Another Life

di martina818
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Caffè. Si, è proprio l'aroma di caffè che circola per casa. Si riconosce, come può non essere. Mia madre la mattina non va a lavoro se non fa colazione con il caffè. E poi c'è mia nonna, la donna che ogni giorno tenta di svegliarci con il profumo del suo ciambellone caldo. Che dire...tentativo riuscito. Istintivamente spalanco gli occhi e mi accorgo che:"Oddio!!! Sono già le 08:00!!!".  Ebbene si, un orario in cui molti di voi staranno ancora dormendo, altri che corrono per andare a scuola, sperando di non perdere l'autobus, e altri che sono già pronti per andare a lavorare.  Io no.  O meglio, studiando all'università, mi capita spesso di ritrovarmi in tutte e tre le situazioni. Ma oggi no. Oggi c'è un sole caldo e bellissimo, ed un cielo limpido, che non voglio assolutamente rovinare con lo studio, con il "lavoro" oppure standomene nel letto a poltrire.  "Anna dove pensi di andare senza rifare i letti? Chi mi spolvera i comodini? Devo anche passare lo straccio, lo sai??? Ecco che la mia vista comincia ad annebbiarsi. Era mia nonna. Con aria scocciata mi rivolgo a lei:" Ma nonna!! Hai visto che bella giornata? Ci pensiamo dopo, ora ho voglia di fare una passeggiata!". I miei occhi così speranzosi hanno fatto sì che lei si sciogliesse. Ella annuì con un sorriso, ed io scesi di corsa giù per le scale, come se vedessi per la prima volta quella bella giornata. Scusate, non mi sono ancora presentata, io mi chiamo Anna, ho 19 anni e vivo a Roma, dove il mare bisognerebbe inventarlo, poichè è l'unico elemento per completare la bellezza questa città. Molti di voi direbbero che in essa non manca nulla, ma quando tu stessa ti senti fuori posto ovunque ti trovi, sembra che manchi davvero tutto.  Già, proprio così. Da quando ero bambina ho sempre sentito che c'era qualcosa di diverso in me. Qualcosa che altri bambini della mia età non avrebbero mai pensato. Mi sono adeguata in ogni occasione, in ogni luogo, e anche con le persone stesse, ma c'era costantemente un tassello mancante che accompagnava  la mia crescita. Avevo anche dei sogni. Sogni che hanno tutti. Sogni che rimangono per un pò, ma poi vanno via, forse perchè non sono sentiti veramente o per il semplice motivo che sei consapevole che rimarrebbero tali. Adesso, sento che non si tratta solo di un tipo di vita che non mi appartiene, o di un sogno non realizzato, c'è molto di più. Ho bisogno di cercare ciò che mi completi. Questa è la mia perenne sensazione, alla ricerca di un qualcosa che, forse, non riuscirò mai a trovare.  "Oh oh..but that's what makes you beautiful..". In un attimo, mi sentii osservata, come se il cellulare che stava squillando fosse il mio. "Cavolo, ma è il mio!!!" dissi a voce alta, e mentre risposi alla mia cara mammina, mi domandai chi potesse avermi messo questa suoneria. Ma certo, solo loro avrebbero potuto. Di chi sto parlando? Delle mie due bellissime sorelline, Laura e Beatrice. Scusate per la mia dimenticanza, ma sapete, ero assorta nei miei pensieri. Ora ve le presento: Laura ha 17 anni, mentre Beatrice 16. Come tutte le sorelline, fanno il loro dovere, vanno a scuola, fanno i compiti, giocano alla Wii e nella maggior parte del loro tempo, amano i loro idoli.  Dico maggior parte perchè la loro cameretta è sovrastata più di poster che di libri. D'altronde, è comprensibile alla loro età, avere delle speranze e dei sogni a cui appigliarsi, anch'io ne avevo, ma i miei, non duravano a lungo a causa della mia concretezza.  