Second Life

di ElfoMikey
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***
Capitolo 4: *** "Christmas Eve" ***
Capitolo 5: *** "sweet kisses for Christmas ***
Capitolo 6: *** "save me! my angel ***
Capitolo 7: *** "Lie" ***
Capitolo 8: *** "I pray for you, honey." ***
Capitolo 9: *** "Sleep" ***
Capitolo 10: *** “L’inizio di una verità” ***
Capitolo 11: *** "Just love" ***
Capitolo 12: *** "My dad" ***
Capitolo 13: *** “fear of the truth” ***
Capitolo 14: *** "letter" ***
Capitolo 15: *** "to the end" ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La rosa cade leggera sul marmo bianco dove riposa il tuo corpo stanco. Il vento penetra la mia pelle come se cercasse di capire le mie emozioni, ma io non provo niente. Sono come un manichino lasciato sotto la pioggia e il freddo? sono come una farfalla senza un’ala per poter volare libera? sono come un carcerato con una pena infinita da scontare? sono come un bimbo che piange quando si perde al centro commerciale? sono come una via lunga e desolata che aspetta solo di essere percorsa da qualcuno? sono come un uomo con il cuore spezzato? No, mi sento stanca, sola e allora sono come un morto. Fermo, immobile, per sempre, sono come te papà, chiuso in quella bara di legno. Mamma fa cadere l’ultima lacrima e sparisce, camminando lenta e triste. Mio fratello la segue, con la testa bassa, ma senza piangere, è grande lui e io bambina, mi sdraio vicino a te, vicino alla tua foto, vicino alla tua bara solo per questa notte.


************


Mi alzo dal letto con un grosso mal di testa da post sbornia. Sento mia madre urlare dalla cucina ed è come se fosse a due millimetri dal mio orecchio. Si, cazzo scendo! Mi metto la mia vestaglia di lana, con una stampa d’orso e scendo lenta le scale, cercando di non cadere. Mio fratello Dylan mi sorpassa dandomi una “leggera” botta in testa in segno di saluto. Sto stronzo… faccio capolino dalla cucina e vedo mia madre vestita elegantemente che sculetta canticchiando, mentre mette sul tavolo due piatti contenti delle uova. Alzo gli occhi al cielo. Santo Dio ma cambierà mai mia madre?
“giorno..” Mi lamento spostando la sedia di peso. Ricevo un grosso bacio con lo schiocco da parte di mamma.
“buon giorno tesoro, ti devo accompagnare all’università? La seduta in tribunale è stata spostata a metà mattinata.” Mi dice mielosa. Io annuisco mettendomi le mani in testa. Cazzo che dolore, vedo mio fratello ridere sotto i baffi.
“non hai più l’età per ubriacarti.” Mi dice scuotendo la testa con un sorriso sarcastico stampato in faccia, quanto l’odio quando fa così, quel vecchiaccio dei miei stivali.
“parla l’emancipato! A trentacinque anni vivi ancora con la mamma e di una fidanzata non c'è neanche l’ombra.” Rispondo facendogli la linguaccia. Dylan mi guarda in cagnesco, ma non ribatte, ho toccato un tasto dolente. Perfetto uno a zero per me!!
“Deliah, smettila. Dylan anche tu basta, sembrate due bambini!” ribatte la mia mamma mettendomi davanti una tazza di caffè fumante. Sia lodato chi ha inventato la caffeina! Guardo l’ora ed è meglio che mi sbrighi, ho una lezione fra meno di mezz’ora. Mentre mi dirigo verso camera mia, sento mia madre dirmi:
“Jack quando riporta a casa la piccola Sofia?” mi fermo ed è come se mi si fosse congelato il sangue nelle vene. Sofia, la mia dolce Sofia.
“domani.” Dico a voce bassa.
È venuto Jack, pochi giorni fa, l’ha presa e l’ha portata via con se, dicendomi che me l’avrebbe riportata entro una settimana, ma sentivo dannatamente la mancanza di quella piccola creatura e il solo pensarci mi fa salire le lacrime agli occhi.

Mia madre sfrena bruscamente e io scendo di corsa, senza neanche salutarla, sono in un ritardo pazzesco!
“Deliah! Alla buon’ora! Sbrigati dai!!” mi rimprovera Lisa, la mia migliore amica.
“si, si eccomi. Che traffico infernale!!” esclamo buttandomi sulla sedia di legno esausta.
“ siamo a New York, che ti aspettavi?” mi dice prendendo posto accanto a me.
“ti giuro che questa è l’ultima volta che esco con quegli alcolizzati dei tuoi amici! “ ride.
“si certo, l’hai anche detto prima di ubriacarti con trenta bicchierini di rum e tutto per una scommessa.” Cazzo merda trenta bicchierini??? O ero già ubriaca o mia nonna aveva messo dell’erba nel tacchino.
“non ti ricordi eh? Beh è comprensibile.” Mi dice, cercando di consolarmi, ma così peggiora solo la situazione. Sto per ribattere, ma il professore entra in aula, facendo calare un religioso silenzio.
Un’altra mattinata infernale si è conclusa. Esco dall’università sospirando, chiudendo a modo il mio cappotto. Lisa è andata a casa e io mi dirigo verso lo starbucks in fondo alla via, per sgranocchiare qualcosa. Adoro gli starbucks, sono così caldi, accoglienti e poi fanno del caffè che è la fine del mondo! Mi siedo ad un tavolo e ordino un panino e del caffè bollente per cercare di riscaldarmi.
Davanti a me alcuni ragazzi discutono e io, curiosa allungo le orecchie per raccogliere frammenti di conversazione, ma ricevo solo uno strano sguardo da un ragazzo, che con l’indice che picchietta sulle labbra ascolta i suoi amici attento. Arrossisco, sono tremendamente curiosa me lo dicono tutti e distolgo lo sguardo dal suo, bevendo un lungo sorso di caffè, ma la sua occhiata è come calamita e allora lo osservo mentre mi sorride, cerco di sorridere anche io, ma ho paura di sbagliare. Ci guardiamo ancora per un po’, lui si è dimenticato dei suoi amici, io del mio panino al prosciutto e del mio caffè. È serio e mi scruta senza essere pesante o aggressivo, guarda i miei capelli neri con qualche ciocca blu sparsa qua e la, guarda i miei occhi azzurri, il mio naso, la mia bocca, la mia felpa dei Queen, mi guarda e mi sorride dolce e io lo guardo, si vede che è alto, i suoi occhi nocciola hanno un che di struggente, osservo i suoi capelli castani tirati all’indietro col gel, è magro, ma non gracile, ha delle belle mani, lunghe e affusolate. Mi piacerebbe sapere il suo nome… passano minuti di giochi di sguardi, ma poi se ne va insieme ai suoi amici, passa di fianco a me e mi sorride per poi sparire fuori dal locale in una fredda giornata di dicembre.

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Capitolo 2
*** capitolo uno ***


“incontro-scontro”

Mikey POV
mancano sette giorni a Natale. Una sola settimana e ancora migliaia regali da fare. A mio fratello, a mia madre, a mio padre, ai ragazzi... credo che passerò il Natale chiuso in qualche clinica specializzata. Ricordatemi di fare causa a Babbo Natale. Sospiro mentre la neve cade fitta dal cielo di New York, amo la neve è soffice, è fredda, è bella e pura proprio come gli occhi di quella ragazza. Sono passate settimane e non sono riuscito a dimenticare quella sua stranezza, quella sua aria da bimba.
“MIKEY!” Santo cielo di nuovo.
Da quando sono a casa di mio fratello, per passare le vacanze insieme, non fa altro che chiamarmi a destra e a sinistra.
“eccomiii!!” urlo scendendo dal letto. Vado in salotto e vedo mio fratello impegnato a giocare a Guitar Hero. È concentrato al massimo e lo noto da come ha incurvato la fronte.
“cosa vuoi ora?” sbotto, lui senza degnarmi di uno sguardo dice:
“sta sera andiamo fuori con gli altri, vieni vero?” da quando Gerard si è sposato parla sempre per due, quindi devo intuire che ci sarebbe stata anche mia cognata. Annuisco, ma mi sale in mente un dubbio:
“ non mi presenterete qualcuno per non farmi stare da solo vero?” chiedo, ma sapendo benissimo che la risposta, purtroppo, è si. Gerard ci pensa un attimo.
“noo, figurati. Dopo l’amica palestrata di Christa e l’amica anoressica di Jamia, come pensi che vorremmo fare un altro tentativo? In fondo non è poi così male essere single quindi non preoccuparti sta sera non dovrai deprimerti.” Risponde. È un bravo attore mio fratello, ma con me non attacca.
“Gerard…”
“vedi? Non ti fidi più del tuo caro fratellone! E pensare che una volta ti fidavi ciecamente delle mie parole…” mi interrompe assumendo una faccia sconvolta e un tono tragico.
“okay, okay, mi fido..” dico
“eravamo così attaccati l’uno all’altro, ci volevamo bene…” continuava Gerard, con lo stesso tono di prima.
“Gerard?” “e ora questo legame si sta spezzando come una corda troppo sottile…” e ora chi lo fermava più?
“ehi! Ho detto che va bene!!” sbotto, alzando di più la voce, Gerard interrompe il suo monologo e mi guarda.
“ potevi dirmelo subito! Così evitavo di dire altro!!” mio fratello è un idiota, però non aggiungo altro e mi metto a giocare con lui a Guitar Hero, che aveva abbandonato per fare la sua scenetta.

Ore 22
Siamo tutti infilati nella monovolume di Ray che guida, di fianco a lui Christa, dietro a sinistra c’è Frank , Jamia in mezzo e io a destra. Gli altri in macchina di Bob. Non è che ho tanta voglia di uscire, ma dopo chi avrebbe fatto smettere Gee? Nessuno ci sarebbe riuscito. Mi ricapita sempre più spesso di pensare a quella ragazza. Sarebbe bello incontrarla di nuovo, vorrei solo guardarla, anche solo per un minuto. Pretendo forse troppo?
“senti, Mike mi dispiace per l’altra volta, sapevo che non era il tuo tipo, però ho tentato lo stesso, alla mia amica sei piaciuto, ma a te non tanto vero?” mi sussurra Jamia. Io le scompiglio i capelli affettuosamente.
“ non preoccuparti non sono così disperato.” La rassicuro. Lei mi sorride.
“Senti Jam, sai se mio fratello ha in mente qualcosa sta sera?” chiedo pensieroso.
“ non ne ho idea, davvero..” mi risponde seriamente e sincera. Ho paura per quel che succederà sta sera, sono sicuro che Gee ha in mente qualcosa, è una brutta e grande sensazione, ho i brividi.
Arriviamo in un pub mezz’ora dopo. Il locale non è male, soffuso e accogliente. Pochi minuti d’attesa e una cameriera ci accompagna ad un tavolo e tutti ci accomodiamo sorridenti. Lyn-z, seduta accanto a me, si guarda intorno come se stesse cercando qualcuno e infatti la vedo agitare la mano in direzione dell’ingrasso. Oh. Dio. Mio. Una ragazza alta, bionda, con quintali di trucco sul viso si avvicina al nostro tavolo sculettante. Mi porto le mani nei capelli, in un chiaro gesto di disperazione, mi giro verso mio fratello che fa l’indifferente e comincia a socializzare con il bordo del tavolo. Giuro che questa me la paghi, fratello ingrato! La ragazza arriva al nostro tavolo e sparge sorrisi a tutti.
“salve!” saluta contenta. Gli altri ricambiano e io accenno un saluto.
“ragazzi, Mikey, questa è Pam. Una mia amica del liceo.” Dice Lyn-z lanciandomi uno sguardo eloquente. La ragazza si siede con un sorriso vicino a me e mi fissa. Odio le donne che mi fissano con un sorriso ebete, aspettandosi chissà che cosa. vedo Jamia sorridermi comprensiva e Frank ridersela sotto i baffi. Che carogna è molto gratificante essere derisi dal proprio migliore amico…
“che dite ordiniamo? Ho una fame!!” esclama Bob, io annuisco e mi rintano dietro il menù sentendo lo sguardo della biondona ancora su di me. Sento Gerard chiamare la cameriera, anche se io non ho ancora deciso.
“ volete ordinare?” alzo lo sguardo colpito dal suono della voce della cameriera e mi accorgo che è la ragazza dello starbucks, con in mano un block notes e un completo da cameriera che le sta divinamente. La osservo mentre anche lei si accorge di me. Vedo che sgrana gli occhi, per poi sorridermi e io faccio lo stesso, abbassa lo sguardo timida e si sposta una ciocca di capelli dal viso. È bellissima nella sua semplicità e timidezza. È normale innamorarsi di una persona senza nemmeno conoscerla? Mi sento bene se guardo dentro hai suoi occhi. Ray richiama l’attenzione della ragazza, che subito fa sciogliere il nostro contatto.
“uhm, allora sei birre e quattro coca cole…” disse il chitarrista pensieroso, mentre la stupenda ragazza che avevo davanti prendeva nota velocemente. Poi se ne va, lanciandomi un ultimo sguardo. Lascio che le mie labbra si curvino in un leggero sorriso e non mi accorgo che Pam a cominciato a parlarmi a raffica, ma io non la sento, perso nel ricordo del sorriso che mi ha regalato quella ragazza prima di passare ad un altro tavolo.
La serata passa così, lenta, ma veloce per il mio cuore. A mezzanotte passata mentre i ragazzi ridono e scherzano decido di uscire per una boccata d’aria. Non la vedo da un po’ e già mi sento vuoto. Perso. Inutile. Non conosco niente di lei eppure sembra che ci conosciamo da anni. Cosa significa questo? Mi incammino verso la via solo, con i miei pensieri, finchè non sento la porta del retro del locale aprirsi violentemente…

Deliah POV
apro la porta sul retro con rabbia. Jason, il proprietario, mi aveva fatto innervosire per l’ennesima volta e ancora non ci avevo fatto l’abitudine. Lui vuole che lavori anche a Natale, ma io non posso. Per il semplice fatto che devo passare le vacanze con i miei e dovevamo andare a far visita a papà, come da tradizione. Mi immergo violentemente nel buio di quella via e senza farlo apposta mi imbatto contro qualcuno. Faccio un urlo e cado a terra e con me trascino anche lui, o lei.
Mi ritrovo sopra ad un ragazzo che giace a terra con lo sguardo dolorante. Una macchina svoltò e i deboli fari mi fecero capire chi fosse il ragazzo steso sotto di me, con gli occhi chiusi e le mani sulla mia schiena. Trattengo il respiro appena riconosco i suoi lineamenti, la sua bocca il suo naso, mi metto in ginocchio, scostandomi da lui. Mi sta guardando ora, è sorpreso e sono sicura che mi ha riconosciuto. Mi alzo e lo aiuto porgendogli la mano, lui l’afferra con decisione.
“scusa, non volevo venirti addosso e solo che qua non si vede proprio niente!” una macchina ci passa accanto e vedo il suo sorriso.
“non importa!” mi dice con una voce allegra. “sono Micheal”. Gli stringo la mano nella penombra.
“Deliah!” il mio nome rimane sospeso nell’aria, mentre ci incamminiamo. La mia macchina è parcheggiata dietro l’angolo.
“ allora, che mi racconti di te?” mi chiede con le mani dietro alla schiena, so che mi sta guardando e mi vengono i brividi solo a pensarlo. È una bellissima sensazione.
“studio storia dell’arte all’università, ma per guadagnarmi da vivere lavoro in questo posto.” Dico con semplicità.
“tu invece?” lui sospira. “sono un musicista. Suono il basso elettrico.” Rimango colpita , ma me lo immagino come suona, con le sue belle mani affusolate pizzica le corde e fa volare mille e mille note…

Mikey POV
Ha un aria da bambina mentre mi racconta di lei e la vedo molto colpita quando le confesso la mia professione. Non se lo sarebbe mai immaginata e lo so, nemmeno io ci credo, anche se sono passati sei anni. Ci fermiamo davanti a una macchina. Un maggiolino vecchio tipo, rosso. Ci guardiamo per non so quanto tempo e sono sicuro che i nostri cuori stanno parlando al posto nostro e che si stiamo dicendo bellissime frasi e giuramenti d’amore.
“ beh, io vado… grazie per avermi accompagnato Michael…” sussurra con un sorriso e so che non posso fare più a meno del suo sorriso.
“spero di rivederti presto…” sussurro.
“ lo spero anche io…” e detto questo sale in macchina e parte, via da quel parcheggio, via da me, ma solo per poco.

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Capitolo 3
*** Capitolo due ***


“Christmas tree”


Deliah POV
Varcai la soglia di casa che erano già le due di notte. Stavano tutti dormendo e la voglia di parlare con qualcuno era molto forte. Ogni volta che mi sentivo triste cercavo sempre il conforto di qualcuno, ma quella notte sarei rimasta sola con i miei pensieri. Mi dirigo in camera mia strisciando i piedi. sono stanchissima e voglio sdraiarmi sul mio letto e stare finalmente in tranquillità. Entro nella camera buia e accendo la piccola lampadina sulla scrivania. Mi levo il giaccone pesante e mi siedo sul letto. Ma in quel letto c’era già qualcuno. Mi volto e sorrido. Sofia, la mia dolce. Sofia si era addormentata aspettando il mio ritorno.
Mia figlia ha sei anni. Ed era tutto. Era l’unica cosa sensata che mi era rimasta nella vita. Mio marito, cioè il mio ex marito ci aveva abbandonato appena gli si era presentata l’occasione. Quando Sofia nacque avevo diciassette anni, ma anche se ero giovane e forse ancora bambina sapevo che la mia vita sarebbe stata migliore ora che avevo qualcuno d’ amare in modo costante. Io e Jack ci sposammo in estate appena finita la scuola, ma appena un anno dopo se ne andò lasciandomi come ricordo le pratiche del divorzio. Non mi dispiaceva. Non mi interessava proprio. Anzi ero felice e più serena, un peso si era levato dal mio cuore. Sospirando mi sdraio vicino a lei e la osservo. è una bambina bellissima, con i suoi capelli castani e i suoi occhi azzurri. Sembra un piccolo angioletto. Le accarezzo la guancia rosata e pensando che il mio risveglio sarebbe stato migliore mi addormento serena.
Sognai quella notte. E il protagonista era Michael, me lo immaginavo benissimo mentre suonava il basso. E stranamente riuscii a sognare gli altri componenti della band, come se li conoscessi già, da sempre.
“mamma!!! Sveglia!!” sento una voce vagamente famigliare chiamarmi e scuotermi.
“ancora cinque minuti…” farfuglio. Cavolo il concerto stava per finire, non posso svegliarmi ora! I My chemical romance sono li tutti per me e…
“OH MIO DIO. OH DIO SANTISSIMO!!” mi metto a sedere sul letto in tutta fretta senza accorgermi di aver scaraventato Sofia per terra.
“ehi!” esclama la piccola, ma io non me ne curo. Ho appena scoperto di essere scema e questo merita attenzione. Come diavolo ho fatto a non capire che quel Michael era proprio quel Mikey?? E che il tipo ricciolone di ieri era quel bravissimo chitarrista che mi piace tanto? Che Deliah Evans è proprio rincitrullita? Come ho fatto a non capirlo subito! Mia figlia mi guarda mentre mi do delle forti botte sulla testa.
“sicura di stare bene mamma?” mi chiede. Io annuisco, per poi continuare la mia opera.
“no non stai bene!” afferma per poi uscire dalla stanza. Mi alzo in tutta fretta, accendo il computer e guardo una foto di loro stipata in una cartella. Oh. Fucking. Dog. Li ascolto da molto tempo. Mi ricordo che quando Sofia era piccola si addormentava solo con I’m not okay lasciata a basso volume. Come faceva ad addormentarsi non lo so. Quindi non chiedetemelo a me che ho già troppi complessi per la testa.
Mi fermo a guardare meglio l’immagine. È recente, ma Mikey(oh mamma mi fa strano chiamarlo così…) ha ancora i capelli corti e tinti di nero. È bellissimo con quel filo di matita sotto gli occhi.

“perché hai fatto quelle urla disumane?” chiede mia madre, avvolta in una vestaglia elegante, mentre scendo le scale.
“io? Quali urla?” faccio l’indifferente e vedo Sofia guardarmi strano, con il sopraciglio inarcato. Mi avvicino a lei e le sciocco un bacio sulla fronte, mentre lei è tornata a guardare i suoi cartoni animati.
“allora peste, oggi andiamo a fare shopping?” lei sorride e annuisce decisa abbracciandomi poi di slancio. È bello quando lo fa, perché so che non ha un particolare motivo per abbracciare sua madre.

Sono passate sette ora dalla mia sconcertante scoperta e adesso sono in un centro commerciale, con Dylan, Sofia e mamma. Tutti pronti per dare sfogo alla nostra voglia di Natale.
“voglio un albero piccolo, mamma!” mi dice guardando i finti abeti. “anzi no, voglio un albero grande, ma così grande che arriva al soffitto, tanto grande che deve superare l’armadio della nonna.” E vi dico che l’armadio di mia madre non è per niente piccolo. Comunque sia mia figlia ha le idee chiare.
“allora facciamo così, tu, Sofia e Dylan vi occupate dell’albero e io vado a cercare qualche gingillo da attaccargli sopra.” Mia madre è troppo autoritaria. Sembra un comandante.
Noi tre annuiamo e Sofia si mette la mano sulla fronte come un vero soldato. Io rido e l’abbraccio giocosa. Si respira una bella aria. È tutto nataloso(non so se capite la mia lingua) e dolce.


Mikey POV
Frank aveva fatto a pezzi l’albero di Natale. Era inciampato ballando la maccarena e col suo dolce peso l’aveva spezzato in due. Ora vi chiederete, come cazzo gli è venuto in mente di ballare la maccarena? Non lo so nemmeno io. La sua mente contorta gli ha ordinato di ballare e lui ha eseguito. L’unica cosa che mi dispiace è che Jamia ha accettato la sua proposta di matrimonio. E quindi quella povera ragazza doveva passare altri dieci anni e passa accanto a Frank. Per carità ha le sue buone qualità, è molto dolce, simpatico, sembra un bambino e poi è un grande amico. grandissimo, ma sorvolando su questo ora siamo qua io, Ray, Bob, Frank e Gerard a cercare un albero natalizio decente. L’uragano Frank era stato buttato fuori di casa da Jamia e doveva ritornare solo quando avrebbe trovato un altro abete. Forse vi chiederete ancora, voi cosa ci fate li? Beh, il signor Iero è venuto a bussare alla porta di Gerard implorando il nostro aiuto.
“ se ci assalgono ricordami di ucciderti..” dice Gerard a Frank, con voce minacciosa, mentre si guarda intorno. Frankie ride isterico.
“dai Gee che sarà mai!” risponde.
“oh, certo perché tu adori fare i bagni di folla e ritrovarti con qualche ossicino spezzato!” si infuria mio fratello.
“ehi, non esagerare ora!!” e come al solito mi tocca intervenire.
“basta dai, se non ci sbrighiamo gli alberi finiscono.” Eccoci qua, in un negozio gigantesco pieno di persone, di alberi verdi, con le mura verdi e con i commessi vestiti di verde. Dio. Che pena. Troppo, troppo verde. Mi sembra di essere in un campo pieno zeppo di marijuana.
“è tutto così… così…” commenta Ray guardandosi intorno.
“verde” dice Bob. Vedo Frank sfrecciare verso un albero. Lo afferra, ma qualcuno dall’altra parte ha fatto la stessa cosa. Una bambina guarda malissimo Frank mentre si aggrappa possessiva all’albero.
“ehi nanetta, lascia sto coso.” Dice Frankie.
“sto coso, si chiama abete di Natele e poi nanetta a chi? Ti sei visto? Sembri l’ottavo nano!” il nostro chitarrista è sconvolto mentre io e gli altri ci pieghiamo in due dalle risate.
“Sofia! Ma che modi sono!” un ragazzo, probabilmente suo padre, si avvicina alla bambina.
“ mi ha chiamato nanetta! E poi l’albero l’ho visto prima io!” l’uomo scuote la testa.
“la scusi.” Dice rivolto a Frank.
“ non ha importanza, noi ne troveremo un altro vero Frankieee?” dico guardando il mio amico insistente. Lui annuisce mogio e lascia la presa.
“Sofia amore? Dove sei finita?” una voce vagamente famigliare chiama la bimba che ancora sta aggrappata all’abete.
“sono qua mamma! Abbiamo trovato l’albero!” dice la bimba. E come immaginavo Deliah sbuca dal nulla e sorride alla bimba e all’uomo. È come se il cuore avesse ricevuto una pugnalata. Violenta, brutale, dolorosa.
“ ehi…” dico alzando appena la mano in un gesto di saluto. È bellissima, avvolta in una grande sciarpa nera, con un capello col pom pom che le copre i capelli.
“Oh! Ciao! Non pensavo di trovarti qua.” Mi dice e ride. Ha un bel sorriso. “è stato un caso… ehm… hai una figlia bellissima!” lei guarda la bambina e poi mi sorride ancora.
“Grazie! Lei è Sofia, Sofia Michael.” La bimba ride e agita la mano in segno di saluto. Quelle due si assomigliano tanto.
“ ciao” dico cordiale.
“e lui è Dylan, mio fratello.” Suo fratello. Ho capito bene vero? Suo fratello… mi viene voglia di ballare la maccarena!! Comunque suo fratello mi stringe la mano allegro. Sento Gerard tossire leggermente. Forse è meglio che faccia le presentazioni.
“ beh, loro sono Frank, Bob, Ray e mio fratello Gerard. Ragazzi, lei è Deliah.” Dopo le presentazioni sento Sofia esclamare:
“mamma ma non sono quelli che urlano?” Deliah la guarda stranita.
“dai, quelli che cantano la canzone che mi piace tanto!!”
“oh, beh, credo proprio di si!” dice imbarazzata. Io rido.
“ mi piacerebbe vederti qualche volta…” dico, rosso in viso.
“si! Sarebbe bello!” risponde sorridendo.
“ ragazzi perché non vi andate a prendere un caffè? Noi intanto decidiamo su quali alberi comprare…” dice Gerard. Dio mio adesso lo strozzo!! Ma mai i cazzi suoi? Vedo anche Dylan e Sofia annuire.
“ okay, che dici andiamo?” mi chiede Deliah, io annuisco. Come rifiutare ora? Lo sapete credo che farò una statua a Frank per aver ballato la maccarena e anche a mio fratello per le sue trovate.


Deliah POV Credo che morirò d’infarto! Oh dio dio dio…..
“beh, noi andiamo…” tutti annuiscono con un sorriso inquietante sulle labbra.
“fai la brava, okay?” dico a Sofia stampandole un bacio in fronte. Io e Mike… ehm Michael lasciamo il negozio, uno accanto all’altra, spalla contro spalla. Sto così bene adesso.


Mikey POV Sento che tra me e lei c’è qualcosa di forte, talmente forte che lo posso percepire anche solo sfiorando la sua spalla con la mia. Non ho mai provato questo. E credo che Deliah sarà l’ultima persona che mi farà provare queste emozioni. Lo so. Lo sento dentro di me, come un fuoco che brucia.



ecoomi qua con una nuova storia.... avevo promesso che avrei aggiornato presto e... ecco fatto!!! spero veramente che piaccia... recensite per favore....^^ ich liebe euch!!!!!!!!!!!!!! (che brutta cosa il tedesco... ieri verifica impestata.... uffaaaaaaaaaa) bacioneeeee!!!!!!!

