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di orange
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gennaio ***
Capitolo 2: *** Febbraio ***
Capitolo 3: *** Marzo ***
Capitolo 4: *** Aprile ***
Capitolo 5: *** Maggio ***
Capitolo 6: *** Giugno ***
Capitolo 7: *** Luglio ***
Capitolo 8: *** Agosto ***
Capitolo 9: *** Settembre ***
Capitolo 10: *** Ottobre ***
Capitolo 11: *** Novembre ***
Capitolo 12: *** Dicembre ***



Capitolo 1
*** Gennaio ***


Da tempo avevo voglia di scrivere una raccolta seguendo il tema dei mesi dell'anno. Non so se sia già stato fatto prima, ma immagino di sì - ormai credo non ci siano più terre inesplorate ^^' in ogni caso avevo l'ispirazione dalla mia e il desiderio di cimentarmi con delle flashfics era così grande, che non ho resistito. 
Quindi, lettore avvertito, mezzo salvato. Questo è un esperimento senza troppe pretese. Volevo soltanto raccontare piccoli ritagli di vita quotidiana, sperando di riuscire a farlo in poche righe, ma senza tralasciare nulla di quel che avevo in mente e senza rendere i nostri eroi troppo OOC. Non so se ci sono riuscita...ai posteri l'ardua sentenza.
Buona lettura!


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Gennaio

 

[Hatsumode*]

 

 

Per la prima visita al tempio del nuovo anno, Akane ha indossato un kimono blu scuro ricamato con fili bianchi. Ranma lo nota subito, non appena lei scende le scale e compare nel corridoio troppo stretto, ma forse, pensa, lei non lo sa.

Quando salgono le scale del tempio e si uniscono alle persone in preghiera, la folla li spinge in avanti, come a volerli inghiottire, e, quasi per caso, la mano di Akane sfiora la sua. Preferisce fingere di non essersene accorto, per non doverla spostare.

Si concentra su di lei, mentre Akane tiene gli occhi chiusi. Quasi ne è infastidito, non gli dispiacerebbe poterli vedere.

Dando un'occhiata alle nuvole addensate in cielo, si chiede se anche uno come lui possa sperare di vedere esaudite le proprie preghiere.

Hai espresso un desiderio?” le chiede, sottovoce.

Akane non apre gli occhi, ma un angolo della bocca si solleva in un sorriso ancora timido. “Spero si realizzi” dice.

È in quel momento che un inconsapevole passante inciampa nei suoi zori** e schiaccia Akane contro di lui, che si limita ad afferrarla e a stringerle le braccia intorno alle spalle.

È in quel momento, mentre attende che Akane gli si rivolti contro come una furia, che lei sorride e si sistema meglio sul suo petto.

Non può parlare per Akane, ma uno dei suoi desideri si è realizzato. Non glielo dirà mai, però.

 

 

 

 

 

 

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* Hatsumode: è la prima visita al tempio dell'anno. Alcuni la compiono il primo giorno dell'anno nuovo, altri nei due giorni seguenti.

** Zori: sono i sandali che tradizionalmente si indossano sotto al kimono. 

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Capitolo 2
*** Febbraio ***


Febbraio

 

[San Valentino]

 

 

Akane si siede a tavola in silenzio, lanciando a Ranma occhiate furtive. Lui, d'altro canto, sembra non considerarla – come al solito, pensa – e continua la nuotata in apnea nella ciotola di riso.

Stringe così forte le dita intorno alle hashi*, che le nocche diventano rosse e il legno per poco non si spezza. Stupido, pensa, non mi ha nemmeno guardata.

Rimuginare non le fa bene, lo sa, ma dopo il gesto di quel pomeriggio lei avrebbe gradito qualche parola di apprezzamento, ringraziamento, qualunque cosa, insomma, anche solo un gesto carino.

Continua a masticare la cena senza gustarne il sapore. D'altronde, si chiede, cosa mi aspettavo?

Eppure, lei gli ha regalato del cioccolato, del cioccolato nel giorno di san Valentino, per giunta. Più chiaro di così, poteva solo scrivere uno striscione, ma lui si è semplicemente mangiato il cioccolato e si è incamminato verso casa senza aprire bocca.

Ma cosa accidenti ha nella testa, chiede a se stessa, e cosa accidenti ho io nella testa. È possibile che a lui non importi mai di nulla – di lei?

Finito quel che aveva nel piatto, si alza di scatto e si allontana a passi pesanti, per attirare l'attenzione, ma il pesce arrostito è più attraente di lei, a quanto pare.

Percorre il corridoio trattenendo un urlo, soffocandolo nella gola per non sembrare una ragazzina con una cotta non corrisposta. Il pensiero che lei, in fondo, è una ragazzina con una cotta fa capolino da chissà dove, ma Akane lo scaccia prima che possa mettere radici. O almeno così crede, visto che, mentre si impegna a sbattere la porta della sua camera facendo più rumore possibile, si chiede se davvero sia una cotta non corrisposta.

Accende la luce e non fa in tempo a elaborare la piccola, ma ingombrante presenza di un fiore sul cuscino, che già sta rotolando sul letto.

 

 

 

 

 

 

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* Hashi: sono le bacchette per il cibo.

 

Ho collocato questa flashfic nel volume 34, come immaginario seguito del capitolo “Un piccolo cuore”.

 

Ringrazio ancora una volta le tre anime pie che hanno commentato il primo capitolo (siete state gentilissime ^^ ) e ringrazio dal profondo del cuore tutti coloro che hanno inserito 12 tra le storie seguite o preferite.

Ho già qualche capitolo pronto, perciò, impegni permettendo, credo riuscirò ad aggiornare con una certa regolarità, diciamo settimanalmente. Spero di non deludervi!

Grazie infinite!

 

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Capitolo 3
*** Marzo ***


Marzo

 

[Destino]

 

 

Ci sono cose, di Akane, che proprio non riesce a sopportare.

La testardaggine, innanzitutto, e quell'orgoglio così scomodo che le impedisce di essere carina con lui.

