Cronache di una leggenda: Spirale rossa di Konoha

di goringo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Genin ***
Capitolo 2: *** Team 7 ***
Capitolo 3: *** Rivelazioni e campanelli ***
Capitolo 4: *** Inizia la missione ***



Capitolo 1
*** Genin ***


Era una giornata come tante altre nel villaggio nascosto di  Konoha situato nella terra del fuoco, e la gente era impegnata nella solita routine: i civili lavoravano, i bambini erano a scuola o nell'accademia ninja, gli Anbu sorvegliavano le vie del paese, gli shinobi svolgevano le loro missioni assegnate dal capo villaggio Hiruzen Sarutobi, nonché il sandaime Hokage:
 
era un uomo anziano, un settantenne per farla breve, che, però, dietro i suoi capelli bianchi, coperti dal tipico capello dei Kage, portava molta più forza di quello che dimostrava. Gli erano stati dati molti nomi ma i più conosciuti erano il "Dio degli Shinobi" o il "Professore"; quest'ultimo se l'era guadagnato poiché in molte situazioni aveva dimostrato di aver molta padronanza delle tecniche ninja e una vasta conoscenza di esse.
 
Il palazzo del capo villaggio si ergeva, in tutta la sua altezza, proprio al centro di Konoha, secondo solo al monumento dei quattro Hokage in imponenza.
I corridoi del palazzo erano molto larghi, permettendo il passaggio dei ninja che si recavano lì per ricevere le loro missioni, per fare rapporto o perché semplicemente dovevano parlare con il loro superiore e viceversa.
Gli Anbu erano dei ninja che portavano fedeltà esclusivamente al loro Kage e a differenza di altri ninja portavano maschere, a forma di un muso di un animale, e quando erano in servizio venivano chiamati con nomi in codice per evitare che trapelasse la loro vera identità, in quanto erano molto spesso partecipi a missioni di assassinio e si voleva evitare vendette personali nei loro confronti.
 
Una parte di loro circondava perennemente l'edificio, ognuno ben nascosto, sorvegliandolo per garantire l'incolumità del capo villaggio.
 
L'accademia ninja era un luogo in cui i bambini che volevano diventare shinobi si recavano per imparare tutto ciò che era necessario per esserlo. Le classi non erano organizzate, come nelle comuni scuole, in base all'età dei bambini, ma bensì in base alle loro capacità.
 
In passato, il villaggio della foglia aveva avuto la fortuna di ospitare nella sua accademia prodigi come Kakashi Hatake: figlio di Sakumo Hatake, che era meglio conosciuto come Zanna Bianca. Kakashi era stato anche l'allievo dello yondaime Hokage e vantava di un curriculum impressionante, nonostante si sia arruolato in tempo di guerra in cui si tendeva a accelerare i tempi, tagliando o annullando le lezioni di storia e altre reputate meno utili nel combattimento: laureatosi genin all'età di cinque anni, chunin all'età di sei e jonin a dodici.
Altri degni di nota furono Minato Namikaze, meglio conosciuto come "Lampo giallo di Konoha" per la sua incredibile velocità, con cui nel terzo conflitto mondiale del mondo ninja, aveva decimato l'esercito di Iwa, tra le potenze mondiali del momento. Purtroppo, scomparve prematuramente alla giovane età di ventitre anni. Egli, infatti, affrontò e sigillo il potentissimo biju kyubi, apparso la notte del dieci ottobre appena fuori le mura del villaggio, a costo della vita.
Ultimo ma non meno importante era Itachi Uchiha: figlio di Fugaku Uchiha, ex capo clan e del corpo di polizia di Konoha, e di Mikoto Uchiha, la sua consorte. Il giovane  si laureò come genin all'età di sette e chunin a quella di otto, divenendo a dodici un membro degli Anbu e capitano della squadra assassina. In seguito, dopo aver compiuto tredici anni, si macchiò di un crimine che segno per sempre il villaggio: lo sterminio del clan Uchiha.
 
Alla strage sopravisse solo il fratello minore dell'ormai nukenin: Sasuke Uchiha.
 
 
 
Per evitare che nascessero altri "Itachi", l'Hokage e i suoi consiglieri decisero di adottare riforme nell'accademia: l'età minima per essere promosso al rango genin divenne dieci anni e le ore di lezione furono ridotte.
Naturalmente questo non volle dire che non ci fossero più ragazzi di talento, anzi, c'erano due ragazzi che spiccavano egregiamente in tutte le materie accademiche: Sasuke Uchiha e Naruto Uzumaki.
 
 
 
Era, per coloro dell'ultimo anno di accademia ninja, il giorno dell'esame per la laurea e Iruka Umino, un giovane chunin dalla pelle abbronzata e una profonda cicatrice sul dorso del naso che si estende sino agli zigomi, con capelli castani raccolti in una corta coda di cavallo e occhi scuri, sospirò, mentre entrava nell'aula in cui erano già presenti i suoi alunni. L'esame poteva essere definito abbastanza facile, ma era preoccupato per alcuni componenti della sua classe che rischiavano di non superarlo, come le fangirl di Sasuke Uchiha.
Esse, sottoponendosi a diete dannose per la loro crescita, sviluppava poco massa muscolare, rendendole molto vulnerabili nelle lotte simulate di taijutsu.
-Fate silenzio e ascoltatemi!- disse a voce alta, in modo che tutti i presenti potessero sentirlo. Dopo aver ottenuto l'attenzione della classe, iniziò a spiegare. -Come già sapete, oggi svolgerete l'esame finale per diventare genin! Vi informo che esso sarà suddiviso in tre parti ognuna separata da intervalli di un'ora. Inizieremo con una prova scritta da trenta domande su materie diverse, successivamente avrete, come ho già detto, un ora di intervallo per riposarvi o allenarvi per la prova seguente che consiste una lotta “uno contro uno” in cui è permesso utilizzare solamente mosse di taijutsu, che ognuno di voi dovrà disputare contro di me o contro il vostro maestro Mizuki. Nell'ultima prova dovrete eseguire le tecniche base del ninjutsu necessarie per  essere genin, ma soprattutto shinobi. Avete domande?!- concluse, chiedendo se era tutto chiaro.
Dal fondo dell'aula si alzò una mano pallida che Iruka notò subito. -Dimmi Naruto!- incitò il maestro.
 
Il ragazzino in questione era Naruto Uzumaki. All'età di dodici anni era fra i migliori studenti dell'accademia, secondo solo al genio Sasuke Uchiha. Era un ragazzo un po' basso per la sua età, e presentava dei capelli rossi e appuntiti di media lunghezza molto simili a quelli del nindaime e dello yondaime Hokage. Aveva la pelle bianchissima e un taglio di occhi sottile che ospitava due iridi di un viola profondo in grado di ammagliare molti membri del sesso femminile e tre baffi in ciascuna guancia. Indossava una giacca bianca aperta, che non nascondeva la presenza di una T-shirt arancione sotto di essa, e dei pantaloncini neri che gli arrivavano agli stinchi.
 
Naruto era un ragazzo solare, tranquillo e calmo, con un intelletto fuori dalla media. In tutti gli anni che aveva passato in accademia si era sempre piazzato come secondo nella graduatoria della sua classe. Nonostante i buoni voti che riceveva, egli non era abile nel taijutsu come i suoi compagni di classe Sasuke Uchiha e Kiba Inuzuka che in quel settore eccellevano grazie ai loro clan dai quali avevano imparato i loro rispettivi stili di combattimento.
Il rosso non aveva avuto tale fortuna poiché era orfano e sin dalla sua nascita e abitava da solo dall'età di sei anni.
Nel villaggio quasi tutti sembravano odiarlo o temerlo e lui non capiva il perché. Quando camminava per le vie del villaggio, vedeva sempre sguardi carichi di odio che la gente gli riservava, anche quando si trovava nei negozi o nell'accademia sentiva bisbigli malevoli da parte degli adulti su di lui.
Gli unici che sembravano trattarlo con riguardo erano l'Hokage e l’ex capo della squadra Anbu incaricata di proteggerlo e sorvegliarlo sino a che non avesse compiuto sette anni che, in passato,indossava una maschera a forma di un muso di un cane e aveva capelli argentei che parevano sfidare la gravità - Già Inu - Era così che l'aveva chiamato la prima volta che l'aveva visto. Naruto, in un primo momento, era stato diffidente nei confronti di quell'estraneo, ma col tempo, dopo che Naruto ebbe preso l'iniziativa di primo approccio, tra i due si instaurò un rapporto che si poteva benissimo definire un amicizia. Certo, Inu non parlava molto, ma il rosso si accontentava di piccole chiacchierate e anche se I’ANBU non si spostava mai dalla sua postazione di controllo, Naruto sembrava riuscire a rilevare la sua presenza anche quando lui limitava la fuoriuscita di chakra e si nascondeva dalla vista del bambino.
 
 
Naruto dopo essersi guadagnato il permesso di parlare dal proprio istruttore, alzò lo sguardo, mostrando i suoi profondi occhi viola.
-Volevo sapere quanti punti dobbiamo raggiungere per avere la sufficienza nella prova scritta- disse. Il suo tono era, come sempre, cordiale e la sua voce era abbastanza alta affinché Iruka lo sentisse.
Iruka lo fisso per alcuni minuti e poi spostò lo sguardo verso gli altri alunni presenti nell'aula e prese parola. -Il test contiene trenta domande ed ognuna di queste vale un punto. Potete già immaginare a quante domande dovrete rispondere per raggiungere la sufficienza.-
 
Mentre il chunin spiegava un'altra persona attraverso la soglia della porta per entrare nell'aula. Iruka si giro verso il nuovo arrivato che non era altro che il suo collega Mizuki. Era un suo coetaneo: presentava lunghi capelli bianchi, con una tonalità lievemente sul viola, che gli ricadevano sulle spalle e occhi verde scuro; indossava una divisa identica a quella di Iruka, segno che anch'egli era un chunin, con una spirale rossa raffigurata sulla spalla destra.
-Oh, ciao Mizuki- disse, salutando il collega, dopo essersi voltato, essendosi accorto della sua presenza, che ricambio.
 
-Avete un'ora libera che vi consiglio di passare ripassando o allenandosi- gli avvertì Iruka, con tono severo.
 
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Le fan girl scoppiarono in dei gridi di approvazione diretti a  Sasuke Uchiha che nello stesso momento uscì dalla stanza dove si svolgeva l'esame finale, sfoggiando un copri fronte di con il simbolo della foglia inciso in nel metallo dell'oggetto e con un ghigno soddisfatto dipinto sul suo volto: aveva superato l'esame a pieni voti, aveva ricevuto lodi dagli istruttori ed era stato informato che il titolo di "studente dell'anno" era andato a lui.
 
-Naruto Uzumaki- si udì dall'interno della stanza da cui era uscito Sasuke.
Naruto non si fece attendere oltre e sotto lo sguardo dei presenti attraverso la soglia dell'ingresso coperta da una tendina scura.
Giunto all'interno della stanza, notò che cinque istruttori erano seduti, ognuno in una sedia adiacente a una scrivania, su un palco che li faceva sembrare imponenti. Al centro era posizionato Iruka, Mizuki alla sua destra e gli altri erano meno noti al ragazzino.
-Naruto!- disse il suo maestro con tono apparentemente duro, facendo preoccupare il rosso che inizio chiedersi se avesse sbagliato qualcosa negli esami. "Sono sicuro di non aver sbagliato niente, sono persino riuscito a tener testa al sensei nel taijutsu" pensò.
-Vogliamo congratularci con te per gli ottimi risultati che hai ottenuto nell'esame e durante i cinque anni di permanenza qui...- man mano che sviluppava il discorso, Naruto sembrava rilassarsi. Non aveva niente di cui preoccuparsi, dopotutto. -Ora dovrai eseguire solamente le tre tecniche basilari per un ninja. Sei pronto?- chiese infine. Naruto annuì e si mise in posizione, attendendo gli ordini.
 
-Ora comincia con un Henge. Trasformati in una persona che conosciamo- disse Iruka.
 
Naruto non se lo fece ripetere due volte e, facendo rapidamente i sigilli necessari, accompagnati dal nome della tecnica -Henge no jutsu- e da una nuvoletta di fumo, si trasformò in una figura che pareva essere quella del Sandaime Hokage.
Dire che gli istruttori erano sbalorditi nel constatare la perfezione con cui Naruto aveva eseguito la tecnica era un eufemismo.
-Bene, Naruto! Il tuo henge è stato impeccabile, ma ora ti chiediamo di eseguire la Kawarimi- ordinò, questa volta, Iruka. Fu subito accontentato, quando il ragazzino compose dei sigilli i un precisa sequenza: pecora, cinghiale, bue, cane e serpente, ottenendo, ben presto, l'effetto voluto. Si sostituì con il cestino dei rifiuti presente vicino alla porta.
Iruka potenne ritenersi soddisfatto della performance dell'allievo, ma mancava ancora una prova.
 
-Naruto, per finire devi eseguire il Bunshin No Jutsu-
 
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Dopo qualche minuto dopo l'entrata nella stanza da parte del rosso, gli alunni lo videro uscire da essa, anch'egli con un copri fronte che era leggermente coperto dai ciuffi rossi di Naruto.
Aveva superato l'esame ed era finalmente genin. All'inizio era stato un po' ansioso ma poi ce l'aveva fatta.
 
Dopo che Iruka gli impartì l'ordine, si era concentrato più che poteva per eseguire la tecnica.
 
