Biondo platino

di Le Parche di Costantino
(/viewuser.php?uid=34212)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Gita a Diagon Alley ***
Capitolo 3: *** Cinque anni dopo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Note alla storia.

Questa piccola storia trae spunto da due bellissime one-shot di Ranessa: "Calamity of touch" e "Vorrei che mi uccidesse ora." La prima è seria, e serve solo a far capire un po' meglio la faccenda, la seconda è involontariamente comica e ha molte estimatrici, tra cui... me! Buona lettura by Ladyhawke in associazione con Alektos!

- Prologo

La vita, a Malfoy Manor, aveva un che di fiabesco. Lucius era un uomo d’affari di successo, un marito innamorato, un padre severo ma amorevole. Narcissa era una giovane mamma, una devota moglie ed un’eccellente padrona di casa.

Draco era un petulante bambino di cinque anni, coccolato e viziato.

Ecco un’ordinaria mattina, di un ordinario giorno, di una qualunque settimana… beh, avete capito l’andazzo, no?

- Devo andare o rischio di saltare l’appuntamento che avevo per oggi con il Ministro – disse Lucius rivolgendo le sue parole verso lo scalone, dato che la moglie non era ancora scesa.

- Arriviamo! – Narcissa fece capolino dal ballatoio con il figlio in braccio, e si affrettò a raggiungere il piano inferiore.

- Dove vai, papà?

- Vado al Ministero.

- Sei sempre là! – si lamentò il bambino, rattristato.

- No Draco, non direi – si giustificò l’uomo afferrando il piccolo che, dalle braccia della madre, si era lanciato verso di lui nel disperato tentativo di placcarlo o, se non altro, ritardare la sua partenza. Tentativo votato ad un’evidente fallimento, come è ragionevole pensare.

Lucius si sentiva un po’ a disagio; non tanto per il marmocchio abbarbicato al suo collo, quanto per la faccia divertita della donna, che non prometteva nulla di buono.

- Draco, guarda che se fai così divento gelosa – rise lei.

- Io non farei arrabbiare la mamma, sai? – l’uomo fece una pausa per osservare meglio il viso del figlio: - Che hai combinato? Ieri ti devi essere sporcato fin i capelli, giocando. – Lucius assunse, per un attimo, un tono più severo ed autorevole. – Si può sapere come hai fatto?

- Ieri ha passato la giornata facendo dei disegni con i suoi Colori Magici – Narcissa fu interrotta da un entusiasta “Sì” del bimbo – deve aver esagerato in preda all’entusiasmo – concluse nervosamente.

- Già… - valutò il mago, pensoso. – Dovrai farti un bel bagno, voglio vederti pulito al mio ritorno. - Detto questo non fece in tempo a dare un bacio al figlio, o quantomeno a salutarlo come al solito, che Draco si era divincolato dalla sua presa, correndo a nascondersi dietro le gonne della madre.

- No no e poi no! – cominciò a ripetere, a mo’ di cantilena.

- Non preoccuparti, ci penserò io – gli assicurò Narcissa, baciandolo.

- A più tardi – si accomiatò Lucius prima di smaterializzarsi.

La donna aspettò qualche secondo ancora prima di concedersi il lusso di tornare a respirare; fortunatamente il marito non dubitava di nulla.

Altro che Colori Magici, quello era tutto un altro problema: in realtà si trattava niente e popò di meno che di ricrescita.

Ma come faceva il piccolo Draco, figlio dei platinati Lucius e Narcissa Malfoy, ad avere una bella chioma castano scuro?

