Per dove bisogna andare, per andare avanti?

di ginny900
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricominciare ***
Capitolo 2: *** Il piano ***
Capitolo 3: *** Notizie sconvolgenti ***



Capitolo 1
*** Ricominciare ***


E' una curiosa creatura il passato

Ed a guardarlo in viso

Si può approdare all'estasi

o alla disperazione.

 

Se qualcuno l'incontra disarmato, 

presto, gli grido, fuggi!

Quelle sue munizioni arrugginite

possono ancora uccidere!

 

-Emily Dickinson

 

 

Si era appena svegliato. Ma non voleva alzarsi, non voleva che tutta la dura consapevolezza di quello che sarebbe successo di lì a poco lo investisse troppo violentemente. Era il giorno del rientro a Hogwarts. 

Lui non avrebbe mai voluto tornare al castello ma Lucius e Narcissa non avevano chiesto la sua opinione, come al solito. Lo avevano iscritto all'ultimo anno spiegandogli che se voleva fare qualcosa della sua vita doveva finire gli studi, ottenere dei buoni M.A.G.O. e fare carriera, magari al Ministero… Lui dubitava fortemente che là avrebbero accettato un exMangiamorte ma non aveva discusso, tanto sapeva che non avrebbe portato a niente, ci era fin troppo abituato. In ogni caso la cosa che lo mortificava di più era che loro con capissero: non si rendevano conto quanto sarebbe stata dura per lui? Tornare a vedere ogni giorno i volti a cui aveva voltato le spalle, ai quali, anche per causa sua, erano stati sottratte tante persone care durante la guerra… Con che coraggio avrebbe affrontato tutto questo? Aveva chiesto di essere quantomeno iscritto a Durmstrang ma ovviamente sua madre, come al quarto anno, si era opposta e l'aveva avuta vinta. Come sempre d'altronde… Quindi ora toccava a lui, da solo, contro l'intera scuola. 

Con questo pensiero si alzò e andò a fare colazione.

 

Il binario nove e tre quarti era affollato come ogni anno ma questa volta c'era qualcosa di diverso. O forse era solo lui a vedere le cose da un un nuovo punto di vista. Non era più quel ragazzo con la sindrome di superiorità che camminava altezzoso e parlava con voce strascicata e arrogante, no, quel Draco ormai era lontano, quando ancora aveva l'illusione di poter scegliere per se stesso, di avere il libero arbitrio. Prima che Lord Voldemort lo costringesse a guardare impotente le morti e la disperazione che portava, fino a costringerlo a uccidere. Anche se non era diventato un assassino, poco c'era mancato.

Mentre caricava il suo baule sul treno, in uno scompartimento vuoto, sentiva gli sguardi degli altri fissi su di lui e continui mormorii alle sue spalle, poteva immaginare cosa stessero dicendo, ma non voleva badarci, fin dal primo momento aveva saputo che quello sarebbe stato un anno difficile e quella era solo la conferma a tutte le sue peggiori aspettative.

Mentre salutava i genitori cercò di ritrovare un po' del suo antico spirito e quando il treno cominciò lentamente a muoversi si sciolse faticosamente dall'abbraccio di sua madre e salì a testa alta. 

 

Era seduto nel suo scompartimento, solo. Non gli era nuova la solitudine… In realtà, pensandoci bene, la conosceva benissimo, lo accompagnava sempre: quando rispondeva in modo beffardo, quando offendeva, quando guardava tutti dall'alto in basso. Era quella che lo soffocava la notte quando voleva urlare e sfogarsi per le ingiustizie che subiva ma si ritrovava sempre a prendere a pugni il cuscino e a cadere addormentato, sfinito e con le guance rigate di lacrime di frustrazione. Era lei che quando era troppa, semplicemente troppa, lo spingeva fino al limite del detestabile, in una muta e incompresa richiesta d'aiuto.

Proprio mentre rifletteva così, ammettendo a volte e altre rifiutando i pensieri che gli affollavano la testa, guardando fuori dal finestrino, sentì qualcuno venire verso di lui. Fece un po' di fatica a capire chi fosse a parlare ma quando realizzò chi si stava avvicinando pregò con tutto se stesso che quelle maledettissime voci non si fermassero proprio davanti alla sua porta. Purtroppo nessuno aveva tempo di dar retta a lui lassù, perché all'improvviso vide aprirsi lo sportello e apparire lo Sfregiato, Lenticchia e la Mezzosangue. "Ecco" pensò "ed io che credevo che peggio di così non potesse andare."

 

-No ragazzi! Qui non ci resto, posso passare anche tutto il giorno in corridoio ma nello scomparto con lui non ci sto!- sbottò Hermione. "Carina come sempre la Granger" commentò dentro di sé Draco alzando un sopracciglio. Anche Harry e Ron non erano contenti di chi si erano trovati davanti, però il primo disse:- Ragazzi, il treno è pieno… Pieno! Vogliamo seriamente passare il viaggio in piedi con tutta questa roba?- E indicò con la testa i bauli, il cestino di Grattastinchi e le due gabbie che ospitavano Leo e Lilith, la nuova civetta che era stato costretto a comprare per rimpiazzare Edvige, anche se non era stato facile superare la perdita di quell'amica silenziosa (più o meno) che lo aveva accompagnato per tanto tempo. Ron storse la bocca e Hermione annuì vigorosamente:- Si, lo preferisco.- Harry rincarò la dose:- Dai, figuratevi se a me fa piacere stare con Malfoy ma non abbiamo altra scelta, siamo arrivati tardi e questo è il risultato.- -Si, siete costretti a stare con l'appestato.- s'intromise il diretto interessato che trovava decisamente fastidioso questo parlare di lui come se non ci fosse. Il trio lo guardò irritato ma poi Harry richiamò l'attenzione:- Che dite allora? Rischiamo il contagio o un probabile incidente con il carrello del pranzo?- Poi senza aspettare una risposta entrò e sistemò la sua roba sulle reticelle, lo stesso fece Ron sbuffando un po', Hermione invece non si mosse, si mordeva il labbro e lanciava occhiate torve al Serpeverde che nel frattempo ridacchiava sotto i baffi per la goffaggine della ragazza che riusciva a stento a tenere la gabbia del gatto, che evidentemente stufo di stare rinchiuso si divincolava tenacemente, e a non far cadere i libri che non erano entrati nel vacillante baule che rischiava di caderle su un piede da un momento all'altro. D'un tratto, come se avesse notato all'improvviso anche lei tutto ciò, si decise a infilarsi nello scompartimento ma nel farlo il già instabile baule cadde e finì non sul suo piede ma dritto sul ginocchio del biondissimo ragazzo che guardava divertito la scena. -Aaah! Per Salazar, Mezzosangue, vuoi forse uccidermi?!- gridò furente Draco calciando via in malo modo "l'arma del delitto" con la gamba sana. -In realtà sì Malfoy, peccato che non ci sono riuscita!- replicò stizzita Hermione e andò a sedersi il più lontano possibile da quel biondino platinato. 

