Non per amore

di Dado chan
(/viewuser.php?uid=99183)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


I due uomini avanzarono nell'enorme e fastosa anticamere uno di fianco all'altro, senza osare guardarsi o rivolgersi la parola. Per entrambi, anche se per ragioni del tutto diverse, erano passati molti anni dall’ ultima volta che erano stati convocati personalmente al palazzo imperiale.
-Signori, vi prego di accomodarvi qui. Sua grazia vi riceverà tra qualche istante. – un servitore era uscito da una massiccia porta di mogano e vi si era piazzato davanti, come a sottolineare che senza un preciso ordine, sarebbero anche potute passare delle ore prima che scoprissero il motivo della loro presenza in quel luogo .
Continuando ad ignorarsi, i due presero posto sui lati opposti di una panca che il servitore aveva loro indicato.
Minato Namikaze, si sedette sul lato destro cercando di trovare una posizione comoda su quel duro pezzo di legno finemente intagliato. I suoi curiosi occhi azzurri corsero subito a osservare le numerose guardie che si trovavano nella stanza, immobili come statue nelle loro divise rosse. Hiashi Hyuga sembrava invece a suo agio, con la schiena perfettamente dritta e le mani strette sulle gambe. Gli occhi bianchi dell’uomo erano freddi e immobili, come se fosse da sempre abituato a quelle rigide formalità.
Dopo qualche minuto la porta di mogano fu di nuovo aperta e si sentì un sussurro provenire dall’altra stanza.
-Signori, entrate pure. – Il servitore fece un inchino e spalancò la porta lasciando che gli ospiti entrassero. Se era possibile, la stanza era ancora più sfarzosa dell’altra. Un’intera parete era formata da finestre, semi coperte da pesanti tende di broccato ricamato in oro. Sulla parete opposta vi era una alta libreria su cui scaffali vi erano libri dall’aspetto molto antico. Al centro della sala c’era un robusto tavolo di legno della stessa fattura della porta. Ma la cosa più sorprendente dell’intera stanza era la parete centrale. Era interamente ricoperta da un affresco che rievocava una battaglia. I due uomini sapevano benissimo quale sanguinosa vicenda vi era rappresentata. I loro sguardi infatti, furono catturati dalla scena centrale: un guerriero dai capelli rossi, con il volto stravolto dalla rabbia, stava conficcando la lama della sua spada nel torace di un soldato dalla nera armatura. Dietro quest’ultimo, riverso in una pozza di sangue, c’era un uomo agonizzante, dai cui occhi bianchi la vita stava scivolando via. Lo Hyuga distolse lo sguardo dalla scena, facendo una smorfia di disgusto.
In quel momento un’altra porta, adiacente alla parete affrescata, venne spalancata, e fece ingresso Mito Uzumaki, imperatrice delle cinque terre. I due uomini fecero un profondo inchino, mostrando il loro rispetto nei confronti della dama appena entrata.
-Alzatevi vi prego. E prendete posto … abbiamo molte cose di cui discutere. –
I due aspettarono che la donna si accomodasse a capo del tavolo, e di sedettero ai lati opposti uno di fronte all’altro. In quel momento capirono che il confronto sarebbe stato inevitabile.
-Portate del the!- ordinò l’imperatrice e un servitore si eclissò dalla stanza dopo aver fatto una profonda riverenza.
Mito Uzumaki, era una donna minuta, dai tratti delicati. I suoi occhi scuri erano ancora vivaci, nonostante si accingesse a vivere la sua sessantacinquesima primavera. I capelli, che un tempo erano stati di un rosso brillante, come quasi tutti i membri del clan Uzumaki, erano diventati opachi e non pochi fili color argento, attraversavano la particolare pettinatura in cui erano acconciati. Era abbigliata in modo semplice, con una lunga veste di seta color ruggine, impreziosita ai bordi da ricami argento. Non portava né gioielli sfarzosi né la corona, come ci si sarebbe spettato da una persona del suo rango. L’unico simbolo che identificava in lei l’espressione del potere di tutte le terre conosciute, era un massiccio anello d’oro che portava all’anulare destro, con sopra inciso il marchio imperiale: un vortice dai contorni neri.
-Vi starete chiedendo il motivo della vostra presenza qui, e oso solo immaginare la sorpresa di entrambi nello scoprirvi insieme. – L’imperatrice aveva tradotto in parole gli stati d’animo dei due uomini, che solo in quel momento riuscirono a guardarsi negli occhi.
Dopo un lungo sospiro, la donna si coprì il volto con entrambe le mani e quando le posò intrecciandole sul tavolo, sembrava che fosse di colpo invecchiata di dieci anni.
-La verità, signori è che sono stanca! Stanca … di tutto questo dolore. Stanca di ricevere alla mia corte vedove inconsolabili e figli che chiedono giustizia per i loro genitori strappati prematuramente alla vita. Credo siate a conoscenza della sorte capitata a Shikaku Nara. – all’imperatrice avevano cominciato a brillare gli occhi nel nominare il suo fedele consigliere.
-Si mia Signora. Sono rimasto affranto anche io nell’apprendere la notizia. – Osò rispondere Minato.
-Lo stesso vale per me, vostra grazia. – intervenne Hiashi.
-Era un uomo così saggio. Aveva sempre il giusto consiglio da dare. Sapete che era diventato nonno da appena un mese? – continuò la donna rivolta ai due.
Minato lo sapeva benissimo. Il figlio del defunto Nara, Shikamaru era uno dei migliori amici di suo figlio Naruto.
Senza aspettare risposta, l’imperatrice continuò. –Tra poche ore Shikamaru e sua madre verranno qui in udienza da me. Che cosa dirò loro? Con quali parole potrò spiegare che il loro padre e marito si è trovato immischiato suo malgrado nell’ennesima disputa senza senso tra gli Uzumaki e gli Hyuga? Che è stato trafitto da un pugnale mentre cercava di proteggere un fanciullo, che come lui si è trovato nel posto e momento sbagliato? – Il tono della sua voce si era alzato e le sue mani presero a tremare.
Il servitore che poco prima era uscito, rientrò nella stanza spingendo un carrello su cui vi era tutto l’occorrente per servire il the. L’imperatrice bevve un lungo sorso di liquido ambrato e quando ricominciò a parlare la suo tono di voce aveva riacquisito un tono normale.
- Ho sempre pensato che voi due, in quanto capi famiglia, sareste stati in grado di fermare questi inutili spargimenti di sangue, ma sembra che io debba ravvedermi! -
-Mia signora, ho già preso provvedimenti affinché i colpevoli di questa situazione abbiano la giusta punizione … - cominciò Hiashi ma la donna lo interruppe subito.
-Non basta! A quanto pare imprigionare i colpevoli non funziona da monito verso gli altri! Mi dispiace, ma data la gravità della situazione sarò costretta ad intervenire io stessa! – L’imperatrice si alzò dalla sedia in un fruscio di gonne e si mise davanti alla finestra.
-Io devo garantire bene e prosperità al mio popolo! E’ inaccettabile che proprio qui nel Paese del Fuoco, sede dell’impero, regni questo clima di paura! Per questo motivo ho preso una decisione che coinvolgerà anche voi! -
La donna tornò al tavolo e dopo avervi appoggiato le braccia, si spinse avanti e guardando Minato e Hiashi negli occhi comunicò loro la ragione per la quale li aveva convocati.
-Io dispongo che tra un mese, a partire da oggi, l’erede del clan Uzumaki e l’erede del clan Hyuga, si uniscano in matrimonio e che alla cerimonia partecipino TUTTI i membri dei due clan. – Ignorando la faccia stupita dei due uomini Mito Uzumaki continuò –Stabilisco inoltre, che il primo figlio, frutto di questa unione, quando sarà opportunamente maturo, diventi imperatore delle cinque terre.- La donna si rimise a sedere, aspettando l’inevitabile reazione dei due uomini.
-Ma mia signora … voi stessa mi avete dato il permesso di concedere la mano di mia figlia Hanabi all’erede degli Inuzuka! Non posso annullare il contratto matrimoniale, sarebbe un affronto troppo grande per la famiglia! – fu la pronta risposta dello Hyuga.
-Dimenticate forse di avere un’altra figlia, Hiashi? Per l’amor del cielo! Da quanto tempo non vedete Hinata? -
- Hinata sta per diventare una sacerdotessa del tempio! Non le è più permesso di tornare a casa! – si giustificò.
-Non se sono io ad ordinarlo! Lo so che la mia decisione sconvolgerà le vite di quei ragazzi, ma tutti noi dobbiamo fare dei sacrifici per il bene dell’intero popolo! Qualche altra obiezione Hiashi? –
-No, mia signora- l’uomo stava fremendo di rabbia, ma tutto quello che poté fare fu abbassare lo sguardo.
- E voi Minato? non avete niente da dire? – si rivolse la donna all’altro suo ospite.
-Non ho allevato mio figlio imponendogli delle scelte. Ma in questo caso non credo che quello che ritengo sia il meglio per lui possa contare. Immagino che mia moglie sial al corrente delle vostre disposizioni.- lo sguardo del biondo era determinato, e già era a conoscenza della risposta della donna.
-Ovviamente! Sapete quanto sono affezionata a mia nipote Kushina. Anche per lei, il mio provvedimento è giunto inaspettato, e non ne è entusiasta. Ma alla fine ha convenuto con me che è la cosa migliore da fare! E poi Naruto ha 24 anni, è giunto il momento che prenda moglie.–
Il viso della donna si rilassò. Il suo compito ormai era finito.
- Mia Signora … e se Naruto la figlia di Hiashi, non dovessero accettare questo matrimonio?- La domanda di Minato non giunse imprevista all’imperatrice. Ma chi avrebbe mai osato non ubbidirle?
-Ti consiglio di parlare solo in vece di tuo figlio, Minato! Hinata farà quello che le ordinerà suo padre! – Lo Hyuga trafisse con lo sguardo l’uomo che gli stava di fronte.
-Avevo pensato anche a questo! Ma solo perché so quanto possa essere testardo mio nipote! Se tuo figlio o Hinata, decidessero di sottrarsi ai loro doveri e quindi disobbedire alle disposizioni della loro imperatrice, saranno immediatamente banditi dal Paese del Fuoco. Non potranno più avere rapporti di alcun genere con i loro famigliari o amici e saranno privati delle eredità che gli spettano di diritto per nascita. – Quelle rivelazioni colpirono Minato con tutto il loro peso. L’imperatrice aveva in pugno il destino di suo figlio. Naruto non avrebbe mai accettato di separarsi per sempre dai suoi genitori, e lei lo sapeva benissimo. Anche se questo significava sposare l’erede degli Hyuga.
-Mi aspetto da entrambi la massima collaborazione! Se va tutto secondo i miei piani, l’anno prossimo potreste essere i nonni dello stesso bambino! – concluse la donna felice.
-Se è tutto allora mi congedo. Manderò mio nipote Neji al tempio domani mattina stessa a prendere Hinata. –
-E io parlerò a Naruto stasera. –
-Molto bene. Vi farò avere tre copie del contatto matrimoniale. Minato, mi aspetto che Naruto vada a chiedere formalmente la mano di Hinata non più tardi di venerdì. Quando una delle copie del contratto mi verrà restituita firmata, capirò che voi e i vostri figli avete tenuto fede ai vostri impegni.-
L’imperatrice si alzò facendo capire ai due uomini che potevano andare. Dopo essersi inchinati al cospetto della donna, ed aver aspettato che lasciasse la stanza, furono condotti all’esterno del palazzo da un servitore. Minato salì sul suo cavallo sauro e partì al galoppo, mentre Hiashi salì sulla carrozza che lo attendeva. Anche se le strade che avevano preso li stavano conducendo in due luoghi diversi, entrambi sapevano che dopo quel giorno, per mani dei loro stessi figli, il destino che li aspettava era lo stesso.


*****
Spero sinceramente che non sia una mezza schifezza! Era da un po’ che volevo pubblicare questa storia, ma siccome non mi posso dedicare molto alla scrittura, ero indecisa se postarla o meno! Ce la metterò tutta per aggiornarla! 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Minato aveva sempre considerato se stesso come un uomo paziente e comprensivo. Nei suoi quarantadue anni di vita, non rammentava una sola volta un cui la collera avesse preso il sopravvento o che il suo abituale raziocinio avesse in qualche vacillato. Ma quel giorno, mentre si avvicinava velocemente verso casa, doveva ammettere che una cocente rabbia gli stava risalendo dalle viscere fino a deformargli il niveo viso. Da quando lui e sua moglie Kushina, avevano dei segreti? Spronò ancora di più il suo cavallo, e solo quando riuscì ad intravedere la sua domira tra il fitto degli alberi, i battiti del suo cuore sembrarono calmarsi un poco.
Affidò il destriero ad uno stalliere e cominciò a salire le lunghe scale che lo separavano dall’ingresso. Sperava con tutto il cuore che Naruto non fosse ancora tornato a casa. Aveva bisogno di parlare prima con sua moglie.
-Kushina?? Kushina dove sei? – di certo era insolito per i servitori vedere il padrone che entrava con irruenza nel salone e gridare in nome della signora.
-Padrone mi scusi, la signora è nella saletta verde- senza nemmeno ringraziare, Minato cominciò a percorrere a lunghe falcate il corridoio, per poi raggiungere e spalancare la porta della stanza preferita di sua moglie.
Kushina Uzumaki, era in piedi al centro della stanza. Aveva un bel vestito blu cupo, dalla lunga gonna svasata. I fluenti capelli rossi erano trattenuti indietro da un fermaglio tempestato di piccoli zaffiri. Sul quel volto così familiare, viso Minato poté leggere tutta la testardaggine della sua adorata moglie.
-Minato, sei a casa…- evidentemente si aspettava che il suo colloquio con l’imperatrice lo avrebbe trattenuto più tempo.
-Si mia cara. Hai per caso qualcosa da dirmi? – cominciò il biondo con calma.
-Sei tu che sei venuto a cercare me. Forse tu devi dirmi qualcosa. – la rossa tastò il terreno per capire fino a che punto fosse in collera suo marito. Non dovette attendere molto.
-Kushina, ti prego! smettila di fare questi assurdi giochetti con me! Lo sai benissimo che cosa sono andato a fare a palazzo e conosci ancora meglio la ragione della mia rabbia! – Minato non aveva mai alzato la voce con sua moglie, quindi per cercare di darsi un tono, si servì del vino rosso speziato dal mobiletto dei liquori.
-Come sei potuta andare da lei e pianificare la vita di nostro figlio, senza nemmeno consultarmi?!? Riesci ad immaginare il mio stupore nell’apprendere da quella donna che il futuro di Naruto è appeso ad un filo?-
-“Quella donna” è l’imperatrice, Minato. E poi parli come se avesse condannato Naruto alla forca!-
-Ma perché proprio lui? Hai tantissimi parenti maschi che potrebbero sposare la ragazza Hyuga! Noi possiamo rinunciare all’eredità del tuo clan!-
continuò Minato con foga.
-Non essere assurdo Minato! Lo sai che io e Naruto siamo i suoi parenti più stretti, dopo che mio padre e mio fratello sono morti!- rispose la rossa triste.
-Io ti conosco bene Kushina! se tu non fossi stata davvero d’accordo con i piani di tua zia, ora non staremmo qui a parlarne- insistette Minato.
La donna abbassò lo sguardo e si diresse anche lei al mobiletto dove versò una dose generosa di vino in un bicchiere. Lo svuotò tutto d’un fiato, in maniera molto poco femminile.
-Cosa vuoi che ti dica, marito mio? Che sono felice perché stiamo costringendo nostro figlio ad un matrimonio senza amore? Certo che non lo sono! Ma allo stesso tempo, io sarei ancora più fiera di essere sua madre, se grazie a lui la disputa tra il nostro clan e quello degli Hyuga avesse finalmente fine. Io…- avevano bussato alla porta e un servitore entrò facendo un piccolo inchino. -
-Signora, vi volevo informare che il signorino Naruto è appena rientrato.-
-Bene, per favore, ditegli di venire immediatamente qui e che io e suo padre gli dobbiamo parlare con la massima urgenza- Kushina congedò il servitore e si rivolse a suo marito che intanto si era seduto sua una poltrona.
-Minato, io ho bisogno di sapere che tu sei al mio fianco in questa situazione. Non sarà facile parlare a Naruto, lo sai. – la donna gli si sedette affianco e gli prese le mani tra le sue. Suo marito gliele strinse subito.
-Dici solo che non sarà facile?Sei coraggiosa moglie mia… -


Naruto Uzumaki amava occuparsi della vasta tenuta di famiglia. Alcuni dei suoi amici spesso gli dicevano che era pazzo a lavorare data la sua ricchezza, ma a lui piaceva sporcarsi le mani: considerava un onore essere sempre il primo ad assaggiare i frutti e le messi che i contadini raccoglievano, ed era entusiasta quando lo chiamavano per la nascita di un puledro. Rendersi utile lo faceva sentire libero, e l’adorazione che leggeva sul volto dei braccianti quando lo vedevano lo riempiva di orgoglio.
-Calmo Asufel! ho quasi finito!- Naruto sussurrò all’orecchio del suo bellissimo stallone, che non amava farsi strigliare. Il giovane aveva tolto la camicia per occuparsi dell’animale, mostrando così il torace scolpito. Gli occhi azzurri e i capelli color grano che aveva ereditato dal padre, attiravano spesso sguardi indiscreti di dame e contadine, ma lui preferiva non farci troppo caso.
-Signorino Naruto! ecco dov’eravate finito! – Yamato, un servitore a cui Naruto era molto affezionato, entrò, visibilmente ansioso, nel box di Asufel.
-Mi stavi cercando?- il giovane non distolse lo sguardo dall’animale e continuò il suo lavoro.
-Si signorino! I suoi genitori la stanno cercando.- rispose Yamato più calmo.
-Bene, appena avrò finito qui andrò da loro- lo liquidò Naruto.
-No, signore! sua madre ha detto che si tratta di una questione della massima urgenza!-
Naruto si infilò la camicia di mala voglia e ordinò ad uno stalliere di finire il lavoro sul cavallo. Non potevano aspettare la cena per parlargli? Il giovane entrò in casa e si diresse alla saletta verde. Sapeva di trovare lì i suoi genitori. Appena entrò nella stanza, capì che qualcosa non andava. Di solito sua madre si illuminava quando lo vedeva, adesso invece stava seduta in poltrona con lo sguardo basso. Suo padre invece gli voltava le spalle, apparentemente assorto dal panorama che si godeva dalla finestra.
-Naruto! eccoti qui!- sua madre finalmente gli sorrise, ma non era radiosa come suo solito.
-Siediti figliolo. Io e tua madre abbiamo qualcosa da dirti.- Minato prese posto vicino a sua moglie e fece segno a Naruto di accomodarsi di fronte a loro.
-Mi devo preoccupare?- chiese il ragazzo affondando nella seduta.
-Naruto… sai che oggi sono stato in udienza dall’imperatrice. – cominciò Minato serio.
-Ah si!me ne ero completamente dimenticato!Che cosa voleva?-
-Lei …- Minato si schiarì la voce cercando di trovare le parole adatte. –Naruto, lei mi ha parlato della morte di Shikaku Nara, ecco vedi …- l’uomo fece un lungo sospiro e subito sua moglie tornò a stringergli le dita tra le sue.
-Papà, dimmi cosa è successo! perché siete tutti e due così sconvolti?- Naruto stava cominciando ad agitarsi.
-Naruto … quello che tuo padre sta cercando di dirti è che mia zia, pensa di aver trovato la giusta soluzione per riappacificare la nostra famiglia con gli Hyuga. E’ convinta che se noi, i membri più importanti del clan, collaborassimo, allora le lotte di potere potrebbero cessare. E in questo frangente, entri in gioco tu! L’imperatrice ha ordinato, che tu sposi la figlia maggiore di Hiashi Hyuga … tra un mese! – Kushina aveva parlato col tono di voce più calmo possibile.
Il giovane, assimilò lentamente le parole di sua madre, e stette zitto per un tempo che parve lunghissimo, intanto il suo viso divenne prima bianco di stupore e poi rosso di rabbia.
-Cosa?!? Stai scherzando vero??- Naruto si alzò ei suoi pugni erano talmente stretti, che le nocche diventarono bianche.
-Naruto, siediti!- Minato gli appoggio le mani sulle spalle e lo fece risedere. Molto lentamente, raccontò a suo figlio del suo colloquio con l’imperatrice.
Il ragazzo non lo guardava nemmeno negli occhi, e ad ogni dettaglio che suo padre aggiungeva abbassava sempre di più la testa. Quello era un incubo o cosa?
Quando Minato ebbe finito, Naruto alzò la testa e li fissò.
-Non dici niente tesoro?- Kushina era visibilmente preoccupata per Naruto. Era raro che a suo figlio mancassero le parole.
-Che cosa vi aspettate voi due da me?- Naruto sentiva montare la collera ogni secondo di più!
Minato e Kushina si guardarono per un attimo negli occhi, prima di rivolgersi di nuovo verso il loro adorato figlio.
-Che tu faccia la cosa giusta, figlio mio.- Gli disse brevemente Minato.
-Non ci credo … davvero io non posso credere che quella vecchiaccia abbia fatto una cosa del genere! Dovrei scegliere tra lo sposare una perfetta sconosciuta, per di più una Hyuga, o lasciare per sempre voi e la mia casa?!? Voi siete le persone più importanti della mia vita –
-Naruto, lo so che sei sconvolto, ma cerca di mostrare un po’ più di rispetto per tua zia! Lei vuole solo il bene di tutti noi!- lo ammonì severa Kushina.
-Lei ha avuto rispetto per voi o per me? E la donna che mi sta costringendo a sposare fosse deforme? o avesse un carattere pessimo? O peggio ancora, se fosse una sgualdrina della peggior specie?!?- continuò incredulo il ragazzo.
-Beh … questo lo escludo. Suo padre ha accennato al fatto che era una novizia al Grande Tempio. – buttò lì Minato, sperando di non irritare ulteriormente il figlio.
-Che meraviglia! Quindi mi capiterà in sorte una frigida bacchettona! Scommetto che è talmente brutta che suo padre l’ha rinchiusa perché nessuno la vedesse!- Naruto si rendeva solo vagamente conto di essere ingiusto, ma la rabbia stava parlando al posto suo.
-Le donne Hyuga sono molto belle, Naruto! E poi non è l’aspetto esteriore che conta!- disse Kushina convinta.
-Certo! Peccato che sarò io a doverci andare a letto!-
-Naruto! Non esagerare! Comunque, se deciderai di sposarla, l’imperatrice vuole che vi fidanziate entro questo venerdì.- continuò Minato apparentemente tranquillo
-E sentiamo! La mia cara zietta ha anche deciso quante volte al giorno la devo scopare? o preferisce che la ingravidi di notte?- Naruto capì di aver passato il segno quando i suoi genitori sobbalzarono sulle poltrone.
-Non ti permetto di usare un simile linguaggio davanti a tua madre!- Minato si era alzato in piedi fremendo di rabbia. Naruto fece altrettanto.
-E allora non parlarmi di decisioni quando invece è stato tutto stabilito!- il ragazzo si volse e arrivò alla porta.
-Dove vai Naruto?- Kushina lo raggiunse poco prima che suo figlio spingesse la maniglia.
-Ora non posso nemmeno uscire senza il permesso di tua zia, mamma? Occupatevi voi di questa faccenda. Venerdì andrò a chiedere la mano … a non so nemmeno come si chiama, per la miseria!-
-Hinata …- rispose flebilmente Kushina.
Naruto lanciò un’ultima occhiata piena di risentimento ai suoi genitori e spalancò la porta. In pochi minuti raggiunse il box di Asufel e lo sellò.
-Ti va di farti una corsa amico mio?- sussurrò al cavallo prima di montarlo. Aveva bisogno di sbollire la rabbia! Spronò lo stallone al galoppo, e il vento sulla faccia lo aiutò a schiarirsi le idee. Voleva in tutti i modi non pensare a quello che stava per succedere, placare in qualsiasi maniera il tumulto che aveva nella testa. C’era un solo posto dove ci sarebbe riuscito. Per fortuna, Asufel sembrava volare tra i sentieri. Forse tra le cosce sode della sua amante Shion, avrebbe trovato un po’ di pace.


