Half-Blood

di Yavanna Norrey
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1* Shinigami ***
Capitolo 2: *** 2* Henry Gray ***
Capitolo 3: *** 3* Rouge ***
Capitolo 4: *** 4* Rivelazioni ***
Capitolo 5: *** 5* Fidanzate e guai in vista! ***
Capitolo 6: *** 6* Io e te ***
Capitolo 7: *** 7* Il Dio Demone ***
Capitolo 8: *** 8* Senza rimorso ***
Capitolo 9: *** 9* Non aver paura ***
Capitolo 10: *** 10* Luccica l'anima ***
Capitolo 11: *** 11* Piuma al vento ***
Capitolo 12: *** 12* Alla fine ***



Capitolo 1
*** 1* Shinigami ***


1* Shinigami

La ragazza sbuffò, il viso appoggiato sui palmi delle mani e in posizione rannicchiata. Dopo aver fissato per qualche secondo la parete di fronte a lei, prese a tormentarsi una ciocca dei suoi lucenti capelli neri. Sbuffò di nuovo, agitandosi sulla sedia.
“Che hai combinato questa volta, Rouge?”
L’interpellata rivolse uno sguardo innervosito alla segretaria nella scrivania accanto a lei.
“Cosa ti fa pensare che abbia fatto qualcosa di male?”sorrise a trentadue denti.
“Non lo so, forse perché è la terza volta in questa settimana che ti vedo qui, o forse perché i colleghi ti hanno soprannominato Tsunami, non so… Devo andare avanti?”
Rouge assottigliò pericolosamente lo sguardo dorato, che assunse una sfumatura rossastra “Grazie tesoro!”ringhiò, tornando a fissare la parete di fronte a lei.

"Non lo faccio apposta: sono sfortunata. Mentre sono in giro a fare il mio lavoro mi imbatto sempre in demoni che vogliono attaccare rogna o problemi vari… D’accordo, forse ho il vizio di distruggere qualche palazzo, ma chi non si fa prendere la mano ogni tanto?! Sono giovane cavolo…
Ho solo centonove anni…"

La porta si aprì e una voce all’interno chiamò, con tono dichiaratamente ostile “Rouge Turner!!”

"Ecco lo sapevo. Ora il capo, alias William l’insensibile,mi farà a fette…"

Rouge si alzò sotto lo sguardo rassegnato della segretaria ed entrò.

"Come si chiama qualcuno che uccide un dio della morte? Perché è questo che sta per accadere:
Rouge Turner, dio della morte, sta per essere ucciso dal suo superiore furioso!"

“Sei consapevole dei danni che combini tutte le volte che vai sulla Terra?”
La ragazza abbassò lo sguardo e si sforzò di mantenerlo fisso sugli anfibi neri “Sì… credo…”

"Altra cosa: io non mi vesto come se fossi un pinguino. Niente divisa!!
Io giro solo con anfibi neri, mini gonna viola e corpetto rosso coperto da giacchetta nera… E solo per questo William vorrebbe uccidermi!!"

“Dovrei confiscarti la falce, lo sai?”
“No!”

"Cavolo: già ho trigato per averne una che non fosse un attrezzo da giardinaggio. Non la cedo, neanche a costo della vita!!"

“Cioè volevo dire… per favore Will,farò la brava…”supplicò la moretta facendo gli occhioni dolci.
“Quando siamo qui dentro, per te sono William: il tuo capo!”sbottò l’altro rimarcando il concetto con una manata sulla scrivania. Rouge sospirò: lei e Grell erano gli unici esseri viventi in grado di farlo sbroccare. Sorrise cercando di suonare addolorata “Prometto che non combinerò più pasticci!!”
William la scrutava serio.
Nutriva i suoi dubbi: l’aveva già sentita questa frase.
Ah,quante volte!
“Rouge: non so per quale strano principio dell’universo io mi fidi sempre della tua parola e mi prodighi per non farti colpire dall' ira dei superiori. Vorrei che qualcuno me lo dicesse…”
“Perché sono la tua adorata nipotina e per me faresti quaaaalsiiiiasiiii cosaaaa!!!”
La moretta sorrideva a trentadue denti, dondolandosi sulle gambe.

"Ce-l’ho-fatta!!!"

“Vai”sospirò sconfitto William.
“Grazie Willy!”
“Vai”
“Ti voglio bene Willy!!”
“Esci fuori di qui!!!!”
La segretaria sollevò lo sguardo allarmata .Fece in tempo a sentire le urla disumane e la figura di Rouge che schizzava via per il corridoi per evitare una falce lanciata al suo indirizzo. Sospirò.
Ordinaria amministrazione.

§§§

“Perché sempre a me!!!”
Ronald evitò di ridere, anche se la tentazione era forte. Ma aveva imparato che la ragazza accanto a lui era tanto fragile di costituzione quanto inesorabile nel dare pugni in testa.
Rouge si rigirava una lista infinita di anime. Con lo sguardo disperato.
“Ci metterò una vita a farli fuori tutti, sono una marea!!!”
“Così impari a farlo arrabbiare!”
“Lo odio!!!”pigolava la ragazza, che ora sfoggiava una chioma rosso fuoco, liscia fino alle scapole.

"Già: posso cambiare aspetto come quando voglio. Tutto merito della mia particolare natura…"

“Rog, potresti mantenere lo stesso aspetto almeno per qualche ora? Mi fai girare la testa con questi tuoi repentini cambi di estetica!!”
La rossa lo fissò maligna “Vorresti combiare quel tuo brutto muso vero,Talpa?”
“Cosa dici!!”ruggì indignato il ragazzo “Rimangiatelo!!”
La ragazza scoppiò a ridere.

"Altro punto: assenza totale di miopia.
Ho dieci decimi per occhio e gli occhiali li metto solo per estetica e perché se no William mi impalerebbe. In questo mondo di talpe, mi sento una figa assoluta!!!"

Ronald prese a tirale i capelli “Che fai!?” “Mi vendico!”

"Capiamoci: non sono ignara della mia condizione. Essere a metà fra una natura e l’altra non è qualcosa di facile. Quelli come me vengono eliminati: è la prassi. Ma mia madre era ben voluta da tutti qui. E William ha assicurato che non avrei creato problemi. Non mortali,almeno…"

Rouge si alzò in piedi: un’espressione decisa sul viso.
“Ora vado a rifarmi lo smalto e poi inizio!!!”
Ronald sbuffò: a volte capiva come mai Rouge e Grell andassero così d’accordo.

"Io sono il frutto dell’unione di uno shinigami e di un demone. Non sono sicura di poter dire amore. Forse mia madre l’ha amato, mio padre. Ma allora perché lui non mi ha cercata?"

§§§

"Mi hanno chiamata così perché la prima cosa a colpire di me sono stati gli occhi. Due iridi cremisi che li scrutavano attente.
Il rosso è sempre stato parte della mia vita: in un modo o nell’altro.
Grell mi ha detto che ho iniziato a cambiare aspetto una settimana dopo la nascita. I miei capelli variavano in base all’umore e a cosa vedevo. I miei occhi all’inizio erano rossi, poi si sono fatti verdi. Ora mi piace tenerli dorati, ma a volte assumono una colorazione rossastra. Da piccola giocavo con Grell con le bambole, gli facevo le trecce e mi facevo mettere lo smalto. Dato che l’unica femmina ero io, mi sono dovuta accontentare. E non mi lamento.
E’ bravissimo a mettere lo smalto: un dono di natura.
Sono cresciuta senza che nessuno accennasse al fatto che ero mezza “verme”,”abominio”,”sanguisuga” o altro. Mi volevano tutti bene. Ma adesso sono grande, quasi adulta. E si aspettano che io faccia la vita per cui mi hanno allevata .Che mi comporti in maniera decorosa. Tante aspettative,insomma.
E io sono sempre più frana"

“Non è possibile,perché sgridi sempre me!!”
“Perché non rispetti le regole Rouge, ecco perche!!!”
La ragazza sbrattè il piede a terra, furiosa.
“Grell ammazza chi vuole e fa disastri a ripetizione: ma in ufficio da te ci finisco sempre io!!”
“Grell è un discorso a parte, tu sei tu. Devi comportarti in un certo modo se vuoi…”
“Se voglio cosa?!”strillò lei “Mi impegno io! Cosa credi, che mi piaccia sbagliare?! Ora che ci penso, non mi piace molto ammazzare la gente…”
William sospirò “Rouge è la tua vita, sei nata per essere uno shinigami. Punto. Non c’è altro da dire. Devi impegnarti...”
La rossa represse le lacrime. Ogni volta la stessa storia: finivano sempre col litigare.
“Se sono così disastrosa perché non mi sposti in archivio o a pulire i pavimenti?”

"Io lavoro alla divisione di Londra: un lavoraccio, per come la vedo io"

“Rogue, non scherzare. Gira voce che vogliano congedarti” la ragazza strabuzzò gli occhi “Co-cosa?! Solo perché faccio un po’ di casino  durante i lavori?!” William scosse il capo “Se per quello hai ragione, anche Grell li fa. Ma tu hai un aggravante che a lui manca: sei una mezzo-sangue.”
Rouge restò senza fiato. Nessuno l’aveva mai chiamata così…
“E allora che c’entra….”
“I mezzo-sangue vengono eliminati in virtù della loro doppia natura: si crede che non possano essere totalmente fedeli a nessuno dei due schieramenti. Ma tu sei stata graziata…”
Rouge sbatté le palpebre, perplessa: in mezzo a quella confusione, sentiva che c’era qualcosa di orrendo sotto.
“Perché mi vogliono viva? Mi hanno graziato… perché?”
William fissava il pavimento: nel suo sguardo glaciale notò una vena di incertezza.
Rouge captò il pericolo: non era più così sicura di volerlo sapere.
“Recentemente gli scontri fra gli shinigami e i demoni sono aumentati: loro si intromettono sempre più spesso nel nostro lavoro, solo per il gusto di farlo. E i superiori hanno preso in considerazione la possibilità di siglare una sorta di tregua: per evitare le rispettive ingerenze. Ma per collaborare hanno preteso una garanzia, una sorta di sacrificio. Un’anima particolare...”
La shinigami arretrò “Stai scherzando, vero?”
“Un’anima per migliorare i rapporti, per limitare i danni e gli scontri. Molto vantaggioso dopo tutto. Si rinuncia a un dipendente per salvaguardare il resto dello staff...”
William sollevò lo sguardo, incrociando le iridi ora rosse della mora.
Il motivo per cui doveva essere eliminata.
“I superiori hanno acconsentito a lasciarti vivere per poterti offrire ora”

"Ora capisco. Sono sbagliata: non riesco bene nel mio lavoro perché sono un essere a metà. Ora è tutto chiaro..."

“Vogliono sacrificarmi in virtù di una tregua…”sgranò gli occhi, incredula.

"Forse sarei più brava a fare contratti, a mangiare anime"

“Non posso crederci: tu lo sapevi... L’hai sempre saputo e non mi hai mai detto niente…”

"Ma adesso non mi resta altro che morire. Né demone né shinigami"

“Sono la figlia di tua sorella e non mi hai mai detto niente!!!!!!”sbraitò.
“Lottie ha perso il diritto di esporsi in questa materia il giorno in cui ha deciso di tradire la sua specie...”
Era così freddo,distaccato.
“Parli di me e di lei come se fossimo fascicoli, regole…” le venne da piangere “Io ti odio…”
William si aggiustò gli occhiali sul naso, tradendo una sorta di tensione.
“Tua madre ha sbagliato: non ci sono scusanti. Ha intrattenuto rapporti con quella feccia”
Rouge si voltò “Beh, ti do una bella notizia: io non mi faccio ammazzare!”e si diresse verso l’uscita.
“Rouge, dove vai!”
“Via da te e da quei coglioni dei tuoi superiori!”
“Se te ne vai non farai altro che peggiorare le cose: ci sarà un ordine di cattura!”
“Non mi va di restare qui a lavorare per loro aspettando di essere fatta fuori!”
Si voltò: le iridi cremisi ardevano.
“Hai deciso per me fino ad adesso: ora decido io cosa fare!”
Willian si rabbuiò “Sarai considerata un trasgressore se non consegni la falce e gli occhiali…”
“E allora piacere, signor Spears. Io sono Rouge Spears, il trasgressore.”
Se ne andò sbattendo la porta.

§§§

“Rouge!”
“Lascia perdere, Ronnie”
“Ma che fai, te ne vuoi andare? Non puoi dimetterti!”
“Infatti non lo sto facendo: io mi ribello al sistema!”
Il ragazzo restò a fissarla immobile “Che vuoi dire…”
La mora si sistemò gli occhiali sul naso “Non posso spiegartelo, chiedi a Will. Lui lo sa...”
Knox le afferrò il polso “Rog, cosa vogliono farti?”

"Dannatamente empatico, il tenero Ronnie"

“Non voglio comprometterti. Tu sei fatto per stare qui, io no…”
Lo allontanò delicatamente “Stammi bene, Ronald”
Restò a guardala andare via…
Con la sensazione che fosse terribilmente sbagliato.

§§§

Rouge si appoggiò al muro del vicolo.
Sacrificio.
Era cresciuta per tutti quei secoli con un uomo che era disposto a sacrificarla per una tregua assurda.
Serrò le labbra, tesa.
Almeno Ronnie e Grell non ne erano a conoscenza. Altrimenti gliel’avrebbero detto.
Oppure no.

"Non so più di chi fidarmi. Mio zio, la mia famiglia, mi ha voltato le spalle fin dal primo giorno. Posso contare solo su me stessa, ora..."

Annuì decisa, per darsi forza. Ora doveva nascondersi: si guardò attorno, incontrando il suo riflesso in una vetrina appannata.
Così avrebbe dato troppo nell’occhio.
Prese un respiro.
E quando rincontrò lo sguardo nel vetro, trovò a fissarla un ragazzo biondo dai capelli spettinati e con due grandi occhi verdi.
Sorrise.
Piegò gli occhiali e se li mise in tasca.

"Ora ti sfido a trovarmi, William T. Spears!"

Si allontanò,procedendo verso il centro di Londra.


Angolo della pseudo autrice:

Premetto che né l’opera né i personaggi ivi inclusi sono miei, ma della somma Yana Toboso.§-§

*anche perché se fossero di mia appartenenza non sarei dove sono ora, ma come minimo alla Kaiman!*

Allora….ci siete….bene, iniziamo!

