The Heart of Devil di Fecalina (/viewuser.php?uid=180579)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Bart Bass and his surprise ***
Capitolo 3: *** Oh, Humphrey! ***
Capitolo 4: *** The Fate ***
Capitolo 5: *** The First Beat ***
Capitolo 6: *** The Porcellain Doll ***
Capitolo 7: *** The Game is Started ***
Capitolo 8: *** L'invito ***
Capitolo 9: *** Santi e Peccatori ***
Capitolo 10: *** Night meetings ***
Capitolo 11: *** How To Be a Bass ***
Capitolo 12: *** Sottoveste color champagne ***
Capitolo 13: *** La sua nuova dipendenza ***
Capitolo 14: *** Prejudice ***
Capitolo 15: *** Burds, Roots and Bad Gardeners ***
Capitolo 16: *** Battaglia tra Bass ***
Capitolo 17: *** I need a friend, but I didn't know ***
Capitolo 18: *** Daniel- part 1 ***
Capitolo 19: *** Daniel- part 2 ***
Capitolo 20: *** Her eyes ***
Capitolo 21: *** Sguardi ***
Capitolo 22: *** Solo perchè i giochi sono iniziati, non significa che debba esserci un vincitore ***
Capitolo 23: *** Last tango in Paris ***
Capitolo 24: *** Rendez-vous ***
Capitolo 25: *** End of something ***
Capitolo 26: *** The Bitch is back ***
Capitolo 27: *** Meeting with the Davil ***
Capitolo 28: *** Vecchie conoscenze e nuovi rivali ***
Capitolo 29: *** We never die ***
Capitolo 30: *** Just Friends ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
ghghgh
The Heart of Devil
Tutto è scuro, la notte è ormai perpetua, a volte mi chiedo come sarebbe
risalire in superficie. Ma poi mi rendo conto che mio padre non me lo
permetterebbe mai, io devo rimanere qui, ad “imparare il mestiere” e in fondo
non mi dispiace: intrighi, complotti, alcool e belle ragazze. Tutto ciò che ogni
uomo desidera. Tutto ciò che Chuck Bass ha.
Ma c’è una cosa che nella parte
più remota del suo subconscio,
non cuore perché lui un cuore non ce
l’ha,
si nasconde, la consapevolezza di non avere un’anima.
Ma gli
sta bene, e non ci pensa.
Infondo a cosa serve un’anima quando sei il
figlio del Demonio.
Angolo Autrice
Ciao a tutti , allora questo
definiamolo un esoerimento, se l'idea vi piace recensite (si accettano
anche critiche) e ditemi se continuare o no, un bacio: Fede <3
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Capitolo 2 *** Bart Bass and his surprise ***
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Bart Bass and his "susrprise"
La serata era stata abbastanza tranquilla, per quanto può essere tranquilla una
serata negli Inferi, poker e belle ragazze, niente di che. A dire il vero era da
un po’ che non succedeva nulla, o nulla alla sua altezza almeno. Ora Chuck Bass
dormiva placido sul suo letto, fin quando il suono insistente della voce di una
sgualdrina non lo svegliò.
“Cosa diamine vuoi???” la rimproverò
brusco.
“Mi dispiace averla svegliata ma suo padre chiede di lei”
A quelle
parole Chuck si pietrificò, cosa voleva suo padre da lui?!
“Capito, puoi
andare via ora” le disse sbrigativo, non aveva tempo da perdere, far arrabbiare
Bart Bass non era certo un bello spettacolo.
****
Chuck bussò un paio di
volte, stava per andarsene quando la porta si spalancò, ammirò ancora una volta
l’ufficio di suo padre, il rosso e il nero troneggiavano ovunque, era enorme ,
c’era una grande vasca al centro della stanza, impossibile non notarla, o
conoscerla. Era la fossa dei dannati, quella dove tutte le anime del demonio
andavano a finire se non adempivano ai loro compiti, persino un immortale può
avere paura di qualcosa, quel qualcosa aveva un completo gessato, degli occhi di
ghiaccio e poteva condannarti alla sofferenza eterna.
“Papà, volevi vedermi?”
chiese Chuck.
“Esatto Charles, devi fare qualcosa per me”
“Cosa?” chiese
Chuck più a se stesso che al padre, non gli aveva mai chiesto nulla, o non così
direttamente almeno, Bart non si fidava, diceva che era un irresponsabile, e
mandava sempre qualcun altro a sbrigare le faccende che spettavano a
lui.
“Abbiamo fatto un nuovo acquisto, un’altra anima dannata: Daniel
Humphrey”
e subito dopo gli porse il suo fascicolo, Chuck lo aprì e lo lesse
velocemente, per poi rivolgere, con uno sguardo scettico una domanda al
padre.
“dannato? A me sembra più che si sia perso durante il tragitto verso
il pianeta degli sfigati, cosa dovrei farci?”
“Addestrarlo”
“Che cosa?”
chiese incredulo.
“hai capito benissimo, addestrarlo, cambiarlo, non possiamo
permettere di avere qui con noi un individuo del genere, ma non possiamo neanche
mandarlo via, una volta en-“
Chuck lo anticipò “Una volta entrati all’Inferno
si resta all’Inferno, lo so”
“Bene, vedo che hai capito, partirete tra un
ora”
“Partire per dove?”
“ Non puoi renderlo un demonio qui, devi farlo
nell’unico posto dove le tentazioni e la perdizione sono eccitanti e definitive,
dove perdersi è più facile che trovarsi: andrai nel mondo reale.”
“La Terra
papà?! Sul Serio?!” gli disse con un sorriso beffardo, ma solo per nascondere il
fatto che non credeva che suo padre potesse fidarsi a tal punto di lui, da farlo
uscire da lì e sapere che sarebbe ritornato.
“Si, esatto, ora puoi andare
partirai tra un ora, te l’ho detto, conto su di te”
Quelle ultime tre parole
lo scombussolarono, non poteva deluderlo o..
“ e se non riuscissi a
cambiarlo?”
“Ci riuscirai, sei pur sempre mio figlio”
Ci riuscirò sono
pur sempre Chuck Bass.
Angolo Autrice
Rieccomi alla riscossa,
questo è un capitolo di passaggio, per gli incontri, beh leggete
e scoprirete quando comincerà a battere il cuore del nostro
Diavolo preferito ;) fatemi sapere che ve ne pare, se dovrei migliorare
qualcosa e se vale la pena continuare, ci conto eh, baci: Fede <3
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Capitolo 3 *** Oh, Humphrey! ***
hhhhhhhhh
Oh, Humphrey!
Chuck si stava preparando, più psicologicamente che altro,
al viaggio che avrebbe intrapreso di lì a poco.
La Terra.
Molti demoni venivano mandati lì per portare i poveri
mortali sulla cattiva strada, ma lui non c’era mai stato.
Un ghigno si formò sul suo viso: la Terra avrebbe conosciuto
la prole del Demonio, avrebbe conosciuto Chuck Bass.
****
Il giovane Bass stava aspettando quel tizio da ben 10
minuti, e se c’è una cosa che manca a Chuck Bass, beh quella è proprio la
pazienza. Mentre era impegnato ad imprecare mentalmente contro Humphrey questi
gli si avvicinò porgendogli la mano e dicendo:
“Ciao io sono Dan-“
“Humphrey, sì, lo so” finì
Chuck per lui.
“Oh, beh, è un piacere per me conoscerti Chuck”
“Vorrei poter dire lo stesso, ma mentirei, Ora, se hai
finito con i convenevoli, io direi di andare”
Dan incassò il colpo
e rispose con un timido “Certo”.
Quella non sarebbe stata affatto una convivenza facile,
pensarono entrambi mentre si avviavano verso quella che sarebbe stata la loro casa
per molto più tempo di quanto avrebbero mai potuto immaginare.
Angolo Autrice
Beh avevo detto che non promettevo niente
quindi... ecco qui il capitolo che precede la mia morte, lo so,
è cortissimo, ma il prossimo devo ancora scriverlo, per cui vi
lascio questo come garanzia ;) spero di riuscire ad aggiornare il
più presto possibile, cercherò di postare un capitolo
alla settimana, ma non faccio promesse ! Detto questo vorrei davvero
ringraziare chi segue la mia storia, non credevo sarebbe piaciuto,
diciamo che non è proprio un'idea "normale" la mia, e quindi non
sapevo se sarebbe piaciuta, vedo di sì e ne sono più che
felice. Vorrei Ringraziare anche: GossipGirl88,LullabyJane e
winner_ per aver inserito la storia tra le segiute e cuzza tra le
preferite <3 alla prossima, Fede :)
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Capitolo 4 *** The Fate ***
hhhhhghugh
The Fate
“Woooooow, questa sarebbe la mia camera?????” chiese uno
sbalordito Dan Humphrey di fronte alla
sua nuova casa, una suite lussuosissima al Palace Hotel, piccola parte dell’
impero del lusso di Bart Bass.
“ok, Humphrey se vogliamo andare d’accordo dovrai imparare le
regole fondamentali, 1 io non sono la tua baby-sitter, quindi non farmi fare la
figura dell’idiota, non venire a piagnucolare da me né tantomeno a cercarmi se sei spaventato, 2 si gioca
secondo le MIE regole, fa quello che ti dico e andremo d’accordo”
“Devo essermi perso qualcosa, non dovresti addestrarmi o
cose del genere?”
“Come ho già detto: si gioca secondo le mie regole” e detto
questo Chuck se ne andò verso la suite 1812.
Arrivato dentro la prima cosa che fece fu buttarsi sul
letto, conosceva Humphrey da nemmeno un giorno e già non lo sopportava, ma
doveva cambiarlo, e per farlo doveva passarci del tempo assieme. Cominciò a
pensare a cosa avrebbe potuto fargli fare come prima cosa, far intraprendere la
strada per la perdizione ad uno come lui non era un compito facile, ci sarebbe
stato da lavorare, e a lui quella parola non piaceva per niente. Poi arrivò: il
colpo di genio.
Chuck Bass quella notte dormì tranquillo, sicuro che il suo
piano avrebbe funzionato…
Constance, 8.15 a.m.
“Chuck, potrei sapere perché mi hai portato in un liceo???”
chiese un confuso Dan Humphrey. Quando Chuck lo aveva fatto preparare
dicendogli che aveva una sorpresa per lui, non avrebbe mai immaginato di
trovarsi in una… scuola.
“Questo non è un semplice liceo, Humphrey, questa è la Constance High School, il liceo
più prestigioso di tutta Manhattan.”
“Continuo a non capire”
“Humphrey è un liceo femminile, e cosa c’è di meglio se non
deflorare innocenti figlie di papà per intraprendere il cammino della
perdizione?” ed eccolo, il famoso ghigno alla Chuck Bass.
“Che cosa??? Mi sono
fermato a “femminile”, non vorrai davvero che io deflori una di queste ragazze,
cos’è un rito sacrificale??? Credevo facessimo parte degli Inferi, non di una confraternita!”
“Ah ah ah, cosa ti avevo detto?! Si gioca secondo le mie
regole, quindi ora entriamo e tu scegli la tua vittima”
Dan sospirò esasperato “E va bene, ma come faremo ad
entrare? È una scuola, e noi non siamo studenti”
Subito un ghigno si disegnò sul viso di Chuck, ora arrivava
la parte della conversazione che preferiva
“Io sono Chuck Bass”
****
“B, la tua vita è fantastica non capisco perché ti lamenti
sempre”
“Stai scherzando? Oh già dimenticavo tu sei Serena Van Der
Woodsen, l’ottimista della situazione, la mia vita sta cedendo a pezzi e tu
neanche te ne accorgi, S!”
“Beh perché non è vero, ascolta: l’Ivy leage è andata
benissimo, hai fatto colpo sul rappresentante di Yale e quindi sarai sicuramente
ammessa, tuo padre ti ama e ti manda continuamente regali da Parigi e appena
hai un problema corre qui, tua madre comincia a comportarsi, beh, da madre e
praticamente tutta la scuola è ai tuoi piedi: cosa vuoi di più??”
“Un padre che abita nel mio stesso continente, un patrigno
che non si occupa di spettacolo, una madre
che mi avvisa quando decide partire, che quella vipera di Gossip Girl sparisca
per sempre, un ragazzo con cui riesca a stare per più di un mese?! Non so dimmi
un po’ tu!” Blair Waldorf stava seriamente per avere una crisi di nervi.
“Oh, B non preoccuparti, vedrai che prima o poi riuscirai a
trovare il ragazzo giusto”
“Certo, è facile per te, tu hai Nate che ti ama alla follia
e ti tratta come una divinità”
Serena sorrise quell’affermazione,
amava Nate come non aveva mai amato nessuno, ma era sicura che anche Blair
avrebbe trovato qualcuno che la amasse come N ama lei.
“Sii più ottimista B, il destino potrebbe sorprenderti, ora
vado ho lezione, ciao!” e detto questo la folta chioma bionda di Serena
cominciò a svolazzare verso la sua classe.
Blair non riusciva a smettere di pensare alle parole di
Serena, ma per lei era tutto così facile, a volte avrebbe voluto essere lei, ma
senza la sua ingenuità ovviamente-
A interrompere i pensieri di Blair fu un ragazzo: alto, con
i capelli castani e gli occhi nocciola che le andò a sbattere contro.
Sembrerebbe che il destino abbia deciso di anticipare il
Natale.
Angolo Autrice
ed
eccomi di nuovo alla riscossa, non riesco a smettere di scrivere quindi
vi lascio questo capitolo in cui entrano in scena anche serena e
soprattutto Blair...ho cercato di arlo più lungo degli altri
ditemi come va, se non vi convince qualcosa dite pure si
accettano critiche ;) E se vi va lesciate anche una recensione per far
felice la vostra autrice, al prossimo capitolo: Fede <3
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Capitolo 5 *** The First Beat ***
hghgh
The First Beat
“B, hai deciso cosa indosserai stasera?”
“No, sono indecisa tra questi due, cosa ne pensi?”
“Quello rosso, assolutamente!” disse con un sorriso Serena.
Blair e Serena erano intente a discutere della festa che si
sarebbe tenuta quella sera : Kiss on the Lips, era il nome e ovviamente era
stata B ad organizzarla.
“che mi dici del ragazzo di oggi?” chiese Serena mentre
sfogliava una rivista
“Che vuoi dire?”
“Beh era molto carino”
“Era molto noioso”
“Oh andiamo B, Jake è cotto di te, dagli almeno una
possibilità”
Blair sbuffò mentre sceglieva il cerchietto.
“Lo hai almeno invitato alla festa?”
“Perché avrei dovuto farlo?!”
“Perché dovresti almeno conoscerlo meglio prima di
scartarlo”
B roteò gli occhi e sbuffò.
“chiamalo B”
“Serena sai essere davvero petulante delle volte”
“Questo vuol dire che lo chiamerai?”
“Se vuol dire che mi lascerai in pace”
Serena corse a prenderle il telefono e glielo porse con uno
smagliante sorriso.
****
“Pronto?!”
“Bass, ho il nome”
“E?” lo incitò Chuck
“E devo dire che hai scelto piuttosto bene: Blair Waldorf,
figlia della stilista Eleonor Waldorf. Se t’interessa darà un party tra le 62th
e Madison Avenue stasera.”
“Bel lavoro Baizen”
“Lo è sempre Bass, posso stare tranquillo?”
“Il tuo segreto è al sicuro” e detto questo riattaccò
“Kate dica a Dan Humphrey di prepararsi: si va ad una festa
stasera.”
Party Kiss
on the Lips 10.00 p.m.
Buona sera Upper East Siders, qui è Gossip Girl la vostra
sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose delle élite di Manhattan .
Stasera tutti al party della nostra adorata Queen B, che è in compagnia di un
soporifero Jake Brown, ti stai annoiando B? non preoccuparti ci penserò io a
farti divertire.
XOXO GG.
B lesse il blast di Gossip Girl e sbuffò ancora, ultimamente
le succedeva piuttosto spesso. Ma il punto era che per una volta quella vipera
aveva ragione, Jake era davvero soporifero: cosa poteva importare a lei di cosa
c’è nel cibo per uccelli?! Quel tizio la stava veramente stancando…
“Scusa Jake vado a prendere da bere, torno subito!”
E detto questo si catapultò il più lontano possibile da
quello sfigato.
Di Serena e Nate non c’era traccia
Che novità pensò tra sé
e sé Blair, quando tra la gente scorse un papillon rosso intonato al suo
vestito…
“Blair, ti stavo cercando: ti va di ballare?”
Jake, di nuovo.
“Jake, io a dire il vero-“
“Blair aveva già riservato un ballo a me, non è così?”
Quella voce: bassa ,profonda, sexy e totalmente fastidiosa:
Chuck Bass.
L’ultima cosa che voleva adesso era ballare con Chuck Bass,
ma decise di stare al gioco, l’avrebbe scaricato dopo essersi liberata di Jake,
così rivolse a quest’ ultimo un sorriso di circostanza dicendo:
“Mi spiace Jake, Chuck è un vecchio amico e gli avevo
promesso un ballo all’inizio della serata”
“Va bene, non fa niente” rispose un deluso Jake Brown andandosene.
“Bene Bass ora puoi anche andare, visto che non sei stato
neanche invitato, e poi come fai a sapere il mio nome?!”
“Ho le mie fonti, e poi ti ho salvato da Brown, non deve
essere molto interessante vero?! Il minimo che tu possa fare è concedermi un
ballo, in oltre se dovesse ritornare e non ci vedesse ballare assieme che
figura ci faresti?” ed eccolo il famoso ghigno, che non accennava a scomparire.
Blair sbuffò, per l’ennesima volta quella serata, ma quello
era uno sbuffo diverso, uno di circostanza, perché non lo avrebbe mai ammesso,
neanche a sé stessa, ma ballare con Bass non le dispiaceva per niente.
Cominciò a suonare un lento, opera di qualcosa chiamata Chuck
Bass destino.
Si misero in posizione: le mani di Chuck sui fianchi di B, e
quelle di lei avvolte attorno al collo di lui.
Cominciarono a muoversi e man mano tutto attorno a loro
sparì: erano solo Chuck e Blair, Blair e Chuck. Quella fu la prima volta che
accadde, la prima volta che Chuck Bass sentì qualcosa martellargli nel petto,
quella fu la prima volta che Blair Waldorf lo toccò.
Angolo Autrice
Ed eccolo finalmente:
il primo battito del famoso cuore di Chuck Bass! Questo capitolo
è importante, o almeno lo è l'ultima parte, quindi le
recensioni sono ben accette XD Ringrazio sempre chi segue la storia e
soprattutto chi la recensisce <3 Alla prossima: Fede ;)
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Capitolo 6 *** The Porcellain Doll ***
hhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh
The Porcellain Doll
Chuck si stava guardando intorno intento a cercare la sua “occupazione” della
serata, quando una bambolina gli sbatté contro.
“Hey attento a dove metti i piedi” disse B con stizza
“Io?! Non mi sembra che sia io quello che travolge le
persone!”
“No, infatti tu sei l’idiota che non guarda dove cammina”
“Tu non hai la più pallida idea di chi sono io, cara”
“Ah sì e sentiamo chi saresti?”
Chuck ghignò “Io sono Chuck Bass”
Blair sorrise, ma non ero un sorriso qualunque, quello era
il sorriso che faceva prima di affondare qualcuno.
“Bene Bass, allora la prossima volta o guardi dove metti i
piedi o ti spedisco a fissare il sedere delle eschimesi”
E, detto questo, se ne andò in classe con il suo solito
sorriso stampato in faccia.
“Ehm, wow, non credevo che ci fosse qualcuno capace di
risponderti in quel modo: qui non sanno chi sei?”
“Humphrey tutti sanno chi sono i Bass, ovunque, anche se in
modo diverso. Muoviti dobbiamo andare in un posto”
“Dove? Aspetta, non dovevo scegliere una ragazza??? Chuck???”
Ma Chuck non lo ascoltava nemmeno, riusciva a pensare ad una
cosa sola:
“Non so chi tu sia, ma ti sei messa contro la persona
sbagliata.”
Victrola, 9.00 a.m.
Un locale burlesque: il luogo dove tutte le inibizioni
vengono spazzate via. Meglio ancora se questo è il covo delle anime del
Demonio, quelle vere però.
“Chuck Bass?!” chiese sbalordito un ragazzo: capelli
castani, broncio perfetto e sguardo glaciale.
“Carter Baizen” fece a mo’ di saluto il giovane Bass.
“che diamine ci fai qui?
Hai lasciato il Girone Infernale?!”
“Baizen, sappiamo
entrambi che il vero girone infernale è qui: come vanno le cose?”
“Meravigliosamente, il mondo va letteralmente a puttane”
disse con un ghigno il ragazzo.
Chuck ghignò a sua volta.
“Ti conosco abbastanza da sapere che, per qualunque motivo
sei sulla Terra, sei venuto da me per qualcosa”
“Sono sbalordito” disse ironico Bass.
“Spara” disse Carter bevendo un sorso di quello che sembrava
Scotch.
“Mi serve un nome, non sono molto pratico di burocrazia, è
una ragazza, all’incirca 17 anni: boccoli mogano, occhi scuri e un meraviglioso
fondoschiena, frequenta la Constance”
“Uuuuuh vedo che hai adocchiato una preda , Bass! Ma tutto
ha un prezzo”
“Sapevo non avresti
lavorato per nulla, ma sono venuto preparato: come sta Georgina?”
Carter sbiancò.
“Come fai a saperlo?”
“Ho le mie fonti, allora posso considerarlo un favore in
onore dei vecchi tempi?”
“Sarai anche cresciuto, ma rimani sempre un bastardo Bass”
disse Carter ghignando.
