mio fratello mi vuole ancora bene!” “Penso che non abbia mai smesso di volertene” sorrise. Sorrise anche Giulia, di rimando.
L’ unica cosa che c’ era da fare in quel momento era aspettare. Aspettare e aspettare. Aspettarono quaranta minuti.
Poi finalmente arrivò qualcuno. Era in penombra e non si vedeva bene ma sicuramente aveva una maglietta a righe bianche e blu.
La prima persona a cui pensò Giulia fu a Louis Tommlinson. Anzi alla figura di merda che aveva fatto con Louis Tommlinson.
Altre quattro figure affiancarono la prima. I ragazzi però rimanevano in penombra rendendoli invisibili a Giulia, poco distante.
Il primo si fece avanti. Giulia alzò lentamente lo sguardo. A rallentatore, come nei film. E come nei film arrivò lo shock: perché Louis Tommlinson era davanti a lei, le sorrideva anzi per poco non scoppiava a ridere. Trovava buffo che aveva pensato tutto il giorno a quella ragazzina che gli aveva sconvolto la vita, quella sera in bagno.
La reazione di Giulia? Sconvolta, pietrificata sul posto senza riuscire a parlare. Il suo idolo, con cui aveva fatto una figura di merda, era il fratello di Phoebe. Ma volevano farle prendere un infarto? Non era un po’ troppo presto per attirarla nell’ aldilà?
Louis trovava tutto questo molto buffo e sarebbe scoppiato a ridere ma vedendo la faccia della ragazza diventare prima paonazza dall’ imbarazzo e poi bianca, come se si stesse sentendo male, decise che era meglio fingere di aver scordato tutto, anzi di non averla riconosciuta.
“Salve, sono Louis Tommlinson, il fratello di Phoebe! Mi sembri familiare, non è che ci siamo mai visti?” il trattenersi dal riderle in faccia era diventato esagerato.
Giulia d’ altro canto era contentissima. Non si ricordava di lei! No, aspetta, adesso è tornata triste. Insomma da una parte, anche se aveva fatto una figura di merda, ci sperava. Ma d’ altronde, era passata una giornata ed il suo idolo si era già scordato di lei. E se lo avesse incontrato ad un concerto, in mezzo a milioni di fan? Dopo un minuto si sarebbe già scordato di Giulia? Che amarezza.
“Mi ricorderei di te se ci fossimo già visti – non era una bugia, aveva soltanto omesso la verità – e lo so chi sei, insieme a quei quattro coglioni fai parte degli One Direction, fate buona musica, ascoltabile.” Ascoltabile? Giulia si maledisse mentalmente.
Ascoltabile? Louis non pensava che a tutti dovesse piacere il loro genere e le loro canzoni ma se non ti piace o ti piace poco, non voleva saperlo. Soprattutto perché se lui non ci stava male o riusciva a rialzarsi in piedi, gli altri (soprattutto Harry e Zayn) ci stavano male. E lui non sopportava vederli tristi.
“D’ accordo lasciamo stare la musica, adesso. Phoebe vieni da fratello Tommo che torniamo a casa. Prima però ricordati di salutare e ringraziare per bene questa gentile (?) ragazza che mi ha aspettato.” Lo disse secco ed infastidito ma lei se l’ era cercata. Poi però sorrise, un sorriso sincero, perché l’ arrabbiatura gli passava in fretta.
A Giulia quel sorriso la fece sciogliere e la fece ricredere. Per un momento infatti aveva pensato che ce l’ avesse con lei e con quello che aveva detto.
A risvegliarla fu Phoebe. “Ciao, Giulia. Spero di rivederti. E se le fate esistessero davvero avrebbero la tua somiglianza, come carattere e come bellezza. Tu sei la mia fata! Devo dirlo a Daisy! Posso chiamarla adesso Louis così le passo la mia nuova Amica!” “No, cucciola. Non disturbiamola ulteriormente.”  Giulia sorrise: ma quanto era dolce quel ragazzo?
Louis di rimando, sorrise: ma quanto era bella, quando sorrideva?
Harry tossì e ridendo disse “Ti ricordo che sei già fidanzato con due persone, Boo Bear, vogliamo aggiungerne una terza? Insomma mi sono adeguato che volevi stare con me e con Eleanor, adesso vuoi anche Giulia?” ed ironizzò un sorrisetto.
Louis avrebbe voluto strozzarlo. Insomma chi si credeva di essere per sapere tutto? A lui non piaceva Giulia perché lui era fidanzato: con Eleanor.
Giulia invece arrossì. Non pensava che le sue parole fossero davvero vere ma ci sperava ed anche quello era peccato: Louis era già fidanzato con Eleanor.
“Se non dovete dirvi altro, piccioncini, dobbiamo andare Lou. Domani dobbiamo svegliarci alle dieci e andare a dormire tardi. Visto che abbiamo tutti sonno ci conviene addormentarci presto. Lo sai che Zayn ed Harry poi si devono anche svegliare un’ ora prima per sistemarsi i capelli. E Zayn se non dorme minimo dieci ore poi la mattina fa i capricci e sai quanto è odioso quando fa i capricci….” Insomma un Liam abbastanza scocciato faceva notare ai due ( imbarazzatissimi per la seconda volta che i ragazzi alludevano ad un rapporto tra loro) che sarebbero dovuti tornare in albergo.
Louis guardò sua sorella con fare dispiaciuto come a doverle far intendere che si sarebbero dovuti dire addio.
Ma lei lo guardò con occhi stralunati, poi sorrise e disse “Non ti preoccupare, fratellone, Giulia ha ancora il tuo numero di telefono!”.
Detto ciò si allontanò, seguita da un Louis sbigottito e da quattro ragazzi sogghignanti.
Giulia rimase a guardarli finché non sparirono, anche lei incredula.

MA CIAOOOOOOO
 

Finalmente ho aggiornato e presto arriverà anche il prossimo capitolo dell' altra mia FF, devo solo scriverlo, cosa da niente, no?
Ok, mi sto rintontendo con la musica dei One Direction perchè è da tre sere che metto senza Take Me Home e lo sento per fare il capitolo. desso finalmente l' ho finito.
Ve lo aspettavate questo colpo di scena? è dedicato a tutte e 17 ragazze chefinora hanno visto il mio capitolo. Ma sprattutto ad Andre66 che sono sicura recensirà! Anzi sarà una delle poche (se non l' unica) a recensire.
Ok, basta deprimermi
Aggiorno presto
kucciola

 


 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


 È TUTTA COLPA DI QUESTO STUPIDO CELLULARE. NON IO, IL CELLULARE!


