Complicated

di ghiacciointempesta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** .1 ***
Capitolo 2: *** .2 ***
Capitolo 3: *** .3 ***
Capitolo 4: *** .4 ***
Capitolo 5: *** .5 ***
Capitolo 6: *** .6 ***
Capitolo 7: *** .7 ***
Capitolo 8: *** .8 ***
Capitolo 9: *** .9 ***
Capitolo 10: *** .10 Epilogo ***



Capitolo 1
*** .1 ***





Era passato un anno. Un anno da quando era andata via da Londra, via dalle sue origini e dai suoi affetti.
Ma soprattutto dal suo amore inconfessato, nascosto forse per troppo tempo. Quell’anno ne erano successe di cose.
Chloe ricordava bene ogni singolo momento di quell’anno. Ricordava di aver passato tanto tempo con il suo gruppo di amici.
Forse troppo, perché se non gli fosse stata così legata probabilmente non sarebbe andata via. Ma forse è il caso di raccontarvi tutto dall’inizio.
Era il mese di Settembre quando tutto cominciò. Erano tutti a casa di Niall per festeggiare il suo diciannovesimo compleanno.
La musica era alta, le luci a led fortissime e i drink altamente  alcolici.
Non ci volle molto per Chloe ad ubriacarsi, e fu ancora più facile finire a letto con uno dei suoi migliori amici.
Harry, appunto, era anch’esso ubriaco ed entrambi non erano in grado di capire la gravità della situazione.
Certo Chloe era libera, e anche Harry, ma quella serata aveva messo un bel limite tra loro e il resto del gruppo, soprattutto con Zayn.
Zayn era sempre stata l’ambizione di Chloe. Lei lo amava da tempo, e tutti lo sapevano tranne quest’ultimo. 
La mattina dopo discussero entrambi con i ragazzi e Chloe, consapevole di aver fatto un grave errore, decise di uscire dalle loro vite, per non creare altri problemi.
Il giorno dopo partì, e due mesi dopo scoprì di essere incinta.
Chiamò Harry e  parlarono della situazione, cercando di valutare ogni soluzione possibile.
Decisero di tenerlo, e qualche settimana dopo Harry traslocò a casa di Chloe, per iniziare la loro vita in famiglia.
Così, nove mesi dopo, nacque Elizabeth Anne Styles. Harry rimase con Chloe, per prendersi cura di lei e della bambina.
La loro famiglia era perfetta, se non per una piccola cosa: Chloe non poteva dire di amare Harry, e nemmeno Harry poteva dire lo stesso di Chloe, ma insieme amavano Beth.
Ed era ciò che li faceva andare avanti felici.
Una mattina, due settimane prima di natale, Chloe ricevette la chiamata di Louis.
Si sarebbe aspettata di tutto, ma non che la chiamasse ad un anno di distanza e le parlasse come se nulla fosse successo.
Ma Louis aveva quella capacità speciale di rassicurare le persone, e renderle in qualche modo felici.  
Le chiese se volevano passare il Natale con loro, dato che avrebbe compiuto ventitre anni e voleva che loro ci fossero.
Precisò anche che per lui era molto importante che loro ci fossero.
Chloe era terrorizzata all’idea di rivedere quelli che, un anno prima, erano stati i suoi migliori amici.
Ma poi si disse che doveva andarci, per rivedere Louis, far rincontrare Harry con i ragazzi, e far conoscere a Beth delle persone importanti che avevano fatto parte della loro vita.
Così, la Vigilia di Natale, si ritrovarono a parcheggiare sotto casa Tomlinson, con l’ansia a mille.

<< Sta tranquilla. Andrà tutto bene. >> sussurro Harry a  Chloe, stringendole la mano. La ragazza prese un profondo respiro, poi premette sul citofono.

Gli rispose una voce familiare, che riconobbe come quella di Niall.

<< Chi è? >> chiese.

Chloe non seppe cosa rispondere, e la prima cosa che le venne in mente fu dire: Harry.
Così fece, e poco dopo uno scatto segnalò che il portone era stato aperto. 
Aprì il portone e lo mantenne con una mano, mentre Harry entrava con il passeggino.
Quando la porta si aprì, sia Chloe che Niall ebbero un tuffo al cuore.
Il biondo di fiondò sull’amica e l’abbracciò, facendola alzare da terra e volteggiare tra le sue braccia.
Chloe si sentì in paradiso avvolta in quelle forti braccia. Le era mancato così tanto Niall.
Il ragazzo la lasciò andare e abbracciò anche l’amico, per poi dare un piccolo bacio sulla fronte ad Elizabeth.
Appena Chloe entrò, fu presa da una ventata di ricordi.
Liam e Danielle la videro e anche loro corsero ad abbracciarla, dopodiché Chloe prese la piccola Beth e andò titubante a cercare Louis.
Infondo era merito suo se in quel momento era lì. Scorse Eleanor e, dopo essersi salutate e aver scambiato quattro chiacchiere, si lasciò condurre da Louis.
Si fermò appena a pochi centimetri da lui, che stava chiacchierando con un gruppo di amici.
Eleanor gli si avvicinò e, toccandogli la spalla, gli sussurrò che era arrivata. Lui si girò e, scusandosi con gli amici, le andò incontro.

<< Ciao Chloe.>> Le disse, abbracciandola mentre lei teneva ancora in grembo la figlia.

Lei poggiò la testa sulla sua spalla e si lasciò stringere con affetto, reprimendo a forza qualche lacrima.
Ma non ci riuscì, e quando Louis si accorse che stava piangendo, la strinse di più e la portò via da quella folla che li circondava.
Quando la lasciò, Chloe si sentì più sollevata e face un sorriso sghembo, per rassicurarlo.

<< Tutto ok? >> Le chiese l’amico, e lei annuì con veemenza.

<< Oh, ma chi abbiamo qui… lei è Elizabeth, giusto? >> Prese la bimba in braccio, che gli sorrise.

<< Si, lei è Beth, ed ha sei mesi ormai. >>

<< Ha i tuoi occhi azzurri e i tuoi biondissimi capelli. È davvero bella, Chloe. La bambina più bella che io abbia mai visto. >> Chloe lo guardò, ringraziandolo con gli occhi.

<< Andiamo dentro? >> Le chiese Louis, sistemando Elizabeth tra le braccia della mamma. Lei annuì, e lo seguì in salotto.  

<< Chloe, dov’eri? Ti ho cercata dappertutto! Penso che Beth debba andare a dormire, è piuttosto tardi per lei.>> Disse Harry, che le si parò davanti in un gesto fulmineo. Louis se la mise sottobraccio e lo guardò determinato.

<< Aspetta Hazza, dobbiamo fare una cosa prima… >> Disse, prima di trascinare Chloe da Zayn.

<< Ehi Zayn, ti ricordi di Chloe? >> Chiese innocentemente Louis.

 


Come non ricordarsela, Chloe. Zayn l’aveva sempre amata, ma da quando era successo l’incidente e lei era partita, aveva cercato di dimenticarla.
Aveva saputo che era rimasta incinta ed era andata a vivere con Harry, Louis aveva sempre un tono un po’ malinconico quando ne parlava.
Lui la ricordava ancora, bella e sorridente come sempre. Ma quando la vide non le sembrò la stessa persona.
Il volto stanco e gli occhi azzurri leggermente arrossati la rendevano vulnerabile come mai l’aveva vista.
Sulla fronte le si era formata una ruga di preoccupazione, che Zayn definì adorabile. In grembo portava una bambina dai capelli biondi e gli occhi azzurro mare.
Zayn dovette ammettere che era incantevole, la fotocopia della madre. La guardò un’ultima volta, prima di annuire rude.
Non voleva essere scortese, ma non riusciva ancora a dimenticare. Chloe abbassò la testa, cercando di rimuovere la delusione che c’era nei suoi occhi.
Zayn aveva provato dolore a vederla andare via, e forse solo adesso se ne accorgeva. Louis inventò una scusa e si dileguò in fretta, lasciandoli soli.
Si guardarono negli occhi e, un attimo dopo, una ragazza bionda affiancò Zayn.
Gli stampò un bacio sulle labbra e lo guardò, notando che aveva uno sguardo strano.
Si girò di lato e notò una donna di fronte a se, con una bambina adorabile in braccio.

<< Salve >> Disse Perrie solare, stringendo la mano di Zayn fino a far diventare le nocche bianche.

<< Ciao >> Rispose Chloe titubante.

<< Non credo che noi due ci conosciamo, io sono Perrie, la ragazza di Zayn.>> Disse la bionda di fronte a  lei, guardandola con uno sguardo acceso di curiosità e porgendole la mano. Chloe la afferrò e la strinse, debole, facendo un sorriso sghembo e cercando di essere il più convincente possibile.

<< Io sono Chloe, una vecchia amica dei ragazzi. >> Disse.

<< Lei è tua sorella? >> domandò Perrie, mentre Chloe reprimeva una risatina sadica. Quella ragazza era davvero bella, ma apparentemente svampita e stupida.

<< No. È mia figlia Elizabeth. >> Rispose Chloe, senza aggiungere altre informazioni. Sarebbe stato troppo complicato spiegare, e sinceramente pensava non toccasse a lei farlo.

<< Oh, è così tenera! Non è vero, amore? Ti assomiglia molto, sai. >> Esclamò Perrie, senza avvicinarsi di un passo.

Chloe intuiva che Perrie volesse avvicinarsi alla piccola, ma non azzardò nemmeno a chiederlo.
Osservò Zayn in modo insistente, notando quando i suoi occhi fossero scuri e severi. 
Sapeva bene che lui la odiava per essere sparita così rapidamente, per non essersi fatta sentire e per essersi poi presentata a casa di Louis dopo un anno, come se nulla fosse successo. Si odiava anche lei per questo, ma aveva dovuto farlo.
Distolse lo sguardo, osservando la riccia al suo fianco.

<< Scusate, adesso devo proprio andare. Piacere di averti conosciuto, Perrie. >> Disse Chloe prima di dileguarsi, rubando Harry da un animata discussione e portandolo con se nella camera degli ospiti.

Chiuse la porta lentamente, percependo una strana sensazione di sollievo al gesto. Harry avvertì che qualcosa non andava. Tolse la bambina dalle braccia della mamma e, mentre Chloe si preparava ad addormentare la piccola, iniziò a parlarle.

<< Che c’è, Chlo? >> Chiese il ragazzo, e lei lo guardò nei suoi meravigliosi occhi verdi.

<< C’è che ha voltato pagina, Harry. Ha una ragazza, bellissima che lo fa felice. Nutre profondo odio verso di me, e non mi stupirei fosse lo stesso nei confronti di Beth. Per te è diverso. Voi siede amici da una vita, lui ti ha perdonato – Harry fece una faccia scettica -  o lo farà col tempo. Io invece sono imperdonabile. Eravamo amici, poi ho fatto una cazzata e  sono scappata via, lasciando lui e i ragazzi qui senza nemmeno una spiegazione.  Poi ho avuto anche la faccia tosta di contattarti quando ho scoperto di essere incinta, e sono sicura che abbiano pensato che volevo incastrarti. E scommetto che lo hai pensato anche tu.  Ma non mi spiego come tu sia rimasto, forse per pietà, o perché Beth è tua figlia. Ma sei rimasto. Ed io non ho avuto il coraggio di fare lo stesso e scusarmi, sono solo stata brava a scappare via il prima possibile. E non sai quanto mi odio per questo. >> Disse lei, quando ormai la piccola si era addormentata.

La ripose nella culla e si andò a sistemare nel bagno. Quando ne uscì Harry la prese in contropiede e l’abbracciò stretta, come faceva durante la gravidanza, quando lei aveva delle crisi di pianto.  E succedeva spesso.

<< Ehi, ehi, ehi. Io non ho mai pensato che tu volessi incastrarmi, nemmeno un attimo ho dubitato di te. E nemmeno i ragazzi. Ne abbiamo discusso prima che partissi e non hanno mai pensato che tu lo abbia fatto apposta. È successo, Chlo, eravamo ubriachi entrambi e non sapevamo cosa stavamo facendo. So solo che quando sei rimasta incinta l’unica cosa che ho pensato era: devo raggiungerla, devo starle accanto, lei è la madre di nostra figlia. E ho preso una decisione che anche gli altri hanno approvato. È normale che tu sia scappata, avevi paura di fargli del male. Non è colpa tua, Chloe. E sono sicuro che nemmeno Zayn lo pensa. Andiamo, quella ragazza poi è una bionda svampita , e non ha una cosa bellissima che tu hai, oltre la bellezza. >> Disse Harry, sciogliendo l’abbraccio.