Il bushin era una delle tecniche basilari per i ninja ed era abbastanza semplice, ma per lui era tutta un'altra storia. La prima volta che aveva provato a fare una copia di se stesso, aveva ottenuto una pallida sagoma vagamente riconducibile ad egli. Gli ci era voluto tempo e sudore per padroneggiarla. Aveva infatti capito che aveva molto più chakra dei suoi coetanei e per fare una coppia di se stesso doveva assolutamente misurare la dose di esso che immetteva nella tecnica e fare in modo che non sia eccessiva. In primo momento questo gli era risultato difficile a causa di un bruciore all'intestino che lo colpiva ogni volta che ci provava, ma stranamente, quando riusciva a concentrare chakra verso lo stomaco, il dolore  spariva e riusciva a impegnarsi sulla tecnica.
 
Dopo aver formato i sigilli, Naruto disse la tecnica: -Bunshin No Jutsu-  e apparirono cinque copie di egli.
Iruka si alzò dalla sedia e scese dal palco per verificare se erano state eseguite correttamente e rimase felice nel constatare che lo erano.
Dopo essersi accertato di tutto, emise la sua “sentenza”: -Congratulazioni, Naruto! Ora sei ufficialmente genin!- disse con un sorriso
 
 
Iwa: villaggio nascosto della roccia, situato nel paese della terra.
Taijutsu: arti marziali
Nindaime, sandaime, yondaime: rispettivamente: secondo, terzo e quarto.
Biju: bestia codata.
Kyubi: nove code.
Ninjutsu: arti magiche
Inu: cane.
Henge no jutsu: tecnica della trasformazione del corpo.
Kawarimi no jutsu: tecnica della sostituzione del corpo.
Bunshin no jutsu: tecnica della moltiplicazione del corpo.               

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Capitolo 2
*** Team 7 ***


Gli esami erano finiti da una settimana, ma per i neo-genin era il momento di essere collocati in un team.
 
I team erano generalmente composti da un maestro di rango jonin, che lo dirigeva, e tre genin o chunin. Konohagakure no Sato era conosciuta come una delle più grandi potenze mondiali in ambito militare, non solo perché fra le sue schiere aveva tra i ninja più forti del mondo, ma anche per il loro affiatato lavoro di squadra, indispensabile nelle loro numerose vittorie.
La Foglia aveva come moto il proverbio "L'unione fa la forza" ed era ovvio che non lasciasse spazio agli individualisti, poiché venivano giudicati come compromettenti per l'esito positivo di una missione.
 
***
 
Quando Naruto si svegliò, la sua sveglia segnava le sette del mattino. Decise, così, di alzarsi dal letto e di recarsi nel bagno per farsi una doccia.
 
Egli viveva in un piccolo monolocale all'ultimo piano di un edificio che ne disponeva solo tre, compreso il piano-terra, nella zona centrale del villaggio e poco distante dal palazzo dell'Hokage. Non era un luogo molto confortevole, ma il ragazzino si era dato da fare nel renderlo più accogliente e presentabile. Aveva sempre riordinato la camera, sparecchiato la tavola dopo ogni pasto, fatto il bucato, e parte del denaro che riceveva mensilmente dal sandaime Hokage lo spendeva in vernice per coprire possibili macchie sulle pareti.
 
Dopo essere uscito dal bagno, coperto solamente da un'accapatoio arancione, si recò nuovamente verso il letto, ma si fermo davanti all'armadio alla destra di esso e lo aprì. Il suo guardaroba consisteva in tute, giacche e t-shirt, tutte con un spirale rossa raffigurata in esse. Si era sempre chiesto cosa rappresentasse, poiché gli sembrava familiare, finché un giorno, in una lezione di Iruka, non scoprì che era lo stemma di un clan quasi del tutto estinto che era omonimo al suo cognome. Si era convinto che fosse solamente una coincidenza ma se solo ci fosse stata la minima probabilità che la sua famiglia fosse in vita, avrebbe fatto di tutto per trovarla, ed ora che era un genin, avrebbe potuto accedere alle sezioni della biblioteca del villaggio riservate ai ninja. Avrebbe anche potuto chiedere all'Hokage, ma dubitava che ne avrebbe cavato qualcosa: il capo villaggio non gli aveva mai parlato dei suoi genitori o di almeno un suo parente e quando gli aveva chiesto qualche consiglio su come essere un buon ninja, era stato rapidamente liquidato con qualche vecchio proverbio. Da tempo aveva capito che quest'ultimo gli stesse nascondendo qualcosa, e per questo, iniziava a diffidare dal vecchio. Si disse che prima o poi avrebbe affrontato il problema, o meglio, l'Hokage. 
 
Indossata la biancheria intima, Naruto optò per una tuta grigia con la solita spirale rossa presente all'altezza della schiena, dopodiché si diede un'occhiata allo specchio e in quel momento si chiese perché i suoi capelli erano così rossi: nessuno li aveva così a Konoha! Nemmeno gli Haruno li avevano di questa tonalità. Anche i suoi occhi erano insoliti nel villaggio, anche se, in confronto a quelli degli Hyuga, non erano tanto strani. Ed infine c'erano i le voglie. Tre per ogni guancia, che erano ben marcate nella sua pelle bianca come il latte. Per lui erano un mistero.
 
Dopo aver fatto colazione a base di tè e biscotti, il rosso uscì da casa e si incamminò verso l'accademia ninja, attraversando diverse vie del villaggio.
Non c'era verso! Dovunque andasse, sentiva quei sguardi pieni di odio che la gente gli riservava. Poteva fare solo una cosa: ignorarli. Questo non fu un problema per lui, grazie a molta dose di autocontrollo che a lui non mancava, ma non poteva continuare per sempre.
 
Ben presto arrivò a destinazione.
All'interno della classe riconobbe, seduto nel primo banco, un addormentato Shikamaru Nara assieme a Choji Akimichi che teneva nella mano destra un pacchetto di patatine. I due erano tra i pochi suoi coetanei che poteva definire amici o almeno persone per cui non provava nessun tipo di indisposizione o antipatia proprio per il loro carattere mite e poco incline a ogni sorta di violenza e che non si lasciava ingannare dal pregiudizio.
Il primo era un ragazzo con occhi e capelli neri, quest'ultimi erano molto lunghi e sembravano essere stati fulminati, poiché erano sparati verso l'alto e raccolti in una coda, facendo sembrare la forma della acconciatura quella di un ananas. Che Shikamaru fosse una persona pigra era risaputo, ma che fosse un genio lo sapevano in pochi, tra cui Naruto.
Choji era il miglior amico del giovane Nara ed era un bambino paffuto e grassoccio. Aveva dei capelli castani, occhi scuri e delle spirali rosse dipinte sulle guance. Era bonario e molto gentile. Dei tipi apposto era stato il pensiero di Naruto la prima volta che ii aveva incontrati e cioè nel suo primo giorno d'accademia.
 
Spostando le sue irridi viola verso la zona centrale dell'aula vide seduto in modo composto il taciturno Sasuke Uchiha affianco a Shino Aburame e Kiba Inuzuka che però era in piedi e un ghigno arrogante sembrava minacciare di spaccargli la faccia.
Sasuke sedeva composto con i gomiti poggiati sul banco e le dita delle mani intersecate tra di loro davanti alla bocca. Egli presentava gli stessi caratteri somatici che caratterizzavano il suo clan: occhi neri come la pece e capelli generalmente scuri. Egli aveva i capelli neri e appuntiti orientati verso dietro, ma con ciocche che gli ricadevano ai lati del viso.
Secondo il rosso, l' ultimo Uchiha era degno del titolo di genio in ambito ninja, ma lo considerava un totale fallimento come persona. Troppo arrogante. La sua superbia e la totale indifferenza nei confronti degli altri erano giudicate da Naruto in modo negativo, ma nonostante ciò i due non l'avessero mai mostrato esplicitamente, provavano un rispetto reciproco.
 
Shino era un ragazzo che si vestiva quasi sempre in modo pesante: un lungo impermeabile che non lasciava intravedere la pelle chiara, nemmeno il collo e un paio d'occhiali da sole che gli coprivano perennemente gli occhi e il colletto la bocca. Per lui il discorso era diverso. Certo, anch'egli era silenzioso e poco socievole, stoico oltretutto, ma non ai livelli dell'ultimo Uchiha, inoltre nelle rare volte in cui aveva parlato con Naruto, si era sempre dimostrato rispettoso, tanto che usava sempre il suffisso "san" quando si rivolgeva al compagno di classe dai capelli rossi.
 
Per Naruto Uzumaki, Kiba Inuzuka era uno sbruffone, rumoroso, testardo, impulsivo, ma anche una persona forte ed orgogliosa. Nonostante le sue notevoli doti nel combattimento corpo a corpo, era una persona giudicata negativamente dal rosso anch'egli per la sua arroganza, ma soprattutto per il suo modo di fare da borioso. L'erede del clan Inuzuka aveva lunghi capelli neri ricci  e, anch'esse dello stesso colore,  iridi verticali simili a quelle di un felino. Il giorno portava un cagnolino dalla candida pelliccia addormentato sopra la sua testa.
 
Per ultima riconobbe, seduta  in fondo all'aula, Hinata Hyuga: una ragazzina dalla pelle bianca, capelli scuri con una tonalità sul blu e occhi che rispetto a quelli dei membri del suo clan che erano totalmente bianchi, erano su un levanda chiaro. Naruto non aveva mai avuto la fortuna di tenere una conversazione con lei, ma osservandola l'aveva trovata molto timida e insicura.
 
Ormai dentro l'aula, salutò i suoi compagni e si diresse verso il suo posto.
Da Shikamaru ricevette un mugugno soffocato come risposta; Choji riuscì a ricambiare il saluto tra una patatina e l'altra; Sasuke si limitò a dare segni di vita con un "hn"; Shino rispose educatamente, come suo solito; Kiba invece, appena spostò lo sguardo verso Naruto non poté fare a meno di stuzzicarlo: -Finalmente ti fai vedere...pomodoro!- seguì una grossa risata da parte dell'Inuzuka che fu ignorata dal rosso. Hinata ricambiò, balbettante, cercando di evitare di arrossire davanti al ragazzo, e torno ai suoi pensieri.
All'improvviso si udirono delle grida distinte dal corridoio, che si avvicinavano verso la soglia della porta: Sakura Haruno e Ino Yamanaka corsero in una gara per contendersi il posto affianco a Sasuke. Entrambe, in passato migliori amiche, avevano sviluppato nello stesso momento una cotta per il moro e questo aveva rovinato la loro amicizia. Queste gare per aggiudicarsi l'attenzione della loro cotta erano andate avanti da quattro anni ed erano molto frequenti.
Naruto era un poco dispiaciuto per le due ragazzine: erano entrambe carine: Sakura aveva dei capelli rosa confetto che gli ricadevano sulle spalle, una fronte larga, ma che non imbruttiva per niente il suo viso che presentava due occhi color smeraldo; Ino a parer dell'Uzumaki era la più bella tra le due: lunghi capelli biondi legati in una coda di cavallo, una frangietta che gli ricadeva davanti all'occhio destro e occhi tra l'azzurro e il cieleste; un fisico più slanciato della compagna e delle forme più generose.
Avevano rinunciato alla loro amicizia per un ragazzo che era completamente disinteressato a loro.
-Togliti dai piedi Frotespaziosa! Quel posto è mio!- gli urlò la bionda, mentre cercava di superare la rivale in amore. Quest'ultima rispose per le rime: -Scordatelo Ino-pig! Non puoi stare vicino a Sasuke-kun-. Le due si precipitarno verso il banco dell'Uchiha e, in un rapido movimento, Ino si avvinghio alla schiena d'egli come un'arpia.  
Per quanto potessero essere carine, era in momenti come quelli che Naruto non invidiava il compagno.      
L'inizio della mattinata poteva sembrare la solita routine, ma per i neo-genin sarebbe stato un giorno molto importante.
 
 
 
Gli altri membri dalla classe avevano sempre evitato Naruto o comunque riservato astio, ma l'antipatia tra loro e il ragazzino dai capelli rossi era reciproca.
 
***
 
Qualche minuto dopo l'ingresso di Naruto, Iruka arrivò nell'aula, ma non era accompagnato dal suo collega Mizuki.
 
L'altro chunin era stato colto in flagrante, la sera prima, dall'Hokage, mentre cercava di rubare un rotolo contenente un kinjutsu che era appartenuto al nidaime. Inutile dire che era stato subito neutralizzato dal sandaime ed in seguito arrestato da una squadra Anbu che lo aveva spedito dal reparto dell'intelligence specializzato in interrogazione e tortura.
 
Quando gli alunni vollero delle spiegazioni sull'assenza del loro ex maestro, lui lo giustificò dicendo che l'individuo in questione era stato collocato in un'altro impiego per servire meglio il villaggio; scusa ritenuta poco convincente a parere di Shikamaru, Sasuke, Shino e Naruto.
 
Dalla classe si iniziò ad udire un chiacchiericcio fastidioso e, infatti, stanco del chiasso, il giovane chunin decise di richiamare tutti all'ordine, intimandoli di fare il silenzio, alzando il tono della voce e riuscendoci. Dopodiché prese dalla tasca destra dei suoi pantaloni un foglietto di carta da cui inizio a leggere. Il contenuto erano i nomi dei componenti di ogni nuova squadre.
Man mano che leggeva, si poteva notare le varie espressioni facciali degli alunni nominati: da certe soddisfatte ad alcune decisamente disperate.
 
-Team sette: Sakura Haruno...- iniziò , mentre l'interessata sperava di avere il giovane Uchiha in squadra, dandogli occhiate sognanti. -Naruto Uzumaki...- continuò Iruka, accorgendosi delle smorfie derisorie di alcuni componenti della classe nei confronti della ragazzina dai capelli rosa e l'espressione tranquilla del rosso. -...e Sasuke Uchiha.- terminò. Questa volta vide Sakura bruciare letteralmente di felicità, le restanti fan girl, tra cui Ino, morire d'invidia e Sasuke restare nella totale indifferenza.
Dopo una scrollata di spalle, Iruka decise di continuare a leggere.
 