Beh ecco… diciamo semplicemente che il signor Malfoy non aveva contribuito al concepimento del suo unico erede. Bella sfortuna, non trovate? Lui non sospettava nulla nei riguardi della sua “fedelissima” moglie e, in effetti, non ne aveva mai avuto motivo. Narcissa dal canto suo si giustificava pensando che, la causa della sua debolezza, fosse stata la guerra. Non aveva mai amato Rodulphus Lestrange, né lui lei; avevano però trovato un’inspiegabile sintonia in una stanza da letto. Certo, era suo cognato Santo Merlino, ma non faceva, o meglio non aveva fatto, nulla di male! Quello era un modo per superare l’angoscia di un marito al fronte, e niente altro. La storia si era prospettata senza futuro fin dall’inizio e, infatti, non era durata che pochi mesi; ovvero fino a quando la strega non si era resa conto di essere rimasta incinta. Era così convinta che fosse di Lucius… fu uno shock vedere quei quattro capelli scuri, quando prese Draco in braccio per la prima volta. Fu anche un problema non da poco conto, poiché necessitava di una soluzione immediata; il signor Malfoy poteva essere in buona fede e anche un po’ tonto, ma non così tanto. Si sarebbe certamente accorto, prima o poi, dell’enorme palco di corna che gli impedivano il passaggio sotto le porte di casa.

Allora fece l’unica cosa che una qualsiasi buona madre avrebbe fatto: schiarì i capelli al bambino con la Miracolosa Tinta Pinkerton di durata quinquennale e finse di dimenticarsi tutto. Ma ora quei fatidici cinque anni erano passati, a Draco era comparso un accenno di ricrescita scura, il vero padre di suo figlio era ad Azkaban in compagnia della moglie e lei era in preda al panico.

- Io non faccio il bagno. – Furono le parole del figlio a riportarla alla realtà.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Gita a Diagon Alley ***