“Ci sentiamo stasera” e detto questo Chuck bevve un ultimo sorso del drink che
stava bevendo e andò via.
Nessuno tiene testa a Chuck Bass, tantomeno una bambola di
porcellana.
Angolo Autrice
Salveeeee, ed ecco anche questo capitolo in
cui: udite udite c'è anche Carter, per quanto riguarda G se
qualcuno si sta chidendo cosa c'entra in tutto questo: aspettate, vi
sarà rivelato più in là. Ora però dove
chiedervi due cose: 1vi prego di avvisarmi se i personaggi sfociano
nell'OOC ( è la mia più grande paura) e 2 per
favore dtemi che ve ne pare della parte Chuck/Carter, perchè non
ne sono scurissima ^^ Per il resto coninuo a ringraziare chi segue la
mia storia, e soprattutto a chi la recensisce, un bacio e alla
prossima: Fede <3
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Capitolo 7 *** The Game is Started ***
ggggggg
The Game is Started
Appena la canzone finì Chuck Bass corse via il più lontano possibile da Blair,
da quella sensazione che gli provocava una morsa al petto e che gli
attanagliava lo stomaco, come se ci fosse qualcosa che svolazzasse.
La lasciò lì in mezzo a quella pista senza neanche una
parola, perché era quello che la ragione gli diceva di fare, e lui doveva poteva ascoltare solo quella. Aveva bisogno di
restare da solo, di riordinare le idee e di convincersi che quello che aveva
sentito appena le piccole mani di lei cominciarono ad accarezzargli dolcemente
i capelli non fosse un battito. Perché
avrebbe potuto giurare di sentire il cuore scoppiargli nel petto se non avesse
saputo, se non si fosse convinto, della mancanza di quell’organo in lui.
Chuck Bass in quel momento aveva solo bisogno di sbronzarsi
e dimenticare il suo profumo che ancora gli invadeva le narici, dimenticare il
suo corpo tra le sue braccia, che già gli mancava. Ora Chuck Bass aveva
semplicemente bisogno di dimenticarsi di Blair Waldorf, ma qualcuno non
sembrava della sua stessa idea.
“Chuck ti stava cercando, con chi stavi ballando e perché
sei scappato?”
“Io non sono scappato Humphrey, avevo solo bisogno di un po’
d’aria”
Dan lo fissò sospettoso.
“Ah, ehm ok, ma non dovevo scegliere una ragazza?”
“Beh l’hai fatto?”
Dan ci pensò su per poi rispondergli
“a dire il vero no, insomma non potrei fare qualcos’altro?”
“No, ora andrai lì dentro e sceglierai una verginella ricca
e viziata per concludere l’affare, non è possibile che ci sia voluto un giorno
intero Humphrey! Ti aspetto domattina per sapere com’è andata” disse Chuck
esasperato e irritato, poi si voltò e cominciò a camminare verso una limo. Salì
e poco dopo la macchina sparì tra la nebbia e le luci di New York.
Palace 2.00 a.m.
Chuck continuava a rigirarsi nel letto senza riuscire a
prendere sonno. Quella maledetta Waldorf
non usciva dai suoi pensieri, ma non fu tanto male perché piano piano riuscì ad
addormentarsi con l’immagine di lei pronta a trasferirsi dai suoi pensieri ai
suoi sogni.
Bar del Palace 11 a.m.
Dan Humphrey e la sua pessima cera stavano facendo colazione
al bar del Palace Hotel quando Chuck Bass arrivò.
“Humphrey stamattina sei orribile, ne deduco che è andata
bene”
“Grazie, e comunque s-sì e andata bene anzi benissimo”
“sai quel è uno dei vantaggi di essere un diavolo Humphrey?
Puoi capire quando le persone mentono”
“Ah”
“Ora vuoi spiegarmi perché non hai concluso?”
“Beh ecco… io… ehm”
Chuck lo guardò come a dire “Muoviti non ho tempo da
perdere”, e Dan cedette.
“Avevo scelto la ragazza: Ashley, e dopo aver parlato un po’
siamo andati a casa sua, quindi noi ehm, siamo…. Andati in camera e lì, sì
insomma lì c’erano…-“
“Humphrey ti vuoi dare una mossa?!”
“C’erano i suoi genitori che lo stavano facendo” disse a
tutta velocità Dan.
Chuck non trattenne la risata fortissima che fece eco per
tutto il locale.
“E non è finita qui, loro ci hanno proposto una cosa a 4”
Chuck continuava a ridere e Dan pareva volesse sprofondare.
“Ah Humphrey sarà davvero dura…” disse Chuck mentre uscivano
dal locale.
Constance 12 p.m.
“Serena, ti giuro che appena me lo trovo davanti lo
distruggo con le mie stesse mani”
“Oh, B andiamo, magari aveva fretta”
“Fretta? Se aveva fretta mi avrebbe detto almeno qualcosa e
invece è sparito senza proferire parola, capisci?”
Serena guardava l’amica divertita, quel Chuck Bass l’aveva
fatta davvero incavolare.
“Certo B”
“nessuno può farlo io sono Queen B” ripeteva B più a sé stessa
che ad altri.
Intanto Chuck e Dan erano arrivati alla Constance per
effettuare l’iscrizione. Chuck doveva rivedere Blair, si ripeteva che quella
della sera scorsa era stata indigestione o qualcosa di simile, e che ora doveva
concentrarsi sul suo lavoro, e per farlo doveva trasformare Humphrey in un
giovane e diabolico cospiratore, ricattatore e defloratore. E dove farlo se non
nell’Upper East Side?
Mentre uscivano dall’edificio Chuck vide una bellissima
bambola di porcellana griffata Chanel uscire da scuola in compagnia di altre
ragazze e si avviò verso di loro.
“Waldorf”
“Cosa vuoi Bass?”
disse inviperita Blair
Te, avrebbe
voluto rispondere, ma si limitò a dire
“Come mai di cattivo umore?”
“Questi non sono affari tuoi, e poi cosa ci fai qui? Vuoi
che ti denunci per stalking?!”
“Mi spiace Waldorf ma la mia vita non ruota attorno a te,
piuttosto: sembra che saremo compagni di scuola”
“Ti sei iscritto al St. Jude?” chiese una sbalordita e
infastidita Queen B, ma senza darlo a vedere ovviamente, il suo tono, infatti,
apparve totalmente disinteressato.
“Ci vediamo a scuola” e detto questo fece per avviarsi
contento della sua vittoria, ma la voce di Blair lo anticipò.
“Bene Bass, se saremo compagni di scuola è giusto che tu sappia che qui io sono la
Regina, e che si gioca secondo le MIE
regole”
Dejà vu.
Buon giorno Upper East Siders, qui è Gossip Girl la vostra sola ed
unica fonte di notizie sulle vite scandalose delle élite di Manhattan. Tirate
fuori gli scudi e sfoderate i cellulari Upper East Siders, sento odore di
guerra, e di scandalo. Nessuno ti ha
ancora dato il benvenuto C? Beh lo faccio io allora!
Avvistati: Chuck Bass e Blair Waldorf dichiararsi guerra, la
regina ha specificato le regole, ma che
ci assicura che Bass le voglia rispettare? Eppure ieri sera erano così carini
sulla pista da ballo. Attenta B non si scherza con il fuoco, si rischia di
finire dritti dritti all’Inferno.
La partita è appena iniziata, ed io non vedo
l’ora di giocare
XOXO GG.
Angolo Autrice.
Ciaooo a tutti, ed ecco il capitolo,
che dire, a me non convince così tanto, quindi se avete
critiche sono ben accettte, se avete complimenti da fare tanto meglio
hahahah XD continuo a ringraziare chi segue e recensisce la storia, ho
una sola domanda: volete che renda più partecipi anche gli altri
personaggi? per altri intendo Serena e Nate, poichè Dan
avrà un ruolo importante più in là nella storia e
Jenny qui non esiste (l'ho fatta fuori haha XD) insomma ditemi un po'
voi: un bacio, Fede <3333 ps: questo è più lungo rispetto agli altri ;)
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Capitolo 8 *** L'invito ***
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L'Invito
Blair Waldorf si aggirava tra i corridoi della Constance
quando notò una figura appoggiata vicino al muro
“Bass, si può sapere cosa ci fai qui? È il corridoio delle
ragazze questo”
“Beh io non sono fatto per rispettare le regole” le disse,
cercando di sottolineare il doppio senso della frase
“Sai, alcune devono essere rispettate”
“E quali?” le disse
il giovane Bass avvicinandosi sempre di più a lei.
In poco tempo si ritrovarono a pochi centimetri di distanza
l’uno dall’altra, potevano sentire i loro respiri mischiarsi, i loro cuori battere all’unisono.
Chuck poggiò delicatamente le mani sulla vita di Blair, e le
sentì di nuovo: quelle maledette farfalle, ma cercò di ignorarle questa volta,
avrebbe fatto di tutto pur di averla.
“Per esempio: non toccarmi mai più, o ti spedirò a marcire
all’Inferno”
E detto questo B si staccò da Chuck e andò via lasciandolo
da solo con l’eco di quelle parole che aveva pronunciato dopo che lei se ne fu
andata: Troppo tardi, ci sto già marcendo
da solo.
Cortile della Constance
12 p.m.
“Chuck ti ho cercato dappertutto: ce l’ho fatta, ho
concluso!” disse entusiasta Dan.
“davvero? E con chi?”
“Jasmine Degardi” disse fiero Dan.
“Sbagliato. Prima regola: dimentica il nome, anzi evita di
conoscerlo.”
“E come? Chuck è impossibile”
“Oh, nulla è impossibile Humphrey”
“E cosa faccio ora?”
“Dai, o meglio do,
una festa. Sarà il tuo debutto sociale, se apparirai sfigato stasera, lo sarai
per sempre.”
“Ok, ma come faccio?”
“Niente domande Humphrey, conosci la gente più influente che
puoi, carpisci i loro segreti e distruggili, è il primo passo”
Dan era parecchio confuso ma decise di fare ciò che gli
diceva Chuck.
Casa Waldorf 4 p.m.
“Miss Blair c’è un invito per lei e per la signorina Serena”
disse Dorota una volta entrata in camera di B.
“Da a me Dorota, grazie” Serena prese gli inviti e ne lesse
uno:
Santi e Peccatori.
Chuck Bass ti aspetta al Palace
Hotel alle 10 p.m.
è richiesto un vestiario consono al
tema, grazie
“sembra divertente B, andiamo!”
“Bass organizza un party eh!”
“Già” disse Serena prima di notare un
piccolo foglio all’interno dell’invito di Blair, che non c’era nel suo.
Non c’è niente di più eccitante che portare un angelo sulla cattiva strada,
o redimere un diavolo. Marcirei all’Inferno volentieri Waldorf , ma ti porterei
con me.
CB
“Oh. Mio. Dio” disse Serena una volta finito di leggere il
biglietto.
“Dammi qua” le disse Blair prima di strappargli il foglio
dalle mani.
“B, da quando tu e Chuck Bass siete così in confidenza?”
“Non lo siamo infatti”
“E come lo spieghi quello?” disse S indicando il biglietto.
“è solo una stupidaggine scaturita dalla mente perversa dei
quel Bass - tardo”
“Sì certo come no”
“cosa vorresti insinuare?!”
Serena non le rispose, sorrise e andò via dicendole che
aveva un impegno con Nate.
Blair rimase ancora un po’ con quel foglietto tra le mani, quella sarebbe stata un’interessante serata.
Angolo Autrice.
Salve a tutti eccomi tornata
all'attacco con un nuovo capitolo, spero come sempre che vi piaccia!
ora però ho una richiesta: posso chiedervi un minimo di quattro
recensioni per continuare la storia???? Lo so sono cattiva e
ricattatrice (XD), ma mi farebbe davvero piacere che qualche lettore
silenzioso prendesse la parola ;) e ne approfitto per ringraziare
coloro che recensiscono, suguono, hanno inserito tra le
preferite/seguite/ricordate la storia (vuol dire che vi piace, su
fatevi avanti e ditemi anche se c'è qualcosa che non vi
convince) Alla prossima Fede <3333
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Capitolo 9 *** Santi e Peccatori ***
hgvffffffffjh
Santi e Peccatori
B si era preparata per la serata, lei, ovviamente, era una
santa, o quasi.
Indossava un vestito a mo’ di sottoveste candido ricamato a mano, con alcune rifiniture dorate sul seno
e alla fine, che arrivava poco al di sopra del ginocchio, scarpe tacco 12 anch’esse
bianche, un leggero strato di lucidalabbra e
portava i boccoli perfetti sciolti adornati da un bellissimo cerchietto
bianco con i bordi in oro.
Serena e Nate erano ad aspettarla di sotto, anch’essi erano
due santi, ma un po’ più casti di lei.
Quando arrivò rimasero entrambi a bocca aperta:
“Wow, Blair sei stupenda, cosa devi fare stasera?” chiese
con tono stupito e giocoso Nate.
“Scendere all’Inferno
per redimere un diavolo”
E Blair salì in limo lasciando Serena e Nate piuttosto perplessi.
Palace Hotel 10.30
p.m.
Chuck stava vagando per la sala da un po’, la festa
procedeva bene, Humphrey sembrava aver capito grossomodo quello che doveva fare,
ma di Blair neanche l’ombra.
Stava bevendo dello Scotch quando la sua attenzione fu
catalizzata su un angelo in particolare: Blair Waldorf entrò nella sala in
tutto il suo splendore; metà delle persone presenti in quella sala la ammirava,
l’altra metà la invidiava, lui la
desiderava.
Si avvicinò lentamente a lei per sussurrarle all’orecchio:
“Waldorf, vedo che hai capito il senso del mio invito”
“Non ti illudere Bass, avevo solo voglia di svagarmi un po’”
“Che ne dici di iniziare ballando con me?”
Chuck le porse la mano e Blair l’accettò, ballarono per un
po’ di tempo:non bevevano, non parlavano con nessuno c’erano solo loro, finché
Chuck durante un lento non la prese per mano trascinandola su per le scale.
Camminavano e ballavano, i loro nasi si sfioravano e i loro respiri si
mischiavano.
“Chuck! Si può sapere dove mi stai portando?!” chiese Blair
ridendo a pochi centimetri dalla sua bocca.
“é una sorpresa Waldorf”
“No, è un sequestro”
Chuck si allontanò da lei senza lasciarle la mano e salirono
fino all’ultimo piano, sul tetto.
Arrivati la vista era meravigliosa, New York era lì, tutta
per loro.
“è bellissimo” disse Blair assorta.
“Già, quand’ero bambino ho sempre sognato di poter vedere
New York dall’alto, purtroppo l’ho sempre vista solo nei film.”
Era vero, Chuck aveva sempre voluto salire su un tetto e
ammirare il panorama per essere un po’ più vicino a quel cielo che non avrebbe
mai toccato. Ora il suo sogno si stava avverando, con lei, lei era il suo
cielo.
“Non eri mai stato a New York prima?”
“No mio padre non si fidava abbastanza di me per lasciarmi
venire”
Blair in quel momento era completamente concentrata sulle
sue labbra, si avvicinò molto lentamente tenendo ancorato il suo sguardo a
quello di Chuck. Ormai li dividevano pochi centimetri, Chuck poggiò una mano
sul suo fianco e una sul suo viso, accarezzandolo, pochi instanti dopo le loro
labbra si incontrarono, ed entrambi si
chiesero come avessero fatto a stare così tanto tempo senza le soffici labbra
dell’altro premute contro le proprie.
Avvistati: Chuck Bass e Blair Waldorf prossimi al bacio della mezzanotte.
B non preoccuparti noi ti capiamo: infondo a
chi importa finire all’Inferno se il Diavolo bacia da Dio.
Angolo Autrice.
Saaaaaalve
a tutti miei cari, non posso fingere di nn essere dispiaciuta di nn aver recensito la quarta recensione, magari è anche passato poco, ma ho deciso comunque di postare questo, decido dunque di ringraziare le mie dolcissime recensitrici: Gaius, Believe Me e Martyc97! Btw ecco il capitolo del tanto atteso bacio *-* spero
che vi soddisfi e vi spinga a far felice la vostra autrice con
qualche recensione XD alla prossima: Fede <333
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Capitolo 10 *** Night meetings ***
ghghgghg
Night Meetings
Le loro lingue stavano danzando da dieci minuti quando dovettero
staccarsi per prendere aria, nessuno dei due aveva voglia di parlare, ma B si
fece coraggio e prese la parola.
“Io … dovrei andare” disse Blair prima di staccarsi da Chuck e scendere le scale.
Lui avrebbe voluto fermarla, ma era confuso, dannatamente
confuso. Era sicuro di aver sentito qualcosa battere nel suo petto,
all’impazzata, non aveva voglia di smettere di baciarla, avrebbe potuto vivere
di lei all’infinito, ma lui era il Demonio, non poteva avere un cuore!
Andò nella sua stanza e si buttò sul letto. Non sapeva
quanto tempo fosse rimasto sveglio, ma verso le 3 decise di andare dall’ultima persona da cui avrebbe
pensato di recarsi.
Suite 1907 3.10 a.m.
Dan stava dormendo placidamente quando sentì bussare
insistentemente. Spettinato e assonnato andò ad aprire, davanti a lui Chuck
Bass lo guardava in modo strano.
“Chuck!”
“Humphrey, sei l’ultima persona da cui mi aspettavo di
andare ma mi serve il tuo aiuto”
“Chuck sei ubriaco?”
“Humphrey smettila sono serio”
“anch’io”
Chuck lo incenerì e Dan lo fece entrare.
“ cosa ti serve?”
“Ti sembrerà strano ma mi serve un consiglio … da mortale, insomma tu lo sei stato quindi
potresti aiutarmi!”
“Con cosa?!” chiese sempre più sbalordito Dan
Chuck cominciò a
parlare, gli raccontò tutta la storia e aspettò una risposta.
“wow” disse Dan “beh, tu come fai ad essere così sicuro di
non avere un cuore?”
“Sono il figlio del Demonio Humphrey” rispose con ovvietà e
malcelata malinconia Chuck.
“Non significa nulla, Chuck il consiglio che posso darti è
questo: vedila ancora, ormai vi siete baciati, scopri se quello che sentivi non
era solo eccitazione per aver conquistato una mortale che ti ha tenuto testa o
è … altro!” Dan si astenne dal dire amore,
avrebbe solo spaventato Chuck, e non sarebbe servito.
Chuck si illuminò ed esclamò:
“Hai ragione, devo capire cos’era e per farlo devo
rivederla, vado!”
E detto questo si catapultò fuori dalla suite.
“Chuck! No! Intendevo domattina! A quest’ora le persone
dormono!” ma Dan parlava con se stesso, ormai Chuck era diretto a casa Waldorf.
Casa Waldorf 3.45 a.m.
B non riusciva a dormire, continuava a pensare a Chuck e al
suo bacio, al fatto che non l’avesse fermata e che lei fosse scappata da
qualcosa che non aveva mai provato con nessun ragazzo. Era ancora avvolta nei
suoi pensieri quando sentì dei rumori: Eleonor e Cyrus erano a Parigi e Dorota
a casa sua. Spaventata prese un vaso da sopra il comò e scese di sotto.
Stava ancora camminando nell’oscurità quando sentì una mano
posarsi sulla sua spalla.
“Aaaaaaaaaaaah”
“Waldorf calmati vuoi svegliare tutto il vicinato?!” chiese
a bassa voce Chuck.
“Bass!” esclamò” ti è dato di volta il cervello?! Che ci fai
qui?!”
“volevo vederti” le disse abbassando lo sguardo.
“Oh” disse B posando il vaso
Chuck non sapeva cosa dire, non poteva di certo rivelarle
che era un diavolo o che forse si era innamorato di lei,così disse la prima
cosa che gli passò per la testa
“Perché sei scappata?”
“I - io … non lo so”
confessò B.
“Ma deve esserci un motivo” le disse Chuck avvicinandosi
sempre di più a lei, non sapeva neanche perché lo faceva, ma erano due
calamite, non potava stare senza di lei.
“Immagino sia lo stesso per cui tu non mi hai fermata” gli
disse a un centimetro delle sue labbra.
“ma ora sono qui”
Non ci furono più parole,
le loro labbra si incontrarono ancora. Chuck la strinse a sé e Blair gli
mise le braccia attorno al collo, non accennavano a fermarsi, ma per la seconda
volta mancò il respiro e si staccarono.
Ancora in quella posizione Chuck sentì il cuore scoppiargli
nel petto, sorrise inconsciamente e le disse:
“Sarà meglio che vada, non voglio svegliare i tuoi”
“Veramente sono sola” gli disse ingenuamente Blair “ti va di
vedere un film con me?” B formulò quella domanda con un po’ di timore,la fama
di Chuck lo precedeva e sapeva che
vedere i film non era proprio la sua attività preferita.
Dal canto suo a
Chuck, stranamente, non dispiaceva affatto vedere un film con Blair.
“Certo”
Blair sorrise e il suo volto si illuminò, Chuck scoprì che
il sorriso di Blair Waldorf era la cosa più bella che avesse mai visto.
Salirono al piano di sopra , si misero sul letto e guardarono Colazione da Tiffany.
Erano stesi l’uno accanto all’altra, abbracciati: Chuck
avvolgeva B con le braccia accarezzandole i capelli e baciandola di tanto in
tanto, mentre B era appoggiata con la testa sul petto di Chuck e le mani di lei erano attorno allo sterno di
lui. Si addormentarono poco dopo in quella posizione. Audrey parlava e loro
dormivano, Audrey cantava e loro dormivano, Audrey piangeva e loro dormivano, Audrey e George si giuravano amore eterno e
la stessa cosa fecero loro nel silenzio della notte.