Chloe si portò le mani agli occhi e ne asciugò le lacrime, prima di chiedergli flebilmente cosa.

<< Elizabeth. Lei è la cosa più bella e preziosa che hai, che abbiamo. Tu le dai un amore inimmaginabile, che non ho mai visto dimostrare a nessuno, nemmeno a mia madre. Ed è lo stesso amore che dimostri a me, materno e affettuoso come solo tu sai darne. E se Zayn non vuole capirlo, allora è un pazzo a lasciarti andare. >>
Le sussurrò accarezzandole la guancia.

Lei gli diede un lieve bacio a fior di labbra, come erano soliti fare.
Lo facevano per abituare Beth sin da piccola a vedere una coppia, e non un ragazzo e una ragazza che si ritrovano nella stessa casa a fare i genitori della loro figlia. Era una cosa fraterna, una cosa loro, che nessuno gli avrebbe mai tolto.
Controllarono un attimo la bambina, che dormiva beata nella sua culla, e uscirono dalla camera che Louis gli aveva ceduto.
La serata trascorse tranquillamente, tra qualche sorriso sghembo e qualche occhiata torva.
Chloe non riusciva ancora a sostenere un aria felice, né tantomeno indifferente, perciò ogni tanto spariva dalla circolazione e andava a prendere aria.
Dopo la sesta volta, Zayn si fece coraggio e si dileguò dal gruppo, raggiungendola anche se titubante.
Recuperò dalla tasca posteriore una sigaretta e l’accese, uscendo dalle porte scorrevoli del balcone.
Chloe se ne stava seduta su una sedia, con il viso tra le mani a respirare profondamente.
Appena alzò lo sguardo, portandosi una mano tra i capelli, notò la sua presenza e si irrigidì di colpo.
Zayn fece uscire una piccola nuvoletta di fumo, poi fece un qualche passo e si appoggiò alla ringhiera.

<< Sei qui. >> Disse, senza aggiungere oltre. Chloe capì che lo aveva detto più per auto convincersi, che per chiederglielo.

<< Si, sono qui. E non chiedermi perché, Zayn, non lo so nemmeno io. >> Rispose lei.

<< Ho fatto un enorme sbaglio a venire, e un altro ancora più grande sarà rimanere. Ma lo faccio per Harry ed Elizabeth. So che mi odi, Zayn. Ti chiedo solo di perdonare Harry, lui non c’entra niente. E di accettare Beth, perché fa parte della sua famiglia, che è di conseguenza anche la vostra. Poi sarai libero di odiarmi quanto vuoi. >> Concluse, alzandosi e avviandosi in salotto. Zayn spense la sigaretta e alzò lo sguardo, ammirando il panorama.

 


<< Io non ti odio, Chloe. Non l’ho mai fatto. >> Mormorò, quando ormai nessuno, oltre se stesso, poteva sentirlo.



 

Ehi!

 

Pensavate che fossi sparita eh?! In realtà mi ero presa semplicemente una piccola pausa per mettere in ordine le idee.
Ed eccomi qui con una nuova storia!
Spero vi piaccia, davvero, ci sto mettendo il cuore in questo nuovo racconto.
Care lettrici, fatemi sapere.
Lasciate anche una piccolissima recenzione, ho bisogno di sapere se questa storia vi piace o meno.
Un bacione e a presto.

- Giulie 

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Capitolo 2
*** .2 ***




La sera dopo a casa Tomlinson erano le dieci, e Chloe se ne stava nella sua camera, a riflettere.
Costatò che, nei cinque minuti successivi, l’intera famiglia si sarebbe accomodata gentilmente a tavola, per dare inizio alla cena che lei stessa aveva preparato con cura la mattina precedente.
Era stato facile non partecipare, si disse. Aveva detto di non sentirsi bene, promettendo che sarebbe scesa più tardi a salutare.
Liam le aveva creduto, quando era andato a prendere la piccola Elizabeth e l’aveva portata al piano di sotto.
La verità era che non voleva disturbare l’incontro familiare che si stava svolgendo in religioso silenzio al piano di sotto.
Al tavolo c’erano rispettivamente: Louis e Eleanor con Johanna, la madre di Louis, i genitori di Eleanor e le piccole Tomlinson, Charlotte, Felicite, Daisy e Phoebe.
C’era anche Georgia, la sorella acquisita di Louis. A seguire, Liam e Danielle, con i rispettivi genitori.
Poi Niall, con sua madre Maura e Zayn, accompagnato da Trisha e Yazer, e le sorelle Doniya, Waliyha e Safaa.
Per finire c’era Harry, con Anne, Gemma, e Elizabeth rispettivamente la madre, la sorella e la figlia. C’era troppa aria di famiglia giù per Chloe, a cui lei sentiva di non appartenere.
Conosceva ogni singola persona lì, e convenne che non sarebbe stato corretto rovinare il loro momento d’amore.
D'altronde Elizabeth era lì, con suo padre e i suoi effettivi parenti, e lei non centrava niente in quel quadretto.
I suoi genitori erano morti quando lei era piccola, e la sua famiglia attuale si stava divertendo ed era felice.
Perché rovinare quel bel momento?
Aveva preparato le pietanze, con l’accortezza di cucinare senza carne di maiale e con alternative vegetariane, in modo tale che sia la famiglia di Zayn, sia Gemma e Georgia potessero mangiare tranquillamente.
Aveva lasciato tutto pronto in cucina, la tavola apparecchiata in soggiorno e le candele decorative accese. Poi era salita di sopra a preparare la figlia.
Sapeva che, se fosse salito Harry o addirittura Louis a prendere Beth, non l’avrebbero lasciata al piano di sopra.
Così aveva chiamato Liam, e seppure le si spezzasse il cuore nel vederlo con la faccia preoccupata, gli chiese di non opporre resistenza alla sua decisione.
E lui così fece. In seguito, si domandò ancora perché fosse venuta a Doncaster. Lei non doveva essere lì, non era il suo posto quella casa. Non doveva rovinare le loro vite oltre.
Di nuovo un senso di inadeguatezza la pervase, tanto che desiderò essere sul suo divano a piangere, piuttosto che in una camera per ospiti, seduta a gambe incrociate sul letto con il viso tra le mani.

 

<< Dio, è tutto buonissimo! Chi ha cucinato tutte queste fantastiche pietanze? >> Chiese Maura, la madre di Niall. Per un attimo tutti i commensali si guardarono negli occhi.   

Già, chi ha cucinato tutte queste cose?’  Rimbombava una voce nella mente dei ragazzi. Louis capì subito.

<< Scusatemi un momento. >> Disse, avviandosi al piano superiore. Aprì la prima porta che gli si presentò davanti, quella di Chloe. 

Bussò e, senza nemmeno attendere risposta, aprì e richiuse rapidamente la porta alle sue spalle.
Appena guardò davanti a sé vide Chloe abbastanza spaventata, che aveva portato una mano al petto e riprendeva a respirare regolarmente.

<< Diamine Louis, mi hai fatto prendere uno spavento. Ma che ti è saltato in mente?! Potevo anche essere svestita, lo sai? >> Disse lei, sconcertata.

<< Impossibile: chiudi la porta a chiave quando ti spogli. >> Disse Louis convinto.

<< Louis William Tomlinson, mi spii per caso? >> Chiese con le mani sui fianchi. Il moro assunse un’aria innocente.

<< Lo facevo quando eravamo più piccoli. O almeno, ci provavo, se tu non avessi lasciato ogni volta le chiavi nella serratura! >> Chloe lo guardò sconcertata e divertita, mentre faceva cenno all’amico di sedersi accanto a lei.

<< Allora, cosa ci fai qui? >> Gli chiese. Louis tornò serio e le appoggiò il braccio sulle spalle, stringendola a sé.

<< Questo è quello che dovrei chiederti io, non credi? Perché hai preparato tutte quelle cose e non sei giù con noi a cenare? Perché hai sempre paura di essere giudicata per tutto quello che fai? Davvero, non ce n’è motivo, e poi Maura acclama la cuoca! >> Le disse, facendola sorridere.

<< Devo proprio rispondere? >>

<< Direi di sì, altrimenti io mi sarò perso inutilmente quel delizioso arrosto di vitello che stanno servendo al piano di sotto. Dai, parla. >>

<< Louis, questo non è il mio posto. Io non appartengo più a Doncaster. E non appartengo più alla famiglia di Liam, Niall, Zayn o tua. E nemmeno a quella di Harry, a dir la verità. Ma Elizabeth sì, perciò è di lei che dovete occuparvi. Io non centro nulla con voi, l’ho detto ieri a Zayn e oggi lo dico a te. Voi non dovreste nemmeno avere contatti con me, figuriamoci convincermi a scendere a cenare! Dovreste odiarmi, invece qui l’unico che sembra riuscirci è Zayn. E fa bene. Anche io mi odio per quello che vi ho fatto passare. >> Disse Chloe seria, alzandosi dal letto ed iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza, gesticolando durante il discorso.

<< Chloe, la smetti di dire che dovrei, che dovremmo odiarti?! Io non credo che tu abbia fatto nulla per essere odiata, hai avuto una bimba bellissima, che ami, e questo non ti impedisce di essere una donna prima che una madre. Tutti ti abbiamo perdonata per essere andata via, Chloe. Eri spaventata, e non sapevi cosa fare. Adesso andremo giù e tu ti comporterai come se nulla fosse successo, perché tu fai ancora parte della famiglia, che ti piaccia o meno. >> Le disse Louis determinato.

Lei annuì, convinta più che mai che quando Louis si metteva in testa qualcosa, nessuno riusciva a fargli cambiare idea.
Aprì di scatto la porta e la trascinò fino al piano di sotto, dove tutti si fermarono ad osservarla.
Non le piaceva essere guardata con tutta quella curiosità, ma dopo un attimo di esitazione Anne si alzò e corse ad abbracciarla. 
Si unì all’abbraccio anche Gemma e con lei le piccole di casa Tomlinson. Georgia rimase spaesata, poi decise che sarebbe stato più opportuno salutarla dopo. 
Ad abbraccio sciolto, con somma sorpresa sia di Zayn che di Trisha e di Chloe, Yaser le si avvicinò e, facendole capire le sue attenzioni, le posò le mani sulle guance.
Chloe rimase immobile mentre sentiva le parole del signor Malik rimbombarle nelle orecchie.

<< Chloe, non badare a ciò che ti dice mio figlio. Molte volte non è cosciente di quello che dice. Casa Malik sarà sempre aperta per te e per tua figlia, d’accordo? >> Lei annuì, guardando in quegli occhi nocciola che la osservavano pieni di speranza. Gli stessi occhi che, la sera prima, l’avevano guardata freddi. 

A quel punto anche Johanna guardava Chloe con affetto. Ma nel suo sguardo c’era anche orgoglio, gratitudine e appoggio.
Chloe sapeva che la stava ringraziando per essere scesa ed essersi unita alla sua nuova famiglia. Sapeva che Johanna l’aveva sempre appoggiata, su qualunque decisione.
Ed era fiera di lei come una madre è fiera del proprio figlio, perché Chloe aveva superato l’inferno ed aveva resistito, mettendo al mondo una bambina non prevista, ma amata nel migliore dei modi.
E poi la ragazza era sempre stata considerata come una figlia adottiva dalla famiglia Tomlinson, da quando la sua mamma era morta.

<< Vi prego, accomodatevi e continuate a cenare. Ero solo scesa a salutarvi. >> Disse.

<< Oh no cara! Adesso aggiungiamo un posto e ti unisci a noi. Sei davvero un’ottima cuoca, devo dirtelo. >> Confessò la madre di Liam che, assieme a quella di Danielle, erano sparite poco dopo nella cucina.

