Il Coraggio, La Fuga ed un Anello di Rame

di LilyHome
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 Finita la guerra e quasi terminata Hogwarts, dopo la morte di Lord Voldemort tutti i ragazzi si ritrovarono a ripetere l’anno perduto. I M.A.G.O terminati e solo sette giorni per salutare definitivamente la scuola, che per molti era stata come una seconda casa. Sette giorni prima dei risultato degli esami affissi sulla bacheca, sette giorni prima di diventare adulti, adulti veramente.
-Ti mancherà?- Chiese Blaise Zabini vedendo il suo migliore amico che osservava malinconico il tramonto dalla finestra del loro dormitorio.
-Cosa?- Disse lui, con il suo solito tono incazzato. Come gli altri, Draco Malfoy , aveva perso tutto i quella guerra, suo padre, era stato condannato a dodici ergastoli in prigione e sua madre dici anni ad Akzaban . Mentre lui, semplicemente assolto come “vittima degli eventi”.
-Hogwarts, ti mancherà?-
-Come i Crucio del Signore Oscuro-
Blaise sorrise amaro. Gli sarebbe mancata, lui lo sapeva, Hogwarts gli sarebbe mancata, più di ogni altra cosa al mondo, eccetto sua madre, ovviamente.
-Capisco … Vieni alla festa?- Domandò poi afferrando il suo manico di scopa –Ci saranno tutti, l’ultimo ballo scolastico, è dal quarto anno che non ti vedo sulla pista-
-Verrò- Rispose annoiato voltandosi di nuovo verso la finestra, il sole era sparito sotto l’acqua scura del lago, lasciandosi dietro un aurea arancione.
-Bene- Commentò l’altro soddisfatto –Ho un bel po’ di Erba Girella per condire il succo di zucca-
-Zabini?- Lo chiamò Draco con un tono che non prometteva nulla di buono –Prova ad avvicinarti a me con quella roba che ti porto sul Platano Picchiatore, intesi?-
Blaise sghignazzò sotto i baffi –Amico! Mica ti uccide! Al massimo di fa un po’ sballare, niente di più!-
-Niente di più?- Domandò furioso –Stai scherzando? L’ultima volta sono dovuto venirti a raccattare davanti alla camera di Vitius, avevi un mazzo di mestoli in mano e gli cantavi una sottospecie di serenata!-
-Sarà successo una volta!- Protestò l’altro uscendo –Quante volte me lo rinfaccerà?- Borbottò fra se scendendo le scale.
Non appena la porta sbatté Draco tirò un sospiro di sollievo.
Non lo sopporto più quel coglione. Mancavano solo sette giorni, pensò, sette giorni e sarò libero.
Si sedette sullo scrittoio ed iniziò ad analizzare alcune pergamene, proposte di iscrizione per le migliori accademie del paese.
Non doveva far altro che scegliere … Politica? Medicina? Economia?
Ma lui cosa voleva veramente?
La proposta per fare l’Auror era da escludere, non avrebbe retto a studiare con Potter e la Piattola per altri due anni, e poi lui? Lui? Lui, che aveva il Marchio Nero impresso a fuoco sul braccio, lui diventare Auror? Ridicolo …
Forse politica, avrebbe iniziato con quella estera, vivere lontano dalla Gran Bretagna, fare l’ambasciatore magari, scappare da quel mondo che lo giudicava un criminale.
Una smorfia di disgusto gli comparve sul volto.
Quando condannarono sua madre a dieci anni le ripromise due cose.
Che non l’avrebbe lasciata sola e che non sarebbe più scappato, non poteva deluderla, questo mai.
Una cosa che aveva sempre appassionato era la medicina, quello sì,dal lato alchimistico certo, pozioni la cosa che sapeva fare meglio e medicina, lo affascinava. Avrebbe fatto domanda lì, almeno per provare.
E poi, pensò , c’era anche un’altra questione da assodare.
A diciannove anni si iniziavano a stipulare i contratti di matrimonio, e lui senza i sui genitori a dargli man forte non aveva idea di come fare.
I gufi erano arrivati il giorno dopo il suo diciassettesimo compleanno, due anni prima della tradizione magica! La gente era proprio matta!
Ventitré ragazze gli avevano proposto la mano.
Una sola  però, aveva fatto colpo, una certa Astoria, un anno più piccola di lui, affascinante, bella, non aveva da invidiare a nessuna ragazza di Serpeverde, capelli di un nero corvino lucidissimo, un viso chiaro e dalla pelle brillante, ed infine, come specchi dell’anima, due  meravigliosi occhi azzurri.
La ragazza, sfortunatamente, non era a conoscenza del gufo che suo padre mandò a Lucius Malfoy per proporla in sposa al figlio.
Astoria venne messa in cima alla lista delle spiranti mogli e pochi giorni prima che Draco avesse firmato il  contratto la fanciulla si presentò furibonda nella camera del ragazzo e gli mollò un gancio destro che avrebbe fatto concorrenza a quello che a tredici anni incassò per mano della lurida Mezzosangue.
Malfoy sorrise a quel pensiero, lui con le donne proprio non ci sapeva fare. Nelle lenzuola era un conto ma appena si trattava di parlare con quel particolare essere si ritrovava sempre a fare il bullo, infatti, non appena Astoria ebbe ritirato la mano, lui la colpì, nettamente più forte di lei. Quel gesto non era dovuto ad un suo particolare piacere di picchiare le donne, assolutamente, ma proprio non la capiva. Ad esempio, la Grenger aveva avuto un motivo per picchiarlo, era anni che lui se la prendeva con lei senza un minimo di pietà, non che avercela con dei sangue sporco ci fosse qualcosa di male, ovvio.
Ma Astoria, era piombata nella sua stanza rossa di rabbia come un tornado e gli aveva mollato un pugno, così senza motivo.
Le donne.
Quando poi si era accorto che la forza che aveva usato nel colpirla l’aveva fatta cadere per terra si era precipitato a raccoglierla con lo zigomo che gli doleva debolmente.
Lei aveva le lacrime agli occhi un po’ per l’umiliazione e un po’ per il dolore. –Sei un maiale- Sibilò scioccata ritirando il braccio che lui le aveva afferrato per rimetterla in piedi –Non mi avrai mai!-
E tutto, dopo quelle parole, si fece chiaro nella testa di Malfoy.
Il matrimonio, è per questo che era tanto arrabbiata, l’aveva strappata a quello strambo di Corvonero, il suo ragazzo come si chiamava … MacDougal, ecco si, lui.
E ora che suo padre era in prigione e non gli faceva più pressione non aveva la voglia di mettersi a combattere per una donna che lo avrebbe odiato a morte e che,  in fin dei conti, non desiderava nemmeno così ardentemente.
Non aveva avuto fretta, il contratto era ancora valido, nulla gli avrebbe impedito di averla per sé.
Si rigirò quella pergamena tra le dita affusolate, era lei che voleva accanto per la vita?
I matrimoni magici sono per sempre e lui lo sapeva bene, ma era quella che voleva accanto, Astoria?
Draco scosse la testa, c’era tempo, poco, ma ancora ce n’era, E poi mica avrebbe dovuto sciogliere tutte quelle faccende così spinose in quel momento, aveva già deciso che si sarebbe iscritto all’Accademia di Medicina nella sezione alchimia e pozioni curative. Una decisione per volta, senza fretta.
Buttò uno sguardo all’orologio a pendolo vicino a lui, aveva impiegato ore su quelle scartoffie.
Sbuffò e di malavoglia si sfilò la camicia sgualcita della divisa. In quel momento entrò nella stanza un Zabini sudato e sporco di terra sulle ginocchia che lanciò il manico di scopa sul pavimento scrollando le spalle.
-Sei caduto- Osservò  Draco mentre faceva scorrere le dita sugli abiti appesi alle grucce nel suo armadio.
Blaise rispose con un grugnito e colpendosi la coscia con la punta della bacchetta e trasfigurò gli abiti logori in un paio di jeans perfettamente stirati e una polo verde scuro profumata di pulito.
-Non sia mai una doccia, eh?- Scherzò Malfoy scegliendo una camicia di seta nera e indossandola chiuse accuratamente i polsino con un paio di gemelli madreperla -A che ora è la festa?-
-Inizia alle nove e mezza- Rispose Blaise –Ma noi arriviamo per le dieci, i principi di Serpeverde  devono farsi desiderare giusto?-
-Tu principe?- Chiese l’altro inarcando entrambe le sopracciglia bionde –Uno che si fa la doccia una volta ogni mese potrà mai essere un principe?-
-Sei tu che sei un maniaco del pulito- Disse stizzoso Zabini.
- Dové il mio anello?-
-Ancora con questo anello, Dray? E’ un’ossessione!-
Come se non lo avesse sentito, il ragazzo iniziò a setacciare la stanza –Mi aiuti  o aspetti un invito?-
-Questa cosa che l’anello non si può appellare mi urta il sistema nervoso! Tienitelo al dito e non rompere!- Protestò Blaise mentre guardavano sotto il letto –Ma se per una volta fai senza?- Disse rialzandosi dal pavimento
-E se tu per una volta sei senza lingua?-
Zabini buttò un’occhiata sul comodino dell’amico e alzò gli occhi al cielo innervosito –E’ qui idiota!- Disse lanciandoglielo.
Draco afferrò l’anello di rame al volo.
Era troppo stretto quando Narcissa glielo aveva regalato, con un incantesimo l’aveva fatto diventare  della misura giusta al suo dito. Era leggermente appiattito sul davanti e anche più largo, lì comparivano con una calligrafia elegante e barocca due iniziali: una N e una B.
Narcissa Black
“Me lo ridarai quando uscirò di prigione “ Gli aveva detto lei, mentre una perla salata le rigava lo zigomo raffinato.
Draco l’aveva stratta forte a sé “E’ una  promessa” le sussurrò senza sciogliere l’abbraccio. “Lo riavrai”
Da quel giorno il ragazzo non usciva dalla sua camera senza quel cerchietto di rame al dito. Come se non volesse scordarsi di lei nemmeno per un istante.
-Sei pronto?- Chiese il suo migliore amico.
Draco s i infilò l’anello al medio e si avviò verso la porta –Togliamoci questo dente- Disse già stufo di quella che per lui, sarebbe stata la serata più bella della sua vita.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 
La Sala Grande era addobbata in maniera impeccabile, le grandi tavolate delle case erano scomparse per fare posto a tavoli circolari più piccoli posizionati affianco ai muri della sala.
L’orchestra posta su un piccolo palco nella murata che fronteggiava la porta d’ ingresso aveva già iniziato a suonare, alcuni si esibivano in balli spensierati vestiti a festa.
Non c’era l’ombra di un professore, solo una linea di luce brillante, sicuramente fonte di qualche incantesimo, che toccava orizzontalmente i due stipiti del grande portone.
Un cartello era esposto all’entrata diceva, lesse Draco, ammessi solo studenti del settimo anno, eccezioni per alunni del sesto accompagnati da ragazzi più grandi. Chi non ha l’età e proverà ad oltrepassare la linea, anche dopo aver assunto una dose di pozione Invecchiante, verrà severamente punito. La vostra preside M. MgGranitt.
Pansy Parkinson, amica storica del ragazzo, strinse il braccio del suo cavaliere e gli sfoderò un sorriso brillante –E’ dalla fine del Ballo del Ceppo che aspetto queto momento, sai?- Gli disse allegra.
Lui la osservò visibilmente annoiato e si passò una mano tra i capelli biondi.
-Potresti almeno provarci a divertirti un po’, non credi?-
-E se tu non avresti litigato con Nott non lo dovremmo far ingelosire, non credi?-
-E che c’entra scusa?-
-Centra che sarei potuto venire a questo fottuto Ballo d’Addio con un’altra e magari usare la lingua in altro modo-
-Gli amici si sacrificano ogni tanto- Sentenziò lei entrando nella sala.
-Perché vi siete lasciti questa volta?- Le domandò tenendola con un braccio per la vita ed incamminandosi verso Zabini che stava già pomiciando con Millicent Bulostrode
-Una di Corvonero gli si è strusciata  addosso e lui non ha battuto ciglio-
Draco annuì solennemente e salutò i due amici.
-Milly!- Squittì Pansy studiando l’abito della bionda mentre le luccicavano gli occhi. –E’ fantastico! Dove lo hai preso?-
La ragazza sghignazzò e fece lentamente una piroetta per mostrare meglio quel capolavoro d’alta sartoria –Bello non è vero? Me lo ha portato mio fratello da Parigi, dice che l’ha trovato nella boutique più sfiziosa della Francia!-
-Ci credo!- Fece Pansy –E’ meraviglioso!-
-Ragazze … - S’intromise  Blaise alquanto annoiato di quella discussione –Sta arrivando Theodore-
Pansy si irrigidì di colpo e con la coda dell’occhio osservò il ragazzo che furioso si avvicinava a loro.
Strinse il braccio di Draco e lo fulminò con lo sguardo –Piano A-
Malfoy sospirò e lentamente si voltò verso l’amico a passo di carica si faceva sempre più vicino.
-Pansy!- Abbaiò verso la ragazza –E poi dici a me!? Sei tu che ti appiccichi come una cozza ai miei migliori amici!-
-Sei tu che hai iniziato!- Strillò lei inviperita.
Nott lanciò un’occhiata incandescente a Draco che rimase impassibile, come da copione.
-Togli le zampe dalla mia ragazza!- Scandì rabbioso.
-Oh,- Commentò Draco –Adesso è la tua ragazza?-
-Ho una sensazione di dejà-vu- Scherzò Blaise sarcastico.
-Taci!- Tuonò Nott che aveva un diavolo per capello.
-Vedi che neanche a te fa piacere vedermi tra le braccia di un altro?- Disse Pansy saccente –Chi la fa l’aspetti!-
-Ne parliamo- Disse Theo cercando di tenere a freno la rabbia –In privato-
La ragazza annuì soddisfatta e si avviò con quello lontano dal gruppo, non prima di aver ringraziato l’amico con una strizzata d’occhio.
-Tra loro e voi due mi verrà il diabete- Disse Draco portandosi alle labbra una sigaretta.
-Potresti trovarti la ragazza- Fece allegra la Bulostrode –Che aveva di male quell’Astoria?-
-Il fidanzato- Commentò piatto Malfoy
-O il suo gancio destro?- Sghignazzò Zabini
Draco alzò gli occhi al cielo esausto dalle battutine dell’amico che l’avevano giò portato al limite della pazienza.
-A proposito di farsi la ragazza- Osservò Milly lanciando un’occhiata all’entrata –Avete visto Weasley? Si dice che stia con la Grenger-
-Pensavo avesse toccato il fondo- Fece Draco –A quanto pare non esiste fine al peggio-
Le due coppie più chiacchierate della scuola fecero il loro ingresso al ballo. Ronald Weasley mano nella mano con Hermione Granger e Harry Potter in compagnia della bella Ginny Weasley.
-Quello che ha fatto un buon acquisto secondo me e Potter- Fece Blaise osservando la ragazza rossa attentamente
–Vuoi che ti cavi gli occhi?- Sputò Milly, velenosa come una serpe.
-E’ una traditrice del suo sangue- Disse Draco – Più o meno lo stesso livello della Mezzosangue-
-Sono belle ragazze, però-
-Preferirei sprofondare giù all’inferno con il Signor Oscuro pur di non andare a letto con loro- Fece notare disgustato.
-Detto così, per non essere drammatici- Scherzò l’amico –Ragazzi, vado a prendere da bere, volete qualcosa?-
-Basta che sia forte- Disse Draco –Mi sto rompendo le palle qui-
-Come sei catastrofico! Trovato una gnocca  e portatela a letto invece di ammorbarci la serata!- Disse l’altro allontanandosi.
-Sono disgustato- Commentò Malfoy dopo qualche secondo che osservava la squadra miracoli al completo divertirsi sulla pista.
-Che ti frega Dray!- Disse Milly accarezzandolo -Mancano sette giorni e poi non li vedremo più per il resto della vita, che sono sette giorni in confronto a sette anni?-
Draco sbuffò frustrato –Hai ragione- Disse lanciando sul pavimento di marmo il mozzicone consumato.
Qualche attimo dopo arrivò Zabini con tre bicchieri colmi di un liquido ambrato –Ehi!- disse imitando la voce di Theodore –Giù le mani dalla mia ragazza!-
-Non è aria- Disse Malfoy afferrando il bicchiere, l’amico ne porse un altro alla ragazza ed insieme brindarono –Ad un futuro senza la squadra Miracoli!- Dichiarò Milly prima di buttare giù il liquore in un unico sorso.
-Che cazzo ci hai messo qui Blaise!- Soffiò Draco non appena il fuoco che aveva dentro si affievolì un minimo.
-Hai detto di volere della roba forte!- Si lamentò lui beffardo.
Malfoy basito osservò un secondo il fondo del bicchiere vuoto –Non dirmi che è…-
Zabini annuì lentamente con un ghigno sulle labbra –Erba Girella! Ti ricordi come si usa Dray?-
-Giuro che quando finirà l’effetto di te rimarrà solo la polvere!- Sibilò a denti stretti mentre si sentiva già scorrere nelle vene quella bevanda infernale.
-Quanta ne hai messa nel mio?- Domandò Milly impaurita
-Tranquilla tesoro, ho ridotto le dosi per te, il trucco per non avere un’emicrania a vita è smettere di usare il cervello per tutta la durata dell’effetto-
-E come si fa?-
-E’ facile! Appena inizia a sentire il sangue che ti bolle nelle vene stacchi, ti scolleghi, l’Erba ti indicherà la strada, devi solo seguirla, ti spengerà il cervello e tu dovrai affidarti solo ai sensi, capito? Non devi ragionare!- Le spiegò euforico –Segui l’istinto, la mente ti si annebbia!-
A Draco cadde l’occhio su i bicchieri sparsi per la sala e le brocche di bevande –Ti prego non dirmi che hai riempito tutto quando di questa porcheria …?-
-Dray! E’ l’ultimo anno!- Urlò Zabini in fibrillazione, che aveva cinto con un braccio la vita di Millicent pronta per una crisi di panico –Se non ci divertiamo al Ballo d’Addio, quando?-
Draco dovette fare violenza su sé stesso per non mettergli le mani al collo.
Erano due anni che non prendeva quella roba, avrebbe dovuto resistere per qualche ora e poi sarebbe passato tutto … Una notte sola.
Sospirò agitato e in quel preciso momento, come se quel piccolo movimento avesse scatenato la reazione della droga, si sentì il sangue ribollirli  incandescente nelle vene.
La magia stava iniziando, fulminò con uno sguardo polare il suo migliore amico.
Sarebbe morto, lo avrebbe ucciso lui, con le sue mani.
Ebbe un giramento di testa, tutto attorno a sé stava vorticando, fece dei respiri profondi per rimanere calmo, sapeva, però, che avrebbe solo peggiorato la situazione, bisognerebbe spegnere il cervello ed abbandonarsi ai sensi e lui lo sapeva fin troppo bene.
Aspettò che tutto intorno a lui smettesse di girare e quando riaprì gli occhi il caos nella sala regnava sovrano.
La sua mente ancora parzialmente cosciente fu in grado di distinguere che si aggiravano nella stanza, c’era che rideva, chi urlava e chi si disperava.
Qualcuno poco distante da lui era accovacciato e piangeva.
Sarà Milly, si disse, ma solo quel futile pensiero gli fece accendere il cervello che venne colpito da una lama invisibile.
Fece un passo indietro barcollante, dovevano arrivare al dormitorio e lì abbandonarsi definitivamente. Sapeva come andavano queste cose, se nessuno lo distraeva allora si sarebbe addormentato .
Stava continuando a pensare e l’Erba gli martellava incessante la testa nella speranza di abbatterlo.
Uscì di corsa dalla sala, la vista appannata e una voglia incondizionata di far scatenare il flusso magico stravolgente.
Prima però doveva arrivare al dormitorio, quel pensiero fu come un’ennesima botta in testa. Fece forza sulle sue gambe, che volevano abbandonarlo,  costringendole ad avanzare in una direzione precisa.
Doveva resistere all’effetto fino al momento  in cui non sarebbe stato al sicuro nella sua stanza.
Continuando a barcollare per il corridoio simile ad u  ubriaco arrivò alle scale per scendere nelle segrete, aveva percorso pochi metri ma sembrava che la distanza tra lui e il dormitorio si allungasse ad ogni passo.
Non appena fu con entrambi i piedi poco saldi sulla scala quella, bastarda, si mosse. Draco, che stava perdendo ogni speranza imprecò tra i denti. La scalinata lo costrinse a salire verso il piano superiore. Deserto, il corridoio deserto, si sarebbe fatto da quell’onda di sensi lì, non aveva la forza di continuare a camminare e ragionare contemporaneamente.
L’ultimo pensiero razionale prima che l’Erba Girella facesse il suo effetto e lui si piegasse a lei: c’era qualcuno accasciato in un angolo nella penombra.
Quel che avvenne dopo, fu storia.
Chiunque fosse quell’angelo accucciato contro la parete, era lo stesso bellissimo. Anche lei sotto l’effetto della droga, venne sollevata da terra da braccia forti e snelle, fasciate da una splendida camicia nera. Gemette al contatto con quella pelle calda.
-Shh…- Sussurrò Draco con la voce roca, che ormai non capiva più nulla –Tranquilla- La strinse forte a se e lei in balia della magia sprigionata dall’Erba, non fece resistenza, si lasciò cullare dal suo passo, che lento la portava con se.
-Che cosa ho preso?- Disse lei cercando di opporsi alla droga. Venne subito, però, colpita da una lama invisibile che le perforava il cranio senza alcuna difficoltà. Si morse il labbro inferiore per non strillare da dolore.
-Il trucco- Bisbigliò Draco, passeggiando per la terza volta di seguito in quel corridoio –E’ abbandonarsi ai sensi, fa quello che ti suggerisce l’istinto-
L’angelo allora, smise con fatica di ascoltare la ragione e seguì  quel canto melodioso che la tentava, abbandonandosi definitivamente.
 “Fai quello che ti suggerisce l’istinto” le parole di lui le vagarono nella mente annebbiata. Fissò il viso del ragazzo, confusa e spaesata, decise infine di seguire il suo consiglio pienamente.
Allungò il collo verso di lui, facendo sfiorare le proprie labbra con quelle del ragazzo che la teneva in braccio. Draco si fermò per assaporare ogni centimetro  di quella carne tanto rosea e morbida. La lingua della ragazza chiese accesso alla bocca lambendogli le labbra carnose, quando le sentì scontrarsi in una danza lussuriosa e passionale, strinse ancora di più al suo petto quell’angelo, che con un solo bacio gli aveva fatto sfiorare il cielo con un dito,  piano si staccò, con malinconia, mentre  i polmoni supplicavano dell’aria.
Lei, ora voleva di più. Non si sarebbe accontentata delle briciole.
Quel desiderio, quel bisogno fece scaturire nel corridoio una particolare reazione. Dietro i loro corpi, avvinghiati l’uno all’altra, apparve una porta, il rumore sordo della maniglia che si rigirava e il leggero scricchiolio del legno sul pavimento di pietra catturò la curiosità dei due, che si voltarono ad osservare l’ultimo dono che Hogwarts donò a loro prima della partenza verso il futuro.
-E’ la Stanza delle Necessità- Sussurrò lei riscaldandogli la guancia con il suo fiato
-Credimi- Le disse  Draco, avviatosi dentro la camera –Lo so-
Ai due amanti, la sala sarebbe parsa meravigliosa se entrambi non avessero avuto occhi solo per loro. C’era un enorme letto, meraviglioso, coperto di cuscini e piume, a baldacchino. Tutto lì era color crema, un tappeto morbido in tinta con le tende ricopriva il pavimento. Ma come ho già detto prima, l’arredamento della splendida stanza non era di particolare interesse per i due ragazzi.
Draco poggiò sul materasso la bella, attento a non pesarle le si mise, con una calma frustrante, di sopra ed iniziò a baciarle lentamente il collo, donando ad ogni singolo centimetro  di pelle la giusta attenzione. Quando ormai la gola e la bocca dell’angelo erano sufficientemente arrossati per i troppi baci, vece scivolare la sua mano su per il fianco, sfiorando la spalla e facendo cadere lentamente la sottile spallina dell’abito sul braccio. Ricominciò a baciarle la morbida e calda bocca, stuzzicando la sua lingua mentre il vestito, lento e sensuale, scendeva sempre di più. l’altra mano, quella che non era presa a toccare i capelli setosi della ragazza, sfiorò il fianco fino ad arrivare alla coscia di lei, la sollevò portandosela sul fianco e gongolando nel vedere che il vestito di seta scivolava le scivolava di dosso neanche fosse liquido.
Quando si dedicò ai seni ormai scoperti dell’angelo, quello gemette sotto di lui ed incurvò leggermente la schiena.
Un sorriso comparve sul volto di Draco che si tirò su da quel corpicino tanto bastava per osservare al meglio la bellezza dei suoi ansiti.
Era ancora bravo. Doveva concederselo.
Portando la bocca nuovamente sulle labbra della ragazza le fece una carezza ancora più intima e delicata di quelle precedenti.
Gemette di nuovo, e Draco sorrise, di nuovo.
Ormai nell’estasi più totale, al culmine della felicità fisica più appagante la ragazza alzò una mano tremante dal piacere verso di lui, gli occhi tempestosi del ragazzo le lanciarono uno sguardo felice e riconoscente, allora lei incoraggiata da quel gesto concluse il proprio, accarezzandogli il viso dolcemente e baciandolo di nuovo. Draco  osservando la semplicità di quel gesto, e la purezza usata dal suo angelo per fare la cosa più naturale e umana del mondo, le sorrise sulle labbra, ancora incastrate tra quelle di lei.
-Perché ridi?- Domandò ansimante l’angelo, a mezzo millimetro dalla sua bocca.
Draco l’afferrò saldamente per i fianchi e in una rapida mossa ribaltò la posizione. Ora i capelli della ragazza gli solleticavano la fronte piacevolmente ricadendogli sul viso. –E’ la prima volta- Disse lui accarezzandole la schiena nuda e candida –Che mi sento così, in una ragazza- affondò lo sguardo in quei intensi e lucidi occhi nocciola –Come ti chiami le chiese senza smettere di guardarla.
-Io…- Balbettò l’angelo –Io.. non me lo ricordo-
Draco sorrise di nuovo, era scuro che per la ragazza fosse la prima volta che usava l’Erba Girella-
Una lacrima salata scivolò giù per la guancia della ragazza, Draco si affrettò subito ad asciugarla e sulle labbra le mormorò –Tranquilla, domani mattina ricorderai ancora il tuo nome.
L’angelo affondò le dita tra i capelli morbidi di lui ricambiando il bacio –E tu? Come ti chiami?-
Draco la strinse a se di nuovo, più forte, come a farla sua per sempre –Non è importante, angelo, non è importante-