Angolo Autrice.
Ciaoooooo a tutti ho postato
prestissimo, lo so, ma non ho proprio resistito ;) Io amo i chair
dolciosi, però i problemi ci saranno quindi non vi
preoccupate, per ora faccio godere loro questa fase luna di
miele, credo XD non ho ancora scritto il prossimo capitolo quindi non
ne ho idea XD comunque vorrei un parere anche su Dan se vi va ;)
alla prossima: Fede <333
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Capitolo 11 *** How To Be a Bass ***
hggggggghgggggg
How To Be a Bass
Erano le 8 di Sabato mattina quando Blair Waldorf si svegliò
da sola nel suo letto. Subito una sensazione di vuoto le attanagliò lo stomaco.
Chuck non era lì. Chuck se n’era andato. Chuck l’aveva lasciata sola
illudendola.
Stava pensando questo Blair quando sentì aprire la porta
della sua camera.
Chuck Bass con un vassoio pieno di cibo, probabilmente
Dorota era arrivata, stava raggiungendo Blair sul letto.
“Buongiorno” le disse con nonchalance.
B sorrise e gli rispose “Non sei andato via”
“Perché avrei dovuto farlo?! Hai un letto davvero comodo
sai!”
Chuck non era mai stato in quella situazione, ma era a suo
agio. Aveva deciso di fare sul serio per la prima volta nella sua vita, Blair
gli faceva provare cose che non aveva
mai neanche immaginato potessero esistere, lo faceva sentire completo, felice.
“mi sono svegliata e non c’eri quindi ho pensato che te ne
fossi andato”
“sai ero stato tentato di farlo quando la tua tata mi ha
fulminato con lo sguardo!”
“Dorota! Che cosa gli hai detto?”
“Nulla, ho preso la colazione che ti aveva già preparato e
sono salito prima di essere ucciso”
Blair rise di gusto poi fece spazio a Chuck e cominciarono a
fare colazione assieme.
Si erano fatte le nove
e loro stavano ancora mangiando. Era abbastanza difficile farlo quando Chuck Bass ti baciava
praticamente ogni due minuti.
“Bass vorrei mangiare se non ti dispiace” disse ridendo B.
“Sì che mi dispiace”
Chuck riprese a baciarla e lei intrecciò nuovamente le
sue dita tra i capelli corvini di Chuck,
quando una furia bionda entrò in camera di Blair.
“B mi ha detto Dorota che- oh mio Dio!” disse la bionda
coprendosi gli occhi.
“Serena!” urlò Blair scansandosi da Chuck che guardava la
scena parecchio divertito.
“Blair, puoi spiegarmi perché Chuck Bass è nel tuo letto?”
“Noi non stavamo facendo niente” tentò di giustificarsi
Blair.
“E lo chiami niente quello! Vi stavate baciando”
“Posso spiegarti io-“
Le due amiche furono interrotte da un confuso Nate
Archibald.
“Ragazze, ho sentito delle urla, cosa- oh” disse vedendo
Chuck riprendere la sua Giacca.
“Ehm, ciao, io sono Nate Archiblad” disse confuso il biondo.
Chuck ghignò”Io sono Chuck Bass”
“che ne dici di scendere a fare colazione, mi sembrano …
impegnate”
“Ok, Archibald, ci sto. Ma ti accompagno, ho già fatto
colazione “ disse guardando verso B e sorridendo, lei ricambiò ma fu fulminata
da Serena.
Dopo pochi minuti B e S si ritrovarono da sole in camera.
“Serena non è come pensi!”
“Ah sì e come sarebbe allora?”
“è lungo da spiegare”
“mi accontento di un riassunto” replicò la bionda.
B sospiro è disse:
“Ok. Ieri sera, dopo aver ballato Chuck mi ha portata sul
tetto, e lì ci siamo baciati, io ero sconvolta, così sono scappata, rimanendoci
anche male perché lui non mi aveva fermata; verso le 3 stamattina lui è venuto
dicendo che voleva vedermi, siamo saliti in camera mia e … abbiamo visto
colazione da Tiffany insieme e poi ci
siamo addormentati, stamattina era qui
e abbiamo fatto colazione insieme”
L’arrabbiatura di Serena era passata, mentre B parlava le si
illuminavano gli occhi e sorrideva dolcemente.
“Ve bene, non sono arrabbiata, ma solo perché sei tu!”
B le saltò praticamente addosso, un gesto assolutamente non
da lei, ma era troppo contenta.
Blair si vestì e
scesero di sotto dove Chuck e Nate chiacchieravano.
“Hey” disse Blair per attirare l’attenzione.
“Allora? Chuck ha passato l’esame S?”
“Direi di sì, per ora”
Dopo aver parlato un po’ Serena e Nate andarono via e Chuck
e Blair rimasero da soli.
B si avvicinò a Chuck, che le cinse i fianchi, e disse:
“Allora, cosa facciamo?”
“Blair, mi piacerebbe restare, ma devo andare, sono con un
amico e gli ho promesso che ci saremmo visti”
Blair corrucciò la fronte e dopo aver ricevuto un bacio a
stampo accompagnò Chuck all’uscita.
“Ci vediamo stasera?” chiese.
“ti passo a prendere alle 8”
Chuck Bass uscì con un
sorriso sulle labbra e qualcosa di nuovo nel petto.
Palace 11 a.m.
“Chuck, dove sei stato?”
Chuck lo ignorò dicendo solo:
“Humphrey, avevi ragione!”
“Beh, mi sarei almeno aspettato un ‘Grazie’ ma mi accontento
con poco”
Chuck lo ignorò nuovamente dicendogli:
“Ascoltami bene Humphrey, perché questo sarà il giorno più
importante della tua nuova vita, il giorno in cui imparerai le uniche regole
che dovrai rispettare, imparare e di cui farai il tuo credo, sei pronto?”
Dan era intimorito e confuso, ma nonostante ciò annuì.
Così Chuck ghignando
gli illustrò i suoi nuovi comandamenti:
“1 Non nominare il
nome di Bart Bass invano.
2 Ci sono poche cose
che considererai sacre: il retro della limo è una di queste. Santificalo.
Several times.
3 Correggi ogni
bevanda che trovi con del Jack ed onora ogni posizione verticale ed orizzontale
sfruttabile.
4 Se qualcosa è tua
comportati come un assassino. La gelosia è un’emozione potentissima.
5 Hai sempre diritto
ad una scopata: sancisci l'accordo. Ricorda ogni livello di perfezione merita
di essere violato. Sii felice di contribuire alla deflorazione. Vergini e limo
saranno le tue specialità. Anche se con questo punto tu sembri avere dei problemi
Humphrey.
6 Ricorda, la partita
non è finita finché non lo dici tu. Pedina, ricatta ed umilia pubblicamente il
nemico. Mentire è un'arte: non fare quella cosa in cui gli occhi non vanno in
sincrono alla bocca. Ammira chi sa davvero ferire le persone.
7 I limiti di perfezione
sono fatti per essere superati. Sii sempre disposto a giocare. Non farti
scrupoli, tra moglie e marito metti sempre il dito: è meglio un naso rotto che
un cuore infranto.
8 Non cercare la
felicità, ricordati che quelli come noi hanno diritto ad un conto azionario,
una bella malattia, una casa negli Hamptons e a tutti i piaceri che i soldi
possono comprare, e anche qualcos’altro che, chi ha il privilegio di vivere
negli Inferi si può permettere.
È tutto chiaro?”*
“Sì, ma questi sono i comandamenti su come essere un
perfetto Diavolo e su come essere un perfetto Bass?” chiese scettico.
“Ah già, l’ultimo comandamento:
Imparerai presto che l’unica
differenza tra un semplice demonio e un Bass, è che quest ultimo è molto più
pericoloso.
Dan rimase sconcertato, da
quel giorno si poteva considerare a tutti gli effetti un discepolo del Demonio.
[1] ci tengo a precisare che i comandamenti non
sono una mia
invenzione, bensì un ottimo lavoro di questo splendido forum su
Chuck e Blair: http://chuckblair.forumfree.it/?t=59155289 (anche
il titolo del capitolo è quello della discussione)
Angolo Autrice.
Ciaoooo a tuttiiiiii. Credo che
questo sia il capitolo più lungo che abbia scritto, ma non ne
sono convinta, non mi fa proprio impazzire, comunque, a voi l'ardua
sentenza! alla prossima: Fede :)
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Capitolo 12 *** Sottoveste color champagne ***
ggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggg
Sottoveste Color Champagne
Blair Waldorf si ammirava allo specchio compiaciuta, perfetta
nel suo Foley & Corinna nero.
Sia aggiustò meglio
la collana di perle e il cerchietto bianco, posizionandolo meglio nei boccoli
che cadevano soffici sulla schiena scoperta.
Quella sera doveva
essere perfetta, non sapeva dove l’avrebbe portata Chuck, ma il suo istinto le
diceva che quella sera doveva fargli perdere la testa, e si sa: l’istinto di
Blair Waldorf non sbaglia mai.
Intanto Chuck Bass
varcava la soglia dell’attico Waldorf, ansioso di vedere Blair.
Dorota la chiamò, e
dopo un po’ fece la sua comparsa quella che Chuck Bass etichettò come la più
bella creatura che avesse mai visto, rimase a fissarla compiaciuto finché non
decise di dare voce ai suoi pensieri.
“Buonasera Waldorf,
sei stupenda”
O almeno ad un parte di questi.
B finì di scendere
le scale e rispose: “Grazie Bass, anche tu non sei niente male.” Di certo non
gliel’avrebbe data vinta così facilmente, quella sera Blair aveva voglia di
giocare,e si sa, non c’è giocatore migliore di Chuck Bass.
Entrarono nella limo
che li portò al Lion, e dopo aver
finito di cenare entrarono nuovamente nell’elegante vettura.
“Allora Bass, qual è
la seconda tappa della nostra serata?” chiese Blair adagiandosi meglio sui
sedili neri.
“Vedrai Waldorf
vedrai”
****
Intanto in un’altra
parte della città anche Serena e Nate si stavano godendo una serata insieme
davanti alla tv, quella sera trasmettevano Flash Dance uno dei film preferiti
di Serena.
Durante la
pubblicità si ritrovarono a parlare di Chuck e Blair.
“secondo te è il
tipo giusto per B?” chiese S.
“Non saprei Blair è
… complicata”
“L’ho vista
abbastanza presa da Chuck, insomma non le avevo mai visto quella luce negli
occhi, ma ho paura che lui possa farla soffrire” disse ancora la bionda
adagiandosi meglio sul petto di Nate.
“Uhm non saprei, di
certo da quello che si racconta non è proprio uno stinco di santo, ma non sono
fonti certe, io credo ch in fondo sia un bravo ragazzo”
Serena lo guardò
strana per poi dire: “Nate, simpatizzi per Chuck Bass per caso?”
“Beh che c’è di
male, sembra simpatico, un giorno di questi potremmo uscire tutti e quattro
insieme”
S scoppiò a
ridere:”Oddio Nate, parli come … una ragazza!”
“Oh andiamo cos’ho
detto!”
Serena continuava a
ridere.
“Naty credo che
abbia trovato anche tu la tua anima gemella”
Risero e scherzarono
così finché non si addormentarono l’ uno fra le braccia dell’altro.
****
“Un locale
Burlesque? Stai scherzando?!”
A Blair era capitato
di essere portata in campagna, per locali, in spiaggia, all’acquario, allo zoo
perfino, mai in vita sua qualcuno aveva avuto la strana idea di portarla in un
locale di burlesque.
“No, affatto.
Pensaci, un posto rispettabile dove farsi trasportare in un’altra epoca e
potersi lasciar andare. Nessuna morale, puro divertimento, ciò che succede al Victrola resta al Victrola, se non vuoi entrare però …”
“Mi hai convinta
Bass, entriamo”
I due si sorrisero e
si incamminarono verso il locale.
Blair era
letteralmente ipnotizzata dallo spettacolo, era vero, le sembrava di essere
stata catapultata nella Francia degli anni ‘20, era tutto così … magico.
Seduto accanto a lei
sul divanetto, Chuck la osservava in silenzio.
“Anch’io mi so
muovere” disse tutt’un tratto Blair.
Qualcosa nelle mente
di Chuck si mosse, il gioco era appena cominciato.
“Davvero?! Allora perché
non Sali sul palco?!” una sorta di sfida, un sottile doppio senso sotto quell’ironia
che lei avrebbe dovuto cogliere.
Rise “No, dico solo
che mi so muovere!”
“Forza sei 10 volte
più sexy di tutte le altre” le disse toccandole leggermente il braccio.
Quella conversazione
doveva avere un vincitore.
“Non ci casco Bass”
disse Blair, ma poi sembrò rendersi conto di qualcosa, ed ecco che la regina
entrava in campo.
“Tu non credi che io
salirei sul palco”
“Io so che non lo
farai”
Poteva sembrare una
sfida stupida, ma che nessuno dei due
era intenzionato a perdere.
Blair, incredula
posò il suo bicchiere sul tavolo per poi rivolgersi nuovamente a Chuck:
“Ti lascio il drink”
Chuck la guardò
divertito, non poteva credere che la stessa ragazza castigata e perfetta che
aveva conosciuto quel giorno alla Constance ora si stesse per esibire per lui.
Blair salì sul palco
e pian piano tutte le inibizioni sparirono, così come i suoi indumenti: il
cerchietto e poi il vestito, era rimasta in sottoveste, una sottoveste Champagne che Chuck non avrebbe dimenticato tanto
facilmente.
Ma quando il vestito
cadde ai piedi di Blair, allora Chuck smise di ridere.
La guardò rapito:
era meravigliosa, bellissima, sicura di se, sexy …
In quel posto erano
spariti tutti, come al ballo, solo lei e Chuck, nessun altro.
E mentre lei
giocherellava divertita con le perle Chuck non poté far dammeno di alzarsi,
brindare e pensare che Blair Waldorf
doveva essere sua.
La serata passò
velocemente, troppo.
Erano seduti in
limousine, così vicini da sentire i loro profumi mischiarsi, ma troppo lontani
per toccarsi.
“Grazie per la
serata”
“Eri fantastica sul
palco” e non c’era traccia di malizia nella sua voce, solo un sincero
complimento.
Forse fu quella
consapevolezza, o l’essersi finalmente sentita bella, apprezzata, amata che
spinse Blair ad accorciare la distanza che li divideva, fino a sfiorare le
labbra di Chuck con le sue.
“Sei sicura?” una
domanda,un momento, un ritorno alla realtà.
Nessuno le avrebbe
impedito di sentirsi ancora viva come quella sera, voleva sentire di nuovo il
suo sapore, e il suo sguardo su di lei.
Così lo baciò, di nuovo, e stavolta lui rispose senza
esitazione accogliendo nelle sue quelle labbra rosso ciliegio e facendo
scivolare via dal suo corpo la sottoveste color champagne.
Angolo Autrice.
Eccomi ritornata dopo
una lunga assenza! Beh spero che il capitolo vi ripagherà
dell'attesa, avevo il blocco, ma poi l'ho scritto tutto di getto e mi
sembra essere venuto abbastanza bene, ma siete voi i giudici ;)
Ovviamente parte dei
dialoghi riportati sono quellii della famisissima scena al Victrola,
con qualche minuscola modifica di poco conto, che altro dire spero vi
piaccia e che commentiate.
Alla prossima, Fede <333
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Capitolo 13 *** La sua nuova dipendenza ***
bvbhbnnnnnnnnnnnkkkkkkk
La sua nuova dipendenza
La sua risata, il suo corpo, le sue labbra, era
tutto così strano per Chuck.
Avrebbe dovuto dimenticarla, lo sapeva, ma non
poteva. Sin da quando i suoi occhi incontrarono quelli di lei, Chuck ebbe la
certezza che non si sarebbe liberato
tanto facilmente di quella bambola di porcellana.
E poi quella notte, quella notte che aveva cambiato
tutto, lui che si accorge di avere un cuore, lei che si dice che Chuck Bass non
è poi tanto male.
Ma si sbagliava, si sbagliava terribilmente, perché
lui era il male in persona, ed era venuto sulla Terra per creare scompiglio,
non per innamorarsi infatuarsi di Blair Waldorf.
Eppure era successo, non riusciva a non pensarla la
notte quando si addormentava o la mattina appena sveglio, non riusciva a non
desiderare le sue labbra, ancora e ancora finché non ne avrebbe avuto
abbastanza (cosa che, ormai se ne era reso conto, non sarebbe mai successa, non
poteva stancarsi di lei).
Poi il Victrola, ed ecco che le carte si mischiano e
i ruoli s’invertono, lei la tentatrice
Rossetto
rosso, sottoveste champagne, sguardo malizioso
E lui il tentato
Il
respiro che accelera, le mani che scorrono sul suo corpo, New York che scorre
troppo velocemente fuori da quella limousine.
Adesso non poteva che chiedersi cosa lei stesse
facendo; se lo stesse pensando, se stava considerando l’accaduto un errore.
Ma non poteva esserlo perché lui glielo aveva
chiesto
Sei
sicura?
E lei lo aveva baciato. Un bacio dolce, passionale,
magico, a cui ne seguirono altri, che crearono la dipendenza con cui ora si
trovava a dover fare i conti.
L’aveva lasciata poche ore prima, e già sentiva la
mancanza di quelle labbra che poteva rivendicare come sue.
Anche se, lo sapeva, non gli appartenevano affatto.
Ma dal loro primo bacio aveva desiderato ardentemente che quel pezzo di Paradiso gli appartenesse.
Paradiso. È
strano da dire, o pensare, per uno che ha vissuto negli Inferi per tanto tempo –sempre- . Ma quell’angelo gli aveva
rubato l’unica cosa che neanche sapeva di avere, e ora farselo restituire gli
sembrava impossibile.
Dall’altra parte della città un angelo non riusciva
a prender sonno, perché si era resa conto, che, infondo, proprio una un angelo
non era.
Si era ceduta anima e corpo a Chuck Bass, sui sedili
di una limo.
Ma si sentiva bene, maledettamente bene, perché Chuck
l’aveva guardata. L’aveva guardata
come mai nessuno aveva fatto, l’aveva guardata come Nate guarda Serena,
NO,
non era quello sguardo, era uno sguardo diverso,
solo suo –loro- ed ora non desiderava
altro che essere ancora guardata in quel modo.
Non desiderava altro che rivedere Chuck Bass, ma al
tempo stesso ne aveva paura, una tremenda paura.
Si era informata, non giravano voci piacevoli sul
suo conto, e le più frequenti sono quelle che dicono che lui non s’impegna, con
nessuna.
Ma lei non era nessuna, lei era Blair Waldorf, colei
che gli aveva rubato il cuore.
Solo
che questo doveva ancora scoprirlo.
Angolo Autrice.
Innanzitutto: scusate,
scusate, scusate, scusate tantissimissimo!!!!!! >.<
è passato tantissimo tempo, ma purtroppo agli impegni
scolastici si è aggiunto il famoso BLOCCO, per questo capitolo
ringraziate Max Pezzali, e la mia pessima connessione xD, poichè
cantando Come mai, mi è tornata l'ispirazione. Il problema
è che io so come finirà, ma non so come arrivare alla
fine XD Comunque, spero che il capitolo vi piaccia, è stato
scritto per lo più per entrare nella testa di Chuck e Blair e
farli avvicinare di più ;)
In fine mi preparo
alla lavata di testa he riceverò da martyc97, perchè
neanche in questo capitolo succede nulla di eclatante...
Grazie anche alla mia amica Elena che asseconda i miei scleri e che legge con pazienza le pazzie che scrivo <333
Alla prossima spero al più presto.
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Capitolo 14 *** Prejudice ***
sddddd
Prejudice
Quel giorno Blair si
era svegliata prima del solito, non c’era neanche stato bisogno che Dorota la
svegliasse. A dire il vero non aveva dormito molto neanche durante la notte. Aveva continuato a pensare
a Chuck e al fatto che aveva perso con lui la sua grande V.
Preparatasi non
aspettò neanche Serena, avrebbe notato che qualcosa non andava e lei non era
ancora pronta per raccontarle l’accaduto, ma non voleva neanche mentirle, così
le aveva mandato un messaggio ed era uscita.
Central Park in quel
periodo dell’anno era davvero meraviglioso, e, soprattutto, era un buon posto per non pensare a nulla.
Era seduta su una
panchina davanti al laghetto delle anatre quando notò un ragazzo dai capelli
scuri e la divisa del St. Jude avvicinarsi a lei, accanto a lui c’era … Chuck.
Doveva fare in modo
di non essere vista, al momento non voleva pensare a ciò che avrebbe potuto
dirle, così si alzò in fretta e furia e corse via da lì, sperando di non essere
stata notata.
Constance 11.02 a.m.
Blair stava
tranquillamente passeggiando tra i corridoi deserti della scuola quando sentì qualcuno stringerla per
un braccio e spingerla all’interno di
un’aula vuota.
“Bass!” esclamò sorpresa.
“Blair, dobbiamo
parlare”
“Oh” B abbassò il
capo delusa, avrebbe dovuto immaginare che non appena avrebbe avuto ciò che
voleva l’avrebbe lasciata.
Chuck notò che
qualcosa non andava così le prese il mento per guardarla negli occhi. Erano
lucidi, ma non avrebbe mai pianto.
“Blair, cosa c’è?”
Blair prese un
respiro profondo, tolse la mano di Chuck da sotto il suo mento, ritirò le
lacrime che minacciavano di uscire e disse:
“Bass, se vuoi
mollarmi ti risparmio la fatica, è finita!”
Non gli avrebbe dato
quella soddisfazione, lei è Queen B e non perde mai, si girò sui tacchi e si
incamminò verso la porta, ma proprio quando stava per uscire si sentì tirare
nuovamente verso l’interno.