Aggiunsero un posto tra Harry e Gemma, e in pochi minuti fu inserita nella conversazione.
Era tuttavia ancora stordita dagli eventi, perciò continuava a stringere convulsamente la mano di Harry sotto il tavolo, che la guardava di sottecchi per controllare che stesse bene.
Dall’altro lato della sedia, invece, Gemma aveva allungato il braccio dietro la schiena di Chloe e continuava ad accarezzarle la spalla, guardandola ogni tanto, premurosa.
Chloe però gestiva tutte quelle azioni distrattamente, continuando ad osservare gli occhi indecifrabili di Zayn.

 
Ehi! 

 

Eccomi qui con un nuovo capitolo di questa straordinaria storia. 
Mmmm... vediamo... abbiamo Chloe attanagliata dal senso di colpa, e un premuroso Louis che la convince a partecipare al cenone.
E poi abbiamo il padre di Zayn, che con le sue parole vuole farle capire che Chloe appartiene alla loro famiglia. 
Ma veniamo a noi....
Che ne pensate?
Ho notato che nessuno ha recensito il capitolo precedente, e mi chiedo se non vi piaccia. 
In tal caso, la elimino definitivamente, senza andare oltre. 
Mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate, e accetto assolutamente anche le critiche. 
Ringrazio le 18 persone anonime che hanno letto il capitolo precedente. 
Spero vi sia piaciuto. 

A presto, Giulie.


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Capitolo 3
*** .3 ***


 Il mattino del 31 Dicembre una piccola luce filtrava dalla finestra. Chloe si alzò ad aprire la persiana per metà, prima di prendere Beth e portarla nel lettone con sé. Si sdraiò dal suo lato e la mise a pancia in giù su di se, con la testolina rivolta verso il papà. Harry, per l’appunto, si trovava accanto a Chloe, girato sul fianco nella loro direzione. E mentre lei accarezzava la schiena della figlia, il ragazzo la guardava attentamente, scrutando il suo profilo. I capelli biondo cenere, un po’arruffati. Gli occhi azzurri, leggermente schiariti dal sole, sembravano mostrare il mare all’orizzonte, di prima mattina. Harry passò ad osservare il suo mento, perfettamente lineare ed esaminò il suo profilo. Le braccia esili, le gambe magre e il ventre piatto, che si notava appena sotto la maglietta. Le mani delicate si muovevano lente sulla schiena della piccola Beth, rilassandola. Per un attimo Harry si chiese perché non ci provassero, perché non riuscissero ad amarsi sul serio. Lui era attratto da Chloe da sempre, poi quella notte aveva cambiato un po’ le cose. Da allora lei era diventata la compagna di vita, la mamma e la migliore amica. Di certo non sarebbe mai stata la sua ragazza, erano decisamente andati oltre. Certo però con un’amica non ci finisci a letto, per poi vivere nello stesso appartamento e avere una figlia. Ma quello non era stato voluto, si disse. Era stato difficile ritrovarsi a vent’anni con una figlia, questo era sicuro. Ancora di più per Chloe, costretta a rinunciare ad un amore al quale non si era mai dichiarata. Ma insieme ce l’avevano fatta, avevano resistito, facendosi forza a vicenda.  Tornò a guardare Chloe negli occhi, incontrando il suo meraviglioso sguardo. Storse in modo buffo la bocca e allungo una mano sulla sua fronte, spostandole una ciocca di capelli. Dio se era bella.

<< A cosa stai pensando, Har?>> Gli chiese flebilmente.

<< Penso che anche con tutti i rischi che abbiamo corso e tutti gli errori che abbiamo fatto, siamo arrivati fin qui. E rifarei tutto daccapo Chloe. Beth è la cosa migliore che ci potesse mai capitare, nonostante il fatto che abbiamo solo vent’anni.>> Le disse, avvicinandosi al suo viso. 

Chloe gli sorrise, abbassando lo sguardo su Elizabeth che emetteva dei versetti adorabili. Piantò i suoi occhi in quelli di Harry e gli sfiorò le labbra, lasciandogli un morbido bacio al dolce sapore di fragole. Harry le sorrise di rimando, mostrando le adorabili fossette che si portava dietro da bambino. Chloe poté accorgersi che i suoi occhi smeraldo brillavano. Si alzò lentamente, portandosi con se la bambina e scese al piano di sotto a fare colazione.

Non appena appoggiò i piedi sul parquet, notò che in cucina si stava svolgendo una deliziosa situazione romantica. 

Liam e Danielle se ne stavano tranquilli a bere cioccolata e scambiarsi sguardi languidi, mentre dal lato opposto del tavolo Eleanor puliva la bocca di Louis, che si era procurato i baffi con la panna. 

Nel mezzo c’era Zayn, in simbiosi con il suo I-Phone, impegnato a messaggiare con qualcuno, molto probabilmente Perrie.

 Elizabeth emise un vagito e Chloe prese un biscotto dall’apposita biscottiera posta al centro del tavolo, dandoglielo poi in mano. La piccola rise, distraendo tutti da ciò che stavano facendo. La mamma sorrise appena, e Niall allungò le braccia per prendere la piccola. 

La bionda, ormai con le braccia libere, prese dalla credenza una bustina di Twinings, immergendola in una tazza d’acqua bollente. 

Zayn la osservò fare tutti quei gesti meccanici, dettati dall’abitudine che ricordava avere da adolescente. Ricordava ancora i pomeriggi passati a studiare e ripetere con lei per farle passare l’esame. Era così bella, e adesso la vedeva così fragile. I suoi occhi erano davvero spenti, opposti a quelli che ricordava avere un anno prima. Ma l’incuriosivano ancora di più con quel tono così freddo, misto tra il grigio e il color ghiaccio. Erano davvero attrattivi, belli e dannatamente affascinanti.

Zayn la osservò premere la bustina con un cucchiaino contro la tazza, per poi buttarla. Aggiunse del miele e del limone, poi girò. 

Il moro era incantato dai suoi gesti, e anche Louis ed Eleanor erano incantati a guardare quei due. 

Chloe portò la tazza alle labbra, bevendo un piccolo sorso di the. 

Quando riabbasso la tazza sul tavolo in linoleum, Zayn poté osservare le sue labbra rosse e gonfie, a causa della bevanda calda. Erano perfette, lisce e probabilmente molto morbide, con una magnifica forma a cuore. Per un attimo Zayn venne colto dall’irrefrenabile impulso di baciare la donna di fronte a sé, poi si trattenne per un soffio, dicendosi che era assurdo anche solo pensare a una cosa del genere, dal momento che lui era fidanzato e felice con Perrie. 

Ma poteva davvero ritenersi tale? La realtà la sapeva benissimo, ma si rifiutava di capirla e dare ragione al suo cuore. Aveva sperato per tutto quel tempo che Chloe ritornasse, ma ora che era lì, era apparentemente troppo tardi, e troppo complicato. O no? Sarebbe andato tutto liscio se lui avesse seguito i suoi sentimenti? Avrebbero iniziato tutto daccapo, se solo lei gli avesse detto di amarlo? Zayn non sapeva bene le risposte a tutte queste sue domande, e la paura lo induceva a rimanere nella situazione in cui si trovava. 

D’altra parte succedeva lo stesso. Chloe se ne stava lì, ad osservare Zayn, la sua pelle olivastra, i suoi occhi color cioccolato e la sua bocca carnosa, che tanto avrebbe desiderato baciare negli ultimi sette anni. Ma la paura la bloccava dal mostrare i suoi sentimenti a quello che un tempo era stato suo amico, ed ora si rivelava il suo peggior disprezzante. 

Ripose con cura la tazza nella credenza, dopo averla sciacquata e recuperò la figlia dalle braccia di Niall. Salì al piano superiore e cedette Beth al padre, che la vestì e la portò con sé. Rimasta sola, Chloe decise che sarebbe uscita di casa, e si andò a preparare in fretta. Uscì di casa poco dopo, avviandosi verso il centro città, con le cuffie nelle orecchie e mille pensieri per la testa.

 Ehi!
Eccomi qui, puntuale come un fuso.
Che dire, in questo capitolo si capiscono un po' meglio i caratteri dei protagonisti, di Harry particolarmente. Ma se l'avete letto è inutile che io scriva questa precisazione.
Ringrazio le 75 persone che, complessivamente, hanno letto la storia in anonimato.
Però, continuo a domandarmi perchè non recensite. Credo che infondo questa storia faccia così schifo che non vi scomadate nemmeno a buttare giù due righe di critica. Lascio a voi il verdetto, e se questa storia riceverà qualche recenzione, vuol dire che nn scrivo poi così a vuoto.
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto.
A presto.

Con Affetto, Im_Your_Nightingale.

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Capitolo 4
*** .4 ***


Le lucine di Doncaster, quel tardo pomeriggio, erano davvero brillanti per essere appartenenti ad un negozio antico d’antiquariato. 
Chloe ne rimase colpita ed entrò. 
Le era sempre piaciuto quell’odore di antico, vissuto, che si respirava in negozi del genere. Ma mai si sarebbe aspettata di uscire di lì spossata. 
Appena entrò un odore di biscotti al cioccolato la pervase, accompagnato dallo scampanellio che segnava la sua entrata. Mentre si guardava attorno notando oggetti di ogni tipo, un’anziana signora le venne incontro con in mano un vassoio fumante di biscotti. Aveva un colorato e lungo vestito fatto da tanti voilà rossi e arancioni e un paio di scarpette di tela ai piedi. I capelli erano biondo grano e cotonati, gli occhi di un azzurro cielo brillante. Il viso era segnato dalle rughe del tempo, non troppo pronunciate, e le mani erano curate, adornate da alcuni anelli e con le unghie smaltate di rosso. 
L’immagine di quella donna fece scappare un sorriso a Chloe, che penso che la signora si sposasse benissimo con l’ambiente che la circondava. Non perché vecchio, ma perché particolare e interessante.

<< Vuoi dei biscotti, mia cara? >> Si sentì dire la bionda, che annuì addentandone uno. Gocce di cioccolato, un classico.

<< Cos’è che può aver portato qui una ragazza con un visino così dolce come il tuo? >> Domandò la signora. 
Chloe ci rifletté a lungo, ingoiando il boccone appena fatto.

<< In realtà signora, posso sembrare angelica, ma non credo di esserlo. >> Rispose, valutando le circostanze.

<< E cosa avresti fatto, di grazia? >> chiese la vecchietta.

<< Ho avuto una bambina appena dopo essermi laureata, a causa di una sbronza con un ragazzo, ho tradito così il mio migliore amico del quale ero e sono innamorata e ho avuto la faccia tosta di tornare dal passato e di chiedergli di perdonarmi. Mi creda, non sono per niente il prototipo di una brava ragazza. >> Rispose di rimando la giovane.

<< Cara, la vita rende le persone forti. E le costringe a fare scelte obbligate, a volte. E, beh, tu hai avuto coraggio in questo tuo breve pezzo di vita. Ma ricorda: non tutto è perduto. Non avere mai rimpianti nella tua vita. Rischia sempre. Ne varrà sempre la pena. >> Le disse la donna. Chloe ne rimase sorpresa, meravigliata e confusa. 
Ma, allo stesso tempo, aveva capito cosa fare. 
Uscì di lì solo dopo aver ringraziato la vecchia donna, e si diresse immediatamente alla fermata del tram.

(...)

Appena entrò in casa, Chloe sentì odore di famiglia. Quell’odore particolare che si sente quando sei con le persone che ami e non vorresti essere in nessun altro posto al mondo. Le spuntò un sorriso quasi automaticamente. Posò la busta che aveva tra le dita e tolse il cappotto.  Appena approdò in cucina, i volti stanchi di Danielle e Eleanor le fecero capire che si era persa qualcosa.

<< Oh cielo! Avrei dovuto aiutarvi a preparare il cenone. Me ne sono completamente dimenticata. Scusatemi ragazze! >> Disse a sua discolpa.

<< Non preoccuparti. Preparati piuttosto, perché Louis ha gradi progetti per stasera. >> La informò Eleanor.

<< In che senso? >> Chiese, non capendo.

<< Vedrai. Ti basta sapere che devi essere pronta per le undici. >> Rispose sempre El.

<< D’accordo, mi vado a preparare allora. A dopo. >> Esclamò la bionda.

