La Storia di Ismira Rorandaughter

di Arkra9
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: La Nave ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Nuove Terre ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: La terra degli uomini ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Magia e Alchimia ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3 - Extra: Occhiali e Gatti mannari ***



Capitolo 1
*** Prologo: La Nave ***


Ismira cammina lungo il ponte della sua nave, veleggiando verso est, insieme a suo fratello Kra. Mare calmo, vento favorevole, e nessuno alle calcagna.
 

L’equipaggio sale ridacchiando in coperta, mentre i due fratelli si appoggiano al parapetto e cominciano a discutere. D’un tratto, gli uomini ammutoliscono, e il capitano della nave grida, rivolto a Ismira << Ora che siamo abbastanza lontani, è giunto il momento. Prendeteli! >> grida ai suoi uomini, che si spargono per il ponte e bloccano Kra, dopo che due di essi erano morti per la sua spada. Ismira comincia a pronunciare un incantesimo, ma il capomastro le tappa la bocca appena in tempo.
 

<< E adesso >> sogghigna il capitano << è arrivata la tua fine, Rorandaughter! >>

La ragazza impallidisce, e lui le scaglia un pugnale dritto in faccia, che però viene deviato all’ultimo secondo dalle difese magiche imposte poco prima dalla maga, ma le imprime un brutto taglio sulla guancia destra.

<< Mi ero dimenticato delle tue difese da quattro soldi. Ma contro questo non potrai fare niente. Addio Ismira. >>

Prende la spada appena affilata dal parapetto, e affonda.
 

O perlomeno tenta di affondare, perché la sua testa ruzzola giù dal collo, finendo per terra.

Nel mentre, Kra si era liberato dei suoi aggressori, li aveva uccisi, e si era portato alle spalle del capitano, decapitandolo.

<< Ti ho appena salvato la vita, sorella, un grazie sarebbe gradito. >> si rivolge Kra alla sorella, che si era rialzata e si stava pulendo la lunga tunica.

<< Dopo >> replica la maga << Ora controlliamo se sono tutti morti. Quattro, otto, dodici... ne manca uno! >>
 

In quel momento sale l’ultimo sopravvisuto del equipaggio, dicendo << Ho acceso le polveri. Ho promesso di farlo se fosse andato tutto male. Scusatemi. >>
 

Ismira e Kra cominciano a correre verso il parapetto.
 

La nave esplode.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Nuove Terre ***


<< Kra! >> gridò Ismira appena mise la testa fuori dall’acqua.

L’esplosione l’aveva scagliata lontana dalla nave, ma senza danni apparenti

Improvvisamente vide l’acqua diventare torbida vicino il relitto della nave, e il fratello emerse, sputando l’acqua che aveva nei polmoni.

Kra guardò la sorella, sollevato dal fatto che fosse viva, poi si accorse che mancava qualcuno. In quel momento entrambi ricevettero una richiesta di aiuto tramite la mente.

<< Dov’è Grattastinchi? >> urlò Kra, e si immerse, battendo i piedi per raggiungere prima il fondo. Uscì dall’acqua pochi secondi più tardi con in braccio un gatto mannaro nella sua forma animale, che espresse il suo disappunto con mormorio che sembrava << I gatti odiano l’acqua >>, ed una faccia imbronciata, che fece ridere i due fratelli.

Kra e Ismira però ritornarono seri quando si accorsero della loro situazione. Senza barca, bussola e lontani dalla riva erano persi. Kra si avviò verso i resti della nave, ormai solo assi di legno separate, e cercò qualcosa da riutilizzare. Trovò una parte dell’albero maestro che ancora galleggiava, vicino a delle assi di legno intatte e unite tra loro.

<< Ismira >> disse alla sorella << Potremmo usare questo per costruire una zattera ed avanzare ancora. Conosci un incantesimo per fissarli? >>

La maga quindi si avvicinò e pronunciò un incantesimo per fissare l’albero maestro alla zattera improvvisata, uno per impedirgli di spezzarsi se non fortemente sollecitato, e un altro perché la zattera puntasse sempre a Est, la direzione che avevano deciso di raggiungere. Recuperarono parte della vela originaria, e tagliandola la adattarono alla zattera. Non c’era vento, quindi Kra cominciò a remare con delle pagaie improvvisate, e quando fu troppo stanco la sorella attraverso un incantesimo fece avanzare la barca a pelo d’acqua.

