Dare to Dream...

di Miriime
(/viewuser.php?uid=444096)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

-1...si, su quel calendario c'era scritto esattamente questo...
Mancava solo un giorno alla data tanto attesa...
Aveva fatto di tutto per mettere da parte i soldi necessari a realizzare il suo sogno, aveva supplicato, pianto e sperato di poter ottenere anche un solo biglietto e adesso si ritrovava in aereo con il suo quadernino in mano aperto sulla pagina della cartina dell'Italia con il calendario a fianco.
Si voltò verso il suo vicino di posto che russava beatamente da quando l'aereo era decollato, sorrise divertita notando la testa ciondolare di lato con la bocca totalmente spalancata, quasi volesse inghiottire tutta la cabina.
Si chiuse la felpa lasciando intravedere parte del logo dei 1D.
A 17 anni essere ancora definita una mocciosa appassionata di una musica banale e commerciale la rendeva nervosa, si chiudeva a riccio e fingeva di non appartenere a quel mondo stereotipato, prendeva le cuffie e si isolava nel suo pianeta perfetto fatto d'amore e accompagnato da cinque voci da brivido.
Guardò la lucina delle cinture spegnersi sopra la sua testa,  non perse tempo, prese ipod e cuffiette e premette play su Take me home sapendo ormai a memoria l'ordine delle canzoni che avrebbe ascoltato e in quanto tempo avrebbe dovuto cambiare album.
"And live while we're young!" Proprio la frase che si addiceva di più a quel suo sogno... voleva vivere quei due o tre giorni a Verona come fossere gli ultimi, voleva godersi il concerto come se non ci fosse un domani, voleva impegnarsi come una matta per poterli abbracciare anche solo per un secondo e fargli sapere che l'avevano salvata in tutti i modi in cui una persona può essere salvata.
Sua madre, due file più avanti le fece un cenno del capo indicando il finestrino, Susan si sporse per poter vedere oltre l'ala dell'aereo e notò i tetti uniformi e alti di una cittá...erano arrivate.
Si separò a malincuore dalle cuffiette mentre Zayn intonava l'acuto di "I loved you first" e si riallacciò la cintura dopo aver controllato più volte di aver spento l'ipod. Non aveva problemi a viaggiare in aereo, il senso del vuoto non la disturbava...ma aveva il terrore di lasciare dispositivi elettronici accesi durante decollo e atterraggio.
Si voltò verso il signore addormentato e inorridì alla vista di un luccichio all'angolo destro della sua bocca, distolse lo sguardo dal bavoso ronfante e alzò lo schienale del suo sedile come le aveva appena ordinato in modo brusco un'hostess.
Si accorse di essere nel paese delle meraviglie appena mise piede fuori dall'aereo, l'aria fresca le sferzò il volto e lei inspirò una boccata d'aria a pieni polmoni per cogliere ogni particella che poteva essere stata respirata dai suoi idoli, si mise in spalla lo zaino e tolse il copriobbietivo dalla sua amata reflex per immortalare l'aereo al momento dell'arrivo.
Aveva bisogno di queste piccole cose, voleva fotografare ogni tappa del suo viaggio, non voleva dimenticare nulla, neanche uno sgangherato aereo di terza classe.
Sentì che la consapevolezza di essere a pochi chilometri dai suoi idoli la invadeva e malapena riuscì a capacitarsi del fatto che presto li avrebbe visti dal vivo e per davvero...non dallo schermo di un pc o dalle foto di una rivista per teenager ma a pochi metri di distanza...
Sentì un sorriso formarsi agli angoli della bocca e si gettò tra le braccia della madre per abbracciarla e ringraziarla ancora per averla appoggiata in questo suo desiderio.
L'hotel non distava più di 200 metri dal centro di Verona, pochi passi e sarebbe potuta arrivare in Piazza Brá per incontrare le ragazze che avevano fatto il conto alla rovescia con lei dai 190 giorni. Pochi metri e avrebbe potuto controllare bar e ristoranti nelle vicinanze dell'Arena.
Si gettò sul letto scricchiolante del suo B&B e attivò il collegamento wifi inserendo la password scritta su un foglio affisso sul muro davanti a lei, dopo aver risposto ai messaggi della zia, che voleva sapere come stava andando il viaggio, aprì Twitter sperando in qualche notizia.
Tutto taceva, o almeno le Directioner che erano a Verona stavano disperatamente cercando informazioni senza grandi risultati mentre le ragazze che non erano riuscite a comprare i biglietti o non le avevano lasciate andare si erano chiuse in un silenzio di tomba.
Mise da parte il cellulare e posizionò una cartina della città sul tavolino davanti al letto, addentò una merendina al cioccolato e iniziò a cerchiare i posti dove sarebbe stato possibile incontrare "loro".
