Quando la vita riserva qualcosa di meraviglioso.

di essellunga1998
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Cap. 1

Un’altra giornata. Un’altra ORRIBILE giornata.  Salto sul letto e metto la musica a palla.
So che darò noia ai miei, ma non m’importa.
Ops… il pensare a me stesso mi ha fatto uscire fuori di testa.
Il mio nome è Kudo, Shinichi Kudo.
Per il momento va bene se sapete solo questo.
Dove eravamo? Ah, ecco.
Musica a palla, urla di mia madre che mi chiede di abbassare e io che me ne strafrego di tutto ciò.
Ad un certo punto, quella donna viscida entra e dice:
“Shin, ti ho già detto di abbassare. Quante volte devo dirtelo per farmi capire da te?”
“Puoi provarci quanto vuoi, ma sai che quando parto per la mia strada, è difficile farmi entrare in zucca qualcos’altro.”
“Va bene. Cambiando discorso, ho saputo che hai scaricato l’ennesima ragazza. Quando ti deciderai di portare a casa una fidanzatina?”
Eccola che rincomincia. Odio quando inizia a farmi la predica sul fatto che devo portare a casa la cosiddetta “ragazza di cui ho una cottarella”. In questo momento, l’argomento è per me tabù.
Domanda: Per quale motivo? Semplice.
Quella troia di Hiromi (di cui ero fidanzato da più un anno e mezzo) mi stava tranquillamente mettendo le corna alle mie spalle.
Reazione? Storia stroncata in due subito, senza troppe cerimonie.
E’ ancora dispiaciuta e dice che tornerà insieme a me, lasciando l’altro ragazzo.
L’aria da santarellina che ogni mattina sfoggia, mi fa risalire un conato di vomito, che a forza riesco a non farlo uscire.
A scuola sono un genio. Tutti voti altri, tranne quella di Tedesco.
Quella donna mi odia. Beh… considerando che essendo di un’etnia “pura”, mi pare di rivedere Hitler al femminile.
Tralasciando la Nazista del XXI secolo, le ragazze della mia scuola mi hanno classificato come il classico “Bello e figo, ma impossibile da raggiungere”.
Prima che mi mettessi con Hiromi, ero il classico ragazzo playboy che ci provava con tutte. Poi mi sono presa una cotta per quella caprona e andato tutto a catafascio…
Ora continuo ad essere circondato da belle ragazze, ma una volta conosciuta una, il resto non è certo migliore.
A destarmi dai miei innumerevoli pensieri da adolescente, è mia madre:
“Alloea Shin?”
”Allora COSA?”
“Uff, quando mi farai conoscere la tua fidanzatina…”
“Lascia stare che è meglio. Ora se vuoi uscire, tuo figlio dovrebbe fare una chiamata.”
“A chi?” Uff, che madre impicciona.
“Non ti hanno insegnato a farti i fatti tuoi?”Mia madre sbuffa, poi esce dalla stanza.Finalmente solo. Prendo il telefonino.
Devo immediatamente chiamare quella persona. E’ l’unica che può aiutarmi.


Allora, che ne pensate?
Vi prego, non lanciatemi i pomodori. >.< 
Sono nuova nello scrivere, quindi vi prego di essere buoni con me.
Spero di vedere tante persone che commentano.
Mi vanno bene sia i commenti positivi che negativi.
Al prossimo capitolo
Kiss
Essellunga1998

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ok, fatemi capire una cosa: che cosa ci fa QUESTA qui?
Dimenticavo: il mio nome è Kudo, Shinichi Kudo (per chi se fosse dimenticato, anche se la cosa è impossibile.)
Stavamo dicendo?
Ah si! Che cosa ci fa LEI qui?
“Hiromi, cosa ti ho già detto l’altra volta? Ti avevo detto di non venire a casa mia, MAI PIU’!” Per fortuna che i miei non sono in casa in questo momento, altrimenti mia madre avrebbe iniziato a rompere…
“Ma Shiiiiiiiiiin!” Quanto non la sopporto quando fa così. “Ti avevo detto che sarei passata a trovarti! Eddaiiii! Fammi entrare!”
Oddio! Il suo modo di fare è a dir poco rivoltante. E quando mi avrebbe detto una cosa del genere?
“E io quando ti avrei dato il permesso di venire? Senti, io mi sono rotto di vederti. Cosa ti avevo detto quella volta in cui ci siamo lasciati? Fuori dalla scuola, ognun per se, ok? E adesso smamma, devo finire di parlare con un mio amico!”
“E chi?”
”Non sono affari che ti riguardano Hiromi. Adesso puoi andare, ciao.” E le sbatto la porta in faccia.
Quanto la odio! Insopportabile!
Dal telefono fisso sento degli strani rumori. Ecco: sicuramente quell’idiota di Heiji si sarà messo a ridere.
Ah, per chi non lo sapesse, il suo nome è Heiji Hattori, 17 anni, amante del Kendo (lo pratica 4 volte a settimana) e dei gialli.
A dire la verità è un fanatico dei gialli.
Prendo la cornetta in mano e sbraito:
“HATTORI! LA TUA SIMPATIA E’ PARI AD UN CALCIO NEI DENTI, IN QUESTO MOMENTO!” Sento che smette di ridere, e a fatica, risponde:
“Scusa Kudo, ma quella Hiromi è troppo simpatica. Poi, quando litigate come dei piccioncini, siete il massimo della comicità. HAHAHAHAHA.”
“Hattori, la nostra conversazione finisce qui!”
“Scusa Shinichi, stavi dicendo?”
“Niente Heiji, te ne parlo domani, quando vieni qui da Kyoto.”
”Ok, brò. A domani.”
Chiudo in tempo la telefonata, prima che suonano al campanello. Che sia mia madre? No, sarà impicciona e noiosa quanto vi pare, ma smemorata no. Quindi le chiavi dorvrebbe averle con se.
Mio padre? No, sicuramente no. Mio padre in questo momento sarà arrivato in America con l’aereo.
Hiromi? No, non penso. Non è il suo modo di suonare. Il suo ragazzo? Ma se neanche sa quanto fa 1+1? Tutto muscoli, niente cervello. Quindi sicuramente non sa che sono l’ex di Hiromi. Allora chi caspita può essere? Un compagno di scuola? Ah no, ora che ci penso, la scuola, in questo momento è occupata a sistemare i preparativi per il festival scolastico (io sono scappato. Non ne avevo voglia di aiutare o fare qualcosa di utile per l’umanità).
Quindi chi caspita può essere?
“Consegna speciale per Shinichi Kudo. E’ urgente.”
Ah, ma è la voce di Bankai, il postino.
“Arrivo subito!”
Apro la porta velocemente e mi ritrovo un viso con delle rughe che oramai segnano che l’età si sta facendo sentire.
“Ciao Shinichi, questo è per te.”
“Grazie Bankai. (Imiei genitori sono molto amici dei signori Okamoto e quindi sono 17 anni che chiamo il signor Okamoto con il suo nome, appunto Bankai.) Scusa bankai, ma chi è il mittente?” Domando curioso. Effettivamente leggo solo i miei dati, ma non quelli del mittente.
“Non lo so Shinichi. E’ venuto un vecchietto arzillo che ha detto di dare questo pacco PERSONALMENTE a te. Ho pensato che fosse un tuo ammiratore da quella volta che hai risolto quel caso con l’ispettore Megure e quindi ho pensato di dartelo.”
“Grazie di nuovo Bankai.”
“Un’ultima domanda: hai intenzione di risolvere un altro caso, prima o poi?” E’ solo una mia ipotesi, o il signor Okamoto è diventato così impiccione?
“Non lo so Bankai. Mi farò risentire presto.”
“Ok. Allora alla prossima Shinichi e ciao!”
“Arrivederci e alla prossima.”
Che sarà mai questo pacco?
Vado in camera mia e provo ad aprirlo. Strano. Il nastro adesivo non si vuole aprire.
Prendo dalla scrivania un paio di forbici e provo a tagliare il nastro. Alleluia. Finalmente si è aperto!
Guarda, guarda cosa c’è dentro. E’ un bellissimo anello con un rubino rosso fuoco incastrato.
Però, com’è sporco. Allora con un dito, inizio a spolverarlo. Però è strano: inizio a sentirmi stanco.
Mi sento le palpebre che stanno per cadermi sugli occhi. Devo resistere. Non ci riesco. L’unica cosa che sento prima di addormentarmi, è una voce veramente melodiosa che dice: “Ti senti bene?”
Poi il buio più totale
.


Ok, avevo promesso un capitolo diverso dal primo, ma a quanto pare sono andata per la mia strada.
Prometto che dal prossimo capitolo sarà diverso (in quanto ci domanderemo: Di chi è la voce melodiosa? Anche se lo sapete tutti di chi sarà, non importa). Quindi vi saluto e al prossimo capitolo
Kiss 
Essellunga1998

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3 
“Shin, ti senti bene? Shin… SHIN!
Come una secchiata d’acqua fredda, la voce della mia cara mammina mi sveglia da un sonno non calcolato.
“CHE C’E’?” Urlo.
“C’è che devi farmi delle commissioni urgenti, ecco cosa!”
 “Uff, va bene. Cosa devo fare?” Sarà una lunga giornata.
“Devi prima andare dai signori Aoki a prendere i vestiti. Non fare domande, devi solo chiedere degli abiti a nome mio. Poi vai alla pasticceria della signora Sakamoto e sua figlia. Anche lì chiedi a nome mio e mi raccomando: niente domande. Successivamente recati dal fioraio e prendi il mazzo con i fiori più belli che ha. E anche lì chiedi a nome mio. Sai cosa già fare: non ti azzardare a proferire domanda. Ok?”
“Ok.”
“Allora a dopo. Ciao ciao.”
“Ciao.”
Due domande: perché mia madre è così aggressiva e perché diavolo tutte queste commissioni? Cena di gala? Mah… tanto vale andare. Non ho voglia di rovellarmi il cervello per una cosa che poi non riuscirò mai a capire. Le donne. Che strana specie.
Mentre mi perdo nei miei pensieri, arrivo dai signori Aoki.
Sono marito e moglie: due abili sarti che appena chiedi di farti un qualcosa all’apparenza facile, lo fanno sembrare un qualcosa di difficile e miracoloso. Ecco come sono fatti.
“Buongiorno… oh, ciao Shinichi, come stai? Come vanno le cose in casa tua?” Mi chiede la signora Aoki. Oramai mi conoscono tutti qua. Mia madre è una chiacchierona nata.
“Benissimo, grazie. A proposito, sono passato per prendere gli abiti a nome di Yukiko Kudo.”
“Ah, si. Arrivano subito!”
Nel frattempo il mio cervello inizia a lavorare. Che cosa combinerà mia madre questa volta? Quando si mette qualcosa in testa, nemmeno l’imperatore la può fermare.
“Shinichi, ecco a te.”
“Grazie signora Aoki.”
“Chiamami Yui la prossima volta che ci incontriamo, va bene?”
”Certo sign… volevo dire Yui. Grazie e alla prossima.”
“A te e buona giornata!”
Uscito dal negozio, mi reco alla pasticceria della signora Sakamoto e di sua figlia Tomoe.
Sono conosciute qui a Beika (ma anche a Tokyo) come cake designer. Preparano torte strepitose. Persino l’imperatore, per il compleanno della figlia, ha chiesto a queste due donne di fare una torta imperiale. Certe volte basta impegnarsi tanto e gli sforzi vengono ripagati. Ecco la pasticceria. Apro la porta e vengo accolto da un sorriso a 48 denti. Tanto per essere specifici.
“Buongiorno… ah! Ciao a te Shinichi!”
”Ciao Tomoe, tua madre?”
“Te la chiamo subito.”
”Grazie.”
Dopo neanche trenta secondi, una signora sulla cinquantina arriva con un sorriso contagioso.
“Ciao Shinichi, che piacere rivederti. Quanto tempo. Cosa posso fare per te?”
“Sono venuto a ritirare la torta a nome di Yukiko Kudo.”
“Ah si, ricordo. Aspettami qui. Tomoe, aiutami!”
“Sì, mamma.”
Eccola. Cavolo, che torta!
E’ stupenda. Continuo a pensare che mia madre a volte è matta.
“Senti Shinichi, ti conviene chiamare tua madre e di dirle che la portiamo noi a casa tua. E’ una missione impossibile per te!” Mi dice la signora Sakamoto in modo molto materno.
“Stia tranquilla, la chiamo subito.”
Dopo una conversazione che sarà durata si e no 5 minuti, rispondo:
“Ha detto va bene. Riuscite per le 20:30?”
“Nessun problema Shinichi!” Risponde Tomoe.
“Allora a stasera. Grazie e buona giornata!”
“Anche a te!” Mi rispondono le due pasticciere all’unisono.
Ultima tappa: il fioraio.
Il signor Maeda è conosciuto come uomo celibe a vita. Perché, vi domanderete? Perché risponde sempre con questa frase a tutte le donne che gli chiedono come mai non è sposato o fidanzato:
“Io sono innamorato delle mie piante. Nessuna donna riuscirebbe a soddisfarmi come i miei fiori!”
Beato lui che lo dice. Mah.
“Buongiorno… ah, eccoti qua, Kudo junior!”
Se c’è una cosa che odio di più in assoluto dalle persone estranee, è sentirmi chiamare Kudo Junior solo perché sono la copia sputata di mio padre Yusaku (magari con qualche anno in meno).
“Quante volte le ho chiesto di non chiamarmi…” Non riesco neanche a pronunciarlo dal disgusto.
“Kudo Junior? Dai Shinichi, è divertente!”
”Lasciamo perdere perché non ho voglia di commettere un’omicidio. Senta, sono venuto a ritirare il mazzo di fiori a nome di Yukiko Kudo.
“Ah… Yukiko. Che bei tempi erano quelli... Mi ricordo..."
“La prego signor Maeda, non inizi di nuovo e mi dia i fiori.”
”Va bene. Ma non rimpiangere se poi tua madre inizia a tormentarti con queste cose…”
Mia madre non sarà la migliore tra i migliori, ma almeno non mi fa storie come Maeda. Certe volte gli adulti non li capisco proprio.
“ Sì, si, va bene. Arrivederci signor Maeda.”
“Buona giornata anche a te e auguri!”
Auguri? E per cosa? Caspita! Sono le 16: 36! Non ho tempo da perdere. Mia madre, a quest’ora incomincerà a chiedersi dove sono.
Dopo 10 minuti di corsa (a momenti mi rompo l’osso del collo) arrivo a casa stremato.
“Ec… eccot… eccoti gli abit… abiti che vol… vole… volevi. La torta arriverà al…alle 20:30 sul cam… camion… camioncino della pasticceria ed ecco i… i fi… fiori.” Riesco a dire con l’ultima quantità di fiato che mi resta in corpo.
“Bene. Grazie, Shin. Ora rilassati pure un oretta. Dopo inizia a prepararti.”
“Prepararmi? E per cosa?” Effettivamente, dopo aver corso per la città senza sapere niente, fare questa domanda era più che lecito, no?
”Verrà da noi una ragazza, per uno scambio culturale. E’ di origini giapponesi (sia sua madre che suo padre sono giapponesi), ma è cresciuta in Germania. Quindi parla bene l’inglese e il tedesco, mentre un pochino meno il giapponese. Il suo nome è Ran, Ran Mouri.”
“Ma almeno è carina?” Chiedo in modo non curante. In realtà sono molto curioso, anche se tento di non darlo a vedere. Dopo Hiromi, non voglio altre ragazze come lei.
“Sì, mi hanno affermato che un viso tondo, i capelli lunghi e castani, mentre ha gli occhi color lilla. Nel frattempo che tu cerchi di immaginartela, io vado a prepararmi. Dimenticavo: tuo padre sta per tornare a casa per quest’occasione. Vedi di comportarti da ometto adulto.”
”Sì, mamma.”

Mentre penso e ripenso a come possa essere questa ragazza, sprofondo in una sorta di dormiveglia. Forse una dormitina riposante prima di una serata lunga, fa bene alla salute.

 
God save the queen! (o the King, in caso xD). Ciao a tutti anche se so che vi siete dimenticati di me. (T.T)  Dopo avervi fatto aspettare quasi 2 settimane dal secondo capitolo, eccomi finalmente! (u.u). 
Alla fine si sente nominare il nome di Ran. Beh... spero di non aver reso Ran troppo OOC con la descrizione della Germania e quant'altro (ma servirà, fidatevi.). Faccio alcune osservazioni: il capitolo l'ho diviso in due in quanto era troppo lungo. Poi, non posso fare spoiler, ma posso solo dirvi che con l'arrivo di Ran, l'antica passione di Shinichi torna completamente a galla ( o forse no...). Dal prossimo capitolo, inizierò a scrivere i dialoghi in inglese (con la traduzione accanto nelle parentesi) e i discorsi in giapponese sono quelli scritti in italiano (non so se sono riuscita a spiegarmi bene). Detto ciò, vi aspetto nei commenti (sono accettati sia positivi che negativi. Vanno bene anche le osservazioni!) e nel prossimo capitolo.
Kiss
Essellunga1998

P.S.:
Appello a Takaji: appena riesco a sentirti, ti racconto tutto, ok?
Saluti.
Kiss
Essellunga1998 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


AVVISO IMPORTANTE DA LEGGERE A QUALUNQUE COSTO!
Ebbene, signore e signori, con grande piacere (o dispiacere), ho l’onore di annunciarvi che da ora in poi Ran Mouri farà parte a tutti gli effetti del cast! Applausi, prego! *clap clap* Bene, bene. D’ora in avanti i capitoli si divideranno tra Shinichi (Shinichi’s pov) e Ran (Ran’s Pov), ma ogni tanto potrete trovare altri personaggi a voi (e a me xD) conosciuti o chissà, magari no… ma tralasciamo le chiacchiere. Vi lascio alla lettura. Ci vediamo in fondo al capitolo. Kiss.  
 