Volevo ringraziare tutti coloro che hanno letto il primo capitolo della mia storia! Spero che anche questo vi piaccia! A presto! :D

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo III ***


-…Così da quel giorno, la principessa dedicò le sue intere giornate ad ascoltare i problemi dei suoi sudditi, e mai più nessuno, né a Kadiri né nei reami vicini, osò mai più chiamarla “Principessa Sventura”. – Hinata chiuse il libro di favole e lo appoggiò accanto a sé sull’erba fresca.
Venti paia di limpidi occhioni la stavano fissando rapiti e sul viso della giovane apparve un dolce sorriso che sembrò renderla ancora più bella. Hinata buttò dietro le spalle la semplice treccia in cui erano trattenuti i suoi lungi capelli color blu notte, e lisciò sulle ginocchia la veste grigia che tutte le novizie indossavano. Era una tunica informe e ruvida, cucita in modo da nascondere perfettamente le forme delle donne che la portavano. Con i suoi grandi occhi perlacei, contornati da lunghe ciglia, scrutò i bambini che le sedevano attorno.
-Allora bambini, che cosa ha voluto insegnarci questa favola?- le mani dei piccoli volarono verso l’alto, e tutti speravano di essere chiamati per esprimere la loro opinione.
-Vediamo … Tomoe! – Hinata indicò una fanciulla minuta, dai folti capelli castani.
-Beh … che non bisogna pensare solo per sé stessi!- disse timidamente la bambina.
-Molto brava! e tu Masamu? – il bambino era arrivato da poco al tempio, era ancora un po’ diffidente nei confronti di Hinata, ma la ragazza sapeva che si sarebbe inserito perfettamente.
-Forse che se uno è ricco deve dare da mangiare anche a chi è povero- riuscì a dire il bambino.
-Bravissimo Masamu! sono perfettamente d’accordo con te, sai? – lo elogiò Hinata.
La sua lezione fu interrottà da una sua compagna, che corse sotto la quercia dove Hinata e i bambini erano seduti.
-Hinata! mi manda Shizune, ha detto che la devi raggiungere nello studio. Starò io con loro fino al tuo ritorno. -
Hinata, che non poteva discutere gli ordini di una sua superiore, si avviò giù per i campi, dove molte delle sue compagne stavano seminando la terra. Raggiunse la porta del Tempio quasi di corsa. Voleva ritornare dai suoi bambini al più presto. Arrivata davanti alla porta di Shizune bussò leggermente e spinse l’uscio.
-Hinata mia cara! Vieni pure avanti!- Shizune era la sacerdotessa più importante del Tempio.
-Cosa posso fare per voi?- chiese ossequiosa la ragazza.
-Hinata, poco fa è arrivato un giovane che desidera parlarti. Tu sai benissimo che l’ingresso è severamente vietato agli uomini, ma date le circostanze, ho dovuto fare un’eccezione. Ora ti chiedo, vuoi che io resti con te mentre parlate, o desideri che vi lasci soli?- Shizune mise una mano sulla spalla della ragazza, capendo immediatamente le sue incertezze.
-Oh rimanete, vi prego!-
La donna le sorrise e andò alla porta per far entrare il loro ospite. Dall’uscio entrò un uomo alto dai fluenti capelli castani. Anche se non lo vedeva da cinque anni, Hinata riconobbe subito suo cugino Neji.
-Neji!!- anche se era proibito alle novizie anche solo posare lo sguardo su un uomo, Hinata corse ad abbracciare il nuovo arrivato al colmo della gioia.
-Hinata, sei diventata una giovane donna!- Neji ricambiò l’abbraccio di sua cugina, stringendola forte a sé. Le era sempre stato molto affezionato.
-Che cosa ci fai qui?Mio padre e Hanabi stanno bene, vero?- la giovane si preoccupò subito di chiedere dei suoi famigliari, data l’improvvisa visita di suo cugino.
-Hinata, tuo padre mi ha mandato qui. Non posso spiegarti niente, ma ti pregherei di prendere subito le tue cose. Ho l’ordine di portarti al più presto a casa Hyuga.-
-M – ma mi è proibito lasciare il tempio, lo sai- Hinata guardò verso Shizune, che le sorrise dolcemente.
-Hinata non c’è niente che io possa fare! Va a preparare le tue cose, cara. Sono sicura che c’è una ragione importante per la quale ci devi lasciare.- Shizune la spinse fino a fuori la porta.
Hinata, percorse i lunghi corridoi del tempio fino a raggiungere la stanza che divideva con altre quattro ragazze. Quasi meccanicamente, mise in un piccolo baule i suoi pochi effetti personali. Nella sua mente si stavano facendo largo le risposte più terribili a quell’improvvisa visita di Neji.
Quando ebbe finito, guardò con tristezza la stanza in cui aveva dormito per nove lunghi anni. Aveva la sensazione che non avrebbe mai più visto quel luogo.
Shizune e Neji la stavano aspettando fuori dal tempio, vicino ad una carrozza. La giovane teneva la testa bassa: non voleva voltarsi indietro, né voleva guardare la strada che l’avrebbe portata via dai suoi affetti.
-I- io non ho salutato i bambini!- calde lacrime cominciarono a bruciarle gli occhi, e anche se tentò di ricacciarle indietro, una riuscì a bagnarle la guancia.
-Lo farò io per te! – le disse Shizune per confortarla.
-Questo non è un addio, vero?- ormai le lacrime scendevano copiose dagli occhi perlacei della giovane, e la sacerdotessa gliele asciugò con le mani indurite da tanti anni di lavoro.
-Qui sarai sempre la benvenuta, mia cara!Adesso vai, e ti prego di affrontare gli ostacoli che ti attendono con la forza d’animo che mi hai mostrato di avere- la salutò definitivamente la donna.
I due giovani salirono sulla carrozza senza proferire parola. Ci vollero quasi due ore di viaggio, prima che la carrozza entrasse a Konoha, e Hinata sentì l’ansia prendere il sopravvento. Cominciò a respirare profondamente per scacciarla.
Neji si accorse dello stato d’animo di sua cugina e si sentì impotente perché non poteva fare nulla per risollevarle il morale. Ora stavano attraversando il giardino della tenuta Hyuga, e Hinata guardò tristemente fuori dal finestrino. Nulla era cambiato in quel luogo. Le aiuole erano perfettamente uguali l’una all’altra, i fiori crescevano rigogliosi e la serra della sua defunta madre si erigeva ancora imponente in mezzo a tutto quel verde. Tutto era uguale a come la giovane lo rammentava: era lei a non essere più la stessa bambina che correva in quei prati.
Quando la carrozza si arrestò davanti all’ingresso dell’imponente dimora, Neji aiutò sua cugina a scenderne.
-Hiashi sama ti sta già aspettando. Quando avrai finito con tuo padre, se non sarai troppo stanca, ti vorrei presentare mia moglie, Ten Ten.- disse Neji mentre l’accompagnava nel salone.
-Perdonami Neji! ero così sovrappensiero che non mi sono congratulata per le tue recenti nozze!-
-Non dartene pensiero, avremmo modo di parlarne- Neji precedette Hinata nella stanza, ma appena vide suo zio si fermò.
-Zio, vi ho portato Hinata, come vi avete chiesto.- il ragazzo fece un piccolo inchino e si congedò, chiudendo la porta.
Hinata guardò suo padre, che in quei cinque anni non sembrava invecchiato per niente. Il suo istinto di figlia, la spingeva per abbracciarlo. Ma Hiashi non aveva mai tollerato le dimostrazioni di affetto da parte delle sue figlie, considerando la manifestazione dei sentimenti come una grave debolezza, quindi Hinata si limitò a inchinarsi davanti a lui.
-Hinata, figlia mia. Sei un’ adulta ormai. Assomigli molto alla tua povera madre- constatò l’uomo col volto impassibile.
-Padre, è per un sollievo scoprirvi in salute. Sono stata così preoccupata per tutto il viaggio fino a qui.- gli disse sincera la ragazza, imitando suo padre che si sedeva su uno dei divani del salone.
-Il motivo per cui sei qui è ben più grave, Hinata. La sorte ha deciso di burlarsi ulteriormente della nostra famiglia, e anche questa volta noi Hyuga saremmo costretti a sottostare al volere di un Uzumaki.- finì l’uomo livido di rabbia.
Hinata sapeva quanto fosse radicata nell’uomo, la convinzione che il trono imperiale spettava agli Hyuga e che gli Uzumaki fossero degli usurpatori che si erano approfittati del suo clan, che tanti secoli prima, gli era alleato.
-Hinata, domani a mezzogiorno, verrà qui l’erede degli Uzumaki. Lui mi chiederà la tua mano e io non potrò fare altro che concedergliela. Il matrimonio avrà luogo il 15 di Aprile.-
Quella notizia fu così inaspettata che la ragazza per qualche minuto non seppe cosa dire.
-M – ma padre!Io sto per diventare una sacerdotessa del Grande Tempio!Non posso prendere marito!- osò dire alla fine.
Suo padre di certo si aspettava che la giovane accettasse il suo destino senza fare obiezioni, e si contrariò notevolmente nei suoi confronti.
-Dimenticati del tempio!! Non vi farai mai più ritorno!- le rispose risoluto.
-Perché avete accettato la sua proposta? Voi odiate gli Uzumanki!-
L’uomo sbatté con violenza il pugno chiuso sul basso tavolino di fronte a lui. I ninnoli che vi erano appoggiati caddero rovinosamente a terra.
-Questi sono precisi ordini dell’imperatrice! Mai per mia scelta avrei permesso che mia figlia, unisse il suo sangue con uno di loro! –urlò Hiashi con disprezzo. -Tu sposerai quell’uomo Hinata, e farai in modo si dargli al più presto un figlio.- Hiashi considerò chiuso la conversazione tanto che si alzò e si incamminò verso la porta.
Hinata stava tremando. Le sembrava di aver perso il controllo del suo stesso corpo. Lei non poteva unirsi ad un uomo! sarebbe stata esclusa per sempre dal tempio come sacerdotessa! Si alzò dal divano e raggiunse suo padre, che stava per uscire in giardino.
-Io non mi sposerò padre! Mi avete capita? Preferirei morire, piuttosto che rinunciare al mio noviziato!- gridò la ragazza in preda alla disperazione.
I giardinieri guardavano come pietrificati la scena. Quell’atto di ribellione per Hiashi fu peggio di un insulto. Col volto deformato dalla collera, si avvicinò a sua figlia e prima che lei riuscisse a capirne le intenzioni, le tirò uno schiaffo talmente forte sul viso, da farla cadere sul prato appena tagliato.
-Tu! come osi parlarmi in questo tono e umiliarmi davanti ai servi?Cosa ti fa pensare di avere scelta, stupida ragazza?Ora vai nella tua stanza, non voglio vederti fino a domani- Hiashi diede un’ultima occhiata alla ragazza stesa per terra prima di incamminarsi verso la serra.
Hinata era in preda ai singhiozzi e non riusciva a trovare la forza per alzarsi. La guancia dove suo padre l’aveva colpita, le pulsava ancora di dolore. Vagamente si accorse di due braccia gentili che l’aiutarono a rimettersi in piedi. Poco dopo si ritrovò nella sua vecchia camera, seduta sul letto. Hanabi, sua sorella minore, e un’altra donna dai capelli castani, che non aveva mai visto prima, stavano cercando di distribuirle sul viso un unguento dal forte odore di menta.
-Hinata, cerca di calmarti ti prego. Le lacrime lavano via l’unguento e non farà effetto così.-
-D- dimmi c-cosa è successo!Q- qualcuno me lo d-dica, vi s-scongiuro!- gridò la ragazza in preda a una crisi di nervi.
Hanabi le spiegò per sommi capi dell’inaspettata convocazione del loro padre a palazzo e del colloquio che aveva avuto con l’imperatrice.
-Così quella ha deciso che devi sposare suo nipote. Forse la sua mente contorta, è convinta che gli Uzumaki e gli Hyuga la smetteranno di farsi la guerra. Io dico che non servirà a un bel niente!- finì sua sorella convinta.
-Hanabi san, non parliamo di queste cose adesso. Hinata è troppo sconvolta. Falle preparare un po’ di thè al laudano, piuttosto. L’aiuterà a calmarsi e farla dormire un pò- l’altra donna spinse la giovane Hyuga verso la porta, per poi tornare da Hinata.
-Io sono Ten Ten, la moglie di tuo cugino. Sono così dispiaciuta per quello che ti è successo… .- le disse candidamente la ragazza. Prese una spazzola dal comò e sciolse quello che era rimasto della treccia di Hinata. Le spazzolò i capelli delicatamente e quel ritmico movimento fu un toccasana per i nervi scossi della giovane.
Dopo qualche minuto, Hanabi fece ritorno con il vassoio del thè. Hinata lo bevve a piccoli sorsi, sperando che la tintura sciolta al suo interno facesse subito effetto. Le sembrava di essere in trance. Mentre scivolava nel sonno, cercò di convincersi che quello era solo un brutto sogno. L’indomani si sarebbe svegliata al Tempio, nella sua spoglia stanza e circondata da tutto quello che la rendeva felice.


Sono felicissima che questa storia stia trovando tanti consensi!!Grazie mille a chi mi sta seguendo!spero di non deludervi! :D
PS: Non sto mettendo più i titoli ai capitoli, perché perdo troppo tempo a trovarne! Spero che vadano comunque bene!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Hinata guardò ancora stupita l’immagine che le rimandava il grande specchio. Era davvero lei quella fanciulla? Erano cinque anni che non si vedeva riflessa, e stentò a riconoscersi in quella giovane e triste donna. Quando era diventata così alta? E quando il suo viso aveva perso le tipiche fattezze dell’infanzia? Al Tempio era vietato avere specchi, perché la vanità era una delle cose a cui si doveva rinunciare per diventare sacerdotesse.

Grazie al laudano, aveva dormito tutto il giorno precedente, fino a quel mattino. Quando si era svegliata aveva constatato con dolore che non si trovava nella sua stanza al tempio. Era nella sua vecchia camera, a casa Hyuga.

Appena si erano accorte che si era destata, le cameriere si erano affannate attorno a lei: le avevano portato la colazione, che la giovane aveva appena toccato, e l’avevano aiutata a fare il bagno. Hinata, che non era più abituata a tutte quelle attenzioni, aveva cercato di farle andare via, ma era stato ordinato loro di non lasciarla sola.

Forse suo padre aveva paura che si togliesse la vita, piuttosto che incontrare l’uomo che stava per sposare. Il solo pensare a quello che stava per succedere le fece risalire le lacrime agli occhi.

-No! ti proibisco di piangere Hinata! Tra poco gli Uzumaki saranno qui, e ci è voluto un sacco di tempo per mascherare le occhiaie e il pallore del tuo viso! – Hanabi si era impegnata molto nell’aiutare le cameriere a sistemarla.

Lei non possedeva più degli abiti, quindi Ten Ten gliene aveva prestato uno dei suoi. Era un vestito semplice di un lilla chiaro. La gonna era morbida e leggermente gonfia mentre il corpetto, di un tono più scuro, le fasciava perfettamente la vita sottile ma la stringeva sul petto, a causa della differenza tra i suoi seni e quelli di Ten Ten, che erano più piccoli. Sulle maniche erano ricamati dei fiori color crema. I capelli le ricadevano lisci sulle spalle, trattenuti solo da un lato da una piccola forcina a forma di fiore. Infine le avevano applicato sul viso un qualche tipo di cosmetico, di cui Hinata ignorava perfino l’esistenza. Le avevano anche colorato la bocca di un tenue rosa.

Appena fu pronta, lei e Hanabi raggiunsero Hiashi nel suo studio, dove avrebbero firmato il contratto matrimoniale. Hinata non riuscì a guardare suo padre. Prese posto su una poltrona, il più possibile lontano da lui. Era talmente nervosa che cominciò a tormentare la stoffa della gonna. L’ultima sua speranza era che il giovane Uzumaki non si presentasse per chiederla in sposa.


Naruto e i suoi genitori, erano quasi arrivati a casa Hyuga. Lui si era rifiutato di andare con loro in carrozza, preferendo montare Asufel. Il suo umore non era migliorato, da quando Minato e Kushina gli avevano detto del matrimonio. Nemmeno le ore di passione trascorse con Shion, gli avevano giovato. Anzi, dopo che avevano consumato l’amplesso, le aveva detto del matrimonio e la donna aveva avuto una crisi isterica in piena regola. A nulla erano valse le rassicurazioni del biondo:lui non intendeva cambiare la propria vita una volta sposato, quindi non avrebbe rinunciato alla loro relazione.

