Vi starete immaginando la solita scena dei telefilm dove c'è il ragazzo (o la ragazza) in mezzo al cancello di entrata dove vede la scuola e i gruppi di ragazzi sparsi in giro e dopo un sospiro muove i primi passi in quella che sarà la sua nuova scuola. SCORDATEVELO!
Io ero vicino al cartello con il nome della scuola e stavo per mettermi a piangere. ERA UN LICEO! Un fottutissimo liceo! Come avevo fatto a non accorgermene! Be forse dopo il terzo rifiuto io e mia madre non ci eravamo neanche più presi la briga di vedere che tipo di scuola fosse.
Ero stato seghato da un Ipsia e un Itis figuriamoci provare un liceo! Ma ormai il danno era fatto e ci dovevo provare, almeno per mia madre.
Lentamente mi diressi verso lo sportello dove chiesi in che classe dovevo dirigermi e sempre lentamente mi diressi verso la classe indicata. Arrivai alla porta chiusa e sospirai, la aprii e subito notai che era vuota. Ottimo! Niente entrate imbarazzanti e localizzazione di un posto libero!
La classe era abbastanza grande e c'erano quattro file di banchi da due tutti ordinati e puliti. Guardai i banchi: La prima fila era fuori discussione come anche la seconda, la quarta invece era un po da gente che vuole nascondersi o che non ha voglia di fare nulla (lo so per esperienza) e io non volevo dare quell'impressione, cosi optai per la terza e mi sedenti vicino al muro.
Mi sedetti a tirai fuori il mio "kit del fumo": busta del tabacco, filtrini e cartine. Avevo deciso da poco a girarmele da solo, prima le compravo i pacchetti normali e cosi ero ancora in fase di "addestramento".
Iniziarono a entrare gia i primi ragazzi e con essi gia le prime occhiate. Lo so che è normale che guardino il nuovo arrivato ma mi dava fastidio comunque.
Dopo circa dieci minuti la classe era gia piena e l'unico posto libero ovviamente era quello vicino al mio. "poco male, non mi va di parlare" pensai tra me.
Entrò il professore e tutti quanti si alzarono in segno di rispetto, penso si dica cosi, comunque lo feci anch'io piu per non ricevere altri sguardi da loro che per rispetto e dopo un "buongiorno" ci sedemmo.
La porta si spalancò di colpo e entrò una ragazza col fiatone che chiese scusa per il ritardo e si guardò intorno in cerca di un posto libero. La cosa strana è che non vidi alcuna delusione nei suoi occhi quando notò che l'unico libero era quello di fianco al mio ma cos'era? sollievo? Non ci badai molto e tornai alla mia sigaretta che forse forse mi era venuta bene.
-fumi?- chiese una voce di fianco a me.
Talmente concentrato che ero sulla mia creazione che non mi ero accorto che si era seduta e aveva gia messo diario e astuccio sul banco.
-si- dissi mentre mettevo via il mio kit e mi giravo verso di lei.
Era abbastanza carina per essere una di 15 anni. Aveva gli occhi verdi e i capelli lunghi e castani che le arrivavano poco sotto le spalle. Era vestita con un jeans e una felpa bianca ma la cosa che mi colpì era che mi sorrideva.
Mi ridestai di colpo dai miei pensieri quando sentii il mio nome rimbombare per la classe. Il professore stava facendo l'appello e appena mi nominò tutti si voltarono verso di me. "Che palle! Odio essere osservato!" pensai tra me e dopo un "presente" il prof continuò l'appello.
Da quel che avevo capito la mia vicina si chiamava Serena mentre degli altri sapevo solo che esistevano.
La prima ora passò tranquillamente con il professore che faceva un po di domande sulle vacanze. Me ne uscii con un "al mare" e subito mi saltò, secondo me dal tono della mia voce. Più o meno secondo me assomigliava a quello di Severus Piton della saga di Harry Potter.
La campanella era suonata da poco quando mi accorsi che tutti stavano chiaccherando e alcuni ci lanciavano delle occhiate.
-anche tu sei nuova di questa classe per caso?- chiesi non capendo perchè anche lei non parlava con nessuno.
-no, io sto qui dall'anno scorso.- rispose sempre sorridendomi. Quella ragazza era strana ma mi piaceva il suo sorriso e mi sembrava sincero.
-e come mai non parli con nessuno?-
-non mi va.- disse abbassando lo sguardo.
-ah ok scusa.- non voleva dirmelo, capito.
-niente, niente. Comunque con te mi va di parlare.- gli era tornato il sorriso.
Non sapevo di cosa parlare.
-che musica ascolti?- la prima domanda che mi venne in mente. Di cosa si parla con le ragazze in genere? Non ero proprio il tipo che ci "sapeva fare" con le ragazze.
-musica pop in generale.- disse pensierosa. -tu?-
-rap in generale.- risposi io.
In quel momento si aprii la porta ed entrò una donna bassa, bionda con i capelli a caschetto, era po grassottella e portava degli occhiali rotondi. "O italiano, o matematica" pensai tra me. Era lo stereotipo perfetto.