Cadde un silenzio imbarazzato. "Certo, non parliamo davanti a quel traditore di un Mangiamorte" pensò Draco imitando nella sua testa la voce saccente della Granger. I tre lo guardavano di sottecchi scambiandosi a volte qualche commento sui nuovi libri, gli insegnanti che avrebbero avuto e sciocchezze simili. Sentì qualche complimento sul nuovo animale di Potter, tese l'orecchio e:- Oddio, è davvero carinissima Harry, ha uno sguardo molto dolce!- Si voltò e vide la nata Babbana dare dei buffetti sul becco della bestiaccia. "Basta, non voglio stare con questi qua un secondo di più!" pensò disgustato alzando gli occhi al cielo. Era appena uscito nel corridoio che sentì il rosso esclamare:- Oooh, si è levato di torno finalmente! Non sopportavo più di averlo davanti agli occhi!- Hermione lo riprese ridendo:- Zitto Ron, potrebbe sentirti!- Poi Draco capì da un suono disgustosamente inequivocabile che gli aveva dato un bacio.-Dai Hermi, non adesso…- Lo sentì commentare. Il serpeverde fece una smorfia disgustata ma decise di stare un po' ad ascoltare. -Via ragazzi non siate così crudeli con lui… Non lo possiamo sopportare ma dobbiamo ammettere che anche lui ne ha passate tante, cerchiamo di essere più comprensivi…- Il nostro SanPotter non si smentiva mai. Hermione smise di ridacchiare e rispose seria:- Tutti i guai in cui è finito quello stupido furetto non sono stati altro che opera sua, è senza spina dorsale, se avesse avuto forza di volontà ci avrebbe evitato un bel po' di casini, ma no! Sia mai fare qualcosa di testa propria! E non cambierà mai, Harry, è inutile avere qualche speranza. E' il peggio del peggio, Malfoy, ve lo dico io!- 

-Ah beh, allora se ce lo dici tu!- disse Ron ridendo e contagiando anche gli altri due. Poi decisero di fare una partita a scacchi e Draco si allontanò… Camminò un po' per il treno pensando a quello che aveva detto la Granger. Non riusciva a toglierselo dalla testa, aveva la fronte corrugata e rifletteva, ma soprattutto si chiedeva come le parole di una lurida Mezzosangue potessero fargli quell'effetto: sentiva la testa leggera ma dolorante e non riusciva a formulare un pensiero che avesse un senso. Si sentiva in qualche modo ferito? Forse. Poi uno sportello che si apriva lo distolse dai suoi pensieri. -Oh, ciao Draco!- esclamò sorpreso ma stranamente non disgustato il suo compagno Serpeverde Blaise Zabini. -Ciao Blaise.- rispose cauto ma sollevato che qualcuno non lo stesse guardando come un Infero. 

-Come va?- continuò tranquillo Zabini. Draco era ancora più sorpreso:- Bene, te invece?- 

-Io sto alla grande, ma tu sei sicuro che è tutto ok?-

-Certo, perché non dovrebbe?-

-Così… Sai, con quello che è successo… Pensavo solo di ricordarti, ecco, che per qualsiasi cosa io ci sono… Tutto qui…- Riuscì a sputare fuori l'amico con un po' di imbarazzo. Malfoy aveva gli occhi sgranati dallo stupore e rispose lentamente:- Grazie… Me ne ricorderò.- 

-Fantastico! Ora devo rientrare, ci si vede!- 

-Si, ci si vede.- Si fecero un mezzo sorriso e si separarono. La conversazione aveva avuto decisamente un effetto positivo su Draco che riuscì per un attimo a pensare che la Granger si sbagliava, lui non era il peggio, aveva fatto degli sbagli ma c'era ancora una speranza per lui, nonostante tutto. Tornò al suo scompartimento con un sorriso sbieco che nemmeno Lenticchia che mangiava come un morto di fame all'ora del pranzo riuscì a spegnere.


Scesi dal treno, poiché erano gli ultimi dell'ultimo vagone, furono costretti a prendere tutti e quattro la stessa carrozza. Una scocciatura che Draco avrebbe evitato anche con la prospettiva di arrivare a piedi al castello ma visto che diluviava preferì sorbirsi altri cinque minuti di Grifondoro piuttosto che arrivare nella Sala Grande con l'aspetto di un pulcino bagnato. 

-Adesso quasi tutti vedono i Thestral ormai…- disse inaspettatamente Hermione con uno sguardo triste oltre la piccola finestrina della carrozza. -Si, dopo… dopo la guerra… era inevitabile.- confermò Harry. Ron fece uno strano rumore e abbassò lo sguardo. Draco fingeva di non ascoltare ma torceva di nascosto con una mano la cinghia della borsa. Ne dovevano proprio parlare in quel momento? Rimpianse di non aver affrontato il diluvio. Era in uno stato tra l'imbarazzato e l'irritato quando poté finalmente scendere con grande sollievo e raggiungere Blaise, che gli aveva tenuto un posto, al tavolo dei Serpeverde.