Ovviamente Giulia sedeva al banco con Ludovica, Elisabetta con Carmina, Francesca e Samira.
Le prime si scattavano foto su foto che poi sarebbero finite su Facebook, sicuramente.
Le seconde invece chiacchieravano, ridevano, giocavano, insomma, si divertivano.
Francesca e Samira non erano da meno. A volte le ragazze si scambiavano notizie veloci, ridevano o si facevano gesti strani.
In realtà non era sempre così, ma questa era la lezione di inglese, tutto è possibile.
La classe era impegnata a farsi foto (come Giulia e Ludovica), a parlare ( Carmina Ed Elisabetta), a ridere e scherzare (Francesca e Samira) ma anche chattare su Facebook od al cellulare, ridere e fare battute. Alcuni cercavano anche di prendere un bel voto in inglese rispondendo ad alcune domande. Ma anche quelli si distraevano spesso e le loro risposte erano lette dal libro.
Finalmente la campanella suonò permettendo alle ragazze di uscire dall’ aula. “Finalmente ricreazione, non ce la facevo più!” sospirò Elisabetta. “Oddio, hai ragione!” continuò Giulia. “Ma tu non ci dovevi dire qualcosa?” chiese Samira. “È VERO! Dicci tutto!” continuò Francesca. Giulia sorrise, guardando le sue compagne. Le sarebbero mancate. Cosa avrebbe fatto senza tutte loro?
Uno schiocco di dita proveniente da Carmina la distolse dai suoi pensieri. “Allora?” fecero Ludovica ed Elisabetta, in sincronia. “Racconta!” continuarono le altre. E Giulia prese a raccontare.
“Ero a lavoro ieri, come al solito, quando mi raggiunse una bambina, Phoebe. Parlai molto con questa bimba e passò il tempo. Il fratello non la trovava più ma alla fine sono riuscita a chiamare e farmi dare il numero del fratello. Si chiama Louis.” “Il fratello di Ginevra? Non erano solo loro due, quest’ altra sorella da dove spunta?” “No, non quel Louis, non vi viene in mente chi ha una sorella (vabbè non solo una) che si chiama Phoebe e lui si chiama Louis?” Le ragazze si guardarono, sconcertate. Non era possibile, di nuovo? “Ok, Giulia, molto divertente, come il concerto, si va bene, lo hai incontrato, magari hai pure scoperto che è un’ alieno in missione segreta sulla Terra, no?” “No” fece Giulia “è vero! Ve lo giuro!” “Ti credo!” disse Elisabetta. “Insomma, perché dovresti mentirci? E se ci avessi mentito, SCIALLA! Dopo un po’ ti stuferesti e ce lo diresti, quindi! Però adesso racconti con tutti i particolari….” E tutte d’ accordo si ritrovarono a perseguitare Giulia facendo domande tipo “Ma che scarpe aveva Zayn?” o “Quindi erano tipo ad un metro o due di distanza da te?”. Insomma un vero delirio. Ovviamente la massacrarono anche nelle ore successive e durante quella di pranzo.
Poi Giulia riuscì ad accontentare quelle fanatiche e passarono ad un altro argomento. Quel giorno avrebbero dovuto vedere Louis (non Tommlinson!) per le ripetizioni. Un’ occasione per vedere Ginevra e per corteggiare quello schianto di suo fratello. E toccava a quella santa di Giulia chiamarlo. Come sempre d’ altronde.
La campanella suonò.
Uscirono, cercando di fare il più in fretta possibile. Ovvero, andavano a passo di lumaca. Tornata a casa Giulia cercò tra le chiamate del giorno prima, avendolo chiamato per sapere come stava Ginevra. Appena trovò il numero Louis non ci pensò due volte e cliccò su manda un messaggio
Da: Giulia
A: Louis <3
Ehi, scusa, magari ti disturbo!
Allora gg ci vediamo? Se si no c’ è bisogno di rispondere al messaggio (tanto non lo farai cmnq dopo la figura di merda ke ho fatto ieri :D)! Andiamo al solito chioschetto vicino alla scuola? Alle 5.30? Ci saranno anche le mie amiche quindi porta tua sorella!!!
Ciao,
tanto amore <3 <3
Giulia
Ovviamente il tanto amore di Giulia era molto superficiale, riguardante una chissà quale battuta di qualche tempo fa ed era convinta che anche il ragazzo non ci avrebbe fatto importanza.
Quindi si preparò, mettendosi anche un filino di trucco e uscì di casa. Mentre si incamminava mandò un messaggio alla madre per dirle che sarebbe tornata più tardi di lei. Per strada non incontrò nessuno e riuscì ad arrivare in anticipo. Trovò però tutte là ad aspettarla visto che erano andate direttamente lì che per andare a casa ci avrebbero messo troppo tempo. Lei, l’ ebrea della situazione, se ne era infischiata ed era tornata a casa.
Aspettarono fino alle cinque e mezza giocando e divertendosi. Poi iniziarono a guardarsi intorno ma continuando a scherzare. Alle cinque e quarantacinque stavano tutte girate in ogni direzione cercando di vedere dove era quel rimbambito. Alle sei in punto un ragazzo tappò gli occhi a Giulia. La ragazza urlò di scatto ed il ragazzo si ritrasse dispiaciuto. Perché aveva urlato? Quel ‘tanto amore’ significava una cosa diversa? Aveva frainteso tutto? No, impossibile.
Giulia si girò, vedendo chi l’ aveva aggredita. Perché solo una persona malintenzionata poteva aver fatto quasi sentir male tutte le sue amiche che cercavano di parlare con scarsi risultati.
Quando incontrò due occhi blu pensò di sognare. Insomma Louis Tommlinson che stava nello stesso parco dove stava lei e per di più che l’ aveva riconosciuta! Si, stava sognando.
“Dammi un pizzicotto” disse infine, credendo appunto di sognare. E se nei sogni faceva figuracce nessuno l’ avrebbe saputo.
Louis rise. Quella ragazza era davvero strana. Ma in senso buono. Forse era strana quasi quanto lui. Sarebbero stati una bella coppia. Era questo che pensava Tommlinson, guardando quegli occhi in cui riusciva a rispecchiarsi.
“Davvero? Ti farei male!” disse alla ragazza che ancora lo fissava, pensierosa. “Sono in un sogno, non può succedere nulla” rispose Giulia. Sogno? Neanche lei ne era più tanto sicura. Insomma sembrava così reale, perché la sua mente si doveva divertire a fare questi magnifici sogni e poi a vederla soffrire una volta finiti?
Il ragazzo invece era molto sorpreso: sogno? Come le era venuto in mente. Louis Tommlinson non era mai stato più vero di così.
“Sono vero” disse infatti. “È vero” dissero in coro Elisabetta, Samira, Carmina, Ludovica e Francesca che sembravano risvegliarsi da una sorta di trance.
Louis non le aveva notate ma pensò subito che dalle espressioni dei loro  volti dovessero essere fan, anche piuttosto simpatiche.
“Perché dovrei essere un sogno?” chiese Louis. “Giulia, tu NON avevi memorizzato il numero di Louis Tommlinson sul cellulare, vero?” chiese Elisabetta. “Si” rispose lei “Che male c’ è?” “Niente, sei te che hai scritto a Louis di venire qua!” “Veramente io….” Poi Giulia capì. Ed anche Louis capì.
La prima era stata una stupida, come aveva potuto sbagliare destinatario ed inviare il messaggio (pieno di ‘tanto amore’ e cuoricini) a L. T.? Un’ altra figura di merda da aggiungere alla lista.
Il secondo pensava di essere un emerito idiota. Come poteva anche solo pensare che una ragazza come Giulia (che aveva detto che non li piacevano i One Direction e che non correva dietro persone famose) poteva interessarsi a lui? Come amici, si intende.
Giulia guardò il ragazzo, imbarazzatissima e con uno sguardo pieno di scuse, quando arrivò Phoebe. “Lo sapevo che avresti detto a Louis di uscire, il mio fratellone è stato tutto ieri sera attaccato al cellulare! Ma si sono già baciati?” chiese poi girandosi verso le altre cinque ragazze. Carmina e Ludovica risero mentre Francesca tentava di spiegare “Non penso che si baceranno…” “ Hai ragione, adesso è troppo presto, torno tra un’ ora allora, d’ accordo?” disse la bambina sorridendo. Anche Elisabetta scoppiò a ridere. Giulia incenerì le sue amiche con lo sguardo cercando di farli capire di smettere. Ma loro erano brave a far finta di non capire.
Phoebe guardò quelle strane ragazze non capendo perché ridevano. “Per fortuna” pensò Louis. era già abbastanza ridicolo così. “Senti Phoe, noi non ci baceremo ne tra un’ ora ne tra dieci giorni, perché non ci amiamo, lo capisci? O, almeno, puoi provare a capirlo. Siamo amici, giusto?” chiese poi girandosi verso Giulia. “Amici.” Rispose lei, sorridendo.
Amici. Era anche più di quanto sperasse. Insomma sognava di fidanzarsi con lui ma non si può ottenere tutto dalla vita.
Amici. Era quello che voleva. Perché allora Louis non si sentiva contento?
“Io non capisco, tu lo hai chiamato!” Disse Phoebe, ostinata.
“È stato il cellulare, volevo inviare il messaggio ad un’ altra persona e lui mi ha cliccato invia su Louis ed io non me ne sono accorta” “Questa è la bugia più vecchia del mondo!” continuò Phoebe.
“Ti giuro che la colpa non è mia, ma del cellulare” disse Giulia. Phoe la guardò malissimo.
 

“È TUTTA COLPA DI QUESTO STUPIDO CELLULARE. NON IO, IL CELLULARE!”

 

MA CIAOOOOOOOO!!!!!
 

Come va la vita? Io ho gli esami, quindi non posso essere tutta vostra!!! Ma sno tornata con un altro capitolo. Vi è piaciuto? Fatemelo sapere, io non so, alle mie amiche è piaciuto!!!!
 







 


