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di Hailiswords
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro inaspettato. ***
Capitolo 2: *** Rimuginamenti ***
Capitolo 3: *** Un segno desiderato. ***
Capitolo 4: *** Confusione. ***
Capitolo 5: *** Il regalo della mia vita. ***
Capitolo 6: *** La telefonata che tutti aspettavano. O forse no? ***
Capitolo 7: *** Sospensione dell'incredulità. ***
Capitolo 8: *** 8. La verità viene sempre a galla. ***



Capitolo 1
*** Incontro inaspettato. ***


1.
Incontro inaspettato

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
New York, Gennaio 1995. Notte degli Oscar.

Il tempo non era certo dei migliori. Tanto per far un dispetto a Emily, che aspettava ormai da due ore e un quarto per poter entrare. La "troupe" si dava da fare, cercando di riparare con l’ombrello la telecamera da duemilacinquecento dollari. La sua amica e collega Mallorie era sempre stata contraria a comprare proprio quella; diceva che era troppo costosa e non ne valeva la pena, ma Emily e Sam insistettero, dicendo che il gioco valeva la candela e che quella telecamera faceva delle riprese perfette.
Erano tutti stretti nei cappotti e sotto i loro ombrelli a causa del freddo e della pioggia leggera, che avrebbe comunque danneggiato la telecamera, creando, quindi, scompiglio fra i tre.
Grazie a dio un buttafuori aprì la porta posteriore per far passare alcuni giornalisti carichi di materiale, così Emily e i suoi due colleghi si introdussero nella sala del red carpet senza farsi vedere.
L’ambiente era caotico, pieno di gente, di flash e di microfoni svolazzanti qua e là. Emily si sentiva sempre a disagio in questi posti. Le ricordavano quando molti anni prima, da piccola, si ritrovò fra una folla simile, dopo la messa della domenica. Non trovava più il suo papà e si inabisso nel panico assoluto; maledicendo suo padre e la sua ossessione per Gesù e i dodici apostoli. E sua madre per averlo sempre sostenuto. Uno dei tanti motivi che la spinsero ad affermarsi non credente, o almeno, non praticante.
Di colpo venne distratta da colui che tanto aveva atteso; lo vide comparire dall’entrata principale e percorrere la parte iniziale del red carpet; salutava tutti e sorrideva a ogni scatto, perciò Emily si diede l'ultima sistemata al tailleur grigio scuro e si preparò a entrare in azione.
« Come sto? » chiese a Sam e Mallorie.
« Sexy! » Ammiccò Sam con un sorriso « Ora andiamo. » incalzò tutto d’un colpo serio. Tutti e tre cominciarono a farsi strada zigzagando fra i giornalisti e i fans accaniti, che si lanciavano addosso ai buttafuori urlando a squarcia gola i nomi dei loro idoli, mentre i tre cercavano di raggiungere più in fretta che potevano l’oggetto del loro desidero. O solo del desiderio di Emily?
Sam accese la telecamera e rullò l’obbiettivo per mettere a fuoco. Mallorie teneva in mano il libro di Emily, pubblicato quattro mesi prima. Mentre l’altra teneva il microfono.
Loro non erano esattamente dei giornalisti, se dobbiamo definirli in qualche modo, forse “fans ben attrezzati” è il modo migliore. E come in ogni gruppo di fans c’è sempre il più fanatico, in questo caso costui, anzi colei, era Emily.
Quest’ultima stava davanti gli altri due e faceva gesti con le mani per farsi seguire. Finalmente raggiunsero il nastro separatore e lo video avvicinarsi. Emily si districò quanto poteva fra la folla per raggiungere l’attore.
« Johnny, come mai qui? » chiese Emily con voce tremante. Era la sua prima intervista a un evento così importante e a un star altrettanto importante, non solo per la società. Mr Depp ha sempre avuto un posto importante nel cuore di Emily, diventato, col tempo, più grande e più profondo. Come le radici delle querce centenarie.
Johnny non rispose.
« Mr Depp, come si sente dopo il litigio pubblico di due sere fa con la signorina Kate Moss? » scandì con le labbra al microfono, e poi lo porse verso di lui.
Inaspettatamente Johnny si fermò, probabilmente pensava a cosa dire.
« Abbiamo deciso di prenderci una pausa. Adesso se non le dispiace Mrs ? »
« Miss Cecil. » rispose Emily.
« Bene, Miss Cecil, se non le dispiace vorrei godermi la serata e non pensare ai miei drammi sentimentali.  » si congedò Johnny ammiccando un sorriso posticcio.
« Ho scritto un libro su di lei, posso regalargliene una copia? » domandò Emily. Portò il microfono stretto fra le dita sudate e tremanti verso di se e poi verso lui; si era appena messa in gioco.
« D’accordo. » rispose esasperato.
Mallorie si avvicinò e porse il libro a Mr Depp, che se lo mise sotto braccio senza neanche guardarlo e andò via.
Emily rilasso i nervi dopo trenta secondi di pura adrenalina in corpo. Non riusciva a capacitarsi di ciò che aveva appena fatto; la prima cosa buona della sua vita dopo i turni sfiancanti alla mensa dei poveri.
Le si stampò un sorriso in faccia a trentadue denti che non riusciva a nascondere.
« Ehi voi! » ci urlò contro un buttafuori.
« Oh, cazzo! » esclamò in risposta Mallorie.
« Hai registrato vero? » chiese Emily a Sam, mentre fissava l’uomo parlare a un auricolare per chiamare rinforzi.
« Certo! » rispose seccato lui.
« Correte idioti! » urlò Mallorie agli altri due con sua tipica femminile cortesia. Certamente non era una delle sue doti.
Iniziarono a correre; Sam più agilmente delle due ragazze, malgrado portasse in spalla cinque chili di telecamera. Mallorie odiava correre, di recente aveva messo su due-tre chiletti e quindi era più lenta del solito.
« Mallorie sbrigati! » urlò Emily facendo gesto di sbrigarsi.
Emily era dietro Sam, lo seguiva come un ceco segue il suo cane; percorreva esattamente lo stesso percorso, sperando che dietro di lei Mallorie riuscisse a tenere il passo.
Infine riuscirono a scappare via da quell’inferno, sforzandosi di correre gli ultimi metri per raggiungere l’auto. Emily tolse la sicura dell’auto dieci metri prima, così da poter entrare subito appena arrivati. Sam si fiondò nei sedili posteriori in modo da avere più spazio per la telecamera, Emily si sedette sul sedile del guidatore, ma i due entrarono nel panico quando si accorsero che Mallorie era ancora indietro e sembrava corresse, anche se si muoveva a passo d’uomo. Sam uscì dall’abitacolo senza chiudere lo sportello corse a prendere la ragazza e se la trascino per gli ultimi metri e poi la spinse dentro i posti dietro. E si sedette accanto a Emily. Quest’ultima accelerò di colpo schiacciando tutti sui sedili.
I tre si mandarono degli sguardi complici e compiaciuti per essere riusci a scamparla.
Mallorie boccheggiava, sembrava avesse l’asma.
« Ehi, tutto bene? » chiese Emily col sorriso sotto il naso.
« Una favola! » asserì Mallorie che si lasciò cadere sdraiandosi completamente.
« Non credi sia il caso di fare un po’ di attività fisica? » ironizzò tagliente Sam, che in risposta si vide lanciato in faccia la scarpa sinistra di Mallorie.
« Oddio, ma c’è un topo morto qua dentro? » schernì Sam « Senti qua! » disse e avvicinò la scarpa al naso di Emily.
« Sam! Ma che fai? » ghigno lei cercando di scacciarlo via con la mano.
« Profumano sicuramente più delle tue. » incalzò offesa Mallorie.
Emily fissò torva Sam « Non sei un po’ troppo infantile, Sam? » lo rimproverò.
« Ma no! Mallorie sa che le voglio bene. » rispose lui, che con disinvoltura si tolse una scarpa e la premette in faccia a Mallorie.
« Senti? Questo è odore di Homo sapiens, eau de parfum. » si vantò ai quattro venti Sam e poi si rimise la scarpa.
Emily sogghignò mentre era alla guida.
« Sai che mi vendicherò vero? » lo avvisò Mallorie.
« Sì. E sono pronto. » concluse Sam tirando su col naso orgoglioso.
 
 

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« No, Kate, non se ne parla. » ripetè per l’ennesima volta Johnny.
« Tesoro ti prego. Io ti amo! » insistette Kate dall’altro capo del telefono « Fammi venire da te, solo per parlare. » continuò.
«  Buonanotte, Kate. » concluse lui esasperato e riagganciò.
Si stupiva sempre più di quanto quella donna fosse insistente. Odiava le persone insistenti. Le ricordavano sua nonna, con la dentiera e l’alito puzzolente, che persisteva nel fargli mangiare, ogni santa domenica, tutti i biscotti che aveva preparato.
“Guarda quanto sei magro! Mangia che ti fanno bene i biscotti della nonna” gli ripeteva.
Scosse la testa per allontanare il ricordo.
Si alzò per andare in cucina a prendersi un bicchiere d’acqua e venne attratto da quella copertina, da quel mucchio di pagine poggiate sul tavolo. Si avvicinò cauto come un animaletto curioso che analizza l’oggetto che gli suscita tanto interesse; ne accarezzò la superficie tanto estranea, era liscia con in rilievo la grande scritta dorata del titolo: “Johnny, will you merry me?
A Johnny scappò un sorriso.
Afferrò il libro e lo capovolse curioso di sapere qualcosa di più riguardo quella donna così dissennata da scrivere un libro su di lui, così scorse le prime righe.
Emily Florence Cecil, nata a Londra nel 1970, laureata all’università di Oxford …
« Ma che nome è Emily Florence? » si chiese Johnny sottovoce mentre si diresse verso il letto. Accese la lampada del comodino si infilò fra le coperte fredde e iniziò a leggere quel curioso libro, rapito dalle parole che lo componevano.
Centoquarantacinque pagine dopo John si sentì completamente disorientato. Quella donna era riuscita a proiettarlo in un’altra realtà. Nella realtà in cui lui, andando in crociera per una vacanza dopo le lunghe riprese di un film, incontra la meravigliosa Sally, capo cuoca della cucina della nave, dopo un litigio con il cameriere. Johnny si lamenta del branzino "troppo crudo" pretendendo di parlare con il cuoco, ma fu Sally a presentarsi. L'attore venne così colpito in modo sconvolgente dai suoi occhi da non riuscire a dormire per le due notti seguenti.
Joh tentò di smettere, ma non ci riuscì. Continuò fino a pagina duecentoquindici, quando ormai la sua mente stanca lo abbandonò in balia del sonno.
Appartamento di Emily e Mallorie.

