La vendetta di Ezio Auditore di hola1994 (/viewuser.php?uid=142049)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Entro nell'Ordine degli Assassini ***
Capitolo 2: *** Vecchi ricordi ***
Capitolo 3: *** Una nuova adepta ***
Capitolo 4: *** Il segreto di Leonardo ***
Capitolo 5: *** Incesto tra Cesare e Lucrezia ***
Capitolo 6: *** Sono invisibile ***
Capitolo 7: *** L'occhio Dell'Aquila ***
Capitolo 8: *** Lussuria e torture ***
Capitolo 9: *** I fratelli Orsi ***
Capitolo 10: *** Un viaggio strano ***
Capitolo 11: *** Il Carnevale Di Venezia ***
Capitolo 12: *** Lucrezia si sposa ***
Capitolo 13: *** Amori impossibili ***
Capitolo 14: *** Viaggio a Ferrara e la liberazione di Caterina ***
Capitolo 15: *** ? ***
Capitolo 16: *** Fusi ***
Capitolo 1 *** Entro nell'Ordine degli Assassini ***
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1: ENTRO NELL'ORDINE DEGLI ASSASSINI
È il tramonto e Venezia, illuminata dal sole calante,
brulica di vita.
Nella piazza i passanti comprano: cibo, vestiti, piante o sopramobili.
Un ragazzo seduto su una panca osserva il mare, ascoltando
la risacca delle onde.
Iniziano ad essere accese le prime lanterne.
C'è un gabbiano che perlustra la riva.
L'Italia è nel pieno periodo rinascimentale, l'epoca per cui verremo
ricordati... Pensa l'uomo sulla panchina, mentre ricorda il suo passato
e i suoi fratelli.
Sulla strada ci sono delle piume, esse sono l'ultimo
ricordo collegato a Petruccio; ne raccoglie una e la infila in una
tasca del vestito nero.
Abbassa la testa, assorto dai ricordi e dalle ombre del suo passato. Bella vita la nostra, eh fratello? È la migliore! Possa non cambiare mai. E nemmeno noi! Pensa nostalgico; molto invece è
cambiato da quel giorno e le cose non sono andate come speravano lui e
suo fratello.
Ciò che lui era stato un tempo non esiste più ora.
Si trova lì a Venezia per un preciso scopo: è un Assassino, Ezio
Auditore Da Firenze, e ha una missione da compiere; Rosa gli aveva detto
di uccidere Dante Moro dell'Ordine Templare da sempre in lotta con la Confraternita degli Assassini.
Quando si mette in marcia gli stretti vicoli della città sono pieni di
gente e bancarelle.
Ezio come Assassino sa rendersi invisibile nel buio o
sui tetti, finché non si avvicina a un canale
e ferma una gondola.
”Portami alla nave che salpa per Cipro.”ordina sedendosi
sull'imbarcazione che traballa al ritmo delle placide onde.
La gondola lo porta fino alla nave, il ponte è buio, illuminato solo
da alcune lanterne poste a distanza regolare.
Ci sono quattro guardie
che camminano avanti e indietro.
Ezio si issa sulla nave, cammina
invisibile agli occhi dei pochi presenti.
Le guardie sono troppo lente per lui, raggiunge Dante in pochi
secondi; senza un attimo di esitazione lo uccide con la Lama Celata.
Prima di morire l'uomo lo guarda e sussurra: ”Lo Spagnolo... è nei
sotterranei della città...”Ezio annuisce e senza perdere altro tempo
corre sul ponte.
Si lancia dal parapetto, tuffandosi in acqua
tra mille spruzzi. Nuota fino l'immensa
Piazza San Marco, con la sua imponente basilica dalle forme di
derivazione bizantina. Giunto sul luogo, si arrampica sul Campanile Di
San Marco dove trova tutto l'Ordine degli Assassini ad attenderlo.
C'è
anche una donna dai capelli rossi che ancora non conosce. Mario, suo
zio, gli ordina di avvicinarsi e lui obbedisce.
Sa già cosa succederà.
Mario gli prende la mano e brucia il suo dito con un ferro incandescente.
Fa molto male.
È il rituale per entrare ufficialmente nell'Ordine.”Nulla
è reale. Tutto è lecito.”recitano tutti insieme.
Ora è un Assassino a tutti gli effetti.
Ezio si prepara per il Salto della Fede.
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Capitolo 2 *** Vecchi ricordi ***
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2: VECCHI RICORDI
Salta giù dal campanile.
Il Salto della Fede termina dentro un carro contenente della paglia, da cui
scende poco dopo inseguito dalle imprecazioni del carrettiere.
Ezio si
allontana da Piazza San Marco, deciso a immergersi nei stretti e umidi
vicoli della città lagunare.
Nel suo camminare senza una reale meta,
costeggia i canali intervallati da ponti dagli stili più disparati,
incorniciati dalle maestose facciate dei palazzi veneziani; eppure Ezio
proprio non la sopporta Venezia... detesta soprattutto l'odore di pesce
che appesta tutti quei vicoli e lo segue ad ogni passo.
Non è come
Firenze dove non esistono i canali. Della sua città gli manca visitare
il Castello di Sonnino o l'arrampicarsi sulla Torre della Zecca. Dopo
l'uccisione della sua famiglia ha lasciato villa Auditore; l'amico
Leonardo Da Vinci e Lorenzo De Medici ormai esistono solo nei ricordi
dell'Assassino.
Per Ezio è giunto il momento di tornare a casa.
Dopo lunghi giorni di viaggio fa finalmente ritorno nella sua amata Firenze.
E' contento.
L'aria sa di cultura, non ci sono canali maleodoranti o gondole lungo le
rive dell'Arno, bensì carretti e botteghe a costeggiare quelle strade
lastricate in pietra.
La prima tappa è casa sua.
Lo stato di abbandono della villa è evidente,
l'arancione dei muri è scrostato.
Le piante
nei vasi sono ormai secche, anche se in alcuni punti la vegetazione è
riuscita a infiltrarsi all'interno attraverso quelle vecchie finestre,
arrampicandosi fino al soffitto.
I mobili sono impolverati.
Le assi di legno del pavimento
scricchiolano ad ogni passo.
Ezio entra in sala e guarda verso il tavolo.
Quel messaggio lo disgusta.
Il foglio del gonfaloniere è
ancora là.
Decide di rileggere la lettera: Gli Auditore... tutti,
compreso Ezio che non sa niente della sua famiglia, oggi verranno uccisi
per tradimento contro il Papa. Adesso Giovanni è in prigione, così come
i suoi figli maschi, mentre le donne sono con Ezio. Ho mandato le
guardie a villa Auditore per ucciderli subito. Ezio era spaventato a
morte quando mi ha dato i documenti.
GLI AUDITORE SONO COLPEVOLI! Ezio, dopo tutti quegli anni, sente ancora questa frase nella sua testa.
È divenuta ormai un'ossessione; furioso strappa il foglio e si
incammina a passo deciso fuori dalla porta: deve allontanarsi da quella
casa... andarsene subito, non può stare lì.
Ripreso il suo cammino tra le strade fiorentine, raggiunge in breve
tempo via Larga, trovandosi davanti l'imponente Palazzo Medici.
Si
introduce nell'abitazione di Lorenzo, trovando l'amico in uno dei
sontuosi salotti del palazzo.”Ezio! Da quanto tempo non ti vedo!”esclama con enorme sorpresa l'uomo, seduto su una delle poltrone del salone.
“Già... sei sempre uguale a quanto pare."dice Ezio mentre si siede
vicino a lui.
Gli sembra di essere con Petruccio.
Quando stava male, per
renderlo felice, raccoglieva le piume al suo posto... e proprio il
giorno dell'arresto quella fu l'ultima frase che disse: Portami delle
piume e ritorno a letto, Ezio! Ezio ricorda quegli ultimi momenti
trascorsi col fratello Petruccio con una fitta al petto.
RICORDO DI EZIO
Petruccio aveva la febbre alta, volevo fare qualcosa per lui... qualsiasi
cosa... sembrava così fragile. Dormiva nel suo letto e non volendo
svegliarlo, decisi di andare nel cortile.
”Petruccio è sveglio?”chiesi dopo alcune ore a mia sorella Claudia.
”Non è in camera. Io... credevo fosse con te!”rispose lei; allarmato, corsi fuori a cercarlo e lo trovai poco dopo vicino
alla casa di Cristina, raccoglieva delle piume dei piccioni.
”Cosa fai? Avevi la febbre!”gli domandai, ero sollevato nel vedere che stava bene.
“Prendo delle piume.”
"Facciamo un accordo: te le prendo io, però tu ora ritorni a casa.”
“Portami delle piume e ritorno a letto Ezio!"così ne raccolsi alcune
prima di tornare a casa e gliele mesi nel cofanetto. Dopodiché mi recai
da Leonardo e rimasi in sua compagnia per diverse ore, finché non vidi
arrivare Claudia disperata.”Hanno arrestato la nostra famiglia.”sono confuso.
Quello fu l'inizio di tutto! Ezio fino a quel momento ignorava che il
suo adorato e rispettato padre Giovanni Auditore, facesse parte
dell'Ordine degli Assassini e fu proprio per colpire lui che fecero
uccidere i suoi due fratelli, Petruccio e Federico, insieme a Giovanni.
Ezio non poté fare nulla per impedirlo, è tormentato da
questo pensiero.”Tu invece sembri... come dire... più tranquillo.”dice Lorenzo.
“Probabilmente lo nascondo bene...”
“Hai trovato i fratelli Orsi? Loro sanno dove si trova Rodrigo.”
“Dante ha detto che è nei sotterranei di Venezia.”
“No, è a Forlì. Cerca La Mela... la tiene al sicuro la contessa.”
“E la bottega di Leonardo è sempre nello stesso luogo?”
“No... è vicino al bordello di Paola, in periferia.”trovate le informazioni di cui ha bisogno.
Ezio saluta l'amico,
lasciando poi Palazzo Medici.
Si mette subito alla ricerca di Leonardo,
seguendo le indicazione date dall'uomo.
La bottega non è diversa da
quella che aveva visto tempo prima, sebbene il luogo sia differente:
quadri, invenzioni strane e fogli su tutti i ripiani.
Entra.
Vede l'amico impegnato; sta sezionando un cadavere... quando
sente che c'è qualcuno Leonardo copre subito il corpo, ma appena si
rende conto di chi è l'ospite, salta su raggiante.”EZIO! SONO COSI' CONTENTO DI VEDERTI!”esclama entusiasto, lasciando
cadere sul tavolo gli strumenti che ha in mano. I due si abbracciano
felici.“Anche io, amico mio. Ma... cosa fai con quel cadavere?”
“Oh. Beh... nulla... sto facendo un'autopsia.”dice abbassando la voce.
L'Assassino guarda gli organi orripilato.
La Chiesa non vuole che si faccia l'autopsia sui morti, ma lui lo fa
comunque, anche se è pericoloso.
Rodrigo, Lo Spagnolo, ogni settimana
manda i soldati nella bottega perché vuole coglierlo in flagrante così
da poterlo arrestare, ma Leonardo è molto scaltro e certamente non lo
prenderanno facilmente.“Ancora con questa storia? Sei rimasto il solito rivoluzionario. Ora molla quell'affare e vieni con me.”i due amici escono dalla bottega dell'artista e vanno in una locanda a
festeggiare l'essersi finalmente ritrovati dopo molto tempo.
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Capitolo 3 *** Una nuova adepta ***
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3: UNA NUOVA ADEPTA
Leonardo aveva conosciuto Ezio il giorno prima dell'omicidio del padre
Giovanni. Maria aveva portato suo figlio dall'inventore per un quadro.
I due amici alla locanda siedono ad un tavolo più in disparte rispetto
agli altri, dal momento che le guardie stanno cercando Leonardo.”Ezio non devi dire niente a nessuno di quello che faccio in casa,
capisci?”dice l'amico concitato, guardando i clienti.
“Intendi... con i tuoi cosi? Non dirò nulla, stai tranquillo."Leonardo sorride, sa di potersi fidare.
Parlano per ore, perdendo persino la cognizione del tempo, fino a quando
il proprietario della locanda li caccia in modo sgarbato essendo
passata da un po' l'ora di chiusura.
Leonardo lo saluta euforico, prima di allontanarsi dall'amico e tornare alla sua bottega.
Essendo notte in strada c'è poca gente.
La cameriera di Lorenzo li guarda uscire dal locale e aspetta che i due amici si separino, poi raggiunge Ezio nel vicolo.
Lui attende.
quella donna ha gli occhi gonfi mentre lo informa di
dovergli dare una brutta notizia.
L'Assassino la guarda preoccupato, come se
sapesse già cosa deve dirgli.”Lorenzo è morto... s-se volete, domani ci
sarà il funerale nella sua casa."mormora piano; Ezio addolorato e rivolge in preghiera un rapido pensiero all'amico.
La notte sembra ancora più oscura.“Io sono un Assassino, ricordate?
Sicuramente le guardie saranno al cancello."dice cupo.
Lei
allora gli da una lettera che ha scritto Lorenzo prima di morire, poi si
volta e senza dire altro se ne va. Ezio siede su una panca in
pietra accanto all'ingresso della locanda.
La poca luce che filtra dalla
finestra del locale alle sue spalle gli permette di leggere il
contenuto del messaggio: EZIO, VORREI CHE MIA FIGLIA SARA DIVENTASSE
UN'ASSASSINA... SE TU SARAI D'ACCORDO, VORREI LA ADDESTRASSI TU
PERSONALMENTE. QUESTO È IL MIO ULTIMO DESIDERIO, AMICO MIO. IL MIO
ULTIMO DESIDERIO... LORENZO.
Ezio riflette su quanto appena letto, mentre si alza e si dirige ancora
una volta alla bottega di Leonardo. Non può rifiutarsi, in fondo Lorenzo
l'ha sempre aiutato in tutti i modi possibili quando lui era in
difficoltà.
Giunto alla sua meta, bussa forte alla porta.
Apre un Leonardo parecchio scarmigliato, chissà quali esperimenti stava
facendo.”Che fai qui? È tardi... e poi ho da fare. Sai, posso lavorare
solo di notte.”
”Posso entrare? Io... non me la sento di andare a casa mia."dice Ezio con aria afflitta.
Leonardo lo fissa per un lungo istante.“Va bene, certo, però attento.
La camera è dopo il laboratorio.”spiega facendosi da parte per
permettere l'accesso all'amico.
Dopo aver richiuso con cura il portone, lo
trascina in corridoio e gli indica la sua stanza.
Ezio entra nella
camera.
Sfila il suo vestito, restando in tunica.
Sdraiato sul letto
cerca di non pensare a Lorenzo e dopo diversi minuti si addormenta
sfinito.
Tuttavia la mattina dopo al suo risveglio non è del tutto
riposato.
Si alza e va in cucina, dove trova Leonardo intento a baciare
l'aiutante Andrea.
”Lui... è Andrea... ti ricordi? L'hai visto con Maria un po' di anni
fa.”esclama imbarazzato dopo essere stato colto in
atteggiamenti intimi con un altro uomo.
“Ah... sì... e così... voi state... insieme?” anche Ezio è a disagio.
“Già... tu come ti senti? Dormito?”
"Bene. Meglio, credo.... adesso devo
andare al funerale di Lorenzo.”annuncia, prima di lasciare i due
amanti nuovamente da soli e dirigersi verso l'uscita.
Ezio si lascia la bottega dell'amico alle spalle,
pensando alla strana situazione del ragazzo.