Inoltre, la gentilezza che lei dimostra a tutti quelli che conosce, meno che a lui - a Ryoga, tanto per dirne uno.

Per non parlare della gelosia. Se solo prova a ripensare alle tremende, imbarazzanti scenate di gelosia in cui Akane si è dilettata dallo stramaledetto giorno in cui Shan pu è sbarcata in Giappone, la testa sembra scoppiargli. Se poi ricorda le occhiate che le sue due fidanzate ufficiali amano scambiarsi, lo svenimento è assicurato.

Si ferma, interrompendo l'allenamento pomeridiano, e sente subito lo stomaco ritorcesi come un nodo a otto. Si muove lentamente, a piccoli passi, verso l'accampamento improvvisato, lasciandosi guidare attraverso gli alberi dal malsano profumo di...qualcosa che forse, nelle intenzioni di qualcuno, è la cena.

Si lascia cadere a peso morto sul terreno un po' freddo e non può far altro che pregare per la propria incolumità.

Akane gli sorride come se lui fosse l'unica cosa al mondo di cui le importi - ultimamente ha questa impressione, ma forse è solo un'impressione - e, nonostante quel sorriso sia l'unica cosa al mondo di cui ultimamente importi a lui, la schiacciante consapevolezza del destino che lo attende si abbatte su di lui come un presagio di sventura.

L'ultima cosa, di Akane, che proprio non riesce a sopportare è che si ostini a cucinare, incurante della sua sopravvivenza.

Lo sguardo disgustato si posa sul misterioso intruglio dal vomitevole aroma che la sua fidanzata ha amorevolmente cucinato per lui. Grazie, le dice, invidiandola perché lei se ne sta lì seduta come se nulla fosse, perché sorride innocentemente sapendo che, tra pochi secondi, non sarà lei quella a terra svenuta.

Assaggia” lo incita.

Un senso di vertigini lo assale.

Non ho fame” tenta.

Si chiede come gli occhi di Akane riescano ad uscire tanto dalle orbite e come la sua faccia possa assumere sfumature così poco naturali mentre ingurgita il manicaretto come se non ci fosse un domani.

E forse un domani non ci sarà, pensa, prima di capitolare sull'erba umida d'inverno.

 

 

 

 

 

 

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Ok, ok...per prima cosa, mi scuso per questo ritardo e per i possibili ritardi futuri: la connessione lascia un po' a desiderare e spesso e volentieri non riesco nemmeno ad accedere al sito, figuriamoci riuscire a concludere l'intera procedura html senza che salti tutto.

Poi...marzo è stato un mese davvero difficile. Mentre avevo già i mesi seguenti nel cassetto, la pagina di Marzo era ancora vuota. Poi ho scritto qualcosa, ma dopo vari ripensamenti ho preferito spostare ciò che avevo scritto a un altro mese, molto più in là. Le idee parevano impossibili da trovare, sembra che non succeda mai niente in marzo...state tranquilli, dei prossimi mesi vado più fiera e saranno un po' più romantici/introspettivi/sentimentali/pensierosi...ecc. Spero comunque che non vi abbia fatto orrore ^^'

Ringrazio nuovamente chi ha commentato (grazie, grazie, grazie!) e chi continua ad inserire la storia tra le seguite. Mi rendete davvero felice ^^

A presto! 

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Capitolo 4
*** Aprile ***


Aprile

 

[Hanami*]

 

 

Il rosa pallido dei fiori crea un piacevole gioco di luci, quando incontra i raggi di sole. I petali scivolano a pelo d'acqua e si riflettono sulle increspature. Akane resta lì, sul piccolo ponte, ipnotizzata dai colori e stordita dal profumo, fissando un punto all'orizzonte.

Non trascorre molto tempo prima che i passi di Ranma sulle assi di legno, per quanto silenziosi, catturino la sua attenzione. Drizza le spalle, deglutisce e spera che il vestito che ha indosso le doni davvero come crede, perché ha bisogno che lo creda anche lui. Prova a sembrare assorta in qualche pensiero che non lo riguardi, ma ultimamente non le riesce molto bene.

Che fai, fingi di non vedermi?” le chiede, affiancandola e poggiando entrambe le mani sul parapetto.

Lei scuote il capo, senza parlare, perché sa che la sua voce la tradirebbe. È sempre così nervosa, quando è con lui. Abbozza un sorriso e si volta a guardarlo, ma quando i suoi occhi si riempiono di lui, si sente così piccola da poter stare nel palmo di una mano.

Un' imprevista folata di vento rovescia su di loro una cascata di petali. Akane comincia a passarsi le mani tra i capelli per togliere quelli che le sono caduti sulla testa, ma quando Ranma inizia a ridere si ferma per regalargli una smorfia.

Lascia. Faccio io” le dice.

Sente le sue dita tra i capelli e vede i petali cadere a terra. La sua mano, però, non si ferma e lui continua a scrutarla dall'alto.

Akane cerca di dire qualcosa, ma si chiede solo se le cose cambieranno mai, se riuscirà mai a non sentirsi una bambina davanti a lui.

Ranma si allontana, sorridendole. Il suo sorriso è sempre più bello del mio, pensa lei.

Le fa cenno di seguirlo e tornare a casa e Akane corre per raggiungerlo, nonostante le gambe tremanti.

Si affianca a lui, trattiene un sorriso e solo ora nota che anche lui ha dei petali di ciliegio tra i capelli.

 

 

 

 

 

 

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*Hanami: è la tradizionale usanza giapponese di ammirare la fioritura dei ciliegi, che solitamente continua per tutto il mese di aprile.

 

Aprile è fatto...decisamente sul romantico-andante, anche se un po' a senso unico. Volevo concentrarmi su Akane e svelarne tutta l'umanità. Chiaramente non abbondo con le descrizioni – a buon intenditore, il meno è più, Dio è nei dettagli e tutto quello che il signor Van der Rohe potrebbe aggiungere – ma spero comunque di essere riuscita a mostrarla come una qualsiasi ragazza innamorata e ingenua - e con palesi complessi di inferiorità, ora che ci penso.

