I'll find you

di Melipedia
(/viewuser.php?uid=193835)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


http://24.media.tumblr.com/5df12a105e81e0f53f4375392f6482d1/tumblr_mmfrqwVMyv1rra7yto1_500.jpg

A Ness, perché me l’hai betata,
perché mi piace dedicarti le storie
e soprattutto, perché un giorno troverò anche te

 

Thad non avrebbe dovuto andare a Parigi quell’estate.

Lui sarebbe dovuto essere in Messico da sua madre e sua sorella in quel momento, con la sua ragazza, la stessa ragazza che un mese prima aveva beccato con un altro, la stessa ragazza che pensava di amare e che voleva presentare a sua madre, a cui un giorno avrebbe voluto chiedere di sposarlo, la stessa per la quale aveva negato la sua bisessualità, perché a lei quelli come lui facevano schifo,

I suoi amici l’avevano trascinato a forza a Parigi, dopo una settimana passata a scopare ragazzi a caso allo Scandals, per distrarlo.

E, c’erano riusciti molto bene infatti: erano stati lì due settimane e ogni sera erano andati a una festa o per locali. Si era dato alla pazza gioia solo una sera, la prima, e dopo di ché aveva dovuto fare da balia a quelli scalmanati che aveva per compagni di scuola e amici, concedendosi al massimo una birra, nemmeno decente, perché per quei francesi era tutto o champagne o super alcolici.

E mentre i suoi amici erano troppo stanchi e sbronzi, lui di mattina aveva visitato tutta Parigi, da solo con la sua fidata Nikon al collo, tipico turista che girava spaesato per le grandi città europee.

Ma in fin dei conti non poteva lamentarsi, era stata una bella vacanza, e si, aveva smesso di pensare ogni tanto.

Era pronto a tornare in America e ricominciare da capo.

La Francia era un bel posto, ma in fondo quello non era stato uno di quei viaggi che cambiano la vita,o almeno non era stato così per Thad finché non era salito sul pullman verso l’aeroporto.

Era lì che li aveva visti, fermi ad un semaforo, un paio di occhi verdi, così tristi e luminosi allo stesso tempo, dicendo con un solo sguardo così tanto e così poco allo stesso tempo.

I loro sguardi si incrociarono e quando quegli occhi guardarono lui Thad sentì un tonfo al cuore,sentendo quasi un filo di argento che partendo da lui lo collegasse a quegli occhi.

Cosa avrebbe potuto fare? Prendere un foglio e scrivere il suo numero allo sconosciuto? No,sarebbe sembrato una puttana. Il suo nome? E poi? Una foto col telefono? Un maniaco.

E poi il semaforo scattò mentre lui pensava velocemente e Thad rimase a cerare quegli occhi per tutta la strada, in ogni volto, in ogni persona, in ogni cosa.

Si, decisamente quello era stato un viaggio che, anche se solo all’ultimo minuto, gli aveva cambiato la vita.

E non sapeva nemmeno quanto.

 

Sua madre gliela aveva detto quella mattina. 
Ci trasferiamo in Ohio, tuo padre é stato promosso in un nuovo ufficio lì, ti abbiamo trovato anche una scuola, un collegio maschile di altissimo livello.

E,come tutte le volte, Sebastian si era elegantemente alzato dal divano, senza dire una parola, e se ne era andato sbattendo la porta,con quel comportamento che sua sorella denominava ‘’la calma prima della tempesta’’.

E come dargli torto, dato che quella che si scatenava nella testa di Sebastian era riduttivo chiamarla tempesta, era un vero e proprio tifone, e guai a disturbarlo, o ne saresti rimasto travolto, schiacciato, e non è detto vivo.
Sebastian non era arrabbiato tanto per il fatto che si trasferissero, di nuovo, quanto per il breve preavviso dei suoi genitori.

Dopo essersi trasferito a NY era dovuto scappare di casa per tornare in Francia,quando aveva perso Louis. Meningite gli aveva detto la madre di lui e Sebastian non era riuscito a dirgli addio, a dirgli ti amo un ultima volta. Quando era tornato in America poi era stato peggio, perché non aveva niente e così passava le serate a ubriacarsi e a farsi usare.

Finché non aveva incontrato Nicole. Lei l’aveva raccattato e aiutato a rialzarsi,era la sua migliore amica,e lui non avrebbe neanche potuto salutarla come si deve e abbracciarla un ultima volta perché quando lei sarebbe tornata dalle Filippine lui sarebbe già stato chiuso nella sua nuova scuola-carcere.
Bhé, in fondo forse la scuola non sarebbe stata male, un collegio maschile significava tanto sesso.
Solo una cosa Sebastian si era ripromesso passeggiando per le strade di Parigi.

Non si sarebbe legato più a nessuno. Niente amici, solo compagni, niente amanti, solo scopate di una volta e,soprattutto, niente sentimenti.

Da quel giorno sarebbe stato uno stronzo, cinico e egoista,avrebbe fatto solo quello che avrebbe voluto e che gli avrebbe fatto più comodo, si sarebbe fregato degli altri, si sarebbe fatto strada in tutto quello che era bravo senza curarsi di chi avrebbe dovuto scavalcare o eventualmente fatto fuori.

Sarebbe stato “cattivo”, perché nessuno sta con i cattivi.
E poi era passato quel pullman e aveva incrociato quegli occhi cioccolato, profondi come pozzi e magnetici come calamite, e aveva visto qualcosa dietro quegli occhi, qualcosa che andava scoperto.
 
E, mentre il pullman si allontanava, e lui continuava a cercare quegli occhi ormai lontani, si era fatto una nuova promessa.
-Ti troverò-
E tutti gli altri pensieri scomparvero.