Cammina perso nei suoi
pensieri fino alla parte posteriore di Palazzo Medici perché i soldati
sono davanti all'ingresso dei cancelli.
Senza fatica si arrampica sulla facciata e sale sul tetto per studiare
la situazione dall'alto.
E' una mattina afosa.
Con attenzione si avvicina verso la parte
centrale del tetto in cui si apre un ampio spazio quadrangolare che
segna il perimetro del cortile interno.
Ascolta i passanti triste.
Guardando giù nota
che la salma dell'amico è stata disposta al centro dell'elegante cortile
delimitato da colonne in stile corinzio. Scopre che molti sono
presenti al funerale, cerca Sara con lo sguardo finché non la trova.
È
una ragazza piuttosto alta, con occhi azzurri e lunghi capelli lisci castani
che le arrivano fino alla schiena.
Indossa già gli abiti da Assassino.
Lei guarda gli ospiti.
L'Assassino salta giù nel cortile interno e tutti i presenti
quando lo riconoscono si allontanano, guardandolo con sospetto.
In pochi minuti il cortile si svuota, eccetto che per la cameriera, Sara ed Ezio.”E rimasero in tre... eravamo dieci...”dice lui vergognandosi di aver rovinato un momento così importante.
“Già... anche il
sacerdote che doveva celebrare il funerale è sparito!”fa
notare l'Assassina. Lei si avvicina e mostra la Lama Celata, vorrebbe
uccidere il prete per quell'affronto.
”Noi non uccidiamo le persone innocenti. Il nostro credo ce lo vieta.”spiega all'adepta.
Approfitta della situazione per osservare la sua nuova allieva da
vicino. I capelli le ricadono sul viso disordinatamente, dandole un'aria
ribelle, gli occhi azzurri sono vispi e attenti.
I tre pregano
addolorati e in silenzio davanti alla bara di Lorenzo, poi Sara alza la testa verso il cielo, sa che tra poco
pioverà. Ad un tratto una figura nera si staglia contro i nuvoloni neri:
è un'aquila che vola.”Guarda! Quella è un'aquila, non ne ho mai vista una!”
“Avvisa l'Ordine che sei un'Assassina. Ricorda sempre il credo...”le
dice Ezio con tono serio. Si chiede come sarà avere qualcuno da
istruire, la ragazza sembra sveglia, ma non è sicuro che possa uccidere
senza rimorsi.
Dopo i due lasciano Palazzo Medici e si recano da Paola, la donna che
gestisce il bordello in periferia, non lontano dalla bottega di
Leonardo.“Hai un'adepta. Ecco perché l'aquila fischiava.”
“Hai una stanza libera per noi?”l'Assassina osserva timida quello
strano locale, a quell'età le ragazze aristocratiche sono già fidanzate o
sposate... lei no.“Sì.
È al terzo piano. Sali su, poi prosegui dritto... l'ultima
porta.”seguono le indicazioni ed entrano in una stanza spoglia, a
parte le due brandine e una lampada ad olio non c'è altro.
Ezio si toglie i vestiti e apre la finestra, sente le campane in
lontananza. Sara è immobile e lo guarda con imbarazzo.“Puoi girarti?
Non voglio toglierlo davanti a te. Dai...”
“Ho già visto molte ragazze mezze nude... mi amavano...”intanto poco lontano dal bordello, Leonardo è nella sua bottega chino
sul tavolo con la matita in mano, circondato da fogli pieni di
scarabocchi, vari progetti, bozze, armature e nuove macchine; ma
stavolta sta disegnando due persone... e' un ritratto per Andrea,
raffigura il loro matrimonio.
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Capitolo 4 *** Il segreto di Leonardo ***
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4: IL SEGRETO DI LEONARDO
La pioggia batte forte sui vetri del laboratorio... Leonardo è talmente
assorto dal suo lavoro che non si accorge nemmeno di cosa gli succede
attorno e solo una volta finito sospira soddisfatto.
Andrea, lì accanto, guarda affascinato quelle dita sottili all'opera.
L'umidità attacca la tunica che indossa e si ritrova ben presto tutto
sudato.
Le gocce scivolano sul collo, lente... continua ad asciugarsi
senza successo.
È pomeriggio, ma con quel tempo cupo e violaceo per la
pioggia pare già notte, perciò accende il candelabro.
Andrea sospira
appoggiandosi al tavolo.”A Ezio non piaccio, credo... ho visto
quanto era sconvolto questa mattina.”
“Ci ha visto baciarci... lascia che si riprenda. E poi credo che in
realtà tu gli stia simpatico."dice l'inventore sempre chino sul suo
foglio.
”Spero che tu abbia ragione. Ma si può sapere cosa fai di
così importante? È da ore che sei lì, chino su
quel tavolo...”
“Sto lavorando a un progetto... stai lì buono!”dice all'amante con un sorrisetto.
“Già... tanto sono io quello che ha male alla schiena... non tu!”si
lamenta Andrea, contorcendosi divertito sulla panca solo per fargli un
dispetto.
Leonardo alza gli occhi dal foglio. ”Allora dimmi... vuoi
riposarti?”passa le dita attraverso i capelli incollati alla
fronte.
“Sì! Ma... cosa fai di così faticoso?”chiede, mentre si avvicina e lo
aiuta ad asciugarsi con un panno; lui però sposta il braccio di Andrea
con rabbia.
”Se forse riusciresti a stare almeno per un po' zitto e buono riuscirei a finire... e tu a scoprirlo!”
quando finalmente termina il suo lavoro, Leonardo sistema gli ultimi
ritocchi, poi gli porge il foglio.”Ma siamo noi! Solo che...
è il nostro matrimonio! O almeno credo...”esclama confuso
l'assistente.
“Sì è esattamente quello. Vedi... resterà
solo un sogno meraviglioso... però avevo bisogno di
disegnarlo... fartelo avere.”
“Non è giusto! Il Papa deve darci la possibilità di sposarci!"la
felicità del momento precedente è già interrotta, Leonardo quindi lo
abbraccia tra quelle braccia ruvide segnate da anni di lavoro e al tempo
stesso delicate.”Le cose un giorno cambieranno... vedrai.”dice cercando di suonare
convincente, poi sospira stanco.
In realtà non ci crede davvero, solo
vuole togliere quell'espressione abbattuta e triste dalla faccia
dell'amante.
Andrea gli sposta piano la testa sulla spalla.
osì vicino
sente il suo odore, profuma di erbe.
Cucina sempre per lui quando è
stanco, e Andrea ha intenzione di farlo anche questa sera. Ancora
stretto tra le braccia dell'amante, scivola nel sonno senza
accorgersene, iniziando a sognare qualcosa che non accadrà mai.
SOGNO DI ANDREA
Dalla bottega di Leonardo, io e lui usciamo in strada. L'aria estiva
serale ci arriva sul corpo. Saliamo su una carrozza che ci porta fuori
Firenze, tra i prati verdi pieni di papaveri con petali sottili. Ezio
vestito come sempre da Assassino abbraccia l'amico.”Vedi? Ora potete
sposarvi, amico mio.”dopo quella esclamazione di felicità, entriamo in
chiesa. Sembra che il mio cuore stia per esplodere per l'emozione.
Aspettiamo questo momento da così tanto tempo... in chiesa fa più
freddino rispetto all'esterno adesso che il sole tramonta. L'interno
dell'edificio sacro è molto bello, ma io vedo solo lui. ”Vuoi tu prendere in matrimonio il qui presente Leonardo Da Vinci?”
“Sì... certo che voglio! È il mio più grande desiderio!”rispondo con
decisione. Quando Leonardo mi sorride mi sembra che tutta la chiesa sia
più luminosa.
“Potete baciarvi. Buona vita
insieme, non dimenticate di amarvi sempre!”appena pronunciate
quelle parole, ci baciamo con trasporto, gioiosi... ed il resto attorno
a noi scompare! Dalla tasca Leonardo prende due anelli d'oro. Ezio si
è preso il compito di comprarli, dato che noi due non possiamo
permetterceli.
Entrambi recitiamo: SIAMO UNITI DA UN QUALCOSA DI MOLTO FORTE: È L'AMORE TRA DI NOI.
Poi prendo la sua mano e infilo l'anello al dito, lui fa lo stesso con me.
“Sì, lo voglio... Non aspetto altro... Certo...”
mormora Andrea nel sonno, con il capo poggiato sulla spalla dell'amante.
“Cosa vuoi? È un'ora che dormi...”gli chiede Leonardo confuso, il quale non aveva ancora preso sonno.
“Eh? Stavo sognando di noi due... Il tuo disegno mi piace molto.”Leonardo sospira, baciandolo ancora una volta.
Solo più tardi si alzano
dalla panca e vanno in cucina.
Andrea si occupa della cena e i due
mangiano insieme, condividendo con piacere quel momento della loro
quotidianità.
Quella notte invece che dormire Andrea resta sveglio a
ripensare al suo sogno.
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Capitolo 5 *** Incesto tra Cesare e Lucrezia ***
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Oggi sono pigra... non ho voglia di cambiare nome alla moglie di
Rodrigo, tengo Francesca anche se è Giulia quello vero... credo.
Attenzione: incesto tra Cesare e Lucrezia, non leggere se non piace
l'incesto. La frase che dice: all'inferno presa e modificata dal film i
Borgia. I telefilm insegnano moltissimo.
5: INCESTO TRA CESARE E LUCREZIA
A Roma nel Vaticano Rodrigo, solo davanti alla grande finestra,
sta leggendo le carte sul conclave del nuovo Papa concentrato.
Si passa una mano sul volto stanco e guarda fuori, rendendosi conto
all'improvviso che si è già fatto buio: deve tornare dalla sua famiglia.
In strada c'è poca gente.
La sera, negli anni è diventata il suo momento preferito della
giornata perché sa che a casa tutti attendono il suo ritorno.
I due figli, Cesare e Lucrezia, gli correranno intorno come al solito,
gioiosi di rivederlo, anche Francesca, sua moglie, lo saluterà festosa.
La casa è nel centro della città, vicino al fiume.
Fissa quel palazzo dalla carrozza.
L'edificio è
enorme e sopra si erge una torre molto grande circolare, dove i
Borgia rinchiudono le persone per torturarle senza farsi vedere da
nessuno.
Rodrigo evita di guardarla mentre torna dalla sua famiglia.
Lucrezia ora ha 27 anni, Cesare invece 30.
I due fratelli sono nel giardino dietro la casa, intenti a baciarsi
finché non arriva Rodrigo che li allontana furioso l'uno
dall'altro."Cosa state facendo? Siete fratelli! E' incesto!”grida
indignato il padre.
Lucrezia si dimena visibilmente furiosa.“Lasciatemi! Noi ci amiamo!
Proprio voi ci rimproverate? Avete una moglie con cui non uscite
mai in strada!"sbotta arrabbiata, voltandosi per andare nella sua
camera, troppo irritata per parlare con Rodrigo.
Cesare la segue sotto lo sguardo furente del padre.
Rientrato in casa,
sale la scalinata all'ingresso per raggiungere il piano superiore.
Giunge davanti alla porta della camera di Lucrezia.
Entra, chiudendosi l'anta alle spalle.
Prende posto sul divanetto
rivestito di velluto rosso, accanto alla porta, con lo sguardo cerca Lucrezia, intravedendola dietro al paravento intenta a
cambiarsi.
Vedere Cesare guardarla in quel modo la fa sorridere. È bellissima mia sorella. Ha il corpo sottile, la pelle chiara... e io
lo so, la amo... quando noi Templari avremo La Mela Dell'Eden gli
Assassini verranno uccisi tutti. Il primo sarà Ezio Auditore. Non
capisce che lo faccio per Lucrezia, voglio anche un figlio con
lei... noi ci amiamo, Rodrigo sa che lo faremo comunque anche senza il
suo permesso.
Pensa Cesare, senza mai staccare gli occhi dalla
sorella.”Fratello... mi aiuti a stringere il vestito?”lo
tenta, uscendo da dietro il paravento e agitando i laccetti dell'abito.
Sa che lui non può resistere alla sua bellezza!
Infatti Cesare si alza e la raggiunge, le dita di lui
arrivano immediatamente sulla stoffa; scendono fino al corpetto giallo.
”Sei... più bella che mai. Se lui non ci avesse
interrotti...”mormora lui ammaliato, lasciando scivolare gli
occhi sulle sue scapole, ma poco dopo Lucrezia lo riporta alla
realtà.”Perché mi guardi in quel modo? Sono sempre
io.”
“Sei stupenda... e voglio avere un figlio da te.”cerca di baciarla, ma lei si ritrae sconvolta.
“Sei impazzito? COSA DIRA' LA GENTE?"
"Dico sul serio, voglio un bambino da te."ribadisce deluso dalla reazione di Lucrezia.
Lei ormai è fuori di sé, tanto che si mette a urlare e
alla fine lo caccia malamente."È INCESTO E ANDREMO ALL'INFERNO!
VAI FUORI!"lui esce dalla camera provando un forte sconforto per quanto
appena accaduto.
Lucrezia sola e con il vestito ancora mezzo slacciato, continua a
pensare a un bambino con i capelli e gli occhi di Cesare.
Quell'immagine le piace, anche se non può ammetterlo al fratello. Cesare, perché mi ami? Non possiamo avere un figlio... sei mio
fratello! Cerca un'altra donna... per favore. Ti prego... anche se la
tua idea si è impossessata di me. Pensa scuotendo piano il viso.
Dopo una sera di riflessioni, Lucrezia ormai una decisione l'ha presa
per quanto immorale. Anche lei vuole un figlio dall'uomo che
ama.”A cosa pensi di così affascinante?
Dicci...”chiede Francesca osservando gli occhi sognanti di
Lucrezia.
“Ma... nulla in particolare... solo che devo sposarmi e amo già un
altro.”confessa, si alza da tavola con una scusa e torna in
camera per scrivere un messaggio a Cesare. Caro Cesare, io... ho pensato molto a quello che mi hai detto, alla tua richiesta. E
anche se ho paura delle conseguenze, lo voglio anche io. Perdona il mio
comportamento. Non rifiutarmi, ti amo. Vediamoci nella mia
camera... più tardi.
Dopo aver riposto la piuma d'oca e l'inchiostro, chiama una fidata serva
dandole il compito di cercare Daniela (la cameriera di Lorenzo) era una spia.
Lucrezia vuole sapere gli intenti degli Assassini riguardo La Mela, per
poi riferire a Rodrigo; ma sopratutto quello che più desidera
è scoprire il contenuto dei fogli di Leonardo, li tiene
gelosamente nascosti a tutti. Solo gli Assassini sanno cosa c'è
scritto! Lucrezia da alla serva anche la lettera, dandole le ultime
indicazioni su come consegnarla con discrezione. Lei quindi la porta a
Cesare.”Vostra sorella vi aspetta in camera sua.”annuncia,
consegnando quel messaggio nella mani dell'uomo.
Lui dopo una rapida occhiata al foglio, va immediatamente da
Lucrezia.
Entra nella stanza.
E' là, sul letto a baldacchino, che
lo guarda con occhi languidi.
Prima di spogliarsi chiude a chiave la porta. Voglio un
figlio da te! Pensa mentre si avvicina al letto. Quella frase è l'unica
ragione che spinge Cesare a restare e adesso può soddisfare il suo
desiderio folle.”Non credevo venissi... sono stata stupida ad aggredirti!”dice lei
spogliandosi lentamente, poi lo bacia dietro al collo e un brivido di
piacere lo percorre.
