Western Basketball L.A. High School

di flawselesbian
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Little (personaggi.) ***
Capitolo 2: *** Beginnings. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Little (personaggi.) ***


Western Basketball L.A. High School

-"Sei così complicata.."- accennò sbuffando leggermente.
Scossi la testa divertita.
-"Non riesco a capirti,nel senso,un momento prima sei felice e quello dopo sei triste,ti comporti come la migliore ma dentro sembra quasi che ti senta la peggiore.."- scosse la testa.
-"Non ci riesco.."-
Sospirai.
-"È semplice,questo.."- esasperai allargando le braccia e indicando tutto il campo. -"Questo è tutta la mia vita,tutto ciò che ho."- mi misi le mani nei capelli nervosamente.
-"Non voglio farmelo portare via per delle cazzate."- respirai velocemente osservando la mia cassa toracica abbassarsi e alzarsi sempre più frequentemente.
-"Non voglio che delle puttane portino via l'unica cosa che ho,ho bisogno di quello,ho bisogno di quella borsa di studio,ne ho bisogno cazzo!"- alzai il tono di voce.
-"E ora che sta arrivando la mia prima vera occasione,tutti mi sono contro."- ripresi sospirando tristemente.
-"Il Basket è la mia vita,Jus,io.."- mi fermai a guardarlo. -"Io non so che fare."-
-"Non devi fare niente Lil,non devi fare proprio niente"- ricambiò il mio sguardo intensamente.
-"Sono delle puttane,hai detto bene,sono delle puttane che vogliono distruggerti solo perchè tu.."- mi puntó il dito contro scherzosamente per poi fermarsi a riflettere alcuni istanti.
-"Ci vedi tutti i giorni mezzi nudi"- scrollò le spalle annuendo.
Ridacchiai.
-"Coglione,dai,cantami qualcosa"- lo spinsi leggermente.
Annuì prendendo la chitarra proprio dietro di lui.
-"Allora,il coglione sta per esibirsi.."- si annuciò da solo. -"Un applauso di incoraggiamento?"- domandò retorico guardandomi compiaciuto mentre esultavo e lo acclamavo rumorosamente ridendo.
-"Okay,sono pronto babe."- mi sorrise. -"Questo è solo per te."- mi mandò un bacio che acchiappai al volo.

Personaggi principali.

Georgia Nye as Jennifer Lawrence
Justin Bieber as Justin Bieber
Chaz Somers as Chaz Somers
Ryan Butler as Ryan Butler
Aeneas Monroe as Francisco Lachowski
Jack Harries as Jack Harries
Sam Pepper as Sam Pepper
Camille Miller as Lucy Hale

Personaggi secondari.

Adam Nye as Liam Hemsworth (Georgia's brother)
Jackson Nye as Ben Affleck (Georgia's father)
Clive Amstrong as Jennifer Garner (Georgia's mother)
Dave Somers as Bradley Cooper

Questa è la mia prima storia su Justin.
Sono una belieber,ya.
Questo è solo un prologo/personaggi,domani dovrei postare il primo capitolo.
Il pezzo scritto sopra è accaduto dopo ció che verrà pubblicato in futuro.
#hopeyoulikeit

p.s. jbscahb l'avete vista la copertina del nuovo singolo? bchdcj. *-*

Per sapere quando aggiorno o per conoscermi (lol),seguitemi su twitter @drewakaorgasm

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Capitolo 2
*** Beginnings. ***


Western Basketball L.A. High School

 

-capitolo 1.

 

 

-"Woah,ragazza,sei un'aquila cazzo."- mi disse il coach battendo le mani e facendo cenno ai ragazzi della squadra di raggiungerlo.

-"Hai un futuro e non intendo solo nella squadra perchè tesoro,domani troverai il tuo nome sotto 'Western Basketball L.A. High School',credimi."- continuò e io esultai.

-"Sei serio Dave,una ragazza nella squadra di Basket?"- domandò sbuffando un biondino alla mia destra.

-"Oh,Butler,questa qui è capace di spezzarti la testoline e di usarla per fare canestro da metà campo."- scoppiai a ridere all'affermazione del coach.

-"Sì,insomma,ho queste abilità."- ironizzai e tutti risero con me mentre mi spolveravo giocosamente la spalla.

-"Comunque,bando alle ciance,le presentazioni le potrete fare dopo ma intanto,io sono Dave Somers e gli allenamenti iniziano domani pomeriggio alle 3."- ci riprese ancora il coach -"E ora andate a pranzo bestie."-ci indicò l'uscita del campo.

-"Mi posso fare una doccia?"- domandai.

-"Nah,mio padre ha detto di tornare qui dopo senza di lui è vedere noi stessi il tuo livello."- disse un moretto -"Ah,io sono Chaz Somers e Dave è mio padre"- finì facendomi l'occhiolino e tirandomi un pugno sulla spalla che ricambiai scherzando.

-"Okay."- dissi -"Io sono Georgia Nye e sono del quarto anno,voi?"-

-"Pure noi bellezza,loro sono Aeneas,Jack,Ryan,Sam e..Justin."- disse Chaz indicandoli uno a uno.

-"Okay,ora possiamo andare a pranzo."- 

Ci avviammo verso la scuola e io tentai di asciugarmi un po' il sudore con la maglietta dei Chicago Bulls.

Sentii lo sguardo di qualcuno addosso e voltai la testa per poi notare Justin che mi fissava e poi mi sorrise,facendo cenno con la mano.

Ricambiai il gesto osservando il suo viso dal quale scendevano delle goccioline di sudore che ogni tanto si asciugava con il dorso della mano rendendolo ancora più sensuale.

Arrivammo velocemente in sala e iniziammo a fare la fila in quell'obbrobrio di mensa,come da copione.

Cercai di evitare la pasta,puntando su carne e insalata,commestibilmente accettabili.

Mentre raggiunsi i ragazzi notai tutti gli occhi su di me.

-"Tranquilla,è solo perchè sei la prima ragazza che si siede con noi e che sta nella squadra di basket."- mi consolò Jack.

-"Già ed è alquanto strano."- continuò Aeneas.

Mi incantai a fissarlo per qualche secondo e poi mi concentrai sugli altri.

 

Erano tutti carini,ma cazzo Joe,sono i giocatori di basket.

Dio,Geo,te ne sei accorta ora?

NO,HAHAHAH OuO

Okay,ti stanno osservando però -.-

Merda,ora mi devo inventare qualcosa.

 

-"Ma se stamattina ho triturato i cornflakes,ora sono ufficialmente un cereal killer?"- buttai lì accigliandomi.

-"Cristo,si è già rincoglionita stando qui,Chaz."- mi rispose Justin mordendosi in modo sexy il labbro cercando di non ridere mentre gli altri erano già partiti.

-"No,era solo una domanda intelligente."- annuii convulsamente marcando l'intelligente,prima che Sam mi prendesse il mento fermandolo.

-"Io sono Sam Pepper e Sam ti dice di stare ferma."- mi disse poi.

-"Okay,ora possiamo andare."- dissi notando che gli altri avevano solo aspettato me.

Così ci incamminammo nuovamente verso la palestra che raggiungemmo in pochi secondi.

-"Perfetto,ora sarà il momento della verità."- scherzò Jack.

-"Certo,anche se dubito fortemente che il coach si sia sbagliato."- osservò ridendo Ryan.

-"Pronti?"- annuimmo.

-"TRE,DUE,UNO,ANDIAMO!"- urlò Chaz.

 

---- two hour later

 

-"Geo!"- mi urlò qualcuno.

-"Sono pronta!"- urlai di rimando raggiungendo il campo uscendo dagli spogliatoi con lo zaino in mano.

-"Hai fatto veloce"- sussurrò sorpreso.

-"Bè,sono i miei tempi."- confessai scrollando le spalle.

-"Però,ora,gli altri sono andati e hanno detto di vederci a casa di Ryan."-

-"Per me va bene anche se non ho la più pallida idea di dove sia."-

-"Appunto,c'è qui Justin Drew Bieber con la sua Range Rover nera metallizzata"- si vantò.

-"Drew?"- dissi ridendo.

Lui si avvicinò pericolosamente e puntandomi il dito contro mi minacciò.

-"Sì,e non azzardarti a sfottermi per questo."-

Mi guardò accusatorio tradendo il divertimento nei suoi occhi nocciola.

-"Ehi,ehi,ehi,io sono anche Lil"- alzai le mani per discolparmi.

-"Sei seria,Lil? Lil come Lil Wayne?"- disse sghignazzando.

-"Sì,e non azzardarti a sfottermi per questo."- seguii il gesto che aveva fatto lui prima per poi scoppiare a ridere insieme.

-"Okay,ora sarà meglio andare."- disse indicando la sua auto,bella davvero.

-"D'accordo,faccio veloce,giuro."- ammisi indicandogli la strada.

In pochi minuti arrivammo e io mi catapultai fuori.