 

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« Secondo te lo leggerà mai? » chiese Emily. La sua speranza confidava ciecamente nelle parole dell'amica tanto amata. « Vuoi che risponda sinceramente o che ti dica quello che vuoi sentirti dire? » domandò Mallorie.
« La seconda. » rispose Emily imbronciata e delusa per non aver ricevuto subito la risposta che voleva sentire.
« Lo leggerà certamente. E sai cosa? Dopo che l’avrà fatto ti chiamerà e ti dirà che gli piaciuto tantissimo e vorrà venire a trovarti per parlarne e poi tu, innamorata quanto sei, lo bacerai e lui ti bacerà e farete sesso e tanti bambini. » asserì accompagnata da un sorrisetto.
« Hai finito di mettere il dito nella piaga? »
« Credo di sì. » ghigno Mallorie « Dai, non preoccuparti. Se non lo leggerà vuol dire che non era destino. » concluse alzandosi e dandole un bacio sul capo. Emily ricambiò stringendo la presa.
« Ti voglio bene. »
« Anch’io. » rispose Emily.




I personaggi:

Johnny Depp as Johnny Depp
(32 anni)


Emily Florence Cecil as Nina Dobrev
(25 anni)


Mallorie Adams as America Ferrera
(24 anni)


Sam Baker as Paul Wesley
(26 anni)


Delucidazioni & CO.
Allora, spero davvero che vi sia piaciuto questo primo capitolo. L'ho appena finito e voglio che questa storia prenda la piega giusta.

Ovviamente continuerò anche le altre storie.
Intanto voglio sapere se questa vi piace, vorrei evitare di perdere tempo nel caso in vi piaccia.
In caso contrario, sarò molto contenta di continuarla. :)
Un bacio.

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Capitolo 2
*** Rimuginamenti ***


2.
Rimuginamenti

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Gennaio 1995, appartamento di Emily e Mallorie.

Emily era abbandonata sul divano di pelle marrone, fra una coperta di lana e le, ormai a memoria, pagine dell’ennesimo libro di Thomas Harris.
Il silenzio degli innocenti era un libro che le piaceva e ogni volta che poteva ne leggeva qualche pagina. Si immedesimava in Clarice e l’aveva anche molto ammirata per il suo coraggio; Lecter non era certamente un uomo tranquillo. Però le piacevano quel genere di cose. Per questo aveva sempre voluto fare la giornalista di cronaca nera. Era il mestiere di suo padre, ormai in pensione, e quando Emily era piccola le rivelava tutti segreti per la buona stesura di un articolo. « Emily, ti va un po’ di caffè? » domandò Mallorie.
« Sì, grazie. Ci vuole proprio, non riesco neanche a leggere. » disse Emily facendosi dei movimenti rotatori sulle tempie.
« Cosa leggi? » chiese l’amica.
« Il silenzio degli innocenti. Di nuovo. » rispose, enfatizzando sul di nuovo come per rimproverarsi.
Una parte di lei credeva che leggere lo stesso libro anche due volte era una perdita di tempo. Quello che ci impiegavi per farlo potevi sfruttarlo per un altro libro; ma adorava troppo quelle pagine e non se ne liberava vai. Ormai da tre anni a quella parte.
« E non riesci a leggerlo? » si chiese stupita Mallorie « E’ il tuo libro preferito di sempre! » esclamò.
« Triste verità, eh? »
« E’ come se Winnie the Pooh non riuscisse più a mangiare il miele. » ironizzò Mallorie.
« Ottima metafora, me ne compiaccio. » ridacchiai « Forza, portami questo caffè. »
Mallorie versò un po’ di quel liquido bruno dentro la tazza di Emily e gliela porse, era la sua tazza preferita; nera all’esterno, mentre la parte interna era color panna. Amava berci il caffè perché le piaceva il contrasto con il chiaro della porcellana. E il suono che si creava quando agitava il cucchiaino per far scogliere lo zucchero nel caffè le ricordava sua zia Molly. La sorella di sua madre che dopo la morte di quest’ultima si prese cura di lei. Le preparava sempre il tè verde con lo zucchero di canna e le faceva mescolare il tutto con un cucchiaino che aveva il manico lungo quanto quello di cucchiaio normale.
« Che hai? » chiese Mallorie, dopo essersi seduta sul tavolino di fronte a Emily.
« Nulla. » rispose secca mentre chiudeva il libro tanto amato.
« Ci conosciamo da sette anni circa e so quanto hai qualche pensiero che non va. Che succede? » insistette Mallorie preoccupata.
« Vorrei solo che Johnny avesse letto il mio libro. Ci credevo davvero. Forse hanno ragione quando dicono che i VIP se ne fregano della gente comune, che pensano solo a se stessi. » confessò Emily.
« E' ancora preso dalla sua storia con quella drogata di Kate Moss, magari ha solo rimandato. »
« Non illudermi. Tanto non lo leggerà mai. » si demoralizzò Emily avvolgendosi nella coperta « Io, se qualcuno avesse scritto un libro su di me l’avrei letto immediatamente. Non li capisco davvero questi very important person. Important un fico secco! » sbuffò.
Mallorie voleva molto bene a Emily, e si sentiva sempre un po’ triste quanto era così giù di morale. Dopo tutto erano passati solo due giorni. Lei impiegava un mese per leggere un libro. Anche se lei, dopotutto, sarebbe andata subito a leggere un libro del genere.
Questo Johnny Depp è un mascalzone.


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Appartamento di Johnny Depp.

 
 
« Sebastian! » urlò Johnny.
« Sì, signore. » rispose l’uomo in giacca e cravatta proveniente dalla cucina.
« Sebastian, quante volte ti ho detto di non chiamarmi signore. Non ho cinquant’anni, ne ho trentadue. Quindi chiamami John. »
« Sì, John? »
« Portami un caffè, per favore. »
« Non vuole la colazione, signore? Ehm, John! » domandò impacciato il maggiordomo.
« No, voglio qualcosa di meno impegnativo. Ho intenzione di finire questo libro. » lo informò.
« E’ la quarta volta in tre giorni che salta un pasto. Non è una cosa buona. »
Ormai Sebastian aveva rinunciato a chiamarlo. Evitava di dire il suo nome, gli creava imbarazzo. Anzi, chiamarlo signore non lo faceva sentire impari, era solo un gesto di galanteria.
« Chi sei mia madre? » domandò Johnny ironico fingendo rigorosità.
« No … John. »
Sebastian fece una pausa prima di dire il suo nome. Gli veniva proprio difficile.
« Allora portami quel dannato caffè! »
« Certo, arriva! » esclamò impaurito il maggiordomo e andò via.
Finalmente un attimo di pace.
Mr Depp ormai era talmente preso dalla storia che doveva per forza leggere anche una pagina al giorno. Negli ultimi due giorni l'aveva portato sempre con se; per negozi, alle serate di gala, ristoranti e set cinematografici. Però questo si avvicinava alla fine e Johnny sapeva perfettamente che sarebbe rimasto con quel classico senso di disorientamento. Tuttavia, lui conosceva la scrittrice, poteva rintracciarla e chiederle qualche approfondimento.
Cosa c’era di male?
« Ecco il suo caffè, Johnny. »
L’uomo gli porse il caffè e si congedò.
« Caffeina pensaci tu! » esclamò tra se e se e buttò giù un sorso.
« Oh diamine! » esclamò ancora dopo che una goccia consistente di espresso gli cadde sulle pagine del libro di Emily. Cercò di asciugarle con il lenzuolo, ma ottenne solo altro da mettere in lavatrice.
« Sebastian!! »
« Arrivo! » rispose Sebastian dalla cucina « Arrivo subito! » ripeté fattosi più vicino.
« Dammi un consiglio. » disse Johnny, che nel frattempo si era alzato e aveva lasciato il libro aperto e macchiato sopra il letto « Come lo pulisco? »
« Mi spiace informarla che non si può togliere il caffè dalle pagine dei libri. »
« Bene. » Johnny si toccò il mento pensieroso « Bhè, non è grave vero? » chiese conferma Johnny.
« No, se è un libro che non le interessa, qual'è il problema? »
Quella frase fece scaturire molti dubbi nella mente di Johnny.
Gli interessava quel libro? Ma soprattutto, gli interessava chi l’aveva scritto?
Non che quella donna, Emily Florence, l’avesse così tanto colpito o fulminato o abbagliato o pietrificato, era solo una comune giornalista; però il fatto che avesse scritto un libro su di lui, bhè, quello sì che lo incuriosì. Almeno, non immediatamente. La notte degli Oscar aveva tutt’altro a cui pensare, ma la sera, dopo essere tornato a casa, ci pensò, e ripensò e rimuginò.
Perché si chiese più volte.
Nessuno gli aveva mai dedicato così tante attenzioni, o almeno, non così tante attenzioni vere, genuine.
Sicuramente non poteva averlo fatto per interesse, doveva essere qualcosa di più profondo.
Probabilmente se quel libro non fosse stato scritto con così tanto sentimento e passione neanche avrebbe avuto così tanta voglia di leggerlo.
Johnny stesso si stupì del suo tanto rimuginare.
« Signore? » chiese Sebastian « Si sente bene? »
John tornò alla realtà.
« Sì, sto bene. Potresti farmi un favore? » domandò Johnny.
« Certo! » rispose Sebastian.
« Chiama la casa editrice … » si diede il tempo di leggere quel nome dalla copertina « … Hay House e fatti dire tutto ciò che sanno riguardo Emily Florence Cecil. »
« Certo signore, vado subito. » si congedò Sebastian.
« Ah! E non fare il mio nome. » concluse Johnny.
Sebastian annuì e corse in salotto.




I personaggi:

Johnny Depp as Johnny Depp
(32 anni)


Emily Florence Cecil as Nina Dobrev
(25 anni)


Mallorie Adams as America Ferrera
(24 anni)


Sebastian Winter as Metthew Perry
(40 anni)


Delucidazioni & CO.
Bene, anche questo secondo capitolo è stato sfornato.
Vi avviso solo su una cosa. Non so quanto sarà lunga questa storia, forse sarà breve, una decina di capitoli.
Spero che anche questo secondo vi sia piaciuto. Recensite!
Un bacio.