SOGNO DI CESARE
Lucrezia mi manda una lettera anonima... ma so che è lei, lo capisco dalla calligrafia sottile, leggera e precisa.
La Mela aspetta, lei viene prima di tutto! Non mi interessa se Rodrigo
si arrabbia. Lucrezia mi bacia le spalle... siamo nudi sul letto.”Perché non ami un'altra? Io ho fatto sesso con tanti.”quelle parole mi
feriscono. Come fa a non vedere che voglio lei? Penso per alcuni
attimi, poi rispondo:”Lo so che sei stata con altri, ma l'hai fatto non
per amore, solo per interesse.”dico convinto.
“Questo non cambia nulla!
Cercatene un'altra, anche... se ti amo.”ci baciamo, impedendole
di proseguire. Rodrigo arriva spalancando con forza la porta... veniamo
interrotti, proprio quando lei si slaccia il corsetto.
”Perché invece di baciare tua sorella non cerchi La
Mela?”domanda per niente colpito ma anzi infastidito dal
ritardo di lui.
“Adesso sono impegnato con lei. È mesi che siamo separati!”
“NO! TU PARTIRAI ORA PER CERCARE LA MELA!”prima ancora di rendermene conto sono in partenza verso Firenze. Torno a Roma dopo mesi e lei è sposata con un altro! Uccido suo marito avvelenandolo.”Oh... Cesare, mi sei mancato... Ti amo!”la bacio contento, finalmente siamo di nuovo insieme.
Ti amo! Quelle due parole dette da Lucrezia, anche se in sogno, lo
rendono felice.
Cesare si sveglia, trovando l'amata sorella al suo
fianco sul letto.
Non vuole svegliarla, così si veste in silenzio ed
esce dalla stanza, voltandosi un'ultima volta a guardare il suo viso
beato mentre dorme.
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Capitolo 6 *** Sono invisibile ***
à
6: SONO INVISIBILE
A casa Borgia è mattina e Cesare si trova già in giardino; sta
passeggiando all'aria aperta con Lucrezia e Francesca, la nuova moglie
di Rodrigo.
Essendo Settembre l'aria è fresca e frizzante, ma le due
donne incuranti del clima si immergono nella fontana principale
schizzandosi l'acqua addosso a vicenda, ridendo divertite, strillando
quando l'acqua fredda si infrange contro la loro schiena.”USCITE... FA TROPPO FREDDO PER BAGNARSI!”ordina Cesare furibondo. E'
preoccupato per la sorella.”Non agitarti... va bene... è divertente.”dice Lucrezia sorridendo. Con un ultimo
schizzo rivolto al fratello esce dall'acqua con il vestito ormai zuppo e
pesante.”Ora ti ammalerai! Vai subito ad asciugarti! Voi non pensate alle
conseguenze, agite di impulso...”lui va avanti con i rimproveri finché
uno dei servi non lo interrompe portandogli una lettera, che decide
di aprire subito.
Non muovetevi da Roma. Gli Assassini Italiani sono i più pericolosi, cercano La Mela! Ezio vuole uccidervi tutti.
Andrea.
Cesare si prepara alla partenza quello stesso giorno per Firenze con
l'intento di rapire Leonardo e Andrea. Senza dare spiegazioni alla
famiglia, sale in carrozza e dà ordine al cocchiere di partire; il
viaggio sarà lungo e non può perdere tempo.
Arriva nella città
fiorentina dopo due giorni.
Nonostante sia stanco per il viaggio, decide di chiedere
immediatamente informazioni a un soldato alle porte delle città.”Oh generale... come mai lontano da Roma?”domanda l'uomo nel
riconoscere lo stemma sulla carrozza ancora prima di vedere il volto di
Cesare oltre la tendina aperta del finestrino.“Cerco la bottega di Leonardo Da Vinci.”
“E' vicino a villa Auditore, nel centro della città.”Cesare annuisce secco e dà ordine di ripartire, dirigendosi verso il
posto indicato dalla guardia. Ma una volta giunto nota con
sgomento le finestre sprangate dell'edificio.
Incerto se farlo o meno,
si avvicina alla porta e bussa. Nessuno gli risponde o apre,
la bottega è chiaramente inabitata da un po' di tempo.
In quel momento
nel vicolo passa un soldato, così Cesare si avvicina per indagare oltre.”Leonardo Da Vinci dove lavora?”
“Non è più qui da mesi.”
“Questo lo vedo pure io! Non farmi perdere tempo, dimmelo!”
“Vicino al bordello in periferia, ma...”Cesare non ascolta nemmeno il resto della frase, infuriato lascia l'uomo lì, risale in carrozza.
Non gli interessa
niente se non trovare Leonardo e rapirlo così da poter tornare da
Lucrezia il prima possibile... le manca di già!
Dovendo agire a notte fonda, decide di entrare nel bordello per
aspettare il momento giusto per colpire. Claudia lo accoglie
all'ingresso.
Paola ormai è morta ed è lei dunque a dirigere il locale.
Tre prostitute si avvicinano a Cesare e iniziano a corteggiarlo vogliono ricavare informazioni sui Templari. Dopo molte moine,
sorrisi e battiti di ciglia, una si azzarda a chiedere:”La
famiglia Borgia... è ancora a Roma? E il Papa?”
lui si fa subito guardingo.“Perché vuoi saperlo?”
“Solo curiosità. Vorrei poter andare a Roma, un giorno, e vedere il
Papa.”la prostituta sa di averlo ingannato. Loro in realtà aiutano gli
Assassini, i Templari non sanno che vengono spiati.
Claudia gestisce il bordello in modo diverso da Paola.
Ognuna di loro
possiede la Lama Celata che d'inverno viene nascosta dalla manica dei
lunghi abiti, mentre in estate si limitano a mettere un coltello nella
calza sotto al vestito.
A tarda notte Cesare si lascia alle spalle quel luogo di tentazione, per
andare a cercare il soldato con cui aveva parlato all'entrata della
città diverse ore prima. Giunto alla porta che si apre nelle mura
cittadine, non riesce a trovarlo, ma al suo posto c'è Sara!
L'Assassina,
appena lo vede, sale sul tetto di una abitazione adiacente e lui la
segue.”Il soldato... dove è finito?”chiede confuso.
“Sono io il soldato! Quello vero l'ho ucciso. Ti aspettavo...”
“Assassina... perché mi aspettavi?!”lei non risponde e corre sui tetti
fino alla Gilda Degli Assassini, facendo perdere le sue tracce a Cesare.
I soldati sono sospettosi!
L'edificio che ospita la Gilda si trova vicino al duomo. Sara
oltrepassa l'ingresso e sale le scale, giungendo in una sala dove trova
Claudia ad attenderla.
Si siede sulla sedia vicino a lei.”Sei diventata
la proprietaria del bordello. Perché l'hai fatto?”
“E' per sentirmi utile! Non voglio uccidere... però...”
“La prima volta è difficile farlo... dopo diventa semplice abitudine.”
“Stai attenta a Ezio, lui piace a molte.”
“Sì! È bello... ma non sono innamorata di lui...”Claudia gira la testa e vede il fratello, è seduto dietro di
lei. ”Già, Cristina era innamorata di me...”
“E ora... perché non sei con lei?”chiede Sara.
Ezio salta su dalla sedia ed esce dalla stanza senza dire una parola.“La famiglia di lei non lo sopporta... Ezio ha rotto loro quasi tutte le finestre!”spiega Claudia.
L'altra scoppia a ridere.
Ezio si allontana dalla Gilda e si dirige verso la casa di Cristina.
Approfittando del buio, attraversa veloce i vicoli della città
giungendo in breve tempo davanti all'abitazione. Quando andava a casa
sua lo faceva sempre la sera tardi.
Raccoglie un sassolino dalla strada,
lo soppesa in mano e infine lo tira verso una precisa finestra.
Ride.
Rapido si arrampica sulla facciata fino alla finestra e guarda dentro
oltre al vetro.
Lei è lì in quella stanza... quando lo vede gli apre una delle ante.”Ezio! È da tanti
anni che sei sparito!”esclama lei incredula e sorpresa. Ezio entra nella camera, è uguale a come la ricorda.
”Ti ho rotto un'altra finestra!”lei sorride.
“Che hai fatto dopo aver picchiato Duccio?”
“Mi sono vendicato di chi ha tradito la mia famiglia. Sono Ezio Auditore Da Firenze. Un Assassino.”lei comincia a fargli molte domande e lui cerca di rispondere alla sua
curiosità, entrambi desiderosi di colmare il tempo perduto.
Cesare dopo aver perso di vista Sara nell'inseguimento, ricomincia la ricerca.
Comunque deciso ad agire quella stessa notte, era riuscito a
radunare alcuni soldati, per poi condurli verso la bottega
dell'artista.
Cesare da dietro una parete spia Leonardo per alcuni
minuti.
Con un gesto secco della mano indica alle guardie di rapire
l'inventore e Andrea.
Sorride soddisfatto nel vedere l'espressione di
incredulità e paura sui volti dei due uomini mentre vengono portati
fuori dalla bottega.
Il suo piano è riuscito.
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Capitolo 7 *** L'occhio Dell'Aquila ***
à
7: L'OCCHIO DELL'AQUILA
Sara passeggia tra la gente, consapevole di essere invisibile ai loro
occhi; ama vedere cosa fanno le persone quando pensano di non essere
notate dagli altri.
È sera, dopo aver vagato per ore si dirige verso il cimitero per fare
visita alla tomba del padre.
Non c'è nessuno.
Giunta davanti alla lapide, si attarda a
sistemare dei gerani nel vaso.
Sotto la luce del tramonto
rosso le ombre nere delle piante fanno contrasto con il colore dei
palazzi vicini. Prima di andare a casa fa una breve sosta
dal fabbro, ha un ordine per lui.
Appena mette piede nella fucina, si
avvicina a passo deciso all'uomo.
”Mi serve una spada.”dice senza giri di parole, guardando il fabbro dritto negli occhi.
Lui sembra scettico davanti a quel tono e solo quando lei appoggia i fiorini sul bancone si decide ad annuire."E puoi scriverci sopra... sulla lama intendo: Sara De Medici?”
“Sì, ma, ti costerà di più dato che la vuoi personalizzata. Tra qualche
giorno sarà pronta.”il fabbro le
indica l'uscita per poi chiudere la grata della fucina.
Lei è di nuovo
sola in strada, mentre distoglie lo sguardo dalla bottega ormai chiusa.
Non sapendo cosa fare, si incammina verso casa. Spero di non vedere mia
madre e nemmeno mia sorella! Pensa l'Assassina varcando il portone di
Palazzo Medici, prima di iniziare a correre tra i corridoi
dell'abitazione con passo leggero.
Purtroppo la fortuna non è con lei
quella sera e incontra entrambe in pochi minuti. Sua madre l'attende
proprio davanti alla porta della sua camera e scruta la figlia con aria
severa.“Dove sei stata? È
venuto il capitano di questo quartiere...”chiede a Sara con un
filo di agitazione nella voce.
La ragazza assomiglia a sua madre Clarice solo per quanto riguarda
l'aspetto fisico, dato che caratterialmente sono una l'opposto
dell'altra.”Mah... nulla... ero in giro per Firenze.”esclama con noncuranza,
aprendo la porta della camera, decisa a chiudere quella discussione sul
nascere. Ma Clarice segue l'Assassina all'interno della stanza, chiudendo poi la
porta alle sue spalle.
Sara trattiene un sospiro mentre si dirige
dietro al paravento e inizia a spogliarsi.
Clarice si avvicina alla
cassapanca ai piedi del letto, tirando fuori un vestito giallo,
decisamente più femminile rispetto agli abiti che sua figlia ha
indossato fino a poco prima. Dunque raggiunge sua figlia e l'aiuta a
indossare il vestito, stringendole i lacci dietro la schiena. Sara poi
va a sedersi davanti allo specchio della toiletta e inizia a pettinare i
lunghi capelli.”Ah, guarda che vengono la zia e il nonno, non fare come sempre!”si
raccomanda lei riferendosi al solito broncio che mette su Sara
quando i parenti vengono in visita.
“Sì... va bene. Ora uscite, devo finire di prepararmi!”Clarice esce
dalla stanza della figlia con aria insoddisfatta.
Sara
finisce di prepararsi, acconciando i capelli con calma.
In realtà non ha nessuna voglia di intrattenere gli
ospiti, ma deve farlo!
Quando scende nella sala, nota che sua sorella sta
parlando con la zia allegra.
Maddalena e Sara hanno la stessa
età anagrafica ma cerebralmente no.”Buonasera... come va a casa?”chiede l'Assassina intanto
che prende posto accanto alla sorella. Non può tirarsi indietro dal
solito noioso scambio di convenevoli.
“Piero... che ne dici di invitare Maddalena da noi?”Piero, il nonno
delle due ragazze, non ha mai sopportato la nuora, ma abitandoci insieme
per evitare litigi risponde solo quando è obbligato, come in quel
momento:”Sì, dai... magari Marco Barbarigo se la sposa..."esclama
senza entusiasmo.Sara
non vuole sentire discussioni sui matrimoni, perciò decide di
isolarsi dal gruppo recuperando un libro dalla libreria. Lo ha appena
poggiato sulle gambe, iniziando a leggere la prima pagina, quando sente
Maddalena:“Sì, voglio conoscerlo! Devo andarmene da
Firenze, qui non succede mai nulla!”dice eccitata.
L'Assassina a quelle parole alza lo
sguardo dal libro, cominciando a fissare il tavolo davanti a sé.
Ricordo di Sara.
Sono con mio padre
dal medico... Maddalena non è qui con noi, sarà di sicuro
a fare la smorfiosa con qualche stupido ragazzo! Tutti vogliono
sposarla, li fa innamorare sé, e poi appena le chiedono di
essere la loro moglie, lei rifiuta. Dice loro che non sono abbastanza
belli. Mi fa venire il nervoso! Riporto a casa mio padre. È
stanco, così giunti al nostro Palazzo Medici andiamo nella sua
stanza e lo svesto. Una volta sdraiato sul letto, gli spalmo tre creme
preparate dal medico; hanno un odore forte, riesco quasi a riconoscere
le erbe di cui sono composte. In quel momento dalla porta entra mia
sorella.”Cosa state facendo?”chiede disgustata.
“Il medico gli ha dato queste creme da mettere...”rispondo distaccata.
“Stiamo un po' insieme, volete?”chiede nostro padre, mentre gli do una
mano a rivestirsi. Prende dei fogli dal cassetto del comodino, sono
lettere spedite da Giovanni, il nostro amico banchiere. Ci avviciniamo a
lui.”Sì, ma cosa servono tutte queste tabelle e numeri?"chiedo molto
interessata, in attesa della spiegazione dettagliata di mio padre, che
non si fa attendere. Maddalena invece, dopo nemmeno un'ora, si annoia e
così se ne va lasciandoci soli. Io amo studiare! Senza accorgercene
arriva l'ora del pranzo e scendiamo a mangiare. Giovanni si unisce a
noi.”A Sara interessano le tue lettere! Vuoi venire a spiegarle il tuo lavoro?”
“Davvero? Sono contento di
poter parlare di ciò che faccio... ai miei figli non interessa,
lo trovano noioso.”
“Cominciamo subito? Sono troppo curiosa!”chiedo facendo gli occhi dolci
all'uomo. All'inizio tra tutti quei numeri mi perdo, ma poi con l'aiuto
di Giovanni pian piano capisco. Dopo diverse lezioni con lui,
ho avuto il permesso di tenere i conti della casa.
