History of an inevitable love di Fecalina (/viewuser.php?uid=180579)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Waldorf Rules ***
Capitolo 3: *** La traccia ***
Capitolo 4: *** Bass Plans and Waldorf Nerves ***
Capitolo 5: *** Serendipity ***
Capitolo 6: *** Champagne and strawberries on your lips ***
Capitolo 7: *** Ad occhi chiusi ***
Capitolo 8: *** Baci al sapore di fragole e cioccolato ***
Capitolo 9: *** Games of jelousy ***
Capitolo 10: *** Villains are back ***
Capitolo 11: *** The only G ***
Capitolo 12: *** At night ***
Capitolo 13: *** This is a promise: I'll destroy your life without you noticing. ***
Capitolo 14: *** Il carnevale dei fantasmi di noi stessi ***
Capitolo 15: *** Nightmares ***
Capitolo 16: *** Maybe this Christmas part 1 ***
Capitolo 17: *** Maybe this Christmas part 2 ***
Capitolo 18: *** Maybe this Christmas part 3 ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
history of an inevitable love 2.0
Attenzione:
In
questa fic: Chuck e Blair non si conoscono, così come Serena e
Nate, Chuck e Serena e Blair e Nate; Bart Bass è morto, ma non
ha intenzione di resuscitare né si è mai sposato con Lily, alla
morte del padre Chuck ha preso il controllo delle BI; Serena e Blair
vivono insieme; il collocamento temporale è la quarta stagione,
quindi 2010/2011, i vent'anni dei nostri protagonisti; la storia
è narrata da un misto tra me e GG (u.u) e un piccolo intruso che
spero vi piacerà xD
Buona lettura, Fede ♥
History of an inevitable love.
~Prologo
Era
ormai calata la notte su New York, ma la città sembrava
più sveglia che mai. L’ennesimo party fatto di lustrini,
gioielli, tessuti pregiati e personalità altolocate incombeva
sull’Upper East Side. Questo party, però, sembrava avere
qualcosa di speciale, forse erano le luci più brillanti o i
tessuti più costosi, o forse tra quella cerchia ristretta di
persone che aveva avuto l’onore di ricevere un invito si celava
del sangue blu. Nessuno riusciva a spiegarsi perché quella sera
ci fosse qualcosa di più nell’aria, qualcosa che profumava
di primavera, qualcosa che prometteva lunghe passeggiate sulla
spiaggia. Quel qualcosa sembrava amore …
Oh,
no, scusate il mio terribile sbaglio, ma non era amore, era
bensì qualcosa che nell’Upper East Side da le stesse
soddisfazioni e fa molto più scalpore: era la guerra.
Se
poi è di Blair Waldorf e Chuck Bass che si parla, allora non ci
resta che sederci comodi, prendere i popcorn e goderci la loro
autodistruzione.
Ma, aspettate, credo di essere andata fin troppo avanti con la storia.
In realtà il tutto ebbe inizio nella camera di Blair Waldorf qualche tempo addietro.
“B, mi dispiace davvero tanto non poter venire stasera”
Serena
Van Der Woodsen: bionda newyorkese dagli occhi color mare, It Girl per
eccellenza e, soprattutto, migliore amica di Blair Waldorf.
Chi è quest’ ultima? Non ditemi che non la conoscete, lei è Blair Waldorf.
Viziata
bambolina di porcellana, ex-Regina della Constance, attuale principessa
di Manhattan in attesa d’essere incoronata Regina; non è
bionda o solare come la sua spumeggiante migliore amica, è,
bensì, incredibilmente stronza e ambiziosa, abile bugiarda e
machiavellica cospiratrice. Una Maria Antonietta in stile Upper East
Side insomma.
Le
uniche cosa a cui tiene veramente? La sua migliore amica e il suo
status sociale, oltre che all’ultimo paio di Manolo in vendita,
ovvio.
“Non
dire sciocchezze, S” disse dolcemente alla bionda sedendosi
accanto a lei sul letto “devi riposare o questa febbre non ti
passerà più” le sorrise per poi alzarsi e fare una
giravolta su se stessa.
“Come sto?”
“Sei perfetta, B. Chiunque sia il nuovo socio della WD rimarrà sbalordito”
“Lo
spero. Se riesco a dimostrare a mia madre che posso guidare gli affari
della WD, l’azienda passerà a me entro Giungo”
esplicò senza nascondere un pizzico di presunzione nella voce.
In
effetti Blair era davvero spettacolare quella sera: capelli raccolti in
un raffinato chignon , vestito lungo che lasciava collo e schiena
scoperti, tacchi vertiginosi e rossetto rosso, se fossi stata un
ragazzo non avrei saputo resisterle.
“Miss
Blair, la macchina è arrivata, Mrs Eleonor e Mr Cyrus sono
già scesi” l’avvertì Dorota, fedele domestica, dal piano di sotto.
Le due ragazze si abbracciarono e Blair si avviò verso l’ascensore.
Una volta arrivati alla festa numerosi occhi si posarono su Blair che, intanto, si godeva le luci della ribalta.
I nuovi soci di Eleonor non erano ancora arrivati, così i tre si divisero e cominciarono a vagare per la festa tra calici di champagne, bocconcini al caviale e l’ultimo, succulento, gossip del momento.
Buona parte della fauna femminile presente della sala si fermò mezz’ora dopo l’inizio della festa.
Chuck Bass e Nathaniel Archibald avevano appena fatto il loro ingresso.
Chi sono? Ma dove vivete? Menomale che ci sono io come vostra guida, non disperate, vi spiegherò tutto.
Nathaniel
Archibald: il Golden Boy dell’UES, il classico principe azzurro
dai capelli dorati, il fisico scolpito e lo sguardo incredibilmente
dolce, attraente, blu e … confuso. Migliore amico di Chuck Bass
sin dalla seconda elementare è il classico uomo che tutte le
donne sognano di trovare all’altare.
E Chuck Bass? Beh, lui invece è l’amante che le sopracitate sognano di trovare nel loro letto.
Incredibilmente
affascinante: occhi color caramello, capelli scuri, mascella marcata,
sguardo magnetico, labbra… Un tipo niente male, insomma.
Il
problema? E’ uno stronzo patentato, bastardo di professione, i
cui interessi principali sono l’alcool, i soldi e le donne, tutte le donne.
La
coppia di amici fece il suo ingresso con un eleganza disarmante ed una
sicurezza di se stessi da far invidia a chiunque, accompagnati come
sempre da sospiri rapiti e sguardi sognanti o desiderosi, a seconda del
soggetto su cui si posavano.
Mentre
i due amici s’intrattenevano con due affascinati signorine, la
cui tintura era penetrata nella testa e aveva bruciato loro quei pochi
neuroni di cui disponevano, Chuck si offrì affascinante per
andare a prendere da bere a tutti.
“Charles”
lo chiamò una vecchia conoscenza di suo padre. Non fece in tempo
a girarsi che finì per scontrarsi con qualcuno.
Quando
alzò gli occhi, per guardare in faccia colui/colei che aveva
avuto la brillante idea di far fare un lavaggio a basa di champagne
alla sua camicia, incontrò lo sguardo di una delle donne
più belle che avesse mai visto.
Wonder Woman?
Cosa? Ma chi-?
Sono Dan, Dan Humphrey.
Beh, mio caro Humphrey, stai interrompendo la mia narrazione.
Ma io sono il tuo alterego, DEVO esserci.
Alterego un corno, fuori dalla mia storia!
Ma sono anche uno scrittore, potrei darti qualche dritta.
Non ne ho bisogno, grazie!
Ma… ma…
Cosa?!
Anch’io sono CHAIR! Voglio far parte di questa storia *occhi da cucciolo*
Ah ah riccioli d’oro, con me non attacca.
Ti preeeeeegooooo
*sospiri*
E va bene, ma non devi darmi fastidio, sarai uno spettatore silenzioso, okay?
Okay ;)
Bene, noi possiamo tornare alla narrazione:
“Buonasera” la salutò Chuck affascinante.
“Buonasera?! Mi è appena venuto addosso!”
Chuck sgranò gli occhi.
“Cosa? Io ti sono venuto addosso, tu mi hai rovesciato lo champagne sul vestito”
“Questo
perché non sei stato attento a dove mettevi i piedi”
sentenziò Blair con ovvietà, alzando leggermente il mento.
Forse non era il caso, ma Chuck pensò che fosse davvero sexy.
“O forse perché tu cammini con la testa fra le nuvole”
“Cosa?! Ma chi ti credi di essere?”
Chuck ghignò.
“Io sono Chuck Bass, è un piacere conoscerla”
“Di
certo io non posso dire lo stesso” ora Blair aveva messo il
broncio, e Chuck non ricordò di aver mai desiderato tanto
baciare una donna in vita sua.
“Cosa
ne dici di aiutarmi a rimediare a questo disastro, magari nella suite
al piano di sopra.” Disse Chuck ammiccante.
Le guance di Blair s’imporporarono d’imbarazzo.
Sgranò gli occhi scandalizzata.
“Non resterò qui un minuto di più” disse incamminandosi a passo di marcia verso sua madre.
“Aspetta!” le disse Chuck seguendola “posso almeno sapere chi sei? Io mi sono presentato”
“Vediamo:
sono la donna che non andrà mai a letto con Chuck Bass”
disse decisa prima di ricominciare a camminare attraverso la sala.
Questo è tutto da vedere, disse Bass tra se e se, prima che Nate lo chiamasse per dirgli che i nuovo soci delle Bass Industries erano arrivati.
Si avviarono verso la fontana al centro della sala dove lo aspettavano i suoi nuovi soci d’affari.
Si avvicinò ad una signora sulla cinquantina ed il suo consorte,salutandoli galante.
“Charles, è sempre un piacere vederti.”
“Anche per me Mrs Waldorf”
Eleonor sorrise al giovane di fronte a lei, prima di posare lo sguardo sulla giovane donna che li stava raggiungendo.
“E questa è mia figlia Blair.” La presentò.
Non appena lo vide, Blair rimase shockata: “Bass!”
“Waldorf”
Sento odore di guai Upper East Siders. Per saperne di più continuate a seguirmi,
XOXO Gossip Girl.
Angolo Autrice.
Buona sera popolo di EFP, anche se non ho ancora concluso The Heart of
Devil ho fatto la coraggiosa scelta di pubblicare il primo capitolo di
questa nuova fanfiction che ho sritto di getto ieri sera xD Vorrei
cominciare con il dirvi che, beh, lo stile che ho usato e il contesto
che sto cercando di sviluppare sono totalmente diversi da qualunque cosa abbia mai scritto, l'impostazione della storia è completamente nuova per me,
quindi spero che vi piaccia, ora più che mai ho bisogno delle
vostre opinioni, soprattutto in merito alla narrazione e al ruolo di
Dan in questa fic xD
Grazie a chi recensirà o semplicemente leggerà la mia storia ♥
Baci,
Fede ♥
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Capitolo 2 *** Waldorf Rules ***
waldorf rules
Waldorf Rules.
“Chuck Bass! Ti rendi
conto?! Chuck Bass è il misterioso partner di lavoro con cui dovrò lavorare per
i prossimi mesi!”
Beh, miei cari lettori, da ciò che avrete capito Blair Waldorf è più
che infuriata, ed ora si sta sfogando sulla sua povera, convalescente amica.
“B, calmati. Insomma, tu non lo conosci, non sai se-”
“Mi ha proposto di andare a letto con lui dopo due minuti che mi aveva
vista, S!” disse sconvolta.
No, quello era tutto un incubo, un terribile incubo dal quale presto
si sarebbe svegliata e dopo il quale avrebbe scoperto che in realtà il suo
partner di lavoro è un Trump, e non un viscido Bass.
“Credo che tu la stia facendo più tragica di quanto non sia. E’ un
uomo, Blair, tutti avrebbero pensato la stessa cosa, solo che lui l’ha detta”
sentenziò la bionda con ovvietà, continuando a sgranocchiare popcorn e a
guardare Sex and the City.
“Aspetta un attimo: ma tu da che parte stai?”
“B, io non sto da nessuna parte perché non ci sono parti da prendere.
Ragiona: tu non devi frequentarlo, e di certo non finirai tra le sue lenzuola.
E’ un semplice collega”
“Serena” cominciò calma: ispira, espira, ispira, espira “è considerato
il donnaiolo più donnaiolo di tutta Manhattan, è diabolico, stronzo,
ricattatore e cospiratore, distrugge la vita sociale delle persone e calpesta
chiunque intralci il suo cammino. E’ un Basstardo con la B maiuscola!” sbottò
fuori di sé: no, lei non avrebbe lavorato con un tipo del genere.
“Oh, è una Blair al maschile quindi?” chiese ironicamente in tutta
tranquillità.
“Serena! Ho capito, se tu non vuoi darmi conforto e non vuoi
supportarmi allora sarò costretta a rivolgermi a qualcun altro” disse mettendo
il broncio e dirigendosi verso la sua stanza.
“Dorota!!!” chiamò qualche secondo dopo.
Serena rise e scosse la testa.
La mattina
dopo.
A colazione, Blair ignorava ancora Serena, che nel frattempo se la
rideva.
“Serena, tesoro, ti senti meglio?” le chiese Eleonor una volta scesa
anche lei.
“Sì, Eleonor, grazie per averlo chiesto. Non ho neanche la febbre
oggi”
“Perfetto. Blair, cara, sei pronta per il tuo primo giorno i lavoro?
Charles ti aspetta tra tre quarti d’ora alla nuova sede della WD”
Blair quasi si strozzò nel sentirsi dare la notizia.
“Tutto bene, B?”
Blair, in tutta risposta, la fulminò con lo sguardo.
Un po’
nervosa la brunetta, eh?
Humphrey!
Cosa ti avevo detto?
Oh, andiamo,
ma se sembra che l’abbia morsa una tarantola! Lo pensi anche tu!
Ma io sono
l’autrice, colei che da voce ai pensieri dei protagonisti, tu sei uno
spiacevole incidente di percorso u.u
Incidente di
percorso?! Guarda che è colpa tua, se mi avessi inserito nella storia a
quest’ora non sarei qui a infastidirti.
Scusa, ma tu
non dovevi essere il ragazzo solitario, quello sempre in disparte e taciturno?
Mai sentita
una cosa del genere, non so chi abbia messo in giro certe voci u.u
Gli autori?!
O.o
*silenzio*
*silenzio*
*silenzio*
Cos’è il
gatto ti ha mangiato la lingua?
Sono stato
offeso nel profondo.
Se serve
questo per farti chiudere il becco allora ti offenderò più spesso :D
*Dan va via
offeso*
Alleluja!
“Non credevo cominciassimo così in fretta”
“Beh, è così, saranno settimane frenetiche, la settimana della moda si
avvicina e tu e Charles dovrete lavorare un bel po’”
“Non capisco cosa c’entrano le Industrie Bass con la moda”
“Vogliono ampliare i propri orizzonti, e Charles è stato eletto lo
scapolo meglio vestito dell’anno”
“Ancora non riesco a capire il nesso” disse B scettica.
Eleonor alzò gli occhi al cielo: “Chuck Bass ha bisogno di buona
pubblicità e noi abbiamo bisogno di rinnovarci, così prenderemo due piccioni
con una fava. Lui farà una bella impressione sul Consiglio d’amministrazione
facendo affari più puliti del solito, e noi otteniamo un ottimo compratore.”
Esplicò alla figlia.
“Quindi comportati bene con lui”
Blair le sorrise e andò di sopra a cambiarsi, sarebbe stata una lunga
giornata.
Arrivò in ufficio in perfetto orario, aveva optato per un tailleur
Chanel, composto da giacca e pantalone, quello che lei definiva un
‘abbigliamento anti-stupro’, insomma.
Quando Serena lo capì scoppiò in una fragorosa risata che accompagnò
Blair fino all’ascensore, e che alimentò la sua stizza fino all’arrivo in
ufficio.
Conobbe i dipendenti per poi entrare nel suo studio, arredato
esattamente come lei voleva, prima di entrare, però, notò una porta affianco
alla sua. Quando chiese a Nancy, la sua segretaria, cosa fosse, lei le rispose
che era lo studio di Mr Bass.
Blair le sorrise, prima di entrare e accorgersi che, effettivamente,
la stizza non era affatto passata, anzi.
Chuck Bass arrivò con un quarto d’ora di ritardo alla riunione, Blair
era arrabbiata, ma decisa a non farsi mettere i piedi in testa da nessuno.
Quando Chuck fece il suo ingresso tutti si girarono a guardarlo.
“Oh, Chuck, sei arrivato giusto in tempo per sentire il nuovo
regolamento.” Gli sorrise serafica.
“Da oggi in poi qualsiasi ritardo sarà punito severamente, così come
il prolungamento della pausa pranzo e di metà mattinata. Se avete bisogno di
ferie basta che presentiate a me il modulo o che, se proprio è urgente,
contattiate la mia segretaria che vi farà avere un appuntamento. Pregherei
anche di limitare la familiarizzazione con i modelle e le modelle, siete qui
per lavorare, voi come loro, non per incontrare l’amore della vostra vita. E’
vietato l’ingresso al personale non autorizzato. Qualsiasi violazione sarà
punita in modo esemplare, la mia rigidità è dovuta all’avvicinarsi della
settimana della moda, per cui tutto questo viene fatto al fine di ottimizzare
il lavoro. Ovviamente una volta passato questo periodo che, sia io che voi,
sappiamo essere infernale, il regolamento sarà molto più flessibile. Ma fino ad
allora vi chiedo la massima serietà e professionalità che so non mancarvi. Per
dimostrarvi che sarà dura tanto per voi quanto per me e per il Signor Bass
anche io e lui seguiremo alla lettera queste regole, con la differenza che, al
fine di dare il buon esempio, per noi non cambieranno dopo la Settimana della
moda”
Blair guardò Chuck, che era sconcertato, e gli sorrise.
“La riunione è finita, potete tornare a lavoro”
Blair raccolse le sue cose e uscì dalla stanza, mentre sorpassava
Chuck gli disse:
“Oh, e Chuck, per noi il lavoro in questo periodo comincerà mezz’ora
prima e finirà mezz’ora dopo. Sarà un piacere lavorare con te”
1 a 0 per la
regina, chi ha detto che la moda non reca dolore non è mai stato calpestato
dalle Manolo di Blair Waldorf.
Angolo Autrice.
Saaalve gente :D Innanizitutto sono
felicissima che la mia idea sia stata accolta con entusiasmo, grazie ai
lettori silenziosi e a colore che recensicscono, soprattutto ♥
Grazie mille e spero di non deludervi con questo secondo capitolo
>.<
Baci,
Fede ♥
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Capitolo 3 *** La traccia ***
la traccia
La traccia.
Era una splendida mattinata a New York: il sole splendeva alto nel
cielo, gli eccelli cantavano e-
“Buongiorno Waldorf” Blair quasi saltò sulla sedia, rischiando di
rovesciare il cappuccino, quando Chuck entrò nel suo ufficio.
“Bass, non ti hanno detto che è buona educazione bussare prima di
entrare in una stanza?”
“E a te non hanno detto che è buona educazione prendere decisioni
riguardo alla vita degli altri consultandoli prima?”
“Beh, se tu fossi arrivato in orario saresti stato informato, visto
che sei arrivato con 15 minuti di ritardo non hai diritto di replica.”
“Immagino che questa sia una delle regole che hai stabilito.”
Blair si alzò e, in tutta tranquillità, gettò il bicchiere di Starbucks nel secchio della spazzatura.
Tornò a guardare il giovane uomo di fronte a lei: “A dire il vero no,
è semplicemente una ripicca”
Chuck sembrava confuso, si avvicinò maggiormente a lei, ed ora li
dividevano solo pochi centimetri.
“Perché sono arrivato in ritardo ad una riunione?”
Anche lei fece qualche passo in avanti, i loro respiri si
confondevano.
“No, perché l’altra sera mi hai mancata di rispetto. Non sono una
delle tue sgualdrine, Bass. Meglio che lo tieni a mente”
Detto questo girò i tacchi e ritornò a sedersi dietro la scrivania.
“Ti serve altro?”
Chuck fece passare qualche secondo prima di rispondere, poi le sorrise
affascinante:
“A dire il vero sì. Mi scuso se il mio comportamento ti ha recato
fastidio. Cosa ne dici di uscire a cena con me questa sera? Come colleghi
ovviamente, per conoscerci meglio”
Blair corrugò le sopracciglia, ponderando le possibili opzioni.
Non uscire con lui l’avrebbe fatta sembrare debole, avrebbe potuto
pensare che non aveva accettato perché priva di autocontrollo. Beh, si
sbagliava di grosso, e poi sua madre voleva che andassero d’accordo e che lei
maturasse.
“D’accordo”
Lui le sorrise.
“Ti passo a prendere alle 8?”
“8 e mezza, e se arriverai oltre le 8 e 35 potrai considerare la cena
saltata”
“Non temere, sarò puntuale.”
Detto questo uscì dalla stanza.
Che i giochi
abbiano inizio.
Empire
Hotel, 8.00.
“Scusa ma non avevi detto che la trovavi insopportabile?” gli chiese
Nate confuso con una tazza di caffè in mano.
“Affatto Nathaniel. Blair è diabolica e vendicativa quasi quanto me.
La trovo molto … intrigante”
“E’ un modo elegante per dire che vuoi portartela a letto? Perché se è
così credo che non sarà facile”
Chuck alzò un sopracciglio, scettico.
“Nathaniel, dimentichi con chi stai parlando.”
“Dico solo che non credo che tu sia sulla sua lista bianca”
“E questo mi ha mai fermato? Dimentichi una cosa: andare al letto con
il nemico è sexy”
Nate scosse la testa e rise.
“Fa come credi amico, ma credo che dovresti sbrigarti, sono già le 8 e
dieci.”
Chuck guardò l’orologio e si aggiustò il papillon, prima di scomparire
dietro le porte dell’ascensore.
Casa Waldorf
8.33
“Blair sei bellissima!Vedrai che cadrà ai tuoi piedi”
Blair corrucciò la fronte, e si girò verso la sua bionda amica.
“Serena, l’ultima cosa che voglio è far colpo su Bass”
“Allora stai sbagliando tattica, stasera sei uno schianto”
“Beh, lui può pensare ciò che vuole, io non cadrò tra le sue braccia”
Serena le sorrise e le diede un bacio sulla guancia.
“Miss Blair, è arrivato
Mr Chuck!”
“Si è salvato in corner, le 8 e 34”
Serena scese e gli disse che Blair stava per arrivare.
