Interview to One Direction.

di VasHappeninPotato
(/viewuser.php?uid=196691)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue. ***
Capitolo 2: *** I can't do it. ***
Capitolo 3: *** I'm funny. ***



Capitolo 1
*** Prologue. ***


Prologue.




Gli One Direction, la famosa band anglo-irlandese composta da cinque ragazzi di ventisei, ventisette e ventotto anni, è tornata ai primi posti delle classifiche con il loro nuovo album, dopo ben sei anni di riposo.
La notizia ha shockato la maggior parte dei giornalisti, i paparazzi sono tornati all'attacco, le ragazzine, ormai donne, non si sono mai separate dai loro idoli.
In tutto il mondo, non si faceva altro che parlare di loro.
Naturalmente, sono anche in molte le persone che si chiedono il perché di tutti questi anni di pausa, il perché dell'uscita del nuovo album senza preavviso, senza anticipazioni.
È per questo che la famosa intervistatrice del giornale 'The Sun', Jessica Smith è stata scelta per intervistare i ragazzi e dare una risposta a tutte le domande delle vecchie fan, tornate all'attacco sui social network. Jessica è la donna più invidiata del Regno Unito. Curve perfette, cappelli lunghi e biondo cenere con riflessi rossi, portati per la maggior parte delle volte in uno chignon perfetto, due pozze di petrolio al posto degli occhi.
Jessica Smith, mia sorella maggiore, che si ammalò proprio il giorno dell'intervista.
Ed è qui che entro in gioco io.
Zoey Smith, ventiquattrenne che ha appena superato l'università cercando di seguire le orme di mia sorella. Cappelli biondi rigorosamente tinti, occhi uguali a quelli di Jess, goffa, sbadata e con il gusto per i vestiti di una scimmia.
«Per favore Zoey, se non farai tu quell'intervista, la mia carriera andrà a rotoli! Ti scongiuro, realizzerò qualsiasi tuo desiderio!» mi supplicò mia sorella mentre mangiavo tranquillamente un pacchetto di patatine sul divano guardando un programma televisivo di cui non conoscevo nemmeno il nome.
«Non se ne parla, Jess! Farei tante di quelle figure di merda per via dell'imbarazzo che se le ricorderanno per il resto della loro carriera! Sappiamo entrambe come andrà: io diventerò rossa come il culo di un babbuino e non riuscirò a dire una sola parola. No, no e ancora no!»sbottai senza staccare gli occhi dalla televisione. Lei in risposta mi fissò negli occhi sporgendo in fuori il labbro inferiore e cercando di essere dolce. Sbuffai, smettendo di riempirmi la bocca di cibi poco salutari. Prima che potessi proferire parola, lei prese a parlare mettendomi decisamente in imbarazzo.
«Lo so che hai sempre avuto una cotta per Niall, è dal secondo superiore che sogni di sposarti con lui e avere decine di migliaia di bambini». Dire che arrossii è dire poco. Cominciai a tossire per via di una patatina andata di traverso, mentre mia sorella rideva e mi vedeva morire soffocata.
