Can I believe in this?

di Givememynameale
(/viewuser.php?uid=198995)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 'Posso far finta di stare bene quando dentro invece scoppio?' ***
Capitolo 2: *** Capitolo due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***



Capitolo 1
*** 'Posso far finta di stare bene quando dentro invece scoppio?' ***


Primo capitolo.


Sono Hope Devils. Ho sedici anni, ma sono costretta a comportarmi come una maggiorenne, forse come una "mamma" mancante. Già, come una mamma, perchè io non ho più la mia con me. Non è morta, per fortuna, ma dopo il divorzio dei miei genitori non l'ho più vista. Abitavo con mio padre fino a pochi mesi fa, quando poi ho deciso di affittare una piccola casetta tutta per me.
Sedici anni e la mia vita è gia un inferno. Non so se è per causa del mio cognome, ma credo che tutto questo mi sia gia destinato.
Chi mi guarda da fuori può pensare che sono una ragazza tranquilla, ma dentro di me c'è un urag ano che non finisce mai.
Sono le sette di mattino e la sveglia sul mio iphone è pronta per rovinare quell' unico momento di pace che posso avere con me stessa. Mi alzo, svogliatamente e infalandomi le mie pantofela di Betty Boop mi incammino verso il frigo. 
Il cibo, il mio unico amore. Fortunatamente sono alta, direi troppo, e magra, quindi posso mangiare quanto voglio e non ingrasso esageratamente; ho i capelli rossi fuoco, tinti, corti fino alla spalla, occhi di un banalissimo marrone scuro. 
Dopo aver finito di bere il mio caffè e di aver mangiato tre biscotti, mi avvio verso il bagno per farmi la mia rapidissima doccia di ogni mattina e prendo le prime cose che vedo dall'ardamio. Essendo quasi primavera non mi copro molto, ma c'è comunque quel dolcissimo venticello che culla i mie capelli e quindi decido di prendere dei leggins neri, una canotta merlettata bianca e le mie adoratissime converse bianche. 
Mi trucco, come il mio solito, una riga di matita nera sopra e dentro l'occhio, mascara e fondotinta con una passata di cipria per tenere tutto ciò. 
Preparo velocemente la borsa mettendoci i libri di scuola che mi servivano oggi, prendo la giacca di pelle nera e chiudo casa. 
Mentre aspetto l'autobus, mi perdo nella cosa che amo piu fare, prima di scrivere; cioè ascoltare la musica.
Per me la musica è l'essenziale, anche solo ascoltare una canzone in un determinato luogo può cambiarmi la giornata definitivamente. Mi da la forza per fare tutto quanto, in quei minuti non penso alla mia fottuta vita. Mi da la pace. La mia pace interiore. 
Arriva l'autobus dopo dieci minuti, stacco le cuffiette dalle orecchie e salgo.
Ecco che l'autobus si ferma davanti alla mia scuola.
A differenza di tutti io non odio andare a scuola. Il mio primo anno di liceo fu terribile dato che mio padre mi aveva costretta ad andare in una scuola di suo piacimento e non del mio. Dopo il primo anno non ce la facevo più, quindi decisi di farmi bocciare e cambiare, con o senza approvvazione di mio padre. Adesso sto molto meglio, le persone sono tutte carine qui, le materie e gli studi sono quelli che mi interessano principalmente, è perfetto per questo verso.

 
Dopo quattro stancanti ore, c'è la pausa pranzo. L'unico momento in cui posso concedermi ai miei amici. 
Lola, è la mia migliore amica da quando stavamo alle elementari. Siamo inseparabili, tutti ci conoscono come "le migliori amiche di sempre", stando sempre insieme. Lei è unica e fantastica, non so come farei senza di lei. Diciamo che riesce a colorare una parte della mia schifosa vita. 
Poi ci sono Anne e Kels. Sono fantastiche anche loro. 
Harry Edward Styles è il mio angelo custode. Lui è tutta la mia vita. Diciamo che io, lui e Lola siamo come i tre moschettieri, sempre insieme contro il mondo.
HARRY. 'Ciao piccola' e mi lascia un bacio sulla guancia.
LOLA. 'Ragazzi stasera c'è un concerto di uno di terzo al pub, ci andiamo?' disse tutta eccitata. Lei adorava queste speci di eventi.
HOPE. 'Mi spiace ragazzi ma io passo stasera, è mercoledi e come sapete devo andare dal capo.' dissi scocciata.
KELS. 'Giusto, peró la prossima ci devi essere, vietato non venire!' 
Tutti ridemmo, Kels era quella che metteva sempre allegria in tutte le situzione. Era impossibile non volerle bene.
HARRY. 'Adesso corro in classe che è appena suonata dato che mi aspetta il test di fisica'
ANNE: 'Vado anche io, ciao ragazze!'
Cosí ci salutammo tutti tranne io e Lola, che avevamo in comune la classe di pittorica.
LOLA. 'Come migliore amica ti avverto come ogni mercoledi di stare stasera tranquilla e serena. È solo per la cena, per quelle poche ore devi scordare tutto quello che è successo, concentrarti solo sul giorno dopo e non pensare a nulla va bene?' mi chiese con gli occhi speranzosi. 
HOPE.'Okey, va bene.' dissi poco convincente. Tutte e due sapevamo gia quello che mi aspettava stasera.
Dopo altre tre ore tra pittorica e architettura, la campanella suona e mi avvio verso Anne, la quale mi aspettava sempre per andare a prendere l'autobus insieme.
HOPE. 'Oggi dopo il lavoro ti chiamo'
ANNE. 'Brava la mia Hope, te lo stavo proprio per dire io'
Parlammo del piú e del meno. Con lei, Kels e Harry non ero mai riuscita a dire TUTTA la verità. Loro sapevano solo una parte, ma Lola era l'unica persona nella mia vita a saperlo.
Arrivai a casa, stanca morta, mi scaraventai sul divano e presi il mio adorato iphone dalla tasca laterale della borsa. 
Lessi alcuni tweet, entrai su tumblr per vedere un pó di foto o post recenti e diedi un'occhiata alla home di facebook.
Ormai mi rendevo sempre piu conto che non è piu un mondo questo. È tutto finto, non c'è piú sentimento, è tutto tramite i social network. Non ci si chiama piu come una volta, non si scrivono le lettere, ma è tutto quanto tramite questi social network, in alcuni casi per dire le cose importanti ci si nasconde, o dietro ad un "anonimo" o dietro faccine meccanizzate senza emozioni.
Svuotai la borsa con i libri e uscii di casa incamminandomi verso il lavoro. 
Lavoro in una pasticceria, al centro della cittadella in cui abito, Bradford. 
Mi trovo benissimo in questo ambiente di lavoro al contrario del mio vecchio impiego...
Si sente il piccolo campanello attaccato alla porta suonare, il quale mi fa risvegliare da alcuni pensieri inevitabilmente brutti. 
LUKE. 'Ciao Hope, come stai?'
HOPE. 'Diciamo bene grazie tu?'
LUKE. 'Io bene. Dai sbrigarti che oggi ci sono molti clienti'
Cosi diedi ascolto al mio capo, Luke. Mi feci una piccola coda, in modo che i capelli non andassero in giro, dandomi fastidio. 
 