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Capitolo 4
*** "Christmas Eve" ***


“Christmas Eve”


Deliah POV
È una giornata fredda, ma con il sole che splende allegro. Sono sicura che questa giornata sarà perfetta, è il sole che me lo dice.
È la vigilia di Natale, abbiamo addobbato la casa, è talmente piena di festoni, lucine e vischio che ormai non so più dove mettere i piedi, però è bellissimo. Da quando c’è Sofia sento molto il Natale. Prima no. Tra la morte di papà e la depressione di mamma non c’era niente da festeggiare. Invece Sofia è stato il miracolo che ha fatto tornare il sorriso. Penso sempre che sia stato papà a mandarla da noi. Per darci una speranza.
Otto e trenta del mattino.
La sveglia è suonata da un bel pezzo, ma questo letto è così caldo e comodo che non vorrei mai lasciarlo. La sveglia suona ancora. Okay, ho capito. Sbuffo alzandomi. Sofia dorme serena nella stanza accanto e la lascio tranquilla, dandole un bacio sulla fronte. Ho il turno al lavoro per le dieci. Esco di casa alle nove precise, sono sempre stata molto puntuale. Sono in macchina ferma al primo ingorgo mattutino. Sento il cellulare vibrare.
“Pronto?” rispondo con la voce ancora arrochita. non guardo neanche chi è il mittente.
“Buon giorno? Siamo allegre già di primo mattino o sei ancora addormentata?” rido. Michael.
“ehi! Ciao! Sono in macchina… il lavoro…” dico mettendomi l’auricolare alle orecchie.
“ non ti lamentare ! io sono sveglio dalle sei per provare con la band!” rido ancora. Michael mi mette sempre allegria.
“sei in pausa?”
“si e ho pensato di chiamarti… anche perché volevo chiederti se ti andava di fare colazione insieme, sai devo ancora prendere l’ottavo caffè della mattinata..” mi chiede e sento che è in imbarazzo. Quando lo è abbassa sempre la voce di qualche tono. Rido ancora e ancora, starei ore a parlare con lui.
“volentieri! Dove sei? Ti passo a prendere!”
“sulla venticinquesima strada, è il primo palazzone grigio che ti trovi davanti.”
“okay, sono anche vicina! Tra poco sono da te.”
“allora ti aspetto” e attacca. Rimango spiazzata dal suo tono. Sento il cuore battermi forte e sono sicura di avere le guance rosse dall’emozione. Mi sembra di essere una ragazzina quattordicenne alle prese con la prima cotta… okay forse ho detto un’idiozia.
Guardo a modo le indicazioni, finchè non trovo la via. Mi fermo davanti a un palazzone grigio spento e lo vedo. È appoggiato al muro, con le braccia incrociate al petto e lo sguardo rivolto al cielo, che fa scendere tanti e lenti fiocchi di neve. Lo vedo sorride e chiudere gli occhi per un attimo. Lo fisserei per ore senza stancarmi mai. È bellissimo, con quella sua aria da misterioso, con il suo volto marcato da lineamenti perfetti. Sembra quasi una finzione. E ho paura a incontrarlo, ho paura anche solo parlargli perché so che sparirà, prima o poi lui non sarà più vicino a me. Erano anni che non avevo una persona così perfetta accanto a me. Si gira verso di me e sorride agitando la mano.
“ehi!!” dice salendo in macchina. “brrr… che freddo fottuto!!” io sorrido.
“ciao…” è come se avessi perso l’uso connesso delle mie parole.
“allora dove andiamo?” riesco a chiedere guardando davanti a me, con le mani saldamente attaccate al volante.
“in verità vorrei andarci a piedi… se non ti dispiace..”
“ma hai appena detto che fa un freddo fottuto!”
“si ma voglio mostrarti una cosa… ed è veramente meglio andarci a piedi!” sbuffo, ma col sorriso e parcheggio meglio l’auto, quando scendiamo dalla macchina il gelo mi fa arrossare le guance e mi punge gli occhi. Michael è a qualche passo più avanti e lo vedo allungare la mano. Io l’afferro.
“dai non c’è tanto tempo! Tra poco finisce di nevicare!” esclama trascinandomi per i marciapiedi di una lunga e innevata via di New York. Credo che sulla mia faccia sia apparso un immenso punto di domanda. Cosa centra la neve? Camminiamo a passo veloce per le vie, svoltiamo un angolo, poi un altro e un altro ancora, finchè non mi appare lo spettacolo più bello di tutti: una casa, addobbata con ghirlande e festoni vari, piena di bambini che giocano con la neve. Sono gli angeli. Quei bambini che non possono vivere la loro vita oltre quel cancello in ferro battuto, quelle creature con strane malformazioni, quei bambini che vivono senza un motivo, quei angeli che sanno regalarti il sorriso più bello del mondo, senza nulla in cambio o solo un po’ d’amore.
“a Natale penso a loro. Sono bellissimi non è vero?” mi dice accarezzando la mia mano ancora nella sua. Io annuisco.
“ mi fanno sempre sorridere, sono così pieni di vita… e pensare che non potranno mai viverla veramente.”
“Michael è fantastico… sei eccezionale.” Sussurrò, trovando finalmente il coraggio di guardarlo in quel suoi occhi così belli.
“no, loro lo sono. Mi danno tanti motivi per vivere, perché quando sono stanco di me, di tutto mi rifugio qua, che ci sia la pioggia,il vento, il caldo, il freddo, loro sono sempre pronti con un sorriso e mi fanno capire che dalla vita bisogna prendere ogni occasione che ti viene regalata, ogni cosa che si può fare la si deve fare con convinzione e rispetto per gli altri e per te stesso. Voglio vivere ogni attimo della mia vita, le voglio dire che in qualunque forma si presenti io sarò pronto a viverla…” queste parole mi fanno scappare una lacrima dal viso.
Michael.. conosco così poco di te, ma sei speciale e lo sei anche mentre ti chini verso di me e mi sfiori le labbra, dolcemente, toccandomi appena la guancia fredda, mentre la neve suggella questo bacio cadendo sui nostri visi e sulle nostre bocce unite. Accarezzi leggermente la mia lingua per paura di sbagliare, ma non c’è niente di sbagliato, in te, in me, in noi e in quello che stiamo facendo.


Mikey POV
La bacio piano, perché non voglio rovinare il momento. Può tirarmi uno schiaffo oppure urlare che sono un maniaco, non mi importa. Quello che ho fatto non si riporta indietro, ma mi sento il cuore battere all’mpazzata quando risponde al mio bacio. Ci stacchiamo dopo pochi minuti. Ha il respiro caldo e affannato, lo sento sul mio viso. Ha gli occhi chiusi e si morde il labbro inferiore.
“voglio viverlo questo momento… da quella volta che abbiamo parlato al bar non sono più riuscito a non pensarti, ti sono capitate tante cose brutte, ma se permetti vorrei fartele dimenticare, non per sempre, ma per un pò…” riesco a sussurrare e la vedo sorridere.
“e lo so che non ti conosco bene e che forse penserai che io sia un malato di mente, ma ti prego vorrei provarci…” mi interrompe mettendomi due dita sulle labbra.
“ voglio viverlo anche io Mikey…” è forse perché mi ha chiamato così che mi fa convincere in quel che sto per fare o forse anche perché sento che è sincera.

Sono in macchina da un po’. Gerard è di fianco a me e Lyn-z dai posti dietro si guarda intorno come una bambina. È la prima volta che viene a Newark. Faccio una leggera frenata, fermandomi a un semaforo rosso. Muovo le dita a tempo di Amaranth dei Nightwish, la voce della cantante è meravigliosa. Poco tempo dopo parcheggio la nuova monovolume di mio fratello nel viale di casa Way. Scendo dall’auto e mi fermo a guardare casa. La mia vecchia casa. Quella casa dove ho passato la mia infanzia e la mia adolescenza, tra giocattoli, risate, amori, amicizie e delusioni.
Gerard mi chiama agitando la mano e subito dopo entra in casa seguito dalla moglie. Giorno memorabile Mikey Way. Davvero indimenticabile. Ma saranno così tutte le mie giornate? Saranno sempre così belle e allegre? E in un attimo ritorno a questa mattina, il vecchio viale di Newark si trasforma nella lunga e pulita strada di New York, la casa dei miei genitori si trasforma nella stupenda casa addobbata di quei bambini, il prato giallognolo di casa si trasforma nel parco, dove tanti e tanti bimbi giocano con la neve e davanti a me il grande cancello in ferro battuto. Chiudo gli occhi e immagino anche lei. Rido da solo come uno stupido, ma non preoccupatevi, sono solo felice. Entro in casa dopo qualche minuto, con due pacchi pieni di regali.
“Mikerssssssssss!!!!!!!!! Finalmente” mi urla Frank venendomi ad abbracciare. Che carino. È venuto ad accogliermi!
Ma mai sottovalutare Frank Anthony Iero. Altro che accoglienza, il suo piano era di impadronirsi dei regali! È un bambino, anzi, peggio.
“ ma qua non c’è il mio regalo!!!!!!!!” brontola, con la testa infilata nel sacchetto.
“Frank, i regali ce li scambiamo domani a casa di Gee, ricordi?” vedo Frank diventare triste.
“già, è vero…” sussurra mogio. Entriamo nel salotto pieno di gente. Come al solito mamma ha voluto fare le cose in grande e mi ritrovo a salutare zii e cugini. Finché non mi siedo sul divano accanto a Jamia, bellissima come di consueto.
“ehi Mike!!” esclama abbracciandomi. “buona vigilia di Natale!!!”
“anche a te! Allora come va?” chiedo e lei mi sorride, sono sicura che ha un mare di cose da dirmi.
“tutto okay. Finalmente i piani per questo matrimonio stanno procedendo. Ma penso che quel giorno sia ancora lontano! Tu invece? Ho saputo che hai un’amica piuttosto speciale!” io rido.
“ sta sicura Jam, che quel giorno arriverà! E comunque chi ti ha detto…”
“Frank. Dice che è molto bella e mi ha anche detto che ha una figlia…” mi interrompe, rigirandosi tra le mani una tazza di caffè.
“il fatto che abbia una figlia è un problema? E poi ci conosciamo da poco… e non sono ancora innamorato di lei….” Dico incerto. Jamia inarca un sopraciglio.
“ Mikey, ti conosco da sei anni ormai… tu ti sei innamorato di questa ragazza e anche se non vuoi ammetterlo, so che lo sai.” Forse Jamia ha ragione, ma non ho le idee così chiare al momento.
“…basta prenderla per il verso giusto, intendo la bambina di questa ragazza, basta che le fai capire che non vuoi fare del male a sua madre. I bambini sentono queste cose. E sono sicura che andrà tutto bene.” Mi dice Jamia sorridendomi.
“a meno che tuo fratello non si metta in mezzo. E li saranno cazzi amari!” conclude. Cominciamo a ridere, finchè frank non ci interrompe, sedendosi accanto alla sua fidanzata e stampandole un bacio sul capelli.
“perché ridete?” ma non ci da il tempo di rispondere “amore, io vado un attimo a casa. Voglio vedere se Sinatra e gli altri stanno bene.” Ecco questo è Frank. Quello serio e premuroso, quello dolce e responsabile. Jamia annuisce.
“se vuoi ti accompagno.” Propongo. Frank accetta e mi da una forte pacca sulle spalle. Saluta Jamia con un bacio sulla guancia e ci dirigiamo verso la porta.
L’espressione di Frank, che riserva per Jamia, non è mai cambiata. Da quando lo conosco lo vedo che vive la sua favola come la cosa più bella del mondo. Io lo stimo per questo. Perché lui sa cos’è il vero amore.
La casa di Frank e Jamia è a Belleville, una cittadina a una mezz’oretta da Newark. La casa è molto grande e accogliente. Ci sono andato poche volte, ma è così bella e gradevole che vorrei esserci sempre. Mentre Frank inserisce la chiave nella serratura sentiamo diversi abbai che provengono all’interno. Vedo Frank sorridere e chiamarli, allegro. In poco tempo viene sommerso dai suoi cani, che ama tantissimo.
Vorrei parlare con lui e Frank l’ha capito perché so per certo che l’idea di venire a controllare i cani e una scusa, almeno in parte. mi siedo sul grande divano e mentre lui mette su il caffè, io mi guardo intorno, la stanza è piena di foto. Di Frank e Jamia, dei genitori, degli amici e della band. Jamia adora le foto. Dopo pochi minuti Frank mi raggiunge e mi porge una tazza.
“immagino che tu abbia capito il perché siamo qui.” Mi dice. Io annuisco e sorseggio il caffè.
“Mike, cosa c’è? Sei strano. Non fai altro che pensare. Gee mi ha detto che stai sempre in camera a casa e che non stai mai con loro, mi dice che hai sempre la testa da un’altra parte, mi dice che bevi più caffè che acqua oramai. È successo qualcosa di grave?” Mi dice Frank, preoccupato.
“mi sono innamorato…” dico, in una sussurro appena udibile. Frank ride.
“come scusa?”
“mi sono innamorato Frankie.” Lui ride ancora.
“è solo questo? Vuoi dirmi che in questa settimana sei stato un vegetale perché sei innamorato?” mi chiede.
“si. Ma mi spieghi cosa c’è di così divertente?”
“beh, pensavo qualcosa di peggio e invece sei solo innamorato!!” esclama col sorriso. Che cazzo c’è da ridere?
“solo? Cosa c’è di peggio della più totale agonia di essere innamorato?!?!?” esclamo rosso in viso. Vedo Frank tornare serio e pensarci su.
“beh, forse hai ragione… la cosa non è così semplice…” dice con un dito sul mento.
“certo che ho ragione!” ribatto finendo il caffè.
“ però che bella cosa!!! e chi è?” chiede curioso.
“ ti ricordi la ragazza che abbiamo incontrato al centro commerciale? Quella che ha la bambina che voleva l’albero di Natale…” vedo Frank socchiudere le palpebre e pensare, poi spalanca gli occhi.
“ quella che mi ha chiamato l’ottavo nano!” io annuisco. La memoria di Frank è un po’ malandata, ma chissà perché si ricorda tutte le persone che gli hanno detto che è basso.
“si, la madre, Deliah. Ci siamo incontrati anche sta mattina e c’era la neve, l’ho portata in un posto e come ho già detto c’era la neve e tante decorazioni e.. l’ho baciata e…”
“ Mikey, parla la tua lingua, perché se stai cercando di imparare l’arabo non ti riesce bene.” Mi dice Frank scuotendo il capo. Uffa, ma perché è così difficile da dire??
“ci siamo baciati. Sta mattina.” Frankie spalanca gli occhi e sorride.
“allora la tipa ci sta!!!” esclama dandomi una pacca sulle spalle.
“ si chiama Deliah.”
“sai che facciamo? Ora prendi il telefono e la chiami, le dice se domani le va, insieme a sua figlia, di passare il Natale assieme a noi. Per Gee non ti preoccupare, lo sai sono molto persuasivo con lui e poi appena saprà che viene la tua ragazza farà i salti di gioia e comunque prendila come una cosa molto positiva dal punto di vista di tuo fratello: almeno non ti romperà i coglioni per un po’, come ha fatto in questi due anni!” dice a raffica ignorandomi.
“non è la mia ragazza”
“si va beh, ora però prendi il cellulare, anzi sai cosa facciamo chiamala con il telefono di casa mia. Ma dico io, dove lo trovi un amico così simpatico, con idee FAVOLOSE, una BELLEZZA fuori dal comune e per giunta che ti fa risparmiare!?!?” Frank è partito con la testa, però devo ammettere che la sua idea è davvero… come dire.. favolosa!


Deliah POV

Sto tentando di mandare Sofia e Dylan fuori dalla sala, perché volevano andare a frugare sotto l’albero, quando il mio telefonino comincia a squillare.
“Pronto?” è un numero che non conosco.
“Deliah?” è Mikey. E già mi manca l’aria.
“ciao… dimmi!” cerco di essere più naturale possibile, cerco di parlare senza balbettare.
“ti volevo chiedere se… ovviamente se ti va, senza impegno, se domani tu e Sofia volevate venire da mio fratello a festeggiare e stare in compagnia… ma forse vuoi stare con la tua famiglia e…”
“va bene.” Rispondo senza neanche pensarci un attimo.
“s-sicura?” chiede ancora.
“ah-ah. Domani dovevamo comunque andare da una mia zia e sinceramente sia io che Sofia non abbiamo voglia… quindi veniamo a una condizione però!” lo sento sospirare.
“che ci accompagni da mio padre.” So che sta sorridendo e sono anche certa della sua risposta.
“certo che vi accompagno! Allora vi vengo a prendere domani!!” esclama, contento.
“okay, allora a domani Mikey!”
“si a domani!!! Ah, Deliah mi daresti il tuo indirizzo?”

ritorno in salotto poco dopo, c’erano tutti i miei parenti e si respira una bella ari di Natale, peccato che non ci sei papà. Ti sarebbe piaciuto tutto questo.



Hola!!! Vi faccio tantissimi auguri!!!!!!! Anche se in ritardo!! Sono appena appena tornata e povera me inizia anche la scuola……
volevo dire alcune cosuccie: allora…. quando ho scritto della casa di quei bambini, l’ho fatto perché esiste davvero e quando ci sono andata, tanto tempo fa, sono rimasta veramente scioccata. Quelli erano i miei pensieri solo che li ho trasferiti nella bocca di Mikey!! =)
volevo ringraziarvi perché anche se non recensite, so che leggete e vi ringrazio per questo. Okay, la storia fa veramente pena vi capisco!!!!!!!!!!!
Ora vi saluto!!!!! Tanti baci!!!!!!!!!

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Capitolo 5
*** "sweet kisses for Christmas ***


“sweets kisses for Christmas“


Mikey POV

Ore dodici e mezza. Casa Armstrog. Io e Frank siamo davanti alla abitazione di Deliah e devo dire che la casa non è niente male. Ma in fondo ci vivono quattro persone. Frank mi incita a suonare.
Ha voluto venire con me, ma onestamente non so il perché. Chiedetelo hai suoi neuroni.
Suono il campanello e pochi attimi dopo una bella signora sulla cinquantina ci accoglie con un sorriso.
“ salve! Desiderate?” chiede sempre sorridendo.
“c’è Deliah?” chiedo sorridendole. Ha un sorriso contagioso, guardo Frank di sbieco e vedo che anche lui sorride.
“oh! Prego entrate!!” la signora ci fa strada e presto ci ritroviamo in un grande salone addobbato con conviene.
“Deliah arriva subito.” Dice prima di congedarsi con un sorriso.
“Mike, è lui lo riconosco…” mi sussurra Frank, stringendomi forte il braccio. Io guardo l’espressione triste del mio migliore amico.
“chi Frankie?” chiedo, seriamente preoccupato.
“l’albero… capisci Mike? Doveva essere a casa mia… ancora mi chiama… lo posso sentire, mi dice: Fraaankkiiiiiieeeeeeee prendimiiii e portami viaaaaaaaa”
“ma hai comprato un albero più bello, che ti lamenti a fare?” dico esasperato. Frank non fa in tempo a rispondermi che la madre di Deliah ha fatto il suo ingresso con un vassoio e al suo seguito la piccola Sofia.
“ho fatto il caffè.” Annuncia e tutti ci sediamo sul grande divano. Sofia mi saluta allegra e a Frank invece riserva una brutta occhiataccia che viene subito ricambiata. È davvero molto bella , con le treccine, il vestito rosso e degli anfibi neri.
“dimmi Sofia cosa ti ha portato… Babbo Natale?” chiedo mentre la bimba si siede vicino a me. E sento Frank sussurrare più a se stesso che a me: “un sacco pieno di antipatia e disprezzo..”
“in realtà me li hanno regali i miei parenti.. scusa ma lo sai che Babbo Natale non esiste?” mi chiede con gli occhi sbarrati. Sveglia la bambina per avere sette anni.
“esiste invece!” ribatte Frank indignato. Lui e la sua convinzione certa dell’esistenza di Santa Claus… Sofia lo guarda malissimo, assottigliando gli occhi.
“beh, allora cosa ti hanno regalato..?” chiedo con un tono di voce piuttosto alto, per evitare un possibile scannamento tra una bambina e un chitarrista.
“la mamma mi ha regalato un libro bellissimissimo! Lo zio Dylan una bambola, ma a me non piacciono, ma lui se lo scorda sempre, poi tanti giochi di intelligenza, puzzle e la nonna mi ha fatto un regalo bellissimo! Aspetta che lo vado a prendere!!” dice prima di volare fuori dalla stanza e tornare con un bellissimo gatto persiano tra le braccia.
“ questo è senza nome. Gli ho dovuto dare un nome provvisorio perché non so quale dagli…”
“ah… che bello.. lo sai anche io ho un gatto! Si chiama Pumpkin! Un giorno te la farò conoscere.” Dico, preso da un leggero attacco di infantilismo.
“che bello! Ma sai che forse ho trovato il nome adatto! Lo chiamerò Mikey! È così bello come nome… anzi sai che ti dico? Lo chiamo Gerard, no Bob… o forse Ray.. uff non so proprio…” dice Sofia pensierosa.
“perché non lo chiami direttamente My chemical romance?” chiede Frank sarcastico e per tutta risposta riceve una linguaccia, con tanto di pernacchia. Mi viene da ridere e quasi cado dal divano.
Questi due sono troppo spassosi!


Deliah POV

Lo sento ridere. Mi piace il suono della sua risata. Acuta, ma limpida. Entro nel salotto e vedo Sofia, Frank e Mikey seduti sul divano.
“ehilà!!”esclamo. vedo Mikey girarsi e guadarmi senza dire una parola. Vedo Frank sventolare la mano in segno di saluto, mentre è impegnato a bere del caffè.
“oh mamma! Come sei bella!” le sorrido facendole una carezza sulla testa.
“wow… sei wow…” sussurra Mikey alzandosi dal divano e guardandomi.
“certo.. sono wow!” dico scherzando. Mikey ride divertito e imbarazzo allo stesso tempo. È così bello con i capelli lasciati a naturale, senza gel, con quella giacca e quella cravatta nera.
“intendo dire che sei bellissima..” mi dice e io arrossisco ma non posso fare a meno di sorridere.
“allora che facciamo andiamo?”
“ragazzi finalmente!!” ci accoglie, quello che dovrebbe essere Gerard, il fratello maggiore di Mikey. Saluta me con una stretta di mano, Sofia con una carezza sui capelli e un sorriso, Mikey con una pacca amichevole sulle spalle e Frank… con un bacio sulle labbra, bacio che viene ricambiato dal chitarrista, accompagnato da una leggera carezza sulla guancia.
“fanno sempre così non preoccuparti…” mi sussurra Mikey all’orecchio. Sussurro che mi fa venire i brividi. Vorrei che parlasse così ancora… oh cazzo, questa è follia… la casa di Gerard è molto grande, così come il televisore che manda immagini e suoni indescrivibili. Il salotto è pieno di gente, gente che ride e scherza e quasi mi sento un intrusa. Mikey mi fa segno di seguirlo ed entrambi ci dirigiamo verso il tavolo, dove due ragazze erano impegnate ad apparecchiare.
“bene, Deliah lei è Lyn-z la moglie di mio fratello e lei invece è Jamia…” Lyn-z mi saluta con la mano e un sorriso enorme stampato sul viso, mentre Jamia si avvicina e mi bacia su entrambe le guance sorridendo.
“vieni, non ti conviene stare da quella parte sai? È in corso una riunione tra uomini.” Mi dice , mentre osservo Mikey dirigersi su un ragazzo pieno di tatuaggi e saltargli addosso.
“il giorno di Natale?” chiedo. Vedo Lyn-z scuotere le spalle.
“che ci vuoi fare… quando gli metti in mano qualcosa che assomiglia vagamente ad un joystick loro si perdono nel loro mondo.” Jamia ride, scuotendo la testa e continua ad apparecchiare.
“mamma l’ottavo nano non mi lascia stare!!!” sento Sofia lamentarsi e tirarmi la manica della maglia.
“non provocarlo Sofia…” intanto vedo Frank venire verso Jamia e prenderla per un braccio.
“Jam, c’è una bambina petulante che non mi lascia stare…” piagnucola. Io rido mentre Jamia tira un forte colpo sulla nuca del ragazzo.
“ma si può sapere che combini?!?” esclama severa e non posso fare a meno di ridere di più. .Mi sono divertita davvero molto, non pensavo che stare in compagnia ci si potesse divertire in questa maniera, senza fare nulla di particolare. Sofia si è addormentata sul divano insieme a Frank dopo una esausta lotta. Gerard è stato così gentile da portarla in una camera, in braccio, così non si da non svegliarla. Bob mi ha proposto una partita a Guitar Hero III, ho accettato ma sono stata sconfitta, dovevate vedere come era felice Bob!
Abbiamo finito di pranzare da un bel pò e sto aiutando Lyn-z a togliere tutto di mezzo, finchè Mikey non mi chiama.
“puoi venire un attimo? ti devo mostrare una cosa.” solo questo e niente più. Jamia mi ha preso i piatti dalle mani e mi ha fatto cenno di andare con lui. Le sorrido e seguo Mikey, che mi porge la giacca. Me la infilo senza dire niente ed entrambi usciamo di casa, per poi salire le scale e arrivare all’ultimo piano, il tetto. Apre la porta in ferro e mi fa entrare per prima. È così bello qua su. Sembra di toccare il cielo con le mani. “girati…” mi sussurra. Mi giro alla mia destra e vedo il cielo bellissimo, pieno di colori. Rosa, giallo rosso, blu, arancione … e mi ricorda tanto una vecchia canzone…

I have a new dream
Everything is perfect
The sky is pink, yellow, green, blue and orange
And all the past has been forgotten
And we fell in love
And I fell into your trap

“è… fantastico…” dico piano, più a me stessa. Sto avendo un nuovo sogno e lo sto vivendo con te Mikey…
“sapevo che ti sarebbe piaciuto” dice, soddisfatto abbracciandomi da dietro. posso sentire il suo cuore, si lo posso sentire.. e batte.. batte forte.. per chi Mikey? Per me? Mi volto verso di lui e vedo il suo sorriso, quei occhi scuri, belli.. quei occhi che sembrano avere visto di tutto. Mi avvicino a lui e lo bacio e mentre lo faccio la neve comincia a scendere e ci fa da sfondo ancora una volta, proprio come ieri. Porto una mano ad accarezzare i suoi capelli chiari e lisci, morbidi al tatto. Sospira e mi abbraccia ancora più stretto e ora anche il mio cuore batte forte ed è per lui. Quando mi stacco da lui, Mikey ritorna sulle mie labbra per un altro, ma piccolo, bacio.
“buon Natale Deliah…” mi sussurra, appoggiando la fronte sulla mia.
“buon Natale Mikey…” due frasi che rimangono sospese nell’aria e noi che uniamo ancora le nostre labbra.


Mikey POV

Non avrei mai immaginato che un giorno il mio cuore avrebbe potuto riprovare un emozione simile. Sinceramente non ci speravo più. Anche se ho solo ventisette anni, mi sentivo comunque stanco di aspettare che una persona speciale arrivasse e mi prendesse il cuore. Ho avuto solo un grande amore, purtroppo finito male per il mio bisogno di libertà, per uno stupido bisogno di sentirmi indipendente avevo mandato a puttane un rapporto che durava da anni, ma era come se il mio cuore mi stesse avvertendo che non era lei la persona con qui passare la vita. Jamia mi dice sempre che questo cose si capiscono subito. Io non le ho mai dato retta realmente, credevo che queste cose esistevano solo in rari casi, come il suo e quello di Frank. E come al solito mi sbagliavo. Jamia ha ragione. È una cosa che ti senti e non importa se sei un adolescente, un uomo oppure un anziano. Lo senti subito appena quella persona ti guarda, appena senti il suo respiro, appena senti il suo profumo e sai che non ne potrai fare più a meno. Il vero amore è come una droga, quella dolce droga che devi prendere ogni giorno, quella droga d’amore che rende tutto più bello e perfetto. Adesso so che non ci sono limiti perché ho capito che solo insieme si può fare e superare tutto. Tu sei con me, vero Deliah…?

Una dolce brezza fa dividere le nostre labbra. Vedo Deliah sorridere e abbracciarmi il petto sospirando. Sento il suo cuore battere contro il mio stomaco ed è la musica più dolce che abbia mai sentito, riesco a percepire anche dei brividi per il freddo e allora è meglio rientrare.
“sta cominciando a venire troppo freddo” sussurro mentre tolgo qualche fiocco di neve tra i suoi capelli. Deliah annuisce e prende delicatamente la mia mano e io faccio intrecciare le nostre dita rientriamo in casa dove sono tutti impegnati a guardare la televisione. C’è uno strano silenzio. Sto per dire qualcosa , ma Gerard mi interrompe con un’alzata di mano.
“ssshh, questo è il momento cruciale…” dice concentrato. Deliah mi guarda in modo strano e io rispondo con una sincera alzata di spalle. Guardo meglio e noto che tutti, compresa Sofia stanno guardando Topolino e la magia del Natale, quando Max, il figlio di Pippo non crede più a Babbo Natale e suo padre cerca di convincerlo in tutti i modi. Deliah si preme una mano sulla bocca per cercare di non ridere, noto Frank con la bocca mezza aperta, concentrato al massimo, Ray si avvicina di più per captare meglio ogni suono, Bob ha le sopraciglia inarcate, in totale concentrazione. Io e Deliah ci guardiamo e ancora con le mani unite ci sediamo sul grande tappeto e finiamo di guardare il film. Finita la proiezione, Frank sospira soddisfatto.
“gran bel film, davvero mi sono quasi commosso.” Dice Sofia lo guarda dall’alto in basso e sorride sarcastica. So che sta per ribattere , ma sua madre le lancia uno occhiata che mette a finire i maligni propositi verso Frank. Jamia lo abbraccia sorridendo.
“visto? anche Topolino crede in Babbo Natale!” dice soddisfatto rivolta a Sofia che gli fa una linguaccia. Tra quei due c’è proprio astio. Jamia lo mette a tacere con un bacio dolce. Sussulto quando Deliah posa la testa sulla mia spalla e mi accarezza il dorso della mano.
“vuoi andare da tuo padre?” chiedo in un sussurro.
“no. non voglio rovinare questo momento con lacrime di dolore, forse sono egoista , ma so che papà capirà. Ne sono sicura.” Annuisco e le bacio la tempia.
Vedo Gerard allargare le pupille e fare gesti incomprensibili. Lo zittisco con una occhiata.
Mi giro verso di lei e faccio scontrare delicatamente le nostre fronti. Alzo lo sguardo e vedo Sofia sorridermi e alzare il pollice in alto, per poi tornare a giocare con Bob a “indovina chi?”. posso essere più felice di così? No, non credo. Salveeeeeeeeee vi saluto ancora, ovviamente è colpa del mio cervello bacato.
Mi confesso una cosa… sono innamorata di Jamia! Quella ragazza è troppo bella!! Ho una passione morbosa per lei e la devo infilare in ogni mia storia. Basta penso che uno di questi giorni la rapirò… si farò così… ah ah ah ah ….. oh fucking dog…. Sto impazzendo….
Recensite recensite recensiteeeee!!! Per favore…. Anche una piccola recensione… please…

BACI A TUTTI!!

