Love's gone away

di keytvd
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 ***
Capitolo 2: *** Cap.2 ***
Capitolo 3: *** Cap.3 ***
Capitolo 4: *** Cap.4 ***
Capitolo 5: *** Cap.5 ***
Capitolo 6: *** Cap.6 ***
Capitolo 7: *** Cap.7 ***
Capitolo 8: *** Cap.8 ***
Capitolo 9: *** Cap.9 ***



Capitolo 1
*** Cap.1 ***


Love's gone away 


Fra Ian e Nina è finita, ma si sa che quando un'amore è grande la parola "fine" è sempre difficile da pronunciare.
Dopo una lunga estate separati si ritrovano sul set della 5° stagione di The vampire diaries, costretti ad affrontare la loro rottura. Cosa succederà? Riusciranno a ritrovarsi o la loro storia è davvero arrivata al capolinea?

Ho deciso di iniziare questa fanfiction Nian, visto che non si sa ancora bene cosa sia successo fra i due ho deciso di fantasticare un po'.
Spero che possiate apprezzare questa storia. Ci rileggiamo a fine capitolo ^^

Cap.1


Pov.Nina

Aprii gli occhi svegliata dal suono del cellulare che mi diceva che era ora di alzarsi, balzai in piedi di soprassalto quasi in preda al panico, quel giorno era arrivato.
Presi il telefono quasi per avere conferma di ciò che già sapevo bene, e la data che lo schermo segnava non fece altro che confermare tutto. 28 Agosto 2013. Una data normale per tutto il mondo, ma non per me, e nemmeno per l'intero cast di The vampire diaries.
Oggi si ricomincia a girare, o meglio, oggi c'è il primo incontro con la produzione, gli attori, gli sceneggiatori, inosmma, tutti, ma il problema non sono loro, l'unica persona di cui mi preccupo è lui, Ian.

Sono passati esattamente due mesi dall'ultima volta che ci siamo visti ad un evento pubblico, mentre ne sono trascorsi tre e venticinque giorni per l'esattezza da quando le nostre strade si sono divise.
Tutt'ora se ci penso mi sembra così assurdo, avevamo talmente tanti progetti, talmente tanti sogni da realizzare insieme, e poi tutto è svanito, come una bolla di sapone.
Il bello è che sono io la causa di tutto, sono io che me la sono fatta sotto dalla paura quando quella sera ha tirato fuori un anello meraviglioso chiedendomi di diventare sua moglie Paura di che poi? Convivevamo da talmente tanto tempo che era un po' come se fossimo sposati, eppure quando ho visto quella scatolina blu il mio cervello ha perso tutta la lucidità; mentre il mio cuore diceva "certo che si Ian, ti amo più di qualunque cosa al mondo", qualcosa dentro di me, una vocina, continuava a ripetermi che era troppo presto, che il matrimonio avrebbe rovinato tutto, che c'erano ancora troppe cose da fare a 24 anni prima di sposarmi, e così gli ho detto "No" distruggendo in un istante tutto ciò che avevamo costruito.

Tutt'ora mi chiedo perchè l'ho fatto, visto che non c'era cosa al mondo che desideravo più di diventare la signora Somerhalder,  ma sono arrivata alla conclusione che nella vita non tutto ha una risposta, che a volte le cose semplicemente vanno così, e così sono andate.

Lui ovviamente si è comportato da gran signore, ha richiuso la scatolina blu e non ha detto nulla, non ce n'era bisogno, erano i suoi occhi a parlare per lui, ci ho letto delusione, rabbia, amarezza,  si è alzato in piedi e mi ha accarezzato una guancia.

"Io vado" mi ha detto
E io non ho avuto il coraggio di rispondere nulla, nemmeno un gesto per fermarlo, che senso aveva a quel punto?
So solo che continuo a sentire nella mia testa il rumore della porta che chiudendosi alle sue spalle ha messo fine alla nostra storia.



Dopo un'ora ero pronta, così presi le chiavi e lanciai una rapida occhiata alla casa, era un totale disastro. Era sempre stato Ian l'ordinato di casa, e ora che lui non c'era più sembrava che un uragano fosse passato da la, in parte era l'esatta metafora della mia vita, quella casa era il mio stato d'animo.


Chiusi la porta alle mie spalle, e in lontananza, nel vialetto di casa vidi una macchina che subito non mi fu familiare.

Mi avvicinai perplessa quando finalmente la vidi

"Candice" sfoderai il mio migliore sorriso

Lei abbasso il finestrino della macchina

"Ho pensato che un passaggio ti avrebbe fatto comodo" sorrise dolcemente

Misi in tasca le chiavi della mia macchina e salii nel lato del passeggero.

Le schioccai un rumoroso bacio sulla guancia "Sono felice di vederti" dissi

"Oh anch'io, è una vita che non ci vediamo"

"Già" abbassai lo sguardo pensierosa.

Durante l'estate ero letteralmente sparita, avevo spento il cellulare e mi ero dedicata totalmente alle mie amiche, ovviamente le amiche che non avevano niente a che fare con Ian.

Sapevo che Candice aveva passato gran parte delll'estate con il mio ex, avevano partecipato a molte convention insieme, e io... io mi sentivo totalmente fuori luogo in quella macchina con lei.

"A che pensi?" mi chiese la mia amica accellerando

"Io?"

"Vedi qualcun'altro in questa macchina" rise

Tanto valeva sputare il rospo

"Mi sento uno schifo" dissi

"Lo immagino, per questo sono venuta a prenderti" mi appoggiò una mano sulla gamba

"Mi sento in difficoltà, anche con te, sono sparita, mi sono fatta i cavoli miei tutta l'estate, non  so nemmeno cosa sai di me e Ian, e mi sento male ad andare a lavoro oggi sapendo che verrò additata come la stronza che se l'è spassata spezzando il cuore ad un ragazzo d'oro"

"Beh, di certo non ti daranno il premio come amica dell'anno, questo è ovvio" rise, ma sapevo bene che era più seria di quanto voleva far credere "Ma la tua relazione con Ian è un affare solo vostro, non vedrai nessuno col dito puntato verso di te, e per quanto riguarda Smolder, lui non ha raccontato nulla sul perchè vi siete lasciati, voglio dire, tutti siamo rimasti spiazzati ma nessuno sa chi ha lasciato chi, quindi sta tranquilla"

"L'ho lasciato io" dissi velocemente "o meglio, lui se n'è andato, ma per colpa mia ecco" continuavo a mordicchiare nervosamente le pellicine delle mie unghie

"Non mi devi dare spiegazioni Nina, se staccare i contatti con tutti quest'estate ti ha fatto bene sono felice per te, nessuno ti giudicherà per questo, poi non è che Ian si è chiuso in casa a piangere ecco" questa volta non rise, si morse solo il labbro, quasi nervosamente.

Quella frase mi colpì particolarmente. Sapevo bene che Ian era stato in giro tutta l'estate, non so chi fra noi due aveva pubblicato più foto su twitter, ma la frase di Candice era stata un bello schiaffo in faccia, come se nascondesse qualcosa.

"Arrivate!" Candice si girò verso di me, non mi ero nemmeno accorta che eravamo arrivate nel parcheggio degli studi

Sospirai profondamente, senza saper bene cosa dire, o cosa fare

"Pronta per il tribunale dell'inquisizione?" rise e io sbarrai gli occhi

"Dai sto scherzando Nina, rilassati, qua tutti ti vogliono bene, e lo sai"

Già, tutti mi volevano bene, dovevo solo continuare a ripetermelo nella testa.

Scesi dalla macchina e Candice mi si avvicinò subito prendendomi sotto braccio.

"C'è qualcosa che devo sapere prima di entrare la dentro?" le chiesi

Lei tentennò qualche secondo "No, perchè?"

"Così, ho una strana sensazione"

Lei non rispose,  strinse solo di più la presa sul mio braccio ed entrammo.


Iniziai a guardarmi intorno come un radar, cercando di localizzare Ian, ma non lo vidi.

Prima che potessi fare un passo Katerina mi si parò davanti

"Cucciola" urò abbracciandomi

"Hey" rimasi spiazzata senza saper cosa dire

"Come stai?" mi chiese staccandosi un po' da me "Ti trovo benissimo, super abbronzata" sorrise accarezzandomi un braccio

"B-bene, sto bene grazie, tu Kat?" cercai di sciogliermi un po'

"Bene anch'io, non vedevo l'ora che arrivasse questo giorno, mi siete mancate" prese per mano me e Candice

"Venite, di la ci sono gli altri" ci trascinò nell'altra stanza dove vidi subito Steven, Zach e Paul che mi rivolserò un gran sorriso.

"Eccola la nostra principessa" disse Paul alzandosi dalla sedia e avvicinandosi

Lo salutai con un bacio sulla guancia ma lui mi abbracciò lasciandomi senza parole.

Paul era il migliore amico di Ian, ero sicura che ce l'avrebbe avuta a morte con me, invece si comportava come se nulla fosse.

Continuavo a guardarmi intorno inquieta, ma di lui nessuna traccia.

Era tutto molto strano, erano tutti troppo tranquilli con me.

Mentre ero intenta a chiacchierare con Kat e Candice sentii la porta alle mie spalle aprirsi, e il suo profumò mi arrivò al naso prima ancora che gli occhi potessero vederlo

"Eccolo il nostro Smolder" Paul corse verso di lui ma io rimasi pietrificata al mio posto, i miei piedi erano totalmente incollati al pavimento

Candice mi prese la mano, era il suo modo per darmi forza ma non servì a nulla.

Presi due lunghi respiri, ricordandomi che io ero la cattiva della storia, che dovevo essere quella forte perchè tecnicamente ero stata io a lasciarlo, così aggrappandomi a queste inutili scuse mi girai e finalmente lo vidi in tutto il suo splendore.

Aveva un paio di occhiali scuri, una semplice t-shirt gli metteva in risalto i muscoli che sembravano decisamente sviluppati dall'ultima volta che l'avevo visto. Un paio di Jeans stretti gli modellavano le gambe. Era semplicemente perfetto.

"C-ciao" dissi e mi avvicinai lentamente

"Ciao" accennò un sorriso leggero, luminoso, ma flebile, non uno di quei sorrisi a cui ero abituata. Forse semplicemente perchè non era più il "mio" sorriso".

Feci un passo in avanti e lui si abbassò verso di me baciandomi due volte sulla guancia, come due perfetti estranei.

"Com.." non mi lasciò nemmeno concludere la frase, mi superò e corse ad abbracciare Candice e Kat, questa volta pieno d'amore, come suo solito.

Chiusi gli occhi inspirando profondamente, avevo voglia di piangere, così, senza motivo, o meglio il motivo c'era ma non aveva senso perchè ero stata io a rovinare tutto.

Quando li riaprii mi trovai di fronte Julie Plec e il suo staff

"Ecco il miglior cast del mondo!" rise e ci invitò ad accomodarci nella sala riunioni


Mi sedetti nella prima sedia disponibile, e Ian, neanche a dirlo, prese posto il più lontano possibile da me.
Nonostante questo riuscivo a vederlo perfettamente, disegnai con gli occhi il suo profilo, e quando si tolse gli occhiali il mio cuore perse un battito.

Non ascoltai nulla di ciò che Julie ci disse, troppo presa a guardare ciò che mi ero fatta scappare dalle mani. Solo quando tutti si alzarono capii che la riunione era finita.

Mi alzai per ultima, tutti uscirono dalla sala e con mio stupore Ian rimase sulla porta voltandosi verso di me.

"Dobbiamo parlare" disse velocemente chiudendo la porta.

Eravamo soli in quella stanza, io, lui e il mio cuore che minacciava di scoppiare.





Eccoci qua, il primo capitolo è andato. Tante cose ci sono ancora da chiarire, perchè gli amici di Nina sono così misteriosi?
Nina è ancora innamorata? A questa domanda credo che la risposta sia ovvia, ma come vedrete non è tutto così semplice.

Aspetto vostre opinioni, se merita continuare questa storia o se non è di vostro gradimento :)

Un bacio

Key

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Capitolo 2
*** Cap.2 ***


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Cap.2

Pov.Nina

Restammo in silenzio per istanti che a me sembrarono infiniti, la tensione che c'era fra di noi poteva quasi toccarsi con mano.
Avrei voluto scappare, correre via lontano, ma ero bloccata, incapace di compiere qualsiasi movimento, paralizzata dai suo occhi fissi su di me.

"Quando posso passare da casa?" disse infine spiazzandomi

"Che intendi?" chiesi perplessa

"Vorrei poter passare da casa per prendere un po' di cose" mi rispose freddamente

Rimasi in silenzio, cercando una risposta adatta

"Ian hai le chiavi di casa, puoi venire quando vuoi"

"No, forse non hai capito, vorrei passare da casa quando tu non ci sei" la sua voce era priva di qualsiasi forma di emozione e questo non faceva altro che scavare una profonda ferita nel mio petto

"Ian..." avevo praticamente perso l'uso della parola

"Oggi pomeriggio sei a casa?" era freddo, impassibile.

"Farò in modo di non esserci" dissi infine con tutta la forza che avevo dentro

"Bene, farò il prima possibile" mi girò le spalle intento ad andarsene

"Aspetta" quasi urlai

Lui rimase girato, in attesa.

"Mi dispiace, mi dispiace tanto" dissi tutto d'un fiato

Finalmente si voltò verso di me

"Non è colpa mia se le cose sono andate così" alzò lo sguardo su di me, e per un attimo mi sembrò di rivedere il mio Ian

"Lo so, ho rovinato tutto"

"Non importa, non più" la sua voce era un soffio

Il silenzio si alzò nuovamente fra di noi

"C'è altro?" chiese appoggiando la mano sulla maniglia della porta, pronto ad uscire

"No" dissi esausta, era stata la conversazione più difficile della mia vita

"Bene, ci vediamo domani a lavoro Dobrev" chiuse la porta, esattamente come aveva fatto qualche mese fa quando se n'era andato via da casa.

Rimasi sola, sola con i miei pensieri, con gli occhi lucidi e le gambe che minacciavano di lasciarmi cadere a terra.

Scossi il capo, che stavo facendo?
Io lo amavo ancora, nel mio cuore non era cambiato nulla, semplicemente avevo paura di un passo così importante come il matrimonio, era una colpa? Forse si, gli avevo spezzato il cuore, ma dovevo rimediare, dovevo farmi perdonare.

Corsi via dagli studi con il cuore in gola, una volta fuori mi guardai intorno cercando di vederlo, non poteva essere andato lontano.

Finalmente in lontananza vidi il suo immancabile cappello, ma non fu l'unica cosa che balzò ai miei occhi.

Ian salì su una macchina che non conoscevo, guidata da una bellissima ragazza dai lunghi capelli scuri, molto simile a me.

Rimasi immobile a guardare la scena finchè i due non sfrecciarono via lontano, lasciandomi la, piena di domande.


Eccoci qua, ho cercato di scrivere questo secondo capitolo il più in fretta possibile.
Intanto lasciatemi dire un GRAZIE a tutti, non mi aspettavo tutto questo apprezzamento per la mia fanfiction, vi ringrazio  per avermi messo fra i preferiti/seguiti ecc. ma soprattutto per aver recensito.

A proposito di questo vi chiedo davvero con tutto il cuore, una volta letto il capitolo, di scrivermi qualcosa, per me è molto importante la vostra opinione, mi aiuta a migliorare, a sapere se avete apprezzato, a capire se devo migliorare qualcosa.
Basta una riga per farmelo capire e davvero mi rendete la persona più felice del mondo.



Detto questo arriviamo al capitolo, abbiamo visto un breve incontro fra Ian e Nina, lui molto freddo (direi giustamente) mentre lei a quanto pare si è accorta di ciò che ha perso.
Infine il capitolo si è concluso con questa nuova figura, una ragazza che a quanto sembra è andata a prendere Ian. Chi sarà mai?
Inutile dirvi che scoprirete tutto nel prossimo capitolo (che vi prometto sarà molto più lungo di questo) :)

Un bacione e a presto
Key

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Capitolo 3
*** Cap.3 ***


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Cap.3

Pov.Nina

Chiamai un taxi per tornare a casa visto che Candice si era completamente dimenticata di me, ed era andata via senza aspettarmi.

Ero talmente persa nei miei pensieri che arrivai a casa senza nemmeno accorgermene, così mi buttai sul divano e inziai a respirare profondamente massaggiandomi le tempie.

Non sapevo che pensare, avevo la testa talmente tanto piena di pensieri che ragionare lucidamente mi sembrava impossibile; chi poteva essere quella ragazza?
Cercavo di non ammetterlo nemmeno a me stessa, ma la gelosia mi stava divorando; era strano perchè Ian per tutta l'estate aveva pubblicato foto su twitter in compagnia di belle ragazze, ma qualcosa dentro di me mi diceva che questa volta c'era qualcosa sotto. Sensto senso femminile forse?