Velocemente,pensate a Bolt (lol), mi cambiai con jeans skinny,canotta del Drinking Team di Praga e vans bianche e mi truccai con un po' di mascara.

Tornai in macchina trovando un Justin sorpreso.

-"Cazzo,sei veramente veloce,non lo eri solo prima allora."- disse.

-"Babe,è una delle mie tante abilità."- ribattei.

Annuì.

Solo in quel momento riuscii ad osservarlo per bene e Dio,lui era dannatamente bello.

 

 

 

AAAALLORAAAAA,YO,GENTE,HOW R YA?

Io bene,grazie Ahhahaha c':

No,vabè,rido solo io.

Sksate,tunz tunz para para para tunz.

no,ora basta lol.

tornando seri,do u like it?

io non sono tanto convinta ma è inutile che vi dica che sono insoddisfatta perchè tanto come esce esce. 

non mi voglio fare tanti problemi,niggas.

recensite vero? sisisisisi io dico di sisisisisi.

l'avete sentita la nuova canzone di sel? io sì ma non sono tanto convinta ma lei è bellissima.

È corto,ma saranno tutti così o a volte più lunghi.

niente,alla prossima:)



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Io amo questo film,ogni volta mi fa emozionare.

Credetemi quando dico che è l'unico che mi fa piangere.

Vi consiglio di vederlo,si chiama "One Day".


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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


                                     Capitolo 1


-"Basta,non ce la faccio più"- urlai esasperata buttandomi a peso morto sul pavimento di cuscini di Chaz.

-"Dai,ancora due minuti,sai,per il vi-"-

-"Per il video,Jack,ho capito,ma spalmarsi gelatina alla frutta sui capelli mentre saltelli su una gamba girando su te stesso in senso orario e antiorario  mentre urli quanto sia stuprabile Chris Evans,non fa per me."- ammisi ridacchiando esausta con la faccia schiacciata completamente sul cuscino.

Ah,che relax.

-"A parte l'ultima cosa."- borbottai maliziosamente.

-"Mi arrendo,Geo,hai vinto.."- bisbigliò sconfitto. -"JUUUUSTINNN!"- chiamò il biondo svegliando probabilmente tutta Los Angeles.

-"Cazzo vuoi Jack?"- lui e la sua finezza.

-"Vieni giù solo per una decina di minuti!"- 

-"Perchè?"- domandò Justin scendendo gli scalini di legno chiarissimo.

-"Tu vieni e basta!"- urlò ancora il moro provocandomi una sordità all'orecchio sinistro immediata.

-"Minchia Jack,sta arrivando,non triturarmi tutto il timpano,grazie."- dissi massaggiandomi il collo per non so quale motivo.

Sentii il biondo ridere piano.

Ancora per non so quale motivo mi ritrovai a pensare a quanto fosse diversa da tutte le altre quella risata,era bella,melodiosa,allegra. Una risata capace di trasportarti con sè e questo fu il motivo per il quale mi ritrovai a ridacchiare amabilmente sotto lo sguardo torvo di Jack.

-"Dunque,appena avete finito.."- disse attendendo una tregua da parte nostra che arrivò dopo qualche veloce secondo. -"Justin,vammi a prendere una birra in cucina e poi torna qua."- continuò non ammettendo repliche.

Una volta che il biondo uscì dalla stanza mi avvicinò.

-"ora,appena torna,gli devi saltare addosso."- mi sussurrò in un orecchio.

-"Come?"- risposi allo stesso tono confusa.

-"Come in che senso?"-  domandò confuso.

-"Nel sen-"-

-"Jack,lattina o bottiglia?"- fui interrotta dalla voce di Justin proveniente dalla stanza vicino.

-"Bottiglia,lo sai!"- urlò di rimando il ragazzo vicino a me. -"Dicevi?"-

-"Sì,nel senso di una ragazza in piena crisi ormonale che vede per la prima volta un ragazzo figo e vuole scoparselo?"- bisbigliai attenta a non farmi sentire da quella persona che avrebbe potuto entrare da un momento all'altro.

-"Si,più o meno così."- ammise trattenendo una risata.

-"Ma perchè?"- domandai confusa,molto confusa dalla sua richiesta alquanto strana.

Non fece in tempo a rispondermi che Justin entrò velocemente nella stanza impaziente di sapere il vero motivo per il quale Jack gli avesse fatto abbandonare la partita a Call of Duty Black Ops 2,di vitale importanza.

In realtà,mi sarei incazzata pure io.

Quel gioco merita ed è veramente odioso quando qualcuno ti costringe a mettere pausa o addirittura a abbandonare la partita,magari quando sei arrivato al 272728 round con una concentrazione,un punteggio,delle armi e una tattica da Olimpiadi di videogames.

Ricevetti un'occhiata d'intesa dal moro e in un nano secondo mi ritrovai spalmata addosso a Drew,rosso in faccia come un pomodoro e io con lui mentre Jack rideva riprendendo la scena e ridendo come un pazzo furioso per il nostro imbarazzo letale.

-"O-kay..ora,Justin"- disse sghignazzando maleficamente scandendo tutte le parole con dittatura terrorizzante -"devi fare esattamente quello che faceva prima Geo...altrimenti"- fece una breve pausa sotto lo sguardo impaurito del biondo -"queste,permetteranno a Caspar di guidare per Malibu e tutti sappiamo quali sono le abilità di Caspar"- finì sventolando sotto il naso leggermente a patata di Justin le chiavi della sua meravigliosa Range Rover e facendolo rabbrividire.

Annuì,dopo poco.

 

--

 

-"Jus-Ju-Just-Justin"- tremolai malamente dal troppo ridere.

-"O.Mio.Dio."- disse Chaz trattenendosi insieme a Ryan.

-"L'ha fatto davvero!"- continuai io cercando a dir poco disperatamente ossigeno.

-"Non lo metterai sul web,vero Harries?"- richiamò l'attenzione il biondo cercando di pulirsi inutilmente i capelli con un asciugamano bianco.

-"Come no? Con quella voce da ragazzina esaltata mentre urla 'o mio dio,Chris quanto sei figo?Non sai che ti farei,con quei pettorali mhh' nah,non posso sprecare chance così importanti per la mia carriera da youtuber"-

-"Non oseresti."- ribattè l'altro.

-"Oh,consideralo già fatto!"- rise Jack per poi correre al piano superiore,inseguito da Justin,andando presumibilmente nella stanza degli ospiti,dove aveva lasciato il suo Mac.

-"Cazzo!"- imprecò Justin mettendosi le mani nei capelli nervosamente.

-"Dai,Justin,non è poi mica la fine del mondo."- lo consolai massaggiandogli la schiena evitando di collassare dal riso ancora -"È solo..divertente"- continuai.

-"Moooolto divertente."- s'intromise Chaz esaltando la 'o'.

-"Esilarante!"- esclamò Ryan.

Li fulminai con lo sguardo.

-"Domani,non appena uscirò da casa mia,sarò lo zimbello gay di tutta la scuola e questo è esilarante,giusto?"- ironizzò ridacchiando amareggiato.

-"No,sarà più esilarante vedere Jack vestito e truccato da donna mentre gioca con le Barbie di qualche bambina sognatrice."- ammisi scrollando le spalle.

-"Sì,immaginati quel faccino sexy tutto incipriato,pieno di fondotinta,mascara,ombretto e chi più ne ha più ne metta mentre gioca con la casa delle Barbie insieme a tua sorella Jazmine"- sorrisi al l'affermazione di Chaz.

-"Stai dicendo che.."- domandò confuso il biondo -"Vendetta?"- 

-"Cruda,servita veramente cruda."-

-"Oh,quest'idea è geniale,tu sei fottutamente fantastica!"- sputò fuori eccitato Ryan facendoci ridere tutti.

-"Perchè ridete qui?"- osservò Jack soffermandosi per alcuni istanti sulle scale.

-"Ryan,Chaz e le loro cazzate."- ammisi strofinandomi le mani nervosamente fino a riscaldarle.

-"Veramente?"- continuò indagatore.

-"Yeah,babee!"-

-"E la posso sentire anch'io?"- ridacchiò al nomignolo che gli avevo affibiato.

-"Voglio un amico di colore!"- urlai travolgendolo e attaccandomi a lui stile koala.

-"Perchè?"- urlacchiò cercando di respirare bene.

-"Perchè sono fighi,che dico,ARRAPAAANTI!"-

-"E non ti bastiamo noi,latte e caffè della California?"-

-"Dai,Jack,non essere tirchio,ti accompagno io! Ti fai un paio di lampade e poi magari andiamo anche in Africa ad aiutare i bambini poveri,tanto per prendere il sole. Cioccolato lo diventi! Fammi felice,Jack!"- conclusi facendo il labbruccio e la faccia da cucciolo meglio che potevo.

-"Okay,o non sei normale o volevi cambiare discorso"- disse facendo il segno con le dita.

