Destino...La rinascita

di Chiara K Kay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'isola ***
Capitolo 2: *** lo sconosciuto ***
Capitolo 3: *** Il mio nome... ***
Capitolo 4: *** rivelazioni ***
Capitolo 5: *** La verità.. ***
Capitolo 6: *** la decisione ***



Capitolo 1
*** l'isola ***


Anche quella mattina il mare era mosso, l'aria carica dell'odore di una pioggia imminente. In una pozzanghera sulla sabbia mi divertivo a far distorcere la mia immagine con un bastoncino. I capelli biondi da lisci nella mia immagine diventavano ricci, i miei occhi si confondevano con l'azzurro chiaro dell'acqua. davanti a me una piccola isola sorgeva immersa nel verde, con al centro un piccolo vulcano inattivo. Tolsi i capelli portandoli su una spalla per non farli sporcare dalla sabbia e mi poggiai sui gomiti. chiusi gli occhi al rumore dolce e delicato del mare che mi cullava. riaprii piano gli occhi quando una scena mi rimase impressa nella mente. L'immagine di un uomo che precipitava a grande velocità sulla piccola isola. mi misi in piedi con l'aria scioccata, una goccia di sudore solcò il mio viso impaurito, non feci in tempo a coprirmi le orecchie, che un boato mi terrorizzò. Schizzai verso la strada per cercare aiuto ma mi bloccai dopo pochi passi, dovevo intervenire prima io e accertarmi dei danni. mi avvicinai alla riva, tolsi la maglietta e le ciabatte e senza pensarci due volte mi tuffai. L'acqua era gelida anche se non era ancora entrata definitivamente la stagione invernale. cercai di non pensarci, cercai di fare bracciate più lunghe che potevo. mi portai sulla spiaggia trascinandomi sulle ginocchia, ero stremata. Alzai la testa e quello che vidi non poteva essere vero. la terra era squarciata come se un meteorite fosse atterrato li, ma dove era il ragazzo? forse era solo una mia immaginazione?. Camminai lungo i bordi del cratere e la risposta arrivò da se. Proprio al centro del cratere giaceva a terra un ragazzo. Mi fiondai da lui e quasi rischiai di rotolare giù come una palla. il suo corpo era pieno di ferite non indossava la maglietta ed era rivolto a faccia in giù. Lo girai dalla mia parte, i riccioli morbidi e neri coprivano il suo viso fino al naso. glie lo tappai quando mi accorsi che il battito era arrestato. iniziai la respirazione artificiale. Premetti contro il suo torace ma sembrava non muoversi sotto la mia spinta, come se non stessi spingendo affatto. poggiai le labbra sulle sue e gli mandai dentro dell'aria e con un pugno secco in pieno petto tossi forte. Rimase li allungato a terra. dovevo chiamare aiuto. Mi alzai ma quando mi allontanai mi afferrò ad una caviglia. ancora avvenuto. La sua forza era impressionante, mi sembrava di avere una lastra di acciaio avvolta ad una caviglia. mi sedetti accanto a lui e la sua stretta si alleggerì. << MA CHI SEI!>>, domandai a me stessa rapita da tanta bellezza e stupore di cosa avevo appena visto. Guardando il cratere e il cielo, forse era il caso di non avvisare nessuno. Mi avvicinai piano al suo viso. e tolsi i ricci sul suo volto, il suo viso era una visione, la cosa più bella e perfetta che avevo mai visto. Il suo corpo sembrava scolpito nel marmo. Solo allora mi resi conto di quanto fosse incredibilmente bello. La sua pelle era pallida....un pallore candido e le sue labbra erano rosse come rubini. un brivido mi passò lungo la schiena e il mio cuore perse un battito quando la sua pelle si mosse anche essa per un brivido. Si stava facendo buio, non potevamo restare li presi il cellulare e chiamai Rayan, il mio amico e ex ragazzo delle medie. un ragazzo dolcissimo. "MI SERVE AIUTO SONO SULL'ISOLA VULCANO E MI SERVE UN PASSAGGIO URGEENTE, MI TROVO SULLA PARTE EST". Dopo neanche un minuto arrivò la sua risposta. "PERCHE' DEVO SEMPRE SALVARTI LA PELLE ME LO SPIEGHI?....ARRIVO SUBITO". Non potevo permettere che Rayan vedesse quel casino. presi lo sconosciuto per i polsi e lo trascinai con mia gran fatica fuori dal cratere. il mio corpo non era molto possente ma avevo sempre avuto una notevole forza fisica. Lo presi di peso e lo portai a spalla fino alla zona est, la parte opposta dove mi trovavo io.

