Love's gone away di keytvd (/viewuser.php?uid=132337)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 ***
Capitolo 2: *** Cap.2 ***
Capitolo 3: *** Cap.3 ***
Capitolo 4: *** Cap.4 ***
Capitolo 5: *** Cap.5 ***
Capitolo 6: *** Cap.6 ***
Capitolo 7: *** Cap.7 ***
Capitolo 8: *** Cap.8 ***
Capitolo 9: *** Cap.9 ***
Capitolo 1 *** Cap.1 ***
Love's
gone away
Fra Ian e Nina
è finita, ma si sa che quando un'amore è grande
la parola "fine" è sempre difficile da pronunciare.
Dopo
una lunga estate separati si ritrovano sul set della 5°
stagione di The
vampire diaries, costretti ad affrontare la loro rottura. Cosa
succederà? Riusciranno a ritrovarsi o la loro storia
è davvero arrivata
al capolinea?
Ho deciso di
iniziare questa fanfiction Nian,
visto che non si sa ancora bene cosa sia successo fra i due ho deciso
di fantasticare un po'.
Spero che possiate
apprezzare questa storia. Ci rileggiamo a fine capitolo ^^
Cap.1
Pov.Nina
Aprii gli occhi svegliata dal suono del cellulare che mi diceva che era
ora di alzarsi, balzai in piedi di soprassalto quasi in preda al
panico, quel giorno era arrivato.
Presi il telefono quasi per avere conferma di ciò che
già
sapevo bene, e la data che lo schermo segnava non fece altro che
confermare tutto. 28 Agosto 2013. Una data normale per tutto il mondo,
ma non per me, e nemmeno per l'intero cast di The vampire diaries.
Oggi si ricomincia a girare, o meglio, oggi c'è il primo
incontro con la produzione, gli attori, gli sceneggiatori, inosmma,
tutti, ma il problema non sono loro, l'unica persona di cui mi preccupo
è lui, Ian.
Sono passati esattamente due mesi dall'ultima volta che ci siamo visti
ad un evento pubblico, mentre ne sono trascorsi tre e venticinque
giorni per l'esattezza da quando le nostre strade si sono divise.
Tutt'ora se ci penso mi sembra così assurdo, avevamo
talmente
tanti progetti, talmente tanti sogni da realizzare insieme, e poi tutto
è svanito, come una bolla di sapone.
Il bello è che sono io la causa di tutto, sono io che me la
sono
fatta sotto dalla paura quando quella sera ha tirato fuori un anello
meraviglioso chiedendomi di diventare sua moglie Paura di che poi?
Convivevamo da talmente tanto tempo che era un po' come se fossimo
sposati, eppure quando ho visto quella scatolina blu il mio cervello ha
perso tutta la lucidità; mentre il mio cuore diceva "certo
che si Ian,
ti amo più di qualunque cosa al mondo", qualcosa dentro
di me, una vocina, continuava a ripetermi che era troppo presto, che il
matrimonio avrebbe rovinato tutto, che c'erano ancora troppe cose da
fare a 24 anni prima di sposarmi, e così gli ho detto "No"
distruggendo in un istante tutto ciò che avevamo costruito.
Tutt'ora mi chiedo perchè l'ho fatto, visto che non c'era
cosa
al mondo che desideravo più di diventare la signora
Somerhalder,
ma sono arrivata alla conclusione che nella vita non tutto ha
una
risposta, che a volte le cose semplicemente vanno così, e
così sono andate.
Lui ovviamente si è comportato da gran signore, ha richiuso
la
scatolina blu e non ha detto nulla, non ce n'era bisogno, erano i suoi
occhi a parlare per lui, ci ho letto delusione, rabbia, amarezza,
si è alzato in piedi e mi ha accarezzato una
guancia.
"Io vado" mi ha detto
E io non ho avuto il coraggio di rispondere nulla, nemmeno un gesto per
fermarlo, che senso aveva a quel punto?
So
solo che continuo a sentire nella mia testa il rumore della porta che
chiudendosi alle sue spalle ha messo fine alla nostra storia.
Dopo
un'ora ero pronta, così presi le chiavi e lanciai una rapida
occhiata
alla casa, era un totale disastro. Era sempre stato Ian l'ordinato di
casa, e ora che lui non c'era più sembrava che un uragano
fosse passato
da la, in parte era l'esatta metafora della mia vita, quella casa era
il mio stato d'animo.
Chiusi la porta alle mie spalle, e in lontananza, nel vialetto di casa
vidi una macchina che subito non mi fu familiare.
Mi avvicinai perplessa quando finalmente la vidi
"Candice" sfoderai il mio migliore sorriso
Lei abbasso il finestrino della macchina
"Ho pensato che un passaggio ti avrebbe fatto comodo" sorrise dolcemente
Misi in tasca le chiavi della mia macchina e salii nel lato del
passeggero.
Le schioccai un rumoroso bacio sulla guancia "Sono felice di vederti"
dissi
"Oh anch'io, è una vita che non ci vediamo"
"Già" abbassai lo sguardo pensierosa.
Durante
l'estate ero letteralmente sparita, avevo spento il cellulare e mi ero
dedicata totalmente alle mie amiche, ovviamente le amiche che non
avevano niente a che fare con Ian.
Sapevo che Candice aveva
passato gran parte delll'estate con il mio ex, avevano partecipato a
molte convention insieme, e io... io mi sentivo totalmente fuori luogo
in quella macchina con lei.
"A che pensi?" mi chiese la mia amica accellerando
"Io?"
"Vedi qualcun'altro in questa macchina" rise
Tanto valeva sputare il rospo
"Mi sento uno schifo" dissi
"Lo immagino, per questo sono venuta a prenderti" mi
appoggiò una mano sulla gamba
"Mi
sento in difficoltà, anche con te, sono sparita, mi sono
fatta i cavoli
miei tutta l'estate, non so nemmeno cosa sai di me e Ian, e
mi sento
male ad andare a lavoro oggi sapendo che verrò additata come
la stronza
che se l'è spassata spezzando il cuore ad un ragazzo d'oro"
"Beh,
di certo non ti daranno il premio come amica dell'anno, questo
è ovvio"
rise, ma sapevo bene che era più seria di quanto voleva far
credere "Ma
la tua relazione con Ian è un affare solo vostro, non vedrai
nessuno
col dito puntato verso di te, e per quanto riguarda Smolder, lui non ha
raccontato nulla sul perchè vi siete lasciati, voglio dire,
tutti siamo
rimasti spiazzati ma nessuno sa chi ha lasciato chi, quindi sta
tranquilla"
"L'ho lasciato io" dissi velocemente "o meglio, lui
se n'è andato, ma per colpa mia ecco" continuavo a
mordicchiare
nervosamente le pellicine delle mie unghie
"Non mi devi dare
spiegazioni Nina, se staccare i contatti con tutti quest'estate ti ha
fatto bene sono felice per te, nessuno ti giudicherà per
questo, poi
non è che Ian si è chiuso in casa a piangere
ecco" questa volta non
rise, si morse solo il labbro, quasi nervosamente.
Quella frase
mi colpì particolarmente. Sapevo bene che Ian era stato in
giro tutta
l'estate, non so chi fra noi due aveva pubblicato più foto
su twitter,
ma la frase di Candice era stata un bello schiaffo in faccia, come se
nascondesse qualcosa.
"Arrivate!" Candice si girò verso di me, non mi ero nemmeno
accorta che eravamo arrivate nel parcheggio degli studi
Sospirai profondamente, senza saper bene cosa dire, o cosa fare
"Pronta per il tribunale dell'inquisizione?" rise e io sbarrai gli occhi
"Dai sto scherzando Nina, rilassati, qua tutti ti vogliono bene, e lo
sai"
Già, tutti mi volevano bene, dovevo solo continuare a
ripetermelo nella testa.
Scesi dalla macchina e Candice mi si avvicinò subito
prendendomi sotto braccio.
"C'è qualcosa che devo sapere prima di entrare la dentro?"
le chiesi
Lei tentennò qualche secondo "No, perchè?"
"Così, ho una strana sensazione"
Lei non rispose, strinse solo di più la presa sul
mio braccio ed entrammo.
Iniziai a guardarmi intorno come un radar, cercando di localizzare Ian,
ma non lo vidi.
Prima che potessi fare un passo Katerina mi si parò davanti
"Cucciola" urò abbracciandomi
"Hey" rimasi spiazzata senza saper cosa dire
"Come stai?" mi chiese staccandosi un po' da me "Ti trovo benissimo,
super abbronzata" sorrise accarezzandomi un braccio
"B-bene, sto bene grazie, tu Kat?" cercai di sciogliermi un po'
"Bene anch'io, non vedevo l'ora che arrivasse questo giorno, mi siete
mancate" prese per mano me e Candice
"Venite,
di la ci sono gli altri" ci trascinò nell'altra stanza dove
vidi subito
Steven, Zach e Paul che mi rivolserò un gran sorriso.
"Eccola la nostra principessa" disse Paul alzandosi dalla sedia e
avvicinandosi
Lo salutai con un bacio sulla guancia ma lui mi abbracciò
lasciandomi senza parole.
Paul era il migliore amico di Ian, ero sicura che ce l'avrebbe avuta a
morte con me, invece si comportava come se nulla fosse.
Continuavo a guardarmi intorno inquieta, ma di lui nessuna traccia.
Era tutto molto strano, erano tutti troppo tranquilli con me.
Mentre
ero intenta a chiacchierare con Kat e Candice sentii la porta alle mie
spalle aprirsi, e il suo profumò mi arrivò al
naso prima ancora che gli
occhi potessero vederlo
"Eccolo il nostro Smolder" Paul corse
verso di lui ma io rimasi pietrificata al mio posto, i miei piedi erano
totalmente incollati al pavimento
Candice mi prese la mano, era il suo modo per darmi forza ma non
servì a nulla.
Presi
due lunghi respiri, ricordandomi che io ero la cattiva della storia,
che dovevo essere quella forte perchè tecnicamente ero stata
io a
lasciarlo, così aggrappandomi a queste inutili scuse mi
girai e
finalmente lo vidi in tutto il suo splendore.
Aveva un paio di
occhiali scuri, una semplice t-shirt gli metteva in risalto i muscoli
che sembravano decisamente sviluppati dall'ultima volta che l'avevo
visto. Un paio di Jeans stretti gli modellavano le gambe. Era
semplicemente perfetto.
"C-ciao" dissi e mi avvicinai lentamente
"Ciao"
accennò un sorriso leggero, luminoso, ma flebile, non uno di
quei
sorrisi a cui ero abituata. Forse semplicemente perchè non
era più il
"mio" sorriso".
Feci un passo in avanti e lui si abbassò verso di me
baciandomi due volte sulla guancia, come due perfetti estranei.
"Com.."
non mi lasciò nemmeno concludere la frase, mi
superò e corse ad
abbracciare Candice e Kat, questa volta pieno d'amore, come suo solito.
Chiusi
gli occhi inspirando profondamente, avevo voglia di piangere,
così,
senza motivo, o meglio il motivo c'era ma non aveva senso
perchè ero
stata io a rovinare tutto.
Quando li riaprii mi trovai di fronte Julie Plec e il suo
staff
"Ecco il miglior cast del mondo!" rise e ci invitò ad
accomodarci nella sala riunioni
Mi sedetti nella prima sedia disponibile, e Ian, neanche a dirlo, prese
posto il più lontano possibile da me.
Nonostante
questo riuscivo a vederlo perfettamente, disegnai con gli occhi il suo
profilo, e quando si tolse gli occhiali il mio cuore perse un battito.
Non
ascoltai nulla di ciò che Julie ci disse, troppo presa a
guardare ciò
che mi ero fatta scappare dalle mani. Solo quando tutti si alzarono
capii che la riunione era finita.
Mi alzai per ultima, tutti uscirono dalla sala e con mio stupore Ian
rimase sulla porta voltandosi verso di me.
"Dobbiamo parlare" disse velocemente chiudendo la porta.
Eravamo soli in quella stanza, io, lui e il mio cuore che minacciava di
scoppiare.
Eccoci qua, il
primo capitolo è andato. Tante cose ci sono ancora da
chiarire, perchè gli amici di Nina sono così
misteriosi?
Nina è
ancora innamorata? A questa domanda credo che la risposta sia ovvia, ma
come vedrete non è tutto così semplice.
Aspetto vostre
opinioni, se merita continuare questa storia o se non è di
vostro gradimento :)
Un bacio
Key
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Capitolo 2 *** Cap.2 ***
new2
Cap.2
Pov.Nina
Restammo in silenzio per istanti che a me sembrarono infiniti, la
tensione che c'era fra di noi poteva quasi toccarsi con mano.
Avrei voluto scappare, correre via lontano, ma ero bloccata, incapace
di compiere qualsiasi movimento, paralizzata dai suo occhi fissi su di
me.
"Quando posso passare da casa?" disse infine spiazzandomi
"Che intendi?" chiesi perplessa
"Vorrei poter passare da casa per prendere un po' di cose" mi rispose
freddamente
Rimasi in silenzio, cercando una risposta adatta
"Ian hai le chiavi di casa, puoi venire quando vuoi"
"No, forse non hai capito, vorrei passare da casa quando tu non ci sei"
la sua voce era priva di qualsiasi forma di emozione e questo non
faceva altro che scavare una profonda ferita nel mio petto
"Ian..." avevo praticamente perso l'uso della parola
"Oggi pomeriggio sei a casa?" era freddo, impassibile.
"Farò in modo di non esserci" dissi infine con tutta la
forza che avevo dentro
"Bene, farò il prima possibile" mi girò le spalle
intento ad andarsene
"Aspetta" quasi urlai
Lui rimase girato, in attesa.
"Mi dispiace, mi dispiace tanto" dissi tutto d'un fiato
Finalmente si voltò verso di me
"Non è colpa mia se le cose sono andate così"
alzò
lo sguardo su di me, e per un attimo mi sembrò di rivedere
il
mio Ian
"Lo so, ho rovinato tutto"
"Non importa, non più" la sua voce era un soffio
Il silenzio si alzò nuovamente fra di noi
"C'è altro?" chiese appoggiando la mano sulla maniglia della
porta, pronto ad uscire
"No" dissi esausta, era stata la conversazione più difficile
della mia vita
"Bene, ci vediamo domani a lavoro Dobrev" chiuse la porta, esattamente
come aveva fatto qualche mese fa quando se n'era andato via da casa.
Rimasi sola, sola con i miei pensieri, con gli occhi lucidi e le gambe
che minacciavano di lasciarmi cadere a terra.
Scossi il capo, che stavo facendo?
Io lo amavo ancora, nel mio cuore non era cambiato nulla, semplicemente
avevo paura di un passo così importante come il matrimonio,
era una colpa? Forse si, gli avevo spezzato il cuore, ma dovevo
rimediare, dovevo farmi perdonare.
Corsi via dagli studi con il cuore in gola, una volta fuori mi guardai
intorno cercando di vederlo, non poteva essere andato lontano.
Finalmente in lontananza vidi il suo immancabile cappello, ma non fu
l'unica cosa che balzò ai miei occhi.
Ian salì su una macchina che non conoscevo, guidata da una
bellissima ragazza dai lunghi capelli scuri, molto simile a me.
Rimasi immobile a guardare la scena finchè i due non
sfrecciarono via lontano, lasciandomi la, piena di domande.
Eccoci qua, ho
cercato di scrivere questo secondo capitolo il più in fretta
possibile.
Intanto lasciatemi
dire un GRAZIE a tutti, non mi aspettavo tutto questo apprezzamento per
la mia fanfiction, vi ringrazio per avermi messo fra i
preferiti/seguiti ecc. ma soprattutto per aver recensito.
A proposito di
questo vi chiedo davvero con tutto il cuore, una volta letto il
capitolo, di scrivermi qualcosa, per me è molto importante
la vostra opinione, mi aiuta a migliorare, a sapere se avete
apprezzato, a capire se devo migliorare qualcosa.
Basta una riga per farmelo capire e davvero mi rendete la persona
più felice del mondo.
Detto questo
arriviamo al capitolo, abbiamo visto un breve incontro fra Ian e Nina,
lui molto freddo (direi giustamente) mentre lei a quanto pare si
è accorta di ciò che ha perso.
Infine il capitolo
si è concluso con questa nuova figura, una ragazza che a
quanto sembra è andata a prendere Ian. Chi sarà
mai?
Inutile dirvi che
scoprirete tutto nel prossimo capitolo (che vi prometto sarà molto più lungo di questo) :)
Un bacione e a
presto
Key
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Capitolo 3 *** Cap.3 ***
new3
Cap.3
Pov.Nina
Chiamai
un taxi per tornare a casa visto che Candice si era completamente
dimenticata di me, ed era andata via senza aspettarmi.
Ero talmente persa nei miei pensieri che arrivai a casa senza nemmeno
accorgermene, così mi buttai sul divano e inziai a respirare
profondamente massaggiandomi le tempie.
Non sapevo che pensare, avevo la testa talmente tanto piena di pensieri
che ragionare lucidamente mi sembrava impossibile; chi poteva essere
quella ragazza?
Cercavo di non ammetterlo nemmeno a me stessa, ma la gelosia mi stava
divorando; era strano perchè Ian per tutta l'estate aveva
pubblicato foto su twitter in compagnia di belle ragazze, ma qualcosa
dentro di me mi diceva che questa volta c'era qualcosa sotto. Sensto
senso femminile forse?