 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


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OCCHI


Per fortuna di Giulia alla fine le sue amiche si erano portate via Phoebe (con la scusa di andare a prendere un gelato) permettendo a lei ed a Louis di parlare.
Allora la ragazza iniziò a spiegare dell’ equivoco mentre lui l’ ascoltava, incantato.
Sembravano una coppia di fidanzatini, a vederli lì, seduti su quella panchina, a guardarsi e parlare del più e del meno, a ridere. Giulia sentiva che il suo idolo era proprio come se lo immaginava, che gli piaceva ogni giorno che passava. Louis invece sapeva che vedendola provava qualcosa di importante ma non sapeva che cosa. Però era importante. Di questo era sicuro.
Passarono un pomeriggio a scherzare e giocare. Ma ad un tratto arrivò una ragazza. Aveva i capelli lisci, biondi, non tanto corti e gli occhi azzurri, quasi verdi. Aveva un filo di matita negli occhi, giusto quel poco per far risaltare quei occhi grandi. Giulia la riconobbe subito: Lottie Tommlinson.
Louis sgranò gli occhi e la ragazza sorrise. “Ehi, Tommo! Non saluti la tua sorellina preferita?” “Sono IO la sua sorellina preferita!!!!!” sussurrò una voce, quasi ringhiando e lanciando occhiate di fuoco alla sorella. Si, perché chi parlava era la più piccola Tommlinson, Phoebe.
“Che ci fai qui?” continuò la piccolina. “Da qualche parte dovevo pur andare, no?” “No” rispose secco Louis. Le ragazze (erano arrivate pure loro) si guardarono e guardarono Giulia. Non capivano niente. Neanche Giulia capiva niente. Ma stettero a sentire e, se qualcuno fosse passato a vendere popcorn,  li avrebbero presi e sgranocchiati, come se stessero vedendo un film.
“Devi andartene! Capisci? Devi tornare a casa, da mamma! Non puoi abbandonarla così!” “Lei non mi capisce! Pensa che io non ami Jason e che non possiamo stare insieme! Solo perché lui ha venti anni, ma mamma lo sa che tu tradisci Eleanor con una ragazza della mia stessa età, se non più piccola? E tu hai 21 anni, non 20!!!!!” rispose lei, animandosi tutta di un botto.
Giulia la guardò e disse “Noi due non stiamo insieme” semplicemente, ma si sentì avvampare. Insomma, Louis non aveva dato peso a questa cosa (anzi, lo aveva dato ma in fondo gli piaceva che la gente pensasse questo di loro, loro).
Lottie la squadrò. “Tu vuoi farmi credere che non stavate uscendo insieme?” disse, con disprezzo. “No, ma è stato un equivoco e poi abbiamo deciso di rimanere a parlare, come amici”. Ebbero tutti e due un tuffo al cuore. Come poteva saper mentire così bene? O non gli importava davvero niente di lui se non come amico?
“Dimostramelo.” Rispose Lottie, sfidandola. Louis la guardò male, come per dire ‘non serve, non farmi fare brutta figura, voglio continuare a frequentarla’ ma lei fece finta di niente. “Beh, ti invito a casa mia a dormire finché non avrai trovato un’ altra sistemazione, visto che tuo fratello è incapace di cederti un posto.” Rispose, con la prima cavolata che le era venuta in mente, come suo solito, Giulia.
A Lottie le si illuminarono gli occhi e corse ad abbracciare l’ amica. Si, ormai erano amiche. Chi l’ avrebbe mai detto?
Poi toccò il momento delle presentazioni: la bionda si girò e fece conoscenza con Elisabetta, Francesca, Samira, Carmina e Ludovica. Louis e Phoebe non approvavano. La più piccola pensava che sua sorella aveva in qualche modo costretto a Giulia di invitarla a casa e Louis pensava che non avrebbe dovuto farlo comunque: che le costava dire che erano fidanzati? Evidentemente le costava, parecchio. E questo faceva soffrire Louis perché, come detto prima, tra loro c’ era un non-sapeva-che-cosa di importante.
Si fecero le sette e tornarono a casa.
Appena Giulia entrò, affiancata da Lottie, la madre la sgridò: le sembrava questo l’ orario di rientrare?
Poi vide la ragazza bionda accanto a lei e quando Giulia le disse che doveva rimanere fin quando non avrebbe trovato un posto dove stare, scoppiò: come si permetteva di invitare senza avvisare qualcuno che sarebbe rimasto per un periodo incerto, senza il consenso dei genitori, che nemmeno conosceva bene? Non si sarebbe presa questa responsabilità, questo è certo. Intanto però, essendo le otto e mezza, la ragazza era rimasta a cena.
Allora Giulia pensò a chi poteva chiamare:
Carmina: troppo lontana.
Samira: aveva detto chiaramente subito di no.
Ludovica: stava antipatica a Lottie.
Francesca: a lei stava antipatica Lottie.
Elisabetta, si, lei avrebbe detto si. Ne erano sicure.
Così chiamarono a casa. Rispose il padre che le passò subito la figlia. La ragazza rispose subito “Giulia? Sono le dieci e mezza, non ci possiamo sentire domani?” poi sbadigliò, lasciando intendere che sarebbe andata a dormire se non l’ avesse chiamata. “È importante” rispose velocemente Giulia, giusto per mantenere viva la curiosità dell’ amica. “Allora dimmi, dai, sono curiosa!” disse, appunto. “Beh, mia madre non vuole qui Lottie!” rispose. “Cosa, e perché? No aspetta, non me lo dire! Vado prima a chiedere a mia madre se può dormire qui, a meno che non l’ hai già chiesto a qualcun altro” “No, no, anzi vai!” rispose Giulia, ridendo.
Elisabetta uscì dalla sua camera e andò in salone dove la mamma stavo vedendo un film insieme al resto della famiglia. “Mamma, vieni un’ attimo” disse. “Cos’ è successo?” chiese la madre. Forse le voleva chiedere di uscire il giorno dopo, di solito era sempre così, poi Giulia quella sera l’ aveva pure chiamata… “Niente, a me. Però una mia amica, si chiama Lottie, non la conosci, ha dei problemi con la sua famiglia e se ne è andata di casa, non ha intenzione di tornarci. I genitori lo sanno ed anche il fratello più grande e la sorella più piccola sono nostri amici, quindi è come se avesse il consenso. Però non sa dove andare. Non è che può venire da noi? almeno finché non trova un’ altro posto! Ti prego, mamma, non la possiamo abbandonare per strada, per di più lei è qua soltanto con i suoi fratelli (che a casa non la vogliono) perché la sua famiglia è a Doncaster, vicino Londra. Dai, così imparo anche un po’ di inglese!” “Ma quando dovrebbe venire?” “La accompagna la madre di Giulia stasera” rispose sorridendo e andando a dare la lieta notizia a Giulia. “Ha detto si, può venire” disse. Si sentì gioire dall’ altra parte del telefono, segno che lì c’ era anche Lottie. “Però la deve accompagnare tua madre” continuò. “Certo!” rispose Giulia e poi, quasi all’ unisono, attaccarono.
Venti minuti dopo, solo perché non c’ era traffico, bussarono alla porta.
Andai ad aprire. “Lottie!” disse correndo ad abbracciare l’ amica che ricambiò. “Ciao, Lottie, io sono Rosaria, la mamma di Elisabetta. Ti dico che qui non sei di nessun disturbo e puoi rimanere a casa nostra fino a quando vuoi.” La bionda sorrise “Grazie, per qualsiasi cosa, posso rendermi utile, la scuola da noi è finita, quindi sarei comunque dovuta rimanere a casa, magari però uno di questi pomeriggi mi portate in giro per Roma!!” “Ovvio, andiamo noi due e magari ci portiamo dietro anche Carmina, Samira e Giulia, ti va?” sorrise Elisabetta.
“Certo! È un’ idea fantastica Ely! Non so davvero come ringraziarti, sarei dovuta ritornare a casa sennò….. è l’ ultima cosa che voglio” “Ti credo, beh, hai avuto tanto coraggio ad andartene ed hai ragione, anche se è una mossa avventata! Adesso andiamo, ti faccio vedere camera mia!”.  Così le due ragazze si trasferirono in camera. Una camera molto vuota per Elisabetta, senza tutti quei poster.
 Continuarono a parlare per tutta la notte, come due migliori amiche che si rincontrano dopo tanto tempo.
Il giorno dopo, tanto, non c’ era scuola, sciopero. Manco a dirlo, si svegliarono alle dieci. Poi presero il cellulare per rompere le scatole a Giulia. “Pronto” fece Lottie, con una voce nasale, irriconoscibile. “Chi è?” fece lei. “Nessuno” continuò Lottie. “Anzi nessuni ” aggiunse, guardando l’ amica e scoppiando a ridere insieme.
Giulia riconobbe la risata di Elisabetta e glielo  fece notare. Quelle due erano proprio matte!
“Volevamo chiederti se venivi con noi a fare il giro turistico di Roma! In due è proprio brutto!” “Aspetta che chiedo a mamma….posso fartelo sapere tra un po’?” “Certo! Intanto chiamiamo Carmina e cerchiamo di avvisare Samira!” “Ok” rispose solo Giulia e le due chiusero la chiamata., “Bene! Adesso svegliamo Carmina!” e giù le risate. Quelle due ragazze erano diventate più che sorelle! Lottie in Italia aveva fatto tanto fatica a trovare qualcuno che le volesse bene, ma adesso era diverso!
Anche Elisabetta era più che felice di aver trovato una nuova amica, per di più imparentata con Louis Tomlinson!
Chiamarono Carmina.
Uno squillo.
Due squilli.
Tra squil…. “Pronto? Chi è?” chiese una voce assonnata, no, ancora nel mondo dei sogni, tutta impastata. “Il lupo cattivo, attenta che ti mangio!” rispose Elisabetta scoppiando a ridere insieme a Lottie. “Ah, ciao Betta.” “Non sembri contenta di esserti svegliata grazie a me! Così mi offendo” continuò la ragazza riscoppiando a ridere insieme alla bionda. “C’ è qualcuno con te?” chiese Carmina, senza fregarsi della domanda che gli aveva posto. “Lottie ha dormito da me” rispose semplicemente. “E perché mi hai svegliato?” chiese Carmina. “Perché è divertente?” “Ah, certo, solo per te però!” rispose Carmina. “Ehi, calma, calma! Volevo chiederti se volevi fare un giro turistico di Roma insieme a me, Lottie, Giulia e se glielo chiedi, anche Samira!” “Ma è sicuro che vengono?” chiese Carmina. Squillò il cellulare:
Da: **********
Ok, ci vediamo alle 12.00 davanti scuola!
“Si, è sicuro che viene Giulia, ma Samira non lo so, non l’ ho chiesto, non ho il suo numero, la puoi avvisare te?” “Si, ma dove ci vediamo?” “A mezzogiorno davanti scuola!” “Ok” e spensero la chiamata. “Ok, sono le undici. Abbiamo cinquanta minuti per prepararci!” disse Elisabetta. “Bene, ma sono sempre così simpatiche le tue amiche che dicono Ok e poi attaccano?” chiese  “Si, simpaticissime!” rispose Betta. “Come te!” disse Lottie, ricevendo poi una linguaccia da Elisabetta.
Poi si fecero la doccia (separate, ovvio!), si rivestirono, si truccarono. Alle undici e quaranta erano pronte. Allora risistemarono la casa ed uscirono.
Alle 12.00 erano davanti scuola.
 Alle 12.01 arrivò Giulia.
Ale 12.02 arrivò Carmina.
Alle 12.03 arrivò un messaggio da parte di Samira: non poteva più venire.
Alle 12.04 la chiamammo (Samira).
Rispose subito, al prima squillo. “Ehi, Carmina, ciao senti non posso venire oggi!” disse “Ho visto il messaggio, perché?” “È che sto aiutando i miei al negozio….non posso!” “Veniamo a prenderti” urla Elisabetta e Carmina riattacca.
Si incamminarono e arrivarono al negozio. Samira stava riordinando gli scaffali. Entrarono. La madre della ragazza le sorrise. “Serve qualcosa? Samira ci sta aiutando a risistemare!” “Ma non può venire con noi a fare un giro….turistico?” chiese Giulia.
“Poi la riaccompagno io a casa, sono di strada” continuò Carmina. “La prego, è importante!” finirono Elisabetta e Lottie.
La signora le guardò, incerta. Quando si girò verso Samira e vide che anche quest’ ultima cercava di farle gli occhi dolci, acconsentì.
Così uscirono tutte e cinque insieme dal negozio, felici e spensierate.
“Allora, dove andiamo per primo?” chiese Elisabetta. “Colosseo!” rispose Lottie. “Colosseo” si rassegnò Giulia.
Presero la metro e dopo quaranta minuti di scherzi, giochi e risate, arrivarono.  Salirono le scale e dopo pochissimo tempo si ritrovarono davanti al Colosseo.
“Ok, siamo arrivati, questo è il Colosseo!” disse Elisabetta. “Da sola non lo aveva capito” commentò Carmina. “Veramente me lo aspettavo…..diverso!” disse Lottie.
Elisabetta 1 – Carmina 0. Palla al centro.
“Vabbè, dentro mi sa che non ci conviene entrare però intanto noi ti spieghiamo a cosa serviva” disse Samira. “Come se da sola non la avesse capito” a parlare era Elisabetta, imitando Carmina. “Magari non lo sa!” rispose a tono quest’ultima. “Non lo so” finì Lottie.
Elisabetta 1 – Carmina 1. Palla al centro.
 