 
 
HOPE. 'Arrivederci!'
E cosi arrivò la fine del mio turno pomeridiano. Erano le otto, dovevo tornare a casa per poi andare a "visitare" mio padre.
Mi sciolsi la coda dai capelli e mi infilai il giubotto. Feci per uscire ma un ragazzo mi superò nella velocità. Lo feci passare timidamente davanti a me. Sentivo i suoi occhi su di me ed era abbastanza evidente che io ero"imbarazzata" della situazione. Passò, mi superò e nell'andarsene la sua mano sfiorò il mio braccio, coperto dalla manica del giubotto. 
Mi passò un brivido su tutta la schiena. Era da quasi un anno che un maschio non mi sfiorava, apparte Harry e mio padre, dopo le vicende successe. 
Mi avviai verso casa, pensando ancora a quel ragazzo, non avendolo guardato in viso poteva essere bello ma come poteva essere brutto, ma la cosa che mi aveva colpito era il suo "candido" tocco su di me. 
 
 
 
Arrivata a casa mi cambiai subito i vestiti e misi un paio di jeans stretti, le mie amate vans nere e un maglione.
Mi ricordai di chiamare Anne e cosi feci. 
ANNE. 'Amore mio, non ti sei scordata di chiamarmi!'
HOPE. 'Vedi? Haha. Comunque stasera divertitevi senza di me e fatemi sapere com'era. Ovviamente è inutile che io ti raccomandi di sorvegliare Lola, sai in che condizioni può arrivare a casa..'
ANNE. 'Haha sta tranquilla, la controlliamo tutti quanti'
HOPE. 'Mi raccomando. Fate i bravi. Adesso tesoro vado'
ANNE. 'Va bene, in bocca al lupo per stasera, vedrai che andrà bene' mi rassicurò con quelle parole e staccai la telefonata.
Non le raccontai del misterioso ragazzo anche perchè nemmeno io volevo iniziare a pensarci ancora di più.
 
Mi avviai verso la fermata dell'autobus, pronta ma non pronta spicologicamente a vedere mio padre. A vederla.
Dopo circa 16 minuti passati dentro l'autobus, scendo e un venticello fresco mi scompiglia dolcemente i capelli. 
Pensavo spesso che una delle sensazione che mi sarebbero mancate quando me ne sarei andata da tutta questa merda, fosse proprio questa del vento. Mi dava una sensazione di libertà, come se qualcuno volesse abbracciarmi in quel momento ma era bloccato per via dell'aria fresca e cristallina. 
Eccomi arrivata davanti alla porta di casa, suono il campanello e una figura femminile apre. 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo due. ***


Secondo capitolo.


KEIRA. 'Entra Hope, sei in ritardo come il tuo solito. Non sai fare assolutamente niente, tanto meno venire in orario.' dice quella vipera con un sorriso da vera troia.
Entro in casa e butto per terra la mia borsa. Arriva quel ragazzino, Ernie il figlio di Keira e mio padre.
Approposito di mio padre; mi accoglie con un semplice 'Ciao Hope, come stai?'
HOPE. 'Bene grazie.' dico abbastanza secca.
Tutti noi sappiamo benissimo che non sono ben accolta in quella casa, ma devo farlo. Devo fingere, sono obbligata.
 
 
 
Terminata quell'orribile e tremendamente triste cena, mi alzo da tavola pronta per andarmene.
Mio padre si alza di scatto seguendomi, sia Keria e sia Ernie lo guardano in modo strano, non sapendo cosa stesse succedendo.
NOLAN. 'Hope per favore aspetta un attimo' si avvicina, stava per afferarmi il braccio quando io lo sento e subito mi scanzo. Non ce la facevo ancora.
HOPE. 'Senti papà, se cosi posso definirti ma lo faccio molto difficilmente, lo sappiamo entrambi che io vengo qui, in questa stupida casa tua e di quella soltanto perchè sono costretta perchè sono ancora minorenne. Quindi per favore lascia tutto cosi com'è, non voglio niente a che fare con tutto questo e non voglio ripetertelo.' dico, stanca delle solite parole che escono dalla mia bocca ogni fottuta volta che lo vedo.
NOLAN. 'Hope...Hope. Lo sai che io vorrei dimenticare tutto quanto vero? Lo sai come sono andate le cose e so anche io di aver sbagliato...non mi perdonerò mai per tutto quello che ti ho fatto passare, ma Hope sei mia figlia e non posso che non amarti. Non posso continuare cosi, fa male per tutti e due.'
HOPE. 'Fa più male quello che hai fatto a me!' urlo con la vista appanata a causa delle lacrime che stavano per fuoriuscire. Però mi trattenni. Non volevo dare uno spettacolino ridicolo. Non voglio piu essere la fragile Hope.
NOLAN. 'Non so come farmi perdonare...mi dispiace e te lo ripeterò sempre'
HOPE. 'Non mi basta l'ennesimo "mi dispiace". Ringrazia il cielo se non ti ho denunciato come minimo. Anzi ti ho perdonato per tutto quanto. Tu avevi bisogno di me, ormai Olivia non c'era piu; non potevi perdere anche un'altra figlia. Infatti io ci sono stata per te comunque, ho sopportanto tutto quanto. Ma non mi chiedere mai più di riprendere come prima, perchè questo è gia troppo. Mi fai schifo come persona, come uomo, come padre.' basta non ce la facevo piu a trattermi e cosi le lacrime iniziano a scendere tristi sul mio viso; ancora piu triste e disgustato e impaurito dai ricordi che si facevano sempre piu strada nella mia mente.
NOLAN. 'Lo so...Ciao Hope, alla prossima settimana. Scusa ancora'
Uscii di casa asciugandomi le lacrime. Come ogni mercoledi avevo trascorso una fottuta serata di schifo. Dio non ce la facevo più.
 
 
 
Arrivo a casa, stanca, stanca di tutto, stanca di tutti questi ricordi che continuano a percorrere nel mio cervello; stanca del dolore che ho subito, stanca del dolore che ho ancora adesso, stanca di tutta questa merda.
Vado in bagno incoscente di quello che stavo per fare. Avevo milioni di pensieri in testa in quel momento ma uno in particolare si sopraggiungeva agli altri.
Prendo il mio rasoio, gli stacco delicatamente la lametta.
Sono pronta. Non lo facevo da tanto tempo. Rinominare Olivia stasera ha soltanto peggiorato le cose dentro di me.
Mi manca, mi manca tutto di lei. Era mia sorella, la mia sorellona. Non doveva morire cosi cazzo, non lei.
Ecco che il dolore inizia a sentirsi, ecco che i ricordi fanno ancora piu male. Quelle mani sul mio corpo a buttarmi giu dal letto, schiaffeggiarmi, darmi i pugni, calci. Tutto ciò, anche se era in questo momento un orribbile ricordo, faceva piu male di quella lametta infilata nella mia coscia.
Inizio a non vedere bene, per colpa delle lacrime che stanno scendendo a fiume dai mie occhi. Mi sento morire dentro e per questo voglio continuare.
Li su quella lametta che spingeva sempre piu a fondo e sempre in piu punti della mia coscia, c'era tutto il dolore, l'odio, la tristezza che avevo dentro. La morte di Olivia, le mani di mio padre su di me, che mi facevano ogni sera sempre piu male, le urla di mia madre ubriaca; Logan.
Non lo facevo da quasi un anno ormai, avevo smesso di farmi del male ma ho continuato a distruggermi comunque; ma dall'interno.
Sangue, sangue, riesco a vedere solo sangue per terra e sulle mie cosce. Sono distrutta, sfinita. La smetto perchè non ho piu forze, per stasera.
Mi rialzo piano e mi appoggio un asiugamano bagnato e lo stringo sulle cosce, in modo da fermare la fuori usicita del sangue.
Mi guardo allo specchio, sono terribbile. Abbasso lo sguardo e vedo in pavimento; ancora peggio.
Iniziando a non sentirmi in condizioni di rimanere in piedi mi sdraio sul letto con ancora l'asciugamano sulle cosce.
Di colpo mi addormento, senza pensare alle conseguenze che mi sarebbero capitate se avessi continuato sempre più forte di prima.
 