A proposito delle mie sorelle..."Ma sono le 13:00!!! Mia madre mi ammazzerà se non vado subito a prenderle a scuola!" . All'istante sparì ogni cosa dalla mia testa, un pò troppo fantasiosa. Unico obiettivo? Arrivare a scuola in tempo.  Fortunatamente ci riuscii. Laura e Beatrice erano davanti scuola ad aspettarmi, e si accorsero subito che, anche oggi, come ogni giorno, mi ricordai di loro all'ultimo momento. "Hai una faccia strana Anna, non mi dire che ti sei scapicollata per venirci a prendere?" mi chiese Laura con uno sguardo deluso ma allo stesso tempo un pò arrabbiato. "Laurè non saluti più tua sorella?" Le dissi in modo ironico per sviare il discorso. "Anna non cambiare discorso." Ecco...beccata.  Proseguimmo per la via del ritorno in toni scherzosi, e Beatrice, la più piccola non proferì parola. Lei è questo.Timida, comprensiva, e meno accusatoria di Laura. Le amo proprio cosi come sono. Dirette, spontanee, e diverse. Molto. All'improvviso, mi ricordai di quella dannata suoneria, la quale non sapevo fosse mia e chiesi loro:" Ragazze, ma voi ne sapete qualcosa di questa canzone?" Beatrice rispose ridacchiando:" Non ti piace?" Io:" È carina. Ma non è questo il punto. Chi vi ha dato ordine di toccare il mio cellulare?" E Laura partì subito in quarta, mettendosi sulle sue:" Mi sono permessa io dato che la tua suoneria non si può sentire. Loro sono i One Direction." Io:" Chi sono?" Chiesi in modo ostile, quasi vergognandomi di non sapere chi fossero. "Ecco, sono loro: Zayn, Niall, Louis, Liam e Harry.". Laura mi mostrò una loro foto, e io ne rimasi colpita. Sembravano dei ragazzi comuni, dei ragazzi come noi, persone che avevano una vita come la nostra, con la differenza che loro, sono conosciuti in tutto il mondo. Ma ciò che mi colpì, era la loro semplicità. Chi mi colpì, ed entrò dritto nel mio cuore, come una lama tagliente, fu lui, fu Harry Styles. E da quel momento, la mia vita cambiò, la vita delle mie sorelle cambiò. Avevo la sensazione che quello che fino ad oggi non avevo trovato, che quel maledetto tassello mancante, bhè, era proprio lì davanti a me.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Londra. L'aria fresca che si posa sul viso. Le foglie che si spostano di qua e di là, senza una meta. Sembra quasi che ti vogliano raggiungere. I clacson delle macchine che non cessano di suonare. Le corse verso la metro per andare a lavoro. Quegli enormi palazzi, di cui non si riuscirebbe nemmeno a vedere il tetto. Qui vivono loro. I One Direction. Cinque ragazzi con dei sogni nel cassetto ed una vita normalissima e semplice come la nostra. Ad ognuno di noi, fin dalla nascita, ci viene dato un dono, che non tutti sanno cogliere e coltivare; a loro, è stato dato il dono di avere una voce fuori dal comune, un qualcosa che ti cambia la vita. Da quando parteciparono ai provini di X Factor, come solisti, c'è stato chi ha voluto credere in loro; egli sapeva che diventando una boyband avrebbero avuto successo. Così è stato. Ad oggi, è la band più affermata e richiesta del mondo, ma anche loro hanno una vita privata. "Harry che dici di svegliarti sono le 11!!" L'ennesima protesta di Niall, che vorrebbe che il suo Harry mettesse un pò la testa a posto. "Ma Niall ancora altri 5 minuti...ti prego!". Niall lasciò Harry a dormire. Sapeva che aveva avuto una notte movimentata. E anche lui. Ma Niall