American idiots

di I am in love with a train
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


-Inammissibile! Inammissibile!!-
-Gee calmati! Vedrai che si risolverà tutto!-
Così avvenne la trionfale entrata nell’hotel di Miami dell’avvenente e fascinoso (??) cantante dei My Chemical Romance, preceduta e seguita dalle sue urla di dubbia virilità.
-Non so chi mi abbia convinto ad accettare, so solo che me ne sto già pentendo amaramente!!-
Il povero Frank Iero, che lo stava seguendo carico delle sue mille valigie e borse da viaggio ricolme di vestiti alla moda e trucchi di ogni genere, era da più di un’ora che tentava di farlo ragionare, con qualche frase fatta del tipo “sarà solo per poco!” e “la prima impressione non sempre è quella che conta, vedrai che diventerete ottimi amici!”.
Ma nulla sembrava riuscir a far tornare in sé il suo amato Gerard.
-Ora chiamo il loro manager e dico che è tutto saltato! Che si trovino un’altra band per aprire i loro concerti!-
-Nooo!!- con qualche balzo, il più piccolo lo raggiunse, piazzandoglisi di fronte e impedendogli di entrare nella stanza precedentemente assegnatagli.
-Non puoi! Insomma, è un’occasione, non puoi farla sfumare in questo modo per un po’ di antagonismo tra voi due! Cerca di ragionare!-
Gerard analizzò a fondo la cosa, poiché vedere il più piccolo in ginocchio a terra con le lacrime agli occhi lo aveva intenerito troppo.
-Frankie… ok, soprassederò. Ma tu dovrai assicurarti che quel tipo stia il più lontano possibile da me!-
alle parole di Gerard Frank rinsavì in un istante, iniziando a ballare la Macarena preso dall’euforia.
-Ci proverò! Anche se penso non sia una cosa poi così semplice…-
-Bravo! E ora, porta dentro le valigie, e poi lasciami riposare, dopo una sfuriata del genere è proprio quello di cui ho bisogno-
Il moro eseguì, e poi chiese innocentemente: -Posso farti compagnia??-
-No-
 
-Ma hai visto? No dico, hai visto?? Come si permette quell’insolente, ragazzino viziato!!-
Nel frattempo, l’altrettanto attraente e virile (??) cantante dei Green Day, era in viaggio con il resto della band alla volta dell’albergo in cui alloggiavano.
-Ma cosa ti ha fatto di male? Quasi non ti ha rivolto la parola…!- Mike Dirnt, che fino a quel momento era rimasto ad ascoltare gli sproloqui del suo chitarrista preferito, iniziava a stancarsi.
-Sì, ma i suoi atteggiamenti hanno urtato in modo incredibile i miei nervi!! Ma l’hai visto come si faceva bello agli occhi di tutti?? Voleva essere al centro dell’attenzione, e questo è inaccettabile! Perché solo su di ME devono essere puntati i riflettori, IO sono la star su cui ci si deve concentrare!!-  le urla di Billie Joe stavano diventando assai poco piacevoli per le persone nell’abitacolo, e soprattutto per i loro poveri timpani; fortunatamente, erano arrivati a destinazione, per cui i componenti del gruppo se la diedero a gambe, correndo il più lontano possibile dal loro vocalist/ragazzina isterica, lasciandolo solo con il bassista.
-O mi sbaglio, Mike?- chiese mentre varcavano la soglia di quell’hotel di lusso, facendogli capire con lo sguardo che non poteva rispondergli di sì.
-Uhm, io… no, hai assolutamente ragione!- rispose infine, non prima che Billie gli abbia intimato un “contraddicimi e giuro che ti mando in bianco per un mese”.
In seguito, si rifugiarono ciascuno nelle proprie stanze, per avere qualche ora di meritato riposo prima dell’inizio di quella serie di date che si prospettavano massacranti.

 







Hola! Piaciuto questo primo capitolo? ("no, fai schifo" nd tutti) so che non dovrei essere qui a pubblicare nuove storie, so che dovrei aggiornare The true story of three men, a tie and a train  *pubblicità occulta* e so anche che dovrei essere a studiare per l'esame, ma non sono riuscita a resistere a pubblicare questa storia :3 a proposito, ehm... no beh non c'è tanto da dire della storia u.u a parte che credo avrà circa 4-5 capitoli u.u e che non so quando riuscirò ad aggiornare (eheheh ^-^") ma non vi farò aspettare molto per il prossimo capitolo ("non hai capito che non ce ne frega niente??" nd tutti)
Vabbè ora scappo, bye! :D 