 

 

 

 

 

 

LaRagazzaConICapelliInFiamme :
Mi piace il nuovo nome del mio angolo d’autore, in onore della mia nuova capigliatura.
Ma passiamo alla storia. L’idea è venuta fuori tornando da Londra, e visto che sul pullman mi annoiavo, mi sono guardata attorno e aimè, non ho trovato gli occhi del mio Seb, ma solo steppa e gente che guida al contrario.
Anche se non so che fine farà questa storia, ci tengo, perché l’idea mi piace non tanto, di più. E voglio che sia un gran successo, voglio che mi ricordino, voglio rientrare fra i grandi della Thadastian *megalomane e egocentrica* perché ce la posso fare, ho le capacità di farlo e ce la farò.
Alla faccia di quella cogliona di matematica che mi vuole cacciare dalla scuola che pensa che sia solo un problema per lei.
Scusate lo sfogo, ma questa cosa sta influenzando tantissimo tutto quello che faccio, compresa questa storia.
Quindi mi arrabbierò non molto, di più se non mi fate sapere niente su cosa pensate!
Melipedia

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


http://24.media.tumblr.com/5df12a105e81e0f53f4375392f6482d1/tumblr_mmfrqwVMyv1rra7yto1_500.jpg

Sognami che io farò lo stesso e ci potremmo rincontrare 
In un mondo di cui nessun altro sa le coordinate ti darò la chiave lì ti aspetterò 
Lì ti cercherò li ti aspetterò
(Finley- Domani)

 

La gente si aspettava che tornato in Ohio Thad ricominciasse a comportarsi come prima, serate allo Scandals e scopate occasionali, sbronze colossali e stato comatoso tutto il resto del giorno. E bhé, sullo stato comatoso ci avevano preso, ma perché Thad non riusciva più a dormire.

Continuava a rivedere quegli occhi verdi in tutti i suoi sogni, ed erano così reali che quando si alzava di scatto sentiva una sensazione di mancanza, come quando si sogna di essere incinta e di avere il pancione per poi svegliarsi ed avere la pancia piatta come sempre. Questa sensazione era talmente destabilizzante per Thad che aveva paura di addormentarsi e quando inevitabilmente lo faceva si risvegliava con quegli occhi verdi che lo guardavano nel buio della sua camera ed era impossibile riaddormentarsi.
Aveva provato di tutto, dai sonniferi a provare ad uscire la sera, sperando di dimenticarli, ma inevitabilmente continuava a cercarli nella folla. 
Stava per impazzire, ne era sicuro. Se di lì a una settimana non sarebbe iniziata la scuola avrebbe preso il primo volo per Parigi e, a costo di metterci una vita, avrebbe ritrovato quel ragazzo.


Sebastian era un ragazzo intelligente e molto, molto cocciuto.

Senza sapere esattamente in quale momento di follia era riuscito a prendere la targa del pullman del ragazzo dagli occhi scuri. Essere il figlio di un pezzo grosso della mediazione fra Francia e America aveva i suoi vantaggi: oltre a una quantità di soldi inimmaginabile, per casa loro giravano vari tipi di dipendenti, da camerieri a guardie armate, giardinieri e soprattutto avvocati. Avvocati  con stagisti giovani facilmente  corrompibili. Dopotutto,non si dice mai di no al figlio del capo se non ti vuoi ritrovare a casa.

E così aveva scoperto un sacco di cose interessanti su quel pullman. Era diretto all’aeroporto, l’autista si chiamava Stan, era il pullman di un albergo nel centro di Parigi, il Centre Ville Etoile, e i passeggeri erano un gruppo di ragazzi americani, di cui non era riuscito a recuperare i nomi, il cui volo partiva da Parigi, faceva scalo a NY e poi ripartiva per l’Ohio.

Ohio, lo stesso posto dove sarebbe stato lui nel giro di due settimane.


Quando i Niff erano tornati dalla California si erano spaventati nel vedere il loro amico in quelle condizioni, il volto scavato segnato da profonde occhiaie violacee. Gli aveva detto che faceva fatica a dormire, ma non pensavano che la situazione fosse cosi grave, era praticamente uno zombie, e per quanto allora avessero provato a dargli una mano, organizzando dei pigiama party, serate fra amici e sfiancanti scampagnate,  comunque non riusciva a dormire più di un paio d’ore al giorno, crollando varie volte durante la giornata e rigirandosi senza sosta la notte,facendo chiedere loro come avrebbe fatto con il rientro a scuola. 
Un pomeriggio, cercando di tenerlo su di morale, erroneamente gli chiesero delle foto di Parigi.
”Oh, le foto di Parigi, le avevo dimenticate” borbottò lui andando a cercare la sua amata Nikon per mettere le foto sul pc. Ne aveva fatte veramente tante, e in più ogni tanto la macchinetta era finita in mano a qualcun altro, come durante il viaggio di ritorno, di cui restava una serie di foto di gente che dormiva nelle posizioni più assurde ed esilaranti sul pullman, paesaggi sfocati fatti in movimento e una foto a un palazzo buffo, che era piaciuto tanto a Flint, dove vi era il ragazzo dagli occhi verdi. 
Quando Thad vide quella foto pensò che fosse un altro dei suoi sogni, un altro scherzo della sua mente, cosi iniziò a prendersi a pizzicotti finche Nick non lo fermò. 
Non poteva crederci, aveva una sua foto. E ora?
Magari avrebbe potuto mettere un annuncio come quelli degli animali persi.
Cercasi ragazzo con degli occhi verdi incrociato a Parigi, unica cosa che ho di lui è questa foto.
Era comunque un punto di partenza, o almeno era qualcosa. 
L’aveva stampata subito e appesa fra le altre sulla sua parete, ignorando le occhiate e le domande che gli stavano porgendo Nick e Jeff. 
Nick e Jeff, mi ero dimenticato di loro.
Non aveva raccontato niente a loro, o meglio, non aveva raccontato niente a nessuno.

Gli sembrava così stupido dire “Ragazzi non riesco a dormire perché sono ossessionato da un ragazzo di cui ricordo solo gli occhi e che ho visto di sfuggito dal pullman.”, ma ora quel ragazzo aveva un volto, un po’ sfocato si, ma aveva un volto. 
Chissà,forse più tardi gliel’avrebbe raccontato, ma si era fatta l’ora di cena e fra una fetta di pizza e una maratona di Iron man lui si era addormentato sul divano e una volta risvegliato si era trovato nel suo letto e riesciva a vedere il sole che spuntava dalle inferiate chiuse.

L’aveva sognatos si, ma era così diverso quel sogno, così dettagliato e nitido, che sembrava più un ricordo. Di scatto si eri girato verso la parete e aveva riconosciuto il suo sogno in quella foto. 
Finalmente riposato, si era alzato dal letto ed era andato a sfiorare i contorni di quel viso con un dito.
-Ti troverò-
Sussurrò al vento, sperando portasse il suo messaggio a quel ragazzo.


Sebastian era appena sceso dal suo aereo quando una folata di vento lo investì, così rigenerante dopo tutte quelle notti insonni passate a pensare a quegli occhi.
Sentiva che quella nuova aria che stava respirando portava con sé una speranza,sembrava che sussurrasse “ ti troverò” e che ad ogni passo che faceva lo potesse sentire sempre di più. 
Era lì fuori da qualche parte e lui l’avrebbe trovato.