<< A dopo. >> Risposero le ragazze. Chloe salì al piano superiore e si andò a fare una bella doccia. Si vestì e si truccò, pronta per una serata della quale non sapeva assolutamente l’esito. Scese al piano di sotto e aiutò ad apparecchiare, per farsi perdonare. Poi arrivarono i ragazzi e, stranamente, Chloe notò che con Harry non c’era Beth.

<< Har, ma Beth? >> Chiese allarmata.

<< Tutto sotto controllo, è da mia madre.>> Le rispose, come se fosse un’ovvietà. 

In realtà Beth non era mai rimasta una nottata intera con la nonna, e Chloe iniziò a preoccuparsi.  Harry la tranquillizzò, per quanto potesse, e si misero a tavola. Dopo cena, i ragazzi sparirono a vestirsi e le ragazze rimasero in salotto. A quel punto, quando Chloe si fu libera dagli sguardi rassicuratori di Harry, chiamo Anne per chiederle come stava la bambina. E solo dopo aver parlato con la suocera si tranquillizzò, o almeno ci provò. I ragazzi scesero e uscirono tutti insieme e decisero di andare in un locale. 

Quando entrarono, Chloe vide che c’era molta confusione, e si recò al bancone. Prese un Gin Tonic e lo bevve velocemente. Dopodiché cercò una via d’uscita nei paraggi. Quando finalmente riuscì ad uscire dal caos, si ritrovò sulla terrazza del locale. Appena arrivata, scorse una figura sul muretto.

Si avvicinò incuriosita a quella persona, ma appena gli arrivò di fronte capì di chi si trattava.

Zayn. 

Con un gesto fulmineo scattò all’indietro, ma prima che potesse voltarsi per andare via, Zayn le aveva afferrato il polso, costringendola a guardarlo. 

E lei lo fece, pensando che, nel buoi della notte, gli occhi di Zayn non erano mai stati così meravigliosi. 

Le parve che quegli occhi le gridassero ‘Resta’  nonostante il ragazzo non avesse aperto bocca. 

Lei rimase lo stesso.

Fece qualche passo in avanti e lo abbracciò d’impulso. Zayn ricambiò stringendola forte. Le era grato che l’avesse fatto. Chloe era così bella. I suoi capelli avevano ancora quel magnifico odore di mandorle e li portava sciolti e ribelli, proprio come piacevano a lui. E i vestiti che indossava, la rendevano ancora più attraente di quanto lei già non fosse. 
Era Fantastica.

Sciolsero l’abbraccio, e entrambi per un istante sentirono staccarsi reciprocamente una parte di sé. 
Per un attimo Zayn venne colto nuovamente dall’impulso di baciarla. Poi pensò a Beth, e a Harry, e si trattenne.
E poi, al piano di sotto c’era la sua ragazza, non poteva fare cose sconsiderate. 
Guardò Chloe alla luce della luna e scoprì che non l’aveva mai dimenticata. L’amava, l’aveva amata dal primo giorno che l’aveva vista e l’amava ancora, malgrado tutto. 
Ma non poteva dirglielo, non adesso che le loro vite erano cambiate. Sarebbe stato solo un enorme casino dirle la verità adesso. C’erano di mezzo troppe persone. 
Distolse gli occhi da lei e si guardò le mani, in continuo nervosismo. Chloe era imbarazzata dalla situazione. 
Sapeva che Zayn la odiava, allora perché le aveva chiesto implicitamente di restare? E poi, perché la guardava in quel modo? Era tentata dall’impulso di andarsene, ma rimase. Non si può sempre fuggire da tutto, no?

<< Perché mi hai chiesto di restare, Zayn? >>Disse, mentre dalla bocca le sfuggivano le parole. La domanda spiazzò Zayn, che si mise sulla difensiva.

<< Non l’ho fatto. >> Rispose con tono distaccato, che proprio non gli si addiceva.

<< Lo so. I tuoi occhi l’hanno fatto al posto tuo. >> Disse lei. Zayn non rispose.

Chloe ormai aveva perso la pazienza e sospirò, decisa una volta per tutte ad andarsene.
Ma proprio quando stava per voltarsi, Zayn la prese alla sprovvista e la baciò. Le posò le mani sulle guance e lei rimase immobile. 
Quando si staccarono, Zayn scese dal muretto dov’era seduto e torno al piano inferiore, mentre Chloe guardava verso l’orizzonte, senza riuscire a togliersi dalla testa il pensiero che le labbra di Zayn fossero così dannatamente morbide.

Ehi!

    Spero che questo capitolo vi sia piaciuto ;) 

Ringrazio nalessandraHM e Anny_Anny05 per aver recensito, mi fa piacere che vi piaccia la storia. 

Ringrazio anche le 140 persone che, complessivamente, hanno letto la storia.

Bene, detto questo, vi aspetto nell'area recenzioni ;)

A presto. 

Im_your_Nightingale. <3

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Capitolo 5
*** .5 ***


La mattina successiva Chloe si sentiva ancora più spossata della sera prima.
Ricordava tutto, forse fin troppo bene. 
Ricordava del terrazzo, del bacio, e soprattutto del modo in cui subito dopo Zayn si era rapidamente dileguato dalla porta di servizio. Ricordava anche di aver visto Perrie e Zayn assieme, lei preoccupata dall’espressione del suo ragazzo gli accarezzava le guance, e lui, il viso nella mia direzione, teneva lo sguardo puntato su di lei, che parlava con Harry.
L’ultima cosa che ricordava era, appunto, di aver chiesto ad Harry di riportarla a casa. Ricordava che lui si era preoccupato per lei. Ma non aveva fatto domande, almeno per il resto della serata. Si aspettava che, appena tornati a casa, le avrebbe fatto qualche domanda, anche solo per sapere se stava bene.
Invece nulla.
L’aveva semplicemente fatta salire in macchina e l’aveva portata a casa. Aveva chiuso la porta, appeso il cappotto, e l’aveva seguita di sopra. Si era messo il pigiama e si era steso sotto il piumone, abbracciando Chloe e accarezzandole i capelli per farla addormentare. Ed era questo che Chloe apprezzava di Harry. Era il motivo per cui non aveva bisogno di sapere cosa fosse successo, sapeva che c’era qualcosa che non andava, e allora pensava a farla stare meglio. Non gli importava sapere per forza ogni piccolo dettaglio, sapeva che prima o poi sarebbe stata lei a parlargliene. Ma parlargli di cosa? Infondo era stato Zayn a baciarla, e per quanto lei lo volesse da quando aveva almeno quindici anni, era stato lui a far accadere tutto. In maniera tanto fulminea, poi, da sembrare frutto dell’immaginazione. Proprio quella mattina, mentre teneva la testa appoggiata sul petto di Harry, e le sue braccia le circondavano i fianchi, Chloe sentiva che quel bacio, così inaspettato, l’avrebbe stravolta per sempre. Ma, più di ogni altra cosa, sentì di dover parlarne con Harry. Si tirò su nel letto, e guardò l’avvenente ragazzo accanto a sé.

<< Harry devo parlarti. >> Disse in tono serio. Harry sapeva che, con quel tono, Chloe voleva parlarle di qualcosa di importante.

<< Riguarda ieri sera, vero? >> Disse, e lui lo sapeva. Sentiva che era successo qualcosa.

<< Si.>> Rispose la bionda. Ci fu qualche secondo di sordo silenzio, nel quale entrambi pensarono di dover essere sinceri, l’uno con l’altro.

<< Ieri sera... ecco... Zayn... m-mi ha... Zayn mi ha baciata, Harry. >> Disse con calma, cercando di misurare le parola. Ad Harry  mancò il respiro, ma cercò in tutti i modi di non darlo a vedere. L’idea che qualcun altro, oltre lui, avesse baciato le labbra di Chloe, lo faceva impazzire. Ma Chloe non era innamorata di lui, ma di Zayn. E doveva accettarlo. Sforzò un sorriso.

<< E non sei contenta? >> Rispose, prendendole le spalle.

<< Si... No... non lo so, Har. >> Disse lei, con le mani davanti alla faccia, confusa.

<< Come non lo sai? Non sei innamorata di Zayn da sempre? >> Chiese Harry, sebbene quelle parole gli costassero care.

<< Si, ma adesso non è lo stesso, Harry. Sono cambiate tantissime cose. Ho Elizabeth, ho te, e c’è Perrie. E poi mi ha semplicemente baciato, è scappato subito dopo, senza darmi nemmeno spiegazioni. E’ impossibile, Har.>> Spiegò, sebbene lei voleva che fosse possibile. Harry capì che lo diceva andando contro il suo cuore, e, anche se lui si era innamorato di Chloe, si sentì in dovere di contraddirla e rassicurarla.

<< Nulla è impossibile. Guarda noi! La nostra situazione vista dall’esterno è impossibile, eppure noi la viviamo. Basta solo che tu lo voglia. E poi, non credi di dovergli chiedere spiegazioni? Magari quel bacio lo sentivate entrambi. Dovresti parlargli, Chloe. >> Conclude il riccio, deciso. Non può vederla soffrire ancora, e se questo significa soffrire, sopporterà il dolore pur di vederla felice. Lei sospira affranta.

<< D’accordo, ci parlerò. Non sei arrabbiato, vero? >> Chiese, temendo il peggio.

<< Dovrei esserlo? >> Domandò Harry retorico.

<< No, è solo che... sai, siccome viviamo insieme, e quindi tecnicamente ‘stiamo insieme’, pensavo che ti avrebbe dato fastidio. >> Spiegò la bionda. Harry la guardò mimare le virgolette e a quelle parole gli si frantumò il cuore. Voleva tanto dirle che era geloso marcio, eppure non mosse un muscolo.

<< Chloe, sta tranquilla, non sono arrabbiato. Il fatto che abbiamo una bambina implica che viviamo assieme, ma io non ti impedirò mai di vederti o sentirti con qualcuno. Sei libera di fare ciò che vuoi, è la tua vita. Non mi devi giustificare nulla. >> Disse a malincuore. Chloe lo abbracciò di slancio, e Harry  la strinse forte, consapevole di aver fatto la scelta migliore. Seppure non per lui.

(...)

Ed eccoli lì, dopo aver fatto tutte le valigie, scendere giù per le scale. Posano tutti i bagagli all’ingresso, si mettono i cappotti, coprono bene la piccola Elizabeth. Gli altri li raggiungono all’uscio, con il cuore stretto in una morsa.  Louis vorrebbe far quadrare ogni tassello, vorrebbe che tornasse la pace e la felicità in quella che, infondo, era pur sempre una famiglia. Vorrebbe tanto dirgli di restare, ma sarebbe tutto inutile. Sa bene che ogni tentativo andrebbe vano, che Chloe non rimarrebbe mai, un po’ per lavoro, un po’ perché quella situazione sta diventando davvero troppo.  Ma vorrebbe davvero sistemare tutto. Anche Eleanor, e Liam, e Danielle, e Niall pensano la stessa cosa. Anche loro vorrebbero far tornare tutto a un anno prima, a quando Chloe si laureava e andavano tutti a festeggiare in un ristorante carino vicino Londra. E invece Zayn vorrebbe tornare alla sera prima, nell’attimo esatto in cui l’aveva baciata, per avere la forza di rimanere e stringerla forte fra le sue braccia, invece di scappare come un ladro che ha appena rubato una collana di diamanti. Avrebbe voluto davvero confessarle il suo amore, dirle che non era mai riuscito ad odiarla davvero, perché era troppo cieco d’amore per lei per non vedere quanto male gli stava procurando. Voleva dirle che aveva pensato a lei ogni giorno da quando era andata via, e ogni giorno si chiedeva se mai sarebbe ritornata. Ma era rimasto zitto. Chloe ed Harry erano davanti a loro, consapevoli che era il momento di dirsi addio. E lei sentiva, stavolta, il dolore intenso e straziante di un abbandono lento e sofferto. Harry salutò tutti, in modo da facilitarle il compito. Lei strinse fra le braccia la piccola Beth e avanzò verso Niall, che le strinse a sé, così forte da non volerle più lasciar andare. Poi toccò a Liam e Danielle, che si raccomandarono con lei come fanno i genitori con le figlie maggiori. Eleanor le baciò entrambe, facendosi promettere che avrebbero chiamato appena arrivati. Chloe annuì e passò oltre. Gli occhi lucidi di Louis luccicavano appena, e lui si affrettò a coprirli con le mani. Chloe lasciò Elizabeth ai suoi piedi e posò le sue mani su quelle di Louis, scostandole. Raccolse qualche lacrima che era scesa e lo abbracciò.