Quella notte Draco non riuscì a dormire. Aveva troppe cose a cui pensare, troppi interrogativi, riflessioni, stralci della giornata appena trascorsa che riaffioravano nella sua mente. E soprattutto una voce. Una voce irritante e pedante che lo definiva "senza spina dorsale", "il peggio del peggio". Quanto la disprezzava! Diede un pugno forte al cuscino. Credeva che fosse senza speranza eh? Un altro pugno. Beh, si sbagliava! Gliel'avrebbe fatta vedere, altroché! Draco Malfoy poteva cambiare, l'avrebbe dimostrato a quella sudicia Mezzosangue, l'avrebbe dimostrato al mondo intero! Ormai il suo guanciale era un fagotto informe pieno di protuberanze scomode quando finalmente si addormentò e passò qualche ora di sonno senza sogni.
 

                                                                                        

"No, ma dico io, si può essere più sfigati di così?!" ringhiò Draco a se stesso mentre zigzagava per i corridoi affollati con l'orario in mano e tentando di annodarsi la cravatta decentemente. "Si può sapere dove devo andare adesso?" Si fermò di botto e sentì qualche nanetto del primo anno andargli addosso. "Calmati ora." si disse. "Guarda con calma quella stupida tabella, riordina le idee e dopo-solo dopo- riparti. Colpa tua se ti sei svegliato tardi!" Quella notte aveva fatto un sogno bellissimo… Era diverse notti che tornava e la mattina non riusciva mai a svegliarsi, tanto era rapito. Ma non era il momento di pensarci, si scostò un ciuffo biondo dalla fronte e si decise a fare le cose con calma, ma:- Merda!- La borsa che non aveva chiuso bene per la fretta di uscire dal dormitorio si era sganciata e tutto il contenuto si era sparpagliato in terra. Imprecando a mezza voce cominciò a raccogliere le sue cose, grato solo del fatto che nel frattempo erano tutti entrati nelle classi. O meglio, quasi tutti. Infatti vide due gambe lunghe piazzarsi proprio davanti a lui. -Serve aiuto bellezz…- Cominciò alzando lo sguardo con un sorrisetto accattivante ma s'interruppe subito vedendo chi era la sua interlocutrice. -In realtà, caro furetto, era quello che volevo chiederti io.- Hermione lo guardava dall'alto in basso decisamente divertita alla vista di Malfoy a quattro zampe come un elfo domestico. -Granger, se sei venuta a rompere, ti chiedo gentilmente di levarti dai piedi, chiaro?- La ragazza alzò un sopracciglio e si chinò a raccogliere delle piume e qualche pergamena. -Potresti accettare l'aiuto degli altri a volte Malferret… E' una cosa che non hai mai saputo fare eh?- Affermò Hermione cercando il suo sguardo che invece restava fisso in terra. -Tu invece potresti farti gli affari tuoi a volte, fidanzatina della donnola!- rispose tagliente Draco. -Bene, è così che reagisci se qualcuno prova a tenderti una mano? Sei proprio irrecuperabile!- Draco la guardò e fingendosi afflitto disse:- Perché sei così cattiva Hermi, che problema c'è? Il rosso ti respinge?-. Hermione reagì male:- Sai che ti dico allora? Vai al diavolo! Anzi no, continua così Draco Malfoy, continua e vedrai quante persone avrai ancora intorno tra un po'! Oh, ma che parlo a fare con te? Sei solo ridicolo, addio.- Se ne andò lasciandolo solo in mezzo al corridoio, punto sul vivo e decisamente contrariato. 

Alla seconda ora aveva Erbologia con i Grifondoro e all'inizio aveva seriamente pensato di farsi un qualche incantesimo alla pelle per passare l'ora in infermeria ma aveva concluso che sarebbe stato come darla vinta alla Mezzosangue e non aveva intenzione di farlo, quindi finita Trasfigurazione si diresse di malavoglia verso le serre. 

Mentre tagliavano accuratamente ognuno il proprio Alioto, Draco gettò qualche sguardo alla Granger notando, non senza un briciolo di rimorso, che doveva aver pianto perché i suoi occhi nocciola erano gonfi e rossi. Cominciò a sentirsi leggermente in colpa pensando che potesse essere colpa sua ma fu interrotto da un urlo agghiacciante. Si voltò spaventato cercando freneticamente la bacchetta nella divisa ma, appena si rese conto che era semplicemente Paciock, non si trattene dal ridere insieme a tutti gli altri. Il povero Grifondoro non aveva resistito alla tentazione di un pezzetto di Alioto dall'aspetto succulento, che l'aveva fatto diventare isterico. Urlava e agitava le braccia mentre una professoressa Sprite decisamente in difficoltà cercava di trascinarlo verso l'infermeria. Draco sentì una ragazza con la divisa oro e scarlatta sussurrare all'amica:- Da quando sta con Luna ha la testa da un'altra parte… Più del solito!-. -Già, e pensa che Erbologia è la materia in cui va meglio!- Il Serpeverde sogghignò sadicamente, in fondo alcune cose non erano cambiate affatto.