 

 

LaRagazzaConICapelliInFiamme
Piccola precisazione che ho dimenticato dal capitolo precedente. Ho parlato di Louis, gentilmente tratto da quella magnifica storia ‘’ Louis Mercier’’. 
Un paio di persone mi hanno chiesto di approfondire i personaggi di Louis e Nicole, e io c’ho pensato, ma visto che Louis non è di mia proprietà, andatevi a leggere quella favolosa storia, per Nicole invece vedremo più avanti, perché ho in mente di ritirarla in ballo. Ora passo ad altro perché non voglio dare spoiler.
Questo capitolo. Cosa dire? È stato complicato, perché l’idea che avevo una volta scritta era un quarto di capitolo. Il resto non so come e da dove sia uscito. 
Il nome del Hotel è vero, l’ho preso su internet, cosi a caso e sinceramente non so cosa fa un ambasciatore, ho scritto come mi faceva comodo che fosse (?)
Voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto, soprattutto chi ha recensito, mi fa piacere sapere che vi sia piaciuto, quindi non fate complimenti a esprimervi su questo.
Un grazie speciale a Ness che mi beta <36
Melipedia

Twitter 

FB 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


http://24.media.tumblr.com/5df12a105e81e0f53f4375392f6482d1/tumblr_mmfrqwVMyv1rra7yto1_500.jpg

 
Sinceramente Thad non ne capiva per quale assurdo motivo sarebbe dovuto uscire quella sera. Ok, era venerdì sera, la scuola era iniziata da una settimana  e il carico di compiti era ancora sopportabile, non poteva stare sempre in stanza da solo, ma per le giarrettiere di Morgana! Lui aveva sonno! Non aveva mai dormito così bene come nell’ultima settimana e non capiva proprio perché i suoi amici  non lo lasciassero poltrire in santa pace!
-Dai Thaddy, ci divertiamo, balliamo un po’, beviamo e magari trovi qualcuno con cui passare al serata-
Jeff, oh ingenuo Jeff! Ma come poteva trovare qualcuno se l’unica cosa che cercava erano quegli occhi verdi? Fra un sonnellino e un altro aveva pure caricato la foto sul pc e preparato l’annuncio, ma poi si era dato dello stupido e aveva rinunciato e se ne era tornato a dormire.
Nick pensava che tutto quel dormire fosse insano. Poi aveva sognato Jeff, e aveva capito cosa dovesse provare il suo amico. C’è, non era la prima volta che sognava il suo Jeffy, ma non l’aveva mai visto sotto quel punto di vista. Lui era fortunato, poteva averlo, e lo aveva, accanto ogni giorno. Anche lui se avesse potuto vederlo solo in sogno non si sarebbe mai voluto svegliare.
Come Thad appunto. Lui non voleva mai svegliarsi, tantomeno di pomeriggio. Avevano una copia delle sue chiavi per andarlo a buttare giù dal letto a forza.
Quindi oltre che svogliato era pure scocciato di stare allo Scandals quella sera. Per sua fortuna Jeff aveva esagerato( anche Nick a dirla tutta, ma lui sarebbe stato meno credibile) col bere  e dovevano tornare alla Dalton prima che peggiorasse. Forse non tanto fortuna perché nel momento in cui uscirono e Jeff vomitò, accanto a loro passò Sebastian, pronto a iniziare la sua serata a commiserarsi per i suoi occhioni marroni. Se solo avessero alzato lo sguardo sarebbe tutto finito, o iniziato.


Ma chi me l’ha fatto fare! Questo e quello che pensava Sebastian da dieci minuti a questa parte, da quando quel ragazzo a cui aveva chiesto informazioni sulle audizioni dei Warbler era partito con una filippica sul onore della scuola, l’importanza della divisa blu col bordino rosso e di quanto fosse poco vero che la loro scuola, e soprattutto il loro Glee, fosse popolato solo da ragazzi gay. Aveva smesso di ascoltarlo dopo che gli aveva detto che erano alle 4, fra un ora e mezza quindi, e che lui era uno capo consiglio, e poi aveva smesso, e se era stato li ad annuire fintamente, perché era un capo consiglio, quindi meglio avere qualcuno di spessore dalla sua parte, non che dubitasse delle sue doti certo! Un minimo di sicurezza in più però giova sempre.
E poi, come nel più cliché dei film, eccoli la. Quegli occhioni marroni. Erano stato sotto il suo naso per una settimana. Si era rimesso composto, lasciando lo stipite della porta dove eri appoggiato. Si era persino sistemato al divisa!
E ora? Corrergli incontro? Aspettare che sia lui a venire? E se non ti avesse riconosciuto? Se non fosti stato niente per lui?
Era tutto così surreale. Ora capiva quei film dove dicono che il resto del mondo scompariva. Stava ridendo con degli amici, speravi fossero solo amici, poi aveva alzato lo sguardo, l’aveva incatenato al tuo, e ora eravate fermi come due idioti senza sapere cosa fare.
-E per questo che, Sebastian mi stai ascoltando?-
-Emm scusa Who, devo andare a prepararmi per l’audizione-
Ed è scappato via veloce. Per un attimo ha pensato di correre da lui, ma i suoi piedi hanno scelto per lui la via opposta.
Li hai ritrovati Sebastian, ma non sei pronto ad affrontare quello che ti fanno provare.
-Wes! No Who! E non si corre per i corridoi!-


-E poi ho aperto la porta con un piede e c’era mio padre a letto visibilmente nudo e mamma che da dietro l’anta si rivestiva dicendo che si stava andando a fare la doccia e che non dovevo fare rumore perché papà non aveva dormito e si stava riposando, quando l’avevamo incontrato un ora prima con Nick che tornava dal lavoro tutto pimpante. È stata un esperienza traumatica! Sul serio! Non vorranno mica fare un altro bambino? 5 non gli bastano? E Thad smetti di ridere, sono veramente rimasto shockato!-
-hahhahahahaha-
Perché avrebbe dovuto smettere? Erano settimane che non rideva cosi bene! forse sarebbe stato meglio se avesse dato una pacca sulla spalla di Jeff, al posto di ridere delle sue disavventure, ma che ci poteva fare? Le facce che faceva l’amico erano troppo buffe!
E poi aveva alzato lo sguardo, si era improvvisamente ammutolito e dimenticato dei compagni. Occhioni verdi era a pochi metri da lui, che parlava con Wes. No, non parlava, guardava lui. Occhi negli occhi un'altra volta. Cosa doveva fare? Una vocina nella sua testa diceva “va da lui”.
quando mosse il primo passo verso di lui, l’altro era già scappato via, quindi senza pensarci gli era corso appresso, sorpassando di nuovo Nick e Jeff che gli rivolsero un – Hey, dove vai?- prima di guardarsi straniti e fare spallucce, e per poco non travolse Wes.
-Non si corre per i corridoio! Ma cosa avete tutti oggi!-