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Capitolo 6
*** "save me! my angel ***


“Save me! my angel”


Deliah POV

Marzo. 2008. la primavera si fa vicina, ma sembra sempre troppo lenta. Mi fermo con l’auto davanti a una scuola elementare di New York.
Parcheggio vicino all’entrata ed esco ad aspettare che la campana suoni. Molti genitori si girano e mi guardano per poi parlare con la mano d’avanti alle labbra. Cosa avranno poi da dirsi, non ne ho idea. Sono solo una ragazza, che studia e lavora e ho ventitre anni… ah, ecco il problema. Sono un ragazza madre, abbandonata dal marito. Per loro queste cose sono uno scandalo. Invece sono pure cazzate. Dov’è il dilemma? Mia figlia cresce bene, senza il bisogno di quel bastar… di suo padre. L’ho odiato e lo faccio tutt’ora. Non ha mai pensato quanto veramente sua figlia avesse bisogno di lui. Se ne è sempre sbattuto. A parte quelle poche volte al mese che se la portava via per scaricarla poi da sua madre. Non perdonerò mai ciò che ha fatto a me, ma soprattutto quello che ha fatto a Sofia. Scaccio alcune lacrime, che mi sfuggono dagli occhi, con la mano. Non devo piangere per lui. Non ne è mai valsa la pena. Se solo ripenso che ho amato un essere come lui… mi vergogno di me stessa. Mi vergogno di avere amato lui con tutte le mie forze. Mi vergogno di aver solo pensato di poter passare una vita con lui. Mi vergogno di avere sperato che lui mi amasse allo stesso modo. Sono passati sei anni e non lo amo più, ma la ferita che ha lasciato nel mio cuore e in quello di Sofia c’è ancora e rimarrà… ma per quanto? Per sempre? Non vorrei soffrire più. La campanella suona e mi distolge dai miei pensieri. Dopo qualche minuto vedo Sofia correre con il sorriso verso di me, con le braccia aperte. La sollevo con fatica, per il peso della cartella e lei mi stampa un bacio grosso sulla guancia.
Saliamo in macchina e mentre inserisco le chiavi lei apre la busta che avevo posato sul cruscotto.
Tira fuori 400 dollari. Il guadagno di un mese. Sofia fa una smorfia.
“questi 200 vanno in banca ma?” mi chiede autoritaria.
“si e il resto a nonna per l’affitto.” Dico. Non che mia madre mi avesse imposto di pagare un’ affitto, ma lo facevo per portarle rispetto. Non volevo dipendere da lei. E in più io e Sofia stavamo mettendo da parte una discreta somma di denaro per comprarci una casa tutta nostra. In verità il mio stipendio dovrebbe essere di 200 dollari, ma mamma conosce il proprietario e quindi sono avvantaggiata.
“mamma, sta sera esci con Mikey?” mi chiede facendomi ritornare alla realtà. Arrossisco. Come tutte le volte che parlo di lui, con lui. Annuisco e sento Sofia ridere.
“cosa ridi tu!!” esclamo.
“oh, mamma Mikey ti piace proprio!” dice soddisfatta di se. Ho una figlia troppo, troppo precoce. Sto in silenzio e so che questo la rende ancora più contenta. Poi rispondo.
“comunque si.” Dico.
“ si, che sei cotta di lui?” chiede
“no!! Che esco con lui sta sera.” Rispondo, fintamente scandalizzata. Lei ride. Adoro la sua risata innocente, così allegra. Rido con lei come una pazza. Ne abbiamo passate tante insieme e ne passeremo altre mille.
Mia figlia è come la mia migliore amica: non le posso nascondere niente. Arrivate a casa la lascio a mia madre e io prendo i libri e volo per le lezioni del pomeriggio all’università.


Lezioni terminate e un sacco da studiare per il lunedì seguente. Qualcuno vuole punirmi e farmi del male. 100 pagine da leggere e in più piccola tesi. Lo studio fa male ragazzi. Davvero. Sbuffo prendendo il cellulare tra le mani. Neanche il tempo di accenderlo che già mi assillano. Rispondo scocciata.
“Del?” solo una persona mi chiama in questo modo ed è l’ultima persona che vorrei sentire al mondo.
“Jack…” si proprio lui, odioso, riccone del cazzo.
“si sono io.” Risponde con la sua voce profonda e roca.
“ehi ti sei finalmente ricordato degli alimenti che non ci passi da quattro mesi?” chiedo sarcastica chiudendomi in macchina.
“no non per quello.” Risponde secco, glaciale.
“allora che cazzo vuoi da me McQueen?” lo sento ridere. Vorrei che fosse qua, per spaccargli quella faccia da idiota che si ritrova.
“ehi dolcezza, calmati. Devo parlarti.” Annuncia. Io sbuffo. È da quattro anni che non abbiamo più dialogo.
“bene, sono qua spara.” Ride ancora. Sento il sangue scorrermi veloce nelle vene.
“no. Non adesso. Da Fred’s tra dieci minuti.” Riattacca. Senza una mia risposta, ma comunque metto in moto l’auto. Dopo dieci minuti mi ritrovo nel piccolo locale. Quel locale dove sette anni fa passavamo interi pomeriggi a bere caffè e a parlare. Vigliacco e presuntuoso. Crede di piegarmi con la scelta di questo bar. Che devo dire non è cambiato. I soliti tavoli rossi anni ottanta, e lo stesso Fred che ci serviva tutti i pomeriggi dopo la scuola. Jack è già arrivato. Non è cambiato molto devo dire, gli stessi capelli neri, gli stessi zigomi alti, gli stessi occhi neri. In lui ci rivedo molto Sofia. È u dato di fatto. Tale padre tale figlia, ma spero con tutto il cuore che sia solo una questione fisica.
Sposto la sedia di fronte a lui e mi ci butto di peso. Mi guarda con un ghigno e i canini un po’ scoperti.
“da quanto tempo Del…” dice sistemandosi la bella giacca blu notte che indossa. Lo guardo soltanto non si merita parole dolci da me.
“cosa vuoi?”
“come mai sei così fredda? Non ci vediamo da molto mi pare…”
“levati questi convenevoli dalla testa e dimmi che cazzo vuoi dalla mia vita.” Ride lui.
“sempre raffinata come una volta.” Dice sarcastico.
“vedi McQueen, non tutti sono dei fottuti figli di papà che lasciano la moglie e la figlia di appena un anno per andare con una quarantenne ed ereditare l’azienda di papa” esclamo ad alta voce, forse troppa. Perché alcune persone si sono girate verso di noi.
“ho sempre odiato il tuo carattere-“ “-dimmi. Che. Cazzo. vuoi?” lo interrompo. Sospira chiudendo un attimo gli occhi. Poi li riapre e sorride beffardo.
“voglio l’affidamento di Sofia.” Rido. Perché è l’unica cosa che non fa capire la mia disperazione.
“stai scherzando vero? Chiedo nervosa. Lui ride ancora. Dio quando vorrei sparire.
“ no. Del. Pretendo l’affidamento di mia figlia.” No. Questo è troppo. Davvero troppo. Sai quando pensi di aver sofferto tanto e speri che non ti accada più? Era quella la sensazione e la speranza che avevo ma ora tutto mi si è rivolto contro come una lama ardente che ti trafigge il cuore. Mi alzo in piedi e la mia forza fa rovinare la sedia a terra.
“è MIA figlia! Tu non ci sei stato mai per lei, l’hai sempre abbandonata per sbatterti tutte le donne che vengono a contatto con te. Non ci sei stato quando ha avuto la varicella e nemmeno quando si è rotta un braccio cadendo dalla bici, non c’eri quando ha vinto la gara di spelling, non c’eri alla sua prima recita e al suo primo girono di scuola, non hai mai mandato un cazzo di bigliettino di auguri per i suoi compleanni, mai l’hai telefonata e quando glielo promettevi stava ore in lacrime a guardare il telefono sperando che suo padre la chiamasse!!
Ti rendi almeno conto di quanto tu sia meschino? In questi sette anni ho dovuto farle anche da padre, ma io non potevo ricoprire anche quel ruolo Jack! Ma l’ho fatto perché tutte le tue promesse era false come lo sei tu!E ora pretendi che io ti dia l’affidamento senza combattere? Dio lei è MIA figlia. Non TUA. MIA.
Sai cosa ti dico? Prova a portarti via mia figlia, solo perché quel cazzone di tuo padre ti ha detto così e io ti uccido!” piango mentre urlo tutto il mio dolore davanti a quella che una tempo era la persona che amavo.
“Del per favore…” è imbarazzato, la sua aria da finto leader si è scomposta e io non posso far altro che ridere.
“E NON CHIAMARMI DEL!! Non ne hai il diritto. Non sei nessuno sei solo una perfida macchina., ma dove l’hai messo il cuore? Eh? Anche quando ci siamo sposati te ne sei sbattuto, anche quando Sofia è nata non hai mai alzato un dito, ma ora caro mio non ti lascio passare sopra di me e Sofia così facilmente.
Hai distrutto la felicità di tua figlia.
Dimmi quante volte ti ha chiamato papà? MAI! ti ha sempre chiamato per nome. Non ti considera un padre perché tu non lo sai fare, perché essere genitori non vuol dire lasciare tua figlia da tua madre e andartene via. No. Non l’hai mai ascoltata. Non l’hai fatto con lei e non lo farai neanche con i poveri disgraziati che saranno i tuoi figli. Ma cosa credi che basta una bambola a chiuderle la bocca e essere felice? Sei senza futuro. Senza speranza. Mi fai schifo. E combatterò perché mia figlia sia felice. ”
“ma cosa credi di fare?” mi chiede sarcastico, perfido, orribile, spietato.
“rovinarti con le mie mani lurido pezzo di merda. Perché persone come te dovrebbero marcire.” Ride forte scuotendo la testa, nel silenzio che si è creato.
“parli tanto ma non fai mai niente. Cosa vuoi fare la paladina? Peccato che con me i tuoi toni patriottici non funzionano. Sono più potente di te, su qualsiasi campo.”
“ vaffanculo!!!” urlo con tutta me stessa tirando fuori tutte le lacrime. Prendo la borsa e corro fuori e mi rifugio in auto, che è ancora più silenziosa. Si alza il mio lamento che si placa un po’ dopo una decina di minuti. Ancora con le lacrime parto. Non so dove sto andando, ma lo capisco appena vedo un grande palazzone illuminato dal tramonto di un sole che si spegne, proprio come la mia serenità. Parcheggio in fretta e scendo. Mi aggrappo alla maniglia del grosso portone. Entro veloce con le lacrime che mi annebbiamo la vista, salgo le scale fino al quarto piano e suono al campanello di un’ appartamento. La mia unica fonte di salvezza. Il mio angelo con gli occhi verdi e marroni, quell’angelo coi capelli chiari e dalle belle mani consolatrici.



Mikey POV


Il campanello suona e immagino che sia mio fratello che vuole chissà che cosa. mi alzo sbuffando e con passi lenti mi dirigo verso la porta. Non guardo neanche lo spioncino. La apro, trovandomi d’avanti Deliah, sconvolta, in lacrime. La guardo e nei suoi occhioni blu vedo una grande disperazione. Mi si butta fra le braccia e io chiudo la porta portandola a sedere con me sul grande tappeto morbido che c’è d’avanti al divano. Le accarezzo i capelli e ascolto il suo pianto mentre dice qualche frase sconnessa. Cosa c’è Deliah?
“honey, perchè piangi?” le torturo i capelli capendo che la cosa la fa calmare.
“oh, Mikey vuole portarmela via…” Mikey si accigliò.
“chi vuole portartela via?”
“lui vuole portarmi via Sofia. Come farò?” mikey finalmente capì. Ecco, la più grande paura di Deliah si stava avverando.
“non lo farà. Non glielo permetteremo.” Dico risoluto alzandole il volto bagnato.
“sei così speciale Mikey…”
“sono tuo amico e… insomma…” rimango spiazzato dalla sua sincerità. Scuote il capo e tira sul col naso.
“no, tu sei molto di più. tu sei il mio angelo…. Fammi star bene Mikey ti prego.” Disperata come non mai, è fragile e anche se la sua corazza può sembrare dura, non riesce a non disperarsi quando qualcuno colpisce i suoi cari. Non le rispondo, invece mi chino e le asciugo le lacrime calde baciandole lentamente le guance. La perfezione di questo momento mi fa tremare e mi fa pensare che non esiste altro al mondo di più bello che aiutare chi ami.
Arrivo all’angolo della bocca dove una lacrima si è fermata e io l’asciugo, catturandole le labbra subito dopo. La bacio dolce, voglio farle capire che ci sono, in qualsiasi momento. Lei si aggrappa a me, finchè non la stendo su tappeto bianco. I suoi capelli lunghi si spargono su di esso e mi sembra di vedere qualcosa di eterno nei suoi occhi. Mi stendo accanto a lei, prendendole la mano.
A Deliah piace stare sdraiata su questo tappeto. La sento sospirare e muoversi, finchè non trovo i suoi occhi che mi guardano. Tira su col naso come una bambina Facendo trasparire la donna adulta che è diventata. Non ne sono sicuro, ma penso che mi cerci, perché come dice lei, io assomiglio molto a suo padre. Penso che con me abbia trovato lo stesso conforto che da bambina riusciva a trovare in un solo uomo, ovvero suo padre. Non che mi consideri suo padre, ma immagino che per lei sia stato difficile fidarsi di altri uomini, nemmeno con il suo ex marito ha funzionato. La cosa mi rende felice, perché aiutare lei è come aiutare la mia anima a star bene e per quanto può essere egoista, sono contento.
“a che pensi?” mi chiede con la voce ancora arrochita. Scuoto le spalle e le sorrido. Altri attimi di silenzio, ma poi…
“parlerò con mamma. La cosa migliore è fargli causa. Non permetterò che me la porti via.” Dice. Io annuisco.
“tua madre conosce qualche legale di competenza?” annuisce e la vedo sorridere per un attimo.
“si, mia mamma si occupa di cause come queste ed è anche il migliore avvocato di tutta New York. Oh, mio padre era così fiero di lei!”dice con un grande sorriso fiero. Sembra bambi, con quel naso rosso e la forza combattiva di cento.
“non l’avrà vinta honey, ti giuro che non ti porterà via Sofia. Te lo giuro.” Dico nascondendo la testa nell’incavo del suo bel collo morbido. Non so come faremo a fermarlo, ma sono sicuro che alla fine la vita ti sorriderà.
“stammi vicino.” Sussurra.
“sempre.” Mi sorride e la vedo chiudere gli occhi. Così si addormenta sotto il mio sguardo vigile. Alzo le sopraciglia quando Deliah comincia a borbottare qualcosa di incomprensibile, poi la sua voce si fa più chiara.
“save me, my angel, please save me…” sul mio viso appare un sorriso triste.
“I’ll always with you…”



Deliah POV


Torno a casa piuttosto tardi. La casa è silenziosa e piano mi dirigo su per le scale. Dalla camera di Sofia sento provenire una leggera musica. Entro nella camera che aveva la porta mezza aperta. Le note di “I’m not okay” mi riempiono.
Sofia deve aver messo la canzone a ripetizione perché sicuramente faceva fatica ad addormentarsi.
Mi avvicino al suo letto e la vedo sospirare serena nel sonno, abbracciata al suo peluche che le ha regalato Frank per una tregua del loro “astio”.
I capelli neri raccolti adorabilmente in due treccine. Le accarezzo la guancia rosa e la copro meglio con la coperta.


….What will it take to show you that it's not the life it seems? (I'm not okay)
I told you time and time again you sing the words (I'm not okay),
but don't know what it means to be a joke and look another line without a hook.
I held you close as we both shook.
For the last time, take a good hard look.

I'm not okay. I'm not, okay.
I'm not okay, you wear me out…..


Non so quanto tempo impiegherò per fargli capire che nulla gira intorno a lui.
Ho sempre detto a Jack che le cose che rinfacciava a tutti non avevano significato.
Sono sempre stata prese per il culo da chi credevo che mi amasse.
Sono sempre stata io che tutte le volte che stava male e tremava di paura l’ho consolato.
E ora voglio che davanti a quel tribunale mi guardasse bene in viso per l’ultima volta, perché la ragazza che ha conosciuto e ingannato non esiste più.
E forse veramente non sto bene e dico cose che probabilmente non si avvereranno
Ma questo dolore mi consuma, come una sigaretta lasciata sola su un posacenere e pian pian finisce e si spegne….


…You said you read me like a book, well the pages all are torn and frayed out…


lui non mi conosce veramente e non sono come un libro aperto per lui. Perché le pagine di quel libro sono strappate, consumate, illeggibili.
Non sono in suo possesso.
E allora l’unica cosa che posso fare è battermi. Perché la felicità non arriva da te posata su un piatto d’argento.


… But you really didn't listen to me because I'm telling you the truth, I mean this I'm okay- trust me….


Sorrido. Allora bisogna che qualcuno mi ascolti davvero. perchè sto dicendo la verità. Perché non starò ferma a guardare.
Fidatevi.
I’m okay…
e lo dimostrerò.




eccomi sono tornata…. Il capitolo fa pena, la mia ispirazione fa pena e la mia storia fa pena. Scusate ma sono in fase pre cose…. E sono isterica. Inoltre sto cercando di ammalarmi ma cavolaccio non ci riesco…. Qualche virus influenzale via internet?? No eh? uffaaaaa. comunque… la canzoncina come tutti hanno capito è la bellissimissima I’M NOT OKAY. Cercherò di fare prendere una piega un pochino più drammatica durante i prossimi capitoli perché mi va di essere sadica. No dai, perché comunque ho in mente una cosuccia carina carina!!! Tanti ringraziamenti:


mcr_girl: grazieeeeeeeeeee dear!!!!! Mi fa tanto tanto piacere che ti piaccia!!! XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD (guarda quanti sorrisi!!!) è vero sono un inguaribile romanticona!! Colpa dell’ amore… XD XD bacioniiiiiiiiii!!!!


MiKeYwAy4EvEr: pensavo di andarci entro la prossima settimana… dico a rapire Jamia. In questo capitolo non l’ho messa… oh, i miei sensi di colpa… e senti non è che possiamo dividerci anche Mikuzzolo???? Troppooo bello lui!!!
Comunque ecco qua ho aggiornato!! Spero di essere più frequente… ma è una parola… grazie dei complimenti ecco a te tanti bei sorrisi: XD XD XD XD XD XD XD XD XD BACIONI BACIONI…



Grazie infinite anche a chi non ha commentato e ha solo letto. Spero che sia piaciuto!!!! Quindi fatemi sapere!!! Tanti grazie veramente!!!!! Grazie grazie grazie grazie grazie grazie!!!!!

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Capitolo 7
*** "Lie" ***


“Lie”



Mikey POV


“ma non è normale fare cosi!!” esclama Gerard alzando le braccia. deglutisco per cercare di non mandarlo a quel paese.
“Gerard per favore è da sta mattina che mi ripeti sempre la stessa cosa, non ti sarà mica incantato il disco?” dico sopprimendo il desiderio di fargli venire una grossa amnesia celebrale tirandogli il basso in testa. Il mio fratellone sbuffa.
“la cosa non è normale, vi baciate, uscite insieme, vi abbracciate, ma nonostante tutto non state insieme?” eh già, mio fratello ha ragione io e Deliah facciamo tutte le cose che ha elencato, ma non stiamo insieme. C’è chi ci avrebbe scommesso, ma le cose non stanno così. Siamo amici. Molto amici… okay, forse più che amici, però vogliamo prendere tutto con calma. Forse troppa calma. Forse mi dovrei dare una mossa, ma non lo dirò di certo a Gerard.
“ooh, tu e Frank fate di peggio però non state insieme e io mica vi vengo a dire cosa fare!!” sbotto chiudendo rudemente la cerniera della custodia del basso.
“ma tra me e lui è diverso. Noi lo facciamo perché siamo idioti e perché ci piace, ma non ci amiamo! Mentre tu e Deliah si!! Si vede anche!!”
“ma per favore Gerard-“
“-guarda che le cose io le vedo e non sono l’unico! Se ne sono accorti tutti che questa faccia da pesce lesso innamorato è per Deliah!!” non lo sto più a sentire. Basta. Lo so che la amo, ma per favore stop!
“ci sentiamo gee!” faccio finta di niente e mi dirigo verso la porta e lo sento borbottare da solo.
“datti una mossa pesce lesso! Sai cosa farò? Nella rubrica del mio cellulare di chiamerò pesce lesso, ti chiamerò sempre così, lo scriverò sui muri e lo dirò alla stampa: mio fratello è un pesce lesso. Farò manifesti e presto diventerai un stella da baraccone, cinque dollari per chi vuole vedere l’uomo-pesce lesso.
E questo cesserà nel momento in cui tu confesserai.” Dice in tono teatrale puntandomi il dito contro. Sbuffo e alzo per la centesima volta gli occhi al cielo.
“ ciao Gee!” saluto e me ne vado e dalle scale lo sento urlare:
“ diventerai anche una stella del cinema! Sai cosa faccio? Comincio a disegnarti un costume…” e adesso chi lo ferma più? Già mi immagino le chiamate all’una di notte…



din don.
Il rumore di questo campanello mi inquieta. Non ne ho idea, ma so che appena la porta si aprirà succederà qualcosa di cui mi pentirò amaramente. Vaffanculo a me e alle mie seghe mentali del cazzo!
“ehi! In anticipo! Dai entra ti faccio un caffè?” Deliah è pimpante mentre mi aiuta a togliere la giacca e la posa sull’attaccapanni. Mi trascina per un braccio in salotto.
“allora le prove? Tutto okay? Sei stanco? Guarda che potevamo spostare l’incontro se sei stanco. Per me non è un problem-“ le poso un dito sulle labbra. Prima che aggiunga altro. Le sorrido e lei ricambia timida spostandosi una ciocca di capelli dal viso. Vorrei tanto baciarla. La perfezione di questo momento è meglio di tutte le parole del mondo, è meglio di tutto ciò che ci circonda. E anche se non ho detto una parola ha capito e si avvicina con il viso. Finchè le mie labbra non sono sulle sue e ci lasciamo andare in una danza lenta e appassionata. Lentamente mi sento stendere sul divano da gesti lenti e impacciati. Si stacca da me quando la mia nuca si posa sul soffice divano beige.
Sento un brivido passarmi per la colonna vertebrale, ma diverso da tutti quelli che ho avuto con lei. Ecco lo sapevo, succederà e io mi pentirò.
“DELIAH!!!” una voce la chiama e lei veloce come un fulmine si tira su in tempo per vedere la faccia di suo fratello.
“Dylan, c-che cosa c’è?” chiede tutta rossa e con i capelli all’aria
“tu che cosa fai?” chiede con le sopraciglia inarcate. Io mi alzo di scatto e mostro la prima cosa che ho trovato per terra.
“ehm, trovato! Oh, ciao Dylan!” esclamo facendo finta di niente. Il fratello di Deliah è ancora più perplesso.
“cosa ci fate voi due, con quel pezzo di puzzle?” chiede. Io e Deliah ci guardiamo. Dio santissimo che imbarazzo assurdo.
“è che Sofia non riusciva a trovarlo e allora…” farfuglio Deliah.
“si si certo, senti io vado a prendere mamma e Sofia alla stazione.” Noi annuiamo, poi Dylan ci lancia l’ultimo sguardo indagatore e esce di casa con un saluto della mano. Cala un grosso, pesante, orrendo silenzio di imbarazzo.
“Credo che questo serva…” dico rosso in viso, guardando Deliah seduta sul divano e io in piedi che le porgo il pezzo di cartone. Altro silenzio, finchè lei si mette a ridere. Come una pazza e sembra non voler finire più. Si accascia sul divano trattenendosi la pancia. Lei ride e invece io piango. Finchè anche io non mi metto a ridere e sembra quasi impossibile finire. Dopo un po’ ci stendiamo entrambi sul grande divano a prendere fiato.
“dov’è andata Sofia?” chiedo guardandola ed è bellissima con le guance rosse e i capelli tutti spettinati.
“a trovare una zia. Sono andate sta mattina con il treno. Mia zia Marge è del Jersey.” Mi spiega girandosi verso di me.
“e con il caso tutto a posto?” mi azzardo a chiedere, ma so che sbaglio perché la sua espressione è cambiata. Come il suo umore. Stupido. Stupido Michael James Way. Scrolla le spalle e si alza in piedi.
“cosa c’è che non va Deliah?” chiedo gentile. Lei punta lo sguardo su di me. Disprezzo. Perché Deliah?
“niente che ti possa interessare.” Dice solo.
“che ti succede? Avevamo deciso di-“
“mikey tu non c’entri un cazzo in questa storia. Non sai come mi sento. Non sai cosa si prova. Non sai nulla.” Non è vero. Non è lei. Fino a pochi minuti fa eravamo felici. Non è in lei.
“prova a spiegarmelo forse…” cerco di mantenere un certo controllo, perché so che non le pensa veramente queste cose.
“forse cosa? eh? Sai una cosa? forse è meglio che te ne vai!” esclama indicando la porta.
“perché fai così??” chiedo esasperato.
“perché tu non puoi pensare di essere coinvolto in questa faccenda. Non lo sei. Chiaro? Non fare l’eroe che vuole salvare tutti. Vattene e basta.” Freddo. Tanto freddo. Il mio cuore? Spezzato. Lacerato. Strappato via con la forza. Volevo far del bene. Non volevo… non pensavo che … pensasse questo di me.
“ti volevo solo stare accanto, ma ho solo sbagliato. Se sei nervosa e non sai quel che dici ti capisco, ma almeno dimmelo subito.” Rimaniamo in silenzio. Per un minuto. Due. Tre. Quattro.
“bene. Allora io non ho più niente da dare qua.” Dico prendendo la giacca dall’ingresso. Deliah non si è mossa e m i guarda fissa con uno sguardo impassibile. Sorrido amaramente.
“pensavo che c’era qualcosa tra noi. Qualcosa di diverso. Ma qua l’unico che prova qualcosa di vero sono io. Non mi piace essere preso in giro e se questo è il tuo modo per dirmi che non ti servo più, beh, allora arrivederci.” Metto la mano sulla maniglia e la stringo forte.
“vedo che sei intelligente. Una volta tanto capisci le cose.” Altra pugnalata. Un’ altro colpo al mio cuore stanco e stremato. Apro la porta. Dal momento che la varcherò, quella ragazza non sarà più nella mia vita.
“ti amo…” lo sussurrò al vento. Lei è lontana e non può capirlo. Mi volto a guardarla, le labbra socchiuse e l’espressione sorpresa. Mi ha sentito. Ma non importa perché la cosa non la può minimamente interessare. Mi chiudo la porta alle spalle con in testa impresso il suo sguardo. Così lontano e diverso. Mi appoggio alla porta e lascio che gli occhi si riempiano di lacrime. Singhiozzo, come un bambino.
Mikey che uomo sei?
Ma nel buoi appena calato non esiste solo il mio pianto. La sento. Singhiozza disperata. Vorrei tornare indietro. Però non si può.