Chuck intanto si guardava intorno, quando d’un tratto il suo sguardo
fu rapito dalla splendida creatura sulla cima delle scale.
Dischiuse leggermente le labbra, stupito da tanta bellezza.
In quel momento, più che in qualsiasi altro, fu certo che Blair
Waldorf sarebbe stata sua, doveva esserlo.
Scese le scale leggiadra, arrivata alla fine lui le prese la mano e ne
baciò il palmo, prima di sorriderle affascinante.
“Sei meravigliosa”
Lei sorrise.
“Grazie Bass, neanche tu sei niente male.”
Continuarono a guardarsi negli occhi fino a quando non si avviarono
verso l’ascensore. Quando un leggero suono annunciò la discesa del macchinario
Serena guardò Dorota sorridente.
“Le piace, Dorota! Ha lasciato la traccia di Chanel n° 5 dietro
l’orecchio e sul collo”
“Speriamo bene, Miss Blair non è ragazza facile”
“Beh, nemmeno Mr Chuck, per cui …”
Le due si sorrisero di nuovo, prima di avviarsi verso la cucina.
Ristorante Jean Georges.
“Allora Waldorf,
raccontami un po’ di te: sei sempre stata così vendicativa?”
“A dire la verità
sì. E tu sei sempre stato un così famoso donnaiolo?”
“La risposta
dovresti saperla” le disse ghignando.
Blair rise: “Beh,
i tuoi devono essere fieri di te”
Chuck abbassò lo
sguardo, e Blair si rese conto della stupidaggine che aveva appena fatto.
“Chuck, scusa. Io
… ho parlato senza pensare, non volevo-”
“Sta tranquilla,
non fa niente. Mia madre è morta quando sono nato e a mio padre non è mai
importato molto di me, per cui è stato
come non averlo affatto, se lui sarebbe stato ancora qui le cose non sarebbero
state diverse”
C’era un pizzico
d’amarezza nelle parole di Chuck, parole a cui Blair non era riuscita a restare
indifferente, gli prese istintivamente la mano.
Quando lo fece,
lui intrecciò le dita di lei con le sue, e cominciò ad accarezzarle leggermente
la mano.
I loro occhi
rimasero fissi su quello spettacolo, fino a che non arrivò il cameriere e Blair
ritrasse la mano.
Ordinarono e
continuarono a parlare del più e del meno, o meglio continuarono a flirtare,
perché era quello che stavano facendo.
Scusa, ma lei non aveva detto che
lo detestava? Ah, la coerenza!
Sei ancora qui, non eri andato via
per l’offesa ricevuta?
Non sono un tipo rancoroso, come
lei non è una tipa coerente.
Senti chi parla…
Cosa vorresti dire?
Che Gossip Girl che parla della
coerenza è il colmo.
Senti, nella tua storia non sono io
GG, quello è il telefilm, è un’altra cosa.
Certo, certo.
Cosa ne diresti di continuare con
la storia anziché dire cavolate?
Ehi! Guarda che non sono io quella
che interrompe la narrazione come se niente fosse!
Chiedo venia, ora continua!
Ah, queste fan girl.
Senti chi parla…
*sguardo omicida verso Dan*
Quando finirono
di cenare andarono a casa. Il viaggio in limo fu piuttosto calmo. Poi arrivò il
momento dei saluti.
“Mi sono
divertita, grazie”
“Quindi non sono
così male come pensavi?”
“Questo non è
detto, non basta una cena per farmi cambiare idea”
“Allora sarò più
che lieto di invitarti per le prossime 100”
Blair lo guardò,
aveva capito a che gioco stava giocando, eppure lei continuava a dargli corda.
“Buonanotte,
Bass”
“Buonanotte,
Waldorf”
Avvicinò il viso
al suo e le posò un delicato ed intenso bacio sulla guancia, indugiando più del
necessario.
Quando si
staccarono e Blair uscì dall’auto Chuck sorrise.
Bingo! Aveva trovato la traccia,
aveva scovato lo Chanel n°5.
Angolo Autrice.
Buooonasera miei cari :3
Innanzitutto ci tengo a ringraziare chi di voi legge e recensisce
questa storia, chi l'ha messa tra le preferite e chi tra le seguite,
siete tutti fantastici, grazie mille anche ai lettori silenziosi
♥ Non ero convintissima di questo progetto e il fatto che sia
andato a buon fine mi rende mooolto felice *W*
Detto questo, spero che il capitolo vi piaccia, è molto ... Chair xD
Baci,
Fede ♥
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Capitolo 4 *** Bass Plans and Waldorf Nerves ***
bass plans
Attenzione:
La
prima parte del capitolo sarà divisa in questo modo:
corsivo=Blair; normale=Chuck. Questo per applicare un nuovo stile
narrativo senza creare confusione nel lettore, questa modalità
non è più in funzione aprtire da "****". Spero di
non creare troppa confusione :)
Buona lettura ♥
Bass Plans and Waldorf Nerves.
“Ce l’ha quasi fatta, quello sporco
dongiovanni!”
“Ce l’ho fatta!”
“A fare cosa?”
chiesero contemporaneamente i due biondi in due parti diverse della città.
“A conquistarmi! Deve avere in
mente una sorta di piano o qualche altra stupidaggine del genere, ma se pensa
che cadrò tra le sue braccia si sbaglia di grosso. Quello sporco manipolatore
di un Bass!”
“A conquistarla,
mi sembra ovvio. Il mio piano è appena iniziato. E prevedo che andrà a buon
fine, Blair cadrà ai miei piedi, vedrai, Nathaniel”
“Blair calmati, spiegami cos’è
successo” le disse Serena avvicinandosi.
“Davvero, man?
Raccontami allora”
“E’ attratta da
me, mi pare ovvio, e nella mezz’ora prima e dopo il lavoro, quando saremo
completamente soli, io capiterò accidentalmente nel suo ufficio con delle
pratiche che non riesco a sbrigare”
“Beh, ecco, eravamo al ristorante
ed io ho detto una cosa che probabilmente lo ha turbato sul piano affettivo,
così io senza pensarci gli ho preso la mano, e abbiamo passato il resto della
serata a flirtare, capisci? Con Chuck Bass! Non posso essere attratta da lui!”
disse B lasciandosi teatralmente cadere sulla poltrona.
“Blair sta tranquilla, ti conosco,
e anche se dovesse piacerti Chuck non ti lascerai mai abbindolare da lui, sei
troppo orgogliosa” le disse Serena cercando di rassicurarla.
“Sarai la
damigella in difficoltà?” disse Nate scoppiando in una fragorosa risata.
“Abbi fede,
Nathaniel”
“No, Serena, non posso neanche
lontanamente permettermi di prendere una sbandata per Bass. Non la controllerò
perché non ci sarà un bel niente da controllare”.
La bionda le sorrise, prima di seguirla
in cucina, dove avrebbe ordinato a Dorota la sua tisana alle erbe, non sia mai
che i poveri nervi di Blair Waldorf dovessero saltare!
****
La mattina dopo
a lavoro, Blair aveva portato con se una scorta di tisane e la fedele cameriera.
Avrebbe portato anche Serena, ma lei a quanto pare doveva tornare a lavorare
quel giorno, la febbre le era passata, che disdetta!
“Dorota, per
favore controlla che Chuck sia arrivato in orario, se sarà necessario ti
autorizzo ad analizzare i filmati di sicurezza”
Nervosetta la ragazza, eh?
Lo saresti anche tu al posto suo,
Humphrey!
Wow, mi hai risposto? Una vera risposta?
Mi sembra quasi un sogno, dammi un pizzicotto!
Ha ha ha, spiritoso, davvero -.-
Dico solo che è la nostra prima vera
conversazione questa…
C’è una prima volte per tutto.
A proposito di prime volte, quanto ci
vorrà prima che quei due … *fischietta indifferente e fa strani gesti*
O.O Pervertito che non sei altro! *me
sconvolta* Esci di qui!
Oh, andiamo, sono un loro fan , e lo dico
per loro u.u Devi per forza allungare il brodo?
Si chiama Suspance!
Si chiama noia…
Se ti annoi così tanto va via *me
arrabbiata*
Okay okay, me ne sto zitto come vuoi…
Roba da non credere… Ora per colpa tua se
anche mi aveva solo sfiorato l’idea di farli baciare in questo capitolo ora non
accadrà più u.u
Le Chair mi uccideranno D:
Buona fortuna :D
*Dan scappa via spaventato*
“Certo Miss
Blair”
“E se per caso
volesse vedermi digli che sono molto impegnata”
La fedele
domestica le annuì e partì per compiere la sua missione.
Blair si sedette
alla scrivania e cominciò a lavorare sul suo laptop, avrebbe dovuto organizzare
un servizio fotografico per martedì, un incontro con Anna Wintour giovedì e
sabato ci sarebbe stato il party per-
“Buongiorno
Waldorf”
Dannazione!
Blair alzò
lentamente lo sguardo dal computer per andarsi a posare su Chuck con un falso
cordiale sorriso sulle labbra.
“Bass, Dorota non
ti ha detto che sono occupata? Non ho tempo da perdere”
“A dire il vero
no, la tua cameriera non mi ha ancora intercettato, ma è appostata all’ingresso.
Immagino che tu avessi escluso a priori che io fossi potuto arrivare prima di
te”
“In effetti sì”
“Beh, non avresti
dovuto, sono piuttosto serio quando
si tratta di lavoro.”
Blair rise
sarcasticamente “Serio, non è di
certo un aggettivo che assocerei a Chuck Bass”
Chuck si avvicinò
alla scrivania e si sporse in avanti,
verso il suo viso: “E a quali aggettivi mi assoceresti?” chiese in un
carezzevole sussurro.
Blair non perdere il controllo,
Blair non perdere il controllo, Blair non perdere il controllo, Blair non
perdere-
“Cosa vuoi Bass?”
sbottò allontanandosi da lui.
“Un aiuto”
Blair alzò un
sopracciglio, scettica.
“Per cosa?”
“Non riesco a
sbrigare alcune pratiche, mi servirebbe il tuo computer e i contratti con Burberry con tutti i vari codici, o non
posso accedere alle informazioni per aprire il conto richiesto nell’articolo 3”
“E ti serve
proprio il mio pc per farlo?”
“Se non vuoi che
l’accordo salti: sì”
Blair sospirò,
infastidita.
“Va bene, ma lo
rivoglio entro le 9”
“Affare fatto,
Waldorf”
Quando Chuck uscì
Blair artigliò il telefono: doveva parlare con Serena.
Intanto Chuck
aveva appena acceso il pc di Blair, quando il telefono squillò.
“Nathaniel”
rispose Chuck prontamente, aveva riconosciuto la suoneria.
“Ehi, man. Ci sei
per pranzo? Avrei bisogno di una pausa”
Chuck ci pensò un
attimo:
“Colazione fa lo
stesso?”
“Sì, perché?”
“Io a pranzo non
posso, se mi raggiungi ora ti mostrerò come procede il piano Blair”
Nate dall’altro
capo del telefono sospirò e scosse la testa.
“Sono lì tra
dieci minuti”
Chuck ghignò e si
concentrò su alcune pratiche dell’Empire.
Nate arrivò poco
dopo con 2 caffè fumanti fra le mani.
“Ehi, man” lo
salutò entrando nel suo ufficio.
“Nathaniel”
“Allora, come hai
intenzione di procedere?”
“La sedurrò.”
Nate assunse un
espressione piuttosto confusa: “Quello non era il piano di partenza?”
“Esatto, ma ora
ho cambiato strategia. Ho preso il suo pc con una scusa, se ho imparato una
cosa sulle donne è che nessuna gentildonna, per quanto casta ella sia, ha una
libreria tanto puritana, ma essendo nel ventunesimo secolo al posto delle
libreria controllerò la cronologia del pc. Se scopro cosa le piace scoprirò
anche cosa la fa impazzire sotto le lenzuola”
“Capisci che stai
davvero a pezzi quando la tua unica fonte di distrazione è la vita sessuale di
Chuck Bass. Ho bisogno di una ragazza” rifletté Nate ad alta voce.
Chuck scoppiò in
una fragorosa risata, per poi aggiungere “Quello di cui hai bisogno è il mio
libro nero”
“No no no no, non
voglio mai più rivedere quel coso. L’ultima volta che ci siamo visti è stato un
incontro a tre con la polizia”
Chuck rise
ancora, scuotendo la testa e setacciando da cima a fondo la cronologia di Blair
Waldorf: Audrey Hepburn, Colazione da Tiffany, Facebook, Twitter, Grace Kelly,
Sabrina, Cenerentola a Parigi…
“A quanto pare è
una fan della Hepburn”
“Hai intenzione
di farla resuscitare per poterti portare Blair a letto?”
“E in generale
dell’età d’Oro di Hollywood” continuò Chuck ignorandolo “e credo abbia manie di
conquista del mondo, o per lo meno di un regno”
“Davvero?” disse
il biondino a metà tra l’incredulo e il divertito.
“Già, è davvero …
perfetta. Stronza, manipolatrice, ricattatrice e cospiratrice.”
“Sembra la tua
anima gemella, magari è la volta buona che ci rimani e secco e t’innamori”
Chuck gli rivolse
uno sguardo al vetriolo: “Ti prego, Chuck Bass non s’innamora. Chuck Bass
seduce, usa e poi getta via”
“Già, ma Chuck
Bass non si è mai impegnato tanto per conquistare una donna”
“E’ solo una
questione di orgoglio” disse convinto, ma intanto prese mentalmente nota:
Stare attenti a Blair Waldorf.
Angolo Autrice.
Un saluto a tutti voi cari Chair Fans, la vostra adorabile
-citazione necessaria- autrice mi ha concesso questo piccolo spazio del
suo angolo per potervi dire: "IO SONO UNO DI VOI! NON UCCIDETEMI E
SAPPIATE CHE NON LI AVREBBE COMUNQUE MAI FATTI BACIARE ORA!sono
innocente!LO FA PER ELIMINARMI, LEI MENTE!"
Grazie per l'ascolto, arrivederci :D
Saaaalve carissimi ♥
Ignorate Humphrey e pensate a me ora u.u Spero che il capitolo vi sia
piaciuto e che la prima parte non sia troppo confusionaria xD Questa
oramai è diventata la fic degli esperimenti xD
Recensite mi raccomando **
Baci,
Fede ♥
|
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Capitolo 5 *** Serendipity ***
serendipity
Serendipity.
La giornata passò
velocemente, e Blair si ritrovò a rimpiangere quella mezz’ora in più di lavoro
da sola con Chuck. Come diavolo le era
venuto in mente?
I rintocchi
dell’orologio scandivano i battiti del suo cuore. Fa che vada via, fa che non passi a salutare o potrei non rispondere
delle mie azioni.
Niente non
riusciva proprio a sopportare Chuck Bass e questo strano effetto che aveva su
di lei.
Sentì una porta
chiudersi, e successivamente il drin
dell’ascensore.
Tirò un sospiro
di sollievo, ultimamente era proprio un fascio di nervi.
Prese le sue cose
e si avviò anche lei verso l’uscita, pronta ad una bella tisana calda ed una
chiacchierata con Serena, seguita da un benedetto sonno ristoratore. Poteva già
sentire il calore delle coperte avvolgerla.
Il resto della
serata procedette secondo i piani, e proprio mentre Morfeo era pronto ad
accoglierla tra le sue braccia il trillare insistente del telefono la riportò
alla realtà.
Chuck Bass, lesse sul display.
Imprecò
mentalmente contro di lui, prima di rispondere.
“Cosa vuoi, Bass?
E’ tardi e io stavo dormendo”
“Mi spiace averti
strappata dalle braccia di Morfeo Waldorf, ma se vuoi le mie sono sempre pronte
ad accoglierti”
“Se non mi dici
subito cosa vuoi riattacco”
“Calmati, Blair.
Volevo solo chiederti a che ora c’è il servizio fotografico domani.”
Blair aggrottò le
sopracciglia: “Non vedo perché dovrebbe interessarti, non è necessaria la tua
presenza”
“Come, non te
l’hanno detto? Dovrò essere presente a tutte le attività della WD almeno per il
primo mese di collaborazione.”
Blair serrò la
mascella e prese un respiro profondo, Chuck si stava divertendo un mondo,
questo era certo.
“No, Bass. Non mi
avevano informata di questo particolare”
“Beh, ora che lo
sai: l’orario?”
“Cominciamo alle
dieci gli scatti, noi dovremo essere lì per le 8”
“Grazie mille,
buonanotte”
“Buonanotte”
disse prima di attaccare.
Grandioso, un’altra giornata con
Chuck.
La mattina seguente
Blair si svegliò, stranamente di buon umore.
Non ne sapeva il
motivo, ma era felice, era quella sensazione che a Audrey avevano detto
chiamarsi Serendipità*, parola che
aveva sempre associato di più a Serena che a sé stessa.
In ogni caso le
Serendipità quella mattina era nell’aria, e anche New York sembrava avvertirla:
c’era un meraviglioso sole accompagnato da una leggera brezza che rinfrescava
le strade affollate, i colori della città sembravano più vividi che mai ed
anche il caos sembrava essersi accordato in una melodiosa sinfonia che cantava
di come fosse bella la vita.
Quando Blair quella
mattina scese le scale raggiante, felice e rilassata le venne seriamente
proposto di andare da un medico, credevano avesse le febbre o qualche altra
malattia di stagione.
Dorota prese in
considerazione anche la possibilità di una nuova sindrome.
Ma Blair, per
qualche strana ragione, era semplicemente, straordinariamente felice.
Arrivò di buon ora
in ufficio e salutò raggiante tutti i dipendenti.
Quando varcò la
soglia del suo ufficio si rese conto di avere un sorriso stampato in faccia, si
accigliò.
Moderare i sorrisi, tenne a mente, lei non era
Serena, non regalava sorrisi smaglianti a chiunque le rivolgesse un’occhiata.
Nonostante ciò il
suo umore non mutò, neanche quando arrivò al servizio fotografico e, dopo
cinque minuti, arrivò Chuck.
La Serendipità
l’aveva colpita in pieno.
“Blair ti senti
bene?” le chiese lui dopo un po’.
“Certo, mi sento benissimo,
perché?”
“Sei … strana”
“No, sono solo
felice”
Siamo nel Paese delle meraviglie o
cosa?!
Ancora tu? -.- Le Chair non ti
avevano ucciso? O.o
A dire il vero sto cominciando a
credere di essere immortale u.u
Ti prego NO! Questa è istigazione
al suicidio!
Esagerata! Ma tornando a Blair:
cosa diavolo ha?
Seeeerendipitàààààà!
No, ti prego, non ricominciare -.-
Perché scusa?
Sono mesi che assilli le persone
con questa parola.
Tu fatti gli affaracci tuoi!
E tu tira fuori Hello Kitty dal
corpo di Blair Waldorf -.-
Ti manca la Blair stronza? Sul
serio? AHAHAHAHAH
Cosa ridi? Di Serena ce n’è già
una, e basta e avanza u.u
Lo dici solo perché io sono
Serenate e non ti ho fatto stare con lei nella storia.
O andiamo cos’ha Mr Confusione che
io non ho? O.o
Sex appil per esempio? :D
Ti prego, io sono Dan Humphrey.
Già, Dan Humphrey: cacozenomane di
professione. AHAHAHAH
-.-“”” se hai finito con gli
attentati alla mia autostima vorrei concentrarmi sulla nuova Barbie Raggio di
Sole dell’UES :D
-.-“
Modelle, tulle,
taffetà e scampoli di seta. La prima parte della giornata passò in questo modo,
con una Blair Waldorf raggiante e incredibilmente rilassata, così rilassata da
non accorgersi che una delle sue modelle era sparita.
“Dov’è
Alexandra?” chiese per l’ennesima volta.
Calma Blair, calma.
“Non la trovano
da nessuna parte, è come se si fosse volatilizzata”
Poi una lampadina
le si accese.
Si avviò a passo
di marcia verso il piano di sotto, al diavolo la Serendipità!
Lei avrebbe
ucciso quel fottuto Basstardo con le sue stesse mani!
Entrò nel suo
ufficio come una furia: Alexandra rideva, seduta sulla scrivania con un Martini
in mano.
“Fuori” disse
glaciale indicando la porta alla modella, Chuck era accovacciato a terra in
cerca di non si sa che cosa.
Si avvicinò a lui
pronta per commettere un omicidio, ma proprio quando stava per scoppiare
qualcosa le saltò agli occhi.
Chuck era più …
biondo.
“Chi diavolo sei
tu?” disse Blair tra il confuso e l’arrabbiato.
Il biondino si
girò: no, non era decisamente Chuck.
“Oh, tu devi
essere Blair” le disse sorridente.
“E tu non
dovresti essere qui, vuoi dirmi chi sei?”
“Piacere, sono
Nate, un amico di Chuck, il migliore” disse orgoglioso.
Nate le porse la
mano, che lei afferrò, stava cercando di riordinare le idee.
“E Chuck dov’è?”
“Non lo so. Io ho
le chiavi del suo ufficio”
“Bene” rese un
respiro profondo “vediamo di ricapitolare: tu, Nate, sei il migliore amico di
Chuck, che non lavora qui e che ha le chiavi del suo ufficio nel mio atelier. Sei venuto, e ti sei
portato via la mia modella di punta e stavi per fartela nell’ufficio di Chuck,
mentre lui è sparito non si sa dove, nel bel mezzo di un servizio fotografico”
Respira, ispira, respira, ispira,
respira, ispira.
Nate annuì, Blair
era estremamente calma, come se stesse realizzando in quel momento quella cosa
e sarebbe spuntato un enorme sorriso sulle sue labbra subito dopo. E fu quello
che accadde.
Blair sorrise:
“Io lo ammazzo” disse in tutta tranquillità prima di cominciare a camminare a
passo di marcia verso l’ascensore.
Oh, oh.
“Blair fermati”
tentò di chiamarla Nate, ma lei stava premendo convulsamente il pulsante
dell’ascensore.
“Quanto è vero
che mi chiamo Blair Waldorf io lo
strangolerò con uno dei suoi maledettissimi papillon!”
L’ascensore
suonò:
“Waldorf, il
servizio fotografico non è al piano di sopra?”
In quel momento, Chuck Bass fu più
vicino alla morte di quanto non lo fosse mai stato nella sua vita.
Angolo Autrice.
[1] mi riferisco al film del 1964 con Audrey Hepburn e William Holden, Insieme a Parigi.