-Naruto! … Naruto!! -
Il giovane portò Asufel vicino alla carrozza da dove sua madre lo stava chiamando.
-Tesoro, ricordati che ci sarà anche Jiraya, in rappresentanza dell’imperatrice. Mi aspetto un comportamento irreprensibile da parte tua!-
Il giovane preferì non risponderle. Quella vecchia megera di sua zia aveva pensato a tutto! A Naruto venivano ancora i brividi nel ricordare ad alcune clausole del contratto, che gli avevano consegnato il giorno prima. Per non pensarci, il giovane spronò Asufel al piccolo trotto, entrando così nei cancelli di casa Hyuga. Proprio davanti all’ingresso si era appena fermata un’altra carrozza da cui scese un uomo anziano. Naruto lo riconobbe subito e lo salutò con rispetto.

-Oh!Il giovane Uzumaki!finalmente vedremo imbrigliato lo scapolo più ambito di Konoha! – disse Jiraya gioviale. Poi aiutò Kushina a scendere dalla carrozza e salutò affettuosamente Minato.

Dei servitori subito corsero ad occuparsi dei cavalli, mentre dalla porta d’ingresso della casa, uscì un uomo alto dai lunghi capelli castani. I suoi freddi occhi bianchi, si posarono duri sul giovane biondo. Naruto non ci mise molto a capire che quello era il suo futuro suocero. Ma se pensava di impressionarlo, si sbagliava di grosso. Il ragazzo sostenne il suo sguardo senza cedere.

-Hiashi! da quanto tempo!- Jiraya salì le scale e strinse la mano al padrone di casa.
-Benvenuti in casa mia. Direi di non indugiare, Hinata ci sta a spettando nel mio studio- disse l’uomo sbrigativo.

Il gruppetto seguì Hiashi negli ampi corridoi della dimora, fino ad una stanza molto illuminata. C’erano due ragazze ad attenderli. Quella che stava in piedi vicino alla scrivania, non poteva avere più di 17 anni. L’altra era seduta su una poltrona, vicino alla finestra, e il suo viso era rivolto verso di essa.

-Hinata!Alzati immediatamente! Dove sono finite le tue buone maniere?- Hiashi Hyuga si era rivolto duramente alla ragazza seduta, che solo in quel momento si voltò verso di loro.

-S-scusatemi padre! non vi avevo sentiti entrare- si giustificò la giovane imbarazzata, alzandosi dalla poltrona e raccogliendo le gonne in una riverenza. Fu in quel momento che lo sguardo dei due promessi sposi si incontrò.

Naruto ringraziò in silenzio la sua buona sorte. Quella ragazza era semplicemente meravigliosa! Il giovane la guardò a lungo, facendo vagare il suo sguardo dai lineamenti delicati del viso, fino alla scollatura del vestito, che mal celava le perfette rotondità dei suoi floridi seni.

Naruto spostò di nuovo gli occhi sulla sua faccia e la ragazza si affrettò a guardare da un’altra parte. Forse non voleva farsi scoprire a guardarlo. Osservandola attentamente, Naruto si accorse che c’era solo una cosa che guastava la perfezione di quel viso: su una candida guancia, si vedeva un segno rosso a dimostrazione che era stata colpita.

-Naruto, convengo con te che la bellezza di Hinata distragga da tutto il resto, ma non hai qualcosa da chiedere a Hiashi?- Jiraya mise una mano sulla spalla del giovane, costringendolo a voltarsi verso il padrone di casa. Naruto si accostò allo Hyuga come se si avvicinasse ad un plotone di esecuzione. La tensione nella stanza era palpabile.

-Signor Hyuga, mi presento qui oggi in casa vostra, per chiedervi il permesso di sposare vostra figlia Hinata.-
Hiashi attese qualche secondo. Guardò con freddezza prima Naruto, poi sua figlia.
-Avete il mio permesso. – rispose brevemente l’uomo.

Naruto prese dalla tasca della giacca il sacchetto con l’anello che gli aveva dato sua madre. Si portò davanti a Hinata e dopo un breve inchino, le prese la mano sinistra, dove infilò l’anello all’anulare. Quello calzò perfettamente, come se fosse stato creato per quella mano. Osò guardare la ragazza negli occhi e si accorse che era sull’orlo delle lacrime. Il petto si alzava e abbassava velocemente e le labbra erano serrate nello sforzo di non far uscire nessun suono che la tradisse.

-Congratulazioni miei cari!- Kushina andò ad abbracciare suo figlio e la sua fidanzata, mentre l’atmosfera nella stanza parve rilassarsi un po’.
-Direi di passare alla firma del contratto, così dopo potremmo brindare!- Jiraya, aveva disposto le tre copie del contratto sulla scrivania.
-Immagino che ne abbiate letto tutti i termini…- disse il vecchio mentre intingeva la penna nel calamaio.

-I- io non l’ho letto. Non ne ho avuto il tempo- tutti i presenti si girarono verso Hinata, che si era avvicinata alla scrivania.
-L’ho fatto io per te, Hinata. Procediamo pure.- le rispose subito suo padre. Naruto osservò la ragazza abbassare lo sguardo rassegnata.
Dopo che i due giovani ebbero firmato il contratto, Hiashi fece portare del vino bianco da un servitore. I calici furono riempiti, e Kushina allietò tutti con il suo chiacchiericcio incessante. Intanto nella stanza entrò una coppia di giovani, che furono presentati come il nipote di Hiashi, Neji e sua moglie.

Naruto intanto, non riusciva a staccare lo sguardo da Hinata, che si era di nuovo seduta sulla poltrona vicino alla finestra. Non aveva nemmeno assaggiato il vino dal suo calice.
-…cosa ne pensate?- Jiraya stava guardando lui e Hinata con aria interrogativa, ma i due giovani non avevano sentito una sola parola.
-Riguardo cosa?- si affrettò a chiedere il biondo.
-L’imperatrice aveva pensato che il luogo ideale per le nozze sarebbe l’antico maniero degli Uzumaki. Gli ospiti saranno molti, ed è il solo luogo abbastanza grande per accoglierli tutti. Ovviamente tutta la cerimonia e il banchetto saranno un regalo da parte dell’imperatrice. – fini Jiraya, soddisfatto di aver dato quella belle notizia.

-Se non vi spiace di questi dettagli vorrei parlarne personalmente con Hinata. Hiashi, mi date il permesso di scambiare qualche parola con vostra figlia?- Naruto aveva colto al volo l’occasione di stare da solo con la ragazza.
-Potete. Ma tenete a mente che vi trovate sotto il mio tetto. – gli rispose l’uomo glaciale.

Naruto, da gentiluomo, porse la mano a Hinata e l’aiutò ad alzarsi. Lei non lo guardò, limitandosi a precederlo fuori dalla stanza. Poco dopo si ritrovarono in giardino e Hinata finalmente riuscì a respirare a pieni polmoni.
-Vi sentite meglio?- Hinata non si aspettava quella domanda da parte del giovane.
-S-si grazie.- disse timidamente.
-Mi piacerebbe molto vedere l’interno della serra. Mi accompagnate?- senza aspettare risposta da parte della ragazza, Naruto si incamminò verso la serra. A Hinata non restò che seguirlo.

Hinata notò che anche da dietro, le spalle di Naruto erano larghe e solide, evidenziate dalla giacca blu cupo che indossava. I pantaloni beige erano infilati in lucidi stivali marroni da cavallerizzo, mettendo in risalto la lunghezza delle gambe. La ragazza si sorprese di come i raggi del sole sembrassero giocare con i capelli di Naruto: si amalgamavano perfettamente con quel biondo splendente.

Una volta entrati nella serra, Naruto cominciò a osservare i fiori colorati che vi crescevano ed a ispirarne il profumo. Hinata si sedette su una panchina e cominciò a rigirare l’anello che le aveva messo al dito. Lui si aspettava che gli dicesse qualcosa?
-Non è di vostro gradimento?- Naruto se ne stava in piedi davanti a lei e osservava il suo gioco con il gioiello.
Hinata guardò l’anello come se lo vedesse per la prima volta. Era di oro bianco, e le pietre che lo componevano erano disposte a fiore. Quella al centro era un enorme rubino di un rosso intenso.

-Oh, no! È bellissimo … ma io non sono abituata a portare gioielli.-
-Siete la prima donna a cui sento dire una cosa del genere. Ma parlando d’altro … siete d’accordo col celebrare le nozze al castello? Io volevo qualcosa di più semplice.- Naruto non avrebbe voluto parlare di quel maledetto matrimonio, ma aveva bisogno di distrarsi. Quella ragazza lo stava attirando fin troppo!

Hinata si stupì nel sentirgli dire qualcosa del genere. Non aveva l’aria di uno che si intendesse di organizzazione di eventi simili.
-A me non importa. Visto che sono obbligata a farlo, un posto vale l’altro.-
-Sembra che non siate molto felice di nozze …- replicò il ragazzo con aria divertita.

Hinata si sentì presa in giro. Come se lui non sapesse a cosa era stata costretta a rinunciare! In quel momento avrebbe dato qualsiasi cosa per togliergli quel sorrisetto sprezzante dal viso.
-Mi volete far credere che voi avete fatto i salti di gioia nell’apprendere di questo matrimonio? Sapete, non sembravate esattamente felice, quando avete chiesto a mio padre di sposarmi!! Ma forse mi sono sbagliata!!- Hinata riversò in quelle parole tutta la frustrazione e la rabbia che provava.

Vide un sopracciglio di Naruto alzarsi a formare un curva sulla sua fronte. Ora sul suo viso si leggeva anche una dose genuina di stupore, insieme al solito ghigno divertito. Forse era stata troppo sgarbata …
-I- io … perdonatemi vi prego … - Hinata si alzò dalla panchina e gli diede le spalle, cercando di riacquistare la sua calma abituale.
Naruto intanto, fissava ancora la giovane sbigottito. Cosa diavolo era successo? Un secondo prima era timorosa e taciturna, quello dopo lo stava apertamente sfidando a contraddirla. Aveva colto in quegli occhi perlacei un barlume di passione che gli aveva rimescolato lo stomaco.
Forse giocava solo a fare la timida ... quello che la signora ignorava è che anche a Naruto piaceva giocare! E lo avrebbero fatto seguendo le sue regole!

-Hinata, se non sono inopportuno, posso chiedervi quanti anni avete?- le chiese con finta indifferenza.
-Non lo siete … ne ho compiuti 20 lo scorso dicembre. -
-E quanti ne avevate quando siete entrata al tempio?- continuò il ragazzo
- 11 …- si limitò a rispondere la ragazza, non capendo dove lui volesse arrivare.
-Capisco. Beh, immagino che laggiù insegnino alle signorine cose tipo le buone maniere, o come essere una brava moglie…-

-Nulla del genere! Siete totalmente in errore!L’unica cosa che insegnano al Tempio è a essere se stessi!- rispose la giovane di nuovo infervorata.
-Come pensavo … quindi immagino siate del tutto impreparata ad affrontare, come dire … i fatti della vita!- Naruto le si avvicinò fissandola intensamente negli occhi.

-C – cosa intendete? – a Hinata non piaceva più quella situazione. Si era accorta che qualcosa nel giovane era cambiato. Nel tentativo di allontanarsi da lui, aveva cominciato ad arretrare, fin quando non si trovò con la schiena contro una delle vetrate della serra.

-Ma perché sprecare tempo a parlare, quando invece posso mostrarvelo?- Naruto mise le braccia ai lati della testa della ragazza, bloccandola tra lui e la vetrata.
-C-cosa credete di fare?! Lasciatemi passare o mi metto ad urlare!- Hinata gli premette una mano sul petto per cercare di allontanarlo.
Naruto le si avvicinò ancora di più, chinando poi la testa verso il viso della giovane.
-Non che non lo farete, avevo giusto intenzione di chiudervi la bocca.- le sussurrò all’orecchio prima di premere le labbra su quelle della ragazza.

Hinata cominciò a tempestargli il petto di pugni, ma il ragazzo le bloccò le mani dietro la schiena cercando di aprirsi con la lingua un varco tra le labbra serrate della giovane. Quando riuscì a invaderle, iniziò ad assaggiare avido quella bocca, come si fa con un frutto succoso. Il giovane si accorse di volere di più! Mentre sentiva il sangue arrivargli ai lombi, premette la mano su una natica di Hinata, sentendola rotonda e soda anche da sotto il vestito.

La giovane, intanto non aveva smesso per un attimo di cercare di allontanarlo da sè, sentendosi umiliata e furente per quell’intimo contatto non voluto. Ma quando ormai le sembrava di soffocare sotto la calda pressione di quelle labbra, Naruto si staccò da lei ansante, facendo qualche passo indietro.

-V- voi, a-avete completamente perso il senno!! Come avete osato?- gli gridò furente la ragazza, sentendosi il corpo e il viso in fiamme.
Naruto respirò profondamente per cercare di riprendere il controllo sul proprio corpo. Non si era aspettato che quel semplice bacio, datole solo per stuzzicarla, gli avrebbe procurato un’eccitazione così potente! Ma non le avrebbe fatto capire quanto l’avesse sconvolto!

-Osato? Forse dimentichi che tra meno di un mese tu sarai mia moglie. Quando questo avverrà, ti assicuro che non mi limiterò a baciarti! –
Se era possibile, Hinata divenne ancora più rossa in viso.
-N- non vi ho dato il permesso di usare questo tono confidenziale!- Hinata si sentiva sul piede di guerra. Non gli avrebbe permesso di soggiogarla!

-E io non te lo chiedo. Ma sai, lo scopo principale di queste nozze, è quello di concepire un figlio, nelle cui vene scorra il sangue degli Uzumaki e degli Hyuga. Mi aspetto che la mia sposa sia molto collaborativa in questo senso!- continuò Naruto malizioso.
-Smettetela di parlarmi così! Non mi piegherò al vostro volere! I-io vi odio!- gridò la ragazza in preda alla collera.
Naruto si limitò ad alzare le spalle.
-I tuoi sentimenti nei miei confronti, mi sono del tutto indifferenti. Inoltre conosco tanti modi, tutti molto piacevoli, per …”piegarti” alle mie voglie, mia signora. -

Hinata ci mise un po’ a capire l’insinuazione celata dietro quella frase. Sentiva il cuore battere impazzito nel petto. Come faceva a pronunciare parole così scandalose, come se niente fosse?
-Ragazzi! Eccovi qui!- prima che Hinata riuscisse a rispondere, fu interrotta dall’arrivo di Kushina e di tutto il gruppo che fino a poco prima era nello studio di casa Hyuga.

Se qualcuno di loro si era accorto delle facce stravolte dei due giovani, non lo diede a vedere.
-Naruto, Hiashi ha degli impegni importanti, quindi noi dovremmo andare. Tutto bene tra voi?- chiese la donna sorridendo rassicurante a Hinata.
-Si, signora- si ritrovò a rispondere la ragazza. Se solo avesse potuto dirle che razza di bastardo era suo figlio!
-Jiraya, potete dire a mia zia che io e Hinata accettiamo di sposarci al maniero.- disse il biondo senza smettere di fissare la sua fidanzata.

-Inoltre, Hiashi, mi sono permesso di invitare Hinata all’inaugurazione della nuova area del parco di Konoha, la settimana prossima. Sempre che voi le diate il permesso…- il giovane la sfidò con lo sguardo a contraddirla.
-Certo, ma Neji e Ten Ten l’accompagneranno. – disse l’uomo impassibile.

Finalmente il gruppo uscì dalla serra fino al giardino, dove Asufel e le carrozze erano già pronte. Naruto si avvicinò ad Hinata e le prese la mano per baciarla, ma la ragazza non lo guardò nemmeno in viso.

Il giovane montò agilmente il cavallo e dopo aver fatto un cenno di saluto agli altri, parti al trotto verso l’uscita della villa. In lui era ancora vivido il ricordo del bacio che aveva dato a Hinata: aveva avvertito della passione dietro la reticenza della ragazza.
Era assurdo come le cose potevano cambiare nel giro di pochi attimi: ora non vedeva l’ora che quella ragazza fosse sua!


Scusate il ritardo!! Ma ho approfittato di questo bel tempo per stare un po’ fuori casa, finalmente! Che dire … il capitolo è abbastanza lungo, e a dirla tutta non mi piace molto! Alla fine si sono incontrati!  spero di non aver deluso chi si aspettava qualcosa si idilliaco tra i due! Ci sarà tempo per quello! Il prossimo sarà un capitolo di passaggio, per così dire, poi finalmente saranno celebrate le nozze!! Spero che vi piaccia!! Grazie mille a chi segue la mia storia! Lo apprezzo molto! alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Erano ormai passati sette giorni, dalla visita di Naruto a villa Hyuga, e Hinata poco alla volta, aveva preso piena consapevolezza di quello che stava per succederle.

Non erano state le visite incessanti e inopportune, dell’intero clan Hyuga a casa loro, durante le quali zii e cugini di ogni grado, si erano lamentati aspramente della decisione di darla in sposa ad un Uzumaki, minacciando di boicottare il matrimonio. Solo l’inflessibilità e la durezza di Hiashi, erano riusciti a scongiurare una spaccatura all’interno della famiglia. Nessuno di loro si era preoccupato di chiedere a lei come stava o come si sentiva nell’essere stata strappata al suo piccolo mondo perfetto.

Non era stato nemmeno il fatto di dover decidere a quale delle tante modiste che l’avevano contatta, dare l’incarico di cucire il suo abito da sposa. Hinata non si intendeva di moda: pizzi, brillanti e stoffe pregiate erano frivolezze a cui lei aveva da tempo rinunciato. Aveva delegato a sua sorella e a Ten Ten questo importantissimo compito, come loro lo definivano.

Era stato quell’unico, violento bacio, che il suo futuro marito le aveva strappato, a farle capire l’enormità del passo che stava per compiere. Ne bastava il solo ricordo perché il suo corpo fosse percosso dai brividi … di che natura, la giovane aveva evitato di chiederselo.

E mentre la ragazza,quasi inconsapevolmente, posava le dita sulle labbra, la carrozza che la stava conducendo ad un altro loro incontro si fermò, segno che era arrivata a destinazione. Il primo a scendere fu Neji, che subito aiutò sua moglie. Poi fu la volta di Hanabi, che si era unita a loro quando aveva saputo che anche Kiba avrebbe partecipato all’evento.

Alla fine, Hinata prese la mano che le veniva porta come aiuto, e quando scese dall’abitacolo, si accorse che apparteneva alla persona che tanto l’aveva turbata: Naruto, sorridendo malizioso, si portò la sua mano alla bocca per baciargliela.

-Buongiorno mia signora. Hai passato una buona settimana?- le chiese lui, portandosi il braccio di Hinata sotto il suo.
-Si, grazie. E la vostra com’è stata?- si informò la ragazza, usando un tono forzatamente leggero. Intanto stavano attraversando l’entrata del parco. Neji, Ten Ten e Hanabi camminavano qualche metro davanti a loro.
-Buona … ma vedo che seguiti ad essere formale nei miei riguardi. Potrei anche decidere di offendermi!- Naruto sorrideva, e la giovane capì che voleva di nuovo burlarsi di lei. Ma stavolta non l’avrebbe trovata impreparata!
-Non dovete … io non uso essere amichevole con gli estranei. Soprattutto con quelli maleducati, sapete?-

Naruto la guardò un attimo in viso, prima di scoppiare in una fragorosa risata.
-Quindi pensi che io sia maleducato? È per via del nostro ultimo incontro, che lo credi?-
-P- preferirei non parlarne!- rispose la giovane avvampando. –Vorrei invece sapere perché mi avete fatta venire qui oggi!- si affrettò a cambiare argomento.
-Ora davvero mi offendo! Non è cosa legittima da parte mia voler passare qualche ora con la mia fidanzata?- il tono che usò il biondo la diceva lunga, e Hinata non gli credette nemmeno per un secondo.
-Non prendetemi in giro! È una cosa che non tollero!- la ragazza si fermò al centro del viale sul quale si trovavano e tolse il braccio dal suo. La paura più grande di Hinata, era che lui si comportasse come l’ultima volta. Non era preparata ad affrontare di nuovo qualcosa del genere!

Naruto la fissò per un istante. Erano esattamente quelle le reazioni che voleva da lei!
-Non c’è una ragione precisa. Inoltre volevo presentarti alcuni miei amici. Visto che tra poco sarai mia moglie li vedrai spesso, e non mi andava che li conoscessi direttamente il giorno delle nozze.-
Il biondo pregò di essere stato credibile. Nemmeno sotto tortura avrebbe ammesso che l’unico suo desiderio, era quello di rivederla.