Al crepuscolo furono entrambi troppo stanchi per proseguire, e si addormentarono sulla zattera, mentre il gatto mannaro si appolaiò sopra l’albero maestro, a controllare la direzione verso cui la brezza ,che si era alzata una volta tramontato il sole, spingeva la zattera. Presto però anche Grattastinchi chiuse le palpebre e si abbandonò al sonno, spossato dagli eventi della giornata.
 

Un miagolio svegliò Kra e Ismira il mattino dopo. Grattastinchi si era svegliato poco prima, quando la zattera aveva smesso di ondeggiare, e aveva notato che la loro imbarcazione si era arenata in una spiaggia, sulla terraferma. I fratelli furono sopresi quanto l’animale quando notarono che erano arrivati a terra. La compagnia scese dalla zattera e cominciò a camminare sulla sabbia, il gatto al loro fianco. Kra notò un filo di fumo levarsi poco lontano da loro, e lo indicò alla sorella.

<< Ismira! >> disse << Questo posto è abitato! >>

Il viso della sorella si rabbuiò << Ma non sappiamo da chi. >> rispose lei, incamminandosi verso un albero poco distante.

<< Almeno potremmo saziarci >> replicò Kra strappando alcune mele dai rami che pendevano verso di lui.

<< Diamo un occhiata in girò >> disse la sorella, incamminandosi verso il fumo che ancora si levava alla loro destra

<< Aspetta Ismira. Tu sai che posto è questo? >>

<< Si. >> mormorò la sorella senza girarsi << Questa.. è la terra originaria della nostra razza, la regione natia degli uomini. >>

<< Ho letto di questo posto, ma credevo fosse stato abbandonato a causa dei Ra’zac >>

<< A quanto pare no. Vieni, e stai attento. >> rispose la sorella, e continuò a camminare.

Il fratello la raggiunse di corsa, mangiando una delle mele che aveva raccolto e lanciandone un altra ad Ismira, affamata quanto lui.
 

Dopo poco all orizzonte si profilò una casa con un filo di fumo che usciva dal comignolo. Questo insospettì Kra e Ismira, dato che era piena estate e il sole spaccava le pietre.

La casa era strutturata su due piani, principalmente di mattoni e circondata da un giardino piuttosto vasto, pieno di alberi e fiori.
 

Arrivarono nel giardino della casa, vicino un piccolo fiume, senza vedere ed essere visti da nessun essere vivente. Di colpo una trota sgusciò fuori dal fiume e si rituffò subito, attirando l’attenzione di Grattastinchi, che disse

<< Scusate, ma non resisto un giorno intero senza mangiare. >> e con aria altezzosa si diresse verso il fiume, sempre nella sua forma animale. I due ragazzi proseguirono verso la casa, e trovarono l’uscio socchiuso. La ispezionarono da cima a fondo senza trovare niente di interessante. Si divisero per cercare meglio, e Ismira trovò due pagnotte fresche nella cucina.

<< Non ti muovere e non parlare, altrimenti lo uccido! >> Ismira girò lentamente la testa, e vide il fratello con gli occhi sbarrati che la guardava, e dietro un Ra’zac che gli puntava un coltello alla gola, uno sguardo malefico negli occhi. Allora provò a pronunciare una formula magica, ma il Ra’Zac fece un urlò stridulo alitando, e un puzzo di morte si diffuse per tutta la stanza.

<< Sei una sporca maghetta, eh? Tieni la bocca chiusa, altrimenti lo uccido. E dovresti saperlo, la magia non ha effetto su di noi. >>

In quel momento il Ra’Zac urlò di nuovo e si accasciò a terra per il dolore liberando Kra dalla sua morsa letale. Il ragazzo allora sguainò la spada, e decapitò il Ra’Zac con un solo colpo. I due fratelli erano ancora stupiti da quanto accaduto, poi espirarono e si rilassarono, realizzando che non erano più in pericolo di morte. Da sotto il cadavere senza testa di Ra’Zac uscì a fatica un gatto, lordo di sangue non suo, che sputò una piuma nera, dicendo

<< Odio gli uccelli, soprattutto quelli troppo cresciuti >> scatenando l’ilarità generale.