Guardai l'orologio di fronte a me che segnava le 14.00, e mi chiesi a
che ora sarebbe passato Ian. Gli avevo detto che non mi sarei fatta
trovare a casa, ma non avrei rispettato quel patto. Dovevo arrivare in
fondo a quella situazione, o i dubbi mi avrebbero divorato.
Presi il cellulare nella mia borsa e scrissi un messaggio.
"Se vuoi alle 15.30 esco, starò furi un'oretta se vuoi
passare da casa a prendere ciò che ti serve"
Lo inviai a Ian, e il mio cuore iniziò ad accellerare i
battiti quando premetti "invio", sembrava che fosse passata una vita
dall'ultima volta che avevo usato il suo numero.
La risposta non tardò ad arrivare, un semplice e freddo
"Ok." lampeggiò sul mio schermo.
Mi alzai dal divano e mi resi conto che la casa era esattamente come
l'avevo lasciata quella mattina: un campo di battaglia.
Mi rimboccai le maniche e mi misi immediatamente al lavoro per rendere
quell'ambiente il più ordinato possibile, e contro ogni
previsione la casa risultò perfetta; quando mi mettevo
d'impegno diventavo una perfetta donna di casa.
Guardai di nuovo l'ora e sobbalzai; fra meno di un quarto
d'ora Ian sarebbe arrivato e io ero ancora con un antiestetico
mollettone in testa e la faccia sconvolta.
Corsi in bagno cercando di rendermi presentabile, così come
avevo fatto con la casa. Era stupido e lo sapevo, Ian mi aveva visto in
condizioni peggiori, ad esempio appena sveglia, ma questa volta era
diverso, volevo essere quantomeno carina.
Indossai velocemente un paio di pantaloncini di jeans e una canottiera
che metteva in risalto la mia figura, e mi sedetti sul divano in attesa.
Moke, il mio gatto mi salì sulle gambe, così
iniziai ad accarezzargli la testa, cercando di scaricare la tensione.
Che poi non era il mio gatto, ma quello di Ian. Si sarebbe ripreso
anche lui? Non volevo pensarci.
Alle 15.35 puntuale come sempre, sentii le chiavi girare nella
serratura e il mio cuore si fermò; Moke se ne accorse
perchè balzò in piedi e inizò a
miagolare nervosamente.
"Shh, piccolo è solo Ian, sta tranquillo" dissi
più a me che al gatto
Il mio ex aprì la porta e lo sguardo che fece non appena mi
vide non mi passò inosservato.
"Pensavo..." chiuse la porta alle sue spalle ed entrò mentre
io non lo feci finire di parlare
"Lo so, mi dispiace, ma avevo bisogno di parlare con te" mi alzai in
piedi cercando di avvicinarmi a lui
Ian in tutta risposta mi superò e si avvicinò al
gatto
"Cucciolo mio, da quanto tempo" disse pieno d'amore e inizò
a riempirlo di baci
Sorrisi dinanzi a quella scena, mi era mancato vederlo così,
anche se sapevo bene che quell'entusiasmo era solo per il suo cucciolo,
non per me.
Dopo aver coccolato a dovere Moke, si alzò in piedi e si
voltò verso di me
"Sapevo che ti saresti fatta trovare a casa" disse spiazzandomi
Abbassai la testa, colpita e affondata "Mi conosci bene" risposi
"Già" nella sua voce potevo leggere chiarmanete tanta
amarezza
Presi un respiro profondo "Oggi ti ho visto in macchina con quella
ragazza" dissi tutto d'un fiato alzando gli occhi su di lui.
Ian rimase in silenzio, forse spiazzato dalle mie parole
"Ah, Jen" mi rispose accennando un sorriso imbarazzato
Jen. La stronza aveva un nome. Sapevo di essere infantile, poteva
semplicemente essere un'amica, eppure mi dava tremendamente fastidio.
"Ah, capisco" la situazione stava diventando decisamente imbarazzante
"So che non mi devi dare spiegazioni ma..." iniziai
"Ci frequentiamo da qualche settimana" disse velocemente interrompendomi
Sentii immediatamente il mio petto svuotato dal muscolo cardiaco, una
pugnalata avrebbe fatto meno male.
Rimasi in silenzio, se avessi provato a dire una sola parola, sarei
scoppiata in lacrime.
Anche Ian era incerto su cosa fare, continuava a fissarmi, forse
in attesa di un mio movimento.
"Te l'avrei detto non appena le cose si sarebbero fatte
più..." cercò una parola adatta "serie"
Serie? Aveva detto serie?
"Ah perchè adesso te la scopi solamente, no?" alzai il tono
della voce più di quanto avrei voluto
Lui rimase stupito, forse perchè non ero così..
volgare, almeno di solito.
"Senti Nina, come hai detto tu io non credo di doverti spiegazioni, ti
ripeto, te l'avrei detto, ma il caso ha voluto che tu lo scoprissi
così, quindi amen"
"Solo questo sai dire?" chiesi a denti stretti
"Cos'altro vuoi sapere? Vuoi che ti dica che l'ho conosciuta una sera
uscendo con Paul, Torrey, Kat, Candice e il suo ragazzo? Che
è un'amica di Kat? Che non so come ho fatto a conquistarla
visto che per tutta la sera non ho fatto altro che parlare di te?
Questo vuoi sentirti dire?" anche lui alzò la voce
Cercai dentro di me tutta la forza per cercare di non piangere.
"Come hai potuto rimpiazzarmi così in fretta?" urlai
sprezzante
"Mi hai spezzato il cuore Nina! Non ho intenzione di
giustificarmi con te, non dopo che hai distrutto la mia vita, una vita
che io avrei voluto condividere con te ma tu avevi troppa paura!" i
suoi occhi si velarono di tristezza.
Era arrabbiato, ma allo stesso tempo sapevo che aveva voglia di
piangere tanto quanto ne avevo io
"Io ho solo detto che non volevo sposarti" la mia voce era tornata ad
un tono normale
"Solo? Ti pare poco dopo tre anni di convivenza? Io pensavo di
conoscere la mia donna, pensavo che stessimo viaggiando sullo stesso
treno, invece mi sono reso conto che tu sei ancora una ragazzina,
mentre io sono un uomo con altre esigenze"
"Io.."
"No, non ti giustificare, meglio che sia successo adesso, piuttosto che
avere una moglie insoddisfatta che rimpiange le serate in discoteca con
le amiche"
Colsi la frecciatina riferita alle mie foto pubblicate durante l'estate
"Comunque ora devo andare, passerò un'altro giorno" disse
intento ad andarsene
"E le cose che dovevi prendere?" domandai perplessa
"Passerò un'altro giorno, non abito lontano da qua" si volto
verso la porta
"Ah, prima che ti venga qualche dubbio" aggiunse "vivo da solo, come ti
ho detto prima io e Jen ci stiamo frequentando, ho già corso
troppo con te, non voglio rifare quest'errore"
Aprì la porta "Ci vediamo domani a lavoro" disse lasciandomi
da sola.
Le mie gambe cedettero e io caddi a terra stremata. Iniziai a piangere
come non facevo da tempo, o forse come non avevo mai fatto,
perchè mai prima di allora avevo provato l'orribile
sensazione di aver perso l'amore della mia vita.
Buongiorno miei
cari :)
Allora prima di
tutto lo sapete, i ringraziamenti sono d'OBBLIGO.
Grazie a tutti
quelli che hanno aggiunto me e la mia ff fra i preferiti/seguiti.
Un grazie enorme a
chi ha recensito, spero che continuiate a farlo perchè
è ciò che mi aiuta di più a scrivere,
la vostra opinione.
Detto questo,
finalmente un po' di cose sono state chiarite.
Ciò che
gli amici di Nina volevano tenerle nascosto è la nuova
fiamma di Ian, forse perchè si sentono un po' in colpa visto
che gliel'hanno presentata loro praticamente, comunque ci
sarà modo nei prossimi capitoli di parlare di questo, non vi
preoccupate.
Secondo faccia a
faccia Nian, è palese che Ian sia ferito, ma loro due si
amano ancora tanto, e questo non è cosa da poco, soprattutto
perchè si ritroveranno a lavorare a stretto contatto, e
quando dico stretto, intendo strettissimo ahaha non voglio anticiparvi
nulla però, scoprirete tutto nei prossimi capitoli.
Ultima cosa che ho
da dirvi, ho visto che in tanti vi siete "lamentati" della poca
lunghezza dei capitoli, e avete ragione, solo che se scrivo capitoli di
questa lunghezza riesco a pubblicare molto presto, più o
meno ogni 3 giorni, mentre se inizio a scriverli più lunghi
ovviamente si allungano anche i giorni di pubblicazione, quindi non so,
anche qua ditemi voi cosa preferite :)
E niente questo
è tutto, aspetto le vostre opinioni :*
A presto!
Key
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Capitolo 4 *** Cap.4 ***
new4
Cap.4
Pov.Nina
Mi svegliai nel pieno della notte, sdraiata sul pavimento.
Mi alzai in piedi a fatica, cercando di capire cosa fosse successo; mi
dovevo essere addormentata immersa fra le lacrime, distrutta dopo che
Ian se n'era andato.
Mi trascinai nel bagno e per poco non mi venne un colpo quando accesi
la luce.
I miei occhi erano talmente gonfi da non avere più una
forma, per quanto tempo avevo pianto?
Mi buttai sotto la doccia, sperando che quell'acqua calda potesse
lavare via da me tutta la sofferenza, ma purtroppo lo sapevo bene, mi
serviva molto di più che un semplice getto d'acqua.
Restai la dentro per un tempo indefinito, sentivo le gocce d'acqua sul
mio viso che si mischiavano alle lacrime, sarei potuta rimanere la per
sempre.
Quando i polpastrelli iniziarono a perdere sensibilità,
capii che forse era il caso di uscire da quella nube di vapore.
Mi avvolsi in un asciugamano e mi buttai sul letto della mia camera,
sperando che il sonno prendesse il sopravvento sulla mia triestezza.
Un raggio di sole si posò sul mio cuscino, svegliandomi
dolcemente.
Mi stirai ripetutamente, avevo il collo a pezzi, sicuramente essere
andata a dormire con i capelli bagnati non era stata una grande mossa.
Mi costrinsi a fare una piccola colazione, il giorno prima non avevo
nè pranzato nè cenato, ma il gusto nel
caffè mi diede la nausea, così addentai solo un
paio di biscotti, non erano sufficienti ma la fame in quel momento non
era la mia priorità.
Indossai un paio di jeans e una semplice maglietta, tanto mi sarei
dovuta cambiare sul set, però mi armai di fondotinta e
correttore, per cercare di coprire quelle orrende occhiaie, e dare un
po' di vita al mio colorito pallido.
Guardai l'orologio, era ora di uscire e affrontare quella faticosa
giornata.
Il mio stomaco si contrasse all'idea di dover vedere quelli che fino a
ieri consideravo amici, ma soprattutto all'idea di incontrare lui.
Parcheggiai la macchina accanto a quella di Kat Graham, in
parte felice di vedere che era già arrivata. Era la prima
persona che volevo affrontare.
Entrai negli studi e me la trovai davanti
"Hey meraviglia" disse sorridendo, ma io non ricambiai
Mi avvicinai a lei e la presi per un braccio, forse con più
forza di quella che avrei dovuto usare
"Dobbiamo parlare" le dissi trascinandola in una stanza
Kat non disse nulla, probabilmente aveva già capito
"Nina senti..."
"No senti tu" non la lasciai parlare "Come hai potuto farmi
questo? Io ti consideravo un'amica!"
"Io non so cosa ti ha raccontato Ian, ma non è andata come
pensi" disse cercando di giustificarsi
"Ah no, e sentiamo, com'è andata?" incrociai le braccia,
cercando di sembrare forte, ma non lo ero per niente in quel momento
"Ian era distrutto, così una sera siamo usciti tutti insieme
per cercare di tirarlo un po' su, e il caso ha voluto che nel locale ci
fosse una mia amica, così l'ho invitata ad unirsi a noi
e..." si fermò per un istante "Nina mi devi credere, se
avessi saputo non l'avrei mai invitata, ma le cose sono andate
così"
"Sai qual'è il problema? Io non sono arrabbiata con te per
avergliela presentata, io ce l'ho con te perchè non mi hai
detto nulla!" alzai il tono della voce e in quel momento anche Candice
entrò nella stanza
"Nina" disse
"Oh, ecco l'altra complice" dissi sprezzante
"Che?" mi guardò perplessa
"Ti prego non fare la finta tonta, so tutto"
Candice abbassò lo sguardo
"Nina tu devi capire, Ian è nostro amico" disse Kat
"E io cosa sono?" questa volta urlai
Il silenzio calò nella stanza.
I miei occhi iniziarono a pizzicare, ero arrabbiata, ferita, e la
voglia di piangere era irrefrenabile.
"Sapete che vi dico, non importa. Almeno adesso so con chi ho avuto a
che fare"
Le lasciai la, da sole e corsi via da quella stanza.
Sentivo la testa pesante, e le gambe sempre più molli.
Aprii la porta per uscire a prendere un po' d'aria ma andai a sbattere
contro l'unica persona che non avrei voluto vedere. Ian.
"Nina" il suono della sua voce in quel momento era un coltello nel mio
cuore
Feci finta di niente, e corsi via da la, senza saper bene dove andare.
Mentre correvo la vista divenne sempre più appannata,
finchè non vidi più nulla.
"Nina, Nina!"
"Nina porca miseria apri gli occhi"
"Nina svegliati"
Sentivo una voce lontana, quasi un sussurrò, la testa mi
faceva male e gli occhi sembrava non volessero aprirsi.
Sentivo qualcosa che mi sorreggeva, forse le braccia di qualcuno, ma
ero talmente confusa da non riuscire a capire bene nulla,
così mi lasciai cullare di nuovo dal sonno.
"Qualcuno mi aiuti per favore, ha una brutta ferita, chiamate
l'ambulanza"
Ancora quella voce lontana, perchè non riuscivo a svegliarmi?
A fatica schiusi gli occhi e pensai di essere immersa in un sogno, Ian
era davanti a me che mi teneva fra le braccia e mi accarezzava una
guancia.
"Hey Dobrev, sta tranquilla l'ambulanza sarà qua a momenti"
disse sorridendomi
Sorrisi a rimando e mi lasciai cadere nel sonno, paradossalmente stavo
troppo bene.
Mi svegliai distesa in un letto di ospedale, da sola.
Mi guardai intorno e finalmente lo vidi, sulla porta che parlava con un
dottore.
Quando si accorse che ero sveglia, si avvicinò velocemente a
me.
"Ciao" prese la sedia e si sedette accanto a me
Cercai toccarmi la testa dolorante ma lui fermò la mia mano,
prendendola fra le sue
"Meglio che non tocchi" disse sorridendo
"Cos'è successo?" chiesi a fatica
"Mi sa che è da un po' di giorni che ti dimentichi di
prenderti cura di te stessa"
Le nostre mani continuavano ad essere unite, e in quel momento tutto il
dolore sembrava lontano
"Che intendi?" chiesi ancora
"Sei svenuta e hai sbattuto forte la testa" disse "per fortuna non ci
sono danni, solo qualche punto alla testa" disse e mi
accarezzò i capelli con la dolcezza che solo lui poteva avere
"Il problema è un altro Nina, i medici hanno fatto delle
analisi, e sei completamente disidratata"
Lui posò lo sguardò sull'altra mia mano e io feci
la stessa cosa di riflesso.
Ero attaccata ad una flebo e del liquido fluiva nelle mie vene
"Non ti preoccupare, ti stanno solo reidratando un po', da
quant'è che non mangiavi e bevevi qualcosa?" chiese
preoccupato
"Da un po', credo" sorrisi debolmente
"Dobrev" il suo voleva essere un rimprovero, ma allo stesso tempo il
suo sguardo era pieno di tenerezza verso di me
Era una situazione surreale, se non fosse che ciò che era
successo il giorno prima era ben chiaro nella mia testa, in quel
momento sembrava che fra noi due non fosse cambiato nulla. Era il mio
Ian, sempre pronto a preoccuparsi di me.
Chiusi gli occhi, e respirai piano.
Sentii un calore familiare sulla mia fronte e immediatamente aprii gli
occhi.
Le sue labbra erano posate sulla mia testa, e mi venne da piangere.
Cercai di cacciare indietro le lacrime, ma gli occhi lucidi erano
difficili da nascondere.
"Menomale che eri la" dissi e lui si staccò da me,
guardandomi
Sorrise.
"Questa scena mi sembra molto quella di Elena e Damon in ospedale" rise
cercando di smorzare la tensione
"Già" accennai un sorriso
Avrei voluto che le sue labbra si posassero sulle mie
"Sai per quanto tempo starò qua?"
"Oggi pomeriggio ti dimettono, ma hai bisogno di almeno un giorno di
totale riposo"
"E le riprese della serie?" domandai preoccupata
"Non è un problema quello, ho parlato con Julie prima,
questi due giorni girano le scene dove non ci siamo"
"Capito." abbassai lo sguardo "Ian mi dispiace"
"Pensa a riprenderti, ok?" disse alzandosi dalla sedia
"Senti, vado a firmare un po' di carte per farti dimettere, ok?" aggiuse
"Ian, posso arrangiarmi da sola, non voglio che tu ti senta
obbligato..."
