L'amore all'improvviso

di SaraMiserere
(/viewuser.php?uid=446549)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** LA SORPRESA DEL MIO DAD ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2: SI PARTE! ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3: IL CONCERTO ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4:UNO STRANO RISVEGLIO ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5: CONVIVERE CON I TOKIO HOTEL ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6: L'INTERVISTA ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7: LA CONSOLAZIONE DI TOM ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8: LA DICHIARAZIONE ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9: LA MIA INTERVISTA ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10: FINALMENTE IL MATRIMONIO ***



Capitolo 1
*** LA SORPRESA DEL MIO DAD ***


CAPITOLO 1: LA SORPRESA DEL MIO “DAD”
Sono Sara ho quasi 13 anni e vengo da un piccolo paese del Molise chiamato Trivento. Sono una "alien" (cioè una fan dei Tokio Hotel) da quando avevo 8 anni e da allora mi sono totalmente innamorata di Bill e nel corso degli anni mi facevo sempre film mentali su me e lui, ad esempio una volta ho fatto finta che eravamo sposati. Avevo solo dieci anni però!
Ero nella mia camera stesa sul letto, immersa nei miei pensieri. Ovviamente nei miei pensieri c'erano i Tokio Hotel (ci sono sempre). Abbracciavo il cuscino chiedendomi "incontrerò mai i TH? Sapranno mai della mia esistenza? Parlerò mai con Bill?" ma i miei genitori non mi avrebbero mai fatto andare ad un concerto...o da qualunque altra parte. Quelli a malapena mi portano nella casa dei vicini, figuriamoci nelle città come Milano, Verona, Bologna. Strinsi forte il cuscino e iniziai a piangere. Passarono due ore e mi calmai. Mi alzai dal letto asciugando le lacrime e mi sedetti per ascoltare la musica. Sento bussare alla mia porta: è papà con il suo sorriso smagliante e il suo solito sguardo da imbecille. Mi sorride e mi dice -Ho una sorpresa per te...- e io -Cosa vuoi ora?- e papà mi risponde -Guarda cosa ho qui- e caccia dalla tasca due biglietti. Io esclamo -Ma sono i biglietti per il concerto dei Tokio Hotel!!! E c'è anche il pass per il backstage!!!- e dad (soprannome di papà) rispose -Vedi che alla fine servo a qualcosa?- e io -in effetti, in fondo sei utile alla società...non me lo aspettavo!- e mi misi a ridere. Dad mi interruppe -Però chi ti accompagna?- -Tu?- risposi ironicamente- e dad -No non posso, lo sai che lavoro tanto. Potrei chiedere a Liam- e io -Va bene basta che ci vado-.
Il giorno dopo incontro Liam e gli chiedo se mi vuole accompagnare al concerto. Lui scocciato mi rispose –Se proprio devo…dove si fa, e quando?- -Tra due settimane a Verona- risposi con un sorriso, poi aggiunsi –Mi ha detto dad che te lo dovevo chiedere perché lui lavora e non puo’ accompagnarmi- e lui rispose –Ok-. Il suo comportamento era strano negli ultimi giorni: mi degna raramente di uno sguardo, non mi bacia, non mi abbraccia, non mi scrive messaggi, non mi cerca…è come se non esistessi per lui. Fino a qualche settimana fa non era così…ora assume questo atteggiamento che davvero non riesco a capire! Non so forse sarà la mia impressione…Ma lasciamo stare.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** CAPITOLO 2: SI PARTE! ***


CAPITOLO 2: SI PARTE! Sono passate due settimane ed è arrivato il giorno della partenza. Mi alzo di scatto e corro nel bagno a lavarmi, poi indosso i miei adorati jeans con la canotta nera con il teschio (che avevo comprato qualche giorno prima) e le scarpe nere con le borchie. Controllai che nella valigia ci fosse tutto: lenti a contatto, abbigliamento per il giorno dopo (giorno del concerto) eccetera… Dopo un quarto d’ora Liam era sotto casa ad aspettarmi. Prima di scendere saluto i miei genitori che mi fanno le ultime raccomandazioni. E poi ovviamente, la tragica di mamma aggiunge –Sara, promettimi che tornerai- e io le rispondo ironicamente –Mamma vado ad un concerto, mica in guerra-. Una volta salutati, entro nella macchina di Liam e ci dirigiamo verso Verona. Durante il viaggio Liam non mi parla, non mi guarda neanche. Io gli chiedo –Oh ma si puo’ sapere che hai fatto?- e lui risponde stufato –Niente.- e io insisto –Sei sicuro?- ma non mi risponde. Così decido di lasciar stare e di godermi il viaggio. Siamo arrivati a Verona di sera e abbiamo pernottato in un hotel vicino l’arena del concerto. Ok è la mattina del concerto, sono emozionata. Nella mattinata non ho fatto altro che provare e riprovare abiti, magliette, pantaloni e altri abbinamenti da mettere al concerto. Alla fine ho scelto di mettere i miei leggings neri strappati con la T-Shirt dei Tokio Hotel. Truccata e improfumata, prendo i disegni e le canzoni che ho scritto per loro, e che ho intenzione di dargli, prendo Liam sotto braccio e ci avviamo all’arena.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** CAPITOLO 3: IL CONCERTO ***