<< Torno. Te lo prometto. Ti prometto che ci rivediamo Louis, ma ti prego, smettila di piangere. I tuoi occhi meravigliosi si rovinano così. >> Gli sussurrò all’orecchio, riuscendo a farlo sorridere. 
Un’altra stretta, poi la lasciò, sfiorandole appena la guancia con le sue mani grandi e paterne. Dalle spalle di Louis, Chloe vide lo sguardo di Zayn. Poi sentì un leggero strattone. Era la piccola Elizabeth che, dopo essere stata bruscamente mollata a terra dalla mamma, reclamava di tornarle in braccio. Chloe la riprese e gli si avvicinò, aspettando da lui il primo passo. Non sapeva proprio cosa fare dopo la sera precedente.

<< Beh, allora ciao, Chloe. >>

<< Ciao, Zayn. >> Si limitarono a dire, freddi e distaccati come al suo arrivo. Zayn si chinò per lasciare un leggero bacio sulla tempia di Beth, dopodiché scambiò un ultimo sguardo con Chloe, prima che lei si voltasse e avanzasse verso la porta, già aperta e con Harry che sistemava i bagagli in macchina. Scese i pochi gradini, poi arrivò fino alla portiera e l’aprì, lasciando Elizabeth sul seggiolino mentre Harry, dall’altro lato, le metteva la cintura. Chloe sbatté la portiera posteriore ed aprì quella del passeggero, abbandonando la borsa sotto il cruscotto. 
E fu un attimo.
Chloe si sentì chiamare e, un attimo dopo, due braccia possenti la stringevano all’altezza delle scapole, e il profumo di Zayn le impregnava la pelle.

Ehi! 

Non vi tratterrò a lungo, anche perchè vado parecchio di fretta. Spero vi piaccia. 

Grazie a voi che leggete la storia, siete tantissime/i. Aspetto con ansia le vostre recenzioni.

Un Bacio.

Im_your_Nightingale.

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Capitolo 6
*** .6 ***


Is this the place we used to love?

Is this the place that I’ve been dreaming of?


Erano partiti, da dieci minuti ormai, e quella porta era rimasta freddamente chiusa dopo che Chloe era andata via. 
Zayn, seduto proprio sulle scale di fronte, la fissava con rabbia. Quella porta chiusa, infatti, stava a significare che Chloe si era chiusa tutto alle spalle, che era venuta per scusarsi e, non essendo trattenuta da nessuno, se n’era andata chiudendo quel capitolo della sua vita, forse per un po’, forse per sempre. I ragazzi sistemarono la casa, rifecero i letti, riposero l’albero al suo posto e controllarono più volte, preoccupati, l’amico rimasto immobile dalla partenza della bionda. Zayn in realtà pensava a come si era sentito la notte di Capodanno, dopo quel bacio. Nulla era da spiegare, il suo cuore andava alla rapidità di un fulmine solo a ripensare a quel breve contatto. Eppure l’aveva lasciata andare, di nuovo, stavolta per sempre. Era più che certo che Chloe non sarebbe tornata, non di certo per non essere ascoltata di nuovo. Lui sapeva di essere cocciuto, eppure le condizioni erano troppe da accettare. Non c’erano solo loro due. C’era di mezzo Perrie, Harry, e più di tutti la loro figlia. Ma questi erano davvero degli ostacoli? No, era difficile da ammettere, ma Zayn sapeva che alla base delle incomprensioni c’era proprio lui. Era stato lui a non dire nulla per farla rimanere, pur sapendo che una sola parola sarebbe bastata a farla restare. Quell’abbraccio per strada era una tacita richiesta di aiuto, di aiuto a rivelare il proprio amore, ad abbattere tutte le difese che assumeva per non essere ferito. Sapeva che Chloe non avrebbe fatto tutto questo per lui, semplicemente perché anche lei era distrutta, erosa e consumata dall’amore. Anche lei aveva difensive da demolire, fiducia da coltivare e difficoltà a rivelarsi. Entrambi avevano bisogno l’uno dell’altro, eppure sembravano talmente distanti, impossibili da raggiungersi l’un l’altro. Zayn si alzò, dopo aver passato più di venti minuti a fissare quel rettangolo di legno massello, e andò in camera sua, grato che nessuno avesse cercato, in qualche modo, di consolarlo. E solo, in quel fioccante pomeriggio di Gennaio, si sdraiò sul suo letto e pianse tutte le lacrime che aveva a disposizione.

Dall’altra parte di Doncaster, mentre lentamente viaggiavano verso casa, Chloe scorse un posto a lei familiare. Chiese ad Harry se potessero fermarsi per qualche minuto, e lui accostò l’auto accanto al cancello, accogliendo la sua richiesta. Lei gli chiese se potesse rimanere sola, e lui annuì, consapevole che Chloe avesse bisogno di tempo per pensare. La ragazza scese, chiuse la portiera e si incamminò oltre il cancello appena aperto. Harry spense la macchina, dando un’occhiata alla figlia seduta dietro sul seggiolino per accertarsi che stesse dormendo. Poi posò entrambi i gomiti sullo sterzo e si portò la testa tra le mani, confuso e angosciato più che mai. La prima cosa di cui si accorse, dopo essere rimasto in silenzio per qualche minuto, era che il suo cuore aveva uno strappo. Appena accennato, anche se ben delineato da una rottura netta e decisa. E un attimo dopo, anche parecchio dolorosa. Guardò davanti a sé, fissando l’orizzonte, mentre gli occhi smeraldo si velavano inevitabilmente di lacrime. Prese un lungo respiro, facendo uscire appena un rantolo di disperazione, poi si affrettò a coprirsi la bocca, sperando di non aver svegliato la sua bambina. Si asciugò le lacrime fuoriuscite, dandosi palesemente del deficiente e inveendo contro se stesso nei suoi pensieri. Si disse che era così stupido, nel credere di sentire il suo cuore stappato. Era una sensazione impossibile da percepire con i sensi, eppure sentiva che quello strappo era proprio lì, a farlo sentire ancora più stupido di quanto non fosse stato quella stessa mattina, quando Chloe le aveva confessato del bacio. A quel pensiero lo strappo gli bruciò, dando una sensazione inverosimile di pizzicore alla parte sinistra del petto. Eppure Harry amava Chloe così tanto. Se ne era accorto da poco, e aveva cercato in tutti i modi di non lasciar trasparire alcuna emozione, sebbene un miscuglio di esse lo stavano logorando dentro. Prima tra tutte la rassegnazione del fatto che Chloe amava Zayn. Poi la frustrazione di amare senza essere corrisposti. In seguito la gelosia nei confronti di Zayn, che avrebbe potuto averla se solo non fosse stato così cocciuto e orgoglioso. L’unica cosa che lo faceva mantenere la calma era Elizabeth. Lei era la sua piccola, e con o senza amore di Chloe, sarebbe rimasta per sempre sua figlia. Si voltò verso di lei, il visino angelico posato delicatamente sulla testiera del seggiolino. Si sporse dal sedile e allungò la mano verso la sua piccola e paffuta guancia, lasciandole una delicata carezza. Fece un sorriso sghembo, concentrandosi a pensare solo alla sua piccolina. Tirò un’ultima volta su col naso, controllo allo specchietto di avere un espressione pressoché neutra, e iniziò ad osservare distratto l’orizzonte.

 

Nel frattempo Chloe diede un’occhiata in giro, rendendosi conto che era tutto ricoperto di un velo di ghiaccio e neve. Avanzò ancora, fino ad arrivare ai piedi del laghetto. Lo osservò bene, con il suo colore grigiastro e contornato dal bianco candido della neve. Si passò una mano tra i capelli, vaporosi e morbidi, e sospirò, indecisa se continuare o meno. Poi avanzò, arrivando alla quercia secolare, dove ad un ramo era appesa un’altalena di legno. Il candore bianco rendeva quel posto ancora più dolce e speciale, pensò. Sotto quella quercia quante volte aveva studiato assieme a Zayn, quante volte avevano fatto la battaglia del solletico, quante volte l’aveva spinta su quell’altalena. Ricordi di un tempo, di quando era un’adolescente, di quando era innamorata di Zayn e non gliel’aveva mai detto, di quando andava ancora con Louis a prendere le sue sorelle e vedeva film sul divano con Niall, ingurgitando patatine. Quanti ricordi lì. Chloe si sedette sull’altalena, fissando l’orizzonte. Avrebbe potuto tenersi stretto tutto questo, si disse, se solo fosse stata più matura. Certo, Elizabeth era una benedizione, ma lei voleva godersi un altro po’ di quell’indipendenza, di quella libertà, di quell’adolescenza e spensieratezza che aveva avuto prima. Ora era una mamma, non poteva mostrarsi debole, non poteva lascarsi trasportare dagli eventi, seguire il proprio cuore. Ora doveva prendersi cura di sua figlia, occuparsi di lei, aveva delle responsabilità e non poteva concedersi di prendere nulla alla leggera. Le mancavano tanto i pomeriggi di noia, le serate con gli amici, il proprio spazio. Avrebbe dovuto parlare con Zayn, dirgli che l’amava prima di partire, un anno fa. Magari le cose sarebbero andate diversamente. Ma non lo aveva fatto. Aveva preso il primo treno ed era scappata via. Anche la sera precedente avrebbe voluto aprire il suo cuore, finalmente, dopo quel bacio. Ma Zayn era scappato via, come se quel bacio fosse stato un incidente, un errore. Non le aveva lasciato nemmeno il tempo di parlare, che era andato via. E quella mattina, quell’abbraccio. Chloe sapeva che voleva che restasse. Ma non poteva sempre essere lei a farlo. Voleva sentirselo dire, forte e chiaro, quel ‘resta’. Voleva che lui ammettesse di aver bisogno di lei. E lei sarebbe restata, pensò. Lei sarebbe restata per lui, perché lo amava. Ma non poteva sempre fare le cose per tutti e due. Già quando si era scusata, l’aveva fatto per entrambi. E anche quando, la sera prima, era rimasta in terrazzo e l’aveva abbracciato, l’aveva fatto per entrambi. Zayn non riusciva ad esternare ciò che provava, ma non ci provava nemmeno. E lei era stanca di fare le cose per tutti e due. Nonostante quella mattina fosse tentata dal baciarlo, aspettò che l’abbraccio fosse sciolto e salì in macchina, partendo il più velocemente possibile. Le relazioni sono fatte di interminabili compromessi, si disse, e se Zayn non fosse sceso anche lui a compromessi, lei non avrebbe più fatto nulla. Fece un sorriso amaro, tornò a guardare per l’ultima volta l’orizzonte, e si avviò verso l’uscita. Ritornò in macchina, accorgendosi che dei piccoli fiocchi di neve le si erano depositati sui capelli. Harry le sorrise e le chiese se stesse bene. Lei annuì e lui accese la macchina, ripartendo verso casa. E mentre Chloe guardava fuori dal finestrino, dicendo addio per l’ultima volta a quel magnifico luogo, si accorse che qualche fiocco di neve le si era depositato anche sul cuore.

Salve ragazze!
Finalmente, a una settimana esatta porto questo nuovo capitolo, sperando che gradirete.
Vorrei proprio sapere cosa ne pensate. Adesso vo lascio, non vorrei crearvi troppo disturbo.
La canzone citata all'inizio del capitolo è questa:
http://www.youtube.com/watch?v=0p_jeoOkhq0
E l'outfit di Chloe e Elizabeth è questo:
http://www.polyvore.com/senza_titolo_200/set?id=86191211
Quindi ci vediamo al prossimo capitolo. Grazie a tutte per leggere questa fanfiction. Un bacio.
Blueballoon.


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Capitolo 7
*** .7 ***


Every step you take, every move you make,

Every single day, and every words you say,

I am watching you.

Every Breath You Take – The Police

 

 

<< Ma secondo te Zayn ci pensa? >> Domandò Margaret all’amica, seduta di fronte a lei.

<< A cosa? >> Chiese Chloe, senza degnarla di uno sguardo, continuano a scrivere l’articolo. Le aveva raccontato tutto ciò che era successo a Doncaster,  e un minuto dopo se ne era pentita.