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Capitolo 2
*** 2. ***


La mattina dopo, Billie Joe Armstrong si svegliò al dolce suono della sua sveglia, che prontamente scaraventò dall’altro lato della stanza, ricordandosi solo poi che poteva semplicemente spegnerla, e ricordandosi anche che lui non aveva sveglie, e che quello che aveva appena fatto scontrare con il muro era il suo cellulare.
-Ops-
Si alzò dal suo comodo giaciglio e si chiuse nel bagno, nel quale passò un tempo indeterminato che va dai dieci minuti alle due ore, per poi uscire profumato e fresco come una rosa.
Lo stesso fece Gerard Way, che, una volta pronto per affrontare una nuova magnifica giornata, uscì dalla sua stanza, poiché doveva incontrarsi nella sala adibita a ristorante con gli altri quattro componenti dei My Chemical Romance, per fare colazione.
Ma non appena mosse il primo passo fuori dalla porta, andò a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno.
-Ehi! Stai attento!-
-Io, ehm, mi scusi… anche lei, però, la prossima volta guardi dove va!- Billie Joe, nell’udire quella voce, ebbe un sussulto: la conosceva, e anche troppo bene.
Pian piano, sentì la rabbia montargli dentro, alzò lo sguardo e puntò in faccia a Gerard il suo indice sinistro.
-TU!!! Ci rincontriamo, eh??-
-Cosa?? Avevo detto chiaramente a Frank niente vocalist impertinenti ed egocentrici!! Ora mi sente!!!-
-Impertinente a chi, emo da quattro soldi??! Impara a portare un po’ di rispetto alle persone più grandi di te!!-
-Ma se abbiamo solo cinque anni di differenza!!!!-
I due andarono avanti ancora per un po’ a lanciarsi insulti, fino a che non intervenne un inserviente a ristabilire l’ordine.
-E ora che fai, mi segui??-
-Armstrong, sappi che non ti sto seguendo, sto semplicemente scendendo a fare colazione!!-
Entrambi entrarono nel ristorante dell’hotel e si diressero ciascuno verso i restanti componenti dei propri gruppi, che scoprirono tutti allo stesso tavolo.
-Frankie, cosa ti avevo detto??- Gerard iniziò a battere un piede a terra, innervosito.
-Gee, tesoro…-
-TESORO UN CORNO!!!- il povero Frank sobbalzò al grido del cantante, che aveva appena acquisito una vocina molto acuta e molto poco mascolina.
-Ehm, vedi, io ho fatto del mio meglio ma…-
-Puoi scordarti delle tue solite palpatine sul palco-
-Ma..!-
-Fallo, e rimarrai evirato a vita- il chitarrista impallidì di colpo, e si fece piccolo piccolo sulla sedia sulla quale era seduto.
-Vedo che Billie non è l’unico a usare questo genere di ricatti…- si lasciò sfuggire Mike, dall’altra parte del tavolo.
-Cosa?!-  chiesero in coro tutti gli altri, che potevano anche essere scemi ma sordi non erano.
-No nulla. Su, andate avanti a mangiare!-
Per tutta la durata del pasto, nessuno osò aprir bocca, più che altro per paura di uscire dalle grazie di Billie e Gerard, i quali avevano ancora i nervi a fior di pelle.
-Pat ha detto che domani dovremo andar giù un po’ prima, si è verificato un problema e non vuole che ci siano intoppi per questo- alla fine, Jason White si decise a rompere il ghiaccio.
-Anche noi dobbiamo venire prima?- chiese allora Ray Toro.
-Sì, dopotutto voi aprirete il concerto, siete essenziali!- il chitarrista capì che doveva restare zitto, poiché il suo vocalist gli aveva riservato un’occhiata che lo avrebbe potuto uccidere se solo lo avesse voluto.
-Ragazzi, insomma, perché tutto questo silenzio? Qualsiasi problema ci sia tra voi due non è affare nostro!- ma non appena Trè Cool pronunciò queste parole, venne a sua volta fulminato dallo sguardo di Billie.
-Sì cioè… si può risolvere pacificamente qua!-
-Io non risolvo un bel niente! È lui che ha iniziato, quel Gerard o come caspita si chiama! Pensa di poter stare al centro dell’attenzione! Ma si da il caso che qui caro mio, la star che la gente acclama sia io!-
-Sentite, perché non sistemate il tutto con una bella sfida? Tanto, la competitività ce l’avete entrambi…- propose Mikey Way, che fino a quel momento era rimasto in disparte a finire a testa bassa ciò che aveva nel piatto.
-Ottima trovata amico, così magari la finiranno!- aggiunse infine Trè.
Billie e Gerard si guardarono un attimo negli occhi e annuirono, segno che avevano accolto la sfida molto volentieri.
 
-Mh… e che ne dici di questo?-
-Mh…-
-Mikey? Non stai neanche guardando!!-
-Ma per il semplice motivo che la trovo una cosa inutile…-
Gerard si voltò imbronciato e rosso in viso, e iniziò a minacciare il fratello con lo sguardo.
-Nel senso che stai bene con qualsiasi cosa addosso, quindi è inutile che io stia qui a consigliarti!-
Era quasi un’ora che erano entrambi chiusi in quella camera d’albergo, e Way Senior non aveva alcuna intenzione di lasciare andare il più piccolo; aveva messo a soqquadro l’intera stanza, tirando fuori vestiti su vestiti da quell’armadio a muro senza fondo (o almeno così sembrava, visto che il cantante continuava a far apparire roba neanche fosse la borsa di Mary Poppins) e la cosa più incredibile era che nessuno pareva andargli a genio per l’uscita di quella sera. Perché sì, quella sera sarebbero usciti lui, Frank, Mikey, Billie e Mike (i restanti componenti dei gruppi avevano rifiutato la proposta, dicendo di avere “impegni” ben più importanti, e perché non volevano sentire tutta la serata i continui battibecchi dei due frontman, ai quali avrebbero tentato di non far caso ubriacandosi) come dei normalissimi amici, o come due coppie di fidanzatini con in aggiunta il disgraziato di turno che se li deve sopportare.
Ed era ciò che volevano Gerard e Billie, poiché si erano accordati per una sfida indiretta, cioè che si sarebbe compiuta ma senza farlo notare: insomma, anche quell’uscita sarebbe stata un pretesto bello e buono per misurarsi tra di loro.
-In ogni caso, penso metterò questi… tu che ne dici?- riprese a frugare nel montone di vestiti, e ne tirò fuori una maglietta degli Iron Maiden con sopra una giacca di pelle e dei jeans aderenti (direi troppo aderenti).
-Tu mi hai fatto stare qui UN’ORA per poi metterti le prime cose che avevi provato?? Tu non sei normale, e giuro che è l’ultima volta che ti do una mano per queste cose!-
-Fa come vuoi, tanto poi lo so che non sai dirmi di no…- sull’orlo di una crisi di nervi, Mikey uscì a grandi passi dalla stanza, lasciando il fratello a prepararsi esteriormente e psicologicamente per le ore a seguire.
 
