Il Sogno della Rosa

di Geko93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** .Premessa. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 -Just a Little Pleasure- ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 -Wedding- ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 -Running in the Rain- ***



Capitolo 1
*** .Premessa. ***


Konnichiwa a tutti

Konnichiwa a tutti!

 

Piccolo intrufolamento della sottoscritta giusto per riferire un paio di cose (che come al solito diventeranno un'infinità, ma vabbè... >.>):

Questa fic è smielata. Terribilmente smielata, facevo addirittura fatica a rileggerla io dopo averla scritta. Non so di preciso cosa ne verrà fuori, perchè non ha una "trama" precisa. Semplicemente, ho voluto immaginare cosa sarebbe successo se il mio più grande desiderio si fosse avverato. Qual'è lo scoprirete nel primo capitolo, immagino (a meno che non lo abbiate già capito, e in questo caso complimenti! ^_^).

L'aggiornamento non sarà molto frequente, purtroppo, dato che è una storia in cui sfogo tutti i miei pensieri dolci e pucciosi. In 14 anni non ne ho accumulati molti, ma chi lo sa, potrebbe darsi che improvvisamente io riesca a scrivere 10 capitoli in un colpo. In ogni caso, ci terrei a precisare che il 2° e il 3° sono praticamente pronti. Però preferisco aspettare, sopratutto perchè tra poco arriveranno (grazie al cielo!) le vacanze di Natale il che mi permetterà di dedicarmi alle mie fic.

Parlo al plurale perchè mi riferisco anche a " I Will Protect You", di cui ho già quasi finito un capitolo (in 3/4 mesi circa -___-"). Insomma, per farla breve confido molto di riuscire a sistemare un po' tutte le storie e di farvi felici^^ Però...non posso promettervi nulla T_T

Dovevo dirvi delle altre cose, ma me le sono dimenticate -.-

Vabbè, al massimo ci penserò nel prossimo capitolo.

Scusate l'intrusione e buona lettura, mi raccomando se avete consigli/critiche/precisazioni da farmi presente, non esitate, eh!

Sapete quanto ci tengo, miei prodi.

 

Vi adoro,

Geko93 ^.^

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 -Just a Little Pleasure- ***


I'll be your dream

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Un ringraziamento speciale a Fed, per il suo appoggio e sopratutto, per il suo aiuto-betaggio; a tutti gli amici meravigliosi che ho, che con il loro supporto mi fanno sentire un po' meno cacca del solito; a V-Pooh, che non solo mi sopporta ogni giorno, ma ha anche il coraggio di leggere le mie fic (e dirmi che sono stata brava XD); e infine a tutti coloro che commenteranno, sia con critiche che con lodi.

Grazie, davvero.

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I'll be your dream
I'll be your wish
I'll be your fantasy
I'll be your hope
I'll be your love
Be everything that you need.
I love you more with every breath
Truly, madly, deeply, do…

I will be strong
I will be faithful
Because I am counting on a new beginning
A reason for living
A deeper meaning
I wanna stand with you on a mountain
I wanna bathe with you in the sea
I wanna lay like this forever
Until the sky falls down on me

 

-Truly, madly, deeply – Cascada

 

 

 

 

 

La luce filtra faticosamente dalle persiane, illuminando a tratti il piumone rosso. Un altro sole primaverile sta sorgendo.

Ma oggi, per la prima volta, non vado a spalancare le finestre per salutarlo. No, preferisco di gran lunga rimanere qui.

Tra le sue braccia, a farmi cullare dall’abbassarsi e alzarsi regolare del suo petto.

Che bella sensazione…

Sollevo il viso per sbirciare la sua espressione. Serio e composto, come sempre. Sorrido.

In effetti, non sono sicura che stia dormendo, ma non mi importa. Voglio rimanere ancora qui, a godere del profumo e del tepore del suo corpo. Leviathan, quanto è bello il mio vampiro…

Percepisco la sua mano accarezzarmi le scapole e scendere dolcemente lungo la colonna vertebrale, percorrendola interamente con i polpastrelli.

Mugolo di piacere, strofinando la guancia sul suo petto. Poi risollevo il viso, dubbiosa.

Spalanca un occhio e abbozza un sorriso. Porto la mano sulla sua gota, accarezzandola delicatamente.

Buongiorno, amore mio.

-Che ore sono?- chiede. La voce è roca, profonda. Sembra che le parole gli escano dalle labbra vibrando.

-Mmmh…Le sei, o le sette…non so…- sussurro, accoccolandomi di nuovo vicino a lui.

-Ci alziamo?-

Non domandarmelo, tanto sai già la risposta.

-No, dai…- mi avvinghio al suo braccio, per non farlo alzare. –rimaniamo ancora un po’ qui…- lo supplico, sbattendo più volte le ciglia.

Non puoi resistermi, Vincent Valentine!

Sbuffa. Sapendo cosa significa, sorrido euforica.

-D’accordo, principessa.- dice, girandosi su un fianco e stringendomi. Appoggio le mani sul suo petto e affondo il volto nell’incavo della spalla, inspirando avidamente l’odore della sua pelle.

- hehe…- sogghigno, compiaciuta.

Ricomincia ad accarezzarmi la schiena. Rabbrividisco.

-Solo cinque minuti, però…-

Cinque minuti? A me non basterebbe un’eternità per saziarmi del tuo profumo, Vincent.

Chiudo gli occhi e scivolo lentamente in un dolce stato di dormiveglia. Il mio corpo intorpidito rimane prigioniero del suo abbraccio, senza rispondere più ai miei comandi.