 
Risero tutte e poi cominciarono a spiegare.
“Allora, nell’ antichità…” iniziò Giulia. “Ma questo pezzo non è importante!” disse Elisabetta. “E tu che ne sai?” la riprese Carmina. “Dall’ antichità…..è troppo vecchio! Ci metteremo una vita! E poi non dirmi che tu o tu Sami, sai come si è formato il Colosseo!!!!” Ok, stava facendo l’ insopportabile, ma solo perché stava cercando una scusa plausibile al bluff di poco prima.
“Stavo scherzando, ma fattela una camomilla eh!” disse e scoppiarono tutte a ridere. “Allora ce la facciamo insieme!” rispose Elisabetta. “Ci sto!” concluse Carmina.
Partita finita. Tutte e due le squadre alla vittoria. I giocatori si scambiano un gesto di pace con la mano.
“Vabbè, nel Colosseo si facevano delle gare, hai mai visto Asterix ed Obelix alle Olimpiadi?” disse Samira.
Lottie annuì “Ho capito” disse.
“Ok, prossima tappa?” fa Giulia.
“Mmmmm, boh, piazza Navona?” disse Elisabetta.
Giulia sbuffò, ma poi annuì, insieme alle altre.
“Piazza Navona?” chiese invece Lottie.
“Si” iniziò Samira. “È una delle piazze più care ai romani e ai turisti, il luogo ideale dove intrattenersi stando comodamente seduti al tavolino di un bar tra sculture e architetture barocche. Piazza Navona sorge nel luogo dell'antico stadio di Domiziano, ha una forma così, tipo ovale. Nella piazza furono organizzati spettacoli ludici e sportivi. Nel mese di agosto la piazza veniva allagata chiudendo gli scarichi delle fontane, per offrire un po' di frescura ai romani. L’attrazione principale di Piazza Navona è la Fontana dei Quattro Fiumi di Bernini, lo conosci? –annuì- Di fronte alla fontana sorge la chiesa di Sant’Agnese in….oddio, come si chiama?” “Agone” rispose Giulia e Samira continuò ”.  Però ci sono anche altre due fontane “ “Io me la ricordo perché alla Befana vado sempre alle bancarelle, ma Sami, tu queste cose come le sai?” disse Elisabetta. “Ti ricordi la ricerca di maestra Simona sulla befana? Beh, mi sono ricordata quella, tutto qui.” “WoW, Sami” disse Carmina “E te lo ricordi ancora?” chiese Giulia “Vabbè!” disse Samira.
Poi ci avvicinammo, mentre Samira parlava continuavamo a camminare, ed andammo a sederci accanto ad una fontana.
Elisabetta, non contenta che la partita fosse finita in parità, schizzò un po’ Carmina, che rispose subito ed iniziò la guerra: Carmina nel tentativo di schizzare Elisabetta aveva preso in pieno Giulia che aveva tentato di vendicarsi colpendo Samira. Insomma alla fine si stavano schizzando tutte. Anzi, non tutte. Lottie era ancora tutta asciutta essendo rimasta in piedi. E proprio quest’ ultima fece una foto.
Una foto, si, come i turisti. Ma non la fece a una delle tre fontane o alla chiesa. No, la fece a quelle quattro ragazzine che si tiravano l’ acqua, che ridevano, che scherzavano, che facevano semplicemente parte della sua vita. Sembrava strano ma erano diventate così tanto amiche solo in un giorno, ma come si poteva non amare quelle ragazze?
Ma quelle videro il flash, o sentirono il ‘clic’ (ovvero il suono della macchinetta che in realtà non sarebbe ‘clic’) e si girarono.
“Ci hai fato una foto?” fa Giulia. “Secondo te? No, guarda, la macchinetta la tiene per bellezza!” dissero Carmina ed Elisabetta in coro, per poi scoppiare a ridere.
“Colpevole!” disse Lottie unendosi alle risate. Anche Samira e Giulia non poterono far altro che ridere. Ma in che razza di posto, con che razza di persone erano capitate? Proprio non lo sapevano.
Poi Lottie chiese il permesso (cioè annunciò più che altro) che si sarebbe fatta un giro da sola.
“Pensavo che potremmo andare per ultimi due luoghi a San Pietro e alla Cappella Sistina” disse Elisabetta appena Lottie tornò.
“Si, ma prima avete delle monetine?” chiese Giulia. “Si” risposero le altre (non tutte insieme, non sono mica sincronizzate) “Bene, allora si va alla Fontana di Trevi!!!” “È una fontana!” disse Carmina. “Maddddai!” commentò Samira. “Vabbè!” rispose Carmina. “Ma perché dobbiamo avere una monetina?” chiese Lottie.
Rispose Elisabetta: “La leggenda narra che se lanci una monetina nella Fontana, si avvererà un tuo desiderio. Progettata da Nicolò Salvi, la Fontana riceve le acque dai tempi di Augusto. Tema centrale dell'opera è il mare. Sia chiara una cosa: soltanto Anita può permettersi di fare il bagno nella fontana. Se ci provi te, dovrai fare i conti con le forze dell'ordine che non la prenderanno troppo bene. In pochi notano un particolare che, si dice in giro, fu realizzato semplicemente per ripicca. Sulla destra della Fontana di Trevi si trova un vaso di travertino, detto "Asso di coppe" che secondo la leggenda fu messo lì da Salvi per coprire la visuale dalla bottega di un barbiere che criticava continuamente il lavoro dell'architetto. “
“WoW, sono curiosa di vedere questa fontana!” “Beh, eccola lì!” disse Giulia, indicando la sua destra.
Lottie prese la monetina, si girò, in modo da trovarsi di spalle alla fontana e fece segno alle altre di fare come lei.
Al tre di Samira lanciarono tutte la monetina ed espressero il loro desiderio. Ma siccome è un desiderio non si può svelare, o non si avvererebbe.
“Cos’ hai desiderato?” chiese Carmina a Lottie ma la bionda venne interrotta da Elisabetta. “Non glielo dire!!!! Il desiderio sennò non si avvera!” “Vabbè, dai, chi se ne frega, dimmelo!” rispose Carmina, quasi supplicante. “Ha ragione Ely, non te lo dico.” “Betta, però! Non glielo dovevi dire. Adesso mi dici il tuo!” “No!” rispose lei. Carmina tornò a Lottie “Dai, me o dici?” chiese “No.” Rispose lei, scoppiando a ridere e cominciando a correre.
Carmina iniziò a rincorrerla ed Elisabetta dietro di lei, tentando di fermarla. Samira e Giulia presero a correre, la prima difendeva Carmina (più che altro perché sennò stava da sola), la seconda era indipendente. Cercava di acchiappare tutte.
Rimasero un’ altra mezzora così ma poi decisero che erano stanche e presero la metro che le avrebbe portate a San Pietro.
Durante il viaggio parlarono del più e del meno. Lei raccontò di Londra, del suo fidanzato. Loro di Roma, dei loro amici, della scuola.
Arrivati a San Pietro le ragazze si accorsero che sapevano così tanto e poco di quella chiesa che si avvicinarono a quelle guardie (guardie? Sembravano più pagliacci, con le loro uniformi colorate) e Samira, timida ma forte, chiese se poteva farci da Cicerone (?) o almeno spiegarle qualcosa.
Lui chiese il cambio, poi ci fece entrare proprio dentro e iniziò il suo discorso:
“Con la sua cupola michelangiolesca e la monumentale facciata, la Basilica di San Pietro domina lo scenografico portico a colonnato di piazza San Pietro, capolavoro architettonico del Bernini. Cuore della Chiesa cattolica, la Basilica sorge laddove nel 324 Costantino fece costruire un santuario in onore del Primo Apostolo che proprio in quel luogo fu crocifisso e sepolto. Nel 1506, papa Giulio II incaricò Donato Bramante di progettare la costruzione di quella che sarebbe stata la più grande chiesa del mondo (22.000 mq di superficie). Bramante, Michelangelo, Giacomo della Porta, furono solo alcuni tra gli architetti che si successero nella “fabbrica di San Pietro” negli oltre cento anni impiegati per completare la grandiosa opera. I maggiori artisti del Rinascimento romano e del barocco, vi hanno lasciato capolavori di straordinaria bellezza, basti pensare alla meravigliosa Pietà di Michelangelo, alla Cattedra di S. Pietro, al monumento di Urbano VIII e al sontuoso Baldacchino del Bernini. Luogo imperdibile dunque per pellegrini e visitatori di tutto il mondo. Il papa attuale è Francesco. È tutto ragazze!”
“Grazie!” risposero e poi decisero che, data la gente, sarebbero andate subito ai musei vaticani.
Lì stettero per più di due ore, abbastanza lunghe, perché non potevano scherzare come prima. Ma era fantastico vedere come si mettevano di impegno a cercare di farle capire qualcosa in più di quello che sapevano loro (?), cosa impossibile.
Alla fine tornarono a casa, distrutte.
Erano le sette, ma avevano già avvisato: sarebbero rimaste a casa di Elisabetta per cenare.
Dopo cena Carmina e Samira se ne andarono con la madre di quest’ ultima mentre Giulia aspettava la sua di madre.
Poi suonò il campanello. “Finalmente!” urlò Giulia. "Tu!" urlò una voce così piccina, ma così arrabbiata. "Pelchè?" chiese poi, scoppiando a piangere.
“Pelchè? Cioè perché cosa? Non capisco, non piangere!” disse Giulia, tentando di consolare la bambina.
Si, perché Phoebe Tomlinson era entrata in casa, come una furia. “Lasciatemi!!!! Sono arrabbiata con tutte e tre! Pensavo di potermi fidare della fidanzata di mio fratello e della ragazzina che mi ha comprato il gelato! Invece volete tutti più bene a lei che a me!”
“Questo non è vero…” iniziò Elisabetta. “Per me si, ora con permesso!”
E così, offesa a morte se ne andò, come era arrivata.
Ma prima che la porta si chiuse due occhi celesti incontrarono quelli di Giulia, due occhi stanchi, cerchiati di rosso.

Due occhi che Giulia avrebbe riconosciuto ovunque.

MA CIAOOOOOOOO
 

La devo smettere, non ci riuscirò mai!
Almeno ditemi com' è questo capitolo!
Entra in gioco la figura di Lottie e nel prossimo anche gli One Direction.
Cioè tutti visto che si parla di loro solo nel prologo e neanche troppo bene per i miei gusti. Miei gusti? L' ho scritta io la storia!
Vabbè, lasciamo perdere!
Comunque vi è piaciuto? Volevo farvi capire che rapporto c' era tra loro, le ragazze, sarà importante poi.
Il banner? Cosa ne pensate? Lo ha fatto
franci_una_direzione!!!!!
Ringrazio anche
smookie97 per il suo supporto, grazie a tutte e due!!!!
Adesso vado, non so quando aggiornerò, oltre agli esami tra una settimana parto e vado in vacanza (fino all' inizio della scuola) e non avrò internet per molto tempo (cercherò di aggiornare comunque ma molto dimeno che adesso, penso)!
A presto, cioè molto tardi,
Baci, mi mancherete (anche se non vi conosco e molte di voi non le ho nemmeno mai sentite),
kucciola

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


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TU, NEL MIO LETTO, IO…. COSA È SUCCESSO?

Giulia si risvegliò nel suo letto, felice. Di solito si svegliava felice perché aveva visto Louis ma l’ incontro della sera prima (diciamo che più che un incontro, uno scambio d’ occhiate) non poteva donare quell’ effetto.
Forse si era scordata qualcosa a riguardo della sera prima. No, si era scordata praticamente tutto dopo quella occhiata. Era svenuta, a quanto aveva intuito e si ricordava solo un odore fantastico, di casa (?) che l’aveva portata a letto. Suo padre, ovvio.
Ma qualcosa si mosse nel letto e suo padre divenne meno ovvio. Due pensieri si fecero spazio nella testa di Giulia:

  1. Mio padre è partito due giorni fa e tornerà tra due settimane.
  2. Oddio, magari sono stata molestata mentre ero svenuta ed adesso è ancora in casa. Cosa gli dico?