La mattinata proseguì tranquillamente anche dopo che Iruka se n'era andato, informando la classe che i jonin-sensei sarebbero arrivati dopo l'ora di pranzo.
 
Naruto decise di dedicarsi alla lettura, aprendo un libro che aveva portato a scuola per passare il tempo. Si intitolava La leggenda dei ninja coraggiosi. L'aveva notato per la prima volta, guardando dietro la vetrina di una libreria, dove era stato messo in mostra. Era un'edizione limitata pubblicata circa vent'anni prima e per questo aveva speso un quarto dei suoi risparmi per comprarlo, ma a sua opinione, ne era valsa decisamente la pena: il libro era stato scritto da Jiraya, membro del trio leggendario ed era molto preciso, ma con un lessico abbastanza semplice da comprendere persino per un dodicenne come lui; si diceva che il sannin era tra i ninja più forti del villaggio e che era persino più forte del sandaime e portava parecchie esperienze sotto la sua cintura, quindi poteva ritenersi fortunato a possedere un libro scritto da egli. 
 
Ben presto arrivò l'ora dell'intervallo.
Gli studenti si recarono fuori dalle aule dell'accademia per mangiare e sgranchirsi. Ognuno di loro decise di prendere posto vicino a chi preferivano, distribuendosi in vari gruppi senza neanche rendersene conto.
 
Quasi tutti erano in compagnia di qualcuno -Già-  quasi tutti, poiché Sasuke Uchiha si isolò dai restanti membri della classe e, senza degnare di uno sguardo nessuno, si spostò verso il fondo del cortile e si sedette su una panca. Naturalmente, a nulla servirono gli inviti da parte delle sue fan girl di sedersi vicino a loro; Sasuke le ignoro come aveva sempre fatto.
 
Vicino all'altalena in cui era seduto Naruto, Kiba decise di iniziare una conversazione:
-Ehi, ragazzi! Cosa ne pensate delle vostre squadre?- chiese rivolto ai presenti. Choji senza smettere di masticare il cibo presente nella sua bocca rispose. -Non sono male! Vero Shikamaru?-  il Nara non poté rispondere perché si era appisolato, appoggiato su un tronco di un albero affianco all'altalena.
Kiba si diede mentalmente dello stupido per aver chiesto ai due e spostò la sua attenzione verso Shino e Naruto. - Voi due invece?- chiese rivolto all'Aburame e al rosso. La risposta da parte del primo non tardò ad arrivare: -Sinceramente, Kiba! L'idea di stare con te in squadra non mi piace!- schietto, diretto, senza peli sulla lingua. Questo piaceva a Naruto del ragazzo con gli occhiali da sole.
Kiba non prese bene l'affermazione del compagno e, infatti, dalla sua bocca uscì un grugnito seccato udito da tutti i presenti.
Sorvolando la risposta, decise di spostare la sua attenzione verso Naruto che dopo aver finito di mangiare, si dedicò nuovamente alla lettura del suo manuale.
Constatanto questo, l'Inuzuka lanciò uno sguardo adirato ai due compagni che però lo ignorarono; o meglio: Shino lo ignorò; Naruto, assorto com'era nella lettura, non si accorse degli sguardi da omicida a lui diretti provenienti da Kiba.
La rabbia di quest'ultimo era stata riversata sulle patatine di Choji. Kiba si abbuffò di esse, prendendole da egli, per poi masticarle in modo quasi... animalesco.
A tale situazione Choji non poté fare a meno di liberare una rumorosa risata.
-Una cosa, però, non mi è chiara!- la voce di Shino richiamo l'attenzione dei presenti, Shikamaru compreso poiché si era svegliato in quello stesso momento. -A cosa ti riferisci?- chiese l'Akimichi, incuriosito. Con il solito modo di fare composto, l'Aburame parlò: -Normalmente le squadre dovrebbero essere composte da genin di diverse competenze, in modo da renderle equilibrate; prendete come esempio la nostra squadra: io ho i migliori voti in quasi tutte le materie, seguito da Hinata, mentre Kiba presenta buoni voti solo nel taijutsu. Giusto?- chiese, ottenendo come risposta un gran numero di teste annuenti e grugnito dall'Inuzuka. -Eppure il team sette è formato dai tre migliori alunni della classe: Naruto-san e Sasuke-san hanno i migliori voti accademici, così come Sakura-san.  Non vi sembra strano?-
Naruto chiuse il libro e riflettè attentamente sulle parole dell'amico. "La composizione delle squadre viene decisa dall'Hokage. Dev'esserci un motivo...ma quale?!" pensò.    
 
***
 
Il resto delle ore passarono tranquillamente e l'aula in cui si erano recati nuovamente, dopo la ricreazione, i neo-genin, cominciò a svuotarsi man a mano che apparivano i jonin-sensei.
Gli unici che restarono solo tre persone: si trattava dei genin del team 7.
 
"Così non riuscirò mai a concentrami! Ho perso il segno un'altra volta!" pensò Naruto, mentre cercava di trovare la riga del libro in cui si era interotto, un po' seccato dal comportamento della ragazzina. Almeno Sasuke se ne stava composto e silenzioso.
 
"Si può sapere che fine ha fatto il nostro maestro?!!" pensò ancora una volta l'Haruno,  picchiettando con una penna sul banco, senza accorgersi che stava riversando la sua frustrazione sui timpani dei suoi sfortunati compagni.
A quel punto, Naruto per risparmiarsi un esaurimento nervoso, intervenne. -Calmati Sakura-san, agitarsi così non serve a niente! Sono sicuro che fra poco sarà qua!- disse, con la sua voce limpida e tranquilla, posando lo sguardo su di lei che arrossì per qualche secondo, perdendosi in quei occhi tanto esotici quanto belli. "Cosa sto facendo?! A me piace solo Sasuke-kun! Anche se Naruto è carino, non posso farmi abbindolare così!" soppresse subito la sensazione d'imbarazzo che la stava avvolgendo dal capo ai piedi, maledicendo la sua mancanza di autocontrollo, facendosi convincere  dalla sua seconda personalità. Sakura, infatti, nonostante apparisse una persona calma e misurata, una parte di sé era totalmente l'opposto: aggressiva e manesca.
Sasuke, nel frattempo, aveva altri pensieri per la testa e con aria meditabonda guardava davanti a sé. "Sakura sarà sicuramente d'intralcio, mentre Naruto...." ora che ci pensava bene, il suo compagno di classe era sempre stato un mistero per lui; non che lui avessa mai fatto qualcosa per avvicinarsi ad egli, però aveva osservato attentamente tutti gli incontri di taijutsu svolti in accademia dal rosso e dopo una rapida analisi ne aveva dedotto che Naruto non si basava su nessun stile di combattimento ed era totalmente imprevedibile, ma l'ultimo Uchiha aveva capito a sue spese che il nonostante non avesse nessun stile su cui affidarsi, il "fattore sorpresa" si dimostrava un'arma letale e con l'aggiunta di rapidità nei movimenti accompagnata da colpi precisi e potenti diventava invincibile sotto ogni aspetto. Durante il loro ultimo combattimento Sasuke aveva conosciuto la "mano pesante" del rosso e poté dire che nonostante la notevole quantità di impacchi che vennero applicati ai due su gran parte del viso alla fine della lotta, lui ebbe portato i segni di quel pareggio per giorni. 
Mentre Sasuke pensava, il rosso fisso per alcuni secondi l'Uchiha, come se lo stesse esaminando, ma poi si concentrò nuovamente sul suo libro.
 
Finalmente Sakura aveva finito di picchiettare e nella stanza albergava il silenzio, salvo i sospiri rassegnati della ragazzina.
 Proprio in quel momento che la porta si aprì lentamente e iniziò a intravedere una figura alta e snella. Quando essa si spalancò rivelò un giovane uomo che anche davanti a un occhio inesperto dimostrava meno di trent'anni. Indossava una divisa da jonin e una maschera nera, fatta di qualche tessuto elastico, che gli copriva quasi tutto il volto e il collo, a parte gli occhi: quello destro era totalmente scoperto, mentre il sinistro era nascosto sotto il copri fronte che sembrava essere stato messo volontariamente in maniera obliqua, affinché l'occhio sinistro non fosse visibile  . Lunghi capelli argentei si ergevano verso l'alto, sfidando la gravità.
Superata la soglia della porta, l'uomo li squadrò con l'unico occhio visibile e chiese: -Team sette?-.
Sasuke non riuscì a trattenere uno sbuffo per l'ovvietà della risposta , "Come se non lo sapesse" pensò. Sakura rimase interdetta per alcuni secondi e anche diede vita alle prime impressioni nella sua testa. "Ma che razza di maestro ci è capitato?".
Naruto puntò subito l'attenzione sullo strano individuo non appena percepì qualcosa di familiare. "Questo chakra lo conosco! .....Cosa ci fa lui qui?" si chiese. Sentiva chiaramente la fiamma vitale dell'uomo che ardeva al suo interno che era uguale al suo vecchio amico.
-Sì, s-siamo noi, ma lei chi...?- cercò di chiedere Sakura, ancora un po' sorpresa dell'entrata in scena dello sconosciuto
-Incontriamoci nel tetto, adesso!- tagliò corto, sparendo in un shunshin2 di foglie. Non fu una richiesta, ma un ordine; il loro primo ordine.
 
***
 
Sul tetto dell'edificio, l'uomo li stava aspettando. Era in piedi con le mani in tasca e un'aria indifferente.
Quando i tre arrivarono decise di prendere parola:
-Sono Kakashi Hatake e da oggi in poi sarò il vostro maestro. Direi di iniziare le presentazioni...- fu interrotto da Sakura che alzò la mano verso l'alto per chiedere parola.
-Sì?- chiese alla ragazza, con uno sguardo apparentemente annoiato e disinteressato che sembrava caratterizzarlo.
-Cosa intende per "presentazioni"?-
Lui la squadrò per qualche secondo poi sospirò.
-Mi chiamo Kakashi Hatake, non ho nessuna intenzione di dirvi cosa mi piace e cosa non mi piace...- piccola pausa e sgomento di Naruto e Sakura -...I miei sogni nel cassetto? Be', anche se ve li dicessi...- ancora sgomento -...E per finire... ho diversi interessi.-
La sua presentazione scatenò lo scetticismo dei tre e Sakura non tardò a commentare in un sussurro: -In pratica ci ha detto solo il suo nome- e gli altri due annuirono.
Sotto la sua maschera d'indifferenza, anche Sasuke sviluppava le sue prime impressioni sul loro jonin-sensei. "E questo sarebbe un jonin?! Sembra un idiota" penso con stupore.
L'uomo spostò lo sguardo verso il ragazzo dai capelli rossi; un gesto eloquente che bastò a Naruto per capire che era giunto il suo turno.
-Il mio nome è Naruto Uzumaki...- iniziò, con lo sguardo incollato al pavimento. -...mi piace leggere, allenarmi e mangiare Ramen...- continuò. "Il solito timidone" pensò Kakashi osservando il comportamento del neo-allievo. -... non mi piacciono i bulli o coloro che trattano le persone come se fossero spazzatura...- fece una pausa di diversi secondi, dopodiché alzò il capo e fissò con occhi pieni di energia il maestro. -...Il mio sogno è diventare abbastanza forte da guadagnarmi il rispetto del villaggio...- mostrò un sorriso amaro che non passò inosservato dai presenti. -...e forse, un giorno, diventare il più grande Hokage della storia- terminò, sfoggiando con un sorriso genuino.
"Un sogno ambizioso!" furono i pensieri dell'adulto.
-E tu?!- chiese, indicando il ragazzo dai capelli corvini. Quest'ultimo non si scompose affatto e, con le mani che gli nascondevano la bocca, cominciò a parlare. -Mi chiamo Sasuke Uchiha. Odio un sacco di cose e non me ne piace nessuna in particolare. Non voglio parlare dei miei sogni...- la sua espressione si fece improvvisamente più seria. -... ma ho un'ambizione! Riportare agli antichi fasti il mio clan...- lo sguardo divenne ancora più tagliente. -...e uccidere chi so io!- finì la frase, lasciando i presenti, salvo Kakashi, attoniti e un po' sconvolti dalla sua dichiarazione. "Lo immaginavo" pensò l'argenteo mentre la ragazzina sembrava di tuttaltra opinione: "Che uomo!" pensò sognante.
-E per finire, la ragazza!- disse il jounin, eliminando l'atmosfera tesa che si era creata dopo la presentazione di Sasuke.
Sakura si ricompose: -Sono Sakura Haruno! C'è una cosa che mi-mi piace....ehm...anzi, una persona...- si fermò incapace di continuare per le emozione, dando un'occhiata al moro. Si ricompose un attimo dopo, dopo uno sguardo eloquente di Kakashi, e continuò la sua presentazione: - Non mi piacciono le arpie che stanno affianco a la persona che mi piace- finì, ripensando all’ex migliore amica.
"Cominciamo bene." pensò sarcasticamente il jonin. A prima vista il rapporto tra i tre  era un disastro: "Sasuke non vuole stringere nessun tipo di legame con gli altri due e forse li reputa come degli incapaci, mentre la ragazza vive in mondo tutto suo che gira solamente intorno a lei ed a Sasuke, tagliando fuori Naruto perché considerato un intralcio per il suo sogno d'amore e peggiorando così la condizione di quest'ultimo da ragazzo quasi asociale con problemi nell' associarsi ai suoi coetanei."fu la rapida analisi di Kakashi.
 