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


-Dove cazzo è?-
Draco Malfoy e Blaise Zabini erano intenti a cercare da per tutto quell’ anello, che ogni cavolo di volta spariva dalla circolazione
-Ma Draco, sei sicuro di non essertelo tolto?-
-Ti ho detto di si!-
Zabini alzò gli occhi al cielo e scosse la testa –l’ultima volta anche l’avevi detto!-
Malfoy si alzò da per terra con uno scatto –Ti ho detto che non me lo sono tolto! Smettila di rompere e cerca!-
Blaise si mise a cercare sullo scrittoio –Magari te lo sei sfilato quando..-
-Zitto!- Urlò Draco–Non ti ho spaccato la faccia quando mi sono accorto che ero nel letto della Mezzosangue, non obbligarmi a farlo ora!-
-Come se fosse colpa mia!- Fece soave l’altro aprendo i cassetti della scrivania –Mica me la sono scopata io!-
Draco si girò sfuggente verso l’amico –Non è colpa tua?! E di chi diavolo è la colpa sentiamo! Mia forse? Chi cazzo ci ha drogati?!-
Zabini alzò il viso ed inietto i suoi occhi in quelli tempestosi di Malfoy –Oggi sei suscettibili, amico. Tranquillizzati, lo troviamo l’anello-
Draco esaurito si buttò sul letto –Come cazzo faccio a tranquillizzarmi, eh?- Disse soffocando la voce con il cuscino –Mi sono scopato una lurida Mezzosangue, ho perso l’unica cosa che mi rimane di mia madre e ho infranto la promessa-
-Io non capisco perché non l’hai svegliata quando ti sei accorto che era lei, invece di fuggire e lasciarla sola in un letto, come una puttana-
-E’ una puttana-
-Ma chi? La Grenger?- Fece Zabini – Quella che mette le calze sotto la gonna anche a giugno e non slaccia la camicetta neanche al primo bottone?-
-Mi sono scopato una bigotta-
Blaise rise di gusto e con un colpo di bacchetta chiamò la bottiglia di Firewhisky –Bevi un sorso- Disse lanciandogliela –E andiamo a vedere se la Grenger ha il tuo fottuto anello-
 
La biblioteca era praticamente deserta, chi mai sarebbe andato a studiare dopo la fine degli esami? C’erano solo due coppiette che limonavano tranquillamente dietro lo scaffale di babbanologia e Hermione Grenger che discuteva allegramente con la bibliotecaria –Pensa che per l’estate sia una buona lettura?-
-Ovviamente, cara. Anche per il corso di studi che ha deciso di intraprendere lei, mi sembra perfetta. Certo è abbastanza impegnativa però…-
-Oh, non si preoccupi per quello, passerò l’estate praticamente sola. Sa i miei dopo che hanno recuperato la memoria hanno deciso di rimanere un altro poco in Australia, il lavoro di mio padre va a gonfie vele…-
-Da sola tutta l’estate, signorina Grenger? E i suoi amici?-
-Ginny e Harry vanno in vacanza, in giro per la Grecia. Ma io preferisco lasciare i due piccioncini tranquilli- Hermione si infilò il libro che la bibliotecaria le aveva gentilmente regalato  nella tracolla di cuoio e si avviò verso l’uscita.
Blaise, quando vide l’anziana donna allontanarsi dalla ragazza strizzò l’occhio al suo amico.
-Ciao Grenger- Disse in tono amichevole sorridendo alla ragazza.
-Zabini, Malfoy- Salutò lei senza smettere di camminare e chiudendo i lacci della sua borsa –Spero passiate una felice estate, arrivederci-
-Aspetta!- Fece Blaise –Volevo sapere se tu ci…- Stava cercando di prendere tempo quando finalmente osservò la mano della ragazza, libera da qualunque anello. Ora mancava l’altra che però era chiusa nella tasca del mantello.
-Grenger, siamo agli inizia di luglio che ci fai con il mantello?- Domandò senza togliersi quel fastidioso sorriso di dosso.
 Malfoy trattenne l’impulso dal lavarglielo dalla faccia a suon di pugni. La situazione era improponibile, che cazzo si rideva?
Gli occhio nocciola della ragazza si allargarono increduli –C’è qualcosa che posso fare per te Zabini?- Lanciò un’occhiata al suo compare –La tua premura nei miei confronti ma sta facendo venire dei dubbi sulle intenzioni-
-Curiosità-
-Hermione!- La voce dello Sfregiato inondò la biblioteca.
-Signor Potter!- Sbraitò la Bibliotecaria da dietro qualche scaffale –Le pare il caso?-
Harry alzò gli occhi al cielo –Eccoti!- Disse a voce più bassa –Mi accompagni dalla MgGranitt? Volevo darle il nostro regalo oggi-
Potter spostò lo sguardo sulle due serpi e scoccò un’occhiata interrogativa all’amica, che però alzò  le spalle e lo seguì.
-Una mano è sicura- Fece Blaise appoggiandosi ad un tavolo mentre i due grifondoro si allontanavano -Almeno l’altra…-
-Di chi è quest’anello?- Sentirono la voce di Potter domandare alla Grenger, grazie al cielo senza aver minimamente dato retta al rimprovero della bibliotecaria–N B? E chi è?-
Draco Malfoy si passò una mano trai i capelli biondi, frustrato. –E ora?- Domandò con un filo di voce.
-E ora te lo vai a riprendere-
 
Dopo aver fatto un uccellino di carta alla Grenger con scritto di farsi trovare alla stamberga strillante, Malfoy si diresse verso il platano picchiatore, il cappuccio del mantello ben calato sul viso e la fedele sigaretta stretta fra due dita. Che c’era di difficile, avrebbe dovuto prendere da quella stronzetta arrogante, qualcosa di suo.
Entrò in quel luogo macabro, cercando di reprimere il suo disgusto per la polvere. La trovò in piedi a mordersi il labbro inferiore senza sosta, indossava dei jeans comodi ed una camicetta a quadri con le svolte alle maniche, la bacchetta tra le mani ed il viso chino a ammirare l’anello.
Il suo anello!
Maledetta Mezzosangue!
Fece un passo silenzioso in quella stanza lanciando il mozzicone a terra –Voglio il mio anello-
La Grenger sussultò spaventata e si girò di scatto verso di lui, lo studiava cercando di capire il volto del suo amante –Mi hai lasciato sola in un letto- Disse senza staccare i suoi occhi simili a frecce da Malfoy –Con un anello al dito. Cos’era? Il pagamento per una notte di follie?-
-Dammi il mio anello-
-Chi ti credi di essere?- La ragazza si stava inalberando, gli zigomi diventavano rossi per la rabbia e la linea degli occhi sempre più sottile –E’ mio, me lo hai dato tu-
-L’anello-
-Scordatelo-
Draco serrò i pugni sbiancandosi le nocche –Ti do cinque secondi, poi uso la forza-
La Grenger inarcò entrambe le sopracciglia –Pensi di spaventarmi? Ho combattuto contro, Mangiamorte, draghi, maledizioni, serpenti e quant’altro, non credo riusciresti a fare di peggio-
Malfoy applaudì ironico –Brava-
-Chi sei?-
-Ho detto l’anello-
-Ho detto chi sei-
 Quella maledetta stronza!
Draco tirò fulmineo la bacchetta da fuori il mantello e gli scaraventò addosso  una fattura disarmante, che lei abilmente fermò ergendo con un incantesimo non verbale uno scudo davanti a se.
 -Bastardo- sputò lei tra i denti
-Non hai il coraggio di batterti?-
Ferita nell’orgoglio Hermione disintegrò la barriera che aveva appena creato –Tu invece hai paura d mostrarti, scappi-
Per Malfoy fu come uno schiaffo in pieno viso.
Stronza.
E come lei che aveva appena tolto lo schermo che li divideva lui si portò lentamente le mani ai lembi del cappuccio –Sei pronta per il tuo incubo peggiore Mezzosangue?-
E via.
Il terreno cadde sotto i piedi di Hemione Jane Granger.
Draco godette per un minuto dello stupore di quella saccente sanguesporco, fino a quando una risata isterica non gli riempì i timpani facendolo irritare ancora di più.
-Esilarante davvero, è uno dei tuoi ultimi scherzi? Perché vuoi l’anello? Che ne so che è tuo? Da quando sono le tue iniziali queste?-
-Ti credevo molto più intelligente, davvero- Fece avvicinandosi –Era di mia madre-
-Non ti credo-
Un altro passo, meno di un metro per riprendersi l’anello –E’ così-
-No-
La pelle della sua mano, il freddo del metallo sotto i polpastrelli.
-No!- Urlò lei ritirando il braccio e balzando indietro, lontano da lui, contro il muro –E’ mio- La voce le usci più affannata di quanto si aspettasse –E’ mio-
Draco la sovrastava con la sua altezza, lì incatenata al muro, perché continuava a combattere? La bacchetta le era scivolata di mano prima quando era saltata contro la parete, era disarmata, non aveva speranze contro la sua forza fisica, perche continuare per una causa già persa?
La bocca rosea, le labbra succulente, dolci, quanto avrebbe voluto baciarle.
Cazzo, no!
-Dammi il mio anello- Le sibilò
-Il Mio anello!-
-Dammi un motivo per cui lo vorresti tenere, lo hai detto tu stessa, ti ho usata, ti ho abbandonata su un letto, per me non vali nulla-
Hermione non si mostrò assolutamente ferita da quelle parole, sorprendendo Draco visibilmente –In una vita di guerra, l’anello è il ricordo di un’esperienza normale, l’altra notte non ho salvato nessuno, non ho pianto per nessuno, non ho combattuto nessuno, l’altra notte ero solo io-
Perché continuava a parlare? Muovendo quelle labbra? Che le diceva la testa? Era masochista forse?
-Commuovente Mezzosangue. Ma non mi importa-
-A me non importa di darti il mio anello-
La forza di volontà di un uomo non è infinita. Si sa.
Draco Malfoy si chinò sulla bocca della tanto odiata ragazza. Calda, morbida, umida.
Meravigliosa.
Gli risvegliarono sensazioni che credeva di non aver mai avuto, solo sognato.
Leggermente fece salire la mano su per il ventre della Grenger, che assorbiva ogni contatto della lingua, delle labbra, dei denti con estremo trasporto.
Su fino al quarto bottone della camicia, quello chiuso, il quinto, il sesto … l’ultimo anche.
Scivolarono a terra, in quel mare di polvere e sporcizia.
-Malfoy…- Sussurrò la Grenger contro la sua spalla mentre lui le mordeva melenso l’orecchio e con una mano le slacciava i pantaloni.
-Ridillo- Le ordinò scendendo sempre più giù, leccandole il collo, il ventre. La fece sussultare con una carezza troppo intima, apposta –Ridillo, ho detto-
Hermione trattenne il gemito tra le labbra –No-
-No?- Rise lui alzando la testa –Ridillo o non..-
Hermione con una forza presa chi sa dove, represse la voglia di farsi prendere e con uno scatto sgusciò dalla sua presa mettendosi a cavalcioni sopra di lui. Si chinò sul suo collo di marmo, succhiando, succhiando, succhiando.
-Grenger…- Fece lui con il respiro mozzo –Così mi lasci il seg
no-

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


La folla di studenti se ne stava davanti alla parete dell’ingresso,  divisi per le case corrispondenti, le camice slacciate per il cado e le gonne senza le calze. Tutti, da Grifondoro a Tassorosso  nessuno escluso, stava sudando freddo. Il sangue che pulsava forsennatamente sulle tempie, le mani che tremavano, i guardi persi nel vuoto. Quella psicopatica della Habott se ne stava accucciata per terra terrorizzata, la Piattola invece aveva il volto più pallido del solito e le orecchie di un incredibile rosso fuoco. Ridicoli, pensò Draco, che con le braccia incrociate al petto, cercava di non mostrare cosi palesemente la sua agitazione.
Pansy aveva appena mandato a quel paese Nott per l’ansia, Milly si stropicciava l’orlo della divisa e quel coglione di Zabini aveva consumato una ventina di sigarette in dieci minuti. Le sue sigarette!
Dal fondo del corridoio si fece largo quello sporco maganò, Gazza aveva in mano il voglio con affissi i risultati dei M.A.G.O.
Potter, naturalmente, con le sue manie di eroismo e protagonismo, scoccò un’occhiata alla Mezzosangue e si avviò per primo verso la lista.
La stronza per eccellenza lo seguì per nulla intimorita, e prima di far scorrere il dito sull’elenco di nomi, si voltò e sfoderò a Malfoy un sorriso perfido.
“Paura?” Gli mimò con le labbra per poi controllare i voti dei suoi compagni e tornare trionfante tra quei maledetti Grifoni che esultarono per i voti.
Malfoy stizzito e ferito nell’orgoglio si fiondò contro la bacheca spintonando un Corvonero che si era offerto timidamente per quel compito ingrato. Osservò la colonna di Serpeverde.
Draco Malfoy. Eccolo.
Trasfigurazione. E
Pozioni. E
Cura Delle Creature Magiche. O
Artimanzia. E
Incantesimi. E
Babbanologia. O
Storia Della Magia. E
Controllò anche i voti dei sui amici e soddisfatto seguì i festeggiamenti di Serpeverde.
-Cazzo Dray!- Esclamò Blaise a settimo cielo –La media della O! Ho la media della O!- Prese in braccio Milly che festeggiava con la sua E insieme a Pansy e Nott.
-Bocciati?- Chiese quello, con un sorriso che arrivava da un orecchio all’altro.
Darco indicò con il mento quel poveraccio di Goyle che prendeva a calci una colonna di marmo per la frustrazione –Nulla di nuovo-
 
I festeggiamenti continuarono fino a notte fonda, ci fu un party a Corvonero e un festino a Grifondoro. Draco però ne aveva abbastanza di feste.
Quella notte, la sua ultima notte a casa, la passò sulla torre di Astronomia, seduto pericolosamente sulla balaustra, senza avere nessuna paura di cadere. Solo una voglia innata di volare.
Stringeva tre lettere tra le mani, una era l’Accademia di Medicina di Londra, che con i risultati degli esami era contentissima, di averlo come studente a settembre.
La seconda era una lettera del signor Haloway, uomo di fiducia dei Malfoy, aveva confermato che la casa che Draco gli aveva fatto comprare, vicino Piccadilly Circus era perfettamente agibile, che l’elenco di roba che gli aveva ordinato di traslocare da Villa Malfoy era stata sistemata come dicevano gli ordini.
Buttò fuori il fumo della sigaretta dai polmoni, e prese la terza lettera. La carta puzzava di urina, cosa che strinse il cuore al ragazzo. Ma nonostante questo, la calligrafia magra ed elegante di Narcissa Malfoy era sempre uguale. Si complimentava con lui per i voti avuti, mostrava il suo entusiasmo per la nuova casa, sollevata che il suo pupillo non andasse a vivere da solo in quel palazzo terrificante.
-Sei qui- Un sussurro risvegliò Draco da quei macabri pensieri –Non festeggi?-
Draco spinse il mozzicone sulla balaustra, osservando la cenere cadere giù dalla torre.
-Così rischi di cadere- Disse la Grenger –Scendi, dai-
Malfoy lo fece, ma non per ubbidire alla sangue sporco, solo per vedere sul suo viso la curiosità che l’aveva spinto a cercarlo –Ti preoccupi per me, Mezzosangue?-
-Avevo bisogno di distrarmi- Fece lei,  appoggiandosi alla sbarra accanto a Draco.
Malfoy  ghignò –Oggi non sono disponibile per i tuoi giochetti, ho problemi anche io. Vai a esaudire le tue voglie con Weasley-
-Non volevo fare sesso- Disse imbronciata –e con lui ho litigato-
-Gli hai detto che ti fai sbattere da me quando ti annoi?-
-No- Fece giocherellando con l’anello di rame –Si è lamentato perché ho deciso di fare qualcosa di diverso da quello che lui prevedeva per me. Credo di aver combattuto a sufficienza in questi anni, non voglio fare l’Auror-
Malfoy si mise una mano in tasca tirando fuori l’astuccio d’argento dove teneva le sigarette.
-Non voglio neanche sposarmi subito, se è per questo, diciotto anni è troppo presto-
La sigaretta alle labbra, il fumo nei polmoni –Benvenuta nel Club, Mezzosangue- Disse sarcastico.
-Dice che è inutile lavorare per una branca del ministero tanto piccola, quasi inesistente a quanto pare, farò la stagista di uno dei capi-
-Se me ne fosse fregato qualcosa, Mezzosangue, te lo avrei chiesto- Sputò velenoso Malfoy
-Non credo proprio- Rise lei –Avresti preteso. Comunque, io sono ancora convinta che il Dipartimento della Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, sia un ottimo luogo per cercare di cambiare il mondo magico-
Draco scosse la testa –Ieri ho aperto una cioccorana, la figurina era con la tua faccia stampata sopra Grenger, credo che tu abbia contribuito già al cambiamento del mondo magico-
Lei rise, di nuovo –Sono venuta qui per farti una proposta, Malfoy- Disse senza smettere di toccarsi l’anello –Gli ultimi giorni qui, sono stati quelli che avrei sempre voluto avere. Pensavo che quest’anno sarebbe stato normale, senza  Voldemort ed il resto. Una frivola speranza, i giornalisti ci hanno dato il tormento, la Gazzetta non faceva altro che sparare cazzate. Ma ti giuro che questi sette giorni sono stata quello che ho sempre desiderato, mi fai sentire assolutamente normale, Malfoy-
Questa volta fu lui a ridere –Basta con i giochi Mezzosangue, domani si torna ed tu mi devi ridare il mio anello, è stato bello finché è durato ma..-
-Ma cosa?- Si era spostata per mettersi davanti a lui, e lo fissava con i suoi occhi nocciola, corrucciando la fronte–Io non sto partendo, andremo a vivere a Londra entrambi e a me serve qualcuno che mi faccia sentire normale, e a te qualcuno che ti scaldi il letto e ti faccia dimenticare per qualche ora i tuoi problemi con un orgasmo-
-Sei la finezza fatta donna-
-Stai scappando, Malfoy?- La Grenger contorse il viso in un sorriso diabolico. Accortasi di aver centrato il punto.
Draco serrò la mascella –No- Sibilò lui tra i denti, cercando di non sputare bile –Ad una condizione, quando ci annoieremo del gioco mi ridarai l’anello, mia madre viene prima di qualunque scherzo perverso-
-Tua madre tra nove anni avrà il suo anello al dito. Parola di Grifondoro, Malfoy-
 
Alla sera del giorno dopo, finiti i saluti davanti alla stazione di King’s Cross Draco Malfoy si materializzò a Egle Street  davanti ad un palazzo vittoriano con la tintura arancione nuova di zecca.
I colori che predominavano nell’ appartamento erano il bianco e l’azzurro. Lasciò cadere il mantello da viaggio sull’appendiabiti all’ingresso con accanto il baule. Silenzioso entrò nel salotto, un divano candido di pelle era  posto avanti ad un caminetto di marmo bianco spento, le tende azzurre ricoprivano le alte finestre e da una porta di vetro si intravedeva una tavola da pranzo con sopra un vaso di orchidee. Curiosò nello studio, dove erano riposte in ordine alfabetico tutte le pozioni e gli ingredienti, nella camera degli ospiti rigorosamente azzurra e con uno splendido quadro che ritraeva una barca a vela in mezzo all’oceano.
La stanza da letto di Malfoy aveva un bagno incorporato, un grande letto ricoperto da un piumino panna e una piccola stanza per gli abiti. Aprì l’anta di un armadio e fu contento di vedere che i suoi vestiti erano piegati e profumati all’interno.
Sulla mensola del camino trovò un foglio firmato dal signor Haloway, dove gli si dava il benvenuto nella nuova casa e gli si porgeva aiuto per qualsiasi questione in caso di problemi.
-Gigì!- Chiamò Draco –Robby!-
Con un crac i due piccoli elfi domestici si materializzarono di fronte al padrone.
-Padroncino ha chiamato?- Gracchiò Robby
Draco si accese una sigaretta –Sarete i servi di questa mia nuova casa, gli alloggi sono nella soffitta, siete pregati di lavorare in perfetto silenzio, deve essere come se voi non ci foste, chiaro? Avvertite gli altri a Villa Malfoy di non adagiarsi sugli allori solo perché ho cambiato residenza, portò comparire in quella casa dimenticata da Merlino in qualunque momento- Una tirata alla sigaretta –La colazione la voglio pronta per le nove in cucina, caffè nero bollente e una fetta, sottile, di torta al cioccolato, come era quando abitavo al castello, seguite la ricetta di mia madre, niente errori. Ora, disfate il baule ed evaporate, io vado a fare un bagno-

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


La prima settimana di vacanza, per Draco Malfoy non fu affatto male, aveva comprato i libri per l’accademia, era andato allo stadio con Blaise e Theo per vedere la partita dei Cannoni, aveva perfino accompagnato a Diagon Alley Pansy.
Si era materializzata da lui insieme a Milly il giorno prima, con le lacrime agli occhi dalla contentezza e un diamante grande come noce al dito. –Me l’ha chiesto!- Aveva strillato con il viso in fiamme. E lui non aveva potuto rifiutare l’invito per andare
 a guardare gli abiti da sposa sulle vetrine di Londra.
Si buttò sul divano con una scatola di cioccorane affianco e la Gazzetta del Profeta in mano.
‘Scattano le prime proposte di matrimonio per i maghi più chiacchierati dell’anno’, diceva il titolo, foto scandalo di Harry Potter in compagnia della bella Weasley in giro per la Grecia.
Optò per un intervista al capitano dei Cannoni quando il solito crac delle materializzazioni lo fece sobbalzare.
-Grenger!- Urlò spaventato –Ti pare il modo!?-
La strega non si preoccupò minimamente dello strillo del Serpeverde e si limitò a fare un giro del salotto ammirata –Bel posticino, Furetto- Si complimentò guardando la vetrata che mostrava la sala da pranzo.
-Non ti è mai capitato di bussare?- Fece lui accartocciando il giornale –Ma che insegnano i babbani, si può sapere?-
Hermione arricciò il naso –Ho bisogno di sfogarmi- Disse sedendosi sulla poltrona azzurra davanti al divano.
-Sento aria di guai- Malfoy le lanciò una cioccorana.
- Brown ha inviato una proposta di matrimonio a Ronald, non ci siamo lasciti neanche da una settimana!- Sbraitò lei stracciando l’involucro del dolcetto, quando scoprì che tra le mani aveva la figurina di quel bastardo del suo ex, decise che per la sua sanità mentale sarebbe stato meglio farla in mille pezzi –Fanculo!-
-Qualcuno è nervosetto oggi..- Commentò  Malfoy che con un tocco di bacchetta fece scomparire i pezzetti della foto di Weasley –Deduco che la tua settimana non sia andata bene-
-Deduci bene, Furetto- Hermione si alzò dalla poltrona frustrata –La cucina? Mi faccio una camomilla-
-In fondo a destra-
Un gufo picchiettò contro il vetro della finestra e Draco sbuffando andò a ritirare la lettera. Zabini si auto invitava per la domenica successiva a pranzo con Nott, per discutere il problema matrimonio.
-Mezzosangue?- Disse mentre arrivava in cucina.
Osservò la ragazza che era seduta in uno dei sgabelli davanti al bancone di granito, aveva davanti una tazza gialla con la sua camomilla fumante e un piattino con una fetta di torta al cioccolato –Buona- Commentò indicando con la forchetta il vassoio chiuso dal coperchio di vetro dove era messa la torta –Non ho cenato, oggi-
-No fa con comodo, Mezzosangue. Tanto sei a casa tua, giusto?-
La ragazza roteò gli occhi al cielo –Dico davvero- Fece dopo aver ingoiato il boccone –Molto, molto buona-
-Lo so-
-In quale pasticceria l’hai presa?-
Draco alzò lo sguardo dalla lettera di Blaise che aveva ancora tra le dita, e disgustato osservò la ragazza che si gustava il dessert –Pasticceria?- Chiese incredulo –Tu credi che quel dolce, pieno di fascino, che sprigiona sensualità e lussuria, mentre con il suo gusto raffinatissimo fa sfiorare le porte del paradiso alle tue papille gustative, sia stato comprato?-
Hermione accennò ad un sorriso divertito prima di prendere un'altra forchettata.
-E’ una ricetta di famiglia- Fece stizzito drizzando la schiena, orgoglioso delle parole appena dette –E credo che tu sia la prima Mezzosangue che ha il piacere di assaggiarla-
-Quale onore-
Draco si avvicinò minaccioso alla Grifondoro e si piegò fino ad arrivare a mezzo centimetro dalle sue labbra macchiate di cacao–Non ti conviene scherzare- Le soffiò sulla bocca –O domani a colazione non ne vedrai neanche una briciola-
La Grenger trattenne un sorriso, e guidata dal suo maledetto orgoglio e dalla sua natura di donna, che deve avere sempre l’ultima parola, si avvicinò pericolosamente per qualche millimetro ancora –Chi ha detto che rimango fino a domani mattina, Malfoy?-
 