Gita a Diagon Alley

- No tesoro, tranquillo. Adesso la mamma ha una commissione da fare a Diagon Alley, vuoi venire con me?
- Certo!
- Allora vai a metterti il mantello, dobbiamo andare.
Il piccolo scomparve di corsa, sotto l’occhio vigile della genitrice, che lo vide riapparire dinnanzi a lei cinque minuti dopo, perfettamente vestito, ma con il mantello tutto storto e messo da un lato. Narcissa, alzando gli occhi al cielo, si preoccupò di renderlo presentabile e in men che non si dica, grazie alla Metropolvere, si ritrovarono nel frizzante caos della magica via. Siccome la signora pareva destinata a sperimentare la sua dose vitalizia di fortuna (i volgari lo chiamerebbero semplicemente culo, ma noi parliamo di gente aristocratica; gli altolocati sono persone generalmente fini.), si ritrovò in mezzo alla più grande folla della sua vita. Casalinghe che correvano a far la spesa, affaristi che entravano ed uscivano dalla Gringotts, sfaccendati che vagavano senza meta, mamme come lei con prole appresso e strane creature, inclusi i vampiri. Resasi conto del rischio di essere riconosciuta da qualcuno, prese il bimbo saldamente per mano e, con aria circospetta, si diresse verso un piccolo negozio un po’ isolato, che portava una graziosa insegna vergata certamente da mano femminile: Piccole pozioni per voi. Narcissa entrò velocemente, dopo essersi guardata intorno ancora una volta.
Incontrare qualcuno in quel momento avrebbe potuto rivelarsi imbarazzante. Già si immaginava le noiose conversazioni con la signora Parkinson, creatura con lo stesso spessore intellettuale di un troll, o gli incontri con una qualche sua parente di ottocentesimo grado, pronta a proporgli un favoloso e vantaggiosissimo matrimonio combinato per il suo piccolo tesoro con una qualche rachitica ragazza cresciuta dio solo sa dove.
- Buongiorno Signora Malfoy, quanto tempo, – salutò entusiasta la commessa, vedendola entrare – qual buon vento vi porta qui? Non ricevo vostre commissioni da quasi cinque anni!
- Già – rispose la donna, pallida. La voce le tramava, ma quello non era il momento adatto: non ora che era così vicina alla soluzione del suo problema. – In effetti il mio problema tende a ripresentarsi ciclicamente proprio ogni cinque anni. – concluse sconsolata, mostrando all’altra il figlio in tutto il suo splendore.
- Salve signora! – salutò il bambino con un grazioso cenno della mano.
- Ciao! Tu devi essere il piccolo Draco, vero? Sei proprio un bel bambino.
Narcissa arrossì d’imbarazzo, mentre il bambino urlava in risposta un “grazie” decisamente troppo entusiasta.
- Tesoro – disse la strega con aria materna, passando ad un tono molto più colloquiale – non c’è affatto bisogno che tu arrossisca; è un bimbo delizioso, e certe cose succedono.
La signora Malfoy fece per interromperla, ma questa proseguì: - Vendo queste pozioni da anni e non ho mai diffuso certi segreti, sarò la discrezione fatta persona. Vado subito a prenderti la tinta.
La donna si rilassò e permise a Draco di vagare liberamente per il negozio.
- Che cos’è? – chiese lui, vedendo la commessa posare un flacone della Pozione Pinkerton sul bancone.
- E’ una cosetta per lavare i tuoi capelli un po’ sporchi. – rispose l’interpellata facendo l’occhiolino alla signora Malfoy. – Sono cinque Galeoni. – aggiunse poi.
- Grazie mille.
- Si figuri, signora mia. Buona fortuna!
Uscì dal negozio e si confuse fra la folla che riempiva la strada. Camminava a testa bassa cercando di impedire al figlio di fossilizzarsi davanti alle sue vetrine preferite di giocattoli. Pochi minuti dopo Narcissa era nuovamente a Malfoy Manor e ne era felice: meno gente aveva intorno e meglio era.