-Che cazzo Billie, esci o no da questa fottuta stanza??- Mike fece la sua entrata nella camera del suo vocalist furioso, un po’ perché non aveva tutto questo piacere di uscire quella sera, e un po’ perché era da più di mezz’ora che chiamava l’amico dicendogli che avrebbero fatto tardi.
-Un momento… Mickey, dimmi che sono bellissimo- Billie si avvicinò a lui con aria sconsolata.
-Sì, sei bellissimo, ora muovi quel culo e andiamo!-
-Più convinto!-
-Sei bellissimo, favoloso, un dono del misericordioso e buon Dio fatto a noi mediocri esseri umani… adesso esci!-
-Ok ok, sono qui…- il più piccolo oltrepassò il biondo sistemandosi un’ultima volta i capelli, ma si fermò, fissandolo un po’ e sorridendogli con fare superiore. Quest’ultimo ebbe un forte impulso di strangolarlo, ma si trattenne; dopotutto, era il suo nanetto, non gli avrebbe mai fatto realmente male. 

-Ciao!-
I cinque si ritrovarono fuori dall’hotel, e da lì avrebbero fatto un po’ di strada a piedi, curiosi di scoprire quella città nei pochi giorni che avevano a disposizione.
Rimasero per un po’ in silenzio mentre camminavano illuminati solo dai lampioni ai bordi delle strade, scambiandosi ogni tanto qualche occhiata come a esortarsi per iniziare un discorso di senso compiuto.
-Uhm… allora… cosa ne pensate della costa est?- buttò lì Frank, per poi rimproverarsi mentalmente per la banalità di quella domanda.
-Uh, beh… non male, solo che di qua fa più freddo che in California-
-Siamo ad aprile, non fa neanche più così tanto freddo… dovreste sentire in inverno!- quel discorso lo stavano mandando avanti Frank e Mike, con dei semplici botta e risposta che avevano l’utilità di riempire il vuoto con un po’ di rumore (della serie che anche una gara di rutti sarebbe stata adatta).
Dopo un po’ si fermarono in un bar a prendere un caffè, poichè fuori il vento si stava alzando e loro stavano congelando.
Si sedettero a un tavolo, sui divanetti, Frank, Gerard e Mikey da una parte, e Billie e Mike dall’altra. A un certo punto Way Senior poggiò la testa sulla spalla del chitarrista, come a fargli capire che si stava stufando.
-Tutto bene?- lui in tutta risposta gli carezzò i capelli e gli avvolse con un braccio la schiena, stringendolo.
-No-
-Perché, cos’hai?- Gerard lo fissò sconcertato.
-Frank, sei proprio ottuso-
-Ma Gee…-
-Oh su, non fare così, io scherzavo…- gli passò un dito sotto il mento, così da poterlo guardare negli occhi; gli sorrise dolcemente e fece sfiorare i loro nasi, facendo scappare al più piccolo un sorrisino lusingato.
Nel frattempo, dall’altro lato del tavolo, Billie stava osservando disgustato quella scena, chiedendosi come faceva un esserino tanto dolce e indifeso (??) come Frank a sottostare al volere di quel mostro che gli era affianco e addirittura ad… amarlo.
-Mickey… potresti essere così dolce anche te ogni tanto- il vocalist scagliò al biondo un’occhiataccia, facendo sentire tutto il suo disappunto.
-Billie caro…- disse prendendogli il mento tra pollice e indice –io non sono una checca isterica come il tipo che ti sta di fronte e il cavaliere che lo accompagna- sorrise ironico, e tornò a godersi la tazza di caffè che ancora gli stava davanti.
In tutto questo il povero Mikey era rimasto in disparte, nascondendosi nel suo cappotto per non vedere gli amoreggiamenti dei due che gli stavano affianco.
-Comunque… non si parla?-
-Pritchard, non rompere i coglioni che come vedi sono impegnato- disse Gerard, rimanendo sempre avvinghiato a Frank, per poi tornare a ispezionare la bocca di quest’ultimo.
-Ehi, frocietto della mia minchia, non ti permetto di rivolgerti così al mio Mike!- gli urlò contro Billie su tutte le furie.
-Calmino nano! Abbassa le arie!- dopo quello Joe non ci vide più. Tutto potevano dirgli, ma fare riferimento alla sua (molto) modesta altezza proprio no. Da lì iniziarono a prendersi a insulti, sotto gli occhi scioccati degli altri tre.
-Diva del cazzo!-
-Teletubbies!-
-Puttana!!-
-Ma Gee è un maschio!- s’intromise confuso Frank.
-Questo è ciò che pensi tu!-
-Cooosa?? Razza di… ignobile… io… fottuto… Frankie!!- scoppiando in un pianto isterico si gettò tra le braccia del suo salvatore, colui che c’era sempre; questo lo strinse un po’ e lo fece calmare, sotto le risa sommesse di Billie, che si era permesso di farlo piangere: non ci vide più.
-Ciccione-
-E questo è il tuo massimo d’insulto?- iniziò a ridere anche Mike, stroncato dall’ingenuità di quel ragazzo.
Il suo vocalist però non la pensava così: una lacrima si fece largo sulla sua guancia, e affondando il viso nel petto del biondo, cominciò a singhiozzare convulsamente (anche lui).