Si era rintanato in un aula vuota e una volta chiuso a chiave si era lasciato cadere su in divanetto. Perché? Perché era scappato? Non erano settimane che lo cercava? Che lo sognava ogni santa notte? Non erano settimane che immaginava ogni minimo dettaglio del loro primo incontro?  È allora perché era scappato? Forse perché lui aveva immaginato col ricordo di quegli occhi, un ricordo forse un po’ sbiadito. Non era pronto a rivederli.
Scuse, tutte scuse, la verità era che aveva avuto una fottuta paura. Il fatto è che Sebastian non ha ancora capito cosa gli sta succedendo. Prima è “sono di ghiaccio, non mi frega niente “ poi “datemi i miei occhioni cioccolato” poi di nuovo “non li troverò , fammi essere stronzo e cinico per tutta la vita” e alla fine “dannazione, sono un codardo “ .
Pensa che forse ha solo bisogno di un po’ di tempo per trovare parole che non ha mai detto, non ha mai voluto dire, sarebbe stato troppo doloroso. Pensa al suo Louis. Gli ci erano voluti mesi, se non anni, per arrivare a sentire con chiarezza tutte queste cose che stava provando per qualcuno di cui non sapeva nemmeno il nome. Pensava di nuovo che aveva solo bisogno di un po’ del suo tempo per dire le parole che non ha mai detto.
E così aveva trovato anche la canzone per la sua audizione.
 
Un ora e mezza dopo era nella sala Warbler. Aveva passato il suo Ipod al ragazzo vicino allo stereo e gli aveva indicato la traccia, per poi posizionarsi al centro della sala, davanti al tavolo del consiglio. Aveva esitato un attimo, vedendo Thad seduto al tavolo spalancare gli occhi, ma si era schiarito la voce e si era presentato.
-Sono Sebastian Smythe e faccio l’audizione come solista-
Messo su il suo solito ghigno aveva cominciato a cantare, rimproverandosi mentalmente perché aveva quasi detto faccio l’audizione per il ragazzo con gli occhioni cioccolato che sogno tutte le notti.

I'm sick of picking the pieces
And second-guessing
My reasons why you don't trust me
Why must we do this to one another?

We are just passionate lovers
With trouble under the covers
Nothing worse than when
You know that it's over

I just need a little of your time
A little of your time
To say the words I never said
Just need a little of your time
A little of your time
To show you that I am not dead

Please don't leave, stay in bed
Touch my body instead
I'll make you feel it
Can you still feel it?
I'll make you feel it
Can you still feel it?
[…]
‘Cause my defenses are weak 
I have no rebeller to beat 
So take my evidence 
And bury it somewhere 
[…]
Oh my, I don't mind 
Being the other guy 
Nice try, for these games 
I do not have the time 

If you want me, call me 
Come and take a risk (kiss) 
Leave somewhere deep under the surface 
[..] 
Oh can you still feel it?...



-Ragazzi vi dico che era lui!-
-Thad, adesso calmati , siedi-
-Ma Nick, tu non capisci!-
-Jeff, non mettertici pure tu! Ci basta lui a saltellare e sclerare per il nuovo acquisto!-
Il biondo , indignato dall’atteggiamento del suo ragazzo, gli aveva dato le spalle e si era messo a saltellare con lui. Tutto questo casino solo perché l’aveva trovato, veniva a scuola con loro, sapeva il suo nome e sapeva che aveva una voce come poche altre.
-C’è, Jeff, hai sentito come canta? E come si muove!-
-Thad non illuderti, hai visto come ti ha ignorato?-
-Ora ho capito perché non dormivi! Certo che se sognavi lui era difficile riposare!-
-Jeff, sorvolando sul fatto che stai facendo apprezzamenti su un altro ragazzo, non pensi che avrebbe almeno dovuto presentarsi a Thad se si ricorda di lui-
-E quegli occhi Jeff, come mi erano mancati, quella foto iniziava a non bastarmi più-
-Thad, ma se sei tanto sicuro che sia lui, perché non lo vai a cercare?-
-Perché non lo vai a cercare? Perché non lo vai a cercare! Nick finalmente qualcosa di giusto!-
E mentre il biondo si lanciava sul suo ragazzo, Thad guardava fuori alla finestra, risussurrandosi quella frase.
Andare a cercarlo, andare a cercarlo
Una lenta cantilena che accompagnava i vari scenari di come si sarebbero rincontrati, di come l’avrebbe trovato e tenuto vicino a se per sempre, facendo in modo che in quegli occhi risplendesse solo felicità, e non quel turbine oscuro che aveva intravisto anche quel pomeriggio.
-Sebastian, ti troverò-
Affidò di nuovo queste parole al vento,  con la certezza di quello che diceva.


Che si fottesse, si. Poteva pure colpirlo un infarto, non gli importava. Non lo voleva? Se ne sarebbe andato.
-Come hai scelto di farti piacere i ragazzi, scegli di farti piacere quella ragazza, per l’onore della famiglia-
-Me ne fotto dell’onore della famiglia! Non si sceglie papà, non è una scelta!-
-Qualunque cosa sia non mi importa, o fai come ti si dice o te ne vai da questa casa!-
-Allora ci vediamo quando verrò a prendere le mie cose, chiederò un alloggio a scuola-