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Capitolo 3
*** Un segno desiderato. ***


3.
Un segno desiderato.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Gennaio 1995, appartamento di Johnny Depp.

« Signore, la cena è in tavola. » informò Sebastian.
« Ho da fare adesso. » rispose Johnny assorto nella lettura. Sedeva alla sua scrivania di mogano con le gambe accavallate, la caviglia destra sul ginocchio sinistro, e la luce di una lampada a illuminare le pagine e parte del suo viso pensieroso. Con una mano tormentava il pizzo incolto con l’altra stringeva la porcellana di una tazza, appagato dal leggero torpore del liquido scuro e fumante al suo interno.
« Ma signore, » insistette il maggiordomo.
« Sebastian, » incalzò Johnny, alzando finalmente lo sguardo « ho altro da fare. » concluse scandendo bene le parole, in modo da far capire bene a Sebastian che non voleva più essere disturbato. Così l’uomo andò via e tornò in cucina avvisando con discrezione Hellen, la cuoca, che il signore non aveva intenzione di mangiare.
« Sono stanca di sgobbare per preparare pasti tanto ricchi per quello lì. Neanche li mangia. » sbuffò Hellen sottovoce, gesticolava in modo insensato un mattarello e poi incrociò le braccia. Tutta sporca di condimento sul grembiule e rossa in viso per la rabbia corse al bancone per posare l’utensile da cucina ed esitò prima di voltarsi, cercava di placare il rossore. Sebastian sghignazzava davanti il comportamento della donna. Era alquanto comica, tutta sporca che sbuffava qua e là.
Hellen non concepiva il comportamento di Mr Depp, per lei il cibo era sacro, specialmente se preparato con amore e cura; buttarlo via solo perché oggi gli aggradava di leggere un libro piuttosto che andare a fare golf o recitare fino allo sfinimento la stessa battuta era decisamente irritante.
« Porta pazienza, Hellen. E’ solo un periodo. Sai, la pausa di riflessione con Kate. » cercò di farla ragionare virgolettando “pausa di riflessione” una volta ripresosi dal momento di gioco.
« Me ne infischio della sua pausa di riflessione. » beffeggiò la donna virgolettando a sua volta quelle tre parole e incrociò ancora le braccia.
« Hellen! » urlò Johnny dal suo studio.
La donna sbiancò, credette di essere stata sentita e si aspettò una sfuriata di trenta minuti con licenziamento seduta stante. Si diresse tutta tremante da lui e si bloccò a piedi uniti e con le mani strette dietro la schiena che scivolavano a causa del sudore.
« Mi dica, signore. » iniziò Hellen con la voce allarmata e di un’ottava sopra la media.
« Cos’hai preparato per cena? » domando in tutta calma Mr Depp.
Non si era mosso dalla posizione di prima, aveva solo le gambe distese sotto la scrivania con le caviglie incrociate.
« Agnello con patate, signore. » rispose la donna in tono sommesso.
« Per quante persone? » domandò ancora lui.
« Quattro, signore. »
Adesso Hellen era un po’ più tranquilla, se avesse voluto rimproverarla le avrebbe detto subito di fare le valigie e tornare a casa. Anche se quell’insolita domanda la disorientò.
« Perché preparare tutto questo cibo per una persona sola? »
« Sarebbe indecoroso preparare una portata misera, signore. E poi, anche l’occhio vuole la sua parte. » controbatté Hellen, ovviamente di parte.
« Questo sarò io a deciderlo. » incalzò Johnny alzandosi di colpo e facendo indietreggiare la sedia d’ufficio dietro di lui.
Hellen sobbalzò in modo impercettibile ma si ricompose immediatamente aggiustandosi il grembiule sporco. Mr Depp girò attorno alla scrivania e si mise faccia faccia con Hellen, tanto che questa si sentì avvampare per l’inattesa e senza dubbio inadeguata, vicinanza. Sbatteva gli occhi troppo velocemente tanto da vedere Johnny come un insieme di fotogrammi; questo se ne accorse e allontanò di colpo.
Una volta bagnatosi le labbra disse: « Stasera mangerete insieme a me. » dopodiché si volto e tornò nuovamente alla scrivania per recuperare la tazza di caffè « Andate a sistemarvi a tavola io arrivo fra poco. »
Hellen annuì e tornò in cucina, facendo il gesto di chi l’ha scampata per poco a Sebastian. Per un momento la stravaganza delle parole di Mr Depp non la lambirono, era troppo confortata dal fatto di avere ancora uno stipendio fisso per il prossimo mese.
« Cosa ti ha detto? » chiese sottovoce il maggiordomo divertito. Fissava incuriosito Hellen, intenta a sventolarsi con uno strofinaccio usato per l’avvampamento di poco prima.
« Che stasera desidera mangiare insieme a noi. » riferì la donna accompagnata da un senso di confusione degno di nota.
« Cosa? »
Sebastian spalancò gli occhi sbigottito.
« Eh, già. Ringrazio dio per quel corso di bon ton cinque anni fa. »


Due ore dopo.
Finita la cena Johnny corse nel suo studio, aveva lasciato quel libro aperto a pagina quattrocentoventi, ne mancavo altre trenta circa. Decise di sedersi di nuovo alla scrivania, ma era troppo stanco per leggere, così chiuse il libro e senza accorgersene iniziò a fissarlo e allo stesso tempo non fissarlo.
Carpiva in modo dettagliato la grande scritta dorata che due giorni prima l’aveva così colpito. Il suo interesse era perpetuo, non ne aveva mai abbastanza, e in tutta onestà non vedeva l’ora di poter rincontrare questa particolare Miss Cecil e udire dalla sua bocca tutti i dettagli riguardo lui e Sally.
Il suono delle posate riposte nella lavastoviglie da Hellen gli fece ricordare per un momento quello che era appena successo. Aveva mangiato insieme a loro e non era stato per niente spiacevole. Anzi si era divertito un sacco; tra i continui arrossamenti delle gote di Hellen e le spumeggianti battute di Sebastian, non poté fare a meno di ridere e di sorridere ancora, dopo averci ripensato.
« Sebastian! Hellen! Venite qui! »
I due si affrettarono per raggiungere Mr Depp e si fermarono al suo cospetto.
« E’ stata davvero una gioia mangiare insieme a voi. » confessò Johnny.
Hellen rispose con l’ennesimo arrossamento delle guance che scaturì un flebile sorriso sulle labbra dell’attore.
« E’ stato una piacere, signore. » lo ringraziò Sebastian.
« Per favore, non chiamatemi Signore. »
« Grazie, Mr Depp. » conclusero all’unisono la cuoca e il maggiordomo, che sorpresi da quell’inaspettato “coro” si sorrisero a vicenda e poi uscirono come farebbero due ragazzini che si corteggiano per la prima volta.
Il riecheggiare del suono del cellulare lo interruppe dai pensieri. Controllò lo schermo. Era Kate.
« Cosa? »
« Da quando in qua si risponde così alla propria fidanzata? »
« Da quando lei inizia a vedersi con altri uomini. » incalzò tagliente Johnny.
« Ancora questa storia? » Kate sospirò pesantemente per la disperazione « Mi hai detto che non ti andava più di stare con me, perciò ho iniziato a vedere qualcuno. Ma niente di più. » cercò di difendersi.
« Non mi andava più di stare con te perché tu mi opprimevi con i tuoi discorsi. Volevi a tutti i costi che conoscessi la tua famiglia. Odio le persone insistenti, Kate. »
Johnny si tocco con il pollice e l’indice la base del naso e cerco di rilassarsi.
« Pensavo ti avrebbe fatto piacere! »
« D’accordo! Ma non puoi ripetermelo allo sfinimento. Che diamine! » esclamò lui.
« Perché ti comporti così con me? »
« Perché sono stanco. Odio essere continuamente ripreso da te su come mi comporto, odio sentire le tue lamentele sul fatto che non ti do attenzioni, che non ti faccio mai regali, che non ti bacio ogni volta che pensi che ti vada, che non ti dica ti amo anche se sto masticando! » brontolò lui.
« Sai che non voglio dire questo. »
« Però sai chi portarti a letto. » colpì ancora Johnny « Seriamente, forse hai problemi di bipolarità. Dici che mi ami alla follia però poi, sei pronta a saltare addosso al primo che ti capita. Wow, sono sbalordito. » terminò lui gesticolando con la mano accompagnato da un’espressione sarcastica in viso.
« Forse è meglio non vederci più. » tagliò di netto Kate.
« Forse, sì. » concluse.
E riagganciò.


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L'indomani mattina.
Appartamento di Sam, Timothy e Mark.


« Ammettilo che ti piace un pochino! » insisteva Mark.
« Ma non è vero! Siamo solo buoni amici. » ribatté Sam.
« Sì certo, e io sono Obama. » schernì Timothy.
« Ma ce l’avete con me oggi? » inveì seccato Sam dopo essersi alzato dal divano e diretto in cucina.
« Emily, vieni qui e dammi un bacino. » beffeggiò Timothy imitando la voce di Sam.
Mark mimò Emily e finse di baciare Timothy e poi cominciò a ridere e ad agitarsi insieme a lui.
« Vi odio, ragazzi. Sul serio. » ribadì Sam austero.
« Stiamo scherzando, fratello! » disse Mark.

Tutti e tre vennero distratti dal suono del campanello.
Sam corse alla porta e guardò dallo spioncino; erano Emily e Mallorie. Aprì la porta e le fece accomodare.
« Buonasera! » salutò Mallorie contenta per i buoni propositi della serata, ma venne distratta da Emily, tutt’altro che contenta.
Tutti si salutarono e si accorsero dello stato di crisi della ragazza.
« Ehi, che succede? » domandò Sam preoccupato.
Infondo, gli interessava di Emily.
« E’ depressa perché il suo adorato Mr Depp non ha dato segni di vita dopo che lei gli ha regalato il suo libro, scritto con tanto amore e passione. » rispose Mallorie prendendola un po’ alla leggera cercando di sviare l’attenzione su quel fatto, che certamente leggero non era.
Non per Emily.

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Appartamento di Johnny Depp.

Johnny per un secondo ringrazio il cielo che non fosse ancora andato a vivere con Kate, altrimenti non avrebbe potuto fare con così tanta tranquillità quello che stata facendo. Non spediva una lettera dal lontano ottantaquattro, quindi dopo aver ricevuto tutte le informazioni su Emily, e mandato Sebastian a comprare una busta grande e dei francobolli, infilò il libro in essa, insieme a un biglietto scritto a mano fra le pagine.