 

 

La sua voce, al telefono, mi era sembrata stranamente scossa.

-Dobbiamo parlare.- aveva detto.

-Vince, non so se te ne sei accorto, ma sono le tre di notte...A quest’ora la gente normale dorme!- mi lamentai io, ancora mezza addormentata.

-Alla piazza di Cosmo Canyon. Adesso.-

-Vincent, dannazione non...-

-Per favore, è importante.-

Rimasi in silenzio. Non era da lui, comportarsi in quel modo.

E soprattutto da dove saltava fuori quel “per favore”?

-D’accordo, arrivo.-

 

 

Socchiudo appena le palpebre, tentando di mantenere un contatto con la realtà. Noto che la luce in camera, ora, irrompe più violentemente dalle persiane, illuminando l’ambiente.

I vestiti sono ancora per terra, sparsi sul pavimento.

 

 

Indossai le prime cose che mi capitarono a tiro. E mi misi a correre. Come un cagnolino.

Ero preoccupata ed eccitata allo stesso tempo.

Quando lo raggiunsi, stava osservando la luna che splendeva alta nel cielo. Rimasi a fissarlo incantata; al chiaro lunare, era ancora più bello. Dannatamente bello.

Mi guardò stupito, appena si accorse della mia presenza.

-Hai fatto in fretta...-

-Sono arrivata il prima possibile.- dissi, tra uno spasmo e l’altro, reggendomi alla scala a pioli. -ero preoccupata...-

-Perché?- mi chiese, senza capire.

-Perché non è da te comportarti così. Chiamare la gente nel bel mezzo della notte e dirle “dobbiamo parlare”!- precisai io, gesticolando con le mani per sottolineare le virgolette.

Mi fece segno di seguirlo e ci sedemmo vicino al fuoco, in silenzio.

 

 

Riporto l’attenzione al mio compagno.

La sua mano mi raggiunge i capelli. Le dita scorrono veloci tra le ciocche, facendomi rabbrividire di nuovo.

Per quanto sia possibile, mi avvicino ancora più a lui.

 

 

Perché non parlava?

-Che bella luna che c’è oggi, vero?-

Un modo come un altro per rompere il ghiaccio e fare la mia solita figura da imbecille.

Beh, quantomeno avevo detto qualcosa...

-Yuffie...-

Si bloccò. Ma perché? Non lo avevo mai visto così dannatamente insicuro.

-Si?- cercai di incitarlo, sorridendo. -Che c’è, Vinnie?-

-Non voglio più vederti.- proferì, alzandosi ed andandosene.

Cosa? Come?

...Eeeh?

-Ehi!!- urlai balzando in piedi. -Che diavolo stai dicendo?!-

Visto che continuava ad allontanarsi, lo rincorsi e lo bloccai.

-Vincent, si può sapere che ti prende?-

 

 

Mi volto adagio verso destra, sfiorandogli il collo con le labbra. Lo risalgo lentamente, tracciando una linea irregolare con la bocca.

La sua dolce morsa si fa più decisa, quando raggiungo il lobo dell’orecchio.

 

 

Mi disse che si era innamorato di me. Che, nonostante cercasse di convincersi del contrario, mi amava.

Sì, disse proprio così.

Ma non mi voleva, perché aveva paura. Paura di amare di nuovo, paura di trascinarmi con lui nell’oblio, paura dei suoi stessi peccati. Paura dell’essere che viveva in lui e dell’uomo che era stato, in un lontano passato.

Si scusò e mi voltò nuovamente le spalle, incamminandosi. Non mi guardò neppure.

-Vincent Valentine!!- lo chiamai, gridando con tutto il fiato che avevo in corpo. Continuava a camminare.

-Razza di idiota, fermati!!!- urlai di nuovo, iniziando a piangere. Non so dire se erano lacrime di tristezza, gioia o rabbia.

Si voltò, udendo i miei singhiozzi.

-Ti ho aspettato per quattro lunghi anni, e non sarà un tuo stupido capriccio a rovinare tutto, chiaro?-

Rimase a fissarmi, sbigottito. Ebbi l’impressione che Vincent non avesse calcolato la possibilità di una mia reazione. Soprattutto di questo genere.

-Yuffie, cerca di capire, io non...-

-No, Vincent, non c’è niente da capire!- mi asciugai inutilmente gli occhi, che si rifecero subito lucidi. - Senza Galian, Chaos e la tua continua autocommiserazione, non saresti l’uomo di cui mi sono innamorata quattro anni fa, non credi?-

Gli accarezzai una guancia, sorridendo dolcemente.  Aveva lo stesso sguardo perso di un bambino.

 

 

-Yuffie...- il mio nome gli esce dalle labbra in un sussurro.

-Mh?-

Si allontana quanto basta per potermi guardare negli occhi, anche se più che altro sono io che mi sto letteralmente smarrendo in quell’oceano scarlatto.

Se continua a fissarmi così, penso che impazzirò.

-...Dobbiamo alzarci.-

 

 

-Tu non conosci il mio passato, non sai quante persone innocenti ho ucc...-

Feci scivolare la mano sulla sua bocca, per non farlo continuare.

-No.- mi avvicinai lentamente a lui -Amo ciò che sei, non ciò che sei stato.-

Fu in quel momento, che sentii il suo respiro smorzarsi di colpo. Mi allontanai, titubante.

Forse mi ero fatta prendere troppo la mano... magari l’avevo spaventato.