Buona
sera miei cari :3 Come vedete vi sto regalando un capitolo al giorno,
ma non abituatevici xD Il motivo è semplice: AMO scrivere questa
fanfic *--* Mi diverto tantissimo, ed in particolr modo mi sono
divertita a scrivere questo capitolo, l'ultima parte è
stata divertentissima da scrivere, spero sarà altrettanto
divertente per voi leggerlo :DDD
Baci,
Fede ♥
|
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Capitolo 6 *** Champagne and strawberries on your lips ***
champagne
Champagne and strawberries on your lips.
“Razza
d’assassina! Dovrebbero togliere quelle cose dal mercato, sono armi di distruzione”
In quel momento,
Chuck Bass, l’uomo d’affari più ricco di tutta Manhattan, era placidamente
appollaiato sulla poltrona nel suo ufficio con una busta di ghiaccio sulla
testa, mentre imprecava contro Blair Waldorf e le sue maledettissime Manolo.
“Assassina? Ti è
andata bene, Bass. E guardati le spalle da oggi in poi perché potrei pugnalarti
con uno stiletto da un momento all’altro”
Ok, Blair era
incazzata nera.
“Fammi capire,
Nate si fa le modelle nel mio ufficio ed io rischio la morte?”
“Sei stato tu a
dargli le chiavi e farlo entrare! E’ colpa tua! Ricordi? Non far entrare
estranei, era nel regolamento, idiota!”
“Okay, è
possibile che abbia fatto un piccolissimo errore-”
“Piccolissimo
errore? Tu sei sparito!” Blair urlava, era sull’orlo dell’esaurimento.
Chuck sospirò, e se
non avesse chiesto scusa si sarebbe beccato un’altra scarpata in testa, ne era
certo.
“Mi dispiace,
Blair, sul serio”
B vacillò un
secondo, il suo nome pronunciato da Chuck le faceva uno strano effetto.
“Non basta, Chuck.
Per colpa tua ora siamo indietro sulla tabella di marcia, non posso spostare
gli appuntamenti o le interviste, e se sposto il sevizio fotografico non so
quando troverò il tempo di organizzare la festa di sabato e-”
“Blair, calmati:
respira.” Le disse Chuck avvicinandosi a lei e prendendole le spalle.
“Organizzerò io
il party e mi occuperò di documenti e fatture varie, mi farò perdonare”
Si stavano
guardando negli occhi, erano così vicini.
Blair si scansò
velocemente e deglutì.
“Bene, allora
credo che dovresti cominciare a metterti a lavoro” disse uscendo dall’ufficio e
richiudendosi la porta alle spalle.
Sospirò: niente sbandate per Chuck Bass.
Intanto le
giornate passavano freneticamente, Blair e Chuck non si videro per tutta la
settimana, impegnati com’erano, e Blair di questo ringraziò il Cielo.
Le interviste e
gli appuntamenti andarono a buon fine, e Chuck riuscì a gestire sia la WD, sia
le BI. Riuscì persino ad organizzare la festa. Oh, a proposito, quasi
dimenticavo: cari lettori, siete tutti
invitati alla festa della Waldorf Design in collaborazione con le Industrie
Bass, che si terrà questo sabato alle 9.30 p.m.
E ovviamente lo
stesso nostro invito lo hanno ricevuto le nostre ragazze preferite, che in
questo momento si stanno preparando per il debutto di Blair come nuova
dittatrice di moda.
“Non sono molto
convinta, S” si lamentò B ammirandosi allo specchio nel suo vestito rosso,
rigorosamente firmato Waldorf.
“Stai scherzando
spero. B, è uno dei vestiti più belli che tua madre abbia mai disegnato” cercò
di convincerla la bionda, sorridendole.
“Non credi sia
troppo-?”
“Ferma, ferma,
ferma. Non è che non vuoi vestirti così per non attirare l’attenzione di
Chuck?”
Blair strabuzzò
gli occhi, oltraggiata.
“Cosa? Ma come ti
salta in mente, Serena?” disse, mentre nervosa cercava il rossetto Chanel nel
beautycase; ma il tono della voce si era fatto più acuto nel pronunciare
l’ultima frase, e Serena la conosceva fin troppo bene per non capire di aver
centrato il segno.
“Hai paura di non
resistere? Credimi, controllerò personalmente che non v’infiliate in nessun
ascensore o sgabuzzino” le disse ridendo.
“Smettila, non
m’importa quello che pensa Chuck, e te lo dimostrerò” disse finendo di passarsi
il rossetto e incamminandosi verso la porta con la pochette in mano.
Serena scosse le
testa e sorrise, seguendola.
Quando arrivarono
alla festa tutta la sala si fermò a guardarle, erano meravigliose, invidiate e
desiderate da tutti Serena nel suo lungo vestito azzurro ed i capelli raccolti
in un mezzo chignon accuratamente scomposto era da mozzare il fiato, e Blair
non era da meno.
Con un abito
rosso stile impero e i boccoli lasciati liberi era meravigliosa.
Il primo che notò
le ragazze fu Chuck, che si avviò prontamente verso di loro.
“Serena, Blair”
disse salutandole e prendendo la mano di B per un baciamano, ghignando contro
la sua pelle.
“Bass, devo dire
che te la sei cavata, sembra una bella festa” annunciò neutrale Blair
guardandosi intorno.
“Non sembra, lo
è” affermò Bass sicuro di se, lasciando scorrere lo sguardo lungo l’impeccabile
figura di Blair; quando lei se ne accorse si sentì avvampare.
“Beh, questo sta
a me stabilirlo” disse B incamminandosi per la sala.
Intanto Serena
girovagava per il party salutando ed intrattenendosi con alcuni conoscenti, in
effetti era più di un quarto d’ora che era bloccata davanti al buffet ad
ascoltare le storie di Mrs Woobforth sui suoi 8 nipotini, non ne poteva più,
aveva smesso di ascoltarla al terzo nipote e alla decima partita di polo,
semplicemente ora sorrideva ed annuiva nella speranza che qualcuno l’avrebbe
salvata da quella tortura.
“Mrs Woobforth,
buonasera”
S si lasciò
sfuggire un sospiro di sollievo, le sue preghiere erano state esaudite.
“Oh, caro, da
quanto tempo: come sta tua madre?”
“Meravigliosamente,
grazie. Volevo chiederle se potevo rubarle questa graziosa fanciulla per un
ballo, sa siamo amici di vecchia data” continuò il giovanotto sorridendo,
galante.
Serena si girò
verso di lui confusa, non lo conosceva, ne era certa. Ma essere salvata da un
biondino con gli occhi azzurri e i modi da gentiluomo d’altro tempi non le
dispiaceva, perciò gli resse il gioco, sorridendo.
“Oh, ma certo,
divertitevi pure. E salutami Anne, caro, ed anche William” gli raccomandò l’anziana
signora allontanandosi da loro.
Serena guardò l’uomo
davanti a sé sorridendogli: “Grazie mille”
“Di nulla, Mrs
Woobforth sa essere un tantino … pesante, a volte” le disse ridendo con lei.
“Ti devo un
favore, comunque”
Il ragazzo ci pensò
su: “Cosa ne dici di un ballo e di dirmi il tuo nome? Così se dovrò salvarti di
nuovo risulterò più convincente”
Serena gli
sorrise “Serena Van Der Woodsen, e sarei più che onorata di ballare con il mio
salvatore, che si chiama…?”
“Nate Archibald”
le disse prendendola sotto braccio e dirigendosi verso la pista da ballo.
Mentre i due
biondini ballavano, Blair si stava preoccupando d’intrattenere alcuni ospiti e
potenziali compratori. Passava da un gruppo all’altro di persone, sorridendo e
parlando allegra, godendosi i complimenti e gli sguardi ammirati dei suoi
interlocutori, la serata era quasi volta al termine, quando arrivò un
inaspettato invito a ballare.
“Matthew, mi
lusinghi, ma non credo sia il caso” cercò di dire Blair.
Eppure non aveva
senso: Matt era bello, simpatico, ricco, intelligente, aveva persino avuto una
cotta per lui alle medie. A dire il vero era stata più di una cotta: Matt era
stato il ragazzo del suo primo bacio, ed ora non si vedevano da un po’.
Oh, andiamo, il fidanzatino delle
medie? Sul serio?
Beh, allora?
Allora è incredibilmente banale.
Cosa? Ma se sono sempre sconosciuti
che ci provano con la protagonista, mai sentito il fidanzatino delle medie u.u
Allora ti conviene andare da
Amplifon :DDD
Sappi che sono in procinto di eliminarti
dalla storia :DDD
Non lo faresti mai u.u
Vuoi sfidarmi? *sguardo minaccioso*
*coff coff* Dicevamo sul ballo?
*me
gongola*
And the
winner is: Federica *_*
“Andiamo, B, non
farti pregare, so che ami il valzer” le disse porgendole la mano.
Lei sorrise
dolcemente accettando, infine, l’invito.
Dall’altro lato
della sala Chuck Bass osservava a sopracciglia aggrottate la coppia volteggiare
al centro della sala. Continuava a sorseggiare champagne, quando Serena e Nate
gli si avvicinarono.
“Ehi, man”
“Chuck, ciao! La
festa è un successone!”
“Voi due vi
conoscevate già?” chiese Nate confuso.
“Beh, lavora con
la mia migliore amica”
A Nate fu tutto
più chiaro, poi entrambi i biondi spostarono lo sguardo verso il centro delle
attenzioni di Bass.
“O mio Dio, ma
quello è Matt? Matt Foreman? Non ci credo, non lo vedo dalle medie” disse
Serena incredula.
“Lo conosci?”
chiese Chuck che, tutt’un tratto, sembrava pendere dalle labbra della bionda.
“Sì, ha fatto le
medie con me e Blair, lui è stato il suo primo ‘amore’”
Chuck prese al
volo un flute di Champagne dal vassoio di un cameriere e lo trangugiò in un
sorso.
Grandioso, ci mancava solo il
fidanzatino delle medie.
Il valzer finì e lui
s’incamminò verso la pista da ballo.
“Scusami, posso
rubartela per un ballo?” chiese a Matt in modo gentile, ma guardando solo
Blair.
Matt accettò,
seppur riluttante, e lasciò che le braccia di Chuck avvolgessero la vita di
Blair.
La note di Moon
River si diffusero per la sala e i due cominciarono a muoversi.
“Il fidanzatino
delle medie, Waldorf? Ti facevo meno prevedibile” ammiccò Chuck.
Visto che lo pensa anche lui?
-.-“
Blair lo guardò confusa: “E tu come fai a saperlo?”
“Ho le mie fonti”
le disse Chuck stringendola maggiormente a lui, lei lo lasciò fare.
“Ti faccio i miei
complimenti, Bass. La festa è stata un successo” disse cambiando discorso.
“Avevi dubbi?”
“Ne ho sempre.” Rispose
B sicura di sé.
“Allora ne hai
anche su di me.” Affermò Bass.
“In che senso?”
“Nel senso che
non sei completamente convinta che io sia terribile come pensi”
“Di quello ho
avuto diverse conferme”
“E altrettante
smentite, stasera è una di quelle”
Dannazione, Bass
era più bravo di quanto immaginasse, ed anche se non doveva pensarlo flirtare
battibeccare così con lui la divertiva parecchio; fu inconsciamente che B
cominciò ad accarezzargli i capelli dietro la nuca, e fu fin troppo
consciamente che sentì i battiti del cuore di Chuck accelerare sotto il tessuto
costoso della camicia.
Erano vicini,
troppo vicini, dannatamente vicini, meravigliosamente a portata di bacio.
“Dove vuoi
arrivare, Bass?”
“Ovunque mi
porterai tu” ghignò prima di azzerare la distanza tra di loro e sfiorare le
labbra di Blair con le proprie.
Ora, si aspettava
che Blair si staccasse e lo mandasse al diavolo, invece si ritrovò ad
assaporare a pieno il sapore di fragole e champagne delle morbide e rosse labbra
di Blair Waldorf.
Quella sera giurò
a se stesso che non si sarebbe mai più staccato da quella bocca paradisiaca.
Angolo Autrice.
Seraaaaa ♥ Vi avevo
detto di non abituarvi agli aggiornamenti lampo xD Ma l'estate è
cominciata e non sono quasi mai a casa, e quando ci sono devo aiutare
mia mamma con le pulizie, scopo: un paio di occhiali da sole Marc
Jacobs *_* Spero comunque che vi piaccia il capitolo, che è il
più lungo scritto fin ora u.u Credo di aver accontentato sia
Chair che Serenate questa volta, quindi, recensite in tanti xD
Baci,
Fede ♥
PS: per THOD: work in progress xD
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Capitolo 7 *** Ad occhi chiusi ***
ad occhi chiusi 2
Ad occhi chiusi.
Quella sera giurò a se stesso che
non si sarebbe mai più staccato da quella bocca paradisiaca.
Purtroppo dovette
farlo, perché, beh, erano esseri umani, ed avevano bisogno di respirare. Quando
lo fecero la voce di Sinatra non aleggiava più nell’aria, ma i loro respiri, i
loro respiri affannati creavano una melodia dolcissima, una melodia che trovò
il culmine quando le loro fronti si sfiorarono, appoggiandosi l’una contro
l’altra. Avevano ancora gli occhi chiusi.
Lentamente le
braccia di Blair sciolsero la presa intorno al collo di Chuck, avevano ancora
gli occhi chiusi.
Si allontanò
lentamente dal ragazzo ed uscì dalla sala.
Chuck era rimasto
lì, da solo, al centro della pista, con gli occhi chiusi, quando li riaprì
Blair non c’era più.
La notte passò
insonne per entrambi, ed il giorno dopo si evitarono per tutta la giornata,
chiusi nei rispettivi uffici, tra documenti e fatture del Charles’ Place e
campioni di tessuto per la Settimana della moda.
Oramai mancavano
sole due settimane alla fatidica data, e Blair era un fascio di nervi.
“Non può essere
successo davvero, ti prego, dimmi che è stata solo un’allucinazione”diceva
Blair alla sua migliore amica la sera prima, una mano sul fianco, e l’altra
sulla fronte, mentre misurava a grandi passi la lunghezza della sua stanza.
“B, smettila di
fare avanti e dietro per favore. Mi sta venendo mal di testa”
Blair la fulminò
con lo sguardo.
Serena sospirò e
le sorrise:
“E’ stato solo
una bacio, Blair. E comunque non capisco quale sia il problema: lui ti piace,
tu gli piaci”
“A me non piace
Chuck Bass!” sbottò B in preda ad una crisi isterica.
“Oh, certo, ed è
per questo che flirti con lui in continuazione e stasera lo hai baciato”
“Io non flirto
proprio con nessuno, ed è stato lui a baciarmi!”
“Ma a te non è dispiaciuto”
“S! Ma da che
parte stai?”
“Blair, quello
che sto cercando di dirti è: ammetti che ti piace una volta per tutte e
parlagli, lui è cotto”
Blair si fermò al
centro della stanza, davanti al letto e respirò profondamente.
“Tu non capisci
S, lui è Chuck Bass, lui è-”
“E’ il donnaiolo più donnaiolo di tutta Manhattan,
è diabolico, stronzo, ricattatore e cospiratore, distrugge la vita sociale
delle persone e calpesta chiunque intralci il suo cammino. E’ un Basstardo con
la B maiuscola. Una Blair al maschile, insomma. Ho un
deja-vù” disse Serena ridendo.
Blair boccheggiava.
“B, il problema non è che lui è Chuck Bass, ma che tu sei Blair
Waldorf,incredibilmente testarda e orgogliosa. Quando la smetterai di
comportarti in modo immaturo e sarai pronta a dirmi ciò che provi come una
persona adulta, io sarò qui ad ascoltarti” le disse Serena dolcemente
prendendole mano.
Blair sospirò e si sedette affianco a lei sul letto.
“Io non voglio essere solo un’altra tacca sulla sua cintura. Sono
Blair Waldorf, non una delle ragazze facili che abborda nei bar o alle feste”
“Credo che questo l’abbia già capito, B”
“Ma non cambierà nulla comunque. Tra l’atelier, la settimana della
moda e il dover dimostrare a mia madre quanto valgo non sono pronta per una
relazione, figurati se sono pronta ad una relazione con Chuck Bass. Lui non è
fatto per queste cose.”
“Non puoi dirlo”
“Invece sì.”
Serena le sorrise: “Va bene, visto? Scommetto che ora che ne hai
parlato ti senti meglio”
“In realtà no”
Entrambe scoppiarono a ridere.
In quel momento era sera, i dipendenti erano andati a casa, e B era consapevole
che tra lei e Chuck Bass c’era semplicemente una parete di cartongesso.
Sospirò e ritornò a concentrarsi sul suo laptop.
Non pensare
a Bass, non pensare a Bass, non pensare a Bass.
“Ehi”
Okay,
l’Universo ce l’aveva con lei, doveva aspettarselo dopo che aveva versato lo
yogurt in testa a Nelly Yuki, l’anno prima, si chiamava Karma, e a quanto pare
era perfido quasi quanto lei.
“Bass” lo salutò neutrale con gli occhi incollati allo schermo del
computer.
Lui si avvicinava sempre di più.
“Riguardo a ieri sera” cominciò lui.
“Non c’è niente da dire, è stato un momento di … debolezza, da parte
di entrambi, la musica, l’atmosfera. Non si ripeterà più, non preoccuparti”
disse alzandosi e mettendosi a sistemare i fogli sparsi sul tavolino all’angolo
della stanza.
Lui la seguì, con un sopracciglio alzato ed il riso sulle labbra.
Lei lo trovò insopportabile.
“Cos’hai da ridere?” sbottò B con le braccia incrociate sotto il seno.
“Non sto ridendo”
“No, hai almeno la decenza di trattenerti, ma stai per farlo”
Il ghigno che nascondeva il suo sorriso si allargò, se le sarebbe
scoppiato a ridere in faccia l’avrebbe strangolato con uno dei suoi
dannatissimi papillon.
“Non ci credi neanche tu, a quello che hai detto”
“Riguardo al bacio?” chiese lei.
Lui assunse un’espressione alla:
e riguardo a cosa sennò? Nella sua mente Blair aveva aggiunto anche un baby ed un sorriso alla James Dean, ma
sarebbe stato troppo persino per lui.
“Beh, ti sbagli, Bass. Sono convintissima”
“Non sei stata tu ieri sera a dirmi che hai dubbi su tutto?”
“Non su me stessa” rispose prontamente lei.
Lui le diede quel punto, aveva sempre la risposta pronta, quella
ragazza.
“Allora sei una pessima bugiarda”
“O sei tu ad essere fin troppo sicuro di te” gli rispose B con un
sorrisetto sulle labbra.
Erano spaventosamente vicini.
Una voce nella testa di Blair gli gridava di andare via, di correre in
strada e prendere un taxi al volo, tornare a casa e vedere un film con Serena.
Sentì le braccia di Chuck cingerle i fianchi, chiuse gli occhi, non
per assaporare il momento o altre stupidaggini simili, ma perché sapeva di
essere nella merda.
“Tu credi?” le disse Chuck a un centimetro dalle sue labbra, B poteva
sentire il respiro caldo di Chuck sulla sua pelle.
Le sfiorò il labbro inferiore, senza mai baciarla davvero.
“Non ho mai avuto dubbi” sussurrò B prima di schiacciare le proprie
labbra su quelle di Chuck.
Desk!Sex, Desk!Sex, Desk!Sex!
Se ti
accontento poi tu chiudi il becco per tutto il capitolo, ed anche il successivo?
:D
Assolutamente
sì u.u
Tu mi porti
sulla cattiva strada, sappilo D:
Avevano ancora gli occhi chiusi, quando sentirono anche l’inserviente
spegnere l’ultima luce, chiamare l’ascensore, ed andare via.
Avevano gli occhi chiusi mentre si baciavano famelici, ancora e
ancora.
Avevano gli occhi chiusi, quando Chuck scese a baciarle il collo, il
seno, quando le sue mani si ritrovarono sotto la camicia di lei ad accarezzarle
la schiena.
Avevano gli occhi chiusi, quando Chuck la prese di peso e la fece
sedere sulla scrivania, alzandole la gonna mentre le mani agili di lei facevano
sgusciare fuori i bottoni di madreperla dalle asole della camicia di Chuck.
Fu ad occhi chiusi che Chuck entrò in Blair, mentre lei urlava il suo
nome e, ad occhi chiusi, si resero conto che, per quella notte, avrebbero
pagato entrambi, prima o poi.
Ma intanto si godevano il momento, i battiti dei loro cuori e i corpi
schiacciati l’uno contro l’altro, tutto rigorosamente ad occhi chiusi.
Angolo Autrice.
Salve
Chair, sono io: Dan. Vi ringrazio in anticipo per i ringraziamenti che riceverò
per aver reso possibile il desk!sex e vi saluto perché, ahimè, come da accordo
non ci sarò per il prossimo capitolo ç_ç So che vi mancherò e che penserete che
senza di me il capitolo sarà noioso, banale, mediocre-
Hai
finito? -.-
Sbaglio
o questo era il MIO spazio? U.U
*me
sospira*
Bene,
u.u. Stavo dicendo? Ah già, so che penserete che senza di me il capitolo sarà
un disastro ma fatevi forza, io penserò a voi mentre prendo il sole ai Caraibi
:3
Ora
che Humphrey ha occupato tre quarti dell’angolo autrice non mi resta altro che
dirvi: spero vi piaccia questo capitolo Chair centrico (nel prossimo ho
intenzione di fare una sorpresina ai Serenate u.u) e che non troviate l’ultima
scena troppo spinta o disgustosa, non ne ho mai scritte e sono super
imbarazzata, anche se non è poi così esplicita xD Recensite, mi raccomando,
baci,
Fede
♥
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Capitolo 8 *** Baci al sapore di fragole e cioccolato ***
baci al sapore di
Baci al sapore di fragole e cioccolato.
Era una meravigliosa giornata nell’Upper East Side: il sole splendeva,
il vento soffiava calmo, gli uccellini fischiettavano e non c’era nessun Dan
Humphrey tra i piedi *concedetemela vi prego xD*
Serena si era alzata di buon ora, la sera prima era andata a dormire
molto presto, e si era svegliata solo quando aveva sentito rientrare Blair,
verso le 2. Aveva subito pensato a un qualche inconveniente a lavoro, ma era
tropo intontita per alzarsi e chiederle cos’era successo. In quel momento era
sul divano a mangiare croissant nel suo nuovo Stella McCartney , aspettando che
quella dormigliona della sua migliore amica si svegliasse per andare a lavoro.