 
 
Sono le 7 di mattina, mi alzo da sola senza la sveglia del cellulare dato che mi ero scordata di impostarla il giorno prima.
Vedo il letto sporco di sangue ma noto che ha smesso di scorrere sulle mia cosce.
Mi manca gia la sensazione di quella lametta. E' come se ogni volta mi staccassi dal mondo.
Faccio una doccia veloce. Sono pronta per ricominciare con la solita e finta vita del cazzo. 
Dopo essermi vestita e truccata esco di casa per andare a scuola.
Ho un sorriso finto sulle labbra, non voglio dare nell'occhio ne tantomeno sentirmi chiedere cosa sia successo. Non voglio parlare dell'accaduto di ieri sera con nessuno, nemmeno con Lola. Le avevo promesso che avrei smesso. E cosi feci per un anno, ma ieri non ce la facevo piu; quella era un'attesa infinita.
Presi il mio cellulare dalla borsa, notai che avevo sei chiamate perse da Anne e Kels di ieri sera e due messaggi di Harry. Nessuna notizia di Lola. Sorrisi, sapendo gia come fossero andate le cose ieri sera al concerto, soprattutto a Lola.
Cosi uscii in cortile per chiamare Harry e avere notizie. Oggi Anne e Lola non sarebbero andate a scuola dato che la loro classe di fisica andava in gita in un laboratorio e quindi sarei stata con il mio Styles e Kels.
Uno squillo, due, tre, quattro, cinque. Attaccai, mi avrebbe richiamata sicuramente, era solito da lui.
Feci per avviarmi verso l'interno dell'istituto quando notai che un ragazzo stava andando veloce con lo skateboard davanti alla scuola. Era bellissimo, affascinante. Non vedevo bene il viso dato che era leggermente coperto da un cappellino della Obey con una visiera, però mi sembrava cosi perfetto; il modo con cui si muoveva con quell'affare, sembrava quasi che volasse.
La campanella suonò e mi riportò alla realtà. Il misterioso e bellissimo ragazzo aveva ormai superato la via della mia scuola, quindi rientrai.
Per tutta la prima ora pensai a lui. LUI. Ma che cavolo dico? Non so nemmeno chi è, non saprà della mia esistenza e non lo rivedrò mai più in tutta la mia vita. Però qualcosa continuava a martellare nella mia testa...la sua immagine mi faceva ripercorrere quel momento in cui quel ragazzo al negozio mi aveva sfiorata.
Stavo esagerando, dovevo tornare alla realtà, cosi iniziai a seguire la lezione.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Terzo capitolo.

 
Durante la lezione sentii il mio cellulare vibrare in tasca, lo presi e lo misi sotto al banco per controllare chi fosse. 
Da Harold:
Hope che fine hai fatto ieri sera? Tutti noi stiamo sotto casa tua da almeno un’ora, ti stavamo aspettando. Ieri non hai risposto nemmeno ad una chiamata o ad un messaggio, siamo preoccupati cazzo!
 
Da me:
Harry sta tranquillo ieri non avevo caricato il cellulare e quindi mi si è spento e non ho potuto leggere i messaggi…venite a scuola vi aspetto 
Hope xx
 
Da Harold:
Ok, a dopo xx
 
Odiavo mentirgli ma non potevo raccontare di ieri sera, a nessuno. Sapevo benissimo che l'accaduto di ieri sera sarebbe risuccesso...era piu forte di me. Ne avevo il bisogno. 
Rimisi il cellulare in tasca e aspettai con ansia il suono della campanella, volevo rivedere i miei amici, volevo sorridere di nuovo, ma questa volta con un sorriso vero e spontaneo. 
Finita la lezione avevo il pranzo quindi li aspettai nel solito posto in cui ci ritrovavamo tutti insieme per poi andare a mangiare insieme. 
Eccoli, li intravedo da lontano e noto che tutti loro hanno sul viso un'espressione preoccupata e anche arrabbiata.
'Eccovi! Mi siete mancati ragazzi' dico sorridendo come non facevo da tempo.
LOLA. 'Hope non devi dirci stronzate! Siamo i tuoi migliori amici e ti conosciamo meglio di chiunque altro. Tu rispondi sempre ad uno di noi, SEMPRE. Ieri siamo stati tutta la serata a pensarti perchè sapevamo come potesse andare per te la cena da tuo padre, abbiamo provato a rintracciarti ma nulla. Sparita.' a quelle parole tremai leggermente. Davvero si erano cosi preoccupati per me? E se sospettassero qualcosa? Io avevo promesso a Lola che non mi sarei mai più fatta del male in alcun modo e se lo scoprissero?  Li avrei persi?
Ero completamente smarrita in questi orribile pensieri quando sentii una mano tirarmi su il viso in modo che la guardassi. Era Anne, con una faccia triste. 
ANNE. 'Tesoro noi possiamo anche crederti per la cosa del cellulare scarico, ma la prossima volta devi almeno mandarci un messaggio o puoi fare anche un piccolo squillo; solo per tranquillizzarci' mi sorrise dolcemente. 
HOPE. 'Va bene, lo farò. Mi dispiace cosi tanto che vi siate preoccupati, non lo avrei mai voluto...' dissi veramente dispiaciuta delle parole che avevo appena detto.
'Abbraccione di gruppo!' gridò Kels e subito e fiondò su di me insieme agli altri. Mi erano mancati, mi era mancato stare 'bene' anche solo per un piccolo istante. 
 