Suvvia, in fondo è ancora una ragazzina alle prese col primo amore. ^^

 

Ringrazio tutti quelli che continuano a commentare. Leggere le vostre recensioni è per me un vero toccasana!

Alla prossima!

 

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Capitolo 5
*** Maggio ***


Maggio

 

[Ricordi]

 

 

La pioggia le ricorda sua madre. Non sa spiegarsene il motivo, ma restare sdraiata sul pavimento del dojo ad ascoltare il rumore dell'acqua contro le tegole asseconda la memoria. Ormai è quasi un'ora che se ne sta lì e sente che il proprio corpo ha smesso di risponderle. Vorrebbe alzarsi, vorrebbe andare a cercare Ranma, perché è già troppo tempo che non lo vede, eppure i muscoli non le obbediscono e gli impulsi scemano nel nulla a contatto con il legno.

Le sembra che il suono del suo respiro riecheggi nel dojo come musica, rimbalzando sulle pareti e tornando a lei portando nuove immagini, nuove parole. Come le ultime dette da sua madre prima della malattia, mentre le incerottava l'ennesima ferita.

É troppo poco il tempo che ci è dato, per passarlo a sbucciarsi le ginocchia. Non credi?

Sono proprio le cose più stupide quelle più facili da conservare. Lei, di sua madre, ricorda questo.

Akane!”

La voce di Ranma la richiama alla realtà. Si alza sui gomiti e lo guarda da sopra la spalla. Lui se ne sta impalato sulla soglia. “È pronto il pranzo” dice.

Akane sbuffa, sprofondando nuovamente nel pavimento. Sente Ranma avvicinarsi e infine lo vede sporgersi dall'alto e apparirle capovolto.

Che stai facendo, si può sapere?” le chiede.

Lei allarga le braccia, distendendole completamente. “Pensavo” risponde.

Allora succede anche a te...pensavo di essere l'unico!” la canzona.

Fai lo spiritoso?”

Serra le palpebre e sospira. Non sa se dirglielo. Vorrebbe, ma crede che la prenderebbe in giro. Infine, tenta.

Pensavo a mia madre” sussurra, così piano che lui quasi fatica a sentirla.

Ranma resta in silenzio, gli occhi concentrati a studiarla in viso, poi si china su di lei e tende le labbra in un sorriso che ad Akane arriva sottosopra. “Spero fossero ricordi belli. Io vorrei averne. Ricordi di mia madre, intendo...”

Akane dischiude le labbra e si alza con una spinta. Nota a malapena la mano di lui appoggiata al suo fianco, pronta a sorreggerla.

Lui non conosce la morte, pensa.

Sì, lo erano. Adesso andiamo a mangiare”

Gli sorride e lo prende per mano, ignorando la sorpresa sul suo volto. La sua mano è calda e un po' ruvida. Si volta a guardarlo, prima di entrare in casa.

Lui non conosce la morte, pensa di nuovo. Spero non debba conoscerla mai.

 

 

 

 

 

 

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...e siamo a maggio. Sì, lo so, lo so. È un capitolo decisamente triste – ero in modalità, che posso dire in mia difesa? Spero non vi abbia mandati in depressione, nel caso mi scuso. Il messaggio di fondo è un messaggio d'amore. La frase finale è una dichiarazione d'amore incondizionato, in un certo senso. Quindi, in fondo, è un capitolo positivo...no? ^^'

 

Non posso che rinnovare tutti i mille ringraziamenti a chi continua a recensire, seguire la storia e a chi la legge in silenzio. Vi sono debitrice ^^

 

Alla prossima!

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Capitolo 6
*** Giugno ***


Giugno

[Magnete]
“È buona?”
Akane gli si siede accanto sulla veranda, indicando la granita che sta tenendo in mano. Ranma annuisce, tornando a contare i balzi dell'instancabile carpa nel laghetto. Il giardino è inondato dalla calda luce del sole che tramonta al di là del muro di cinta. Con la coda dell'occhio, nota che Akane sta facendo dondolare le gambe nel vuoto e il movimento ripetitivo gli serra un nodo alla gola.
Teme di dire la cosa sbagliata, perciò si limita a studiare la luce che si riflette sulla sua pelle bianca  e lei sembra accorgersene. Gli sorride innocente, ma non troppo. 
Allunga il braccio verso di lei per offrirle un po' della sua granita e Akane tende il corpo e la mano, prendendone un cucchiaio. Se lo porta alla bocca, che diventa istantaneamente più rossa. 
“Buona. Mi piace, alla fragola” commenta.
Ranma sente un pugno allo stomaco. Voglio sorriderle, pensa, prima di ricordare che è ancora arrabbiato con lei per la scenata di gelosia del pomeriggio. Eppure, quando lei si alza in piedi e con un dito picchietta il sonaglio appeso alla porta, facendolo risuonare nel tepore di inizio estate, gli viene voglia di fare pace. 
Non andartene. 
“Non resti?” le chiede, d'un fiato. 

Giugno


[Magnete]

 


È buona?”

Akane gli si siede accanto sulla veranda, indicando la granita che sta tenendo in mano. Ranma annuisce, tornando a contare i balzi dell'instancabile carpa nel laghetto. Il giardino è inondato dalla calda luce del sole che tramonta al di là del muro di cinta. Con la coda dell'occhio, nota che Akane sta facendo dondolare le gambe nel vuoto e il movimento ripetitivo gli serra un nodo alla gola.

Teme di dire la cosa sbagliata, perciò si limita a studiare la luce che si riflette sulla sua pelle bianca e lei sembra accorgersene. Gli sorride innocente, ma non troppo.

Allunga il braccio verso di lei per offrirle un po' della sua granita e Akane tende il corpo e la mano, prendendone un cucchiaio. Se lo porta alla bocca, che diventa istantaneamente più rossa.

Buona. Mi piace, alla fragola” commenta.