Sapevo che, sotto la maschera di uomo misterioso e impassibile, si celava invece un’anima distrutta dall’amore della sua vita.

Abbassai lo sguardo, senza sapere cosa dire o fare.

Improvvisamente, però, avvertii la salda presa delle sue mani sulle guance e fui guidata verso le sue labbra.

Dovetti alzarmi in punta dei piedi per raggiungerle.

 

 

Sbuffo. Non ho proprio voglia di uscire.

-Eddai, Vinnie, coccolami ancora un po’...- sbiascico, facendo di nuovo gli occhioni dolci.

-Lo farei volentieri, ma guarda che ore sono.- dice, indicandomi la sveglia. Le otto e mezza.

...Otto e mezza?!?

-Dannazione!!!- con un balzo mi fiondo giù dal letto, prendo la vestaglia appesa alla parete e corro in bagno.

Metto velocemente il dentifricio sullo spazzolino e inizio a strofinarlo sui denti, mentre con l’altra mano mi passo la spazzola tra i capelli. Sciacquo la bocca e ne approfitto per bagnarmi la faccia con l’acqua fredda, tentando di levarmi quell’espressione da beota dal viso.

 

 

Si può definire quello, l’inizio di tutto?

Quando, accecati dalla passione, consumammo la nostra prima notte d’amore?

Sono passate esattamente due settimane, da quel giorno.

...Eppure mi sembra fosse ieri...

 

Corro in camera a cambiarmi; fortunatamente avevo già preparato i vestiti ieri pomeriggio.

Mentre mi infilo la maglietta tento di guardarmi in giro, alla ricerca di Vincent.

Ma che fine ha fatto?

-Vince, dove sei? Guarda che siamo in ritardo!-

Vedo sbucarlo da dietro l’angolo e appoggiarsi allo stipite della porta, già vestito. Pantaloni neri, dolcevita e giacca.

L’ho già detto che è bellissimo?

Sorrido, mentre con una mano agguanto i calzoni sulla sedia. Saltello impacciata verso di lui, cercando di centrare con il piede la gamba dei pantaloni, inutilmente.

Vincent si avvicina a me e mi tende la mano. La afferro riacquistando l’equilibro e finalmente riesco a infilarmi i calzoni, dopo aver imprecato in tutti i modi possibili ed immaginabili.

Con un rapido movimento li allaccio e mi fiondo in cucina, senza mollare la presa sulla mano di Vincent e trascinandomelo dietro.

Apro velocemente la credenza e afferro due brioches. Poi entrambi usciamo e mentre lui chiude casa, io lo precedo, scendendo in garage per raggiungere la macchina. Ormai conosco a memoria la palazzina dove abita; sono orgogliosa di me stessa, in qualche modo.

Apro la portiera della berlina nera e mi siedo davanti, al posto del passeggero.

Inizio a scartare la prima brioche, quando arriva anche Vincent che mette in moto l’auto.

Fa un paio di manovre e finalmente siamo in strada.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 -Wedding- ***


E’ incredibile, non pensavo riscuotesse un simile successo questa…questa…cosa

 

 

E’ incredibile, non pensavo riscuotesse un simile successo questa…questa…cosa. Però ne sono davvero felice.

Grazie gente, siete adorabili ç_ç

Piccole osservazioni: Questo capitolo è strano. Lo trovo piuttosto cambiato rispetto al primo, sopratutto nella parte conclusiva. Forse è dovuto al fatto che avrò riscritto le ultime 15 righe almeno una ventina di volte e alla fine, stremata, ho deciso di non metterci più mano. Bah >.>”

Ci sentiamo al prossimo capitolo, grazie ancora di tutto!

Buon Natale ( in ritardo) e felice anno nuovo (in anticipo)!

*Abbraccio*

 

Ultima cosa:

Dedicato in particolar modo a Keylovy, che c’è sempre e comunque. A Dark, che anche se so già che questo capitolo non gli andrà molto a genio (chissà perché XD), è sempre tanto disponibile e gentile. A Lennie, la persona più dolce e coccolosa che io abbia mai conosciuto. Ai miei amici, unici ed indispensabili.

E, come sempre, a V-Pooh, la sorella migliore del mondo.

 

Ossequi per davvero questa volta!

Geko93 ^.^

 

 

 

 

 

 

 

 

And there are voices, that want to be heard
So much to mention but you can’t find the words
The scent of magic the beauty that’s been
When love was wilder...then the wind

 

Listen to your heart when he’s calling for you
Listen to your heart
There’s nothing else you can do
I don’t know where your going, and I don’t know why
But listen to your heart before
you tell him goodbye

 

 

Listen to your heart - DHT -

 

 

- Quanto tempo ci vuole a raggiungere la chiesa?- gli chiedo, azzannando la colazione che mi sono portata da casa.

- Venti minuti circa, se non troviamo traffico.- dice, mantenendo lo sguardo fisso davanti a sé.

Intanto che mastico, apro anche la seconda brioche e ne stacco un pezzo con le mani, portandoglielo alle labbra.

Mi lancia un’occhiata perplessa, ma alla fine mi asseconda e lo mangia. Mentre gliene sto preparando un altro, però, sento squillare il cellulare.

Dannazione, questa sarà Tifa che me ne vuole dire di tutti i colori...

Mi slaccio la cintura cercando di afferrare il telefonino che ho in tasca, ma appena Vincent fa per rimproverarmi gli caccio un altro pezzo di brioche in bocca.