Shinichi’s Pov
Tic Tac. Tic tac.
Il tempo passa per tutti. Ma pare che per il sottoscritto sia un’eccezione in piena regola.
O almeno così sembra…
Driin!
“Vai ad aprire Shin?” Dio mamma, ho capito! Non sono così idiota!
Eccoci. E’ arrivato il momento. Io qui, la porta lì. Non è difficile. Mano sulla maniglia, la si tira giù e… puff! Nulla di più semplice. Questo se fosse un comune ospite a cena che invitano i miei genitori e, facendo l’angioletto, dico: “Buona sera. Prego, entrate pure o accomodatevi.” Ma questa volta proprio no! Abbiamo a che fare con un ospite che non è mai abitato in Giappone. L’unica cosa che in questo momento penso, sono: “Spero non sia accompagnata dal padre” e “Se dicono che è carina, vediamo se hanno ragione.”
Faccio un bel respiro e apro. Mi trovo un uomo sulla quarantina d’anni vestito con un frac. Mi aspettavo un po’ diversa la ragazza.
“Good evening family Kudo. I’m Sebastian, the personal butler of the miss Mouri. We’re here for the cultural exchange in Japan. Coming, miss Mouri! (Buona sera famiglia Kudo. Sono Sebastian, il maggiordomo personale della signorina Mouri. Siamo qui per lo scambio culturale in Giappone. Venga signorina Mouri!)
Ah, ma è il maggiordomo. Per un momento ho pensato che fosse la Mouri. Eccomi tornare interiormente serio. Sono pronto. “Il momento fatidico è arrivato, non si può tornare indietro.” mi dico. Ma eccola scendere dalla macchina. Una ragazza dai capelli castani, lunghi con degli occhi color azzurro-lilla, grandi da farli sembrare due occhi da cerbiatto, un abito da sera nero come la notte, lungo e con uno spacco sul davanti. Il dietro dell’abito è fatto da una scollatura che lascia coperta appena sopra il sedere con due striscioline unite dietro il collo. Le scarpe col tacco (saranno massimo 8 cm), nere, aperte sul davanti, con due fiocchetti (uno per ogni scarpa).
Sicuramente ora vi starete domandando come ho fatto a descrivere in modo così dettagliato Ran Mouri (Conoscendomi, non è che m’interessi molto della moda, eh…). Nulla di più semplice: è stata mia madre a dirmi tutto. Io so solo che ho aperto la porta, il maggiordomo che si presenta e l’uscita di lei dalla macchina. Ma torniamo a noi.
Mia madre, come magicamente, esce dalla porta e si presenta: “Good evening Miss Mouri. I’m the mother of this guy, my son Shinichi. Come in and make yourself at home. Goodbye Sebastian. See you next year.” (Buona sera, signorina Mouri. Sono la madre di questo ragazzo, mio figlio Shinichi. Entra e fai come se fossi a casa tua. Arrivederci Sebastian, ci vediamo il prossimo anno.)
Prossimo anno. Aspetta: prossimo anno? Proprio PROSSIMO ANNO? Ma... ma…
“Shinichi, accompagna Ran in camera sua. Dopo venite giù per cena, ok?” E mi fa l’occhiolino.
Ok, è confermato: mia madre è completamente andata fuori di senno.
“O… ok… Mouri?”
“Call me only Ran, Ok? (Chiamami solo Ran, ok?)
“O…ok.” Cavolo! E’ la prima volta che mi trovo in imbarazzo di fronte ad una ragazza. Cosa caspita mi sta succedendo? Torna in te, Shinichi, torna in TE!
“Ok Ran. Come. Your room is here." (Ok Ran. Vieni. La tua camera è qui.)
Dopo aver fatto due rampe di scale, arrivammo davanti ad una porta in legno di ciliegio antico.
“Ran, here’s your room. These are your keys. I’ll take your bads to your room. You look down, ok? (Ran, questa è la tua camera. Queste sono le tue chiavi. Ti porto le valigie in camera. Ti aspetto giù, ok?)
“O… Ok.”
Metto le borse in camera e, più veloce di Flash e Bolt messi insieme, esco dalla stanza. La prima cosa che mi viene in mente è:
“Che figuraccia. Sembravo un automa. Speriamo che, durante la cena, vada meglio.”
 
Ran’s Pov (immaginatevi il testo in inglese u.u)
 

Caspiterina! Che strano tipo che è quel… Shuichi? No… Senichi? No, no, non ci siamo.
Accidenti! Perché mi devo sempre dimenticare i nomi? Non è così difficile. Shin… Shin… Shinichi! Ecco, finalmente! Meglio, molto meglio. Ora che ci penso… quel ragazzo… mi pare di averlo già visto da qualche parte, ma dove? Mah… ora non importa! Devo pensare che questo viaggio serve a staccarmi un po’ dalla mia famiglia e dalla Germania.
Ora che ci penso… avevo promesso…
“Il telefono, dove ho messo quel fottuto telefono?”
Quando cerchi qualcosa, non lo trovi mai al primo colpo. Mai. Parola di Ran Mouri.
“Eccoti!” Urlo euforica.
“Una chiamata persa di Giulietta Mouri.”
Eccola! Se non la chiamo io, mi chiama lei, che sorella insistente.
Driiiiiin…
“Pronto?”
”Ciao Giuly, sono io!”
“Ciao Ran. Andato bene il viaggio? Il vecchio non ti ha rotto le scatole, vero?”
“No, stavolta no, per fortuna!” Faccio un sospiro di sollievo.
“Bene. Dimmi, com’è il figlio?” Mi chiede con fare malizioso.
“Di cosa stai parlando?” Faccio la finta tonta.
“Sai a cosa alludo. L’unico figlio dei Kudo… Dai Ran, non ti avevo detto di chiedergli l’amicizia su FB, ma tu non l’hai fatto e ora sei messa male, malissimo, cara la mia sorellona!”
Giulietta Mouri. 17 anni. Capelli castani e occhi azzurri. Mia sorella minore. Per la verità, mia sorella gemella minore. Siamo gemelle eterozigote.
“Non rincominciare con questa storia, Giulietta Mouri, o giuro che chiamo papà subito, chiaro?”
“Per tutte le madonne e Gesù bambini santi, ti prego: tutto quello che vuoi, ma non chiamare il vecchio. Preferisco farmi mettere al rogo da quelli della Santa Inquisizione che non esistono più, piuttosto che una lavata di capo da lui. Ho deciso: prendo il primo volo per il Giappone e vengo da te!”
“Nooooo! Volevo dire: non serve che tu venga. Tra poco parti per l’Inghilterra e non servirebbe a niente partire dalla Germania al Giappone e dal Giappone all’Inghilterra. Sarebbe come  spendere solo soldi inutili, non credi?”
“Gott Sardine!”* (Dio sardina!) “Dimmi un po’ Ran, mi stai chiedendo di non venire perché sono una rompiballe e tale cosa possa interferire con la caccia “Alla conquista del figlio dei Kudo”? Mi stai chiedendo questo?”
“N… no, perché?” Inizio a balbettare. Cavolo! Mi ha scoperta! Devo subito trovare una tattica per farle cambiare discorso.
“Mah. Così. Chiedevo tanto per far passare il tempo…”
Silenzio di tomba. Un lungo silenzio di tomba.
Come se Dio avesse ascoltato la mia preghiera, Giulietta attacca con un nuovo discorso.
“Dimmi com’è fatta la camera?”
“E’ meravigliosa! E’ di un color crema. Ha un lettone a due piazze (Insomma! Matrimoniale in poche parole), uno specchio enorme, una finestra gigante dove filtra tanta luce, un armadio ben diviso e molto spazioso, una scrivania con sopra un computer che pare essere della marca “Apple”** (Chissà quanto gli deve essere costato!) e una bajour. Indovina il pezzo forte della camera? Il caminetto! E’ stupendo! Mai vista camera più bella! E’ più carina della mia, sicuramente! Chissà quanto hanno speso!”
“Non lo so, ma appena puoi, scatta delle foto, così, quando vado in Inghilterra, le faccio passare per le mie e le mie amiche mi invidieranno!”
“Sei sempre la solita Giuly.” Dico in modo sconsolato. “Adesso vado, che mi aspettano per cena. Ti saluto. Un bacio anche a mamma, papà e gli altri, ok?”
“Ok. Ci sentiamo domani su FB, va bene?”
”Va bene. A domani, ciao!” Chiamata chiusa. Durata: 15 minuti e 27 secondi.
Oh caspita! Mi staranno aspettando! Devocambiarmi! Non posso andare giù così! Cambio d’abito veloce: un abito monospalla color cielo che arriva a metà coscia con delle “onde” e le scarpe con il tacco blu. Ultima sistematina generale… Fatto!
Esco dalla stanza e scendo dalle scale.
Faccio un respiro profondo.
“I’m here!” (Sono qui!)
 
*Termine tedesco inventato da me.
**Io non so se in Giappone conoscono la marca, ma almeno in Germania si, non credete?

 
Eccomi qua, come previsto.
Perdonatemi se è passato così tanto dall’aggiornare! (>.<) Problemi con internet... ma passiamo alla storia senza perdere tempo.
Sconvolti dalla notizia che Ran ha una sorella? Io quando l’ho pensato (prima di scriverlo) la prima volta, ci sono rimasta di ghiaccio! (xD)
Spero di non aver reso tutto ciò in modo infantile! (>.<)
Ebbene, se non l’avete notato, ho reso i nostri amici più “modernizzati” con FB. (u.u)
Faccio alcune osservazioni extra: ma voi avete capito quello che dice Ran dopo aver incontrato Shinichi? “Ora che ci penso… quel ragazzo… mi pare di averlo già visto da qualche parte, ma dove?” Voi cosa avete pensato? Ditemi la vostra nei commenti.
Ma passiamo ai ringraziamenti. Ringrazio tutti quelli che hanno commentato fino ad adesso e tutti quelli che hanno letto questa storia in “silenzio”. [cit.]
Vi ringrazio dal profondo del mio cuore. (^w^)
Kiss
Essellunga1998

P.S.: Con grande piacere, sia io che Takaji vi invitiamo a leggere il primo capitolo di una one-shot divisa in due dal titolo: “Mamma mia, che Natale!” L’idea è nata da una conversazione lunga durata giorni e da quell’aria natalizia che oramai è finita. Spero che i nostri sforzi siano valsi a qualcosa! (^^)
Con questo, vi auguriamo di passare un Buon 2013 a tutti voi. (^^)
Kiss
Essellunga1998

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
 
AVVISO IMPORTANTISSIMO!
Salve a tutti! ^^
D’ora in avanti vedrete questo mini spazio dedicato a piccole cose che l’autrice vuole dire a voi. Quindi se volete evitarlo per risparmiare tempo, fatelo pure. (xD)
 Detto ciò, volevo informarvi che questo capitolo farà due passi avanti e uno indietro (se non capite quello che vi voglio dire, leggete e capirete).
Con l’arrivo di Ran, nella vita quotidiana di Shinichi (e di tutti gli altri personaggi), si rivoluzionerà fino al tal punto di una “quasi” III Guerra Mondiale. Sì, si. Avete capito bene: III Guerra Mondiale! Ma non voglio dirvi altro per non rovinarvi la sorpresa. Come da copione, ci vediamo alla fine del capitolo. Vi lascio alla lettura. A dopo! Kiss.

 
Shinichi’s Pov
Eccomi qua a camminare in mezzo alla gente come un perfetto idiota.
Perché vi domanderete?
Semplice! Pare che la nuova arrivata sia come un arcobaleno alla fine di una tempesta o come un venticello fresco in una giornata afosa.
A proposito di afoso… oggi fa veramente caldo!
Mentre cammino, i miei pensieri vengono interrotti dal meteo delle televisioni in vetrina:
“A settentrione, da oggi a questo fine settimana, ci saranno precipitazioni poco frequenti con qualche nuvola sparsa. Nel centro, sole forte per i prossimi tre giorni con aria fresca che arriva dalla Russia. A meridione cielo poco nuvolo. Verso il fine settimana, qualche precipitazione. Temperature medie in tutto il Giappone che rimarranno stabili dai 29 ai 38°C. Con questo è tutto. Alla prossima ora. Arrivederci dal Tokyo’s Meteo. Grazie. (Come sono fantasiosa! xD PSme)
Fantastico! Altri tre giorni di questo caldo. E per fortuna che siamo a fine agosto!
L’unica cosa positiva della scuola è che inizia in una stagione dove non fa ne troppo caldo, ne troppo freddo. Ma lasciamo stare l’afa e la scuola.
Mentre continuo a camminare, mi sento chiamare da dietro:
“Shinichiiiiiiiiiiii!” Ma chi caspita può essere? Una quantità di persone, tra cui i famosi “Shinichi” e non, si girano anche loro.
L’unica cosa che mi viene in mente è “Signore, chiunque sia, fa che non sia Hiromi. Fa che non sia Hiromi!”
Ma eccola sbucare dalla folla (vestita con una maglia azzurra, a spalline, ed una giacca smanicata bianca e dei jeans a “pinocchietto” neri e delle scarpe ballerine nere), si avvicina a me e dice:
“Ciao Shinichi, come va?”
“Bene, anche se stavo meglio prima di incontrarti.”
“Shinichi, smettila di essere arrabbiato con me.”
“Ma neanche se mi pagassero un milione e mezzo di yen. Adesso smamma. Non ho tempo da perdere con te, Hiromi.”
 
Hiromi’s Pov
 
Ma che testardo che sei! Ma sta a vedere che ritorni mio, orsacchiotto! A qualunque costo!
Siccome non vuoi venire con me accettando il mio invito in modo civile, mi tocca usare le maniere forti.
Vedo nei suoi occhi azzurri un bagliore di noia. Bene! Fase A del piano “Alla conquista del mio orsacchiotto!”: cercare di attirare la sua attenzione.
“Senti orsac… volevo dire Shinichi: puoi venire con me alla gelateria, vicino alle poste? L’hanno aperta da poco e volevo sapere se ci volevi andare.”
“Siccome non ho niente da fare, voglio un gelato perché ho caldo ma sono senza soldi, accetto l’invito. Ma stai certa che con un gelato non ti farà guadagnare terreno, Hiromi.
“Si, si. Stai tranquillo.”
Bene! Fase A: completata! Passiamo alla fase B: fare dei discorsi logici, sensati e pieni di interessi in modo da allungare il tempo di conversazione il più possibile.
Ci sediamo al primo tavolino dopo aver preso un gelato: menta e cocco lui, cioccolato e nocciola io. (Cercate di capire: sono i primi gusti che mi sono venuti in mente! >.< PSme)
“Dimmi, come te la passi la vita?”
”Non sono affari che ti riguardano Hiromi.”
Approccio sbagliato. Meglio toccare un altro argomento.
“Tra poco inizia di nuovo la scuola. Volevo sapere: con chi vuoi essere in classe?”
”Sicuramente con Hojo. Ma non con te!”
Altro buco nell’acqua.
Accidenti!
Mentre cercavo disperatamente un terzo argomento, lo vedo alzarsi e dirmi:
“Adesso vado a casa. Ho delle faccende da sbrigare. Ti saluto. Ci vediamo presto!” E con un cenno di mano, lo vedo incamminarsi verso casa.
“Aspetta Shinichi!” Urlo.
“Che vuoi?” Lo vedo girarsi solo per metà.
“Ecco… io… ti ringrazio di aver passato questa mezz’ora con me. Te ne sono riconoscente!” Ammetto sconfitta.
Il suo solito modo rigido di parlarmi dopo che ci siamo lasciati, per la prima, volta, lo sento addolcirsi un po’:
“Anche io ti sono riconoscente.” Si allontana per circa 20 metri, si rigira e mi dice: “Ah, Hiromi? Grazie per il gelato. Mi serviva proprio.” E con un occhiolino e un saluto militare di due dita sulla fronte, si allontana definitivamente. Con questo, mio caro Shinichi, non hai fatto altro che alimentare le mie speranze nel conquistarti di nuovo. Aspettami! Un giorno sarò all’altezza di poter essere nuovamente la tua fidanzata e se ci riesco, non ti mollo più. Parola di Hiromi Hirosawa!
 
Shinichi’s Pov
 
Ammetto che quando mi metto in testa una cosa, non c’è fine del mondo che tenga. Quando è no, è proprio NO! Ma di fronte a quella faccia, non ho detto né “Sì”, né “No”. Una sorta di “Ni” o “So”. Quindi è tutto da vedere.
Hirosawa, Hiromi Hirosawa. Figlia di un ricco imprenditore di una famosa impresa giapponese che pare stia spopolando anche nella Grande Mela. Insomma, la classica figlia di papà, dove basta che lei schiocchi le dita e si ritrova di tutto. Gioielli, vestiti firmati, scarpe, borse, macchine, soldi… in poche parole può avere tutto e subito. Ma pare che abbia conosciuto la dura e raccapricciante realtà dove non è che schioccando le dita può avere anche l’Amore ai propri piedi e pare che l’abbia imparato con me. Lo ammetto: anche io ho imparato che l’Amore vero, con la A maiuscola non si cerca. Al contrario: è l’Amore vero a cercare voi. E quando vi capita, non si può più tornare indietro. Mai più indietro.
Al sottoscritto pareva così con Hiromi. M’immaginavo già sposato, con settemila bambini da accudire, mentre poi ho capito che Hiromi non è la ragazza che una volta diventata donna, sarà la moglie perfetta dove non ti tradirà mai. Al contrario. Quindi, siccome l’Amore non mi ha ancora cercato (Questo lo dici tu! PSme. Stai zitta e fammi continuare questi discorsi profondi, da poeta! PSshinichi), io continuo a vivere la mia vita tranquillamente.
“Terra chiama Shinichi. Shinichi? Ehi? SHINICHI?!?!?!?”
“Eh, che c’è?” Ritorno alla realtà. Che cosa triste.
“Ah, ecco. Pensavo che non tornassi più tra noi!” Dice mia madre.
“Scusa. Ero immerso nei miei pensieri. Cosa volevi dirmi, che non ho capito un’acca di quello che hai detto?”
“E lo vedo. Ripeto per la centesima e uno volta: domani sera ci sarà il compleanno di Hiromi, e suo padre, Ernesto, amico del tuo, vuole che sia io, che tuo padre, che te andiamo al compleanno. Ovviamente Ran è una delle ospiti d’onore. Ernesto dice che è curioso di conoscere Ran. Ammette che sarà un compleanno… particolare. Chissà cosa avrà voluto dire con questo…”
“Non lo so. Che tipo di compleanno sarà?”
“Una sorta di compleanno come quelli di quando compi 18 anni. Quindi una marea di gente con smoking e abiti da sera e per i figli uguale, solo che le ragazze indossano tipo abiti da cocktail. Hai presente? Monospalla? Metà coscia?” Sbaglio me, o ha un tono malizioso?
Un momento…
FLASHBACK:
“I’m here!” (Sono qui!)
Una ragazza con un abito monospalla, color cielo con delle “onde” addosso e che arriva a metà coscia con un paio di tacchi blu. Una dea. Una meravigliosa dea.
“Shinichi, non sbavare! Potrebbe accorgersene e avere vergogna. Quindi evita!” Mi dice in un orecchio mia madre. Inutile ascoltarla. E’ troppo bella! Ran… ma dove ti ho già vista o sentita… non ricordo…
FINE FLASHBACK.
“Mamma, non riniziare con la storia della cena di ieri sera!”
“Si, si. Va bene. A proposito: Questo pomeriggio, quando sei uscito di casa, ho aiutato Ran a mettere apposto le sue valigie e indovina, indovinello? Non aveva niente per il compleanno di domani sera. Quindi, siccome io devo andare a comprare il regalo per Hiromi e, mi dispiacerebbe non farlo, prenderò anche dei pensierini per Ernesto e sua moglie. In più dovrò fare delle commissioni della massima urgenza. Quindi non ho tempo per accompagnarla. Tuo padre assolutamente no: non ha gusto per i bei vestiti e per la moda in generale…”
”Grazie cara!” Sento un tono offeso dalla biblioteca. Indovinate? Si, mio padre.
“Non c’è di che, tesoro!” Risponde mia madre in modo simpatico. Non posso fare a meno di sorridere. Nonostante i continui battibecchi, non ho mai conosciuto coppia più unita di loro.
“Torniamo a noi. Dicevamo: io non posso, tuo padre non ha gusto in fatto di moda, amici non ne ha ancora e mandarla da sola in un luogo grande e che non conosce sarebbe pericoloso, quindi… andrai te con lei.” Mi dice in tono assolutamente normale.
“COSA?” Rispondo io incredulo.
 