<< A cosa, secondo te? Al bacio, ovviamente! >> Esclamò la rossa. Chloe alzò la testa di scatto, fulminandola con lo sguardo.

<< Ti prego, Maggie, possiamo evitare di parlarne? Non è così semplice. >> Mormorò, chinando la testa.

<< No, è semplicissimo. >> Disse Maggie in tono severo. << Sei tu che lo complichi, Chloe. Beth non è un problema. E nemmeno Harry. Ma li stai facendo diventare tali. Tu non te ne accorgi nemmeno... >> Disse poi la rossa, cercando di abbandonare il discorso.

<< Di cosa non mi accorgo, Margaret? Dimmelo, perché io proprio non lo so. >> Rispose arrabbiata la bionda. Non riusciva a credere che la sua amica la stesse criticando per ciò che aveva fatto. Ma d’altronde non ci era lei dentro fino al collo, o no?

<< Non ti accorgi che Harry è innamorato di te. Mio Dio, si vede lontano un miglio che ti muore dietro. Ti viene a prendere a lavoro, ti riempie di regali, ti tratta come una principessa. E credimi, sono stata tanto di quel tempo con voi da potermene accorgere. Harry ti ama. Eppure tu lo tratti come se fosse solo ‘il padre di tua figlia’. Come fosse uno che si è trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato, e soprattutto con la persona sbagliata. E come se non bastasse, con questa cosa che è successa con Zayn lo stai distruggendo ancora di più. Se ami davvero Zayn parlaci, chiarite, mettetevi insieme se vi amate, ma smettila di far soffrire Harry, perché davvero non se lo merita. Lui è quello che ci sta rimettendo di più in questa storia. Perciò apri gli occhi, Chloe, o te ne accorgerai troppo tardi, credimi. >> Le urlò contro Margaret, prima di sparire dalla porta dell’ufficio.

Chloe rimase impietrita per qualche minuto, prima di riprendere a respirare. Inviò automaticamente il file che aveva di fronte e spense il computer, voltandosi verso l’enorme vetrata alle sue spalle. Puntò lo sguardo dritto verso il cielo e rifletté sulle parole di Margaret. Aveva forse ragione? Infondo, se avesse parlato con Zayn, forse le cose si sarebbero sistemate.

Stupida, concentrati su quello che ti ha detto Maggie!! Le urlò la parte più remota del suo cervello.

È vero, si riscoprì a pensare. Harry la trattava come una pietra preziosa, qualcosa di fragile del quale prendersi cura con molta attenzione. Eppur lei non aveva mai neppure pensato di guardarlo sotto quell’aspetto. No, si disse, erano tutto fuorché amanti. Lui era il padre di Beth e lo sarebbe sempre stato, ma non significava nulla più di quello. E se lui si stesse illudendo? Chloe scosse la testa, cacciando indietro il pensiero. Si disse che, se fossero arrivati a tal punto, lei avrebbe messo in chiaro le cose. Harry poteva capirla. Si, ma lei era disposta ad ascoltare il cuore di Harry? Non ne era sicura. D’altronde, l’ultimo weekend era stata una vera e propria rivoluzione nella sua vita. Diede una breve occhiata all’orologio e acciuffò il cellulare dalla scrivania, per mandare un rapido messaggio.

Harry, passo a prendere Beth. Vado da sola.

Ci vediamo a casa, Chloe.

Lo inviò e prese velocemente la borsa e il cappotto, per poi correre verso l’ascensore. Saltò sul primo taxi e diede l’indirizzo dell’Harmony PlayHouse, l’asilo della figlia. Non più di venti minuti dopo era fuori il grande cancello, quando la bambina le corse fra le braccia entusiasta. Chloe la prese e le diede dei sonori baci sulla guancia, prima di rimetterla con i piedi per terra e avviarsi alla prima gelateria. La piccola Elizabeth prese un’enorme gelato alla fragola, nonostante fosse Gennaio, e lo mangiò di gusto accanto alla madre, che rifletteva ancora su ciò che era successo in ufficio. Chloe penso a Elizabeth, a cosa sarebbe successo se lei avesse deciso di provare a stare assieme a Zayn. Si diede della stupida, per aver fatto tutte quelle supposizioni e per tutti quei ‘E Se?’ che le condizionavano la vita. Ne avrebbe parlato con Harry, e avrebbero trovato una soluzione. Non c’era null’altro da fare. Osservo sua figlia mentre tutta impiastricciata di fragola le sorrideva, e rise di gusto assieme a lei. La pulì alla bell’è meglio e la prese per mano, pronta a tornare a casa. Quando varcarono la soglia dell’appartamento Beth corse tra le braccia del papà, impegnato a guardare la televisione, mentre Chloe gettò i suoi decolté nell’angolo dell’ingresso e la sua giacca su un tavolino adiacente. La borsa finì chissà dove, e lei si gettò a peso morto sul divano, finendo con la testa sulle ginocchia del riccio. Sorrise, mentre piegava le ginocchia e puntava i piedi sul bracciolo del divano bianco. Alla sua sinistra, Harry teneva sua figlia, inginocchiata sul tessuto, mentre appoggiava la testa sulla spalla del papà. Lasciò un bacio sulla fronte alla piccola, poi passo una mano sulla guancia della bionda, sorridendo in modo agrodolce. Di nuovo Harry si chiese dove sarebbero potuti finire lui e Chloe, e di nuovo si disse che non avevano futuro. Immaginò loro due, l’uno nelle braccia dell’altro nel giardino di casa Styles, mentre si baciavano e la piccola Elizabeth giocava a rincorrere farfalle. Scacciò il pensiero, guardando nei profondi pozzi blu che gli stavano scrutando il mento. Diavolo, com’era bella Chloe. Aveva sempre avuto una strana propensione per lei, ma la bionda non aveva mai visto oltre l’amicizia. E forse il messaggio che gli aveva inviato poco prima ne era l’ennesima prova. Era freddo, distaccato, quasi formale e diplomatico. D’altronde, Chloe era di Zayn, e l’opposto, anche se non stavano realmente insieme. C’era un filo connettore tra di loro, indistruttibile persino dalla distanza e dal tempo. Harry fissò lo sguardo verso la tv, pensando di dover chiarire una volta per tutte i suoi sentimenti per la ragazza, e viceversa. Beth lo guardò, premendogli una manina vicino alla bocca, come a cercare la fossetta che gli si formava sempre quando rideva.

<< Paapà! >> Esclamò per attirare l’attenzione. Harry spalancò gli occhi e Chloe scattò a sedere.

<< Cos’hai detto Beth? >> Disse il moro guardandola.

Lei sorrise e ripeté: << Paapà! >>

Harry e Chloe si guardarono, increduli, per poi sorridere vistosamente.

<< Sai dire qualcos’altro, Betty? >> Disse la bionda. La piccola annuì.

<> Si sforzò la piccola, imbronciandosi. << Ma...mmma! >> Esclamò poi. Harry la prese in braccio e la fece volteggiare a mezz’aria, entusiasta. Quando fu tra le braccia del padre, Elizabeth rise di cuore e si lanciò verso la mamma, che la stringeva forte.

<< Le tue prime parole Betty, hai detto le tue prime parole! >> Gridò con gioia Chloe. Harry le abbracciò entrambe, sorridendo, e sua figlia poté vedere e toccare finalmente le fossette che tanto le piacevano del padre. E per un attimo furono solo loro, senza ripensamenti, senza aspettative o dubbi. Una famiglia normale, una famiglia felice.

 

Ehi!

Salve ragazze, sono tornata.

Ho notato che alcune di voi hanno avuto un dispiacere nel vedere questa storia sospesa,

motivo per il quale ho deciso di riprendere in mano questa trama. 

Spero che voi lettrici capiate che la mancanza di recenzioni e il periodo estivo rende il tutto un po' più difficile.

Nonostante ciò, spero di avere esiti positivi per questo capitolo, sarebbe un buon modo di ritornare il carreggiata.

Va bene, vi lascio. Vi sono grata se state leggendo questo sproloquio, vuol dire che ci tenete davvero alla storia e mi sopportate per questo. Vi voglio bene. 

Un Bacio. 

Blueballoon


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Capitolo 8
*** .8 ***




It isn’t easy for me to let it go

Cause I swallow every single word

And every whisper, every sigh

It swept this heart of mine

And there is a hollow in me

Sweet Nothing - Calvin Harris Ft. Florence Welch

<< Oh, davvero? Ma è fantastico! >> Esclamò Louis dal giardino di casa Tomlinson. Zayn era seduto sul dondolo, tutto incappucciato, come faceva da qualche giorno a quella parte. Più precisamente, da quando Chloe era partita per Londra. Da un paio di settimane se ne stava lì tutto il giorno, a pensare, a piangere, a urlare e a pregare perché lei tornasse. Louis aveva acconsentito ad accoglierlo a casa sua, dal momento che la sua ragazza era in Italia per lavoro e Perrie non lo andava a trovare da un po’. Si era preso cura di lui, consolandolo per quanto possibile e facendolo ragionare il più delle volte. Zayn era distrutto. Ogni volta che Louis cercava di spostare i discorsi su qualcosa che non fosse Chloe, lui ritornava all’argomento principale e allora Louis lo spronava a riprendersi, o almeno a fare qualcosa. Il punto era che non sapeva proprio cosa fare. Parlarle, una volta per tutte o partire, andare il più lontano possibile da tutto e tutti e dimenticare? Si torturava giorno e notte su questi due punti, e quando non pensava, scriveva. Le più belle canzoni, poesie, frasi d’amore mai scritte. E si liberava, anche se la sensazione durava poco. Louis cercò di allontanarsi il più possibile da Zayn, per continuare a parlare al telefono con Chloe.

<< Chloe, tu sai che non voglio farti sentire in colpa, ma Zayn sta veramente, veramente male. E lo sai che non te lo direi se non fosse davvero grave. >> Mormorò alla cornetta il ragazzo. Chloe sospirò, mettendo Elizabeth tra le braccia del papà. A Londra, quella mattina, c’era stranamente il sole, e Chloe stava preparando la figlia per portarla a scuola. Si sistemò la gonna del vestito e guardò l’orologio appeso alla parete. Aveva una riunione, e avrebbe fatto irrimediabilmente tardi. Poi si fermò un attimo dietro la porta della cucina, per rispondere a Louis.

<< Lo so, Louis. Anch’io sto male. Ma non possiamo fare nulla. Io devo continuare la mia vita e lui la sua, com’è stato nell’ultimo anno. Adesso scusami, ma devo portare Beth a scuola. Ti richiamo presto. Ti voglio bene. >>

<< Ti voglio bene anch’io Chloe. >> Rispose sconsolato Louis. Aveva sperato di far ragionare almeno uno dei due, ma sembrava dare scarsi risultati su entrambi i fronti.

 Chloe chiuse la comunicazione ed entrò in cucina, trovando Harry che puliva il visino a Elizabeth sporco di latte al cioccolato. Acciuffò la borsa e il cappotto suo e della figlia, per poi prepararle in fretta la cartella.

<< Chloe non preoccuparti, la porto io a scuola. Vai al lavoro. >> La rincuorò Harry, prendendola per le spalle. Lei lo abbracciò.

<< Grazie Har. Ho una riunione importante e forse mi promuovono, non posso mancare. >> Spiegò, infilandosi la giacca. Harry la liquidò con un ‘vai’ e un bacio sulla fronte, prima di vederla sparire oltre le scale.

<< Cos’ha detto, Louis? >> Chiese Zayn. L’amico gli si sedette accanto e gli passò un braccio dietro le spalle, pronto ad esserci non appena sarebbe crollato.

<< Che Betty ha detto le sue prime parole ieri. ‘Papà e Mamma’ , in quest’ordine. >> Disse divertito. Zayn accennò un sorriso sghembo.

<< E?>> Lo incitò a continuare. Il castano si limitò a stringergli un po’ di più la spalla, senza rispondere. Diversamente da come si aspettasse il ragazzo, Zayn contrasse semplicemente la mascella, prima di prendere una decisione.

<< Vado a parlarle. >> Disse, l’amico lo guardò in viso. Non c’era traccia di rabbia, lacrime, frustrazione o disperazione. Era solo Zayn. La sua determinazione. Si alzò e si diresse in casa, e Louis lo seguì.