Aveva sbattuto la porta come suo solito e si era rintanato in quel locale. In macchina aveva la divisa, la notte l’avrebbe passata da qualcuno che si sarebbe scopato e il giorno dopo avrebbe richiesto una camera alla Dalton.
-Hey bel culo-
Di solito a quelle battutine non si girava, ma quella sera gli serviva sul serio un posto dove andare, a meno che non volesse dormire in macchina.
-Ciao anche a te-
-Hunter, Hunter Clarington, e non sono neanche lontanamente bi-curioso-
-Totalmente gay quindi-
-Esattamente-
Gli fece l’occhiolino, sorridendo accattivante. Bastian doveva ammettere che era proprio un bel ragazzo, non molto alto, capelli biondo cenere, un bel fisico visibilmente allenato e un sorriso che aveva quel non so che di maligno che era come un magnete.
-Sebastian Smythe-
-Lo so, hai fatto i provini per i Warbler oggi-
-Vieni alla Dalton?-
-Si, mi sono trasferito pochi giorni fa e prossimamente entrerò anche nei Warbler-
-Pensavo fossero finite le audizioni-
-Io non ho bisogno di una stupida audizione, so quel che valgo e posso fare grandi cose per quel gruppo di femminucce-
-Già mi stai simpatico, posso offrirti da bere?-
-Molto volentieri-


-Allora signor Smythe, è fortunato, è rimasto sono un alloggio libero, il penultimo l’ha preso il signor Clarington-
-Posso sapere con chi ha la fortuna di dividere la stanza il mio amico?-
Sorrise accattivante, e come da regola, la segretaria si sciolse in una risatina frivola, diventando tutta rossa solo per un sorriso.
-Il signor Nixon, anche lui un Warbler-
-Bene, e il mio quale dovrebbe essere?-
-Thad Harwood, stanza numero 343-
-Allora, dove te lo faccio questo autografo?-
La segretaria, dopo un'altra risatina gli passò dei documenti e una penna. Una volta compilati e presa la chiave della sua nuova casa si era diretto in macchina, a prendere i bagagli che si era fatto portare dalla sorella. Non aveva la minima voglia di rivedere suo padre, anche se sapeva che era a lavoro, non voleva tornare in quella casa, dove l’unica persona che teneva realmente a lui era proprio la sorella.
Salito alla 343, Sebastian entrò direttamente con la sua chiave, senza prima bussare. Non sapeva se il ragazzo era stato avvertito, in caso non l’avrebbe saputo, be sorpresa, ecco il tuo nuovo coinquilino.
La trovò invece vuota. Felice di questo, non era in vena per le presentazioni, non ancora, poggiò i suoi bagagli sul letto libero e si guardò intorno. La stanza non era molto grande. Aveva due letti singoli con comodini accanto, separati da una finestra abbastanza grande, che dava su in finto balconcino. Due armadi ai lati della porta e due scrivanie, una fra il letto e l’armadio e l’altra vicino a quella che presubilmente era la porta del bagno. Avviandosi a quella gli cadde l’occhio sopra la scrivania occupata. Un po’ di libri sparsi, una macchina fotografica reflex e sopra, appesa al muro, una bacheca di sughero piena di foto. Fra i tanti paesaggi e scatti artistici, ce ne erano alcune dei ragazzi della scuola, alcune di due donne messicane, e un paio di un ragazzo che conosceva molto bene. Occhioni marroni se ne stava li , a sorridergli da una foto, inconsapevole di quello che gli stava scatenando dentro. Se non era destino questo, Sebastian iniziava a pensare che fosse una Candidcamera. Fra tutti i ragazzi della scuola proprio lui era diventato il suo compagno di stanza. Come faceva ad esserne certo? Perché fra quelle foto ce ne era anche una sua, di quella prima volta che i loro sguardi si erano incrociati.
Prese un respiro profondo, poi un altro, prima di riuscire a staccare gli occhi da quelle foto, prendere giacca e le chiavi per poi uscire, o scappare.
Sperava che Hunter non fosse troppo occupato col suo nuovo amichetto, perché aveva proprio bisogno di uscire.
 
Quando Sebastian rientrò a notte fonda in stanza, trovo Thad addormentato. Era cosi vicino e cosi lontano. Si prese qualche minuto per osservarlo meglio. Anche se non poteva vedere i suoi occhi, anche il resto del ragazzo non era male. Capelli neri e folti, la carnagione che anche nell’oscurità si indovinava più scura, olivastra. Era basso, perché steso normalmente era quanto lui rannicchiato. La sua mente volò subito all’immagine di loro nel letto vicini, ma la scaccio come si fa con una mosca fastidiosa, per poi dirigersi verso il bagno per cambiarsi per la notte.
Quando si mise a letto sapeva che non avrebbe dormito molto, se non per niente.
-Ti ho trovato, ma non so come dirtelo-
Sussurrò prima di lasciarsi cadere sul cuscino e spengere il lumino sul comodino.
 
 
 
 
Ritardooooooo!! Ritardissimooooooo!!!!
Cattiva Mel, autrice cattiva, non si fa!
Ma sinceramente, ditemi quanti di voi avevano il tempo di leggere e recensire in questa settimana? La fine della scuola è mostruosa. Mostuosissima!
Prevedo pochi altri capitoli, quindi fatemi sapere cosa ne pensate.
Non è stato betato, sono talmente in ritardo che quando Ness finirà di betare, modificherò tutti gli strafalcioni.
Melipedia

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


http://24.media.tumblr.com/79ba8d167cf97ba5ad76ea7d83f88ba8/tumblr_mpbrwmD2jJ1rra7yto1_500.jpg
I want to reconcile the violence in your heart 
I want to recognise your beauty's not just a mask 
I want to exorcise the demons from your past 
I want to satisfy the undisclosed desires in your heart 


“Sa, Sa. Ok, si avvisano gli studenti che a causa di un incidente nel laboratorio di chimica le lezioni saranno sospese per la mattinata di oggi e eventualmente domani. Si prega agli studenti di tornare nelle loro camere evitando l’aula est. Coloro che alloggiano fuori dall’edificio scolastico si rechino in segreteria per sapere cosa fare. Ci scusiamo me l’imprevisto. Il preside”