-Dai Billie, non dare ascolto a quel cretino, non sa quello che dice… tu sei solo morbido…- iniziò una guerra di sguardi tra Frank e il biondo, entrambi adirati e in pena per i loro amori.
-Ragazzi…- iniziò Mikey, senza sapere neanche lui come andare avanti –volete-volete tornare in albergo?-
A quel punto Gerard si ricompose, asciugandosi alla bell’è meglio le lacrime e tirando su con il naso, per poi alzarsi e sistemarsi il giacchino, dissimulando il suo crollo emotivo.
-Volentieri… Frankie dai, alzati anche tu…- tirò un po’ il più piccolo per un braccio, che aveva messo radici su quel divanetto; a detta sua erano molto comodi, anche se credeva che ciò fosse dovuto soltanto alla presenza di quel vampiro sexy del suo ragazzo: era come se quest’ultimo fosse stato una calamita, e lui era un pezzo di ferro che, costretto dalla forza magnetica, gli stava attaccato; lui era il sole intorno al quale la sua vita girava, e senza il quale non avrebbe potuto vivere: Gerard era il suo mondo, il suo tutto.
-Frank, sto parlando con te!-
-Eh cosa?-
-Ti ho detto che ora andiamo! Ma mi ascolti quando parlo?-
-Si scusami tesoro…- Frank si alzò e per scusarsi lasciò un tenero bacio sulla guancia dell’altro, che accettò di buon grado.
-Mmh, non ti preoccupare… però prima di andare…- acchiappò la tazza di caffè che ancora fumava sul tavolo e con un colpò deciso lanciò il contenuto in faccia a Billie, che si era un attimo staccato da Mike per capire meglio cosa stava succedendo.
Il vocalist, sconvolto e anche leggermente dolorante per quel liquido che ancora caldo gli era finito addosso, si alzò di scatto e tentò di afferrare il giacchino di Gerard, che però si scansò e camminò spavaldo fino all’uscita del locale: –E ricordatevi di pagare il conto!- aggiunse prima di scomparire assieme a Frank e Mikey. 





Eccomi con un altro capitolo! :D è un po' più lungo del precedente, contenti? *passa palla di fieno* eehm... beh, ho voluto pubblicarlo oggi questo capitolo perchè.... beh da domani fino a settimana prossima mi sa che non avrò neanche il tempo per respirare, e mi dispiaceva far aspettare tanto :3
Vabbè... ora vado, ma voi, voi tutti che leggete, ricordatevi una cosa: leggere=commentare è.é perchè scusate, voglio sapere se devo andare avanti a scrivere questa storia oppure darmi all'ippica u.u ("la seconda credo sia l'opzione migliore" nd tutti)
Bye! :D

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Capitolo 3
*** 3. ***


-Sei peggio di un bambino capriccioso-
-No Mikey, io ho tutte le mie ragioni per comportarmi così-
-Gee, Mikey ha ragione… hai esagerato- concluse serio Frank: sembrava realmente incazzato con il suo ragazzo, non gli piaceva quando assumeva certi atteggiamenti; perché doveva farsi odiare dalle persone quando in realtà era un ragazzo d’oro? Perché quando decideva che qualcuno non gli andava a genio cercava in tutti i modi di rendersi antipatico a sua volta? Perché doveva assumere quell’aria da superiore? E perché lui si doveva corrodere il cervello con queste seghe mentali? Non riusciva proprio a capire…
Tornarono velocemente in albergo, quando, poco prima che entrasse nella sua stanza, Mikey fermò il fratello maggiore: -Devi chiarire, e lo devi fare subito-.
Ma che diamine, non era stato lui a proporre questa cosa? E allora perché adesso mi dice di smetterla? Che fratello incoerente che ho… e poi anche Frank! Pure lui è dalla parte dell’ipocrita! Non ci credo, non ci voglio credere! Qui nessuno riesce a capirmi? Che palle, vado a farmi una doccia…
-Aaaah!!-
-Aaaah!!-
-Che ci fai tu qua?? Chi ti ha dato la chiave per entrare??!-
-Io-io… non volevo!-
-Oltre che a un infarto credo che tu sia riuscito a farmi raggiungere l’esaurimento nervoso… FUORI DI QUI!-
Un Trè Cool alquanto scioccato e mortificato corse fuori, andandosi a rinchiudere nella propria stanza in fondo al corridoio. Gerard, scazzato, richiuse la porta in malo modo e si gettò sulla poltrona che si trovava in un angolo, in parte al letto, con un gomito poggiato sul bracciolo e la mano che gli sorreggeva la testa.
Quella che inizialmente era nato come pretesto per bisticciare e in parte come uno sfogo per divertirsi del frontman, ora si stava rivelando altro… perché ora che ci ragionava, Billie Joe avrebbe potuto benissimo cacciarli a calci nel culo e trovarsi una band molto  più talentuosa e con membri più rispettosi di loro (o meglio, di lui); e invece no, nonostante tutto, nonostante il grande astio che provava nei suoi confronti, non gli toglieva questa grande possibilità. Gli doveva essere riconoscente, in fin dei conti…
Cullato dai suoi pensieri, si addormentò su quella poltrona.
 