«Aiutami e portami un bicchiere d'acqua al posto di ridere, stronza!» urlai, facendo peggiorare le sue risate.
«Solo se farai l'intervista e indosserai esclusivamente ciò che ti darò io».
Stronza.
«Ok, ok, va bene»continuai a tossire, mentre lei, non riuscendo a trattenersi dalla felicità, cominciò a saltellare per tutta casa, lasciandomi soffocare.
«L'acqua!»sbottai nuovamente, ponendo fine alle sue risate.
Il pomeriggio seguente avrei dovuto incontrare i miei idoli adolescenziali, sarei rimasta a fissarli arrossendo e cercando di non impazzire e urlare davanti a loro.
Avrei fatto tante di quelle figuracce che mi avrebbero preso per malata mentale, e inoltre avrei dovuto indossare un vestito.
Un vestito.
Cosa posso odiare io, Zoey Amanda Smith, più di un vestito?
In più di colore rosa shock, così si abbina ai tacchi vertiginosi di dieci centimetri.
Tacchi rosa shock.
Piuttosto avrei camminato su dei cubetti di ghiaccio.
Non sarebbe molto meglio indossare un paio di jeans, una felpona di taglia extra large e delle scarpe da ginnastica, lasciando i miei capelli biondo tinto sciolti?
No.
Lei vuole che io sia elegante, vuole che i ragazzi abbiano una buona impressione sulla rivista.
«Voglio morire»piagnucolai lasciandomi cadere all'indietro sul letto.
Pensare che quell'intervista era stato il mio sogno per ben sette anni di fila mi faceva sentire strana.
Avevo aspettato questo momento da anni e anni, ed ora? Non volevo viverlo.
Mi strofinai gli occhi con le mani congelate e quando li riaprii trovai mia sorella con una coperta di lana sulle spalle davanti alla porta.
«Zoey, cosa ti prende? Quell'intervista è sempre stata il tuo sogno»si sedette sul mio letto accanto a me, osservandomi con sguardo dolce e comprensivo.
Era stupenda anche con la febbre a trentotto e mezzo, mentre io sarei sembrata un barbone zombie.
«Sicuramente loro si aspetteranno di vedere te, l'intervistatrice più invidiata del Regno Unito, bella, alta, perfetta. Invece si ritroveranno davanti me, goffa, media e tutto tranne che perfetta»confessai guardandola negli occhi con aria afflitta. Lei sorrise e mi abbracciò, facendomi sprofondare con il viso tra i suoi capelli che profumavano di cocco.
«È solo un intervista, cercherai di non muoverti in modo da non sembrare goffa, sei stupenda, ti manca solo un po' di femminilità»già, lei ne aveva eccome di femminilità, mentre io non sapevo nemmeno pronunciarla quella parola «Vedrai che andrà tutto bene» continuò, staccandosi dall'abbraccio e continuando a sorridermi, facendo specchiare i suoi occhi nei miei.
Eravamo una il contrario dell’altra, eppure negli occhi trovavamo un legame così forte, da non poter essere spezzato, nemmeno volendolo.