*Sbuca da un’angolino*
Eila!
*Vede in arrivo uova e pomodori*
Eccomi tornata!  
In primis vorrei chidere scusa dell'enorme ritardo di questo capitolo. Cercate di capirmi: Blocco dello scrittore. (u.u) 
Allora, cosa ne pensate? Effettivamente è molto lungo, ma non sapevo dove dividerlo, perché: o non aveva senso dove lo dividevo oppure finiva a schifo. Quindi ho deciso di metterlo un po’ più lungo (moooolto più lungo u.u).
Come dicevo per Ran, lo dico anche per Shinichi:
“Ran… ma dove ti ho già vista o sentita… non ricordo…” Voi che cosa dite con questa frase? Voglio sentire la vostra. Fosse anche la cosa più assurda, voglio sentirvi dire la . Quindi potete scrivere tre righe come un poema, ma io li leggerò uno per uno. A presto!
Essellunga1998

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

Ma salve! (^^)
Questa volta non mi prolungherò molto, ma dirò solo alcuni aspetti: Yukiko manda Shinichi con Ran al centro commerciale. Ora, sappiamo che a Shinichi, che alla maggior parte degli uomini, non piace fare shopping. Quindi, cosa accadrà adesso? Altra cosa prima di iniziare: Ran ha smesso di parlare inglese e si è concentrata sul giapponese, quindi… beh, leggete.
Altro? Si, oggi dovrei mettere il compleanno di Hiromi, quindi… ne vedrete delle belle. (u.u) Ups! Mi pare di aver detto troppo. Scusatemi! (^^’) Ho detto tutto? Mi pare di sì. Allora ci vediamo in fondo. Kiss

 
Shinichi’s Pov
 

Se c’è una cosa che odio di più in assoluto è andare a fare shopping. Le ragazze lo fanno perché sono fanatiche dell’essere sempre perfette. In più, dicono un sacco di porcherie del tipo... ah! Lasciamo stare che è meglio. Se leggete a voce alta quello che dico, potreste scandalizzare i vostri figli o fratellini e/o sorelline. Quindi evitiamo l’argomento. Ma la storia qui è differente. Ragazzo + ragazza + gruppo di ochette= BUUUM! Spero abbiate capito cosa intendo.
“Muoviti Shinichi!” Mi sento chiamare.
“Arrivo!” Indovinate: chi è secondo voi? Esatto, Ran. Ma lasciate che vi spieghi perché parla giapponese al posto dell’inglese. Flashback, prego!
FLASHBACK:
Salgo le scale e busso sulla porta.
“Ran, come on. We’re late! (Andiamo Ran. Siamo in ritardo!)
“Enter, please!” (Entra, per favore!)
“O... ok!” Non sono mai entrato in una camera di una ragazza, se non quella di mia madre (che tanto ragazza non è più.).
“Ehm... sorry Ran, but...” (Emh... scusa Ran, ma...)
“Lascia stare l’inglese con me e con i tuoi. D’ora in avanti parlerò giapponese, così verrà meglio a tutti voi.” (Ho fatto la rima XD PSme Ma che cretina. PSshinichi Di nuovo! XD PSme Ma questa ha qualche rotella che non gira. PSshinichi)
“Ok. Ma perché, così, di punto in bianco?” Chiedo curioso.
“Mi sono stancata di chiedere a te di tradurre quello che dico, ai tuoi. Ecco tutto!” “Va bene.”
FINE FLASHBACK.
Adesso avete capito il perché? Storia semplice ma efficace.
Ma tralasciamo il perché parla giapponese e concentriamoci sul fatto che la devo portare in giro per i negozi. Se solo ci fosse Misaki ora, mi aiuterebbe sicuramente.
“Ehilà Shin! Come te la passi la vita? La nuova arrivata com’è?”
Ma... ma... ma è Misaki!
“Grazie al cielo, sei qui. In ogni caso me la passo abbastanza bene e... la nuova arrivata è lei.” Indico con un dito Ran. Ora vi domanderete perché ho implorato Dio del perché facesse apparire magicamente Misaki. E ve lo spiego subito. Misaki ed io ci conosciamo da quando frequentavamo le medie. Ovviamente ci siamo tenuti in contatto. Era una sorta di “seconda madre” che non avevo. Quando ha saputo che ho lasciato Hiromi, si è arrabbiata perché sono stato troppo duro e soddisfatta per aver lasciato (come dice lei) “Quella mozzarella andata a male”. Ovviamente è stata l’unica persona che non mi ha compatito dopo che ho lasciato Hiromi. Al contrario mi ha spronato a continuare a cercare “l’anima gemella perfetta”. In più è un’esperta in fatto di moda, nonostante non sia una (sempre come dice lei) “Scamorza ammuffita”.
“Ma che carina che sei Ran. Ops. Scusa se non mi sono presentata: il mio nome è Misaki. Conosco Shinichi da quando siamo alle medie. Ma dimmi cara, hai già in mente qualche abito particolare per la festa di domani sera?” Chiede, mettendo un braccio dietro al collo di Ran.
“Aspetta un attimo Misaki.” La fermo io “Come fai a sapere del compleanno di Hiromi?”
“Sono stata invitata anch’io. Diciamo che il mio essere alla festa è un qualcosa d’interesse per Hiromi. Grazie a me, vuole riconquistarti. Non lo sapevi? O fingi di non capire? Svegliati ragazzo! Quella mozzarella non si fermerà di fronte a niente e nessuno. Può darsi che utilizzi anche la storia dell’essere incinta per incastrati. Quindi fai molta attenzione.” Dice con un tono serio. “Ma torniamo a noi, Ran. Dimmi, qualche abito in particolare? Diciamo che dovrai essere “la fidanzata” di Shinichi per domani sera, quindi dovremmo cercare un qualcosa di sensuale ma senza essere volgari, ok?”
“O...ok.” Ah già, non ve l’avevo detto del fatto del “fidanzamento”. Autrice, Flashback (di nuovo), prego!
FLASHBACK:
“COSA?” Rispondo io incredulo.
“Già. E non è tutto. Mentre parlavamo, Ernesto e sua moglie si sono confusi, credendo che Ran sia la tua ragazza. Quindi, dovrai comportarti in modo molto intimo con lei. E’ un sacrificio enorme, per entrambi, lo so. Ma dovrete farlo per forza. Il vostro fidanzamento è un qualcosa di “ufficiale”, quindi faremo venire solo la sorella di Ran, mentre i genitori saranno attori, amici miei, che faranno la parte del padre e della madre. Con Ernesto sono arrivata all’accordo che ci sarà la famiglia di Ran. Beh, speriamo che lassù ce la mandi buona.”
FINE FLASHBACK.
Adesso sapete il perché del fidanzamento.
“Ascoltate, siccome non ho voglia di stare qui, tra pizzi e scollature, Ran, ti lascio nelle mani di Misaki. Ci si vede dopo!”
“Shinichi!” Urla Misaki. “Che c’è?” Rispondo io. “Dopo devi prendere l’abito anche per te!” “Va bene, ti chiamo, quando torno, ok?” “Ok.” (Ma sono la maga delle rime! u.u PSme Ma qualcuno la porti alla Neuro. Sta male! PSshinichi)
Mi allontano. So che lasciare Ran nelle mani di Misaki è stata un’ottima idea.

Ran’s Pov:
 
Misaki... che ragazza incredibile!
Mai vista tanta allegria e felicità messe insieme! A volte vorrei essere questo genere di ragazze... invece io...
“Ran, qualcosa non va? Ti vedo un po’ sciupata. Sicura di voler continuare? Se vuoi, chiamo Shinichi e...”
“No. Stai tranquilla. Sto bene. Continuiamo pure.”
“Sicura? Non vorrei che poi...”
“Che Shinichi si arrabbiasse con te perchè non hai fatto niente per aiutarmi nello stato in cui sono adesso? Lascia stare, sto bene. Al massimo, se mi puoi prendere qualcosa al serf-service da mangiare, si. Effettivamente non ho mangiato molto a casa Kudo...”
“STAI SCHERZANDO, VERO? Lo sai che bisogna mangiare cinque volte al giorno? Colazione, spuntino di metà mattinata, pranzo, merenda e cena. Poi, se sei un’ingorda, c’è anche il famosissimo (apprezzato moltissimo dalle persone che amano mangiare) Spuntino di mezzanotte. Ma guardatoti, magra come sei (che poi sei perfetta), tu non ti abbuffi e fai tanto sport, eh?”
“Effettivamente, non amo abbuffarmi, però mi piace l’idea di stare insieme, a mangiare e scherzare. Ma sono cose che in casa mia non accadono. Mio padre è un famoso detective privato che, all’inizio potrà sembrare un’idiota, ma alla fin fine è veramente bravo a risolvere i casi. Lo chiamano “Goro, il dormiente”, hai presente? Ma penso di no, in quanto è conosciuto in tutta la Germania e una buona parte dell’occidente, un po’ meno in oriente. Lo stesso vale per mia madre, solo che è un’avvocatessa. Forse lei la conosci. Ha vinto una causa contro un politico corrotto, un certo Eiji Tomoe... (Non confondete Heiji con Eiji: sono due nomi completamente differenti! PSme). Il loro lavoro lì porta sempre fuori di casa e alla fine mi ritrovo a mangiare sola con mia sorella gemella Giulietta e il mio fratellino Conan. Ecco com’è la mia vita da “principessa”. Si, ma vivo allo stile Raperonzolo: rinchiusa in una torre. Io, però, mi sono stancata. Ho fatto sia da principessa e da principe. Mi sono liberata da sola e adesso voglio vivere la mia vita. Quest’anno sarà l’anno perfetto e succederà qui, in Giappone.  Ho deciso. Voglio vivere come farebbe una normale liceale 17enne. Tu non sei d’accordo Misaki?”
“Sono pienamente d’accordo con te. Ma adesso, fammi andare per ordine: tu non sei la cosiddetta “mangiona”, ma ami mangiare in compagnia, con una famiglia unita, solo che i tuoi genitori (che poi ho letto qualcosa su tuo padre e ho sentito molto su tua madre. In effetti la stimo molto per la sua “freddezza” quando vince una causa.) sono molto occupati e quindi, quando si dovrebbe riunire la famiglia al tavolo come una VERA famiglia, il cerchio si restringe a te, tua sorella gemella Giulia? No... Giulietta e tuo fratello minore Conan. Quindi, mi stai assicurando che, invece di vivere la classica vita di una liceale, ti ritrovi a fare la sorella gemella e “mamma”, quando invece vorresti avere la vita noiosa che hanno tutte le ragazze prima di passare alla maggiore età, no? Beh... sai che ti dico? Sinceramente non apprezzavo la mia vita prima di conoscere te. Sostenevo di avere una vita orribile, dove, se un meteorite si fosse schiantato sul suolo terrestre e avrebbe causato la cosiddetta “Apocalisse”, me ne sarei fregata e avrei fatto come dice una canzone di una cantante italiana “Io mi sposto un po’ più in là”. Ma dopo aver sentito il discorso della tua vita, mi devo considerare fortunata, senza offesa per te e per la tua famiglia, ecco.”
“Stai tranquilla, capisco quello che vuoi dire. Anzi, a dire la verità, sei una delle poche persone che mi ha “sputato” in faccia una sua opinione senza avere il timore di ferirmi. Io lo dico fin da subito: mi piacciono le persone così. Credo che io e te andremo molto s’accordo, d’ora in avanti. Non credi anche tu, Misaki?”
“Sì... lo credo anch’io. E puoi scommettere che quando dico così, è quando dico la verità al 100%. Vogliamo provare ad essere amiche o vuoi restare su questi rapporti un po’ flosci, dove non portano a niente?”
“Io mi butto sulla prima. Tu?”
”Anch’io!”
”Bene. Per festeggiare, pago gli abiti io, ok? E non fare complimenti, Misaki, per una volta...”
“Ma non devi, Ran. Poi, se insisti, per me va bene. (u.u)”
“Ahahaha, sei davvero divertente. Il soggiorno qui, a Beika, sarà uno spasso.” Affermo io con un sorriso a 34 denti.
 
Ohilà! (^^)
Salve a tutti quelli che sono arrivati qua, a leggere il mio umile angolino da “superstar” (almeno lo credo io...). I miei complimenti a tutti.
Ma lasciamo stare le gag e concentriamoci invece sul capitolo.
Ran ha deciso di parlare giapponese (meno lavoro nel tradurre per me xD) e Shinichi deve accompagnarla al Beika Center, giusto? (Non uccidetemi se ho sbagliato! Mi ricordo tutto in DC, tranne che i nomi degli edifici! >.<)
E qui incontrano Misaki (non quella di Maid-sama!), un’amica di Shinichi, la quale (Misaki), una volta lasciata sola con Ran, inizia a discutere un po’ sulla sua vita. Ora che la guardo, assomiglia un po’ a Sonoko, non credete? Mi spiace, ma il posto di “Amica del cuore” è stato preso da Misaki (momentaneamente). Scusami Sonoko! (>.<)
In più abbiamo conosciuto un pezzo di passato e presente della vita privata di Ran. (Scusatemi se ho reso Goro ed Eri troppo OOC. In più la scelta del mettere Conan come fratello minore di Ran, è stata un’idea mia, quindi se in questo momento avete voglia di lanciarmi una mazza da baseball oppure altro ancora, vi capisco, in quanto forse è stata una mossa azzardata, ma ripeto come nell’altra FF: la mia mente è malata, lo so u.u). Ma non è finita qui: conosceremo altri pezzi del passato di Ran, ancora più oscuri e segreti che nemmeno io pensavo di immaginare (xD). Cos’altro? Avevo promesso di parlare del compleanno di Hiromi in questo capitolo, ma non mi sembrava adatto. E anche se lo fosse stato, ripeto: a me i capitoli lunghissimi non piacciono: confondono le idee (esperienza dell’autrice u.u). Poi se mi odiate per questo, pazienza!
Anticipazione: Nel prossimo capitolo, tratteremo MOLTO sul compleanno di Hiromi e affermo: con l’arrivo di Ran, i primi guai ci saranno e non potremo fare a meno di farci immischiare Shinichi, Ran (ovvio!), Hiromi e perché no? Anche Misaki. In più, arriveranno due personaggi conosciuti e uno (a voi) no... provate ad immaginare chi siano... Adesso vi lascio con questi dubbi. Alla prossima! Kiss.
Essellunga1998
P.S.: La data non è ancora confermata, ma per giugno-luglio o forse anche prima od un pochino dopo (Non saprei dirvi. Causa? Impegni scolastici) questa FF finirà, lasciando spazio alla mia nuova opera di cui ve ne ho parlato nell’ultimo capitolo di “Mamma mia, che Natale!” (Giusto per fare un po’ di pubblicità.)
Se non sapete di cosa sto parlando (la notizia o della FF o tutte e due), andatevi a fare un giro sul mio profilo. Grazie. Kiss.
Essellunga1998 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7
 
Salve! (^^)
Oramai sono diventata ripetitiva nei saluti, no? (xD)
Bene. Non perdiamo tempo e iniziamo a fare i punti della situazione. Siamo all’interno del centro commerciale dove Ran e Misaki discutono sulle proprie vite e Shinichi, dopo aver lasciato in “custodia” (peggio di un cane, poverina!) Ran, sembra essere scomparso. (Momentaneamente. Non spaventatevi!). Ma cosa succederà, ora? A quest’ora sia Ran, sia Misaki avranno scelto il loro abito, no? Ultimo punto o meglio punti: il compleanno di Hiromi e i tre “famosi” personaggi. Ho letto i vostri commenti e devo dire che qualcuna di voi è andata vicino, altre sono andate fuori strada. Per il terzo personaggio non lo ha indovinato nessuna di voi (per forza: non è un personaggio “made in Gosho”! u.u). Beh... vi lascio alla sorpresa.
C.V.I.F. (Ci Vediamo In Fondo. xD). Kiss.

 
Shinichi’s Pov:
 
Ore 19.30

 
19.30. Sono le 19.30.
Manca meno di un’ora al compleanno di Hiromi ed io non faccio che fare avanti e dietro, in mezzo al salotto.
“Shin, calmati. Non servirà a niente fare un buco del pavimento. E poi sono solo le 19.30. Manca ancora un’ora al compleanno di Hiromi. Vedrai che Kazuha farà del proprio meglio per renderle perfette. Quindi prenditi una buona dose di camomilla, brò!”
“Hattori, ma sei proprio un Baka! Ma lo sai che stasera c’è la finalissima? Volevo vedere come giocava la Tokyo Spirits!”*
Un tonfo sul pavimento. Effettivamente Heiji si aspettava una risposta del genere, ma non in questo modo. (Beh, se sei un Baka completo, non è colpa mia. PSme Zitta tu e continua scrivere! PSshinichi)
“Amico, a giorni mi farai venire un infarto!”
 
Ore 20.00
 
Le 20.00.
Ma di sopra stanno provando la nuova collezione Primavera-Estate di Eriko&Keiko? (Una sorta di Dolce&Gabbana al Giapponese, inventato da me. PSme)
Un rumore. Due. Tre.
“Finalmente hanno finit...” Dico, ma devo interrompermi subito.
La prima che scende è Kazuha, un’amica d’infanzia non che primo amore perduto del Baka qui accanto a me.
Un semplice monospalla color verde smeraldo (come gli occhi di lei), con un fiore sulla spallina, un paio di tacchi (massimo 8cm) con un fiore al centro.
Poi Misaki. Un abito color beige, con una manica sola. Nessun tipo ti fronzoli. Abito semplice, con un paio di scarpe con massimo 5cm (Misaki ama molto la comodità).
Ed infine lei. Mai visto tanta bellezza messa insieme.
Un abito corto, con scollo a cuore, la parte sopra fucxia, la gonna nera, con un fiocco in vita. Le curve dell’abito sono mosse, ma semplici.(http://baimboo.com/foto-vestiti-da-cerimonia/vestiti-eleganti-da-sera/vestiti-v-abiti-per-rimpatriate-pick-ups-strapless-senza-maniche-corti-vita-naturale-perline.jpg PSme)
E le scarpe? Sono dei mini stivali con poca apertura ed legate da dei nastri incrociati. (Non sono brava a descrivere. Comunque sono queste: http://i1.ztat.net/large/AN/61/1A/04/Y7/04/AN611A04Y-704@1.1.jpg PSme)
Il mio gesto deve averle fatto capire male, che abbassa subito gli occhi.
“Shinichi, fa qualcosa. Ci si è messa d’impegno per apparire carina ai tuoi occhi!” Mi bisbiglia in un orecchio Misaki. Dopo mi tira una gomitata.
Ci si è messa d’impegno? Per me? Nah... Misaki è una burlona. Ran non farebbe una cosa del genere dopo neanche 3 giorni che ci conosciamo. E se fosse invece così?
“Vi lasciamo da soli piccioncini. A dopo. Kazuha, Hattori:andiamo!” Un’occhiolino, un saluto di mano e sono fuori dalla porta.
<“Questa me la segno Misaki. Lo giuro!>** Impreco mentalmente.
E ora che faccio?
 
Ran’s Pov:
 

E’ lì, che mi guarda.
Aiuto! Che faccio? (>///<) (Ok, questa faccina ci stava! Che ne pensi Ran? PSme Mother of God! *Sviene* PSran)
 
*Citazione all’ultimo film di Detective Conan: L’11esimo attaccante. (16esimo film, uscito in anteprima nazionale nel nostro paese, a Gennaio di quest’anno.
** I segni “<>” stanno ad indicare i dialoghi interiori dei vari personaggi (così evitiamo troppi intoppi nella FF (^w^).