Finita Erbologia Draco aveva un'ora libera perciò decise di andare a sdraiarsi un po' al sole di quel tiepido metà Settembre e si sistemò dietro una grossa quercia vicina al Lago Nero. Stava sonnecchiando serenamente quando sentì, per la seconda volta in un lasso di tempo abbastanza breve da scocciarlo, le voci di Weasly  e Potter avvicinarsi. Erano concitate e sembrava quasi stessero litigando. Per la seconda volta decise di origliare un po'. -Insomma Ron, ti chiedo solo di spiegarmi quale è il problema!- 

-Non c'è nessun problema Harry, smetti di tormentarmi con questa storia!-

-Senti, entrambi conosciamo Hermione abbastanza bene da sapere che non scoppia a piangere senza motivo! E dalle occhiate che ti lanciava mentre chiacchieravi con Seamus, direi proprio che il motivo riguarda te!- Gli sembrò quasi di vedere il rosso avvampare fino a diventare dello stesso colore dei capelli, perché rispose balbettante:- Harry… Che… che ne so io perché piangeva?! Lo sai che ultimamente è sempre giù… Insomma…- Era decisamente teso. -Ron sei un bambino! Lo sai anche te che ha qualche problema e sai che probabilmente tu c'entri qualcosa! Non voglio continuare a vederla così, prova almeno a risolvere la situazione!-

-E va bene! Proverò a parlarle ma sicuramente non ne ricaverò niente.- E si allontanarono. "Così ci sono problemi anche in paradiso eh?" ghignò Draco. "Ah beh, probabilmente la Granger si è resa conto che Weasley non è alla sua altezza." Rimase scioccato da quel pensiero che gli aveva attraversato veloce la mente prima che riuscisse a controllarlo. "Ma che cavolo ti salta in testa? Una stupida Mezzosangue non è certo migliore di un traditore del suo sangue! Sei proprio stanco Draco, stasera vai a letto prima." E con questo liquidò la questione.

Se il ragazzo avesse potuto sbirciare in quel momento nella torre di Grifondoro, nel dormitorio delle ragazze, si sarebbe subito ricreduto: non c'erano problemi in paradiso, ma direttamente il finimondo. 

-Come hai fatto a ridurti così Herm? Non ti ho mai vista così sconvolta…- Ginny si stava davvero preoccupando per la salute fisica ma soprattutto mentale dell'amica che singhiozzava affranta tra le sue braccia. -N..on capisc..co perché fa..fa così!- Gemette forte e Ginny le accarezzò dolcemente un braccio invitandola a continuare. -Insomma..so..sono io il problema? Do..ve sbaglio? Non mi rivolge… quasi più la pa..pa.. la parola!- E qui Hermione scoppiò in un pianto incontrollato che fece fremere l'amica di rabbia. Perché suo fratello era così idiota? Cosa gli era preso all'improvviso? Nessuno lo sapeva, semplicemente l'avevano visto allontanarsi sempre più dalla sua ragazza nonché amica storica lasciandola sempre più abbattuta. La scostava, non la cercava più come aveva fatto i primi tempi… Questo cambiamento era proprio inspiegabile, ma non gliel'avrebbe fatta passare liscia, nessuno conciava così la sua migliore amica, nemmeno suo fratello. Ah, ma tra poco l'avrebbe sentita.

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Capitolo 2
*** Il piano ***


Ciao a tutti, questo è il secondo capitolo della mia prima FF, spero vi piaccia anche se, nonostante vi abbia fatto aspettare, mi sembra un po' corto.
Vorrei ringraziare tutti quelli che mi leggono anche se mi piacerebbe quelche recensione, giusto per convincermi che non sono sola e che non la sto scrivendo tutta per me questa storia.
Ok, scusate, ora vi lascio, buona lettura! 


Ginny scese come una furia in Sala Comune e, preso Ron per i capelli, lo costrinse ad attraversare il passaggio dietro il quadro della Signora Grassa.-Ma si può sapere che ti è preso, perché mi hai trascinato via? Stavo vincendo!- sbottò il rosso, superata la sorpresa. La sorella rispose furibonda:- Non mi frega niente delle tue stupide Gobbiglie, ti voglio parlare di Hermione. Quindi o mi dici che è preso a te, oppure ti schianto!- E tirò fuori la bacchetta minacciosamente.
Ron avvampò e disse:- Cosa dovrei raccontarti di Hermione? Non ho niente da dire…-
-Sai, essendo la sua migliore amica vorrei sapere perché ora è nel dormitorio che piange a causa tua!- Mentre parlava sventolava forte la bacchetta da cui spuntavano scintille rosse che si spegnevano a terra. -Perché la eviti?- continuò - E' la tua ragazza o no? Che razza di rapporto avete voi due, perché forse sei l' unico che l'ha capito!-
- Non ti devi impicciare Ginny, non sono affari tuoi…- provò Ron, ma non convinse nemmeno un po' la sorella a desistere perché urlò, facendo partire dalla bacchetta un raggio scarlatto che rimbalzò su un'armatura:- No, brutto gargoyle, sono decisamente fatti miei se riguardano Hermione, perché…- Ma in quel momento fu interrotta dall'arrivo dello scarmigliato ragazzo dagli occhi verdi che esclamò stupito:- Ragazzi, ma che vi prende?
-Che prende a lui, vorrai dire!
-Che prende a lei, vorrai dire!
Risposero all'unisono i fratelli indicandosi a vicenda, furiosi.
-Ok ok… Spiegatemi cosa è successo… Senza urlarvi addosso.- Aggiunse notando che i due erano già pronti ad aggredirsi come leoni.
Cominciò Ginny raccontando di come stava Hermione e di quello che era riuscita a capire tra i suoi singhiozzi; con suo grande piacere notò che Harry guardava torvo l'amico.
-Ron, ti avevo chiesto di chiarire le cose! Che hai combinato invece?
Il ragazzo aveva la faccia contorta dall'imbarazzo e dalla rabbia quando rispose:- Non le ho fatto assolutamente niente, niente vi dico!- Ma vedendo che i due non avevano l'aria di voler rinunciare, aggiunse:- Insomma... Forse se l'è un po' presa quando ha provaro a baciarmi in corridoio e io... ecco, non ho ricambiato... Ma la sta facendo troppo... troppo lunga...- A quelle parole i due amici lo guardarono così male che le parole gli morirono in bocca. Harry scosse il capo sconsolato:- Ron, io non ti riconosco più, sei strano da un pezzo a questa parte... Se non vuoi dirci perché, va bene, lo rispetto anche se ci sto male... Però ti chiedo solo una cosa, non far soffrire anche Hermione. Ne ha passate troppe, non voglio che anche tu sia un peso per lei...- Il rosso annuì fissando il pavimento e se ne andò di corsa mentre gli altri due si guardavano tristi.