non era poi così dormiglione. "Va bene Harry...intanto ti preparo la colazione.". Harry e Niall attualmente sono molto uniti. Gli altri vivono con le loro compagne, ma ci sono sempre l'uno per l'altro. Harry riuscì finalmente a svegliarsi e a fare colazione con Niall. Era un giorno in cui avrebbero potuto prendersi una pausa, il prossimo concerto ci sarebbe stato il fine settimana, era Mercoledi, e così decisero di far visita alla mamma di Harry in quei giorni. Niall:" Che dici se ci andiamo a fare un giro?" Harry:"Ma si dai..ci vuole un pò d'aria fresca...poi magari stasera andiamo a qualche pub." Niall:"Aria fresca promossa...e pub anche...solo se mi prometti che ci divertiamo solo." Harry:" Certo! E secondo te perchè ci andiamo?" Chiede Harry con un sorriso come se la sapesse lunga. Niall:" Per rimorchiare!!!" Niall fa capire ad Harry che l'ha beccato. Harry:" Dovresti farlo anche tu Niall. Non è sbagliato divertirsi in questo senso. Con ciò non voglio dire che non ci sarà mai la ragazza per cui perderò la testa...ma fino a quel momento che dovrei fare?" Niall capisce che il suo caro amico d'avventura aveva ragione. Ma lui era sicuramente più riservato di Harry. È buffo, perchè non sapevano che sarebbe cambiato qualcosa nei mesi avvenire. Nessuno lo sapeva. Ma io si. C'era una sensazione strana dentro di me, come se fosse una guida, che mi avrebbe portato dritta a loro. A Londra.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Giro. Mi riggiro. Sospiro. Apro gli occhi. Non riesco proprio a dormire. Penso a lui ininterrottamente. Com'è possibile? Non mi era mai accaduta una cosa del genere. Non so se ringraziare o meno le mie sorelline per avermi fatto 'conoscere' questo gruppo. Per avermi fatto vedere Harry. " Ei..non dormi sorellina?"mi chiese Laura un pò assonnata. "No Laurè, non riesco a chiudere occhio. Da quando mi hai parlato dei One Direction e di Harry, il mio è un pensiero fisso ormai." Laura si alza dal letto e viene vicino a me abbracciandomi:" Lo so, anche per me è così. Non passa giorno che io speri che si accorgano di me su Twitter, o che possa finalmente vederli a qualche concerto. Ma adesso dormi...e cerca di stare tranquilla." Laura voleva tirarmi su, forse anche aprire in me uno spiraglio di luce, di possibilità, ma non serviva. Non mi bastava. E poi c'era Beatrice. Bhè Bea non crede in queste cose. Lei ha sempre i piedi per terra. È più concreta, ed io non la biasimo, anzi, credo sia il modo migliore per andare avanti nella vita. Ma che ci posso fare se mi sento più bimba di loro? "Sorella, io non dormo perchè sento che devo fare qualcosa. Sento che dobbiamo fare qualcosa. " dissi con aria pensierosa. "E che cosa vuoi fare?" Beatrice aveva sentito tutto, ed era sveglia già da un pò. "Bea ma non l'hai capito? Dobbiamo andare a Londra!" Laura ha centrato in pieno. "Esatto, è quello che dobbiamo fare. Io ho dei soldi da parte, possiamo permetterci di rimanere lì almeno per una settimana." Beatrice:"Grandioso!!! Però c'è un problema: dobbiamo dirlo a mamma e a papà." Laura:"È un grosso problema!" Io:"No ragazze non demoralizzatevi! Mamma si fida di me, riusciremo a convincerli." Parlammo per ore quella notte. Non ci rendemmo conto neanche dell'orario. Si erano fatte le 03:00. Ma noi non avevamo sonno. Non volevamo dormire. E talmente eccitate per ciò che volevamo fare, che mamma si accorse che eravamo sveglie. "Signorine!!! Ma vi rendete conto di che ore sono? Cosa