***



Eccomi qui con una nuova fanfiction!
Che ve ne pare?
è da un po' che ho questa idea in testa ed ho deciso di scriverla.
Mi lascereste un parere?
A presto.


@liamsolos

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** I can't do it. ***


I can't do it.




Sentii un forte odore di caffè penetrarmi nelle narici, qualcuno mi scosse una spalla dolcemente, tentando di svegliarmi. Mugugnai qualcosa di incomprensibile e quel qualcuno cominciò a scuotermi ancora più forte.
«Zoey, svegliati! Devi prepararti per l'intervista!»guardai svogliata lo schermo del cellulare, notando l'orario che copriva tutto il blocco schermo: '13.43'. Balzai giù dal letto, correndo in bagno con un asciugamano per lavarmi.
«Porca merda, l'intervista è alle tre!»urlai dal bagno, sentendo mia sorella commentare sarcasticamente sulla mia perspicacia.
**
«Sei stupenda, sembri quasi una professionista»mi sorrise Jessica, mentre io continuavo ad osservarmi allo specchio.
Rosa.
Sembravo un confetto, quello era senza dubbio un colore orribile.
«Perché devo indossare questo coso orribile?»piagnucolai, mentre mia sorella incurvava le sopracciglia, guardandomi male.
«Come osi, tu, Zoey Amanda Smith, chiamare 'coso' il vestito più costoso di Chanel? Avrei dovuto indossarlo io, ringrazia il cielo che entri anche a te, sennò eravamo davvero nei casini»pft, un vestito di Chanel? Pensavo fossero più carini quando li avevo visti su una rivista.
«Casini? Se dici 'eravamo nella merda' muore qualcuno?»commentai sarcastica sul linguaggio a dir poco perfetto di mia sorella. Mai una parolaccia, mai un congiuntivo sbagliato, mai un verbo coniugato al tempo errato.
Io, al contrario, sembravo uno scaricatore di porto.
«Bene, se non arrivi in tempo siamo... -si fermò qualche secondo chiudendo gli occhi e prendendo un grande respiro -siamo nella merda» disse sorridendomi e facendomi restare senza parole.
Quella era la seconda volta da quando esistevo che l'avevo sentita dire una parolaccia e la prima era stata quando le avevo distrutto la festa di compleanno dei sui quindici anni. Io ne avevo solo tredici e volevo sentire e vedere in santa pace l'ultima puntata della mia serie preferita alla televisione, impresa impossibile con tutte quelle persone che circolavano per la casa e la musica assordante. Così, nervosa e insoddisfatta, rovesciai per sbaglio la ciotola di una bevanda sul vestito semplicemente meraviglioso e costosissimo di mia sorella.
L'avevo vista piangere e mi ero davvero pentita di ciò che avevo fatto.
Tornando a noi, mi infilai uno scalda spalle e, dopo le raccomandazioni di mia sorella, uscii di casa camminando come una scimmia per via dei tacchi.
«Questo è il lasciapassare, devo intervistare i ragazzi»mostrai un tesserino al colosso davanti a me.
Sarà stato alto circa trenta centimetri più di me ed avrà avuto le spalle il doppio delle mie.
«Non sei Jessica Smith»la perspicacia in persona questo qui.
«Mi chiamo Zoey Smith, mia sorella si è ammalata e la sostituisco nell'intervista, se vuole le mostro un documento»l'uomo storse la bocca in dissenso, poi mosse la mano facendomi segno di seguirlo.
Mi avviai per uno stretto corridoio con la guardia che mi conduceva. C'erano diverse porte su ogni lato del percorso e ci fermammo davanti ad una porta completamente bianca. Il mio 'accompagnatore' mi condusse dentro quella stanza dicendomi di aspettare sulla poltrona in mezzo alla sala.
Obbedii e mi sedetti sulla morbida pelle del mobile.
La stanza era abbastanza accogliente, le pareti bianco crema davano una sensazione di leggero calore, il parquet ti faceva sentire a casa e le poltrone di pelle erano dannatamente comode.
Rimasi a guardarmi intorno e giocherellare con le mie dita per una quindicina di minuti, poi lo stesso uomo di prima rientrò nella stanza, mettendosi al lato della porta e facendo entrare i cinque ragazzi che avevano influenzato la mia adolescenza più di ogni altra cosa.
Mi alzai in piedi barcollando e diventando rossa come un bus londinese.
Harry Styles si avvicinò a me con il solito ed adorabile mezzo sorriso.
Mi prese la mano e la baciò dolcemente, sorridendo.
Dire che non respiravo era dire poco, molto poco.
Stavo rimanendo a fissare quei ragazzi con gli occhi lucidi.
«Ciao»mi dissero Liam e Louis, spostandosi accanto al riccio. Zayn mi sorrise e mi salutò con un cenno del capo. Ed eccolo, lui, il ragazzo per cui ho avuto una cotta durata sette anni.
Mi porse la mano sorridente e dovetti trattenermi dal piangere. Scossi la testa e gli strinsi la mano, ammirando quel meraviglioso sorriso che avevo tanto amato.
«B... Buon pomeriggio, ragazzi»balbettai trovando il coraggio non so dove.