CAPITOLO 3: IL CONCERTO Perfetto, manca meno di un'ora al concerto dei Tokio Hotel. Non sto più nella pelle, sono così emozionata. Sto sudando...guardo il mio fidanzato Liam, lui mi guarda come se avesse qualcosa in contrario. Io gli sorrido per farlo sentire meglio. Si spalancarono le porte, era ora! Mi precipito all'interno, ma il mio fidanzato mi tira il braccio dicendomi -Noi ci mettiamo nell'ultima fila-. Giuro che lo stavo sbranando con lo sguardo. Entrarono i Tokio Hotel per la prima canzone e tanto che mi sono emozionata, che ho urlato. Liam mi tirò un pugno forte sulla spalla dicendo -Non urlare, facciamo brutta figura- e io a lui -Guarda che urlano tutti qua dentro. Intelligent!-. Liam mi ha guardato in modo acido e rispose -Tu non devi urlare. Obbediscimi.- e io indispettita -Povero scemo, si aspetta che io faccia tutto quello che dica lui-. Liam mi tira un ceffone sulla nuca gridando -Smettila di fare la bambina!- e io ribatto dicendo -Qui il bambino sei tu che fai tante mosse per un concerto. Ma che sei geloso per caso?- e lui –No, non sono geloso.- Per un attimo ci guardiamo senza dire niente, poi egli si voltò e non mi degnò di uno sguardo per il resto del tempo. Io lo guardo confusa, era strano il suo comportamento...forse sarà di nuovo la mia impressione. Mi concentro sui miei adorati 'tokietti' (soprannome che ho attribuito ai Tokio Hotel quando ero più piccola) e li osservo attentamente: Gustav è il solito tenerone con quelle guanciotte da strapazzo, Georg ha il suo solito bellissimo sguardo da duro, Tom era solito fare l'occhiolino alle fans sorridendo (beh è il carattere tipico di Tom, non a caso è chiamato “SexGott”) e Bill...Bill è perfetto. Con quella cresta scura, i suoi occhi enormi...la sua voce angelica...lui è bellissimo poi le luci e dei fumi del palco rendono l'atmosfera ancora più...magica, diciamo. Era la fine del primo tempo. Liam mi tira un braccio borbottando tra sé e sé trascinandomi con la forza. Mi porta nel backstage. Si guardò attorno per accettarsi che non ci sia nessuno e poi mi fissa con uno sguardo furioso. Mi disse -Tu...tu sei una brutta figlia di...- e manco finì la frase che mi ha sbattuto contro il muro. Io gli urlo contro dicendo -Cosa ti ho fatto? Perché fai così? Mi hai fatto male, sai?- lui mi rispose arrabbiato -Adesso fai anche la finta tonta, eh? Tu sai cosa mi hai fatto e non lo vuoi ammettere perché le persone sporche come te non ammettono le loro colpe perché sanno che sono cose sporche, come la loro personalità-. Io continuavo a chiedergli cosa avevo fatto ma invano, anzi, più glielo chiedo più mi spintona contro il muro. Siccome mi sono scocciata, gli ho detto -Oh mamma mia, qualunque cosa io ti abbia fatto scusa!-. Adesso sembra accecato dalla rabbia. Mi tira un ceffone molto forte, mi prende per i capelli e mi trascina vicino a una porta che ha una specie di targa sopra. Io non riesco a leggere cosa c’è scritto perché inizio a vedere sfocato a causa delle lacrime che iniziano a scendere dai miei occhi. Liam urla dicendo -Quindi tu mi chiedi scusa, eh? Mi chiedi solo scusa? Scusa non basta, quello che hai fatto non può avere rimedio- mi stringe i capelli e mi sbatte la testa contro il muro violentemente. Io urlo dal dolore e rimango con la testa appoggiata sul muro piangendo. Liam mi gira ma me lo ritrovo davanti con una sedia tra le mani. Inizio ad urlare, a chiedere aiuto in ogni lingua (italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, giapponese, coreano ecc..). Mi sento persa ormai. Ma vedi delle persone uscire da quella porta con la targa sopra. Ma non faccio in tempo a riconoscerle, che ricevo una sediata sulla faccia. Mi ritrovo a terra, sperduta, con il naso sanguinante...vedo Liam che litiga e discute con quattro ragazzi, ma ho la vista appannata...non rieco a focalizzare i loro volti. Tutto d'un tratto...non vedo più niente. Vedo soltanto il nulla totale.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** CAPITOLO 4:UNO STRANO RISVEGLIO ***