-Billie… poteva risparmiarselo è vero, ma ti chiedo di soprassedere… soprassiedi, e vedrai che in men che non si dica sarà tutto finito… se li cacci ora, dove la troviamo un’altra band?-
-Mickey, centinaia di band sarebbero disposte ad aprire dei nostri concerti…-
-Ma nessuna sarebbe all’altezza di quei cinque sbarbatelli. su, ragiona dai!- anche Billie e Mike erano tornati in hotel, e ora erano nella stanza del vocalist a discutere: lui pensava che se alloggiavano nello stesso albergo da poco più di un giorno ed erano arrivati quasi alle mani, nel giro di una settimana si sarebbe ritrovato in un bosco a seppellire il cadavere di Gerard. E l’idea lo allettava molto.
-E poi mancano un solo giorno al primo concerto, dove vuoi trovare qualcuno disposto a sostituire i My Chemical Romance in così poco tempo?-
-Sì, hai ragione…- Mike raggiunse con pochi passi il moro che era seduto sul letto, a testa bassa, e lo abbracciò chinandosi, facendogli affondare il viso nel suo petto; Billie poggiò le mani sui fianchi del biondo, e strinse nei pugni la sua maglietta come a farsi coraggio; poi lo scostò delicatamente e si diresse verso la porta.
-Dove vai?-
-A chiarire-
-A quest’ora?- Billie diede uno sguardo veloce all’orologio, che segnava le 0:15 –Sì-
 
-Aaand weee are the champions, my frieeends…. And weee’ll keep on fighting till the eend…-
-Ehi ragazzi, niente da f… ehi, ma che cavolo state facendo?? No, le mie birre!!- Trè si lanciò verso gli altri, togliendo dalle loro mani le birre che avevano fregato dal suo frigo-bar: - io sto via per mezzora e voi vi ubriacate come spugne e per giunta con il MIO alcool??-
-Ehi amico- iniziò Bob Bryar, appoggiandogli una mano sulla spalla per sorreggersi:- non te la devi prendere… sai… c-ci stavamo annoiando, e… sai com’è!- concluse, fermandosi ogni tre secondi e ondeggiando pericolosamente con la testa, tanto che sembrava dovesse cadere a terra in preda ad un coma etilico da un momento all’altro.
-No! Perché non è possibile che voi in trenta minuti siate riusciti a finirmi tutte le scorte e a ridurvi in questo stato!-
-Daai Trèèèè…. Non prendertela… piut-piuttosto… dov’è che eri?- chiese invece Jason.
-Ero in camera di Gerard! Porca miseria, è da più di un’ora che ne parliamo!-
-Vero, possibile che non te lo ricordi?? Ma toglimi u… una curiosità… perché?- domandò ancora il perspicace Ray.
Trè era lì da qualche minuto e già non ne poteva più, li avrebbe volentieri presi tutti e tre e buttati giù dalla finestra:- Ma che cazzo, voglio semplicemente sapere se il vostro cantante e il vostro chitarrista stanno insieme!- tentò di spiegare molto lentamente e con vari gesti.
-Ma che schifo! Io non sto con Gee!- ribatté disgustato Toro.
-Ma non tu!! L’altro, Comecavolosichiama!-
-Aaaah…. Intendi Frank… ma non te l’avevamo detto? Lui è il ragazzo di Gerard…- dopo quest’ affermazione il batterista iniziò ad avere degli strani quanto inquietanti tic all’occhio destro, ma appariva relativamente calmo. Dopo qualche secondo esplose.
-E CHE CAVOLO NON ME LO POTEVI DIRE PRIMA???! Ma lo sai che per colpa tua Gerard mi ha beccato a frugare nelle sue cose???-
-Eh, scusami…- il povero chitarrista, mortificato, prese a fissare il pavimento triste.
-Dai… non fare così…- Trè invece, colto dai sensi di colpa, gli poggiò una mano sulla spalla, non sapendo che altro fare.
-Ok-
-Ma… in ogni caso… hai trovato qualcosa che potesse… uhm… avvalorare la tua tesi?- fece gesticolando Bob.
-Uhm, forse… ho trovato una marea di vestiti e… uhm, dei boa colorati e… delle foto molto compromettenti di quello che immagino sia stato lo scorso Natale- sul suo volto si dipinse un sorrisetto sadico, e tirò fuori da una sacca che si era portato appresso una busta trasparente con all’interno queste foto.
-Ooooh…- tutti si avvicinarono per vedere, e una risatina perversa si diffuse nella stanza.
-Muahahahah! Buon Natale Gerard!-
 