Si guardò la punta delle dita tinte dai colori vivaci dei suoi pennarelli e si ricordò di quando era bambina e avere le mani pasticciate in quel modo era del tutto normale, le mancava la sua infanzia...bastava così poco per divertirsi, non esistevano sofferenze d'amore non ricambiato, distanze incolmabili, nessuno veniva giudicato per come pensava bastava che giocasse insieme a te ed era accolto come un fratello o una sorella.
La vibrazione del cellulare la distolse dalla sua malinconia e si ricordò di essere a Verona per realizzare il suo sogno, chi aveva detto che si poteva essere felici solo da bambini?
Era una notifica di whatsapp...le ragazze del gruppo avevano avvistato Josh Devine in Piazza Brá.
Prese la reflex e un quaderno di appunti e si precipitò in tutta fretta verso le scale salutando velocemente la madre con un bacio sulla guancia.
<Dove vai?!> Le urlò mentre arrivava all'ultimo gradino.
<A dare inizio al mio sogno!> Prese una boccata d'aria prima di precipitarsi verso la Piazza gremita di ragazze urlanti che invocavano l'uscita del batterista da un bar vicino.
Mirimë si avvicinò a una ragazza sui 16 anni che litigava con un cameriere.
<Che succede?>
La ragazza sembrò destarsi da un sogno e abbandonò l'uomo esasperato che era sul punto di chiamare la polizia.
<Josh è dentro il bar ma non ci permettono di vederlo...dicono che è andato via e che stiamo solo disturbando i clienti...> fece un gesto teatrale con le mani <quali clienti?! Siamo tutte Directioner a cui non interessa nulla del loro ultimo gusto di gelato...>
Mirimë le sorrise mentre la ragazza riprendeva fiato <Comunque...qua non ne caviamo piede...guardie del corpo dappertutto e camerieri convinti di lavorare per chissà quale bar di lusso...dobbiamo allontanarci dalle porte e dimostrargli che siamo persone civili...magari così potrebbe uscire...>
Mirimë annuì convinta dalle sue parole <Concordo..mmh..il tuo nome?>
<Ah certo! Si scusami davvero, con tutto questo casino> rise impacciata  <sono Rachel>
<Mirimë>
<Bene mia cara Mirimë che ne dici se facciamo un po' d'ordine?> non le diede neanche il tempo di rispondere che già impartiva consigli, che suonavano più come ordini, alle Directioner accalcate davanti alle porte del bar.
Ben presto le ragazze si convinsero che Josh non sarebbe certo uscito vedendo quel caos, così formarono un cerchio al centro della piazza e unite dalla stessa passione iniziarono a cantare il ritornello di Kiss You, accompagnando la voce con i balletti improvvisati dei video visti e rivisti su youtube.
Susan prese la fotocamera e scattò qualche foto alla Piazza e al bar mentre guardava sospettosa una guardia del corpo con un folto pizzetto grigio entrare nel bar e parlare con il responsabile.
Adesso ne era certa, lui non sarebbe uscito, troppe ragazze impazzite, una folla incontenibile che la polizia di un posto tranquillo come Verona non era pronta a contenere. Il retro del bar probabilmente era giá pronto alla fuga del ragazzo incappucciato o di una sua controfigura.
Non provò neanche a seguire la corsa disperata delle ragazze che si precipitarono come un solo uomo verso l'imboccatura della via piú vicina.
Sapeva sarebbe stato impossibile parlare con lui, fare una foto o provare un qualunque tipo di approccio.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

<Come è andata?> la madre le sorrise mentre le apriva la porta della camera con un libro di Zafon in mano.
<Ho conosciuto delle ragazze ma non sono riuscita a incontrare Josh...quello è "Le luci di settembre"?!> indicò il libro mentre chiudeva la porta spingendola con la schiena.
<Si, mi avevi detto che ti era piaciuto tanto e allora ho voluto leggerlo...>
<Si, è in assoluto il miglior libro di Zafon secondo me...a che punto sei?> prese una mela dal cestino sul tavolo e cominciò a mangiucchiarla a piccoli morsi.
La madre si stese sul letto e riaprì il libro <Irene sta parlando con Ismael> indossò gli occhiali mentre voltava pagina interessata.
<Vedrai...> Mirimë esibì un sorriso malizioso nel dare un morso alla mela.
<Non mi dire niente!> la madre fece un gesto minaccioso con la mano.