Poi, come se lo avessero sentito, vide i suoi due più cari amici, Sai e Sasuke, che si stavano facendo largo tra la folla per raggiungerli.
-Naruto! Davvero, tu non puoi annunciare ai quattro venti che andavi a prendere Hinata, e non presentarti entro 5 minuti. Se non ti importa della quiete del parco, avresti dovuto pensare alla nostra salute mentale!-
Hinata non capì il senso di quelle parole, a differenza di Naruto che si mise di nuovo a ridere.
-Hai ragione, scusami Sai! Hinata, ti presento i miei migliori amici, Sasuke e Sai.-

A turno i due uomini le presero la mano e la baciarono.
-Piacere di …- mentre cercava di presentarsi, Hinata fu interrotta da una serie di gridolini eccitati che scoprì provenire da dietro i due giovani appena arrivati.
Con sua grande sorpresa, Sai e Sasuke furono malamente spostati di lato. A loro posto, adesso c’erano due donne, dall’aria felice, che la fissavano con occhi pieni di aspettative.

-Hinata!! finalmente!!eravamo così impazienti di conoscervi! – a parlare era stata la ragazza dai lunghi capelli rosa e gli occhi di un bellissimo verde smeraldo, che le prese le mani tra le sue.
-Sakura, non vi avevamo detto di restare al gazebo per tenere i posti?-
-Dai Sasuke, non fare il guasta feste! Perdonate mio marito Hinata, lui ama avere sempre tutto sotto controllo!- le disse la rosa, senza lasciarle le mani.
-Fatti da parte fronte spaziosa!- l’altra giovane donna, che aveva un incredibile chioma color platino, fece spostare Sakura e si mise di fronte a Hinata.
-Io sono Ino, la moglie di Sai. Naruto ci aveva detto che eravate graziosa, ma non vi ha reso per niente giustizia! -
-Oh … g-grazie!- si limitò a rispondere la corvina leggermente intimorita. Ora capiva perché Sai aveva parlato di quiete e salute mentale!
-Adesso basta! la state spaventando!- Naruto prese Hinata per la vita, con fare possessivo e passò a presentare i suoi amici a Neji, Ten e Hanabi, che avevano seguito la scena stupiti quanto Hinata.

Il nutrito gruppetto, tra le chiacchiere incessanti di Ino e Sakura, prese ad inoltrarsi all’interno del parco, e Hinata poté finalmente guardarsi intorno. Quel luogo era molto cambiato, da quando sua madre ce la portava da bambina. Il fiume scorreva sempre placido, reso splendente dai pallidi raggi del sole di marzo, ma al posto del vecchio sentiero di ghiaia, adesso ce n’era uno fatto di mattoncini rossi, che conduceva ad un enorme gazebo bianco, posto al centro del parco. All’interno, disposti a cerchio, erano sistemati tavoli rotondi e tutto era reso ancora più piacevole dalla musica suonata da una piccola orchestra. C’erano anche coppie che danzavano divertite, tra la moltitudine di colori degli abiti delle signore.


Poi, qualcosa di quella leggera atmosfera cambiò: le risate cessarono, mentre il brusio di voci parve farsi più fitto. Hinata si accorse che parecchie teste si erano voltate nella loro direzione, e qualcuno si era addirittura alzato dalla sedia per guardarli meglio.
La giovane strinse un po’ di più il braccio di Naruto, che invece camminava tranquillo.
-P – perché ci stanno guardano tutti?- sussurrò la ragazza al suo accompagnatore.
-Non ti curare di loro. Ormai la notizia del matrimonio si sarà diffusa, e sono tutti curiosi. Inoltre, converrai con me, che sarebbe comunque insolito vedere una Hyuga e un Uzumanki a braccetto- le spiegò Naruto.
-Ma a voi sembra non importare … -
-Io non mi sono mai preoccupato di quello che pensa le gente!- le spiegò lui, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Finalmente, arrivarono all’unico tavolo non occupato dell’intero gazebo, e Hinata vide che a tenere il posto era stata una cameriera, che teneva in mano un fagottino rosa.
-Hinata … venite a conoscere mia figlia, Yuka- una Ino piena di orgoglio materno, prese la bambina dalle braccia della serva e scostò la copertina per fargliela vedere meglio. La piccola stava dormendo, ed era semplicemente deliziosa, con quei ciuffetti biondi che le coprivano la testa.
-È bellissima!- disse la giovane, accarezzando una guancia paffuta di quella meraviglia.
-Sapete, anche io aspetto un figlio!- Sakura, si stava accarezzando piano il ventre, che solo allora, notò Hinata, essere leggermente rigonfio.

Quando tutti ebbero preso posto, la conversazione finì inevitabilmente sull’imminente matrimonio. Sakura e Ino vollero vedere l’anello e le chiesero del vestito da sposa. Ten Ten e Hanabi furono più che liete di raccontare la difficile scelta del tessuto e dei vari decori.
Hinata si sentiva ancora osservata, e più di una volta si dovette alzare perché Naruto la presentasse a qualche amico o conoscente. Era arrivato anche Kiba, il promesso sposo di sua sorella, che dopo le presentazioni l’aveva portata fuori per una passeggiata.
Fu quasi con gioia, che circa un’ora dopo, Hinata accolse l’invito di Ino a seguirla fuori. La piccola Yuka si era svegliata e reclamava disperata, le attenzioni di sua madre.

Le quattro donne, cercarono un posto riparato, sulla riva del fiume, affinché Ino potesse nutrire sua figlia, lontana da occhi indiscreti. Si sedettero sotto un grosso albero, che offriva abbastanza riparo, e sotto la fresca ombra di quelle fronde, Hinata si rilassò, chiudendo per un attimo gli occhi e facendo finta di trovarsi ancora al Tempio, circondata dai suoi amati bambini.
-Hinata spero di non offenderti con le mie nudità.- il pianto della bambina, cessò nello stesso istante in cui Ino riuscì a farla attaccare al seno.
-Certo che no!Al tempio abbiamo accolto molte ragazze madri, e ho sempre trovato l’allattamento qualcosa di speciale!-
-Anche io nutrirò personalmente mio figlio- disse Sakura, guardando la bambina che succhiava soddisfatta.

Ripresero a chiacchierare, ma stavolta le donne si stavano informando sulla vita che Hinata conduceva al Tempio e la giovane fu lieta di ritornare con la mente a quei giorni felici. Poi, la sua attenzione fu catturata da qualcosa che stava succedendo vicino al gazebo.
Naruto stava parlando, a braccia conserte, con una giovane dalla bionda chioma, che cercava di avvicinarsi a lui. In quel momento gli aveva appoggiato una mano sul petto, in un gesto che Hinata trovò fin troppo intimo.

-Chi è la donna che sta parlando con Naruto?- chiese alle sue compagne.
Tutte e tre allungarono il collo per vedere a chi si riferisse Hinata, e sul loro volto comparve un’espressione contrariata.
-Quella è Shion … la vedova del vecchio Sarutobi- le disse Ten Ten, mal nascondendo il suo disappunto.
-Hinata, quella è … mhh, una cara amica si Naruto, per così dire- Sakura era visibilmente imbarazzata, così come Ino che stava evitando il suo sguardo.
Hinata tornò a guardare la coppia ignara dei loro sguardi, e li vide concentrati in una fitta conversazione. Allora la ragazza capì.
-È, l-la sua amante!- Hinata sentì qualcosa svegliarsi nel suo corpo. Una brutta sensazione mai provata prima.
-È solo una donnaccia! Non ha nemmeno aspettato che la terra sulla tomba di suo marito si compattasse, prima di invitare Naruto nel suo letto!- le parole di Sakura erano dure, e Hinata capì quanto disapprovasse quella scelta di Naruto.

-Ma io sono sicura che adesso che state per sposarvi, la pianterà di vederla!- disse Ino spostando la bambina all’altro seno.
-A me non importa … lui può avere tutte le amanti che vuole- Hinata dovette fare uno sforzo per distogliere lo sguardo da Naruto. Quel matrimonio stava diventando ogni istante di più una farsa … e lei ne avrebbe pagato il prezzo più alto.

Quando la piccola Yuka fu sazia, Hinata e le altre si alzarono per tornare al gazebo. L’unico desiderio della giovane era quello di tornare a casa, non aveva senso sopportare di più la falsità dell’uomo che stava per sposare.
Persa nei propri pensieri, Hinata non si accorse subito che si era avvicinata proprio la donna che fino a poco prima, stava con Naruto.
-Buongiorno signore- salutò la donna con tono fin troppo cortese
-Buongiorno a voi, Shion- Ino strinse un po’ di più la sua bambina tra le braccia.
-Ino … noto che non avete ancora perso tutti i chili della gravidanza. E voi Sakura, mi dovete perdonare, pensavo che le gioie del matrimonio vi avessero fatto prendere peso, e invece ho scoperto che Sasuke vi ha ingravidata!- Hinata rimase sconvolta da quelle parole. Aveva insultato quelle ragazze come se nulla fosse!

-Si sono in dolce attesa. Invece noto che voi non portate più il lutto, pensavo che dovesse passare almeno un anno prima di abbandonare il nero- Sakura lasciò uno sguardo eloquente al vestito di seta rosa che portava la donna.
Shion sembrò irritata da quelle parole, ma ormai la sua attenzione era tutta per Hinata, che si sentì esaminata da quel freddo sguardo color lavanda.
-Voi dovete essere Hinata. Da stamane non si fa che parlare di voi e della vostra … bellezza- Shion usò un tono scettico, guardando la giovane da capo a piedi.
Hinata dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà, per non abbassare lo sguardo. Di certo Shion voleva intimorirla, ma non le avrebbe dato soddisfazione!
-Naturalmente io sono stata la prima a sapere del matrimonio. Naruto era sconvolto! Ho dovuto sudare parecchio, per farlo calmare!- l’insinuazione in quell’ultima frase era palese anche per Hinata.

-Vi ringrazio molto per quello che avete fatto, signora. Per fortuna vostra, tra poco lui sarà mio marito, quindi ci penserò io a calmarlo caso mai si dovesse presentare qualche altra situazione di ansia. Ora, se ci volete scusare noi dobbiamo proprio andare-
Dopo un breve cenno con la testa, Hinata camminò impettita verso il gazebo, seguita dalle sue compagne. Si sentiva ribollire di rabbia!
Era arrabbiata con suo padre, con l’imperatrice e con il cognome che portava. Ma soprattutto, il quel momento, sentiva di odiare dal profondo il ragazzo biondo che la stava aspettando sorridente. -Hinata, ti sei divertita con le ragazze?- le chiese lui, ignaro della tempesta interiore della giovane.
-Immensamente!- la ragazza lo oltrepassò per andare da suo cugino.
Naruto si stupì molto della reazione di Hinata, e si avvicinò a Sakura per chiedere cosa fosse successo.

-Perché non lo chiedi a Shion? Davvero, la sfacciataggine di quella donna ha dell’incredibile!- rispose la rosa prendendo il braccio di suo marito.
Allora Naruto capì che Shion, contraddicendo a quanto le aveva detto, aveva avvicinato Hinata. Si avvicinò alla sua fidanzata, che non lo guardò nemmeno in faccia.
-Naruto, Hinata ha espresso il desiderio di voler tornare a casa. Immagino che ci dobbiamo salutare qui- Neji interruppe il biondo che stava per parlare.
-Proprio ora? sta per cominciare la regata! rimanete fino alla fine della gara, vi prego!- Naruto si odiò per quel tono supplichevole, ma doveva assolutamente scoprire cosa era successo.
Dopo qualche istante, Hinata fece un breve cenno di assenso. Non voleva rovinare la giornata a suo cugino e ad Hanabi, cha pareva divertirsi un mondo col giovane Inuzuka.
La ragazza ignorò volutamente il braccio porto da Naruto, e si avviò verso la riva del fiume, dove già una nutrita folla si era accalcata. Si tenne a debita distanza e pregò che quella competizione finisse subito.

Finalmente, dal molo si udì il fischio che dava inizio alla gara. Hinata non si concentrò assolutamente sulle piccole barche a remi che si trovavano sul fiume. Le grida di incitamento erano alte, ma fu un altro tipo di urla a catturare la sua attenzione.
Si voltò giusto in tempo, per vedere due guardie imperiali che strattonavano una giovane donna che cercava di non farsi strappare un bambino dalle mani. La giovane non pensò, agì! Raccolse le gonne e cominciò a correre, intanto le guardie erano riuscite a prendere il bambino che piangeva disperato.
-Che cosa state facendo a questa donna?!?- chiese la giovane affannata.
-Signora, qui non c’è niente da vedere. Vi prego di tornare alla regata- la guardia che tratteneva la donna, cercò subito di liquidarla.
-Io non vado da nessuna parte! Esigo una spiegazione per il vostro comportamento!-
-Questa stracciona è stata sorpresa mentre cercava di rubare nel gazebo! Ha approfittato che fossero tutti alla regata per agire! Ma noi l’abbiamo vista!- disse soddisfatta la guardia che teneva la donna.
-No!!Non è vero mia signora!cercavo solo qualcosa da mangiare per mio figlio!- gridò la donna per difendersi.

Intanto, attorno a loro si era raccolta una piccola folla, che guardava la scena tra un misto di sorpresa e disgusto.
-Datemi questo bambino! Lo state spaventando a morte!- Hinata afferrò il bambino, che non poteva avere più di un anno, e gli fece appoggiare la faccia sulla spalla per rassicurarlo.
-Che cosa disgustosa! le sta insudiciando tutto il vestito!- Hinata si voltò solo un attimo per vedere una Shion molto soddisfatta che la stava indicando. Ora non aveva tempo per preoccuparsi di lei.
-Vi ordino di lasciare immediatamente questa povera donna!-
-Con tutto il rispetto signora, ma voi non avete alcuna autorità su di noi!- le rispose la guardia beffarda.
-Lei non ne ha … ma io si!- Hinata e le guardie si voltarono verso Sasuke, che si avvicinò con aria minacciosa. Naruto era vicino a lui e guardava la sua fidanzata con aria interrogativa.
-Capitano!- le guardie si misero subito in allerta.
-Spero per voi che ci sia una spiegazione plausibile, per aver rovinato questo giorno di festa!- disse il moro inflessibile.
-Capitano, questa donna è stata sorpresa a rubare!-
-L’avete sorpresa in flagranza di reato, o trovato la refurtiva?- si informò Sasuke.
-Beh … no! ma aveva un’aria molto sospetta!- disse una guardia per giustificarsi.
-Razza di incompetenti! Lasciatela subito andare e tornate in caserma! Vi voglio entrambi domani nel mio ufficio!- ai due non restò che obbedire e lasciare il parco.

La donna, appena fu libera, corse a riprendersi il figlio tra le braccia di Hinata.
-Grazie mia signora! Grazie!-
-Hinata, portiamo la signora in un posto più appartato- Naruto giudò Hinata e la donna vicino all’entrata del parco.
-Dov’è vostro marito?- si informò Naruto, quando la donna si fu calmata.
-Lui è m – morto, mio signore! Un anno fa fu coinvolto in una rissa tra gli Uzumaki e gli Hyuga! E io non so più come andare avanti!- la donna scoppiò di nuovo in lacrime.
Hinata e Naruto trasalirono a quella rivelazione. Si stava facendo largo in loro la stessa vergogna.
-Ora non dovete più preoccuparvi! Vi faremo portare al Grande Tempio e lì si occuperanno di voi e del vostro bambino!- Hinata guardò Naruto in un’esplicita richiesta d’aiuto.
Il giovane partì subito alla ricerca di una carrozza da affittare. Aiutarono la donna a salirci e la guardarono sparire tra le strade di Konoha.

-I- io … mi dispiace molto, vi ho messo in imbarazzo.- disse Hinata sincera, guardando il pavimento.
-Ti ho già detto che io non mi curo affatto della gente. E poi ho trovato il tuo gesto coraggioso e indice di una grande nobiltà d’animo. Ti ammiro molto per quello che hai fatto- Naruto le prese il mento tra le mani, costringendola a guardarlo.
La giovane si perse in quelle pozze color cielo, e sentì una sorta di calore risalirle dal corpo. Fu consapevole che se lui avesse provato di nuovo a baciarla, non avrebbe opposto nessuna resistenza.
-Naruto … - furono interrotti dai loro amici che li guardavano preoccupati.
Il biondo non fu felice per quella intromissione e lasciò il bel viso di Hinata con dispiacere.
-Hinata, è ora per noi di andare- Neji aveva fatto arrivare la carrozza degli Hyuga.
A Hinata non restò che salutare le giovani donne e i loro mariti, con la promessa che si sarebbero rivisti al più presto.

Naruto la accompagnò fino alla carrozza, stringendole la mano.
-Se vuoi posso passare a trovarti prima del matrimonio- le disse in un sussurro.
-Non è necessario. Io preferisco vedervi … vederti, il giorno delle nozze.-
Naruto rimase deluso, ma apprezzò il suo sforzo di passare a un tono informale.
-Spero che quello che stiamo facendo porti a qualcosa di buono- Hinata guardò per un attimo l’anello che portava al dito, e Naruto capì che si riferiva alla donna che aveva salvato poco prima.
-Sono sicuro di si…- le rispose per convincere anche se stesso.
Naruto guardò la carrozza partire. La prossima volta che l’avrebbe vista, quella ragazza sarebbe stata sua moglie.



Scusate di nuovo il mio ritardo, ma questo capitolo mi ha dato parecchie noie e credo che si noti! Non sono passata subito al matrimonio perché volevo introdurre gli altri personaggi che faranno da entourage ai protagonisti!!Beh … buona lettura per chi si appresta a farlo! Spero vivamente che mi diciate cosa ne pensate! Dovrei lasciar perdere i vari contorni e passare subito al sodo in futuro?? :D Grazie mille a chi mi segue!! Non mi stancherò mai di dire quanto lo apprezzo! Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


Kushina percorreva i lunghi e freddi corridoi del maniero trepidante di emozione. Tra le mani stringeva il prezioso velo che, per tradizione, la madre dello sposo, regalava alla sua futura nuora.
Anche se aveva promesso a sua zia di mantenere la calma, a ogni passo che l’avvicinava alla stanza dove Hinata si stava vestendo, doveva fare uno sforzo per ricacciare indietro le lacrime.

Il suo bambino stava per sposarsi! Come si poteva chiedere ad una madre di mantenere la calma in una circostanza del genere? Lei aveva pianto quando Naruto per la prima volta l’aveva chiamata mamma, o quando si era resa conto che riusciva a reggersi sulle sue allora, gambette grassocce.
Anche quel giorno, rappresentava una tappa importante per lui, e anche se non per sua scelta stava compiendo quel passo, Kushina non poteva impedire al suo cuore di madre, di traboccare di emozione.

Bussò piano alla porta di legno prima di entrare. Hinata era in piedi vicino al camino, mentre Kurenai, la modista che le aveva cucito l’abito, le stringeva i lacci del corsetto.
Kushina restò ferma dov’era a guardarla. Di certo Naruto sarebbe rimasto a bocca aperta nel vedere la sua sposa, perché era semplicemente stupenda!
L’abito era di un ricco color avorio. La gonna era fatta di strati sovrapposti di tulle leggero, impreziosita solo ai bordi con l’intricato ricamo che invece ricopriva per intero l’attillato corsetto. Non aveva maniche, ma attorno alle spalle, c’erano due fini strisce di stoffa su cui erano stati applicati piccoli fiori bianchi, intrecciati anche nei capelli che scendevano morbidi e arricciati sulle punte.
-Oh Hinata, sei bellissima!- Kushina non riuscì a trattenere la lacrima di commozione che le bagnò la gota.
-Certo che lo è! Ho lavorato a questo abito senza sosta!- Disse orgogliosa Kurenai finendo il suo lavoro.

Hinata si limitò a sorridere debolmente in direzione di Kushina. Sentiva la tensione passarle ogni fibra del corpo e vedere che la madre di Naruto recava tra le mani il suo velo, segno che era tutto pronto per la cerimonia, la fece tremare.
-Kurenai, vi dispiacerebbe lasciarci sole?- La rossa si era accorta del timore della giovane sposa e dopo che la modista fu uscita, si avvicinò a Hinata prendendole le mani.
-Vieni, ti metto il velo- mise la ragazza davanti allo specchio e la vide sbiancare quando applicò le forcine che reggevano quel prezioso cimelio.