Premettiamo che la serie tiene conto degli avvenimenti dell’anime, in particolare di quelli della prima serie. Inoltre è da inserirsi in teoria alla fine di quest’ultima. Nella fic si fa cenno ad avvenimenti fino alla dipartita dell’angelo Ash/Angela (tanto caro/a lui/lei!!), ma è come se il primo tentativo di Sebastian di mangiarsi l’anima del conte (chi ha visto la seconda serie mi capisce!) non fosse mai avvenuto. Ho dovuto omettere alcuni particolari al fine della trama. I fan del cane demoniaco Pluto sono avvisati: non l’ho incluso nel cucuzzaro dei personaggi. Sorry!!^^

Nel primo capitolo si fanno riferimenti all’infanzia di Rouge. Se siete curiosi don’t worry: sto preparando anche una serie sulla sua infanzia, ma questa è un’altra storia!^^

Le parti in corsivo sono sempre o i pensieri di qualche personaggio (di solito di Rouge) oppure flash-backs.

Nel caso fossi andata troppo fuori dall’IC, e ne sono assolutamente certa, spero di non aver rovinato più del dovuto l’essenza dei personaggi. Ce l’ho messa tutta a rispettare il sacro verbo della Yana. Non me ne voglia!

Le critiche sono accette, le recensioni ancor di più.

Se dovete fare un appunto fatelo, ma con la dovuta cortesia. Grazie!^^

Se vi sfugge qualcosa idem.

Detto questo non mi resta che augurarvi buona lettura.^^

La Rogue.

P.S:ho inserito una chicca di riferimento. Se ci fate caso il ragazzino di cui Rouge prende le sembianze alla fine del capitolo (capelli biondi arruffati, occhioni verdi) ricorda un certo biondino di un altro celebre manga. Riflette,vediamo chi ci arriva prima!^^****





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Capitolo 2
*** 2* Henry Gray ***


2* Henry Grey

Sbuffò. Non aveva un soldo in tasca e nemmeno un posto dove nascondersi.

"A quest’ora Will avrà sguinzagliato chissà quanti shinigami per cercarmi…"

Sorrise amara: aveva vissuto fino a quel momento nell’illusione che lui potesse amarla.
Ridicolo.

"Per lui sei solo un sacrificio, la figlia sporca del sangue di sua sorella. L’onta famigliare"

Sollevò lo sguardo. Il cielo si stava riempiendo di stelle. Un venticello le arruffava i corti capelli sulla nuca. Si calò ancora di più la visiera sugli occhi.
Cercò con lo sguardo tra i vicoli. Poi un rumore la fece sussultare.
Una donna venne sbattuta contro la parete umida del vicolo alla sua destra.
“Per favore… ho due figli… mi… mi lasci stare…”
Vide il bagliore di una lama.

"La mia solita fortuna.
Ah, tra parentesi: ho sempre avuto un talento naturale nel riconoscere le persone inserite nel Death Note. Ad essere sinceri, non ho mai avuto bisogno di leggere tutto l’elenco per portare a temine i miei lavori. Mi veniva istintivo cercare le persone da giudicare, farmi trovare nel posto giusto al momento giusto.
Talento.
O almeno credo…"

“Nel nome del Signore Oscuro, ti immolo al suo altare!”      
“Sai che ti dico? Satana farebbe un lavoro più pulito!!”
Il ragazzino evocò la falce e la puntò contro l’uomo incappucciato, che rabbrividì.
“Co-cosa sei!?”
“Ti stupiresti se ti dicessi che io sono la Morte?”
La donna chiuse gli occhi e strillò: quando li riaprì, tutta tremante, scorse la figura del ragazzino biondo che le sorrideva. Poco distante da lui, l’uomo ammantato di nero giaceva a terra immobile.
“Io… tu… co-cosa sei?!” il biondino sorrise “Vada a casa dai suoi figli e si dimentichi di questa brutta avventura”
Si voltò e spiccò un salto che lo portò sul tetto di una casa affacciata sul vicolo, sotto lo sguardo sconvolto della donna.
“Mi è andata bene… a quanto pare quell’uomo doveva essere ucciso in questo momento e in questo luogo… in fondo che importa se l’ho fatto io e non un altro!!”
“Su questo non sono d’accordo”
Una voce, profonda e ammaliante, la fece sussultare.
Si voltò, incrociando due iridi rosso cremisi. E un sorriso provocante.
Sollevò appena un sopracciglio “Un maggiordomo?”
Poi si ricordò degli sproloqui di Grell-senpai sul suo Sebas-chan, su quanto fosse bello, sexy e compagnia cantante.
“Ah… Michaelis… uffa, proprio te con tutti i demoni che ci sono a Londra?” sbuffò contrariato “La mia copertura è durata niente…”

"Cazzo e ora cosa faccio?!"

“Tutto sommato mi ha fatto un piacere, signorino, quell’uomo apparteneva ad una setta decisamente scomoda per Nostra Altezza”sorrise “Mi dispiace dovermi mettere a contendere con lei…”
“Oh! Senti! Ho già problemi per conto mio, quindi niente grane! Io me ne vado, ti dico prego di niente e non corrermi dietro!!” si voltò, spiccando un salto e atterrando su un altro tetto.
Il demone gli andò dietro “Sbaglio, o lei è un novellino?” “Sì, mi chiamo Henry Grey...” Sebastian lo osservò da testa a piedi: dimostrava circa diciotto anni e aveva l’aria da santerellino.
Qualcosa non gli tornava, puzzava di shinigami ma aveva un odore strano.
Incompleto.
Con una nota preoccupante di…
“Odorate di demone? Che razza…”
“Sono un ibrido, ok? Problemi!?” Si fermarono accanto a un comignolo: Sebastian squadrò attentamente la figura bionda. “Dice sul serio?” “Sì… mi dispiace se sono stato sgarbato…” si rabbuiò “Se ti chiedo di portarmi a casa del tuo padrone mi ammazzi...? Non ho un buco dove andare e… mi stanno cercando…”
Il demone inarcò un sopracciglio.
“Chi?”
“Spears e gli altri… per favore… non ho un posto dove andare e… quelli mi vogliono morto!”
Aveva un’aria da cucciolo abbattuto, la stessa del suo padroncino all’epoca del contratto. E in più quel profumo di fondo lo insospettiva: esistevano degli ibridi? Per quel che ne sapeva lui venivano eliminati alla nascita…
Come lei…
“Seguimi” il biondino parve rianimarsi “Davvero!? Guarda che verrano a cercarmi e potreste finire nei guai e…” “Si è reso utile alla nostra causa. Consideratelo una sorta di ricompensa: ma domattina, prima che il padroncino si svegli, dovrete sparire dalla magione”
Sorrise, involontariamente. Il primo a dimostrargli un po’ di umanità, nella situazione in cui si trovava, era l’essere che meno ne avrebbe dovuto possedere.
Un demone.

"Ma in fondo lo sono anch’io… per metà"

Sorrise con più vigore, mentre saltellava dietro al maggiordomo nero. Sentiva di avere un’affinità particolare con lui, come se lo avesse aspettato per tutta la vita.
Pensò a Ronald, al suo sorrisetto irriverente, e si sentì triste. La prossima volta che l’avrebbe visto, sarebbero stati avversari? Avrebbe dovuto lottare per non essere eliminata?
“Si chiama veramente Henry?”alzò lo sguardo, per incontrare quello cremisi di lui “E tu ti chiami realmente Sebastian?”
Il maggiordomo sorrise, rivolgendo lo sguardo al cielo.
“Mi piacete,mister Grey.”

***

“Sei-un-mostro!!!”
Grell sbattè il tacco a terra, furente.
“Per tutto questo tempo ci hai raccontato delle balle!!”
“Non sono affari tuoi.” sussurrò William gelido. “Hai mentito a Rouge! A me lo fai sempre… quindi non mi arrabbio più di tanto… Ma lei è tua nipote! Praticamente l’abbiamo cresciuta noi due!!”
“Ora mi spiego, perché è cresciuta così...”
“Smettila Will! Stiamo parlando di sacrificio, macello! La ammazzeranno per una fottuta tregua di 1000 anni!!!”
“Cosa?!” Ronald spuntò da dietro l’angolo dell’ufficio. Sgranò gli occhi incredulo.
“Knox! Fila a lavorare!” abbaiò Spears, ma il ragazzo serrò i pugni. “Cosa volete fare a Rog!?”
“La ammazzeranno, piccolo. Non appena le metteranno le mani addosso…” Grell fissava il suolo abbattuto: quella shinigami la conosceva da una vita. Era stato lì a sentirla dire la sua prima parola, a vederla camminare e poi far danni per gli uffici. Era come una figlia.
La figlia che non avrebbe mai potuto dare alla luce.
“Come possiamo aiutarla?” chiese teso Ronald.
Rouge non poteva morire!
“Non possiamo impedire che il Consiglio la prenda,ma possiamo ritardare il tutto….” soffiò Grell “Ci stai Ronnie?” il ragazzo annuì deciso “Altro che!!”
“Illusi”
Grell fissò sconvolto William.
“Non c’è nulla che possiamo fare… nulla... La prenderanno. E Lottie lo sapeva…”
“Come puoi essere così! E’-tua-ni-po-te!!!” gli sbraitò contro.
William scosse il capo “Anche se volessi, non posso espormi. Non POSSIAMO... Ci ammazzerebbero, come minimo”
“E allora moriremo!” il rosso si voltò, marciando verso l’uscita. “Ronnie!” esclamò spalancando la porta, seguito a ruota dal ragazzo.
“Io non la lascio morire senza far niente Will!” berciò Grell.
Lo shinigami restò a fissare il suolo.
Da solo.

***

“Questa è la stanza degli ospiti. Verrò a svegliarla qualche minuto prima di recarmi dal signorino”
Il ragazzino si sedette sul letto, osservando il complesso intarsio del soffitto a cassettoni “Mi dispiace, non vorrei creare altri danni… Non faccio altro che quello da quando sono nato...” il maggiordomo sorrise appena “Un tipo decisamente interessante…” e un attimo dopo era accanto a lui. E con due dita sottili gli accarezzava il mento.
“V-vattene…”
“Mostrami il tuo vero spetto, ibrido. Non ne ho mai visto uno nella sua forma reale…”
Sbattè gli occhi, agitato “Io-io… non so farlo… ho sempre assunto una forma che mi piaceva… non so come sono… realmente…”
Sebastian sbuffò deluso “Che peccato… dovrò aspettare un altro po’ allora…”.
Poi gli occhi del biondino divennero rossi.
“Si sta divertendo?”
“Non l’ho fatto apposta… mi capita spesso… se mi agito perdo il controllo della metamorfosi…” dovette obbligarsi a mantenere la calma, per evitare di tornare donna. Era spaventosa e rassicurante insieme, quella creatura. Sorrideva appena, accarezzandogli il contorno delle labbra.
“Buona notte, mister Grey”
Si allontanò, lasciandolo tremante. Chiuse la porta e spense le candele.
Una volta rimasto solo, Henry sospirò. Iniziava a pensare di aver sbagliato a chiedergli ospitalità: ma in fondo, William non l’avrebbe mai cercato lì...

***

L’alba aveva appena iniziato a colorare di perla le mura della villa, quando Henry venne scortato fino all’ingresso. Sebastian lo scrutava pensieroso. C’era qualcosa in quello shinigami che lo attraeva...
Era insensato.
Ma c’era...
Come quella volta, secoli prima...
“Arrivederci, mister Grey” il biondino sorrise appena. In fondo gli dispiaceva andarsene di lì: ora sarebbe stato di nuovo alla mercè di William.
Solo.
“Grazie…” fece per allontanarsi, quando percepì un rumore, un fruscio che lo fece sobbalzare.
Grell saltò fuori da un cespuglio, arruffato e scosso.
“Vengo in pace Sebas-chan, e non sono qui per te… mi serve un’informazione. E devo farti una richiesta”
Sebastian alzò un sopracciglio critico “Ma davvero?” “Hai visto una ragazza, una shinigami… è alta sul metro e settanta, capelli rossi o neri… dipende… è sola e dev’essere spaventata… la vogliono ammazzare…”
Henry sobbalzò, per poi allontanarsi alla chetichella dai due.
“Per favore Sebas-chan! Se la vedi non potresti portarla qui? Will e gli altri non verrebbero mai a cercarla qua e noi potremmo…” “Noi?” “Sì, ecco… io e Ronald... lui la sta cercando in città… per favore, è solo una ragazza…”
Il maggiordomo sorrise, inclinando il capo verso destra
“L’ho già sentita questa storia… vero mister Grey?”
Il biondino si fermò su due piedi. Inchiodato da quell’affermazione.


Angolo della pseudo-autrice:

Ed eccoci qui al secondo atto! Gli eventi si stanno muovendo e finalmente entra in scena Sebas-chan!*.*

Per non parlare del caro dolce William, che si rivela non essere lo zio amorevole (perché, prima lo era!?) che voleva apparire. E a mio modesto parere gli istinti materni di Grell che vengono a galla sono qualcosa di meraviglioso!Ronald poi è puccioso di principio: che sia la volta buona che smette di fare il provolone con le segretarie? Staremo a vedere…

Ringrazio chi ha recensito il primo capitolo e chi recensirà questo!