Ranma sente un pugno allo stomaco. Voglio sorriderle, pensa, prima di ricordare che è ancora arrabbiato con lei per la scenata di gelosia del pomeriggio. Eppure, quando lei si alza in piedi e con un dito picchietta il sonaglio appeso alla porta, facendolo risuonare nel tepore di inizio estate, gli viene voglia di fare pace.

Non andartene.

Non resti?” le chiede, d'un fiato.

Lei lo guarda stranita, poi nei suoi occhi si accende una luce che lui non ha mai visto. Sembra felice e il suo sguardo è liquido, ma lui allontana il pensiero, dando la colpa alla luce rossa.

No” gli risponde.

Ti prego.

Vorrebbe dirlo ad alta voce, ma il respiro si spezza sulla prima parola. Piccoli brividi scorrono lungo il collo, mentre la guarda dal basso. Ogni suo gesto è leggero, ma lui si sente schiacciato. Odia quel peso sul cuore, non lo fa sentire se stesso.

Akane si china su di lui, rapida e leggera, poggiando le mani sulle sue spalle. Come un soffio, Ranma si accorge delle sue labbra fresche sulla guancia.

Resta.

È come un magnete, ammette. Per quanto ci provi, non riesco a starle lontano.

Rimane immobile, non sapendo cosa fare. Quando si volta, lei è già sparita dietro l'angolo, lasciandolo solo con la granita.

Questo proprio non te lo aspettavi, dice la voce della sua coscienza. È incredibilmente simile a quella di Akane, adesso.


 

 

 

 

 

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Giugno, giugno, giugno. A onor del vero, dico che questo capitolo è stato il primo che ho scritto – in assoluto – per questa ff. Sempre a onor del vero, dico che l'ho riscritto stamattina. Non completamente, ma in parte. Diciamo che la “trama” (se così si può dire di meno di 400 parole) è rimasta intatta, ma ho riscritto le parti salienti in preda a un chiaro ed evidente episodio di sindrome d'abbandono.

Se Ranma soffre la mancanza di una persona che è accanto a lui, è colpa del mio umore.

La canzone che ha ispirato la riscrittura del capitolo è Stay, di Rihanna. Ecco spiegata la sindrome d'abbandono. In realtà, come capitolo potreste considerare direttamente il testo della canzone – quello che volevo dire non cambierebbe, ma non potevo mica fare copia/incolla. Eh. ^^


Mi prostro nuovamente ai vostri piedi. Vedervi leggere e recensire mi rende estremamente felice.

Al prossimo mese!

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Capitolo 7
*** Luglio ***


Luglio

 

[Tanabata*]

 

 

Muoviti, Akane!”

La voce di Ranma le giunge nervosa. Trattiene un sorriso, chiaramente non è l'unica a cui il cuore sembra scoppiare nel petto. Ripone velocemente il suo tanzaku** tra le pieghe dello yukata, mentre lo raggiunge a passo svelto.

Già non capisco perché dobbiamo andare a vedere i fuochi, se poi non prolunghiamo l'agonia è meglio” sbuffa lui.

È un piacere vedere che sei di buon umore”

Akane tiene lo sguardo fisso davanti a sé, ma, nonostante gli sforzi, non riesce a non lanciargli qualche occhiata furtiva e lui sembra accorgersene.

Cos'hai lì?” le chiede, accennando al tanzaku che nasconde.

Non sa perché, ma si sente arrossire.

È il mio desiderio” risponde. “Voglio appenderlo al bambù”

Ranma annuisce.

Tu non ne hai uno?” gli domanda, con un po' di timidezza.

Ti sembro il tipo che appende preghiere alle piante?”

Akane scuote la testa, alzando gli occhi al cielo.

Certo che no” risponde.

Sente un nodo in gola, nel ricordare e ignorare la voce di sua madre che le dice di mordersi la lingua prima di parlare.

Però l'anno scorso hai fatto di tutto per recuperare la mia striscia”. Credevo ti importasse, continua, col pensiero.

Istintivamente, serra le labbra e un brivido le fredda il collo. Non ha ancora imparato a mordersi la lingua, è evidente. Si volta a guardarlo e lo sente deglutire. Pare che con la sua avventatezza non abbia spaventato solo se stessa.

Ranma tiene le dita intrecciate dietro la nuca, lo sguardo rigorosamente rivolto altrove.

Lo stomaco si aggroviglia su se stesso e lei vorrebbe sprofondare. Un passo avanti e due passi indietro – così definirebbe il loro rapporto. O quello che è.

Infatti”

La sua voce la sorprende e le mozza il fiato.

Alla fine” continua lui “pare che, per la persona giusta, io possa diventare quel tipo di ragazzo”

Lo vede estrarre dalla tasca destra un piccolo tanzaku stropicciato. Glielo mostra, tenendolo in equilibrio sulla mano tremante, poi, come ha già fatto una volta, si mette a fischiettare con aria assente.

Akane sente il cuore battere così forte, che è sicura sia sul punto di spiccare il volo e lasciarla a terra morta, perché la vista di lui, ora, la riporta indietro, a quegli inizi impacciati, quando, se non c'era la luce del tramonto a mascherare il rossore, era meglio tenersi certe cose per sé.

 

In fondo, è come allora.

 

Quando sorridi, sei carina.

Con quella frase, pensa Akane, lui ha dato inizio a tutto.

Ho finito, Akane. Puoi respirare”

Ma lei può fare solo ciò che sa fare meglio, guardare verso il sole che tramonta e aspettare che passi il rossore.

 

 

 

 

 

 

 

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* Tanabata: il 7 luglio i giapponesi festeggiano l'incontro nella Via Lattea delle stelle Altair e Vega, che secondo la leggenda altri non sono che il mandriano Hikoboshi e la principessa Orihime.

** Tanzaku: secondo la tradizione, i giapponesi appendono alle piante di bambù delle strisce di carta colorata (i tanzaku) su cui scrivono i loro desideri in forma di preghiera o poesia – per la maggior parte chiedono fortuna in amore.