Deliah POV


Il freddo si è impadronito di me.
Il mio angelo è volato via. Ma cosa mi è preso? Non lo so nemmeno io. Perché ho detto quelle cose così orribili? Chi era che parlava? Ero io? Perché non l’ho fermato? Lui non se lo merita. E allora perché lo fatto lo stesso? Mi accascio per terra e piango, dico il suo nome, lo sussurrò, lo urlo, ma niente. L’ho perso. E lui mi ha sempre donato se stesso. L’ho lasciato andare. Come affronterò la vita senza di lei?
“ti amo…” mi ha detto così. E si diamine anche io. Tanto
“ti amo…” sussurrò al nulla perché lui ormai non c’è. Ha lasciato solo il suo buono odore che col passare del tempo svanisce anche lui. Sono una stupida. Faccio schifo. Ho rovinato la nostra vita, Mikey e per un attimo di nervosismo che non ho saputo ammettere. Ti prego torna da me. Io sono qui e ho bisogno di te. Quello che ho detto a te sono solo stupide bugie. Tutte bugie. Io ti amo. Torna indietro.
Ho detto troppe bugie, le ho dette a me stessa dandomi delle false speranze che potessi vincere contro Jack, le ho dette a Sofia, a tutti ma soprattutto a Mikey. Tutte queste cattive parole non se le merita. Lui è così buono.
Ti amo Mikey. Per favore ascoltami. è finita la mia vita quando hai sbattuto quella porta.
ti amo, ma sono una vigliacca.
Ti amo, ma ti ho fatto del male.
E anche tu mi ami e non c’è gioia più bella. Una gioia che per colpa mia non potrà essere condivisa. Non mi merito il tuo amore. Non mi merito una cosa così bella dopo aver sputato veleno su di te, come se niente fosse. Ho voglia di piangere. Ma già lo faccio e allora continuo più forte. Nel cuore ho la consapevolezza di perdere ogni cosa. ho perso Mikey e adesso o tra qualche giorno anche Sofia. Non so tenere stretto a me le cose per cui vale l pena vivere. E se davvero non so farlo che persona sono?
Esco di casa. Disperata, con in mano le chiavi dell’auto. Mi asciugo le lacrime con la manica della mia felpa mentre entro in auto e parto a tutta velocità, ma dove credo di andare? Ho gli occhi appannati dalle lacrime. Guardo il sedile a fianco il mio. Una bottiglia mi aspetta. La stappo ferma ad un semaforo e ne bevo una parte. Il liquido dello vodka di mamma mi brucia la gola.
Semaforo verde. Riparto e bevo, bevo.
Stupida donna disperata che non sa niente della vita.
Stupida ragazzina che si è appena scolata tutta la bottiglia e che ora ne ha iniziata un’altra. La scolo in poco tempo, come se fosse acqua.
Stupida bambina che piange e chiede perdono. E lo faccio anche quando una macchina si scontra violentemente con la mia. Facendomi sobbalzare in aria. Una botta violenta mi colpisce di fianco a me e sento la macchina venire spazzata in aria. Mi sento leggera.
Sbatto la testa più volte ed è come l’inferno. Il sangue scende veloce dalla mia testa e mi sporca il volto ancora bagnato dalle lacrime. Sento la durezza dell’asfalto e mi fa male sono riversa supina e posso sentire le gocce di pioggia su i miei capelli, sulle mie mani sanguinanti sulla mia pelle calda e sul mio viso segnato da un lungo taglio. Ma me lo merito. Davvero. Ho fatto soffrire l’uomo che amo. Condannerò mia figlia a una vita di disprezzo e menzogne. E anche se morirò sarà lo stesso. Mi sento tirare fuori dalla macchina, di peso. Non mi sento più niente. Sono immobile. Sento una persona sentire se il mio cuore batte ancora e urla:
“è ancora viva!” disperato. No, non ti disperare per me. Non ne vale la pena.
“ehi ragazza!! Mi senti?!” uno sbuffo. “dai su, ho chiamato i soccorsi!” esclama con una nota di speranza nella voce.
“Mike-y…” assomiglia tanto a lui. Sorrido. Ecco mi sei venuto a prendere? Sorrido ancora mentre ripeto il suo nome a stento.
“Mik-e-y… per fav-ore.. Mi-ke-y sc-cusa..” chiudo gli occhi per un attimo. Chiamo ancora Mikey, sperando che mi senta e lo so che è da egoiste, ma vienimi a salvare amore… lo chiamo di nuovo.
Non ne ho abbastanza, voglio sprecare tutto il fiato che mi rimane per lui. Dammi una mano. Ti prego ritorna. Voglio di nuovo i tuoi baci, voglio di nuovo le tue carezze voglio vedere i tuoi occhi sorridermi ancora una volta. Voglio un’ ultimo desiderio prima di partire e andare all’inferno, dammi di nuovo un tuo abbraccio. Ti prenderai cura di Sofia? E posso quasi vedere il tuo volto e tu mi sorridi e annuisci. Non pensavo che la morte fosse così dolce.
Tutto è come un flash. Quanto vorrei avere anche Sofia con me e abbracciarla stretta e farle dire con un sorriso che mi vuole bene. Chiamo anche lei, presa a uno spasmo involontario del mio corpo.
Quell’uomo è ancora con me e mi tiene la testa sul suo grembo. Non mi sento tanto bene. sento urlare che devo tenere gli occhi aperti perché è importante, ma non ce la faccio più, sono stanca.
Voglio dormire. Per favore, lasciatemi dormire. E quel che si merita una bugiarda come me.
Chiudo di nuovo gli occhi e questa volta non li apro più. Sento ancora dei rumori intorno a me e poi…. Il nulla. Eccooooooci quaaaaaa come va a voi???? Ho scritto questo capitolo tutto di getto quindi mia culpa se fa cagare!!!!!!!! Ecco si lo so sono un po’ troppo…. Come dire… sadica? Ma vi giuro che sembra strano ma questa scena ce l’avevo in mente già da quando ho scritto il primo capitolo!!! Lo so che come al solito è una cagata mondiale!!!! Però recensiteeeeeeeee!!! Please!!! I love you!!!


Questo capitolo lo voglio dedicare al mio amore, Daniele, perché mi ha sopportato fino alla fine con le mie seghe mentali su questa storia e anche se me le faccio ancora lui è sempre con me!! Non solo in questo caso, ma mi è vicino in ogni momento.Grazie honey I love you more and more!!!!!!


Rigraziamentissimi a:

ElfoMikeyILoveYou: wow e ari wow!!!!!! grazie davvero davvero davvero! non pensavo di far provare queste cose!!! oh come sono FELICEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!! Ecco a te un nuovo capitoletto!!! spero ti piaccia!!!!! e grazie ancora!!! mille baci!!!!! XD XD XD XD XD XD XD XD

Ihateyou: ciaooooooooooooo!!!!!!!!! Davvero davvero ti piace?????? Oh come sono contenta!!!!! Grazie per la bellissima recensione!!! Si Frank fa sputtanare anche a me. Infatti ce lo vedo proprio con Sofia a litigare!!!!! Ah ah!!! Cooomunqueeeeeee che ne dici di questo capitolo???? Ti piace? Fammi sapere okay!!!! Bacione!! XD XD XD XD (Spargiamo sorrisi…)

MiKeYwAy4EvEr: bene è tutto deciso!!!! XD XD ecco qua un ‘altro capitolo!!! Mi fanno davvero piacere le tue recensioni thank you sweet girl!!! Un bacio cara!!!!! XDXDXDXD e vai con i sorrisi… credo che andando avanti mi si bloccherà la mascella….comunque… XD

Mcr_girl: grazie per la recensione!!!! Non è troppo romanticosa la storia? Secondo te va bene così??? Ma, non sono pianamente soddisfatta!!! però Di questo capitolo si!!! Non so il perché… grazie ancora davvero tanto!!!!! XDXDXDXDXDXDXDXDXDXD ecco tanti sorrisi… mi sono fissata con questi cosi… credo che mi rinchiuderanno presto in un manicomio… comunque super super bacioni a te!!!!


Grazie anche a chi legge solamente!!!!! Grazie grazie grazie grazie!!!!!!!!
SMACKKKKKKKKKKK!!!! XDXDXDXD

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Capitolo 8
*** "I pray for you, honey." ***


“i pray for you, Honey.”



Mikey POV

Busso alla porta. Mio fratello mi ha pregato di venire da lui per una improvvisa riunione della band, ma come al solito a quest’ora spareranno solo cazzate. E io li starò a guardare, con gli occhi spenti e la testa altrove. Bob viene ad aprire con un sorriso carico di allegria. Mi da una pacca sulle spalle e insieme ci dirigiamo in salotto dove i ragazzi, ridevano e scherzavano attorno a un cartone di pizza fumante.
“ciao Mikey!!!” dicono in coro, io li saluto con un mezzo sorriso e mi accomodo vicino a Jamia, che mi guarda.
“tutto okay?” chiede posando una mano sulla gamba. Io le sorrido. Un sorriso talmente falso, ma talmente ben riuscito che mi meraviglio di me stesso. Non ho voglia di parlare, di scherzare, di formulare pensieri. Voglio solo chiudermi in questo dolore che mi uccide ogni minuto di più. È passata un’ora da quella discussione e io ancora non so accettare i fatti. Forse perché la sento dannatamente vicina, forse perché non si può cancellare un’ amore così bello.
Sento lo sguardo dolce e nocciola di Frank, che mi chiede cos’è successo, che mi prega di dire qualcosa, ma non ci riesco. Scusa Frankie.
Prendo il telecomando dimenticato sul tavolino e faccio scorrere le dite sui tasti. Un gesto che mi è venuto naturale. Dopo aver fatto il giro per ben due volte, mi fermo sul canale 26 e lascio che la sigla del telegiornale dell’ultima ora mi riempia le orecchie e gli occhi. Cazzate. Dicono solo cazzate. Quando può fregare all1America di un’ attore che ha appena divorziato??? Si passa alla cronaca, forse l’unica cosa che mi consente di ascoltare con attenzione.
“ … un terribile incidente all’incrocio della ventesima strada… l’impatto è stato violento… siamo in diretta ora dal luogo dell’accaduto, Carl ci dai conferma?” una bella signora bionda e truccata alla perfezione da la linea a famoso giornalista, molto noto da queste parti. Mi metto più comodo per sentire meglio.
“..si, l’impatto è stato molto forte, una delle due macchine è stata sbalzata fuori strada, i soccorsi sono arrivati da poco e hanno portato la vittima più grave già all’ospedale, il St. Nicholas. Mentre il proprietario dell’altra macchina fortunatamente ha solo avuto un frattura leggera al braccio, è stato curato subito dai medici… per quanto riguarda la vittima sappiamo che è una ragazza e che probabilmente era in stato di ebbrezza…” il mio cuore comincia a battere velocemente, senza preavviso, come se sapesse tutto. Il cameraman fa una inquadratura molto ravvicinata della macchina distrutta e allora è come se mi avessero preso il cuore e me l’avessero sbattuto per terra. È la sua auto… quel sgangherato maggiolino rosso, riconosco benissimo il portachiavi appeso allo specchietto, un ‘angioletto biondo, candido e ora sporco di un nero, che difficilmente si laverà via. Riconosco una parte della targa e pensare che la sua vita è stata stroncata così… in un modo balordo. Non se lo meritava… mi porto una mano alla bocca.
“… abbiamo gli ultimi accertamenti: la ragazza è ancora viva, ma in brutte condizioni…” la speranza. Quella speranza che mi è stata tolta in un nano secondo è riapparsa.
Non mi interessa se le rimarranno i segni io le starò accanto e non la lascerò più sola, ha bisogno di me e io non l’ho capito, ma ora vi prego di farmi riparare questo errore madornale, questo errore dettato dall’orgoglio. Mi alzo in piedi, facendo rovinare il telecomando a terra. Sento il tocco caldo e conosciuto di Frank, prendermi per un braccio.
“vieni, andiamo da lei…” e io mi lascio trasportare fuori e nemmeno mi accorgo di essere già in macchina. Mi copro gli occhi con una mano cercando di non far trasparire dagli occhi la mia sofferenza. Jamia accanto a me mi prende la mano e me la stringe, so che ci sei, lo sento e ti ringrazio. Passano minuti, ma sembrano ore, rinchiuso in questa macchina. Frank non fa in tempo a fermare la macchina che io già sono fuori e corro, corro, amore, corro da te. Tante persone sono davanti a me, ma io le sorpasso per poi trovarmi d’avanti a un bancone bianco e dietro di esso un’ infermiera che nonostante la stanchezza, sorride dolce.
“per favore… la ragazza del l’incidente sulla ventesima è stata portata?” la guardo e lei fa lo stesso e so che nota il mio sguardo di un disperato innamorato.
“secondo piano, sala operatoria…” dice. E poi io corro ancora, incontrando Frank e Jamia a metà strada che cercano di starmi dietro. L’ascensore è troppo lento, troppi secondi passano e allora prendo le scale, veloce, più che posso. Varco le porte, della sala d’aspetto perché so che non potrò andare oltre. Il fiato pesante, il cuore che batte veloce e fa male, guardo la sena che mi si presenta d’avanti:
Dylan, in piedi che passeggia, con le mani sul volto, seduta, la signora Armstrong, con le guance solcate dal pianto e le mani unite in una preghiera e al suo fianco, Sofia che tiene fra le mani un orsacchiotto e lo abbraccia stretto stretto, sperando che al suo posto ci sia l’abbraccio confortevole della sua mamma. Alza lo sguardo verso di me e corre ad abbracciarmi, come se ne avesse veramente bisogno. Io mi inginocchio e la stringo, come meglio posso e le accarezzo la testa piena di capelli in disordine. Il suo pianto rimbomba nella grande stanza vuota e mi si stringe il cuore. Ti prego, Deliah resisti. Fallo per lei, ha tanto bisogno di te.
Passano le ore e quella porta grigia resta sempre chiusa. Ho scambiato due parole con sua madre, sconvolta e tutta la sua bellezza è scivolata via in quel pianto. Jamia si è poi occupata di lei portandole una tisana. Ora sto guardando Dylan che ricambia e mi scruta mentre tengo fra le braccia Sofia, caduta nel mondo dei sogni dopo un esausto pianto. Altri secondi, altri minuti, altre ore, ma quella porta resta sempre chiusa. Non bastano più le nostre preghiere? Cosa dobbiamo fare? Bacio la fronte di Sofia delicatamente, mentre Frank mi accarezza la spalla. Mi giro quando la porta della sala d’aspetto si apre appaiono i ragazzi: Ray, Bob, Brian, Gerard e Lyn-z.
non dicono niente, ma partecipano silenziosamente alle nostre preghiere. Sono le quattro del mattino e nessuno ha aperto bocca, ci voltiamo di scatto quando quella fredda e rigida porta si apre facendo uscire un medico, interamente vestito di verde. Si cala ma mascherina dalla bocca e ci guarda serio. Metti fine a questa tortura ti prego. È una brutta agonia la nostra, una morsa troppo stretta e troppo lunga al cuore e all’anima. Vediamo un sorriso sbilenco spuntare sul volto dai lineamenti duri del dottore.
“ si riprenderà… è stata un’operazione dura e complicata, ma la ragazza ha una tempra resistente. potete farle visita, ma uno alla volta… ah, C’è solo un problema, è probabile, per il settanta per cento, che… beh, perda l’uso delle gambe…” ci guardiamo tutti. Non ha importanza questo. Lei è viva. Sveglio Sofia con una carezza.
“piccola, presto riabbraccerai la mamma…” lei nota più di tutti il mio sorriso che ora mi passa su volto. Mi abbraccia e poi si stringe la nonna a se. Il dottore prima di andare via fa una domanda:
“scusate, ma chi è Mikey?” preso alla sprovvista alzo la mano. Il medico mi fa un vero sorriso.
“la ragazza non ha fatto altro che ripetere il suo nome, se vuole entrare…” io nego e mi giro verso la Signora Armstrong. Lei, vicino a me, mi accarezza i capelli scompigliati.
“vai caro…” solo questo e mi fa convincere. Mi alzo lentamente per poi sparire dietro quella porta e affrontare quella realtà di una persona che non sapeva quale direzione prendere e ha preferito uscire di scena per poi tornare e trovare delle persone pronte a non lasciarla più. Il buio si impadronisce di me, finchè una mano amica mi trasporta nella stanza adiacente a quella in qui sono entrato.
Una stanza abbastanza grande, illuminata da leggeri raggi di sole che sbucano timidi tra le nuvole, un letto e una sedia al suo fianco. Guardo Deliah, a occhi chiusi, pallida, stremata. Le prendo una mano fra le mie e la stringo sedendomi in quella fredda sedia. Ha la fronte fasciata e qualche graffio sulle gote, ma la bellezza non è stata tolta da suo volto. È ancora così bella, così dolce che mi viene voglia di baciare le sue labbra e quando lo faccio qualche lacrima cola sul suo viso, gliele tolgo con le dita e poi mi risiedo e mi lascio trasportare da un pianto silenzioso. Rido e comincio a parlarle:
“non andrai via facilmente da me, amore. Sono tornato e per restare, non ti lascio più sola Honey, te lo giuro.” Tiro su col naso e lascio uscire un singhiozzo dalla mia bocca, poi riprendo
“siamo così stupidi Deliah, non doveva capitare… è tutta colpa mia scusa… io non.. non dovevo andarmene via… io ti amo… “ poso la fronte sulla mano gelida, chiedendo mille volte scusa, ma so che non basteranno mai, perché se non me ne fossi andato, se fossi stato fermo… sarebbe stato tutto migliore, ma perché devo sempre fare tutto d’impulso? Per favore riprenditi e dimmi che non mi odi, io ti amo… ecco quali sono le parole di una ragazzo disperato che in una notte ha perso l’anima e la otterrà di nuovo, appena la sua bella aprirà quei occhi di cristallo e le dirà che andrà tutto bene. Come in una stupida, ma meravigliosa favola a lieto fine.
Sento nuove le sue dita, piano, debolmente. Mi accarezza il dorso della mia mano, alzo gli occhi verso di lei e la vedo stirare un sorriso stanco, con gli occhi ancora chiusi, ma è per me la risposta più bella che possa esistere, è ancora meglio della perfezione.




ciaoooooooo visto ho fatto presto!!!!! Questo capitolo è un po’ corto, ma mi serviva perché se no mettere troppe cose insieme in un capitolo non mi piace!!!!!!


Passo hai grandissimi ringraziamenti:


MiKeYwAy4EvEr: nooooo non odiarla…. Poverina!!! Lo so non si può far soffrire una persona come Mikey, ma hai la colpa alla mia testuggine malefica!!!!!! Ecco un altro capitolo… spero di farla abbastanza lunghina… ma non so ancora di quanto!!!! Grazi mille per la recensione!!!!! XD XD XD XD XD XD BACIONI!!!!


mcr_girl: nuu non piangere!!!! Visto??? le cose si sono aggiustate!!!!!! Grazie mille e fammi sapere che cosa ne pensi!!!! Ti do un grosso bacio!!XD XD XD XD XD XD


ElfoMikeyIloveYou: grazie tanto tanto per la recensione spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!! XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD Grazie sono sicura che anche tu sei una persona dolcissimissima!!!!!!!!! Tanti saluti!!! baaciiiiiiiiiii

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Capitolo 9
*** "Sleep" ***


“Sleep”



Mikey POV


Ancora l’ospedale, ancora una sala d’attesa. Non ho mai odiato gli ospedali in questo modo. Sono passati due giorni dall’intervento e Deliah era ancora molto stanca e faticava per giunta a parlare. I medici ripetevano che era una cosa naturale e che per la fine della settimana avrebbe ripreso in graduatoria le sue vecchie abitudini. Erano giorni, però che non sentivo la sua voce e questo mi faceva morire. C’erano sono sguardi, sorrisi e strette di mano che esprimevano in parte ciò che veramente c’era da dire. Ero passato a trovarla prima di andare in sala prove. Appena i dottori escono, mi precipito nella stanza, con una fretta inaudita, di vedere lei. E quando la vedo, seduta e appoggiata su morbidi cuscini, presa a guardare fuori, sento il cuore battere e battere forte, come se l’avessi appena vista. Busso alla porta già aperta. Deliah si volta di scatto verso di me e mi sorride.
“ciao…” sussurra piano, così piano che sono costretto a leggere il suo labiale. Mi avvicino e le poso una carezza sulla guancia pallida e ancora fredda e stanca. Fa un smorfia di dolore toccandosi la ferita sul fianco destro.
“come va oggi?” chiedo, lei annuisce, ma so che non è così.
“vo-vorrei.. dirti.. tan-te cose..ma non ci riesc-“ la interrompo scuotendo la testa. E anche se vorrei che parlasse ancora perché sto male senza la sua voce, decido che è meglio lasciare perdere e aspettare. Quindi le rispondo dolcemente.
“abbiamo tanto tempo per parlare, non stancarti.” Alza un braccio lentamente e con la mano mi accarezza la guancia e io non resisto, così mi avvicino e la bacio, tenendo le mie labbra sulle sue , appoggiate finché lei non le muove. So cosa vuoi dirmi Deliah, lo so. E questo bacio mi conferma più di quanto tu possa immaginare.
Il nostro contatto si interrompe all’arrivo di Sofia, Dylan e la signora Armstrong. Mi stacco velocemente da lei, ma ovviamente non serve a coprire ciò che stavamo facendo. Sorrido colpevole grattandomi la testa. Dylan mi lancia uno strano sguardo che non riesco a decifrare e le altre due sorridono felici. Deliah si posa una mano sulle labbra, ma so che ride. La sua stanchezza non è riuscita a portarle via l’allegria e dopo tutto quello che è successo sa che la cosa migliore è guardare avanti e non affacciarsi mai più al passato. Mi guardo intorno e mi sento di troppo. Non faccio parte di questa famiglia e allora esco salutando con un sorriso.
Arrivato in sala prove, mi accorgo che Bob è di nuovo fra noi, tiene in mano le bacchette e le fa muove come se stesse suonando una batteria immaginaria, Ha ancora i polsi fasciati, da dei spessi polsini. Saluto e appoggio delicatamente lo strumento su un tavolo.
“ehi pesce lesso!!!” chi può essere secondo voi? Ovvio solo lui, mio fratello.
“ancora con questa storia????” esclamo spazientito regalando una pacca di ben tornato a Bob. Gerard mi sorride, io ormai lo faccio di rado. Frank sorride allegro, io non riesco ad esserlo. Ray saltella contento, io non ho niente per qui farlo. Bob è soddisfatto della sua lenta, ma ormai conclusa guarigione, io non posso esserlo perché non ho concluso niente. Brian è tranquillo, io non riesco ad esserlo. Sono tormentato da incubi che ogni notte si presentano bussando alla mia anima tormentata e stanca. E quando, impaurito mi sveglio, non ho nessuno al mio fianco per farmi consolare. Dopo un po’ la solitudine ti uccide. E anche se sai di non essere solo, questa continua ad ammazzarti lentamente, più volte senza mai stancarsi. C’è chi dice che si convive con le proprie paure, ma io non ne ho più voglia. Sono stufo. Stufo di questa vita, di questo paese. Vorrei rinascere e evitare tutti gli errori commessi. Sono il classico sfigato che non ha niente e mai avrà dalla vita.



Deliah POV


Avete presente quando non sentite di avere un cuore? E allora volete alzarvi dal vostro letto e spalancare le finestre della vostra camera e sentire il vento che vi penetra tra i vestiti? No? Beh, è più o meno quello che provo ora. Ero tentata di morire quella notte, ma dopo il mio risveglio ho capito che devo lottare, devo continuare a vivere. Odio vedere la mia bambina in lacrime, odio vedere il mio angelo che non riesce a sorridere e quando ci scambiamo quei baci sembra così distante e freddo.
Oggi è stata una giornata strana, ho finalmente parlato, anche se poco, ho risentito il mio cuore battere e ho provato l’emozione più bella, l’emozione di essere una madre che ama sua figlia più di qualsiasi altra cosa. Sofia è venuta oggi con un libro in mano. Si è seduta sulla fredda sedia di legno, ha aperto la prima pagina e ha cominciato a leggere, anche se impacciata. Ho sorriso. Davvero.
Ora sono qua, sola e guardo il vento leggero che sposta la tenda bianca. C’è pace e silenzio. La porta si apre lentamente facendo entrare un’uomo vestito di scuro. No ancora lui, ma perché ora? Perché qui?
“Dio mio, sei un straccio.” Jack con quell’aria da duro, mi guarda sarcastico.
“vedi sono qui perché vorrei farti firmare delle carte.” Vorrei rispondergli, ma cazzo non riesco a parlare. Emetto uno strano suono. Il suo sorriso si apre di più.
“non riesci a parlare? Sei stanca? Ooh, poverina la mia ex mogliettina. Bene, vorrà dire che ci metterò poco tempo. Ho parlato con un avvocato come promesso e se tu firmi, Sofia da domani in avanti sarà a casa mia e ci starà fin quando lo dirò io.” Nego forte col capo, le prime lacrime mi bagnano gli occhi.
“come no? Vuoi andare da un giudice? Come vuoi. E cosa gli dirai? Io sono un’alcolizzata?” piango e ogni mia lacrima è un segno di vittoria per Jack che mi guarda malefico. Si avvicina e ho paura. Non c’è nessuno che mi po’ difendere ora. Mi prende il viso fra le mani e stringe forte, rigirando la mia testa da una parte all’altra, come se fossi un giocattolo rotto e pronto da buttare. Si avvicina di più. So cosa vuole fare. Serro le labbra. Il cuore che batte all’impazzata e io che non riesco a muovere le gambe, per cacciarlo via. Mi bacia violento, orribilmente verme. Scuoto la testa emettendo dei versi striduli, ma troppo bassi. Mi tocca con le sue mani sporche. Scosta la coperta e le insinua dappertutto, sotto la camicia da notte sottile. Si stacca un attimo e ride.
“oppure, possiamo tornare la vecchia famiglia di sempre…” sussurra e poi ritorna sulle mie labbra, sento la sua lingua e un brivido di disgusto mi percorre il corpo. Si slaccia frenetico la cintura e io ho ancora più paura.
“cosa succede qui?!?” Dylan è appena entrato ed è come una liberazione. Vedo mio fratello avventarsi su Jack, come una furia, togliendomelo di dosso. Un pugno, un calcio, un urlo di dolore e poi Jack che se ne se va con la coda fra le gambe. Io me ne sto rannicchiata contro il cuscino, presa da forti conati di vomito. Dylan mi si avvicina e mi prende in braccio e mi accompagna al bagno e seduta per terra davanti alla tazza del cesso, butto fuori anche l’anima mentre le lacrime mi bagnano veloci il viso. Dopo poco, Dylan mi riporta nel letto e mi compre fino al collo, accarezzandomi i capelli. Mi passa i pollici sotto gli occhi e leva alcune lacrime.
“ssshh, è tutto finito…” singhiozzo e cerco di abbracciarlo. Grazie fratellone. Glielo dico e mi sorride.
“Vuoi che chiami Michael?” nego, ma poi annuisco. Insicura. Mio fratello non ha tanta simpatia per Mikey, ma forse ha capito che una delle persone più importanti della mia vita. Si stacca lentamente e dolcemente da me per prendere il cellulare dalla tasca dei jeans e comporre il suo numero. Si accosta l’apparecchio all’orecchio e ogni secondo per me è vita.



Mikey POV


Muovo la testa a tempo del mio basso. Mentre le note di Demolition Lovers riempiono la stanza insonorizzata. Mi fermo con una nota distorta. Il cellulare mi vibra dalla tasca posteriore. Lo prendo, guadagnandomi delle occhiatacce da parte dei ragazzi. È Dylan. Mi ricordo bene il giorno in cui impacciato mi ha chiesto il numero per qualsiasi tipo di emergenza.
“Pronto?” la mia voce è rotta dalla paura.
“Michael? Sono Dylan. Senti dovresti venire qua.” Mi annuncia.
“cos’è successo?” la tensione che è scesa nella stanza mi fa morire.
“mia sorella ha bisogno di te.”
“arrivo subito.” Chiudo la telefonata e senza dire niente mi precipito fuori dalla stanza.

In meno di venti minuti mi ritrovo davanti alla camera di Deliah. Busso e suo fratello mi viene ad aprire, mi guarda e a voce bassa mi racconta tutto. A ogni parola sento il mondo cascare. Stringo forte i pugni. E uno strano e devastante desiderio di uccidere quel verme mi percorre corpo e anima.
“lo so cosa provi, ma ti prego stalle vicino adesso, perché non è di me che ha bisogno.” Annuisco e ci salutiamo con una pacca sulla schiena. Entro e Deliah mi guarda. Gli occhi blu, impauriti e le mani tremanti. Mi siedo alla destra del letto e le prendo la mano.
“so-no una stupida… per-chè ogni v–olta che sto male… io… ho biso-gno di t-e…” fatica a parlare, un po’ per il pianto e un po’ per la stanchezza. sorrido triste e allungo la mano per accarezzarla, sussulta., spaventata.
“io non ti farò del male Deliah.” Dico in un sussurro e lei lascia che le appoggio la mano sulla gota umida. Sorride a occhi chiusi.
“quando avrai bisogno ci sarò sempre.”
“p-erchè tu se-i il mio angelo…”risponde. Annuisco e rido.
“cosa mi è suc-cesso? Perché non r-iesco a muovere le gambe?” chiede con le sopracciglia corrugate e io non posso far altro che spiegarle tutto quanto. Non ha paura di questo e sinceramente nemmeno io.
“però non è detto. Puoi benissimo riprendere tra qualche giorno.” Sbadiglia e annuisce. Ha smesso di tremare ora, anche se so che ha tanta paura.
“lui.. voleva portare via Sofia… davvero-”
“-lui non farà nulla. Te lo prometto.” Mi alzo con l’intenzione di andarmene e lasciarla riposare per bene, ma mi sento tirare leggermente la manica della mia felpa. Mi guarda come una bambina, che si è svegliata dopo un bruttissimo incubo.
“resta qua… per fav-ore…” sorrido e lei mi fa posto nel letto. Mi sdraio sul fianco e la guardo.
“ ti prometto anche, Honey che ritornerà tutto come prima. Io ti amo e non voglio vederti così…” le sussurrò mentre Deliah lentamente chiude i suoi bei occhi, stanchi. Non so se mi ha sentito, ma non importa.