Chuck la strinse a
sé e senza darle il tempo di poter dire nulla la baciò con passione.
Blair era dapprima
sorpresa, ma poi si lasciò andare
ricambiando il bacio e intrecciando le dita tra i capelli di Chuck.
Dopo svariati minuti
mancò il fiato ad entrambi e si staccarono.
“Tu, non volevi
lasciarmi?” chiese confusa e speranzosa Blair.
“no, affatto, perché
mai hai pensato una cosa del genere?”
“Beh, tu sei Chuck
Bass, credevo che dopo la scorsa notte tu mi-“
Chuck la baciò
nuovamente, ma con più dolcezza.
“Ti basta come
risposta?!”
“Mmmh credo che
potresti essere più convincente Bass”
Continuarono a
baciarsi per molto tempo, minuti, ore, anni, non avevano idea di quanto tempo
fosse passato.
Fatto sta che
dovettero staccarsi quando la campanella suonò e B si rese conto di essere
stata “in bagno” per venti minuti.
I due si lasciarono,
promettendosi di rivedersi per pranzo nella
splendida limousine di Chuck Bass.
Angolo Autrice.
Sì, sono ancora viva, Ee mi dispiace non aver potuto aggiornare, ma non ho avuto la connessione fino ad oggi -.-""""
In
ogni caso spero che il capitolo vi piaccia, mi spiace ancora per la
mancanza di azione ma la riservo per i prossimi capitolo, che spero
riuscirò a scrivere presto :)
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Capitolo 15 *** Burds, Roots and Bad Gardeners ***
ffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff
Burds, Roots and Bad Gardeners
La giornata passò velocemente, ed in men che non si dica arrivò l’ora per
Chuck e Blair di divedersi.
“Allora Waldorf, ci vediamo domani?”
“Contaci”
Blair gli sorrise e l’unica cosa che poté fare fu rispondergli con lo
stesso sorriso: timido, impacciato e quasi tenero, un sorriso non propriamente
alla Chuck Bass. Ma quando era con lei non poteva evitare di comportarsi come
un bambino alla prima cotta, lei gli faceva questo strano effetto, lo faceva
impazzire.
Ad interrompere il gioco di sguardi tra Chuck e Blair furono Serena e la
sua risata argentina:
“Hey, B!”
“Ciao S”
“Oh Chuck, ci sei anche tu!”
“Ciao Serena, Nate”
Serena li scrutò attentamente per poi ricordarsi quello che gli aveva
detto Nate qualche tempo prima:
“Hey ragazzi, mi è venuta una meravigliosa idea, perché non organizziamo un
uscita a quattro?”
Blair la guardò titubante mentre Chuck era abbastanza a disagio.
“Beh, uno di questi giorni-“
“No, io intendevo stasera!”
“Cosa?!”
“Beh a me andrebbe bene, Chuck che ne dici?” s’intromise Nate.
“Va bene per me”
“Allora è fatta! Dai B, ci divertiremo!”
E quando Serena Van Der Woodsen ti sorride in quel modo, come una bambina
che aspetta i regali di Babbo Natale, allora non si può che dirle di:
“Sì, va bene anche per me”
“Aaaaw, fantastico! ci vediamo al Butter alle 8?”
I quattro annuirono per poi andarsi a preparare.
Empire Hotel
suite 1812
Papillon rosso, nero o viola? Giacca a righe o a tinta unita? Gucci o
Armani?
Erano questi i problemi esistenziali che Chuck Bass stava tentando di
risolvere quando Dan Humphrey entrò come un furia nella sua stanza.
“Humphrey ma che?!-“
“Chuck ti prego: fa silenzio!” disse Dan tappandogli la bocca.
“Daaaaan! Dannuccio! Dove sei finito?” una voce femminile riecheggiò tra
le pareti della stanza, ma prima che
potesse varcare la soglia Dan spinse Chuck nella cabina armadio e vi si chiuse
dentro.
“Humphrey, cosa diavolo sta succedendo?” disse Chuck cercando di rimanere
il più calmo possibile.
“Ricordi la storia del defloratore?”
Chuck annuì.
“Beh, ecco ho incontrato questa Jessica, ho sancito l’accordo, ma ora lei
si è innamorata di me e mi ha seguito fin qui e io non so come fare quindi-“
“Faccio io.” Disse Chuck “Ma che non si ripeta mai più, intesi? Oppure
scappare da una ragazza sarà l’ultimo dei tuoi problemi.”
Dan annuì ed uscirono dalla cabina armadio, ma Jessica non c’era più,
così Chuck decise di continuare a prepararsi e Dan di andare a fare una
denuncia per stalking, idea che Bass bocciò appena venne in mente ad Humphrey
dicendogli che Doveva imparare a
risolversi i suoi problemi da solo, o evitare di causarne.
Quando Chuck fu pronto si diresse verso casa Waldorf.
La visione di Blair nel suo Nanette Lepore Viola
lo fece rimanere letteralmente a bocca parte, ma si riprese subito per poi
dirle ghignando:
“Il
viola ti sta d’incanto Waldorf!”
“Grazie
Bass, neanche addosso a te non è niente male” osservò notando che matchavano.
I
due si misero in macchina pronti a raggiungere i due biondi al Butter.
La
serata passò tranquillamente: parlarono, ballarono e B notò che Chuck e Nate
andavano particolarmente d’accordo, dettaglio che fece notare a Chuck con una
punta di sarcasmo, mal celando che in realtà era entusiasta del fatto che Chuck
andasse così d’accordo con i suoi migliori amici.
“Bass,
se non la smetti di rivolgere così tante attenzioni a nate finirò per
ingelosirmi!”
“Blair
Waldorf gelosa è uno spettacolo che non vorrei perdermi! Ci tieni così tanto a
me?!”
“Non
montarti la testa, solo non mi piace dividere le mie cose!”
“Lo
sai questo è il primo passo verso l’inferno”
Ed
era vero: Se qualcosa è tua comportati come un assassino. La gelosia
è un’emozione potentissima.
Blair Waldorf non
avrebbe mai smesso di stupirlo.
“E chi ti dice
che non stia puntando proprio al titolo di regina degli inferi?”
Mai.
A quel punto
Chuck non resistette più alla tentazione e, con una mossa fugace, catturò le
sue labbra.
Uno spettatore
invisibile al resto del mondo, intanto, osservava con forte disappunto quel
tenero amore sbocciare e si prefisse un obbiettivo: strapparne le radici prima che fosse troppo tardi.
Angolo Autrice.
Perdonatemi, vi pregooooo! Lo so, vi ho fatto aspettare
tantissimo, ma il capitolo serve per l'inizio di tutto e, anche se
è noioso e non succede praticamente nulla, mi serve per il
prossimo che sarà importantissimo. Quindi chiedo venia, ma non
sapevo proprio cosa inventarmi -.-"
Spero comuqnue che vi piaccia e di sapere che cosa ne pensate, alla prossima (spero il prima possibile), Fede <3333
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Capitolo 16 *** Battaglia tra Bass ***
gfhfggsaDQW
Battaglia tra Bass
Blair sorrise contro le labbra di Chuck
e tentò di approfondire il bacio, ma furono interrotti dal rumore di un
cellulare che squillava, quello di Chuck. Con riluttanza si staccarono e Chuck
vide il nome comparire sullo schermo del
suo Black Berry: Humphrey.
Rifiutò la chiamata e tornò a dedicarsi
a Blair, ma prima che potesse di nuovo bearsi dell’immenso piacere che erano le
labbra di lei il cellulare tornò a squillare.
“Scusami, devo rispondere”
Lei gli sorrise radiosa mentre Chuck si
alzava per poter imprecare indisturbato contro Humphrey.
“Humphrey, si può sapere cosa diamine
vuoi?!”
“Chuck credo che dovresti venire subito
qui”
“Humphrey ti avevo detto di non
combinare casini!”
“E non l’ho fatto, Chuck, devi credermi,
se non vieni subito qui all’Empire le cose potrebbero precipitare”
Notando la voce seria, preoccupata e
spaventata di Dan Chuck decise che forse sarebbe stato miglio andare a vedere
di cosa si trattasse, così si diresse
nel locale per salutare gli altri.
“Ci vediamo domani?” chiese Blair.
“Certo!”
E dopo essersi scambiati un altro bacio
i due amanti si divisero, lasciando che la limousine nera si allontanasse
sempre di più da Blair, ignari del fatto che non era l’unica targata Bass cosa
che si sarebbe allontanata dalla ragazza quella sera.
Suite 1812 10.30 p.m.
“Humphrey, cosa c’è di così importante
da- Papà?!” se un giorno avessero chiesto a Chuck quel’era il momento più
sconvolgente della sua vita lui avrebbe risposto quello lì.
Bart Bass non si mischiava con i
mortali. Osservava la vita degli altri, o meglio la loro fine, dall’alto del
suo trono negli Inferi. Non si era mai scomodato ad andare sulla Terra, ecco a
cosa gli servivano i demoni come Carter o Georgina; quindi, in quel momento,
era lecito che Chuck fosse stato sorpreso nel trovarlo comodamente appollaiato su
una poltrona mentre beveva dello scotch.
“Chuck” disse con calma e tranquillità.
“I- io vi lascio, ok?! Arrivederci
signor Bass … e Chuck” disse Dan balbettando.
Dopo che il ragazzo s’ebbe chiuso la
porta alle spalle Bart cominciò a parlare:
“Siediti pure Chalres, vuoi dello scotch?”
“Papà che cosa ci fai qui?” disse Chuck
evitando tutti quegli inutili convenevoli.
Bart sospirò pesantemente e, dopo aver
bevuto un altro sorso della bevanda ambrata nel suo bicchiere, riprese a dire:
“Allora, come procede l’addestramento di
Humphrey?”
“Molto bene.”
“Davvero?! A me sembra che quel ragazzo
sia lungi dall’essere un diavolo”
“Beh credo che sia nei suoi geni” gli
disse Chuck senza perdere sicurezza e mantenendo la sua faccia da schiaffi “Ed io non faccio miracoli, non rientra nei miei
… compiti, diciamo così” disse finendo la farse con un ghigno.
Chuck lo guardò e sorrise: una battaglia
tra due Bass non era certo facile da vincere, non sai mai chi dei due stia
barando, bluffando o giocando meglio.
“Dan mi ha detto che sei uscito con una
ragazza stasera, così sono venuto a controllare”
Chuck lo guardò scettico.
“Davvero niente male figliolo, questa
quale sarà, la terza, quarta volta che ci esci? Strano non è da te, come non è
da te uscire con i suoi amici, guardare un film insieme a lei, dormire senza-“
“Sei venuto fin qui per parlarmi della
mia vita sentimentale?!” disse Chuck di fretta, troppa per accorgersi della
trappola in cui era appena caduto.
Bart ghignò.
“Da quando un demonio può parlare di
sentimenti?”
Chuck si morse la lingua. Cazzo, era
fottuto.
Ora gli era tutto più chiaro.
“Arriva al punto” gli disse pur essendo
ben conscio di cose gli avrebbe detto. La sua mente sapeva ciò che il cuore si
rifiutava di accettare.
“Non vedrai più Blair Waldorf, ne avrai
tante altre, ma non lei. Continua il tuo lavoro con Dan o ritorna negli Inferi”
“E se volessi rivederla di nuovo?”
“Chuck, quella ragazza ti sta rendendo
debole e ingenuo. Credi di essere diverso, speciale, solo perché ti sei
convinto che ci sia qualcosa nel tuo petto che batte?! Mi spiace, ma tu sei un
diavolo, e vivrai come tale, è deciso.”
“Oppure?”
“Sai, credo che il viso di porcellana
della tua Blair starebbe benissimo nella stanza 102, magari accanto a quello di
Enrico VIII o Lucrezia Borgia.”
Chuck sbiancò.
“E’ un ricatto?”
“Chiamalo come ti pare, l’importante è
che non ti avvicini mai più a Blair Waldorf. Sono stato chiaro?”
Chuck fece un leggero accenno con il
capo e una smorfia si dipinse sul suo bel volto.
Bart uscì e lui si lasciò cadere sulla
poltrona.
Chuck quella sera capì molte cose. Capì di
odiare Bart, che nemmeno Chuck Bass poteva avere tutto, ma , soprattutto, capì che
suo padre si sbagliava, lui un cuore ce l’aveva, ed era appena andato in
frantumi.
Angolo Autrice.
Eccomi di ritorno con quello che dovrebbe
essere un momento cruciale, quindi: abbiate pietà di me se fa schifo -.- Ovviamente se volete potete lasciarmi una
recensione (positiva o negativa che sia) e dirmi che ve ne pare. Spero di aver
reso bene la parte Chuck/ Bart e che si sia capita la minaccia :3 Alla
prossima, Fede <33
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Capitolo 17 *** I need a friend, but I didn't know ***
I need
I Need a friend, but i didn't know
Era passato un mese esatto da quella
fatidica sera, un mese in cui Blair continuava a chiedersi come mai Chuck non
fosse più tornato, perché non frequentasse più il St. Jude, perché non la
chiamasse o la cercasse.
Aveva passato le prime due settimane a
chiamarlo, a lasciargli messaggi in segreteria e sbirciare fuori dalla finestra
della sua camera, sicura di poter intravedere una limo nera appostata sotto
casa sua; dopo un po’, stanca di quella situazione, aveva smesso di cercarlo, continuando a
ribadire che ,di quel Bass-tardo, non gli importava nulla; ma nessuno sapeva di
come gli mancassero i suoi occhi color caramello, di come non desiderasse altro
che specchiarcisi di nuovo per potersi sentire di nuovo splendida, bellissima e
sua. Nessuno eccetto la sua migliore
amica, che poteva intravedere una nota accentuata di tristezza nello sguardo di
B ogni qual volta una limo nera passava davanti a loro.
Chuck non stava meglio, aveva passato le
giornate a sbronzarsi, cambiando donna ogni sera e insegnando ad Humphrey le
regole dell’illegalità. Ma dopo un po’ di accorse che l’alcool non aveva il
potere di togliergli la sua immagine dalla testa, che ogni qual volta apriva
gli occhi e si accorgeva che la donna che stava toccando non era quella che
voleva e sentiva un incolmabile vuoto dentro, così le prostitute scomparvero e
i super alcolici diminuirono.
Dan Humphrey era diventata la sua unica
distrazione.
Ma Daniel aveva il difetto di essere
troppo intelligente, e si era accorto di
come Chuck abbassasse lo sguardo ogni qualvolta una ragazzina della St. Regis nominava
Blair Waldorf e la sua ultima festa. Fortunatamente era anche dotato di buon
senso, e ogni volta inventava una scusa diversa per farlo distrarre, a volte
capitava che facesse qualche domanda che sapeva gli sarebbe valsa un insulto,
prenderle in giro Dan sembrava risollevargli l’umore, o per lo meno mascherava
la tristezza annidatasi in fondo a quel caramello.
Non l’avrebbero mai ammesso, ma i due
ragazzi erano quasi diventati amici. Per questo quando Dan trovò Chuck
puzzolente di alcool e con qualche sgualdrina al seguito in una camera che non
era la sua sentì la necessità di fargli sputare tutto ciò che si stava tenendo
dentro.
“Ti ho già detto che non ho nulla” disse
Chuck barcollando fino alla poltrona.
“Oh, giusto, ed è per questo che sei
quasi andato in overdose stasera, hai
bisogno d’aiuto Chuck.”
“Cos’è?! Hai trovato lavoro come angelo
custode?!”
“Sono serio.”
“Anch’io, ti ho detto che voglio stare
solo”.
“No, tu mi hai detto di andare a quel paese,
di farmi gli affari miei e hai blaterato qualcosa su Audrey Hepburn, ma non mi
hai detto che volevi stare da solo”
“Lo sto facendo ora” disse Chuck
alzandosi per raggiungere il piano bar.
“No! Chuck, smettila di bere!”
“Stammi a sentire Humphrey, se vuoi fare
la crocerossina vai da qualche altra parte. Non ho più nulla da perdere ormai,
quindi lasciami pure affogare nell’assenzio”
“Cosa? Sai che ti dico, hai ragione! Me
ne vado, buona fortuna!”
Dan usci di fretta e furia sbattendo
rabbiosamente la porta.
Chuck si massaggiò le tempie, contento
di poter avere un po’ di pace, fece per portare il bicchiere alla bocca ma un
altro rumore lo fece sobbalzare. Dan era tornato.
“Ok, io non ce la faccio a lascarti
così, sarà pure un comportamento riprovevole per un diavolo ma non ti lascerò
solo.” Decretato ciò Dan si avvicinò a Chuck per togliergli la bottiglia di
mano, ma la voce di Bass lo fermò.
“Non. Ho. Bisogno. Di aiuto”
Dan sospirò pesantemente, e poi rispose:
“Sì che ne hai bisogno, so che si tratta
di Blair e-
“Smettila” disse C in un quello che voleva
assomigliare ad un ringhio ma che suonò come una preghiera.
“No, su dammela”
Dan gli prese la bottiglia, e Chuck era
troppo stanco e ubriaco per continuare a combattere, così si lasciò trascinare
nella doccia, incurante del fatto che vi era entrato con ancora i panni
addosso, si lasciò sballottare di qua e di là, finché Dan non gli diede una
poltiglia verde e non lo mise a letto.
Daniel non era niente male come crocerossina e ,forse, neanche come
amico.
Suite 1812 4 p.m.
Chuck era intontito e stordito, riconosceva
i postumi della sbornia, ma sapeva anche che doveva aver preso qualcosa, perché
mano a mano il mal di testa diminuiva, nonostante si fosse appena svegliato.
Sentì qualcuno armeggiare in cucina e si
alzò per raggiungere la stanza, con stupore si accorse che aveva addosso il
pigiama, di solito dopo essersi ubriacato davvero, ma davvero bene, riusciva a
stento a raggiungere il letto.
Quando vide Dan fare colazione, o meglio
merenda, in cucina ricordò tutto.
“Buon giorno” gli disse Dan “Hai dormito
per dodici ore di fila, dovresti sentirti meglio.”
Non ne era sicuro, ma Dan credette di
aver sentito un Grazie da parte di
Chuck, ma non si fece false speranze.
“So che molto probabilmente non ti va di
parlare, ma se vorresti farlo io potrei farti da psicologo senza prendere un
centesimo”
La battuta non ebbe l’effetto sperato,
così Dan uscì dalla stanza per andare a fare delle commissioni.
Chuck non era abituato a tutta quella
gentilezza nei suoi confronti, ma Dan non si era rivelato tanto male, e si rese
davvero conto che quel ragazzo era finito nel posto sbagliato; per la prima
volta si chiese, non retoricamente o come insulto, come si fosse potuto dannare
l’anima, i quesiti terminarono quando vide una bottiglia di grappa sul tavolo.
Se ne versò un po’, ma poi si accorse
del biglietto vicino l’etichetta:
Questa è acqua, lo scotch tè e il vino rosso succo d’uva. Se vuoi c’è
comunque della coca cola in frigo.
Scosse la testa e si andò a vestire.
Dan tornò dopo un’oretta e due bottiglie
di coca-cola, per lo meno la caffeina lo aveva svegliato.
“Gradirei sapere che fine ha fatto la
mia scorta di Dom Perignon”
“Oh, l’ho data al barbone sulla 73esima
insieme a tutti gli altri liquori”
“Esistono i negozi, questo lo sia
vero?!”
“Chuck, dovresti smetterla con questa
autodistruzione”
Chuck non rispose, spostò lo sguardo
altrove e Dan si avviò verso la porta, sicuro che almeno per quel giorno Chuck
sarebbe rimasto sobrio; ma prima di poter mettere la mano sul pomello la voce
di Chuck lo raggiunse:
“L’ho vista”
Dan non aveva bisogno di altro, Chuck
aveva bisogno di parlare e lui lo avrebbe ascoltato.
Si sedette sul divano di fronte a lui,
teneva lo sguardo basso e un bicchiere di cola in mano, il respiro era affannato e il caramello
vagamente annebbiato, ma continuò:
“Ieri sera, al Socialista. Era con
Serena, Nate e un altro ragazzo”
Dan sospirò e lo invogliò a continuare.
“Non volevo avvicinarmi, non potevo, ma
la tentazione di sentire un’ ultima la sua voce era troppa, così mi sono
mescolato tra la folla per non fermi vedere.
Stava parlando con Serena e Nate quando le si è avvicinato un ragazzo e
… l’ha baciata”
Chuck mandò giù un sorso di cola, poi
due, tre, fin quando anche quella non finì.
“Mi sono sentito terribilmente stupido,
perché io questo mese sono stato uno schifo,
non sono tanto egoista da sperare che anche lei ci stia male, anzi,
volevo mi dimenticasse presto ma-
“Non così presto” finì Dan per lui, ben
presto la tristezza di Chuck lo contagiò, ma continuò ad ascoltarlo, voleva
aiutarlo.
“Blair è … diversa dalle altre, non
c’entra il fatto che non sia dannata,
con lei mi sento strano, sento qualcosa di indescrivibile nello stomaco quando
la vedo, mi tiene testa e lo fa nella maniera più adorabile, arguta e tagliente
che ci possa essere. Dopo aver passato così poco tempo con lei già non riuscivo
a fare a meno di lei: riconosco il suo profumo, quando la tengo tra le braccia
mi sento come l’uomo più fortunato di questo mondo o di qualsiasi altro. Non so
cosa mi sia successo ma c’è una parte di me che non accetta di vivere senza
Blair Waldorf ma che allo stesso tempo sarebbe disposta a tutto, anche alla
sofferenza, pur di saperla al sicuro”
“Si chiama cuore, Chuck”
C scuoté la testa e disse aspramente:
“Mio padre-
“Con tutto il rispetto ma Bart Bass è
l’ultima persona a cui darei retta in una situazione come questa”
Chuck sospirò.