-Domani farete un test in cui dovrete dimostrare di essere degni del rango Genin!- disse il jonin. -Se lo supererete continuerete a lavorare sotto la mia tutela...se non lo supererete, invece, farete un altro anno in accademia.-
Le sue parole scatenarono diverse reazioni nei ragazzi: sul volto di Sasuke apparve un bagliore poco rassicurante "Non posso permettermi di tornare in accademia!"; anche Sakura non apparve contenta "Non devo essere separata da Sas'ske-kun!"; ed anche Naruto "Questo sarà il primo passo per raggiungere il mio obbiettivo! Non devo e non posso fallire!" si disse mentalmente.
Kakashi lanciò ad ognuno di loro un foglio contenente le informazioni sul test   e sparì in un Shunshin di foglie, lasciando soli i tre.
 
Sakura non tardò a parlare -Ehi, Sasuke-kun! Ehm...ecco, stavo pensando, visto che siamo compagni di squadra e dovremo conoscerci meglio... ti andrebbe di venire a mangiare qualcosa... io e t..- non fece in tempo a finire la frase. -Non m'interessa!- tagliò corto l'Uchiha, interrompendola. Sakura ci rimase male; molto male! -Ma perché?- chiese, con sguardo triste. -Non ho tempo da perdere con voi!- disse, tagliente. La ragazza si arrese e non domandò altro, ma neanche Naruto prese bene le parole del compagno.
-Come credi di poterti liberare di noi, Sasuke? Noi siamo una squadra e, come tale, dobbiamo lavorare tutti insieme e conoscerci l'un l'altro. Inoltre domani il maestro Kakashi accetterà o rifiuterà la squadra non un singolo- disse, serio. Non si era rivolto al compagno con il suffisso "san" e questo era preoccupante! Di solito, il rosso utilizzava questa formalità verso persone che conosceva poco o che si erano meritate il suo rispetto, ma in questo caso, le maniere sgarbate e indelicate del compagno, stavano iniziando a infastidirlo parecchio.
Il moro strinse i pugni e emozioni come rabbia iniziarono a trapelare dal suo viso, ma decise di non reagire. Se ne andò senza dire una parola, saltando di tetto in tetto.
"Spero che le mie parole riescano a farlo ragionare!" pensò Naruto, mentre vedeva la sagoma di Sasuke sparire tra le palazzine. I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Sakura. -Naruto!- chiamò a vece bassa. -Sì, Sakura-san?- rispose il rosso. -Credi che abbia qualcosa che non va?-
"Sì" pensò. Per lui, Sakura era una ragazza carina e intelligente, ma troppo superficiale. -Sakura-san! Se me lo stai chiedendo a causa di Sasuke, ti dico che il suo comportamento è inaccettabile. Deve imparare le buone maniere.- disse, mantenendo lo sguardo fisso sulla compagna. -Ma non ti preoccupare! Sono sicuro che cambierà!- continuò, regalandole un sorriso luminoso, al quale Sakura arrossì.
-Si è fatto tardi Sakura-san! Ora devo andare. A domani!- disse, prima di balzare nella palazzina affianco per poi sparire tra i tetti.
 
***
Nel tardo pomeriggio, le vie di Konoha iniziarono lentamente a svuotarsi e le prime ombre del crepuscolo si fecero avanti.
In una delle vie, camminava Naruto. Dopo l'incontro con il jonin-sensei, si era diretto verso casa. Aveva un sorriso sereno stampato in faccia, ma all'improvviso esso divenne uno divertito. Alla fine scoppiò in una risatina.
Dopo essersi calmato spostò lo sguardo verso il tetto di un edificio alla sua destra.
-Cosa c'è ANBU-san?!- disse di punto in bianco. Davanti a tale situazione, un civile avrebbe  giudicato il ragazzo come un pazzo, ma un ninja  esperto si sarebbe accorto della presenza non lontana dal ragazzo.
-Hokage-sama desidera vederti, ora- disse un uomo con uomo con il volto coperto con una maschera a forma di muso di gatto.
Questa sarebbe stata una serata molto interessante.           
                          
 

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Capitolo 3
*** Rivelazioni e campanelli ***


Quando Naruto entrò nell'ufficio dell'Hokage, accompagnato dall'Anbu che l'aveva scortato, avvertì un po' di tensione nell'aria.
Certo: il capo villaggio, che in tutti quei anni gli aveva dimostrato affetto e che aveva rappresentato per lui la figura del nonno, stava lì con aria abbastanza serena, ma qualcosa diceva al ragazzino che non era stato convocato solo perché l'uomo voleva congratularsi con lui per la recente promozione o per dargli l'assegno mensile.

I profondi occhi scuri di Hiruzen scrutavano il ragazzo davanti ad sé e sembravano più espressivi del solito. Il cappello, che indossava abitualmente, oscurava leggermente la parte superiore del suo viso, mentre una pipa accesa, saldamente stretta tra le sue labbra, emetteva del fumo che si stava lentamente espandendo nella stanza.
Uno strano silenzio regnava all'interno dell'ufficio, finché l'anziano non si tolse la pipa dalla bocca.

-Buonasera, Naruto-kun!- disse l'Hokage, espirando ancora un po' di fumo dalle narici.
-Konbanha1, Hokage-sama!- L'interessato ricambio il saluto con un educato inchino2. A tale azione, l'uomo ridacchiò di gusto e si rimise la pipa tra le labbra, giusto per aspirarne un po' dell'essenza. La cosa lasciò Naruto un po' interdetto.
-Da quando siamo così formali, Naruto-kun? Chiamami come hai sempre fatto!- disse, bonario. -Va bene...ojii-san3- rispose il rosso, retificando.

Da quanto potesse ricordare, lui e l'Hokage erano sempre andati d'accordo e il loro rapporto era forte e duraturo, tanto che poteva considerarsi un nipote surrogato del 'vecchio'. Negli ultimi anni però si erano allontanati e il ragazzino poteva percepire, ad ogni loro incontro, sensi di colpa e tristezza nel chakra dell'uomo4. Questi dettagli, non trascurabili, fecero nascere in lui dei dubbi. Perché il vecchio doveva provare sensi di colpa nei suoi confronti? Cosa gli stava nascondendo?

-Vedo che hai superato gli esami- parlò Hiruzen, guardando il copri fronte dell'altro. - Scommetto anche che hai ottenuto i massimi voti. Complimenti!-
Al complimento, il ragazzino non fece altro che ringraziare silenziosamente e abbassare lo sguardo.
-Sei un bravo ragazzo, Naruto...- iniziò Hiruzen, rincarando la dose di complimenti.

-Perché mi ha convocato?- tagliò corto Naruto, cercando di arrivare al sodo.

Voleva sapere. Era stufo di essere tagliato fuori da qualcosa che lo riguardava. Doveva andare fino infondo, in questa faccenda.
Improvvisamente si rese conto della mancanza di tatto con cui si era rivolto all'anziano e cerco di scusarsi, ma notò serietà negli occhi dell'Hokage e l'aria si rifece tesa. L'uomo posò definitivamente la pipa e sospirò rumorosamente.
-Siediti, Naruto.- pregò con voce stranamente più stanca, indicando la sedia di fronte alla cattedra. Naruto fece come gli disse.

-Come avrai già capito, dal momento in cui hai indossato il copri fronte, sei ufficialmente un ninja del villaggio, e d'ora in poi sarai considerato un adulto a tutti gli effetti.- spiegò. -Anche se sei ancora un genin, credo che sia giunto il momento di dirti parte della verità.-


Dopo aver udito ciò, il rosso pendeva dalle labbra del capo villaggio. "La verità! È quella che m'interessa! Voglio saper cosa mi stai nascondendo, vecchio!" pensò, lasciandosi sopraffare dai pensieri negativi che albergavano da tempo nella sua mente.

Hiruzen si alzò dalla sua poltrona e si diresse, tenendo le mani dietro la schiena, verso la vetrata fermandosi per osservare il monumento dei Hokage. Dava le spalle a Naruto, ma sembrava vedere tutto quello che succedeva nella stanza.

-Sai cos'è il kyubi, Naruto-kun?-

A tale domanda, il ragazzino sussultò.

Cosa c'entrava il Kyubi, adesso?


Annuì lentamente con la testa e rispose: -Si tratta del demone che attaccò il villaggio dodici anni fa. Lo yondaime Hokage lo sconfisse e uccise a costo della propria vita- disse, senza esitazione.


Gli occhi dell'Hokage si fecero sempre più malinconici ed egli sospirò nuovamente.
Quello che stava per dirgli lo avrebbe scosso, ma era necessario che lui sapesse. -Ascolta attentamente quello che sto per dirti, Naruto-kun.- iniziò, ricevendo un deciso "sì" come risposta.

-La volpe a nove code attaccò il villaggio la notte del dieci ottobre di dodici anni fa. Ti dice niente?- chiese, retorico. "È il giorno in cui sono nato. Pensavo che si trattasse di una semplice coincidenza" pensò Naruto, sorpreso e sempre più convinto a affrontare l'argomento.

-Quella notte, il quarto Hokage affrontò da solo il demone, ma, per quanto forte, non riuscì a ucciderlo perché il kyubi è un essere fatto di chakra allo stato puro. Per fermarlo, il yondaime dovette sigillarlo...- esitò nel continuare, ma andò avanti -...in un essere umano in grado di adattare il proprio corpo alla presenza del demone...un neonato.-

Shock!

Un dolore lancinante attraverso per qualche secondo la testa del ragazzino a causa della miriadi di ricordi gli raffiorano in mente .

"Mostro!"

"Fuori da qua, demone!"

"Non avvicinarti a lui! È pericoloso"

Tutto prese un senso. Tutto l'odio e la solitudine che aveva patito per mano degli abitanti del villaggio, i baffi sulle guance, gli Anbu che lo scortavano e probabilmente anche le sue mostruose riserve di chakra: era a causa del Kyubi.


"Sono stato uno stupido!" fu tutto quello che pensò.

-Tutto apposto, Naruto-kun?- chiese Hiruzen: seriamente preoccupato per il ragazzino. Non ricevette risposta. Decise di insistere -Naru...- fu prontamente interrotto.

-Sto bene- disse con un tono troppo calmo per una persona che aveva appena ricevuto una notizia del genere. -È solo che...- iniziò con voce quasi attona. -...sono felice!- terminò con sguardo sinceramente contento.
Hiruzen rimase interdetto per tale affermazione. -Co...come?-
Il ragazzino sorrise e si accinse a spiegare: -Mi sono sempre chiesto perché quasi tutto il villaggio mi odiasse. Ho stupidamente pensato, per molto tempo, che fosse colpa mia. Ho cercato più volte di trovare in me qualcosa che non andasse, ma ora che so che è a causa del Kyubi che sono stato isolato e che l'odio che la gente prova per me deriva dalla paura, mi sento sollevato!- disse, felice.

Dopo averlo ascoltato, l'Hokage provò grande orgoglio per Naruto. "È incredibile come tu possa essere così maturo a questa età" pensò. Non riusciva ancora a credere con quanta felicità il rosso aveva preso la notizia. Non aveva avuto bisogno neanche di spiegargli cosa fosse una sigillatura.

-Esistono altri come me?- chiese Naruto con un barlume di speranza nei suoi occhi. Quella fu un'altra sorpresa per l'uomo che inarcò un sopraciglio.
-Questo adesso non ha importanza!- lo richiamò, fissandolo con i suoi occhi color ossidiana.

Lo sguardo di Naruto divenne assente. Hiruzen si volto finalmente verso di lui e annuì. -Hai un grande fardello da sopportare visto che contieni al tuo interno un biju e ora che ne sei consapevole la tua vita...- -Cambierà?- chiese il ragazzino.

-No!- rispose fermamente il capo villaggio. -Tu devi continuare a lottare in ciò in cui credi. Essere forze portanti non significa non essere umani. Non sei condannato a una vita di solitudine. Sei uno shinobi di Konoha, un compagno e la volontà del fuoco arde in te.- finì, non smettendo di staccare lo sguardo dal giovane ninja.

-La ringrazio, ma non si preoccupi! Intendevo dire che questo mi spingerà a impegnarmi ancora di più per raggiungere il mio obbiettivo. Che shinnobi sarei se abbandonassi tutto solo perché ho un demone dentro di me. Finché avrò una testa, non smetterò mai di lottare!- disse con così tanta convinzione e fierezza da far quasi commuovere Sarutobi.

-Cosa sono i Biju e i jinchuuriki?- chiese curioso, il ragazzino.

L'Hokage gli sorrise e disse: -Sono creature composte essenzialmente da chakra e dotate di una forza e potenza neanche lontanamente immaginabile e sono terribilmente distruttive. I jinchuuriki, a discapito del loro nome, sono degli eroi che contengono al loro interno le bestie. Senza di essi, i villaggi verrebbero rasi al suolo- disse, giunto davanti al ragazzino.
-Tu sei il jinchuuriki del Kyubi- aggiunse.


Il rosso cercò di rielaborare tutte le informazioni acquisite: il quarto Hokage aveva sigillato in lui il demone volpe, condannandolo a un'infanzia dura e piena di sofferenze. Intuendo i pensieri di Naruto, Sarutobi decise di tranquillizarlo e correre in difesa del suo defunto successore. -Credimi, Naruto-kun! Il yondaine l'ha fatto per proteggere il villaggio- disse.

Un silenzio preoccupante attraverso la stanze finché non fu il ragazzino a parlare.