Deliah POV


Lo sento sussurrare questa bellissime parole, ma non ho la forza di rispondere. Se Mikey dice che tornerà tutto come prima io voglio crederci. Non mi interessa se rimarrò paralizzata, mi interessa solo passare la vita che mi resta con l’uomo che mi ha saputo capire e consolare e stare con la bambina che solo con una sua risata mi porta allegria, che solo con un suo abbraccio o bacio mi porta dolcezza e amore. Sbagliavo quando pensavo che tutto si sarebbe risolto, usando solo le mie forze. Io ho bisogno di persone vere accanto e le ho trovate. Solo che io, stupida l’ho capito solo ora. Riapro gli occhi dopo un po’, quando capisco che Mikey si è addormentato. È tremendamente bello e dolce. Con quelle labbra sottili, con quel naso lungo e perfetto, con quelle borse sotto gli occhi che gli danno un’aria malandata e quei suoi capelli lisci, che ora gli ricadono sugli occhi chiusi. Sorrido e accosto la fronte sulla sua.. ora veramente tutto andrà come sperato. Chiudo gli occhi e penso a Sofia e a Mikey, in quel fantomatico giorno al lunapark. Faceva freddo, era febbraio. Sento ancora le nostre risate nella mia testa, vedo Mikey che rincorre Sofia e poi la prende in braccio giocoso, vedo noi tre, messi in posa. Una signora che scatta una foto voluta da Sofia e che ha poi messo in una cornice in camera sua. Tutto è come un bellissimo film. Quando uscirò da qui voglio ritornare a quel lunapark e fare mille foto e mille scherzi, mangiare zucchero filato, tremare dal freddo e ridere battendo i denti e sentire quella felicità che non sentivo da tanto.
Ma come fai Mikey? Ti ho fatto del male, tanto, ma non riesco a sentire un senso di colpa, perché era destino e il destino non si cambia.


… How could you cry
for me
‘Cause I don’t feel bad about it
So shut your eyes
Kiss me goodbye
And sleep
Just sleep…
The hardest part is letting go of your dreams
A drink for horror that I’m in
For the good guys and the bad guys
For the monsters that I’ve been….

E dormi Mikey, dormi soltanto. E quando ti risveglierai voglio darti tutto l’amore che ti meriti e voglio farti dimenticare la persona cattiva e buona che sono stata, voglio essere la vera Deliah. E voglio evitare di farti piangere perché quella notte ti ho sentito e non ne vale la pena piangere per me, perché con te sono stata un mostro, ma tu sempre e comunque sei rimasto qui.





Ecco qua!!! Ho aggiornato in fretta!!! È un periodo che sforno capitoli come pane!!!!XD XD XD XD


Super ringraziamenti a:

MiKeYwAy4EvEr: vedi non è poi così male Deliah!!!! Io fabbricavo fazzoletti da quando ho cominciato a leggere la tua storia!! Ma ora che è finita (LLLL) me ne sono rimasti a migliaia, se vuoi sono tutti tuoi!!!!!!!non usati ovviamente XD XD XD Ecco qua spero ti piaccia anche questo capitolo!!!! Baciiiii!!!!!!

Mcr_girl: eccoti accontentata!!!! Ti piace? Spero tanto di siiiiiiiiiii!!! Grazie tesoro per i complimenti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! bacioni!! XD XD XD XD XD

ElfoMikeyILoveYou: grazieeeeeee non preoccuparti anche a me capitano questi momenti faccio dei casini assurdi!!!! XD XD XD XD XD XD XD XDXD. Spero che anche questo capitoletto ti abbia regalato emozioni!!!!!!! Baci baci!!!

guysssssssss il ventiquattro è il mio compleannooooooooooo diventoo vecchiaaaaaaaaaaaaaaaaaaa help meeeeeeeee

grazie a chi ha letto solamente!!! grazie milleeeee

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Capitolo 10
*** “L’inizio di una verità” ***


“L’inizio di una verità”


Deliah POV

Guardo il cielo privo di qualsiasi nuvola, ed è così bello e così vero. Speravo di non uscire più da quel ospedale. Speravo di non riuscire più a camminare, ma sono qui in piedi che cammino verso la macchina di Mikey, aiutata da due stampelle di ferro. Mikey mi apre premuroso la portiera dell’auto. Osservo dal finestrino alzato, l’ospedale. Quel posto che mi voglio lasciare alle spalle. Mikey mi guarda preoccupato. Mi volto verso di lui e gli sorrido, stringendogli la mano. Va tutto bene. La mia vita sarà pure piena di casini, ma con persone così affianco sono sicuro che riuscirò a superare ogni cosa. Accendo la radio e noi restiamo in silenzio. Io che continuo a guadare fuori, lui che concentrato guida.
“cosa c’è?” mi chiede guardandomi velocemente per poi ritornare a guardare la strada. Io scrollo le spalle. Ho sognato sta notte.
È stato tremendo. Per quando mi sforzo non riesco a togliere il pensiero di quelle mani schifosamente ruvide e possessive su di me. Scuoto la testa, per cercare di togliere quelle immagini dalla mia testa.
“partirò.” Parola sospesa nell’aria.
“come?”
“tra una settimana. È un tour. Da San Francisco e dintorni.” Dice, con le mani strette sul volante.
“perché?” domanda stupida. Insignificante.
“perché è il mio lavoro.”
“voglio venire con te.” Sono una bambina.
“no.” Dice, scuotendo la testa.
“perché Mike?” chiedo lamentandomi. Stupida e odiosa bambina.
“Liah, sei troppo debole, hai bisogno di riposo!”
“ma io sto benissimo!” esclamo. Mikey si ferma a un semaforo rosso. Mi guarda. Non è arrabbiato. Mi sorride. È tipico di lui e un giorno tutto questo suo modo gentile e dolce mi ucciderà.
“io vorrei portarti lo sai ma-“
“ma cosa?? ti prego so che starai via tanto e-“
“sono due settimane! Liah non fare i capricci come una bambina!”
“beh, mettiamola così: non ho mai visto la California!” mikey ride.
“e lo so sono una poppante piagnucolona.” Affermo incrociando le braccia al petto. Cosa posso fare se mi sento una quindicenne innamorata? Sono patetica. Mi vergogno di me stessa, ma non posso fare a meno di comportarmi così.
Mikey riparte e in pochi minuti sono davanti a casa. Non c’è nessuno e Mikey mi fa entrare tenendo la porta spalancata. Guardo a modo la casa e subito mi viene in mente quel giorno, quando Mikey era uscito dalla mia vita, per poi ritornarvi.
“ vuoi riposarti?” mi chiede. Io annuisco. Non voglio guardare un minuto di più questo ingresso. Lentamente, forse troppo lentamente cominciamo a salire le scale, sento la stanchezza arrivare come un camion hai cento all’ora. Entriamo in camera e lascio che il mio peso si accasci sul mio adorato e tanto sognato letto. Sbuffo mentre tutti i capelli mi ricadono davanti agli occhi. Mikey si avvicina e ridendo me li scosta dal volto.
“quando si parte?” chiedo ingenuamente. Mikey alza gli occhi al cielo esasperato e non mi risponde e si avvicina a me e si sdraia sul mio corpo, mi bacia lentamente il collo. sgrano gli occhi e li tengo fissi sul soffitto. Deliah lui non è come Jack, non ti farà del male. Anche se la mia testa mi dice di stare ferma, io mi muovo lo stesso, nervosa. Mikey se ne accorge e si allontana da me con un piccolo bacio sulle labbra socchiuse.
“scusa honey…” sussurra rocamente. È così bello in questo momento, che se non fosse per la mia paura e la mia stanchezza avrei già abbandonato tutto alle spalle per stare con lui e vivere quei attimi di felicità con la persona che si ama. Io non mi ricordo più com’è. Non ricordo la sensazione che si prova quando ci si scambia amore.
“scusa tu. Non lo faccio apposta, ma penso che per non pensarci più debba passare un po’ di tempo, ma sappi che quel che provo per te non è cambiato, sei sempre il mio angelo e lo sarai per sempre perché io t-“
“MAMMAAAA?!?!?!?” mikey si alza in piedi in tutta fretta, spaventato e io non posso fare altro che sbuffare contrariata. Dopo pochi secondi vedo Sofia entrare nella stanza, con un bel sorriso felice stampato in faccia. Dietro di lei, Jamia.
“Sofia!!!” esclamo, sono contenta di vederla, tanto. Mi abbraccia il petto e il suo buon odore mi entra nelle narici e mi rilassa. Le accarezzo i capelli scompigliati.
“ma dove sei stata?”Sofia saltella contenta.
“la zia mi ha portato al lunapark! Mamma dovevi vedere quante giostre!!! Il nano voleva andare a fare le montagne russe ma appena è sceso ha vomitato tutto il gelato al cioccolato. Era troppo divertente!!!” è entusiasta e questo mi fa apparire un largo sorriso. Vedo Jamia guardarmi e sorridermi, con la sua straordinaria bellezza.
“grazie tu e Frank siete stati molto carini a portarla con voi!” jamia agita la mano.
“figurati, è così tanto simpatica!! E poi io e lei abbiamo solo accompagnato Frank che moriva dalla voglia di andarci!! Però si ci siamo divertiti tanto!!!” sorride, allegra.
“Frank dov’è?” chiede Mikey. Jamia scuote le spalle, in un segno di pura rassegnazione.
“in auto, non si sente bene. Non so quante volte gli h detto che se si rimpinza di gelato finisce male!! Ma ovviamente non mi ascolta…” jamia è contrariata, ma ha quel sorriso innamorato che fa capire che non ce l’ha veramente con Frank. Rido, poi Jamia fa una domanda che mi fa ricordare il motivo per qui io e Mikey stavamo “discutendo”.
“e poi è così eccitato per il tour! Sembra una scarica elettrica!” io guardo Mikey. Lui mi fissa e scuote la testa. Giuro che ora mi metto a urlare!
“perché non vieni anche tu?” mi chiede Jamia sedendosi sul letto, accanto a me. Vedo mikey fare dei gesti strani, nel pieno panico.
“perché tu ci vai?” chiedo rivolta alla ragazza, sorridendo già trionfante. Jamia annuisce con un largo sorriso.
“si certo che vengo!!” guardo Mikey mentre lo dico. Lo vedo rassegnato, ma comunque so che non è contrariato.
“che bello così non sono l’unica donna in mezzo a questi scimmioni!!” ride felice. le voglio già bene. È così dolce e spiritosa.



Mikey POV

I miei tentativi non sono serviti a nulla. Se c’è qualcosa che Deliah non sa fare è arrendersi. E io mi piego al suo “potere” Brian mi uccide se sa questa cosa. mi sento però un grande egoista. Perché ho sperato e sognato tanto che lei fosse con me. Vorrei dirle tutto, ma è così difficile. Come faccio a spiegarle che sono innamorato di lei dalla prima volta che ci siamo visti? È difficile, quasi impossibile.
Esco da casa sua dopo un’oretta buona e mi rifugio da Ray.
“sei scemo. Ecco tutto.” Mi dice mentre sorseggia la sua birra. Io guardo la mia bionda, corrugando le sopraciglia.
“grazie..” sussurro sarcastico.
“prego. Vedi tu non sai trattare con le donne.” Mi dice sistemandosi a modo sul divano.
“ti ricordi quando ti sei innamorato della prof di letteratura?” io annuisco. Brutti tempi.
“e ti ricordi quando sei stato peccato guardarle il culo? Quando l’hanno saputo tutti non sei uscito di casa per una settimana e andavi in giro con quel ridicolo passamontagna fucsia…”
“Ray, per favore arrivi al sodo?”
“vuoi che arrivi dritto al punto? Beh, Way non hai le palle in amore.”Dio quanto ha fottutamente ragione. Sempre paura di sbagliare, sempre paura di far soffrire.
“beh, però la prof di Letteratura me la sono scopata lo stesso. Non sono poi così sfigato.” Ray scuote la testa facendo scompigliare i suoi magici capelli.
“quella è stata fortuna.” È proprio vero che gli amici ti sostengono sempre….
"hai così paura che ti fai mettere i piedi in testa da chiunque. È capitato con la prof, con Sarah, con Michelle, con Andrea, con Katrin eppure con Sally. Tu sei un ragazzo d’oro e so per certo che ami quella ragazza ed è speciale almeno quanto te. Però, tira fuori le palle se ce le hai!!” ce le ho? Spero di si perché questa situazione è diventata insopportabile.
Quanto costa dirglielo in faccia? Niente. Solo un grosso paio di palle. Impazzirò. Ho deciso che glielo dirò durante il tour. Ho una settimana di tempo. Me la farò bastare.


La mia maglietta preferita? Dov’è? Ah, eccola!
Mikey Way è intento a preparare le valige. Settimana passata, anzi volata.
Mikey Way è nel panico e non si vuole allontanare da questa camera.
Mikey Way varcherà quella porta e si dirigerà all’aeroporto. I piedi stanno fermi. Ma cos’è che mi fa tanta paura? Forse l’amore che mi attende? O forse l’amore che non ci sarà? Sento il campanello suonare, respiro e prendo con mano decisa la valigia. In pochi minuti sono fuori casa, nella grande macchina bianca. Di fianco a me, Deliah che mi sorride e mi saluta con una carezza sul capo e mi bacia forte la guancia.
“questo è da parte di Sofia.” Mi sussurra. Le sorrido e mi rivolgo a mio fratello. Qualche ora dopo voliamo sul cielo di New York verso la California. Sono eccitato e spaventato. Deliah non è vicino a me, è da all’altra parte che chiacchiera allegra e spensierata con Jamia. Si è rimessa completamente anche se non mi sfugge la sua espressione di dolere quando piega troppo il fianco. Sono preoccupato. Non so quanto possa durare questa sua felicità così spontanea e contagiosa.
Ho un presentimento e quando Mikey Way ha un presentimento quello lo attanaglia fino a farlo esasperare. Ma perché cazzo penso in terza persona? Deliah mi hai fuso davvero il cervello. Mi do una botta in testa per farmi riprendere ma mi guadagno solo una brutta occhiataccia dalla vecchia seduta di fianco a me. Mi volto, imbarazzato e guardo fuori dal finestrino, le nuvole ci hanno ricoperto ed è tutto così bello e unico che mi sembra di sognare. Ho sempre amato andare in aereo. Quella sensazione di essere in alto, di potere vedere le nuvole che sono a un passo da me mi fa sentire sereno. Mi volto incontrando lo sguardo di Deliah che mi sorride.
Rido mentre mi manda un bacio.


È sera e San Francisco è favolosa. Siamo appena entrati in un grande e bellissimo albergo di città.
“bene, sono sei camere in tutto.” Dice la signorina addetta al front-desk.
“ci deve essere un errore, abbiamo prenotato sette camere.” Dico io sporgendomi verso di lei. La signorina controlla ma scuote il capo.
“ e non possiamo prenotarne una ora?” chiede Jamia.
"mi dispiace, ma questa settimana c’è un congresso proprio qui e tutte le camere sono già state prenotate.”
“ se non mi sbaglio avete prenotato due camere matrimoniali e quattro camere singole.” Dice ancora la signorina. Qua ci può essere solo lo zampino di quel cretino di mio fratello.
“Gerard Arthur Way!” mio fratello è nascosto dietro Bob e cerca di fare l’indifferente.
"beh, pensavo che tu e Deliah volevate un po’ di privacy… e così…” guarda per terra e assume quello sguardo da cucciolo ferito.
Vedo Deliah arrossire e girarsi dall’altra parte. Io dal canto mio non posso piegarmi alla visione del faccino da cucciolo, abbandonato e ferito in mezzo una strada, di mio fratello. Sbuffo e chiedo gentilmente alla ragazza le chiavi delle camere. Davanti alla camera, io e Deliah restiamo in totale silenzio.
“ragazzi ci si vede dopo.” Dice Frank chiudendo la porta della camera affianco alla nostra, seguito da Jamia. Io deglutisco. È già difficile confessare i miei sentimenti pensate riuscire a resistere da saltarle addosso!
Mi chiudo la camera alle spalle e mi guardo attorno. È molto bella. I mobili in legno e il letto matrimoniale coperto da morbide coperte Blu notte. C’è un grande balcone e Deliah si affaccia subito. Io la raggiungo dopo aver posato le valigie vicino al letto. Respiriamo l’aria fresca e salmastra, poi con un brivido di freddo ci ritiriamo nella stanza. Non ci siamo scambiati neanche una parola e non lo facciamo nemmeno mentre sistemiamo la nostra roba negli armadi. Quando abbiamo finito Deliah si ritira in bagno, ancora in imbarazzo.



Deliah POV


Mi appoggio alla porta fredda del bagno e sospiro. Mi dirigo verso lo specchio che è grandissimo. Osservo attentamente l’immagine che mi rimanda. Osservo le mie guance rosse. Piano piano mi svesto ed entro nell’ampia doccia. Lascio che il getto bollente mi schiarisca le idee. Mi viene da sorridere mentre penso di entrare nella stanza di Gerard e stringergli la mano per la grande trovata. Così avrò tutto il tempo di parlargli. Se trovo il coraggio.
Esco dal bagno dopo un’oretta buona, Mikey è appoggiato alla finestra e tra le labbra tiene una sigaretta mezza consumata. Mi guarda e sussulta.
“ti da fastidio se fumo?” mi chiede e mi fa sentire a disagio mentre mi squadra. io nego col capo. È la prima volta che ha aperto bocca, dopo ore di silenzio e pensieri. Noto il suo leggero sorriso. Il mio cuore perde diversi battiti.
“carino il pigiama!” mi guardo il mio strano pigiama arancione con una stampa di un canne felice. Mi gratto la testa, imbarazzata. Lui spegne la sigaretta e si dirige verso il suo cassetto.
“io vado a farmi una doccia.” Dice per poi sparire anche lui dietro alla porta di quel bagno. Sbuffo e mi lascio cadere sui cuscini morbidi che odorano di pulito. Nell’aria sento il suo profumo, quello dolce che mi avvolge ogni volta, mischiato a quello più acre della sigaretta appena consumata. Ho una voglia tremenda di sentire la mia bambina, ma guardando l’ora mi accorgo che è piuttosto tardi. Dopo una mezz’ora mikey rispunta con in dosso un leggero pantalone, del pigiama, a righe e una maglietta grigia. Si siede accanto a me e mi guarda. Incrocia le lunghe gambe e mi sorride.
“hai sonno?” una semplice domanda accompagnata da un’altrettanta semplice carezza sui capelli, ma che è stata capace di sconvolgermi.
“un po’… tu?” Mikey annuisce e con fare molto infantile si infila sotto le coperte e io lo seguo. Lontani in un letto troppo freddo. Vedo Mikey che si sporge e spenge la lampada e fa diventare tutto buio. Sento che si gira e non so perché so che mi sta guardando. Silenzio. Che viene rotto da dei rumori sinistri provenienti dalla camera affianco. Mikey soffoca una risata, ma poi la lascia uscire. Ed è così bella. Le nostre risate si levano per un po’ finchè non si placano con un sospiro. Senza farlo apposta la mia mano sfiora quella di Mikey appoggiata sul cuscino, vorrei spostarla, ma lui la trattiene e mi accarezza il dorso con il pollice. Sospiro rilassata e mi faccio più vicina.
“abbracciami Mikey…” una preghiera detta in un soffio ed esaudito: sento le sue braccia calde avvolgermi, mi bacia la fronte e leggermente mi culla trasportandomi nel mondo dei sogni.
“va bene così?” mi chiede all’orecchio, per poi baciarlo dolcemente. Io annuisco scossa da brividi. “sta notte non farai brutti sogni e nemmeno io li farò. Siamo insieme e non ci può accadere nulla.” Mi sposta i capelli dalla fronte e li accarezza.
“grazie angel…” queste parole vengono dal cuore e so che sorride mentre entrambi chiudiamo gli occhi.




Eccomi qua ancora!!!!!!!!!! Capitolo venuto veramente da schifo. Mi dispiace per chi leggerà!!! È un capitolo di passaggio, poi nei prossimi la situazione tra i due si fa più…. No basta se no rivelo troppo!!!!! =P
scusa gli errori atroci ma non ho riletto per mancanza di tempo!!!!!

C’è jamia c’è jamia c’è jamia c’è jamia!!!! Dovevo metterla per forza!!! Troppo cicciolosaaaaaaaaa


grazie chi ha letto solamente vi adoro!!!


mega grandi ringraziamenti a:


mcr_girl: grassieee dear!!! spero che anche questo capitolo ti piaccia!!!!!! kisses honey!!!

MiKeYwAy4EvEr: spero che sia riemersa del tutto dal tuo libro nero!!!! grazie ed ecco qua fammi sapere okay? grossi baci!!!!


Ne approfitto per ringraziare tantissimo le persone che hanno recensito “Anime all’inferno”:

mcr_girl: sono davvero contenta che ti sia piaciuta!!!!grazie per i complimenti!!! Grazie per aver letto un bacioneeee!!!

Linkin park: grazie sono contenta che ti abbai fatto commuovere!!!!!!!! Grazie grazie!! Baci!!

BluAndYellow: okay giro che non la chiamo più cosa tu però non mi ammazzare!!!!! XD XD grazie per la recensione!!!! Spero anche io di scriverne altre!! XD XD

blaise_sl_tr07: si è la prima che scrivo su loro due!!! È stato un attimo di follia…. Grazie tantissimi dal cuore baci

ElfoMikeyILoveYou: identità scoperta!!! Non mi puoi tenere le cose nascoste honey lo sai!!!!!!!!!!!!! Grazie per le recensioni i love you ti adoro un grosso baciooooooooooooooo

My cHeM VaVV@: grazie grazie mille (tutti questi complimenti mi fanno stare su una piccola nuvoletta rosa…) spero tanto di scriverne un’altra e… beh, vediamo che cosa mi suggerirà la mia testolina diabolica.

Puccipucciosissimaaaaaaaaaaa: ma ciao lindaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa la mia cicci che mi sopporta con i miei sbalzi d’umore per causa: ispirazione!!!!! Ti adoro e grazie di tutto!!!

Luinil: oh dear non piangere!!!! lo so quella canzone sconvolge... grazie per i complimenti veramente!!!! bacioni!!!

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Capitolo 11
*** "Just love" ***


“Just love”



Deliah POV


Sta sera concerto. È già il terzo che si tiene in questa città e questa sera sarà la prima volta che li vedrò dal vivo. Sono emozionata, sono contenta. Mikey è già andato via da un po’ per il suond-check e ora io sono con Jamia in attesa di andare nel locale dove i ragazzi si esibiranno. Ho istaurato un ottimo rapporto con lei. È simpaticissima e intelligente. Ama parlare e quando le chiedi come si sono incontrati lei e Frank ti regala un enorme sorriso e gesticola timida mentre mi racconta. Non avrei mai pensato che Frank stesse con Jamia da così tanto tempo. Sinceramente non mi sembrava il tipo.
“sai cosa ti dico? Ci vorranno massimo tre quarti d’ora prima che Worm ci passi a prendere.. allora perché non andiamo al bar? Caspita ho visto una torta che era talmente ricoperta di panna!!!” io rido e scuoto la testa. Jamia è fatta così.
“andiamo dai!” esclamo trasportandola al bar dell’hotel. Li ci rimpinziamo di torta alla panna con doppio strato di crema.
“questa è vita.” Esclama Jamia e io rido mentre addento l’ultimo pezzo.
Poco dopo Worm fa la sua entrata nel bar e sistemandosi gli occhiali sul naso ci scorta fino alla macchina.


Siamo appena arrivate nel backstage. I ragazzi sono appena saliti sul palco e il buio più totale li ricopre. Solo quando la voce di Gerard si alza nell’aria le luci si accendono e i My Chemical Romance vengono accolti con u n grande boato.
“sono fantastici vero?” mi chiede Jamia con voce alta per cercare di sovrastare la musica. Io dall’altro canto guardo Mikey, che muove la testa a tempo e fa avanti e indietro per il palco. Sorrido vedendo i suoi capelli in disordine che gli scendono sugli occhi e sulla bocca socchiusa, lo vedo concentrato nelle note del suo basso e mi accorgo di non avere mai visto qualcuno di così attraente e dolce.
Distolgo un attimo lo sguardo per notare Gerard e Frank che si scambiano un appassionato bacio. Allora diceva la verità Mikey. Questi due fanno sempre così. Si toccano, si cercano… guardo Jamia e vedo che sorride. Non è minimamente preoccupata. Sarà sicuramente l’abitudine. Lascio che i miei pensieri se ne vadano dalla mia testa per concentrarmi su una canzone che avevo già sentito…


In the middle of gun fight…
In the center of a restaurant…
They say, “come with your arm raised high!”
Well, they’re never gone get me,
And like a bullet through a flock of doves…
To wage this war against your faith in me,

On your mother’s eyes, say a prayer… say a prayer!

Now but I can’t
And I don’t know
How we’re just two men as God had made us,
Well, I can’t… well I can!

They all cheat at cards and the checkers are lost,
My cellmate’s a killer, they made me do push-ups (in drag)
But nobody cares if you’re losing yourself… am I losing myself?!
Well, I miss my mom,
Will they give me the chair, Or lethal injection, or swing from a rope if you dare:
Ah, nobody knows… all the trouble I’ve see!

To you room…
What they ask of you
Will make you want to say “so long…”
Well, I don’t remember,
Why remember… YOU?!

Do you have the keys to the hotel?!
Cause’ I’m gonna string this motherfucker on fire!(FIRE!!)

Life is but a dream for the dead,
And well I, won’t go down by myself.
But I’ll go down with my friends

Now now now now… now now now… now now now!!


E neanche me ne accorgo che sto muovendo la testa a tempo di musica, picchiettando le mani sulle cosce. Ha carattere questa canzone, ha un testo deciso e veramente vero.
Finita la canzone io e Jamia applaudiamo forte e scatenate proprio come i ragazzi del pubblico. Dopo un’altra ora di pura adrenalina ed emozione lo show si conclude con una pioggia di coriandoli rossi ed argento.
Li guardo incantata e abbassando lo sguardo incontro quello di Mikey che mi osserva con un largo sorriso stanco e soddisfatto. Lo saluto con la mano, regalandogli un sorriso orgoglioso, perché si, c’è solo da essere orgogliosi con una persona così speciale e unica accanto. Mikey si avvicina a noi, seguito dagli altri che sono stanchi e soddisfatti.
“bleh, puzzo da far schifo… ci vuole una doccia…” commenta Bob toccandosi con disgusto i vestiti sudati. Tutti gli altri della band seguono il suo esempio e ritorniamo in albergo, tra scherzi, risate e battute.
“a domani Jamia!” saluto prima di chiudermi la porta alle spalle. Mikey è seduto sul letto e si riposa le gambe stanche. Stranamente non è sudato come gli altri, sembra fresco come una rosa. Con un sospiro mi tolgo le converse nere che ho hai piedi.
“non vai a farti una doccia?” chiedo e stranamente cerco di evitare il suo sguardo che sembra penetrarmi dentro l’anima.
“si penso che andrò a farla…” è vago e sfuggente. Non capisco questo comportamento è come se mi dovesse dire qualcosa ma non ci riesce.
“c’è qualche problema?” chiedo, senza mai guardarlo negli occhi. Non mi risponde e borbotta tra sé e sé. Senza darci peso comincio a togliermi gli orecchini e la collana che mia figlia mi ha regalato per Natale. Lo sento sbuffare ancora. Ora si è alzato e mi guarda. Vedo di sottecchi che apre le braccia.
“si, un problema c’è.” Esclama a voce alta. Mi fermo, ma non lo guardo.
“il problema Deliah è che le cose non sono reali come le vediamo. È tutto un grande e unico sogno. Perché tutte le volte che ti osservo e che ti tocco ho paura che la tua immagine svanisca. È una paura che mi attanaglia ogni giorno e ogni notte da quando sei dentro il mio cuore e non posso farci nulla. Sarà stupido, insignificante, ma è colpa tua. Si, tua. Sei tu che sei dentro di me, sei tu che mi fai soffrire. Sei tu che mi fai star bene. Sei tu che mi fai vivere. Sei tu la persona che cercavo e io non posso fare a meno di amarti!” Mikey mi osserva, con gli occhi sbarrati, sorpreso quanto me, col fiatone e le lacrime agli occhi. Chi sono io per meritarmi una persona come lui? Nessuno ecco chi sono. Non lo merito questo ragazzo così meraviglioso, che ora sto abbracciando con tutte le mie forze. Sorrido nascosta nel suo petto. È tutto quello che speravo, tutto quello che in fondo volevo che non accadesse.
È immobile Mikey.
Non sa che fare. Ha le braccia abbandonate lungo i fianchi. Tutto il coraggio ottenuto per confessare è sparito e io lo capisco. Anche a me succede. Sempre.
Mi stacco da lui e lo guardo regalandogli la stessa carezza sui capelli che tutte le volte lui donava e dona a me.
“vorrei dirti tante cose, ma finire solo per rovinare questo momento che supera la perfezione.” Gli sussurro. Mi sorride timido. Si tortura le mani e si scompiglia i capelli. Chiude gli occhi e sospira poi li riapre e li punta nei miei.
“scusa è stato un momento un po’…” io nego col capo
“non scusarti.” Mikey annuisce e mi accarezza i collo con entrambe le mani mentre mi bacia. È vero sembra di essere in un sogno.



