He’s got the moves like Jagger

di Oducchan
(/viewuser.php?uid=6095)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** [You wanna know how to make me smile] ***
Capitolo 2: *** [Kiss me 'til you're drunk] ***
Capitolo 3: *** [And if I share my secret you're gonna have to keep it] ***
Capitolo 4: *** [I swear I'll behave] ***
Capitolo 5: *** [If you feel like can take me away, and make it okay] ***



Capitolo 1
*** [You wanna know how to make me smile] ***


He’s got the moves like Jagger

[You wanna know how to make me smile]


Francia si solleva a sedere con estrema attenzione, cercando di non far troppo rumore e di non tirarsi dietro le coperte. Allunga le membra per stiracchiarle voluttuosamente, soffocando uno sbadiglio soddisfatto nel sentire i muscoli tendersi e le ossa scricchiolare appena nel movimento, e indugia ancora qualche istante a crogiolarsi nei rimasugli del sonno che pian piano si allontanano nella calda luce del giorno appena iniziato che fa capolino nella penombra della stanza. Sorride, massaggiandosi delicatamente le tempie che lamentano ancora ricordi degli eccessi della sera innanzi, prima di decidersi a scostare le lenzuola per cacciar fuori le gambe e affrontare ciò che verrà. Ed è proprio quando i piedi poggiano sul pavimento di legno cigolante che una mano si aggrappa stretta al suo polso, trattenendolo dal muoversi oltre. Francis sobbalza appena, abbassando d’istinto il capo, e nota che Inghilterra si è rigirato fin troppo nel materesso invadendo quello che era il suo spazio, e per quanto paia ancora abbandonato al sonno non pare intenzionato a farlo muovere di lì. Francia emette un piccolo sospiro, scostandosi ciuffi biondi dal volto, e si china lentamente verso il suo viso per sussurrargli con tutta la dolcezza di cui è provvisto. Cheri lasciami, devo andare- 
Il volto dell’inglese è attraversato da uno spasmo che lo porta a imbronciarsi e a corrugare le sopracciglia. Socchiude un occhio, uno solo, per fissarlo indispettito.
 
-Non puoi- bofonchia, la voce cavernosa ancora pregna di sonnolenza. Francis ride, divertito, e cerca di allentare la presa delle dita sul suo braccio.
 
-E sentiamo, perché non potrei?-
 
Arthur richiude le palpebre, si acquatta ancor meglio nel letto e poi lo tira, così, all’improvviso, facendolo sbilanciare completamente e Francia gli atterra malamente sullo stomaco, il viso contro il suo collo, e non trattiene un gridolino. Braccia sottili, ma resistenti, gli circondano la vita con prepotenza. -Mi servi da cuscino- mugugna, e ha tutta l’aria di stare già addormentandosi di nuovo, tranquillo e pacifico. Francis tenta inutilmente di liberarsi, un po’ ridendo e un po’ protestando, ma ci rinuncia subito, che Arthur è caldo ed è morbido e quando gli ricapita un’occasione così? Riesce a infilarsi di nuovo sotto gli strati di cotone e lana, apre la bocca per fargli notare che ha già a disposizione due cuscini delle piume più morbide, ma poi la richiude sulla sua fronte, il naso che sfrega debolmente contro i capelli sfrondati e si concede un sorriso veramente enorme. Stretto accanto a lui, non impiega poi molto ad assopirsi a sua volta.




Buonsalve ^^ Sono di passaggio con quella che intendo far diventare una raccolta Francia/Inghilterra per le scemate che periodicamente e inevitabilmente mi invento, giusto per non disperderle in giro.
Titolo (circa) e lyrics from "Moves like Jagger" by Maroon 5

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** [Kiss me 'til you're drunk] ***


He’s got the moves like Jagger

 

[Kiss me 'til you're drunk]

 

Forse avrebbe dovuto togliere quella bottiglia dalle mani di Inghilterra, due ore fa.  Forse non avrebbe dovuto levargli già la prima, nascondere tutti gli alcolici e non indulgere lui stesso nel dolce e fruttato conforto delle sue uve più pregiate. Già, perché molto probabilmente non c’è nulla di buono, e sicuramente utile alla sua salute, nell’avere Arthur che saltella sui suoi divani, né nell’essere disteso per terra senza avere la forza di sollevare nemmeno i talloni.