 

Che fatica. Luglio è stato un'impresa epica: e trova l'idea e scrivi e riscrivi e taglia e incolla e in 500 parole non voleva starci. Dopo tutta l'attività sartoriale, questo è il risultato, che spero non sembri solo un taglia-e-cuci-che-il-Dr.-Frankestein-non-avrebbe-potuto-fare-di-meglio. Ma, in luglio, dico io...di cosa si poteva scrivere se non del Tanabata, la festa più romantica tra tutte le feste romantiche? Con un po' di leggerezza, fa troppo caldo per i pensieri pesanti.

La frase “Però l'anno scorso hai fatto di tutto per recuperare la mia striscia” fa riferimento a un capitolo del manga, per l'esattezza il capitolo “Il bambù nano del destino”, volume 35 – che, personalmente, è la fine del mondo.

Per quel che riguarda la frase Quando sorridi, sei carina., lo so che è diversa da quella nell'anime, ma ho preferito mantenere la frase del manga, questione di gusti.

 

Per tutti quelli che leggono e/o recensiscono, grazie. Sono felice che continuiate a seguire questa storia, farò del mio meglio.

 

Alla prossima!

 

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Capitolo 8
*** Agosto ***


Agosto

 

[Condizionale]

 

 

Nonostante non voglia ammetterlo, si chiede spesso come sarebbe baciare Akane. L'ultimo tentativo, se così lo si può chiamare, gli ha lasciato l'amaro in bocca. Il nastro adesivo non fa per lui.

Si sdraia sulla sabbia e respira il profumo del mare. Non sa perché, ma le stelle lo lasciano pensare. È per questo che trascorre tanto tempo sul tetto di casa.

 

Se solo non fossero stati davanti a tutte quelle persone, forse Akane non avrebbe messo il nastro adesivo. Ovviamente, non può esserne sicuro, vista e considerata la facilità con cui lei sembra cambiare idea su di lui – e su di loro, aggiunge la coscienza.

Sbuffa. Fa talmente caldo che si butterebbe in acqua senza remore, se non fosse per quel piccolo tarlo che gli sta consumando la ragione. Non è per questo che continuo a fissare la finestra del ryokan*, pensa, ma esiste l'infinitesimale possibilità che Akane mi abbia sentito uscire e abbia deciso di raggiungermi. Se lei arrivasse, lui non vorrebbe certo essere una ragazza.

Si passa le mani tra i capelli più e più volte, come a voler fare spazio nella testa. Sicuramente è colpa di un'insolazione, dice a se stesso.

Dell'unico bacio che le abbia mai dato senza nastro adesivo, non ha ricordi. L'intera scuola sembra averne, tutta la famiglia sembra averne, tutte le sue comprensive e per nulla vendicative fidanzate sembrano averne, Akane stessa sembra averne, insomma, l'intero pianeta sembra averne, eppure lui non ricorda nulla – e ti dispiace, aggiunge la coscienza.

No, assolutamente no. È solo un caso che faccia male il cuore.

 

È quasi l'alba, quando rientra.

Chiude la porta alle sue spalle, cercando di non fare rumore. Percorre il corridoio e sale le scale, riuscendo a malapena a scorgere, nella penombra, gli occhi grandi di Akane.

Ignora il vuoto allo stomaco e si siede sulle scale accanto a lei. Akane non parla, ma gli sorride come l'ha vista tante volte sorridere agli altri.

Sente il sangue pulsare nella testa. È spaventato, anzi, terrorizzato. Questo non è lui, questa non è una cosa che Ranma Saotome potrebbe mai fare.

No, qualcuno mi fermi, vorrebbe dire, ma lei ha già chiuso gli occhi e dischiuso le labbra ed è così bella che non riesce a respirare e vorrebbe solo dimenticarsi del resto e in fondo, riesce a pensare prima di saltar giù dalla finestra più vicina, lui vuole davvero sapere come sarebbe baciare Akane.

 

 

 

 

 

 

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*Ryokan: è il tradizionale albergo giapponese. ( – disse Jacques de la Palice ^^').

 

 

Non odiatemi. Vi prego ç_ç Non potevo mica far tutti felici e contenti ad Agosto – gli altri mesi di cosa scrivevo, poi? Al di là di questo patetico tentativo di autogiustificazione, lo so. Dopo un capitolo così, avete tutto il diritto di mettere mano ai forconi. Mi prenderei a pugni da sola, se ne avessi il coraggio.

Eppure, Agosto è uscito così. Direi che non è colpa mia, che una forza superiore muoveva le mie dita sulla tastiera al posto mio, se qualcuno mi credesse. Potete urlare, lanciare pomodori, maledirmi in lingue sconosciute e fare macumbe. Portate pazienza. Prometto – prometto – che a fine anno non avremo in mano un pugno di mosche. Non so ancora cosa avremo in mano, ma sarà qualcosa ^^

 

Voglio ringraziare tutti coloro che continuano a seguire questa storia – i fedelissimi che non mancano mai all'appello e chi mi ha lasciato poche recensioni, ma meravigliose. Grazie di cuore, siete troppo buoni. Avete fatto di me una ragazza felice ^^

 

Al prossimo mese!

(sperando che ci siate ancora, dopo questo colpo basso ^^')

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Capitolo 9
*** Settembre ***


Piccolissimo angolo delle avvertenze, questa volta, ché mi sembra necessario. Questo “mese” si basa su una precisa scena del manga, di un capitolo – ahinoi – mai trasposto nell'anime: volume 36, “Un regalo dalla mamma”, esattamente la scena in cui Ranma riesce, dopo mille peripezie, a consegnare ad Akane il misterioso regalo. Per chi non avesse letto il manga, il capitolo (straconsigliato) è reperibile su internet. Lucky us.

Consiglio di leggere ascoltando l'incantevole Flaws, dei Bastille, fonte di grande ispirazione durante la stesura del capitolo.