Uscirono dalla casa, e si avviarono verso il fiume, cercando di prendere qualcosa. Pescarono tutto il pomeriggio con le mani o con canne da pesca improvvisate, scherzando su quello che era avvenuto durante il giorno, ma tenendo sempre un occhio aperto per controllare la zona. Grattastinchi grazie ai suoi riflessi prese molti più pesci dei due ragazzi, ma li ingurgitò tutti lasciando solo la lisca a Kra e Ismira, sostenendo che aveva molta più fame di loro. La sera tornarono a casa con qualche pesce raccolto nel pomeriggio, e si preparono a cuocerlo con un fuoco acceso con la magia, quando un ruggito squarciò l’aria. Si girarono verso la porta, e videro un enorme drago bianco e una ragazza giovane quanto loro che lo cavalcava. Kra annichilito sguainò la spada, ma il drago ruggì ancora, e la cavaliera intimò ai fratelli

<< Buttate le armi per terra e nessuno si farà male! >>

Kra annichilito chiese sottovoce alla sorella

<< Cosa facciamo? >>

La sorella aveva appena aperto la bocca, quando una vampata di fuoco li raggiunse.






Angolo dell'autore:
Mi spiace averci messo tutto questo tempo a scrivere un capitolo, ma sono particolarmente lento (e sopratutto non sapevo cosa crivere). E' la mia prima fanfiction, quindi siate clementi sugli errori e lasciate qualche recensione :)

D'ora in poi proverò a pubblicare un capitolo a weekend, ma non sperateci troppo XD

Ringrazio sopratutto i miei amici Flamebreath e Finnick_Odair che hanno provato a corregere i miei errori, e il resto del gruppo (comprendente anche Dark Flower) che apparirà nella fanfiction per non avermi ancora pesantemente insultato :3

Ciao a tutti e recensite!

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: La terra degli uomini ***


I due fratelli videro crearsi intorno a loro una nuvola di fiamme, che si dissolse con la stessa rapidità con cui si era creata. Si arresero subito con grande sollievo della cavallerizza, che gli legò mani e piedi con delle funi, cacciate da una bisaccia accanto la sella.

<< Talos non ce la farà a portarci tutti inseme sul suo dorso, quindi procederemo a piedi. Non siamo molto distanti dalla reggia. >>

Scese la sera, e poi la notte. Kra e Ismira erano sfiniti, mentre Saxa, la padrona del drago bianco di nome Talos, aveva sempre la stessa espressione severa e decisa sulla faccia.

Ad un certo punto Saxa si fermò, dicendo

<< Ci fermeremo qui per la notte, dato che voi non ce la fate più a camminare. Talos vi terrà d’occhio, quindi non provate nemmeno a scappare, altrimenti sarete carbonizzati all’istante. Chiaro? >>

I due fratelli annuirono contemporaneamente, e si sdraiarono sull erba già umida di rugiada a pochi passi dall enorme drago bianco, che sembrava avere quattro anni o più.

Si addormentarono subito, dopo i due giorni più stancanti della loro vita.


La mattina dopo furono svegliati all’alba da Saxa, e si rimisero in marcia. Cominciarono a incontrare piccoli villaggi o case isolate che sembravano disabitati, ma che in realtà ospitavano persone impaurite da quello che avrebbero potuto trovare fuori dalla loro porta. Mano a mano che andavano avanti, la strada sotto i loro piedi si allargava e da semplice sentiero diventava una strada lastricata, dove i pochi passanti tributavano i loro onori al drago bianco e alla cavaliera, ignorando totalmente i due ragazzi che camminavano dietro di loro. Giunsero infine alla vera e propria citta, circondata da un muro di cinta più alto e spesso di quello della maggior parte delle citta di Alagesia. All interno della citta svettavano due torri, ornate da pinnacoli e guglie in ogni dove.

<< Questa >> disse Saxa << E’ la capitale del territorio governato dalla razza umana su questo continente. Si chiama Audr Edur, che dalla lingua degli elfi significa.. >>

<< Sul promontorio >> la interruppe Ismira << Io e mio fratello conosciamo l’antica lingua, non si preoccupi. >>

<< Mi fa piacere. Almeno non dovrò spiegarvi il significato di tutto quello che c’è in città, e sopratutto, nella reggia. >>

Entrarono nella città, dove Saxa salutò per nome tutte le persone che incontravano, fino ad arrivare al palazzo centrale, la reggia. La ragazza e il drago si fissarono intensamente negli occhi per qualche secondo, poi il drago spiccò il volo sollevando una nuvola di polvere e si allontanò verso la foresta ai margini della citta.

Nella reggia tutti ignoravano i due ragazzi mentre salutavano calorosamente la cavaliera. Salirono su una delle torri, dove Saxa bussò sonoramente ad una porta di legno.

<< Sofia >> disse << Ci sono ospiti. >>

Una ragazza poco più grande di Ismira aprì la porta, sbadigliando. Dietro di lei c’era una piccola stanza molto illuminata, con un tavolo apparecchiato al centro.