<Ma...>
<No!>
Mirimë sorrise divertita facendo spallucce. <Mi faccio una doccia...penso che andrò a vedere la casa di Romeo e Giulietta...ormai per oggi le ricerche non frutteranno granché...hanno visto Niall a Milano...penso che anche gli altri siano lì...Josh si sarà rifugiato in albergo, quindi non mi resta che aspettare domani mattina....>
<Mmh..> la madre ormai era completamente assorta nella lettura
<Mamma?> Mirimë la guardò indispettita.
<Doccia, Romeo e Giulietta, Niall Milano, Josh albergo! Si si ho capito, è la quarta volta che rileggo la stessa frase, vai a farti la doccia!>
Mirimë rise divertita mentre si chiudeva alle spalle la porta del bagno.
Lasciò l'ipod in riproduzione casuale sulla mensola vicina alla doccia mentre un getto d'acqua bollente le colpiva la schiena.
<Accidenti!> si spostò scottata con un balzo e tentò di regolare la temperatura.
Lasciò che il vapore dell'acqua calda la rilassasse e tentò di far fluire i pensieri negativi lontani dal suo fine settimana perfetto.
Si avvolse in un accappatoio bianco neve e prese l'ipod, il volto sorridente di Harry dell'ultimo servizio fotografico la isolò dalla realtà per qualche minuto, guardò lo specchio appannato e senza pensare scrisse con la punta delle dita:
Mirimë Styles
Suonava bene...
Si avvolse i capelli con un asciugamano per il viso e uscì dal bagno per cercare l'asciugacapelli.
<Sultano!> la madre la guardò divertita mentre metteva il segnalibro a pagina 120.
<Ah...?> Mirimë pensò che la madre fosse impazzita ma poi si ricordò dell'asciugamano che aveva arrotolato in testa e rise divertita insieme a lei.
Si asciugò i capelli in fretta, mise un filo di trucco waterproof e si infilò una camicetta a quadretti con dei semplici jeans neri.
<Mirimë credevo li amassi tutti allo stesso modo...> il tono canzonatorio della madre la incuriosì.
La ragazza si affacciò alla porta del bagno e avvampò vedendo la scritta sullo specchio..h...emh. Si certo li amo tutti allo stesso modo, non è che preferisca un membro in particolare...ma...ecco di Harry credo di essere innamorata sul serio...> nascose il volto indossando un capellino.
La madre le sorrise rassegnata alla passione senza limiti della figlia.
<Allora andiamo?> chiamò la madre sbrigativa mentre riprendeva possesso della reflex e della cartina.
<Ah...veramente avevo delle faccende da sbrigare...devo cercare un bancomat per l'acconto del B&B e compilare i moduli sulla nostra permanenza qua...se vuoi vai pure...ti raggiungo magari fra un'oretta. E poi quel libro mi ha presa davvero, colpa tua! > le fece un gesto incoraggiante mentre cercava il portafogli nella borsa.
<Ok...ci vediamo dopo!> le diede un bacio sulla guancia e si gettò verso l'uscio.
La casa di Romeo e Giulietta non era molto distante e la camminata fu piacevole, Verona era davvero una città carina, le persone che si incontravano per strada erano sorridenti e affabili.
Per prima casa scelse quella di Giulietta...voleva vedere a tutti i costi il famoso balcone della frase celebre: "Oh Romeo, Romeo...perché sei tu Romeo?"
In effetti i turisti erano pochi, probabilmente tutte le ragazze che erano lì per il concerto erano divise tra Piazza Brá e lo store...beh tanto meglio, avrebbe potuto godere di un po' di tranquillità.
Prima di entrare si fermò per sistemare la cartina in borsa e si tolse la tracolla della reflex.
Dopo essersi organizzata per evitare di fare figuracce come le era solito, riprese la reflex in mano per fare qualche foto al balcone.
Indietreggiò di qualche passo per inquadrare l'intera abitazione, perfetto, la classica foto che avrebbe pubblicato nel suo blog di fotografia.
Mentre perfezionava la messa a fuoco qualcuno le andò addosso correndo e la sua amata reflex finì a terra distruggendo completamente l'obbiettivo.
Si voltò furente mentre un ragazzo sul metro e 78 si rialzava impacciato da terra porgendole la mano enorme, Mirimë non lo guardò neanche in faccia mentre si alzava da sola e raccoglieva i pezzi di quella che un tempo era la sua fidata compagna di viaggio.
<Tu! Ma ti sembra normale correre senza guardare dove metti i piedi?!>
Si voltò per nascondere le lacrime che le affioravano in viso.
Quella macchina fotografica era costata sacrifici ai genitori che l'avevano voluta accontentare data la sua passione per la fotografia, e lei l'aveva trattata quasi come una persona.
<Emh...scusa...> il ragazzo le rispose con una voce profonda...ma soprattutto in inglese.