CAPITOLO 4: UNO STRANO RISVEGLIO Dopo un po' di tempo mi risveglio...sono stesa su un divano morbido e accogliente. Ci sono delle persone attorno a me che non riesco a riconoscere siccome ho ancora la vista appannata. Dopo qualche minuto ricomincio a vedere bene. Non credevo a quello che stao vedendo, davvero non ci credo...penso di essere in un sogno...non ci credo: davanti a me mi ritrovo Georg, Gustav, Tom e Bill...tutti attorno a me che mi guardano preoccupati. Io li guardo stupita, meravigliata. Georg mi chiede -Come stai?- e io rispondo -Ehm… si… sto bene… ma un po' confusa- e Gustav aggiunge -Credo che sia scioccata, non se l'aspettava di trovare noi al suo risveglio.- e io In effetti è vero- e Tom dice -Non ti preoccupare signorina, siamo qui per aiutarti...d'ora in poi starai con noi fino a quando non ti riprenderai- e io incredula chiedo -Ma davvero?- e Bill risponde -Esatto, ci prenderemo noi cura di te fino a quando non ti sentirai meglio- e Georg conclude dicendo -Fa' come se fossi a casa tua. Per ora noi siamo la tua famiglia- facendo un sorriso a trentadue denti. Tom mi fa l'occhiolino e io inizio a ridere ma ritorno seria in fretta. È tardi e la band deve partire per raggiungere Parigi, in Francia, per compiere il tour mondiale e per raggiungerla vi vogliono qualche settimana o più. Mi portano nel loro jet privato. È piccolo, ma comodo. Appena entro mi trovo due corridoi, uno a destra e uno a sinistra. A destra ci sono i letti a castello dei ragazzi con il bagno; a sinistra c’è un tavolo con due poltrone, c’è il frigo con il lavandino, la cucina e un piccolo forno con una porta che conduce in una piccola stanza dove c’è un tavolo da ping pong (sport che i Tokio Hotel amano da bambini) e degli accessori per fare palestra (tapirulan, ciclette, pesi e altri strumenti sofisticati). Ci sediamo sulla poltroncina e i ragazzi mi fanno tante domande su di me, ad esempio dove vivo, quanti anni ho e altre cose del genere. Io rispondo con entusiasmo, concludendo sempre con un grande sorriso. Anche se sono ancora un po' confusa. Sono quasi le undici e mezza e tutti andiamo a dormire. Loro nel letto e io sulla poltroncina. Cinque minuti dopo mi sento sfiorare: è Georg che mi mette una coperta addosso! Io faccio finta di dormire ma in fondo mi sento da Dio!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** CAPITOLO 5: CONVIVERE CON I TOKIO HOTEL ***


CAPITOLO 5: LA CONVIVENZA CON I TOKIO HOTEL Il giorno dopo mi sveglio e mi ritrovo Gustav e Tom che vengono verso di me con due enormi vassoi pieni di cibo. Tom esclama –Ben svegliata, bella addormentata!- sorridendomi. Io incredula chiedo loro –Ma mi avete preparato la colazione?- e Gustav risponde –Certo- e io a bocca aperta gli rispondo dicendo –Ma non vi dovevate disturbare, davvero!- e Tom sbuffa dicendo –Sei la nostra ospite, tutto per te- e Gustav conclude dicendo –Sei come una principessa-. Io mi metto a ridere imbarazzata. Mio dio Gustav mi aveva dato della principessa! Ok questi giorni con loro saranno fantastici! Vedo Georg che è appena uscito dal bagno lindo e pulito, senza maglietta con un asciugamano sulla spalla. Si fermò vicino gli altri due dicendo –Ragazzi io vado a fare palestra, svegliate Bill-. Tom mi lancia un’occhiata alzando un sopracciglio e mi chiede –Perché non lo svegli tu?- e io rispondo ridendo –Poi si mette paura, guarda in che condizioni sono! Non mi sono nemmeno lavata!- Tom mi risponde –Vai a lavarti, sistemati e poi lo svegli. Si ritroverà una bella sorpresa davanti agli occhi- concludendo con un sorriso sexy. Io però lo guardo esclamando –Ma non ho niente da mettermi!- e Gustav interviene dicendo –Potresti usare degli abiti di Bill, tu sei molto alta e credo che ti vadano. Prova a misurarteli- Tom fulmina Gustav con lo sguardo dicendo –Bill è geloso dei suoi vestiti, non li deve toccare nessuno.- allora io intervengo dicendo –Se mi date del tessuto e un uncinetto posso cucirmi io dei vestiti. Sono brava!