 
 
HARRY. 'Allora Lola vuoi raccontare tu alla nostra Hope di ieri sera o lo faccio io?' disse con un sorriso maligno. Conoscendola, immaginavo cosa fosse successo.
LOLA. 'Emh, ok lo faccio io! In breve ieri sera ero abbastanza brilla per capire la situazione e alla fine della festa ho conosciuto un ragazzo...molto carino. Non è uno sfacciato, al contrario è molto dolce, per quanto mi ricordi! Vabbè lui ci ha invitati alla sua partita di football della scuola fra due settimane.' disse sorridendo. 
HOPE. 'Ohw molto interessante!' dissi ironicamente facendo arrossire Lola che capi subito dove volessi arrivare.
LOLA. 'E poi vabbè ti racconto in un'altro momento! Adesso andiamo' trascinandomi per la mensa fece di tutto per non parlarne; ma io non insistetti, sapevo benissimo che sarebbe scoppiata in meno di una giornata e mi avrebbe raccontato tutto quanto. 
HOPE. 'E tu Harry? Non mi racconti niente?' dissi con faccia interrogativa e anche abbastanza delusa.
HARRY. 'No Hope, io non ho fatto nulla, sta tranquilla.' mi sorrise e mi avvolse con braccio intorno alla vita. Sapeva che ero stragelosa delle altre ragazze, anche se ci provassero le avrei uccise. Lui è soltanto MIO. Purtroppo questa era soltanto una stupidissima cazzata che prima o poi non sarebbe finita come avrei voluto. Harry si sarebbe fatto una vita anche senza di me, la sua migliore amica; come io me la sarei fatta senza di lui. Non credevo al destino ma sapevo che sarebbe successo prima o poi quindi dovevo smetterla di essere gelosa.
HOPE. 'Ragazzi oggi dopo il lavoro va bene se venite tutti da me a dormire? E tu...' dissi guardando Lola 'puoi portare quel ragazzo se ti rende felice' feci un sorriso delicato. 
LOLA. 'Oddio amore davvero lo faresti per me? Grazie grazie grazie mille' mi abbracciò. Amavo infinitamente i suoi abbracci. 
ANNE. 'Ok ragazzi allora ci vediamo tutti alle 8.30 da Hope. Kels tu porta le pizze e Harry da bere' 
'Non vedo l'ora di stare insieme, mi siete mancati' dopo questa mia frase sentii un 'aww' in coro.
HARRY. 'Hope vuoi che ti accompagno oggi al lavoro?'
HOPE. 'No grazie Harry, mi fa bene camminare un po da sola' 
HARRY. 'Nulla piccola' mi sorrise. 
 
 
 
Appena arrivai a casa, verso le 3.15 da scuola, andai dritta verso la mia meta e senza pensarci troppo presi ancora una volta la mia lametta. 
Da una parte sapevo che stavo facendo una grossa cazzata, mi facevo soltanto del male; ma dall'altra parte non riuscivo a smettere di farlo, proprio perchè volevo farmi del male. Non meritavo nulla, mi facevo schifo e il minimo era farmi questo.
Ripensai a tutti i momenti orrendi della mia vita, quelli che avrei voluto con tutta me stessa cancellare. Ecco che il dolore sui polsi inizia a farsi sentire, ma non mi importava di quello. 
Ripresi coscenza e posai la lametta e mi andai a sciacquare i polsi, per togliere il sague in eccesso. Adesso mi sentivo meglio, ero come sollevata, ne avevo il bisogno. Mi cambiai velocemente la maglietta, per poi mettere un maglione lungo che copriva bene i polsi. 
Uscii di casa per avviarmi al lavoro e come sempre, appena arrivata, misi il mio grembule e feci una piccola coda ai capelli. 
Passarono ore e non avevo un attimo di pausa neanche per respirare perchè oggi c'erano tantissimi clienti alla pasticceria.
Quando finii quasi il mio turno notai un ragazzo all'angolo del negozio che cercava disperatamente un aiuto perchè i suoi pasticcini al pistacchio che Marcus gli aveva servito poco prima, erano caduti a terra.
Subito uscii dal bancone e andai verso di lui e i pasticcini per aiutarlo. Li raccolsi e quasi tutti e li appoggiai sul tovagliolo del tavolino; il ragazzo mi sorrise. O mamma era lui. Si, quello di stamattina davanti a scuola col cappellino. Era bellissimo, sembrava quasi finto; aveva il ciuffo nero, occhi scuri che facevano tremare il mio cuore appena li incrociavo con i miei, delle labbra che mai avevo visto cosi perfette. Era alto, poco piu di me, magro e indossava il cappellino di stamattina. 
'Grazie mille per l'aiuto...Hope' disse il mio nome incerto e notai che stava guardando il mio cartellino del lavoro con su scritto il mio nome.
'Non c'è di che' arrosii. Hope ma che cazzo stai facendo? Arrosisci per un ragazzo che nemmeno conosci? 
'E' stato un piacere Hope, io sono Zayn' sorrise, porgendomi la mano. Allungai la mia per poi stringerla. Dio mio il suo calore mi fece venire i brividi. Quel ragazzo mi trasmetteva qualcosa di speciale. Ero incantata a fissarlo quando notai che aveva abbasato la testa sul mio braccio e la sua espressione sul viso era totalmente cambiata. Non capivo il motivo della sua reazione poi incrociai il punto dove stava guardando e vidi il maglione che si era leggermente tirato su e si vedevano benissimo i miei tagli. 'Cazzo cazzo cazzo cazzo Hope che cazzo' la mia testa continuava a ripetere queste parole con ansia. Tirai via subito la mano e abbassai il maglione.
'Ciao Zayn, è stato bello conoscerti, addio.' dissi fredda, stavo sul punto di piangere. 
ZAYN. 'Hope...io'
HOPE. 'No nulla, scusa devo andare' scappai sotto gli occhi di Zayn e del mio capo, ma tanto avevo finito il mio turno quindi non poteva dirmi nulla.
Per tutto il tragitto non feci altro che piangere. Perchè cazzo? Perchè li aveva visti? Nessuno doveva saperlo, pensa uno sconosciuto...ancora peggio. 
Ero arrivata a casa, mi feci una doccia fredda rapida e cercai di scordare Zayn e quello che era successo, ma era praticamente impossibile. Mi asciugai i capelli e li piastrai leggermente, indossai dei pantaloncini corti dato che i tagli sulle cosce era praticamente spariti e misi una felpa che era il doppio di me ma io l'amavo. Era del mio amato Harry, ancora mi ricordo quando me l'aveva regalata; era la prima volta che rimasi a dormire da lui e avevo tantissimo freddo, allora lui mi diede questa felpona gigante e mi disse che l'avei dovuta indossare ogni volta che avevo freddo e che volevo un suo abbraccio. In quel momento era proprio cosi, avevo bisogno del mio angelo, volevo un suo abbraccio perchè sapevo che dopo mi sarebbe passato tutto.
Poco dopo sentii il campanello della porta suonare. Finalmente erano arrivati i ragazzi!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Quarto capitolo.
 