<< Chi sono? Non li ho mai visti prima. >> chiese la ragazza ancora mezza addormentata a Saxa, sbadigliando un altra volta.

<< Non lo so >> fu la risposta << pensaci tu, io ho da fare. >>

Detto questo Saxa se ne andò, lasciando i ragazzi a Sofia.

<< Avete fame? >> chiese la ragazza << Ho appena finito di preparare il pranzo. >>

I due fratelli senza dire una parola si sedettero alla piccola tavola e divorarono un intero pollo speziato, appena sfornato e quindi ancora fumante. Nel sentire l’odore del cibo uscì dalla veste di Kra un piccolo gatto, che cominciò ad addentare una coscia del pennuto arrostito.

<< Oh, avete anche un gatto! >> esclamò Sofia vedendolo apparire, e cominciò ad accarezzarlo.

<< Sono un gatto mannaro, per la precisione. >> disse Grattastinchi, continuando a mangiare senza degnare di un occhiata la ragazza rimasta a bocca aperta. I due fratelli risero sotto i baffi, nel vedere la faccia di Sofia, scioccata da un gatto parlante.

Alla fine del pranzo la ragazza cominciò a parlare.

<< Penso sia scostumato chiedervi chi siete senza sapere chi sono io, quindi mi presento. Sono Elenasofia, ma potete chiamarmi Sofia, e sono una damigella di compagnia della regina Del Gais. Adesso, parlatemi di voi. >>

<< Io sono Kra >> cominciò il ragazzo << e lei è mia sorella Ismira. Veniamo da Alagaesia, e.. >>

<< Non dire stupidaggini ragazzo, nessuna barca è arrivata fin qui da Alagaesia. Dimmi la verità. >>

<< Ma noi veniamo veramente da Alagaesia! >> sbottò il ragazzo << Io sono un guerriero e mia sorella è una maga, e siamo venuti qui per esplorare nuove terre. >>

<< Confermo quello che ha detto mio fratello. >> disse allora Ismira << Ho con me la lettera della regina di Alagaesia, Lady Nasuada, che può confermarlo. >>

Sofia accigliata rispose

<< Non vi credo del tutto, ma ci sono poche persone così coraggiose e sfacciate da raccontare di venire da una regione molto distante dalla nostra.. Vi manderò dalla regina, che oggi non ha molto da fare, e si divertirà a sentire una storia come la vostra >> concluse Sofia con un sorriso, facendogli cenno di alzarsi.
 

Li condusse alla base della torre e da lì per alcuni corridoi elegantemente decorati, con un tappeto rosso per terra e molti quadri raffiguranti uomini e donne, probabilmente gli antenati della odierna regina, appesi al muro.

Arrivarono davanti una grande porta in legno di quercia, alla quale Sofia bussò, attendendo molto prima di essere annunciata da un singolo trombettiere.

<< La damigella Elenasofia chiede di parlare con vossignoria, maestà. >> disse egli ad alta voce dopo aver fatto entrare i tre ragazzi.

<< Oh Zar, sai che non c’è bisogno di tutta questa formalità ogni volta che una damigella entra nella sala del trono. Sofia vieni pure, e presentami questi due ragazzi che sono con te. >>

<< Maestà, purtroppo non conosco la loro vera identità. >> rispose Sofia, indicando i due ragazzi inginocchiati, resisi conto di trovarsi al cospetto di una regina << ma sono sicuro che potranno raccontarvi una storia molto interessante. >>

<< Allora alzatevi ragazzi, e raccontate a me ciò che avete raccontato alla mia damigella. >>
Ismira quindi si alzò in piedi e cominciò a raccontare.

<< Maestà la nostra storia è molto lunga, quindi se qualcuno ha domande riguardanti il mio racconto è pregato di farle quando avrò finito