-E ricordati…- Inghilterra fa un ultimo balzello, prima di gettarsi di peso tra i cuscini, rischiando di slogarsi una caviglia. Il suo volto sfatto ricompare a qualche centimetro dal suo naso, gli occhi lucidi e verdi concentrati nel metterlo a fuoco.

-Ricordarmi… cosa?- riesce a bofonchiare, riuscendo a malapena a mettere una parola dietro l’altra. Arthur aggrotta la fronte, per ripescare nei meandri turbinosi nel suo cervello quello che voleva dire, prima di far sgusciare maldestramente un braccio da sotto il petto per puntarglielo addosso, l’indice che preme incerto contro la sua fronte.

-Ricordati, che sei il mio muffin!- esclama con enfasi, picchiettando il dito un paio di volte. Francia deve sgranare le palpebre un paio di volte, che non è molto sicuro di aver capito bene. Ma poi alla fine si arrende, lasciandosi andare a una risata sgangherata, e usa quel poco di coordinazione che gli è rimasta per allargare le braccia e tendergliele.

-Va bene, mia piccola madeleine-

Inghilterra storce il naso, come se fosse indispettito, poi  borbotta una sfilza di parole che Francis proprio non capisce, e alla fine rotola giù dal divano piombandogli sullo stomaco e rischiando di rompergli il naso e qualche dente ma Francia ormai riesce solo a ridere, anche se Arthur gli assesta un cazzotto su un ginocchio, a ridere a ridere e a ridere finché Inghilterra non decide che ne ha abbastanza e inizia a sghignazzare pure lui.

 

Per il mio muffin <3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** [And if I share my secret you're gonna have to keep it] ***


He’s got the moves like Jagger

[And if I share my secret you're gonna have to keep it]

-Potresti smetterla di fare l’isterico e darti una calmata?-

Dalla stanza accanto, la risposta che gli arriva è uno strepitio angosciato, l’ennesimo cassetto che viene rovesciato a terra, e la voce afflitta di Francia strepitare concitata.

-Come fai ad essere così calmo?!? Potrebbero essere dappertutto!-una piccola pausa, una piccola bolla di silenzio perfetto, e poi  eccolo emergere trafelato, scarmigliato e pieno di polvere dalla porta  solo percorrere a  tuffarsi nel bagno –Potrebbe averle messe nella toilette!-

Inghilterra tira un gran sospiro, si massaggia un istante la fronte per cercare di alleviare il pulsare convulso, e volta la pagina del Guardian, riprendendo a leggere compito.

-Per l’ennesima volta, America non ti ha messo nessuna microspia nel bathroom.  Stai cominciando ad essere irritante!-

Per tutta risposta, un frastuono di oggetti gettati a terra gli comunica che Francia non è per niente convinto della sua affermazione, ma che ha intenzione di perseguire a  metter a soqquadro la sua abitazione alla ricerca di cimici e trasmittenti.

-Non puoi saperlo con certezza, quel piccolo sporco furfante potrebbe aver spiato la mia intimità e… AH!-

Qualunque domanda fosse venuta in mente a Inghilterra riguardo le improvvise preoccupazioni per l’intimità francese (uno che va spesso e volentieri a trovare i vicini nudo se non per un paio di rose, che ha da angosciarsi per la propria intimità?) viene anzitempo fermata dal nascere da un grido, e dalla disperazione che sgorga dalla sua persona quando riemerge dal bagno, stringendo qualcosa di metallico tra le mani.

-Guarda! Guarda! Avevo ragione io, quel… quel mostro l’aveva messa nella doccia!-

E Inghilterra si vede costretto ad alzare lo sguardo dal giornale, l’aggeggio in questione è pressoché a un palmo dal suo naso e Francia continua a tampinarlo. Degna di un’occhiata la microspia, inarca un sopracciglio, fissa le lacrime che stanno spuntando negli occhi blu di Francis, e poi torna di leggere, voltando un’altra pagina come se nulla fosse successo.