Billie contava i passi che lo separavano da quella camera, e nel frattempo pensava a ciò che avrebbe dovuto dire.
Gerard, siamo stati entrambi degli idioti, ma che ne dici di riprovarci e ricominciare tutto come se nulla fosse successo?
Come no, sembra una delle classiche frasi da telefilm per adolescenti.
Che ne dici di mettere un punto a questa storia e cercare di diventare amici?
Patetica.
Facciamo pace?
Da bambini.
MI VUOI SPOSARE???
Basta, stava sclerando.
Bussò un paio di volte alla porta, ma quando vide che nessun veniva ad aprire, iniziò a picchiare un pugno contro di essa cercando di farsi sentire, pensando che magari stesse dormendo.
Qualche mugolio, uno sbuffo, un tonfo e dei passi. Questo è tutto ciò che Billie sentì prima che Gerard gli venisse ad aprire. Quest’ultimo non capì al volo chi aveva davanti: si passò una mano in viso e dopo qualche secondo spalancò gli occhi.
-C-CHE CI FAI TU QUI? COSA VUOI??-
-Ehi calmati, io volevo soltanto…-
-No, via, vattene, non ti voglio!- lo spinse nel corridoio e velocemente richiuse la porta, dando qualche mandata di chiave, così da essere sicuro che nessuno più entrasse senza permesso.
-Uffi!- imbronciato, tornò nella sua stanza, gettandosi a pancia in giù sul letto.
-Non mi ha neanche voluto ascoltare!- piagnucolò.
-Su Billie, forse dovresti aspettare che sbollisca un po’… sarà ancora incazzato per questa sera, non puoi pretendere…- Mike lo fece alzare e lo strinse a sé, cercando di consolarlo.
-Sembra tutto inutile… sempre, se cerco di sistemare le cose, c’è qualcuno che mi rema contro e me lo impedisce…-
Il biondo non aggiunse nulla, lo fece sfogare per un po’, cullandolo tra le sue braccia e carezzandogli e baciandogli dolcemente i capelli, come a fargli capire che lui era lì e lo stava ascoltando. A un certo punto il moro smise di parlare e si allungò verso il viso del bassista –Grazie-
-Di cosa?-
-Di tutto- delicatamente fece incontrare le loro labbra in un bacio dolce e pieno d’amore. Non appena si staccò, si accoccolò meglio su Mike, godendosi per qualche minuto le attenzioni che questo gli rivolgeva, per poi addormentarsi sereno.
Il biondo si distese piano sul materasso, portandosi a dietro il corpo dell’altro; e così, abbracciato al suo amore, cadde anche lui tra le braccia di Morfeo.
 
La giornata seguente passò in fretta, tra i lamenti per le emicranie dovute alle bevute del giorno prima e le suppliche di Billie per un armistizio con Gerard, il quale ovviamente faceva di tutto pur di evitarlo; e ormai mancavano poche ore al concerto.
-Ehi, uhm, ragazzo!-
-Sì?- domandò cortesemente Frank, sentendosi interpellato.
-Scusami, ma il vostro vocalist DOV’È?- Kevin, l’addetto al soundcheck, stava dando fuori di matto a cercare Gerard, che sembrava esser scomparso nel nulla.
-Oh, non saprei dire…- pur di non incontrare lo sguardo di quell’ometto rosso di rabbia, fece volare il suo in giro, come se stesse realmente cercando il più grande:- oh, ma quello non è lui?-
-Lui chi, lì non c’è nessuno!- non fece neanche in tempo a finire la frase: non appena si voltò nuovamente nella sua direzione Frank era scomparso.
-Gee? Dove sei finito? Vieni fuori senno qui ci frustano uno ad uno per allentare la tensione…- stava vagando nei backstage tenendosi vicino al muro, quasi avesse paura di perdersi nel caso in cui si fosse allontanato troppo; ogni porta che gli si parava davanti la apriva alla ricerca del suo vocalist, ma l’unico risultato che ottenne furono una serie di situazioni imbarazzanti quando, senza accorgersene, apriva i camerini degli altri.
“Sala svago”. Che fantasia.
Aprì quella porta lentamente, come fanno i protagonisti dei film horror nei momenti clue, e nello spiraglio aperto infilò la testa: quello che vide gli fece perdere vent’anni di vita.
Gerard, il suo Gerard, era accovacciato con le gambe strette al petto sul divano e un’espressione triste e persa in chissà quali pensieri stampata in viso; ma la cosa che più aveva scioccato il piccoletto e il motivo per il quale ora stava correndo verso di lui era che teneva stretto tra le mani un barattolo di Nutella aperto e mezzo svuotato, dal cui bordo si vedeva spuntare il manico del cucchiaino con il quale se l’era presumibilmente spazzolata quasi tutta.
-GERARD!!! Nooo!! È ipercalorica!!!!- con un balzo gli strappò dalle mani quel cibo creato dal demonio per loro poveri mortali che, inconsapevolmente, cadevano nel peccato; altro che ira, avarizia, superbia, invidia, accidia, lussuria o gola; la Nutella è molto peggio di tutti questi messi insieme. Quella crema dall’inconfondibile sapore dolce e dal profumo di cioccolato e frutta secca, nocciole in particolare, che fa impazzire grandi e piccini, che ti impasta la bocca e ti regala il suo aroma  cedendolo alla tua lingua per qualche minuto….
Ecco, ora Frank aveva voglia di Nutella.
-Frankie! Ma io ne ho bisogno!- Gerard allungava le braccia placidamente verso ciò che gli era stato sottratto, senza però muoversi dalla posizione in cui si trovava, e mantenendo anche la stessa espressione.
-No! Non ne avevi bisogno prima e non ne avrai bisogno neanche adesso! Ora alzati e vatti a lavare le mani, che dobbiamo andare a fare il soundcheck!-
Il chitarrista dovette farsi tutto il viaggio per i corridoi a ritroso trascinandosi dietro un cantante svogliato e depresso per chissà quale motivo, che quasi cadde a terra a metà percorso per il semplice motivo che non voleva camminare. Quindi Frank cosa pensò bene di fare? Se lo caricò in spalla e proseguì così, quasi a carponi sul pavimento e sudando come un maiale per lo sforzo, con il viso di un Gerard apatico che gli spuntava da dietro la schiena. Esilarante da vedere. 