***
 
Draco ciccò la sigaretta sul portacenere che galleggiava a mezz’aria tra lui e Nott, erano spaparanzati sul divano di casa Malfoy con una bottiglia di Firewhisky a guardare Zabini che rilassato si faceva una canna in poltrona.
-Io non capisco- Mormorò Blaise buttando via il fumo dalle labbra –Come ti sia potuto venire in mente di fare quella maledetta proposta a Pansy, cazzo. Lo sai che ora Millicent continua a portarmi davanti a negozi di vestiti bianchi, bomboniere e chiese? Ne hai idea?-
Nott rise soave –Scusa, hai ragione, ma ormai che posso farci… Draco quando ti sposerai dovrai chiedere il permesso a Blaise, ricordatelo- Lo prese in giro passando la bottiglia al vicino.
-Contaci Zabini-
Blaise lo osservò sprezzante e riprese a fumare tranquillamente –Ora che faccio? Me la devo sposare anche io?-
-Oddio ma vi sentite?- Chiese Draco –Avete diciannove anni, appena fatti! Milly neanche li  ha compiuti!-
-Dray che ci vuoi fare!- Si lamentò Nott –I contratti li abbiamo firmati da un pezzo, e ora tocca al matrimonio. Si fa da sempre così, sei tu che sei in ritardo!-
Zabini lasciò il mozzicone sul posacenere –Infatti. Ce l’hai ancora per quella sventola di Astoria? Ci saranno un altro milione di ragazze carine pronte a caderti ai piedi, sceglitene una e regalale un anello. E’semplice-
Draco sbuffò frustrato –Basta-
-E con la Mezzosangue? Come va?-
Malfoy arricciò le labbra –E’ un gioco, trombiamo come matti-
-Però- Commentò Nott –Lei viene qui e trombate? Così…-
-Diciamo. Viene qui, a volte cena… mi rompe le palle con i suoi problemi, io le rompo le palle con i miei, e poi con le palle ci facciamo altro-
Zabini si pulì le labbra sporche di Firewhisky con il dorso della mano –Quindi parlate…-
-E com’è la Mezzosangue?- Chiese Theo con uno sguardo ambiguo.
-Non si direbbe, ma è messa bene: morbida, le curve al punto giusto, anche se quando facciamo sesso non riesce a togliersi quell’aria da orgogliosa dalla faccia-
-Ma quali curve?- Disse Zabini ridendo.
-Ti sorprenderesti di quante cose meravigliose possono essere nascoste da un maglione troppo largo-
***
La luce che filtrava dalle tende azzurre della stanza da letto matrimoniale fece schiudere gli occhi a Draco Malfoy, che fino a un attimo prima dormiva tranquillo nel letto di casa sua. Si stiracchiò annoiato coprendosi con la mano uno sbadiglio. Era il 31 agosto, diceva il calendario affisso alla parete. L’ultimo giorno di vacanza prima dell’inizio delle lezioni all’accademia. Si guardò in torno notando che il lenzuolo si era volatilizzato dal letto. La solita storia, pensò alzando gli occhi al cielo e afferrando i boxer e i bermuda beige appoggiati sulla sedia.
Si avviò lentamente verso la cucina da cui proveniva un brusio di voci.
La Grenger era appoggiata con i gomiti al bancone, avvolta nel lenzuolo bianco e chiacchierava allegramente con l’elfa Gigì intenta a preparare delle uova sui fornelli. Dondolava la gamba nuda che non riusciva a sfiorare il parquet mentre guardava l’esserino svolgere le faccende.
-Gigì ascoltami un minuto- Disse prima di sorseggiare il tè dalla tazza gialla–Io non ti sto dicendo che non devi più lavorare. Il lavoro è un tuo dovere ed un tuo diritto, ma non ha senso farlo a gratis, devi guadagnarci pur qualcosa per sgobbare tutto il giorno da Malfoy-
Il piccolo mostriciattolo scosse la testa –La gratitudine del padroncino mi basta, Miss-
-Ma no!- Obbiettò lei –Quella è gratis, tu devi guadagnarci qualcosa! Guarda un po’ qua!-
Allungò la mano per prendere la bacchetta vicino al vassoio con la torta al cioccolato e agitandola in aria fece comparire sul bancone un volantino colorato.
-Io sto studiando al Ministero proprio per i casi come il tuo, Gigì. Tieni questo foglio, c’è il numero del nostro reparto, no vogliamo solo parlare con te, per capire meglio cosa desiderate. Porta anche il piccolo Robby se ti va-
L’elfa guardò la pergamena colorata con un po’ di timore –Dovrei chiedere il permesso al padroncino…-
E sul volto della Grenger si dipinse il sorriso di un successo –Sono convinta che il Furetto, non creerà problemi!- Disse contenta.
Draco Malfoy entrò nella cucina e si sedette nello sgabello vicino alla ragazza –Io non ci giurerei Mezzosangue- Grugnì  facendo muovere la caffettiera fino a versagli la sua dose giornaliera di caffeina.
-Buongiorno anche a te!- Cinguettò lei
-La dovresti smettere di rubarti il lenzuolo- Disse lui prendendo un boccone di torta–Mi urta il sistema nervoso, te l’ho detto-
Hermione sorrise nascosta dalla tazza –Volevo chiederti un favore, Malfoy-
Lui alzò entrambe le sopracciglia e si pulì la bocca con un fazzoletto –Un favore?-
Lei annuì –Una richiesta, diciamo. Sto studiando la storia elfica per capire meglio quando c’è stato il vero mutamento da creature libere a schiavi e sono convinta che, una famiglia tanto antica e importante come la tua…-
Gli aveva appena elogiato le origini? Dico, ha sentito bene?
-Mezzosangue, che ti serve?-
La ragazza arricciò il naso e si tirò su il lenzuolo per coprirsi meglio il seno –Così per sapere- Chiese con non curanza –Quanti libri ci sono nella biblioteca di Villa Malfoy , circa?-
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


-Sappi che non l’ho fatto per te Mezzosangue- Disse Draco buttando il mantello nero sul divano grigio del salotto informale di Villa Malfoy –Solo che anche io dovevo prendere delle cose da qui- 

La Grenger era ferma accanto a lui stringendo confusamente la bacchetta tra le dita che le erano diventate bianche dalla tensione –Non credevo che tornare qui sarebbe stato così…- 

-Orribile?- Chiese lui avviandosi verso la porta. 

Lei lo seguì senza staccare gli occhi da quel che aveva attorno, mobili coperti da lenzuoli bianchi, ma neanche uno stato di polvere che ricopriva il pavimento tanto lucido da potersi specchiare. 

Le indicò un portone enorme –Questa è la biblioteca, Mezzosangue. Fai quello che devi, portati via il libri, esegue le ricerche.. Io sono nello studio di mio padre al piano di sopra. 

La osservò tentennare prima di entrare nella stanza ed un ghigno gli comparve sulla faccia –Ti manca il coraggio, Mezzosangue?- 

Quella assottigliò gli occhi –Non sono io che mi sono fatta pregare per tornare nella mio vecchio castello degli orrori, mi pare- Disse in un sibilo –Stavi provando a scappare per caso?- 

Malfoy fece svolazzare la mano in aria –Sono qui, ora, mi pare- e si dileguò nello studio del padre. 

Era come l’avevano lasciato gli Auror quando avevano perquisito la villa. Solo riordinato dagli elfi. Si sedette nella poltrona foderata di pelle, battendo le mani sulla scrivania possente.  

Il Padrone di Villa Malfoy. 

Era la fotocopia di suo padre. Con quei capelli biondo platino, gli occhi glaciali, la camicia stirata. 

Fece scorrere lo sguardo sulle pergamene li davanti. Che visione orribile. C’era ancora la lettera del padre di Astoria là in mezzo. 

-Ciao, Draco-  

Malfoy alzò lo sguardo verso il quadro di Lucius che ghignava dalla parete di fronte  

-Taci, o ti porto in soffitta- 

-C’è la Mezzosangue che mi ha sbattuto ad Azkaban o sbaglio in biblioteca? Me lo ha detto il tuo trisavolo, che passava di lì- 

-Malfoy!- Hermione si affacciò allo studio seguita da una serie di libri e fascicoli che lievitavano dietro di lei –Io ho concluso, se non hai altro da fare…- 

Draco ignorò palesemente lo sguardo disgustato del ritratto del padre e la raggiunse oltre la porta chiudendola con la bacchetta. –Un salto in camera mia e andiamo- 

 

-Tu dormivi qui?- Chiese Hermione basita. Un enorme camera da letto, verde e argento, una scrivania bianca, poster di cercatori, foto del liceo attaccate al muro, lui che stringeva la mano a Piton sorridendo, lui tra Bellatrix e Narcissa… 

Che orrore! 

-Già Mezzosangue, cosa non possono dare i soldi…- Disse Draco cercando sul fondo dell’armadio un piccolo astuccio quadrato di camoscio nero. 

-Questi siete voi?- Chiese la ragazza indicando una foto dentro una cornice rigorosamente verde e argento posata sulla scrivania davanti alla finestra. 

Draco alzò la testa facendo scivolare nella tasca dei pantaloni il piccolo cofanetto –Si- Disse –Io, Blaise, Pansy, Milly e Theo- 

-Sembrate molto uniti- 

-Lo siamo- 

La Grenger prese la cornice tra le mani e si sedette sul lettone.  

-Theo e Pansy si sposano a maggio, e forse riusciranno a fere un matrimonio a quattro con Millicent e Zabini- 

La strega annuì –E tu? Niente matrimoni?- 

Malfoy le si sedette accanto –Ho diversi contratti in sospeso. Ma non so, io non ho un Weasley dove andarmi a rifugiare- 

Hermione sospirò –Neanche io- 

-Ma non dire stronzate, Mezzosangue!- La accusò lui –Sappiamo benissimo entrambi che voi due vi sposerete e avrete tanti piccoli pargoletti dai capelli e dalle orecchie di un rosso scarlatto- 

La ragazza rise malinconica scuotendo la testa –Ho sciolto il nostro contratto l’altro ieri. Voglio dargli la possibilità di sposarsi con quell’oca di Lavanda- 

-Non me l’avevi detto, Mezzosangue- Fece lui senza smettere di osservare la foto in mano alla ragazza, dove i cinque Serpeverde sorridevano e scherzavano tra la neve di Hogsmead. 

Un altro sospiro scappò dalle labbra dalle Grenger. 

-Non avevi il coraggio, Mezzosangue?- 

-Non ricominciare- Hermione si allungò per poggiare la cornice sul comodino. Poggiò subito dopo le labbra su quelle di Malfoy, calde e accoglienti e come sempre si schiusero ad un minimo accenno della sua lingua. 

Si mise a cavalcioni sopra il ragazzo che piano piano si lasciva scivolare sul letto di schiena. 

Via la polo verde muschio, iniziò ad accarezzargli il petto pallido, concentrandosi sul lobo e sorridendo ad un primo gemito del ragazzo.  

Le labbra di Hermione scivolarono dall’orecchio fino al collo e ancora più giù fino all’ombelico.  

Un sospiro di Draco, un sorriso della Grenger. 

-Mezzosangue..- L’ammonì lui con il fiato corto. 

La ragazza ritornò sopra, sulla bocca di Malfoy facendo attenzione a strusciarsi per bene sul ragazzo. Di nuovo quelle labbra così buone e dolci. 

La mano arrivò lenta fino al bottone dei pantaloni che slacciò senza un attimo di esitazione. 

-Mezzosangue!- 

Hermione lo guardò negli occhi divertita. 

-Non qui. Sono a casa dei miei- Fece Draco con la voce impastata dal desiderio –Ci sono cresciuto, qua dentro- 

Il volto della ragazza fu attraversato da un guizzo furbetto –E’ eccitante- 

Draco sospirò sentendo ancora addosso il corpo caldo della Grenger, che lo faceva stare così incredibilmente bene. 

-Non starai mica scappando, Malfoy?- 

 

*** 

Draco si avvicinò alla ragazza che era sdraiata su un divano grigio perla del soggiorno formale, avvolta soltanto da un lenzuolo candido, le porse uno dei due bicchieri di vino rosso che aveva in mano e si sedette nella poltrona accanto. 

-Avevi ragione- Disse –E’ stato parecchio eccitante- 

Lei buttò la testa all’indietro ridacchiando –Cosa c’è lì sotto?-o?- Chiese poi indicando un mobile più grande degli altri coperto da un telo bianco. 

Malfoy si girò per vedere –Un pianoforte, Mezzosangue- 

La Grenger bevve un sorso di vino colpita –Tu suoni?- 

-Suonavo- 

-Perché hai smesso?- 

-Avrei dovuto continuare?- 

Hermione alzò le spalle –Non mi hai risposto?- 

-Sono affari tuoi?- 

La ragazza appoggiò il bicchiere sul pavimento di marmo facendolo tintinnare –Stai scappando?- 

-Non riuscirai a farmi sputare tutti i fatti miei con questo stupido ricatto-  

-Stai scappando…- 

Draco soffiò frustrato –Sei impossibile- 

-Perchè non suoni più?- 

Malfoy si alzò dalla poltrona, fece due passi avanti ed indietro –Ho smesso perché non ho più chi mi ascoltava- 

Hermione capì di aver pressato un tasto dolente, un tasto troppo intimo –Scusami- Sussurrò –Non volevo farti ricordare- Si osservò l’anello al dito, le due lettere erano sempre lì a ricordarle il suo patto con il furetto, a ricordarle che lei oltre ad essere un eroe era anche solo una ragazza. 

-Non c’è nulla che mi faccia dimenticare che ora lei non c’è più- Fece Draco –Ho imparato ad accettarlo, a limitarmi all’affetto delle lettere che ci mandiamo e all’amore che lei mi continua a daremi- 

Hermione si alzo dal divano raggiungendolo alle spalle –Quando alla fine della guerra sono corsa in Australia dai miei genitori, non puoi neanche immaginare quello che ho provato quando non avevano idea di chi io fossi, ho pensato che sarei potuta morire- 

-Non pensare di mettermi sul mio livello, Grenger- Disse lui voltandosi –L’incantesimo si è spezzato e non hai nulla da temere, i tuoi ti vogliono bene e tu puoi andare da loro quando vuoi, senza essere costretta a vederli da oltre una gabbia- 

Hermione si strinse il lenzuolo al petto –Non ho  intenzione di mettermi sul tuo stesso piano, Malfoy- Disse con astio –Il punto è che la guerra non ha tolto qualcosa solo a te, ed è inutile che fai la vittima, a noi due a tolto i genitori, a Ron un fratello,  a Luna un amico, ho visto una mia compagna sbranata da una mannaro, e non sono qui a credere di essere l’unica vittima, no! Io cerco di andare avanti, Malfoy. Perché rimanere attaccati a quello che prima c’era e ora non esiste più non ti farà permetterà di riavere tua madre, devi stringerti il suo ricordo e vivere di nuovo, perché è questo che lei vorrebbe- Riprese fiato, afferrò la bacchetta che aveva lascito davanti al divano e con un colpo si vestì. 

Draco la guardò fare un incantesimo a tutti i libri e le scartoffie che aveva scelto per infilarle nella tracolla. 

-Me ne vado a casa, Malfoy- Gli disse –Grazie per i libri. E sappi che se per caso avessi bisogno di qualcuno che ti ascolti mentre suoni il pianoforte potresti provare a chiedere, non esiste solo tua madre per farti sentire desiderato e amato- 

Hermione si smaterializzò di fronte a Draco che l’aveva ascoltata senza battere ciglio, colpito dalle parole di quella maledetta Mezzosangue, che era riuscita nell’intento in cui tanti avevano fallito. 

Gli aveva sbattuta la verità in faccia. 

Facendolo sentire sempre meno uomo e sempre più verme. 

Stava scappando dal futuro.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Milly e Pansy erano sulla tavola da pranzo di Draco immerse tra riviste di moda e cataloghi per il matrimonio perfetto –Quello bianco sarebbe perfetto per te!- Cinguettò una –E potresti abbinarlo con quel bouquet lì, per essere meravigliosa-
-Ragazze vi prego, pietà!- Sibilò Zabini che aveva un mal di testa da cani.
-Blaise, è il nostro matrimonio, per l’amor del cielo!- Lo rimproverò Millicent –Un minimo di partecipazione!-
-E’ a giugno!- Si lamentò l’altro –E siamo a metà gennaio!-
-Deve essere tutto perfetto!- Gli disse Pansy mettendo il naso all’insù–I matrimoni a quattro sono i più complessi, si sa-
-Io preparo il caffè- Disse Theo – Chi ne vuole?-
-Il mio correggilo- Mugugnò il compagno tenendosi le tempie con due dita.
Draco era in cucina, chino sui libri a studiare gli antiloti per il veleno di Basilisco. Non riusciva a comprendere perché i preparativi del matrimonio degli amici andassero fatti a casa sua, insomma,  mica era lui che si sposava!
-Ne vuoi una tazza anche tu?- Gli chiese Nott aprendo la credenza.
Draco scosse la testa posando la piuma sugli appunti. Osservò il suo amico prendere quattro tazze e la bottiglia di sherry –Non quella-
-Lo sherry?- Chiese Theo alzandolo –Non è male come liquore per correggere il caffè-
-No, dico la tazza. Non quella gialla-
Il ragazzo lo fisso scettico –Ma la tua è quella verde…-
-E quella gialla è della Mezzosangue, prendine un’altra-
Nott incredulo posò la tazza nella mensola e ne afferrò un’altra –Non posso crederci- Borbottò –In una storia di solo sesso le amanti non hanno una tazza a casa dell’altro né lo spazzolino da denti nel bicchiere del bagno, lo sai vero Dray?-
Malfoy alzò la testa dal tomo di medicina –Mi spii, Theo?-
Quello scosse la testa –No, ero solo andato a fare la pipì e non ho potuto evitare di notare che nel bicchiere vicino al lavabo c’erano due spazzolini-
-E se anche fosse?-
Nott mentre aspettava che il caffè salisse si tirò fuori le sigarette dalla tasca e ne offrì una all’amico.
-E’ solo sesso, Dray?-
Draco se la portò alle labbra e aspirò la sua amata nicotina.
-Non è che inconsapevolmente vi state frequentando?- Chiese buttando via il fumo dai polmoni –Sai, voi parlate, vi confidate, cenate insieme, anche se solamente a casa tua. Più o meno fate le cose che fa una coppia-
-Solitamente- Disse Draco chiudendo il tappo dell’inchiostro –Due persone che si frequentano non hanno una relazione solo in casa e tra le lenzuola-
-Ma tra voi è diverso, avete una reputazione da mantenere e anche un certo orgoglio- fece Theodore –Lei lo ha detto alla squadra miracoli di voi due?-
-Non lo so-
Nott annuì –E con il matrimonio? Il quattro febbraio tu fai vent’anni, il tempo scorre e le ragazze non ti aspetteranno in eterno. Li ha già fatti diciannove lei?-
-Il dodici agosto-
-E tu sei disposto a fermare quel che c’è tra di voi per il matrimonio?-
-Non lo so-
-Che pensi di fare? La tua futura moglie, chiunque sia tra quella pila di ragazze che ti ritrovi, non aspetterà i tuoi comodi e quelli della Mezzosangue. Quante sono quelle che ti avevano chiesto la mano?-
-Diciannove-
-E quante erano?-
-Ventitré. Astoria compresa-
Theo diede un ultimo tiro –E che si fa?-
-Non lo so-
 
***
 
La Grenger era china sui libri sul letto di Draco quando lui entrò lanciando il mantello sulla poltrona del guardaroba.
-Grenger, e da tanto che aspetti?-
Lei alzò lo sguardo dai libri –Sono venuta prima, non mi andava di stare a casa mia da sola. Ho studiato per un paio d’ore qui-
-A casa tua da sola no, ma a casa mia si- Osservò Malfoy mentre si slacciava i lacci delle scarpe –Spiegami il ragionamento-
Quella chiuse i libri, capendo che ormai c’era ben poco da studiare e si sistemò a gambe in crociate sul materasso –A casa mia non c’è il profumo della torta al cioccolato, né il chiacchiericcio degli elfi. E’ il sapore di casa che manca-
-Il sapore di casa?-
-Non hai notato che passo la maggior parte della giornata o al ministero o a casa tua? E’ più accogliente..-
-Ci credo!- Fece lui –Con quello che ho pagato il tizio che me l’ha arredata!-
-Malfoy non capisci nulla!-
 
Seduti entrambi sugli sgabelli della cucina, gustavano in silenzio la cena a base di ostriche, vongole e cozze. Draco osservava attentamente la Mezzosangue che succhiava i gusci impacciata, scosse la testa concentrandosi poi sul suo di piatto.
Possibile che i babbani non insegnino a i propri figli come si mangiano i molluschi?
Come poteva dirle una cosa del genere? Si chiedeva, giocherellando con la forchetta. Accese una sigaretta, sovrappensiero.
Dio, come avrebbe voluto essere bravo con le donne. A parlare con le donne, diciamo così.
-Mezzosangue?-
La ragazza alzò il viso dal suo piatto, riscossa dai suoi pensieri, e ancora ignara della situazione in cui Malfoy la stava cacciando.
-Mezzosangue- Ripeté lui inghiottendo –Ti ricordi quando mi hai  proposto il nostro patto?-
La Grenger annuì prima di pulirsi la bocca.
-Ecco..- Fece Malfoy mentre posava la forchetta sul piatto –Avrei un’altra proposta da farti-
-Ti ascolto-
-Si. Ma prima passami la tua bacchetta-
Hermione inarcò le sopracciglia perplessa.
-Vorrei essere sicuro che tu non mi schiantassi, dopo averti messo al corrente di questa proposta-
La ragazza tirò fuori dalla tasca dei jeans la bacchetta e gliela passò –E’ così grave?-
-Abbastanza- Disse Draco poggiandola sul bancone, lontano dalle mani della ragazza –Hai detto che la Donnola ha deciso la data del matrimonio con quell’oca, vero?-
-Me lo hanno detto quando sono passata per fare gli auguri di Natale alla Tana, il grande giorno e previsto per il trenta maggio, io e Harry facciamo da testimoni a Ron-
Draco annuì –E tu hai altre proposte da prendere in considerazione?-
Hermione gli lanciò un’occhiata sospettosa –Ho reclinato un ennesimo contratto l’altro ieri, uno scozzese-
-Nessun contratto in sospeso?-
La Grenger scosse la testa –Malfoy perché ti interessa?-
Draco prese un respiro profondo –Perchè a me serve una fidanzata ufficiale e anche a te serve un uomo- Buttò fuori, fregandosene della maschera di ghiaccio che teneva alzata costantemente.
Hermione lo fissò per un minuto abbondante assolutamente spiazzata, non mosse un muscolo, non sembrava neanche respirare.
Lo aveva detto, non ci credeva neanche lui, aveva fatto la prima proposta di matrimonio di tutta la sua vita. Dopo averne ricevute decine e decine aveva detto ad una donna di sposarlo, e non per lettera al padre com’era l’usanza, l’aveva fatta direttamente a lei, e per giunta una Sanguesporco!
I suoi antenati si stavano sicuramente rivoltando nella tomba, ne era certo.
Dopo un silenzio che trapanava i timpani finalmente la Mezzosangue si decise a parlare –Mi hai chiesto di sposarti, Malfoy?-
Draco ciccò la sigaretta ancora a metà sul portacenere lì vicino per prendere tempo –Si. Il succo è quello-
Hermione sbatté le palpebre un paio di volte –E ti sembra il modo?-
-Vuoi che mi metta in ginocchio , Mezzosangue?- Chiese Draco ironico, tra lo strabiliato e lo spaventato.
-Stupiscimi-
Era lei che aveva stupito lui, non c’era dubbio.
-Dammi l’anello, Grenger-
Hermione si sfilò guardinga l’anello di Narcissa Black e lo mise davanti al piatto di Malfoy.
Lui lo strinse tra le mani e andò un attimo nello studio, dopo aver detto alla Mezzosangue di non muoversi. Dal cassetto della scrivania tirò fuori una piccola scatoletta di camoscio nero, era la custodia del gioiello. Quella che aveva portato via da Villa Malfoy. L’aprì e vi poggiò accuratamente l’anello, dentro vi erano poche parole incise all’interno del coperchio, da donna a donna.
Fece il suo ingresso di nuovo in cucina, tenendo le mani dietro la schiena, dove la Grenger non si era mossa, sicuramente troppo scossa dalla proposta di Malfoy.
Si avvicinò allo sgabello dove era seduta e inginocchiandosi ai suoi piedi disse: –Mezzosangue, vorresti avere l’onore di diventare una Malfoy?-

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


-Parliamone-
Nessuna risposta, né un si né un no.
Draco si alzò e poggiò l’anello sul bancone –Esponimi le tue preoccupazioni- La invitò sedendosi di nuovo sul suo sgabello.
 L’anello dentro la sua custodia di camoscio a metà tra i due.
-Perché dovrei farlo?-
-Perché l’uomo dei tuoi sogni ti ha chiesto di farle da testimone di nozze-
-Ci sarebbero un sacco di altri pretendenti-
Draco la squadrò alzando entrambe le sopracciglia curve  –Ma se continui a reclinare ogni proposta, perché dici di non conoscerli o che sono dei senza cervello, idioti e altri ancora anche razzisti-
-Cosa che li rende diversi da te, non è vero?-
-Non mi sembra il caso di scherzare- L’ammonì lui –Altri dubbi?-
-Questo non lo hai risolto- Gli fece notare la ragazza –Tu, comunque, cosa ci guadagni?-
-A me serve una compagna, punto. La fauna femminile incomincia a scarseggiare e  ho bisogno di qualcuno da portare alle cene d’alta società e si da il caso che tu sia perfetta. Sai che figurone, mi sposo l’eroina di tutti i tempi. Inoltre farei in modo di salvare la reputazione dei Malfoy, da Mangiamorte a Salvatori del Mondo Magico. Un ottimo passo avanti, direi -
-I matrimoni magici sono per sempre-
-Se ci dovessimo stancare del giochino, ognun per se e Merlino per tutti, secondo il Mondo Magico  saremmo la coppia perfetta ed innamorata ma dormiremo in letti diversi-
-E il mio sangue?- Hermione assottigliò gli  occhi sporcendosi verso di lui –E’ sempre stato un problema tra noi. O Sbaglio?-
Draco rise fragorosamente scuotendo la testa –Se così indietro! Per quanto detesti sapere che il tuo sangue è più lercio del Tamigi ho delle priorità io. E salvare il mio culo è in cima alla lista-
-Figli?-
-Sarai sterile-
Hermione si accigliò –Non sono disposta a non diventare madre per una matrimonio di convenienza. Quando ci stancheremo del gioco e uno di noi due si innamorerà di qualcun’ altro? E vorrà avere dei figli da lui o lei?-
-Sai quante case ho in giro per il Regno Unito, Mezzosangue?- Le domandò lui –Ti scegli una reggia e vai a vivere là con il tuo amante e i pargoli. Non mi importa-
-Io non sono innamorata di te-
Draco sorrise –Ma non mi dire. Se non vuoi sposarti in chiesa per me va bene anche il Ministero-
-E’ tutto così complicato- Disse esitante Hermione buttando i capelli dietro le spalle frustrata.
-Non hai il coraggio di sposare una serpe, Mezzosangue?- Malfoy sapeva fin dall’inizio che per quella situazione avrebbe dovuto usare l’artiglieria pesante.
Hermione gli lanciò un’occhiata pungente, colpita nell’orgoglio–Ci sto-
Draco sorrise di nuovo, prese l’anello dalla custodia e lo infilò al dito della ragazza.