 
Ed eccoci alla fine del 7° capitolo! (^^)
Come vedete, c’è stata l’entrata (”Finalmente!” Diranno le fan di Hattori) definitiva del Detective dell’Ovest insieme alla sua bella (u.u).
Effettivamente non è un capitolo molto importante questo. Diciamo... che è di passaggio, ecco. (u.u)
E ritorniamo sul discorso “Compleanno Hiromi”: perdonatemi di nuovo se non c’è neanche una chiara citazione al suo compleanno, ma forse è meglio così.
Il capitolo non è tanto lungo (mi rifarò nel prossimo, promesso!), ma almeno abbiamo aiutato quel tonno un po’ a smuoversi, con effetti catastrofici (Ran ha percepito male il “messaggio” di Shinichi xD).
Altro? Si.

Vorrei lasciarvi con una frase: Shin tornerà a sbavare su Ran per via delle essere troppo da capogiro (Takaji: questa frase era per te! ^^).
Scherzavo! Eccovi la vera frase:“non si cerca niente se non c’è niente da cercare”...
Chissà cosa vorrà dire...
Beh... lo vedrete nel prossimo capitolo.
Un saluto da me e dai personaggi (sto veramente impazzendo con loro! >.<). Kiss
Essellunga1998 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
 
Salve! (^^)
Oramai vi sto rompendo sempre più. Siate pazienti con me.
Entriamo subito nel vivo della situazione. C’è da precisare una cosa: finalmente siamo arrivati al traguardo “Compleanno Hiromi!" *stappa bottiglie di spumante e grida cori da stadio*
Quindi... preparatevi. Ne vedrete delle belle! (^^)
Abiti sfarzosi, festa da sogno, amici insuperabili... ed Hiromi. Già, proprio lei.
Che riserverà il Fato per il povero Tonno ed ai suoi compagni di viaggio? Una disgrazia completa o la compassione di Dio? Staremo a vedere. Detto ciò, mi fiondo in fondo al capitolo e lascio spazio ai nostri eroi. A presto. Kiss.

 
Shinichi’s Pov:
“... Ed alla fine siamo tornati in albergo con il cuore in gola. Ma niente è impossibile per il detective Heiji, vero Shinichi? Shinichi? EHI, SHINICHI!” Mi sento urlare nell’orecchio.
“CHE COSA HAI DA URLARE?” Mi altero subito.
“Stavo raccontando un episodio che ho vissuto a Kyoto e tu te ne stai in disparte? Sei disperato, se non accetti la mia compagnia e la loro!” Protesta, indicando Ran e compagnia bella.
“Scusatemi. Sono solo un po’ agitato all’idea di tornare in casa Hirosawa.” Mi metto la mano dietro la testa.
“Problemi con la Ex?” Scherza Heiji, marcando la parola “Ex”.
“No, solo che devo fare la parte dell’innamorato con una ragazza che conosco da nemmeno 3 giorni!” Esplodo, inconsapevole di aver fatto male psicologicamente alla Mouri.
“Datti una calmata, Shinichi! Non si risolverà nulla se incolpi una ragazza innocente!” Sbotta d‘un tratto Misaki-
“Ma cosa è questo atto di coraggio? Da adesso, Ran è diventata la tua migliore amica? Sei proprio patetica, quando ti ci metti...” Dico con cattiveria. Ma che mi è preso?
“Per favore, smettetela! Litigando, non si risolve niente. Facciamo una respiro profondo, ok?” Una voce deliziosa come la cioccolata calda in una giornata fredda (pessima similitudine, ma molto gustosa. Gnam! =Q­­__), quieta gli animi inferociti che ci sono sfuggiti di mano.
“Ran ha ragione. Se non ci tranquillizziamo, rischiamo di azzuffarci ancora prima di arrivare!” Questa volta è Kazuha a parlare. Dopo neanche 5 minuti dal nostro battibecco, mia madre interviene:
“Ragazzi con crisi peggiori che in quelle di Kirei (Beautiful giapponese. u.u), prego, uscite dalla macchina, mentre vado a parcheggiare.”
“Certo!” Rispondo con un cenno.
La macchina scompare sul vialetto, vicino al parcheggio per i partecipanti al compleanno.
“Ed ora che si fa?” Domando con un po’ di paura ed ansia, girandomi verso il gruppo.
“La prima cosa che possiamo fare, è presentarci al maggiordomo lì, sullo stipite della porta.”
“Ottima trovata, Misaki. Andiamo!” Affermo con più sicurezza, ma ancora con un po’ d’ansia.
“Alt! Fermi lì. Vorrei vedere i vostri inviti per potervi fare entrare.” Ci mancava solo lui.
“Certo. Eccoli qui!” Passo i 5 inviti al capo della servitù.
“Ottimo, andate. Buon divertimento ed in bocca al lupo!” Certo... quando uscirò di qui, non mi riconoscerà più.
“Grazie e crepi!” Chissà che intende con “in bocca al lupo”... forse ha capito anche lui che è meglio stare alla larga da Hiromi.
Un passo. Un altro. Un altro ancora. Entriamo. Eccoci nel salone. Decorato da luci, dall’oro al giallo pallido, con delle sfumature di marrone. La prima cosa che colpisce gli occhi, dopo le decorazioni, sono gli invitati. Minimo un centinaio.
“Ma quanti sono? Mi sta scoppiando la testa, solo a vederli!” Sembra avermi letto nel pensiero Heiji.
“Stai buono. Guarda, un rinfresco. Andiamo là.”
“Ma Kazuha... Va bene. Ma che non sia una scusa per poi sperare che ti chieda di ballare. Non lo farò!” Obietta con sostegno Heiji. Li seguo con lo sguardo, fino a quando non si disperdono tra la folla.
“Siamo rimasti noi tre, a quanto pare...” Osservo. Più che altro, cerco una conferma nella frase che ho appena pronunciato. Come se il Fato volesse burlarsi di me, un ragazzo, circa della nostra età, si avvicina a Misaki:
“Cosa ci fa una ragazza meravigliosa come te, da sola? Se ti donassi questo splendido fiore, accetteresti il mio invito a ballare?” Chiede con un biancospino in mano (Lezione sul linguaggio dei fiori: Il biancospino sta a significare speranza e prudenza. Si può regalare in attesa di una risposta positiva. A cura di Essellunga u.u).
“Solo perché ho bisogno di divertirmi, altrimenti ti avrei tirato un pugno secco nei denti. In ogni caso accetto molto volentieri il tuo invito.” Ribadisce Misaki, prendendo con un garbo, pari ad un T-Rex sui tacchi a spillo, il fiore offertogli dal ragazzo.
“A quanto pare siamo rimasti solo noi due...” Osservo con non poco terrore, senza guardare gli occhi di Ran.
“Shinichi, guardami negli occhi un attimo.” Non ci riesco.
“Non ci riesco...” Faccio eco ai miei pensieri.
“Per favore...” Come faccio a dire di no ad una voce come la sua?
“Dimmi...” Mi giro, con molta fatica.
“Sei sicuro di stare bene? E’ tutto il giorno che sei agitato. Da stamani che mi hai accompagnata al centro commerciale, a prima che hai iniziato a sclerare. Tutto ok? Se hai bisogno d’aiuto, chiedi pure...” Sento delle mani calde sulle mie guance. Che strana sensazione... quasi... come se fossi... in pace con me stesso. Mi sento così bene... E’ una sensazione che non ho mai provato prima d’oggi...
“Guarda guarda chi si rivede... Kudo... Quanto tempo...” Una voce maschile mi distoglie dai miei pensieri. Quella voce...
“Sanjiro... sei l’ultima persona che vorrei incontrare in questo momento.”
“Cos’è quel tono di strafottenza? Siamo parecchio nervosi oggi, eh? Ma guarda: chi è questa deliziosa creatura accanto a te? E’ molto bella... vedo che ti sei dato da fare, dopo mia sorella...” (Nuova rima. Ma non ho tempo da perdere: datemi dei pop-corn. Sto guardando come finirà l’incontro tra Shinichi e Sanjiro.)
“Vedi di starle alla larga Sanjiro! E’ la mia ragazza!” Ma che diavolo mi è saltato in testa?
“Wow... Cosa sei? Un maschio alfa che cerca di proteggere la propria compagna? Oppure un fesso che si è fatto incantare da tanta bellezza? Ahahahaha.” Scruto con attenzione la sua schiena.
“Maledetto...”
“Un’ultima cosa...” Si ferma e si gira di metà “La tua ragazza, non lo sarà ancora per molto. Non si può rimanere indifferenti a lei. Stai molto attento. Che il gioco abbia inizio...” E scompare tra la folla curiosa. Maledetto verme schifoso...
“Shinichi... E’ tutto ok? Chi è quel tipo? Cosa vuole da te?” Mi ero scordato di Ran.
“Lascia che ti spieghi: quel tipo si chiama Sanjiro Seiki Hirosawa. Tutti lo chiamano solo Sanjiro. Solo una persona lo può chiamare Jiro: sua sorella Hiromi. Come avrai capito, quel tizio non ha preso bene la notizia della rottura del fidanzamento con Hiromi ed è per questo che adesso vuole farmi pagare il conto, rovinandomi la vita. Ti dico solo una cosa Ran: stai molto attenta. Farà di tutto per portarti via la vita che stai cercando di costruire qui. Tutto: scuola, amicizie nuove, l’amore...” Calco su quest’ultima parola. “E’ per il tuo bene...” Ma che diavolo vado a pensare? Mah!
Un abbraccio. Delle braccia mi circondano il petto. Dell’acqua calda inizia a diffondersi sulla mia camicia. Si sa che la gente è molto curiosa e pettegola.
“Ran, alzati. Andiamo via di qui. Forza.” La tiro su. Però, è più leggera di quel che pensavo.
“S...sc...scusami. Ti prom...mm... prometto che farò moltis...ss... moltissima attenzione. Però, andiamo via da q... que...questa festa. Non ne poss...ss... posso davvero più!” E nuove lacrime le solcano il volto.
Ci dirigiamo verso la terrazza che dà sul parco privato di casa Hirosawa. La faccio sedere su una sedia di vimini e le asciugo le tracce di lacrime.
“Va un pochino meglio?” Le chiedo con fare premuroso.
“S...si, grazie.” La rivedo prendere un po’ di colore.
“Mando un messaggio per avvisare gli altri. Tu riposati un po’. Sei ancora un po’ sotto shock.”
“Va bene. E, Shinichi?” Mi richiama.
“Dimmi.” Mi avvicino a lei.
“Grazie per aver detto quel Sanjiro che sono la tua ragazza. Mi hai salvato la vita.” Un sorriso. Il primo sorriso fatto con il cuore. Il primo sorriso che dona solo a me.
“Ti posso chiedere un favore enorme?” “Certo, quale?”
“Potresti sorridere per me, più spesso? Solo per me?” Vedo i suoi occhi spalancarsi, per poi abbassare il capo. Lo sapevo: non avrei dovuto farle quella richiesta. E’assurda.
“Va beh... lascia stare. Non devi farlo per for...”
Un bacio. Sono stato zittito con un bacio.
“Prendilo come un si, ok?” Un altro splendido sorriso con le gote arrossate.
“Ran...” Sussurro, portandomi due dita alla bocca che sanno ancora di lei.
 
Tantantan. TANTAAAAAAAAAAAN! (^^)
Eccomi di nuovo qui. Grazie ancora! Abbiamo quasi raggiunto le 1100 visualizzazioni! Arigatou!
Siete troppo gentili (per una fessa che scrive FF molto idiote. T.T)!
Ma non perdiamo tempo. Che dire? Beh, c’è da affermare che è stato un capitolo intenso, in particolar modo l’incontro tra Shinichi e Sanjiro.
Sanjiro Hirosawa è nato dopo aver parlato con una mia amica di un fatto accaduto realmente: un’amica di questa mia amica, ha un fratello più grande di lei di circa 2 anni e raccontava di come si sia incavolato (evito brutti termini) al sapere che sua sorella è stata lasciata da un ragazzo. Quindi, arigatou amica mia! (^^) Mi hai dato materiale per questo nuovo capitolo.
Altro da dire? Si. Avete visto come Ran si sia spinta? Credo che da questo fatto, cambierà molto il rapporto con Shinichi (L’ho sempre detto che, se si ci metteva d’impegno, Ran è una ragazza diversamente ingenua. xD).
Ammetto che è stata una faticaccia scrivere il capitolo, mi ha fatto penare molto (questo capitolo mi ha tenuta sveglia per 2 notti e ho dovuto scrivere fino a notte fonda, per evitare di perdere l’ispirazione! Insomma, non una cosa da niente!). Ma basta vedere le visualizzazioni e le vostre recensioni, per farmi capire che questo tempo è valso a qualcosa ! (=^w^=)
Purtroppo il finale è sbrigativo, ma non finirà così. Promesso. Ci saranno dei flashback che collegheranno il prossimo capitolo a questo.
Non ho altro da dirvi, quindi vi lascio con un punto di riferimento per il prossimo capitolo: La scuola sta per riniziare.
Che centra questo con il prossimo capitolo? Beh, scopritelo da voi. A presto. Kiss
Essellunga1998

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

Konnichiwa lettori miei! (^^)
Oggi sono particolarmente contenta per tante cose e questa felicità mi ha spronato a mettere questo nuovo capitolo.
Ho letto le vostre scorse recensioni e devo assicurare che mi avete reso veramente felice!
Quindi: arigatou a tutti! (^^)
Bene, ora che vi ho salutato, passiamo alla fase pre-capitolo.
Come avrete notato nel capitolo precedente, finisce con Ran che ha baciato quel Tonno di Shinichi.
Cosa accadrà ora? Come reagirà Shin, dopo il bacio? Tutte le domande che vi porrete, avranno le risposte che cercate. (u.u)
Nel discordo di fine capitolo, avevo accennato alla scuola. Ebbene, i nostri eroi torneranno tra i banchi, con materie difficili e noiose da studiare. Ma si creeranno rapporti d’amicizia, di odio e di amore...
Vi lascio al capitolo. Buona lettura. Kiss.
 
Shinichi’s Pov
Ore 6.50

 
DRIIIN!
Impreco mentalmente.
Caccio via malvolentieri le coperte del letto, mi siedo e guardo la sveglia: 12 settembre. Primo giorno di scuola.
“A quanto pare le vacanze sono finite.” Dice una voce maschile, battendomi una mano sulla spalla “Fatti coraggio figliolo. Ne avrai per un po’.”
“Buongiorno anche a te, papà. Che vuoi?” Chiedo con la stanchezza che sento sul viso.
“Sono venuto ad informarti che la colazione è quasi pronta e di andare a svegliare la ragazza. Quindi, sbrigati.” Proferisce con tono calmo, ma con un pizzico di malizia nella voce.
“Sì, vado. Vai ad avvisare la mamma che scendiamo tra poco.”
“Ci vediamo giù. A dopo.” Odo la porta chiudersi.
Indosso la divisa e mi dirigo verso la porta. Mentre sto per bussare, mi torna alla mente la scena di qualche giorno prima.
FLASHBACK
“Va beh... lascia stare. Non devi farlo per for...”
Un bacio. Vengo zittito con un bacio.
“Prendilo come un si, ok?”
“Ran...”
FINE FLASHBACK

-Però ti è piaciuto, ammettilo-* Stupido cervello! Ti ci metti anche tu?
TOC TOC
“Ran, sei sveglia?” Nessun rumore.
Ribusso. Niente ancora.
“Ran, apro la porta.” Dico con voce un po’ nervosa. (E ci credo. Avete limonato, dopo il primo bacio. u.u PSme Stai zitta, zitella inacidita! PSshinichi Vedi di moderare i toni, approfittatore di ragazze innocenti! PSme Brutta... PSshinichi Ehm... Shin? Autrice? Potreste, per favore, smetterla di litigare e tornare al capitolo? Altrimenti facciamo perdere troppo tempo ai lettori, che perdono il filo del discorso. PSran Ok... PSme/shinichi)
Lo spiraglio di luce, che entra dalla porta, illumina quel poco che serve per intravedere la figura di Ran. Lì, distesa sul letto, di fianco. Mi siedo al ciglio del letto.
Deglutisco con rumore. E’strano: non ho mai provato delle emozioni simili con Hiromi.
Sì, con Hiromi era tutto rose e fiori, dove quasi mai litigavamo, se non per sciocchezze e la famiglia Hirosawa (in particolare Sanjiro) era contenta della nostra relazione, tant’è che stavano progettando un possibile matrimonio in grande stile!
Però mi sentivo vuoto con lei. Non saprei spiegarvi. Era come... se vivessi in una bolla di sapone. Mi sentivo solo. Non riuscivo ad esternare niente di quello che pensavo, quando mi trovavo in compagnia sua e della sua famiglia. E questo mi struggeva sempre più. Parlare con Hattori non era proprio il massimo (in quanto sull’Amore non può essere certo il migliore da cui seguire i consigli) e Kazuha, per quanto mi aiutasse, non riuscivo a stare un pochino con lei, per discutere in santa pace, in quanto avevo Heiji che faceva da falco e, di conseguenza, non riuscivo a raccontarle tutto. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stata quando ci siamo lasciati. Ho iniziato a rinchiudermi sempre più in me stesso, diventando fannullone e un tipo schivo. Odiavo ogni contatto con il genere femminile (tranne mia madre) e sono diventato uno che giocava con i sentimenti delle ragazze per puro divertimento. Però, dopo l’arrivo di Ran, qualcosa in me è cambiato. La sua entrata è stata come un filo d’aria fresca in una giornata afosa.
Mi ha donato quella serenità che non riuscivo a cercare da nessuna parte. Mi ha fatto sentire in pace con me stesso, cosa di cui ero totalmente incapace di fare da solo.
“Shinichi, è tutto ok? Il fatto di esserti svegliato prima, ti ha disturbato?” Odo una voce femminile alle mie spalle. E’ Ran.
“N...no... E’ t...t...tutt...tutto ok. Muoviti a sc...sc... scendere giù che ti asp... asp... aspettano!” Schizzo a velocità folle fuori dalla stanza e corro giù per le scale, quasi a fratturarmi l’osso del collo.
“Buongiorno Shin. Ben arrivato! Dov’è la ragazza?” Domanda mia madre.
“Arriva.” Rispondo senza troppo rigiri di parole.
Nel frattempo si sente il notiziario delle 7.10:
“Buongiorno Giappone! Benvenuti a questa nuova puntata di “Irusōre 12 kōseki” (Il sole 12 ore. Grazie traduttore del cellulare! ^^ PSme). Diamo subito le prime notizie della mattina: la figlia minore dei Suzuki, Sonoko, ha inviato alla popolazione giovanile di Tokyo e dintorni, un invito ad un ballo di gala, per celebrare il 500 anni della Teitan. Ma mandiamo in onda il servizio. A te, Keiko.”
“Grazie Maeko. Siamo qui, con la signorina Sonoko, per parlare di questo evento raro che accade ogni 100 anni. Come le è venuta quest’idea, signorina Suzuki?”
“Grazie a tutti. Beh, l’idea è nata già da qualche mese. La scuola si era riunita in riunione (scusa il rigiro di parole! >.< Psme) con mio padre, per parlare di finanziamenti sul progetto per celebrare in vero stile 5 secoli della nostra scuola. Purtroppo non si avevano idee riguardo ai festeggiamenti e nessuno era riuscito a trovare una soluzione. Tornato a casa, mio padre ha chiesto sia a mia madre, che a mia sorella, che a me, un qualcosa che riunisce tutti i ragazzi di tutti gli anni in un evento memorabile, ma lì per lì, le idee non erano abbastanza... ad effetto, diciamo.
Durante la cena, però, mi si accese la lampadina del cervello.
“Papà, perché non organizzi un ballo di gala, con qualche particolare americano, tipo re e regina del ballo?” Ho chiesto.
I suoi occhi si sono accesi, quasi ad emanare quella luce di felicità a tutti.
“Sei un genio, figlia mia. Un genio.” Ha esclamato.
La richiesta è stata accettata dal preside e da tutti i professori. E’ così che è nata l’idea del ballo.
Lo so: sono troppo intelligente. Ahahahaha!” Risponde con tono di superiorità. Non cambierà mai.
“Grazie signorina Suzuki...”
“Mi chiami pure Sonoko.”
“Va bene, signorina Sonoko. Un’ultima domanda: può darci qualche anticipo su che tema si baserà il party?”
“Non ci saranno temi a cosplay o roba del genere. Solo abiti da ballo, lungi e con lo strascico per le ragazze e lo smoking per i ragazzi. A tutti quelli che stanno seguendo in questo momento: fatelo e vi caccerò personalmente dalla festa. Sono stata chiara?”
“Chiarissima signorina Sonoko. E’ tutto da Keiko Takaki. A voi la linea in studio.”
“Grazie Keiko. Ed ora le previsioni del tempo...”
“Certo che quella ragazzina è un po’ peperina. La conosci Shin?” Domanda curiosa mia madre.
“Non è peperina. E’un’oca completa. Ed in ogni modo sì: ho avuto la sfortuna di conoscerla. L’anno scorso. Un disastro.” Scuoto la testa nel rimembrare certi ricordi.
“Che è successo?” Sospiro.
“Te lo ricordi la gita al tempio Nikko?” (Il tempio Nikko esiste veramente! http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=il%20tempio%20nikko&source=web&cd=2&cad=rja&ved=0CDMQFjAB&url=http%3A%2F%2Fit.wikipedia.org%2Fwiki%2FSantuario_di_Nikko&ei=9EmyUeLHDobYOsGTgcgD&usg=AFQjCNFWTBRY5m7gPyuHiaQy5xXk8qyFNw PSme)
“Sì. E allora?”
“Beh, stavo da poco con Hiromi. Sonoko, che a quell’epoca era in classe con lei, mi chiamò, assicurando che era un’amica della mia ragazza. Ovviamente chiesi cosa volesse Hiromi da me alle 4:30 del pomeriggio, dato che dovevamo dirigerci velocemente alle terme, prima che chiudessero. Lei rispose non lo sapeva, però disse che doveva urgentemente parlarmi. Io, sinceramente, mi spaventai non poco. Mi chiedevo che cosa volesse. Mi diressi velocemente al tempio ed attesi lì, fino alle 6. Ovviamente le notizie del meteo diedero pioggia forte per quel giorno e mi bagnai da capo a piedi. Tornato alle terme, mi diedero il consenso di farmi un bagno caldo, nonostante i proprietari fossero un po’ titubanti a riguardo. A cena litigai con Hiromi, accusandola di non esser venuta e di avermi fatto aspettare un’ora e mezza sotto la pioggia. Lei, non sapendo di cosa stessi parlando, mi chiede che mi fosse preso. Le dissi: “Non fingere di non capire. Sai a cosa sto alludendo.” E litigammo a più non posso. Dopo... boh, non ricordo quanto tempo, sentimmo una risata femminile: era quella di Sonoko. In un primo momento ci pietrificammo, in seguito Hiromi iniziò a sbraitare, dicendo: “Come hai potuto farmi litigare con il mio ragazzo? Brutta...” Ed iniziarono a partire insulti pesanti che avevano come iniziale “T”, “Z”, ”P”... Insomma! Si offesero in maniera batosta e non si parlarono per non so quanto. Però, da un giorno all’altro, vidi Hiromi scherzare con Sonoko. Non le chiesi mai il perché di questa riappacificazione... Mi pentii e mi pento ancora adesso di non averlo fatto... Ora sai il perché.”
“Beh, è una storia veramente strappa lacrime, ma sinceramente non me ne frega più di tanto, se la questione ha a che fare con Hiromi. Toh! Sta scendendo Ran...”
“Salve a tutti! Signori, Shinichi...” Pronuncia con tono freddo... Una morsa allo stomaco, quasi mi tirassero un pugno.
 