Guardai l'orologio di fronte a me che segnava le 14.00, e mi chiesi a che ora sarebbe passato Ian. Gli avevo detto che non mi sarei fatta trovare a casa, ma non avrei rispettato quel patto. Dovevo arrivare in fondo a quella situazione, o i dubbi mi avrebbero divorato.

Presi il cellulare nella mia borsa e scrissi un messaggio.

"Se vuoi alle 15.30 esco, starò furi un'oretta se vuoi passare da casa a prendere ciò che ti serve"

Lo inviai a Ian, e il mio cuore iniziò ad accellerare i battiti quando premetti "invio", sembrava che fosse passata una vita dall'ultima volta che avevo usato il suo numero.

La risposta non tardò ad arrivare, un semplice e freddo "Ok." lampeggiò sul mio schermo.

Mi alzai dal divano e mi resi conto che la casa era esattamente come l'avevo lasciata quella mattina: un campo di battaglia.

Mi rimboccai le maniche e mi misi immediatamente al lavoro per rendere quell'ambiente il più ordinato possibile, e contro ogni previsione la casa risultò perfetta; quando mi mettevo d'impegno diventavo una perfetta donna di casa.

Guardai di nuovo l'ora e sobbalzai;  fra meno di un quarto d'ora Ian sarebbe arrivato e io ero ancora con un antiestetico mollettone in testa e la faccia sconvolta.

Corsi in bagno cercando di rendermi presentabile, così come avevo fatto con la casa. Era stupido e lo sapevo, Ian mi aveva visto in condizioni peggiori, ad esempio appena sveglia, ma questa volta era diverso, volevo essere quantomeno carina.

Indossai velocemente un paio di pantaloncini di jeans e una canottiera che metteva in risalto la mia figura, e mi sedetti sul divano in attesa.

Moke, il mio gatto mi salì sulle gambe, così iniziai ad accarezzargli la testa, cercando di scaricare la tensione. Che poi non era il mio gatto, ma quello di Ian. Si sarebbe ripreso anche lui? Non volevo pensarci.

Alle 15.35 puntuale come sempre, sentii le chiavi girare nella serratura e il mio cuore si fermò; Moke se ne accorse perchè balzò in piedi e inizò a miagolare nervosamente.


"Shh, piccolo è solo Ian, sta tranquillo" dissi più a me che al gatto

Il mio ex aprì la porta e lo sguardo che fece non appena mi vide non mi passò inosservato.

"Pensavo..." chiuse la porta alle sue spalle ed entrò mentre io non lo feci finire di parlare

"Lo so, mi dispiace, ma avevo bisogno di parlare con te" mi alzai in piedi cercando di avvicinarmi a lui

Ian in tutta risposta mi superò e si avvicinò al gatto

"Cucciolo mio, da quanto tempo" disse pieno d'amore e inizò a riempirlo di baci

Sorrisi dinanzi a quella scena, mi era mancato vederlo così, anche se sapevo bene che quell'entusiasmo era solo per il suo cucciolo, non per me.

Dopo aver coccolato a dovere Moke, si alzò in piedi e si voltò verso di me

"Sapevo che ti saresti fatta trovare a casa" disse spiazzandomi

Abbassai la testa, colpita e affondata "Mi conosci bene" risposi

"Già" nella sua voce potevo leggere chiarmanete tanta amarezza

Presi un respiro profondo "Oggi ti ho visto in macchina con quella ragazza" dissi tutto d'un fiato alzando gli occhi su di lui.

Ian rimase in silenzio, forse spiazzato dalle mie parole

"Ah, Jen" mi rispose accennando un sorriso imbarazzato

Jen. La stronza aveva un nome. Sapevo di essere infantile, poteva semplicemente essere un'amica, eppure mi dava tremendamente fastidio.

"Ah, capisco" la situazione stava diventando decisamente imbarazzante

"So che non mi devi dare spiegazioni ma..." iniziai

"Ci frequentiamo da qualche settimana" disse velocemente interrompendomi

Sentii immediatamente il mio petto svuotato dal muscolo cardiaco, una pugnalata avrebbe fatto meno male.

Rimasi in silenzio, se avessi provato a dire una sola parola, sarei scoppiata in lacrime.

Anche Ian era incerto su cosa fare, continuava a fissarmi, forse in  attesa di un mio movimento.

"Te l'avrei detto non appena le cose si sarebbero fatte più..." cercò una parola adatta "serie"

Serie? Aveva detto serie?

"Ah perchè adesso te la scopi solamente, no?" alzai il tono della voce più di quanto avrei voluto

Lui rimase stupito, forse perchè non ero così.. volgare, almeno di solito.

"Senti Nina, come hai detto tu io non credo di doverti spiegazioni, ti ripeto, te l'avrei detto, ma il caso ha voluto che tu lo scoprissi così, quindi amen"

"Solo questo sai dire?" chiesi a denti stretti

"Cos'altro vuoi sapere? Vuoi che ti dica che l'ho conosciuta una sera uscendo con Paul, Torrey, Kat, Candice e il suo ragazzo? Che è un'amica di Kat? Che non so come ho fatto a conquistarla visto che per tutta la sera non ho fatto altro che parlare di te? Questo vuoi sentirti dire?" anche lui alzò la voce

Cercai dentro di me tutta la forza per cercare di non piangere.

"Come hai potuto rimpiazzarmi così in fretta?" urlai sprezzante

"Mi hai spezzato il cuore Nina! Non ho intenzione di giustificarmi con te, non dopo che hai distrutto la mia vita, una vita che io avrei voluto condividere con te ma tu avevi troppa paura!" i suoi occhi si velarono di tristezza.
Era arrabbiato, ma allo stesso tempo sapevo che aveva voglia di piangere tanto quanto ne avevo io

"Io ho solo detto che non volevo sposarti" la mia voce era tornata ad un tono normale

"Solo? Ti pare poco dopo tre anni di convivenza? Io pensavo di conoscere la mia donna, pensavo che stessimo viaggiando sullo stesso treno, invece mi sono reso conto che tu sei ancora una ragazzina, mentre io sono un uomo con altre esigenze"

"Io.."

"No, non ti giustificare, meglio che sia successo adesso, piuttosto che avere una moglie insoddisfatta che rimpiange le serate in discoteca con le amiche"

Colsi la frecciatina riferita alle mie foto pubblicate durante l'estate

"Comunque ora devo andare, passerò un'altro giorno" disse intento ad andarsene

"E le cose che dovevi prendere?" domandai perplessa

"Passerò un'altro giorno, non abito lontano da qua" si volto verso la porta

"Ah, prima che ti venga qualche dubbio" aggiunse "vivo da solo, come ti ho detto prima io e Jen ci stiamo frequentando, ho già corso troppo con te, non voglio rifare quest'errore"

Aprì la porta "Ci vediamo domani a lavoro" disse lasciandomi da sola.

Le mie gambe cedettero e io caddi a terra stremata. Iniziai a piangere come non facevo da tempo, o forse come non avevo mai fatto, perchè mai prima di allora avevo provato l'orribile sensazione di aver perso l'amore della mia vita.



Buongiorno miei cari :)
Allora prima di tutto lo sapete, i ringraziamenti sono d'OBBLIGO.
Grazie a tutti quelli che hanno aggiunto me e la mia ff fra i preferiti/seguiti.
Un grazie enorme a chi ha recensito, spero che continuiate a farlo perchè è ciò che mi aiuta di più a scrivere, la vostra opinione.

Detto questo, finalmente un po' di cose sono state chiarite.
Ciò che gli amici di Nina volevano tenerle nascosto è la nuova fiamma di Ian, forse perchè si sentono un po' in colpa visto che gliel'hanno presentata loro praticamente, comunque ci sarà modo nei prossimi capitoli di parlare di questo, non vi preoccupate.

Secondo faccia a faccia Nian, è palese che Ian sia ferito, ma loro due si amano ancora tanto, e questo non è cosa da poco, soprattutto perchè si ritroveranno a lavorare a stretto contatto, e quando dico stretto, intendo strettissimo ahaha non voglio anticiparvi nulla però, scoprirete tutto nei prossimi capitoli.

Ultima cosa che ho da dirvi, ho visto che in tanti vi siete "lamentati" della poca lunghezza dei capitoli, e avete ragione, solo che se scrivo capitoli di questa lunghezza riesco a pubblicare molto presto, più o meno ogni 3 giorni, mentre se inizio a scriverli più lunghi ovviamente si allungano anche i giorni di pubblicazione, quindi non so, anche qua ditemi voi cosa preferite :)

E niente questo è tutto, aspetto le vostre opinioni :*


A presto!
Key

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Capitolo 4
*** Cap.4 ***


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Cap.4

Pov.Nina

Mi svegliai nel pieno della notte, sdraiata sul pavimento.
Mi alzai in piedi a fatica, cercando di capire cosa fosse successo; mi dovevo essere addormentata immersa fra le lacrime, distrutta dopo che Ian se n'era andato.

Mi trascinai nel bagno e per poco non mi venne un colpo quando accesi la luce.
I miei occhi erano talmente gonfi da non avere più una forma, per quanto tempo avevo pianto?

Mi buttai sotto la doccia, sperando che quell'acqua calda potesse lavare via da me tutta la sofferenza, ma purtroppo lo sapevo bene, mi serviva molto di più che un semplice getto d'acqua.
Restai la dentro per un tempo indefinito, sentivo le gocce d'acqua sul mio viso che si mischiavano alle lacrime, sarei potuta rimanere la per sempre.

Quando i polpastrelli iniziarono a perdere sensibilità, capii che forse era il caso di uscire da quella nube di vapore.

Mi avvolsi in un asciugamano e mi buttai sul letto della mia camera, sperando che il sonno prendesse il sopravvento sulla mia triestezza.





Un raggio di sole si posò sul mio cuscino, svegliandomi dolcemente.
Mi stirai ripetutamente, avevo il collo a pezzi, sicuramente essere andata a dormire con i capelli bagnati non era stata una grande mossa.

Mi costrinsi a fare una piccola colazione, il giorno prima non avevo nè pranzato nè cenato, ma il gusto nel caffè mi diede la nausea, così addentai solo un paio di biscotti, non erano sufficienti ma la fame in quel momento non era la mia priorità.

Indossai un paio di jeans e una semplice maglietta, tanto mi sarei dovuta cambiare sul set, però mi armai di fondotinta e correttore, per cercare di coprire quelle orrende occhiaie, e dare un po' di vita al mio colorito pallido.

Guardai l'orologio, era ora di uscire e affrontare quella faticosa giornata.
Il mio stomaco si contrasse all'idea di dover vedere quelli che fino a ieri consideravo amici, ma soprattutto all'idea di incontrare lui.

Parcheggiai la macchina accanto a quella di Kat Graham,  in parte felice di vedere che era già arrivata. Era la prima persona che volevo affrontare.

Entrai negli studi e me la trovai davanti

"Hey meraviglia" disse sorridendo, ma io non ricambiai

Mi avvicinai a lei e la presi per un braccio, forse con più forza di quella che avrei dovuto usare

"Dobbiamo parlare" le dissi trascinandola in una stanza

Kat non disse nulla, probabilmente aveva già capito

"Nina senti..."

"No senti tu" non la lasciai parlare  "Come hai potuto farmi questo? Io ti consideravo un'amica!"

"Io non so cosa ti ha raccontato Ian, ma non è andata come pensi" disse cercando di giustificarsi

"Ah no, e sentiamo, com'è andata?" incrociai le braccia, cercando di sembrare forte, ma non lo ero per niente in quel momento

"Ian era distrutto, così una sera siamo usciti tutti insieme per cercare di tirarlo un po' su, e il caso ha voluto che nel locale ci fosse una mia amica, così l'ho invitata ad unirsi a noi e..." si fermò per un istante "Nina mi devi credere, se avessi saputo non l'avrei mai invitata, ma le cose sono andate così"

"Sai qual'è il problema? Io non sono arrabbiata con te per avergliela presentata, io ce l'ho con te perchè non mi hai detto nulla!" alzai il tono della voce e in quel momento anche Candice entrò nella stanza

"Nina" disse

"Oh, ecco l'altra complice" dissi sprezzante

"Che?" mi guardò perplessa

"Ti prego non fare la finta tonta, so tutto"

Candice abbassò lo sguardo

"Nina tu devi capire, Ian è nostro amico" disse Kat

"E io cosa sono?" questa volta urlai

Il silenzio calò nella stanza.

I miei occhi iniziarono a pizzicare, ero arrabbiata, ferita, e la voglia di piangere era irrefrenabile.

"Sapete che vi dico, non importa. Almeno adesso so con chi ho avuto a che fare"


Le lasciai la, da sole e corsi via da quella stanza.
Sentivo la testa pesante, e le gambe sempre più molli.
Aprii la porta per uscire a prendere un po' d'aria ma andai a sbattere contro l'unica persona che non avrei voluto vedere. Ian.

"Nina" il suono della sua voce in quel momento era un coltello nel mio cuore

Feci finta di niente, e corsi via da la, senza saper bene dove andare.

Mentre correvo la vista divenne sempre più appannata, finchè non vidi più nulla.





"Nina, Nina!"
"Nina porca miseria apri gli occhi"
"Nina svegliati"

Sentivo una voce lontana, quasi un sussurrò, la testa mi faceva male e gli occhi sembrava non volessero aprirsi.

Sentivo qualcosa che mi sorreggeva, forse le braccia di qualcuno, ma ero talmente confusa da non riuscire a capire bene nulla, così mi lasciai cullare di nuovo dal sonno.





"Qualcuno mi aiuti per favore, ha una brutta ferita, chiamate l'ambulanza"

Ancora quella voce lontana, perchè non riuscivo a svegliarmi?

A fatica schiusi gli occhi e pensai di essere immersa in un sogno, Ian era davanti a me che mi teneva fra le braccia e mi accarezzava una guancia.

"Hey Dobrev, sta tranquilla l'ambulanza sarà qua a momenti" disse sorridendomi

Sorrisi a rimando e mi lasciai cadere nel sonno, paradossalmente stavo troppo bene.





Mi svegliai distesa in un letto di ospedale, da sola.
Mi guardai intorno e finalmente lo vidi, sulla porta che parlava con un dottore.
Quando si accorse che ero sveglia, si avvicinò velocemente a me.

"Ciao" prese la sedia e si sedette accanto a me

Cercai toccarmi la testa dolorante ma lui fermò la mia mano, prendendola fra le sue

"Meglio che non tocchi" disse sorridendo

"Cos'è successo?" chiesi a fatica

"Mi sa che è da un po' di giorni che ti dimentichi di prenderti cura di te stessa"

Le nostre mani continuavano ad essere unite, e in quel momento tutto il dolore sembrava lontano

"Che intendi?"  chiesi ancora

"Sei svenuta e hai sbattuto forte la testa" disse "per fortuna non ci sono danni, solo qualche punto alla testa" disse  e mi accarezzò i capelli con la dolcezza che solo lui poteva avere

"Il problema è un altro Nina, i medici hanno fatto delle analisi, e sei completamente disidratata"

Lui posò lo sguardò sull'altra mia mano e io feci la stessa cosa di riflesso.

Ero attaccata ad una flebo e del liquido fluiva nelle mie vene

"Non ti preoccupare, ti stanno solo reidratando un po', da quant'è che non mangiavi e bevevi qualcosa?" chiese preoccupato

"Da un po', credo" sorrisi debolmente

"Dobrev" il suo voleva essere un rimprovero, ma allo stesso tempo il suo sguardo era pieno di tenerezza verso di me

Era una situazione surreale, se non fosse che ciò che era successo il giorno prima era ben chiaro nella mia testa, in quel momento sembrava che fra noi due non fosse cambiato nulla. Era il mio Ian, sempre pronto a preoccuparsi di me.

Chiusi gli occhi, e respirai piano.

Sentii un calore familiare sulla mia fronte e immediatamente aprii gli occhi.
Le sue labbra erano posate sulla mia testa, e mi venne da piangere.

Cercai di cacciare indietro le lacrime, ma gli occhi lucidi erano difficili da nascondere.

"Menomale che eri la" dissi e lui si staccò da me, guardandomi

Sorrise.

"Questa scena mi sembra molto quella di Elena e Damon in ospedale" rise cercando di smorzare la tensione

"Già" accennai un sorriso

Avrei voluto che le sue labbra si posassero sulle mie

"Sai per quanto tempo starò qua?"

"Oggi pomeriggio ti dimettono, ma hai bisogno di almeno un giorno di totale riposo"

"E le riprese della serie?" domandai preoccupata

"Non è un problema quello, ho parlato con Julie prima, questi due giorni girano le scene dove non ci siamo"


"Capito." abbassai lo sguardo "Ian mi dispiace"

"Pensa a riprenderti, ok?" disse alzandosi dalla sedia

"Senti, vado a firmare un po' di carte per farti dimettere, ok?" aggiuse

"Ian, posso arrangiarmi da sola, non voglio che tu ti senta obbligato..."