-. Spariscono e qualche minuto dopo ritornano con enormi pezzi di stoffa, lustrini, piume, accessori con le borchie e altre cose del genere. Io mi metto a cucire e dopo un quarto d’ora ho già finito. Mi vado a lavare e mi vesto con i vestiti che ho cucito. Per oggi mi metto la canotta con il teschio che ho cucito insieme ai leggings strappati che ho messo ieri. Mi sistemo i capelli con il fono arricciandoli sempre di più. Ora mi devo truccare. Sulla mensola del bagno vedo matite, mascara, ombretti neri di ogni tipo ed ogni marca. Ma erano di Bill, non li potevo prendere. Per fortuna ho sempre una matita di riserva nella tasca dei jeans. Prendo i jeans e caccio la mia adorata matita nera con i brillantini dalla tasca. Una volta messa, esco fuori dal bagno. Georg è appena uscito dalla palestra, mi vede e esclama –Wow, sei proprio bella Sara- e io lo ringrazio sorridendo imbarazzata. D’un tratto entra Tom con un’enorme valigia in mano dicendo –Ci hanno mandato questa valigia dall’hotel di Verona, è la tua Sa..- mi guarda con la bocca spalancata e dice –Wow sei davvero un pezzo di gnocca! Comunque questa è la tua valigia, qui c’è tutto.- -Grazie Tom!- rispondo io. Lui mi guarda dalla testa ai piedi soffermandosi su ogni dettaglio. E per ogni dettaglio credo che avrete capito cosa intendo. Io imbarazzata gli chiedo –Emh…posso esserti d’aiuto?- e lui, guardandomi in modo provocante, mi risponde –Ora che sei vestita e sistemata, sveglia Bill. Se qui non lo sveglia qualcuno, quello continua a dormire fino all’anno prossimo- Scoppiamo tutti e due in una risata, poi Tom raggiunge Gustav nella sala da ping pong a giocare. Cammino verso il letto di Bill e, una volta arrivata, mi soffermo a guardarlo: mentre dormiva sembrava un vero angelo…con le sue palpebre perfette, le sue labbra rosa, il suo sguardo tenero innocente…mi viene da piangere. Mi siedo sul bordo del letto per evitare di fargli male. Lo guardo ancora attentamente e a lungo. Gli accarezzo la guancia dolcemente e gli sorrido. Poi gli scuoto lentamente il braccio sussurrandogli –Bill, Bill svegliati dai. È tardi-. Non si sveglia. Insisto di nuovo dicendo –Bill dai cazzarola svegliati-. Vedo il suo occhio aprirsi. Gli sussurro in modo dolce –Buongiorno- concludendo con un sorriso. Mi alzo dal letto di Bill. Lui si toglie le coperte di dosso e si alza barcollando. Mi fissa da capo a piedi (ma stavolta non come ha fatto Tom) e mi dice –Buongiorno Sara. Sei splendida oggi-. Mio Dio volevo morire: Bill Kaulitz mi avevo detto che ero splendida! Cioè una situazione del genere dove la vai a pescare? Stavo svenendo, giuro. Tom, vedendo la mia reazione, si avvicina e ridendo mi dice –Hai visto? Stai iniziando a fare colpo- io scoppio a ridere e gli rispondo –Grazie, saggio maestro Tom- concludendo con una folle risata.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** CAPITOLO 6: L'INTERVISTA ***


CAPITOLO 6: L’INTERVISTA Sono passate due settimane. Inizio a prendere confidenza con i ragazzi, insieme scherziamo, ridiamo, ci consoliamo a vicenda, ci confessiamo i nostri segreti…ci comportiamo da fratelli, insomma. Mi sento leggermente strana ad aver iniziato a provare lo spirito di fratellanza dei Tokio Hotel. Ma in fondo, è una bella sensazione. Poi sono sempre gentili con me: Gustav e Tom mi preparano sempre la colazione e io, per ricambiare, preparo pranzo e cena. Beh in fondo lo faccio per rifarmi il sapore delle papille gustative…devo ammettere che Tom non è davvero un ottimo chef. Georg è sempre comprensivo, mi tratta come una figlia: mi da dei consigli su tutto, mi fa da personal trainer, e ultimamente mi sta anche imparando a suonare il basso. Bill invece no, Bill è quello che parla di meno. Cioè con gli altri è molto socievole ma con me... non tanto. Oltre al mattino, quando io ho il compito di svegliarlo e quindi ci diciamo il buongiorno, parliamo raramente e gli unici argomenti delle nostre discussioni sono la musica, il paragone tra la Germania e l'Italia e del tempo che faceva… ma in fondo per lui è come se non esistessi. Oggi il jet deve fare una piccola sosta vicino Aosta. Io sto leggendo un libro che mi ha dato in passato la mia professoressa di lettere. Sento bussare allo sportello. Lo apro e vedo due giornalisti che sono venuti ad intervistare i Tokio Hotel. Mi fissano in modo strano e uno mi chiede –Ciao bimba, come ti chiami?- io lo guardo in modo acido e gli rispondo –Mi chiamo Sara e non sono una bimba, ho quasi 13 anni!