Dopo che entrarono tutti quanti, compreso Liam, la "fiamma" di Lola, e Louis, un amico di Harry di cui nessuno ne sapeva l'esistenza, ci dirigemmo subito nel salotto e ci sedemmo sul mio amatissimo divano gigantesco.
LOLA. 'Hope, lui è Liam' disse sorridendo e arrossendo leggermente.
LIAM 'Ciao Hope è un piacere conoscerti e grazie per avermi invitato stasera' sorrise. Mi sembrava davvero molto carino e dolce, credo che sia il primo ragazzo che abbia conosciuto Lola, di cui mi posso fidare. 
IO. 'Tranquillo, è un piacere anche per me conoscerti Liam' e subitò dopo mi abbraccò in un modo dolcissimo.
LOUIS. 'Hope anche io vorrei ringraziarti, anche se non sapevi che sarei venuto, ma Harry mi ha invitato all'ultimo momento' sorrise guardando Harry. 
IO. 'Non preoccuparti, anzi sono felice che ci sei anche tu!' Sorrisi sia a lui e contemporaneamente ad Harry, per fargli capire che non mi aveva dato nessun fastidio il fatto che avesse portato un suo amico.
La serata andò avanti perfettamente, tra risate, chiacchere e bevute, come facevamo di solito quando venivano da me. 
KELS. 'Ragazzi che ne dite se vediamo un film? Tanto Hope ne è piena!'
LIAM. 'Direi che sarebbe bellissimo!'
HARRY. 'Ok però questa volta decido io dato che scegliete sempre voi ragazze' iniziò a sbirciare nel mobile dove tenevo tutti i miei film e dopo un paio di minuti ne prese uno e ce lo indicò: era un horror. Perfetto perchè quello era il mio genere preferito. 
Prima che iniziasse il film Harry mi fece cenno di venire a sedermi accanto a lui e dopo di che mi mise un braccio intorno al collo e mi fece accoccolare su di lui. 
HARRY. 'Ho notato che avevi bisogno di me...' mi sussurò all'orecchio, guardando la felpa che indossavo.
IO. 'Ho sempre bisogno di te Harry' dissi mettendomi comoda sopra al suo petto. 
HARRY. 'Lo sai che io ci sarò sempre, vero piccola?'
Annui leggermente guardandolo in quegli occhi che erano di un verde meraviglioso. Ero cosi fortunata ad avere lui con me; me lo ripetevo sempre questo. 
Finito il film, notai che Harry si era addormentato, Louis pure mentre era appoggiato con la testa sul bracciolo del divano, Lola e Liam che si scambiavano "effusioni" dolci su un'altro divano e accanto a me Kels e Anne ubriache che ridevano. Bene, mi toccherà far addormentare quelle due.
Dopo quasi mezz'ora, con mia gradissima pazienza, riuscii a mandare a letto le due ragazze e anche Liam e Lola. Stranamente non avevo per niente sonno, dentro di me c'era solo una grandissima confusione; pensavo a Zayn, pensavo ai miei tagli, a mio padre, ad Olivia, a mia madre, pensavo ai miei amici e se avessero scoperto dei tagli...in quel momento volevo solo non pensare a niente. Volevo rilassarmi e le uniche cose che ci riuscivano erano gli abbracci di Lola e fumare. Odiavo il fumo, ma giuro che era cosi rilassante per me quando avevo la confusione. Cosi prima di uscire di casa, presi dalla giacca di Anne una sigaretta, dato che lei fumava, fortunatamente poco e mi sedetti sul gradino dell'entrata di casa mia. Era tutto buio fuori, si intravedeva solo una piccola luce accesa di una casa più in fondo rispetto alla mia, c'èra un silenzio meraviglioso. Finita la sigaretta, dopo cinque minuti di silenzio, pensando al nulla e fissando il vuoto, dovetti rientrare, anche se quella era una delle sensazioni che mi piaceva di più in assoluto.
 
 
 
Dei rumori fortissimi mi svegliarono, cosi mi alzai dal letto e andai a controllare, prima però feci attenzione che non si intravedessero i tagli, nascosti dal maglione, e scesi giù verso la cucina. Trovai una scena dolcissima davanti ai miei occhi: Lola e Liam che stavano cucinando la colazione per tutti, ridendo e mandandosi ogni tanto un bacino.
'Siete proprio da film' dissi io entrando in cucina, sorridendo.
LIAM e LOLA. 'Aww, buon giorno Hope!'
LOLA. 'Stiamo preparando qualcosa per voi, ma è una sorpresa quidi vai in salone dagli altri che sono gia tutti svegli e ti stanno aspettando' sorrise. 
'Certo amore, agli ordini' e andai ridendo dagli altri. 
KELS. 'Buon giorno dormigliona!' e tutti gli altri in coro lo ripeterono.
'Giorno a tutti' dissi andandomi a sedere in braccio ad Anne.
Dopo aver chiaccherato su ieri sera e altre cose stupide, Liam e Lola entrarono con un vassoio gigantesco. Dentro c'era di tutto, sia salato, sia dolce. Mangiai cosi tanto che mi sentivo scoppiare, quindi salita in camera feci un doccia in fretta e mi preparai dato che oggi avevo il turno al negozio. 
Salutai i ragazzi e li ringraziai con i nostri soliti abbracci di gruppo e mi avviai al lavoro, con cuffiete e musica a palla; quella era la mia droga.
MARCUS. 'Ciao Hope, senti c'è quel ragazzo che ti sta aspettando da quasi mezz'ora.' mi disse sotto voce indicando un ragazzo seduto sul tavolino da solo. Era Zayn. Il mio cuore iniziò ad aumentare la velocità dei battiti e iniziai a diventare rossa per l'imbarazzo. Perhè voleva parlarmi? Io gli avevo detto "addio" e quello era un saluto che aveva il suo valore.
'Ok, grazie Marcus, adesso vado a vedere cosa vuole' dissi avviandomi verso Zayn.
'Ciao Zayn. Perchè sei qui?'
ZAYN. 'Hope...io sono venuto perchè volevo vederti e volevo chiederti come stavi' il suo tono della voce era abbastanza triste e immaginavo anche il perchè. 
'Zayn, sto bene. Nemmeno ti conosco, non puoi venire qui e chiedermi come sto realmente. Per favore lasciami andare, non hai niente a che fare con me' me ne stavo andando, avevo le lacrime agli occhi. 
Lo vidi sorpassarmi e andarsene, sbattendo la porta. Il mio cuore si spezzò, per la millesima volta. Perchè stavo cosi per lui? Perchè lui aveva avuto quella reazione? In quell' istante non capii più nulla e uscii correndo dal negozio per raggiungerlo. 
'Ti ho detto cosi solo perchè non voglio rovinarti la vita. Non voglio che entri nella mia vita, cosi come vuoi tu, chiedendomi come sto. Non puoi cazzo. Io sto male e non voglio farti soffrire, perchè io sono la causa del dolore di tutti' stavo urlando per farmi sentire da lui. Perchè lo avevo fatto? Dio perchè? Forse perchè quel ragazzo avevo qualcosa che mi faceva star bene, che mi dava fiducia, qualcosa che faceva riscattare la vera me. 
Lo vidi avvicinarsi a me, spostarmi i capelli dietro l'orecchio e sussurrarmi: 'Il fatto è che io voglio esserci nella tua vita.'
Lo abbracciai, fortissimo, con tutte le forze che avevo. E' vero, sembrava assurdo perchè non sapevo nulla su di lui, però mi sentivo "a casa" nelle sue braccia.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Quinto capitolo.