Mirimë si voltò di scatto mentre secondo ragazzo con una cuffia rossa li raggiungeva correndo. Il secondo venuto prese il primo per un braccio e lo trascinò dietro a una casa vicina.
Proprio in quel momento un gruppo di ragazze urlanti attraversò la via correndo senza degnare di uno sguardo Mirimë che ancora sconvolta teneva in mano i pezzi dell'obbiettivo.
Dopo quelli che sembravano anni il ragazzo con la cuffia rossa si affacciò dal retro dell'abitazione.
Guardò Mirimë come se si fosse accorto in quel momento della sua presenza e le sorrise mentre si sfilava una felpa decisamente troppo grande per lui lasciando intravedere dalla canotta scollata un tatuaggio che gli invadeva il petto con la scritta "It is What it is"

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

<Emh...bella reflex...> Il ragazzo con il berretto rosso guardò i pezzi dell'obbiettivo che Mirimë stringeva in mano ancora sotto shock.
L'altro fece capolino dal retro dell'abitazione con il volto mortificato
<Le sono andato addosso...mi dispiace tantissimo>
Mirimë rimase imbambolata a fissarli mentre le lacrime cominciarono a bagnarle le guance.
<Voi...siete...> d'un tratto sentì che l'aria non le bastava per respirare.
Louis le si avvicinò e l'abbracciò tentando di calmarla, mentre la cullava dolcemente.
<Ssh...va tutto bene>
Mirimë si lasciò invadere dal profumo del ragazzo e tentò di riprendere coscienza di se stessa e di quello che la circondava.
<Lou...dobbiamo spostarci da questa via...ben presto si accorgeranno che non siamo passati da quella parte>
Louis si staccò da Mirimë e le sorrise incoraggiante prima di rivolgersi a Harry.
< Devo cambiarmi...questa felpa è un forno e in più ormai ci hanno visti>
La ragazza continuava ad ascoltarli come un osservatore esterno di un sogno
<Non so ancora il tuo nome però...> Harry le rivolse uno sguardo gentile mentre tuffava i suoi occhi verde smeraldo in quelli castani di Mirimë.
<Io..mi chiamo Mirimë...> distolse lo suo sguardo per non rischiare di svenire.
<Mirimë...> sembrò assaporare per qualche istante il suono buffo del suo nome
Louis guardò Harry annuendo ad ogni affermazione.
<Certo...io...si ovviamente> chiuse la bocca per evitare di dire nuovamente la stessa frase insensata.
<Bene! Allora direi che per prima cosa un bel negozio d'abbigliamento sarebbe l'ideale...> Affermò soddisfatto Louis.
Mirimë tentò di calmarsi e di pensare lucidamente al percorso che aveva fatto per trovare un negozio di abbigliamento in qualche stradina secondaria.
Poi si ricordò della parallela al vicolo dove c'era il suo B&B, certo i vestiti erano un po' antiquati...ma se si fossero travestiti come dei giovani a poco sarebbe servito camuffarsi.
<Seguitemi...>
Ben presto raggiunsero il vicolo stretto e poco trafficato.
<Emh...ho pensato che era meglio trovare un posto discreto>
Harry si guardò intorno
<È perfetto> spinse la porta nera, che sembrava voler cedere da un momento all'altro, e rivolse un cenno al commesso dall'altra parte del bancone.
<Buongiorno...> Mirimë espresse il saluto silenzioso dei due ragazzi.
Il vecchio la guardò per qualche istante prima di sistemarsi gli occhiali e tornare al suo quotidiano. Sicuramente un anziano signore con un negozio che a malapena si reggeva in piedi non sapeva neanche che Elvis era morto da tempo e che la musica si era evoluta dopo di lui.
Non c'era da aspettarsi granché aiuto da quel commesso burbero e associale, cosí iniziarono a girovagare tra gli scaffali in cerca di un travestimento che andasse bene.
Harry si soffermò su una blazer grigia.
<No, no, no ,no.> Mirimë lo allontanò trascinandolo per un braccio
detto questo scelse da un ripiano una camicia in tinta unita azzurra e un paio di pantaloni beige a vita alta.
<Emh...io non credo che Harry Styles si vestirebbe così..> lui guardò gli abiti che gli porgeva con un'espressione tra il disgustato e il divertito
<No...decisamente> si avviò scoraggiato verso il camerino mentre Louis provava davanti allo specchio un paio di occhiali dalle lenti spesse e rotonde.
Poco dopo entrambi potevano essere scambiati per i suoi due nonni arzilli.
Per finire l'opera Harry indosso un berretto nascondendovi dentro i capelli ricci e un paio di occhiali da sole del tutto fuori moda.