Harry e Ginny rientrarono in Sala Comune e presero posto in un angolo, lontano dal fracasso di tutti gli altri. Si fissarono per qualche minuto poi fu la ragazza a rompere il silenzio:- Harry io non so davvero cosa fare... Non voglio più sentire Hermione piangere per quell'idiota... Come facciamo a risolvere la situazione?- Harry abbassò lo sguardo e rispose un po' a disagio:- Beh... Avrei un'idea... Ma è un po' rischiosa e oltretutto ho il sospetto che sia illegale... Ma vista la scarsa collaborazione di Ron... Ecco, penso sia l'unico modo che ci resta.- Ginny lo guardò seria e fece cenno di andare avanti, per nulla proccupata dei rischi e delle conseguenze. "Da vera Grifondoro!" pensò di sfuggita Harry prima di spiegare il suo piano.
Andarono a letto tardi quella sera, con gli occhi gonfi e la testa dolorante: avevano dovuto preparare tutto nei minimi dettagli per non essere beccati perché avrebbe comportato quasi sicuramente l'espulsione, ma quando andò nel dormitorio delle ragazze e sentì il respiro irregolare dell'amica, della sua migliore amica, Ginny decise che ne era valsa decisamente la pena.

Draco non riusciva a dormire. Le immagini della sera continuavano ad apparire davanti ai suoi occhi e lo costringevano a pensare, a tenere gli occhi aperti nel buio. Ricordò come passando nelle vicinanze della torre dei Grifondoro aveva sentito sbraitare la piccola Weasly e Potter. Odiava quelle situazioni. Perché finiva sempre ad origliare le conversazioni di quelle persone inutili e noiose? Eppure era più forte di lui. Si era fermato dietro un angolo e con un incantesimo di riflesso era riuscito a vedere la scena. Mentre la discussione dei due con quello che aveva scoperto essere Lenticchia andava avanti, Draco sentiva crescere in lui una smania incontrollabile di uscire allo scoperto e dare a quello scemo un bel pugno in faccia. "Ma perché poi? Insomma non siamo mai stati amici... Ok, ci siamo sempre detestati, ma questa voglia incontenibile, quel formicolio delle mani... Non mi era mai capitato." riflettè il biondino, sdraiato nel suo comodo letto verde nei sotterranei. "Ma che stronzata, sarò stato più nervoso del solito e cercavo una valvola di sfogo... Si, è così! Però ora sono proprio stanco, saranno le tre e domani ho due ore consecutive di Storia della Magia, mi addormenterò di sicuro, già mi vedo... " Chiuse gli occhi e riuscì a lasciarsi trasportare da Morfeo verso quel sogno che ormai lo ossessionava, sempre lo stesso, meraviglioso e tremendo...

-Draco, ma che faccia hai? Sei uno schifo, sicuro di stare bene?-. Il Serpeverde guardò l'amico imbronciato. Aveva delle occhiaie profonde e nere, il volto pallido e sembrava si muovesse al rallentatore.- Non posso darti torto Blaise, sono uno straccio... Se continua così diventerò un Animagus, un pipistrello, così almeno di giorno proverò a dormire!- Zabini rise e gli diede una pacca sulla spalla spingendolo quasi dentro la sua tazza di porridge. Dopo aver schivato l'annegamento nei cereali, Draco lanciò uno sguardo al tavolo oro e scarlatto. Potter sedeva tra la rossa e la Donnola, nessuno diceva una parola. La Granger non c'era. "Sarà a frignare da quanche parte..." suppose Malfoy, ma insieme a quel pensiero ne sentì sorgere un altro: "Sarà tutto ok?". Ma che diavolo! Ormai non aveva più il controllo del suo cervello, di sé! Per un attimo pensò che qualcuno stesse crecando di influenzare la sua mente con la maledizione Imperius ma poi il ricordo della lezione con il professor Moody/Crouch del quarto anno risvegliò una sensazione diversa, quindi scartò l'ipotesi.

***


"Bene, prepariamoci ad un'altra notte quasi completamente insonne." Draco si infilò sotto le coperte di seta e decise che se entro un'ora non fosse caduto addormentato, sarebbe ricorso al piano B.
E così dovette fare. A mezzanotte precisa si alzò, prese l'occorrente che aveva preparato sul comodino e sgusciò fuori dal dormitorio.

"Ah, questa sì che è vita! Anche se non riesco a dormire almeno mi rilasso!" Pensò Draco immerso fino al collo nelle bollicine colorate del bagno dei Prefetti al quinto piano.
Fece qualche vasca con i muscoli forti e sottili che guizzavano nell'acqua, poi si diestese a pancia in su ad occhi chiusi. L'acqua era così piena di sapone magico che riusciva a stare a galla senza sforzo. Il profumo gli stava facendo girare la testa. "Si sta così bene qui... Così bene..." Sprofondò nel sonno.