Sebastian si chiedeva quale idiota poteva aver fatto esplodere il laboratorio di chimica prima dell’inizio delle lezioni. Poi ha pensato a i Warbler, ormai aveva imparato a conoscerli, quindi  la notizia non lo stupiva più di tanto. Una mattinata senza noiose lezioni, cosa voleva di più?
Non essere costretto in camera
Anche se Harwood non si era ancora fatto vivo, stava cercando il modo di scappare da li. Sarebbe andato da Hunter, ma l’aveva minacciato di castrarlo ,mentre si riavviavano nelle loro stanze, se non l’avesse lasciato solo con Nixon. Ancora non riusciva a capire cosa ci trovasse in quel prosciutto ambulante. Era da quando aveva preso la stanza con lui che ci provava, ma l’latro ancora non c’era stato. Hunter sosteneva che “ il mio panzerottino è come un delicato soufflé, va trattato con delicatezza, pazienza e tanto amore, anche se ogni volta continua a afflosciarsi tirato fuori dal forno”. Quel ragazzo aveva decisamente qualche rotella fuori posto, forse per questo l’avevano spedito in questa gabbia di matti dall’accademia militare.
Con uno sbuffo decise di rimettersi a letto, magari si sarebbe addormentato prima dell’arrivo di Thad e il problema non ci sarebbe stato. Che poi era una cosa così stupida continuare a fuggire. Da cosa poi? E perché? Lo voleva, voleva vederlo e conoscerlo, e sapeva che anche per l’altro era cosi, allora perché?
-Buongiorno Smythe-
Be, qualsiasi sia la risposta non riesci a pensarla quando entra nella stanza con il cesto del bucato sotto braccio. Non indossa la divista, ha una tuta grigia che gli fa un culo che da solo varrebbe la pena di non scappare più.
-Non ti preoccupare per l’incidente del laboratorio di chimica, capita più volte durante l’anno. Quando il prof rimane tutta la sera a scuola il giorno dopo si presentano solo le matricole. Il preside da lo stesso annuncio registrato da anni, mandano il bidello a aprire le finestre e chiudere il laboratorio e lo lasciano così per 24 ore-
Da brava massaia divide i panni che ha nel cesto, li piega in diversi mucchi, alcuni li osserva bene per poi rimetterli nel cesto. Lo osservi incantato. È la prima volta che siete così vicini e il fatto che lui sia così calmo ti da un po’ fastidio. Tu non sei per niente calmo.
-Oh, questi non credo siano miei-
Ride e senza girarsi ti lancia un paio di.. boxer rosa?
-Ma che?-
-Credo sia del ragazzo che è rimasto qui con te l’altra sera, se lo vedi allo Scandals ridagliele e digli che lo saluto-
-Come scusa?-
-Il ragazzo castano che studia a Columbus, l’hai già dimenticato?-
-Emm io-
-Fa niente, non morirà nessuno per un paio di mutande, ma io non le voglio nel mio cassetto, Jeff ogni tanto ci mette le mani pensando che ci nasconda le cose, se le trovasse mi prenderebbe in giro a vita-
-Ok-
Borbotti, sprofondando di più nel tuo cuscino.
Dove sei finito Sebastian? Dove sono le tue risposte sempre pronte? Le battutine?
-Senti, ok è strano anche per me, ma lo so che non mi sto immaginando tutto ok? Io ti osservo, sempre, lo vedo da i tuoi occhi. In realtà vedo tante cose  nei tuoi occhi, ma questa è un'altra storia. È stupido che mi eviti! Sono il tuo compagno di stanza! Non pretendo chi sa che cosa, ma magari che la mattina non scapassi mentre sono in bagno e che la sera non torni quando già dormo se non mi chiudi fuori dalla camera. Non mordo mica, giuro-
Quando si era voltato? Quando aveva iniziato a alzare la voce e puntarti il dito contro? Perché ti aveva ammutolito?
-Oh magari anche salutarci o parlare in generale, visto che queste sono le prime parole che ti rivolgo fuori dalla sala dei Warbler-
-Ok-
-Ok, sai dire solo questo? Io ho fatto un monologo infinito e tu dici solo ok?-
-Harwood, tu parli sempre così tanto?-
-Solo quando sono nervoso-
-E posso fare qualcosa per renderti meno nervoso?-
Oh, eccolo dove eri finito Sebastian. Ghigni, quel ghigno malandrino e accattivante, con quella punta di malizia che non guasta mai. La tua testa è riuscita a elaborare qualcosa finalmente. Siete nella medesima situazione, vi volete, avete paura, vi allontanate, non vi cercate, ma vi volete. E forse hai bisogno di ancora tempo si, ma ora non pensi che lo lascerai scappare, o meglio, pensi che non scapperai più così facilmente da lui.
-Be, rispondere con qualcosa di diverso da ok?-
-Oui-
-Che?-
-Si, è francese-
-Oh, giusto, e il bello che ci sono pure stato a Parigi-
-Lo so-
-Forse dovremmo parlare del pullman-
-Forse, ma ho bisogni di tempo-
-Ancora?-
-Forse avrei dovuto continuare a ignorati Harwood, stai risultando abbastanza rompiscatole-
-Oh, ma grazie mille Smythe, torna pure a ignorarmi se vuoi, ora che so che il gatto non ti ha mangiato la lingua non esiterò più-


Da quella mattina le cose erano molto migliorate. Non si ignoravano più e avevano una convivenza abbastanza normale, se per normale prendiamo battutine e allusioni varie da parte di Smythe e risposte più o meno ironiche o guance arrossate da parte di Harwood. Ma c’è ancora molto di in sospeso fra loro. C’è sempre quel passo che l’uno vuole fare verso l’altro ma che nessuno ha il coraggio di fare. Hanno imparato a conoscersi, soprattutto Thad ha imparato a conoscere quelle piccole cose di Seb che lui vuole celare al mondo. Ma non è abbastanza. C’è una sorta di sfiducia reciproca data dai comportamenti discordanti dei due.
Ci sono momenti, in cui sono solo loro, un cui sembra che da un attimo all’altro si stiano per baciare per quanto siano vicini fisicamente e anche emotivamente, ma poi escono dalla loro bolla e Sebastian torna a provarci col primo bel culo che incontra, ultimamente sempre quello Blaine, e Thad che prende caffè , flirtando, con alcune ragazze al Lima Bean.
Quindi Seb non fa quel passo per paura, paura di fidarsi e finire di nuovo a pezzi, mentre Thad perché legge nei suoi occhi che ha bisogno di tempo.
In un certo senso si stanno ostacolando a vicenda, ma entrambi sentono che tutto questo inseguirsi avrà fine e si ritroveranno. Lo fanno da quando si sono visti la prima volta, non smetteranno ora.