Stava assaporando la marmellata ai frutti di bosco e pregustando i
biscotti al miele che aveva preparato Dorota quella mattina, quando sentì il
tintinnio dell’ascensore.
Inutile dire che rimase a dir poco sorpresa quando, andando a
controllare, si ritrovò davanti Nate con un mazzo di meravigliosi girasoli in
mano.
“Nate! Cosa ci fai qui?” lo accolse sorridente.
“Veramente sono qui per te”
Serena lo guardò a metà tra il confuso e l’emozionato.
“Per me?”
“Sì, ho pensato che quel caffè che abbiamo preso ieri non si poteva
considerare un vero e proprio appuntamento, così sono venuto a ‘rapirti’ per
passare la giornata insieme, che ne dici?”
Il sorriso di Serena si allargò, se possibile, ancora di più.
“Dico che sarebbe fantastico, prendo il cappotto”
La bionda prese il cappotto e poi si diresse in cucina, dove addentò
un biscotto al miele e ne porse uno a Nate, dopodiché si avviarono sorridenti
verso l’ascensore.
Nel frattempo Blair Waldorf si era alzata, preparata e aveva fatto
colazione, tutto normalmente e con la solita calma. Se non fosse stato per il
fatto che: appena alzata aveva urlato contro la sua cameriera, rimproverato
Dorota per aver preparato i biscotti al miele che a lei non piacevano (dopo
averne mangiati più o meno 5), essersi cambiata circa 8 volte perché doveva essere non provocante ma senza
esagerare, altrimenti il Basstardo se ne sarebbe accorto.
Dopo tre rossetti diversi, e altrettanti crolli nervosi da parte del
suo staff, Blair Waldorf uscì di casa per recarsi in ufficio, era leggermente
in ritardo, ma se qualcuno avesse avuto l’ardire di farglielo notare l’avrebbe
licenziato in tronco.
Arrivata in ufficio si chiuse nel suo studio, ignorando la sua
segretaria che si ostinava a passarle il telefono.
Chiunque nel palazzo sapeva che Blair Waldorf quel giorno era una
bomba ad orologeria, e se avevano imparato a conoscerla in quei mesi, sapevano
che c’era una sola miccia che poteva farla esplodere: Chuck Bass, che era poi
colui che l’aveva innescata, la bomba.
Una volta sola Blair cercò di riordinare i pensieri, non voleva
pensare a ciò che era successo la sera prima, ma visto che era successo sulla
scrivania su cui avrebbe lavorato, fermare la sua mente sarebbe stato
impossibile.
Era andata a letto con Chuck Bass.
Respira,
inspira, respira, inspira…
L’avevano fatto nel suo ufficio.
Respira,
inspira, respira, inspira…
Su quella scrivania.
Respira,
inspira, respira, inspira…
Troppo tardi
B, la sbandata l’hai presa eccome.
B sentì bussare a metà mattinata.
“Nancy oggi non ricevo visite, a meno che non siano i compratori.”
“Neanche se si tratta di un amico d’infanzia?”
Da dietro la sua segretaria sbucò Matt con un mazzo di fiori in mano e
un sorriso sulle labbra.
“Matt, entra pure. Cosa ci fai qui?” lo accolse B sorridente, forse
sarebbe riuscito a distrarla da … quello.
“Volevo vederti, sai l’altra sera sei scappata dopo aver ballato con
Chuck Bass. Voi due siete-?”
“No, noi lavoriamo insieme, solo questo” si affrettò a rispondere B.
“Bene, e esci con qualcuno in questo momento?”
Blair aveva capito dove Matt voleva andare a finire, ora doveva
trovare un modo carino per rifiutare.
“Oh, Matt, vedi io in questo momento non mi sento pronta ad uscire con
nessuno, mi spiace” disse B con
rammarico.
“Capito, mi concederesti almeno un caffè?” provò di nuovo.
Blair sorrise: “Certo, facciamo domattina?”
“Perfetto, ci vediamo domani allora”
Matt le si avvicinò sorridente e la salutò baciandole le guancie, era
un ragazzo così carino.
Prima che potesse allontanarsi nell’ufficio di Blair fece la sua
entrata Chuck.
“Waldorf, Matt” salutò entrambi con nonchalance.
In realtà avrebbe preso volentieri a pugni Foreman in quel momento.
“Ciao Chuck”
“Bass”
Chuck ghignò, sapeva che Blair sarebbe stata nervosa, e lui era andato
lì con l’intenzione di stuzzicarla un po’, vederla andare in escandescenza lo
divertiva parecchio, tutte le volte le s’imporporavano le guancie, aggrottava
le sopracciglia e metteva su quel suo irresistibile broncio.
Sì, Blair Waldorf arrabbiata era un vero spettacolo.
“Vi ho interrotti, per caso?” chiese pregando che Matt si allontanasse
dalla sua Blair al più presto
possibile.
“Oh, no, io stavo andando via, a dire il vero” disse il ragazzo
sorridendo “Buona giornata ragazzi” li salutò prima di uscire dall’ufficio.
Chuck guardò Blair con un ghigno sulle labbra e un sopracciglio
alzato, mentre lei cercava di evitare il suo sguardo.
“Davvero Blair? Matt Foreman, non credi di essere cresciuta per il
ragazzo della porta accanto?”
“Tu non conosci Matt, e chi frequento non sono affari tuoi”
“Oh, lo sono invece, visto che sei venuta a letto con me nemmeno 12
ore fa”
“E’ stato solo-”
“Uno sbaglio? Un momento di debolezza? Non sei stata molto convincente
l’ultima volta che l’hai detto, visto com’è andata a finire”
Blair sospirò, sapeva che Chuck si stava avvicinando, e lei era girata
di spalle; lui l’avrebbe sicuramente presa da dietro, le avrebbe sussurrato
qualcosa al’orecchio, le avrebbe baciato il-
“Non sono pronta per una relazione Chuck, e tu non sei di certo un
tipo da fidanzata, per cui non vedo come questa cosa potrebbe avere un futuro.
Ieri sera è stato un episodio isolato” disse voltandosi.
“Allora cosa proponi di fare?”
“Niente, sarà tutto come prima.”
“Sai bene quanto me che è impossibile”
“Allora perché non proviamo ad essere amici?”
Chuck la guardò scettico.
“Amici?”
Blair annuì, guardando Chuck che si avvicinava sempre di più a lei.
“Io avrei un’idea migliore” annunciò accarezzandole affettuosamente i
fianchi.
“Amici…” cominciò lui, prima di posare un bacio dietro l’orecchio, la
guancia, la mascella…
“Chuck” tentò di protestare debolmente Blair.
“Con benefici” terminò Chuck prima di prendere possesso della sua
bocca.
“Cosa?” esclamò Blair una volta staccatasi da Chuck.
“Pensaci bene, tu hai detto che non vuoi una relazione e che io non sono un tipo da
fidanzata. Però non puoi negare che ieri sera è stato fantastico e che siamo
attratti l’uno dall’altra”
“Io non sono il tuo giocattolo sessuale Chuck, non puoi venire a letto
con me e nel frattempo farti mezzo mondo” esclamò Blair oltraggiata
allontanandosi di poco da lui.
“Beh, allora vorrà dire che io non frequenterò
nessun’altra, ma ovviamente la cosa deve essere reciproca”
Blair assottigliò lo sguardo, prima di scoppiare in una fragorosa
risata derisoria.
“Sei geloso di Matt, Bass?”
“Cosa? Ti prego, dimentichi con chi stai parlando, io sono Chuck Bass”
Blair continuò a ridere, per poi spettinargli i capelli, giocosa.
Infondo era solo sesso, sono si sarebbero innamorati o stupidaggini
simili.
“Sì” disse ad un certo punto quando entrambi smisero di ridere.
Chuck la guardò confuso.
“Ci sto Bass, amici con benefici”
“Prevedo che sarà una bellissima amicizia” Chuck le sorrise
affascinante, prima di baciarla.
Intanto, a Central Park, due biondini passeggiavano tranquillamente
nel parco, ridendo, scherzando e gustando i loro gelati.
“Oh, andiamo, come fai a dire che il gelato al cioccolato e meglio di
quello alla fragola?!” disse fermamente convinto Nate.
“Sì che lo dico, non puoi paragonare il sapore dolce del cioccolato a quello
stomachevole della fragola” ribatté S.
“Certo che posso, perché ho ragione, su assaggia” disse Nate
avvicinando il cucchiaino con il gelato ad S. Ma qualcosa andò storto, ed il
gelato andò ad impiastricciare la guancia di Serena.
Lei aprì la bocca falsamente oltraggiata e si vendicò, sporcando di
cioccolato anche il viso di Nate.
Entrambi scoppiarono a ridere, fermando la lotta di gelato quando
notarono che c’erano due bambini che li fissavano confusi.
Dopo che si furono ripuliti continuarono a passeggiare, fino al
laghetto delle anatre.
“Guarda, una gara d’aquiloni!” esclamò Serena vedendo quelle macchie
colorate volare e confondersi nel cielo.
“Andiamo a vedere” disse Nate prendendole la mano.
Arrivati alla gara presero anche loro un aquilone azzurro con delle
fantasie gialle.
Cominciarono a farlo volare, sempre più su, fino a quando, visto che
lo pilotavano entrambi, non si attorcigliarono sul filo.
Erano uno di fronte all’altra, ridendo e cercando di liberarsi dal
filo dell’aquilone.
Ancora con il riso sulle labbra i loro sguardi s’incrociarono: blu nel
blu, oceano e cielo.
I loro visi si avvicinarono e i loro nasi si sfiorarono, il bacio fu
dolce, lento e al sapore di fragole e cioccolato.
“Sai” disse Nate ad un certo punto,con le labbra ancora su quelle di
Serena “Credo che il cioccolato non sia
così male in fondo, ma dovrebbe essere accostato sempre alle fragole”.
Angolo Autrice.
Saaaalve gente, vi confesserò
che a me un po' Humphrey è manacato, ma non diteglielo o
si monterà la testa xD Detto questo: capitolo Chair e Serenate
insieme, contente? *_* Spero di aver accontentato le sostenitrici di S
e N (ecco la sorpresa) e anche le Chair ♥
Detto questo: Attenzione attenzione perchè ho una proposta per
voi, un gioco: avete notato un "nesso" particolare nella
relationship Chair e quella Serenate (nella FF ovvviamente xD)? Beh,
c'è una cosa che fa capire la diversità sulla natura di
queste due relazioni, provate ad indovinare cos'è e, se vi va di
partecipare, scrivetemi la vostra teoria nelle recensioni ;) Il
premio in palio? Potrete scegliere la direzione del prossimo capitolo,
scegliere se inserire un personaggio o se volete una scena o un
contesto in particolare, tutto ciò che volete ;) Accorrete in
tanti e: che i giochi abbiano inizio xD
Baci,
Fede ♥
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Capitolo 9 *** Games of jelousy ***
gelosia
Games of jelousy.
“S, finalmente,
allora? Com’è stato l’appuntamento?”
Blair Waldorf
era piuttosto euforica quella sera, aveva fatto tardi a lavoro, ma,
tornata a casa, rimase meravigliata nel non trovare ancora Serena, per fortuna
la sua fedele domestica le spiegò tutto, e un sorrisetto furbo non poté non
formarsi sul viso della mora.
“Come fai a
saperlo?” le chiese Serena confusa, era stata una sorpresa anche per lei quella
mattina, e non aveva sentito B quel giorno, per cui…
“Ho le mie
fonti” rispose Blair vaga.
Serena la guardò
sospettosa, ma poi si arrese e le raccontò
dell’appuntamento.
“E’ stata
bellissimo, B” concluse con aria sognante “Sai tutte quelle congetture sul
principe azzurro che facevamo da piccole? Beh credo di aver trovato il principe
in sella al cavallo bianco che cercavo”
“Sono davvero
felice per te, S” le disse B con sincerità,
abbracciandola.
Il resto della
serata passò in fretta, e le due ragazze si misero a dormire, ma verso la
mezzanotte il cellulare di Blair suonò, svegliandola.
Era un
messaggio.
Pensò subito a
Chuck che voleva farle qualche proposta sconcia, di cui avrebbe riso divertita,
prima di rifiutare e godersi il suo broncio il giorno dopo, solo quella giornata
era capitato 3 volte, e B dovette ammettere, con una punta di rammarico, che
alla fine aveva ceduto sempre.
Preparatasi
psicologicamente a quel siparietto rimase sorpresa, ma neanche più di tanto, nel
leggere il nome di Matt sul display del suo Blackberry.
Lesse il
messaggio, le ricordava del caffè che avrebbero dovuto prendere l’indomani, B se
n’era completamente dimenticata, rispose velocemente e si rimise a
dormire.
La mattina
arrivò presto e B si preparò in fretta.
Matt la passò a
prendere, presero un caffè e lui l’accompagnò a lavoro, era un ragazzo
estremamente gentile, davvero adorabile.
“E ti ricordi di
quella volta che Serena si mise in testa di fare l’allevatrice di scoiattoli e
rimase bloccata su un albero?” le chiese Matt sorridendo all’entrata del
palazzo.
“Come potrei
dimenticarlo, dovemmo chiamare i vigili del fuoco” ricordò B ridendo con Matt
“Sai che alla fine lo comprò davvero uno scoiattolo?”
“Dici sul
serio?!”
“Sì” continuò B
ridendo “ ma lo perse dopo soli tre giorni, non ricordarglielo, ne soffre
ancora”
I due
continuarono a scherzare rivangando i vecchi tempi, fino a che l’ascensore non
arrivò all’ultimo piano, ed arrivò il momento dei saluti.
“Oh, sono
arrivata, devo andare, oggi sono impegnatissima”
Matta annuì “Mi
sei mancata Blair, dovremmo rifarlo qualche volta”
“Matt,
io…”
“Lo so, non vuoi
impegnarti, ma io intendevo come amici, anche con Serena, e magari Carter. Lo
hai più sentito?”
Blair gli
sorrise .”No, non lo sento da quando si è diplomato”
“Beh, tenterò di
contattarlo, ma tu promettimi una cena di rimpatriata”
Blair gli
sorrise nuovamente, prima di dargli un dolce bacio sulla guancia e sgusciare
fuori dall’ascensore.
“Se riesci a
trovare Baizen: che rimpatriata sia!”
Matt le sorrise
nuovamente prima di scomparire dietro le porte
dell’ascensore.
Intanto, da
dietro una porta in mogano, Chuck Bass osservava la scena a mascella
contratta, si preannunciano guai UESrs.
“Buongiorno!”
disse Serena andando in contro a Nate per stampargli un bacio sulle
labbra.
“Buongiorno
anche a te” sussurrò lui sulla sua guancia, prima di baciarla
dolcemente.
“Andiamo a fare
colazione?” chiese S allontanandosi di poco cosicché lui potesse avvolgerla con
un braccio e guidarla all’interno del locale.
Ordinarono e
cominciarono a parlare del più e del meno, compresi i loro due
amici.
“Secondo me
finiranno insieme entro la settimana prossima”
“Ti dico di no,
Nate. Blair è molto orgogliosa, e Chuck è un tipo pericoloso quando si tratta di
sentimenti”
“Stai dicendo 2
settimane?” le disse Nate scherzoso.
Serena rise:
“Non dire sciocchezze, sto parlando del prossimo mese, come
minimo”
“Bene, scommessa
accettata”
I due si
strinsero la mano.
“Nate, tornando
seri, credi che Chuck la farà soffrire? Perché se sarà così io uccido prima lui
e poi te”
“Capisco la tua
preoccupazione, nemmeno io fossi una ragazza mi fiderei di Chuck, ma posso
assicurarti che ha un gran cuore, in fondo. E poi credo che con Blair ci sia
rimasto secco”
“Cioè: secondo
te si è innamorato? Chuck Bass?”
“E’ ancora
presto per dirlo, ma di certo ci tiene molto a lei, Blair ha il suo rispetto e
la sua stima, e solo un’altra persona nella vita di Chuck si è guadagnato queste
due cose” annunciò Nate.
Serena lo guardò
interrogativa, poi lui le sorrise, prima di indicarsi con entrambi i
pollici.
Serena scoppiò a
ridere, ed anche Nate.
Intanto, a una
ventina d’isolati di distanza, Blair Waldorf lavorava tranquillamente nel suo
ufficio.
Chuck entrò
senza bussare, piuttosto bruscamente.
“Non si usa più
bussare?” chiese B accigliata.
Chuck le rivolse
un sorriso tirato “Scusa, ma ho bisogno delle fatture della scorsa
settimana”
“O dire
buongiorno?”
“Buongiorno”
disse Chuck roteando gli occhi “ora: le fatture”
B alzò un
sopracciglio, cercando di capire cosa diavolo avesse.
Si alzò e gli
porse le fatture, in cuor suo non negò che le sarebbe piaciuto ricevere un
buongiorno come si deve.
Cosa? No! Non
siete fidanzati, smettila di pensare a certe cose, B, si disse.
Chuck prese le
carte e uscì dal suo ufficio.
La ignorò per il
resto della giornata, svolgendo le pratiche delle BI in tutta
tranquillità.
Stava
cominciando a stufarsi.
Al termine della
giornata, quando rimasero solo loro due, si sarebbe aspettato di vederlo entrare
nel suo ufficio per approfondire la loro amicizia, ma non fu
così.
Blair era
decisamente più che spazientita, era furiosa.
Cosa diavolo
aveva Chuck quel giorno?!
Sai com’è, ti
ha vista sbaciucchiarti con l’amichetto del cuore -.-
Ah, sei
tornato -.-
Ebbene sì,
ladies and gentleman potete dare il benvenuto a me: Dan strepitoso
Humphrey.
Io avrei
qualche dubbio sullo strepitoso u.u
Ha ha ha -.-
Di’ la verità: ti sono mancato da morire u.u
Oh, sì, come
mi manca il ketchup sul gelato :DDD
-.-“”” Ma
guarda tu: un capitolo senza di me e Chuck e Blair cominciano a tubare come
piccioncini ç_ç
Ecco, perché
non vai di nuovo via così-
Ora che sono
tornato come minimo si sposano u.u Ma prima bisogna eliminare
Carl.
Chi è Carl?
O.o
Il
fidanzatino o.O
Si chiama
Matthew .-.
Fa’ lo
stesso, tanto non durerà molto u.u
Questo lo
decido io.
Tiranna!
Rompiballe!
Misogina!
Stai sparando
parole a caso -.- lo sai cosa vuol dire misogina,
almeno?
*Dan
fischietta via*
Blair raccolse
le sue cose e si diresse verso l’ascensore, mentre le porte stavano per
chiudersi, Chuck le bloccò ed entrò.
Per i primi due
piani la tensione era palpabile, e visto che ce n’erano 27, la cosa non si
prospettava divertente.
Una volta
arrivati entrambi tirarono un sospiro di sollievo, ed andarono a
casa.
“S” disse B
lasciandosi cadere bruscamente sul letto dell’amica.
“Accomodati
pure” disse retoricamente chiudendo il pc pronta per la modalità psicologa,
utile quando sei la migliore amica di Blair Waldorf.
“Se avessi un
amico” cominciò B “ con cui sei stata a letto”
“Sei stata a
letto con Chuck?!” urlò Serena.
Blair scattò
sulla difensiva. “Cosa? Come ti salta in mente, Serena? Ho detto amico, nel caso
non te ne fossi accorta”
Serena la guadò
scettica, ma B sapeva di averla convinta, sapeva mentire
bene.
B tornò al suo
posto e continuò il discorso: “Stavo dicendo: se avessi un amico con cui sei” si
schiarì leggermente la gola “stata a letto, e lui il giorno dopo l’accaduto
t’ignora completamente ed è freddo e distaccato nei tuoi confronti, come se
fosse arrabbiato con te, cosa vuol dire? Perché si comporta così? E cosa dovrei
fare?”
“Calma B, sono
una psicologa, non un’ indovina”
B roteò gli
occhi, in attesa di una risposta.
“Beh, il tuo
amico è un noto donnaiolo?”
“Ti ho già detto
che non è Chuck Bass!” sbottò B “ma sì, gli piacciono le donne. Ma non era in
modalità ‘t’ignoro per far finta che non sia successo nulla e spassarmela con
le altre’. Era davvero arrabbiato.”
“Beh, se mi
dicessi chi è, magari…”
B le sorrise e
scosse la testa.
“Non ne ho idea
Blair, tu magari hai fatto qualcosa che lo ha fatto
arrabbiare”
“Non ho fatto
nulla!”
“Allora è
lunatico!”
“Cosa dovrei
fare?”
“Parlaci.”
“Nemmeno per
sogno, io non ho fato nulla. Anzi, sai che ti dico? Mi vendicherò, nessuno si
comporta così con Blair Waldorf!” detto questa si alzò come una furia uscendo
dalla stanza, l’indomani avrebbe visto Chuck sul set di un servizio fotografico,
e avrebbe imparato cosa significava far arrabbiare Blair
Waldorf.
Vieni domani
da me alle 8 a.m., ho una sorpresa per te.
-B
Invia a:
Matthew Foreman.
B, quella notte,
poté dormire sogni tranquilli, sogni nei quali Chuck Bass veniva calpestato dal
tacco delle sue Vivier.
L’indomani
mattina, Matt la passò a prendere in perfetto orario, con delle peonie fresche
in mano e un sorriso gentile.
“Allora, qual è
questa sorpresa?” chiese curioso.
“Ti piacerebbe
assistere ad un servizio fotografico?”
“Devo proprio
essere sincero?”
B sorrise:
“Okay, riformulo la domanda: ti piacerebbe assistere ad un servizio fotografico
con me?”
“Così va meglio,
molto volentieri, Blair”
B gli sorrise,
prendendo i fiori e sistemandoli in un vaso.
Presero
l’ascensore, e poi un taxi, diretti verso il set: Chuck voleva giocare? Beh,
lei di certo non se ne sarebbe rimasta in panchina.
Arrivati sul set
B ispezionò con gli occhi il posto, assicurandosi che Chuck ci fosse, ma non lo
trovò, così, dopo dieci minuti, chiese ad una delle
assistenti.
“Mi spiace, non
è ancora arrivato Miss Waldorf… oh, eccolo lì” disse indicandolo
l’ingresso.