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Capitolo 2
*** lo sconosciuto ***


Il sole stava calando e solo allora mi resi conto che brividi di freddo scorrevano sulla mia pelle. Mi raggomitolai su me stessa cercando di non disperdere il calore, e non potevo fare a meno di guardarlo. Più lo guardavo,quello sconosciuto cosi affascinate, più nella mia mente sorgevano domande. Chi era?, da dove veniva?, e cosa più importante , come è sopravvissuto a quella caduta? e come ha potuto creare un cratere cosi enorme!. Da lontano un rumore mi fece abbandonare il filo dei miei pensieri. Mi alzai e un motoscafo si avvicinava verso l'isola. il cappellino nero e blu di Rayan mi fece provare tranquillità. alzai la mano, lui ricambio. Si avvicinò piano all'isola, il suo sguardo nero era curioso e con mani allargate si avvicinò. <>. Disse scocciato e preoccupato mentre si avvicinava ancora. << ho bisogno del tuo aiuto >>. Mi spostai davanti al corpo che stavo proteggendo. il suo passo si fece più veloce e si chinò verso di lui. << e lui chi diavolo è? >>. Mi domando fissandomi intensamente come per rimproverarmi. << non so chi sia, l'ho trovato qui, ero venuta a fare una nuotata e ho notato lui sdraiato sulla spiaggia e ti ho chiamato >>. Non potevo di certo dirgli che lo avevo visto precipitare dal cielo!. <>. Prese il telefonino, ma lo bloccai prendendolo e tenendolo stretto al petto. << non chiamerai nessuno, se non si sveglia chi credi che verranno a cercare? >>. Sospirai. << non ha nulla di rotto, aspettiamo che si riprenda e ci faremo spiegare cos'è successo >>. Era una situazione troppo strana, non potevo permettere che la polizia si immischiasse. << e cosa vuoi fare, vuoi accamparti qua! >>. Gli porsi di nuovo il cellulare. sospirai forte. << lo porteremo da me, tanto non c'è nessuno! >>. Era l'unica cosa che mi venne in mente. Non potevamo di certo restare la a gelarci. << cosa!!! >>. Si tolse il cappello, grattandosi la chioma castano scuro. << tu sei fuori, potrebbe essere un assassino o un ladro, che ne sai! >>. Non amavo essere contraddetta, ero tutto tranne che paziente e gentile quando mi si impediva una cosa. << è ferito, non lo lascerò qui, non ti ho chiesto il permesso ma un favore!, sei con me?, sai che lo farò comunque, solo che da sola ci metterò più tempo >>. Continuò a girarsi in torno, le mani lungo i fianchi stringevano i pugni nervosamente. << questa storia non andrà a finire bene già lo so >>. Disse chinandosi e mettendosi in spalla lo straniero. Sorrisi, sapevo che non mi avrebbe abbandonato. << ti ringrazio >>. Posai una mano sulla sua spalla. il suo sguardo si addolcì subito come se lo avessi ipnotizzato. << sei la solita combina guai! >>. Sorrisi di nuovo mentre ci imbarcammo e ci dirigevamo verso la spiaggia. casa mia era proprio li all'inizio della spiaggia bianca all'orizzonte. entrammo in casa i miei erano in vacanza, erano partiti due giorni fa per una crociera di un mese quindi avevo via libera su tutto. Rayan lo poggio sul divano a 4 posti nero che era in sala. << dio mio quanto pesa >>. Poggio i palmi sulle cosce respirando affondo. << grazie Rayan, non so come ringraziarti >>. Mi guardò di traverso. << vuoi che resti qui? >>. Scossi la testa. << non credo di correre pericoli cosi come è conciato, se ho problemi ti chiamo ok! >>. Lo riaccompagnai alla porta, mi salutò sospettoso e andò via continuando a voltarsi all'infinito.