Tutti si alzarono di colpo e la salutarono. "tipica prof stronza" pensai.
Si sedette alla cattedra e iniziò a fare l'appello e arrivata al mio nome si bloccò. "interrogatorio imminente" mi suggeriva il cervello, "non portare sfiga" gli risposi di rimando.
-bene bene bene, un nuovo alunno!- la voce squillante di chi da anni spacca i timpani agli alunni che parlano anche sottovoce e lo sguardo da chi ha bisogno di qualche scopata mi colpirono nel preciso instante in cui mi voltai a guardarla.
-sei stato bocciato per due anni qui vedo.- continuò a dire vedendo che non rispondevo. I riflettori erano tutti puntati su di me.
-esatto- risposi tranquillo.
-posso sapere il motivo?- chiese con voce melliflua. "no troia, sono cazzi miei!" volevo rispondere ma mi calmai e trovai la scusa con cui avevo giustificato il 99% delle mie assenze gli altri anni.
-motivi familiari.- due parole semplici che ti salvano il culo in momenti come questo ed in parte erano anche vere.
-vedo che sei stato bocciato da un Ipsia e un Itis... come mai hai scelto un liceo?- "me lo chiedo anch'io" volevo risponderle ma era meglio trovare un altra risposta.
-bo.- mi uscii spontaneo e la classe si mise a ridere. "bella risposta" mi disse il cervello, "me le dovresti dire tu le risposte!" ribatto infuriato.
-ok, spero ti troverai bene.- disse tranquilla e continuò a fare l'appello. Era durato molto meno del previsto, forse non era poi cosi bastarda.
Anche quell'ora passò come anche le successive 3 in cui conobbi i professori di latino, disegno e matematica.
Finalmente suonò la campana della quinta ora e cosi mi diressi verso l'uscita quando notando l'Ipod mi ricordai che dovevo prendere qualcosa da mangiare. I soldi c'è li avevo, mamma mi dava circa 40 euro a settimana per prendermi da mangiare e il resto ma finora non avevo speso quasi niente perchè apparte le sigarette e qualcosa da mangiare non mi prendevo quasi nulla. L'unica cosa che mi serviva era sapere dove si trovava un supermercato nelle vicinanze. Stavo camminando vicino a Gianluca che si trovava nel banco dietro al mio e si era prensentato molto amichevolmente e cosi decisi di chiedergli l'informazione.
-ehi Gianluca per caso sai dove si trova un supermercato qua vicino?-
-no mi dispiace non sono di queste parti.- rispose scuotendo la testa dispiaciuto.
-io lo so.- disse una voce dietro di me. Mi voltai e vidi Serena. Era piuttosto alta e snella ora che lo notavo.
-puoi indicarmi dov'è?- chiesi.
-sisi certo ti porto io ma prima dobbiamo aspettare mia sorella.- disse fermandosi di fianco al cancello.
-viene anche lei qui a scuola?- chiesi curioso. Le mie sorelle avevano 6/7 anni in più di me e quindi non ci eravamo mai incontrati a scuola. Chissà com'era?
-si va in prima.- rispose -eccola li.- aggiunse indicando una ragazza bionda circondata da un gruppo di amiche.
Era poco più bassa di sua sorella il viso era più o meno quello di sua sorella solo che aveva gli occhi azzurri.
-ciao Serena.- disse la sorella sorridendo. Era un pregio di famiglia evidentemente quello di avere un bel sorriso.
-ciao Aurora.- rispose la mora. -lui è Raffaele.- aggiunse indicandomi.
-piacere Aurora.- si prensentò la bionda porgendomi la mano. La strinsi e feci un piccolo sorriso.
-devo fargli vedere dove si trova il supermercato.- disse Serena in risposta alle occhiate strane della bionda. - è arrivato da poco- aggiunse.
-an... ti piace qui?- chiese.
-sisi ci venivo ogni estate con i miei...- mi bloccai a quel pensiero. Ora non avevo più "i miei".
-bene dai andiamo.- disse Serena guardando che mi ero bloccato.
-o-ok- risposi e cosi ci incamminammo verso l'uscita della scuola.
Erano abbastanza sinpatiche quelle due e mentre camminavamo mi mostravano i vari negozi e mi indicavano le vie più veloci per arrivare a scuola.
Notai che con sua sorella Serena cambiava, diventava più tranquilla e meno timida di come l'avevo vista in classe.
-eccoci qui.- disse Aurora ad un certo punto. Guardai l'insegna del supermercato e sorrisi.
-grazie mille ragazze.- dissi guardandole -Ehm posso offrirvi qualcosa per sdebitarmi?- chiesi io.
-nono! non ti preoccupare.- rispose subito Serena.
-sicure?-
-ehm...c- iniziò a dire Aurora ma venne interrotta.
-sisi certo. Ciao! Ci vediamo domani!- disse Serena prendendo per mano Aurora e trascinandola via.
-ciao.- salutai sorridendo. Quella ragazza era proprio strana.
Capitolo lungo. Il primo giorno lo volevo descrivere bene. Lasciate un commento se vi piace.
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