"Non mi sento obbligato" non mi fece finire "Il fatto che non stiamo più insieme non significa che non voglia prendermi cura di te in questo momento"

Sarei dovuta svenire più spesso. Sorrisi a quel pensiero.

"Ora vado, torno fra poco" uscì dalla porta e rimasi sola nella stanza.

Avevo la testa pesante, ma il cuore incredibilmente leggero.




Ian tornò dopo un'oretta, ed insieme a lui un'infermiera.

La ragazza mi staccò la flebo dal braccio e mi sorrise gentilmente, poi si rivolse a Ian

"Qui abbiamo finito, se vuole può riportarla a casa"

"Grazie" rispose e l'infermiera ci lasciò da soli

"Bene, possiamo andare allora, ti riporto a casa"

"Posso chiamare un taxi"

"E poi chi la sente tua madre?" rise "No, ti riporto  io a casa sana e salva"



Salii in macchina ancora dolorante, e durante il tragitto rimasi in silenzio, imbarazzata da quella situazione, era da tempo che non salivo sulla sua macchina.

"So a cosa stai pensando" disse spezzando il silenzio

"Ah si?" lo guardai perplessa

"Fa uno strano effetto anche a me, ma passerà"

"Già"  risposi poco convinta.

Arrivammo a casa e lui entrò con me

"Eccoci qua" disse

"Grazie ancora Ian, davvero non serviva"

"Siediti sul divano, ti preparo un the caldo"

Feci quello che mi aveva detto

Lo guardai preparare il the, in quella che era la nostra cucina e un mare di rimpianti mi travolse.

Tornò da me con una tazza bollente in mano, e mi si sedette accanto.

"Attenta che scotta" disse passandomela, e le nostre mani si sfiorarono per un istante che sembrò infinito

Sorseggiai il the, e nel mentre alzai lo sguardo su di lui, trovando i suoi occhi che mi guardavano intensamente


"Stanotte resto a dormire qua" disse e per poco non mi andò di traverso la bevanda calda

"C-come?"

"Non ti lascio da sola qua, poi voglio assicurarmi che tu mangi qualcosa"

"Ma Ian.."

"Niente ma, fammi solo fare una telefonata e sono da te"

Si alzò dal divano e tirò fuori il cellulare dalla tasca dei suoi pantaloni.

"Posso?" fece cenno con la testa e capii che voleva andare nell'altra camera

"Certo" risposi.

Go guardai finchè non  chiuse la porta alle sue spalle, e rimasi in silenzio, cercando di tranquillizzarmi, con scarsi risultati.

Dopo poco sentii Ian parlare con un tono di voce molto alto.

"Senti non starò qua a discutere con te, lei ha bisogno di me in questo momento" "No, non significa niente" e  ancora "Senti, le scenate di gelosia in questo momento sono inutili" "Ok, va bene, fa come vuoi, ma non cambia la situazione, io stanotte resto qua" "A domani, ciao"

Prima del previsto Ian riaprì la porta.
Aveva ancora il cellulare in mano e lo sguardo basso, pensieroso.

"Tutto bene?" chiesi

Lui mi guardò e accennò un sorriso

"Si, direi di si"

"Se la tua ragazza è gelosa..." dissi provando fastidio nel pronunciare la parola -ragazza-

"No, non ti preoccupare, le passerà"

"Bene" conclusi poco convinta.

No, non andava bene, era una situazione al limite del'assurdo.


"Nina, non pensare troppo"

Lo guardai, cercando una spiegazione a quell'affermazione

"Cosa intendi?"

"Noi due lavoriamo insieme, e oltre a questo siamo legati da un grande sentimento, anche se poi le cose sono andate come sono andate, io non posso odiarti, sarebbe più semplice, ma non posso" disse sedendosi di nuovo accanto a me

Rimasi in silenzio e lui continuò

"...quindi non farti domande, comportiamoci da persone adulte e lasciamo che le cose vadano come vadano, ok?"

Appoggiò la sua mano sulla mia  e il mio sguardo passò da quell'intreccio ai suoi occhi che guardavano fissi su di me.

Avrei voluto baciarlo, e dentro di me sapevo che anche lui lo voleva, ma non potevo, non ora che lui aveva messo da parte l'orgoglio e si era riavvicinato a me.

"Va bene, lasciamo che le cose vadano come devono andare"





Buongiorno a tutti, vi chiedo scusa se sono passati un po' di giorni dall'ultimo aggiornamento ma ho avuto dei problemi in famiglia.

Detto questo, lo sapete, per prima cosa ci vogliono i ringraziamenti, in particolar modo per quelle persone che recensiscono ogni volta, spero che lo facciate sempre perchè i vostri commenti sono davvero una grandissima fonte di ispirazione per me.

Detto questo passiamo al capitolo.
In realtà non avevo in mente di far succedere ciò che è successo, ma oggi mentre mi sono messa a scrivere è venuto tutto così di getto, e spero di non aver incasinato troppo le cose.
Un riavvicinamento fra i due ci stava, anche perchè come ha detto Ian,  sono obbligati a vedersi ogni giorno a lavoro, e poi parliamoci chiaro, entrambi sono ancora innamorati persi, Ian non avrebbe mai potuto lasciare Nina svenuta per terra, senza fare nulla.
Anche se è tutt'ora ferito,  farebbe di tutto per lei.


E ora vi ho lasciato sul più bello. I nostri Nian passeranno la notte nella stessa casa... cosa pensate succederà?

Cercherò di non farvi aspettare troppo per scoprirlo :)

Bacioni,
Key






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Capitolo 5
*** Cap.5 ***


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Cap.5

Pov.Ian

Avevo deciso di passare la notte a casa di Nina, a casa nostra, insomma, in quella casa.
Jen non era rimasta per niente entusiasta della mia decisione, nonostante l'avessi rassicurata sul fatto che sarei rimasto la solo per assicurarmi che Nina stesse bene, senza nessun secondo fine.

In realtà questo era ciò che cercavo di ripetere anche a me stesso, ma la realtà era che stare con lei, in quella che un tempo era la nostra casa, mi faceva stare bene.

Sapevo che non era cambiato nulla, io e Nina non saremmo tornati insieme, ma ogni particella del mio corpo sapeva che quello era l'unico posto in cui volevo stare.

"Allora, cosa vuoi mangiare stasera?" Mi avvicinai a Nina che era seduta sul divano

Lei mi guardò, con i suoi soliti occhi che avevano la capacità di farmi perdere in mari sconosciuti

"Non lo so, quello che vuoi" sorrise dolcemente

"Ecco la solita, sempre a far decidere me" risi

"Se cucini tu va bene qualsiasi cosa" disse imbarazzata, e abbassò lo sguardo

Sorrisi di rimando e tornai in cucina; c'era un'aria tesa fra di noi, forse perchè l'idea di passare la notte insieme ci metteva decisamente in difficoltà.

Preparai la cena per entrambi mentre lei apparecchiò, e quando fu tutto pronto ci sedemmo a tavola.


"E' buonissimo Ian" disse Nina addentando un boccone della cena che avevo preparato

"Sono felice che ti piaccia" sorrisi e continuai a mangiare

Restammo in silenzio, concentrandoci sui nostri piatti, probabilmente con la speranza che uno dei due dicesse qualcosa

"Senti Ian..."

Alzai lo sguardo su di lei, in attesa che continuasse a parlare...


Pov. Nina

Deglutii nella speranza di ritrovare un po' di salivazione, ma i suoi occhi cristallini puntati su di me, non mi aiutavano affatto

"Grazie per essere rimasto stasera"

No, non era quello che avrei voluto dire, ma quella situazione era talmente imbarazzante che trovare le parole giuste sembrava impossibile.

Ian fece una smorfia di disappunto, probabilmente sapeva che avrei voluto dire molto di più

"Quante volte ancora me lo dirai?" rise

"Ecco, io..."

Ancora silenzio.

"Ok, lasciamo stare" mi alzai in piedi e presi sia il mio, che il suo piatto vuoto, ma la sua mano fu più veloce, e mi cinse il polso.

I nostri occhi si incontrarono ancora, e la mia pelle bruciò al contatto con la sua.

Ian si alzò in piedi, a pochi centimetri da me

"Smettila di essere così imbarazzata Dobrev" disse serio

"Lo so, ma..."

"No, niente ma, siamo colleghi, ok? Ci vogliamo bene, com'è giusto che sia, ma in questo momento io sono qua solo per assicurarmi che tu stia bene, punto."

Sapevo che non era vero, lo potevo leggere nei suoi occhi.
Io lo volevo, tanto quanto lui voleva me, i nostri cuori si bramavano, come i nostri corpi, erano le nostre menti a tenerci distanti.

"Va bene, devo solo abituarmi a questa nuova situazione" sorrisi con amarezza

"Già, è solo questione di tempo" disse accarezzandomi un braccio

Ripresi i piatti che avevo lasciato sul tavolo e li portai in cucina, ma dopo poco sentii Ian dietro di me.

"Perchè non vai a farti un bagno caldo? Ai piatti ci penso io" disse

"No, tranquillo, posso fare io" risposi voltandomi verso di lui

"Non accetto rifiuti, oggi sono il tuo schiavetto personale" rise

"Ok, mi sa che approfitterò della tua bontà"

Uscii dalla cucina, in parte felice di allontanarmi da quella situazione.


Mi immersi nella vasca da bagno, nella speranza che quel calore mi sciogliesse la tensione che avevo accumulato in tutto il corpo.

Di colpo però, un ricordo riaffiorò nella mia mente.
Spesso io e Ian ci concedevamo un bel bagno caldo dopo le riprese, soprattutto quelle più impegnative.
Era una cosa che amavamo tantissimo entrambi, un momento tutto nostro che per quanto semplice, era perfetto.

Scossi la testa, come se quel gesto potesse scacciare via i ricordi, e uscii dalla vasca.

Mi avvolsi in un asciugamano ed andai nella mia camera, ma rimasi bloccata sulla porta quando trovai Ian dinanzi a me.

"Hey" dissi

"Scusami, stavo cercando delle lenzuola, sono qui vero?" Disse indicando la cassettiera vicino al letto

"S-si" ero paralizzata, e decisamente poco vestita

Ian prese delle lenzuola, poi andò verso la porta

"Buona notte Nina" sorrise rivolgendomi un'occhiata veloce su tutto il corpo

"Buna notte" risposi

Aspettai che uscisse dalla camera, e chiusi la porta velocemente, cercando di ritrovare la calma.




Dopo aver indossato un canottiera e un paio di pantaloncini mi misi a letto, ma, Morfeo sembrava ben lontano dal volermi cullare fra le sue braccia.


Non riuscivo a dormire, la mia mente era focalizzata su un unico pensiero: Ian nella camera accanto. Ian probabilmente mezzo nudo nella camera accanto.

Mi chiedevo se anche lui si stesse rigirando come me nel letto, in attesa di prendere sonno, se anche lui avesse la tremenda voglia di alzarsi e venire da me.

Mi alzai dal letto in punta di piedi e andai in cucina per prendere un bicchiere d'acqua.
Nel buio trovai i due grandi occhioni di Moke che mi fissavano.

"Si lo so cosa stai pensando" dissi e il micio di risposta miagolò

Lo accarezzai sulla testa e tornai verso la mia camera, ma non entrai.

I miei occhi si posarono sulla stanza degli ospiti. La porta era aperta, ma non riuscivo a percepire nessun rumore.

Chiusi gli occhi per qualche istante, cercando di regolarizzare il mio respiro, poi entrai nella sua stanza.

Le persiane erano aperte e la luce della luna che filtrava nella finestra illuminava il profilo di Ian.
Avevo immaginato bene, era a petto nudo, coperto solo dal bacino in giù con un lenzuolo.

Indugiai ancora, chiedendomi cosa avessi intenzione di fare, poi feci un altro passo e mi distesi accanto a lui, immobile.

Nel silenzio della stanza potevo sentire solo il battito del mio cuore decisamente più forte del normale.

Ian dormiva, o fingeva di dormire, ma era fermo, e respirava piano dandomi le spalle.

Presi coraggio e avvicinai piano la mia mano, fino a sfiorargli il braccio, ma la ritrassi immediatamente.

Tremavo come una foglia, ma decisi di riprovarci; mi avvicinai ancora un po' a lui, e avvolsi il mio braccio intorono al suo corpo.

Trattenni il respiro per qualche istante, per quella sera poteva bastare, mi ero spinta fin troppo oltre.
Prima però che potessi togliere il mio braccio sentii la mano calda di Ian prendere la mia, e portarsela al petto.

Il mio cuore sussultò, come il mio corpo.

Restammo per qualche istante così, poi lui si girò verso di me, continuando a tenere la mia mano nella sua, e ci ritrovammo uno di fronte all'altro, a pochi centimetri di distanza.

Nel buio cercavo di vedere il suo volto, cercavo di decifrare i suoi pensieri, ma era praticamente impossibile, la mia mente era completamente annebbiata dalla sua presenza.

"Scusa" dissi infine, cercando di scusarmi per essergli piombata nel letto senza alcun diritto

"Non riuscivi a dormire?" mi chiese

"Troppi pensieri" mi limitai a rispondere

Restammo ancora in silenzio, poi le parole uscirono da sole

"Ho voglia di baciarti Ian"

Nella penombra riuscii a vederlo sorridere leggermente, ma era turbato, potevo percepirlo chiaramente.

"Non possiamo farlo Nina, non saremmo in grado di fermarci"

"E allora?" chiesi ingenuamente

Lasciò la mia mano e mi accarezzò i capelli

"Non c'è nulla che vorrei di più in questo momento, ma sarebbe..." si fermò per qualche istante "sbagliato" concluse

"Per Jen?" dissi velocemente

"No, non per Jen, per noi due"

"Ma.."

Lui si tirò su e io feci la stessa cosa

"Nina, tu hai detto delle cose, delle cose che ci hanno portato alla rottura"

"E' sempre il problema del matrimonio, vero?" chiesi abbassando la testa

"Lo vedi, lo definisci -il problema-"

Rimasi in silenzio

"Per quanto in questo momento non c'è nulla che vorrei di più di fare l'amore con te, che senso avrebbe? Servirebbe solo a farci del male, ancora di più"

"Perchè non ti lasci andare? Perchè non ti vivi il momento? Vogliamo entrambi la stessa cosa" gli presi il viso fra le mani

Mi rendevo conto di sembrare una bambina capricciosa, ma lo volevo più di ogni altra cosa al mondo, e ora avevo la certezza che anche lui desiderava la stessa cosa

Ian appoggiò le sue mani sulle mie, se le portò vicino alle labbra e le baciò poi rimase così, immobile.
Sentivo il suo respiro fra le mie mani, sentivo il desiderio che aveva, e allo stesso tempo la forza che metteva per non cedere a quella tentazione.

Mi avvicinai a lui e mi accorsi che aveva gli occhi chiusi, così decisi di giocarmi l'ultima carta della serata.

Senza indugiare posai la mia bocca sulla sua, e lo sentii sussultare, ma non si spostò, e questo mi fece schiudere  le labbra nella speranza che lui facesse lo stesso.

Finalmente sentii la sua lingua calda muoversi, così avvolsi le mie mani fra i suoi capelli e mi spinsi ancora di più verso di lui, facendo combaciare i nostri corpi.

Era talmente bello ciò che stavo provando che mi venne da piangere, era come il nostro primo bacio, così desiderato, così sofferto da sembrare irreale, e per un attimo mi chiesi se ciò che stava succedendo era solo nella mia mente.

Quando stavo per spingermi oltre, Ian mi prese il viso fra le mani e si allontanò da me.

Lo guardai stupita, e lui si avvicinò a me, posandomi le labbra sulla fronte.

"Non posso" sussurrò

"L'hai già fatto" dissi 

"No, non posso andare oltre"

"Ian..."

"No Nina, tu hai preso la tua decisione, io ora sto prendendo la mia"

Mi alzai in piedi e corsi via nella mia stanza, sbattendo la porta.

Mi buttai sul letto e cominciai a piangere lacrime amare, rannicchiandomi su me stessa.
Restai a guardare la porta per un tempo che a me sembrò infinito, nella speranza che Ian venisse da me, ma alla fine mi addormentai sfinita, senza di lui.




Eccoci qua, direi che è d'obbligo iniziare con delle scuse enormi.
Mi dispiace  se vi ho fatto aspettare così tanto per questo capitolo, ma ho avuto un blocco.
Non riuscivo a scrivere, un po' per motivi miei, un po' perchè ho visto un brusco calo di interesse per questa fanfiction. I commenti e le visualizzazioni sono diminuti e non so se questo è dovuto a:
1.la fanfiction che fa schifo
2.siete tutti in vacanza >.<

Detto questo, se leggete questo capitolo, vi chiedo con tutto il cuore di farmi sapere cosa ne pensate (anche se sono opinioni negative, servono anche quelle).