“Se davvero ho un cuore allora credo che
si sia rotto”
“E allora riaggiustalo, vai da Blair!”
“Non posso, te l’ho detto, non sono pratico con queste
cose, ma credo che il cuore sia l’organo più stupido, nonostante continui a
sanguinare ininterrottamente preferisce questo che pensare a quella bambolina
di porcellana triste; e la cosa più assurda è che io sono assolutamente
d’accordo con lui.”
Rise aspramente per poi aggiungere:
“Mio padre aveva ragione, queste cose mi
hanno indebolito”
“No, ti hanno solo reso migliore di
quanto tuo padre potrebbe solo immaginare”
Chuck sorrise, quel cuore a cuore non era
stato tanto male, ma ora voleva porre
fine agli interrogati postosi su Daniel Humphrey:
“Come ha fatto un bravo ragazzo come te
a dannarsi l’anima?” Non era retorico, solo confuso, non riusciva davvero a
spiegarselo; vide tristezza, pentimento, rancore e paura attraversare gli occhi
di Dan in un attimo. Deglutì rumorosamente, poi si alzò ed entrò in un'altra
stanza, ne uscì con un bicchiere di vodka in mano, Chuck capì che quella notte
avrebbe lasciato dietro di sé più tristezza di quanta ne aveva portata.
Angolo Autrice.
Lo so, ho un ritardo
imperdonabile, quasi un mese O.O Ma il capitolo è il più
lungoo che abbia mai scritto quindi spero di essermi fatta perdonare.
Detto questo, so che B non appare direttamente, ma questo è,
insieme a quelli successivi, il capitolo più importante della
storia **
Quindi spero che vi
piaccia, non è stato facile per me scriverlo, perchè
oltre al maledetto blocco mi è stsat difficile elaborare il
rapporto Chuck/Dan, spero comunque di esseci riuscita senza sfociare
nell'OOC <3
Come sempre
ringrazio chi segue la storia , chi la preferisc e chi la
recensisce *recensioni ben accette anche stavolta, mi
raccomando* e anche chi la legge solo ;)
un ringraziamento
speciale va a martyc97 (per sopportare me e le mie storie xD) e a
Ele17, che dovrebbero far santa solo per essermi ancora amica <3
Un bacio a tutti e buonanotte ;)
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Capitolo 18 *** Daniel- part 1 ***
estghhhhrd
Attenzione: l'intero capitolo è un flashback ;)
Daniel
part 1
Era una serata tranquilla nel New
Haven, Daniel era stremato,
stanchissimo. Essere ammesso in anticipo ad una delle università più
prestigiose del mondo era un onore, ma era davvero stancante. Purtroppo però
ora era consapevole di dover passare l’intera notte dei libri: Yale non da
seconde possibilità, e all’esame chimica del giorno dopo era assolutamente necessaria una A.
Così prese il primo volume mastodontico
di chimica che gli capitò a tiro e cominciò a sfogliarlo.
Verso le 22 si ritrovò a fare una piccola pausa, un bel caffè e
qualche barretta energetica piena di zucchero che lo avrebbero aiutato a stare
sveglio ancora un po’.
Mentre mordicchiava una barretta di riso
soffiato e cioccolato si ritrovò a posare lo sguardo sulla foto posta sul suo
comodino.
Lui e Vanessa sorridenti e innamorati,
un sorriso gli si materializzò sul viso senza neanche rendersene conto.
Guardò ancora l’orologio, erano le 22 e
30, e gli mancavano duo o tre argomenti.
Sospirò rassegnato e si riconcentrò sui
libri. Purtroppo però ora la sua mente non era più affollata dagli atomi che
componevano la corteccia di un albero, bensì dalle risate della sua ragazza.
Dopo un paio di minuti si alzò, prese il
cappotto e scese al piano di sotto,
forse dopo averla vista ed aver passato un po’ di tempo con lei avrebbe potuto
studiare più tranquillamente.
La cercò nella sua stanza e , di
seguito, per tutta l’ala femminile, ma di lei nessuna traccia.
Le mandò un messaggio e la chiamò
quattro volte, ma niente. Fortunatamente inquadrò Hilary che parlava con una
ragazza mora nell’atrio, così le si avvicinò e le chiese di Vanessa.
“Oh, è uscita, ha detto che tu dovevi
studiare e quindi ne avrebbe approfittato per passare del tempo con la sorella,
sono andate da Gregorio”
Dopo aver ringraziato e salutato le due
ragazze Dan si diresse verso la pizzeria. Erano le undici e , conoscendo
Vanessa, in quel momento stava gustando una mousse al cioccolato o un gelato al
pistacchio.
Quando arrivò in pizzeria, però, non le
trovò.
Decise di arrendersi e di tornare a
studiare, si sarebbero visti il giorno dopo, non voleva sembrare invadente, se
era con la sorella poteva stare tranquillo.
Durante il tragitto verso il campus una
macchina si accostò e una splendida ragazza gli si avvicinò.
“Ciao, Dan!” lo salutò con innocente
malizia.
“Ciao, tu sei quella che stava parlando
con Hilary prima, giusto?”
“Sì, sono io, ma che ci fa i qui? Non
dovresti essere con Vanessa?”
“Oh, no, alla fine ho cambiato idea, sai
ho molto da studiare e lei e la sorella molto da dirsi.”
Lei gli sorrise di nuovo, per poi
aggiungere:
“Beh, in ogni caso sarei più che felice
di darti un passaggio”
Dan le sorrise a sua volta, in effetti
non aveva nessuno voglia di camminare, e poi se quella ragazza era amica di
Hilary doveva essere a posto, in più aveva un certo non so che, che gli
ispirava fiducia.
“Sì, grazie, te ne sarei grato.”
Salirono in macchina e la ragazza accese
la radio. Dopo un paio di minuti le squillò il telefono, la telefonata non durò
molto, ma quando riattaccò si girò verso
di lui e disse:
“Ehi, ti dispiace se passiamo al Night
prima? Una mia amica è lì e ha preso per sbaglio la mia borsa dove ci sono
anche degli appunti importanti, sai, ho anch’io un esame domani e vorrei
prenderli”
“Oh, certo, non preoccuparti”
La musica riprese ad essere l’unico
suono che si udiva, finché Dan non le pose la più innocente della domande.
“Non mi hai ancora detto come ti chiami”
Lei sorrise dolcemente e si girò verso
di lui:
“Georgina, Georgina Sparks”
TBC
Angolo Autrice
Non sembra vero neanche a me, ma
no, non è un allucinazione, ho aggiornato davvero *-* So che il
capitolo è corto e un po' noioso, ma serve per il prossimo e per
sviluppare al storia di Dan. Come ho già detto sopra, questo ed
il prossimo capitolo sono fashback, non ho voluto inserire la prima
persona perchè mi trovavo meglio con la terza, quindi spero vi
piaccia e che v'incuriosisca, perchè l'intento era quello,
LOL. Recenioni sempre graditi, anzi GRADITISSIME.
Alla prossima, Baci, Fede <3
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Capitolo 19 *** Daniel- part 2 ***
daniel part2
Daniel part 2
Appena Dan e Georgina arrivarono al
Night andarono alla ricerca dell’amica di G. La trovarono poco dopo all’angolo
bar mentre chiacchierava con il barista, sembrava volesse abbordarlo.
Georgina, dopo aver recuperato la sua
borsa, invitò Dan a restare ancora un po’.
“Solo
mezz’ora, poi torneremo al campus a studiare” gli disse con un sorriso
innocente e tanta, troppa malizia negli occhi chiari; Dan era abbastanza
indeciso, ma alla fine cedette, infondo come poteva nuocergli una serata di
innocente divertimento?
G artigliò la mano del ragazzo con la
sua, smaltata di nero, e lo trascinò in pista.
Erano le 2 e la serata era degradata.
Dan si ritrovò a pensare a cosa
scorresse nelle sue vene:
vodka, martini, champagne, scotch?
Sicuramente.
Eroina, ecstasy, cocaina? Forse.
Si sentiva padrone del mondo, avrebbe
potuto fare di tutto, la droga faceva effetto, ma non era la sua dipendenza. La
sua dipendenza erano quei due occhi chiari che lo scrutavano divertiti e che lo
invogliavano ad osare di più.
Quegli occhi troppo chiari anche per
essere definiti azzurri, ma allo stesso tempo tanto tetri da fare quasi paura.
Quegli occhi di un colore indefinito, il colore del mare, che ti porta via, il
loro del cielo, che potresti toccare, se solo ti lasciassi andare.
Erano gli occhi di una donna, che
giocava a fare la bambina, e in quegli occhi così chiari potevi illuderti di scorgere la sua
storia, fra le tante che si susseguivano come nella pellicola di un film.
Ed ora si stanno avvicinando a te, puoi
vedere la tua immagina riflessa in quelle pozze di cristallo.
Pensi a Vanessa, che sarà a casa a
dormire a quest’ora, e che non si merita ciò che stai per fare. Georgina ti
bacia. Vanessa dimenticata.
Chiude gli occhi e lo fai anche tu,
lasciandoti trasportare dal fiume degli eventi, non sai cosa succederà e non t’importa, anche se dovrebbe.
L’ultima cosa che ricordi di quella
serata è il suono di un’ambulanza che non arriverà in tempo e due occhi che ti
osservano, sono più chiari e ora puoi scorgervi qualcosa all’interno: te.
Angolo Autrice.
Salve a tutti,
avevo promesso che avrei postato per la metà di febbraio ed
eccomi qui, questo capitolo non mi convince molto, ma i critici siete
voi, quindi a voi l'ardua sentenza le recensioni sono graditissime,
positive o negative che siano ;)
Questo era
l'ultima parte del flashback, la narrazione è prima in terza
persona, poi in seconda, non so perchè ma mi è venuta
così xD credo che nell'ultima parte ci si addica di più xD
Baci e alla prossima, Fede <3
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Capitolo 20 *** Her eyes ***
fgfgfgfgfgfgfg
Her eyes
La notte a Manhattan si era fatta più
scura, i lampioni sembravano non potere nulla contro le tenebre che
continuavano ad impossessarsi delle strade newyorkesi , e la luna era
scomparsa, alla ricerca di un posto dove la sua luce avesse potuto fare
effetto. Il Palace era circondato da una fitta coltre di nubi grigiastre e la
notte non sembrava intenzionata a cedere
il suo dominio sul cielo, privo di stelle.
Charles Bartholomew Bass era
sconvolto, a volte la spiegazione giusta
è semplicemente quella più banale, ma il problema era che questa, nella sua
banalità, aveva riaperto ferite profonde e mai cicatrizzate e aveva fatto
risalire a galla preoccupazioni seppellite sotto un mare di scuse.
“Georgina” riuscì a dire piano, quasi in
un sussurro, l’uomo dagli occhi caramello.
“La conosci?” disse Daniel ancora
sconvolto dalle reazioni che quei ricordi avevano provocato in lui, un senso di
inquietudine si era ormai impossessato del ragazzo.
“Lei è…” Chuck prese un respiro
profondo, prima di ricominciare a parlare “ Lei è un demone”
“Dovevo immaginarlo. Quindi tu al
conosci? E’ sotto le dipendenze dei Bass?”
“Non è così semplice. Ma sei disposto a
conoscere la storia del tuo boia, Humphrey?”
“Non aspetto altro da quella notte”
Chuck si versò un po’ dello scotch che Dan
gli aveva concesso, era appena il secondo bicchiere, ed era necessario.
“Nessuno sa chi o cosa fosse prima che
arrivasse da noi, negli Inferi, qualche secolo fa, intorno al 1400. Sapevamo
solo che si chiamava Georgina e che aveva il dono di trascinare con lei negli
Inferi, distruggere, chiunque
incontrasse. A mio padre piacque subito quella ragazzina dagli occhi chiari e
divenne una delle sue più fidate consulenti ed alleate, acquisiva sempre più
prestigio e potere, finché mio padre decise di sfruttare al meglio il suo
potenziale, spedendola sulla Terra per corrompere le anime degli uomini e
spedirli negli Inferi. Questo durò per
un po’, ma G era ribelle, non stava agli
ordini di nessuno, nemmeno a quelli del Demonio, così scappò. Dopo aver
vagabondato senza una meta in una decina di mondi e dopo averne distrutti
altrettanti, tornò da mio padre. Bart Bass non perdona, si vendica, annienta
chi lo tradisce e distrugge qualunque cosa rimanga di esso. Ma Georgina era
diversa, lei sapeva che aveva bisogno di lei, che nessuno poteva emularla, e
che, per questo, non le avrebbe fatto nulla. Quando tornò da Bart si chiusero
nella Gran Sala per un intera settimana, quando uscirono Bart era stanco e G
aveva un ghigno sul volto, aveva vinto, ritornava sulla Terra.
Ma Bart non si fidava di lei, così
chiese a Carter di tenerla d’occhio e di farla rigare dritto, lui ci riuscì per
un po’, ma qualche anno fa Georgina scappò di nuovo, continuando a vagare per
la Terra e a divorare le anime dei mortali. Mio padre non ne sa
nulla, dopo un secolo lasciò perdere la sua morbosa ossessione per Georgina e
per il suo tradimento, lo stava distruggendo dall’interno, e quando lo capì,
lasciò la ragazza nelle mani di Carter, e da allora non ha più sue notizie.”
Dan era sconvolto, la sua anima era
stata divorata, distrutta. Si sentiva vuoto, incredibilmente perso. Quella
creatura tanto meravigliosa lo aveva condannato alla sofferenza eterna.
“Dov’è ora?”
“Potrebbe essere ovunque, nessuno cerca
Georgina Sparks perché qualora la trovasse sarebbe destinato ad annegare nei
suoi occhi all’infinito. È questo il suo dono, è così che divora le anime”
Quegli occhi troppo chiari anche per essere definiti azzurri, ma allo
stesso tempo tanto tetri da fare quasi paura. Quegli occhi di un colore
indefinito, il colore del mare, che ti porta via, il loro del cielo, che
potresti toccare, se solo ti lasciassi andare.
Erano gli occhi di una donna, che giocava a fare la bambina, e in
quegli occhi così chiari potevi
illuderti di scorgere la sua storia, fra le tante che si susseguivano come
nella pellicola di un film.
“Dan?” disse Chuck richiamando la sua
attenzione.
“Ho un’idea.” Disse Dan deciso.
“Cosa?”
“Tu riavrai Blair”
Chuck lo guardò confuso e sbalordito,
cosa stava blaterando?
Ma Dan aveva le idee chiarissime, Chuck
e Blair sarebbero potuti stare insieme, avrebbero potuto amarsi –perché lui era
sicuro che anche Blair ricambiasse il sentimento- e lui avrebbe potuto
specchiarsi ancora una volta i quegli occhi.
Angolo Autrice.
Salve popolo di Efp!
Eccomi finalmente tornata con un nuovo capitolo, ed ecco che ho svelato
la storia di G. Spero che questo capitolo vi abbia incuriosito almeno
un ochino, in tal caso lasciate una recensioncina e ditemi cosa ne
pensate ♥
Alla prossima, Fede ♥
PS: Per martyc97, hai visto che alla fine ce l'ho fatat ad aoggiornare per Marzo? xD
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Capitolo 21 *** Sguardi ***
hgcfgnjh
Sguardi
Faceva freddo quel giorno, l’inverno a
New York era sempre stato piuttosto rigido, ma quell’anno sembrava che Madre
Natura ce l’avesse con i Newyorkesi.
Daniel s’incappucciò per bene e uscì
dall’albergo. Al St Regis era vacanza e Chuck non si sarebbe svegliato prima di
mezzogiorno.
Chiamò un taxi e si diresse verso la
Constance.
Contance Billiard High School 8.00 a.m.
Serena sembrava non soffrire il gelido inverno
newyorkese, stretta nel suo trench Burberry
e nel caldo abbraccio di Nate. Erano
accoccolati l’uno all’altro, intenti a condividere una cioccolata calda, quando
un ragazzo dai capelli scuri si avvicinò a loro.
“Serena?” chiese gentile il ragazzo.
S rivolse i suoi occhi chiari verso di
lui in contemporanea con Nate e annuì.
“Sono Dan Humphrey, un amico di Chuck”
S aggrottò le sopracciglia, Nate sorrise
istintivamente.
“Come sta?” chiese il biondino prima che
la sua ragazza gli rivolgesse uno sguardo omicida.
“Non molto bene a dire il vero” rispose
Dan pacato.
“Perché?! Non ha trovato altre ragazze con
cui giocare a Sedotta e Abbandonata?” gli disse bruscamente la ragazza dagli
occhi color cielo.
“Era proprio di questo che volevo
parlarti … che ne dite di un caffè?”
Starbuck’s 8.20 a.m.
“Non posso farle questo, è la mia
migliore amica!”
“Ascoltami Serena, so che è folle, ma dobbiamo
farli incontrare”
“Perché? Per vedere di nuovo Blair a
pezzi?!”
Nate cercò di calmarla, ma lei non voleva
sentire ragioni, ormai aveva aumentato notevolmente il tono di voce.
“So che non mi crederai, ma anche Chuck
sta malissimo…”
“Infatti non ti credo! Lui l’ha lasciato
senza una spiegazione, senza neanche lasciarla a dire il vero!”
“Ha dovuto farlo” cercò di dire Dan a S.
“Perché?”
“Non posso dirtelo”
“Addio” Serena si alzò e fece per
andarsene ma Nate la seguì e la fermò all’uscita del locale.
“Serena, ascoltami, so che è difficile ma
credo che dovremmo tentare, non puoi sapere ciò che è successo. E se Dan avesse
ragione? Se ci fosse qualcosa di più? Non varrebbe la pena tentare di credergli
e tentare di far ritornare il sorriso sulle labbra di Blair?” Nate la guardava
negli occhi, oceano nell’oceano.
“Nate, so che Chuck ti piace ma non posso
rischiare di far soffrire Blair, non potrei sopportare vedere i suoi occhi
vuoti e lucidi, il labbro sempre tremante e il viso straziato dalle lacrime,
non di nuovo, non per colpa sua”
“Ma potrebbe non essere così, potrebbero
stare insieme. Non so perché ma mi fido sia di Dan che di Chuck, e ti capisco ,ma
cosa ti costerebbe ascoltarlo con più attenzione?”
Serena lo guardò ancora e si perse per un
istante in quegli occhi color cielo.
Poi si riscosse e si allontanò dicendo:
“Scusa, devo andare, Blair mi sta aspettando”
Sperava che Nate avrebbe capito che non
poteva mettere in gioco il cuore di sua sorella
per dei Se e per dei Ma.
MET 1.20 p.m.
Serena e Blair stavano pranzando sui
gradini del MET come tutti i giorni, ridevano e scherzavano, sembravano essersi
allontanati quei giorni in cui S doveva tenerla d’occhio, stando attenta che
non mangiasse troppo velocemente o che il suo sguardo non incontrasse una
limousine che passava per le vicinanze.
Mentre commentavano la festa di Penelope
un ragazzo alto e dai capelli scuri si avvicinò a loro, era un bel ragazzo, ma
quasi anonimo, niente a che vedere con il fascino da principe azzurro di Nate o
quello da Dandy di Chuck Bass.
Era un semplice Jake Brown, niente di più
niente di meno.
“Blair, tesoro!” la chiamò Jake.
Blair Waldorf odiava i nomignoli, ne
accettava solo 3: Queen B, perché era la regina e le piaceva essere definita
tale, B perché solo i suoi migliori amici -S
e N- la chiamavano così, e Waldorf perché la chiamava così solo …
“Jake” rispose lei piena di miele, la
falsità era sempre stata una sua grande dote.
Dopo i soliti convenevoli –baci, abbracci, sguardi, sempre troppo
forzati- S si scusò e si catapultò giù dai gradini, dritta verso un taxi.
Mentre era nella vettura digitò quel
numero che aveva fatto in tempo a prendere.
2 squilli, la voce del ragazzo la
raggiunse subito.
“Al Russian tra 10 minuti”
Riattaccò subito, ripensando allo sguardo
che Jake rivolgeva all’amica, non l’aveva mai notato, sapeva solo che era
vuoto, freddo e falso, come quello di Blair. Le ricordava tutti gli sguardi,
uguali a quelli di Jake, che aveva incontrato nella sua vita, e quei ricordi la
turbarono.
Lei aveva trovato il suo cielo blu in cui
volare, anche Blair meritava il sua caramello in cui annegare.
Angolo Autrice.
Oddio, quanto tempo è passato? o.O Tanto, immagino xD Comuqnue spero di essermi fatta perdonare *spera* con questa capitlo ♥
Beh, io non posso far altro che dare la colpa al pc e alla scuola *abboliamola!* e lasciare a voi l'ardua sentenza xD
Un bacio e alla prossima,
Fede ♥
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Capitolo 22 *** Solo perchè i giochi sono iniziati, non significa che debba esserci un vincitore ***
10
Solo perchè i giochi sono iniziati, non significa che debba esserci un vincitore
Russian 1.40 p.m.
“Dan! Non posso aiutarti se non so perché
Chuck ha fatto ciò che ha fatto” disse Serena esasperata; Dan pretendeva che lo
aiutasse senza essere al corrente dei fatti? Come poteva fare, non possedeva
ancora il dono della chiaroveggenza!
“Mi spiace ma non posso dirti nulla”
“E allora io non posso aiutarti” replicò
la bionda alzandosi dal tavolo.
Dan la fermò appena in tempo e, con un
sospiro, le disse che le avrebbe raccontato tutto.