-"Ma siccome hai portato il certificato al coach,volevi cambiare discorso,ma mi arrendo,al diavolo,ciao Geo.."-

Mi finsi offesa e corrucciata raggiunsi Justin seduto sul divano con le gambe comodamente appoggiate al tavolino di vetro dove vi erano solo alcune riviste e qualche briciola di patatina alla paprika.

-"Juuustin!"- lo chiamai.

-"Almeno tu diventi cioccolato per me?"- chiesi speranzosa.

 

---

 

Puttana,Troia,Battona,Zoccola,Bagascia,Sgualdrina,Prostituta,cazzo.

Non può essere.

Non mi posso essere scordata il telefono a casa.

No,non proprio oggi che arriva Adam!

Sono una cogliona,una povera testa di cazzo,

Pensai autoinsultandomi camminando per i corridoi cercando il mio armadietto.

-"165,166,167,168..169,eccolo."- sussurrai inserendo la combinazione quando sentii un fischio.

Mi girai confusa per poi osservare quei coglioni.

Sei ragazzi uno di fianco all'altro che mi stavano venendo incontro attirando l'attenzione di tutta la scuola.

Perfetto,a me piace l'attenzione,sfigati.

In mezzo a tutti c'era Justin: jeans vistosamente bassi,t-shirt nera con una gigantesca stampa al centro,supra rigorosamente bianche e il solito ciuffo da 'sono figo e lo so'.

A destra c'era Chaz che ridacchiava,come sempre,vestito più o meno come il biondo;vicino Chaz,Ryan mi stava scrutando con indosso dei pantaloncini e una canottiera,la divisa di basket.

Dall'altro lato,Aeneas,era esattamente come Ry mentre Sam era il più cool,insomma,quello vestito decisamente meglio,LOL: pantaloni a sigaretta rossicci,che lasciavano la caviglia scoperta,camicia floreale a maniche corte,mocassini,ciuffo galattico e dilatatore non troppo grande nell'orecchio.

-"Ehi,Geo,bel culo!"- mi fece l'occhiolino Aeneas ridendo per poi battere il pugno contro Justin.

Quante risate oggi,pensai.

Scossi la testa.

-"Prendetevelo nel culo"- ribattei ironica guardando attentamente il look di Sam.

-"Tu.Ora.Dove.Compri.Vestiti.Imparate a vestirvi come lui,deficienti"- scandii.

Scoppiò a ridere.

-"Nel negozio dell'usato,a Malibu"- mi rispose cordialmente.

Mi guardai intorno per poi notare Justin che mi fissava,mi sentivo a disagio.

-"Piantala."- sputai.

Lui alzò le mani disorientato.

-"Dove?"-

-"Ah Ah Ah,non è divertente.Smettila cazzo."-

-"Di fare cosa?"- continuò testardamente.

-"Lo sai,cazzo."-alzai la voce.

-"Woah,piccola,calma,ho afferrato il concetto."- si discolpò.

-"Scusa,giornata no."- sospirai -"Ed è da stamattina che ho il cazzo in bocca per colpa di Adam"- dissi ancora. -"Cioè,aspetta,no,oddio.."- borbottai imbarazzata sentendoli sghignazzare.

-"A proposito,chi è Adam,piccola?"- borbottò Justin con una leggera nota di fastidio,

-"Mio fratello,non lo vedo da tanto,si è trasferito a Chicago poi a New York e stamattina mi doveva chiamare,ma io,io dimentico per la prima volta il telefono,porca puttana."- esclamai per niente rilassata strofinandomi la faccia finchè due braccia familiari mi avvolsero la schiena.

 


 

 

CIAO GENTE!

È da un casino che non aggiorno,lo so,ma per me efp è un piacere e posto quando ne ho voglia,scusate.

Ebbene,oggi il capitolo è decisamente più luuungoo degli altri ed è l'1:33 di notte,figo.

Grazie alle due persone che hanno recensito,cwc. (solo due? faccio così schifo?)

Dile e Ele lol

ne approfitto per ringraziarle tantotanto e per chiedere scusa alla dile.:c

scusa se non ci siamo sentite o se non ti ho risposto su twitter,ma seriamente,in questi ultimi giorno l'ho usato poco e poi,le notifiche mi arrivano tipo ore dopo e mi dimentico,quindi,scusaaaaaa. 

hope u like it,alla prossima,mi aspetto più recensioni se no mi deprimo..

ciao:) <3 #justinsperfect

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3.

 

 

 

"Adam!" urlai a gran voce tanto che i ragazzi vicino dovettero fare un passo indietro per attenuare il suono.

 

"Si,sono io tesoro" mormorò dolcemente strofinando la sua faccia resa ruvida dalla poca barbetta bionda,probabilmente dovuta alla sua pigrizia nel 

rasarsela,sulla mia spalla procurandomi dei brividi al contatto.

 

Mi rilassai notevolmente abbandonandomi alle sue braccia forti che mi stringevano da dietro dandomi un senso di completa tranquillità.

 

Inspirai come più potevo il suo profumo accorgendomi di quanto estraneo mi fosse sembrato all'inizio,un misto fra vaniglia e muschio bianco,una sensazione perfetta.

 

Mi bagnai le labbra passando prima sul labbro superiore e poi su quello inferiore la lingua per poi girarmi e osservarlo bene.

 

I capelli biondi,color grano,erano cresciuti,notevolmente,i suoi occhi azzurri erano più profondi e la sua statura era più possente.

 

Come prima avevo notato,sul suo viso era cresciuta un po' di barba,incolta,che lo rendeva ancora più affascinante.

 

Adam era cresciuto,non c'erano dubbi,era cresciuto così tanto in quei due anni.

 

Due anni a così tanti chilometri di distanza dal lui,dal suo modo di essere,dalle sue abitudini,dai suoi discorsi seri e sognatori,da mio fratello.

 

"Ero così preoccupata" sussurrai abbracciandolo meglio e chiudendomi stretta a lui come se fosse stato una giacca nel bel mezzo del freddo gelido invernale di New York ,quello che ti fa soffrire,che ti fa battere i denti così forte da sovrastare per poco i rumori intorno a te.

 

Il freddo di New York non c'è da nessun'altra parte,non c'è in Australia,neppure a Chicago,quel freddo,è unico.

 

"Per cosa tesoro?" mi baciò dolcemente i capelli permettendomi di abbracciarlo bene.

 

"Che non venissi,come le altre volte" lo strinsi ancora di più a me,se possibile,respirando profondamente attendendo le lacrime.

 

Mi spostò delicatamente il viso puntando i suoi meravigliosi occhi sui miei e restando ad osservarmi accarezzandomi lo zigomo sinistro con il pollice.

 

Si allontanò per poco per poi tornare a stringermi sospirando.

 

Notai che gli altri si fossero allontanati ancora di più raggiungendo la bacheca dove venivano affissi annunci di ogni genere,dai voti delle verifiche ai numeri di telefono di chi si offriva di dare ripetizioni,parlottavano piano tra di loro cercando di instaurare un discorso concreto ma sapevo fin troppo bene che in realtà ci stessero osservando curiosi.

 

"Lo sai,non sono venuto per validi motivi le altre volte" disse leggermente prendendomi la mano.

 

Anche le sue mani erano diventate più grandi,più forti.

 

Annui conoscendo già le sue motivazione,molto più che sufficienti,solo mi mancava e sapere che ogni dannata volta disdiceva qualche settimana prima,faceva male.

 

Lo studio uccideva per chi,come lui,aspirava a diventare un neurochirurgo di successo di quelli stile Grey's Anatomy.

 

Era il suo sogno,così come recitare,forse al quale teneva di più,ma come diceva lui 'Bisogna rinunciare a tutto per un sogno?' e la risposta era sempre negativa: 'Non credo proprio' o 'Per nulla al mondo' oppure ancora 'Se riuscissi a portare avanti carriera lavorativa e sogno insieme allora andrebbe bene,ma la carriera lavorativa di attore nella quale mi sentirei realizzato è tipo una cosa alla Robert De Niro,Johnny Depp e Tom Cruise con qualcosina di Brad Pitt,Bradley Cooper e Ben Affleck,quindi no grazie,punto più in basso'.

 

Quindi magari,dire che fare medicina fosse il suo sogno è pressoché azzardato.

 

Era all'ultimo anno di università,che aveva frequentato in Australia,poi avrebbe dovuto iniziare degli altri corsi e Dio solo sa che altro.

 

L'Australia,anche quella ci si metteva,la mia amata Australia.

 

Quella erano ben tre anni che non la vedevo,in tutto il suo splendore.

 

Da quando mamma si era dedicata ai progetti per  garantire una vita sicura o almeno un'istruzione accettabile ai bambini della malavita del Bronx,ci eravamo trasferiti,lasciando mio padre lì con mio fratello,a continuare il lavoro di veterinario.

 

Solo che mi mancava,anche quella,terribilmente.

 

Alzarsi la mattina presto e surfare,per ore.

 

Anche qui c'è il mare,ma non quelle onde,non quel mare.

 

Avevo perso la passione,grazie a tutto questo,il mio sogno da bambina non c'è più,ora ne ho un altro,il basket.