Si sedettero sui divanetti di pelle, mentre io mi accomodai sulla poltrona.
Erano tutti maledettamente perfetti. Era sempre stato il mio sogno, incontrarli, ma ora volevo sparire, perché sentivo i loro sguardi bruciarmi sulla pelle e le parole non mi uscivano dalla gola, strozzandosi appena provavo ad aprire bocca.
Tossii leggermente, come per schiarire la voce, mentre in cuor mio speravo di far sciogliere quel maledettissimo nodo in gola.
«Allora-dopo una sola parola, presi un gran respiro. Wow, una sola parola, facciamo progressi -come mai non avete avvertito prima le fan del nuovo album?» chiesi, cercando di sembrare il più naturale possibile e accomodandomi meglio sulla mia poltrona.
I ragazzi si scambiarono alcuni sguardi, poi Zayn prese la parola.
«Beh, semplicemente perché loro hanno sempre saputo tutto di noi e adesso volevamo fargli una sorpresa, prenderle alla sprovvista»sorrise, smettendo di parlare.
«Vi sono mancati i concerti, le registrazioni e tutto il resto?»domandai nuovamente.
Altro scambio di sguardi.
«Ovvio-cominciò con naturalezza Harry -noi... Noi sul palco, nelle registrazioni, siamo come fratelli e per tutti questi anni non siamo stati così legati come un tempo. Quindi... Quindi diciamo che ci siamo mancati anche tra di noi» la solita parlata lenta, la voce roca, perfetta.
«Perché, se vi mancava il palcoscenico, avete deciso di allontanarvi per ben sei anni dal mondo dello spettacolo?»altra domanda da parte mia. Ci sto prendendo la mano, devo dire.
«Zayn ultimamente era nervoso. Facevamo molti concerti, avevamo sempre le ragazze alle calcagna. Non che ci dispiacessero le attenzioni da parte delle fan, ovvio, ma eravamo abbastanza stressati per diversi motivi. Poi c'è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e abbiamo deciso di prenderci una pausa»proferì parola Louis, lasciandomi senza parole.
Erano state le fan a provocare tutto? 
Mi sentii dannatamente in colpa.
«Oh, e, se non vi dispiace parlarmene, qual'è stata la 'goccia che ha fatto traboccare il vaso'?»domandai sperando di non essermi troppo intromessa.
La guardia alle loro spalle guardò Liam scuotendo impercettibilmente la testa e il castano abbassò lo sguardo sottomesso.
«Louis e Harry non ce la facevano più con la storia dei 'Larry', Zayn non era abbastanza felice con Perrie, Danielle ha tradito Liam-Niall, che aveva preso parola, si fermò per qualche secondo prima di riprendere a parlare -ed io non riuscivo ad avere una relazione stabile con una ragazza, dato che quest'ultima mi stava allontanando dalla band» finì, osservando il vuoto.
Oh, Niall aveva una ragazza?
«Come mai eravate stanchi dei Larry? Sono solo ragazze che sognano» dovevo starmi zitta. Decisamente.
«Se sognano per conto loro okay, ma non è okay se ci rompono le palle ogni santo giorno con quella stronzata»sbottò Louis, ottenendo un occhiataccia da Harry e Liam.
Il silenzio calò nella stanza, non sapevo cosa chiedere, non sapevo cosa fare, non sapevo come reagire.
«Come mai hai deciso di tenere nascosta la tua relazione, Niall?»chiesi al ragazzo, che si riprese scuotendo leggermente la testa e guardandomi. Pensavo seriamente che sarei svenuta.
«Io... Beh, i manager...»balbettò insicuro.
«Ultimamente Niall stava diventando uno dei 'più seguiti', per via del suo cambiamento di look, perciò i manager l'hanno obbligato a mantenere la sua relazione nascosta»disse Zayn, guardando con sguardo di sfida la guardia.
Li stava controllando.
Non voleva che dicessero la verità.
Erano come marionette nelle mani dei manager.
«Stessa cosa per i Larry»disse di scatto Harry, lasciandomi confusa. Tutti gli lanciarono un occhiataccia.
«Come?»chiesi, non capendo cosa intendesse.
«I manager nascondono la storia d'amore tra me e Louis»si spiegò meglio il riccio, lasciandomi senza parole. Il suo sguardo era serio. I suoi occhi erano puntati nei miei. Era come se si fidasse di me, o forse stava semplicemente crollando.
«Harry, che cazzo stai facendo?»cercò di zittirlo Lou. La guardia si avvicinò infuriata.
«Questo pezzo va tagliato. E tu, Harry, se ti azzardi a farlo ancora, hai un contratto stracciato ed un sogno a pezzi, insieme a tutti gli altri ragazzi. Ora uscite tutti»alzò la voce, mentre le lacrime sgorgavano dagli occhi di Harry come ruscelli in mezzo ad un prato verde.
«Io non ce la faccio»sussurrò, guardando negli occhi la guardia.
Non capii più niente, mi trovai solamente scaraventata fuori da quella sala, a sentire le urla dell'uomo e i singhiozzi del mio riccio.
Sentivo una stretta al cuore.
Se solo non avessi fatto quella domanda ora i ragazzi non si troverebbero in quelle condizioni.
Non faccio una cosa giusta, cazzo.