-Pronto?- rispondo finalmente, con un po’ di affanno.

-Yuffie, che fine avete fatto? Qui è già tutto pronto, stiamo aspettando voi!-

-Lo so, scusami, solo che abbiamo avuto un contrattempo e siamo un po’ in ritardo...Ma stiamo arrivando, tra poco saremo lì!-

-Va bene, ma dì a Vincent di essere prudente. La mia damigella d’onore la voglio tutta intera, chiaro?- mi dice, con un tono di voce più divertito.

-Tranquilla, a dopo!-

Metto giù e sorrido senza neppure rendermene conto.

Tifa si sta per sposare. Le mani mi tremano al solo pensiero, non riesco neppure ad immaginare quanto sia agitata anche lei.

Sono ansiosa di vederla con l’abito bianco e il pancione. Ora che ci penso, Cloud si è dato proprio da fare…

Prendo la prima brioche e la mordo di nuovo. Ho una fame da lupi, ma considerando che dopo il matrimonio ci sarà il rinfresco, preferisco tenermi leggera.

Finiamo entrambi la nostra misera colazione e finalmente arriviamo a destinazione. Fortunatamente Vincent trova subito parcheggio.

Mi immergo nello schienale, sospirando. Appena entreremo in chiesa, dovremo fingere che tra noi non ci sia niente. Abbiamo deciso di mantenere segreta la nostra relazione, attendendo il momento giusto per rivelarla a tutti.

Soltanto Tifa lo sa, dato che sono stata io stessa a urlarglielo in faccia, la prima volta che…

-Yuffie?-

Torno alla realtà, notando che Vincent mi sta chiamando. Dovrei smetterla di avere la testa tra le nuvole, e dedicarmi all’uomo che è pericolosamente chinato su di me.

Sbuffo, contraccambiando il suo sguardo.

-Niente effusioni fino a stasera, non è vero?- gli domando, incrociando le braccia e mettendo il broncio.

Annuisce e mi sposta i capelli dal viso, accarezzandomi con delicatezza.

Sorrido, arrossendo leggermente.

E’ strano, ormai dovrei esserci abituata alle sue attenzioni, eppure… eppure mi sembra ancora un sogno.

Un bellissimo sogno. Ma ho la certezza che sia tutto reale, proprio come la dolce pressione esercitata dalle sue labbra, che iniziano a scivolare lente e sensuali sulle mie, mentre gli afferro con decisione il colletto della giacca per attirarlo a me.

Mi sta baciando. Oggi non lo aveva ancora fatto…

Si allontana a poco a poco, ma lo seguo cercando di prolungare ancora un po’ il contatto con le sue labbra calde e umide.

Come diavolo farò a resistere fino a questa sera?

-Ora dobbiamo andare.- dice, accennandomi un sorriso. Annuisco indispettita.

Scendiamo dalla macchina e ci incamminiamo, uno di fianco all’altra. Alzo il viso verso il cielo, e mi accorgo che è ricoperto di nuvoloni. Tsk, non sarà certo un po’ di grigiume a rovinare questa giornata di festa!

 Percorriamo con passo veloce la piccola salitina che porta alla chiesetta e finalmente raggiungiamo il piazzale di ciottolato. Sono tutti riuniti lì fuori, impazienti di assistere alla cerimonia.

-Ehilà bella gente!- urlo io, per richiamare l’attenzione degli invitati. Ad un tratto, vedo una bambina corrermi incontro, con aria di rimprovero.

-Ehi, tu!- dice, puntandomi l’indice della mano destra contro. –sei in ritardo!-

Mi afferra per un polso e inizia a trascinarmi verso il portone. Da quando Marlene è diventata così forte?

Riesco appena a voltarmi verso Vincent, che mi rivolge un impercettibile cenno col capo.

Sì, amore mio, a dopo.

Entro nella chiesa e vengo investita da una folata di aria gelida. Dannazione, qui dentro si muore dal freddo!

Guardandomi attorno, però, noto che tutto è già pronto: le panchine, posizionate su due file ordinate, sono abbellite da delle meravigliose ghirlande di gigli, avvolti in nastri di raso che scorrono morbidi lungo il profilo del legno. Il corridoio è ricoperto da petali e ovunque le fiamme vivaci delle candele rallegrano l’atmosfera.

La visione è talmente bella da mozzare il fiato.

Marlene mi fa entrare in una stanza piccola, ma molto luminosa. Alcune donne, vedendomi arrivare, iniziano a correre a destra e a sinistra, agitatissime.

-Ma che succede?- chiedo alla piccola, senza distogliere lo sguardo da quel caos. –Dov’è Tifa?-

Non faccio in tempo a ricevere una risposta che una signora sulla cinquantina mi afferra per un polso e mi fa salire su un piccolo rialzo.

-Ehi, ma che modi!- sbotto, strattonando il braccio per liberarmi dalla presa della donna.

-Si spogli.- mi ordina un’altra, senza neppure guardarmi.

Cosa?!

-C-come prego?- chiedo, a metà tra l’imbarazzata e l’infuriata.

-Si deve togliere i vestiti, signorina. Vuole fare la damigella conciata in quel modo?-

Prima che riesca a risponderle a tono, la mia attenzione viene catturata dalla piccola figura di Marlene, che fa la mia stessa misera fine venendo trascinata su un altro rialzino. Ma la bambina, a differenza di me, sorride felice mentre le levano l’abitino lilla che indossava. La chiamo e le riformulo le stesse identiche domande di due minuti fa.