- Dobby! – chiamò a gran voce.
- Mi ordini, signora. – rispose l’elfo, comparendole dinnanzi e profondendosi in inchini.
- Vammi a riempire la vasca del bagno del primo piano. La voglio pronta tra dieci minuti al massimo.
- Sarà fatto.
- Mamma, io non mi lavo! – si impuntò il piccolo dittatore.
- Ora andiamo a toglierci il mantello e poi ne parliamo. – tentò la donna.
- Ma…
- Sali intanto. – gli intimò lei.
- Non posso farlo stasera? – tentò lui con sguardo tenero.
- Tesoro, hai sentito tuo padre stamane. Non ti andrebbe di compiacerlo? – nonostante ciò il bambino non parve del tutto convinto, ma almeno le era riuscito di condurlo nella sua stanza.
Dopo quella conversazione fu relativamente semplice convincere Draco, con mille moine e piccoli inganni, a fare il bagno. Decisamente più difficoltoso fu applicare il Miracoloso Rimedio Pinkerton; non che il bambino non apprezzasse i portenti compiuti da codeste pozioni pionieristiche, ma perché faceva un male cane (Sì gente, anche i ricchi piangono, a volte).
- Brucia mamma! – strillò il piccolo con gli occhi lucidi per il dolore.
- Lo so amore. Abbiamo quasi finito. – Narcissa si sentiva in colpa a continuare con quello che sembrava un sadico esperimento. D’altro canto era meglio quello che ammettere la scomoda verità, si disse, versando un altro po’ di pozione, che cominciò subito a sfrigolare sulla testa del bambino.
- Ma brucia!
- Lo so, tesoro, lo so. Ora ti sciacquo la testa e abbiamo finito per davvero. Va bene?
- Va bene. – disse Draco tirando su col naso.
Ancora preda del senso di colpa, la strega mise particolare cura nell’asciugare e rivestire in figlio affinché non prendesse freddo, quando Dobby comparve nella stanza da bagno, portando con sé un plico di carte.
- Scusi se la disturbo, signora, ma qui c’è una lettera indirizzata a lei.
Narcissa la riconobbe immediatamente per l’aspetto malridotto e per l’intestazione: era una lettera di Rodulphus, proveniente da Azkaban.
Come se tutto ciò non fosse abbastanza, sentì distintamente la voce di Lucius dal piano di sotto.
Riassumendo: suo marito era appena rientrato, lei aveva in mano la lettera del suo amante e aveva appena coperto le tracce della vera paternità che suo unico figlio. Una giornata come tante, insomma. Per il suo cuore era troppo.
- E’ arrivato papà! – cominciò a strillare Draco, aumentando inconsapevolmente l’agitazione della madre.
- Draco? Narcissa? Sono tornato! – salutò l’uomo salendo le scale.
L’importante era rimanere calmi.
- Bentornato Lucius caro! Sono con Draco, gli ho appena fatto il bagno, forse è meglio che aspetti a vederlo. Non è ancora presentabile, e nemmeno io a dirla tutta. Dobby poi ha portato un bel po’ di posta, te la faccio portare nello studio. – disse la donna in preda al panico. – Sentito Dobby? – Proseguì, rivolgendosi aspramente all’elfo.
- Provvedo subito. – rispose questi, svanendo dopo l’ennesimo inchino.
La signora Malfoy si sentì pronta al peggio, quando sentì i passi del marito fermarsi davanti alla porta. La tentazione di bloccare la maniglia magicamente era forte, poi però sarebbe stato troppo evidente il fatto che stesse nascondendo qualcosa di grosso.
- Vi aspetto di sotto, allora. – disse Lucius, infine, dirigendosi nuovamente verso il piano inferiore.
La strega fece un respiro di sollievo e, una volta riacquistato il pieno controllo di sé, si diede nuovamente da fare: con la bacchetta nella mano destra cominciò ad asciugare i capelli al bambino, mentre con la sinistra reggeva la lettera che nel frattempo aveva aperto.