I personaggi:

Johnny Depp as Johnny Depp
(32 anni)


Emily Florence Cecil as Nina Dobrev
(25 anni)


Mallorie Adams as America Ferrera
(24 anni)


Sam Baker as Paul Wesley
(26 anni)


Sebastian Winter as Metthew Perry
(40 anni)


Hellen Williams as Melissa McCarthy
(38 anni)


Mark Stephenson as Rupert Grint
(24 anni)


Timothy James as Shia Labeouf
(25 anni)

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Capitolo 4
*** Confusione. ***


4.
Confusione.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Appartamento di Sam ,Mark e Timothy.

Sam approfittò del momento di chiacchiere e distrazione generale per portare Emily con sé nell’altra stanza. Non era qualcosa che facevano spesso, malgrado i sei anni di conoscenza e di convivenza, insieme a Mallorie, due anni prima. Avrebbe potuto starsene di là e non lasciarsi dominare dagli stati d’animo di Emily. Ma, purtroppo, lei aveva una forte influenza su di lui, che teneva a bada spesso, troppo spesso.
Sam la prese per un braccio senza imporsi, le diede il tempo di capire e decidere se accettare oppure no. Era molto discreto in questo.
Emily annuì, così insieme entrarono nella camera da letto di lui. La ragazza non si preoccupò di lasciar trasparire un senso di disapprovazione causato da tutto quello scompiglio.
“Il disordine non è qualcosa di cui andar fieri!” ripeteva senza fine la nonna di Emily ogniqualvolta le trovava la stanza in disordine. Ma lei si trovava così bene fra vestiti, libri e peluche.

Si ritrovarono uno di fronte all’altra così Sam azzardò una stretta alle spalle di lei che la face trasalire.
« Che succede, Emily? » domandò lui, scrutando ogni minimo movimento del suo viso.
« Nulla di che. » rispose asciutta con lo sguardo basso.
« Perché ti ostini a non parlare? Siamo amici, puoi confidarti con me. »
« So che siamo amici, so che posso confidarmi e so anche che farlo non serve a nulla. » si espresse Emily « E’ tutto così statico! » esclamò, infine, accompagnata da un espressione contratta e da un gesto impulsivo delle mani.
« Sai che non sono un bravo oratore, » abbozzò un sorriso « e che sono solo un bravo ascoltatore. Però quello che mi sento di dirti è di andare avanti; continuare così fa stare male te, Mallorie e me. »
Gli occhi di Sam saettavano da un occhio all’altro di Emily e lei faceva lo stesso di rimando; commossa da quelle poche parole, così vere da essere già abbastanza.
« Grazie, Sam. Sei un amico speciale. » incalzò Emily stringendolo al petto.
« Grazie a te. » rispose lui cingendole spalle « Ti voglio bene. »
« Anch’io. » rispose Emily.
Sam al suono di quelle due parole si lasciò scappare un sorriso e poi le diede un bacio sulla fronte.

« Sam! Emily! Dove vi siete cacciati? » sbraitava Mallorie con quel suo tono così adorabile e acuto.
I due ebbero solo tempo di interrompere l’abbraccio prima che l’amica irrompesse in camera.
« Allora? La pizza è arrivata. » li informò Mallorie « Era. » concluse dopo aver visto Mark e Timothy cominciare a ingozzarsi di pizza.
« Sarà il caso di andare di là prima che ci lascino a stomaco vuoto. » incalzò Emily cercando invano di fare una battuta divertente.
Sam e Mallorie risero per spirito di fratellanza.


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Appartamento di Johnny

Come al solito John rimuginava.
Abbandonato nella poltrona rossa di camoscio si lisciava i baffi nella penombra.
Credeva di non aver fatto la cosa giusta. Tanto non faceva mai la cosa giusta! Kate era riuscita a convincerlo di questo e ormai erano tre anni che non se ne liberava più.
Di quel senso di inadeguatezza.
Non sapeva se il pacco era già arrivato, se Emily l’aveva aperto o se c’era stato qualche imprevisto col corriere.
Sentiva solo una terribile mancanza. Terribile non nel senso di vorace, di struggente; terribile come uno di quei taglietti che ti procuri per sbaglio con la carta.
Tanto piccolo, quanto fastidioso.
Tanto piccolo, quanto esasperante.
Voleva negare a se stesso ciò che aveva perfettamente chiaro in testa. Quel libro era qualcosa di speciale, una di quelle cose che ti cambiano la vita. Ma la sua coscienza gli ribadiva in continuazione “E’ solo un libro! E’ solo un libro!”, anche nel bel mezzo della lettura, quanto si sentiva completamente travolto dalle sensazioni; dalle sue e da quelle del Johnny personaggio. Era lui quel Johnny, come poteva non immedesimarsi?
Quella donna aveva la magia nelle dita. Perché negarlo? Come accettarlo?
La scrittura è un arte e lei era figlia dell’arte; come lo era anche lui. Nessuno era mai riuscito a sconvolgerlo così, e non riusciva a capacitarsene.
Aveva tutte le intenzioni di discuterne con lei; non vedeva l’ora. Era così affamato d’amore, d’amore vero. Amore come quello tra quel Johnny e Selly.

Aveva appena scoperto ciò di cui aveva disperato bisogno. Affetto, tenerezza, desiderio.

John si allontanò dai pensieri dopo aver sentito bussare alla porta del suo studio.
« Sì? » domandò.
« Signore, è appena arrivata la chiamata dal corriere. Il pacco è a destinazione. » lo informò Sebastian con tono lieve. L'ora inoltrata aveva abbassato in automatico le voci di tutti di almeno un'ottava.
« Grazie, Sebastian. Puoi anche andare a dormire adesso. » terminò Johnny, talmente stanco da non avere neanche voglia di rimproverare il maggiordomo per averlo chiamato "signore", di nuovo.


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Tre ore dopo.
Appartamento di Sam.


« Ragazzi, è stata davvero una bella serata! » disse ad alta voce Mallorie dal pianerottolo.
Lei era così, semplice, spontanea, autentica.
Una persona gentile, e così divertente da riuscire a farti dimenticare i pensieri più brutti per un buon quarto d'ora.
Ormai Emily aveva dato un taglio ai pensieri con un po’ d’alcool e il suo equilibrio ne stava risentendo. Non si ubriacava mai, però quella sera aveva un buon motivo. Non tutti hanno l'incombenza di dover aspettare la risposta della propria vita da parte di una stella di Hollywood, che segnerà il suo destino tra l’altro.
Mallorie si portò un braccio di Emily sulle spalle « Forza, aggrappati a me. » ordinò.
« Aspetta, » Emily fece segno a Mallorie di fermarsi « mi viene da vomitare. » la informò con tono frastornato.
« Tesoro, non è nulla. Forza andiamo a casa. » la rassicurò l'amica mentre tentava afferrarla saldamente.
Sam fu smosso da un senso di tenerezza « Mallorie, se vuoi ti accompagno io. » si propose gentilmente Sam.
« No, non disturbarti. » disse lei prima di perdere l'equilibrio per un attimo, rischiando di far cadere anche Emily.
Sam conosceva bene anche Mallorie. E quella sera era decisamente troppo altruista.
« Ti accompagno. » insistette.
Afferrò il cappotto e corse da Mallorie in balia di Emily, agitata e confusa. Prese il braccio di lei e se lo avvolse attorno al collo e poi la caricò su di lui. Mallorie lo ringraziò con un sorriso. Il ragazzo sapeva quanto era il momento di agire senza chiedere.

Venti minuti più tardi i tre amici arrivarono a destinazione. Era parecchio tardi e la strada era spoglia di vita. Solo un uomo addormentato davanti al loro portone principale, che confuse un po’ tutti. Tranne Emily ovviamente. Lei dormiva beatamente.
« Ma che? » si domandò Mallorie con un espressione di chiara interdizione.
« Tieni Emily qui, io vado a vedere. » messa di nuovo a sedere Emily in macchina, si diresse perso l’uomo. Mallorie fissava la scena da lontano. Sam cercò fra le aiuole qualche rametto e poi ne usò uno per svegliare l’uomo. Questo si svegliò e mostrò subito al ragazzo il pacco che aveva in mano. Sam buttò via il rametto e prese il pacco e firmò.
Mallorie sembrò notare un senso di amarezza nei gesti del ragazzo. Pensava fosse qualche regalo da parte dei suoi genitori, con cui non aveva un buon rapporto.
Con cui non aveva un rapporto, semplicemente.
Sam tornò da Mallorie con il pacco in mano.
« E’ per Emily. » disse freddo. La ragazza si sentì ancora più confusa.
« Da John Christopher Depp II. Dovrebbe essere quel famigerato Johnny Depp. No? »
« E’ lui. » confermò Mallorie e prese il pacco in mano « Sarà un libro. Spero non quello di Emily. In quel caso dobbiamo gettarlo via. Potrebbe morirne. » continuò lei.
« Non possiamo aprirlo, dev’essere lei a farlo. » Sam si sentì un infame. Sperava con tutto se stesso che fosse il rifiuto del regalo, voleva che Emily lo vedesse e se ne facesse una ragione una volta per tutte.
« Andiamo dentro che si gela. » asserì Mallorie.
« Sì, infatti. »
Sam aiutò Mallorie ancora una volta a trascinare Emily per tutto il fialetto, l'entrata e poi la camera da letto .
« Ti aspetta una piccola sorpresa domani mattina, cara. » disse Mallorie, mentre le rimboccava le coperte « 'Notte. » e le diede un bacio in fronte.
Spense la luce e uscì chiudendosi la porta alle spalle.
« Se vuoi puoi restare a dormire. » propose Mallorie, poggiata con una spalla alla cornice della porta « E’ tardi e hai anche bevuto un po’. »
« Come hai vecchi tempi, eh? »
« Eh, già. » Mallorie sorrise al pensiero « Ti prendo delle coperte. Il tuo letto è sempre al suo posto. »
« Grazie. »




Delucidazioni & CO.
Salve a tutti!
So che dopo aver letto sei già stanco/a però ho bisogno di chiederti una cosa. :)
Stavo pensando di aggiungere a fine capitolo ( a ognuno) una specie di questionario di gradimento dove puoi rispondermi nelle recensioni o per messaggio privato.
Scrivo, oltre che per piacere personale, anche per far sognare la gente e sapere qualcosa di più riguardo ciò che avete pensato leggendo e le sensazioni che avete provato.
Fammi sapere se l'idea ti piacere sempre con una recensione o m.p. e poi deciderò se "applicarla o no".
Grazie qualsiasi cosa tu faccia. :)