“Ok, senti, è una questione molto
delicata, devi promettermi di non dirlo a nessuno! Soprattutto a Blair…”
Serena gli sorrise e gli porse il
mignolo, come una bimba di quattro anni che giura di non dire alla maestra che
hai copiato il compito.
Dan gli sorrise di rimando, incantato dal
suo sorriso e subito dopo strinse il suo mignolo con il proprio.
“Allora” cominciò ritornando serio “il
padre di Chuck, come sai, è un potente imprenditore, un miliardario… Beh, lui
ha un carattere particolare, e pensa che il fatto che il figlio s’innamori di
Blair possa indebolirlo e non renderlo idoneo la ruolo di suo successore; ma
Chuck è il suo unico figlio così...”
“Cosa?! Quale mostro può considerare
l’amore una cosa nociva, che rende deboli?! Bart Bass deve essere il Diavolo in
persona, non vedo altre spiegazioni!”
Dan sorrise nervosamente per
quell’affermazione che nel suo sarcasmo aveva centrato in pieno ciò che
accadeva; avevano davvero a che fare con il diavolo in persona, anche se lei
non lo avrebbe mai saputo.
“Beh, Bart Bass è un uomo strano, ma
molto potente, per questo ha minacciato Chuck affinché lui lasciasse Blair”
“Cosa?! E come lo avrebbe minacciato?”
“Io te lo dico, ma tu devo promettermi
che non andrai da nessuno, c’è un motivo se non siamo andati dalla polizia o
dalle autorità, motivi che non posso svelarti”
“Dobbiamo fare di nuovo mignolino?” chiese Serena retoricamente.
Dan sospirò e le rivelò ciò che Bart
aveva minacciato di fare: del male a Blair.
Serena strabuzzò gli occhi, spaventata ed
incredula.
Dopo dieci minuti buoni di silenzio gli
rispose:
“Cosa dobbiamo fare?”
Dan le sorrise e le svelò il piano.
Socialista 11.30 p.m.
“Humphrey, vuoi spiegarmi perché diamine
mi hai trascinato qui?!”
“Beh non avevi detto che stasera avevi
voglia di svagarti un po’?”
“Potevo farlo benissimo con il servizio
in camera al Palace” rispose Bass ghignando.
Dan ignorò l’ultima frase continuando:
“E poi qui ci sono dei nostri vecchi
amici…”
“Da quando in qua Carter frequenta posti
del genere? O te?!”
Dan roteò gli occhi.
“Non si tratta di Carter…”
“E di chi al-“
Chuck non fece in tempo a finire la frase
che Dan si era catapultato verso una cascata di capelli biondi.
Era Serena, e c’era anche Nate, questo
voleva dire che era con loro anche-
“Chuck!”
“Ehi, man,
da quanto tempo!”
Lo salutarono i due biondi
avvicinandoglisi. Chuck ebbe voglia di scappare, ma in fondo non era detto che
doveva esserci per forza anche lei…
“Bass” sentì sussurrare debolmente dietro
di sé, avrebbe riconosciuto quella voce tra mille.
Si voltò e la vide: era proprio lei,
Blair Waldorf, con i suoi occhi da cerbiatta, i boccoli che le cadevano morbidi
sulle spalle, il cerchietto Gucci che
si perdeva in quel mare d’ onde d’ebano in cui amava arrotolare le dita. Il suo
profumo –un misto di vaniglia, lavanda e
Chanel n° 5- lo stordì a tal punto che non riuscì a proferire parola.
In effetti se Blair non avesse distolto
lo sguardo e cominciato a parlare con Serena, ignorandolo –ignorando le lacrime che minacciavano di annebbiarle la vista-
sarebbe potuto rimanere a fissarla per tutta la serata.
Dopo essersi ripreso decise di fare buon
viso a cattivo gioco, in fondo doveva dimenticarla e lei doveva dimenticare
lui, ed anche se era sicuro che quella notte non avrebbe dormito e che si
sarebbe ubriacato –tentando di scacciare
quel dolore che gli attanagliava il petto impedendogli di respirare, di respirare
un’aria che non fosse la Sua- doveva resistere.
Si sedettero e cominciarono a palare del
più e del meno, fino a ché Nate non gli chiese innocentemente perché non si
fosse più fatto sentire. Serena, che non era mai stata violenta in vita sua,
diede al suo fidanzato un pizzicotto davvero forte, ma ormai il danno era
fatto, così Chuck si trovò costretto a rispondere.
Guardò Blair, che aveva abbassato lo
sguardo, e rispose a Nate:
“Beh, mio padre mi ha richiamato a casa
per alcuni importanti affari; mi spiace non avervi salutato, ma il suo arrivo è
stato improvviso, e di conseguenza anche la sua partenza”
“Beh, una telefonata non ha mai ucciso
nessuno” sussurrò Blair fra i denti, riversando in quelle parole tutto il
rancore che provava nei confronti di Chuck Bass.
“Ma orami è acqua passata” tentò di
riprendersi per non sembrare troppo debole “siamo andati avanti, è per questo
che voglio presentarvi il mio fidanzato, Jake” continuò guardando verso un
ragazzo che si stava avvicinando al loro tavolo.
Chuck sentì il cuore scoppiare e la testa
girare; le sue farfalle, che in quei pochi minuti sembravano aver fatto un
pieno di caffeina, morirono all’istante, soffocate dalla sofferenza che il
bacio di Blair a quel ragazzo gli aveva provocato.
Tentò di ricomporsi e riprese a sorridere
affascinante al nuovo ospite.
“Piacere, io sono Jake Brown, tu sei?”
disse il ragazzo a Chuck.
“Io sono Chuck Bass”
Blair roteò gli occhi e represse un
sorriso, perché quella battuta le era mancata così tanto.
Dan, seppur sembrava essere diventato
invisibile, riuscì a presentarsi e ad aprire una conversazione, anche se la
tensione era palpabile.
Blair e Jake si sedettero di fronte a
Chuck.
La Regina voleva giocare, e anche se
Chuck sapeva che era sbagliato, non riusciva a reprimere l’istinto.
I giochi stavano per iniziare.
“Allora Jake, come vi siete conosciuti tu
e Blair?” chiese ad un tratto Chuck.
“Oh, a dire il vero ci conoscevamo da un
po’, solo che lei non si è mai accorta di me”
B guardò male Chuck prima di continuare
il discorso al posto del suo ragazzo.
“Beh, dovevo provare il peggio per accorgermi
del meglio che mi stavo perdendo” disse lei civettuola guardando Jake.
Chuck incassò il colpo, ma decise di
continuare.
“E, se posso sapere, dove l’hai portata
al primo appuntamento, Blair è piuttosto … esigente.”
Disse marcando maliziosamente l’ultima parola.
“Oh, l’ho portata al Gramercy Tavern, il suo ristorante preferito se non sbaglio”
disse Jake credendo di aver capito a che gioco Chuck stesse giocando.
“Infatti non sbagli, tesoro”
Jake sorrise soddisfatto,
continuando:
“Poi siamo andati a Central Park a
fare un giro in carrozza”
Originale, pensò Chuck.
“Molto romantico, anche se so per
esperienza che Blair preferisce le limousine …”
“Chuck!” disse B ad un tratto alzando
il tono di voce” vorresti accompagnarmi a prendere una boccata d’aria per
favore?”
Il suo tono non ammetteva repliche,e
questo divertì parecchio Chuck che si stava divertendo troppo a stuzzicarla.
“Perché B? Ci stavamo divertendo così
tanto, non è vero Jake?”
Gli altri tre si erano immobilizzati,
mentre guardavano Jake in preda all’imbarazzo e Blair ad una crisi di nervi.
“Bass: fuori, ora!”
Blair lo aveva detto nel modo più
calmo e perentorio possibile, e ciò voleva dire che Chuck era nella merda.
Lo avrebbe ucciso, ne era certo, ma
per farlo avrebbe dovuto toccarlo, stringerlo se voleva soffocarlo, e Chuck non
avrebbe potuto immaginare un modo migliore per andarsene se non tra le sue
braccia.
Quando si furono appartati Blair scoppiò:
“Bass! Cosa diavolo ti è saltato in
mente? Prima te ne vai senza dare tue notizie per mesi e poi credi di poter
tornare e mettermi in imbarazzo con il mio fidanzato? Sei un insensibile! Come
ti è saltato in mente? Non avevi alcun diritto di-“
Blair fu fermata dalla labbra di
Chuck che si posarono –morbide e
fameliche- sulle sue.
La spinse contro il muro continuando
a baciarla, e dopo che ebbe ripreso il controllo delle situazione anche Blair
rispose al bacio con passione, immergendo le mani tra i capelli corvini di Chuck.
Dio, se gli era mancato.
Chuck continuò a baciarla finchè non
decise di passare al collo, scese lentamente, partendo dall’orecchio, fino ad
arrivare alle scapole, la spalla.
Blair era in estasi, artigliò i suoi
capelli per avvicinarlo nuovamente alla sua bocca.
Il bacio si faceva sempre più
passionale –famelico, quasi violento- e
si staccarono solo quando entrambi non ebbero più fiato.
“Perché lo hai fatto?” chiese Blair
ansimando, ancora a un centimetro da Chuck.
Perché mi mancavi, perché dovevo sentire il sapore delle tue
labbra un’ultima volta, perché le mie farfalle rischiavano di morire ed ora
invece svolazzano nel mio stomaco più vive che mai, perché volevo che il mio
cuore ricominciasse a battere, perché credo di essermi innamorato di te …
cazzo, sono fottutamente innamorato di te.
“Io … non lo so.” Le disse invece.
Blair lo guardò ancora, cercando di
reprimere le lacrime.
“Non posso rischiare tutto di nuovo
per un ‘non lo so’, lo capisci Chuck?”
B aveva ormai le lacrime agli occhi.
Lui le asciugò e le mormorò un Mi dispiace.
Perché era tutto ciò che poteva
dirle, perché sapeva solo farla piangere, soffrire.
Blair corse via, lasciandolo solo con
le farfalle che tremavano e il cuore che batteva forte, ma più distrutto di
prima.
Angolo Autrice.
Ok, ho aggiornato
dopo esattamente 10 giorni, e chi mi conosce sa che può
considerarlo un aggioramento lampo xD in più è il
capitolo più lungo che abbia scritto (1550 parole secondo
Word u.u) e ho cercato di movimentare, finalmente, le cose, LOL
Quindi ditemi pure che ve ne pare, sono aperta a qualunque critica o complimento, LOL
Baci e alla prossima,
Fede ♥
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Capitolo 23 *** Last tango in Paris ***
Last tango in Paris
Last Tango in Paris
Buon Giorno Upper East Siders, comincio con lo
scusarmi per la mia fin troppo prolungata assenza, ma ho seriamente pensato che
fosse giunta la vostra ora: con Chuck Bass sparito dai radar, B chiusa in sé
stessa e Serena e Nate in modalità #lunadimiele non c’è da stupirsi se sia
passata all’UWS.
Ma ora i miei ragazzi preferiti sono tornati, ed
anche io!
Avvistati: La nostra It Girl preferita al Russian
con un ragazzo misterioso, ed N dove lo hai lasciato, S?
Queen B che torna alla carica con un Brown, si fa
per dire ovviamente, perché si vocifera che sia scappata via piangendo dal
Socialista ieri sera, e che ci fosse anche una nostra vecchia conoscenza.
Cosa fa rima con Bass-tardo?
Attenta B, credo che tu abbia trovato l’unico
fuoco che le lacrime alimentano …
Aspettando di saperne di più,
XOXO GG
“Dorotaaaaaa!” urlò Blair Waldorf
seduta sul suo letto a due piazze con il telefono in mano e un broccio sulle
labbra.
La diligente cameriera arrivò di
sopra di corsa.
“Si Miss Blair?”
“Dov’è il mio cappuccino? Sono sveglia
già da mezz’ora e non ho ancora fatto colazione”
“Arriva subito Miss Blair”
Blair si buttò nuovamente fra i
cuscini, possibile che ora doveva mettercisi anche Gossip Girla rovinarle la
vita?
“B!” urlò una testa bionda –e vuota, pensò Blair- facendo capolino
nella stanza.
“Serena! Vuoi spiegarmi cosa hai
combinato ieri sera? Sapevi che ci sarebbe stato Chuck vero?”
“Oh, B! mi dispiace davvero
tantissimo, sul serio” le disse con gli occhi azzurri pieni di rammarico “E per
farmi perdonare ti ho fatto una sorpresa!”
Blair sgranò gli occhi, curiosa.
Mettendosi nuovamente a sedere.
Serena le sorrise prima di dirle
entusiasta:
“Andremo a Parigi!”
Le si catapultò praticamente addosso,
e B fece altrettanto. Un viaggio con la sua migliore amica era proprio ciò che
le serviva in quel momento.
“Quando si parte?” chiese lei
entusiasta.
“Fra 2 ore, quindi sbrighiamoci, ti
aiuterò a preparare le valigie”
B scese giù dal letto ed entrò nella
cabina armadio.
Serena prese il cellulare e digitò
velocemente un messaggio:
“Procede tutto bene, a te? –S.”
“S, vuoi muoverti?” le gridò B
impaziente con il naso tra le gonne
Chanel.
Serena chiuse il telefono e raggiunse
in fretta l’amica.
Palace Hotel 10 a.m.
Dan sorrise e chiuse il cellulare,
prima di fare il suo ingresso nella suite 1812.
Chuck era ancora al letto, la
bottiglia di scotch vuota, ma era ancora sobrio. Dan si era premurato di
svuotarla per metà prima che uscissero, la sera prima.
“Perché lo hai fatto?” gli chiese
Chuck ad un tratto.
“Fatto cosa?”
Si alzò a sedere sul letto e gli
disse:
“Perché l’hai fatta venire?”
Dan sospirò.
“Mi dispiace, non sapevo sarebbe
venuta, Serena mi aveva detto che sarebbe stata a casa con la madre”
Chuck lo guardò negli occhi, sapeva
che stava mentendo, ma decise di accontentarlo, perché lui si era dimenticato
dei suoi poteri e quella bugia lo incuriosiva.
“C’è altro?” continuò Bass.
“A dire il vero sì. Per farmi
perdonare ti ho fatto un regalo: ti andrebbe di andare in Europa?”
“Con te? Dan, sei gay?”
Dan sgranò gli occhi sorpreso e si
affrettò a rispondere a Chuck:
“C-cosa? No, certo che no!”
“Dove andremo?”
“Parigi” disse prima di mordersi la
lingua.
Chuck lo guardò alzando un
sopracciglio, divertito.
“Si parte tra 2 ore” lo informò Dan
scuotendo la testa.
Chuck Bass lo fregava sempre.
Parigi 12 a.m.
Dior, Valentino, Versace, Chanel! Blair e Serena li avevano girati tutti, passando la mattinata
a passeggiare per gli Champs Elisèe.
Serena sembrava non riuscire a
smettere di sorridere, ignara degli sguardi che numerosi francesi le
rivolgevano. Il giorno prima i saluti erano stati strazianti. Lei e Nate
avevano passato circa un quarto d’ora tra baci, abbracci e frasi smielate, un
quarto d’ora che B passò ticchettando rumorosamente il tacco delle sue Manolo sul pavimento lucido e alternando
sbuffi a occhiatacce piuttosto eloquenti all’orologio, nel misero tentativo di
ricevere un po’ della loro attenzione.
Quando salirono sull’aereo Serena fu
distratta dalle copie di Hello! e OK!
Che portarono le hostess, così B scampò la lagna: Come farò a resistere una settimana senza Natie.
Ora si gustavano degli squisiti macarons in un cafè vicino la Torre Eiffel.
Quei giorni sarebbero stati
meravigliosi, B ne era certa. Stavano per rientrare all’albergo, quando Blair
rovesciò il contenuto della scatola rosa marcata Ladurèe addosso ad un passante.
“Je suis désolé, monsieur. Je ne vou-”
Blair si bloccò non appena incrociò lo sguardo di quell’anonimo passante.
Lei lo conosceva. Ma decise
deliberatamente di ignorarlo, finché lui non le rispose gentilmente.
“Non preoccuparti, è solo una
camicia” le disse sorridendole.
Era certa di conoscerlo, quel sorriso
buffo non era proprio a chiunque, era molto caratteristico.
Si ricordò di chi fosse nello stesso
istante in cui il suo cuore sussultò.
Chuck Bass si stava dirigendo verso
di loro.
Maledetto Dan Humphrey, non poteva
stare più attento?!
Four Seasons Hotel George V Paris *
Erano rientrate
subito in albergo, B aveva quasi trascinato Serena di peso via da quel luogo
che era diventato tutt’un tratto troppo piccolo.
Chuck Bass era lì.
Chuck Bass era a
Parigi.
Quel Bass-tardo
l’aveva seguita persino in un altro continente pur di rovinarle la vita.
Si catapultò in
bagno, prima di aprire i rubinetti e vedere l’acqua scorrere via come la sua
vita. Fissò il water. Non doveva, non di
nuovo, non per lui.
Eppure la tentazione
era così tanta.
Blair era brutta,
Blair era grassa, Blair era stata abbandonata.
Sarebbe bastato fare
ancora pochi passi, sarebbe bastato spingere le dita sempre più affondo –fino a dove era arrivato lui, fino al
cuore, dove non avrebbe trovato più nulla- Blair sarebbe diventata magra,
bella, non sarebbe stata mai più abbandonata.
Stava per farlo, ma
la voce di Serena, accompagnata dall’incessante sbattere delle nocche sulla
porta bianca, la riportò alla realtà, costringendola ad alzarti, lavarsi il
viso ed aprire la porta.
“Sto bene” disse
all’amica prima che potesse rivolgerle una qualsiasi domanda.
Serena la guardò
dispiaciuta. Non ce la faceva a vederla ancora in quello stato, il piano stava
procedendo, ma B stava lentamente morendo dentro, lo sapeva.
Se le cose non si
sarebbero sistemate entro un paio di giorni avrebbe detto a Dan che non se ne
faceva più nulla, Blair lo avrebbe dimenticato, l’avrebbe aiutata lei.
L’abbracciò di
colpo, prima di invitarla a mangiare al ristorante dell’albergo, per evitare
altri incontri spiacevoli. Blair si strinse nell’abbraccio di Serena e annuì
debolmente.
Si cambiarono e
scesero di sotto, dove le aspettava una squisita cena francese.
Dopo un po’, Serena
fu costretta ad assentarsi, si alzò dicendo che aveva bisogno del bagno, ma
dopo mezz’ora ancora non faceva ritorno.
Blair, preoccupata,
andò a cercarla.
La trovò dopo 10
minuti in un angolo nascosto del ristorante, intenta a parlare con un ragazzo:
era Dan.
Non poteva essere,
però erano molto vicini e sembravano molto intimi, pensò B, scacciò via quel
pensiero dalla testa.
Serena amava Nate.
Si avvicinò
maggiormente ai due, nascondendosi dietro ad una colonna per non essere vista.
A quel punto Blair
sentì, e capì.
Parlavano di dove
incontrarsi, parlavano di come avrebbero potuto destare poco sospetto, parlarono
di tante cose che fecero capire a Blair che la sua migliore amica tradiva il
suo migliore amico, con uno che sapeva essere nato a Brooklyn per giunta!
Scappò via da lì,
perché Nate e Serena erano da sempre il suo punto di riferimento, erano coloro
che le facevano credere ancora nelle favole, nel principe azzurro e nel lieto
fine.
Nate e Serena erano
leggenda.
Nate e Serena erano
una bugia.
Si ritrovò a
camminare per le vie di Parigi, da sola, di notte.
Aveva bisogno di
pensare, era da un po’ che non lo faceva.
Pensò alla sua migliore
amica, a come stesse sbagliando, alle bugie che le aveva raccontato: era
davvero disposta a vederla soffrire pur di incontrare quel Dan?
Pensò a Chuck.
Dio, quanto pensò a
Chuck.
Ci pensò e pianse,
pianse così tanto da far ingrigire il cielo e far piangere le nuvole.
Camminava sotto la
pioggia, ma era piacevole, le faceva compagnia, la pioggia poteva mascherare le
lacrime che scendevano –calde e copiose-
a bagnarle il viso.
Non seppe mai quanto
tempo camminò sotto la pioggia, non le importava.
Ma dopo un po’ il
suo corpo cedette, non aveva mangiato molto, era debole fisicamente ed
emotivamente.
Cadde a terra,
incosciente.
L’ultima cosa che
Blair ricordò di quella notte furono due braccia forti che la sollevavano e la
portavano al sicuro.
Four Seasons Hotel George V Paris.
Le prime luci del mattino irradiavano Parigi, era un Sole
timido, appena nato, ma bastò a svegliare Blair.
Si rigirò nel letto, poi se ne accorse: la stavano
abbracciando, e lei stava ricambiando quell’abbraccio.
Cos’era successo?
Si rigirò nuovamente, trovandosi faccia a faccia con il suo
“salvatore”.
Quella fu la cosa più stupida che fece nella sua vita,
perché mai avrebbe immaginato di ritrovarsi faccia a faccia con Chuck Bass.
La stava stringendo dolcemente, la teneva stretta al petto
mentre le accarezzava inconsciamente i capelli, si stava svegliando.
Blair rimase in quella posizione per un po’, chiudendo gli
occhi e assaporando il momento, prima di rendersi davvero conto della
situazione e alzarsi in fretta e piuttosto bruscamente dal letto.
“Chi, come , dove ,quando e perchè?” urlò svegliando Chuck.