Cara Narcissa,
ti scrivo solo poche righe perché qui, ogni giorno che passa, diventa rischioso anche dimostrare di essere vivi e respirare. È stato difficoltoso riuscire a spedirti questa lettera senza che passasse sotto censura, ma non volevo metterti nei guai con tuo marito; non ora, almeno. È da molto che non scrivo e fremo per avere notizie sul piccolo Draco; dopotutto è l’unico figlio che mi sarà mai concesso di avere, ed è giusto che mi preoccupi per lui. Spero che Malfoy gli conceda tutto quello che io stesso non ho saputo dargli. Mi auguro di poterlo rivedere, anche se sotto le mentite spoglie di zio, quando risorgerà il Nostro Signore Oscuro.
In fede
Rodulphus Lestrange.

Narcissa la lesse attentamente, cercando di non far trasparire alcuna emozione per non insospettire Draco, che, al contrario di suo padre, si dimostrava spesso troppo curioso e attento a quello che succedeva intorno a lui. Era la terza lettera che riceveva da lui dal momento in cui era stato catturato. Nonostante si augurasse sentitamente, per la tranquillità della sua famiglia, che Lord Voldemort non risorgesse né ora, né mai, quelle missive le facevano piacere. Rodulphus lasciava sempre intendere che un giorno o l’altro sarebbe stato capace di spiattellare tutto, lei però non se ne curava. Sarebbe riuscita a convincerlo a rimanere zitto, e se, malauguratamente, le sue parole non fossero bastate, aveva sempre dalla sua parte il deterrente Bellatrix.
A malincuore appallottolò il pezzo di pergamena nascondendola in una tasca, pronta a gettarla nel primo camino a disposizione e finì di pettinare il bambino con particolare delicatezza.
- Di chi era?
- Solo la lettera di una mia vecchia compagna di scuola. – mentì lei, sperando di sembrare dannatamente convincente.
- E perché la butti via?
- Perché non è importante. – sospirò lei – Andiamo a trovare papà? – chiese per distrarlo. Non fece in tempo a dirlo che Draco si era già lanciato fuori dalla stanza. Fece un profondo respiro, ringraziando per lo scampato pericolo, e prima di uscire lanciò un Evanesco sulla boccetta della favolosa Tinta Pinkerton di durata quinquennale; nessun indizio significavano meno spiegazioni.
Con calma di apprestò a raggiungere due dei tre uomini della sua vita (non che del terzo gliele importasse poi molto al momento; non era affar suo, tutto sommato, e non poteva nemmeno sperare di raggiungerlo); come si aspettava il piccolo pendeva dalle labbra del padre che lo teneva seduto sulle sue gambe, mentre continuava a controllare la sua copiosa corrispondenza.
- Hai visto com’è pulito, ora? – disse lei, per rendere nota la sua presenza.
- Vedo, vedo. Ora sta molto meglio. – convenne distrattamente il mago.
- Come è andata al Ministero? – chiese sedendosi di fronte al marito, dall’altra parte del tavolo.
- Come sempre, oserei dire. Ho avuto un piccolo, quanto spiacevole, scambio di vedute con Arthur Weasley, ma si è trattato di una questione insignificante al pari del mio interlocutore. – rispose l’uomo, continuando a tenere lo sguardo fisso sulle sue carte.
- Weasley? – ripetè Draco con una smorfia – Sono feccia loro?
- Sono filobabbani – rispose Cissy disgustata, mentre il figlio la osservava, apparentemente sconvolto per quell’agghiacciante rivelazione. Era giovane, ma le cose importanti le capiva al volo.
- Impara bene. – constatò Lucius, compiaciuto.
- Impara in fretta. - fece eco la moglie.
(Avete letto bene, cari lettori: ricchi, stronzi e con un sacco di classe).
Malfoy continuò a compiere il suo dovere di capofamiglia, in silenzio. Si riservava, però, di lanciare qualche occhiata alla moglie; sembrava così tesa…
- Tutto bene?
- Sì, certo, perché? – Narcissa scattò come un molla, pronta a chiudersi a riccio, sulla difensiva.
- Mi sembri così nervosa.
- Oh, no. Sono solo un po’ stanca.
- Ti comporti bene con la mamma? – chiese l’uomo rivolgendosi improvvisamente al figlio, con tono duro.
- Io sono bravo!
- Sicuro?
- Certo! – pigolò Draco, invocando con lo sguardo l’aiuto della madre.
- Tranquillo Lucius, non ti adirare. È bravo. – confermò la donna, dolcemente. Ci aveva già pensato lei a maltrattarlo per bene, quella mattina. Non c’era affatto bisogno di rincarare la dose. Cielo, che situazione. – Vuoi che te lo porti via? Non ti lascerà lavorare in pace. – aggiunse poi.
- Non fa nulla, non preoccuparti. Penso di potermela cavare.
- Bene, allora. – concluse la strega uscendo dalla stanza.
Attraversò il salone principale, dove ardeva un enorme ceppo nel maestoso camino, e lì gettò la lettera del suo amante. La osservò mentre scompariva lentamente, divorata dalle lingue di fuoco. Salì poi di sopra nella sua stanza, lentamente. Voleva concedersi il lusso di compilare una risposta con tutta la calma del mondo. D’altronde, quali altri svaghi erano riservati alle aristocratiche famiglie della popolazione magica?



Ringraziamenti:
Siamo oltremodo felici che la storia abbia avuto successo e che vi sia piaciuta, quindi vi regaliamo volentieri il secondo capitolo e vi invitiamo, nuovamente, a commentare.
alita: Grazie, siamo felici che ti sia piaciuta.
gemellina: E' no, niente fantasmi e cose del genere, anche se, ammettiamolo, questo potrebbe essere l'embrione di nuove mirabolanti avventure per la famiglia Malfoy. Le corna si svelano XD. Grazie
joker666: Draco non ci guadagna nulla, povero. Narcissa forse ci ha guadagnato per quelle brevi prestazioni che... be' ecco, forse non è il caso che scendiamo nei dettagli, sappiamo tutti a che mi riferisco, no? Grazie per il tuo commento.
Trick: ti ringraziamo tanto per il commento e ci scusiamo ancora per la mezza crisi di nervi. Speriamo che ora la storia ti risulti un po' meno oscura e ancora più piacevole. I tuoi complimenti ci onorano e apprezziamo lo sforzo^^
Ranessa: e il gioiellino continua! Siamo davvero felici che ti sia piaciuta, in fondo dopo averne parlato per eoni era evidente che prima o poi questa cosa sarebbe uscita, no? Ora pretendiamo di sapere quanto ti piacciono le caratterizzazioni dei personaggi ora che li vedi belli e rampanti!
Rowena: e anche il gatto con gli stivali fu accontentato. A questo punto ci manca solo una fanart e siamo a posto. Ne abbiamo riso, ci abbiamo sbavato sopra e finalmente ne abbiamo scritto. Farti rotolare dalle risate è sempre un piacere.
Grazie anche a tutti i lettori, nella speranza che vogliano manifestarsi!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cinque anni dopo ***