-Yuffie, devono solamente prepararti per il matrimonio, mica ti vogliono mangiare!- dice, ridendo mentre le sciolgono la lunga treccia e iniziano a spazzolarle i capelli. –Tifa, invece, è nel locale dall’altra parte della chiesa, la incontrerai alla cerimonia, tranquilla.-

No, non sono tranquilla.

Volevo vederla prima, per poterla abbracciare e dirle quanto ero felice per lei. Conoscendola, scommetto che ora sta camminando avanti e indietro per la sala nervosamente. Sorrido divertita, immaginandomela in quella situazione.

-Signorina, per favore…- si lamenta una delle vecchiette.

-Va bene, va bene…- dico sbuffando e levandomi gli abiti. Spero soltanto che sia una cosa rapida e indolore…

Dopo dieci minuti Marlene, nel suo grazioso vestitino celeste ornato con del pizzo, mi porta via dalle grinfie di quelle arpie per farmi vedere il risultato.

-Come, già finito?!- domando retoricamente.

Beh, rapido lo è stato sicuramente. Indolore mica tanto, dato che mi si sono allungate le braccia di almeno venti centimetri, a furia di strattoni.

La piccola apre faticosamente l’anta di un armadio, dove vi è appeso uno specchio molto alto. Sgrano gli occhi, nel vedere la mia immagine riflessa. Ho il corpo completamente fasciato in un tubino azzurro che mi arriva fin dopo le ginocchia, e i capelli sono tenuti elegantemente in ordine da una fascia del medesimo colore. Alcune ciocche, però, disobbediscono ricadendomi sulla fronte.

-Allora, che te ne pare?- mi chiede Marlene, con voce squillante. A quella domanda non riesco a trattenere una sonora risata.

-Mi sento un po’ buffa…- confesso, cercando di calmarmi. Le occhiate trucide delle vecchiette mi incutono un certo timore.

-Buffa?- mi fa eco la piccola, piegando un po’ la testa di lato. –ma se sei bellissima!-

Mi chino verso di lei e le accarezzo la testa, stando attenta a non spettinarla. E’ davvero una bambina molto dolce.

-Signorina, mi scusi…-

Mi volto verso la voce che mi sta chiamando e schivo per un pelo l’enorme batuffolo impregnato di cipria.

-Che cavolo combina?!- mi lamento, inorridita. Posso sopportare delle scarpe scomode, un vestito che mi impedisce di respirare e anche una quantità esagerata di profumo, ma il trucco no, proprio no!

La vecchina mi insegue imperterrita, cercando di imbrattarmi di quello schifo.

Mi dirigo verso l’uscita e sbatto la porta in faccia alla nonna.

Mi incammino verso l’area sinistra della chiesa, intenzionata a trovare un nascondiglio, ma appena mi volto verso le panchine noto che tutti gli invitati sono già ai loro posti. Perfetto, posso eliminare la gaffe quotidiana dalla lista delle cose da fare, oggi.

Passo nervosamente la mano dietro la testa e sbiascico un - scusate!- alquanto imbarazzato.

Noto che Vincent è in terza fila che sta chiacchierando con Cid.

Anzi, no. Più che altro è Cid che sta parlando da solo...

Peccato che, improvvisamente, la vecchia ciminiera mi indica puntandomi l’indice della mano sinistra contro e scoppiando a ridere.

...Questa me la paga...

Ricomincio la mia disperata ricerca di una via di fuga, ma ad un tratto mi viene un colpo di genio.

Potrei passare a salutare Tifa...

Da quel che ha detto Marlene, dovrebbe essere proprio nella sala opposta a quella in cui ero io.

Scorgo una porta semi-nascosta dietro la colonna. La apro lentamente, cercando di passare inosservata, ma rimango a bocca aperta appena riconosco la figura umana che cammina nervosamente avanti e indietro per la stanza.

-Tifa!!- la chiamo gioiosa, mettendomi a correre verso di lei allargando le braccia.

Appena si volta verso di me, però, mi blocco giusto in tempo per non travolgerla in un abbraccio non molto salutare, per una donna incinta.

Lei è ferma lì, a fissarmi. Le mani delicatamente appoggiate sul pancione, e il velo d’organza che le ricade sulle spalle, per poi fluire verso il pavimento andando a formare lo strascico.

L’abito bianco, invece, è senza maniche e abbastanza largo, dato il suo stato interessante. Ma riesce lo stesso a farla risplendere in tutta la sua bellezza.

Si avvicina pian piano a me, mentre gli occhi le si fanno lucidi. Le sorrido allargando nuovamente le braccia, questa volta prestando più attenzione.

-Grazie al cielo sei arrivata, credevo di impazzire...- mi dice, tra i singhiozzi. Sta tremando.

Poverina, deve essere proprio agitata. Le accarezzo delicatamente la schiena, stando attenta a non prendere dentro il velo.

-Dai, fatti vedere un po’!- le dico, sciogliendomi dall’abbraccio e posandole le mani sulle spalle. Merito delle scarpe e dei loro tacchi vertiginosi se ci arrivo...

Si asciuga le lacrime e fa un breve giro su se stessa, con tutta la grazia di cui solo lei è capace.

Oh Leviathan, è davvero meravigliosa.

La nostra attenzione si sposta su Marlene, che è appena piombata nella stanza urlando - è ora, è ora!!-

Tifa si porta le mani alla bocca, trattenendo il respiro. Nemmeno io riesco a mantenere la calma e mi fiondo di nuovo da lei, abbracciandola più stretta che posso.