-Ah. Ma quella non è di America, quella è mia-

 

Immagino che del Datagate sappiate tutto e della scarsa intenzione dei francesi di chiudere un occhio (o tutt’e due) pure . Gli inglesi pare sapessero tutto e che fossero pure d’accordo. Stì ficcanaso.

Lascio a voi decidere se Iggy caro sopravvivrà alla notte.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** [I swear I'll behave] ***


He’s got the moves like Jagger

 

 

 

[I swear I'll behave]

 

-Adesso aggiungi il sale e continui a mescolare per un’altro paio di minuti-

Arthur sposta il proprio peso da un piede all’altro, provando ad allontanarsi dai fornelli per scacciare quella strana sensazione di disagio. Francia è proprio alle sue spalle, il busto appena piegato sulla sua spalla per vedere cosa sta effettivamente facendo, ma una delle sue mani è dolcemente posata sull’altro braccio e il suo volto è un po’ troppo vicino al suo volto –quando parla sente il fiato caldo scivolargli sul collo e la cosa sta diventando fastidiosa. Sapeva bene i rischi del chiedergli un paio di ripetizioni su alcune ricette, l’avrebbe probabilmente preso per il culo a vita, ma al suo consenso inaspettatamente accondiscendente si era, momentaneamente, dimenticato, con chi aveva a che fare.

Ingoiando un paio di insulti, si allunga comunque a prendere il barattolo del sale, ne afferra una manciata e la sbatte brutalmente nella padella.

-Va bene così?- brontola, alterato, e alla pronta risposta della rana (“aaahhh, cherie, non così tanto, rovini tutto il sapore”) reagisce subito con un ringhio nemmeno troppo sommesso.

-Al diavolo il sapore- risponde, agitando il cucchiaio come una letale arma di distruzione –che devo fare, ora?-

Ed è certo che Francia abbia subodorato il pericolo, ormai, perché indugia, le dita che si rilassano un attimo come se stesse effettivamente valutando l’opzione di battere in ritirata e di lasciar perdere, ma evidentemente la risposta che si dà è quella sbagliata perché non fa nessun passo indietro.

-Ora dovresti affettare le cipolle- bisbiglia, indicando le suddette che lo aspettano vicine al tagliere, ed è un attimo: la mano scivola impalpabile lungo tutto il fianco, per andare a fermarsi sul suo sedere.

Con un urlo belluino, Inghilterra lo scaraventa contro il muro con una gomitata piazzata giusto sull’inguine, acchiappa un coltello e gli si getta addosso pronto a farlo passare a miglior vita, dando inizio all’ennesima colluttazione –che non durerà a lungo, prima o poi lasceranno cadere le armi e uno dei due finirà pressato contro il frigorifero.

Perlomeno, la rana lo ringrazierà per non aver ceduto all’istinto primario di tirargli addosso l’intera casseruola bollente e sfigurargli il suo bel visino.

 

 

Ancora per il muffin <3 (sì, lo so, un po’ cliché)

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** [If you feel like can take me away, and make it okay] ***


 

 

He’s got the moves like Jagger

 

 

 

 

[If you feel like can take me away, and make it okay ]



-Ma visto che io sono l’eroe, e una superpotenza mondiale, la Corte Internazionale non può giudicarmi!-

Francia sbuffa, infossando il mento dalle mani, e decide che per oggi ne ha avuto più che a sufficienza del ciacolare di America sulle sue inesistenti virtù e che può fare ameno di ascoltare il successivo monologo. I suoi neuroni lo ringraziano per il mal di testa mancato, stimolandolo verso più allegri pensieri: lascia scorrere lo sguardo sul gruppo di nazioni sedute in ascolto attento –cè chi dorme, chi sta per farlo, chi mangiucchia, chi scribacchia, chi guarda il telefono, c’è una valanga di origami che traballa dalla parte degli asiatici- ricercando qualcosa che lo attiri maggiormente, e la sua attenzione va a finire sull’individuo che da millenni lo tiene impegnato sotto ogni punto di vista.