Io sono Ismira e lui è mio fratello Kra. Siamo figli di Roran Fortemartello, eroe di Arughia e generale di Lady Nasuada. Penso che lei conosca in generale cosa è accaduto in Alagaesia negli ultimi venti anni, e quindi sorvolerò. Io e mio fratello dopo la caduta dell impero siamo vissuti nella Valle Palancar, accuditi da nostra madre e diverse badanti. Io cominciai a studiare la magia e le scienze generali con una maga di nome Angela e poi con Arya, la regina degli Elfi della Du Weldenvarden, diventando così una delle più potenti maghe di Alagaesia a soli 18 anni. Mio fratello invece ha studiato l’arte della scherma con maestri del calibro di Eragon Ammazzaspettri, diventando un abile spadaccino, che se la cava anche contro gli elfi. Quando entrambi fummo pronti decidemmo di viaggiare verso Est, partendo da Teirm per arrivare fino ad altre terre abitate. Ma quasi alla fine del nostro viaggio l’equipaggio della nostra nave si è rivoltato contro di noi perché erano tutti servi fedeli dell Impero prima della sua caduta e avevano prestato un giuramento nell’antica lingua a Galbatorix. Hanno fatto esplodere la nave ed io e mio fratello ci siamo salvati per miracolo, insieme al nostro gatto Grattastinchi. Abbiamo quindi costruito una zattera con la quale siamo arrivati fino a terra, dove io e mio fratello abbiamo visto una colonna di fumo alzarsi da poco lontano. Siamo arrivati ad una casa dove un Ra’Zac ha provato ad ucciderci, ma Grattastinchi ci ha salvato saltandogli al collo. Siamo stati quindi avvistati da Saxa e dal suo drago Talos, che ci hanno portato fin qui. >>

La regina guardò i fratelli per qualche secondo, poi andò a parlare in privato con Sofia nella staza vicina. Intanto apparve una ragazza dell’età di Ismira, che si presentò.
 

<< Io sono Sara, un altra damigella della regina. Cioè, io e Sofia siamo le uniche, quindi non aspettatevi molte altre presentazioni >> disse ridendo sguaiatamente. Intanto Grattastinchi era sceso dalla spalla di Kra e si strofinava contro le caviglie di Sara, facendo le fusa e lasciandosi grattare dalla damigella.

La regina intanto tornò nella sala del trono e annunciò << Ho deciso di credervi, per ora, ma dovrete dimostrarmi cosa sapete fare appena possibile. Intanto potete accomodarvi.. >>

Del Gais fù interrotta dal trombettiere Zar, che entrando di corsa nella sala, urlò << I Ra’Zac attaccano! Tutti al riparo! >>




Nota dell'autore:
Dal prossimo capitolo inserirò dei termini nell'antica lingua che potrete facilmente tradurre con il vocabolario che trovate dietro ogni libro del ciclo dell'eredità (consiglio Brisingr e Inheritance, che hanno più vocaboli) oppure con un vocabolario su internet. Nel prossimo capitolo apparirà una vecchia nostra vecchia conoscenza, quindi non perdetevelo!
Recensite :D 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Magia e Alchimia ***