***
 

La faccia dei quattro amici che seduti ad un tavolo della Sirena Danzante, il ristorante più buono e costoso di tutta Diagon Alley era veramente da fotografia. Se ne stavano tutti con la mandibola che sfiorava il pavimento a guardare Draco Malfoy allibiti.
-Non posso crederci- Sussurrò Pansy –Non riesco a crederci, in effetti-
Malfoy bevve un sorso della sua burrobirra senza smetterla di guardarla, per assicurarle che tutto ciò non era affatto uno scherzo.
-Ma..- Cominciò Nott boccheggiando mentre cercava conforto negli occhi persi di Zabini –Ma avevi detto che era solo sesso-
-E’ un matrimonio di convenienza come un altro, solo con una ragazza famosa e amata dalla società. Ve l’ho detto-
Millicent inghiottì a vuoto e scosse una paio di volte la testa –Fammi capire bene..- Disse portando avanti il busto e appoggiando i gomiti sulla tavola –Tu ti scopi una sanguesporco durante il Ballo d’Addio perché eravate entrambi strafatti di Erba Girella, decidi di continuare il gioco perché dici che ti piace il corpo di quella feccia e di stimola anche mentalmente oltre che a livello sessuale. Poi la cosa si prolunga e lei sta più da te che a casa sua, e come ciliegina sulla torta, infine, credi che per rialzare gli standard della famiglia Malfoy, sposartela sia la cosa migliore?- Era allibita, decisamente fuori di se e non la smetteva di guardare il suo futuro marito per avere un appoggio –Ho tralasciato qualcosa?-
-Aggiungi anche che non è una sanguesporco qualunque- Disse Blaise –E’ la Mezzosangue che abbiamo sfottuto per quasi dieci anni, che abbiamo combattuto contro la guerra e che ci ha fatto il culo sbattendo ad Azkaban tutti i nostri genitori. Per non parlare del fatto che è uno dei membri fondatori della squadra miracoli. Dray, è tutto uno scherzo dì la verità!-
Malfoy con un colpo di bacchetta fece versare in tutti i bicchieri ancora un po’ burrobirra –No- Disse semplicemente –E me la sposo-
-E il sangue? E’ una nata babbana, Dray!- Disse Nott sconvolto.
-Non ti sei forse reso conto che abbiamo perso la guerra, Theo? Che la nostra causa è perduta? Chi di voi da quando ha finito la scuola è mai stato invitato a un evento mondano di alto livello?- Draco osservò i volti silenziosi degli amici -Appunto. Siamo diventati lo scarto dell’alta società magica, se mi sposo la Mezzosangue il nome dei Malfoy tornerà a risplendere come un tempo, abbiamo perso è vero, ma si può ancora combattere per una vita migliore, la nostra, ad esempio. Ed io non starò a guadarla scorrere via, sacrificherò la purezza del sangue della mia famiglia in cambio di ritornare all’altezza del nome Malfoy, quello di una volta-
Un minuto abbondante di silenzio riempì la tavola in cui erano seduti, fino a quando Pansy non sollevò il bicchiere colmo di burrobirra –Alla libertà, al matrimonio e alla nostra nuova vita- Disse brindando e iniziò a sorridere quando i bicchieri di tutti i suoi amici si scontrarono tintinnando contro il suo.
 

***
 

La Grenger se ne stava distesa a pancia sotto sul letto di Malfoy mentre studiava attentamente i libri sui diritti (quasi inesistenti) degli elfi.
-Mezzosangue?- La chiamò Draco appoggiato allo stipite della porta.
Lei alzò la testa dagli appunti e poggiò la piuma su una pagina per non perdere il segno.
-Non mi viene una pozione, mi vedi se c’è qualcosa che non va?-
Hermione scese dal letto e si avviò con Malfoy verso lo studio –Davvero mi hai chiesto aiuto, Furetto?-
-La tua mente psicopatica da So-Tutto-Io magari riuscirà a capire perché non mi viene il soluto- Draco la fece entrare nella stanza e le spiegò i procedimenti che aveva fatto per arrivare fin lì -…il punto è che dopo aver versato il succo di ortica il colore dovrebbe essere viola, e non blu elettrico..- Le disse prendendo dalla mensola un barattolo e porgendoglielo.
Hermione osservò la pozione attentamente –A cosa hai detto che serve?-
-Aggiusta le ossa-
-Mi allunghi due fiale?-
Draco le passò i flaconcini e la guardò versare il contenuto del calderone all’interno chiudendole per bene con i tappi di sughero.
-Non so l’errore- Ammise la ragazza uscendo dalla stanza e andando nel salone, lì prese dal mobile accanto al muro una pergamena bianca e una busta –Ma scrivo a Madama Chips i tuoi dubbi e le invio un campione via gufo, così poi ti faccio sapere-
Draco annuì e si buttò sul divano stanco morto per quelle ore di duro lavoro che alla fine non avevano portato a nulla.
-Oggi vado alla tana a dare la notizia ai Weasley, sai, che ci sposiamo- Disse Hermione chiudendo la lettera e fischiando chiamò il gufo di Malfoy e gli legò la missiva alla zampetta.
-Non hai ancora accennato a nulla?-
-Harry e Ginny sanno tutto, anche  i miei. Loro credono che siamo troppo giovani per sposarci, ma dopo avergli spiegato che tra noi maghi i matrimoni avvengono presto e che ti amo follemente hanno accettato la cosa-
Draco rise passandosi una mano sul viso -La Donnola?-
-Glielo dico con Harry, così si tranquillizza- Hermione aprì la finestra del salotto per far uscire l’uccello –Avevi in programma di chiedermi questa cosa già da quando siamo andati a Villa Malfoy? E’ per questo che hai preso la custodia dell’anello?-
Draco scosse la testa –No. L’ho deciso durante le vacanze di Natale. Ho preso il cofanetto prima perché non voglio lasciare nulla a cui tengo lì, casa mia è questa-
-E le parole che sono incise all’interno? Da donna a donna. Che vogliono dire?-
Draco fece lievitare la Gazzetta del Profeta di quel giorno fino alle sue mani e iniziò a leggere i titoli in prima pagina –Mia nonna l’ha regalato a mia madre per i diciassette anni, non so bene cosa voglia dire-
Hermione annuì e si fece materializzare il libro che stava leggendo prima, si accovacciò vicino al caminetto scoppiettante ed iniziò a leggere anche lei.
-Mezzosangue?- Chiamò Draco chiudendo il giornale. La ragazza mugolò qualcosa senza sollevare la testa dal libro –Vuoi organizzare qualcosa per il fidanzamento?-
-Tipo?-
-Non so- Disse Malfoy –Queste cose da donne, un tè con i testimoni  e parenti a casa o una cosa in grande con la stampa e tutto il resto-
-Tu che vorresti?-
-L’ho chiesto io a te, sei tu la sposa-
Hermione chiuse il libro e si sistemò un cuscino dietro la schiena per stare più comoda–Tu hai bisogno che i giornali sappiano?-
-Non è necessario-
-Però ti farebbero comodo per la tua reputazione da Malfoy-
Draco non negò che quell’affermazione fosse vera e rimase in silenzio a ad ascoltare la ragazza.
-Potremmo fare una cosa a metà- Propose lei –Magari graduale, io lo dico ai Weasley, poi iniziamo a farci vedere in giro insieme, ma niente giornali per il matrimonio-
-Assaliranno la casa se non gli daremo ciò che vogliono, Mezzosangue. L’eroina del mondo che si sposa con un ex Mangiamorte non è una cosa da tutti i giorni-
Hermione fece una smorfia che strappò un sorriso a Draco –Tu che proponi?-
-Una cena  ufficiale con amici e parenti a casa, un rappresentate della gazzetta che il giorno dopo ci fa qualche domanda e poi possiamo ritirarci felicemente alla vita di coppia. -
-Serpeverde e Grifondoro insieme a tavola?- Domandò scettica la Grenger –Non arriveremo al secondo senza fare danni-
 
***
 
-Come hai detto che l’hanno presa?- Chiese Malfoy che teneva al braccio la Mezzosangue per le vie di Diagon Alley.
-Male. Malfoy, molto male. E togliti quel ghigno dalla faccia-
Draco strinse la mano della ragazza –Come fai a dire che sto ghignando, hai un cappuccio che non ti fa vedere neanche dove metti i piedi!-
Era la prima volta che la nuova coppia usciva al di fuori dell’appartamento di Draco, la neve della fine di gennaio non accennava a sciogliersi. Hermione teneva riluttante la mano di Draco coperta da un guanto nero, lei era avvolta da un mantello marrone con il cappuccio che le ricadeva sul viso. Da quando era finita la guerra le era sempre più difficile camminare per le strade senza dover stringere mani a destra e a manca o sentirsi fare i complimenti come strega più brillante della sua generazione.
-Sei ridicola, Mezzosangue- Le sussurrò Draco all’orecchio, non si faceva sfuggire lo sguardo incuriosito dei passanti che con nonchalance cercavano di capire chi fosse la ragazza che lo accompagnava.
-Tu sarai ridicolo!-
-Cos’è Granger, non hai il coraggio di farti vedere in giro con me?-
Hermione sbuffò –Se fosse stato questo il problema non avrei detto di sì alla tua proposta-
Draco salutò con un cenno della testa il Capo del Dipartimento dell’Uso Improprio della Magia che passava di là.
-Signor Malfoy- Lo salutò quello distaccato.
-Signor Piterson, salve- Rispose cortese il ragazzo.
-E’ da un po’ che non ti si vede in giro, ragazzo- Disse l’uomo guardando scettico Hermione coperta dal mantello scuro.
-Tra l’Accademia e il trasferimento, sono stato parecchio impegnato, signore-
-Lo credo bene- Un’altra occhiata incuriosita alla sua destra, verso la Mezzosangue.
-Posso avere il piacere di presentarle la mia futura moglie, signore?- Draco si sentì stritolare la mano con cui teneva la Mezzosangue.
-Ne sarei onorato, ovviamente!- Disse Piterson sorpreso dalle parole di Draco.
-Hermione- Fece Malfoy con un ghigno perfido sul volto –Questo è il signor Piterson, lavora al Ministero come te, forse lo conosci-
La ragazza, ormai impossibilitata dallo tirarsi indietro prese lentamente i lembi del cappuccio che le copriva il viso e lentamente se lo fece cadere sulle spalle.
-Oddio!- Squittì quello –Ma lei è Hermione Grenger! L’amica del Bambino Sopravvissuto-
-E’ un piacere conoscerla- Disse la Mezzosangue con un sorriso di circostanza mentre stringeva la mano dell’uomo.
-Mi creda, il piacere è tutto mio!- Piterson assolutamente stupito guardava affascinato la ragazza –Immagino di capire perché lei non si faccia più vedere signorina, lavora al Ministero?-
-Studio i diritti degli elfi-
L’uomo sgranò gli occhi –Strabiliante. E dire che c’è qualcuno che non lo reputa doveroso-
-Io sono del parere che non sia doveroso schiavizzare creature indifese-
Piterson annuì mezzo tra l’ammirato e il contrariato –E quindi vi sposate- Disse –A quando le nozze?-
-E’ ancora tutto da decidere, faremo una cena di fidanzamento a metà aprile, quando arriveranno i genitori di Hermione. Ora però se non le dispiace, dobbiamo andare, è stato un piacere rivederla-
-Certamente. Ma prima che andiate via… Signorina le dispiacerebbe farmi un autografo? Sa, il mio nipotino fa la collezione di figurine e…- Piterson affondò la mano in una tasca e tirò fuori la carta con sopra la Mezzosangue che sorrideva e agitava la mano, gliela porse e Hermione fece comparire un piuma per  scarabocchiare una firma sulla sua fotografia.
-Grazie mille, Robin ne sarà entusiasta. Mi auguro abbiate un matrimonio felice, arrivederci- Disse prima di prendere la mano della mezzosangue coperta dal guanto di pelle e accennare ad un bacia mano.
Quando  Piterson fu ad una notevole distanza Hermione, la quale si era già coperta il volto con il cappuccio, si scatenò contro un Malfoy che non con poca fatica cercò di rabbonirla.
-Non urlare- Le sibilò Draco –Ci guardano tutti-
-Me ne infischio Malfoy!- Sbraitò lei -Perché hai fatto una cosa del genere? Ti avevo chiesto di non attirare l’attenzione!-
-Ora sei tu che la stai attirando-
-Dammi una risposta!-
-Ti ha visto solo lui, non ti agitare. Almeno così la notizia inizierà a spargersi, non è quello per cui oggi siamo usciti insieme?-
Hermione sbuffò entrando in una caffetteria sfiziosa ed elegante. Era un locale piccolo, per nulla affollato, al lato c’era un bancone con dei dolcetti dai colori sgargianti che facevano capolino dalla vetrina. Si sedettero su un tavolino centrale. La Grenger si sfilò i guanti e il mantello che lievitò fino all’appendiabiti all’angolo e si accomodò sulla sedia di ferro battuto studiandosi il menù.
-Lo sai- Disse ancora arrabbiata con il ragazzo mentre sbatteva il cartoncino viola sul tavolo –Che stiamo facendo una cosa da vecchi?-
-Mezzosangue, stiamo solo prendendo un caffè..- Disse lui chiamando con un cenno del capo la cameriera e ordinando un tè per la Grenger due fette di torta e un caffè nero bollente per lui.
-In un posto da pensionati, dove un muffin costa cinquanta falci- Si lamentò lei inviperita.
-Non è un posto da pensionati, è un locale per gente del nostro rango- Disse Draco portandosi la tazza appena arrivata alle labbra –Non credere che a me piaccia girare per questi posti, ma devo farmi vedere in giro con te, dato che ci sposiamo quindi per piacere non rompere-
-Ma perché qui!?-
-Mezzosangue, chiedo pietà. Cambiamo argomento-
Hermione prese una forchettata della torta –Una cosa che voglio assolutamente fare, Malfoy, è il viaggio di nozze-
-E dove, di grazia?-
-India?-
Draco sollevò il viso dal suo piatto –Scordatelo-
-Perché?-
-Perché io non vado in India per starci due giorni-
-Due giorni di viaggio di nozze?- Il viso della Grenger era assolutamente contrariato –Non ti facevo così attaccato ai soldi-
-Non è per i soldi, Mezzosangue, mi pare ovvio- Disse lui seccato –Ho gli esami all’Accademia, non posso prendermi troppe vacanze-
-Allora tu rimani lì due giorni e io ti raggiungo a casa tre mesi dopo-
-Trova un altro posto-
-Trovati un’altra moglie-
Draco stava per perdere la pazienza –Ci penso-
-Non devo chiedere il permesso a te, io faccio quello che voglio, se tu rimani con me te ne sarei grata, ma faccio anche senza- Hermione bevve l’ultimo sorso di tè –Sarei voluta andare in viaggio lì con Ron, ma per come sono andati a finire gli eventi mi vedo costretta a farlo da sola-
Con un colpo di bacchetta la ragazza richiamò a se il mantello e si rimise i guanti, lasciò sul tavolo la metà del conto –Vado alla Tana, ceno lì, non mi aspettare sveglia-
Disse chiudendosi la spilla che legava i due lembi del mantello al collo, poi si chinò sul ragazzo e gli sfiorò le labbra con un bacio prima di smaterializzarsi via.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


-Parliamone-
Nessuna risposta, né un si né un no.
Draco si alzò e poggiò l’anello sul bancone –Esponimi le tue preoccupazioni- La invitò sedendosi di nuovo sul suo sgabello.
 L’anello dentro la sua custodia di camoscio a metà tra i due.
-Perché dovrei farlo?-
-Perché l’uomo dei tuoi sogni ti ha chiesto di farle da testimone di nozze-
-Ci sarebbero un sacco di altri pretendenti-
Draco la squadrò alzando entrambe le sopracciglia curve  –Ma se continui a reclinare ogni proposta, perché dici di non conoscerli o che sono dei senza cervello, idioti e altri ancora anche razzisti-
-Cosa che li rende diversi da te, non è vero?-
-Non mi sembra il caso di scherzare- L’ammonì lui –Altri dubbi?-
-Questo non lo hai risolto- Gli fece notare la ragazza –Tu, comunque, cosa ci guadagni?-
-A me serve una compagna, punto. La fauna femminile incomincia a scarseggiare e  ho bisogno di qualcuno da portare alle cene d’alta società e si da il caso che tu sia perfetta. Sai che figurone, mi sposo l’eroina di tutti i tempi. Inoltre farei in modo di salvare la reputazione dei Malfoy, da Mangiamorte a Salvatori del Mondo Magico. Un ottimo passo avanti, direi -
-I matrimoni magici sono per sempre-
-Se ci dovessimo stancare del giochino, ognun per se e Merlino per tutti, secondo il Mondo Magico  saremmo la coppia perfetta ed innamorata ma dormiremo in letti diversi-
-E il mio sangue?- Hermione assottigliò gli  occhi sporcendosi verso di lui –E’ sempre stato un problema tra noi. O Sbaglio?-
Draco rise fragorosamente scuotendo la testa –Se così indietro! Per quanto detesti sapere che il tuo sangue è più lercio del Tamigi ho delle priorità io. E salvare il mio culo è in cima alla lista-
-Figli?-
-Sarai sterile-
Hermione si accigliò –Non sono disposta a non diventare madre per una matrimonio di convenienza. Quando ci stancheremo del gioco e uno di noi due si innamorerà di qualcun’ altro? E vorrà avere dei figli da lui o lei?-
-Sai quante case ho in giro per il Regno Unito, Mezzosangue?- Le domandò lui –Ti scegli una reggia e vai a vivere là con il tuo amante e i pargoli. Non mi importa-
-Io non sono innamorata di te-
Draco sorrise –Ma non mi dire. Se non vuoi sposarti in chiesa per me va bene anche il Ministero-
-E’ tutto così complicato- Disse esitante Hermione buttando i capelli dietro le spalle frustrata.
-Non hai il coraggio di sposare una serpe, Mezzosangue?- Malfoy sapeva fin dall’inizio che per quella situazione avrebbe dovuto usare l’artiglieria pesante.
Hermione gli lanciò un’occhiata pungente, colpita nell’orgoglio–Ci sto-
Draco sorrise di nuovo, prese l’anello dalla custodia e lo infilò al dito della ragazza.


***
 

La faccia dei quattro amici che seduti ad un tavolo della Sirena Danzante, il ristorante più buono e costoso di tutta Diagon Alley era veramente da fotografia. Se ne stavano tutti con la mandibola che sfiorava il pavimento a guardare Draco Malfoy allibiti.
-Non posso crederci- Sussurrò Pansy –Non riesco a crederci, in effetti-
Malfoy bevve un sorso della sua burrobirra senza smetterla di guardarla, per assicurarle che tutto ciò non era affatto uno scherzo.
-Ma..- Cominciò Nott boccheggiando mentre cercava conforto negli occhi persi di Zabini –Ma avevi detto che era solo sesso-
-E’ un matrimonio di convenienza come un altro, solo con una ragazza famosa e amata dalla società. Ve l’ho detto-
Millicent inghiottì a vuoto e scosse una paio di volte la testa –Fammi capire bene..- Disse portando avanti il busto e appoggiando i gomiti sulla tavola –Tu ti scopi una sanguesporco durante il Ballo d’Addio perché eravate entrambi strafatti di Erba Girella, decidi di continuare il gioco perché dici che ti piace il corpo di quella feccia e di stimola anche mentalmente oltre che a livello sessuale. Poi la cosa si prolunga e lei sta più da te che a casa sua, e come ciliegina sulla torta, infine, credi che per rialzare gli standard della famiglia Malfoy, sposartela sia la cosa migliore?- Era allibita, decisamente fuori di se e non la smetteva di guardare il suo futuro marito per avere un appoggio –Ho tralasciato qualcosa?-
-Aggiungi anche che non è una sanguesporco qualunque- Disse Blaise –E’ la Mezzosangue che abbiamo sfottuto per quasi dieci anni, che abbiamo combattuto contro la guerra e che ci ha fatto il culo sbattendo ad Azkaban tutti i nostri genitori. Per non parlare del fatto che è uno dei membri fondatori della squadra miracoli. Dray, è tutto uno scherzo dì la verità!-
Malfoy con un colpo di bacchetta fece versare in tutti i bicchieri ancora un po’ burrobirra –No- Disse semplicemente –E me la sposo-
-E il sangue? E’ una nata babbana, Dray!- Disse Nott sconvolto.
-Non ti sei forse reso conto che abbiamo perso la guerra, Theo? Che la nostra causa è perduta? Chi di voi da quando ha finito la scuola è mai stato invitato a un evento mondano di alto livello?- Draco osservò i volti silenziosi degli amici -Appunto. Siamo diventati lo scarto dell’alta società magica, se mi sposo la Mezzosangue il nome dei Malfoy tornerà a risplendere come un tempo, abbiamo perso è vero, ma si può ancora combattere per una vita migliore, la nostra, ad esempio. Ed io non starò a guadarla scorrere via, sacrificherò la purezza del sangue della mia famiglia in cambio di ritornare all’altezza del nome Malfoy, quello di una volta-
Un minuto abbondante di silenzio riempì la tavola in cui erano seduti, fino a quando Pansy non sollevò il bicchiere colmo di burrobirra –Alla libertà, al matrimonio e alla nostra nuova vita- Disse brindando e iniziò a sorridere quando i bicchieri di tutti i suoi amici si scontrarono tintinnando contro il suo.
 