Non voglio che questa ff faccia la fine di quella Delena che non ho mai finito; io sono un pesce strano, putroppo se non ho un riscontro perdo l'entusiasmo e mando tutto all'aria.

Comunque, ora possiamo parlare di questo capitolo.

I nostri Nian hanno passato al notte insieme e ecco, so che il 99,9% voleva vederli farli l'ammmmore (compresa io) ma non volevo accellerare troppo le cose.
Ian è ferito ragazze, molto ferito, ferito e innamorato, e non c'è cocktail peggiore. Lui vuole Nina, ma non la vuole per una notte, la vuole per tutta la vita, e non è disposto a cedere nemmeno ai suoi impulsi.
(Ma questo non vuol dire che sarà facile, anche in futuro)

In più c'è stato un picolo particolare, quando Nina gli chiede se è per Jen che si sta trattenendo lui risponde di no. Insomma è chiaro che la signorina è solo un ripiego (ma avremo modo di parlarne più avanti)

Ho provato a scrivere un pov Ian ma son subito tornaa sui miei passi, mi è più facile scrivere dal punto di vista femminile, anche se mi sforzerò nei prossimi capitoli, perchè voglio che anche i sentimenti di lui siano chiari.



Ora cosa vi aspettate succederà?


Un'ultima cosa, ho aperto un gruppo su facebook, dove se vi va potete iscrivervi per parlare di questa fanfiction, per avere degli "spoiler" pre-capitolo ecc. ecc.

Keytvd fanfiction



E niente, credo di aver detto tutto, vi prometto che per il prossimo capitolo non attenderete così a lungo.

Un bacione
Key









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Capitolo 6
*** Cap.6 ***


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Cap.6

Pov.Ian

Per tutta la notte non ero riuscito a chiudere occhio, così quando suonò la sveglia fu un vero sollievo.
Scattai in piedi velocemente e indossai la maglietta che avevo lasciato sulla sedia la sera prima.

Una volta uscito dalla camera, automaticamente il mio sguardo si posò sulla  stanza di Nina; la porta era chiusa, e per un attimo mi venne l'istinto di entrare per dirle che era ora di alzarsi, se non voleva fare tardi a lavoro, ma poi scossi la testa.

Dopo quello che era successo la notte passata, di certo non era l'idea migliore quella di entrare come se nulla fosse successo.

Non mi pentivo di averla baciata, ma nemmeno di non essere andato oltre;
non l'avevo rifiutata per orgoglio, ma per buon senso.

Se avessi fatto l'amore con lei saremmo tornati al punto di partenza.
Avremmo ritrovato la nostra felicità, e poi? I problemi sarebbero tornati, perchè lei non era cambiata, e io oramai ero irremovibile, volevo sposarla, e se non potevo averla come mia moglie, preferivo non averla per niente.

Mentre ero perso nei miei pensieri ancora in piedi davanti alla stanza di Nina, la porta si aprì.




Pov. Nina

Quado aprii la porta della mia camera e mi trovai Ian davanti, sussultai.

"Scusa, non volevo spaventarti, stavo.." disse ma non lo lasciai finire

Lo superai, senza nemmeno guardarlo e andai in cucina, ma lui mi venne subito dietro.

"Hey" disse cercando di richiamare la mia attenzione ma io lo ignorai

"Nina" Questa volta il tono di voce era più forte ma la mia reazione non cambiò

"Pensi che ignorarmi serva a qualcosa?" mi chiese

A quel punto mi girai

"Tu mi hai ignorato bene ieri notte, mentre ero nel letto e piangevo"

Forse mi stavo comportando come una bambina, e odiavo quel lato del mio carattere, ma il mio orgoglio era decisamente ferito

"Fa come vuoi" mi rispose scocciato lasciandomi da sola in cucina.

No, così non adava. Non doveva avere lui il coltello dalla parte del manico.

Corsi dietro di lui e lo presi per le spalle, obbligandolo a girarsi.

"Perchè hai ricambiato il mio bacio ieri? Perchè mi hai illuso che potesse esserci qualcosa fra di noi?" urlai

"Nina non sei dalla parte della ragione, lo sai questo?" mi rispose, lasciandomi in silenzio, senza saper bene come replicare.

Aveva ragione, aveva maledettamente ragione e lo sapevo bene.

"Qua non si tratta di chi ha ragione e chi torto"

"Hai ragione, non si tratta nemmeno di questo, tu hai le tue ragioni e io le mie, ma visto che nessuno dei due è disposto a cedere per il bene dell'altro, per quanto mi riguarda non ha senso andare avanti con la nostra storia"

Rimasi in silenzio per qualche istante prima di parlare

"Ho sentito come mi volevi, lo sento anche adesso, lo posso vedere nei tuoi occhi che non hanno mai smesso di guardarmi in quel modo..."

Osservavo i suoi occhi cristallini, puntati nei miei, e la voglia di baciarlo era sempre più forte

"Quello non cambierà mai" rispose continuando a fissarmi

"E allora perchè non ti sei lasciato andare" con una mano gli accarezzai la guancia ma la sua reazione mi spiazzò

Mi prese il polso con forza, molta di più di quella che avrebbe voluto usare, infatti subito dopo lo lasciò andare leggermente.

"Perchè per te è così importante, eh? Il tuo problema primario è fare l'amore con me, Nina?" disse sbattendomi contro il muro

"Vuoi fare l'amore?" continuò ma io rimasi immobile, con gli occhi fissi su di lui, in attesa di vedere fin dove si sarebbe spinto

Mi sollevò da terra e mi portò in camera, sdraiandomi sul letto.

Ian si portò sopra di me e cominciò a baciarmi il collo, provocandomi brvidi su tutto il corpo

"E questo che vuoi? E' questo che ti fa stare bene?" parlava muovendo le sue mani esperte su tutto il mio corpo

Chiusi gli occhi, in attesa della sua prossiam mossa

"Posso fare l'amore con te, se sei così infantile da credere che questo basti ad aggiustare le cose fra di noi"

A quel punto aprii gli occhi e lo guardai.

Era sopra di me, con i muscoli delle braccia tirati, più bello che mai, ma non era lui, non era il mio Ian, e capii.
Capii ciò che voleva dire.
Mi ero comportata da bambina, ma non come pensava lui;
non volevo fare l'amore per un piacere personale o per chissà quale altro motivo, ma perchè ingenuamente avevo pensato che se ci fossimo riuniti anche solo per una volta lui avrebbe capito.

Avrebbe capito che eravamo io e lui, e questo bastava per renderci felici e appagati, come lo eravamo stati per quasi tre anni.

Ma non era così, quella era solo una mia illusione, quello era ciò che bastava a me, mentre Ian voleva di più.

Prima che potessi dire qualsiasi cosa il campanello di casa suonò.

Ian rimase immobile, e io feci altrettanto nella speranza che chiunque fosse, decidesse di andare via.

Un altro suono.

Ian si scansò da me, e io mi sentii improvvisamente nuda, senza più lui addosso.

"V-vado a vedere chi è" mi alzai imbarazzata, consapevole che avremmo dovuto riprendere quel discorso

Mi aggiustai con la mano i capelli, nella sperenza di non avere la faccia sconvolta di una che era stata interrotta prima di fare l'amore.

Aprii la porta senza chiedere chi fosse e mi ritrovai davanti una ragazza.

Il mio cuore sapeva chi era, la mia testa non voleva farsene una ragione.

"Ciao, scusa se ti disturbo, Ian è a casa?" disse velocemente lei

Io deglutii rumorosamente, e prima che potessi rispondere Ian arrivò dietro di me.

"Jen" disse confermando ciò che già sapevo

"Ciao tesoro, scusa se sono piombata qua all'improvviso, ho fatto un po' di telefonate per scoprire dove fosse la tua vecchia casa e... beh ho pensato di darti un passaggio a lavoro" sorrise fastidiosamente dopo aver parlato come una macchinetta

L'imbarazzo era tangibile nell'aria, così sperai che Ian dicesse qualcosa.

"Non serviva" le rispose infine

Mi trovavo in una delle situazioni più sgradevoli della mia vita, ero nella stessa stanza con l'uomo che amavo, con il quale pochi minuti prima stavo per fare l'amore, e la sua nuova... non sapevo nemmeno come definirla.

"Se mi apetti in macchina, fra cinque minuti sono pronto" disse ancora Ian, ringraziandolo mentalmente per non averle chiesto di aspettarlo dentro casa

"Ok" sorrise lei voltando le spalle

Stavo per chiudere la porta quando Jen si girò nuovamente

"Scusami, non mi sono nemmeno presentata, che maleducata" disse ma io rimasi in silenzio

"Piacere, sono Jen" mi porse la mano e io dopo qualche istante di esitazione, ricambiai

"Io sono..."

"Nina" mi anticipò

"Scusa" aggiunse "è che è difficile non conoscerti" rise

La guardai infastidita, ma cercai di rispondere con un mezzo sorriso

"Ora scusami ma devo andare a prepararmi, altrimenti farò tardi a lavoro" dissi

"Se vuoi possiamo darti un passaggio io e Ian"

Io e Ian. Sentii un fastidio irradiarsi in tutto il corpo

"No grazie, prenderò la mia macchina" brutta stronza, avrei voluto aggiungere, ma mi fermai in tempo.

Chiusi la porta velocemente senza nemmeno aspettare una qualsiasi risposta e voltandomi trovai Ian, già vestito.

"Nina..."

"No, vai, ci vediamo a lavoro" lo superai e entrai nella mia camera senza aggiungere altro.

Dopo poco sentii la porta di casa chiudersi, finalmente ero sola.







Quando parcheggiai la macchina fuori dagli studi, il panico prese il sopravvento.
Ero ancora scossa da ciò che era successo la mattina con Ian, e non ero per nulla pronta ad affrontare lui e tutti gli altri sul set.

Appogiai la testa sul volante, e inspirai profondamente, ma il rumore di qualcuno che bussava sul vetro della macchina mi fece sobbalzare.

Alzai piano lo sguardo e mi trovai davanti Paul, che mi guardava con aria preoccupata.

"Tutto bene?" riuscii a leggere nel suo labiale

Aprii la portiera ed uscii dalla macchina

"Hey, tutto bene?" mi passò il braccio intorno al corpo con fare fraterno

Volevo un gran bene a Paul, ero veramente legata a lui, ed avevo paura di come il nostro rapporto sarebbe potuto cambiare per colpa della mia rottura con Ian.
Sapevo che mi voleva bene, ma sapevo anche che Ian per lui era al primo posto, se ce ne fosse stato bisogno, si sarebbe schierato senza batter ciglio dalla sua parte.

"Si Paul, mi savo rilassando un po' prima di entrare" gli dissi sforzandomi di sorridere

Il mio amico rimase in silenzio per qualche istante, ma continuò a tenermi stretta mentre camminavamo verso l'entrata degli studi.

"Supererete tutto questo" disse spiazzandomi

"Dici?" sapevo a cosa si riferiva, non avevo bisogno di chiedere altre spiegazioni

"Si, ne sono più che certo, come sono sicuro che quella Jen è solo un ripiego"

"Si ma quella Jen intanto è la sua ragazza" risposi amaramente

"Si, e stanotte lui l'ha passata con te"

Mi bloccai di colpo in mezzo alla strada

"Lo sai già?" dissi sbarrando gli occhi

"Che ha passato la notte con te? Si, visto che ha chiesto a tutti di non preoccuparsi di te e di non chiamare perchè ci sarebbe stato lui ad occuparsi di te. Che cosa avete fatto stanotte? No, non ho ancora avuto modo di vederlo" sorrise

"Non è successo nulla" risposi, ricominciando a camminare

"La tua faccia dice altro signorina" mi tirò un leggero pizzicotto sul braccio

"Hey" risposi con un pugno sul suo braccio marmoreo

Scoppiammo a ridere entrambi, finchè non mi resi conto di essere entrata negli studi.

Paul aveva quest'effetto su di me, riusciva a non farmi pensare a nulla, mi alleggeriva i pensieri, era un amico prezioso.

"Paul" mi fermai e lui si voltò a guardarmi, ma non disse nulla

Feci un passo avanti e lo abbraccia forte

"Non voglio perdere la tua amicizia" sussurrai

Lui mi baciò la testa.

"Sei la mia sorellina, non potrai mai perdermi"

Non riuscii a trattenere un sorriso pieno di felicità.


Eravamo ancora abbracciati quando dalla porta entrarono Candice e Kat.

"Nina!" esclamarono entrambe

Io mi staccai da Paul e restai in silenzio a guardarle.

Candice prese coraggio e corse da me ad abbracciarmi

"Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace!" urlò quasi

"Ti prego dimmi che mi perdoni, non posso pensare di averti perso" disse ancora, stringendomi più forte

"C-Candice, mi stritoli"

Finalmente mollò la presa, ma continuò a guardarmi con sguardo implorante.

Candice era così, o la amavi o la odiavi, la maggior parte delle volte si comportava da bambina, ma aveva un gran cuore, non potevo vedere cattiveria in ciò che faceva.

"Diciamo che anche io non sono stata una grande amica" dissi

"Aaaah" urlò abbracciandomi di nuovo senza aspettare altro, ma questa volta ricambiai il suo abbraccio

Ero ancora ferita per il fatto che lei e Kat mi avessero nascosto la relazione di Ian, ma non ero una persona che portava rancore, non ci riuscivo proprio.
Tra l'altro sul set non eravamo solo colleghi, eravamo una grande famiglia, e i malumori avevano ripercussioni su tutti, e non era proprio il caso, visto che la situazione era già abbastanza complicata così.

Kat mi guardò speranzosa, chiedendosi probabilmente se il perdono valesse anche per lei, così la guardai anch'io e le feci cenno di unirsi a quell'abbraccio.

Non se lo fece ripetere due volte e poco dopo eravamo strette, tutte e tre insieme.

"Mi dispiace" mi sussurrò Kat "e per quella storia..."

"Avremo modo di parlarne" dissi velocemente.

Non era quello il momento, dopo lo spiacevole incontro della mattina non avevo nessuna voglia di parlare di Jen.

"Ti sei ripresa completamente?" mi chiese Kat una volta sciolto l'abbraccio

Capii subito che si riferiva all'incidente del giorno prima.

"Si direi di si, il mal di testa è passato completamente" sorrisi

"Bene!" esclamò

"Volevamo passare da casa tua ieri ma Ian ha chiaramente detto di lasciarti riposare" si aggiunse Candice

"Si, mi ha accenato qualcosa Paul, comunque grazie per il pensiero"

"Avete avuto modo di parlare?" sapevo che Candice mi avrebbe fatto quella domanda, non aspettava altro.

"No, non molto" mentii.

La realtà è che avevamo parlato, ma mi sembrava di essere ferma al punto di partenza; fra me e Ian le cose erano più complicate che mai.

In quel momento la porta d'ingresso si aprì, ed entrò lui, in tutta la sua perfezione.
Era bellissimo, l'avevo sempre saputo, ma per qualche strano motivo adesso che non era più mio, che non potevo più apprezzarlo come volevo, lo notavo ancora di più.

Notai con piacere che era solo, non avrei potuto sopportare di vederlo ancora insieme a lei.

"Ciao ragazze" disse velocemente alle mie amiche

"Ciao Ian" risposero insieme

A me non disse nulla, dopo ciò che era successo la mattina era tutto ancora più imbarazzante.

Ian ci superò, diretto verso il suo camerino, e io non riuscii a fare a meno di seguire la sua figura finchè non scomparì dalla mia vista.

Lavorare così sarebbe stato impossibile.




Dopo un'ora tutti gli attori erano sparsi sul set, ognuno a girare la sua scena, singolarmente o con qualcun'altro.

Nenche a dirlo io mi trovavo con Ian e Julie Plec fuori dalla porta di casa Salvatore.

"Allora ragazzi, questa è la scena: Elena e Damon tornano da una lunga vacanza estiva, sono in macchina ed entrambi non sono affatto contenti di essere tornati a casa. Così Damon inizia a stuzzicarla, dicendole che finchè non decidono di mettere loro la parola fine, la vacanza può continuare. A quel punto lui inizia a baciarla, sempre dentro la macchina, ma Elena lo trascina dentro casa, ed è la che inizia la scena forte"

Deglutii rumorosamente, mentre Ian teneva gli occhi bassi sul suo copione, sicuramente stava facendo finta di leggere, per non incontrare il mio sguardo.

"Se qualcosa non vi è chiaro chiedete pure" disse Julie col suo solito sorriso

"No, tutto chiarissimo" rispose Ian per entrambi

"Bene, vi aspettano nella sala trucco, fra mezz'ora iniziamo a girare" disse congedandoci



Il tempo di un po' di trucco e una semplice acconciatura per me, io e Ian eravamo pronti, nella macchina di Damon Salvatore.

Sentivo gli occhi di tutti puntati su di noi, sapevo bene che le aspettative erano alte, nessuno ci metteva pressione, ma tutti erano preoccupati di come la nostra rottura avrebbe influito sulla nostra recitazione nei panni di Damon ed Elena.