One big kiss, la Rouge

P.s: Henry Gray non è altro che Oz Bezarius. Solo per l’aspetto, eh!!^^***



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Capitolo 3
*** 3* Rouge ***


3* Rouge

“Allora?”
Sebastian la fissava interessato. Serrò i pugni espirando.
“Io… non capisco…” Grell lo fissava sconvolto.
“Mistrer Grey, gradirebbe mostrarmi il suo aspetto?”
La stava scrutando con quelle iridi rosse...
E portare avanti la sceneggiata non sarebbe servito, ormai.
Sbuffò, mentre il rosso dava segno di aver finalmente capito.
“Rouge!! Stai bene!!” le saltò addosso, abbracciandola “Ho avuto paura piccolina!” arrossì, mentre il suo corpo riassumeva i caratteri originali. Sebastian osservava curioso: come se uno spettacolo del genere non l’avesse mai visto.
“Esitono ancora gli ibridi…” mormorò pensieroso.
Grell non smetteva di stritolarla.
“Sto… sto bene!” sbottò la ragazza scollandoselo di dosso “Tutta intera, Will non l’ha ancora spuntata!”
“Allora non mentivi quando dicevi di essere braccata” il maggiordomo sorrise appena “Che hai fatto di così orribile? Avrebbero dovuto ucciderti subito, no?” e si rivose a Grell. Il rosso abbassò lo sguardo “Siamo riusciti a convincere i superiori… ma ora vogliono usarla come sacrificio per una tregua di 1000 anni…” il demone scoppiò a ridere “E poi saremmo noi le creature incivili e barbare!!”
Rouge sospirò “Sono d’accordo tutti: angeli, shinigami e demoni. Tanto io sono un rifiuto, uno scarto della società… A volte mi chiedo perché sono nata…”
Grell la avvolse in un abbraccio “Ci inventeremo qualcosa, tranquilla…”
“Senpai, non ho trovato nulla in città… nemmeno una traccia... non potrebbe essere che…”
“Ronnie!!”
Rouge corse tra le braccia del giovane, squittendo eccitata. Ronald dal canto suo sgranò gli occhi incredulo.
“Sei qui!” la rossa gli gettò le braccia al collo “Non sapevo dove andare, poi ho incontrato Michaelis…” “Provvidenziale, il mio Sebas-chan!!!”
Ronald le accarezzò i capelli: erano lunghi, leggermente mossi e castano scuro.
“Mi hai fatto venire un colpo, quando te ne sei andata. Non permetterò a William o ad altri di farti del male!” Rouge sorrise. Sentiva il cuore esploderle dalla felicità. Non doveva più temere di trovarselo dall’altro lato della barricata.
“Avevo paura di averti come nemico… io non voglio neanche pensare di poterti ferire…” gli occhi rossi della ragazza si riempirono di lacrime “Ma non voglio neanche obbligarti ad andare contro tutto quello in cui credi…” “Un sistema che condanna una creatura meravigliosa come te non può esistere!”sorrideva il suo Ronnie “Sarei disposto a mandare tutto all’aria per te!!”
Rouge si accoccolò sul suo petto. Chiuse gli occhi, cercando di non pensare a quello che sarebbe successo da lì a pochi giorni, o peggio, ore.
Grell sorrideva entusiata “Sono bellissimi, vero!? Ah, i giovani innamorati!!!”
Sebastian sbuffò appena.
I giovani innamorati.
Sono stupidi, sciocchi. Si illudono di poter avere il mondo nelle loro mani. E allora sognano, sognano senza badare alla realtà.

“Io ti amo. E non me ne frega niente di Will e delle sue stupide regole. Tu non sei una feccia. Non ho mai ricevuto tanto amore in tutti questi secoli. Tu, la creatura che meno al mondo dovrebbe saper amare, mi riempi di affetto fin sotto pelle… Non ho mai provato nulla del genere, per un mio simile…”

“Credi… di poterci ospitare per un po’?”
Sebastian si riscosse dai suoi pensieri. Riversando tonnellate di occhiate acide allo shinigami rosso “Come, prego?” “Almeno Rouge... per favore… qui sarà più difficile trovarla… almeno proviamoci….”
Sbuffò: già prevedeva le urla funeste del signorino. Ma in fin dei conti dargli sui nervi era il suo passatempo preferito.
“Almeno lei, per favore… Non ho idea di cosa fare in una situazione del genere… di solito era Will che organizzava i piani, io non me la cavo molto con questo genere di cose…”
Era quasi tenero, nel vano tentativo di proteggere quella ragazza.
Quell’ibrido che aveva lo stesso profumo di lei.
“Mi inventerò qualcosa con il padroncino. Ma non più di un paio di giorni. L’ultima cosa che voglio è un esercito di creature indesiderate nel giardino della villa”
Rouge sorrise appena. Allora non tutti la odiavano...
Ma lasciare Ronald non fu così semplice. Lo vide andarsene e dovette trattenersi dal corrergli dietro.
“Non appena avremo escogitato qualcosa verremo. Tu per ora rimani qui e non dare nell’occhio!”
Detto da Grell suonava così dannatamente male!
“Ok” si voltò per seguire Sebastian verso l’ingresso.
“Che dirai al padrone?” “La verità. Dopo tutto dare un dispiacere alle persone è una delle sue attività preferite!” Rouge rise piano.
“Per copertura aiuterai Mey-rin nelle incombenze quotidiane”
“Ma io non so un’acca di come si fa la cameriera!!”
“Fidati: peggio di lei non potrai fare.”
La castana restò basita. Annuì incerta e salì le scale dietro la figura scura del maggiordomo.

***

“Stai scherzando vero?!”
Rouge non ne poteva più. Da venti muniti buoni quel soldo di cacio dall’aria perennemente imbronciata si lamentava. Dopo i primi dieci minuti di crisi isterica, era seguita la fase del rifiuto totale.

"Nemmeno questo sgorbio mi vuole tra i piedi!"

Sebastian con santa pazienza stava spiegando la situazione. Ma il conte nano non sembrava interessato a rischiare qualcosa per coprirla. Rouge battè un piede nervosa a terra.
“Quella porta solo guai!! E’ un inutile spreco di tempo e risorse!!!”
Fu allora che Rouge non ne potè più. Si portò di fronte al piccolo conte in poltrona e, messe le mani sui fianchi, inziò a sbraitare.
“Sei solo un piccolo moccioso egoista e viziato! Ti permetti di giudicare la mia situazione e la mia vita senza neanche cercare di capirmi! Mi giudichi inutile, eh?! Beh, mi dispiace ma sei arrivato tardi: la gente pensa che io sia inutile da quando sono nata!! Mia madre è morta dandomi alla luce, sacrificando se stessa per me! Mio padre nemmeno è venuto a vedermi: se n’è proprio infischiato! La persona che da quando sono nata si prende cura di me in realtà lo ha solo fatto per ingraziarsi i superiori, e non gli importa una fico secco se verrò ammazzata in nome di una fottuta tregua!!! So che devo morire, perché non c’è altra scelta: sto solo cercando di rimandare l’inevitabile! E ti chiedo solo di darmi una possibilità, nient’altro...
Non voglio aiuti economici e nemmeno chiederò a te o al tuo servo di schierarsi dalla mia parte! Voglio solo avere un posto sicuro dove escogitare qualcosa per fregarli: perché non intendo fare la vittima.
Io lotterò fino alla fine per la mia vita!! Perchè per loro io non dovrei esistere!!! E se dopo tutto questo ti ritieni ancora sfortunato, o pensi che la tua vita faccia schifo... beh, ti do una bella notizia: è vero!
La vita-è-una-merda!!!”
La ragazza prese fiato. Poi incrociò le braccia sul petto.
Ciel la guardava a metà fra lo sconvolto e il terrorizzato “E ora se vuoi mandarmi fuori a pedate, fa pure.I o non mi arrendo.”
Sebastian restò perplesso. Nella sua millenaria vita aveva conosciuto solo un’altra persona con la stessa voglia di vivere, col fuoco inesauribile della vita addosso.

“Che vengano pure! Io non rinuncerò a questo amore! Io non rinuncio a te!”

“Sebastian, porta la signorina nella camera degli ospiti...”
“Cosa!?”
“Hai sentito, bene”ora il conte la squadrava di nuovo severo “Puoi restare”
Rouge saltò al collo del maggiordomo che, preso in contropiede, barcollò “M-miss!?”
“Sìììììììì!!!”
“Sbrigati, prima che cambi idea”

***

 “Avrei giurato che mi picchiasse a sangue!”
“Sei una delle poche creature al mondo che abbiano osato trattare così il padroncino. Hai corso un rischio considerevole”
“Non volevo essere indelicata…” mormorò la ragazza “Ma sono stufa di sentirmi dire che non valgo niente…” Sebastian le arruffò i capelli “Hai un caratterino niente male, per uno shinigami… hai detto che tuo padre non ti ha riconosciuta… Per quanto faccia fatica a capire i legami famigliari, mi chiedo il perché una scelta del genere…”
“E chi lo sa… non so nemmeno chi sia… William non me l’ha mai detto…” il maggiordomo sussultò “Spears?” “Sì…” fece lei senza capire “Mia madre era sua sorella, non ho il suo cognome perché Will pensava che avrei avuto una carriera uguale agli altri se avessi avuto un cognome diverso: non volveva raccomandarmi, ecco….”
Sebastian si fermò nel mezzo del corridoio.
Non poteva essere...
Era assurdo!
“Quanti anni hai?”
Rouge sorrise “Centonove anni…a nno più anno meno…”
“Ah… questa è la stanza, manderò Mey-rin più tardi. Ti porterà in cucina…”
“Ehm… tutto ok, Seb?” il demone sorrise appena “Certo, vado a portare qualcosa la signorino per rinfrancarlo. Se vuoi scusarmi, Rouge...”
Rouge sollevò un sopracciglio, scettica.
Poi scosse le spalle e aprì la porta della stanza.

***

“Aspetto un bambino, amore! Scommetto che avrà il tuo viso! Ma vorrei che avesse i miei occhi, almeno…”
Com’era possibile? Stava succedendo davvero?
E quella cosa che sentiva all’altezza del cuore... era felicità?

“Mi dispiace, ma Lottie non ce l’ha fatta… il suo fisico non ha retto…”
Non era vero.
Non lei.
Non la sua piccola, tenera e allegra Lottie...
“E… e il piccolo?”
“I superiori hanno emesso l’ordine: l’ hanno eliminato i medici, pochi minuti dopo la nascita”
“Non l’ho nemmeno visto! Ci chiamate bestie ma poi siete i primi a commettere atti orribili!!”
“Non intendo discutere con te, demone. Ma se ti interessa saperlo, feccia, aveva il tuo stesso sguardo...”

Non aveva senso...
Che il destino si fosse accanito feroce su di lui?
Si fermò, immobile, accanto alla finestra che dava sul giardino. Tutti quegli anni a credere di averle perse, e poi…
Scoprire che forse, quell’essere che andava sacrificato, era sua figlia...
Credeva di aver seppellito quei sentimenti.
Di averli estirpati.
Ma si era solo illuso.
Come un fragile essere umano...


Angolo della pseudo autrice:

Salute gente! E’ l’autore che vi parla!

Ordunque, per far felici tutti c’è un bello scorcio romantico fra i due piccioncini e un indizio sul passato (travagliato!) del bel demone corvo. Per non parlare dell'arrivo in scena dell’adorabile (si fa per dire...) conte-nanetto! Devo ammettere che recentemente lo sto rivaluntando: quindi nella mia fic tendenzialmente avrà anche lati umani e potrebbe risultare simpatico (non faccio miracoli, però!!).

Ebbene sì: Rouge è la figlia del caro Sebby!

E la madre è la defunta Charlotte Spears: sorella minore dell’imperturbabile Will.

Se vi state chiedendo se a Grell girano un po’ le suddette, sì.
Ma cerca di passarci sopra! XD


Nell’ultimo flash-back si accenna ad un’usanza piuttosto barbara: eliminare gli ibridi appena nati. Più avanti si scoprirà il vero motivo.

Ora che vi scioccato ben bene, alla prossima!

La Rouge ^^

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Capitolo 4
*** 4* Rivelazioni ***


4*Rivelazioni 

“Sei bravissima, Rouge!!!”
La ragazza sorrise appena, posizionando l’ultima posata sul tavolo.
Veramente in quella casa apparecchiare un tavolo era così difficile?!
Accennò col capo alla cameriera che la fissava estasiata “Mi passi quel bicchiere? Senza far danni, Mey!!”
Mey-rin ridacchiò imbarazzata “O-ok...”e Rouge scosse il capo afflitta: come faceva Seb a non farsi venire un esaurimento?
Ah, sì...
Perché era un demone…
Terminò di apparecchiare e poi seguì la nuova amica verso le cucine. Nell’aria c’era il profumo delle pietanze preparate dal maggiordomo. Rouge indicò il carrello “Se non fai danni puoi servigli tu il pranzo… io non voglio vedere la peste per un po’…”
“No, no, no! Meglio che se ne occupi il signor Sebastian!!”
Rouge sorrise.
“Il padroncino ha chiesto di essere servito da te, Rouge” la ragazza squadrò Sebastian “Scherzi, vero?!” “Affatto!”
Bard ridacchiava basso, mentre Finnian cercava di capire cosa ci fosse di così divertente.
“Ma no!!” il maggiordomo le mise il carrello davanti “Per favore. Non si tratta che di un’oretta… io ho una faccenda da sbrigare”
“Centra con me?” Rouge lo penetrò coi suoi occhi rossi: i suoi stessi occhi.
“Sì. Ho chiesto a Grell di incontrarmi.Voglio trovare il modo migliore per aiutarti”
“Grazie… non so perché lo fai… ma grazie lo stesso…”
E, come se si stesse dirigendo verso il patibolo, si allontanò col carrello.

***

“Perché mi volevi vedere?! William è su di giri e i superiori furiosi! Devo cercare un modo per aiutare lei senza compromettere me… o sarebbe inutile… Non potevi aspettare, Sebas-chan, che mi facessi viva io?”
“Dimmi la verità su Rouge” Grell sbiancò “Co-cosa intendi?!” “Il figlio di Lottie non era morto vero?! Mio figlio era vivo. Spears mi ha raccontato una balla per tenersi la bambina. Per tenersi Rouge!”
“Io non ne sapevo niente! Ho scoperto solo qualche anno dopo che era figlia tua… Ho dovuto trigare per farmelo dire: Will era determinato a tenerlo nascosto…”
 “Quel bastardo!”
Serrò i pugni, ringhiando. Rouge era il frutto del suo amore folle e senza speranze per Charlotte T.Spears.
E ora quel verme voleva ammazzarla.
“Ti aiuto. Fino alla fine. Lei non deve morire. Ma lo faccio solo per Lottie, intesi? Io a quell’ibrido non vorrò mai bene… Ho visto cosa succede quando un essere demoniaco ama: le persone muoiono se sono amate da quelli come me…”
Il rosso gli sfiorò la spalla “Lottie ti amava… sapeva a cosa andava incontro portando a termine la gravidanza. Amava la creatura che gli hai dato. Non dovresti…”
“Taci!” lo scosse via, allontanandosi nel buio del vicolo “E non azzardarti a dirle una parola!!”

“Lottie… cos’è quella cosa che sento… quando mi baci…”
La ragazza rise piano, Alister si accigliò “Sono serio!!”
“Si chiama amore!” “Amore?!” “Succede quando vuoi bene con tutto te stesso a qualcuno. E’ il dolore più dolce che esista!!”
“Allora baciami di nuovo… voglio farmi male… ancora e ancora…”

***

Rouge sbuffò sonoramente, mentre finiva di svuotare il carrello.