Mikey POV


La bacio e faccio qualche passo verso il letto. Ora non ci interromperà nessuno.
Ora sarà tutto perfetto. Mi passa le mani dietro al collo ed entrambi cadiamo sul letto sfatto. Sorrido r le tolgo i capelli dal viso. Mi guarda, non vedo paura nei suoi occhi. Sono grandi e così blu che mi sembrano quel mare dove ieri l’ho vista correre e scherzare allegra. Bacio il suo collo scoperto e la sento tremare. Le guardo il viso e noto i suoi occhi pieni di lacrime.
“vuoi che smetta?” si morde il labbro inferiore e scuote il capo, poi mi sorride cominciando lentamente a sbottonare la mia camicia nera. Un brivido lungo mi percorre la schiena quando sento le sue mani su di me. Mi accarezza con le dita il petto, il mio respiro accelera e una strana sensazione che pervade il mio corpo. Le accarezzo le gambe sospirando il suo nome. Mi toglie la camicia in una carezza lenta e mi sorride, poi mi bacia la spalla mentre io le alzo la maglietta bianca. Gliela sfilo veloce e la osservo rapito. Le poso un bacio tra l’incavo dei seni. Deliah sussulta e mi stringe i capelli nella morsa della sua mano mentre un sorriso le increspa le labbra. Trema sotto il tocco leggero delle mie mani nervose.
“se vuoi che smetta dimmelo. Non voglio farti del male Honey…” le dico guardandola in quei occhi così belli. Non parla e scuote ancora il capo. Non sono molto convinto e quindi mi soffermo a guardarla.
“è tutto okay…” mi sussurra, poi porta le sue mani verso il mio basso ventre. Mi sbottona lenta il jeans. Uno ad uno ogni bottone viene fuori dalle asole. Chiudo gli occhi e nascondo il viso nell’incavo del suo collo e tremo mentre mi accarezza lentamente. Sento i jeans scivolare a terra. È come se facessi l’amore per la prima volta, mi sento in imbarazzo e inesperto. Guardo in basso e tiro giù la cerniera della sua gonna nera e anche questa va a fare compagnia agli altri indumenti sparsi per terra. Scosto le coperte e ci infiliamo sotto le lenzuola fresche. E nemmeno me ne accorgo che non abbiamo più nulla addosso. Mi abbraccia forte e mi bacia una spalla. Sospiro e la stringo a mia volta. Sembrerà banale dirlo ora, forse molte persone si sono giurate amore in questo modo e io vorrei non essere come gli altri, ma è talmente bello che non posso fare a meno di dirglielo con tutto l’amore che sento.
“ti amo…” emozione vera. È diverso da tutte quelle volte che l’ho pensato o che gliel’ho sussurrato mentre lei dormiva. Sorride radiosa e mi da un bacio umido mentre ci muoviamo aritmicamente. Deliah si aggrappa alla mia schiena sudata, sospiro ancora più pesantemente quando mi accorgo di sentirla veramente mia, quando mi rendo conto che questa promessa vale per sempre. Le lascio una scia di baci sul collo. deliah cerca la mia mano per poi stringerla con la sua forte. Alza la testa dal cuscino, quel che basta per raggiungere il mio orecchio e sussurrare parole tanto attese.
“ti amo davvero…”



Deliah POV


Mi sveglio con un sussulto e allungo una mano verso Mikey.
Gli tocco la schiena fresca e scoperta. Mi metto a sedere confusa e mi guardo intorno. Mi accorgo di non avere i vestiti e pian piano ogni mio tassello ritorna al suo posto. Abbiamo fatto l’amore tutta la notte e mi accorgo che è giorno da raggi che fanno capolino dalla finestra. Mi viene da ridere. Perché poi? Sarà la felicità che mi gioca brutti scherzi sulla mia salute mentale. Guardo ancora Mikey che dorme prono, tranquillo. Sento il suo respiro regolare e ritorno a stendermi accanto a lui e come una bimba rido delle sue smorfie. Bussano alla porta. Sbuffando mi alzo e mi indosso la camicia nera di Mikey abbandonata per terra. Bussano nuovamente. E io con una corsetta raggiungo la porta. Gerard attende davanti all’uscio con la testa bassa.
“Gerard!” sussurro sorpresa. Lui mi guarda da capo a piedi con uno dei suoi soliti sorrisini inquietanti stampato in faccia.
“scusa il disturbo, ma c’è Mikey? Io annuisco e lui in modo molto tranquillo e senza essere invitato entra nella stanza e si avvicina a Mikey.
“alzati fratello!” gli scuote la testa, ma Mikey borbotta qualcosa e poi si gira dall’altra parte scoprendosi maggiormente. Gerard scuote la testa già rassegnato, ma non del tutto e infatti comincia a scuoterlo ancora più forte.
“Way sbrigati. Sono le dieci e giù c’è un cazzone ultrasessantenne che vuole intervistarci e guarda caso manchi solo tu.” Mikey borbotta un qualcosa che assomiglia vagamente a un:”ma vaffanculo..”
“liah pensaci tu a questo qua. Io lo aspetto giù.” E tranquillamente se ne va, proprio com’è arrivato. Non c’è un Way che si salva. Mi passo una mano tra i capelli e mi siedo dalla parte del letto di Mikey.
Gli accarezzo i capelli scompigliati e comincio a chiamarlo finchè lui, finalmente non apre i suoi occhi.



Mikey POV


Apro gli occhi infastidito, ma la figura che mi appare d’avanti mi fa perdere ogni mio proposito omicida. Sorrido a Deliah che delicatamente mi scompiglia i capelli.
“buon giorno.” Le dico e le accarezzo una guancia rosea.
“anche a te…” ripenso a questa notte e un rosso carminio mi dipinge le guance. Caspita che nottata! Mi perdo nei miei pensieri.
“lo sai che sei un porco?” esclama tirandomi un pizzicotto sul braccio. Urlo di dolore,
“so cosa stavi pensando maiale!” mi viene sopra e comincia a farmi il solletico. Mi vuole proprio morto. In un attimo di tregua riesco a ribaltare la situazione e posizionarla sotto di me. La guardo, ha l’espressione fintamente imbronciata. Rido della sua faccia e dopo poco mi segue anche lei.
“okay, dai fila a farti una doccia che tuo fratello ti vuole giù per l’intervista.” Mi dice mettendosi in piedi. Cazzo è vero. Mi infilo i boxer e mi preparo per andarmi a fare una doccia, quando il telefono di Deliah squilla.
“è Dylan!” esclama, per poi rispondere. “ehi fratellone!” mi la sua espressione contenta cambia e diventa preoccupata e poi seria, molto seria.
“okay. Tranquillo.” Chiude la telefonata e mi guarda negli occhi e noto subito che c’è qualcosa che non quadra.
“Sofia e Dylan sono all’aeroporto di San Francisco.”
È impaurita e preoccupata.





HOLA A TUTTI!!!!!! Com’è secondo voi questo capitoletto? Non sono brava a descrivere certe scene e poi era la prima volta che mi cimento in questo tipo di scene….. cooomunqueeeeeeeeee capitolo finio un po’ alla cacchiamola, ma poi vedrete nel prossimo….


Piccola noticina: la canzone è ovviamente : “You know what they do guys like us in prison”. Dei my chem. Non centra un cappero con questo capitolo ma io la dovevo mettere per forza perchè la amo!!!!!


Okay un ringraziamento speciale a Linda che ha dovuto leggere in anteprima sta cosa e che mi ha aiutato!!!!!! Ti ringrazio tanto perché sopporti anche tu le mie paranoie sulla storia!!! i love you little pony (ahah)


Ora ringraziamenti ma tanti tanti tanti tani a:

MiKeYwAy4EvEr:ciaoooooooooooo cara!!!!!!! MA GRASSSIEEEEE!!!!!!! Ecco qua un altro capitolo spero che ti piaccia!!!!!!! Ah, ricordati sono la tua fan numero 1!!!!!!!!!!!!! Bacioni grandi grandi!!!!!

Mcr_girl: HONEY!!!!!!!!!! CIAOOOOOOOO!!! Non mi mangiare però perchè io sono una bimba buona… sisi!!! E okay, non dico più che fanno schifo…(forse) davvero l’adori?????? Oh, che bello!!!! Spero che adori anche questo capitolo!!!!!! Bacioni pucciosissimi dear!!!!

E grazie all’omone buono!!!!!!!! XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD


Ps: oggi sono felice…. Non so se si nota….

Grazie TANTISSIMO a chi legge solamente grossi baci anche a voi!!!!!!!!

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Capitolo 12
*** "My dad" ***


“ My Dad”



Deliah POV


Arriviamo all’aeroporto in poco tempo e correndo, tenendoci per mano raggiungiamo il luogo d’incontro. Arrivati a metà strada vedo le codine di Sofia sventolare nell’aria e poco dopo vengo investita da lei, che mi abbraccia ridendo felice. Le accarezzo la testa mentre preoccupata guardo Dylan che saluta Mikey con una stretta di mano. Sofia si stacca da me per volare tra le braccia di Mikey che la fa scoppiare a ridere sollevandola in aria. Dylan mi abbraccia.
“cos’è successo?” chiedo e lui scuote la testa.
“non qui ne parliamo con calma in albergo.” Annuisco, poi con un sorriso mi rivolgo ad Sofia, porgendole la mano.
“vieni andiamo!!” afferra la mia mano mentre mio fratello e Mikey tirano le due piccole valige.
Arriviamo in albergo in dieci minuti, minuti in cui tutti eravamo in silenzio, tranne Sofia che non faceva altro che parlare dell’emozionante volo. Il suo primo volo in aereo.
Entrando ci troviamo un Gerard Way piuttosto incazzato che guardava Mikey truce. Mikey fece dei colpi di tosse.
“beh ma allora sei tardo??? Dove sei stato? Dovevi venire all’intervista! Ma perché diamine fai sempre di testa….” Si interrompe vedendo Sofia e Dylan dietro di noi.
“tua…” conclude osservandoci con aria stranita.
“ ehi Mikey!! Attento a tuo fratello è incazzato nero!!” una voce ci raggiunge. È Frank, seguito dagli altri e da Jamia. Punta il dito a Sofia guardandola scandalizzato.
“ e tu che cosa caspita ci fai qua???” Sofia incrocia le braccia al petto guardandolo dall’alto fino in basso. Gli risponde con una pernacchia.
“beh, ecco se troviamo un posto tranquillo…” interviene Dylan grattandosi la testa. Così di comune accordo ci dirigiamo in camere mia e di Mikey, dove il disordine della notte scorsa la fa da padrona. Tutti si spargono per la camera, alcuni su poltrone, altri sul tappeto e come frank spaparanzati sul letto. Mikey raccoglie qualche vestito, imbarazzato, buttandolo poi sotto il letto con finta disinvoltura.
“sono qui perché Liah è successo un casino a New York.” Dice e mi guarda preoccupato.
“è pazzo. Non è umano.” So che sta parlando di lui.
“la mamma?” chiedo preoccupata.
“mamma sta bene, lavora al caso come può.” Annuisco e guardo Sofia che ridacchia mentre tira i capelli a Frank.
“voleva prendersela.” Dice guardando mia figlia. sussulto e tutti rimaniamo in silenzio.
“Sofia perchè non andiamo a vedere il mare?” propone Jamia guardando Sofia tenera. Sofia salta sul letto urlando mille volte si. Jamia le porge la mano ed entrambe escono dalla camera. Grazie Jamia, perché hai capito che in questo momento ho bisogno anche di te.
Osserviamo la porta chiusa poi Dylan ritorna a parlare.
“non ho la più pallida idea del perché voglia la bambina, ma l’ho portata qui perché mi sembrava più al sicuro, con voi. Il punto è che sapeva della tua partenza. Ti rendi conto che si è fatto trovare a scuola? Per fortuna che l’insegnante non l’ha lasciata andare con lui, perché Sofia continua a ripetere di non conoscerlo. Io e mamma siamo corsi da lei, ma ovviamente non c’era più. Chissà cosa vuole farci con Sofia!” esclama scandalizzato. Guardo fuori dalla finestra e lascio che le lacrime mi riempiano gli occhi. Mikey mi stringe la mano.
“è colpa mia, perché se non fossi partita…” sussurro passandomi una mano sulla fronte.
“Dio sono così stupida…” una lacrima mi riga il viso, silenziosa.
“non è colpa tua, se vuole Sofia a tutti i costi avrebbe comunque provato a rapirla in un’altra maniera.” Dice Frank interrompendo il silenzio. Lo guardo, forse ha ragione, ma non toglie il fatto che io ho abbandonato mia figlia.
“so cosa pensi Deliah. Non ce l’ho con te. Sinceramente non era previsto. Insomma tutti pensavano che si sarebbe limita a un processo per affido di minore.” Cerca di consolarmi Dylan.
“ a quando ho sentito sono molte le colpe che potrebbero portarlo alla perdita e magari anche alla galera. Ho sentito dire che la sua azienda è stata indagata per falsità del registro dei contabili e azioni totalmente inesistenti, sommate a questo quasi tentato di sequestro, sarebbe il culmine per lui, visto che è a capo di tutto.” Dice Ray, grattandosi la testa con la mano.
“ma perché tentare altri reati? O glielo ordina qualcuno o si fa di eroina nel cervello.” Dice Frank, facendo strappare un sorriso a tutti.
“beh, potrebbe esserci suo padre sotto tutto questo.” Dico pensierosa.
“ma perché prendersela con una bambina?” chiede Gerard aprendo le braccia. me lo chiedo anche io. Perché? Cos’ha Sofia che può servire a loro? Niente. E allora perché?
“ora Sofia è qui e non sarebbe meglio non parlarne più finchè siamo insieme? È una bambina, non diamole troppo peso alla cosa. so che ha già intuito tutto, ma facciamole vivere momenti felici e non pieni d’ansia.” Guardo Mikey mentre dice queste parole. Ha ragione.
“perché comunque a parlare così non risolviamo nulla, tutto quello che bisogna sapere lo sa il tuo ex marito Del.” Rabbrividisco mentre Bob pronuncia quel soprannome. È come se gli occhi di ghiaccio di Jack mi stessero fissando. È come se ridesse di me. Sento la sua risata cattiva penetrarmi. Scosso la testa e stringo la mano di Mikey più forte che posso. Mi guarda e io annuisco. Mancava meno di due settima al ritorno a New York e già sentivo la paura investirmi come un onda.



Mikey POV


Osservo Deliah sbarrare gli occhi e stringermi la mano. È stato come se mi cercasse e io ci sono. Sempre.
“beh, se vuoi Dylan puoi dormire nella mia camera, c’è un letto singolo in più.” Propone Bob sorride.
“mica hai secondi fini Bob?!” chiede Frank malizioso, scompigliando i capelli biondi del batterista. Ridiamo tutti e anche quando Bob comincia a rincorrere Frank per tutta la stanza e poi per il corridoio.
“ vedi se non posso essere gentile che subito tu tiri fuori la battutina del cazzo!!” lo sentiamo esclamare. Frank ride come un pazzo saltando da una parte all’altra, finchè non sentiamo dei vetri infranti a terra. Ci dirigiamo tutti fuori dalla porta dove un direttore piuttosto arrabbiato osserva Bob e Frank d’avanti a lui.
“è stato lui!” esclama Frank puntando il dito verso il povero Bob.
“chiunque sia stato, deve pagare i danni del vaso.” Frank sbuffa e tira fuori il portafoglio e dopo aver dato una somma al direttore, quest’ultimo si congeda dicendo:
“vi ricordo che lo zoo, è a Oakland non nel mio Hotel.” E se ne va lasciando Bob rosso in viso con la testa bassa e Frank che gli fa il verso muovendo la bocca in smorfie strane. Poco dopo ritorniamo in camera scossi dalle risate. È come se tutta la preoccupazione fosse svanita per un po’ dalle menti di Deliah e Dylan e sono contento. è tutto merito di quel pazzo scatenato di Frank.

Dopo che Dylan si fu sistemato e dopo aver deciso che Sofia avrebbe dormito con me e Deliah, io e Frank siamo usciti per comprare le sigarette.
“tra te e Liah va alla grande vero?” mi chiede aprendo il nuovo pacchetto di sigarette. Io annuisco.
“a che pensi Mikes?” mi chiede guardandomi e buttando fuori il fumo dalla bocca.
“a niente...” rispondo scrollando le spalle. Frank si ferma e mi guarda.
“perché secondo te io ci credo?” perché mi leggi dentro Frank?
“okay, okay…” dico esasperato.
“allora?” chiede sedendosi sulla panchina di un bel parco nella zona ricca di Sn Francisco.
“sembra che tutto vada bene, ma appena faccio un passo verso di lei succede qualcosa. Tu non sai quanto mi sento in colpa per questo. Se non mi fossi convinto a quest’ora sono più che sicuro che non sarebbe successo niente di niente a Sofia.” Confesso.
“non è vero e tu lo sai. Sei solo troppo stupido per capire che non c’entri niente. Sono le scelte del cuore che ti dicono se una cosa che fai è giusta o sbagliata. E quello che stai costruendo con Deliah è una scelta giusta. Era destino. Non rimandare cose che poi succederanno comunque. Se Deliah non fosse venuta con noi in tour, ti saresti dichiarato appena tornato a casa e il padre di Sofia avrebbe comunque tramato qualcosa. Queste cose le sai bene Mikey. Non si può cambiare il destino, perché è già scritto dentro di noi.”mi accarezza la spalla mentre mi dice questo con un sorriso tenero.
“e che era tutto così dannatamente perfetto, abbiamo fatto l’amore e ogni cosa sembrava procedere, ma il giorno dopo…”
“Mikey, capita a tutti di dover aspettare e semplicemente affrontare le cose che vengono all’improvviso con naturalezza e voglia di fare.” Afferma. Lo guardo i quei suoi occhi così grandi e nocciola, così innocenti che sempre strano pensare che abbia detto queste cose come un uomo, anche se in realtà Frank è ancora un bambino a metà. Gli sorrido e poi guardo davanti a me.
“è come se la mia vita fosse appesa a un filo e io sono troppo pesante per starci sopra…” gli dico. Attimi di silenzio, lunghi attimi di silenzio finchè Frank non parla:
“un elefante si dondolava sopra a un filo di una ragnatela…” lo guardo strabuzzando gli occhi. E questa canzone da dove è uscita?
“…e ritenendo la cosa interessante, andò a chiamare un altro elefante…”
“Frank?”
“DUE elefanti si dondolavano sopra a un filo di una ragnatela e ritenendo la cosa interessante andarono a chiamare un altro elefante…”
“guarda che io stavo dicendo una cosa seria…” inutile è perso nella sua canzoncina.
“TRE elefanti si dondolavano sopra a un filo di una ragnatela e ritenendo la cosa interessante andarono a chiamare un altro elefante…”
“FRANKKK?!?!?” urlo, saltando in piedi. Lui mi guarda spaventato, poi scoppia a ridere, accasciandosi sulla panchina.
“ma che cazzo ti ridi idiota?!” comincio a dargli dei colpi molto forti sulla fronte.
“aiho!!!!!” esclama mettendo il muso e massaggiandosi la fronte.
“volevo tirarti su il morale!!! Sei così moscio oggi!” esclama offeso. Rido, ripensando a tutto quello che ci siamo detti.. come farei senza di lui?

Torniamo in hotel dopo qualche ora, canticchiando a braccetto la canzone dell’elefante.
Deliah è nell’ala relax destinata hai clienti. Legge un libro insieme a Sofia e quel che vedo mi fa battere forte il cuore. Mi piacerebbe essere li in mezzo e ridere con loro. Lo vorrei davvero tanto.
Alza lo sguardo e mi sorride, mi avvicino e le do un bacio leggero sulla guancia.
“che leggete?” chiedo sedendomi al posto di Sofia e posizionarmela sulle gambe.
“le storie dei fratelli Grimm. È il mio libro preferito.” Dice la bambina gongolando un po’.
“ah, davvero? E che dici me la leggi la tua storia preferita?” Sofia annuisce e prende dalle mani della madre il grande libro. Si schiarisce la gola e comincia a leggere.
“il fuso, la spola e l’ago… c’era una volta una fanciulla, che aveva perduto i genitori quando era ancora piccola…” la lettura incerta di Sofia mi fa sorridere. Le bacio una tempia e continua la sua lettura.
“ora però tocca a te!!” mi dice porgendomi il libro.
“va bene… ma non è un po’ tardi?” chiedo. Sofia guarda sua madre poco prima stava chiacchierando allegra con la oramai amica Jamia.
“beh, in effetti… Mikey ha ragione… perché non vai su ti metti il pigiama e poi vengo io a raccontartela okay?” Sofia sbuffa. E mi ricorda tanto me, quand’ero bambino.
“okay vado a letto, però solo se Mikey mi legge la storia!!” Deliah mi guarda, come per chiedermi il permesso. “va bene, allora campionessa, andiamo a metterci questo pigiama!” esclamo la prendo per mano e a passo di marcia saliamo le scale. Arrivati su Sofia, si svestì e si mise un pigiama arancione che mi ricorda tanto quello di sua madre, solo di dimensioni ridotte. Dopo essersi lavata i denti si sistema nel letto singolo che gentilmente ci hanno portato quelli dell’hotel. Mi siedo accanto a lei e apro il libro. Leggo il titolo della fiaba: “Rosaspina” meglio conosciuto come la bella addormentata.
“c’erano una volta un re e una regina…” comincio a leggere guardando Sofia di
sottecchi che si stringe al suo pupazzo preferito. “..e furono celebrate le nozze del principe e di Rosaspina, che vissero felici e contenti fino alla morte.” Chiudo il libro e guardo Sofia che sbadiglia, assonnata. Le rimbocco le coperte.
“buona notte.” Sussurro. Sofia mi abbraccia con le sue braccia piccole e delicate.
“buona notte papà… perché tu oramai sei il mio papà…” avete presente quando il cuore vi batte talmente forte che non sapete come spiegarvi tutto questo? A me sta succedendo questo. Le sorrido.
“va bene Sofia.” Le bacio il naso fresco e lei mi sorride.
“buona notte ancora papà…”



Deliah POV


appena ho sentito Sofia chiamarlo papà una gioia mi è salita dal petto, facendo diventare tutto più giusto e più bello. Mikey si volta e quando mi vede sorride.
È felice, si vede dai suoi occhi nascosti dalla penombra della lampada.
“hai sentito?” chiede io annuisco e lo abbraccio.
“nessuna figura maschile si è mai comportata così con lei. Ha bisogno di sentirti vicino, sei l’unica persona che riesce a farlo.” Mikey mi sorride e mi bacia le labbra.
“qualunque cosa succederà d’ora in avanti, noi tre staremo unici okay?” io annuisco alle sue parole. Poi mi trascina nel letto e abbracciati ci addormentiamo grazie al battito dei nostri cuori.



eccomi qua con un nuovo capitoletto…. Spero che vi piacciaaaaaaaa davvero ho una seria di complessi in questo periodo… comunque mi sento molto Gerard Way devo dire………

noticine: la canzone dell’elefante è successa davvero una cosa tra me e mia madre. In corriera mi stavano uccidendo e mia madre ha pensato benissimo di chiamarmi e quando le ho detto di essere appesa un filo ha cominciato con questa canzone. Ma… mia madre è tutta matta….
Comunque…le fiabe le ho diciamo”rubate” dal libro dei fratelli Grimm che adoro personalmente.

Piccola confessione: in Sofia c’è molto di me stessa alla sua età!!!!


tantissimissimi ringraziamenti a tre persone che adoro personalmente e le ringrazio di seguirmi sempre e sono:

Mcr_girl: ecco qua… ci ho messo un po’ ma spero veramente che ti piaccia!!! No non mi morire!!! Se no io come faccio senza le tue storie e i tuoi commenti sulle mie storielle??? XD XD XD XD XD XD XD TANTI ABBRACCI HONEY!!!

MiKeYwAy4EvEr: Già Gerard è un rompi palle!!!(che venga a rompere un po’ me!! Io lo accetto volentieri!! =P) ti ho fatto piangere? Spero di no dai!!! Come ti sembra questo capitolo?? Fammi sapere okay? Bacioni grandi!!!!

ElfoMikeyILoveYou: lo sai e te lo ripeto, tu non mi nascondi niente amore!!!!! Senti vuoi dire che il documentario su di te fatto al telefono non era un capolavoro?!?!?!? Così mi offendi =P E poi sei tu che non accendi il motore della scimmiotta che hai nel cervello!!!! No scherzo dai!!!! Ti amo tanto e grazie ti tutto!!! Sempre il solito porco eh? Ma Daniele non cambi mai!!!! Ma ti amo lo stesso!!! Grazie ancora BILLU mio!!!



grazie infinite a chi legge soltanto!!!! I love you guys!!!!!!! PS: RINGRAZIO TANTISSIMO: chi mi ha recensito “Life or Dead?” grazie guys, mi fate sorridere sempre!!!!!

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Capitolo 13
*** “fear of the truth” ***


“fear of the truth”



Mikey POV


“PAPAAAAAAÀÀ” un urlo rompe il chiacchiericcio che si era formato nel backstage. Sono con gli altri, mentre mi sgranchisco le dita, pronto a suonare.
All’appello manca solo Frank. Presto mi ritrovo con Sofia, che corre disperata tra la moltitudine di adulti, aggrappata alla gamba, che mi guarda impaurita.
“papà vuole farmi azzannare dal suo cane!!!” dice. Io la guardo, stranito, finchè non sento la risata satanica di Frank, che ci raggiunge. Prendo in braccio Sofia che nasconde la testa nel mio petto.
“ma brava, nasconditi, tanto non mi scappi nanetta del piffero!!!” esclama. Chiudo un attimo gli occhi.
“Frank almeno per un giorno potete non litigare?” chiedo supplichevole sapendo benissimo la risposta.
“NO!” esclamano in coro, poi si studiano con gli occhi ridotti a fessure.
“Frank vai a 20 metri… no anzi facciamo 100 metri da qui per favore.” Chiedo paziente. Lui annuisce, poi la guarda puntandole il dito in mezzo la fronte.
“non finisce qui. Avrò la mia vendetta.” Dice minaccioso. Sofia fa una falsa risata e lo guarda con superiorità.
“non ci riuscirai mai, ottavo nano.” Risponde. Poi Frank se ne va.
“beh, come mai qua?” chiedo facendo scendere la piccola dalle mie braccio.
“la mamma ha detto che potevo assistere a dieci minuti di concerto.” Io annuisco e le do un bacio tra i capelli. sento lo sguardo dei ragazzi puntati su di noi. Ho omesso a loro il piccolissimo particolare che ora Sofia mi considera suo padre. Già, suo padre. Quante ore sono passate dal quel momento? Ventiquattro? Non lo so, so solo di essere riuscito a ritagliarmi quel piccolo angolo di paradiso, che sognavo.
“papà canterete ‘I’m not okay’ vero????” mi chiede supplichevole, con le mani congiunte e l’espressione da tenero scoiattolo. Avete presente quel film, dove ci sono tre scoiattoli che cantano? Ecco, Sofia ne sa interpretare bene solo uno, ovvero quello paffutello con gli occhi dolci e la felpa verde. Dio maledica questi cosi così zuccherosi. Guardo Gerard, che annuisce.
“si Sofia!” acconsento. La piccola mi lancia un sorriso felice, quel sorriso che vorrei vederle sul viso ogni giorno della sua vita. Non credo mi abituerò mai all’idea che mi chiami papà. Ogni volta che quelle parole escono dalla sua bocca sento il mio cuore esplodere in una danza piena di vita.
“ragazzi tra cinque minuti in scena!” dice Brian che ci da pacche di buona fortuna sulle spalle.
“Brian hai visto Deliah?” il nostro manager scuote il capo.
“no, deve essere con Jam, però! Non preoccuparti alla piccola ci penso io!” poi si guarda intorno.
“e adesso dove si è cacciato quell’emerito cazzone?!” Sofia spalanca gli occhi e mi guarda sorpresa.
“ehm, Bri, scusa ma se non te ne sei accorto qua c’è una bambina di sette anni.”
“oh,cazzo è vero! Ops, è che merda sono talmente abituato a sparare stronzate con voi che non me rendo conto delle minchiate che dico.” Si giustifica poi, mentre Bob prontamente ha coperto le orecchie di Sofia. Ho una certa paura ad affidagli Sofia, ma quando Frank fa la sua apparsa con la chitarra accordata fra le mani, il manager ci da dieci secondi di tempo e poi ci spinge su palco, senza farmi pensare.
Entra Ray, Bob, io, Frank e infine Gerard. Le luci si alzano. Siamo tutti pronti. Mi giro e noto Sofia che mi saluta radiosa, mentre tiene la mano ben stretta in quella di Brian. Mi volto appena sento mio fratello parlare nel microfono. Da la giusta carica al pubblico che già urla elettrizzato.
“…la prima canzone è dedicata a una bambina speciale, una bambina che usa questa canzone come ninnananna. Questa è tutta per te Sofia: I’m not okay!!!” urla nel microfono seguito dal boato dei fan. È uno di quei concerti dove vorresti buttarti sopra a quella mischia e farti trasportare. Mi concentro nelle note del mio basso e d’avanti a me ho la sua immagine, un’immagine allegra, di lei che batte le mani, e muove la testa ornata da piccole codine.