**



Eccomi qui ouo
Questo è il secondo capitolo di 'Interview to One Direction'.
Come si può capire, nella storia Louis sta con Hazza ouo
Comincio col dire che non sono Larry shipper.
Diciamo che sono una mezza Larry believer.
Penso che ci possa essere più di un amicizia tra loro, ma non ne sono del tutto sicura.
Insomma, sono in una situazione complicata(?) lol
Per il resto spero che vi piaccia il capitolo.
Se vi va lasciate una recensione, mi farebbe davvero piacere (:
Ora scappo.
adieu.

p.s. ringrazio la ragazza che ha recensito il capitolo precedente.
a massive thank you.

Alla prossima.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** I'm funny. ***


I’m funny.

 
 
Zayn, Louis, Liam e Niall mi osservavano di tanto in tanto, mentre io alternavo gli sguardi verso di loro a quelli verso il pavimento, imbarazzata.
Harry si trovava in una stanza con una donna e l'uomo di prima.
«Dovevi farci altre domande?» mi chiese Zayn, spezzando il silenzio.
Scossi la testa.
«Mi dispiace così tanto. Non volevo entrare nella vostra vita privata, davvero» sussurrai, sentendomi davvero in colpa.
«Da quando le intervistatrici non vogliono entrare nella vita privata delle persone famose?» chiese sarcastico Louis, pronunciando quelle parole con acidità e voce tremante, per via delle lacrime trattenute.
Forse aveva ragione.
Per quale motivo esistono i paparazzi e gli intervistatori? Per quale motivo esistono le riviste di gossip? Per parlare e sparlare della vita privata di persone che hanno realizzato il loro sogno.
«Io ho sostituito mia sorella, non sono un intervistatrice. Sono la prima che non sopporta quando la gente infrange i limiti della privacy e cose varie» Liam mi sorrise dolcemente, facendomi sciogliere.
«Ricomincerete con i video diary?» chiesi, come una bambina a Natale che aspetta impaziente i suoi regali.
Tutti i ragazzi alzarono le sopracciglia, sorpresi, per poi scambiarsi uno sguardo tra loro.
«Beh... Noi...» cercò di prendere parola Zayn, ma Niall lo interruppe.
«Non vediamo l'ora» rispose sorridendo.
«E gli 'Spin the Harry'? I 'Megamind'?» domandai alla velocità della luce sorridendo, mentre cominciavo a sciogliermi e a sentirmi a mio agio. Niall rise dolcemente e meravigliosamente, facendo brillare i miei occhi.
«Ovvio!» rispose Liam, trattenendo una risata per via della mia improvvisa curiosità.
«Oh, non vedo l'ora» affermai felice.
«Sempre se usciamo fuori da questo casino» sbuffò Louis facendo sparire tutta la mia felicità.
«Louis, taglieremo quel pezzo dell'intervista e tornerà tutto come prima. Non scaricare tutta la colpa su... Su...» Zayn puntò lo sguardo su di me, non conoscendo il mio nome.
«Zoey, Zoey Smith» risposi alla richiesta d'aiuto del moro, che ripeté il mio nome, facendo prendere un colpo al mio povero cuore. Era una sensazione strana. Un po' come quando l'insegnante scorre con il dito lungo il registro e alla fine chiama il tuo nome, solo un po' più piacevole.
Decisamente più piacevole.
«Speriamo» sussurrò Louis, per poi sospirare.
Il silenzio ricadde nella sala, facendomi sentire in imbarazzo.
Mi lasciai trasportare dalla curiosità e rimasi ad osservare il viso perfetto di Niall.
Era da una vita che volevo farlo.
Sembrava tutto finto in quel momento.
Poteva tanta perfezione racchiudersi in un solo corpo?
I capelli erano più castani naturali che biondi, un leggero strato di barba scendeva dalle basette, un sorriso appena accennato gli dava un aria angelica.
Il mezzo castano alzò lo sguardo dal pavimento, facendo incrociare i nostri occhi.
Cercai di guardare altrove, arrossendo.
La porta dove si trovava Harry si aprì, permettendo ad una donna sulla mezza età di uscire.
Capelli castani legati in una coda alta, occhi marroni e naso all’insù.
Mi scrutò per qualche secondo, con aria da superiore.
«Vieni con me» mi ordinò, facendomi entrare in quella sala.
La donna si sedette dietro una scrivania in mogano, dietro di lei vi era un enorme finestra, da cui si vedevano le varie villette londinesi.
Harry era seduto davanti a lei, gli occhi verdi e lucidi che mi scrutavano.
«Accomodati» cosa sono? Un cane?
‘Vieni con me’.
‘Accomodati’.