"Non mi sento obbligato" non mi fece finire "Il fatto che non stiamo
più insieme non significa che non voglia prendermi cura di
te in questo momento"
Sarei dovuta svenire più spesso. Sorrisi a quel pensiero.
"Ora vado, torno fra poco" uscì dalla porta e rimasi sola
nella stanza.
Avevo la testa pesante, ma il cuore incredibilmente leggero.
Ian tornò dopo un'oretta, ed insieme a lui un'infermiera.
La ragazza mi staccò la flebo dal braccio e mi sorrise
gentilmente, poi si rivolse a Ian
"Qui abbiamo finito, se vuole può riportarla a casa"
"Grazie" rispose e l'infermiera ci lasciò da soli
"Bene, possiamo andare allora, ti riporto a casa"
"Posso chiamare un taxi"
"E poi chi la sente tua madre?" rise "No, ti riporto io a
casa sana e salva"
Salii in macchina ancora dolorante, e durante il tragitto rimasi in
silenzio, imbarazzata da quella situazione, era da tempo che non salivo
sulla sua macchina.
"So a cosa stai pensando" disse spezzando il silenzio
"Ah si?" lo guardai perplessa
"Fa uno strano effetto anche a me, ma passerà"
"Già" risposi poco convinta.
Arrivammo a casa e lui entrò con me
"Eccoci qua" disse
"Grazie ancora Ian, davvero non serviva"
"Siediti sul divano, ti preparo un the caldo"
Feci quello che mi aveva detto
Lo guardai preparare il the, in quella che era la nostra cucina e un
mare di rimpianti mi travolse.
Tornò da me con una tazza bollente in mano, e mi si sedette
accanto.
"Attenta che scotta" disse passandomela, e le nostre mani si sfiorarono
per un istante che sembrò infinito
Sorseggiai il the, e nel mentre alzai lo sguardo su di lui, trovando i
suoi occhi che mi guardavano intensamente
"Stanotte resto a dormire qua" disse e per poco non mi andò
di traverso la bevanda calda
"C-come?"
"Non ti lascio da sola qua, poi voglio assicurarmi che tu mangi
qualcosa"
"Ma Ian.."
"Niente ma, fammi solo fare una telefonata e sono da te"
Si alzò dal divano e tirò fuori il cellulare
dalla tasca dei suoi pantaloni.
"Posso?" fece cenno con la testa e capii che voleva andare nell'altra
camera
"Certo" risposi.
Go guardai finchè non chiuse la porta alle sue
spalle, e rimasi in silenzio, cercando di tranquillizzarmi, con scarsi
risultati.
Dopo poco sentii Ian parlare con un tono di voce molto alto.
"Senti non starò qua a discutere con te, lei ha bisogno di
me in questo momento" "No, non significa niente" e ancora
"Senti, le scenate di gelosia in questo momento sono inutili" "Ok, va
bene, fa come vuoi, ma non cambia la situazione, io stanotte resto qua"
"A domani, ciao"
Prima del previsto Ian riaprì la porta.
Aveva ancora il cellulare in mano e lo sguardo basso, pensieroso.
"Tutto bene?" chiesi
Lui mi guardò e accennò un sorriso
"Si, direi di si"
"Se la tua ragazza è gelosa..." dissi provando fastidio nel
pronunciare la parola -ragazza-
"No, non ti preoccupare, le passerà"
"Bene" conclusi poco convinta.
No, non andava bene, era una situazione al limite del'assurdo.
"Nina, non pensare troppo"
Lo guardai, cercando una spiegazione a quell'affermazione
"Cosa intendi?"
"Noi due lavoriamo insieme, e oltre a questo siamo legati da un grande
sentimento, anche se poi le cose sono andate come sono andate, io non
posso odiarti, sarebbe più semplice, ma non posso" disse
sedendosi di nuovo accanto a me
Rimasi in silenzio e lui continuò
"...quindi non farti domande, comportiamoci da persone adulte e
lasciamo che le cose vadano come vadano, ok?"
Appoggiò la sua mano sulla mia e il mio sguardo
passò da quell'intreccio ai suoi occhi che guardavano fissi
su di me.
Avrei voluto baciarlo, e dentro di me sapevo che anche lui lo voleva,
ma non potevo, non ora che lui aveva messo da parte l'orgoglio e si era
riavvicinato a me.
"Va bene, lasciamo che le cose vadano come devono andare"
Buongiorno a
tutti, vi chiedo scusa se sono passati un po' di giorni dall'ultimo
aggiornamento ma ho avuto dei problemi in famiglia.
Detto questo, lo
sapete, per prima cosa ci vogliono i ringraziamenti, in particolar modo
per quelle persone che recensiscono ogni volta, spero che lo
facciate sempre perchè i vostri commenti sono davvero una
grandissima fonte di ispirazione per me.
Detto questo
passiamo al capitolo.
In
realtà non avevo in mente di far succedere ciò
che è successo, ma oggi mentre mi sono messa a scrivere
è venuto tutto così di getto, e spero di non aver
incasinato troppo le cose.
Un
riavvicinamento fra i due ci stava, anche perchè come ha
detto Ian, sono obbligati a vedersi ogni giorno a lavoro, e
poi parliamoci chiaro, entrambi sono ancora innamorati persi, Ian non
avrebbe mai potuto lasciare Nina svenuta per terra, senza fare nulla.
Anche se
è tutt'ora ferito, farebbe di tutto per lei.
E ora vi ho
lasciato sul più bello. I nostri Nian passeranno la notte
nella stessa casa... cosa pensate succederà?
Cercherò
di non farvi aspettare troppo per scoprirlo :)
Bacioni,
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Capitolo 5 *** Cap.5 ***
new5
Cap.5
Pov.Ian
Avevo deciso di passare la notte a casa di Nina, a casa nostra,
insomma, in quella casa.
Jen non era rimasta per niente entusiasta della mia decisione,
nonostante l'avessi rassicurata sul fatto che sarei rimasto la solo per
assicurarmi che Nina stesse bene, senza nessun secondo fine.
In realtà questo era ciò che cercavo di ripetere
anche a
me stesso, ma la realtà era che stare con lei, in quella che
un
tempo era la nostra casa, mi faceva stare bene.
Sapevo che non era cambiato nulla, io e Nina non saremmo tornati
insieme, ma ogni particella del mio corpo sapeva che quello era l'unico
posto in cui volevo stare.
"Allora, cosa vuoi mangiare stasera?" Mi avvicinai a Nina che era
seduta sul divano
Lei mi guardò, con i suoi soliti occhi che avevano la
capacità di farmi perdere in mari sconosciuti
"Non lo so, quello che vuoi" sorrise dolcemente
"Ecco la solita, sempre a far decidere me" risi
"Se cucini tu va bene qualsiasi cosa" disse imbarazzata, e
abbassò lo sguardo
Sorrisi di rimando e tornai in cucina; c'era un'aria tesa fra di noi,
forse perchè l'idea di passare la notte insieme ci metteva
decisamente in difficoltà.
Preparai la cena per entrambi mentre lei apparecchiò, e
quando fu tutto pronto ci sedemmo a tavola.
"E' buonissimo Ian" disse Nina addentando un boccone della cena che
avevo preparato
"Sono felice che ti piaccia" sorrisi e continuai a mangiare
Restammo in silenzio, concentrandoci sui nostri piatti, probabilmente
con la speranza che uno dei due dicesse qualcosa
"Senti Ian..."
Alzai lo sguardo su di lei, in attesa che continuasse a parlare...
Pov. Nina
Deglutii nella speranza di ritrovare un po' di salivazione, ma i suoi
occhi cristallini puntati su di me, non mi aiutavano affatto
"Grazie per essere rimasto stasera"
No, non era quello che avrei voluto dire, ma quella situazione era
talmente imbarazzante che trovare le parole giuste sembrava impossibile.
Ian fece una smorfia di disappunto, probabilmente sapeva che avrei
voluto dire molto di più
"Quante volte ancora me lo dirai?" rise
"Ecco, io..."
Ancora silenzio.
"Ok, lasciamo stare" mi alzai in piedi e presi sia il mio, che il suo
piatto vuoto, ma la sua mano fu più veloce, e mi cinse il
polso.
I nostri occhi si incontrarono ancora, e la mia pelle bruciò
al contatto con la sua.
Ian si alzò in piedi, a pochi centimetri da me
"Smettila di essere così imbarazzata Dobrev" disse serio
"Lo so, ma..."
"No, niente ma, siamo colleghi, ok? Ci vogliamo bene, com'è
giusto che sia, ma in questo momento io sono qua solo per assicurarmi
che tu stia bene, punto."
Sapevo che non era vero, lo potevo leggere nei suoi occhi.
Io lo volevo, tanto quanto lui voleva me, i nostri cuori si bramavano,
come i nostri corpi, erano le nostre menti a tenerci distanti.
"Va bene, devo solo abituarmi a questa nuova situazione" sorrisi con
amarezza
"Già, è solo questione di tempo" disse
accarezzandomi un braccio
Ripresi i piatti che avevo lasciato sul tavolo e li portai in cucina,
ma dopo poco sentii Ian dietro di me.
"Perchè non vai a farti un bagno caldo? Ai piatti ci penso
io" disse
"No, tranquillo, posso fare io" risposi voltandomi verso di lui
"Non accetto rifiuti, oggi sono il tuo schiavetto personale" rise
"Ok, mi sa che approfitterò della tua bontà"
Uscii dalla cucina, in parte felice di allontanarmi da quella
situazione.
Mi immersi nella vasca da bagno, nella speranza che quel calore mi
sciogliesse la tensione che avevo accumulato in tutto il corpo.
Di colpo però, un ricordo riaffiorò nella mia
mente.
Spesso io e Ian ci concedevamo un bel bagno caldo dopo le riprese,
soprattutto quelle più impegnative.
Era una cosa che amavamo tantissimo entrambi, un momento tutto nostro
che per quanto semplice, era perfetto.
Scossi la testa, come se quel gesto potesse scacciare via i ricordi, e
uscii dalla vasca.
Mi avvolsi in un asciugamano ed andai nella mia camera, ma rimasi
bloccata sulla porta quando trovai Ian dinanzi a me.
"Hey" dissi
"Scusami, stavo cercando delle lenzuola, sono qui vero?" Disse
indicando la cassettiera vicino al letto
"S-si" ero paralizzata, e decisamente poco vestita
Ian prese delle lenzuola, poi andò verso la porta
"Buona notte Nina" sorrise rivolgendomi un'occhiata veloce su tutto il
corpo
"Buna notte" risposi
Aspettai che uscisse dalla camera, e chiusi la porta velocemente,
cercando di ritrovare la calma.
Dopo aver indossato un canottiera e un paio di pantaloncini mi misi a
letto, ma, Morfeo sembrava ben lontano dal volermi cullare fra le sue
braccia.
Non riuscivo a dormire, la mia mente era focalizzata su un unico
pensiero: Ian nella camera accanto. Ian probabilmente mezzo nudo
nella camera accanto.
Mi chiedevo se anche lui si stesse rigirando come me nel letto, in
attesa di prendere sonno, se anche lui avesse la tremenda voglia di
alzarsi e venire da me.
Mi alzai dal letto in punta di piedi e andai in cucina per prendere un
bicchiere d'acqua.
Nel buio trovai i due grandi occhioni di Moke che mi fissavano.
"Si lo so cosa stai pensando" dissi e il micio di risposta
miagolò
Lo accarezzai sulla testa e tornai verso la mia camera, ma non entrai.
I miei occhi si posarono sulla stanza degli ospiti. La porta era
aperta, ma non riuscivo a percepire nessun rumore.
Chiusi gli occhi per qualche istante, cercando di regolarizzare il mio
respiro, poi entrai nella sua stanza.
Le persiane erano aperte e la luce della luna che filtrava nella
finestra illuminava il profilo di Ian.
Avevo immaginato bene, era a petto nudo, coperto solo dal bacino in
giù con un lenzuolo.
Indugiai ancora, chiedendomi cosa avessi intenzione di fare, poi feci
un altro passo e mi distesi accanto a lui, immobile.
Nel silenzio della stanza potevo sentire solo il battito del mio cuore
decisamente più forte del normale.
Ian dormiva, o fingeva di dormire, ma era fermo, e respirava piano
dandomi le spalle.
Presi coraggio e avvicinai piano la mia mano, fino a sfiorargli il
braccio, ma la ritrassi immediatamente.
Tremavo come una foglia, ma decisi di riprovarci; mi avvicinai ancora
un po' a lui, e avvolsi il mio braccio intorono al suo corpo.
Trattenni il respiro per qualche istante, per quella sera poteva
bastare, mi ero spinta fin troppo oltre.
Prima però che potessi togliere il mio braccio sentii la
mano calda di Ian prendere la mia, e portarsela al petto.
Il mio cuore sussultò, come il mio corpo.
Restammo per qualche istante così, poi lui si
girò verso
di me, continuando a tenere la mia mano nella sua, e ci ritrovammo uno
di fronte all'altro, a pochi centimetri di distanza.
Nel buio cercavo di vedere il suo volto, cercavo di decifrare i suoi
pensieri, ma era praticamente impossibile, la mia mente era
completamente annebbiata dalla sua presenza.
"Scusa" dissi infine, cercando di scusarmi per essergli piombata nel
letto senza alcun diritto
"Non riuscivi a dormire?" mi chiese
"Troppi pensieri" mi limitai a rispondere
Restammo ancora in silenzio, poi le parole uscirono da sole
"Ho voglia di baciarti Ian"
Nella penombra riuscii a vederlo sorridere leggermente, ma era turbato,
potevo percepirlo chiaramente.
"Non possiamo farlo Nina, non saremmo in grado di fermarci"
"E allora?" chiesi ingenuamente
Lasciò la mia mano e mi accarezzò i capelli
"Non c'è nulla che vorrei di più in questo
momento, ma
sarebbe..." si fermò per qualche istante "sbagliato" concluse
"Per Jen?" dissi velocemente
"No, non per Jen, per noi due"
"Ma.."
Lui si tirò su e io feci la stessa cosa
"Nina, tu hai detto delle cose, delle cose che ci hanno portato alla
rottura"
"E' sempre il problema del matrimonio, vero?" chiesi abbassando la testa
"Lo vedi, lo definisci -il problema-"
Rimasi in silenzio
"Per quanto in questo momento non c'è nulla che vorrei di
più di fare l'amore con te, che senso avrebbe? Servirebbe
solo a
farci del male, ancora di più"
"Perchè non ti lasci andare? Perchè non ti vivi
il
momento? Vogliamo entrambi la stessa cosa" gli presi il viso fra le mani
Mi rendevo conto di sembrare una bambina capricciosa, ma lo volevo
più di ogni altra cosa al mondo, e ora avevo la certezza che
anche lui desiderava la stessa cosa
Ian appoggiò le sue mani sulle mie, se le portò
vicino
alle labbra e le baciò poi rimase così, immobile.
Sentivo il suo respiro fra le mie mani, sentivo il desiderio che aveva,
e allo stesso tempo la forza che metteva per non cedere a quella
tentazione.
Mi avvicinai a lui e mi accorsi che aveva gli occhi chiusi,
così decisi di giocarmi l'ultima carta della serata.
Senza indugiare posai la mia bocca sulla sua, e lo sentii sussultare,
ma non si spostò, e questo mi fece schiudere le
labbra
nella speranza che lui facesse lo stesso.
Finalmente sentii la sua lingua calda muoversi, così avvolsi
le
mie mani fra i suoi capelli e mi spinsi ancora di più verso
di
lui, facendo combaciare i nostri corpi.
Era talmente bello ciò che stavo provando che mi venne da
piangere, era come il nostro primo bacio, così desiderato,
così sofferto da sembrare irreale, e per un attimo mi chiesi
se
ciò che stava succedendo era solo nella mia mente.
Quando stavo per spingermi oltre, Ian mi prese il viso fra le mani e si
allontanò da me.
Lo guardai stupita, e lui si avvicinò a me, posandomi le
labbra sulla fronte.
"Non posso" sussurrò
"L'hai già fatto" dissi
"No, non posso andare oltre"
"Ian..."
"No Nina, tu hai preso la tua decisione, io ora sto prendendo la mia"
Mi alzai in piedi e corsi via nella mia stanza, sbattendo la porta.
Mi buttai sul letto e cominciai a piangere lacrime amare,
rannicchiandomi su me stessa.
Restai a guardare la porta per un tempo che a me sembrò
infinito, nella speranza che Ian venisse da me, ma alla fine mi
addormentai sfinita, senza di lui.
Eccoci qua, direi
che è d'obbligo iniziare con delle scuse enormi.
Mi
dispiace se vi ho fatto aspettare così tanto per
questo capitolo, ma ho avuto un blocco.
Non riuscivo a
scrivere, un po' per motivi miei, un po' perchè
ho visto un brusco calo di interesse per questa fanfiction. I commenti
e le visualizzazioni sono diminuti e non so se questo è
dovuto a:
1.la fanfiction
che fa schifo
2.siete tutti in
vacanza >.<
Detto questo, se
leggete questo capitolo, vi chiedo con tutto il cuore
di farmi sapere cosa ne pensate (anche se sono opinioni negative,
servono anche quelle).
Non voglio che
questa ff faccia la fine di quella Delena che
non ho mai finito; io sono un pesce strano, putroppo se non ho un
riscontro perdo l'entusiasmo e mando tutto all'aria.