-Vieni Tifa, passiamo dal retro!- dice Marlene, strattonandole un braccio.

-Forza, ora vai. Mica vorrai far aspettare lo sposo?- cerco di incoraggiarla, ricacciando indietro le lacrime.

Non è proprio il momento per commuoversi, Yuffie. Se scoppi a piangere adesso, ora del fatidico “lo voglio” sarai una fontana...

Lei annuisce con ancora gli occhi lucidi e raccoglie il bouquet dal tavolino.

-Grazie Yuffie.-

Marlene mi fa segno di prendere l’angolo destro del velo di Tifa. Obbedisco, mentre lei raccoglie quello sinistro, e tutte e tre ci dirigiamo verso il portone principale, attraversando il piazzale. Inciampo almeno un paio di volte, dato che questi maledetti tacchi mi si incastrano tra i ciottoli.

Quando fanno cenno a Tifa di fermarsi proprio a due passi dall’entrata, con una mano lascio la presa sul velo e mi slaccio il cinturino delle scarpe. Chissenefrega se starò a piedi nudi, tanto l’attenzione dei presenti sarà incentrata sulla sposa, no? Lancio quelle macchine della tortura ad un organizzatore appoggiato ad una delle colonne portanti.

Appena fa per parlare, però, sento partire la marcia nuziale.

Tifa esita un attimo, ma poi prende un bel respiro e si incammina. Immediatamente, tutti gli sguardi sono rivolti a lei.

 Mi sporgo cercando la figura di Cloud e noto che è proprio vicino all’altare. Sorrido divertita, quando mi accorgo che sta sudando ed allarga ripetutamente il colletto della camicia, nervosamente.

Non lo avevo mai visto così...buffo!

 

Passo l’intera cerimonia ad asciugarmi le lacrime che scendono copiose dagli occhi, mantenendo lo sguardo fisso su Tifa e Cloud che, davanti all’altare, ascoltano attenti il prete tenendosi per mano.

Le voci mi giungono all’orecchio ovattate, quasi da lontano. Sento solamente i battiti del mio cuore accelerare di colpo, quando finalmente Cloud solleva il velo alla mia migliore amica e la bacia.

Il silenzio viene interrotto da un improvviso boato di grida festose, mentre i due si avviano verso l’uscita. Appena sorpassano la soglia del portone, però, vengono sommersi da chicchi di riso, quasi piovessero dal cielo. Scendono sorridenti le gradinate, mentre tutti li applaudono e Reeve scatta una quantità infinita di foto.

Mi accorgo di essere rimasta solo io, nella chiesa. Ma che idiota!

Corro verso l’uscita a piccoli passi, dato che il tubino troppo stretto mi impedisce di muovermi agilmente. Riesco ad arrivare appena in tempo, Cloud sta aprendo la portiera della macchina. Tifa, però, gli fa segno di fermarsi un attimo.

Improvvisamente mi ritrovo con il suo bouquet tra le mani ed un altro boato di urla si solleva dalla folla. Avvampo per l’imbarazzo, iniziando a balbettare frasi senza senso.

Sollevo il viso, incrociando lo sguardo di Tifa, che mi sorride facendomi l’occhiolino.

Grazie, amica mia. Grazie per aver condiviso la tua felicità con me, oggi.

Incomincio a saltare sul posto, agitando il braccio per salutarli, mentre ricomincio a piangere per la commozione.

Sento qualcuno avvicinarsi e posarmi una mano sul fianco. Mi volto bruscamente, sobbalzando.

Incontro i suoi occhi rossi che mi stanno fissando. Non c’è bisogno di parole, il suo sguardo si esprime da solo. Sorrido, leggermente imbarazzata e mi appoggio a lui, dato che tutta l’attenzione è ancora incentrata sui due sposini.

- Stanno davvero bene insieme, non è vero? Sono proprio felice per loro!- dico, giocherellando con i petali dei fiori che stringo in mano.

-Sì- mi risponde Vincent, allontanandosi un po’ dato che Tifa e Cloud sono appena partiti e un nostro contatto fisico non passerebbe più tanto inosservato. -ma noi non abbiamo nulla da invidiargli.-

Non riesco a trattenere un sorriso radioso, nel sentirgli pronunciare quella frase. E’ la prima volta che dice la sua riguardo al nostro rapporto.

Sono così felice che gli getterei le braccia al collo, ma mi trattengo dato che Cid ha esordito con il suo -Ehi, altro matrimonio in vista eh!- indicandoci spudoratamente. Fortuna che ci siamo divisi appena in tempo...

Vincent si allontana senza ribadire, con il suo solito modo di fare freddo e distaccato, ma io rimango ferma a riflettere su ciò che mi ha detto poco fa.

Hai ragione, Vinnie. Noi non abbiamo nulla da invidiargli.

Scendo le scale e mi unisco al gruppetto di persone che si è fermato a chiacchierare fuori dalla chiesa.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 -Running in the Rain- ***


Passo l’intera cerimonia ad asciugarmi le lacrime che scendono copiose dagli occhi, mantenendo lo sguardo fisso su Tifa e Cloud che, davanti all’altare, ascoltano attenti il prete tenendosi per mano

I break tradition, sometimes my tries, are outside the lines
We've been conditioned to not make mistakes, but I can't live that way
Staring at the blank page before you
Open up the dirty window
Let the sun illuminate the words that you could not find
Reaching for something in the distance
So close you can almost taste it
Release your inhibitions

 

Feel the rain on your skin
No one else can feel it for you
Only you can let it in
No one else, no one else
Can speak the words on your lips
Drench yourself in words unspoken
Live your life with arms wide open
Today is where your book begins

 

 

Unwritten - Natasha Bedingfield-

 

 

 

Rientro in casa, furiosa ma soprattutto fradicia. Il rinfresco è terminato ancor prima che potesse cominciare, dato che ha iniziato a piovere a dirotto.