"Ian..." dissi prima che partisse il Ciak

Lui rimase in silenzio in attesa che continuassi a parlare

"Pensi che ce la faremo? A lavorare insieme, intendo" chiesi cercando conforto in lui, che da sempre, anche prima che stessimo insieme, era stato la mia ancora sul lavoro

"Ce la dobbiamo fare, questo è ciò che ci da da vivere"

Presi un lungo respiro e poco dopo sentii un forte "Azione!" dal regista



Damon si fermò con la macchina di fronte casa Salvatore, e spense il motore

"Eccoci qua signorina Gilbert" sorrise sornione

"Dobbiamo proprio scendere?" arricciai il naso capricciosa

"No amore, possiamo vivere il resto della nostra vita immortale dentro questa macchina" disse serio

"Anzi aspetta" si fermò un attimo e guardò prima i sedili posteriori, poi accanto a se "No, non possiamo, non abbiamo scorte di sangue, potremmo essiccarci in poco tempo"

Detto questo lentamente si avvicinò a me, famelico, e appoggiò la bocca nell'incavo del mio collo, tenendo con una mano il mio volto.

Mi morse piano, senza farmi male, facendo bruciare la mia pelle sotto quel contatto.

"Mi sbagliavo, qua abbiamo una grande quantità di sangue" sussurrò piano nel mio orecchio

Mi ci volle tutta la forza di volontà possibile per ricordarmi le mie battute, in quel momento avrei voluto solo perdermi in quei baci.

"Damon" sorrisi maliziosa

"Si..." sussurrò ancora soffiando sul mio collo

"Non possiamo tornare in quel resort di San Diego?" dissi ansimando mentre Damon continuava a lasciare una scia di baci roventi sul mio corpo

"Possiamo fare ciò che vuoi, ma perchè fare tanta strada quando possiamo continuare la nostra vacanza nel resort Salvatore"

Risi e mi alzai dal mio posto, sedendomi sulle sue gambe.

Ci guardammo per qualche istante, e il pensiero andò immediatamente alla notte precedente. L'avrei baciato di nuovo, questa volta per finzione, o almeno così doveva essere. La verità era che in quel bacio ci sarebbe stata solo Nina, nessun Elena Gilbert.

Presi il suo volto tra le mani e affondai la mia bocca sulla sua, baciandolo con tutta la passione che avevo in corpo.

Sentii la sua lingua farsi spazio rovente dentro di me, e sussultai.
Per qualche strano motivo avevo pensato che mi avrebbe baciato in modo cinematografico, ma in quel bacio c'era tutto tranne che finzione.

Mi lasciai andare, baciandolo con irruenza

"Aspetta " ansimai mentre Ian continuava a baciarmi

"Che c'è?" sentivo l'eccitazione nella sua voce, e dentro di me, sapevo che non stava recitando

"Siamo scomodi qua" sussurrai

Scomodi? Si vede che Julie e i suoi collaboratori non avevano mai baciato Ian in una macchina. Avrei potuto continuare per ore.

Lo trascinai fuori dalla macchina, consapevole che al computer avrebbero reso quella scena almeno tre volte più veloce e a quel punto il regista gridò "Stop!"

Un applauso partì da tutto lo staff che ci era attorno.

Io cercai di ricompormi, passandomi una mano fra i capelli scompligliati, poi il mio sguardo si posò inevitabilmente su Ian.

Aveva le labbra arrossate, e gli occhi lucidi, persi in chissà quali pensieri, probabilmente li stessi miei.

Sentii le gambe farsi leggere, troppo per reggermi, e gli occhi offuscarsi, così quando Julie si avvicinò a noi due per complimentarsi della riuscita perfetta della scena, riuscii a sussurrare solo uno "scusatemi" prima di correre via verso il mio camerino, in lacrime.




Pov. Ian

Non sapevo bene ciò che stavo per fare, ma sentivo che non potevo lasciarla da sola.

Bussai più volte alla porta del camerino di Nina, ma non avendo risposta, decisi di entrare lo stesso.

Aprii piano, quasi timoroso, e la trovai di spalle, che guardava fuori dalla finestra, così entrai e chiusi la porta dietro di me.

Lei rimase immobile, e mi soffermai a guardarla, si teneva stretta nelle braccia, mentre i capelli le ricadevano morbidi da un lato.

Mi avvicinai piano, e finalmente trovai il coraggio di posarle dolcemente una mano sul braccio.

La sentivo respirare piano, nel silenzio della stanza, quando finalmente aprì bocca, senza però voltarsi.

"Io non ce la faccio" disse con la voce rotta dal pianto

"Si che ce la fai, ce l'abbiamo fatta, tutti sul set erano entusiasti" dissi cercando si sembrare il più convincente possibile

Nina si voltò verso di me, aveva gli occhi velati di lacrime, ma cercava di non piangere.

"Tutto questo mi consuma" disse

"Lo so" risposi, consapevole di provare le stesse sensazioni

"Vieni qua" aggiunsi dopo qualche secondo di silenzio

La tirai verso di me, e l'abbracciai forte finchè sentii il suo corpo rilassarsi fra le mie braccia.

"Sei una ragazza forte Dobrev, quando te ne renderai conto?"

"Tu eri la mia forza" disse singhiozzando

Chiusi gli occhi, senza sapere bene cosa fare. Stare lontani ci faceva male, ma continuare la nostra relazione sembrava impossibile.

"Perchè mi hai baciato così?" mi chiese rompendo il silenzio

"Perchè ti amo" risposi tutto d'un fiato

Lei si staccò dall'abbraccio, e mi guardò stupita

"Perchè stai con Jen se ami me?"

La sua domanda era legittima. Perchè frequentavo Jen?
Per avere una distrazione? Per ripicca nei confronti di Nina? Per farle vedere che potevo andare avanti senza di lei?
Forse all'inizio era stato così, ero talmente ferito che volevo fargliela pagare, e quello sembrava l'unico modo possibile, ma adesso, non riuscivo a trovare alcun senso a quella specie di relazione.

"Non lo so" mi limitai a rispondere

Nina abbassò lo sguardo, e scosse la testa

"Non è lei il problema fra di noi" aggiunsi e lei mi guardò

"Lo so" sussurrò "Ma intanto lei può averti"

"Lo sai che puoi avermi anche tu"

Lei abbassò nuovamente lo sguardo e in quel momento bussarono alla porta.

Julie entrò nel camerino.

"Volevo essere sicura che fosse tutto apposto" sorrise

"Si" Nina si schiarì la voce "scusa se sono corsa via prima" aggiunse

"Tranquilla piccola, oggi avete fatto un lavoro eccellente, così abbiamo deciso di lasciarvi il resto della giornata libero, domani vi voglio carichi per la scena dentro casa" disse


"Ah Ian, potresti venire con me in ufficio, ci sono delle carte da firmare" aggiunse Julie

"Si arrivo"

La Plec uscì dalla stanza lasciandoci soli.

"Devo andare, cerca di non pensare troppo" sorrisi

"Non abbiamo finito" mi rispose Nina

"Io si, il prossimo passo è il tuo, lo sai che tornerei con te in un secondo, ma sai anche quali sono le mie condizioni"

Lei sospirò e io uscii dalla stanza lasciandola sola con i suoi pensieri.





Buona sera mie care lettrici :)
Ho mantenuto ben due promesse questa volta, la prima di aggiornare presto, la seconda di fare capitoli più lunghi, sono stata brava? Ora come minimo mi merito un premio di tante recensini ahaha
Ovviamente scherzo (più o meno) ma ci tenevo a ringraziarvi per aver recensito veramente in tante lo scorso capitolo, è stato un grande incentivo per me per continuare la storia, spero continuerete ad essere così numerose.

Dopo le mie lunghe premesse parliamo del capitolo, visto che sono successe un bel po' di cose.

Intanto c'è stato un risveglio molto turbolento, spero di non aver stravolto troppo il personaggio di Ian, che in realtà era solo esasperato dall'insistenza di Nina, e di non aver fatto passare troppo lei per una bimbetta vogliosa >.<
La verità (come dice lei) non è che voleva fare l'amore con Ian così, per capriccio, ma ingenuamente sperava di fargli cambiare idea, facendogli vedere come potevano essere felici insieme.


Poi è arrivata Jen e su di lei ho poco da dire, anche perchè non voglio che le diate troppa importanza, perchè semplicemente... non ce l'ha.
Detto questo la vedremo ancora, ma non per molto (come ha detto Ian, non è lei il problema)

Per quanto riguarda le amicizie, lo so, non ho approfondito molto i problemi fra Nina, Candice e Kat ma è stata una scelta voluta, questa fanfiction parla dei Nian, tutto il resto fa solo da contorno.

Ed infine
ho voluto inserire una scena Delena, spero nel leggerla non vi siate incasinati troppo, mi piaceva l'idea di vederli anche nei panni di Damon ed Elena.


Il finale ha visto i nostri due amati di nuovo insieme, Ian per quanto si sforza non riesce a stare lontano da Nina, anche se è tormentato dai suoi sentimenti, non vuole cedere, lui VUOLE sposarsi, ma la ama troppo per stare lontano da lei. So che così facendo Ian sembra un pazzo che un momento fa una cosa e un attimo dopo un altra, ma questo è dovuto al fatto che è assolutamente in balia dei suoi sentimenti che al momento sono un totale casino.

Se ve lo state chiedendo, più avanti ci sarà modo di spiegare il perchè per Ian sia così importante il matrimonio, e perchè invece Nina non ne sente la necessità.


Mi sono dilungata tantissimo, vi chiedo scusa, ma vorrei che tutto vi fosse ben chiaro, in ogni caso, se avete domande, sono qua ^^

Ultimissima cosa, se vi va iscrivetevi al gruppo, per chiacchierare un po' della fanfiction e per avere qualche anteprima sui capitoli:
Keytvd fanfiction

A presto
Key






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Capitolo 7
*** Cap.7 ***


new7
Cap.7

Pov.Nina

La mattina seguente mi svegliai decisamente col piede storto.
Avevo trascorso una notte agitata, fatta da incubi che mi facevano svegliare di soprassalto; tutti riguardavano Ian, gli succedeva sempre qualcosa e io ero immobile senza poter far niente per salvarlo.

Mi buttai sotto la doccia con la speranza che almeno l'acqua calda mi aiutasse a rilassarmi un po', ma era inutile, sapevo bene che nulla poteva aiutarmi ad affrontare la giornata.

Non ero pronta a girare una scena di sesso insieme a Ian, già baciarlo mi aveva mandato il cervello totalmente fuori uso, figuriamoci andare oltre.

Le nostre scene non erano mai cinematografiche, eravamo sempre noi, con il nostro amore e la nostra passione.

Chiusi gli occhi e un ricordo affiorò nella mia mente.


"Bene ragazzi, ci siamo" Julie Plec rise battendo le mani elettrizzata

"Jules contieniti!" le urlò dall'altra parte della stanza la sua collaboratrice Caroline Dries

"Ma come faccio? Questa scena farà uscire di testa i fans Delena" rispose Julie

Io e Ian eravamo distesi sul letto di Damon Salvatore, lui totalmente nudo coperto solo da un lenzuolo, io con un succinto completino intimo, e una camicia da uomo semi aperta, pronti a girare la tanto attesa scena di sesso fra Damon ed Elena.

Mentre ero intenta a rileggere la mia parte , sentii le dita di Ian sfiorarmi il viso, e successivamente portarmi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Sei pronta amore?" alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi che nella stanza illuminata dal sole sembravano ancora più azzurri

"Umh" mugugnai

"Dai tesoro, dobbiamo solo eseguire ciò che siamo abituati a fare nel nostro letto" sorrise malizioso

"Si, peccato che di solito non ci sono decine di occhi che ci guardano mentre facciamo l'amore, per non parlare di tutti quelli che ci guarderanno in televisione" sbuffai

"Hey, hey" mi prese il viso fra le mani e mi trascinò verso di se "tranquilla"

Ian iniziò a baciarmi dolcemente tenendomi stretta; sapeva bene come calmarmi, o meglio, come farmi perdere la lucidità.

"Devi focalizzarti su noi due" sussurrò fra un bacio e l'altro

"Ma.." cercai di replicare

Lui mi baciò di nuovo, questa volta con irruenza, e io lo lasciai fare, lasciandomi trasportare da quella passione.


"Hey, guardate che non sono ancora accese le telecamere" gridò uno dei cameraman ridendo.

Mi staccai da Ian imbarazzata ma lui mi sorrire complice.

"Anthony sei un fottuto genio!" urlò Julie al cameraman lasciandoci perplessi

Tutti restammo in silenzio, in attesa che la Plec ci desse spiegazioni.

"Via, tutti fuori!" disse ancora, e la perplessità aumentò fra i presenti

Ian, dal suo canto, iniziò a ridere, in qualche modo riusciva a capire le intenzioni di Julie prima ancora che lei parlasse.

"Che c'è?" gli chiesi

"Shh" mi poggiò un dito sulla bocca "Aspetta"

"Plec cosa vuoi fare?" le chiese una Caroline Dries stupita

Lei non rispose, troppo  presa dalla sue idee. Si avvicinò a Anthony e gli sussurrò qualcosa nell'orecchio.

Lui prima la guardò perplesso, poi si mise a smanettare la telecamera che aveva in mano, e quando finì sorrise soddisfatto.

"Fatto" disse Anthony

Julie gli diede una pacca sulla spalla, poi si rivolse a noi due.

"Ragazzi, questa scena non è imporante, di più" disse

"Si, lo sappiamo" Io risposi per tutti e due

"Bene, ciò che voglio da voi è che siate voi stessi, al 100%, e proprio per questo vi darò le condizioni ottimali per farlo"

Corrucciai lo sguardo, cercando di capire e lei continuò

"Quanto ti serve per un rapporto completo stallone?" chiese a Ian

Sbarrai gli occhi mentre il mio uomo si limitò a ridere; era abituato all'irruenza di Julie, non aveva peli sulla lingua, soprattutto con lui, mentre io, per molte cose ero molto più riservata.

"Beh, non lo so, dipende" rispose Ian per nulla imbarazzato

"Facciamo che vi lascio la stanza per due ore, ok? Nel caso vogliate fermarvi, far le cose con calma, ripetere, insomma, quello che volete, basta che alla fine di questo tempo, io abbia fra le mani la scena di sesso più sensuale, romantica, passionale di tutta la storia dei telefilm"

Rimasi in silenzio perplessa.
Era una situazione particolare, da una parte ero felice di non dover condividere la mia intimità con il resto della troupe, ma dall'altra sapevo che quel filmato l'avrebbero visto tutti comunque.

Ian mi guardò, e capì immediatamente la mia perplessità

"Saremo sotto le lenzuola" disse semplicemente e in qualche modo mi tranquillizzai un po'.

Tutti uscirono dalla stanza lasciando me e Ian da soli.

Continuavo a guardare la lucina rossa della telecamera, senza riuscire a muovermi, così il mio uomo mi si avvicinò lentamente, baciandomi le labbra con dolcezza.

"Potrebbe essere eccitante" disse e io sorrisi della sua malizia

"Non lo so, è la prima volta che faccio una cosa del genere, le scene girate con Paul erano tutte finte"

"Infatti Paul non è il tuo ragazzo" sorrise baciandomi il collo

Chiusi gli occhi, ma ero tesa come una corda di violino.

Ian si staccò leggermente da me, poi guardò la telecamera.

"Aspetta un attimo qui" sussurrò

Lo guardai mentre si avvolgeva il lenzuolo intorno al bacino, poi si alzò verso la telecamera.

Dopo qualche istante il puntino rosso si spense.

"Che fai?" dissi con un tono di voce più alto del solito

Lui non disse nulla, tornò verso il letto e si tolse il lenzuolo di dosso, restando nudo di fronte a me.

Sorrisi beandomi di quella perfezione, totalmente mia.

Ian si distese su di me, lasciando una scia di baci su tutto il mio corpo.

"Ian" ansimai

"Shh, rilassati" sussurrò senza staccare le labbra da me.

Dimenticai dove eravamo, in quel momento saremmo potuti essere in qualsiasi posto, non aveva importanza, perchè ciò che contava è che eravamo insieme.

I nostri corpi si unirono con passione, incuranti di essere sul set, e del fatto che in qualunque momento sarebbe potuto entrare qualcuno.

"Stai meglio adesso?" mi chiese Ian mentre mi teneva stretta  accarezzandomi i capelli

Sorrisi e mi allungai verso di lui per dargli un bacio, non servivano parole.

"In questo caso abbiamo fatto prima il piacere e poi il dovere" si tirò su dal letto "forza signorina, è ora del bis, questa volta si lavora però"

"Chiamalo lavoro" risi

Ian accese la telecamera, e finalmente riuscii a girare la scena senza problemi.