***
 

La Grenger se ne stava distesa a pancia sotto sul letto di Malfoy mentre studiava attentamente i libri sui diritti (quasi inesistenti) degli elfi.
-Mezzosangue?- La chiamò Draco appoggiato allo stipite della porta.
Lei alzò la testa dagli appunti e poggiò la piuma su una pagina per non perdere il segno.
-Non mi viene una pozione, mi vedi se c’è qualcosa che non va?-
Hermione scese dal letto e si avviò con Malfoy verso lo studio –Davvero mi hai chiesto aiuto, Furetto?-
-La tua mente psicopatica da So-Tutto-Io magari riuscirà a capire perché non mi viene il soluto- Draco la fece entrare nella stanza e le spiegò i procedimenti che aveva fatto per arrivare fin lì -…il punto è che dopo aver versato il succo di ortica il colore dovrebbe essere viola, e non blu elettrico..- Le disse prendendo dalla mensola un barattolo e porgendoglielo.
Hermione osservò la pozione attentamente –A cosa hai detto che serve?-
-Aggiusta le ossa-
-Mi allunghi due fiale?-
Draco le passò i flaconcini e la guardò versare il contenuto del calderone all’interno chiudendole per bene con i tappi di sughero.
-Non so l’errore- Ammise la ragazza uscendo dalla stanza e andando nel salone, lì prese dal mobile accanto al muro una pergamena bianca e una busta –Ma scrivo a Madama Chips i tuoi dubbi e le invio un campione via gufo, così poi ti faccio sapere-
Draco annuì e si buttò sul divano stanco morto per quelle ore di duro lavoro che alla fine non avevano portato a nulla.
-Oggi vado alla tana a dare la notizia ai Weasley, sai, che ci sposiamo- Disse Hermione chiudendo la lettera e fischiando chiamò il gufo di Malfoy e gli legò la missiva alla zampetta.
-Non hai ancora accennato a nulla?-
-Harry e Ginny sanno tutto, anche  i miei. Loro credono che siamo troppo giovani per sposarci, ma dopo avergli spiegato che tra noi maghi i matrimoni avvengono presto e che ti amo follemente hanno accettato la cosa-
Draco rise passandosi una mano sul viso -La Donnola?-
-Glielo dico con Harry, così si tranquillizza- Hermione aprì la finestra del salotto per far uscire l’uccello –Avevi in programma di chiedermi questa cosa già da quando siamo andati a Villa Malfoy? E’ per questo che hai preso la custodia dell’anello?-
Draco scosse la testa –No. L’ho deciso durante le vacanze di Natale. Ho preso il cofanetto prima perché non voglio lasciare nulla a cui tengo lì, casa mia è questa-
-E le parole che sono incise all’interno? Da donna a donna. Che vogliono dire?-
Draco fece lievitare la Gazzetta del Profeta di quel giorno fino alle sue mani e iniziò a leggere i titoli in prima pagina –Mia nonna l’ha regalato a mia madre per i diciassette anni, non so bene cosa voglia dire-
Hermione annuì e si fece materializzare il libro che stava leggendo prima, si accovacciò vicino al caminetto scoppiettante ed iniziò a leggere anche lei.
-Mezzosangue?- Chiamò Draco chiudendo il giornale. La ragazza mugolò qualcosa senza sollevare la testa dal libro –Vuoi organizzare qualcosa per il fidanzamento?-
-Tipo?-
-Non so- Disse Malfoy –Queste cose da donne, un tè con i testimoni  e parenti a casa o una cosa in grande con la stampa e tutto il resto-
-Tu che vorresti?-
-L’ho chiesto io a te, sei tu la sposa-
Hermione chiuse il libro e si sistemò un cuscino dietro la schiena per stare più comoda–Tu hai bisogno che i giornali sappiano?-
-Non è necessario-
-Però ti farebbero comodo per la tua reputazione da Malfoy-
Draco non negò che quell’affermazione fosse vera e rimase in silenzio a ad ascoltare la ragazza.
-Potremmo fare una cosa a metà- Propose lei –Magari graduale, io lo dico ai Weasley, poi iniziamo a farci vedere in giro insieme, ma niente giornali per il matrimonio-
-Assaliranno la casa se non gli daremo ciò che vogliono, Mezzosangue. L’eroina del mondo che si sposa con un ex Mangiamorte non è una cosa da tutti i giorni-
Hermione fece una smorfia che strappò un sorriso a Draco –Tu che proponi?-
-Una cena  ufficiale con amici e parenti a casa, un rappresentate della gazzetta che il giorno dopo ci fa qualche domanda e poi possiamo ritirarci felicemente alla vita di coppia. -
-Serpeverde e Grifondoro insieme a tavola?- Domandò scettica la Grenger –Non arriveremo al secondo senza fare danni-
 
***
 
-Come hai detto che l’hanno presa?- Chiese Malfoy che teneva al braccio la Mezzosangue per le vie di Diagon Alley.
-Male. Malfoy, molto male. E togliti quel ghigno dalla faccia-
Draco strinse la mano della ragazza –Come fai a dire che sto ghignando, hai un cappuccio che non ti fa vedere neanche dove metti i piedi!-
Era la prima volta che la nuova coppia usciva al di fuori dell’appartamento di Draco, la neve della fine di gennaio non accennava a sciogliersi. Hermione teneva riluttante la mano di Draco coperta da un guanto nero, lei era avvolta da un mantello marrone con il cappuccio che le ricadeva sul viso. Da quando era finita la guerra le era sempre più difficile camminare per le strade senza dover stringere mani a destra e a manca o sentirsi fare i complimenti come strega più brillante della sua generazione.
-Sei ridicola, Mezzosangue- Le sussurrò Draco all’orecchio, non si faceva sfuggire lo sguardo incuriosito dei passanti che con nonchalance cercavano di capire chi fosse la ragazza che lo accompagnava.
-Tu sarai ridicolo!-
-Cos’è Granger, non hai il coraggio di farti vedere in giro con me?-
Hermione sbuffò –Se fosse stato questo il problema non avrei detto di sì alla tua proposta-
Draco salutò con un cenno della testa il Capo del Dipartimento dell’Uso Improprio della Magia che passava di là.
-Signor Malfoy- Lo salutò quello distaccato.
-Signor Piterson, salve- Rispose cortese il ragazzo.
-E’ da un po’ che non ti si vede in giro, ragazzo- Disse l’uomo guardando scettico Hermione coperta dal mantello scuro.
-Tra l’Accademia e il trasferimento, sono stato parecchio impegnato, signore-
-Lo credo bene- Un’altra occhiata incuriosita alla sua destra, verso la Mezzosangue.
-Posso avere il piacere di presentarle la mia futura moglie, signore?- Draco si sentì stritolare la mano con cui teneva la Mezzosangue.
-Ne sarei onorato, ovviamente!- Disse Piterson sorpreso dalle parole di Draco.
-Hermione- Fece Malfoy con un ghigno perfido sul volto –Questo è il signor Piterson, lavora al Ministero come te, forse lo conosci-
La ragazza, ormai impossibilitata dallo tirarsi indietro prese lentamente i lembi del cappuccio che le copriva il viso e lentamente se lo fece cadere sulle spalle.
-Oddio!- Squittì quello –Ma lei è Hermione Grenger! L’amica del Bambino Sopravvissuto-
-E’ un piacere conoscerla- Disse la Mezzosangue con un sorriso di circostanza mentre stringeva la mano dell’uomo.
-Mi creda, il piacere è tutto mio!- Piterson assolutamente stupito guardava affascinato la ragazza –Immagino di capire perché lei non si faccia più vedere signorina, lavora al Ministero?-
-Studio i diritti degli elfi-
L’uomo sgranò gli occhi –Strabiliante. E dire che c’è qualcuno che non lo reputa doveroso-
-Io sono del parere che non sia doveroso schiavizzare creature indifese-
Piterson annuì mezzo tra l’ammirato e il contrariato –E quindi vi sposate- Disse –A quando le nozze?-
-E’ ancora tutto da decidere, faremo una cena di fidanzamento a metà aprile, quando arriveranno i genitori di Hermione. Ora però se non le dispiace, dobbiamo andare, è stato un piacere rivederla-
-Certamente. Ma prima che andiate via… Signorina le dispiacerebbe farmi un autografo? Sa, il mio nipotino fa la collezione di figurine e…- Piterson affondò la mano in una tasca e tirò fuori la carta con sopra la Mezzosangue che sorrideva e agitava la mano, gliela porse e Hermione fece comparire un piuma per  scarabocchiare una firma sulla sua fotografia.
-Grazie mille, Robin ne sarà entusiasta. Mi auguro abbiate un matrimonio felice, arrivederci- Disse prima di prendere la mano della mezzosangue coperta dal guanto di pelle e accennare ad un bacia mano.
Quando  Piterson fu ad una notevole distanza Hermione, la quale si era già coperta il volto con il cappuccio, si scatenò contro un Malfoy che non con poca fatica cercò di rabbonirla.
-Non urlare- Le sibilò Draco –Ci guardano tutti-
-Me ne infischio Malfoy!- Sbraitò lei -Perché hai fatto una cosa del genere? Ti avevo chiesto di non attirare l’attenzione!-
-Ora sei tu che la stai attirando-
-Dammi una risposta!-
-Ti ha visto solo lui, non ti agitare. Almeno così la notizia inizierà a spargersi, non è quello per cui oggi siamo usciti insieme?-
Hermione sbuffò entrando in una caffetteria sfiziosa ed elegante. Era un locale piccolo, per nulla affollato, al lato c’era un bancone con dei dolcetti dai colori sgargianti che facevano capolino dalla vetrina. Si sedettero su un tavolino centrale. La Grenger si sfilò i guanti e il mantello che lievitò fino all’appendiabiti all’angolo e si accomodò sulla sedia di ferro battuto studiandosi il menù.
-Lo sai- Disse ancora arrabbiata con il ragazzo mentre sbatteva il cartoncino viola sul tavolo –Che stiamo facendo una cosa da vecchi?-
-Mezzosangue, stiamo solo prendendo un caffè..- Disse lui chiamando con un cenno del capo la cameriera e ordinando un tè per la Grenger due fette di torta e un caffè nero bollente per lui.
-In un posto da pensionati, dove un muffin costa cinquanta falci- Si lamentò lei inviperita.
-Non è un posto da pensionati, è un locale per gente del nostro rango- Disse Draco portandosi la tazza appena arrivata alle labbra –Non credere che a me piaccia girare per questi posti, ma devo farmi vedere in giro con te, dato che ci sposiamo quindi per piacere non rompere-
-Ma perché qui!?-
-Mezzosangue, chiedo pietà. Cambiamo argomento-
Hermione prese una forchettata della torta –Una cosa che voglio assolutamente fare, Malfoy, è il viaggio di nozze-
-E dove, di grazia?-
-India?-
Draco sollevò il viso dal suo piatto –Scordatelo-
-Perché?-
-Perché io non vado in India per starci due giorni-
-Due giorni di viaggio di nozze?- Il viso della Grenger era assolutamente contrariato –Non ti facevo così attaccato ai soldi-
-Non è per i soldi, Mezzosangue, mi pare ovvio- Disse lui seccato –Ho gli esami all’Accademia, non posso prendermi troppe vacanze-
-Allora tu rimani lì due giorni e io ti raggiungo a casa tre mesi dopo-
-Trova un altro posto-
-Trovati un’altra moglie-
Draco stava per perdere la pazienza –Ci penso-
-Non devo chiedere il permesso a te, io faccio quello che voglio, se tu rimani con me te ne sarei grata, ma faccio anche senza- Hermione bevve l’ultimo sorso di tè –Sarei voluta andare in viaggio lì con Ron, ma per come sono andati a finire gli eventi mi vedo costretta a farlo da sola-
Con un colpo di bacchetta la ragazza richiamò a se il mantello e si rimise i guanti, lasciò sul tavolo la metà del conto –Vado alla Tana, ceno lì, non mi aspettare sveglia-
Disse chiudendosi la spilla che legava i due lembi del mantello al collo, poi si chinò sul ragazzo e gli sfiorò le labbra con un bacio prima di smaterializzarsi via.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Draco era seduto al tavolo di Zabini House, un antico palazzo nascosto tra le campagne nei pressi di Londra. Aveva in mano una coppia di tre di picche e un asso, buttò fuori dalla bocca una nuvola di fumo e lanciò le carte davanti al centro del piatto –Lascio-
-E io prendo- Sghignazzò Nott tirandosi con le braccia i galeoni verso di se.
-Chi vuole un’altra Burrobirra?- Chiese  Blaise agitando la bacchetta e facendo comparire tre bicchieri colmi di schiuma bianca.
-Ragazzi io passo- Disse Malfoy alzandosi e afferrando il mantello dalla spalliera della sedia –Tra un po’ arrivano i genitori della Mezzosangue e dice che devo essere a casa-
-Era oggi?-
Draco annuì –La cena ufficiale è tra quattro giorni, se non te ne sei accorto: sei invitato – Disse lanciandogli un’occhiataccia esplicita.
Si smaterializzò nel salotto di casa sua è notò che sulle mensole c’erano delle cornici piene di foto insieme alla Grenger.
Ma che cazzo…?
Afferrò una pergamena appoggiata sul divano. La Mezzosangue gli aveva scritto che sarebbero arrivati alle sette di sera e che li andava a prendere lei per portarli a casa, gli dava ordini di gestire lui la cena (senza elfi, ovviamente) e di reggerle il gioco e parlare il meno possibile.
Draco lanciò un’occhiata all’orologio e dopo aver urlato a Robby e Gigì di preparare  la  tavola per quattro in sala da pranzo e cucinare una cena degna del nome Malfoy si andò a fare una doccia per togliersi di dosso l’odore delle canne di Blaise.
Alle otto e trentacinque, Malfoy sentì la porta di casa aprirsi e un vociare eccitato –E’ proprio un bel quartiere questo qui, non c’è che dire bambolina-
-Sì, Draco ha scelto bene, papà- Disse Hermione, stupendo il ragazzo nel pronunciare il suo vero nome e non qualche–Ehi, Malfoy? Sei a casa?-
-Salve- Disse sorridente ad un uomo che stava aiutando la moglie con i bagagli.
Matthew  Granger  aveva appena poggiato la valigia babbana all’ingresso e si voltò a stringere la mano al ragazzo saldamente. Con l’età non aveva ancora sfiorato la sessantina sicuramente e tra i capelli neri si notavano molti fili grigi. –E’ un piacere ragazzo-
-E lei- Disse Hermione presentando una donna poco più giovane del marito, con una crocchia in testa alquanto sfatta e un sorriso strepitoso –E’ mia madre-
Draco ricambiò lo sguardo allegro e strinse la mano anche alla signora Grenger –E’ un piacere fare la vostra conoscenza- Si esibì Malfoy con una fare da galantuomo –La Mezzosangue non ha fatto altro che raccontarmi di voi. Dovrete essere stanchi per il lungo viaggio, vi mostro il bagno e la vostra camera, così vi rinfrescate un po’ – Prese poi la valigia di Jane Granger gentilmente–Posso aiutarla?-
La donna lo ringraziò con un ennesimo sorriso dolce e seguì il ragazzo che le mostrò la stanza degli ospiti e il bagno correlato –Spero ci sia tutto l’occorrente- Disse al signor Grenger, fate pure con comodo, io vado a finire di vedere se per la cena è tutto a posto- Si richiuse la porta alle spalle e diede un sospiro di sollievo.
-Nervoso?- Chiese la Mezzosangue che si stava togliendo una camicetta sporca nella loro camera per mettersi una maglia pulita.
-No- Disse Draco allungando la bocca sul collo nudo di lei –Scocciato, più che altro-
La sentì rabbrividire sotto le sua labbra –Malfoy ti prego, ci sono i miei di là- gli disse girandosi tra le sue braccia che intanto le avevano cinto la vita.
-Non dirmi che ti vergogni di loro?- Scherzò Malfoy senza smettere di baciarla –Credo che sappiano cosa facciamo, visto che viviamo insieme da un po’ e a quanto pare siamo anche fidanzati-
-Malfoy!- Squittì lei in un sussurro quando sentì la mano di Draco slacciarle la cerniera dei pantaloni
-Mezzosangue..- Sussurrò il ragazzo alzandole la maglietta pulita per infilare le dita sotto –Dai…-
-I miei ci aspettano per cena tra un minuto!-
-A me ne basta mezzo-
Hermione sgusciò via dalle braccia di Draco prima di sfiorargli le labbra con un bacio.
***
-Allora- Disse Matthew  Grenger tagliando un pezzo di salsiccia al sugo –Di cosa ti occupi, Draco?-
Malfoy si pulì la bocca elegantemente con un tovagliolo e bevve un sorso di vino –Io sto studiando all’Accademia di Medicina magica, vorrei specializzarmi nella branca alchimistica della guarigione, antiloti per veleni, principalmente. Il mio sogno sarebbe di lavorare come ricercatore al San Mungo-
-San Mungo?- Domandò Jane
-E’ l’ospedale magico principale di Londra, ma ho ancora molta strada da fare-
-Medico, quindi- Commentò  Matthew soddisfatto della risposta di Draco.
-Veramente , medico è un termine babbano, papà –Gli spiegò Hermione passandogli la cesta del pane –Malfoy farà il Guaritore-
Matthew  annuì.
-Ma perché – Se ne uscì poi Jane –Vi chiamate per cognome, ragazzi?-
-Abitudini di scuola, lui era a Serpeverde, mamma, te l’ho detto?-
-E’ strano- Fece Matthew  –Da bambina dicevi di non sopportare quelli di Serpeverde e ora ti fidanzi con uno di loro, non è sorprendete?-
Draco trattenne una risata e pose la sua attenzione sulla ragazza che le stava affianco –E così non mi sopportavi, Mezzosangue?- Disse sorridendo sadico.
-Non fare il deficiente- Lo ammonì lei -Di certo non andavamo d’amore e d’accordo all’epoca!-
-E ora si, tesoro?- Disse Malfoy sbattendo le ciglia con fare idiota.
-Cos’è un Mezzosangue, Draco?- Domandò Jane mentre si serviva dalle patate.
Draco sorrise ancora divertito dall’ingenuità di quei due babbani –Vede, signora. Quando io e la Grenger eravamo al secondo anno di scuola , un suo amico, un certo Weasley, non so se lo ha in mente, ha cercato di farmi vomitare lumache con un incantesimo molto cavallerescamente per proteggere vostra figlia da me, e da quel momento lei è sempre stata Mezzosangue.
Una strega con del sangue babbano nelle vene-
-Quindi è un insulto- Fece Matthew cercando di capire. 
-Adesso è solo un nome come un altro, qualcosa di speciale, direi- Spiegò lanciando alla ragazza un’occhiata.
Hermione si era quasi strozzata con il succo di zucca, e alla fine della cena mentre i suoi genitori si chiusero in camera stanchi per il viaggio dall’Australia, la ragazza si distese sul letto e aprì uno dei sui tanti libri quando Draco si appoggiò allo stipite della porta.
-Mezzosangue?-  La chiamò lui slacciandosi la camicia e lanciandola nella poltrona vicino al guardaroba
-Malfoy- Disse Hermione senza alzare lo sguardo dalle pagine.
Draco le si avvicinò poggiando un ginocchio sul materasso, le sfilò il tomo dalle mani senza pensare alle proteste della Mezzosangue che venne subito fatta tacere con un bacio bollente.
Si mise sopra di lei, abbassandole le spalline della canottiera e godendo a piena della carne morbida e calda della ragazza. Una leccata sul collo, un brivido sulla schiena.
-Malfoy- Sospirò la Grenger in un gemito, affondò le mani nella nuca di lui cercando di baciarlo il più a fondo possibile, gli prese il labbro tra i denti, facendolo poi sanguinare di brutto.
-Granger!- Si lamentò Draco passandosi un braccio sulla bocca per pulirsi –Sei violenta-
La ragazza ridacchiando si accavallò sopra di lui –Sei troppo delicato - Si chinò sul torace latteo di Draco  lambendogli il ogni centimetro di pelle.
-Genger controllati- L’ammonì lui con la voce roca –Se urliamo sarebbe un bel problema-
Quella fece come se Malfoy non avesse aperto bocca e continuò a scendere sempre più giù.
-Granger!- Sussurrò lui allarmato, sentendo i boxer farsi sempre più stretti –Smettila-
Lei gli morse la pelle poco sotto l’ombelico, conoscendo bene i limiti del suo amante. –Non starai mica scappando dalle mie carezze, vero?-
Lui mugugnò qualcosa di inudibile e decise che se non avesse preso una posizione in quella tortura dolce come il miele avrebbe perso con i coniugi Grenger ogni punto che i suoi studi gli avevano fatto guadagnare durante la cena.
Afferrò il braccio della Mezzosangue che gli stava accarezzando la nuca e glielo portò dietro la schiena senza farle del male, ma accertandosi che lei non avrebbe potuto muoverlo. –Grenger, se ci sentono…-
-Hai paura?-
-No. Ma se per caso…-
Lei si chinò su di lui per baciarlo, dolcemente, senza fretta. Giocando con la sua lingue e concedendogli una battaglia di una dolcezza infinita.
-Posso fare una cosa Malfoy?- Gli chiese iniettando gli occhi nocciola in quelli cristallini di Draco quando si staccarono.
-Mi stai chiedendo il permesso?- Domandò perplesso lui, e acconsentì dandole un bacio a fior di labbra.
La Mezzosangue si girò sedendosi tra le gambe di Draco, appoggiando la schiena al suo torace. Stette un po’così, in silenzio, stretta tra le braccia di Malfoy che le accarezzavano i fianchi. Draco la sentiva respirare contro il suo petto, seduti una in braccio all’altro, il capo di lei buttato all’indietro era comodo nell’incavo della sua spalla.
-Malfoy?- Chiamò la Grenger.
-Si?- Sussurrò lui sui suoi capelli.
-Dammi il tuo braccio destro-
Draco lo slacciò dalla presa che aveva sulla sua vita e glielo mise in grembo. Hermione lo girò, accarezzandone la parte interna, quella più sensibile.
Lì, come uno stampo indelebile, c’era il Marchio Nero. Sbiadito ovviamente, ma pur sempre là, a ricordare che scelta un tempo Draco Malfoy avesse fatto.
La Mezzosangue passò l’indice su quella parte di pelle, tracciando il percorso che la bacchetta di Lordo Voldemort aveva dovuto aver fatto per disegnare quella serpe che usciva dalla bocca di un  teschio.
Sentì sussultare Draco, e come se si fosse scottata ritirò la mano –Se ti da fastidio la smetto- Sussurrò piano
Lui scosse la testa baciandole una spalla –Non da più fastidio da quasi due anni-
-Però non ti piace-
-No, non mi piace-
Hermione si chinò sul braccio di Draco e lo assaggiò con un bacio leggerissimo, solo di labbra, come un battito d’ali di farfalla.
La pelle era calda lì, diede un altro bacio, dove compariva il teschio.
-Ora dovrebbe andare meglio- Sussurrò girata verso il viso del ragazzo.
-Molto meglio, grazie-
 
 
***
 
-Ecco la mia relazione, professor Kudy- Disse Draco Malfoy lasciando un fascicolo di fogli sulla cattedra dell’aula –Volevo sapere il suo parere sul mio esperimento, l’ho riportato al paragrafo sei-
-Le farò sapere, Malfoy. Le mando un gufo non appena l’avrò letto, va bene?-
Il ragazzo annuì prima di buttare uno sguardo sull’orologio che aveva al polso, imprecò tra i denti e si smaterializzò velocemente al Ministero.
E ora chi l’avrebbe sentita, la Mezzosangue? Era in ritardo, e quella lì gli aveva chiesto esplicitamente di non arrivare dopo le sei.
La trovò davanti ai camini del Ministero a ridere beatamente con un collega del suo reparto.
Un ragazzo alto, capelli ricci e neri e due incredibili occhi rossi.
-Mezzosangue- La salutò con un cenno del capo, mettendosi al suo fianco.
Lei ricambiò ancora presa dal ridere –Sei in ritardo, Malfoy-
-Vedo che hai trovato il modo di intrattenerti- non poté replicare Draco.
Hermione lanciò un’occhiata divertita al ragazzo –Già, lui è Amadeus. E’ al nostro reparto per aiutare una mia collega, uno studio sui vampiri-
-Piacere- Disse la creatura verso Malfoy, mostrando nel sorriso seducente i canini candidi e affilati.
-Tutto mio- Rispose atono Draco –Bene, Mezzosangue. Direi che possiamo andare, da quando hai spiegato a tua madre come si usano i gufi, me ne sono arrivati circa cinque stamattina, e se non ci sbrighiamo temo ne arriverà un sesto-
Hermione cercò nella tracolla un fascicolo e lo diede in mano al vampiro –Questo è per Sally, glielo dai tu?-
Amadeus prese le pergamene ed iniziò a sfogliarle –Certo. Senti io e lei abbiamo un appuntamento per domani, prima del lavoro, ci vediamo al sesto piano per controllare quelle cifre negli archivi, non è che il pomeriggio ti va di studiarle con noi?-
Hermione richiuse la borsa con i lacci –Certo, potete venire anche a casa mia se vi va, non c’è nessuno, i miei dormono a casa di Malfoy, quindi…-
Ad Amadeus brillarono gli occhi color del sangue di un luccichio che Malfoy conosceva benissimo. E per lui era troppo, un conto è che ci provava con la Grenger alle sue spalle, ma proprio davanti a lui no. Non era ammissibile.
-Non sono neanche sicuro che Sally potrà venire, ha problemi con la sorella ma forse ce la fa …-Stava continuando il suddetto Amadeus.
-Mezzosangue- Disse poi Draco, freddo come un iceberg–Potete sempre studiare a casa nostra- Disse guardando di sbieco il vampiro –I libri e il materiale è tutto da noi, è inutile che lo trasferisci a casa tua, starete anche più comodi-
-Ma tu devi studiare per quella pozione, non vorrei ti disturbassimo- Commentò la ragzaa.
-Se dico che va bene, va bene-
-Ah,  perché voi abitate insieme?-  Chiese Amadeus assottigliando gli occhi, uguali a spilli rossi.
-Si- Rispose la Mezzosangue che venne subito interrotta da Malfoy.
-Si abitiamo insieme, e ora dobbiamo scappare, i negozi di bomboniere non aspettano noi-
-Bomboniere?-
Hermione guardava il vampiro che ad ogni parola diventava più incredulo –Mia madre andrà su tutte le furie, lo so- Fece prendendo Malfoy sotto il braccio –Ci vediamo domani allora, ti faccio avere l’indirizzo vai gufo, ok?-
Amadeus accennò ad un sì con la testa e mentre i due promessi si allontanavano Malfoy si voltò per guardarlo un secondo negli occhi –Ti manderemo la partecipazione alle nozze-  disse in modo che soltanto il vampiro potesse sentire.
-Dico Grenger, ma ti pare il caso?- Fece non appena si furono smaterializzati in una delle strade della Londra babbana.
-Il caso di fare cosa?-
-Di filtrare con un vampiro davanti a me!-
Hermione lo guardò scioccata per un istante –Io non stavo filtrando!- Si giustificò –Stavo parlando di lavoro-
Draco rise ironico –Certo, perché quel pervertito voleva sicuramente lavorare con te da soli a casa tua!-
-E’ per questo che studiamo da te?!- Chiese incredula Hermione –Perché hai paura che io ti tradisca?-
-Non mi piace che qualcuno ci provi con la mia futura moglie davanti a me, non mi sembra così assurda come richiesta!-
-Sei geloso Draco Malfoy?-
-Per ora sono io che gioco con te, non condivido le mie bambole-
Hermione si strinse di più al suo braccio –Sappi che non sarebbe successo nulla, lo stesso-
-Tu non sai di che cosa sono capaci i maschietti, Mezzosangue-
-Credimi lo so, pensi che tutti quei giochetti che facciamo nel letto me li sia inventati di sana pinta?- La Grenger vide una donna che li salutava sbraciandosi dall’altro lato della strada –Oh! Ecco mia madre!-
Attraversarono il semaforo, mentre Hermione stava attenta che qualche auto non investisse il fidanzato che non sapeva neanche spingere il pulsante del televisore, figuriamoci capire la logica dei semafori!
 –Ciao ragazzi!- Salutò Jane cordiale –Questa invenzione dei gufi-postini è veramente esilarante. Sai, tesoro- Disse guardando la figlia –Ho mandato una lettera a Harry che non vede l’ora di vedermi, sarà qui tra poco, intanto entriamo a prendere posto alla boutique, Ginny e Luna sono già dentro!-
La videro scomparire dietro una porta di un negozietto che fino a qualche istante fa neanche avevano notato.
-Che ci fanno la Piccoletta e la Lunatica, qui?- domandò Draco che non la smetteva di guardarsi in giro per via dei babbani.
-Saranno le mie damigelle, la mamma ha insistito per comprarle dei vestiti adatti, dato che è sempre via dice che non vuole perdersi assolutamente nulla del mio matrimonio-
-Non hai deciso neanche la data Mezzosangue!- Sbottò Malfoy –Ma pensi agli abiti delle damigelle?-
Hermione alzò gli occhi al cielo –Malfoy non ci sarà alcun matrimonio finché non avrai finito l’Accademia e finché io non finirò il mio stage al Ministero. Per  Luna e Ginny è un’occasione per saltare le due ore di Trasfigurazione oggi,  e mia madre è così entusiasmata dall’idea di progettare tutto che la lascio fare. Tu hai fratta di sposarmi?-
-Tutt’altro, Granger-
Due secondi più tardi fece la sua apparizione Harry Potter che salutò calorosamente la Grenger con un abbraccio e con un cenno del capo Draco.
-Io vado da mia madre. Non uccidetevi-
Da dietro quella porta scomparve anche Hermione e Malfoy rimase solo in mezzo ad una strada sconosciuta piena zeppa di babbani con il suo acerrimo nemico dall’età di undici anni.
-Sfregiato..-
-Furetto…- Lo imitò Harry.
Il Bambino Sopravvissuto sospirò prima di iniziare a parlare –Sappi che trovo deplorevole e immorale quello che tu ed Hermione state facendo. Ma mi limito a fare quello che lei è sempre stata per me, un’amica. E mi tratterrò dal fare commenti-
-Nessuno ha chiesto il tuo parere mi sembra-
-Non scherzare con lei, ha bisogno di stare serena-
-Credo si sappia difendere da sola, Potter- Frecciò acido Draco –Non ha più bisogno di te-
Harry rise scuotendo la testa –Si vede che proprio non la conosci-  Scomparve anche lui dietro la porta a vetri della boutique babbana.
***
Per Draco Malfoy e Harry Potter, nemici giurati fin da bambini, sopravvissuti alle ire di Lord Voldemort, ai supplizi dei Mangiamorte, alle atrocità della guerra e ad una vita di pressioni, quelle quattro ore e mezza chiusi in un negozietto del centro di Londra, seduti su un divano di pelle rossa, gomito a gomito, furono veramente la goccia che fece traboccare il vaso.
Vedere sfilare due ragazze di diciassette anni, che avevano ricevuto un permesso da Hogwarts proprio per quella giornata (grazie davvero preside), una diciannovenne che si divertiva a scegliere gli abiti e notare ogni più piccola imperfezione che mai a nessuno essere umano sarebbe saltata all’occhio, come ad esempio “La cucitura interna non è oro, è giallo ocra!” oppure “ La suola di queste ballerine non si abbina all’etichetta del vestito!” il tutto naturalmente alimentato da una madre con dei seri complessi di inferiorità rispetto ai maghi fecero salire per i due ragazzi quel pomeriggio al primo posto nella classifica delle giornate più noiose mai trascorse negli ultimi cinquecentoventuno anni.
-Bello- Ripeté atono lo Sfregiato senza neanche sollevare lo sguardo dalla sua bacchetta che sprigionava delle bolle di sapone dalla punta e che nelle ultime due ore erano diventate veramente interessanti.
-Hai detto così per gli ultimi sedici abiti!- Si lamentò Ginny Weasley con il broncio –Almeno guardami!-
Harry sospirò e osservò la sua ragazza stretta in un abito giallo canarino e con un cappello in testa che la faceva assomigliare ad una teiera –Bello-
-Ma Harry!-
Draco che si era ampiamente rotto le scatole di quelle continue lagne smise di guardare anche lui le bolle di sapone che uscivano dalla bacchetta di Potter –Senti Piccoletta, se ti ha detto che è bello è bello, accontentati, non rompere i coglioni ed evapora!-
-Malfoy!- Lo rimproverò Hermione che stava aggiustando l’abito di Luna.
-E no Mezzosangua!- Protestò alzandosi –Quando è troppo è troppo! Io vado a farmi un giro, e non credo che tornerò, fai quello che devi fare,  ma ti prego non obbligarmi mai più ad un tale supplizio!- Fissava Hermione che scioccata se ne stava accanto alle altre donne e lo guardava in cagnesco, Draco voltò la testa per vedere se Potter stava dalla sua parte, e non si sorprese quando anche lui, annoiato fino allo sfinimento si sollevò dal divanetto scrollando le spalle.
-Noi andiamo a fare un giro- Disse tranquillo baciando (Oddio baciare Potter!?) la Piattola -Ci vediamo a casa-
-Non capisco perché devi fare certe scenate- Gli disse mentre camminavano per la strada affollata –Con le donne non c’è bisogno di alzare la voce, ma di assecondarle-
-Sei qui per rompere anche tu?- Disse Malfoy accendendosi una sigaretta.
-Se mi ascoltassi a quest’ora avresti al ritorno a casa una ragazza appagante e non una strega inviperita perché hai sfuriato davanti alle sue amiche e a sua madre-
-Sei così obsoleto- Diede un tiro e buttò via il fumo.  -Quando vi sposate tu e la Piccoletta?-
-Non lo so ancora, finirà prima la scuola e vorrei iniziasse per bene a pensare al dopo, poi il matrimonio-
-E la Donnola? Che pensa di fare?-
-Hermione ha detto qualcosa?-
-Non parla mai di lui, evita l’argomento, non mi racconta che cosa c’è stato-
Harry si sistemò gli occhiali sul naso –Hanno litigato di brutto, per decisioni da prendere sul futuro, poi c’è stata il Ballo D’Addio e… -
-Gli ha detto che siamo andati a letto insieme? –
-Non subito, ma dopo un po’, quando avete iniziato a fare le cose con una certa quotidianità, gli ha detto tutto, lui si è arrabbiato, forse era geloso non lo so… Ma hanno deciso di finirla e di pensare ognuno alla propria vita e cercare di rimarne amici- Harry sospirò –Però non è così semplice, Ron è testardo ed Hermione dice che va tutto bene, entrambi vorrebbero però che tornasse com’era prima-
-Perché a me non dice nulla?- Chiese Draco perplesso –Mi racconta di tutto, di come vorrebbe sentirsi normale, dei suoi, del lavoro, ma di lui mai nulla-
Harry scosse la testa –Magari si imbarazza, parlare degli ex non è proprio un argomento facile-