Spero soltanto di non essermi presa un accidente...

-Vado a farmi un bagno.- dice Vincent, chiudendosi la porta alle spalle. Nemmeno a lui è andata a genio la lavata che ci siamo presi correndo sotto la pioggia. Eh, già.

Mi trascino fino in camera da letto, intenzionata ad indossare qualcosa di asciutto, ma ad un tratto mi viene un dubbio.

Come diavolo starà il mio cellulare?

L’ho tenuto in tasca, certo, ma considerando l’acquazzone che c’è stato, non vorrei che si fosse bagnato...

Lo afferro titubante con una mano, mentre prego la potente Shiva affinché sia tutto a posto. Sposto lentamente lo sguardo sul telefonino, paurosa di ciò che potrei vedere.

-Noooooooo!!- urlo nel panico più totale, accorgendomi delle scritte illeggibili che compaiono sul display. -Dannazione, dannazione!!-

-Yuffie, che succede?- la voce di Vincent mi giunge dal bagno, con in sottofondo lo scrosciare dell’acqua.

Lo ignoro completamente, troppo preoccupata per la salute di questo aggeggio infernale. Devo riuscire a farlo rinvenire entro domani, sennò chi lo sente mio padre? Ogni giorno si aspetta il mio messaggino dove gli confermo che è tutto a posto, che non sono in fin di vita e che...no, non ho trovato un pretendente da sposare. O almeno finché non gli dirò del mio rapporto con Vincent...

Corro in cucina a prendere della carta per asciugarlo, ma scivolo rovinosamente sulla pozza d’acqua che ho lasciato nel corridoio e finisco a gambe all’aria, stesa sul pavimento.

-Ouch...-

No, non devo arrendermi.

Mi rialzo mezza rotta e ricomincio la mia corsa verso la cucina, raggiungendola e ricoprendo il mio cellulare di carta assorbente. Ora non mi resta che aspettare e sperare.

Ritorno in camera, scoraggiata. Considerando che il mio telefonino è vecchio almeno quanto le statue di Da-Chao sono spacciata.

Mentre mi lascio prendere dallo sconforto, mi sfilo la maglietta fradicia. Però è meglio se vado in bagno, dato che necessiterei anche di un asciugamano.

Mi avvicino quatta quatta alla porta e vi appoggio l’orecchio, cercando di captare ogni minimo rumore. Nella stanza regna il silenzio.

...Ehi, non è che Vincent mi è annegato nella vasca?!

-Vince, stai bene? E’ tutto a posto?-

-Sì, perché?- mi domanda, senza nascondere la sua perplessità.

-N-no niente, scusa...Senti, non è che potresti passarmi un asciugamano?- gli chiedo, sperando in una risposta affermativa.

-Entra pure.-

Come “entra pure”?

Che diavolo vuol dire “entra pure”?!

Io voglio soltanto un asciugamano!!

Rimango ferma immobile davanti alla porta, osservando la maniglia dubbiosa sul da farsi. Lo so che non dovrei farmi certi problemi, però...ecchediamine, è imbarazzante!

-Yuffie?-

-S-sì sì arrivo...- rispondo poco convinta e aprendo la porta.

Vengo investita da un’improvvisa ondata di profumo al muschio bianco, mentre, con gli occhi ridotti a due minuscole fessure, mi dirigo verso il gancio sulla parete dove sono appesi tutti gli asciugamani.

Non mi devo voltare, non mi devo voltare, non mi devo...

Ecco, l’ho fatto.

Vincent, come immaginavo, è immerso nella vasca da bagno. Dall’acqua emerge solo il suo petto, liscio e scultereo, mentre il resto è coperto dalla schiuma. L’acqua deve essere proprio calda, riesco a vedere il vapore che sale e si disperde nell’aria.

Dannazione, io sono qui che muoio di freddo e lui se ne sta lì, a mollo nella vasca!

-Si sta bene lì dentro?- gli chiedo leggermente acida e strofinandomi le mani sulle braccia, nel disperato tentativo di farmi passare la pelle d’oca.

Annuisce poco convinto.

-Perché?-

No Yuffie, mantieni il controllo. Non chiederglielo, non chiederglielo...

-Posso entrare anch’io?-

...Maledizione!

Ci fissiamo entrambi spaesati, mentre vengo scossa dai brividi per il freddo. Poi lui piega le gambe per farmi un po’ di spazio ed io mi sfilo i vestiti, prendendo la rincorsa.

-Yuffie, ma che...?-

-BANZAIII!!!!-

Mi tuffo nella vasca, svuotandola per metà. Il mio piede destro finisce irrimediabilmente in faccia a Vincent, che però lo blocca con un movimento rapido della mano.

Riemergo dall’acqua e mi levo i capelli bagnati dalla fronte, guardandolo con aria innocente. Scoppio a ridere, notando il suo sguardo di rimprovero.

-Eddai, non fare quella faccia!- gli dico, mostrando un sorriso a trentadue denti.

Sospira, arreso.

Rilasso completamente ogni muscolo del mio corpo e mi appoggio al bordo, inspirando il profumo del bagnoschiuma.