Comunque, ora
possiamo parlare di questo capitolo.
I nostri Nian
hanno passato al notte insieme e ecco, so che il 99,9%
voleva vederli farli l'ammmmore (compresa io) ma non volevo accellerare
troppo le cose.
Ian è
ferito ragazze, molto ferito, ferito e innamorato, e non
c'è cocktail peggiore. Lui vuole Nina, ma non la vuole per
una
notte, la vuole per tutta la vita, e non è disposto a cedere
nemmeno ai suoi impulsi.
(Ma questo non
vuol dire che sarà facile, anche in futuro)
In più
c'è stato un picolo particolare, quando Nina gli
chiede se è per Jen che si sta trattenendo lui risponde di
no.
Insomma è chiaro che la signorina è solo un
ripiego (ma
avremo modo di parlarne più avanti)
Ho provato a
scrivere un pov Ian ma son subito tornaa sui miei passi, mi
è più facile scrivere dal punto di vista
femminile, anche se mi sforzerò nei prossimi capitoli,
perchè voglio che anche i sentimenti di lui siano chiari.
Ora cosa vi
aspettate succederà?
Un'ultima cosa, ho
aperto un gruppo su facebook, dove se vi va potete
iscrivervi per parlare di questa fanfiction, per avere degli "spoiler"
pre-capitolo ecc. ecc.
Keytvd fanfiction
E niente, credo di
aver detto tutto, vi prometto che per il prossimo capitolo non
attenderete così a lungo.
Un bacione
Key
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Capitolo 6 *** Cap.6 ***
new6
Cap.6
Pov.Ian
Per tutta la notte non ero riuscito a chiudere occhio, così
quando suonò la sveglia fu un vero sollievo.
Scattai in piedi velocemente e indossai la maglietta che avevo lasciato
sulla sedia la sera prima.
Una volta uscito dalla camera, automaticamente il mio sguardo si
posò sulla stanza di Nina; la porta era chiusa, e
per un attimo mi venne l'istinto di entrare per
dirle che era ora di alzarsi, se non voleva fare tardi a lavoro, ma poi
scossi la testa.
Dopo quello che era successo la notte passata, di certo non era l'idea
migliore quella di entrare come se nulla fosse successo.
Non mi pentivo di averla baciata, ma nemmeno di non essere andato oltre;
non l'avevo rifiutata per orgoglio, ma per buon senso.
Se avessi fatto l'amore con lei saremmo tornati al punto di partenza.
Avremmo ritrovato la nostra felicità, e poi? I problemi
sarebbero tornati, perchè lei non era cambiata, e io oramai
ero
irremovibile, volevo sposarla, e se non potevo averla come mia moglie,
preferivo non averla per niente.
Mentre ero perso nei miei pensieri ancora in piedi davanti alla stanza
di Nina, la porta si aprì.
Pov. Nina
Quado aprii la porta della mia camera e mi trovai Ian davanti,
sussultai.
"Scusa, non volevo spaventarti, stavo.." disse ma non lo lasciai finire
Lo superai, senza nemmeno guardarlo e andai in cucina, ma lui mi venne
subito dietro.
"Hey" disse cercando di richiamare la mia attenzione ma io lo ignorai
"Nina" Questa volta il tono di voce era più forte ma la mia
reazione non cambiò
"Pensi che ignorarmi serva a qualcosa?" mi chiese
A quel punto mi girai
"Tu mi hai ignorato bene ieri notte, mentre ero nel letto e piangevo"
Forse mi stavo comportando come una bambina, e odiavo quel lato del mio
carattere, ma il mio orgoglio era decisamente ferito
"Fa come vuoi" mi rispose scocciato lasciandomi da sola in cucina.
No, così non adava. Non doveva avere lui il coltello dalla
parte del manico.
Corsi dietro di lui e lo presi per le spalle, obbligandolo a girarsi.
"Perchè hai ricambiato il mio bacio ieri? Perchè
mi hai illuso che potesse esserci qualcosa fra di noi?" urlai
"Nina non sei dalla parte della ragione, lo sai questo?" mi rispose,
lasciandomi in silenzio, senza saper bene come replicare.
Aveva ragione, aveva maledettamente ragione e lo sapevo bene.
"Qua non si tratta di chi ha ragione e chi torto"
"Hai ragione, non si tratta nemmeno di questo, tu hai le tue ragioni e
io le mie, ma visto che nessuno dei due è disposto a cedere
per
il bene dell'altro, per quanto mi riguarda non ha senso andare avanti
con la nostra storia"
Rimasi in silenzio per qualche istante prima di parlare
"Ho sentito come mi volevi, lo sento anche adesso, lo posso vedere nei
tuoi occhi che non hanno mai smesso di guardarmi in quel modo..."
Osservavo i suoi occhi cristallini, puntati nei miei, e la voglia di
baciarlo era sempre più forte
"Quello non cambierà mai" rispose continuando a fissarmi
"E allora perchè non ti sei lasciato andare" con una mano
gli accarezzai la guancia ma la sua reazione mi spiazzò
Mi prese il polso con forza, molta di più di quella che
avrebbe
voluto usare, infatti subito dopo lo lasciò andare
leggermente.
"Perchè per te è così importante, eh?
Il tuo
problema primario è fare l'amore con me, Nina?" disse
sbattendomi contro il muro
"Vuoi fare l'amore?" continuò ma io rimasi immobile, con gli
occhi fissi su di lui, in attesa di vedere fin dove si sarebbe spinto
Mi sollevò da terra e mi portò in camera,
sdraiandomi sul letto.
Ian si portò sopra di me e cominciò a baciarmi il
collo, provocandomi brvidi su tutto il corpo
"E questo che vuoi? E' questo che ti fa stare bene?" parlava muovendo
le sue mani esperte su tutto il mio corpo
Chiusi gli occhi, in attesa della sua prossiam mossa
"Posso fare l'amore con te, se sei così infantile da credere
che questo basti ad aggiustare le cose fra di noi"
A quel punto aprii gli occhi e lo guardai.
Era sopra di me, con i muscoli delle braccia tirati, più
bello che mai, ma non era lui, non era il mio Ian, e capii.
Capii ciò che voleva dire.
Mi ero comportata da bambina, ma non come pensava lui;
non volevo fare l'amore per un piacere personale o per
chissà
quale altro motivo, ma perchè ingenuamente avevo pensato che
se
ci fossimo riuniti anche solo per una volta lui avrebbe capito.
Avrebbe capito che eravamo io e lui, e questo bastava per renderci
felici e appagati, come lo eravamo stati per quasi tre anni.
Ma non era così, quella era solo una mia illusione, quello
era
ciò che bastava a me, mentre Ian voleva di più.
Prima che potessi dire qualsiasi cosa il campanello di casa
suonò.
Ian rimase immobile, e io feci altrettanto nella speranza che chiunque
fosse, decidesse di andare via.
Un altro suono.
Ian si scansò da me, e io mi sentii improvvisamente nuda,
senza più lui addosso.
"V-vado a vedere chi è" mi alzai imbarazzata, consapevole
che avremmo dovuto riprendere quel discorso
Mi aggiustai con la mano i capelli, nella sperenza di non avere la
faccia sconvolta di una che era stata interrotta prima di fare l'amore.
Aprii la porta senza chiedere chi fosse e mi ritrovai davanti una
ragazza.
Il mio cuore sapeva chi era, la mia testa non voleva farsene una
ragione.
"Ciao, scusa se ti disturbo, Ian è a casa?" disse
velocemente lei
Io deglutii rumorosamente, e prima che potessi rispondere Ian
arrivò dietro di me.
"Jen" disse confermando ciò che già sapevo
"Ciao tesoro, scusa se sono piombata qua all'improvviso, ho fatto un
po' di telefonate per scoprire dove fosse la tua vecchia casa e... beh
ho pensato di darti un passaggio a lavoro" sorrise fastidiosamente dopo
aver parlato come una macchinetta
L'imbarazzo era tangibile nell'aria, così sperai che Ian
dicesse qualcosa.
"Non serviva" le rispose infine
Mi trovavo in una delle situazioni più sgradevoli della mia
vita, ero nella stessa stanza con l'uomo che amavo, con il quale pochi
minuti prima stavo per fare l'amore, e la sua nuova... non sapevo
nemmeno come definirla.
"Se mi apetti in macchina, fra cinque minuti sono pronto" disse ancora
Ian, ringraziandolo mentalmente per non averle chiesto di aspettarlo
dentro casa
"Ok" sorrise lei voltando le spalle
Stavo per chiudere la porta quando Jen si girò nuovamente
"Scusami, non mi sono nemmeno presentata, che maleducata" disse ma io
rimasi in silenzio
"Piacere, sono Jen" mi porse la mano e io dopo qualche istante di
esitazione, ricambiai
"Io sono..."
"Nina" mi anticipò
"Scusa" aggiunse "è che è difficile non
conoscerti" rise
La guardai infastidita, ma cercai di rispondere con un mezzo sorriso
"Ora scusami ma devo andare a prepararmi, altrimenti farò
tardi a lavoro" dissi
"Se vuoi possiamo darti un passaggio io e Ian"
Io e Ian. Sentii un fastidio irradiarsi in tutto il corpo
"No grazie, prenderò la mia macchina" brutta stronza, avrei
voluto aggiungere, ma mi fermai in tempo.
Chiusi la porta velocemente senza nemmeno aspettare una qualsiasi
risposta e voltandomi trovai Ian, già vestito.
"Nina..."
"No, vai, ci vediamo a lavoro" lo superai e entrai nella mia camera
senza aggiungere altro.
Dopo poco sentii la porta di casa chiudersi, finalmente ero sola.
Quando parcheggiai la macchina fuori dagli studi, il panico prese il
sopravvento.
Ero ancora scossa da ciò che era successo la mattina con
Ian, e
non ero per nulla pronta ad affrontare lui e tutti gli altri sul set.
Appogiai la testa sul volante, e inspirai profondamente, ma il rumore
di qualcuno che bussava sul vetro della macchina mi fece sobbalzare.
Alzai piano lo sguardo e mi trovai davanti Paul, che mi guardava con
aria preoccupata.
"Tutto bene?" riuscii a leggere nel suo labiale
Aprii la portiera ed uscii dalla macchina
"Hey, tutto bene?" mi passò il braccio intorno al corpo con
fare fraterno
Volevo un gran bene a Paul, ero veramente legata a lui, ed avevo paura
di come il nostro rapporto sarebbe potuto cambiare per colpa della mia
rottura con Ian.
Sapevo che mi voleva bene, ma sapevo anche che Ian per lui era al primo
posto, se ce ne fosse stato bisogno, si sarebbe schierato senza batter
ciglio dalla sua parte.
"Si Paul, mi savo rilassando un po' prima di entrare" gli dissi
sforzandomi di sorridere
Il mio amico rimase in silenzio per qualche istante, ma
continuò
a tenermi stretta mentre camminavamo verso l'entrata degli studi.
"Supererete tutto questo" disse spiazzandomi
"Dici?" sapevo a cosa si riferiva, non avevo bisogno di chiedere altre
spiegazioni
"Si, ne sono più che certo, come sono sicuro che quella Jen
è solo un ripiego"
"Si ma quella
Jen intanto è la sua ragazza" risposi amaramente
"Si, e stanotte lui l'ha passata con te"
Mi bloccai di colpo in mezzo alla strada
"Lo sai già?" dissi sbarrando gli occhi
"Che ha passato la notte con te? Si, visto che ha chiesto a tutti di
non
preoccuparsi di te e di non chiamare perchè ci sarebbe stato
lui
ad occuparsi di te. Che cosa avete fatto stanotte? No, non ho ancora
avuto modo di vederlo" sorrise
"Non è successo nulla" risposi, ricominciando a camminare
"La tua faccia dice altro signorina" mi tirò un leggero
pizzicotto sul braccio
"Hey" risposi con un pugno sul suo braccio marmoreo
Scoppiammo a ridere entrambi, finchè non mi resi conto di
essere entrata negli studi.
Paul aveva quest'effetto su di me, riusciva a non farmi pensare a
nulla, mi alleggeriva i pensieri, era un amico prezioso.
"Paul" mi fermai e lui si voltò a guardarmi, ma non disse
nulla
Feci un passo avanti e lo abbraccia forte
"Non voglio perdere la tua amicizia" sussurrai
Lui mi baciò la testa.
"Sei la mia sorellina, non potrai mai perdermi"
Non riuscii a trattenere un sorriso pieno di felicità.
Eravamo ancora abbracciati quando dalla porta entrarono Candice e Kat.
"Nina!" esclamarono entrambe
Io mi staccai da Paul e restai in silenzio a guardarle.
Candice prese coraggio e corse da me ad abbracciarmi
"Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace!" urlò quasi
"Ti prego dimmi che mi perdoni, non posso pensare di averti perso"
disse ancora, stringendomi più forte
"C-Candice, mi stritoli"
Finalmente mollò la presa, ma continuò a
guardarmi con sguardo implorante.
Candice era così, o la amavi o la odiavi, la maggior parte
delle
volte si comportava da bambina, ma aveva un gran cuore, non potevo
vedere cattiveria in ciò che faceva.
"Diciamo che anche io non sono stata una grande amica" dissi
"Aaaah" urlò abbracciandomi di nuovo senza aspettare altro,
ma questa volta ricambiai il suo abbraccio
Ero ancora ferita per il fatto che lei e Kat mi avessero nascosto la
relazione di Ian, ma non ero una persona che portava rancore, non ci
riuscivo proprio.
Tra l'altro sul set non eravamo solo colleghi, eravamo una grande
famiglia, e i malumori avevano ripercussioni su tutti, e non era
proprio il caso, visto che la situazione era già abbastanza
complicata così.
Kat mi guardò speranzosa, chiedendosi probabilmente se il
perdono valesse anche per lei, così la guardai anch'io e le
feci
cenno di unirsi a quell'abbraccio.
Non se lo fece ripetere due volte e poco dopo eravamo strette, tutte e
tre insieme.
"Mi dispiace" mi sussurrò Kat "e per quella storia..."
"Avremo modo di parlarne" dissi velocemente.
Non era quello il momento, dopo lo spiacevole incontro della mattina
non avevo nessuna voglia di parlare di Jen.
"Ti sei ripresa completamente?" mi chiese Kat una volta sciolto
l'abbraccio
Capii subito che si riferiva all'incidente del giorno prima.
"Si direi di si, il mal di testa è passato completamente"
sorrisi
"Bene!" esclamò
"Volevamo passare da casa tua ieri ma Ian ha chiaramente detto di
lasciarti riposare" si aggiunse Candice
"Si, mi ha accenato qualcosa Paul, comunque grazie per il pensiero"
"Avete avuto modo di parlare?" sapevo che Candice mi avrebbe fatto
quella domanda, non aspettava altro.
"No, non molto" mentii.
La realtà è che avevamo parlato, ma mi sembrava
di essere
ferma al punto di partenza; fra me e Ian le cose erano più
complicate che mai.
In quel momento la porta d'ingresso si aprì, ed
entrò lui, in tutta la sua perfezione.
Era bellissimo, l'avevo sempre saputo, ma per qualche strano motivo
adesso che non era più mio,
che non potevo più apprezzarlo come volevo, lo notavo ancora
di più.
Notai con piacere che era solo, non avrei potuto sopportare di vederlo
ancora insieme a lei.
"Ciao ragazze" disse velocemente alle mie amiche
"Ciao Ian" risposero insieme
A me non disse nulla, dopo ciò che era successo la mattina
era tutto ancora più imbarazzante.
Ian ci superò, diretto verso il suo camerino, e io non
riuscii a
fare a meno di seguire la sua figura finchè non
scomparì
dalla mia vista.
Lavorare così sarebbe stato impossibile.
Dopo un'ora tutti gli attori erano sparsi sul set, ognuno a girare la
sua scena, singolarmente o con qualcun'altro.
Nenche a dirlo io mi trovavo con Ian e Julie Plec fuori dalla porta di
casa Salvatore.
"Allora ragazzi, questa è la scena: Elena e Damon tornano da
una
lunga vacanza estiva, sono in macchina ed entrambi non sono affatto
contenti di essere tornati a casa. Così Damon inizia a
stuzzicarla, dicendole che finchè non decidono di mettere
loro
la parola fine, la vacanza può continuare. A quel punto lui
inizia a baciarla, sempre dentro la macchina, ma Elena lo trascina
dentro casa, ed è la che inizia la scena forte"
Deglutii rumorosamente, mentre Ian teneva gli occhi bassi sul suo
copione, sicuramente stava facendo finta di leggere, per non incontrare
il mio sguardo.
"Se qualcosa non vi è chiaro chiedete pure" disse Julie col
suo solito sorriso
"No, tutto chiarissimo" rispose Ian per entrambi
"Bene, vi aspettano nella sala trucco, fra mezz'ora iniziamo a girare"
disse congedandoci
Il tempo di un po' di trucco e una semplice acconciatura per me, io e
Ian eravamo pronti, nella macchina di Damon Salvatore.
Sentivo gli occhi di tutti puntati su di noi, sapevo bene che le
aspettative erano alte, nessuno ci metteva pressione, ma tutti erano
preoccupati di come la nostra rottura avrebbe influito sulla nostra
recitazione nei panni di Damon ed Elena.