I personaggi:

Johnny Depp as Johnny Depp
(32 anni)


Emily Florence Cecil as Nina Dobrev
(25 anni)


Mallorie Adams as America Ferrera
(24 anni)


Sam Baker as Paul Wesley
(26 anni)



Sebastian Winter as Metthew Perry
(40 anni)


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Capitolo 5
*** Il regalo della mia vita. ***


5.
Il regalo della mia vita.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Appartamento di Sam ,Mark e Timothy.

Emily cercò di aprire gli occhi, ma la forte luce solare, proveniente dalla finestra, la convinse per un momento a non tentare più di farlo. Anche se non era solo quello che la infastidiva.
Si sentiva il trucco ancora sul viso, i pori ostruiti e il mascara sulle guance. Era certa che non avrebbe gradito quei tre secondi di faccia a faccia con lo specchio del bagno. “Che viso adorabile che hai, Emily” si complimentava sempre sua madre e le baciava entrambe le guance. Peccato che durante la notte la sua faccia sembrava lievitasse; come postume da un intervento chirurgico.
Strizzò il viso nel gesto di stiracchiarsi.
Schiuse un occhio e la pupilla dilatata e stanca, si rimpicciolì di scatto, diventando grande quanto la punta di una spillo. Ruotò il viso, in modo da fissare il soffitto. Adesso aveva entrambi gli occhi aperti, ma ancora spenti; malgrado la brillantezza turchina delle sue iridi.
Non riusciva ancora a capire perché non aveva ricevuto risposte; per lei sarebbe stato scontato riceverle. Quindi ci rimase doppiamente fregata.
Decise finalmente, dopo una breve ma meditata riflessione, che era il momento di alzarsi, di guardare l’orologio e di sentirsi in colpa per aver dormito troppo.
Si agitò fra le coperte tentando di uscire, ma inciampò nel suo stesso lenzuolo. Sarebbe scontato dire che cadde faccia a terra, ma successe proprio così. Una sveglia migliore del caffè, o delle classiche colazioni a letto con tanto di rosa nel vassoio. Un sveglia allo stile di Emily.

La ragazza gemette per il dolore al naso, credette di esserselo rotto o qualcosa del genere, perciò lo tastò, sperando di non vedere sangue. Per fortuna non ne uscì, anche se non ne era proprio certa; non si era ancora appropriata di tutti e dieci decimi della vista.

Sam dormiva, tutto preso dal sogno che stava facendo; che ovviamente pochi secondi dopo essersi svegliato, avrebbe dimenticato. Come date e orari di appuntamenti ai quali non partecipò mai.
Sentì un forte tonfo provenire dall’altra stanza. Si dimenò per un po’ nel letto, infastidito dall’essere stato svegliato, e come volevasi dimostrare, dimenticò il suo sogno.
Si avvolse completamente fra le lenzuola, cercando di continuare a dormire, ma il mal di testa pulsante, che gli faceva credere di essere nel bel mezzo di un mare moto, non gli permetteva di chiudere gli occhi.

Non da meno era il mal di testa di Emily; sentiva le arterie pulsargli alle tempie e alle orecchie. Forse un caffè l’avrebbe aiutata. Ma proprio lì, nel ripiano della macchina del caffè, un pacco. Una busta grande, color caramello, con un francobollo sopra e alcuni timbri d’inchiostro nero. Scritto a mano un “per Emily Florence Cecil” che la vece tornare bambina. “La curiosità è il motore della vita” come diceva sempre il professore di filosofia di Emily della facoltà.
I suoi occhi adesso si che erano luccicanti, frizzanti.
Scordò per un secondo il caffè, il dolore al naso, la faccia gonfia, il mal di testa e anche il suo nome; se non fosse stato per il pacco, l’amnesia sarebbe stata irreversibile.

Sam, ormai avvilito, si alzò, con molta più grazia dell’amica, e anche lui sentì il bisogno di un caffè. Poco prima di giungere alla soglia della sua porta intravide Emily di schiena, impalata davanti a quel pacco. Preferì restare in disparte e guardare. Non era l’avvenimento migliore a cui sperava di assistere …
O forse sì?
Concluse che desiderava costantemente la felicità di Emily, ma di certo non questa felicità. Non aveva speranze contro di lui. Contro John Christopher Depp II.

Emily perse il controllo di sé.
Non uscì di testa, non cominciò ad agitarsi. Nulla del genere.
Rimase ferma, immobile. Quando veniva investita da una così forte scarica di adrenalina raramente andava su di giri.
Afferrò il pacco, se lo rigirò tra le mani; era troppo curiosa di aprirlo. Quindi perché indugiare ancora?
Fece scorrere un dito dentro la linguetta e strappò la carta. Era il suo libro.
Emily si senti il cuore sprofondare. Perché?
Non immaginava minimamente che Johnny potesse essere così maleducato da rimandare al mittente un regalo, così prezioso e particolare, tra l’altro.
Lo sovrappose alla carta e si sedette al tavolo della cucina. Fissava quella copertina imbarazzata e delusa.
“D’accordo che non ti piace, ma non puoi ridarmelo così. Avrei preferito che l’avessi buttato.”
Non ebbe il tempo di appallottolare la busta che notò un piccolo triangolino di carta celeste sbucare fuori dal blocco di pagine. Strinse gli occhi a fessura. Qualsiasi cosa fosse le piaceva. Era sempre qualcosa che la collegava direttamente a lui.
Afferrò quella parte di foglietto e aprì le pagine in quel punto.
Pagina quattrocentoventi. Il foglietto riportava un messaggio scritto a mano:

Cara Miss Cecil,
ho molto apprezzato il suo libro. Come evitarlo, d'altronde?
Non l’ho terminato però, non sono ancora pronto a sapere la fine.
Anzi, spero sarà lei a rivelarmela, magari davanti un caffè; e anche un po’ di rum.

P.s. Spero di cuore che non vada a guardare pagina 149. Piccolo segno “indelebile” del mio passaggio su quelle così ben scritte pagine.

Un saluto,
John Christopher Depp II



Emily aveva le palpitazioni e i segni chiave dell’inizio di un infarto. Sudava, malgrado fosse quasi Febbraio e sentiva un fitta al petto, tanto forte che, se l’avessero infilzata con una forchetta non l’avrebbe sentito.
Si portò una mano alla bocca spalancata. Avrebbe avuto voglia di salire sulla sedia e cominciare a saltellare urlando che finalmente era arrivato il suo momento.
Momento interrotto da Sam, che comparve in cucina ancora preso dal sonno.
Aveva assistito alla scena, e non gli piacque per niente.
Cercava di farselo piacere; ah, se ci provò. Ma ci sono certi istinti che non si possono reprimere.
Emily lo fissò di scatto col viso trasudante di felicità, entusiasmo, emozione. Tutto insieme.
« Tu? » Incalzò Emily indicando il libro.
« Sì, lo sapevo. » rispose Sam alla domanda inespressa.
« Ma perch- »
« Perché eri completamente ubriaca, non avresti capito nulla. »
Mentre Sam parlava Emily ritornò al biglietto e curiosa tornò indietro fino a pagina centoquarantanove.
Si trovò davanti la normalissima pagina del suo libro macchiata con qualcosa di scuro. Una macchia piuttosto estesa e che odorava di caffè e cannella.
La cannella di sua zia. Le ricordava la sua infanzia.
Chiuse gli occhi, si porto le pagine al naso e ispirò, assaporando ogni sfumatura di quella fragranza decisa, ma dolce insieme.
Nel frattempo Sam era andato alla macchina del caffè e ne aveva versato per entrambi. Si sedette alla sua sinistra, attorno al tavolo quadrato e le porse la tazza. La sua solita, ma adorata, tazza nera con l’interno color panna.
« Non posso crederci. » disse Emily, fissando le pagine aperte.
Sam annuì distante.
« Cos’hai? » domandò la ragazza.
« Oh, nulla. Solo un po’ di mal di testa. » sviò lui e si portò le mani alla testa.
« Mallorie? »
« E’ uscita, aveva delle commissioni da fare, credo. »
Emily tornò a fissare il libro, quando un altro interrogativo le aleggiò in mente. Ma prima che potesse finire la frase: « Avevo bevuto e sono rimasto a dormire per evitare di guidare. Certo non bevo quanto te, però sai, io sono un ragazzo coscienzioso. » sghignazzò Sam.
Emily gli diede un colpo alla spalla fingendo di essersi offesa, ma poi iniziò a ridere insieme a lui.
« E’ strano rivederti qui, a questo tavolo, a quest’ora, dopo due anni. »
« Perché è così strano? Ormai è orario di pranzo. Io vengo quasi sempre a mangiare qui. » scherzò Sam.
« Oh cavolo! E’ ora di pranzo? »
« Sì, bella addormentata. » rispose accompagnato da un sorriso a labbra chiuse.
« Devo preparare subito qualcosa, prima che torni Mallorie e mi maledica per non averle fatto trovare qualcosa. » asserì Emily alzandosi e portando prima il “regalo” in camera sua e poi correndo in cucina.
« E comunque, » iniziò lei ricolta verso Sam e con i palmi al ripiano « è bello riaverti qui. » concluse con un sorriso.
Sam sorrise di rimando.



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Appartamento di Johnny.
 
« Sebastian, io esco. » asserì John intento a chiudersi dentro il cappotto.
« Ma signore, le scorte? I paparazzi? »
« Non m’importa. Prenderò tutti a cazzotti se è il caso. »
Johnny si diede l’ultima si sistemata al cappello e agli occhiali scuri e poi uscì sbattendosi la porta alle spalle.
Sapeva esattamente dove andare e ci sarebbe andato da solo. Però i fotografi erano in agguato, telecamere e microfoni accesi, pronti a captare ogni suo movimento o suono. Davanti a se l’uscita dal palazzo in cui viveva e almeno una cinquantina di giornalisti fuori. John si fermò un secondo e sospirò, cercando di farsi coraggio a passare fra quella barriera di parassiti. Neanche ebbe il tempo di aprire il grande portone che i paparazzi iniziarono a scattare foto e abbagliarlo di flash.
« Ma che diamine! » esclamò.
Decise di prendere l’uscita del retro, sperando che pochi si fossero piazzati lì. E così fu.
Montato in macchina, un BMW nero metallizzato con vetri oscurati. Cercò fra le tasche il foglietto con trascritto l’indirizzo preciso della casa di Emily, ma non lo trovò.
« Oh, cazzo! » urlò, colpendo il volante con le mani.
Gli era caduto poco prima, nella colluttazione con tutti quei fotografi. Adesso avrebbero scoperto dove abitava e sarebbero venuti sicuramente lì.
Improvvisò chiamando Emily al cellulare. Non poteva andare da lei, ormai tutti ne erano a conoscenza e poi neanche avrebbero potuto parlare tranquillamente. Se l’avesse chiamata le avrebbe potuto dire dove aspettarlo.
Agguantò il cellulare e fece scorrere il lungo elenco della rubrica. Premette il tasto verde e attese.