Un pomeriggio, mentre sono al parco con la mia famiglia, mi accorgo di
vedere in modo strano le guardie di ronda: sono rosse, appaiono ai miei
occhi come fantasmi, trasparenti.”Ci sei? Sara, non fare la stupida!”mi sgrida mia madre arrabbiata dal
mio strano comportamento, probabilmente pensa che io stia solo fingendo
quello stato di stordimento.
Tornati a casa, salgo in camera mia e indosso una camicia da notte. Sto
per mettermi a letto, quando sento delle voci provenire dal corridoio. ”Non dovevi sgridare Sara! Ci è rimasta malissimo!”
“Stava facendo la stupida... sembrava posseduta!”
“Vostra figlia non è posseduta! Ha un'abilità: l'Occhio Dell'Aquila. Lo
sviluppano quasi tutti gli Assassini!”spiega Giovanni irritato. Non
crede alla gente posseduta, per lui tutto può essere spiegato con la
ragione.
Il giorno seguente sono fuori in cortile a esercitarmi con l'arco,
quando sulla stradina davanti il portone dell'entrata vedo un uomo
parlare insieme a mia madre.”SARA, VIENI! IL MEDICO VUOLE VEDERTI!”mi
chiama.
Non mi fido, ma ci vado comunque. Saliamo in camera mia e l'uomo chiude
la porta.”Spogliati e mettiti stesa là sul letto.”faccio come
richiesto, ma appena si avvicina vedo che non si tratta di un medico, ma
è l'esorcista! Dalla borsa prende delle cose strane.”No, non
voglio... sto bene!”
“Su, è per farti stare meglio, non vuoi essere normale?!”appena si
volta verso la borsa, spaventata allungo una mano e prendo il bisturi,
accoltellandolo. Non ho bisogno dell'Occhio Dell'Aquila per capire le
sue intenzioni.
“Le donne non devono andare all'università, ma stare a casa!”sta dichiarando la zia con espressione seria.
“Già, hai ragione zia! È inutile lo studio. Non serve a nulla, non manteniamo noi la famiglia.”al che Sara esplode indignata:"Questa stupida distinzione tra uomini e
donne deve finire!”grida furiosa, alzandosi di scatto e sbattendo un
pugno sul tavolo. Svelta esce dalla sala, accompagnata dal silenzio dei
presenti. Non la rivedono fino al giorno seguente.
Quando Sara torna dal fabbro la sua spada è pronta e lei guarda
estasiata. Sul ferro, come richiesto, c'è la frase: SARA DE MEDICI...
SONO COME IL FUOCO DEGLI ASSASSINI... BRUCIO TUTTO, DETESTO
L'INGIUSTIZIA E UCCIDO PER LE MIE IDEE.
Paga l'uomo, per poi rinfoderare la lama.
Va alla colombaia, dove recupera un messaggio per Ezio da parte
dello zio.
Quando torna a Palazzo Medici, sua sorella Maddalena è già
partita per Venezia.
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Capitolo 8 *** Lussuria e torture ***
à
8: LUSSURIA E TORTURE
A Roma Lucrezia attende con ansia il ritorno di Cesare.
In questo
momento siede al tavolo nervosa, aspetta un messaggio da lui e intanto
legge la Bibbia per distrarsi.
E' al capitolo sulla lussuria
quando entra una cameriera. Sembra che descriva perfettamente l'incesto
che ho avuto con Cesare, anche se sono solo uno strumento per i giochi
del Papa, non può vendermi a chi vuole! Io amo lui! Fine della
storia. Se insiste ancora a farmi sposare con quell'uomo, chiunque esso
sia, verrà ucciso. Con quei lugubri pensieri, non si accorge subito del
messaggio che la domestica ha lasciato. ”C'è
una lettera per voi da parte di Cesare. Eccola qui.”dice lei
indicandola alla padrona. Appena esce dalla stanza, Lucrezia legge
ansiosa. Riporta: Cara Lucrezia, ho rapito Leonardo. Ci ho messo un po' a
trovarlo... Te lo sto portando, così potrai torturarlo e sapere delle
sue invenzioni. Io intanto cercherò La Mela. Andrea, il suo amante, non
torturarlo, è un Templare. Ci vedremo presto. IL PAPA NON PUO' TENERCI
SEPARATI SOLO PERCHE' E' IMMORALE.
Lucrezia rilegge quell'ultima frase preoccupata, riconosce dalla
scrittura che è arrabbiato, perché le lettere invece di essere scritte
dritte sono molto inclinate. Proprio in
quell'istante viene raggiunta dal Papa, il quale sembra volerle
comunicare qualcosa di urgente.”Oggi verrà a incontrarti Giovanni
Sforza, lo devi sposare. Mi serve!”pronuncia la parola serve in modo
aggressivo come a volerle fare paura.
Tuttavia il suo tentativo è
inutile con Lucrezia, essendo abituata a quel comportamento.”Sì, lo farò come
sempre. Non preoccuparti.”risponde senza entusiasmo, inutile dire che
quella notizia la infastidisca. Vuole sposarsi per amore.”Vedi di non farti lasciare dopo il matrimonio e vestiti bene
per la festa."Lucrezia chiude il libro, tra le pagine nasconde la
lettera, poi se ne va nella sua camera.
Non vuole sentire una parola di
più.”Il Papa vuole farmi sposare
con qualcuno che non conosco!”esclama irritata, mentre si
immerge nell'acqua calda della vasca.
“E' difficile farlo così... credo... sono solo una cameriera.”dice la
donna, mentre prepara il vestito blu della padrona sul letto.
“Sei un'amica, oltre che la mia cameriera. Non devi fare da messaggera
tra me e Cesare.”chiarisce con tono divertito, schizzando per gioco la
serva con l'acqua della tinozza.
Lei risponde a quella piccola
provocazione facendo altrettanto, così in breve tempo bagnano il
pavimento intorno alla vasca, senza però curarsene.
Daniela infine torna
seria e dice:“Invece devo! Mi hanno insegnato che al Papa non posso
dire no.”spiega, intanto che inizia a lavare i capelli di Lucrezia.
“Essere la figlia del Papa... credevo fosse una cosa bellissima e
invece..."non termina la frase. Chiude gli occhi cercando di
rilassarsi, mentre lei termina di lavarla.
Poi si alza ed esce
dalla tinozza, facendo attenzione a non scivolare sul bagnato.
Si fa
aiutare ad asciugarsi e a mettere il vestito, prima di uscire dalla sua
stanza.
Ma subito si blocca nel vedere che sulla porta c'è una guardia
che l'aspetta.”Leonardo Da Vinci è arrivato. Se volete potete
torturarlo.”la informa l'uomo. Senza attendere oltre, Lucrezia sale
fino alla torre e cerca la cella.
A quell'ora quel luogo è
particolarmente cupo, nessuna finestra lascia entrare i raggi della luna
e solo alcune torce le illuminano il cammino. Trovata la cella con il
prigioniero, dà ordine alla guardia di farla entrare e lasciarla sola.
Una volta dentro, si siede sull'unica panca, che fa anche da
letto al detenuto. Senza fretta, rimane a fissare l'artista per lungo
tempo, attendendo che sia Leonardo a parlare per primo. Lui però resta
muto.”E così aiuti gli Assassini con le tue invenzioni, vero?”domanda
infine Lucrezia.
“Io non so chi siano... ero amico della famiglia Auditore, prima che i suoi membri venissero uccisi.”
viene interrogato per ore senza successo, quindi stufa si alza e lo conduce
nell'adiacente stanza delle torture.
Richiamando la guardia, fa condurre
nella stanza anche l'altro prigioniero: Andrea.
In quel luogo ci sono
troppe macchine crudeli, alcune delle quali sembrano avere lo scopo di
strappare la carne lentamente dal corpo.
ANDREA E' DEPRESSO!
L'inventore le guarda
incantato, se non fosse che sotto una di esse deve andarci lui.
Lucrezia attiva la sega e Andrea fissa agitato le lame
rotanti.”Se tu rispondessi, lei non ti farebbe del
male...”sussurra il ragazzo all'artista, avvicinandosi alla
torcia per controllare meglio l'espressione di Leonardo. Lui pare
deluso, non si aspettava che l'amante fosse un
Templare.”Quindi... fammi capire... TU PER TUTTI QUESTI MESI MI
HAI USATO?!”chiede isterico. Se non avesse le manette,
probabilmente lo strozzerebbe! Lucrezia risponde per lui.”L'ha
mandato Cesare da te, doveva farti innamorare di lui per rubare le tue
invenzioni.”spiega spietata, spingendolo poi sul tavolo. La donna
avvicina l'asse rotante al corpo del prigioniero. All'inizio fa male,
ma si costringe a non emettere alcun suono. Ma quando arriva ai polsi
grida:”BASTA! TANTO NON DIRO' NULLA! CONTINUA PURE, TU RITIENIMI
MORTO!”la punta fa schizzare il sangue dal taglio, va ancora
più in fondo e quello esce violentemente a ogni battito del
cuore. Sembra faccia apposta ad andare veloce.”Adesso devo andare
alla festa... guardia, rimettili in cella!”ordina Lucrezia, prima
di uscire dalla stanza e lasciarsi le celle alle spalle.
Si dirige verso la sala da pranzo
dove è attesa.
Rodrigo le presenta Giovanni, quello che dovrebbe
diventare il suo futuro marito.
Lei lo guarda inespressiva, non essendo
attratta dal suo aspetto. È colpita
invece da un altro ragazzo che suona l'arpa.”Venite a farmi compagnia?
Il Papa mi ha parlato molto bene di voi.”dice Giovanni nel tentativo di
ingraziarsi la ragazza.
“Scusate, non ora. Più tardi però possiamo ballare."si allontana senza
dare spiegazioni. Poco dopo viene raggiunta dalla sua cameriera.
“Vi interessa il musicista? Lui è Perotto.”spiega Daniela maliziosa.
“Oh... chissà se... farà sesso con me... dopo glielo chiedo.”dice
spudorata alla sua amica.
Lei ride, non crede che la padrona dica sul
serio.
Con suo grande sgomento, invece, Lucrezia si avvicina al giovane
arpista.
La cameriera guarda incredula quella strana scena, alla portata
di tutti i presenti. Gli invitati però non sembrano fare
troppo caso alla donna, distratti dall'intrattenimento offerto dalla
festa.
Lucrezia seduce Perotto senza tanti scrupoli, lui fa finta di essere
ingenuo, attirando così maggiormente l'interesse della
donna.”Oh, vi piace questa musica? L'ho inventata io, a tutti
piace, dicono che è dolce!” dice il musicista vantandosi
del suo successo.
Lo fissa
con occhi pieni di desiderio, vorrebbe saltargli addosso, ma si sente in
colpa verso Cesare. ”Posso vederti dopo la festa? Mi piaci...”gli
sussurra all'orecchio, in modo che Rodrigo e Giovanni non sentano.
“Ehm... sì. Se volete sentire l'arpa venite a casa mia. È nel quartiere
vicino al porto."dopo essersi dati appuntamento, Lucrezia torna dagli
altri invitati e concede un ballo a Giovanni. La sua mente però è già
nella casa di Perotto... si sente attratta e contenta.
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Capitolo 9 *** I fratelli Orsi ***
à
9: I FRATELLI ORSI
È pomeriggio. Sara è annoiata dal suo vagare per le strade fiorentine,
ma non vuole tornare a casa, così cerca rifugio all'interno del parco.
Siede su una panca di pietra, dove senza saperlo mesi prima
ha usato l'Occhio Dell'Aquila.
Curiosa prende dalla tasca il messaggio
per Ezio, recuperato qualche giorno prima.
È indecisa se leggerlo o
meno, ma alla fine lo apre. Riporta: Qui a Forlì siamo in guerra con i
fratelli Orsi... Continuano ad aggredirci! Da quando mio marito è morto,
sono sola contro di loro. Mi aiuteresti?
Caterina
Sentendosi in colpa per aver letto quel messaggio rivolto al Maestro, decide
di alzarsi e dirigersi verso la Gilda Degli Assassini. Arrivata nell'edificio, lo trova insieme a Maria e ad
un'altra Assassina.”Scusate... Ezio, c'è una lettera per te da
Caterina.”informa, per poi consegnargliela. Mentre lui inizia a
leggere, Sara aspetta preoccupata una sua reazione, che infatti non
attende ad arrivare.“DA CATERINA?! E TU... COME LO SAI? L'HAI APERTA?”chiede arrabbiato e
isterico.
Le altre due donne presenti ridono divertite da quella scena.”Erika, andiamo... lasciamoli
soli."dice Maria alla donna accanto a sé; precedendo Erika fuori dalla stanza. Dopo che sono
uscite, Ezio riprende il suo rimprovero verso l'adepta.”PENSAVO DI
POTERMI FIDARE! TU HAI APERTO UNA COSA MIA!”
“Scusa! Ero curiosa, non ci ho pensato... sono stata una stupida!”
“Eh... visto che l'hai letta, cosa dice?”
“Chiede se puoi andare a Forlì, c'è una guerra.”
“Sì, però vieni anche tu con me. Partiamo subito.”annuncia con tono che
non ammette repliche. Insieme escono dalla Gilda e rubano due cavalli
legati allo steccato.”SONO MIEI! RIPORTATELI QUI, MI SERVONO PER IL
LAVORO, ASSASSINI!”grida disperato il padrone degli animali, mentre
tenta inutilmente di rincorrere i due ladri.
Rinuncia alla corsa.
Senza guardarsi indietro, gli Assassini galoppano fino ai confini della
città, poi rallentano il passo. Ci sono dei soldati all'ingresso delle
mura.”PAPA ALESSANDRO CERCA GLI ASSASSINI EZIO AUDITORE E SARA DE
MEDICI. CHI LI CATTURA RICEVERA' 5000 FIORINI!”legge a gran voce
l'araldo alla gente intorno a lui, poco lontano dai cancelli nelle mura.
”Come li riconosciamo? E'
impossibile trovarli se non sono loro a farsi vivi...” dice
all'uomo l'abitante a lui più vicino.
“L'UOMO E' VESTITO DI NERO, HANNO ENTRAMBI
UNA SPADA!”tenta di spiegare ai presenti, seppure le informazioni in
loro possesso siano molto scarse. Le guardie sentendo la
descrizione dell'araldo, alzano lo sguardo verso i ragazzi in
groppa ai cavalli non lontani da loro.
Sgranano gli occhi nel notare una
certa somiglianza e si avvicinano per indagare sulla loro identità.
Una
delle guardie prende la propria spada nel notare l'atteggiamento
circospetto della coppia.
Quando vede lo sguardo che i due
assassini si lanciano, come se fosse un qualche tipo di segnale tra
loro, alza la propria lama deciso a colpire Ezio al ginocchio.
Sara però
è più veloce e uccide l'uomo senza esitazione. I compagni d'armi della
guardia si allontanano spaventati, comprendendo l'identità degli Assassini. E questi dovrebbero proteggere i cittadini? Ma se quando c'è qualcuno
più forte di loro fuggono subito! Il loro lavoro lo facciamo noi. In
realtà gli Assassini dovrebbero aiutare le guardie a mantenere l'ordine,
ma alla fine non è così: rubano, violentano e uccidono! E dopo noi
siamo costretti a tagliare loro la gola. Pensa Sara amaramente. Solo dopo si accorge di essere rimasta sola. Gira la testa in
cerca dell'Assassino e lo vede poco più in là a parlare con l'araldo,
mentre prende dei soldi dalla tasca.”Ti do 500 fiorini. Tu però... non
ci hai mai visti.”glieli consegna in cambio del suo silenzio così
l'altro annuisce. Mentre si lasciano i cancelli di
Firenze alle spalle, sentono la voce dell'araldo annunciare:”A VENEZIA
TRA DUE MESI CI SARA' IL MATRIMONIO DI MARCO BARBARIGO CON MADDALENA DE
MEDICI. SARA' IL 22 FEBBRAIO!”usciti da Firenze, Ezio e Sara galoppano fino a Forlì, fermandosi solo poche ore la notte per far riposare i cavalli.