<< In che senso vai a parlarle? >> Chiese confuso. Il moro prese un borsone e ci buttò dei vestiti a caso.

<< Nel senso che vado a Londra a parlarle. Devo parlarle Louis. Devo sapere se anche lei prova quello che provo io, e se possiamo provarci. In caso contrario, quando tornerò ricomincerò daccapo. Non resterò ad aspettare che lei torni, non un’altra volta. >> Louis incrociò le braccia e sospirò, rassegnato.

<< Prendi la mia macchina. >> L’amico si fermò di scatto, guardandolo in faccia.

<< Come scusa? >>

<< Hai capito benissimo. >> Disse, prima di essere travolto dal suo abbraccio.

<< Ok, può bastare. Finisci di fare le valigie, ti prenoto un albergo. >> Affermò Louis, uscendo dalla stanza. A borsone finito, Zayn si fece dare l’indirizzo dell’albergo e le chiavi della macchina.

<< Sta attento ok? E fammi sapere cosa succede. Non vorrei preoccuparmi ulteriormente. Ti voglio bene Zayn. >>

<< Anch’io Louis. E grazie. >> Detto ciò salì in macchia, mise in moto e partì verso l’autostrada.

 

Nel tardo pomeriggio, proprio mentre stava percorrendo il viale di casa sommersa dalle buste della spesa, Chloe notò una figura seduta fuori il portone del palazzo. Si avvicinò sospettosa, valutando se era il caso di andarsene oppure proseguire. Appena capì chi era la persona in questione rallentò, decidendo che sarebbe stato molto più opportuno andare via. Quando fu davanti a lui notò che fosse leggermente scosso, eppure aveva un espressione seria e determinata. E Chloe si ritrovò un mare di domande affollarle la mente, tra qui spiccavano le due più allarmanti: Cos’è successo? e Perché sei qui?

Ma, facile da immaginare, fu la seconda ad uscire automatica dalle sue labbra senza che nemmeno se ne accorgesse. Zayn la osservò, e non seppe come descriverla. Stanca, sicuramente. Preoccupata anche. E incuriosita, forse. Ma sicuramente, si disse, Chloe era infelice. E vederla così lo uccideva.

<< Possiamo parlare? >> Chiese il moro sviando la sua domanda.

<< Ho l’impressione che non te ne andrai finche non avremmo parlato, perciò non ho altra scelta. >> Rispose Chloe, aprendo il cancello del palazzo. 

Salirono le scale in religioso silenzio, prima di entrare in casa Styles/Sanders. La prima cosa che pensò Zayn entrando era che si sentiva il tocco di Elizabeth in quella casa. I giocattoli sparsi qua e la, i pastelli abbandonati sul tavolo da pranzo e una barbie svogliatamente lasciata mezza nuda ai piedi della cameretta ne confermavano la presenza. Il ragazzo abbozzò un sorriso, prima di seguire Chloe in cucina. La bionda posò le borse della spesa sul tavolo e lo invitò a sedersi con un cenno del capo, prendendo a sistemare ogni cosa al proprio posto. Zayn la osservò con attenzione, cercando di recepire ogni minimo segnale di nervosismo o fastidio nei suoi movimenti, ma non trovò nulla. Tuttavia sapeva che Chloe non era affatto tranquilla, anzi. Aveva mascherato bene ogni sentimento, forse per abitudine di proteggersi dagli altri, da ciò che l’avrebbe fatta soffrire. Una cosa era certa: lei stava provando qualcosa mentre lui la osservava. Chloe finì di sistemare l’ultimo pacco di biscotti nella busta e si fermò, con i polsi appoggiati al lavello, rivolta verso Zayn. Non riusciva proprio a capire perché fosse lì. Dopotutto l’aveva palesemente rifiutata, senza nemmeno provare a fermarla. Eppure, per un attimo, le tornarono alla mente le parole di Margaret. Ma secondo te Zayn ci pensa? Evidentemente sì. Ci aveva pensato, altrimenti non sarebbe stato nella sua cucina, a Londra, in quel momento.

<< Perché sei qui, Zayn? Ti prego dimmelo, perché io non ci capisco più nulla. >>

<< Dovevo vederti. Chloe, sappi che per me è difficile dirti quello che sto per dire, ma devo farlo. Quando sei andata via, un anno fa, mi hai ferito. Ho sentito il mondo crollarmi addosso, volevo chiudermi in casa e non uscirne mai più. Poi ho iniziato ad odiarti, o almeno ci ho provato. Ho tentato di odiarti per tutto quel tempo, in tutti i modi, e mi ero anche convinto di esserci riuscito, di averti chiuso in un cassetto del mio cuore e di averti sigillato lì, mentre riprendevo in mano la mia vita. Poi sei ritornata, e il cassetto è riesploso nell’istante esatto in cui sei apparsa davanti ai miei occhi, con lo sguardo stanco e una bambina dai capelli ricci tra le braccia. Ed ero confuso, spossato, frastornato. Ho cercato di ignorare il fatto che l’odio che mi ero costretto a provare era solo delusione di averti visto sparire dalla mia vita. Non potevo esserci ricaduto, mi dicevo. E invece era così. Io ho sempre provato qualcosa per te. E quella sera, su quel terrazzo, per un attimo mi sono illuso di poter tornare a un anno fa, a quella maledetta festa in cui avrei dovuto dirti che ti amavo. Ma non l’ho fatto allora, e dopo quel bacio mi sono reso conto che non si poteva tornare indietro. C’era in gioco troppo. Così ho cercato di renderti le cose più facili, in modo che fosse meno doloroso ripartire stavolta. Ma in queste due settimane mi sono accorto che un vuoto che avevo cercato di tappare prima, si è allargato in proporzioni esorbitanti e il desiderio di averti con me è ricomparso come un fiume in piena. Io ti amo Chloe. Ti amavo l’ultimo anno delle superiori, ti amavo l’anno scorso, ti amavo due settimane fa e ti amo adesso. Ma ho bisogno di sapere se anche tu mi ami nello stesso modo in cui ti amo io. >> Concluse Zayn, a pochi centimetri da lei. 

Chloe chiuse gli occhi per un attimo, valutando se stesse sognando o meno. In tal caso sarebbe stato un terribile incubo. Poi li riaprì e seppe che no, non stava sognando.

<< Zayn, con che coraggio sei partito da Doncaster stamattina per dirmi questo? Per venirmi a dire, dopo un anno che mi sono sentita uno schifo, che mi sono data la colpa per il tuo odio,  di amarmi. Hai idea di come sia distrutta io? Di come io mi odi per quello che ho fatto? Ho costretto Harry a fare il padre di una bambina che non voleva, me ne sono andata con il solo scopo di proteggervi, di proteggerti. Ti amavo anch’io Zayn. Ti amavo dal terzo anno di liceo. Ti ho amato ogni singolo giorno e non te ne sei mai accorto, sempre occupato da altro. E quando sono tornata non mi aspettavo certo di essere accolta a braccia aperte, sapevo di meritarmi il tuo odio e il tuo disprezzo per essere andata via così. Ma con quel bacio di Capodanno non ci ho capito più nulla. Sapevo che volevi che restassi, te lo si leggeva negli occhi. Ma non potevo essere sempre io a prendere le decisioni, Zayn. Dovevi fermarmi tu, dovevi dirmi che mi amavi e che ne eri disposto a correre il rischio. Ma non mi hai detto niente, se non “Ciao, Chloe”. E vuoi saperlo, Zayn? Io ti ho amato per tutto questo tempo, ma adesso non ti amo più. >> Sussurrò forzatamente.

Ogni parola le era costata cara, ma non poteva dire le cose come stavano. Ammettere che l’amasse ancora gli avrebbe fatto nascere false speranze, oltre che un nuovo dolore. E ora che Chloe conosceva i sentimenti di Zayn e stava iniziando a capire quelli di Harry, non poteva mettere lei prima di tutto. Sarebbe quindi stato meglio distruggere Harry andandosene da una vita che lei gli aveva imposto, o lasciare che Zayn incassasse il colpo e si costruisse una nuova vita, felice con qualcun altro? Seppure autodistruttiva, la soluzione appariva evidente. E omettendo di amarlo, aveva reso a Zayn più facile il compito. A volte bisogna mettere la propria felicità dopo quella di qualcuno altro. Qualcuno che in precedenza ha messo la propria in ombra per aiutarti. E quel qualcuno era senza dubbio Harry. Perciò Chloe inghiottì le lacrime e le parole che non avrebbe mai estratto in presenza di Zayn e lo ferì, consapevole che le avrebbe voltato le spalle, stavolta in maniera definitiva. 

Il ragazzo boccheggiò, ferito ma inespressivo. Era finita, la battaglia era terminata e lui ne era uscito battuto, sconfitto dal suo stesso amore. Chloe stava mentendo, lo sapeva. Non era mai stata brava a recitare. Zayn capì che non voleva soffrire più, e che anche se provava qualcosa non si sarebbe lasciata più andare. Accettò la sua decisione e non si oppose, consapevole che glielo doveva. Lei era stata male e lui non aveva fatto nulla per farla stare meglio, lasciando che si odiasse per qualcosa di cui non aveva colpa. Serrò la mascella, non severo ma ferito e deluso, capendo che era il momento di andare via. 

<< Credo non ci sia altro da dire allora. Addio, Chloe. >> Disse, prima di avvicinarsi piano e sfiorarle una guancia. Poi andò all’entrata e, così velocemente come era entrato, Zayn uscì da quella casa e dalla sua vita. Chloe si sentì improvvisamente vuota, si strinse tra le braccia e si liberò dei singhiozzi e delle lacrime che scendevano come cascate. Tenne la testa china e si sfogò per un tempo interminabile. Quando le lacrime furono esaurite, ne asciugò le scie umide e si condusse in camera da letto, ricomponendosi per l’arrivo di Harry e Elizabeth e chiudendo un capitolo della sua vita.

Et Voilà! 

 Rieccomi con il nuovo capitolo, anche se dopo tanto tempo. 

L'ispirazione è poca e la scuola è alle porte.

9 Settembre ti odio, sappilo. 

In ogni caso, spero vi piaccia. 

Grazie per aver letto e un bacione. 

Blueballoon. 

Chloe: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=94303181&.locale=it


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Capitolo 9
*** .9 ***


  If you’re pretending from the start like this

With a tight grip then my kiss,

Can mend you’re broken heart

I might miss everything you said to me.

And I could lend your broken parts

That might fit like this,

And I would give you all my heart,

So we could start it all over again.

-         Over Again, One Direction.

Harry stava parcheggiando sotto casa quando vide Zayn. Era sicuro fosse lui, con quei capelli corvini e l’andatura cadente.

Doveva essere Zayn, entrato velocemente nella Volvo – molto familiare per lui -  parcheggiata davanti casa sua e partito con la stessa rapidità verso la superstrada.

Zayn era qui, rimbombava il suo cervello, in un eco fastidiosa e costante. Era ovvio che cercasse Chloe, ed era altrettanto ovvio che l’avesse trovata a casa. 

Il panico s’impossessò di lui e strinse forte il volante, tanto da far diventare le nocche bianche.

Beth scalpitava al suo fianco, ansiosa di scendere dalla macchina e abbracciare la mamma, ma lui non le dava attenzione.

Era venuto a riprendersela. 

Forse. 

Forse no. 

Ma il dato di fatto era lei non c’era nella sua macchina. 

Slacciò velocemente la cintura di sicurezza alla figlia e la prese per mano, cercando di metterci il più tempo possibile a salire le scale. 

Sapeva che, con ogni probabilità, Chloe stesse piangendo. 

Ma non era quella la ragione. 

Non sapeva come affrontarla. 

Cosa le avrebbe detto? Infondo lui l’amava, l’amava davvero. 

Non aveva le parole adatte per consolarla stavolta, e sentiva il disperato bisogno di essere consolato anche lui.

Chloe amava Zayn, l’aveva sempre fatto.

E allora perché non era andata via con lui? 

La risposta la sapeva bene: Elizabeth. 

Lei era l’ancora che la teneva ancora a Londra, ancora in redazione, ancora con lui.  