<< Sara e Sofia, preparate il cerchio! Zar, io e te prepariamoci a trasmutare. >> sbraitò la regina Marina, rivolta prima alle damigelle e poi al trombettiere, mentre i due fratelli rimasero sbigottiti al loro posto, immobili come statue. 
<< Trasmutare? Cerchio? Maestà, di cosa state parlando? >> chiese Kra alla regina, ancora incredulo.
<< Non serve che mi chaimate Maestà, basta chiamarmi Marina. Sto parlando di Alchimia, una nuova scienza che proviene dall’est. Ci sono pochi alchimisti in questa regione, e i migliori sono proprio davanti a te. >> Rispose Marina, indicando prima il trombettiere e poi se stessa.
<< Potrebbe parlarci di questa scienza? Potrebbe esserci utile. >> chiese quindi Ismira.
<< Certo, ma tenete d’occhio la porta. Non vorrei arrivasse un Ra’Zac a scombussolarci i piani. L’alchimia è una scienza che si basa sulla trasmutazione, cioè sulla trasformazione di un oggetto in un altro. Ma bisogna attenersi a diverse regole: per avere una qualsiasi cosa si deve offrire come tributo una cosa dello stesso valore. Inoltre è molto difficile trasmutare senza un cerchio alchemico, come quello che vedete qui per terra. >>
Nel frattempo le due damigelle avevano usato dei gessetti per disegnare un cerchio con all’interno una stella, proprio sotto il trono. Intanto i primi Ra’Zac erano arrivati alla reggia, ma aspettavano rinforzi per entrare, avendo visto il piccolo esercito radunato all’entrata della reggia.
<< Kra e Ismira, vi affido un compito. >> disse quindi Marina << Dovrete guardare le spalle a Zar, mentre lui trasmuta quello che serve e ci aiuta con il cerchio. Spero di potermi fidare di voi. >>
Dopo poco, mentre tutti si preparano alla battaglia e le damigelle portavano alcune cose all’interno del cerchio, si cominciarono a sentire i primi rumori della battaglia. Ismira si affacciò oltre la porta e vide una ventina di Ra’Zac distruggere un battaglione intero alle porte del palazzo, prima di venire arrostiti da un drago bianco con in sella una ragazza.
<< É arrivata Saxa! >> urlò Ismira al resto del gruppo.
<< Per fortuna abbiamo due cavalieri di drago, altrimenti non ce l’avremo mai fatta >> mormorò Marina.
<< Aspetta.. due? >>
<< Si, non conosci Irene? Penso che stia andando proprio ora a prendere i rinforzi, l’ho contattata appena ho saputo dell’attacco dei Ra’Zac >>
<< Quindi qui sono frequenti questi attacchi? >>
<< È il quinto attacco, questo mese. Ormai tutte le case hanno un rifugio sotterraneo anti-Ra’Zac e protezione ignifuga, in modo da non andare a fuoco durante ogni attacco. Saxa e Talos ne uccidono circa 50 ogni volta che attaccano, e quando arrivano qui a palazzo ne uccidiamo altri 50 prima che decidano di ritirarsi. Da quanto sappiamo, i Ra’Zac hanno un vero e proprio regno più a sud, e sembra siano molte migliaia. Inoltre grazie ai loro genitori, i Letherbaka, non hanno problemi a scavalcare le mura e ad attaccarci dall’alto. Per ogni attacco perdiamo una parte dell’esercito, quindi circa 20 uomini, e uccidiamo quasi un centinaio di Ra’Zac. Ovviamente non possiamo continuare così, perché prima o poi i soldati finiranno e ci ritroveremo scoperti. Ora attenti alla vita, e uccidiamoli tutti! >>
Una ventina di Ra’Zac era arrivata davanti la porta, aspettando altri rinforzi. Sofia e Sara avevano preso alcune pietre e le avevano posizionate all’interno del cerchio alchemico. 
<< Ismira! >> aveva urlato Zar << Collabora con me! Io trasmuterò queste pietre in lame affilate, e tu dovrai lanciarle dritto nel cranio dei Ra’Zac. Pensi di potercela fare? >>
Ismira annuì. Non era molto in forze, ma lanciare piccole lame per pochi metri non avrebbe consumato molta energia. Inoltre Sara e Sofia, nascoste sotto il trono, le avevano assicurato le loro riserve di energia finché avrebbero potuto.
<< Oh, no. >> mormorò Marina << Sono più del normale. Saranno quasi un migliaio questa volta. Ismira, cerca con la mente Saxa e controlla che stia bene, ogni tanto. >>
Ismira capii che oltre Saxa non c’erano altri stregoni all’interno della reggia, e quindi lei era fondamentale.
Ma prima di poter aprire la sua mente per comunicare con la cavaliera, una cinquantina di Ra’Zac irruppero nella sala del trono, cominciando a lanciare pugnali e lame verso chiunque fosse vicino a loro. 
Ismira si impegnò a deviarne la maggior parte, ma alcune sfiorarono il fratello e lei stessa.
<< Ismira, contrattacco! >> Le urlò Zar, mentre una luce blu carica di energia invase la stanza. Dentro al cerchio alchemico si formarono piccole lamette di pietra, lunghe poco più di una spanna ma molto spesse e taglienti.
Ismira, che non sapeva il nome esatto di quelle lame nell’antica lingua mormorò “Stern, Riisa” facendole sollevare, dato che oltre a lame potevano essere considerati ancora sassi. Poi le lanciò verso la porta, dove una decina di Ra’Zac stramazzarono a terra, morti.
 
Kra aveva cominciato a colpire ogni cosa gli capitasse a tiro con la sua spada, uccidendo quasi una decina di Ra’Zac senza subire nemmeno un colpo. Ma facendo roteare un altra volta la spada, urtò il becco di un Ra’Zac, duro come la pietra, che spezzò la spada.
<< Merda. >> mormorò, estraendo il coltellino che teneva sempre nella cintura. Capii che non poteva continuare così e cominciò a cercare con gli occhi un altra spada appesa alle pareti, senza trovarla. Quindi ebbe un idea.
<< Zar! >> urlò, avvicinandosi al trono ai piedi di cui l’alchimista era seduto << Riparami questa! >>
Zar quindi attivò il cerchio alchemico, e trasformo la spada spezzata a metà di Kra in una spada meno corta ma più affilata. Ismira quindi la sollevò con la magia e gliela mise in mano, in modo da fargli risparmiare tempo.
 