"Se mi chiede di tagliuzzargli il salmone, glielo caccio in gola intero!!"

Serrò le mani in grembo mentre accennava un piccolo inchino.

"Stronzo! Se non dovessi restare qui nascosta per trovare un modo per non crepare, penso che ti prenderei a calci!! Grrrrrr!!!!!"

Fece per allontanarsi “Buon appettito, conte!” sibilando l’ultima parola.
“Aspetta!” solo allora notò che qualcuno aveva apparecchiato per due.
“Rimani. Voglio sapere qualcosa di te: non mi piace l’idea di ospitare una sconosciuta. Che per di più mi parla con tanta arroganza!!” il conte la fissava accigliato.
La rossa scosse il capo, sorridendo appena “Come vuoi” e si sedette all’altro lato del tavolo.
“Non darmi del tu!” e la forchetta cozzò contro la pregiata ceramica. Rouge si prese un secondo per gioirne, poi disse “La mia vita non è meno noiosa di quella di qualsiasi altro shinigami: eccetto per il fatto di essere stata cresciuta da Sutcliff e compagnia bella… sono senza madre, che è morta, e senza padre, che non è venuto a recalmarmi e non credo verrà mai” ripensando al nome citato il conte sussultò “Ora capisco perché sei così matta: shock post traumatico nell’infanzia…”

Lo disse con una superiorità che mi diede i nervi: e io non sono una proverbiale creatura calma…
E Grell avrà un mare di difetti, ma è una delle poche persone che mi abbia mai voluto bene senza riserve!

“Come, prego!?” un sopracciglio sussultò “Allora lasciatelo dire... TU sì che hai avuto uno shock!”
Ciel la squadrò feroce.
 “Ti comporti come un adulto quando hai solo dodici anni. Non vuoi e non chiedi l’aiuto di nessuno, a parte Sebas, ma lui è un discorso a parte... Un po’ somigli a mio zio… sai…a nche lui creperebbe piuttosto di ammettere di non essere adatto alla situazione… Ma perché parliamo solo di me? Ho sentito da Mey che hai una fidanzata!!” Ciel saltò sulla sedia, come qualcuno l'avesse imbottita di chiodi.
“Dannazione! Domani non ti azzardare a uscire dalle cucine e non darmi troppa confidenza!!! Intesi!?”
La rossa restò perplessa “E’ gelosa?” “Non proprio… Ma non sono affari tuoi!!!”
Rouge rise, mentre si cacciava in bocca una forchettata di salmone.
“In fondo sei tenero!” sorrise “Anche se hai un carattere di merda!”
“Cosa hai detto strega!?”
“Nano!”
“Incivile donnetta!!”
“Orbo!!!”
“Fuori dalla mia vista!!!”
Rouge scappò verso le cucine ridendo come una matta.

***

“Elisabeth non deve vedere quella svitata!”
“Pensavo che iniziasse a piacerle, bocchan” con movimeti eleganti fece indossare al conte la veste da camera.
“Ma sei diventato scemo!? Mi offende, dice sempre quello che le passa per la testa e non ha nessun senso del limite!!! E una così dovrebbe pure piacermi!?”
Sebastian sorrise appena, allacciandone il fiocco poco sotto la gola. “Ammettete però che il suo carattere forte è da ammirare…”
Ciel si incupì, intento a fissare la parete di fronte come fosse l’opera più bella mai costruita.
“Vogliono sacrificarla...Come in un rito....”
“Il suo corpo verrà dilaniato dal ferro angelico e la sua anima preda degli Inferi”
“E’ una femmina insopportabile. Ma non si merita di morire così: e per di più per una causa assurda!”

***

“Ciao Seb!!”
“Non vai a dormire?”
“Non ho sonno… sai pensavo a mia madre…”
Il demone serrò le mani intorno al marmo del balcone. Perchè quella ragazza riusciva a fargli perdere il controllo? Lo rendeva sensibile, in qualche modo.
Come faceva lei.
“Mi chiedo perché si sia innamorata proprio di un demone… con tutti gli shinigami che ci sono nel dipartimento…”
“La signorina Elisabeth dice che l’amore non si può comandare: è un sentimento incontrastabile”
Rouge fissò il moro negli occhi, poi sorrise “Già… gli umani hanno una bella definizione di amore… Un filosofo mortale diceva che il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce… E io…”si avvicinò piano al maggiordomo “Io credo di…” alzò gli occhi per cercare i suoi, ma lui si era voltato.
Rouge tremò incerta, le aveva dato le spalle.

"Hey, ferma!!! Tu ami Ronnie, giusto!? Cerca di ricordarteloallora!!!"

“Rouge io…”
“Scusa, si è fatto tardi…” la rossa si voltò, allontanandosi a passi svelti verso l’interno della villa.

***

“Cavolo, cavolo, cavolo!!!”
Rouge sbattè un piede a terra.

"Perché devo andare a incasinarmi!? Io amo Ronnie: punto!"

“Rouge”

"E non zomparmi alle spalle così!!!"

“Seb, devo andare...”
“Il signorino vuole farti sapere che gradirebbe scongiurare un incontro con la sua promessa”
“Non mi vuole tra i piedi, mettiamola così… grazie… io vado…”

"Se non mi allontano subito da lui, finisce male…"

Per la seconda volta, quella sera, la rossa si dileguò per i corridoi della magione, lasciando il demone a rimuginare.

Saaaaalveeeee!

Se qualcuno sta già saltando sulla sedia, vi avverto: Rouge non farà nulla di sconveniente con Sebby. Nemmeno un bacio per capirsi. Anche se penso che fra demoni non si badi a certi tabù, io lo evito!

Se no, addio raiting…

Rouge e Lizzy insieme: per Ciel sono finiti i tempi di gaudio. *risata malefica*

Non credo sia necessario spiegarlo ma ad Alister (nome bellamente inventato per il demone) fu detto che sia la compagna che il figlio erano morti, quando invece il secondo è stato portato via e allevato da William.

Questi shinigami tanto sipatici….

E per finire inizio dello scontro diretto!

La tragedia sta prendendo il suo corso. Da questo capitolo in poi alto tasso di dramma!

Ma sono certa che resisterete! ^^

Alla prossima, la Rouge.

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Capitolo 5
*** 5* Fidanzate e guai in vista! ***


5* Fidanzate e guai in vista!

“Uffa!”
Rouge torturò con la punta del dito il soprammobile in vetro sul caminetto. Si trovava in una stanza da ricevimento di quelle limitrofe: lì nessuno sarebbe venuto a cercarla.
Ora le toccava solo rimanere lì per tutta la mattinata.
Sbuffò. Non gliene andava una dritta.
Gli shinigami volevano ucciderla.
Un demone attentava alla sua virtù.
E Bard aveva iniziato a farle la corte. Se corte poteva essere decantarle tutta la gloriosa storia americana dagli albori ad oggi... con annesso il suo glorioso albero genealogico!
“Sbaglio, o non ti stai divertendo!?”
Rouge fece un salto, salvo poi voltarsi verso la finestra.

"Dio sia lodato!"

“Ronnie!!!”
“Grell mi ha mandato in avanscoperta: William sta setacciando Londra, e temiamo che possa arrivare qui!”
La ragazza lo abbracciò, accarezzando i suoi capelli bicolore “Topo, mi sei mancato un botto!!” “Come fa il conte a sopportarti se parli così!?” “Infatti mi odia! Ci litigo sempre!!!” il ragazzo sorrideva: aveva passato notti insonni al pensiero di poterla perdere.

"Come posso esser stata così stupida!? Ronnie è tutto quello di cui ho bisogno!
Infatuarmi di un demone… assurdo…"

“Quanto rimani?” “Non molto. Se Will scopre che sono qui per affari miei rischio di farti scoprire!” la rossa gli accarezzò le labbra con la punta delle dita “Te l’ho già detto che ti amo?” “Una volta, forse...” sorrise sfrontato, per poi baciarla.
Toc Toc
“Rouge!”
La rossa saltò sul posto, Ronnie mugugnò un insulto al distrurbatore.
Era la voce imperiosa e innervosita del conte.
“So che sei lì, dannazione,esci!!!”
Rouge sbuffò, spingendo il biondino verso la prima uscita disponibile che non fosse la porta.
“Vai! Sto bene!” un ultimo bacio e lo spinse fuori dalla finestra. I colpi si erano fatti più violenti.

"Ma quanta forza ha sto mostriciattolo!"

Rouge andò ad aprire e si trovò sotto gli occhi, accanto al piccolo e infuriato conte, una ragazzina bionda con lo sguardo adorante.
“Ma è carinissima! Perchè insistevi a non farmela vedere?”
La shinigami sorrise controvoglia.

"Un’altra svitata! Ma questa casa ne è piena!?"

***

“Lei è Vanessa Rouge, è un’amica di Mey. Deve fermarsi a Londra per motivi personali e la mia cameriera mi ha chiesto di poterla ospitare”
Rouge sorrise: si era inventato una bufala a dovere.
“Piacere, miss Elisabeth!” accennò un garbato inchino che fece squittire deliziata la miss. Ciel sbuffò: la furbetta faceva l’educata solo con chi le garbava farlo!
Rouge servì il te in maniera impeccabile - facendo traboccare di disappunto il “padrone”.
Lizzy fece un apprezzamento sul bellissimo colore di capelli e la ragazza rispose con un elogio delle bionde chiome della miss.
Ridacchiavano all’unisono, come due frivole vecchie amiche. Ciel fiutò il pericolo, e iniziò a fare gli scongiuri del caso.
Rispose educata alle domande sulla sua vita privata - Ciel dovette riconoscere che era un’ottima bugiarda - e poi quando fu sufficientemente certa di essersi ingraziata la biondina sorrise dolce “Miss, non trovate che il vostro promesso non sia affatto carino con indosso quel serioso abito verde scuro?”
Elisabeth annuì, indicando pericolosamante il conte. “Assolutamente, Vanessa! Che ne dici se contribuiamo a renderlo presentabile?” la rossa sorrise tutta miele “Ne sarei onorata!”
Ciel sbiancò: i suoi due danni si erano uniti per firmare la sua condanna a morte.
Lizzy e Rouge stavano allegramente cianciando di vestiti pieni di merletti e raso.
Bisognava salvarsi in extremis: o sarebbe stata la fine!
“Lizzy, non vorrei urtarti, ma si è fatta una certa ora e il programma pomeridiano mi reclama!” sotto lo sguardo astioso della shinigami la bionda fidanzata fu obbligata a levare le tende. Sebastian la accompagnò all’uscita.
“Serpe! Non osare mai più fare comunella con Lizzy!!”
“Peccato! Ti avrei fatto indossare un meraviglioso abito merlettato, nano! Peggio per te!!!”
Il battibecco sarebbe andato avanti per interminabili minuti se il maggiordomo non si fosse precipitato nella sala da tea visibilmente contrariato.
“Vengono a prenderti, Rouge. Devi andartene!”
La rossa non si scompose, aggrottò le ciglia mutando il suo abbigliamento nella classica divisa da shinigami. “Sono pronta” fece, inforcando gli occhiali.
Ciel si rese conto di non esserlo affatto.
“Che... che avete intenzione di fare?!”
“Sono stufa di scappare. Adesso li affronto e vada come vada!” Erano determinate quelle iridi rosse.
Troppo.
“Ti farai ammazzare!” “Non senza vendere cara la pelle!!” la rossa si diresse verso l’uscita ma il piccolo conte la trattenne per un polso.
“Che vuoi nano?” “Non azzardati a morire”

"Come!? Ho sentito bene!?"

Rouge restò perplessa “Cosa!?” il conte abbassò lo sguardo “Non azzardati a morire insopportabile femmina! ”la rossa fu quasi certa che fosse sull’orlo delle lacrime.
“Non hai idea di cosa vogliono farti… Sebastian me l’ha detto…” il maggiordomo sorrise appena: quanto era sensibile, in fondo, il suo bocchan...
“Sarà un’esecuzione da macello, altro che sacrificio!!” Rouge si inginocchiò, accarezzando il profilo del ragazzino “Non devi preoccuparti. Andrà bene” il conte la squadrò: l’unico occhio visibile umido di lacrime trattenute “Non ti conosco bene, sei odiosa, maleducata, insopportabile e portatrice di guai… allora perché non voglio che tu muoia?”
La rossa sorrise “Perché non sei acido e insensibile come vuoi far credere…” lo abbracciò appena, poi si alzò “Quando tornerò avremo tutto il tempo di questo mondo per litigare!” sorrise allegra, e aprì la porta.
“Knox è fuori” fece Sebastian quando si incrociarono. Lei sorrise “Addio, vorrei che mio padre fosse stato come te” il demone vacillò: quello sguardo deciso era lo stesso di Lottie il giorno prima di morire.
Rouge sapeva che non ne sarebbe uscita viva.
La seguì con lo sguardo finchè non fu oltre l’ingresso: discuteva animatamente con Knox. Poi entrambi sparirono, oltre la cancellata.
“Qualcuno dovrà avvisare Lizzy che per un po’ non potrà vedere la sua amica” sussurrò Ciel con lo sguardo fisso al pavimento.
Sebastian annuì.
Eppure qualcosa gli urlava di non lasciarla andare. Lei che era l’unico pezzo vivente di Lottie.

***

“Non ti lascierò morire senza far niente!” “Infatti dovrai uccidermi, se le cose si metteranno male...”
Ronald si fermò nel bel mezzo del giardino: non poteva averlo detto!
“Sei matta, dico!?” la rossa sorrise appena “Non gli darò la soddisfazione di avermi. Se non lo farai tu, lo farò da sola…” il biondo le prese le mani “Da quanto ci stai pensando?” “Da un po’ in effetti. Se io muoio prima del rito, niente tregua: e Will si roderà le mani in eterno!”
Le accarezzò piano il viso.
Sembrava così fragile Rogue.
Così dolce.
“Fattene una ragione, Ronnie. Per lui è più importante il lavoro, la carriera e palle varie... Non mi ha mai amata, e probabilmente non ha mai amato nemmeno mia madre… Mi ha allevata solo perchè i suoi superiori avevano pensato la genialata del secolo… Fosse per lui, sarei sottoterra… con lei…”
“E tuo padre?” Rouge alzò un sopraccilgio scettica ”Lui che c’entra?!” “Potremmo provare a rintracciarlo, magari ci darebbe una mano!” la ragazza rise piano: negli occhi del ragazzo c’era troppo entusiasmo. “Non mi ha voluto, non mi ha mai cercato…Will mi ha detto che hanno provato a…”
“E tu ti fidi di lui?”
Rouge serrò le labbra “Magari ti ha mentito anche su questo. Magari non ti ha mai cercato perché non sapeva della tua esistenza!”
La rossa scosse il capo “No… Grell mi ha detto che mia madre l’aveva informato… ma lui….”
“Ma lui pensava che fossi morta”
Rouge sobbalzò. Ronald la strinse a sé, ringhiando basso.
William si sistemò gli occhiali come suo solito.
“La feccia pensava che fossi morta con Lottie...”