"Ian..." dissi prima che partisse il Ciak
Lui rimase in silenzio in attesa che continuassi a parlare
"Pensi che ce la faremo? A lavorare insieme, intendo" chiesi cercando
conforto in lui, che da sempre, anche prima che stessimo insieme, era
stato la mia ancora sul lavoro
"Ce la dobbiamo fare, questo è ciò che ci da da
vivere"
Presi un lungo respiro e poco dopo sentii un forte "Azione!" dal regista
Damon si
fermò con la macchina di fronte casa Salvatore, e spense il
motore
"Eccoci qua signorina
Gilbert" sorrise sornione
"Dobbiamo proprio
scendere?" arricciai il naso capricciosa
"No amore, possiamo
vivere il resto della nostra vita immortale dentro questa macchina"
disse serio
"Anzi aspetta" si
fermò un
attimo e guardò prima i sedili posteriori, poi accanto a se
"No,
non possiamo, non abbiamo scorte di sangue, potremmo essiccarci in poco
tempo"
Detto questo lentamente
si
avvicinò a me, famelico, e appoggiò la bocca
nell'incavo
del mio collo, tenendo con una mano il mio volto.
Mi morse piano, senza
farmi male, facendo bruciare la mia pelle sotto quel contatto.
"Mi sbagliavo, qua
abbiamo una grande quantità di sangue" sussurrò
piano nel mio orecchio
Mi ci volle tutta la forza di volontà possibile per
ricordarmi
le mie battute, in quel momento avrei voluto solo perdermi in quei baci.
"Damon" sorrisi maliziosa
"Si..."
sussurrò ancora soffiando sul mio collo
"Non possiamo tornare in
quel resort
di San Diego?" dissi ansimando mentre Damon continuava a lasciare una
scia di baci roventi sul mio corpo
"Possiamo fare
ciò che vuoi,
ma perchè fare tanta strada quando possiamo continuare la
nostra
vacanza nel resort Salvatore"
Risi e mi alzai dal mio
posto, sedendomi sulle sue gambe.
Ci guardammo per qualche istante, e il pensiero andò
immediatamente alla notte precedente. L'avrei baciato di nuovo, questa
volta per finzione, o almeno così doveva essere. La
verità era che in quel bacio ci sarebbe stata solo Nina,
nessun
Elena Gilbert.
Presi il suo volto tra le mani e affondai la mia bocca sulla sua,
baciandolo con tutta la passione che avevo in corpo.
Sentii la sua lingua farsi spazio rovente dentro di me, e sussultai.
Per qualche strano motivo avevo pensato che mi avrebbe baciato in modo
cinematografico, ma in quel bacio c'era tutto tranne che finzione.
Mi lasciai andare, baciandolo con irruenza
"Aspetta " ansimai
mentre Ian continuava a baciarmi
"Che c'è?"
sentivo l'eccitazione nella sua voce, e dentro di me, sapevo che non
stava recitando
"Siamo scomodi qua"
sussurrai
Scomodi? Si vede che Julie e i suoi collaboratori non avevano mai
baciato Ian in una macchina. Avrei potuto continuare per ore.
Lo trascinai fuori dalla
macchina,
consapevole che al computer avrebbero reso quella scena almeno tre
volte più veloce e a quel punto il regista gridò
"Stop!"
Un applauso partì da tutto lo staff che ci era attorno.
Io cercai di ricompormi, passandomi una mano fra i capelli
scompligliati, poi il mio sguardo si posò inevitabilmente su
Ian.
Aveva le labbra arrossate, e gli occhi lucidi, persi in
chissà quali pensieri, probabilmente li stessi miei.
Sentii le gambe farsi leggere, troppo per reggermi, e gli occhi
offuscarsi, così quando Julie si avvicinò a noi
due per
complimentarsi della riuscita perfetta della scena, riuscii a
sussurrare solo uno "scusatemi" prima di correre via verso il mio
camerino, in lacrime.
Pov. Ian
Non sapevo bene ciò che stavo per fare, ma sentivo che non
potevo lasciarla da sola.
Bussai più volte alla porta del camerino di Nina, ma non
avendo risposta, decisi di entrare lo stesso.
Aprii piano, quasi timoroso, e la trovai di spalle, che guardava fuori
dalla finestra, così entrai e chiusi la porta dietro di me.
Lei rimase immobile, e mi soffermai a guardarla, si teneva stretta
nelle braccia, mentre i capelli le ricadevano morbidi da un lato.
Mi avvicinai piano, e finalmente trovai il coraggio di posarle
dolcemente una mano sul braccio.
La sentivo respirare piano, nel silenzio della stanza, quando
finalmente aprì bocca, senza però voltarsi.
"Io non ce la faccio" disse con la voce rotta dal pianto
"Si che ce la fai, ce l'abbiamo fatta, tutti sul set erano entusiasti"
dissi cercando si sembrare il più convincente possibile
Nina si voltò verso di me, aveva gli occhi velati di
lacrime, ma cercava di non piangere.
"Tutto questo mi consuma" disse
"Lo so" risposi, consapevole di provare le stesse sensazioni
"Vieni qua" aggiunsi dopo qualche secondo di silenzio
La tirai verso di me, e l'abbracciai forte finchè sentii il
suo corpo rilassarsi fra le mie braccia.
"Sei una ragazza forte Dobrev, quando te ne renderai conto?"
"Tu eri la mia forza" disse singhiozzando
Chiusi gli occhi, senza sapere bene cosa fare. Stare lontani ci faceva
male, ma continuare la nostra relazione sembrava impossibile.
"Perchè mi hai baciato così?" mi chiese rompendo
il silenzio
"Perchè ti amo" risposi tutto d'un fiato
Lei si staccò dall'abbraccio, e mi guardò stupita
"Perchè stai con Jen se ami me?"
La sua domanda era legittima. Perchè frequentavo Jen?
Per avere una distrazione? Per ripicca nei confronti di Nina? Per farle
vedere che potevo andare avanti senza di lei?
Forse all'inizio era stato così, ero talmente ferito che
volevo
fargliela pagare, e quello sembrava l'unico modo possibile, ma adesso,
non riuscivo a trovare alcun senso a quella specie di relazione.
"Non lo so" mi limitai a rispondere
Nina abbassò lo sguardo, e scosse la testa
"Non è lei il problema fra di noi" aggiunsi e lei mi
guardò
"Lo so" sussurrò "Ma intanto lei può averti"
"Lo sai che puoi avermi anche tu"
Lei abbassò nuovamente lo sguardo e in quel momento
bussarono alla porta.
Julie entrò nel camerino.
"Volevo essere sicura che fosse tutto apposto" sorrise
"Si" Nina si schiarì la voce "scusa se sono corsa via prima"
aggiunse
"Tranquilla piccola, oggi avete fatto un lavoro eccellente,
così
abbiamo deciso di lasciarvi il resto della giornata libero, domani vi
voglio carichi per la scena dentro casa" disse
"Ah Ian, potresti venire con me in ufficio, ci sono delle carte da
firmare" aggiunse Julie
"Si arrivo"
La Plec uscì dalla stanza lasciandoci soli.
"Devo andare, cerca di non pensare troppo" sorrisi
"Non abbiamo finito" mi rispose Nina
"Io si, il prossimo passo è il tuo, lo sai che tornerei con
te in un secondo, ma sai anche quali sono le mie condizioni"
Lei sospirò e io uscii dalla stanza lasciandola sola con i
suoi pensieri.
Buona sera mie care lettrici :)
Ho mantenuto ben due promesse questa volta, la prima di aggiornare
presto, la seconda di fare capitoli più lunghi, sono stata
brava? Ora come minimo mi merito un premio di tante recensini ahaha
Ovviamente scherzo (più o meno) ma ci tenevo a ringraziarvi
per
aver recensito veramente in tante lo scorso capitolo, è
stato un
grande incentivo per me per continuare la storia, spero continuerete ad
essere così numerose.
Dopo le mie lunghe premesse parliamo del capitolo, visto che sono
successe un bel po' di cose.
Intanto
c'è stato un
risveglio molto turbolento, spero di non aver stravolto troppo il
personaggio di Ian, che in realtà era solo esasperato
dall'insistenza di Nina, e di non aver fatto passare troppo lei per una
bimbetta vogliosa >.<
La
verità (come dice
lei) non è che voleva fare l'amore con Ian così,
per
capriccio, ma ingenuamente sperava di fargli cambiare idea, facendogli
vedere come potevano essere felici insieme.
Poi
è arrivata
Jen e su di lei ho poco da dire, anche perchè non voglio che
le
diate troppa importanza, perchè semplicemente... non ce l'ha.
Detto questo la
vedremo ancora, ma non per molto (come ha detto Ian, non è
lei il problema)
Per quanto
riguarda le
amicizie, lo so, non ho approfondito molto i problemi fra Nina, Candice
e Kat ma è stata una scelta voluta, questa fanfiction parla
dei
Nian, tutto il resto fa solo da contorno.
Ed infine ho
voluto inserire una scena Delena, spero nel leggerla
non vi siate incasinati troppo, mi piaceva l'idea di vederli anche nei
panni di Damon ed Elena.
Il finale ha
visto i nostri
due amati di nuovo insieme, Ian per quanto si sforza non riesce a stare
lontano da Nina, anche se è tormentato dai suoi sentimenti,
non
vuole cedere, lui VUOLE sposarsi, ma la ama troppo per stare lontano da
lei. So che così facendo Ian sembra un pazzo che un momento
fa
una cosa e un attimo dopo un altra, ma questo è dovuto al
fatto
che è assolutamente in balia dei suoi sentimenti che al
momento
sono un totale casino.
Se ve lo state
chiedendo,
più avanti ci sarà modo di spiegare il
perchè per
Ian sia così importante il matrimonio, e perchè
invece
Nina non ne sente la necessità.
Mi sono dilungata
tantissimo,
vi chiedo scusa, ma vorrei che tutto vi fosse ben chiaro, in ogni caso,
se avete domande, sono qua ^^
Ultimissima cosa, se vi va iscrivetevi al gruppo, per chiacchierare un
po' della fanfiction e per avere qualche anteprima sui capitoli:
Keytvd
fanfiction
A presto
Key
|
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Capitolo 7 *** Cap.7 ***
new7
Cap.7
Pov.Nina
La mattina seguente mi svegliai decisamente col piede storto.
Avevo trascorso una notte agitata, fatta da incubi che mi facevano
svegliare di soprassalto; tutti riguardavano Ian, gli succedeva sempre
qualcosa e io ero immobile senza poter far niente per salvarlo.
Mi buttai sotto la doccia con la speranza che almeno l'acqua calda mi
aiutasse a rilassarmi un po', ma era inutile, sapevo bene che nulla
poteva aiutarmi ad affrontare la giornata.
Non ero pronta a girare una scena di sesso insieme a Ian,
già
baciarlo mi aveva mandato il cervello totalmente fuori uso, figuriamoci
andare oltre.
Le nostre scene non erano mai cinematografiche, eravamo sempre noi, con
il nostro amore e la nostra passione.
Chiusi gli occhi e un ricordo affiorò nella mia
mente.
"Bene ragazzi, ci siamo"
Julie Plec rise battendo le mani elettrizzata
"Jules contieniti!" le
urlò dall'altra parte della stanza la sua collaboratrice
Caroline Dries
"Ma come faccio? Questa
scena farà uscire di testa i fans Delena" rispose Julie
Io e Ian eravamo distesi
sul letto di
Damon Salvatore, lui totalmente nudo coperto solo da un lenzuolo, io
con un succinto completino intimo, e una camicia da uomo semi aperta,
pronti a girare la tanto attesa scena di sesso fra Damon ed Elena.
Mentre ero intenta a rileggere la mia parte , sentii le dita di Ian
sfiorarmi il viso, e successivamente portarmi una ciocca di capelli
dietro l'orecchio.
"Sei pronta amore?" alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi che nella
stanza illuminata dal sole sembravano ancora più azzurri
"Umh" mugugnai
"Dai tesoro, dobbiamo solo eseguire ciò che siamo abituati a
fare nel nostro letto" sorrise malizioso
"Si, peccato che di solito non ci sono decine di occhi che ci guardano
mentre facciamo l'amore, per non parlare di tutti quelli che ci
guarderanno in televisione" sbuffai
"Hey, hey" mi prese il viso fra le mani e mi trascinò verso
di se "tranquilla"
Ian iniziò a baciarmi dolcemente tenendomi stretta; sapeva
bene
come calmarmi, o meglio, come farmi perdere la lucidità.
"Devi focalizzarti su noi due" sussurrò fra un bacio e
l'altro
"Ma.." cercai di replicare
Lui mi baciò di nuovo, questa volta con irruenza, e io lo
lasciai fare, lasciandomi trasportare da quella passione.
"Hey, guardate che non sono ancora accese le telecamere"
gridò uno dei cameraman ridendo.
Mi staccai da Ian imbarazzata ma lui mi sorrire complice.
"Anthony sei un fottuto genio!" urlò Julie al cameraman
lasciandoci perplessi
Tutti restammo in silenzio, in attesa che la Plec ci desse spiegazioni.
"Via, tutti fuori!" disse ancora, e la perplessità
aumentò fra i presenti
Ian, dal suo canto, iniziò a ridere, in qualche modo
riusciva a
capire le intenzioni di Julie prima ancora che lei parlasse.
"Che c'è?" gli chiesi
"Shh" mi poggiò un dito sulla bocca "Aspetta"
"Plec cosa vuoi fare?" le chiese una Caroline Dries stupita
Lei non rispose, troppo presa dalla sue idee. Si
avvicinò a Anthony e gli sussurrò qualcosa
nell'orecchio.
Lui prima la guardò perplesso, poi si mise a smanettare la
telecamera che aveva in mano, e quando finì sorrise
soddisfatto.
"Fatto" disse Anthony
Julie gli diede una pacca sulla spalla, poi si rivolse a noi due.
"Ragazzi, questa scena non è imporante, di più"
disse
"Si, lo sappiamo" Io risposi per tutti e due
"Bene, ciò che voglio da voi è che siate voi
stessi, al 100%,
e proprio per questo vi darò le condizioni ottimali per
farlo"
Corrucciai lo sguardo, cercando di capire e lei continuò
"Quanto ti serve per un rapporto completo stallone?" chiese a Ian
Sbarrai gli occhi mentre il mio uomo si limitò a ridere; era
abituato all'irruenza di Julie, non aveva peli sulla lingua,
soprattutto con lui, mentre io, per molte cose ero molto più
riservata.
"Beh, non lo so, dipende" rispose Ian per nulla imbarazzato
"Facciamo che vi lascio la stanza per due ore, ok? Nel caso vogliate
fermarvi, far le cose con calma, ripetere, insomma, quello che volete,
basta che alla fine di questo tempo, io abbia fra le mani la scena di
sesso più sensuale, romantica, passionale di tutta la storia
dei telefilm"
Rimasi in silenzio perplessa.
Era una situazione particolare, da una parte ero felice di non dover
condividere la mia intimità con il resto della troupe, ma
dall'altra sapevo che quel filmato l'avrebbero visto tutti
comunque.
Ian mi guardò, e capì immediatamente la mia
perplessità
"Saremo sotto le lenzuola" disse semplicemente e in qualche modo mi
tranquillizzai un po'.
Tutti uscirono dalla stanza lasciando me e Ian da soli.
Continuavo a guardare la lucina rossa della telecamera, senza riuscire
a muovermi,
così il mio uomo mi si avvicinò lentamente,
baciandomi le
labbra con dolcezza.
"Potrebbe essere eccitante" disse e io sorrisi della sua malizia
"Non lo so, è la prima volta che faccio una cosa del genere,
le scene girate con Paul erano tutte finte"
"Infatti Paul non è il tuo ragazzo" sorrise baciandomi il
collo
Chiusi gli occhi, ma ero tesa come una corda di violino.
Ian si staccò leggermente da me, poi guardò la
telecamera.
"Aspetta un attimo qui" sussurrò
Lo guardai mentre si avvolgeva il lenzuolo intorno al bacino, poi si
alzò verso la telecamera.
Dopo qualche istante il puntino rosso si spense.
"Che fai?" dissi con un tono di voce più alto del solito
Lui non disse nulla, tornò verso il letto e si tolse il
lenzuolo di dosso, restando nudo di fronte a me.
Sorrisi beandomi di quella perfezione, totalmente mia.
Ian si distese su di me, lasciando una scia di baci su tutto il mio
corpo.
"Ian" ansimai
"Shh, rilassati" sussurrò senza staccare le labbra da me.
Dimenticai dove eravamo, in quel momento saremmo potuti essere in
qualsiasi posto, non aveva importanza, perchè ciò
che contava è che eravamo insieme.
I nostri corpi si unirono con passione, incuranti di essere sul set, e
del fatto che in qualunque momento sarebbe potuto entrare qualcuno.
"Stai meglio adesso?" mi chiese Ian mentre mi teneva stretta
accarezzandomi i capelli
Sorrisi e mi allungai verso di lui per dargli un bacio, non servivano
parole.
"In questo caso abbiamo fatto prima il piacere e poi il dovere" si
tirò su dal letto "forza signorina, è ora del
bis, questa
volta si lavora però"
"Chiamalo lavoro" risi
Ian accese la telecamera, e finalmente riuscii a girare la scena senza
problemi.