-Lo so!- rispose Naruto, sorprendendo per l'ennesima volta l'anziano capo villaggio. -Io non so cosa pensare, ojisan! La sua è stata una scelta difficile e credo che lei stesso non sarebbe riuscito a pensare ad una alternativa... ma perché ha scelto me?- chiese. -Perché lei me l'ha nascosto per tutto questo tempo?- aggiunse con aria cupa.
-Volevo che tu avessi un'infanzia normale- rispose l'Hokage. "Normale, eh?" si chiese retoricamente il ragazzino, cercando di contrarre i muscoli facciali in un sorriso palesemente finto.

Un altro pensiero attraverso la testa di Naruto e fisso nuovamente l'anziano. -Quindi, immagino che non può dirmi chi erano i miei genitori.- disse con un sorriso amaro.
A tale domanda la faccia si fece più seria e dovette negare con la testa. Quello era un argomento top secret. -Mi dispiace Naruto, ma non posso. Prometto di dirti tutta la verità quando diventerai un chunin- disse. Aveva fatto una promessa e se c'era qualcosa che Naruto rispettava, anche costo di morire, erano le promesse. Erano sacre!

-Sembri stanco, Naruto-kun. Hai bisogno di pensare e non voglio toglierti delle ore di sonno visto che domani tu e la tua squadra farete il test finale- disse. -Sei congedato- finì. Naruto ricevette il messaggio e, dopo inchino, uscì dalla porta.

 

***
 

La mattina seguente, il ragazzino si svegliò alla solita ora e dopo essersi preparato, munendosi dell'occorrente per il test: kunai, shuriken, carte bomba e cose varie, ordinatamente sigillate in un rotolo di stoccaggio. Nel rotolo che gli aveva consegnato il loro jonin-sensei c'erano tutte le informazioni di cui necessitava, come l'ora, il luogo e la durata.

"Spero solo che Sasuke sia collaborativo e non mandi tutto all'aria con il suo ego!" pensò, mentre chiudeva la porta d'ingresso del suo appartamento. Il loro maestro sembrava un ninja con molta esperienza e qualcosa gli diceva che era anche pieno di sorprese. Il giorno precedente, al loro incontro, si era quasi convinto che l'uomo si trattasse dello stesso Anbu che lo sorvegliava durante la sua infanzia e a cui si era affezionato tanto, ma dopo aver notato lo sguardo indifferente che gli aveva rivolto, si era dovuto ricredere.
"Eppure quel chakra è identico!" si disse, scendendo le scale. "Oggi ne avrò la certezza!" si convinse.

 

***

 

"Dov'è?!!!" Sakura pensò per l'ennesima volta, cercando di rimanere calma, mentre Sasuke, appoggiato ad un albero, stava in silenzio come suo solito e teneva lo sguardo fisso sulla radura, non facendo mancare occhiate sfuggenti a Naruto che se ne stava seduto per terra in un religioso silenzio.
Erano nel campo da quasi tre ore e del loro maestro non c'era traccia. C'era chi la stava prendendo con filosofia, definendo il tempo d'attesa utile per elaborare strategie che potevano garantire l'ammissione, chi mostrava totale indifferenza al ritardo dell'istruttore e chi, al contrario, era molto seccato da ciò.

-Ehi!- salutò Kakashi, apparendo improvvisamente davanti a loro.

Nessuno dei due ragazzi fece in tempo a ricambiare il saluto, poiché furono interrotti da una voce acuta e squillante.

-È in ritardo!!!- urlò la rosa al proprio maestro, calpestando sonoramente la terra sottostante e tendendo le braccia verso l'alto dall'esasperazione, mentre Naruto si alzava da terra e Sasuke si scostava dall'albero in cui si era precedentemente appoggiato.
Kakashi cercò di giustificarsi: -Ehm...scusatemi. Ho incontrato per strada una povera signora . Era molto anziana e gli serviva una mano per trovare il suo gatto. Alla fine l'abbiamo trovato ma prima di ciò mi è passato d'avanti: era nero. Ho dovuto prendere la via più lunga per arrivare qua.-

Silenzio.

Per qualche secondo il vento sembrò fischiare e un rotolacampo passare tra gli allievi e il maestro.

"Questa è in assoluto la giustificazione più ridicola e strampalata che io abbia sentito in tutta la mia vita" fu il pensiero di Naruto.
"Mi hanno assegnato a un idiota" pensò Sasuke.
Dopo aver udito le parole del loro sensei, ognuno si fece una propria idea su di egli, ma la reazione di Sakura fu la più violenta: occhio destro soggetto a spasmi, respiri irregolari e sguardo poco rassicurante.
-Maa, maa5 , Sakura-san. Ora è qua, no?- intervenì prontamente il rosso per calmare la compagna e riuscendoci.

Kakashi osservò la scena in silenzio. Il ragazzo dai capelli rosso sembrava avere la capacità di mettere a proprio agio chiunque, con un unico sguardo. Era incredibile con quanta calma e diplomazia riusciva ad affrontare le situazioni che gli si ponevano.

Simulando, in maniera sarcastica, un colpo di tosse, richiamò l'attenzione dei tre ragazzini che gli rivolsero subito la loro attenzione. -Come vi ho già spiegato ieri, non siete ancora ufficialmente dei genin, quindi dovrete svolgere una prova...- disse prendendo qualcosa dalla sua tasca. -Per l'esattezza, il test dei campanellini- spiegò, mostrando due degii oggetti in questione.
-Dovrete prenderli da me entro l'ora di pranzo che per i miei standard è mezzogiorno. Vi avviso che se volete prenderli dovrete attaccarmi con l'intento d'uccidere e usare ogni mossa in vostro possesso, altrimenti avrete ben poche speranze. È tutto chiaro?- chiese infine, ricevendo un 'Sì!' come risposta da tutti e tre che avevano prontamente assunto una posa di combattimento; ognuno con una diversa dall'altro: Naruto con una posa che assomigliava vagamente a quella insegnata nell'accademia ninja, Sasuke aveva adottato quella del suo clan, mentre Sakura aveva solo quella che aveva appreso in accademia.

Il suono di una delle campane echeggiò nell'aria, segnando l'inizio della prova.

L'Uchiha e la ragazza sparirono nella boscaglia, lasciando il rosso solo, insieme all'adulto.

-Tu non ti nascondi, Naruto?- chiese Kakashi, con aria annoiata, mentre tirava fuori un libro di piccole dimensioni e dalla copertina rossa e iniziava a leggerlo.
-Non ne vedo l'utilità, maestro. Lei è un jonin: sarebbe stupido per un gruppo di neo diplomati cercare di nascondersi da lei. Lo sa bene!- disse, sorprendendo i presenti.


"Intelligente come al solito." pensò Kakashi. "Cos'ha in mente?" si chiese Sasuke. "È molto intelligente! Che abbia un piano?!" fu il pensiero di Sakura.

-Bé, se la mettiamo in questo modo...- iniziò l'uomo e scomparve sotto lo sguardo incredulo di Naruto e gli altri.
-...fatti sotto!- disse riapparendo davanti al jinchuuriki. "Questa è la reale velocità di un jonin? Se è così, credo che sarà più dura del previsto." pensò il ragazzino.

La lotta era iniziata e Naruto, ripresosi dallo shock, prese iniziativa tirando un pugno verso il volto di Kakashi che lo parò con il palmo della mano senza problemi e con assoluta nonchalance. Anche il successivo calcio, che mirava alla nuca, fu parato dal maestro con l'avambraccio, ma quest'ultimo si sorprese della potenza del colpo.

Kakashi decise di contrattaccare con una spazzata5 alle gambe del ragazzo che tuttavia non si fece sorprendere e balzò indietro per poi ripartire all'attacco aumentando la velocità dei colpi e cercando le minime aperture nella guardia del jonin che sembrava non averne. Per un attimo riuscì stampare un pugno sul fianco dell'uomo che reagì colpendo ripetutamente il ragazzo, spedendolo a terra e procurandogli un livido sulla guancia destra. Il ragazzino provò nuovamente a colpire l'avversario con un calcio volante, ma non non ottenne il risultato sperato, visto che Kakashi blocco l'attacco con una mossa fulminea: spostò il proprio corpo indietro, sbilanciando il ragazzino per poi colpirlo al fianco sinistro, rispedendolo a terra.

"Lo sta picchiando! Naruto è riuscito ad atterrare su di lui solamente un colpo, per di più il maestro ha un libro in mano e non ha versato una goccia di sudore. Dannazione! Questo test sarà difficile ed io non posso permettermi di fallire!." si disse Sasuke, conscio della situazione.

Nel frattempo...
"Devo dire che non se la cava per niente male. Iruka me ne aveva parlato molto bene, ma vediamo cos'ha di così speciale oltre al taijutsu." pensò l'Hatake, riferendosi al rosso.

Naruto sorrise mentre si rialzava e guardò l'unico occhio visibile dell'uomo che lo osservava. Improvvisamente ripartì all'attacco e, questa volta, con velocità maggiore che sorprese Sasuke più di tutti.
Il rosso provò a colpire il jonin con una ginocchiata che mirava al volto, ma il colpo fu bloccato con un palmo della mano e il ragazzino fece una capriola in avanti e atterrò dietro il maestro e si allontanò da esso.

"È fortissimo ed è palese che i miei movimenti sono troppo lenti per lui! Dopotutto, stiamo parlando di un Jonin." pensò il ragazzino, con occhi calcolatori. "Non riuscirò mai a colpirlò... a meno che....." lasciò in sospeso la frase.

-Si prepari, maestro, perché ho intenzione di colpirla!- disse con fermezza.
Kakashi non rispose e, nonostante avesse la faccia nascosta dietro il libricino rosso, il suo occhio era concentrato sulla figura del ragazzino.

Naruto tirò fuori dal suo marsupio due kunai e li lanciò con precisione millimetrica verso l'uomo ad una velocità notevole. Quando le armi raggiunsero Kakashi, quest'ultimo spostò all'ultimo momento la testa, ma qualcosa di inaspettato accadde:
Il kunai lanciato era sparito nello stesso momento in cui il jonin l'aveva schivato, lasciando il posto ad un Naruto determinato che, sospeso in aria, non perse tempo a tirare un destro all'avversario.

L'Hatake, nonostante il precedente momento di sorpresa, riuscì a attutire il colpo, ponendo entrambe le braccia in avanti e piegandole per difendere il proprio volto. Quando credette che l'offensiva era terminata, vide qualcosa che lo preoccupò molto: nella sua discesa, il rosso aveva formato un sigillo molto familiare con le sue mani.

L'esplosione che ne seguì fu udibile in tutto il campo.

Dopo che il fumo si diradò, i due videro Naruto da solo, in piedi, immobile e con parecchi pezzi di legno sparsi per terra. Il suo sguardo era serio come se volesse far intendere che non era finita.

-Sotto di te, Sasuke!!!- urlò all'improvviso al compagno di squadra.

Sasuke non riuscì scansarsi subito e dal suolo apparvero delle mani che cercarono di afferrare le sue caviglie per tirarlo verso giù, ma il ragazzino fu abbastanza veloce da saltare e quindi evitarle.

"Ma come faceva a sapere che era lì?" si chiese incredulo.

Naruto si concentrò nuovamente sull'avversario.
-È stato molto veloce a sostituirsi, maestro Kakashi. Che tipo di tecnica ha usato adesso? Arte della terra?- chiese Naruto, anche se non vedeva l'uomo.
-Lo so che è là, maestro! Sa che posso avvertire la sua presenza- aggiunse. L'interessato non si fece attendere e apparve nella radura con il suo libro, ora bruciacchiato, in mano.

-Si chiama 'decapitazione sotterranea'. Comunque devo farti i miei complimenti, Naruto. Sei stato davvero astuto. Il tuo era un piano intelligente, ma come vedi non è bastato. Sono felice che abbia preso il mio consiglio alla lettera- disse il jonin cercando di mantenere una maschera apatica mentre parlava, anche se pensava ben altro.

"Quel ragazzo ha un potenziale notevole! Quando ha capito che non sarebbe riuscito a colpirmi, ha tirato fuori le sue armi: dopo averle lanciate è riuscito a usare la Kawarimi no Jutsu per sostituirsi ad uno dei Kunai per colpirmi a sorpresa. È come se si fosse teletrasportato! Ha anche elaborato un piano B: quando mi sono difeso dal suo colpo, non ha esitato ed ha fatto esplodere l'altra arma, a cui era legata una cartabomba. Nella frenesia del momento, ho perso il libro, lo cercherò più tardi . Un chunin sarebbe ferito dopo quell'attacco. Quel ragazzo è davvero incredibile: sotto quel corpo gracile, inoltre, si nasconde una forza fuori dal comune. Ho sbagliato a sottovalutarlo! Questo era il suo piano fin dall'inizio." pensò, positivamente sorpreso "Grazie alla sua abilità mi ha trovato subito ed ha avvertito il compagno."

Diversi shuriken che stava volando in sua direzione lo destò dai suoi pensieri, ma lo schivò inclinando la testa a lato. Quando si girò per vedere da dove provenisse, vide Sasuke Uchiha con mano al marsupio contenente le armi. -Ci sono anch'io, maestro- disse con tono deciso.

-Fai attenzione, Sas'ke. Hai visto anche tu sono riuscito a fargli neanche un graffio.- lo avviso Naruto, ma lo sguardo che ricevette come risposta sembrò significare 'Stanne fuori', ma improvvisamente mutò in un ghigno poco rassicurante e uno strano luccichio nei suoi occhi che stavano a significare...sfida?

Pur avendo intuito le intenzione del compagno non poté fare niente visto che quest'ultimo si era già lanciato all'attacco.

Naruto decise di andare a dar manforte. In due avevano più possibilità contro il loro avversario.
Sasuke si stava dimostrando, anche lui, davvero in gamba nel combattimento corpo a corpo, ma contro il jonin c'era poco da fare: schivava e parava ogni attacco dei due con una facilità unica e neanche l'imprevedibilità del jinchuriki sembrava metterlo in difficoltà.