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Postilla dell’autore: Primo perdonatemi la postilla, anche io odio questi commenti ad inizio capitolo…
Secondo: avverto che questo capitolo è corto rispetto agli altri ed è un capitolo di passaggio prima del grande BOOM! (Leggerete prossimamente…)
Terzo: grazie di cuore a chi segue, chi recensisce, chi preferisce, chi ricorda e anche a chi legge in silenzio  “Il coraggio, la fuga ed un anello di rame”. Siete spettacolari!



Nella palazzina arancione in stile vittoriano di Egle Street quella sera un c’era un Draco Malfoy intento a fumare in maniera convulsiva una povera sigaretta.
-Datti una calmata- Gli disse la Grenger intenta a sistemarsi davanti allo specchio un fermaglio scintillante tra i capelli–Sarà una serata normale, una cena di fidanzamento normale, con i miei genitori normali, gli amici normali e noi due, che ancora normali non siamo del tutto-
Malfoy sbuffò più teso di prima –Cerchi di auto-convincerti?-  mugugnò scostandosi un ciuffo di capelli biondi che gli era scivolato sulla fronte.
Hermione si girò stretta nel suo tubino nero, sorrise dolce e si chinò sul pavimento. Appoggiò il mento su un ginocchio del ragazzo che seduto nella poltrona della loro camera.
La ragazza attese con uno sguardo tenero che lui finisse di fumare.
-Intendo- Spiegò Draco facendo sparire la cicca consumata –Che faccio tutto questo perché ti fa sentire normale, appunto. La scelta del vestito, la cena con i parenti e il resto…-
Hermione gli baciò il naso arricciando il proprio  –Lo so, e se riusciamo a superare la serata avrò una sorpresa per te-
-E’ qualcosa che ho già visto? Se no non vale come sorpresa!-
 
***
La tavola da pranzo era stata apparecchiata con un servizio di piatti interamente di vetro, ai due capi della tavola i fidanzatini cercavano di dare una sfumatura alla conversazione che non trattasse  l’odio reciproco dei Serpeverde e dei Grifondoro, con scarsi risultati.
-Perciò- Disse Matthew Granger che aveva preso in simpatia quello sciroccato di Zabini –Tu al terzo anno hai dovuto ripulire il sangue dal naso del mio futuro genero. E di grazia perché mia figlia te le ha date, Draco?- Chiese poi rivolto a Malfoy.
-Già Draco- Ironizzò Ron –Perché?-
-E fate la finita!-Li zittì Pansy mentre si serviva un bicchiere di vino – Lo sanno tutti che lui non avrebbe mai picchiato una donna, Draco è un galantuomo, mica come Potter!-
Harry scosse leggermente la testa ridendo, in fin dei conti era una bella serata, qualche frecciatina di troppo, ma assolutamente piacevole –Non immischiarmi Parkinson-
-Parkinson?- Domandò Jane corrucciando la fronte –Lo sai che è una malattia babbana il tuo cognome? Esiste anche da voi?-
-Allora Dray!- Fece poi Millicent quando arrivò il dolce –Io e Blaise, e Nott e Pansy ci sposiamo a giugno, potremmo fare un matrimonio a sei, già che ci siamo, che ne pensi Granger?-
 -Non vorrei deludere le aspettative di tutti, ma io e Malfoy non ci sposiamo – Chiarì la Granger pulendosi la bocca. Immobilizzati tutti come statue di marmo dalle sue parole, Hermione si affrettò ad aggiungere –No! No! Non fraintendete! Ci sposeremo, ma non ora. Tra poco compio vent’anni ed è troppo presto, abbiamo solo deciso di stipulare un contratto, nient’altro. Abbiamo in programma di finire gli studi e di trovare un lavoro fisso, magari di goderci un po’ la vita e per il matrimonio c’è ancora tempo-
-E la tradizione?- Chiese Milly preoccupata –Sapete signori Granger- Spiegò ai due coniugi seria –Per i Purosangue come noi, la tradizione è importante, a diciassette anni il contratto e a diciannove il matrimonio. Da voi nel mondo dei babbani non è così, vero? Credo di aver letto qualcosa…-
-La tradizione più aspettare, io e la Grenger non abbiamo fretta- Fece Draco alzando le spalle.
Si spostarono in salotto mentre i due fedeli elfi sparecchiavano la tavola, Hermione illustrò a dei disgustati Serpeverde, commossi Grifondoro e parecchio confusi babbani i piani per la sua campagna a favore degli elfi.
-Però adesso- annunciò Millicent afferrando la bacchetta dallo stivale –E’ ora dei regali per i piccioncini-
Hermione le lanciò un’occhiata truce –Non azzardarti a ripeterlo, Boulostrode!-
-E dai Granger!- Sorrise Nott dandogli una pacca sulla spalla – Sciogliti un po’!-
I due ragazzi aprirono il dono Harry e Ginny, anche se la piccola Waesley  però non era riuscita a procurarsi insieme a Luna un nuovo permesso per uscire dalla scuola, causa esami imminenti. Il  delizioso pacchetto conteneva un orologio magico da appendere in cucina, molto simile a quello nella casa dei Weasley, solo con le foto di Draco e di Hermione.
Blaise e Milly regalarono loro un bellissimo pensatoio ultrapiatto , mentre i genitori di Hermione uno splendido servizio inglese da te in ceramica sottilissima.
Theo e Pansy, fecero comparire invece uno gabbia ricoperta da un grande telo di velluto viola al centro del salotto.
-Cos’è? Un gufo?- Chiese Malfoy prendendo il regalo.
Hermione tolse la copertura mostrando a tutti gli invitati la bellissima creatura che si trovava nella gabbia dorata. Non era un gufo! Era una Fata dei Boschi! Un esserino splendete che emanava una luce verde soffusa, aveva le ali impalpabili e profumava di pino.
-E’ un portatore di fortuna la Fata- Spiegò Theo –Molta fortuna, e poi è un ottimo dispensatore di profumi per l’ambiente, lo gnomo che ce l’ha venduto nella foresta dice che lei è perfetta da tenere in casa, per i primi tempi meglio tenerla rinchiusa, ma aspettate che si abitui un po’ e potrete stare tranquilli. Non scapperà-
-Si chiama Hippy-  Li informò cinguettando Pansy entusiasta.
Stettero un po’ tutti attorno alla fatina stupiti dell’originalità del regalo di fidanzamento quando Ron chiese che regalo avesse fatto Malfoy ad Hermione.
La Grenger si alzò dal divano mettendosi davanti a tutti gli invitati –Dato che Malfoy mi ha già fatto il suo regalo- Disse muovendo le dita della mano, l’anello di Narcissa Black che portava all’anulare brillò alla luce –Ho deciso che per stavolta sarei stata io a regalargli qualcosa. Lo regalo ad entrambi a dire il vero- Prese la bacchetta e si fece comparire in mano una busta da lettere color avorio –Felice fidanzamento, Malfoy- Sorrise porgendogliela.
Draco prese la busta e tirò fuori due cartoncini che vi stavano all’interno, non disse nulla, sollevò lo sguardo, sorrise e basta.
-Sono per quando finiscono i corsi all’Accademia e per quando mi prendo le ferie al Ministero-
-Cosa sono?- Squittì Milly afferrando i fogli, lesse velocemente e le si illuminò lo sguardo – O mio Dio!!- Strillò al settimo cielo –Un viaggio! Un viaggio ad Atlantide!-
 
Dopo caffè, ammazza caffè e insulti vari giunse il momento dei saluti finali.
-Hermione?- Chiese Ron mentre si infilava per la porta, le sue orecchie stavano velocemente prendendo una sfumatura rossiccia –Ti va di fare due passi?-
La ragazza sorrise, si infilò la bacchetta negli stivali e buttò un urlo a Malfoy e ai suoi dicendo che sarebbe andata a fare due passi.
Passeggiarono per il centro della Londra babbana spalla contro spalla per qualche minuto.
-Sono contento che tu mi abbia invitato. Alla cena dico, non sapevo cosa aspettarmi- Disse timidamente Ron affondando le mani nelle tasche imbarazzato.
-Ronald!- Squittì Hermione –Certo che ti avrei invitato! Tu ed Harry siete come fratelli, lo sai!-
Il ragazzo continuò a camminare –Lo so, ma volevo ringraziarti. Vorrei che tornasse tutto come era prima. Prima della guerra dico. Prima dinoi. E’ come se fosse cambiato tutto dopo quello-
-E’ cambiato tutto Ron!- Disse Hermione –La vita non rimane mai immobile, cambia sempre. E rifarei tutto da capo se potessi. Non ho nessun rimpianto. Io ti ho amato sul serio-
Weasley ora era totalmente rosso, dalla punta delle orecchie fino a quella dell’alluce –Non volevo dire che durante l’ultimo anno non sono stato bene. Anzi, ma visto com’è finito il nostro rapporto avrei preferito non averti avuta in quel senso ma tenerti come amica, per sempre-
Hermione sorrise –Ed è troppo tardi se ora ti chiedessi di essere mio amico come una volta, per sempre?-
Ron si fermò e la prese in un abbraccio, tuffò il viso nella sua spalla tra quella miriade di ricci mentre lei aveva affondato il capo nel suo petto.
-Amici per sempre Hermione. Promesso-
-Promesso-
 
***
La Granger era sotto le e stava leggendo un libro dalla copertina color del mare.
-Che leggi?-
-Atlantide: la città nascosta- Rispose lei senza alzare il viso dalle pagine –Voglio essere preparata quando saremo lì-
- A proposito- Disse Draco baciandole la guancia –Hai avuto una splendida idea-
 
Hermione chiuse il libro e si sistemò tra le braccia di Draco –Ho chiarito con Ronald-
Draco annuì accarezzandola –Vi ho visti dalla finestra-
–Non è una follia, vero? Tutto questo intendo, non è una follia?-
-E’ una follia- Ammise Malfoy –Una follia degna di essere fatta-
Hermione si accoccolò di più tra le braccia del ragazzo, e stette un po’ in silenzio a riflettere –Avevi ragione, sai?- Disse –Amadeus ci ha provato? Sai, il vampiro-
Per Malfoy fu come un bolide in pieno petto, non che fosse geloso. Ovvio.
Ovvio.
Ovvio.
Ma c’era qualcosa che gli dava fastidio, una sapore amaro sotto la lingua. Si accorse con orrore di aver stretto la presa attorno ai fianchi della Mezzosangue  e la lasciò andare tempestivamente, permettendole di respirare.
-Mi ha baciato-
Cazzo!
Questa volta furono i denti a rinchiudere le labbra in una presa ferrea, non disse una parola, e si conficcò le unghie nel palmo.
Un giocattolo. Una bambolina. Solo questo, un giocattolo.
Lui però odiava prestare le sue cose quand’era bambino, e ora non sembrava diverso.
-Sei arrabbiato?- Chiese la Mezzosangue trattenendo il respiro
Cazzo!
-Vi siete baciati- disse Malfoy atono–Tu saresti arrabbiata?-
-Si-
-Lo sono anche io-
Hermione trasse un sospiro.
Di sollievo?
-Sei sollevata Granger?-
La ragazza si voltò guardandolo negli occhi tempestosi, sembravano uno scorcio sull’oceano durante un temporale, le parve persino di notare un fulmine, ma forse era solo il luccichio della candela che si rifletteva nella pupilla.
-L’ho affatturato, Malfoy- Disse –Uno Schiantesimo, per l’esattezza-
Fu Draco quella volta a tirare un sospiro di sollievo invece –Avrei preferito per una Maledizione Senza Perdono. Una Avada Kedavra per esempio, o se non te la sentivi di uccidere, anche un paio di scariche di Crucio sarebbero bastate, ma uno Schiantesimo? Roba da pivelli, Mezzosangue-
-Accontentati-
-Lo farò-
Hermione ora visibilmente più tranquilla si rannicchiò di nuovo sul petto di Draco.
-Quanto tempo fa?- Chiese Malfoy cingendola con le braccia.
-Quando è venuto qui con per studiare, tu eri andato a compare le sigarette-
-Che stronzo!- Sibilò Draco tra i denti –Mi distraggo un attimo e quello ti si scaglia addosso-
Hermione sorrise e chiuse gli occhi –Lui almeno era sobrio la prima volta che mi ha baciato, nessuna Erba Girella-
Draco le baciò il capo –Non è divertente-
-Notte, Malfoy-
-Notte Mezzosangue-

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


-Mezzosangue!- Draco sulla porta di casa stava aspettando impaziente che la Grenger finisse di preparare i bagagli -E che cazzo! Se aspetti così tanto perderemo la Passaporta, lo capisci?!-
Hermione stava ricontrollando se nella lista che aveva lasciato agli Elfi avesse appuntato tutto, controllò se le cartine e i coupon dei musei e delle mostre fossero messi in ordine nella sua borsetta troppo piccola per far entrare così tanta roba -Oddio! Ma ti vuoi calmare!- Strillò dalla camera da letto intenta a ficcare la chiave della Gringott sotto una mattonella incantata a prova di Mundugus.
Draco qualche mese prima quando era stato costretto ad accompagnare i genitori della Grenger all'aeroporto era rimasto affascinato, senza ammetterlo naturalmente, dalla quantità di viaggi che i babbani erano soliti fare spesso.
Una volta al ministero aveva deciso che per quell’estate lui e la Grenger potevano permettersi di allontanarsi dalla frenesia di tutti i giorni e usare il regalo che lei le aveva fatto per il fidanzamento mesi prima.
Tra esami da preparare per Malfoy, battaglie a pro dei diritti degli elfi per Hermione, un matrimonio a quattro, aspiranti suoceri e la presenza incombente del Salvatore-Sono-Il-Migliore-Del-Mondo-Magico-Potter ed un vampiro che ci provava spudoratamente con la Mezzosangue, erano più che sufficienti per far venire un esaurimento nervoso a  Draco che perciò aveva ritenuto opportuno prendersi quattordici giorni di pausa...e di sesso magari!
La Grenger si mise la bretella della pochette sulla spalla ed afferrò il manico del baule -Sono pronta!- Sospirò.
Malfoy alzò gli occhi al cielo e le prese la mano -Atlantide, stiamo arrivando!-
Furono trasportati da una vecchia ampolla vuota e logora fin sotto le profondità del mare, nell'abisso più mondano della vita magica.
L'albergo che Malfoy aveva scelto, e che la Grenger aveva puntualizzato essere assolutamente un posto per maghi ricchi e vecchi, era quanto di più lussuoso si ci potesse aspettare. Completamente trasparente, immerso nell'acqua dava la vista su uno splendido panorama sottomarino.
La loro stanza era tutta fatta di vetro: il letto coperto da un morbido piumino blu notte, il tavolo di cristallo, lo scrittoio perlato, il tappeto azzurro riprendeva i colori celesti dei tendaggi che davano una sorta di vedo non vedo nella vetrata principale. Era tutto così magico!
Hermione posò i bauli nell'anticamera sbalordita -Malfoy è meraviglioso!- Disse ammaliata.
Si avvicinò al finestrone che ricopriva tutta la parete della stanza da letto e posò i palmi sul vetro estasiata -Sono assolutamente colpita... Non so cosa dire...- In quel momento sotto al naso della ragazza guizzò oltre il vetro una nuvola di pesci argentati e piccolissimi.
Malfoy sorrise aspettando che la ragazza si riprendesse, gli piaceva vederla così, coglierla di sorpresa in questo modo -Avrei in mente un paio di modi per farmi ringraziare...- Insinuò malizioso.
Hermione fissò per un altro momento i mille pesci colorati che le ballavano davanti -Ecco!- Disse prendendo la bacchetta e disfacendo le valige con un tocco -Devi sempre rovinare tutto!-
Draco fece un passo avanti cingendole i fianchi e baciandole una tempia.
-Non riuscirai a piegarmi con le tuo moine, Malfoy. Io voglio andare fuori, e magari se ti comporterai bene dopo cena avrai anche il dolce-
Le giornate trascorsero velocissime, trascinati  di qua e di la per la città da una carrozza trainata da cavallucci marini decisamente enormi e con un incantesimo TestaBolla scoprirono le meraviglie di Atlantide. Visitarono il Castello di Re Tritone, il museo di anfore e conchiglie, il bosco algoso che circondava Atlantide. Fecero un milione di acquisti, come un candelabro di madreperla, dei portafoto in corallo, un collier di perle, un taccuino di spugna.
Una sera ebbero l'onore di andare all'Opera per assistere al concerto di balene, Hermione quasi si commosse. Fecero un milione di fotografie magiche ed mangiarono i cibi più svariati: molluschi, crostacei e delizie dai nomi assurdi.
Due giorni prima di partire Hermione si era concessa una giornata libera per andare a visitare la biblioteca nazionale sottomarina e Draco aveva usufruito di quel tempo che lei si era presa per se stessa per andare a vedere una corsa di delfini alla pista nella periferia della città.
Aveva scommesso sul numero quattro che arrivò per secondo e seppur non riuscì a guadagnare nulla si diverti come un bambino di tredici anni per la sua prima volta da Zonco. Tornò in hotel sul tardi, dopo cena. Lì aveva incontrato due maghi di Tokio con cui aveva preso volentieri una Burrobirra in un bar vicino la pista.
Non appena inserì la chiave della sua stanza una luce rossa non gli sfiorò per poco la testa.
-Tu!!- Strillò la Mezzosangue rossa in viso -Sei un'incosciente! Un idiota!-
-Grenger?- chiese lui evitando un'altra fattura che per poco non gli prendeva in pieno la testa.
-Stupeficium!- Strillò lei -Stupeficium! Stupeficium!- Si ruppero i vasi poggiati sul tavolino all'ingresso cospargendo il pavimento di frammenti affilati. Draco frastornato da quell’attacco improvviso afferrò la bacchetta dal mantello per riparasi dalla pioggia di incantesimi.
-Codardo!- Urlò lei -E osi anche nasconderti? Dopo quello che mi hai fatto? Ma che uomo sei!- Sembrava le stessero uscendo gli occhi fuori dalle orbite per la rabbia.
Draco protetto dallo scudo che si era fatto ripensò velocemente a cosa avesse mai potuto fare.
Doveva esserci un equivoco...
Lui non ricordava aver commesso nessuno sbaglio, niente per quella reazione così eccessiva perlomeno.
Il sesso era andato benissimo, la vacanza anche… E neanche quando aveva  le sue cose da donna la Mezzosangue era così ammattita.
-Grenger calmati, malediazione!- Urlò inviperito -Che cazzo ho fatto?-
Hermione smise di inveirgli contro ma non accennò ad abbassare la bacchetta -Vuoi sapere cosa hai fatto, tesoro?- Disse con una voce così melensa da sembrare pericolosa, molto pericolosa.
-Si mi farebbe piacere! E abbassa quella cazzo di bacchetta prima che te la tolga io!-
-Malfoy vaffanculo!- Strillò scagliandogli contro una tempesta di scintille rosse che misero a dura prova il Protego del ragazzo.
-Expelliarmus!- Ruggì lui che ne aveva abbastanza.
La bacchetta di Hermione volò al centro della stanza e quella senza perdersi d'animo e con gli occhi che rischiavano seriamente di uscirle dal cranio afferrò una tinozza poggiata sulla toletta e gliela scagliò contro -Cosa hai fatto, Malfoy? Lo vuoi sapere?- Prese due respiri profondi -Mi hai messo incinta cazzo!-
Draco rimase immobile mentre la Mezzosangue lentamente si accasciava a terra e abbandonando la schiena contro il muro di vetro -Sono incinta, Malfoy. Il ciclo mi ha saltato ieri, oggi ho fatto l'incantesimo e la luce è comparsa viola, non verde. Viola. Aspetto un bambino- Si teneva la testa tra le mani senza guardarlo in faccia, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e le gambe al petto.
Malfoy non accennava a muoversi.
In apnea.
Un figlio. Un bambino.
Non aveva neanche ventun'anni lui.
Come avrebbe fatto? Come?
-Di qualcosa ti prego- sussurro Hermione stravolta.
Cosa c'era da dire?
Lui non sapeva cosa si diceva in queste occasioni.
Immobile.
-Di qualunque cosa, Malfoy- Lo pregò lei -Ma dilla-
Cosa provava? Non era rabbia, ne tristezza, ne allegria. Si ascoltò per bene.
La mezzosangue incinta.
Un piccolo come lui. No.
Un piccolo come lei. Una creatura meravigliosa.