Marina, che fino ad allora aveva combattuto solo con la spada, si ritrasse, e si tolse i guanti, rivelando dei cerchi alchemici impressi con l’inchiostro sui palmi delle mani.
<< Tutti indietro! >> urlò al gruppo, che si ritrasse avvicinandosi al trono.
Marina unì le mani e fece combaciare i cerchi alchemici sui quali erano impressi la luna e il sole. Poso quindi le mani per terra e fece esplodere l’intera sala, uccidendo tutti i Ra’Zac ancora vivi nelle vicinanze. Tutti erano stupefatti, e anche Zar rimase a bocca aperta.
<< Come hai fatto? >> chiese l’alchimista alla regina, che nel frattempo aveva estratto la spada e si avviava verso l’uscita, semi-distrutta dell’esplosione.
<< Un trucchetto che ho pensato qualche ora fa. Luna e sole sono agli opposti, quindi unendoli si provoca un esplosione. Semplice no? >> rispose Marina << seguitemi ora, diamo una mano a Saxa lì fuori. >>
Non potè nemmeno muoversi che un altra truppa ancora più folta di Ra’Zac si riversò all’interno della sala, spingendola via.
<< No! >> urlarono all’unisono Sara e Sofia, che intanto erano uscite dalla botola dietro il trono.
Sguainarono i pugnali e si avvicinarono alla regina, per difenderla a costo della morte. A quel punto tutti presero parte alla battaglia. Grattastinchi cominciò a graffiare e distrarre gli avversari, che poi venivano decapitati da Kra o colpiti da una delle lame di Ismira. Anche un ragazzo biondo che sembrava non molto abituato alla battaglia scese a difendere la regina, ma un Ra’Zac si avvicinò a lui e con due beccate precise gli cavò gli occhi, facendolo urlare dal dolore.
<< Niall! >> urlò Sofia, allontanandosi dalla regina e uccidendo l’essere che aveva cavato gli occhi al ragazzo. La damigella prese il ragazzo e lo porto in una sala vicina, per medicarlo, lasciando la regina e Sara da sole. 
Zar si dimostrò molto utile facendo uscire dal cerchio alchemico diverse lame, che colpivano diversi Ra’Zac senza fermarsi. 
Kra e Ismira continuarono a lottare finchè non ce la fecero più, e alcuni soldati presero il loro posto.
Marina si riprese e uccise altri Ra’Zac, prima di creare una nuova esplosione con i cerchi alchemici sulle sue mani. Questa volta però molti di loro resistettero, e continuarono a lottare. 
Alla fine, nella sala del trono giacevano quasi un centinaio di Ra’zac e pochi soldati giunti a dare manforte poco prima. Ismira comunicò con Saxa, che aveva subito poche ferite non gravi, e che vedeva i rimanenti Ra’Zac ritirarsi. 
<< Bene >> disse Marina << Stavolta erano quasi tre centinaia, ma ce l’abbiamo fatta come sempre, anche se con qualche perdita in più. >>
Sembrava tutto finito, quando un Lethrbaka entrando fulmineo dalla porta afferrò Sara portandola via dalla sala. Tutti compresero quello che era successo solo un attimo troppo tardi, quando le urla della ragazza risuonavano all’aperto.
Nemmeno Saxa riuscì a fermare quell’enorme uccellaccio, che batteva in ritirata insieme agli altri Ra’Zac e Lethrbaka rimanenti.
A fine battaglia erano tutti avviliti dal non essere stati in grado di proteggere una damigella, che nella battaglia aveva fatto molto per gli altri.
<< Che facciamo ora? >> chiese Zar, contento per la vittoria ma deluso dal rapimento di una sua amica.
<< Come che facciamo? >> urlò Grattastinchi, facendo sobbalzare tutti << Ora noi salviamo per la povera ragazza dalle grinfie dei Ra’Zac, per ringraziarla di tutto quello che lei ha fatto per noi. Io partirò domattina, e mi servono informazioni su dove siano questi uccelli troppo cresciuti di residenza, ma mi servirà una mano. Chi è con me? >>
 
 
 
Angolo dell'autore
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto :3
Per movimentare un po le cose (dato che centinaia di Ra'Zac morti non bastano) ho inserito l'alchimia, molto simile a quella di fullmetal alchemist. Ma se non conoscete FMA non vi preoccupate, spiegherò i principi dell'alchimia e il suo funzionamento nei prossimi capitoli, in modo da rendere più facile la comprensione. Per gli appassionati invece, ho inserito una piccola "feature" : ogni alchimista di questa ff avrà i poteri di un alchimista di Fullmetal alchemist.. 
Provate a indovinare di chi sono i poteri della regina Marina :)
Nel prossimo capitolo arriverà qualcuno che abbiamo conosciuto nel ciclo dell'eredità (e che probabilmente non vi sta molto simpatico).
Al prossimo capitolo ;)