- CINQUE ANNI DOPO –

Era da un paio di giorni che Draco notava qualcosa di strano nella sua chioma color platino. Non che lui fosse un bambino particolarmente vanitoso, ma quella specie di ricrescita scura era inquietante. Nessuno, a dire il vero, sembrava averlo notato in casa; lui però non dormiva tranquillo. Gatta ci covava.
- Mamma? – chiese la mattina dopo, esasperato. – Ti è mai capitato di avere qualcosa come… ecco, una sorta di ricrescita?
La donna reagì in maniera strana alla richiesta del figlio. Narcissa si limitò a mordersi un labbro e a mormorare una sola frase. – Siediti, ne avrai bisogno.
Non avrebbe mai voluto vivere quel momento, ma sapeva bene di trovarsi di fronte all’inevitabile. D’altro canto non si può far passeggiare un elefante in una cristalleria e poi sorprendersi, se questo fa dei danni. L’idea di raccontare al figlio una cosa del genere, in fin dei conti niente altro che la verità, la faceva sentire orribile. Si odiava, per quello che stava per fare.
Fece un profondo respiro e cominciò a raccontare, evitando accuratamente dettagli pruriginosi; si trattava pur sempre di un bambino.
- Che cosa? – urlò Draco alla fine del racconto.
- Tesoro… - balbettò lei – Io non avrei mai voluto…
- Io sono un Lestrange? – strillò in preda al panico. – Perché hai fatto una cosa del genere, mamma? Come hai potuto fare qualcosa di così terribile! Tu non gli vuoi bene! – continuò, con la voce rotta dal pianto.
- Draco, bambino mio, credimi. Io amo tuo padre. Lo amo con tutta me stessa, non puoi nemmeno immaginare il mio senso di colpa in questi anni. Mi sento colpevole ogni volta che lui mi guarda.
- E’ orribile!
- Erano anni terribili – constatò la strega, amaramente. – Non puoi capire, sei troppo piccolo, e non hai vissuto un’esperienza del genere. Sembrava che la fine del mondo potesse avverarsi da un momento all’altro. Tuo padre spariva in missione e non tornava per ore… io mi sentivo persa.
- Ma perché mi hai fatto una cosa del genere, mamma? – chiese il figlio, confuso.
- Cos’altro potevo fare? Dirlo a Lucius e fare di te un figlio illegittimo con un padre in carcere? No, non ti meritavi nulla di simile.
- Ma papà… - qui il bambino fece una pausa, poiché ormai singhiozzava. – Cioè… Lucius, lui deve saperlo!
- Oh no, piccolo mio, no! Già non avrei voluto dirtelo così presto, ma visti gli sviluppi è stato inevitabile. Come puoi pensare di spezzare il cuore a tuo padre? È freddo, a volte, ma ti vuole così bene… Sei il suo unico erede. La verità lo ucciderebbe.
Draco si morse un labbro, pensoso. La madre trasse un fazzoletto di seta dalla sua veste, cominciando ad asciugare le lacrime di delusione del figlio (Anche i ricchi piangono, la vendetta). Non parlarono per lungo tempo, persi nelle loro riflessioni.
Narcissa non si sentiva leggera, pur avendo finalmente qualcuno con cui dividere quel suo terribile segreto. Si stava male, al contrario. Era nauseata da se stessa. Se solo ne avesse avuto la possibilità, avrebbe modificato il tempo per non commettere quel miserabile errore. Eppure così facendo avrebbe perso il suo caro figlio.
Draco taceva, continuando a piangere silenziosamente. Non sarebbe più riuscito a guardare i suoi genitori allo stesso modo. Si sentiva tradito, abbandonato, frustrato. Eppure doveva tacere, per il bene di tutti. In fondo sua madre l’aveva cresciuto nella bambagia, occupandosi di lui con solerzia e con amore. Suo padre, o meglio, l’uomo che lo aveva cresciuto, non gli aveva mai fatto mancare nulla e gli stava insegnando come cavarsela nella vita. Forse era una decisione semplice da prendere.
- D’accordo, ma come facciamo con questi? – disse infine il ragazzino indicandosi i capelli. Le labbra di Narcissa si dischiusero in un timido sorriso.