QUESTIONARIO DI GRADIMENTO.

1) Ti piace il titolo del capitolo?
2) Ti è piaciuto ciò di cui ho parlato?
3) Ti è piaciuto il modo in cui l’ho scritto?
4) Leggendo le riflessioni dei personaggi, hai cambiato idea riguardo uno di loro?
5) Ti è piaciuta la fine?

Ti chiedo di dare risposte aperte (non solo: sì, no) e anzi se sono negative, voglio assolutamente sapere cos’è che non ti è piaciuto. Ho bisogno del TUO parere. Grazie.


I personaggi:

Johnny Depp as Johnny Depp
(32 anni)


Emily Florence Cecil as Nina Dobrev
(25 anni)


Sam Baker as Paul Wesley
(26 anni)


Sebastian Winter as Metthew Perry
(40 anni)


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Capitolo 6
*** La telefonata che tutti aspettavano. O forse no? ***


6.
La telefonata che tutti aspettavano. O forse no?.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Appartamento di Emily e Mallorie.

Sam cercò di non pensare alla situazione e decise di aiutare Emily a preparare il pranzo.
La culinaria non era una sua dote, però amava mischiare sapori e colori. Il suo piatto preferito era in assoluto la frittata con la salsiccia, così ne approfittò proponendola a Emily che sfogliava nervosamente le pagine di un libro di cucina.
Emily sapeva essere così dolce, anche quando non voleva esserlo. Fissarla scorrere le pagine, con quel suo modo così leggero, sublime quasi, gli fece desiderare di essere al loro posto per poter essere accarezzato con così tanta grazia.

« Vuoi qualche consiglio? » incalzò Sam col sorriso sotto il naso.
« Credo proprio di sì. » rispose disperata Emily, accompagnata da una risata isterica.
« Frittata con salsiccia? »
Emily si bloccò e guardò Sam dietro di lei. « Sei un genio, lo sai? » si complimentò.
« Sì, lo sapevo già. » sghignazzò.
« E anche modesto. » continuò, intenta a prendere la padella appesa a un chiodo sul muro.
« Sapevo anche quello. » sorrise, poggiando il gomito al tavolo e il mento alla mano.
« Bene, adesso come … »
« Ti aiuto io, aspetta. »
Sam si alzò, nel tragitto si tirò su le maniche della maglia fino al gomito e si posizionò dietro Emily. Nella ragazza aleggiò un senso di stupore, ma non si preoccupò più di tanto. Pensò che forse voleva insegnarle a cucinare la frittata senza aiutarla fisicamente.
« Metti la padella sul fuoco e versaci l’olio. » ordinò Sam. « Sì, signor capitano! » esclamò Emily facendo la voce grossa e portandosi una mano alla fronte sull’attenti.
A Sam scappò un sorriso.
« Adesso? » domandò lei interessata. Teneva il manico della padella con un mano, l’altra era poggiata al fianco.
Sam da dietro esaminava il tutto senza nessun contatto, né visivo né fisico.
« Devi aspettare che si scaldi l’olio. Intanto prendi una ciotola, tre uova, due pugni di formaggio, salsiccia a pezzi e una frusta. » la informò, tenendo le mani dietro la schiena.
« Ok. La ciotola è qui. Le uova … » si interruppe, scrutando l’interno del frigo accanto a lei. Tirò fuori le uova, la salsiccia e il parmigiano. « Cosa metto prima? »
« Le uova, poi aggiungi il formaggio e infine al salsiccia a pezzetti . Appena l’olio è caldo versi tutto nella padella. »
Emily ruppe le tre uova e le mescolò al formaggio con la frusta. Sam era come se non ci fosse, e lei si sentiva sottopressione. Sapeva che c’era ed era come se stesse per toccarla, ma non lo faceva. Si sentiva in tensione. Forse era solo una sua idea. Alla fine versò la salsiccia.
«Perfetto, adesso versa tutto lì. »
Sam indicò la padella col dito e tornò alla posizione di prima; mani dietro la schiena e sguardo vigile. A Emily tremavano le mani mentre versava il contenuto della ciotola nella padella e non sapeva spiegarsi il perché.
« Adesso penso di sapere come si fa. » rise Emily mentre fissava il liquido denso e giallo friggere sopra il calore del metallo.
« Davvero? Sai capovolgere la frittata direttamente dalla padella? »
Emily rimase spiazzata e si girò verso di lui con lo sguardo meravigliato.
« No. Perché tu sai farlo? »
« Certo! Per chi mi hai preso? » schernì lui.
« Sono curiosa di ammirare le sue doti, Chef. »
Emily fece un passo di lato, invitando Sam a farsi avanti.
« No, no. Lo farai tu. E’ facile. Ci vuole solo una mano ferma. »
Le mani di Emily erano tutt’altro che ferme in quel momento. Desiderava che smettessero, subito.
« Prima controlla con una paletta se la frittata è cotta sotto. » la informò Sam.
Emily prese la paletta, la infilò sotto la frittata e l’alzò. Era di un color giallo bruciacchiato; odorava di salsiccia e formaggio fuso.
« E adesso? » chiese Emily, una volta posata la paletta. « Prendi il manico della padella. Tienilo stretto. » ordinò lui. La ragazza afferrò il manico nero di plastica con le dita in tensione, non ancora pronta a lanciare la frittata a mezz’aria. Sam se ne accorse, così si strinse dietro di lei e strinse la mano su quella di Emily.
« Al mio tre si parte. » disse Sam.
Emily si girò leggermente e lo guardò negli occhi. « Non so se posso farcela. »
« Puoi farcela. » una pausa. « Uno, due e tre! »
Sam diede la spinta necessaria a Emily per compiere quel complicato gesto e la frittata stava già cuocendo dall’altra parte.
« Wow! » esclamò Emily « Davvero molto bravo. » si complimentò sorridendo.
Le loro mani erano ancora strette al manico della padella, e Sam non accennava ad allentare la presa. Anzi con il pollice ne accarezzava il dorso.
Passò l’altra mano sopra il ventre di lei e la strinse a sé; riuscì a toccare una parte della sua pelle, scoperta dalla maglia troppo corta, regalatagli qualche mese prima da Mallorie. Era una delle preferite di Emily, tanto che ci dormiva a volte.
Sam liberò la mano dell’amica, che se la portò alla pancia nel punto il cui era poggiata quella del ragazzo. Quest’ultimo la strinse ai fianchi e la girò verso di lui.
Emily penso che c’era troppa carne al fuoco; era tutto così veloce. Qualche secondo prima neanche si toccavano, adesso erano petto contro petto e lo sguardo di Sam sembrava volesse tirargli via l’anima per quanto fosse profondo e sensuale.
Emily si trovo fra il corpo di lui e il mobile della cucina, senza via d’uscita.
Aveva voglia di cercarne?
Sam chiuse gli occhi e avvicinò le sue labbra a quelle di Emily. Lei sentiva il fiato sul suo viso, le mani strette alla vita, e la bocca scaldata dal respiro di lui.
Nessuno sembrava voler dire nulla, era tutto già stato dettato dagli istinti primari.

Ma un suono riecheggiò in tutta la cucina.
Era in cellulare di Emily.
I due rimasero immobili, interrotti da quel suono, apparentemente troppo fastidioso.
Emily abbassò lo sguardo per l’imbarazzo e corse al cellulare.

« Pronto? »
« Miss Cecil? » chiese una voce calda e profonda.
« Sì, chi parla? » domandò Emily, ancora presa dalla situazione di poco prima.
« Mr Depp. » rispose la voce.
Emily sentì una fitta allo stomaco.
« C-come? » spalancò la bocca « Quel Mr Depp? »
« L’attore e musicista intende? » sorrise John dall’altro capo del telefono.
« S-sì! »
« Sono io. »
Emily si prese qualche istante per esultare in silenzio.
Sam capì cosa stava succedendo, e se prima quel momento speciale era stato interrotto, adesso non aveva proprio più speranze di esserlo, perché non si sarebbe ripresentato.
Abbassò lo sguardo avvilito e spense il fuoco sotto la padella calda.
« C-os c-osa desidera, Mr Depp? »
« Un sì al mio invito. »
« Invito? » domandò Emily confusa.
« Il corriere mi aveva avvisato che il pacco le era arrivato, o forse non ha avuto modo di leggere il mio biglietto? »
« Oh, il biglietto! »
“Che idiota!”
Emily si diede un colpo alla fronte.
« Accetta di prendere un caffè insieme a me, oppure no? Se ha da fare, io posso chiam- »
« No, no, no! Sono libera! Super libera. » schiamazzò lei.
« Allora possiamo vederci al Fly Bar, adesso. »
« Adesso va benissimo. » disse con un sorriso ebete stampato in faccia.
« Ah. Ehm, metta un paio di occhiali da sole. »
« Grazie dell’informazione, Mr Depp. Ci vediamo lì. »
« A fra poco, Miss Cecil. »

« Oh mio dio! » urlò Emily.
Vide Sam spuntagli davanti e cominciò a indicare il cellulare e il gesto del telefono con la mano, senza riuscire a parlare.
Ma Sam aveva già capito tutto, e non avrebbe voluto.
« Ti dispiace continuare a preparare? Ho un appuntamento con Johnny Depp, praticamente, adesso! » esultò ancora.
« Sì, avevo capito. » Sam si portò le mani ai fianchi e abbassò il sguardo « Vorrà dire che mangerò solo con Mallorie. »
« Ti adoro. » concluse baciandolo a una guancia, come se si fosse di netto dimenticata di quel momento davanti ai fornelli.
Forse tutta presa dalla situazione se l’era dimenticato sul serio.
Corse in camera sua e svuotò l’armadio, in cerca di qualche straccio decente da mettere. Optò per dei jeans semplici, stivaletti alla caviglia in pelle marrone, un maglione bianco aderente con scollo a V, cappotto in pelle abbinato alle scarpe, sciarpa e occhiali da sole a lenti scure; come richiesto da Mr Depp. Salutò Sam velocemente, afferrò la borsa marrone scuro e corse fuori.