Era nel corridoio che porta alla torre di Astronomia. Era in ritardo, aveva fretta, una fretta tremenda di arrivare a destinazione. Era importantissimo riuscirci prima che  il tempo a sua disposizione finisse, prima che anche la sua ultima possibilità andassa sprecata.
Ora aveva cominciato a correre su uno dei sottili ponti che collegano le due zone del castello, non badava agli sguardi confusi degli studenti, doveva fare presto, questo era il suo unico pensiero.
All'improvviso si rese conto che non poteva più andare avanti. Non aveva più speranze, aveva buttato via anche l'ultima occasione.
Ma vide qualcosa. Ci mise alcuni secondi, poi capì: qualcuno gli tendeva la mano, qualcuno cercava di aiutarlo.
Rimase lì, attonito e immobile ad fissare quel soccorso inaspettato senza riuscire ad accettarlo. La parte sensata di lui urlava per convincerlo a prendere quella mano, ma il suo maledetto orgoglio lo teneva fermo, condannandolo.
Poi sentì uno strano sapore in bocca e cominciò a tossire sempre più forte per poi svegliarsi sputacchiante e mezzo annegato nella vasca profumata.
Ovviamente! Cosa gli aveva fatto pensare che il sogno persecutore lo avrebbe lasciato in pace nel bagno dei Prefetti? "Che palle, se continua così dovrò andare in Infermeria... Ma a dire cosa poi? Che non dormo mai, ma quando mi capita faccio sempre il solito sogno che mi lascia emotivamente sconvolto per la sua terribile intensità? Sì, già sento quella strega della Chips che mi ride in faccia!" Così raccolse le sue cose e uscì.
Erano le tre mentre si avviava a passo svelto verso il muro che nascondeva l'entrata del dormitorio dei Serpeverde e già pregustava il resto della notte passata ad ascoltare il russare dei compagni quando sentì uno starnuto. Sì, proprio uno starnuto risuonare nel sotteraneo e aguzzando l'udito riuscì a distinguere uno scalpiccio. Rimase in ascolto appoggiandosi al muro e cercando di respirare il più silenziosamente possibile ma non sentì più niente per diversi minuti quindi entrò nel dormitorio decisamente perplesso.

-Cavolo Ginny, per poco non ci sgamava Malfoy!- sbottò Harry dopo che furono di nuovo al sicuro davanti al camino dei Grifondoro. -Scusa, hai ragione ma non sono riuscita a trattenermi... Comunque alla fine è andata bene, abbiamo quello che ci serve.- Il ragazzo si calmò subito e rispose:- Si, l'importante è questo... Domani tanto lo saprà tutta la scuola, conoscendo Lumacorno... Ma l'importante è che non risalgano a noi.-
-Già... E anche se quel furetto platinato riesce a fare due più due, non ha prove.-
-Ok, allora direi che è ora di andare a letto! Tra l'altro domani ho Divinazione, chissà come farò a restare sveglio...-
Ginny si alzò dalla poltrona su cui era accuciata e dopo avergli dato un bacio se ne andò nel suo dormitorio.

Quel pomeriggio, quando a pranzo la preside si alzò e chiese silenzio nella Sala Grande, Harry e Ginny già sapevano cosa stava per dire.
-Ragazzi e ragazze, sono molto dispiaciuta di dover annunciare a tutti voi che questa notte qualcuno ha rubato una pozione dall'ufficio del professor Lumacorno. So che chiedere che i colpevoli si consegnino è troppo, ma spero vivamente che se qualcuno ha notato qualcosa di strano o dei rumori sospetti ci informi il prima possibile. Ora lascio la parola al professore che vi spiegherà qualcosa di più sulla suddetta pozione in modo che i ladri abbiano un'idea chiara di ciò a cui vanno incontro, grazie.- Lumacorno si alzò faticosamente dalla sedia e si tamponò la fronte con un tovagliolo prima di cominciare a parlare:- Allora, ciò che è stato trafugato è la pozione Verum ut dicam e già il nome ci spiega la sua funzione.- Ma vedendo che i volti degli studenti sembravano meno illuminati di comprensione che durante una lezione di Rune Antiche, si affrettò a spiegare:- Si tratta di un siero in grado di far dire a chiunque ne inspiri il forte aroma tutto ciò che normalmente non direbbe nemmeno al suo migliore amico. Sebbene sia decisamente meno potente del Veritaserum, visto che può essere utilizzato anche mentre la vittima dorme e non si rende conto di ciò che le succede, è stato dichiarato illegale nel 1893. Vorrei che chiunque ne fosse in possesso si presenti tra oggi e domani nel mio ufficio e la restituisse. In caso contrario verranno perquisiti i dormitori e tutti gli altri locali della scuola e quando il colpevole verrà individuato sarà punito con l'espulsione e con una pena che deciderà il Wizengamot. Bene, ho concluso, buon appetito.-
Ma nessuno mangiò con molto appetito, nemmo Ron. 

 

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Capitolo 3
*** Notizie sconvolgenti ***


-Dobbiamo farlo stanotte e poi liberarci del resto della pozione! Cavolo, abbiamo pochissimo tempo, domani sera cominceranno le perquisizioni. Abbiamo una sola occasione.- disse Ginny quando incontrò Harry nel parco alla fine delle lezioni. -Lo so, ma tranquilla andrà tutto bene. Abbiamo già preparato ogni cosa, non corriamo rischi. Almeno spero...-aggiunse in un sussurro il ragazzo, ma fortunatamente la Ginny non lo sentì.