Ci manca solo che mi dica ‘A cuccia’.
Pft.
Mi sedetti sulla sedia accanto al riccio, provando a sorridergli e mimando con le labbra che sarebbe andato tutto bene.
Non so dove trovai il coraggio in quel momento, ma mentre ero fuori da quella porta mi resi conto che era tutto nelle mie mani.
Solo io ero venuta a conoscenza del loro segreto, tutti gli altri presenti già sapevano tutto.
Se io avessi tenuto la bocca chiusa, tutto sarebbe tornato alla normalità, ma cosa avrei detto a mia sorella dell’intervista?
I ‘Video diary’, i ‘Megamind’, gli ‘Spin the Harry’.
Quelli sì che avrebbero fatto gioire le directioners.
«Lei è la signorina Jessica Smith?» chiese la donna, sfogliando alcune carte.
Il suo sguardo si posò su i me, facendomi scendere dalle nuvole.
«Jessica è mia sorella, si è ammalata e io l’ho sostituita» risposi cercando di essere il più cordiale possibile.
«Signorina Smith, so che le vostre interviste cercano di trovare tutti gli scoop del momento, tutte le novità possibili, ma vorremmo chiederle se fosse possibile non pubblicare l’aperta dichiarazione del ragazzo qui presente e della storia tenuta nascosta dai manager» disse, lanciando uno sguardo inviperito ad Harry.
Ecco cosa ricordava.
Una vipera.
«Non pubblicherò quell’articolo» risposi immediatamente, ricevendo un sorriso da parte del castano.
La donna annuì pensierosa.
«Bene, può andare, anche tu Harry» proferite quelle parole, mi alzai dalla sedia, seguita a ruota dal ragazzo.
«Grazie» sussurrò, mentre uscivamo da quella stanza.
Oh, se solo sapessi quanto dovrei ringraziarti io, Harry.
Quanto dovrei ringraziarevoi, che mi avete resa sempre felice, che mi avete fatto spuntare un sorriso anche tra le lacrime.
«Com’è andata?» chiese Louis, quando la vipera era lontana.
«Bene, grazie a lei. Sono stato un idiota, ma non ce la faccio più, Lou. Sono circa otto anni che va avanti questa situazione» confessò Harry, affondando il suo viso nel collo del ventottenne.
Guardavo quella scena intenerita e allo stesso tempo distrutta.
Erano circa otto anni che nascondevano il loro amore.
Erano circa otto anni che erano come marionette nelle mani dei manager.
Lo sguardo di Louis si spostò su di me.
«Grazie»sbuffò, andandosene poi con il suo ragazzo.
Secondo me Louis aveva sempre avuto un carattere chiuso, un bravo attore.
Harry, invece, non sapeva mentire.
Erano così dolci.
«Scusa per Louis, è un po’ scontroso quando si tocca l’argomento ‘Larry’, ma in fondo è dolce» mi disse Liam, scusandosi al posto dell’amico.
Sorrisi, tranquillizzandolo dicendogli che non importava.
Spostai lo sguardo su Niall, concentrato a inviare sms con il suo cellulare.
Sospirai.
«Beh, credo di dover andare. È stato un piacere conoscervi, ragazzi» mi faceva sentire così bene chiamarli così amichevolmente.
«Piacere nostro, Zoey» risposero in coro Liam e Zayn, Niall mi rivolse uno sguardo distratto.
Trovandomi altamente in imbarazzo, mi allontanai da loro, camminando per i corridoi e cercando l’uscita.
«Porca merda che dolore»sbuffai, riferendomi ai tacchi.
Controllai che non ci fosse nessuno e poi li sfilai frettolosamente, assaporando il piacere del pavimento fresco e dei miei piedi finalmente liberi.
Come faceva mia sorella a portare quegli strumenti di tortura ogni volta che faceva un intervista?
Bah.
Sentii qualcuno tirarmi per il braccio e trascinarmi in una delle porte dei numerosi corridoi.
Il mio cuore sussultò quando mi accorsi di essere chiusa in una stanza con Niall Horan.
«Come cazzo hai fatto ad essere qui prima di me?»mi lasciai scappare, per poi coprirmi la bocca con la mano, mentre il ragazzo davanti a me rideva, guardandomi sconcertato.
«Di solito le intervistatrici sono cordiali e gentili» disse, guardandomi alzando entrambe le sopracciglia.
Dio mio.
Era così bello.
Così perfetto.
Tossii diverse volte, come per schiarirmi la voce.
«Potrei sapere, se non le dispiace, come è riuscito ad arrivare in questo punto prima di me, signore?» riformulai la domanda, cercando di farlo ridere nuovamente.
Era così bella la sua risata.
«Ascensore?»rispose ovvio, lasciandomi di merda.
C’era un ascensore? Ma cazzo.