Un piccolo come loro.
Impossibile.
Hermione alzò lo sguardo e iniettò gli occhi in quelli di Draco, immobili. Vitrei. -Non dirmi che hai paura?- Disse accennando ad un sorriso mestissimo.
Draco sembrò riprendersi. Sbatte un paio di volte le palpebre dato che gli occhi gli pizzicavano disidratati -Io no, Mezzosangue. Ma tu ce l'hai il coraggio?-
***
-E' accaduto tutto così in fretta!- Disse Malfoy stravaccato sul divano di casa Nott -Un giorno prima ero in vacanza a spassarmela tra le cosce della Mezzosangue ed ora mi ritrovo con un pargolo in arrivo-
-E' assurdo! Non sei neanche sposato! Credo che a tua madre verrà un infarto, sai?- Afferrò il FireWhisky e lo versò abbondantemente nei bicchieri -E che ha fatto dopo? La Mezzosangue dico-
Malfoy storse il naso ciccando la sigaretta sul posacenere -Mi ha lanciato addosso ogni soprammobile presente nella suite. Poi si è accasciata a terra ed ha iniziato a ridere in modo convulso. Sembrava impazzita. Ha preso la borsa e la bacchetta e si è smaterializzata-
Nott parve trattenere uno scoppio di ilarità -Ed è per questo che sei qui?-
-Non hai capito Theo!- Disse lui sibilando cercando di non accanirsi contro l'amico -Ho pagato e sono tornato a casa pensando di trovarla lì. Vuota. Della Grenger non c'era traccia. Sono andato a Grimmuld Place ma neanche lì era stata. Potter mi ha guardato come se fossi uscito dal manicomio. Merlino, come lo odio!
Mi ha fatto diventare pazzo! Ho chiamato poi in Australia dai suoi. Magari si era smaterializzata lì. Ci ho messo due secoli ed una dose di pazienza infinita per far funzionare quell'aggeggio infernale che ha piazzato in ingresso. Alla fine mi ha risposto suo padre dicendo che era arrivata lì da un ora stanchissima con la Materializzazione e che non aveva spiccicato parola. Si era chiusa nella stanza degli ospiti e l'aveva insonorizzata. Ho richiamato l’altro ieri. E mi hanno detto che non è uscita dalla camera, gli lasciano i pasti fuori dalla porta e lei li mangia barricata. Non parla, non gli dice nulla. Mi hanno chiesto cosa è successo ma io non me la sento di dare la notizia per telefono con loro figlia che si è chiusa a riccio!-
Nott tirò un fischio d'ammirazione -Ed ora dov'è?-
-A Sidney! Quella stronza!- Sbraitò Malfoy scagliando il bicchiere sul pavimento -Sua madre mi ha chiamato stamattina dicendo che dovevo darle tempo qualunque cosa sia successa. E’ da quattro giorni che è scappata! Continuano ad arrivare lettere dal suo ufficio che richiedono la sua presenza! Io mica sono il suo segretario!-
-Raparo- Sussurrò Theo e il bicchiere si ricompose all'istante -Ammettilo che ti manca-
Draco si alzò con un diavolo per capello afferrò il mantello e la bacchetta -Vado a finire la tesi. Tu cerca di non mettere Pansy incinta per favore-
Arrivò a casa e si mise a studiare in cucina con una tazza di caffè bollente vicino.
Il campanello suonò e l'elfo andò ad aprire.
Malfoy sentì una borsa cadere vicino ai suoi libri, non alzò neanche lo sguardo.
Era arrabbiato.
Furioso.
Incazzato nero.
Avrebbe voluto cruciarla fino allo sfinimento.
Farle provare quello che lui aveva sentito in quei quattro giorni. Gli aveva dato tutto la Mezzosangue, tutto quello che avrebbe potuto desiderare. E se ne era andata. Lo aveva illuso, bastarda. Gli aveva fatto assaggiare la pienezza, la completezza. Lo stare bene. E poi si era portata via tutto. Lasciandolo solo.
-Mi hai chiuso fuori- Commentò Hermione -Non sono più tra le persone che hanno il permesso di Materializzarsi qui?-
Draco strinse la presa sulla piuma immaginando che fosse il suo collo.
-Sono la madre ti tuo figlio, dopotutto- Sussurrò.
Malfoy alzò lo sguardo -Esci- Disse -Devo studiare-
Hermione annuì con gli occhi lucidi. Afferrò la borsetta e se la sistemò sulla spalla prima di andare verso la porta.
Draco sospirò -Mezzosangue- Fece senza girarsi verso la porta -Ho spostato le mie cose nella stanza degli ospiti, puoi stare nella nostra camera da sola se preferisci-
La Grenger sia arrestò all'istante.
La prima sera senza di lei non ce l’aveva fatta a dormire da solo nel loro letto, con i cuscini impregnati del suo profumo. Si era sentito abbandonato più di prima. Perché la Granger non era andata ad un congresso a Praga come il mese prima, non sarebbe tornata quella mattina con dei cornetti al caramello caldi. E non gli avrebbe raccontato delle cose meravigliose che aveva visto in quella città.
Lui quella sera aveva dormito solo e basta. Senza alcuna certezza sul sul ritorno. E in quel letto non ci voleva stare, senza di lei.
Hermione lasciò cadere borsa e bacchetta sul pavimento e si avventò su Draco.
Allacciò le mani sulla sua nuca mettendosi a cavalcioni su di lui -Mi dispiace- Disse sulle sua labbra -Mi dispiace davvero. Avevo bisogno di stare un po' con me stessa-
Draco le strinse la vita e si alzò prendendola in braccio.
Solo il toccarla gli aveva fatto dimenticare il rancore. Ora era lì.
 -Mai più Granger- Disse divorandole la bocca -Non mi devi lasciare, capito?-
Lei rise e sospirò quando sentì il bancone della cucina sotto il sedere. Malfoy in piedi di fronte a lei si sistemò tra le sue cosce -Il letto- Sospirò a fatica -E' troppo lontano-
Hermione tentò di alzargli goffamente la polo beige, ansiosa di averla di nuovo in se, pelle contro pelle, cuore contro cuore. Lui sollevò velocemente le braccia e lasciò la maglia scivolargli ai piedi. Spinse la ragazza un po' più all'interno per sollevarle la gonna.
La Grenger che già sentiva la mancanza della bocca di Draco sulla sua, gli afferrò i capelli riportando l'attenzione sul suo viso.
-Ti sono mancato?- Bisbigliò all'orecchio Malfoy mentre infilava un dito sotto gli slip della ragazza.
Hermione sospirò colta alla sprivvista-No-
Stronzetta malefica. Ora vede.
Draco ritirò l'indice e il mugolio strozzato di Hermione fu musica per le sue orecchie.
-Allora?- Fece sadico mordendole il lobo -Ti sono mancato?- Una dolce vendetta.
Hermione portata allo stremo annuì con la fronte posata sulla spalla di Malfoy.
Il piacere l'accolse in una maniera diversa dalle altre volte.
Era strano, qualcosa di familiare che sapeva di casa.
***
La Guaritrice passò la bacchetta sulla pancia di Hermione per la seconda volta -Benissimo!- Disse -Sei alla quarta settimana, un feto perfetto, tutto regolare-
Si avvicinò ad una scrivania e prese un paio di pergamene -Queste sono le pozioni che devi prendere e la tua dieta, per integrare i pasti con delle vitamine che fanno bene al piccolo. Due volte al giorno: pranzo e cena dopo il pasto-
Hermione si sistemò la maglia mentre Draco si avvicinava alla dottoressa
-La data perciò è più o meno per dicembre?-
-Si- annuì la dottoressa -Ma è ancora tutto da vedere-
-E riguardo al sesso?- Chiese il ragazzo  -Il nostro non quello del bambino- Si spiegò meglio.
-Malfoy!- Strillò Hermione in imbarazzo.
-Non si preoccupi signorina Granger, è normale per i neopapà. Potete farlo tranquillamente ma quando la pancia inizierà a gonfiarsi io consiglio di non schiacciarla troppo. E verso la fine è meglio evitare-
Uscirono dal SanMungo ed Hemione si coprì il capo con un mantello bianco.
Una folla di fotografi si avventò contro la coppia.
-Allora! Signorina Granger!- Strillò una strega con un cappello verde che la faceva somigliare ad una lattuga -Sono della rivista S Come Strega, rilascerà un'intervista?-
-Wings Magazine!- Fece un altro a cui ronzava a torno una PennaPrendiAppunti -I padrini saranno Gli Eroi?-
Draco afferrò la mano di Hermione e si fece largo tra quella massa di cerebrolesi che non si facevano i cazzi loro neanche sparati. Si chiusero dentro un caffè dopo essere sgattaiolati via da quei giornalisti e sfiancati si buttarono su una sedia del locale. Dopo essersi scambiati uno sguardo divertito scoppiarono a ridere sommessamente.
-Sarà ogni volta così?- Disse Hermione tra una risata e l'altra lasciando il cappuccio del mantello ben calato sul viso.
-Gli passerà, bisogna solo aspettare che sappiano del pancione della Piattola e noi passeremo in secondo piano-
Hermione sghignazzò dandogli un bacio sulla punta del naso -Devi promettermi un paio di cose-
Draco che stava ancora ridendo le strizzò l'occhio -La vedo come una trappola-
-Sono seria, Malfoy- Disse guardandolo -Prometti che insegnerai al bambino il pianoforte. Che lo suonerai per lui. Che smetterai di farti preparare la torta al cioccolato dagli elfi e la farai tu, per lui. Che sarai un buon papà-
Draco la baciò lentamente -Promesso- Disse -E tu promettimi che lo aiuterai nei compiti, che gli cambierai il pannolino e lo coccolerai quando io lo rimprovererò-
-Hai gia deciso di essere un padre stronzo?-
-Allora facciamo il contrario? Io lo vizio e tu lo sgridi?-



 
Postilla dell’autore:Ed ecco un altro appunto… Scusatemi ma questo è essenziale.
Bene. Qui finisce la prima parte dell’avventura. Questo capitolo  è stata una croce per me. L’ho scritta circa quattro volte e non sono mai stata soddisfatta. E ancora non lo sono. Non so, è che mi sembra una cosa troppo drastica ma diciamo che è inevitabile.
Dal capitolo 1 al 12 è la storia di Draco ed Hermione che stanno imparando a conoscersi e a piacersi. Ora però si entra in un’altra dimensione del racconto, tenetevi forte.
Non vi posso anticipare se questa seconda parte sarà uguale, più lunga o più corta della precedente. Non lo so neanche io. Dipende dall’ispirazione.
Spero che fin qui comunque vi sia piaciuta e che continuerete a leggere il resto.
Un secondo per ringraziarvi tutti e vi lascio al capitolo.
Grazie.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


-Cazzo, Mezzosangue!- Draco urlava dall’ingresso continuando a battere il piede contro il pavimento impaziente –Faremo tardi!-

-Malfoy!- Strillò dalla cameretta Hermione –Alla prossima parolaccia ti crucio!- Era inginocchiata su un morbido tappeto verde mela, i capelli sciolti sulle spalle ed il soffice maglione a collo alto le fasciava le braccia.

La bambina di otto anni che aveva di fronte attendeva che le madre finisse di allacciarle i bottoncini della mantellina giallo canarino pazientemente.

Naso all’insù, capelli biondi e ricci fino alle spalle che profumavano di bambino, una spilla che li teneva legati. Gli occhi della piccola erano limpidi e cristallini, di un azzurro puro, quasi glaciale.

Attese che anche l’ultimo bottone fosse nell’asola al suo posto e osservò sua madre darsi un ultima occhiata allo specchio della cameretta.

Era bella la sua mamma. Lo sapeva da sempre.

Draco Malfoy prese in braccio la piccola quando la vide fare capolino nell’atrio –Ti aspettiamo fuori, Grenger-

Sebbene quel giorno fosse eccitato e spaventato allo stesso tempo, non poteva non ammettere a se stesso che quei dieci lunghissimi anni senza sua madre si erano rivelati decisamente più felici di quanto avesse mai potuto sperare.

La prima volta che aveva tenuto tra le mani quel fagottino, ricordò che forse sarebbe morto di felicità da un momento all’altro.
Lo stesso giorno in cui Hermione si scoprì il seno dalla veste pallida che l’ospedale San Mungo le aveva infilato per il parto e allattò per la prima volta la figlia.

Flos Narcissa Malfoy era nata il pomeriggio del 15 Dicembre, una splendida giornata d’inverno. I signori Granger erano a Londra già da un mese, per aiutare lui e la Mezzosanague durante  il termine della gravidanza. Era mattina e la Mezzosangue era distesa sul divano i piedi nudi in grembo a Jane che glieli massaggiava lentamente, chiacchieravano allegre mentre la ragazza si accarezzava il pancione che in quell’ultimo tempo era diventato decisamente scomodo. Lì gli si ruppero le acque. Sabato mattina del 15 Dicembre.

A dirla tutta l’intera gravidanza era stata scomoda, non solo la pancia. Draco la sorprendeva a piangere la notte, rannicchia su se stessa. Allora la abbracciava senza dire nulla, lui era lì. Questo bastava.
 Si ricordava quando Hermione lo aveva fatto tornare di fretta e furia dall’Accademia perché aveva avuto una voglia improvvisa di un frullato alle fragole. Ed i due elfi non erano riusciti a trovarle quel frutto in breve tempo come lei aveva sperato.
O quando durante la cena galante in onore dell’inaugurazione del progetto GiovaniAuror  Hermione diede di stomaco sulla divisa del comandante Fornell, il capo degli Auror.
Esilarante. Dovette ammettere Draco. Davvero esilarante.

La prima volta che la bambina compì i suoi primi passi indossava un body crema, in tinta con i soffici boccoli. La Grenger le teneva le mani sul tappeto del salotto e la portava verso di lui. “Granger non la lasciare!” Aveva strillato Draco alla vista delle dita della ragazza che mollavano la presa sulle manine paffute di Flos.
“Vai dal papà, piccola”
Quella sera Draco sentì il cuore  battere troppo veloce per paura: “Grenger! Cade!”
Ma Flos non era caduta, aveva fatto due passetti barcollando a destra e a sinistra e facendo prendere un colpo al padre. Ma prima di finire la sua camminata sul tappeto per la prima volta indipendente, aveva calcolato bene le distanze e si era buttata a peso morto tra le braccia di Draco.

La prima volta che lui aveva sentito la bambina parlare.
“Papà”. Aveva farfugliato arricciando il naso ed indicando il biberon pieno d’acqua poggiato sulla mensola del camino. Era ottobre inoltrato la piccola giocherellava con delle formine magiche sul tappeto bianco.
“Di solito si dice prima mamma”, non riuscì a non puntualizzare Draco alla Mezzosangue pieno d’orgoglio quella sera dopo cena.

La prima volta che le fece il bagnetto Draco si ritrovò a far vorticare con la bacchetta in aria una miriade di bolle di sapone colorate. Il profumo del talco sulla pelle umida della bambina e le continue lotte per infilarle il pannolino.

La prima volta in cui Flos nel cuore della notte arrivò nel lettone, lo aveva svegliato con dei lacrimoni negli occhi grandi come pozzanghere “Papà” aveva piagnucolato.
Draco si era sollevato sui gomiti attento a non svegliare la Mezzosangue che gli stava accanto, si era passato una mano sul viso “Flos è ancora notte, che ci fai fuori dal letto?” Disse con la vista impastata dal sonno prima di mettere a fuoco la figlia “E perché piangi?”
La piccola di due anni e mezzo se ne stava davanti alla sponda del letto spaventata “Papà c’è un basilisco sotto il mio letto” Aveva sussurrato tremante “Mi ha guardato, lo so”
Draco la prese in braccio e la mise tra lui ed Hermione –Era solo un incubo, Flos. Solo un incubo. La circondò con le braccia e aspettò che lei la smettesse di tremare con il viso affondato nel suo pigiama.
La prossima volta che pescava il BabyPotter raccontarle quelle fesserie lo schiantava seduta stante.

Il primo Natale in cui Flos invece piombò all’alba nel nuovo letto, fu all’età di quattro anni. Li obbligò a correre alla Tana per scartare i regali insieme ai nonni Weasley e anche a quelli Granger che passavano tutte le feste a Londra dalla nascita della piccola.
Fu la stessa notte in cui James Potter le tinse i capelli di verde, arrabbiatissimo perché Flos gli aveva rubato il biscotto a forma di agrifoglio. E lei degna figlia di suo padre rovesciò la brocca di succo di zucca sopra il maglione nuovo del bambino.

La prima volta che gli fece un disegno aveva cinque anni. Ancora affisso in una cornice nel suo ufficio, nel Dipartimento di Ricerca del San Mungo.
Quando Pansy e Theo per il compleanno le regalarono le pitture magiche.
Dovettero comprare un altro divano bianco, Draco ed Hermione.

La prima volta che Flos gli donò un sorriso tutto per lui. Uno di quei sorrisi così rari, con i denti da latte. Di quelli che non faceva vedere mai a nessuno. Era quando a sei anni la bambina si era seduta sul parquet vicino al pianoforte e lo guardava intensamente, in una muta preghiera.
Draco si era messo allora sullo sgabello. Per i suoi ventitre anni Hermione glielo aveva regalato, un pianoforte a coda, bianco in tinta con l’arredamento del salotto.
Aveva appoggiato le dita sui tasti senza far rumore e lentamente chiudendo gli occhi aveva iniziato a suonare.
Dopo tanto tempo ce l’aveva fatta a ricominciare.
La Mezzosangue era nell’altra stanza a controllare un paio di documenti per una causa contro le Sirene e non poté fare a meno di sorridere felice nel sentire quella dolcissima melodia.

La prima volta che andarono in Australia tutti e tre.
La loro prima vacanza da famiglia lontano casa. Quando lui le insegnò  a nuotare.
Flos se ne stava in spiaggia seduta sul bagnasciuga. Il corpicino impastato di sabbia candida e crema solare. Hermione sotto l’ombrellone sfogliava pigramente il Corriere del Calderone, il quotidiano australiano più noto. “Potresti insegnarle a nuotare, Malfoy” Disse voltando pagina “Dato che non hai nulla da fere…”
“E’ piccola Grenger”
“Ha sei anni. Non è piccola, i figli di Harry e Ron nuotano, sono quasi tutti più piccoli di lei”
Draco si era calato gli occhiali da sole sul naso “Non mi importa nulla di Potty e la Pittola. Lei è piccola”
Hermione distolse lo sguardo dalla rivista  “Stai scappando dal tuo dovere di padre?”

La prima volta che Flos fece una magia fu tragico. Aveva sette anni ed ormai Draco si domandava perché alcuni bambini (come il figlio-Sono-Perfino-Prodigio di Potter) avessero iniziato a manifestare i loro poteri all’età di due anni e in Flos non si vedeva neanche l’ombra di un incantesimo, la cosa lo spaventava non poco.
Era una domenica pomeriggio ed era in giro per Diagon Alley con le sue ragazze. Entrarono ad un negozio di Pozioni per comprare un paio di ingredienti che servivano alla Granger, quando la bambina curiosando fra gli scaffali trovò una boccetta con un liquido rosso.
“Papà” Chiamò. Flos non era mai stata di tante parole.
Draco si avvicinò intento a sfogliare la lista delle cose da acquistare “Che c’è?”
“Quella lì” Disse indicando la pozione.
L’uomo prese in mano la boccetta e lesse l’etichetta “E’ Distillato di Follia, a che ti servirebbe?”
“Mi serve”
“A cosa?”
“Mi serve e basta”
“Tu dimmi a cosa e poi ne parliamo”
“Se te lo dico tu lo dici alla mamma” Draco sorrise rigirandosi tra le mani la bottiglietta di vetro.
“Cos’è che non dovreste dirmi?” Chiese Hermione che era comparsa da uno scaffale laterale prendendo di mano la pozione che aveva il mago.
“Ma sei impazzito, Malfoy?! Dio neanche dovrebbe sapere l’esistenza di questa roba!”
Draco scoccò la lingua “Ero solo curioso di sapere a cosa le servisse un soluto che fa diventare folli le persone”
“Sarei curiosa anche io, signorinella” Hermione fissò in attesa di una risposta la bambina.
“Ho letto in un libro della mamma che esiste”
Malfoy rise rauco “Tho! Colpa tua allora!”
“Flos a che ti serve?” Domandò Hermione accigliata senza degnare neanche di uno sguardo il compagno.
“Se lo dico me lo compri?”
“No”
“Allora niente”
“Flos non farmi arrabbiare” Sibilò la Grenger.
“Sei tu che mi stai facendo arrabbiare. Compramela, mamma”
“Tu diccelo e poi ne parliamo” La invitò il padre più morbido prendendosi un’occhiata di fuoco da Hermione.
Flos si guardò un poco intorno con fare sospetto assottigliando gli occhi simili a specchi d’acqua cristallina. “Voglio metterla nel bicchiere di James quando andiamo dai nonni, così la pianta di fare il monello ”.
Draco rise beatamente mentre Hermione sbuffo e poggiò il Distillato al suo posto nello scaffale.
“Direi che possiamo prenderlo se è serve a questo, non credi Granger?” Disse avviandosi verso la porta.
Attraversarono la strada quando Hermione si accorse che la bambina non era con loro “E’ rimasta dentro” Disse guardandosi attorno “Merlino, com’è capricciosa! Valla a prendere, ti aspetto qui”
Draco annuì e rientrò nel negozio “Flos andiamo via, su” Disse cercandola tra gli scaffali “Mentre la mamma finisce di comprare quello che le serve io ti porto da Madama ForteBraccio per comprare un gelato enorme ti va? Sicuramente lo avranno il gusto alla crema di latte, dai”
Cercò un po’ ovunque e dopo domandò al commerciante “Ha per caso visto uscire mia figlia da qui?”
“Temo di no signor Malfoy, ma il negozio è piccolo se non è qui magari non me ne sono accorto”
Draco stava lentamente iniziando a dare i numeri “Ha la cassa davanti alla porta per Morgana! Come non se n’è accorto!?”
Hermione visto che dopo dieci minuti i due non si erano fatti vivi rientrò nel locale “Malfoy, allora?”
“Mezzosangue qui non c’è!”
Hermione alzò entrambe le sopracciglia.
“Sicura che non è uscita con noi?” Domandò Draco in preda all’ansia.
“Si che ne sono sicura! Deve essere qui!” Disse aggirandosi per i corridoi “Malfoy datti una calmata che così in agitazione non servi a nulla!”
Draco tra il furioso e il terrorizzato strillò:“Calmarmi!? Calmarmi!? Hai perso mia figlia!”
Hermione bloccò la sua ricerca e si voltò verso il ragazzo “Io ho perso tua figlia!?” Sibilò a mezzo centimetro dal suo naso “Io?!”
“Sei tu che non gli hai voluto comprare quella maledetta pozione!”
La Granger strabuzzò gli occhi incredula “E’ un Distillato di Follia! Mi sembra ovvio che non gliel’abbia preso! E per la cronaca si da il caso che sia anche mia figlia”
“E infatti è scappata, diamine!”
Tra i litigi e prima che Hermione mettesse mano alla bacchetta per conciare quel mentecatto per le feste si udì un mugolio provenire da sotto uno scaffale.
Draco scattò e si buttò sul pavimento guardando tra la polvere e la sporcizia.
“Dio c’è qualcosa rannicchiato all’angolo!” Esclamò “Flos esci da lì sotto dai”
“E’ lei?” Domandò stupita la Mezzosangue “Malfoy non può essere lei! Non ci entra lì sotto sarà un gatto!”
Draco neanche la stette a sentire quando vide una batuffolo di pelo bianco accovacciarsi tra le sue braccia.
Ma di sicuro quello non era un gatto.
Si sollevò dal pavimento con un bellissimo cucciolo di volpe bianca. L’animale tremava come una foglia ed aveva il musetto nascosto nella spalla di Draco.
“Che diamine ci fa una volpe artica a Diagon Alley!?” Disse Hermione accarezzandole il pelo morbidissimo.
Il cucciolo che non la smetteva di tremare annusò timidamente la mano della donna.
“Malfoy…” Sussurrò Hermione “Guarda gli occhi…”
Draco rigirò l’animale tra le braccia e le osservò il muso.
Due splendide perle color del ghiaccio, azzurro cristallino.
“Che Morgana ci aiuti…”


Draco strinse al petto  Flos e le mise il cappuccio della mantella sul capo. L’inverno gelido era in pieno svolgimento, 19 febbraio.

19 Febbraio. Sua madre libera.

-Papà?- Disse Flos –E se non dovessi piacere alla nonna?-

Draco le diede un bacio sul naso –Impossibile-

La piccola inclinò la testa. In effetti lei piaceva sempre a tutti –Anche la mamma ha paura di non piacere alla nonna, sai?-

Draco rise –Lo so, lo so- Poi buttò un’occhiata indietro e vide la Mezzosangue avvolta in un morbido mantello di lana rosso scuro avvicinarsi.

Lei si strinse al braccio del compagno piegando le labbra tesissima.

-Non hai il coraggio di affrontare tua suocera, Grenger?-

***

Akzaban, la prigione dei maghi, si trovava in un isola a nord nell’Inghilterra. Un isola in cui il freddo era pungente anche in agosto, dove sull’acqua nera galleggiavano blocchi di spesso ghiaccio. L’isola di cui parlava sempre male James Potter per fare spaventare Flos e la sorella Lily.

-Bene- Disse un mago col viso pallido e con alcuni segni violacei a contorno degli occhi –Siamo arrivati, sconsiglio di portare la bambina più avanti di così. Direi che uno dei due genitori può rimane a terra con la piccola. L’altro viene con me e lo scorto con la barca fin lì- Indicò con un dito a salsiccia un punto all’orizzonte sul mare, dove la coltre di nubi era più densa e l’acqua più mossa.

Hermione baciò Draco. Lo guardò negli occhi allacciata con le mani al suo collo –Sono qui, okey?- Gli sussurrò sulle labbra –Non sei solo. Sono vicino a te. Non ti lascio. Vai a prendere tua madre e torniamo a casa-

Malfoy la baciò di nuovo prima di chinarsi sulla figlia e baciare anche lei.