ci fate sveglie? E voi due, Laura e Beatrice, andate subito a letto che domani avete la scuola." Così esordì nostra madre, alquanto arrabbiata ma nello stesso tempo curiosa di sapere che cosa ci avesse trattenuto a chiacchierare. "No mamma! Dobbiamo parlarti. Noi domani non andremo a scuola. E neanche nei prossimi giorni." In un attimo, non vidi nulla dinanzi a me. Avevo timore di come avrebbe potuto reagire la mamma alla notizia, ma soprattutto ho ammirato Laura per come fosse stata così diretta. Mamma:"Che cosa state dicendo?che storia è questa?Anna vuoi spiegarmi tu per favore?". Io:" Si mamma. Laura sta dicendo la verità. Vogliamo conoscere i One Direction. Ed io voglio vedere Harry Styles." Mamma:" Ma siete impazzite?e dove dovreste andare? A londra?" Incredule, Bea rispose:" Mamma!!! E tu come sai che dovremmo andare a Londra?" "Io so tutto di voi. Anche se non mi dite cosa provate per loro, so perfettamente che non abitano dietro l'angolo." Mamma mi stupì. Lei aveva capito tutto. Chissà se approverebbe un'iniziativa del genere. "Comunque, ne parliamo domani. Prima di tutto ne dobbiamo parlare con vostro padre." Aia. Questa era la parte dolente. Mamma non si pronunciò più di tanto. Questo poteva significare tante cose. Ma non è detto che sarebbe stato del tutto negativo. Svegliaaa. Era ora di alzarsi, dopo una lunga nottata insonne. Ci preparammo e scendemmo di corsa a fare colazione. Ovviamente, sempre in ritardo per accompagnare le mie sorelline a scuola. Tutto mi sembrò così strano. I miei genitori erano già a tavola. La nonna aveva appena sfornato il suo fatidico ciambellone. Ma nella stanza regnava un silenzio totale. E poi, mancava il solito Buongiorno. "Anna, le porto io Laura e Beatrice a scuola oggi." Disse mamma con un tono un pò scocciato. La cosa non mi sorprese però. Non l'avrà presa bene la richiesta che le abbiamo fatto la scorsa notte. Finimmo tutti di fare colazione, e mentre le mie sorelle e mamma diressero verso la porta per uscire, anch'io cercai di alzarmi da tavola. Ero un pò imbarazzata. "Devo parlarti. Siediti." Mio padre mi rivolse le prime parole della giornata. La sensazione che avevo non era sbagliata. L'imbarazzo proveniva proprio dal fatto che sapeva qualcosa. Mamma le aveva raccontato tutto. Io:"Si papà. Di cosa devi parlarmi?" Papà:" Di ieri notte. Che cos'è questa storia che dovete andare a Londra?" Io:" Si lo so papà, te ne avremmo parlato. Noi vogliamo conoscere i One direction." Papà:" Ah si...sarebbero quei tipi che ricoprono i muri della camera delle tue sorelle?" Io:"Si...proprio loro." Papà:" Ehm...e cosa ti aspetti che io ti dica?" La cosa buffa è che papà era la persona più buona e generosa del mondo. A volte mamma quando dice che dobbiamo chiedere il permesso a lui, sembra che lo faccia passare per un uomo burbero e rigido. Invece non è affatto così. Ma non so perchè, questa volta mi aspetto che non approvi questa nostra iniziativa. Io:" Non mi aspetto niente. Anzi, forse mi aspetto che tu mi comprenda e che ci mandi a Londra. Ma so che non sarà così." Papà:" Sei una figlia molto sveglia Anna. È esattamente quello che stavo per dirti. Io comprendo che voi siate appassionate e che vogliate conoscerli, ma tu essendo maggiorenne, potrai farlo se vorrai... Ma loro no. Loro non lo sono. E poi tu dovresti addossarti una grande responsabilità portandole con te." Io:"lo so papa. Ma mi ritengo una persona responsabile, e poi darei la mia vita