Blair partì
verso di lui a passo di marcia con un falso sorrisetto a plasmarle il viso;
quando lui la vide le sorrise galante, in fondo non ce l’aveva più con lei, le
avrebbe parlato, si sarebbe fatto spiegare l’accaduto, e poi l’avrebbe
semi-rapita dal servizio per portarla sul tetto a pranzare e a … fare
altro.
“Buongiorno
meraviglia” le disse dolcemente, ma quando provò a circondarle la vita con il
braccio, lei si allontanò.
“Sei in ritardo.
Venti minuti”
“Scusa, colpa
del traffico”
“La prossima
volta prendi l’elicottero, ma sii puntuale. Io e Matt siamo qui da mezz’ora”
Okay, forse non
era proprio mezz’ora ma…
“Aspetta un
attimo: Matt?! Cosa ci fa lui qui?”
“Ops,non te
l’avevo detto? L’ho invitato io.” Gli sorrise serafica
lei.
“Ah ah, Waldorf,
era nelle regole”
“Tu le hai già
infante, ora è il mio turno” gli disse per poi voltarsi e allontanarsi da
lui.
Durante i primi
cinque cambi, Blair si divertì a giocare a fare la civetta con Matt sotto gli
occhi vigili di Chuck, un altro po’ e la sua mascella si sarebbe
spezzata.
Decise quindi di
passare al contrattacco: flirtare con le modelle.
Quando B se ne
accorse si accigliò: dannazione!
“Matt ti
andrebbe di pranzare insieme, c’èla pausa ora”
“Ma certo” le
sorrise lui.
Quando passarono
accanto a Chuck, Blair gli disse sorridente “Oh, vuoi venire anche tu Bass?
Sempre se hai finito di provarci con la diciassettesima modella della
giornata?”
“Tieni
addirittura il conto, Waldorf?” la prese in giro lui.
“Ho solo tirato
ad indovinare, ma conoscendo le tue abitudini non sarei sorpresa se avessi
indovinato”
“Vada per il
pranzo” le disse sorridendole. S’incamminarono tutti e tre verso un ristorante
lì vicino, si sedettero –B tra Matt e Chuck- ed ordinarono da
mangiare.
“Allora, Matt,
da quanto vi conoscete tu e Blair?”
“Oh, da una
vita,abbiamo fatto elementari e medie insieme, poi io mi dovetti trasferire a
causa di un trasferimento di lavoro di mio padre, e non ci siamo più visti da
allora, fino all’altra sera.”
Matt sorrideva
sdolcinatamente a B e Chuck credette seriamente di rischiare un’indigestione, o
il colesterolo a vita.
E credo che
sia contagioso O.O
Shhhh
u.u
“Sono felice che
Blair abbia realizzato i proprio sogni: Yale, l’impresa di famiglia, tutto è
andato come sperava. E poi ha un lavoro perfetto per lei, sin da quand’era
piccola dettava legge in fatto di moda, la leadership è una sua grande
qualità.”
“Sì, lo credo
anch’io. E poi è così orgogliosa della scrivania che ha conquistato,
sembra davvero soddisfatta non credi?”
Blair rischiò di
soffocarsi con l’agnello; dannazione a Chuck Bass e le sue frasi
ambigue.
Gli tirò un
calcio da sotto il tavolo, ma non servì a molto.
“Questo agnello
è ottimo” se ne uscì Matt ad un certo punto.
Bingo!
“Sì, lo credo
anch’io” disse B soddisfatta prima di passarsi la lingua sulle labbra sporche di
sugo in modo seducente, e se Matt, nella sua bontà ed ingenuità, non se ne
accorse, Chuck se n’era accorto fin troppo bene.
“Matt, perché
non racconti a Chuck della tua estate a Dubai?” gli chiese lei accarezzandosi
lentamente il collo, viziosa, e alzandosi leggermente i capelli con il fermaglio
Dior che aveva nella borsa.
Chuck stava
impazzendo, tentando invano di sfuggire alle sue grinfie, ma non riusciva a fare
a meno di osservarla con la coda dell’occhio, mentre fingeva di ascoltare
Matt.
Arrivò al limite
con il dessert.
“Ecco le su
fragole con panna, signorina” annunciò il cameriere.
E fu mentre
Blair assaporava le fragole facendo seducentemente scorrere le sue labbra
scarlatte sul frutto rosso, ripulendosi poi con esse le dita sporche di panna,
che Chuck si arrese.
“Blair?”
Lei si voltò
leggermente verso di lui.
“Possiamo
parlare un attimo in privato?”
“E’
urgente?”
“Si” disse lui
in tono basso e con gli occhi scuri.
Arrivarono in un
angolo appartato del ristorante, e fu allora che Chuck perse definitivamente il
controllo.
La prese alla
sprovvista, spingendola contro il muro mentre s’impossessava avidamente della
sua bocca.
All’inizio B
sussultò, sorpresa, ma poi ricambiò fervente il bacio, immergendo le mani nei
capelli di lui, prima di ritrovare quel poco di lucidità che le
restava.
Si staccò
bruscamente da lui, tirandogli i capelli per staccare le loro
bocche.
“Ahi, Blair! Sei
impazzita?!”
“Io impazzita?!”
sbottò liberandosi dalla sua presa e allontanandosi “Sei tu che mi hai ignorata
ieri, per tutta la giornata. Ce l’avevi con me senza una ragione logica, non
sopporterò i tuoi sbalzi d’umore improvvisi, non sono la tua
psicologa!”
“Senza una
ragione logica?! Avevamo concordato di non vedere nessuno mentre c’era questa
cosa tra di noi”
“Sì, e
allora?”
“E allora
Matt”
Blair lo guardò
sconvolta, prima di scoppiare a ridere.
Non avrebbe mai
pensato di poterlo dire ma… Chuck Bass geloso era adorabile, aggettivo
che non gli avrebbe affibbiato mai e poi mai. Ovviamente non la sfiorò neanche
minimamente l’idea di dare voce a quel pensiero.
Invece, gli si
avvicinò e gli stampò un bacio sulla guancia, un altro sulla mascella fresca di
dopobarba, ed infine, uno sulle labbra.
“Ora sono
confuso” le disse senza sottrarsi a quelle piccole
attenzioni.
Lei gli ravvivò
i capelli con le dita, prima di ridere di nuovo, ma più leggermente questa
volta.
“Chuck Bass, sei
geloso di Matt per caso?”
Lui aggrottò le
sopracciglia “Io non sono geloso”
B continuava a
ridere e ad imprimergli piccoli e dolci baci sul viso e sulle
labbra.
“Potresti
spiegarmi, ora?”
Lei sospirò: “Io
e Matt siamo solo amici, il caffè di ieri era da amici”
“E oggi?” indagò
ancora lui.
“Oggi era per
darti una lezione” gli disse prima di baciarlo.
Ma quando Chuck
tentò di approfondire il bacio, lei si ritrasse.
“Mmmh, no no,
Bass. Così impari a comportarti male con me” disse per poi staccarsi e dirigersi
al tavolo.
Chuck la guardò
sorridente: infondo valeva la pena essere considerato geloso, se era di Blair
Waldorf che si trattava.
Angolo
Autrice.
Saaaaalve ♥ Eccomi con un nuovo capitolo (il più lungo che abbia mai scritto, 2500 e più parole u.u).
Come deciso dalla vincitrice (martyc97) ecco un capitolo sui giochi di seduzione
di C e B *_* Spero vi piaccia e spero piaccia a te, Marty, che mi segui da
tanto e non ti rompi mai, ti voglio bene ♥
Baci,
Fede
♥
|
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Capitolo 10 *** Villains are back ***
villains
Villains are back.
Erano insieme, di nuovo.
Le loro bocche si divoravano, di nuovo.
I vestiti volavano, di nuovo.
Erano sulla scrivania, di nuovo.
Però, stavolta, era quella di Chuck.
Erano passate tre settimane da quella notte nell’ufficio di Blair, e i
due bastardi erano stati in grado di nascondere la loro ‘relazione’ a tutti, migliori amici compresi.
Certo, il fatto che ogni tanto i due scomparissero nell’arco della
giornata, che Chuck avesse tante partite di squash e Blair tanti massaggi nel
week-end aveva insospettito qualcuno, ma il fatto che ogni qualvolta si
vedessero ci mancasse poco che si uccidessero a vicenda deviava ogni sospetto.
Erano due ottimi attori, e di certo non mancavano di rimarcarlo ogni
volta sotto le lenzuola, soddisfatti e gongolanti.
L’unico intoppo di quella situazione quasi perfetta?
No, non era Matt, miei cari, era il fatto che, di solito, due amici,
anche se vanno a letto insieme, poi dopo non si fanno le coccole.
Ma a quanto pare Chuck e Blair dovevano aver saltato quella parte
durante la lettura del manuale.
E la cosa assurda era che, a quei due idioti, non sfiorava neanche
lontanamente l’idea che, forse, si stavano innamorando.
E mentre i baci diventavano più dolci, le carezze più affettuose e i
sussurri più intimi, c’era qualcuno che, al JFK , con una copia del NY Times in
mano e del caffè corretto nell’altra, era pronto a fare il proprio ritorno.
“Carter!” urlò Matta andando incontro al ragazzo.
“Ehi, Foreman, allora? Il motivo per cui mi hai fatti precipitare qui
da Atene?” rise, dando all’amico una pacca sulla spalla.
“Una rimpatriata, Carter. Ho rivisto Blair Waldorf in questi giorni”
“Sono passati dieci anni, Matt, ti tiene ancora al guinzaglio?”
“Lei non mi tiene al guinzaglio, noi non stiamo insieme”
“E tu usi me per avvicinarti a lei, capito”
Matt lo guardò e scoppiò a ridere, scuotendo la testa.
“Non sei cambiato affatto, Baizen”
Intanto, nel suo studio, Serena aspettava l’arrivo del fidanzato,
quando una Berlino accostò davanti alla portineria, da essa uscirono due
giovanotti distinti, quando li vide, Serena si precipitò fuori correndo ad
abbracciarli.
“Carter, Matt! Cosa ci fate qui?”
“passavamo a trovare la nostra bionda preferita!” le disse
maliziosamente Carter.
“E tu? Da dove sei saltato fuori?”
“Ero in Grecia, e vedo che tu sei diventata una famosa e rispettabile psicologa” le disse
ammiccante.
Serena si tirò indietro i capelli come un ironica mossa di vanto.
“Mentre Blair è diventata ciò che ha sempre desiderato essere: una
dittatrice.”
Serena rise, per poi aggiungere “di moda”
“Perché lavora in quel campo?” chiese Carter ironicamente, ridendo.
“E a proposito della Waldorf, dov’è ora?”
“In ufficio” disse Matt.
“Perfetto, andiamo a trovarla allora”
“Non è una buona idea” gli disse S “ domani inizia la settimana della
moda e ha un mucchio di lavoro, la conosci, è una perfezionista.”
“Deve avere un diavolo per capello, in questi giorni”
“A dire la verità, anche se non so come sia possibile, non è per
niente stressata”
“Beh, dicono che il sesso aiuti molto in certi casi” disse Carter
maliziosamente.
Sperava di ottenere una qualche reazione da parte di Matt, un cenno di
gelosia, magari, quel ragazzo era decisamente troppo buonista, mai un pensiero
negativo da quando si conoscevano, e lui era Carter Baizen, i pensieri negativi
della gente lo seguivano ovunque.
“No, Blair non frequenta nessuno, fidati” disse Serena convinta.
No, ma
l’importante è crederci.
Oh, andiamo
Humphrey xD
Ma dai, la
tua migliore amica se la spassa con Chuck
Bass dalla mattina alla sera e tu non te ne accorgi? Cosa credi siano quei
rumori sospetti nel cuore della notte? Gatti? O.o
Smettila,
non tutti sono pervertiti come te.
Non tutti
sono intuitivi come me u.u
Certo,
l’importante è crederci :DDD
Mai una soddisfazione
-.-
HAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHHAHAH
No.
-.-
“E tu invece, frequenti qualcuno Van Der Woodsen?” chiese ammiccante.
“A dire il vero sì”
“Oh, così mi deludi” disse scherzoso “e si può sapere il nome? Magari
lo conosco”
“Io ne dubito Carter, è un bravo ragazzo, ed è il requisito necessario
per non conoscerti”
“Beh, anche Matt è un bravo ragazzo”
“Lui è l’eccezione che conferma la regola” disse ridendo, leggera.
“Quindi, il nome?”
“Oh, lui è-”
“Serena!” la chiamò un biondino dal fondo della strada.
“Qui, a quanto pare” disse S a Carter, che aveva plasmato un ghigno
sul volto.
“Nate” lo salutò abbracciandolo.
“Questo è Carter, un mio vecchio amico. Carter questo è Nate, il mio
fidanzato” li presentò la bionda.
“Baizen?” disse Nate confuso una volta appurata l’identità del
ragazzo.
“Archibald, anche per me è un piacere rivederti”
Nate aveva un’espressione confusa, ma per niente felice, sul volto.
“Voi due vi conoscete?” chiesero Matt e Serena all’unisono.
“Te l’avevo detto che lo conoscevo, S” le rispose Carter sorridente.
“Cosa ci fai qui?”
“Sono venuto a trovare i vecchi amici”
“Noi dobbiamo andare, vero Serena?” disse Nate distogliendo lo sguardo
dal ragazzo dagli occhi color ghiaccio, e rivolgendoli verso Matt: “E’ stato un
piacere rivederti, Matt” lo salutò cordiale.
Prese per mano Serena e, insieme, s’incamminarono verso l’altro lato
della strada, mentre la bionda salutava sorridente i suoi amici.
“Si può sapere cosa ti è preso con Carter?” chiese poi a Nate.
“Serena, Carter non è una bella persona, non dovresti frequentarlo”
disse preoccupato.
“Cosa? Ma se lo conosco da una vita, so che non ci sono belle voci in
giro riguardo a lui, ma in fondo è una bravo ragazzo, almeno con me lo è. Non devi
preoccuparti, okay?”
Nate annuì, sorridendole dolcemente.
“Ma voi due come vi conoscete?”
“E’ una lunga storia, e anche vecchia, lui e Chuck non vanno d’accordo
e neanche io ho dei bei ricordi di Carter. Ma se tu mi di assicuri che con te
si comporterà bene, allora non c’è da preoccuparsi”
Serena gli sorrise e lo baciò delicatamente sulle labbra : “Te lo
assicuro” gli disse allegra.
Blair Waldorf controllava nuovamente le disposizioni dei posti, era la
quinta volta quel giorno.
Tutte le It-Girls della città sarebbero state presenti, grazie al suo
ex-ruolo di Regina della Constance aveva potuto contattare il Consiglio delle
Regine* e assicurarsi la loro presenza alla sfilata, e poi la It-Girl per
eccellenza era la sua migliore amica, se Serena avesse indossato i suoi abiti
ad una delle solite feste settimanali in stile UES tutte le ragazze del pianeta
avrebbero voluto indossare gli stessi abiti, per non parlare del fatto che
sarebbe sicuramente finita su Page Six, già aveva contattato il redattore.
Era davvero soddisfatta di come stavano procedendo le cose, sia sul
piano lavorativo che personale. Sembrava assurdo, ma quella relazione con Chuck
le faceva davvero bene, era rilassante e le impediva di perdere il controllo ed
avere un crollo nervoso.
Dopo un paio d’ore andarono tutti via, e lei rimase nel suo ufficio
per la mezz’ora in più di lavoro che le spettava.
Qualcuno bussò alla porta, e a B non servì una sfera di cristallo per
capire di chi si trattava.
Chuck entrò accompagnato da un’aria maliziosa.
“Allora? Pronta per il debutto di domani?” le chiese circondandola con
le braccia.
B sospirò.
“Sono Blair Waldorf, io sono nata pronta”
Chuck le sorrise, prima di mordicchiarle dolcemente il labbro inferiore, B affondò le mani nei
suoi capelli, ma quando una mano di Chuck si arrampicò pericolosamente sulla
sua gamba, fu costretta a fermarsi.
Chuck la guardò interrogativo.
“Andiamo a casa, ti prego, ho un mal di schiena assurdo dopo
stamattina” si lamentò.
Lui le diede un bacio sulla guancia e un altro sulla fronte, poi
annuì, prendendole la mano e sorridendole.
La mattina dopo, verso le sei, mentre Chuck e Blair dormivano ancora
placidamente, il cellulare di B cominciò a suonare.
B si svegliò, trovandosi circondata dalle braccia di Chuck, che
l’abbracciava da dietro. Amava le
piaceva svegliarsi accanto a Chuck, si svegliavano sempre abbracciati o
accoccolati l‘uno all’altra, era molto dolce.
Blair cancellò quel pensiero dalla sua mente, perché quello che c’era
tra lei e Chuck non era dolce, era solo sesso.
Si liberò lentamente dalla stretta di Chuck, cercando di non
svegliarlo, e prese il cellulare.
Serena, lesse sul
display.
“Pronto?” disse a voce bassa uscendo dalla stanza per non svegliare
Chuck, e prendendo una sua camicia per coprirsi.
Pregò che Nate non ci fosse.
“Ehi, B, ma dove sei? E perché parli a bassa voce?”
“Cosa? Oh, niente è che mi sono appena svegliata, eroancora un po’
intontita, cosa c’è?”
“Beh, volevo sapere dove fossi, visto che non sei tornata a casa
stanotte”
“Io … sono rimasta a dormire in ufficio” disse B mordendosi il labbro
inferiore e facendo avanti e indietro per la stanza.
“Ah, okay. Potevi almeno avvertire, però”
“Sì, scusa, ma ero stanchissima, sono crollata sulla poltrona”
Serena sorrise dall’altro capo del telefono.
“Va bene, e scusa se ti ho svegliata”
“Non preoccuparti. S, Nate è lì con te per caso?”
“Ehm … sì, perché?”
B lasciò un sospiro di sollievo.
“Niente, semplice curiosità, volevo sapere come procede la storia con
Archibald”
“Beh, tutto bene, e B, non indovinerai mai ieri chi è venuto trovarmi”
Ma Chuck scelse proprio quel momento per svegliarsi ed emettere un
grosso sbadiglio.
B stava andando in iperventilazione, Serena non doveva sentirlo.
“Facciamo che me lo racconti a pranzo? Ora devo proprio andare” disse
sbrigativa.
“Okay, allora ci vediamo dopo.”
“A dopo” la salutò attaccando velocemente.
Si avviò poi verso la camera da letto, dove trovò un Bass ancora mezzo
addormentato e seduto contro la testiera del letto.
“Ti ho mai detto che sei fottutamente sexy con i miei vestiti
addosso?” le disse con lo sguardo scuro avendo notato l’abbigliamento.
Lei gli sorrise, avvicinandoglisi e mettendosi a cavalcioni su di lui.
“Ah sì, Bass?” sussurrò sulle sue labbra prima di baciarlo.
Lui ricambiò il bacio e invertì le posizioni, posandole dei baci lungo
la il collo, fino ad arrivare al seno.
“Bass” lo chiamò B debolmente.
Lui mugugnò contro la sua pelle.
“Sono stanca, mi hai distrutta stanotte” disse ridendo “e ora ho
voglia di dormire”
Lui si fermò, alzando il viso vicino al suo e aggrottando le
sopracciglia “Quindi tu rinunceresti al sesso mattutino per dormire?”
“Chuck, stasera c’è la sfilata d’apertura, devo riposare”
“E devi farlo proprio ora?”
Lei alzò le sopracciglia, assumendo un’espressione alla: mi pare ovvio, no?
Chuck sbuffò, e lei mise gli le mani sul petto, divaricando le dieci
dita e spingendolo via.
“E va bene” sbuffò infine Chuck, esasperato.
B sorrise vittoriosa, prima di poggiare la testa sul suo petto,
lasciandosi avvolgersi dalle sue braccia e
cadendo nel meraviglioso mondo di Morfeo.
Intanto dall’altra parte della città, un moro dagli occhi color
ghiaccio aspettava impaziente una risposta dall’altro capo del telefono, quando
la ottenne ghignò, soddisfatto.
“Sparks, ti ricordi di Chuck Bass e Nate Archibald? Bene, credo che
dovresti un salto in città, in onore dei
vecchi tempi”.
Angolo Autrice.
*Il
Consiglio delle Regine è una confraterinta creata da Blair
Waldorf e formata dalle 4 regine delle 4 scuole più prestigiose
di Manhattan, quindi provenienti dalle famiglie più ricche e in
vista, lo spiega la stessa Blair nell'episodio 6x07.
Ssssalve
gente *_* Come va? Io sto una meraviglia, a parte il caldo infernale e
una scottatura il primo giorno di piscina, mi hanno comprato gli
occhiali *W* Okay, so che non v'interessa ma vi avevo resi partecipi,
quindi xD
Che dire, spero che il capitolo vi
piaccia e v'incuriosisca, in fondo non è una storia su GG senza
un po' d'intrighi ;) Recensite, eh! ^^
Baci,
Fede ♥
|
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Capitolo 11 *** The only G ***
The only G
The only G.
La serata che tutti aspettavano era arrivata, ebbene signori la
Settimana della moda è finalmente cominciata e indovinate chi farà il suo
debutto? La nostra tiranna regina preferita: Blair Waldorf. E si sa, che
sfilata è se non hai Serena Van Der Woodsen in prima fila? D’altronde qualunque
principessa di Park Avenue baratterebbe felicemente la sua corona per un posto
in prima fila alla sfilata, e B ama
accontentare i propri sudditi.
B continuava a mirarsi e rimirarsi allo specchio, un quarto d’ora,
quindici minuti, novecento secondi e la sua prima modella avrebbe attraversato
la soglia di una porta per mostrarsi agli occhi del mondo, per decretare se lei
avesse o no la stoffa della stilista, per condannarla o concederle la gloria
eterna.
Per un attimo ebbe l’irrefrenabile voglia di strangolarla, quella
modella, bruciare gli abiti e scappare in Europa sotto falso nome, ma una
Waldorf non scappa, soprattutto quando è sicura del suo successo, e questo era
il problema.
Continuò a sistemarsi le pieghe del vestito, pensando che quello era
probabilmente il momento più importante della sua intera esistenza, poteva
sentire Dorota urlare contro le modelle, questo le fece nascere un piccolo
sorriso.
Ricordò di quando era bambina e gironzolava per le quinte insieme a
Serena, di come osservava affascinata quelle signorine alte, magre e
straordinariamente belle indossare gli abiti di sua madre e spadroneggiare
sulla passerella, calme e sicure di loro. Avrebbe tanto voluto essere come loro
in quel momento, ma poi ricordò i pianti, il vomito delle bulimiche e le crisi
isteriche di Alexandra.