-Papà non andare lì-

-Torno subito-

Flos non staccò per due ore gli occhi dal punto in cui la barca con Draco scomparve dalla sua vista. Mano nella mano con Hermione, che la fece sedere in un locale sporco e puzzolente non distante dal molo , attese davanti alla finestra dai vetri luridi.

-Togliti il mantello, Flos-  Le disse la Grenger  -Quando uscirai se no avrai freddo-

La bambina obbedì e bevve a piccoli sorsi il bicchiere di latte che sua madre le aveva ordinato.

-Perché la nonna è in prigione, mamma?- Chiese con i baffi bianchi sopra il labbro.

Hermione sospirò e le pulì il musetto con un tovagliolo –Vedi Flos, tanti anni fa quanto io ed il tuo papà eravamo giovani c’è stata una guerra. Nonna Narcissa e Nonno Lucius, erano dalla parte sbagliata. Combattevano per qualcosa di ingiusto che non permetteva a me o ai babbani di essere liberi-

-Perché? Cosa avevi tu mamma?-

Hermione sorrise –Io ho i genitori babbani. E ad alcuni maghi i babbani non piacciono. Per questo è scoppiata una guerra-

Flos prese il bicchiere di latte e se lo portò alla bocca attenta a non rovesciarselo sopra la gonnella –E papà ti ha salvato dai cattivi? Come una principessa?-

Hermione sorrise teneramente dell’ingenuità della figlia –Le cose non sono andate come nelle favole. Io, lo zio Harry e lo zio Ron insieme ad altra gente per bene abbiamo salvato il tuo papà. Purtroppo però i tuoi nonni avevano fatto troppe cose brutte e sono andati in prigione. Nonna Narcissa però ora ha pagato abbastanza e le è stata concessa la libertà-

Flos ascoltò attentamente la mamma e tacque avendo esaurito le domande. Attesero un’altra mezzoretta nella quale la bambina si addormentò appoggiata sulle gambe della madre ed Hermione lesse un paio di articoli della Gazzetta.

-Mezzosangue- Draco dopo quasi quattro ore era tornato.

-Malfoy!- Sobbalzò lei accorgendosi subito della presenza di una donna, coperta interamente da un pesante e lercio mantello nero.

-Grenger, questa è mia madre- Fece accompagnando alle parole un gesto della mano.

Narcissa Black fece scorrere sulle spalle il cappuccio lurido.

Nonostante la pelle pallida e screpolata, lo sguardo vitreo e apatico. Quella donna emanava un aurea di purezza e macabra eleganza.

Mosse quasi impercettibilmente il capo senza proferir parola.

-E lei mamma- Disse Draco prendendo in braccio la bambina che sonnecchiava –E’ Flos. Nostra figlia-

Narcissa mosse una mano bianca e scarna verso il viso della bambina, Hermione non poté che trattenere il fiato, ma pochi millimetri prima di toccare la pelle candida e nivea della guancia ritirò in fretta le dita.

-Desidererei andare a casa. A ripulirmi possibilmente- Disse austera, senza alcuna inflessione nella voce.

-Mamma- Disse Draco –Ho fatto portare parte alcune tue cose a Eagle Street. Dove abitiamo oggi noi. Nel caso volessi stare in compagnia prima di andare a Villa Malfoy-

Narcissa girò la testa verso il figlio –Dieci lunghissimi anni, quasi interminabili, lontano da casa mia e tu mi dici che dovrei aspettare ancora? No caro, è ora che io riprendi a splendere. Invierò te e la tua- Alzò le sopracciglia lanciando un’occhiata ad Hermione  mentre cercava il sostantivo adatto per definire quella Sanguesporco  -Compagna per cena. Ed assicurati che la bambina si fresca e riposata, ho voglia di sapere chi è la mia erede. Ed ora. Non ho intenzione di stare qui un minuto di più, se mi facessi l’onore di accompagnarmi a casa Draco…- Disse con un tono che non ammetteva repliche.

***

-Non si gioca con il cibo- Flos venne rimproverata da una pacata Narcissa per aver giocherellato con l’ultimo pisello nel piatto.

Il castello dall’ultima volta in cui la Grenger ci aveva messo piede era completamente cambiato. Nessun telo copriva più i mobili, le tende erano elegantemente legate ai lati delle finestre e la luce della luna filtrava dai vetri lustri.

Per volere della Signora era stato deciso di cenare nella camera da pranzo grande. Gli elfi che avevano gioito per il ritorno della loro padrona, si erano rimboccati le maniche, con grande sdegno di Hermione, per preparare una menu da festa.

Flos aveva trovato in tavola i sui cibi preferiti: roast beef e piselli.

La cena tuttavia era trascorsa in totale silenzio.

Un silenzio che Draco aveva quasi dimenticato. Fuori abitudine dalle chiacchiere della Mezzosangue che a tavola non riusciva a stare zitta neanche un secondo.

Al contrario dei genitori, Flos si trovava perfettamente a suo agio. Come se tutto quel lusso e quell’atmosfera elegantissima se pur estremamente macabra fosse stata da sempre nel suo ordine del giorno.

Finirono di cenare con la torta al cioccolato dei Malfoy, preparata dagli elfi purtroppo per Draco ,che sperava che il dolce venisse cucinato dalle mani abili di Narcissa.

-Flos- Disse la Lady Malfoy girandosi verso la bambina –Sarei lieta di invitarti qui domani per la colazione e per trascorrere la mattinata insieme, se hai tuoi genitori non disturba-

Draco strabuzzò gli occhi  e quasi si soffocò con l’ultimo boccone, lanciò un’occhiata eloquente ad Hermione, anche lei con la mandibola a terra.

-Voi domani lavorate giusto? A chi lasciate la bambina di solito?-

-I coniugi Weasley sono stati così gentili da accogliere durante i giorni di lavoro Flos, insieme ai loro nipoti. Loro si sono presi il disturbo di insegnarle l’elementare-

-I Weasley?-  Chiese Narcissa sia disgustata che stupita per la scelta assolutamente fuori luogo –E’ ovvio che in questi anni ti sei dimenticato come deve essere cresciuto un Black, Draco! Prima decidi di non sposarti e di allevare lo stesso un figlio e dopo mi dici che lo fai crescere dai Weasley?- Seppur la donna non alzò il tono, la foce fu tagliente come un coltello affilato -Vi aspetterò domani per portarmi la bambina- Disse poi tornando tranquilla ma non meno intransigente –Educherò io vostra figlia prima dell’ammissione ad Hogwarts. Ora mi ritiro nelle mie stanze, vi attendo domani per le otto meno un quarto. Non un minuto di più, non uno di meno-

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


-Avanti- Disse Lady Malfoy.

 Hermione entrò con la bambina  nella veranda elegantemente apparecchiata. La luce della prima mattina filtrava dalle vetrate inondando la stanza di un caldo tepore

–Buongiorno Narcissa- Salutò educata la Grenger.

-Buongiorno, buongiorno Flos. Accomodati pure qui accanto a me- Disse indicando una poltroncina di vimini accanto al divanetto dov’era seduta lei. - Vuoi servirti anche tu?- Chiese poi senza alcun tono ospitale verso la Mezzosangue.

-Grazie per l’invito ma devo essere in ufficio tra poco-

Narcissa annuì mostrando il lungo collo pallido. Nelle pieghe del viso si potevano leggere chiaramente i segni tangenti della lunga prigionia. Ciò nonostante  il trucco, l’acconciatura elaborata e la meravigliosa veste di pizzo nero mascheravano modestamente le torture di Akzaban.

-Oggi Flos ed io andremo a Diagon Alley, dopo la colazione logicamente. Ho diverse commissioni da fare ed alcuni abiti da far cucire alla sarta. Saremo ospiti per pranzo da amici di famiglia per stabilire quando sarà la prossima riunione del Circolo Noi Streghe . Il pomeriggio ci dedicheremo a quello che bisogna conoscere nell’arte della scrittura, della musica e dell’etichetta- Parlò come se si rivolgesse ad Hermione, nonostante fosse evidente che la sua attenzione era esclusivamente per la bambina –Sei una donna Black. E le donne della mia famiglia si devono saper controllare in ogni occasione. Sono cerca che il  Circolo sarà ben lieto di farti diventare socia e mi aiuterà nella tua educazione-

Hermione notevolmente  perplessa salutò con un bacio la figlia e con un sorriso tiratissimo Narcissa.

Flos allora si slacciò il fiocco della mantella blu e la sfilò.

-Da brava, Flos- Le disse la nonna –Ora chiama un elfo domestico e ordinagli gentilmente di portarti i guanti ed il soprabito nel guardaroba. Bada bene, gentilmente. Un servo trattato con riguardo è un servo fedele-

La bambina fece come le era stato ordinato e si accomodò sulla poltrona di vimini.

-Desideri del tè?-

-Solo una tazza di latte, è possibile?- Domandò.

Narcissa agitò la bacchetta e la brocca di cristallo versò del latte nel bicchiere.

 

***

Hermione si Materalizzò nel suo ufficio a Diagon Alley. Uno studio legale dove lei ed altri suoi soci combattevano per i diritti e i doveri delle Creature senza Bacchetta.

-Capo!- Sussultò una strega bionda diciannovenne vedendo apparire la Grenger di colpo, era seduta su una scrivania accanto ad una porta chiusa –Buongiorno!-

-Per ora non lo è stato- Borbottò Hermione facendo comparire sul tavolo davanti alla ragazza un fascicolo di pergamene –Ciao Helen. Questi sono i documenti che devi inviare al signor Blue. Quel farabutto vedrà contro chi si è messo. Sally è già arrivata?-

-La signorina Bons è arrivata stamani presto, capo. Ha firmato le carte che il signor Hawertone le aveva lasciato ed è corsa alla Gringott. Da quanto ho capito un Folletto ci ha contattati per far causa ad un cliente della banca. La Bons è andata a controllare-

La Grenger si massaggiò le tempie –I Folletti non sono affidabili- Imboccò la porta accanto alla scrivania e si sedette su una poltrona di pelle nera.

Sally Bons e Sam Hawertone erano i suoi soci. Con loro aveva iniziato a mettere le basi al suo studio legale.

Iniziò a controllare alcune carte fino all’ora di pranzo sorseggiando dalla sua tazza fumante quando dallo specchietto che stava appoggiato sulla sua scrivania fece capolino il viso della segretaria –Mi perdoni capo. C’è Herry Potter che chiede di lei-

-Fallo entrare, grazie Helen-

Harry Potter si buttò pigro sulla poltrona davanti alla scrivania della Mezzosangue –Ciao Hermione- Disse stanchissimo.

-Harry- Sorrise lei –Pranziamo insieme?-

Il ragazzo annuì –Allora? Com’è?-

Hermione si passò le mani sul viso –Un mostro. Ecco com’è. Mi guarda come se fossi uno Schiotipo Sparacoda-

Harry fece una smorfia –Hai reso il concetto. E Malfoy?-

Hermione si stese sullo schienale della sua poltrona di pelle scura –Terribile. Non sa come comportarsi, dieci anni sono un sacco ti tempo. E lui non è più un adolescente appena maggiorenne attaccato alla gonnella della madre. Credo vorrà ristabilire con Narcissa un nuovo rapporto. La Lady comunque è una sottospecie di ghiacciolo-

 -Non me ne stupisco- Commentò Harry.

-In compenso però- Continuò la Granger –Credo si sia innamorata di Flos, come se si rivedesse in lei. Sono simili in effetti: snob, taciturne, altezzose, eleganti.... Non so cosa fare, Harry-

-Molly mi ha detto che ora la bambina sta con lei per le lezioni elementari, che l’hai mandata a Villa Malfoy -

-Non mi ci far pensare!- Sbuffò la strega –L’ha praticamente rapita! E Flos senza battere ciglio l’ha seguita. Ieri mentre le preparavo il bagno non faceva che ripetermi di voler andare dalla nonna Narcissa. In più non mi andava proprio di mettermi a discutere davanti a quell’arpia.
Malfoy mandava a sua madre praticamente lettere ogni settimana durante la prigionia, la aggiornava su come stava la piccola, sulle magie, sulla storia dell’Animagus. Narcissa sa tutto, insomma. Sono riuscita a sbirciare qualche riga un paio di mesi fa. Pergamene sia recenti che più vecchie, lui le ha conservate tutte. Alla madre questo fatto che non ci siamo sposati non va proprio giù. Ho letto testuali parole: E’ deplorevole il tuo comportamento di Mago Purosangue, Draco.- Recitò Hermione imitando Lady Malfoy – Il fatto che tu abbia infettato le vene del mio erede con del sangue Babbano mi fa accapponare la pelle, e per di più ha deciso di uccidermi di dolore nell’informarmi che non hai avuto neanche il coraggio di sposarla quella feccia-

Potter fischiò ammirato –Dolce la nonnina. E Flos le scodinzola dietro? Dico, Flos? La stessa bambina che conosco io?-

-Ha stupito anche me. E stamattina al castello degli orrori quando ce l’ho portata sembrava perfettamente a suo agio quella piccola canaglia!-

Harry rise divertito –Sembri quasi invidiosa di tua figlia. Lei ha avuto l’approvazione di Lady Malfoy e tu no...-

Hermione sorrise mesta –Mi fa uscire fuori di testa quella bambina. L’altro ieri le ho vietato di camminare a piedi scalzi per casa. E’ febbraio porca miseria! Si è trasformata in una volpe e si è nascosta sotto il letto…-

-Di nuovo?- Domandò Harry accigliato.

Hermione annuì –Non so che fare Harry! Non ha avuto alcuna manifestazione dei suoi poteri oltre questo! All’inizio non lo controllava ma ora lo fa volontariamente, lo gestisce troppo bene per i miei gusti questo fatto dell’Animagus-

-Avete pensato di segnalarla al Ministero?-

-Si ma…- Iniziò la Grenger sospirando –Il fatto della schedatura non mi è mai piaciuta, ho parlato con la MgGranitt e dice che se riesce a tenerlo a bada allora rendere partecipi i membri alti vale a dire legarsi le mani da soli. Malfoy è della stessa idea-

-E la Signora Malfoy?-

-Oltre al fatto di volersi fare una pelliccia con la pelle di sua nipote?- Ironizzò amara Hermione –Lei non ha esposto il suo parere, per ora. E a te come va?-

Harry intrecciò le dita dietro la nuca e si stese sullo schienale –Mi hanno dato una classe di matricola a GiovaniAuror, sono in 27. Tutti pesti che sperano in un autografo di Ginny. Fornell mi marca stretto, vuole che io spighi il programma senza mutare una virgola-

-Cosa che non fai-

-No-

-E Ginny? L’altro ieri Malfoy ha sentito la patita alla radio, ottimo passaggio-

Harry scoppiò a ridere –Malfoy non tifa i Cannoni!-

-Già- Sospirò Hermione amareggiata –Era nella fase Diamo fastidio alla Mezzosangue perché ora mi annoio-

-Qui l’unico che non si annoia mai sono io! Da quanto Ginny è andata in ritiro casa mia è il caos! James che infastidisce Lily in qualunque cosa e per qualunque motivo, lei che piange, Albus che scorrazza con la sua scopa a destra e a manca, a proposito devo riparare il vaso che Luna ci ha regalato per il matrimonio…-

-Quello di ceramica con disegnati i Nargilli? Buttalo era orribile!-

Harry le lanciò un’occhiata divertita –Ora che ci penso credo che neanche un tuo Reparo possa fare più nulla, Albus ha fatto strike questa volta-

***

Hermione si Smateriallizzò a Eagle Street verso le dieci di sera. Poggiò la borsa e il mantello sulla poltrona in ingresso e si avviò in salotto.

-No, Flos- Disse Draco pacato.

Malfoy stava seduto sullo sgabello del pianoforte con la figlia sulle ginocchia. Con un braccio le cingeva la vita per evitare di farla scivolare dalle sue gambe e con la mano libera stava aggiustando le dita della piccola suoi tasti bianchi e neri –Non è La. E’ Si bemolle-

Flos riprovò arricciando il naso infastidita –La nonna oggi però mi ha detto che…-

Draco sorrise tra i boccoli biondi della figlia –Alla nonna piacerà anche questo arrangiamento, credimi-

Hermione li spiò intenerita per un po’ dallo stipite prima di entrare in salotto –Buonasera-

Draco si girò verso la porta e fece scendere la figlia dalle gambe per alzarsi –Ciao Mezzosangue. Sono le dieci, lo  sai?-

Hermione andò in cucina seguita dal ragazzo, si sciacquò le mani nel lavandino e si sedette sullo sgabello per cenare –Mi hanno trattenuto a studio. Folletti-

-Potevi mandare un gufo. Ti ho aspettato per mangiare- Disse prendendo la teglia di pollo dal forno.

-Lo so- Sospirò Hermione –Flos? E’ tardi dovrebbe essere a letto-

Draco rise –Abbiamo un po’ suonato, mi annoiavo da solo-

La Grenger scosse la testa trattenendo una risata –Sei impossibile-

Finirono di cenare mentre Hermione esponeva al mago il problema con i Folletti e il signor Blue.

-Metto a letto la bambina, poi ti devo raccontare una cosa- Disse Draco baciando il naso della Mezzosangue e afferrando la figlia che era accovacciata sotto forma di volpe su un cuscino del salotto.

Con la mano che aveva libera aprì le coperte e prese un libro dalla fodera viola –Flos, io non leggo ad una volpe. Lo sai- Disse accarezzando il pelo della figlia- Se vuoi sapere come finisce la storia del Barbagianni Che Amava il Sole devi tornare persona.

La volpe sbatté gli occhi azzurri un paio di volte facendo ridere il padre –Non mi incanti così! Dai se no si fa tardi e non ho il tempo di finirti il capitolo-

Un po’ recalcitrante Flos ritornò umana e le venne raccontata la storia e rimboccate le coperte.

 

-Dorme?- Hermione stesa sul divano alzò il naso dalla Gazzetta.

-Quasi come ome un angelo- Sorrise Draco guardando l’espressione dubbiosa della Mezzosangue, si buttò sulla poltrona –Ho detto quasi-

-Che dovevi dirmi?- Chiese Hermione –E non dire sesso! Sono stremata oggi-

Draco alzò gli occhi al cielo –Sei pessima. Ma no, non era ucciderti di sesso la mia notizia- Afferrò la bacchetta e fece scomparire il giornale che Hermione si era di nuovo messa a leggere –Flos oggi ha fatto una magia-

-Cosa?!-

Draco sorrise orgoglioso –Me lo ha detto mia madre, quando la sono andato a prendere stasera. Mi ha raccontato che le stava leggendo Merlino e il Primo Circolo dei Maghi, quando si scopre che Re Artù è un Nato Babbano e tutto il resto, era presissima dalla storia. Una cameriera allora è entrata per portare dei biscotti come spuntino e ha rovesciato la teiera sul pavimento interrompendo la lettura. Sai cosa ha fatto Flos?- Disse fierissimo –Ha immobilizzato la donna che le aveva disturbate-

-Non ci credo- commentò Hermione sbalordita –Anni e anni senza il minimo spazzo di magia, poi arriva una sconosciuta e…-

Draco aveva un sorriso che gli arrivava da un orecchio all’altro per quanto era contento.

-Mi dispiace solo che ci siamo persi questo momento- Ammise Hermione –Quasi non ci speravamo più ed invece…-

Draco poggiò i piedi sul tavolino di vetro allungandosi sulla poltrona –Ma che non ci Speravamo più! Io ero certo che lei fosse una strega!-

Hermione con gli occhi sbarrati afferrò il cuscino che aveva dietro la schiena e glielo scaraventò contro –Sei un bugiardo!- Urlò ridendo –Quasi ci piangevi la notte pregando Merlino che non fosse una Maganò!-

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


-Ma per Morgana!- Imprecò Blaise Zabini accorgendosi che la sua figlia maggiore stava cercando di fare un maleficio alla sorella –Victoria lasciala stare!-

Theodore Nott che stava finendo una partita a scacchi con Draco scoppiò a ridere –Ancora con quell’assurdità della gelosia?-

-Tu pensa a tuo figlio che ci ha provato con Flos, non ha neanche cinque anni e già il testosterone gli dà la testa-  Borbottò Blasie baciando il capo di Amelia Zabini.

-Ma dove sono i due scassa bolidi?- Chiese Draco facendo avanzare un cavallo bianco sulla scacchiera che frantumò in mille pezzi l’alfiere dell’avversario.

Nott fece una smorfia –Sono con Pansy, dice che deve scegliere la nuova carta da parati per la stanza di Gabe, valle a capire le donne-

Draco fece arrivare con un movimento della bacchetta la bottiglia di Whisky Incendiario –Flos- Disse guardando complice la figlia che giocava con Victoria –Non dirlo alla mamma, okay?-

Le due bambine si alzarono dal pavimento afferrando le MagicDolls –Tu però dille che ho finito tutta la zuppa di piselli oggi-

Il padre le fece l’occhiolino e lei si dileguò dietro all’amichetta verso la camera da letto.

La stanza di Victoria Gilda Zabini era alquanto diversa da quella di Flos, che era ricoperta da un morbidissimo tappeto verde mela, un letto a baldacchino bianco e un sacco di disegni affissi alla parete.

Sembrava di stare dentro una bomboniera gigante. Era perennemente in disordine, cosa che a casa Malfoy sopratutto della camera della piccola non si vedeva mai. Le pareti erano dipinte di un rosa confetto da far cariare i denti, il divanetto bianco, l’armadio dei giochi fucsia. Un incubo per Flos.

-Non puoi capire quanto odi la tua stanza, Vic- Le disse senza peli sulla lingua sedendosi sul tavolino vicino alla finestra.

-La tua invece sembra una stanza del SanMungo del reparto Maghetti!- Le rispose piccata quella prendendo il mini servizio di porcellane, rigorosamente rosa.

Presero a giocare alla saletta da tè –Flos ti devo dire una cosa-

Vic quando si trattava di qualcosa di serio diceva sempre cosi: ‘Flos, ti devo dire una cosa’

Come la settimana prima. ‘Flos, ti devo dire una cosa. Ho rotto il vaso della mamma, quello che teneva in salotto. Mi aveva detto di non correre vicino al vaso ma…’

E si ritrovarono entrambe in punizione dopo aver cercato di ripararlo con un Reparo e aver peggiorato il tutto riuscendo solo a rompere la vetrina dell’argenteria lì accanto.

-Sono qui- Le disse Flos poggiando la tazzina da tè, aveva preso quella con stampato su di un lato un fiore e ogni volta che ci poggiavi le labbra per bere faceva ribollire il liquido all’interno.

-Mi sono innamorata- Confessò l’amica diventando tutta rossa –Di Gabe-

Flos quasi non cadde dalla sedia –Di Gabe?- Disse incredula –Ma è brutto!-

-E invece è bello! E io lo amo-

***

 

-Oggi sono stato da Blaise con Flos- Disse Draco ad Hermione che stava studiando alcune carte sullo scrittoio, aveva appoggiato le mani allo schienale della seggiola dov’era seduta la donna –Nella strada di ritorno mi ha chiesto che cosa è l’amore-

Hermione alzò la testa dai documenti e si girò verso Malfoy –Davvero?-

Draco annuì –Mi sembrava un po’ prematura come domanda ma ho cercato di rispondere-

Hermione rimase zitta in attesa che continuasse.

-E le ho detto che l’amore è accettare  i difetti, capirli, comprenderli ed imparare ad amare questi  prima dei pregi. Perché i pregi ci vuole poco ad amarli, sono i difetti la parte faticosa. Le ho fatto un paio di esempi. Come quando lei si trasforma in una volpe per non farsi trovare, per sgattaiolare sotto il letto. Non ci piace cercarla ma è una cosa che dobbiamo accettare perché lei è fatta così.
O quando la mattina del mio giorno libero fate una tale confusione da svegliare tutta la palazzina, e io vorrei dormire fino a tardi prima di iniziare le varie pozioni, ma non c’è discussione che regga. Per quanto ve lo ripeta tu le strilli di sbrigarsi a vestirsi e lei ciondola per il salotto a piedi scalzi per il gusto perverso di farti innervosire.
Non è che adori il fatto di non dormire il giovedì però è una cose che amo, perché è nel vostro modo di essere.
Come quando facciamo l’amore tutta la notte, e Flos è a dormire da Pansy o da mia madre o non c’è e basta. E mi sveglio la mattina senza trovare il lenzuolo. E mi verrebbe da Cruciarti, ma poi ti vedo stesa sul divano nuda che leggi. I capelli ancora arruffati e solo il telo bianco che ti copre.
Un altro dei tuoi difetti che ho imparato ad amare è il tuo dover sempre capire tutto. A volte vorrei urlarti contro e sapere che ti cambia conoscere il perché di quel comportamento del signor Blue contro gli Elfi o quell’altro di Lady Wally contro le Sirene del Nord.
O il fatto che mi fai pesare il sesso. Hai un modo di fare riguardo al sesso che mi fa girare i bolidi, come se fosse giusto per farmi contento. Ma poi ti osservo mentre sospiri e lo so che non vedevi l’ora di concederti, anche se prima facevi tutta la preziosa-

Hermione si morse le labbra divertita.

-E ce ne sono altre mille cose che non sopporto di te, Mezzosangue- Continuò Draco senza tentennare –Dalla tua mania per libri a quella per la cultura Babbana dei miei stivali! Ma come ho spiegato a Flos, per poter amare una persona bisogna iniziare dai suoi difetti-

Ad Hermione iniziarono a luccicare e  gli occhi, si era alzata e ora lo fronteggiava, lui non poté trattenersi dal baciarla lento.

Quando si staccarono Hermione ansante stava stretta al petto di Draco –E cosa ti ha risposto?- Chiese sollevando la testa.

Malfoy rise e le baciò il naso – Che Victoria dice di essere innamorata di Gabriel solo perché è bello, e lei glielo aveva detto che non era possibile-








 
Ringrazio chiunque abbia seguito, letto, sfogliato, visto, preferito, commentato, recensito o (spero di no) detestato questa storia. Ringrazio tutti davvero. Siete stati magnifici, spero che nell’eventualità che io pubblichi qualche altra breve storia mi continuerete a notare. Con grande affetto,
Lily. 

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