«Ed io naturalmente, da brava intelligente mi sono fatta le scale con questi tacchi di merda» dissi, più tra me e me che a lui.
Rise nuovamente, facendo sorridere anche me.
«Taglierai la parte dell’intervista?» mi chiese poi, sorseggiando la bibita dalla lattina che teneva nella mano.
Annuii, mentre lui mi guardava stranito.
«È la più grande confessione della storia degli One Direction e tu non la pubblicherai?» mi domandò nuovamente, divertito.
Non capivo.
Voleva che pubblicassi quell’intervista?
O voleva mettermi alla prova per vedere se avessi mentito alla donna di prima oppure no?
«Mi hanno chiesto di tagliare quel pezzo, non voglio mettervi nei pasticci, non voglio vedere Harry triste» risposi, il più naturale possibile, mentre lui mi guardava senza parole.
«Ti ha forse minacciato?»
«Chi? La vipera?» oh merda.
Rise nuovamente.
«Sì, lei» rispose.
«No, semplicemente ci tengo a voi. Non mi ha legata ad una sedia e minacciata»perché non mi stavo zitta?
Diamine.
Gli avevo appena confessato di tenere a loro.
In poche parole mi ero appena dichiarata.
Wow.
Fai passi da gigante, Zoey, davvero.
«Oh, ne sono onorato- disse divertito, sedendosi su un tavolo e continuando a fissarmi-sai, è strano che tu sia così facile da convincere, solitamente per queste questioni o le interviste vengono pubblicate lo stesso, o ‘la vipera’, come la chiami tu, deve costringere le persone minacciandole. Comunque sia, vorrei che quell’intervista fosse pubblicata, così si verrebbe a sapere di come si comportano realmente i manager, però il nostro contratto sarebbe stracciato, o Louis ed Harry potrebbero cominciare ad essere esclusi» confessò, per poi prendere un altro sorso dalla sua lattina.
Accorgendosi del mio sguardo puntato su di lui, rise, facendomi arrossire.
«È normale, per te, fissare le persone?» mi chiese, facendomi strabuzzare gli occhi.
«Capita quando hai una star internazionale davanti a te» cercai di dare poca importanza alla sua domanda, vedendo uno sguardo dispiaciuto sul suo volto.
Ovvio, capita quando hai una star internazionale davanti a te, specialmente se per quella celebrità hai avuto una cotta durata anni.
«Certo, una star internazionale.- ripeté lui, fissando il pavimento -Mi ha fatto piacere conoscerti, Zoey» continuò poi, porgendomi la mano.
La strinsi, mentre una scarica di adrenalina percorreva il mio corpo.
Chiediglielo.
Avanti, chiediglielo.
Hai aspettato tutto questo momento da anni, non puoi lasciare che tutto passi.
Dannazione, chiediglielo Zoey Amanda Smith!
«Potresti abbracciarmi?- oh, sei una cogliona, Zoey Amanda Smith -Ecco, è che da ragazzina era il mio sogno. Insomma, cerca di capirmi, anche se è passato molto tempo… Io... Ecco…» rise divertito, per poi bloccare le mie parole con un abbraccio.
Oh mio Dio.
Il momento più bello della mia vita, di sicuro.
Il suo calore era così rassicurante ed il suo profumo così rilassante.
Sarei voluta restare in quelle braccia per sempre.
Con la poca coscienza che mi restava in corpo, strinsi lievemente la stoffa della sua maglietta tra le mie dita, per ricambiare l’abbraccio.
Era così bello lì.
Si staccò, sorridente.
«Il tuo sogno è realizzato» disse ridendo.
Oh, Niall, se solo sapessi quanti sogni ho realizzato, grazie a te.
«Sei simpatica» sussurrò poi al mio orecchio, mentre usciva dalla porta, lasciandomi immobile, incosciente, con i piedi scalzi, al centro di quella stanza.
Troppe cose nello stesso momento, decisamente troppe.
Stare in una stanza chiusa con lui, sentire la sua risata, vederlo ridere, ricevere un abbraccio da parte sua e sentirsi dire di essere simpatica.
Oh.
Ha detto che sono simpatica.
Niall Horan ha detto che sonosimpatica.
Urlai, in preda alla gioia, per poi scappare via da quell’edificio.




**



Hola gente.
Scusate per il ritardo, ma era andata via la connessione cc
il capitolo fa altamente cagare (y)
spero comunque che vi piaccia.
Ringrazio:
Chappi_30
Melanzayn

MySoulIsPure
che hanno messo la storia tra le preferite,
Not_Lollipops 
che l'ha recensita e messa tra le seguite e

ZaynMaliklove4ever
che l'ha messa nelle seguite.
Grazie mille akhfh
Vi amo.
Alla prossima xx

@liamsolos

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1875634