Quest ultimo si stropicciò gli occhi e la guardò dolcemente,
prima di spiegarle: ”Ieri sera stavo facendo una passeggiata, quando ho visto
una ragazza svenire sotto la pioggia, in mezzo alla strada. Mi sono avvicinato
e quando ho capito che eri tu ti ho portata in hotel, ma Serena non c’era e tu
eri zuppa, così mi sono fatto aiutare da alcune cameriere che ti hanno vestita
e ti ho messa al letto. Puoi ringraziarmi più tardi, ora vorrei tornare a
dormire”
“Ringraziarti?! Io voglio andarmene di qui!”
“Quella è la porta” le disse Chuck con la sua solita faccia
da schiaffi indicandole l’uscita.
Blair sbottò infastidita e si avviò a passo di marcia verso
l’uscita.
Dopo dieci secondi era nuovamente nella suite di Chuck,
accanto al suo letto.
Lentamente gli si avvicinò, facendo attenzione a non
svegliarlo.
Prese i lembi delle coperte e li tirò a sé.
Dopo qualche secondo Chuck Bass era a terra urlante e
dolorante, e Blair lo guardava con un sorrisetto divertito e da perfetta
stronza dall’alto delle sue Vivier.
“Waldorf! Sei impazzita?”
Blair lo guardò ancora più divertita, dopo che Chuck riprese
le forze e si alzò gli rispose:
“Affatto Bass, avevo solo dimenticato di fare una cosa”
“Uccidermi?”
“No, quello sarebbe legalmente perseguibile …”
“Sai che esiste il TENTATO omicidio, vero?!”
“Bass! Non interrompermi, per quanto l’idea di strangolarti
con uno dei tuoi papillon mi alletti ho cose più importanti a cui pensare.”
Chuck la guardò alzando un sopracciglio, scettico e confuso.
“Sai che Dan Humphrey se la fa con Serena?”
Chuck la guardò sconvolta.
“Dan? Sul serio? Ma Serena non sta con Nate?”
“Già. E’ per questo che dobbiamo far rinsavire Serena e
Humphrey”
“Aspetta un momento. Dobbiamo? E noi cosa c’entriamo?!”
Ora Chuck era davvero confuso.
“Nate è il mio migliore amico, S la mia migliore amica, e
Dan è tuo amico, si farebbero del male tutti e tre, per questo noi saboteremo i
due amanti per far capire loro che stanno commettendo un errore”
Chuck la guadò incuriosito e con un ghigno sul viso. Un
complotto con Blair, forse l'ultimo.
Le si avvicinò molto lentamente, fino a cingerle i fianchi.
“Tu vuoi aiutare i tuoi amici, ma io che ci guadagno
Waldorf?”
Blair lo guardò sorridente –un sorriso sincero, divertente e malizioso, come quello di Chuck-
e gli passò una mano sul petto lentamente.
“Ci vediamo a pranzo Bass”
Disse prima di lasciare la stanza lasciando dietro di sé una
scia di vaniglia, lavanda e Chanel n°5.
Nel frattempo a New York...
Nathaniel Archibald
satava facendo jogging a Central Park, quando una ragazza lo
fermò per chiedergli informazioni sulla City Hall.
"E' sulla west
Broadway, ma può passare per Lafayette e proseguire dritta alla
svolta con Reade street"* le disse con un sorriso cordiale.
La ragazza gli
sorrise a sua volta, ma era un tantino titubante, osservò ancora
una volta la cartina e lo fermò nuovamente.
"Scusa, so di essere
invadente, ma potresti accompagnarmi? Sono nuova in città e non
so orientarmi bene, anzi diciamo che non so orientami affatto"
Nate continuò a sorriderle e annuì, incamminandosi con lei verso la strada.
"A proposito,io sono Georgina, e tu?"
Angolo Autrice.
*L'hotel esiste davvero, è uno dei più lussuosi di Parigi e del mondo, uno degno di C e B insomma xD
*Sono andata a cercarmi le indicazioni si Internet, lo ammetto xD
Happy B-Day Gaius ♥♥♥
E tanti auguri anche a me e a Leighton che abbiamo compiuto gli anni il 9, LOL :*
Visto?! Un altro aggiornamento lampo ;) Ma per questo dovete ringraziare la festeggiata xD
Spero vi sia
piaciuto ( è ancora più lungo del precedente, 6 pagine e mezzo e
1971 parole u.u) e spero sia piaciuto anche a Gaius ♥ Spero di
averti sorpresa nel finale e di averti accontentata per quanto
riguarda i Chair :)
Un bacio e alla prossima,
Fede ♥
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Capitolo 24 *** Rendez-vous ***
rendez.vous
Rendez-vous
Era mezzogiorno e mezzo e Chuck Bass stava aspettando da
mezz’ora Blair Waldorf per pranzare e complottare insieme. Era paradossale: lui
non aveva mai aspettato nessuno in vita sua.
Continuò a sbuffare guardando seccamente l’orologio, finché
Blair non si materializzò all’ingresso del Cafè di Montmartre in un trionfo di
pizzo e taffetà. Chuck rimase a bocca aperta di fronte a quella visione
angelica; con quel fresco vestitino estivo color panna, con la gonna a ruota
che le arrivava fin sopra il ginocchio, e i boccoli che le ricadevano soffici
sulle spalle, nessuno avrebbe mai potuto pensare a quell’eterea creatura come
un diavolo sotto mentite spoglie di angelo.
Lo vide e si diresse al suo tavolo.
“Waldorf, avevamo detto alle 12. E per quanto tu sia
meravigliosa oggi non credo che ti ci siano volute 4 ore per preparati”
“Non si mette fretta alla perfezione, Bass” gli rispose
secca corrugando le sopracciglia, nel tentativo di dissimulare il rossore che
le aveva imporporato le guance a seguito del complimento.
“Allora, cosa avevi in mente?” chiese Chuck mentre faceva
segno al cameriere.
“In realtà pensavo di cominciare con il pedinamento” disse
vaga.
“Resteremo qui solo altri sei giorni Blair, se non vuoi
portarti questa storia dietro a New York dovremo affrettare i tempi”
“Hai qualche idea migliore per caso?” disse Blair
indispettita.
“Beh potremmo passare direttamente all’attacco, Serena è la
tua migliore amica, scommetto che ti confida molti segreti …”
“Non ricatterò Serena, Bass!” ribatté Blair indignata.
Chuck sospirò e bevve un sorso del suo cocktail.
“Allora io propongo di farli sentire uno schifo, giocare sui
sensi di colpa”
“Tzè, ti prego Bass, avresti dovuto vederla con Nate all’aeroporto,
non funzionerà”
Blair corrucciò la fronte e cominciò a mordersi il labbro in
cerca di qualche idea.
Chuck in quel momento avrebbe voluto catturare quelle labbra
di cui era tanto affamato.
“Ho trovato!” esclamò Blair, facendo distogliere lo sguardo
di Chuck dalle sue labbra.
La guardò curioso.
“Diffameremo Dan agli occhi di Serena! Lo faremo sembrare un
lurido verme, ed esalteremo Nate ai suoi occhi, e faremo lo stesso con Dan,
Serena non ha un passato molto pulito, basterà farlo imbattere in qualche vecchio
post di GG e sarà fatta”
Chuck la guardò ghignante, non avrebbe mai potuto immaginare
una padrona migliore per il suo cuore.
Rue Blanchard 1 p.m.
“Dan, eccoti finalmente, li hai trovati?”
“No, nulla. Eppure sono sicuro che Chuck è tornato in
albergo stanotte, l’ho visto uscire proprio stamattina”
“B invece non è tornata a casa, ho passato tutta la notte a
cercarla, ma nulla”
Serena era ormai sull’orlo delle lacrime.
“Non preoccuparti, la ritroveremo” le disse Dan
avvicinandosi.
“No Dan, tu non capisci! E’ stata tutta cola mia, se non
l’avessi portata qui, se non le avessi fatto rivivere l’incubo di Chuck lei non
sarebbe stata così male. E’ solo colpa mia”
Serena piangeva a dirotto, così Dan l’abbracciò tentando di
calmarla, lei affondò il viso nel suo petto continuando a singhiozzare.
“Non ci posso credere, che svergognati” disse B indignata
alla vista di Serena e Dan abbracciati su una panchina.
“Ho chiamato una mia vecchia conoscenza, dovrebbe passare
davanti a loro tra circa 5 minuti”
“La tua conoscenza è bionda e dall’aria stupida?”
“Beh… sì, perché?”
“E’ in anticipo”
Chuck e Blair si accucciarono dietro ad un cespuglio mentre
una biondina si avvicinava a Dan e Serena.
“Dan Humphrey?” squittì.
Dan si allontanò di poco da S e rispose:
“Sì, sono io, perché?”
“Bastardo!”
La bionda svampita gli mollò un cinque dita in pieno viso,
al ché sia lui che Serena rimasero stupiti, intanto Blair stava facendo di
tutto per non ridere.
“Serena sta piangendo” notò Chuck mentre la francesina
continuava ad insultare Dan e a blaterare cose senza senso circa un night club
a Praga.
“Già” disse B un po’ preoccupata.
Scosse la testa e continuò “Forse i sensi di colpa comincia
a sentirli da sola”
Chuck si alzò e le porse la mano, lei l’accettò e si
avviarono verso una cartolibreria con una pen-drive piena di foto e scoop su
Serena Van Der Woodsen nelle mani.
Four Seasons Hotel George V Paris
“Blair!” esclamò Serena gettandosi tra le braccia
dell’amica.
“mi hai fatta preoccupare tantissimo, credevo fossi sparita,
che ti avessero rapita o che avessi fatto qualche stupidaggine … dove sei
stata? Ti ho cercata per tutta la notte”
“Oh, in giro … mi dispiace, non volevo farti preoccupare”
disse B vaga.
Serena ritornò ad abbracciarla, ci mancò poco che la
stritolasse.
“Che ne dici se ora andiamo a mangiare qualcosa?” propose
alla bionda.
S le sorrise e s’incamminarono verso Ladurèe.
Suite Bass.
“Humphrey, cos’hai fatto di bello oggi?” chiese Chuck
camminando per la stanza.
“Tu cos’hai fatto? Hai visto Blair per caso?”
“No, non l’ho vista, perché?” disse Chuck sperando che non
li avessero scoperti.
“Serena non la trovava da nessuna parte, era disperata. Per
di più mentre cercavo di consolarla è venuta una bionda che ha cominciato a
blaterale di notti di fuoco a Praga e di come l’avessi lasciata senza una
spiegazione per un’altra e poi mi ha anche dato uno schiaffo”
Chuck trattenne a stento una risata.
“Beh, le francesi sono strane, Humphrey”
“Puoi dirlo forte” concordò Dan massaggiandosi la guancia
ancora dolorante.
“Ma neanche le americane scherzano, eh!”
Dan lo guardò confuso, e Chuck gli porse alcuni fogli:
articoli di giornale, blast e scoop di GG su Serena.
Dan lo guardò stranito, e Chuck si affrettò a rispondere
alla domanda che gli avrebbe posto Dan.
“Sono stato da un vecchio amico stamattina, il direttore di
un giornale scandalistico di Parigi, e stava preparando un articolo su Serena.
Non credevo che la bella bionda fosse così … scatenata”
“Beh, nemmeno io” disse Dan continuando a guardare le foto
confuso.
Chuck si allontanò un attimo e compose il numero di Blair,
dopo 3 squilli rispose:
“Mamma, come va?”
“Sei sicura che Dan e Serena abbiamo un affair? insomma da quanto ho capito oggi la stava solo consolando
perché non ti trovava”
“Certo è possibile, ma credimi, le voci che ho sentito
l’altra sera su Mrs Forester sono inequivocabili”
“Quindi ne sei proprio certa?”
“Ne sono sicurissima”
“Bene, allora ci vediamo stasera a ‘Le 114 Faubourg’”
“Certo, ci sentiamo mamma”
Blair riattaccò il cellulare e riprese a parlare con Serena.
“Sai S, Penelope mi ha detto che Nate in questi giorni
sembra un pesce fuor d’acqua”
Serena la guardò tra il confuso e il divertito, incitandola
con lo sguardo a continuare.
“Già, mi ha anche detto che decine di ragazzine ci hanno
provato con lui, approfittando della tua assenza, e che lui a momenti neanche
se ne accorgeva. In più mi ha chiamato poco fa, mentre eri in bagno, perché il
tuo cellulare non prendeva, ed è stato 10 interi minuti a ripetermi quanto gli
mancassi. Sei davvero fortunata ad averlo, S”
“Sì, lo credo anch’io, non vedo l’ora di poterlo
riabbracciare, manca tanto anche a me” le disse con occhi carichi di dolcezza
“Ma ora sono qui a Parigi con la mia migliore amica, ed è questo ciò che conta”
continuò prendendole la mano.
Blair le sorrise dolcemente, avrebbe slavato la sua migliore
amica da quell’Humphrey, ne era certa.
“Allora, che si fa stasera?”
“A dire il vero ho un appuntamento”
Serena la guardò sorpresa.
“E con chi?”
“Oh, con un ragazzo che ho incontrato stamattina”
“Dev’essere stata una mattinata interessante”
“Non puoi immaginare quanto”
Le 114 Faubourg 8.30
p.m.
Blair Waldorf fece il suo ingresso nel ristorante lasciando
tutti a bocca aperta. Con il suo vestito rosso Valentino, i capelli raccolti in
un morbido chignon e le Louboutin tacco 12 era bella da mozzare il fiato.
Quando Chuck la vide rimase senza parole, le si avvicinò con
passo felpato non togliendole mai gli occhi di dosso, e cercando di ignorare
gli sguardi di tutti gli altri uomini nel resto della sala.
“Sei da stupro stasera, Waldorf” le sussurrò con voce
carezzevole all’orecchio, per poi prenderle la mano e baciarne il dorso, come
un vero gentiluomo.
Blair sorrise e gli rispose con voce divertita e piena di
malizia:
“Non farti venire strane idee Bass, sono qui solo per Serena”
Lui ghignò e si diressero verso il tavolo.
Four Seasons Hotel George V Paris.
“Dan,abbiamo un problema!”
Dan la guardò confuso.
“Blair è uscita con un tizio stasera”
“Questa non ci voleva, sai dove l’ha portata?”
“No, ma io punterei sull’Hotel de Crillon, è un posto che B
adora”
“Bene, allora io adesso vado a cercare Chuck, ci vediamo qui
tra mezz’ora”
Le 114 Faubourg
Chuck e Blair stavano uscendo dal ristorante, avevano
passato la cena a flirtare e punzecchiarsi a vicenda, poi B gli aveva concesso
una passeggiata, in effetti era da tanto che non si sentiva in quel modo.
Cominciarono a camminare per le strade illuminate di Parigi,
e la mano di Chuck passò dalla sua tasca a stringere la vita i Blair, per poi
intrecciare le dita di lei con le proprie.
Chuck e Blair che si
tengono per mano a Parigi.
Era assurdo, ma piacevole, maledettamente piacevole, e
famigliare, tanto da far male.
Faceva così male che Blair non seppe trattenersi, cos’ con
le dita intrecciate e i battiti del cuore di nuovo in sincronia glielo chiese,
gli chiese perché l’avesse lasciata in quel modo, perché non l’avesse chiamata,
perché l’avesse lasciata soffrire così tanto.
Si stava aprendo, lo stava facendo sul serio, ed ora stava
per piangere, ma ordinò a se stessa di resistere.
“Blair io… mi dispiace, sul serio, tu non sai quanto mi
dispiaccia averti lasciata.”
Erano faccia a faccia ed ora lei lo incitava a continuare
quel discorso che avrebbe distrutto entrambi, di nuovo.
“Ho sofferto tantissimo lontano da te, ma non potevo, e non
posso nemmeno ora”
Non poteva, per quanto gli sarebbe piaciuto dimenticare
tutto e tutti lui non poteva. Non poteva permettere che le accadesse qualcosa.
“Perché?”
“Mio padre-“
“Tuo padre non è qui ora, mentre io sì, sono qui, di nuovo,
per te. “
Blair si avvicinò maggiormente a lui, i loro nasi si
sfioravano, le loro bocche erano a 2 cm di distanza.
E allora Chuck fece una cosa del tutto inaspettata: la tirò
a sé e la strinse forte, l’abbracciò.
Immerse il viso in quel boccoli morbidi e profumati e la
strinse a sé accarezzandola con dolcezza, B fece lo stesso, si strinse in quell’abbraccio
che le toglieva il fiato e pianse, perché sapeva che quell’abbraccio era un
addio.
Angolo Autrice.
Buooooon Giornooooo *-* Sono
tornata, come vedete, al mio vecchio nick *da aggiungere alla lista
delle cose che non fregano a nessuno*. Beh, che dire del capitolo, a
me, stranamente, piace (e sono 1739 parole per la cronaca u.u) spero
piaccia anche a voi e che mi lasciatauna recendione xD
Baci,
Fede ♥
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Capitolo 25 *** End of something ***
end of something
End of something
“Chuck cosa stai facendo?” chiese Dan sconvolto.
Lui e Serena avevano passato la serata a cercare Blair, ma
non l’avevano trovata, così erano tornati in albergo.
Al suo ingresso nella suite di Chuck immaginava di trovarlo
con qualche ragazza addosso, non con una valigia fra le mani.
“Me ne vado Dan, e dovresti farlo anche tu”
“Cosa? Ma siamo arrivati solo l’altro ieri!”
“Io c’ho provato, okay? Ho provato a fingere che andasse
tutto bene, che avrei potuto riaverla, ma non è così”
E ora si sentiva una merda. Perché quei giorni con lei erano
stati magnifici, divertenti, bugiardi. Ogni peccaminoso istante in quella città
era una bugia in cui si stava rifugiando per non affrontare la realtà: non
poteva averla.
“Chuck, ma di cosa diamine stai parlando? Posa quella
valigia, tra qualche giorno saremo a casa”
Una risata amara uscì dalle labbra di Chuck.
“Tu non capisci, vero? Devo andare via, non posso più
vederla, devo solo accettare la realtà. Ci vediamo a New York se tu vuoi
rimanere qui, ma non dovresti. Per quanto detto da un diavolo sia assurdo:
quello che state facendo tu e Serena è sbagliato, Nate non se lo merita”
“Ma di cosa stai parlando?” chiese Dan confuso.
“Humphrey, so della storia che avete tu e Serena, ed anche
Blair lo sa. Abbiamo passato le ultime 24 ore a cercare un modo per farvi
rompere”
“Blair era con te?”
Chuck distolse velocemente lo sguardo.
“E’ fantastico Chuck! E poi io e serena non abbiamo nessuna
relazione”
“Blair ha detto di avervi visti: parlavate di quando e dove
incontravi, di come non destare sospetti … ed io stesso vi ho visti ieri sera
passando per l’Hotel de Crillon”
“Ieri sera stavamo cercando Blair per sabotare
l’appuntamento che aveva con un tizio, che a questo punto suppongo fossi tu. E
la conversazione che ha sentito Blair era esatta: ma dovevamo incontrarci per
aiutare voi, la vacanza gli incontri del primo giorno, stavamo cercando di
aiutarvi, di farvi stare insieme e-“
“Cosa?! Humphrey come diavolo ti è saltato in mente?!” Chuck
era sconvolto e stava alzando notevolmente il tono di voce: Chuck Bass non
gridava mai.
“Chuck non urlare, ti ricordi? Ti avevo detto che-“
“Sai cosa sarebbe potuto succedere se mio padre fosse venuto
a saperlo, Dan? Sapevi che era pericoloso, che Blair poteva essere in
pericolo!”
“Beh, anche tu hai passato la giornata con lei o sbaglio?”
“E secondo te perché sto partendo ora?”
“Chuck mi dispiace, io stavo solo cercando di aiutarvi-“
“Facendola uccidere?”
Dan sospirò e tentò di ricominciare “Chuck io-“
“No Humphrey. Da oggi in poi fatti gli affari tuoi, io e te
saremo semplicemente allievo e maestro, i giochi sono finiti qui. Fai i
bagagli, partiamo tra un ora. Prendiamo le nostre cose e ci trasferiamo a
Shangai”
“Trasferirci? Andiamo amico non-“
“Io. Non. Sono. Tuo. Amico”
Calmo e letale.
Uscì dalla stanza sbattendo la porta, partirono dopo un ora
e lasciarono Parigi.
Chuck lasciò lì il suo cuore, nella mani della donna che
glielo aveva strappato dal petto senza rendersene conto, lasciando lì quella
magnifica creatura che si divertiva a farlo innamorare ogni giorno di più.
Chuck Bass lasciò a Parigi Blair Waldorf, l’Amore della sua
vita.
Angolo Autrice.
E'cortissimo e non
succede nulla, lo so, ma pra che c e B sono di nuovo in fase
#siamanomanonpossonostareinsieme abbiamo ricominciato con i capitoli di
passaggio -.-
spero vi piaccia comunque,
Baci,
Fede ♥
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Capitolo 26 *** The Bitch is back ***
the bitch
The Bitch is back
Il giorno dopo partirono anche Serena e Blair, non aveva
senso rimanere in quella città, avevano parlato, Serena le aveva raccontato del
piano –in parte- e Blair l’aveva ringraziata e aveva pianto fra le sue braccia.
Tutta la notte.
Quando l’aereo partì e Blair si ritrovò a guardare fuori da
finestrino –con il cuore in gola e le
lacrime agli occhi- si rese conto di essere proprio in una di quelle scene
dei film che le piacevano tanto, ma in quei film Chuck l’avrebbe rincorsa
all’aeroporto e le avrebbe confessato il proprio amore in mezzo a migliaia di
persone, per poi baciarla.
Ma non era così, non c’era nessun Chuck a fermarla e di
certo non ci sarebbero state né dichiarazioni né baci, e la vita era tanto
ingiusta da negarle anche i titoli di coda, senza così poter mettere la parola
fine a quella storia che l’aveva distrutta.