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Capitolo 3
*** Il mio nome... ***


Non appena fui sola entrai nella mia stanza e mi feci una doccia al volo...dovevo cambiarmi, ero ancora un po' infreddolita. Lasciai i capelli umidi sciolti sulle spalle e il profumo di lavanda invase la stanza. Ci misi pochissimo per fare tutto, avevo cose più importanti a cui pensare. Presi degli asciugamani bagnati e delle garze, dovevo medicare le ferite sul suo petto. Mi accucciai davanti al divano. Spostai delicatamente i mori ricci dalla fronte e cominciai a togliere il sangue dal suo viso. Non so perché ma mi tornò in mente guardando il suo viso quasi fosse un angelo, il giorno in cui io e mio fratello fummo investiti da un pirata della strada, la macchina ci prese in pieno e purtroppo mio fratello perse la vita in quella strada fredda e nera, nera come la morte. I miei occhi si inondarono di lacrime, avevo completamente rimosso l'accaduto, non riuscivo a capire come riuscii a salvarmi, qualcuno gridava al miracolo, ma che miracolo era sopravvivere alla morte del proprio fratello guardandolo negli occhi. non mi ero mai perdonata il fatto che io ero li viva e respirante mentre Andrew non era più con me. I miei pensieri offuscarono la mia mente tanto che le mie mani si muovevano senza che il cervello le pilotasse. Rientrai in me quando tutto il sangue ormai non c'era più,le ferite sul petto erano state medicate, sembrava come se un artiglio lo avesse squarciato, e rimasi ancora più scioccata della bellezza di quello straniero, di quelle labbra cosi rosse come rubini, di quegli occhi a mandorla, di quel cuore talmente forte che faceva sussultare il suo petto grande. Presi un plaid dalla poltrona accanto, mi chinai per coprirlo quando mi afferrò per i polsi. << Iris >>. La sua voce era come un sussurro, delicata ma la cosa che mi scioccò di più era che mi aveva appena chiamata per nome. Che stesse parlando di un' altra Iris?. Mi appoggiai sulla sua bocca e come in preda a vaneggiamenti continuava a ripetere il mio nome. E mi sembrava un' estasi infinita sentire il mio nome uscire dalle sue labbra anche se sicuramente non si trattava di me......La sua presa sembrò non cedere e rimasi li seduta accanto a lui che mi cullava con la sua voce che per me era come il richiamo della sirena più bella fino a quando non mi addormentai in piena beatitudine.

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Capitolo 4
*** rivelazioni ***