-Ho indossato questo stesso velo il giorno che sposai Minato. Sai, rischiai di danneggiarlo a causa della mia irruenza-
-Cosa avete fatto?- chiese esitante la giovane.
-Beh … scappai dalla finestra! Quando mi riacciuffarono il mio vestito era tutto rovinato! Dovettero ritardare la cerimonia di due ore!- Kushina sorrise al ricordo di quella sua bravata.
-N- non volevate sposarvi?- Hinata ormai si era incuriosita.
-Hinata, anche il mio è stato un matrimonio combinato. Oh, io ero la figlia dell’imperatore! Non vi era alcuna possibilità che potessi scegliermi da sola un marito!-
-Ma mi era parso che voi e Minato vi amaste molto!-

-Ed è così … adesso! Hinata, io non ti dirò che sarà facile né che i tuoi sentimenti per Naruto cambieranno dall’oggi al domani. Ma siete entrambi così coraggiosi! State caricando sulle vostre spalle un peso enorme! E sono certa che sarete ricompensati con una vita felice, per questo!-
Hinata si sentì rincuorata da quelle parole affettuose. Chissà, forse un giorno sarebbe stata ancora felice … di certo non “quel” giorno! Quello che provava in quel momento era un’infrenabile voglia di scomparire!
In quel momento, si sentì bussare alla porta. Hiashi Hyuga entrò nella stanza e parve infastidito nel trovarci Kushina.
-La cerimonia sta per iniziare. Fareste meglio a scendere, Kushina- il viso dell’uomo era imperturbabile e nessun tipo di emozione sembrò apparirgli sul volto, mentre guardava sua figlia in abito da sposa.

Kushina salutò affettuosamente la giovane e uscì. Intanto Hiashi prese dei pantaloni un cofanetto di velluto che conteneva un lungo nastro di seta rossa.
L’uomo ne allacciò un’estremità al polso di sua figlia, e attaccò l’altra al suo. Quel nastro, rappresentava simbolicamente il filo del destino: Naruto avrebbe sciolto il legame tra Hinata e suo padre, che lo avrebbe legato a quello del ragazzo. La giovane sapeva che quel pezzo di stoffa li avrebbe legati per sempre.


Naruto e Hinata si sarebbero sposati in quella che un tempo, era stata la sala del trono dell’antico maniero. L’immensa stanza era illuminata dai raggi del sole che filtravano dalle ampie finestre, ed era stata decorata, in egual misura, con gli stendardi delle famiglie che si stavano unendo. Fiori bianchi e rossi, traboccavano lussureggianti dai vasi disposti a formare un corridoio, che portava dalla porta fino all’altare, che in tempi passati, aveva accolto il trono imperiale.

Il giovane Uzumaki, fece il suo ingresso nella sala, preceduto dai suoi genitori. Non guardò nessuno delle persone presenti, ma si avviò all’altare dove il celebrante, nella sua sontuosa veste color oro, stava mormorando delle preghiere a bassa voce.
Si sentiva nervoso e maledettamente fuori posto, e non lo aiutava il fatto di aver dovuto indossare, sopra gli attillati pantaloni beige, una tunica color vermiglio lunga fino alla coscia, tenuta stretta in vita da una fusciacca nera, che ai suoi occhi, lo faceva sembrare un dannato damerino.
L’unica cosa che gli impedì di tornare in camera per togliersi quell’orrore, fu il diffondersi della dolce melodia di un’arpa che non era riuscito a scorgere. Dalla porta fecero il loro ingresso i membri del clan Hyuga che precedendo Hinata, davano il loro consenso alle nozze.

Quando anche Neji e Hanabi furono entrati, Hiashi condusse lentamente sua figlia nella stanza.
Naruto sentiva il cuore martellargli nel petto e quando riuscì a vedere bene la sua sposa, credette di aver dimenticato come si respirava. Quando fu abbastanza vicina, come spinto da una forza misteriosa, scese i gradini dell’altare.
Dopo un breve inchino a Hiashi, con le mani che gli tremavano, sciolse il nastro rosso dal polso dell’uomo, che a sua volta lo legò a quello del giovane.
Naruto condusse Hinata all’altare, dove il celebrante intonò una antica cantilena, con cui chiedeva la benedizione degli Dei sulla giovane coppia. Fece loro segno di inginocchiarsi e di unire le mani.
Naruto non seguì le predica. La sua attenzione era concentrata su Hinata. Gli occhi perlacei erano dilatati e il suo bel viso era contratto in un’espressione di puro terrore. Quanto avrebbe voluto infonderle un po’ di coraggio! Ma come poteva darle qualcosa che, in quel momento, mancava anche a lui?

La cerimonia non fu eccessivamente lunga, ma dopo un tempo che ai due giovani parve infinito, il celebrante porse loro gli anelli nuziali: lo scambio delle vere suggellava definitivamente la loro unione.
-Dichiaro, al cospetto delle famiglie e sotto la protezione degli dei, che quest’uomo e questa donna sono uniti in matrimonio! Solo la morte potrà separare ciò che oggi è stato unito!- Con quell’ultima, altisonante dichiarazione, la cerimonia si concluse.
Naruto si voltò verso Hinata e anche se l’etichetta non lo prevedeva, si chinò verso di lei, per reclamare quelle labbra carnose, che ormai gli appartenevano. Le trovò morbide ma restie a concedersi, quindi si accontentò di assaporarle solo per qualche istante.
-Congratulazioni, mia signora- le sussurrò piano, staccandosi da lei.
Prima che Hinata potesse rispondergli, furono circondati dagli amici di Naruto che volevano congratularsi.
Hinata parve accorgersi solo allora, dell’enorme quantità di persone presenti. Si sentiva sopraffatta, stordita ma si sforzò di sorridere a quanti la circondarono.

La giovane si fece condurre da suo marito, nella sala dove si sarebbe tenuto il banchetto. Lunghi tavoli erano stati disposti ai lati della grande stanza, lasciando al centro uno spazio per quanti desiderassero ballare. Ma l’atmosfera non era di festosa: si vedeva che la maggior parte degli invitati, avrebbe voluto essere in tutto altro luogo e la presenza delle guardie imperiali, che sarebbero di certo intervenute in caso di risse, non allietava la situazione.
-Sembra di essere ad un funerale- fu il breve commento di Naruto, seduto di fianco a Hinata al tavolo nuziale.
-Ti aspettavi qualcosa di diverso?- Hinata si rese conto che erano le prime parole che gli rivolgeva come moglie.
-No … -
Quando i servitori cominciarono a servire il cibo, l’atmosfera si alleggerì e il tempo scivolò via veloce. Qualche coraggioso, parve anche apprezzare la musica, cominciando a volteggiare sulla pista. Anche Naruto si godette il cibo, mentre Hinata si accontentò di assaggiare qualcosa. Il suo stomaco, divorato dall’ansia, stava rifiutando quelle pietanze dall’aspetto squisito. La presenza di Sakura e Ino l’aiutò molto: le due donne coglievano tutte le occasioni possibile per avvicinarsi a lei e rassicurarla, cosa che non stava facendo suo marito. Naruto si era sistemato al tavolo con i suoi amici e pareva divertirsi un mondo.

Quando anche i dolci furono serviti, Hinata capì che la festa stava per concludersi: non era lontano il momento in cui Naruto avrebbe reclamato su di lei, i suoi diritti di marito e il solo pensare a quello che stava per fare, le faceva mancare il respiro.
Stanca di conoscere persone di cui sicuramente non avrebbe ricordato il nome e di trascinarsi dietro l’abito, la giovane decise di prendere un po’ di aria, uscendo sul terrazzo. La fresca brezza della sera le pizzicò le guancie accaldate, e la ragazza cercò di allentare senza successo, i lacci del corsetto per respirare meglio.
-Shion, smettila!- Hinata sentì la voce di Naruto provenire dal punto più lontano del terrazzo. Nella debole luce della sera, la giovane riuscì a distinguere l’alta figura di suo marito e a pochi passi da lui, c’era Shion in un elegante abito color panna.
Hinata non si era nemmeno accorta che era presente alle nozze. Evidentemente la donna non aveva ritenuto necessario congratularsi con lei.

Sapeva che doveva andarsene di lì, ma i suoi piedi parevano incollati al pavimento di marmo, e le sue orecchie si fecero più vigili.
-Avevi promesso! Mi avevi detto che non sarebbe cambiato nulla tra noi! È così frustrante vederti vicino a … “quella”!- il disprezzo nella voce della donna era tale che Hinata si sentì come colpita da uno schiaffo.
-Credi che per me sia facile affrontare tutto questo?Almeno tu, cerca di essere più comprensiva!- Perché la voce di Naruto aveva quel tono così supplichevole?
-Avrei dovuto esserci io al suo posto … -
Hinata decise di aver udito abbastanza. Cercando di non farsi scoprire, tornò verso la porta finestra dalla quale era uscita. Se c’era un limite all’umiliazione che un essere umano poteva subire, lei lo aveva superato da tempo.
Gli occhi cominciarono a bruciarle e il petto le si gonfiò d’angoscia. Stava per donare il suo corpo ad un uomo che non si faceva nessuno scrupolo di incontrare la sua amante in un giorno così importante!
-Hinata, eccoti finalmente! … Ma cosa è successo!?!- l’arrivo di Kushina e Minato colse Hinata di sorpresa e la giovane non riuscì a nascondere la lacrima che le era appena scivolata sul viso.

-N- nulla signora … -
-A me non sembra- Minato le sorrise dolcemente.
-No, s-sto bene davvero … -Hinata si asciugò le lacrime con la mano cercando di darsi un contegno. Le persone che aveva di fronte erano meravigliose, e non desiderava turbarli dicendo loro quelle che aveva sentito.
Naruto scelse quel momento per entrare nella sala. Se si era contrariato nel vedere lì sua moglie e i suoi genitori non lo diede a vedere.
-Ma allora eravate insieme …- a Kushina morirono le parole sulle labbra quando vide Shion dietro suo figlio.
-Buonasera signori …- la bionda fece un profondo inchino, per nulla turbata di essere stata scoperta insieme a Naruto.
-Voi … - Prima che Kushina riuscisse a esprimere il suo disappunto, Minato intervenne.
-Signora, gli ospiti stanno cominciando ad andare. Sono sicuro che la vostra carrozza vi starà aspettando- L’uomo usò un tono di voce estremamente calmo ma che non ammetteva repliche.
-Ma io pensavo di rimanere per la notte. Sono così affaticata!-
-Sono desolato, ma solo i parenti e gli amici più stretti rimarranno al maniero. Ora se volete precederci …- Minato indicò il corridoio alla donna che dopo un ultimo risentito sguardo in direzione di Hinata, se ne andò.

-Spero che tu ti renda conto! Dovresti vergognarti!- Kushina era molto in collera con suo figlio.
-Non è come credi …-
-Abbi almeno la decenza di stare zitto! Vieni Hinata.- La rossa prese la mano della ragazza e la condusse nella sala del ricevimento, dove già molti tavoli erano vuoti.
L’ultimo obbligo di quell’interminabile giornata, fu di salutare gli ospiti intervenuti. Hinata perse il conto delle volte in cui si dovette inchinare ai parenti di suoi e di suo marito che era palese, erano felici di non essere più costretti a stare insieme.
Naruto era vicino a lei, ma evitava di guardarla. Non avrebbe dato nessun tipo di spiegazione per qualcosa che effettivamente, era successa solo nella testa di sua madre.
Quando anche l’ultimo ospite fu uscito, Hinata si guardò intorno. Nell’enorme stanza erano rimaste una decina di persone oltre ai parenti più stretti: Sasuke e Sai con le rispettive mogli, un cugino di suo padre, Hogai Hyuga, uno zio acquisito di Naruto, Orochimaru e infine Jiraya, che aveva partecipato alle nozze in vece dell’imperatrice.

-Bene, direi che è ora di andare a riposare!- Kushina cercò di suonare allegra, ma si vedeva che era tesa e Hinata non ne capì il motivo.
Una serva avrebbe condotto Hinata nella stanza da letto che avrebbe diviso con suo marito. Naruto l’accompagnò con lo sguardo fino a che non scomparve dalla porta: una volta pronto l’avrebbe raggiunta e avrebbe fatto di lei sua moglie nell’incontro più intimo che un uomo e una donna potessero conoscere.



Ok … eccomi qui!! Scusate di nuovo il ritardo, ma ho corretto questo capitolo un’infinità di volte! L’intenzione era di pubblicarlo domenica, ma proprio non mi scendeva! (non che ora sia come me l’ero immaginato!!) Comunque, finalmente i nostri piccioncini si sono sposati, spero di non aver deluso nessuno con la descrizione del matrimonio. La cosa positiva è che il prossimo capitolo all’inizio era incluso in questo, ma poi li ho divisi perché era eccessivamente lungo! Questo per dire che, a breve, e quando avrò fatto gli ultimi accorgimenti, lo pubblicherò! Vi auguro buona lettura e come sempre ringrazio che mi segue e chi mi recensisce! Non risparmiatemi le critiche se pensate che il capitolo non vada bene!!
A prestissimo!!! :D
PS: Per ovvi motivi, il raiting del prossimo capitolo cambierà da arancione a rosso!!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


La camera da letto dove gli sposi avrebbero passato la loro notte di nozze, era situata nel piano centrale del maniero. Quando Hinata entrò nell’ampia stanza, notò subito che i servitori avevano curato ogni dettaglio, affinché l’interno risultasse intimo e accogliente.
Sui mobili antichi, oltre ai ninnoli di pregiata fattura, erano poggiate piccole candele, le cui fiammelle danzavano debolmente. L’unica altra fonte di luce, era il fuoco del camino, che scoppiettando, gettava ombre sulle pareti color muschio.
Ma l’oggetto che meglio faceva bella mostra di sé, era l’imponente letto a baldacchino, che troneggiava al centro della stanza. La base e le travi erano di legno massiccio, mentre le pesanti tende, ora aperte, si accordavano con il loro verde scuro, al colore della parete. Il copriletto era finemente ricamato di bianco e oro e le lenzuola candide, rilucevano alla luce soffusa del camino.

-Signora, il bagno è pronto. Lasciate che vi aiuti col vestito- La serva che l’aveva accompagnata in camera, l’aiutò a liberarsi dell’abito da sposa.
Dato che sull’intero piano era stata allestita quella sola camera da letto, le serve le avevano preparato il bagno dietro un paravento. Hinata vide il vapore risalire dalla tinozza, dove un’altra ragazza stava versando un olio da bagno dall’intenso profumo floreale.
Una volta nuda, Hinata si immerse nell’acqua calda che subito parve rilassare i suoi muscoli tesi. Chiuse gli occhi, beandosi di quel tepore avvolgente. Avrebbe dato qualsiasi cosa per rimanere immersa, ma poco dopo la serva la riportò alla realtà.
-Mia signora, dovreste uscire adesso. Vostro marito sarà qui a momenti- La ragazza reggeva tra le braccia un telo di lino, nel quale Hinata si lasciò avvolgere.

Quando la camicia da notte le scivolò addosso, Hinata vide le due ragazze scambiarsi sorrisetti maliziosi. L’indumento di seta, le lasciava scoperte solo le braccia, ma era così impalpabile e leggero, che tutte le forme del suo corpo, si distinguevano perfettamente.
Non sapendo esattamente cosa fare, si sedette sul letto, mentre le due serve facevano sparire la tinozza. Sentiva la sua pudicizia, riaffiorare poco alla volta: come novizia del Tempio, aveva sempre pensato al sesso come un tabu. Quasi per caso, un’esatte di tanti anni prima, aveva scoperto cosa succedeva tra un uomo e una donna quando giacevano insieme. Ora, sarebbe volentieri tornata indietro nel tempo, per prestare maggior attenzione alle parole di quelle donne che con tanta audacia, ma inconsapevolmente, l’avevano informata sui piaceri della carne.

Il filo dei suoi pensieri, fu interrotto da un suono di voci provenienti dal corridoio. Dopo qualche istante, Naruto entrò nella stanza, con addosso solo una vestaglia nera, che gli lasciava scoperte le gambe muscolose.
Ma non fu la vista di suo marito mezzo nudo a sorprendere la giovane. Naruto non era entrato da solo nella stanza: con lui c’erano anche Jiraya, Orochimaru e il cugino di suo padre.
Che cosa facevano quelle persone, nella stanza che, si supponeva, doveva dividere con suo marito? Presa dall’imbarazzo, Hinata coprì il suo corpo troppo esposto, con uno dei cuscini del letto, sul quale era ancora seduta.
-Ah, Hinata! Siete pronta, mia cara?- Jiraya era l’unico che le stava sorridendo.
-P-pronta per cosa, signore? Perché voi siete qui?!?- Cos’era quella storia?

Quella che era stata una domanda legittima, sembrò sconcertare i nuovi arrivati, che la guardarono come una bambina indisciplinata.
-Hinata, cerchiamo di porre fine a questa faccenda il più velocemente possibile- La giovane si voltò verso Naruto, che sembrava tremendamente infastidito.
-Quale faccenda? Non ho la più pallida idea di cosa tu intenda!!-Sempre tenendo stretto il cuscino, Hinata si alzò in piedi.
-Ragazza, non so cosa tu abbia in mente, ma di certo a me non va di perder tempo. O si procede subito, o io me ne vado! Ho acconsentito ad esser testimone, solo per rispetto dell’imperatrice!- la voce serpentina di Orochimaru, diede i brividi a Hinata, che strinse ancora di più il cuscino contro il corpo, come una sorta di scudo.
-T- testimone di cosa?- la voce della giovane risultò così flebile, che i presenti dovettero fare uno sforzo per udirla.
-Hinata, davvero non comprendo perché tu sembri così sorpresa! Nel contratto che hai firmato era scritto chiaramente che avreste dovuto consumare il matrimonio in presenza di testimoni!- Hogai Hyuga, evitò lo sguardo di tutti, come se si sentisse in colpa per qualcosa.
La Hyuga si sentì schiacciata dal peso di quella rivelazione. Come potevano chiederle di fare una cosa così oscena?

-Io … n- non ….- Qualsiasi frase cercasse di formulare, le moriva sulle labbra mentre sentiva il viso andarle a fuoco.
-Mh.. a quanto pare, la ragazza non ha preso sul serio questa unione. Non vedo perché dovremmo farlo noi!- Orochimaru, sembrava estremamente compiaciuto.
Vedere il sorrisetto beffardo sul volto di quell’uomo orribile, mandò Hinata su tutte le furie. Cosa ne sapeva lui, dell’enorme rinuncia che aveva fatto per sposarsi? Era stata costretta a prendere marito, ma non potevano obbligarla a compiere un atto tanto orribile!
La giovane, guardò in direzione di Naruto. A differenza sua, il biondo sembrava molto calmo, come se quel tipo di situazioni gli fossero abituali.

-U- uscite immediatamente da questa stanza!! Tutti quanti!! Mai e poi mai, mi piegherò a questa barbarie!!- Gli uomini guardarono Hinata stupiti. Di certo non si aspettavano quello scoppio di rabbia, da una ragazza dall’apparenza tanto mansueta.
-Hinata, non essere sciocca. Se esco di qui, il matrimonio verrà annullato- Naruto le parlò con condiscendenza, cosa che irritò ulteriormente la sua sposa.
-Non me ne importa! Se loro restano, non ti permetterò di toccarmi!-
-Hinata, comprendo le vostre paure, ma temo che vostro marito abbia ragione. Se Naruto, voi o noi testimoni, dovessimo lasciare la stanza prima che il matrimonio venga consumato, cadrebbe una delle clausole del contratto a cui avete apposto la vostra firma. Si dovrebbe procedere all’annullamento, e nemmeno l’imperatrice potrebbe porvi rimedio- Jiraya espose la sua argomentazione con tono calmo ma deciso. Possibile che nessuno capiva, che quelli erano solo i timori verginali di una giovane sposa?

Il cuore cominciò a battere forte nel petto di Hinata. Allora esisteva un’ultima possibilità di riprendersi la sua vita? Aveva ancora l’occasione di far finire quell’incubo, così come era iniziato?
Prima che il cervello formulasse una decisione razionale, le sue gambe egoiste, cominciarono a procedere verso la porta. Il cuscino le cadde a terra: la certezza di essere libera, le fece dimenticare persino di essere quasi nuda.