Quando atterrarono a New York Blair si rifugiò nella sua
stanza a piangere, dopo qualche ora mandò via anche Serena, volevo solo restare
sola e annegare nelle sue lacrime.
L’amica andò via solo dopo ch’ebbe visto la necessità di
Blair di sfogarsi, davvero, da sola, dove nessuno avrebbe potuto vederla, dove
avrebbe potuto piangere fino allo sfinimento, fino a che non avesse finito le
lacrime, cosicché avrebbe potuto ricominciare a fingere, per poi consumare il
suo dolore nel silenzio della notte.
Casa Archibald
“Nate” lo salutò Serena saltandogli addosso. Nate la baciò,
ma quando si staccarono non poté non notare la tristezza che albergava nei suoi
bellissimi occhi.
Quando Serena gli raccontò cos’era successo lui la strinse,
la strinse forte e quando si fu addormentata decise che l’indomani anche Blair
avrebbe ricevuto il suo abbraccio.
Starbucks, 15 p.m.
“Due cappuccini, grazie” ordinò il biondino al cameriere.
“Allora, è tornata Serena”
“Già, e anche Blair, sta davvero male sai, per colpa di un
ragazzo”
“Davvero? Beh ti dico per esperienza che le passerà entro un
paio di mesi” gli disse la ragazza sorridendo, o ghignando, non ne era sicuro.
“Io non penso, Chuck l’ha davvero distrutta, si sono
distrutti a vicenda”
Nate girava il cucchiaio nel cappuccino, preoccupato e
triste per la sua migliore amica, dopo Serena era la persone più importante
della sua vita.
La ragazza al nome ‘Chuck’ sussultò, non poteva essere,
eppure c’era qualcosa che la spingeva achidere:
“Scusa, come si chiama questo ragazzo?”
“Chuck Bass, perché? Lo conosci?”
“No, solo curiosità. Oh, guarda che ore si sono fatte, devo
proprio andare, ci vediamo Nate”
Nate la guardò andare via confuso, e la salutò di rimando.
“Ciao, Goergina”
Quel Ciao fu l’ultimo
che Nate disse alla ragazza. Partì il giorno seguente senza rivelargli il perché.
Intanto passavano i giorni, le settimane, i mesi, gli anni.
Era passato un anno e mezzo -18 mesi, 72 settimane, 39531600* ore- dall’ultima volta che Chuck
e Blair si erano visti, lui aveva girato per il mondo con Dan, lo aveva reso un
vero diavolo, per così dire, perché in realtà Dan rimaneva sempre il bravo
ragazzo di Brooklyn, ma se Bart doveva credere che era cambiato lo avrebbe
fatto sicuramente.
Le uniche costanti nella vita di Chuck sembravano essere
diventati lo scotch, Dan –con il quale
aveva riallacciato i rapporti dopo che lo aveva salvato da un magia anime- e
uno sguardo triste vuoto che non lasciava mai i suoi occhi.
Blair invece si era concentrata sul suo status di regina e
sulla sua domanda al collage, aveva appena ricevuto la lettera d’ammissione a
Yale, la sua vita sembrava –apparentemente- perfetta.
Già perché se sei la Regina della scuola, una bellissima
ragazza, e sei stata ammessa al collage dei tuoi sogni non può che andarti benissimo, se ci aggiungiamo un fantastico fidanzato è la
ciliegina sulla torta.
Già, fidanzato.
Non uno di quei bambocci senza cervello né personalità,
nemmeno un belloccio qualunque o
qualcuno che la sfruttava per la sua popolarità.
Thomas era fedele, carino, gentile, intelligente e innamorato.
Blair avrebbe voluto poter dire lo stesso di lei, ma la
verità era che nei suoi pensieri -nei suoi occhi, nel suo cuore- c’era sempre e
solo Chuck Bass.
Ma infondo la loro vita sembrava procedere normalmente agli
occhi del mondo, nessun imprevisto o ostacolo intralciava i loro cammini –nessun Grande amore, quello che ti toglie
il fiato e ti fa girare la testa, niente più baci intossicanti o carezze al
sapore di miele, niente di tutto questo, e andava bene così-. Nessun problema
–se non le lacrime e le bugie in cui
affogavano ogni giorno- e tutto filava liscio.
Questo finché Georgina Sparks non bussò alla porta di Chuck
Bass in quella calda mattinata di fine Giugno.
Angolo Autrice.
*Non so se è corretto, ma voi fidatevi, okay? xD
So, The Bitch is back,
e chi conosce migliore stronza di Georgina Sparks? Spero che il
capitolo vi piaccia, questo era sul serio di passaggio, ma senza non
potevo andare avanti, spero di avervi incuirosito con la storia di G,
un bacio e alla prossima,
Fede ♥
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Capitolo 27 *** Meeting with the Davil ***
meeting
Meeting with the Davil
Un violento brivido gli percorse la schiena.
Cosa ci faceva lei
lì?!
Decise di dar voce ai suoi pensieri e, come risposta,
ricevette un ghigno strafottente e un’ innocente scrollata di spalle.
“Per aiutarti”
Chuck alzò un sopracciglio e fece per chiudere la porta, ma
prima che potesse rendersene conto lei era già entrata nella sua suite.
“Carino, ma scommetto che ti manca New York … e chi hai
lascito lì”
“Cosa vuoi?”
La voce era bassa, quasi un ringhio, e lo sguardo duro.
Conosceva Georgina e di certo non era lì per caso, voleva
qualcosa e a lui non andava di giocare.
“C’era un tempo in cui ti piaceva questo gioco
dell’indovinello” gli disse accarezzandogli il viso, leziosa.
Lui allontanò la mano di lei e assottigliò lo sguardo.
Georgina
rise.
“Blair
Waldorf, Bass”
Chuck sgranò gli occhi e strinse la presa sul suo bicchiere
di scotch.
“Cosa c’entra lei?”
“Allora è vero quello che si dice: ti sei innamorato”
Le rivolse uno sguardo interrogativo.
“Come fai a-“
“Ti prego, sono
Georgina Sparks”
“Ora ne ho abbastanza, cosa vuoi?”
“Te l’ho detto: aiutarti”
“come? E soprattutto perché?” le chiese sarcastico.
“Tu vuoi Blair, io la testa di tuo padre”
Chuck la guardò confuso.
“So che Bart ti ha minacciato, e so che siete” fece una
pausa e represse una risata “innamorati.
Se mi aiuti a distruggere Bart io aiuterò riavere Blair … e la tua anima”
“Io non ho un’anima” disse con amarezza il ragazzo.
“Credevi anche di non avere un cuore, no?”
“Cosa vorresti dire?”
“Ci sono molte cose che Bart non ti ha detto”
“E immagino che lo farai tu ora”
Gli sorrise, serafica.
“Al tempo dei greci era di moda tra gli immortali infatuarsi
degli umani, beh quando lo fece tuo padre da quell’unione nascesti tu. Dopo che
fosti nato Bart uccise tua madre, sapeva troppo e gli aveva dato ciò che
voleva: un erede. Perciò tu sei per metà umano, ma Lui non poteva permetterti
di commettere stupidi errori da mortale, come
l’amore, perciò ti privò dell’anima e fece in modo che il tuo cuore non
battesse mai, tenendoti lontano dalla Terra”
Chuck la guardò con sguardo assente.
Trangugiò lo scotch e le disse ghignando:
“Sorridi Sparks, ti accompagnerò per un ultimo tour dell’Inferno.”
Angolo Autrice.
Ed ecco cosa
esce fuori quando non hai nulla da fare durante l'interrogazione di
scienze xD No, sul serio, essendo una settimana che non ho assolutamente nulla
da fare a scuola, avendo già finito le interrogazioni, ho
scritto ben 2 capitoli e mezzo u.u Il mio problema è che
sono scritti a penna e non mi va di ricopiarli xD Comunque, ecco
che la mia amata Georgie rientra in campo per non lasciarlo
mai più ♥♥♥ Spero che il capitolo vi
piaccia, aspetto recensioni,
baci,
Fede ♥
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Capitolo 28 *** Vecchie conoscenze e nuovi rivali ***
vecchie conoscenze
Vecchie conoscenze e nuovi rivali
Chuck stava facendo le valigie, sarebbero dovuti tornare
a NY per chiedere l’aiuto di Carter:avrebbe
dovuto chiamare Bart e farlo arrivare sulla Terra, non avrebbero mai potuto
sconfiggerlo all’Inferno, sarebbe stato troppo potente nel suo Regno.
Mentre metteva in valigia le giacche Gucci si ritrovò a Pensare a Dan.
Merda…
Decise di andare da lui e spiegargli tutto, quando entrò
nella suite lo trovò a guardare ‘Nanette’
alla TV.
“Humphrey” lo salutò.
“Ehi, stasera io non me la sento di uscire, c’è Nanette”
Chuck gli sorrise e si sedette accanto a lui.
“C’è Georgina” gli disse senza mezzi termini “è arrivata
qualche ora fa”
Dan era sconvolto, Georgina era lì.
Colei che lo aveva dannato era lì.
La sua anima era intrappolata nei suoi occhi.
“Che cosa?”
“Prendi lo scotch, ti racconterò tuto”
Ci volle mezz’ora per spiegare a Daniel la situazione, il suo
sguardo era sempre più sconvolto.
“Se tu non te la senti di venire non fa niente, lo capisco”
gli disse cautamente Chuck.
“No. Voglio venire, voglio aiutarvi.”
Chuck gli sorrise, non un ghigno, un sorriso, uno vero.
Dan ebbe voglia di abbracciarlo, ma si trattenne.
Si era davvero affezionato a Chuck, lo considerava il suo
migliore amico, ormai.
“Preparati, torniamo a NY, si parte tra un’ora”
Dan si alzò e andò a prepararsi.
Dopo quaranta minuti erano all’aeroporto che aspettavano Georgina.
Dan era nervoso.
Quando la ragazza arrivò lo riconobbe subito.
“Dan Humphrey, non avrei mai pensato di rivederti”
“Beh, nemmeno io. Sai, l’ultima volta hai rubato la mia
anima e condannato all’Inferno”
“Già, ma non rivanghiamo il passato, o non riusciremo mai a considerare
con chiarezza il futuro, lo diceva Wilde… un mio grande amico”
“Senza offesa, o anche se vi offendeste: sbrigatevi,
dobbiamo partire” disse Chuck.
S’imbarcarono e una volta arrivati a NY andarono
direttamente al Victrola.
Convincere Carter ad ingannare Bart non sarebbe stato
difficile, convincerlo ad aiutare Georgina, beh, quello sarebbe stato più
complicato.
“Chuck Bass! Di nuovo qui?” lo accolse Carter sorridendo.
“Baizen, ho bisogno d’aiuto”
“Ancora Blair Waldorf? Ho notizie che non ti piacerebbero …”
Chuck deglutì, non se l’aspettava, e se le fosse successo
qualcosa?
“Dimmi”
“si è fidanzata, con Thomas Windsor”
Chuck sentì qualcosa nel petto rompersi più di quanto non
fosse già, ma in fondo lui l’aveva lasciata andare, ed era passato più di un
anno.
Abbassò lo sguardo per un secondo, poi tornò a guardare
Carter.
“Devi aiutarci ad annientare Bart”
“Spiegai meglio, cos’ha fatto paparino?”
Chuck sospirò e gli raccontò la storia e il loro piano,
quando finì Carter scoppiò in una fragorosa risata.
Chuck era irritato.
“Chuck Bass, il Demonio, innamorato… questa è bella”
“Allora, ci aiuterai?”
“Certo, credo che infondo potrei trarne vantaggio anch’io. Sai,
c’è una quantità esagerata di ragazzine-seguaci di Gossip Girl che shippano
Chair, presentarmi a loro come colui che ha fatto sì che ritornaste insieme mi
assicurerebbe qualche mese di sesso senza fare il minimo sforzo per
conquistarle. Ma tu e Humphrey? Sarà come cercare di sconfiggerlo da solo, non
credi sia una missione suicida, Bass?”
“Veramente c’è anche qualcun altro”
Carter lo guardò incitandolo a continuare.
“Georgina Sparks”
“E’ qui?” chiese il ragazzo con sguardo duro.
“No”
“Non l’aiuterò a vendicarsi e a prendere il controllo degli
Inferi, non sarà il mio capo”
“Patteggiate”
“Non cederà”
“Non puoi saperlo”
Carter sospirò.
“Ci parlerò, entro domani ti farò sapere se ti aiuterò o no”
“Carter…” cercò di convincerlo Chuck.
“no, Bass. Non rischio la pelle senza nulla in cambio”
Chuck annuì e andò via.
Pregò con tutto se stesso che riuscissero a raggiungere un
accordo.
Quando entrò in auto, inaspettatamente, non disse alla’autista
l’indirizzo dell’hotel.
“A casa Waldorf, Arthur”
Buon Giorno Upper East Side. Indovinate chi è stato avvistato al JFK? Il
nostro Diavolo preferito sembra essere scappato dalle fiamme dell’ Inferno per
ritornare in città, e non era solo. Dan Humphrey e, udite udite, una vecchia
conoscenza del nostro Golden Boy erano con lui. Attenta B o ti ritroverai a
bruciare tra le fiamme della passione un’altra volta, il problema è che con
Chuck Bass potresti ritrovarti in quelle dell’Inferno e non rendertene conto.
Xoxo Gossip Girl.
Angolo Autrice.
Buona
sera Efp, come vedete questo è un nuovo record :D No, non
è un'allucinazione, comunque xD Che dire?! Ringraziate,
stavolta, le interrogazioni di Italianoe Greco xD Spero che il
capitlo sia di vostro gradimento (Carter :Q) e che lasciate una
recensione,
Baci,
Fede ♥
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Capitolo 29 *** We never die ***
we never die
Us never die
Chuck era appostato sotto casa di Blair da tre quarti d’ora
ormai, e di lei neanche l’ombra. Dopo pochi minuti lo sfiorò un pensiero: ‘Era
Estate, e Blair passava l’Estate in Francia dal padre, forse era già partita.’
Nemmeno finì di pensarlo che vide un ragazzo avvicinarsi a
casa Waldorf, dopo poco apparve anche Blair.
Dio, quanto gli era mancata.
I primi mesi di separazione erano stati tragici, e senza Dan
come amico si era ritrovato da solo ad affrontare il baratro di disperazione in
cui era caduto. Per placare il vuoto che sentiva nel petto, a volte, gli era
anche capitato di cedere alla tentazione e teletrasportarsi a New York, nella
sua stanza, per osservarla dormire. Una volta in particolate, mentre la
osservava sotto il chiarore della Luna, notò i cuscini completamente zuppi, e
le gote ed il naso ancora rossi: aveva pianto, e tanto anche. Istintivamente era
corso in bagno cercando qualche prova del peccato che le affibbiava. Quando non
trovò nulla si sentì sollevato, almeno aveva smesso di farsi del male … ma
proprio mentre stava uscendo notò una miriade di tic tac riversate sul
pavimento, dietro la porta. Si passò una mano tra i capelli, disperato.
Ritornò nella stanza e si avvicinò al letto, non resistette
e si sistemò accanto a lei, stringendola.
Blair si girò verso di lui e si accoccolò maggiormente
contro il suo petto, non si sveglio, ma mugolò il suo nome.
Così, stretti in un dolcissimo abbraccio, dormirono tutta la
notte.
Quella fu, però, la sua ultima visita a casa Waldorf, prima
di lasciare New York lasciò un biglietto anonimo a Serena in cui le raccontava
della ricaduta di Blair, sapeva se ne sarebbe presa cura.
Ora, vedendola saltare al collo di un ragazzo che non era
lui non poteva far altro che pensare che avrebbe dovuto riconquistarla.
Intanto Blair stava salutando Thomas, quando i loro
cellulari squillarono: Gossip Girl.
Sperò che non fosse l’ennesimo pettegolezzo su Penelope e i
suoi molteplici affair, quando lesse
rimase sconvolta.
Chuck era lì, era tornato,ed era con Georgina Sparks.
Si portò una mano alla bocca e gli occhi le si fecero
lucidi.
Quando Thomas lesse il post un moto di gelosia lo pervase:
sapeva di Chuck e la reazione di Blair non lo aveva di certo rincuorato.
“Blair, è tutto okay?”
“Sì, sto … sto bene. Andiamo?”
La maschera dell’indifferenza era crollata solo per pochi
secondi, i giochi erano appena ricominciati.
Angolo Autrice.
2 lavori in un solo giorno, come vedete non riesco più a
fermarmi xD Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e spero di avervi
fatti felici dandovi un piccolo assaggio di fluff!Chair ♥
Recensite mi raccomando ;)
Baci,
Fede ♥
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Capitolo 30 *** Just Friends ***
just friends
Just Friends
“Abbiamo raggiunto un accordo” tuonò una Georgina piuttosto
infastidita.
Dietro di lei Carter gongolante.
Chuck lasciò un respiro di sollievo, quella notte non aveva dormito.
“Io avrò il controllo dell’Inferno nel mesi dispari, lei in
quelli pari.” Disse tutto contento.
“Già, attenti alle promesse fatte con metafore ragazzi,
questa è la volta buona che l’Inferno si ghiaccia” replicò Georgina versandosi
dell’Assenzio.
“Quindi? Che si fa ora?”
“Ci serve un esercito” disse Chuck “quando l’avremo trovato
potremo far chiamare Bart da Carter. Gli dirà che ci sono seri problemi con
Georgina, quando verrà noi saremo qui ad aspettarlo”
“Ci vorrà qualche settimana per formare l’esercito, forse un
mese. Intanto Chuck potrà riconquistare la sua ragazza”disse G ghignante.
“Ed io che faccio?” chiese Dan confuso.
“Tu aiuterai me” disse Chuck “e cominceremo ora. Quindi vestiti,
Blair sarà al Russian tra mezz’ora.”
Carter osservò il pigiama di Dan ridendo. L’avevano
letteralmente buttato giù dal letto.
Il ragazzo andò a cambiarsi e poi, lui e Chuck, si avviarono
verso il locale.
Una volta arrivati avvistarono la coppia, insieme a Serena e
Nate.
“Chuck!”disse Nate appena lo vide.
Serena non era mai stata una tipa violenta, ma il modo in
cui piantò il tacco delle sue Jimmy Choo nel piede del fidanzato fu incredibilmente
forte.
“Nathaniel, Serena … Blair.”
“Ciao ragazzi!” li salutò Dan allegro.
“Cosa ci fate qui a New York?” chiese loro Serena
sorridente.
“Siamo dovuti tornare per delle questioni personali.” Spiegò
Chuck.
Blair intanto teneva lo sguardo basso, e quando lo alzò andò
inevitabilmente ad incastrasi in quello di Chuck.
“Io sono Thomas, piacere” disse interrompendo il contato
visivo.
Chuck ghingò: “Io sono Chuck Bass”
“Volete unirvi a noi?” chiese Nate ritraendo istintivamente
il piede.
“Con piacere” disse Chuck.
“Si aggiunsero alla tavola e ordinarono.
Blair continuava ad ignorarlo, scambiava qualch parola con
Dan ogni tanto, ma per il resto sembrava incredibilmente concentrata sulla sua
insalata.
Quando si alzò per andare in bagno, Chuck la seguì con una
scusa.
Mentre B stava per entrare nella toilette sentì una mano
prendrle il polso, facendola girare.
“Chuck! Lasciami”
“Non finchè non mi dici perché ti comporti in questo mmodo!”
“Quale modo?”
“Lo sai benissimo, Blair. Perché mi stai ignorando?”
“Sei stato via per più di un anno, Chuck!”
“E allora?Sai perché me ne sono andato”
“Ma ora non so perchè sei tornato” gli disse con le lacrime
agli occhi.
“Capisco se non vuoi vedermi, e capisco che ti sia rifatta
una vita e sia andata avanti, ma ti sto chiedendo di essere semplicemente amici”
“Amici? Sul serio Bass?”
“Sul serio, ma se tu preferisci un’amicizia con benefici
sono aperto a tutto” aggiunse ghignando.
“Bass!” sbottò Blair scandalizzata, ma stava sorridendo.
“Allora … amici?”
“Amici” sentenziò Blair allungando la mano, come per
stipulare un contratto.
Chuck la strinse e, istintivamente, usò quella presa per
portare Blair a sé, e stringerla.
Gli abbracci stavano diventando piuttosto frequenti tra loro
due, ma infondo gli amici si abbracciavano, giusto?
Blair si strinse in quell’abbraccio familiare: ‘Mi sei mancato’ pensò mentre si faceva
accarezzare i capelli e affondava il viso nel suo petto.
‘Mi sei mancata’
pesò lui mentre la stringeva a sé.
Intanto dall’altra
parte della città.
“Siamo qui per un sondaggio: cosa pensa del regno di Bart?”
Il ragazzo dagli occhi color pece davanti a loro li guardò
confuso, ma senza rispondere.
“Cosa?!”
“Sappiamo quando menti, quindi ti conviene dire la verità”
“Dove volete arrivare?”
“Gira voce di una rivoluzione” disse Carter vago.
“Tu aderiresti?”
“Non sono così idiota da dirvelo”
“Ti prego, ti ha condannato alla dannazione eterna; cos’altro
potrebbe farti?” disse G ovvia.
“Bart è un tiranno, ed io un demonio”
Carter e Georgina si scambiarono uno sguardo complice.
“Tu vieni con noi”
Angolo Autrice.
Buongiorno miei cari.
Puntuale come avevo promesso u.u Ed ecco che vi vengono svelate un bel
po' di cosette con questo capitolo ;) Ditemi cosa ve ne pare,
Baci,
Fede ♥
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