La Musica Del Cuore - Vivo Per Lei

di Yasha 26
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A.A.A Pianista cercasi! ***
Capitolo 2: *** Gabbia dorata ***
Capitolo 3: *** La prima lezione ***
Capitolo 4: *** Prime liti in famiglia ***
Capitolo 5: *** Segreti di famiglia ***
Capitolo 6: *** Sentimenti contrastanti ***
Capitolo 7: *** La musica del cuore ***
Capitolo 8: *** Una nuova vita ***
Capitolo 9: *** Scelte e ambizioni ***
Capitolo 10: *** Speranze per il domani ***
Capitolo 11: *** Un desiderio avverato e un sogno da realizzare ***
Capitolo 12: *** Vorrei che potessimo rimanere così per sempre! ***



Capitolo 1
*** A.A.A Pianista cercasi! ***


Ricordo che questa storia è coperta dal diritto d'autore, pertanto è vietata la sua riproduzione totale o parziale sotto ogni sua forma; il divieto si estende a citazioni, estratti, personaggi da me inventati. Occorre pertanto l'autorizzazione espressa, scritta e sottoscritta dall'autrice.
In caso contrario, saranno presi provvedimenti legali.
Grazie.




 

 
E anche questa è andata male. Avrei dovuto aspettarmelo.
Sono già stato in tre pianobar questo mese. Tutti cercano un pianista, ma io chissà per quale motivo non vado bene ai proprietari.
Anche l’ultimo che ho visto adesso mi ha liquidato con un “le faremo sapere!”
Ho studiato in conservatorio per ben dieci anni. Oltre questo cosa gli serve?
Ah già… dimenticavo il requisito principale…non essere un sangue misto!
Ma è mai possibile che in questo secolo così moderno ci sia ancora gente che guarda male gli han'yō?
 
Suonare il pianoforte è la mia vita. Ma in generale so suonare tutti gli strumenti. Ho studiato anche canto. Sono anche compositore e cantautore. Avrei tutti i requisiti necessari per poter sfondare nel mondo della musica, magari anche come direttore d’orchestra… ma niente.
Purtroppo essendo un mezzo demone non riesco a trovare un lavoro.
Tutti i più grandi compositori sono umani o demoni maggiori. Niente han’yō.
Ho ventinove anni e sono ancora a spasso. Se non fosse per mio fratello Sesshomaru non saprei come fare. Mi paga lui l'affitto di casa. Per il resto mi arrangio io con lavoretti saltuari e qualche lezione privata ai ragazzini.
Mio fratello ha una piccola azienda. Mi ha chiesto più volte di andare a lavorare da lui, e che un posto per me ci sarà sempre. Ma il mio sogno è un altro.
Apprezzo molto il suo aiuto, ma voglio provare a realizzare il mio sogno prima di rinunciarvi.
Lui, al mio contrario è uno yōkai.
Nostro padre alla morte della sua prima moglie yōkai, ovvero la madre di Sesshomaru, si è risposato con la mia, una ninjen. Dalla loro unione sono nato io.
Grande disgrazia tra gli umani ed estrema vergogna per i demoni, perché noi mezzo demoni non siamo affatto apprezzati. Malgrado siano molte le unioni ormai tra le due razze, vige ancora il disprezzo per i nascituri mezzo sangue.
Non riesco ancora a comprenderne il motivo.
Anche mio fratello è sposato con una umana e hanno due bambini. Anche i miei nipoti,  come me,  subiscono le occhiatacce della gente, ma mio fratello rimanda lo stesso sguardo tagliente e omicida a chiunque osservi i suoi figli o giudichi sua moglie Rin per essere la compagna di un demone.
Al mio contrario lui ha scelto di farsi una bella famiglia.
Io preferisco la musica come moglie e amante.
Lei non ti tradisce e non ci litighi per ogni sciocchezza. La mia ultima ex ragazza, Kikyo, era una vera tortura!
Era gelosa della mia passione per la musica che mi teneva sveglio perfino parecchie ore durante la notte per comporre nuovi brani che mi passavano tra i pensieri. Lei diceva che amavo più il piano che lei, che la trascuravo, che non la portavo mai a cena fuori perché non ho un lavoro serio. Voleva accettassi il lavoro di mio fratello così avrei messo la testa a posto.
Un giorno mi pose una scelta, o lei o la musica. Ovviamente ho scelto la musica!
Oggi sono felicemente single e innamorato solo del mio fedele pianoforte. Non sono fidanzato da circa cinque anni. Mio fratello mi chiede come riesca a stare senza una donna da così tanto tempo.
Sinceramente non ci ho mai pensato. Non provo nessuna esigenza fisica se è questo a cui si riferisce.
Non sono mai stato il tipo da una botta e via. Le uniche ragazze con cui sono stato erano le mie fidanzate.
Una volta rotto con loro non ne cercavo altre per passare il tempo.
Sembrerà un discorso banale e d’altri tempi, ma se non sono innamorato della ragazza in questione non ci vado a letto. Per me la parola “sesso” non esiste.
E considerando che non ho mai trovato una ragazza adatta a me, che mi accetti per quello che sono…preferisco restare solo.
 
Tra un mese sarà Natale. Anche per quest’anno la mia speranza di suonare ad un concerto natalizio è sfumata. Come gli anni precedenti del resto. Che palle però!
Camminando per le strade già addobbate a festa mi soffermo davanti una vetrina dove c’è un volantino appeso. C’è un locale che cerca un pianista. Ma sì io me la tento pure questa!
Dopo aver preso il numero telefonico mi appresto a tornare a casa di corsa. Inizia a piovere e non ho l’ombrello.
Proprio dopo essermi riparato sotto una tettoia in attesa che la pioggia cessasse, ecco che mi capita la cosa più sgradevole in assoluto per un pedone… una macchina passandomi accanto a gran velocità mi ha fatto la doccia passando sopra una pozzanghera. Se prima ero bagnato adesso sono fradicio oltre che sporco.
-Che stronzo!-        mi lamento strizzandomi i capelli gocciolanti
Evviva! Giornata coi fiocchi!
Con mio stupore l’auto che mi ha inzuppato si accosta e si ferma. Accidenti che auto lussuosa! E’ una Porsche 918 Spyder rossa! Quell’auto costerà oltre 800 mila dollari!
Che si sia fermato perché ha sentito che l’ho chiamato stronzo??? No impossibile!
Dallo sportello appena aperto dell’auto spunta fuori un ombrello rosa. Mi sarei aspettato di veder scendere chissà quale tipo tutto in ghingheri, in un completo firmato, Rolex in oro e chissà che altro, invece vedo venirmi incontro…una ragazza?? Una bella ragazza tra l’altro!
E per di giunta in jeans e maglioncino dolce vita, coi capelli raccolti in una treccia laterale. Fin troppo semplice per l’auto che guida.
-Oh cielo scusami! Non mi sono accorta della pozzanghera! Ti ho bagnato tutto mi spiace tantissimo!-       si scusa lei venendomi vicino sotto la tettoia
-Per forza non l’hai vista…con quel bolide andavi alla velocità della luce! Era ovvio che alzassi tutta l’acqua passandoci sopra no?-      mi lamento io ancora tutto gocciolante
-Hai ragione, non so come scusarmi! Senti ti ripago i vestiti ok?-       dice tirando fuori un blocchetto di assegni dalla borsa
-Non serve…basterebbe pagassi la lavanderia!-     le rispondo io irritato
Esagerata! Si vede che i soldi non le mancano. Ripagare i vestiti per un po’ d’acqua sporca! Ah…i ricchi!!!
-Ok. Allora tieni… cento mila yen credo bastino per lavarli no?-  ( circa 765 € )
 -Che? Ma tu sei fuori ragazzina! Ne basteranno meno di cinque mila!(40 € ) Ma si può sapere da dove vieni?-        chiedo stupito ridandole l’assegno che mi ha dato in mano
-Da…davvero? Così poco? Scusami ma io non ho mai comprato e pagato nulla in vita mia. Di solito ci pensano i camerieri…quindi non so il costo delle cose.-     si scusa lei imbarazzata
-Accidenti devi essere davvero ricca allora se offri una tale somma a chi capita! A pensarci bene avrei anche potuto approfittarne allora!-        dico scherzando
-Eh? Hai forse bisogno di soldi? Se vuoi te li posso anche dare questi…per me non è un problema un milione in più o uno in meno!-     dice ridandomi l’assegno
-Grazie ma non è mia abitudine chiedere l’elemosina! Al massimo alla gente chiedo solo un lavoro!-       ribatto io offeso ridandole nuovamente l’assegno. Ma per chi mi ha scambiato questa stupida??
-E che lavoro cerchi?-      domanda incuriosita
-Come musicista.-      rispondo scocciato di averla ancora tra i piedi
-Musicista hai detto? Per caso sai suonare bene il pianoforte?-
-Sono specializzato in quello per la verità, perché?-
-Allora forse mi capiti a pennello sai? Io ho bisogno urgentemente di un maestro di piano che mi insegni a suonarlo prima di Natale. Ho già chiesto ad alcuni ma hanno tutti rifiutato dicendo che in un mese non sarò mai in grado di saperlo suonare correttamente. Ero proprio in cerca di un pianista. Forse ti ha mandato il destino. Che ne dici? Te la senti?-       mi chiede lei lasciandomi interdetto

Vuole imparare a suonare il pianoforte in un mese? Ma è pazza?

-Mi spiace ma ti hanno detto la verità, in un mese è impossibile imparare anche solo le basi. Io ho studiato dieci anni. In trenta giorni è impensabile che tu…-
-Ventitré veramente. Mi serve saperlo suonare entro ventitré giorni!-        mi interrompe lei
-Perché proprio ventitré giorni?-      chiedo incuriosito
-Perché tra ventitré giorni esatti sarà Natale e io devo tenere per forza un piccolo concerto a casa mia per il mio “futuro fidanzato”-         dice quasi schifata e storcendo la bocca
-Non mi sembri molto entusiasta però!-       le faccio notare
-Infatti non lo sono! E’ un fidanzamento combinato col figlio di un ricco imprenditore amico di mio padre, lo hanno deciso i miei genitori e io non posso oppormi.-      dice lei intristendosi
-Non mi sembri minorenne, perché saresti costretta?-
-E’ vero non sono minorenne però…hanno sempre deciso loro per me, e io non saprei fare altrimenti ormai.-
-Bah…si vede che sei una figlia di papà! Sei troppo abituata al lusso anche solo per opporti! Lo si vede anche dall’auto che guidi!-
-Eh? Parli della Porsche? Oh no quella non è mia è di mio padre. Non mi piace affatto quell’auto. L’ho presa in prestito perché la mia si è rotta. Io ho una semplice Bentley GT cabrio rosa .-      mi spiega lei
-Una semplice Bentley GT cabrio rosa dici? Ma lo sai quanto costa una Bentley?-       chiedo conoscendo già la sua risposta
-No veramente…-       ecco appunto
-Costa circa 250 mila dollari! Capisco che non compri mai nulla ma almeno qualche rivista o giornale leggili no?-
-In casa trovo solo riviste di moda a dir la verità. E li non parlano mai di prezzi.-       mi spiega dispiaciuta

Ma dove accidenti è vissuta questa tizia? Sulla Luna? Non sembra nemmeno di questo pianeta!
Credo che dal suo castello principesco non sia mai uscita nemmeno una volta!

-Ti posso fare una domanda?-      le chiedo ad un certo punto
-Sì…dimmi.-
-Ma da casa tua non esci mai?-
-Veramente molto poco. I miei genitori non vogliono stia molto tempo in mezzo alla gente.-
-Ah….ora è tutto chiaro! Scusami se te lo dico ma sembra proprio che i tuoi genitori ti vogliano rilegare in casa ed estraniarti totalmente dal mondo! Sembri una loro marionetta ragazzina.-
-Io non sono una ragazzina! Il nome ce l’ho ed è Kagome! Comunque non capisco perché supponi quelle cattiverie su i miei genitori. Loro mi vogliono bene e per me scelgono solo il meglio!-      
-Ok se ne sei convinta tu…-
Povera sciocca. Non si rende nemmeno conto che i suoi genitori vogliono solo sfruttarla per far soldi. Mi fa quasi pena!
-Ok lasciamo perdere….piuttosto, che mi dici del lavoro? Lo accetti o no?-     mi chiede ancora
-Ti ho già detto che è impossibile imparare a suonare il piano in meno di un mese. Non ci riuscirà mai nessuno a farlo. Rassegnati e attacca un bel cd di un concerto di Mozart per il tuo ragazzo!-      le dico sbrigativo
-Ma tu non hai bisogno di un lavoro? Almeno provaci ti prego! Io imparo in fretta! E poi non sai il compenso!-      insiste lei disperata
-E sentiamo…quanto sarebbe questo compenso?-     
-Cinquecento mila yen l’ora!-  (3.800 € circa)     dice lei lasciandomi sgomento
-Ci…cinque…cento mila…l’ora?-         ripeto più a me stesso che a lei
-Sì. Allora vuoi tentare? Al limite non perdi nulla! Nelle ore che mi darai lezione verrai pagato. Se entro una settimana non avrò imparato nulla interromperemo il tutto e tu avrai intascato un po’ di soldi. Se invece avrò imparato a suonare davvero il piano come si deve entro quei ventitré giorni…avrai un sostanziale incentivo, ovvero altri cinque milioni (38 mila €) di yen in più. Ci stai?-      propone lei facendomi deglutire rumorosamente al solo pensiero della cifra che potrei guadagnare

Potrei mettere da parte una bella somma! Certo non ci divento ricco, ma sarebbero un bel gruzzoletto. Almeno potrei comprarmi un piccolo appartamento e non costringere più mio fratello ad aiutarmi con l’affitto.
Però…tutti questi soldi solo per imparare il piano? La cosa un po’ mi puzza. 

-Senti ma….di chi accidenti sei figlia? Non sarai mica la figlia di qualche capo della Yakuza vero?-      chiedo preoccupato
Non vorrei ritrovarmi morto con un blocco di cemento ai piedi nei fondali della Baia di Tokyo possibilmente!
Lei mi guarda e poi scoppia a ridere.
-Oh no affatto! Credo che la mia famiglia sia perfino più ricca della Yakuza! La mia è una famiglia che da generazioni fa parte del mondo della politica. Quasi tutti gli appartenenti della mia famiglia paterna sono stati ministri e premier. Mentre quelli della mia famiglia materna sono industriali e architetti che hanno costruito la Tokyo come la conosci oggi. Mio nonno materno alcuni anni fa era stato inserito nella classifica degli uomini più ricchi del mondo arrivando secondo. Senza contare che molti miei cugini sono imparentati con la famiglia imperiale.-       mi spiega lei con una semplicità disarmante
-….ah….-        riesco solo a rispondere
Questa tizia nuota nei soldi come Paperone allora! Ma che grande botta di c…
-Allora accetti o no?-      mi domanda interrompendo i miei pensieri
-Mmmh…e va bene! Basta che non mi richiedi i soldi indietro se poi non impari nulla!-       le dico rassegnato
Devo almeno provarci accidenti! Quando mai ricapita un’occasione del genere?
-Grazie grazie grazie! Mi hai salvata dai rimproveri di mio padre!!-      esclama tutta euforica saltellando come una bambina
-Tzs…-        che tipa
-Attento che se parli molto esplodi eh?-             mi dice lei sarcastica
-Senti ma com’è che ti sei fatta furba così all’improvviso? Cinque minuti fa sembravi venuta da un altro pianeta e ora mi fai tanto di conti in tasca insieme al sarcasmo…senza contare l’idea dell’ultimo minuto dell’incentivo.-          le faccio notare infastidito
-Ah, ti sei accorto che era un’idea venutami adesso per convincerti? Comunque te l’ho detto che imparo in fretta no? Mi è bastato farmi due conti per sapere quanto darti. Sarò anche un po’ ingenua ma non sono certo stupida mio caro! A proposito, posso sapere come ti chiami?-       mi chiede
-InuYasha Taisho. E tu sei Kagome…?-      domando ricordando che mi ha detto solo il suo nome
-Kagome Higurashi. Piacere!-
-Higurashi? Allora sei la figlia del primo ministro Naraku Higurashi?-
-Sì proprio lui. E mia madre è Kikyo Tama, la famosa attrice ed ereditiera della Tama Building e Co.-
-Complimenti allora…ecco perché sei così ricca. Comunque Kagome, ora scusami ma è bene che vada a casa a cambiarmi prima che mi venga un accidenti dopo la doccia che mia hai fatto! Ti lascio il mio numero così mi chiami ok?-
-Ok ma se vuoi ti do un passaggio a casa. Piove ancora…-        mi fa notare lei
-Grazie ma non vorrei rovinarti la tappezzeria…-       dico cinico
-Non preoccuparti…la farò lavare. Non è un problema.-
-Immagino…al limite la buttate e ne comprate una nuova.-
-Cavolo quanto sei pungente e velenoso! Guarda che essere ricchi non è una colpa!-     si lamenta lei notando il mio tono sprezzante
E’ meno stupida di quello che credessi allora!
-Ma fare spreco sì!-
-Noto che non ami la gente ricca vero?-     
-Affatto…-
-Beh io non ho alcuna colpa delle mie ricchezze. Ti conviene abituarti allo spreco comunque, perché le lezioni le terrai a casa mia. E lì ne vedrai parecchio di lusso.-        mi avverte lei
-Ah bene a sapersi…-
-Allora lo vuoi il passaggio sì o no?-        domanda lei un po’ irritata
-Va bene accetto. Solo vorrei farti una domanda…-
-Quale?-
-Non ti crea problemi che io sia un han’yō?-
Di solito più ricchi sono… meno sopportano i mezzo sangue.
-No perché dovrebbe darmi problemi scusa? Che differenza fa?-       mi chiede stupida dalla domanda
Mi prende in giro forse?
Possibile sia davvero così inesperta da non sapere come vanno le cose nel mondo?
-Sei troppo ingenua ragazza mia! Ti consiglio di uscire più spesso dalla tua gabbia d’oro.-      le consiglio prima di entrare nella sua auto
 
Dopo avermi accompagnato a casa ci diamo appuntamento per il giorno dopo.
Passerà lei a prendermi dato che non ho l’auto .
Si prospetta un periodo impegnativo. Speriamo almeno di fare un po’ di soldi, ne avrei davvero bisogno.
Purtroppo dovrò sopportare quella ragazzina viziata che mi sta già sulle scatole.
Ma pazienza…è pur sempre un lavoro che ha a che fare con la musica. Non posso fare tanto lo schizzinoso.
Speriamo che quella mocciosa non crei casini però.
 
 
 
 
 



 
 
 
 
 







 
Le famiglie di Kagome, materna e paterna, sono l’insieme di due famiglie realmente esistenti e tra le più ricche del mondo. La famiglia di architetti a cui mi riferisco è la famiglia Mori, che ha fondato la Mori Building e Co.  Questa famiglia ha costruito una grandissima fetta della Tokyo moderna e da qualche anno realizza edifici e grattacieli anche a Shangai. Nel 1990 Forbes ha inserito il presidente e fondatore di questa azienda come il secondo uomo più ricco del mondo con un patrimonio di oltre 15 bilioni di dollari. (azz…15 bilioni….hanno un erede giovane per me?? ^_^ scusate eheheh )
L’altra famiglia a cui faccio riferimento è la famiglia Hatoyama. Dal 1896 questa famiglia fa parte del mondo politico giapponese. Annovera un presidente del parlamento, un vice ministro degli esteri, un primo ministro eletto tre volte di seguito e successivamente fondatore e presidente di un partito politico che ha fatto entrare successivamente il Giappone nel membro delle Nazioni Unite. Poi vi sono ministri delle finanze, degli interni e delle comunicazioni. Senza scordare che sono i presidenti di una della migliori università del Giappone. Come se non bastasse hanno ereditato la Bridgestone Corp. la più grande azienda produttrice di gomme e pneumatici. Il loro patrimonio oscilla intorno ai 200 milioni di dollari. ( caso mai mi accontento pure dei 200 milioni se i bilioni dei Mori sono inaccessibili ^_^)
Ora vi chiederete voi…”ma a noi…che azz ce ne frega??”   semplice ^_^ ho ritenuto giusto informarvi delle ricchezze di Kagome in modo da non farvi pensare “ che esagerata questa autrice” ^_^  
Eh no ahimè…non sono esagerata…esistono davvero queste famiglie così riccone da non rendersi nemmeno conto di quanto spendono….beati loro!
 

 
Salve mie care e miei cari ^_^ come va?
Come promesso ecco la long-fiction di Vivo per Lei, questo è un breve capitolo introduttivo della storia.
Confesso che non so ancora come andrà lo svolgimento della storia…lascerò scegliere ai miei personaggi come meglio preferiscono man mano che scrivo ^_^ anche perché il più delle vote mi lascio guidare da loro ^_^
Spero possa piacervi anche questa storia ^_^
Eccezionalmente ho deciso di lasciare Inu nella sua forma classica da mezzo demone. E’ la prima volta che lo faccio, ma sempre umano mi scocciava un po’ ^_^
Vi saluto e ringrazio anticipatamente chi leggerà e commenterà questa ff
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 





p.s.   per chi dovesse chiederselo...ovviamente il tettuccio della Porsche di Kagome è chiuso e non aperto come in foto dato che piove ^_^

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Capitolo 2
*** Gabbia dorata ***


 
-Mi spiace signorina, non insista, è impossibile che lei possa imparare a suonare il pianoforte in ventiquattro giorni! Devo purtroppo tirarmi indietro mi spiace! Porga le mie scuse a suo padre.-
-Va bene ho capito.-        rispondo delusa all’insegnante chiamato da mio padre
Ho provato a convincerlo ma non vuole insegnarmi in così poco tempo. Teme per la sua reputazione credo.
E ora come faccio? Appena lo saprà papà andrà su tutte le furie!
Dove lo trovo adesso un insegnante di piano? E con così poco preavviso? Se perfino quel direttore d’orchestra si è rifiutato chi mai accetterà di darmi lezioni?
-Uff…-     sbuffo sprofondando sul divano del salone
-Signorina…il maestro è già andato via?-
-Sì Kaede, quindi non chiamarmi più signorina ti prego…sai che non lo sopporto!-       dico alla mia anziana tata
Malgrado io abbia quasi vent’anni ho voluto tenerla con me, altrimenti sarebbe stata licenziata da un pezzo. Le sono molto affezionata. E’ come una nonna per me. Data la sua età non avrebbe certo potuto trovare un altro lavoro quindi ho chiesto con gli occhioni dolci di poterla tenere ancora come tata.
-Bambina mia lo sai che adesso devo rivolgermi a te in modo più appropriato. È stato un ordine dei tuoi genitori.-       mi dice lei
-Sì, ma si da il caso che loro siano in viaggio adesso e quindi non sei costretta a chiamarmi signorina. Piuttosto Kaede, aiutami. Sono disperata…quell’insegnante chiamato da papà ha rifiutato di darmi lezioni. Come faccio adesso?-
-E’ un bel problema in effetti. Perché non ne cerchi tu uno?-       suggerisce lei
-E come faccio a trovarlo? Non saprei nemmeno da dove cominciare a cercarlo.-
-Prova su internet piccola. Lì troverai di sicuro qualcosa.-
-E’ vero! Potrei vedere lì! Uffa tutta questa perdita di tempo solo perché i miei non hanno mai voluto farmi imparare a suonare  il pianoforte da piccola! Ora solo perché quell’Hojo del cavolo ama il suono di questo strumento si sono presi fretta di farmelo conoscere! Non è giusto però!-       mi lamento io
-Lo sai che i tuoi non amano quello strumento da quando…beh lo sai cara. Purtroppo adesso si è resa necessaria l’utilità di impararlo e tu non puoi farci nulla.-
-Lo so Kaede, ma non è certo stato il pianoforte ad ucciderlo! E poi solo adesso gli è improvvisamente passata la fobia del piano? Uff! Comunque farò come mi hai detto tu…proverò a cercare su google.-      così facendo mi dirigo nel mega ufficio di mio padre
 
Come sempre sul suo tavolo ci sono centinaia di carte di progetti per nuove costruzioni. Questo mese la nostra azienda deve prendere accordi per costruire tre grattacieli a Shangai. I miei genitori infatti sono andati lì per prendere accordi.
Avrei tanto voluto andarci pure io ma i miei hanno detto che sarei dovuta rimanere a casa a studiare.
Ma studiare cosa visto che io a scuola non ci sono mai andata?
Ho sempre avuto insegnanti privati che mi hanno insegnato tutto qui a casa. Avrei voluto fare l’università, ma mia madre ha detto che per adesso devo concentrarmi sul mio prossimo fidanzamento un certo Akitoki Hojo, il rampollo di una delle famiglie più influenti del Giappone. E’ il figlio di uno dei migliori amici di papà, un ricco industriale, per questo hanno combinato il nostro matrimonio. E’ più che altro un patto finanziario il loro, perché col nostro matrimonio verrebbero fuse due aziende leader nel settore edilizio con grande guadagno per entrambi.
Non sono molto d’accordo ma, i miei hanno insistito dicendo che lo fanno per il mio bene e per il nostro patrimonio, e che quando loro non ci saranno più sarà mio marito a prendere l’incarico di tutto, come fu per mia madre quando sposò papà.
Tra i due la famiglia più ricca è quella di mia madre, ma sposandola, mio padre ha acquisito tutti i suoi beni, gestendoli fino ad ora.
Alla loro morte erediterò tutto io come unica figlia.
Se ci fosse stato mio fratello Sota non sarebbe stato così. Come primogenito maschio avrebbe ereditato lui le aziende di famiglia, io avrei avuto un ruolo più marginale.
Purtroppo è morto in un incidente in moto quando io ero ancora piccola. Da allora i miei genitori sono diventati ossessivi con me, rivolgendomi tutte le attenzioni e le preoccupazioni possibili.
Questo mi ha portato a vivere parecchio tra le mura di casa, viziata e coccolata all’estremo ma senza amici della mia età. Le uniche persone che mi stanno attorno sono i camerieri con cui ho instaurato un bel rapporto di amicizia e confidenza, e non come figlia dei capi.
Malgrado tutto non mi lamento, infondo faccio una bella vita. Quando voglio qualcosa sfoglio una rivista e la ordino al telefono. Non ho ristrettezze di spesa e questo certo non mi spiace. Però sento che qualcosa mi manca anche se non so cosa.
 
Dopo una piccola ricerca trovo l’indirizzo di due insegnanti di piano, ma non hanno il numero telefonico, come faccio a parlarci?
-Kaede ho trovato due insegnanti ma sono al centro di Tokyo e non hanno recapito telefonico, come faccio?-
-Prova a farlo di persona no?-
-Cosa? Andare in città? E come? Koga è andato via coi miei genitori.-
-Ma cara tu hai la patente e l’auto, vai da sola no? Approfitta del fatto che i tuoi genitori non ci siano almeno puoi uscire da questo palazzo una volta tanto.-        mi consiglia lei
E’ vero non c’ho pensato. Sono talmente abituata ad uscire sempre accompagnata quelle poche volte che esco che quasi non ricordo che ho la patente. I miei non vogliono che guidi io perché sono un po’…come dire…spericolata alla guida. Quindi temendo che faccia la fine di mio fratello mi proibiscono di uscire da sola. Posso guidare solo se in compagnia di Koga il nostro autista.
Essendo un demone lupo ha dei riflessi invidiabili quindi in caso combinassi guai c’è sempre lui con me.
-Hai ragione Kaede! Finalmente potrò guidare la mia amata auto rosa! Che bello non avrò il cane da guardia che mi fa andare lenta come una lumaca!-
-Kagome guarda che non devi partecipare alle corse di formula uno! Quindi guida con prudenza senza correre e fare danni intesi?-      mia avvisa la mia tata
-Sì sì va bene! Ora vado a cambiarmi e a mettermi qualcosa di più semplice. Che bello dopo tanto potrò rivedere Tokyo!-
Noi abitiamo in una specie di palazzo parecchio distante dalla città. Quindi ritornarci dopo tanto tempo mi rende felice.
Dopo aver messo un  semplice e comodo jeans e un dolce vita, lego i miei lunghi capelli in una treccia.
Io li vorrei tagliare ma mia madre dice che così lunghi sono più femminili. Mi arrivano sotto il fondoschiena. Ogni sera devo spazzolarli minimo cinquanta volte perché lei è convinta che diventino più forti e lucidi. Essendo stata un’attrice e una modella è fissata con l’aspetto estetico.
Ogni due giorni sono costretta ad essere torturata dal parrucchiere con creme maleodoranti per illuminare e proteggere i capelli. La manicurista che mi cambia lo smalto. Poi durante la settimana c’è la massaggiatrice, l’estetista, il nutrizionista che mi tiene i conti delle calorie…insomma…non è che mi diverta molto. Lei invece sembra divertirsi.
 
Arrivata nel garage entro nella mia amata auto. Provando ad accenderla però noto che non parte. Perché???
Dopo che uno dei miei amici camerieri le dà un’occhiata dice che la batteria è a terra perché non viene accesa da molto.
-Mi spiace Kagome ma se non viene sostituita o ricaricata la batteria l’auto non parte.-     mi avvisa Akira
Tutti i camerieri mi danno del tu in assenza dei miei genitori, il “lei” è troppo informale per me. Questa gente mi ha vista crescere ed essendo le uniche mie compagnie  sono affezionata ad ognuno di loro. Per questo voglio mi diano del tu quando possibile. Se i miei lo sapessero mi mangerebbero viva probabilmente.
-E ora come faccio? Dovevo andare in città…-     dico dispiaciuta
-Puoi prendere la macchina di tuo padre per oggi no? Se è una cosa urgente puoi prendere la sua per stavolta.-
-Ma quella corre come la luce Akira! Non so se sarò in grado di guidarla.-
-E tu non fare la spericolata come sempre!-
-Uff e va bene! Dove le tiene le chiavi papà?-
-Dentro il cruscotto, l’auto è aperta. Mi raccomando Kagome! Ritorna tutta intera!-
-Sì sì tranquillo!-       dico dirigendomi verso la Porsche ed entrandovi
Accidenti quanto odio quest’auto! Mi sento attaccata all’asfalto talmente è bassa! E poi mi sento così stretta qua dentro! Perché agli uomini piacciono auto del genere? Mah!
Appena metto in moto, il rombo del motore mi fa ben capire perché mio padre va pazzo per quest’auto. Cavolo che potenza! Devo dire che mi piace questo suono!
 
Arrivata in città grazie al navigatore mi dirigo verso il primo indirizzo che ho. Ma anche con quest’insegnante ottengo un nulla di fatto.
Con mio enorme dispiacere mi va male anche col secondo.
Tutti dicono la stessa cosa…un mese è troppo poco per imparare a suonare il pianoforte. E come faccio adesso? Papà ci tiene molto che faccia bella figura con Hojo suonando il piano il giorno di Natale. Sarà in quell’occasione che ci conosceremo la prima volta.
Pazienza ormai è andata così. Vorrà dire che non suonerò il piano. Magari potrei usare qualche altro strumento che so già suonare.
Nel tragitto verso casa inizia a diluviare. Ma proprio oggi doveva piovere? Non esco mai da casa e quando lo faccio diluvia?
Distratta da quei pensieri non mi accorgo di guidare vicina al marciapiedi, proprio come non mi accorgo della pozzanghera che prendo in pieno alzando una piccola onda d’acqua.
Dato che l’acqua colpisce i vetri dell’auto sono costretta ad accorgermene e a fermarmi per vedere se ho per caso colpito in pieno qualcuno.
-Oh no porca miseria!-     esclamo vedendo un povero ragazzo zuppo d’acqua mentre si strizza i capelli
Cavolo che bel colore…sono bianchi e lunghi quanto i miei. Sarà un demone di sicuro!
Prendendo l’ombrello scendo subito per scusarmi. Lui mi fulmina con gli occhi. Come dargli torto!
Gli propongo di ripagargli i vestiti però rifiuta chiedendomi solo i soldi della lavanderia. Accidenti io non conosco i prezzo delle cose quindi ho fatto una bella figuraccia offrendogli una cifra spropositata. Che vergogna!
Quando dice che cerca un lavoro e che è un musicista il mio sguardo si illumina.
 
-Musicista hai detto? Per caso sai suonare bene il pianoforte?-    gli chiedo piena di speranza
-Sono specializzato in quello per la verità, perché?-     mi chiede infastidito
-Allora forse mi capiti a pennello sai? Io ho bisogno urgentemente di un maestro di piano che mi insegni a suonarlo prima di Natale. Ho già chiesto ad alcuni ma hanno tutti rifiutato dicendo che in un mese non sarò mai in grado di saperlo suonare correttamente. Ero proprio in cerca di un pianista. Forse ti ha mandato il destino. Che ne dici? Te la senti?-       domando sperando in una risposta affermativa
Lui però mi guarda come se fossi una pazza.
-Mi spiace ma ti hanno detto la verità, in un mese è impossibile imparare anche solo le basi. Io ho studiato dieci anni. In trenta giorni è impensabile che tu…-
-Ventitré veramente. Mi serve saperlo suonare entro ventitré giorni!-        lo interrompo io
-Perché proprio ventitré giorni?-      mi domanda curioso
-Perché tra ventitré giorni esatti sarà Natale e io devo tenere per forza un piccolo concerto a casa mia per il mio “futuro fidanzato”-         rispondo con poca allegria e lui lo nota
-Non mi sembri molto entusiasta però!-      
-Infatti non lo sono! E’ un fidanzamento combinato col figlio di un ricco imprenditore amico di mio padre, lo hanno deciso i miei genitori e io non posso oppormi.-     gli spiego rattristandomi un po’
-Non mi sembri minorenne, perché saresti costretta?-
-E’ vero non sono minorenne però…hanno sempre deciso loro per me, e io non saprei fare altrimenti ormai.-      e soprattutto non posso rifiutare dopo quello che hanno passato con mio fratello
Dopo aver parlato della mia auto…che confesso non so quanto fosse costata, mi chiede se può farmi una domanda..
 
-Sì…dimmi.-
-Ma da casa tua non esci mai?-
-Veramente molto poco. I miei genitori non vogliono stia molto tempo in mezzo alla gente.-
-Ah….ora è tutto chiaro! Scusami se te lo dico ma sembra proprio che i tuoi genitori ti vogliano rilegare in casa ed estraniarti totalmente dal mondo! Sembri una loro marionetta ragazzina.-
-Io non sono una ragazzina! Il nome ce l’ho ed è Kagome! Comunque non capisco perché supponi quelle cattiverie su i miei genitori. Loro mi vogliono bene e per me scelgono solo il meglio!-       
Ma chi si crede di essere per giudicare i miei genitori? Loro fanno tutto solo per il mio bene! O almeno così credo…anche se a dir la verità a volte mi sento quasi soffocare da loro. Ma no che penso…è la mia famiglia e io devo rispettare le loro scelte per non deluderli.
-Ok se ne sei convinta tu…-      mi dice facendo spallucce
-Ok lasciamo perdere….piuttosto, che mi dici del lavoro? Lo accetti o no?-      chiedo nuovamente
-Ti ho già detto che è impossibile imparare a suonare il piano in meno di un mese. Non ci riuscirà mai nessuno a farlo. Rassegnati e attacca un bel cd di un concerto di Mozart per il tuo ragazzo!-      mi dice sbrigativo
Ma vedi che razza di maleducato che è questo tizio!!! Se non fosse per necessità…
-Ma tu non hai bisogno di un lavoro? Almeno provaci ti prego! Io imparo in fretta! E poi non sai il compenso!-      insisto disperata
Potrebbe essere la mia ultima possibilità di imparare quel maledittissimo pianoforte impolverato che ho a casa.
A dir la verità ci tengo più per mio fratello che per il mio fidanzato. Il suo pianoforte è rimasto abbandonato in un angolo polveroso della casa e mi è sempre stato vietato andarci. Se sfrutto questa opportunità finalmente posso usare il suo pianoforte!
-E sentiamo…quanto sarebbe questo compenso?-      chiede diventando un po’ curioso
Forse se lo convinco con una bella cifra accetta. Ha bisogno di soldi a quanto ho capito. Quanto potrei offrirgli??
-Cinquecento mila yen l’ora!-  (3.800 € )     gli dico dopo aver fatto due conti
-Ci…cinque…cento mila…l’ora?-         ripete a bocca aperta
-Sì. Allora vuoi tentare? Al limite non perdi nulla! Nelle ore che mi darai lezione verrai pagato. Se entro una settimana non avrò imparato nulla interromperemo il tutto e tu avrai intascato un po’ di soldi. Se invece avrò imparato a suonare davvero il piano come si deve entro quei ventitré giorni…avrai un sostanziale incentivo, ovvero altri cinque milioni (38 mila €) di yen in più. Ci stai?-     
Lo vedo sorpreso dalla cifra che ho detto…non è che forse è troppo? Ma no non credo. Sul mio conto corrente so che ci sono circa 3 miliardi di yen.   (23 milioni di € circa, bruscolini ^_^ nda)
E’ parecchio perplesso…poi finalmente apre bocca.
 
-Senti ma….di chi accidenti sei figlia? Non sarai mica la figlia di qualche capo della Yakuza vero?-      chiede preoccupato
A queste parole scoppio a ridere. In effetti qualche capo della Yakuza l’ho conosciuto. Nel mondo della politica va sempre così, ma noi non ci abbiamo mai avuto nulla a che fare. Spesso erano invitati a delle feste di altri politici. Mio padre non voleva che mi allontanassi da lui nemmeno per un secondo a quelle noiose feste. Solo da grande ne ho capito i motivi.
-Oh no affatto! Credo che la mia famiglia sia perfino più ricca della Yakuza! La mia è una famiglia che da generazioni fa parte del mondo della politica. Quasi tutti gli appartenenti della mia famiglia paterna sono stati ministri e premier. Mentre quelli della mia famiglia materna sono industriali e architetti che hanno costruito la Tokyo come la conosci oggi. Mio nonno materno alcuni anni fa era stato inserito nella classifica degli uomini più ricchi del mondo arrivando secondo. Senza contare che molti miei cugini sono imparentati con la famiglia imperiale.-       gli spiego semplicemente
-….ah….-        risponde stupito
-Allora accetti o no?-      domando interrompendo il silenzio venutosi a creare
-Mmmh…e va bene! Basta che non mi richiedi i soldi indietro se poi non impari nulla!-     mi dice alla fine
-Grazie grazie grazie! Mi hai salvata dai rimproveri di mio padre!-     esulto felice
Evviva ci sono riuscita!
-Tzs…-        risponde lui scocciato
-Attento che se parli molto esplodi eh?-             gli dico sarcasticamente
-Senti ma com’è che ti sei fatta furba così all’improvviso? Cinque minuti fa sembravi venuta da un altro pianeta e ora mi fai tanto di conti in tasca insieme al sarcasmo…senza contare l’idea dell’ultimo minuto dell’incentivo.-          mi fa notare infastidito
Accidenti è più furbo di quello che pensassi! Però è davvero antipatico accidenti!
-Ah, ti sei accorto che era un’idea venutami adesso per convincerti? Comunque te l’ho detto che imparo in fretta no? Mi è bastato farmi due conti per sapere quanto darti. Sarò anche un po’ ingenua ma non sono certo stupida mio caro! A proposito, posso sapere come ti chiami?-       gli chiedo avendo dimenticato di farlo prima
-InuYasha Taisho. E tu sei Kagome…?-      wow ha ricordato il mio nome
-Kagome Higurashi. Piacere!-
-Higurashi? Allora sei la figlia del primo ministro Naraku Higurashi?-
-Sì proprio lui. E mia madre è Kikyo Tama, la famosa attrice ed ereditiera della Tama Building e Co.-
-Complimenti allora…ecco perché sei così ricca. Comunque Kagome, ora scusami ma è bene che vada a casa a cambiarmi prima che mi venga un accidenti dopo la doccia che mia hai fatto! Ti lascio il mio numero così mi chiami ok?-
-Ok ma se vuoi ti do un passaggio a casa. Piove ancora…-        gli dico osservando il cielo
-Grazie ma non vorrei rovinarti la tappezzeria…-       dice cinico
-Non preoccuparti…la farò lavare. Non è un problema.-     rispondo ignorandolo
-Immagino…al limite la buttate e ne comprate una nuova.-       replica con tono sprezzante
Che caratteraccio schifoso che ha questo ragazzo! Ma le buone maniere non gliel’hanno insegnate?
Avrei quasi voglia di picchiarlo!
-Cavolo quanto sei pungente e velenoso! Guarda che essere ricchi non è una colpa!-
-Ma fare spreco sì!-        ma tu senti questo!
-Noto che non ami la gente ricca vero?-     
-Affatto…-     risponde secco
-Beh io non ho alcuna colpa delle mie ricchezze. Ti conviene abituarti allo spreco comunque, perché le lezioni le terrai a casa mia. E lì ne vedrai parecchio di lusso.-        lo avverto io
-Ah bene a sapersi…-
-Allora lo vuoi il passaggio sì o no?-        chiedo irritata
Se proprio non vuole lo lascio a piedi sotto la pioggia e chi se ne frega!
-Va bene accetto. Solo vorrei farti una domanda…-
-Quale?-
-Non ti crea problemi che io sia un han’yō?-
Un han’yō? Ah ecco perché ha quelle graziose orecchiette. Ma perché dovrebbe infastidirmi? Non capisco che intende dire. Forse gli altri non lo accettano per questo?
-No perché dovrebbe darmi problemi scusa? Che differenza fa?-      
A casa mia ce ne sono molti e non ho mai trovato differenze tra loro e gli umani o i demoni completi.
-Sei troppo ingenua ragazza mia! Ti consiglio di uscire più spesso dalla tua gabbia d’oro.-      mi dice entrando in auto
Vorrei soffermarmi di più su questa sua provocazione e capire cosa intendeva dire ma…forse è meglio non entrare nella sua vita privata. In fondo a me non interessa. Mi interessa solo imparare quel pianoforte!
 
Dopo averlo accompagnato a casa sua ci siamo dati appuntamento per il giorno dopo. Passerò io a prenderlo dato che lui non ha l’auto.
Ritornata a casa parcheggio la Porsche nuovamente in garage e rientro dentro casa felice per aver risolto il problema.
-KAGOME!-      urla una voce fredda e severa che riconosco subito
-Pa…papà?-       dico sbiancando
Ma che ci fa qui? Sarebbe dovuto ritornare tra due giorni!
-Che diavolo ci facevi fuori e con la mia auto?-      chiede con tono rigido
-Ecco io…-
-Anzi non mi importa sapere del perché! Lo sai che non tollero che tu esca di casa senza permesso e soprattutto da sola in auto! E con la mia di auto per giunta! Non è una macchina adatta a te quella!-     continua inflessibile
-Ma papà dovevo cercare un maestro di pianoforte! Quello che hai chiamato tu ha rifiutato. La mia auto non funziona così ho preso la tua e sono andata a cercarlo in città.-      cerco di spiegargli
-Che cosa? Sei stata in città da sola? Sai benissimo che non devi andarci! Non è un luogo adatto ad una ragazzina sola. Non permetterti mai più di disobbedire ai miei ordini sono stato chiaro?-
-Papà non sono più una bambina. E poi non mi sembra di aver fatto qualcosa di male.-
-Signorina, il fatto che tu sia maggiorenne non ti da il diritto di fare come vuoi! Finché vivrai sotto questo tetto farai come dico capito? E non rispondere mai più ai miei rimproveri! Vai in camera tua e restaci! E ti avviso che non vedrai la tua auto per un bel po’ di mesi!-
-Ma io domani devo andare a prendere il nuovo insegnante! O vuoi forse che non impari più il pianoforte? Hojo non ci teneva a sentirmi suonare?-      ribatto infastidita
-Non osare ricattarmi con questa scusa! Domani andrà Koga a prenderlo. E poi quando si è sentito dire mai che una ragazza di un certo livello va a prendere il suo insegnante?-
-Va bene scusami papà.-       è inutile insistere tanto avrà sempre ragione lui
Salita in camera mia mi butto sul letto.
-Uffa sono solo uscita un po’. Che sarà mai…esagerato!-
-Kagome…non dire così! Sai che ci preoccupiamo per te!-        sento dire dalla voce delicata di mia madre entrata in camera
-Ah…ciao mamma…-      le dico semplicemente
Ora mi aspetta il secondo round con lei.
-Kagome non saresti dovuta uscire da sola. Lo sai che abbiamo paura ti accada qualcosa dopo quello che è successo con Sota.-        mi spiega sedendosi accanto a me
-Mamma, io lo so che avete paura, ma non posso stare sempre chiusa qui. Potrei anche morire cadendo dalle scale sai?-
-Oh Kami Kagome ma che pensieri ti vengono in mente? Ci rimani solo tu figlia mia! La nostra famiglia sarebbe rovinata! Senza contare che il nostro impero economico finirebbe in chissà quali mani!-   
Non so il perché ma a questa frase mi ritornano in mente le parole di quell’ InuYasha…
“-Scusami se te lo dico ma sembra proprio che i tuoi genitori ti vogliano rilegare in casa ed estraniarti totalmente dal mondo! Sembri una loro marionetta ragazzina.-“
Questa frese mi infastidisce però….
-Mamma, toglimi una curiosità…siete più interessati a preservare i vostri soldi o la mia vita?-
Accidenti ma che domanda mi viene fuori? Che cavolo di pensieri sto facendo? Come ho potuto dire questo a mia madre?
-Kagome…ma che dici? Ti sembrano domande e supposizioni da fare queste verso i tuoi genitori? Dopo quello che abbiamo passato con tuo fratello poi….sei ingiusta!-       mi accusa iniziando a piangere
-Scusami mamma non volevo dirlo perdonami! Non so che mi è preso! Ok ti prometto che non uscirò mai più da sola ok?-        le giuro sentendomi terribilmente in colpa
Quando si calma mi abbraccia e poi va via.
Non devo pensare queste cose sui miei genitori. Loro mi amano e io devo renderli fieri di me, anche se…questo mi farà soffrire.
 
 
 
 









 
 
 
 
Secondo capitolo dedicato a Kagome ^_^
Iniziamo un po’ a conoscerla e a capire il suo carattere.
Certo la sua ricchezza è invidiabile ma anche per lei vale il detto che i soldi non fanno la felicità e lo imparerà presto.
Cresciuta nella bambagia da sempre, le sarà molto utile conoscere il mondo attraverso gli occhi di InuYasha, ma questo lo vedremo più avanti ^_^
Grazie a chi segue anche questa mia storia ^_^ ne sono molto felice ^_^
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 

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Capitolo 3
*** La prima lezione ***


 
 
 
Ma tu guarda un po’ che mi tocca fare per campare!
È mezz’ora che aspetto sotto casa mia quella mocciosa! Se c’è una cosa che odio è la gente ritardataria!
Le cose sono due…o ha cambiato idea e non vuole più imparare il piano con me oppure si è scordata dell’appuntamento tra una smaltatina di unghie e un boccolo ai capelli.
Bah…donne…e per giunta ricche!
 