 

 

 

 

All of your flaws and all of my flaws
They lie there hand in hand
Ones we've inherited, ones that we learned
They pass from man to man...

Flaws, Bastille

 

 

Settembre

 

[Conta]

 

 

Comunque non ha alcun significato importante” le dice, guardandola di sbieco. “È solo un pensierino di mia ma...”

Vorrebbe continuare a mentirle, perché è immensamente più facile, ma quel che vede gli stringe il cuore.

Le parole spirano in un fiato, mentre gli occhi grandi di Akane osservano il piccolo anello.

Non sa cosa dire. Non trova più bugie.

Sono felice...”

 

Lo sei davvero, Akane?

 

...posso prenderlo davvero?”

Dopo tutta la fatica fatta, per nessuna ragione al mondo accetterebbe un no come risposta.

Ce...certo che sì..mia madre ha detto che è per te”

 

Ti prego, non fraintendere. Non lo darei a nessun'altra.

 

Lei lo guarda con quell'espressione buffa di bambina, quella che lo spinge a chiedersi se anche i loro figli lo guarderanno in quel modo, e qualcosa si muove, nel suo petto. Immagina sia quello che le persone chiamano un tuffo al cuore.

Vorrebbe dirle così tante cose.

Spiegarle che, in qualche modo, vederla con quell'anello al dito colmerebbe il vuoto che da solo non riesce a riempire.

 

Lo puoi riempire tu?

 

Chiederle se può tornare a casa.

 

Lo vuoi riempire tu?

 

Chiederle se anche lei si sente come lui.

 

Lo provi anche tu?

 

Finché lei non distoglie lo sguardo, però, lui non riesce a parlare.

Anch'io...” tenta.

È così diversa da me, pensa. Quando siamo soli, lei non sembra aver paura.

Anch'io...vorrei donarti...”

 

Di non riuscire a mostrare i propri difetti, lui lo sa. Combina disastri e non conclude mai nulla – con lei.

Eppure, nonostante gli sforzi e gli anni di solitudine, i suoi difetti sono lì, sulle mani di Akane, sporche della terra con cui lui li ha seppelliti e che lei ha tolto con pazienza. Che lei non ha avuto paura di scavare, lui lo sa.

Lei li vede – non come le altre - e li fa vedere a lui – non come tutti gli altri. Lui sa anche questo.

 

E dire che li aveva nascosti così in profondità, che non credeva qualcuno avrebbe mai avuto il coraggio di andare a cercarli.

Di contarli.

Di prenderli, insieme ad uno come lui.

 

Lei abbassa lo sguardo, quasi a incoraggiarlo. Le guance rosse, le ciglia nere, le dita sottili intorno alla scatola...

Dici...sul serio?”

Il cuore di Akane è davanti ai suoi occhi.

Ora lo sa.

Sì”

Va bene, Akane.

 

Mentre lei muove le dita per afferrare l'anello, prende un respiro profondo.

Concludi tu, per me, Akane.

 

 

 

 

 

 

---------

 

Ok. Fa schifo? Non so, non riesco a decidermi ç_ç Ad ogni modo ho scelto questo preciso capitolo del manga per due motivi:

1. è stupendamente stupendo (anche se finisce come finisce -.-' )

2. ho fatto una botta di conti ed è risultato che: se ho ambientato Febbraio nel volume 34; se nei primi capitoli del volume 35 vanno ancora a scuola (ammesso che in Giappone le vacanze estive non sono come le nostre, mi sembra di ricordare che comincino indicativamente a fine luglio); se l'ultimo capitolo del volume 35 è “Il bambù nano del destino” a cui si fa riferimento nel capitolo di luglio; se i capitoli che precedono “Un regalo dalla mamma” nel volume 36 si svolgono in piena estate (presumiamo, in agosto); se nel capitolo in questione ricomincia la scuola; allora, deve essere ambientato in settembre. No? ^^

 

Ora, io non so più come dirvelo. Grazie. Ho ricevuto recensioni bellissime, sapere che continua a piacervi è meraviglioso, tanti continuano a inserire la storia tra le seguite o le preferite...insomma, io non ho più parole.

Spero soltanto di non deludervi.

 

Al prossimo mese!

(mi inchino)

 

 

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Capitolo 10
*** Ottobre ***


I don't really wanna know what's good for me

God's dead, I said

Baby, that's alright with me”...

Gods and monsters, Lana del Rey

 

 

 

Ottobre

 

[Sapere]

 

 

Appena rientra, lo trova sulla soglia del dojo.

Ranma le viene incontro, a passo svelto. Lo sente sbraitare a proposito di Shan pu, di come non fosse nelle sue intenzioni, perché no, lui non voleva, poi però Ukyo e alla fine quella squilibrata di Kodachi...

Akane sbuffa spazientita, scuotendo la testa. Vuole andarsene, ma lui le si para davanti e parla, senza riprendere fiato. Lei vede solo le sue mani che si agitano nell'aria, sullo sfondo delle foglie rosse, degli alberi secchi del giardino. La sua voce è così forte che la testa le fa male.

Cerca di farsi strada, ma lui continua a impedirle di passare.

Non volevo, fraintendi sempre, non mi lasci mai spiegare!”

 

Le altre? Sono migliori di me, le altre?

Il corpo si tende per trattenere la mano, nel tentativo di non tirargli uno schiaffo.

Di nuovo.

 

Mi avete portato via me stessa.

 

Tra le lacrime che offuscano la vista, controlla il palmo della mano, che brucia come se stesse andando a fuoco.

È così arrabbiata che non riesce a parlare. Ogni pensiero le si strozza in gola.

Akane”

Quella sensazione...

Cerca di ragionare”

Quella sensazione non se ne va – la sensazione di essere presa in giro da tutti e soprattutto da lui.

La sensazione di non aver lottato per se stessa.

 

Non vuole piangere, ma non si trattiene. È così stanca che non si accorge della presa sul suo polso.

Quel sentirsi stupida. Ridicola. Illusa.