Cosa gli direbbe? Beh, lasciamo stare, va’.
Qualcosa si continuava a muovere nelle coperte. Giulia rabbrividì consapevole che aveva dormito tutta la notte accanto ad uno/a sconosciuto/a   e del fatto che era dietro di lei in quell’ istante. Per giunta era sveglio ma la ragazza non si girò a guardarlo. Lui pensava ancora che stesse dormendo.
Rabbrividì di nuovo.
Un braccio allora cinse la sua vita, facendola sentire al caldo ma, soprattutto, al sicuro.
La ragazza inalò il profumo, un profumo davvero fantastico e poi sospirò. Si stava innamorando di uno sconosciuto pericoloso.
Cioè, questo pensava Giulia. Il ‘molestatore’ la pensava in un altro modo.
Infatti la ragazza era svenuta e lui, da galantuomo, l’ aveva presa in braccio e portata fino a casa, dato che la povera madre non ce l’ avrebbe mai fatta. Poi l’ aveva distesa sul letto ma non era riuscito a scollarsela. Neanche dieci secondi dopo e si era addormentato anche lui.
Giulia decide di svegliarsi. Con tanto di premio oscar optò per un fantastico sbadiglio ed una stiracchiata.
Il ragazzo (si, era un ragazzo)sorrise. Giulia lo percepì ed ebbe paura. Dov’ era finita la Giulia che non aveva paura di dire in faccia la realtà? Non se n’ era mai andata, avrebbe affrontato la questione da donna.
“Senti, cosino, non mi molestare mai più perché adesso mi giro, vedo la tua faccia e poi vado dritta dritta dalla polizia a denunciarti! Insomma, perché me? Per di più, perché me svenuta? Ma sei idiota? E non provare a difenderti, è colpa tua, lo so….” Non finì di parlare che si girò, trovandosi a faccia a faccia con due occhi azzurri che aveva imparato a riconoscere.
Louis Tomlinson sorrise, dicendo “Se fossi venuta a letto con me lo sapresti, io non sono così stronzo” “Io…io… scusa….non sapevo… io…. Louis….” non finì di parlare, rossa in viso.
Il ragazzo la guardò male, non riuscendo a capire, poi, come se glielo avesse detto un uccellino ricompose la frase “Aaaaa, Mi dispiace, Louis, non sapevo che eri tu! Ecco cosa volevi dire, furbacchiona!” e scoppiò a ridere.
Sentendo quella risata anche Giulia scoppiò a ridere.
E continuarono a ridere ed a scherzare come due bambini (cosa da spettarsi da Louis Tomlinson)fin quando una voce li interruppe.
La madre di Giulia entrò nella stanza, sorridendo ai ragazzi e dicendo “È pronta la colazione, Louis, Giulia, perché non scendete? Ah, Louis, ho chiamato tua madre per avvisarla della tua momentanea permanenza qui, una donna davvero molto simpatica!”
Louis sorrise, imbarazzato e Giulia si sentì morire.
Insomma aveva appena rimediato alla sua colossale figura di merda e ci pensava sua madre a metterla in soggezione!
Per rimediare sorrise e guardò Louis “Meglio se scendiamo!” disse.
Scesero, nessuno dei due con l’ intenzione di parlare se l’ altro non avesse fatto la prima mossa.
Il problema era che Louis lo sapeva come sapeva che Giulia (pur essendo imbarazzata quanto lui) non si sarebbe mai scusata al posto della madre. Non che avesse fatto nulla di male ma Louis avrebbe preferito, almeno avrebbero avuto un argomento di cui parlare.
Giulia invece pensava che per la prossima figuraccia (perché era divenuta ormai un abitudine, ci sarebbe stata) avrebbe dovuto preparare una lista di argomenti.
Ad un tratto però le venne in mente un argomento degno di nota: gli One Direction.
“Lo sai che a Louis Tomlinson piacciono le carote? È così bello nella sua stupidaggine! Lo conosci, vero?”
“Piacere” cominciò Louis “mi chiamo Louis Tomlinson, mi piacciono le carote e sono bello nella mia stupidaggine!” continuò.
Ok, Giulia, domanda stupida. No, molto stupida.
“Si lo sapevo, volevo solo essere sicura che tu e i tuoi amici non diceste stupidaggini a quelle povere depresse delle vostre fan. Solo per questo!” si salvò Giulia.
“Pensavo che fossi diventata Directioner!” disse Louis, sospirando. Ora iniziava a capire quel provare una cosa ma non sapere che cosa.
Era perfetta per lui, lo aveva capito, ma non era una Directioner.
Mancava l’ ultimo punto della lista, il più importante. Ed allora valeva la pena lasciare Eleanor (a cui non mancava niente, la vera e propria perfezione) per una ragazza a cui mancava qualcosa? No, proprio no.
“Non sono una Directioner, ma una Crazymofos”  sussurrò Giulia, riuscendo a non farsi sentire.
Doveva evitare di lasciarsi andare con Louis, era troppo tardi per ammettere che gli piacevano gli One Direction, che erano i suoi idoli e che aveva un’ attrazione particolare per Louis.
Fecero colazione in silenzio ma questa volta nessuno dei due voleva parlare.
Fu Louis però ad interromperlo dicendo “Beh, io vado, si è fatto tardi ed i ragazzi mi aspettano per provare”. Tentò un sorriso, invano. Dispiaceva anche a lui andarsene da quella casa tanto accogliente, da quella persona tanto accogliente.
“D’ accordo, ciao Louis” disse la signora di casa, scendendo le scale.
“Giulia, lo accompagni alla porta?” disse poi.
La ragazza sorrise ed annuì.
Allora raggiunsero la porta.
“Ciao” disse Giulia. “Salutami Lottie” disse Louis, rattristandosi per un istante. “Louis, io…insomma, la voglio aiutare. È simpatica e poi magari appena le passa torna a casa, insomma….cos’ ha di tanto male il suo ragazzo?” “Giulia, non voglio litigare, sono cose che non ti riguardano, la pensi così? È meglio se non ci sentiamo più, allora!”.
Louis era praticamente fuori quando Giulia lo richiamò.
Non ci pensò due volte e, contento, tornò da lei correndo (o meglio, saltellando velocemente).
“Dimmi!” le disse, incantandola con uno dei suoi fantastici sorrisi.
“Beh, non dovrei, ma…capiscimi, la curiosità è troppa, non ti avevo chiesto prima….” Sospirò, la nostra Giulia e prese coraggio “Tu, nel mio letto, io… COSA È SUCCESSO?!?”
 

!MA CIAOOOOOOOO!
 

Come va? Ecco un altro capitolo, corto, ma il prossimo (che dovrei postare tra un po') sarà molto meglio (anche se penso sarà corto).
Sono gli ultimi due capitoli prima delle mie vacanze e poi le mie storie verranno sospese per l' estate!
Baci,
kucciola

 






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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


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                                       STOLKING
Diario di Harry
È da tanto che non ti scrivo, caro diario, ma sono stato impegnato. Per iniziare, ti dico, che oggi uscirò con Samira. Non sai chi è? Già, devo iniziare da un po’ di tempo fa per spiegartelo.
Non capivo perché Louis ci avesse chiesto di seguire le amiche di sua sorella. Cioè, capivo che voleva sapere come stava ma poteva direttamente chiederlo, non dico a lei, ma alle altre ragazze.
Ad ogni modo, seguivo Samira già da un po’ di giorni ma ancora non avevo trovato niente di quello che interessava a Louis. ma avevo scoperto che a me, invece, interessava.  Mi interessava che aveva un gatto e che sua madre aveva un negozio e a volte Samira l’ aiutava. Vive in una stanzetta violacea circondata da cose sui One Direction, è una mezza pazza (in senso buono) e poi ha una sorella, va bene a scuola e il suo gatto si chiama Silvestro, ha un giardino da urlo ed anche la casa è molto carina e non so perché è incazzata con una certa Francesca !
Ogni volta che la guardavo, cercando di non farmi vedere, speravo che non andasse da Lottie, per vederla anche il giorno dopo. E lei, come se lo sapesse, non ci andava. Ed io continuavo a vederla.
Ci si può innamorare di una ragazza in tre giorni? No, non si può. O almeno così pensavo. Beh, non ero sicuro di cosa provavo per quella ragazza ma mi piaceva. Più di quanto dessi a vedere.
Quel giorno quindi mi svegliai con la certezza di andare da lei. Ci andai? Si, ovvio.
Camminai arrivando dove stava la sua casa. Sapevo che il giorno prima era andata a dormire dalla zia e aspettavo che tornasse. Glielo avrei detto, una volta per tutte.
Quando arrivò, però, era con tutta la sua famiglia. Non poteva presentarsi così.
Allora continuò a seguirla per tutta la giornata cercando di trovarla da sola.
Quel giorno, però, sembrava che Samira avesse capito, molte volte si girava indietro e non voleva che qualcuno la lasciasse sola. Forse aveva capito ma non aveva capito. Insomma pensava che io fossi uno stolker ma non aveva capito che ero io, quindi aveva paura. Ed io avevo paura che lei avesse paura di me.
Ma non poteva essere sempre insieme a qualcuno. L’ occasione arrivò. I suoi genitori uscirono di casa alle tre per andare al negozio e sua sorella alle quattro, con delle amiche. Non sapendolo, Samira non era uscita con i suoi ed era sola a casa.
Esitai, ma poi mi feci coraggio ed arrivai fino alla porta.
Ok, adesso dovevo solo suonare. Ma qualcosa me lo impediva. E se poi si scopriva già fidanzata? No, l’ aveva osservata bene. Ma se non le piacevo? Era una nostra fan, però. E se non volesse perché aveva paura dei commenti delle fan o della stampa sempre addosso? Meno canne Styles.
Si, mi chiamo Styles quando parlo con me stesso, fa più macho.
Ero pronto, dopo l’ allegra conversazione con la mia testa, per bussare alla porta. Ma Samira mi aprì, dicendo “Che ci fai qui? Aspetta, ma tu sei Harry Styles!” e per poco non mi sveniva di fronte.
Il mio primo pensiero però fu rivolto alla sua bellezza: quanto era bella quando si agitava tutta!
Samira mi guardò perplessa, evidentemente avevo la bava alla bocca, poi mi disse “Che ci fai qui? Insomma, in realtà io non ti conosco, tu non mi conosci, io ti ho visto perché sono tua fan, ma tu non mi hai mai visto, cosa ci fai qui?” finì. “Ehi, prendi aria. Sono (come già saprai, essendo nostra fan) un amico di Louis che mi ha parlato, diciamo così? Di te. Beh, mi ha incuriosito e sono venuto qua. Volevo chiederti di uscire ma se tu non vuoi…..” mi sentii morire soltanto a pensare ad un rifiuto.
“Eri tu che mi seguivi oggi?” chiese lei. Decisi di non mentirle. “Beh, si, come ieri e l’ altro ieri. Louis mi aveva chiesto di tenerti d’ occhio casomai fossi andata da sua sorella per sapere sue notizie ma io, boh, mi sento attratto(?), non so se sia la parola giusta, da te. Ti ho osservata, ormai ti conosco meglio di me stesso e vorrei che anche tu mi conoscessi meglio. Se vuoi, posso passarti a prendere domani, magari andiamo al laghetto e poi ti riaccompagno a casa, ti va?” “Mi va? E me lo chiedi? Certo!” rispose Samira.
Sorrisi, convinto che sarebbe andato tutto bene e lei mi salutò con un “A domani!”. Agitai la mano e feci dei passi indietro, mentre lei chiudeva la porta.
Stavo tornando nei miei passi quando sentii una porta aprirsi ed una voce esclamare “Comunque, di a Louis che Lottie sta bene, ma tranne Elisabetta e, poco, Giulia, nessuna di noi andrà a trovarla. Non vuole nessuno tranne loro due. Questo stolking è inutile!”. Io risi e lei richiuse la porta.
Era andato tutto bene, adesso non mi toccava che andare a casa e preparare la giornata di domani.
 
DIARIO DI SAMIRA
Sono appena tornata a casa dall’ appuntamento, caro diario, adesso ti racconto.
Ero un po’ sconvolta dal fatto dello stolking ma mi ero ripromessa di perdonarlo. Quindi quando la mattina dopo (alle nove e quarantasei, più dieci secondi, in punto) mi venne a prendere, mi dimostrai cordialissima.
Lo feci entrare, tanto Melissa ronfava ancora e mamma e papà erano andati in negozio. avevano detto che andava bene che uscivo, basta che tornavo per le quattro.  Io avevo acconsentito.
Comunque, lo feci entrare e lui aspettò pazientemente che io andassi di là per prendere la borsa e metterci dentro quello che mi sarebbe servito. Ovviamente per borsa intendevo quella che mi ha regalato Giulia, con la scritta 1D e il portafoglio abbinato.
Quando riscesi mi squadrò da capo a piedi. Indossavo la canottiera celeste con sopra la maglietta a maniche corte rosa/arancione con la scritta: I am in love with you and all your little things <3
Poi dei jeans. Pensavo andasse bene. Non mi ero truccata, non mi piaceva, poi loro dicevano sempre che gli piacciono le ragazze ‘al naturale’.
Mi stavo preoccupando, però, di non piacergli. E se poi invece diceva che mi pensava diversa? Insomma non mi importava molto di quello che pensava la gente ma lui era… Harry Styles, la mia vita!
Lui mi sorrise, incoraggiante e mi porse la mano. Io l’ accettai subito e dopo di che uscimmo.
Davanti casa c’ era la sua auto (come non riconoscerla?) e così entrammo.
Eravamo l’ uno accanto all’ altra, con io che lo guardavo, incantata e lui che teneva fissi gli occhi sulla strada. Ogni tanto, però, mi guardava e sorrideva. Che bel sorriso che aveva” e quelle fossette? Semplicemente fantastiche.
Arrivammo al parco ed iniziammo subito a girovagare, senza una meta precisa. Parlavamo e lui mi teneva per mano così da far sembrare agli altri di essere una coppietta. Lo eravamo? Oddio, che domande difficili.
So solo che ad un certo punto devo aver detto qualcosa che lo fece scattare perché disse “Se ti prendo…” .
Iniziai a correre e lui dietro di me. Non so quanto resistetti ma alla fine lui mi prese e cademmo insieme, sull’ erba. Continuammo a ridere fino a quando un marocchino si avvicinò a noi.
“Vuole lei rosa per fidanzata? Solo 2 euro” diceva. Io arrossii cercando di dire che noi non stavamo insieme ma Harry non me lo permise dicendo “Certo, ecco a lei” disse. Il signore mi porse la rosa che Harry gli aveva indicato. Era rossa, l’ unica del mazzo.
“Questo è perché tu sei unica” mi disse dolcemente.
Io arrossii ancora di più. Ma quanto era dolce quel ragazzo? Infinitamente tanto.
Ma si fecero le tre e dovetti tornare a casa. Ovviamente mi accompagnò lui in macchina.
Iniziammo a ridere e scherzare ma soprattutto io risi.
Poi uscimmo e arrivai al portone. “Ci dobbiamo salutare” disse lui, dispiaciuto. “Ci rivedremo?” dissi io. “Si” mi disse lui.
“Mi devo fidare?” ero ansiosa, capitemi, pensavo fosse molto da un’ uscita e via, verso nuovi orizzonti, magari era solo per divertirsi, lui poteva avere di meglio.
“Te lo prometto. Tieni - continuò poi, togliendosi la sua collana e porgendomela - prendila e ricorda: da oggi sei la fidanzata di Harry Styles” mi sentii svenire, ma non lo feci, non volevo rovinare quel momento per me così magico.
“Dici davvero?” dissi. Ecco che cominciavo a ripreoccuparmi.“ “Si.” Disse semplicemente lui “Se lo vuoi.” Continuò. “Certo che lo voglio, sei il mio stolker preferito!” risposi ridendo e abbracciandolo.
Ci tenemmo stretti, insieme, come per ricordarci quanto ci amavamo. Perché ne ero sicura, adesso più che mai, mi amava. Ed io amavo lui.
Ma più di tutti, amavamo lo STOLKING.
 