***

Eccolo lì, di nuovo, che si trascinava verso il bagno al quinto piano, stanco morto ma incapace di chidere occhio. Disse la parola d'ordine ("bosco ombroso") ed entrò. Si tolse la camicia bianca e i pantaloni senza nemmeno badare al vapore che riempiva la stanza e si immerse nell'aqua. C'era tanto vapore in effetti. Non riusciva a vedere distintamente più in là del suo braccio ma non importava. Restare a galla, rilassarsi totalmente, questo era importante. 
Improvvisamente urtò contro qualcosa. "Il bordo della vasca..." pensò di sfuggita, ma poi il qualcosa cominciò ad annaspare nell'acqua e a tossire. Draco connettè il cervello e si rese conto di ciò che stava accadendo: c'era un'altra persona nel bagno e stava affogando. Con tutte le energie che gli erano rimaste riuscì a prendere in braccio quella figura scalciante e la tirò fuori dalla vasca. Notando che continuava a sobbalzare violentemente per i colpi di tosse, la girò a pancia in su e cominciò un inesperto massaggio cardiaco. "E' una ragazza..." constatò una piccola parte di lui mentre il resto era occupato a salvarle la vita. 
Dopo attimi di puro terorrore, quando la sentì finalmente respirare profondamente, il Serpeverde si fermò e riprese fiato. Nel frattempo la ragazza aprì gli occhi e si alzò a sedere con un certo sforzo. 
-Grazie! Cavolo...ho avuto una paura terribile. Non dovrei addormentarmi mentre faccio il bagno...- Quella voce! Draco la guardò e sventolando via il vapore che gli appanava la vista, capì.
-Granger?!
-Malfoy?! 
Pausa disorientata e poi ancora all'unisono:- Che ci fai tu qui? Io faccio il bagno! Oh, maledizione!- 
Hermione si alzò e si mise un accapatoio addosso così velocemente che Draco non riuscì a vedere niente se non le sue gambe che scattavano verso il porta asciugamani. 
-Per Godric, furetto ma non hai visto che era occupato?
-Be', no Granger. Scusa se tutta questa nebbia che hai provocato non mi faceva vedere più in là del mio naso! E comunque dovresti ringraziarmi per averti salvato la vita.- Puntualizzò con un sorrisetto beffardo dipinto in faccia. La Grifondoro divenne tutta rossa e rispose imbarazzata:- Non mi avresti dovuta salvare se non mi avessi fatto prendere un colpo! Comunque ora sparisci Malfoy.- Il ragazzo rise, facendola stizzire ancora di più, e rispose sarcastico:- Oh certo, scusa se ho interrotto il tuo bagno di bellezza, Granger- e la guardò come fosse uno Schiopodo Sparacoda- ma si da' il caso che io abbia bisogno di stare quì, quindi quella è la porta, grazie.- Hermione era sbigottita. Aprì la bocca per parlare, poi la richiuse senza aver detto assolutamente niente. Draco la guardò per un po' quasi impietosito poi disse:- Davvero Mezzosangue, esci.-
Finalmente Hermione ritrovò la forza di esprimersi e lo fece dando fiato a quasi otto anni di rancore:- Ma chi ti credi di essere? Pensi di poter andare in giro a dare ordini come se fossi la regina d'Inghilterra? Pensi che le persone intorno a te saranno sempre disposte a subire ogni tuo capriccio? Be', ti informo che non è così. Non puoi continuare a fare l'arrogante con la scusa del sangue "puro"! Non sarà quello a darti il rispetto della gente! Speravo che dopo tutto ciò che è successo con Voldemort  tu fossi riuscito a cambiare almeno un po', ma mi sbagliavo, a quanto pare sei il solito ragazzino viziato e presuntuoso e non cambierai mai, ti nasconderai per sempre dietro a quella maschera che ti sei costruito mentre dentro hai paura, ne hai sempre avuta!-
Adesso era Draco ad essere senza parole. Non ci poteva credere, tutto ciò che l' aveva sempre torturato dentro, tutto quello che aveva sempre negato gli era appena stato sputato addosso e lui non aveva argomenti per ribattere. Hermione lo fissava. Lui non aveva il coraggio di incrociare il suo sguardo, avrebbe solo voluto essere altrove, dovunque ma non davanti a quegli occhi furenti. All'improvviso si rese conto che i suoi cominciavano a bruciare, e aveva un nodo alla gola, ma non avrebbe mai permesso che lei lo vedesse cedere. Con uno sforzo che gli parve sovrumano riuscì a tirare fuori una risata totalmente priva di allegria e con voce strascicata rispose:- Grazie per la paternale, Granger, era proprio quello che mi ci voleva in questo momento!- Hermione lo guardò disgustata e decise che non valeva nemmeno la pena di sprecare altro fiato con lui. Si alzò e raccolse le sue cose per poi dirigersi verso uno dei camerini lungo la parete. Aveva appena stretto la maniglia di quello più lontano quando nella mente di Draco cominciò ad affiorare una voce:"Tutti i guai in cui è finito non sono stati altro che opera sua"... "non cambierà mai, è inutile avere qualche speranza"...
- Aspetta, Granger... Senti... è meglio che me ne vada io, tanto non ho più niente da fare qui.- Poi, vedendo i suoi occhi diventare come due piattini da caffè per lo stupore, si riprese di botto:- Cioè, non ho certo intenzione di bagnarmi ancora con l' acqua infettata da una...- Ma si bloccò. Non riusciva a dire quella parola che, ne era certo, avrebbe fatto infuriare la Grifondoro più di ogni altra cosa. Stettero così per un po', in silenzio, guardandosi.
Poi quacosa scattò nella testa di Hermione: Malfoy non voleva offenderla. Poteva leggere sul suo volto lo sforzo per fermarsi in tempo e anche lo stupore per il suo stesso comportamento. E incredibilmente tra tutto il disprezzo e il disgusto che provava per lui, affiorò un sentimento diverso. Si sentiva come quando Harry le aveva raccontato cosa era successo due anni prima, la notte della morte di Silente. All' improvviso parte di lei voleva andare da Draco e dirgli che andava tutto bene, sentiva un misto di solidarietà e pietà farsi strada sciogliendo un po' di ghiaccio che aveva dentro.
-Se vuoi possiamo... ehm, dividere la vasca, tanto è grande, ecco...- Mentre finiva di pronunciare la frase sperò con tutte le sue forze che lui rifiutasse, dicesse qualcosa di offensivo e andasse via.
Intanto il cervello di Draco ragionava febbrilmente,spaccato a metà.
Come può pensare che accetti?
L' hai quasi insultata e lei ti propone di condividere, non pensi che sia gentile?
Si, ma è una secchiona nata Babbana.
E con questo? Bel lavoro hanno fatto fino all' anno scorso i tuoi amici purosangue.
Questo non c' entra niente!
No, questo c' entra tutto! Quali sono le sue colpe se non avere genitori Babbani?