Yukiko’s Pov: (Sì, ho dedicato un Pov anche a lei! ^w^)
Che silenzio...
Per quale assurdo motivo mio figlio e la ragazza non si degnano di uno sguardo?
Un momento...
FLASHBACK:
“Yukiko, stai bene? Ti vedo un po’ persa nei tuoi pensieri...”
“Oh? Scusami Akemi. Ho visto della gente radunarsi lassù e mi stavo chiedendo il perché...”
“Non lo so. Sarà meglio che tu vada a vedere.”
”Sì, lo farò...”
Salgo la scalinata velocemente e indovinate cosa vedo? Mio figlio che abbraccia Ran in lacrime.
“Shinichi, che è successo?” Domando. Pare non sentirmi.
“Ran, alzati. Andiamo via di qui. Forza.” E’ l’ultima cosa che mi pare di udire. La folla inizia a dissolversi.  
La scena che si svolge velocemente sotto i miei occhi, mi lascia di stucco.
Mio figlio non aveva mai fatto una cosa del genere con Hiromi. Lasciarsi baciare, finendo col
l’imbarazzarsi...
FINE FLASHBACK
Eh? Che penso di Hiromi?
Sinceramente mi aveva fatto una buona impressione per l’occhio (bionda con gli occhi verdi), ma subito dopo mi sono dovuta ricredere. Smielosa, appiccicosa, risatina di chi la sa lunga...
Non so come il mio Shin abbia portato avanti per un anno una relazione con una tipa come quella.
Ma lasciamo correre, va. Questo silenzio è opprimente.
“Caro, potresti gentilmente aiutarmi a finire di preparare i bento dei ragazzi?” Gli domando, mentre strizzo l’occhio.
“Certo cara.” Risponde mio marito, stando al gioco.
“No mamma. Non c’è bisogno. Oggi torniamo a casa presto.”
“Shinichi, forse non te lo ricorderai, ma oggi Ran ha il suo primo allenamento per entrare nella squadra di karate e tu hai la partita di calcio tra ex compagni delle medie. Per di più, io e tuo padre, oggi partiremo per tornare in America, quindi non so quanto staremo via.” Dico con tono come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“Ok. Ho capito. Ci sentiamo questa sera, quando arrivate. Fatemi uno squillo, ok?” Domanda, con voce annoiata.
 
“Cara, i bento sono pronti.” Esce dalla cucina Yusaku, salvandomi dal raccontare tutta la verità a quei due poveri ragazzi innocenti.
“Grazie caro. Ecco a te, figliolo. Ed ecco a te Ran. Mi raccomando: fate i bravi e non ammazzatevi. Se volete invitare Misaki, Heiji e la sua ragazza, fate pure. Però non incasinatemi la casa. E Ran? Prepari tu i pasti, vero? Mi hanno assicurato che sei bravissima ai fornelli.”
“Per pura sopravvivenza, signora Kudo. Per pura sopravvivenza.” Risponde, con un velo di tristezza nella voce.
“Chiamami Yukiko, tesoro. Allora ci vediamo presto. Ciao ragazzi.” Saluto con la mano, mentre si dirigono fuori dalla villa.
“Ciao mamma.”
“Arrivederci signora Yukiko.”
“Caro, credi che abbiamo esagerato con quella scommessa?” Chiedo a mio marito, che avvicinatosi a me, mi abbraccia, mentre osserviamo le figure di Ran e Shinichi dissolversi lentamente.
“Sai com’è fatto Goro. Non vuole assolutamente che le sue figlie s’innamorino. Sono troppo importanti, insieme al piccolo Conan, nonostante non lo dia a vedere. E’ molto orgoglioso dei suoi figli, come lo siamo noi di Shinichi. Vedremo come andrà a finire.”
“Grazie. Come farei senza di te?”
“Saresti una donna persa.” Risponde con un po’ di sarcasmo, ma con voce dolce.
“Ne sono convinta.” Dico, abbracciando di più il mio coniuge.
 
*Cervello di Shinichi (si era capito, spero...)
 
Bu bu settete!
Salve a tutti! (^^)
Ed eccoci qua, in fondo a questo capitolo strappa lacrime (credo...).
Che ve ne pare?
Spero vi sia piaciuto, perché, presto o tardi, questa FF finirà.
Diciamo che ne sentirò la mancanza, in quanto è la FF con più recensioni e visualizzazioni che ho ricevuto.
Non mi aspettavo un risultato del genere (dato che non ha avuto lo stesso successo anche la mia FF natalizia ç-ç).
Spero di leggere le vostre recensioni fino all’ultimo capitolo (anche quelli che hanno commentato i primi capitoli e non quelli successivi).
Ma lasciamo stare questi discorsi fuori luogo e dedichiamoci al capitolo vero e proprio.
Come avrete notato in questo capitolo, si chiariscono dei punti lasciati in sospeso.
Ora capite il perché Shinichi ha avuto dei problemi con Hiromi e la sua famiglia (in particolare con Sanjiro), cosa pensa di Ran, della scommessa della famiglia Kudo VS la famiglia Mouri.
Però ci sono ancora dei punti in sospeso: come mai Ran si sta comportano in maniera fredda con Shinichi? Perché i coniugi Kudo hanno scommesso che il loro unico figlio e che la bella bruna, dagli occhi azzurri-lilla, figlia dei Mouri, si fidanzano tra di loro? Cosa c’è sotto?
Non si sa ancora, però queste nuove domande, avranno le loro risposte.

La scena finale (cioè le battute tra Yusaku e Yukiko) è stata una vera dolcezza scriverla. Mi ricordano un po’ mio padre e mia madre... (certo: non scommettono su chi mi posso fidanzare in un futuro lontano... u.u)
Detto ciò, vi auguro di passare una buona giornata di vacanze estive e di godervi al meglio i nuovi episodi di DC. A presto. Kiss
Essellunga1998 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10
 
Eilà!
Salve a tutti! (^^)
Caspita, siamo già al 10 capitolo e non sono accadute cose realmente importanti? 
Sono veramente indietro con il lavoro. Gomen! (>.<)
Bene.
Nel capitolo precedente è accaduto quello che si poteva supporre: Ran è diventata improvvisamente dura con (se devo proprio chiamarlo così) il povero Shinichi.
Perché? Alcuni di voi mi hanno scritto che è per vie di gentilezza, altri perché non lo sanno... 
Pazienza. Cercate di attendere ancora un po' e riuscirete a capire il perché.
Altro? Sì. Nello scorso capitolo non è accaduto nulla di veramente importante (Tralasciando la scommessa).
Bene. In questo capitolo ci sarà un nuovo personaggio (o meglio: due personaggi nuovi) che vi lasceranno senza parole (almeno spero).
Detto questo, non ho altro da aggiungere se non buona lettura.
Come sempre, ci vediamo a fine capitolo. Kiss.
 
Shinichi’s Pov:
“Senti...” Provo con l’ennesimo discorso campato in aria “Hai da fare tra qualche giorno?”
“Vivo con te. Dovresti saperlo, no?”
“Sì, lo so, ma... Volevo sapere se avevi qualche impegno...”
“Dimmi una cosa Shinichi: non siamo neanche entrati nelle strade trafficate di Beika e già mi hai scatenato un terribile mal di testa. Ti pare normale una cosa del genere?”
“No, in effetti no... Scusa.”Ma che accidenti le prende? Mi sta evitando dalla colazione. Ho bisogno di un diversivo per calmarla.
“Shinichi, Ran! Mi aspettate?”
“Misaki!” Gridiamo in coro.
“Sì, è il mio nome. Ditemi un po’: che cosa è quel faccino arrabbiato, Ran? Ed il tuo, misto tra impotenza e tristezza, Shinichi? E’ il primo giorno di scuola e già siete arrabbiati? Suvvia! E’ una splendida giornata di sole, gli uccellini cinguettano ed il cielo è privo di nuvole. Come mai, invece, voi due avete la luna storta? Non accetto “Non sono affari tuoi Misaki!” Come risposta! Su, su! Voglio sapere perché siete neri in volto.”
“Misaki, non sono affari tuoi!” Dico io.
“Ah ha! Lo sapevo che mi avresti risposto così! Dimmi cara, neanche tu vuoi raccontarmi niente?”
“Non azzardarlo a chiedere a lei, sono stato chiaro?”
“Che ti prende? Fai come quella famosa sera, Shinichi? Dove hai difeso Ran da quel lurido verme di Sanjiro? Ti metto in chiaro una cosa: non trattarmi come se fossi un Hirosawa!
Sono una tua amica e come tale voglio essere rispettata! Detto questo, Ran, oggi, alla pausa pranzo mi racconterà tutto. Ok, ragazza?”
“O...ok!”
“Ora dirigiamoci verso scuola, che è meglio.”
Misaki fa paura a volte. Tira fuori questo suo lato, quando si tratta di tirare in ballo la famiglia Hirosawa, ma in particolar modo Sanjiro. Chissà perché...
“Toglimi una curiosità Misaki.” Chiedo, dopo un po’ di tempo “Chi ti ha riaccompagnato a casa?”
“Un certo Shiro Ayuzawa. Hai presente quel tizio che si è presentato a me con un biancospino in mano? Ecco, quello era Shiro. Non mi ha mollato nemmeno un momento, neanche quando siamo venuti a vedere che succedeva tra te e quello scemo di Sanjiro.
Quando poi ti ho visto uscire dalla villa Hirosawa con lei,” indica Ran ”Ho pensato di andarmene anch’io, ma sono stata fermata sia da questo tizio, sia dalla Toyama che da Hattori.
Hanno chiesto se potevo trattenermi ancora un po’, visto che voi due dovevate rimanere un po’ da soli. E mi pare che ora stai meglio, Ran. O mi sbaglio? Con quel faccino arrabbiato, non capisco niente.”
“Devi stare tranquilla Misaki. E’ solo che sono un po’ stanca. Non ho dormito niente stanotte, a causa dell’angoscia da primo giorno di scuola. Sono un po’ emozionata all’idea di entrare in un luogo dove non parlano tedesco.”
“Capisco... E’ un’emozione nuova per te. Andiamo.” Ci dirigiamo sulla strada principale di Beika, la strada trafficata, o strada del via e vai, come piace chiamarla a me.
Beika. Questa è una città che conosco come il palmo della mia mano.
Ci sono cresciuto qui, ho fatto amicizia qui, mi sono innamorato qui. O almeno: credevo di essermi innamorato qui. Ma con Hiromi, ogni mia certezza si è sciolta come un pezzo di cera lasciato al sole. 
Dopo un po’ di camminata, eccoci arrivati al liceo Teitan. Sospiro. Secondo anno, doppia tortura.
La domanda che tutti gli studenti si fanno, è: Questo semestre, con chi sarò?
Questa domanda è un po’ come la tortura cinese: fino a quando non hai letto il tuo nome su quel cartellone enorme, l’angoscia sale momento dopo momento.
“Eccoci arrivati. Andiamo a vedere con chi siamo in classe.” Misaki richiama l’attenzione mia e quella di Ran, prendendo per mano quest'ultima.
Un vociferare assurdo mi arriva alle orecchie.
“Chi è quella ragazza? E’ nuova.”
“Guarda com’è carina. Chissà se è fidanzata.”
“Ho sentito parlare di lei. E’ figlia di un’avvocatessa di successo e di un detective davvero famoso.”
“Secondo voi, in che club s’iscriverà? Spero in quello di atletica, dato il corpo che ha.”
“Io spero in quello di nuoto. Sarebbe bello avere una mascotte come lei.”
Accidenti! Questi commenti mi stanno mandando sui nervi! Ma perché? Perché al vedere una nuova ragazza, i ragazzi diventano subito allupati? Quanto mi danno sui nervi! Meglio non pensarci, va. Altrimenti perdo la pazienza.
“Ehì, amico! Come le hai passate le vacanze?” Una voce a me conosciuta, maschile, ma giunge all’orecchio.
“Ehi Hojo! Che piacere rivederti!” Un abbraccio fraterno ed una pacca sulla spalla. (Se non vi ricordate chi è Hojo, date una ricontrollata al capitolo 5. Shinichi lo cita, quando è in compagnia di Hiromi, mentre mangiano il gelato.)
“Così e così. Diciamo che potevo passarle meglio. Te?”
“Magnificamente. Le ho passate in Cina, a Shangai. Amico: è un posto meraviglioso.”
“Sono contento per te...” Commento, mentre osservo Ran. 
“Vedo che sei attratto dalla nuova alunna, vero? E’ molto carina.”
“Vedi Hojo, quella ragazza si chiama Ran Mouri. E’ giapponese, ma i suoi si sono trasferiti in Germania, prima che nascesse. E’ figlia di un’avvocatessa e di un detective famoso. E’ qui per uno scambio culturale.”
“Accidenti Kudo! Come sei informato su quella ragazza! Che sei? Uno stalker?”
“Nah... Me lo ha raccontato lei. Indovina? Vive in casa mia.” 
“Beh, amico mio, congratulazioni! Sei fortunato ad avere in casa una ragazza carina come lei.
Se ci devi provare, assicurati che non sia come quell’oca di Hiromi...”
“Kimura, guarda che ti ho sentito!”
“Ah... Hirosawa. Che piacere vederti!”
“Lo stesso non vale per me. Vedi di smammare. Devo parlare con Kudo."
"Va bene... Ci vediamo dopo, ok?" E mi fa l'occhiolino.
"Ok. Ciao."
"Ciao Shinichi."
"Vai dritta al punto: che vuoi?"
"Sempre così simpatico, eh..."
"Solo in compagnia tua. Che vuoi?"
 
Hiromi's Pov:
"Solo in compagnia tua. Che vuoi?"
E' arrivato il momento di chiederglielo.
"Quella ragazza..." Indico la bruna " La conosci?"
"Sì, è la figlia dei coniugi Mouri. Perché?"
"Era per sapere... Senti: te con chi sei in classe?"
"Shinichi! Vieni un'attimo a vedere il cartellone con le classi? Ah... ciao Hirosawa..." La voce noiosa di Misaki mi raggiunge alle mie orecchie.
"Kimura... Se cerchi tuo fratello, è appena andato via."
"Non sto cercando Hojo. Volevo solo prendere un'attimo del tempo prezioso di Shinichi che sta sprecando in compagnia tua,"
"Vedi di fare poco la saputella. Shinichi ha acconsentito di parlarmi un'attimo."
"Senti occhetta, vedi di smetterla di crederti superiore, solo perché sei la classica figlia di papà."
 