<Siete orribili> Mirimë rise mostrando i pollici in su.
Lasciarono un abbondante mancia al commesso che sembrò ritrovare la parola alla vista della loro generositá, e si avviarono verso il centro per poter fare una passeggiata in tranquillità.
Arrivati nei pressi di Piazza Brá Louis la prese a braccetto e indicò un negozio di cianfrusaglie li vicino
<Porta il tuo povero nonnetto a comprarsi un bastone per potersi trascinare senza bisogno della badante>
Mirimë sorrise divertita e tentò di assecondarlo nel migliore dei modi, scelse un vecchio bastone nero di ebano con intarsiato il muso di un leone a fauci spalancate.
Si avvicinò Louis e glielo porse <E nei suoi gusti monsieur?>
Harry gli strappo il bastone di mano e rise accarezzando la testa del leone con una faccia da schiaffi stampata in volto.
<Argh...> Louis si rimpossessò del bastone e fece perno su di esso per rialzarsi dalla panchina, portandosi una mano alla schiena come avrebbe fatto il migliore degli attori.
<Perfetto nipotina mia!>
Mirimë rise di gusto guardando i due ragazzi interpretare alla perfezione due anziani turisti curiosi e affascinati dalla pittoresca e accogliente cittá.
Stava per sedersi sul bordo di un muretto vicino quando l'inconfondibile ritmo di Up All night partì a tutto volume, Harry e Louis si immobilizzarono temendo l'attacco improvviso di una folla di ragazze urlanti, Mirimë cominciò a frugarsi disperatamente nelle tasche e,soltanto quando trovò il cellulare e premette accetta, i due ragazzi riuscirono a tranquillizzarsi.
<Pronto?> si allontanò di pochi passi dai due pur sapendo che non avrebbero capito nulla di quella telefonata.
<Mirimë!> la voce inconfondibile della madre sembrava allarmata
<Mamma!> Mirimë interruppe il flusso ininterrotto di parole che sembravano sgorgare come da una fontana dalla bocca della madre
<Va tutto bene! Ho aiutato...emh...due amici a trovare un negozio di abbigliamento..sono in piazza...non ti preoccupare>
<Due amici?! Qui a Verona??>
<Emh...ti spiegherò tutto in albergo...fidati di me>
<Mirimë...>
<Si?>
<Stai attenta...siamo due donne in una cittá sconosciuta...>
<Mamma! È tutto ok. Nessun maniaco, nessun ladro o malvivente in vista>
La madre rise divertita e sollevata dalle parole rassicuranti della figlia riattaccò.
<Bene> si rivolse ai due ragazzi che la osservavano in silenzio

<Colin?> Harry la guardò interrogativo
<La mia canon! È un maschio..e il suo nome è Colin...in onore del personaggio fotografo Colin Canon di Harry Potter...>
Louis si tocco tre volte la tempia guardando Harry.
<No non sono pazza! Bene volete visitare la caratteristica di questa cittá...o rimaniamo qua ad aspettare la prossima orda di ragazzine fameliche in arrivo?>
I due non se lo fecero ripetere due volte e ben presto si ritrovarono al punto di partenza dove i piccoli frammenti dell'obbiettivo di Colin giacevano a terra brillanti sotto la luce del sole.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

<O mio dio ma quello è Harry Styles!>
Mirimë si voltò di scatto e fece appena in tempo a vedere il cappello di Harry che cadeva a terra rivelando una cascata di riccioli castani prima che un gruppo di ragazze lo sommergesse di richieste.
Louis si voltò di scatto verso Mirimë mimando la parola aiuto prima che il gruppetto si insospettisse e gli togliesse gli spessi occhiali dal naso.
<Louis!>
Non era destino...quella casa non voleva essere visitata e lei ormai lo aveva capito. Si intrufolò tra la folla urlante e tentò di avvicinarsi a Louis ma una gomitata sul naso la fece indietreggiare di parecchio.
Si portò le mani al naso e rimase imbambolata a fissarsi il sangue che le brillava sulle dita...
Prese un fazzoletto dalla tasca e tentò di tamponare la ferita ma, non riuscí ad evitare di vedere il fazzoletto inzuppato di un rosso porpora.
La vista cominciò a mancarle, prima vide dei piccoli pallini neri che però si diffusero in fretta come una macchia di petrolio in mare aperto, fino a che il buio assoluto la pervase.
<Hey!>
Mirimë aprì lentamente le palpebre mentre metteva a fuoco due occhi verde smeraldo che la fissavano preoccupati.
<Si è svegliata!> sorrise mentre guardava l'altro capo della stanza.
<Mirimë! Oddio tutto ok?> Louis si avvicinò al divanetto con un bicchiere d'acqua in mano.