MA CIAOOOOOOOOOO!
 

Come va? Ci siamo sentiti prima....
QUesto è l' ultimo capitolo e dopo vado in vacanza! Ho deciso di chiudere con un fidanzamento!
Vi è piaciuto anche se corto? Allora ciao!
Mi mancherete,
kucciola

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Image and video hosting by TinyPic CIAO PRINCIPESSA! Caro diario, il mio nome è Ludovica. È la prima volta che scrivo e penso sarà anche l’ ultima. Non mi piace scrivere ma devo raccogliere tutte le idee per rendermi conto che sia davvero tutto vero. Si, perché voglio parlare del giorno più bello della mia vita, il mio pedinamento. Voglio scriverlo anche per ricordarmelo sempre, qualunque cosa accada. Ci credi? Beh, è così e ne sono felicissima. Ma non ti preoccupare, adesso inizio tutto dall’ inizio. Tre giorni fa io mi trovavo al parco, quello davanti casa mia, quello dove vado fin da quando ero piccola e mi sentivo come… spiata! Una cosa insolita per me ma pensavo sempre a stare attenta a cosa facevo e vedevo occhi che mi squadravano o comunque che mi osservavano di continuo. Poi mi sono accorta di un ragazzo dietro di me… Zayn! Pensai che fosse impossibile ma era impossibile non riconoscere quel bel figo che avevo come idolo. Mi sentii la ragazza più fortunata del mondo. Lui si stava guardando allo specchietto (poco fanatico l’ amore mio) ma quando facevo un passo mi seguiva, segno che non era proprio così attento alla sua immagine rifletta nello specchio. Era lui che mi seguiva! Allora mi incamminai da lui, arrabbiata, ma non feci in tempo a parlare che mi ritrovai davanti i suoi occhi e ne rimasi incantata. Fu proprio quello che mi disse lui: “I tuoi occhi sono magnetici, ne sono rimasto incantato!” “io… ehmmmm… si… cioè no…. Ciao!” riuscii a dire. Lui sorrise “Ciao!” mi disse. E che bella voce che aveva, meglio di quella registrata, sicuramente! Riuscii a riprendermi, però, e gli dissi “Mi stavi spiando?” e riuscii anche ad essere abbastanza minacciosa, se non si pensa alle mie mani tremanti dall’ emozione. Lui annuì. “Perché?” “Louis sta facendo controllare le amiche di Lottie, compresa te, però poi io, sai come è, io… io…” disse, poi abbassò la testa e mi guardò dal basso, come se in quel momento avesse paura e fece silenzio. “Tu…” lo incitai. “Mi piaci tanto!” rispose, alzando la testa. “Anche tu!” dissi io, quasi senza pensarci, spontaneamente. Imbarazzati, ci scambiammo i numeri di telefono e mi presi il suo indirizzo, o meglio, l’ indirizzo dell’ albergo dove stava. Del mio non aveva bisogno, avendomi spiata svariate volte. Mi promise poi che mi avrebbe chiamata o comunque si sarebbe fatto sentire ed io mi sentii tre metri sopra il cielo. Poco originale come cosa ma sicuramente veritiera. Andai a casa e cenai. Quando giunse l’ ora di coricami non riuscii a dormire, aspettando una chiamata od un messaggio che non arrivò. Mi addormentai con il cellulare in mano, sperando che non si fosse scordato di me o, peggio, che non si stesse già divertendo a mio discapito. Il giorno dopo mi svegliai a mezzogiorno e mi preparai da magiare. Nessuna chiamata o messaggio sul cellulare. O meglio, c’ erano ma non suoi e questa era l’ unica cosa che mi importava. Alle tre sentii picchiettare alla finestra: qualcuno stava tirando dei sassolini. Aprii la finestra e scorsi la figura di Zayn che si fermava appena in tempo dal tirarmi l’ ennesimo sassolino. Ebbi un tuffo al cuore e li perdonai sia i mancati messaggi sia l’ idea dei sassolini, romantica, certo, ma fuori moda da tempo! Tornando a noi, mi urlo “SCENDI!”. Ed io scesi, naturalmente, pensavate il contrario? Allora non mi conosci proprio. Mi avvicinai a lui che mi sorrise. “Ciao principessa!” mi sussurrò, in modo tale che lo sentissi solo io anche se la strada fosse stata piena, figurati con quei quattro gatti che erano in giro a quell’ ora! Io sorrisi, pensando a quanti ricordi avevano a che fare con quella parola. Mi venne in mente che amavo il fatto che fosse andato ad X-Factor, dove era diventato famoso, poi era arrivato in Italia, a San Remo, dove aveva imparato a dire due parole, anzi paroline che erano diventate importantissime per me e che lo saranno per sempre: CIAO PRINCIPESSA!

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


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TUTTO QUELLO CHE VUOI!
Caro diario, scusa! Ti ricordi di me, Francesca? Da quanto tempo è che non ti scrivo? Tanto, sicuramente! È che sono stata tanto impegnata tra uscite con amici e compiti di scuola.
Ma non basta.
L’ unico modo che ho per farmi perdonare è raccontarti cosa è successo durante questo periodo di vuoto. Vedrai alla fine mi capirai!
Adesso ti spiego tutto anche se dovrò iniziare dall’ inizio, un po’ di tempo fa.
Un po’ di giorni fa ho ricevuto una strana lettera anonima che ho incollato sotto:
Cara Francesca,
dovrai scusarmi ma è da un po’ che ti spio per motivi che così, in una lettera, non è gentile spiegare. Sappi che però mi sono innamorato di ogni tuo gesto, come dice una canzone di mia conoscenza che sono sicuro (te l’ ho sentita cantare) conosci anche tu: I am in love with you, and all your little things!
Della tua spontaneità mi sono innamorato e la tua bellezza è un pregio che non manca.
Non voglio poi rinfacciarti niente ma solo dirti grazie: solo per merito tuo ho capito che la mia metà non era per me e che ho lasciato la mia ragazza per te. Ne sono fiero.
Baci e Abbracci,
spero che avrò presto il coraggio di presentarmi di persona.
Un amore segreto.
Quel suo lasciato e fiero faceva sperare in un ragazzo che, non so perché, ogni volta che ci pensavo immaginavo come Liam. Forse perché lo desideravo con tutto il cuore, essendo il mio idolo.
Le lettere continuarono numerose. Se non mi scriveva si faceva perdonare raddoppiandole dopo. Era un tipo davvero galante e sapeva come appassionare le ragazze. Mi ero innamorata di un bravo corteggiatore e questo mi fece un po’ paura, poteva essere uno scherzo ma non diedi peso alla mia coscienza e diedi retta soltanto al cuore. Non lo rimpiango.
Ero però cotta del mio amore segreto a tal punto che presi a rispondergli e lui mi rispondeva.
Un amore a distanza, diceva lui. Un amore di penna, lo chiamavo io.
Poi un giorno (10 Aprile ore 6, 45 del mattino) uscii di casa.
Era presto, molto presto.
Comunque non feci in tempo ad aprire la porta che mi ritrovai davanti Liam, (si, Liam Payne!) con in mano una lettera. Il mio bel sogno si stava avverando. Mi detti un pizzicotto per essere sicura che fosse solo la verità e non un illusione del mio inconscio.
“Ciaaaao.” Mi disse, imbarazzato, neanche poco. “Ciao ammiratore anonimo.” Dissi io, quasi senza pensare ma dalla sua faccia imbarazzatissima capii che avevo colto nel segno e che non ero per niente fuori luogo.
“Scusa!” mi disse lui. “Perché? Dissi io, animandomi “Se sono le lettere sappi che mi hanno fatto innamorare di più di te!” ribattei io.
Mi guardò come se stessi scherzando e poi toccò a lui darsi un pizzicotto per vedere se stesse sognando.
“Dici sul serio? – annuii – Vuoi essere la mia ragazza?” mi chiese allora, sempre molto diretto, come il ragazzo delle lettere di cui mi ero innamorata.
“Siiiiii! Ma per ora teniamolo per noi, non voglio che se poi va male dobbiamo spiegare tutto a tutti ed è anche troppo presto per dirlo alla stampa!” risposi e per un attimo vedendo la sua espressione pensai che mi volesse già lasciare. Poi però lui sorrise e disse: “TUTTO QUELLO CHE VUOI!”
 
MA CIAOOOOOO!!!
 
Sono ancora viva!!!!! Con ben due capitoli, anche se corti! Infatti per il momento saranno un po' così visto che li ho scritti con il cellulare e durante la vacanza e non avevo molte idee! Ovviamente sono due perchè oggi è un' occasione importante. Indovinate? Esce This Is Us!!!!! Ed, ed io ci vado! Ok basta, ma che volete, sono felicissima!!!!!
Baci e abbracci, sperando che i capitoli ti siano piaciuti,
kucciola
 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


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I LOVE YOU!