Shinichi's Pov:
"Senti occhetta, vedi di smetterla di crederti superiore, solo perché sei la classica figlia di papà."
Per tutti i templi shintoisti! Ma queste due devono sempre litigare quando si vedono?
"Ehi, Shinichi." Mi sento tirale la manica della giacca. 
"Ran? Dimmi." Sono sconvolto. Cos'è quel tono di supplica?
"Potresti venire un'attimo? Dovrei farti vedere una cosa..."
"Va bene. Anche perché non ho voglia di stare un secondo di più ad ascoltare quelle due che litigano."
Mentre ci dirigiamo nella direzione di lei, ho come la sensazione di avere adosso le occhiataccie da parte dei maschi. Chissà perché... Ma tornando a noi...
Il cartellone? Come mai siamo qui davanti?
"Scusa se mi sono comportata così con te, prima. Non volevo essere scontrosa. Ma vedi: ieri è succesa una cosa. Me l'hanno raccontata questa mattina al cellulare, dopo che sei uscito dalla stanza. Spero che non ti sia arrabbiato tanto..."
"No, tranquilla. Credevo che ce l'avessi con me."
"Con te? Non potrei mai. Sei troppo buono per prendermela con te. Oh, scusa!" Perché sta arrossendo?
"Tranquilla. Dimmi: perché volevi la mia presenza qui davanti?" Dico, indicando il cartellone.
"Ecco. Ci sono due notizie. O meglio: tre. Due cattive ed una buona. Da quale vuoi iniziare?"
"Dalla buona." Ammetto, senza pensarci sù.
"La notizia buona è che io e te siamo in classe insieme. La prima cattiva è che in classe con noi c'è Hiromi e non Misaki."
"E l'altra cattiva?"
"Beh... prima che tu la sappia, vorrei che guardassi nel cartellone, alla sezione 2°A, lettera M."
"Va bene, anche se non capisco quello che vuoi dire..."
La lista è così suddivisa:
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|Maeda Tamiyo        
|Maruyama Ayu      
|Maruyama Hisaki
|Morita Ogai
|Mouri Giulietta
|Mouri Ran
 -----------------------------
"Aspetta un momento... Due Mouri in classe? Ma che scherzo è questo?!?"
"Appunto. E' quello che volevo dirti. In classe con noi c'è anche mia sorella Giulietta."
"Come mai di lei non me ne hai mai parlato?" Chiedo con una nota di disappunto.
"Beh... E' un po' imbarazzante parlare della mia famiglia. Ora non ne ho voglia. Quando l'avrò di nuovo, sarai il primo a sapere tutto su di loro, ok?"
"Va bene."
La campanella annuncia il dover entrare in classe.
Un rumorio di odio verso quella campana e già tutti si dirigono verso l'ingresso principale.
Dopo aver preso possesso di quattro armadietti per le scarpe, ci riuniamo tutti al piano terra.
"Bene. La nostra aula dov'è? Chiede Hiromi, accolandosi a me.
"Secondo piano, lato est." Risponde Ran, guardando la piantina dell'edificio.
"Invece la mia è a lato opposto." Ammette Misaki, con un po' di tristezza.
"Meglio. Così non ti devo vedere in continuazione."
"Cosa hai detto, bionda tutta tette, niente cervello?"
"Ho detto che non dovrò vedere il tuo brutto muso da scimmia per i corridoi." 
"Ragazze, se non la smettete, verrete riprese da qualche..." Tento io, invano, di fermarle, ma la mia voce viene sovrastata da una ancora più forte ed acuta.
"Ragazze, la volete smettere di urlare nei corridoi? Non è un comportamento degno di uno studente di questa scuola." Rimprovera la professoressa di Tedesco, la signora Groß, o come la chiamiamo noi, la professoressa grossa, dato il suo cognome. (Groß=Grosso)
"Chi è? La vostra professoressa di Tedesco?" Chiede Ran, sottovoce.
"Sì. Si chiama Astrid Groß. Come fai a sapere che è la nostra professoressa?" Rispondo io, increulo.
"Ho tirato ad indovinare. Si sente dall'accento che è tedesca. Lasciate fare a me." Mi risponde Ran.
"Entschuldigen Sie uns, Frau Groß. Es ist nur so, dass meine Freunde sind ein bisschen rau am ersten Tag in der Schule." Dice con estrema calma Ran. (Ci scusi, signora Groß. E' solo che i miei amici sono un po' agitati al primo giorno di scuola. Se qualcuno di voi sa meglio di me il tedesco, mi corregga pure.)
"Ah, so, eh? Es ist okay." (Ah, è così, eh? Va bene.) "La prossima volta che vi risento litigare, non avrete scampo. Chiamerò i vostri genitori. Questo è disturbo della quiete pubblica. Bin ich klar? (Sono stata chiara?)" Tuona con voce grave.
"Sicherlich. (Certamente.)" Risponde Ran. La vediamo allontanarsi.
"Fiuuu! Per un pelo. Grazie Ran, ci hai salvato la vita." Ringrazia Misaki.
"E' stato un piacere farlo." Manca, però, un "grazie" all'appello.
"Hiromi, non ti conviene ringraziare? Ti ha salvato la faccia." Cerco di farla ragionare.
"Avrei potuto fare da sola, ma non me lo ha permesso."
"Non ti preoccupare. Lo prendo per un grazie." Risponde con voce sconsolata Ran.
"Bene. A questo punto dirigiamoci nelle nostre aule. Ci vediamo per la pausa pranzo Misaki." Dico, mentre accenno un saluto di mano.
"A dopo." Risponde lei, dirigendosi dall'altra parte alla nostra.
La classe è sempre la stessa. I banchi uniti due a due, come l'anno scorso. L'anno prima sono stato con Hiromi. Quest'anno spero vivamente di no.
"Vieni Shinichi." Mi indica Hiromi, con un dito, il banco accanto al suo. Mentre raggiungo i banchi svogliatamente, porgo lo sguardo verso la mia destra. Accanto alla Mouri non c'è nessuno. Meglio sedersi accanto a lei.
"Non pensare di sederti accanto alla bruna. Ci sono io!" Una voce femminile mi giunge alle orecchie.
"E tu saresti..." Chiedo, girandomi di scatto, infastidito da quella richiesta così improvvisa.
"Giulietta Mouri. Piacere." Si presenta, allungandomi la mano. 
Mentre si siede accanto a sua sorella, io prendo il posto per l'ennesima volta accanto ad Hiromi.
"Giulietta! Cavolo, sei appena arrivata e già mi fai fare brutta figura? Insomma, contientiti!" La voce di Ran richiama su di sè e sulla sorella gli sguardi dei miei compagni.
"Schwester! (Sorella!) Finalmente ci rivediamo! Che bello! Sono così felice!"
"Io un pochino meno. Che ci fai qui?"
"Papà." Una sola parola, tanti significati.
 
Ran's Pov:
"Papà."
"Papà? Perché?" Chiedo sconvolta.
"Chiedilo a lui, stasera. Non me lo ha voluto dire il perché. Mi ha solo chiesto comprare un biglietto per il Giappone, invece che per l'Inghilterra. Ah, se te lo chiedi: anche mamma è d'accordo."
"COSA? Anche mamma? Ma sono in combutta contro di me?"
"Ah, non lo so. Ti ripeto: non chiederlo a me." Dice Giulietta, mentre alza le mani in maniera da "non sono stata io!"
"Guten morgen, ragazzi." La voce della signora Groß richiama l'attenzione di tutti. 
"Guten morgen, frau Groß." Ci alziamo in piedi, un inchino e ci risediamo.
"Bene. Prima di iniziare a discutere del programma di quest'anno, vorrei presentare due nuove alunne. Vengono dalla Germania, ma sono giapponesi a tutti gli effetti. Date il benvenuto alle gemelle Mouri." Due figure alte e magre si alzano.
"Buongiorno a tutti!"
"Bene. Dato che sono gemelle, diamo la precedenza alla maggiore. Signorina Ran Mouri: potrebbe venire qui alla cattedra, a presentarsi meglio?" 
"Certamente signora Groß. Salve a tutti! Il mio nome è Ran Mouri, ho 16 anni e sono giapponese. Pratico Karate da sempre e spero che il mio soggiorno qui sia il migliore della mia vita. Grazie a tutti." Un applauso generale si alza.
"Bene. Ora tocca alla minore. Signorina Giulietta Mouri?"
"Eccomi qua! Salve a tutti quanti voi! Il mio nome è Giulietta Mouri, ho 16 anni e sono la sorella gemella della timidona di prima. Non pratico Karate, ma ho una base di pugilato. Guai a chi osa mettere le mani adosso a mia sorella: sono guai per tutti. Spero che il mio soggiorno a Beika sia un vero e proprio sballo. Grazie a tutti!" Un applauso ancora più forte, principalmente dalle ragazze (mi chiedo il perché... PSme), rimbomba in tutta l'aula.
"Silenzio, grazie. Bene, ora che si sono presentate le alunne nuove, è arrivato il momento di passare al programma di quest'anno. Siete ragazzi molto intelligenti e pieni di iniziative. Date il meglio di voi anche quest'anno scolastico, va bene?"
"Ya!" Gridano in coro.
"Ottimo!"
 
Ore 13.10
Giardino sul retro del liceo
Shinichi's Pov:
 
"A voi com'è andata?" Chiede Misaki, curiosa.
"Bene. Vero Shinichi?" Risponde euforica Ran.
"Magnificamente. Se non fosse stato per il professore di storia, il signor Tanaka, sarebbe tutto perfetto."
"Oh, andiamo Shinichi. Non è così antipatico come tutti dicono. E' solo un uomo laureato che sta per andare in pensione e che vuole vedere i suoi studenti prendere la maturità con i voti alti."
"Sei una santa, Ran. Io non avrei mai pensato una cosa del genere riguardo il professor Tanaka, davvero." Si intromette Misaki.
"Guarda, quando andavo ancora a scuola in Germania, avevo una professoressa che stava antipatica a tutti, persino a me. Era la professoressa di Artistica. Diceva che i disegni dovevano essere tutti uguali, secondo i suoi canoni e dava i voti bassi a chiunque si permettesse di sgarrare un suo ordine. Ora è andata in pensione. Quando l'abbiamo saputo, abbiamo fatto finta di niente e ci siamo messi ad esultare, ma quando si è presentata in aula, anche quelli che non hanno mai versato una lacrima, sono scoppiati a piangere e l'hanno pregata di non andarsene. Insomma, anche quelli che sembrano i professori più odiosi, alla fine sono quelli a cui teniamo di più."
"Discorso commuovente Mouri. Ma non ti porterà a niente emozionare i MIEI compagni con discorsi filosofici." Attacca con cattiveria Hiromi.
"Hiromi, non..." Provo a farla zittire, ma la mano di Ran non mi permette di continuare.
"Lascia fare a me. E' la MIA battaglia. Non cercare mai di tenere ferme le ali di una farfalla: non imparerà mai a volare. Ricordalo."
"Hai ragione. Almeno io, però, provo dei sentimenti. Chi, al contrario di me, non prova niente, non si può definire umano." 
"Mouri 1, Hirosawa 0." Grida con esultanza sua sorella.
"Siete tutti contro di me! Ma non lo sarà ancora per molto. Ti farò espellere da questa scuola, anche a costo di rimetterci. Parola di Hiromi Hirosawa!" Grida, mentre si allontana e raggiunge il suo gruppo di "amiche".
"Beh, a quanto pare la Mouri maggiore è riuscita cucire la bocca di un'oca di primo ordine. Io, con questo, direi che è arrivato il momento di mangiare, no?" Conclude con felicità quella pazza di Misaki.
"In effetti ho una fame da lupi." Dico io, mentre tiro via il coperchio del mio bento.
"Vedi di non abbuffarti. Dopo ti potresti sentire male. Ricordati che hai la partita con i tuoi compagni delle medie, Shinichi." Mi ammonisce Ran.
"Ma guardali: non ti sembra che siamo marito e moglie, Giulietta?" Sento vociferare Misaki con Giulietta.
"Già. Pensa che una cosa del genere non l'aveva mai fatta con i nostri compagni. Ne l'hanno scorso, ne alle medie. Che mi dici, Misaki? Secondo te Ran è innamorata di Kudo?"
"Voi due! La volete smettere di prendere in giro Shinichi e la sua amica?" La voce di Hojo giunge alle orecchie di tutti.
"Fratellone! E te che ci fai qui?" Chiede sconvolta Misaki.
"Lui sarebbe?" Chiede con una nota di noia nella voce Giulietta.
"Mio fratello maggiore. Si chiama Hojo Kimura. Tra me e lui ci sono 11 mesi di differenza. E' il fratello che ogni ragazza vorebbe."
"Smettila di lusingarmi così. Finirò con l'imbarazzarmi troppo! Vabbè, dato che mia sorella ha iniziato la mia presentazione, continuo io. Sapete già il mio nome, sapete che ho 17 anni. Quello che non sapete è che ho praticato 10 anni di pugilato e sono il capitano della squadra di questa nuova disciplina, introdotta l'anno scorso in questa scuola. Insomma: so come proteggermi!"
"Capisco... Sai chi mi ricordi?" Dice con voce strafottente, Giulietta.
"No. Chi?" Risponde con lo stesso tono, Hojo.
"Un mio compagno delle medie. Era un galletto come te. Non faceva altro che vantarsi di come era bravo a basket. Tutti lo lodavano e tutte le ragazze gli sbavavano dietro. Sai, ci ha anche provato con mia sorella e successivamente con me. Con mia sorella si è beccato un calcio in faccia e con me un pugno. Da quel momento non si è più permesso di fare il galletto con nessuna ragazza."
"Intendi insinuare che sto facendo il falso modesto SOLO per accapparmi le lodi di voi ragazze? Mi sa che hai sbagliato persona, Mouri. Se pensi questo, sei totalmente fuori strada."
Cos'è questa aria di rabbia?
"Suvvia! Non attaccare briga ogni volta che uno si permette di vantarsi un attimo con te, Giulietta. Dopo un po' sei noiosa."
"Scusami Ran. Oh? Questo deve essere il mio cellulare. Vogliate scusarmi un attimo..."
 
Giulietta's Pov:
"Scusami Ran. Oh? Questo deve essere il mio cellulare. Vogliate scusarmi un attimo..."
Mi allontano velocemente dal gruppetto. Sul display del cellulare appare la parola "Vecchio".
"Ciao vecchio. Com'è la vita lì?" Domando con non chance.
"Vedi di chiamarmi papà, non vecchio. Tralasciando questo, com'è la situazione tra Ran e quel moccioso di Kudo?"
"Nessun problema vecchio. Non sta succedendo niente. Anzi: questa mattina Sebastian ha chiamato mia sorella per avvisarla che ci sono anch'io con lei e sicuramente deve averla turbata molto, al tal punto di litigare con il Kudo."
Sento un sospiro di sollievo dall'altro capo del telefono.
"Ora mi spieghi perché hai scommesso contro i coniugi Kudo. E' una follia quella che hai fatto! Anzi: AVETE fatto. Se Ran venisse a sapere una cosa del genere, si arrabbierebbe moltissimo!"
"Lo so. E' una follia, ma ti racconterò tutto, quindi preparati. Ci vorrà un po' prima di arrivare in fondo."
"Sono tutta orecchie, vecchio!" Rispondo io euforica.
Flashback
 
*9 anni prima*
 
Eri's Pov:
"Tesoro, vieni a leggere questa notizia sul giornale di stamattina." Kogoro richiama la mia attenzione, mentre sto vestendo le gemelle.
"Sì, arrivo!" Dico con un po' di preoccupazione. Di solito non mi chiama mai per leggere il giornale, se non per qualche notizia bomba.
"Di cosa parla l'articolo?" Chiedo, mentre prendo in mano il giornale.
"Del figlio della tua amica Yuk..." Mio marito non fa in tempo a finire di parlare, che caccio un urlo.
La notizia è riportata così:
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|Ieri mattina, intorno alle ore 7:41, un bimbo di 7 anni è stato investito da un'automobilista ubriaco.                                    
|Il bimbo in questione è il figlio dell'attrice di successo Yukiko e del marito scrittore, Yusaku Kudo.                                        
|Quanto riportato dai testimoni che hanno assistito la scena, il bambino stava giocando con la palla, quando gli è 
|scappata di mano, finendo con cadere in strada.                                                                                                                            
|L'uomo alla guida, non accortosi del regazzino che attraversava la strada sulle striscie, è passato con la macchina ad  
|alta velocità.                                                                                                                                                                                   
|Shinichi Kudo, è questo il nome del bimbo che è stato investito, è tuttora ricoverato in gravissime condizioni presso   
|la clinica del dottor Ikeda. 
|La madre, in lacrime, reclama: "Vogliamo assolutamente giustizia per nostro figlio. E' vero che non è ancora morto,  
|ma vogliamo che quel pazzo paghi per aver strappato la vita di un bambino innocente." 
|L'uomo alla guida si presume che sia Jurou Harada, un ex impiegato, licenziato per aver avuto una lite violenta con il  
|suo capo e con dei precedenti penali.
|"La polizia giapponese sta facendo del proprio meglio per sbattere in gabbia quel pazzo e spero che questa volta sia          
|quella buona." Risponde, con rancore, alle interviste il padre del bambino.
|Ma sarà veramente la volta buona? Tutti si augurano di sì.
|Nagato Kyo
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"Mio dio, vecchio! Davvero il figlio dei coniugi Kudo è stato investito? E mi dici che ci facevamo in Giappone?"
"Giulietta, fammi finire!"
"Scusa, continua pure." 
 
"Mi conviene chiamare Yukiko per chiederle cosa è successo e se ci sono stati dei miglioramenti. Tu, intanto, porta le bimbe a scuola."
"Va bene. A dopo. Ran? Giulietta? Andiamo. La scuola vi aspetta!" Richiama a rapporto la ciurma.
"Eccoci papà!" Gridano all'unisono le bimbe.
"Noi andiamo. A dopo."
"Ciao."
Prendo il cellulare e scorro nella rubrica, sino alla lettera "Y".
"Pronto?" Risponde una voce incrinata dalle lacrime.
"Yukiko, sono io."
"Eri! Quanto tempo!" Cerca di nascondere la tristezza velocemente.
"Ho letto il giornale. Evita di recitare. Ti conosco bene. Ce la fai a venire qui, a parlare con me, mentre mio marito non è presente?" Chiedo, cercando di non accumularle altre cose. E' già troppo presa dal suo bambino.
"V...va bene. Ar...arrivo."
Dopo neanche 20 minuti, è sulla soglia della mia porta. 
"Yukiko, quanto tempo!" Cerco di tirarla su.
"E..ehi! Come stai? E come mai sei qui, in Giappone, piuttosto che essere in Germania?" Domanda, cercando di non tirare fuori subito l'argomento che riguarda suo figlio.
"Sto bene grazie. E per quanto riguarda l'essere in Giappone, mio marito è stato trasferito qui a tempo indeterminato. Quindi, fino a quando non ce lo diranno, staremo qui. Dimmi: vuoi qualcosa? Un caffè? Oppure una camomilla, così stendi un po' i muscoli?"
"Vada per la camomilla. Sono troppo tesa." 
Dopo circa una mezz'oretta, le porto la camomilla pronta.
"Eccola. Ti va di parlare un po' di questa faccenda?" 
"Va bene. Il dottor Ikeda non è molto fiducioso. Dice che Shinichi potrebbe avere una morte celebrale, se non da segni di vita entro la fine del mese. In caso dia segni, invece, potrebbe non camminare più da solo."
"In che senso"da solo"?" Chiedo sconvolta.
"Dice che potrebbe avere una paralisi non completa, ma che prendi dai fianchi in giù." Inizia a singhiozzare. 
"Mio dio! E' terribile! Come si può spezzare le ali ad una vita così giovane?"
"E'... e' quello che m..mi sto chi...chiedendo anch'io!" Grida, tra le lacrime. Ormai non sa più che fare, se non piangere.
"Ti auguro di avere tutta la felicità che meriti Eri e spero che la fortuna sia dalla tua. Ora vado. Il mio piccolo Shin ha bisogno della mamma." Cerca di scherzare, nonostante il momento terribile che sta passando.
 