Si rimproverò per aver vacillato anche per un solo secondo: lei era
Blair Waldorf, era migliore di loro e di chiunque altro, si ripeté caparbia.
Come un angelo custode sentì qualcuno abbracciarla da dietro e posarle
un bacio sulla spalla.
Osservò il riflesso suo e di Chuck nello specchio e sorrise felice,
socchiudendo leggermente gli occhi.
“Cosa c’è che non va?” le chiese lui gentilmente.
Lei riaprì gli occhi di scatto.
“Nulla, va tutto bene, cosa ti fa credere il contrario?” rispose
girandosi e ritrovandosi fra le sue braccia.
“Blair” la chiamò lui dolcemente mentre le accarezzava le guance.
La ragazza abbassò lentamente lo sguardo, assaporando le carezze di
Chuck.
“E se fosse un fiasco, Chuck? Se non ne fossi all’altezza? Se
deludessi mia madre, Serena … te?”
Non seppe come in quel fiume di parole che fuoriuscivano dalle labbra
fosse potuta capitare un affermazione tanto inadeguata, si morse la lingua,
maledicendo se stessa e Chuck Bass, per renderla così vulnerabile.
“Ehi, Blair, guardami” le disse prendendole il mento e facendole
delicatamente alzare lo sguardo verso di lui.
“Tu sei Blair Waldorf, sei la donna che mi ha umiliato dopo dieci
secondi che ci conoscevamo, sei la donna che spadroneggia negli uffici delle
Industrie Bass perché il tuo contratto non è pronto e sei la donna che la
stampa adora e che il mondo ammira e, dopo stasera, sarai la donna che tutti
ameranno.”
B gli concesse un sorriso emozionato, uno di quelli che di rado
concede a chiunque, ma sapeva che il discorso non era ancora finito e che lei
non era ancora del tutto convinta.
“Senza contare il fatto che tu, Blair Waldorf, sei la sola ed unica
donna che ha la capacità di farmi completamente impazzire, nel bene e nel male”
Il sorriso della ragazza si allargò, prima di posare le sue labbra su
quelle dell’uomo di fronte a lei.
Adesso era pronta.
Uscirono dalla stanza e si recarono vicino alle modelle, per
controllare che fosse tutto a posto, Blair si ritrovò cosparsa da una cascata
di capelli biondi.
“S, così mi soffochi!” le disse tra le risate.
“Allora? Sei pronta?” le chiese la bionda prendendole le mani.
B annuì, prima di spedirla in prima fila, un po’ le dispiaceva aver
rotto la loro tradizione, anzi, le dispiaceva decisamente. Serena le dava
forza, fiducia, senza di lei non sarebbe stato lo stesso, ma in quel momento
aveva bisogno della sua It - Girl in
prima fila davanti al palco, ad applaudirla e adularla con i paparazzi.
B ricontrollò tutto un’ultima volta, prima di accorgersi che la prima
modella era già pronta ad uscire, un ultimo ritocco e le lunghe gambe della
rossa cominciarono a muoversi l’una davanti all’altra, ticchettando sul
pavimento lucido e volteggiando a ritmo di musica.
Blair, che fino ad allora aveva sudato freddo, tirò un sospiro di
sollievo, osservando i volti dei presenti dipingersi di delizia.
Alla fine della sfilata uscì sulla passerella per godersi gli applausi
del pubblico e le luci della ribalta, fu ricoperta di fiori e congratulazioni
da parte di tutti i presenti, una volta aver salutato si recò dietro le quinte,
per ringraziare con un brindisi il suo staff.
Erano una trentina di persone accerchiate, con i calici alti e
strapieni di Dom.
“Vorrei ringraziarvi tutti, ragazzi, e dedicare questo brindisi a voi”
disse B sorridente “grazie a tutti voi, a Jen, Lola, Paige, Tom e Robert e a
tutti voi altri. Vorrei ringraziare in modo speciale Serena, che mi è stata
sempre accanto, è merito tuo parte della buona riuscita della sfilata, S,
grazie” le disse la mora commossa.
“Non dirlo neanche per scherzo, B, è merito tuo, è merito vostro!”
Serena cominciò a battere la mani, seguita a ruota da tutti i
presenti.
“E in fine, vorrei ringraziare mia madre per avermi permesso di
realizzare tutto ciò e, sì, anche Chuck
Bass per avermi causato un paio di crolli nervosi e averne curati il doppio.”
Disse ridendo e guardando Chuck.
Eheh e come
glieli ha curati <.<
Humprey! :O
Cosa? Non
sono mica io che scrivo che lo fanno anche sulle scrivanie u.u
Ehm,
veramente me lo hai chiesto tu .-.
Questo
perché sono GENIALE!
AHAHAHAHAH e
anche simpatico, sì!
Tu invece
non lo sei per niente -.-
Tu dici? Io
invece penso di essere simpaticissima, non ti farebbe ridere un viaggetto a
Mystic Falls? :DDD
Credo che tu
abbia sbagliato telefilm .-.
Oh, affatto!
Ma quella è proprio la città in cui ti rinchiuderei, aspettando che quel figo
di Klaus ti faccia fuori ♥
Stai divagando u.u
*me sospira*
Credo che tu abbia ragione, ora concentriamoci sul
nostro di Figo, Mr Bass u.u
Ecco!
Tanto un viaggio di sola andata per la città dei
vampiri tormentati e dei morti che ritornano te lo faccio fare prima o poi u.u
-.-
Lui le sorrise, alzando il calice in sua direzione.
Seguì l’ennesimo applauso commosso e un coro di cin cin, prima che a B fosse recapitato un bouquet di rose blu.
Ringraziò l’addetto e annusò i fiori, erano molto belli, si chiese se
fossero da parte di Matt, quel ragazzo proprio non si arrendeva.
Sfilò il biglietto dal mazzo di fiori e lo aprì.
Congratulazioni,
Blair, sei sopravvissuta al tuo debutto come stilista, chissà se sopravvivrai
anche ad una nostra rimpatriata.
XOXO G.
Angolo Autrice.
Saaaalve gente
*-* Innanzitutto mi scuso per l'attesa, ma non sapevo come scrivere
questo capitolo :/ Spero vi piaccia e che l'arrivo della sola ed
unica Georgina Sparks vi abbia incuriosito ;)
Baci,
Fede ♥
|
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Capitolo 12 *** At night ***
at night
At night.
Tutto intorno a Blair si congelò, rilesse un paio di volte il
biglietto, tanto per essere sicura che la sua non fosse stata un’allucinazione.
Sfortunatamente non lo era.
“Tutto bene, B?” Le chiese Serena avvicinandosi all’amica, leggermente
preoccupata dalla sua espressione.
Blair alzò lo sguardo e nascose rapidamente il biglietto nella
pochette.
“Certo, va tutto benissimo, era solo Matt che mi ha inviato i fiori.
Allora? Dove si festeggia?”
“Bijou?”
“Perfetto” esclamò la mora, prima di prendere un altro profondo
respiro e cercare di cancellare dalla memoria la sua firma.
Il resto della serata passò tra champagne, musica e risate,
finché la bella bionda dell’UES non
esagerò con i martini e Nate, anch’egli non del tutto lucido, non fu costretto
a tirarla giù da un tavolo e riportarla a casa.
“Ma no Natie, non possiamo andare a casa: la festa deve continuare!”
annunciò Serena ridendo accasciata sulla spalla del fidanzato.
“Credo che la festa sia finita S, ci siamo solo noi, Blair e Chuck, e
sono quasi le quattro” rispose barcollando il biondo.
“Di pomeriggio?”
“Di mattina, S” le disse Blair ridendo, anche se lei aveva mantenuto
un certo contegno, Blair Waldorf non si ubriaca.
“Ma non posso lasciarti sola, B, tu non vieni a casa?”
Blair si scambiò un’ occhiata con Chuck.
“Io devo passare a prendere delle cose che ho dimenticato alla
sfilata, voi andate pure, mi riaccompagnerà Chuck. E, Nate, sentiti pure libero
di rimanere a dormire da noi”
“Grazie, B. Andiamo meraviglia?” chiese poi rivolto a Serena, che
annuì debolmente, prima di rivolgersi a Blair e Chuck.
“Non divertitevi troppo voi due, mi raccomando”
Entrambi scoppiarono in un risata, mentre i due biondi entravano in
auto, una volta che la vettura sparì dalla loro vista, Chuck ghignò divertito.
“Sentiamo, Blair, cos’hai dimenticato alla sfilata?”
Blair formò un piccolo ovale con la bocce, oltraggiata, ed assottigliò
lo sguardo. Certe volte lo odiava proprio.
Intanto Chuck le si era avvicinato, circondandole la vita con le
braccia.
“Potrei aver dimenticato le buone maniere, o il buon senso, in tal
caso potrei ucciderti senza problemi” sputò velenosa.
“E i sensi di colpa?” le chiese alzando un sopracciglio.
“Perché dovrei averne? Realizzerei il sogno di metà della popolazione
mondiale che vuole ucciderti e della restante metà che farebbe meglio a non
conoscerti” gli sorrise serafica.
Il ghigno di Chuck si allargò, quella donna era maledettamente
perfetta.
“Ma se mi uccidessi non avresti il passaggio per tornare a casa, e
sappiamo entrambi quanto ti piacciono le limousine”
Blair roteò gli occhi, prima di tirargli uno schiaffo giocoso sul
braccio.
“A proposito della limousine: dov’è?” chiese facendosi tutt’un tratto
seria.
“E’ qu-” sospirò, inumidendosi le labbra “Nathaniel”
“L’hanno presa loro?” esclamò Blair.
“Non urlare, li abbiamo visti entrambi salire sulla macchina”
“Non sai neanche riconoscere la tua limousine, Bass?!” sbottò alzando
di un’ottava il tono di voce.
“Tu sei più sobria di me!” tentò di giustificarsi.
“Sei un idiota”
“Che cosa? Io-”
“Come torniamo a casa ora?”
“Esistono i taxi, Blair”
“Alle… 4.30 di mattina?” chiese retorica guardando l’orologio al polso
di Chuck.
“Siamo a NY, ci sono sempre taxi”
“Beh, tu ne vedi qualcuno?”
Chuck sospirò, dopo essersi guardato intorno:era deserto, ma non
gliel’avrebbe data vinta.
“Possiamo sempre andare a piedi”
“Da qui a casa mia sono 20 isolati, non so se l’hai notato ma siamo a
Lexington Avenue, ed io abito a Park Avenue, praticamente dalla parte opposta
dell’UES!” Ormai B stava urlando.
“Ma casa mia è a metà strada, sono solo 9 isolati”
“Nove isolati? Io dovrei camminare a piedi per nove isolati? Con 15 cm
di tacchi e te come compagnia? No, grazie”
“Beh, non mi sembra che nelle ultime 5 settimane la mia compagnia ti
sia dispiaciuta” ribatté aspro.
Blair si voltò dall’altra parte, decidendo di usare la tattica del
silenzio.
“Bene” sbottò Chuck “Allora tu rimani pure qui, io vado a casa”
Blair non accennava a voltarsi, così Chuck si voltò e s’incamminò verso
il lato opposto del marciapiede.
Dopo circa tre minuti di silenzio tombale, Blair accennò a girarsi, ma
quando lo fece non trovò nessun Chuck ghignante a guardarla.
Era sola, completamente sola in piena notte a NY, e con una
psicopatica griffata Armani in giro.
Il cuore accelerò e lei si guardò intorno, erano passati pochi minuti,
non poteva essere andato lontano.
Deglutì rumorosamente e s’incamminò verso la strada che aveva preso
Chuck.
Lo chiamò un paio di volte, accennando anche ad un ‘Mi dispiace’, o quasi.
Intanto la bocca le si era fatta secca e il cuore non accennava a
smettere di battere come quello di un colibrì dopo 3 tazzine di espresso.
Mentre cercava di tenere lo sguardo lontano dai cunicoli stretti e bui
che ogni tanto spuntavano fuori, si sentì afferrare da dietro velocemente.
Urlò talmente forte che la luce di qualche appartamento si accese.
Le lacrime le invasero gli occhi mentre il suo aggressore scoppiò in
una fragorosa risata.
Blair si girò di scatto, essendosi liberata dalla presa dell’uomo.
Il suo cuore sussultò, ma non negò, in cuor suo, di essersi calmata
subito dopo.
“Razza di Bass-tardo, mother-chucker che non sei altro! Sei impazzito?!
Mi è quasi venuto un infarto!” esclamò colpendolo con la borsetta.
Chuck non accennava smettere di ridere, quando si fu calmato poté
godersi il viso infuriato della donna che aveva di fronte.
“Calmati, Blair”
“Calmarmi?! Calmarmi?!” esclamò strabuzzando gli occhi “Tu mi hai
lasciata sola sul ciglio della strada! Avrebbero potuto uccidermi!”
“Nessuno ti avrebbe uccisa, non fare la melodrammatica”
“Come fai a saperlo? Non controlli tutti i malviventi di NYC”
“Spiritosa, ma intendevo dire che non avrebbero potuto farlo perché
glielo avrei impedito io”
“Come se nemmeno c’eri?”
“Ti prego, credi davvero che ti avrei lasciata da sola a quest’ora in
mezzo alla strada?”
“Cosa?”
“Non ho fatto più di dieci metri, Waldorf”
Blair sospirò, incrociando le braccia al petto.
Chuck le si avvicinò lentamente, ma lei lo respinse, tremando
leggermente a causa del vento.
Allora lui si sfilò la giacca e la poggiò sulle spalle esili di lei.
“E’ la nostra notte fortunata, Waldorf” le sussurrò all’orecchio
indicando un taxi.
Blair seguì la direzione dello sguardo di Chuck, allontanandosi da lui
ancora arrabbiata, e si posizionò sul ciglio della strada per chiamare la
macchina gialla.
Aspettò comunque che Chuck la raggiungesse per aprirle la portiera,
perché, a dispetto della situazione, del suo umore e delle malelingue, Chuck
Bass sapeva essere un vero gentiluomo quando voleva, e con lei lo era sempre e
comunque.
Entrarono nell’auto e il viaggio passò nel silenzio più assoluto, come
d’altronde il passaggio nella hall e l’entrata in ascensore. Una volta che le
porte di quest’ ultimo si furono chiuse e che ebbe premuto il pulsante, Chuck
parlò:
“Hai intenzione di continuare con questo Gioco del Silenzio? Perché
l’ultima ho vinto io. Fossi in te cambierei strategia” le disse con un ghigno
sulle labbra.
In risposta ricevette il silenzio più assoluto.
“Andiamo, Blair, hai intenzione di essere arrabbiata per sempre?”
Ancora nulla, ma il respiro della ragazza era diventato irregolare, di
lì a poco sarebbe esplosa.
“Mi hai lasciata da sola in piena notte a New York City, Chuck! Ho
tutto il diritto di essere arrabbiata con te!”
Appunto.
“Ti ho già detto che non ti ho lasciata sola, ero lì, Blair! Credi
davvero che ti avrei lasciata in balìa di ogni tipo di criminale esistente
sulla faccia della terra?”
“Come faccio a crederti?” esclamò.
“Come puoi non farlo?” le rispose sbalordito e offeso da una tale
mancanza di fiducia.
Seguì un attimo di silenzio.
“E’ che tu sei così…” prese un respiro profondo “ Quando mi hai presa
mi sono sentita morire, non ho mai avuto tanta paura in vita mia, stavo per
scoppiare a piangere prima che tu ridessi, io-”
Il fiume di parole che risalivano la gola di Blair furono bloccate
dalle labbra di Chuck, che si posarono su quelle della ragazza in modo
incredibilmente deciso.
Blair dimenticò ogni cosa, ricambiando il bacio, aggrappandosi alle
sue spalle e stringendosi maggiormente a lui.
Perché, in realtà, ancora tremava di paura, il cuore batteva ancora
forte e le lacrime non erano del tutto scomparse dai suoi occhi. Perché aveva
avuto una paura folle che Chuck l’avesse davvero abbandonata, e tutto ciò di
cui aveva bisogno era che lui la stringesse e le sussurrasse che andava tutto
bene, che sarebbe andato tutto bene sempre, perché lui era lì e l’avrebbe
protetta.
Fu in quel momento, che il cuore di Blair realizzò ciò che temeva: era
innamorata di Chuck Bass.
Fortunatamente, o sfortunatamente, dipende dai punti di vista, il
cervello ignorò le urla del suo amico tutto sangue e ventricoli.
Quando l’aria finì e i due dovettero staccarsi, Chuck posò la fronte
su quella di Blair, prendendole le mani e intrecciando le loro dita.
“Mi dispiace” sussurrò.
Blair sorrise.
“Anche a me”
Ripresero il bacio che avevano rimasto in sospeso, in modo più dolce e
meno irruento.
L’ascensore suonò e loro si spinsero a vicenda fuori dalle porte,
sorridendo sulla labbra dell’altro, perché stavano per cadere, e strappandosi i
vestiti di dosso.
Si gettarono sul letto l’uno sopra l’altro, sbottonando camicie e
aprendo zip, accarezzando la pelle e
lasciando scie di baci lungo tutto il corpo.
Tra gemiti ed urli, risuonò l’eco di un “Ti amo”.
Tutto si fermò.
CosaCosaCosaCosaCosa?
*_*
Ah, sei qui.
Ed io che speravo che te ne fossi andato ;__;
E invece
sono proprio qui u.u Ma questo capitolo mi ha preso, non me la sentivo di
interrompere u.u
E allora
perché diavolo hai dovuto farlo proprio alla fine? -.-
FINE?
Nonononono Tu non puoi lasciarmi così DDD:
Oh, sì che
posso, si chiama suspance u.u
Si chiama
crudeltà! Ti preeeeeeego voglio sapere
come reagiranno, voglio sapere chi diavolo ha detto quel Ti amo!
Dovrai
aspettare il prossimo capitolo u.u
Mostro!
Muahahahaha.
Si chiama vendetta, Humphrey u.u To be Continued u.u
Angolo Autrice.
Salve a tutti! *non
odiatemi xD* Scusate il tremendo ritardo ma non è stata colpa
mia, sono stata occupata per 3 settimane ad un campo estivo come
animatrice, e da 2 settimane non avevo Internet, quindi chiedo venia e
spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo, che a me,
stranamente, piace xD
Recensite, eh ;)
Baci,
Fede ♥
|
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Capitolo 13 *** This is a promise: I'll destroy your life without you noticing. ***
this is a
This is a promise: I'll destroy your life without you noticing.
Il sole si stava affacciando su New York, ancora nascosto dietro
miriadi di grattacieli, quando Blair Waldorf sgattaiolò via dal letto di Chuck
Bass nella speranza di non essere sentita. La sera prima aveva accuratamente
ignorato la confessione di lui, non volevo farsi mille film, sapeva che gli
uomini sono irrazionali durante il sesso, e sapeva anche che Chuck non era il
tipo da ‘il discorso della mattina dopo’,
ma comunque aveva deciso di non rischiare.
Raccolse le sue scarpe e si richiuse la porta alle spalle, lanciando
un ultimo sguardo alla figura addormentata del suo amico, era incredibilmente fuori personaggio mentre dormiva, così
docile e indifeso, Blair era rimasta più volte sveglia a guardarlo, mentre
arricciava la bocca e si rigirava, fino ad individuare le sua posizione e
stringerla inconsciamente in un abbraccio, dove lei trovava sonno.
Quella cosa le era decisamente sfuggita di mano, era sfuggita di mano
ad entrambi, pensò mentre si dirigeva verso l’ascensore. Ma prima che le porte
potessero aprirsi, una voce la raggiunse, assonnata e confusa.
Si girò di scatto, ritrovandosi davanti l’ultima persona che avrebbe
dovuto vederla in quel momento.
“Blair?!”
“Nate, io posso-”
“B?!”
Grandioso,
ora sono nella merda, pensò la bruna mentre pensava ad una scusa
plausibile per star sgattaiolando via dall’appartamento di Chuck mezza nuda e
con le scarpe in mano.
Non ce n’erano, constatò sconsolata.
“S, non dovreste essere a casa?” chiese nel tentativo di cambiare
discorso.
“L’ Empire era più vicino e ci siamo fermati qui, credo, eravamo
ubriachi e il tassista ci ha fermati qui. Tu cosa ci fai qui invece?” chiese in
tono che preannunciava guai.
“Io-”
“Serena, Nate?”
Chuck Bass, con la faccia insonnolita e i capelli adorabilmente
stravolti fece il suo ingresso nella stanza, facendo calare un silenzio
glaciale, che fu prontamente interrotto da Nate che rideva sotto i baffi e da
Serena, non appena quest’ ultima ebbe notato la peccaminosa macchia rosso fuoco
che troneggiava sulla camicia che aveva distrattamente indossato il moro,
parlò:
“Capisco” sibilò.
“Serena, non è come credi…”
“Ah, quindi voi non avete appena fatto sesso?”
Chuck chiuse gli occhi, trattenendo una risata decisamente fuori
luogo.
“Questa cosa ci è sfuggita di mano, mi dispiace…”
Serena in risposta strabuzzò gli occhi: “Da quanto tempo, B?”
“S…”
La bionda la fulminò.
“Un mese o poco più” sospirò abbassando lo sguardo.
Serena distolse lo sguardo e andò via, mentre B la inseguiva e Chuck e
Nate si dirigevano in cucina.
B entrò nella stanza di Nate, trovando Serena intenta a vestirsi.
“Mi dispiace.”
“No che non ti dispiace, perché se ti fosse davvero dispiaciuto me lo
avresti detto prima, non avresti lasciato che ti beccassi a svignartela dal suo
appartamento.”
“Cosa avrei dovuto dirti?” esclamò alzando un po’ il tono di voce e
avvicinandosi all’amica “Sai, ieri sera sono andata a letto con Chuck,
nonostante neanche 24 ore prima avessi detto che non sarei mai caduta ai suoi
piedi, oppure avrei dovuto dirti che mi ha proposto di essere amici con
benefici e io ho stupidamente accettato, credendo di poter evitare di
interessarmi davvero a quell’idiota!
Mi avresti giudicata, Serena, e non provare a negarlo!”
“Avresti dovuto dirmi che quell’idiota ti piaceva e come ti sentivi,
Blair, perché è questo che fanno le amiche, si confidano, si aiutano e danno
consigli, anche se a te sembra che ti punti il dito contro!”