- e lui –Si, certo. Tranquilla- concludendo con un sorriso ironico. Mi guarda per un momento e io esclamo –Vado a chiamare i ragazzi, intanto accomodatevi-. Entro nella sala da ping pong dove trovo Gustav e Bill che si sfidano, Georg che fa palestra e Tom che prova degli assoni con la chitarra elettrica. Mi fissano e io esclamo dicendo –Sono arrivati i giornalisti, vi stanno aspettando di fuori in cucina.- Si precipitano tutti e quattro sulle poltroncine della cucina e io li seguo un po’ preoccupata. Chissà se i giornalisti faranno qualche domanda su di me. Ok mi sto sentendo importante. Mi metto a ridere, poi torno subito seria. Entro in cucina e vedo che ancora non iniziano l’intervista. Così esclamo –Vi porto qualcosa da mangiare, voi intanto cominciate l’intervista-. Mentre sono a preparare dei biscotti sento che uno di loro chiede a Bill –Bill, chi è questa ragazza…questa Sara?-. Io per un attimo sorrido. Lui risponde –è una ragazza che stiamo adottando, diciamo. L’abbiamo trovata al concerto a Verona che era stata maltrattata dal proprio ragazzo e non aveva né una casa, né una famiglia, né degli amici. Così abbiamo deciso di prendercene cura-. Tom interviene dicendo –Però sembra quasi che sia lei a prendersi cura di noi perché ci prepara pranzo e cena, ci pulisce lo jet, ci lava i vestiti, ce li stira e fa tutte queste cose…è molto gentile!-. L’altro giornalista chiede –Bill, cosa ne pensi di lei? Potrà mai nascere qualcosa tra di voi?-. Intanto poggio a tavola dei biscotti al cioccolato con alcuni bicchieri di birra e mi siedo affianco ad un giornalista. Vedo la telecamera che mi inquadra. Io la guardo con gli occhi spalancati e poi sorrido in modo idiota pensando “Che figura di merda”. Bill, che ha guardato tutta la scena, diventa cupo in viso e risponde –penso che sia una ragazza simpatica, gentile ed è anche carina- mi fissa per un attimo, poi ha continuato dicendo –Però credo non potrà nascere mai niente. Lei è troppo piccola per me e abbiamo gusti totalmente diversi.- concludendo con un sorriso. A sentire queste parole mi si spezza il cuore: io e Bill prima di tutto abbiamo gli stessi e identici gusti, poi lui diceva che l’amore non ha età e poi….mio Dio non mi può dire così, non può essere vero! Inizio a sentire le lacrime agli occhi. Tom mi guarda e mi sorride dolcemente. Dal mio viso si vede scendere la prima lacrima. Così, per non far brutta figura, mi alzo asciugandomi la lacrima di nascosto, guardo le telecamere dei giornalisti che mi inquadravano, faccio un sorriso ironico e mi rinchiudo in bagno a piangere.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** CAPITOLO 7: LA CONSOLAZIONE DI TOM ***


CAPITOLO 7: LA CONSOLAZIONE DI TOM Non ci sono parole per descrivere come mi sento ora…mi sento…persa…ma neanche. Non riesco davvero a trovare delle parole per esprimere i miei sentimenti. Forse perché sono così afflitta che non riesco a provarne nessuno. Passano due ore e sono ancora in bagno a piangere a dirotto. Non credevo di aver tutta quell’acqua nel mio corpo. Vedo che il mascara mi è colato tanto da farmi i cosiddetti “occhi ad orsetto lavatore”. Ad un certo punto sento bussare. Respiro profondamente per non far sentire che sto piangendo e rispondo –Chi è?- e da fuori dalla porta si sente una voce che dice –Sono Tom. Sara, posso entrare?- e io tornando in lacrime –No. Vai via, voglio stare da sola- e lui risponde –Ma sono due ore che sei da sola in bagno. Ti devo parlare.- e io –Vattene, ti prego-. Poi vedo Tom che entra in bagno e mi vede con gli occhi “ad orsetto lavatore” e la maglia sporca di mascara, insieme al lavandino e alle asciugamani che da bianchi erano diventati neri. Per un attimo mi fissa, poi dice –Hai dimenticato di chiudere la porta a chiave-. Io mi volto dicendo –Vattene-. Tom si avvicina e, sfiorandomi il mento, gira la mia testa verso di lui. Io lo guardo mentre le mie lacrime continuano a scendere. Tom mi guarda con due occhi dolcissimi e mi sfiora i capelli con le dita. Poi mi dice –So che sei triste per quello che è successo oggi- e continua a sfiorarmi i capelli. Poi continua dicendo –Stai tranquilla, quello che ha detto ai giornalisti è pura bugia-. Per un attimo lo guardo, lui mi sfiora dolcemente la guancia. Poi continua a parlare –Sai, ieri ho chiesto a Bill se ti avesse mai dato un bacio. Lui mi ha risposto: uno solo? Sai quanti baci le darei a quella ragazza?