Mi scrollai di dosso l'acqua e uscii dalla doccia, ancora persa nei
miei ricordi, che sembravano fin troppo vivi nella mia mente.
Pov. Ian
Ero arrivato sul set con un bel po' di anticipo per ripetere le mie
battute quando vidi arrivare Nina.
Era impossibile non notare l'espressione corrucciata e le occhiaie
pronunciate che oscuravano leggermente la sua bellezza.
"Hey" richiamai la sua attenzione e lei si voltò verso di me.
Avvicinandosi mi rivolse un leggero sorriso
"Tieni" le porsi il caffè che avevo appena preso al bar
Lei prese in mano il bicchiere
"Si vede così tanto che ne ho bisogno?" disse bevendone un
sorso
"Nottataccia?" le chiesi
"Si, diciamo di si" abbassò lo sguardo
"Senti, devo andare a prepararmi, non vorrei fare tardi" disse ancora
velocemente
"Certo, ci vediamo fra poco" le sorrisi amichevolmente
Quando si voltò per andarsene percorsi la sua figura con lo
sguardo, e un brivido mi passò per tutto il corpo.
Non volevo ammetterlo a me stesso, ma l'idea che l'avrei vista con
quasi nulla addosso nel giro di poche ore mi eccitava terribilmente.
La stavo ancora osservando quando si girò di scatto
"Ian"
Cercai di distogliere lo sguardo
"Si?"
"Grazie" indicò il caffè che aveva in mano
"Figurati" sorrisi di rimando.
Dopo qualche ora eravamo entrambi pronti sul set, in quella che era la
camera da letto di Damon Salvatore.
Nina era come al solito bellissima, il vestito che indossava era lo
stesso del giorno precedente, visto che con il montaggio avrebbero
unito tutte le scene insieme, ma i suoi capelli erano più
arruffati, probabilmente per rendere la scena ancora più
credibile.
Mi avvicinai a lei, ma non si accorse subito di me, era troppo presa
dal suo copione.
"Non studiare troppo" risi e lei alzò finalmente lo sguardo
"Hey" mi regalò uno dei suoi sorrisi
"Alla fine non sono molte battute da imparare, solo molte azioni" dissi
Per
qualche strano motivo le
sue guance si colorarono leggermente di rosso, e abbassò lo
sguardo. L'avevo messa in imbarazzo.
"Sai è tutto il giorno che ho in mente una cosa, e non
riesco a non pensarci" dissi
"Ah si?" rispose lei "Cosa?"
"Pensavo.." mi fermai un attimo per trovare le parole "A quando abbiamo
girato la scena della 4x08"
Rimasi in silenzio, sapevo che aveva capito perfettamene
"Sai, è strano" rispose lei "stamattina mi sono svegliata
anch'io con questo pensiero"
Questa volta mi guardò fissa negli occhi, e una sensazione
di calore si irradiò in tutto il mio corpo.
Perchè era così difficile starle lontano?
"Ragazzi siete pronti?" Julie Plec per fortuna mi risvegliò
dai miei pensieri
"Si" mi schiarì la voce poco convinto
"Si Jules ci siamo" Nina sorrise, decisamente più pronta di
me.
"Bene, in realtà come avete letto nei copioni non ho molto
da
dirvi, Damon ed Elena entrano in camera da letto sbattendo la porta. E'
lei che ha in mano la situazione; spoglia Damon, e lui tenta di
buttarla sul letto, ma tu Nina non lo lascerai fare"
Nina le annuì senza batter ciglio
"A questo punto, mentre continuate a baciarvi con passione vi spostate
nella doccia, Elena spinge Damon con forza e apre l'acqua."
"Ma io a questo punto sono ancora vestita" intervenne Nina questa volta
parplessa
"Tesoro, secondo te perchè ti abbiamo messo un vestitino
bianco?" le rispose Julie "Il pubblico impazzirà, sarete
sexy da
morire"
Inevitabilmente posai lo sguardò su Nina, ma lei
guardò altrove
"Bene, quindi una volta sotto la doccia, sarà Damon a
prendere il controllo" aggiunse la Plec
"Finalmente" esclamai per cercare di sbloccarmi da quella situazione di
imbarazzo che non mi apparteneva
Tutti intorno a me risero
"Ian la dovrai accarezzare con dolcezza, ma allo stesso tempo dovrai
trasmettere passione, eccitazione, insomma non devo spiegartele io
queste cose, tu sei Smolder-hotter"
La troupe scoppiò in una fragorosa risata
"Non ti preoccupare, ho capito" sorrisi malizioso al mio capo
"Dopo un po' di baci e palpatine varie, Damon solleva Elena da terra, e
la sbatte contro la parete della doccia, mi raccomando, non serve che
le fai male, ci penseremo noi al computer a rendere il tutto
più
veloce e violento"
"Lo so che la bambolina qua è fragile non ti preoccupare"
risposi quasi senza rendermene conto e il mio sguardo si
incrociò con quello di Nina che sorrise imbarazzata
"Bene, la scena si conclude con voi due che vi guardate intensamente, e
sappiate che questo è il momento più importante,
voglio degli sguardi che buchino lo schermo, la gente deve capire che
vi desiderate più di qualunque cosa al mondo" concluse Julie
elettrizzata
-Non sarà difficile- pensai, Nina, nonostante non stessimo
più insieme era ciò che più desideravo
al mondo, e
non sarebbe stato difficile trasmettere queste sensazioni al
personaggio di Damon.
Ci preparammo uno di fronte all' altro, nel silenzio della stanza
riuscivo a percepire solo i respiri di Nina, e il mio cuore, che
sembrava voler scoppiare nel petto.
"Hai visto, alla fine non faremo l'amore" mi sussurrò Nina
spiazzandomi
"Già" sorrisi poco convinto
"Oggi sei più teso tu di me" aggiunse
Non risposi, perchè sapevo che era vero.
"Ragazzi 3-2-1 Azione!" urlò il regista
La scena iniziò, e io e Nina entrammo nella stanza; nel
momento
in cui le sue labbra si posarono avide sulle mie, il mio cuore
sussultò, non mi sarei mai abituato a quella sensazione.
Cercai di portare Elena sul letto, continuando a sfiorare ogni
centimetro del suo corpo, ma lei in risposta oppose
resistenza e mi
strappò con
violenza la camicia di dosso.
"Seguimi" sussurò con la voce rotta dall'eccitazione
Io mi lasciai trascinare nel bagno, beandomi di quei baci che
continuavano a bruciare la mia pelle.
Elena aprì l'acqua della doccia e quello era il segnale del
cambio dei giochi, dovevo prendere io in mano la situazione.
Le presi il viso fra le mani, mentre l'acqua scorreva sui nostri corpi,
e la baciai con veemenza.
Il mio sguardo si posò inevitabilmente sul vestito di Nina
che
man mano diventava sempre più trasparente, e la mia
eccitazione
divenne insostenibile.
La sollevai da terra e lei immediatamente intrecciò
le gambe intorno al mio bacino.
La baciai ancora, senza fermarmi nemmeno per un respiro, e spinsi il
suo corpo contro la parete bagnata della doccia.
Nina mi guardò con i suoi occhi da cerbiatta, e capii che
era
esattamente quello lo sguardo che Julie voleva; gli spettatori
sarebbero impazziti, esattamente come stavo impazzendo io.
Mi ci volle un po' per sentire lo "Stop!" urlato dal regista.
I miei sensi erano ancora invasi dall'eccitazione, e continuavo a
tenere Nina appoggiata alla parete.
Lei a sua volta non sciolse le gambe dal mio corpo, e restammo
per un tempo indefinito così, immobili, occhi negli occhi,
senza
saper bene cosa fare.
"Perfetto ragazzi, aiutatemi a dire perfetto!"
La voce di Julie alle nostre spalle ci riportò alla
realtà, così dopo un attimo di esitazione lasciai
andare
Nina.
"Siete due professionisti, non potrei desiderare due attori meglio di
voi" continuò la Plec ma la mia mente era altrove,
esattamente
come quella di Nina, lo potevo capire dal modo in cui mi guardava.
"Nina vieni, ti asciugo un po', non vorrei che ti ammalassi"
l'assistente di Nina la chiamò dall'altra parte della stanza
e
lei si allontanò, non prima di lanciarmi un ultimo sguardo
che
valeva più di mille parole.
Sentivo Julie che continuava a parlarmi, ma la sua voce era un suono
lontano, non riuscivo e non volevo capire ciò che aveva da
dirmi, ogni cosa era offuscata dal pensiero di Nina che continuavo a
guardare.
"Hey ma mi stai ascoltando?!" disse infine la Plec
"S-scusami" risposi e senza più essere responsabile delle
mie azioni corsi dall'altra parte della stanza
"Vieni con me" presi la mano di Nina e lei non oppose resistenza
La trascinai via dalla stanza, continuando a tenerle la mano, ed infine
entrai nel mio camerino.
Chiusi la porta a chiave e mi voltai verso di lei, che mi guardava in
silenzio.
"Ian" sussurrò
"Ti prego non dire niente" ansimai
Mi gettai sul suo corpo e senza darle tempo di parlare mi impossessai
delle sue labbra.
La baciai con passione e lei, senza replicare, intrecciò le
sue
mani ai miei capelli, facendo avvicinare i nostri corpi umidi.
La sollevai da terra e lei si aggrappò al mio corpo, senza
smettere di baciarmi.
In un attimo la adagiai sul tavolo che si trovava nel centro
del mio
camerino e la liberai da quel vestito ancora impregnato d'acqua.
La visione di quel corpo perfetto sotto di me mi mandò in
estasi,
così entrai dentro di lei senza esitazioni e la sentii
gemere di
piacere.
Non ricordavo quando era stata l'ultima volta in cui mi ero
sentito così felice e appagato, come se tutta la bellezza
del
mondo si racchiudesse in quel momento, che apparteneva solo a noi due.
Una volta finito, lasciai che il mio corpo si lasciasse andare sul suo;
appoggiai la testa sul suo petto, e subito Nina iniziò ad
accarezzare dolcemente i miei capelli.
Sentivo il suo cuore battere forte, accordato con il mio, non riuscivo
a muovermi, non riuscivo a pensare se ciò che avevo fatto
era
giusto o sbagliato, sapevo solo di stare bene.
"Ti amo" la sentii sussurrare, facendomi svegliare da quello che poteva
sembrare un bellissimo sogno.
Mi tirai su, e mi soffermai a guardare quel corpo che avevo appena
ritrovato. Sfiorai le sue labbra con l'indice destro e lei
automaticamente chiuse gli occhi, probabilmente per assaporare ancora
di più quel momento, e io feci la stessa cosa.
In quel momento il rumore di qualcuno che bussava alla porta del mio
camerino ci riportò alla realtà.
Nina balzò in piedi mentre io sussultai.
"Ian" urlò continuando a bussare
Nina sbarrò gli occhi riconoscendo la voce
"Ian, perchè è chiusa la porta?" disse ancora
Mi schiarii la voce
"Jen aspetta!" urlai
"Che faccio?" la voce di Nina era praticamente impercettibile
Cercai di trovare un minimo di lucidità, ma la cosa
risultava praticamente impossibile
"La, dietro l'armadio" le indicai dove doveva nascondersi
Lei tentennò per qualche istante ma prese il vestito caduto
a terra e si allontanò tenendo lo sguardo basso
"Hey" la richiamai piano prendendole la mano
"Cerca solo di farla andare via presto" disse e si nascose dove le
avevo detto.
Mi passai ripetutamente le mani fra i capelli, presi l'accappatoio
appeso nel mio camerino e dopo un lungo respiro aprii la porta.
Pov. Nina
"Finalmente" Jen entrò come un razzo nella stanza
Avevo il cuore in gola, troppe emozioni per una sola giornata.
"Alcuni della troupe mi hanno detto che ti hanno visto andar via dopo
le riprese ma non sapevano dove" rispose lei
"Si, è che... avevo bisogno di rilassarmi "
sentivo la voce di Ian piena d'imbarazzo, o forse era solo una mia
sensazione, visto che sapevo ciò che era appena successo
"Potevi chiamarmi" sussurrò lei avvicinandosi a Ian
Dall'angolo in cui mi trovavo non riuscivo a vedere bene, ma potevo
capire perfettamente le intenzioni della ragazza
"Jen"
"Che c'è?" la voce di Jen era sensuale, e provocante.
Non volevo nemmeno immaginare ciò che poteva succedere.
"Jen, non posso" disse Ian con un tono di voce più forte
"Perchè no?" Lei si allontanò leggermente,
imbronciata
"Sono un po' stanco, mi dispiace"
Jen però era ben decisa
"Stasera? Ti preparo una bella cena" gli chiese avvicinandosi
all'orecchio
Non vedevo l'ora che quella situazione finisse, mi sentivo in una
situazione scomoda, l'amante di turno, cosa che forse in parte ero
"Si, magari ne riparliamo stasera" concluse velocemente lui
"Certo che questo lavoro ti distrugge proprio eh? Però fare
sesso sul set con la Dobrev ti riesce bene"
Sentii un fremito in tutto il corpo, e mi chiesi come Ian avrebbe
risposto a quell'affermazione, o meglio, come il suo sguardo avrebbe
retto.
"Senti, non mi va di discutere adesso, ne parliamo stasera a
casa, ok?"
Ian era impassibile, un perfetto attore.
"Ok, come vuoi, ci vediamo dopo" si allungò su di lui
baciandolo e il mio cuore tremò.
Ian si limitò a sorriderle, poi la accompagno all'uscita e
una volta che Jen uscì, lui chiuse la porta.
Io aspettai per qualche secondo, poi uscii dal mio nascondiglio.
"Mi dispiace" disse Ian
Non riuscivo a capire per cosa si stesse scusando. Per Jen? Per aver
fatto l'amore con me?
"Cosa succederà adesso?" chiesi
"Non lo so, non lo so davvero"
Abbassò lo sguardo, era profondamente turbato, ma non sapevo
cosa fare, perchè ero scossa tanto quanto lui
"C'è una cosa che devo assolutamente fare" disse ancora
"Devo parlare con Jen"
Rimasi in silenzio per qualche istante
"Non so cosa ne sarà di me e te, ma so che non posso
continuare
a prenderla in giro quando sono innamorato di un'altra donna"
Mi avvicinai a lui e gli presi il viso fra le mani
"Supereremo tutto questo" dissi cercando di risultare il più
convincente possibile, per lui ma anche per me stessa.
Mi alzai sulle punte dei piedi e gli posai le labbra sulla fronte,
baciandolo dolcemente.
"Se hai bisogno, vieni a dormire a casa mia stasera, ok?"
Lui si limitò ad annuire e io uscii dal suo camerino attenta
a non farmi vedere da nessuno.
Mentre
andavo via mi resi conto che la frase con cui l'avevo lasciato aveva
veramente poco senso, avrei potuto dire qualunque altra cosa, che lo
amavo, che fare l'amore con lui era stata la cosa più bella
che
potesse capitarmi ma la verità era che ancora una volta Ian
aveva avuto ragione.
Fare l'amore non aveva aggiustato le cose, le aveva complicate ancora
di più.
Eccomi qua!! La
vostra latitante :/
Lo so, sono
sparita di nuovo ma ho avuto mille cose da fare, prima sono
stata in vacanza una settimana, poi sono stata impegnata con
l'esame della patente e devo dirvi che non riuscivo proprio a pensare
ad altro, infine ci si è messo il caldo, ed era veramente
faticoso scrivere, quindi ridendo e scherzando sono passate
più di due settimane, mi dispiace tantissimo.
Lasciatemi
ringraziare le persone che hanno commentato il capitolo precedente,
siete veramente stupende, spero che continuerete a tenermi compagnia
fino alla fine di questa fanfiction, siete un'enorme ispirazione per
me, non lo dico tanto per dire.
In questo capitolo
ho deciso di insierire per la prima volta un flashback, non so se vi ha
fatto piacere, ma secondo me ci stava bene nel contesto ^^
E arriviamo alla
parte fondamentale, questi due alla fine sono finiti a letto insieme,
Ian ha ceduto.
Non so come
prenderete questa cosa, ci ho pensato veramente tanto prima di
scriverlo, e alla fine sono arrivata alla conclusione che questo era il
momento giusto.
Detto questo, le
cose sono ancora complicate, loro due non hanno risolto i loro
problemi, sono "solo" legati da un amore immenso, e una passione che
è diventata impossibile da gestire, ma presto, molto presto
dovranno parlare seriamente del loro problema.
Vi faccio un
piccolo spoiler per il prossimo capitolo
*NON LEGGETE SE
NON VOLETE SAPERE*
Ci sarà
un bel faccia a faccia fra la nostra Nina e Jen.
Vi dico
già che almeno fino a sabato prossimo non avrò
modo di aggiornare perchè non avrò il computer
disponibile, cercherò di scrivere su un bel foglio di carta,
così non dovrò far altro che ricopiare e
pubblicare la storia al più presto ^^
Comunque vi invito nuovamente a iscrivervi al gruppo, la riesco a
tenervi aggiornate su come procede la stesura dei capitoli:
Keytvd
fanfiction
Credo di aver
detto tutto, vi mando un bacione, e come al solito aspetto i vostri
commenti!
A presto
Key
|
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Capitolo 8 *** Cap.8 ***
cap8
Cap.8
Pov.
Nina
Avevo trascorso la notte in bianco, in attesa che Ian si facesse vivo,
ma di lui non avevo visto nemmeno l'ombra.