Mi scrollai di dosso l'acqua e uscii dalla doccia, ancora persa nei miei ricordi, che sembravano fin troppo vivi nella mia mente.




Pov. Ian

Ero arrivato sul set con un bel po' di anticipo per ripetere le mie battute quando vidi arrivare Nina.

Era impossibile non notare l'espressione corrucciata e le occhiaie pronunciate che oscuravano leggermente la sua bellezza.

"Hey" richiamai la sua attenzione e lei si voltò verso di me.

Avvicinandosi mi rivolse un leggero sorriso

"Tieni" le porsi il caffè che avevo appena preso al bar

Lei prese in mano il bicchiere

"Si vede così tanto che ne ho bisogno?" disse bevendone un sorso

"Nottataccia?" le chiesi

"Si, diciamo di si" abbassò lo sguardo

"Senti, devo andare a prepararmi, non vorrei fare tardi" disse ancora velocemente

"Certo, ci vediamo fra poco" le sorrisi amichevolmente

Quando si voltò per andarsene percorsi la sua figura con lo sguardo, e un brivido mi passò per tutto il corpo.
Non volevo ammetterlo a me stesso, ma l'idea che l'avrei vista con quasi nulla addosso nel giro di poche ore mi eccitava terribilmente.

La stavo ancora osservando quando si girò di scatto

"Ian"

Cercai di distogliere lo sguardo

"Si?"

"Grazie" indicò il caffè che aveva in mano

"Figurati" sorrisi di rimando.





Dopo qualche ora eravamo entrambi pronti sul set, in quella che era la camera da letto di Damon Salvatore.

Nina era come al solito bellissima, il vestito che indossava era lo stesso del giorno precedente, visto che con il montaggio avrebbero unito tutte le scene insieme, ma i suoi capelli erano più arruffati, probabilmente per rendere la scena ancora più credibile.

Mi avvicinai a lei, ma non si accorse subito di me, era troppo presa dal suo copione.

"Non studiare troppo" risi e lei alzò finalmente lo sguardo

"Hey" mi regalò uno dei suoi sorrisi

"Alla fine non sono molte battute da imparare, solo molte azioni" dissi

Per qualche strano motivo le sue guance si colorarono leggermente di rosso, e abbassò lo sguardo. L'avevo messa in imbarazzo.

"Sai è tutto il giorno che ho in mente una cosa, e non riesco a non pensarci" dissi

"Ah si?" rispose lei "Cosa?"

"Pensavo.." mi fermai un attimo per trovare le parole "A quando abbiamo girato la scena della 4x08"

Rimasi in silenzio, sapevo che aveva capito perfettamene

"Sai, è strano" rispose lei "stamattina mi sono svegliata anch'io con questo pensiero"

Questa volta mi guardò fissa negli occhi, e una sensazione di calore si irradiò in tutto il mio corpo.

Perchè era così difficile starle lontano?

"Ragazzi siete pronti?" Julie Plec per fortuna mi risvegliò dai miei pensieri

"Si" mi schiarì la voce poco convinto

"Si Jules ci siamo" Nina sorrise, decisamente più pronta di me.

"Bene, in realtà come avete letto nei copioni non ho molto da dirvi, Damon ed Elena entrano in camera da letto sbattendo la porta. E' lei che ha in mano la situazione; spoglia Damon, e lui tenta di buttarla sul letto, ma tu Nina non lo lascerai fare"

Nina le annuì senza batter ciglio

"A questo punto, mentre continuate a baciarvi con passione vi spostate nella doccia, Elena spinge Damon con forza e apre l'acqua."

"Ma io a questo punto sono ancora vestita" intervenne Nina questa volta parplessa

"Tesoro, secondo te perchè ti abbiamo messo un vestitino bianco?" le rispose Julie "Il pubblico impazzirà, sarete sexy da morire"

Inevitabilmente posai lo sguardò su Nina, ma lei guardò altrove

"Bene, quindi una volta sotto la doccia, sarà Damon a prendere il controllo" aggiunse la Plec

"Finalmente" esclamai per cercare di sbloccarmi da quella situazione di imbarazzo che non mi apparteneva

Tutti intorno a me risero

"Ian la dovrai accarezzare con dolcezza, ma allo stesso tempo dovrai trasmettere passione, eccitazione, insomma non devo spiegartele io queste cose, tu sei Smolder-hotter"

La troupe scoppiò in una fragorosa risata

"Non ti preoccupare, ho capito" sorrisi malizioso al mio capo

"Dopo un po' di baci e palpatine varie, Damon solleva Elena da terra, e la sbatte contro la parete della doccia, mi raccomando, non serve che le fai male, ci penseremo noi al computer a rendere il tutto più veloce e violento"

"Lo so che la bambolina qua è fragile non ti preoccupare" risposi quasi senza rendermene conto e il mio sguardo si incrociò con quello di Nina che sorrise imbarazzata

"Bene, la scena si conclude con voi due che vi guardate intensamente, e sappiate che questo è il momento più importante, voglio degli sguardi che buchino lo schermo, la gente deve capire che vi desiderate più di qualunque cosa al mondo" concluse Julie elettrizzata

-Non sarà difficile- pensai, Nina, nonostante non stessimo più insieme era ciò che più desideravo al mondo, e non sarebbe stato difficile trasmettere queste sensazioni al personaggio di Damon.



Ci preparammo uno di fronte all' altro, nel silenzio della stanza riuscivo a percepire solo i respiri di Nina, e il mio cuore, che sembrava voler scoppiare nel petto.

"Hai visto, alla fine non faremo l'amore" mi sussurrò Nina spiazzandomi

"Già" sorrisi poco convinto

"Oggi sei più teso tu di me" aggiunse

Non risposi, perchè sapevo che era vero.


"Ragazzi 3-2-1 Azione!" urlò il regista


La scena iniziò, e io e Nina entrammo nella stanza; nel momento in cui le sue labbra si posarono avide sulle mie, il mio cuore sussultò, non mi sarei mai abituato a quella sensazione.

Cercai di portare Elena sul letto, continuando a sfiorare ogni centimetro del suo corpo, ma lei in risposta
oppose resistenza e mi strappò con violenza la camicia di dosso.

"Seguimi" sussurò con la voce rotta dall'eccitazione

Io mi lasciai trascinare nel bagno, beandomi di quei baci che continuavano a bruciare la mia pelle.

Elena aprì l'acqua della doccia e quello era il segnale del cambio dei giochi, dovevo prendere io in mano la situazione.

Le presi il viso fra le mani, mentre l'acqua scorreva sui nostri corpi, e la baciai con veemenza.

Il mio sguardo si posò inevitabilmente sul vestito di Nina che man mano diventava sempre più trasparente, e la mia eccitazione divenne insostenibile.

La sollevai da terra e lei immediatamente intrecciò le  gambe intorno al mio bacino.

La baciai ancora, senza fermarmi nemmeno per un respiro, e spinsi il suo corpo contro la parete bagnata della doccia.

Nina mi guardò con i suoi occhi da cerbiatta, e capii che era esattamente quello lo sguardo che Julie voleva; gli spettatori sarebbero impazziti, esattamente come stavo impazzendo io.

Mi ci volle un po' per sentire lo "Stop!" urlato dal regista.

I miei sensi erano ancora invasi dall'eccitazione, e continuavo a tenere Nina appoggiata alla parete.

Lei a sua volta non sciolse le gambe dal mio corpo, e restammo per un tempo indefinito così, immobili, occhi negli occhi, senza saper bene cosa fare.

"Perfetto ragazzi, aiutatemi a dire perfetto!"

La voce di Julie alle nostre spalle ci riportò alla realtà, così dopo un attimo di esitazione lasciai andare Nina.

"Siete due professionisti, non potrei desiderare due attori meglio di voi" continuò la Plec ma la mia mente era altrove, esattamente come quella di Nina, lo potevo capire dal modo in cui mi guardava.

"Nina vieni, ti asciugo un po', non vorrei che ti ammalassi" l'assistente di Nina la chiamò dall'altra parte della stanza e lei si allontanò, non prima di lanciarmi un ultimo sguardo che valeva più di mille parole.

Sentivo Julie che continuava a parlarmi, ma la sua voce era un suono lontano, non riuscivo e non volevo capire ciò che aveva da dirmi, ogni cosa era offuscata dal pensiero di Nina che continuavo a guardare.


"Hey ma mi stai ascoltando?!" disse infine la Plec

"S-scusami" risposi e senza più essere responsabile delle mie azioni corsi dall'altra parte della stanza

"Vieni con me" presi la mano di Nina e lei non oppose resistenza

La trascinai via dalla stanza, continuando a tenerle la mano, ed infine entrai nel mio camerino.

Chiusi la porta a chiave e mi voltai verso di lei, che mi guardava in silenzio.

"Ian" sussurrò

"Ti prego non dire niente" ansimai

Mi gettai sul suo corpo e senza darle tempo di parlare mi impossessai delle sue labbra.

La baciai con passione e lei, senza replicare, intrecciò le sue mani ai miei capelli, facendo avvicinare i nostri corpi umidi.

La sollevai da terra e lei si aggrappò al mio corpo, senza smettere di baciarmi.

In un attimo la adagiai sul tavolo che si trovava nel centro del mio camerino e la liberai da quel vestito ancora impregnato d'acqua.

La visione di quel corpo perfetto sotto di me mi mandò in estasi, così entrai dentro di lei senza esitazioni e la sentii gemere di piacere.

Non ricordavo quando era stata l'ultima volta in cui mi ero sentito così felice e appagato, come se tutta la bellezza del mondo si racchiudesse in quel momento, che apparteneva solo a noi due.


Una volta finito, lasciai che il mio corpo si lasciasse andare sul suo; appoggiai la testa sul suo petto, e subito Nina iniziò ad accarezzare dolcemente i miei capelli.

Sentivo il suo cuore battere forte, accordato con il mio, non riuscivo a muovermi, non riuscivo a pensare se ciò che avevo fatto era giusto o sbagliato, sapevo solo di stare bene.

"Ti amo" la sentii sussurrare, facendomi svegliare da quello che poteva sembrare un bellissimo sogno.

Mi tirai su, e mi soffermai a guardare quel corpo che avevo appena ritrovato. Sfiorai le sue labbra con l'indice destro e lei automaticamente chiuse gli occhi, probabilmente per assaporare ancora di più quel momento, e io feci la stessa cosa.

In quel momento il rumore di qualcuno che bussava alla porta del mio camerino ci riportò alla realtà.

Nina balzò in piedi mentre io sussultai.

"Ian" urlò continuando a bussare

Nina sbarrò gli occhi riconoscendo la voce

"Ian, perchè è chiusa la porta?" disse ancora

Mi schiarii la voce

"Jen aspetta!" urlai

"Che faccio?" la voce di Nina era praticamente impercettibile

Cercai di trovare un minimo di lucidità, ma la cosa risultava praticamente impossibile

"La, dietro l'armadio" le indicai dove doveva nascondersi

Lei tentennò per qualche istante ma prese il vestito caduto a terra e si allontanò tenendo lo sguardo basso

"Hey" la richiamai piano prendendole la mano

"Cerca solo di farla andare via presto" disse e si nascose dove le avevo detto.

Mi passai ripetutamente le mani fra i capelli, presi l'accappatoio appeso nel mio camerino e dopo un lungo respiro aprii la porta.




Pov. Nina

"Finalmente" Jen entrò come un razzo nella stanza

Avevo il cuore in gola, troppe emozioni per una sola giornata.

"Alcuni della troupe mi hanno detto che ti hanno visto andar via dopo le riprese ma non sapevano dove" rispose lei

"Si, è che... avevo bisogno di rilassarmi "
sentivo la voce di Ian piena d'imbarazzo, o forse era solo una mia sensazione, visto che sapevo ciò che era appena successo

"Potevi chiamarmi" sussurrò lei avvicinandosi a Ian

Dall'angolo in cui mi trovavo non riuscivo a vedere bene, ma potevo capire perfettamente le intenzioni della ragazza


"Jen"

"Che c'è?" la voce di Jen era sensuale, e provocante.

Non volevo nemmeno immaginare ciò che poteva succedere.

"Jen, non posso" disse Ian con un tono di voce più forte

"Perchè no?" Lei si allontanò leggermente, imbronciata

"Sono un po' stanco, mi dispiace"

Jen però era ben decisa

"Stasera? Ti preparo una bella cena" gli chiese avvicinandosi all'orecchio

Non vedevo l'ora che quella situazione finisse, mi sentivo in una situazione scomoda, l'amante di turno, cosa che forse in parte ero

"Si, magari ne riparliamo stasera" concluse velocemente lui

"Certo che questo lavoro ti distrugge proprio eh? Però fare sesso sul set con la Dobrev ti riesce bene"

Sentii un fremito in tutto il corpo, e mi chiesi come Ian avrebbe risposto a quell'affermazione, o meglio, come il suo sguardo avrebbe retto.

"Senti, non mi va di discutere adesso, ne parliamo stasera a  casa, ok?"

Ian era impassibile, un perfetto attore.

"Ok, come vuoi, ci vediamo dopo" si allungò su di lui baciandolo e il mio cuore tremò.

Ian si limitò a sorriderle, poi la accompagno all'uscita e una volta che Jen uscì, lui chiuse la porta.

Io aspettai per qualche secondo, poi uscii dal mio nascondiglio.

"Mi dispiace" disse Ian

Non riuscivo a capire per cosa si stesse scusando. Per Jen? Per aver fatto l'amore con me?

"Cosa succederà adesso?" chiesi

"Non lo so, non lo so davvero"

Abbassò lo sguardo, era profondamente turbato, ma non sapevo cosa fare, perchè ero scossa tanto quanto lui

"C'è una cosa che devo assolutamente fare" disse ancora "Devo parlare con Jen"

Rimasi in silenzio per qualche istante

"Non so cosa ne sarà di me e te, ma so che non posso continuare  a prenderla in giro quando sono innamorato di un'altra donna"

Mi avvicinai a lui e gli presi il viso fra le mani

"Supereremo tutto questo" dissi cercando di risultare il più convincente possibile, per lui ma anche per me stessa.

Mi alzai sulle punte dei piedi e gli posai le labbra sulla fronte, baciandolo dolcemente.

"Se hai bisogno, vieni a dormire a casa mia stasera, ok?"

Lui si limitò ad annuire e io uscii dal suo camerino attenta a non farmi vedere da nessuno.

Mentre andavo via mi resi conto che la frase con cui l'avevo lasciato aveva veramente poco senso, avrei potuto dire qualunque altra cosa, che lo amavo, che fare l'amore con lui era stata la cosa più bella che potesse capitarmi ma la verità era che ancora una volta Ian aveva avuto ragione.
Fare l'amore non aveva aggiustato le cose, le aveva complicate ancora di più.





Eccomi qua!! La vostra latitante :/
Lo so, sono sparita di nuovo ma ho avuto mille cose da fare, prima sono stata in vacanza una settimana, poi sono stata impegnata con l'esame della patente e devo dirvi che non riuscivo proprio a pensare ad altro, infine ci si è messo il caldo, ed era veramente faticoso scrivere, quindi ridendo e scherzando sono passate più di due settimane, mi dispiace tantissimo.


Lasciatemi ringraziare le persone che hanno commentato il capitolo precedente, siete veramente stupende, spero che continuerete a tenermi compagnia fino alla fine di questa fanfiction, siete un'enorme ispirazione per me, non lo dico tanto per dire.


In questo capitolo ho deciso di insierire per la prima volta un flashback, non so se vi ha fatto piacere, ma secondo me ci stava bene nel contesto ^^

E arriviamo alla parte fondamentale, questi due alla fine sono finiti a letto insieme, Ian ha ceduto.
Non so come prenderete questa cosa, ci ho pensato veramente tanto prima di scriverlo, e alla fine sono arrivata alla conclusione che questo era il momento giusto.

Detto questo, le cose sono ancora complicate, loro due non hanno risolto i loro problemi, sono "solo" legati da un amore immenso, e una passione che è diventata impossibile da gestire, ma presto, molto presto dovranno parlare seriamente del loro problema.

Vi faccio un piccolo spoiler per il prossimo capitolo
*NON LEGGETE SE NON VOLETE SAPERE*
Ci sarà un bel faccia a faccia fra la nostra Nina e Jen.


Vi dico già che almeno fino a sabato prossimo non avrò modo di aggiornare perchè non avrò il computer disponibile, cercherò di scrivere su un bel foglio di carta, così non dovrò far altro che ricopiare e pubblicare la storia al più presto ^^
Comunque vi invito nuovamente a iscrivervi al gruppo, la riesco a tenervi aggiornate su come procede la stesura dei capitoli:

Keytvd fanfiction


Credo di aver detto tutto, vi mando un bacione, e come al solito aspetto i vostri commenti!

A presto
Key














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Capitolo 8
*** Cap.8 ***


cap8
Cap.8

Pov. Nina

Avevo trascorso la notte in bianco, in attesa che Ian si facesse vivo, ma di lui non avevo visto nemmeno l'ombra.