La città dentro le mura è caratterizzata da alti palazzi e numerose
botteghe.
I cittadini li guardano.
All'esterno è circondata da paludi e piante morte o
bruciate, che sembrano rispecchiare il morale a terra della gente
incapace di respingere gli aggressori.
In quell'area paludosa ogni tanto
si stagliano le case dei contadini dai tetti bassi.
Piove.
Mentre avanzano tra
le vie della città, vedono una donna venire stuprata. Le sue grida non
vengono sentite da nessuno, solo Ezio l'aiuta.”Finitela o vi uccido.
Non dovete farlo mai più!”ordina.
“Ezio, è inutile... uccidiamoli e basta!”dice Sara arrabbiata.
“Ahaha, decoriamo i muri con
gli intestini di questi due Assassini!”Ezio a quelle parole non
si trattiene oltre! Uccide sei aggressori; Sara si occupa di altri
cinque, ma sono troppi. In loro aiuto arriva Caterina insieme alle sue
guardie e i Templari vengono accoltellati.”Allora hai ricevuto il
messaggio! Tu sei Sara?”domanda la donna.
“Sì, lei è Sara... l'ho addestrata da poco.”risponde Ezio al posto dell'adepta.
Caterina li conduce fino a casa sua, poco lontano dalle mura della
città, dato che ama controllare cosa succede dentro e fuori Forlì.”Ho
pagato dei sicari per uccidere mio marito.”spiega la donna una volta
entrati. Non sembra avere rimorsi per quanto appena confessato, Sara le sta lontano.
Ricordo di Caterina.
Ho sposato
Girolamo Riario a 13 anni e ho avuto da lui sei figli: Ottaviano,
Cesare, Giovanni Livio, Galeazzo Maria, Francesco e Bianca. Sono
stupendi... LI AMO! COME POTREI VIVERE SENZA DI LORO?! SEMPLICE! NON
POSSO... DOPO TUTTO MI CHIAMANO LA LEONESSA DI FORLI' PER UN MOTIVO...
quasi tutti hanno i capelli marrone scuro, tranne Francesco, che li ha
invece rossi e Bianca, che è bionda. Una volta cresciuti
purtroppo nessuno di loro dimostra interesse verso le armi o la caccia.
Un giorno sento Girolamo dire:”Che il Padre della Comprensione ci
guidi!”da quella frase capisco che è un Templare! Per mesi
cerco una soluzione... devo ucciderlo di nascosto, però i miei
figli non possono saperlo. Pago dunque due sicari: Ludovico e Checco
Orsi, i quali nel giorno stabilito gli tagliano la gola. Il sangue
schizza dalla ferita aperta, facendo morire il mio consorte subito
dopo.”Vostro marito è morto, ci dovete dare più
soldi, almeno 300, se volete che stiamo zitti.”
“VI HO GIA'
DATO 800 FIORINI, NON VE NE DO DI PIU'! ANDATE PURE IN GIRO A
DIRLO!”grido furibonda davanti al loro ricatto. Ho paura, ma non
voglio darlo a vedere, devo essere forte per il popolo. Sono o no la
Signora Di Forlì? Sì! Quei 300 fiorini in più se
li scordano! COME OSANO RICATTARE UN'ARISTOCRATICA?! Ma ancora una
volta tentano di convincermi.”Allora aspettatevi una vendetta da
parte nostra.”dopo quella minaccia corro al mio palazzo e ordino
alle guardie di non fare entrare nessuno.
”Vostro padre è morto... lo hanno
ucciso...”dico una bugia ai miei figli, ma preferisco che abbiano dei
bei ricordi di Girolamo. Organizzo il funerale e tutta la città
partecipa al nostro lutto, così divento ufficialmente Signora Di Forlì.
Prima lo ero solo nelle decisioni, adesso anche sulle carte.
Caterina racconta la sua storia a Sara, si rattrista; le fa
pena quella donna, ma non quanto i suoi figli. Una guardia dal fondo del
corridoio grida:”I FRATELLI ORSI HANNO RAPITO BIANCA E OTTAVIANO, SONO
SULLA TORRE FUORI LE MURA!”
“Sara vai alla torre e cerca i bambini. Non uccidere i rapitori davanti a
loro.”a quell'ordine l'Assassina esce dalla casa e cerca la torre.
”Assassina... ti conviene salvarli. Hai poco tempo."dice Checco.
Sara
prende il cavallo e galoppa fino al luogo che le è stato indicato.
In
breve tempo giunge alla torre.
Scende da cavallo.
Trova Bianca per
prima.
Ansima."VI ORDINO DI LIBERARLA O SARETE TUTTI MORTI!"
"ATTENTA! SONO DIETRO DI TE, ASSASSINA!”l'avverte Bianca. Lei ha
i polsi legati, così l'Assassina la libera in fretta e uccide le
guardie. Infine Sara cerca Ottaviano. Lo trova insieme a
Ludovico.”Vieni a prenderlo o verrà ucciso!”grida
l'uomo tenendo il bambino in ostaggio.
Sara sale fino in cima alla torre, lo fissa con odio.
Sguaina la spada e il suo
nemico fa lo stesso.
Combattono, ma l'abilità di Sara è altamente
superiore e lo ferisce a morte. Prima che muoia dice:”Lo Spagnolo... è
lui che ci ha detto di rubare La Mela...”rantola, chiudendo gli occhi
subito dopo.
Sara slega il bimbo e insieme a lui scende dalla torre,
raggiungendo la sorellina.
Fa salire entrambi i bambini in sella
all'animale, sedendosi appena dietro di loro.
Senza perdere tempo Sara
li riporta sani e salvi dalla madre Caterina.
”Vi hanno fatto del male? Credevo... che... avrebbero preso me per vendetta... non voi.”esclama lei preoccupata.
“Ludovico li ha solo legati... Si sono spaventati e basta.”risponde
Sara al posto loro, dato che sono troppo presi ad abbracciare Caterina.
”Ezio, cerca Checco. La Mela sicuramente ce l'ha lui. È troppo furbo per lasciarla a Ludovico.”
Ezio dunque lascia Palazzo Sforza e va alla ricerca di Checco.
Comincia a piovere, l'acqua gli bagna il vestito, ma non se ne accorge.
L'unica cosa che desidera è uccidere quel Templare! Quando lo raggiunge,
l'uomo scappa con La Mela.”Uccidete l'Assassino con
l'arco! Non usate la spada!”ordina Checco ai suoi arceri.
Al suo ordine, scoccano le frecce con l'arco, così da dare il tempo al
Templare di scappare. Tuttavia Ezio gli galoppa dietro, evitando le
frecce.”RIDAMMI LA MELA! NON LA PORTERAI A RODRIGO...”grida quando
ormai è prossimo a raggiungere il suo nemico. Ma una freccia in quel
momento entra nel polmone. Ezio si piega in avanti dal dolore. Vede una
figura indefinita inseguire Checco. È tutto sfocato. Non sono mai stato capace di chiedere aiuto... e ora... sono morto.
Spero che Sara lo uccida. Pensa Ezio prima di perdere i sensi. Sono
frasi insensate, dettate dalla paura.
”Se mi dici in quale città vuoi portare La Mela, non ti ucciderò."dice
Sara, anche se le sue intenzioni sono ben diverse da quanto appena
detto. L'uomo ha fatto del male al Maestro per questo deve morire.“A Roma. Adesso che ho tradito il Papa... puoi anche uccidermi. È lo
stesso per me.”lei non se lo fa ripetere due volte e lo sgozza, infine
corre da Ezio.
”Perché hai voluto
affrontarlo da solo? Stupido!”chiede disperata all'Assassino.
Quando fa la domanda vede che lui sta delirando. Deve salvarlo,
senza aggiungere altro, si appresta a condurlo fino alla casa di
Caterina.
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Capitolo 10 *** Un viaggio strano ***
u
10: UN VIAGGIO STRANO
Un mese dopo l'aggressione da parte di Checco, Ezio si risveglia.
Caterina, per fargli cicatrizzare la ferita più velocemente, gli ha
spalmato ogni giorno un intruglio all'Aloe Vera.”Caterina? Sara? La Mela...
è a Roma o qui?”chiede incerto. È la sua prima
preoccupazione appena si sveglia.
“La Mela ce l'ho ancora io. Sara l'ha presa a Checco, prima di ucciderlo.”lo informa lei.
“Oh... Caterina, devo portare La Mela a villa Auditore, dallo zio
Mario.”nel dire queste parole, tenta di alzarsi dal letto.
Lei lo
respinge giù tra i cuscini.
”No, non puoi viaggiare. La ferita non è ancora del tutto
rimarginata...”cerca di convincerlo, ma testardo lui non ascolta e
ritenta, con scarsi risultati.
Entrano nella camera Sara ed Erika, avvertite del suo risveglio.”Eh... io devo andare, non potete tenermi
qui!”esclama.
“Potete andare con la mia carrozza, però attento alla ferita.”dice Caterina rassegnata.
Appena un'ora dopo, i tre Assassini salgono sulla carrozza e le donne
aiutano Ezio a stendersi, prendendo poi posto nel sedile di fronte al suo.
Poco dopo essere partiti i movimenti
oscillanti del mezzo lo fanno addormentare.
Quando respira gli fa ancora
male la ferita, è per quello che ansima ogni tanto.
Sara, invece,
decide di leggere un libro.”A me non piace leggere quella storia,
finisce male.”dice Erika dopo aver visto il titolo sulla copertina.
La
ragazza sembra intenzionata a diventare sua amica.
Sara capisce dai suoi
occhi che le piace leggere.”L'ho preso dalla biblioteca del mio
palazzo a Firenze, prima di andarmene da casa.”spiega.
Le dispiace
di aver litigato con Maddalena e Clarice ed essere fuggita in quel modo,
senza neppure salutare. Forse dovrei scusarmi per la mia reazione
esagerata. Sono semplicemente le loro idee. Al matrimonio di Maddalena
lo farò. Pensa, ricordando che l'evento avverrà a breve nella città di
Venezia.”Il libro parla delle Crociate, della Mela e di Altair.”
“Sì, l'ho letto. Era il Maestro del nostro Ordine.”
Sara le porge il libro, c'è un disegno preciso che vuole farle vedere:
raffigura Altair con la spada alzata, mentre sta per uccidere quell'uomo. Poi nota un'altra immagine e ci ripensa.”Secondo te, che cosa significa
questo disegno? Non capisco...”chiede Erika confusa anche lei
colpita.
“Anche se sono Templari il nostro Credo non ce li fa uccidere. Dipende
se sono innocenti o no.”risponde Ezio assonnato. L'ultimo violento
scossone della carrozza deve averlo svegliato, ma finita quella frase
ritorna a dormire.
Le due si spaventano.“La mia famiglia, i Medici, è perseguitata per le mie idee...”
“Quindi sei la figlia di Lorenzo De Medici? Cosa c'entrano le tue idee?”
“Sono d'accordo con gli
Assassini, pure noi dobbiamo essere istruite...”evita la prima
domanda, non sa perché, ma è in imbarazzo. Le fa poi
vedere da vicino cosa c'è scritto sulla lama della sua spada,
dopo averla lentamente estratta dal fodero.”Tu davvero pensi quello che è scritto qua sopra o è solo per mettere paura ai tuoi nemici?”
“Non è per spaventare nessuno, lo penso sul serio! Diventerò l'Assassina
perfetta!”Erika la guarda perplessa, non capisce tutta quella rabbia
repressa che ha addosso. Lei a disagio si sistema meglio sul
sedile e toglie il cappuccio che fino a quel momento le copriva parte
della testa: ha i capelli lunghi e neri, gli occhi invece sono marroni. Io, prima di essere un'Assassina, abitavo a Milano. La nebbia non mi
piace, proprio come adesso. Guarda fuori dal finestrino, notando la
foschia farsi sempre più densa. È solo mezzogiorno, eppure sembra già
sera a causa del cielo nuvoloso e della fitta nebbia."No! Mi sembra di
essere tornata a Milano. Nella pianura c'è quasi sempre nebbia
d'inverno, per questo me ne sono andata. L'umidità entra nelle ossa e fa
male."dice Erika, distogliendo lo sguardo. È ancora con i suoi
pensieri quando sente il rumore di un'altra carrozza lì vicino.
”Ehi... ma che vogliono da noi?
Non vedono che siamo aristocratici?”chiede, sporgendosi verso la
finestrella alle spalle del cocchiere. Di solito quelle stradine tra i
prati vengono attraversate solo dai contadini o da chi abita nelle
cascine.
”Sono soldati. Forse cercano l'Assassina che ha ucciso Clarice De
Medici.”risponde l'uomo. Sara, sentendo quelle parole, si deprime
ancora di più. Le hanno dato la colpa dell'omicidio di Clarice!
Ezio
intanto dal dolore per i movimenti bruschi del mezzo si sveglia.
È
confuso quando Erika si inginocchia tra i due sedili e lo tiene bloccato
sulla poltrona. Proprio in quel momento vengono affiancati dalle
guardie.”ECCOLI! SONO LORO... GLI ASSASSINI! IL PAPA CI DARA' IL DENARO!”grida
una di esse infilando la testa oltre il finestrino della carrozza,
riconoscendo gli indumenti dei passeggeri.
”Ezio, stai fermo! Siamo nei guai. I soldati vogliono noi!”ordina
Erika. L'amica intanto prende i coltelli dai foderi nascosti dietro la
schiena e ne tira uno verso il soldato più vicino, colui che ha dato
l'allarme.
Lo uccide, poi continua con gli altri.
Ma i
coltelli non bastano per tutte le guardie, deve trovare subito una
soluzione! Il cadavere del primo soldato, ancora incastrato
verso l'interno della carrozza, viene spinto giù da Ezio che è riuscito
a liberarsi.”OH, NO! IL COCCHIERE E' MORTO! I CAVALLI VANNO DOVE VOGLIONO!”grida
lui per farsi sentire sopra il rumore delle ruote. Erika allora apre uno
degli sportelli e agilmente raggiunge la postazione del cocchiere,
recuperando le redini.
”SARA TIENI EZIO! ORA SIAMO SULLA GHIAIA!”tira con forza e i
cavalli rallentano, evitando così che la carrozza slitti sulla strada.
“E COME FACCIO? DEVO LEGARLO O DARGLI UNA BOTTA IN TESTA?"grida in
risposta. Erika dal silenzio che segue poco dopo comprende che Sara
prima gli ha dato una botta in testa, poi lo lega con la corda.
Evidentemente era davvero quello l'unico modo per immobilizzarlo.
Erika
riesce a seminare gli ultimi soldati sulle loro tracce, potendo così
proseguire a un'andatura più moderata.
Al termine di quel viaggio abbastanza movimentato, i tre arrivano a
villa Auditore.
E' notte, dunque non è difficile passare inosservati.