Quella sera sognai di nuovo l'incidente, la morte di mio fratello, ed ogni volta che vedevo su di me quella orribile macchina il volto dello sconosciuto appariva su di me come uno scudo. Quel sogno lacerante si ripeteva all'infinito ogni volta sempre più violento, fino a quando riuscii a svegliarmi entrando per l'ennesima volta in iperventilazione. Quando aprii gli occhi mi ritrovai in camera mia stesa sul mio letto morbido e soffice. Mi voltai piano a sinistra verso la porta e due smeraldi si conficcarono nei miei azzurro oceano. Occhi che non avevo mai visto prima, ANGELICI era la parole giusta. << grazie per il tuo aiuto >>. Rimasi incantata, non avevo neanche la volontà di spostarmi tanto ero persa in lui. Mi limitai ad alzarmi e gli porsi una mano accaldata. << figurati, io sono Iris piacere >>. Ero curioso di sapere il suo nome. << il mio nome è Samuel >>. Ecco, finalmente avevo scoperto il suo nome ed ero felicissima. Mentre mi riprendevo ripetendo ancora il suo nome come un registratore mi accorsi che non aveva più le bende e portava una felpa, la felpa di mio fratello nera e grigia che tenevo sulla scrivania. rimasi a fissarla. << scusami, avevo freddo e.... >>. Lo interruppi sorridendo.<< non preoccuparti, tanto a lui non servirà più >>. Mi incamminai con i lacrimoni fuori casa. Il sole era splendido. Mi sedetti sulla sdraio che era li appena sopra la spiaggia. lui mi segui e si sedette a quella accanto. << mi dispiace per Andrew >>. Il suo volto si incupì il verde smeraldo sembrava essersi spento, quasi fosse dispiaciuto. Ma il suo sguardo non faceva che farmi stare peggio. << allora???? come sei arrivato qui? e non inventarti scuse ti ho visto con i miei occhi precipitare sull'isola >>. Ancora con quello sguardo fissò il cielo. Come arrabbiato di quello che era successo. << tu credi negli angeli? >>. Ero preparata a tutto, navicella spaziale,asteroide, ma non a quello. << come scusa? >>. Ripetetti. << mi hai chiesto la verità e te la darò, ma sta a te crederci! >>. Credevo stesse scherzando ma il suo sguardo era serio e paurosa mente vero. strisciò la sua sdraio davanti la mia le sue braccia mi intrappolarono sulla mia sedia. << se io ti appoggiassi questa folle scusa, quale sarebbe la storia? >>. La mia voce diventò sottile e stavo iniziando davvero a credere che fosse qualche cosa di soprannaturale, dopotutto era caduto da cielo. << che tu voglia crederci o no io sono un angelo, tempo fa disubbidii a degli angeli molto potenti, i cosi detti arcangeli. Non l'hanno presa bene e mi hanno cacciato dal paradiso, ma non potevo lasciarli fare, non potevo permettere che mi portassero via una persona a me molto cara e per proteggerla ho rinunciato al mio potere angelico diventando cosi un caduto >>. La sua faccia era di pietra, il capo chino verso le ginocchia. Il panico iniziò a crescere dentro di me, la sua storia era vera sul serio. Il suo sguardo era troppo sincero. << Iris? dovevi proteggere Iris? >>. Annui con la testa fissando, lo sguardo più dolce che i miei occhi avessero mai visto. << lei è stata la mia unica debolezza, ma non avevo scelta, tu faresti morire la persona che ami incondizionatamente, lasceresti portare via la sua anima senza lottare? >>. Era triste, e la cosa mi spezzo il cuore, sentivo tutti i suoi sentimenti, ed era la sensazione più brutta del mondo. << si, anche io lo avrei fatto >>. La sua testa si posò sulla mia spalla e rimasi di sasso. << lei non mi perdonerà comunque quando saprà quanto è costato più a lei che a me >>. Presi il suo viso nelle mie mani. La sua pelle era cosi bella. << tu la ami, ti sei sacrificato per lei, se lei ti ama non le importerà quanto a perso >>. La sua mano si posò sulla mia guancia accarezzandomi dolcemente. Ebbi un fremito mi chinai verso di lui dovevo assaporare le sue labbra, non riuscivo a resistere. Ma una risata ci interruppe. Rayan era sulla spiaggia. << aaaaaaa Iris iris, te lo dicevo che ti saresti cacciata nei guai >>, c'era qualche cosa di strano in lui, sembrava diverso. Samuel balzò in piedi proteggendomi appena in tempo, Rayan aveva scagliato su di noi una sfera di luce. chiusi gli occhi e quando li riaprii nere ali grandi mi proteggevano, mi proteggevano dalle bianche ali lucenti che Rayan aveva dietro di se. << alla fine mi hai trovato.....Michele >>. Rayan era Michele, quel Michele, l'arcangelo. << ti ho lasciato vivere quella sera perché non volevo solo ucciderti, ma volevo anche farti morire con il pensiero che la persona che ami, ti odierà in eterno, potevi impegnarti un po' di più con le bugie, ma quella non sono mai state il tuo forte >>. Le ali nere e folte diventarono tese, le piume nere lucenti diventarono affilate come lame. << come ti ha abbindolato Iris, ti ha detto chi è.....ti ha detto che lui è Samael, l'angelo della morte.....credo che ora ci saprai arrivare da sola alla conclusione >>. Rayan era L'arcangelo Michele. e Samuel quello della morte, non riuscivo a crederci. di colpo ricollegai tutto, e capii ancora di più del perché quel sogno lui mi aveva salvato lasciando morire mio fratello, ero davvero io la Iris che non lo avrebbe perdonato, ed ero io la Iris che lui amava cosi tanto. Aveva preso me e lasciato lui a morire li. Chinai la testa e le lacrime solcarono il mio viso, lacrime di rabbia. << lei era sulla lista, sarebbe dovuta morire, avremmo scoperto il trucco comunque Samael >>. Disse Michele con tono freddo e arrogante. non potevo crederci, sarei dovuta morire con lui quella notte ma per colpa del suo amore aveva preferito salvare me anziché lui. << non è come credi, ho provato, ci ho provato a salvarvi entrambi, ma me lo hanno impedito >>. Le sue mani si poggiarono su di me. Ma le scansai. << che la tortura abbia inizio >>, la voce di Michele raggelò tutto mentre con un altro colpo di luce colpi Samael scaraventandolo sulla spiaggia.