Deliah POV


Io e jamia raggiungiamo il backstage in fretta e furia mostrando i mostri pass hai butta fuori. Abbiamo fatto tardi. Ci siamo confidate ed ora siamo libere da un peso che è più leggero.
Raggiungiamo Brian e Sofia e posso sentire sempre più vicine le note della canzone preferita di Sofia.
Scorgo Dylan parlare con una ragazza e un sorriso mi sorge naturale. Forse è la volta buona anche per lui.
Mi ritrovo a pensare alla notte corsa. È strano quando tutto sembra andare per il verso sbagliato e poi ritrovarsi improvvisamente sulla strada giusta. Non so quando sarà lunga questa strada. Io spero infinita.
Mi chino e abbraccio Sofia da dietro, mentre le note movimentate di “I’m not Okay” si spengono e un grande applauso le sostituisce.
“è meglio che la porti in albergo prima che Gerard e Frank incomincino.” Mi consiglia Jamia. Io annuisco e con fatica trascino mi figlia lontano.

Arrivate all’hotel Sofia si infila nel letto senza proteste. La copro per ben.
“mamma?” mi chino verso di lei.
“cos’è l’amore?” sorrido.
“è qualcosa che va oltre ciò che vedi e che senti” mi guarda stranita.
“lo proverai tra qualche anno…” dico con u gran sorriso.
“soffrirò per amore?”
“si.”
“allora io non voglio l’amore.” esclama
“non si decide questo tesoro. L’amore ti penetra dentro senza che te ne accorgi e non puoi fare niente.”
“non capisco.” Le bacio la guancia.
“lo capirai crescendo.” Le passo il suo orsacchiotto. “ora dormi, a domani!”
“a domani.” Spengo la luce ed esco dalla stanza, chiudendola a chiave. Scendo nell’ala centrale dell’hotel e aspetto gli altri,seduta su una comoda poltrona verde. Mi infilo le cuffie dell’Ipod. “Astro Zombie” dei Misfits mi invade la mente. Alla fine viene sostituita da “Under Pressare” dei Queen. Due canzoni che adoro.
Passano circa tre ore e mezza, quando finalmente dall’ingresso dell’hotel appaiono i ragazzi. Spengo Ipod e lo infilo nelle tasche dei jeans.
“forza cavallo!!” urla Frank posizionato sulla schiena di Ray.
“scendi giù pirla!!” si lamenta il più grande.
“oh, mio prode destriero, portami a destinazione!” Ray lo scaraventa a terra, vicino alle mie gambe. Alza lo sguardo verso di me e mi saluta con la mano.
“ciao Liah!!” e si aggrappa alla mia gamba strusciandosi. vedo Dylan sfuggire e cadere a terra dalle braccia di Gerard, che lo teneva saldamente visto che barcollava, per poi mettersi a ridere da solo come un matto.
“si sono ubriacati.” Mi dice Mikey, che viene vicino a me seguito da Jamia. Proprio come immaginavo. Jamia sospira e tira su Frank, ancora aggrappato alla mia gamba.
“noo! Mi vogliono rapire! Sono un fiore delicato, non potete prendermi! Aiutoo!” si dimena come un pazzo poi si alza in piedi e riconosce Jamia.
“ah, Jam, sei tu!!” esclama, per poi abbracciarla stretta.
“uhm… bella…” sussurra, con voce da maniaco mentre comincia a toccarla. Jamia arrossisce e impreca tra le labbra, poi lo prende per uno orecchi e lo trasporta su, verso la loro camera.
“Saionara!!” esclama Frank con un sorriso salutando con la mano.
“come faccio senza il mio compagno di avventure?!” si lamenta Dylan, ancora per terra. Si porta le mani alla testa e si dispera.
“ah, destino infame e crudele..” io sbuffo. Quando può essere normale mio fratello?
“tranquilla me ne occupo io!” dice Bob trascinando in camera Dylan per la manica mentre canta disperato:
“I lost my friend…”

dopo poco rimaniamo solo io e Mikey. Mi osserva con quello sguardo che è capace di uccidermi.
“com’è andata?” chiedo accarezzandogli i capelli scompigliati.
“bene!” dice soddisfatto. Mi porto le ginocchia al petto e lo guardo meglio, mentre abbandona la testa sul divano. È bello nella semplicità dei suoi movimenti. Mi incanta i suo modo di chiudere gli occhi, mi strega il movimento delle sue dita sulle corde del basso, il movimento delle sue mani su di me.
Allunga un braccio verso di me e con dolcezza mi accarezza la gamba. Mi sorride. Io ricambio e gli scosto i capelli fermandogli dietro l’orecchio. Mi bacia, tenero, lento, caldo come un il vento d’estate. Mi sfora le guance con entrambe le mani, ruvide e belle. Mi la scio trasportare dalle sue azioni. Il nostro bacio si spegne, rotto da un sospiro. Mi lascia una piccola scia di baci sulle gote e sussurra che mi ama. La gioia che ho provato alcuni giorni fa si ripete, ma sembra più vero.



Mikey POV


Mi sveglio presto. Scendo nella sala ristoro e trovo Ray, Frank, Jamia e Gerard che svogliati fanno colazione.
“buon giorno!” esclamo contento, ma in risposta ottengo solo dei mugugni, a parte da Jamia che mi saluta , nascosta nella sua tazza di caffè.
“ti prego fai smettere di suonare le campane…” dice Frank disperato.
“quali campane Frank? Era il campanellino della reception!” ribatto stranito.
“è uguale, suona lo stesso… Dio che inferno…”
“ecco cosa succede a bere per scommessa.” Dice Jamia alzando la voce. Frank si porta le mani alla testa disperato. Rido e dopo aver ordinato il mio caffè, mi volto a guardare Gerard, che sorride distratto.
“che c’è fratellone?” chiedo.
“pensavo a ieri, a quello che ha detto Sofia.” Risponde. “È una bella cosa, sai?”
“ sinceramente non ce lo saremmo mai immaginati.” Interviene Ray. Io mi gratto la testa, in un misto di contentezza e imbarazzo.
“sembri veramente un padre. Ti sei sempre preso cura di quella bimba. È ammirevole.” Dice Jamia, poggiando la sua tazza sul tavolo ben apparecchiato.
“non l’ho faccio per dovere. Lo faccio perché lo voglio.” Dico, bevendo un lungo sorso di caffè. Gerard mi sorride e mi scompiglia i capelli.
“ora non ti resta che sposare Deliah.” Il caffè mi va di traverso, tossisco e Jamia mi da delle forti pacche sulla schiena.
“per tua informazione, stiamo insieme da cinque,e dico cinque giorni contati.” Dico a Frank che fa spallucce e torna al suo biscotto al cioccolato.
“non pensare al matrimonio delle altre persone, pensa al tuo invece!” sbotta Jamia offesa, poi si alza e se ne va. Vedo una lacrima solcarle la guancia, mentre scappa dalla sala. Non ha tutti torti. Jamia è la ragazza più paziente che conosca, ma dopo un po’ l’attesa diventa insopportabile. Vedo Frank sbattere la testa sul tavolo e darsi del cretino e infatti lo è.
“si Iero sei un cretino.” Afferma Ray. Poi Frank si alza e corre da lei. Forse questa è la volta buona che quei due mettano a posto la situazione. Sospiro.
“ecco perché io e Lyn-z abbiamo fatto così in fretta. Se no sai te le crisi isteriche?” dice mio fratello giocando con un cucchiaino. Rido.
“di che parlate?” Deliah è spuntata dietro di noi, mi saluta con un bacio leggero sulle labbra.
“di crisi isteriche.” Dice Ray.
“interessante…” dice, poggiando un libro su tavolo.
“cos’è?” chiedo. Lei me lo mostra meglio.
“è il mio libro di arte contemporanea. Pensavo di mettermi avanti con il programma di studi. È da un po’ che l’ho mollato”
“roba leggera.” Commenta Ray. Gerard invece va vicino a lei interessato.
“davvero studi arte?” Deliah annuisce, poi entrambi entrano in un discorso che va oltre il mio sapere. In poche parole, non capivo un cazzo di quello che dicevano.

Altri giorni sono passati e finalmente il ritorno a casa è alle porte. trasporto giù i bagagli, con Sofia dietro di me che mi aiuta. Lasciamo l’albergo dopo qualche minuto.
In aeroporto, siamo scortati da agenti della polizia, mentre i fan ci reclamano, dietro una sbarra rossa. Faccio scendere Sofia dalle mie braccia e con gli altri ci dedichiamo un po’ a quei fan che sono li chissà da quanto. Deliah e Sofia mi passano accanto e mi sorridono. Dopo circa venti minuti ci distacchiamo da loro e ci dirigiamo a fare il chuck-in. Sofia ritorna in braccio a me, mentre siamo ancora inseguiti da fotografi e moltitudine varia. Le copro la faccia con la mano e finalmente riusciamo a toglierci di dosso paparazzi.
In aero tutto sembra tranquillo, Sofia è troppo eccitata per stare zitta, Bob russa accanto a me, insieme a Dylan, Frank e Jamia parlano vicini, a voce bassa, gerard ascolta la musica e Ray gioca col suo Nintendo, Deliah legge a bassa voce il suo libro d’università e Brian chiacchiera con Worm
Scendiamo dall’aero che è oramai sera. Frank e Sofia proclamano cibo a gran voce. Ad aspettarci, Lyn-z, Christa e la signora Armstrong. Ci sorrido contente. Lyn-z si butta letteralmente fra le braccia di Gerard , saltandogli in braccio e baciandolo appassionata. Vedo Gerard traballare, ma ridere felice. La mamma di Deliah ci viene incontro e ci abbraccia uno ad uno, con le lacrime agli occhi.
Mi distraggo vedendo un’ombra nascosta dietro una colonna. Ci osserva, coperta da una giacca a vento nera. Sofia distoglie la mia attenzione dallo strano personaggio.
“papà!! Perché non vieni a mangiare da noi sta sera!! La nonna fa le lasagne!!” esclama saltellando. Io le sorrido e annuisco. Arrivati a casa Armstrong sento Deliah sospirar.
“casa dolce casa…” chiudiamo la porta, ma sento ancora la presenza di quell’ombra.
Un pensiero costante, pauroso. >Verso le undici, Deliah mi fa strada verso la sua camera. Per quella notte avrei dormito li, visto che la macchina mi era stata sequestrata da Gerard, ma in realtà erano tutte scuse per poter stare un’altra notte insieme.
Chiude la porta a chiave e mi guarda maliziosa. La blocco sulla porta con le braccia e mi chino a baciarla.



Deliah POV


Mi bacia mentre io gli apro la cerniera della felpa, lo tocco, sentendo il suo cuore battere veloce. Sorrido e mi stacco da lui per permettergli di levarsi l’indumento. Lentamente mi sbottona la camicia, ad ogni bottone lo sento scendere e posare bacio delicato sulla mia pelle. Sospiro. Lo riporto verso le mie labbra che bacio appassionata. Mikey comincia ad avanzare verso il letto, finchè non ci troviamo stesi, io sopra di lui. Mi guarda, sente il mio respiro corto, sente la mia voglia. Non è solo sesso. Non lo sarà mai.
In pochi minuti ci ritroviamo a fare l’amore, cercando di reprimere respiri troppo lunghi, per non farci sentire, proprio come due ragazzini. Soffochiamo il nostro piacere in un bacio, per poi accasciarci stanchi sul letto.
Mikey mi accarezza la schiena umida con la punta delle dita. Chissà a cosa pensa. Alzo la testa dal suo petto e lo guardo negli occhi, quei occhi che hanno molto di più che un colore, hanno un mondo.
“cosa c’è Mikey?” chiedo, accarezzandogli il labbro inferiore col pollice. Sospira.
“quando siamo arrivati in stazione ho avuto una brutta sensazione. Ho intravisto qualcuno dietro a una colonna e mi sono venuti i brividi e ora non riesco a smettere di pensare a quella figura. È stampata nella mia mente. Ho un bruttissimo presentimento honey. Sarà che sono paranoico ma…” mi guarda. Si comprendo le tue paure e per un motivo che conosco bene sono anche le mie.
“pensi che sia lui?” chiedo e la risposta che attendo è uguale alle mie supposizioni.
“penso di si, è chiaro che devo aver qualche problema di mente. Una persona non può essere normale se comincia a pedinare o per giunta a rapire. domani voglio parlarne meglio con tua madre…” mi dice mettendosi a sedere sul letto, io lo imito.
“lei ne sa quanto noi.” Dico.
“si ma con più pensieri insieme si può arrivare a una soluzione.” Dice saggiamente.
“vorrei tanto sapere che cosa passa nella testa di Jack.” Sospiro ormai rassegnata di tutto. Quell’uomo oramai è dappertutto. Non lo sopporto lo voglio fuori dalla mia vita una volta per tutte. Mikey mi abbraccia e mi riporta stesa.
“scusa non dovevo parlarne, ho rovinato un bel momento. Sono stupido lo so, ma è che vorrei vederti felice veramente.” Io scuoto il capo.
“mi basta averti qui.” Mi sorride e come da tre settimane a questa parte mi accompagna nel mondo dei sogni accarezzandomi i capelli e il viso.

Il mattino dopo mi sveglio e noto di essere sola nel letto. Mi alzo, mi vesto e esco dalla camera e mentre scendo posso sentire mia madre parlare con Mikey. Mi fermo, cercando di cogliere dei pezzi di conversazione.
“… tutti abbiamo paura caro. La verità è vicina. Non fare cose avventate, pensa che chi soffrirà saranno i tuoi cari.” Sento dire da mia madre parole profonde.
“e cosa dobbiamo fare?” riconosco la voce di Mikey.
“innanzi tutto capire il motivo di questi comportamenti.” Dice mia mamma.
“non lo capiremo mai sei lui non ce lo dice.”
“oh, Michael mi pare piuttosto ovvio, ma vedi forse il motivo reale non è così difficile da capire.” Rimane la frase in sospeso ed esce dalla cucina.
“oh! Tesoro buon giorno!” dice alzando la testa, io mi affretto a scendere le scale, come se niente fosse. Mikey fa capolino dalla porta e mi sorride.
“ben alzata dormigliona!” esclama. Tutta la sua preoccupazione è scomparsa ed è stata sostituita da quel sorriso rassicurante e sincero che ogni volta gli spunta sul volto.
“ah, tesoro hanno chiamato dal bar, Ben chiedeva se puoi fare il turno del pomeriggio oggi.” Dice mia madre prima di sparire nel bagno situato al piano terra. Annuisco distratta e mi avvicino a Mikey per ricevere un buon giorno come si deve. Veniamo interrotti da una vocina ben conosciuta che tossisce.
“scusate il disturbo, ma al telefono c’è la nonna.” Capisco a chi si riferisce. Mi avvicino al telefono e prendo in mano la cornetta.
“pron-to?” dico esitante.
“Deliah, sono Elizabeth.” Una voce fin troppo conosciuta sta dall’altra parte del telefono.
“si?”
“devo parlarti. È urgente.” Mi dice supplichevole.
“di che cosa si tratta?” chiedo curiosa.
“non posso parlarne per telefono. Potremmo incontrarci in un luogo sicuro?” mi chiede.
“venga qua signora.” Annuisco mentre ricevo la sua risposta. Chiudo la telefona e guardo Mikey,
“la madre di Jack sta venendo qua. Dice che vuole parlarmi urgentemente.” Mikey annuisce e mi stringe la mano.
“mamma? Papà? Che succede?” chiede Sofia tirandoci per i vestiti. Mikey le sorride e la prende in braccio.
“stai tranquilla. Ti fidi di me?” Sofia annuisce e lo abbraccia. Poi corre i salotto a guardarsi i cartoni animati.

Passano i minuti, Dylan non fa altro che camminare avanti e indietro da quando l’abbiamo messo accorrente della visita.
Suona il campanello, mia madre va ad aprire.
Delle voci e poi la figura di Elizabeth Smith d’avanti a me. Non è più la stessa donna di una volta. Il bel viso sempre in ordine è stato sostituito dalle rughe e dalla stanchezza.
“salve...” dice, a testa alta. Mikey e la mia ex suocera si presentano.
Ho paura della verità e di quello che mi dirà.







ma ciaooooo! A tutti! Capitolo al limite dello schifo, ma vi prego non fucilatemi!!! È un capitolo che anticipa il succo reale della storia, quindi si, oramai siamo agli sgoccioli!!

Come farò a non leggere le vostre meraviglie per due settimane intere???????!?!?!?!?!?!?!?!? Da suicidio proprio… non voglio andare in stage il 18! Vi prego help meeeeee!!!!! Mi divertirò proprio a fare lo stage in un hotel… ma che palleeeeeeeeeeeeeeeee!!!

Comunqueeeeeeeeeee grazie a chi avrà la forza mentale e fisica di leggere questo capitolo!!!

Ps: sto cercando di cimentarmi in una frerard a capitoli… e dovrei postarla nel prossimi giorni (se ci riesco prima dello stage)… spero che piacerà… mah….




E tanti ringraziamenti a:

ElfoMikeyILoveYou: ma grazie billu!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Davvero tanto dal cuore!!!!!!!!! I love you baby!!!!!!!!!!

MiKeYwAy4EvEr: Sofia è un Dio. Basta. Piace anche a me quella bimba!!!! (ah ah forse perché mi assomiglia) grazie dei complimenti e ti voglio ringraziare in particolare perché mi hai commentato costantemente le mie storie a capitoli!!!! Grazie mille davvero!! Mille baci!!!

Mcr_girl: sono lusingata honey, grazie!!!! Grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie!!!!!!!!! Sono contenta che la mia storia ti faccia questo effetto!! (a parte quando piangi) ancora grazie dear!!!!!!!!!!!!!!! kissoni dal cuore!!!!! E grazie del sostegno!!!

Keira: dai Lindas non esagerare……… non è poi così bella!!!! Grazie comunque dal cuore e anche perché come al solito sopporti tutto in anteprima!!! Thank you alla mia adorata compagna di banco!!!!!!!! Bacinoooooo

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Capitolo 14
*** "letter" ***


“Letter”



Mikey POV


La signora Smith ci guarda, torturandosi le mani ben curate.
È nervosa e questo suo nervosismo lo trasferisce a noi.
“è difficile… so per certo che non mi crederete, che io dica queste cose solo perché Jack è mio figlio, ma è la verità ed è giusto che voi la sappiate.” Sospira chiudendo i suoi occhi verdi.
“ho tentato in questi giorni di cercare il coraggio per venire parlare con voi, ma tutte le volte era come se fossi tirata indietro da una forza sconosciuta.” Ecco chi era la persona nascosta dietro quella colonna, posso riconoscere il cappotto nero, come la pece.
“vedete, Jack non è più qui.” Sussurra la donna, singhiozzando. Guardo Deliah che si è portata le mani sulla bocca.
“cosa vuole dire scusi?” chiesi, con mani tremanti.
“si è suicidato una settimana fa.” Nasconde il viso in un fazzoletto di raso nero, perdendosi in mille singhiozzi. Non avrei mai pensato che saremmo arrivati a questo. Posso sentire tutto il dolore di Deliah e la capisco, come farà ora a dirlo a Sofia?
“ha.. lasciato questa per te…” dice la signora Smith ancora nascosta nel fazzoletto. Porge una lettera bianca a Deliah, l’unica scritta nera che la percorre è al centro, con solo queste parole: “per Del”.
Deliah la prende tra le mani e l’osserva, sconvolta.
Esco dalla stanza sentendomi veramente di troppo. Osservo la porta del salotto, dove la bambina sta guardando i cartoni. Percorro la distanza che mi divide dalla stanza.
Quando entro rimango per un po’ a fissare Sofia, finchè la piccola non si accorge di me.
“papà! Sei venuto a vedere i cartoni con me?!” chiede saltellando sul diano. Io sorrido e la raggiungo. Ci abbracciamo. Le accarezzo i morbidi capelli, aspettando che sua madre entri da quella porta e le racconti l’accaduto. Lei mi sorride, ignara di tutto.
Dopo qualche minuto, Deliah ci raggiunge, gli occhi ancora bagnati da lacrime, amare.
Senza dire una parola si inginocchia davanti a Sofia e le prende entrambe le mani con le sue. Mi lancia uno sguardo. So che ha paura di ciò che la bambina potrà dirle.
“tesoro, devo dirti una cosa ed è importante… so che se non te la dico, quando sarai più grande mi odierai…” deliah è incerta, mentre Sofia sposta lo sguardo su di lei.
“vedi, non è facile…” si interrompe e sospirando sussurra:
“vedi il tuo papà non c’è più…” attimi di silenzio precedono la risposta secca di Sofia.
“ah, mi dispiace.” E poi ritorna a guardare i suoi cartoni animati. Deliah fa scendere una lacrima sul suo bellissimo viso. Riporta lo sguardo di Sofia nel suo, prendendole il volto con entrambe le mani.
“solo questo?” chiede delusa. La bambina non risponde.
“Sofia rispondimi.” Lo sguardo di Sofia si indurisce ancora di più.
“si solo questo! Non ho motivi per piangere per una persona che non mi voleva bene!”
si alza in piedi e fronteggia la madre.
“ti sbagli Sofia, lui ti voleva bene!” ribatte.
“sono tutte bugie!!! Non voleva mai parlarmi, non voleva mai raccontarmi una favola primi di dormire, non mi ha mai portata al parco, non mi voleva mai tra i piedi e mi lasciava sempre da nonna Elisabeth!! Non mi voleva bene!!!” urla, prima di scappare dalla sala e rifugiarsi in camera sua, sbattendo la porta e proprio come un adolescente ha messo a tutto volume la sua canzone preferita.
Deliah si alza in piedi e si porta le mani hai capelli.
“che devo fare?” disperata, mi abbraccia.
“vai da lei. Ha tanto bisogno di te. Parlarle, falle capire che suo padre le voleva bene.” le dico accarezzandole la guancia umida. Lei annuisce e sparisce dalla stanza, proprio come Sofia.
Mi passo una mano fra i capelli in disordine e dopo qualche minuto mi dirigo in cucina.
La signora Smith è andata via da poco.
“ci ha comunicato la data del funerale. È per la settimana prossima.” Mi annuncia la signora Armstrong. Annuisco, servendo del caffè per me e per Dylan.
“ci sarai vero?” sono le prime parole che gli escono dalla bocca. Nego col capo.
“ti prego vieni. Sofia e Deliah hanno bisogno di te anche in questo momento.” Rifletto su queste parole. Forse dylan ha ragione.
“si. Va bene.”



Deliah POV


Il sole stona con il senso di questa giornata. Siamo tutti vestiti di nero e per quanto io possa amare questo colore, oggi mi da alla nausea. Guardo Mikey, accanto a me, come sempre. È talmente bello in quel suo completo scuro, che fa quasi paura. Sofia mi tiene stretta la mano, nell’altra una rosa rossa. La sua dolcissima espressione felice è stata sostituita da una dura maschera, una maschera che mai le avrei voluto vedere sul viso. Ci incamminiamo verso la lunga fila da tre di sedie scomode. Occupiamo, insieme hai parenti di Jack, le prime file. Sofia è in braccio a Mikey, facendo resistenza alle richieste di Elisabeth, che la voleva con lei. La bambina ha cominciato a urlare di voler stare cl suo papà, Mikey.
Incomincia la funzione.
Sembra così lunga, sembra che non vuole finire mai. Sento il prete pronunciare parole che non appartengono a Jack e mi vergogno per lui. Dopo un tempo interminabile, il prete conclude. Io e Sofia ci alziamo e insieme, mano nella mano ci dirigiamo verso quel buco, dove Jack era stato riposto e aspettava solo di essere chiuso con una moltitudine di terra. Osservo mia figlia, mentre lenta fa cadere la rosa rossa, che si posa con un piccolo tonfo sulla bara di legno. Non una lacrima, non un lamento. Resta seria, aspettando che questo incubo finisca. Mi lascia la mano e torna da Mikey. Entrambi si incamminano verso l’uscita del cimitero. Rimango sola.
Tiro fuori dal cappotto la lettera di Jack.
Non ho ancora avuto il coraggio di leggerla.
La apro, lenta. Rimango stupida dalla parole che ha scritto.


“cara Del,

so cosa stai pensando ora. Lo so, non ho mai scritto una lettera. So che sarai stupita, soprattutto quando capirai che questa mia lettera è per chiederti scusa.
Non ho scusanti.
Ti ho abbandonato, anzi vi ho abbandonato.
Mi ricordo la prima volta che ti ho visto, nella palestra della scuola. Mi sono subito innamorato di te. Dal primo istante, del tuo primo sorriso.
Quando possono importare queste parole?
Beh, ora nulla.
Se qualcuno mi chiedesse il perché del mio comportamento non saprei rispondere.
Sono stato stupido a seguire i consigli di persone che non si importavano realmente di me.
Non ho mai capito il perché tenevi tanto a me e al nostro rapporto, ma forse, come mi hai detto tu quella volta in tribunale, era perché mi amavi. Ero e sono troppo egoista per meritarmi il tuo amore. Ho approfittato di te. Ti tradivo, ma continuavo a stare con te, solo per aver quel conforto che le altre non riuscivano a darmi. So che sapevi delle mie storie, ma non hai mai detto nulla, sei sempre stata in disparte, consolandomi quando te lo chiedevo. A me andava bene così, finchè questa situazione non mi è sfuggita di mano e sono fuggito.
Ho sempre cercato storie impossibili da quando abbiamo divorziato. Non mi accorgevo che quello che realmente volevo eri tu. Fu tremendo quando lo capii. Ho passato gli anni successivi a pensarti e ad affogare il mio dolore in qualche donnetta facile e qualche bicchiere di troppo, perché oramai avevo capito che il tuo cuore non sarebbe mai stato mio. E ogni cosa si ritorceva contro Sofia, tutte le volte che la vedevo era come osservare il nostro amore frantumato. Non volevo ascoltarla, non volevo parlarle e tanto meno guardarla in faccia. Non sono mai stato un padre per Sofia.
Quando, dopo quattro anni che me ne ero andato, l’ho rivista ho subito pensato che nostra figlia , fosse la bambina più bella del mondo.
Mi pento di aver trattato male, un pezzo importantissimo del mio cuore. Sono sicurissimo che quando sarà grande assomiglierà a te. Bella e forte. Mi dispiace di averti aggredita. Sono un’ idiota. Non volevo farlo ti giuro. Ero arrabbiato, geloso, con l’anima a pezzi. Vi avevo visto il giorno prima con un uomo e ridevate tutti e tre, sembravate una famiglia. Ho visto anche le sue labbra sulle tue e le tue braccia che lo abbracciavano stretto. Sono impazzito. In quel momento non ci ho più visto, volevo fartela pagare ed è per questo che ho tirato in ballo la storia dell’affidamento.
Speravo, in vano, in un tuo cambiamento che tornassi da me per amarmi.
Mi vergogno di me stesso.
Ora sono qui, sul davanzale di questa finestra, al dodicesimo piano.
È il due di aprile, una bella serata.
Ho deciso di farla finita proprio oggi perché in questo giorno, dieci anni fa, ti ho incontrata in quella palestra, intenta a pulire i pavimenti per scontare una punizione.

Di a Sofia, che nonostante tutto le voglio tanto bene e che sarà sempre con me.

Ti amo Del, ricordalo sempre…

Jack…


Lascio cadere le lacrime su foglio, sbavando le lettere scritte accuratamente. Tiro sul col naso e guardo la lettera per l’ultima volta, prima di lasciarla cadere sulla bara. Mi volto, sorridendo. Raggiungo Mikey e Sofia. Quest’ultima mi guarda e si fa scappare un sorriso.
Si Sofia, è tutto finito.
“che ne dite di andare al parco?!” chiedo. Sofia esulta, contenta, lasciando cadere quella brutta maschera.
“papà mi prendi in braccio?! Mi fanno male i piedini!!” Sofia guarda suo padre con espressione sofferente. Mikey sbuffa, per poi sorriderle e accoglierla fra le braccia. ci lasciamo alle spalle pianti e sofferenze, per tornare a sorridere veramente, senza chiederci se è giusto o sbagliato.