"Questo ragazzo possiede un taijutsu molto più liscio e ordinato di quello di Naruto, tuttavia..." pensò Kakashi, riferendosi a Sasuke, lasciando il pensiero in sospeso ".... le sue mosse sono troppo prevedibili e ancora troppo lente per recarmi danno. Si basa troppo sullo stile del suo clan senza aver ancora attivato lo sharingan"

I suoni dei loro colpi riecchegiavano nella radura .
Nonostante l'impegno che i due ragazzini ci stavano mettendo, Kakashi riusciva a schivare tutto e stavano lentamente accorgendo dell'induscutibile superiorità dell'adulto che non mostrava la ben che minima fatica e difficoltà nel contrastare gli attacchi.

Sasuke, frustrato dalla situazione, decise di giocare la sua carta vincente. Rapidi sigilli formati con le dita si susseguirono in quella che era una precisa sequenza e dopo aver urlato 'Katon: Gokyaku no Jutsu6' dalla sua bocca fu sparata un fiammata gigantesca che si diresse a velocità molto elevata verso Kakashi che intanto pensava: "Un genin non dovrebbe sape..." non fece in tempo a finire il pensiero perché la tecnica sembrò risucchiarlo provocando una seconda fumata.

"Sei grande Sasuke-kun" furono i pensieri di Sakura, non accorgendosi della figura che incombeva su di lei.

"Con questo devo averlo sistemato" penso il ragazzino, aspettando che il fumo si diradasse, ma la voce del suo compagno smentì le sue aspettative:
-Si è sostituito un'altra volta- disse Naruto, guardandosi intorno.

-Come fai a saperlo?- chiese Sasuke, sorpreso e scocciato allo stesso tempo. -Il suo chakra non è più qua.- rispose Naruto, sospirando. "Chakra? Lui può sentirlo?" si domandò il moro, stupefatto.
-Sto a cosa stai pensando, ma il problema in questo momento non è dove si trova. Abbiamo bisogno di un piano!- disse, guadagnandosi l'ennesimo sguardo sorpreso .

"Senti il chakra e leggi nella mente! Chi sei, Naruto?" pensò l'Uchiha

-Ti spiegherò tutto più tardi, ma ora...- alzò la mano come per fare cenno a qualcuno di avvicinarsi, ma si fermo quando constato qualcosa di poco piacevole -...dobbiamo svegliare Sakura- finì.
-Eh?- esclamò Sasuke, senza capire. Come Naruto fosse riuscito a intuire i suoi pensieri gli era ancora ignoto.

-Credo che il maestro l'abbia messa alla prova, ma non abbia retto. Non la biasimo. Sono un incapace in ambito genjutsu-

In un cespuglio vicino, i due trovarono Sakura addormentata, ma con di difficoltà, riuscirono a svegliarla.
-Sei stato grande, Sasuke-kun!- cinguetto successivamente, felicemente.
-Umph- rispose l'Uchiha, mostrando la solita apatia.

-Cos'hai in mente?- chiese improvvisamente Sasuke a Naruto che gli diede, in risposta, uno sguardo stupito. "Allora non sei così incomprensibile, dopotutto." pensò il moro: era riuscito a sorprendere il compagno di squadra.
-Beh? Guarda che non abbiamo tutto il giorno, Naruto- aggiunse.

A Naruto sfuggì un sorriso e iniziò subito a esporre il suo piano ai compagni che sembravano annuire ad ogni sua frase.

 

***

 

Kakashi sfogliò per l'ennesima volta il libro che aveva in mano, seduto in una roccia in mezzo ad un prato circondato dalla boscaglia, passando alla pagina successiva a quelle già lette. Naruto era riuscito a separarlo dal suo libro ma fortunatamente l'aveva ritrovato. Era da mezz'ora che aspettava i suoi allievi, ma di loro nessuna traccia.
"Strano! A quest'ora dovrebbero avermi già trovato grazie a Naruto. Le cose sono due: o hanno rinunciato o hanno elaborato un piano e conoscendoli hanno scelto sicuramente la seconda opzione." pensò. "Non resta che aspettare."


"Ah, eccoli che arrivano!". Aveva appena avvertito la loro presenza e infatti poco dopo vide un inconfondibile ragazzino vestito con una T-shirt blu sbucare dalla boscaglia e corrergli intorno a velocità notevole, seguito con in mano dei shuriken che vennero lanciati con precisione millimetrica verso i campanellini in mano a Kakashi che però riuscì a schivarli.

Sasuke si tenne a debita distanza dall'uomo. La prima parte del piano era stata attuata.

Quando Kakashi avvertì il pericolo, fu troppo tardi. Tutte le armi che aveva schivato si erano conficcate sui tronchi degli alberi che lo circondavano.

-Kai!- urlò una voce dal ramo di un albero in cui era eretta la sagoma incappucciata di Naruto provocando l'esplosione delle bombe.
Kakashi apparve indenne dietro di essa e gli tolse il cappuccio, ma notò un'altra spiacevolissima sorpresa. Al posto del ragazzino c'era un tronco di legno ricoperto di carte bomba e, per di più, percepiva la presenza di Sasuke dietro di se.


-Vedo che ha capito, maestro.- disse il vero Naruto, saltando in ramo vicino a quello del maestro che lo guardava con un misto di sorpresa e incomprensione.
-Se proverà a spostarsi di un solo centrimetro, farò esplodere le carte e Sasuke la attaccherà con la sua tecnica di fuoco. Neanche la kawarimi la salverà questa volta.- disse. -Se in qualche modo riuscisse a salvarsi, la situazione non cambierebbe. Ho chiesto a Sakura di piazzare altre carte bomba nel campo.- aggiunse con un sorriso.

-Le diamo due possibilità: o ci da i campanelli oppure sarà risucchiato dalla mia palla di...- iniziò Sasuke, ma si interuppe quando udì la voce del compagno.

-Alla tua destra, Sasuke!- urlò improvvisamente Naruto. "Come ho fatto a non notarlo" pensò allo stesso tempo.
"Cos..." un calcio colpì l'Uchiha allo stomaco, spedendolo verso un altro albero e facendolo sbattere contro un tronco.

"Quella con cui stavamo parlando era solo una copia! Ma com'è possibile che fosse solida e potesse interagire con noi? Sono stato uno stupido a credere che il maestro avesse consumato così tanto chakra" si chiese Naruto, restando immobile nel ramo dove stava.
"A questo punto non resta che il piano B"


-Siamo stati presuntuosi a pensare di poterla battere così facilmente- disse al maestro apparso un momento dopo aver colpito Sasuke.
Kakashi non rispose subito, ma, poco dopo, annuì. -Manca poco a mezzogiorno. Cosa avete deciso, Naruto?-

-Se riusciremo a batterla, deve promettermi che mi insegnerà la tecnica dei cloni solidi- disse rosso sfoggiando un sorriso luminoso che gli apparteneva: contagioso.
Quello fece spalancare a Kakashi l'occhio destro (e forse anche la bocca) in maniera da ebete. -Ho capito bene? Vuoi imparare il Kage bunshin No Jutsu?- chiese e in risposta il ragazzino annuì.

-Va bene, Naruto! Allora fatemi vedere di cosa siete capaci!- rispose, infine, l'adulto.

Il ragazzino tirò con la mano destra molto velocemente un filo quasi invisibile, che Kakashi non aveva notato, attaccato il fantoccio ricoperto di carte bomba per spostarlo verso il jonin che cercò inutilmente di schivare perché il rosso teneva nell'altra un filo identico, anch'esso attaccato ad altre carte bomba che si stavano avvicinando a altissima velocità, dalla parte opposta al fantoccio, verso Kakashi che ora era tra due fuochi.

Naruto non aspetto che le bombe si avvicinassero ulteriormente e le fece esplodere nello stesso istante in cui vide il maestro cercare di mettere campanelli in tasca.

 

BOOM!

 

L'esplosione che ne seguì fu sentita anche negli altri campi ed altre ne seguirno per alcuni minuti prima di finire.

Il rosso non ebbe bisogno di aspettare che il fumo si diradasse e con un salto scese dal ramo alla ricerca di qualcosa.

-Cerchi questi?- chiese retoricamente Kakashi, tenendo i campanelli nella mano destra, spuntando dal nulla, del tutto illeso, per lo stupore dei presenti.

"Ma come avrà fatto? Con quell'esplosione non avrebbe potuto intascarli in tempo"
-Come?- chiese, scioccato, Naruto.
-Semplicemente, non mi sono sostituito. Ripetere più volte una tecnica è un errore che un ninja non dovrebbe commettere altrimenti diventa troppo prevedibile- spiegò l'Hatake.

-Ma allora come ha fatto a salvarsi?- insistette Naruto.
Kakashi sembrò sorridere con l'unico occhio visibile. -Ho mille tecniche nel mio arsenale. È stato facile.-
Dopo aver udito ciò, Naruto abbassò la testa. -Immagino che abbiamo perso, allora. Ormai dev'essere mezzogiorno.-

L'uomo dai capelli argentei gli regalo un altro sorriso. -Ti sbagli! Avete dimostrato di possedere grandi capacità per dei genin freschi dall'accademia, ma soprattutto avete lavorato come una squadra e avete pensato ad un buon piano. Siete promossi- disse provocando la confusione di Naruto e di un malridotto Sasuke che si era alzato e li aveva raggiunti, zoppicante. Sakura, che era rimasta nella radura, ora era lì e sorrideva per la notizia.

-E visto che siete riusciti a mettermi i difficoltà, il pranzo ve l'offrò io.- disse Kakashi.

 

***

 

Il team sette era seduto nei banchi dell'Ichikaru Ramen: uno stand di ramen situato nel centro villaggio e gestito da un cinquantenne di nome, per l'appunto, Ichikaru e la sua diciassettenne figlia di nome Ayame.

-Oh! Ciao Naruto-kun! È da tanto che non ci vediamo- salutò la graziosa Ayame, guardando il ragazzino con i suoi occhi nocciola.
-Buongiorno Ayame-nee7!- rispose Naruto, ricambiando il saluto. Da dietro il bancone scorse il vecchio Ichikaru, impegnato in cucina, che lo salutò facendo un cenno con la testa.
-E loro chi sono, Naruto-kun?!- chiese la ragazza dai capelli castani, riferendosi ai due affianco a lui.

-Loro sono i miei amici e compagni di squadra: Sakura e Sasuke-

"Ci ha appena presentati come suoi amici" pensò Sakura, perplessa e insicura.
"..." Sasuke non seppe cosa pensare. Dopo aver risposto, Naruto tornò felice alla sua ciotola di ramen.

-Beh! Se la metti così, allora siete in benvenuti!- disse, raggiante, Ayame.
-Cosa ordinate?!- chiese.


"È già un inizio." pensò Kakashi, osservando da un tetto la sua squadra. "Sakura sta iniziando a conoscere Naruto, mentre Sasuke si ostina a apparire indifferente al mondo che lo circonda, ma è palese che stia sviluppando una simpatia per il compagno. Dopotutto, i due si assomigliano, per alcuni aspetti."

-Lei non mangia, sensei?- chiese Naruto, dopo aver finito la seconda ciotola, voltandosi e alzando la testa verso il tetto dove stava Kakashi. -Magari più tardi.- rispose Kakashi, con una nota di imbarazzo nella sua voce, mentre l'allievo iniziava a mangiare un'altra ciotola. "Mi ero dimenticato che può avvertire la mia presenza anche quando limito la risonanza del mio chakra" pensò, dandosi mentalmente dello stupido.

"Ma quanto mangia?" pensò Sasuke, guardando il compagno di squadra e quest'ultimo, come se fosse riuscito a leggergli nel pensiero, alzò lo sguardo, precedentemente rivolto al cibo, verso il moro e posò le bacchette. -Credimi, non lo so nemmeno io. So solo che la prova d'oggi mi ha fatto venire molta fame- spiegò il rosso.
-Come hai fatto?- chiese Sasuke. -Uhm?- mugugno il rosso senza capire.
-Come facevi a sapere dov'era il maestro e a cosa stavo pensando?- chiese l'Uchiha, riformulando la domanda.
L'interlocutore ridacchiò prima di ripondere, suscitando la leggera rabbia di Sasuke. -Lo sapevo già, sai? Però ti stai sbagliando. La mia abilità non è esattamente leggere nella mente!' disse con tono calmo alla curiosità del compagno che ora stava attirando anche Sakura.
-P-potresti spiegarti meglio Naruto-kun?!-

Naruto-kun? Da quando veniva chiamato così dalla compagna dagli occhi verdi. E perché mai balbettava?
Il tono con cui glielo chiese poi...

Ad aumentare l'imbarazzo della ragazza furono gli occhi del ragazzo che spostarono subito l'attenzione su di lei che arrossì così tanto da raggiungere quasi lo stesso colore dei capelli del compagno che gli diede uno sguardo confuso e leggermente preoccupato.
-Ti senti bene Sakura-san? Sei tutta rossa! Forse è il caldo! Vuoi un bicchiere d'acqua?- chiese Naruto.
"Cosa mi sta succedendo? Mi fa sempre quest'effetto quando mi guarda!" pensò Sakura.
Sasuke continuava a fissare il jinchuuriki , in attesa di risposta, mentre quest'ultimo finiva l'ultima ciotola di ramen.

Quando finì si rivolse alla cuoca: -Io ho finito Ayame-nee! Ci vediamo!- disse, prima di andarsene insieme ai suoi compagni.