***

Sentì una rabbia sorda invaderle il petto.

"Adesso ti ammazzo"

Si liberò con ferocia dalla stretta dello shinigami ed evocò la falce. Serrò le mani attorno all’impugnatura finchè le nocche non sbiancarono.
“Che hai detto, bastardo?”
“Il demone pensava fossi morta. Sono stato io a dirglielo. Non potevamo permettere che ti portasse via”
“Tu e chi, razza di essere immondo!?” la rossa scattò ma lo shinigami evitò il colpo. La lama si abbattè sul selciato schizzando ghiaia ovunque.
“Eri troppo preziosa per finire nelle mani di quello”
Rouge serrò le labbra.

"Preziosa io? Ma se ho sempre fatto solo danni. Mai una volta che riuscissi a controllare la mia forza!"

“Che stai dicendo?”
“Non sei come gli altri shinigami. Hai potenzialità oltre ogni limite. Sei l’unione di due razze superiori! E’ per questo motivo che gli ibridi vengono eliminati dalla notte dei tempi quando sono ancora in fasce”
Rouge sgranò gli occhi “Non è possibile…”

"Gli ibridi non vengono elimianti perché considerati meno di un animale...
Sono temuti...
Demoni, angeli e shinigami li temono...
 Io vengo eliminata perché sono pericolosa...
Fuori controllo...
La tregua è una scusa..."

“Perché…” gli occhi le si riempirono di lacrime “Perché mi tedesti…”
Ronald le si avvicinò, sfiorandole le spalle. William era accompagnato da due shinigami che lei non aveva mai visto: volti inespressivi e facce scure. Probabilmente Eric si era rifiutato di andare, almeno lui.
“Io non ti detesto, Rouge, mi limito a preservare la nostra razza e l’equilibrio dell’universo. Una creatura come te non può esistere” William assunse un’espressione triste “Se assomigliassi di più a tua madre, forse...” scosse il capo, come per scacciare un pensiero scomodo “Ma non posso cambiare il passato” tese una mano verso di lei “Finiamola con questa guerra. Vieni via, non c’è un’altra possibilità”
La rossa scosse il capo “Io non voglio morire! E non intendo essere un problema!!”
“Ma lo sarai” sussurrò lo shinigmai anonimo accanto a William “Pur non volendolo. Sei un essere a metà fra le due nature, non puoi essere né demone né shinigami. Rassegnati.”
William aveva il volto contrito, come se stesse sopportando un peso inimmaginabile.

"Forse… non mi odia del tutto…"

“Rouge Charlotte Turner, da questo momento sei affrancata dalla tua posizione. Seguici senza opporre resisteza” fece il più grosso dei due puntandole un dito contro.
Rouge ringhiò “Se mi volete, dovrete prendermi prima!!!" alzò la falce, imitata da Ronald, e fece per andare all’attacco.
Ma qualcosa di nero si frappose fra lei e lo sguardo di William.
Sebastian.

Note della pseudo-autrice:

Ci siete tutti???

Allora commentiamo!

Il rapporto che si è creato fra Rog e il conte: nonostante battibecchino per ogni inezia, si vogliono bene.

Con Will è più difficile: sto scrivendo una fic sul suo rapporto complicato con la nipote. Per ora posso dire che da un lato la ama: è l’unico ricordo della sorella. E dall’altro la odia: è un ibrido, ha ucciso Lottie (non volontariamente, ma tant’è…) ed è figlia della creatura che a suo dire gliel’ha portata via. Vedremo se pubblicarla o meno…

Ecco il dramma vero, nelle ultime righe….

La Rouge


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Capitolo 6
*** 6* Io e te ***


6* Io e te

“Sebastian!?”
Il maggiodomo contro ogni aspettativa rivolse uno sguardo pieno di odio a Spears.
“Non azzardarti a toccarla, Shinigami”
William sorrise appena  “E’ stato Grell, vero?”

"Oh, Dio! Grell!!"

“Dov’è Grell?!” urlò Rouge avvicinandosi al demone “Che gli avete fatto!?”
Spears sospirò “E’ rimasto al dipartimento. Per fargli confessare dove fossi abbiamo dovuto essere… persuasivi…”
La rossa scattò in avanti ma venne trattenuta da Sebastian “Se lo hai ammazzato, sei morto!!”
“Non agitarti, avremo tempo di pensare a lui dopo, ora dobbiamo metterti al sicuro” le indicò un lato della villa “C’è il signorino là ad aspettarti, a loro ci penso io”
“Vai, qui ci pensiamo noi!” fece Ronald, le parole quasi totalmente coperte dal motore del suo tosaerba.
La shinigami trattenne il fiato “Noi morite, guai a voi…”
“Pensa a proteggere quel testardo del Bocchan” le accarezzò i capelli.

"Non sarà che…"

“Sebastian…” cercò i suoi occhi: quelle iridi simili alle sue che la facevano tremare “Sei tu vero?”
Il demone sorrise appena, mentre si voltava verso i tre shinigami.

"E’ mio padre. E’ lui mio padre!"

“Se quel bastardo non mi avesse mentito a quest’ora non dovresti scappare da quella razza falsa e ipocrita. Ti avrei tenuta, Rouge. L’avrei fatto per lei… e per me…”
Rouge corse via, con le lacrime che le inondavano il viso. Dietro di lei sentì il frastuono delle falci che cozzavano, e dell’argenteria di Sebastian che si conficcava nella carne di qualcuno.
Voltò l’angolo e trovò il piccolo conte, circondato dai suoi domestici.
Mey-rin aveva tutte le lenti zuppe, Finny non la smetteva di fringnare e Bard aveva la faccia sconvolta di chi si vede portare via il suo amore.
“Bando ai sentimentalismi! Ci rivedremo scapestrati!” prese il piccoletto per mano, che aveva la faccia scura di chi non vuole ammettere di essere sollevato, e si allontanò.

***

“Per di là!”
Adesso era il conte a strattonarla per i vicoli di Londra. Si intrufolarono in una sorta di catapecchia abbandonata. Rouge fece sparire la falce e chiuse la porta riprendendo fiato.
“Cavolo… e adesso…”
“Adesso aspettiamo che Sebastian li faccia fuori”
Le venne da ridere nel vederlo accomodarsi composto, accanto al camino logoro, sul pavimento scuro.
E da abbaracciarlo.
“Ne verranno altri, e io non voglio vederti scappare come un fuggitivo! Mi cercheranno finché non mi avranno presa…”
“E se io non volessi?” Ciel fissava il pavimento, scuro in volto. Rouge gli si sedette di fronte “Ti faccio pena?” “No… sei odiosa, ma non meriti di essere squartata…” la rossa aggrottò le sopracciglia “Squartarmi?”
“Una demone si prenderà la tua anima, e un angelo ti inciderà con la sua spada…” esitò nel guardarla negli occhi “Ho ordinato a Sebastian di dirmelo. Sembra doloroso…” sussurrò poi il ragazzino.
Sorrise, davanti a quell’iride blu che lottava per non lasciar trasparire la tensione provata.
“Grazie per quello che stai facendo…” un timido sorriso spuntò sulle labbra del piccolo conte.
“Figurati, odiosa”
E Rouge scoppiò a ridere.

***

“Dove credi di andare coi tuoi tirapiedi?”
Sebastian esibì un sorriso sfrontato. William arretrò di una passo, tenendosi la mano premuta sul braccio.
“Niente male l’argenteria di casa Phantomhive… Non mi serberai ancora rancore, feccia?”
Le iridi rosse saettarono “Fino alla tomba, Shinigami!”
Le lame tornarono a cozzare contro la falce del dio, il demone sembrava animato da una sorta di frenesia. Ronald, poco più in là, alle prese con uno degli aiutanti di Will, si sentì raggelare.
“Ti detesto, sai?” sibilò Spears caricando “Mi hai portato via la cosa più bella che avevo!!” Sebastian schivò l’attacco, ridacchiando basso “Oltre al tuo lavoro? Sei così cieco da non capire!” un coltello sfiorò il viso del dio procurandogli una ferita.
“Piangi per Lottie senza renderti conto che Rouge assomiglia più a lei che a me!!”
William ebbe un attimo di esitazione, ferito dalle parole del maggiordomo. Un attimo dopo era steso per terra, un altro coltello alla gola.
“Lei ti perdonerà, nonostante tutto, inetto… Ma io no!”
Le iridi verdi si sgranarono.
Poco più in là Ronald finì a ruzzolare nella polvere.

***

“Ho paura sai…”
Ciel alzò un sopracciglio, critico.
“Sugli ibridi si raccontano storie orribili…” esitò riprendendo fiato “Dicono che abbiano una furia cieca e distruttiva. Che siano irrazionali e folli. Per questo li eliminano. Ora l’ho capito: non per il fatto che siano a metà fra due nature, ma perché li temono. L’unica volta in cui le tre razze si trovarono unite fu per eliminare uno di loro… ma successe secoli fa… col nascere del mondo…”
Ciel sbuffò appena “Tu non mi sembri capace di tanto… non vedo perché dovrei preoccuparmi…”
Rouge sorrise “Invece mi conviene trattarti bene, se no papà mi amazzerà….”
Il conte sussultò “Cosa!?” la ragazza si portò istintivamente le mani alla bocca “Oh, cavolo!”
“Sei la figlia di Sebastian, vero!?”
Cos’era quello?
Odio, delusione o che altro?
“Io… l’ho capito solo ora…”
“Che razza di figlia tarda, povero!” soffiò Ciel per poi tornare a raggomitolarsi nel suo angolo.
Perfino la sclerata, iraconda, e insopportabile dea destinata a morire aveva una famiglia.
E la cosa gli faceva male.
“Che c’è… non ti piaccio più solo perché ora sai che mi è rimasto qualcuno?” gli accarezzò i capelli, piano.
In fondo era semplicemente un bambino solo, che in lei aveva trovato un suo simile: entrambi feriti ed umiliati dalla vita.
“Sai che ti dico? Noi due siamo uguali!!!” esordì entusiasta, strappando a Ciel un versetto scandalizzato.
“Possiamo ribaltare il mondo, se solo ci mettiamo di impegno!!”
Finì con l’abbracciarlo, mentre il piccoletto si dimenava.

"Ma quanto sei adorabile, musone!!!"

Uno schiocco la fece sussultare.
“Cos’è stato?” “Cosa?” chiese il conte perplesso.
Un attimo dopo la porta saltò.
Rouge scattò in piedi.
“Lo sapevo che non era finita!”

***

“Dammi un buon motivo per non ucciderti”
Sebastian sorrise sadico, mentre con un gesto fluido spediva gli occhiali del moro lontano.
“Non ne hai. E se non lo farai tu, lo faranno loro”
Scorse una sorta di terrore nelle iridi verdi screziate d’oro dello shinigami.
“Loro chi?”
William rise: una risata vuota e isterica.
“I superiori. La odiavo, capisci? Aveva ucciso Charlotte: lei non avrebbe mai dovuto nascere! Ma poi un giorno mi ha sorriso: avrà avuto tre anni… E l’ho vista sai… ho visto Charlotte in quell’ibrido: ma ormai mi ero reso disponibile per il sacrificio. Ormai ero dentro… E adesso… preferirei morire piuttosto che vederla straziata davanti ai miei occhi…”
“Sei un idiota"
William sussultò.
“Spalleggiala. Stalle vicino. E se è necessario muori con lei…”
Era amore quella sfumatura scura negli occhi del demone? O solo ferocia? Sentì la lama premere sul suo collo.
“Sebastian, credo che qui sia finita…”
Ronald si avvicinò al demone, a cavalcioni dello shinigami. E gli indicò gli altri due dei a terra inerti.
Si passò una mano sulla fronte, sbuffando.
“Andiamo da quei due!”
Sebastian annuì.
Si alzò, lasciando William a terra,frastornato.
“Decidi da che parte stare”fece, gettandogli gli occhiali sul petto “E questa volta fino alla fine…”
“Hai presente che finiremo nei guai? E mooolto!!”
Sebastian sorrise “Capirai che novità”

***

Schivò un colpo, saltando sul tavolo. Individuò lo shinigami accanto alla porta e lo stroncò con un colpo deciso di falce.

"Non importa se li ammazzo: loro vogliono ammazzare me!!"

Cercò con lo sguardo il piccolo conte, rannicchiato in un angolo, e poi riprese a lottare.

"Sono più di tre. Dannazione!"

Le lame sibilarono.
Un’uomo cercò di saltarle addosso mentre era impegnata a parare un attacco laterale. Un colpo di pistola gli fece saltare la presa sulla falce, e Rouge ebbe il tempo di stenderlo con un calcio sul naso.
“Grazie piccolo!”
Ciel sbuffò stizzito.
“Cerco solo di non farti ammaz….”
La rossa saltò giù dal tavolo e si sentì raggelare.
“Ciel dietro di te!!”
Fu un attimo. Una serie di interminabili secondi.
Vide il conte accasciarsi al suolo, e dietro di lui uno shinigami sorridere sinistro.
La falce sporca di sangue.
E l’unica iride cobalto sgranata nel vuoto.


Note della pseudo-autrice:

E con questo capitolo le rivelazioni sono complete!

E i guai pure….

Il rapporto fra Rogue e il conte nanetto arriva al culimine, è come se fossero cugini: e infatti ecco la mazzata! XD

Mi detesto per quello che ho fatto, ma era necessario. Ai fini della trama.

E poi sono sadica, si sa!!^^

William si dimostra sempre più insensibile: ma prima o poi ci sarà il riscatto.

Contateci.

Un bacio, la vostra autrice***

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Capitolo 7
*** 7* Il Dio Demone ***


7* Il Dio Demone

“Sebastian, tutto bene?”
Il demone fissò il vuoto incredulo.
Non poteva essere vero.
Sentì il sangue rimbombargli nelle tempie.
Non poteva esserlo.