“E tu sei arrabbiata con me perché, per sbaglio, non ho incluso la
onnipresente Serena Van Woodsen nella mia vita?Sul serio? Non siamo più al
liceo, S!”
“No, io sono arrabbiata con te perché credevo che dopo 15 anni d’amicizia
avessi imparato a fidarti di me e delle mie opinioni come faccio io con te,
credevo che finalmente avessi smesso con i sotterfugi, le bugie e i segreti.
Non siamo più al liceo, non è vero B?! Però sembra che tu, ora come allora, non
riesca a vivere senza i tuoi segreti, non riesca ad essere completamente
sincera con me come lo sono io con te. E non è neanche la cosa peggiore, perché
vedi, B, la vera vittima delle tue bugie sei tu, pensaci la prossima volta che
scappi da Chuck, potresti renderti conto che stai scappando da te stessa.”
Serena aveva urlato, sputato quelle parole che avevano colpito Blair
come una doccia fredda, come tanti macigni uno più pesante dell’altro, fino a
ricevere quello finale, che l’aveva quasi distrutta.
Sul ciglio della porta, la bionda si voltò un’ultima volta verso di
lei: “Ma questo io non posso saperlo, perché tu non me ne hai parlato, vero,
Blair?” le disse amaramente prima di sbattere la porta e andare via.
La biondina
è decisamente incazzata.
Ma perché
devi interrompere? Ora viene il clou!
Senti, io
può u.u
Sì, tu PUO’
evitare di interrompermi quando non è necessario.
Io sono
sempre necessario u.u
Non farmi
minare maggiormente la tua autostima, Humphrey e.e
-.- Tornando
a noi: stavolta Barbie Raggio di Sole ha ragione u.u
Non fare lo
sputasentenze!
Beh, ma come
darle torto? E poi ha fatto un bel discorso, la velata parte finale Chair mi è
piaciuta. Me gusta, me gusta.
Oh, ma
grazie *-*
Ora però non
tirartela troppo, eh e.e
-.-“
Nel
frattempo, alla Russian Tea Room.
Una moretta dagli occhi color ghiaccio faceva scorrere le dita leccate
di nero sullo schermo del suo I-Pad, per poi posare gli occhi sul ragazzo
appena sedutosi di fronte a lei.
“Sarah Tratchemberg?”
“Il tassista” constatò con un tono di sufficienza lei, prendendo la
sua borsa.
“Grazie per il favore di ieri sera…” disse lasciando la frase in
sospeso.
“Tom” disse lui.
Lei gli sorrise.
“Non è una cosa da tutti i giorni una ragazza che ti avvicina e ti
promette $200 per portare due biondini ubriachi all’Empire.”
Lei gli sorrise nuovamente: “Avevo le mie buone ragioni” spiegò.
Estrasse poi una busta dalla borsa Gucci e gliela porse, ma prima di
lasciarla gli raccomandò: “Io e te, ovviamente, non ci siamo mai visti, Tom”
“Ovviamente” l’assecondò il ragazzo prendendo la busta e andando via.
La bruna ghignò, prima di pagare il conto, raccogliere le sue cose e
alzarsi a sua volta.
Uscì velocemente, inforcando gli occhiali da sole.
“Arrivederci, sig.na Sparks” salutò il portiere.
“Arrivederci” ricambiò lei sparendo pochi secondi dopo tra i passanti.
Angolo Autrice.
Eilà bella gente ;* Scusate il ritardo, ma con questo caldo
è impossibile stare a casa, infatti questo capitolo l'ho finito
di scrivere ieri a mezzanotte, indi per cui non so cosa sia potuto
uscire fuori, LOL. Che dire? Le cose cominciano a movimentarsi, la mia
adorata G ha cominciato a comlottare *.* E da ora in poi i capitoli non
saranno tutti rose e fiori come lo sono stati fino ad ora u.u Ora
più che mai ho bisogno delle vostre opinioni, quindi: recensite,
recensite, recensite ;)
Baci,
Fede ♥
|
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Capitolo 14 *** Il carnevale dei fantasmi di noi stessi ***
carnevale
Il Carnevale dei fantasmi di noi stessi.
Era passata ormai una settimana da quando Serena e Blair avevano
litigato e, tornando a casa, Blair aveva ricevuto la notizia da Dorota: Serena
era andata via, era ritornata da sua madre.
Le due non si erano più viste o sentite, e Blair faceva finta di
niente, cercando di convincere gli altri e se stessa, che l’aver perduto quella
che era la persona più importante della sua vita non la turbava affatto, e
ignorando il suo cuore che perdeva un pezzetto ogni qualvolta passava davanti
la sua stanza vuota.
Dal canto suo, Serena, invece, si era gettata a capofitto nel lavoro,
riceveva più visite del solito e lavorava anche fino a tarda sera, gli unici
suoi momenti di riposo erano ormai quelli che passava con Nate, che cercava
puntualmente di farle notare che quello stacanovismo era un modo per non dover
pensare a Blair, e ammettere che le mancava.
Lo stesso discorso faceva Chuck a Blair, il quale però, in risposta,
riceveva qualche insulto e un broncio di rimprovero che la bruna manteneva fino
a sera, quando lui entrava nel suo ufficio con dei macarons, un mazzo di fiori,
e delle scuse, che finivano sempre con un ‘però
non cambia il fatto che ho ragione’, il quale veniva prontamente messo
tacere con uno sbuffo e un bacio irruente da parte di Blair.
Qual era il vantaggio di quella situazione? Il discorso del ‘Ti amo’ non era più saltato fuori,
entrambi convinti che l’altro se ne fosse dimenticato, e sotterrando i dubbi e
le domande sotto un mare di scuse.
Intanto i giorni passavano,e non sia mai che nell’Upper East Side
passi più di qualche settimana senza una qualche lussuosa festa a tema, tanto
in voga tra i ricchi abitanti del quartiere più In di tutta Manhattan.
Vi state chiedendo quale sarà il tema questa volta?
Eleganza, sfarzo, classismo: siete tutti invitati al Carnevale di
Venezia in stile UES.
E ovviamente le nostre élite preferite non potevano mancare, nessuna
di loro.
Sarà questa festa un’ occasione per le due Regine di depositare le
armi o si trasformerà in un campo di battaglia?
Dì “XOXO
Gossip Girl” e ti cito per inflazione di copyright u.u
Ei! Non
alziamo troppo la cresta, eh e.e
Cosa? Tu mi rubi
le battute ed io alzo la cresta? Tu hai alzato tutta l’onda mia cara è.é
Vuoi
litigare , Humphrey? Perché ti avverto che sono cintura nera di karate
TATATAZABAM *mostra a Dan le mosse di karate*
Ma se in
vita tua hai a stento fatto due anni di tennis -.-
D: *me
oltraggiata* bene, vorrà dire che ti picchierò con la racchetta :D
Ma fammi il
piacer-
*me rincorre
Sfiga-Dan con la Wimbledon in mano u.u*
Blair Waldorf, nella sua stanza, si stava preparando per la festa che
si sarebbe tenuta quella sera: vestito principesco nero e oro e maschera degli
stessi colori proveniente direttamente da Venezia.
Si sarebbe incontrata con Chuck direttamente quella sera, o meglio: forse,
si sarebbero incontrati, solo se sarebbero riusciti a riconoscersi.
Era un gioco che aveva proposto Blair e che Chuck aveva subito
accettato, descrivendolo come eccitante, intrigante e assolutamente geniale.
Il tutto mentre cercava d’impadronirsi nuovamente della sua bocca.
Blair sorrise al ricordo, scacciando via la vocina nella sua testa che
le suggeriva che, forse, il motivo per cui gli aveva proposto questo gioco era
perché voleva essere certa che lui la riconoscesse tra mille altre.
Che la preferisse a mille
altre.
Zittì quella stupida voce -che aveva la voce di Serena, si ritrovò a
constatare con malinconia, e si convinse che era solo uno stupido gioco.
In più l’aveva fatto anche per la posta in gioco, proposta da Bass: il
primo che avrebbe trovato l’altro avrebbe deciso delle sue sorti per il resto
della serata, il perdente sarebbe stato totalmente alla mercé del vincitore.
Sorrise, maliziosamente questa volta, e posizionò la maschera sul viso
di porcellana.
Plaza Hotel,
9 p.m.
Il Plaza Hotel aveva una delle sale da ballo più sfarzose che si
potessero immaginare, teatro perfetto per un ballo in maschera in stile UES.
Decine di persone volteggiavano sulla pista da ballo, intrattenevano
piacevoli e spigliate conversazioni con colore che, sicuramente, non erano i
loro consorti.
Perché, nell’UES, funziona tutto il contrario, e una maschera può
diventare lo specchio dell’anima.
In un mondo dove le maschere s’indossano quotidianamente, un’occasiona
nella quale si ha la possibilità di nascondere se stessi, di essere protetti da
quella stoffa scintillante e pregiata, diventa l’unico momento nel quale il
nostro vero io può essere rivelato al resto del mondo, rigorosamente nascosto
dietro una maschera variopinta e pronta a commettere gli stessi sbagli di
chiunque, pur di poter vivere, una volta
nella vita, a stretto contatto con l’anima che già è stata venduta al miglior
offerente.
Così, maschere appoggiate sui visi aristocratici, il Carnevale di
Venezia delle elite di Manhattan, si trasformava nel Carnevale dei fantasmi di noi stessi.
Chuck Bass, maschera da demonio e completo gessato, si stava versando
da bere, osservando con attenzione la sala, in attesa dell’entrata di Blair.
Avrebbe vinto lui, ne era sicuro,l’avrebbe riconosciuta fra mille.
“Chuck?” chiese una voce familiare.
“Nathaniel” sorrise lui.
“Non immagini quanti demoni ci siano a questa festa” gli disse
affiancandolo “Trovarti è stato più difficile di quanto pensassi”
“E come hai fatto?” gli chiese divertito e un tantino offeso dal fatto
che Nate lo abbia potuto confondere con un qualche smidollato liceale.
“Tu sei Chuck Bass” gli rispose con fare ovvio e un sorriso smagliante
“E sei l’unico che sta correggendo il drink con dello scotch che costa più dei
costumi di tutti i presenti messi insieme”
Chuck gli sorrise di rimando, perché in realtà il suo migliore amico
lo conosceva meglio di chiunque altro, poi gli chiese dove fosse Serena.
“E’ andata un attimo in bagno, spero chiarisca presto con Blair. Si
vede che le manca”
“Credimi, la cosa è reciproca, ma preferisco non mettermi in mezzo.
Sono amiche da una vita, troveranno un modo”
“Sì, lo troveranno” rimarcò Nate prendendo la fiaschetta di Chuck e bevendo
un sorso di Scotch.
La bruna regina dei complotti era arrivata elegantemente in ritardo,
mentre alcuni sguardi studiavano la graziosa figura rivestita d’oro che
attraversava la sala in cerca della sua ‘vittima’.
Perlustrò l’angolo bar, certa che l’avrebbe trovato lì, ma purtroppo
le sue previsioni erano sbagliate.
Certo, lui aveva previsto che lei lo avrebbe cercato lì.
Dovette ricordare a se stessa che la sua controparte era furba quasi
quanto lei.
Decise comunque di godersi la festa, lo sguardo vigile sempre sulla
folla, mentre danzava e chiacchierava amabilmente con gli altri invitati.
Il valzer era, certamente, un ottimo modo per trovare Chuck, ma non
furono gli occhi caramello di lui che incrociò, bensì quelli azzurri della sua
ex-migliore amica.
Ghignò appena, mentre con un inchino riverente si allontanava dal suo
compagno di ballo, mentre la musica cessava di suonare.
Una semplice giravolta allegra, gli occhi si posarono su una figura
distinta, nel suo completo da Diavolo da qualche migliaio di dollari.
Bingo!
Si avvicinò a lui con passo leggero, per essere sicura che non si
girasse, e raggiunse l sue spalle, ticchettando le dita affusolate sul costoso
tessuto della giacca che gli rivestiva la spalla.
Fece appena in tempo a girarsi, senza nemmeno poterla guardare
davvero, lei lo baciò.
“Chuck” un sussurro indistinto arrivò dalla figura a qualche metro da
lui e la sua dama.
Lo sguardo confuso di chi, da quel ticchettio insistente sulla spalla,
non aveva capito più nulla, solo che stava baciando la regina sbagliata.
Blair si sfilò la maschera, gli occhi color cioccolato erano
attraversati da una scintilla che non era malizia, ne rabbia.
Era delusione, erano lacrime.
“Blair, non ho fatto nulla. E’ stata quella donna che-”
Blair scosse la testa, chiudendo gli occhi e sorridendo amaramente,
poi si voltò per scomparire tra la folla, mentre lui la seguiva inutilmente.
Aveva vinto, lui non l’aveva riconosciuta.
Eppure era consapevole che, quella serata era stata l’unica a perdere.
Come poteva anche solo sperare che Chuck non avrebbe approfittato di
quella situazione? Come aveva potuto sperare che davvero lui la preferisse a
tutte le altri donne che poteva avere? Più magre, più allegre, più bionde, più
belle.
Come poteva aver creduto che Chuck Bass l’amasse?
Nello stesso momento, il suo cervello capì due cose: era innamorata di
Chuck Bass.
Doveva far uscire Chuck Bass dalla sua vita, prima che lui la
distruggesse.
Sul ciglio della strada, nel suo vestito nero e oro, chiamò un taxi.
“Ancora tu?” chiese infastidita al conducente.
Lui la guardò sorpreso.
“Ha ancora bisogno di me?”
“No, riportami solo a casa” gli ordinò mentre sfilava la maschera, gli
occhi color ghiaccio brillanti nella notte.
“Come vuole, miss Tratchemberg”
Angolo Autrice.
Salve cupcakes
♥ Okay, lo so, sono imperdonabile, sono più di due mesi
che non aggiorno ma l'ispirazione -e il tempo- erano volati via
ç_ç Spero comunque che il capitolo vi piaccia,
perchè ora siamo entrati nel clou della storia u.u Come sempre
tengo davvero molto alle vostre opinioni, qualcuno mi ha contattato per
chiedermi di continuarla, e ciò mi ha scaldato il cuore,
per cui eccovi accontentati ♥ Spero di non dovervi più
far aspettare tanto tempo, tengo moltissimo a questa storia e spero di
avere più tempo per scrivere, anche se ne dubito fortemente T.T
Cerceherò comunque di ritornare ad aggiornare con
regolarità :)
Recensite -ed insultatemi se volete, me lo merito xD-
Baci,
Fede ♥
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Capitolo 15 *** Nightmares ***
nightmares
Nightmares.
Incubi.
Incessanti e spaventosamente reali: la tormentavano dalla notte del
ballo, chiudere gli occhi era diventato uno sport estremo, non appena il sonno
la trasportava via dal mondo reale gli incubi le invadevano la mente, sempre lo
stesso.
Una dama dal vestito dorato e dai tratti somatici simili ai suoi
percorreva la navata di una chiesa.
Indossava il vestito del ballo, ma non aveva mai modo di vederla in
viso.
Un’atmosfera candida, ovattata, sterile
aleggiava attorno a lei.
Sembrava un ospedale, più che una chiesa.
Gli invitati applaudivano, sorridevano, poteva riconoscere i suoi
genitori, Nate, Carter, Matt.
Erano tutti lì, eppure sembravano non accorgersi di lei, che se ne
stava in silenzio ad osservare la donna camminare fra le decorazioni floreali.
Poi, quando finalmente raggiungeva l’altare, un uomo vestito di tutto
punto le tendeva la mano, sorridendole radioso, come se non ci fosse cosa più
preziosa al mondo.
Era Chuck.
Quello era il momento in cui lei si ritrovava ad urlare a squarciagola,
urla silenziose, che nessuno sembrava poter udire.
Al fianco della coppia vi era Serena, con un bouquet fra le mani e un
vestito azzurro, abbracciava la dama, sorridendole emozionata, prima di
lasciarla fra le braccia di Chuck.
E allora Blair, urlava, urlava sempre più forte, fino a restare senza
fito, correndo veloce fino a raggiungere il punto in cui prima si ergevano in
piedi i suoi amici.
Ma era vuoto. Era sola.
Girava di poco il capo, per scoprire che tutti i banchi erano vuoti.
Poi li vedeva, di nuovo: tutti di fronte a lei, mentre stringevano dei
coltelli da macellaio fra le mani.
Osservava la dama e il suo vestito, sporco di sangue.
Era l’unica.
Si ritrovava così a gridare il nome di Chuck e Serena prima di
constatare, con un brivido di terrore che le percorreva la schiena, che ora il
sangue sporcava anche loro.
Blair si svegliò di soprassalto, come sempre, ansimando e urlando finché
non si rendeva conto che il sogno era finito.
La mattina si chiudeva a chiave nel suo ufficio: non parlava con
nessuno che non fosse la sua segretaria.
A volte Nancy si era ritrovata a sentirla singhiozzare piano, quando a
sera credeva che tutti fossero andati via.
Blair restava sempre più degli altri.
Ma quel giorno le cose furono diverse.
Erano andati via Matt il custode, Greta l’inserviente e anche Joseph
il portiere.
Persino Nancy era già a casa a combattere con suo figlio Nick che non
voleva a fare i compiti.
Ma, quella di Blair, continuava a non essere l’unica luce accesa nell’edificio.
La bruna raccolse le sue cose, pronta per andare a casa, ad attenderla
una solitaria maratona di Audrey Hepburn e una scatole di macarons troppo
grande per una sola persona.
Avrebbe tanto voluto chiamare Serena.
Tutte le notti, quando si svegliava urlando, sgattaiolava nella sua
camera, sperando di trovarla a dormire rannicchiata al cuscino.
Non accadeva mai.
Infilò il cappotto rosso, infilandosi velocemente nell’ascensore e
pigiando il bottone per farlo partire.
Ma qualcosa lo bloccò, impedendo alle porte di chiudersi ed infilandosi
dentro.
“Waldorf”
“Bass” fece la bruna in tono piatto.
Diede un occhiata al pannello che segnalava i piani: ne mancavano trenta.
Uhuhu in 30
piani possono succedere tante cose interessanti ;)
Io non ci
conterei, Humphrey. Non so cosa la tua mente perversa abbia partorito ma credo
sia molto lontano dalla realtà u.u
Io avevo
pensato a Saylor Moon che fa irruzione nell’ascensore svelando a tutti che
Ranuncolo è Gossip Girl e.e
Ranuncolo?
Il gatto di Prim? O.O
Esatto, in collaborazione
con Grattastinchi e lo Stregatto u.u
*me
sconvolta*
Cosa c’è di
sbagliato in te?
Cosa? Perché?
Sapevo
saresti diventato una gattara, Dan, ma non pensavo così in fretta, speravo arrivassi
almeno alla fine della storia D:
-.- Tenterò
di ignorarti u.u
“Dobbiamo parlare” sospirò Chuck guardandola.
“Non credo” ribatté lei volgendo il viso altrove.
“Io credo di sì invece. Non puoi ignorarmi per sempre: ti ho già detto
che non ho baciato quella donna, è stata lei a baciare me, e prima ancora che
potessi allontanarla tu sei arrivata!” cercò di spiegarle con calma per l’ennesima
volta.
Le aveva lasciato centinaia di messaggi in segreteria, sms, lettere.
Di tutto.
Ma lei lo aveva ignorato, e andavano avanti così da due settimane.
“Chuck, non fa nulla. Ti capisco: stesso vestito, stessa maschera, stesso
tagli di capelli, si sarebbe sbagliato chiunque”
La sua voce era debole, e continuava ad evitare il suo sguardo.
“Ma io no.” Ribatté Chuck “Perché non vuoi credermi?”
Si girò ancora una volta verso di lei, che continuava a fissare la
punta delle scarpe, le circondò delicatamente le spalle, facendo in modo che lo
guardasse.
“Blair” disse ancora dolcemente, portano le dita sotto il suo mento
per poter incontrare il suo sguardo.
Gli occhi di lei si riempirono di lacrime, ma dopo pochi secondi
ritornarono a guardare la maquette.
“Credo che dovremmo finirla qui” sussurrò Blair.
“Cosa?”
“Ci faremo del male, Chuck, credevo di poterla gestire, di poter
fingere che era solo sesso, senza sentimenti, senza vincoli. Ma non è così e tu
lo sai, quindi meglio farla finita. Prima che uno dei due…”
Lasciò la rase a mezz’aria, perché tutto quello era troppo doloroso
anche da dire.
Sapeva che lui non era un principe azzurro, sapeva che non le avrebbe
risposto Troppo tardi, perché io già sono innamorato di te.
Lo sapeva,eppure aveva continuato a sperarci fino all’ultimo, fino all’ultimo
secondo, fino all’ultima piano.
Ma quando l’ascensore suonò e lei alzò lo sguardo, Chuck era già
andato via.
Angolo Autrice.
Imperdonabile è dire poco, lo so! Ma in questo periodo sono impegnatissima eil tempo per scrivere è sempre meno :(
Ho notato che sia il numero di recensori che di lettori è
diminuito, ma non posso davvero farci nulla perchè ciò
che mi manca è solo il tempo materiale, infati di questo
capitolo devo ringraziare la febbre xD
Detto questo: spero vivamente che continuiate a seguire la storia e che
il capitolo vi piaccia, anche perchè questa è la parte
principale della trama :)
Ancora mille scuse e un bacione e tutti,
Fede ♥♥♥
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Capitolo 16 *** Maybe this Christmas part 1 ***
maybe
Maybe this Christmas, part 1.
Una settimana, sette giorni, 168 ore.
Eppure, il ricordo dell’incontro in ascensore era ancora vivido, tanto
da far male come nell’istante in cui i suoi occhi si erano aperti, per rivelare
un ascensore vuoto.
Ma era stata colpa sua, insomma, era stata lei a chiudere la
relazione, era stata lei e cominciare quella guerra, la notte del ballo in
maschera e , nonostante avesse creduto alle parole di Chuck, ancora non
riusciva a fidarsi completamente di lui, di se stessa.
Perché, lei lo sapeva, se si sarebbero spinti troppo oltre, se
sarebbero arrivarti a quel limite che nessuno dei due avrebbe osato mai attraversare,
allora il suo cuore si sarebbe spezzato, e lei non poteva permetterlo.
Intanto il sole si nascondeva sempre più spesso dietro i grattacieli
della Grande Mela, e altrettante volte faceva capolino dagli stessi per
chiamare i newyorkesi a un nuovo giorno.