Un mese dopo

“Il signor Harwood in presidenza, ripeto, il Signor Harwood, Thad Harwood in presidenza’’

Perché? Perché! Cosa ho che non va? Perché la gente continua a lasciarmi come un cane sul autostrada?
Piove, quindi non le distingui le lacrime che solcano il volto di quel cucciolo. Tutti preferiscono andarsene, scappare, che restarmi accanto. Tutti pensano che sono forte, che posso farcela da solo, quindi lasciano andare il sellino della bici, ignorando le mie urla di non farlo.
Mamma, ti mi volevi bene, da bambino mi dicevi sempre che non mi avresti mai lasciato solo contr i mostri. Eppure te ne sei andata, mi hai portato via mia sorella , l’unica persona che mi capiva. Te ne sei andata e mi hai lasciato a lottare contro i mostri da solo. Papà? Mi avevi promesso che lui sarebbe rimasto con me, ma l’hai visto tu? Già e tanto se lo incontro nei week end di sfuggita. E tutte le volte che venivo da te in estate c’era sempre qualcosa che ci impediva di stare tutti insieme.
Ti sei dimenticata di me anche oggi. Non bastava aver perso una sorella, pure tu dovevi andartene.
Cora* non do la colpa a te, tu sei innocente in tutto questo. Tu forse, se avessi potuto, saresti rimasta qui con me, ma il destino ha deciso di strapparti la vita dalle mani per uno stupido incidente.
Ma tu mamma perché? Avevi ancora me! sono qui? Mi vedi? Che bisogno avevi di gettarti dal tetto del ospedale? Che bisogno avevi di lasciarmi di nuovo?
E chi sarà il prossimo? Papà? Nick e Jeff? E poi? Tutte le persone che provano un briciolo di affetto per me?
Allora perché non liberarli da questo peso? Tanto non importa a nessuno. È solo un passo. Un passo ed è tutto finito. Mi dispiace per gli studenti che troveranno il mio corpo, non voglio traumatizzarli, ma loro saranno forti. Non come me. Solo un passo e mi butto nel vuoto.


-Sebastian!-
-Che c’è fatina?-
-Hai visto Thad, è da quando l’hanno chiamato in presidenza che non lo vediamo-
-No, magari si starà nascondendo per i suoi crimini-
-Crimini? Non l’hanno chiamato per un richiamo-
-Mi sembrava strano. È troppo perfettino per aver infranto le regole. Cosa ha fatto?-
-La segretaria non ci ha detto molto, ma abbiamo capito che è morto qualcuno-
-Vi do una mano a cercarlo, voi partite dal primo piano, provate nella sala da ballo, io vedo nei dormitori-


Sebastian, stai correndo ancora, ma stavolta non scappi. Stavolta stai inseguendo la tua preda e sei quasi sicuro di sapere dove sia. È lo stesso posto dove andasti tu quando hai perso Louis.
E infatti eccolo li, in piedi sul cornicione, un passo dal vuoto. Ti avvicini con calma, cercando di fare rumore con i piedi per far si che si accorga di te, ma sembra troppo assorto.
-Thad-
Sussurri quando gli sei dietro. Lui traballa, ma tu sei veloce a prenderlo e a farlo sedere. Ti lasci cascare accanto a lui e lo stringi forte. Non sai bene cosa gli è successo, ma sai cosa è successo a te e cosa avresti voluto tu in quel momento. Solo qualcuno che ti consolasse, che condividesse il tuo dolore.
-Cosa credi che ci voglia coraggio a morire? Morire è semplice. È vivere che richiede coraggio*. E non venirmi a dire che non so quello che provo perché ci sono passato anche io. Anche io ho perso le persone più importanti della mia vita. L’unica persona che mi abbia mai amato e che io amo l’ho dovuta lasciare in Francia e dopo poco è morta, e non ho potuto dirle addio. Anche io volevo farla finita, volevo buttarmi anche io del tetto, avevo persino previsto di atterrare sul terrazzo dei mie, una piccola vendetta di tutto il dolore che mi hanno fatto provare e che mi fanno provare tuttora. Ma non l’ho fatto e qualcuno mi ha raccolto per strada e aiutato. Ma ho perso pure lei, perché io non posso scegliere niente nella mia vita, sono un fantoccio in mano a i mie genitori e sono stato portato qui e lei non mi ha più parlato, non mi ha più cercato, mi ha lasciato di nuovo solo per la mia strada-
Stava iniziando a piovere, faceva freddo, Sebastian sentiva distintamente la camicia bagnarsi sempre di più per le lacrime del ispanico e sentiva le sue lacrime quasi congelarsi sul viso, ma l’unica cosa che fece fu stringere il ragazzo più forte contro il suo petto e ricominciare a parlare.
-Mi ero promesso, appena un attimo prima di incontrare i tuoi occhi, che non mi sarei più fatto scalfire da niente. Niente amici, niente sentimenti, niente legami. Ma tu con un occhiata hai distrutto tutto. Hai degli occhi così belli Thad, nascondono un sacco di cose.  Voglio scoprirle tutte, giorno dopo giorno. Io non ti lascio, non ora che ti ho trovato.-
Il tempo sembrava essere stato più clemente del destino, infatti dopo poche gocce aveva già smesso. Sebastian sentì l’avviso di un messaggio, non si premurò nemmeno di leggerlo per digitarne un altro.

A Niff :
L’ho trovato, è qui con me
-Seb

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono solo una persona terribilmente pigra, per questo ci ho messo tanto. Ma capitemi, sono finalmente in vacanza dopo un anno abbastanza pesante, ho bisogno del mio meritato riposo!
E so che con questo non mi sono fatta perdonare, ma avevo questa voglia di uccidere qualcuno.
Avrete forse notato che ho una leggera ossessione per le lezioni di recitazione di Cooper, per questo quando urlo, o i mio pg lo fanno, puntano sempre il dito xD
Un paio di * : il primo è per il nome della sorella di Thad. Vengo dalla straziante visione di Teen Wolf e ho avuto la geniale idea di vedere anche i promo della 3x06 quando io la settimana prossima parto T_T non voglio aggiungere altro perché per qualcuno è spoiler.
poi il secondo è perché è una citazione del mio libro preferito, le cronache del mondo emerso di Licia Troisi. Ido, lui si che era un gran umo.. gnomo.
Per il capitolo non ho molto da dire, l’ho scritto a teatro e avevo pure perso gli appunti (stavano nella borsetta dei trucchi…) se avete domande commentate.
Vi piace il nuovo banner? A me un sacco *O*
Melipedia

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Image and video hosting by TinyPic

Lost and insecure... you found me, you found me 
Lying on the floor... surrounded, surrounded 
Why'd you have to wait?... Where were you? Where were you? 
Just a little late... you found me, you found me.


Ora che i due ragazzi si erano ritrovati su quel tetto la loro vita continuò serena. Felici e contenti.