***

Rouge restò immobile.
Era morto.
Il piccolo brontolone era morto trapassato da una lama.
Il cuore iniziò a battere forsennato.
L’avevano ucciso.
Furia, dolore, ferocia, sangue.
Lui aveva cercato di proteggerla e loro l'avevano ucciso.
Sangue.
Urlò, un grido straziante che scosse le pareti e fece raggelare sul posto i cinque shinigami.
Un’aura nera la avvolse, un paio di piume scesero leggere al suolo.
Due occhi li fissarono rabbiosi.
Verde screziato d’oro e rosso cremisi.
Poi fu il caos.

***

Sebastian si fermò incredulo.
L’abitazione era distrutta: un cumulo di macerie fumanti nel bel mezzo della via sporca.
Ronald col piede toccò la testa mozzata di un suo collega.
Gli occhi erano sgranati, in un ultimo grido di terrore cieco.
“Lei… non… non può…”
Il demone indicò un punto ad un paio di metri dalle loro teste.
Non riusciva a parlare.
Non voleva crederci.

***

La creatura aveva due meravigliose ali piumate nere, così grandi da avvolgerla quasi totalmente. I lineamenti cesellati erano incastonati in un ovale circondato da fluenti chione corvine che si allungavano sinuose fino alla fine della schiena. Indossava un abito di piume nere che lasciava intravedere le spalle e le gambe sottili.
Era un contrasto di bianco e nero.
Gli occhi dall’eterocromia verde e rossa li fissavano severi, con un che di feroce.
In quel’incastro di piume nere e braccia bianche, reggeva il piccolo conte.
Sembrava che dormisse.
Non li degnò quasi di uno sguardo.
Atterrò leggera e morbida a pochi metri da loro, stese il piccolo al suolo e vi si inginocchiò accanto.
Poi posò una mano bianca e sottile nel punto dove la lama gli aveva portato via la vita.

***

"Non voglio che muoia. E’ forte, tenace, ma anche indifeso e fragile. Un po’ mi somiglia.
Non voglio che finisca così.
Non perché mi ha voluto aiutare.
Ma perché sono stanca di vedere la gente attorno a me morire"

***

Restò in attesa, col fiato assente.
Stava realmente accadendo?
La creatura, sua figlia, stava veramente riportando in vita il suo bocchan?
Allora le dicerie erano qualcosa di reale.
Le creature a metà fra la vita e la morte erano in grado di richiamare i morti alla vita.

***

Quella era Rouge?
Era la sua Rouge quella creatura dall’aspetto inquietante?
Quel dio demone bianco e nero...
La stessa ragazza di cui si era innamorato, dal sorriso dolce e la frizzante voglia di vivere?
Ronald traballò spostando il peso da un piede all’altro.
L’avrebbe amata anche se fosse un creatura portatrice di distruzione.

***

La lama.
Il sangue.
Il dolore.
Il freddo.
La polvere del pavimento tarlato.
La voce che non riusciva ad uscire.
Dov’era Sebatian quando ne aveva bisogno!?
E quella femmina irritante!?
Stava morendo su un polveroso pavimento come un qualsiasi pezzente.
A quest’ora doveva già essere morto.
Il dolore era sparito.
Ma allora che aspettavano laggiù!?
Niente fiamme, o altro?
Morire non era poi un granché.

"Ciel"

Lo stavano chiamando.
Satana aveva una dolce voce di ragazza?

"Ciel"
"Sono morto"
"Non più"

***

Tossì, annaspando.
Una mano lo teneva sollevato, mentre un’altra gli accarezzava affettuosamente i capelli.
Aprì gli occhi.
Quando aveva perso la benda?
E incrociò quelli di una creatura sconosciuta.
Uno rosso cremisi e l’altro verde.
“Co-cosa sei?”
“Sono Rouge”
Sorrideva, e c’era veramente qualcosa di lei in quelle belle labbra...
Ma era davvero lei?
“Bocchan!”
Sollevò lo sguardo e incrociò quello teso di Sebastian.
“Idiota… sono morto… e dov’eri… tu!”
La ragazza rise piano, mentre dietro alle sue chiome scure faceva capolino un Ronald allibito.
Rouge si sollevò in piedi col conte in braccio, poi lo passò a Sebastian.
“Non posso crederci… lo hai…” il demone scosse il capo. Quello che lo squadrava adirato era inequivocabilmente il suo conte. Rouge si fiondò fra le braccia dello shinigami.
“Sei… tu… io… non ci capisco più niente!!”
Lei rise, accarezzandogli i capelli “Sì, sono io. Ma non so dirti come ho fatto! Mi è venuto naturale!!”
Un punto a favore di quell’essere mozzafiato.

"Solo Rouge potrebbe dire che resuscitare i morti è naturale!"

“Non ti piaccio più!?”
Secondo punto.
Porsi delle questioni palesemente inutili!!
“Cosa!?Sei la creatura più figa che abbia mai toccato terra e mi chiedi se non mi piaci!?”
Questa volta fu lei a ridere, Ronald si sentì un idiota mentre Sebastian, padroncino in braccio, ridacchiava serafico.
La abbracciò.
Non aveva la più pallida idea di cosa fare, ora come ora.
“L’hai fatto, non posso crederci” fece il demone ancora perplesso “Pensavo fossero dicerie!”
Rouge sorrise soddisfatta.
Lo sguardo di suo padre, finalemente ritrovato, le infondeva la sicurezza che quella situazione assurda non poteva darle.
I demoni provavano sentimenti.
Ne era sicura.
“E’ di questo che hanno paura i vertici delle razze”
William si trascinò zoppicando a qualche metro dal gruppo.
“L’arcano potere di dare e togliere la vita”
Ronald avrebbe voluto cavargli gli occhi. E Sebastian lo avrebbe appoggiato volentieri!
Rouge si scostò appena dal biondo, e sorrise “Fammi fare…” per poi avvicinarsi al moro.
Svolazzò leggera finchè non gli fu a un soffio dal viso.
William tremò appena.
“Se volessi uccidermi, non ti biasimerei…” la corvina scoppiò a ridere: aveva le lacrime agli occhi.
“Potevi trovare un modo migliore per allevarmi… idiota…” mormorò, prima di saltargli al collo.
“Rouge, io…” “Sta zitto!”
La shinigami affondò il viso nella stoffa della sua spalla, singhiozzando “Io ti ho sempre voluto bene come un padre, sai? Ho cercato la tua approvazione per una vita… per poi scoprire che per te non valevo nulla… Io vorrei odiarti... sul serio!”
William osservò rapito quelle iridi bicromatiche: rosse e verdi.
“Ma non ci riesco! Vedo te… e penso alla mamma… e lei non vorrebbe che io ti odiassi, che tu mi odiassi… che ne dici se riproviamo tutto da capo? Magari questa volta ci viene bene...”
Sorrise tremula, mentre incontrava lo sguardo sconvolto del moro.
“Rouge… io volevo solo che Lottie fosse felice… ma lei ha scelto quell’essere e io… non ho più visto nient’altro se non il mio dolore… la sua morte… avevo te e ti ho gettata via come un rifiuto…”
“Riproviamo, ok? Ma questa volta basta segreti…" sospirò "Perchè mi vogliono ammazzare?”
“Gli ibridi hanno capacità fuori dal comune” prese fiato “E tu sei figlia di due elementi molto di spicco per le loro razze: i vertici temono che tu possa ribellarti al sistema, diventare una traditrice. Hanno preso in considerazione l’idea di sfruttarti, ma penso ti reputino troppo ribelle. Anzichè usarti come alleata, hanno pensato bene di eliminarti. Come tutti gli altri, prima di te”
“Allora andrò a dirgliene quattro!”
Sebastian per poco non fece ruzzolare a terra Ciel “Cosa!?” “Sei matta!?” abbaiò Ronald.
“Tanto verrebbero a cercarmi, e scatenerebbero solo altri incidenti. Tanto vale andare!!” e sorrise, furba.
Ciel scosse il capo “Ma quanto sei scema...” poi squadrò Sebastian “Esigo venire. Devo testimoniare che quest’emerita incapace non può nuocere alle sorti dell’universo!!”
Il demone sorrise indulgente.
Rouge spiccò il volo “Allora, andiamo o no? Gliene dico io quattro a quei matusa!!!!!”


Note della pseudo-autrice:

Allora.... Parliamone....

Rouge è un ibrido, giusto?

Mezzo demone e mezzo dio.

In virtù di questa doppia natura, può fare cose sovrannaturali (basti pensare alla capacità di Sebastian di far apparire magioni dal nulla o riparare anelli polverizzati, e alle straordinarie abilità degli shinigami in generale!) e arrivare dove i suoi simili (di entrambe le razze) non arrivano. Con questo si spiega la sua capacità particolare.^^

Detto ciò, spero di essere stata chiara.

Un bacio e alla prossima!

Rogue****

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Capitolo 8
*** 8* Senza rimorso ***


8* Senza rimorso

“Quando esco da qua vi faccio squarto, barbari!!!” strillò Grell agitando le sbarre.
“Zitta checca!” sbottò uno dei carcerieri. Quello shinigami non l’aveva mai visto.
Il rosso si morse le labbra: era stato costretto a dire dove fosse Rouge, e i segni rossi sulla schiena ancora bruciavano.
A quanto pareva la defunta Angela non era l’unica a gradire l’utilizzo della frusta: era una prassi angelica.
Si appoggiò alla parete, strattonandosi i capelli per la rabbia. Poi un rumore lo obbligò a ritornare incollato alle sbarre: erano passi. Qualcuno parlò al carceriere, e subito dopo sentì la serratura schioccare.
“Cosa vuoi?” abbaiò di riflesso, arretrando. L’uomo soffiò “Vieni principessa. Ci sarà un bel processo tra poco”
Il rosso sgranò gli occhi: non poteva essere successo.
“L’ibrido è venuto di sua volontà”

***

“Se ti toccano sono morti”sibilò feroce.
Rouge sorrise appena, stringendo la presa sulla mano del biondo “Stai calmo Ronnie. Non diamogli subito un pretesto per dire che sono una bestia irrazionale!” si voltò verso destra, incrociando lo sguardo basso e dimesso di William “Pensi di fare così ancora per molto?” lo squadrò appena appena indispettita.
Spears scosse il capo “Non saresti dovuta venire…” “E tu non avresti dovuto vendermi  a loro. Le conseguenze non si posso evitare: chiudiamo la faccenda prima possibile. Rivoglio il mio zio ansioso e stressante…”
Gli sorrise allegra.
E William non seppe che dire: si era aspettato di tutto, tutto tranne il perdono.
Si era sbagliato su tutta la linea.
Rouge di quel demone aveva solo gli occhi e l’aspetto.
Sebastian li seguiva qualche passo più indietro, col conte a fianco.
“Pensi che finirà bene?”
Il demone sorrise “Conte, non so che dirle... Oggi i miei solidi principi sono stati tutti capovolti: lei non dovrebbe essere qui a parlarmi” il piccolo gonfiò le guance “Sebastian! Se le cose si metteranno male, pretendo che tu salvi quell’ibrido”
Sebastian sorrise soddisfatto, percorrendo con lo sguardo la figura sottile e nera della figlia.
Figlia.
Doveva abituarsi a chiamarla così.
A considerarla tale.
Quando varcarono la soglia della stanza, gli scappò un ringhio. Tutti gli esseri che la volevano morta li stavano fissando austeri dai loro seggi.

***

Un semicerchio in cui avevano preso posto i rappresentati delle tre razze: due per ognuna.
E dieci consiglieri per ogni rappresentante.
Riconobbe subito Alephas, il membro più anziano, alla destra di un giovane ventenne dai boccoli d’oro e lo sguardo irriverente. Parlottava fitto con lui, ma il biondo sembrava non ascoltarlo.
Lucifero.
Il signore degli Inferi sembrava annoiato.
Ma alla vista di Rouge, lo sguardo si accese di malizia e interesse.
“Dunque è lei!” fece, indicandola.
“Sì, l’ibrida” sottolineò lo shinigami dall’espressione severa e lo sguadro tagliente.
William abbassò lo sguardo.
“La nipote di Spears”continuò il superiore con astio crescente “Finalmente ti sei consegnata!”
“Non per morire!” trillò la corvina “Voglio discutere la mia posizione: dopo tutto siete esseri sovrannaturali! Non potete comportarvi come bestie!!”
“Tu parli!” sibilò furente un angelo. Era una donna bellissima, dai fluenti capelli biondi leggermente ondulati, occhi d’ametista e grandi ali algide frementi “Dopo aver ucciso!”
“L’avete costretta” fece Sebastian pacato “Avete mandato gente a catturarla”
L’angelo fremette, indicando il demone ai suoi consiglieri e al collega.
“La feccia, come si è permessa di parlare pur non essendo interpellata!? Parla ben sapendo di aver ucciso uno di noi!”
“Trucidato!” sibilò un altro angelo.
Lucifero rise forte “Ma bravo il mio Alister!” poi tornò a fissare famelico Rouge “Mi chiedo che sapore abbia l’anima di un ibrido…” e si umettò le labbra.
Sebastian ringhiò.
Rouge fissò lo sguardo a terra, e nel farlo scorse verso il fondo della sala la punta di una scarpa conosciuta. Strillò per l’entusiasmo “Grell!!”
“Rog, non dargliela vinta!!”
Era legato come un salame, ma non aveva perso la verve battagliera.
E sembrava reggersi in piedi.
Avrebbe voluto abbracciarlo, ma la voce grave dello shinigami la fece sussultare.
“Dunque che hai da dire, ibrido? Come giustifichi la tua presenza nel nostro regno?”
Ciel le fece un cenno di incoraggiamento, e fra il groviglio di piume della sua gonna sentì la mano di Ronald.
Prese fiato.