Il pavimento si era consumato sotto i miei passi, così come il telefono che con la cadenza di pochi secondi continuavo a guardare, nella speranza che un qualsiasi segnale mi desse sue notizie.

Avevo provato a chiamare Ian, a mandargli dei messaggi, ma tutto era stato inutile, non lo sentivo nè vedevo da quando ero uscita dal suo camerino il giorno precedente.

Guardai l'orologio sulla parete che segnava le 7.00  e sorrisi debolmente.
Le riprese sarebbero iniziate nel giro di un paio d'ore, e Ian non sarebbe mancato, non era da lui.

Di colpo ritornai ala realtà, risvegliata da un battito insistente alla porta di casa.

-Eccolo- pensai, scattando in piedi.

Mi avvolsi nella vestaglia, e gettando uno sguardo allo specchio vicino all'ingresso, mi passai una mano fra i capelli per rendermi presentabile.
Di certo le occhiaie della notte passata insonne non aiutavano.

Presi un respiro e aprii la porta senza nemmeno chiedere chi fosse, certa che a quell'ora potesse essere solo Ian.

Il mio entusiasmo si spense non appena mi si parò davanti Jen, che mi guardava con gli occhi iniettati di sangue.

"Eccola la sgualdrina!" disse entrando come una furia dentro casa senza chiedere alcun permesso

Rimasi inizialmente basita da quell'affermazione, ma mi ci volle ben poco a capire il perchè della sua rabbia.

"Sei una grandissima stronza!" continuò ad urlare ad un palmo dal mio naso

"Jen calmati" dissi piano, senza saper bene come comportarmi

"Calmarmi? Tu mi stai dicendo di calmarmi? Io ero calmissima prima che tu ti intromettessi nella mia vita!" urlò

Indietreggiai di qualche passo, initmorita dalla sua furia.

Non sapevo cosa fare, d'altra parte non potevo darle tutti i torti, ero andata a letto con quello che, in un modo o nell'altro, era il suo ragazzo.

"Senti io non so cosa ti ha detto Ian"

Jen non mi lasciò finire la frase,  non appena sentì il nome di Ian mi stampò uno schiaffo in pieno volto, talmente forte da farmi cadere a terra.

Subito Moke si mise al mio fianco, e iniziò  soffiare alla sconosciuta.

"Calmo Moke" mi massaggiai la guancia indolenzita, alzandomi umiliata da terra.

"Esci da questa casa se non vuoi che chiami la polizia" dissi con gli occhi velati di lacrime

"Io.." la ragazza aveva cambiato espressione, probabilmente non si rendeva conto neppure lei di ciò che aveva fatto

"No, sta zitta, ora parlo io" dissi "Probabilmente questo schiaffo me lo sono meritato,  mi dispiace che tu sia una vittima in questa storia, ma il fatto è che Ian non si sarebbe mai dovuto mettere con te, perchè non ha mai smesso di amarmi" continuai tutto d'un fiato.

Jen abbassò lo sguardo.

"Tu non hai colpe" continuai " incasso il colpo perchè anche io avrei fatto come te, sarei andata come una furia a casa di quella che, per come la vedi tu, ti vuole portare via il ragazzo" presi un respiro "ma la verità è che io non ti voglio portare via nessuno, perchè io e Ian ci apparteniamo, non abbiamo mai smesso di essere una cosa sola, e mi dipiace, mi dispiace davvero per te, ma sei stata solo un ripiego"

Gli occhi di Jen si riempirono di lacrime, e per quanto paradossale, mi venne l'istinto di abbracciarla, perchè effettivamente Ian aveva sbagliato tutto, aveva messo in mezzo una persona che non aveva colpe.

"Non dovevo venire qua, è lui lo stronzo, non tu" disse voltandomi  le spalle e corse via

Chiusi la porta immediatamente, e mi accasciai a terra, prendendomi la testa fra le mani.

Moke iniziò a miagolare, cercando di capire cosa stesse succedendo,

"Va tutto bene" ripetei più volte a lui, ma cercando di convincere me stessa con quelle parole.

Ma non andava tutto bene, iniziai prima a singhiozzare, poi le lacrime presero il sopravvento e piansi tutto il dolore che avevo in corpo.

In quel momento odiavo Ian, lo odiavo perchè il giorno prima aveva fatto l'amore con me e poi era sparito senza dare sue notizie. Lo odiavo perchè per colpa sua avevo una guancia in fiamme, e avrei dovuto giustificare a lavoro quelle cinque dita stampate in faccia. Lo odiavo perchè se non avesse usato Jen come ripiego non sarebbe successo tutto questo.

-Ti odio Ian, ti odio- Continuavo a ripetermi nella testa queste parole, ma la verità era un'altra; tutto questa rabbia era solo una conseguenza, l'artefice del mio dolore ero solo ed esclusivamente io.


Accarezzai la testa di Moke e mi alzai da terra a fatica.
Inevitabilmente guardai il cellulare che continuava a non dare segni di vita, così presa dall'ira lo lanciai violentemente contro la parete, riducendolo in vari pezzi.

Uscii di casa indossando i primi vestiti che mi si pararono davanti, e misi infine un grosso paio di occhiali, nella speranza ch almeno quelli mi proteggessero dal mondo esterno.

Prima di chiudere la porta guardai il telefono a terra distrutto -tanto non aveva intenzione di chiamarmi- pensai amareggiata, e corsi a lavoro.






"Dio Nina ma che ti è successo" urlò Candice non appena mi vide entrare dalla porta degli studi di registrazione, facendo inevitabilmente girare tutti verso di me.

"Niente, sto bene" mugugnai velocemente e accellerai il passo verso il mio camerino

"Nina" sussurrò ancora Candice

"Ti prego, ho bisogno di stare un po' da sola prima delle riprese" dissi e sparii dalla sua visuale.

Una volta arrivata al mio camerino chiusi la porta,  consapevole che ben presto qualcuno sarebbe arrivato a bussare.

Non feci in tempo a togliere gli occhiali che mi sentii chiamare

"Piccola posso entrare?"

La voce di Paul mi fece inumidire gli occhi, era l'unica persona che volevo realmente vedere in quel momento.

"Si" dissi con la voce rotta dal pianto

Il mio amico entrò, chiudendo immediatamente la porta alle sue spalle.

"Tesoro che succede?" disse avvicinandosi a me

"Ian è arrivato?" mi schiarii la voce

"No, non ancora" rispose "Ma non hai risposto alla mia domanda"

Paul si avvicinò e mi accarzzò la guancia ancora dolorante

"E' stato lui?" chiese sprezzante "Che diavolo gli passa per la testa"

"No no Wes! Non è stato Ian, non è colpa sua, o meglio in parte si" dissi velocemente

"Nina parla, ti prego, dimmi che sta succedendo"

Abbassai lo sguardo, senza saper bene cosa dire

"Jen stamattina è venuta a casa mia, e questo è il risultato" spiegai

"Che cosa?! Hai chiamato la polizia?"

"No, non aveva senso "dissi in parte aveva le sue buone ragioni"

Paul rimase in silenzio, in attesa che continuassi il mio racconto

"Ieri io e Ian..." indugiai "ecco noi... abbiamo fatto l'amore" conclusi velocemente

"Immaginavo" rispose il mio amico e io sbarrai gli occhi stupita

"Beh, per come ti ha portato via dallo studio ieri..." aggiunse

Sospirai rumorosamente e continuai il mio racconto

"Comunque a quanto pare Ian le ha raccontato tutto, e oggi la signorina è venuta a pareggiare i conti"

"Non puoi darle tutti i torti" mi rispose, ma sorrise dolcemente.

Paul era il migliore amico che chiunque potesse desiderare, sapeva dire la parola giusta al momento giusto, sapeva consolarti come nessun altro ma allo stesso tempo se sbagliavi non aveva problemi a fartelo notare.

"Lo so" arricciai il naso

"Ma il problema non è questo" aggiunsi" quello prima è andato a spiattellare tutto a Jen, e poi è sparito completamente, non un messaggio, non una chiamata, e se quella la oggi si fosse presentata con un coltello alla mia porta?" continuai agitata

"Effettivamente poteva almeno dirti di rimanere chiusa in casa" sentenziò Paul

Rimanemmo entrambi in silenzio

"Tu nemmeno l'hai sentito?" chiesi

"No, ma sicuramente sarà arrivato" rispose Wesley guardando l'orologio

"Speriamo" sospirai

"Forza andiamo signorina, oggi la truccatrice avrà un bel da fare con te" il mio amico mi prese sotto braccio e uscimmo insieme da camerino.


Mi guardai subito intorno ma dei miei occhi di ghiaccio nemmeno l'ombra.

"Dio ma perchè?" dissi stringendo i denti e Paul mi accarezzò dolcemente la testa

"Finchè non gli potrò urlare in faccia quanto sia stato  stronzo a lasciarmi nelle mani di Jen non sarò contenta" dissi

"Hai provato a chiamarlo?" chiese Paul e lo fulminai con lo sguardo

"Mi prendi in giro?" risposi "E' da ieri che non faccio altro, la sua segreteria starà scoppiando"

"Ma adesso dico? Hai provato?"

"Prova tu, magari vede il mio numero e non risponde" deviai la domanda, non volevo dire a Paul che avevo distrutto il mio telefono a causa di uno scatto di nervi


Il mio amico prese il suo cellulare e inoltrò la chiamata.

"Niente, risulta spento" disse chiudendo la chiamata

"Non posso credere che non si presenti a lavoro" scossi la testa

"Effettivamente non è da lui" aggiunse Wesley.


In quel momento Julie Plec passò dinanzi a noi


"Julie hai sentito Smolder?" chiese Paul al nostro capo

"No perchè?" gli rispose

"Nessuno ha sue notizie e non è ancora arrivato a lavoro" presi la parola


Julie iniziò velocemente a sfogliare le carte che aveva in mano, poi finalmente trovò quello che cercava.

"Non è arrivato perchè oggi sia lui che McQueen hanno la mattinata libera, gireranno delle scene insieme nel pomeriggio" disse sorridendo "sicuramente il signorino starà dormendo alla grande, ecco perchè non risponde" aggiunse e ci lasciò da soli


"Sentito Dobrev? Niente da preoccuparsi" mi diede un buffetto sulla guancia

"Già" annuii poco convinta

"Se mi fai un sorriso e prometti di lavorare senza pensieri, finite le riprese ti accompagno a casa sua" disse cercando di tirarmi su di morale

"Facile a dirsi, non so più nemmeno dove abita, di certo non a casa di Jen"

"E allora andremo a casa di sua mamma, sono sicuro che si trova la" aggiunse

"Va bene" dissi con la leggera speranza che potesse effettivamente trovarsi a casa della madre

"E il sorriso?"

Accontentai Paul cercando di far sembrare il più credibile possibile il mio falso sorriso.





La mattinata trascorse lentamente, e nonostante il nervosismo, riuscii a lavorare bene.
Non appena il regista ci diede lo "stop" corsi in camerino a cambiarmi, sperando che Paul facesse lo stesso.

Quando fui pronta uscii dalla mia stanza e mi incamminai verso l'ingresso degli studi, dove mi ero data appuntamento col mio amico, ma già da lontano qualcosa mi sembrò strano.

Gran parte dello staff era ammucchiato intorno alla zona dove si trovava il televisore, finchè non vidi qualcuno piangere.

-Ma che sta succedendo- pensai avvicinandomi

George, un membro dello staff,  mi vide arrivare e fece cenno agli altri della mia presenza, così uno dopo l'altro si voltarono tutti nella mia direzione, facendomi imbarazzare.

"Ragazzi ma che succede?" chiesi questa volta preoccupata

Paul uscì velocemente dal gruppo e corse verso di me insieme a Kat e Candice.

"Tesoro va tutto bene" disse velocemente il mio amico abbracciandomi ma la sua voce tradiva la sua apparente calma

Non riuscivo a non guardare tutti gli occhi puntati verso di me così mi staccai dalle braccia di Paul innervosita

"Mi dite che cosa vi prende?" urlai e mi feci spazio fra la folla, cercando di capire l'origine di quella strana situazione.


La televisione era accessa sul telegiornale e le immagini proiettate non lasciavano alcun dubbio.

La mia testa iniziò a pulsare, mentre le immagini si appannavano sempre di più, un grido di dolore si levò dal più profondo della mia anima

"Ian! "urlai portandomi le mani alla bocca

Subito mi sentii cingere da dietro ma mi divincolai velocemente da quella presa.

Con la poca lucidità che avevo visualizzai Paul e corsi da lui

"Dammi il telefono!" urlai disperata

"Nina" cercò di abbracciarmi ma lo allontanai

"Ho detto dammi il telefono" ripetei ancora con più fervore

Paul prese il telefono dalla giacca e me lo porse

Scorsi nella rubrica e trovai il numero che cercavo.

Le lacrime calde mi rigavano il volto senza sosta, mentre sentivo lo sguardo di tutti i presenti farsi sempre più compassionevole.

"Ti prego rispondi" sussurrai e finalmente qualcuno rispose

"No, Edna non sono Paul" dissi velocemente "Sono Nina" ... "Ok, arriviamo subito"

Chiusi la chiamata e Wesley non aggiunse nulla, si limito a seguirmi prendendomi dalle mani le chiavi della macchina.

"Guido io, dimmi solo dove"

"Saint Joseph Hospital" mugugnai e corremmo via veloci.









Ok, mi vergogno com un cane.
Quanti secoli sono che non aggiorno?
Non mi stupirò se non ci sarà più nessuno a leggere, ne avete tutto il diritto.
Purtroppo ho avuto un po' di problemi, ho iniziato a lavorare e la sera quando tornavo a casa l'unica cosa che volevo fare era stare tranquilla sul divano, come se non bastasse mi son messa a pitturare casa e non ho avuto internet per un po' e via dicendo, insomma tutto questo per dirvi che son passati due mesi non so nemmeno io come.

Comunque per quei pochi che hanno atteso questo aggiornamento spero di non avervi deluso, il capitolo è un po' cortino, e sicuramente avrei potuto fare di meglio, ma come ho scritto sopra, ho veramente poco tempo, e pur di non lasciarvi senza un continuo ho preferito scrivere questo, anche se breve.

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate dell'incontro fra Jen e Nina; vi aspettavate di più? In realtà la storia l'avevo progettata in un altro modo, poi invece è uscito questo di getto e niente, spero vi possa piacere.


Nel finale come avrete intuito c'è stato un incidente, Ian all'ospedale.
Questa volta ve lo prometto sulla cosa più cara che ho, vi farò aspettare solo una settimana, non di più, ve lo devo, per farmi perdonare.

Scoprirete cosa è successo a Ian, e come reagirà la nostra Nina.

Aspetto le vostre recensioni, anche se lo so, sper tutta questa attesa e non ne meriterei nemmeno una :/


P.S questo come al solito è il gruppo per parlare della fanfiction: Keytvd fanfiction

A prestissimo

Key





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Capitolo 9
*** Cap.9 ***


Cap.9

Pov. Nina

Per tutta la strada non ruscii a pronunciare una sola parola, era come se la mia mente si fosse fermata nell'istante in cui avevo visto il servizio al telegiornale che parlava di Ian.

"Andrà tutto bene, vedrai" la voce di Paul era salda, ma conoscendolo bene potevo percepire la sua preoccupazione

Non risposi, perchè non sapevo se sarebbe veramente andato tutto bene.

Non appena arrivammo nel parcheggio dell'ospedale, scesi al volo senza nemmeno dare il tempo al mio amico di parcheggiare.

"Nina!" urlò

"Ci vediamo dentro" mi limitai a dire e corsi verso la porta d'entrata.

Come potevo prevedere, l'ingresso era accerchiato dai giornalisti che mi corsero subito incontro.

"Signorina Dobrev ha qualche dichiarazione da fare?"
"Nina pensi che Ian si salverà?"
"Era con lui al momento dell'incidente"
"Nina ma allora state ancora insieme?"

Abbassai lo sguardo in silenzio, cercando di farmi spazio fra la folla  e finalmente riuscii ad entrare.

Mi guardai intorno spaesata, nella speranza di vedere qualche volto familiare, ma non riuscii ad identificare nessuno della famiglia di Ian.

Fermai la prima infermiera che mi passò vicino per chiederle informazioni.

"Mi può dire come sta Ian, Ian Somerhalder" dissi in preda al panico "l'hanno ricoverato qui d'urgenza" aggiunsi

Lei guardò fra le sue cartelle poi posò il suo sguardo su di me

"Mi scusi lei è un familiare?" chiese

"No, io.."

"Lei è la sua fidanzata" la voce di Paul arrivò dietro le mie spalle "e io sono il fratello" aggiunse

Per un attimo mi venne da sorridere, poi però l'angoscia riprese il sopravvento.

L'infermera non chiese altro, forse perchè Paul era stato alquanto convincente, e ci accompagnò in un'altra ala dell'ospedale.