- io alzo la testa e chiedo –Davvero?- e Tom risponde –il “SexGott” non mente mai- poi riprende dicendo –Poi gli ho chiesto: ma ti piace Sara? E lui si fece tutto rosso e rispose sorridendo: non mi piace, io la amo. Mi sono innamorato di lei-. I miei occhi ora brillano e mi sento il cuore infiammato d’amore. Poi Tom mi dice –Domani atterreremo a Parigi. Credo che sarà la tua occasione- concludendo facendomi l’occhiolino. Io gli sussurro –Grazie Tom- abbracciandolo. Lui ricambia l’abbraccio dicendo –Di niente, bellezza. Ora lavati la faccia e fatti bella, cosa impossibile perché già lo sei, che dobbiamo uscire stasera. Andiamo ad un ristorante in una città vicino Parigi- ed esce dal bagno. Io mi lavo la faccia togliendomi il mascara e mi asciugo con le asciugamani che avevo imbrattato di lacrime. Indosso un vestito che mi regalò mamma per il mio compleanno: un abitino corto monospalla nero e attillato con il monospalla pieno di borchie. Dalla valigia prendo le scarpe nere con il tacco borchiato e le indosso. Mi dirigo verso lo specchio, mi metto un filo di matita, l’eyeliner e il mascara aggiungendo una passata di lucidalabbra. Mi passo la piastra per i ricci sulle punte dei capelli ed esco dal bagno. I ragazzi aspettano solo me e, quando mi hanno visto, sono rimasti a bocca aperta. Usciamo dal jet e ci avviamo verso il ristorante con il furgone di Tom. Bill non fa altro che fissarmi da quando sono uscita dal bagno. In fondo ci godo. Arrivati al ristorante, il cameriere ci mostra il nostro tavolo e se ne va. Tom, Georg e Gustav sono andati in bagno e io e Bill siamo rimasti soli a tavola. Bill mi guarda da capo a piedi e mi sorride. Io ricambio il sorriso in modo imbarazzato. Poi mi sussurra –Sei bellissima- io lo guardo e inizio a ridere, poi gli rispondo –Grazie, anche tu-. Ci guardiamo per pochi istanti. Ad interrompere il silenzio tra me e Bill è Gustav che chiede l’ora a Bill e si siede vicino a me. Dopo dieci minuti avevamo già finito di mangiare. Tom chiede a Georg –Che si fa ora?- e Georg risponde –Si torna nel jet, sai che non possiamo andare in giro- e lui –Tu non puoi andare in giro, ma io posso anzi devo. Non sai che questa è la stagione della caccia?-. Scoppiamo tutti in una risata: per “stagione di caccia” avevamo tutti capito cosa intendeva Tom. Siamo stati altri venti minuti al ristorante a parlare e scherzare, poi siamo tornati nel jet.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** CAPITOLO 8: LA DICHIARAZIONE ***


CAPITOLO 8: LA DICHIARAZIONE Il giorno dopo sento Bill che mi sveglia urlando -Parigi raggiunta! Forza ragazzi, si scende!-. I ragazzi scendono e io li raggiungo cinque minuti dopo. Scendendo dallo jet privato Tom esclama dicendomi –Ma sei in tuta! Devi essere sexy per conquistare Bill!- e io ribatto dicendo –Ho messo solo i pantaloni militari e la canotta nera, che c’è di strano?- Poi Bill interviene dicendo –Adoro i tuoi pantaloni, Sara- e così mi giro verso Tom e lo fisso alzando un sopracciglio. Lui si mette a ridere e mi dice –Ok, Bill è totalmente pazzo di te. Gli piaci con qualunque vestito addosso- e io gli chiedo –Perché a te non piacciono le ragazze con le tute, Tom?- e lui mi risponde –Non è che non mi piacciono, ma con le minigonne e i vestitini corti sono più attraenti- e scoppiamo a ridere. Abbiamo raggiunto una grande arena all’aperto con un palco enorme. Questa è piena di fiori, alberi, aiuole e il palco era pieno di decori. Bill rimane fermo a guardarla meravigliato per pochi minuti. Tom mi fa cenno di avvicinarmi a lui. Così mi avvicino. Appoggio la mia mano sulla spalla di Bill esclamando -Stupendo, non ti pare?- e lui risponde tenendo gli occhi fissi sul palco -Stupendo? Meraviglioso vorrai dire-, -Già, in Francia ci sanno fare- dico facendo un sorriso ironico guardando le aiuole con i fiori che circondao il palco. Intanto Georg e Tom si sono andati a prendere un caffè nel bar vicino e Gustav è andato a sistemare la sua preziosissima batteria dietro il palco. Io rimango al fianco di Bill per qualche istante. Lui non osa guardarmi nemmeno per un secondo. Gli poggio di nuovo la mia mano sulla spalla e gli chiedo -Ohi perché non mi guardi? Ti ho fatto qualcosa?