***

“Seguimi”
“Sei impazzito!? Che vuoi fare!?”
“Testimoniare che Rog non è un pericolo pubblico!!”
Alan alzò un sopracciglio critico “Non ci faranno mai entrare” “Ci sarà una porta di servizio, o che so io!”
Sbuffò, massaggiandosi le tempie “Eric, per l’ennesima volta: non-possiamo-fare-nulla-se-non-aspettare!”
Il biondo lo squadrò “Tu non eri il suo migliore amico?”
“Quello era Ronald. Io ero solo un amico”
“Palle! Ronald voleva scoparselo fin dalla prima volta: tu sei il suo migliore amico! Così migliore che per un attimo ho creduto che mi mettessi le corna con mia nipote!”
“Non è tua nipote” “L’ho cresciuta io! Anche!!”
“Ok, lo è” sbuffò. Inutile farlo ragionare o contraddirlo.
Rouge era stata la sua prima cotta, a pensarci bene.
Bella, allegra, spensierata...
Un amore leggero di gioventù, prima di scoprire di sentirsi attratto da quel cretino che lo fissava truce pensando di fare chissà cosa!
E prima di capire che a lei interessava veramente Knox!!
“Ok. Fammi strada” concesse infine, esausto.
“E bravo il mio tesorino!!” lo afferrò per un braccio e se lo strattonò via.

***

Rouge prese posto al centro della stanza: gli occhi di tutti puntati su di lei. Le ali fremettero, tradendo la sua tensione.
Si chiese perché non avessero ancora ordinato di ucciderla: volevano seriamente starla a sentire?
“Voi dite che i demoni non provano sentimenti!” fece sicura, additando la corte degli angeli.
“Ma vi sbagliate!” poi indicò Sebastian “Mio padre mi ama! E se mio zio non gli avesse detto che ero morta,  mi avrebbe tenuto… perché mi ama!” cercò lo sguardo rosso del demon,e e incrociò qualcosa che la fece tremare: non era un affetto finto, era amore vero. Ed era strano... Le avevano sempre insegnato che i demoni mentono e fingono: ma l’amore, in quelle iridi color del’Inferno, era vero.
Era reale.
Un angelo sbuffò, alcuni mormorarono indignati.
“I demoni mentono, illuso ibrido” sentenziò la meravigliosa donna “Fattene una ragione”
“Voi mentite! Proclamate l’amore, e mettete a ferro e fuoco le città! Decantate il perdono, ma invece per gli umani avete solo disprezzo! Vivete per essere pietosi, e invece non perdonate i peccatori!”
L’angelo assunse un’espressione sconvolta.
Rouge indicò di nuovo Sebastian
“Mio padre segue la sua natura, ma all’occorrenza sa opporsi ad essa. Voi non la seguite neppure, ma non esitate a comportarvi contro le leggi del vostro Padre!!”
Lucifero scoppiò di nuovo a ridere, mentre le schiere angeliche, inferocite, protestavano. Gli shinigami si limitarono a sorridere.
“Io so qual è la mia natura: sono uno shinigami dentro. Lo sono sempre stato, e lo sarò sempre”
Con un cenno irritato, lo shinigami austero la interruppe “Non osare macchiare la nostra gloriosa mansione, ibrido! Non hai il diritto di accomunarti a noi! Per solo stimolo di pietà abbiamo permesso a te di vivere fin ora... Ma i tuoi poteri sono ingestibili! Le uccisioni di oggi lo confermano!”
Sebastian scattò ringhiando “Volevano ucciderla! Si è difesa!!”

"Andrà tutto storto. Non può funzionare..."

“Le cronache parlano chiaro: la ragazza è pericolosa!”

"Moriranno perché non mi sono piegata al sistema. E non potrò fare nulla questa volta."

“Va eliminata, non c’è soluzione.”
Si voltò passando in rassegna gli sguardi terrorizzati delle persone che amava.
“Hey! Posso dire giusto due cose?”
Rouge saltellò sul posto “Eric!”
“Nel limite della correttezza naturalmente, signori”
“Alan!” le vennero le lacrime agli occhi.
C’erano tutti ora.
Proprio tutti.

"Ti amano, visto cretina? Non azzardarti a morire, allora!!"

Il biondo finse di inchinarsi “Scusate, ma ci tengo a dire che la qui presente ragazza non vi dà nessun motivo per ucciderla!” Alan si schiarì la voce “L’episodio di Londra è pura e semplice autodifesa! Le avete mandato contro un plotone, e chiaramente lei si è difesa!!”
Lo shinigami capo aggrottò le sopracciglia, indignato.
“Vedo che tutto il reparto di Londra è con l’ibrido...” commenò contrariato “Dovrò ammonirvi”
“Faccia pure” commentò disinteressato Eric “Non lascerò che la mia piccolina ci lasci le penne” e gli venne da ridere nel guardare le ali scure di Rouge “Nel vero senso della parola! Faccia di noi ciò che vuole” e la mano corse a stringere quella di Alan “Non ci tireremo indietro dal denuciare un’ingiustizia!!”
Rouge sorrise.

"Ora possono fare di me quello che vogliono, non mi importa, finchè ho loro…"

“A me nessuno chiede nulla!?” Ciel fece qualche passo avanti, seguito dall’ombra di Sebastian “Sarò anche umano” e a quelle parole gli shinigami e gli angeli si incupirono “Ma ho anche io le mie quattro cose da dire!”
Lucifero sorrideva soddisfatto: il processo stava prendendo una piega decisamente interessante.
“Io ero morto” fece il tredicenne posando uno sguardo fiero sui giudici “E quello che voi chiamate ibrido assetato di sangue, mi ha salvato: non so come, ma lo ha fatto. E voi osate chiamarla danno per l’umanità?!”
“E i quattro shinigami periti nel crollo dell’abitazione?” chiese insunuante un angelo dai capelli scuri, gli occhi ametista e la pelle marmorea “Trapassati dalla falce e schiacciati sotto i detriti?”
Ciel sorrise malizioso “Non meritavano nemmeno una sepoltura. Cosa che hanno ottenuto”
Le schiere di angeli proruppero in mormorii scandalizzati e Lucifero rise forte.
“Oh! Figlio! Che magnifico umano ti sei scelto! Penso che esporrò la mia opinione in merito al processo…”
Sebastian trattenne il fiato.
Lo shinigami capo soffiò “I testimoni hanno esposto il loro punto, si può deliberare”
Grell si morse le labbra: lui non aveva esposto un bel niente, mannaggia!!
Ma almeno la sua piccola sorrideva grata, guardandolo coi suoi meravigliosi occhi bicromatici.
Ronald fremette.
Se lo sentiva.
L’avrebbero condannata.

***

“Favorevole all’esecuzione” fece con voce di velluto l’angelo biondo.
“Favorevole all’assoluzione dell’imputata”
Sebastian sorrise al Padre: dopo tutto, dopoveva spettarselo. Avrebbe votato contro angeli e shinigami per principio di razza, nonostante dovesse essere anche lui preoccupato dall’ibrido. Ad onor del vero, nei secoli addietro era sempre stato favorevole alla soppressione. Ma doveva aver notato qualcosa in Rouge che lo aveva colpito, ne era sicuro. Altrimenti non si sarebbe spiegato il sorriso dolce e soddisfatto del demone, nel posare lo sguardo sulla ragazza.
Lo shinigami capo fece per esporsi, ma venne interrotto da William.
Rouge sussultò.
“Per favore, capo, ci pensi bene... Turner non ha mai fatto nulla contro i dettami secolari…”
“Taci! Al pari di lei, ti sei macchiato della colpa! Verrai radiato dall’ordine! Hai seguito i tuoi superiori per poi tradirli: non meriti di essere ascoltato”

Lo vedo cadere in ginocchio.
Non ci posso credere: l’uomo compassato, freddo, distaccato, giace a terra spezzato in due nell’anima.
E per me.
Per la creatura che non voleva amare.
Pazzesco…

“Fa….”
“Aspettate!”
Ronald ha lo sguardo deciso.

"Ma tanto ormai è finita…"

“Credete sul serio che un essere capace di ridare la vita possa essere distruttivo e irrazionale!?”
Lo shinigami capo aggrottò le sopracciglia “Penso che la divisione di Londra verrà  messa a richiamo disciplinare. Ne avete bisogno giovani!!”
“Fammi vedere”
La voce flautata di Lucifero era un sussurrò insinuante.
“Facci vedere come riporti in vita i morti”
Rouge arretrò di un passo.
“Io…”
“Sono curioso. Posso, esimio collega?”
Lo shinigami represse una smorfia di disgusto.
“Lo vogliamo anche noi”fece l’angelo biondo “Solo il Padre eterno può tanto”
Il dio della morte fece un cenno ad uno dei suoi sottoposti, che si avvicinò a Rouge.
“Così è troppo facile”continuò Lucifero “Riporta in vita te stessa” e detto ciò si alzò in piedi.
Ronald fremette, a Sebastian scappò un ringhio sordo.

Succede tutto in un attimo: la lama della falce, un rumore sordo di carne trafitta, e chiudo gli occhi.
Non fa male morire...
Poi sento un grido.
E’ Grell.
E Ronald se ne esce con “senpai”...
Cosa?

Rouge aprì gli occhi.
Trattenne il fiato.
Fra il suo corpo e la lama rossa di sangue, c’era suo zio.

E’ come a rallentatore: lo vedo cadere, ed un attimo dopo sono su di lui...
Stupido idiota! Mi ha odiato fino a ieri, e ora muore per salvare me?
Cretino!

“Will…”
Il moro sorrise a fatica “Almeno… ho fatto… qualcosa di buono…”
La ragazza pianse.

Sorride, mentre se ne sta andando... Allora mi ami davvero, zietto...
Si divertono a giocare con la vita? Solo perché posso ridarla?

“Siete dei mostri!” la corvina accarezzò il corpo caldo dello shinigami esanime “Mi fate schifo…”

Poi ho la rivelazione: i cinematic records di William sotto il mio sguardo ritornano al loro posto.
Ora ho capito.
C’è una possibilità su un milione, ma se è l’unico modo per metterli a tacere, così sia...

Rouge si alzò decisa, ed evocò la falce.

***

Non ci credo...
Lo sta facendo...
Mi slancio in avanti.
Ci provo.
Devo provarci.
Ma l’unica cosa che afferro è il suo corpo, trapassato dalla sua stessa lama
La falce cade a terra con un rumore sordo.
Di sangue e ferro.
Ronald urla.
Un  grido di lacerante dolore.
Lo stesso che non riesce ad uscire dalla mia gola.

Il mio bocchan è incredulo.
Quell’invasato di Grell ha le lacrime agli occhi.
Un brivido di soddisfazione passa negli occhi della corte d’appello.
E per un attimo Lucifero mi pare che sorrida.
Infame.
Spears si solleva  a fatica: l’unica espressione che leggo nei suoi occhi verdi è la disperazione.
E’ così che ci si sente a sacrificarsi e rendersi conto di aver perso comunque l’oggetto amato?
E’ amore quello che leggo negli occhi del più insensibile degli shinigami?
Rogue si accascia fra le mie braccia.
Stupida.
Pensava sul serio di salvare qualcuno, morendo?
Si sta sacrificando come vogliono loro: solo in un modo meno doloroso di come l’avevano concepito quei pazzi.
Sta morendo.
Il suo cinematic record scorre nell’aria etereo come lei.
Ma c’è qualcosa di insolito.
La stringo al petto senza capire.
La pellicola dei ricordi è traslucida, dorata.
E scintilla.
L’anima di mia figlia brilla come un pugno di diamanti nell’aria.


Note della Beta Reader:
Scusate se, per ora, mi sostituisco alla mia cara senpai nelle note: purtroppo la mia mail ha deciso di ribellarsi, e non riesco più ad aprire il file con le note dei vari capitoli... Inutile dire che le inserirò qui sotto non appena il mio account comprenderà che farebbe un favore a tutti se smettesse di tentare la fuga nella rete ogni tre giorni.
Invoco il vostro perdono per l'enorme attesa che avete dovuto sopportare, ma essendo in piena sessione esami ho dovuto interrompere la relazione col mio pc: prometto da ora in poi aggiornamenti più molto frequenti!
*scappa dalla senpai che le punta il fucile a pallini contro*

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Capitolo 9
*** 9* Non aver paura ***


9* Non aver paura

E’ tutto bianco.

"Sono morta?"

“Rouge. E’ un piacere vederti”

Una voce melodiosa come il suono d’arpa.
Mi volto, c’è una donna.
Bellissima.
Ha gli occhi verde smeraldo, il viso perfetto e la pelle eburnea.
I capelli neri come il petrolio, verso le punte diventano perlacei.
Indossa una tunica finissima che scolora dall’arancione al rosso fuoco.
E’ scalza.
Indossa ai polsi e alle cavilglie songli d’oro.
Al collo una perla bianco latte.

***

“Che atto di coraggio!”
Lucifero scese dal suo scranno e fece per avvicinarsi a Sebastian.
Il demone maggiordomo ringhiò. mantenedo salda la presa sulla ragazza.
“Calmati, figlio! Non intendo toccarla! Voglio solo vedere il dolce pallore della morte sul suo viso.
E la vita che ritorna a farlo battere…”

***

Sorride dolce.

“Sei… la Dea?”
“Tesoro, non potevo permettere che un’anima bella come la tua perisse. Per una futile causa, tra l’altro!”
“Ma voi non odiate i demoni?!
“Come non potrei…” il suo sguardo si fa triste “Per colpa loro ho perso molto figli. Ma tu sei frutto di un amore vero: non c’è miglior modo per me di riscattarmi. Inizierò con te, nella speranza che le ostilità si plachino...”

Sorrido. Ma il problema rimane.

“Mi daranno ancora la caccia?”
“Non aver paura, Rouge”

Poi il suo profilo si fa evanescente.

“Aspetta! Cosa sono io in verità!?”
“Un ibrido” dice la sua voce ormai incorporea.
“Lo so… ma posso…”
“Scegli cosa essere, tesoro.
Tutti dovrebbero fare così, per essere felici”

Mi viene da piangere.

“Torna da tuoi amici e famigliari”

Poi  ho un flash.
Le storie di Grel su mia madre: la leggenda che mi raccontava quando mi mancava troppo.

“Mamma è qui con te?”

***

“Tornerà, vero?”
Alan si strinse ad Eric.
William non riuscì a parlare: rimase a terra, immobile.
“Lo spero Alan…” mormorò il biondo “Lo spero…”
Ronald piangeva senza ritegno, accanto a lui Ciel non sapeva cosa pensare.
La sciocca ragazza mezzo demone, troppo sentimentale, era morta?

***

Dicono che gli shinigami morti si ricongiungano alla Dea, diventando parte del suo essere.
Mia madre era lì.
Nel sorriso dolce e bello della Dea.

“Sei forte tesoro mio. Sii forte di più. E ama, ama con l’intensità dell’uragano”

Chiudo gli occhi.
E’ ora di tornare.