<Mmh...> tentò di alzarsi ma la testa le girava terribilmente
<Forse è meglio se stai stesa per un po'...hai preso una bella botta alla testa cadendo...mi dispiace tantissimo>
<Dove siamo?> mosse la testa sul cuscino per inquadrare l'intero ambiente.
<Siamo in albergo...non sapevamo dove portarti e avevamo le fan alle calcagna...così eccoci qua...>
<Cavoli...da quanto sono priva di sensi?>
<Un'oretta buona...tua madre ha chiamato due volte...la seconda gli ha risposto Paul ma non capiva allora abbiamo chiesto alla reception di dirle che andava tutto bene di raggiungerti qua...>
<Sta arrivando?> si stropicciò gli occhi lottando contro il mal di testa.
<Dovrebbe essere qui a momenti...hai sete?> prese il bicchiere con una cannuccia dentro e glielo porse.
<Grazie...> sorrise e sollevò leggermente la testa per bere.
D'un tratto due colpi secchi alla porta la fecero sobbalzare e si rovesciò l'intero contenuto del bicchiere addosso. Si sollevò di scatto ma un dolore lancinante alla testa la pervase
<Stenditi...ti prendo una coperta asciutta e apro la porta> trattenne un sorrisetto divertito.
<Sono un disastro...>
Harry scosse la testa mentre apriva la porta.
<Hey Hazza! Come è andata la giornata a spasso liberi per Verona?> un ragazzo bruno con un cappellino e un giubbotto di pelle nera spazzolò amichevolmente i capelli a Harry.
<Zayn! Non eri a Milano con Perrie?!> si risistemò in fretta i riccioli mentre si faceva da parte per farlo entrare.
<Si...ma Perrie voleva stare in una cittá un po' piú tranquilla per stasera...e poi ha insistito così tanto per venire a vedere la casa di Romeo e Giulietta...non ho saputo dirle di no...> rise sommessamente mentre si toglieva il cappotto e lo lanciava su una poltrona.
Stava per accendere la tv quando si accorse di Mirimë sdraiata sul divanetto con una coperta bagnata addosso e lo sguardo spaesato.
<Emh..Harry?>
<Oh....lei è Mirimë...un'amica mia e di Lou...ci ha aiutati con le fan ma ha avuto un piccolo incidente e l'abbiamo portata qua>
le sorrise >
Lei rimase paralizzata a fissarlo mentre Harry le sistemava la coperta.
<No....emh...ciao> finì per rispondere.
La porta bussò di nuovo pochi istanti dopo e ruppe il momento di silenzio imbarazzante che stava invadendo la camera.
<Harry! È arrivato Zayn?> Niall, Liam e Louis entrarono in camera.
<Mi volete vedere morta....?!> Mirimë si portò una mano alla fronte mentre i suoi 5 idoli scoppiavano a ridere.
<Ah eccoti Mirimë....mi dispiace per quello che è successo...stai bene?> Liam le rivolse un sorriso preoccupato.
>
<Lou ci ha informati> si intromise Niall.
Stava per rispondere con un'altra raffica di parole senza senso )che non sapeva se attribuire alla botta in testa o al fatto che si trovava in stanza con i One Direction) quando una voce familiare pervase la stanza.
<Mirimë?!> la madre entrò correndo in camera senza curarsi di chi apriva la porta.
<Mamma...sto bene...ho solo visto del sangue...e sai...sono svenuta>
<Dove e come è successo?>
<Niente di che...mi sono scontrata con una ragazza e ho preso una botta al naso...ha sanguinato e sono svenuta...fine del racconto avvincente...>
I ragazzi le fissavano in silenzio senza capire una parola.
La madre le accarezzò i capelli per poi voltarsi a ringraziare i misteriosi amici che l'avevano soccorsa. Per poco non le cadde la mascella sulla moquette.
<Ah...ecco...mamma ero con Harry e Louis stamattina...non potevo dirtelo perchè si stavano nascondendo dalle fan...>
<Piacere di conoscerla> Harry le porse la mano sorridente.
La madre strinse 5 mani ancora sconvolta dallo stupore mentre di tanto in tanto guardava la figlia che si tratteneva dal ridere.
<Emh....> avrebbe voluto esprimere la sua gratitudine attraverso i suoi soliti paroloni ad effetto ma non aveva mai avuto la passione per le lingue, quindi si trovava in difficoltà a comunicare con loro
<Mirimë puoi spiegargli che gli sono molto grata per averti accudita e salvata dalla tua solita goffaggine?>
<Mamma!>
<Sto scherzando digli solo la prima parte> le fece l'occhiolino, Mirimë riferì e poi si voltò verso la madre per tradurre.