per proteggerle. Per favore papa...non potrei mai andare senza di loro." Papa:"Ah...responsabile? E lo sei anche quando devi andarle a riprendere a scuola in orario?" Io:"Ma papa non mi sembra una tragedia se quanche volta ho avuto una dimenticanza..non hanno neanche piu 2 Anni." Papa:" per me si, per me sono ancora delle bambine. E sempre per me, conta il fatto di andarle a riprendere in orario. La decisione e presa, loro non partiranno." Io:"Dimmi cosa devo fare per dimostrarti che puoi stare tranquillo..." Papà:"Se proprio ci tieni, dimostrami che posso fidarmi. Valle a prendere a scuola in orario, dovrai seguirle nei compiti a casa e dovranno avere almeno la media del 7 tra tutte le materie. Se a fine mese ci riuscirai...loro verranno con te a Londra." Io rimasi a bocca aperta. Avevo un lavoro da fare tremendo dinanzi a me. Ma il tutto sarebbe servito non solo per papa e mamma, ma anche per me stessa, perchè mi sarei responsabilizzata di più e poi perchè era l'unico modo per far diventare il nostro sogno, una realtà.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


"Harry è tardiii...sei pronto?". Niall era ansioso di uscire, e di godersi quella notte. Più che altro, è giusto che si prendano qualche distrazione dal lavoro. Harry:"Si Niall arrivo." Più in forma che mai, ecco che escono e sono pronti per andare a divertirsi. Non fanno in tempo a scendere dalla macchina, che già sono sommersi dalle loro fan. Per tutti sarebbe un enorme stress, ma per loro è sempre bello poter rendere felice chi li ama davvero. Tra autografi e foto, arrivano anche gli altri menbri della band. Zayn con la fidanzata Perrie, e Liam con la sua Danielle. "Ei Ciao ragazzi. E Louis perchè non è venuto?" Chiede Harry sorpreso. Liam:"No Louis è voluto rimanere a casa. Non gli andava di uscire." Harry:"Ah peccato. Allora stasera cerchiamo di distrarci e di divertirci. Che dite?" Niall:"Concordo. Entriamo?" Harry non perde tempo e va subito a prendere da bere, mentre gli altri si godono la musica intrattendosi con vari fan e prendendo un tavolo. "Liam lasciami stare! Già è troppo che sono qui stasera!" Danielle e Liam non erano molto in vena di divertirsi quella sera. Liam:" Ma amore, perchè stai così nervosa stasera?" Danielle:" Perchè si. Ti avevo detto che volevo rimanere a casa e non mi andava di uscire, e tu sei voluto venire lo stesso. Prendi esempio da Louis che accontenta sempre Eleanor." Liam:" Se non volevi venire potevi rimanere a casa Danielle! Nessuno ti ha obbligata! Ho trascorso giorni pesanti, e volevo rilassarmi e uscire un po, neanche io ho preteso tanto". Si era creato un certo tipo di silenzio tra i due. In quel periodo non andavano molto d'accordo. Un pò perchè Liam c'era e non c'era per via del lavoro, e un pò perchè Danielle non capiva a fondo quali erano i suoi impegni. Per fortuna che c'è Harry. Con il suo sorriso e la sua voglia di vivere, ha trasmesso serenità anche a loro, che quella sera forse, avevano dimenticato cosa significasse esserlo. Niall e Harry si fiondano in pista, tra un drink e l'altro, anche quella notte Harry non si fa scappare l'opportunità di fare conoscenza. "Certo che sai ballare proprio bene Harry...per essere un cantante.". Harry:"Grazie! Tu non lo sai, ma io ho tante risorse. A proposito come ti chiami? Il mio nome vedo che lo conosci già." Domanda Harry con quel sorriso malizioso. "Io mi chiamo Cloe. Chi non ti conosce, Harry!" Harry:" Sono contento allora