-Lei è il professore Taisho?-        mi sento chiedere da un tipo in giacca e cravatta che puzza terribilmente di demone lupo, ma anche di familiare
Ma certo è l’odore di vaniglia che emanava quella Kagome.
-Ti manda Kagome per caso?-       domando curioso
-La pregherei di essere più rispettoso quando parla della signorina Kagome! Comunque sì, io sono Koga il suo autista e sono stato mandato dalla signorina per portarla a casa Higurashi per le lezioni di piano.-      mi spiega il pinguino ingessato che ho di fronte
-Io non sono un suo lacchè quindi la chiamo come mi pare. Perché non è venuta di persona?-
-Non credo debbano interessarle i fatti privati della famiglia Higurashi! Ora andiamo salga in macchina!-       risponde il lupastro avviandosi verso l’auto
Accidenti quella la chiama macchina? È venuto con una limousine!
Tutte le persona del mio quartiere osservano la limousine nera in cui sto entrando. Chissà cosa staranno pensando quei chiacchieroni.
Dopo quasi ora di strada arriviamo ad una villa di tre piani, situata sopra una piccola collina, poco fuori la città.
E’ davvero enorme accidenti! Sembra quasi la reggia di Versailles da quanto è grande! Tutto intorno c’è un giardino pieno di siepi ben curate. Ci sono diversi gazebo bianchi in più punti. Gli alberi altissimi che mandano una leggera ombreggiatura al giardino sembrano essere secolari. Questa casa è talmente grande che potrebbe starci un piccolo villaggio in pratica! Per questo quella ragazzina non esce mai da casa. Qui non le mancherà di sicuro nulla!
Quando scendo dall’auto vengo accolto da una donna anziana.
-Lei è il professore Taisho non è così?-
-Già…lei è?-      
-Io sono la tata della signorina, piacere il mio nome è Kaede. Venga con me la porto da Kagome.-      mi dice entrando in casa e avviandosi verso il salone dove la seguo
A quell’età ha ancora la tata??? Tzs!! Viziata!
Il lusso di questa casa è quasi vomitevole! Le rifiniture di quasi tutti gli oggetti del grande salone che vedo sembrano essere in oro. Dai pomelli dei mobili alle maniglie delle porte. Perfino i quadri sembrano adornati di cornici in oro.
I lampadari sembrano di cristallo Swarovski talmente brillano. Le tende si nota subito che sono in seta pregiata. I mobili sembrano tutti antichissimi, del XVII secolo come minimo. E questo è solo un piccolo pezzo di questa enorme casa. Figurarsi il resto. Le stanze di fronte cui passiamo sono davvero enormi.
-Mi scusi ma…dove andiamo?-       domando curioso
Saranno dieci minuti che camminiamo per i corridoi.
-Nelle stanze della signorina.-        risponde semplicemente lei
-E come mai?-
Che bisogno c’è di andare nella sua stanza??
-Il padre l’ha confinata lì per essere venuta in città da sola. Fino al suo ordine Kagome non può uscire da quella stanza.-         mi spiega lei incrinando debolmente la voce in un tono come…triste???
-Dice sul serio? È in punizione in poche parole. Ma quanti anni ha questa ragazza?-        chiedo sconvolto
Magari è minorenne e io l’ho scambiata per una più grande.
-Quasi venti.-       non mi ero sbagliato allora
-E a vent’anni il padre la mette in punizione per essere uscita da sola? Ma mi prende in giro scusi?-
-Affatto signore!-        mi dice fermandosi di botto a guardarmi seria
-Non mi chiami signore per favore. Mi chiami solo InuYasha. Non sono uno dei ricconi che è costretta a servire signora Kaede!-        chiedo infastidito da tutta questa riverenza spropositata da parte di una donna più anziana di me
-Noto che lei non vede di buon occhio la gente ricca non è così?-
-Feh…nota bene! Questo lusso mi da la nausea a dir la verità! È troppo pomposa questa casa!-      mi lamento piegando la bocca in una smorfia osservando il soffitto pieno di affreschi
-Non so darle torto. Nemmeno a me è mai piaciuto molto lavorare qui. Ma per la mia piccola Kagome ho sempre sopportare lo spreco inutile dei suoi proprietari. Eccoci arrivati nelle stanze della signorina.-         mi avvisa fermandosi davanti una porta
Dopo aver bussato e atteso il permesso siamo entrati. O meglio io sono entrato e la signora Kaede è andata via.
Kagome è davanti un pianoforte a coda che cerca di suonare con entrambi gli indici come un bambinetta.
La vedo davvero dura!
-Oh porca miseria!-      esclamo vedendo più da vicino il pianoforte che sta massacrando di note insensate
-Oh ciao anche a te InuYasha!-        risponde lei acida venendomi incontro
-Ma quel pianoforte è….-
-Sì! E’ un Sound of Harmonydella Steinway & Sons. Possibile che chiunque lo veda ci rimanga come un pesce lesso?-        risponde infastidita
-Per forza stupida ragazzina! Questo pianoforte oltre che ad essere uno dei più costosi al mondo è anche uno tra i migliori che esistano! Ma infondo avrei dovuto aspettarmelo da voi!-
-Ehi come ti permetti di chiamarmi stupida ragazzina brutto maleducato che non sei altro??-    
-Oh mi scusi principessina dimenticavo che sua signoria vuole essere chiamata “signorina Kagome”!-         rispondo pungente
Io questa tizia non la sopporto! Non so se reggerò all’istinto di strozzarla prima di incassare l’assegno!!
-Non mi piace essere chiamata signorina stupido! Mi basta solo avere un po’ di rispetto dalla gente che mi sta difronte visto che non ho a che fare con un bambino di cinque anni! Cafone!-      mi urla facendomi la linguaccia
Beh forse questa me la sono meritata in fin dei conti. InuYasha 0 - Kagome 1.
-Oh Kami…Kagome cos’è quell’espressione disgustosa sul tuo viso? Ti verranno le rughe così, oltre  a sembrare un mostro! E poi che razza di modo di rivolgerti è questo?-        sento squittire da una donna alle nostre spalle
-Scusami mamma.-        risponde Kagome cambiando del tutto espressione e postura
-Lei è il professore di pianoforte non è così? Io sono la madre di Kagome, piacere Kikyo Higurashi. Mi scusi ma mia figlia a volte è davvero terribile e maleducata! Deve fare ancora strada per diventare una signorina ben educata!-         dice lei fulminando la figlia con lo sguardo che abbassa la testa colpevole
Addirittura? E denigra la figlia così davanti a me? E poi per una sciocchezza.
-InuYasha Taisho, piacere mio signora Higurashi.-        veramente proprio per niente! Questa donna mi sta già sulle balle, e non solo perché condivide lo stesso nome con la mia ex
-Comunque mi permetta di dire che sua figlia ha solo risposto ad una mia provocazione. Non le dia colpe non sue!-      proseguo sentendomi in dovere di giustificare Kagome, anche se non so il perché
-Oh davvero? Beh resta comunque il fatto che non doveva permettersi tale confidenza! Non è degno di una ragazza del suo livello esibire a quel modo certe espressioni volgari!-
-Non crede di esagerare? Addirittura volgare per una linguaccia?-      rispondo iniziando ad incavolarmi
-Come scusi?-        dice lei inarcando un sopracciglio
-Ehm…scusate è colpa mia! Mamma hai ragione, non farò mai più una cosa del genere ok? Professore che ne dice di cominciare la lezione? Scusaci mamma ma non vorrei perdere altro tempo e so che non vuoi assistere alla lezione…ci vediamo a cena va bene?-        interviene Kagome all’improvviso
-Va bene Kagome, ma cerca di impegnarti una volta tanto e impara quello strumento maledetto come si deve il prima possibile, così ritornerà da dove è venuto! Lo sai che lo odio!-
-Sì mamma tranquilla. Dopo Natale non lo vedrai più.-       risponde la figlia triste
Chissà cos’è che stanno dicendo queste due…c’è qualcosa che mi sfugge?
Comunque sia quella strega se ne va lasciandoci soli. Kagome dopo avermi guardato imbarazzata si avvicina al pianoforte.
-Allora cominciamo?-       mi chiede con tono sommesso
-Ma ti fai trattare sempre così da tua madre?-        le chiedo infastidito da quel comportamento
-Trattare come?-      chiede lei. Non capisco se fa finta di non capire o non capisce sul serio
 -Come ha fatto poco fa! Ti ha rimproverata senza nessun motivo te ne rendi conto?-
-Sì, ma non posso farci nulla. Infondo aveva ragione. Non avrei dovuto scompormi tanto.-      
-Ragazzina ma ti hanno fatto il lavaggio del cervello o sei davvero stupida?-      le dico più per provocarla che per offenderla ma lei continua a restare impassibile
-Chissà…-      risponde arrendevole
Prima sembrava così piena di vita, e ora sembra un’altra persona. La sua espressione sembra quasi vuota adesso. Come può sua madre avere tanto potere su di lei? Perché?
 
 
 
                                                               *************************
 
 
 
InuYasha è parecchio perplesso sulla reazione avuta prima con mia madre. Ma lui non sa il perché mi comporto così. Nessuno lo sa, tranne Kaede.
Io devo per forza accontentare i miei genitori. Glielo devo. Sono costretta. Devo pagare una colpa terribile.
Nemmeno a me piace essere costretta a fare certe cose ma devo per il bene che voglio ai miei genitori.
Dopo la morte di Sota niente è stato più lo stesso. Io non sono stata più la stessa.
I miei genitori avevano una vera predilezione per mio fratello. A volte si scordavano perfino di avere una figlia a seguito alle feste, dato che non mi presentavano mai, per loro esisteva solo Sota, il primogenito maschio. Era poi lui a presentarmi agli altri in mancanza dei nostri genitori.
Gli volevo un gran bene. Lo osservavo ore esercitarsi su questo pianoforte…la sua grande passione. Diceva che quando sarei stata abbastanza grande da arrivare con le gambe ai pedali mi avrebbe insegnato a suonarlo.
Ancora ricordo che quando avevo paura di notte, dopo un incubo, veniva a controllare sotto il mio letto che non ci fossero i mostri, di cui avevo il terrore.
Facevamo spesso lunghe passeggiate in giardino. Ci piaceva correre nel piccolo labirinto di siepi dove io mi perdevo sempre.
Poi un giorno volle una moto. Aveva sedici anni e io cinque. Facevamo spesso delle piccole fughe da casa con la sua moto per andare a prenderci un gelato di nascosto, ma il più delle volte ci andava in giro con delle ragazze.
Un giorno però…finì tutto e lui non fece più ritorno a casa, e tutto per colpa mia!
-Ehi Kagome? Vuoi restare ancora a contemplare i pavoni dipinti sul pianoforte o vuoi cominciare la lezione?-       mi chiama brusco lo screanzato
Kami quanto è insopportabile! Se solo non fosse così irascibile potrebbe anche piacermi come amico.
-Sì sì cominciamo.-       rispondo sbuffando
-Ehi ma è accordato?-
-Sì è venuto un tecnico a sistemarlo e a ripulirlo dalla polvere anche se era ben protetto da dei teloni adatti a preservarlo anche dall’umidità.-       spiego allo zuccone
Figurati se dopo tanti anni lo tiravo fuori senza sistemarlo!
-Quindi non viene usato da un bel po’?-
-Da circa quindici anni.-
-Così tanto? E perché mai?-
-E’ una lunga storia…-
-Va bene infondo non mi importa…allora come prima cosa devi imparare a conoscere lo strumento che intendi suonare e…-
-Oh ma qualche cosa la so guarda…. tipo che la tastiera è formata 88 tasti, 52 bianchi che sono le note DO RE MI FA SOL LA SI,  e 36 neri che invece sono per i diesis e i bemolle, per alzare o abbassare si un semitono la nota. Questi ultimi sono formati a gruppi di due coppie e di terzine. Questo DO al centro… è chiamato DO centrale e serve come punto di riferimento. Da un DO all’altro DO è un’estensione di un’ottava, proprio perché da un DO all’altro ci sono otto tasti…poi…-
-Bene brava stai ripetendo a pappagallo le cose scritte sui libri. A me non serve questo! Devi imparare con la tua testa o non servirà a nulla. Scommetto non sai nulla sulla diteggiatura, le scale, gli accordi, gli intervalli, come leggere gli spartiti e suonare senza guardare i tasti e su come usare i pedali. Ripetere cose lette a casaccio non ti è utile quindi dimentica tutto quello che sai e segui me! Non dovrai imparare a pappagallo ma dovrai memorizzare ogni singola cosa che ti spiegherò e dovrai imparare ogni nome che ti dirò è chiaro? Se c’è qualcosa che non capisci me lo chiedi. Ma mai…dico MAI imparare le cose così!-      mi spiega un po’ burbero
Ok la gentilezza non è il suo forte!
-Ho capito!-      rispondo semplicemente senza iniziare inutili polemiche
-Bene allora siediti accanto a me così ti mostro quelle cose che hai detto, però in ordine e senza correre.-       mi dice addolcendosi un po’ dopo essersi seduto difronte al piano e aver provato un paio di note
-Ha un suono bellissimo e puro. Davvero nulla a che vedere con i pianoforti elettrici o quelli verticali.-        afferma continuando a suonarlo senza un vero senso
Sembra piacergli molto il pianoforte. Lo accarezza più che toccarlo.
-Ti piace molto suonare non è così?-      gli chiedo osservando i suoi occhi che hanno una luce  nuova che prima non aveva
-Suonare è la mia vita. Credo di essere nato solo per questo.-       risponde iniziando a suonare adesso un vero brano
Non l’ho mai sentito. E’ bellissimo e romantico. Chissà se è un suo pezzo…
Decido di non interromperlo e ascolto fino alla fine questa musica così dolce. Sembra facile da ripetere con altri strumenti.
-Questa musica è bellissima. E’ tua?-      chiede quando termina anche l’ultima nota
-Sì…l’ho scritta un po’ di tempo fa.-
-Chissà come verrebbe fatta col mio erhu (*).-       penso ad alta voce
-Tu… suoni un erhu?-       mi domanda lui osservandomi perplesso
-Sì e non solo quello perché?-
-Che altro sai suonare?-
 -So suonare anche la chitarra, il violino, il flauto, il koto (**) e ovviamente l’erhu, il mio preferito su tutti!-
-Mi spieghi come accidenti sai suonare tutti questi strumenti alla tua età?-      mi chiede stupito
-Era mia nonna ad insegnarmeli quando ero piccola. Lei amava molto la musica. Un giorno tornò da un viaggio in Cina con un regalo per me, un erhu  antico con delle corde in seta, e da allora me ne innamorai non separandomene più. Inizia a conoscere anche gli altri strumenti e la nonna me li insegnò pazientemente.-       racconto con un velo di nostalgia
Mia nonna è morta qualche anno fa. Mi manca tantissimo. Era stata lei ad insegnare il pianoforte a Sota e anche lui come me sapeva suonare diversi strumenti.
-Potevi anche dirlo prima che te ne intendi di musica no? Almeno risparmieremo un bel po’ di tempo!-
-Veramente non me ne intendo io suono ad orecchio. Non leggo spartiti o roba del genere.-
-Ah…come non detto allora.-
-Ma tu, credi sia davvero così impossibile che impari a suonarlo? Eppure dovresti essere bravo visto quanto hai studiato!-
-Ehi io non faccio i miracoli! Dipende da te. Dovrai avere molta pazienza perché sbaglierai spesso. Ti dovrai esercitare per ore al giorno se vuoi arrivare a Natale a saper almeno muovere le dita sulla tastiera. Serve forza di volontà capito?-
-Sì tranquillo di quella ne ho tanta! Voglio davvero imparare a suonare finalmente il pianoforte!-      sono anni che lo desidero
-Caspita devi amare molto il tuo ragazzo per metterci tanto impegno!-      questa poi…
-Veramente non lo conosco nemmeno e poi non lo faccio per lui ma per mio fratello.-      rispondo infastidita
Ma figurarsi se lo faccio per Hojo. Non so nemmeno che faccia abbia!
-Hai un fratello?-
-Lo avevo. Il pianoforte era suo, per questo ci tengo a suonarlo. Senti posso chiederti un favore prima di iniziare la lezione?-        dico per cambiare subito argomento
-Quale?-
-Mi insegni quella canzone che suonavi prima? Mi piacerebbe suonarla col mio erhu. Ho capito buona parte delle note ma vorrei risentirla.-
-Ok ma sappi che in cambio voglio sentire come lo suoni! Non è certo facile da suonare e voglio proprio vedere se sai davvero farlo o se strimpelli suoni senza senso, come credo che sia!-
-E’ un ricatto o una sfida?-
-Entrambe!-
-Ci sto! Ma dovrai rimangiarti quello che hai detto! So suonarlo molto bene al contrario di quello che credi.-
-Vedremo!-
 
Se crede che io sia una sprovveduta si sbaglia. Non sarò certo brava come lui che ha studiato al conservatorio ma da autodidatta posso ritenermi soddisfatta. Mia nonna sapeva il fatto suo perché era il primo violino di un orchestra quando era giovane. Quindi un bel po’ di cose me le ha insegnate.
E poi suono tutti i giorni questo strumento perché mi sembra così di avere mia nonna vicina, quindi un po’ di pratica l’ho fatta.
Lui mi fa risentire la musica suonata prima, che cerco di memorizzare bene nella mente.
Io nel frattempo mi metto comoda col mio strumento sulla gamba. Appena finisce mi fa cenno di cominciare ma io ho un'altra idea.
 
-Cosa? Suonare insieme? Ma come pretendi di venirmi dietro se conosci a malapena il brano?-     mi domanda scettico
-Tu comincia e poi vedremo.-        rispondo io divertita
Mi guarda con espressione truce. Di sicuro si aspetta chissà quale disastro.
Lui comincia le  prime note tenendo gli occhi chiusi. Io decido di fare lo stesso e lasciarmi trasportare dalla musica tenendo sempre ben scolpito nella mente il suono delle note da lui suonate prima.
Ad un certo punto comincio a suonare anche io ripetendo quei suoni così dolci che ho sentito prima. La mia mano muove l’archetto come se stesse danzando sulle corde. Questa musica mi piace tantissimo!
La suonerò spesso con gli altri strumenti, ed è la prima che voglio imparare a suonare al pianoforte.
Non so se InuYasha ha riaperto gli occhi per guardarmi. I miei sono chiusi mentre scivolo sulle corde le ultime note.
Quando tolgo l’archetto dalle corde riapro gli occhi, trovandolo a fissarmi meravigliato.
Ti ho stupito mister so tutto io eh?
 
 
 
                                                               ***************************
 
 
 
Quando quella sciocca ragazzina ha chiesto di suonare con me la mia musica mi veniva da riderle in faccia. Come pretendeva di poterla suonare senza conoscerne note, pause e ritmo?
Sapendo di farmi due risate ho accettato. Ho chiuso gli occhi e ho cominciato a suonare, preparandomi mentalmente alla catastrofe di suoni strisciati che avrei sentito a breve. Peggio delle unghie sulla lavagna.
Invece con mio enorme stupore mi ha seguito magnificamente. Ho riaperto gli occhi di scatto per guardarla, e ho visto che anche lei suonava con gli occhi chiusi.
Era come se fosse un tutt’uno con quello strumento. Lo suonava con infinita delicatezza. Accarezzandolo quasi. Non ho potuto fare a meno di guardarla fino alla fine del brano, ed è così che mi ha ritrovato quando ha riaperto gli occhi, intento a fissarla.
-Allora? Che dici? Ho sbagliato qualche nota?-        mi domanda infine
-No. Sei stata perfetta.-        rispondo sincero
-Grazie!-        mi dice facendo un bellissimo sorriso soddisfatto
Devo dire che non immaginavo fosse così bella quando sorride. La sto ancora fissando come un ebete e lei se ne accorge facendomelo presente.
-Perché mi fissi così?-
-Ah, no nulla. Su ora ritorna qui così cominciamo questa benedetta lezione o non cominceremo mai a forza di rimandare!-     dico togliendole finalmente lo sguardo di dosso e rivolgendolo nuovamente verso il piano
Lei fa come chiesto, così inizio a spiegarle quante più cose riesco in quelle ore che passo lì.
È abbastanza sveglia per fortuna quindi non devo ripeterle nulla, impara veramente in fretta come mi aveva detto.
Con mio immenso piacere quella strega della madre non si è mai fatta vedere. L’ho appena conosciuta e già la odio. Che donna fredda accidenti!
Per quel poco che sono riuscito a decifrare dalle frasi di madre e figlia ho capito che questo pianoforte era del fratello di Kagome, ma che a quanto pare è venuto a mancare credo quindici anni fa. Da allora nessuno ha più toccato questo piano fino ad oggi. Se così fosse non capisco come quella donna riesca a trattare così male la figlia essendo rimasta l’unica che ha.
Molte volte ho notato un’espressione triste sul volto di Kagome. Chissà cosa è successo e perché lei reagisce così verso i suoi genitori. Sono sicuro che la mia prima impressione su di loro sia giusta…loro non amano questa ragazza.
Lei gli serve per concludere un contratto economico. Non capisco come Kagome riesca a non accorgersene e a non ribellarsi. Non lo capisco proprio.
Non sembra esattamente la stupida che credevo. Sembra quasi più che voglia fare la stupida in modo da evitare domande e problemi. Forse mi sbaglio…però…
-Allora per oggi abbiamo già finito?-     mi  chiede lei quando mi vede alzare
-Sì, per oggi sì. Domani verrò prima così possiamo studiare qualche ora in più. Dovresti studiare tutto il giorno a dir la verità o non ce la farai mai per Natale.-
-Vieni di mattina presto e resta fino a cena, così avremo più ore no?-     propone lei
-La fai semplice tu. Non è così facile arrivare qui sai?-       soprattutto senz’auto
-Sai guidare? Ce l’hai la patente?-      domanda andando verso un armadio dal quale tira fuori un cassetto
-Sì ma questo che cambia? Io non possiedo un’ auto ricordi?-
-Adesso sì!-        risponde lanciandomi un mazzo di chiavi che afferro al volo
-Che significa?-     chiedo osservandolo
-Che puoi prenderti la mia auto se non ti disturba il colore. Tanto io non credo la userò più. Te la regalo se la vuoi.-         mi dice ritornando verso il piano
-Mi prendi in giro?-
-Perché dovrei? E non prenderla come un’elemosina come ieri. Ritienilo un regalo.-
-Perché la vuoi dare a me scusa?-
-Perché a me è vietato usarla, quindi invece che lasciarla marcire in garage te la regalo visto che ti può essere utile. Domani chiamo qualcuno per effettuare il passaggio di proprietà se vuoi.-
-Grazie ma non posso accettarla.-        affermo posando le chiavi su un tavolino
-Perché no?-
-Perché non si può regalare un auto come quella a chi non si conosce e senza nulla in cambio lo capisci?-
-Che intendi con nulla in cambio? Che tu dovresti darmi qualcosa?-
-Beh, sì insomma diciamo di sì. Ma ti anticipo fin da ora che non la accetto al posto dei soldi per le lezioni anche se a conti fatti ci guadagnerei di più vendendola.-
-Se la metti così allora qualcosa te la chiedo, così saremo pari e potrai accettare il mio regalo.-      mi dice con un sorrisetto che non so come definire
Non vorrà forse chiedermi cose poco decenti??
-Sentiamo…cosa vorresti chiedermi?-        domando curioso
-Ti chiedo di non chiamarmi più né stupida né ragazzina in futuro.-
-Solo questo?-        chiedo quasi deluso
E io che credevo chissà che. Ma perché poi ne sarei deluso? Feh…mi sto rincitrullendo alla veneranda età di ventinove anni!
-E perché che avrei dovuto chiederti??-       chiede ingenuamente
-No niente…comunque…diciamo che posso anche accontentarti su questo, ma la tua auto non la voglio. Al massimo l’accetto in prestito per il tempo in cui dovrò farti lezione. Non amo essere venuto a prendere da quel lupo!-
-Ti riferisci a Koga? E perché?-
-Perché odio il puzzo di lupo tutto qui!-
-Ah…certo ora è davvero tutto chiaro!-       dice sarcastica
-Per te ci sono problemi?-
-No no figurati. Anzi volevo regalartela. Puoi prenderla e tenerla tutto il tempo che vuoi.-
-Senti, posso chiederti perché i tuoi non vogliono che esci da sola?-      domando allo stremo delle forze di volontà
Ho cercato di trattenermi dal farle questa domanda ma non ce la faccio proprio più.
-Perché hanno paura mi succeda qualcosa. Oltretutto a me piace correre un po’, quindi…-       si interrompe cercando di lasciar cadere il discorso
-Questo non spiega perché non puoi uscire da sola. Anche se non esci in macchina non puoi ugualmente andare dove vuoi vero?-       incalzo io sempre più interessato
-Già. Purtroppo sono molto apprensivi. Per questo agiscono così.-        mi dice poco convinta abbassando la testa
Ci sta girando intorno…e non ne capisco il motivo. Io credo invece che buona parte della scusa che usano per tenerla in pugno sia la morte del fratello. Lei però non vuole parlarne.
Che male c’è se dice di aver perso un fratello??
Meglio non insistere però, se non vuole parlarne avrà i suoi motivi.
-Ok io vado. Allora posso davvero prendere la tua auto? Sicura?-        chiedo prendendo le chiavi
-Certo che sì e mi raccomando trattala bene capito?-        mi avvisa guardandomi seria
-Tranquilla! Sarò un vero gentiluomo con lei.-        le dico scherzando
Accidenti mi ha detto di stare attento all’auto come uno di quegli uomini fissati con le macchine. Questa ragazza è davvero strana.
Dopo essermi fatto indicare il garage arrivo alla Bentley fucsia di Kagome. Oh beh il rosa non è proprio il mio colore ma essendo metallizzato è più guardabile. E poi non credo proprio di potermene lamentare dato che sto per guidare un’auto da 250 mila dollari! Fosse anche stata col faccione di Hello Kitty è pur sempre un’auto di lusso…gratis!
Certo il problema sarà dove tenerla dato che io non ho un garage e tenerla fuori credo sia imprudente. Chiederò a mio fratello di tenerla lui la notte nel suo garage privato.
Ritornato a casa mia penso stranamente alla madre di Kagome. Non so perché ma aveva un che di familiare…











 
 
 
 
 
 
 
(*)L’Erhu  è uno strumento tradizionale cinese ( di cui io vado pazza *____* ) Potremmo definire l’erhu come un violino cinese. Dispone però di solo sue corde, che vengono suonate con un archetto. La cassa ha una forma esagonale ed ricoperta di pelle di serpente. Anticamente le corde erano fatte di seta oggi invece di acciaio.
 
(**) Il Koto è uno strumento tradizionale giapponese, ed è una specie di cetra. Ha tredici corde e viene suonato standovi seduti difronte , utilizzando tre plettri posizionati sulle dita della mano destra. La mano sinistra serve per dare una maggiore sonorità pizzicando o trattenendo le corde in modo da migliorarne la sonorità.
 
 
 
Ciao ^_^
Ecco a voi un nuovo capitolo ^_^
In questa storia cercherò di mettere le colonne sonore dell’anime, e TO LOVE’S END è una di quelle ^_^
La si trova in tutte le salse mamma mia! Alcune anche bruttarelle e suonate in maniera pessima.
Ovviamente sono tutte di Kaoru Wada ^_^ ma in questo caso diventeranno di proprietà di Inu ^_^
Chissà perché la mamma di Kagome sembra così familiare ad InuYasha. Oltretutto si chiama anche come la sua ex ^_^
E cosa nasconde Kagome??
Con queste domande vi saluto ^_^
Baci baci e a presto ^_^
Faby <3 <3 <3 <3 <

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Capitolo 4
*** Prime liti in famiglia ***


 


 
-CHE COSA?? Mi stai prendendo in giro, vero InuYasha?-
-Sesshomaru non strillare! Lo sai che le mie orecchie sono più sensibili delle tue ai rumori!-      mi lamento tenendomi dolorante le orecchie
-Sì scusami! E’ solo che non credo ai miei occhi! Sei sicuro che la puoi tenere?-        mi domanda osservando la Bentley che gli ho chiesto di tenermi in garage la notte
-Veramente quella pazza voleva regalarmela! Ma io ho rifiutato per non avere nulla a che fare con loro e non essergli debitore. Ho solo accettato di usarla per il periodo in cui farò avanti e indietro dalla loro villa.-
-Non ho mai sentito di un ricco che regala la propria auto lussuosa ad uno sconosciuto! Fratellino sei sicuro che quella ragazza abbia le rotelle a posto?-
-Non credo…tanto normale non mi sembra sinceramente. Non dico che sia pazza ma qualcosa che non va ce l’ha!-
-Ovvero?-
-Mi sembra senza spina dorsale. Fa quello che le ordinano i genitori senza fiatare. Non si tratta solo di essere viziata…sua madre la tratta malissimo, il padre la mette in punizione per essere uscita da sola senza permesso. Insomma quale ragazza starebbe a queste condizioni senza ribellarsi?-
-Beh nemmeno io permetto a mia figlia di uscire senza permesso.-
-Sesshomaru tua figlia ha undici anni. Kagome venti!-      
-Ah…beh in effetti...-        dice lui chiudendo il garage dopo aver parcheggiato l’auto accanto alla sua
-Ecco è questo il punto! Quella ragazza è strana. E credo nasconda qualcosa…-
-Cosa te lo fa pensare?-       mi chiede lui
-Non so…una sensazione, e sai bene che non mi sbaglio mai!-      gli dico riferendomi a sua moglie
Avevo capito al primo sguardo che mio fratello era interessato a quella piccola umana così sorridente e gioiosa. Ma lui negava sempre. Poi un giorno mi confessò che se n’era innamorato. Avevo visto giusto!
Stessa cosa quando sua moglie Rin era incinta. Io l’ho capito subito osservandola che aveva qualcosa di strano, di diverso. Ma lui insisteva che non era incinta. Otto mesi dopo nacque sua figlia, quindi avevo ragione!
 
-Zio InuYasha!-      strilla mio nipote vedendomi e correndomi incontro
Ha sei anni. E ogni volta che mi vede vuole giocare alla play, finendo sempre col battermi miseramente…
-Ciao Shin! Fammi indovinare…partita alla play vero?-      gli chiedo prendendolo in braccio
-Indovinato!-       risponde sorridente
-Shin, almeno fai entrare tuo zio prima di assalirlo! Ciao InuYasha come stai?-       mi saluta mia cognata
-Tutto bene Rin e tu?-      chiedo scendendo Shin
-Non mi lamento. Certo stare dietro questi due non è facile, ma me la cavo.-
-Correre dietro due mezzo demoni così vivaci non deve essere facile.-        le dico osservando mio nipote trotterellare in giro per casa mentre fa dispetti a sua sorella
-Ciao zio! Qual buon vento?-        mi chiede mia nipote Shiori
-Ti sembra strano venire a trovare la mia famiglia?-
-Da te sì! Ogni volta papà deve minacciarti per venire qui!-      dice lei
Cavolo…ha ragione! Ok lo ammetto, non sono propriamente un amante di cene e riunioni di famiglia.
-Hai dei figli troppo intelligenti fratello!-       mi lamento io sottovoce
-Prendono da me ovviamente, che ti aspettavi?-       risponde compiaciuto
Dopo cena ritorno a casa mia, ovviamente con una sconfitta schiacciante sulle spalle da parte di mio nipote.
Non riuscirò mai a vincere con quell’aggeggio! Non fa proprio per me! Preferisco usare le mie dita per suonare più che per premere qualche bottone.
 
Il giorno dopo vado a casa di Kagome di mattina presto.
-Sono le otto. Chissà se la “principessina” dorme ancora o è sveglia.-      mi dico ad alta voce guardando l’orologio
-Cerchi Kagome?-       mi sento chiedere da una voce imponente
Solo adesso mi accorgo della sua presenza. Ho di fronte un enorme demone con il muso pronunciato e gli occhi grandi, ma non sembra cattivo. Poi guardandolo meglio noto che è… un han’yō?
-Sì. Sono il suo maestro di pianoforte. Tu sei?-     chiedo curioso
-Sono il giardiniere di questa casa. Il mio nome è Jinenji. Kagome è nella serra. Sta creando una composizione stramba di fiori.-      mi informa lui grattandosi la testa confuso
-Ikebana, Jinenji…si chiama così. Buongiorno InuYasha.-       risponde lei arrivando con un vaso tra le mani
-Ciao…-      le dico semplicemente
-Ah è vero! Lo scordo sempre. Mi sembra una cosa così sciocca però. I fiori sono più belli quando sono sulle piante e non dentro un vaso Kagome-chan.-     
-Concordo con te Jinenji. Purtroppo mia madre adora queste cose quindi…-       ecco che ci risiamo con la madre!
-Io vado Kagome…a domani!-         la saluta il giardiniere andandosene
-Ciao Jinenji! E non scordarti di salutarmi tua madre!-       gli urla lei salutandolo con la mano
Quanta confidenza con un giardiniere, e mezzo demone tra l’altro.
-Ti dai anche all’ikebana?-        domando seguendola in casa
-Ti sembra strano?-      chiede posando il vaso su un tavolo del salotto
-In effetti da una riccona no. La cosa che mi sorprende sinceramente è quel giardiniere.-      le dico  perplesso
-Jinenji? E perché mai?-       domanda lei sorpresa
-Come perché? E’ un mezzo demone!-        le faccio notare in caso non lo avesse capito
-Lo so e allora? Dove sarebbe il problema? Lo sei anche tu no?-
-Ma dici sul serio? Lo trovi normale avere un mezzo demone al tuo servizio senza considerarlo un servo? Vi parlavate come grandi amici e ti dava del tu!-        le dico innervosito dalla sua ottusità
-Primo, Jinenji “è” mio amico! Secondo, non l’ho mai visto come un servo solo perché lavora per noi. E terzo, in questa casa lavorano diversi mezzo demoni, demoni e umani. Sono tutti miei amici e nessuno mi dà del lei su mia richiesta dato che sono cresciuta con loro intorno. Quindi le tue critiche verso i miei amici tienile per te!-         risponde lasciandomi senza parole
Possibile che abbia difeso un han’yō? Non ha nemmeno capito a cosa mi riferivo prima.
-Io non criticavo certo loro, ma te. Possibile tu non sappia che nel mondo fuori di qui i mezzo demoni sono disprezzati da tutti? Umani e demoni senza distinzione!-
-Sì lo so ma la cosa non mi riguarda! Io non faccio distinzione con nessuno. Distinguo solo i cattivi dai buoni. Qui vengono tutti trattati in egual modo e senza distinzioni dai tempi di mia nonna.-      mi spiega lei stupendomi ancora una volta
-La cosa mi stupisce devo ammettere. Ma ne sono felice che almeno un lato positivo la tua famiglia ce l’abbia!-
-Sei una persona parecchio critica sai? Comunque andiamo di sopra a cominciare la lezione.-       dice lei incamminandosi verso la sua stanza seguita da me
Dopo cinque ore di lezione decido di staccare. L’ora di pranzo è passata già da un po’.
-Per adesso va bene così. Riposa le dita, riprenderemo tra un’ora.-
-Ok…andiamo a pranzare? Ho fame!-       mi chiede alzandosi e uscendo dalla camera
Suppongo volesse che la seguissi…
-Ehi ma dove vai?-      le chiedo raggiungendola
-In cucina per mangiare qualcosa no? Cosa ti andrebbe?-        mi domanda mentre camminiamo per i corridoi
-Bah…quello che prendi tu andrà bene!-
-Non credo ti piacerebbe sai?-
-E perché?-        mangerà mica il gelato con le foglie d’oro come Paris Hilton??
-Perché mia madre a pranzo mi fa mangiare solo due carote bollite.-
-Che? E per quale motivo?-        domando con un sopracciglio alzato
-La linea…devo restare una 38, soprattutto fino al giorno del matrimonio.-        dice abbassando la testa triste
-Questa poi…non ho ancora capito se questa casa sia un carcere o meno! Comunque come mai in casa non ho ancora visto nessuno? Come mai non c’è una cuoca?-       chiedo entrando in cucina e notandola deserta.
Mi sarei aspettato uno stuolo di cuochi e camerieri.
-A pranzo i miei non ci sono mai, quindi la cuoca viene solo per la cena.-       risponde mettendo a bollire l’acqua, suppongo per le due “squisite” carote che dovrà mangiare
-Dove tenete le padelle?-        chiedo guardando meglio l’enorme cucina all’americana. Orientarsi qui è impossibile
-Nello sportello in basso, sotto ai fornelli. Ma sai cucinare scusa?-
-Certo che sì. Vivo da solo…quindi un po’ me la cavo.-       spiego prendendo una padella e aprendo il frigo
Dopo aver preso alcune cose dai vari sportelli e ripiani comincio a cucinare. Lei mi guarda incuriosita mentre ogni tanto controlla la cottura di quelle porcherie che sta bollendo.
 
-Bene è pronto!-        dico prendendo due scodelle di porcellana e riempendole
-Ma cosa è?-       domanda lei osservando le scodelle ricolme
-Non conosci il katsudon?-    (*)    
-Solo di nome. Non l’ho mai mangiato.-
-Bene vorrà dire che lo mangerai oggi per la prima volta!-       affermo buttando nel lavandino le sue tristi carote e mettendola seduta a forza
-Ehi… ma che fai?-        protesta lei
-Sta seduta e mangia! Quelle schifezze non si possono chiamare pranzo. E poi ti servono più energie per le lezioni.-
-Ma io non posso mangiarlo! Avrà una quantità enorme di calorie! Tra il maiale fritto…ben impanato devo dire…. e la frittata dorata…-        si lamenta guardando il suo piatto con occhi lucidi
-Zitta e mangia mocciosa!-         bofonchio con la bocca piena di carne e riso
-Non si parla con la bocca piena sai? E non chiamarmi mocciosa!-       dice addentando un pezzo di cotoletta di maiale
-Wow… ma è buonissima!-         dice sorpresa prendendo un altro pezzo di cotoletta
In meno di cinque minuti ha già ripulito la sua scodella. E menomale che non lo volevo!
-Credo sia stato più buono delle tue carotine bollite no?-        chiedo finendo anche io
-Eccome!! Mai mangiato nulla di così buono! Grazie InuYasha!-       dice facendomi un sorriso bellissimo e facendomi quasi arrossire per l’imbarazzo
Accidenti a lei…perché è così bella quando sorride?
-Che ne dici di ritornare su e ricominciare?-        chiede avviando la lavastoviglie
-Sì andiamo. Con la pancia piena si lavora meglio.-       
 
Dopo altre cinque ore di lezione vado via.
Per tutto il giorno i genitori di Kagome non ci sono stati. Erano quasi le venti quando sono andato via ma di loro nessuna traccia. Kagome dice che lavorano fino a tardi. In compenso ho visto un gran via vai di camerieri che salutavano calorosamente Kagome.
A quanto pare era sincera quando diceva di considerare i suoi dipendenti come suoi amici.
Quella ragazza è cresciuta da sola. Isolata dal mondo. Non riesco a comprenderne il motivo.
Mi ha detto di non aver mai visto una scuola perché i genitori le hanno sempre preso degli insegnanti privati. Oltretutto avrebbe voluto andare all’università, ma a causa del fidanzamento ha dovuto rimandare.
Mi risulta così difficile capire perché si faccia comandare tanto dai suoi genitori. Non vuole imporsi. Lascia decidere loro come gestire la sua vita. Secondo me le contano anche le volte che va in bagno.
Kagome continua ancora a non parlare del fratello. Ho provato a far uscire fuori la questione parlando del pianoforte ma lei è sempre pronta a glissare e cambiare argomento.
Passano così dieci giorni. Kagome diventa sempre più brava. Sono davvero stupito dei suoi progressi. Ma siamo ancora alle basi. Non potrà mai imparare  il resto in soli tredici giorni.
-Allora che mi prepari di buono oggi?-        domanda sedendosi a tavola
Oramai a pranzo le cucino sempre qualcosa io…dovrebbe pagarmi anche come cuoco…tzs!
Però devo ammettere che mi piace vederla mangiare con tanto entusiasmo delle cose così semplici, che a volte rifiuto, talmente tante volte le ho mangiate.
-Semplici tamagoyaki  (**) oggi. Vanno bene alla signorina?-   
-Se sopra mi ci fai il sorrisino col ketchup sì!-     scherza lei sorridendo
-E poi se ti chiamo mocciosa ti lamenti!-      la stuzzico divertito
-Finiscila o ti spenno!-
-Guarda che sono un demone cane e non un demone pollo!-
In questi giorni ho preso parecchia confidenza con lei. Devo ammettere che non è la ragazzina viziata che credevo. Sa stare allo scherzo. È allegra e sorridente il più delle volte. Si rattrista solo quando si parla dei suoi genitori e di suo fratello.
Sono riuscito a sapere da Kaede che il fratello è morto in un incidente in moto quando lei era ancora piccola e che i genitori si comportano così con lei per protezione.
Mi chiedo se quella vecchia creda davvero a questa palla oppure lo dice per sviarmi da certi pensieri.
Qui nessuno la racconta giusta. I genitori di Kagome non trattano la figlia in modo protettivo ma in modo asfissiante, e non certo per la paura che le possa accadere qualcosa. O meglio…c’è anche quello, ma credo sotto ci sia altro.
Kagome stessa nasconde qualcosa, che la costringe a fare come vogliono i suoi genitori…ma cosa?
A me sa rispondere a tono. La lingua non le manca…quindi perché si comporta così? Dà idea di essere una stupida bambocciona quando invece non lo è.
E’ intelligente e sveglia. Quindi perché sottostà al volere di quegli aguzzini che si ritrova per genitori?
 
-InuYasha? Tutto bene?-        mi chiede lei vedendomi assorto
-Ah…sì tutto bene. Ok la fittata è pronta…sediamoci.-       le dico tagliando la frittata a fettine
-Avevi una strana faccia…problemi di cuore forse?-       mi chiede lasciandomi perplesso
Problemi di cuore? Io?  Ma se anche fosse a lei cosa importa?? Comunque non pensavo certo ad una donna…o meglio forse sì dato che pensavo a lei. Ma non in quel senso…cioè…non posso certo dirle che stavo pensando a lei…oh insomma che confusione!
-Smetti di fare domande cretine e mang…-
-Oh Kami! Che cosa stai mangiando Kagome?-       squittisce una voce a noi familiare interrompendomi
Addio pranzo! E’ arrivata la scassa-maroni!
 
 


 
                                                               ****************************


 
 
Ormai sono dieci giorno che prendo lezioni con InuYasha. E’ davvero un bravo insegnante, e non solo.
Ho scoperto che ha anche un lato gentile anche se non vuole mostrarlo.
Da quando mi ha fatto assaggiare il katsudon gli ho chiesto se gli andava di cucinare lui a pranzo, ed ha accettato subito.
Io so cucinare cose molto più elaborate e che sinceramente non amo molto. Le cose che prepara lui invece sono buonissime e più facili da fare.
Ho notato che spesso prova a chiedermi di Sota. Credo abbia capito che c’è qualcosa di strano. Anche se sa già che è morto per un incidente, prova sempre di farmi domande.  Mai io cerco di far cadere il discorso. Non mi va di parlarne. La mia unica priorità è imparare a suonare il pianoforte di mio fratello, che ho intenzione di portare via con me quando mi sarò sposata.
Già…il matrimonio. Dovrò sposare un uomo che non amo. Lo conoscerò a Natale e quel giorno ci fidanzeremo, per poi sposarci circa sei mesi dopo.
L’unica cosa positiva è che non sarò più costretta a fare come vogliono i miei genitori e potrò finalmente suonare l’amato pianoforte di mio fratello.
Chissà come sarebbe stata la mia vita se lui non fosse morto. Non passa giorno che io non ci pensi.
Ritornando ad InuYasha, devo dire che è meno antipatico di quello che credevo.
Ogni tanto mi fa ridere con delle battutine sceme, ma che a me fanno morire dal ridere. In questi dieci giorni mi sto divertendo molto in sua compagnia. E soprattutto mangiando molto!
Ho messo su un paio di chiletti anche se per fortuna non si notano. Ma caspita…come ho potuto rinunciare alla frittura, ai dolci e alle uova? Io non ho mai mangiato nulla del genere!
Oggi vedo che sta preparando una specie omelette in una strana padella rettangolare. Finalmente ho capito a cosa serve quella strana padella!
Osservando il suo volto noto che è assorto in chissà quali pensieri. Chissà cosa pensa, o a chi pensa.
Magari alla fidanzata? Beh non so se abbia una fidanzata, non ne abbiamo mai parlato. Ma spererei di no!
Ehi ma perché dovrei sperare che non abbia la ragazza? A me cosa importa??
Però voglio sapere a cosa pensa…
-InuYasha? Tutto bene?-        gli chiedo avvicinandomi
-Ah…sì tutto bene. Ok la fittata è pronta…sediamoci.-       risponde tagliando la frittata a fettine
-Avevi una strana faccia…problemi di cuore forse?-        provo a chiedere con nonchalance
Lui mi guarda come se gli avessi chiesto se ha mai visto un marziano.
-Smetti di fare domande cretine e mang…-
-Oh Kami! Che cosa stai mangiando Kagome?-       lo interrompe quella che riconosco subito come mia madre
 
Ma cosa ci fa a quest’ora a casa? Non dovrebbe essere fuori a far finta di lavorare nel suo ufficio?
-Esigo subito una risposta signorina! Cos’è quella porcheria immonda che hai nel piatto? Dove sono le zucchine che avresti dovuto mangiare oggi?-         insiste lei avvicinandosi al tavolo
-Mamma non chiam…-
-Non sono affatto porcherie signora Higurashi! Sono semplici uova arrotolate! E ben fatte ci tengo a precisare!-        interviene InuYasha con un evidente nervo pulsante sulla fronte
-Non per mia figlia! Lei non può mangiare quelle cose! Ha idea di quante calorie contengano?-    
-Può darsi, ma sua figlia non è una capra che mangia solo verdurine e insalata! Ogni tanto ci vogliono proteine e carboidrati in un’ alimentazione. E poi non vede quanto è magra? Ancora più di così e diventa invisibile.       le risponde infastidito lui
-Ma come si permette di criticare il modo in cui cresco mia figlia? Lei non è nessuno per dirmi queste cose! Io le faccio mangiare ciò che voglio sono stata chiara? Le donne ciccione non piacciono a nessuno!-
-Mamma! Per prima cosa io mangio quello che dici per accontentarti e non perché me lo ordini! E secondo…qualche chilo in più non fa di una donna un mostro! Ma come puoi dire queste cose? E poi InuYasha esprimeva solo un parere…-      le dico alzando un po’ la voce
-Kagome…come osi rispondere in questo modo a tua madre? Dove hai messo l’educazione?-
-La sottomissione vorrà dire…-      sussurra InuYasha
-Lei si faccia gli affari suoi, maleducato che non è altro! Anzi…è licenziato! Vada immediatamente via da casa mia!-       urla mia madre indicandogli la porta per andarsene
E no! Questo no! InuYasha e il pianoforte non si toccano!
-Lui non va da nessuna parte mamma! Lo pago io non voi! Non hai alcun diritto di licenziarlo.-        le rispondo parandomi davanti InuYasha che mi guarda stupito
Ma che mi prende? E’ la prima volta che mi comporto così! Sento il cuore correre all’impazzata.
-Che cosa? Stai scherzando vero Kagome?-      chiede lei sconvolta
-No, affatto mamma. Sono serissima! Lui mi serve e tu non lo manderai via. Sono stata chiara?-      dico sicura
-Ma Kagome…lui ti sta mettendo contro di me non vedi?-      dice lei indietreggiando e guardandomi esterrefatta
-Non mi sta mettendo contro nessuno! Ascolta mamma…ho  sempre fatto ciò che volevate voi senza mai lamentarmi. Ho perfino accettato di sposare uno sconosciuto, per voi e per il bene delle nostre aziende. Ma non farò altrettanto stavolta. Voglio imparare a suonare il pianoforte e non certo per quel tizio, ma per Sota! Lui amava quello strumento più di ogni altra cosa, ed è in sua memoria che voglio imparare proprio con quel pianoforte che voi volevate addirittura bruciare. Fu solo grazie a nonna Kikyo se lo avete messo da parte. E ora che ce l’ho tra le mani nessuno mi impedirà di usarlo. Né tu né papà. InuYasha da qui non si muove!-        dico con una fermezza che non credevo neppure di avere
Ma devo ammettere che la presenza di InuYasha mi infonde stranamente sicurezza.
Lei mi guarda incredula, stupita da questa mia improvvisa presa di posizione che mai ho mostrato.
-Tu mi accusi sempre per questa storia del pianoforte…ma non puoi capire come si senta una madre che perde il figlio! Mi sei rimasta solo tu e non voglio tu faccia la fine di tuo fratello. Se ti succedesse qualcosa come faremo io e tuo padre da soli? Chi si occuperà delle nostre aziende? E di tutti gli operai che dipendono da noi? Ci hai mai pensato? La cosa non riguarda solo noi. Abbiamo delle responsabilità che questo ragazzo credo non capisca date le accuse che lancia!-
-Lo so di avere delle responsabilità e non mi sono mai tirata indietro infatti. Sto sacrificando la mia vita per voi e credo sia già abbastanza! Questa è una cosa che riguarda solo me. Né voi né le aziende. InuYasha c’è e resta e non voglio più ripeterlo!-          ribadisco ancora una volta, uscendo poi dalla cucina, non prima di aver afferrato InuYasha per un polso e portandolo via con me
Entrati in camera mia chiudo la porta a chiave. Non voglio rivedere mia madre per adesso. Non le lascerò fare anche stavolta come vuole.
E che cavolo! Vogliono togliermi anche il pianoforte? No, non lo permetto!
-Kagome…tutto bene?-        mi chiede InuYasha asciugandomi col pollice una lacrima che non mi ero nemmeno accorta mi stesse scivolando via
-Non va bene…-        rispondo chiudendo gli occhi e lasciando cadere nuove lacrime
In quell’istante lui fa una cosa che nessuno, a parte Kaede, ha mai fatto quando piango… mi abbraccia.
A quel contatto le lacrime aumentano, lasciando uscire fuori la tensione accumulata prima in cucina, e il dolore che da anni reprimo.
Le gambe sembrano volermi cedere e lui intuendolo mi trascina sul letto facendomi sedere.
Le sue braccia mi stanno stringendo così forte che riesco a sentire il battito del suo cuore nelle mie orecchie appoggiate al suo petto caldo e accogliente.
Non so per quanto piango e singhiozzo sulla sua spalla cercando conforto nel suo abbraccio.
Quando finalmente riapro gli occhi è già quasi buio. Nella stanza c’è una leggera luce rossa dovuta dal tramonto che ormai sta per sparire.  Mi allontano così di scatto dal suo abbraccio.
-Ma…è già il buio? Com’è possibile?-       domando sorpresa
-Ti sei addormentata piangendo.-        mi spiega lui stiracchiandosi le braccia
Mi sono addormentata senza accorgermene?
-Oh Kami! Perdonami! Ti ho tenuto immobile fino ad ora? Scusami! Che vergogna! Chissà cosa penserai ora di me…-        dico imbarazzata
Già non aveva una buona opinione prima, figuriamoci ora che mi ha vista frignare a quel modo!
-Vuoi sapere cosa penso sinceramente?-        mi chiede guardandomi
Caspita quanto è bello con questa luce rossa che illumina i suoi capelli argentei e i suoi occhi d’ambra, che sembrano essere diventati due rubini col riflesso del tramonto.
-Beh…lo posso già immaginare da sola. Sicuramente che oltre che una ragazzina viziata sono anche una mocciosa piagnucolona…-       dico triste distogliendo il mio sguardo dal suo
-Per niente!-        dice deciso
-Ah no?-      chiedo stupita
-No. Non credo più tu sia una ragazzina viziata, ma piuttosto una ragazza triste e sola!-       spiega lasciandomi senza parole
Io…triste e… sola?
Per riflesso abbasso la testa…come se fossi colpevole. Ma io in realtà sono colpevole!
-Perché Kagome? Perché accetti gli ordini dei tuoi genitori? Non sei una stupida. Capisci da sola che hanno programmato la tua vita come se fossi un progetto di lavoro invece che una figlia. Lo hai ammesso anche tu stessa prima. Perché? Spiegami… perché io non capisco questa contraddizione del tuo carattere.-       mi chiede asciugando l’ennesima lacrima che non riesco a trattenere
Ho pianto così tanto che dovrei essere disidratata e invece le lacrime rompono ancora le scatole, mostrando la mia fragilità.
-Non posso parlartene..-        sussurro con voce rotta dal pianto
-Perché? Puoi fidarti di me!-      insiste lui prendendomi il viso con una mano e sollevandolo per guardarmi negli occhi
-Perché penseresti male di me.-        rispondo a stento
-Non dire sciocchezze…cosa mai avresti potuto combinare da farmi pensar male?-         dice sicuro di sé
-Una cosa che…mi farebbe odiare a morte dai miei genitori!-        confesso aumentando il flusso delle lacrime
-Bah…non mi sembra ti amino molto già adesso. Cosa potrebbe mai sconvolgerli tanto?-
-…-           
-Kagome?-      mi chiama lui non udendo risposta
-Kagome insomma…mi dici perché reagisci così?-       domanda spazientito ai miei singhiozzi
-Ho ucciso io mio fratello va bene? Ecco ora lo sai sei contento?-        strillo esasperata dalle sue pressioni
-….che….?-       dice impietrito
Il mio segreto non è più tale. L’ho rivelato ad un estraneo. Cosa accadrà adesso? Scapperà a gambe levate di sicuro…
 