 

Pensare a quello mi fece improvvisamente tornare alla realtà,alla quel corridoio,ai miei amici che mi fissavano,alla campanella che avrebbe suonato fra cinque minuti e a mio fratello.

 

"Come mai sei qui prima?Dovevi arrivare fra qualche giorno,no?" balbettai staccandomi da quell'abbraccio che era durato tanto da permettermi di sentirne ancora il bisogno.

 

''In teoria,ma ho dato l'esame prima,l'ultimo esame" precisò alzando il sopracciglio destro.

 

"Oddio,quindi ti sei laureato?Ce l'hai fatta?Con quanto?" domandai a raffica tornando a stringerlo per la felicità.

 

"Si ce l'ho fatta con il massimo,decisamente" sorrise compiaciuto guardandomi battere le mani  dalla gioia.

 

"Non ci credo!Quindi adesso potresti aprire le teste di quei deficienti che ci stanno guardando e controllare se hanno veramente cervello?" domandai ancora curiosa.

 

Scosse la testa ridacchiando come per dire no.

 

"Non sono ancora un neurochirurgo ma sono sulla buona strada e comunque per quello basta una radiografia"

 

"Si ma così era più figo" mormorai dispiaciuta facendo segno agli altri di avvicinarsi.

 

"Certo certo" lasciò perdere scrutando uno ad uno i miei amici per poi puntare il dito su Justin.

 

oh oh.

 

"Tu,non sei quello che ha postato una cover su youtube?si,quella canzone strana con il pianoforte" ci pensò un attimo "down to earth,quella!" esclamò alla fine facendo strabuzzare gli occhi a noi.

 

Justin? Cover? Musica? Cantante? Down to earth? Youtube?

 

Justin sbiancò.

 

Si passò una mano sulla fronte e si tirò le punte dei capelli verso l'alto ed infine deglutì fortemente vedendo che attendevamo tutti una risposta,anche immediata.

 

"Si,ehm,è una canzone che ho scritto io e ho provato a cantare,niente di serio" buttò lì dicendo la verità piuttosto nervosamente.

 

 

 

     Pov. Justin

 

Avete presente sentirsi bene per poi essere catapultati nel Sahara e infine in meno di un secondo andare al Polo Nord?

 

Quello è stato il mio viaggio non appena Adam pronunciò quella cazzo di parole con quella cazzo di disinvoltura da conversazione normale.

 

Ma quella non era una conversazione normale,c'ero in ballo io,completamente.

 

"Si,ehm,è una canzone che ho scritto io e ho provato a cantare,niente di serio"  decisi di dire la verità,quasi.

 

Tralasciai solo una piccola parte nella quale ammettevo che quello era il mio sogno più grande anche prima del basket.

 

Vi immaginate che sarebbe potuto accadere?

 

Los Angeles Times - edizione speciale

Il capitano in carica della campionessa del torneo di quest'anno 'high school' ammette di amare di più il canto che fare il cestista.

Il mondo è sotto shock.

 

No,grazie.

 

Non sarebbe una buona idea,preferirei fare test di matematica a vita,giuro.

 

"Sei bravo comunque" ammise Adam battendomi una mano sulla spalla.

 

Ricambiai il complimento con un sorriso.

 

Certo,non era la prima volta che mi diceva che fossi bravo ma ogni volta era bello,ti faceva sentire apprezzato.

 

Poco dopo suonò la Campanella che segnava l'inizio delle lezioni,vidi Georgia salutare il fratello con l'ennesimo abbraccio e sorriso melanconico prima di sfrecciare frettolosamente verso la palestra dove mi sarei diretto anch'io a breve.

 

Salutai con un cenno gli altri prima di riuscire ad affiancarla.

 

"Davvero canti?" chiese confusa.

 

Annuii distrattamente.

 

"Un giorno mi farai sentire qualcosa,dal vivo,intendo" mi sorrise "Adam ha detto che sei bravo e credimi non è facile ottenere un complimento da lui,ha gusti piuttosto difficili" scrollò le spalle.

 

"Non lo so,come ho detto prima non è nulla di serio" risposi velocemente.

 

"Okay" sbuffò sonoramente facendomi ridere "almeno mi dici il nome del tuo canale youtube?" domandò dolcemente con faccia coordinata.

 

"Kidrauhl" borbottai continuando a ridacchiare.

 

"Kidrauhl.." ripetè fermandosi a guardarmi "E comunque,Justin,hai una bella risata" finì sorridendomi ricominciando a camminare.

 

 

 


 

 

 

HELLO AGAIN PEOPLE!:)

dico poco perchè non voglio scassare,vi piace il capitolo? ho cercato di impegnarmi di più.

spero recensiate,almeno due o tre.

alla prossima,gbye <3

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

 

 

 

Con un gesto secco,dischiusi la serratura e aprii la porta del mio appartamento per niente sorpresa di trovare ancora le bottiglie di birra reduci dalle sere precedenti,forse addirittura settimane,sul tavolino di legno chiaro,nel quale spiccava disgustosamente una macchia marroncina di quello che avrebbe dovuto essere alchol.

Il divano di pelle chiara regalatomi da mia madre quando arrivai a Los Angeles era ancora in buono stato,mentre il resto della casa era alquanto triste.

Davanti al divano,una televisione ripescata dai saldi del negozio all'angolo mi faceva compagnia ogni mattina mentre dalla finestra laterale priva di qualsiasi tenda si poteva intravedere la strada trafficata con le classiche palme della California.

 

La cucina era piccola,costituita da un piccolo lavello,dei fornetti,un forno semi-rotto,un frigorifero,qualche cassetto e scompartimento e un misero tavolo di vetro,portato da New York.

Il cibo in quella stanza era quasi inesistente,qualche mela pressoché marcia,acqua e degli snack.

 

Il corridoio buio portava direttamente alle tre stanze,in fondo a destra la camera degli ospiti,a sinistra la mia e al centro il bagno.

 

La mia camera era forse la più bella o accogliente di tutto l'appartamento.

Le pareti arancioni davano colore a quello che era un arredamento totalmente bianco e il pavimento il legno chiaro dava un aspetto ancor più minimalista.

Qualche mensola semi-vuota,un armadio a due ante,una scrivania con adagiato sopra un computer della Apple,come se fosse un oracolo,cosa che in parte era vera.

Infine,un balcone ampio si apriva appena vicino al letto,decorato con qualche fiore colorato.

 

Mi buttai sul letto sospirando prima di rendermi conto,date le condizioni in cui mi trovavo dopo due ore di ginnastica,di dovermi fare una doccia.

 

Entrai nel bagno illuminato dalla luce del sole proveniente dalla finestra aperta e aprii il getto d'acqua.

Mi svestii velocemente privandomi dei pantaloncini e della canottiera.

Respirai a pieni polmoni l'atmosfera rilassante dell'acqua che scorreva sul mio corpo,dopodichè iniziai a massaggiarmi i capelli con lo shampoo.

Lo feci altre tre,quattro volte prima di passare al balsamo e al corpo.

 

Una volta che mi sentii pulita,almeno esteriormente,uscii decidendomi di controllare il telefono che stava vibrando già da una decina di minuti.

 

 

6 chiamate perse.

14 messaggi non letti.

 

 

Aprii prima le chiamate notando che fossero tutte di Adam a parte una,da Justin.

Notai quanto fossi confusa,nessuno mi aveva cercato così tanto in tutta la mia vita,solo quando aprii i messaggi riuscii a capire,dandomi della stupida mentalmente per aver pensato al peggio.

 

 

 Da Adam

"Appena esci da scuola vieni al 90113 Midlave Ave" diceva il primo,di tipo un'ora e mezzo fa.

 

Da Adam

"Okay,probabilmente non hai letto il messaggio,quindi chiamami Geo" 

 

Da Adam

 "Rispondi,ti prego"

 

Da Adam

"Sei arrabbiata?"

 

Da Adam

 "Seriamente,Geo,che ti ho fatto?"

 

Da Adam

"Sei arrabbiata perchè sono andato via dopo che tu sei entrata in classe e non ti ho aspettato?Ma cavolo,erano due ore!"

 

Da Adam

"Va bene,non hai intenzione di rispondermi,ti aspetto al ristorante 'Bella Vita',immagino sai dove sia"

 

Da Adam

"Geo,sono qui da mezz'ora?Dove sei?"

 

15 minuti dopo..

 

Da Adam

"Sto facendo una figura di merda,ti prego,chiamami"

 

Da Adam

"Rispondi almeno?"

 

Da Adam

"Me ne vado,dimmi almeno l'indirizzo di dove abiti,non ricordo"

 

10 minuti dopo..

 

Da Adam

"Io sono dove prima,ti devo parlare,è importante"

 

Da Adam

"Mi sto preoccupando,è il millesimo messaggio che ti mando,ora chiamo Justin"

 

Da Justin

"Geo,dove sei?A casa tua?Ci stiamo preoccupando,tuo fratello sta pensando di andare dalla polizia,ora provo a venire da te" l'ultimo di circa 3 minuti prima,appunto.