Quando scendono dalla carrozza, Ezio non è per nulla contento del
trattamento che gli ha riservato l'adepta.
Supera le due donne e bussa
al portone principale.
L'anta si apre mostrando la figura di Mario, il
quale non sembra particolarmente sorpreso di quella visita improvvisa.
Senza dire una parola, li accompagna ognuno nelle rispettive stanze.
Sono ormai le 2.30... non desiderano altro che mettersi a letto.
Le due
Assassine si svestono, lo stesso fa Ezio aiutato dal maggiordomo.
Alla
fine tutti dormono.
DOMANDA: COSA VUOLE DIRE ALTAIR NON UCCIDENDO IL SOLDATO? FORSE... CHE... PURE I TEMPLARI NON SONO TUTTI CATTIVI?
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Capitolo 11 *** Il Carnevale Di Venezia ***
à
11: IL CARNEVALE DI VENEZIA
La mattina del giorno seguente, Sara si veste ed esce nel cortile di
Villa Auditore.
Non c'è più nebbia, il sole splende alto nel cielo.
Ascolta gli uccelli cantare contenti sulle piante della villa.
Si dirige
poi verso le stalle, dove è stata momentaneamente nascosta la carrozza.
All'interno del mezzo giace ancora il cocchiere morto.
Si avvicina al
corpo, scostando poi il lungo mantello scuro con cappuccio.
In quel
momento si accorge che si tratta di una donna con addosso dei vestiti da
cameriera. È Daniela! Prega per lei non potendo ormai fare nulla.
Tornata in giardino con una pala, scava una fossa abbastanza
profonda dove seppellire la sua fidata cameriera.
Qualche settimana prima del matrimonio, Sara riceve l'invito dalla
sorella. I preparativi della partenza non sono particolarmente lunghi,
ma ad attenderla c'è un duro viaggio fino a Venezia.
Ci va perché è costretta.
A villa Auditore gli Assassini decidono cosa fare per trovare Rodrigo.”Lo Spagnolo è a Castello Sant'Angelo, solo che i soldati controllano tutte le entrate.”spiega Mario.
“Io questa volta non
potrò venire, ti aiuterà Erika...”dice Sara
giù di morale, è ancora triste per Daniela.
“Va bene, non capisco il motivo della tua decisione, però se hai deciso
così...” lei non spiega e la riunione finisce così, così se ne vanno
tutti tranne Erika.
“Perché sei giù? È una mia idea forse...”chiede l'amica.
“Non è una tua idea... lo sono. Hanno ucciso la cameriera della mia
famiglia.”dice senza scendere nei dettagli. Sicuramente qualcuno
avrà già notato la terra smossa nel giardino della villa.
Sara termina di preparare il proprio bagaglio e parte per Venezia.
Anche
se non sopporta la sorella, non può mancare al suo matrimonio, vuole
mantenere almeno il saluto con lei. Maddalena è l'unico membro della famiglia rimasto vivo.
Il vestito d'Assassina lo lascia a
Monteriggioni.
Non vuole spaventare Maddalena dicendole che uccide i
Templari come il suo futuro marito, Marco Barbarigo.
Il viaggio pare interminabile per l'Assassina, costretta a numerose soste per sostituire i cavalli della carrozza.
Dopo giorni giunge finalmente a Venezia, giusto in tempo per le nozze.
Maddalena si sposa nella Basilica di San Marco, dunque Sara entra nella
chiesa insieme agli altri invitati, attendendo l'arrivo della sposa.
Dentro ci sono numerosi affreschi raffiguranti Mosè, San Giuseppe, santi
e apostoli. In mezzo, vicino all'altare, c'è una grande croce d'oro.
Senza dubbio la coppia di sposi vuole un matrimonio sfarzoso.
Al termine della funzione religiosa, gli sposi e i loro ospiti escono
dalla chiesa. Davanti al portone principale c'è la carrozza che porterà
la coppia nella casa di Marco. Nevica, fa molto freddo, ma Maddalena
non se ne accorge. È contentissima!
Dopo alcune ore, Sara decide di andare da Maddalena.
In chiesa non le
era stato possibile avvicinarla e aveva preferito mischiarsi insieme
agli altri invitati.
Sara arriva davanti la casa della sorella, respira
piano, dopodiché bussa.
E' nervosa.
Le apre una cameriera, che subito la conduce
nella camera di Maddalena.”Ciao Sara, ti è arrivato l'invito per il
matrimonio? Mi sono sposata questa mattina. Se vuoi c'è una festa
stasera.”
"Sì, verrò. Sapevi che nostra madre e Daniela sono morte?”
“No, non lo sapevo... da quando sono qui aveva smesso di scrivermi..."mormora sconvolta, lasciandosi cadere sulla sedia
della toiletta. Sara
lascia la stanza, cosìcché Maddalena possa realizzare quella terribile
notizia.
È distrutta per Clarice, con Daniela non ha mai avuto una
relazione.
Sara gira per i corridoi dell'elegante casa, finché Marco non
la ferma.”Sono stato informato del vostro arrivo da Firenze... vostra sorella è nella sua stanza?”
“Sì, è in camera. Mi ha invitata al Carnevale Di Venezia..."lo informa
senza entusiasmo, prima di superare il cognato e uscire dalla casa. Fino
all'ora della festa Sara non si fa vedere da nessuno.
Mentre passeggia tra i vicoli della città, ferma un passante.”Dove vado
per Il Carnevale? È la prima volta per me...”con la coda dell'occhio
le sembra di scorgere Ezio correre sui tetti, ma per quanto ne sa lui
dovrebbe essere a Firenze.
“E' in piazza San Marco, ti consiglio di andare con una maschera...” le
spiega gentilmente l'uomo, donandole la propria maschera. Lei lo sta per
ringraziare, ma quello è già sparito. Sara indossa la maschera, poi va in piazza. Appese ai lampioni
ci sono delle decorazioni ritagliate a V.
”IO E MADDALENA VOGLIAMO RINGRAZIARVI PER ESSERE VENUTI ALLA NOSTRA
FESTA!”grida Marco su un palchetto per farsi sentire da tutti. Tra la
folla Sara vede Ezio avvicinarsi in modo troppo furtivo al Templare.
Dunque non era stata una sua impressione poco prima. Cosa ci fa a
Venezia? Vuole il suo sangue.”NO! NON UCCIDERLO, ASSASSINO!”grida lei, ma l'Assassino fa finta di non sentire e uccide Marco con la Lama Celata.
Prima di morire tra le braccia della moglie, confessa:”Ho sposato Maddalena per i soldi della famiglia Medici...”
“SARA, UCCIDI I SOLDATI CHE STANNO ARRIVANDO!”Maddalena a quelle parole
si volta a guardare spaventata la sorella. Questa è l'ultima volta che
si vedranno.
I soldati vogliono ucciderla, contro di loro interviene
Cesare.
Da quando l'ha vista non le ha tolto gli occhi di dosso.”Uccidete
l'Assassino, non lei, capito?”ordina quel generale dai capelli
neri lunghi.
Ezio non lo riconosce!
Il
Templare trascina Sara lontano dalla festa, fino a una locanda.
Tenendola per un braccio, Cesare si avvicina al bancone e paga per una
camera, conducendola poi su per le scale.
Giunti nella stanza, le toglie
la maschera e inizia a svestirla.”Perché lo stai facendo? Non faccio
sesso con il primo che incontro!”chiede sospettosa, allontanandolo da
sé.
Lui non ci fa caso, è abituato con i modi di fare di Lucrezia.”Non sei
un'Assassina... lui lo è invece.”mormora seducente,
avvicinandosi lentamente a lei. Dall'espressione turbata della ragazza,
Cesare comprende che in qualche modo si sente in colpa.
Approfittando di quell'attimo di debolezza, lui la bacia,
dapprima con leggerezza, per poi amoreggiare.
Senza
staccarsi da lei, la conduce lentamente verso l'unico letto nella
stanza. Per una notte non avrà nessun pensiero per la testa, eccetto
lui... forse.
La mattina seguente, al posto di Cesare, Sara trova un messaggio con
scritto: Sono dovuto partire per Roma subito, dato che faccio parte
della Guardia Papale. Non credere che ti abbia abbandonata. Ci vediamo,
se lo vorrai.
Sara butta il biglietto sul letto arrabbiata. Mi hai portata a letto e
poi te ne sei andato... Cosa mi aspettavo? Sì, voglio rivederti... ti amo. Pensa combattuta, mentre si veste. LA LUSSURIA DELL'UOMO E'
IRREFRENABILE!
La ragazza decide di lasciare Venezia quel giorno stesso.
Non riprende
la carrozza con cui è giunta in città, preferendo una cavalcatura
veloce.
Durante il viaggio di ritorno verso villa Auditore, Sara rivede
Cesare che l'aiuta contro dei soldati.”Sono un'Assassina... esattamente
come lui! Ti sei sbagliato!”grida lei nel bosco.
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Capitolo 12 *** Lucrezia si sposa ***
à
12: LUCREZIA SI SPOSA
È il 25 febbraio, nevica ancora dopo tre giorni. Lucrezia siede sul
divano insieme a Giovanni davanti al camino, ma non ascolta una sola
parola di quello che dice.
Annoiata si alza e lascia il salotto,
dirigendosi verso l'ingresso del palazzo, dove recupera un mantello.
Una
volta in strada, con passo svelto si incammina per l'abitazione di
Perotto.
Non c'è nessuno in giro.
Ormai ha imparato la strada. Bussa alla sua porta, dopo poco
lui le apre.”Oh Lucrezia... sei venuta dal castello fino a qui camminando?”chiede
agitato spingendola dentro. Lucrezia si toglie il mantello bordato di
pelliccia, poi guarda in giro nell'unica stanza della casa. Con gli
occhi cerca l'arpa, poi però vede un quadro, raffigura Perotto nel
deserto insieme ad altri esploratori; dietro di loro c'è una miniera.”Mi suoni una musica dolce? A casa con Giovanni è noioso.”propone la
donna, senza fare domande su quel quadro particolare. Lui inizia a
suonare, dallo strumento escono delle note dolci... Lucrezia ascolta
incantata, perdendo completamente la cognizione del tempo. Dopo un'ora
lei gli si avvicina, prendendogli le mani mentre sorride
sensuale.
Perotto fissa quegli occhi incantato.
Si baciano, non hanno bisogno di parole per capire ciò che entrambi
vogliono.
Perotto la fa sdraiare sul letto e lì si abbandonano entrambi
alla passione."Se
Giovanni lo scopre si arrabbierà molto! Non potremo più
vederci...”dice lui, ancora sdraiato al fianco di Lucrezia. Non
vuole doverla lasciare.
Alle persone più basse di rango come Perotto è proibito
vedere un'aristocratica; se questa poi è la figlia del Papa, ancora
peggio!
Devono continuare a vedersi in segreto.”Non succederà! Nessuno lo saprà, sei più tranquillo?”
“E' quasi sera, torna a casa o ti cercheranno!”alla donna quella frase
fa male, anche se sa che l'ha detta per non metterla nei guai. Gli da un
ultimo bacio, poi si alza e si riveste, prima di fare ritorno a
palazzo.
Una volta arrivata, sale al primo piano e là trova Giovanni che l'aspetta nella sua stanza.
”Mi hai lasciato là così e te ne sei andata! Dove eri?!”domanda adirato.
“Non siamo ancora sposati e già vuoi controllarmi?”chiede tranquilla,
non le interessa se è geloso, ha occhi solo per Cesare e Perotto. Dalla
porta entra il fratello, allarmato forse dalle grida dell'uomo. Lo
guarda attento, quasi a intimargli di non continuare con quella scenata.
Lucrezia con lui lì si sente più sicura.”Non ha importanza, dato che da domani saremo sposati, alle 11.00, in Vaticano...”
“Stai attento a non farla soffrire o ti ucciderò. Io la amo.”sussurra Cesare freddo.
La mattina dopo Lucrezia ha gli occhi gonfi, è stata sveglia tutta
notte. Oltre alla disperazione per quelle nozze inutili, le manca Daniela, non sa
che l'hanno uccisa. Il giorno del matrimonio se l'aspettava diverso: suo
marito sorridente o nervoso che l'attende all'altare con sguardo
innamorato... invece Giovanni pare inespressivo. Vorrebbe Cesare là con
lei!
Durante i festeggiamenti a palazzo, subito dopo la cerimonia, un cameriere versa
da bere alla moglie di Rodrigo. Questa beve senza sapere che dentro c'è
dell'arsenico.”Questo vino ha un gusto strano. È scaduto, cameriere.
Cambialo!”ordina lei. Ma appena finisce di informare l'uomo sulla
qualità della bevanda, ha un'emorragia. Il sangue inizia a uscire da
naso e bocca. Intorno a lei scoppia il panico.”Il cameriere ha sbagliato bicchiere, non era per lei. Volevo avvelenare
te, Cesare.”sussurra Giovanni a Cesare.
Essendo seduti vicini solo lui
può sentirlo... SI GUARDANO CON ODIO!
Lucrezia è sconvolta.
Cesare non si scompone davanti a quella notizia, anzi
si volta e lo fissa.”E' STATO LUI A UCCIDERLA, IL VELENO DOVEVANO DARLO A ME!” grida ai
presenti. Vuole farsi sentire da tutti. I Borgia sono famosi in Italia
perché non perdonano il torto fatto da chi considerano nemici e Giovanni
adesso lo è, quindi deve essere distrutto!
Ricordo di Cesare.
È aprile e per essere primavera, fa ancora abbastanza freddo. In questo
momento sto cenando con i miei fratelli a casa. Quando finiamo io e
Giovanni andiamo a fare un giro per Roma.”Ti va di andare in un
bordello? Voglio fare sesso.”
“Sì andiamo, però dobbiamo stare attenti in quei posti!”risponde
guardingo Giovanni. Invece che in una casa chiusa, lo conduco in una
strada buia vicino al fiume Tevere.
Mi guarda confuso.”Credevo che andassimo a divertirci... che fai?”non
rispondo e lo accoltello a tradimento, poi spingo il cadavere
nell'acqua. In un primo momento quel corpo galleggia, infine va a fondo
spinto dalla corrente.
”Ho dovuto sempre tirarti fuori
dai guai, invece di cercare La Mela. Ora che sei morto non dovrò
farlo più...”
Il giorno dopo, apro la finestra della mia camera al risveglio e sento
l'araldo dire: LE GUARDIE STANOTTE HANNO TROVATO IL CORPO DI GIOVANNI
BORGIA! CHI SA QUALCOSA? L'omicidio di mio fratello rimane irrisolto.
“Cesare, è appena morta una persona. Mia moglie! Non dare la colpa a lui
solo perché ha sposato Lucrezia!”dice arrabbiato Rodrigo. La festa non
può che concludersi dopo quel terribile evento.
I due sposi vanno nella camera di Lucrezia. Quando sono dentro, Giovanni
si sveste e la guarda meglio... è attratto dalla sua bellezza. Resta lì
davanti a sua moglie nudo ai piedi del letto, ma lei non lo guarda, voltando
la testa sul cuscino.
Giovanni la raggiunge sul letto poco dopo.
Lei anche se è disgustata si arrende.
Lucrezia chiude gli occhi e attende semplicemente che quel momento
finisca.
Pensa all'amante del porto, invece della faccia
di Giovanni c'è quella di Perotto vicino alla sua, i lunghi capelli neri
e gli occhi marroni... per un istante lo immagina vestito da
esploratore in cerca di tesori leggendari... come La Mela.