 
 
 








 
 
 
(*) Il katsudon è un piatto parecchio sostanzioso che prevede una composizione così disposta in ordine…sopra il riso bianco caldo cotto a vapore si versano le uova cotte in padella col brodo dashi ( un brodino di pesce fatto con scaglie di tonno e di alga konbu secca ) il mirin ( sakè dolce per cucinare) il sakè classico, la soia, lo zucchero e il cipollotto. Sopra le uova va adagiata una fettina di cotoletta di carne di maiale fritta in abbondante olio. Non sembra certo molto leggero ma ammetto che se avessi il brodino dashi e il mirin   ( che non ha nessun ipermercato) lo preparerei ^_^ se qualcuno li trova nella sua città me li spediscaaaaaaaaaaaa    *_____*
 
(**) La tamagoyaki è una specie di omelette fatta in una padella rettangolare. Viene fatta una prima omelette e arrotolata dentro la padelle stessa. Senza uscire l’omelette si aggiungono altre uova battute e una volta rapprese vi arrotola sopra la prima omelette. Si va avanti così fino a formare la grandezza desiderata. Una volta pronta la si mette in forma arrotolandola qualche minuto dentro una piccola stuoia di bambù in modo da poterla tagliare successivamente a fette senza romperla ^_^ a me piace ripiena sinceramente ^___^ sono golosa ehehehe
 
 



 
Nel prossimo capitolo scopriremo cosa ha combinato la nostra Kagome e perché è davvero tanto legata al pianoforte del fratello ^_^
Mancano tredici giorni a Natale, al concerto e al fidanzamento di Kagome….cosa accadrà?
Baci baci e al prossimo capitolo ^_^ 

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Capitolo 5
*** Segreti di famiglia ***





-Kagome insomma…mi dici perché reagisci così?-       domando spazientito ai suoi silenzi
-Ho ucciso io mio fratello va bene? Ecco ora lo sai sei contento?-        urla lasciandomi sbigottito dalle frasi pronunciate
-….che….?-       riesco solo a dire
Ha ucciso il fratello? Cosa? Ma come è possibile? Non è morto in un incidente in moto??
-Spiegati…che..che significa che lo hai ucciso tu?-
-Significa che è morto per colpa mia!-      ripete lei tra le lacrime
-Non capisco…non è stato investito mentre era in moto?-
-Sì, ma lui quel giorno non sarebbe dovuto uscire. Lo ha fatto per me. Per evitarmi una punizione.-       mi spiega lei alzandosi e andando vicino al piano accarezzandolo
-Che punizione?-
-Vedi…quando ero piccola, i miei genitori non mi consideravano molto. Il loro pupillo era Sota in quanto primogenito maschio. Gli unici che mi volevano bene in famiglia erano mio fratello e mia nonna Kikyo venuta a mancare tre anni fa. Lei ci ha trasmesso l’amore per la musica perché in gioventù prima del matrimonio combinato col grande imprenditore Hiroshi Tama, mio nonno ovviamente, era il primo violino della più importante orchestra esistente in Giappone. Mio fratello si affezionò in modo viscerale al suo pianoforte fatto realizzare appositamente dai nostri genitori per lui. Era molto bravo tanto da fare dei piccoli concerti già all’età di sei anni. Una volta adolescente cominciavano i primi amori per lui, che io non capivo essendo solamente una bambina di appena cinque anni. A volte quando lo seguivo in giardino, lo vedevo incidere nei tronchi degli alberi più nascosti una S e una K dentro un cuore. Io sciocca e ingenua com’ero, e non conoscendo di certo sentimenti diversi oltre quello fraterno, pensai che la K stesse per Kagome, credendo che mi volesse così tanto bene da inciderlo negli alberi…-
-Ovviamente la K stava per il nome di una ragazza che gli piaceva vero?-       le domando curioso
-Già, anche se non ho mai saputo chi. Fatto sta che io credendolo rivolto a me decisi di ricambiare, facendo la cosa più stupida e idiota che potessi fare…-         dice interrompendosi e sedendosi per terra sotto al pianoforte, accarezzando un punto del piede in legno
-Cosa?-       domando stranito da quel gesto
-Presi un coltello dalla cucina e incisi su questo piede le stesse iniziali fatte da mio fratello sugli alberi. Incidendo una K e una S…-
-Un vero sacrilegio!-         mi scappa pensando alla cosa terribile che ha fatto
-Infatti. Quando lo feci vedere a mio fratello lui mi diede uno schiaffo. Era arrabbiato come non mai. Mi disse che avevo rovinato il suo pianoforte sfregiandolo con quelle iniziali mal fatte. Eccole sono ancora qui guarda..-           mi dice lei mostrandomele
Nella parte alta del piede ci sono le due iniziali che mi aveva detto, e tutto intorno si è formato un brutto alone scuro, da cui sicuramente è passata umidità e polvere intaccando, anche se lievemente, il pregiato legno.
Il legno di questi strumenti è delicatissimo. Non va nemmeno scalfito, figuriamoci inciso. Non va neanche rovinato il rivestimento lucido perché anche questo creerebbe danni al legno e al suono. Per fortuna ha inciso solo il piede.
-Non credevo si sarebbe arrabbiato così. Mi diede anche della stupida perché le iniziali non erano per me ma per una ragazza che gli piaceva. Ci rimasi malissimo e scoppiai  in lacrime temendo anche un rimprovero dei miei genitori. Malgrado fosse molto arrabbiato non disse nulla a nessuno dei due. Sapeva che mi avrebbero punito duramente. Gli venne l’idea di coprire quei segni con un pennarello speciale che ricoprire i graffi sul legno. Ma noi in casa non avevamo quello del colore giusto rispetto al pianoforte, così decise di andare a comprarlo lui di nascosto in città. Da quel momento non rividi più  mio fratello…-         spiega continuando a piangere
-Perchè è stato investito mentre andava in centro giusto?-          dico ripetendo le frasi dette da Kaede
-Già…-
-Ma allora mi spieghi per quale cavolo di motivo hai detto di aver ucciso “tu” tuo fratello?-           domando più confuso che mai
-Possibile non ci arrivi? Se io non avessi fatto quella cosa tanto stupida lui non sarebbe dovuto uscire in moto. È stata tutta colpa mia! Se non fosse andato a comprare quel maledetto pennarello adesso lui sarebbe qui con me! Sono stata io la causa della sua morte! Solo io!-         ripete urlando
-Kagome non è vero! Non è colpa tua. Calmati adesso!-
-Invece è colpa mia! Io ho tolto il figlio tanto amato ai miei genitori! E adesso devo pagare per questa colpa facendo tutto quello che vogliono lo capisci? Glielo devo almeno questo. Se sapessero che ho ucciso io Sota non mi guarderebbero più in faccia!-          strilla come impazzita e piangendo dispearata
Mi spiace farlo però…quando ci vuole, ci vuole! Senza ripensarci su due volte le do uno schiaffo. Se con le parole non si calma vediamo così!
-Ma…-        dice lei calmandosi e portando la sua mano sulla guancia schiaffeggiata guardandomi triste
-Scusa ma dovevo calmarti! Ascoltami Kagome…tu credi davvero che tuo fratello avrebbe voluto per te questa vita? Lui ti amava, tanto da sgattaiolare fuori di nascosto per non farti rimproverare dai vostri genitori. Credi avrebbe voluto per te una vita fatta di sottomissione e tristezza? Credo anche lui conoscesse il carattere di quei due, tanto da preoccuparsi per te malgrado avessi rovinato il suo amato piano. Questo non ti dice niente?-        le dico sollevandola da terra e prendendola in braccio
-Co…cosa dovrebbe dirmi?-
-Che tu eri più importante dei vostri genitori e del suo amato pianoforte Kagome! E che mai avrebbe voluto vederti punita da loro. Figurati se avesse voluto questa vita per te. Priva di libertà, di amicizie, d’amore. La tua non è vita lo capisci? Sembri solo una marionetta che esegue ordini. Ma Sota non avrebbe voluto questo per sua sorella. Lo capisci adesso?-
-Tu…credi?-
-No non credo…io sono sicuro! Devi smetterla di renderti colpevole per un incidente che sarebbe potuto capitare anche il giorno prima o quello successivo. La colpa è di chi lo ha investito non tua. Riprenditi la tua vita Kagome. Rispetta le ultime volontà di tuo fratello di proteggerti da loro!-
 
 

 
                                                               ***************************
 

 
 
“Riprenditi la tua vita Kagome. Rispetta le ultime volontà di tuo fratello di proteggerti da loro!”
Queste sue parole echeggiano nella mia testa come se fossero dette da Sota.
Le diceva anche lui. Ora le ricordo!
Rammento ancora oggi quando cercai di attirare l’attenzione di mamma dicendole che da grande volevo fare la modella e l’attrice come lei. Mia madre fu contenta e mi mise subito a dieta ferrea togliendomi ogni tipo di dolce. Mi faceva vestire e muovere sempre in un certo modo. Sembravo una bambola nelle sue mani.
Sota mi disse di non assecondare mai i desideri altrui ma di vivere solo i miei di desideri e che era sbagliato cercare l’amore di mamma in quel modo.
Ma io non conoscevo altro modo per stare vicina a mia madre se non quello di fare come lei voleva.
Che stupida sono stata! Lui sapeva che sarebbe successo questo! Sapeva che avrei cercato di assecondare ogni loro desiderio pur di avere il loro amore e le loro attenzioni…per questo mi diceva sempre “vivi la tua vita e non quella che vogliono altri”.
Ma come ho fatto a dimenticarmi queste parole?
-Kagome? Tutto bene?-         mi richiama InuYasha notando il mio lungo silenzio
-Sì…adesso sì!-         rispondo sorridendo col cuore leggero, dopo quindici anni di dolore
-Ne sono felice!-          replica lui ricambiando il mio sorriso
-Grazie InuYasha!-       gli dico dandogli un bacio sulla guancia
Lui rimane stupito dal mio gesto e mi guarda con occhi spalancati.
-Pre…prego…-         dice imbarazzato
Che carino che è sotto questa luce. Imbarazzato sembra un altro.
Rimaniamo qualche istante a guardarci negli occhi. Che strana sensazione stare tra le sue braccia mentre mi osserva così. Il cuore mi sta battendo fortissimo…perché?
-Forse è meglio che vada…si sta facendo tardi, e mi sembra tu sia più calma…-         mi dice ripoggiandomi a terra con una delicatezza e lentezza incredibile
-Eh? Ok…grazie ancora per le tue parole InuYasha. Credo mi abbiano aperto gli occhi.-
-Non ho fatto nulla veramente. Ho solo espresso il mio parere mettendo insieme la storia che mi hai raccontato. Anche io, se fossi stato tuo fratello, avrei cercato di proteggerti da quei due aguzzini.-
-Beh aguzzini è una parola grossa non credi? Sono pur sempre i miei genitori.-
-Sì ma cerca di non farti più mettere i piedi in testa da loro adesso che hai capito. Meriti una vita migliore di questa. Una ragazza come te non può sprecare la sua vita così…pensaci.-
-Lo farò! Allora a domani maestro?-         gli chiedo scherzando
-Vuoi… ancora prendere lezioni per quando ti fidanzerai a Natale… con quel ragazzo?-         mi chiede quasi deluso
Che tono strano il suo.
-Assolutamente no! Anzi dubito che avrò un fidanzato il giorno di Natale. Voglio solo suonare il pianoforte di mio fratello.-           confesso allegra e osservando un leggero sorriso, come di sollievo, sul suo viso
Può mai essere?
Forse mi starò sbagliando io. Ormai la stanza è quasi al buio. Sono più i riflessi dei grandi lampioni del giardino che illuminano la stanza che la luce del sole, ormai quasi scomparso. Magari è stata una mia impressione.
-A domani Kagome.-       mi dice aprendo la porta
-A domani InuYasha.-
 
La notte trascorsa è stata la più serena di tutta la mia vita. Ho sognato mio fratello, finalmente felice e sorridente. Ovviamente è solo autosuggestione la mia. E’ stata la mia mente a farmelo sognare felice. Però è stato comunque un gran sollievo non vederlo arrabbiato con me, come invece credevo.
Oggi farò una sorpresa ad InuYasha. Sono sicura rimarrà a bocca aperta quando la vedrà!
Oh ecco la macchina entrare nel viale. Corro a raggiungerlo!
-Kagome?-       mi sento chiamare prima di uscire fuori
-Oh buon giorno Koga e buona domenica, come va?-    
-Bene grazie. Senti mi spieghi per quale ragione hai dato la tua auto a quel “mezzo demone”?-        mi chiede indagatore e con tono sprezzante, a me poco gradito
-Ti sarei grata se lo chiamassi col suo nome Koga! -          rispondo infastidita
-Ma è quello che è, no? Un mezzo sangue, un ibrido. Non capisco perché passi tutto questo tempo con lui! Prima stavi sempre con me e adesso non ti vedo quasi mai!-         si lamenta alzando la voce
-Koga cos’è questo tono? Sai che voglio imparare il pianoforte, quindi è normale che passi tutto quel tempo con InuYasha. E comunque te lo ripeto, non chiamarlo mai più in quel modo capito? O sarò costretta a rivedere la nostra amicizia! Non mi piacciono le discriminazioni, lo sai bene!-
-E tu sai bene che io non provo solo amicizia nei tuoi confronti! Kagome io ti amo perché ti ostini a non darmi una possibilità, sposando un tizio che nemmeno conosci?-
Rieccolo che ricomincia con la solita storia! Koga è cresciuto qui dall’età di dieci anni. La madre lavorava per noi e ha portato il figlio a vivere qui con sé. Io avevo sette anni quando lo conobbi e diventammo subito amici. Poi, alla morte prematura della madre ha continuato a vivere qui lavorando come autista. Sono anni che dice di essere innamorato di me, ma io lo vedo solo come un secondo fratello e niente di più.
-Koga lo sai come la penso. Per me non potrà mai esserci altro che affetto tra noi due. Fattene una ragione!-       rispondo girandomi per uscire
-Ma almeno provaci ti prego!-       insiste bloccandomi e afferrandomi un polso stringendolo forte, facendomi male
-Koga mi fai male lasciami!-       
-No! Prima dimmi che almeno ci penserai a quel che ho detto!-      continua lui furioso stringendo ancora più forte
-Mi sembra di essere stata già abbastanza chiara al riguardo! Lasciami!-         urlo in preda al dolore
Accidenti mi sta rompendo il polso a forza di stringere! Lui è un demone fortissimo. Forse nemmeno si rende conto della forza che ha.

-Ehi lupastro l’hai sentita? Lasciala!-            gli intima InuYasha entrando e afferrando la mano che stringe la mia, facendogli finalmente mollare la presa
-Ahi…-        gemo tenendomi il polso che pulsa dolorante con l’altra mano
-Cagnaccio non immischiarti tra me e Kagome! Va via subito!-         ringhia minaccioso Koga
-Perché altrimenti che fai? Mi attacchi lupacchiotto addomesticato?-         lo provoca InuYasha scrocchiando le dita e mettendo ben in evidenza gli artigli
-Proprio così! E’ da quando hai messo piede in questa casa che muoio dalla voglia di darti una lezione mezzo demone! Il tuo odore sulla mia Kagome è disgustoso!-
-La tua Kagome? Da quando sarebbe tua scusami? A quanto mi risulta il suo fidanzato è un riccone e non un misero autista!-
-A chi hai detto misero autista, sporco han’yō?-           strilla Koga preparandosi in posizione d’attacco
-Adesso basta! Finitela! Non tollero altri insulti da nessuno dei due!-         intervengo parandomi di fronte InuYasha, e Koga di scatto si ferma per non colpirmi
Se non fossi intervenuta di sicuro sarebbe scoppiata una brutta rissa tra questi due.
-Kagome togliti di mezzo!-          si lamenta InuYasha ringhiando
-Ho detto basta!-
-Ma Kagome lui ha detto…-
-Hai cominciato tu Koga! Ora vai a fare il tuo lavoro! Subito! Credo tu abbia delle commissioni da fare no?-         lo interrompo prontamente, dandogli per la prima volta in vita mia degli ordini
-Va bene ho capito…-         risponde sottomesso e andando via
Non mi piace fare questo al mio amico. So di averlo umiliato profondamente. Mi sento io la cattiva della situazione ma non posso fare altrimenti. Se non avesse insultato InuYasha questo non sarebbe accaduto.
-Stupido lupo! Guarda che ha combinato!-         dice InuYasha prendendomi la mano e guardando il mio polso
Si è formato un alone tutto rosso, già tendente al viola. Mi fa un male…
-Ahi non stringerlo così. Mi fai male!-         mi lamento quanto gli sento premere le sue dita sul già evidente livido
-Sto controllando che le ossa siano a posto. Stava per spezzarti il polso quell’imbecille! Non c’è niente di peggiore per un pianista che spezzarsi le ossa della mano…per una fragile umana come te poi…-
-Non sono una fragile umana! Siete voi demoni che siete coriacei!-         ribatto irritata
-Tsz, vedila come vuoi! Comunque è tutto a posto. Un paio di settimane di riposo e dovrebbe tornare come nuovo. Vieni mettiamoci del ghiaccio!-          mi dice trascinandomi in cucina
-Ehi aspetta che hai detto? Un paio di settimane? Ma io devo imparare a suonare! Non posso stare ferma così tanto o sarà come se non avessi fatto nulla!-
-Vuoi provare a suonare in queste condizioni?-           chiede piegandomi leggermente il polso in giù, facendomi talmente male da farmi uscire una lacrima e un verso di dolore
-Ecco appunto! Ora sta zitta e tienici su questo pacco di piselli surgelati!-      mi ordina poggiandomi i piselli sul polso
-Grazie…-        rispondo io
-Di nulla, ho solo preso un pacco di piselli nulla di più.-
-Non mi riferivo a questo, ma a prima. Grazie per avermi difesa, anche se non credo che Koga volesse farmi del male…-
-Non voleva ma l’ha fatto! Comunque dimmi, hai ancora intenzione di fare quel concerto per il tuo fidanzato?-          mi domanda all’improvviso
E’ già la seconda volta che me lo chiede. Perché è così interessato a saperlo?
-Non lo so veramente. Dovrei prima conoscerlo e poi vedere se mi piace o meno, e non fare il contrario.-
-Quindi… lo vuoi conoscere ugualmente?-      
Perché mi chiede queste cose? Non l’ha mai fatto. E poi perché ho l’impressione che il suo tono, a questa domanda, sia cambiato??
 
 

 
                                                               *****************************
 

 
Non capisco perché ma sapere che vuole ancora vedere il suo promesso fidanzato mi infastidisce. Oltretutto quando l’ho sentita urlare e ho visto quel lupo maledetto stringerla a quel modo non ho resistito dall’afferrare e stritolare la sua mano per fargli lasciare la presa.
Dopo quello che mi ha confessato ieri la vedo sotto una luce diversa. Mi sono quasi sentito protettivo nei suoi confronti. Ieri mi sono trattenuto a stento dal tenerla tutta la notte tra le braccia per consolarla, costringendomi con forza ad andare via. Ma che accidenti mi prende? Non è da me comportarmi così.
Non posso affezionarmi ad una ragazza del genere. Se me ne innamorassi sarebbero dolori! Eppure da quando la conosco non riesco a starle lontano. C’è qualcosa che mi attira a lei. Ma forse è solo la leggera somiglianza del suo odore con la mia ex. A ben pensarci anche sua madre ha quasi lo stesso odore.
Che coincidenza strana.

-Mi ascolti InuYasha?-         mi richiama Kagome
-Eh? Cosa? Parlavi con me?-
-E con chi sennò? Mi hai fatto una domanda e ti ho risposto…-
-Ero sovrappensiero scusami. Puoi ripetere?-
-Dicevo che non  so se voglio conoscerlo. Non sono molto interessata ad avere un ragazzo al momento.-
-Ah no? E perché?-      chiedo incuriosito
-Chi mai vorrebbe stare con me per amore e non per i miei soldi scusa? Perfino Hojo, per quanto abbastanza ricco ha accettato di sposarmi per le mie aziende!-         mi dice triste
-Ci sono uomini non interessati solo ai soldi guarda. Non fare di tutta l’erba un fascio!-
-E chi? Oltre te io non conosco nessuno che sia così sai?-        
Io? Perché ha preso ad esempio proprio me???
-Ecco…non sono l’unico posso assicurarti…-         rispondo imbarazzato
-Scommetto che se avessi voluto regalare la mia Bentley ad un altro, l’avrebbe accettata senza tanti complimenti. Ah a proposito di soldi….stavo per dimenticarmene!-            dice cercando qualcosa nella tasca dei pantaloni
-Questo è il tuo compenso fino al giorno di Natale. Poi ne avrai un altro quando riprenderemo le lezioni se ti va di continuare a farmi da insegnante quando mi passerà il polso.-           mi dice dandomi l’assegno
Quando vedo la cifra quasi non mi viene un infarto!
-Ma…sono 115 milioni di yen! (875 mila € circa) Sono troppi Kagome! Non ho nemmeno finito tutte le lezioni prestabilite mancando undici giorni a Natale! E date le circostanze nemmeno potrò portarle a termine!-
-Lo farai dopo tranquillo! Ho intenzione di continuare le lezioni per me e nessun altro! Allora accetti di continuare a farmi da maestro?-         mi dice sorridendomi dolcemente
Come fare a dire di no, a lei, al suo sorriso, e al suo assegno???
-E va bene accetto!-         rispondo sospirando
Non sono convinto sia una buona idea starle ulteriormente accanto, ma non posso farne a meno.
 
-Mi spiace averti fatto venire qui oggi senza motivo. Dato che non posso far nulla ridotta così…-       mi dice mentre le fascio il polso
-Non preoccuparti. E poi se non fossi arrivato in tempo quell’imbecille ti avrebbe rotto il polso.-        rispondo bloccando la fasciatura
-Kagome?-           la chiama una voce detestabile
-Koga? Che c’è?-         risponde lei voltandosi a guardarlo
-Volevo chiederti perdono per prima. Mi spiace non so cosa mi sia preso. Non ho saputo trattenere la mia forza. Ti fa molto male il polso?-
-Tu che dici? Glielo hai quasi staccato! Non riesce nemmeno a piegarlo!-          rispondo io impedendo a Kagome di rispondere
Al contrario di quel che credevo il lupastro non risponde alla mia provocazione abbassando la testa. Forse è davvero dispiaciuto. Ma non credo Kagome lo perdonerà tanto facilmente dopo quello che le ha fatto.
-Non preoccuparti Koga…passerà. Accetto le tue scuse tranquillo.-        risponde lei sorridendogli, il che mi provoca un certo fastidio
Lo perdona??? Ma come può??
Ma è quando lui si avvicina e l’abbraccia e ringrazia che sento una vena pulsare furiosa sulla fronte.
Prima la maltratta e poi con un semplice “scusa” lo perdona? Tzs… donne volubili!
La scena mi disturba così tanto che decido di andarmene. E io che mi sono perfino occupato di lei….idiota!
-Io vado. Ci vediamo tra qualche giorno allora! Quando stai bene fammelo sapere!-         le dico secco senza attendere una sua risposta e avviandomi spedito  verso la porta
Non sopporto di vederli abbracciati! Mi urta i nervi.
Ma perché accidenti mi comporto così? Sembro quasi gelos……oh no! Non posso pensare davvero di essere….geloso? Di lei? Kagome? La riccona? O porca miseria sono nei casini!

-InuYasha aspetta!-        mi chiama lei raggiungendomi
-Che c’è?-      rispondo un po’ troppo sgarbatamente
-Perché sei scappato via così?-         mi chiede parandomisi di fronte
-Io non sono scappato. Ho solo da fare adesso, e poi non volevo rovinare il vostro “rappacificamento”!-
-Ma che rovinare…figurati. Comunque Koga è come un fratello per me. Siamo cresciuti insieme quindi è normale che lo perdoni. Perché la cosa ti ha dato fastidio?-
-Che?? A me non ha dato nessun fastidio! Perché dovrebbe?-         rispondo nervoso
-Sarà…mi avevi dato quest’impressione…-       insiste lei
-Affatto! Non montarti la testa ragazzina! Una come te non è certo il mio tipo! Non vedo perché dovrebbe darmi fastidio chi abbracci!-          dico brusco, forse troppo perché la vedo intristirsi
-Una come me dici? Già io sono “diversa” dagli altri in effetti…-         risponde con voce quasi rotta dal pianto, spezzandomi il cuore
Accidenti a me e alla mia boccaccia! Io che odio chi mi giudica per la mia natura ho fatto lo stesso con lei. Maledizione non volevo ferirla.
-Kagome, scusami io non volevo…-      le dico avvicinandomi
-Lascia stare. Ci sono abituata. Anche questo è un motivo per cui non esco spesso.-        confessa voltandosi e dandomi le spalle
L’odore delle sue lacrime comincia a pungermi il naso. Mi trafiggono come tanti spilli, perché?
Incapace di altre azioni più sensate, come scusarmi ancora, l’abbraccio da dietro, sentendola irrigidirsi prima, e rilassarsi dopo al mio improvviso abbraccio.
-Ti prego non piangere. Non volevo offenderti. So cosa si prova a essere giudicati dagli altri per colpe che non hai. Perdonami!-            le dico con la testa poggiata alla sua spalla, sussurrandole quasi ad un orecchio
Ma che mi prende dannazione? Perché reagisco così con questa ragazza? Sarà mica una strega che mi ha lanciato un maleficio addosso? È già la terza volta in poche ore che la tengo tra le braccia.
La sento annuire e smettere di piangere, ma l’odore delle sue lacrime è ancora persistente. Non lo sopporto! Così la volto delicatamente e le asciugo il viso ancora umido con un fazzoletto.
Ha gli occhi arrossati. Mi spiace esserne stato la causa. Quasi quasi…mi è venuta un’idea!
-Hai detto che non esci mai per paura dei pensieri della gente giusto?-
-Eh? Beh sì anche…-
-Allora vieni con me!-       le dico portandola vicino la sua auto e facendola salire, mentre io salgo alla guida
-E dove scusa?-        mi chiede curiosa
-In un posto dove non ti giudicherà nessuno!-         le dico avviando il motore e partendo per la città
 
 

 
                                                               *****************************


 
 
Quando ha detto che mi portava in un locale dove non mi avrebbe giudicato nessuno non credevo certo mi avrebbe portato in una…
-Birreria S&M?-         ripeto leggendo il nome dell’insegna
-Sì, è di due miei grandi amici, vieni te li presento!-         mi dice prendendomi per mano
Lui è voltato in cerca di qualcuno in mezzo a tutta la confusione di ragazzi che c’è, quindi non vede il mio imbarazzo per questo gesto così intimo come tenersi stretti per mano. Ammetto che la cosa non mi spiace proprio per niente.
Ma come fa a esserci tanta gente già alle dieci del mattino? Anche se è domenica vengono già a bere a quest’ora?
-Ehi InuYasha!-         lo chiama una ragazza molto bella con lunghi capelli castani
-Ciao Sango! Come va? Dov’è quell’idiota di tuo marito? Voglio presentarvi una persona…-
-E’ in giro a fare sicuramente il pesce lesso con qualche ragazza, lo conosci!-
-Ovviamente! Hai già rotto il nuovo servizio di piatti che ti ho regalato?-
-Mi mancano ancora un paio di piattini da tiragli dietro! Dovrò comprarne altri temo.-
Ascolto i loro discorsi come se stessero parlando in chissà quale codice…ma che accidenti stanno dicendo?
-Questa bella ragazza chi è? La tua nuova ragazza vero? Finalmente ti sei deciso eh Inu-chan?-      gli dice la ragazza rivolgendosi a me che arrossisco spaventosamente
-Ragazza? No no per carità! Lo sai che non voglio palle al piede adesso! Sono single e ci sto bene! Lei è…la mia datrice di lavoro.-        spiega avvicinandomi di più
-Datrice di lavoro?-        ripete la ragazza
-Sì esatto…Kagome Higurashi, piacere!-         mi presento allungandole la mano
-Sango Taijiya, piacere mio!-        risponde sorridendomi e ricambiando la stretta di mano
-Lei e il marito sono i proprietari.-       mi spiega InuYasha
-Toh guarda chi c’è…il musone!-       strilla un ragazzo che ci viene incontro
-Ciao maniaco depravato! Scommetto che quel bel tatuaggio rosso sul viso te lo hanno appena fatto eh?-         lo saluta InuYasha
-Infatti…eheheh. Ma non mi presenti questa bellissima donzella?-       dice prendendomi la mano fasciata
-Ahi!-         non riesco a fare a meno di gemere dal dolore quando la tira a sé per baciarne il dorso
-Attento imbecille non vedi che è fasciata? Non tirarle il polso. Le serve per suonare!-        lo rimprovera InuYasha prendendomi la mano e massaggiandola delicatamente
-Va meglio così?-        mi chiede sotto lo sguardo stupito di tutti
-Sì grazie….-      rispondo più imbarazzata che mai
Questa sua premura mi lascia così sorpresa che dimentico perfino di presentarmi al ragazzo che ho di fronte.
-Ah…comunque io sono Kagome, piacere!-
-Scusami non avevo notato la fasciatura. Io sono Miroku, il marito di questa splendida Dea che vedi qui e che credo tu abbia già conosciuto.-
-Non credere che adularmi serva a salvarti dalla punizione per averci provato con quella biondina!-        gli risponde lei dandogli un colpo di vassoio in testa
-Ahia! Violenta!-
-Vuoi il resto Miroku?-          lo minaccia con uno sguardo più pauroso di quello di un demone
-No no tesoro! Ehm, ragazzi venite a bere qualcosa, offre la casa ovviamente!-        dice Miroku portandoci al bancone
-Ciao zio! Che ci fai qui?-       lo saluta una ragazzina che gli somiglia incredibilmente. Occhi dorati, buffe orecchiette bianche e capelli argentei lunghissimi
-Shiori, tu piuttosto… sei troppo piccola per stare qui!-
-Feh…non sono una bambina zio! Ho quasi dodici anni. E comunque sono con degli amici.-        spiega la nipote, che vedo fissarmi in modo strano
-I tuoi sanno che sei qui?-
-Certo che sì. Vuoi chiamarli e chiederglielo?-       domanda scontrosa la ragazzina
-No mi fido. Però mi raccomando, niente alcool intesi?-
-InuYasha questo dovresti dirlo a noi più che a Shiori non credi?-       interviene Sango
-Ecco appunto. Piuttosto zio, lei chi è? Perché puzza come quella strega della tua ex?-        chiede guardandomi malissimo
Io? Puzzare…come  la ex??? Ma se mi sono fatta il bagno stamattina!
-Shiori! Quando ti ci metti sei peggio di tuo padre e di me messi insieme! Il tatto sai cos’è? Comunque né lei né Kikyo puzzano!-        risponde InuYasha innervosendosi
-In quanto a lei hai ragione, il suo odore sembra migliore, ma quello della strega era nauseante! Solo tu non lo sentivi!-
-Shiori insomma ma che modi sono? Non vedi che la stai mettendo in imbarazzo?-        la rimprovera Sango
-Tsz!-          dice lei andandosene
-Quando vedo suo padre devo farci quattro chiacchiere! Sesshomaru mi sembra fatto troppo permissivo con quella nanerottola che si atteggia a donna!-         ringhia InuYasha
-E’ la figlia di tuo fratello se ho capito?-
-Sì. Ti prego di scusare la sua maleducazione! Di solito non è così!-
-Non preoccuparti. Piuttosto che ci fanno tutti questi ragazzi così giovani in una birreria di primo mattino?-
-E’ una birreria solo alla sera. Di giorno è un ritrovo per i ragazzi, e possono prendere solo bibite analcoliche fino ai 21 anni.-       mi spiega Sango
-Ah ora capisco…comunque, mi spieghi che intendeva col fatto che ho lo stesso odore della tua ex?-      chiedo ad InuYasha
-Ma niente, solo che il tuo odore somiglia al suo. Una semplice coincidenza.-
-Mi è sembrato di capire che a tua nipote non facesse molta simpatia.-
-Infatti Shiori la detestava. Come tutti noi del resto! Mai conosciuto un’ asociale come quella!-        mi spiega Miroku
-Dovete per forza rinfacciarmelo a lungo vero?-        chiede InuYasha sbuffando scocciato
-Sì!-     rispondo in coro i coniugi
Mentre quei tre si battibeccano io non posso far altro che sorridere. Queste finte liti sono una novità per me. Anzi uscire è una novità per me! E poi gli amici di InuYasha mi sembrano molto simpatici. Mi sto divertendo tantissimo.
Per non parlare delle volte in cui Sango picchia il marito ogni volta che fa gli occhi dolci a qualche ragazza.
Non ho mai riso tanto in vita mia!
Passiamo tutta la giornata nel loro locale. Pranziamo tutti insieme, e nel tardo pomeriggio mi sono immedesimata per qualche minuto in cameriera aiutando Sango a servire alcuni tavoli stra-colmi.
InuYasha gli ha detto quanto sono ricca ma loro non hanno fatto una piega. Sembrava non interessargli minimamente.
Ho avvisato Kaede di non preoccuparsi se avessi fatto tardi, e quando ho chiesto se i miei erano a casa mi ha detto che sono stati fuori tutto il giorno. Meglio così.
Verso mezza notte sento gli occhi che mi si chiudono da soli. Non sono abituata a questo genere di cose quindi mi sento stanchissima. Senza contare che la mezza birra che mi sono scolata mi sta facendo pagare il conto con fastidiosi capogiri.
-Kagome, andiamo. Ti riporto a casa.-       mi dice InuYasha notando la mia difficoltà a stare sveglia
-Va bene. Mi spiace andare via però. Mi sono divertita tantissimo.-
-Puoi venire tutte le volte che vuoi Kagome-chan! Sei la ben venuta.-      mi dice Sango sorridente
-Ti ringrazio!-        le dico abbracciandola
 
-Allora, che mi dici…ti sei divertita?-       mi chiede InuYasha quando arriviamo a casa mia
-Non mi sono mai divertita così tanto in vita mia! E lo devo a te. Non so come ringraziarti!-
-Non devi farlo. L’ho fatto con piacere. Piuttosto mi chiedo come la prenderanno i tuoi sapendo che hai passato tutto il giorno fuori.-
-A dir la verità loro non sono nemmeno in casa.-       rispondo un po’ triste
-Come fai a saperlo?-
-Ho chiamato Kaede per avvisarla che avrei fatto tardi e quando ho chiesto dei miei genitori mi ha detto che non rincasavano.-
-Ovvero ti hanno lasciata da sola?-        
-In parole povere. Ma ci sono abituata. Lo fanno molte volte.-
-Certo tanto c’è la servitù. Mah…-
-Pazienza…ancora grazie per la bella giornata. Allora quando sto meglio ti chiamo ok?-
-Anche prima se vuoi ritornare da quei due pazzi, infondo ho io la tua auto e con quella mano non potresti guidare-
-Magari…non mi dispiacerebbe!-
-Il numero ce l’hai! Ci si vede!-        dice mettendo in moto l’auto, che però si ferma subito lungo il viale
-Ma che è successo?-     gli chiedo vedendolo scendere a controllare l’auto
-Sì è bucata una ruota, mi tocca cambiarla.-
-Cosa? A quest’ora? Ma lascia perdere lo farà domani il meccanico.-
-E io come torno a casa furbacchiona?-        mi domanda lui
E’ vero non ci avevo pensato…però…
-Fermati a dormire qui per stanotte. Domani si vedrà, è quasi l’una, non puoi cambiarla adesso.-
-Restare qui dici? Ma se i tuoi mi scoprissero qui credo mi farebbero la pelle!-        dice perplesso
-Ma loro non ci sono. Dai vieni entra, seguimi.-       gli dico facendogli strana e portandolo nella camera degli ospiti accanto la mia
-Se vuoi nell’armadio ci sono anche dei pigiami per gli ospiti. Vedi la tua misura. Se hai bisogno di qualcosa sai dove trovarmi. Notte!-        
-Buona notte a te Kagome.-
 
Sapere InuYasha nella stanza accanto mi rende terribilmente nervosa! Perché? E poi oggi è stato così strano. Non capivo perché fosse così premuroso per me. Mi sopporta appena, eppure mi ha fatto conoscere i suoi amici. Mi ha fatto divertire tantissimo.
È un ragazzo difficile da comprendere.
Proprio mentre sto per infilarmi sotto le coperte e spegnere la luce mi vedo piombare in stanza InuYasha come un razzo…ed è solo in boxer!
-Ma che accid…-
-Sssh sta zitta! Ci sono i tuoi!-       mi avvisa mettendomi una mano sulla bocca per bloccare il mio urlo mancato
-Che cosa? Sono tornati adesso? Comunque questo non spiega perché sei nella mia camera mezzo nudo!-        gli chiedo togliendomi la sua mano dalla mia bocca e parlando a bassa voce
-Stavo per andare in bagno quando ho sentito le loro voci, e non avevo tempo di ritornare in camera mia o mi avrebbero visto così, e chissà che avrebbero pensato! L’unica porta vicina era la tua ma pensavo fossi già sotto le coperte…e non…alzata e in biancheria…-         mi dice guardandomi dalla testa ai piedi
Solo ora mi ricordo di indossare solo una camicia da notte bordò trasparente.
-Accidenti non guardarmi così!-       gli dico afferrando la vestaglia e indossandola al volo
Che imbarazzo maledizione!
-Tieni mettiti questo davanti per favore!-        gli dico tirandogli un cuscino
-Non dirmi che ti scandalizzi per un uomo in boxer vero?-
-Sai, solitamente la gente sono abituata a vederla vestita e non in biancheria intima!-        rispondo infastidita
-Ah ma allora…non lo hai nemmeno mai visto un uomo nudo tu!-
-Complimenti…come siamo perspicaci eh? Ma non ero io la stupida?-     
Lui mi guarda con sguardo truce senza rispondere e poi mi da le spalle.
Che razza di situazione si è venuta a creare?
 
-Vai a dormire sempre “così” la notte?-        mi dice rompendo il silenzio che si era venuto a creare
-“Così” come scusa?-      chiedo vedendolo voltare
-Così…beh…sexy!-        dice arrossendo
-Sexy dici? -     chiedo confusa. E’ solo una camicia da notte no?
-Con quella cosa trasparente non passi certo inosservata ad un uomo sai?-        si limita a rispondermi
Oh…solo ora capisco cosa intende…
-Sono sempre andata a dormire così e a quanto vedo lo fai anche tu. O ti aspettavi forse di vedermi avvolta nei pigiamoni?-       spiego imbarazzata
-Ti avrei immaginata con dei pigiami con gli animaletti…-      confessa divertito
-Con una madre come la mia ti sembra possibile scusa?-
-In effetti…scommetto ti volesse perfetta anche al risveglio magari…-
-Indovinato.-
-Ah…c’era da aspettarselo da lei.-
-Ovvio no? A proposito controllo se sono andati via così ritorni in camera tua.-       
Aprendo la porta controllo dove sono i miei genitori. Li vedo discutere proprio di fronte la camera degli ospiti.
Dannazione come faccio a farlo uscire da qui adesso? Io ho sonno e voglio dormire.
-Stanno ancora discutendo davanti la porta della camera?-         mi chiede lui quando richiudo la porta
-Sì, ma tu come sai che stanno discutendo?- 
-Perché li sento ovvio! Il mio udito è molto sviluppato, non lo sapevi?-
-Ah davvero? E cosa si stanno dicendo?-        chiedo incuriosita
Dalle facce che avevano sembrava qualcosa di serio. E anche quella di InuYasha lo è in questo momento.
-Non così sviluppato da sentire cosa si dicono. Mi spiace!-        dice lui dandomi nuovamente le spalle
-Mmmh diciamo piuttosto che non vuoi dirmelo.-       rispondo finendo la frase con uno sbadiglio 
Sto crollando di sonno e non riesco e ribattere alla sua bugia.
-E’ meglio che ti metta a letto. E poi fa anche freddo per stare a lungo così svestita come sei.-       
 
 

 
                                                               **************************

 
 
 
Quando ha chiesto cosa si dicevano i suoi genitori per poco non sbiancavo!
Non avrei dovuto dirle che riesco a sentire così bene. Ovviamente poi le ho mentito dicendole che non potevo capire cosa si dicevano, anche se lei non ci ha creduto. Ma non potevo certo dirle che stavano parlando di lei e di come farle sposare quel tizio che hanno scelto come fidanzato.
Non li sopporto! Se potessi uscirei fuori da questa stanza per farli a pezzi!
Continua a sbadigliare. Deve essere molto stanca.
-E’ meglio che ti metta a letto. E poi fa anche freddo per stare a lungo così svestita come sei.-       più che svestita direi mezza nuda!
Mi è preso un colpo quando me la sono ritrovata davanti con quella camicia da notte trasparente. Non ha lasciato spazio all’immaginazione quasi!
Mi sono trattenuto a fatica da reazioni, diciamo , fuori luogo. Certo la presenza improvvisa dei suoi genitori ha aiutato molto in questo.
Ritornando a loro, non capisco perché questa ostinazione a farla sposare con quel tizio. Sono sicuro che hanno un motivo per reagire così, ma quale?
-Ma come faccio con te qui scusa?-
-Tranquilla non ti disturberò. Appena i tuoi andranno via uscirò.-
-Non è molto rilassante addormentarsi con qualcuno in piedi vicino al tuo letto sai?-
-Uff…mi metterò in un angolo va bene? Guarda che non ti mangio!-      rispondo spazientito
Cerco di essere gentile e si lamenta pure?
-Lo so non intendevo quello…solo che mi dispiace mettermi comoda mentre tu stai lì in piedi, con questo freddo senza niente addosso.-
-Non preoccuparti, non è un problema questo per me. Non mi ammalerò di certo!-
-Senti, se non hai il brutto vizio di allungare le mani come il tuo amico Miroku, possiamo dividere il letto per stanotte, anche perché credo ne avranno per molto i miei.-      propone diventando più rossa della sua vestaglia di seta
-Non credo sia il caso…comunque certo che non ho il suo vizio o lo avresti già notato da un pezzo!-       rispondo infastidito per il paragone
-Allora non vedo perché non dividerci il letto. E’ abbastanza grande come vedi. E’ a due piazze e mezzo. Io da un lato e tu dall’altro. Almeno se dormi anche tu mi sento più rilassata senza sentirmi osservata…-        insiste lei
-E va bene. Basta che la smetti di parlare. Inizia a venirmi mal di testa.-         dico mentendo
Più che altro sono interessato ai discorsi dei genitori, che non mi piacciono per niente.
-Ok, allora buonanotte! E mi raccomando, resta nel tuo lato!-         mi avvisa mettendosi di corsa sotto le coperte
-Sì sì va bene!-          dico sbuffando e facendo altrettanto sul lato opposto
Dopo nemmeno dieci minuti sento il suo respiro più lento e regolare, di sicuro si è addormentata.
Perfetto, così ascolto meglio. Sto ascoltando una discussione alquanto interessante Kagome, che credo ti tornerà utile un giorno.
 
All’improvviso la sento muoversi tra le coperte. E’ scivolata con tutta la testa sotto. Ma non soffoca così?
E poi quanto è irrequieta accidenti! Non fa altro che muoversi!
Poi quando sento qualcosa sul mio fianco sobbalzo sentendo le sue braccia che mi stringono. Ma che cavolo sta facendo?
Sollevando la coperta la vedo totalmente rannicchiata al mio fianco, con un braccio sulla vita che mi abbraccia e la testa appena appoggiata sul mio petto.
E menomale che ha detto a me di tenere le mani a posto!
Però così è troppo vicino. Troppo maledizione! Sento il suo seno schiacciato sul mio fianco. Ho resistito anche grazie alla mia natura da mezzo demone ma non ce la faccio più così!
Senza contare che non tocco una donna da anni ormai, e lei non è certo una tentazione da niente.
Aaaah  accidenti!  Devo trovare il modo di andarmene o temo di non rispondere di me stesso!
Ma certo, la finestra! Meglio passare la notte fuori al freddo su un albero che qui nel letto con lei accanto!
Dopo averla spostata delicatamente prestando attenzione al polso e a non svegliarla, esco fuori dalla finestra. Resto un attimo fermo sul davanzale. L’aria fresca dell’inverno mi fa calmare. Non avrei resistito oltre in quella situazione.
Era davvero bella con quella camicia da notte. Non mi ero mai soffermato tanto a guardare il suo corpo. Ha un fisico davvero niente male. Altro che mocciosa…quella è una donna bell’e fatta!
Ma cosa ti metti a pensare InuYasha? Datti una calmata o sembrerai davvero quel maniaco di Miroku!
Comunque prima o poi devo farmela una chiacchieratina coi genitori di Kagome. Dovrebbero spiegarmi un paio di cosette che adesso credo di aver capito su di loro.
Poco prima di fare un balzo giù, mi sento come trattenuto…inspiegabilmente ho voglia di rientrare e vederla. Perché quella ragazzina mi attira così tanto a sé?
A meno che, non è semplice attrazione…può essere. Infondo non ci sarebbe nulla di strano.
Ma porca miseria…in cinque anni non ho avuto desiderio nemmeno di guardarla in foto una donna e adesso devo lottare contro me stesso per non rientrare dentro? Mi sono bevuto il cervello o è l’influenza di Miroku?
Però magari un’ultima occhiatina potrei dargliela…così magari me ne vado a letto pure io finalmente!

Avvicinandomi piano la osservo al buio. I miei occhi non hanno difficoltà a vederla…com’è bella quando dorme. È perfino meno antipatica vista così. Ma io, la trovo davvero antipatica questa ragazza?
Infondo anche se ricca ha avuto una vita più brutta della mia. Io sono sempre stato amato dai miei genitori, lei no. Hanno solo saputo sfruttare i suoi sensi di colpa per la morte del fratello. Già…sfruttare, è questa la parola giusta. Loro sanno benissimo ciò che è accaduto quel giorno a loro figlio, l’ho sentito chiaramente. Eppure lo hanno taciuto a Kagome per tutto questo tempo. Povera ragazza, mi fa una gran pena.
Forse sarebbe giusto dirle la verità sui genitori. Non meritano l’amore di Kagome, perché sono sicuro che lei malgrado tutto li ami ugualmente.
-Hai un animo troppo buono Kagome…-         sussurro appena accarezzandole il viso e osservandola più da vicino

Inaspettatamente, vengo colto da una voglia che non avrei dovuto avere e alla quale cedo…così poggio le mie labbra sulle sue. Perché la sto baciando? Perché?
Il contatto dura pochissimo però, tanto basta a farmi salire il cuore in gola perché…Kagome ha gli occhi aperti.
 