Da lontano riconobbi Edna che mi corse immediatamente incontro, buttandomi le braccia al collo.

"Oh Nina, Nina" pronunciò il mio nome fra le lacrime

La strinsi forte immaginando di abbracciare suo figlio.

"Lui dov'è?" chiesi singhiozzando

Lei abbasso lo sguardo e scosse la testa  e per un istante il mio cuore si fermò

"Edna lui dov'è?" questa volta urlai e tutti intorno a me si voltarono a guardarmi

"E' in sala operatoria, ha un grosso trauma cranico, le sue condizioni sono critiche" non riuscì a terminare la frase travolta dalle lacrime

Tutto intorno a me iniziò a ruotare vorticosamente, e se non fosse stato per le braccia di Paul che mi presero sarei caduta a terra.

"Smolder è forte, ok? Non andrà da nessuna parte, devi crederci Nina, come ci credo io"

Le sue parole mi suonavano lontane, quasi impercettibili, mi sentivo in un incubo, da cui non riuscivo a svegliarmi. Dentro di me speravo che prima o poi avrei aperto gli occhi, e avrei trovato accanto a me Ian che mi sorrideva, come solo lui sapeva fare.

Invece i miei occhi si chiusero.






"Tesoro come stai?

Le mani di Robyn, la sorella di Ian,  mi accarezzarono la testa.

Aprii gli occhi a fatica, poi mi guardai intorno e vidi lei e Paul seduti accanto al letto in cui ero distesa.

"Cos'è successo?" chiesi spaesata

"Hai perso conoscenza, ma sta tranquilla, è tutto ok" Robyn sorrise dolcemente, e in quel sorriso ritrovai quello di suo fratello

Mi tirai su di colpo.

"Lui è uscito dalla sala operatoria?" chiesi

"No, non ancora" mi rispose abbassando la testa

Sospirai profondamente, mentre gli altri restarono in silenzio.

"Nina ti devo dire una cosa" mi disse Robyn appoggiando la mano sulla mia

"Che cosa? Riguarda Ian?" domandai preoccupata

"Si riguarda lui, ma anche te"

"Ragazze io esco qua fuori" disse Paul intuendo che il discorso fosse privato

Restai in silenzio in attesa che Rob parlasse.

"Sai, ieri notte Ian è stato da me" disse "sai lui si è sempre confidato molto con me, molto più che con madre" sorrise emozionata

Rimasi in silenzio ad ascoltare ciò che aveva da dirmi.

"Non l'ho mai visto come ieri sera, era perso, in balia dei suoi pensieri, bloccato fra ciò che gli diceva il cuore, e ciò che invece gli consigliava di fare la testa"

Mi limitai ad annuire, perchè sapevo a cosa si riferiva.

"Abbiamo parlato tutta la notte, di te, di voi due, ma soprattutto di quanto ti ama"

I miei occhi si riempirono di lacrime.

"Sai, quest'estate l'hai ferito molto, o meglio hai deluso le sue aspettative" si fermò un attimo ad osservarmi, poi continuò.

"Lo sai meglio di me che la vostra non è una storia come le altre, la vostra è LA storia per eccellenza. Siete stati travolti da un amore che è quasi difficile da spiegare a parole. Un amore talmente grande che per la prima volta ha fatto venir voglia a Ian di fare dei progetti" sorrise "progetti grandi, progetti di un uomo adulto, che però non tenevano conto del parere della sua ragazza poco più che ventenne"

"Tu pensi che io abbia rifiutato la proposta di matrimonio di Ian perchè sono troppo piccola?" le chiesi guardandola fissa negli occhi

"Penso che il matrimonio faccia paura a tutti, e non perchè è un grosso impegno, non perchè si pronuncia la parola -per sempre-" indugiò per qualche istante "fa paura perchè è un salto nel vuoto" concluse

"Non è così Robyn" mi tirai su dal letto "c'è un motivo se non ho voluto sposare Ian, e pensavo che lui avrebbe capito, perchè ha vissuto la stessa situazione"

La sorella di Ian mi guardò perplessa, senza capire a cosa mi riferissi

"I miei genitori hanno divorziato quando ero piccola, purtroppo non piccola abbastanza da dimenticare. Ricordo tutto, ricordo le loro litigate, o le sere in cui mia madre mi metteva a letto presto perchè lei e papà dovevano parlare, e invece li sentivo gridare senza sosta" presi un respiro.
"Ogni santissimo giorno prendevo di nascosto l'album dei ricordi in camera di mia madre, e lo osservavo attentamente, sfogliavo ogni pagina, accarezzando ogni singola foto in cui comparivano i miei genitori" i miei occhi si riempirono di lacrime "Erano felici, i loro sorrisi trasmettevano l'amore puro, e più guardavo quelle foto e più non capivo" i miei pugni si strinsero nervosamente e Robyn mi prese una mano fra le sue

"Nina" sussurrò dispiaciuta

"Quando sono diventata più grande un giorno ho fatto una domanda a mia madre... -tu e papà vi siete mai amati?- in realtà sapevo la risposta, ma volevo sentirla da lei; volevo sapere cos'era successo, e perchè non avevo mai visto dal vivo quegli sguardi felici che mi regalavano le foto."

"Lei cosa ti ha risposto?" mi chiese

"Si mise a piangere, ma non disse nulla" sospirai "Poi l'anno scorso Ian venne a cena a casa di mia madre, avevamo trascorso una serata serena, poi lui andò via e io decisi di rimanere la a dormire. Prima di metterci a letto mia madre mi guardò e mi disse -Pensavo che un'amore come il vostro esistesse solo nei libri, e invece a quanto pare esiste anche nella realtà. Preservalo Nina, non buttare un bene così prezioso, curalo come il fiore più delicato, non fare l'errore che io e tuo padre abbiamo fatto-"

"Non penso che tua madre intendesse di non sposarvi"


"Lo so, sono io che l'ho interpretata così, e forse ho fatto bene. Io e Ian non avevamo problemi, e ora guarda, solo a parlare di matrimonio è successo un disastro"

"Non tutte le coppie di sfasciano, sbagli se pensi così, sbagli se non credi che il vostro amore sia più forte di tutto"

"Io... io ho solo paura" abbassai lo sguardo

"Di cosa? Di perderlo?" chiese lei

"Forse l'ho già perso" sussurrai

"Sai dov'era mio fratello quando l'auto l'ha investito? Lo sai dov'era Nina?" la voce di Robyn divenne più accesa

Scossi la testa.

"Era sotto casa tua, era venuto a dirti che non gli interessava più sposarsi, che non aveva senso vivere una vita senza di te, che fra sposare una donna qualsiasi e convivere con te, avrebbe scelto tutta la vita te, Nina"

Persi il respiro per qualche istante. Le parole di Robyn rimbombarono nella mia testa. Ian sotto casa mia. Ian investito da un auto pirata.

"Io..."

"Devi smetterla di avere paura tesoro, le cose brutte accadono, i matrimoni finiscono, e le macchine guidate da gente ubriaca investono le persone" sorrise amaramente "ma non per questo la gente non esce più di casa, non si sposa più, o peggio ancora smette di vivere. La vita è una roulette, tu quando pensi di iniziare a giocare la tua partita?"

Rimasi in silenzio a riflettere alle sue parole, come si faceva a diventare così saggi? Ma soprattutto come si riusciva a smettere di avere paura?


"Ragazze" Paul entrò dalla porta facendoci voltare verso di lui

"Ian è uscito dalla sala operatoria ma..." aggiunse

"Ma cosa? Dov'è?" scattammo in piedi entrambe

"La situazione è ancora critica. L'hanno messo in terapia intensiva, è troppo debole per affrontare un altro intervento adesso, il suo cuore potrebbe cedere"

Mi portai una mano alla bocca per bloccare l'urlo di dolore che voleva uscire dalla mia gola.

Corsi via dalla stanza cercando un dottore.

"Devo vederlo, lei me lo deve far vedere" urlai ad un medico

"Signorina, non.."

"No, lei non capisce, io devo parlare con lui"

"Ma è sedato, non può sentirla, la prego, si calmi" cercò di prendermi per un braccio ma io mi scansai

"Ho bisogno solo di un minuto, la prego, se dovesse succedergli qualcosa non potrei mai perdonarmelo" le lacrime iniziarono a scendere copiose

Il medico sospirò profondamente.

"UN minuto" disse

"Grazie, grazie" lo abbraccia senza pensarci un attimo

"Venga con me" aggiunse

Lo seguii in silenzio fino all'ultima stanza del corridoio.

"Entri, ma mi raccomando, non può stare molto"

Annuii e senza aggiungere altro entrai nella stanza.

Subito il cuore mi si fermò non appena vidi l'uomo della mia vita intubato e attaccato ai macchinari che lo aiutavano a respirare.

"Amore mio" sussurrai avvicinandomi al suo letto.

Gli sfiorai dolcemente il viso con le dita, e mi avvicinai delicatamente posandogli le labbra sulla fronte.

"Ho sbagliato tutto amore" dissi ricominciando a piangere

"Ho rifiutato di sposarti nella paura che il matrimonio ci facesse perdere, non rendendomi conto che ci sono altre mille cose che possono portarti via da me"

"Tu devi vivere" appoggiai la testa sul suo petto delicatamente cercando un po' del suo profumo

In quel momento il dottore bussò alla vetrata della stanza facendomi segno di uscire.

Accarezzai la guancia di Ian "La prossima volta che ti vedo, devi essere sveglio, hai capito Smolder?" dissi amaramente posandomi su di lui per dargli un ultimo bacio sulla fronte "Abbiamo un matrimonio da preparare"


Trascosi la notte in ospedale insieme a Paul e alla famiglia di Ian.
Le riprese di The vampire diaries erano state interrotte fino a data da destinarsi, ma quello era l'ultimo dei miei pensieri.

Dopo aver atteso inutilmente degli aggiornamenti sulle condizioni del mio uomo, alle prime ore dell'alba mi addormentai sfinita sulla spalla di Paul.

"Nina svegliati" mi sentii scuotere poco dopo

"Che è successo?" balzai subito in piedi

"Hanno riportato Ian in sala operatoria" mi informò Paul

"Bene" dissi poco convinta ma il mio amico rimase in silenzio

"Paul andrà tutto bene, ora lo so, ora ci credo" dissi stringendogli la mano

"Cosa te lo fa pensare?" chiese lui con lo sguardo basso

"Non perderò l'uomo della mia vita per colpa di una stupida macchina, se il destino voleva farmi capire qualcosa, beh c'è riuscito" poi rivolsi lo sguardo al cielo "Hai capito? Lo devi lasciare qua con me perchè ho imparato la lezione; sono piccola, ho ancora molte cose da imparare e so che è solo lui che può insegnarmi come essere una donna migliore" una lacrima mi rigò il volto e Paul strinse la mia mano più forte.

"Come si fa a non ascoltare un appello così" sorrise e io tornai ad appoggiare la testa sulla sua spalla.


Il tempo sembrava non passare mai, continuavo a guardare l'orologio che segnava i minuti trascorsi da quando Ian era entrato in sala operatoria. Quante ore erano passate? Una, forse due, ma nessuno usciva a darci notizie.

"E' una cosa buona, vuol dire che l'intervento sta andando bene" disse la madre di Ian cercando di essere positiva

In quel momento il dottore uscì dalla sala operatoria e si incamminò verso di noi.
Subiito tutti scattammo in piedi.

"Allora dottore, come sta?" chiese Robyn

Lui indugiò per qualche istante poi sorrise "L'intervento è andato bene, l'ematoma si è assorbito e non sembrano esserci danni cerebrali"

"O mio Dio" mi portai le mani al volto e iniziai a piangere lacrime di gioia.

"Ovviamente ora dobbiamo aspettare che si svegli" disse

"Si sveglierà" dissi e abbracciai Edna con tutta la forza che avevo.



Trascorse un'ora prima che un'infermiera venisse da noi per dirci che Ian aveva aperto gli occhi.
Nonostante la voglia di correre da lui fosse indescrivibile lasciai andare avanti la sua famiglia.

Sentii dal corridio le lacrime di gioia che provenivano dalla camera di Ian, e inevitabilmente ricominciai a piangere anch'io.

"Forza vai" mi disse Paul che era rimasto accanto a me.

"E' giusto che se lo godano un po' loro" sorrisi

"Se conosco bene il mio amico andesso vorrebbe vedere te" mi posò una mano sulla gamba e a quel punto mi alzai

"Vado?" lo guardai in cerca di conferme

"Ancora qua sei?"

Corsi verso la stanza di Ian e mi fermai sulla porta.

Mi soffermai a guardarlo da lontano, il viso provato, ma il sorriso luminoso che lo contraddistingueva, e gli occhi, i suoi occhi blu che potevano illuminare anche le stanze più buie.

Finalmente guardò verso la porta e i nostri sguardi si incastonarono. Sorrisi emozionata.

"Ciao" sussurrò

La sua famiglia si voltò verso di me, e dopo essersi lanciati uno sguardo complice si alzarono tutti insieme.

"Vi lasciamo un po' soli" disse Robyn passandomi accanto "Mi raccomando" sussurrò ancora

Mi avvicinai cautamente al suo letto e lui mi fece cenno di sedermi.

"Ci hai fatto prendere un bello spavento" dissi

"Lo so" sorrise

Abbassai lo sguardo, decisamente provata dalle emozioni di quella giornata.

Sentii la sua mano posarsi sotto il mio mento, per farmi alzare lo sguardo su di lui.
Subito il mio corpo fu percorso da un brivido.

I nostri occhi si unirono nuovamente in un istante che sembrò infinito.

"Ti amo" sussurrai

"Lo so" sorrise

"E non voglio passare nemmeno un altro giorno senza essere tua moglie" dissi tutto d'un fiato

Ian sbarrò gli occhi perplesso

"Non ho capito bene che hai detto"

"Che io, Nikolina Kostantinova Dobreva sarei onorata di diventare la signora Somerhalder" sorrisi tremendamente imbarazzata

Lui mi tirò verso di lui, facendo combaciare le nostre labbra, e io automaticamente chiusi gli occhi.

"Non ha più importanza" disse scostandosi leggermente

"Non lo faccio per te, lo faccio per me" dissi spiazzandolo

"Per te?" arricciò il naso

"Non voglio sposarti perchè ho avuto paura che morissi, o forse in parte si, ma soprattutto è perchè ho capito, e perchè una persona saggia mi ha detto che la gente non smette di vivere solo per paura di morire"

"E chi sarebbe questa persona saggia?" Ian mi portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio

"Non puoi sapere tutto" sorrisi e questa volta lo baciai io, dolcemente per paura di fargli male, ma con tutto l'amore che avevo per fargli capire che lui era ciò che volevo, ora e sempre.






Epilogo

Sei mesi dopo



"E con il potere conferitomi vi dichiaro marito e moglie, può baciare la sposa"

Le mani di Ian mi spostarono il velo dal viso, e le sue labbra si impossessarono delle mie, sotto l'applauso dei presenti.

"Quanto me l'hai fatto penare questo bacio" disse

"Ma se passiamo le nostre giornate a baciarci" risi

"Intendevo quanto mi hai fatto desiderare le labbra della signora Somerhalder?!" mi fisso dritto negli occhi, con quello sguardo che aveva la capacità di spogliarmi l'anima.

"Ora tutte quelle paure sembrano così stupide" dissi

"Inutili? Guarda che il mio avvocato ha già preparato le carte del divorzio" rise

"Hey" gli diedi un leggero colpo sul braccio

"Ecco, sui motivi del divorzio scriverò -mia moglie mi picchia-"

"Ma la vuoi smettere" e iniziai a ridere di gusto

"Amore?" disse serio e io lo guardai preoccupata

"Si?"

"Ti amo" sussurrò

"Lo so".





Fine





Si lo so, non vi appettavate il finale in questo capitolo, ma nonostante questo spero di non aver deluso le vostre aspettative.
C'ho pensato molto, come vi ho detto la volta scorsa di tempo per scrivere ne ho poco, inoltre, lo devo ammettere, non ero più ispirata da questa storia, non dico che scrivevo per dovere, però non avevo più l'entusiasmo dell'inizio, e piuttosto che rovinare questa fanfiction facendola diventare inutile e noiosa ho preferito prendere la decisione di terminarla qua.

Vi ringrazio per l'affetto di questi mesi, siete state meravigliose, con i vostri commenti dolcissimi mi avete spronato a migliorarmi per regalarvi dei capitoli diciamo carini e, spero davvero che possa restarvi un bel ricordo di questa fanfiction.

Non so se i Nian torneranno mai insieme, ma so che voi, come me, ci spererete sempre e chissà, magari un giorno capiranno che un amore bello come il loro non può essere buttato via.

Io vi saluto, spero che tornerete a trovarmi nelle prossime storie che pubblicherò, sicuramente prima o poi mi rimetterò a scrivere qualcosa ^^

Grazie ancora
Key




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