<Hanno detto che hanno solo aiutato un'amica in difficoltá...> sorrise nel sentirsi chiamare in quel modo dai suoi idoli.
Non sapendo cosa ribattere ancora scioccata per le nuove amicizie della figlia sorrise e strinse di nuovo la mano a tutti.
<Io...cosa facciamo torniamo in albergo? Forse è il cado che ti riposi un po'>
Mirimë scosse la testa per poi pentirsene in fretta per via del forte dolore alle tempie.
<Sto bene> sorrise ignorando la fitta alla testa.
<Mmh...> guardò di nuovo i ragazzi per stabilire se si poteva fidare o meno a lasciare la figlia con loro in una camera d'albergo.
Finì per annuire e uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
<Allora come va?> Louis si voltò verso di lei con un leggero senso di colpa negli occhi.
<Sto meglio...davvero! Grazie a voi...mi fa solo un po' male la testa ma è scontato....ho preso una botta> si fermò pensando a quello che aveva appena detto e un pensiero la colpì all'improvviso, si portò velocemente una mano alla nuca trovando il bernoccolo che tanto temeva.
<Oh no!>
<Se non fossi una ragazza si vedrebbe ma stai tranquilla i capelli lunghi e ricci aiutano> Zayn le sorrise incoraggiante.
<Credo che opterò per un bel cappellino questi giorni...>
Louis scoppiò a ridere.
<Beh dopo tutto il casino che ti abbiamo fatto passare credo proprio che siamo in debito con te>
<Neanche per sogno...anzi è meglio se vada...insomma questa è la vostra camera e vorrete riposarvi>
<Neanche per sogno...io propongo una pizza in compagnia!> Niall prese l'iphone e cercò la migliore pizzeria nelle vicinanze.
Harry si buttò sul divano vicino a Mirimë.
<La faccio portare qua...abbiamo qualche dvd?>
<Si aspetta ne porto sempre cinque o sei nelle tasche dei pantaloni...>
<Dai Lou seriamente...procuriamoci un bel film...Mirimë ti unisci a noi?> Liam le sorrise mentre controllava la programmazione della tv.
< Vado ad avvisare Perrie... > Zayn si catapultò fuori dalla stanza.
Liam cominciò a vagare tra gli innumerevoli canali televisivi.
< Fermo! > Harry indicò lo schermo del televisore ultrasot tile. <Trasmettono Inception! L'ho sempre voluto vedere ma non ne ho mai avuto occasione. Imposta i sottotitoli così lo guardiamo in italiano!> 
Mirimë scoppiò a ridere < È uno dei miei film preferiti! Potrei ripeterlo a memoria!  >
< Vada per Inception! > Liam lasciò la tv accesa in attesa dell'inizio del film.
< Le pizze arrivano...ho chiesto a Paul se può portarcele in camera... > Niall si catapultò giú per le scale per chiedere ai camerieri di portare qualcosa da bere da aggiungere al frigo bar mentre Liam trascinava il tavolino per poterci poggiare i cartoni delle pizze.
D'un tratto la familiare suoneria per Iphone marimba fece sobbalzare Harry.
< Cavoli...quanto odio questa suoneria....devono smetterla di impostarla come predefinita o ogni volta che uno dei miei cellulari fa una brutta fine nei bagni di folla dovrò cercarmi una suoneria decente! > si alzò sbuffando e percorse a grandi falcate la camera prima di rispondere al cellulare
< Kara! > la voce tradì una nota di sorp resa <No...emh...non mi aspettavo una tua telefonata...si certo...> punt ò gli occhi al cielo.
Liam guardò a lungo Harry torturando il telecomando che aveva tra le mani.
< Lo so. Cosa?! No è un'amica...certo che mi piaci > chiuse gli occhi e si portò una mano alla testa massaggiandosi le tempie.
< Dobbiamo davvero discutere su quanto tempo stiamo insieme e sul fatto che non ti abbia ancora detto ti amo...lo so...si 2 mesi...lo so...in albergo con i ragazzi...guardiamo un film >
Liam sorrise a Mirimë mentre le porgeva un bicchiere di the freddo.
< Cosa?! Io...perchè? > Harry cominciò a giocherellare con un tovagliolo di carta poggiato sul bancone. Probabilmente avrebbe preferito poter avere un po' di privacy per discutere con la sua ragazza ma in quella camera di albergo ogni stanza era a portata d'orecchi.