 
 
 
 
 





 
 
Ciao a tutti ^_^  ad un segreto svelato se ne aggiungono altri ^_^
Chissà cosa nascondono i genitori di Kagome.   E le tre Kikyo? Ora le conosciamo tutte e tre… non resta che conoscerle meglio.
Piccolo incidente, diciamo così, al polso di Kagome, che quindi interrompe le lezioni. Ma il piccolo concerto di Natale a casa sua per il fidanzamento con Hojo si terrà?
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3
 
 
 

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Capitolo 6
*** Sentimenti contrastanti ***


 
 
Adesso che faccio? Maledizione proprio ora doveva aprire gli occhi? Accidenti a me!
-Kagome scusa io…-          dico allontanandomi dal suo viso ma lei mi interrompe con uno strano gesto
Mi sarei aspettato di tutto…un urlo, un ceffone, perfino un calcio…invece ancora una volta questa ragazza mi ha sorpreso. Prima che mi allontanassi del tutto mi ha avvolto le braccia attorno al collo, riavvicinandomi alle sue labbra e guardandomi negli occhi, anche se credo le sia impossibile potermi vedere al buio. Solo la luce dei lampioni che filtra dalla finestra può farle vedere se non altro il contorno del mio viso. Eppure sembra proprio mi stia guardando dritto negli occhi.
Le nostre bocche si sfiorano appena. Sento il suo respiro addosso.
È un richiamo troppo forte il suo, mi sta praticamente chiedendo di baciarla ancora…cosa che faccio più che volentieri.
Un bacio leggero a fior di labbra inizialmente, ma che diventa qualcosa di più quando lei, stringendo le braccia attorno al mio collo, mi spinge delicatamente contro la sua bocca.
Non resisto così. Voglio di più. Voglio la sua bocca. Ne voglio sentire il sapore. Così inizio a leccarla con la punta della lingua, facendole schiudere le labbra, dandomi il permesso di baciarla davvero.
Non mi sembra nemmeno vero che la stia baciando. Non riesco a credere a quello che sto facendo! Sono totalmente perso in questa assurda situazione.
E più la bacio, più voglio baciarla!  
La sento rispondere al mio bacio, in modo ancora inesperto, e la cosa mi fa sorridere. Sono il primo uomo che la bacia. Il primo che abbia assaporato il sapore della sua bocca, dolce e fruttato, e la cosa mi eccita tremendamente! Perché mi piace questo pensiero possessivo nei suoi confronti?
Mi chiedo anche perché abbia risposto al bacio. Forse le piaccio?
Anche se prima di questo mi chiedo perché “io” la stia baciando.
Quando restiamo senza fiato siamo costretti a dividerci, e già mi sento morire lontano da quelle labbra.
-Sei una strega?-         le chiedo poggiando la fronte sulla sua
-Come scusa?-        mi chiede lei confusa
-Tu devi essere senza dubbio una strega e mi devi aver lanciato un sortilegio! Non riesco a starti lontano!-        le confesso ritornando a baciarla con impeto
Stavolta risponde al bacio più sicura e preparata di prima.
La sollevo dal letto tra le mie braccia, incapace di averla ancora tanto lontana da me. E’ seduta di fronte a me adesso. Con una mano le tengo la nuca e con l’altra le accarezzo la schiena, la quale è quasi nuda data la scollatura della camicia da notte sul retro. Sento la sua pelle percossa da brividi.
Attratto da questo lascio le sue labbra e scendo a baciarle il collo. La sento sussultare quando le labbra vengono sostituite dalla mia lingua, che si sofferma nell’incavo invitante del suo collo.
Oh Kami, se non me ne vado subito da questa stanza credo non potrò più fermarmi! Sto perdendo la testa!
Di scatto mi allontano da lei, cercando di riprendere il controllo. Il sangue mi scorre veloce nelle vene. Lo sento. Dominarlo non è facile. Questa è la disgrazia di essere un mezzo demone. La ragione viene sopraffatta dai sensi e dal desiderio.
Dannazione! È questo il problema. La desidero. Io desidero Kagome!
-Tutto bene?-         mi sento chiedere dalla sua voce titubante
Sicuramente si starà chiedendo perché mi sono scostato da lei così.
Ma che le rispondo? “Sai Kagome se continuo a baciarti finisco col farti mia?”
No, di certo questo non glielo dico! Il fatto che abbia ricambiato un bacio non vuol dire accetti anche quello.
-Forse è meglio che me ne vada.-
-Perché? Ho fatto qualcosa che non dovevo?-         mi domanda insicura
-Eh? Assolutamente no! Perché lo pensi?-
-Perché ti sei staccato come se fossi stato colpito da una scarica elettrica. Forse, la colpa è mia,  non dovevo costringerti a baciarmi prima…-       dice triste
-Quand’è che mi avresti costretto scusa? Se non sbaglio sono stato io il primo a baciarti. Finiscila coi sensi di colpa per favore! Lo stai prendendo come vizio forse?-
-Beh no…allora perché volevi andartene così all’improvviso?-
E che caspita le dico adesso? In fondo non ha tutti i torti.
-Lascia stare dai…resto qui se vuoi!-        le dico arrendevole e abbracciandola dolcemente
-Sì…-          risponde lei appoggiandosi comoda al mio petto
Mi stendo, con lei tra le braccia, tirando le coperte e coprendola bene per non farle prendere freddo. Presto inizierà a nevicare. Ne sento l’odore nell’aria in questi giorni.
Non ho potuto fare a meno di restare. Se l’avessi lasciata sola adesso di sicuro avrebbe pensato che era per colpa sua che andavo via, e non capisco il perché, non voglio proprio che lo pensi. Da quando mi interessano i pensieri di Kagome? Soprattutto perché dovrebbe dispiacermi che lei stia male per un qualcosa che possa provocarle io?
Incapace di dare risposte a tutti i miei perché decido che è meglio provare a dormire. Kagome dorme già da un po’. Sento il suo respiro caldo sul mio petto. Che faccia tenera che ha quando dorme. Non riesco a fare a meno di stringerla di più a me.
Ma come cavolo siamo finiti qui sul letto ad abbracciarci come una coppia di innamorati mi chiedo.
Solo adesso un lampo mi passa nella mente rendendomi le cose più chiare…coppia di innamorati? Io mi sono innamorato di Kagome forse? In sole due settimane? E’ mai possibile?
 
 

 
                                                               *************************
 

 
-Oh Kami-sama!-

Un urlo mi fa svegliare all’improvviso dal piacevole sonno in cui mi trovavo. Che succede?
Tento di alzarmi ma mi sento stretta in una morsa. Oh cavolo solo ora mi ricordo di InuYasha!
Anche lui come me si è svegliato e fissa truce qualcuno alle mie spalle.
-Non poteva bussare prima di entrare Kaede?-        gli sento dire scocciato
-Scusate!-         sento rispondere alla mia tata
Quando mi giro vedo la sua espressione sconvolta.
-Ehm, buongiorno Kaede. Senti non è come sembra…-          mi affretto a spiegare credendo abbia pensato qualcosa che non c’è stato
-Ah no? E perché lui è nudo nel tuo letto?-         mi domanda lei
-Non sono nudo Kaede…vede? Ho ancora i boxer, non si scandalizzi!-        le risponde InuYasha alzandosi e fermandosi dietro la porta
-I miei genitori sono in casa?-         chiedo intuendo che voglia giustamente uscire e andare a vestirsi
-No sono usciti da un’oretta. Mi hanno avvisato che anche oggi torneranno tardi.- 
-Capisco…hai il via libera quindi.-        dico rivolgendomi ad InuYasha che esce subito dalla stanza
-Kagome…ma che accidenti combini piccola? Perché quell’uomo era nel tuo letto e dormivate abbracciati? Per di giunta mezzi nudi! Cosa avete fatto?-
-Assolutamente nulla Kaede! Ieri al ritorno a casa la macchina ha forato una gomma, così ho chiesto ad InuYasha di restare a dormire qui. Proprio mentre andava in bagno sono tornati mamma e papà e lui è stato costretto a rifugiarsi qui. Non potendo stare tutta la notte in piedi ha dormito nel mio letto. Solo questo…-       le spiego arrossendo
-Solo questo? Sicuro? Non c’è stato niente?-       insiste lei
-Non quello che credi tu…-         rispondo imbarazzata
-E allora cosa?-
-Ecco…ci…ci siamo baciati!-
 
Oh mamma! Al pensiero divento tutta rossa! Ma che mi è preso??
Ieri, quando l’ho sentito alzarsi mi sono svegliata. Mi sono ritrovata stranamente sul suo lato di letto. Come c’ero finita non lo so. Mi sarò mossa nel sonno come mio solito. L’ho visto vicino alla finestra intento ad andarsene anche se non ne capivo il motivo. Poi ho capito, starmi accanto lo infastidiva molto. In effetti non mi ha mai sopportato.
Mi sono sentita tristissima a quel pensiero. Mi odia così tanto da preferire andarsene fuori al freddo piuttosto che vicino a me? Tenevo a stento le lacrime, conscia del fatto che lui avrebbe capito subito che stavo piangendo. Me perché poi avrei dovuto piangere per lui?? Cosa mi importa se mi odia o meno??
Poi, nella penombra della stanza l’ho visto rientrare e l’ho sentito sedersi sul bordo del letto vicino a me. Io tenevo gli occhi chiusi.
Quando mi sono sentita accarezzare il viso il mio cuore ha iniziato a battere velocemente, tanto che temevo lo sentisse. Invece pareva distratto.
-Hai un animo troppo buono Kagome…-        mi è sembrato avesse detto in un flebile sussurro
Poi ho sentito una strana sensazione sulle labbra. Era qualcosa di morbido e freddo, che subito però è diventato caldo. Solo dopo ho capito che erano le sue labbra, inizialmente fredde per il gelo preso fuori dalla finestra. Il cuore sembrava volesse scoppiarmi.
Aprendo gli occhi me lo sono ritrovata proprio di fronte. Anche se il buio mi impediva di vedere chiaramente, riuscivo ad intravedere il suo viso, e i suoi occhi d’oro, che sembrava brillassero di luce propria.
-Kagome scusa io…-     
Quando si è staccato mi sono sentita strana. Mi mancava già quel contatto mai provato prima. Così per istinto ho allacciato le mie braccia intorno al suo collo per non farlo allontanare da me.
Poi tutto il resto sembra così confuso. Le sensazioni che ho provato erano così nuove da sconvolgermi. Il mio cervello non esisteva più. Il mio corpo faceva tutto da sé come spinto da chissà quale forza.
Mi sentivo così felice al pensiero che non se ne fosse andato, e che forse non gli stavo poi così antipatica come dimostrava.
Il mio primo bacio. Ed è stato magnifico! Mi sentivo tra le nuvole. Più ci baciavamo più volevo continuasse. Quando poi la sua mano mi ha accarezzato la schiena ho provato dei forti brividi, ma non per il freddo, ma per il piacere che provavo ad ogni suo tocco. Ma la cosa che più mi ha sconvolta è stato sentirgli passare la lingua più volte nell’incavo del collo.
Mi sentivo persa tra le sue braccia. Avrei voluto non finisse mai, invece, si è staccato improvvisamente, lasciandomi spiazzata.
Nonostante abbia detto che la colpa non fosse mia, mi sono sentita comunque la causa di quel gesto, ma non ne capisco il motivo. Forse si è pentito di avermi baciata…
 
 
-Kagome…davvero non capisci il perché quel ragazzo volesse andarsene?-        mi domanda Kaede dopo che le ho confidato tutto quello che era successo
-No, tu lo hai capito?-
-Ah bambina mia…fortuna che InuYasha non ha voluto approfittarne. Sei ancora molto ingenua su questo genere di cose.-
-Che intendi dire Kaede?-
-InuYasha, avrà sicuramente temuto di spingersi oltre il punto di non ritorno con te, e per evitare di perdere il controllo e fare qualcosa di cui poi avresti potuto pentirti si era allontanato.-         mi spiega lei lasciandomi sbalordita
-Ovvero, lui…lui voleva….con me??-          dico balbettando  sorpresa
-Già. Oltretutto, così conciata bambina mia, sarai stata una bella tentazione. Ha avuto un ottimo autocontrollo devo dire.-
-Oh Kami Kaede…dici avrà pensato male di me che l’ho quasi costretto a restare qui invece di andarsene?-
-Ma no che dici? Se avesse pensato male sarebbe stato felice di vedermi poco fa, per potersi defilare subito. Invece mi stava incenerendo con gli occhi per avervi disturbati.-        mi spiega lei sorridendo
-Mi auguro sia così…-
-E perché? Bambina, ti stai forse innamorando di quel ragazzo?-         mi domanda lei guardandomi seria
-Che? Ma…ma cosa dici?  Lo conosco appena. E poi lui non mi sopporta te lo sei scordata?-
-Ma se ti teneva stretta come il più prezioso dei tesori…-
-Beh forse ha sbagliato tesoro mentre dormiva. Mi avrà confusa con un'altra. Magari la sua ex…-       dico intristendomi un po’
-E perché mai lo pensi?-       chiede Kaede incuriosita dalla mia affermazione
-Perché ho saputo che il mio odore è molto simile a quello della sua ex. Forse mentre dormiva mi ha scambiato involontariamente per lei.-
-Mmmh, mi sembra improbabile. Comunque stai attenta a ciò che fai Kagome. Sai come la pensano i tuoi genitori. E non accetterebbero mai un ragazzo così come tuo fidanzato, povero e mezzo demone per giunta.-
-Sì lo so Kaede…so come la pensa questa famiglia riguardo le unioni tra due persone tanto diverse. Ne è stato un  esempio lo zio Noboru purtroppo…-      dico ricordando tristemente quella storia
-Infatti. È stato diseredato da tuo nonno perché ha sposato senza il suo permesso una donna povera invece di quella scelta da lui. Non la considerava all’altezza della potente famiglia Tama. Se non fosse successo tutto questo adesso tua madre non avrebbe ereditato l’azienda che gestisce tuo padre, anch’egli scelto a sua volta da tuo nonno. La stessa cosa si sta ripetendo con te. In mancanza di Sota erediterai tu tutto, ma solo se sposerai un uomo scelto da loro…in questo caso Hojo.-
-E chi ti dice che io voglia sposarmi proprio con Hojo Kaede? Se rimanessi zitella per tutta la vita sarebbero costretti a lasciarmi ugualmente tutto alla loro morte no?-
-Ma Kagome…le aziende della Tama Building e Co.  non sono cose di cui una ragazza possa occuparsi. Tu non capisci nulla di affari. Al tuo fianco ci vuole un uomo che sappia come gestire i capitali e gli affari.-
-Uffa! Soldi soldi e ancora soldi! Sono stanca di sentire nominare solo quelli!-
-Tutto ruota intorno a quello in questo mondo..-
-Non mi importa Kaede! Perché devo sposare per forza qualcuno che non conosco? Perché non mi posso scegliere io con chi condividere la mia vita? In pratica mi si chiede di fare la macchina stampa figli per mandare avanti l’azienda di famiglia! Chi dice che io non possa essere in grado di occuparmene di persona? Studierò se servirà! Non vedo perché devo rinunciare alla mia vita per questa mentalità stupida!-        mi lamento uscendo fuori dal letto arrabbiata
-Tesoro…ma cosa ti prende? Non ti ho mai sentita parlare così!-
-Succede che sono stanca Kaede! Sono vent’anni che vengo istruita per gli altri, per servire gli altri. Mi sono scocciata. Voglio vivere la mia vita! E sai che ti dico? Se mi innamorassi di InuYasha, stai pur certa che sceglierei lui ai soldi! E chissà forse sono pure sulla buona strada per essere libera!          dico uscendo fuori dalla camera dopo aver messo la vestaglia

Sono stufa di essere comandata a bacchetta! A me i soldi non interessano! Non mi hanno dato nulla in questi anni a parte la solitudine!
Ho avuto più da quel ragazzo e i suoi amici in pochi giorni che dalla mia famiglia in tutta la vita!
Non voglio più essere sola, senza amici, senza parenti, senza amore. L’unico che mi amava era Sota, e lui non voleva questo per me.
Stare chiusa  in questa casa comincia a pesarmi adesso.
-Kagome che succede?-      mi chiede InuYasha aprendomi la porta dopo che gli ho bussato
-No nulla…volevo solo chiederti se dopo che avranno sistemato l’auto hai da fare…-
-Perché? Che vuoi fare?-
-Mi piacerebbe andare di nuovo al locale dei tuoi amici. Sango mi è sembrata molto simpatica e…-
-Ok non c’è problema. Però…-       mi dice interrompendomi e avvicinandosi
-Però?-
-Mi spieghi perché stavi per piangere? Che ti ha detto quella vecchia? Ho sentito che gridavi prima di venire qui, con ancora la camicia da notte. Era perché mi trovavo nella tua camera vero?-        mi chiede guardandomi negli occhi
Accidenti al suo fiuto! Le ho trattenute il più possibile ma lui ha sentito ugualmente l’odore delle mie lacrime.
-Diciamo che mi ha ricordato che i miei genitori mi hanno programmato la vita con un uomo che non conosco.-        rispondo triste
-Capisco…va bene vai a prepararti. Io vado a cambiare la gomma e poi andiamo.-         mi dice prendendo le chiavi
-Ma non devi farlo tu, posso chiedere al meccanico di farlo.-
-Chiamare il meccanico per sostituire una ruota? Tsz…ricchi! Non ce n’è bisogno la cambierò in un secondo. Vai a vestirti se non vuoi uscire così.-        mi dice uscendo dalla camera e dirigendosi verso le scale
-Va bene, come vuoi.-       rispondo un po’ dispiaciuta
Come al solito ho fatto una gran brutta figura con lui volendo risolvere tutto chiedendo ad altri. Forse ha ragione a chiamarmi viziata.
-Ah…comunque…io non ti ho scambiata per nessun altra ieri notte. Avevo ben presente chi stavo baciando e tenendo tra le braccia.-         mi dice prima di scomparire dalla mia visuale
-Eh?-         dico confusa
Solo dopo capisco il significato delle sue parole. Oh cavolo! Allora ha sentito tutto quello che ho detto a Kaede???
Accidenti che vergogna! Allora avrà anche sentito che ho detto che ero sulla buona strada per innamorarmi di lui??
 
 

                                                               **************************
 
 
 
È stata una notte strana, ma devo dire molto bella. Non mi sono mai sentito così nel tenere tra le braccia una ragazza. Mai con nessuna delle mie ex è capitato. Era magnifico avere il suo fiato addosso.
Ho dormito poco, ma la soddisfazione di poterla guardare dormire così beatamente mi rilassava. Sentire l’odore dei suoi lunghi e morbidi capelli che mi ricadevano sulle braccia e sul petto era qualcosa di indescrivibile.
Quando poi è entrata la sua tata l’ho vista svegliarsi di soprassalto. Voleva giustificare la mia presenza nel suo letto. Chissà se si è pentita…o se lo ha scambiato per un gioco quello che c’è stato ieri sera.
Anche se comunque dovrei prima spiegarlo a me stesso cosa è successo ieri. Io non sono tipo da una botta e via. Ho sempre provato qualcosa per le donne con cui avevo una relazione. Quindi è da escludere si trattasse di sola attrazione per il suo abbigliamento. La voglia che avevo ieri non era solamente fisica, c’era altro…l’ho sentito. Era lei che mi attirava, come se mi chiamasse. Era un richiamo che va oltre il mero piacere sessuale.
Quando sono uscito dalla sua stanza l’ho sentita discutere con quella vecchia rimbambita. E menomale che le voleva bene! Invece di incoraggiarla a ribellarsi ai suoi genitori la esorta ad accontentarli. Questa casa è un covo di vipere pronte ad ucciderla col loro veleno. Di tutta la discussione una cosa mi ha colpito più di tutte…lei credeva l’avessi baciata e stretta a me per il suo odore simile a quello di Kikyo. Non sa quanto si sia sbagliata. In quel momento la mia ex era l’ultima persona al mondo che avrei pensato. Questo suo pensiero però mi lascia intendere che lei…sia gelosa? Ma se fosse gelosa vorrebbe dire che le piaccio.
Maledizione. Tutti questi ragionamenti non sono da me. Non ho mai pensato tanto quanto in questi giorni. Questa ragazza mi sta sconvolgendo la vita! Mi sembro uno di quei filosofi che si interrogano sul perché del senso della vita…nel mio caso il mio riflettere è rivolto solo a lei…perché? Possibile che la risposta sia davvero che me ne sia innamorato senza nemmeno accorgermene?
Se così fosse è un bel guaio. Non è una ragazza alla mia portata. Non potrei mai avere speranze con lei. E se anche le avessi le rovinerei la vita, facendola diseredare. Ma forse mi sto costruendo solo castelli immaginari.
Quando l’ho sentita bussare alla mia porta per chiedermi di portarla al locale di Sango e Miroku ho sentito l’odore delle sue lacrime. Sembrava così sicura quando ha risposto alla sua tata, e adesso sembra un cucciolo abbandonato. Sembra così bisognosa d’amore da straziarmi l’anima.
Dopo averle detto di prepararsi le ho fatto ben presente che non l’ho scambiata affatto per la mia ex, lasciandole capire che avevo sentito la sua “chiacchierata” con quella Kaede. Non so perché mi comporto così, ma ho voluto tranquillizzarla sul fatto che per me era lei la ragazza che volevo stringere tra le braccia.
Uffa! Lei, lei, lei, lei! Tutti i miei pensieri sono occupati da lei ormai!

-Eccomi sono pronta!-        mi dice avvicinandosi a me che ripongo il cric in auto dopo aver sostituito la ruota
Anche oggi tiene i capelli legati in una treccia morbida laterale. E’ vestita molto semplicemente con un dolce vita bianco e dei jeans neri. Ha un paio di stivali lunghi fino al ginocchio color tortora con tacco alto e un basco alla francese dello stesso colore degli stivali, il cappotto lo tiene in mano insieme alla borsetta, anch’essa in tinta con le scarpe. Il leggero trucco la rende ancora più bella di quanto non sia.
-Perché mi guardi così? Sto male forse? Troppo vistosa?-        mi chiede notando il mio sguardo fisso ad osservarla
-Affatto. Ti guardavo perché stai benissimo.-      le confesso vedendola arrossire
-Dai sali principessa…quei due già ci aspettano. Li ho informati che ti portavo di nuovo e quasi Sango non mi spaccava un timpano per le urla di felicità.-
-Davvero? Era davvero felice di rivedermi?-       chiede stupita
-Certamente, perché, lo trovi strano?-
-Beh, il fatto è che mi sono sempre considerata una persona noiosa. Non ho mai avuto delle amiche.-
-Non hai amiche perché stai sempre chiusa in casa Kagome e di certo la gente non viene a bussarti a casa per fare amicizia non credi?-
-Hai ragione. Senti riguardo ieri sera… io…-      dice imbarazzata cercando le parole
-Sei pentita?-         domando curioso e anche un po’ intimorito dalla risposta
-No!-       risponde subito sicura
-Allora cosa?-
-Ecco…vorrei sapere, perché mi hai baciata…-
Perché ti ho baciata?  Me lo chiedo pure io.
-Forse per lo stesso motivo per cui tu hai risposto al bacio…-         rispondo non sapendo cos’altro dire
-Non è una risposta.-      mi fa notare lei
-Lo so, ma sinceramente non ne ho altre da darti al momento.-       dico mentendo, facendole credere che non abbia contato nulla per me
-Ah…capisco…-
 
Dopo quella breve chiacchierata in macchina siamo andati dai miei amici. Anche oggi siamo rimasti fino a tardi. Io e Kagome non abbiamo più ripreso l’argomento. A dir la verità non ci siamo quasi rivolti la parola.
Ogni volta che tentavo di parlarle mi bloccavo incapace di dirle qualcosa di sensato. Perché mi succede questo con lei?
-Che succede amico?-         mi chiede Miroku sedendosi accanto a me
-Nulla perché?-
-Hai l’aria dell’innamorato afflitto!-
-Cheee? Ma ti sei rincretinito? Primo, io non sono innamorato…e secondo, perché dovrei essere afflitto?-
-Perché ti piace qualcuno che già sai non potrai avere. Così neghi a te stesso che ne sei innamorato.-
-Non ho mai detto che mi piace Kagome!-
-E io non ho mai fatto il nome di Kagome…lo hai fatto tu.-          risponde ridacchiando
-Ma brutto….tsz! Comunque sia non sono innamorato di quella ragazzina ricca! Sarebbe una cosa impossibile pur volendo…lei è di un altro mondo…-
-Io non credo proprio. Per tutto il giorno non ha fatto altro che guardarti di nascosto sai? Un po’ come hai fatto tu con lei.-
-Mi ha davvero guardato di nascosto?-          non me ne sono nemmeno accorto
-Già. Le piaci amico mio! Cosa c’è stato tra di voi? Vi siete baciati vero?-
-Ma tu come fai a sapere tutte queste cose???-         domando sbalordito dal suo intuito
-Mio caro, non dimenticare che sono un conoscitore del mondo dell’amore! Ho imparato a conoscerne pregi e difetti prima di sposare la mia Sango. Certe espressioni non mi sfuggono!-
-Wow…complimenti allora! Potresti aprire una scuola su come diventare amanti perfetti e maniaci provetti! Comunque non è facile come la fai tu….dimentichi i suoi genitori…-
-Divertente! Ma io parlo seriamente InuYasha. Quella ragazza sembra speciale, solo che non sa di esserlo. Da quello che ho potuto capire ha un carattere forte e deciso ma allo stesso tempo fragile. Può diventare vulnerabile, ha bisogno di qualcuno che la sproni a essere se stessa, e quel qualcuno credo sia tu. Se la sua famiglia non accetta la cosa pazienza. Non credo le serva avere qualcuno che non la rispetta.-
-Ma che ragionamento serio ha fatto il mio maritino!-        interviene Sango
-Ci hai spiato eh? Pensavi dicessi cose sconce ammettilo!-
-In effetti sì lo pensavo ma non vi stavo spiando, ho ascoltato per caso. Così il nostro InuYasha si è innamorato…-
-Non sono innamorato! Finitela! Magari è vero che mi piace ma dire amore mi sembra esagerato!-
-Ok se lo dici tu…-
 
Dopo averla riportata a casa ho ripensato alle parole di Miroku. Forse è vero che ne sono innamorato. Quella ragazza ha qualcosa che mi attrae. Forse proprio la sua fragilità mi spinge a volerle stare accanto per proteggerla. È decisamente diversa da come l’avevo immaginata.
Tutta la notte ho suonato al pianoforte per scaricare la tensione accumulata in questi giorni. Suonare mi apre la mente e mi rilassa.
Solo che come i miei sentimenti anche la mia musica in questo momento rispecchia la mia tristezza, suonando una  canzone   non molto allegra. Mi è venuta così, al momento, pensando a Kagome, alla sua storia, alla sua vita. 
Devo dirle quello che ho saputo su suo fratello e del testamento dei suoi nonni? Non so che fare. Se le dicessi tutto odierebbe i genitori per il resto della vita e rimarrebbe totalmente sola. Ma quelli possono essere chiamati genitori?
Se non le dicessi niente però potrebbe decidere di sposare un uomo che non ama, e questo non lo voglio.
E sia! Le dirò quello che ho sentito. E’ giusto che si senta padrona della sua vita una volta per tutte.
Io vorrei sapere quanto orrendi siano i miei genitori e se mi stanno nascondendo qualcosa. Sarà lei a decidere che fare.
Domani andrò a parlarle.
 
La mattina seguente mi reco da lei, purtroppo però trovo una spiacevole sorpresa ad attendermi. Vengo accolto dal padre di Kagome in modo poco gradevole.
-E’ pregato di non farsi più vedere o chiamerò la polizia se la rivedrò qui ad importunare mia figlia! Ha capito?-
-Io importunare sua figlia? Ma è impazzito? Quando mai l’avrei importunata?-     chiedo confuso a queste accuse assurde
-Ho saputo quello che è accaduto l’altra notte! Come ha osato infilarsi nel letto di mia figlia? Oltretutto mia moglie mi ha raccontato di come lei stia plagiando Kagome mettendola contro di noi!-
Ah sì? La mettiamo così allora? Beh non aspettavo altro che questo io.
-Certo mi piacerebbe sapere chi l’ha informata della cosa visto che lei e sua moglie eravate occupati a discutere del quasi fallimento delle vostre aziende. Comunque, anche se la cosa non la riguarda non ho sfiorato Kagome. Cos’è ha venduto anche la sua verginità alla famiglia del suo promesso sposo?-
-Ma cosa…-
-Sa avere un udito dieci volte più sviluppato degli esseri umani torna molto comodo ai demoni. Ho sentito che ha praticamente venduto Kagome per fare una fusione con le aziende della famiglia Hojo visto che quelle della Tama hanno subito un duro colpo dalla recente crisi che ha colpito diversi stati in questi anni. Ha usato sua figlia come merce di scambio. Non solo…avete ignorato il testamento dei suoi nonni che vi obbliga a dividere col fratello diseredato di sua moglie i vostri beni, essendosi pentiti di quello che fecero anni fa. Ma voi avete tenuto stretto tutto il vostro patrimonio. E con i sensi di colpa che Kagome nutriva verso voi e il fratello avete fatto in modo di costringerla ad accettare un matrimonio che lei non voleva solo per accrescere le vostre ricchezze!-
Vedo il padre di Kagome nero di rabbia. Certo non si aspettava che qualcuno scoprisse la verità.
-Maledetto mezzo demone! Va via da casa mia! Subito!-   
-E’ mia intenzione farlo, non prima di aver parlato con Kagome di questa storia. Deve sapere chi ha per genitori.-
-Tu non capisci! Sei solo un poveraccio! Non puoi capire i problemi che devono affrontare quelli come noi! Non appartieni al nostro mondo quindi non immischiarti in cose che non ti riguardano!-
-Invece mi riguarda! Tengo a sua figlia e non voglio vederla soffrire!-
-Ma che diavolo ti importa? Mica sarai innamorato di lei?-
-E se anche fosse?-
-Ahahahaha ora ho capito! Tu vuoi avvicinarti a mia figlia per avere i suoi soldi! Ora mi è tutto chiaro! Vuoi impedirle di sposarsi per prendertela tu ed entrare nella nostra famiglia. Beh scordatelo perché non te lo permetterò mai! Un poveraccio come te non metterà le mani sui miei soldi!-       
-Per me i suoi soldi sa dove può metterseli? A me interessa solo il bene di sua figlia! Ora mi scusi ma vado a parlarle!-         dico avviandomi verso la sua stanza
-Mi spiace per te ma Kagome non è qui! Ha accettato il fidanzamento così ha deciso di andare a conoscere il futuro marito prima di Natale. Non ritornerà prima di una settimana, ovvero il giorno della vigilia, quando sarà reso ufficiale il suo fidanzamento. Ti consiglio di non intrometterti oltre. O  a pagarne le conseguenze non sarai solo tu, stolto pianista da quattro soldi, ma anche la piccola impresa di tuo fratello! La farò fallire schiacciandola coi debiti. Ho abbastanza conoscenze per poterlo fare.-      minaccia lui
-Bastardo! Comunque non credo che Kagome abbia davvero accettato il matrimonio. Dove si trova veramente?-        chiedo non credendo a ciò che dice
-Sei cocciuto? Ok allora ti dirò cosa mi ha riferito mia figlia prima di andar via. Ha detto che hai provato a sedurla, che l’hai baciata approfittando della sua ingenuità. Si è spaventata e ha deciso di non vederti più. Quindi te lo ripeto…non farti più vedere nella nostra casa o saranno guai per te! A mia figlia non interessi o sarebbe qui a contraddirmi non credi? Immagino avrei già sentito col tuo olfatto che non è in casa no?-
E’ vero. L’ho notato che in casa non si sente il suo odore. Ma non può essere davvero andata a conoscere il fidanzato che le hanno scelto i genitori. Diceva di non volersi sposare così. Ma come faceva il padre a sapere che l’ho baciata e ho passato la notte nella sua stanza? Glielo avrà detto la vecchia…o è stata davvero Kagome?
-Allora? Vuoi andartene o devo farti buttare fuori dai miei servi?-
-Me ne vado stia tranquillo. L’ha avuta vinta lei per adesso, ma si ricordi che prima o poi la pagherete per quello che avete fatto a vostra figlia.-          dico andandomene, ma lasciando prima le chiavi dell’auto di Kagome sul tavolino all’ingresso
Dannazione Kagome…dove sei? Perché te ne sei andata? Non puoi essere davvero andata da quel riccone!
Kagome….
 
 

                                                                              ********************
 
 
 
-Sono davvero carini Koga…ma come li ha trovati?-
-Stavo passeggiando per il giardino quando ho sentito miagolare. La madre deve averli abbandonati.-
-Poveri piccoli. Meglio portarli in casa, fa freddo fuori per loro. Certo che ha scelto proprio uno strano posto per partorire la loro madre…proprio nelle parte più isolata del giardino dove non viene mai nessuno, tranne Jinenji quando pota l’erba una volta al mese. Andiamo piccoli…avete trovato una casa adesso, mi occuperò io di voi.-        dico ai piccoli avvolgendoli col mio cappotto
Stamane Koga è venuto a chiamarmi dicendo che nella parte più lontana del nostro giardino c’erano quattro cuccioli di gatto affamati. Senza pensarci sono corsa fuori a vedere.
E caspita…sono davvero lontano da casa mia. Non li avrei mai potuti vedere senza addentrarmi fra tutti questi cespugli.
-Chissà se InuYasha è già arrivato…-          mi chiedo ad alta voce
Ho chiesto a Kaede di informarlo che arrivavo subito, tempo di prendere i gattini.
-Prendi ancora lezioni di piano con quell’han’yō?-
-Per favore Koga non chiamarlo in quel modo con tono tanto spregevole, lo sai che non lo sopporto!-
-Ok scusa…-     dice sbuffando
-Kaede sono qui, dov’è InuYasha? Ho visto l’auto fuori!-        dico entrando in casa
-Kaede non è qui Kagome. E’ in cucina.-
-Papà? Come mai sei qui?-       chiedo stupita di vederlo
-Oggi andrò in ufficio più tardi, aspetto dei documenti che dovrebbero arrivare qui da un momento all’altro. Per quanto riguarda il tuo maestro di pianoforte… si è licenziato.-
-Cosa???-      chiedo spalancando gli occhi dallo stupore
-Sì…ha lasciato le chiavi dell’auto che gli avevi prestato dicendo che non gli serviva più perché non ti avrebbe dato altre lezioni.-        mi spiega dispiaciuto
-Ma perché? Perché lo ha fatto?-
-Questo dovresti spiegarmelo tu Kagome. Quel ragazzo mi ha raccontato una storia che non mi è piaciuta per niente! Ha detto che gli sei quasi saltata addosso la scorsa notte mezza svestita, baciandolo e provocandolo facendolo dormire nel tuo letto. Si può sapere cos’è questa storia?-        mi chiede severo
Io sono scioccata da questa parole…davvero lui ha raccontato a mio padre che gli sono saltata addosso?
-Te…te lo ha detto lui… questo?-         chiedo ancora incredula
-Certo. Mi ha detto che non è abituato a questo genere di cose da parte di una ragazza così giovane come te, povero ragazzo. Sembrava quasi sconvolto quando me ne parlava. Diceva che potresti essere la sua sorellina minore e che mai si sarebbe aspettato questo comportamento tanto lascivo da parte tua. Mi hai fatto profondamente vergognare di te figlia mia! Che ti è saltato in testa?-
Lui…ha detto davvero queste cose a mio padre? Mi considera una sorellina?? Non può essere vero! No! Non può avermi fatto questo!
Se n’è andato e senza nemmeno salutarmi…dicendo quelle cose a mio padre. Come ha potuto? Mi fidavo di lui invece mi ha tradito in quel modo…perché?
Incapace di dire o fare altro corro in camera mia in lacrime, perdendomi così una conversazione di mio padre e Koga…
-Mio caro Koga, come diceva quell’han’yō, è davvero utile che voi demoni abbiate un udito dieci volte più sviluppato degli esseri umani. Mi è tornata molto utile la conversazione che hai sentito tra mia figlia e quella vecchia inutile di Kaede ieri mattina. Ottima l’idea di allontanarla con la scusa dei gatti! Avrai quell’aumento in settimana!-
-La ringrazio signore. Mi sembrava doveroso informarla di ciò che accadeva tra sua figlia e quello sporco mezzo demone.-
-Eccellente! Puoi andare!-
 
 
 
 
 
 
 






 
 
 
Ciao  ^_^  come va?
 Alcuni pezzi cominciano a mettersi insieme…i due sembrano chiedersi se siano o meno innamorati, ma vengono divisi  dal dolce papino di Kagome e da Koga…cosa succederà adesso? i due riusciranno a chiarirsi o Kagome deciderà, per disperazione di fidanzarsi con Hojo pesce lesso???
Al prossimo capitolo ^_^   grazie infinite per la pazienza che avete ^_^   sono una ritardataria pazzesca nel rispondervi…..chiedo venia e perdono ma quando ho tempo preferisco scrivere nuovi capitoli ^_^
Al prossimo aggiornamento ^_^
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3 <3
 
P.S.    la musica che suona InuYasha è l’ost del film “Lezioni di piano”    film un po’ palloso in alcuni punti però carino ^_^   io amo più la musica che il film comunque ^_^

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Capitolo 7
*** La musica del cuore ***


 
 
-Kagome la cena è pronta.-
-Non ho fame Kaede…-      rispondo coprendomi il viso con le coperte
Perfino la luce che entra dalla porta mi infastidisce.
-Tesoro, sono tre giorni che non tocchi cibo e non esci da questa camera. Non puoi continuare così.-
-Non mi importa Kaede. Al momento non ho voglia di fare nulla. Voglio solo essere lasciata tranquilla se non ti spiace.-
-Come vuoi piccola…-       replica la mia tata rassegnata
-Hai novità sul mio cellulare Kaede? Lo hai trovato?-       le chiedo prima che esca
Stranamente non riesco più a trovarlo. Chissà dove l’ho lasciato.
-No tesoro, non ancora…-      dice andandosene
Non capisco. Non capisco perché InuYasha abbia agito così. Se anche gli avesse dato fastidio il mio comportamento non poteva semplicemente dirmelo in faccia come ha sempre fatto? Doveva per forza dire quelle cose a mio padre? Mi sono vergognata tantissimo.
-Kagome adesso basta autocommiserarti! Sono stanca di questo comportamento infantile, e per un pianista senza arte né parte poi! Ora alzati da questo letto! C’è la sarta per rifinire gli ultimi dettagli del vestito che metterai per conoscere il tuo fidanzato!-          ordina mia madre alzandomi le coperte e prendendomi un braccio per farmi alzare
-Non ne ho voglia! Non ho nemmeno intenzione di partecipare alla cena che avete organizzato per Natale. Io starò qui nella mia stanza.-          dico liberandomi dalla sua presa e rimettendomi sotto le coperte
-Kagome, ma perché fai così figlia mia? Le delusioni d’amore sono brutte lo capisco. Anche io ci sono passata ma devi fartene una ragione. È per questo che tuo padre ha scelto Akitoki per te. E’ un bravissimo ragazzo,  non ti farà mai soffrire. Non vorrai stare tutta la vita a piangere per quel mezzo demone? E poi non puoi non essere presente alla cena della vigilia anche tu, io e tuo padre ci sentiremo soli. Già è difficile senza tuo fratello…ti prego non fare così bambina mia…-      dice addolcendo il tono, interpretando la brava madre, da ottima attrice com’è
-Va bene ho capito…andiamo…-          rispondo rassegnata alzandomi
Non ho voglia di sorbirmi le sue suppliche nominando Sota. Non la sopporto.
 
-Mamma sto scomoda con questo  vestito . E’ troppo stretto.-       mi lamento riuscendo a respirare appena
Che strazio! Con questo freddo devo indossare un abito tanto scollato e scomodo. Odio questo genere di pomposità!
-La colpa è tua! Ti veniva benissimo prima che cominciassi a mangiare quelle porcherie fritte e pesanti. Stavi diventando una balena! Ma adesso ti rimetti a dieta così ritornerai al tuo peso ideale tesoro. Non temere, ci pensa la tua mamma a te.-
-Che allegria…-         sussurro atona
-Come cara?-
-Niente mamma, niente.-     rispondo roteando gli occhi al cielo
-Allora Satsuki, riesci a sistemarlo entro tre giorni inserendo all’interno un sostegno per appiattire ventre e fianchi?-         chiede mia madre alla sarta
-Veramente non ci sarebbe bisogno di alcun sostegno signora. Basta allargarlo di un centimetro e non oltre. Sua figlia non è ingrassata così tanto. Ha un fisico perfetto. Piuttosto io cambierei modello, il corpo di sua figlia è sempre stato formoso e questo abito la fascia troppo, per questo lo trova scomodo.-      le spiega la sarta mentre sistema le pieghe dell’abito
-Non mi interessa il tuo parere Satsuki. Sei pagata per fare ciò che ti viene detto e non per dare consigli.-
-Scusi signora.-
-Mi sento ridicola così conciata! Non ci sarà bisogno dell’albero di Natale. Se mi attacchi un puntale in testa sarò perfetta…-           dico guardandomi allo specchio
-Ma che dici? E’ un abito magnifico! Purtroppo non ne capisci molto di moda figlia mia. Comunque ho scelto questo, ed è questo che dovrai mettere. Ormai non ci sarebbe tempo per sceglierne un altro.-
-Va bene…tanto non mi importa nemmeno molto. Partecipo perché non posso farne a meno.-
-Un po’ di vita Kagome! Non vorrai dare al giovane Hojo l’impressione di essere una persona deprimente vero? Sorridi! Gli uomini bisogna sedurli non affliggerli.-
-Uff…-
 
Fra tre giorni conoscerò quel ragazzo che hanno scelto per me. Non so più che fare adesso. Sono combattuta. Io non vorrei fidanzarmi con qualcuno che non conosco, ma che altre possibilità ho? Non ho altre prospettive di vita. Credevo di aver trovato un appoggio in InuYasha, e forse qualcosa di più, invece mi sono sbagliata. Alla fine gli unici che mi rimangono sono solo i miei genitori e non posso deluderli solo per un capriccio. In fondo se non accettassi che altro potrei fare?
Prima ero così convinta di potermi opporre a loro, e adesso mi sento come svuotata e priva di forze.
A che pro oppormi? Per rimanere zitella e chiusa nella mia camera a vita? Purtroppo non sono capace di cavarmela da sola. Se anche me ne andassi via da casa che farei da sola? Dove andrei a vivere? Come mi manterrei? Io non so fare assolutamente nulla!
Senza contare che mi sento così triste al momento che neppure mi importa sapere cosa ne sarà di me. Tanto ho capito che nessuno può amarmi per come sono. Il vero problema sono io. Forse i miei genitori non mi amano perché ho qualcosa che non va…Sota invece è morto per il bene che mi voleva. A quanto pare io non merito di essere amata evidentemente.
Per quanto riguarda InuYasha…il suo affetto sembrava sincero, invece mentiva. Diceva che i miei genitori non meritano il mio affetto perché sono delle persone cattive, e lui invece? Non è certo stato migliore di loro. Almeno i miei genitori cercano di darmi un futuro sicuro. Lui invece mi ha abbandonato. Mi ha fatto credere di provare qualcosa oltre l’amicizia. Sembrava così premuroso…geloso anche…invece era tutta finzione. Perché mi domando? A che scopo comportarsi così? Forse voleva solo guadagnare dei soldi, come gli avevo promesso. Poi col problema alla mano non ha più potuto darmi lezioni. Ha incassato l’assegno e si è dileguato. Eppure, lui non mi sembrava quel genere di persona. Lo sentivo diverso.
Gli ho dato l’assegno la settimana scorsa. Chissà come lo ha usato…
 

 
                                                                      ************************
 

 
-InuYasha il tavolo dove va?-
-In cucina genio…-    
-Bah, che permaloso!-
-Miroku secondo te un semplice tavolo in legno con le sedie dove va?-
-Ok ok…comunque non capisco perché non hai cambiato tutto l’arredamento della casa già che c’eri. Hai guadagnato un bel po’ di soldi.-
-Ho comprato solo ciò che mi serviva. La cosa più importante era comprare questa casa, almeno Sesshomaru non sarà più costretto a pagarmi l’affitto. Per l’arredamento non è che me ne importi poi molto, mi serviva solo una camera da letto nuova, il tavolo per la cucina e un divano. Gli altri mobili sono buoni quindi conserverò i soldi rimasti in caso di necessità. Finché non trovo un lavoro dovrò farmi bastare quelli per vivere.-         rispondo pensando che mi è rimasta meno della metà dei soldi che mi ha dato Kagome
-Non l’hai più sentita vero?-       mi chiede serio riferendosi a lei ovviamente
Non la vedo da una settimana ormai. Oggi è il 23, quindi domani sera verrà ufficializzato il suo fidanzamento.
-No. Ho provato a chiamarla al cellulare ma è sempre spento. Ormai c’ho rinunciato…-      dico stringendo i pugni dalla rabbia
-InuYasha, la cosa mi puzza. Perché dovrebbe essere scappata così all’improvviso senza avvisarti? Non è che c’è lo zampino dei genitori e la tengono rinchiusa da qualche parte?-        
-Esagerato…mica la terranno in catene. Se davvero volesse se ne andrebbe da quella casa invece di fare come le ordinano. O potrebbe chiamarmi se avesse bisogno d’aiuto. Il fatto è che a lei sta bene così! E’ troppo abituata al lusso e ai soldi. Ha deciso di sposare quel tizio già da prima di conoscermi, ricordi che sono stato assunto per insegnarle a suonare il piano in vista della festa di fidanzamento?-
-Ma è successo prima di conoscerti. Io credo che con la tua vicinanza sia cambiata. Come tu stesso mi hai detto, in pochi giorni ha cominciato a vedere come vanno realmente le cose. E poi a me ha dato impressione di essere molto interessata a te. Non credo alla palla che si sia spaventata della tua reazione da seduttore maniaco. Ha dormito tra le tue braccia, il giorno dopo è uscita con te per venire qui al locale dei tuoi amici, ti ha fissato tutto il giorno con occhi languidi, e poi di punto in bianco scappa dal futuro marito? Non ti suona strana come cosa?-        spiega lui sedendosi sul nuovo divano che ho comprato
-Sì…l’ho pensato anche io. Ma secondo te come potrebbe aver saputo suo padre di quello che c’è stato tra noi quella sera se non è stata lei personalmente a dirglielo? Non hai pensato a questo?-       rispondo sedendomi a mia volta
-E se fosse stata la tata? Magari va d’accordo coi genitori e l’ha tradita raccontando loro tutto, no?-      ipotizza lui
-Non mi sembra il tipo. E’ impicciona ma non mi sembra cattiva. Ma se nessuna delle due ha detto niente chi può averlo fatto Miroku? Il letto? Le tende? I muri? No è stata Kagome per me…anche se non ne capisco il motivo. Sembrava che anche lei volesse quel bacio, anzi, se non mi fossi forzato nel fermarmi credo che nemmeno lei lo avrebbe fatto, finendo col farlo con me. A meno che non sia proprio questo il problema. Forse lei voleva qualcosa di più di un bacio ed è rimasta delusa dal fatto che mi sia fermato…però mi suona  difficile vedere Kagome sotto l’aspetto di puttanella. Credimi Miroku…sto letteralmente impazzendo a forza di pensarci! Non so darmi una risposta congrua. Ogni volta che penso un’ipotesi finisco col smontarla subito trovandola improbabile.–
-No, in effetti la tua ultima ipotesi è proprio fuori luogo. Kagome mi sembra fin troppo pura mentalmente per fare quel genere di pensieri. Io resto della mia idea che il padre c’entri qualcosa. Dopo ciò che mi hai raccontato non mi stupirei.-       insiste lui
-E se anche fosse che posso fare? Non posso nemmeno avvicinarmi a quella casa. C’ho provato ma è pieno di demoni a fare da guardia. Oltretutto il ministro Higurashi ha minacciato di far fallire l’azienda di Sesshomaru, e questo non posso permetterlo per un capriccio…-
-Kagome è davvero solo un capriccio InuYasha? Sei sicuro? Io non credo. Ti ho visto come la guardavi. Non guardavi così nemmeno Kikyo, anzi lei non la guardavi affatto. Perché continui a negare a te stesso di essertene innamorato?-
-Perché ne soffrirei troppo se lo accettassi Miroku! Non riesci proprio a capirlo maledizione?-        dico sbattendo un pugno sul tavolino in vetro del soggiorno, frantumandolo e ferendomi la mano
-Accidenti a te stupido! Guarda che hai fatto!-        urla Miroku tamponando subito il sangue che esce copioso da tagli
-Non è niente. Tra un po’ si rimargineranno da sole.-       lo rassicuro
-Già ma se ti recidi un tendine addio pianoforte… imbecille!-          dice ripulendo la ferita
 
Il pianoforte…già. Il mio unico grande amore, ma di cui in questo momento non mi importa assolutamente nulla. Perché?
Perché Kagome? Spiegamelo tu perché non amo più il mio pianoforte come lo amavo prima di conoscerti?
 
Il giorno della vigilia mi alzo con estrema apatia.
Rin e Sesshomaru mi hanno invitato da loro per festeggiare il Natale, ma io non ne ho voglia. Vorrei solo stare sdraiato sul mio nuovo letto matrimoniale a dormire. Almeno ho la soddisfazione di dormire comodo adesso. Prima avevo un lettino singolo. Così è molto meglio devo dire.
Dopo essermi lavato e tolto la benda dai tagli già rimarginati del tutto vado a trovare i miei amici al loro locale. Anche se è la vigilia loro lavorano fino a tardi. Almeno gli affari gli vanno bene. Invece del pianista dovevo fare il barista…almeno adesso avrei un lavoro fisso.
Verso sera vado da mio fratello, con tanto di regali per i miei nipoti. La serata si svolge se non altro tranquilla, finché in tv non sento una notizia che mi sconvolge…
-“Tanti auguri quindi alla bellissima ereditiera Kagome Higurashi che oggi ha ufficializzato il suo fidanzamento col giovane presidente delle Hojo Industries! E’ un vero evento questo per il mondo del gossip! E’ raro essere invitati ad un ricevimento del genere da parte degli interessati! Presidente Hojo che ci dice della sua futura moglie?”-
-“Beh che dire oltre al fatto che stasera è davvero splendida? Sono un uomo fortunato ad averla per fidanzata!”-
-“E lei cosa ci dice del suo fidanzato signorina Higurashi?”-
Quando le telecamere si posano sulla figura di Kagome quasi non mi viene un colpo! Quanto è bella!
Certo l’abito è troppo vistoso per i miei gusti, ma le sta divinamente. Mette in risalto le curve armoniose del suo corpo. Guardarla però mi fa male al cuore. Lei è lì accanto quel riccone e la cosa mi urta terribilmente. Quando sta per parlare prendo il telecomando e spengo la tv sotto lo sguardo attento di mio fratello.
-Perché hai spento InuYasha?-        mi domanda Rin, all’oscuro del fatto che io conosca la felice coppietta, o quasi
-Perché le cose dei ricchi a noi non interessano. Su bambini che ne dite di andare ad aprire i regali?-        propongo per spostare l’attenzione altrove
-Io non sono più una bambina zio!-      risponde stizzita mia nipote
-Allora scusami Shiori. Riformulo…bambini e signorine…va bene?-         
-Sì molto meglio grazie!-       risponde avviandosi vicino i regali. Che permalosa cavolo!
-Ti somiglia ogni giorno di più fratello!-       
-L’ho notato. Anche Rin lo dice. Sembra me in versione femminile. A volte mi fa paura quella bambina. Temo che trovarsi un compagno le sarà difficile col carattere che si ritrova…-         confessa mio fratello
-Oh andiamo Sesshomaru, se sei cambiato tu che sembravi il Re delle nevi e dei ghiacciai, cambierà anche Shiori quando si innamorerà.-
-Io non mi innamorerò di uno stupido uomo zio! Gli uomini sono tutti rozzi e cafoni! Non ho bisogno di averne uno accanto io! Tsz!-          risponde lei sentendoci
Con “tutti” includeva anche me e il padre suppongo…
-Se non fosse che mi fido di te e mia moglie direi che quando fa così è precisa a te InuYasha.-
-Sesshomaru!-         lo richiama sua moglie imbarazzata
-Ma che ho detto Rin? Era una battuta la mia!-
-Battuta fuori luogo mio caro!-
-Ok ok scusami!-       risponde mio fratello arrendevole
Sua moglie Rin lo ha piegato come se fosse ferro caldo. Da quando sono sposati mio fratello sembra un altro uomo. E’ più maturo, meno scontroso e più aperto con gli altri. Adora i suoi figli e farebbe di tutto per proteggerli. Rin è una donna splendida.
Invidio un po’ mio fratello per aver saputo trovare una compagna per tutta la vita. Cosa che credo non accadrà a me.
 