-Mi vuoi rispondere o no?- disse Sasuke, camminando per una via a fianco al compagno di team, seccato per non aver ricevuto ancora una risposta.
-Ho capacità sensoriali ed un'acuta empatia nei confronti di chiunque- confessò finalmente il rosso.
"Ha capacità sensoriali e empatiche... Lui riesce a sentire quello che sentiamo. Sa se mentiamo e intuisce quasi ogni nostro pensiero. Questo vuol dire che prima sapeva della natura della mia reazione...che vergogna" pensò, ancora imbarazzata, Sakura.
"Allora è davvero così speciale" furono i pensieri dell'Uchiha.

-Ehi!- esclamò il loro sensei, attirando l'attenzione della squadra. -Spero che il pranzo sia stato di vostro gradimento!- disse.
-Certo che lo è stato!- -Grazie sensei- -Hn- risposero rispettivamente Sakura, Naruto e Sasuke.
-Allora ci vediamo domani alle nove al campo- detto questo, l'uomo se ne andò in un silenzioso sunshin.
 

***


-Così Sasuke-kun non si è dimostrato tanto apatico quanto credevamo...- disse Hiruzen, affacciato alla vetrata del suo ufficio, con le mani in dietro la schiena, tirando una boccata con la sua pippa.
-Esatto. Pare che la vicinanza a Naruto lo renda più trattabile!- confermò il giovane jonin, dai capelli argentei, davanti a lui.
-Ah! Sembra che il piccolo Naruto-kun abbia la capacità di cambiare le persone in meglio- disse Hiruzen.

-Com'è la squadra, Kakashi?- chiese improvvisamente l'anziano, cambiando discorso. -Si sono dimostrati dei genin sopra la media...- fu rapidamente interrotto dalla voce dell'Hokage.
-Non intendevo questo! Cosa ne pensi?- riformulò. -Sasuke e Naruto promettono bene; non sono riuscito a valutare la ragazza, ma sembra molto carente nel ninjutsu: niente che non si possa risolvere, dopotutto è fresca d'accademia e non discende da nessun clan. Tuttavia, secondo Iruka, dimostra di possedere un'intelligenza fuori dal comune per una ragazzina della sua età.-

Breve pausa, interrotta da Hiruzen che lo istigò a continuare.

-E...?- chiese. Era chiaro che il jonin si stava trattenendo dal gridare al mondo che i suoi allievi erano pieni di talento.

-Naruto è incredibile! È riuscito a spingermi molto più lontano di quanto mi aspettassi ed ha ideato un piano molto ingegnoso; Sasuke è il più completo dei tre: taijutsu ottimo, ninjutsu buono e intelligenza degna di un Uchiha. Sono la squadra migliore che mi potesse capitare ed a tal proposito vorrei porle una domanda...-

-Vuoi chiedermi perché ho messo Naruto e Sasuke nella stessa squadra? Credo che ti sei già risposto da solo.- disse l'Hokage.
-Crede che i due possano diventare amici?- chiese l'Hatake
-Ne sono certo! Hanno avuto entrambi un infanzia difficile e credo che stando vicini possano lasciarsi il passato alle spalle.-

-Lei spera che Sasuke...- cercò di chiedere Kakashi, ma fu prontamente interrotto dal suo superiore che intuì i suoi pensieri. -Sì!- disse quest'ultimo.

-C'è dell'altro?- chiese Sarutobi. La mattinata era stata impegnativa e voleva congedare i giovane jonin.

L'interessato non rispose subito e sembrava essere molto imbarazzato per quello che stava per dire.
-Ehm...credo che Naruto mi abbia riconosciuto.- disse.

Rammentò ciò che l'allievo gli disse durante la prova.
' Lo so che è là, maestro! Sa che posso avvertire la sua presenza'. Le parole del ragazzo erano state inequivocabili.

-E credo che abbia rubato il mio libro!-
Il commento fu seguito da un'altra risata: questa volta proveniente dall'Hokage.
-Inoltre gli devo insegnare il Kage Bunshin No Jutsu8- questa volta il capo villaggio inarcò un sopraciglio.

-Il Kage Bushin? Iruka mi aveva detto che il ragazzo aveva risolto il problema del Bunshin con esercizi avanzati sul controllo del chakra. C'è qualcosa che non va con le sue copie?-

La risposta di Kakashi non si fece attendere.
-No, no. Gli devo insegnare la tecnica a causa di una scommessa. Quel ragazzo lunge dall'avere problemi nel controllo del chakra. A volte, fatico a credere che abbia più chakra di me. È riuscito a sostituirsi con oggetto in movimento senza difficoltà!-


Silenzio.


-Impressionante! Ciò è impossibile anche per un chunin!- disse Sarutobi, stupito.
-Anch'io non riuscivo a crederci, ma il ragazzo sembra sapere il fatto suo. È riuscito ad evocare almeno una cinquantina di carte-bomba dal nulla-

Altro silenzio...



Konbanha: Buonasera

Inchino: si fa riferimento all'inchino orientale Rei.

Ojii-san: Nonno

'...tristezza nel chakra dell'uomo: come già spiegato nel brano, Naruto ha un dono speciale che ha come effetto un'acuta empatia abbinata a capacità sensoriali.

Maa maa: Il corrispondente di 'Calma, tranquilla...'

Katon: Gokyaku No Jutsu: Arte del fuoco: Palla di fuoco suprema.

Nee: Inteso come 'Sorellona'

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Capitolo 4
*** Inizia la missione ***


INIZIA LA MISSIONE

 

 

Un gatto nero correva per le vie di Konoha schivando i passanti sulla sua strada, mentre era rincorso da Naruto e Sakura che sembravano avere non pochi problemi nel catturarlo a causa del grande numero di persone che stavano passeggiando, ostacolando, seppur involontariamente, l'inseguimento.

Mentre la ragazza gridava all'animale di fermarsi all'ennesima traversa, il felino si trovò all'improvviso bloccato da una rete caduta dall'alto. Il disgraziato si dimenò violentemente, cercando di liberarsi, ma per sua sfortuna trovò davanti a sé Sasuke, che era appena saltato giù da un tetto vicino.

-Bravo Sasuke-kun! Finalmente siamo riusciti a catturarlo.- cinguettò Sakura che gli corse incontro, felice che il compagno per cui nutriva una cotta fosse riuscito a completare l'incarico che il maestro aveva affidato alla squadra. -Non ce la facevo più.- aggiunse sospirando, mentre si asciugava la fronte sudata, con un panno che Naruto gli aveva posto.

 

A Konoha era ormai primavera e il caldo stava diventando una seccatura per Sasuke che lo odiava.

Svolgere queste missioni di livello D stava iniziando a stancarlo ed annoiarlo.

 

Il moro ignorò la ragazza e si accinse a prendere il gatto per il dorso del collo, in modo da renderlo inoffensivo ed evitare di essere graffiato dalle unghie affilate, poi si rivolse al compagno dai capelli rossi: -Naruto, dobbiamo parlare al maestro-.

Erano passati due mesi da quando erano diventati genin e il ragazzino aveva rivelato le sue capacità ai suoi compagni. Il giovane Uzumaki la metteva spesso a servizio della squadra nelle missioni che venivano affidate loro dal capo villaggio e malgrado non piacesse il fatto di utilizzarle per completare compiti così semplici, rispose senza tirarla per le lunghe. -Si trova nell'ufficio dell'Hokage.- disse, annoiato.

'Bene, questo ci risparmierà la fatica di cercarlo' pensò il moro dirigendosi verso la torre del capo villaggio con gli altri due che lo seguirono a ruota.

 

 

 

Kakashi non si sorprese quando vide i suoi allievi superare la soglia della porta dell'ufficio di Sarutobi con volti seri.

-Venti minuti. Siete migliorati rispetto all'ultima volta- scherzò l'uomo riferendosi al tempo che avevano impiegato per svolgere la missione e recarsi da lui, ma si rese conto dagli sguardi dei suoi studenti che erano poco interessati a quello che aveva appena detto.

 

Infatti, a quel punto, Sasuke ne aveva abbastanza.

 

-Risparmi i complimenti, sensei! Vogliamo missioni più impegnative, non questi compiti da mocciosi.- disse con il tono tagliente che lo caratterizzava.

 

'Per lui siamo mocciosi' pensò sarcastico Naruto. 'Anche se in una cosa Sasuke ha ragione: basta con queste missioni'

 

Il maestro, dal canto suo, non la prese male, ormai era abituato a trattare con il carattere dell'allievo. Egli non si fece sfuggire le reazioni degli altri di genin che sembravano concordare con il compagno.

 

 

Da dietro la scrivania Hiruzen rise bonariamente. -E così volete una missione di livello superiore, eh?- chiese retoricamente ai tre che annuirono comunque, senza esitazione. L'anziano rise nuovamente.

-Ti dispiace prenderlo, Naruto-kun?- chiese al ragazzino indicandogli fascicolo sulla sua scrivania.

Il ragazzo si avvicinò, osservandola attentamente capì e fece ciò che gli era stato chiesto. -Aprilo!- continuo l'uomo. Naruto la aprì e al cenno del suo interlocutore rovistò all'interno del plico, tolse fuori un documento e lo porse all'Hokage.

Dopo una veloce lettura del foglio il vecchio ninja esclamò: -Ma guarda un po'! Pare che avrete un po' di tregua da questo caldo.- dopodiché ordinò a bassa voce qualcosa al segretario che si diresse subito fuori dall'ufficio.

-Siete mai stati a Nami no Kuni?- chiese il capo villaggio per rompere il ghiaccio. Sakura e Sasuke negarono lentamente con la testa: non erano abituati a parlare con l'Hokage, non avevano la confidenza che il loro compagno rosso dimostrava nei suoi confronti e spesso si sentivano in soggezione quando dovevano rispondergli.

Nessuno dei tre era mai uscito da Konoha, non del tutto almeno. Naruto era un emarginato e, per il suo stato di forza portante, era sorvegliato da Anbu ventiquattro ore su ventiquattro, quindi si era rassegnato all'idea di non poter fare piccole escursioni anche solo un metro fuori dalla foresta del primo Hokage1; Sakura era cresciuta in una famiglia di civili e in quanto tali non uscivano mai dal villaggio per questioni di sicurezza. Il mondo Ninja era un posto pericoloso e per chi non era uno Shinobi viaggiare poteva rivelarsi fatale; Sasuke aveva passato parte della sua infanzia senza mettere un passo fuori dal quartiere Uchiha, salvo quando andava all'accademia ninja, e ciò aveva influito molto anche sul suo modo di vedere il mondo. Anche lui, come Naruto, si era spinto fino alla foresta ma solo durante le battute di caccia con suo fratello Itachi, all'epoca un Anbu di tutto rispetto.

 

-Allora iniziate a preparare i bagagli perché partirete domani mattina...- dalla porta della stanza entrò un vecchio uomo che sembrava avere una sessantina d'anni: aveva capelli grigi tirati indietro, un po' di barba che gli ricopriva il mento, portava degli occhiali da vista che non riuscivano a nascondere gli occhi di uno che non dormiva da giorni ed il suo corpo emanava un odore di Sake insopportabile per le narici dei presenti.

-....perché dovrete scortare il vostro cliente fino a lì- continuò Sarutobi.

-Vi presento il signor Tazuna. E' uno dei migliori capi carpentieri migliori del paese delle onde e necessita di una squadra che lo scorti fino al suo villaggio.-

Per un momento i tre genin e Tazuna credettero che fosse uno scherzo.

'Questo vecchio ubriaco sarebbe il nostro cliente?/Questi mocciosi sarebbero la mia scorta?' pensarono, contemporaneamente, rispettivamente il team 7 e il loro cliente.

 

Naruto per un momento guardo il suo maestro come se gli volesse dire 'Ma dai! Sul serio?' e Kakashi sembrò annuire con il suo occhio scoperto e lì il ragazzino sospirò.

 

-Io avevo chiesto qualcuno che mi proteggesse nel viaggio di ritorno, ma non mi aspettavo mica dei poppanti che giocano a fare i ninja!- si lamentò Tazuna, guadagnandosi un'occhiataccia da Sakura.

 

-Noi le abbiamo dato quanto lei può permettersi, Tazuna-san- gli rinfacciò semplicemente l'Hokage.

 

Tazuna, dopo aver udito le parole del capo villaggio, fece una smorfia di stizza, ma dovette rassegnarsi alla dura verità.

Kakashi sembrava assorto nei suoi pensieri, ma nessuno ci aveva fatto caso.

 

Uscendo dalla porta ricordò: -Vi aspetto domani mattina all'alba e vi raccomando la puntualità- dopodiché si congedò con l'Hokage e se ne andò.

 

-Ci saremo- rispose il jonin con aria preoccupata, al contrario dei suoi allievi che erano entusiasti del nuovo incarico.

 

 

 

 

 

Il mattino seguente...

 

I tre ragazzini non vedevano l'ora di partire. Il giorno prima Kakashi aveva raccomandato loro di andare a letto presto, ma per quanto si fossero sforzati, non era riusciti a chiudere occhio per l'entusiasmo. Erano alle porte del villaggio, ognuno con uno zaino, aspettando Tazuna e il loro maestro che stranamente questa volta non si fece attendere. Apparì proprio davanti a loro accompagnato da un vortice di foglie sotto lo sguardo sbalordito dei genin.

Kakashi si sorprese: non era la prima volta che usava il Shunshin no Jutsu per recarsi agli appuntamenti della squadra e infatti si chiedeva perché allora lo stessero guardando con tanto stupore.

 

A chiarire il suo dubbio fu Sakura.

 

-Maestro, lei è...in anticipo di due minuti!- disse. Non si sarebbe mai aspettata di poterlo dire.

-Forse non si sente bene?- aggiunse Sasuke prendendolo in giro. -Se si è rotto l'orologio, posso aggiustarglielo io- continuò Naruto, rincarando la dose. “Spiritosi” pensò l'Hatake, maledicendo se stesso per essere così sarcastico e cinico. I suoi allievi stavano diventando come lui, se non peggio.