Holaa!! :D allora, come vi è sembrato il capitolo? *sente grilli che friniscono* eeehm... comunque! Questo è il penultimo capitolo, siamo quasi alla fine! Vedremo come si risolveranno le cose, se la puttanella Billie riuscirà a sistemare tutto con la nostra sassy divah Gerard u.u beh, lo scoprirete domani, quando metterò su l'ultimo capitolo di questa vostra tortura della storia :3
AnyWay, ora scappo :3 se avete bisogno di insultarmi pesantemente per il mio continuo attentare all'integrità della lingua italiana o per la scars(issim)a qualità dei capitoli (no dai, spero che almeno sia decente la trama di questa storia :3), fatelo nelle recensioni! :D
Bye! :D

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Capitolo 4
*** 4. ***


-Ancora mezz’ora e tocca a voi!- a quell’affermazione Billie sbiancò. Non poteva mancare così poco! E lui doveva ancora decidere cosa mettersi! Per non parlare poi degli altri! Dov’è che erano?
-E dov’è la mia Blueee??-
-Don’t worry, little Joe! Ecco qui la tua chitarra!- Mike fece il suo ingresso nel camerino del moro tenendo alta la Stratocaster surf green come fosse un trofeo, che era stata abbandonata in mezzo al corridoio.
-Tesoroo!!! Ti adoro!- velocemente strappò dalle mani del bassista la sua chitarra e iniziò a cullarla dolcemente.
-Oh beh, non ho fatto nulla di speciale-
-Non  te, io stavo parlando alla mia Blue!- puntualizzò scocciato Billie.
-Ah…-
Attimi di angosciante silenzio passarono tra i due, finché Tré non irruppe nella stanza agitando alte le sue bacchette.
-Avete sentito che bravi?? Woooh, non pensavo!!-
-Di cosa stai parlando??- Mike gli si avvicinò e gli bloccò le braccia, riportandogliele lungo i fianchi (e così eliminando ogni possibilità che facesse del male a qualcuno tentando di placare l’adrenalina in circolo).
-I My Chemical Romance! Stanno suonando e… wow! Sono bravi!-
-Beh, mica li ho scelti per niente…- gongolò Billie tutto contento.
-Ma se fino a ieri non li potevi vedere…- puntualizzò Cool.
-Uhm, sì… ma si può sempre cambiare opinione, no?-
Il batterista gli rispose con un mugugno, troppo concentrato a scandire un ritmo sconosciuto in aria con le sue bacchette.
-Ora fuori, devo finire di prepararmi- e con questo Billie Joe congedò i suoi colleghi.
 
Il crescendo iniziale di Also sprach Zarathustra, colonna sonora di “2001:Odissea nello spazio”, si diffuse nell’aria, segno che presto la band sarebbe salita sul palco e avrebbe dato inizio al concerto.
La folla, già carica, era in delirio quando vide i tre apparire e posizionarsi ognuno al proprio posto, Tré dietro la sua batteria, Billie al centro del palco e Mike alla sua sinistra; dagli amplificatori da centinaia di watt uscirono i primi accordi di American Idiot, facendo impazzire i fan che tentarono un pogo disperato sotto gli occhi dei loro idoli.
-Eccoci, Miami!! Benvenuti all’American Idiot tour! Ora suoneremo una canzone intitolata Jesus of Suburbia-
 