Chloe si colpevolizzava troppo di tutto, ed era sbagliato. 

Lei aveva diritto alla felicità come chiunque altro.  

<< Papà? >> Domandò la piccola, non sapendo dire nient’altro. 

<< Piccola, facciamo così: adesso andiamo dalla nonna, ok? >> Le disse, riallacciandole le cinture.

La piccola annuì. Non ci volle molto per ripartire, così velocemente da non accorgersene.

Chloe aveva bisogno di tempo. E Harry, lui aveva bisogno di aiuto.

 

<< Mamma, è questo il punto. Non mi ama, non ha senso costringerla ad una vita in cui lei è infelice. Non voglio questo. >> Concluse rassegnato il riccio. Anne lo guardò con fare preoccupato e materno, prima di parlare.

<< Hai già preso una decisione allora. Non c’è bisogno che io ti dica nulla, so che farai la cosa giusta. Ma devo chiederti una cosa, Harry. Tu la ami? >>

<< Io tengo molto Chloe, e voglio che lei sia felice. E se l’unico modo per renderla felice è mandarla da Zayn, lo farò. So di amarla, perché la lascio andare via. >> Affermò convinto. La madre l’abbracciò.

<< Allora la tieni tu Betty? >> Le chiese. 

<< Si, non preoccuparti. Ti aspettiamo stasera. >>

 

Quando entrò, Chloe era seduta sul divano a gambe incrociate, lo sguardo perso nel vuoto e il volto stanco, smorto. Le si avvicinò con cautela, fino a inginocchiarsi davanti a lei, per poterla vedere al meglio. Lei tirò su col naso, pronta ad affrontare qualunque cosa. Quella qualunque cosa che non arrivò. Harry sospirò un paio di volte, prima di prendere le sue mani nelle proprie e stringerle.

<< Harry... >> Gemette lei. Lui annuì.

<< Se adesso ti dico una cosa, mi ascolterai? >> Col capo fece un gesto affermativo. Se avesse aperto bocca, il suono delle parole spezzate dalle lacrime l’avrebbe distrutta.

<< Và da Zayn. Io ti amo, ma lui ti ama più di me. Per una volta - una sola nella vita - ascoltati e agisci nel modo migliore per te e nessun altro. Io starò bene, Elizabeth si abituerà, ma tu e Zayn avete il diritto di essere felici. Adesso alzati da lì, prendi le chiavi della macchina e ferma quell’idiota prima che raggiunga Doncaster. >>   

Chloe guardò Harry incredula, prima che altre lacrime le solcassero il viso. Lo abbracciò, così forte da farle male le braccia e lo baciò, con passione e disperazione. Come si da un ultimo bacio. Poi afferrò le chiavi che Harry le stava porgendo e corse alla porta, giù fino all’ultimo gradino delle scale e oltre il portone, infilando le chiavi nella toppa con così tanta foga che mettere in moto risultò un gesto automatico. Partì a tutta velocità, mentre gli alberi sparivano all’orizzonte e l’autostrada si faceva spazio nel verde. Iniziò a nevicare, ma non importava. Provò a chiamarlo, ma senza successo. Due ore dopo arrivò a Doncaster, a casa di Louis. Corse fuori dalla macchina, percorrendo con velocità la stradina che portava al portoncino di casa Tomlinson e poi lo vide, nella neve, camminare piano con la borsa in spalla, a testa china. Si avvicinò lentamente, poi lo chiamò.

<< Zayn! >> Gridò con tutto il fiato che aveva in gola. Lui l’aveva riconosciuta, quella voce e si girò, fissandola spiazzato.

<< Aspettiamo questo momento da una vita, quindi perché non la smettiamo di mentire e ammettiamo che lo volevamo dall’inizio? Potrebbe mancarmi quello che mi hai detto. Io ti amo, Zayn. Rincolliamo i cocci dei nostri cuori insieme? >> Lui l’ascolto, commosso e felice. Poi le corse incontro, prendendola tra le braccia e baciandola.

<< Volevo questo sin dall’inizio, la tua stretta forte e un tuo bacio. >>Sussurrò lei, baciandolo di nuovo.

<< Che ne dici se ricominciamo tutto daccapo? >> Propose il moro. Lei annuì e insieme risero, nella neve. Chloe e Zayn, Zayn e Chloe.

 

 

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Capitolo 10
*** .10 Epilogo ***


Epilogo.

 

Premessa.

Scusate, scusate, scusate, scusate!

 Lo so, sono imperdonabile, sto postando a quasi un anno dall’ultima volta!

E’ solo che, per vari problemini, mi ero completamente dimenticata di questa storia, ed è comprendibile che nessuno la legga, capirei.

Ma non potevo lasciare Zayn, Chloe e Harry senza un finale. Perciò, eccoci qua. Buona lettura, e scusate ancora. 

Vi voglio bene, mie care lettrici. Un bacio a tutti. Grazie. Blueballoon.


 

You and I, we don’t wanna be like them,

We can make it till the end

Nothing can come between you and I.

You and I – One Direction

Chloe fece il giro della stanza più volte, assicurandosi di aver posizionato tutto come dovuto. I festoni erano al loro posto, la tavola era imbandita di ciotole con patatine e pop corn e c’erano pizzette ovunque. Le bibite erano rigorosamente gassate e la torta era riccamente adornata da caramelle gommose dai mille colori fluorescenti. I palloncini svolazzavano ovunque e il bancone della penisola era pieno di pacchettini e bustine. La bionda sorrise, radiosa, e corse ad accendere lo stereo mentre la sua principessa usciva dalla camera. Un diadema con pietre viola sulla testa e un leggero vestito a rouche lilla, fece un giro su se stessa e lasciò svolazzare il vestitino davanti a sua madre. Chloe, dall’altra parte del salotto, fasciata da un tubino grigio, si portò le mani a coprire la bocca, commossa. La sua piccolina. Così grande. Bussarono alla porta di casa, e lei s’affrettò ad aprire, vedendo tanti bambini e tante mamme accorrere in casa. Sorrise e li accolse, occhieggiando di continuo verso l’orologio appeso appena sulla porta della cucina. Guai se non fossero arrivati in tempo. Servì gli aperitivi alle mamme e presero a chiacchierare.

<< Allora Chloe, come va la tua carriera? >> Chiese la madre del piccolo Jake.

<< Benone. Si, insomma, l’articolo sull’economia del Medio Oriente del mese scorso è andato bene, e sto lavorando a un nuovo progetto. >>

<< Ah sì? E tipo? >> Chiese Hanna, madre di Annie.

<< Non posso rivelarvelo, non finché non è in stampa. Ma sarà una sorpresa, decisamente. >> Le amiche ridacchiarono, annuendo. Nel frattempo Chloe prese il cellulare e compose un numero vagamente familiare.

<< Pronto, El, sono Chloe. Senti puoi passarmi Zayn, Harry o qualsiasi altro? >> Chiese infuriata. << Ah non sono lì, eh!? E per caso sai dove sarebbero, in questo preciso istante? >> Si portò una mano alla fronte, mentre sospirava. << Ok, grazie. No, non preoccuparti, capisco che non potete lasciare il lavoro su due piedi così. Vabbene, le faccio gli auguri da parte vostra. Scusami per prima. Ciao!>>  E riattaccò. Possibile che non arrivassero mai in tempo quelli lì?

 

...Nel Frattempo...

Cazzo, cazzo, cazzo! Ma perché quest’aereo ci mette così tanto ad atterrare, dannazione? Pensò Zayn Malik, intrappolato sul suo sediolino dall’assistente di volo, che lo pregava gentilmente di allacciarsi la cintura per l’atterraggio. Borbottò, stufato, e obbedì. Basta che atterri, perché siamo in ritardo! Sbraitò mentalmente. Sicuramente Chloe era arrabbiata, anzi, a dirla tutta, era proprio incazzata nera, per il loro immenso ritardo, il problema era che, per motivi di sicurezza, la sera non avevano potuto prendere l’ultimo aereo per tornare in tempo e avevano passato tutta la nottata nella sala d’aspetto  dell’aeroporto, mentre pensavano al modo migliore per raggiungere le loro due donne nel minor tempo e possibile. Chloe era all’oscuro dell’inconveniente e avrebbe continuato a tartassare Eleanor, quella poveretta, per sapere dov’erano. Osservò le nuvole, candide e tranquille, e pensò alla sua piccola Elizabeth, i suoi occhietti vispi e le sue guanciotte paffute. L’avrebbe avuta tra le braccia tra non molto, eppure fremeva. Harry, il padre effettivo della bambina, era pressappoco dello stesso umore, seduto accanto a lui. Avevano sempre mantenuto i rapporti quei due, e dopo un viaggio di lavoro con il resto dei ragazzi, erano entrambi esausti. Fremevano dalla voglia di raggiungere casa, se non altro per non perdersi Elz che spegneva le candeline.  

 

Dio, Chloe Zayn l’avrebbe ammazzato, e Harry anche. Ormai mancava poco al taglio della torta, e la sua piccolina doveva spegnere le sue candeline solo con i suoi due papà presenti. Buttò ancora un occhio all’orologio e sbuffò, guardando dal portico la piccola Beth giocare con i suoi amichetti. Poi rientrò in casa, per mettere le candeline sulla torta. La porta bussò, insistente e a quanto pare, fremente. Aprì e si ritrovò davanti un mazzo di fiori di lavanda, profumati e vividi davanti al suo naso. Da dietro di esso, c’era Zayn, sorridente ed esausto, ma felice. Le porse i fiori e l’abbracciò, seguito da Harry. Poi il moro e il riccio corsero incontro alla loro principessina personale.

<< Ciao piccolina!>> Esclamò il primo, prendendola in braccio.

<< Ciao Papà Zayn! >> Trillò lei. Lo abbracciò con le sue piccole mani e gli stampò un bacio sulla guancia. Lui le allacciò qualcosa dietro al collo. 

<< Buon compleanno! >> Esclamò, mentre la piccola si studiava il piccolo ciondolo a forma di stella che il papà le aveva appena regalato. 

Sorrise, poi tese le mani verso Harry, che l’afferrò e la fece volteggiare.

<< Ciao Beth. Come sta la mia piccola pulce? >> Lei rise e posò una mano tra i ricci del papà. Lui rise divertito, e le porse un pacchetto. 

<< Questo è il mio regalo. Buon compleanno, cucciola mia! >> Lei strappò la carta,  rivelandone il contenuto: un peluche enorme di Winnie the Pooh. 

Esplose in un gridolino di felicità e lo strinse a se, assieme al peluche. Zayn si diresse in cucina, notando che Chloe stava piazzando un bel quattro fatto di cera al centro della torta.

<> La bionda lo guardò e sorrise.

<< Fra un po’ ti porterà a casa un fidanzato, e allora come te la caverai? >>

<< Improvviserò. Ma soprattutto le dirò che se è quello giusto deve tenerselo stretto, non come ho fatto io con la sua mamma. >> Rispose, cingendole i fianchi da dietro. 

Lei voltò la testa, trovandosi le sue labbra a pochi centimetri dalle proprie.

<< C’è una cosa che devo dirti. >> Sussurrò contro le sue labbra.

<< Dimmi tutto, amore. >> La baciò.

<< Sono incinta. >> Zayn sgranò gli occhi e spalancò la bocca.

<> Lei annuì.

<< Oh, Dio. Diventerò padre! Sarò papà! >> Gridò, facendola volteggiare per la stanza.

<< Beh, in realtà lo sei già. Adesso andiamo dentro, c’è una candelina da spegnere. >> Lo trascinò in salotto. E così, mentre lei disponeva la torta al centro del tavolo e radunava tutti i bambini in salotto,

il moro s’avvicinò a Harry.

<< E’ incinta. >> Mormorò. Gli occhi gli brillavano di felicità. Harry lo strinse, dandogli pacche sulle spalle e felicitandosi con la coppia per il nuovo arrivato. 

Chloe li raggiunse e si unì al piccolo festeggiamento, poi prese la macchinetta fotografica e la puntò dritta verso la sua bambina.

<< Pronta Elz? >> Chiese la madre. La piccola annuì, scuotendo i riccioli biondi.

<< Ok. Di Cheese! >> E scattò, un’altra istantanea della loro vita, un altro compleanno, un altro nuovo inizio.


Fine.



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