No, toglietevelo dalla testa. Le cose non andavano per niente rose e fiori. Thad da quel giorno era stato malissimo, e c’era voluto una quantità di tempo assurdo solo per farlo alzare da letto e farlo uscire dalla scuola. Negli anni a seguire aveva tentato di uccidersi più di una volta, ma Seb lo trovava sempre in tempo. Una volta si era perfino tagliato con lui.

No, non si erano messi insieme. Non avevano avuto nemmeno questo lieto fine. Thad si era spezzato dentro, aveva troppa paura di amare ancora, di perdere ancora, di perdere Sebastian, che non ce la faceva.
E Sebastian aveva capito, perché anche lui si era sentito così e ancora non si sentiva pronto a fare un passo del genere. Non erano niente di definito, non erano un noi. Erano Sebastian e Thad, due persone che vivevano l’una per l’altra.

L’ultimo anno della Dalton, il college e poi il lavoro. Anche se strade diverse avevano sempre trovato il modo di farle coincidere e ritrovarsi insieme.  Un insieme che era ancora niente, anche se avevano avuto i loro momenti.  Momenti che stavano uccidendo Sebastian, perché dopo quasi otto anni lui era pronto. Non gli bastava più quella scopata quando Thad era particolarmente giù di morale e aveva bisogno di calore umano, quell’abbraccio quando Thad aveva gli incubi, quello sfiorarsi di labbra che Thad gli regalava per ringraziarlo. Lui non voleva questo solo quando Thad stava male. Lui lo voleva sempre, ogni giorno, per tutta la vita.
Ma Thad non poteva capirlo finché non avrebbe imparato a camminare da solo, senza l’aiuto di Sebastian.

Quando il padre di Thad era morto per un infarto, il  ragazzo era tornato in Messico per un breve periodo, ma il più lungo che passava separato da Seb da quando si conoscevano. Il francese aveva insistito che andasse da solo perché era una cosa che avrebbe dovuto affrontare da solo , lui non c’entrava niente, e che sarebbe stato li al suo ritorno.

Ma al ritorno di Thad non c’era nessuno ad aspettarlo, se non una lettera sul cuscino.

Caro Thaduccio, anche se forse ora è meglio Thad
Non odiarmi per quello che ho fatto. Si me ne sono andato mentre eri via, senza salutare, senza dire niente, avendoti promesso di essere al tuo ritorno. Ma devi capire perché non ho mantenuto questa promessa. Non ti sto abbandonando, anni fa ti dissi che non ti avrei mai lasciato, che sarei stato li a scoprire tutte quelle piccole cose di te che celi al mondo. E l’ho fatto, ho passato gli ultimi dieci anni a farlo. Mi basta guardare i tuoi occhi per capire tutto quello che pensi. E nei tuoi occhi ho sempre visto che eri spezzato. Ti ho raccolto su quel tetto che eri in frantumi e ti ho rincollato come meglio ho potuto. Ma eri lo stesso solcato da profonde crepe , che ti dividevano  e non ti facevano capire quanto in realtà è forte quello che ci lega.
Ti amo, più di qualsiasi cosa al mondo, più della mia stessa vita, e lasciarti ora e come strapparmi il cuore dal petto e lasciartelo li con queste parole. Ma devo farlo, perché tu devi rialzarti. Non l’hai mai fatto, sei rimasto li seduto sul tetto e io ti ho portato in braccio per tutto questo tempo.
Alzati e ricomincia a vivere, affronta il mondo da solo, trova te stesso, e quando l’avrai fatto sarò qui ad aspettarti. No, non ti dico dove sono, non chiamarmi, non cercarmi. Io non lo farò anche se soffrirò da morire.
A 17 anni mi ero promesso che ti avrei trovato e l’ho fatto. So che lo rifaremo ancora tante volte.

Ti amo.
Sebastian

 
C’era voluto molto, quasi due anni. Al inizio Thad sembrava tornato indietro a quando si era quasi buttato. Se ne stava rannicchiato a letto a piangere, senza mangiare, senza uscire senza fare niente.  I Niff l’avevano aiutato come meglio avevano potuto, ma dopo un paio di mesi gli avevano sbattuto in faccia la verità come Sebastian e Thad aveva capito avevano ragione, che lui aveva ragione. Doveva ricominciare a vivere.

Un passo dopo l’altro ce l’aveva fatta, si era rimesso in piedi, non senza cadere un numero indefinito di volte. Aveva capito chi era, si era affermato nel suo lavoro come uno dei migliori ed ora si era trasferito in Francia, perché ogni passo che faceva da solo era un passo verso di lui, e se lo conosceva bene come faceva, sapeva che se avesse voluto trovarlo era da li che doveva partire.

Ed eccolo li, un caldo pomeriggio estivo nel entro di Parigi, bello come sempre, i capelli castani più corti e gli occhi verdi sempre luminosi, ed un sorriso, un sorriso grande e pieno d’amore che non ricordava mai di avergli visto.

-Ti ho trovato-
-Lo so-
-Lo so? È tutto quello che dici dopo due anni?-
-Un anno, 9 mesi e 25 giorni-
-Li hai contati? Sul serio?-
-Dovevo pur far qualcosa mentre ti aspettavo-
-Quindi hai solo contato per tutto questo tempo?-
-Ho anche comprato una splendida macchinetta del caffè se è per questo signor Harwood. Che ne dice di venirla a provare?-
-Molto volentieri signor Smythe-

Non c’erano bisogno di grandi corse a rallentatore, gesti eclatanti, abbracci stritola ossa. Loro non erano così. A loro bastava essersi ritrovati, perché sapevano che alla fine l’avrebbero fatto, sotto lo sesso buffo palazzo che tanto era piaciuto a Flint, che era stato l’inizio di tutto e che ora era di Sebastian.
 
 
 
 
Avrei voluto scrivere di più, avrei voluto dire di più, avrei voluto fare di più, ma ogni più che mettevo stonava.
E ho deciso di pubblicare oggi perché sono malata ( di mente), perché oggi è un anno dalla scomparsa dei Pond e loro hanno aspettato, come questi due.
E dio mio ho scritto del angst, io che sono contro. LA SCUOLA NUOCE GRAVEMENTE ALLA MIA MENTE.
Fortuna che non riesco a non metterci  il lieto fine, perché sul serio, avevo pensato che quando si sarebbero trovati sarebbe successo qualcosa del tipo che uno dei due moriva ( si vi deve ricordare qualcosa, se non lo fa andatevi a leggere la storia di Vals).
Detto questo voglio scrivere se vi è piaciuta la storia, Melipedia e come ultimo
Fine.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1822544