-Ora che siamo soli, mi dici cosa ti prende?-          mi domanda mio fratello chiudendo la porta del suo studio
-La malattia peggiore che colpisca una persona Sesshomaru…-          rispondo mettendomi seduto
-Ah…non dirmi che si tratta di “lei”.-
-Già…di Kagome. Non lo avrei mai immaginato che potesse capitarmi una cosa del genere.-
-Raccontami.-       mi chiede lui mettendosi seduto di fronte a me, così gli racconto la storia, senza tralasciare nulla
-Io la penso come quel maniaco del tuo amico. Per me c’è qualcosa di strano.-      dice lui pensieroso
-Ma l’hai vista anche tu coi tuoi occhi in tv vicina a lui no? Se prima avevo dubbi adesso ho le certezze. Il padre ha detto la verità. Lei ha accettato di sposare quel tizio.-
-Pensaci un attimo InuYasha, se così fosse, perché ti avrebbe minacciato utilizzando me e la mia azienda? Vuol dire che ti teme in qualche modo.-
-Lui ha solo paura che dica alla figlia ciò che ho scoperto. Se lo facessi Kagome non vorrebbe più vederli in faccia.-
-E fallo allora!-
-Ma stai scherzando? E mettere in pericolo la tua azienda? Non ci penso nemmeno.  E poi a che servirebbe se lei ha deciso di stare con quel riccone?-
-Per me le cose non sono andate proprio così. I conti non tornano. Comunque fai come meglio credi. La vita è tua fratello. Ma io ti consiglio di riflettere bene a ciò che decidi. In quanto la mia azienda non preoccuparti, non sono nato ieri e ho i miei metodi per difendere ciò che è mio, cosa che dovresti fare anche tu.-           dice lui lasciandomi perplesso
Difendere ciò che è mio ha detto…
 
 

                                                               ***********************

 
 
Oh Kami aiutatemi voi! Che strazio questa festa. Mi sto annoiando a morte!
Dato che per via della mano non ho potuto suonare, lo ha fatto quel pesce lesso di Hojo. Quanto l’ho odiato quando ha messo le mani sul pianoforte di Sota. Avrei voluto ucciderlo. Con la scusa di far vedere a tutti quanto è bravo ha dedicato a me il pezzo che ha suonato.
Mi è stato tutta la serata appiccicato. Non vedo l’ora che questa festa finisca. Non ce la faccio più a stare in mezzo a tutta questa gente che non fa altro che parlare degli indici di borsa, di ville al mare appena comprate e di yatch da inaugurare.
-Kagome…-          mi chiama il mio noiosissimo fidanzato
-Che vuoi Hojo?-       rispondo atona
-Non c’è bisogno mi chiami ancora per cognome Kagome, sei la mia fidanzata adesso. Chiamami col mio nome.-
-Va bene, che vuoi Akitoki?-       replico con lo stesso tono di prima
-Facciamo due passi in giardino…vorrei parlarti.-       mi chiede porgendomi il braccio, che però rifiuto dirigendomi in giardino precedendolo      
Che cavolo vuole dirmi? Meno vorrei ascoltarlo e più parla.
E poi fa un freddo stasera fuori. Forse non era una buona idea uscire da casa senza niente addosso.
-Che volevi dirmi?-        chiedo quando arriviamo in un viale alberato illuminato da candele
-Volevo dirti che sei bellissima e che…-        dice avvicinandosi
-Che?-        domando io spazientita
-Volevo darti questo!-         mi dice afferrandomi per la testa e baciandomi con forza, infilandomi subito senza ritegno la lingua in bocca
Con l’altra mano mi prende per il braccio spingendomi con pochissima delicatezza contro un albero per tenermi ancora più ferma quando sente che provo a divincolarmi. E’ forte accidenti a lui. Mi sta facendo male.
Sconvolta da tanta irruenza, che non gli credevo possibile, faccio l’unica cosa che posso fare in questa situazione. Avendo le mani libere alzo la gonna fintanto che mi permetta di muovermi e gli tiro una ginocchiata tra le gambe, facendolo accasciare a terra dolorante.
-Ma che fai stupida!-        mi urla con voce strozzata
-Che fai tu piuttosto! Porco!-         urlo a mia volta
-Quello che si fa tra fidanzati. O pensi che non ti tocchi fino al matrimonio?-       mi spiega provando a mettersi in piedi
-Che intendi con “toccarmi”?-
-Che non c’è bisogno che arrivi vergine al matrimonio. Possiamo anche accelerare i tempi no?-        risponde riprendendosi
-E tu che ne sai se sono vergine o meno?-      
-Erano gli accordi con tuo padre non lo sai?-
-Accordi?-        chiedo sconvolta
Che significa?
-Già. Dai non fare la preziosa adesso, in fondo sarai mia comunque dopo il matrimonio e non mi va di aspettare. Sei più bella di quello che credessi.-          dice malizioso avvicinandosi di nuovo a me
Si vede che il colpo che gli ho dato era troppo leggero maledizione.
Di certo non aspetto che mi afferri di nuovo, così tenendomi su la gonna corro via.
Pure un abito scomodo per i movimenti doveva scegliere mia madre! Un abito largo no eh? Per forza a sirena doveva essere? Accidenti!
Entrando dalla porta sul retro scappo disperata sul tetto dove c’è un grande terrazzo. Qui almeno non dovrebbe esserci nessuno a rompere.  Dopo essermi seduta per terra per riprendere fiato mi sento male.
Ho la nausea al pensiero di quel bacio. Che schifo. Mi viene da vomitare…ed è questo che faccio sporgendomi fuori dal basso davanzale in mattoni del terrazzo. Mi auguro che sotto non passi nessuno.
Che orrore sentirmi ancora in bocca il sapore di champagne di quel maiale. È stata la cosa più disgustosa che mi sia mai capitata!
Fortuna che non era questo il mio primo bacio o lo avrei ricordato tutta la vita.
Il mio primo bacio….InuYasha…dove sei?
Al suo pensiero i miei occhi si riempiono di lacrime. Come vorrei che adesso fosse qui a consolarmi, tra le sue braccia, come quel giorno che gli dissi di Sota.
Ma che sciocca che sono…io sto piangendo per lui e vorrei averlo qui a consolarmi.
-Sota…mi sento così sola.-          sussurro guardando il cielo, quando vedo cadere dei piccoli fiocchi di candida neve che cominciano a posarsi su di me
Il suo colore così brillante mi ricorda i capelli di InuYasha. Mi manca.
-Kagome? Dove sei tesoro?-         mi sento chiamare da Hojo che mi cerca per il giardino
Io dovrei sposare quell’essere ripugnante? Il solo pensiero mi fa rivoltare nuovamente lo stomaco.. Figuriamoci andarci a letto. Maledetto cafone depravato.
Non voglio sposarlo. Non mi piace per niente. Non riesco ad immaginare le sue luride mani sul mio corpo, come hanno fatto quelle di InuYasha quando mi ha accarezzato la schiena con passione. Ancora riesco a sentire il suo tocco sulla mia pelle. Non so che darei per riaverlo vicino a chiamarmi stupida ragazzina viziata.
InuYasha….
Continuando a seguire Hojo con lo sguardo noto che lo raggiunge anche mio padre, forse per chiedergli dove sono. Mi spiace ma non mi troverete tanto facilmente. Nessuno sa che sono qui.
Distolgo lo sguardo dal giardino e mi reco dalla parte opposta del tetto dove la visuale dà sulla città illuminata a giorno da tutte le luci scintillanti dei neon e dei festoni natalizi. Chissà in che direzione si trova la casa di InuYasha.
Allungando la mano nel vuoto di fronte a me immagino di accarezzare quelle case, sperando di riuscire a toccare anche quella di InuYasha.
Gli occhi sono nuovamente bagnati di lacrime, rendendomi distorte tutte le immagini. Come vorrei chiuderli e vederti…cosa che provo a fare.
Eccoti! Ti vedo finalmente. Ti ho di fronte. Mi guardi, ma poi mi giri le spalle andandotene. No aspetta!
Conscia di essere salita sul davanzale del terrazzo allungo di più la mano protesa nel vuoto nel tentativo di afferrarti. Mi sporgo ancora più avanti, fino a non sentire più nulla sotto i piedi oltre il forte vento che mi circonda. Una strana stretta alla vita e la direzione del vento cambia…adesso non viene più da sotto ma di lato...poi più nulla.
Ma sono arrivata così al suolo? Non ho sentito nemmeno dolore? È stato così veloce?
Riaprendo gli occhi guardo stupita chi ho di fronte…
-Koga??-
-Stupida! Ma che intenzioni avevi? Volevi suicidarti? Se non ti avessi vista precipitare ti saresti sfracellata al suolo!-        mi rimprovera arrabbiato e mostrando i canini mentre mi tiene saldamente tra le braccia
Deve essersi spaventato molto. Siamo in giardino adesso. Deve avermi presa al volo.
-Mettimi giù per favore…-        gli chiedo triste ma per niente pentita
-Kagome ma che ti passa per la mente? Sei impazzita? E rispondimi!-
-Non sono impazzita Koga, solo stanca.-        rispondo quando mi fa scendere
-Ma che dici Kagome? Stanca di cosa?-
-Come di cosa? Della mia vita! Anzi della mia “non-vita”! La mia non è vita. Avresti dovuto lasciarmi cadere!-       rispondo ritornando a piangere
-E’ per lui vero?-        mi domanda ringhiando
-Lui chi?-
-Quel maledetto han’yō e chi sennò?-
-Sì! Per lui…e per quel porco di Hojo. Meglio morta che sua.-        spiego atona
-Perché? Che ha fatto?-
- Mi ha baciata con la forza spingendomi contro un albero per tenermi ferma, e mi ha fatto ben intendere che voleva da me anche altro…cosa he io non voglio. Così sono scappata sul terrazzo.-
-E hai ben pensato di buttarti giù invece di uccidere quello stronzo? Anzi…a quello ci penso io!-           dice dirigendosi verso la casa sul viale già tutto innevato
-No Koga aspetta! Che intenzioni hai?-      chiedo bloccandolo per un braccio 
-Massacrare quel bastardo che ti ha messo le mani addosso ecco cosa!-
-E a che servirebbe? In fin dei conti è il mio fidanzato e potrà fare quello che vuole una volta sposati.-       dico non lasciando tregua ai miei poveri occhi già parecchio rossi che non cessano di versare lacrime
-Oh Kagome…-         risponde lui accarezzandomi il viso
-Purtroppo è questo che mi aspetta se lo sposo, per questo prima io…volevo…-       
-Kagome ti prego perdonami!-          mi dice inginocchiandosi e abbracciando le mie gambe, poggiando la testa sulle mie ginocchia
-Koga ma che fai? Alzati! Sei impazzito? Non devi mica chiedermi perdono per avermi salvato la vita…-         lo prego credendo si scusi per quello
-Non mi riferivo a questo. Sei in questa situazione per colpa mia e della mia gelosia! Ma io non volevo che arrivassi a tanto, che tentassi di ucciderti! Ti prego perdonami!-
-Koga ma che stai dicendo? Non capisco….-
-Il mezzo demone…-
-InuYasha? Che c’entra lui?-
-Ho sentito quando parlavi con Kaede del bacio passionale che vi eravate dati e del fatto che ha passato la notte nel tuo letto tenendoti stretta.-        rivela facendomi arrossire ripensando a quella sera
-Beh….non vedo cosa c’entri questo scusa…-        chiedo confusa
-C’entra, perché ero così accecato di rabbia e gelosia che sono andato a dirlo a tuo padre!-
-Tu cosa???-         urlo incredula
-Lui era venuto per parlarti quel giorno, ma io e tuo padre abbiamo pensato di non farvi incontrare con una scusa, così ti ho portata a vedere quei gattini che io stesso ho messo nel tuo giardino, mentre tuo padre diceva ad InuYasha che tu eri andata a trovare il tuo fidanzato, che avevi accettato il matrimonio e che non volevi più rivederlo. A te invece è stato detto che era lui a non voler vedere te.-       confessa lasciandomi impietrita e senza parole
-Kagome perdonami ti prego. Ma ero così geloso che ho pensato che se non potevo averti io non avrebbe dovuto averti nemmeno lui. Ma non volevo ti trovassi nelle mani di quel maniaco e che tentassi di fare quello che hai fatto prima…-
-……-
-Kagome, ti prego parlami!-      mi chiama lui notando il mio mutismo
-Prepara la macchina Koga e aspettami fuori senza farti vedere!-      gli ordino freddamente col cuore lacerato
Lo credevo un amico, invece sia lui che i miei genitori tramavano alle mie spalle per rendermi infelice. I miei sono così crudeli da infischiarsene altamente dei miei sentimenti. Sapevano quanto stessi soffrendo per InuYasha eppure mi hanno lasciata nel mio dolore spingendomi verso Hojo.
Spero solo che InuYasha non ce l’abbia con me in questo momento. Avrà visto l’intervista alla tv?
Adesso mi odierà di sicuro!
Oh Kami vi prego…per una volta, in questa mia miserabile vita, datemi una mano!
Rientrata in casa di nascosto chiamo Kaede…deve aiutarmi lei adesso.
 



                                                                    ************************************
 



Che bello ritornarsene a casa propria! Non è ancora mezzanotte ma non resistevo oltre da mio fratello. Ho bisogno di tranquillità per adesso. Il mio Natale sarà felicemente steso sul divano a guardare la tv.
Fermandomi su MTV noto che danno una delle mie canzoni preferite…Every Breath You Take   dei Police.
 
Ad ogni tuo respiro       
ad ogni tua mossa      
ad ogni legame che rompi      
ad ogni passo che fai    
sarò lì a guardarti  

 
Ogni singolo giorno             
ogni parola che dirai                   
ogni gioco che farai            
ogni notte che resterai            
sarò lì a guardarti

 
Non lo capisci
che mi appartieni?
Quanto soffre il mio povero cuore
ad ogni passo che fai

Ad ogni mossa che muovi
ogni promessa che manchi
ogni sorriso che fingi
ogni pretesa che avanzi
sarò lì a guardarti

 
Quando te ne sei andata
ho perso la strada
di notte sogno solo il tuo viso
mi guardo in giro
ma sei insostituibile
ho così freddo
e vorrei che mi stringessi
piango sempre baby, ti prego baby

 
 
Mentre mi stavo godendo la canzone, pensando “casualmente” a Kagome, suona il campanello.
Ma chi accidenti è che rompe la notte della vigilia di Natale?
Appena apro la porta quasi mi viene un colpo.
-InuYasha…buon Natale!-       mi dice sorridendo
-Kagome??-
 
 
Non lo capisci che mi appartieni?
Quanto il mio povero cuore soffre
ad ogni passo che fai
ad ogni mossa che muovi
ad ogni promessa che manchi
ad ogni sorriso che fingi
ogni pretesa che avanzi
sarò lì a guardarti
ad ogni mossa che muovi
ogni passo che fai
sarò lì a guardarti
sarò lì a guardarti

Sarò lì a guardarti
sarò lì a guardarti…

 
 
 
-Stavi ascoltando Sting?-        mi chiede come se nulla fosse sentendo la musica che viene dal soggiorno
Ha ancora addosso l’abito che ho visto in tv durante l’intervista col suo “fidanzato”. Ma che diavolo ci fa qui?
Sono così sconvolto nel trovarmela di fronte che non l’ho ancora fatta entrare. E’ ancora ferma davanti la porta. Appena sto per aprire bocca e chiederle cosa vuole noto accanto a lei una valigia.
-Stai per partire?-        mi viene logico chiederle
Forse andrà a fare un viaggio col futuro marito ed è venuta a dirmelo?
-No. Veramente sono venuta a chiederti se hai una camera disponibile per una fuggitiva.-      mi chiede iniziando a piangere
-Cosa è successo Kagome?-        le dico prendendola per mano e facendola entrare dentro ma lasciando ancora la valigia davanti la porta aperta
Solo ora mi accorgo di quanto sia gelata, così d’istinto l’abbraccio. Quanto mi è mancata!
-Sono scappata da casa InuYasha. Ci hanno mentito! Mi spiace…non sai…quanto sono dispiaciuta…avevi ragione sui miei genitori!-         mi dice singhiozzando come una bambina
-Cosa? Chi ci ha mentito? Che stai dicendo?-        domando confuso
-Io e suo padre.-        sento rispondere da una voce all’ingresso
-E tu che ci fai qui, lupastro?-
-Ho accompagnato lei, cagnaccio!-
-Koga!-        lo richiama Kagome risentita
-Uff va bene…e anche per scusarmi con te!-
-Per cosa?-   
 
Quando il lupo termina il racconto una voglia irrefrenabile mi fa scagliare contro di lui per dargli un pugno con tutte le mie forze, che lo fa scaraventare contro il tavolo nuovo della cucina, spaccandolo in due. Dire che sono furioso è dire poco!
-InuYasha fermo che fai?-        mi ferma Kagome prendendomi un braccio quando vede che stavo per raggiungerlo e dargli il resto
-Lasciami Kagome! Devo uccidere questo bastardo! Prima lui e poi tuo padre!-      urlo cominciando a trasformarmi dalla rabbia
Gli artigli si allungano, così come le zanne.
Il mio sangue demoniaco ribolle dalla voglia di ucciderli entrambi coi miei artigli!
-InuYasha…i tuoi occhi…sono rossi! Che ti succede?-       mi chiede Kagome impaurita
-Kagome allontanati da lui! Potrebbe farti del male in questo momento! Non è più in sè!-       le dice il dannato rialzandosi
-Idiota! So controllare la mia trasformazione! Gli han’yō hanno imparato da tempo come tenere a bada il proprio potere. Se non ti uccido sul serio è solo per Kagome. Ora vattene prima che cambi idea!-       dico con tono minaccioso tra un ringhio e l’altro
-Kagome?-       la chiama lui come per chiederle consenso
-Vai pure. Non mi accadrà niente. Ma non dire ai miei dove sono per adesso per favore.-
-Tranquilla…-      le dice andando all’ingresso ed entrando un paio di valige, per poi sparire
-InuYasha?-       mi chiama Kagome incerta
-Perché ti sei gettata dal terrazzo Kagome?-       le chiedo con tono duro dandole le spalle
-Eh? Beh…ecco io…-       balbetta lei in cerca di una risposta
-Rispondimi subito!!-        le urlo furibondo e spazientito
Sono così arrabbiato che vorrei distruggere tutto in questo momento! Sarei capace di fare a pezzi ogni mobile di questa casa! Mi trattengo a stento.
Quando quel bastardo ha detto che l’ha vista gettarsi nel vuoto mi sono sentito morire. Perché arrivare a tanto?
-Mi mancavi InuYasha…terribilmente! Pensare che non volessi più vedermi mi stava uccidendo dentro.-        mi spiega triste
Le mancavo?? Io? Lo ha fatto per me?
Riprendendo il mio solito aspetto da mezzo demone mi volto di scatto e la prendo tra le braccia con forza stringendola a me, come se avessi paura di sentirla svanire all’improvviso.
-Non azzardarti mai più a fare una cosa tanto stupida come quella di stasera! Sono stato chiaro?-       le dico autoritario affondando la testa tra i suoi capelli
-Va bene.-        risponde ricambiando il mio abbraccio
Ha tentato di uccidersi. Mi sembra così irreale. Stentavo davvero a credere al racconto del lupastro. Solo lo sguardo mortificato di Kagome mi dava conferma che fosse tristemente vero.
Se non ci fosse stato lui a salvarla, adesso non la terrei tra le braccia. Anche se la causa di tutto è stato proprio lui. Se non fosse stato un suo amico lo avrei ucciso davvero!
Quel bastardo di suo padre me la pagherà però! Non gli perdonerò mai di aver spinto sua figlia a togliersi la vita. L’ha venduta come un oggetto, l’ha fatta soffrire per il suo puro egoismo.
Comunque sia adesso è qui con me e ci resterà!
-InuYasha, non mi hai ancora detto se puoi ospitarmi…-        mi domanda lei incerta
-No. Non sarai un ospite, perché questa da oggi sarà casa tua Kagome.-        dico guardandola e accarezzandole una guancia ancora fredda
-Sei gelata. Vieni mettiti a letto per scaldarti. Quanto accidenti sei stata sotto la neve conciata così?-     le chiedo portandola nella mia camera da letto
-Per un po’ in effetti.-      
-Sei una stupida Kagome! Non si deve rinunciare alla vita per nessuno!-      
-La mia non era vita InuYasha. Quando non sei amata da nessuno e cresci sola e senza affetto, chiusa in una gabbia dove ti sfamano e basta, come un animale da circo, quella non è vita.-
-Ma tu non sei sola Kagome! E poi non è vero che nessuno ti ama scema!-      rispondo arrabbiato da queste parole
-Ah no? E chi è che mi ama allora?-        
-Io!-        le dico d’impulso, pentendomene subito dopo
Accidenti ma che mi scappa dalla bocca di farle praticamente una dichiarazione? Così poi…dopo quello che le è successo.
Ad un tratto le vedo piegare la testa in giù e l’odore di nuove lacrime mi punge il naso. Non era il momento più adatto maledizione!
-Kagome ascolta non devi piangere per questo io non…-         “non voglio costringerti a niente” stavo per dire, ma lei mi ha interrotto saltandomi quasi addosso baciandomi
Stupito dal gesto mi dimentico perfino di ricambiare il bacio, tant’è che lei si allontana forse delusa. Ritrovando in tempo la lucidità le prendo subito la testa fra le mie mani per guardarla fisso negli occhi.
-Kagome, lo so, ti sembrerà prematuro, in fondo ci conosciamo da meno di un mese però, io sento di amarti! Di un amore che non mi fa più vivere da quando ti ho conosciuto. Te lo dissi già una volta…mi sento come se mi avessi lanciato un sortilegio perché non riesco a starti lontano e a non pensarti dal giorno in cui ci siamo incontrati. Non rispondermi subito se non te la senti, però vorrei sapere cosa provi per me.-       le confesso dando fondo al tutto il coraggio e la forza di volontà che ho
Non ho mai confessato una cosa simile ad una donna. Di solito mi ci mettevo insieme e basta. Non ho mai tirato fuori tutti i miei sentimenti come invece sto facendo con lei.
-Anche per me è lo stesso! Anche io sento di amarti InuYasha!-        mi dice facendomi un sorriso bellissimo
Incapace di attendere oltre la bacio finalmente. Un bacio carico non solo di passione, ma anche di sentimenti repressi in questi giorni in cui non è stata con me. Le sue mani scivolano dietro il mio collo mentre le mie sui suoi fianchi costretti in quest’abito aderente che la fascia troppo per i miei gusti.
La voglia di toglierlo è molta ma devo resistere.
Lascio le sue labbra dopo interminabili minuti e ritorno in quel punto che so le ha dato piacere la volta scorsa, l’incavo del suo collo, punto che adoro. Attraverso la lingua sento che i battiti del suo cuore sono fortissimi. Stanno impazzendo insieme ai miei.
Quando lei getta la testa indietro soffocando un gemito di piacere capisco che è il momento che mi fermi.
-Kagome…è meglio che ti cambi e ti metta a letto. Ti lascio la mia camera. Io vado nel salone ok?-      dico col fiato corto allontanandomi dal suo corpo
Basta poco a questa ragazza per farmi impazzire!
-No! Resta qui…con me!-        mi prega lei abbracciandomi
-Kagome io non credo che…-     cerco di dire ma lei mi interrompe
-Io voglio InuYasha!-         dice guardandomi fisso negli occhi
-Ma Kagome sei sicura? Poi non si torna indietro!-
-Mai stata più sicura di una scelta!-        risponde stringendomi forte
-Sai a cosa andrai incontro stando con me vero?-       le chiedo per essere sicuro che abbia capito cosa accadrà in futuro
-Sì, e non mi importa! Che mi disconoscano come figlia, mi diseredino pure! Non rinuncerò a te per i loro dannati soldi! Voglio essere libera adesso InuYasha, libera di amare te, se tu mi vorrai ovviamente…-
-Ma certo che ti voglio sciocca! Che domanda è?-       
-Ti amo InuYasha!-
-Ti amo anche io Kagome!-          le dico riprendendo a far scorrere le mani sul suo corpo
Ritorno a baciarla con desiderio, portando le mie mani sulla cerniera dell’abito. Dopo aver tirato giù la zip fino ai fianchi l’abito ricade vaporoso ai nostri piedi, lasciandole il corpo seminudo.
E’ rimasta solo con slip in leggero pizzo e calze autoreggenti. Rimango estasiato a guardare il suo corpo, che ho immaginato nudo sotto le mie mani ogni notte da quella sera a casa sua, in cui l’ho vista con quella camicia da notte bordò.
-Sei magnifica Kagome!-         le dico baciando ogni centimetro scoperto della sua pelle e toccandola dove nessuno ha mai fatto
Il suo corpo scosso dai brividi mi eccita terribilmente. Proprio come la prima volta che l’ho baciata, il pensiero di essere il suo primo uomo non fa altro che portarmi a desiderarla ancora di più.
Non sono mai stato un tipo fissato con questo genere di cose. Non mi è mai importato essere o meno il primo uomo di una delle mie ex, alcune delle quali era vergini per altro,  ma con lei avverto un senso di possessione indescrivibile.
 
Questa vigilia è decisamente diversa da quelle che ho passato in tutti questi anni.
Da bambino credevo esistesse Babbo Natale. Ogni anno gli scrivevo una lettera per chiedergli un regalo speciale, senza mai specificare quale. Credo che abbia ricevuto le mie lettere solo quest’anno, dopo trent’anni. Dovrò ringraziare la lentezza delle poste del Polo Nord!
 
 
Osservare Kagome dormire tra le mie braccia è una cosa bellissima. Mi sembra di vegliare il suo sonno. Chissà cosa starà sognando. Ha un viso felice e sereno in questo momento, così diverso da quando è piombata in casa mia in lacrime.
Mi sembra ancora incredibile che sia qui. Fino qualche ora fa ero solo coi miei pensieri deprimenti e adesso invece stringo il suo corpo nudo contro il mio.
Le ho detto che l’amo, ho fatto l’amore con lei…l’ho avuta tutta ed unicamente per me. E così voglio che resti per sempre! Lei è quella giusta. Me lo sento!
Adesso verrà la parte più difficile però…dovrò rivelarle la verità sui genitori e sulla morte di suo fratello. Ma a questo penserò domani. Voglio addormentarmi anche io e raggiungere la mia donna nel mondo dei sogni. La mia donna….che dolce suono ha questa frase…questa è la musica migliore che abbia mai ascoltato…la musica del cuore!
 
 










 
 
 
 
 
Ciao ^_^
I nostri due poveri protagonisti si sono ritrovati, dichiarati e messi insieme ^_^ han fatto presto ^_^
Adesso rimangono da scoprire i particola sulla famiglia Tama, il segreto che i genitori nascondo a Kagome e conoscere il legame tra le varie Kikyo ^_^ e non solo…beh in pratica non vi ho spiegato ancora nulla ahahahah ok ok non uccidetemi  ^_^   ci arriveremo prima o poi ^_^
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3 <3 

p.s.   se vi chiedete che caspita c'entra la canzone dei Police beh ecco....nulla ^_^   solo mi piaceva e l'ho messa ^_^ mentre scrivevo quel pezzo la stavo ascoltando ( io scrivo sempre con la musica ^_^ ) e mi piaceva come ci stava, comprese le parole e il video con gli strumenti ^_^... e dopo un vostro meritato "Che azz ce ne frega a noi!!!" vi saluto ^_^  baciiiiii

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Capitolo 8
*** Una nuova vita ***


 
 
Il rumore di un clacson mi risveglia malamente.
Aprendo gli occhi vengo sopraffatta dalla stupenda immagine di InuYasha che dorme beatamente accanto a me. Quanto è bello!
Le immagini di stanotte mi ritornano in mente e la mia faccia sembra andare a fuoco. Soprattutto vedendo, e sentendo, i nostri corpi nudi così vicini.
Non riesco ancora a credere a quello che abbiamo fatto. Sono sempre stata cresciuta con l’idea che mi sarei dovuta concedere ad un uomo solo da sposata. Ma non ne sono affatto pentita, anzi, è stato bellissimo!
Anche quella, come tutto il resto, era un’ imposizione assurda dei miei genitori, e forse ora capisco anche il perché. Hojo ha parlato di accordi sulla mia illibatezza, quindi hanno perfino parlato della mia vita intima. Che schifo! Mi hanno forse scambiata per la vergine sacrificale da offrire agli dei? Più ci penso più sento crescere una rabbia indescrivibile nei loro confronti.
Ma ora basta pensarci! Voglio godermi ancora questa sensazione di assoluta pace nel guardare il viso di InuYasha.
Quanto sono carine quelle orecchiette! Stanotte ha apprezzato molto quando le toccavo. Sembrava fargli uno strano effetto. Ho una voglia matta di toccarle!
Dai…piano piano Kagome…allunga piano, lentamente, la mano senza svegliarlo!
Però no aspetta…se lo tocco forse lo sente. Lui è molto sensibile…mmmh, no va beh lasciamo perdere.
-Potresti deciderti ad accarezzarle una volta per tutte? Mi stai facendo impazzire nell’attesa!-       mi dice con ancora gli occhi chiusi
-Che? Se..sei sveglio??-        domando sorpresa
-Sì, da prima che ti svegliassi.-       risponde aprendo gli occhi e abbagliandomi con quei diamanti gialli che mi fisso a guardare. La luce del sole sembra li illumini ancora di più.
Ho l’impressione che mi scrutino dentro talmente sono profondi.
-Hai degli occhi bellissimi sai?-         confesso perdendomici e accarezzandogli le orecchie
Lo vedo piegare le labbra in un sorriso. Così è ancora più bello accidenti! Il mio cuore inizia a battere forte come ieri sera. Ma che cavolo ti prende Kagome? Datti una regolata!
-Sembra che a qualcuno sia ritornata la voglia di un bis!-          dice sorridendo e sovrastandomi in un secondo
In questa posizione riesco a vedere perfettamente tutto il suo corpo nudo sopra il mio, che invece si schiaccia ancora di più sul materasso come per scomparire per l’imbarazzo che provo.
-M..ma ch..che dici? Ti sbagli. Io non…-        balbetto a disagio non sapendo come gestire la situazione
Lui mi guarda dritta negli occhi. Il suo viso sopra il mio. I suoi capelli d’argento che mi ricadono come una cascata di seta sulle braccia e sui fianchi. I muscoli delle sue braccia vicino al mio viso, contratti nel sorreggersi.
-Tu non?-          sussurra con un filo di voce così sensuale che mi stordisce quasi
-Io non…voglio un…bis.-       riesco a dire con voce quasi soffocata
-Ah no? Strano perché….-         si interrompe avvicinando il viso al mio, iniziando ad annusarlo
Pensavo mi avrebbe baciata invece lo vedo scendere ad annusare il mio collo, i miei seni, il mio ombelico e….aspetta ma che fa??
-Dal tuo odore non si direbbe!-       riprende fermandosi fra le mie gambe provocandomi un sussulto
-Che…stai facendo??-      chiedo sentendogli infilare una mano fra le mie ginocchia
-Rilassati Kagome…-         soffia sul mio interno coscia baciandolo e accarezzandolo, avvicinandosi pericolosamente verso l’inguine
Oh Kami…aiuto! Che vergogna! Mi sento in imbarazzo come mai prima d’ora!!! Sono i minuti più lunghi della mia vita!
-Il tuo sapore mi fa perdere la testa Kagome…-       
Sinceramente non ho capito che ha detto, ormai la mia mente è andata a farsi un viaggetto ai Caraibi!
Quando il fiato corto me ne ridà la possibilità riapro gli occhi trovandomi il suo viso di fronte al mio che mi guarda soddisfatto.
-Sei bellissima con le guance tutte rosse sai? Sembri la Biancaneve della Disney, con le gote rosse come le mele mature.-        dice sorridendo e baciandomi, e mi stupisco di quanto mi ecciti questo bacio che sa ancora di me
-Credo che adesso…un bis ci potrebbe anche stare…-        rispondo ormai ubriaca di sensazioni che mi stanno stordendo piacevolmente
-Non ne dubitavo, amore.-        dice stringendomi forte ed entrando in me con una dolcezza infinita
-Ripetilo!-       chiedo aggrappandomi alla sua schiena con le unghie mentre assecondo i suoi movimenti
-Amore. Amore. Amore. Sei il mio amore Kagome!-       mi ripete baciandomi il viso
-E’ la parola più bella del mondo! Mi piace!-
-Meglio, perché me lo sentirai dire fino alla nausea!-
-Non accadrà mai! Dimmelo all’infinito, perché è la cosa che più mi è mancata in questi anni…l’amore.-      anche se di tipo diverso da questo
-Non ti mancherà mai più Kagome! Non ti lascerò mai da sola! Mai! Non piangere ti prego…-        mi dice asciugando con un bacio una lacrima uscita incontrollata
-Scusami! Non è certo il momento più adatto per frignare. Perdonami!-
-Non devo perdonarti nulla. Capisco il tuo dolore, ma ora ci sono io con te e nessuno potrà più farti del male! Te lo prometto!-        mi rassicura ribaciandomi con passione
Mi sento al sicuro tra le tue braccia InuYasha. Mi sento protetta e amata. E’ la sensazione più bella che abbia mai provato. Mi rende sicura e serena.
 
-Principessa è mezzogiorno. Che ne dice se le preparo il pranzo?-         mi dice giocando coi miei capelli attorcigliandoseli tra le dita
-Magari! E che mi prepara di buono chef?-
-Quello che vuole la mia signora!-
-Fammi pensare…mmmh…allora voglio…..te!-      
-Me? Ma io non sono commestibile sai? Credo di essere troppo coriaceo per i tuoi denti.-
-Stupidone! Hai capito a cosa mi riferivo!-         gli dico dandogli un colpo di cuscino
-Tesoro… apprezzo tutta questa tua improvvisa intraprendenza, e che non mi spiace per niente, ma se non mangiamo qualcosa dubito potremo “divertirci” ancora per molto durante la giornata. E il tempo non manca sai?-
-E’ vero hai ragione. Però…mi spieghi allora la tua mano fra le mie gambe se vuoi alzarti?-        gli chiedo pizzicandola e alzandomi dal letto come un fulmine tirandomi via il lenzuolo e lasciandolo del tutto scoperto
-Mi hai fatto male! Cattiva!-       si lamenta con un finto broncio
-Oh ma dai, per un pizzicotto non credo che…...aaaaaaaahhhh!-     strillo sconvolta quando i miei occhi si posano sul lenzuolo del materasso
-Ehi che hai da urlare così? Mi spacci i timpani!-        dice massaggiandosi le orecchie
-Alzati subito!-       gli ordino provando a tirare il lenzuolo con ancora lui sopra
-Ma che ti prende Kagome? Perché fai così?-
Accidenti! Che cosa imbarazzante! Come glielo spiego?
-Nulla! Solo alzati! Devo rifare il letto!-       
-Ma proprio adesso?-
-Sììììììììì!!!!-
-Prima spiegami il perché!-     insiste lui
Cavolo ma un po’ di tatto no eh?
-Pe…perché…ecco…-         balbetto osservando le lenzuola senza sapere cosa rispondere
I suoi occhi seguono d’istinto i miei e si posano sulla chiazzetta di sangue proprio accanto al suo ginocchio.
-Ma…non mi dirai che stavi dando i numeri per questa?-        mi chiede con un sopracciglio alzato
-Beh sì, scusami non volevo sporcarti le lenzuola. Per questo volevo cambiarle…-    spiego imbarazzata
-Ma che scema che sei Kagome! E’ normale che essendo vergine capitasse no? E poi per me è la macchia più bella che possa esserci in questo letto, perché vuol dire che sei solo mia!-
-Davvero pensi questo?-       chiedo piacevolmente sorpresa
-Certo che sì, comunque,  a proposito della tua verginità, dobbiamo parlare…-        mi dice facendosi serio
-E di cosa?-
-Hojo e i tuoi genitori.-
-I miei genitori e Hojo? Cosa sai tu?-
-Ricordi la lite dei tuoi genitori quella sera, mentre ero in camera tua?-
-Certo come potrei scordarla. Aspetta, ma allora hai sentito davvero cosa dicevano non è così?-
-Sì. Perdonami per non avertelo detto prima ma non sapevo cosa sarebbe successo di lì in avanti. Comunque sia devi sapere delle cose che loro ti tengono nascoste.-        mi rivela alzandosi dal letto e mettendo i pantaloni del pigiama, per poi andare in cucina
-Vieni parliamone di là mentre preparo qualcosa.-        annuisco e lo seguo ancora avvolta nel lenzuolo

Mentre lui toglie i pezzi rotti del tavolo spaccato ieri dalla caduta di Koga io mi siedo. Peccato sembrava nuovo.
-Dalla tua espressione capisco che le cose che hai da dirmi non mi piaceranno per niente non è così?-      gli chiedo osservando il suo viso serio
-Infatti. Anzi credo che ti porterà a tagliare per sempre i ponti con i tuoi genitori, cosa che sinceramente volevo evitarti. Ma non vedo altre soluzioni dopo ciò che hai tentato di fare ieri per disperazione e non voglio che accada mai più una cosa del genere. Quindi sarò chiaro e ti dirò tutto quello che ho sentito.-
-Va bene. Comincia pure.-
-La prima cosa riguarda il tuo matrimonio combinato con quel maniaco. I tuoi genitori hanno stretto quell’accordo con la famiglia Hojo perché le vostre aziende hanno subito delle notevoli perdite in questi anni a causa della recessione economica che sta colpendo molti stati. Così hanno ben pensato di fondere le aziende della Tama Building & Co. con quelle della Hojo Industries, molto più stabili economicamente. Ma il vecchio proprietario, il padre di quel porco, ha voluto in cambio una moglie di facciata per il figlio libertino, ovvero tu, a patto però che tu fossi vergine. Il tuo ruolo doveva essere quello della brava moglie che sta a casa a fare la calza mentre il marito se la spassa con altre. A quanto ho sentito avevano già stabilito il tuo matrimonio quattro anni fa.-
-Ovvero i miei genitori volevano condannarmi ad una vita fatta di tradimenti…sapendolo?-       domando sconvolta
-Sì. Per i loro interessi hanno scelto di sacrificare la tua libertà. Sicuri della tua rassegnazione a fare come ti ordinavano, erano convinti che ti saresti abituata anche ai tradimenti di tuo marito.-
-Ma perché? Perché? I loro soldi sarebbero finiti nelle mani di Hojo alla loro morte in quanto mio marito. Perché fare tutto questo se tanto nella tomba non possono portarseli quei dannati soldi? Sacrificare me per godersi altri soldi nel frattempo?-
-I tuoi sono solo assetati dal potere e dal denaro. Più ce n’è e meglio è. E’ questa la loro logica. Forse è per questo che non hanno rispettato le ultime volontà dei tuoi nonni che chiedevano a tua madre di dare la parte di eredità che spettava a suo fratello, ma i tuoi genitori invece hanno nascosto il testamento.-
-Hanno nascosto il testamento dei nonni? Ma come hanno potuto? Oltretutto quello è il fratello di mia madre. Con che coraggio privarlo dei suoi soldi?-
-Ignoro i reali motivi, comunque c’è dell’altro che devi sapere che lega la tua famiglia a quella di tuo zio…-
-Cos’altro mi hanno nascosto?-       chiedo disgustata da ciò che ho saputo
-Ti hanno mentito su come è morto tuo fratello.-
A quella frase i miei occhi si spalancano increduli in cerca dei suoi, che trovo a fissarmi con dispiacere.
-Che…intendi?-        domando con timore
-Sota non è morto per andare a comprare quel pennarello. Lo aveva già comprato quando è accaduto l’incidente. Quel giorno, dopo averlo comprato, decise di andare a trovare la fidanzata, che altri non era che la figlia di quel tuo zio diseredato dai tuoi nonni, vostra cugina.-
-Ma…a me hanno detto che…è successo mentre tornava a casa…-
-Invece no, era in moto con la cugina. Lei però non si è fatta nulla a parte qualche frattura a quanto ho capito, cosa che i tuoi genitori non hanno potuto sopportare, perché ho sentito dire a tua madre “ lei è rimasta viva invece mio figlio è morto”, quindi suppongo ce l’abbiano con la famiglia di tuo zio anche per questo.-
-Allora perché a me hanno detto quella bugia? A che pro?-       chiedo confusa più che mai. La testa quasi mi scoppia
-Questo non lo so. Non hanno certo raccontato tutta la loro vita in quella discussione. Solo pezzi di storia che io ho messo insieme. Ma da quello che posso aver intuito loro hanno saputo che Sota era uscito per quel pennarello, e forse glielo ha detto lui stesso, non so. Comunque sia ti hanno lasciato credere che fosse stata colpa tua…fino ad ora.-
Sono totalmente sconvolta. Di tutto mi sarei aspettata tranne che questo.
Mi hanno mentito, usato, ferito, umiliato, perfino venduto…quelli non sono i miei genitori. No! Mi rifiuto di crederli tale. I miei occhi sembrano prosciugati, come i miei sentimenti nei loro confronti. Nemmeno una lacrima riesce ad uscire talmente sono sconcertata da ciò che ho appena saputo.
-Kagome?-         mi chiama lui notando probabilmente il mio sguardo perduto nel vuoto
-Portami da loro…-         dico atona
-Vuoi andare da loro? E perché?-
-Ti prego accompagnami da loro.-
 

 
                                                               *************************

 
 
Il volto di Kagome fa quasi paura. Non ha proferito una sola parola da quando ha saputo tutto quello che avevo sentito. Sembra indossi una maschera di cristallo inespressiva.
Non so se ho fatto bene a dirle tutte quelle cose ma che altro potevo fare dopo che ha tentato di togliersi la vita? E’ giusto che si riprenda in mano la sua vita e la viva appieno.
Però guardandola adesso sembra una bomba pronta a scoppiare. Aspetta solo che qualcuno ci metta il piede sopra.
Come mi ha chiesto l’ho accompagnata dai suoi genitori. Cosa vorrà fare?
-InuYasha…mi appoggerai?-        mi domanda prima di varcare la soglia di casa
-Sempre!-       rispondo sicuro, prendendole la mano e stringendola per farle capire che ci sono
Appena entriamo troviamo i suoi genitori intenti a parlare con due agenti della polizia. Ci sono anche due uomini, uno più giovane e l’altro più anziano.
-Oh santissimi Kami! Kagome sei ritornata!-      dice la madre venendole incontro con calma
Si è molto preoccupata in queste ore vedo! Che ribrezzo che mi fa!
-Kagome mia amata!-      esclama il ragazzo correndo molto più velocemente della madre e prendendole le mani
-Ehi togli le tue schifose mani da lei se vuoi vedere l’alba di domani!-        ringhio minaccioso allontanandolo da lei
-Ehi come osi? Kagome è la mia donna!-
-Lei non…-     provo a replicare ma Kagome mi precede
-Io non sono la tua donna brutto porco schifoso!!! Non lo sono e mai lo sarò!-        grida furiosa
-Kagome smetti di fare la bambina! E’ stato questo mezzo demone a portarti via non è così? Agenti arrestatelo! Ha di sicuro rapito mia figlia!-       dichiara il padre di Kagome guardandomi schifato
-Lui non mi ha rapita! Sono stata io ad andarmene via di casa! Voi potete anche andare e scusate se i miei “amatissimi” genitori vi hanno disturbato senza motivo!-         dice Kagome rivolgendosi ai poliziotti che la guardano quasi con timore per il finto sorriso che lei gli dedica per congedarli
-Ok. Visto che è stata lei ad allontanarsi noi possiamo anche andare via. Vedete di non eccedere le misure signori. Non vorremmo dover intervenire per rissa.-       avvisano gli agenti prima di andarsene
-Kagome mi spieghi questa storia? Perché ti trovi con questo essere?-         gli chiede quello che ho intuito essere il porco che avrebbe dovuto sposare
-“Questo essere” come lo chiami tu ha un nome, ed è InuYasha! Se proprio non vuoi nominarlo fa niente, puoi rivolgerti a lui dicendo semplicemente il mio uomo, visto che è quello che è!-       risponde freddamente Kagome spiazzandomi
Non credevo glielo avrebbe spiattellato così facilmente e senza timore. Ma in questo momento non sembra neanche più lei.
-Che cosa hai detto? Sei una sconsiderata Kagome! Riguardo a te…mezzo cane, come hai osato disonorare mia figlia? Questa me la pagherai! Te lo avevo già detto una volta! Sai cosa ti aspetta!-       minaccia suo padre
-Non mi fa certo paura!-       rispondo fronteggiandolo
-Tu non ti azzarderai a fare un bel niente contro InuYasha e la sua famiglia perché quello che ci perderà sei tu! Ho già provveduto ad avvisare lo zio Noboru del testamento che gli avete nascosto e sta venendo qui per farsi una bella chiacchierata con te cara mamma. Per quanto riguarda voi due esseri ripugnanti…il matrimonio non si terrà mai! Se volete fondere le vostre aziende con le loro… liberi di farlo, ma io non sono inclusa nel pacchetto!-         dice rivolgendosi agli Hojo
-L’accordo è annullato Naraku! Hai una figlia troppo spudorata per i miei gusti! Andiamocene Akitoki!-        replica il vecchio offeso che se ne va seguito dal figlio
-Akitoki aspetta un attimo!-         lo chiama Kagome lasciandomi perplesso
Perché lo ha richiamato?
-Oh mia cara ci hai forse ripensato?-       dice avvicinandosi a lei
-Perché per sposarmi hai chiesto che fossi vergine?-
-Vuoi chiedermi solo questo?-      domanda sorpreso
-Sì solo questo!-       replica secca
-Semplice…mi piace la sensazione di possedere cose mai avute da altri. Infatti le mie prede preferite sono proprio quelle, le verginelle. E tu non avresti fatto eccezione mia cara! Le cose usate non mi piacciono!-        confessa con un ghigno disgustoso
La voglia di prenderlo a pugni è enorme ma a bloccarmi dal farlo è proprio Kagome, che precedendomi gli tira un potente ceffone.
-Mi fai davvero schifo! Sparisci immediatamente da davanti i miei occhi!-          gli urla rossa in viso dalla rabbia
-Tranquilla cara. Ormai tu rientri nella categoria dell’usato! Sparisco più che volentieri!-       risponde lui andandosene
-Schifoso bastardo!-         gli dico prima di vederlo sparire oltre la porta
-Kagome…questa è l’azione più stupida e sconsiderata che tu abbia mai fatto! Non te lo perdoneremo mai!-       dichiara la madre di Kagome
-Sono io che non potrò mai perdonarvi! Ma cosa sono io per voi eh? Una bambola da dare di mano in mano in base ai vostri scopi? Una merce di scambio? Mi avete tradita! So che mi avete mentito anche sulla morte di Sota! Mi avete fatta sentire in colpa per quindici anni! Perché? Ma che genitori siete voi? Cosa può mai giustificare un trattamento del genere?-        urla piena di collera repressa
-Vedo che sei stata informata proprio di tutto! Sapevo che questo han’yō avrebbe distrutto la nostra famiglia!-
-Famiglia? Ma quale famiglia? Tu e questo essere, che non posso più chiamare padre, mi avete ridotta ad una schiava per i vostri interessi! La nostra non è mai stata una famiglia! Ora spiegatemi perché mi avete mentito su Sota!-     chiede perentoria e sicura come non l’ho mai vista
-Perché sei sempre stata una testa calda ecco perché! Già a cinque anni eri una peste! Un vero maschiaccio. Ti arrampicavi sugli alberi, giocavi nel fango e inseguivi tutti gli animali che incontravi in giardino, ritornando in casa come una pezzente tutta sporca! Malgrado i nostri rimproveri non cambiavi, quindi abbiamo omesso qualche particolare per renderti più docile. Tutto qui!-       le rivela il padre freddamente
-Più docile? Più docile??? Mica sono un cane! E nemmeno lui tratterei come voi avete trattato me! Accidenti ero una bambina di cinque anni, che volevate facessi? Il punto croce o la calza? E poi come avete saputo dell’uscita di Sota?-
-Ce lo ha detto lui prima di morire in ospedale. Ci aveva chiesto di dirti che non era accaduto per colpa tua…-       spiega la madre abbassando la testa
Toh allora un briciolo di sentimento lo prova anche lei a quanto pare! Sento l’odore delle sue lacrime.
-Sota vi ha detto di dirmi questo? Già sapeva che mi sarei sentita in colpa?-           sussurra triste con le lacrime pronte a sgorgare fuori, ma che ricaccia dentro con grande sforzo
Di sicuro non vuole dargli la soddisfazione di vederla piangere, così le stringo nuovamente la mano per farle sentire il mio appoggio. Lei stringendola con forza dice una cosa che mi fa stare male per lei…
-Che voi siate dannati! Vi odio dal più profondo del mio cuore! Da oggi consideratemi morta come Sota! Non vi è morto un figlio bensì due. Ah no scusate….dimenticavo…io non valgo niente per voi come figlia quindi non sarà una grave perdita!-       
-Kagome ti prego non dire così! Abbiamo sbagliato ma non puoi trattarci in questo modo! Siamo pur sempre i tuoi genitori! Non ti abbiamo mai fatto mancare niente e le nostre azioni sono giustificate perché abbiamo pensato solo al tuo futuro! Sei l’unica erede del patrimonio della Tama e non potevamo lasciare tutto in delle mani inesperte!-
-Permettimi di dissentire sorellina cara!-         sentiamo dire da una voce nuova
-Noboru!-     esclama la madre di Kagome sbiancando
-Tua figlia non è l’unica erede del patrimonio dei Tama! Kagome mi ha informato di tutto!-       dice un uomo appena entrato insieme ad una donna e a…
-Kikyo???-        urlo sorpreso
-Tu InuYasha? Ma che diavolo ci fai a casa dei miei zii?-         mi chiede lei, altrettanto sorpresa di vedermi qui
-I…tuoi…zii?-         ripeto sconvolto
-Vi conoscete InuYasha?-        mi chiede Kagome
-Lei…lei era…-
-La sua fidanzata. Ero la sua fidanzata. Sei cresciuta molto Kagome. Eri ancora una bambina l’ultima volta che ti ho visto con Sota.-         le dice osservandola
-Io invece non mi ricordo di te.-       risponde Kagome gelida
Che aria tesa! Mi sembra di essere al centro di un tornado in questo momento. Ci mancava solo Kikyo in questa situazione. Kagome non la guarda certo con affetto malgrado sia sua cugina.
Comunque ora capisco perché la madre di Kagome ha sia l’aspetto che un odore simile alla mia ex…è sua nipote! E ovviamente anche Kagome ha un odore affine al loro.
-Scusate se ve lo chiedo ma, perché tutte queste Kikyo in famiglia? Mancava solo Kagome e tutte le donne di casa si sarebbero chiamate così!-       domando curioso, osservando però la madre di Kagome piegare il viso in una smorfia di disappunto
-A questo posso rispondere io!-             dichiara lo zio di Kagome
-Noboru taci!-       gli intima la sorella furiosa
-E perché mai? Almeno tua figlia saprà quanto tu sia perfida.-
-Non hai il diritto di offendermi!-      
-E tu avevi diritto di privarmi della mia eredità solo per ripicca?-
-Zio dimmi cosa sai!-       lo esorta Kagome curiosa
-Vedi Kagome, tutto è cominciato quando io e tua madre eravamo piccoli. Essendo l’unico maschio, pur essendo più piccolo di lei, avrei ereditato io l’azienda e a mia sorella sarebbe andata solo una parte della rendita dei nostri beni. E’ sempre stata attratta dai soldi, unica sua ragione di vita, per questo è sempre stata molto invidiosa di me che avrei ereditato tutto. Ma io al suo contrario non ero interessato ad arricchirmi. Mi innamorai di mia moglie Saeko, ragazza semplice ma soprattutto povera a giudizio dei miei genitori, e rifiutai di sposare la ragazza scelta da mio padre. Mi fu chiesto di scegliere tra l’amore e le ricchezze. Io ho scelto Saeko perdendo tutto, ma non mi importò perché avevo il suo amore e appoggio.-
-Non si vive di solo amore Noboru!-
-Io ce l’ho fatta Kikyo! Mi sono dato da fare per la mia famiglia e come puoi vedere siamo tutti ben vestiti e in ottima salute!-
-Insomma…-       dice squadrandoli da testa a piedi
-Kikyo chiudi la bocca e lascia parlare mio marito!-      interviene la cognata. Rimasta in silenzio fino ad ora
-Era desiderio di nostra madre che la sua prima nipote portasse il suo nome, come tradizione nella sua famiglia che le prime figlie femmine venissero chiamate Kikyo. Mia moglie e tua madre restarono incinte nello stesso periodo. Purtroppo per mia sorella il suo primo figlio fu un maschio mentre mia moglie partorì una femmina e io ovviamente non mi feci scappare l’opportunità di chiamarla Kikyo, anche se non facevo più parte della famiglia. Mia sorella ci rimase malissimo insistendo che avrebbe dovuto essere lei a chiamare Kikyo la sua prima figlia femmina in quanto era lei che avrebbe ereditato tutto, voleva che cambiassi nome a mia figlia ma non le diedi retta. Nostra madre apprezzò molto il gesto, malgrado i nostri dissapori, così cominciò a riavvicinarsi a me, di nascosto da nostro padre, e spesso si portava dietro tuo fratello Sota per farlo giocare con la cugina. Col tempo, crescendo, i due ragazzi si innamorarono, e il dopo credo tu lo sappia già…-
-L’ho appena saputo zio. Non sapevo che Sota stesse con Kikyo. Pensavo fosse morto diversamente da come mi è stato raccontato.-
-Come lo hai appena saputo? Non sapevi che tuo fratello era in moto con mia figlia?-
-No…-         risponde triste Kagome
-E perché mai non glielo avete detto?-   chiede lo zio rivolgendosi ai genitori
-Suppongo perché mi credano ancora responsabile della morte di Sota…-       risponde la mia ex
-Non proprio Kikyo. Vede signore, sua sorella e suo cognato hanno pensato di lasciar credere a Kagome che la colpa della morte del fratello fosse sua. Sota quel giorno era uscito proprio per fare un favore alla sorella. Lei non sapeva però che il fratello avesse cambiato destinazione, credendosi la responsabile della sua morte per quindici anni. Facendo leva sui sensi di colpa di sua nipote le hanno fatto fare tutto quello che volevano. E con tutto intendo proprio tutto, facendola fidanzare con una specie di porco maniaco fissato con le vergini. Kagome per disperazione si è perfino gettata giù dal terrazzo ieri notte. E’ salva solo grazie ad un demone lupo suo amico che l’ha presa al volo. O adesso stareste partecipando tutti al suo funerale.-       rivelo incapace di starmene in disparte
Kagome mi guarda con disappunto. Mi aveva detto di non rivelare questo fatto a nessuno ma io non posso tacere quanto meschini siano stati i suoi genitori con lei.
-Kagome…ti sei davvero gettata giù dal terrazzo? Ma perché?-       chiede la madre
-Possibile che non lo capisci mamma? Ero stanca, sola, condannata ad una vita da incubo con quel tizio e divorata dai sensi di colpa per Sota. Non mi sono mai sentita amata da voi. L’unico che mi voleva bene era colui che credevo aver ucciso. Poi ho scoperto che anche InuYasha me ne voleva, ma voi lo avete allontanato da me facendomi credere che mi avesse abbandonata. Mi sono sentita morire dentro ed è quello che volevo anche per il mio corpo. Ma voi non potete capire. Non sapete che significa amare! Con InuYasha adesso so cosa sia la felicità e non me la farò portare via da nessuno! Tenetevi i vostri soldi! Tenetevi le vostre aziende e quello che vi pare! Io non voglio saperne più nulla di voi! Provo solo disgusto per voi!-
-Kagome te ne pentirai!-       sostiene suo padre
-Non credo proprio! Ora scusatemi ma vado a prendere il mio erhu, l’unico ricordo della nonna, e sparirò per sempre dalle vostre vite!-        dice dirigendosi verso le scale per andare in camera sua
-Kikyo, Naraku, spero siate soddisfatti di ciò che avete fatto! Comunque sia vi informo che ho intenzione di prendermi ciò che mi spetta, e con gli interessi! Rimpiangerete quello che avete fatto sia a Kagome che a me! Rimarrete senza soldi e senza figli! Andiamocene!-        dice riferendosi alla moglie e alla figlia
-Ci vediamo InuYasha. Credo dobbiamo parlare noi due!-        mi dice Kikyo prima di andarsene
-Sei contento adesso han’yō? Hai distrutto la nostra famiglia solo per un passatempo di cui ti stancherai presto!-        afferma il padre di Kagome
-Ma come si permette? Sua figlia non è un passatempo per me! La amo e intendo costruire un futuro con lei e…-
-Il solo fatto che mi consideri un passatempo per gli uomini fa capire che razza di padre sei!-      interviene Kagome interrompendomi
Ha tra le mani il suo erhu e alcuni abiti. Il suo viso esprime immenso dolore. Credo stia dicendo addio a tutto ciò che c’è in questa casa e a tutti i ricordi legati ad essa.
 