Ecco a voi una piccola Gif della possibile scena del "quasi-bacio" fra Emily e Sam. Purtroppo lo sfondo non è proprio quello di una cucina, ma ci accontentiamo: per ora! x3




QUESTIONARIO DI GRADIMENTO.

1) Ti piace il titolo del capitolo?
2) Ti è piaciuto ciò di cui ho parlato?
3) Ti è piaciuto il modo in cui l’ho scritto?
4) Leggendo le riflessioni dei personaggi, hai cambiato idea riguardo uno di loro?
5) Ti è piaciuta la fine?

Ti chiedo di dare risposte aperte (non solo: sì, no) e anzi se sono negative, voglio assolutamente sapere cos’è che non ti è piaciuto. Ho bisogno del TUO parere. Grazie.


I personaggi:
Johnny Depp as Johnny Depp
(32 anni)


Emily Florence Cecil as Nina Dobrev
(25 anni)


Sam Baker as Paul Wesley
(26 anni)


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Capitolo 7
*** Sospensione dell'incredulità. ***


7.
Sospensione dell'incredulità.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fly Bar.

Johnny sedeva al tavolino, in attesa di Emily. Era gasato come un ragazzino, neanche avesse dovuto firmare il suo primo contratto, quello per “Nightmare – Dal profondo della notte” nel lontano ’84. Aveva le gambe accavallate al suo solito e batteva le mani sulle cosce, gli occhi viaggiavano da una parte all’altra del locale, alla ricerca di quella donna; l’aveva vista solo una volta e non sapeva se sarebbe riuscito a riconoscerla.
Ma si stupì non appena vide comparire una figura slanciata, dalle movenze egizie. Gli arti erano longilinei, come il collo, e i capelli scuri le incorniciavano il viso dalla pelle ambrata. Ancheggiava in modo sensuale, malgrado lo sforzo di non sembrare timida. Aveva il viso contratto, come se si ripetesse nella testa “Non cadere. Non cadere”.
Per fortuna non cadde.
Emily si fermò di fronte a lui, dall’altra parte del tavolino e John si alzò e le baciò la mano. Emily si sentì una fitta allo stomaco; non avrebbe più lavato quella mano, mai più. Si sentiva come quando da bambina suo padre le regalò la prima bambola.
Felice come una pasqua, emozionata, incuriosita. Soddisfatta anche, dopotutto se adesso era con lui era, di certo, merito della sua iniziativa alla notte degli Oscar.
Johnny fece accomodare Emily accompagnandola con la sedia e poi si sedette.
« Bene. Sono contento che sei venuta. » iniziò lui accompagnato da un sorriso a labbra chiuse.
Non era ancora il momento di scatenare tutto il suo carisma.
« E io sono contenta che lei mi abbia invitato. » ricambiò Emily sorridendo di rimando. Evaporava agitazione, voleva scatenarsi, lasciarsi andare, ma non era il caso.
Emily riusciva con difficoltà a guardare John, tra l’imbarazzo e le lenti scure di entrambi. Avrebbe preferito evitate tutte queste precauzioni, ma essere VIP comporta questo.
« Hai letto il mio biglietto, vero? » chiese John toccandosi i baffi.
« S-sì, certo! Ho molto apprezzato. E’ stato davvero gentile da parte sua leggerlo. » rispose Emily balbettando. Strapazzava le dita affusolate per l’agitazione.
« Non darmi del lei, per favore. »
Johnny poggiò la sua mano su quella di Emily, quella che aveva baciato poco prima. La ragazza sobbalzò leggermente e confermò dentro sé che non avrebbe mai più lavato la mano.
Era tutto così calmo, c’era pochissima gente, i camerieri erano tutti sull’attenti e il posto odorava di pesca . Emily si chiese se aveva pagato il proprietario per tutto questo.
« Oh, d’accordo. » rispose lei con le gote arrossate e ritirò la mano, era troppo imbarazzata. Johnny capì e con un cenno della mano chiamò un cameriere.
« Mi dica, signore. » chiese l’uomo in camicia bianca e gilè nero.
« Ti cosa prendi, Emily? » domando l’attore alla ragazza. L’ultima cosa a cui pensava in quel momento era cosa ordinare: « Quello che prende lui. » rispose. Certo, se l’era cavata con poco, ma sempre meglio di sparare qualcosa di strano.
Johnny roteò gli occhi, da Emily passo al cameriere.
« Allora ci porti due caffè con rum. » ordinò « Tu bevo il rum, giusto? »
« Ehm, » Emily non sapeva cosa rispondere, non beveva spesso e il rum non l’aveva mai assaggiato « si. Certo! » esclamò con troppo entusiasmo.
Il cameriere annuì e andò via.
« Bevi davvero il rum? » chiese John con un sopracciglio alzato e gli occhi a fessura.
« No. » confesso Emily e si chiuse nelle braccia.
« C’è sempre una prima volta. » sorrise « E non essere così timida! Dopotutto sono solo una stella di Hollywood! » ironizzò.
Emily rise di gusto.
« Già; e come tu ci sia riuscito è un mistero. »
« Fortuna, carattere e talento. Senza una qualsiasi di queste tre non puoi farcela. » confessò lui.
« Allora non diventerò mai nessuno. Non ho nessuna delle tre. » asserì Emily.
« Tu hai il talento e la fortuna di avermi conosciuto. Il carattere uscirà fuori, lo so. » disse John in preda all’immaginazione « Diventerai qualcuno. » concluse compiaciuto.
« I-io? » Emily indicò se stessa allibita « No, Impossibile. » allontanò quell’idea con un gesto della mano.
« Solo se pensi che lo sia. »
Emily si fermò per un attimo e si tolse gli occhiali da sole. Le parole di quell’uomo, tanto bello quanto talentuoso, l’avevano fatta riflettere. Cosa c’era di male? In fondo aveva pubblicato un libro anche per quello.
Essere riconosciuta da tutti, firmare autografi, partecipare alle prime cinematografiche e magari comparire nel grande e piccolo schermo. Non ci aveva mai pensato fino in fondo, ma l’idea le lasciò un abbozzo di sorriso sulle labbra rosee.
« Allettante eh? » incalzò Johnny con il mento poggiato alla mano.
« Sciocchezze! » esclamò Emily.
Non credeva in se stessa abbastanza da rendersi conto che poteva essere tutto ciò che voleva, qualsiasi cosa.
« Tutto ciò che stai pensando in questo momento, » disse John « ogni minima cosa, anche a me è passata per la mente. »
« Anche pensare che hai degli occhi bellissimi? » lo provocò lei.
« Ciò lo penso in questo momento di te. » espresse lui.
Ennesima fitta allo stomaco e battito accelerato. Fra poco il cuore le sarebbe risalito fino al cervello e l’avrebbe rimproverato per i troppi carichi di adrenalina che, senza preavviso, lo facevano martellare così violentemente.
Emily pensò che se avesse fissato il suo petto l’avrebbe visto muoversi, tanto era forte il battito. Provare certe sensazioni era davvero raro.
Il cameriere li disturbò senza rendersi conto: « Ecco i caffè. » e li posò sul tavolo. Due tazze bianche e fumanti con tanto di cucchiaino, zucchero e un piccola boccetta di liquido scuro.
Johnny ringraziò e l’uomo andò via.
« Quello sarebbe il rum? » domandò Emily indicando il contenitore di vetro.
« Si, intenso e speziato rum scuro. » John la aprì e ne versò un terzo circa « Invecchiato dodici anni in botti di quercia. Di solito non è in commercio, viene sempre miscelato. »
Bevve un sorso dalla bottiglietta.
« Vuoi? » domandò lui porgendogliela.
Emily non era molto sicura, ma la prese e ne odorò la fragranza; era corposo e dolce. Tossi per la troppa intensità del liquido.
« Sembra forte. » disse lei posando la boccetta sul tavolino.
« Lo è. » sorrise lui « Assaggia il caffè. » la invitò.
Emily afferrò la tazza e assaggiò quel mix di caffeina e alcool.
Ingoiò e si sentì andare a fuoco.
« Oh mamma! » esclamò strizzando gli occhi e trattenendo un colpo di tosse « C’era già il rum nel tuo? » deglutì.
« Sì, mi piace esagerare. » confessò lui.
« “Esagerare” è forse chiave del tuo successo, ma arma a doppio taglio a mio parere. »
« Il mio fegato è d’accordo con te. » scherzò.
Entrambi risero.
Qualche istante dopo Johnny terminò quel momento: « Perché hai scritto il libro? »
Emily si trovò spiazzata. Il motivo era quasi un tutt’uno con la sua essenza; era come spiegare perché si provano sentimenti o perché esistano. Sapeva solo che era stata mossa dall’istinto di scrivere e di parlare di lui, il resto venne da sé.
« Sono innamorata di te in un certo senso, dei personaggi che interpreti. »
« E’ ciò in cui tutti cadono. Ma tu sei la prima che ha chiara in testa la differenza. Amare il personaggio di un film non è amare la persona che lo interpreta. » disse John.
« Esattamente. »
« Di quale personaggio ti sei innamorata in particolare? »
« Ed Wood, Giorge Jung, Edward mani di forbic- »
« Ok, ok! Calma. Uno alla volta. » ridacchiò.
Emily s’imbarazzò e abbassò lo sguardo.
« No! Ma perché fai così? Sei snervante. »
« Perché? » domandò Emily infastidita.
« Hai mai sentito parlare di sospensione dell’incredulità? E’ un particolare carattere semiotico che consiste nella volontà, da parte del lettore o dello spettatore, di sospendere le proprie facoltà critiche allo scopo di ignorare le incongruenze secondarie e di godere di un’opera di fantasia. Da quando hai iniziato a scrivere con fai altro che … »
« E quindi? »
Emily sapeva come reggergli il gioco.
« Quindi hai deciso che era il caso di riportare le cose sul piano razionale. Tanto vale che ci mettiamo a scrivere un romanzo tradizionale, si tratta solo di scegliere il genere. »
Emily si sentì come se il sogno della sua vita fosse diventato realtà, aveva recitato un parte del film Ed Wood, era in estasi, l’adrenalina le scorreva in corpo.
« Sospendi l’incredulità, Emily. » disse Johnny « Smetti per un secondo di non credere di essere abbastanza, lascia che la tua mente vaghi e che le tue forze mettano in atto ciò che hai immaginato. E’ semplice, io ci sono riuscito. »
« I-io … Mi sforzo di sorridere, sapendo che la mia ambizione ha superato di gran lunga il mio talento. » disse Emily, citando una frase del film Blow.
« Tu ce l’hai un sogno George? » cominciò John dandole corda.
« Si cazzo, ce l’avrei se mi facessi dormire. »
« Tu ce l’hai un sogno, e per me puoi realizzarlo … ma fin’ora hai fallito. Perché? »
« Perché mi hanno beccato. »
« No mio ermano, hai fallito perché quello che avevi era il sogno sbagliato. »
« Cosa, cosa significa? »
« Che tu ami l’idea di realizzare ciò che vuoi, non il realizzarsi dei sogni in sé. Cambia le tue prospettive; non credere di non potercela fare, tu puoi tutto. »
« Perché mi dici tutto questo, Johnny? Io non capisco. » domandò Emily, quell’inaspettato interesse non capiva da dove venisse.
« Vedi, prima che lui venisse in questa città la neve non era mai caduta. E dopo il suo arrivo... é caduta. »



QUESTIONARIO DI GRADIMENTO.