'Hope? Hope? sei in casa?' la voce di Lola mi fece saltare subito dal divano dove mi ero addormentata poche ore prima. Guardai sul cellulare che avevo un paio di chiamate perse proprio da lei, forse voleva svegliarmi o dirmi che sarebbe venuta a casa mia. 
'Ciao Lola, che ci fai qui?' dissi con una voce ancora assonnata e lei lo capii subito. 
'Scusa se ti ho svegliata; volevo chiederti se ti andasse di uscire oggi, dato che ieri dopo il lavoro non ci hai piu chiamati e non ci hai fatto sapere nulla. E' successo qualcosa?' la sua voce era limpida e dolce, ma anche un pò preoccupata. Lola era l'unica che sapeva tutta la mia storia, sapeva quello che sarei riuscita a fare e proprio per questo per ogni minimo 'errore' che commettevo lei subito si preoccupava, forse troppo direi. 
'E' tutto ok, sta tranquilla. Vieni qui che devo dirti una cosa però...' mi ero convinta a parlarle di Zayn. Infondo lei era la mia migliore amica e non potevo tenerle nascosta una cosa che per me poteva essere anche "importante". 
Le raccontai tutto di lui, dal nostro primo incontro a ieri. L'unica cosa che Lola mi disse fu un 'sei sicura di voler far entrare un'altra persona nella tua vita?' annui. Lei mi abbracciò, proprio come sapeva fare lei. E quell'abbraccio per me era davvero necessario in quel momento. 
 
Mi accompagnò lei al lavoro, anche con la scusa di incontrare Zayn. Ma oggi non c'era al negozio, nessuna sua traccia.
Hope come puoi pretendere che sarebbe venuto ogni giorno, solo per te
Infatti la vocina dentro di me aveva ragione, non ero nemmeno sicura al massimo delle ultime parole che mi aveva detto.
Infondo non lo coscevo e da una parte stavo iniziando a pentirmene di aver voluto che succedesse questo. 
 
 
Zayn's point of view.
 
 
Dovevo sbrigarmi, a quest'ora Hope avrebbe dovuto finire il suo turno, quindi iniziai a correre. La dovevo vedere oggi, avevo il bisogno di guardarla negli occhi e dirle che sarebbe andato tutto bene. 
Per colpa di Jimmy sto facendo tardi; lui e i suoi continui commenti su mia madre mi hanno fatto salire il sangue al cervello e questa volta non ci ho visto più. 
Passai velocemente davanti ad una vetrina di un negozio, era una specie di specchio. Mi guardai; un livido violaceo sullo zigomo fu la prima cosa che notai, il sangue ancora caldo che scendeva dalle labbra e un piccolo graffio sotto all' occhio destro. 
'Guardati come sei ridotto Zayn. Fai a botte con ragazzini che parlano di te e tua madre ma che in realtà non sanno nulla.'
Infatti avevo sbagliato, non dovevo dar retta a Jimmy, ma questa volta aveva esagerato. 
 
Arrivai con il fiatone dentro al negozio; Hope non c'era, era già uscita. 
Bene, avevo mandato a puttane questa giornata, e mi chiedevo se lei fosse ancora disposta ad ascoltarmi oppure penserà che sono uno stronzo. 
Mi incamminai verso un parco, più giù del negozio e intravidi una figura femminile camminare con passo lento e stanco. Misi a fuoco la figura davanti a me e soltanto dopo pochi secondi riuscii a capire che si trattava di Hope. 
 
Hope's point of view.
 
Una mano sfiorò il mio braccio e appena mi girai lo vidi. Un sospiro usci dalle mie labbra e i suoi occhi si fecero meno scuri quando sorrisi delicatamente.
'Hey' si avvicinò ancora di più. Il suo respiro era irregolare, il petto si muoveva velocemente, potevo capire che aveva corso poco prima.
'Zayn...' mi staccai in un secondo da quel minimo contatto che era stato creato e abbassai lo sguardo, incapace di continuare a guardarlo in quei occhi meravigliosi. Non ero forte come mi aspettavo, forse ancora non ero pronta alla fase "conosci nuove persone". 
'Ti andrebbe di prendere un caffè insieme?' Zayn riusci a rompere quel silenzio tra di noi. Annuii e cosi ci avviammo verso il bar.
 
'Cosa ti è successo...?' chiesi timidamente indicando le ferite sul suo viso. Si irriggidi di scatto, il petto iniziò a muoversi piu velocemente ma continuava a guardarmi con occhi calmi. 
'Sono caduto dalla scala oggi, stavo riordinando lo scaffale di un mobile ed è success per distrazione'
Capii dal tuo tremare nella voce che non era la verità ma non insistetti nel chiedere.
'Sai, non voglio che sembri la tipica frase sdolcinata, perchè io non sono cosi; ma davvero non ho fatto altro che pensare a te e a tutto quanto, soprattutto alle tue parole...' si vedeva che mentre lo diceva lo pensava veramente, era cosi...cosi stranamente "dolce".
 
 
 
 
 
Lola's point of view.
 
Liam era li; seduto accanto a me. Un sorriso cosi sincero e splendido era stampato sulle sue labbra, i suoi occhi si stringevano sempre di piu per quanto sorrideva. 
Era quello giusto, me lo sentivo. Dopo tutti gli stronzi con cui sono stata, lui mi appariva il primo serio, il primo ragazzo, ovviamente dopo Harry, di cui potevo fidarmi. Forse me ne ero inconsciamente innamorata, ma di una cosa ero certa: non lo avrei mai fatto scappare. 
'Vieni qui' la sua voce calda mi scosse e ritornai nella realtà, appoggiandomi sul suo petto. Piano piano iniziò ad accarezzarmi le braccia e fare linee confuse sù e giù. Era cosi rilassante stare con lui e anche divertente; lui era unico nel suo genere. 
'Lola ci stavo pensando già da un vari di giorni e volevo chiederti se volevi diventare la mia ragazza...' mi si fermò il cuore per un secondo. Non aspettavo altro e quindi con tutto l'entusiasmo che avevo "nascosto" per settimane, lo abbracciai più forte che potevo e urlai un SI, pieno di amore e di felicità.
Lentamente mi prese il viso e appoggiò le sue labbra sulle mie e in pochi secondi il bacio si approfondi' sempre di più.
 
 
 
 
 
Harry's point of view. 
 
Appena entrati in casa mi prese per la mano e mi portò in camera sua, come se non aspettasse altro per tutto il viaggio in macchina.
Chiuse la porta alle sue spalle e girò la chiave due volte, tanto per essere sicuri che nessuno ci avrebbe fatto visita; ci sdraiammo sul letto e prese a baciarmi il collo con una foga che non avevo mai visto da parte sua. Ero rimasto all'unico bacio innocuo che ci eravamo scambiati qualche giorno fa, ma con cosi tanta passione non me lo aspettavo assolutamente.
Scese sempre di più continuando a baciarmi, fino a sbottonarmi la camicia con una velocità impressionante; iniziò a leccare i capezzoli finchè non sentii la mia erezione ormai dura che spingeva sui suoi pantaloni.
'Harry, sei...sicuro di volerlo davvero? In fondo non vorrei che con questo che stiamo per fare si rovini la nostra amicizia' mi disse con un tono che conteva un grado di malizia assolutamente troppo alto per quella frase.
Annui incapace di parlare perchè la sua bellezza era fin troppa da togliermi il fiato, il suo corpo sopra al mio, la sua lingua che si muoveva sul mio corpo. Bhe si, lo volevo da morire. 




Salve lettori, ancora non mi sono presentata. Sono Alessandra, detta semplicemente Ale. Volevo subito scusarmi per la mia assenza ma ho avuto vari problemi in questo mese e quindi non sono riuscita ad aggiornare il prima possibile. 
Ma sono tornata con questo nuovo capitolo pieno di sorprese! Chi sarà l'amante di Harold? E cosa sarà successo ad Hope e Zayn?
Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate! 
Un bacione, ale c:

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


Sesto capitolo.
 