INGRAZIAMENTI:

Rowena: Felice che ti abbia fatto ridere XD. Lo so, quando mi hai detto della lettera ci ho pensato su. Potrei dirti che, in fondo, siamo nell'Au e quindi chissene, ma non sarebbe giusto. Tuttavia, se Sirius amore Black è riuscito a fuggire e Barty a fare lo scambio con sua madre, non vedo perchè Rod non possa mandare una lettera indisturbato. In fondo è un buon mago, non vorremo meeka offenderlo con il rischio di farci Avadare, no? Fammi sapere che ne pensi dell'epilogo XD.
Ladymarie: Ecco finalmente l'episodio conclusivo della saga famigliare. Per una volta l'onore di Cissy è salvo, un po' meno quello di Lucius ma sono dettagli XD. I commenti mi sono venuti quasi spontanei, non sono riuscita a rinunciarci. Spero tu possa apprezzare anche questo finale. Grazie.
diavolettadark: Be', tutti i personaggi sono un po' OOC e distorti, per questo abbiamo messo l'avviso. Questa storia è onestamente ai confini della realtà e bisogna prenderne atto. Per la lettera...be', la mia spiegazione è la stessa che ho lasciato a Rowi, non mi dilungo oltre: forse è eccessiva, ma l'avviso AU è lì anche per questo, altrimenti non mi sarei presa tanta libertà. Spero tu voglia dirmi che te ne pare del finale!^^
Chocolat: Grazie mille per la tua recensione e per i tuoi complimenti, davvero. L'idea di immaginare Rod e Cissy insieme la devo a Ranessa, il resto si è messo insieme quasi da sè, con il fido aiuto di un neurone particolarmente degenerato e perverso. Spero tu voglia seguire questo ultimo capitolo.
Ranessa: Per te, lo sai, non ci sono parole. Non solo hai dato il via a questo vortice di follia mangiamortesca, ma lasci pure queste recensioni che gonfiano d'orgoglio! Felice che ti piacciano Lucius e Narcissa versione, questa davvero canon, di genitori amorevoli. Grazie per aver difeso l'idea della lettera, tanto so che lo dici solo per far fare bella figura al tuo amato Rod. Donna dimmi se hai amato pure questo epilogo.

Così dunque si conclude questa storia un po' pazza e un po' fuori di testa. Io, Ladyhawke, ho materialmente risposto alle recensioni anche per conto di Alektos, spero che non mi voglia linciare troppo per questo, so, comunque, che la pensiamo all'incirca alla stessa maniera XD. Entrambe vi siamo grate per la pazienza, per i bellissimi commenti, per il seguito e per la compagnia che ci avete fatto. E tutto sotto il nobile (e cornuto XD) nome dei Malfoy. Grazie di cuore e alla prossima.
Ladyhawke e Alektos, Le Parche di Costantino.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=188361