Naruto vide Hinata camminare verso la porta e solo per una frazione di secondo, pensò sul serio di lasciarla andare. Poi il buon senso ebbe la meglio. Con poche rapide falcate, raggiunse sua moglie che era a pochi centimetri dall’uscio.
Le mise una mano sulla spalla, costringendola a voltarsi verso di lui.
-Mi dispiace Hinata, ma se questo matrimonio verrà annullato, non sarà perché io stanotte, non mi sono comportato da uomo!- senza troppe cerimonie la issò tra le braccia portandola verso il talamo.
Ignorando le sue proteste, la mise a terra vicino al bordo del letto e coprendola con il suo corpo, raccolse l’orlo della camicia da notte sfilandogliela dalla testa. Approfittò della sorpresa di sua moglie, per sdraiarla sul letto e coprirla subito col copriletto.
Poi, sciolse le tende del baldacchino, in modo da celare definitivamente Hinata alla vista dei tre uomini. Prima di infilarsi nel letto, slacciò la cinta della vestaglia, lasciando che cadesse ai suoi piedi. Volle intenzionalmente, farsi vedere nudo ed eccitato, in modo che non ci fossero dubbi su quello che stava per fare.
-Vi prego di mantenere un’opportuna distanza- disse ai tre, prima di raggiungere sua moglie.

Nel buio, cercò a tentoni il corpo di Hinata. Con la mano, le accarezzò piano il viso, non sorprendendosi nel trovarlo bagnato di lacrime.
-Hinata, non piangere. Farò in modo che finisca presto,te lo prometto- Naruto accostò il corpo a quello di sua moglie, sentendo l’eccitazione aumentare.
-N- non um- umiliarmi c-osì!- Il giovane dovette fare appello a tutta la sua volontà, per non cedere a quella supplica straziante.
Molto lentamente, lasciò vagare la mano sul corpo tremante della sua compagna. Non erano carezza sensuali le sue, voleva solo rassicurarla, anche se sapeva che, in quel frangente, niente l’avrebbe calmata.
Così, decise di non prolungare oltre quell’agonia e rapidamente, spostò il suo corpo su quello di Hinata, allargandole le gambe con le ginocchia. Come si era aspettato, sua moglie, che mai prima aveva sentito il peso di un uomo su di se, cercò di allontanarlo spingendolo via con le mani.
-N-non voglio!!-
-Nemmeno io vorrei … non così! Ma non ho scelta!-

Nello stesso momento in cui entrò dentro di lei, infrangendo la debole barriera di carne, che per anni aveva protetto la verginità di sua moglie, Naruto premette le labbra su quelle morbide di lei, per soffocare l’urlo di dolore che le era salito dalla gola.
Voleva essere delicato, mantenere il controllo muovendosi lentamente in quello spazio che sentiva essere ancora troppo stretto, per accogliere la sua virilità, ma Hinata cominciò a spingere i fianchi verso di lui, in un disperato tentativo di interrompere il doloroso contatto dei loro corpi.
-No, Hinata ti prego, sta ferma…- Tutte le sue buone intenzioni, sfumarono in pochi attimi.

I movimenti di Hinata, lo infiammarono come mai prima nessuna aveva fatto. L’autocontrollo che si era imposto di mantenere, fu sostituito dal primitivo bisogno di soddisfare i suoi istinti sessuali. Cominciò a spingersi dentro la giovane con maggiore forza, schiacciandola contro il materasso con colpi sempre più frequenti.
Con un’ultima poderosa spinta, Naruto raggiunse il culmine della passione, sentendo il suo seme, invadere Hinata. Soffocò il suono gutturale che aveva accompagnato il suo orgasmo, affondando la bocca nel collo di sua moglie, bagnato dalle lacrime che la giovane stava versando silenziosamente.
Furono proprio quelle lacrime a ridestarlo, dopo qualche minuto. Si mise in ginocchio tra le gambe della ragazza, e scostò di poco la tenda del baldacchino per far filtrare un po’ di luce.
Gli occhi di Hinata erano spalancati ma vuoti e fissavano un punto imprecisato del letto. L’intero corpo era scosso da singulti e quando realizzò che Naruto non la stava più coprendo col suo corpo, si girò di lato, portando le gambe al petto, piangendo sommessamente.

Il giovane scese dal letto e raccolse la vestaglia dal pavimento per rivestirsi. I tre uomini erano nel punto esatto dove li aveva lasciati pochi minuti prima. Dal sorriso compiaciuto di Jiraya, Naruto capì che avevano sentito tutto.
-Bene signori, direi che ora potete lasciare la stanza- disse freddamente, allacciando la vestaglia.
-Vogliamo vedere anche la ragazza- Orochimaru si avvicinò al letto, ma Naruto gli bloccò il passaggio.
-Hai perso completamente il senno, se pensi che ti lascerò avvicinare a lei- Le sue parole risuonarono minacciose tanto che l’uomo dilatò le sottili narici in un gesto di stizza.
-Fammela vedere o considererò nullo il matrimonio-
In risposta, Naruto scostò del tutto le tende del letto e accarezzò piano i capelli setosi di sua moglie. Hinata era sotto shock, e vederla ancora in quello stato, gli procurò un moto di pena nel cuore.
-P-port-ami v-via…- Hinata prese la mano che la stava accarezzando, stringendola forte.

-Subito, mia signora …- Naruto l’avvolse nel lenzuolo, facendo attenzione a non lasciare nemmeno il più piccolo lembo di pelle scoperta. Lui era l’unico ad avere il diritto di vederla senza veli, e per quella sera, già in troppi avevano posato lo sguardo su quello che apparteneva solo a lui.
Quando la prese tra le braccia, Hinata lo strinse vigorosamente, affondando il viso nel collo, in modo che nessuno potesse guardarle il volto.
Mentre si avvicinava all’uscita, Orochimaru e lo zio di Hinata, cominciarono a protestare per il comportamento del giovane, ma Jiraya, aprendogli la porta, gli fece un breve cenno col capo, in modo che capisse che avrebbe pensato lui a sedare gli animi infervorati di qui parenti troppo indiscreti.
Naruto, portò la sua giovane sposa, nella stanza dove la mattina si era vestito per le nozze. La camera non era ampia ed era ammobiliata in modo essenziale, ma in quel momento, era di certo più intima di quella più sfarzosa preparata per loro.
Con delicatezza, la fece sedere sul bordo del letto, scostando di poco il lenzuolo. Nella stanza faceva tremendamente freddo, così si affaccendò vicino al piccolo camino per accendere il fuoco.
Quando tornò da sua moglie, vide che lei non piangeva più, ma il suo sguardo era ancora assente e il volto era incredibilmente pallido.

Non sapendo esattamente come comportarsi, il giovane le si sedette vicino. Non si era mai sentito così maldestro, in presenza di una donna, ma non voleva fare nulla che la turbasse ulteriormente. Si limitò ad abbracciarla piano, appoggiandole le labbra sul capo. Hinata non protestò, ma nemmeno ricambiò il suo gesto.
Dopo parecchi minuti, dei lievi colpi alla porta, annunciarono l’arrivo di qualcuno. Hinata sobbalzò tra le braccia di suo marito, che subito l’accarezzò per calmarla.
-Tranquilla, non lascerò che nessuno ti si avvicini, va bene?- Hinata si limitò ad annuire, mentre Naruto apriva piano la porta per vedere chi vi fosse oltre.
Kushina, ancora vestita nonostante l’ora tarda, recava sul bel viso segni di stanchezza.
-Tesoro, dovete venire assolutamente giù. Stanno minacciando di far annullare le nozze!- Naruto non aveva mai visto sua madre in quello stato.
-Mamma, né io né Hinata lasceremo questa stanza. Non credi che per stasera siano già stati fatti troppi danni?-
-Lo so! Ma se andranno fino in fondo, tutto quello fatto fin’ora sarà stato vano!-
Naruto sospirò sconfitto: era ovvio che sua madre avesse ragione.
-Verrò da solo. Dammi qualche minuto per vestirmi- Kushina gli accarezzò piano il viso, prima di andare via. Era così fiera del suo bambino!

Quando Naruto si voltò, Hinata non era più seduta sul letto. La sentì piangere dietro al paravento, nell’angolo più lontano della stanza.
La giovane era di nuovo nuda, il lenzuolo con cui Naruto l’aveva coperta, giaceva in un groviglio informe ai suoi piedi.
-S-sono sporca … - disse in preda ai singhiozzi, e Naruto vide che le cosce tornite di sua moglie, erano rigate di sangue rappreso.
-È una cosa del tutto normale. Prendo qualcosa per pulirti- Il giovane, strappò un pezzo del lenzuolo e lo immerse nel catino di ceramica, dove quella mattina si era sciacquato la faccia. Prese anche una delle sue camicie, e glieli passò entrambi, oltre il bordo del paravento.
-Mi dispiace, ma non ho altro da farti indossare-
Stava attizzando il fuoco, quando Hinata uscì dal suo nascondiglio. La camicia, troppo grande per lei, la ricopriva fino alle ginocchia e le maniche, le passavano di parecchi centimetri le mani.
Su quel volto così triste, non vi era traccia della determinazione con cui aveva salvato la donna al parco. Naruto aveva conosciuto il suo lato più forte in quell’occasione, ma ora doveva fare i conti con un altro aspetto di quella ragazza: in quel momento era fragile, vulnerabile e spaventata da quegli eventi che l’avevano, così bruscamente, fatta diventare donna.

-Ti senti un po’ meglio?- Le chiese esitante, mentre lei affondava nella poltrona di fronte al camino. Hinata non rispose, limitandosi a fissare le fiamme.
Il giovane si vestì in fretta, maledicendo col pensiero quei parenti, che lo stavano allontanando dall'unico posto in cui voleva essere. Una volta pronto, si inginocchiò di fronte a sua moglie, prendendole il mento tra le mani in modo che lo guardasse.
-Hinata, io devo andare a sistemare delle faccende. Cercherò di tornare presto- Lei annuì piano, ma Naruto dubitò che avesse davvero udito le sue parole.
Dopo un ultimo breve sguardo verso Hinata, uscì dalla stanza. Sentiva la sua già limitata pazienza abbandonarlo ad ogni passo, ma se quello era il prezzo da pagare per tenersi la sua donna lo avrebbe pagato: si era sempre vantato di essere un uomo coraggioso, e quella sera, lo sarebbe stato per entrambi.


**********
Eccoci qui finalmente! Questa volta non è stata tutta colpa mia! Ogni volta che provavo a pubblicare il capitolo, il sito mi rimandava alla home page! Spero che il risultato sia almeno accettabile! Vi prego non maleditemi per aver trattato Hinata così! Vi giuro che Naruto si farà perdonare! Ditemi cosa ne pensate, ci conto!! ;)
Ringrazio tutti coloro che recensiscono, seguono, ricordano o semplicemente leggono la mia storia!! Grazie davvero!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


Naruto, trasse un lungo respiro, prima di abbassare la maniglia della porta. Molto prima che vi arrivasse davanti, voci alterate, erano arrivate distinte alle sue orecchie, facendo aumentare la rabbia che, sperava con tutto il cuore, di riuscire a controllare.
Un improvviso silenzio, accompagnò l’ingresso del giovane nell’accogliente salotto. Naruto posò il suo sguardo ceruleo, su tutte le persone presenti nella stanza.
Jiraya, Orochimaru suo padre e il padre di Hinata, erano seduti intorno ad un massiccio tavolo al centro della stanza. Solo sua madre era in piedi vicino a una delle finestre, che tormentava una ciocca di capelli rosso fuoco con fare inquieto. Essendo donna, le era stata preclusa la possibilità di partecipare a quell’assurda conversazione, e questo non aiutò i nervi già scossi del giovane.
Naruto le andò vicino, chiarendo così ai presenti che la sua permanenza nella stanza non sarebbe durata a lungo.

-Ebbene?- chiese con impazienza.
-Perché mia figlia non è scesa?- lo sguardo glaciale di Hiashi Hyuga, sorprese ancora una volta il giovane Uzumaki. Come poteva quell’uomo ostentare una tale calma, sapendo che, poco prima, lui si era preso la verginità di sua figlia?
-Perché io ho voluto così!- rispose tranquillo il giovane.
-Un’altra dimostrazione dell’insolenza della ragazza! Ha avuto persino l’ardire di cacciarmi dalla camera da letto!- Orochimaru versò un’altra dose di vino nel bicchiere davanti a lui. Dal sorrisetto maligno che solcava le sue labbra sottili, Naruto intuì che considerava vinta quella partita.
-Orochimaru, vi prego! era palese che Hinata non conoscesse quel particolare del contratto. Ha reagito come avrebbe fatto qualsiasi altra giovane donna in una simile circostanza!- intervenne Jiraya a voce alta.

Fu in quel preciso istante che Naruto, notò un improvviso guizzo sul volto di suo suocero. Gli occhi dell’uomo si incupirono, abbassandosi quasi impercettibilmente verso la superficie del tavolo. Che le parole di Jiraya gli avessero suscitato un qualche tipo di emozione?
Il giovane Uzumaki si avvicinò al tavolo, guardando intensamente il padre di sua moglie.
-Voi non avete nulla da dire Hiashi?-
L’uomo alzò gli occhi verso il giovane, mentre la sua fronte veniva solcata da una nuova ruga di preoccupazione.
-Io non esprimerò nessun giudizio su questa situazione, se prima non avrò parlato con mia figlia!- rispose lo Hyuga con rinnovato vigore.
-Vi ho già detto che vostra figlia non scenderà in questa stanza e se foste un genitore compassionevole, ne capireste anche il motivo!-
-Io sono suo padre! Pretendo di vederla immediatamente e voi non potete impedirmi di…- il tono di Hiashi si era notevolmente alzato ma era esattamente l’effetto che Naruto voleva sortire.
-E io sono suo marito!- Il giovane interruppe quello che alle sue orecchie, rischiava di diventare uno sproloquio. –Da adesso solo io posso decidere cosa possa o non possa fare Hinata! E credo anche di aver capito il motivo della vostra urgenza nel volerle parlare!-

Il volto dello Hyuga sbiancò sotto il duro sguardo di Naruto. L’uomo incrociò le possenti braccia sul petto come per difendersi, e quel gesto fu per il giovane come una prova dei suoi sospetti.
-Abbiate il coraggio di dirlo davanti a tutti Hiashi … volete parlare con vostra figlia per convincerla a mentire per voi? Volete che Hinata confermi che in quel letto io non ho fatto di lei mia moglie?-
Un inquietante silenzio accompagnò le parole del giovane, rotto soltanto dal rumore del vento che soffiava al di là delle finestre.
Fu Minato che per primo ebbe il coraggio di prendere la parola.
-Naruto, credo che tu ti renda conto della gravità della tua accusa. Io penso che la cosa più saggia da fare adesso, sia di porre fine a questa riunione e andare tutti a riposare. È evidente che non riusciremo a giungere a nessuna conclusione.-
-Sono d’accordo con Minato- Jiraya si alzò dalla sedia e mise una mano sulla spalla di Naruto. –Ragazzo mio, accetta il mio consiglio … domani permetti a Hiashi di parlare con sua figlia. Se, come tu credi, ha complottato per sabotare questa unione, allora l’intera questione passerà al giudizio dell’imperatrice.- L’uomo si passò una mano sul volto che appariva tremendamente stanco. – E spero per tutti noi che questo non sia necessario!-

Naruto rivolse un’ultima rabbiosa occhiata verso lo Hyuga prima di lasciare la stanza. Sentiva che la collera lo stava divorando da dentro. Cosa aveva fatto di male per meritarsi tutto questo? La sua vita si era dissolta come un cumulo di neve al sole, senza che lui potesse fare nulla per impedirlo!
E adesso un’altra dura prova lo aspettava: Hinata doveva ormai essersi ripresa dal suo stato di shock, e Naruto ara sicuro che non lo avrebbe accolto a braccia aperte! Sicuramente lei lo avrebbe odiato per quello che le aveva fatto. Arrivato davanti alla camera da letto, esitò qualche secondo prima di entrarvi senza far rumore.
Si avvicinò piano alla poltrona dove aveva lasciato sua moglie. Lei era ancora lì … profondamente addormentata. Il corpo rannicchiato sembrava piccolissimo nella seduta. Hinata aveva raccolto le mani sotto il mento, come se pregasse e la camicia era scivolata rivelando la perfetta curva della sua spalla. Naruto le toccò delicatamente le guancie, ancora umide per le lacrime che aveva versato. Per gli Dei, era così dannatamente bella!

Per la terza volta durante quell’interminabile serata, si fece carico di quel dolce fardello che era il corpo di Hinata. La prese tra le braccia, stando attento a non svegliarla e la posò piano sul letto. Lei allungò subito le membra sul materasso, rilasciando un lungo sospiro.
Naruto si spogliò velocemente e le si coricò vicino. Gli sembrava così strano giacere con una donna e non godere del suo corpo! Oltretutto sarebbe stato un atto pienamente legittimo, dato che la donna in questione era la sua sposa!
Ma, mentre anche lui cedeva al sonno, il giovane ricordò che non necessariamente quella ragazza sarebbe rimasta sua moglie: se lei l’indomani avesse accettato di stare dalla sua parte di suo padre, quel matrimonio sarebbe finito con la stessa velocità con cui era cominciato.


Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


Quando le pesanti tende furono scostate, i raggi del sole entrarono nella piccola stanza, illuminando il volto della giovane che dormiva profondamente, strappandola dal suo sonno.
Hinata sbatté più volte le palpebre, cercando di focalizzare quello che la circondava. Perché nulla in quella camera le era familiare?
-Buongiorno signora-
Nell’udire quella profonda voce, la Hyuga abbandonò definitivamente lo stato di torpore che fino a qualche attimo prima la avvolgeva. Si mise a sedere sul materasso, guardando imbarazzata l’uomo che stava ai piedi del letto.

Naruto era vestito di tutto punto, con i calzoni neri che gli aderivano alle gambe muscolose e la giacca rosso scuro che metteva in risalto gli occhi azzurri. Poco alla volta, riaffiorarono in lei i ricordi del giorno precedente e non poté fare a meno di arrossire.
-B – buongiorno- rispose esitante, coprendosi come meglio poteva con il lenzuolo.
-Ho pensato che era ora che ti svegliassi. Tra un’ora sarà servito il pranzo e immagino che tu sia affamata. – Naruto cominciò a battere il frustino che teneva in mano contro uno dei suoi stivali, con fare nervoso. Si era alzato all’alba per fare una lunga cavalcata e schiarirsi le idee. Doveva assolutamente avere delle risposte da Hinata, prima che lei scendesse dabbasso.

-Hinata … ora ti farò una domanda e vorrei che tu mi rispondessi sinceramente!-
La giovane Hyuga rimase molto sorpresa dall’improvviso cambio nel suo atteggiamento: ora suo marito sembrava più rigido e formale e non riusciva a spiegarsene il motivo. Si limitò ad annuire con la testa, acconsentendo alla sua richiesta.
-Hai letto il contratto del nostro matrimonio, dopo che ho chiesto la tua mano?-
Hinata sentì il volto andarle in fiamme. Ovviamente lui si riferiva a quanto successo la notte prima.
-No, non l’ho fatto. Ho provato a chiederlo a mio padre, ma mi ha sempre assicurato che le clausole erano vantaggiose sia per entrambe le nostre famiglie- rispose con foce flebile. Solo ora si rendeva conto dell’enorme differenza che avrebbe fatto se fosse riuscita a leggere quel documento.
-Come immaginavo!- Naruto, ottenuta la conferma che desiderava, rilassò le spalle.
-M – mi dispiace tanto- La Hyuga abbassò lo sguardo sulle sue mani. La sottile fede nuziale era ancora lì, dove Naruto l’aveva infilata, ma pesava sul suo dito, come una pesante catena che non avrebbe mai potuto spezzare.

-Non sei tu che devi essere dispiaciuta!- La rabbia che avvertì nella voce di Naruto, le diede il coraggio di alzare ancora lo sguardo sul suo viso.
-Che vuoi dire?-
-Hinata, tuo padre ti ha volutamente celato il contenuto del contratto. È così palese! Visto che lui non ha potuto rifiutarsi di obbedire all’imperatrice, ha fatto in modo che fossi tu stessa a mandare a monte il matrimonio!- Naruto le vide perdere quel poco di colore che aveva in viso. Cercò di non sentirsi troppo in colpa … in fondo lei lo sapeva che razza di padre aveva!
-Come puoi dire una cosa del genere? Mio padre è un uomo d’onore! Non farebbe mai nulla di simile!-
A Naruto venne quasi da ridere. Davvero quella ragazza era così ingenua? Si avvicinò piano a lei, fino a sfiorare il materasso con le cosce. Hinata, invece, indietreggiò fino alla testiera del letto, stringendo i lembi della camicia sul petto.
-La devozione che nutri per tuo padre è ammirevole, mia signora. Peccato che quel bastardo senza cuore non se ne meriti neanche un po’!-
-Ora basta! È di mio padre che stai parlando!- Hinata cominciava a spazientirsi. Lei non avrebbe mai osato offendere un membro della famiglia Uzumaki! Il fatto di essere suo marito, gli dava anche il diritto di insultare Hiashi?