Cara nonna, ti scrivo questa lettera perché so che preferisci rispetto ad un aggeggio elettronico che a mala pena riesci ad usare.
 Volevo parlarti di quello che mi è successo.
Da quanto tempo non ci vediamo e quante cose ho da dirti! Ovviamente sarò breve. Da quando sono partita ho trovato molte amiche, soprattutto di scuola che, come ti avevo detto, cara nonna, hanno una passione per gli One Direction. Parlando di questo arrivo al punto principale della mia lettera: il giorno più bello della mia vita! Ti ricordi del mio idolo, Niall? Beh, è successa una cosa… adesso ti spiego, cara nonna!
Stavo in un bar con Samira, una delle ragazze, ti ricordi? Hai visto pure una sua foto! Comunque stavamo al bar quando lei ricevette un messaggio e scappò di corsa, salutandomi appena e senza dirmi perché se ne doveva andare, per dove e con chi. Strano, lei di solito è molto precisa su questo, tende sempre a spiegare perché non può stare con noi, quasi come forma di rispetto! Ma in fin dei conti non ci ho fatto molto caso e sono sicura che la prossima volta che ci vedremo mi spiegherà tutto.
Il punto a cui volevo arrivare, infatti, non era questo, quindi penso che dovrai leggere un’ altro po’, nonna, ma non preoccuparti, non resterai delusa!
Tornando a quella serata fantastica, ti dico che proprio mentre Samira usciva vidi una figura nota, un mito per me. Indovina un po’? Già, proprio Niall! Lo sapevo che era a Roma ma vedermelo arrivare così, in tutta la sua bellezza, fu un colpo!
Mi si avvicinò e mi chiese scusa. Pochi giorni fa ho scoperto che mi seguiva e mi ero infuriata ma poi, avendolo lì che mi spiegava le sue ragioni, capii che in fondo ero stata un po’ troppo affrettata. Non posso elencare i motivi visto che è una storia lunga ma che mi riguarda poco,  sembra quasi un film tutto su una mia amica di cui io faccio una singola parte, non so ancora quanto importante, cara nonna!
Tornando alla mia serata e a Niall parlammo a lungo e anche di altro fino a sera. Allora mi disse: “Sicura che non devi andare a casa? Si sta facendo tardi, non è bene che dei ragazzi stiano in giro a quest’ ora, figurati una ragazza! Non hai neanche mangiato, forse è meglio che ti accompagno a casa, ho la macchina qui fuori!” Hai visto che dolce? Ma non lo potetti accontentare e li dissi che dovevo aspettare almeno un’ altra ora e mezza mia madre. Già stava lavorando (sempre, come dice lei!) solo che io dovevo studiare con Samira e quindi eravamo andate al bar ed io l’ avrei dovuta raggiungere se non fosse arrivato Niall. Ma che senso aveva raggiungerla in quel momento? Ci avrei messo mezz’ ora e sarei dovuta stare un’ ora lì, ad aiutare mia madre. Era più facile aspettarla al bar o comunque girovagando tra i negozietti della strada.
“Andiamo a prendere una pizza allora, non ti lascio sola!” mi disse. Che cucciolotto!
Uscimmo ridendo e scherzando e vidi tre macchine nel parcheggio vicino dove doveva stare la sua macchina. Una era del proprietario. Le altre due mi accorsi che non erano sue ma pensavo che o se le era fatta prestare oppure io ero informata male. Pensai che fosse più giusta la seconda ma appena vidi il suo sguardo cercare impaziente più e più volte nel parcheggio e quando sentii la sua bocca imprecare capii che avevo ragione: gli avevano rubato la macchina, di nuovo!
Niall chiamò il suo manager che si mise subito a lavoro. Dovrebbero farlo santo quell’ uomo!
Non riuscì però a mandarci un’ auto e quindi andammo a piedi. Per fortuna la pizzeria che avevamo scelto era vicina ed io stavo in scarpe da ginnastica.
Appena entrati mi chiese scusa e si infilò un berretto. Un gesto molto galante come diresti tu, nonnina! Ovviamente avevo capito la sua causa, è Niall Horan, mica può andare in giro indisturbato od entrare in una pizzeria senza che le fan lo si accaniscano contro!
Non servì a molto ma chi lo riconobbe non lo diede quasi a vedere, deciso a non disturbarlo più di tanto mentre andava  mangiare, per di più accompagnato. Chissà quanto erano invidiose le Directioner nella sala! Poverette, le capisco, anche io lo avrei dato quasi impossibile e se fosse successo ad un’ alta penso che me ne sarei andata via, distrutta dentro.
Invece lui pensò solo a me.
Andò subito a chiamare il cameriere e parlò con lui, convinto che se ne intendesse meglio di me di pizza ed io, conoscendo la sua passione per il cibo, lo feci fare.
Dopo dieci minuti tornò al tavolo, soddisfatto.
Dopo venti minuti arrivò la pizza. Da come capii dal cameriere era margherita, la romantica margherita, disse! Rimasi delusa se ti devo dire la verità, nonna, in quel momento. Pensai che mi aveva voluto giocare un brutto scherzo. Non mi aspettavo che mi desse qualcosa di romantico ma credevo ci tenesse a stupirmi e con una pizza margherita non mi avrebbe di certo conquistato. Ma che dico, mica pensavo mi volesse conquistare ma almeno farsi perdonare per bene si! E pensavo che fosse un romanticone!
Ci rimasi male, insomma ma non glielo feci capire anche se penso che l’ abbia intuito.
Il cameriere posò il piatto (coperto) sul tavolo e fece per aprirlo ma Niall lo bloccò con un segno ed il cameriere sparì.
Poi mi guardò e aspetto che fossi ben attenta su di lui e sul piatto coperto. Mi fece un “Pronta?” e tolse il coperchio.
La pizza era margherita come mi aspettavo ma rimasi sorpresa nel vedere una scritta. Era di Smarties e diceva: I LOVE YOU.

MA CIAOOOOOOOOOO!
 
Eccomi! Sono tornata!
Vi piace il capitolo? Beh è il mio preferito finora ma credetemi adesso si parla delle amiche di Giulia ma dal prossimo si ritorna alla nostra protagonista!
Visto che è da molto che non parlo di lei vi consiglio di rilegere i capitoli vecchi! Da adesso la storia si intriga...
Poi volevo chiedervi un favore: Con le mie amiche ho aperto una pagina su facebook potete passare?
Ecco il link:
https://www.facebook.com/pages/Were-crazy-mofos/518416471545147?fref=ts
Grazie mille se lo fate!
Baci e al prossimo capitolo!
kucciola
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


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UNA RAGAZZA NEL PALLONE
“Forse è meglio se andiamo, ma’, abbiamo disturbato anche troppo. Poi o sai come è fatta Phoebe, potrebbe anche chiamare la polizia non vedendoci arrivare, pensava venissimo a fare un saluto, non a rimanere tre ore!” La voce di Louis risuonava nella sua testa. Ma ancor più forte la voce di una donna, sua madre, che non smetteva di parlare: “Tre ore? Madonna mia come è tardi! Allora ci sentiamo, cara, mi sa che è arrivato proprio il momento di andare, sennò Phoebe ci ammazza! Mi ha fatto comunque molto piacere parlare con te, davvero tanto piacere, sono sicura che succederà di nuovo, poi capisce, con i litigi con mia figlia e la sua decisione, mi fa bene sfogarmi con qualcuno che capisca e mi distragga. Però spero comunque di sentirla ma sennò ci vediamo Sabato a cena da voi, giusto?”. E, purtroppo per Giulia era giusto. Purtroppo? Forse neanche tanto, ma come si sarebbe dovuta comportare? Louis le aveva detto esplicitamente che era meglio se non si vedevano aveva detto: ‘La pensi così? È meglio che non ci sentiamo più, allora!’  e poi la baciava? In casa sua? Quando sapeva che si sarebbero dovuti vedere pochi giorni dopo? Quel ragazzo la faceva impazzire, Giulia era completamente in crisi. Ci avrebbe potuto scrivere una tesina sopra se non l’ avesse già fatto.
Invece si dovette accontentare di soffocare degli urli sul cuscino per poi scendere a guardare la TV in modo stranamente normale. Normale per gli standard di Giulia. Infatti non stette un’ attimo ferma continuando a cambiare posizione ed a criticare Buddy Valastro se la sua torta era poco poco diversa da come l’ aveva immaginata. 
Continuò a vedere la televisione fino a quando le venne un’ idea (Clio make-up ispira sempre): la madre aveva invitato ospiti per il Sabato sera? Allora lei sarebbe stata ospitata. Così che va la vita, così che va l’ amore.
Tralasciando Giorgia, Giulia cominciò la sua impresa. Per prima cosa tornò in camera sua e prese il cellulare, poi pensò a chi poteva chiamare.
Cercò tra le sue amiche più strette:
Elisabetta la scartò perché stava già ospitando Lottie sotto suo consiglio e non le sembrava giusto;
Carmina no perché abitava troppo lontano per essere raggiunta da sola e doveva coinvolgere solo lei visto che la madre ed il padre non l’ avrebbero mai accompagnata (e lei non glielo avrebbe detto fino a quando non fosse stata al sicuro da qualche sua amica) e non voleva coinvolgere altre persone per i suoi affari personali;
Samira abitava vicino a lei, si, ma quel week-end era fuori, alla casa al mare;
non poteva chiederlo a Ludovica visto che era dal padre e, oltre a non sapere come arrivarci,  non se la sentiva di restare con lei uno dei pochi giorni in cui si vedevano;
Francesca era perfetta.
Sarebbe andata, avvisandola prima, ovviamente, a trovarla Venerdì e sarebbe rimasta fino a Domenica. Era un piano perfetto e quindi cercò subito il so numero in rubrica e chiamò.
Al secondo squillo (troppi!) rispose: “Pronto, giu? Senti sono tutta bagnata, ci risentiamo, eh?” “No, aspè, Fra perché sei bagnata? Dove stai? Qua non piove” disse Giulia sperando bene. “Samy mi ha invitato da lei, ricordi? Ma te cosa volevi? È così importante?” rispose Francesca, preoccupandosi un momento. “Ah, già, sei da Samy, allora ci risentiamo, non era così importante quello che dovevo dirti, sopporterò fino a Lunedì. Ciao!” disse. “Ciao!” fece Francesca e si pensava che riattaccasse quando invece continuò: “No, aspè, ti vuole anche Samira, ti deve dire una cosa importantissima, così dice!” “D’ accordo, passamela” disse Giulia. Magari la invitava per il week-end senza che lei dovesse chiedere niente e fare l’ invadente.
“Ciao Giulia” disse Samira. “Ciao Samy, cosa devi dirmi? Qualcosa di bello? Oddio non sto più nella pelle dimmelo!” fece Giulia, impaziente. “D’accordo.” Disse Samy. Poi dopo un’ attimo di silenzio rivelò il celato: “Fewdxhkjndwhdbuixkjshbxzljwshb. Non  lo devi dire a nessuno capito? È una cosa che ho detto solo a te, non tradirmi!” ed attaccò.
Giulia rimase lì, in piedi nella sua stanza, come una ragazza molto delusa o, come dicevano le sue care amiche delle gemelle Olsen, una ragazza nel pallone.
 