 

Risposi velocemente.

 

A Justin

"Si,sono a casa,scusate,non ho guardato il telefono e sono corsa subito sotto la doccia" inviaii.

 

 

Corsi a vestirmi lasciando i capelli lunghi bagnati,il caldo li avrebbe asciugati.

Andai in salotto e recuperai le bottiglie di birra vuote gettandole svogliatamente nel cestino.

Aprii la finestra cercando di arieggiare io più possibile la stanza,che puzzava in modo spropositato.

Un odore di stantio mischiato a quello dell'alchol mi fece rendere conto dell'azione che avrei dovuto ripetere quotidianamente o almeno più spesso.

 

Poco dopo suonarono al campanello.

 

Mi diressi verso la porta trovando un Justin molto preoccupato,molto,molto.

Fece un sospiro di sollievo.

 

"Credevamo fossi scomparsa o roba del genere,ora vieni,Adam ti aspetta ed è nervoso,non hai tempo per cambiarti disse spingendomi fuori e trascinandomi giù per le scale,inerme a ciò che sarebbe accaduto.

 

"Che succede?" domandai con il fiatone.

 

"Ti deve parlare,non l'avevi capito?" rispose sarcastico facendo riferimento alla miriade di messaggi che avevo ricevuto.

 

Sorrisi annuendo.

 

Una volta fuori dal palazzo salimmo sulla sua Range Rover,che tanto amavo.

Sarebbe stato bello guidarla,magari fino a Malibu o alle colline di Hollywood,con il finestrino abbassato mentre l'aria fresca ti accarezza la pelle e ti fa svolazzare tutti i capelli,con la radio al massimo e così tanta adrenalina da vendere,spingere l'accelleratore senza pentimento,tutto una corsa.

 

"A che stai pensando?" voltò lo sguardo verso di me.

 

"A una cosa impossibile"

 

"Niente è impossibile" ammise bagnandosi le labbra.

 

'Credimi,ti uccideresti piuttosto che renderla possibile" ridacchiai.

 

"Che c'entro io?" domandò.

 

"Oh,be,si parla della tua piccola"

 

"Quale piccola?" domandò ancora disorientato.

 

"Questa" risposi accarezzando dolcemente e sognante il cruscotto dell'auto per poi passare alla portiera dove mandai un paio di baci volanti scatenando la sua incontrollabile risata.

 

"E che c'entra la mia piccola?" continuò divertito marcando il 'piccola'.

 

"Stavo pensando a quanto mi piacerebbe guidarla"

Improvvisamente tornò serio,mi guardò e poi riportò lo sguardo sulla strada.

Era evidente la sua contrarietà sulla cosa,non l'aveva mai fatta guidare a nessuno,che io sapessi,non per questo era solo e unicamente la sua piccola.

Ci teneva veramente ma io sono una ragazza e alle ragazze piacciono le auto,credo.

Non potevo farci niente,era così bella..

 

 

 

                 Pov.Justin

 

 

 

"Stavo pensando a quanto mi piacerebbe guidarla" disse sorridendo.

 

Tornai immediatamente serio stringendo la mascella.

La guardai un momento e riportai lo sguardo sulla strada.

La mia Range Rover nera non la toccava nessuno,non l'avevo mai fatta guidare a nessuno perchè se non s'era capito,quella era la mia piccola,mia e di nessun'altro.

Capii che lei fosse a conoscenza di questo particolare nel momento stesso in cui ripassai mentalmente tutta la conversazione.

 

 

-"Credimi,ti uccideresti piuttosto che renderla possibile"-

Ed era vero,stramaledettamente vero.

Non so in realtà per quale motivo ci tenessi così tanto,ma ero geloso,fottutamente geloso di un oggetto che tutti ammiravano.

 

 

Ma lei era Georgia,lei non era il primo sconosciuto che mi diceva "ehi,amico,bella macchina? mi fai fare un giro?",per niente.

Provavo una certa attrazione verso di lei,niente di serio;d'altra parte non si poteva non ammettere che fosse tremendamente sexy e il fatto che potessi vederla più volte la settimana in reggiseno rendeva il tutto più eccitante.

I capelli lunghi neri e mossi le cadevano così perfettamente,gli occhi blu così diversi,la bocca carnosa e talmente baciabile che fosse per me avrei già assaporato,il sorriso perfetto e la sua risata.

Vederla giocare a basket,in pantaloncini da maschio,canottiera larga e coda alta,tutta sudata,riusciva a scatenare in me i pensieri più perversi,a volte,riusciva anche a distrarmi totalmente.

 

Credo che gli altri lo avessero capito,ma credevano che fossi innamorato.

Bah,provavo solo un certo interesse,perchè diciamocela tutta,Georgia Lil Nye,sei arrapante cazzo.

 

Decisi di risponderle,sembrando il più dolce possibile.

 

"Dimmi solo quali sono le tue abilità nella guida"

 

La vidi sbarrare gli occhi,aprire la bocca,scomporsi in modo esagerato,tirare un gridolino,riprendersi,sistemarsi i capelli dietro le orecchie e infine guardarmi con un sorriso a 4783939392884 denti,il tutto in meno di dieci secondi.

 

"Cioè,tu,insomma,hai-hai detto che posso guidarla?" domandò insicura.

 

Annuii.

 

"Sempre se non me la butti in mare o rovini tutta la fiancata" ricambiai il sorriso.

 

 

-era così bella..-

 

 

"Io ti amo,cazzo!Guiderò una Range Rover,guiderò una Range Rover,guiderò una Range Rover" canticchiò gettandosi addosso a me abbracciandomi.

 

 

-e il suo profumo,dio,il suo profumo..-

 

 

In poco tempo iniziò a piovere,lasciando al posto del classico sole caldo,una coltre scura di nuvole e tuoni.

 

"Che tempo di merda che è venuto fuori" mormorò appoggiando la testa sul vetro.

 

"Non dirmelo" risposi strofinandomi la guancia "Fra poco siamo arrivati,stringiti a me,ci bagneremo di meno" le dissi svoltando per l'ultima volta a destra intravedendo l'albergo dove Adam mi aveva detto alloggiasse.

 

"Soggiorna qui?" domandò curiosa osservando fuori.

 

"Si,tieniti pronta" uscii fuori correndo leggermente per poi raggiungere l'altro lato della macchina.

Aprii la portiera e la strinsi a me cercando di ripararla con la mia giacca.

Correndo arrivammo nella hall e dire che ero bagnato era un eufemismo incredibile.

 

 

             Pov.Georgia

 

Oh cazzo.

No,vi prego no.

Dio non può essere così crudele.

Dove cazzo è andata a finire la sua misericordia?

Vaffanculo.

 

Cioè,guardatelo,completamente bagnato,pensai.

 

I capelli prima tirati in una cresta ora erano lisci e spiaccicati sulla fronte,rendendolo diverso dal solito.

Le goccioline di acqua cadevano con una lentezza spropositata dalle tempie fino al naso e da lì,piano,andavano fino alle sue labbra perfette che ogni tanto si mordicchiava o bagnava,agonizzandomi.

La t-shirt bianca che indossava era diventata quasi trasparente e gli fasciava gli addominali,era coperto solo dalla sua giacca/felpa e i pantaloni da afro larghi e lunghi fino a metà polpaccio erano così sexy su di lui.

 

 

Che poi lui,era sexy,terribilmente aggiungerei.

 

 

Il classico ragazzo che ti faceva scatenare pensieri così sporchi da far invidia a chiunque sessualmente frustrato.

 

Lo vidi parlare con il receptionist che dovette informarlo sul numero della stanza visto che si mise a camminare verso le scale.

 

"Perchè non prendiamo l'ascensore?" chiesi confusa "Saranno minimo tre piani.."

 

"Ecco,vedi,io ho un problemino con gli ascensori." disse vago per poi continuare "Sono claustrofobico"

 

"Okay,ci vediamo di sopra,scusa Jus ma non sono pronta per così tante rampe" feci la faccia da cucciolo chiamando l'ascensore che subito si aprì.

 

Tentennò un po' ma mi raggiunse.

 

"Facciamolo" disse

 

"Sicuro?" chiesi dubbiosa

 

"Certo,che sarà mai,sono solo tre piani" rispose nervoso schioccandosi le dita delle mani.

 

L'ascensore partì e Justin tratteneva il sudore.

Era bianco e respirava velocemente,sempre più velocemente.

Mi avvicinai a lui amabilmente e gli presi le mani tanto che provai dei piccoli brividi da farmi scuotere la testa.

 

"Mancano solo due piani,quasi uno,non c'è motivo di preoccuparsi" cercai di calmarlo "Ci sono qua io,non ci succederà niente,tranquillo" gli sorrisi.

Si calmò leggermente.

 

"Te lo prometto" dissi infine.

 

Annuì facendo un respiro profondo e in pochi secondi arrivammo.