"E dimmi: come è andata, poi?"
"Ci arrivo adesso."
"Ok."
 
*1 mese e mezzo dopo*
Eri's Pov:
 
DRIIN!
"Chi diavolo è a quest'ora?" Grugna mio marito, appena sveglio.
"Vado a vedere." Gli rispondo.
Mi alzo dal letto, mi metto la vestaglia e vado ad aprire la porta.
Sull'uscio mi trovo una Yukiko al settimo cielo.
"Oh Eri! Ciao!" Grida euforica, per poi accorgersi che sono in tenuta da notte.
"Scusa, vi ho svegliato?" Chiede.
"In effetti... sì. Ma tanto avevo messo la sveglia tra mezz'ora. Entra e dimmi. Come mai sei così felice, anche se immagino il perché..."
"Oh sì. Shinichi ha dato segno di miglioramento nell'arco di questo mese e mezzo. E' uscito dal coma ed il medico ha detto che non ha una paralisi permanente. Deve solo riposare i muscoli per due mesi e poi potrà iniziare a camminare con un tutore, fino alla completa guarigione. Non sai quanto sono felice!" 
Si vede che è al settimo cielo.
"Cosa intendi, però, con "deve riposare i muscoli per due mesi"?" Chiedo dubbiosa.
"Significa che dovrà andare a scuola su una sedia a rotelle per due mesi e farà la fisioterapia, poi potrà finalmente iniziare ad usare il tutore."
 
"E Ran c'entra in questa storia, vecchio?" Chiedo con un po' di gelosia.
"Ovviamente sì. Il rientro a scuola è stato duro per lui. Non potendo muoversi e giocare e per di più su una sedia a rotelle, venne deriso ed umiliato, ma non ha mai mollato. Solamente che si sentiva solo.
Tua sorella è stata l'unica persona che gli è stata vicino, nonostante il suo "hendicap". Lo ha accudito e gli è stato accanto per tutto il tempo della guarigione ed alla fine, prova ad indovinare coosa ha combinato quel moccioso dei Kudo?"
"Non lo so. Dimmelo te, vecchio."
"Ha finito con l'innamorarsi di Ran. Non si è mai dichiarato a tua sorella un po' per la vergogna ed un po' per la mancanza di tempo, dato che il mio contratto in Giappone era scaduto e dovevamo tornare a tutti i costi in Germania."
"E mia sorella? Si è mai innamorata di lui?" Domando speranzosa.
"No. Lo ha sempre reputato il suo migliore amico, ma mai oltre questa amicizia."
"E scusami una cosa: cosa c'entra questa storia con la scommessa?" Chiedo un po' confusa.
"Lascia che ti spieghi..."
 
*Un paio di mesi prima*
 
Yukiko's Pov:
"Caro, tra poco arriveranno i coniugi Mouri. Te li ricordi, vero?"
"Ovvio che sì. Te ed Eri eravate a scuola insieme. Come posso dimenticare un'avvocatessa di successo come lei, con una figlia con un cuore grande?" 
"Già."
 
"Come si è svolto il discorso, esattamente?"
"La madre di Shinichi ha iniziato a rimembrare quel brutto episodio di 9 anni fa ed ha iniziato a dire che il figlio non ha mai potuto dichiararsi apertamente a tua sorella.
Tua madre ha messo in chiaro che Ran non ha mai provato niente per Shinichi che non andasse oltre l'amicizia profonda. Ora non ricordo bene, ma sia io che Yusaku ci siamo ubriacati e abbiamo scommesso che tua sorella e quel buono a nulla di Kudo si mettano insieme. Io, invece, ho scommesso che non sarebbe mai accaduta una cosa del genere e se vincevano loro, noi avremmo pagato il matrimonio. Se invece avessimo vinto noi, loro ci avrebbero pagato la cena in uno dei ristoranti più "in" dell'America."
"Vecchio, è una cosa folle fare una cosa del genere! Stai scommerciando tua figlia!" Gli rispondo, sconvolta. 
"Mi dispiace tanto. Non sai di quanto mi penti di questo. Ti chiedo solamente di non raccontare nulla ne a tua sorella ne al giovane Kudo, chiaro?"
"Certamente. Ora se vuoi scusarmi, vado dai ragazzi. La pausa pranzo sta per finire e devo andare a vedere Ran per l'ingresso al club di karate. Vado. Ciao e salutami tutti, vecchio!"
"Non chiamarmi vecch..." Non finisce il discorso, che gli chiudo in faccia la telefonata.
Meglio andare. Sicuramente si staranno chiedendo che fine ha fatto.
 
Salve a tutti! (^^)
Finalmente siamo arrivati alla fine di questo interminabile capitolo.
Avete avuto le risposte che cercavate, come ad esempio come è nata questa stupida scommessa ed il perché Ran se l'era presa con Shinichi.
Ma nuove domande sorgono: chi è veramente Hojo Kimura? I discorsi tra la minore delle gemelle Mouri ed il maggiore dei fratelli Kimura, sono discordi di odio oppure questo sentimento potrebbe sfociare in qualcos'altro? E perché Misaki odia così tanto la famiglia Hirosawa, ma in particolar modo Sanjiro? 
Beh, anche queste nuove domande avranno le loro risposte a tempo debito.
Comunque grazie ancora a chi segue le mie storie e le recensisce, chi invece mi segue in silenzio, chi è entrato per sbaglio, ma poi l'ha letta tutta e un ringraziamento speciale anche a chi ha messo questa storia la le preferite, le ricordate e le seguite. Grazie ancora.
Come avete potuto notare, ho fatto tornare i nostri eroi sedicenni. Vi state chiedendo il perchè? Per una semplice motivazione: secondo quello che ho letto (se sbaglio, avvisatemi), i giapponesi finirebbero la scuola in 3° superiore e poi passerebbero all'università. Ora, a me da un po' fastidio scrivere una cosa del genere, quindi ho decido di rimandarli indietro di un anno, in modo che avessero la stessa età della trama originale di Gosho-sensei.
In più ho un'annuncio da farvi: sospenderò, purtroppo, fino a data non prestabilita, l'altra mia FF. Non è per mancanza di ispirazione (ok, forse anche un po' quella), ma non riesco ad aggiornare due FF contemporaneamente. Ci sono troppi eventi che finiscono con il confondermi le idee. Ora vi chiederete: come mai hai voluto sospendere "L'ultimo giorno della mia vita" invece che "Quando la vita ti riserva qualcosa di meraviglioso"?
Per due motivi ben precisi: il primo è che tra le due FF, la più "vecchia" è questa e quindi mi conviene farla finire prima dell'altra. L'altro motivo è che questa FF mi ha messo più carica che in quell'altra. Ci sono più "tra le preferite, le ricordate e le seguite" e più recensioni. Quindi ho come la sensazione che apprezzate di più questa che l'altra.
Detto ciò, passo ai ringraziamenti.
No, ok. I ringraziamenti li ho fatti prima, quindi evito di ripetermi.
Detto questo, vi auguro delle vacanze fantastiche ed incrocio le dita per i maturandi che devono aspettare i risultati degli esami. (Ok, non sono esperta in queste cose, dato che il mio esame di maturità è ancora un po' lontano, quindi non so come rigirarmi in questo discorso. Scusate se ho detto qualcosa di sbagliato.)
Happy holiday 2013! Kiss
Essellunga1998

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

Salve a tutti! (^^)
Grazie per esser passati anche questa volta!
C'è un dubbio che mi persiste da un po' e vorrei che voi mi aiutaste a capire: perché, nonostante le 100 e passa entrate nell' undicesimo capitolo, le recensioni sono SOLO 3?
Ok. Io non sono quel tipo di persona che dice: "Se non ci sono almeno 10 recensioni, non pubblico il prossimo capitolo.", ma almeno commentate, anche volti nuovi (soprattutto quelli), ogni tanto per farmi capire se vi piace l'andazzo della storia oppure no! (T^T)
Bene, tralasciando questo, vorrei passare al nuovo capitolo. 
Questo sarà il capitolo della VERA storia. Cioè, mi spiego: per ben 10 capitoli, non è assolutamente successo niente (tralasciando l'entrata di Ran nel 4° capitolo, il bacio nell' 8°, la scommessa ed il passato dei due protagonisti nell' 11° e precendente capitolo), quindi ho deciso che è arrivato il momento di far tirare VERAMENTE fuori gli artigli, difendere, con le unghie e con i denti, ciò che è di proprietà propria (ok, quest'ultima non è proprio ideale per indicare una persona, principalmente di sesso femminile). Finalmente vedremo i personaggi lottare per ciò che è loro. 
Questo capitolo comprenderà molte cose e ci saranno ben DUE colpi di scena (o meglio: il secondo sarà IL colpo di scena di questo capitolo).
Quindi, mettetevi comodi, che è arrivato il momento di far sputare sangue (nel vero senso della parola. Se non capite cosa intendo, aspettare di leggere tra poco) a questi ragazzi.
Il capitolo sarà incentrato sul triangolo Shinichi/Sanjiro/Ran. Ovviamente, alcuni personaggi (di contorno e non) non saranno lasciati a far niente, anzi: saranno importantissimi per questo capitolo.
In alcune parti del capitolo, non ci saranno i Pincopallino's Pov, ma la narrazione mia. Il perché? Semplice: perché è necessario. Quando vedrete scritto Narratrice's Pov, vorrà dice che sarò IO a prendere le redini in mano della storia. 
Bene, dato che ora mi sono sfogata con voi (e SU di voi) con questo monologo, credo sia arrivata l'ora di lasciare spazio a Shinichi&co. Buona lettura. Kiss.
 
Hiromi's Pov:
 
"... E viene stesa a tappeto. Ran Mouri si aggiudica l'incontro." Grida il capo-allenatore di Karate.
Gli urli ed i cori assordanti, tipici da stadio, sia maschili, che femminili, mi urtano molto.
Dove sono finiti quei bei momenti in cui IO venivo acclamata? La meravigliosa ed affascinante Hiromi Hirosawa, cintura nera di II° Dan, ora è lasciata a se stessa, per colpa di quella brunetta. Insopportabile.
Nello stesso momento, mi arriva una chiamata. Esco fuori dalla palestra per poter rispondere.
Sul display leggo il nome di Shinichi Kudo. Aspetta: SHINICHI KUDO? Il mio orsacchiotto? Perché mi ha chiamato?!
"P...Pronto?" Rispondo, in preda ad un'improvviso e stupidissimo rossore.
"Sono io. Non ti ho certo chiamato per sapere come stai, ma per un'altra cosa: so che sei andata a vedere l'incontro di Ran per entrare nel club di karate. Dimmi: com'è andata?" Chiede, con la voce un po' affaticata.
Un rumore di rottura. Un rumore che proveniva da me, dal mio cuore.
"B...Bene, perché? Non puoi chiederlo alla diretta interessata, scusa?" Rispondo tra l'offesa e l'ammaregiata.
"Non posso: non ho tempo. Sono a giocare una partita di calcio con i ragazzi delle medie e sta per iniziare il secondo tempo e per di più sono sicuro che ora sarà andata a fare la doccia, quindi può anche non sentire la suoneria del suo cellulare. Quindi l'ho chiesto a te."
"E perché non a sua sorella?" Continuo con lo stesso tono di prima.
"Perché non ho avuto tempo di chiederle il numero di cellulare. E poi mi era passato di testa. Ora se vuoi scusarmi, devo andare. Sta per incominciare il secondo tempo. Ciao."
TUUU TUUU 
Il rumore del telefono che viene messo giù. Il senso di solitudine si crea dentro di me. Quanti di noi, dopo che l'interlocutore mette giù, ci sentitiamo dei poveri scemi perché non abbiamo avuto l'occasione di potegli raccontare un segreto che avevamo nel cuore da troppo tempo? Del tipo: "Ehi, sei il migliore amico che abbia mai avuto!" oppure "Ehi, lo sai che senza di te, non potrei vivere? Sei la mia salvezza, grazie." oppure ancora "Ehi, lo sai che ti amo dal primo momento che ti ho conosciuto? I tuoi occhi, il tuo naso un po' troppo grande per la tua età, il tuo sorriso che riesce a tirarmi su, anche se era un sorriso sforzato? La tua personalità, il tuo essere timido, non riuscire a comunicare quello che vuoi veramente ed arrabbiarti con te stesso, maledicendo Madre Natura per averti fatto troppo timido? Fare il ganzo con gli amici, fare scemate che, tra qualche anno, le reputerai una sciocchezza del tuo passato, avere mode, del tipo fumare e ricordarti ogni volta che può farti male? Dirmi semplicemente un "Ciao", quando per me può essere "Ciao, sei uno schianto, ciao."? Ecco, è questo, quello che amo di te." (Come siamo poetiche quest'oggi... PSshinichi Leggo troppi post, su FB, delle mie amiche che non fanno altro che scrivere cose di questo genere e finisco con l'esserne influenzata. u.u PSme) 
E poi finiamo con il sentirci soli, quando non riceviamo la risposta che volevamo.
Ecco come mi sento.
In preda ad un'attacco di pianto, corro verso il parchetto. Arrivata lì, inizio a piangere come una fontana.
"Ecco! Il mio non è proprio uguale al tuo, ma spero ti possa piacere." Me lo avevi consegnato con un po' di tristezza in volto, perché credevi che mi sarei limitata ad un peluche di un'orso, che teneva in mano un cuore, con su scritto: "ti amo da morire!".
Una collanina di argento con un ciondolo che si apriva, con dentro una foto di noi due e del primo giorno di scuola.
"So che stiamo insieme da neanche 3 settimane, ma aspettavo questo momento da un po' di tempo. Sei sempre stata circondata dai ragazzi per la tua bellezza e dalle ragazze perché hai un carattere forte e deciso ed è per questo che non ho mai potuto avvicinarmi a te. Spero che con questo dono, tu possa capire quanto tengo a te." Hai detto con un tono di scuse e pieno d'amore.
Già... Tu sei stato mio per un anno e mezzo. Un meraviglioso anno e mezzo. Poi ho combinato l'impensabile. Stavi per partire per il raduno di calcio, verso Kyoto. Eri così contento, che mi sono emozionata a vederti così. Eri felice come un bambino che ha ricevuto la cioccolata dopo aver fatto il bravo.
"Mi raccomando: chiamami ogni giorno, verso la sera tardi. Prima non posso risponderti, dato che dobbiamo preparale la cena.
Conto su di te, Hiromi." Mi avevi avvisato, col tono tra tristezza, perché stavi via due settimane e con un tono di supplica, perché ti sarei mancata tanto.
"Non ti preoccupare, orsacchiotto mio. Ogni sera, prima di andare a letto, ti chiamo, ok?" Era stato uno tra gli ultimi saluti con dentro il nomignolo "Orsacchiotto".
Poi ho fatto la più grande sciocchezza in assoluto. Avevo incontato Masao, il capitano della squadra di Basket. Un tipo atletico, circondato dalle ragazze... 
Quella sera mi invitò a cena e subito dopo finimmo in un bar. Avevo alzato troppo il gomito e avevo finito col pomiciare con lui ed eravamo andati più avanti. 
Il problema fu che il mio telefono fece partire la telefonata proprio a te, caro il mio Shinichi ed avevi ascoltato tutto.
Avevi urlato con tutta la forza che avevi in corpo e poi hai chiuso la chiamata.
Purtroppo mancavano tre giorni alla fine del raduno e per quei stramaledetti tre giorni, in qualsiasi momento in cui ero libera, lo chiamavo, non ricevendo risposta.
La sera prima di tornare a casa, finalmente si degnò di accettare la mia telefonata.
"Che vuoi?" Mi rispose con un tono di chi non perdona una persona così facilmente.
"Volevo chiederti scusa. Non sai quanto mi dispiace. Io..." Tentai di continuare la frase, ma venni fermata da lui.
"Hai per caso alzato troppo il gomito e, per strano gioco del destino, hai finito con andare a letto con lui? E' questo il modo che avete voi donne per aspettare i vostri partner? Beh, se è così, preferisco rimanere single per tutta la vita. Ciao."
Da quel momento, non lo ho più sentito.
Per tutta la notte non avevo fatto altro che sognare il suo ritorno all'aereoporto, lui che mi si avvicinasse, mi abbracciasse e mi disse: " Quello che ti ho detto al telefono è tutto uno scherzo! Ti prego: torna da me!" 
Ma, a volte, i sogni non sono realtà. Tornato da Kyoto, mi si era avvicinato, mi aveva guardato con occhi feriti nell'orgoglio e pieni di rabbia e con una voce bassa e pacata, talmente pacata da fare paura, tirò fuori solo due parole che mi avrebbero portato solo dolore: "Dobbiamo parlare." 
A quel punto mi sono sentita morire. Dopo un viaggio in taxi, mi ha fatto accomodare in casa sua e con parole semplici, ma taglienti come delle lame, ha chiuso la nostra storia.
"Mi avevi promesso che mi saresti stata sempre vicina e fedele, nonostante la distanza, ma pare che tre giorni fa, quella promessa è andata a farsi benedire. Io non perdo tempo con gente che mi pugnala alle spalle. C'è stata quella fase, ma ora non più. Finiamola qua."
Con estremo dolore iniziale, mi sono ripromessa che l'avrei vegliato da lontano, ma quella Ran Mouri ha scatenato in me la voglia di riconquistarlo.
Ed il mio odio, tanto da progettare la vendetta, verso quella gatta morta è salito a dismisura dopo quel maledetto bacio sulla terrazza di casa mia.
Non posso permettere che Shinichi venga portato via da lei. Parola di Hiromi Hirosawa!>
 
Narratrice's Pov:
Ma cosa avrebbe potuto vendicarsi Hiromi, con una mente contorta come la sua?
Doveva essere qualcosa di memorabile. Un qualcosa che Ran Mouri non avrebbe mai scordato. Oh, se non l'avrebbe più dimenticato!
E lì, tra le lacrime, un sorriso malefico. Il piano perfetto le era entrato in testa.
Ma un piano talmente particolare che avrebbe DEFINITIVAMENTE allontanato i due cari "piccioncini".
Ma aveva bisogno dell'aiuto di quella persona. Il problema restava convincerla, ma era sicura che l'avrebbe aiutata.
Chi poteva dire di no a Hiromi Hirosawa?
 
Villa Kudo
Ore 20:30
Ran's Pov:
 
"Ran, tutto ok? E' da prima che ti guardi intorno..." La voce preoccupata di Shinichi mi desta dai miei pensieri.
"Scusami. E' solo che non faccio altro che tremare e non è per il freddo. Ho una brutta, anzi no: bruttissima sensazione..."
"Sesto senso?" Chiede, curioso.
"Senso femminile."   
"Secondo me, qualcuno ti sta pensando intensamente..." Scherza.
 