Inghilterra ha l’aria corrucciata –fissa America con lo sguardo torvo, di tanto in tanto gli vibra il cercapersone e Francis sa che probabilmente è Galles che gli suggerisce caldamente di uccidere tutti e tornare a casa- , le folte sopracciglia increspano la fronte e pallida, e gli viene spontaneo indugiare in un abbozzo di sorriso.

Proprio in quel mentre, un assistente si fa largo tra le sedie, passando rasente i muri e cercando di non urtare nessuno, per arrivare fino alla nazione inglese. Richiama la sua attenzione con un gesto, gli comunica qualcosa che Francia non riesce a cogliere e gli lascia un bigliettino ripiegato, prima di guizzar via a rifare a ritroso il suo percorso verso la segreteria.

Inghilterra fissa perplesso il foglietto di carta. Il suo sguardo guizza un secondo verso America, forse per controllare che sia immerso nel suo soliloquio e che nessun altro abbia preso la parola, e poi lo apre con cautela, rigirando gli angoli uno a uno, prima di adocchiare il contenuto.

Un secondo, e Arthur scatta in piedi, facendo cadere per terra la sedia con un tonfo che catalizza su di lui l’attenzione di tutti gli altri, dormienti compresi, e fa tacere per un minuto buono Alfred. Sta’ lì, l’intera persona percorsa dal peggior brivido di rabbia che si sia mai visto, e diventa man mano di un bel colorito rosso acceso, le dita che si contraggono sul povero foglio di carta e lo accartocciano e lo stritolano e lo strappano fino a ridurlo a brandelli.

Quando pare che stia per esplodere, Alfred decide di salvare la giornata a modo suo.

-Inghilterra? Vuoi aggiungere qualcosa al mio discorso?-

Tra gli Stati seduti più in prossimità ai due interessati comincia un vero ping pong di rimbalzi di sguardi da uno all’altro, in attesa che lo scontro diventi fisico e la scazzottata segni la possibilità di una puntata alle macchinette del caffè; ma purtroppo Inghilterra non accontenta nessuno.

-Mi hai fatto venire l’emicrania! Vado a prendere una boccata d’aria-

Mentre Corea inizia a raccogliere le mazzette delle scommesse perse e Arthur si districa dalle gambe della sedia contenendosi a malapena dal distruggere anche lei, Francis è più che sicuro che l’occhiata di puro odio che viene scoccata verso la zona del tavolo in cui è seduto è diretta a lui e a lui soltanto.

Contro il palmo della mano, il sorriso si accentua, diventando un ghigno mefistofelico.

 

Inghilterra entra nella toilette maschile senza alcun riguardo, sbattendo la porta dietro di sé e turbinando le mani nell’aria.

-Bigliettini!- strilla –BIGLIETTINI! Nemmeno un’adolescente in crisi ormonale farebbe una cosa del genere durante una riunione ufficiale- ed è ancora rosso, mentre si allenta la cravatta, se la sfila dal collo e la getta per terra –Questa me la paghi-

Francis sbuffa, ma non smette mai di sorridere. Scalcia le scarpe insieme ai calzini, e mentre si sbottona frenetico la camicia, quasi si potrebbe sentirlo far le fusa.

-Quanto tempo abbiamo?- chiede,  tirandola giù dalle spalle. Inghilterra fa una smorfia, mentre si slaccia la cintura dei pantaloni.

-Dipende. Se Alfred è particolarmente inspirato, può andare avanti per ore senza accorgersi della nostra assenza-

Francia accenna un occhiolino, prima di afferrarlo per il colletto irrimediabilmente stropicciato e iniziare a sfilargli di dosso il gilet.

-Chi sarebbe l’adolescente in crisi ormonale- bisbiglia, spingendolo contro i lavandini, e al singulto dell’altro, non trattiene una risata terribilmente raggiante e felice.

 

 

Si parlava di diritto internazionale, oggi.

E se qualcuno se lo sta chiedendo, le porte dei bagni di casa ONU si chiudono a chiave anche nell’atrio dei lavandini ù.ù’’

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1889448