-Oh, credimi lo so! Stiamo parlando dello stesso uomo che non si è fatto alcun problema a schiaffeggiare sua figlia!-
-Preferirei ricevere altri cento schiaffi da mio padre, piuttosto che subire di nuovo quello che mi hai fatto tu!-
Naruto fece un passo indietro, profondamente scosso da quello che Hinata gli aveva detto. Lei aveva appena palesato, quelli che erano i suoi timori: quella ragazza lo considerava alla stregua di uno stupratore! Il giovane sentì che tutta la comprensione che aveva provato fino a quel momento nei suoi riguardi, si era sgretolata come un vaso di cristallo lasciato cadere a terra.
Si avvicinò di nuovo ad Hinata e prima che lei riuscisse ad allontanarsi, l’ afferrò per i polsi, costringendola ad inginocchiarsi sul letto. Strinse il sinuoso corpo di sua moglie contro il suo, senza lasciarle alcuna possibilità di fuga.
-Se è questo quello che pensi, sarai felice di sapere che hai un’ultima possibilità per sottrarti alle mie … attenzioni! – con il volto vicinissimo a quello di Hinata, Naruto cercò di nascondere la sua delusione dietro una maschera di puro cinismo.

-L -lasciami! mi stai facendo male!- La giovane tentò di liberarsi dalla sua stretta. Il dolore che le aveva inferto quando si era fatto spazio nel suo corpo, era ancora troppo vivo. Non avrebbe sopportato un altro incontro intimo con Naruto … non ancora!
-Visto che sei tanto leale nei confronti di tuo padre, scommetto la testa che quando ti chiederà di mentire sulla nostra notte di nozze, tu acconsentirai alle sue macchinazioni! Dimostrami che sei la sua degna figlia!-
-Di cosa stai parlando?!?- Hinata aveva rinunciato a ribellarsi. Anche se non lo conosceva bene, il suo istinto le diceva che Naruto non l’avrebbe mai colpita. Ma fu comunque con sollievo, che la giovane udì qualcuno bussare alla porta della stanza.
Dopo un ultimo, intenso sguardo, il giovane Uzumaki lasciò la presa su sua moglie.
-Lo scoprirai a breve. Ma, signora, se deciderai di restare mia moglie, sappi che quello che è successo ieri notte, non è niente in confronto a quello che ti aspetta!- Naruto se ne andò dalla stanza, sbattendo forte la porta dietro un’ignara serva a cui era solo stato ordinato di aiutare la signora a vestirsi.

Hinata restò a fissare la porta, ancora esterrefatta per la lite appena avuta con Naruto. Il cuore sembrava impazzito nel suo petto, tanto erano veloci i battiti.
-Signora? Vuole che l’aiuti a rinfrescarsi?- la serva guardò Hinata con aria interrogativa, aspettando che la padrona le dicesse cosa fare.
-Cosa? Oh … no grazie, faccio da sola- molto lentamente, la giovane scese dal letto, sentendosi incerta sulle sue stesse gambe. Arrivata al catino dell’acqua si sciacquò più volte il viso, sperando che l’acqua fredda le levasse di dosso la stanchezza che nemmeno le ore di sonno erano riuscite e a portarsi via.
-Vi ho portato questo, signora. Spero che vada bene- la serva le mostrò l’abito verde che aveva con sé. Era uno dei pochi vestiti che erano riuscite a confezionarle prima del matrimonio. Come per tutti gli altri, anche quello era estremamente semplice, proprio come lei aveva voluto.

Hinata si mise di fronte al piccolo specchio della camera, che a mala pena riusciva a riflettere per intero la sua immagine. Tolta la camicia, si concesse qualche secondo per osservare il suo corpo nudo. All’apparenza, nulla sembrava cambiato ma la giovane sapeva che invece, c’era qualcosa che era irrimediabilmente mutato.
Quella nello specchio non era la stessa ingenua fanciulla, che fino a un mese prima, accoglieva le semplici esperienze quotidiane con spensieratezza e allegria. Hinata, in quello specchio, stava fissando una donna. Nello spazio di un solo, breve incontro, Naruto l’aveva resa femmina come solo un uomo può fare e la consapevolezza di quel fatto era ancora vivo lì, nell’indolenzimento che avvertiva nel centro della sua femminilità.
La Hyuga vide una lacrima scendere sulla guancia del suo alter ego riflesso. Allungò piano la mano verso quella piccola goccia solitaria. Avrebbe mai visto la fine di quel baratro nel quale l’avevano spinta?


Spazio Autore:
Salve a tutti! Ecco l’aggiornamento che in tanti (e ne sono veramente felice) mi hanno chiesto. Premetto che è mio desiderio continuare questa storia e anche se sembra una banalità, vi assicuro che il tempo che ho a disposizione per scrivere è davvero poco! Io mi impegnerò, ma non posso promettere aggiornamenti settimanali! Ho constatato con piacere che, nonostante la mia lunga assenza, il mio aggiornamento è stato accolto con piacere. Passando a questo capitolo, c’è da dire che l’ho accorciato di molto. Infatti volevo inserirvi anche il colloquio tra Hiashi e Hinata, ma stava diventando davvero troppo lungo! Fatemi sapere cosa ne pensate! La reazione di Naruto è stata esagerata? Hinata vi è sembrata troppo ingenua nel non capire le intenzioni di suo padre? Comunque non ci resta che aspettare e vedere cosa deciderà in merito al matrimonio!
Ringrazio davvero di cuore chi segue, ricorda, preferisce e soprattutto chi recensisce la mia storia. Appena avrò un po’ più di tempo risponderò ad aogni singola recensione! A presto! Dado

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo X ***


Hinata entrò nel piccolo salotto dove le signore, per consuetudine, aspettavano l’annuncio del pasto, lontane dagli uomini. La giovane si accorse subito che Kushina, Sakura, Ino e Ten Ten stavano parlando di lei, perché appena mise piede nella stanza, quelle interruppero la loro conversazione.
-Hinata! Mia cara! Come stai?- Kushina, sorprendendola, la strinse in un forte abbraccio. Hinata si ritrovò con il viso tra i morbidi capelli rossi di sua suocera. Da quanto tempo qualcuno non le trasmetteva un po’ di calore umano, la giovane non lo ricordava. Stretta a quel seno, si ritrovò come protetta in un bozzolo, da quel tipo di conforto che solo una madre era capace di dare.

Esitò un pochino prima di ricambiare il suo abbraccio, ma quando lo fece cercò di trasmettere alla donna la gratitudine che provava, nonostante lei fosse poco più di una sconosciuta.
-Sto bene, grazie- Si ritrovò a risponderle, nascondendo dietro quelle parole tutto il tumulto di pensieri che aveva nella testa.
-Hinata, siamo tremendamente dispiaciute per quello che è successo-
-Grazie Ino …-
-Noi possiamo capire come ti senti! A volte gli uomini sono così insensibili … - Per quanto fosse grata alle parole di conforto di Ten Ten, Hinata dubitava che loro realmente potessero, anche solo intuire, come si sentisse ferita e umiliata, nel corpo e nell’anima.
Si limitò ad abbassare il capo, nascondendo le lacrime che le stavano nuovamente risalendo agli occhi. Odiava quell’essere piagnucoloso che era diventata da quando suo cugino era andata a prelevarla dal Tempio, ma ogni volta che pensava di non averne più da versare, quelle bagnavano il suo viso, ricordandole tristemente le cose che aveva perduto.

Mentre le donne chiacchieravano, cercando di distrarre Hinata, un servitore annunciò che il pranzo stava per essere servito. Kushina prese il braccio di Hinata, mentre la conduceva nella sala da pranzo già occupata dagli uomini.
Quelli, quando le donne entrarono, si alzarono dalle sedie che occupavano. LA giovane Hyuga sapeva che il suo posto era accanto a quello del suo sposo, ma mentre si sedeva, non riuscì a guardarlo in faccia. Le parole intrise di veleno che si erano scambiati, erano ancora sospese nell’aria intorno a loro, tanto da impedire qualsiasi tipo di approccio tra i due.
La giovane non riusciva ancora a spiegarsi perché Naruto fosse stato così sgarbato con lei. Tentò di guardare verso di lui, mentre i servitori cominciavano a portare i piatti in tavola, ma si accorse subito che l’attenzione degli occhi azzurri di suo marito, era focalizzata su un’altra persona in quella stanza: Naruto guardava fisso Hiashi Hyuga che, all’altro capo della tavola, restituiva al giovane genero, occhiate così feroci che Hinata si scoprì a tremare.

Era come se tra i due fosse in atto una personale e silenziosa guerra, dove, la ragazza si rese conto, era lei stessa ad essere l’oggetto di contesa. Il comportamento dei due uomini, portò la tensione nella sala da pranzo ai limiti del sopportabile. Quella consapevolezza le fece perdere ogni tipo di appetito e nonostante non toccasse cibo dal giorno precedente, si accontentò di sbocconcellare qualcosa dai piatti che le venivano posti davanti.
Fu con visibile sollievo di tutti i commensali, che anche i piatti del dessert furono portati via. Era incredibile come, nonostante fossero in tanti a sedere intorno a quel tavolo, il malumore di due di loro, condizionasse il comportamento di tutti, fino a rendere vano qualsiasi tentativo di conversazione.

La giovane Hyuga, stava seguendo l’esempio delle altre dame e si stava alzando dalla sedia, quando suo padre richiamò la sua attenzione.
-Hinata-
-S – si padre-
-Vorrei scambiare qualche parola con te. Se tuo marito è d’accordo ovviamente … -
Hinata rimase stupita dal tono accondiscendente che udì nella voce di suo padre. Da quando Hiashi Hyuga chiedeva? Da che la corvina ne aveva ricordo, suo padre aveva sempre preteso, allungando la mano e prendendo quello che desiderava. Era anche grazie al suo duro atteggiamento, che il clan Hyuga era temuto e rispettato da tutti. Si ritrovò a guardare Naruto, che senza proferire parola, si limitò ad alzare la mano dal tavolo, indicandole la porta.
-Neji, intanto fai preparare i nostri bagagli. Quando avrò finito con tua cugina, gli Hyuga lasceranno questo luogo-
-Si, zio-

Naruto vide la piccola figura di Hinata, sparire oltre la porta, preceduta da quella ben più imponente di Hiashi. Con un atto di pura ira, sbatte un pugno sul tavolo, facendo voltare tutti verso la sua direzione.
-Naruto, cerca di mantenere la calma-
Il giovane ignorò le parole di Jiraya. Aveva bisogno di aria … proprio non sopportava l’idea di stare sotto lo stesso tetto con le persone che stavano tramando alle sue spalle. Uscito dalla sala da pranzo, non poté vedere il cenno di intesa che si scambiarono Minato e Sasuke Uchiha.
Era quasi arrivato al piccolo sentiero che si inoltrava nel fitto bosco, quando sentì dei passi dietro di lui. Non aveva bisogno di girarsi per sapere a chi appartenessero.
-Sasuke, lasciami solo- disse al nuovo arrivato, senza voltarsi.
Il moro non rispose, ma con poche rapide falcate fu vicino al suo amico. Camminavano uno di fianco all’altro, in assoluto silenzio. D’ altronde, non c’era mai stato bisogno di troppe parole tra di loro, perché se pur diversi come il giorno e la notte, riuscivano sempre a capirsi.
Fu Naruto a spezzare quel silenzio, fermandosi vicino alla sponda di un limpido ruscello.
-Immagino che tu sappia quello che è successo-
Sasuke non rispose subito. Appoggio un piede su di un sasso ai limiti della riva, apparentemente rapito dalla sua immagine riflessa nel piccolo corso d’acqua.
-A quest’ora tutta Konoha lo sa. Penso che faresti meglio a non farti illusioni del contrario- confermò, con la sua voce profonda e pacata allo stesso tempo.
-Porca miseria! Sarò lo zimbello della città per il resto della mia vita!- Naruto tirò con forza un sasso nell’acqua, sfogando con quel gesto infantile, un po’ di tensione che gli braccava lo stomaco.
-È di questo che ti preoccupi? Avresti proprio bisogno di rivedere le tue priorità-
-Siete tutti quanti bravi a sentenziare! Non è della tua vita che si sta decidendo in quella fottuta stanza!-
L’Uchiha, ancora una volta, ignorò le parole del biondo. Con estrema lentezza, slacciò i bottoni della giacca e l’appoggiò sul ramo basso di un albero. Poi, valutò con cura, la forma e la grandezza dei sassi che si trovavano al suolo. Alla fine, soddisfatto della sua scelta, ne raccolse uno e con assoluta precisione, lo lanciò nel ruscello, stando bene attento che quello atterrasse ad almeno un braccio di distanza, da quello buttato poco prima da Naruto.

-Il tuo problema è che sei troppo impulsivo. Ti lasci trascinare dalla rabbia e non rifletti. Se così non fosse, sapresti meglio di chiunque altro, che a prescindere da quello che tua moglie deciderà insieme a suo padre, l’imperatrice farà in modo che voi due restiate sposati. Ficcati in testa, che c’è in ballo qualcosa di molto più importante. E poi sei precipitoso, come sempre. Ancora non sai cosa dirà Hinata a proposito di ieri notte.-
-Parli così perché non l’hai sentita stamattina, mentre difendeva “l’onore” di Hiashi!- replicò Naruto, lanciando un altro sasso nell’acqua, in quella che ormai era diventata una sfida.
-E cosa ti aspettavi? È suo padre, l’unico genitore che le è rimasto. Tu non avresti fatto lo stesso per Minato?-
Naruto, nell’udire il nome di suo padre, accostato a quello di suo suocero, rischiò sul serio di perdere le staffe. Anche Sasuke sapeva che certi limiti non andavano superati.
-Non osare paragonare mio padre a quella carogna! Non sarebbe degno nemmeno di sellargli il cavallo!-
Sasuke si limitò ad alzare le spalle, per nulla intimorito o turbato dalla rabbia del biondo.

-Questo matrimonio è cominciato sotto il peggiore degli auspici. E se lei mentisse? Come farei a restarle accanto sapendo questo?-
-Fossi in te, troverei subito un modo per far funzionare le cose. In fondo dovrete dividere il letto, almeno finché non le farai concepire un erede- Sasuke, con un potente slancio, scagliò un altro sasso nel ruscello, superando di molto, l’ultimo dell’amico. Si lavò con cura le mani e si rimise la giacca, scuotendo via qualche granello di polvere dalle maniche.
-Ora se hai finito di fare la vittima, io direi di rientrare. Tanto penso che ti sia chiaro che non riusciresti comunque a battermi-

*****

Hiashi, condusse sua figlia nell’ennesimo, piccolo salotto del maniero, ma mentre la giovane ne notò la pulizia e la raffinatezza, il capo famiglia degli Hyuga, lo considerò come un ulteriore spreco di quelle ricchezze, che sarebbero dovute appartenere di diritto al suo clan. L’uomo si impose di abbandonare quei funesti pensieri: se, come lui prevedeva, le cose fossero andate nel giusto verso, nel giro di un’ora avrebbe abbandonato per sempre quel posto e le persone che la governavano.
-Siediti Hinata- Era nella sua natura dare ordini a quanti lo circondavano e le sue figlie, non erano estranee ai suoi modi di fare.
La ragazza prese posto in una morbida poltrona, guardando dal basso suo padre, che mai come quella volta, le parve alto e minaccioso.
-Credo che tu sappia di cosa ho desiderio di parlarti-
-I – immagino di si, padre. Volete sapere cosa è successo ieri con Naruto … - Hinata si sentì improvvisamente accaldata.
Non ricevendo nessuna risposta da parte di Hiashi, Hinata suppose che era proprio quello che voleva sapere.
-Lui … ha fatto quello che, credo, ogni marito faccia con la propria moglie, padre-
-Su questo non avevo nessun dubbio, figlia mia. Nessun uomo che può ritenersi tale, rinuncerebbe a prendersi l’innocenza di una creatura bella come te-

-A –allora non capisco … -
- Perché ti ho voluta qui? È semplice, ad ora il tuo matrimonio con quell’Uzumaki non è ancora da ritenersi valido. Basterebbe una tua parola per porre fine a tutto questo e potremmo lasciarci questa incresciosa situazione alle spalle una volta per tutte-
Hinata capì immediatamente, cosa effettivamente voleva da lei. Le ritornarono in mente le parole furiose con cui, poche ore prima, Naruto l’aveva accusata. Avrebbe voluto che il suo corpo si rimpicciolisse fino a scomparire, perché il senso di colpa, la stava schiacciando quasi da impedirle di respirare.
-Allora è vero! V – voi volete che io menta. Dovrei dire che il matrimonio non è stato consumato … -non riuscì ad andare avanti. Abbassò gli occhi verso il pavimento, perché non ce la faceva a guardare l’uomo che l’aveva così insopportabilmente tradita.
Hiashi non rispose. Era inutile confermare qualcosa che ormai, era evidente per entrambi.

Il silenzio di suo padre, fu troppo per lei. Se lui l’avesse schiaffeggiata di nuovo, probabilmente avrebbe avvertito meno dolore di quello che stava provando. Di chi si poteva fidare, se non del suo stesso genitore? -Volete che sia io a ingannare l’imperatrice, perché voi non avete avuto il coraggio di rifiutarvi! Voi non vi rendete conto … -
-Io mi rendo conto benissimo! Non era in mio potere rifiutarmi, e ho pensato a qualsiasi tipo di stratagemma per impedire questa innaturale unione! Quel contratto è inattaccabile, sotto ogni punto di vista. Non un cavillo o un’inezia sul quale aggrapparmi. Quell’usurpatrice ha previsto tutto … tranne una cosa!
Hinata sapeva benissimo a cosa si riferiva. Era con la morte nel cuore che stava ascoltando lo sfogo di suo padre.
-La tua pudicizia! Sei sempre stata una bambina timida e riservata e la tua permanenza al Tempio ha sicuramente acuito, questi aspetti della tua personalità. Io speravo … anzi sapevo che tu, figlia mia, non ti saresti unita carnalmente con quell’uomo, in presenza di altre persone. E ci eri quasi riuscita... -
Aveva previsto ogni sua reazione! Era paradossale come, suo padre, l’uomo che la stava distruggendo con le sue amare parole, fosse lo stesso che la conoscesse meglio di chiunque altro.