< James...capisco...non sono abbastanza...lui ti ha detto ti amo dopo una notte eh? Io invece non ti merito perché non l'ho ancora fatto!?...non mi interessa...lascia stare mi accontento di queste parole. No!...chiudiamola qui non voglio sentire altro! > anziché chiudere la conversazione Harry si limitò a gettare il cellulare in una caraffa d'acqua poggiata sul bancone. Rimase per un po' a fissarlo morire affogato in una bibita ghiacciata finché il monitor non si fece scuro.
< Tutto ok Harry? > Liam si avvicinò al ragazzo e gli mise una mano sulla spalla.
< Sono stato meglio... > Liam annuì <Mirimë ti dispiace se io e Harry andiamo a prendere una boccata d'aria? I ragazzi probabilmente saranno qui a momenti con la cena...arriviamo> le sorrise mentre i ndossava una felpa.
<  Nessun problema  > Mirimë poggiò la testa sul cuscino e compose il numero della madre per avvisarla che non sarebbe tornata se non dopo cena.

<  Non era quella giusta Harry...  > Liam iniziò la conversazione sedendosi su una panchina del giardinetto sul retro dell'hotel.
<  Lo so...forse l'ho sempre saputo...era arrabbiata perché non gli ho detto ancora che l'amavo...ieri è stata con un certo James e a quanto pare si sono fatti compagnia a vicenda...  > Harry si mise le mani in tasca e diede un calcio a un sassolino.
<  Harry...meriti di meglio secondo me...posso farti una domanda alla quale dovrai rispondere con la massima sinceritá?  >
<  Certo...  >
<  Tu l'ami? L'amavi  >
<  No...me lo sono chiesto diverse volte sai? Forse è per questo che non gliel'ho mai detto...sarebbe stato come mentire. Io non la amo.  >
<  Quando pensi all'amore cosa ti viene in mente?  >
<  Di sicuro non lei...non ho mai provato niente di emotivamente forte stando con lei...solo attrazione...Liam credi che prima o poi sarò capace di innamorarmi seriamente? Di poter dire un "Ti amo" spontaneo e senza dubbi?  >
<  Ne sono certo  > Liam gli sorrise e lo attirò a se per  un abbraccio < Che dici film e pizza rimangono il nostro programma per stasera? > 
<  Andiamo...  >

<  Niall non pensi di dover aspettare gli altri?  > Mirimë lo guardò divertita mentre il biondino ingurgitava la terza fetta di pizza facendo sgocciolare il pomodoro lungo gli angoli della bocca.
<  Teoricamente  > inghiotti un boccone per poi dare un'altro avido morso a una quarta fetta rimasta sola nel cartone an cora caldo. < Ma ne ho ordinate due per me quindi... > si leccò le  labbra unte < mi porto avanti > 
Mirimë scoppiò a ridere mentre beveva un sorso di the freddo alla pesca.
< Siamo tornati > Liam fece passare Harry, Zayn e Perrie mentre Louis scavalcava con nonchalance la finestra.
< Avete giá iniziato? > Zayn mise un braccio intorno alle spalle di Perrie mentre si sedeva sul divano.
< No! > Niall diede un calcio al cartone vuoto mentre scoppiava a ridere.
< Lou che ci facevi sul tetto? > Liam prese posto su una poltrona rossa sorridendo all'amico.
< Niente...mmh...il cellulare prende meglio la sopra > fece una breve pausa per sorridere < qual'è la mia?> fece cenno ai cartoni ancora chiusi. 
<Mirimë permettimi di presentarti Perrie...> Zayn fece cenno a Mirimë prima di rivolgere uno sguardo dolce alla fidanzata.
<È un piacere Perrie...cavoli sei bellissima dal vivo>
<Perchè in tv non lo è?> Louis la guardò fingendosi scandalizzato.
<Emh..certo insomma non intendevo> il colore della carnagione di Mirimë si fece di un rosso acceso.
Il ragazzo rise divertito <Calma Mirimë ti sto solo prendendo un po' in giro> le fece l'occhiolino prima di addentare la sua pizza.
Mirimë si rilassò un poco mentre rideva di se stessa.
<I sogni sembrano veri fino a quando ci sei dentro> la voce di Leonardo DiCaprio pervase la stanza mentre Harry alzava il volume della tv. Aveva seguito silenziosamente i sottotitoli da quando era iniziato senza dare segni di partecipazione alla cena.
<Solo quando ci svegliamo ci accorgiamo che c'era qualcosa di strano> Mirimë finì la frase assorta nel film che tanto amava.
Harry le sorrise debolmente <Aveva ragione> si limitò a dire.
Mirimë non capì cosa voleva dire Harry con quella frase...probabilmente era legata al fatto che prima li aveva avvertiti riguardo la sua fissazione con quel film ma era la terza persona che aveva utilizzato nel rivolgersi a lei a lasciarla spiazzata.
 


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1874132