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Capitolo 5
*** La verità.. ***


Nella mia mente tutto si offuscò....non riuscivo a capire più niente, lui, il ragazzo che mi aveva rapito il cuore con uno sguardo era in realtà l'artefice della mia sofferenza, l'assassino di mio fratello.... Scesi le scale l'aria era gelida, il vento frustava i capelli biondi contro il mio viso pallido e senza espressioni, se non quella dell'odio e del dolore. << è stato lui a farti soffrire Iris, ti ha portato via da tuo fratello >>. Michele si avvicinò a me, le sue candide ali si aprirono dietro di lui. << non dovevano morire, e tu lo sai >>. Samael si rialzò sputando del sangue dalla bocca, ma venne atterrato nuovamente. << come hai potuto, hai salvato me e non lui, solo perché provavi qualche cosa per me, sapevo che era stata colpa mia la sua morte >>. Non sapevo esattamente con chi stavo parlando, forse stavo semplicemente parlando a me stessa. Mi avvicinai a lui e con uno schiaffo feci roteare il suo viso dai morbidi ricci. I suoi occhi di smeraldo si chiusero. << mi dispiace >>, riusci a dire abbattuto e a tesata bassa ancora in ginocchio davanti a me. << potrei proporti un patto >>, Michele si avvicinò a me e mi mise in mano un pugnale dal manico argentato e a forma di piuma. non era un semplice pugnale, la sua lama era incandescente, la luce più pura che avevo mai visto. << perché non lo uccidi tu, poi la tua anima sarà libera di tornare dal tuo amato fratello come doveva essere >>. Le sue parole entrarono nella mia mente come una spada affilata, come se tutto il resto era scomparso e c'era solo quella lama tra i miei pensieri. mi avvicinai di nuovo verso Samael l'angelo della morte che mi aveva privato della mia felicità. Presi i suoi ricci tra le mani e portai il suo collo indietro. La lama si poso leggera sulla sua gola e del sangue usci facendo poca pressione. Mi bloccai, perché non faceva resistenza?, si sarebbe fatto ammazzare cosi senza reagire. << mi dispiace Iris, ti ho privato della felicità, e non obbietterò, se questo è il giorno della mia morte, ben venga, non riuscirei a vivere sapendo che la persona che amo mi odia, quella sarebbe peggio della morte >>. "la persona che amo", quelle parole mi fermarono il cuore, e la lucidità riprese il controllo della mia mente. Ma cosa stavo facendo, stavo per uccidere una persona, quella non ero io, per quanto dolorosa sia stata la mia vita non potevo decidere io chi doveva morire. La presa del pugnale si fece più morbida poggiai le mie labbra sulla ferita di Samael. Il sangue si mischiò alle mie lacrime e non appena toccai la sua ferita in un flash mi ritrovai in un altro mondo. Quando tornai nel mio mondo mi era tutto chiaro, ero entrata nei ricordi di Samael e adesso mi era chiaro del perché non potette salvare Andrew....Michele aveva ucciso per vendetta un angelo e per riportare l'equilibrio doveva prendere delle anime pure per compensare la perdita. Vedevo e sentivo tutto, compreso il sentimento che provò la prima volta che mi guardò e mi riempi il cuore di gioia, non era stata colpa sua, stava solo facendo ciò che era giusto e Michele voleva farmi uccidere l'unica persona che ero riuscita ad amare dopo mio fratello. La rabbia ribolli nelle mie vene, Samael capì che ora sapevo tutto eppure il suo sguardo era ancora triste. Strinsi forte la presa del pugnale e girandomi di scatto lo lanciai con tutta la forza contro Michele. Sorrisi quando vidi il suo sangue rosso rubino macchiare i suoi vestiti, e sorrisi ancora di più quando il suo viso colmo di stupore si posò su di me e sulle enormi ali nere di Samael che si spiegavano quasi provenissero dalla mia schiena. << sei morto! >>, fu l'unica cosa che dissi.

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Capitolo 6
*** la decisione ***