“Forse con te le razze si potranno unire. Forse, con te, la fine della guerra non è poi così lontana...”


Note della pseudo-autrice:
Colpo di scena del colpo di scena!^^
Mi piaceva l'idea di un incontro ultra-terreno, ed ecco fatto.
Ormai stiamo tirando le somme della fic: siamo alla resa dei conti!
Aspetto commenti, di ogni sorta.
La vostra autrice***

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Capitolo 10
*** 10* Luccica l'anima ***


10* Luccica l’anima

“Non può essere…”
Lo shinigami capo serrò lo sguardo.
Andava contro ogni regola millenaria.
L’angelo biondo si portò le mani al viso, sconvolto e disorientato.
Lucifero se la rideva, in barba alle regole.
I Cinematic Records di Rouge brillavano sotto la luce del sole che entrava dalle finestre.
Ronald si ritrovò a pensare che l’anima di Rouge non potesse essere altrimenti: scintillante e bellissima.
Grell puntò lo sguardo sull’uomo vicino a lui.
“Che succede?”
“Non lo so… non ho mai visto nulla di simile…”
Eric si coprì lo sguardo con una mano, Alan non riuscì a dire una parola.

***

Non era l’anima di demone.
Nemmeno quella di uno shinigami.
Era qualcosa di mai visto.
Lo shinigami capo si sedette sulla sedia di broccato.
“La sentenza è dettata: la Dea ha scelto.
La ragazza è libera di vivere”

***

Apro gli occhi piano. Incontro lo sguardo sanguigno e umido di mio padre.

“Ciao, sciocca”

Sorrido.
Sono viva.
Mi  sono salvata, alla fine.

“Rouge!” mi volto, ed un attimo dopo Ronnie mi ha strappato dalla stretta del demone. E’ così carino anche quando piange: mi accoccolo sulla sua divisa sporca di terra e sangue.

Ed è tutto solo per me.

“Dov’è zio!?” e in quel momento, avvolta nella sua dolce stretta , sollevando gli occhi oltre la sua spalla, vedo Eric e Alan che lo rimettono in piedi. Ha il sorriso stanco e stravolto di chi è felice e confuso.

Come dargli torto.

“Come lo sapevi?” mormora da lontano.
Sorrido allegra, arruffando i capelli del mio amore “Non lo sapevo! Avevo una possibilità su un milione di essere uno shinigami leggendario, un’anima importante per il mondo o semplicemente qualcosa di buono! Non pensavo ad altro!!”

Ciel sbuffa appena, sento la sua piccola mano sulla mia.

“Razza di cretina!” e la sua stretta si fa più forte.
“Portatela via! Può vivere” ribadisce l’angelo, mentre i suoi colleghi mormorano.
“E ora cosa sarà  di lei?” chiede Grell fissandomi preoccupato.
“Può essere quello che vuole...” e la seduta finisce.

Mentre esco dall’aula in braccio a Ronald non posso far a meno di pensare a cosa farò: voglio essere uno shinigami, l’ho detto…
Ma mi lasceranno il mio posto al dipartimento?

“Puoi venire per un po’ nella mia tenuta, finchè quei pazzi là non decidono se darti il tuo posto o meno”
Sorrido al piccolo conte “Assolutamente sì!!”

E’ finita.
E non ci credo ancora.

***

Sono stata sommersa dall’affetto generale, alla magione.
Bard si è quasi messo a piangere.
Ciel ha promesso che avrebbe avvertito Lizzy.
Ma prima di dedicarmi a Ronnie voglio chiarire le cose col mio insopportabile-adorabile zio.

Mi avvicino piano: si è messo su un divanetto di broccato nel mezzo della sala, e finchè le cose non si calmeranno i ragazzi non si faranno vedere al distretto.
Sorrido rassicurante.
E gli tendo la mano.

“Vieni con me sul balcone?”

Sgrana appena gli occhi mentre me lo trascino dietro, lontano dal chiacchiericcio generale. Mi appoggio alla balconata, l’aria fresca che mi agita i capelli.
Sono tornati rossi...
Indosso uno degli abiti che Lizzy dimentica sempre alla magione. Mio padre l’ha reso magicamente della mia misura: è pieno di pizzi rosa, mentre la stoffa è color lavanda.
Ma, tutto sommato, nell’insieme mi piace.

“Mi odi... Anzi, dovresti...”

Gli stringo la mano.

“Perché? Sei mio parente. E sei morto per salvarmi. Dovrebbero bastarmi come scuse”

Lo osservo: ha gli occhi stanchi, scuri, magari vuole piangere.
Lui che non si scompone mai.

“Zio… sei il migliore…”

E lo abbraccio.

Sento le sue mani sulla mia schiena, la sua carezza timida e dolce.
In fondo mi ha sempre voluto bene.
Non voleva ammetterlo però.

“Ti ho odiata… piccola…”

Sta singhiozzando!?

“Scusami… ho capito… di… amarti… troppo tardi…”
“Non è mai troppo tardi, zio”

E dopo c’è solo la mia spalla umida delle sue lacrime, i suoi occhi lucidi e le sue guance rigate. Lo bacio in viso, piano.
Non posso odiare l’uomo che mi ha cresciuta, nonostante tutto il suo dolore.
Lo stringo.
E lascio che si sfoghi.

***

Ho lasciato Will con Alan ed Eric.
Il primo mi ha abbracciato, forte, una volta finito tutto.
Il secondo ha pianto senza ritegno sulla mia spalla.
Il mio sensibile zione!

Ho detto a Ronald di aspettarmi nella stanza al piano terra, quella che occupavo io quando ero ancora Henry e non Rouge.
Ma sulla porta incontro Sebastian.

“Ciao pà…”

Sorrido.
Allunga una mano a toccarmi il viso. E’ un tocco delicato, leggero.

“Ciao casinista. Certo che sei proprio come tua madre...”

Mi si accende un mondo.
Con una sola parola.

“Mi parlerai di lei più tardi?”
“Solo dopo che avrai salutato Knox. Detesto ammettero, ma ti ama più di me”
“Mai papà!”

Lo abbraccio, profuma di dolce, di caldo.

“Mi hai dimostrato che i demoni sanno amare… non potevi darmi di più…”

Mi accarezza i capelli.
Poi mi lascia andare.

***

"La sai una cosa Lottie?
Avevi ragione.
Posso amare.
Se lo voglio.
“I demono sono creature pensanti. E se pensi, puoi amare. Quindi amami!”
Avevi ragione su tuo fratello.
“William non è cattivo. Ha solo paura di scottarsi amando. Si è sempre chiuso nel suo guscio di regole e razionalità. Spero  che un giorno possa riuscire ad amare! E chissà che non inizi con questo bambino…”
Avevi ragione su tutto.
“Creeremo un mondo migliore insieme, Alister!F idati, nostro figlio cambierà le leggi dei nostri mondi!!”
E ora mi rendo conto che avevi ragione anche su questo.
“Resteremo sempre insieme Alister. Non ti lascerò mai. Mai, amore...”
Ho Rouge.
La parte migliore di te.
E di me"


Angolo della pseudo-autrice:

Tutto è bene quel che finisce bene.^^
Lucifero è un tipo simpatico,che ne dite?
Tutto sommato…
Rouge è salva, e nessuno tenterà di farle del male in futuro:o forse no…XD
Comunque godetevi un po’ di pace, lettori.
Ve la siete meritata!!^^

Rogue***


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Capitolo 11
*** 11* Piuma al vento ***


11* Piuma al vento

“Dio non ci credo!!”

Ronald mi solleva in braccio, facendomi compiere un giro della stanza.

“Sei viva, Rog!”

Ma quanto brillano i suoi occhi?

“Sì… e ti amo!”

Gli sbottono la camicia. E lui capisce.
Ha quella scintilla negli occhi che non posso far altro che descrivere come birichina.
E quel sorriso sghembo che amo da morire!
Un attimo dopo sto armeggiando con la mia, e la sua giacca è già per terra.

“Ronnie, un giorno vorrei avere un figlio da te…”

Lui sorride, mentre si libera dei pantaloni.

“Una cosa alla volta, signorina Michaelis! Mi devo abituare all’idea di essere accasato, prima!!”

Michaelis Rouge.
Quanto suona bene.
Anche Rouge Knox, però!!
Gli salto letteralmente addosso.

“Adesso sei mio… fino alla fine dei secoli…” sussurro mentre lo spingo sul letto.

E nei suoi occhi passa un guizzo divertito mentre faccio mie le sua labbra.
Sono calde, le mani di Ronald. Mi accarezzano la pelle piano, con dolcezza. Sul collo mi lascia una scia di baci. E mi chiedo se posso essere più felice di così.
Gli passo le mani attorno al collo, per un attimo nelle sue iridi verdi vedo passare un barlume di orgoglio maschile: lui è sotto di me, io sopra.
Gli rido in faccia.

“Problemi?”
“Chi… io…”

Soffia, cercando una posizione più comoda fra le mie gambe.
Al mio secondo eccesso di risa, mi tappa la bocca con un bacio.
Mi abbraccia, mi accarezza, mi fa sua con dolcezza.
Ecco com’è Knox fuori dalla facciata di giovane e svagato donnaiolo: un ragazzo buono come il pane e bello come il sole.
Condividere la mia essenza con lui è qualcosa di meraviglioso.
So che è quello giusto: e gli do me stessa con tutta l’enfasi di cui sono capace.
Mi accoccolo sul suo petto, mentre le sue dita mi sfiorano i capelli.

“Rog… pensi che potremo tornare a lavorare... come prima…?”
“Non aver paura”

Me lo ripeto come un mantra da quando sono tornata alla vita.

“Non aver paura”

Mi sento leggera. Una piuma al vento della mia nuova vita.
Il resto è nulla.
Ci siamo solo noi.

***

“Io pensavo al turchese!”
Lizzy aggrotta le sopracciglia, perplessa “Dici Vanessa? Eppure non mi convince…”

Per certi versi mi dispiace mentirle, ma la mia vita è già troppo incasinata così.
Siamo solo noi due, sul terrazzo, a discutere su come abbigliare il conte.
Abbiamo un paio di volumi di stoffe sul tavolino di pizzo, e indichiamo a turno un colore.
Il te aromatizzato alla vaniglia diffonde un profumo dolce.

“Vanessa!”

Ciel mi arriva alle spalle. Ha una faccia felice: che, per i suoi standard, vuol dire meno imbronciata del solito.

“Questa è per te. Te la manda la tua parente”

Mi alzo di scatto

“Scusa Lizzy, torno subito!”

Per “parente”, ci siamo messi d’accordo di indicare il dipartimento.
E’ una lettera bianca, ordinata, con un sigillo in ceralacca verde.
Mi dirigo verso l’interno del salotto: Ciel è rimasto con Lizzy e a intervall i regolari lancia urletti scandalizzati per le nostre scelte.
Strappo il tutto e leggo avidamente.

“Cara signorina Michaelis…”

Cosa!? Ho letto bene!?

“Con la seguente vogliamo comunicarle che aspettiamo il suo ritorno al distretto. Il suo ufficio la aspetta al primo piano. Ciscusiamo per il disagio”

Cosa!?! Il mio ufficio a fianco di quello di William!?!? Disguido!?!?
Alzo lo sguardo e non so cosa pensare.
E’ così assurdo...

***

Ricapitoliamo.
Ho un ufficio tutto mio.
Accanto a quello di William.
Al lavoro nessuno mi dice niente, né accenna alla situazione trascorsa.
Il capo, l’odioso schifoso che voleva uccidermi, mi ha convocato per farmi le sue scuse.
Fatte col mal di pancia tra l’altro…
E per pregarmi di non accennare mai più al fatto.
Si vergogna, l’immondo!!
Io e Ronald abbiamo una relazione stabile da un paio di mesi.
E’ stato un inferno per le segretarie del reparto: ancora adesso mi guardano con puro astio.
Con mio zio va alla grande: è ancora un po’ freddo per via del senso di colpa, ma ci stiamo lavorando!
Con mio padre mi vedo tre volte a settimana, a volte di più.
E Ciel ha smesso di chiamarmi “chiassosa”. Al “petulante donnetta” però non ha ancora rinunciato…
Se continua così, potrei avere una promozione.
E, stamattina, ho scoperto di essere incinta!
Io, capito!?
La svampita Rouge, a cui non ne riesce una, incinta!
Sto andando a dirlo a Ronnie, ormai dovrebbe essere tornato dalla sua missione.
Potrei aspettare che finisca il turno e dirglielo a casa nostra, ma non sto più nella pelle per l’eccitazione!
Ma… cos’è quel caos attorno all’ufficio di William?
I miei sensi da demone sono tutti un prurito.
E’ successo qualcosa di irreparabile.
Lo sento.


Angolo della pseudo-autrice:

Che posso dire!!

Tanto amore per tutti. La normalità sembra all’ordine del giorno.

E qualcuno sta aspettando un bel bebè!

State a vedere, prima di farmi gli applausi, però…

^^


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Capitolo 12
*** 12* Alla fine ***


12* Alla fine

“William!?” la ragazza si fece posto fra le segretarie accalcate e visibilmente tese “Che succede?”
Lo vide impallidire.

"Oh, Dio!!"

“E’ per Ronald che sono qui, vero? Ronald come sta?”
William si alzò in piedi e la tirò da parte.
“Ha subito un incidente sul lavoro, nulla di grave, solo una contusione alla testa e qualche escoriazione. Ti porto da lui”
Rouge prese fiato “Come…”
“Un demone più rozzo del solito. E’ caduto un cornicione e Ronald è stato colpito in pieno…”
La corvina scosse il capo.

"Proprio adesso…"

William la fece entrare nella sala.
“Però devo avvertirti: i medici pensano che possa risentire di un’amnesia post traumatica”
Rouge boccheggiò.
Poi, con passo funereo, entrò nella stanza.


Note della pseudo-autrice:

Ehm….

Cosa sarà successo al povero shinigami amante dei party?!

Non linciatemi ora, anche se vi lascio sulle spine!!!

Giuro che non è finita qui, la saga di Rouge!!^^

Verrete a sapere tutto!!

Aspettate  il seguito.

Vi do appuntameno alla prossima, con la fic Memory’s Drop.

Un grande bacio e vi ringrazio tutti per le recensioni, per aver seguito, messo nelle preferite o nelle seguite la fiction!! ^^***

Vi aspetto ancora!

Spero che mi seguirete con lo stesso disarmante affetto.

La Rogue*****



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