-Insomma... Che ne dici?- Le parole nervose della Granger lo riportarono alla realtà e in quel momento la guardò come se non l'avesse mai vista prima: la matassa incolta che aveva in testa attirava l' attenzione e, nonostante fosse bagnata, tentava di sfidare la gravità puntando al soffitto. Poi notò gli occhi scuri che lo fissavano inquieti, la bocca dai denti perfetti ("Cavolo, da quando non ha più le zanne?") e la pelle bianca. Tremava leggermente. Effettivamente ora che il vapore si diradava, cominciava a fare fresco.
-Va bene, per me si può fare.- rispose infine e si tuffò di nuovo nell' acqua.  

***

Mancava poco all'alba quando Draco tornò verso il suo letto nei sotterranei, turbato da come era passata la serata. Lui e la Granger erano riusciti a passare tutto quel tempo senza inultarsi o farsi saltare i nervi e, eccezion fatta per qualche risposta o frecciatina troppo pungente, le ore erano passate addirittura piacevolmente...
La cosa, anche se lo aveva lasciato un po' interdetto, allo stesso tempo era riuscita a farlo sentire molto più leggero, sereno come non si sentiva da tempo, decisamente una bella sensazione.
Questi stessi pensieri attraversavano la mente di Herimione, incamminata verso la torre, parecchi piani più su. Lei però non ebbe tempo per pensarci perché non appena entrò nell'accogliente Sala Comune venne aggredita da due figure che la spinsero su uno sgabello. Dopo un attimo di stordimento Hermione si rese conto di chi erano:- Harry! Ginny! Che succede?-. 
Ginny la guardò seria e Harry rispose:-Hermione, abbiamo una cosa importante da dirti.-

***

-No, ditemi che state scherzando...- Doveva essere così, non vedeva altre vie d'uscita. Ma vedendo gli amici restare mortalmente seri si rese conto che anche la sua ultima, flebile speranza si era dissolta. -Quindi mi state davvero dicendo che siete stati voi a rubare il Verum ut dicam? Ma come ci siete riusciti?-
-Te lo stavamo spiegando, però non è questo il punto.- rispose un po' spazientita Ginny. -Ci siamo semplicemente nascosti sotto il Mantello e mentre io facevo la guardia fuori dalla porta, Harry è entrato e l'ha preso... Avevamo fatto delle ricerche e sapevamo che Lumacorno ne aveva mostrato un po' a degli allievi del settimo anno, due anni fa... Non eravamo sicuri che ne avesse ancora ma abbiamo avuto fortuna. Comunque, l'abbiamo usata stanotte, poi Harry ha ripreso il Mantello, ha trasfigurato la bottiglia in una pietra e l'ha buttata nel lago... Non possono risalire a noi.- 
-Ok, siete stati prudenti e attenti, ma perché mi state dicendo tutto questo? Con chi l'avete usata?- I due si scambiarono uno sguardo triste e Ginny riprese:- Ecco noi... noi abbiamo scoperto cos'ha Ron ultimamente... Non sapevamo più cosa fare, so che la situazione per te era difficile, lo era anche per noi.  E questo era l'unico modo per risolverla.- Aggiunse di corsa, notando che il volto dell' amica era diventato rosso e aveva assunto un'espressione contrariata.
Hermione fece un respiro profondo per calmarsi: i suoi amici avevano infranto le regole e la privacy di Ron, ma lo avevano fatto per lei, perché le volevano bene... E poi era tremendamente curiosa. 
-Allora...- continuò Ginny -per quanto siamo riusciti a capire dalla   voce biascicata di Ron mentre dormiva, pare... pare che lui non si senta alla tua altezza, ecco...- Hermione rimase sbalordita per la seconda volta nella nottata. 
-Ci spieghiamo meglio- disse Harry- A quanto sembra Ron ha sentito la notizia che McLaggen sta facendo carriera al Ministero e che Krum ha stabilito il nuovo record di boccini presi in così pochi anni di gioco... E poi non è certo un segreto che hai fatto perdere la testa a mezza scuola... Insomma penso che tutto questo lo abbia un po' messo sotto pressione e soprattutto a disagio...- 
-Si, e questo potrebbe- continuò Ginny- dico, potrebbe, averlo spinto ad accettare le avancés di Lea Giles, la Tassorosso del quarto anno. Lei, ecco, le ha chiesto se poteva darle ripetizioni di Incantesimi e quando sono stati soli... Non abbiamo scoperto niente di preciso in realtà, non ancora, quindi ci sta che non sia successo niente.- 
Harry però fu impietoso:- Ginny, ti prego! So che lo fai per il suo bene ma è inutile nasconderle la verità, scoprirla più tardi non le farà meno male!-.
Hermione guardava i due amici dal basso dello sgabello su cui era seduta e non riusciva a capire quello che dicevano perché le risuonavano nella testa, in continuazione solo poche parole, così chiare e dolorose che riusciva a sentirle come se qualcuno le stesse urlando: "Ron mi ha tradita". 
Nient' altro, ma era più che sufficiente.


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Salve salve! Probabilmente non ci sarà più un'anima a leggere questo capitolo faticosamente conquistato a scapito di un'intera giornata di studio. So benissimo che non aggiorno da un anno praticamente e so di non avere scuse valide se non una totale mancanza di ispirazione, per la quale mi scuso profondamente. Quindi, se ci sono ancora degli irriducibili che non hanno voglia di mandarmi a quel paese, li ringrazio davvero tanto e aggiungo che mi piacerebbe una recensioncina, va bene anche qualche parola per sapere che ne pensate. 
Quindi niente, spero vi sia piaciuto il capitolo e che non passi un altro anno prima che riesca a pubblicare il prossimo!

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