- e lui -No, no macché figurati… - ma non è convinto. Così gli dico -E' da quando mi conosci che mi parli raramente. Mi dici solo “Sei bella” ogni morta di papa e mi dai si e no il buongiorno la mattina. Se hai qualcosa contro di me dimmelo. Posso rimediare. Non sono scema, sai?- lui si gira e mi guarda con uno sguardo perplesso. Io gli faccio un gran sorriso. Intanto tutta la band raggiunge il palco per le prove e Gustav fa cenno a Bill di raggiungerli. Così Bill mi dice -Se tanto insisti te lo dico dopo il concerto di stasera, ora andiamo...dobbiamo fare le prove- io esclamo -TU devi fare le prove, non io! Non mi forzare a lavorare lo sai che sono una pigrona- e scoppiai in una risata, poi aggiungo -Vi aspetto qui, se non mi vedete sono andata a prendere un caffè-. È arrivata l’ora e io ero seduta nel backstage ad aspettarli. Alla fine del concerto rientriamo tutti quanti nello jet privato per dormire e per ripartire per la prossima tappa del tour. Appena entro, vedo Tom e Bill che bisbigliano, ma non so di che cosa. Tom fa segno di aver compreso quello che Bill gli ha detto e dopo un po' dice a Georg e Gustav -Ragazzi venite con me, vi devo far vedere le nuove pose per attirare le fans- scoppiano tutti in una risata e se ne vanno lasciando me e Bill soli. Bill mi dice -Siediti.- in tono serio. Mi siedo e lui si siede affianco a me. Ci guardammo per pochi istanti, poi dice -Sai...la cosa è che… beh... io... - lo interrompo dicendo -Calmati. So già di cosa vuoi parlarmi, stai tranquillo.- lui fa un respiro profondo e continua dicendo –Io non ti parlo mai perchè sono geloso... - e io -Geloso di cosa, scusa?- Bill risponde -Di te e Tom. State sempre insieme...giocate, scherzate...-. Ho pensato a quello che mi ha detto Tom qualche settimana prima "Impara, devi fare i trabocchetti ai ragazzi, sennò non abboccano!" e così gli dico -E allora? Hai qualcosa in contrario?- e lui -Beh...sembrate una coppia....- e io, sentendomi per un attimo leggermente diabolica, gli rispondo -E anche se fosse cosa c'entra con te? Non dico che io e Tom stiamo insieme, però non c'è niente di così strano nell'essere amici- guardo per un attimo il pavimento, poi guardo Bill e gli chiedo -Tu... provi qualcosa per me?- Bill mi guarda, fa un sospiro ed esita un attimo. Poi mi dice socchiudendo gli occhi -Beh... io sinceramente provo qualcosa di molto forte per te- e abbassa il capo. Guarda fisso per terra e si d’un tratto si fa rosso in viso. Capisco che è il momento di agire, so che vuole chiedermi se ricambio il suo amore ma ha paura che io gli avrei detto di no. Io lo abbraccio e lo tengo stretto tra le mie braccia. Per un momento nessuno di noi due ha parlato, poi io dico -Sono più di sei anni che anche io provo qualcosa di davvero molto forte per te Bill, e questo sentimento non cesserà mai di esistere- Bill ricambia l'abbraccio ma mi molla in fretta. Ci guardiamo sempre senza dirci niente. Poi afferra la mia mano e la stringe portandosela al petto dicendomi -Ti amo, Sara- -Ti amo, Bill- rispondo io con un tono di voce emozionato. Ci guardiamo di nuovo senza parlarci. Questi momenti silenziosi sono imbarazzanti, ma allo stesso tempo dolci e romantici. I suoi occhi sono più grandi e più splendidi del solito e le sue pupille brillano come le stelle nel cielo. Allora ci avviciniamo pian piano e le nostre labbra si toccano. Io e Bill ci baciamo per cinque minuti ininterrotti. Ci abbracciamo forte e inizio a piangere dalla gioia. Poi entrano gli altri con lo spumante in mano per festeggiare. Tutti quanti scoppiamo in una folle risata. Non ci posso credere. Mi sono fidanzata con Bill Kaulitz, dopo sei anni di film mentali!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** CAPITOLO 9: LA MIA INTERVISTA ***


CAPITOLO 9: LA MIA INTERVISTA (e sottolineo MIA) Qualche settimana dopo sono già su tutti i giornali. E’ passato un mese e siamo tornati a Colonia nella loro casa. Mi sveglio che sono le otto di mattina. Mi alzo, mi lavo in fretta e mi vesto. Indosso i miei adorati leggings strappati con la T-Shirt con su scritto “Can you hear me? I am screamin’ from the top of the world! Can you hear me?” e preparo la colazione per i ragazzi che sono già seduti a tavola ad aspettarmi, tranne Bill. Così chiedo –Dov’è Bill?- e Gustav mi risponde –Si sta sistemando- e Tom aggiunge –Deve essere sexy per te- e si mette a cantare “Sexy Hexy, Sexy Sexy”. Scoppiamo tutti a ridere. Poi mi sento Bill che mi abbraccia da dietro e gli dico –Buongiorno, amore!