Si sta proprio bene, l’acqua è talmente calda che quasi scotta. Allungo una mano e cerco di afferrare una montagnetta di schiuma, ma questa mi scivola via tra le dita, ritornando a galleggiare in superficie.

-Vinnie...- lo chiamo, riportando lo sguardo su di lui. Noto che mi stava fissando. -Oggi è stato bello, vero?-

- Sì, è stata una bella cerimonia. Peccato per il tempo.- mi risponde, estraendo un braccio dall’acqua e lasciandolo a penzoloni fuori dal bordo della vasca.

Mi metto a ridere, ripensando a noi due che correvamo sotto l’acqua, fradici come non mai.

-La cosa peggiore, secondo me, è che lo ha fatto apposta.-

Mi guarda senza capire, inarcando un sopracciglio.

-Vedi?- gli dico, indicando fuori dalla finestra. -ora ha smesso...-

Infatti il cielo è ancora nuvolo, ma non piove più.

Vincent guarda fuori e sbuffa, probabilmente infastidito anche lui da questo tempo maledetto. Ad un tratto, però, la nostra attenzione viene attirata da un lamento disperato del mio stomaco.

Lui mi fissa, non riuscendo a trattenere un sorriso divertito, mentre io mi immergo in acqua fin sotto gli occhi cercando di nascondere l’imbarazzo.

Dannazione, ma che razza di rumori sono? Proprio ora doveva brontolarmi la pancia!?

Esce dalla vasca e afferra due asciugamani. Uno se lo mette in vita, mentre l’altro lo apre, facendomi segno di uscire. Mi alzo e mi dirigo verso di lui. Fuori dall’acqua però fa un freddo cane, e mi ritorna immediatamente la pelle d’oca. Fortunatamente Vincent mi avvolge nell’asciugamano, abbracciandomi.

-Sarà il caso di magiare qualcosa.-

-Mh, mh...- mugolo, condividendo l’idea e lasciandomi scaldare dal tepore del suo corpo.

Almeno eviterò di fare altre simili figure...

 

 

 

 

Speravate che non mi intrufolassi, vero? E invece no, il mio angolino questa volta è a fondo pagina u.u

Per prima cosa, ho una brutta notizia: in seguito ai risultati del primo quadrimestre non proprio *cough cough* “eclatanti”, dovrò fiondarmi sullo studio, ponendo la scrittura al secondo posto. Se riuscirò a sopravvivere senza le mie ff può darsi che riuscirò anche ad aggiornare appena passerà questo periodo piuttosto impegnativo. Speriamo T.T

In ogni caso, ora vorrei passare ai ringraziamenti:

 

Amelie Elektra: Finchè non apre bocca? XD

Beh dai, considerando che è una Yuffentine dubito parlerà molto. In ogni caso, ci terrei davvero a ringraziarti immensamente, oh somma Amelie *inchinissimo*, sai quanto io sia felice di leggere le tue recensioni e soprattutto di sapere che apprezzi. Non sto più nelle mutande dalla gioia ^o^

Concordo sul fatto che non è da Yuffie mantenere un segreto del genere, però mi piaceva l’idea che riuscisse a fare un “piccolo sacrificio” per il suo Vincent. Comunque, vedremo come si evolverà la storia, soprattutto perché sui prossimi capitoli ho ancora dei punti di domanda grandi come una casa.

Tu prevedi un altro matrimonio, mh? Huhuhu…

 

 

Keylovy: KEY! *__*

Mia  adorata, il capitolo scorso l’ho scritto proprio pensando a te e sono felice che abbia sortito effetto. Mi ricordo che eri in quel periodo in cui ti mancavano CloTi, così ho provato a rimediare. C’è da dire, però, che se Caska avesse aggiornato “Non sono un Angelo”© sarebbe stato molto meglio ._.

Comunque sono davvero felicissima di leggere una tua recensione, sei sempre tanto gentile. Grazie anche per i complimenti! ^//^

Continuerò dritta, sperando di non beccare delle curve.

*Abbraccio*

 

Kiss: O.o

No problem! Solo che come ho già spiegato prima, ho da recuperare qualche materia decisamente sotto, il che mi ruberà parecchio tempo.

Sono felice che ti sia piaciuta nonostante tutto, e spero che continui ad essere di tuo gradimento. Non ti preoccupare in ogni caso: se mai farò qualcosa che non ti aggrada, non esitare a comunicarmelo (anche se, da quel che ho capito, non c’è bisogno di dirtelo XD).

Grazie ancora per il commento!!

 

Ladyhellsing: Innanzitutto, complimenti per il nick (Hellsing rulez!) *.*

Poi, grazie mille per la bellissima recensione e per avermi detto ciò che pensi^^ Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!

 

j3nnif3r: Grazie mille, sono felice che ti sia piaciuta nonostante questo genere non lo apprezzi molto. Terrò in considerazione il tuo suggerimento, ma sinceramente non so, preferirei prospettarmi più sul “futuro” rispetto al “passato” @_@

Non so se si sia capito qualcosa, ma spero di aver reso l’idea. In ogni caso grazie mille, davvero^^

 

Dastrea: Ah, cara che bello leggere una tua recensione ^_^

Sono felice che ti sia piaciuta così tanto, proprio non me lo aspettavo! O.o Spero che anche questo chappy sia stato di tuo gradimento!

Come ho già detto ad Amelie: Prevedi un matrimonio, mh? Huhuhu…

 

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