Hope's point of view.
 
Mi svegliai di scatto tutta sudata per colpa di un incubo. Quasi ogni notte sognavo la stessa cosa...
Olivia. Il giorno del suo incidente, il suo volto ormai bianchissimo sul lettino dell'ambulanza, le mie lacrime che non cessavano nemmeno per un secondo davanti a quella vista, il dottore che mi diceva che mia sorella ormai non c'era più; il mio mondo che ormai cadeva a pezzi.
Riuscivo a sognare soltanto questo e ogni mattina mi ritrovavo a piangere.
 
 
'Ciao tesoro, come stai?' ormai mi "mancava" quasi la voce della mia Kels.
'Bene Kels, tu?'
'Anche io, grazie. Adesso sbrigati che dobbiamo entrare in classe che è già suonata la campanella.' disse prendendomi il braccio e trascinandomi dentro scuola. 
'Ma voglio aspettare Harry, in questi giorni non l'ho visto e mi manca.' feci per staccarmi dalla sua presa ma era praticamente impossibile.
'Lo sai che lui fa sempre tardi e noi non possiamo prenderci un'altro ritardo, quindi lo saluterai a pranzo'
Aveva ragione Kels, quindi entrammo in classe dove ci aspettavano cinque ore prima del pranzo. 
 
Lola's point of view.
 
'Allora, siete pronti per la partita di Liam? Non vedo l'ora di andarci e poi mi ha detto che mi presenterà anche i suoi amici' dissi cosi felice che quasi urlai dalla gioia.
'Ma certo che lo siamo! Harry, sbaglio o c'è anche il tuo amico Louis nella sua squadra?' lo sguardo di Anne andò a cercare quello di Harry, il quale era molto impegnato a scrivere messaggi sul suo cellulare da quando ci eravamo visti oggi. 
'Si si' disse, nemmeno alzando lo sguardo.
Notai subito Hope; aveva una faccia triste, quasi delusa. Ed io sapevo il perchè. HARRY.
Harry e Hope avevano qualcosa che solo loro potevao avere, erano quasi una cosa unica. Da quando ci conoscevamo loro due erano sempre stati migliori amici, ma non quei migliori amici banali come tutti; loro erano qualcosa di speciale. C'era qualcosa che rendeva magico il loro rapporto, come due fratelli ma divisi dalla nascita. Si capivano subito, al primo sguardo, si dicevano sempre tutto, si comportavano proprio come se fossero quasi "fidanzati". 
Ma adesso Harry da quando era arrivato non le aveva degnato nemmeno uno sguardo, come a tutte noi infondo. E sapevo benissimo che Hope in questo momento aveva bisogno di lui come di nessun'altro quindi presi forza e diedi uno spintone ad Harry in modo che il cellulare gli cadesse dalle mani.
'Hey ma che stai facendo?' il suo tono era arrabbiato ma da una parte anche un pò divertito.
'Avvertici quando avrai finito di messaggiare e ci degnerai di parlare con noi' potevo sembrare acida dal mio tono di voce, ma lo stavo facendo soprattutto per Hope.
'Scusate...' abbassò la testa un attimo per poi rialzarla e fare uno dei suoi sorrisi che mozzava il fiato. 
'Sono stato uno stupido, potete perdonarmi?' subito arrivò un abbraccio da parte di Hope, che non aspettava altro.
Ed ecco qua che i due ritornarono come i vecchi tempi, Harry e Hope, i due ragazzi che non si staccavano mai l'una dall'altro. E questa cosa mi rendeva cosi felice, veedere i miei due migliori amici stare bene insieme per me era tutto quello che potessi desiderare.
 
 
Harry's point of view.
 
'Piccola, vieni un attimo qua' dissi prendendo la mano di Hope e trascinarla in modo dolce verso la mia classe.
'Harry...?' subito la zitti con un bacio sulla guancia. 
'Mi sei mancata in questi giorni, davvero tanto. Vorrei dirti cosi moltissime cose, ma per ora non posso. L'unica cosa che posso fare è renderti felice. Questo è il mio compito più importante lo sai? Per questo ti ho preso questo...' 
Presi dalla tasca dei jeans un piccolo bracciale, in argento con H&H incisi. 
'Ma è bellissimo Harry. Grazie, per tutto.' mi abbrò forte e si accucciò sul mio petto e li mi sentii davvero BENE. 
'Grazie a te piccola. Sei la mia migliore amica, ti voglio bene' 
'Ti voglio bene anche io' sorrise, prendendomi per mano e ritornando in mensa dagli altri. 
 
Quando arrivai a casa sua, la prima cosa che feci fu prendere il cellulare, dato che durante le lezioni lo avevo lasciato in tasca e vidi un messaggio. 
 
Da: LOU
Appena sei uscito da scuola, vieni da me.
 
Cosi feci, mangiai soltanto un panino al volo e mi avvia a casa di Louis. 
'Ciao Harry' mi sorrise la madre di Louis.
'Salve signora, Lou è in casa?' chiesi, un pò imbarazzato della situazione. 
'Certo, sta in camera sua, accomodati pure' disse, facendomi entrare.
 
'Hey' dissi, chiudendo la porta alle mie spalle. Louis era sdraiato con addosso soltanto dei boxer e stava con il computer appoggiato sulle gambe.
Una vista bellissima.
'Mh Herreh, vieni qui' la sua voce era calma e roca. Sentii subito un calore provenire dal cavallo dei miei pantaloni. Era impressionante l'effetto che aveva quel ragazzo su di me. Mi faceva eccitare anche con la sua voce.
Mi sdraiai accanto a lui senza smettere di fissarlo, quasi incredulo della bellezza che avevo vicino a me.
Appoggiò il computer sul comodino e subito dopo si mese a cavalcioni su di me.
'Hai detto qualcosa ai tuoi amici di ieri?' disse mentre mi baciava il collo.
'N...no' la voce mi tremava per l'eccitazione. 
'Bene, bravo Harry' passò la lingua sul mio collo. Brividi.
 
 
Zayn's point of view.
 
La stavo aspettando davanti a casa sua. Hope, mi aveva mandato un messaggio stamattina dicendo se oggi potevamo vederci e dopo quello il mio cuore era scoppiato d'amore. Volevo rivederla, risentire la sua voce, guardarla in quegli occhi perfetti. 
La vidi uscire di casa e piano piano si avvicinava sempre di più a me.
Ieri, dopo essere stati al bar, abbiamo fatto una passeggiata e abbiamo parlato del più o del meno, niente di importante.
Io non le avevo chiesto nulla sui tagli che avevo visto e lei altrettanto sui lividi che avevo.
 