MA CIAOOO!!!!
Scusate, scusate tanto! È che non ho una buona connessione internet ed in questi giorni (tipo quattro o cinque) la rete non c’ è stata (di solito invece salta di continuo…) però sono qui!
Superman is here! No, ok, sono solo kucciola, non vi illudete!
Come vi sembra il capitolo? A me non piace tanto, troppo corto, ma l’ ho scritto d’ estate e già non mi andava, poi dovevo inviarlo come messaggio ad una mia amica quindi non poteva essere troppo lungo!
Vabbè, sappiate che per un po’ (non ricordo quanto, ho un po’ perso il filo della storia visto che ho già scritto molti capitoli ma devo ancora postare quelli vecchi…) ma spero che comunque vi stupiranno lo stesso, vi consiglio vivamente il prossimo…
A presto (se c’è internet)
kucciola

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


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CENA DI FAMIGLIA
Giulia pensava. Si, a volte anche le Giulia pensano, non vi preoccupate. Comunque pensava a come eludere la cena. La famosa cena. Quella cena a cui non voleva andare. Poi, finalmente, le venne un’ idea: poteva provare a chiedere a sua madre se poteva rimanere in camera per tutta la serata perché con un solo ragazzo più grande si sentiva sola ed anche un po’ imbarazzata (semi verità). Poi molto probabilmente sarebbe venuta anche Phoebe e quindi Louis sarebbe stato con la bimba per tenerle compagnia e lei sarebbe finita sola veramente. Agli ospiti avrebbero detto che era fuori,  in un campeggio o da un’ amica. Scese e lo disse alla padrona di casa ma la madre le rispose “Non farmi fare brutta figura, Giulia, ci tengo a quest’ amicizia. Poi che faresti da sola in camera tutta la sera? Cosa mangeresti? Non darmi ulteriori preoccupazioni, se ti senti sola invita due amiche, per esempio Elisabetta e Lottie, non eravate best friends forever o giù di lì? Poi Lottie non si sentirà in imbarazzo visto che conosce già tutti!” “Ma Lottie ha litigato con la madre e le metterai in imbarazzo facendole incontrare!” cercò di sviare la madre, Giulia. “Non fare la sciocca. Giulia. È l’ occasione per chiarire! È un’ ottima idea, quindi, così buona che le vado subito a chiamare!” . Corse via e Giulia fece altrettanto ma in direzioni diverse: la madre a prendere il telefono in corridoio e la ragazza sulle scale per tornare in camera. Si buttò sul cuscino ed urlò svariate volte; prese il cellulare e mandò un messaggio uguale ad Elisabetta e Lottie:
Da: Giulia
Per: Elisabetta; Lottie Tomlinson
Rifiutate le proposte di mia madre! Importante! Giulia.
Neanche dieci minuti secondi dopo Lottie la chiamò. “Cos’ è successo?” chiese Giulia, temendo il peggio “Ha già chiamato e purtroppo ha risposto la madre di Elisabetta, ben contenta dell’ invito. Pensa che siamo andate pure a comprare il dolce! Adesso però siamo in macchina e tra poco arriviamo, non abbiamo capito però molto bene l’ urgenza!” rispose Lottie. “Non c’ è  tempo per spiegare, capirete appena arrivate, devo andare, a dopo!” disse ed attaccò. “Ciao” disse Lottie, ma risuonò a vuoto.
Giulia lanciò un cuscino al poster di Louis e gli urlò contro: “Perché vuoi rovinarmi la vita?” “Perché non lo chiedi al vero me? I poster non sono mai molto affidabili, guarda qua che naso mi hanno fatto! E poi perché hai un mio poster in camera?” Louis era sulla porta, col cuscino in mano, in tutto il suo splendore.
“Non sono tenuta a darti spiegazioni se non in presenza del mio avvocato!” rispose Giulia, non potendo far a meno di sorridere anche se imbarazzatissima. Ma Louis le faceva sempre questo effetto e si era abituata a tal punto da riuscirgli a rispondergli meravigliosamente. Amava mentire. “Perché?” chiese Louis, con più insistenza. “Un regalo di Lottie” rispose Giulia frettolosamente per poi scendere di sotto altrettanto velocemente. Non avrebbe resistito un secondo di più ma tre momenti più tardi scese anche il ragazzo, ammiccando verso di lei.
Per fortuna le ragazze arrivarono prestissimo. “Non conviene andare di là” disse Giulia indicando il salotto. “Perché? Ci vuoi spiegare qualcosa?” chiese Lottie ed Elisabetta annuì, d’ accordo. “Penso che questo te lo possa spiegare io!” disse la signora Tomlinson, facendo la sua entrata in corridoio.
Lottie scappò in camera di Giulia e le altre la raggiunsero. “Forse è meglio se chiariate, questa storia va avanti da troppo tempo ormai!” disse Elisabetta. Lottie la guardò male ma poi ci ripensò ed uscì dalla stanza, senza parlare. Giulia allora richiuse la porta e si sedette sul letto, invitando anche Elisabetta a fare altrettanto.
Quando le due furono comode Giulia iniziò il discorso che si era preparata mentalmente: “Ti devo dire una cosa che mi è successa Giovedì ma che non penso sarei riuscita a dire lo stesso anche a Lottie” “Mi devo preoccupare?” chiese l’ amica. “Io e Louis ci siamo baciati! Dopo che quest’ ultimo mi aveva detto che era meglio che non ci vedevamo visto che difendevo Lottie.” disse Giulia tutto d’ un fiato. Elisabetta tirò un sospiro di sollievo per poi meravigliarsi e dopo ricomporsi. “Beh dovrai affrontarlo! Soprattutto perché ti ricordo che è fidanzato!” comunicò. “Non oggi!” ribatté Giulia, ricordandosi finalmente di Eleonor. L’ ultimo dei problemi che non aveva si era rilevato: adesso era anche una specie di amante e la cosa non le piaceva. “Non ci avevo pensato!” disse. “Qua per ricordartelo” rispose Elisabetta, facendole intuire che per questo doveva andare a parlargli ancor più velocemente. “Poco fa sono riuscita a scampargli per miracolo, aveva scoperto il suo poster in camera mia, non riuscirei a parlargli ancora!” Elisabetta la guardò male. Poi si sentirono degli urli “Salvata dall’ urlo, questa è Lottie!” disse l’ amica.
Poi scesero di sotto. Non l’ avessero mai fatto: urla; piatti volanti ed accuse assurde, questo era il salone. Lottie e la madre, ovviamente, erano al centro della scena.
Al centro della scena, poi, come se recitassero. Ma chi recita così bene meriterebbe degli oscar, perché la scenetta era molto realistica oltre che drastica.
Da una parte c’ era la madre che non voleva ammettere che forse aveva esagerato e cercava di arrampicarsi sugli specchi pur di riuscir a rubare la vittoria alla figlia. La figlia che adesso guardava con dolore di ci pensa che quello che ha fatto il proprio familiare è ripugnante e per questo non deve far più parte della famiglia, anche se li si vuole bene.
Dall’ altra parte Lottie che non voleva rinunciare all’ occasione di dire quello che aveva da dire alla madre e le risputava tutto. Tutti i rancori, tutte le cose ingiuste. Ed ingiusta era lei che adesso guardava la madre tanto amata con odio e la malediceva.
Scena ripugnante che finì malissimo.
Lottie uscì infuriata gridando “Con te non potevo, non posso e non potrò mai ragionare!”. La madre la inseguì (nel vero senso della parola) “Adesso ragionerà a modo mio, a suon di botte!” urlò. Louis la rincorse cercando di fermarla.
La madre di Giulia era esterrefatta. Allora toccò a Phoebe calmare le acque: “Adesso avete assistito pure voi ad una cena di famiglia!”.

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


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COME DUE ANELLI INTRECCIATI
Giulia aveva detto il suo segreto ad Elisabetta e non se ne pentiva. Ora si sentiva libera, le dispiaceva solo il fatto che alle altre non lo poteva dire, visto che si isolavano sempre. Incomprensibile per lei questo comportamento però lo accettava, insieme ad Elisabetta. Stava pensando a questo quando proprio l’ amica la chiamò. Appena rispose “Pronto” lei le disse “Hai visto? Hai visto? Non ci snobbano mica se ci hanno invitate!” “Cosa farnetichi? Chi ci ha invitate?” rispose Giulia, confusa. “Non ti hanno invitata? Non è arrivato il messaggio di partecipazione per la festa di Mercoledì di Francesca e Ludovica? Forse ti inviteranno più tardi” rispose Elisabetta. “Forse…” disse Giulia. Ma non ci credevano molto e quando riattaccarono avevano tutte e due il morale a pezzi.
Giulia aspettò tutto il giorno ma non avvenne nulla. Considerando che la festa era Mercoledì ed essendo martedì, non si sentì invitata.
La mattina dopo chiamò Elisabetta ed iniziarono a pensare mille strategie per farla entrare o per rovinare la festa. Pensarono a denunciare il tutto ma scoprirono che avevano organizzato la festa con i genitori. Allora pensarono di mascherarsi da poliziotti ma era un sogno troppo ridicolo.
Un’ idea invece fece molto effetto: se non sarebbe riuscita ad entrare si sarebbe travestita da clown sui trampoli, attrazione principale della festa. Dopo avrebbe cercato un bagno, si sarebbe cambiata ed avrebbe raggiunto Elisabetta. Piano perfetto.
La sera andarono. Elisabetta riuscì ad entrare subito mentre Giulia venne cacciata: il buttafuori non l’ aveva trovata nella lista. Allora continuarono secondo i piani. Questa volta tutto andò come previsto.
Camminava per un bagno per cambiarsi quando scivolò su quello che sembrava succo, perse l’ equilibrio e cascò davanti a tutti. Francesca chiamò la guardia, dichiarando che non era della festa e la fece uscire, umiliandola ancora di più.
Giulia corse via, letteralmente.
Arrivò ad un parco e si sedette su una panchina, scoppiando a piangere senza badare alla figura seduta accanto a lei.
“Cos’ è successo?” ciese appunto essa, cioè Louis.
La ragazza sussultò ma poi si ritrovò a spiegare per filo e per segno quello che era successo e che stava succedendo.
Lui si fece molto comprensivo: “Vedrai che si aggiusterà tutto, non piangere, non temere” disse.              “Giulia sorrise e l’ abbracciò “Grazie” aggiunse. “L’ ho fatto con piacere, insomma dovresti preoccuparti di altre cose invece che di quattro ragazzine, cinque con mia sorella, che soffrono di crisi adolescenziale e non riescono a capire che bellissima persona hanno davanti.” Riprese Louis.
“Cose tipo?” chiese invece Giulia, sperando che non si riferisse a quello che era successo a casa sua. “Tipo il nostro bacio” rispose lui, efficace. “Perché?” disse lei. “Beh, ho saputo che non volevi più vedermi ed eri imbarazzata…non ce ne è motivo! È stato uno sbaglio che non ripeterò più, che non ripeteremo più, io AMO Eleonor!” disse lui, semplice ma essenziale. “Ed Eleonor sa del bacio?” chiese Giulia, arrabbiata. Non poteva dirli quelle cose, non così o in quel giorno. “Si ed accetta a malincuore, mi ha capito e perdonato”. Per Giulia fu un colpo al cuore ma quello che disse dopo glielo spezzò completamente, rompendolo.
“Io e lei siamo inseparabili, come due anelli intrecciati!”
MA CIAOOOOO!!!
Scusate è da un po' che non aggiorno ma ho iniziato il liceo e non ce la faccio più davvero.... prometto di impegnarmi di più
kucciola

 

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