 

                                                                              **********************

 
Ho il cuore a pezzi. Mi fa male tanto è distrutto.
Non avrei mai creduto che un giorno avrei odiato i miei genitori. Ho sempre pensato che sarebbero stati loro a odiare me per via di Sota e adesso vengo a sapere che era tutta una bugia.
Non so se sono più triste o arrabbiata. Credo entrambi! Non li perdonerò mai! Mai!
-Andiamocene anche noi InuYasha.-        gli dico raggiungendolo e non guardandoli neppure
-Hai scelto un misero mezzo demone. Che disonore per la nostra famiglia!-       dice mio padre facendomi bruciare ancora di più di rabbia
-Il vero disonore della famiglia è avere degli stronzi come te a gestirla!-       rispondo furiosa voltandomi verso la porta per andarmene
-Kagome, ti prego aspetta figlia mia!-         mi chiama mia madre
-Non voglio ascoltarti! Tu da oggi non sei più mia madre! Non osate cercarmi. Nemmeno per il vostro funerale. Io farò altrettanto con voi!-       rispondo prendendo InuYasha per mano e uscendo per sempre da quella che è stata per vent’anni casa mia, la mia prigione
Mi spiace di dover lasciare il pianoforte di mio fratello però non posso certo portarmelo dietro. E poi conserverò il suo ricordo nel mio cuore. Adesso è ora di voltare pagina.
Però, anche se non sono pentita di quello che ho fatto…perché mi sento così male? Ho un dolore terribile nell’anima. Fa male! Tanto male!
-Kagome?-       mi chiama InuYasha stringendomi forte la mano
-Sì?       rispondo non guardandolo in faccia
-Guardami.-      mi chiede voltandomi il viso verso i suoi occhi
-Piangi amore! Puoi piangere!-     continua accarezzandomi una guancia
Ha notato che cerco di trattenermi a stento. Ma non posso piangere per i miei genitori. Non sarebbe giusto.
-InuYasha…io…-     
-Sfogati! Liberati! Io sono qui con te e ci sarò sempre!-       mi rassicura dolcemente     
Dopo queste parole chiudo gli occhi e mi lascio andare ad un pianto convulso. Aggrappandomi alla sua maglia con i pugni stretti piango tutte le lacrime che ho.
Oggi ho perso i miei genitori per sempre!
Piango per minuti interminabili in cui lui mi accarezza amorevolmente i capelli, senza cercare di consolarmi nemmeno una volta, il che mi fa scaricare tutta la rabbia e l’amarezza che ho dentro.
 
Quando arriviamo a casa mi sento uno straccio.
-Kagome vai a riposare. Ti sveglio per la cena se vuoi.-        mi dice premuroso
-Non riuscirei a riposare adesso. Troppa tensione. Ti prego suoniamo qualcosa? La musica mi aiuta a rilassarmi…-
-Anche a me fa lo stesso effetto. Cosa vuoi suonare?-        mi chiede sedendosi al piano mentre io prendo il mio erhu
-Conosci “A Water Lily”?-           
-Certamente.-       risponde concentrandosi sul piano e iniziando a suonare
Il solo suono delle prime note già mi calma.
Sentirle mi da pace...
Osservare InuYasha mi da pace.
E la pace è una di quelle cose che mi è mancata in questi anni. La pace con me stessa.
Appena arriva il mio turno comincio a scivolare il mio archetto sulle corde, che accarezzo con l’altra mano facendo uscire quelle note che ormai conosco a memoria.
Era la musica preferita di mia nonna. Me la insegnò lei.
Suonando con gli occhi chiusi rivedo difronte a me spezzoni della mia vita. Soprattutto con  mio fratello.
Le corse in giardino, in cui io mi perdevo spesso. Le finte liti per chi finiva prima il suo gelato. Le arrampicate sugli alberi in cerca dei nidi degli uccellini che mi divertivo a osservare. I genitori preparavano con infinita cura il giaciglio per i loro futuri figli. Lo trovavo affascinante.
Avrei voluto anche io che i miei genitori avessero tanta cura anche con me, come mamma e papà uccello facevano per le loro uova.
Io scambiavo per amore i loro ordini, credendo che lo facessero perché mi volevano bene, che avessero paura mi accadesse qualcosa come a Sota, invece mi controllavano in maniera subdola.
Anche se ho gli occhi ben serrati dalle mie guance stanno scendendo calde gocce di dolore.
Oggi ho chiuso con ciò che ero, o che non ero, sarebbe più giusto dire.
Ho detto addio alla mia casa e ai ricordi che mi legavano a mio fratello. Ho detto addio alla vecchia Kagome per far posto a quella nuova, che non avrà accanto a sé i genitori a vederla  crescere caratterialmente, non vedranno mai il mio matrimonio e i miei figli, se un giorno i Kami vorranno donarmeli. Ma comunque loro saranno estromessi dalla mia vita e questo fa profondamente male.
Ma non sono pentita di nulla. Ho scelto cosa voglio dalla mia vita…sì perché questa è la mia vita e voglio viverla io.
Magari sbaglierò ma imparerò dai miei errori. E stavolta non sarò sola perché avrò lui al mio fianco…e che adesso sto osservando sorridendo, incatenando i suoi occhi dentro i miei che non hanno smesso di lasciarmi un attimo.
Il dolore non sparirà ma avrò come tenerlo a bada. Con quegli occhi d’oro che mi mostrano la luce nel buio, quei capelli d’argento che mi scivolano vellutati sul corpo quando mi bacia, quelle orecchie bianche che si muovono in cerca di un mio movimento, con quegli artigli che mi fanno venire i brividi quando scorrono sulla mia pelle.
È un mezzo demone l’uomo di cui sono innamorata perdutamente. E non mi importa dei pensieri della gente, io lo amo così com’è. Come lui ama me per quella che sono.
Continuiamo a suonare guardandoci negli occhi. Ci stiamo parlando con la musica.
Sarà difficile, soprattutto per me, che non so come cavarmela senza l’agio in cui sono vissuta fino ad ora, ma ci riuscirò! Mi troverò un lavoro e mi iscriverò finalmente all’università, come avrei sempre voluto fare.
Appoggerò InuYasha nel diventare un pianista famoso ed affermato. Ed è così che sarà! Ne sono sicura!
Il futuro è nelle nostre mani e sta a noi saperlo gestire.
La musica finisce, lui si alza e mi viene vicino. Allungandomi una mano mi aiuta ad alzarmi. Poso l’erhu sulla sedia e la sua mano finisce sulla mia vita. Mi spinge verso il suo corpo abbracciandomi teneramente.
-Ti amo. Non scordarlo mai.-
-Ti amo anche io InuYasha.-      rispondo poggiando il viso sul suo petto
-Il Natale mi ha portato un bellissimo regalo quest’anno. E me lo terrò stretto per tutta la vita!-       dice baciandomi sulla fronte
 
Ho dormito tutta la notte stretta tra le braccia di InuYasha, che mi proteggevano da tutto. Il battito del suo cuore suonava per me una melodia dolce e rilassante, pronta a cullare il mio sonno.
Il suo amore ha calmato in parte il mio animo turbato e ferito.
Le sue mani mi accarezzavano i capelli in un lento movimento circolatorio che mi tranquillizzava tantissimo.
Intrecciare le nostre mani mi faceva sentire serena. Lui era lì con me, e per me. E ci sarebbe sempre stato.
Ci siamo beati solo di coccole e nient’altro, in fondo per altre cose ci sarebbe stato tempo.
Dal giorno dopo comincerà la nuova vita di Kagome Higurashi! Una Kagome che vivrà per amare ed essere amata.
 
 
 
 









 
 
 
Ciao ^_^
che fatica “partorire” questo capitolo T_T  lo confesso! C’ho messo due giorni tra “scrivi e cancella”.
Non ero mai soddisfatta del risultato. Ora penso che vada bene. Certo descrivere i sentimenti d’odio verso dei genitori del genere non è facile, ma spero di esserci riuscita ^_^ me lo direte voi però ^_^
Nel prossimo capitolo Kikyo ( la ex di Inu ) spiegherà il suo punto di vista nella storia con Sota. Ovviamente Kagome non vedrà di buon occhio la confidenza tra lei e InuYasha ^_^ poteva essere il contrario? Se poi la ex del tuo ragazzo è pure tua cugina…non immagino la felicità di Kagome ^_^
chiedo scusa per l'inizio del capitolo ^//^   la colpa è di Miroku!!!! ( ma che c'entro io se nemmeno ci sono?  nd Miroku )   ( è la tua influenza da maniaco!!!  nd me )   (  -.- nd Miroku )

Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 

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Capitolo 9
*** Scelte e ambizioni ***


 
 
-Kagome ne sei sicura? Te ne pentirai!-
-Sì sono sicura InuYasha.-
-Lo rimpiangerai per tutta la vita!-
-Esagerato!-
-Invece no! Io non ci riuscirei al posto tuo. Piuttosto che perderli in quel modo preferirei morire!-
-InuYasha ricresceranno! Avanti Rin taglia pure!-
-O…ok Kagome. Come vuoi…-        risponde lei esitante
L’ho chiesto io ma non posso fare a meno di chiudere gli occhi. Quando sento il rumore delle forbici quasi ho i brividi. Poi il collo diventa leggerissimo.
Riapro gli occhi e vedo una lunga coda di cavallo in mano a Rin, che per mia fortuna fa la parrucchiera, e il mio viso rispecchiarsi nello specchio coi capelli corti.
-Wow!-         esclama InuYasha vedendomi
Devono ancora essere sistemati ovviamente ma la forma del taglio già si vede. Ho scelto il taglio carrè  , il caschetto più corto dietro e lungo davanti. Ho sempre desiderato farli così, ma mia madre ovviamente non voleva. Per lei una vera donna porta solo capelli lunghissimi.
Quando Rin ha regolato il taglio e la piega osservo il risultato finale.
-Mi piacciono tantissimo! Grazie Rin sei bravissima!-        esulto felice
-Di nulla figurati Kagome.-         mi dice sorridendo
La cognata di InuYasha mi sembra una ragazza splendida. È sempre molto allegra da quel che ho visto in questi giorni.
Ormai dal giorno di Natale sono passate due settimane, in cui ho conosciuto tutti gli amici di InuYasha, compresa la sua famiglia. Nulla contro gli altri ma quelle con cui mi trovo più a mio agio sono Sango e Rin, per l’appunto.
-Allora Inu? Come sto?-       gli chiedo voltandomi felice
Lui ha una strana espressione sul viso. È imbambolato a fissarmi. Oh no! E se forse non gli piacciono? O forse anche a lui piacevano lunghi?
-InuYasha…-        lo chiamo un po’ rattristata
Lui come risvegliatosi dal trance in cui era caduto si decide a muovere la bocca finalmente.
-Sei…sei…assolutamente magnifica! Ti stanno benissimo Kagome! Sembri addirittura più bella, cosa che avrei ritenuto impossibile, perché eri già la ragazza più bella dell’universo coi capelli lunghi.-
-Adulatore! Non esagerare dai. Ci sono ragazze molto più belle di me. Tu lo dici perché mi vuoi bene.-         rispondo un po’ imbarazzata
-Invece è come dico io! Adesso però devo stare attento che polizia non mi fermi scambiandomi per un pedofilo. Con questo taglio sembri più piccola dei tuoi vent’anni.-
-Davvero? Ahahaha sarebbe divertente come scena sai?-
-Io non lo trovo divertente! Così sembrerò più vecchio di te!-     brontola lui incrociando le braccia
-Oh… il mio adorabile vecchietto!-         rispondo continuando a ridere a crepapelle
Non ho mai riso tanto quanto in questi giorni. Mi sento felice, nonostante tutto.
Non ho più parlato dei miei genitori. Non lo trovo più necessario. Adesso loro sono fuori dalla mia vita e ci rimarranno.
-Zio InuYasha, hai intenzione serie con Kagome non è così?-       gli chiede Shori, la nipote
-Ma…ma che domande fai Shiori? Certo che sì! Perché me lo chiedi?-      chiede InuYasha tutto rosso
Che dolce che è quando arrossisce!
-Perché Kagome è quella giusta. E poi mi piace! Fatti bastare questo!-        risponde lei tutta contenta
Devo dire che dopo il momento iniziale in cui mi guardava stranamente e con sospetto, si è subito affezionata a me. Credo temesse fossi come mia cugina, che a quanto ho capito non piaceva assolutamente a nessuno.
Mi chiedo il perché. Vorrei chiederlo ad InuYasha ma non mi va di sentirgli parlare di una sua ex. Già mi ha dato fastidio incontrarla, figuriamoci se poi è pure tua cugina. Lo so che è sciocco, ma sapere che lei andava a letto con lui, lo conosce nudo, conosce le sue abitudini e il resto, mi fa una rabbia terribile. Ne sono gelosa! Spero almeno di non dovermela ritrovare davanti spesso. Sarà anche mia cugina ma per me rimane prima di tutto la ex del mio uomo. E a chi farebbe piacere avere una ex tra le scatole? A me non di certo!
-Kagome che ne dici di andare a casa adesso?-         mi dice dolcemente abbracciandomi
-Di già? Ma sono solo le cinque del pomeriggio.-
-Lo so però mi fai impazzire con questi capelli, e voglio inaugurarli nel nostro letto!-        sussurra appena al mio orecchio, provandomi un brivido lungo la schiena
-InuYasha! E abbi un minimo di contegno fratello! Se ti sento io dal giardino pensa i miei figli lì vicino a voi!-        sbraita il fratello
-Che avrò mai detto di sconcio?-         mi chiede lui osservando la nipote che sghignazza
Io invece mi sento terribilmente a disagio. Mi dimentico sempre che i demoni riescono a sentire anche a metri di distanza ogni più piccolo suono impercettibile alle orecchie umane.
-A…andiamo, sì…-        rispondo facendomi piccola piccola
 
-Beh devo dire che un po’ mi spiace non poter passare le mani tra i tuoi capelli, però è molto pratico che i nostri capelli non si attorciglino tra loro quando ci giriamo e muoviamo. Mi piace sempre di più questo taglio.-       mi confessa mentre mi accarezza con gli artigli la schiena
Adoro quando lo fa. Mi rilassa tantissimo. Io invece, poggiata col viso al suo petto, disegno degli arabeschi immaginari sul suo addome scolpito.
-In effetti sbrogliarli era un tantino doloroso.-        confermo divertita al ricordo di quando stavamo per alzarci dal letto, ma  i nostri capelli si erano legati in un nodo difficile da sciogliere. Cose che capitano ad avere entrambi i capelli lunghi.
-Kagome, posso chiederti una cosa senza che te la prendi?-
-Dipende da ciò che vuoi domandarmi.-        rispondo sollevando la testa incuriosita da questa domanda
-Ecco, volevo sapere…sei ancora arrabbiata coi tuoi genitori? Pensi ancora di non voler più tornare da loro?-
-Perché mi fai questa domanda?-       chiedo sorpresa da questa domanda improvvisa
-Perché ho paura che tutta questa felicità che provo adesso possa sparire. Temo che tu possa decidere di tornare da loro, lasciandomi…-
Resto un attimo sbigottita a guardarlo. Davvero teme questo?
-Sei uno stupido InuYasha. Primo, io non ho più dei genitori, secondo, se anche ci facessi pace non andrei mai via da qui. Da questa casa non mi schiodano nemmeno le bombe. Solo tu puoi mandarmi via. In caso contrario ho intenzione di stare con te, qui tra le tue braccia, per sempre!-         lo rassicuro stringendomi forte a lui
-Ti amo Kagome. Tantissimo.-
-Anche io stupidone mio. Non temere mai io possa lasciarti InuYasha, per nessun motivo al mondo lo farei!-
Presi dal momento cominciamo a scambiarci nuovi baci, sempre più passionali, ricominciando da dove avevamo finito qualche minuto prima, quando veniamo interrotti dal suono del campanello.
-Uffa chi è che rompe all’ora di cena?-       si lamenta lui alzandosi e mettendo i pantaloni
-Ma noi non stavamo mangiando.-      
-Io quasi, se non mi avessero interrotto.-         mi risponde maliziosamente andando a vedere chi è
È sempre il solito!
Passano un paio di minuti. Non vedendolo tornare metto una vestaglia per andare a vedere chi è, sono curiosa.
Quando arrivo vicino l’ingresso vedo una scena che non mi piace affatto.
 

 
                                                                              ***********************
 

 
Odio essere interrotto in questi momenti accidenti! Chi diamine rompe alle otto di sera?
Mi auguro non sia Miroku perché temo gli farei parecchio male!
Quando arrivo alla porta sento il suo odore anche attraverso la porta. Ma che ci fa lei qui? Esito un attimo ad aprire e non ne capisco il motivo. Forse non mi va di vederla perché c’è Kagome di là.
-Ciao InuYasha. Come stai?-       mi chiede appena apro la porta
-Kikyo…-
-Mi sei mancato tantissimo sai?-      mi dice lanciandosi ad abbracciarmi
Preso alla sprovvista non l’allontano subito. Lo faccio solo quando sento l’odore di Kagome vicino a noi. Spero non abbia frainteso maledizione!
-Kikyo. Come mai qui?-         chiede lei con voce fredda avvicinandosi per farsi vedere
È stata talmente gelida da farmi paura.
-Oh Kagome? Tu sei qui? Vi ho forse disturbati?-         domanda Kikyo osservando la sua vestaglia, fin troppo slacciata
Credo le stia chiaramente lanciando il segnale che il territorio è già occupato., così decido di intervenire io, almeno per non farmi uccidere quando Kikyo se ne andrà.
-Viviamo insieme Kikyo. È la mia ragazza.-       rispondo afferrandola per la vita e avvicinandola a me
Lei sembra guardarmi soddisfatta. Menomale vivrò ancora qualche altro anno in più! Il suo sguardo aveva un che di assassino poco fa.
-Ah…capisco. Avevo avuto infatti l’impressione che tra voi ci fosse più di un’amicizia-     risponde Kikyo come dispiaciuta
-A cosa dobbiamo la tua visita a “casa nostra”, cugina?-        chiede Kagome per tagliar corto, marcando volutamente le ultime parole
Eh già, è davvero parecchio gelosa!
-Sono venuta per capire che tipo di rapporto ci fosse tra di voi. Comunque è un bene che tu sia qui Kagome. Credo tu abbia bisogno di spiegazioni.-
-In effetti sì. Vorrei sapere come mai hai detto che i miei genitori ti ritenevano responsabile della morte di mio fratello.-
-Sentite entriamo in casa. Non mi pare il caso di parlarne fuori. Accomodati Kikyo.-      le dico facendola entrare
Mentre lei si reca in soggiorno io chiudo meglio la vestaglia di Kagome.
-Credo abbia capito amore.-        le sussurro dolcemente dandole un veloce bacio alla guancia
-Io  e te poi facciamo due chiacchiere appena quella andrà via!-       mi dice raggiungendo la cugina
Ok, capito. È stato bello vivere fino ad oggi! Spero che nella mia bara mettano almeno un tasto del mio pianoforte così non mi sentirò solo!
-Allora Kikyo, raccontami…-       le chiede Kagome sedendosi sul divano di fronte, dove io la raggiugo
-Ecco, gli zii mi ritengono responsabile perché quel giorno Sota correva parecchio veloce. Loro sono convinti che la colpa sia mia, che sia stata io a spingerlo a correre più del dovuto. Ma non è così. Lo dicevo a Sota di andare piano, ma a lui piaceva sentire…-      
-Sentire il vento massaggiargli il viso.-       prosegue Kagome rattristandosi
-Sì. Diceva sempre così. Quindi correva anche con te?-      le chiede la cugina
-Già, però anche a me piaceva quella sensazione.-
-A me per niente. Ne avevo paura. Gli chiesi più volte di rallentare. Lui scocciato dai miei rimproveri si girò verso me per dirmi di non avere paura. E poi è successo tutto. Mi ricordo che mi sono svegliata in ospedale con un braccio e una gamba rotti. Quando poi ho chiesto di Sota mi hanno detto che non ce l’aveva fatta. Il giorno del funerale  ho fatto il diavolo a quattro per potervi partecipare, così i dottori mi accompagnarono in ambulanza a casa vostra, ma i tuoi genitori non mi vollero far entrare, urlandomi che se Sota correva era colpa mia. Era stato il mio primo ragazzo, il mio primo amore. Ho sofferto per la sua morte. Ma a loro non è interessato.-
-Non gli interessa della propria figlia, pensa di te che eri solo la nipote.-        le dico io
Che tipi orribili accidenti! Più so su di loro più li detesto.
-Mi spiace per quello che hai passato Kagome. È stato ingiusto che ti abbiano fatto credere di essere la responsabile della morte di tuo fratello. Io ti capisco bene, so come ti sei sentita.-
-E’ un po’ diverso Kikyo. Tu avevi quindici anni quando è capitato. Eri più grande e sapevi che non era davvero colpa tua. Io invece sono stata cresciuta così, coi sensi di colpa. Anche adesso malgrado sappia la verità mi sento in colpa. Me lo hanno inculcato in testa così bene che ormai sembra sia andata davvero così. Mi ci vorrà del tempo per assimilare tutto. Sono cresciuta da sola. In totale solitudine. Tu almeno avevi l’appoggio della tua famiglia. Capisco il tuo malessere e tutto il resto, ma non sarà mai stato come è successo a me. I miei genitori hanno saputo ferirmi parecchio in profondità. E sono di quelle ferite che lasciano profonde cicatrici.-       spiega Kagome con voce quasi rotta dal pianto
Mi spiace vederla così.
-E’ vero. Comunque sia sono passati quindici anni ormai. La vita va avanti, dovresti farlo anche tu. Ma che mi dici di te InuYasha? Continui ad inseguire il tuo sogno di diventare un famoso pianista?-        mi chiede cambiando totalmente discorso
-Già.-       rispondo semplicemente
-Non ne avevo dubbi. Sai un po’ mi mancano le tue musiche improvvisate nel cuore della notte. Ogni tanto mi capita di svegliarmi immaginando di aver sentito il suono del tuo pianoforte.-
-Davvero? Ma se non lo sopportavi!-
-A quanto pare non era così. E poi ogni volta che mi svegliavi sapevi farti perdonare…forse è quello a mancarmi. Chissà…-       dice in maniera fin troppo esplicita per i miei gusti
Queste erano frecciatine rivolte a Kagome.
Il suo viso è livido di rabbia. Sento perfino le pulsazioni del suo cuore aumentare paurosamente.
-Questo era secoli fa Kikyo. Non ho più quel vizio di alzarmi la notte. Non ne sento più la necessita avendo tra le braccia la donna che amo.-          rispondo prendendo Kagome per le spalle e avvicinandola  a me
Lei rimane stupita dal mio gesto e subito si tranquillizza tra le mie braccia. Che sciocca temeva stessi al gioco di Kikyo? Sono furbo mia dolce Kagome! E’ difficile prendermi per il naso!
Il volto di Kikyo invece si piega in una smorfia impercettibile. Chi di spada ferisce, di spada perisce!
-Mi fa piacere per voi…-    risponde solamente
-Senti Kikyo, perché in tanti anni che siamo stati insieme non mi hai mai parlato della storia della tua famiglia?-       chiedo curioso
Io avrei raccontato alla mia ragazza una storia del genere.
-Perché ho cercato di eliminare del tutto dalla mia mente i ricordi legati alla famiglia di mio padre, che mi ha causato solo dolori. Io stavo bene con la mia famiglia e non mi andava di andare a raccontare ai quattro venti che sono nipote dei ricconi più ricconi di questo paese.-
-Ma tra innamorati si dovrebbe condividere tutto no? Non lo si dice mica ai quattro venti.-        le fa subito presente Kagome
In effetti non so darle torto.
-Ormai è inutile rivangare il passato. La nostra storia è finita cinque anni fa. Bene ora vado ragazzi. Vi lascio tranquilli.-       ci dice lei alzandosi
-Grazie per avermi detto la verità sulla morte di Sota. Almeno adesso so davvero come è morto.-        la ringrazia Kagome alzandosi per salutarla, accompagnandola alla porta
-Figurati…buona serata ragazzi. Ah Kagome…non commettere il mio stesso errore con InuYasha, tienitelo stretto. E’ un uomo splendido. Mi sono pentita ogni singolo giorno di averlo lasciato per volere di più da lui. Ma sono sicura che saprai benissimo comprendere i suoi bisogni, al mio contrario, che non ho mai appoggiato i suoi sogni. Buona fortuna…cugina.-      le dice piano, forse per non farsi sentire da me
Dimentica che il mio udito non è come il suo.
-Grazie del consiglio, ma non accadrà di sicuro. Appoggerò sempre InuYasha, qualunque strada lui voglia intraprendere io sarò al suo fianco.-       risponde Kagome più serena data la resa della cugina
Io sorrido tra di me pensando al comportamento di Kikyo. Cinque anni fa mi impose di scegliere tra lei e la musica, e io scelsi la musica. Ora si ritiene pentita di aver fatto quella scelta. Mah…le donne chi le capisce è bravo!
Quando Kagome ritorna nel salone dove io sono rimasto viene ad abbracciarmi.
-Tutto bene?-      le chiedo accarezzandole la testa
-Non proprio. Ho bisogno di coccole!-       mi dice triste
-Tutte quelle che vuoi.-      rispondo portandola con me sul divano
Ci stendiamo vicinissimi e le faccio i grattini che tanto le piacciono sulla testa. Le piace il lieve e lento solletico che le faccio tra i capelli. La fa rilassare essere accarezzata dai miei artigli. Altre ne avrebbero paura invece.
Stiamo un po’ così, ad ascoltare il battito dei nostri cuori, finché il brontolio del mio stomaco ci ricorda che l’ora della cena è passato da un po’. Sono quasi le dieci.
-Sembra che il tuo stomaco pianga. Ordiniamo un pizza?-       mi dice sorridente
-Mi sa che è meglio.-       rispondo leggermente a disagio
Dopo la pizza ce ne ritorniamo a letto e ci addormentiamo stretti come sempre.
E’ vero quel che ho detto a Kikyo. Da quando sto con Kagome non mi sono mai alzato una sola notte per suonare il pianoforte. Anzi per la verità non l’ho quasi toccato. Lo faccio solo per insegnarlo a lei.
Kagome ha insistito affinché continui le lezioni di piano. Vuole ancora impararlo e questo mi fa molto piacere.
Nei giorni successivi ha deciso di cercare un lavoro. Per fortuna a Rin serviva una shampista al suo negozio e così l’ha presa lei.
La cosa che più mi ha stupito è che ha intenzione di riprendere gli studi. Vuole andare all’università per studiare veterinaria. Certo non sarà facile, è pur sempre un campo medico ma lei sembra convinta della scelta. Adora gli animali, anche troppo per i miei gusti!
-Miaoooo!-
-Tzs!-      esclamo infastidito
-Miaaaaoooooo!-
-Uffa stupido gattaccio levati dalle mie gambe! Io sono un cane non lo vedi? Perché continui a farmi le feste?-       sbraito esasperato alla piccola palla di pelo che da una settimana sono costretto a sopportare a casa
Kagome l’ha trovato sotto la pioggia in mezzo la strada. Stavano per investirlo e lei si è buttata tra le macchine per prenderlo. Quella sconsiderata e incosciente!
Da quando l’ha portato a casa quel gatto non fa altro che starmi dietro. Mi salta in braccio, si infila tra le mie gambe e fa le fusa. Una mattina l’ho perfino trovato addormentato sul mio cuscino, accanto al mio viso.
Kagome mi prende in giro dicendo che si è innamorato di me, perché gli opposti si attraggono. Tzs! Che mi tocca sopportare!
-Inu, Chopin, sono a casa!-      
-Miaaooo!!-      
-Ciao piccolo! Hai fatto il bravo con papà InuYasha?-    
-Non chiamarmi padre di quel coso!-      rispondo infastidito
-Andiamo InuYasha…è come se fossimo i suoi genitori dato che lo stiamo crescendo. È ancora così piccolo.-       dice lei prendendolo in braccio 
-E’ lo stesso! Piuttosto, com’è andata oggi a lavoro? Tutto bene?-
-Sì. Rin mi ha anche insegnato come fare la piega col phon e la piastra. Mi diverte questo lavoro.-
-Sicura di farcela sia col lavoro che con l’università?-      chiedo vedendola stanca
-Sì tranquillo ce la faccio amore. Che mi hai preparato di buono oggi?-        domanda fiondandosi in cucina
-Oden, per la tua gioia.-
-Waaaahhhh! Oden oden oden!! Ti adoro InuYasha!-       esulta felice come una bambina saltandomi in braccio
Per adesso sono io a occuparmi di tutto in casa. Kagome è tutto il giorno fuori, tra l’università e il lavoro.
Io mi arrangio con qualche lezione ai bambini un paio di volte a settimana.
Continuo a cercare un lavoro diverso da questo ma lo non trovo. Resta sempre il problema che sono un mezzo demone.
 
Adoro la domenica. È l’unico giorno in cui ho Kagome tutta per me. Mentre lei ancora dorme io esco per andare a comprare la colazione. Kagome va pazza per le brioche così ogni domenica vado a prendergliele. Non so se proprio “casualmente”, incontro Kikyo proprio nel bar sotto casa mia.
-Ciao InuYasha.-      mi saluta lei sorridente
-Ciao Kikyo. Come mai da queste parti?-      le chiedo finto interessato
-Nostalgia delle brioche di questo bar. E poi ad essere sincera voglio farle assaggiare al mio nuovo ragazzo.-     confessa arrossendo
-Ah davvero? Sono felice per te allora. Spero sia quello giusto.-
-Chissà…ci frequentiamo già da un mese ma per adesso le cose sembrano andare bene. Come sta Kagome?-
-Bene. Si è iscritta all’università di medicina veterinaria e in più lavora nel negozio di Rin.-
-E tu? Che fai al momento?-
-Lezioni private ma sono in cerca di altro, come ben sai.-
-Capisco. Ma persevera, vedrai che prima o poi qualcosa ne viene fuori. Ora vado o la mia colazione si fredda. Ciao Inu e salutami Kagome.-         dice correndo in macchina
-Ciao!-         la saluto alzando anche una mano
Quando ritorno  a casa sento una voce bellissima riecheggiare nelle stanze. E’ Kagome che canta sotto la doccia. Si è svegliata presto.
Arrivato vicino al bagno apro la porta ed entro piano. Ha i capelli tenuti su da un fermaglio per non bagnarli. Sta cantando una strana canzone che non ho mai sentito.
 
-Libera
Voglio essere libera
Sarò libera
Muovendomi tra le stelle
Sai, in realtà non sono così lontane
Mi sento così libera
Devo saper essere libera
Per favore
Non svegliarmi dal sogno
Sembra tutto reale
Sono così libera
Nessun bianco e nero nel blu
Tutto è più chiaro ora
La vita è semplicemente un sogno, si sa
Che non ha mai fine
Sto ascendendo…-
 
E’ brava a cantare. Perché con me presente non lo fa mai?
Mi avvicino piano e l’abbraccio mentre l’acqua le bagna ancora la candida pelle.
La sento sussultare spaventata e girarsi di scatto.
-InuYasha! Vuoi farmi venire un infarto?-     
-Scusa non ho resistito. Che cantavi prima?-      le chiedo baciandole il collo che profuma di cocco, come tutto di lei
-Una canzone di The Seatbelts, Si chiama Blue . Non la conosci?-
-No…-      rispondo pensandoci
-Forse perché è una ost di un anime, Cowboy Bebop. Comunque è adatta a me non trovi?-       mi dice sorridendo
-Direi di sì, però tranquilla amore. Quello che stai vivendo non è un sogno, è tutto reale.-       le dico baciandola e prendendola in braccio da dentro la doccia, è ancora gocciolante
La adagio sul letto togliendole il fermaglio tra i capelli e la guardo…quanto adoro il suo corpo!
-Sto bagnando tutto il letto.-        mi dice lei
-Si asciugherà.-       le rispondo aumentando i riscaldamenti al massimo per non farle prendere freddo, anche se dubito che possa sentire freddo nei prossimi minuti
 
-Sai ho incontrato Kikyo giù.-        
-E che ci faceva qui di prima mattina?-       mi chiede sciogliendo di colpo l’abbraccio per guardarmi in faccia truce
-E’ venuta a comprare la colazione per il suo ragazzo.-
-Ma davvero? Ha il fidanzato? Comunque tra tutti i bar di Tokyo e dintorni doveva venire qui a comprarla?-     chiede sospettosa
-Beh lo sai che qui fanno le migliori brioche della città…-
-Che fortuita coincidenza.-
-Dai non essere gelosa Kagome. Non ci siamo detti nulla, anzi ti saluta.-
-Che premurosa.-         risponde atona ristendendosi sul mio petto
-Sai che fai paura quando ti arrabbi?-
-Tu cerca di non farmi arrabbiare così non ti faccio paura.-      risponde scocciata
-Ma che ho fatto io?-       
-Al momento niente ed è meglio che non lo faccia!-
-Ma fare cosa? A me non interessa più tua cugina.-
-Meglio!-
-Miaoooooo.-       miagola la palla di pelo saltando sul letto e venendosi a contendere uno spazio sul mio petto
-Stupido gatto e scendi!-
-InuYasha non maltrattare il piccolo Chopin!-      mi rimprovera lei accarezzandolo
-Ma un nome meno stupido no eh?-
-Che ha Chopin che non va? E poi lui era considerato “il poeta del pianoforte”. Dovresti essere felice di questo nome no?-
-Ma è un gatto! Dovrei essere fiero di un gatto?-
-Non è un gatto. E’ il “nostro” gatto!-
-Miaaaoooo.-
Oh santissimi Kami…che mi tocca subire per amore! Non era forse meglio quando eravamo solo io e il mio pianoforte?
-Ti amo Inu!-         dice lei allungandosi a darmi un bacio a fior di labbra
-Ti voglio bene Chopin!-       continua poi facendo le coccole sulla pancia del gatto che continua a stare sul mio petto insieme a lei
Dopo poco entrambi si addormentano.
Beh…no! E’ decisamente meglio ora rispetto quando ero solo col mio pianoforte. Decisamente! Non sono mai stato più felice come in questi mesi! Anche con questa palla di pelo.












 
 
 
 
 
 
Buon dì ^_^ al momento siamo in una fase di stallo in cui vediamo la loro vita quotidiana ^_^
Dal prossimo cap inizierà la composizione della canzone che Inu dedicherà alla sua amata, canzone che come sapete aprirà le porte del successo nella sua vita ^_^ 
Ma i genitori di Kagome che fine avranno fatto?
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3 

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Capitolo 10
*** Speranze per il domani ***



 
 
Uff quanto è difficile la facoltà di medicina veterinaria! L’avrei fatta più semplice.
È un anno che la studio e ogni giorno che passa mi richiede sempre più energie. Se poi ci mettiamo anche il lavoro, arrivo a casa distrutta la sera.
Sono sdraiata a letto accanto ad Inu e Chopin mentre ripasso per l’esame di domani, ma il sonno vuole impossessarsi di me. Ma non mi avrà! Lotterò!
-Kagome? Ehi tesoro svegliati.-      
A queste parole scatto seduta di colpo lasciando cadere a terra il libro che tenevo in mano.
-Porca miseria! Mi sono addormentata ancora! Uffa!-        mi lamento mentre mi sporgo dal letto per riprendere il libro
-Ma cosa stai studiando di così noioso?-       mi chiede InuYasha intento a leggere un libro d’avventura ambientato nel Sengoku, sicuramente più divertente del mio
-Biochimica veterinaria sistematica e comparata.-        rispondo rimettendomi seduta accanto a lui mentre Chopin si stiracchia e sbadiglia sulle gambe di InuYasha
-Ora mi è chiaro grazie…-      risponde lui con un enorme punto interrogativo sulla testa
-E’ una cosa noiosa amore…difficile e noiosa, ma devo riuscire a concentrarmi. Fortuna che ti ho chiesto di svegliarmi se mi addormentavo.-
-Mi sento in colpa…-       mi confessa chiudendo il suo libro
-E per cosa?-      chiedo confusa
-Se io avessi un lavoro serio non saresti costretta a studiare la sera perché di giorno lavori fino a tardi.-       spiega colpevole
Poso anche io il libro sul comodino, tanto ho capito che non è serata questa per la biochimica.
-Non dirlo mai più, nemmeno per scherzo hai capito? Sono stata io a chiederti di non accettare il lavoro che ti offre tuo fratello, perché sono convinta che presto troverai lavoro come musicista! Adesso sono in tanti a conoscerti grazie alla distribuzione dei tuoi demo e anche grazie a mio zio che sta cercando di aiutarci. Quindi smettila di incolparti di colpe che non hai!-       gli dico prendendogli il viso tra le mani per guardarlo fisso negli occhi
-Non capisco perché non accetti l’aiuto economico di tuo zio Kagome. Non sarebbe meno stancante per te se smettessi di lavorare occupandoti solo degli studi?-
-Non voglio i soldi provenienti dalla famiglia Tama. Voglio farcela da sola InuYasha. Voglio lottare per ciò che voglio e arrivarci senza l’aiuto della mia famiglia.  E poi e me basta avere il tuo sostegno.-
-E lo avrai sempre. Mi spiace solo non essere ancora in grado di mantenerti io.-
-Uff basta parlare di soldi! Ne ho avuti fin troppi tanto da averne la nausea. Sto bene così…mangio correttamente tre volte al giorno, tu e Chopin altrettanto, non abbiamo debiti o bollette arretrate, la casa è nostra dato che l’hai comprata quando ti ho dato l’assegno, la retta universitaria riesco a pagarla…quindi a me va bene così InuYasha. A te no?-
-Non è questo Kagome, cerca di capire. Mi sento quasi inutile verso di te. Il mio stipendio è minimo rispetto al tuo, in pratica sei tu a mantenere me e la palla di pelo canterina, quando dovrebbe essere il contrario.-
-La tua è una questione di orgoglio maschile in pratica?-
-Sì e no. La cosa che più mi spiace è esserti di peso e non poterti aiutare a…-
-Sei un vero idiota InuYasha!-       lo interrompo arrabbiata
-Pe…perché?-        mi chiede quasi intimorito dalla mia reazione
-Non hai capito un bel niente stupido!-       rispondo iniziando a piangere
-No Kagome ti prego non piangere. Ascolta non volevo offenderti, io volevo solo…-
-Non mi hai offesa. Hai detto di essermi di peso perché non mi puoi aiutare…ma tu non hai capito di avermi già aiutata InuYasha? Io…non vivevo. Ero viva ma ero morta dentro. Mi hai risvegliata da un torpore dal quale mai mi sarei ripresa da sola. Mi hai già aiutata ad aprire gli occhi alla vita, possibile non lo capisci? Non ho bisogno di essere mantenuta da te per essere felice, io voglio solo il tuo amore, che è la cosa più preziosa che tu mi possa dare. Solo di questo ho bisogno.-
-Ma io ti amo tantissimo Kagome, più della mia vita! E ma ti farò mancare essere amata. Proprio per questo mi preoccupo per te.-      
-Non devi preoccuparti di questo. Io sto benissimo. E poi non sono mica la prima che studia a lavora per mantenersi. Io lo faccio con piacere perché è una cosa che mi fa capire che sono finalmente indipendente e capace di badare a me stessa…capisci?-
-Va bene tesoro, come vuoi tu. Allora vorrà dire che impiegherò tutte le mie energie per realizzare il “nostro” sogno, perché sembra sia più tu a desiderarlo che io adesso.-         mi dice sorridendo dolcemente
-Assolutamente sì! Devi diventare il musicista più famoso del mondo! Alla faccia di chi ti ha sbattuto le porte in faccia solo perché sei un mezzo demone! Devi dimostrare a tutti quanto vale InuYasha Taisho e di quanto stolti siano stati tutti quelli che ti hanno rifiutato per via della tua natura.-      spiego convinta
-Ti renderò fiera di me allora Kagome!-
-Lo sono già!-       gli rispondo dandogli un bacio prima casto, poi sempre più passionale, finché non finisco a cavalcioni su di lui
-Ma non dovevi studiare?-      mi chiede quando gli lascio riprendere fiato
-Continuerò domani mattina. Ho la testa altrove stasera.-       rispondo ritornando sulle sue labbra mentre lui comincia a togliermi la magliettina del pigiama e ad accarezzarmi i fianchi
Non mi importa di avere soldi in più di quelli che mi servono per vivere. Mi serve solo il tuo amore InuYasha, e nient’altro.
 