 

Vorrebbe gridare, litigare, insultarlo come lui permette che le sue fidanzate la insultino ogni giorno, come lui insulta il suo orgoglio con il suo deriderla, offenderla, con la sua sola presenza.

 

L'ha strappata da se stessa, questa è la verità. É arrivato lui – ed è sparita Akane.

 

Respira più in fretta, annaspando alla ricerca dell'aria di cui lui la sta privando.

Quella sensazione è sempre lì, sulla sua faccia e sulla sua mano.

 

Aveva promesso a se stessa che non l'avrebbe permesso a nessuno.

 

È dannatamente difficile imparare ad amare, pensa, quando non lo vuoi.

Io non lo volevo.

Questo dubbio costante, questa paura che la paralizza, questa speranza che muore ogni giorno – io non lo volevo.

Lui scatta e la abbraccia, contro la sua resistenza. La sua forza non basta, non lo fa spostare di un centimetro.

Quella sensazione di non potere nulla, contro di lui - io non lo volevo.

Io non l'ho chiesto.

 

Disarmata, lascia che lui la stringa. Il suo respiro le sfiora i capelli, mentre le sussurra di calmarsi.

Odia se stessa, perché quella sensazione sulla pelle l'ha marchiata lei stessa.

Akane. Devi calmarti”

 

La prima volta che l'ha incontrato, cosa ha provato?

 

Lascia che lui la sollevi da terra.

Che cosa volevi, Akane?

A volte, pensa mentre si aggrappa a lui con tutta la forza che le resta, con la mano che prima l'ha colpito, sentirsi protetti fa male.

 

È tutto sbagliato, capisce.

Io non sapevo di volerlo.

 

 

 

 

 

 

---------

 

So che molti di voi reclamano a gran voce una degna coronazione romantica, ma dobbiamo farli anche litigare, ogni tanto – o non sarebbero loro, altrimenti. Poi, mi sembrava il momento di rincarare la dose e tirare la corda per l'ultima volta. Ci stiamo preparando per il gran finale e – come in ogni storia d'amore da manuale – prima delle nozze succede qualcosa che mette a repentaglio la felicità degli sposi. Guardare commedie d'amore per credere.

Beh, che dire? Spero di aver reso l'idea. Mi mancava l'Akane orgogliosa e indipendente che stende uno per uno i pretendenti nel cortile del Furinkan. A fare scuola sono stati Elizabeth e Darcy, non Jane e Charles.

 

Ma non temete. È inevitabile che coronino il loro sogno d'amore. Sempre a loro modo, però ^^ Spero solo di non farvi attendere troppo...

 

Un Grazie a caratteri cubitali a chi continua a leggere, recensire e inserire la storia in qualsivoglia categoria. Avete la mia riconoscenza.

 

A presto!^^

 

 

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Capitolo 11
*** Novembre ***


Piccola nota: consiglio vivamente di leggere ascoltando la meravigliosa “Kiss me” di Ed Sheeran. É stata parte integrante della stesura.

 

 

 

 

My heart's against your chest

Your lips pressed to my neck

I've fallen for your eyes

But they don't know me yet...

And with this feeling I forget

I'm in love now.

Kiss me, Ed Sheeran

 

 

 

 

Novembre

 

[Tutto]

 

 

Sai, fino a poco tempo fa avrei preferito essere presa a pugni, piuttosto che farmi offrire qualcosa da un ragazzo”

Si mette a ridere, avvicinando il viso alla tazza di cioccolata fumante per respirarne l'aroma. Ranma la fissa stranito dall'altra parte del tavolo, con un lieve rossore sulle guance, forse per il freddo.

Non che tu mi abbia proprio 'offerto' qualcosa...in realtà stai pagando parte dei tuoi debiti”

Senti, tu! Io ti porto a bere una cioccolata e tu...”

Akane scoppia a ridere. Sarà il profumo del cacao, o forse è solo che il locale è vuoto e lei si sente a suo agio, o forse ha la febbre, ma la testa le gira e ha solo voglia di ridere.

Ranma curva le labbra in un broncio, quello che lei trova così buffo. “Sei proprio un'ingrata!” la ammonisce, senza smettere di guardarla.

Lo vede sospirare. Il petto e le spalle si sollevano e la mascella si stringe. Distoglie lo sguardo, col cuore impazzito.

Comunque” continua lui, con la voce che trema “un giorno me lo dovrai spiegare...”

La guarda interrogativo e lei nasconde il rossore dietro al calore della cioccolata.

Cosa?” borbotta, prendendone un bel sorso.

Non dicevi sempre di odiare gli uomini? Tutti gli uomini?”

Sorride sornione. Chiaramente, la situazione lo diverte. Quando lui è così, è tutto più facile.

Infatti, è così”

Lui non sembra convinto. Appoggia i gomiti sul tavolo e guarda oltre le vetrate le strade deserte di un pomeriggio come tanti. Sta iniziando a piovere e lei lo vede storcere il naso.

Il riflesso dell'acqua colora i suoi occhi di grigio.

Si volta verso di lei, col ricordo del sorriso ancora sulle labbra. La osserva con attenzione, poi china il capo e tenta di incenerire il tavolo con lo sguardo.

Odi anche me?”

È appena un sussurro, Akane lo coglie a malapena.

Ha imparato ad amare il modo in cui lui parla di loro. Le scalda il cuore, anche in giornate così fredde.

No” risponde.

Lui alza timidamente lo sguardo e lei gli sorride. É così forte, ma a volte – in fondo al cuore lo sa – ha bisogno di lei.

Ho provato un po' di tutto, per te. Ma non ti ho mai odiato davvero. Nemmeno all'inizio”

Ranma deglutisce sonoramente e allunga una mano verso la sua. La sfiora soltanto con la punta delle dita.

Meno male. Non l'avrei sopportato”

Col capo accenna alla pioggia che scende sui vetri. “Aspettiamo che smetta di piovere prima di tornare a casa” le dice.

Akane capisce. Annuisce, poi nota che lui le sta ancora sfiorando la mano.