Non capisce
perché La Chiesa ci tenga così tanto ad averla, ma fino a quando lo
pagano non fa domande.
I lamenti del marito però purtroppo la riportano
alla realtà.
Si ritrova legata al letto con delle corde strette ai
polsi!
È costretta a starci insieme fino alla morte.
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Capitolo 13 *** Amori impossibili ***
à
13: AMORI IMPOSSIBILI
Lucrezia, quando quel supplizio con Giovanni termina, si sforza di
dormire. Quello è l'unico modo per sfuggirgli.
Il giorno seguente, al
suo risveglio è sola nel letto.
Dopo essersi vestita, scende nella sala
da pranzo e trova Rodrigo disperato.
Di certo ha passato la notte a
tormentarsi per la morte inattesa della moglie. L'hai uccisa tu con la
tua FOLLE idea di legarmi a quell'idiota! È inutile piangere. Ovviamente
continuerai a cercare La Mela Dell'Eden, non ti puoi fermare?! Hai
distrutto le nostre vite! Pensa arrabbiata, dopo quello ha dovuto
subire. Quelle frasi Lo Spagnolo non le sentirà mai dire ad alta voce
dalla figlia preferita.
A Lucrezia nonostante tutto dispiace e tenta di
consolarlo come può.
”Hanno... ucciso... mia... moglie... Come farò? E'... l'unica che mi...
amava...”chiede alla figlia piangendo, che chiaramente non può avere la
risposta.
Lei rimane in silenzio per non peggiorare le cose
ulteriormente. Dopo aver lasciato l'uomo al suo dolore, va a cercare il
fratello, trovandolo in biblioteca. È intento a capire i fogli
dell'inventore.”Cesare, aiutami! Nostro padre è sconvolto. Dice cose sconnesse, non so cosa fare!”
“Vai a prendere dall'erborista l'oppio e mischialo nell'acqua, poi
daglielo. Attenta però, è una droga forte.”spiega Cesare. E' agitato
perché usandola conosce gli effetti che questa ha sul corpo. La donna
però non può andare di persona come richiesto, l'accuserebbero di
stregoneria e verrebbe bruciata viva sul rogo, per questo manda una guardia al
suo posto.
Quando il soldato fa ritorno a palazzo, consegna l'oppio alla
padrona, che subito prepara la miscela nell'acqua. Infine Lucrezia fa
ritorno nella sala da pranzo e porta il bicchiere a Rodrigo.
Lui però
non vuole bere e allontana il braccio della figlia che gli porge la
bevanda.”E' oppio, ti farà rilassare. Non piangerai più per un po' di ore.”tenta di rassicurarlo.
“No! Non voglio, sono cose da strega, tu lo sei!”Lucrezia non fa caso
all'accusa e gli spinge il bicchiere verso la bocca, costringendolo a
bere qualche sorso.
Rodrigo sbuffa.
Poi gli asciuga le labbra in modo amorevole, quasi a
volersi scusare per il gesto brusco.
Lucrezia se ne va.
A villa Auditore è ormai sera, le torce sono accese.
Ezio siede sul divano.
L'Assassino è intento a
corteggiare Caterina; lei noncurante delle frasi che dice sta al gioco.”Mi piaci... Non sei come tutte le altre che... ho... avuto...”mormora seducente.
“E cosa ti piace di me? Non dirmi la bellezza!”chiede stuzzicandolo.
“Quella, quando sarai vecchia, non ci sarà più, ma il carattere resta sempre.”amoreggiano sul divano del salotto, spingendosi poi ben oltre una volta
giunti nella camera da letto dell'uomo. Caterina non è così contenta da
quando ha ucciso Girolamo, ma l'amore può durare? Ogni pensiero viene
interrotto quando il fragore di vetri rotti raggiunge i due amanti. Si
alzano a sedere allarmati e in quel momento anche la finestra
della camera va in mille pezzi.
Attraverso l'apertura viene gettata
dall'esterno una torcia, che ricade sul tappeto incendiandolo.
L'incendio divampa in fretta divorando i tessuti e ben presto metà
stanza brucia. Ezio, rivestitosi in fretta, corre fuori dalla camera nel
corridoio già in fiamme.”ZIO MARIO, CLAUDIA, SARA, ERIKA... DOVE SIETE? HANNO INCENDIATO LA
CASA!"grida disperato. Dietro di lui c'è Caterina che lo segue, fino a
quando non esce agilmente dalla finestra. Lei si guarda in giro,
non volendo saltare a sua volta, è bloccata! Dei soldati e
la prendono, mentre sulla strada altre guardie uccidono Mario senza
pietà.
Erika lotta contro di loro.
I soldati vanno da Cesare, che li attende all'esterno della Villa.
”ASSASSINO, HO PRESO LA CONTESSA DI FORLI' E UN ALTRO E' MORTO!”grida
per farsi sentire da Ezio che è sul tetto.
QUEL TEMPLARE DEVE MORIRE ADESSO!
Sara spera che quella voce
sia di Cesare, dato che è da molto che non lo vede. La lotta a villa
Auditore finisce, gli Assassini hanno perso.
L'Ordine, dopo la morte di Mario, deve essere comandato da Ezio. Lui
però non può, essendo ossessionato dai Templari e dalla sete di
vendetta. Al suo posto è Maria a diventare Gran Maestro Dell'Ordine.”Riposa in pace.”ripetono gli Assassini tutti insieme per commemorare
il defunto Maestro.
Poi pregano in gruppo.
Ezio è visibilmente abbattuto
per l'accaduto, avevano legato quando Mario lo aveva
aiutato con i Pazzi a Firenze. Al termine della cerimonia, gli Assassini
decidono come trovare Caterina.”I Borgia abitano a Roma. Forse anche Leonardo è là.”dice lui.
“Leonardo è stato rapito dai Templari, ma non so dove sia! Vuoi che lo
scopra?!”domanda Claudia; è in ansia per suo fratello, sa che ci tiene
tanto a Leonardo, per lui partirebbe subito.
”E ME LO CHIEDI?! È IL MIO MIGLIORE AMICO!”esclama scontroso alla sorella.
Erika li interrompe.“Gran Maestro, cosa facciamo? Cesare sarà con le guardie.”
“Non sarà facile ucciderlo e liberare Caterina.”Ezio deluso per gli ultimi avvenimenti, si allontana dalle tre donne,
dirigendosi verso le camere.
Attende Erika all'interno della sua stanza.
La donna entra dopo alcuni minuti e non vedendo nessuno inizia a
svestirsi. L'uomo allora esce dal suo nascondiglio, mostrandosi a Erika.”Ezio, mi hai fatto paura! Cosa ci fai qui?!”
“Io... parto per Roma. Vieni con me o stai qui?”
“Vengo con te! Andremo in prigione?”l'Assassino non risponde, la fissa
in silenzio per alcuni istanti, prima di darle le spalle e andare nelle
scuderie. Prende due cavalli, intanto lei si riveste e scende in strada,
trovando Ezio già pronto alla partenza.
Partono per Roma al galoppo. Dopo alcune soste per far riposare i
cavalli, giungono finalmente nella città, trovandola quasi deserta a
causa dell'ora tarda. Quella stessa sera Lucrezia fugge dal marito.
”Giovanni vuole picchiarmi! Ancora!”Cesare, sentendola dire una cosa
simile, la trascina da Rodrigo. Il Papa vedendoli arrivare con
un'espressione tanto seria in volto, li guarda preoccupato.
”Suo marito la tratta male! Guardate!”gli fa vedere alcuni lividi sul
corpo della giovane. Lui si alza e guarda più attentamente.
”Il matrimonio è annullato! Domani partirà!”annuncia adirato.
“Non voglio più sposarmi, diventerò suora.”pochi giorni dopo, Lucrezia parte per Ferrara, diretta alla Chiesa Di
San Tommaso. LE COSE STANNO PEGGIORANDO PERCHÉ CESARE CERCA QUEL MOSTRO CHE LA PICCHIATA!
Intanto suo fratello aspetta Giovanni sulla strada per
Pesaro, assale il cavallo e lo uccide.
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Capitolo 14 *** Viaggio a Ferrara e la liberazione di Caterina ***
à
14: VIAGGIO A FERRARA E LA LIBERAZIONE DI CATERINA
Giunta a Ferrara, Lucrezia viene condotta nel convento
adiacente alla Chiesa Di San Tommaso. Qui l'attende una nuova stanza,
dall'aspetto spartano; ci sono solo il letto, l'armadio e una piccola
finestrella, dalla quale si vede l'orto. Appoggia la borsa sul
pavimento, poi indossa i vestiti da novizia e va nelle cucine. È curiosa
di sapere come si cucina, non l'ha mai fatto! Sta attenta a come fanno
le suore addette a quella mansione.”Sei nuova! Lo vedo dai tuoi abiti. Io sono Monica.”dice sorridente una suora.
“Io Lucrezia. Sono la figlia del Papa...”è contentissima di poter
parlare liberamente con qualcuno, spera che Monica possa diventare sua
amica.
“Non conta più chi eri... e neanche il tuo passato...”la suora le
consegna alcune verdure e un coltello, dandoglielo direttamente in mano,
così Lucrezia aspetta un ordine su come procedere. E' sempre stata
abituata a fare ciò che dicono gli altri, ma vedendo che non arriva
nessuna istruzione chiede confusa:”Come devo tagliare? Non sono
esperta...”
“I coltelli non servono solo per uccidere, li si usa anche in
cucina.”lei guarda perplessa, senza capire a cosa si riferisce.
L'infamia la perseguita ovunque vada.
”A cosa ti riferisci? Io non uccido e neanche la mia famiglia!”in
realtà sa che il fratello per lei ha già ucciso, ma chiaramente non può
dirlo! È un segreto.
”Tuo marito, quando il Papa ha annullato il matrimonio e lo ha
accusato d'incesto, alla fine è stato ucciso da Cesare.”la
informa lei senza scomporsi. Lucrezia finge di essere stupita (a dire
il vero per l'incesto lo è davvero) di Cesare no.
”NON E' VERO! FINISCILA DI DIRE BUGIE!”
Monica ignora quella patetica sgridata e lasciando le verdure sul tavolo,
conduce l'amica nell'orto. Prima di tagliare gli ortaggi, Lucrezia
alza lo sguardo oltre la siepe che fa da recinzione alla coltivazione,
soffermandosi a osservare Ferrara. Dalla collina vede tutto, ci sono
solo uliveti, grano e viti nella campagna. È diversa da Roma. La Città
Eterna ha il rumore delle carrozze, persone che cavalcano o
le voci del mercato.”Se hai finito di guardare in giro, ti spiego cosa fare.”
“Dimmi, ti ascolto, ho capito solo che devo tagliare la
verdura.”lei prende il coltello, dopodiché taglia le
verdure, mostrando la giusta procedura alla novizia. Lucrezia fa lo
stesso, poi raccolgono le erbe aromatiche, tra cui timo, erba
cipollina, cipolla, aglio, eucalipto, finocchio, camomilla, basilico e
coriandolo. Lucrezia cerca di ricordare tutti quei nomi, vuole imparare
in fretta a distinguere le varie piante. Dopo aver scherzato un po'
durante la raccolta, le due donne tornano in cucina e preparano
l'arrosto.
A Roma intanto, i due Assassini scendono dai cavalli nella piazza
davanti al Ponte Sant'Angelo. Si mischiano tra la folla, per non essere
notati dalle guardie sui tetti.”Se i soldati ci vedono, tu
uccidili.” sussurra a Erika. Lei fa cenno di sì in
silenzio.
Una volta intravisto Cesare in prossimità del castello, iniziano ad
avvicinarsi all'uomo. Tuttavia lui li vede, riconoscendoli tra la gente,
e grida ai soldati:”UCCIDETE GLI ASSASSINI, NON DEVONO ENTRARE AL
CASTELLO!”
Questi eseguono gli ordini e tirano le frecce, incuranti del resto dei
presenti. Invece di colpire loro, uccidono Cristina e Rosa! Tutti
corrono alla rinfusa, Ezio quindi corre sul ponte inseguito da Cesare.
Per evitare i colpi, sale sulla balaustra del ponte e si getta nel
Tevere, dileguandosi nell'acqua. Il Templare entra nel fiume con lui,
nuotando alle sue spalle. Nel tentativo di sfuggirgli, Ezio raggiunge
la riva e risale in strada, seguito dal suo nemico. Erika intanto ha
ucciso diverse guardie, prima di accorrere in aiuto del Maestro. Salta
sulla schiena di Cesare, facendogli perdere l'equilibrio e gettandolo
violentemente a terra. L'Assassino approfitta della situazione per
raggiungere il castello. Qui corrompe una guardia all'ingresso, dandole
100 fiorini. Vedendo i soldi, il soldato ascolta attentamente.”So
che Caterina Sforza e Leonardo Da Vinci sono in questo castello.
È vero?”
“Se vuoi che te lo dica dammi più soldi!”seppure contrariato, fa come gli ha detto.
“Eh... allora?! Ti ho dato 50 fiorini in più!
Dimmelo!”con il dito l'arcere indica la torre centrale. Ezio
supera l'uomo in fretta e va nel luogo indicato. Prima però deve
cercare la chiave, è nascosta dentro un baule, ma davanti a esso
ci sono due soldati armati. Senza indugio li uccide, il sangue schizza
sul muro di pietra. Non si attarda a controllare se siano
effettivamente morti, preferendo raggiungere in gran fretta la porta
della prima cella: lei è là... vederla così le fa
pena. Apre e la prende per mano, poi corrono alle scuderie, dove
riposano i cavalli dei soldati. Caterina sale subito in sella su uno
degli animali presenti.”Grazie per avermi liberata! Ritorno a
Forlì.”dice, prima di dare un colpo deciso ai fianchi del
cavallo e galoppare fuori dal castello.
Quando Ezio torna nella torre, si rende conto che l'amico Leonardo non è
presente in quel luogo. Amareggiato raggiunge Erika, che fino a quel
momento ha lottato con Cesare. Ripercorrono in fretta la piazza davanti
al ponte, inseguiti dal Templare, per poi risalire sui loro cavalli e
fuggire.
Dopo un rapido viaggio, i due Assassini tornano a Firenze nella casa di
Sara. Ora quel palazzo è quasi vuoto... quando entrano Maria aggredisce
immediatamente il figlio.”TI AVEVO DETTO DI NON PARTIRE PER ROMA! POTEVI ESSERE UCCISO!”esclama isterica.
“Veramente... Erika era con me, mi ha aiutato.” la donna se ne va, senza
aggiungere altro, troppo adirata per continuare la discussione.
Il cameriere intanto porta una lettera all'Assassino. E' di Caterina per Ezio, riporta: Sono contenta che sei
tornato da Roma vivo! Mi sono accorta di amarti quando hai aiutato i
miei figli a Forlì. È stata bella la notte insieme, spero di rivederti
il prima possibile... Voglio sposarti, dopo che i Borgia saranno morti.
A Ferrara, nel monastero, Lucrezia è stesa sul duro letto. Non riesce a
dormire, ha troppi pensieri per la testa; inoltre è da un po' che non
sta molto bene. Dapprima aveva dato la colpa alla stanchezza per il
viaggio che l'ha portata a Ferrara e al cambiamento di stile di vita.
Non sa perché, ma porta le mani alla pancia... possibile che sia
incinta?
Se fosse dell'ex marito preferirebbe abortire piuttosto che partorire.
L'idea va subito a Giovanni e Perotto, però purtroppo non può ancora
essere certa della gravidanza e neppure di chi sia eventualmente il vero
padre del bambino.