 

                                                                              *********************
 


Sentir dire a Kagome che l’unica cosa di cui ha bisogno sono io mi ha reso immensamente felice. Per un ibrido come me è bellissimo essere accettati così incondizionatamente. Oltre la mia natura lei accetta ciò che amo, senza volermene privare, sacrificando addirittura se stessa per aiutarmi a realizzare il mio sogno, che è diventato anche il suo.
In questo anno che abbiamo passato insieme sono accadute molte cose.
Suo zio ha intentato una causa contro la sorella e il cognato ottenendo buona parte delle azioni dell’azienda Tama.
È riuscito perfino a sbatterli fuori dalla casa dove è cresciuta Kagome, diventandone il proprietario e permettendo alla nipote di andare da lui tutte le volte che vuole per suonare il pianoforte di Sota dato che in casa nostra non c’è posto per quel bestione da quasi due milioni di dollari.
Lei e Kikyo sembrano andare d’accordo. Dico sembrano perché lei ne è ancora tremendamente gelosa, soprattutto quando Kikyo parla con me. Ma fin tanto che lei sta al suo posto non ci trovo nulla di male.
Suo zio Noboru le ha proposto di darle dei soldi ma lei li ha rifiutati perché provengono ugualmente dai suoi genitori. Non son darle torto in effetti. L’unica cosa che ha chiesto allo zio è una mano a farmi conoscere come pianista, ma senza troppe raccomandazioni. Ammiro la forza di volontà di Kagome…è una ragazza molto forte.
Nel frattempo la nostra palla di pelo sembra abbia imparato a cantare. Ogni volta che suono al piano lui si piazza accanto a me e comincia a miagolare seguendo il ritmo delle musiche. Se lo raccontassi non ci crederebbe nessuno. Strano a dirlo però, mi sono affezionato anche io a questo gattaccio imbratta divani coi suoi peli.
Kagome dice sempre che siamo i suoi genitori visto che lo cresciamo da quando era poco più che un cucciolo di tre mesi circa, quindi definendomi tale dovrei dire che presto diventeremo “nonni”??? Eh già nonni, visto che lui e la nekomata di Sango, Kirara, si sono accoppiati. Presto Kirara partorirà un gattino mezzo demone. Ci mancava pure questa ovviamente! Come volevasi dimostrare Kagome ne è stata felicissima perché per la prima volta vedrà un mezzo demone animale, e in effetti è lo stesso anche per me. Sango voleva uccidere Chopin quando ha saputo che la sua gattina era incinta. Lo ha rincorso per casa con una padella povero gatto. Si è salvato perché si è nascosto tra le mie gambe, come suo solito, e certo non permettevo a Sango di stramazzare al suolo il mio gatto come fa con suo marito.
Mio fratello mi prende in giro per questo gatto. Si fa di quelle risate quando lo vede corrermi dietro felice. Certo non manca lo sfottimento. Pazienza…felice di tenere allegra la famiglia almeno.
Parlando di famiglia…la madre di Kagome si è presentata una sera a casa nostra, cercando di far cambiare idea alla figlia e farla ritornare con lei nella nuova casa che avevano acquistato, ovviamente lasciando me, si intende. Per quanto odi quella donna mi sono trovato a doverla difendere da Kagome che stava quasi per aggredirla quando le ha detto di lasciarmi. Ricordo ancora quel giorno come fosse ieri…
 
 
Flashback
" - < < Kagome ti prego, torna a casa con me e con tuo padre. Siamo disposti a perdonarti per quello che hai fatto, a patto che tu lasci questo…questo come dire…> > -
- < < Mezzo demone? > > -       prosegue Kagome per lei
- < < Sì cara. Ragiona, che futuro potresti avere con lui? Non ha nemmeno un lavoro, che vita fai con questo essere? > > -
- < < Sicuramente migliore di quella che avrebbe fatto con quel maniaco a cui volevate venderla! > > -      le rispondo tremendamente irritato
- < < Lei si faccia gli affari suoi! È colpa sua! Ha plagiato mia figlia! L’ha perfino costretta a tagliare i suoi bellissimi capelli! > > -       mi inveisce contro la strega
- < < Mamma, esci subito da questa casa! Ti ho fatto entrare pensando volessi chiedermi perdono! Forse avrei anche potuto pensarci su, ma a quanto vedo rimani sempre la solita stronza egoista! > > -       le urla Kagome aprendole la porta di casa per farla andare via
- < < Come osi parlare a me in questo modo? Sono tua madre e non ti permett…> > -
- < < Tu non sai cosa voglia dire essere madre! Sparisci dalla mia vista prima che ti prenda a calci quel culo rifatto e ti trascini per i tuoi tanto amati capelli lunghi! Sono stata chiara? > > -      la interrompe la figlia guardandola furiosa
- < < Sei diventata anche volgare. Che delusione che sei come figlia! > > -
- < < Allora vuoi davvero che ti rompa una gamba non è così? > > -        dice Kagome avvicinandosi minacciosa alla madre che sta ancora seduta sul divano
- < < Kagome calmati! Ferma, ma che vuoi fare? > > -     la fermo io prendendola per le braccia
- < < Buttare fuori la spazzatura ecco che voglio fare! Vattene maledetta! Non ti voglio qui! Sparisci! Non lascerò mai InuYasha per nulla al mondo, figurati se lo faccio per una  come te! Vattene! > > -       le urla dimenandosi come una pazza dalla mia presa, se la lasciassi la picchierebbe senza tanti complimenti
- < < Anni a crescerti per ricevere solo questo. Forse è morto il figlio sbagliato! > > -        dice andandosene finalmente dalla nostra vista   “

 Fine flashback
 
Quel giorno Kagome lo passò a piangere. Ricordo ancora la sua disperazione nel ricordare le parole della madre. Faranno meglio a non avvicinarsi più a lei perché giuro che potrei ucciderli coi miei artigli!
Nei mesi successivi le cose sono trascorse serene. Kagome diventa sempre più bella, almeno per me. Oggi ha ventun anni. Sembra così diversa da quando l’ho conosciuta lo scorso Natale.
Era una ragazza triste e sola, incapace di sapersi gestire, di saper fare le sue scelte, di imporre le sue idee e i suoi desideri.
Oggi invece è l’esatto opposto. Forte, decisa, e soprattutto felice, circondata da tante persone che le vogliono bene.
Tra le prime Sango e Rin, che le sono state accanto nei momenti sia divertenti che tristi. È vero che avrà sempre me però sapere che è circondata da persone che sono pronte ad aiutarla mi fa stare più tranquillo.
Questo sarà il primo Natale che Kagome passerà in allegria. I suoi Natali erano sempre dei ricevimenti noiosi dove non parlava con nessuno, mangiava brindava e poi a letto. Quest’anno non sarà così. Saremo tutti a casa di Sesshomaru e Rin. Ovviamente non mancheranno Sango e Miroku.
Il mio unico problema adesso è…che cosa regalo a Kagome? Non sono mai stato bravo coi regali. Cosa potrei farle? Se anche avessi i soldi, un gioiello non mi sembrerebbe appropriato per lei.
Come ogni volta che ho bisogno di pensare mi metto seduto al piano. Suonare note a casaccio mi aiuta spesso.
-Da quanto non stiamo un po’ soli noi due eh?-      dico al mio pianoforte accarezzando i suoi tasti
Mentre suono riecco che Chopin si mette sotto al piano a miagolare. Mi mancava il gatto canterino.
La cosa strana è che il suo miagolio mi concentra su alcune note che messe insieme fanno una bella melodia. Chissà, magari io e lui potremmo regalare una canzone a Kagome, io suono e Chopin canta.
All’improvviso smetto di suonare perché le risate mi impediscono di proseguire e Chopin mi guarda incuriosito.
Pensare me e il gatto che dedichiamo una canzone a Kagome è proprio il massimo!
Eppure mi è venuta un’ idea! E se regalassi davvero a Kagome una canzone per Natale? Una canzone che parli di quanto la amo magari. Certo il canto non è una delle mie maggiori qualità, però me la cavicchio…spero!
Ma che canzone potrei fare? Certo non una che dice ti amo, ti amo tanto tanto e bla bla bla. Troppo banale.
Le parole che mi ha detto la scorsa notte mi risuonano in testa come per darmi una mano…lei ha detto che da quando mi ha conosciuto è tornata a vivere…ma anche per me è lo stesso. Da quando è entrata nella mia vita mi ha dato una gioia che mai avevo provato. Kagome stessa è la mia vita adesso.
Proseguendo su questi pensieri alcune parole si fanno strada nella mia mente. Queste parole diventano note sulle mie mani. Non sto neppure guardando i tasti, li conosco troppo bene. Con gli occhi chiusi metto insieme parole e note.
Il risultato sembra buono, o almeno l’inizio…
 
Vivo per lei e non ho più battiti regolari al cuore
Solo una febbre che va su fino a 40° e più d’amore
Non mi vergogno a dirlo sai che da Natale scorso in poi
Vivo per lei la notte e il giorno…
Vivo per lei le sere che studia e combatte con il sonno
Poi si addormenta accanto a me col libro aperto per inganno
Io non esisto per i suoi anche se sanno tutto ormai
Sanno che canto, sogno e vivo per lei…
 
Cavolo sembra il riassunto della nostra storia. Potrebbe mai piacerle una cosa che le ricordi i suoi genitori però?
In ogni modo prima devo continuarla perché così non ha molto senso. Devo pensare al resto della canzone prima di Natale.
Un’altra scadenza entro Natale…solo che stavolta non è per insegnarle a suonare il piano per un altro uomo. Se ci penso mi da un fastidio che mi abbia assunto per farle suonare una musica a quell’idiota!
Comunque sia le ho insegnato a suonarlo. È davvero una bravissima allieva. Ha imparato sempre tutto da autodidatta, e così sta facendo col piano. Le ho insegnato le basi, le scale, le pause…ma devo dire che non segue mai uno spartito. Va sempre ad orecchio, non riesco a toglierle questa abitudine. Se non diventa brava a leggere anche gli spartiti non può suonare canzoni che non conosce.
Il giorno di Natale arriva veloce. La mia canzone per Kagome è pronta. La suonerò da Sesshomaru, che ha un pianoforte a coda a casa sua, per la mia gioia.
Spero le piaccia, perché se invece di farle un regalo ottengo l’effetto contrario sarebbe una tragedia!
Kagome ha insistito perché ci portassimo dietro anche Chopin dicendo che anche per lui è festa. Sango ha fatto lo stesso con Kirara e così quei due si sono attaccati tutto il tempo a farsi effusioni. I gatti innamorati…mah! Tra qualche giorno dovrebbe nascere il cucciolo, chissà come sarà. Kirara è color panna con striature nere, Chopin invece è nero con sfumature rossicce. Speriamo il cucciolo non venga deformato, tipo con due teste o roba del genere. Un mezzo demone gatto non l’ho mai visto.
La serata si svolge in allegria. Kagome si diverte molto ed è questo ciò che per me è più importante…vederla felice.
-Inu lo facciamo un duetto al piano? Sango non ci crede che ne sono capace con te!-        mi  viene a chiedere con un finto broncio come i bambini
-E perché non ci credi Sango?-      le chiedo curioso
-Non è che non ci credo, è solo che mi sembra quasi impossibile che dopo solo un anno lei sia in grado di reggere un duetto con te al piano che hai studiato per oltre dieci anni.-
-Mi spiace deluderti ma lei ci riesce eccome! Non chiedermi come caspita faccia però ci riesce!-        ammetto sorridendo
Anche io mi sono stupito quando abbiamo fatto il primo duetto. Già era impossibile ci riuscisse da sola, figuriamoci in due, invece ancora una volta lei mi ha stupito riuscendoci perfettamente. Chi non la conosce potrebbe pensare che abbia suonato da sempre il piano. L’ho detto io che questa ragazza è una strega e non una normale umana.
-Allora fateci sentire un vostro duetto no?-       ci esorta Miroku incuriosito
-Ok andiamo allora..       rispondo dirigendomi al piano insieme a Kagome
Appena ci sediamo decidiamo di suonare una delle mie musiche, la preferita di Kagome…Dearest .
Alla fine del duetto io e Kagome ci giriamo a guardare gli altri che ci osservano sorpresi. Solo dopo un po’ applaudiscono.
-Dio li fa e poi li accoppia! È il caso di dirlo!-        afferma Sango stupita
-Ti avevo detto che è diventata bravissima no? Comunque già che ci siamo…Kagome vorrei darti il mio regalo. Vuoi rimanere qui seduta accanto a me?-       le chiedo guardandola nei suoi bellissimi occhi
-Certo che sì! Non dirmi che vuoi dedicarmi una canzone?-      mi chiede sorpresa
-Indovinato!-
-Whaaaaaa è bellissimo! Una canzone tutta per me! Comincia non sto più nella pelle!-      confessa battendo le mani allegra come una bambina di cinque anni
-Si intitola Vivo per Lei . E ovviamente la mia Lei sei tu Kagome.-  
Inizialmente mi guarda sorpresa per via del titolo, poi sorride aspettando curiosa di sentire la canzone.
Io comincio dalle prime note e dalle prime parole. Tengo gli occhi chiusi mentre la canto, ormai è mia abitudine suonare così, mi concentro meglio sulla profondità del brano e delle parole che le sto cantando.
Ogni singola frase di questa canzone è un pezzo della nostra vita e dei miei sentimenti per lei…la mia Kagome.
Vorrei davvero renderla fiera di me e spero di riuscirci. La amo tantissimo, più di ogni altra cosa al mondo e con questa canzone voglio farglielo capire.
Quando le mie dita si allontanano dal pianoforte mi giro a guardarla e la trovo a fissarmi in lacrime.
-Kagome, tutto bene?-        le chiedo preoccupato
Accidenti come temevo devo averle ricordato dei suoi genitori, maledizione a me!
-E’…è…magnifica InuYasha!-        singhiozza abbracciandomi
-Ma ti ha fatto piangere, scusa non volevo rattristarti.-
-Triste? Ma che dici? Io piango per la felicità! È la canzone d’amore più bella che abbia mai sentito! Forse perché parla di noi ma la trovo straordinaria! E soprattutto sono emozionata perché l’hai dedicata a me. Ne sono felicissima! Un regalo migliore non potevi farmi!-        mi confessa continuando a piangere mentre ride
-Kagome ha ragione. Hai commosso anche me!-       dice Sango asciugandosi l‘angolo dell’occhio col dito
-E’ vero InuYasha…è bellissima questa canzone. Se anche tuo fratello me ne dedicasse una così io morirei!-
-Infatti non te ne dedicherò mai Rin, così eviti di morire.-
-Wow Sesshomaru quanto sei dolce eh? Attento altrimenti ti sciogli troppo.-        replica Miroku
-Monaco deviato del cavolo vuoi vedere quanto duro può essere un pugno di ghiaccio??-
-E finitela voi due! Comunque mio marito non è mai stato un monaco visto che non ha preso i voti alla fine.-
-Difficile pensare Miroku come un monaco servitore del Buddha.-       risponde Kagome divertita asciugandosi gli occhi
-Ehi! E perché mi vedreste così male come monaco buddhista?-
-Ma lo chiedi davvero Miroku?-        chiedo io stupito dalla sua inesistente perspicacia
-Sì perché?-
Tutti scoppiamo a ridere dopo esserci guardati sorpresi…non cambierà mai!
-Grazie amore. Mi hai fatto un regalo meraviglioso oggi. Ti amo!-        mi dice Kagome dandomi un bacio mentre gli altri sono ancora intenti a prendere in giro Miroku
Sono riuscito nel mio scopo…regalare una parte del mio cuore a Kagome con la musica. Anche questo Natale è stato speciale, perché c’è lei.
 
 

                                                               ************************
 

 
Sentire cantare ad InuYasha quella canzone mi ha davvero commossa. Ho pianto come una bambina per tutta la sua durata. Quella canzone parla di noi, di quello che abbiamo affrontato e di ciò che ancora ci aspetta.
Non avrei mai immaginato potesse scrivermi una canzone così particolare. È così piena d’amore che quasi non credo che sia tutto rivolto a me questo bene così prezioso. Il mio cuore è colmo di sentimenti che non conoscevo, e che non credevo potessero esistere.
Mi è stato tolto molto dalla vita, ma altrettanto mi è stato restituito.
E’ stato un anno faticoso ma stupendo, perché al mio fianco ho avuto lui. Non sono minimamente pentita di nulla. Rifarei esattamente tutto da capo se tornassi indietro al giorno in cui ho conosciuto InuYasha.
Ogni volta che lo dico anche a lui mi dice che se tornassi indietro dovrei almeno cercare di non fargli la doccia con la pozzanghera d’acqua che lo ha investito mentre guidavo la Spider di mio padre, io invece lo rifarei volentieri perché è stato grazie e quella pozzanghera che l’ho conosciuto.
Tornati a casa nostra ci laviamo per poi buttarci velocemente insieme nella vasca a fare un bagno rilassante.
-Sono stanchissima!-        mi lamento mentre mi appoggio al suo petto con la schiena
-Per forza, tu e le altre avete cucinato e pulito tutto il giorno. Più che festeggiare avete lavorato.-     mi risponde lui abbracciandomi e appoggiando il mento sulla mia spalla
-E’ normale quando si fa un cenone di quella portata. Tu, tuo fratello e Miroku mangiate come lupi…-
-Cani prego! Io odio i lupi quindi non paragonarmi a loro!-      risponde stizzito schizzandomi col dito un po’ d’acqua sul viso
-Come osi schizzarmi?-       gli dico prima di voltarmi appena verso di lui e ricambiare il suo gesto lanciandogli uno schizzo a mia volta
-Ehi vuoi la guerra per caso?-      risponde lanciandomi stavolta più acqua di prima con l’intero palmo
-Ok l’hai voluto tu!-        dichiaro prendendo uno dei catini che usiamo per sciacquarci prima del bagno
Lo riempio e gli rovescio tutta l’acqua in testa soddisfatta.
-Non vale così però!-      si lamenta scrollandosi la testa e le orecchie come i cani
-In amore e in guerra tutto è lecito mio caro!-        rispondo con un ghigno di pura malvagità
-Allora se la metti così…-        ribatte afferrandomi per i fianchi e riportarmi con la schiena contro il suo petto
Con questo gesto mi fa ben sentire che “qualcuno si è svegliato”.
-E sentiamo…questo cos’è amore o guerra?-        gli chiedo quando le sue labbra si poggiano sul mio collo, iniziando a salire sul mio orecchio che comincia a leccare
-Tu che dici?-       mormora con voce roca, mentre le sue mani scivolano sui miei seni, sul mio ventre e più giù
-Direi che tra un po’ ci saranno entrambi.-       rispondo sollevandomi quel tanto che basta per mettermi meglio su di lui
-Risposta esatta!-       afferma divertito. Stavolta è lui quello che ride soddisfatto contro il mio collo
Io inclino la testa indietro poggiandola sulla sua spalla, voglio le sue labbra sulle mie. I suoi baci sono l’aria che respiro, senza ne morirei.
E dopo stasera, ne sono ancora più convinta. Quella canzone mi ha dato emozioni strane. E’ stato come toccare il suo cuore mentre lui toccava il mio.
Lo amo così tanto che credo potrei impazzire d’amore. La mia vita è completa da quando ho conosciuto InuYasha. Però per avere una felicità piena al 100%  mancano due cose…che spero si realizzino un giorno.
 
-Credo dovresti incidere la canzone che hai scritto. Secondo me piacerà molto agli innamorati. Ne venderesti milioni di copie.-        gli dico mentre mi pettino i capelli ancora bagnati, che sono fatti già fin troppo lunghi dopo appena un anno
Cavolo, pensavo fosse una credenza popolare quella che se li tagli allungano prima, invece è successo davvero. Dovrò tagliarli di nuovo mi sa.
-Non lo so. L’ho fatta per te. Non vorrei sminuirne l’importanza usandola così.-
-Per me invece sarebbe come se gridassi al mondo quanto mi ami. Non la sminuirebbe affatto essere mandata in onda in tutte le stazioni radio. Pensaci! La canzone è più facile da usare rispetto ad una musica al piano. È più facile da sfruttare perché arriva all’orecchio di tutti rispetto le musiche da concerto. Sarebbe un modo per farti conoscere no?-
-In effetti forse non è una cattiva idea la tua. Se la cosa funzionasse potrei continuare fino a fare dei veri concerti e non solo nei teatri.-       considera riflettendoci mentre anche lui si da un colpo veloce di spazzola ai lunghi capelli d’argento umidi
-E’ esattamente ciò che penso io amore! Appena finiscono le feste incidi la canzone suonandola al piano. Se poi la trovano interessante si passerà ad inciderla nelle sale di incisione con l’aggiunta di altri strumenti.-         gli dico avvicinandomi a lui e pettinandogli con più cura i capelli
-Ma che fai?-       mi chiede sorpreso
-Ti pettino io. Tu non dedichi tempo a questi poveri capelli. Sono pieni di nodi. Devi pettinarli col pettine non con la spazzola.-
-Deformazione professionale la tua immagino.-       risponde ridendo
-Può essere. A forza di pettinare e tagliare capelli tutti i giorni mi viene voglia di farlo anche con te. Chissà come staresti coi capelli corti.-
-Non azzardarti a pensare di tagliarmi i capelli! Anche perché le forbici non riuscirebbero a tagliarli lo sai. I demoni della famiglia Taisho li hanno sempre portati lunghi, è un nostro vanto avere capelli tanto robusti e lucidi. Sarebbe un sacrilegio tagliarli!-           ribadisce scocciato
-Ok ok. Dicevo tanto per dire. Non farne un tragedia dai. Ora sta fermo o non riesco a sbrogliare tutti i nodi. Comunque da oggi in poi mi occuperò io dei tuoi capelli, perché se come sono sicura accadrà diventerai famoso devi avere un aspetto impeccabile. Magari col look da bello e dannato. I capelli lunghi ben si prestano a questa tipologia di persone.-
-Bello e dannato? E per quale motivo dovrei dare quest’impressione scusa?-
-Le ragazze impazziscono per questo genere di uomini. Che vuoi farci…-
-E tu?-       mi chiede voltandosi a guardarmi
-Io? Impazzisco solo per te! Qualunque aspetto tu abbia.-       rispondo fissando i miei occhi nei suoi
-Anche quando una volta al mese divento umano o peggio ancora quando mi arrabbio un demone completo?-
-Sempre InuYasha. Tu mi piaci sempre! Anche se questo è l’aspetto che più preferisco perché posso toccarti queste orecchiette che adoro da matti!-       rispondo allungandomi ad accarezzarle dolcemente
-Se mi tocchi così lo sai che succede…-        mi avvisa chiudendo gli occhi e godendosi le coccole
-Oh sì che lo so! Però magari prima asciughiamoci, io sono ancora tutta bagnata.-
-C’è il doppio senso?-      chiede malizioso riaprendo un occhio per guardarmi
-InuYasha! Ma che dici? Non dicevo in quel senso…-       rispondo imbarazzata
Certe cose mi fanno ancora questo effetto. Non sono ancora abituata alle sue frasi tanto esplicite.
-Io invece dico di sì. E sai che non mi sbaglio mai.-       dice avvicinandosi e infilando una mano sotto al mio asciugamano
-Visto che avevo ragione?-       ripete con un sorrisetto compiaciuto sulle labbra dopo avermi toccata dove solo lui può
-Mannaggia, mi dimentico sempre del tuo sensibile fiuto. Mi freghi ogni volta!-        ribatto avvolgendo le braccia al suo collo mentre lui mi prende in braccio e mi porta a letto
Credo che non mi riposerò per niente stanotte, ma va bene anche così.
Mi auguro che la mia idea non faccia un buco nell’acqua. La sua canzone è bellissima e lui e bravissimo, per questo sono convinta che farà successo.
 
Nei giorni successivi InuYasha ha inciso la canzone Vivo per Lei e ha cominciato a lasciare il suo demo-tape in giro. Mio zio ha detto che parlerà con un suo amico che lavora in radio, più precisamente ne è il proprietario. Tramite lui dovrebbe essere più facile far conoscere InuYasha. E’ vero che non voglio un aiuto economico da parte di mio zio ma una buona parola posso anche lasciargliela mettere. In fondo InuYasha è bravo  e nessuno più di lui merita un aiuto. La sua natura lo discrimina molto quindi sperare che lo notino solo per la sua bravura è inutile. Quindi a mali estremi, estremi rimedi! Del resto non ho nulla contro mio zio. Anche lui è stato una vittima come me quindi il suo aiuto posso anche accettarlo. Ma lo faccio per InuYasha altrimenti eviterei perfino di chiederglielo. Lui merita una possibilità.
Kirara ha avuto il cucciolo, una piccola gattina dal pelo nero e rosso, con due code come la madre. L’abbiamo regalata a Shiori perché ha insistito tantissimo col padre. Almeno ora anche InuYasha può prendere in giro Sesshomaru sul fatto che un cane si occupa di un gatto come un figlio.
Oggi mio zio mi ha chiamata chiedendomi se potevo andare da lui in ufficio alla Tama.
Ha ottenuto, grazie ai suoi avvocati, il ruolo di presidente dell’azienda. I miei genitori hanno mantenuto il posto di azionisti ma nient’altro, quindi non li incontrerò per fortuna.
-Buon giorno Sayuri. Ho appuntamento con mio zio. È libero?-      chiedo alla segretaria
-Certamente. La stava aspettando signorina. Vada pure.-
-Cielo Sayuri hai la mia età non darmi del lei mi fai sentire vecchia!-      le dico sorridendo
-Scusami…-
-Figurati. Chiamami solo Kagome però da adesso.-
Quando entro in ufficio dopo il permesso di mio zio mi accomodo, pronta a sentire ciò di cui mi vuole parlare. Spero non riguardi i miei genitori perché non voglio saperne niente!
-Come stai Kagome?-
-Tutto bene zio grazie. Tu e la zia?-
-Anche noi bene, quella che non sta bene è Kikyo.-      mi rivela dispiaciuto
-Perché cos’ha?-
-E’ stata lasciata dal suo ragazzo la settimana scorsa. Ma la cosa peggiore è che lei è incinta e non vuole farlo sapere al padre. Non so più come convincerla che non è giusto nasconderglielo, però mia figlia è testarda e vuole punirlo così.-
-Perché punirlo?-
-Perché lui l’ha tradita con un’altra donna e poi l’ha lasciata. Quando ci ha detto che era incinta le abbiamo consigliato di abortire ma lei si è rifiutata categoricamente. Le abbiamo allora detto che doveva dirlo al padre per il successivo riconoscimento ma lei si è opposta anche a questo. Quella ragazza mi fa disperare. Vuole fare tutto da sola.-
-Perdonami zio però mi trovi d’accordo con Kikyo. Riguardo l’aborto le do pienamente ragione. Lei è benissimo capace di occuparsi da sola di suo figlio anche senza quel bastardo accanto. E poi ci siete tu e la zia con lei, e volendo anche io e InuYasha, non sarà mai da sola.-
-Grazie Kagome, però resta il fatto che non è giusto nascondere ad un padre il proprio figlio, anche se è un grande bastardo che vorrei strozzare con le mie mani, non è detto che non sarà un buon padre.-
-Per adesso lasciatela fare. Magari poi col tempo sbollendo la rabbia cambia idea. La sua è una reazione normale.-
-Già. Comunque veniamo a noi. Ti ho chiamata perché ho novità per te e per il tuo ragazzo.-
-Davvero? Che novità?-      chiedo ansiosa e incrociando le dita
-Il signor Takahashi, presidente di una casa discografica, vuole conoscere InuYasha. Ha ascoltato la canzone che gli ha passato il mio amico Toshio, il proprietario di quella radio che ti dicevo, e sembra esserne interessato. Ha un appuntamento con lui per lunedì.-       mi informa sorridendo
-Davvero? Ho davvero capito bene ciò che hai detto? Il presidente di una casa discografica?-      ripeto incredula
-Sì hai capito bene. Avvisa il tuo ragazzo e mi raccomando fatemi fare bella figura perché gliel’ho presentato come mio nipote.-
-Zio sei grande! Grazie grazie grazie! Te ne sarò eternamente grata!-     urlo andando ad abbracciarlo
-Di nulla Kagome. In fondo devo a te il mio posto in questa azienda. Se non mi avessi fatto sapere tutto non mi troverei qui. È giusto ricambiare il tuo aiuto.-
-Zio tu non sai che grande aiuto mi hai dato! Potrebbe realizzarsi il sogno di tutta la vita di InuYasha, che è molto più di uno stipendio a nove zeri.-
-Ne sono felice. Sappiate sfruttare questa opportunità mi raccomando.-   
-Contaci! Corro a dirlo ad InuYasha. Ancora grazie!-         lo ringrazio andandomene felice
Sono così entusiasta che mi faccio tutta la strada del ritorno di corsa. Chissà che dirà InuYasha quando lo saprà!
Arrivo a casa col fiatone, tanto che InuYasha si preoccupa.
-Kagome che c’è? Perché sei venuta di corsa? E’ successo qualcosa?-       mi chiede preoccupato
-No…lunedì…appuntamento…discografica…-       rispondo cercando di riprendere fiato
-Che???-         chiede non avendo capito nulla della frase che ho detto
-Lunedì…hai appuntamento…con una…casa discografica!-       ripeto più lentamente buttandomi sul divano
-Cosa hai detto?-         domanda scioccato dalla mia notizia
-Lunedì hai appuntamento col proprietario di una casa discografica InuYasha! Me lo ha detto poco fa mio zio.-
-Io…non ci credo!-
-Invece è vero. Il tuo sogno sta per realizzarsi InuYasha! Ti farai conoscere prima come cantautore e poi anche come compositore.-
Il suo viso è una maschera di stupore. Non si sarebbe aspettato che davvero mio zio ci avrebbe aiutati.
-Allora? Non dici niente?-       gli chiedo vedendolo immobile a fissarmi
-E’ una notizia bellissima Kagome! Grazie!-        risponde abbracciandomi con forza
-Non ringraziarmi. Te lo meriti!-
Te lo meriti eccome amore mio. E il giorno che finalmente realizzerai il tuo sogno io sarò al tuo fianco!
 
 
 














 
Ciao ^_^
La canzone è stata realizzata. Lo zietto si è reso utile ^_^
Manca poco e anche questa storia arriva al capolinea T_T
E va beh…l’importante per me è terminare sempre ciò che comincio ^_^ le cose fatte a metà non mi sono mai piaciute ^_^
Vi lascio con la foto di Kagome che pettina Inu dopo il bagno  ^_^ che carinooooo *___*
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3 


p.s. : e se volete  QUI   trovate la foto della gattina di Kirara e Chopin ^_^ calza a pennello ^_^







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Capitolo 11
*** Un desiderio avverato e un sogno da realizzare ***


 

Il lunedì tanto atteso è finalmente giunto. Mi sento terribilmente nervoso!
Oggi si deciderà la mia vita, a anche quella di Kagome. In base alla mia riuscita potrei darle tutto ciò di cui necessita senza dover fare tanti sacrifici.
-InuYasha tutto bene?-
-Insomma. Sono nervoso Kagome.-
-Tranquillo sono sicura che andrà tutto bene!-      mi rassicura lei prendendomi la mano
-Signori Taisho potete entrare. Il signor Takahashi vi aspetta-       ci avvisa la segretaria
Attendiamo nell’ufficio di questo presidente già da quasi un’ora. Certo come inizio non c’è male.
Speriamo bene!
-Ha detto “signori Taisho”.-         mi fa notare Kagome sorpresa
-Perché ne sei sorpresa?-       chiedo confuso
-No niente. Su andiamo dai…-        dice con tono un po’ scocciato
Ma che ha?
-Buon giorno signori. Prego accomodatevi!-       ci dice il presidente accogliendoci
-Buon giorno signor Takahashi, è un piacere conoscerla. Io sono Kagome Higurashi mentre lui è InuYasha Taisho.-        ci presenta lei spigliata
Io invece quasi non riesco a spiaccicare parola dalla tensione.
-Lei è la nipote di Noboru Tama e figlia del primo ministro Higurashi non è vero?-
-Sì è così. Spero che questo fatto non crei problemi nella sua valutazione sulle capacità del signor Taisho comunque. Ci tengo a tenere le due cose divise.-
-Ovvero non volete essere agevolati dal suo importante lignaggio se ho ben capito.-
-Esattamente signore. Ci tengo al suo parere su di me, ma non in quanto compagno di una persona importante, ma solo per i miei meriti.-      intervengo io per far vedere che anche io parlo
Se non mi do una svegliata potrebbe farsi strane idee.
-Vi fa onore questo, è già un punto in vostro favore. Credetemi, io odio i raccomandati. Quando mi è stato fatto il nome Tama ho subito pensato a dei raccomandati senza arte né parte. Ho comunque ascoltato il cd datomi dal mio amico Toshio, e devo dire che l’arte e la parte qui ci sono entrambe. Ciò che mi infastidiva era la raccomandazione di un personaggio parecchio conosciuto. Ma se la mettete così non fate altro che starmi simpatici quindi passo subito ai fatti senza preamboli. Dunque questo singolo mi piace signor Taisho. Lo trovo molto orecchiabile e sono sicuro che andrà benissimo nel mercato musicale in cui vanno per la maggiore le canzoni strappa lacrime su amori difficili o impossibili.-
-Noto che lei non è un grande amante di questo genere non è così?-
-Ha perfettamente ragione signorina Higurashi. Sono più per la musica classica, peccato che non la segua nessuno dei giovani purtroppo. Tendono al rock, pop, metal, a seguire band di ragazzi conciati in modi strani e così via. Ma il mio lavoro impone di spaziare tra tutti i generi esistenti e su i vari cantanti e gruppi.-
-Allora su questo credo io e lei siamo d’accordo. Io amo la musica da opera. Non per nulla sono specializzato come pianista. È stata la mia fidanzata a propormi di usare questa canzone per farmi notare. L’ho scritta solo come regalo per lei, ma trovandola carina ha pensato di poterne sfruttare sia il testo che la musica.-        spiego comprendendo le sue parole
Certe schifezze non sono nemmeno degne di essere chiamate musiche o canzoni. Sono solo suoni senza senso pieni di frasi incomprensibili e urla inutili, dove l’unica cosa che spicca sono bei ragazzi conciati strani e ragazze che ballano mezze nude.
-Questa potrebbe essere una buona occasione per creare qualcosa di diverso signor Taisho. Ha mai pensato di creare colonne sonore per film, telefilm e cose del genere? Sa, vanno molto di moda per chi ama il classico strumento come il pianoforte, il violino o il flauto. Ed è un lavoro ben retribuito.-
-Sinceramente non ci ho mai pensato. Però la trovo una buona idea.-       ammetto pensandoci
-Bene ne sono felice perché ho già ciò che fa per lei. Ci sono in produzione diversi anime che necessitano di musiche. Se non erro lei è anche un compositore no? Se la sente di creare musiche per questo genere?-
-Io? Comporre da solo delle musiche? Ma certo che sì! Non chiederei di meglio!-        esclamo sorpreso ed entusiasta
-Il primo passo da fare comunque è registrare la sua canzone alla SIAE e cominciare a produrre il singolo. E se come spero venderemo molte copie del cd si prepari a creare anche altre canzoni per realizzare un album. Ha un ottimo potenziale signor Taisho, come pianista, come compositore e come cantante. Direi che da qualche parte dovrei ben riuscire a farle fare carriera. Sembra lei abbia studiato musica a 360°. Fossero tutti così i giovanotti che chiedono di diventare famosi.-         dice lui con sarcasmo
-La ringrazio per la fiducia e per i complimenti signor Takahashi! Ne sono davvero onorato!-
-Si figuri. Mi stupisce che un artista come lei non abbia trovato prima un lavoro in questo campo però.-
-Vede signore, il fatto è che il mio ragazzo è sempre stato giudicato per il suo aspetto, o meglio per la sua natura, e mai per le sue doti. Sono anni che tenta di trovare un qualunque lavoro in ambito musicale ma gli hanno sempre chiuso le porte in faccia.-         gli spiega Kagome con amarezza
-Certo posso capire. Nonostante la modernità della nostra società si tende ancora a guardare con disprezzo i mezzo demoni, perché si ha sempre la convinzione che possano perdere il controllo e impazzire. Anche a me è capitato questo destino infausto purtroppo.-
-Che significa? Lei non mi sembra un mezzo demone.-        chiedo sentendo meglio il suo odore
-Infatti io sono umano ma non la mia compagna, di conseguenza nostra figlia è un han’yō  e purtroppo ogni giorno subisce vari attacchi verbali per il suo aspetto da ibrido, quindi vi capisco. Bene vorrà dire che mi impegnerò ancora di più per il suo successo signor Taisho. Faremo vedere alla gente quanto può valere un mezzo demone!-
-Le sono davvero grato per l’opportunità signor Takahashi!-         gli dico stringendogli la mano
Dopo le formalità coi documenti vari mi spiega come procederanno le cose. Prima inciderò la canzone e poi comporrò le musiche per gli anime. Non mi sembra ancora vero che il mio sogno sta per realizzarsi. Comporrò delle musiche tutte mie e non importa per cosa saranno usate. Ma cosa ancora migliore…guadagnerò tantissimo!
 
Nei giorni successivi ho inciso la canzone e il video che sono andati subito in distribuzione e in pubblicità per tutte le reti musicali.
-InuYasha! Ci sei riuscito! Ha chiamato il signor Takahashi…dice che il tuo singolo è tra i primi in classifica in una settimana! È al secondo posto!-       mi avvisa Kagome felice
-Al secondo posto in una settimana? Wow!-       riesco solo a dire
Non mi aspettavo certo di fare così velocemente!
-Io lo sapevo che ci riuscivi amore! Ne ero sicura!-      dice entusiasta saltellando per la stanza
La settimana dopo io e Kagome eravamo ancora più felici perché il singolo Vivo per Lei era al primo posto e vi è rimasto per i tre mesi successivi.
Non riuscivo a credere ai miei occhi. In pochissimo tempo mi sono trovato casa invasa da adolescenti in piena crisi ormonale che mi chiedevano perfino di sposarle o baciarle. Ma sono completamente folli le ragazzine?
Kagome ha uno sguardo truce ogni volta che le incontra. Ci manca poco che imbracci un fucile per farle tutte fuori. E guai  a me se rido divertito per le sue scenate di gelosia…corro il rischio di essere io quello fucilato!
 
-Ma guarda chi si vede! Il divo del momento si ricorda ancora di noi!-        esclama Sango quando mi vede entrare nel suo locale
-Ssshhh…non gridare Sango! Sono uscito perché non mi hanno riconosciuto in forma umana. Se mi riconoscono qui sono rovinato!-         gli spiego distrutto
-Hai voluto la fama no? Queste sono le conseguenze mio caro!-       risponde lei con fare saccente
-Che darei per essere al tuo posto! Tutte quelle orde di ragazzine in calore pronte a dartelaaaaaaaahhhhhhhhhhiiiiiiii!!!!! Sango mi vuoi rompere la testa?-       chiede alla moglie dopo essere stato colpito dal solito vassoio di metallo
-Sei un idiota! Maniaco! Porco! Pervertito! In questi anni non sei cambiato per niente!-     gli urla lei furente
-Ma io sono cambiato Sanguccia mia. Sono fedele! Non lo ero mai prima di conoscerti.-        si giustifica il mio amico
-Tu sei fedele solo perché io ti sto dietro tutto il giorno con un’ arma sempre pronta a colpirti.-    replica Sango
-Uffa ma che cattiva che sei però!-
-Ahahaha dai ragazzi smettetela. Mi state facendo morire!-         dice Kagome piangendo dalle risate
-Beata te che lo trovi divertente Kagome! Io invece lo trovo deprimente essere sposata con un maniaco del genere!-          ribatte Sango con espressione omicida
-Ma ti ama dai. Lui parla parla ma poi alla fine non fa nulla.-
-Grazie mia cara Kagome! Che ne dici se per ripagarti della fiducia ti concedo l’onore di avere un figlio?-     chiede l’idiota prendendole le mani
-Ehi! Non esagerare ora!-       rispondo colpendogli la mano
-Non essere geloso amico. Io scherzo.-
-Tzs…non si sa mai con te!-    
-Ma ce l’avete tutti con me oggi?? Me ne vado ecco!-
-Bravo togliti dai piedi maniaco! Stasera facciamo i conti anche per quello che hai detto a Kagome! Ti farò vedere cosa significa essere sposato con me!-       lo minaccia Sango
Povero Miroku non immagino cosa gli farà Sango stasera.
La mia attenzione viene attirata però da Kagome, ha un’espressione strana mentre guarda quei due.
Ma cosa avrà in questi giorni?
 

 
                                                                              ***********************


 
Vedere Sango e Miroku litigare come una felice coppietta mi ha dato una strana sensazione. Mi ritrovo ad invidiarli. Soprattutto perché loro possono dire “marito” e “moglie”. Io invece devo usare la parola “compagno” o “fidanzato”.
È più di un anno che io e InuYasha viviamo insieme però non ha mai parlato di matrimonio.
Lo so è una cosa stupida volere il matrimonio quando già viviamo insieme come marito e moglie però…io vorrei sposarmi, indossare gli abiti tradizionali di una sposa con un bel kimono bianco, avere la benedizione dei Kami sulla nostra unione, portare il suo cognome e poi magari avere dei figli, ma InuYasha sembra non pensare mai a queste cose. Non sento in lui il bisogno che ho io di rendere ufficiale la nostra unione.
È da un po’ che ci penso ormai. Quando quel giorno la segretaria del signor Takahashi ci ha chiamati signori Taisho mi si sono illuminati gli occhi per essere stata scambiata per sua moglie, peccato che InuYasha non lo abbia minimamente capito.
Vorrei prendere l’argomento con lui però non so come la pensa. Temo possa sentirsi pressato da me. In fondo ci conosciamo da solo un anno e mezzo e il matrimonio è un passo importante, io però mi sento pronta. Sono sicura che l’unico uomo della mia vita sarà InuYasha. Ma lui cosa pensa di me?
-Kagome…tutto bene? Mi sembri pensierosa…-       chiede lui sentendomi assente
-Oh sì tranquillo, sono solo un po’ stanca. Senti domani vado a trovare Kikyo, tu vuoi venire?-
-Non posso mi spiace. Devo preparare le canzoni per l’album. Sarò parecchio impegnato nei prossimi giorni purtroppo.-
-Ok non preoccuparti. L’importante è che tu dia il meglio di te stesso amore.-       gli dico sorridendo
Un sorriso che nasconde i miei pensieri e i miei dubbi.
Questa storia della celebrità mi si sta ritorcendo contro.
Ero così felice che InuYasha realizzasse il suo sogno che non ho minimamente pensato che questa cosa lo avrebbe allontanato da me.
Ogni giorno ha un nuovo impegno che lo tiene agli studi di incisione. Lo vedo poco e la sera è così stanco da crollare senza forze. E’ quasi un mese che non ci scambiamo nemmeno un vero bacio. Ho paura che non mi desideri più.
Forse è questo che mi fa pensare di continuo al matrimonio, come una garanzia per saperlo legato a me.
Certo quelle troiette che si lanciano ai suoi piedi ogni giorno sventolandogliela davanti ad ogni occasione non mi sono d’aiuto. Lo ammetto, sono terribilmente gelosa!
-Torniamo a casa tesoro? Sono stanchissimo anche io.-      mi dice scrocchiandosi le ossa delle spalle
Ecco ti pareva che non fosse stanco anche oggi.
-Sì andiamo. Sango Miroku noi andiamo. Ci vediamo, e mi raccomando Miroku non farti uccidere stasera!-      gli dico divertita
-Oh tranquilla dolce Kagome, la mia mogliettina mi ama troppo per uccidermi.-       risponde lui sorridendo
-Questo fallo decidere a me porco!-      replica lei ancora offesa
-Dai tesoruccio sono sicuro che stasera mi farò ben perdonare come sai…-      le dice malizioso mentre Sango diventa rossa per l’imbarazzo
-I…idiota!-      urla lei schiaffeggiandolo
Ah beati loro…quanto li invidio!
Arrivati a casa ci buttiamo a letto…e domani è un altro giorno disse Rossella O’Hara.
-Buona notte amore.-      gli dico mettendomi comoda sotto le coperte
-Buona notte? Eh no mia cara stasera niente nanna!-      mi dice togliendomi le coperte di dosso e mettendosi su di me, cominciando a baciarmi il collo
Non è che sto già dormendo e lo sto sognando?
-Ma, non hai detto di essere stanchissimo?-      chiedo confusa abbracciandolo mente mi perdo nei suoi baci
-Sì ma la voglia di te è più forte della stanchezza!-        risponde togliendomi velocemente il pigiama
-Non sai quanto ne sia felice. Mi mancavi!-     ansimo sulle sue labbra quando sento le sue dita dentro i miei slip
Senza gli artigli le sue dita sono davvero una cosa fantastica. Il non dover calibrare la sua forza mi da un piacere infinito, o forse sono io che me lo sto godendo di più perché mi mancava.
Oh no! Sto diventando come Miroku temo! Ma in fondo che male c’è a desiderare il proprio compagno?
So solamente che voglio godermi appieno questo momento perché chissà quando accadrà di nuovo.
 
-Caspita Kagome…non sapevo avessi gli artigli come i gatti!-        mi dice divertito quando si sdraia accanto a me
-Perché?-       chiedo curiosa
-Mi hai lasciato il tuo marchio addosso.-        mi dice voltando la schiena e mostrandomi dei graffi quasi sanguinanti
-Oh Kami! Mi…mi dispiace! Aspetta ci metto l’acqua e li disinfetto subito!-         dico alzandomi ma lui mi riafferra e mi attira su di sé
-Non ce n’è bisogno sciocchina! Domani quando ritornerò alla mia forma normale non ci saranno più, e in ogni caso mi sono piaciuti!-         mi dice malizioso
-Ti piace il dolore per caso?-        domando perplessa
-Ma no che hai capito! Intendevo dire che ho sentito tutta la tua passione. Ti sei aggrappata a me come se temessi che potessi scappare o come se fosse l’ultima volta.-
-…-             in effetti, ma certo a lui non posso dirlo
-Kagome? Non mi piace questo silenzio. Aspetta, non mi dirai che…lo hai pensato davvero?-          chiede fissandomi severo negli occhi
-Beh ecco, non proprio come lo hai detto tu però…-
-Cosa cosa? Da quando fai questi pensieri? Per quale motivo dovresti avere paura che sia l’ultima volta scusami? Non vorrai mica lasciarmi?-        mi domanda preoccupato
-Ma assolutamente no! Come ti vengono queste idee? E’ solo che…ultimamente ti ho sentito più lontano da me, di giorno…come di notte ecco…-         cerco di spiegargli anche se con un lieve imbarazzo
Non dovrei vergognarmi di parlare con lui di queste cose però è più forte di me.
-Non capisco. Ti riferisci al fatto che la sera crollo di sonno e quindi non lo facciamo?-
-No non mi riferisco proprio a quello. Il fatto è… che ho paura ti allontani da me, cominciando da quello. Che magari a forza di vedere tutte quelle ragazzine così giovani e belle non trovi più me interessante.-
-Interessante? Kagome io non ti ho mai trovata interessante. Io ti amo che è ben diverso! Ma come ti sono venute queste stupide idee in testa? Non mi pare di averti dato motivo di pensarle certe cose no? Se la sera non ti do le stesse attenzioni che ti davo prima è perché questi giorni sono molto stancanti per me non certo perché quattro sgallettate mi vengono dietro. Sinceramente mi sento un po’ offeso da questa tua insicurezza sai? Non hai fiducia in me per caso?-            mi chiede con tono deluso
-Che cosa? Assolutamente no credimi! Quella in cui non ho fiducia sono io. Temo di poterti stancare un giorno…tutto qua!-       spiego quasi in procinto di piangere
-Perché diavolo dovrei stancarmi di te Kagome?-
-Perché forse non sono un granché. Io lo capisco che non sono una di quelle donne forti come Sango, o belle come mia cugina ma…-
-Su questo ti do pienamente ragione! Tu non sei affatto come loro!-       mi interrompe lui dicendo una frase che quasi mi trafigge, ma poi prosegue…
-Infatti tu sei molto più forte di Sango e più bella di Kikyo, più dolce di chiunque, coraggiosa, intelligente, semplice…sei una donna straordinaria Kagome, e mai potrei trovare una persona migliore di te perché sono sicuro che non esiste! Non pensare mai più di non essere un granché come ti sei definita o mi farai davvero arrabbiare capito? Io ti amo e non smetterò mai di farlo!-     mi dice facendomi scoppiare a piangere come una cretina
E io chissà che pensavo!
-Perdonami InuYasha! Sono una stupida! Mi dispiace! Ti prego scusami!-       gli chiedo gettandomi sul suo petto piangendo disperata
-Kagome…non pensare mai più cose del genere perché io ti amo più della mia vita. È così oggi e lo sarà anche domani!-        risponde abbracciandomi forte
Incapace di rispondere annuisco e basta. Non capisco cosa mi sia preso. Non so perché ho reagito in maniera così spropositata.
Quando mi sono calmata InuYasha ha ricominciato a coccolarmi con baci e carezze finché non mi sono addormentata.
Credo di averlo deluso col mio comportamento. Mi dispiace tantissimo.
Il giorno dopo mi risveglio da sola, lui non c’è, dev’essere uscito presto a causa delle registrazioni del suo album.
Oggi non sto molto bene. Mi sento giù di morale. Sarei dovuta andare a trovare mia cugina ma non ci riesco, preferisco starmene a letto, così mi riaddormento. È bello restare a poltrire sotto le coperte ogni tanto.
 
-Kagome? Kagome?-         mi sento chiamare dolcemente dal mio principe in attesa di una risposta
-Sì che lo voglio InuYasha!-      rispondo sorridente saltandogli in braccio
-Vuoi che cosa?-        mi chiede lui
-Sposarti!-        dico sorpresa dalla sua domanda
-Kagome ma stai sognando? Svegliati. Stai male? Perché sei ancora a letto?-
A queste parole apro gli occhi di scatto. Stavo sognando? Accidenti! Mi pareva troppo bello che InuYasha mi chiedesse di sposarlo.
-InuYasha! Come mai sei già qui?-     chiedo stropicciandomi gli occhi ancora assonnata
-Come di già? Ma sai che ore sono?-       mi domanda sedendosi accanto a me
-No, che ora è?-
-Sono le otto e mezza passate, di sera. Non ti sei alzata nemmeno una volta dal letto? Sei ancora nuda come ti ho lasciato stamattina. Che hai?-       mi chiede toccandomi la fronte per controllare se ho la febbre
-Le otto e mezza? Ho dormito dodici ore di filato?-      grido scattando giù dal letto come una furia e fiondandomi in bagno per fare una doccia
-Di più se consideriamo anche le ore di ieri notte. Ma vuoi rispondermi Kagome? Stai male?-       mi ridomanda seguendomi in bagno
-No no tutto bene tranquillo. Solo svogliatezza immagino. Tutto qui.-        rispondo insaponandomi i capelli
Oh beh proprio bene non sto. Il sonno mi fa chiudere gli occhi anche quando lavoro. E’ un periodo stressante questo, soprattutto all’università. Gli studi si fanno di volta in volta più impegnativi.
Quando finisco la doccia vedo InuYasha guardarmi dubbioso. Ma è rimasto tutto il tempo a fissarmi?
-C’è qualcosa che non va InuYasha?-       
-No Kagome. Tutto bene. Asciugati bene e non prendere freddo, io vado a preparare qualcosa per la cena.-      mi dice avvolgendomi con l’accappatoio, per poi dirigersi in cucina
Ma che gli è preso? Non è che ce l’ha con me per ieri sera?
Voglio chiederlo. Dopo essermi asciugata e vestita lo trovo intento a leggere l’agendina dove appunto tutti i nostri impegni vari.
Ma che gli prende???
 