Il concerto proseguì senza intoppi, tra urla, risate e un numero esagerato di “Heeey ooh!” da parte di Billie Joe per incitare in pubblico.
Però ora che era finito, l’adrenalina iniziava a scemare, lasciando il posto a tanta, tanta stanchezza.
-Ehi… bello show- la testa di un Gerard molto intimidito fece capolino oltre la soglia del camerino di Tré Cool, dove si erano radunati i Green Day.
Tutti i presenti si voltarono perplessi, poiché non si sarebbero aspettati l’arrivo di un qualsiasi genere di essere vivente, in particolar modo del cantante dei My Chemical Romance.
-G-grazie… entra se vuoi, non stare lì- Billie Joe lo fissò con un espressione a metà tra il curioso e il divertito, mentre lo vedeva avanzare nella stanza a testa bassa; che si fosse pentito di qualcosa?
-Ehm, Billie io- -
-Sono qui i nostri ragazzi??- Ray, tutto gasato e con mille bottiglie di birra e Coca-Cola tra le mani, andò spedito verso il tavolino in mezzo al camerino, dove poggiò tutto per poi voltarsi e fissare sconvolto tutti.
-Ehi, che sono quelle facce da funerale?? Pensavo foste appena scesi da un palco voi!!- in quel momento si sentirono urla e grida provenire dal corridoio, preannunciando l’arrivo di altre persone; e infatti, tempo qualche secondo, svoltarono l’angolo gli altri tre: Mikey con uno sguardo alla “non è colpa mia”, e Frank che si agitava sulla schiena di Bob imitando un frustino con il braccio.
-S-scusate io non- -
-Mikey, non siamo in chiesa, fanno bene quei due a far casino- lo interruppe Tré indicando il chitarrista e il batterista appena arrivati, il quale primo dei due si stava arrampicando sulla schiena dell’amico nel tentativo di mettersi a cavalcioni sulle sue spalle.
-M-mi stai facendo male, Frank!-
-Zitto e abbassati un po’!- questo si puntò con le mani sulla testa di Bob e tirò su una gamba, facendola poggiare sulla prima spalla e mancando per poco il viso dell’altro con un piede, che riuscì a schivarlo; nello spostarsi, però, perse l’equilibrio, cadendo rovinosamente a terra con ancora il chitarrista mezzo incastrato sotto le sue ascelle.
-Così impari!- dopo lo sconvolgimento iniziale, delle risa si diffusero nella stanza; tutti ridevano, tranne Gerard. Lui non era lì per festeggiare, o meglio, magari quello sarebbe venuto dopo: ora voleva parlare.
-E-ehm, scusate… posso-posso rubarvi un attimo Billie?- tutti si voltarono verso il diretto interessato, chiedendo spiegazioni con lo sguardo; questo, non sapendo che dire, alzò le spalle e si diresse fuori dal camerino assieme a Gerard.
Non appena si richiusero la porta alle spalle, furono sicuri di poter discutere tranquillamente; il primo ad aprir bocca fu Billie.
-Allora? Di cosa vuoi parlare? Sempre che tu abbia intenzione di parlare… sappi che se hai voglia di stuprarmi me ne torno dentro- sdrammatizzò, per allentare la tensione.
L’altro ridacchiò un po’, e poi se ne uscì con un: -No, voglio parlare… sai, sono stato un vero stupido-
-Riguardo che cosa?-
-Tutta questa storia, non mi sarei dovuto comportare così con te- ammise serio.
-Ma figurati, non ti preoc- -
-No, fammi finire- fece una breve pausa, come a assicurarsi che avesse capito, e riprese il suo discorso.
-Non è da me giudicare le persone al primo incontro, basarmi su quello che vedo e basta. O meglio da ciò che ho voluto vedere. Perché, sì, quello che ho detto o anche solo pensato su di  te non era ciò che credevo realmente… diciamo che ho deciso che doveva esser così e stop. Ma… mi dispiace. Non avrei dovuto. Mi-mi sono comportato da ragazzino, mi sento.. mi sento un idiota- concluse con uno sbuffo.
-Ehi, anch’io ho esagerato. Siamo entrambi idioti. Idioti Americani. E, non so te, ma io non voglio essere ciò- disse sorridendo e poggiandogli una mano sulla spalla.
-Già. Ehi ma…- Gerard di colpo si bloccò, pensieroso.
-Cosa?- Billie si staccò preoccupato, pensando di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato.
-Ma quella non era mica una vostra canzone? Don’t wanna be an american idiot…- canticchiò con un sorriso beffardo.
-Vedo che conosci la buona musica, amico!- il più piccolo gli passò un braccio intorno alle spalle e riaprì la porta del camerino, dove trovò tutti accucciati intenti ad ascoltare ciò che si dicevano.
Un certo imbarazzo calò su tutti, ma il buon vecchio Tré trovò comunque il modo di rompere il silenzio: si alzò in piedi e continuò la canzone che aveva poco prima iniziato Gerard.
-Don’t want a nation under the new media!-
-Ehy, can you hear the sound of hysteria?- si aggiunse allora Ray.
-The subliminal mind fuck America!- 







Eccoci arrivati alla fine! :D Ok, devo dire che la conclusione mi fa un po' pena ç.ç però vabbé, fatemi sapere vuoi cosa ne pensate, perchè l'opinione che conta è la vostra, no? :3 Insomma, non ho tanto da dire, se non che forse un po' mi dispiace che sia finita così velocemente... ma non importa u.u e poi, sappiate che presto tornerò con una nuova storia... ambientata... beh, non lo dico senno rovino la sorpresa u.u posso dire che sarà un'altra crossover :3 (non chiedetemi il perchè di tutte queste crossover o.o). Insomma, non mi farò mancare molto da voi (???). La vostra peggiore nemica presto ritornerà a torturarvi u.u
Bye! :D

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