Michele fece un passo indietro la ali candide per un attimo tremarono, la sua mascella si strinse. Samael poggiò una mano sulla mia spalla. << lascia fare a me, tu puoi solo farti male >>, un bacio delicato sulla guancia fece colorire il mio viso e senza darmi il tempo di rispondere si scaraventò su di lui. Lo scontro fu devastante, come due rocce che scontrandosi si erano frantumate.......i due angeli si ritrovarono in ginocchio l'uno a pochi metri dall'altro. Ero sbigottita, tanta potenza non l'avevo mai vista, tanta maestosità. Il cielo si riempi di lampi il vento fischiava nelle mie orecchie quasi impedendomi di sentire altro. Michele si preparò di nuovo all'attacco, di nuovo una sfera di luce usci illuminando il suo braccio, ma Samael fece lo stesso, ma la sua era nera e fredda come il ghiaccio più spesso. Michele era nettamente in svantaggio, la sua luce stava per essere totalmente assorbita dall'oscurità gelida dell'angelo della morte. La cupe nera lo avvolse, un urlo lacerante mi fece sobbalzare, urla di dolore puro. Quando la nube nera passò il sangue correva dalla parte destra del suo corpo e mi resi conto che aveva perso un'ala, una delle sue preziose ali. << se è cosi facile batterti >> aggiunse Samael, << la su non sei più il gradito Michele, dovevi aspettarti che non avresti avuto la sua protezione svelando la verità >>. Perle di sudore unite al sangue rosso vivo colavano lungo i lineamenti di quel ragazzo che conoscevo da una vita, e una stretta allo stomaco mi invase, ma anche se gli avevo voluto bene non era quello che credevo, non era mai stato mio amico e quando mi accorsi che stavo camminando in avanti verso di lui mi bloccai. << stà zitto!!! non ho bisogno della sua protezione, posso farcela benissimo da solo, c'è un posto dove persone come me sono più che gradite, lui mi accoglierà a braccia aperte >>. Samael era un angelo ma non apparteneva ne al paradiso ne all'inferno, ma sapeva bene a chi si riferiva, Michele aveva patteggiato con Mefistofele il signore degli inferi. In un lampo si fiondò dietro di lui e strinse forte la sola ala a lui rimasta. << bene, e sia come tu vuoi traditore >>. Chiuse i suoi verdi occhi smeraldi e iniziò a tirare forte. Il rumore era orrendo, come se gli stessero rompendo tutte le ossa del corpo, e dopo l'ultimo crac la candida ala bianca cadde a terra e assieme all'altra svanirono nelle fiamme. Samael si avvicinò al suo orecchio. << hai fallito, non l'avrai mai più >>. Michele cadde a terra, e Samael volando a pochi metri da terra tornò verso di me avvolgendomi tra le sue braccia. << è tutto finito, ti proteggerò io d'ora in poi >>. Avvolsi le mani attorno al suo collo respirando fino in fondo la sua essenza, ma quando le sue ali si abbassarono i miei occhi si sgranarono e urlai forte. qualche cosa stava arrivando verso di lui alle spalle, lo girai di colpo, poi l'unica cosa che sentii fu il sapore forte del sangue nella mia bocca e una fredda lama tagliente nella mia schiena. << noooooo!!!!! >>, le urla di Samael erano l'unica cosa che riuscivo a sentire prima che le risate di Michele si fecero intense. Mi tirò su e l'ultima cosa che vidi furono le sue labbra sulle mie che mi salutavano per l'ultima volta. Era come se tutto non fosse accaduto, attorno a me solo il bianco, ero sola, poi lo vidi, uno specchio che mi faceva vedere il mio corpo morto e il mio amore che piangeva su quella lastra fredda. Il cuore mi si spezzava nel petto, non potevo restare li, dovevo tornare indietro, iniziai a battere sullo specchio quando vidi che Michele si avvicinava con un'altra di quella lama affilata, gridai forte il suo nome ma non riusciva a sentirmi. Desiderai talmente tanto di svegliarmi che mi ritrovai di colpo tra le braccia di Samael.....<< sei qui, sei tornata, ha funzionato! >>. Non riuscivo a capire bene cosa fosse appena accaduto, ero morta e ora mi trovavo in piedi sulle mie gambe. Mi sentivo diversa, eppure la stessa allo stesso tempo. Guardai Michele che rimase scioccato e di colpo dietro le mie spalle grosse ali bianche mi alzarono in volo. Avanzando lentamente scosse elettriche invadevano le mie mani, m non faceva male. atterrai dinanzi a lui e con un dito sotto il mento lo alzai in aria. << ti avevo detto che eri morto >>. Le scariche elettriche iniziarono a percorrere il suo corpo che si infiammo sotto il mio tocco e non ne rimase altro che polvere. Con il sorriso sul volto volai tra le braccia del mio angelo, nero chi si univa al bianco il bene che si univa al male. << come sono riuscita a diventare un angelo >>. Mi prese il viso tra le mani e lo baciò. il mio cuore si fermò. << non potevo permettere che morissi, e visto che eri morta e avevi sacrificato la vita per un essere immortale con amore e con il valore vero del sacrificio non è stato troppo difficile per me chiedere di farti tornare indietro come angelo vendicatore >>. Allora era vero, ero davvero un angelo. Con il viso dell'uomo che mi aveva salvato due volte, e che amavo più della mia vita ci innalzammo in volo. verso una nuova vita, una vita immortale ed eterna...........................FINE.....................

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