Forse è meglio farla raffreddare, la cioccolata – pensa.

 

 

 

 

 

 

---------

 

Siamo già a Novembre. In dirittura d'arrivo che più non si può.

Non vi dico la fatica che ho fatto ad immaginare uno scenario autunnale. Pioggia, cielo grigio, freddo e cioccolata calda non erano le prime cose che avevo in mente: fuori ci sono 38 gradi e io ho il ventilatore puntato in faccia. Pensavo solo: “Acqua, acqua, acqua!”.

 

Presto mi metterò a scrivere Dicembre. In realtà ho un'idea sommaria, ma sto procrastinando. Il pensiero di concludere mi mette un po' tristezza, soprattutto perché le vostre recensioni – manna dal cielo – mi hanno spronata molto. Vi ringrazio, come sempre.

Ah, basta. Il commiato si fa alla fine.

 

Spero di non farvi attendere troppo!

Alla prossima (e ultima) ^^

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Capitolo 12
*** Dicembre ***


So lonely inside, so busy out there,

and all you wanted was somebody who cares.

All you wanted, Michelle Branch

 

 

 

 

Dicembre

 

[Vuoto]

 

 

Dopo essersi di nuovo fatto abbindolare da Shan pu in cambio di un rimedio, le parole sono uscite taglienti, troppo facilmente.

Stupida! Per chi credi che lo faccia, eh? Come potrebbe mai andarti bene uno come me? Sei solo una stupida, Akane!”

Tornatene da Shan pu!”

Smettila! Tu sai come stanno le cose!”

Io non lo so!”

 

Poi è sparita tra le luci, in un mare di persone più felici. Mentre corre, quelle parole gli rimbombano nelle orecchie, insieme ai passi di Akane.

 

Io non lo so!

Possibile, Akane?

 

Scorge il suo viso arrossato su una vetrina. Cammina lentamente, restandole alle spalle fin quando lei non alza gli occhi e lo vede, riflesso sul vetro, mentre cerca le parole.

Akane si volta, ma non riesce a guardarlo – e questo fa più male che sentirla urlare.

Le si avvicina tanto da poterla toccare. I suoi occhi scuri scorrono su di lui, scivolando sull'asfalto.

 

Adesso.

 

"Io...io so cosa ti aspetti. So cosa dovrei dire" dice, il respiro che condensa l'aria gelida.

La vede sussultare e, finalmente, alzare il viso.

"Perché, per una volta, non smetti di pensare a cosa gli altri si aspettano tu dica e non inizi a dire solo ciò che vuoi che gli altri sappiano?"

Non l'ha mai sentita parlare così.

"Ma tu che cosa vuoi sapere?"

"Tu che cosa mi vuoi dire?"

Lo osserva con aria di sfida, una smorfia impertinente sulle labbra, rosse sangue sulla pelle bianca come il cielo carico di neve.

"Ci sono molte cose che ti vorrei dire"

"Perché non me le dici?"

Sente lo stomaco rovesciarsi.

"E' difficile. Non so come fare. Penso – so che, dentro di te..."

"Quindi sei tu ad avere delle aspettative"

La guarda, vagamente infastidito. "Io?"

"Ti aspetti che io sappia le cose che mi vorresti dire"

Vuole gridare, ma la voce è un soffio freddo. "Non è che non voglia dirtele” confida. “È che mi sembrano più grandi di me"

Akane sbuffa. "Più grandi di Ranma Saotome?"

"Molto più grandi, temo"

Lei sembra pensierosa, forse allarmata dalla sua schiettezza.

"Sembra una cosa seria" commenta, inclinando la testa di lato.

"Io credo che tu le sappia, quelle cose" sbotta, in risposta.

...

"Sì. In effetti...”

Con lei è come cadere nel vuoto.

“...dentro di me, in un luogo in cui nemmeno io volevo cercare, le ho sempre sapute"

Ma è bello così.

Sospira, un sorriso a distendergli le labbra.

"Sì?" le chiede, in un sussurro.

Akane è così vicina da poterne sentire il respiro caldo sul viso. Legge a stento un silenzioso "sì" sfuggirle di bocca, prima che le palpebre si chiudano in un fremito.

 

Decide di trattenerlo, quel sorriso. Non sa usare le parole, ma può fare ancora una cosa prima che la neve incominci a cadere.

 

...

Quel sapore salato devono essere le lacrime piante davanti alla vetrina. Dopo le chiederò se ha visto qualcosa che le piace, pensa. Non le ho ancora comprato il regalo di Natale.

 

 

 

 

 

 

---------

 

...e siamo al capolinea.

 

Due (metaforicamente) parole, prima di chiudere.

 

É una grande soddisfazione completare una storia e, anche se una raccolta è meno impegnativa di una long-fiction vera e propria, è pur sempre fatta di dodici, sudati capitoli.

Non mi sarei mai aspettata tanto seguito. Era partita come una cosetta piccola piccola che speravo qualcuno avrebbe letto ed è finita che mi ci sono affezionata più di quanto mi aspettassi. Lo stesso, con mia immensa gioia, avete fatto voi.

Le vostre recensioni mi hanno riempita di orgoglio, commossa e spinta a fare del mio meglio per ogni singolo capitolo, senza trascurare i dettagli più importanti o tralasciare quelli meno visibili, che tuttavia sono l'ossatura di questa creatura. La prima storia a capitoli che ho scritto dopo anni – e per 'anni' intendo sette, lunghi anni – di vuoto, con tanto d'eco, è quindi merito vostro.

Può sembrare sciocco, ma è per me molto più importante di quanto riusciate a immaginare. Mi avete ricordato che c'è qualcosa che amo – suona deprimente, ma so che capite cosa intendo.

 

Questo Dicembre, che spero sinceramente vi sia piaciuto almeno un po', lo dedico a voi, che avete recensito, inserito la storia tra le preferite, le seguite, le ricordate.

Un semplice GRAZIE è troppo poco, lo so, ma è sincero.

 

 

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