Camminammo per un po' lungo il corridoio fino ad arrivare alla stanza numero 35,bussammo.

 

Sentimmo aprire velocemente ritrovandoci la faccia di mio fratello davanti in meno di un secondo.

Subito mi abbracciò urlando ringraziamenti isterici a Justin facendoci ridere.

 

"Ero così preoccupato" ammise.

 

"Lo so,Jus me lo ha detto" risi ancora.

 

"Ora dobbiamo parlare,è piuttosto seria come cosa"

 

''Devo andare via?" s'intromise Justin.

 

"No,resta pure" rispose Adam che mi fece segno di sedermi sul letto.

 

 

"Sai che ti sono venuto a trovare,ma resto qui poco tempo,parto dopodomani" disse scatenando già in me un senso misto fra tristezza e delusione.

 

"E sai anche che ti ho detto che devo fare altri corsi dopo essermi laureato" annuii di risposta "ma non sai che non torno in Australia,vado a in Inghilterra,Geo" sorrise tristemente.

 

Mi alzai di scatto dal letto.

 

 

"Che cosa?Inghilterra?È dall'altra parte del mondo,Adam!È così lontana.." urlai istericamente iniziando a singhiozzare.

 

"Lo so,ma ci sono degli ottimi corsi e più vaste probabilità di trovare lavoro" sussurrò cercando di confortarmi ma lo respinsi.

 

"Ci vedremo ancora di meno!"

 

"Lo so,ma potremmo sentirci per telefono o su Skype"

 

"Questo significano che passeranno altri anni prima che ti possa riabbracciare da dopodomani?" piansi forte.

 

Ci fu un lungo silenzio.

 

"Non lo so.." sussurrò scuotendo il capo.

 

"E tu mi lasci qui sola! Dicono ci siano dei buoni corsi anche a New York o a Seattle o in Illinois oppure in Ohio,ma l'Inghilterra.." sospirai "è troppo lontana.."

 

"Credimi,ho cercato,ma è l'unica soluzione" ammise.

 

Mi alzai,presi Justin per un braccio.

 

 

"Bene,a domani Adam,stammi bene nel frattempo" dissi dura.

 

Rimasi in silenzio uscendo dalla stanza,dopo un bel po' Justin parlò.

 

"Vuoi andare a casa?" mi abbracciò confortandomi.

 

"Si,ma ti prego,resta con me" sussurrai singhiozzando,ancora una volta."

 

 

 

 

     This is Georgia.      This is Georgia.

 

 

 

Ciao a tutti!

Oggi ho postato in tempo record,ringrazio chiunque abbia letto e chi ha recensito,è veramente importante per me.

Oggi è anche più lungo,mooolto più lungo,il più lungo.

Spero vi piaccia e spero recensiate,ancora.

love 4 idols,

-thanks rauhl :)


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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


 

 

 

                      

 

 

                      Ciao a tutte ragazze! Mi scuso innanzitutto del ritardo ma non sono tanto convita di questa storia e nè tantomeno

del capitolo qui sotto.

Abbiamo anche un banner che io adoro,creato da @hjsdjmples su twitter,crediti?

Anyway,spero che a voi piaccia.

Vorrei taaaanteee recensioni,se vi va.

Grazie a chi a recensito i capitoli scorsi,significa molto per me.

 

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Capitolo 5


Salimmo le scale svogliatamente,cercando invano la voglia di arrivare in cima nel minor tempo possibile,in fondo non c'era nulla da perdere.

 

Io stavo uno schifo,uno strafottuto schifo rivomitato dallo sputo del più orribile essere e credevo che Justin lo avesse più che intuito,soprattutto quando mi ero spalmata addosso a lui piangendo istericamente,con un aspetto rivoltante,blaterando frasi che non ricordo e nemmeno avevo idea di farlo.

 

Mi portai improvvisamente una mano alla testa respirando profondamente come un'ossessa,ancora,ripensando al comportamento stupido di qualch tempo prima.

 

 

Ormai eravamo quasi arrivati al mio piano ed io avevo solo bisogno di qualche birra,qualche normalissima birra,giusto per buttare giù la tensione.

 

Mi accorsi che fossimo definitivamente arrivati quando Justin si fermò prima di portarsi una mano davanti alla bocca nervosamente.

 

Lo guardai senza capire nulla.

 

"Che succede?" domandai sentendo la tensione aumentare.

 

Spostò lo sguardo su di me prima di prendere a parlare balbettando leggermente.

 

"Quando sei uscita,non avevi la chiave con te,giusto?" scossi la testa negativamente in segno di risposta.

 

"La porta si sarà chiusa e a meno che tu non abbia una chiave sotto lo zerbino,sei rimasta chiusa fuori" cacciò fuori schioccando le dita e battendo il piede a terra convulsamente.

 

Mi accasciai a terra strusciando la schiena contro il muro freddo e bianco,chiusi gli occhi cercando in qualche modo di rilassarmi ma evidentemente,tutta la tensione,non se ne voleva andare.

Sbuffai lamentandomi frustrata da tutte quelle situazioni spiacevoli e inarcando la schiena mi sgranchii piano prima di alzarmi di colpo da terra.

 

"Bene,hai un letto in più a casa tua?" domandai cercando lo sguardo di Justin.

 

"Si,certo,vuoi stare da me?" 

 

"Se non ti dispiace,credo di non essere nella giusta condizione per affrontare già mio fratello" scrollai le spalle.

 

Annuì semplicemente scendendo le scale.

Dopodichè uscemmo dal condominio per dirigerci ancora una volta verso la sua macchina.

 

Viaggiammo per qualche minuto prima di accostare affianco ad un palazzo dall'aspetto moderno,alto e piuttosto in buone condizioni.

Salutò il portiere,Ben,un ometto bassino alquanto simpatico,con un pinzetto grigio sul mento.

Salimmo al quarto piano ritrovandoci davanti alla porta di casa sua '16 B'.

 

"Oh mio dio,abiti seriamente in un appartamento numerato anche con una lettera?" chiesi eccitata.

 

"Si,perchè?" domandò incredibilmente confuso aggrottando il sopracciglio destro in modo sexy.

 

"Ho sempre desiderato vivere in uno così,stile classiche commedie newyorkesi!" esclamai non badando all'inconscia provocazione del suo gesto.

 

"Bene,ora dovrai fare piano. Staranno dormendo tutti sicuramente" rise facendomi segno e aprendo silenziosamente la porta.

 

A passi lievi camminammo fino alla fine del corridoio buio,tenendomi stretta a Justin che aprì l'ennesima porta,probabilmente di camera sua.

 

"Credo dovrai dormire con me,rischierei di fare troppo casino nell'altra stanza e sinceramente non so neppure se sia pronta. Se per te va bene,ovviamente" parlò a bassa voce.

 

"Certo,il casino" ridacchiai "Per me non ci sono problemi,anche se non ho un pigiama" sorrisi ancora osservandolo mentre corrucciava ancora una volta le sopracciglia pensieroso,assumendo un espressione degna da prima pagina.

 

"Un paio di pantaloni miei da basket e una t-shirt,vanno bene?" esordì.

 

Mossi la testa come per dire 'okay' e lo vidi allontanarsi vicino all'armadio a sinistra ritrovandomi dopo poco gli indumenti sulla faccia.

 

"Non mi serve andare in bagno,basta che ti giri" osservai per non creare ulteriori complicazioni.

 

Annuì per niente stranito dalla mia dichiarazione girandosi immediatemente dalla parte opposta.

Mi spogliai frettolosamente indossando ciò che Justin mi aveva 'dato' lanciandomi subito sul letto con ben poca leggerezza.

 

"Fai piano!" urlacchiò Justin impaurito.

 

"Ah ah,vieni a letto coglione" risi nel vedere la sua faccia.

 

"Prima magari mi cambio anch'io" cambiò totalmente espressione riacquistando tutta la sua sicurezza,facendomi un occhiolino che aveva tutta l'aria di una maliziosa provocazione.

 

'Sei una scarica ormonale e lo sai Bieber,non è vero?' pensai sorridendo innocentemente.

 

"Non mi serve andare in bagno e per me puoi anche non girarti" ammiccò mordendosi il lato esterno destro del labbro facendolo sembrare ancora più bello.

 

Alzai le mani e feci capire che per me andava bene.

Mi sistemai più comoda lateralmente,assicurandomi anche una migliore visione sul letto matrimoniale coperto solo da un leggero lenzuolo azzurro.

 

Continuò a guardarmi mentre lentamente fece salire le mani lungo la sua maglietta bianca,alzò le braccia con altrettanta lentezza disumana sfilando l'indumento.

 

Il petto nudo e scolpito fu incentrato nella mia visione facendomi deglutire,vidi i suoi muscoli contrarsi e rilassarsi ad ogni gesto che compieva mentre iniziò a chinarsi pronto per togliere le scarpe.

Le sfilò velocemente,così come le calze,dopodichè passò ai pantaloni.