Il pavimento si era consumato sotto i miei passi, così come
il
telefono che con la cadenza di pochi secondi continuavo a guardare,
nella speranza che un qualsiasi segnale mi desse sue notizie.
Avevo provato a chiamare Ian, a mandargli dei messaggi, ma tutto era
stato inutile, non lo sentivo nè vedevo da quando ero uscita
dal
suo camerino il giorno precedente.
Guardai l'orologio sulla parete che segnava le 7.00 e sorrisi
debolmente.
Le riprese sarebbero iniziate nel giro di un paio d'ore, e Ian non
sarebbe mancato, non era da lui.
Di colpo ritornai ala realtà, risvegliata da un battito
insistente alla porta di casa.
-Eccolo- pensai, scattando in piedi.
Mi avvolsi nella vestaglia, e gettando uno sguardo allo specchio vicino
all'ingresso, mi passai una mano fra i capelli per rendermi
presentabile.
Di certo le occhiaie della notte passata insonne non aiutavano.
Presi un respiro e aprii la porta senza nemmeno chiedere chi fosse,
certa che a quell'ora potesse essere solo Ian.
Il mio entusiasmo si spense non appena mi si parò davanti
Jen, che mi guardava con gli occhi iniettati di sangue.
"Eccola la sgualdrina!" disse entrando come una furia dentro casa senza
chiedere alcun permesso
Rimasi inizialmente basita da quell'affermazione, ma mi ci volle ben
poco a capire il perchè della sua rabbia.
"Sei una grandissima stronza!" continuò ad urlare ad un
palmo dal mio naso
"Jen calmati" dissi piano, senza saper bene come comportarmi
"Calmarmi? Tu mi stai dicendo di calmarmi? Io ero calmissima prima che
tu ti intromettessi nella mia vita!" urlò
Indietreggiai di qualche passo, initmorita dalla sua furia.
Non sapevo cosa fare, d'altra parte non potevo darle tutti i torti, ero
andata a letto con quello che, in un modo o nell'altro, era il suo
ragazzo.
"Senti io non so cosa ti ha detto Ian"
Jen non mi lasciò finire la frase, non appena
sentì
il nome di Ian mi stampò uno schiaffo in pieno volto,
talmente
forte da farmi cadere a terra.
Subito Moke si mise al mio fianco, e iniziò
soffiare alla sconosciuta.
"Calmo Moke" mi massaggiai la guancia indolenzita, alzandomi umiliata
da terra.
"Esci da questa casa se non vuoi che chiami la polizia" dissi con gli
occhi velati di lacrime
"Io.." la ragazza aveva cambiato espressione, probabilmente non si
rendeva conto neppure lei di ciò che aveva fatto
"No, sta zitta, ora parlo io" dissi "Probabilmente questo schiaffo me
lo
sono meritato, mi dispiace che tu sia una vittima in questa
storia, ma il fatto è che Ian non si sarebbe mai dovuto
mettere
con te, perchè non ha mai smesso di amarmi" continuai tutto
d'un
fiato.
Jen abbassò lo sguardo.
"Tu non hai colpe" continuai " incasso il colpo perchè anche
io avrei fatto
come te, sarei andata come una furia a casa di quella che, per come la
vedi tu, ti vuole portare via il ragazzo" presi un respiro "ma la
verità è che io non ti voglio portare via
nessuno,
perchè io e Ian ci apparteniamo, non abbiamo mai smesso di
essere una cosa sola, e mi dipiace, mi dispiace davvero per te, ma sei
stata solo un ripiego"
Gli occhi di Jen si riempirono di lacrime, e per quanto paradossale, mi
venne l'istinto di abbracciarla, perchè effettivamente Ian
aveva
sbagliato tutto, aveva messo in mezzo una persona che non aveva colpe.
"Non dovevo venire qua, è lui lo stronzo, non tu" disse
voltandomi le spalle e corse via
Chiusi la porta immediatamente, e mi accasciai a terra, prendendomi la
testa fra le mani.
Moke iniziò a miagolare, cercando di capire cosa stesse
succedendo,
"Va tutto bene" ripetei più volte a lui, ma cercando di
convincere me stessa con quelle parole.
Ma non andava tutto bene, iniziai prima a singhiozzare, poi le lacrime
presero il sopravvento e piansi tutto il dolore che avevo in corpo.
In quel momento odiavo Ian, lo odiavo perchè il giorno prima
aveva fatto l'amore con me e poi era sparito senza dare sue notizie. Lo
odiavo perchè per colpa sua avevo una guancia in fiamme, e
avrei
dovuto giustificare a lavoro quelle cinque dita stampate in faccia. Lo
odiavo perchè se non avesse usato Jen come ripiego non
sarebbe
successo tutto questo.
-Ti odio Ian, ti odio- Continuavo a ripetermi nella testa queste
parole, ma la verità era un'altra; tutto questa rabbia era
solo
una conseguenza, l'artefice del mio dolore ero solo ed esclusivamente
io.
Accarezzai la testa di Moke e mi alzai da terra a fatica.
Inevitabilmente guardai il cellulare che continuava a non dare segni di
vita, così presa dall'ira lo lanciai violentemente contro la
parete, riducendolo in vari pezzi.
Uscii di casa indossando i primi vestiti che mi si pararono davanti, e
misi infine un grosso paio di occhiali, nella speranza ch almeno quelli
mi proteggessero dal mondo esterno.
Prima di chiudere la porta guardai il telefono a terra distrutto -tanto
non aveva intenzione di chiamarmi- pensai amareggiata, e corsi a lavoro.
"Dio Nina ma che ti è successo" urlò Candice non
appena
mi vide entrare dalla porta degli studi di registrazione, facendo
inevitabilmente girare tutti verso di me.
"Niente, sto bene" mugugnai velocemente e accellerai il passo verso il
mio camerino
"Nina" sussurrò ancora Candice
"Ti prego, ho bisogno di stare un po' da sola prima delle riprese"
dissi e sparii dalla sua visuale.
Una volta arrivata al mio camerino chiusi la porta,
consapevole che ben presto qualcuno sarebbe arrivato a bussare.
Non feci in tempo a togliere gli occhiali che mi sentii chiamare
"Piccola posso entrare?"
La voce di Paul mi fece inumidire gli occhi, era l'unica persona che
volevo realmente vedere in quel momento.
"Si" dissi con la voce rotta dal pianto
Il mio amico entrò, chiudendo immediatamente la porta alle
sue spalle.
"Tesoro che succede?" disse avvicinandosi a me
"Ian è arrivato?" mi schiarii la voce
"No, non ancora" rispose "Ma non hai risposto alla mia domanda"
Paul si avvicinò e mi accarzzò la
guancia ancora dolorante
"E' stato lui?" chiese sprezzante "Che diavolo gli passa per la testa"
"No no Wes! Non è stato Ian, non è colpa sua, o
meglio in parte si" dissi velocemente
"Nina parla, ti prego, dimmi che sta succedendo"
Abbassai lo sguardo, senza saper bene cosa dire
"Jen stamattina è venuta a casa mia, e questo è
il risultato" spiegai
"Che cosa?! Hai chiamato la polizia?"
"No, non aveva senso "dissi in parte aveva le sue buone ragioni"
Paul rimase in silenzio, in attesa che continuassi il mio racconto
"Ieri io e Ian..." indugiai "ecco noi... abbiamo fatto l'amore"
conclusi velocemente
"Immaginavo" rispose il mio amico e io sbarrai gli occhi stupita
"Beh, per come ti ha portato via dallo studio ieri..." aggiunse
Sospirai rumorosamente e continuai il mio racconto
"Comunque a quanto pare Ian le ha raccontato tutto, e oggi la signorina
è venuta a pareggiare i conti"
"Non puoi darle tutti i torti" mi rispose, ma sorrise dolcemente.
Paul era il migliore amico che chiunque potesse desiderare, sapeva dire
la parola giusta al momento giusto, sapeva consolarti come nessun altro
ma allo stesso tempo se sbagliavi
non aveva problemi a fartelo notare.
"Lo so" arricciai il naso
"Ma il problema non è questo" aggiunsi"
quello prima
è andato a spiattellare tutto a Jen, e poi è
sparito
completamente, non un messaggio, non una chiamata, e se quella la oggi
si
fosse presentata con un coltello alla mia porta?" continuai agitata
"Effettivamente poteva almeno dirti di rimanere chiusa in casa"
sentenziò Paul
Rimanemmo entrambi in silenzio
"Tu nemmeno l'hai sentito?" chiesi
"No, ma sicuramente sarà arrivato" rispose Wesley guardando
l'orologio
"Speriamo" sospirai
"Forza andiamo signorina, oggi la truccatrice avrà un bel da
fare con te" il mio amico mi prese sotto braccio e uscimmo insieme da
camerino.
Mi guardai subito intorno ma dei miei
occhi di ghiaccio nemmeno l'ombra.
"Dio ma perchè?" dissi stringendo i denti e Paul mi
accarezzò dolcemente la testa
"Finchè non gli potrò urlare in faccia quanto sia
stato stronzo a
lasciarmi nelle mani di Jen non sarò contenta" dissi
"Hai provato a chiamarlo?" chiese Paul e lo fulminai con lo sguardo
"Mi prendi in giro?" risposi "E' da ieri che non faccio altro, la sua
segreteria starà scoppiando"
"Ma adesso dico? Hai provato?"
"Prova tu, magari vede il mio numero e non risponde" deviai la domanda,
non volevo dire a Paul che avevo distrutto il mio telefono a causa di
uno scatto di nervi
Il mio amico prese il suo cellulare e inoltrò la chiamata.
"Niente, risulta spento" disse chiudendo la chiamata
"Non posso credere che non si presenti a lavoro" scossi la testa
"Effettivamente non è da lui" aggiunse Wesley.
In quel momento Julie Plec passò dinanzi a noi
"Julie hai sentito Smolder?" chiese Paul al nostro capo
"No perchè?" gli rispose
"Nessuno ha sue notizie e non è ancora arrivato a lavoro"
presi la parola
Julie iniziò velocemente a sfogliare le carte che aveva in
mano, poi finalmente trovò quello che cercava.
"Non è arrivato perchè oggi sia lui che
McQueen
hanno la mattinata libera, gireranno delle scene insieme nel
pomeriggio" disse sorridendo "sicuramente il signorino starà
dormendo alla grande, ecco perchè non risponde" aggiunse e
ci
lasciò da soli
"Sentito Dobrev? Niente da preoccuparsi" mi diede un buffetto sulla
guancia
"Già" annuii poco convinta
"Se mi fai un sorriso e prometti di lavorare senza pensieri, finite le
riprese ti accompagno a casa sua" disse cercando di tirarmi su di morale
"Facile a dirsi, non so più nemmeno dove abita, di certo non
a casa di Jen"
"E allora andremo a casa di sua mamma, sono sicuro che si trova la"
aggiunse
"Va bene" dissi con la leggera speranza che potesse effettivamente
trovarsi a casa della madre
"E il sorriso?"
Accontentai Paul cercando di far sembrare il più credibile
possibile il mio falso sorriso.
La mattinata trascorse lentamente, e nonostante il nervosismo, riuscii
a lavorare bene.
Non appena il regista ci diede lo "stop" corsi in camerino a cambiarmi,
sperando che Paul facesse lo stesso.
Quando fui pronta uscii dalla mia stanza e mi incamminai verso
l'ingresso degli studi, dove mi ero data appuntamento col mio amico, ma
già da lontano qualcosa mi sembrò strano.
Gran parte dello staff era ammucchiato intorno alla zona dove si
trovava il televisore, finchè non
vidi qualcuno piangere.
-Ma che sta succedendo- pensai avvicinandomi
George, un membro dello staff, mi vide arrivare e fece cenno
agli
altri della mia presenza, così uno dopo l'altro si
voltarono tutti nella mia direzione, facendomi imbarazzare.
"Ragazzi ma che succede?" chiesi questa volta preoccupata
Paul uscì velocemente dal gruppo e corse verso di me insieme
a Kat e Candice.
"Tesoro va tutto bene" disse velocemente il mio amico abbracciandomi ma
la sua voce tradiva la sua apparente calma
Non riuscivo a non guardare tutti gli occhi puntati verso di me
così mi staccai dalle braccia di Paul innervosita
"Mi dite che cosa vi prende?" urlai e mi feci spazio fra la folla,
cercando di capire l'origine di quella strana situazione.
La televisione era accessa sul telegiornale e le immagini proiettate
non lasciavano alcun dubbio.
La mia testa iniziò a pulsare, mentre le immagini si
appannavano
sempre di più, un grido di dolore si levò dal
più
profondo della mia anima
"Ian! "urlai portandomi le mani alla bocca
Subito mi sentii cingere da dietro ma mi divincolai velocemente da
quella presa.
Con la poca lucidità che avevo visualizzai Paul e corsi da
lui
"Dammi il telefono!" urlai disperata
"Nina" cercò di abbracciarmi ma lo allontanai
"Ho detto dammi il telefono" ripetei ancora con più fervore
Paul prese il telefono dalla giacca e me lo porse
Scorsi nella rubrica e trovai il numero che cercavo.
Le lacrime calde mi rigavano il volto senza sosta, mentre sentivo lo
sguardo di tutti i presenti farsi sempre
più compassionevole.
"Ti prego rispondi" sussurrai e finalmente qualcuno rispose
"No, Edna non sono Paul" dissi velocemente "Sono Nina" ... "Ok,
arriviamo subito"
Chiusi la chiamata e Wesley non aggiunse nulla, si limito a seguirmi
prendendomi dalle mani le chiavi della macchina.
"Guido io, dimmi solo dove"
"Saint Joseph Hospital" mugugnai e corremmo via veloci.
Ok,
mi vergogno com un cane.
Quanti
secoli sono che non aggiorno?
Non
mi stupirò se non ci sarà più nessuno
a leggere, ne avete tutto il diritto.
Purtroppo
ho avuto un po' di problemi, ho iniziato a lavorare e la sera quando
tornavo a casa l'unica cosa che volevo fare era stare tranquilla sul
divano, come se non bastasse mi son messa a pitturare casa e non ho
avuto internet per un po' e via dicendo, insomma tutto questo per dirvi
che son passati due mesi non so nemmeno io come.
Comunque
per quei pochi che hanno atteso questo aggiornamento spero di non
avervi deluso, il capitolo è un po' cortino, e sicuramente
avrei
potuto fare di meglio, ma come ho scritto sopra, ho veramente poco
tempo, e pur di non lasciarvi senza un continuo ho preferito scrivere
questo, anche se breve.
Mi
piacerebbe sapere cosa ne pensate dell'incontro fra Jen e Nina; vi
aspettavate di più? In realtà la storia l'avevo
progettata in un altro modo, poi invece è uscito questo di
getto
e niente, spero vi possa piacere.
Nel
finale come avrete intuito c'è stato un incidente, Ian
all'ospedale.
Questa
volta ve lo prometto sulla cosa più cara che ho, vi
farò
aspettare solo una settimana, non di più, ve lo devo, per
farmi
perdonare.
Scoprirete
cosa è successo a Ian, e come reagirà la nostra
Nina.
Aspetto
le vostre recensioni, anche se lo so, sper tutta questa attesa e non ne
meriterei nemmeno una :/
P.S
questo come al solito è il gruppo per parlare della
fanfiction: Keytvd
fanfiction
A
prestissimo
Key
|
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Capitolo 9 *** Cap.9 ***
Cap.9
Pov. Nina
Per tutta la strada non ruscii a pronunciare una sola parola, era come
se la mia mente si fosse fermata nell'istante in cui avevo visto il
servizio al telegiornale che parlava di Ian.
"Andrà tutto bene, vedrai" la voce di Paul era salda, ma
conoscendolo bene potevo percepire la sua preoccupazione
Non risposi, perchè non sapevo se sarebbe veramente andato
tutto bene.
Non appena arrivammo nel parcheggio dell'ospedale, scesi al volo senza
nemmeno dare il tempo al mio amico di parcheggiare.
"Nina!" urlò
"Ci vediamo dentro" mi limitai a dire e corsi verso la porta d'entrata.
Come potevo prevedere, l'ingresso era accerchiato dai giornalisti che
mi corsero subito incontro.
"Signorina Dobrev ha qualche dichiarazione da fare?"
"Nina pensi che Ian si salverà?"
"Era con lui al momento dell'incidente"
"Nina ma allora state ancora insieme?"
Abbassai lo sguardo in silenzio, cercando di farmi spazio fra la
folla e finalmente riuscii ad entrare.
Mi guardai intorno spaesata, nella speranza di vedere qualche volto
familiare, ma non riuscii ad identificare nessuno della famiglia di Ian.
Fermai la prima infermiera che mi passò vicino per chiederle
informazioni.
"Mi può dire come sta Ian, Ian Somerhalder" dissi in preda
al panico "l'hanno ricoverato qui d'urgenza" aggiunsi
Lei guardò fra le sue cartelle poi posò il suo
sguardo su di me
"Mi scusi lei è un familiare?" chiese
"No, io.."
"Lei è la sua fidanzata" la voce di Paul arrivò
dietro le mie spalle "e io sono il fratello" aggiunse
Per un attimo mi venne da sorridere, poi però l'angoscia
riprese il sopravvento.
L'infermera non chiese altro, forse perchè Paul era stato
alquanto convincente, e ci accompagnò in un'altra ala
dell'ospedale.