 

Attesero per qualche minuto e alla fine videro arrivare anche il loro cliente. Dopo essersi salutati ed aver accertato che tutto fosse apposto, uscirono dal villaggio e iniziarono la loro missione.

 

Durante il tragitto, il ragazzino dai capelli rossi, così come i suoi compagni, non riusciva a staccare gli occhi da ciò che lo circondava. Tutto per loro era nuovo e diverso da ciò che erano abituati a vedere. La vegetazione che li circondava sembrava selvaggia, ben diversa da quella del parco dove giocavano quando erano più piccoli o da quella dei giardini del clan Nara.

 

Tazuna li osservava in silenzio. Capì che quei giovani erano veramente dei novizi del mondo ninja,

-Prima volta fuori dal villaggio?- chiese per rompere il ghiaccio. Non erano partiti col piede giusto e per quanto preoccupato sull'esito della missione, doveva cercare di sdrammatizzare, socializzando con quei ragazzini, che però non lo sentirono, concentrati com'erano.

 

Kakashi, da parte sua, era molto più teso di lui e anche se non lo dava a vedere, i suoi sensi erano all'erta. Aveva notato qualcosa che non lo convinceva durante il tragitto.

 

 

Ciò che accadde dopo le sue riflessioni fu talmente veloce che nessuno pote evitarlo:

da due pozzanghere emersero simultaneamente due figure armate di potenti braccia metalliche espandibili che avvolsero il corpo del jonin e lo strinsero fino a straziarlo e ridurlo in mille pezzi.

 

I genin rimasero senza parole davanti a tale scena e nella mente dei tre stava suonando incessantemente il campanello d'allarme.

In quella situazione era doveroso mantenere la calma per poter reagire.

 

I due carnefici rivolsero subito l'attenzione alla squadra e a Tazuna, attaccando nuovamente con le loro braccia metalliche verso quest'ultimo che inaspettatamente dopo essere stato stretto dalla morsa mortale si dissolse in fumo così come le altre tre figure.

 

Gli aggressori erano stati fregati.

 

Un kunai venne rapidamente in loro direzione e fu schivato da loro con estrema facilità, ma non potevano mica prevedere che si sarebbe sostituito ad un ragazzino dei capelli rossi armato di altri cinque kunai con altrettante carte-bomba attaccate che conficcò nelle braccia metalliche di uno degli shinobi nemici e che, come se non bastasse, dalla parte opposta, l'inconfondibile suono della combustione li avvertiva di un attacco diretto alle loro spalle.

 

I due si dissolsero divenendo acqua.

 

'Cosa?' pensò Naruto: questa non se l'aspettava proprio. ' Speriamo che Sakura e il signor Tazuna siano riusciti a scappare' lui e Sasuke erano riusciti ad elaborare un piano abbastanza velocemente da mettere momentaneamente in salvo Sakura e Tazuna, creando delle copie di se stessi e dandogli le fattezze della squadra, ma presto i nemici li avrebbero trovati. Iniziò a correre in direzione delle firme di chakra della compagna di squadra e del carpentiere. Sasuke gli stava davanti e anche lui non poteva nascondere la preoccupazione, a dimostrare ciò era il fatto che aveva iniziato a correre senza sapere nemmeno che direzione prendere, anche se, stranamente, aveva scelto proprio quella giusta.

 

Un inconfondibile grido li fece accelerare: era Sakura.

 

'Dannazione! Se solo sapessi usare il Shunshin no Jutsu!' imprecò mentalmente Naruto, maledicendo la carenza di ninjutsu nel suo repertorio. I suoi battiti cardiaci stavano aumentando ogni secondo che passava, ma lui aveva l'impressione che il suo cuore stesse smettendo di battere. Prima il maestro e ora anche Sakura?

 

-Quanto manca Naruto?- chiese Sasuke, girandosi verso di lui. Dall'espressione non pareva agitato quanto lui, anche se Naruto riusciva a captare il suo nervosismo.

-Ci siamo!- rispose l'Uzumaki.

 

Naruto e Sasuke arrivarono alla meta pronti ad attaccare i nemici e proteggere gli altri due, ma la scena che li si parò davanti fu tutt'altro che disperata.

Kakashi, vivo e vegeto, che si accingeva a legare i due shinobi ad un albero, mentre Sakura e Tazuna perfettamente incolumi si riprendevano da quella che doveva essere stata una corsa estenuante.

 

-Avete fatto un buon lavoro ragazzi!- si complimentò il maestro, sinceramente colpito dal loro lavoro di squadra

Naruto, però, era ancora scettico su quanto successo perciò espose i suoi dubbi:

-Maestro...pensavo fosse morto!- sussurrò. Quando il corpo del jonin era stato fatto a pezzi, niente, nemmeno le sue capacità sensoriali, gli avevano fatto intuire che quest'ultimo si fosse sostituito.

Kakashi si limito a sorridergli. Aveva ridotto al minimo la risonanza del suo chakra in modo da rendere la messa in scena più credibile possibile e c'era riuscito. Ciò dimostrava che l'abilità innata dell'allievo aveva dei limiti.

 

-Chi sono questi tizi?- domandò Sasuke, ripresosi dallo shock iniziale. Per fortuna Sakura e il maestro stavano bene.

 

-Loro sono i fratelli diavolo di Kirigakure no Sato: Uzo e Muzo. Sono dei ninja traditori specializzati in agguati omicidi- spiegò il maestro, senza staccare lo sguardo dai due. Li lasciò con un clone e il gruppo continuò il viaggio.

 

Durante il tragitto non riuscì a trattenersi dal chiedere delle spiegazioni al loro cliente.

-Tazuna-san....- iniziò il jonin, mentre l'interpellato iniziò a sudare freddo.

-...non mi è sembrato molto sorpreso di vedere questi due criminali. A che gioco sta giocando?- continuò, con un tono calmo, ma per chi lo conosceva era possibile notare emozioni negative.

 

Il carpentiere era con le spalle al muro e non gli restò che confessare.

 

-Il mio paese è in miseria a causa di un uomo d'affari senza scrupoli. Non avevo i soldi per pagare dei jonin che mi scortassero e potevo permettermi solo una missione di livello C. Mi dispiace per avervi mentito, ma dovevo tornare a Nami a qualsiasi costo...-

 

Kakashi rifletté attentamente sulle parole dell'uomo. Cosa fare? Non poteva mettere a rischio la vita dei suoi allievi in questo modo. Dopotutto erano genin usciti da poco dall'accademia e non erano pronti per affrontare una missione di cui non si sapeva ancora il livello. Inoltre c'era l'eventualità che loro cliente giocasse loro altri brutti scherzi.

 

Ad interrompere il silenzio che si era creato e i suoi dubbi fu Naruto.

 

-...è sincero...- disse il ragazzino, con aria assente.

“...e preoccupato” aggiunse mentalmente.

 

I suoi compagni lo guardarono incuriositi, ma non si stupirono più di tanto al commento del rosso: ormai si erano abituati alle situazioni in cui sua abilità anche senza accorgersene.

 

-Cosa ne dite ragazzi?- chiese infine il maestro. L'empatia dell'allievo poteva aiutare a prendere una decisione, ma il verdetto finale spettava alla squadra.

 

Sakura era incerta sulla decisione, ma l'uomo, per quanto sgradevole in alcuni comportamenti, sembrava una brava persona.

 

-Continuiamo- disse improvvisamente Sasuke rivolgendo uno sguardo complice a Naruto che capì che a parlare non era il lato compassionevole dell'Uchiha, ma quello sprezzante e affamato di avventura.

-Lo penso anch'io- diede manforte l'Uzumaki.

 

Kakashi li osservò: quei due assomigliavano a lui da giovane sotto tanti aspetti ed uno di questi era sicuramente la competitività. Sasuke non smetteva mai di lanciare, seppur in maniera implicita, sfide a Naruto che, nonostante il carattere calmo e riflessivo, accettava sempre.

 

-Tu, Sakura? Cosa ne pensi?- in risposta quest'ultima sorrise facendo cenno che era d'accordo.

 

Dopo l'ultimo momento di pausa riflessiva, Kakashi scrollò le spalle annunciò la sua decisione:

-Allora andiamo, Nami no Kuni è ancora lontana ed è meglio affrettarci prima che faccia buio-

 

Al carpentiere quasi scese una lacrima da quanto era commosso. -Grazie davvero....Mi dispiace per avervi messo in questa situazione-

 

Durante il viaggio, Naruto volle togliersi un dubbio:

-Senti Sasuke- iniziò

-Hn...- rispose come suo solito il moro. Il compagno di squadra però non ci fece caso.

-Come hai fatto fatto a sapere la posizione di Sakura e del signor Tazuna? Io non ti avevo detto niente.- la domanda attirò l'attenzione dei presenti che si girarono verso l'interessato che non tardò nel rispondere.

-Ho pensato che sarebbero fuggiti verso Konoha. Non eravamo ancora a metà del viaggio quindi sarebbe stato inutile cercare di arrivare a Nami- disse.

Tazuna rimase sorpreso: in effetti lui e Sakura avevano deciso tornare al villaggio e nell'eventualità di essere raggiunti dai nemici, trovare soccorso durante la via del ritorno. La capacità di deduzione del ragazzino moro era notevole.

Aveva sentito parlare del clan Uchiha e dei suoi membri quando era giovane, durante la Seconda Grande Guerra Ninja, da dei ninja del suo villaggio, quando ancora ne esistevano.

I membri del clan venivano descritti come freddi e calcolatori nell'elaborare trappole, feroci ed letali in battaglia ma capaci comunque di mantenere il sangue freddo in ogni situazione: delle vere e proprie macchine da guerra.

L'uomo, all'epoca, aveva dato poco peso a quelle parole, reputandole come semplici leggende metropolitane. Dopotutto, a suo dire, quasi tutti i ninja erano mostri e gli orrori della guerra potevano anche compromettere l'equilibrio mentale dello shinobi più forte, influenzandone il giudizio.

 

Naturalmente vedeva Sasuke come un ragazzino ancora inesperto e per certi versi presuntuoso, ma sentendolo ebbe un ripensamento: forse le voci sul suo clan non erano del tutto fasulle.

Il ragazzino era riuscito a proteggerlo, sebbene per un breve lasso di tempo e con l'aiuto del coetaneo, mantenendo sempre la calma.

Tazuna non era un ninja, ma da carpentiere di una certa età ed esperienza sapeva riconoscere i talenti e di sicuro Sasuke Uchiha era uno di questi.

 

Anche Sakura volle avere chiaro un dubbio:

 

-Scusi Tazuna-san!- chiamò.

 

-Dimmi ragazza- rispose l'uomo con tono stanco

 

-Perché deve tornare con tanta urgenza a Nami?- chiese. L'uomo non era stato del tutto chiaro sul motivo del suo rientro al paese natale.

 

-Dovete sapere che Nami no Kuni è un paese molto povero, ma non è sempre stato così. Un tempo i suoi abitanti erano in grado di sfamare le proprie famiglie grazie a dei pescati abbondanti e buoni raccolti, perciò non era necessario scambiare merci con altri villaggi. Tutto questo fino a dieci anni fa...- seguì un profondo sospiro.

-Un giorno ricco uomo d'affari si presentò nel paese. Il suo nome è Gatou.-

Alche Kakashi si sorprese: -Sta parlando di Gatou della “Gatou Enterprise”? Da quanto ho sentito è uno dei uomini più ricchi al mondo-

-Proprio lui- confermò Tazuna.

-Ci fece una proposta: inizialmente provò a comprare le piccole imprese dei pescatori per inglobarle nella sua-

-Come mai tanto interesse per queste imprese?- lo interruppe Naruto.

-Le acque che bagnano le nostre coste sono tra le più ricche della Nazione dell'Acqua. E' da lì che vengono pescati le specie che finiscono nelle Tavole dei Daimyo.- spiegò il carpentiere.

-Naturalmente, a tale proposta, gli uomini del villaggio, legati com'erano alla pesca, che è parte di noi, si rifiutarono, ma Gatou, approfittando della guerra civile di Kirigakure che in quel momento non sarebbe riuscito a proteggerci, assoldò dei mercenari e li uccise. Coloro che non ebbero il coraggio di ribellarsi, come me, ora sono condannati a vivere come suoi dipendenti sottopagati. Se io riuscissi a costruire un ponte che collegasse il paese alla terra ferma la nostra condizione di schiavitù finirebbe e l'economia si ristabilirebbe grazie agli scambi commerciali- finì e contemporaneamente a tale azione scese una nebbia molto fitta, quasi innaturale secondo Naruto che poi notò qualcosa di molto allarmante.

-Maestro...questa nebbia è impregnata di chakra- disse con un'aria talmente truce da preoccupare persino i compagni.

La nebbia aumentò talmente tanto che non era più possibile vedere a più di un metro davanti a sé.

Kakashì però non perse tempo: -Tutti giù!!!- ordinò.

Allievi e cliente non se lo fecero ripetere a udito l'ordine si buttarono a terra, appena in tempo per evitare un grossa mannaia che mirava alle loro teste.

 

Da lì in poi si sarebbe scatenato l'inferno, di questo Kakashi ne era certo.

 

 

 

 

 

 

 

Shunshin no Jutsu: Tecnica del trasferimento istantaneo.

Kirigakure no Sato: Villaggio nascosto della nebbia

Nami no Kuni: Paese delle onde

 

 

 

 

Scusate se non aggiorno da tempo, ma in questi ultimi 2 anni ho avuto diversi impegni. Cercherò di pubblicare il prossimo fra 30 giorni.

 

 

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