La città era magica, in quel periodo dell’anno, con tutte le luci che
invadevano le strade e i Babbo Natale sparsi un po’ ovunque, mentre i bambini
intonavano White Christmas, osservando i fiocchi di neve posarsi soffici sui
marciapiedi.
Il Natale le metteva sempre allegria, e così sarebbe dovuto essere
anche quell’anno, a dispetto del suo cuore che minacciava di rompersi ad ogni
limousine nera che le saltava agli occhi e ad ogni coppia di amiche che
passeggiavano per la Quinta Strada.
L’intero edificio in cui lavorava era addobbato a festa, e ogni suo
dipendente era così fastidiosamente allegro.
Si era ritrovata a prendere in considerazione il licenziamento di
chiunque si presentasse con uno di quegli orribili maglioni natalizi in ufficio,
ma era quasi sicura che ci fosse qualche stupida norma sindacale che glielo
impedisse.
Così sbuffava, ordinava un altro caffè e si sfogava con le stagiste.
Tutto a una distanza di almeno tre piani tra lei e l’ufficio di Chuck.
L’aveva visto di sfuggita, qualche volta, ma per il resto non usciva
quasi mai dal suo ufficio.
Si convinse che fosse un bene, che se avrebbero continuato cos’ fino a
primavera sarebbe stato perfetto, dopodiché il gemellaggio sarebbe finito e
Chuck Bass sarebbe ricomparso nella sua vita solo sporadicamente, sottoforma di
firma su un foglio bianco.
Così le giornate passavano, lente e monotone, fin quando non arrivava
il momento di tornare a casa.
Dall’altra parte della città, mentre una mora si richiudeva la porta
alle spalle, una bionda apriva quello di un negozio dall’altra parte del ponte,
intenta nella ricerca dell’ultimo regalo di Natale.
Brooklyn?
Oh, casa dolce casa ♥
Humphrey, vuoi stare zitto? Ora viene il momento clou!
U.U
Cosa compra Serena a Brooklyn? Magari qualcosa per un
amico…
Humphrey: tu NON sei nella storia, indi per cui,
Serena NON sta comprando un regalo di Natale
a te!
Non intendevo quello, io! è.é
Si, certo, come no! AHAHAH E dillo che ci speri ancora
che ti faccia comparire nella storia u.u
Beh, in effetti non sarebbe una cattiva idea :D
No u.u
Ma… ma… D: Andiamo, perché gli altri sì e io no? C’è
stata un’audizione di cui non sapevo nulla? e.e
Nessun audizione, tu non sei nella storia e BASTA!
ç_ç Hai ferito
i miei sentimenti! Non lo sai che a Natale bisogna essere più buoni?
No, ho saltata quella lezione al corso nonmenepuòfregardimenodellatuaopinionel’autricesonoio
(non me ne può fregar di meno della tua opinione l’autrice sono io) :D
ç_ç
Serena si guardò intorno, era un negozio abbastanza particolare, era
vintage e vendeva un sacco di cose interessanti, ed era quasi sicura di aver
letto anche “Sartoria”, sull’insegna.
Avrebbe sicuramente trovato qualcosa di particolare per Eric.
Girò tra gli scaffali, provando maschere e accarezzando tessuti e
vecchie cornici polverose.
Qualcosa le saltò agli occhi: un quadro dipinto a mano di Audrey
Hepburn, impreziosito da una cornice in mogano anni ’20.
Si avvicinò al quadro, accarezzandone la tela ricoperta di un leggero
strato di polvere.
Sorrise, pensando che aveva appena trovato il regalo perfetto per
Blair.
Ma, il sorriso, andò via tanto velocemente quanto era arrivato.
Non ci sarebbero stati regali, quest’ anno, tra lei e Blair, e chissà
se ce ne sarebbero più stati.
Nate le aveva raccontato che si erano lasciati e, da quel momento,
aveva desiderato solo sapere come stesse Blair, ma non aveva avuto il coraggio
di chiamarla.
Sapeva ciò che era successo alla festa e , involontariamente, si era
persino ritrovata ad essere una spettatrice inconsapevole di quel dramma.
Aveva visto entrambe le dame ricoperte d’oro e tessuto nero, quella
sera e , seppur la cosa le fosse parsa strana, era ancora troppo arrabbiata con
Blair per preoccuparsi di lei.
Sospirò, cacciando indietro le lacrime e allontanandosi dal quadro.
Girò ancora dieci minuti, prima di trovar il regalo perfetto per Eric,
dopodiché s’incamminò verso la cassa.
Da dietro gli scaffali scuri sentì una voce rivolgersi alla commessa
con falsa cortesia e malcelata irritazione.
“Le ho già detto che questo è lo scontrino e che non voglio alcun
rimborso, voglio solo che vi riprendiate questo vestito, non mi soddisfa,
quindi può anche riprenderselo”
“Ma, signorina, cosa dovrei farmene?” ribatté l’anziana signora da
dietro il bancone, gli occhiali color malva le scivolavano sul lungo naso,
conferendole un aspetto benevolo e, allo stesso tempo autoritario.
Ma la ragazza non sembrava essere intimorita da alcunché, così ribatte
decisa che non le importava, poteva bruciarlo, donarlo in beneficenza, scucirlo e
costruirci una cuccia per i gatti, ma lei non voleva più rivederlo.
Serena sobbalzò, quando Georgina le passò di fianco diretta all’uscita.
Non la notò, nascosta com’era da libri e ghirigori vari.
La bionda uscì dal suo nascondiglio dopo dieci minuti, intimorita da
ciò che avrebbe potuto trovarsi dinanzi.
Sul bancone, ammassato in malo modo dall’anziana signora, troneggiava
un vestito da sera di tessuto nero
rivestito d’oro.
Serena, sotto shock, si avvicinò al bancone, porgendo la confezione di
dischi in vinile alla commessa, che le chiese, con fare professionale ma ancora
leggermente infastidito dalla sua ultima conversazione, se voleva un pacco
regalo.
Serena annuì, assorta, sentendo a stento la commessa che le si
rivolgeva nuovamente:
“E’ tutto?” chiese sorridente.
“No” biascicò la bionda per poi ripeterlo una seconda volta, con
estrema decisione “Prendo anche il quadro della Hepburn con la cornice in
mogano, pacco regalo, grazie.”
La signora recuperò il quadro, incartandolo e sistemandolo in una
busta.
“E’ tutto?” chiese nuovamente la donna.
Serena annuì questa volta, infilando i guanti e recuperando le buste
sparse sul bancone.
“Arrivederci, e buon Natale” la salutò la signora con un sorriso.
“Lo sarà” promise la bionda precipitandosi dall’altra parte del ponte.
Angolo Autrice.
Hello sunshines, come state? :)
Beh, che dire, il Natale è nell'aria, e lo è anche
nell'universo di Gossip Girl ♥ vorrei innanzitutto scusarmi per
i lunghi tempi d'aggiornamento, ma , ripeto, non dipende da me T.T Tra
scuola e impegni vari (che sono davvero troppi) non so più
come uscirne ç_ç Anyway, vi prometto che stavolta dovrete
aspettare di meno, motivo: Maybe this Christmas
sarà diviso in 3 o più parti (devo ancora decidere) e si
concluderà nel periodo Natalizio, quindi per la fine dell'anno
vi aspetteranno altri 2 o 3 capitoli :) Ne approfitto per dirvi anche
che, molto probabilmente, questo sarà il penultimo capitolo, a
meno che non decida di includere un epilogo :) Spero, quindi, che
recensiate in numerosi, vi aspetto ;)
Baci,
Fede ♥
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Capitolo 17 *** Maybe this Christmas part 2 ***
maybe
Maybe this Cristmas, part 2.
23 Dicembre,
casa Waldorf
Serena attraversò la sala a grandi passi, mentre lo chiffon della
carta da regalo frusciava nel silenzio dell’abitazione.
Chiamò Dorota più volte, ma senza ricevere risposta, almeno non
subito.
Dopo pochi minuti, che a lei sembrarono interminabili, il rumore di un
paio di tacco 12 si fece sempre più vicino, la bionda strinse la presa sul suo
regalo.
Era la prima volta che lei e Blair si rivedevano, le sembrava passato
un secolo.
“Serena?”
“Ciao, Blair” le sorrise la bionda.
La ragazza aggrottò la sopracciglia, occhieggiando l’amica e notando
il pacco che aveva fra le mani.
“Cosa ci fai qui?” sbottò alla fine.
“Non hai ancora fatto l’albero” constatò guardandosi intorno,
ignorando la sua domanda.
“Non c’è molto da festeggiare questo Natale” risposte la mora in tono
freddo e distante, ripetendo con lo sguardo la domanda precedente.
“Sono venuta a sventolare bandiera bianca: mi manchi Blair, mi manca la
mia migliore amica, è da quando avevamo quattro anni che passiamo il Natale
insieme; ne abbiamo passate tante: segreti, intrighi, amori, ma noi ne siamo sempre
uscite vincitrici, ne siamo sempre uscite insieme,
ho saputo quello che è successo con Chuck e sono qui per aiutarti, io-”
“Basta così” la interruppe la mora “Davvero credi che basti questo?
Delle scuse e un regalo perché tutto sia apposto? Tu mi hai abbandonata,
Serena, mi hai lasciata sola senza troppe cerimonie, alla prima occasione! Ero
nel pieno del mio primo vero lavoro, era stressata, nervosa e per di più la storia
con Chuck era fuori controllo, solo che non me ne rendevo conto; ma tu sì, tu
sapevi ciò che stava succedendo, sapevi come mi sentivo, lo sapevi anche dopo
il ballo in maschera, e dopo aver passato notti insonni, dopo aver riempito il
mio cuscino di lacrime tutto ciò che volevo era che la mia migliore amica
alzasse la cornetta del telefono per chiedermi come stavo, per dirmi che
nonostante avessi sbagliato lei era ancora lì per me. Perché è questo ciò che
fanno le migliori amiche, giusto?
E invece a te non importava, hai continuato ad ignorarmi e restare
sulla tua stupida posizione come una ragazzina! Sa che c’è? Non ne posso più,
non ce la faccio a starti dietro a fingere che vada tutto bene quando non è
così, non puoi essere mia amica solo quando ti fa comodo, non puoi fare una
scenata, abbandonarmi a me stessa e poi pretendere che ti perdoni! Ma infondo è
quello che succede sempre, non è vero? Perché tu sei Serena Van Der Woodsen e
tutto ti è dovuto.
Beh, sai una cosa? Lo hai detto tu: non siamo più bambine, dobbiamo
crescere, quindi smettila di giocare alla piccola Barbie Raggio di Sole, non
hai più sei anni, Serena, non puoi calpestare i sentimenti delle persone in
questi modo, non puoi tu come non posso io, ma sai qual è la differenza? Che io
affronto le conseguenze delle mie azioni, tu no. Quindi ora, ti prego, va via.”
Okay, Blair,
sarai pure incazzata ma questo non ti autorizza a rubarmi le battute u.u
Che diavolo
stai blaterando, Humphrey? -.-
Barbie
Raggio di Sole è mia, me l’hai fregata u.u
Non dire
sciocchezze!
Andiamo:
dillo che trai ispirazione dai nostri dialoghi ;)
Certo, perché
sono un tale stimolo culturale .-.
Sono la tua
musa *-*
Al massimo
puoi essere il mio autista e.e
In realtà mi
ami ♥
Humphrey?!
Sì?
Buon Natale, ecco a te il tuo regalo!
Lo sapevo che mi amavi u.u
*Dan apre il pacchetto fuxia*
Ma… questo è…
Un biglietto di sola andata per la città dei vampiri
tormentati e dei morti che ritornano aka Mystic Falls, te l’avevo promesso :*
Ma… ma…
Bonne voyaje!
*Due uomini dagli occhi di un innaturale color rosse
vengono a prendere Dan*
Riportatemelo intero, più o meno!
Era quello, il loro solito litigio post-scuse, quello con i toni che
si alzavano e con le lacrime agli occhi.
Ma stavolta era diverso, stavolta nella voce di Blair non c’era quell’orgoglio
che infiammava di solito quel discorso: stavolta c’era rancore, c’era
delusione, c’era verità.
E, a quelle parole, Serena non poté fare altro che ubbidire al suo
comando e andare via, con le lacrime agli occhi, con i singhiozzi che riempivano
l’abitacolo dell’ascensore e quello del taxi, con la determinazione di chi si
sarebbe riguadagnata l’affetto e la stima di sua sorella.
Quella notte Blair non riuscì a dormire, non riusciva a calmarsi dalla
conversazione di poche ore prima.
Aveva sputato quelle cose con un rimorso che non le apparteneva, con
più rabbia di quanta ne volesse far trasparire.
Se pensava quale cose? Sì, assolutamente.
Si era sempre sentita inferiore a Serena, sin da quando erano bambine,
come se la luce sprigionata dalla bionda la oscurasse, come se lei fosse
destinata a venire seconda, vivendo della luce riflessa che Serena le donava.
Finita l’adolescenza quel senso d’inferiorità nei confronti dell’amica
era passato, la loro amicizia era maturata legandole più di quanto non fossero mai
state, ma non si era mai resa conto, Blair, di quanto quelle parole mai dette
le ribollissero ancora dentro.
In realtà, per quanto quello sfogo le fosse servito, per quanto pensasse
tutte quelle cose, Blair non intendeva ferire Serena, o meglio, non voleva
ferirla come aveva fatto.
Voleva scuoterla, sbatterle in faccia ciò che aveva dovuto sopportare
per tanto tempo, sentirsi per una volta la padrona della situazione, colei che,
fra le due, aveva il coltello dalla parte del manico.
Era una vendetta, ma non una distruzione.
Non avrebbe mai potuto fare a lei ciò che aveva fatto a tanti altri.
Serena era sua sorella e, seppur con i suoi innumerevoli difetti, le
voleva bene, era solo giunto il momento per lei di dire, finalmente, la sua.
Ma, presa dal momento, non aveva saputo tenere a freno la rabbia: per
Chuck, per Serena, per sua madre, per se stessa, per il mondo: tutto
catalizzato in quelle parole, intente a ferire l’unica persona che poteva
starle vicino in quel momento.
Aveva davvero paura di averla persa, ma non le importava, perché,
questa volta, non era lei a dover fare il primo passo,a doversi rimboccare le
maniche per salvarla.
Questa volta i ruoli si erano invertiti e la damigella in difficoltà
si era trasformata nella fata madrina, una fata madrine che aveva trovato la soluzione
ai suoi problemi in un amico verde.
24 Dicembre,
casa Waldorf.
Erano le nove quando Blair si alzò dal letto, si vestì con non troppa
fretta, per niente in vena di affrontare un’altra giornata all’insegna del
nervosismo: ricordò a se stessa di prendere una tisana, di sotto.
Scese le scale, recandosi in cucina, passando per il salotto.
Arrivata alle porte della sala da pranzo fece uno, due, tre passi
indietro per accertarsi che ciò che aveva visto non fosse soltanto un’allucinazione.
Beh, non lo era.
Un enorme albero di Natale completamente ricoperto di pacchetti
Tiffany e palline azzurre ed argentate troneggiava nella stanza, vicino alla
finestra.
Blair sorrise, avvicinandosi all’albero e prendendo uno dei pacchetti.
Erano dieci: all’interno di ognuno di questi c’era un ciondolo con una
lettera dell’alfabeto, tutti i ciondoli insieme componevano una frase: mi dispiace.
Notevole, pensò
Blair, ma non erano i regali ciò di cui aveva bisogno.
Ai piedi dell’albero notò una busta color crema, l’aprì e cominciò a
leggere:
Cara Blair,
hai ragione,
abbiamo entrambe bisogno di crescere, per tutto questo tempo abbiamo riversato
sull’altra una colpa che condividevamo e non ti biasimo se non mi perdonerai,
ma sappi che sono pronta a crescere, a farlo davvero, a farlo insieme.
Abbiamo
passato tutta la vita a prenderci cura l’una dell’altra: tu sei mia sorella e,
se c’è qualcuno che deve accompagnarmi in questo viaggio che è il futuro,
quella sei tu.
Prendimi per
mano, e ti giuro che la stringerò talmente forte che stavolta sarà impossibile
scappare.
Baci,
Serena.
PS: Ho visto
Georgina Sparks ieri, e credo che ci siano delle cose che dovresti sapere,
chiamami o vieni da me, ti dirò tutto ciò che vorrai, indipendentemente da ciò
che deciderai di farne della nostra amicizia; ti voglio bene e tutto ciò che m’interessa
è che tu sia felice, con o senza di me.
Angolo Autrice.
Buon Natale cupcakes ♥ Ecco
a voi il mio regalo, o almeno, eccone una parte ;) Prossimamente la
terza (ed ultima) parte del capitolo che, come già detto,
è il penultimo :) Spero vi piaccia e spero recensiate in molti
*-*
Buone feste,
Federica e Dan :)
*Sì, anche Humphrey ha voluto farvi gli auguri prima di venire sbranato da qualche ibrido xD*
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Capitolo 18 *** Maybe this Christmas part 3 ***
maybe 3
Maybe this Christmas, part 3.
I tacchi delle sue Jimmy Choo creavano una melodia incostante,
irritante, fastidiosa.
L’uomo messicano alla guida del veicolo gridò qualcosa, una bestemmia,
probabilmente, all’auto davanti a lui.
Quanto
diavolo ci vuole ad arrivare?
Blair estrasse il cellulare dalla tasca, 11.22.
Dannazione.
Uno, due, tre, quattro… il numero degli abbinamenti improbabili dei
passanti.
Non serviva, non la distraeva.
Il cellulare nuovamente fra le mani: 11.23.
Bene,
facciamo progressi, pensò.
Passò qualche decennio –o almeno così sembrò a lei- prima che il taxi
accostaste e i suoi piedi toccassero terra.
La camminata calma ed elegante fu sostituita da una veloce e
impaziente, premette convulsamente il pulsante dell’ascensore che l’avrebbe
portata all’attico e, una volta arrivata, ebbe l’irrefrenabile voglia di
scivolare nuovamente nelle porte dell’elevatore.
Casa di Serena era come la ricordava, con quell’arredamento
particolare e raffinato che solo una donna come Lily avrebbe potuto avere.
Quella casa aveva mutato forma innumerevoli volte, dal colore delle
pareti allo stile del mobili.
In generale cambiava ogni qualvolta Lily trovava un fidanzato –o
marito- e poi di nuovo quando si lasciavano.
A volte andavano a stare in albergo, in quei lussuosi cinque stelle
che li ospitavano per un mese o poco più, ma il più delle volte Lily partiva e
Serena ed Eric arrivavano a casa Waldorf con la valigia in mano e le lacrime
negli occhi chiari.
Lily non era poi cambiata così tanto, continuava a collezionare mariti
come fossero francobolli, ma come madre aveva fatto decisamente qualche passo
avanti.
Se non altro ora avvertiva prima di partire.
Serena era in cucina, e prima ancora che si girasse aveva riconosciuto
il rumore di quelle scarpe.
“Non ti ho perdonata” cominciò la mora.
Borsa stretta fra le mani e labbra serrate, segno che era ancora sulla
difensiva.
“Non mi aspettavo che Blair Waldorf cedesse così presto” ironizzò
Serena con un piccolo sorriso.
“Sei qui per Georgina?” chiese la bionda.
Blair annuì, facendo qualche passo verso la sua amica, in modo che
fossero faccia a faccia.
“Ero a Brooklyn oggi, in uno strano negozio Vintage” cominciò Serena “
quando l’ho vista entrare, ha intimato alla commessa di riprendersi il vestito
e poi è andata via. Lei non mi ha visto, ma io ho visto ciò che aveva lasciato
sul bancone: il tuo vestito, B, quello del ballo, o almeno la sua copia
perfetta.”
Blair aggrottò le sopracciglia, mentre le sue labbra formarono un
ovale stupiti.
“Sei certa fosse lo stesso?”
Serena annuì. “Perché credi sia tornata?”
“Georgina è una psicopatica, Serena,
non c’è una motivazione logica a quello che fa, è pura pazzia”
“Forse…”
Blair sospirò, sapeva che la sua amica voleva dire qualcosa di più “Ma…?”
“Ma non puoi continuare ad ignorarla, sai cosa vuole, B. Probabilmente
sono anni che aspetta questo momento”
Blair dirottò lo sguardo verso il basso: “Eravamo al liceo, Serena,
nessuno persona sana di mente coverebbe vendetta per così tanto tempo.”
“Ma lei è Georgina, l’hai detto tu, Blair, è pazza.”
Blair sospirò, con il volto fra le mani.
Perché proprio a lei, fra tutte le persone sulla faccia della terra,
doveva capitare una psico-sociopatica come nemesi?
“Grandioso” sussurrò a se stessa, ma Serena la sentì comunque.
“Mi dispiace” le disse la bionda.
“L’ha già detto”
“No, non per quello che è successo con Chuck, per questo. Se ti trovi
in questa situazione è solo colpa mia, tu mi stavi proteggendo, B” le lacrime
le invasero gli occhi, e allora Blair capitolò.
“Sei mia sorella, S, nonostante a volte la voglia di strangolarti sia
tanta, e lo rifarei, altre cento volte, anche se questo dovesse voler dire
affrontare tutte le Georgina Sparks del mondo”
Serena le sorrise, spingendola in un abbraccio: “Questo vuol dire che
sono perdonata?”
“Questo vuol dire che la tua pena è scesa da cinque Dior a tre… e un
paio di Luoboutin”
Le due ragazze risero, stringendosi più forte.
Nel tardo pomeriggio Blair ricevette un messaggio, il mittente era
Serena.
Tutto
pronto?
-S
Stasera al
ballo di beneficenza della Vigilia. Tu hai preparato tutto?
-B
Saranno
tutti lì, non preoccuparti.
-S
Blair tirò un sospiro di sollievo, prima precipitarsi nell’enorme all’armadio,
quello sarebbe stato il Natale più bello della sua vita o il suo ultimo giorno
nel Regno.
Angolo Autrice.
Toc Toc, c'è ancora
qualcuno? Scusate, non trucidatemi T.T E' una vita, davvero, che non
aggiorno, e per di più con un capitolo, ahimé, orribile e
piuttosto corto, me ne rendo conto, ma vi avevo promesso che la storia
sarebbe continuata e così sarà ;)
Vi prego di non abbandanarmi né bastonarmi, cercherò di
scrivere il prossimo capitolo (che sarà l'ultimo, poi ci
sarà l'Epilogo) al più presto possibile, ma niente
promesse xD
Baci,
Fede ♥
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