Da lontano riconobbi Edna che mi corse immediatamente incontro,
buttandomi le braccia al collo.
"Oh Nina, Nina" pronunciò il mio nome fra le lacrime
La strinsi forte immaginando di abbracciare suo figlio.
"Lui dov'è?" chiesi singhiozzando
Lei abbasso lo sguardo e scosse la testa e per un istante il
mio cuore si fermò
"Edna lui dov'è?" questa volta urlai e tutti intorno a me si
voltarono a guardarmi
"E' in sala operatoria, ha un grosso trauma cranico, le sue condizioni
sono critiche" non riuscì a terminare la frase travolta
dalle lacrime
Tutto intorno a me iniziò a ruotare vorticosamente, e se non
fosse stato per le braccia di Paul che mi presero sarei caduta a terra.
"Smolder è forte, ok? Non andrà da nessuna parte,
devi crederci Nina, come ci credo io"
Le sue parole mi suonavano lontane, quasi impercettibili, mi sentivo in
un incubo, da cui non riuscivo a svegliarmi. Dentro di me speravo che
prima o poi avrei aperto gli occhi, e avrei trovato accanto a me Ian
che mi sorrideva, come solo lui sapeva fare.
Invece i miei occhi si chiusero.
"Tesoro come stai?
Le mani di Robyn, la sorella di Ian, mi accarezzarono la
testa.
Aprii gli occhi a fatica, poi mi guardai intorno e vidi lei e Paul
seduti accanto al letto in cui ero distesa.
"Cos'è successo?" chiesi spaesata
"Hai perso conoscenza, ma sta tranquilla, è tutto ok" Robyn
sorrise dolcemente, e in quel sorriso ritrovai quello di suo fratello
Mi tirai su di colpo.
"Lui è uscito dalla sala operatoria?" chiesi
"No, non ancora" mi rispose abbassando la testa
Sospirai profondamente, mentre gli altri restarono in silenzio.
"Nina ti devo dire una cosa" mi disse Robyn appoggiando la mano sulla
mia
"Che cosa? Riguarda Ian?" domandai preoccupata
"Si riguarda lui, ma anche te"
"Ragazze io esco qua fuori" disse Paul intuendo che il discorso fosse
privato
Restai in silenzio in attesa che Rob parlasse.
"Sai, ieri notte Ian è stato da me" disse "sai lui si
è sempre confidato molto con me, molto più che
con madre" sorrise emozionata
Rimasi in silenzio ad ascoltare ciò che aveva da dirmi.
"Non l'ho mai visto come ieri sera, era perso, in balia dei suoi
pensieri, bloccato fra ciò che gli diceva il cuore, e
ciò che invece gli consigliava di fare la testa"
Mi limitai ad annuire, perchè sapevo a cosa si riferiva.
"Abbiamo parlato tutta la notte, di te, di voi due, ma soprattutto di
quanto ti ama"
I miei occhi si riempirono di lacrime.
"Sai, quest'estate l'hai ferito molto, o meglio hai deluso le sue
aspettative" si fermò un attimo ad osservarmi, poi
continuò.
"Lo sai meglio di me che la vostra non è una storia come le
altre, la vostra è LA storia per eccellenza. Siete stati
travolti da un amore che è quasi difficile da spiegare a
parole. Un amore talmente grande che per la prima volta ha fatto venir
voglia a Ian di fare dei progetti" sorrise "progetti grandi, progetti
di un uomo adulto, che però non tenevano conto del parere
della sua ragazza poco più che ventenne"
"Tu pensi che io abbia rifiutato la proposta di matrimonio di Ian
perchè sono troppo piccola?" le chiesi guardandola fissa
negli occhi
"Penso che il matrimonio faccia paura a tutti, e non perchè
è un grosso impegno, non perchè si pronuncia la
parola -per sempre-" indugiò per qualche istante "fa paura
perchè è un salto nel vuoto" concluse
"Non è così Robyn" mi tirai su dal letto
"c'è un motivo se non ho voluto sposare Ian, e pensavo che
lui avrebbe capito, perchè ha vissuto la stessa situazione"
La sorella di Ian mi guardò perplessa, senza capire a cosa
mi riferissi
"I miei genitori hanno divorziato quando ero piccola, purtroppo non
piccola abbastanza da dimenticare. Ricordo tutto, ricordo le loro
litigate, o le sere in cui mia madre mi metteva a letto presto
perchè lei e papà dovevano parlare, e invece li
sentivo gridare senza sosta" presi un respiro.
"Ogni santissimo giorno prendevo di nascosto l'album dei ricordi in
camera di mia madre, e lo osservavo attentamente, sfogliavo ogni
pagina, accarezzando ogni singola foto in cui comparivano i miei
genitori" i miei occhi si riempirono di lacrime "Erano felici, i loro
sorrisi trasmettevano l'amore puro, e più guardavo quelle
foto e più non capivo" i miei pugni si strinsero
nervosamente e Robyn mi prese una mano fra le sue
"Nina" sussurrò dispiaciuta
"Quando sono diventata più grande un giorno ho fatto una
domanda a mia madre... -tu e papà vi siete mai amati?- in
realtà sapevo la risposta, ma volevo sentirla da lei; volevo
sapere cos'era successo, e perchè non avevo mai visto dal
vivo quegli sguardi felici che mi regalavano le foto."
"Lei cosa ti ha risposto?" mi chiese
"Si mise a piangere, ma non disse nulla" sospirai "Poi l'anno scorso
Ian venne a cena a casa di mia madre, avevamo trascorso una serata
serena, poi lui andò via e io decisi di rimanere la a
dormire. Prima di metterci a letto mia madre mi guardò e mi
disse -Pensavo che un'amore come il vostro esistesse solo nei libri, e
invece a quanto pare esiste anche nella realtà. Preservalo
Nina, non buttare un bene così prezioso, curalo come il
fiore più delicato, non fare l'errore che io e tuo padre
abbiamo fatto-"
"Non penso che tua madre intendesse di non sposarvi"
"Lo so, sono io che l'ho interpretata così, e forse ho fatto
bene. Io e Ian non avevamo problemi, e ora guarda, solo a parlare di
matrimonio è successo un disastro"
"Non tutte le coppie di sfasciano, sbagli se pensi così,
sbagli se non credi che il vostro amore sia più forte di
tutto"
"Io... io ho solo paura" abbassai lo sguardo
"Di cosa? Di perderlo?" chiese lei
"Forse l'ho già perso" sussurrai
"Sai dov'era mio fratello quando l'auto l'ha investito? Lo sai dov'era
Nina?" la voce di Robyn divenne più accesa
Scossi la testa.
"Era sotto casa tua, era venuto a dirti che non gli interessava
più sposarsi, che non aveva senso vivere una vita senza di
te, che fra sposare una donna qualsiasi e convivere con te, avrebbe
scelto tutta la vita te, Nina"
Persi il respiro per qualche istante. Le parole di Robyn rimbombarono
nella mia testa. Ian sotto casa mia. Ian investito da un auto pirata.
"Io..."
"Devi smetterla di avere paura tesoro, le cose brutte accadono, i
matrimoni finiscono, e le macchine guidate da gente ubriaca investono
le persone" sorrise amaramente "ma non per questo la gente non esce
più di casa, non si sposa più, o peggio ancora
smette di vivere. La vita è una roulette, tu quando pensi di
iniziare a giocare la tua partita?"
Rimasi in silenzio a riflettere alle sue parole, come si faceva a
diventare così saggi? Ma soprattutto come si riusciva a
smettere di avere paura?
"Ragazze" Paul entrò dalla porta facendoci voltare verso di
lui
"Ian è uscito dalla sala operatoria ma..." aggiunse
"Ma cosa? Dov'è?" scattammo in piedi entrambe
"La situazione è ancora critica. L'hanno messo in terapia
intensiva, è troppo debole per affrontare un altro
intervento adesso, il suo cuore potrebbe cedere"
Mi portai una mano alla bocca per bloccare l'urlo di dolore che voleva
uscire dalla mia gola.
Corsi via dalla stanza cercando un dottore.
"Devo vederlo, lei me lo deve far vedere" urlai ad un medico
"Signorina, non.."
"No, lei non capisce, io devo parlare con lui"
"Ma è sedato, non può sentirla, la prego, si
calmi" cercò di prendermi per un braccio ma io mi scansai
"Ho bisogno solo di un minuto, la prego, se dovesse succedergli
qualcosa non potrei mai perdonarmelo" le lacrime iniziarono a scendere
copiose
Il medico sospirò profondamente.
"UN minuto" disse
"Grazie, grazie" lo abbraccia senza pensarci un attimo
"Venga con me" aggiunse
Lo seguii in silenzio fino all'ultima stanza del corridoio.
"Entri, ma mi raccomando, non può stare molto"
Annuii e senza aggiungere altro entrai nella stanza.
Subito il cuore mi si fermò non appena vidi l'uomo della mia
vita intubato e attaccato ai macchinari che lo aiutavano a respirare.
"Amore mio" sussurrai avvicinandomi al suo letto.
Gli sfiorai dolcemente il viso con le dita, e mi avvicinai
delicatamente posandogli le labbra sulla fronte.
"Ho sbagliato tutto amore" dissi ricominciando a piangere
"Ho rifiutato di sposarti nella paura che il matrimonio ci facesse
perdere, non rendendomi conto che ci sono altre mille cose che possono
portarti via da me"
"Tu devi vivere" appoggiai la testa sul suo petto delicatamente
cercando un po' del suo profumo
In quel momento il dottore bussò alla vetrata della stanza
facendomi segno di uscire.
Accarezzai la guancia di Ian "La prossima volta che ti vedo, devi
essere sveglio, hai capito Smolder?" dissi amaramente posandomi su di
lui per dargli un ultimo bacio sulla fronte "Abbiamo un matrimonio da
preparare"
Trascosi la notte in ospedale insieme a Paul e alla famiglia di Ian.
Le riprese di The vampire diaries erano state interrotte fino a data da
destinarsi, ma quello era l'ultimo dei miei pensieri.
Dopo aver atteso inutilmente degli aggiornamenti sulle condizioni del
mio uomo, alle prime ore dell'alba mi addormentai sfinita sulla spalla
di Paul.
"Nina svegliati" mi sentii scuotere poco dopo
"Che è successo?" balzai subito in piedi
"Hanno riportato Ian in sala operatoria" mi informò Paul
"Bene" dissi poco convinta ma il mio amico rimase in silenzio
"Paul andrà tutto bene, ora lo so, ora ci credo" dissi
stringendogli la mano
"Cosa te lo fa pensare?" chiese lui con lo sguardo basso
"Non perderò l'uomo della mia vita per colpa di una stupida
macchina, se il destino voleva farmi capire qualcosa, beh
c'è riuscito" poi rivolsi lo sguardo al cielo "Hai capito?
Lo devi lasciare qua con me perchè ho imparato la lezione;
sono piccola, ho ancora molte cose da imparare e so che è
solo lui che può insegnarmi come essere una donna migliore"
una lacrima mi rigò il volto e Paul strinse la mia mano
più forte.
"Come si fa a non ascoltare un appello così" sorrise e io
tornai ad appoggiare la testa sulla sua spalla.
Il tempo sembrava non passare mai, continuavo a guardare l'orologio che
segnava i minuti trascorsi da quando Ian era entrato in sala
operatoria. Quante ore erano passate? Una, forse due, ma nessuno usciva
a darci notizie.
"E' una cosa buona, vuol dire che l'intervento sta andando bene" disse
la madre di Ian cercando di essere positiva
In quel momento il dottore uscì dalla sala operatoria e si
incamminò verso di noi.
Subiito tutti scattammo in piedi.
"Allora dottore, come sta?" chiese Robyn
Lui indugiò per qualche istante poi sorrise "L'intervento
è andato bene, l'ematoma si è assorbito e non
sembrano esserci danni cerebrali"
"O mio Dio" mi portai le mani al volto e iniziai a piangere lacrime di
gioia.
"Ovviamente ora dobbiamo aspettare che si svegli" disse
"Si sveglierà" dissi e abbracciai Edna con tutta la forza
che avevo.
Trascorse un'ora prima che un'infermiera venisse da noi per dirci che
Ian aveva aperto gli occhi.
Nonostante la voglia di correre da lui fosse indescrivibile lasciai
andare avanti la sua famiglia.
Sentii dal corridio le lacrime di gioia che provenivano dalla camera di
Ian, e inevitabilmente ricominciai a piangere anch'io.
"Forza vai" mi disse Paul che era rimasto accanto a me.
"E' giusto che se lo godano un po' loro" sorrisi
"Se conosco bene il mio amico andesso vorrebbe vedere te" mi
posò una mano sulla gamba e a quel punto mi alzai
"Vado?" lo guardai in cerca di conferme
"Ancora qua sei?"
Corsi verso la stanza di Ian e mi fermai sulla porta.
Mi soffermai a guardarlo da lontano, il viso provato, ma il sorriso
luminoso che lo contraddistingueva, e gli occhi, i suoi occhi blu che
potevano illuminare anche le stanze più buie.
Finalmente guardò verso la porta e i nostri sguardi si
incastonarono. Sorrisi emozionata.
"Ciao" sussurrò
La sua famiglia si voltò verso di me, e dopo essersi
lanciati uno sguardo complice si alzarono tutti insieme.
"Vi lasciamo un po' soli" disse Robyn passandomi accanto "Mi
raccomando" sussurrò ancora
Mi avvicinai cautamente al suo letto e lui mi fece cenno di sedermi.
"Ci hai fatto prendere un bello spavento" dissi
"Lo so" sorrise
Abbassai lo sguardo, decisamente provata dalle emozioni di quella
giornata.
Sentii la sua mano posarsi sotto il mio mento, per farmi alzare lo
sguardo su di lui.
Subito il mio corpo fu percorso da un brivido.
I nostri occhi si unirono nuovamente in un istante che
sembrò infinito.
"Ti amo" sussurrai
"Lo so" sorrise
"E non voglio passare nemmeno un altro giorno senza essere tua moglie"
dissi tutto d'un fiato
Ian sbarrò gli occhi perplesso
"Non ho capito bene che hai detto"
"Che io, Nikolina Kostantinova Dobreva sarei onorata di diventare la
signora Somerhalder" sorrisi tremendamente imbarazzata
Lui mi tirò verso di lui, facendo combaciare le nostre
labbra, e io automaticamente chiusi gli occhi.
"Non ha più importanza" disse scostandosi leggermente
"Non lo faccio per te, lo faccio per me" dissi spiazzandolo
"Per te?" arricciò il naso
"Non voglio sposarti perchè ho avuto paura che morissi, o
forse in parte si, ma soprattutto è perchè ho
capito, e perchè una persona saggia mi ha detto che la gente
non smette di vivere solo per paura di morire"
"E chi sarebbe questa persona saggia?" Ian mi portò una
ciocca di capelli dietro l'orecchio
"Non puoi sapere tutto" sorrisi e questa volta lo baciai io, dolcemente
per paura di fargli male, ma con tutto l'amore che avevo per fargli
capire che lui era ciò che volevo, ora e sempre.
Epilogo
Sei mesi dopo
"E con il potere conferitomi vi dichiaro marito e moglie,
può baciare la sposa"
Le mani di Ian mi spostarono il velo dal viso, e le sue labbra si
impossessarono delle mie, sotto l'applauso dei presenti.
"Quanto me l'hai fatto penare questo bacio" disse
"Ma se passiamo le nostre giornate a baciarci" risi
"Intendevo quanto mi hai fatto desiderare le labbra della signora
Somerhalder?!" mi fisso dritto negli occhi, con quello sguardo che
aveva la capacità di spogliarmi l'anima.
"Ora tutte quelle paure sembrano così stupide" dissi
"Inutili? Guarda che il mio avvocato ha già preparato le
carte del divorzio" rise
"Hey" gli diedi un leggero colpo sul braccio
"Ecco, sui motivi del divorzio scriverò -mia moglie mi
picchia-"
"Ma la vuoi smettere" e iniziai a ridere di gusto
"Amore?" disse serio e io lo guardai preoccupata
"Si?"
"Ti amo" sussurrò
"Lo so".
Fine
Si lo so, non vi
appettavate il finale in questo capitolo, ma nonostante questo spero di
non aver deluso le vostre aspettative.
C'ho pensato
molto, come vi ho detto la volta scorsa di tempo per scrivere ne ho
poco, inoltre, lo devo ammettere, non ero più ispirata da
questa storia, non dico che scrivevo per dovere, però non
avevo più l'entusiasmo dell'inizio, e piuttosto che rovinare
questa fanfiction facendola diventare inutile e noiosa ho preferito
prendere la decisione di terminarla qua.
Vi ringrazio per
l'affetto di questi mesi, siete state meravigliose, con i vostri
commenti dolcissimi mi avete spronato a migliorarmi per regalarvi dei
capitoli diciamo carini e, spero davvero che possa restarvi un bel
ricordo di questa fanfiction.
Non so se i Nian
torneranno mai insieme, ma so che voi, come me, ci spererete sempre e
chissà, magari un giorno capiranno che un amore bello come
il loro non può essere buttato via.
Io vi saluto,
spero che tornerete a trovarmi nelle prossime storie che
pubblicherò, sicuramente prima o poi mi rimetterò
a scrivere qualcosa ^^
Grazie ancora
Key
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