 

                                                                              ********************
 

 
Quando sono tornato a casa mi è venuto un colpo nel trovarla ancora a letto. Mi è venuta paura. L’ho chiamata diverse volte ma non si svegliava.
Quando poi ha risposto “sì che lo voglio!” ho pensato fosse impazzita. Invece quello che ha rischiato di impazzire sono stato io quando ha detto ancora addormentata che voleva sposarmi.
Lei vuole sposarmi? Davvero vuole sposare un essere come me? Da lo stare insieme a legarci in matrimonio ne corre di strada, eppure lei stava sognando di sposarmi.
Sono rimasto spiazzato. E se fosse questo che la tormenta in questo periodo? E’ da un po’ di giorni che la vedo inquieta. Poi dopo ieri sera…non ho più saputo cosa pensare. Ora forse riesco a mettere più chiarezza ai dubbi…lei vuole sposarsi. Ma come ho fatto a non accorgermi che vuole questo da me? Che vuole me?
E io? Io la vorrei sposare? Sì senza dubbio! L’amo più della vita stessa anche perché è lei la mia vita.
Mi è venuta un’idea! Il mio manager ha detto che fra quattro mesi si terrà il mio primo concerto dal vivo. E se le chiedessi di sposarmi proprio in quel giorno?
Vediamo…di che viene il 27 luglio? Dov’è l’agendina di Kagome dove segna sempre tutto? Ah eccola! Viene di sabato. Beh mi sembra una bella idea questa. Sono sicuro che lei non se lo immagini minimamente che quel giorno, in cui tutta l’attenzione è puntata su di me, io la metta nel mezzo del mio primo concerto, che avverrà solo grazie a lei.
-InuYasha, qualcosa non va? Mi sembri pensieroso.-        mi chiede lei arrivando in cucina
-Oh no tesoro è tutto a posto. Che hai voglia di mangiare?-      le chiedo cambiando pensieri
Non sono bravo a mentire, e questa cosa voglio sia una sorpresa per lei!
-Quello che vuoi tu. Senti…non è che ce l’hai con me per ieri sera?-
-Che? Ma no Kagome cosa vai a pensare? Te lo avrei detto credimi. Comunque devo darti una bella notizia!-
-Quale?-
-Oggi mi hanno dato il primo assegno, con quello che mi spetta dalla vendita del primo singolo, in più un bell’anticipo sulle colonne sonore degli anime che ho già cominciato a consegnare.-
-Davvero? Di già?-
-Eh sì! Guarda l’assegno!-     le dico facendole leggere la cifra che c’è scritta sopra
-C…c…così…così tanto?-    balbetta lei osservandomi
-Ma dai Kagome di cosa ti stupisci? Con tutti i soldi che avevi poi…-
-Sì però non conoscevo il valore dei soldi all’epoca. Ora lo so, come so quanto costa la vita lavorando. Sono davvero tantissimi soldi InuYasha! Sono davvero felice per te amore!-         mi dice mettendosi a piangere
-Ehi ma perché stai piangendo Kagome?-       le chiedo preoccupato
-Perché…sono davvero felice che il tuo sogno si stia realizzando InuYasha! Davvero felice! Io lo sapevo che ci riuscivi!-
-Il merito è solo tuo Kagome. Senza la tua fiducia in me e senza l’aiuto di tuo zio di sicuro non sarei arrivato da nessuna parte.-        rispondo abbracciandola
Da quando ho conosciuto questa strana ragazza  la mia vita è cambiata radicalmente. Non mi stancherò mai di dire che lei è stata come una strega. Con un solo gesto ha tramutato la mia vita in qualcosa di unico, di magico, portandomi amore e serenità, e ora anche il successo, realizzando il mio sogno.
Il giorno dopo con l’assegno in mano siamo andati a comprare una nuova casa, molto più grande e bella di quella in cui stavo io.
E’ una villa bellissima con vista sull’oceano, proprio come ho sempre desiderato.
A Kagome è piaciuta tantissimo. Ha saltellato per tutte le stanze della villa felice come una bambina. È bello vederla così allegra. L’unica cosa che mi rende felice è rendere lei stessa felice.
-Questa villa è magnifica! Non riesco a crederci che sia nostra amore!-        urla saltandomi in braccio
-Ehi quanto entusiasmo! Non credevo ti sarebbe piaciuta così tanto!-
-Lo sai qual è la prima ragione per cui mi piace?-
-Quale?-
-Lo spazio! Qui potrò portare il pianoforte di mio fratello! Sono felicissimissima!-
Lei è felice solo per questo? Lo spazio? Non perché la mia vecchia casa non era nient’altro che un buco rispetto al palazzo lussuoso dove ha vissuto lei?
Beh ma di che mi stupisco, infondo lei è Kagome e non è mai stata interessata alle ricchezze.
-E dimmi, oltre allo spazio per il pianoforte, che mi dici della casa? Ti piace che sia molto più grande di quella dove stiamo adesso?-
-Beh sì ma non è una cosa tanto indispensabile lo spazio per me. Se non fosse per il pianoforte mi andrebbe benissimo la nostra attuale casa. Quando facciamo portare i mobili?-
-Quando li compreremo amore.-      mi sembra ovvio no?
-Come comprarli? Ma ci sono quelli di casa tua che sono nuovissimi! Perché vuoi spendere soldi inutili InuYasha? Non possiamo fare solo un trasloco?-
-Assolutamente no! Vita nuova, casa nuova e mobili nuovi!-        rispondo categorico
-Se è così che preferisci non ribatto.-      
-Per te voglio solo il meglio Kagome. Dovresti averlo capito.-
-Il meglio per me sei solo tu InuYasha. Avendo te ho tutto. Lo sai come la penso.-
-Sì però non vorrai dirmi che ti dispiacerebbe avere uno di quei letti enormi dove poterci rotolare felici, o una mega vasca idromassaggio dove “rilassarci” insieme.-       le dico abbracciandola da dietro e baciandole il collo sotto l’orecchio
-E tu vuoi cambiare arredamento per poterci “divertire” più comodamente? Qualcuno frequenta un po’ troppo Miroku eh?-     
-Cosa? Ma sentila…la sera scorsa ti sei messa paura perché non facevamo l’amore da un paio di settimane e ora che ti parlo di posti più comodi in cui farlo mi consideri un maniaco?-
-Esattamente! Comunque era un mese non un paio di settimane. Comunque che hai contro il nostro piccolo box doccia scusa? Io ci stavo comodissima, anzi ti avevo più attaccato a me visto che non potevi muoverti troppo.-
-Ahahahah sei sempre la solita eh? Vedi i lati positivi in ogni cosa vero?-
-Da quando ti conosco sì! Dai ora andiamo. Hai un’intervista nel pomeriggio, ricordi? Se ti faccio fare tardi il tuo manager mi uccide!-
-Ecco un’altra cosa che odio dopo le ragazzine folli…le interviste con quegli impiccioni di giornalisti!-
-Guarda che è anche grazie a loro che la tua carriera ha avuto inizio. Se non parlassero tanto di te non saresti così famoso tanto da non poter mettere il naso fuori casa.-       mi fa notare lei
-Hai ragione come sempre mia saggia Kagome!-
-Grazie mille ma lo sapevo già di essere saggia!-       risponde scoppiando a ridere
Quanto è bella quando ride! Il mio vero sogno sei tu Kagome.
 
 

                                                               ************************
 

La villa è davvero un sogno! La vista sul mare è una cosa incredibile! Da quel che ho visto la nostra camera da letto dà sulla spiaggia, facilmente raggiungibile anche dal piccolo terrazzo. Ogni giorno mi sveglierò col profumo del mare e il suono delle onde sugli scogli.
Ho deciso di accompagnare InuYasha ad una sua intervista. Non ne ho mai vista una, sono curiosa.
-Allora InuYasha, tutti sappiamo che la tua canzone è dedicata alla tua fidanzata, ma non hai mai detto chi fosse. Quando potremo conoscere il nome e il volto di questa fortunata?-        gli chiede l’intervistatore
-Beh oggi è venuta con me, puoi conoscerla di persona se ci tieni.-       risponde lui girandosi a guardarmi
Ma che accidenti fa? È impazzito? Gli ho detto di non dire mai il mio nome o potrebbero pensare che l’ho aiutato io col mio nome. Oh beh in piccola parte è così, ma la gente penserà solo alla raccomandazione!
-Lei? Lei è davvero la tua fidanzata?-        sussulta il giornalista che sicuramente mi ha riconosciuta
-Già. Credo tu la conosca Hiroko.-  
-Chi non conosce la bellissima ereditiera Kagome Higurashi? È la figlia di uno dei personaggi più influenti del Giappone!-
-Scusate ma ci terrei a chiarire che non sono ereditiera di nulla. Io e la mia famiglia non siamo più in buoni rapporti quindi io vivo la mia vita come una normale ragazza.-       preciso infastidita dal suo tono che mi è già parso accusatorio
-Davvero? Oh ma questo è un enorme scoop! Signorina Higurashi la prego mi conceda l’onore di intervistare anche lei col suo fidanzato!-        mi implora l’avvoltoio, come io l’ho soprannominato
-Io non credo che…-
-Vai Kagome! Aiuterà InuYasha!-        mi dice Shinju, il manager di InuYasha
-E va bene!-      rispondo rassegnata
Se è per lui lo faccio!
-Grazie infinite signorina! Mi dica…cosa è successo con la sua famiglia? Perché ha tagliato i ponti con il primo ministro Naraku Higurashi e la grandissima ereditiera e attrice Kikyo Tama?-
Deve per forza specificare così dettagliatamente di chi sono figlia???
-Loro non approvavano la mia relazione con InuYasha, che all’epoca non era ancora famoso. Volevano costringermi ad un matrimonio di interessi a cui io mi sono rifiutata, così sono andata via da casa rinunciando a tutto ciò che provenisse dalla famiglia Tama/Higurashi. Per mantenermi lavoro come ogni altra ragazza. Tutto qui.-      spiego a grandi linee
Certo non posso entrare nei dettagli.
-Quindi loro l’hanno diseredata solo perché InuYasha non era ricco?-
-Lasciami intervenire Hiroko. Quello che hai dedotto è corretto. Vorrei aggiungere però che la famiglia di Kagome l’ha del tutto rifiutata per questa scelta, non solo economicamente ma anche sentimentalmente. Lei ha solo seguito il suo cuore scegliendo me invece che i soldi. E’ anche grazie a questa sua scelta coraggiosa che è nata Vivo per Lei. Le parole della canzone non sono scritte a caso. Raccontano per filo e per segno la nostra storia d’amore, che non sostituirei a nessuna cifra di denaro. Figuriamoci poi se si trattasse di mia figlia. Kagome ha sofferto molto per questa triste situazione, motivo per cui pregherei tutti gli altri giornalisti di non fare altre domande al riguardo. Tu sei l’unico a cui abbiamo rilasciato questa intervista, e tale resterai. Ho voluto Kagome con me solo per lanciare un messaggio proprio ai suoi genitori.-       spiega InuYasha lasciandomi sbalordita
Che messaggio vorrà mai lanciare a quei due?
-Wow! Allora grazie per l’onore! E ditemi quale messaggio volete lasciare ai genitori della signorina Higurashi?-
-Che adesso la loro figlia è felice! Felice come mai è stata. Libera da catene e costrizioni assurde. Libera di essere se stessa. Libera dal vile denaro che acceca la loro vita, che ti dà sicuramente molte gioie materiali ma che di certo non potrà mai restituire l’amore di una figlia, sangue del loro sangue…che non potrà mai dare la gioia di essere chiamati nonni e che non concederà una vecchiaia priva di solitudine. C’è da chiedersi chi è il più ricco tra di loro adesso?-    conclude lui lasciandoci tutti senza parole
I miei occhi non possono fare a meno di reagire alle sue parole. Mi hanno fatto soffrire però sono pur sempre i miei genitori e pensare a quello che mi hanno fatto mi ferisce sempre molto. Io li amavo e loro invece mi hanno tradita. Non sono un persona che odia a lungo. Sento di non odiarli più da tempo, però non dimenticherò mai ciò che mi hanno fatto, per questo non potrò mai perdonarli.
 
Alla fine dell’intervista ritorniamo a casa. Mi sento ancora scombussolata per aver ritirato fuori tutti i sentimenti che cercavo di tenere chiusi in un piccolo spazio chiuso a chiave nel profondo dell’anima, ma che ora sono usciti tutti insieme come i mali del mondo del vaso di Pandora.
-Kagome, vieni!-        mi dice InuYasha abbracciandomi forte
Io mi lascio andare al suo abbraccio, facendomi cullare dal suo amore, che tanto mi ha curata in questi mesi. Non so davvero come avrei fatto senza di lui. Non so cosa ne sarebbe stato della mia vita senza la sua presenza.
Può sembrare una cosa stupida ma do il merito di quell’incontro al mio fratellino Sota. Mi piace pensare che sia stato lui a mandarmi InuYasha in quel giorno di piaggia.
Passa un mese da quell’intervista. Ormai io e InuYasha viviamo nella nuova casa da una settimana circa.
Mi sono divertita tantissimo nell’arredarla. Non credevo che girare per negozi fosse così divertente! Io non l’ho mai fatto nemmeno quando ero ricca. Ciò che volevo lo ordinavo via internet.
Povero InuYasha, aveva una faccia ogni volta che lo trascinavo in un nuovo negozio per guardare tutto quello che c’era di esposto. Eppure non ha mai emesso un lamento. È un uomo tenerissimo! Se gli chiedessi la Luna è probabile che cercherebbe di farmela avere.
Peccato che io non voglia la Luna ma qualcosa di più fattibile e bello. Il fatto è che non mi va di chiedergli di sposarci. Vorrei gli venisse spontaneo, mi sentirei di costringerlo e non voglio. Non abbiamo mai intrapreso l’argomento.
I miei pensieri vengono interrotti dal suono del campanello.
-Vado io!-       urlo ad InuYasha, che è intento a suonare al piano del mio fratellino per comporre le musiche per un anime
Mi si gela il sangue nelle vene quando apro e mi ritrovo di fronte i miei genitori.
-Ciao bambina mia!-        mi saluta mio padre abbracciandomi
Io sono come impietrita. Non riesco neppure a muovermi. InuYasha vieni ti prego!
-Cosa ci fate voi qui?-      interviene lui raggiungendomi come se avesse sentito le mie preghiere
Mio padre si stacca da me e io resto ancora immobile a guardare lui e mia madre che attendono di essere invitati in casa.
-Siamo venuti a parlarvi, e a chiedervi perdono.-        risponde mia madre mentre InuYasha mi poggia le mani sulle spalle come per darmi sostegno
Non può succedere davvero. Io non sto vivendo davvero questo momento. Loro sono qui per chiederci perdono? Ma stanno scherzando?
 
 
 
























 
 
Chi non muore si rivede e i tanto amati genitori di Kagome fanno il loro ritorno…
Il prossimo cap è l’ultimo T_T…anche questa come A Monster In My Bed sta finendo ma non temete…insieme alla nuova storia All I Need ne sto già scrivendo un’altra che credo intitolerò….mmmmh…..boh non lo so ancora ^_^  l’idea era Perfect Romance ma non lo do per scontato ^_^ sperando che qualche furbacchione non mi rubi il titolo nel frattempo eheheeh ^_^
E ora volo ai commenti e alle recensioni ^_^
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 

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Capitolo 12
*** Vorrei che potessimo rimanere così per sempre! ***


 
 
Immaginavo sarebbe successo prima o poi. Sapevo che quei due si sarebbero fatti vivi. Uno dei motivi per cui ho voluto Kagome in quell’intervista è stato anche questo.
Odio quei due bastardi però non posso dimenticare che sono i genitori di Kagome. Il messaggio che gli ho lanciato serviva per far capire loro di aver sbagliato e di provare a riallacciare i rapporti con la figlia. Non lo meritano però…vedo quanto Kagome ci sta male. Lo sento ogni volta che tocca l’argomento. Ogni volta che si parla di loro piange.
E sono sicuro che quando un mese fa abbiamo discusso sul fatto che non facevamo l’amore da un po’ non è stato dovuto al fatto in sé, ma dalla sua paura di essere rifiutata ancora una volta, come hanno fatto loro. Ha collegato inconsciamente le due cose, pensando che potessi stancarmi di lei lasciandola.
Questo non va bene.
Lei soffre l’abbandono dei suoi genitori e questo mi fa male. Mi sento in qualche modo responsabile di questa cosa.
Loro sono stati pessimi, ma voglio che Kagome abbia una seconda possibilità, magari c’è speranza che si pentano davvero.
Per lei sono disposto a tutto, anche a sopportare la presenza di quelle due serpi, purché sappiano ben comportarsi altrimenti sarò io a sbattergli la porta in faccia senza possibilità di replica.
-Prego entrate.-       li invito facendoli entrare, sotto lo sguardo preoccupato di Kagome
Una volta accomodati sua madre prende la parola.
-Vedo che vi siete sistemati bene. Questa villa è molto più bella dal vivo che dalle foto apparse sulle riviste.-
-Grazie. Per Kagome voglio solo il meglio come potete notare.-        rispondo più atono possibile
Cerco di non fare trapelare il disgusto che provo per loro solo per la mia Kagome.
-Ascoltate ragazzi…vi dobbiamo delle scuse per il nostro comportamento. Abbiamo esagerato. Abbiamo mal reagito alla vostra storia per il motivo della lite riguardo a mio figlio. Eravamo tutti molto agitati quel giorno e sono volate parole pesanti che non avrebbero dovuto esserci soprattutto da parte mia nei tuoi confronti InuYasha, posso darti del tu vero?-           mi chiede suo padre
-Certamente. Comunque io non sono un problema. Quella a cui dovete chiedere perdono è vostra figlia non io.-      spiego osservando Kagome che rimane ancora in silenzio
-Ma è giusto che chiediamo scusa anche a te. Se non avessimo reagito rifiutandoti per la tua natura e per il tuo stato sociale adesso forse non saremmo a questo punto.-         dice sua moglie
-Non preoccupatevi. Come vi ho già detto dovete rivolgervi a vostra figlia. Non è così Kagome?-      le chiedo per risvegliarla dal suo mutismo
-Io…ecco non so.-       risponde confusa
Accidenti Kagome datti una svegliata! Sono venuti per te mica per me!
-Kagome come stai? Sapessi quanto ci sei mancata in questi mesi. Eravamo preoccupati per te. Abbiamo saputo dall’intervista che hai rilasciato che sei stata costretta a trovarti un lavoro per mantenerti. Tu non eri certo abituata a quella vita. Deve essere stato faticoso.-        le dice suo padre con una velata accusa verso me che la facevo lavorare
Non credo certo che sia questo il tasto giusto da prendere con lei.
-Ovvero stai dicendo che InuYasha mi ha costretta a lavorare perché era povero?-      chiede lei con tono aspro
Ecco appunto come immaginavo!
-No non ho detto questo solo che…-
-Kagome tuo padre cerca di dire che adesso che non sei più costretta a lavorare è più tranquillo per te.-        interviene sua madre
-Veramente io continuo a lavorare! Non capisco qual è il problema! E comunque per la cronaca, InuYasha non voleva nemmeno che ci andassi. Non mi ha costretta nessuno! L’ho fatto per una mia indipendenza. E comunque mi spiegate come mai vi state facendo vivi dopo quasi due anni? Solo perché adesso lui è ricco?-
-Kagome non agitarti così! Noi non abbiamo nulla contro il tuo ragazzo. Eravamo solo preoccupati che non potesse darti una vita agiata come quella che ti davamo noi. Solo questo.-
-Oh no mamma! Voi non eravate preoccupati affatto per me, infatti mi stavate vendendo a quel maniaco! Voi eravate preoccupati a far fruttare i vostri soldi. Abbiate almeno il coraggio di ammetterlo invece di sparare cazzate! E il fatto che vi presentiate a casa nostra solo ora che InuYasha è ricco dimostra quanto siate venali e calcolatori. Ma pensate che io sia così stupida da non capire che siete qui per quell’intervista? State cercando solamente di apparire buoni per far ritornare alle stelle la vostra immagine di persone perfette! Vi deve essere bruciato parecchio quel servizio che diceva quanto facciate schifo come genitori non è così?-
-Kagome abbassa i toni con noi! Comunque è vero. Ci ha dato parecchio fastidio la tua intervista in cui ci facevi apparire come mostri quando invece non è così. Sei stata ingrata nei nostri confronti perché non ti abbiamo mai fatto mancare nulla!-
-Di ricchezze materiali non me ne sono mai mancate ma di amore sì papà. Ero così stupida da scambiare le vostre costrizioni come affetto. Pensavo vi comportavate in quel modo perché preoccupati per me, che potesse accadermi qualcosa come a Sota, invece la vostra intenzione era segregarmi per tenermi sottomessa a voi. Oggi vi presentate qui invece che per chiedermi perdono per quanto siete stati orribili solo perché ho parlato male di voi e soprattutto perché adesso InuYasha è ricco. Sicuramente se non fosse stato così non vi sareste mai presentati per chiedere un finto perdono che non sapete neppure recitare.-
-Sei davvero ingiusta Kagome! Pensi che sottometterci a te sia stato facile? Venire qui c’è costato e tu ci ripaghi così?-
-Sottomettervi? Mamma mi stai dicendo che venire da vostra figlia è stato così umiliante che avrei dovuto perdonarvi per questo? Ma ti rendi conto di quello che dici? Devo anche sentirmi dire che vi pesa essere venuti da me. Sinceramente mi fate parecchia pena. Ormai la compassione è l’unico sentimento che sento per voi!-
-Che intendi dire con compassione?-     chiede suo padre
-Intendo dire che non conoscete l’amore! Non avete neppure la minima idea di cosa significhi amare! Mi spiace per voi perché non sapete cosa vi siete persi. Per questo provo compassione!-         risponde Kagome
Non ho avuto il coraggio di intromettermi in questo botta e risposta. Dopo un primo momento di smarrimento Kagome si è svegliata, fin troppo. Non credevo avrebbe risposto così ai suoi genitori.
-Kagome calmati dai, non fare così.-      le dico per calmarla
Ha il viso arrossato dalla rabbia. Non vorrei si sentisse male. Riesco a sentire il battito del suo cuore anche da lontano. Sembra che voglia esplodere talmente è agitata.
-Mi calmerò quando questi due falsi e ipocriti usciranno da casa mia! Andatevene!-       urla lei guardandoli
Mi sa che ho ottenuto l’effetto contrario accidenti a me! Speravo si chiarissero invece quei due non cambieranno mai.
-Ce ne andiamo ma prima voglio consigliarti di rilasciare una seconda intervista in cui  chiarisci che noi non siamo pessimi genitori ma sei tu che ti sei voluta allontanare da noi! La tua stupida bravata ci sta costando parecchio in quanto reputazione!-        chiede freddamente suo padre
-Mi auguro che lei stia scherzando! Kagome ha solo detto la verità a non la ritratterà per voi!-     intervengo io prima di veder esplodere Kagome, che vedo voltare un attimo verso il tavolo
-Tu taci, non sono affari tuoi mezzo demone! Ci abbiamo provato con le buone quindi ora useremo le cattive! Ritratta quell’intervista o sarà peggio per te!-
-La sta minacciando per caso?-       ringhio furioso
-Io sono un uomo molto influente! Soprattutto in campo politico! Se volessi potrei far chiudere la casa discografica in cui lavori, magari accusandola di frode. Oppure far chiudere la ditta di tuo fratello. Non l’ho fatto perché eravamo tranquilli per i fatti nostri ma ora mi avete stancato!-
-Ma Naraku non ti sembra di esagerare adesso?-       si intromette la madre di Kagome
-Tu taci idiota! Se tua figlia è così stupida la colpa è solo tua che non hai saputo educarla!-      le urla lui facendola indietreggiare
-Se fossi stata al suo posto ti avrei già rotto una sedia addosso! Comunque dimmi…paparino…come faresti a far accusare la casa discografica o l’azienda di Sesshomaru? Fammi indovinare…coi tuoi contatti con la Yakuza magari? O con l’aiuto compiacente di qualche giudice corrotto? Sono curiosa.-         chiede Kagome con un sorriso poco rassicurante
-Chissà…forse con entrambi! Quindi ti conviene fare come ti ho chiesto!-
Non mi piace la piega che sta prendendo la discussione!
-Sai…credo che tra noi due quella che può dettare legge sia solo io!-       risponde lei vittoriosa prendendo in mano il telefono e schiacciando un tasto
 
“” < < -Tu taci, non sono affari tuoi mezzo demone! Ci abbiamo provato con le buone quindi ora useremo le cattive! Ritratta quell’intervista o sarà peggio per voi!-
-La sta minacciando per caso?-     
-Io sono un uomo molto influente! Soprattutto in campo politico! Se volessi potrei far chiudere la casa discografica in cui lavori, magari accusandola di frode. Oppure far chiudere la ditta di tuo fratello. Non l’ho fatto perché eravamo tranquilli per i fatti nostri ma ora mi avete stancato!-
-Ma Naraku non ti sembra di esagerare adesso?-      
-Tu taci idiota! Se tua figlia è così stupida la colpa è solo tua che non hai saputo educarla!-     
-Se fossi stata al suo posto ti avrei già rotto una sedia addosso! Comunque dimmi…paparino…come faresti a far accusare la casa discografica o l’azienda di Sesshomaru? Fammi indovinare…coi tuoi contatti con la Yakuza magari? O con l’aiuto compiacente di qualche giudice corrotto? Sono curiosa.-     
-Chissà…forse con entrambi! Quindi ti conviene fare come ti ho chiesto!- > > “”
 
Rimaniamo tutti a bocca aperta nel sentire la registrazione della conversazione appena avvenuta. È stata così furba da registrare le minacce di suo padre col cellulare! Ma come lo sapeva?
-Ti conviene andartene da dove sei venuto, “ministro Higurashi”, o questa registrazione andrà dritta dritta in tutte le emittenti tv e radio. Non hai il potere di minacciare nessuno o quello a finire nei guai sarai solo tu e la tua tanto amata carriera in politica.-         lo avvisa Kagome con tono talmente agghiacciante da farmi rabbrividire
-Maledetta! Andiamocene Kikyo!-      ordina alla moglie, che non vedo molto convinta
-Smuoviti!-       continua lui richiamandola già di fronte la porta
Avrei sperato che almeno lei non lo ascoltasse, che restasse per la figlia, invece come ordinato dal marito se ne va dietro di lui.
Quando se ne sono andati vedo Kagome con un’espressione indecifrabile.
-Perdonami Kagome!-      le chiedo colpevole
-E per cosa dovrei perdonarti?-       mi domanda sorpresa
-Con quell’intervista speravo che venissero a chiederti perdono invece sono venuti solo per fartela ritrattare. Mi dispiace averti fatto passare anche questo.-
-Oh ma io sto benone InuYasha. Anzi non sono mai stata meglio se devo essere sincera!-
-Non…non capisco.-       dico confuso dalla sua risposta
-Intendo dire che adesso mi sento davvero libera da loro. Dopo quello che è successo oggi mi sento diversa. Non so come spiegartelo, ma il potere di averli in pugno mi dà una grande gioia. M hanno dato entrambi dimostrazione di che razza di persone siano. Peggiori sì e migliori no. Non vorrei riaverli nella mia vita per nulla al mondo. Oggi realizzo per la prima volta che sono fiera di essere quello che sono, da sola, senza di loro. Ho capito di aver fatto più che bene ad escluderli dalla mia vita.-     mi spiega sorridendo sicura
-Non sei triste quindi?-     chiedo dubbioso
-Assolutamente no! Dai ora ritorna a comporre musiche per quell’anime. Anzi sai che ti dico? Vengo anche io perché voglio sentire cosa stai componendo!-      mi dice dirigendosi verso il piano
-Non credo tu sia dell’umore adatto per sentire cosa stavo facendo Kagome, credimi. La musica è per una scena di un film d’animazione che si intitola “Il castello al di là dello specchio”. Deve accompagnare un momento particolare della storia, e non è il massimo dell’allegria.-      l’avverto prima che mi scoppi in lacrime sentendola
-Non frignerò se è questo che temi… dai fammela sentire!-    insiste facendo gli occhi da cucciolo
-Eh va bene, come vuoi cocciuta! L’ho chiamata Inori, Negai  ( preghiera, desiderio)-       rispondo sedendomi al piano
Comincio il brano che sto componendo da una settimana e che ormai è praticamente finito. Manca solo un piccolo ritocco e può considerarsi pronto. Le prime note scivolano leggere e dolci sul piano, come se appartenessero ad un’altra musica quasi, per poi intensificarsi col suono e con la drammaticità del pezzo. Trasmetto tutti i miei sentimenti nelle musiche che compongo e Inori, Negai non è da meno. L’ho pensata accompagnata soprattutto da flauto e violino. Lenta e leggera, senza niente di troppo movimentato.
La base resta comunque il suono del pianoforte che via via trova l’accompagnamento prima del violino e poi del flauto, al ritornello. Vi sarà anche un leggero suono di arpa, tromba e di tamburi appena percettibile che serviranno a rinforzare il momento di picco più alto della musica.
Della scena che ho visto ricordo che il protagonista è un han’yō, come me, che sta per perdere il controllo sulla sua mente umana diventando un demone sanguinario a causa di una dea. La sua ragazza, o almeno credo che lo fosse, lo fa ritornare in sé dandogli un bacio…il loro primo bacio. Un po’ come il principe azzurro che risveglia la bella addormentata con il suo bacio.
Pensando me e Kagome in quelle circostanze mi è venuta questa musica triste ma romantica allo stesso tempo. Triste perché se io perdessi davvero la ragione come il protagonista rischierei di uccidere la donna che amo. Romantica perché grazie al suo amore ritornerei in me.
-Wow! E’…è bellissima InuYasha!-         esclama Kagome quando ho terminato
-Non è ancora del tutto finita ma immaginala con violini e flauto. Credo ne verrà fuori una bellissima traccia.-
-Non lo metto in dubbio! Cavolo fa venire le lacrime agli occhi e non lo dico per la lite di prima. Questa musica trasmette, come dire…dolore! Anche se nell’insieme è molto dolce.-      mi dice lei
-Sicura di non essere triste per i tuoi genitori invece?-
-Sicurissima amore! Dai ora però suonami qualcosa di più allegro!-
-Ok capricciosetta.-         le rispondo iniziando a suonare qualcosa di più movimentato
Presto ci sarà il tanto atteso concerto. Quello sarà un giorno speciale in tutti i sensi perché oltre che a potermi esibire su un palco chiederò a Kagome di sposarmi. L’anello l’ho già comprato, ma non è il classico solitario. Al diamante centrale fanno compagnia dei piccoli smeraldi che ho scoperto essere le sue pietre preferite. Non vedo l’ora di guardare la sua faccia quando glielo chiederò!
 
 
 
                                                                              ************************
 
 
 
Ho affrontata ancora una volta i miei genitori ma stavolta l’ho fatto a testa alta.
Non una sola lacrima è fuoriuscita dai miei occhi. Non ho provato dolore nei loro confronti, solo tanta rabbia. Se devo essere sincera il fatto di poterli ricattare con la registrazione mi da molta forza. Forse perché per la prima volta in vita mia sono io a farli piegare al mio volere e non il contrario. Loro sfruttavano la morte di Sota per usarmi come volevano… bene adesso siamo pari! Ho già scaricato il file con la registrazione sia su una chiavetta che su un cd. Dal cellulare l’ho cancellata, non si sa mai. Potrei perderlo e questo sarebbe un guaio. Le prove sono ben chiuse in cassaforte così posso dormire sonni tranquilli.
Credo che i miei siano pensieri contorti però mi sento felice così.
Da qual giorno passano diversi mesi. Siamo a luglio e InuYasha domani terrà il suo primo concerto. Mi sento molto emozionata!
Purtroppo però in questi mesi le cose tra noi non sono cambiate. Per carità sono davvero felice con lui, però continuo a desiderare il matrimonio. Voglio dei figli anche. Gli ho mandato molti segnali  sull’argomento, però lui sembra non averli recepiti. Che devo fare?
Mi sento così combattuta. Vorrei parlargliene però temo che possa sentirti obbligato e io invece vorrei fosse una cosa spontanea e voluta anche da lui.
-Kagome ma cosa stai facendo?-       mi chiama Rin riportandomi alla realtà
-Oh cazzo!-       mi sfugge in modo non molto signorile osservando il colore assurdo che stavo creando per fare la tinta ad una cliente
Rosa fucsia?? Ma come diavolo mi è venuto??
-Kagome che succede? Ti vedo sempre pensierosa ultimamente. Qualcosa non va con InuYasha?-
-No Rin…è tutto perfetto con lui…-
-Però?-       mi chiede lei intuendo che vi era il però nella mia risposta
-Però…io vorrei…ecco…sposarmi, anzi sposarlo per essere precisi. Lui però non sembra del mio avviso.-       le confesso triste buttando il colore che ovviamente è inutilizzabile, a meno ché la cliente non voglia somigliare all’eroina di un’anime tipo Tokyo Mew Mew, il ché ne dubito
-Hai provato a parlargliene?-
-Assolutamente no! Se lo facessi temo lo costringerei a sposarmi e io questo non lo voglio.-
-Amica mia non sarebbe come costringerlo. Il fatto è che gli uomini molte volte non ci arrivano a fare certi ragionamenti, ma non per cattiveria, proprio perché la natura ha fatto noi donne più sveglie e intelligenti di loro! Magari InuYasha non ha proprio pensato al matrimonio perché sta così bene con te che non lo ritiene così importante, cosa che invece lo è per te. Fossi nei tuoi panni gliene parlerei. Magari con molta dolcezza. Una risposta deve pur dartela no?-           mi consiglia lei
-In effetti non hai tutti i torti. Infondo tentar non nuoce. Magari potrei parlargliene dopo il suo concerto. Non vorrei farlo agitare il giorno prima.-
-Mi sembra una buona idea questa. Parla con lui e vedrai che quando lo farai si darà dello stupido per non averci pensato prima!-
-Mi sa che hai ragione Rin! Grazie, mi hai ritirato su di morale!-       le dico abbracciandola e ritornando a lavorare più serena
Domani c’è il concerto. Preferisco parlarli dopo. Almeno se la prendesse male non rischio di mandare a monte il giorno che ha atteso da tutta la vita. Anche se nel mio cuore mi auguro che la prenda bene invece, perché se così non fosse…non so come potrei prenderla io.
 
-InuYasha tesoro calmati! Non essere così agitato!-        gli dico poggiando una mano sul suo braccio leggermente tremante
-Sono nervoso Kagome! Hai visto quanta gente c’è?-
-Sì che l’ho vista e a maggior ragione perché c’è tanta gente devi essere più calmo. Loro sono i tuoi fan. A quello che vedo è pieno di coppiette innamorate, vedi come si stringono felici? Tu devi dare il massimo per loro oggi. Devi dimostrargli che sei felice di avere tanta gente ad acclamarti e il modo migliore per farlo è tranquillizzarti, altrimenti combinerai un disastro. Immagina tutti nudi così sarai più rilassato. No aspetta, magari le donne no, quelle evitale! Soprattutto le più giovani e carine. No anzi, non immaginarne nessuna! Né giovani né anziane ecco! Poi magari inizi a farti i film in testa su quelle anziane che sono più esperte e magari ti può piacere di più e la cosa non va bene e comunque…-     
-Amore calmati! Stai parlando a raffica dicendo cose insensate! Mi sa che quella più agitata sei tu.-       mi dice interrompendomi
Mi sa che è vero cavolo! Sono agitatissima! Questo è un giorno importante per lui e io ne sono così felice da stare quasi male!
-Scusa InuYasha. E’ vero, ma sono così elettrizzata per oggi che mi sento felicissima per te! Lo sapevo che avresti ottenuto tutto questo! Ne ero assolutamente sicura!-       affermo con le lacrime agli occhi, ma di felicità e non di tristezza finalmente
-Grazie Kagome. Tutto questo lo devo a te. Sei una persona davvero unica e speciale. Grazie per aver avuto tanta fiducia in me in questi anni, appoggiandomi con tutta te stessa.-       mi dice abbracciandomi
-Non ringraziarmi. L’ho fatto perché ti amo tanto InuYasha, più di me stessa!-
-Lo stesso vale per me!-      risponde sorridendo e dandomi un dolcissimo bacio
-InuYasha è ora di salire sul palco!-       lo avvisa un addetto alla regia
-Sì eccomi!-      risponde lui
-Buona fortuna amore mio!-      gli dico dandogli un bacio al volo
-Grazie tesoro. A dopo!-        mi risponde dandomi una carezza al viso e dirigendosi verso il palco
Io sono dietro le quinte e lo guardo da dietro il tendone che ne ricopre l’entrata.
Appena arriva di fronte al piano iniziano tutti ad applaudirlo. Ovviamente le ragazzine non mancano di urlare come oche da spennare.
Lo vedo inchinarsi verso il pubblico e poi sedersi composto davanti al pianoforte.
Adesso regna un silenzio tombale. Oh Kami che momento emozionante! Ho il cuore in tumulto!
Eccolo, inizia a suonare le prime note e a cantare la mia canzone.
Osservo i suoi movimenti e contemporaneamente quello del pubblico. Nessuno fiata. Tutti lo seguono attenti. Le coppie si abbracciando dondolandosi con le note della canzone. E’ bello vedere che tra i suoi fan ci sono umani, demoni e mezzo-demoni,  tutti vicini, che non battibeccano. Venuti solo per vedere il mio InuYasha.
Quanto è bello sotto la luce dei riflettori! Ha un’aria così magica. Il colore dei suoi capelli crea un alone bianco di luce intorno a lui. Sembra un effetto scenico invece è solo lui che emana una luce propria. O forse sono solo io che lo vedo perché lo amo così tanto? Non lo so però mi sto godendo questo momento così unico in cui finalmente vedo realizzarsi i suoi desideri, che è l’unica cosa davvero importante per me.
Forse nemmeno chiedergli di sposarci è così necessario. Io lo amo con tutto il cuore, e anche da questa distanza riesco a sentire il suo di amore per me.
Sta cantando per me, lo sento…il mio cuore lo sente, e vibra ad ogni tasto che lui tocca. È come se stesse toccando me trasmettendomi mille emozioni diverse. Non riesco a trattenere una lacrima che scivola giù per la splendida immagine che ho di fronte. Sta dando tutto se stesso. Sono davvero fiera di te InuYasha. Davvero fiera!
Quando la canzone finisce le mie povere orecchie vengono investite da urla e applausi scroscianti. Se ho difficoltà io figuriamoci lui poverino con l’udito sensibile che ha.
Stanno chiedendo un bis…e direi che ci vorrebbe proprio.
Lo vedo sorridere e prendere in mano il microfono ed alzarsi.
-Gentili signore e signori…vi ringrazio di essere qui al mio concerto stasera! Per me è un grandissimo onore avere un pubblico così caloroso come voi. Ma vorrei approfittare della vostra presenza per farmi da testimoni in questa serata così speciale e magica per me…-
Che intende dire con “fare da testimoni”???
Oh cielo spero non voglia parlare dei miei genitori! Vi prego Kami…no!
La gente mormora confusa alle parole pronunciate da InuYasha. Ti prego non fare cavolate amore!
-Come già ho rilasciato in diverse interviste, la mia canzone è stata scritta per una donna, la mia “LEI” appunto. Kagome puoi salire sul palco per favore?-       mi chiede girandosi a guardarmi
Ma è impazzito??? Ma che cavolo gli prende? La fama gli ha dato alla testa?
 -Ti prego Kagome…vieni.-      insiste lui allungando una mano per invitarmi a raggiungerlo
Oh mamma mia che vergogna! Ma non posso fare altro che andargli incontro. Che vorrà fare?
Appena lo raggiungo mi prende la mano stringendola nella sua.
-Kagome, amore mio…sei la cosa più importante della mia vita! Mi sei stata sempre accanto, senza mai lamentarti delle difficoltà. Mi hai spronato a non abbandonare il mio desiderio di comporre e cantare musica. Oggi il mio desiderio si è avverato con questo concerto. Ora vorresti realizzare il mio sogno?-      
Eh? Ma di che parla? Non era questo il suo sogno??
-Qu…quale sogno?-       chiedo titubante e imbarazzata per l’attenzione che ho addosso
-Realizzeresti il mio sogno di diventare mia moglie? Vuoi sposarmi?-       mi chiede inginocchiandosi ai miei piedi e mostrandomi un anello con un diamante al centro e degli smeraldi ai lati
Mi ha chiesto di sposarlo? Non è che lo sto sognando di nuovo come quella volta?
Se questo è un sogno non svegliatemi mai più vi prego perché sono immensamente felice!
 -Sì! Sì che ti voglio sposare InuYasha!-     urlo finalmente dando libero sfogo alla mia voce che premeva furiosa per uscire
Il pubblico iniziando a gridare, applaudendo incessantemente quando lui mi mette l’anello e io gli salto al collo abbracciandolo con forza, piangendo senza ritegno dalla felicità.
-Ehi piangi di felicità o perché ti sei già pentita di aver detto sì?-       mi domanda divertito
-Scemo!-     rispondo finta arrabbiata
“Bacio! Bacio! Bacio”    urla il pubblico all’unisono
Ma fatevi i fatti vostri maniaci!!!
-Sentito? Gli diamo quello che vogliono?-       chiede malizioso
-Non credo di potermi sottrarre no?-        rispondo imbarazzata
-No!-      afferma sempre più divertito. Se la sta godendo proprio vedo
Ci scambiamo un lungo e appassionato bacio che ci decidiamo ad interrompere quando sentiamo un po’ troppi fischi soddisfatti dalla scena. Credo di avere il viso in fiamme dalla vergogna.
-Bene e adesso il vostro tanto atteso bis!-         dice InuYasha dirigendosi verso il pianoforte e trascinandomi con lui
Risuona la canzone ancora una volta però stavolta guardandomi ogni volta che dice il ritornello vivo per lei.
E’ stato il momento più emozionante della mia vita ed è un giorno che non dimenticherò finche vivrò!
 
 
 
 
 
-Wow! Davvero papà ti ha chiesto di sposarlo davanti a tutti mamma?-      esclama la mia figlia più piccola, Kimiko di dieci anni, dopo che ho terminato il racconto
-Già proprio così piccola.-     le rispondo sorridendo guardando i suoi occhioni lucidi di felicità
-Come deve essere stato romantico! Vorrei anch’io ricevere una proposta del genere da Hiroshi!-      dice speranzosa Amaya, la più grande
-Hiro chi? Che sarebbe questo Hiro coso che vuoi sposare tu?-       ringhia mio marito diventando rosso di rabbia
-E’ il mio ragazzo papà. Ve l’ho presentato un mese fa non lo ricordi?-
-Chi? Quel pesce lesso che ti avevo ordinato di lasciare? Assolutamente no Amaya! Tu non ti sposerai con quel tizio! E poi sei troppo piccola!-
-Ma papà…ormai ho diciassette anni, non puoi trattarmi come una bambina!-
-Ma tu “sei” ancora una bambina!-
-Mamma per favore!-     mi prega lei disperata
-Dai InuYasha. Non puoi essere geloso di tutti i ragazzi che le si avvicinano.-
-Io non sono geloso Kagome! E’ solo che non mi fido degli uomini!-
-Ehi grazie! Quindi non ti fidi neppure di tuo figlio!-       borbotta Keiichi, il nostro secondogenito di quasi sedici anni, rimasto finora in disparte a leggere il suo libro di medicina
Anche lui come me vuole diventare un veterinario così ha già iniziato a studiare anatomia animale fin da ora.
-E’ diverso perché tu sei mio figlio, quindi ti ho ben educato nel rispettare le donne!-
-Guarda che anche il figlio di Kikyo è un bravo ragazzo papà! Eiji è il ragazzo di una mia amica e loro sono una bellissima coppia!-
-Tuo cugino non è affar mio ma di sua madre! Tu con quell’ Hiro coso non ci stai punto e basta!-     insiste quella testa dura di InuYasha
Ogni volta che si parla di ragazzi che possano avvicinarsi ad Amaya diventa irascibile! Lei è una ragazza molto bella, e anche se è una mezzo demone è sempre stata molto corteggiata da demoni e umani. InuYasha non ha mai potuto sopportarlo.
-Cocciuto!-     urla lei alzandosi e andandosene nella sua camera sbattendo la porta
-Tzs!-
-InuYasha non dovresti essere così autoritario con lei. Non puoi imporle di non frequentare nessun ragazzo. Finirà con l’odiarti così.-       gli spiego ricordando come i miei genitori volessero impormi i loro voleri
Certo non sono minimamente paragonabili le cose dato che InuYasha lo fa perché si preoccupa, però per un’adolescente è difficile capire certe cose.
-Hai ragione. Vado a parlarle.-       mi dice come se avesse letto i miei pensieri e andando da lei
-Mamma, anche con me papà sarà così geloso quando sarò grande?-     mi chiede Kimiko
-Contaci che lo sarò!-       urla InuYasha da lontano
Che udito caspita! Mi stupisco sempre.
-Che bello papà sarà geloso! Papà sarà geloso! Io voglio tanto bene al mio papà quindi sarò felice se è geloso di me!-      esulta felice saltellando per la stanza
-Nanerottolo riparliamone tra cinque anni quando toccherà a te sorbirti gli ordini di papà sui ragazzi!-     interviene Kiichi
-Non chiamarmi nanerottolo!-
-Ma è quello che sei.-
-Non è vero uff!-
-Keiichi dai…non farla arrabbiare.-
-Ma è così divertente vederla sbuffare come un treno mamma.-
-Io non sono un treno!-
-Non ho detto che sei un treno. Va beh lasciamo stare. Torno a studiare!-      dice andandosene anche lui
-Io vado a giocare con le bambole. Grazie per avermi raccontato come vi siete innamorati tu e papà!-       mi dice dandomi un bacio sulla guancia e correndo in camera sua lasciandomi sola in soggiorno
-Siamo rimasti soli io e te mio vecchio Chopin.-        dico al mio gattone che ormai è fatto un bel vecchietto di vent’anni
-Miaaooo.-       risponde acciambellandosi sul divano
-Spero che anche tu possa vivere fino a trentanove anni come Creme Puff, il gatto entrato nel Guinness World Record. Mi mancheresti tantissimo se te ne andassi.-        gli sussurro all’orecchio dandogli un bacio sul nasino
Mi alzo e mi dirigo verso una delle foto che più amo…quella del giorno del matrimonio, appesa alla parete del soggiorno in formato gigante. È stato celebrato tutto tradizionalmente. Che splendida giornata.
In questa foto non eravamo solo io e InuYasha, c’era anche Amaya, anche se non sapevo ancora di essere incinta quando è stata scattata.
Ho avuto una vita felice in questi anni, e se i Kami vorranno ne avrò di altrettanti meravigliosi.
InuYasha continua a comporre musiche per film e anime, io ho aperto una piccola clinica veterinaria dopo aver conseguito la laurea, che a quanto pare sarà a gestione familiare dato che mio figlio Keiichi vuole anche lui fare il veterinario. Amaya vuole fare la disegnatrice di manga invece. Chissà che non realizzerà anime di cui suo padre ne produrrà le colonne sonore. Kimiko invece è troppo piccola per sapere cosa vuole fare da grande.
In questi anni non ho più rivisto i miei genitori. Lora hanno proseguito la loro vita e io la mia, ma a me è stato bene così.
Da quando sono diventata madre ho capito cosa significa amare un figlio. Io morirei lontana dai loro perché li amo più della mia vita stessa, che sacrificherei se ne avessero bisogno. Quelli che io ritenevo genitori non hanno mai saputo cosa vuol dire amare un figlio…che persone vuote esistono al mondo.
Ogni singolo giorno quando apro gli occhi ringrazio i Kami di avermi fatto incontrare InuYasha. Lui è tutto per me…un marito, un amante, un fratello, un amico.
Chissà che ne sarebbe stato di me senza di lui.
Persa nei miei pensieri vengo riportata alla realtà da due braccia che mi avvolgono da dietro amorevoli.
-E’ stato un giorno bellissimo quello!-       mi dice mio marito osservando con me la foto
-Non solo quello. Ogni giorno è stato meraviglioso con te accanto InuYasha.-      rispondo poggiando la testa al suo petto
Guardo ancora la nostra foto e leggo la frase che vi abbiamo fatto stampare sopra :
Vorrei che potessimo rimanere così, per sempre!
Per sempre… è la stessa cosa che spero ancora adesso, anche dopo vent’anni trascorsi con lui.
-Per sempre!-       mi dice lui che deve aver pensato la stessa cosa
-Per sempre!-       rispondo io girandomi a baciarlo
Staremo insieme per sempre InuYasha, perché noi viviamo l’uno per l’altro, ma soprattutto…viviamo!





Fine










 
 





 
Anche questa è conclusa ^_^
Mi ha dato un po’ di filo da torcere questo capitolo perché non ne ero mai soddisfatta. Così lo trovo perfetto invece, almeno io ^_^
A voi l’ardua sentenza di giudicare il finale di  questa storia, che ho amato tantissimo lo ammetto ^_^  è venuta esattamente come volevo.
Per quanto riguarda la musica “Inori, Negai” non ho potuto mettere la versione al piano perché sinceramente quelle fatte dai fans facevano pena   T_T  suonate malissimo a mio avviso con note sbagliate, quindi ho inserito l’originale coi vari strumenti e a proposito di essi mi sono affidata al mio orecchio che spero sia affidabile. Almeno quattro violini li ho riconosciuti, il suono della tromba c’è, così come quello molto leggero dei tamburi, il flauto anche ma non so il tipo sinceramente, il piano ovvio che non manca e infine l’arpa. E credo anche il violoncello o il contrabbasso. Non so poi se vi siano altri strumenti perché sinceramente sento solo quelli ^_^ 
Se voi sapete qualcosa in più sarò felice di essere contraddetta ^_^
( Ma che AZZ ce ne frega a noi???  Nd voi, coi goccioloni sulla testa )
Ovviamente InuYasha ha visto il suo stesso film ihihihi ^_^ che tenero <3
Eh beh che altro dire…grazie di cuore per aver perso minuti preziosi della vostra vita per leggere qualcosa scritta da me ^_^
Un grazie ancora più accorato anche a chi ha speso minuti per lasciarmi una recensione che adoro tantissimo leggere ^_^ non c’è niente di più bello che sapere come vivete la storia voi lettori ^_^ conoscere le vostre emozioni verso un determinato personaggio….è davvero bello conoscere i vostri pareri e umori ^_^
Grazie e ancora altri mille grazie ^_^
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 



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