'Ciao Hope' dissi guardandola negli occhi. Quanto era bella, era di una bellezza indescrivibile, ma era anche debole, si capiva subito guardandola. Avrei voluto cosi tanto abbracciarla in quel momento, stringerla forte e dirle che sarebbe andato tutto bene. 
'Ciao...grazie comunque. Grazie che mi hai voluta vedere oggi.' disse con una voce leggera.
'Grazie a te.' continuammo a guardarci per non so quanti secondi per poi iniziare a camminare verso la mia macchina. 
'Portami in un posto bello. In un posto dove possiamo stare "bene", Zayn.' la sua vocee tremava. Mi sembrava cosi piccola e indifesa in quel momento. 
Non dissi nulla, ero solo troppo incantato da lei.
'Ma Zayn che cazzo ti prende? Ti stai per caso innamorando? Poi nemmeno la conosci bene. E tu non ti puoi innamorare...' la voce dentro la mia testa rimbombava all'infinito.
 
Durante il viaggio nessuno dei due parlava. Con la coda dell'occhio potevo notare che lei mi fissava.
Feci finta di niente, in fondo da una parte mi faceva anche "piacere" avere il suo sguardo puntato su di me. 
Arrivammo in un piccolo parchetto, dove ci andavo da piccolo con mia madre. Pochi anni fa c'era stato un incendio e quindi nessuno ci era più tornato. Quel posto aveva mille ricordi per me, mi faceva stare bene. Quel bene che prima diceva Hope. 
Scendemmo dalla macchina e seguii Hope che con passo lento si avvicinava sempre di più ad un tronco d'albero, proprio al centro del parco. Si accasciò a terra, appoggiando la sua borsa ai piedi. Mi fece cenno di sedersi accanto a lei.
Passammo almeno dieci minuti di silenzio. Ma quel silenzio per tutti e due valeva molto più di un semplice silenzio. 
 
'Sai i lividi che avevo l'altro giorno sul viso? Ecco ci sono perchè ho fatto a botte con un ragazzino di scuola mia. 
Ormai è da più di due anni che tutti a scuola parlano, parlano e parlano di me e mia madre, perchè non hanno nient'altro da dire quindi gli piace parlare delle cose che non sanno. 
Mia madre è una tossico-dipendente, ha provato moltissime volte a smettere, andando anche in cura, ma non ci è mai riuscita.
Mio padre non l'ho mai visto, ma di questo non mi sono mai lamentato perchè mia madre è la madre migliore del mondo.
Lei, nonostante tutto continua ad amarmi, continua ad interessarsi di me come fa ogni madre innamorata del proprio figlio. 
Ma questo gli altri non lo sanno. Loro, sentendo le voci che girano, credono che mia madre sia una prostituta drogata che non mi ama.
Non ho mai fatto niente, ma ieri quel ragazzino mi ha fatto salire il sangue al cervello dicendo certe cose sul suo conto e allora non ci ho visto più.'
 
Hope mi guardava mentre le parole continuavano ad uscire dalla mia bocca senza sapere il perchè di quello che stavo facendo.
Quando girai lo sguardo e la guardai negli occhi il mio cuore perse un battito. Era bellissima. 
Sembrava triste dopo quelle parole, era impaurita. 
 
 
 
'Dal divorzio dei miei, mia madre non l'ho più vista. Avevo otto anni quando sono stata lasciata a mio padre, con mia sorella. 
Eravamo tutti e tre "distrutti" da quell'abbandono improvviso. Mio padre, dopo pochi mesi, iniziò a picchiarmi, ogni notte, sempre più forte. Non riuscivo a controllarlo, io ero piccola e non sapevo cosa fare. L'unica cosa che riuscivo a fare era farmi ancora più del male, quindi iniziai a tagliarmi. Era come una cura, ma di dolore. Mia sorella lo scopri' soltanto anni dopo, e fece di tutto per far denunciare mio padre e per farmi smettere di tagliare. Ma non ci riusci' mai. 
Poi una notte lei andò in discoteca, come faceva ogni vederdi ma ci fu una cosa a cambiare la routine. Lei non tornò più indietro. L'ultima volta che la vidi era distesa sul lettino di un ospedale, il sangue era disparso su tutto il suo corpo. Era morta, perchè un ragazzo ubriaco, mentre guidava l'aveva investita. Lei era la mia roccia, lei era la mia forza. La mia unica forza per sconfiggere mio padre, per non soffrire più. Ma se n'è andata, mi ha lasciata da sola anche lei.
Dopo la sua morte mio padre continuò a picchiarmi, ma questa volta molto peggio rispetto agli anni precedenti.
Riuscii soltanto a convincere i giudici e la polizia a non farmi vivere insieme a lui, ma non lo arrestarono. Lui adesso ha una nuova famiglia e io sono completamente sola.' Hope sospirò, trattenendo le lacrime che stavano per uscire dai suoi occhi. 
'Ero fidanzata un anno fa con un ragazzo, si chiamava Logan. Ero persa per lui, forse più che amore era solo felicità. Ero troppo felice nel sapere che dopo tutto quello che mi era successo ci fosse qualcuno ad apprezzarmi ancora.
Lui non scopri' mai che io mi tagliavo, ringraziando il cielo.
Mi trattava benissimo i primi tempi, sembravamo proprio una coppietta felice, fino a quando un giorno arrivò a casa mia e mi costrinse ad avere rapporti con lui. Io non volevo, però mi teneva stretta sui polsi e non riuscivo a liberarmi, quindi dopo l'accaduto se ne andò subito da casa mia. Mi sentivo schifosa, come un oggetto che era stato appena usato, solo per il divertimento di uno stronzo. 
Il giorno dopo a scuola, la maggior parte dei miei compagni iniziarono a chiamarmi puttana e anche in altri modi non troppo carini. Subito dopo scoprii che Logan aveva fatto un video di nascosto, facendolo poi vedere a più di metà scuola. 
Dopo questo, l'unico ragazzo che riesco a sfiorare e ad abbracciare è Harry, il mio migliore amico.' 
 
Le lacrime ormai scendevano sul viso bellissimo di Hope, era come ipnotizzata, fissava un punto indefinito del parco e intanto piangeva silenziosamente. Il mio cuore si spezzò dopo quella storia, era la sua vita quella.
Poche gocce d'acqua scesero dai miei occhi, ricostruendo tutte le sue parole.
 
'Sai Zayn, io non so perchè adesso ti sto parlando cosi in questo modo di tutta la mia vita. Oltre a Lola, la mia migliore amica, nessuno sa come sono successe tutte le cose per bene. Ma poi sei arrivato tu e bho...' non riusciva più a parlare, mi fissava soltanto negli occhi. 
'E' la stessa cosa per me, Hope.' mi avvinai di poco, sfiorandole la mano. Lei tremò leggermente a quel contatto, forse non se lo aspettava.
Subito dopo la vidi sdraiasi, mettendo la testa sul mio petto e aspirando il mio odore sulla maglietta.
'Ti prego, fammi entrare in tutto questo, Hope. Voglio esserci. Voglio esserci, insieme a te.' sussurrai lentamente al suo orecchio e subito dopo chiudemmo gli occhi entrambi, facendoci cullare da quel silenzio bellissimo. 





Salve bellissimi, sono di nuovo qui con un'altro capitolo! 
Allora questo capitolo per me è importante perchè è il pezzo della storia in cui Hope e Zayn fanno cadere i propri muri e si raccontano la loro vita. 
Volevo anche scusarmi per il ritardo, il prossimo capitolo lo posterò molto prima c:
Recensite tutti e fatemi sapere come vi è sembrato, baci ale xx

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1877775