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Capitolo 15 *** ? ***
à
15: ?
Lucrezia, nove mesi dopo, partorisce Augusto nella sua stanza nel
convento. Alla nascita non può fare a meno di cercare le somiglianze del
bambino con suoi due amanti, osservando attentamente i capelli e gli
occhi. In questo momento vorrebbe vicino a sé Perotto, non lo vede
dall'inverno.
Vuole affidargli Augusto.
Segretamente manda dunque una lettera al musicista, non
potendo lasciare personalmente quel luogo. Le suore, quando scoprono il
suo segreto, rimangono scandalizzate, alla fine però l'aiutano in ogni
modo possibile.
Una settimana dopo, Perotto arriva davanti al monastero
e bussa all'imponente portone. Dopo poco Monica gli apre.”Lucrezia,
quando è venuta qui, non sapeva di aspettare un
figlio..."spiega, mentre inizia a fargli strada verso la celletta di
Lucrezia. Siede sul letto, coccola il piccolo Augusto. Ho un
figlio da un'aristocratica. Anche se in realtà non fosse mio, l'amerei
comunque. Lei purtroppo deve affidarlo a me, gli darò tutto l'amore
possibile. Mi assomiglia... Augusto. Pensa tutto orgoglioso, guardando il
bambino tra le braccia della madre.
”E... sei certa che è mio? Mi assomiglia...”
“Augusto. Devo dartelo!
Crescilo meglio che puoi. Verrò quando posso."si raccomanda
Lucrezia, allungando le braccia per poter dare il neonato al musicista.
È una scelta molto difficile, come per ogni madre,
ma non può fare altrimenti.
Perotto prende Augusto tra le braccia, lui e
il bambino si guardano negli occhi attentamente.
Gli canta dolcemente,
beandosi della sensazione di calore che lo invade nel
stringere suo figlio.
Presto il neonato si addormenta.
Noncurante dei
rischi che correrebbe se venisse scoperto, bacia la donna comunque.”Sì, lo farò sicuramente! Vi farò incontrare di nascosto lontano dalla
città.”alla sera Perotto prende il figlio e parte per Roma. Lo stesso
giorno anche Lucrezia lascia il convento, essendo libera di andare non
avendo ancora preso i voti. La sua meta è Castello Sant'Angelo. Quando
arriva gli unici due membri della famiglia rimasti vivi, Cesare e
Rodrigo, salutano festosi, increduli per il suo ritorno a casa. Non
sanno della gravidanza e del figlio illegittimo e mai verranno a
saperlo. Per non destare sospetti evita sempre il discorso! Dopo aver
cenato insieme, Cesare l'accompagna nelle prigioni situate nella torre
del palazzo.”Se Leonardo non parla, tra poco verrà ucciso.”Leonardo intanto, nella sua cella, guarda Andrea. Finché sta lontano va bene.
”Hai voluto usarmi per i tuoi scopi! C'è una cosa più importante...”
“E... quale sarebbe?! Dovevo pur mangiare in qualche modo!”il rimorso
non gli da tregua, prevale su tutte le bugie che dice a sé stesso, per
continuare la vita al meglio delle sue possibilità.
”La cosa più importante è essere in pace con sé stessi...”quella frase
lo colpisce profondamente, ma non ha il tempo di replicare, dato che
sente dei passi avvicinarsi alla sbarre.
Lucrezia arriva davanti la cella, prima di aprirla dice rivolta a
Leonardo:”Non voglio interrompere un momento così dolce, però devi
dirmi come capire le tue idee.”
“ANCORA CON QUESTA STORIA? NON DIRO' NULLA! SPARISCI!”
“Allora tra poco tempo sarai
ucciso. È l'ultima possibilità che ti do.”ci
ripensa e se ne va, lasciando ancora un po' di tempo all'artista per
riflettere. Dopotutto è inutile stare lì ad attendere.
Andrea tenta di scusarsi, tuttavia l'inventore non vuole sentire
ragioni. Sono da quasi un anno là dentro e le ferite tra loro
non si sono mai rimarginate.
Il giorno della sentenza giunge in fretta; i due carcerati vengono portati in Vaticano dal Papa.”Come faccio a usare La Mela? Quale degli Assassini ce l'ha?”chiede
Rodrigo emozionato, finalmente non deve più darsi pena, la risposta è là
a portata di mano. Leonardo ancora una volta evita di rispondere, sa
però che facendo così verrà ucciso per tradimento contro La Chiesa, non
vuole deludere l'Ordine.”Diglielo!
Dai... stai rischiando troppo. Ezio per te non lo farebbe."sussurra
Andrea all'ex amante, meglio ferito nei sentimenti piuttosto che morto!
Ma Leonardo si ostina a non rivelare nulla. Lo Spagnolo ordina ai
soldati di preparare la forca per l'impiccagione di Leonardo. Quella
triste notizia gira per tutta l'Italia, arrivando presto pure a Firenze.
L'Assassino parte subito per Roma, il suo migliore amico ha bisogno di
lui e finalmente sa dove trovarlo! Arrivato in città, corre a Castello
Sant'Angelo, infiltrandosi senza troppi sforzi al suo interno. Distratta la
sorveglianza delle guardie, giunge fino in cima alla torre, dove si
trovano le prigioni.
Sono umide e buie.
Controlla ogni singola cella attraverso le strette
sbarre, trovando finalmente l'amico.”Oh... Leonardo, come hanno fatto a prenderti?!”
“E' stato per colpa di quello che credevo il mio amante! Mi ha usato per
rubare i miei fogli!”risponde l'amico con tono aggressivo indicando
Andrea. Non potendo trarre in salvo l'artista e condurlo all'esterno del
castello senza farsi notare, Ezio torna sui suoi passi e si dirige alla
colombaia per mandare un messaggio alla sorella: Sono a Roma. Ho trovato Leonardo al Castello Sant'Angelo, è in prigione.
Devo aiutarlo! Andrea, il suo compagno, lo ha usato per sapere dove
sono nascosti gli Assassini qui in Italia. Ho sprecato la mia vita a
cercare i Templari, non capendo che gli anni passano veloci. Capisco
solo ora di amare Caterina... spero di rivederti al più presto
sorellina, voglio incontrare pure lei quando torno.
I giorni passano, ma nessuna risposta al suo messaggio giunge
all'Assassino da parte di Claudia. Mettendo da parte ogni pensiero per
la sorella e Caterina, si concentra unicamente per trovare il modo per
salvare Leonardo.
Il giorno dell'esecuzione, Andrea,
guarda la scena dell'impiccagione tra i cittadini, vicino a lui
c'è Ezio. L'Assasino lo controlla lanciandogli occhiate di
nascosto; non vuole fare danni inutili, vede che è realmente
dispiaciuto, quindi decide di aiutarlo.”Non
muoverti da qui e appena lui sarà libero fuggite, hai
capito?”sussurra al giovane. L'altro annuisce, comprendendo la
gravità di quello che sta per accadere, Leonardo intanto viene
fatto salire sul patibolo e legato, poi i soldati gli mettono la corda
intorno alla gola. Le Guardie Papali stanno attente che nessuno si
intrometta. Ezio sale sul tetto dell'abitazione più vicina alla
forca, dopodiché tira con precisione dei coltelli, uccidendo
alcune guardie.”L'ASSASSINO VUOLE LIBERARE IL SUO AMICO! UCCIDETE ENTRAMBI!"ordina
Lucrezia dal palchetto d'onore. Ma Ezio è più svelto dei nemici e
libera Leonardo, dopo essere saltato sul patibolo. Poi i due corrono da
Andrea. Alla fine l'amante insieme all'inventore fuggono dalla città
con l'aiuto dell'amico.
Salai (Andrea) e Leonardo lasciano l'Italia,
iniziando il loro viaggio verso la capitale della Francia, diretti da Re
Carlo.
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Capitolo 16 *** Fusi ***
à
16: FUSI
Ezio, rimasto a Roma dopo la partenza di Leonardo e Andrea, si nasconde
nell'edificio che ospita la Gilda Degli Assassini.
Steso sul letto
ripensa a quello che è successo qualche giorno prima.
La quasi morte di
Leonardo sulla forca lo ha scosso.
Vorrebbe rivederlo, ma non può; se
lasciasse Roma per andare a cercarlo in Francia, rischierebbe che i
Borgia scoprano dove l'artista è fuggito! Questi pensieri gli tormentano
l'anima.
Intanto a Firenze, al Palazzo dei Medici, Maria cerca il figlio e non trovandolo si reca dalla sua adepta.”Sara, mio figlio è partito un'altra volta? Se lo sai, dimmelo!”ordina.
Da quando è diventata Gran Maestro comanda gli altri Assassini senza
esitazione, ma questi sanno che lo fa per il bene dell'Ordine.“Non so dove sia Gran Maestro... è giorni che lo cerco.”
“Come fai a non saperlo? Sei la sua adepta!”
“Ho detto che non lo so! Starà cercando i Borgia come sempre!”risponde con un certo
nervosismo, alzandosi dalla poltroncina e sbattendo la porta del
salotto. Sara corre tra i corridoi, mentre il viso si riga di lacrime.
Finalmente riesce a sfogare la tensione repressa accumulata dalla morte
di Lorenzo! Cerca Erika, che ormai per lei è quasi una confidente.”Ho avuto una discussione con Maria... E ora parto per Roma. Cercherò
Ezio. Non seguirmi!”l'amica, profondamente colpita per quella decisione
inattesa, non fa in tempo a rispondere perché Sara se ne già andata
dalla sua stanza.
Sospira rassegnata.
Dalla finestra la vede partire per Roma in sella ad un
cavallo.
Dopo una cavalcata estenuante, Sara giunge alla Gilda. È
qui che trova Ezio, nella sua camera, mentre fissa fuori dalla finestra
il Colosseo.”Sara, sono stufo di cercare
vendetta...”dice appena la vede entrare.
Lei lo consola, ha paura che si metta nei guai con i Templari... e in quel momento non può permetterselo.”Allora non cercarla più. Io lo so bene cosa ti fa!”
“Hanno ucciso Petruccio, il mio fratellino preferito! Raccoglievo le
piume per lui.”a sentirlo parlare con così tanta ammirazione del
fratellino morto, lei si commuove e lo abbraccia intensamente. Lui è la
persona che più s'avvicina a un amico per lei. Le loro situazioni e
storie sono simili, ossia qualcuno a cui tenevano è stato ucciso.
Inoltre entrambi hanno interrotto ogni rapporto con le rispettive
sorelle.”Se vuoi, possiamo andare al cimitero a trovarli.”
“Nessuno di loro è là, quando sono morti sono dovuto fuggire!”spiega
triste. Nonostante siano trascorsi due anni dal fatto, ci sta
ancora male.
“Tu pensi che uccidendo il Papa li rivedrai?”
“No, ma voglio vendicarmi! È stato lui a ordinare il loro omicidio!”
“Alla festa di Maddalena ho conosciuto un soldato del Papa. Sembrava
Cesare, non so, però...”Ezio la guarda confuso, all'inizio non capisce,
poi tutto diventa chiaro. Il soldato deve essere Cesare. Si alza dalla
sedia.
”SI'! ERA CESARE IL SOLDATO CHE
HA DETTO DI NON UCCIDERTI!”grida colto da nuova consapevolezza.
Senza aggiungere altro, lascia la stanza e corre verso l'ingresso
dell'edificio. Giunto in strada, corre verso Castello Sant'Angelo. I
Borgia a quell'ora della sera cenano riuniti in sala.”La Mela, dove l'hai messa? Non era a Forlì!”
“Invece di fare la guerra con gli Sforza, era meglio corromperli...”replica Rodrigo scocciato.
“VOGLIO SAPERE DOVE L'HAI MESSA! NON M'INTERESSA ALTRO!”Lucrezia, persa nei ricordi di Augusto, sentendo il fratello gridare
sussulta sulla sedia. Non lo ha mai visto così adirato, le fa quasi
paura.
”Cesare... io... lo so! È al Colosseo, all'interno di un muro...”
“E PERCHÉ NON L'HAI DETTO SUBITO?!"ringhia alla sorella, stringendole
una mano intorno al collo, mentre tenta di soffocarla. Lucrezia porta
supplicante entrambe le mani su quella del fratello, ma in quel momento
vede un uomo entrare dalla finestra. All'inizio non crede sia possibile,
pensa sia l'effetto del rimanere senza ossigeno! Prega in silenzio che
l'aiuti, chiunque esso sia, ed è esattamente ciò che fa.”Avevi... detto che... mi avresti amata... sempre... non credevo
fosse... importante La Mela.”tenta di parlare usando la poca aria che
le rimane.
Ezio stacca violentemente il Templare dalla sorella.”NO! TU HAI PREFERITO PEROTTO! NON MI HAI AMATO!”grida furioso Cesare,
lanciando però un'occhiata incredula all'Assassino che si è introdotto
nella sala.
“E' meglio lui che una relazione incestuosa con te. La sua anima sarebbe
andata all'Inferno!”dice il Papa, rimasto a guardare quella scena con
sgomento.
“MEGLIO ALL'INFERNO, PIUTTOSTO
CHE AMARE UNO MENO IMPORTANTE DI TE!”grida suo figlio,
recuperando un coltello da sopra il tavolo e piantandolo nella gola di
Rodrigo. L'uomo cade sulle piastrelle del pavimento morto, senza un
lamento. Cesare poi fugge dalla sala, lasciando indietro la sorella e
l'Assassino, che intanto controlla se lei stia bene.
”Distruggi La Mela! È al
Colosseo. Ucciderai mio fratello? Grazie, Assassino, per avermi
salvata.”mormora
portandosi una mano alla gola. Ezio annuisce per poi correre
all'uscita; mentre esce dal portone principale vescovi e cardinali
vedendolo fuggono spaventati!
Lucrezia quella stessa sera si allontana dal Castello, non c'è più nulla
che la trattenga.
Dopo aver raggiunto l'abitazione di Perotto, i due
genitori e Augusto lasciano La Città Eterna, diretti a Genova.
A Roma Ezio corre al Colosseo, dopodiché attiva l'Occhio Dell'Aquila.
Sul muro che gli era stato indicato in precedenza da Lucrezia vede una
porticina illuminata d'oro. Stacca l'asse, nel tentativo di aprirla. Non
accortosi della presenza del Templare, dietro di lui Cesare lo colpisce
a tradimento sulla schiena. I due iniziano a combattere
nell'anfiteatro, finché non arriva Sara.
”Ezio, non ucciderlo! Io lo amo!”grida disperata.
“Non mi interessa! Ha torturato Leonardo, merita la morte!”dopo averlo
detto, infilza Cesare con la spada senza pietà, sotto lo sguardo impotente
di lei.
”Ti odio! Amavo Cesare! Un altro cadavere... perché l'hai fatto?”chiede
disperata prendendo il cadavere dell'amante tra le braccia.
Lui non le risponde e dandole le spalle recupera La Mela, distruggendola con il fuoco.
Non più tormentato dal suo passato, Ezio infine può ricongiungersi con
Caterina; poche settimane più tardi la sposa, c'è riuscito alla fine!
Il
resto degli Auditore torna a Firenze.
Erika, invece, continua la lotta
contro le ingiustizie in giro per l'Italia.
Sara parte per Istanbul e
là incontra un altro Assassino: Yusuf.
I due si innamorano, ma lei non
dimenticherà mai Cesare e come l'ha conquistata, al marito però va bene
così.
La vendetta ormai non conta più.
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