 

Li slacciò amabilmente facendo scorrere le dita affusolate lungo il perimetro tirandoli giù,i suoi boxer 'top man' bianchi diventarono via via più evidenti.

In una manciata di secondi rimase solo con quelli.

 

Ci fissammo intensamente negli occhi prima che la visione del suo corpo perfetto mi distolse ancora una volta.

 

Le gambe erano lunghe e anch'esse muscolose e inutile dirlo,aveva un corpo perfetto.

 

Ritornai a guardarlo negli occhi,i suoi occhi nocciola così graziosi.

 

Poi,all'improvviso,scoppiò a ridere.

 

Lo guardai estremamente confusa e irritata dal fatto che avesse interrotto quel contatto fra di noi.

 

"Tu-la-la tua-faccia-io-non-non ce la faccio" rise "dovevi-dovevi vederti,sembrava-sembrava mi stessi mangiando con-con gli occhi" rise ancora.

 

Sorrisi anch'io avvicinandomi a lui che tornò serio.

 

Cautamente posai le mie mani all'altezza delle sue clavicole.

Sentii il suo respiro farsi più pesante,insieme al mio che cercavo di mascherare.

Mi bagnai ancora una volta le labbra e lo sentii mentre con la mano sinistra si schioccò il pollice,segno che era nervoso,almeno quanto me.

Mi avvicinai di più al suo viso fino a che non arrivai più o meno davanti alla sua bocca che pareva bramosa di congiungersi con la mia.

Questa volta,quello ad avvicinarsi ulteriormente fu lui.

Eravamo abbastanza vicini da poterci osservare così profondamente negli occhi da notare l'immenso desiderio reciproco.

 

Presi l'iniziativa e soffiai sulle sue labbra facendolo fremere,feci salire le mie mani fino dietro alle sue orecchie e successivamente le infilai nei suoi morbidi capelli color grano,massaggiandoli.

 

Lo vidi rilassarsi notevolmente mentre inclinando la testa leggermente all'indietro trattenne un gemito di piacere,tornò sulle mie labbra senza toccarle.

Capii così che voleva mantenere quella sottospecie di tensione piacevole e non e decisi di assecondarlo,almeno un po'.

 

Mi accarezzò i fianchi con le mani facendomi provare dei piccoli brividi,salì più in su scostando la t-shirt nera che indossavo,lasciando nuda la pancia dove sfregò dolcemente il pollice sorridendo leggermente.

Chinò il viso all'altezza del mio collo e inspirò fortemente.

 

"Hai un buon profumo,cioè,ti sta bene il mio profumo addosso" sussurrò prima di tornare a far muovere le mani lungo il mio busto.

 

Arrivato al seno decise di portarle dietro la mia schiena,dal sedere salì fino alle scapole.

Con un gesto secco mi avvicinò di più a lui riacquistando tutta la vicinanza che prima avevamo perso.

 

Prese una ciocca dei miei capelli neri e se la arrotolò intorno all'anulare facendomi trattenere il respiro.

 

Era concentrato,dannatamente impegnato nel seguire i movimenti che lui stesso eseguiva,forse addirittura più di me che dovevo digerire la situazione nel migliore dei modi.

Ogni tanto arricciava il naso,aggrottava le sopracciglia o univa in una linea sottile le labbra a cuore rosate.

 

Mi accorsi che mi stesse osservando ancora di più quando smise di toccarmi i capelli passò al mento.

 

Amavo quando sfregava la sua pelle con la mia e per quanto questa cosa possa sembrare perversa o per quanto ristrettamente io l'abbia potuta provare,rimane la cosa più desiderabile al mondo.

 

Io avevo ancora le mani fra i suoi capelli e decisi di muoverle leggermente accarezzando le sue sopracciglia scure per poi passare al contorno degli occhi mentre lui si bloccò.

 

"Hai degli occhi così belli,Justin" lasciai andare in un sussurro le mie labbra che erano vogliose delle sue.

 

Sorrise.

 

"Tu sei così bella,Georgia" ricambiò aguzzando gli occhi sensualmente.

 

Fece riprendere il percorso delle sue dita passandole delicatamente su tutto io mio viso.

Chiusi gli occhi ma li riaprii di scatto.

Inclinai la testa e avvicinai pericolosamente le labbra al collo di Justin.

 

Lui sembrò confuso ma parve apprezzare molto il mio gesto.

 

Iniziai a baciare dolcemente picchiettando la lingua contro il suo collo,assaporando la sua pelle.

Succhiai leggermente spostandomi sempre più in alto rendendolo sempre più nervoso.

Continuai a baciare fino ad arrivare alla sua mandibola dove mi fermai.

 

Se voleva andare fino in fondo,l'avrebbe deciso lui,pensai sorridendo nascondendo una piccola sfida nello sguardo che gli dedicai appena si riprese dalla temporanea trance.

 

Disorientato continuò a guardarmi fino a che ricambiò furbamente il sorriso.

 

Si catapultò senza ulteriori indugi sulla mia bocca che finalmente incontrò la sua.

 

La leccò superficialmente battendo la lingua sui denti chiedendo l'accesso che gli fu subito concesso,tanto evidente era il desiderio di entrambi.

 

Accarezzò la mia lingua,iniziando a rincorrerla.

Mordicchiai il suo labbro inferiore sentendo la sua presa sui miei fianchi aumentare,lasciò una scia di baci lungo il collo staccandosi dalla bocca facendomi gemere.

Lo spostai di nuovo sulle mie labbra che ancora lo volevano.

 

Fece scendere una mano fino al mio sedere strizzandolo leggermente provocandomi un altro gemito soffocato.

Tirai le punte dei suoi capelli mentre con una mano stringevo il suo mento.

Gemette lui questa volta sul bacio,facendomi ridacchiare.

 

Ci staccammo senza fiato e per qualche secondo ci fissammo negli occhi.

 

"Baci meglio di quello che pensavo" mugulai sbattendo le palpebre iniziando a sentire la stanchezza.

 

"Anche tu non sei male" mi sfottè sbadigliando.

 

Mi diressi verso il letto,decisa a dormire.

Scostai le coperte sdraiandomi e aspettando che lui facesse lo stesso.

 

Mi cinse il busto con le braccia e poggiai la testa sul suo petto,ancora scoperto dato che aveva deciso di dormire in boxer,perchè piccolo dettaglio,tutto il tempo lui era rimasto semi-nudo.

 

Quel piccolo bastardo canadese.

 

"Ah,Justin,devo ancora ascoltare la tua cover." borbottai tra le sue braccia sentendo gli occhi appesantirsi.

 

Respirai profondamente.

 

"Bè,magari domani guardatela" rispose anche lui stanco.

 

"Speriamo arrivi presto il tutto-fare" constatai.

 

"Per me non ci sono problemi,se volessi dormire qui anche domani sera" lo sentii ridacchiare maliziosamente.

 

"Sei un morto di figa" mi strinsi di più a lui.

 

"Almeno non sono gay" mormorò.

 

"Perchè,hai qualche cazzo di cosa contro i gay?" domandai con un velo di ferocia.

 

"No,no,scherzavo" si discolpò innocentemente facendomi ridacchiare.

 

Sentii le forze abbandonarmi piano piano prima di sentire le labbra di Justin premere contro il mio orecchio facendomi rabbrividire.

 

"E comunque" sussurrò "sei una bomba Nye" mi stampò un bacio sul collo per poi lasciarmi definitivamente felice tra le braccia di Morfeo,anche se,il giorno seguente,credo che mi sarei ritrovata tra braccia migliori.

Justin.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


 

CIAO RAGAZZE! 

Allora, in primis, s c u s a t e.

Finalmente l'ho postato e dovete ringraziare ipad, apple e la mia mente stupida.

Non ho riletto il capitolo perchè sono di fretta; siccome sto aggiornando l'ipad, appunto, con IOS 7 mi sono scordata di fare il backup con icloud e perderò tutti i file*piange* e non si può annullare momentaneamente l'aggiornamento.

Così, eccoci qui.

Scusate ancora per gli errori, per quanto è corto, per avervi fatto aspettare così tanto.

A presto, sperando che leggiate anche le mie altre storie.

 

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Capitolo 6


Mi rigirai nelle scoperte sbattendo le palpebre assonnata notando l'assenza di Justin. Portai le mani agli occhi e li strofinai qualche secondo lasciando che dei pezzettini di mascara secco mi sporcassero le dita per poi alzarmi barcollando un po'.

Mi tenni la testa per alleviare il giramento momentaneo e decisi di uscire con cautela dalla stanza.

Notai la presenza di una bambina dai capelli color grano e mi avvicinai.

 

"Chi sei?" domandò scrutandomi curiosa.

 

"Sono Georgia, ma puoi chiamarmi Geo. E tu?" le sorrisi dolcemente.

 

"Sono Jazmyn, ma puoi chiamarmi Jazzy" rispose arrotolandosi una ciocca di capelli intorno al dito.

 

"Sei la sorellina di Justin, non è vero?" risi nel vederla mentre annuì prima di correre via urlandomi un 'Ciao Geo'.