- e lui –Buongiorno, tesoro!- e iniziamo a baciarci. Nello stesso momento entrano dei giornalisti per un’intervista. Ma stavolta non è per i Tokio Hotel, ma per me. Così mi siedo sul divano, i giornalisti si siedono di fronte a me e iniziano l’intervista: G1 (Giornalista 1): Sara, quando è stata la prima volta che hai conosciuto Bill? Io: Beh, la prima volta che ho conosciuto Bill come cantante è stato sei anni fa quando in mezzo ad una rivista ho trovato un libro dei Tokio Hotel, ma allora non li conoscevo e avevo solo otto anni. Invece ho conosciuto Bill come “fidanzato”, possiamo dire, due mesi fa quando mi ha confessato il suo amore per me. G2 (Giornalista 2): Come ti trovi con Bill? Cosa vi piace fare insieme? Avete mai litigato? Io: Con Bill mi trovo bene, anzi, benissimo. Lui è dolcissimo: ogni mattina mi da un bacio al posto del buongiorno, sta sempre abbracciato a me e la sera mi trovo sempre un mazzo di rose con una dedica romantica. Beh insieme ci piace andare in giro per Colonia mano per la mano a fare shopping. Una cosa che noi abbiamo in comune è la moda e abbiamo gli stessi gusti nel vestire. Tutto ciò che piace a lui piace a me e viceversa. Infatti a volte lui mi presta alcuni suoi vestiti. Beh questo accade quasi spesso. No, noi non abbiamo mai litigato. E se mai accadrà, credo che faremo pace subito perché l’amore che ci lega è troppo forte. Intanto Bill è seduto affianco a me abbracciandomi e baciandomi sempre. Io ricambio sempre i baci, sorridendo poi ai giornalisti. Finita l’intervista, i giornalisti se ne vanno e intanto Bill mi dice –Hai fatto un’intervista stupenda cucciola mia- -Mai stupenda quanto te- rispondo io. E mi bacia. Tom esclama –Cavolo, con questa intervista tu e Bill andrete su tutti i giornali!- e io –Modestamente, mi riconosco!- e scoppiamo tutti quanti a ridere. Qualche settimana dopo la mia intervista è su tutti i giornali con l’immagine di me e Bill che ci baciamo. Qualche settimana dopo ancora, chiamano me e i ragazzi per partecipare come ospiti speciali ad uno show tedesco. Lì veniamo “incoronati” (per capirci) la coppia più bella dell’anno. Io sono felice e lo è anche Bill con me.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** CAPITOLO 10: FINALMENTE IL MATRIMONIO ***


CAPITOLO 10: FINALMENTE IL MATRIMONIO Passarono i mesi e passarono gli anni. Io ho appena compiuto ventun anni e Bill ne aveva trentadue. La settimana dopo, Bill mi porta in un luogo vicino Amburgo, in Germania. È una spiaggia enorme e bellissima. Ci sediamo sulla sabbia. Georg mi dice –Guarda lassù- e indica il cielo. Dopo qualche minuto vedo Bill che, guidando un aeroplano, scrive nel cielo “Sara, do you want marry me?”. Ora mi aspettavo che cadesse dal cielo un cono della Algida, ma alla fine è caduto un anello. Bill torna sulla terraferma qualche minuto dopo, prende l’anello e me lo infila al dito chiedendomi –Cosa rispondi alla domanda che ti ho fatto?- io rispondo a Bill felicissima -Sì, sì lo voglio.- Il mese successivo ci sposiamo. Lui è bellissimo: smoking bianco con papillon rosso ben acconciato e sul volto stampa un sorriso a quarantaquattro denti che mi fa svenire per quanto lo rende affascinante. Tom, Georg e Gustav anche loro in giacca e cravatta molto eleganti, ma per quanto fosse un matrimonio loro non riescono ad essere mai seri. Beh per quanto riguarda me: il mio era un vestito lungo, con un corpetto bianco attillato ricoperto di raso ricamato con una gonna pomposa stile “principessa” oserei dire, con delle rose color pesca che ornano in modo elegante la gonna. Non ci posso credere: io, Sara, figlia di una famiglia povera, maltrattata in passato dal proprio ragazzo che l’ha abbandonata ad un concerto, ossessionata dai Tokio Hotel da più di quattordici anni, ho sposato Bill Kaulitz, il cantante della band tedesca più famosa del mondo, di cui io ne sono una fan super sfegatata. Presto ho avuto anch’io i miei e le mie fans, chiamate Angels. inoltre sono diventata la manager ufficiale dei Tokio Hotel e sono diventata anch'io una cantante a livello mondiale. Ovviamente i miei manager sono i Tokio Hotel. Da allora nessuno ci dividerà mai più. La mia vita è perfetta. Ora sì, è davvero perfetta.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1889941