che tu mi conosca già. Perchè non ci beviamo qualcosa insieme? Magari dopo puoi venire da me..." Cloe:" Ei ma per chi mi hai presa? Io non sono come le altre. Al massimo potrei darti un bacio." Harry non se lo fa ripetere due volte, e si fionda sulle sue labbra. Si avvolsero in un lungo bacio passionale. Ma per Harry, quel bacio non ebbe alcun significato. Si continuarono a baciare, e a ballare insieme, per ore. Cloe:" Harry..non mi e mai capitata una cosa del genere...vorrei poterti vedere ancora." Harry:" Sei molto carina Cloe. Davvero. Ma io ora sono qui, e domani non so dove sarò. Mi dispiace." Cloe:"Si lo so...hai tanti impegni e lo capisco..ma se tu mi lasciassi il tuo numero di cellulare, forse potremmo conoscerci meglio." Harry:" Scusami, non vorrei peccare di presunzione. Per me è stato solo un bacio...voglio essere sincero...per favore non mettermi in difficoltà." Cloe aveva gli occhi lucidi. Ma aveva capito. Aveva apprezzato la sincerità del 'suo' Harry che aveva tanto amato sui social network in quegli ultimi mesi. Cloe:" Io ora devo andare a casa. Questo è il mio numero, se mai dovessi cambiare idea. Ok?" Harry non fece in tempo a restituirle il biglietto con il suo numero, che Cloe era già scappat via. "Harry sei un vero rubacuori!!!" Niall non perde tempo per prendere in giro Harry. Harry:"Niall tu piuttosto quando ti dai una svegliata?" Niall:" Harry io sono sveglio! Sei tu che dovresti dormire di meno...quella ragazza era cotta di te." Harry:" Bhè io no. Una bella ragazza, non ce che dire, ma da parte mia non e scattato niente." Niall:" Lo so Harry. Lo so. Ti conosco. Se fossi cotto anche tu, come minimo l'avresti riportata a casa in braccio." Harry:" Hai colto nel segno." Scoppiano tutti e due a ridere, ed Harry getta il biglietto che gli aveva dato quella ragazza a terra. Daltronde è stato sincero e leale con lei. Niall:" A proposito Harry, quando prima ti ho detto che devi dormire di meno, valeva anche per la mattina. A volte ci vuole la tromba per farti svegliare." Harry e Niall continuano a ridere del piu e del meno. Sono proprio inseparabili quei due ragazzi. Eppure, sembrano cosi diversi, ma in realtà hanno molto in comune. La stessa e identica dolcezza, lo stesso ed identico rispetto per gli altri. Harry:" ei ma gli altri dove sono finiti?" Niall:" Ah gia..tu eri troppo occupato a fare altro..." Ecco che Harry da uno spintone ironico a Niall. Harry:" Dai dico sulserio..." Niall:" Zayn e Perrie sono andati in un altro locale...mentre Liam e Danielle hanno continuato a litigare e Danielle voleva tornare a casa." Harry:" Chissa cosa sara successo a quei due..li vedo meno uniti di prima." Niall:" gia...spero solo che risolvano i loro problemi." Harry:"Gia.." Niall ed Harry decidono di tornare a casa. Era molto tardi. Harry ripensa alla serata. Si era divertito, ma era anche triste per Cloe. Non voleva ferirla. Per un momento, egli si accorge che quella notte la luna era particolarmente bella. Forse era un peccato guidare, sarebbe stato meglio tornare a piedi. Harry:" Niall...guida tu la macchina...io voglio godermi il cielo." Niall:" Agli ordini!" Niall sorride sotto i baffi. Sapeva che Harry in fondo era romantico. La notte, con tutte quelle stelle, sembrava non finisse mai. Ed Harry, per un nano secondo, non avrebbe voluto ammirarle da solo. Per un istante, ha immaginato la donna della sua vita accanto a lui.

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