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Capitolo 5
*** Capitolo 3 - Extra: Occhiali e Gatti mannari ***


Capitolo 3 - Speciale: Occhiali e Gatti Mannari

<< Aspettate un attimo… >> la regina scese dallo scranno dove si era buttata distrutta alla fine della battaglia << È normale che il vostro gatto parli? >>

<< Maestà, Grattastinchi è un gatto mannaro che segue me e mia sorella dappertutto >> rispose Kra << Non è molto attivo, mangia molto e dorme ancora di più, ma a volte è utile avere un altra opinione in una discussione, anche se proviene da un gatto. Inoltre è nostro amico, ed è da sempre con noi. >>

<< Un gatto mannaro quindi… ho letto che hanno sia una forma umana sia una forma animale, no? >> chiese Marina a Kra, che rispose con un cenno di assenso. << Su, facci vedere la tua forma umana, gatto. >>

<< Beh.. Io.. veramente.. >> farfugliò il gatto mannaro, imbarazzato << Non amo mostrarmi nella mia forma umana. >>

<< Fallo! Te lo ordina la Regina di Audr Edur! >>

Il gatto allora si allontanò elegantemente dalla sala, per ritornare in forma umana un attimo dopo.

Era un semplice adolescente con capelli neri e non corti, due occhi felini comuni a tutti i gatti mannari e non molto magro. Sul suo viso si poteva riconoscere lo spaesamento.

<< La verità, mia regina, è che in questa forma non ci vedo molto bene, e qualunque cosa distante piu di un palmo dal mio naso mi appare sfocata. >> disse Grattastinchi arrossendo.

<< Oh ma per quello non c’è problema. Abbiamo trovato la soluzione grazie all alchimia qualche anno fà. >> La regina si alzò e prese una manciata di sabbia e un piccolo asse di legno da un bauletto vicino al trono, che quindi gettò all’interno del cerchio alchemico usato durante la battaglia.

Improvvisamente il cerchio emanò una strana luce, e al posto della sabbia e dell’asse comparvero… degli occhiali.

<< Cosa sono? >> il gatto mannaro si avvicinó al cerchio e prese gli occhiali, cercando un modo per inforcarli.

<< Li chiamiamo occhiali, perchè aiutano l’occhio. >> la regina soffocò un risolino, poi riprese << Andrebbero inforcati al contrario. >>

<< Oh! >> Grattastinchi riuscì quindi a posizionarli bene dietro le orecchie e sul naso, poi urlò di stupore << Oh Santo Tridente! Sono fantastici! Riesco a vedere bene come se fossi un gatto! Riesco perfino a vedere Zar che si gratta la testa all’altro capo della sala come se fosse qui davanti a me! >>

Il gatto ora in forma umana continuò a girare per la sala con la bocca aperta per lo stupore avvicinandosi e allontanandosi da ognuno varie volte, per studiarne la differenza. Poi tornò a fissare la regina, e la abbracciò calorosamente, restando avvinghiato a lei finche Ismira non intervenne a staccarlo.

<< Grazie di questi.. occhiali, Mery! Posso chiamarti Mery, vero? >>

<< Beh.. si? >> rispose la regina incerta e allo stesso tempo imbarazzata.

<< Adesso però pensiamo alle cose serie. >> riprese, il gatto, senza più il sorriso sulla bocca << Dobbiamo salvare Sara. Vorrei che Zar e Sofia venissero con me, Kra e Ismira per aiutarci nella ricerca. In questo modo avremo più chance di riportare quella povera damigella qui sana e salva. Che ne dite? >>


Angolo dell autore:
Rieccomi qui! Dopo questa interruzione estiva ho ripreso a scrivere con molte più idee, e continuerò a pubblicare un capitolo a WeekEnd! Nel prossimo capitolo apparirà un personaggio che abbiamo già incontrato nel ciclo dell'eredità, e nel 5° capitolo dividerò ogni capitolo in 2 o 3 parti narrate da diversi punti di vista (ad esempio, Marina a Audr Edur e Kra in viaggio) che aumenteranno man mano che i personaggi si separeranno. Spero vi piaccia questo piccolo capitolo che ho scritto ieri sera ;) Alla prossima settimana :D

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