1) Ti piace il titolo del capitolo?
2) Ti è piaciuto ciò di cui ho parlato?
3) Ti è piaciuto il modo in cui l’ho scritto?
4) Leggendo le riflessioni dei personaggi, hai cambiato idea riguardo uno di loro?
5) Ti è piaciuta la fine?

Ti chiedo di dare risposte aperte (non solo: sì, no) e anzi se sono negative, voglio assolutamente sapere cos’è che non ti è piaciuto. Ho bisogno del TUO parere. Grazie.


I personaggi:
Johnny Depp as Johnny Depp
(32 anni)


Emily Florence Cecil as Nina Dobrev
(25 anni)


INFO:
Chiedo anche a voi di sospendere l'incredulità, in quanto Ed Wood e Blow sono film usciti dopo il 1995 e quindi non dovrebbero neanche esistere, ma ne avevo bisogno. :) Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

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Capitolo 8
*** 8. La verità viene sempre a galla. ***


8.
La verità viene sempre a galla.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Appartamento di Emily e Mallorie.

Sam si ritrovò solo, poggiato al bancone con le braccia incrociate. Era frustrante quella situazione; Emily si dimenticava improvvisamente di lui non appena quel Depp veniva nominato.
Si sentiva come quando da bambino, sua madre –dopo la separazione dal padre- lo abbandonava a se stesso per uscire con le amiche.
Il tintinnare delle chiavi dentro la toppa lo fecero tornare alla realtà.
« Sam, sei in casa? »
La voce di Mallorie riecheggiò dall’ingresso.
« Sì, sto preparando il pranzo. » rispose Sam, cercando di camuffare la sua tristezza col tono di voce. E mise la frittata in un piatto da portata preso dalla credenza.
« Che hai preparato? » chiese la ragazza con lo sguardo improvvisamente vivo.
Sam cucinava davvero bene e a Mallorie mancava mangiare le tue prelibatezze.
Ecco perché mise su quei due-tre chiletti di cui non riusciva a liberarsi; dopo il trasferimento di Sam, sia lei che Emily avevano iniziato a mangiare panini e cibo da asporto. Solo che Emily non metteva su peso grazie al suo metabolismo. Mallorie, invece si caricava tutto addosso: pollo fritto e merendine.
« Frittata con salsiccia. » informò Sam, mentre frugava nella dispensa « Hai qualcos’altro che posso cucinare? » chiese poi. « Ehm, credo ci sia dell’insalata in frigo e anche dei pomodori. » rispose Mallorie intenta a liberarsi da sciarpa e cappotto. Si sentiva un insaccato.
Si diresse in camera e indossò una tuta. I jeans che indossava le stringevano troppo.
« Emily è a casa? » domandò Mallorie legandosi in uno chignon i capelli bruni.
Sam esitò prima di rispondere, la sua voglia di parlare di Emily in quel momento era pari a zero. « Ha ricevuto un invito all’ultimo minuto da Mr Depp. » incalzò, calcando un senso di disgusto sul cognome dell’attore.
« Cosa? » esclamò Mallorie, già in cucina a pochi passi da lui.
Il ragazzo era ricurvo, sembrava di portasse sulle spalle larghe un masso insormontabile.
« Hai sentito. » borbottò Sam dirigendosi alla tavola con l’insalatiera in mano.
« Non mi sembri contento. »
« No! Scherzi? Le ho augurato anche buona fortuna. » aggiunse lui con un sorriso finto.
Era chiaramente irritato a causa di quell’appuntamento e lo dava a vedere. Solo a Mallorie però. Davanti Emily non avrebbe osato, lei non doveva sapere.
« Sam, qual è il problema? »
Ecco, Mallorie è passata alla fase crocerossina. Lo avrebbe sfinito con domande su domande per farsi dire la verità; perché lei si caricava dei problemi di tutti.
« Mallorie, non cominciare. »
« Sam, mi sembri stravolto. » Mallorie poggiò i gomiti sul tavolo e mise le mani una sopra l’altra « E’ per Emily? »
Colpito e affondato.
Sam rimase immobile con la forchetta infilzata nella frittata. Non sapeva come evitare di farle capire che sì, era per Emily. Abbassò il capo e fissò il piatto, indeciso su cosa dire. E anche sul cosa fare.
In fine rispose con « Sì. » emise un sì flebile, sottovoce, come per ammetterlo a se stesso più che a Mallorie.
« Sam, ma che ti sta succedendo? » chiese preoccupata l’amica, e poggiò la sua mano su quella di Sam in segno di conforto.



 

Fly Bar.

 
 
Emily e Johnny avevano conversato a lungo sui personaggi dei suoi film, sulla loro psicologia e sulla visione dei fatti di John attore.
Per Emily era stato davvero uno di quei momenti che ti fanno crescere.
Dopotutto discutere di argomenti simili con persone che sanno quello che dicono aiuta sempre. Ed Emily si sentiva un gradino più su, ma doppiamente dubbiosa.
Dubbiosa sulla così improvvisata comprensione di quest’uomo. Forse aveva apprezzato davvero il suo libro e si sentiva in debito con lei. Ma Emily preferiva credere che non fosse perché sentiva di dovergli qualcosa.
« Cosa ne pensi del libro? » domando Emily all’improvviso, interrompendo Mr Depp.
John si trovò spiazzato.
« Beh, è un bel libro. Scritto bene, trama avvincente. Nessuna critica. »
Silenzio.
Emily fissava John, apparentemente in difficoltà.
La ragazza emulò l’espressione dell’attore di prima: alzò un sopracciglio e strinse gli occhi a fessura. « Tutto qui? » chiese.
Mr Depp si toccò il pizzetto: « Mmh. ». Adesso fissava la tazza di caffè e rum.
« Mmh, cosa? » insistette Emily. Doveva sapere.
Non avrebbe avuto motivo di convocarla, di rischiare foto indiscrete di paparazzi, o anche solo di doversi scomodare e trovare del tempo libero, solo per dirle “Trama avvincente. Nessuna critica”.
« Posso essere sincero? » incalzò Johnny alzando lo sguardo. « Certo che puoi. »
« Mi ha profondamente traumatizzato » confessò.
Emily spalancò impercettibilmente gli occhi: « Traumatizzato? In che senso? »
« Oh, in senso assolutamente positivo. » John bevve l’ultimo sorso di caffè « Non solo perché quel libro parla di me. » poi si leccò le labbra e fece una pausa.
« Ma? » continuò Emily che si reggeva la testa sulle mani e i gomiti sul tavolo.
« Tu, sei riuscita a cogliere una parte interiore di me che neanch’io conoscevo. Come se mi avessi letto dell’animo; per questo mi ha traumatizzato. Nessuno si è mai preoccupato di conoscermi così affondo, neanche gli psichiatri: e io li pagavo per farlo. »
Adesso era Emily ad essere sconvolta. Il suo sguardo fisso scrutava quella creatura apparentemente semplice, ma così aggrovigliata nel profondo. Quei tratti duri, quella mandibola scolpita, gli occhi, le labbra –incorniciate dai folti baffi e dal pizzetto incolto- nascondevano una personalità complessa e intricata.
E il tutto era fottutamente meraviglioso.




 

Appartamento di Emily e Mallorie.

 
 
« Tu non capisci, diamine! » esclamò Sam sbattendo le mani sulla tavola. La violenza del colpo fece tremare tutte le stoviglie che si trovavano lì sopra.
« Se non mi spieghi come posso capire! » urlò Mallorie, infastidita dall’atteggiamento di Sam.
Il ragazzo si alzò in preda all’agitazione, prese il piatto e lo mise dentro il lavandino con forza.
« Io la amo! » confessò Sam, finalmente ,con il viso fra le braccia poggiate al bancone.
Mallorie non sembrava sorpresa, anzi non lo era proprio. Lo sospettava da tempo ormai.
Non ci vuole una laurea per capire se una persona prova qualcosa per un’altra.
« Chi è che ami? »
Una voce ruppe il silenzio.
Emily era appena tornata a casa e i due non avevano sentito le chiavi girare dentro la serratura e neanche la porta chiudersi a causa della lite. Aveva sentito soltanto “Io la amo” da parte di Sam, ma essendo appena arrivata non conosceva il resto della conversazione.
Mallorie si portò una mano alla bocca aperta per l’imbarazzo della situazione.
Sam si girò di scatto verso l’ingresso, Emily era lì con le chiavi ancora in mano, e spalancò gli occhi spaventosamente: « Io me ne vado. » concluse. Prese il cappotto, le chiavi e il cellulare e corse alla porta. Passò accanto Emily, ma non la degnò di uno sguardo. Si lasciò la porta, la frustrazione e quella situazione imbarazzante alle spalle.
Per il momento.





Delucidazioni & CO.
Ok, sono imperdonabile. Chiedo scusa alle pochissime persone che seguivano la mia storia e che si sono ritrovate una mezza storia incompleta e scritta pure male, ma giuro, non è stato voluto. Forse un momento di blocco di calo di voglia di scrivere, so solo che da quest'estate non ho avuto più il tempo perché mi sono trasferita alla casa al mare, senza internet. Probabilmente la mia non voglia è stata causa dal fatto che non potendo aggiornare qui non volevo aggiornare proprio. Spero mi perdonerete.

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