-Ma come era prevedibile, quel figlio di un cane, non ha perso tempo a imprimere il suo marchio su di te. Perché è così che loro agiscono, ottenendo quello che vogliono senza averne alcun diritto!! Ma questa volta sarà diverso! Grazie a te, gli Hyuga avranno la loro rivincita … -
-No padre, vi sbagliate! – Hinata non sapeva dove avesse preso la forza di interrompere il monologo di suo padre.
Hiashi rimase stupito dalle parole di sua figlia. Nonostante lei fosse ancora seduta tranquilla, con le mani strette sul grembo, lesse coraggio e determinazione sul suo volto, cose che mai aveva scorto prima in lei.
-Tradiresti il tuo clan, pur sapendo che hai un’ultima possibilità per sottrarlo ad un altro sopruso?!?-
-Siete voi che lo giudicate come tale-
-Hinata, tu hai il dovere di … -
-Io ho il dovere di rispettare i miei voti, di fare fede alla parola data! Siete voi che mi avete insegnato ad essere una persona onorevole, padre!-
-È evidente che gli anni passati al Tempio ti abbiano fatto dimenticare chi sei e dove sei nata!-

Hinata si portò una mano sul cuore. Era strano come, nonostante l’agitazione, quello avesse preso a battere cheto nel suo petto.
-Siete di nuovo in errore, padre mio. Io so perfettamente chi sono. Sono Hinata, primogenita ed erede del clan Hyuga. Sono una figlia devota a suo padre … e da ieri moglie votata a suo marito, Naruto Uzumaki. E se gli dei vorranno essere generosi con me, sarò madre del prossimo imperatore delle cinque terre, colui che riuscirà a estirpare l’odio dalle nostre famiglie-
-Ti illudi, Hinata! Mettere sul trono un figlio vostro, è solo modo meschino di zittire il nostro clan! Ma credo che ormai sia inutile andare oltre … hai già compiuto la tua scelta!-
-E se io aspettassi già un figlio?- La giovane distese una mano sulla pancia. Fino a quel momento non aveva pensato a quella possibilità, ma aveva ormai imparato che il destino, aveva un suo personale modo di tessere le fila della sua vita.
-Se nel mio ventre stesse già crescendo un bambino? Voltereste le spalle a me e a lui in nome di quel rancore che vi tiene così tenacemente ancorato al passato? Io vi amo padre e vi voglio nella mia vita, a prescindere da chi sia mio marito!-

Udendo quell’appello disperato, Hiashi sentì qualcosa smuoversi dentro di sé, qualcosa che pensava fosse morto insieme alla sua giovane sposa, tanti anni prima. Guardare Hinata, la sua bellissima primogenita, gli ricordava dolorosamente sua moglie, la donna che non era riuscito a proteggere. Si era ripromesso che mai, niente e nessuno, gli avrebbero portato via anche quella figlia che tanto somigliava a sua madre. Così,anni prima, l’aveva mandata al Grande Tempio, dove sarebbe stata per sempre al sicuro, lontana dalle brutture della vita. Ma quel fato disonesto, che tanto si divertiva a farsi beffe di lui, l’aveva riportata indietro, facendola diventare la sgualdrina del suo peggior nemico! E nonostante questo, non poté trattenere quel moto di ammirazione e di orgoglio, che gli stava traboccando dal cuore, indurito come pietra.
Lo Hyuga si avvicinò piano a sua figlia, e chinatosi un poco, le depositò un leggero bacio sulla fronte.
-Abbi cura di te, figlia mia- La guardò brevemente negli occhi perlacei, che lui stesso le aveva donato e abbandonò la stanza. Percorse a ritroso il corridoio fino ad arrivare in una stanza da cui arrivavano le voci dei suoi ospiti.
I presenti accolsero con silenzio l’arrivo dello Hyuga, aspettando con ansia il verdetto di quest’ultimo.
-Gli Hyuga considerano valido il matrimonio. Neji, siamo pronti per partire?-
-Quando volete, zio-

Kushina, trasse un lungo sospiro di sollievo. Finalmente quella pazzia era cessata! Guardò suo figlio, che se ne stava appoggiato al muro, bevendo un calice di vino. Quanto poteva essere ottuso, certe volte quel ragazzo?
La rossa gli si avvicinò e gli tolse il calice dalle mani
-Va da lei!- gli sussurrò piano.
Naruto sapeva benissimo che doveva raggiungere sua moglie. Ma se era rimasto lì, dopo che lo Hyuga aveva fatto il suo annuncio, era solo per futile e stupido orgoglio. Cosa avrebbe dovuto dire ad Hinata? Come avrebbe affrontato la consapevolezza che suo marito aveva avuto ragione? Sarebbe bastato un secco e deciso “Io te lo avevo detto”?
Tutte le sue congetture, svanirono nel momento in cui la vide, seduta su quella grande poltrona, che al solito la faceva apparire tremendamente piccola, con i gomiti appoggiati sulle cosce, e le mani che le ricoprivano per intero il viso.
Decise che sarebbe stato meglio se lei gli avesse urlato contro, che vederla in quello stato, perché lui proprio non sapeva come consolarla o farle capire che ormai andava tutto bene.
Si sedette piano sul bracciolo della poltrona che lei occupava, e dopo molta esitazione, le posò una mano sul capo, per farle capire che non era più sola.
Hinata non dette a vedere di essersi accorta di lui e per parecchi minuti, i due rimasero immobili, in assoluto silenzio.

-Dovrai darmi la tua testa adesso- Le improvvise parole di Hinata, destarono Naruto da quella specie di trance in cui era caduto.
-Signora?-
-Stamattina hai detto che avresti scommesso la testa che io … -
-O Dei, no! Ti prego, dimentica quello che ho detto stamattina! Ero solo molto adirato! – Naruto evitò di dirle che, ora che lei era effettivamente sua moglie, era sua intenzione darle ben altro che la testa, ma evitò di dare voce ai suoi pensieri, in fondo quella non era la circostanza più adatta!
I due restarono così ancora per qualche minuto, finché la giovane Hyuga, si voltò verso suo marito, guardandolo fisso negli occhi.
-Che cosa succederà adesso? Cosa faremo? -
Naruto si trovò improvvisamente inchiodato e perso, nello sguardo innocente di quella ragazza. Quindi la sua risposta, non fu frutto di un’accorta e sensata riflessione.
-Beh signora, credo proprio che ora dovremmo fare quello che ci si aspetta da noi … impegnarci a concepire un bambino!-



Spazio Autore:
Amiche e amici lettori … eccovi il nuovo capitolo! Ne avete notato la lunghezza, rispetto agli ultimi? Mi sono o non mi sono impegnata? XD
Comunque spero davvero che il risultato sia buono! Ho notato di aver perso qualche fedele recensore nel tempo … me ne assumo la piena colpa, ovviamente, e la cosa mi dispiace molto! A quanti mi hanno chiesto cosa intendesse Naruto con la frase “Se deciderai di rimanere mia moglie, etc …” (non me la ricordo bene U.U ), volevo dire che sono davvero mortificata se ai vostri occhi, l’ho fatto passare per uno stupratore seriale! Non era davvero mia intenzione! Il “mio”Naruto ( lo so che non è mio, perché se lo fosse, si sarebbe dichiarato ad Hinata molto tempo fa!!), è un uomo passionale, impulsivo, che non si pone problemi a dire a voce alta tutto quello che gli passa per la testa, soprattutto quando è arrabbiato. Quindi, la frase va letta nel contesto in cui è stata pronunciata: un momento di pura ira!
Detto questo, come al solito ringrazio le persone che recensiscono la mia storia. È soprattutto per voi che continuo a scrivere! Prometto che domani, avendo tutta la giornata libera, risponderò alle vecchie recensioni!
Ringrazio, come al solito, chi preferisce, segue, ricorda e semplicemente legge la mia storia. Lo apprezzo di cuore!!!
A presto, Dado

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo XI ***


La carrozze sparirono definitivamente, dalla vista di Hinata. L’ultima, quella che chiudeva la fila, si stava portando via la sua famiglia.
Non sapeva quando avrebbe rivisto i suoi cari, e di certo non si faceva sciocche illusioni riguardo un’imminente riconciliazione con suo padre. Per lo meno, al momento dell’accomiato, Naruto e Hiashi erano riusciti a stringersi la mano senza dare l’impressione di volersi saltare alla gola.
-Bene! Direi che è arrivato anche per noi il momento di andare! Hinata, mi sono permessa di far preparare le tue cose-
-Grazie, signora-
-Chiamami Kushina, ti prego! Infondo, ora è come se fossi mia figlia!- La donna prese di nuovo la sua giovane nuora sotto braccio, mentre risalivano le scale che portavano all’ingresso del maniero. Naruto e Minato erano qualche passo davanti a loro e alla giovane Hyuga, mentre guardava la schiena del suo neo sposo, venne in mente che non aveva la più pallida idea di dove l’avrebbero portata.

-S – scusate … ma dov’è che andremo?- si sentì quasi una sciocca nel porre quella domanda e se avesse dato loro l’impressione di essere una foglia sbattuta qua e là dal vento, non gli avrebbe dato torto.
Naruto si fermò a qualche passo dalla porta e si girò verso di lei. Hinata si sentì studiata dall’intensità del suo sguardo. Gli occhi di suo marito, in quella limpida giornata primaverile, avevano lo stesso colore del cielo che li sovrastava.
-Staremo qualche giorno a casa dei miei, almeno finché quella in cui abiteremo non sarà pronta. Esce sempre qualche altra cosa da aggiustare!-
-Esiste una casa?-
-Certo signora. Pensavi che ti avrei fatto vivere in strada?- Ed eccolo di nuovo lì, quel sorrisetto beffardo sulla sua bocca, che tanto l’aveva fatta infuriare la prima volta che si erano ritrovati da soli.
Hinata sapeva che doveva contenersi, soprattutto perché erano in presenza dei suoi suoceri, ma proprio non riuscì a nascondere il suo disappunto.
-Forse ti hanno male informato “signore”, ma io stavo per diventare una sacerdotessa del Tempio, non una veggente!- gli rispose incrociando le braccia sul petto.
-Questa poi! Hinata, lascia che ti rammenti che io ti ho chiesto se volevi che ci vedessimo prima delle nozze, ma tu non hai voluto! Se mi avessi permesso di venirti a trovare, ti avrei sicuramente parlato della nostra casa!-
La “nostra casa”? Hinata non seppe più cosa dirgli. Poi, quel piccolo alterco, fu interrotto dalla forte, squillante risata di Kushina, che catturò l’attenzione dei due ragazzi.
-Siete così carini! Minato, non ti ricordano noi e le nostre litigate, all’inizio del nostro matrimonio?-
-Tesoro, io ricordo solo che eri tu a litigare con me. Adesso vieni dentro, lasciamoli soli- Il biondo prese la sua chiacchierona moglie per il braccio, spingendola piano oltre la porta d’ingresso.

-Sarà sempre così, Hinata? Litigheremo per ogni parola che ci scambieremo? Finiremo con l’odiarci o l’impazzire! È questo che vuoi?- Naruto aveva appoggiato le mani sulle piccole spalle della ragazza e la stava guardando fisso negli occhi.
La giovane sapeva che suo marito aveva ragione. Aveva accumulato troppa tensione in poco troppo tempo e non doveva far diventare Naruto il suo capro espiatorio.
-No … non è quello che voglio- Sorprendendola, Naruto l’attirò a sé. La corvina, si ritrovò con la guancia schiacciata sulla sua giacca, dove poteva sentire i battiti del suo cuore. Lui le aveva anche appoggiato il mento sulla testa. Non riuscì a non chiudere gli occhi, sentendosi di colpo a suo agio e rilassata.
-Per rispondere alla tua domanda, si, abbiamo una casa. Fa parte dell’eredità lasciatami da mio nonno. Ne sono entrato in possesso nel momento in cui ti ho sposata, ma era in uno stato di completo abbandono-
Hinata ascoltò distrattamente le parole di suo marito. Era normale stare così bene tra le braccia di un uomo? Il tempo sembrava essersi fermato, tanto che se le avessero detto che erano restati fermi, abbracciati lì su quelle scale, per intere ore, lei ci avrebbe sicuramente creduto.

Fu proprio Naruto a rompere quel piccolo idillio. Prendere Hinata tra le braccia, gli era sembrata un gesto normale … quasi dettato da anni di consolidata abitudine. Inoltre, quando l’aveva fatta sua quella notte, non aveva avuto modo di constatarlo, ma ora rimase piacevolmente stupito, di come il minuto corpo di Hinata, sembrasse combaciare perfettamente con il suo. La lasciò andare di mala voglia, soprattutto perché quel contatto cominciava ad avere un certo effetto su di lui.
-Vieni, entriamo in casa prima che quell’impicciona di mia madre ci venga a cercare-
Passò un’altra ora, prima che i quattro fossero pronti per partire. Hinata e Kushina salirono sulla carrozza, mentre i loro mariti, le seguivano in sella ai loro cavalli. La giovane, si lasciò distrarre dal paesaggio al di là del finestrino, finché sua suocera non la chiamò.
-Hinata, quasi dimenticavo!- la rossa cominciò a rovistare nel piccolo sacchetto di seta che portava legato al polso, fino a trovare quello che cercava.
-Tieni cara. Lo avevi lasciato nella stanza dove ti sei vestita per le nozze-
Sul palmo della sua mano, vi era appoggiato l’anello con cui Naruto l’aveva chiesta in sposa a suo padre. Kurenai le aveva detto che doveva presentarsi con le mani nude alla cerimonia e lei, lo aveva appoggiato su una cassettiera, dimenticandosene completamente.
-Oh, grazie! mi era proprio passato di mente!- La giovane infilò l’anello al dito, sopra la vera nuziale. Anche se non ne capiva molto di gioielli, doveva ammettere che stavano molto bene insieme.

-Sai, quell’anello apparteneva a mia madre. Fu mio padre a regalarglielo, il giorno in cui nacqui io-
-I – io sono mortificata! Ho rischiato di perderlo con la mia sbadataggine!- Hinata si sentì terribilmente in colpa. Si vedeva che la donna era molto affezionata a quel cimelio.
-Non preoccuparti! Avevi ben altro a cui pensare, io lo so! Sai, loro sarebbero stati molto felici nel sapere che adesso appartiene a te! Sono sicura che gli saresti piaciuta molto-
Hinata lasciò che il dolce sorriso di sua suocera, sciogliesse quel blocco di ghiaccio, che suo padre le aveva lasciato nel petto. Aveva un disperato bisogno di fidarsi di qualcuno, perché le domande che necessitavano di avere risposta si facevano sempre più pressanti. Forse, e inaspettatamente, la madre di suo marito, era proprio la persona che avrebbe fugato i suoi dubbi.
-Kushina … io vorrei parlarvi di una cosa, ma se pensate che sia troppo sfacciata, vi prego di dirmelo- Hinata vide sua suocera serrare le labbra. Era forse stata troppo impudente?

-Lo so di cosa vuoi parlare, mia cara. E penso che sia una cosa del tutto legittima da parte tua. Vuoi sapere di Shion Sarutobi?-
La perspicacia di Kushina, colmò di stupore la giovane. Dietro quell’aria di perenne allegria, la Uzumaki nascondeva una spiccata intelligenza e sensibilità.
-Lui la ama … - Hinata abbassò leggermente lo sguardo, nell’ammettere a voce alta i suoi pensieri.
-Oh no! Ti prego, non confondere quello che Naruto sente per quella donna con l’amore!-
-Cosa volete dire?-
-Vedi Hinata … come posso spiegarti? Imparerai anche tu, che gli uomini, o almeno la maggior parte, spesso non ragionano col cervello. Mi segui? -
-V – veramente no, signora-
-Diciamo che si lasciano trasportare dagli istinti, dagli appetiti della carne. E per quanto io ami profondamente mio figlio, sono anche abbastanza onesta nell’ammettere che lui appartiene a questa categoria. E come esistono uomini del genere, ahimè, ci sono donne che approfittano di tale debolezza. Quella … “donna”, ha tenuto al guinzaglio il mio bambino come un cagnolino fedele. Ma, di una cosa sono sicura: mio figlio non la ama. Ne è stato ammaliato, perfino infatuato credo, ma l’amore è tutta un’altra cosa!-

Hinata non era del tutto sicura di aver capito il senso delle parole di Kushina. Ma lei sembrava così sicura di quello che diceva! E poi, chi meglio di una madre poteva conoscere il proprio figlio?
-Ieri, alle nozze, quando voi e Minato ci avete trovato vicino alla terrazza, loro erano insieme. Gli stava dicendo che doveva esserci lei al posto mio, come sua moglie-
-Si, forse tra cento anni, quando io sarei diventata concime per la terra! E avrei comunque maledetto un simile abominio dall’inferno, o da qualsiasi altro luogo in cui mi sarei trovata! Hinata, voglio essere molto franca con te! Prima che mia zia decidesse che sarà vostro figlio a succederle, tutti erano convinti che, o io o Naruto, avremmo preso il suo posto-
Quella rivelazione, ebbe il potere di scioccare la giovane. Naruto o Kushina imperatori delle cinque terre? Con il carattere che si ritrovavano, avrebbero sicuramente scatenato più discordie di quelle che sarebbero riusciti a placare!
-Converrai con me, che questo faceva di Naruto una preda molto ambita, per qualsiasi fanciulla. Ma, mai e poi mai, io avrei permesso a quell’arrampicatrice di distruggere mio figlio, così come ha fatto con il povero Hiruzen!-

La Hyuga aveva ricordi vaghi di quell’uomo. Qualche volta, quando era una bambina, Sarutobi portava qualche messaggio a suo padre da parte dell’imperatrice. Ne rammentava solo il dolce sorriso, col quale sempre la salutava.
-Hiruzen era un ambasciatore imperiale. Di ritorno da uno dei suoi viaggi, dal Paese della Terra, portò con sé la sua nuova, giovane sposa, Shion. Lei era la figlia di un noto farmacista del Villaggio della Roccia e ad essere sinceri, all’inizio sembrava che lo rendesse davvero felice. Poi, poco alla volta, la salute di Sarutobi, cominciò a compromettersi. È vero, non era più nel fiore degli anni, ma le improvvise perdite di memoria, e l’indebolimento del fisico, destarono subito i sospetti di mia zia. Ma ormai era troppo tardi! Hiruzen morì, ma non prima di aver intestato tutti i suoi beni alla moglie, escludendo dall’eredità i suoi stessi figli e nipoti-

-Quindi v –vostra zia pensa che lei lo abbia assassinato?-
-Ne è assolutamente convinta! Purtroppo, è stata scaltra e ad oggi non esiste alcuna prova che confermi quello che ha fatto! Puoi quindi immaginare, il mio stato d’animo, quando ho saputo che Naruto ne aveva fatto la sua amante. Purtroppo, come vedova di Sarutobi, lei ne rappresenta la memoria, ed è stato inevitabile invitarla al matrimonio. Ti dico questo, mia cara, per avvertirti che con molta probabilità, lei sarà presente alla maggior parte, degli eventi sociali a cui tu e Naruto deciderete di partecipare-
La giovane stentava ancora a credere alle parole di sua suocera. Quando aveva incontrato Shion al parco di Konoha, aveva intuito che sotto la bellezza della donna, si nascondesse un’indole malvagia, ma mai, nemmeno nelle fantasie più sfrenate, avrebbe pensato che fosse capace di uccidere un uomo.
-Naturalmente, mio figlio, come tutti gli altri del resto, è all’oscuro di tutto questo. Se te ne ho parlato, Hinata è perché io sono convinta che la consapevolezza è forza! Non permettere a una persona del genere di renderti infelice o schiava dei sospetti!-
-E se non volesse rinunciare a lei?-
-Ti prego, non giudicarlo così in fretta. Sai, nell’ultimo anno, ho sempre temuto che tornando a casa, mi dicesse che Shion era rimasta incinta. Ma anche io, l’ho giudicato più sprovveduto di quello che è! In più, dopo che ti ha chiesto in sposa, non una volta si è recato da lei-
-Ne sembrate così sicura … -
-Ma lo sono! L’ho fatto seguire ogni giorno, nell’ultimo mese. Ti assicuro che non ha fatto altro che dedicarsi anima e corpo a rendere almeno abitabile quel rudere!-
Nel vedere l’espressione scioccata di sua nuora, Kushina non poté trattenersi dal ridere.
-Non guardarmi così! Quando sarai madre anche tu, scoprirai che non esiste cosa al mondo che tu non sia disposta a fare per i tuoi figli!-

Il resto del viaggio, lo trascorsero in silenzio. Nonostante Kushina le avesse dato molte cose su cui riflettere, i pensieri di Hinata convergevano sempre sullo stesso punto: Naruto non era più andato da Shion dopo che si erano incontrati. Era come se il suo cervello avesse deciso di bloccarsi su quell’unico pensiero, ripeterlo come un ritornello, ostinandosi però, nel non spiegarle razionalmente, perché quella notizia le procurasse quella sorta di piacere che stava provando.
Poi, come se suo marito avesse seguito il filo dei suoi pensieri, lo vide accostarsi alla carrozza. Hinata si scoprì incantata a guardarlo. In sella al suo destriero, Naruto sembrava aver assorbito la potenza dell’animale, dai capelli color oro, fino alle cosce, che cingevano strette i fianchi del cavallo.
Quando quel ragazzo era diventato così … bello? O lo era sempre stato ma lei, non si era mai data l’occasione di accorgersene? Improvvisamente, la Hyuga sentì il fiato farsi corto, mentre il cuore cominciava a danzarle ad un ritmo fino a quel momento sconosciuto.
“Oh Dei, cosa mi sta succedendo?”



Spazio autore:
Salve a tutti!! Lo so, in questo capitolo non succedere praticamente nulla, risultando un tanti nello noioso, ma era necessario aggiungere delle informazioni alla trama, che serviranno più avanti! Prometto che già nel prossimo le cose si faranno un po’ più “piccanti”, ma giusto un po’! 
Come sempre ringrazio tutte le persone che continuano a seguirmi, nonostante (ne sono consapevole) la mia storia sia scesa parecchio di tono.
A presto, Dado ;P

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1873050