 

Continuai a camminare per il corridoio fino a che non decisi di aprire una porta, sperando di trovare la cucina.

Con mia grande,abnorme,gigantesca fortuna riuscii a vedere che la stanza fosse quella giusta.

 

Una signora minuta dai lunghi capelli neri stava cucinando vicino ai fornelli dell'isola centrale. Più a lato, in un tavolino di vetro grande, un ragazzo dalla chioma bionda stava fissando una tazza piena di Cheerios al miele, quelli fatti a cerchio bucati.

 

"Mamma, questi sono quelli che piacciono a Jaxo e a Jazzy, io li odio" si lamentò.

 

"Zitto e mangia, Bieber" lo interruppe la donna facendolo sbuffare.

 

Prese in mano il cucchiaio e lo fece girare più e più volte nella tazza, ben deciso a non mangiarne il contenuto con uno sguardo disgustato.

 

Tossii imbarazzata cercando di attirare l'attenzione. Subito mi ritrovai lo sguardo di entrambi addosso.

La donna mi sorrise e Justin semplicemente mi salutò.

 

"Oh, tu devi essere Georgia, la ragazza che gioca a Basket. Vieni cara, ho preparato la colazione" disse poggiando il piatto sul tavolo, davanti a Justin "Io sono Pattie Mallette, la madre del tuo amico. Dormito bene?" domandò con fare materno rallegrandomi un poco.

 

"Salve signore Mallette, grazie per la colazione e si, dormito perfettamente" ricambiai il sorriso prima di catapultarmi sul mio bel piatto di uova strapazzate.

 

"Bene, io vado, faccio tardi per il lavoro. Justin, prendi le chiavi, stasera vado a cena fuori e Jazzy e Jaxo vanno da tuo padre a dormire" si rivolse al biondo "Tornerò presto, comunque" ci salutò velocemente e uscì.

 

Finii subito la colazione sotto lo sguardo meravigliato di Justin.

Versai un bicchiere di succo all'arancia e ne bevvi un sorso.

 

"Che c'è?" chiesi stizzita.

 

"Wow,da quant'è che non mangi?" domandò.

 

"Mh,non so,non lo ricordo" buttai lì indifferente battendo la lingua contro il palato.

 

"E a cosa andavi avanti?" 

 

"Birra?" chiesi retorica.

 

"Non dovresti farlo, non è salutare" mi disse severamente ricevendo come risposta un'occhiata palesemente scocciata.

 

Lo congedai con un gesto delle mano e guardai l'orologio affisso alla parete di fronte a me, giusto per sapere quanto tempo avessi per prepararmi.

Erano appena le 7.45 e la scuola non sarebbe iniziata prima delle 9.30 quindi il tempo bastava. Decisi comunque di procedere a farlo, sarebbe stato imbarazzante per il momento sostenere un altra conversazione con Justin.

 

Mi diressi verso la porta per poi fermarmi rendendomi conto che non sapessi come muovermi in quella casa, così lanciai uno sguardo al biondo che capì al volo.

 

"La porta qui fuori a destra" mi informò semplicemente e io annuii.

 

Andai in camera a recuperare i miei vestiti e mi diressi verso il bagno. Bussai giusto per controllare che non ci fosse nessuno e mi catapultai dentro.

Non era per niente il caso di farmi una doccia perciò decisi di darmi una 'rinfrescata' come più potei. 

Controllai il mio aspetto allo specchio e dovetti ammettere che ero messa meglio del previsto: niente mascara colato, solo qualche pezzettino secco sotto le palpebre, niente occhiaie grosse come caverne e niente capelli a nido di rondine.

Ero semplicemente una ragazza di prima mattina.

Mi diedi una mossa e mi spogliai piegando gli indumenti di Justin e infilai i miei, cercai una spazzola e diedi una forma ai miei capelli prima di legarli in uno chignon arruffato e uscii.

 

Ritornai in cucina pensando a come avrei fatto a tornare a casa mia, senza alcun risultato.

Mi illuminai improvvisamente ricordandomi che il mio povero condominio avesse una mezza specie di tutto-fare ventiquattro ore su ventiquattro e mi maledii letteralmente per non averci pensato prima.

 

Ero così stupida, maledizione.

 

Non vedendo nessuno pensai che magari Justin fosse andato in camera sua a prepararsi così decisi di aspettarlo.

Mi sedetti su una sedia bianca e alta dove prima era seduto lui e mi guardai intorno ancora una volta.

Era una bella cucina, ampia e luminosa, ricca di oggetti e elettrodomestici di ultima generazione, segno che la famiglia di Justin fosse benestante. Una grande portafinestra donava sul giardino grande, dalla quale si poteva osservare una piscina. Notai una figura alta vicino e decisi di uscire, ormai annoiata.

 

I miei piedi scalzi entrarono in contatto con l'erbetta verdissima e curata del prato, un po' umidiccia considerato l'orario.

Il sole iniziava già a riscaldare tanto da preannunciare una giornata afosa.

Man mano che mi avvicinai riuscii a riconoscere la figura.

 

Con le mani grandi teneva in mano una sigaretta che portava alla bocca di tanto in tanto, inserendola fra le labbra a cuore e aspirando lentamente, con la stessa lentezza buttava fuori delle piccole bolle di fumo, trattenendo gli occhi chiusi e fra un tiro e l'altro sospirava ansioso, quasi.

Dopo alcuni istanti rigirò la sigaretta fra le dita per poi buttarla a terra e schiacciarla con il tallone borbottando un lieve "La raccoglierò dopo".

 

Si accorse della mia presenza solo quando deglutii fortemente.

 

Parve sorpreso.

 

"Uhm, ciao Geo, che ci fai qui?" si ricompose.

 

Scossi la testa e mi diressi verso l'interno della casa.

 

"Credo dovremmo andare, si sta facendo tardi, devo passare in palestra e prendere il cambio. Oggi ci sono gli allenamenti" dissi percorrendo la strada velocemente.

 

"Certo, dammi solo un attimo" rispose superandomi e correndo, letteralmente, verso la sua camera.

 

Aspettai qualche minuto davanti all'ingresso e lo vidi uscire.

 

"Possiamo andare" mi indicò.

 

Arrivammo a scuola in poco tempo e la situazione era alquanto imbarazzante.

Nessuno dei due aveva ancora fatto riferimento al bacio della sera precedente e credo che non ce ne fosse neppure l'intenzione. Andiamo, era stato bello ed eccitante, l'avrei rifatto altre migliaia di volte ma era solo un bacio.

Nessuna dichiarazione, nessun contatto molto più ravvicinato, nessun appuntamento programmato, niente di niente.

Solo un bacio.

Era chiaro però che entrambi stessimo pensando a quello. Cosa giustificherebbe altrimenti le risposte monosillabiche e i movimenti robotici supermegaultra controllati?

 

Camminammo a passo svelto verso gli armadietti intravedendo gli altri che come al solito parlavano tra di loro. Buttai l'occhio sul display del mio iphone e mi resi conto che a minuti sarebbe suonata la campanella così decisi di muovermi.

 

"Ci vediamo a pranzo" congedai freddamente i miei amici dirigendomi verso la classe per ripassare per il test di letteratura inglese.

Mi sedetti in ultima fila e aprii il libro. Rilessi tutto attentamente e ripetei ad alta voce.

 

"Che ci fai già qui?" alzai di colpo lo sguardo notando Aeneas in piedi proprio di fronte a me facendolo ridacchiare.

 

"Stavo ripassando per il test" risposi sinceramente.

 

"Il piccolo problema è che manca un quarto d'ora all'inizio delle lezioni e che il test è domani" mi informò ancora ridendo.

 

"Porca puttana" mugulai portando le mani in aria e stropicciandomi gli occhi.

 

"Già, perchè sei praticamente scappata prima?" mi chiese ancora.

 

"Te l'ho detto, il test" scrollai le spalle leggermente.

 

"Meno prese per il culo Nye, a me non la fai" mi minacciò.

 

Ridacchiai.

"Non mi fai paura Monroe"

 

Mi guardò male.

"Che è successo con Justin?" mi chiese ghignando malefico. Sussultai.

 

"Niente,perchè?" deglutii.

 

"Oh,andiamo" sospirò frustrato "Te ne sei andata immediatamente, non ci hai salutati e la palestra?" domandò girandomi attorno accusatorio.

"Ricordi, avevi detto a Justin che saresti passata di lì per prendere il cambio per oggi" concluse palesemente fiero del discorso che aveva fatto.

 

"Mi sono scordata, anzi, ci vado ora" chiusi il libro con un colpo, raccolsi lo zaino e me ne andai velocemente.

"Scusa gli altri da parte mia" lo lasciai lì.

 

Uscii dalla classe camminando velocemente e entrai in palestra notando la squadra di cheerleaders allenarsi.

 

Appena feci capolino nella stanza la mora decolorata caposquadra mi venne incontro.

 

"Che ci fai qui?" disse squadrandomi.

 

 

 

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