Mikey POV


Deliah mi ha spiegato il contenuto della lettera solo dopo due settimane dalla sua prima e ultima lettura. Non mi interessava quanto tempo ci aveva impiegato per raccontarmi tutto. Quello che mi interessava era cercare di farle dimenticare il tutto, come se fosse solo un brutto sogno.
È passato un mese dalla morte di Jack e tutto sembra non essere mai successo. Tra poche settimane Sofia sarà mia figlia a tutti gli effetti, anche per lo stato Americano.
È strano come in sei mesi la tua vita può cambiare. Non ci avrei mai creduto, o meglio non ci avrei mai sperato, ma ora sono qui, adoro amare e essere amato.
Forse la cosa non è segreta come io e Deliah speravamo, ma oramai va bene così, anche se il mondo sa tutto. Gerard se lo aspettava, dice che quando sei una RockStar puoi fare tutto, tranne avere una vita privata.
“ da domani mi troverete sul giornale per aver commesso un omicidio…” sussurra Brian, camminando avanti e indietro, facendo crocchiare le nocche.
“mai una volta che quel nano bastardo sia puntuale. Mai!!” sbraita.
Sofia accanto a me scuote il capo, rassegnata. Siamo alle prove e la bambina ha voluto seguirmi.
“buondì amiconi miei!!” Frank entra dalla porta insonorizzata con un balzo, stranamente e ripeto stranamente contento, ma forse oggi un po’ più del solito.
“ben arrivato, lo sai che ti stiamo aspettando da ore brutto deficiente?!” esclama Sofia, con le mani sui fianchi.
Alzo un sopraciglio.
Autoritaria mia figlia.
Frank le sorride, scompigliandole i capelli amorevolmente. Scusate forse non ho visto bene la scena, lo sapevo io che quell’operazione non sarebbe servita a nulla!! Però a quanto pare non sono l’unico ad avere problemi di vista. Frank sospira e sempre sorridendo si serve del caffè con sei bustine di zucchero.
“Frank che ti succede?” chiede Ray, avvicinandosi all’amico. frank ci guarda per poi lasciarsi andare a vari sospiri, con gli occhi persi nel vuoto.
Sicuramente c’è lo zampino di Jamia. Solo lei può ridurlo così. Ha la stessa faccia di quando ci ha detto che si erano messi insieme.
“io e Jam ci sposiamo la settimana prossima…” dice perso nel suo mondo di fiori, Harry Potter e Jamia.
Tutti corriamo ad abbracciarlo, uno per uno ci congratuliamo con lui.
“finalmente!!” esclama Brian, che ha dimenticato i suoi propositi maligni su Frank. “lo so ragazzi!! È stato fantastico ve lo giuro!!” dice abbracciato a Gerard.
“però, Mikey volevo chiederti un favore, non è che Sofia può fare la damigella? Abbiamo provato tutte le bambine dei nostri parenti, ma o erano troppo piccole o troppo grandi o troppo brutte.” Mi chiede facendo la faccia da cucciolo bastonato. Io guardo Sofia che mi riserva la stessa espressione. Vi odio! Approfittate del mio cuore buono!!
Infami!!
“l’ho chiesto a Deliah, ma lei ha detto che lo devo chiedere anche a te!!” dice ancora Frank.
“dai papà ti prego!!” annuisco e sorrido hai due, che si battono il cinque soddisfatti.

La settimana passa veloce, come una cascata. Frank è entusiasta di questo matrimonio, almeno fino a qualche minuto fa…
“Sofia ha ragione, sono troppo basso per Jamia. Non gli piaccio ecco. Mi sposa per compassione.” Sussurra lasciandosi andare sulla sedia. Siamo in una stanza che il celebrante ha riservato per Frank così che possa prepararsi.
“Frankie che stai dicendo?” esclamo.
“si è vero Mikey, non cercare di contraddirmi!! Posso fare le audizioni per il musical dei Puffi!” mi schiaffeggio la fronte con una mano.
“non ti conviene. Spaventeresti tutti quei poveri bambini cantando in versione screamo!!”
“allora vorrà dire che farò la comparsa così non devo cantare per forza!” Frank si era totalmente perso nelle sue convinzioni.
“non vorrei interrompere i progetti da futuro Puffo, ma tra poco Jam sarà qui.” Dice Gerard entrando tranquillamente nella stanza con una sigaretta fra le labbra.
“Gee! Non si fuma in chiesa!!” esclama Bob indignato. Gerard scosse le spalle aspirando il fumo.
“beh? Mica Dio mi sta guardando ora! Sarà impegnato in qualche gara di carte con buddha e Spongbob!” esclama cercando di giustificarsi. Un migliore amico che crede di essere uno dei Puffi e mio fratello che pensa che Dio sia impegnato a giocare a carte, mi chiedo come mai non sono ancora impazzito?
“A mio parere tu guardi troppo i Simpson.”afferma sua moglie con le braccia incrociate La porta si apre e Ray fa il suo ingrasso.
“Frank devi percorrere la navata con Linda.” Poi esce, lasciando Frank in panico.
“Frankie calmati stai sudando freddo!!” esclama Lyn-z. il chitarrista chiude gli occhi si passa una mano sulla fronte e poi a passo di soldato esce fuori dalla porta. Tutti lo seguiamo, temendo per la sua salute mentale.
Deliah ci viene incontro, mi afferra la mano e mi bacia una guancia. Le sorrido mentre la spoglio con lo sguardo, talmente è bella. Frank raggiunge sua madre che lo aspetta da una mezz’ora buona.
È emozionante vedere il piccolo Frankie passare la navata. Passano altri minuti dove lo sposo si tortura le mani davanti all’altare, finchè una musica si leva nella chiesa.
Non è la marcia nuziale, ma “Early sunsets over monroeville” una della loro canzoni, scappa a tutti un sorriso tenero mentre Jamia percorre lenta la navata a braccetto con suo padre. Davanti a loro, Sofia concentrata nel suo ruolo da bellissima damigella.
Quando i due ragazzi sono uno di fronte all’altra, Frank si calma. Le prende la mano e gliela bacia dolcemente.
Guardo Deliah accanto a me, se il destino mi consentirà di averla con me per tutta la vita, gliene sarò grato per avermi consentito di stare accanto a questa donna.
La chiesa esplode in un boato di applausi, quando Jamia e frank si scambiano il bacio fatidico, quello che ti permette di dire che è per sempre.



Deliah POV


Il ricevimento è molto movimentato e allietato da musica non proprio da matrimonio. Mi siedo vicino a mikey, mentre questi consuma la sua sigaretta. Sta guardando Frank e Sofia che ballano come matti a ritmo dei Misfits. Ha un piccolo sorriso increspato.
“sono dei pazzi!” esclama. Io rido per poi baciarlo e sentire il sapore forte di fumo dalla sua bocca. “ti va un giretto?” io annuisco e mano nella mano ci inoltriamo in un parco.
“sai, ho sempre pensato che l’amore fosse uno solo nella vita di un essere umano. Stando con Jack non mi sarei mai immaginata che tu stavi nascendo dentro il mio cuore… che saresti stato quello che avrebbe alleviato le mie ferite per poi farle scomparire…” mi sorride e mi abbraccia, mentre pronuncio queste parole.
“alla fine tutto ci riporta a noi. Se non avessimo fatto i nostri errori a quest’ora saremmo divisi. Io la penso come te, lo sai, ma sento che sarai l’ultima persona a cui chiederò un bacio, un abbraccio, una carezza, un po’ d’amore e felicità.”
Sorrido nascosta, come sempre, nel suo petto.
Mikey è davvero un angelo, non so perché tra tante persone lui abbia scelto me, ma so per certa di essere la persona più fortunata del mondo.
Lo bacio ancora perdendomi dentro la sua anima.
“Lia, cosa rappresenta quel tatuaggio?” staccandosi da me e accarezzandomi con i polpastrelli il tatuaggio che ho sotto l’orecchio sinistro da neanche una settimana.
È una data.
Precisamente la data in qui il mio angelo è entrato nella mia vita, aiutandomi ad uscire dalla disperazione.
Il 30 novembre 2007.
Gli rispondo semplicemente, perché in quelle parole si capisce ogni cosa.
“rappresenta noi.”





PERDONOOOOOOOOOOOO scusate per il mio super ritardo!!!! Mamma mia è passato tantissimo da quando ho aggiornato l’ultima volta!!!!! Mia culpa…. Sorry guys…. Finalmente quel cazzo di stage è finito!!! L’unica cosa buona è che ho potuto leggere le vostre meraviglie!anche se di nascosto!!!
Per questo capitolo ho sudato ventimila felpe(non camicie che fa freddo….oh dio mama che battuta orribile, ecco sono famosa anche per le mie freddure inventate sul momento, come quella della canna, l’ho inventata quando ero col mio boy… ma lasciamo perdere ehm ehm….)spero che vi piaccia!!! Ci ho messo quattro giorni per scrivere il pezzo del matrimonio!!!! l’idea della canzone, come marcia nuziale, mi è venuta guardando “life on the murder scene” quel pezzo dove Ray parla di “Early sunsets over monroeville”!!! (ma che dolciiiiiiiiiiiiiiii) il pezzetto di Gee invece è un po’ autobiografico, io mi faccio di puntate dei Simpson rigorosamente con la mamma!!.....
io la devo smettere di bere caffè, mi agita!!
COMUNQUEEEEEEEEEEEEEEEEEEE questo ragazzi è il penultimo capitolunzolo, dopo ci sarà l’epilogo, ho già in mente tutto!!!!!! Forse lo posto presto!!!!
Spero che vi piaccia(oh, ma questo l’ho già scritto….oh DIO chiamate qualcuno e fatemi rinchiudere)

Grazie tantissimo dal cuore a chi leggerà e recensirà!!!

Ringrazio le mie lettrici adorate che mi recensiscono:

Mcr_girl: non mi ammazzi vero….? (comincio seriamente ad avere paura!!)guarda, questa volta ti dico che questo capitolo mi piace!!!!!^^veramente!!! Grazie della recensione!!!!!!!! Sono contentissima!!!
Per la frerard beh, l’hai letta e il prossimo capitolo è in fase di costruzione(il mio criceto sta lavorando sodo) va beh, bacioni! Ti adoroooo so much!!!!!!!

MiKeYwAy4EvEr: che carina grazie <3!!!!!! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!!!!!!! Lo spero tanto davvero!!^^ ^^ baci e grazie (te lo dirò fino all’infinito quindi facci il callo!!)

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Capitolo 15
*** "to the end" ***


Avvertenze: in questo ultimo capitolo ci saranno tre punti di vista. Ognuno con un episodio diverso, ma comunque collegati fra loro!!


Ten years later…



Sofia POV


Attendo paziente che la campanella suoni, mentre picchietto le dita sul banco verde e consumato.
DRIINN…
Mi alzo in piedi raccogliendo le mie scartoffie in fretta e furia. Saluto qualche amico, mentre svelta esco dalla scuola.
Mi guardo intorno e dopo un po’ di ricerca noto la macchina nera di mio padre. Faccio una piccola corsa e lo raggiungo, entrando in auto con un sorriso. Il mio papà mi saluta con il suo solito sorriso dolce. Ricambio stampandogli un bacio sulla guancia. Sono troppo affezionata a mio padre. È come se fosse il mio migliore amico. Io e lui parliamo di tutto, ci confidiamo, io l’aiuto a preparare serate romantiche con la mamma e lui mi aiuta con le miei cotte, anche se non troppo, visto che, come afferma lui, è gelosissimo di qualsiasi essere maschio che ha intenzioni non esattamente amichevoli nei miei confronti. La mia vita va bene, anche se a volte ci sono le piccole litigate fra parenti. Quando avevo sette anni avevo la sensazione che un giorno sarei stata ripagata da quei anni così orrendi, senza un padre, senza un motivo per qui sorridere al mattino ed esclamare: “io sono felice” e così è stato e non posso volere di più.
Mamma e papà sono sposati da otto anni. La loro storia è come un esempio per me. È così che vorrei amare un giorno, come loro.
Questi anni non hanno perso tempo e mi hanno dato un fratello e una sorella. Quest’ultima adorabile nei suoi tre anni. Mio fratello Will, ha otto anni ed è il diavolo in persona con l’obbiettivo nella vita di darmi fastidio e di far scappare qualsiasi essere maschio, come li chiama papà, da me. Però in fondo, ma molto in fondo io gli voglio bene.
Daisy, la mia sorellina, è la bambina più tranquilla e dolce a questo mondo. Adoro stare con lei. Lei sa tutto dei miei problemi. Parlo spesso anche con lei. Ora vi chiedere, ma non ce li ha gli amici?!?
Beh, non proprio.
Tutti sono a livello molto superficiale.
I miei amici sono le persone che fanno parte della mia famiglia e non dico solo i miei genitori e i miei fratelli, c’è lo zio Frankie, lo zio Gerard, i nonni, lo zio Ray e zio Bobbone, ma tanti altri ancora. Sono persone di cui non posso fare a meno perché fanno parte di me e di ciò che mi hanno fatto diventare. Il problema è che la mia splendida famigliola ha a che fare con il mondo dello spettacolo, quel mondo che fa un po’ gola a tutti. Ed è per questo che non ho nessun amico al di fuori di loro di cui io possa realmente fidarmi. Posso sembrare asociale, ma non è così. Sono solo utilizzata.
Solo perché mio padre è un musicista famoso,
solo perché mio zio Gerard è un bravissimo cantante,
solo perché il più delle volte la mia famiglia viene sbattuta in qualche pagina di giornale.
Detta così può sembrare orribile, ma dopo tutti questi anni non ci faccio più caso. Non mi importa niente, io sono felice e anche se mio padre dice che potevo avere di meglio dalla vita, invece di una stupida villa che tutti i miei “amici” vogliono venire a vedere come se fosse un museo.

Io e papà varchiamo la soglia di casa. La mamma è spaparanzata sul divano, anche lei appena tornata dal lavoro, insegna storia dell’arte in una scuola privata. È li da cinque anni oramai. Affianco a lei, una tenerissima Daisy in vena di coccole e Will che urlando come uno ossesso proclama il gelato.
“Will scordatelo, lo sai cosa ti fa venire il gelato in questa stagione, poi non venirti a lamentare con me che passi metà del tempo sulla tazza del cesso!!” esclama. Esasperata. Rido di mio fratello, sentendo un bellissimo senso di superiorità. Mi becco un’occhiataccia da papà, prima che questi si diriga da mamma e salutarla con un bacio.
“ciao ma! Ehi piccola Daisy!!” prendo tra le braccia Daisy, poi guardo mio fratello.
“ciao sfigato.” Sussurro.
“ciao sfigata.” Questo è il nostro quotidiano scambio di battute. Maledetto ragazzino.
Nel pomeriggio sul tardi, dopo aver fatto rigorosamente tutti i compiti(se no chi la sente la Signora Way?!?), Jamia mi passa a prendere. Sono membro ufficiale della Skeleton Crew, quindi l’aiuto qualche volta con l’amministrazione.
“dove sono le miei adorate Vans? Con i miei adorati teschi? Che hanno i miei adorati lacci viola?!” urlo come un’ossessa facendo avanti e indietro per la casa, a piedi nudi.
“Will le ha nascoste nel frigorifero!” esclama mia madre.
Che cazzo… giuro che lo strozzo.
“dove vai fratello degenerato che non sei altro?!” esclamo, inseguendo Will per tutta la cucina, finchè lui non va a sbattere contro Jamia.
“ehi ragazzi!!” esclama. Will arrossisce. Ha una cotta pazzesca per nostra Zia Jam. “allora Sofia sei pronta?” mi chiede, sempre con quel suo stupendo sorriso, quel sorriso così vero.
Annuisco tirando fuori dal frigo le mie adorate scarpe. Per fortuna non sono congelate.
Will le aveva messe li da pochi minuti.
Usciamo di casa, coperte dai nostri cappotti. In meno di un’ora siamo alla Crew. Zio Frank è già lì e come il solito ride come un matto, ma insieme ad un ragazzo che non ho mai visto.
“ehi ragazze!!” esclama. Io e Jam ci avviciniamo.
“vi volevo presentare Josh” Dice indicando la persona dietro di lui.
“salve!” oh no. No. No. No. No. Le farfalle allo stomaco no. Brutto, bruttissimo segno Sofia.
È un ragazzo bellissimo quello che mi si presenta davanti, con i capelli neri e gli occhi dello stesso colore, intensi.
“è il front man della band che ci farà da spalla nel tour di questa estate!!” Frank è entusiasta. Il suo troppo entusiasmo mi infastidisce in questo momento. Mi disturba con i miei pensieri. Sto cercando di capire il motivo del suo sguardo e il motivo del mio nei suoi confronti, ma d’altronde la vita è imprevedibile. Forse non capirò mai il perché di tutto questo, o forse si, bastava seguire il tempo e assecondare ogni sua mossa, anche la più imprevedibile.
“tu devi essere la figlia di Mikey Way, giusto?” mi stringe la mano, guardandomi negli occhi. Il suo tocco mi fa battere il cuore veloce.
Jamia mi guarda sorridendo maliziosa.
Perché mia zia è così intuitiva?
“si, sono Sofia piacere di conoscerti..” un sussurro stentato mentre cerco di non svenire o ancora peggio mettermi ad urlare come una stupida.
Mi sorride ancora come se sapesse fare solo quello e continua ad abbagliarmi.
Mamma me lo diceva che sarebbe arrivato il giorno in cui, per un qualsiasi motivo, lui sarebbe arrivato lì, in quel luogo, avrebbe solo sorriso e ti avrebbe guardato come se fossi l’unica. Lasciando il resto a vagare nel nulla, per sempre finchè la fine non arriva.
To the end..



Mikey POV


Ho sempre amato svegliarmi al mattino e trovarmi affianco alla persona che amo. Certo, detta così può sembrare molto patetico e da telefilm, ma vi giuro che osservare Deliah che ancora dorme è quasi il paradiso.
“buon giorno…” sussurra, abbracciando il cuscino. Le sorrido, è così dolce che starei ore intere ad ammirarla.
“ciao…” sussurro portandomi le coperte fino alle orecchie. Deliah abbandona il cuscino e decide di abbracciarmi, posando la testa sul mio petto. Restiamo nel silenzio della nostra camera per molti minuti, finchè Deliah non si alza dal letto sbuffando cominciando a vestirsi.
Mi metto seduto per osservarla, quei lunghi capelli neri, le braccia nude, coperte da qualche tatuaggio, fatti in questi anni, i suo grandi occhi, la sua bocca, il collo… ogni cosa di lei mi ricorda attimi di vita passati a navigare in quel mondo che la gente chiama felicità. Perché tutto quello che ho sempre sognato e desiderato è quella vita che non tutti possono avere e io sono stato graziato, sono stato preso sotto una luce brillante ed eterna così che anche io potessi entrare a far parte di questo mondo.
“vai tu a svegliare i ragazzi?” mi chiede mentre saltellando cerca di mettersi i jeans. Io annuisco e armandomi di cuscino esco dalla stanza entrando in quella affianco alla mia.
“will sveglia!!” lo scuoto con una mano e sapendo che non otterrò nulla, come tutte le mattine, comincio a colpirlo col cuscino.
“aah, papà smettila!!” Will si tira su a sedere, guardandomi assonnato e arrabbiato. “buon giorno! su, in piedi, la scuola non aspetta mica te!!” Gli stampo un bacio in fronte ed esco diretto nell’altra stanza.
Daisy dorme supina, mi avvicino e sento il suo dolce respiro. Sorridendo la chiamo, levandole il ditino dalla bocca e subito si sveglia. L’ultima tappa che mi aspetta è Sofia. La vedo dormire beata, con una gamba che penzola dal letto e per quando non faccia altro che negarlo è simile a Will. Sorrido sentendo una musica provenire dallo stereo, poggiato su una mensola. È la solita canzone, quella che da piccola le faceva fare sogni tranquilli, “I’m not okay.”
Mi siedo a gambe incrociate sul suo letto, scuotendole leggermente la gamba.
“Ehi, Sofia?”
Brontola qualcosa, mentre si rigira nel letto. Poi finalmente apre gli occhi, così blu, così diversi dai miei.
“ehi, papà!” esclama con la voce impastata dal sonno.
“ciao piccola!” le scompiglio i capelli, già tutti per aria.
“vai a fare colazione che sta mattina vi accompagna mamma a scuola!” lei annuisce per poi ributtarsi a capofitto sotto le coperte, prendendo il telecomando dello stereo e alzando il volume. La lascio da sola, persa nei suoi sospiri.
Scendo in cucina, trovandola invasa.
“che ci fate qui?” chiedo a mio fratello, mentre tranquillamente si versa il caffé.
“colazione.” Risponde Ray, leggendo il giornale. Io annuisco, guardandoli torvi.
“il bar è qua di fronte se caso mai vi siate persi!!” esclamo.
“ma noi non ci siamo persi Mikes… penso che tu ti debba rilassare…” esclama Frank con la bocca piena di cialde.
“si Michael rilassati…” approva Bob impegnato hai fornelli. “ho fatto la colazione per tutti.” Dice infine posando il piatto davanti a Will, che è appena entrato in cucina. Poco dopo spunta Deliah con in braccio Daisy.
Mia moglie si ferma.
Guarda i ragazzi e poi me.
“chi li ha fatti entrare?” chiede stranita. Gerard sventola un mazzo di chiavi.
“me le avete date voi ricordate?” esclama. Evitando di aggiungere altro ci sediamo con loro. Sofia ci raggiunge cinque minuti dopo,trafelata agguantando una cialda.
“sono in ritardo. Sono in ritardo. Sono in ritardo.” Esclama, bevendo un lungo sorso di caffè dalla tazza di Frank.
“ehi ladruncola!” esclama Frank indignato.
“Josh sarà qua a momenti!!” oramai cade, mentre tenta di infilarsi la sua “adorata” Vans.
“accidenti!! Uffa!!” brontola ancora.
“Josh?” esclamo.
“si, mamma non te l’ha detto ieri? Mi accompagna lui a scuola sta mattina.” Dice ovvia. Un attimo. Stop, fine delle trasmissioni. Perché io, suo padre, col suo stesso cognome, non so niente di questa storia?!
Il campanello suona e Sofia sussulta, mettendosi in tutta fretta la felpa.
“a sta sera!” esclama, baciando la guancia di sua madre e la mia, salutando poi gli altri esce correndo. La porta che sbatte è l’unico rumore che interrompe il mio silenzio confuso. Guardo Deliah, la donna che ho sposato, pretendendo una risposta.
“mangia se no si raffredda…” esclama evitando il mio sguardo, forse assassino. Non smetto di fissarla finchè lei non si volta verso di me.
“si, okay le ho dato io il permesso.” Rivela.
“ma.. ma è un maschio! Josh è un maschio!” balbetto sconvolto.
“davvero? Se non me lo dicevi tu non ci arrivavo!” esclama battendosi una mano sulla fronte.
“Se te l’avessi detto a quest’ora Sofia sarebbe in camera a piangere e lo sai com’è fatta e poi adesso ha degli amici veri e questo lo sai.” Sbuffa e poi continua:
“tesoro, ha diciassette anni, okay? E poi Josh lo conosci anche tu è un bravo ragazzo.” Mi dice ancora, cercando di essere più dolce.
“diciassette anni… è ancora una bambina…” sussurro. Deliah mi guarda e nega col capo accarezzandomi i capelli. È vero. mia figlia non è più una bambina, insomma è una bella ragazza, anzi direi bellissima e non lo dico solo perché sono di parte.
Guardo Will e Daisy e so che cresceranno e faranno le loro infinite esperienze e so che affronteranno il mondo una volta sola.
Annuisco ed esco dalla cucina per rintanarmi in camera a togliermi il pigiama. Deliah mi segue.
“tutto bene?” mi chiede. Non parlo, mi levo la casacca del pigiama e la butto sul letto, cercando dentro l’armadio una felpa decente. Mi abbraccia da dietro poggiando la fronte contro la mia schiena.
“scusa se..” la fermo prima che possa dire altro.
“no scusa tu… hai ragione. Hai perfettamente ragione, sono io che non voglio ammettere che è diventata grande…” mi sorride dolce per poi baciarmi le labbra, come in uno dei più bei film mai vista, il nostro.
Non pensavo che anche dopo dieci anni si potesse fare l’amore così, furtivamente, per non farci sentire, proprio come due novelli fidanzati che vogliono solo dimostrarsi amore. Perché quello che conta veramente nella mia vita è la donna che ora ho tra le mie braccia, stanca e sudata dopo avermi regalato un emozione dolce e forte. Un’emozione che durerà fino alla fine.
To the end…



Deliah POV


L’estate è vicina e con lei si avvicina anche il tour estivo dei ragazzi.
Sofia seguirà la band di Mikey per i due mesi in cui si terranno i concerti in America e in Canada. Will era molto contrariato, ma quando gli ho accennato che per una settimana andremo io, lui e Daisy dal papà, ha fatto i salti di gioia.
“c’è secondo te è normale?!” esclama Mikey, mentre mi tiene la mano, in una via stranamente affollata del Jersey.
“quel povero bambino… io no so come fa a sopportare Frank ed è suo padre, no sul serio gli devono dare il premio per la pace a suo figlio solo per saper sopportare Frank.” Rido abbracciandolo. Dopo tanto tempo questa è una delle nostre uscite da soli. È come affacciarsi un attimo al passato, quello con lui, ovviamente.
Tornati a casa troviamo Daisy intenta a tormentare My Chemical Romance, il nostro vecchio gatto. Lo prende per il pelo farfugliando parole incomprensibili. Mikey ride e se ne va in cucina, per bersi un caffè, il decimo caffè per essere precisi.
“che stai facendo birbante?!” chiedo prendendola in braccio e costringendola a mollare la presa.
“dobbiamo fare il bagnetto!!” rido.
“amore i gatti odiano l’acqua!!” esclamo. Daisy mette il broncio, ma si riprende quando vede sua sorella spuntare da dietro la porta.
“SOFIA!” urla come una matta, scendendo dalle mie braccia per poi catapultarsi in quelle della più grande.
Poi se ne vanno. “
beh, siamo rimasti solo io e te.” Dico al gatto, guardandolo. Lui mi fissa, leccandosi la zampa poi altezzoso se ne va.
“ma tu guarda questo!!” esclamo indignata.

Posso sentire gli anni che mi scivolano dalla pelle, come acqua. Nessuno di noi si sarebbe meritato il futuro che Dio aveva programmato.
ne io, ne Mikey, ne Sofia e ne Jack.
Per ogni avvenimento che io ritengo importante mi sono fatta fare un tatuaggio. Ne ho in tutto cinque e non li ho per esibizionismo, ma perché quando qualcosa o qualcuno ti segna il cuore e l’anima le vorresti tenere con te per sempre, con un gesto.
La sera cala lenta e si lascia un bellissimo tramonto alle spalle. Guardo Will dormire. Non scherzo dicendovi che assomiglia esageratamente a Gerard da piccolo. Sorrido, mentre mi chiudo la porta alle spalle.
La casa è silenziosa e io sono l’unica che vaga. Prendo il telefono poggiato malamente sul divano.
Chiamo Jamia.
Non è tardi, quindi mi perdo nelle nostre chiacchiere quotidiane.

A pensarci bene, la me stessa di molti anni fa non esiste più.
È morta con l’abbandono di Jack.
Posso dire anche di aver vissuto due vite, la seconda mi fa da opportunità.
Un’opportunità per cercare di cambiare e insegnare hai miei figli la mia storia. Insegnare loro a curarsi e a farsi curare le cicatrici del cuore perchè per quanto ci puoi provare da solo, capirai che insieme a qualcuno tutto sarà più facile, perché questo qualcuno ti stringerà la mano, per non farti più aver paura, ti poserà una mano sul tuo cuore ferito e la lascerà li, aspettando con tutta la pazienza del mondo che esse spariscono, lasciandosi dietro solo un ricordo.
Io beh, ne ho tante di queste ferite, ma tutte guarite da una persona. Quella persona che continua a starmi accanto, come il mio unico angelo.
Un angelo perfetto dalle sembianze umane, che mi sta dando l’opportunità di una seconda vita, quella che mi porterò con un sorriso sulle labbra fino alla fine…
To the end…



Le avversità si superano sempre con qualcuno affianco. Da soli basta poco per crollare, in questa storia queste persone hanno saputo aiutarsi e sorreggersi, perché è così che si fa quando il destino o Dio ti mette a disposizione una seconda vita.


…The end…?





Eccoci alla fine… mi dispiace lasciare questa storia… uffiiiii.. Va beh che ho promesso a una persona di continuarla!! In verità avrei già in mente tutto quanto però aspetto!!
Vi ringrazio per avermi seguito fino alla fine. È stato importante quello che avete fatto. Non solo perché avete letto, ma anche perché mi avete fatto capire che in fin dei conti non è così inutile la mia storia!!!!
GRAZIE DAL CUORE…

Ora ringrazio specialmente le tue ragazze che mi hanno seguito dall’inizio fino alla fine facendo delle recensioni a dir poco meravigliose, quindi grazie sweets girls!!!!

MiKeYwAy4EvEr: siamo arrivati alla conclusione spero ti sia piaciuto!!! I tuoi sospetti erano fondati???? Lo sai il tuo commento è importantissimo!! Spero ne lascerai uno!!!! Grazie mille!!!!!!! Aaaah contenta sono io!!(ma come parlo?!?!?!) la tua ff dov’è finitaaaaaaaaaaaaaaaaaa????????????? Sto attendendo paziente il seguitoooo mi hai lasciata come un baccalà!! Ti prego continuaaaaaaaaaaaa!!! Ancora grazie, veramente… credo che non smetterò mai di dirlo!!!!! Bacioni enormiiiiiiii!!

Mcr_girl: roròòòòòòòòòòòòòò!!!!!! Ciaooooooooooooooo ecco l’ho postato!!!! Anche se tu hai avuto l’anteprima e mi hai già dato il tuo giudizio….io un commentino lo vorrei anche quiiiiiiii… e stai tranquilla lo continuo!! Solo per te!!! Eh eh!! Grazie davvero per quello che fai!! Sei troppooo bellina con me!!! Ti ADOROOOOOOOOOOOOO!!!! E ricordiamo che lo yoga è importante… aohmmmmmmmmmmmmmm…così c’è il caso che non siamo più isteriche!! Ah ah ah!! W le nostre menti!!!! SIAMO DUE GENI. Non dimentichiamocelo… CI SENTIAMOOOOOOOO!!! Bacioni grandi grandi!!

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