Shinichi's Pov:
 
"Secondo me, qualcuno ti sta pensando intensamente..."
Non so il perché, ma la mia frase deve averla particolarmente incuriosita.
"Sicuro? A me non sembra. E' vero: sono tutti così gentili con me e Giulietta perché siamo nuove, non per altro. Tu credi, il contrario?"
"Assolutamente no."
DLIN DLON
Il campanello della porta, suona.
"Chi è a quest'ora?" Domanda Ran.
"Non lo so. Vado a vedere."
Sull'uscio della porta ci sono un mazzo di orchidee (Sapete tutti che: Ran=Orchidee, vero?) con un biglietto, diretto a Ran.
"Queste sono per te." Porgo le orchidee a Ran.
"Leggi, sono curioso. Che cosa c'è scritto sul bigliettino?"
"Ok, lo leggo."
 ____________________________________________________
|Carissima e gentilissima signorina Ran Mouri,
|oggi, al club, è stata fenomenale. Le sue abilità sono davvero eccellenti.
|Pensi che anche mia sorella pratica karate nella sua stessa scuola.
|Comunque, non perdiamoci nei discorsi troppo lunghi.
|Vorrei poterla conoscere di persona.
|E' possibile fare sabato, al parchetto di Beika, intorno alla 14.00?
|Se sì, sarei immensamente grato della sua presenza.
|Grazie in anticipo
| S.H, (Un suo ammiratore) 
|___________________________________________________
 
"S ed H? Chi può essere? In classe nostra ci sono solo due persone che hanno queste iniziali e che hanno le sorelle che praticano karate: sono Shinji Hasegawa e sua sorella è Shioko, e poi c'è Shoichi Hara e sua sorella è Yuriko. Shinji è fidanzato da almeno 10 mesi, mentre Shoichi si è mollato circa 2 mesi fa, quindi sarebbe da escludere Shinji, ma non è detto."
"Perché, Shinichi? Scusa, hai detto che Shinji è fidanzato da circa 10 mesi, no? Allora perché includere anche lui nella lista?" Chiede dubbiosa, Ran.
"Capisco il tuo dubbio. Ti rispondo subito. Conosco la sua ragazza. E' davvero pericolosa, quando è spinta dalla gelosia. E' capace di far ricadere la colpa sulla povera malcapitata di turno, se questa ci prova con il suo ragazzo. Ora che sei arrivata te, le cose potrebbero complicarsi. Il tuo arrivo è un po' come la pioggia dopo un periodo di siccità. I ragazzi ti hanno addocchiata e sono capaci di fare pazzie di fronte ad una ragazza bella come te. Lo stesso può essere capitato a Shinji. La sua ragazza deve aver visto come ti guardava e magari questo biglietto è stato scritto da lei, magari imitando la calligrafia di Shinji, può averlo spedito al posto del fidanzato, dato che ha le sue stesse iniziali. La ragazza in questione è Saori Hayashi, quindi non mi fiderei neanche di Shinji... Un momento!" La lampadina del cervello si accende.
"Cosa c'è?" Chiede con un po' di timore, Ran.
"C'è un'altra persona che ha la sorella che pratica karate. Prova ad indovinare. Magra, circa 158 cm, bionda, occhi verdi... Non ti ricorda nessuno?"
"Un secondo... aspetta! Hiromi Hirosawa! Ma scusami: Hiromi Hirosawa inizia per H ed H, Lei che c'entra?"
"Il fratello come si chiama?" 
"Sanjiro Hirosawa... S ed H... Forse è lui il mio presunto ammiratore." Risponde euforica.
"Ti ricordo che non è l'unico, anche se è il più sospettabile tra i tre. Pazienza. Aspetteremo sabato per sapere chi è..."
"Aspetta! Come aspettEREMO? Vuoi dire che è un'uscita a tre?" Domanda sconvolta.
"Ma no! Io vi spierò tutto il tempo. Se succede qualcosa, mi precipiterò sul tuo "ammiratore segreto", ok?" Calco su "ammiratore segreto", utilizzando le virgolette.
"Ora andiamo a letto, che domani ci sono due ore con quella iena della professoressa di inglese. Se andasse in pensione, sarebbe meglio per tutti. Dai, notte." Saluto Ran e mi dirigo verso la mia camera.
"Ah, Shinichi?" Mi ferma Ran, prima di entrare nella stanza.
"Sì, dimmi." Chiedo curioso.
 
Ran's Pov:
"Sì, dimmi." Mi domanda.
"No, niente di importante, sul serio. Scusa. Notte."
"Buonanotte e sogni d'oro."
"Grazie ed altrettanto." Rispondo e mi fiondo in camera. 
Sulla scrivania c'è ancora la lettera che ho ricevuto oggi, uscita dalla palestra.
FLASHBACK
"Ottimo lavoro Mouri. Sei davvero brava. Non vedo l'ora di potermi allenare con te, sai?" La frase di Urako Abe, la ragazza alla mia destra, mi colpisce molto.
"Davvero vuoi lottare con me? Sinceramente non sono ancora un membro a tutti gli effetti del club. E poi te sei il capitano della squadra, io sono una del gruppo. Perché lottare con una che non ha esperienza con il gruppo?"
"Perché poche persone come te riescono ad essere eleganti ed allo stesso tempo letali ed è per questo che il capitano Abe vuole lottare con te. Ritienilo come un'onore speciale. Oltre a te, solo Hiromi Hirosawa è riuscita a combattere contro il capitano Abe." Mi viene data come risposta da Maki Kondo, la ragazza alla mia sinistra.
"Davvero ragazze?" Chiedo incredula. Strano. Non mi aspettavo che Hirosawa praticasse qualche sport, men che meno il karate.
"Sì, davvero." Una voce maschile mi giunge alle orecchie.
La voce è di niente meno che Sanjiro Hirosawa.
"Signorina Abe, signorina Kondo, signorina Mouri. Piacere di rivedervi."
"Ok, ciao Hirosawa." Come mai le voci delle ragazze accanto a me si sono improvvisamente addolcite? Non ditemi che hanno una cotta per quell'antipatico di Sanjiro?
"Sono passato di qui per sapere come è andato l'incontro tra la Mouri e la sfidante."
"E' andata magn..." Inizia Kondo, ma la interrompo.
"E a te cosa dovrebbe interessartene, Sanjiro? Mica sei un mio parente, men che meno il mio ragazzo."
"Oh, suvvia. Sei ancora arrabbiata con me dal giorno della festa di compleanno? Ma saranno passate almeno due settimane e per di più non avevo detto sul serio a Shinichi. E' il mio modo di rivolgermi, quando è in presenza di una ragazza. Non provo rancore nei suoi confronti, no no. Senti, cambiando discorso, c'è una cosa di cui dovrei discutere con te, è possibile in privato?"
"Abe, Kondo: è possibile parlare un po' in privato con il tizio qui presente? Non mi tratterò moltissimo..."
"Va bene. Ci vediamo domani al club, va bene?" 
"Va bene Abe. Ciao, a domani."
"Ciao!" Salutano in coro.
"Dimmi, cosa vuoi da me, esattamente?"
"Come siamo fredde. Ed io che volevo fare amicizia con te... Pazienza, sarà per un'altra volta. Tieni: questa lettera è per te. Non leggerla, sino a quando non sei a casa. E cosa ancora più importante: Shinichi non deve sapere assolutamente niente, va bene?"
"Perché?" Chiedo, con assoluta naturalezza.
"Questioni burrocratiche, ok? Bene, spero che il contenuto ti possa piacere. A presto." 
FINE FLASHBCK  
 _______________________________________________________
|Gentilissima signorina Ran Mouri,
|grazie per aver letto la mia lettera.
|Spero che le direttive che Sanjiro le ha dato, siano state compiute.
|Come può ben leggere, questa è una lettera. Ma cosa contiene all'interno?
|Dentro troverà un foglio, oltre a questo, dove ci saranno delle indicazioni.
|Che genere d'indicazioni? Beh... Dovrà uscire per un giorno con Sanjiro.
|Perché le chiedo questo favore?
|Perché Sanjiro, ultimamente, è un po' sofferente ed ha bisogno di un volto
|femminile che non sia ne di sua sorella, ne le compagne di università.
|Quindi le chiedo se è disposta a passare un pomeriggio con lui.
|Comunque il foglio contiene il VERO luogo e data, perché, quasi sicuramente,
|ci sarà anche il signorino Shinichi Kudo a spiarla.
|Quindi, questa sera, arriverà un mazzo di fiori con un bigliettino che indicano
|luogo ed orario completamente sbagliati.
|Detto questo, spero di trovaela in ottima salute per sabato.
|A presto. 
|                                          S.H. (Il suo ammiratore)
|________________________________________________________
 
 
Shinichi's Pov:
 
Sabato, ore 14.10
Parco di Beika
Shinichi's Pov:
 
 
Narratrice's Pov:
Più il tempo passava e più Shinichi sembrava spazientirsi. Dove erano finiti quei due? Perché ci mettevano così tanto?
Poi il lampo di genio. Perché Shinichi ci aveva messo così tanto per capire una cosa così stupida? Perché non ci aveva pensato prima? Era stato veramente superficiale e nel lavoro del detective non bisogna essere superficiali, in nessuna circostanza.
E lui che credeva che fosse uno scherzo bello e buono! Ma di cosa sto parlando, esattamente?
Beh, ovviamente della lettera indirizzata a Ran.
L'aveva trovata involontariamente sulle scale di casa sua. Una busta rossa, rossa come il sangue e come la passione.
L'aveva notata per la sua colorazione un po' particolare e per il suo contenuto, che non ha mai guardato, pensando fosse una lettera di un'ammiratrice, indirizzata a lui. Sino a quando non ha letto il nome e l'indirizzo: Per Ran Mouri, a casa sua.
E l'aveva tenuta con se, per leggerla in un secondo momento.
E quel secondo momento finalmente è arrivato. Su un taxi, aveva dato delle indicazioni precise: al viale dello shopping di Beika.
Il conducente, in un primo momento, provò pena per il ragazzo. Pensò che la sua fidanzata se la stava filando con un altro, ma in un secondo momento notò qualcosa di particolare negli occhi di quel ragazzo: un'amore non ancora confessato, la pena che si prova, quando qualcuno ti porta via la donna della tua vita via per una frazione di secondo. E poteva capirlo. Oh se poteva capirlo. Perdere quella gentilissima cliente che, tutte le mattine, prendeva il suo taxi. Si erano finalmente conosciuti e si era innamorata di quella donna in carriera, pronto a confessarsi ed a chiederle di sposarlo, ma quella ragazza aveva finito per sposare un suo collega. Un uomo ricco, che la portava al lavoro tutte le mattine, così che il povero tassista rimanesse senza una persona buona come il pane da accompagnare al lavoro e di cui chiedere la mano.
E' stato questo il pensiero del tassista a vedere Shinichi, impegnato nella ricerca di Ran e di Sanjiro. 
 
Shinchi's Pov:
Sapeva che non avrei abbandonato Ran, che l'avrei seguita di nascosto ed è per questo che ha inviato il bigliettino!
Furbo lui! Aveva anticipato le mie mosse! Ed io, stupido, mi chiedevo il perché si fosse spinto fino a questo punto... si stava burlando di me! Il problema, ora, è cercare Ran e quel maledetto in mezzo a tutta questa gente. Dov'é? Dove sono?>
 
Narratrice's Pov:
Le ricerche furono vane. Quel giorno c'era tanta gente a causa dei saldi e fu difficile cercare due persone all'apparenza come le altre. Quindi Shinichi sperò vivamente che non fosse accaduto niente di terribile a Ran.
Si sentiva responsabile da quando Ran era arrivata a casa sua. Si sentiva terribilmente attratto da quella ragazza. Una ragazza dai lunghi capelli castani, gli occhi azzurro-lilla, il fatto che avesse un carattere terribilmente strano.
E sapere che lei fosse in giro con un pezzo di feccia come Sanjiro, Shinichi sentiva il sangue salire alla testa. 
Nel frattempo era arrivato a casa ed aveva aiutato Giulietta a traslocare in una camera, accanto a quella di Ran.
Contemporaneamente, Ran aveva passato un bellissimo pomeriggio con Sanjiro. Aveva scoperto nuovi lati di lui ed aveva cambiato la sua opinione sul suo conto. Non si era mai permesso di farle del male ed era sempre gentile con lei.
Però, nella sua testa, c'era sempre una vocina che le diceva: Non ti fidare, non ti fidare. Ti farà del male. Non ti fidare.
Ma per quella giornata, Ran aveva deciso di non ascoltare quella vocina fastidiosa che le ronzava in continuazione.
Era stato un pomeriggio all'insegna dell'allegria per lei ed un pomeriggio snervante per Shinichi.
Ma sembrava tutto normale, sino a quando Sanjiro riportò a villa Kudo la Mouri. Tra pochi attimi, la vendetta di Hiromi sarebbe stata celebre di uno dei più terribili scontri.
Ma che cosa è successo di così tanto terribile? Mentre la Mouri tornava a casa, iniziò a piovere. Le stagioni delle piogge erano ufficialmente iniziate.
Tutto tranquillo, tutto liscio. Ran era a casa, sana e salva. Aveva pure salutato calorosamente Sanjiro e lui, colto da un'attimo di passione, di foga e di attrazione nei confronti della ragazza, l'aveva baciata, sotto gli occhi increduli di Shinichi.
Ran fu completamente spiazzata. Non riusciva a crederci. Sanjiro, il ragazzo su cui aveva cambiato idea, la stava baciano!
In quel lasso di tempo, le tornò in mente il discorso che Shinichi le aveva fatto, dopo aver avuto la possibilità di conoscere Sanjiro: "Ti dico solo una cosa Ran: stai molto attenta. Farà di tutto per portarti via la vita che stai cercando di costruire qui. Tutto: scuola, amicizie nuove, l’amore... E' per il tuo bene..."
Shinichi. Già, Shinichi. Non si immaginava che lo scambio culturale si sarebbe svolto a casa di quel ragazzino ferito gravemente.
Le era ritornato alla memoria i primi giorni che Shinichi era rientrato a scuola, dopo quel brutto incidente.
Tutti che lo prendevano in giro, dicendo cattiverie che avrebbero fatto piangere chiunque. Ma lui no. Lui era capace di sopportare qualsiasi dolore, anche quello psicologico. Ma Ran non sopportava l'idea di vedere un bambino tutto solo e aveva deciso di fare amicizia con lui.
Era un bambino fuori dal normale: già da piccolo era capace di risolvere misteri anche più grandi di lui. E mentre questa amicizia cresceva sempre di più, le sue ferite guarivano sempre più velocemente ed il tempo passava alla stessa maniera, tant'è che era gia arrivato il giorno di Tanabata.
Era andato a chiamare Ran se voleva venire con lui e con i suoi genitori, ma Ran non rispondeva. Ne alle chiamate, ne ai messaggi in segreteria.
Non era venuta neanche a scuola, quel giorno, dato che avevano fatto una festa per tutti i bimbi delle elementari. Perché? Perché, anche lei, aveva tradito la fiducia di un bambino che si era appena innamorato di lei?
Non poteva perdonarla, non poteva, non doveva. Ma si sà che l'amore è strano e, pochi giorni dopo, arrivò una chiamata dalla Germania. Era proprio Ran.
"Perdonami Shinichi se non ti ho raccontato niente. Io odio dare gli addii. Mi rendono sempre triste. Non potevo sopportare l'idea che dirti addio di persona. Il mio, però, non è un'addio. Forse papà potrà avere un'altro contratto in Giappone e potrò tornare da te. Sei contento?"
Ovvio se era contento! Ma, più gli anni passavano, e più le speranze di Shinichi svanivano.
Ma quel momento era arrivato e lui stava perdendo un'occasione della vita per colpa di Sanjiro. Dopo la scena del bacio, il povero Kudo perse completamente il lume della ragione e cercò di uscire di casa, ma venne fermato, per poco tempo, da Giulietta.
E Ran? Si sentì libera dopo non si sa quanto. Le sue labbra erano libere da quella stretta troppo dura, quelle labbra che chiedevano accesso e che lei non voleva.
Il sangue sgorgava dalla mano del suo coinquilino. Alla vista di quel sangue, cacciò un urlo che fece tornare in se Shinichi.
Guardatosi la mano ed il viso di Sanjiro, per un attimo si sentì felice. Finalmente aveva procurato dolore ad una persona che odiava con tutto se stesso, ma quella sensazione durò pochissimo. Le lacrime, che sgorgavano dagli occhi di Ran, lo fecero penare. Penare perché aveva compiuto un'azione terrificante.
Sanjiro venne medicato e rimandato a casa. La macchina sarebbe stata portata via dai suoi genitori. Però non venne mai detta la verità. Sanjiro era finito in una rissa, nel viale dello shopping, per cercare di fermarla, ma era stato preso a botte.
Tutti ci credettero, tranne una persona: Hiromi.
Sapeva che le ferite erano state inferte da Shinichi, dato che il lunedì seguente, a scuola, era venuto con una mano fasciata, dicendo ai più curiosi che era caduto dalle scale.
Hiromi, però, non riusciva a capire: il fratello doveva solo baciarla di fronte a Shinichi e stop. Perché, da quel momento, era sempre così triste e malinconico? Doveva essere per forza colpa della brunetta, ne era certa.
Ma doveva continuare il suo piano di vendetta, anche a costo di far soffrire, sia fisicamente che psicologicamente, tutte le persone che l'aiutavano.
Ma doveva aspettare ancora un po'. Almeno fino alla completa guarigione di Sanjiro. Nel frattempo il piano era ancora in atto. Le due ragazze con cui Ran aveva iniziato a fare amicizia, si allontanarono velocemente e freddarono ogni rapporto, anche minimo, con Ran.
Non riusciva a capire: aveva creduto di essersi fatta due amiche, ma non era così. Qual era il motivo che aveva spinto Abe e Kondo a finirla lì?
Era stata Hiromi. Aveva raccontato, per filo e per segno, quello che era riuscita a spillare dal fratello più qualche piccola ed insignificante bugia, avvicinandosi in maniera molto pericolosa alla verità.
Abe e Kondo erano spiazzate: davvero Ran è una ragazza così gatta morta? Non potevano crederci.
Purtroppo la notizia si diffuse velocemente in tutta la scuola e nei vari club non si faceva altro che parlare solo di questo. Ran venne ettichettata come "gatta morta", ma venne creduta solo da Misaki, sua sorella Giulietta, Hojo ed ovviamente, Shinichi.
La sua vita era un'inferno. Era tentata di scappare e tornare in Germania, ma così non avrebbe mai potuto dimostrare ai suoi genitori che se la sarebbe cavata da sola, anche se a scuola la guardavano male.
Sperava che tutto sarebbe finito lì, che in qualche giorno o mese le cose sarebbero state un pochino dimenticate, ma non si aspettava che il mondo le sarebbe caduto addosso poco tempo dopo.
 
Oilà! (^^)
Salve a tutti! 
Buon Ferragosto a tutti quanti! (In ritardo, come sempre. Pazienza.)
Spero che lo abbiate passato bene. Io sì. Al mare, a mangiare al mare con amici e parenti...
Sì, è stato magnifico. (u.u)
Bene, tralasciando questo, vorrei passare al capitolo. 
Com'è stato, secondo voi?
Troppo forte? Troppo scontato? Troppo "non è nel genere della storia?"
Pazienza. E' uscito così. Spero non vi abbia recato troppo fastidio.
Bene. Ora che ho fatto, la storia si avvicina alla fine. Sì, avete proprio capito bene: finirà.
Alcuni di voi saranno felici, dopo aver letto questo capitolo. Altri no. 
Ma ormai ho il finale in testa e lo devo sviluppare bene, ma c'è.
Dopo la fine di questa, devo portare a termine l'altra, lasciata in sospeso, per poi concludere anche quella e, finalmente, dedicarmi ai miei due progetti che non ho potuto ancora sviluppare a causa del poco tempo e delle troppe FF iniziate e non concluse.
Detto questo, godetevi (e godiamoci) al meglio questo ultimo mese di vacanze. Un bacione a tutti quanti. Kiss
Essellunga1998

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